Cosa Sono Per TE?

di ReSiLiEnCy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter One ***
Capitolo 2: *** Chapter Two ***
Capitolo 3: *** Chapter Three ***
Capitolo 4: *** Chapter four ***
Capitolo 5: *** Chapter Five ***
Capitolo 6: *** Chapter Six ***



Capitolo 1
*** Chapter One ***


Chapter One
 

Bakugou aveva la vaga sensazione di non uscire vivo da quella situazione. Il disagio era spropositatamente alto per i suoi gusti e lui odiava sentirsi così impotente e incapace di agire.

Poco prima aveva la certezza che nessuno lo avrebbe disturbato durante il cambio di vestiti.
Si era appena concluso un pesante allenamento con All Might, che aveva portato via a tutti molte energie e ogni voglia di fare qualcosa che non sia andare a casa e svenire sul letto.

Però quella certezza sfumò non appena una mano strinse il suo bicipite, nell'esatto momento in cui il suo braccio smise di percorrere la manica della giacca e la mano sbucò alla fine di essa. L'altra manica rimase penzolante.

Bakugou cessò ogni movimento, come se quella presa l'avesse immobilizzato, freddato. Ma non sentiva freddo. Quella presa gli provocò inspiegabilmente un sussulto ed un formicolio interno.

In modo calmo, portò tutta la sua attenzione verso chi la stava richiedendo.
Kirishima era ad un paio di passi da lui. Per poterlo toccare aveva allungato tutto il braccio, mentre l'altro ricadeva lungo il corpo, stanco.

Bakugou tentò di incrociare lo sguardo dell'amico, ma lui teneva la testa china e l'ombra sul suo volto sembrava avergli cancellato metá viso .Non era chiaro se Kirishima l'avesse fatto apposta o meno, ma anche se fosse a Bakugou non importava molto, stava solo aspettando di sentirsi dire qualcosa.
Dopo tutto, Kirishima voleva dirgli qualcosa, era più che palese, eppure non lo stavo facendo.
Perché?

La presa al braccio diventò leggermente più solida, abbastanza da impedire con poco di liberarsi ma non troppo da lasciar il segno oppure recare dolore all'altro.
Inoltre, Bakugou notò che le labbra del compagno erano sigillate, con gli angoli della bocca tendenti all'ingiù.

Che Kirishima fosse... Triste? O solamente serio? 
Qualsiasi sia la risposta giusta, non era comunque coerente con la personalità di Kirishima e ciò spinse Bakugou all'assecondare la presa del rosso, quindi a non muoversi.

La concezione del tempo svanì lentamente, insieme al mondo intorno a loro. 
Erano soli, uno con lo sguardo perso e l'altro alla ricerca proprio di questo. Se entrambi stessero aspettando un qualcosa da parte dell'altro, chissà per quanto sarebbero stati così, immobili.
Ma non si potevano permettere un attesa così lunga. Qualcuno doveva agire.

La presa ferrea si sciolse all'improvviso, con una sicurezza quasi sconvolgente; poco prima sembrava non volersi più staccare dal suo bottino, con la gelosia e il timore che qualcuno potesse rubarglielo.
Ma non lo fece per caso o per stanchezza e Bakugou se ne rese conto qualche secondo dopo esser stato lasciato.

Ripresa la coscienza della realtà, non ci mise molto a capire che il resto della classe se n'era già andato, e chissà da quanto ormai.

Quel piccolo dubbio che si era instaurato nella mente del biondo diventò una certezza, anche se in modesto ritardo: Kirishima gli voleva parlare in privato.

Bakugou, allora, ormai consapevole che l'intento di Kirishima era riuscito, ricercò il suo sguardo.
Ma Kirishima tornò a rivestirsi, quasi con sforzo. Stava cercando di mostrarsi indifferente ma era inutile agli occhi di Bakugou.

Che avesse cambiato idea all'ultimo momento?

Un verso di disapprovazione di Bakugou rimbombò nella stanza, vuota a parte loro due.

«Non volevi forse parlarmi?» gli domandò con il suo solito tono scocciato.

Kirishima non rispose ne lo guardò, ancora.

«Ti conviene parlare ora o tacere per sempre.»

Il rosso sospirò e si passò una mano sui capelli con dei movimenti rigidi.

«Giá... Mi conviene. Non posso più tacere ormai.»

Le sue parole, quasi sussurrate, arrivarono chiare alle orecchie di Bakugou. Dopo tutto solo le sue potevano ascoltarlo, in quel momento. Sussurrare era inutile.

Sapeva di dover parlare, era arrivato fino a quel punto senza crollare emotivamente e non poteva di certo rinunciare adesso.

Chiuse gli occhi e sospirò ancora.

«Un cuore virile per me....é una vita vissuta senza rimpianti.» disse, con un sussurro stavolta a malapena percettibile.

Se non fosse che era la frase che Kirishima tirava sempre in ballo ogni volta che usciva fuori l'argomento sulla virilità, Bakugou non l'avrebbe mai capita.

Kirishima si decise e incontrò lo sguardo impaziente dell'amico.
Era sicuro che non avrebbe avuto rimpianti. Qualsiasi cosa sarebbe successa.

Prese un grande respiro, arrossí appena ma mantenne lo sguardo fisso, quasi incantandosi in quel rosso incadescente degli occhi di Bakugou, e parlò.





 

«Bakugou, sono innamorato di te.»

 

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Capitolo 2
*** Chapter Two ***


Chapter Two


Se fosse stato possibile affogare e morire nel proprio subconscio, molto probabilmente Bakugou non sarebbe sopravvissuto.

Si riprese tutto ad un tratto, solamente grazie ad un passante che, per sbaglio, gli urtò la spalla durante il suo cammino veloce e goffo. 
In altre circostanze, il ragazzo dai capelli esplosivi si sarebbe messo a sbraitargli dietro, per poi accorgersi del tempo perso, lasciar perdere e continuare a camminare nella propria direzione borbottando bestemmie a malapena comprensibili.

Era talmente sprofondato nel ricordo della sera precedente che non riusciva a rinvagarsi sul come sia finito lì, nel bel mezzo di un marciapiede poco affollato -forse per l'orario-, a camminare con le sue solite mani nelle tasche e la borsa sulla spalla.

Non era nient'altro che il risultato di uno di quei classici momenti in cui si compiono azioni talmente scontate della vita quotidiana che non ci si rende nemmeno conto di tutto quel che ci circonda, per poi risvegliarsi dalla trance e domandarsi "Come ci sono arrivato qui?"

La trance di Bakugou doveva esser durata più a lungo del previsto, in quanto i suoi ricordi si fermavano ad una frase.
Quella frase che gli rimbombava nella testa continuamente come eco, con la sua voce. A volte il rimbombo sembrava così vicino, come se lui gli fosse proprio alle spalle.

Bakugou rabbrividí e accelerò il passo, nervoso per la situazione. 
Non ricordava neanche con chiarezza la reazione che aveva avuto, e la cosa lo rendeva ancor più inquieto.

Come si doveva comportare? Che piega avrebbe avuto il loro rapporto? 
E soprattutto... Bakugou ricambiava quei sentimenti?

Nemmeno il ragazzo sapeva cosa pensare ormai, era stato preso alla sprovvista e non era pronto ad una cosa simile. Se lo sarebbe stato in futuro... Anche quello era un bel dilemma.

Imprecò ulteriormente quando si accorse di esser arrivato alla Yuuei. Non mancava molto al momento in cui l'avrebbe rivisto. E Bakugou continuava a domandarsi senza tregua sul cosa fare, come se bombardandosi il cervello questo avrebbe tirato fuori la genialata che l'avrebbe salvato da quel mare di stress.

Non ebbe neanche il tempo di tentennare che il corpo si mosse da solo ed entrò in classe.
Solo metà dei suoi compagni era entrata prima del suono della campanella, come lui. Tra questi, per sua sfortuna, c'era anche Kirishima.

Si creò un nodo in gola a Bakugou, il quale si sforzò di snodare nel mentre andava verso il proprio banco, senza fermarsi a guardare niente e nessuno.

Con tutta sincerità, Bakugou si aspettava di esser avvicinato dall'amico dai capelli rossi, come ha sempre fatto da quando é iniziata la scuola, ma ciò non avvenne. 
Neanche durante la pausa pranzo.
E neanche durante la prova pratica di All Might.
In un certo senso gli mancava quella presenza, seppur fastidiosa.

A quel punto, Bakugou iniziò a cervellarsi sul cosa potrebbe avergli detto la sera prima, dal non farlo avvicinare per tutto il giorno. Ma sforzandosi al massimo, nella sua testa vi era il vuoto riguardo a quel lasso di tempo.

Solo quando si stava per rassegnare, Kirishima decise di andare a parlargli, stavolta senza la necessità di nascondersi dagli altri. Dopo tutto, erano presi dai loro discorsi per badare a loro.
Se fossero stati in un film, loro sarebbero stati i protagonisti e gli altri le comparse, quelle figure nello sfondo che agiscono e parlano ma delle quale non si sa nulla.

Il sguardo di Kirishima era sereno nonostante tutto. Come sempre del resto.

«Ehi Bakugou!» lo salutò, arrivato davanti all'amico.

«Ehi..» disse solo Bakugou.

Il biondo cercò di capire dagli atteggiamenti di Kirishima che cosa potrebbe esser successo ieri, ma fallì. Kirishima risultò improvvisamente difficile da decifrare.

«Ti va di non tornare a casa oggi?»

Bakugou alzò un sopracciglio «Stai tentando di rapirmi?»

Kirishima rise di gusto e si appoggiò con la schiena al muro, mettendosi le mani in tasca. Lo guardò ancora.

«Per niente. Voglio solo passare il resto della giornata insieme. Non é una cattiva idea, no?»

Prima mi ignori e poi mi chiedi di uscire? A che gioco stai giocando? Pensò Bakugou chiudendo gli occhi.

Non ebbe neanche il tempo di rispondere, che Kirishima prese di nuovo la parola. Seriamente.

«Senti, dimentica quel che ti ho detto ieri...» 
Non é una cosa facile, sai? 
«...e non voglio neanche sapere la risposta.» 
Stai forse dicendo che ieri me ne sono andato senza dirti nulla? Ma proprio nulla?
«Questa non sarebbe neanche la prima uscita che facciamo insieme. Prendila come una delle precedenti, tra amici. Per me va bene anche così.»

Bakugou non riuscì a capire a pieno le sue parole. Stava lasciando perdere i suoi sentimenti? Perché si stava arrendendo così, senza aver lottato?
La voglia di Bakugou di tirargli un pugno era ad un livello altissimo ma si trattenne, per lui. Non volle ferirlo più del dovuto.

«Okay...»continuò a camminare sorpassandolo «...Ma solo perché a casa non ho nulla da fare.» aggiunse il suo solito orgoglio.

Bakugou non sapeva perché, ma era convinto che alle sue spalle Kirishima stesse sorridendo. 
Immaginò quel suo sorriso dai denti aguzzi e gli occhi vispi e pieni di allegria.

Girò di poco la testa, giusto per scorgere l'amico con la coda dell'occhio. E aveva ragione: Kirishima sorrideva e sprizzava gioia da tutti i pori. Non se lo sarebbe mai aspettato, data la situazione.

Inoltre, non l'avrebbe mai e poi mai ammesso ma Bakugou pensò, in quel momento, che il sorriso di Kirishima fosse davvero bello e ciò suscitò nel biondo una sorta di soddisfazione, per esser la causa di quel sorriso.

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Capitolo 3
*** Chapter Three ***


Chapter Three


Uscirono da scuola per ultimi, quando ormai il cielo iniziava a tingersi dei colori del tramonto. 
Si erano trattenuti nuovamente, per non esser disturbati. Più che altro, Kirishima non voleva esser disturbato.

Quando Bakugou ha provato a chiedergli se avesse intenzione di invitare anche Kaminari e Sero, le uniche persone della classe che tollera di più rispetto alla altre -e per Bakugou questo era tanto-, il rosso parve entrare in panico.

«NO!» quasi aveva urlato, instintivamente. Poi si passò una mano sui capelli «Non voglio...» sembrava anche voler dire qualcos'altro ma non lo fece.

Non che Bakugou volesse davvero la compagnia degli altri due, ma nelle loro precedenti uscite Kaminari e Sero erano presenti. A volte anche Ashido.

E pensandoci, Bakugou si rese conto di non aver passato molto tempo da solo con Kirishima. 
Sarà per questo?

Per cui, presero un po di tempo prima di uscire, abbastanza da far allontanare dal quartiere qualsiasi persona che potesse unirsi a loro e porre fine quella sottospecie di appuntamento.

Aspetta, é un appuntamento? Pensò all'improvviso Bakugou.

Pensare ad un qualcosa di romantico con Kirishima gli era davvero difficile e, così su due piedi, gli sorse spontanea una sensazione di rifiuto.
Kirishima non era una ragazza che aveva continuamente bisogno di attenzioni dalla sua dolce metà.

Certo, Kirishima non era una ragazza.
Ma forse aveva davvero bisogno di attenzioni.

E poi, Bakugou gli ha mai dato davvero importanza? Come amico?
Di certo Kirishima non gli era una palla al piede come il resto della classe, ma non aveva neanche un posto in prima fila nel suo cuore.

Almeno era quel che aveva sempre pensato.

•••

I due passeggiarono in silenzio per un bel po, senza neanche rendersi conto di dove le gambe gli stessero portando.
Bakugou era qualche passo più avanti e Kirishima lo stava seguendo, non sembrava volerlo superare o quanto meno arrivargli di fianco.

Tentavano di nasconderlo ma erano entrambi a disagio. Una verità innegabile.
Dovevano pur far qualcosa, per rompere il ghiaccio no?

Qualche altro minutino dopo, i due si resero conto di esser arrivati nei pressi della sala giochi, dove ogni sabato sera era una tappa fissa per fare scommesse tra di loro e decidere chi offriva la cena agli altri. In quelle serate, infatti, non conveniva mai uscirsene senza soldi.

Facendo due calcoli, non era possibile a quell'ora incontrare qualcuno di conosciuto. Perciò quella si presentò come l'occasione per rompere il ghiaccio.

«Andiamo a fare qualche partita.» propose Kirishima, indicandogli la struttura appariscente grazie ai led colorati, accesi data la poca luminositá del cielo.

Bakugou lo guardò un attimo e Kirishima mantenne il suo sguardo sicuro. Alla fine, il ragazzo dai capelli rossi era il più tranquillo tra i due. L'altro invece era preso dalla paranoia, una sensazione sconosciuta, mai provata prima, che lo rendeva alquanto nervoso fingeva il contrario.

«Perché no.»

•••

Giocare a biliardino si rivelò una buona idea. 
Gli animi si alleggerirono e Bakugou parve dimenticarsi delle sue paranoie.

Fecero numerose partite, distraendosi da quella scomoda situazione e pensando solamente alla competizione. 
Avevano deciso che il perdente di ogni partita avrebbe pagato quella successiva. Fu proprio così che Kirishima sperperò i soldi che normalmente si portava a scuola.

Uscirono dalla sala giochi a sera inoltrata. Era ormai ora di cena ed entrambi sapevano che era meglio avviarsi sulla strada di ritorno, sia perché erano affamati sia perché erano stanchi.

«Accidenti potevi andarci piano. Non me ne hai fatta vincere una neanche per sbaglio.» esclamò esasperato Kirishima, riferendosi alle partite a biliardino.

«Impara a non proporre certe sfide.» disse Bakugou.

«Lo sai che mi piacciono le sfide difficili.» si giustificò il rosso per poi tirare fuori dal suo zaino una bottiglietta d'acqua.

Bakugou si girò a guardarlo. Non c'era bisogno di Einstein per capire che l'amico aveva sete, ma l'acqua contenuta nella bottiglietta, che stava scivolando liscia nella bocca del rosso, non colmava neanche mezzo bicchiere. 
Non l'avrá di certo dissetato.

«Mmh...» 

Quando poi Kirishima buttò la bottiglietta nel cestino, Bakugou fece dietrofront e lasciò l'amico a parlare da solo.
Ritornò in un baleno. Kirishima, infatti, non ebbe neanche il tempo di dire qualcosa a riguardo.

«Tieni!» disse Bakugou porgendogli una lattina di aranciata fresca, presa dalle macchinette.

Kirishima guardò la lattina allibito; da Bakugou simili gentilezze erano una rarità. Non riusciva appunto a capire se gli stava giocando uno scherzo o se stava capendo male.

Bakugou sbuffò e cambio direzione dello sguardo.

«Hai sete, no?» Bakugou in fondo ne era sicuro. L'amico poteva benissimo resistere il tragitto fino a casa, alla fine non erano poi così lontani. Eppure...

«S-Si ma... Ecco...» Kirishima si grattò la guancia con l'indice, colto dall'imbarazzo.

«Prendi sta cazzo di lattina prima che te la spacchi in testa!!!» sbraitó il biondo. Il colorito delle sue guance divenne sempre più intenso a causa del nervoso. Voleva solo sprofondare nel terreno.

Kirishima sussultó quando Bakugou urlò ed infine sorrise. Prese la lattina e lo guardò con gratitudine. Poi Bakugou sbuffó ancora e riprese a camminare.

Il resto della passeggiata proseguì come era iniziata: in silenzio, a parte il sorseggiare di Kirishima e qualche cane di quartiere in lontananza che abbaiava contro chissà cosa.

Per loro fortuna, arrivano all'incrocio, luogo in cui le loro strade si sarebbero divise per quella sera.

É stato piacevole, tutto sommato. Pensò Bakugou, ma quel che disse fu «Tsk, non é stata una totale perdita di tempo, almeno.»

Kirishima lo sostenne con un cenno del capo e gli sorrise ancora smagliante. 
Bakugou non riuscì a guardarlo per più di qualche secondo, era ancora a disagio.

«Beh, notte.» fece Bakugou per poi avviarsi verso la sua strada.

«Aspetta, Bakugou..»

Lui piantò il passo, ma non si girò. Non era sicuro gli convenisse, il tono si Kirishima era modestamente cambiato.

«Voglio farti una domanda... Ma tu non sei obbligato a rispondere.»

Bakugou fissava un punto indifenito davanti a se, con le orecchie tese e pronte ad ascoltare ogni sua parola.
Non sapeva cosa provare, di certo non gli poteva più rimanere indifferente.





 

«Cosa sono per te?»

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Capitolo 4
*** Chapter four ***


Chapter four


Notte in bianco.
Bakugou era tormentato a tal punto da non riuscir a prendere sonno, nonostante la stanchezza che gli pesava sulle spalle.

Tentò tutte le posizioni possibili e immaginabili pur di dormire almeno un paio di ore, persino si sdraiò sul pavimento ma nessun suo tentativo riuscì.

Dannatamente stanco faceva avanti e indietro per la stanza, si ributtava sul letto, poi tentò il divano in salotto, cercò di prender sonno sul tavolo in cucina -dato che era successo in passato-.
Ma niente.

Gli occhi erano chiusi e la mente fin troppo cosciente. Riusciva a percepire anche i più piccoli e insignificanti rumori della notte ed indentificarli.
Tanto non aveva altro di meglio da fare.

Era anche troppo stanco per ragionare su cose più impegnative. Gli provocavano solo un tremendo mal di testa e quasi quasi la voglia di piangere dal nervoso.

Ma Bakugou si rifiutò categoricamente di versare anche una singola lacrima. Si sentiva paragonato poi a quel piagnucolone del suo amico d'infanzia, Deku il buono a nulla. E lui non era così.

E soffermando la sua mente a Deku, si infuriò. Non era una novità. Ma stavolta si infuriò anche per il fatto che lui era sempre così allegro e spensierato. Ogni sacrosanta volta aveva quel sorriso da imbecille stampato sul volto. Dovuto a cosa poi? Cosa lo faceva stare così bene? Perché lui, che non ha mai fatto niente nella sua vita, doveva essere così felice? Perché Bakugou non sentiva nemmeno la metà del benessere che provava lui?

Che cos'ha lui che io non ho???

Continuava a ripetersi, mentre quella rabbia ribolliva dentro di se, gli fremeva nelle mani una forza distruttiva che nient'altro poteva essere che il suo sfogo personale ma per fortuna non causò alcun danno. Si trattenne. Non aveva idea da dove avesse tirato fuori quell'incredibile autocontrollo e sinceramente non gli importava. 
Lui voleva far esplodere qualcosa ma sapeva che non era il momento adatto. Erano ancora le 4 di notte e se avesse svegliato quella vecchia strega -da lui definita così - le avrebbe prese pure di sopra. Non che avesse paura di sua madre, solo che non voleva essere assillato.

Che cos'ha lui che io non ho???

•••

Per la prima volta, Bakugou si presentò a scuola con una cera pessima: aveva delle evidenti occhiaie (stile Aizawa aggiungerei) che mettevano in risalto le sue ore di sonno perse.

In classe si sentiva particolamente osservato: infatti tutti lo stavano fissando, perplessi.
Ruggí feroce per scacciare malamente i loro sguardi sulla sua persona e poi si passò una mano sui capelli. Aveva ancora un po di mal di testa, dovuto a cosa poi non lo sapeva. L'idea piú plausibile era per sonno.

Poi voltò, come in automatico, la testa da una parte della classe. Qualcosa non andava. C'era qualcosa di diverso.
E non ci volle molto per capire cosa fosse.

Kirishima era assente.

Il suo banco vuoto  provocava una certa pena: guardarlo così solo soletto, in mezzo a tanti altri banchi occupati, dava la sensazione quasi di un pesce fuor'acqua, di un qualcosa che non doveva essere lì.

«Ehy!» Bakugou esclamò contro Kaminari, richiamando la sua attenzione «Dov'é Kirishima?»

Kaminari fece un'espressione confusa per poi guardare verso il banco del compagno assente. «Aah, ecco perché mi sembrava tutto così silenzioso.»

Si grattò la testa per poi afferrare il braccio di Jirou, della quale stava usando il banco come sedia, e guardò il suo orologio da polso. La ragazza dai capelli viola fu subito infastidita da tutto ciò ma non fece nulla.

«Strano che faccia tutto questo ritardo. E non mi ha neanche chiamato.»

Dato che le cose non stavano cambiando, Jirou decise di non lasciar correre ulteriormente, quindi si riprese il braccio e poi spinse il biondo giù dal suo banco.
Kaminari, prontamente, si resse alla sedia di fronte e riuscì ad evitare la caduta ed a rimettersi dritto e dopo aver lanciato un'occhiataccia alla compagna, richiamò Sero ad avvicinarsi.

«Kirishima ti ha chiamato?»

«No. Avrei scommesso che avesse chiamato te o Bakugou. Non é così?»
Kaminari gli rispose scuotendo il capo.

«Forse sarebbe meglio chiamarlo. Io e Bakugou siamo un po preoccupati.»

Preoccupazione... Debolezza.... Non esiste che io sia debole.

«Ma che diavolo dici??» sbraitò d'istinto Bakugou, facendo trasalire i due amici «Io? Preoccupato per capelli di merda? Ma quando mai!»

Kaminari e Sero lo fissarono titubanti.
Bakugou deviò lo sguardo all'esterno della finestra.

«Di che cosa dovrei preoccuparmi? É normale assentarsi almeno una volta, no?»

«Si, ma...» Kaminari volle dire la sua ma venne zittito da Bakugou.

«Non voglio perdere tempo con queste cose inutili. Ti ho solo chiesto se sapevi dov'era. Non lo sai? Apposto, la conversazione finisce qui.»

«Ma Bakugou...»

«Ma nulla! Adesso lasciatemi in pace!»

Kaminari e Sero si guardano ancor più perplessi. É una follia aspettarsi rose e fiori da Bakugou ma per loro la reazione che aveva appena avuto era esagerata.
Persino Bakugou era di questo parere, seppur non lo faceva notare. Aveva bisogno di ricoprire in qualche modo quel disagio e quel presentimento che lo opprimevano dentro.

Come la volpe che non arriva all'uva dice che acerba, se un qualcosa si presentava così difficile dal comprendere, anche se riguardava se stesso, preferiva non pensarci.

Ma prima o poi avrebbe dovuto farlo. Lo sapeva e continuava a far finta di non sapere.

Stava solo posticipando l'inevitabile.

 

 


Se la storia vi piace vi spingo a fare recensioni, ci tengo a sapere cosa se ne pensa. E poi da quanto avete visto sono un pò impacciata nel descrivere. Mi farebbe piacere ricevere qualche consiglio, perchè una volta terminata questa vorrei scriverne un'altra (molto probabilmente una storia OC).
Grazie.

 

 

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Capitolo 5
*** Chapter Five ***


Chapter Five


Aizawa stava facendo lezione da ben 15 minuti, con 10 minuti di ritardo rispetto all'orario scolastico.

Bakugou non ascoltò nemmeno una sua parola; aveva una sensazione di vuoto interiore, qualcosa gli mancava.
Forse non era abituato all'assenza di Kirishima, o data la situazione la cosa gli pesava ulteriormente.

Bakugou era consapevole del fatto di non aver risposto a nessuna delle sue domande. Le aveva ignorate. Se fossero state scritte su fogli di carta, probabilmente le avrebbe strappate o fatte esplodere.

Il tutto creava un peso dentro di lui: non gli aveva dato il rispetto che Kirishima gli ha sempre portato nei suoi confronti. E persino Bakugou si rese conto di non esser stato giusto. Anche se la situazione era difficile doveva pur dire qualcosa. 

La lezione terminò più in fretta del previsto, a causa della poca voglia del professore di parlare; non appena terminati gli argomenti da trattare prese il suo sacco a pelo e lasciò la classe scoperta.

La classe, quindi, doveva attendere l'arrivo del professore successivo per un'altra ora di lezione. Nel mentre però, dato che non erano controllati, gli alunni si presero qualche minuto per andare a prendersi qualcosa per stuzzicare l'appetito o per soddisfare il bisogno di uscire dall'aula e farsi quattro passi. 
Altri invece non si mossero dai propri banchi. E tra questi vi era Bakugou, ed era strano dato che solitamente era il primo al fare quel cavolo che gli pareva.

Tutti notarono questo particolare ma solo uno decise di avvicinarsi. Grosso errore.

«Kacchan...?»

Bakugou sussultò sentendo quella voce che tanto detestava. Infatti lo guardò malamente facendolo trasalire e sudare freddo. Però il ragazzo dai capelli verdi non si allontanò.

«E-Ecco... Volevo solamente chiederti se va tutto bene?»

Se va tutto bene?  si ripeté nella mente Bakugou.

La rabbia lo pervase e non riuscì a trattenersi. Si alzò di scatto e lo afferrò dalla giacca con una mano, strattonandolo e guardandolo con odio.

«CHI TI CREDI DI ESSERE PER CHIEDERMI SE VA TUTTO BENE?!?! CREDI DAVVERO CHE QUALCOSA POSSA ANDARE MALE?! TI SENTI TANTO SUPERIORE, LURIDA MERDA CHE NON SEI ALTRO?!?!»

Quei pochi compagni che erano rimasti in classe, e alcuni che non si erano del tutto allontanati, intervennero subito e tentarono di separare vittima e aggressore.

«K-Kaccha-an... F-Fermati... Calmati per fa-favore...» tentò di parlare Midoriya, che continuava senza sosta a venir strattonato.

«NON DIRMI DI CALMARMI!!! TU NON SEI NESSUNO PER DIRMI COSA FARE!!!»

Era fuori di se. Certo, i suoi scleri verso il povero Midoriya erano frequenti, ma non erano mai risultate così violente.

Iida riuscì dopo diversi tentativi ad aprire le dita ferree di Bakugou che stringevano i vestiti di Midoriya, poi Sero e Kaminari gli afferrarono il braccio. Prima che potesse far qualcosa con l'altro, Oijiro glielo strinse con la sua possente coda. 
Bakugou si ritrovò bloccato e la furia gli passò piano piano.
Midoriya, invece, era circondato dagli altri, che si occuparono subito di verificare la sua incolumitá.

Iida poi si prestò subito a fare il quarto grado a Bakugou, che però non lo ascoltava minimamente. il suo sguardo era ancora fisso sulla sua preda sfuggita.

La ragazza dal viso tendenzialmente tonda e i capelli castani era molto preoccupata per lui, gli parlava con una nota di paura nella voce. Midoriya le ripeteva che non era successo nulla ma nonostante ciò Uraraka non si calmò subito.
Gli sorrise di sollievo, per poi abbracciarlo e facendolo colmare di imbarazzo.

Che cos'ha lui che io non ho??? Si ripeté ancora Bakugou.

Continuò a guardare il suo amico d'infanzia con la sua amica. Sembravano star così bene insieme. Sembravano volersi molto bene. Sembravano non volersi staccare l'uno dall'altra.
Il sorriso di Midoriya sembrava sempre più illuminarsi quando c'era anche lei.

Lui ha lei...
... Ed io chi ho?

Non c'era nessuna in classe che poteva definire sua. Dopo tutto delle ragazze della sua classe a malapena si ricordava i loro nomi.

E se non fosse necessariamente una femmina?

Chi aveva allora? C'era qualcuno che poteva definire solo e solo suo?

Bakugou sussultò, perché sapeva la risposta. L'ha sempre saputa anche se faceva finta del contrario.
Si liberò dalle prese dei compagni e si sedette al suo posto, come se niente fosse successo.
Loro lo tennero d'occhio col timore che potesse perdere ancora le staffe. Ma non fu così, perché Bakugou era in una complicata fase, quella in cui avrebbe deciso tutto.

Doveva rispondersi adesso o mai più.

Alla domanda di prima, se c'era qualcuno che poteva definire suo?
Si che c'era... anche se non gli ha mai dato importanza.

Riusciva a provare almeno la metà della felicità che prova Deku vicino ad Uraraka? 
Sì, lui l'ha più volte provata al suo fianco, anche se l'orgoglio prevaleva su ogni altra cosa.

E quindi... Ricambiava i suoi sentimenti?

...

Era ancora molto confuso sull'argomento. Non poteva promettere nulla, purtroppo. Ma ci avrebbe provato. Perché decisamente era un amico speciale per lui. Era troppo orgoglioso per ammetterlo ma era così e niente l'avrebbe cambiato. Nemmeno la sua presuzione.

Bakugou quindi scoprì che quella strana sensazione, quel disagio che provava al suo fianco, era dovuto a quell'eccessivo affetto che provava nei suoi confronti. Non poteva essere altrimenti.

E con tale consapevolezza, Bakugou guardò fuori dalla finestra verso il cancello d'ingresso della Yuuei, come se lui potesse comparire dal un momento all'altro, ed affermò.

Preparati Kirishima. Domani otterrai una risposta.

 


Ok, avete ben notato accenni sulla ship Izuku x Ochaco... Se vi aspettavate una seconda ship diversa vi chiedo scusa.

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Capitolo 6
*** Chapter Six ***


Chapter Six

Bakugou era stato tutta la notte a riflettere sulla faccenda. Si era imposto di risolvere le proprie questioni interiori per arrivare ad una sana conclusione.

Sembrava così difficile, eppure incredibilmente non ci dovette pensare più di tanto.
Lo aveva già capito a scuola, il giorno prima. Deku, per una volta, non si era rivelato inutile. Paragonandosi a lui -al suo rapporto stretto con Uraraka- Bakugou riuscí a mettere i puntini sulle i.

Chissà da quanto Kirishima si era accorto dei suoi sentimenti. Era molto probabile che con qualche piccolo gesto Kirishima stesse tentando di trasmetterlo a Bakugou già da tempo, per renderlo consapevole. 
Invece al biondo non sarebbe mai passato per la testa un fatto simile.

Non era riuscito a vedere il vero stato d'animo di Kirishima.
Ma non era riuscito a vedere neanche il suo stesso stato d'animo.

Bakugou aveva sempre provato del piacere con la sua sola presenza. Provava una sorta di felicità che però non riusciva a trapelare all'esterno di quella dura corazza. Infatti l'apparenza era sempre stata un'altra e sapeva che sarebbe stato sempre così perché era nel suo essere.
E anche Kirishima lo sapeva.

Bakugou, quella notte, percepì una sorta di desiderio e una sensazione di vuoto. 
All'improvviso si rese conto di volerlo vicino. 
Come sarà dormire con lui? Pensò.

E quella mattina si stava dirigendo a scuola con l'impazienza di incontrarlo. Dove parlargli con urgenza, dirgli quelle parole così vere, da sempre celate nel suo cuore, ma così imbarazzanti, tanto che non voleva assolutamente ripeterle. Era troppo orgoglioso anche su questo. Quindi converrebbe a Kirishima di ascoltarlo attentamente.

•••

Bakugou percorse i corridoi della Yuuei in modo calmo ma allo stesso tempo con un passo lungo e rapido. Preferiva parlare con lui in privato, ma per farlo dovevano uscire dalla classe, e quindi doveva arrivare prima del professor Aizawa.

I corridoi erano inspiegabilmente silenziosi. Così monotoni. Ogni classe e finestra erano ben chiuse, come se niente doveva entrare o uscire. 
Se non fosse che si era nel bel mezzo della settimana, Bakugou avrebbe pensato di esser andato a scuola in un giorno festivo.

L'unica porta che si rivelò aperta fu proprio la classe 1-A. 
Senza diminuire la velocità del suo passo svoltò per entrarvi ma si piantò a terra: i suoi compagni erano già arrivati, seduti ai propri banchi in attesa del professore, calmi.

Tutti tranne Kirishima.

Non aveva la certezza che sarebbe arrivato in ritardo oppure che anche quel giorno sarebbe stato assente. Non lo poteva dedurre, era presto dopo tutto.

Perché tutti sono già qui? E perché non stanno chiacchierando come loro solito?

Provò a pensare ad un Aizawa arrabbiato, con gli occhi iridescenti e furiosi, che minacciava la classe di non emettere un fiato fino al suo ritorno in classe. 
Ma per andare dove? E poi Aizawa non era un uomo puntuale, a quell'ora a regola starebbe ancora dormendo nel suo sacco a pelo, gettato da qualche parte per la scuola. 
Era presto anche per lui, quindi Bakugou scartò subito quell'ipotesi.

«Buongiorno ragazzi.» una voce cupa riecheggiò tra le pareti della classe.

Bakugou sussultò e si girò, incontrando lo sguardo stanco ma severo del professore. 
Dalla serie parli del diavolo e spuntano le corna.

Ti hanno tirato via di forza dal sacco a pelo o cosa?  pensò il ragazzo.

Aizawa non gli disse nulla, lo guardò male e basta. A Bakugou bastò ed infatti andò al suo posto senza fiatare. Una strigliata dal prof non la voleva proprio.

Mentre l'uomo faceva l'appello, Bakugou pensò a come fare per la sua situazione: mandare un messaggio forse era il metodo meno imbarazzante per lui, ma non si sarebbe sentito realizzato, doveva dirglielo in faccia. Per cui tanto valeva aspettare la ripresa di Kirishima e il suo ritorno a scuola, oppure poteva evitare tale attesa ed andare a trovarlo a casa.

Un paio di colpi lo ridestò dai suoi pensieri. Provenivano dalla porta, qualcuno stava bussando.
Il professore diede il permesso di entrare e dopo qualche secondo, che sembrò un eternità, la porta si aprì.

Bakugou si aspettò vivamente di veder entrare Kirishima, con il suo solito sorriso raggiante e un'espressione da pirla per l'imbarazzo del ritardo.
Invece vi entrò una ragazza. Aveva la divisa della scuola.

Ma chi é questa? Non l'ho mai vista prima.

Beh, Bakugou effettivamente non faceva caso nemmeno ai suoi compagni, non c'era da stupirsi se non si ricordava di un'alunna di un'altra classe.

Per esser adolescente aveva un fisico poco proporzionato ma slanciato. I suoi lunghi capelli ondeggiavano in modo elegante lungo la schiena, erano di colore grigio cenere e lisci. Avanzò nell'aula con portamento aggraziato e calmo e si affiancò al professore, poi voltandosi verso la classe dimostrò di avere dei grandi occhi chiari.

«Bene. Lei sarà una nuova alunna della classe 1-A, quindi vedete di andare d'accordo. Presentati.»

Bakugou sbuffò e posò il mento sulla mano, guardando altrove. Non gli importava sapere il nome di quella, aveva altro per la testa. 
Ma qualcosa non andava. Lo sentiva dentro.

Non appena riportò lo sguardo sulla nuova arrivata, vide che prese posto all'unico banco vuoto della classe.
Quello di Kirishima. La cosa lo fece  irritare e non poco.

«Ehi! Quel banco é occupato!»  voleva urlargli contro, ma la voce stranamente non gli uscì.

Cosa?

«É un piacere conoscerti.» disse Kaminari alla ragazza nuova. A lui si unirono anche altri.

«Finalmente siamo una classe completa.» affermò Sero.

Ma é stupido? Non avevamo bisogno di una tipa a caso.

«Giá. Quel banco vuoto era così noioso.» disse poi Ashido.

«Ma siete impazziti?!» Bakugou volle urlare ancora, ma per la seconda volta non si sentì nulla.

Mentre Bakugou lottava contro se stesso per poter emettere anche un fiato, l'intera classe era impegnata a socializzare con la nuova arrivata. Tutti accerchiati nel posto che spettava di diritto ad un'altra persona, non a lei.
Era sbagliato.

Ragazzi?!

Kaminari sorrise quasi di sollievo «É stato davvero seccante non avere nessuno dietro per tutto l'anno.»

Ehi...cosa significa?

«In effetti avere un punto vuoto metteva a disagio.» aggiunse Jirou.

Ascoltatemi cazzo!!!

Niente.

E Kirishima? Ragazzi...

Nessuno lo ascoltava.

Che ne é stato di Kirishima??

Bakugou era presente ma non esisteva.
 

CHE STA SUCCEDENDO?!?!

 

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