White Hand - Butterfly Effect

di Irizar Elwell
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I - Baba Jaga ***
Capitolo 2: *** Capitolo II - Un nuovo inizio? ***
Capitolo 3: *** Capitolo III - Dolorosi Incontri ***
Capitolo 4: *** Capitolo IV - Interferenze ***
Capitolo 5: *** Capitolo V - La Parte Demoniaca ***
Capitolo 6: *** Capitolo VI - Passione ***
Capitolo 7: *** Capitolo VII - Isabel ***



Capitolo 1
*** Capitolo I - Baba Jaga ***


I suoi occhi mi scrutano, quasi vitrei. Immobili. Esanimi. Baba Jaga è qui, davanti a me. Una sola parola, una sola domanda o risposta sbagliata e lei mi porterà via la vita. Improvvisamente la mia attenzione viene rapita da un suono strano. Sembra ferro. Calpestio ritmato, a modo suo. E poi dei nitriti in sotto fondo che fanno da eco. Dei cavalli! La Baba Jaga sembra quasi immobilizzata, si limita a guardarmi. Le sue iridi saltellano da me ai cavalieri che pian piano si fanno ai miei occhi sempre più nitidi. I loro drappi svolazzano al vento. Il primo è di colore bianco, il cavaliere del giorno. A seguire con fierezza su un cavallo bianco, come del resto gli altri due, galoppa fiero mentre al suo fianco il cavaliere rosso, mandante del sole, a petto in su, fiero e orgoglioso, mi guarda truce. Ed infine a seguire a questa lenta e insolita parata, il cavaliere nero: il cavaliere della notte, che con un ritmo cadenzato e quasi evanescente chiude la coda, inseguendo gli altri due. Devora mi ha messo in guardia in precedenza. “signorina Christine, probabilmente vi si presenteranno tre cavalieri, tutti in groppa a dei cavalli bianchi. Uno si issa fiero e con sguardo freddo, portando con se un drappo bianco, il secondo su un drappo rosso non smetterà mai di guardarvi dalla sua apparizione, ed infine il cavaliere nero. Esso rappresenta la notte, e come potete immaginare porterà stretto in pugno uno stendardo color pece. Fate attenzione a loro. Si avvicineranno, cercheranno di prestarvi aiuto, e se vi serve, di portavi da Baba Jaga. Ma se scambierete anche solo una parola con loro tre...Anche una sola parola, e lei potrà uccidervi o peggio ancora... torturarvi!” le sue parole mi ronzano nella mente. Intimorita le avevo chiesto, in questo caso, quale fosse stato il modo migliore per superare questo tranello, restando integra, e possibilmente viva. So che da quando ho deciso di intraprendere questo viaggio, ho praticamente messo la firma su una sentenza di morte. Ma quanto può non valerne la pena, se alla fine, l'alternativa è il nulla? “ignorali” mi sussurra la voce dell'evanescenza al mio fianco. “come?” ripeto, più a me stessa per essermi resa conto di aver effettivamente capito o perché non ha assolutamente senso una risoluzione del genere per me. “quando ti si avvicineranno, ignorali. Tieni lo sguardo basso. Non guardarli mai in volto. Per loro sarà un gesto di rispetto e se non parlerai sarà riconosciuta la loro autorità. Ti ignoreranno e svaniranno nel nulla. Non devi fare assolutamente nulla. Sospiro. Mi fermo e cerco di concentrarmi. Non fare assolutamente nulla non è la prima cosa che ti viene in mente quando sei in un mondo sconosciuto e dove ogni cosa può portare al collasso della tua realtà. Vorrei scappare. Vorrei scappare via, lontano e tornare indietro. Sistemare le cose con mia madre, non trasferirmi a Dallas e cancellare tutto quello che mi è successo. Cancellare Paul, Mandy, Sam, cancellare quello che sono diventata. Cancellare me. E sì, lo farei. Lo farei per far tornare tutto com'era. Abbasso lo sguardo quando gli zoccoli dei cavalli si arrestano perfettamente distanti tra loro,davanti a me. Chiudo gli occhi e mi concentro. Decido di contare, per concentrarmi su un qualcosa di logico. Per non far capire a lor che ho timore. Che non sono del tutto sicura della scelta che faccio e non so se fidarmi delle parole di Elanua. Primo passo. Uno.. Secondo passo. Due.. Terzo passo. Tre.. Quarto passo... Uno dei cavalli nitrisce. Il mio cuore si ferma. Per un istante. Poi l'insieme dei passi prende velocità trasformandosi in un suono sempre più evanescente. Ce l'ho fatta! Avanzo ancora di qualche metro, prima di riprendere a respirare con regolarità. Sono molto più sollevata e so di star sorridendo. Davanti a me si apre un sentiero che s'inoltra ancor di più nella già fitta vegetazione. Non sarà un tranello della strega? Penso. Ed Elanua intercettando i miei pensieri risponde di conseguenza: “un regalo degli alberi, non sono molti quelli che arrivano fin qui” il suo sguardo si incupisce. Non dico nulla, avanzo lentamente con lei che si pone a qualche centimetro in avanti. Sembra così triste. È appena un'evanescenza ora, posso distinguere appena i lineamenti del viso che fumano al vento. “hai mai conosciuto uno spettro di buon umore, cara? Lo siamo tutti, è il peso della morte.” La guardo interrogativa. La mia curiosità non sembra infastidirla, anzi sembra ben disposta a parlare. Accenna un sorriso, rallentando di colpo l'andatura. Mi fermo anche io, non capisco. Elanua inizia a girarmi intorno, non lo avevo mai notato prima, forse perché non mi si è mai avvicinata così tanto, o forse perché è lei a decidere di farsi toccare, mi solletica la pelle con la sua essenza. È color cristallino, sembra sia formata da una scia di piccoli diamanti. “perchè sei venuta da me?” le chiedo incantata, sono completamente rapita dai suoi movimenti vaporosi. Aspetta qualche secondo prima di rispondere, ed in quei secondi ho avuto l'impressione che stesse decidendo se mentirmi o meno. “si tratta di mio figlio” il tono è affranto, ma non aggiunge altro, ed io non chiedo oltre. Continuiamo a camminare nel bosco, il sentiero sembra interminabile. Non so nemmeno se questa sia la strada giusta, ma tanto non ho molte alternative. Qualcosa mi bagna il naso. Mi asciugo con la manica della maglietta che si macchia di rosso. Immediatamente guardo il cielo,nuvoloso, nulla di particolare. Continuo ad avanzare, senza farci troppo caso, ma anche Elanua mi guarda stranita. Sento ancora una goccia, due, tre...alzo il cielo ed improvvisamente una pioggia di sangue c'investe violentemente. “non ti fermare, corri” mi suggerisce, ma non riesco a muovermi. Resto immobile a fissare il cielo, il sangue. Perché piove sangue? “è lei, sta arrivando!” urla preoccupata Elanua poco prima di svanire colpita da una luce bluastra. “chi osa, entrare nei miei domini?” è la prima volta che sento la voce della strega. Echeggia nell'aria, ma di lei non c'è forma. Mi guardo intorno, ma non serve a nulla quando due mani mi afferrano il collo. “chi sei tu?” chiede guardandomi fissa negli occhi. Porto le mie mani sulle sue cercando istintivamente di allentare quelle tenaglie. “non riesco a respirare” Squittisco agitando le mani. La presa si allenta e io riprendo a respirare. Mi guarda senza batter ciglio. “allora?” chiede impaziente. “mi chiamo Christine” dico cercando di non guardarla per troppo tempo. Non devo farmi uccidere da lei, ma farmi aiutare. Questo è quello che devo tenere bene in mente se voglio restare viva. “perchè sei qui?” minaccia alitando fetore. “mi serve il tuo aiuto” rispondo questa volta però sostenendo il suo sguardo. Voglio farle capire che sono disposta a qualsiasi cosa per risolvere questa situazione. Lei mi guarda attentamente, sembra che mi stia studiando. Poi lentamente con l'indice indica il mio sterno e si avvicina. “non toccarla Yaga” imperativa compare tra me e lei Elanua in una nube rossastra. La sua voce è demoniaca e la gentilezza e la delicatezza che hanno sempre accompagnato la sua essenza non danno cenno di esserci ora. “chi è questa ragazza?” chiede ad Elanua, spostando continuamente lo sguardo da me a lei. “la senti anche tu questa energia, vero?” annuisce e tra le due sembra esserci uno sguardo d'intesa. Ciò non mi rende per nulla tranquilla. Inizio a chiedermi, forse troppo tarsi, se posso davvero fidarmi di Elanua. “non puoi prenderla. Ha il marchio” ricomincia l'essenza. È seria. Solo le sue labbra si muovono, per il resto sembra una statua. “quello non è un problema, mi basterà sapere a chi appartiene” Lei sghignazza e alla strega ciò sembra non piacergli per nulla. “io non credo. Guarda il suo marchio, non è una comune entità” Baba Jaga sposta il suo sguardo su di me avvicinandosi quel tanto che Elanua le permette e stacca un mio capello. Lo annusa, lo guarda attentamente, lo lecca e alla fine lo lascia libero al vento. “fidati di me” sussurra l'essenza guardandomi con la coda dell'occhio. Ma che sta succedendo? Di cosa parlano? Che cosa vuole la strega da me? “cosa vuoi?” chiede infine. “riporta la mia realtà nel passato, cancellando la memoria di coloro che...” mi zittisce portandosi un dito alle labbra. “e tu cosa mi daresti in cambio?” sorride maliziosa. “cosa vuoi?” “te” resto in silenzio. “farò quello che mi chiedi all'unica condizione di avere la tua anima. Da quando rimetterai piede nella tua realtà ad un anno, ti impegni a diventare mia. Sono più che sicura che sei molto squisita. Continuo a non dire nulla. Non guardo nemmeno Elanua. “al trecentosessantacinquesimo giorno verrai qui e io ti divorerò, l'unica cosa che devi fare è farti togliere il marchio. Trova tu il modo. Se non rispetterai la scadenza o ti tirerai indietro io restituirò la memoria ai tuoi amici e li ucciderò uno ad uno, davanti a te, poi ucciderò le loro famiglie, gli amici delle loro famiglie e gli amici degli amici. Fin quando qualsiasi persona tu abbia incontrato nella tua vita anche solo accidentalmente morirà a causa tua e tu sarai mia schiava per l'eternità. Ovviamente...” estrae una piccola daga dalla manica della tunica color terra che indossa. “è un contratto” un patto di sangue. Prendo la daga in modo meccanico. La mia mente è vuota. Le parole della strega mi rimbombano nelle orecchie come un fastidioso ronzio perpetuo. Apro il palmo della mano destra e con la sinistra pigio la lama fino a sanguinare. Lei fa lo stesso con la sua mano sinistra e afferrando la mia preme le due ferite in modo da far fondere il nostro sangue. Sento una specie di scarica elettrica e istintivamente ritraggo la mano. La ferita sembra cauterizzata. La guardo stupita e lei ridendo soddisfatta improvvisamente mi spinge. Cado per terra, ma quando mi guardo intorno lei non c'è più. Sono esattamente distesa sull'erba. Dove mi avevano condotta Devora e Davis. Sono tornata alla mia realtà. “un anno” la sua voce mi risuona nelle orecchie. Mi alzo un po' stordita. Sono sola. È logico. Se ha cancellato la memoria a tutti Devora e Davis non mi hanno mai conosciuta. “Elanua?” la chiamo ad alta voce varie volte. Che sia sparita anche lei? “non posso più essere visibile, ma sono qui Chris, i poteri della strega su di me non hanno effetto” annuisco e lentamente mi metto seduta. La testa mi gira vorticosamente ed ho un po' di nausea. “hai fatto una cosa davvero nobile, per quel che posso cercherò di aiutarti” sento un calore sulla guancia. Una carezza? Sorrido appena confusa. Mi alzo traballante e pian piano mi avvio verso la città.

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Capitolo 2
*** Capitolo II - Un nuovo inizio? ***


Mentre cammino a ritroso per tornare a Dallas non riesco a pensare a nulla. Anche il terreno che calpesto mi sembra di vederlo per la prima volta. È una sensazione strana, è come se fossi appena tornata al mondo.

Pian piano il sentiero fatto di terra e foglie lascia spazio all'asfalto grigio e asciutto del centro urbano.

Mi immergo nelle strade della cittadina con un'inquietante sentore di nuovo.

Mi bacchetto leggermente la nuca.

Il mondo non è cambiato Chris, non è cambiato nulla, tranne i disastri che hai seminato in giro. Ripeto a me stessa.

I miei piedi seguono automaticamente la via che mi porta a casa, la città è del tutto uguale a com'è sulle cartine geografiche. Non c'è segno dell'orda dei non morti, di qualcosa di sovrannaturale. Mi arresto solo una volta arrivata davanti al vialetto. Prendo un profondo respiro, cercando dentro di me la calma per affrontare Sam. Metto un piede sul primo gradino della veranda, sento l'odore di Sam misto all'aria fredda.

Mi soffermo in veranda, sulla sedia in vimini c'è la coperta che tempo addietro avevo dato a Nigel, quando era venuto a trovarmi per chiedermi scusa. Quando avevamo per la prima volta passato la notte assieme, semplicemente parlando, semplicemente essendoci l'uno per l'altra.


Chris, sei tu?”


la sento urlare dall'interno.

Sentire la sua voce, sentire la sua voce in casa mi calma. L'unico pensiero che mi passa per la mente è che sta bene.

Mia sorella è viva e sta bene, Baba Jaga ha mantenuto fede alla sua promessa.

Guardo il palmo della mano destra, dove la cicatrice, sigillo del nostro contratto, disegna una linea nera e profonda per tutta la superficie.

Non rispondo subito alla sua domanda, aspetto e apro lentamente la porta d'ingresso.

Eccola.

Davanti a me, Sam tiene tra le braccia la piccola Michelle che gioca con un sonaglio.


va tutto bene? Hai una faccia...”


istintivamente mi butto fra le sue braccia, stringendo entrambe forte e ispirando a pieni polmoni il suo profumo.


ehi, va tutto bene?”


chiede sorpresa, mentre dolcemente mi accarezza i capelli.


sì, è solo stata una giornata lunga. Mi sembra di non vedervi da un'eternità!”


rispondo ricacciando indietro le lacrime.

Lei mi bacia lievemente sulla guancia e mi stringe ancora un po'.


sei stranamente dolce, sicura di star bene?”


ride. Quel suono mi riempie l'anima. Ma la benevola sensazione sparisce presto, quando alle sue spalle un'ombra del tutto nera mi fissa.

Strizzo gli occhi due volte per mettere a fuoco e capire se ciò che vedo è reale, ma quando le riapro non c'è più nulla.


tutto bene?”


Annuisco e con una scusa mi dirigo in camera.

Chiudo la porta a chiave e mi lascio scivolare per terra.

Inizio a singhiozzare sommessamente. Devo tenere duro.


ricordati che hai un compito da portare a termine”


sussurra l'inconfondibile voce della Baba Jaga facendomi solo piangere ancora di più.

Mi sveglio a notte fonda. Probabilmente mi sono addormentata piangendo.

Decido di farmi una doccia e poi rimettermi a letto.

Non riesco più a prendere sonno, domani a scuola vedrò gli altri.

Scendo al piano inferiore e mi reco in cucina per prendere un bicchiere d'acqua.

Uso la luce interna del frigo per illuminare la stanza, mi avvicino alla finestra che da sul cortile, scorgo la casa di Paul, completamente oscura al suo interno. Che ore sono?

Istintivamente mi volto verso l'orologio appeso al muro alle mie spalle, esattamente dalla parte opposta del frigo.


Un brivido di terrore mi percorre la schiena quando vedo in piedi sotto l'orologio ancora quella sagoma nera che mi fissa. Indietreggio istintivamente, colpendo con la spalla l'anta del frigo che si chiude, lasciandomi nel buio totale.


Anche la sagoma sembra svanire senza luce e io ne approfitto per tornare in camera non prima di aver controllato che Sam e Michelle siano tranquille e al sicuro.


Il mattino arriva abbastanza presto.

Quando scendo in cucina Sam è indaffarata nel preparare la colazione. La visione del cibo mi nausea, così mi limito a prendere solo una tazza di caffè.


dovresti mangiare qualcosa, ieri sera hai saltato la cena, hai bisogno di energie”


annuisco e prendo senza fiatare il pranzo a sacco che lei ha appositamente preparato. Lo infilo nello zaino e dopo averle scoccato un leggero bacio sulla guancia esco.


Una volta sul vialetto guardo in direzione della casa di Paul. Non mi aspetto di vederlo venirmi incontro per andare a scuola assieme, così prendo a camminare.

Vado direttamente a scuola senza fermarmi da Mike, non ha senso seguire vecchie abitudini.

Durante il tragitto scorgo davanti a me Kelly e Sophie che chiacchierano tra di loro dell'ultimo pettegolezzo delle riviste scandalistiche.

In un certo senso questa banalità mi tranquillizza. Sembra davvero come se io non fossi mai esistita per loro, altrimenti mi avrebbero già additata e presa in giro.

Il cancello si fa pian piano più nitido, così come sento sempre più incalzante l'ansia che cresce in me.

In un flash, lì all'angolo destro del cancello c'è Mandy che si sistema gli occhiali con una mano, mentre on l'altra tiene stretta a se i libri. Mi volto e sulla sinistra, dove ci sono i parcheggi vedo correre Paul, tenendosi un buffo cappello con una mano, mentre la sottile sciarpa grigia svolazza sfiorandogli le spalle.


È il rombo del motore degli autobus a riportarmi alla realtà. Non c'è nessuna Mandy lì accanto al cancello, e nessun Paul che corre verso il cancello.

Non più. Con un sospiro caccio via la malinconia.

Qualcuno mi urta violentemente la spalla facendomi traballare.


ehi, sta attenta perdente!”


sono le dolci e sempre gentili parole di Mark, beh se devo vedere il lato positivo, almeno questo non è cambiato.

Stavolta sospiro arresa. Potrei dire che è la giornata dei sospiri.

Senza indulgiare oltre mi avvio verso i corridoi principali per entrare in classe.

Man mano che avanzo inizio a sentirmi a disagio mentre il cuore si fa martello impazzito. Non voglio vederli. Non voglio incrociarli e dover far finta di non conoscerli.

Tengo la testa bassa concentrandomi sul movimento dei miei piedi.

Ancora una volta quella sensazione di gelo nelle vene, ed eccola lì in fondo al corridoio, tra tutti gli studenti che non la vedono. La sagoma nera che mi perseguita. Mi arresto spaventata. Perché continua a seguirmi? Che cosa vuole da me? E chi è?


Mi guardo furtiva attorno, nessuno si è davvero accorto di nulla. Ritorno a guardare al capolinea del corridoio e la sagoma è sparita.

Al contrario un'altra persona mista fissando sorpresa. E la cosa non mi piace. Non mi piace per nulla. Nigel mi sta guardando, è un'espressione strana. Di sorpresa, sì, ma inquietante e preoccupata.


Distolgo lo sguardo e cerco la prima via di fuga vicina. Un varco si crea tra gli studenti e ne approfitto per sfruttarlo.

Il primo posto che mi viene in mente in cui nascondermi è la biblioteca. Ci entro in fretta e furia con lo sdegno della bibliotecaria che mi intima in modo secco e prolungato di fare silenzio con un sonoro “sssssssh!”

la ignoro e salgo gli scalini del reparto di demonologia. Mi acquatto tra gli scaffali cercando di riprendere fiato.

Da uno dei ripiani con un tonfo cade un libro di pelle nera, aperto su una pagina specifica.

Mi avvicino gattonando, guardando prima lo scaffale, poi guardandomi attorno e senza toccarlo mi soffermo ad osservare le pagine.

Il titolo in testa alla pagina riporta “Papa Legba”. Senza volerlo sfioro ogni lettera di quel nome con le dita. Sotto appare la figura di un uomo, o credo lo sia, molto vecchio con un ampio cappello di paglia a tesa larga, con in mano un pipa e nell'altra uno strano bastone. Sono gli occhi che attirano la mia attenzione. Sono come quelli della sagoma che mi perseguita. Prendo in mano il libro per studiarne la copertina: di pelle nera rilegato e intagliato in modo molto elaborato. Dei tarsi formano la voce principale. LOA LEGBA.

Prendo il libro infilandolo nello zaino all'udire dei passi.

Faccio appena in tempo ad alzare lo sguardo, Nigel.

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Capitolo 3
*** Capitolo III - Dolorosi Incontri ***


AH!”


Indietreggio strusciando mani e piedi sulla moquette rossa che riveste il pavimento. Lui non fiata, si limita a fissarmi dall'alto. Non riesco a sostenere il suo sguardo, mi mordo il labbro per cercare di tenere a freno l'ansia che mi devasta. Gli do le spalle e scappo nella direzione opposta. Sento i suoi passi fare da eco ai miei, mi sta seguendo. Cerco di confonderlo inoltrandomi tra gli scaffali dei vecchi archivi, posti in un angolo poco illuminato della biblioteca.

La tracolla dello zaino si blocca di colpo, togliendomi il fiato e facendomi cadere per terra all'indietro.

Le sue dita mi sfiorano la spalla, mi sembra come se quel tocco stesse lasciando scie infuocate sulla mia pelle, anche se attraverso la giacca spessa.


chi sei?”


mi chiede confuso e aggressivo bloccandomi al pavimento marmoreo.


l-l-l-lasciami andare!”


ribatto cercando di oppormi alla forza della sua fisicità.


La presa si fa più salda e i suoi occhi si spalancano irritati.


chi diavolo sei? Perché porti il mio marchio? E perché...”


lascia la stretta sulla spalla, risalendo il braccio destro fino ala mano spalancandomela.


il contratto con Yaga..”


sussurra preoccupato.

Il suo sguardo si sposta sul mio.


chi diavolo sei tu?”


deglutisco continuando a dimenarmi in modo meno spasmodico stavolta.


“si può sapere cos'è tutto questo baccano?


La bibliotecaria fa capolino da uno degli scaffali in metallo con un'espressione prima stizzita e poi incattivita, quando vede Nigel sovrastarmi.


ehi giovanotto, cosa credi di fare?”

appena lei si china per tirarlo a sè ed allontanarlo da me, lui, agilmente scatta in piedi ed io prontamente mi alzo per scappare via, lontanissimo da lui, dalla scuola, da tutti.


Corro per i corridoi, eccoli tutti qui. Vedo Paul intento a bere ad una delle fontane poste negli anditi, Mandy che poggia dei libri nel suo armadietto, Pacey che ride con delle studentesse mostrando la sua polaroid, Jake e Ted che bisticciano tra loro strattonandosi una console, l'uno dalle mani dell'altro.

Sento i loro battiti, i loro respiri, le loro anime, vive.

Sono salvi. Sono salvi.

Mi ripeto continuando a correre. Inizio a piangere, me ne accorgo solo quando la vista mi si appanna. Richiamo mentalmente Elanua, ho bisogno di parlare con qualcuno. Così non posso farcela.

Sono poco fuori Dallas, alle radici della foresta.


sono qui”


dice una voce nella mia mente.


Mi arrampico su un ippocastano, prima di parlargli. Quando sono ben in alto e al sicuro mi lascio andare a singhiozzi che soffoco nella manica della giacca.


non ce la posso fare. Non posso Elanua”


lagno come una bambina, con la faccia gonfia e la testa che mi scoppia.


calmati e ragiona. Non si tratta di potere o meno, si tratta di dovere. Altrimenti tutto ciò non sarà valso a nulla. Potevi lasciarti morire con tutti gli altri invece di fare un patto mortale con la Yaga, no?”


le sue parole sono crude e pesanti, non c'è compassione per me, ed ha ragione.

Mi asciugo le lacrime senza fiatare.


devi solo trovare il modo di far quello che ti ha chiesto in cambio della vita dei tuoi amici. Prima o poi dovrai aver a che fare con Nigel, è l'unico modo che hai per far rimuovere il sigillo.”


sospiro. Ha ragione, non c'è alternativa.

Cerco di darmi un contegno e prendo il mio zaino: un problema per volta.

Rimuovere il marchio è di sicuro la cosa prioritaria, ma se muoio prima di non aver capito come fare sarà stato tutto inutile. Devo capire chi è quell'essere che continuo a vedere.

Frugo tra libri e penne per cercare il tomo trovato in biblioteca, accorgendomi solo poi con orrore che non c'è.

Mi sarà caduto durante la colluttazione con Nigel. Dannazione!


Aspetto la fine delle lezioni per tornare a scuola. Ormai ci sono stata così tante volte dopo la chiusura dei cancelli che non sarà affatto un problema intrufolarmi in biblioteca, e fortuna vuole che ho ancora una copia delle chiavi.

non appena il custode chiude il cancello principale e si allontana, esco dal mio nascondiglio circumnavigando il giardino, mi arrampico su un albero che porta al cortile posteriore della scuola. La porta del magazzino al piano interrato è sempre aperta ed è facile arrivarci dalle scale antincendio.

Risalgo il più silenziosamente possibile le scale interne che mi portano al primo piano dell'ala ovest. Esco da una delle porte di emergenza che da sui corridoi principali. Quello della biblioteca nel mio caso.

Tiro fuori le chiavi dalla tasca e facendo attenzione a spiacevoli tintinnii faccio scattare la serratura. È fatta!

Accendo la torcia del cellulare e mi reco subito alla sezione vecchi archivi.

Ispeziono per bene ogni fessura e ogni scaffale, ma del libro non c'è nessuna traccia.

Decido allora di ritornare nella sezione di demonologia, magari trovandolo lì la bibliotecaria l'ha riportato al proprio posto. Il reparto occulto è più in alto di quello archivistico, per cui molto più illuminato. Metto il cellulare in tasca, ricordandomi bene di usarlo in caso di incontri poco piacevoli.

Come prima, inizio a ispezionare lo scaffale dal quale ricordo era caduto il volume.


Loa Legba...”


sussurro leggendo i vari tutoli, ma senza trovarne traccia del mio.


STAVI PER CASO CERCANDO QUESTO?”


Urla adirato Nigel alle mie spalle. Non faccio in tempo a voltarmi che mi colpisce violentemente con la mole del libro. Sbatto contro uno scaffale e mi porto le mani al volto per il dolore guardandolo preoccupata. Non mi da tregua e si avventa su di me.


si può sapere chi sei?”


il suo tono è aggressivo e i suoi modi violenti. È realmente così Nigel? Cosa ne è stato del ragazzo che conoscevo io?


non puoi ricordarti di me, pur sforzandoti”


dico con tono piatto, guardandolo negli occhi questa volta.

Non posso cedere alle emozioni.


che intendi dire?”


abbaia strattonandomi.


che ti ho cancellato la memoria”


serra i denti dal quale un ringhio soffocato cerca disperatamente di liberarsi.

Mi spinge per terra, mettendo un anfibio sul mio torace.


adesso noi due facciamo una chiacchierata”


minaccia alzandomi dal bavero della giacca e mi conduce fuori. Ho la testa che mi scoppia a causa della sorda botta presa.

Non parlo, cerco di non fare nulla che possa innervosirlo ancora di più, ma non riesco a frenare le lacrime.


Mi lancia nei sedili posteriori della sua auto, come si fa con un bagaglio pesante e stancante.

Resto così immobile, attaccata salda ai sedili dell'auto chiudendo gli occhi e respirando affannosamente.

Quando l'auto si arresta apre violentemente dal braccio per farmi uscire. Scopro solo ora di essere a casa sua.


dai cammina”


mi incita strattonandomi fino alla porta d'ingresso.

Mi sento enormemente a disagio rivedere questa casa e il suo interno. Mi sento nauseata, la testa mi gira, ma non posso permettermi di venir meno.

Mi conduce nei sotterranei, in un'ampia stanza, la stessa dove si allenava con Davis sotto forma di Evander. Mi spinge ancora, lasciando la presa e facendomi cadere sul pavimento fangoso e bagnato.


abbiamo un'ospite alquanto sgradito, sgradito, ma interessante”


dice con tono piatto, quasi presentandomi a quelli che poi appaiono come Lu sì, Davis e Devora.

Sono tutti così sinistri. Percepisco in loro l'aurea demoniaca e questo non mi piace per nulla. Perché sono così diversi da come li ho imparati a conoscere io?


allora, vuoi dirmi chi sei e perché ritieni di poter affermare con arroganza di avermi cancellato la memoria?”


mi metto in piedi appoggiandomi al muro, per cercare di stare in equilibrio.


non posso dirtelo, ma se tu puoi, vorrei che mi liberassi dal tuo marchio.”


sghignazza quasi divertito, dalla mia immagino ingenuità.


solo perché non puoi dirmelo, non vuol dire che io non possa venirlo a sapere. Davis, Devora, consentite alla nostra giovane ospite di mettersi comoda!”


i due spettri mi circondano, mi avvolgono fino a immobilizzarmi.


mano destra, prego”


ordina lui e contro la mia volontà Davis protende il mio arto verso il suo padrone.


Lui la osserva e con un dito da cui appare un artiglio argenteo e acuminato ripassa la ferita aprendola.


vediamo un po' cosa hai chiesto a quella cialtrona di una strega!”


intinge le dita della mano nella ferita, sporcandole di sangue che poi lecca avidamente, tenendomi inchiodata nei suoi occhi.


Lo sputa dopo una manciata di attimi con sdegno.


lasciateci”


sibili rabbioso e tutti gli spettri in men che non si dica spariscono.


così, hai barattato la anima per la mia vita eh? Che gesto altruista.”


lo guardo senza dire nulla, tenendomi stretta la mano ferita che ancora continua a sanguinare.


non aspettarti aiuti o favori da me, non so per quale motivo tu lo abbia fatto, ma non pensare di potermi tenere sotto controllo. Del resto però se ti ho marchiata e non uccisa deve pur valere qualcosa e lo voglio scoprire”


il suo tono è scontroso e riluttante, mi guarda come se fossi una nullità.


lasciami libera, ti chiedo solo questo. Non voglio altro da te, ma se non lo fai morirai anche tu e non sarà servito a nulla!”

ribatto secca.


ho ancora un po' di tempo prima dello scadere del contratto no? Perché non dovrei sfruttare questa occasione?”


sorride.

Senza aggiungere altro mi conduce fuori casa sua. In malo modo mi mette alla porta e solo quando sono a qualche metro di distanza dalla porta d'ingresso, nel cortile bianco mi lancia dietro qualcosa.


“tieni il tuo libro”


come si lancia un pezzo d'osso al cane.

Lo raccolgo in fretta, ed altrettanto in fretta percorro il viale alberato che porta alla strada principale.

Torno a casa a sera inoltrata. Sam e Michelle sono fuori, ma immagino che mi aspetta una bella strigliata ad accogliermi non appena rincasano. Salgo in camera lanciando lo zaino sul letto assieme alla giacca e vado a specchiarmi. Il mio profilo sinistro è un'enorme macchia rossa che presto diventerà viola. Cerco di coprirla come posso coi capelli tamponando con un panno disinfettato il piccolo taglio che la botta ha creato.

Come ha detto Elanua non posso permettermi di crollare.

Evito di pensare a Nigel e a come è cambiato. Tiro fuori dallo zaino il libro tanto agoniato e per la prima volta, forse, accendo il lap top rosa confetto che mi hanno regalato il giorno del mio arrivo.

Digito sul motore di ricerca la copertina del libro senza trovare molte voci sull'argomento.

Sembra ne esistano poche copie e scritte in diverse lingue. Decido allora di cercare in modo più specifico solo la parola Loa e Legba.


Egli è il custode del crocevia che separa il mondo dei vivi e il mondo dei Loa e non possono quindi avvenire comunicazioni tra gli dei e gli adoratori senza il permesso e la presenza di Legba. Egli è quindi il dio della comunicazione spirituale, controlla le porte e gli ingressi verso l'altro mondo. Un vecchio, vestito di cenci e stracci, che si trascina lungo la strada con un rozzo bastone contorto e una stampella, mentre tiene in bocca una pipa accesa.
Il dio si avvicina zoppicando al crocevia, e nel buio specchio delle regioni sotterranee appaiono già i primi contorni oscuri della sua immagine riflessa e invertita...”


penso di essermi messa in un bel guaio. Soprattutto quando le luci della casa iniziano a tremolare e la sagoma che ormai per me ha preso un nome, si auto invita in camera mia, fissandomi incessantemente.

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Capitolo 4
*** Capitolo IV - Interferenze ***


Papa Legba”

sussurro non appena la sua vista si fa più chiara e lui si mostra esattamente cos come descritto nel libro.

Non sembra camminare, ma aleggiare a pochi centimetri da terra, le sue movenze sono lente e il suo volto perentorio.


hai rubato delle anime che mi appartenevano”


dice con una voce che sembra provenire dall'oltretomba.


Se ho ragionato nel modo giusto, con il contratto stipulato con la Yaga, ho sottratto a lui anime che erano destinate ad approdare in altri confini.


Repello te, spritus nequam...”


un lampo e la figura di Davis, spettrale e imponente in questo caso appare davanti a me.


...tibi denuntio per Deum verum, ut exeas ac discedas ab hoc loco...”


continua lo spettro mentre al suo fianco appare Nigel.


bella serata papino, non trovi?”


lo sguardo del Loa si fa infastidito.


non metterti sul mio cammino, la ragazza deve rendermi ciò che ha rubato”


nel mentre Davis continua con le sue parole latine a far da sottofondo alla conversazione, cosa che disturba non poco l'antica figura.


non puoi farle nulla, non vedi che la sua anima è già stata impegnata? Vattene e non tornare in questa casa”


la sua figura sembra vibrare, come una pulsazione, rimbomba per tutta la camera.


Papa Legba sembra cercare di opporre resistenza, ma la litania di Davis arriva al suo apice e lui è costretto a battere in ritirata.


piccola e pasticciona”


si limita a dire Davis prima di svanire in polvere.


grazie”


sussurro a Nigel che invece è rimasto fermo e immobile al suo posto.


non prenderla come una cosa personale. Fin quando non sarai libera, purtroppo sei mia responsabilità, devo tenerti d'occhio. Non voglio dover badare ai tuoi pasticci, ho ben altro da fare, quindi cerca di non darmi noie.”

non faccio in tempo a rispondere che anche lui è andato via.

Sbuffo irritata e mi impongo di andare a letto.


Christine Harries”


sono le prime parole che sento, pronunciate in modo ovviamente alterato da Sam, in piedi di fronte a me che mi guarda arcigna.


si può sapere che fine hai fatto ieri? Ero molto preoccupata! Potresti almeno avvisare questa scema di sorella, no?”


apro gli occhi e mi metto a sedere, ho ancora un gran mal di testa.


scusami, avevo il cellulare scarico e non pensavo di fare così tardi, mi sono fermata in biblioteca a studiare e poi sono andata da Mike a prendere una cioccolata calda con Mandy”


non penso bene a quel che dico, assonnata come sono, ma mi rendo conto dell'enorme sbaglio quando ripetendo mentalmente quel che ho detto le parole Mike e Mandy saltano fuori.


come fai a conoscere la tavola calda di Mike? E Mandy chi è?”


la guardo cercando una qualsiasi utile scusa possa servire per togliermi da questo pasticcio.


ma che...che diavolo hai fatto alla faccia Chris?”


mi chiede preoccupata, prendendomi il viso tra le mani con fare molto delicato.


qui ci vogliono dei punti, guarda che livido...”


non è niente Sam, sono caduta accidentalmente”


mi guarda torva, sguardo accusatore di chi becca in pieno un bugiardo.


non prendermi in giro. Non mi hai mai parlato di una ragazza di nome Mandy e tanto meno ti ho mostrato dove si trova il Cafè di Mike. Non so che cosa tu stia architettando signorina, ma fin quando sarai in questa casa, ubbidirai alle mie regole!”


taccio. Unica e saggia cosa da fare in questi casi.

Contro la mia volontà mi porta al pronto soccorso, dove non solo passo tutta la mattinata, ma sono vittima degli sguardi giudiziosi dei nonnetti che son venuti per qualche acciacco.


Ammetto che più che una caduta, le mie ferite assomigliano a quelle di una rissa, normale pensare che sia una brutta persona, che poi è la realtà dei fatti.


Cinque fantastici punti, sono il premio per l'incontro con lo scaffale, rilegati raffinatamente da un cerottone bianco che rende la mia faccia tutt'altro che discreta.

Ho la fortuna se così posso chiamarla di non doverli sfoggiare subito, ma il giorno dopo si.


Metto una felpa col cappuccio giusto per cercare di mascherare il più possibile il guaio.


ciao”


è Nigel a parlarmi appena arrivata al cancello.


ciao”


dico stranita. Non è da lui.


perchè mi hai aspettata? Non posso parlarti o vederti o avere a che fare con te. Sei morto proprio per questo!”


dico stizzita a bassa voce continuando comunque a camminare verso l'aula della prima lezione.


non cercare di controllarmi. Io faccio quello che mi pare e ammetto che mi infastidisce alquanto non ricordare il perché tu sei viva”


cerco di non guardarlo.


sto parlando con te!”


canzona ad alta voce stufo.


non sono sorda, ci sento!”


replico fermandomi questa volta a guardarlo dritto in faccia.


che hai fatto al viso?”


il suo sguardo sembra cambiare, per un attimo rivedo il vecchio Nigel. Lui istintivamente porta una mano sulla ferita, sfiorandola delicatamente e pietrificandomi.


Chris, sono serio che ti è successo?”


per la prima volta dice il mio nome lasciandomi ammutolita. Sembra aver recuperato la memoria, sembra essere di nuovo lui.


N-N-Nigel...”


sibilo incredula, prima che lui si allontani subito da me, guardandomi confuso.


non starmi tra i piedi ragazzina!”


esclama un po' imbarazzato e va via.

Una doppia personalità? O forse l'effetto della Baba Jaga non ha avuto l'intera efficacia? Sono sicura che in quel momento Nigel era cosciente e si ricordava tutto. La sua memoria forse non è stata cancellata del tutto?


Con questo dubbio amletico che mi vortica nella testa vado in aula.

Accanto a me si siede Pacey, che non fa altro che ammiccare per tutta la durata della lezione.


sei quella nuova, vero?”


annuisco un po' distratta, mentre una parte di me cerca di seguire la lezione, anche se in realtà cerco di non pensare a Nigel.

non abbiamo mai parlato molto noi due, vero?”


sorride beffardo, come se questo modo spavaldo di fare potesse affascinarmi.


no, direi di no”


c’è qualcosa che ti turba?”


Domanda Pacey avvicinando il suo viso al mio con fare indagatore.

Sorrido un po’ imbarazzata.


nulla di importante”

e alla mia risposta il suo sguardo cambia.


ancora problemi con demoni?”


resto basita. Lui ricorda? Ricorda tutto quello che è successo?


scusa, puoi ripetere quel che hai detto?”


io non ho detto nulla”


rivolgo la mia totale attenzione alla lezione. Che diavolo sta succedendo?

Ho un'ora libera così decido di affidarmi nuovamente alla biblioteca. Spedita mi dirigo verso la sezione demonologia. Devo cercare qualunque cosa possa essermi utile per capire cosa sta succedendo ai miei ex ormai amici.


Nel mentre che spulcio pile di libri che parlano sui fenomeni della memoria, due scarpe poste accanto alle mie compaiono dal nulla.


mi spieghi cosa mi hai fatto?”


salto in aria per lo spavento, quando mi accorgo che mi ritrovo ancora davanti Nigel.


ma sei cretino? Mi fai morire così!”

rispondo istintivamente acida.


spiegami cosa mi sta succedendo. Mi ritrovo a osservarti e a seguirti e a volte vedo delle cose su me e te che non capisco. È come se non potessi star lontano da te per più di un breve tempo e ammetto che questo mi irrita molto!”


cerco di analizzare la sua frase nel modo più veloce possibile.


non lo so, sto cercando di capirlo anche io...”


gli porgo il testo che stavo studiando indicandogli delle righe specifiche.


leggi qui, sembra che siano possibili degli effetti collaterali in campo di sortilegi sulla memoria. Non ne so molto, ho appena iniziato a documentarmi”


Mi guarda in silenzio, passivo.


smettila di trattarmi come un tuo pari!”


ribatte prima di leggere effettivamente quelle righe. Poi si guarda intorno dando una fugace occhiata ai libri che ci sono attorno a me.

Mi guarda turbato. Come se stesse per prendere una decisione importante.


dovresti parlare con qualcuno che possa aiutarti, i libri possono servirci fino ad un certo punto”


chiude il tomo con secchezza.


dai, andiamo”


dice iniziando a camminare.

Lo seguo senza dire nulla, magari la sua idea è migliore della mia. Magari può portarci a risultati più concreti che affidarci solo ai libri.


perchè stiamo prendendo l'auto?”


gli chiedo una volta nel parcheggio.


perchè devo portarti a casa mia. Devi parlare con Devora”


con Devora? Secondo te ha la risposta?”


non ne sono sicuro, ma lei...”


...può cancellare la memoria degli umani!”


esclamo terminando la sua frase. Mi guarda torvo.


che altro conosci della mia vita?”


guardo fuori dal finestrino. Almeno questa volta non mi ha lanciata in aria.


quello che tu hai voluto farmi conoscere”


rispondo secca e faccio un enorme sforzo durante tutto il viaggio per non tornare con la mente al passato. Mi fa male pensarci e mi fa male pensare che lui non lo ricordi, ma ho anche paura. Perché se iniziasse a ricordare, lui come tutti gli altri, non li avrò protetti da un bel niente.

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Capitolo 5
*** Capitolo V - La Parte Demoniaca ***


Gli alberi sfrecciano rapidi, mentre costeggiamo i confini dei boschi che ci accompagnano fino a casa di Nigel. Svelto scende dall'auto, per arrivare davanti a me e... aprire lo sportello? Lo guardo confusa, non capisco il suo gesto e anche lui sembra stranito quanto e più di me. “dai scendi, non ho tempo da perdere” dice alquanto irritato. Eseguo e senza aspettarlo mi dirigo in casa, trovando fortunatamente la porta d'ingresso aperta. La memoria mi guida in cucina, dove sono sicura di trovare Devora, che infatti è lì, intenta a leggere un libro accanto a una finestra cui vetri sono stati oscurati con vernice nera. Nel vedermi il libro le scivola dalla presa spettrale e mi guarda confusa. “signorina Christine...” Annuisco. “ero certa che sareste venuta. Sedete, prego, sedete” mi invita a prender posto sulla sedia in vimini dove poco prima sostava lei. Il libro, caduto per la sorpresa, viene afferrato dalle due mani ossute e, come seguito da una nebbiolina si adagia sul tavolo senza far rumore. “quando il signorino vi ha portata qui, la scorsa giornata, ho intuito subito chi eravate, ma non riuscivo a ricordare bene. Sapevo di conoscervi e che avevate fatto parte della mia esistenza, ma più mi sforzavo di ricordare, più il vuoto e confusione si espandevano nella mia mente.” dice mentre si adopera in fretta e furia a preparare un tea caldo. Sento il grande portone chiudersi e dei passi poi echeggiare nel salone. “quando avevi intenzione di dirmi che conosci... lei?” domanda inasprito Nigel entrando in cucina, guardando Devora con freddezza. Lo spettro dal canto suo non si scompone e continuando a trafficare coi fornelli lo invita a sedere. “Signorino, sedete e bevete questo infuso, nel mentre vi racconterò tutto” dice in modo pacato, con un velato sorriso incoraggiante. Dopo qualche minuto di silenzio, mi porge una tazza fumante di un tea dall'odore meraviglioso. Mi sento più rilassata dopo il primo sorso e mi accomodo meglio sulla sedia. Nigel non fa che fissarmi, sembra davvero infastidito dalla mia presenza, ma cerco di ignorarlo. “allora?” domanda spazientito dopo aver fatto un lungo sorso dalla sua tazza. Devora prende posto davanti a noi, aleggiando su una sedia accanto al tavolo in legno. “siete proprio come vostro padre, arrogante e con poca pazienza!” Lo zittisce con una semplice frase e un seme di ilarità cresce in me. So che le è devota, ma non si fa mai mettere i piedi in testa per quanto alla fine sia Nigel il padrone. “come ben sapete signorino, siete stato mandato su questo piano per portare a termine il vostro esame. All'incirca un anno fa avete incontrato la signorina” dice accennando a me con la mano. Mi sento in imbarazzo, non voglio sentire queste cose su me e lui. Inizio ad agitarmi un po'. Guardo la tazza, senza riuscire a tenere lo sguardo alto. “avete affrontato assieme diversi pericoli, avete rischiato la vostra vita per lei, come lei ha fatto per voi. Non dovreste ricordare nulla di tutto ciò, voi come gli altri. Ma io credo che qualcosa sia andato storto, nel desiderio che voi, signorina avete espresso alla Baba Jaga” la guardo confusa e colpevole. Quindi è stata colpa mia? Sono io che ho mandato al macero tutto? “quando avete espresso la vostra richiesta, quale è stata l'immagine che vi si è formata nella mente?” non capisco esattamente il senso di questa domanda, ma cerco di rispondere ugualmente. “mi sono tornati alla mente gli ultimi istanti di vita dei miei amici, di mia sorella, di Nigel” provo a guardarlo senza successo. “come immaginavo. Nel momento in cui il signorino è trapassato...” Lui di contro fa una smorfia seccata “...era del tutto e per tutto un umano. Quindi la sua memoria da umano è stata parzialmente cancellata. La memoria di un demone non può essere cancellata, perché non si tratta di un'entità, ma di due entità che coesistono nello stesso corpo. Vivono assieme, ma non sono inscindibili...” fa una pausa e sorseggia anche lei l'infuso. “quindi il desiderio è stato esaudito, ma a metà. Ed è così per tutti quelli che non sono semplici umani. C'è chi si ricorderà degli eventi, classificandoli come sogni, chi avvertirà la presenza come i noti deja-vu, ma altri potrebbero ricordare bene di aver vissuto quei momenti ed esser portati alla pazzia o peggio alla ricerca della verità, e quindi arrivare a voi, signorina”. Le sue parole mi sconvolgono. Non posso credere che tutto quello che ho fatto, che il patto con la Baba Jaga non sia servito a nulla. Non posso credere di aver fallito così. Nigel durante il racconto di Devora è rimasto in tombale silenzio, atteggiamento che continua ad avere ancora. Provo ad uscire dalla cucina, ho bisogno di aria, ma appena gli passo accanto mi afferra vigorosamente il braccio. Sento un ringhio provenire dal profondo della sua gola, le dita mi si conficcano nella pelle. “voglio ricordare” sibila a testa basta. Lo guardo spiazzata. La sua espressione è puro tormento. Mi spiace avergli fatto del male, mi spiace vederlo così. “non so come fare” rispondo vergognandomi. “Devora, ci sarà un modo. Cosa posso fare?” urla battendo un pugno sul tavolo. “siete sicuro di voler ricordare? Credo ci sia un motivo se avete perso parzialmente la memoria e forse è proprio quel motivo a tenervi in vita” risponde pacata lei. “più che sicuro” cosa posso fare? Come posso aiutarlo se è davvero quello che vuole? “vieni con me” dico alzandomi e prendendogli la mano. Devora annuisce al mio passare, probabilmente ha captato qualcosa. “tornate stanotte, sarà tutto pronto” scompare e noi senza perdere tempo usciamo di casa. “guido io” gli dico facendomi dare le chiavi. Me le lancia ed entra in auto. Voglio portarlo al lago delle lucciole, dove tutto è iniziato. Dove tutto è cambiato. Durante le tre ore di viaggio Nigel non ha detto una parola. Si è messo un cappuccio in testa e guardando fuori dal finestrino credo si sia perso nei suoi pensieri. Mi limito a guidare, senza fare domande, senza dire niente. Mi sento terribilmente in colpa. Non oso pensare a Paul e Mandy o a Sam, se dovesse tornargli la memoria cosa potrei dirle? Anche se è umana ha avuto a che fare con Rancine. Spero che questo non basti per inibire l'effetto della Baba Jaga. Lo spero vivamente. Parcheggio a pochi metri dal sentiero che porta al lago. È già passato il tramonto ormai. “questo posto può ricordarti qualcosa? Ci siamo venuti in autunno, con Paul e altri amici. Allora non sapevo cos'era, ma qui mi ha attaccata per la prima volta uno spettro demone...” continuo a raccontargli della gita al lago. Dove abbiamo piantato la tenda, dove abbiamo fatto il bagno, il luogo esatto della mia aggressione. Lui non mi interrompe, mi segue osservando attentamente il paesaggio, cercando odori, vivendo echi di sensazioni. All'improvviso si ferma. Lo noto solo quando sono a qualche metro di distanza. Sta fissando la luna. Chissà cosa pensa. Mi avvicino a lui, ma maldestramente inciampo su un rametto cadendo per terra, o no? Mi ha presa al volo impedendomi di farmi male. Lo ringrazio imbarazzata cercando di allontanarmi, ma lui non molla la presa. “il tuo odore” sussurra abbracciandomi. Ancora una volta rimango immobile, impietrita. Inspira forte, stringendomi ancora di più. Che sia tornato in se solo per qualche istante? “ti ricordi di me?” chiedo sprofondando nel suo profumo “sì, credo di si. Mi sento confuso, ma il tuo odore lo riconosco, sa di buono” sussurra dolce tra i capelli. Vorrei tanto che fosse così, ma la realtà è che il mio odore sa di sangue e morte. Sento il suo respiro caldo solleticarmi il viso e poi il collo. Tremo un po'. Mi è mancato. Mi è mancato tanto. Sento le sue labbra un po' ruvide risalire fino al mento, poi mi allontana quel poco che basta per guardarmi. Il suo sguardo è dolce, un po' timido, ma sincero. Mi perdo in quel grigio per qualche istante, fin quando le nostre labbra finalmente si incontrano. Mi allontano quando la ferita sulla mano destra prende a farmi male. “che succede?” chiede preoccupato lui. “il contratto, la ferita del contratto brucia!” dico piegandomi in due per il dolore. “Chris, devi dirmi cosa ti ha chiesto in cambio, devi farmelo vedere” mi aiuta ad alzarmi e torniamo in auto. È il viaggio più lungo della mia vita. La mano non mi da tregua e io vorrei sbattere la testa ovunque per l'acuto dolore. Nigel continua a dire di resistere e poi fortunatamente svengo. Entriamo in cucina, Nigel mi tiene tra le braccia e chiede a Devora aiuto. Lo spirito mi guarda preoccupata, ed immediatamente tira fuori dalla credenza una boccetta. La apre lasciando che la sostanza verdastra cada sulla ferita ed il dolore immediatamente cessa. “ti ringrazio” dico prendendo un gran respiro. “accade perché state andando contro i patti, allora la strega vi ricorda di mettervi in riga” spiega la fantesca. “vi preparerò altro grasso di lumaca per il dolore, ma ora andiamo. È tutto pronto” ci rechiamo nei sotterranei. Questa volta avvolti nell'oscurità, ad eccezione di una candela, ci poniamo attorno ad essa. “dobbiamo liberare la parte demoniaca del signorino, così potremmo restituirgli la memoria” Come? Cosa sta blaterando? Renderlo un demone completo? “ma come può essere possibile? Non ha senso...” sono confusa, mentre invece lui sembra essere sicuro di quello che deve fare. “iniziamo” Devora prende una coppa, ci mette dentro la cera della candela bianca e inizia a scaldare. Mi guarda indicando la mia mano. Gliela porgo e lei con una daga disegna un triangolo sul mio palmo, poi lascia scivolarne il sangue assieme alla cera liquida. Fa la stessa cosa con la mano di Nigel che osserva impassibile. “signorino, si sdrai qui” sussurra e lui lo fa. Gli unisce mani e piedi come se fosse pronto per la tomba e gli chiude gli occhi. Con la cera liquida e ormai rossa, per via del sangue, ne fa cadere a filo una linea sulle caviglie, una sui polsi e ancora sulle labbra e sugli occhi. Mi sento male quando vedo la carne fumare per le micro ustioni. Lui resta immobile invece, sembra non sentir nulla. Devora si allontana in una parte poco illuminata tornando con un piccolo baule tra le mani. Sento un nauseante odore di sangue, ed infatti quando lo apre ne tira fuori interiora di non so quale animale, alla cui punta c'è un ago. Metto la mano davanti alla bocca cercando di reprimere i conati che numerosi si ammassano partendo dal mio stomaco. Con una freddezza disarmante prende a cucire sulla cera il filo di interiora sulle caviglie, polsi, labbra e occhi. Non riesco a guardare oltre e mi giro dando le spalle all'orrenda scena. Lo sento muoversi e rantolare per il dolore, anche Devora si lascia scappare un gridolino preoccupato e spaventato e quando mi volto, vedo Nigel sospeso da terra. In piedi, avvolto da una luce rossastra. Il filo animale inizia a scintillare fino a prendere fuoco, per poi sciogliere la cera. Sugli zigomi gli si lacera letteralmente la pelle, sfregiandolo con due tagli profondi e sanguinanti, la sua pelle si riempie di strane linee nere. Istintivamente muovo un passo verso di lui, con la conseguente occhiataccia di Devora che mi intima di stare al mio posto. Quando apre gli occhi, riconosco il nero pece che domina l'intero bulbo e due piccole iridi grigie che sembrano per qualche istante perse nel vuoto. L'energia color sangue attorno a lui scompare e torna letteralmente con i piedi per terra, ma il suo aspetto non è cambiato. Devora fa un leggero inchino e si allontana quando vede la figura del suo padrone concentrarsi su me. “devo vedere Chris” Ammetto di aver paura. Ammetto di avere tanta paura di fronte a quei occhi. Si fa imponente con la sua figura e non ci vuole molto per trovarmi spalle al muro. Chiudo gli occhi e mi porto le braccia al petto, chiudendo le mani a pugni, coi quali cerco di nascondere la mia paura dipinta in volto. Lui sembra non curarsene e si avvicina, cogliendomi di sorpresa e baciandomi. È un bacio violento. Irrompente. Si allontana un po' e poi ringhia: “ho voglia di ucciderti” mi allontano spaventata e lui sgretola con un pugno parte del muro. “non devi starmi così vicino quando sono così, non controllo quello che sento. Le mie emozioni sono molto più amplificate e il mio istinto prende il sopravvento” sospira e sale al piano superiore. Decido di non seguirlo, probabilmente vorrà stare da solo.

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Capitolo 6
*** Capitolo VI - Passione ***



Il ticchettio dell'orologio a pendolo in soggiorno inizia ad irritarmi, il cinguettio degli uccellini fuori mi irrita. Il silenzio mi irrita. Tutto mi irrita. Batto nevroticamente le dita sul tavolo in legno.

Mignolo. Anulare. Medio. Indice e pollice. Alla stessa velocità, perfettamente in sequenza.

Sami mi ha punita per aver passato la notte fuori. Un mese di reclusione. Posso andare a scuola in autobus e tornare da scuola in autobus subito dopo le lezioni. In fin dei conti non è cambiato molto dal vecchio passato. Più ci penso e più mi sento in colpa.

Tutto quello che ho fatto non sembra essere servito a molto.

Devo assolutamente scoprire se anche gli altri potrebbero ricordare qualcosa. Pacey mi ha allarmata con la sua domanda, ma credo che lui stesso non se ne sia reso conto, almeno non consciamente.

Mi porto il pollice alle labbra e coi denti mordicchio leggermente l'unghia.

Devora è stata chiara:il desiderio è stato esaudito, ma a metà. Ed è così per tutti quelli che non sono semplici umani.

Se così fosse, dovrei preoccuparmi di Marta e Mandy.. ma allora perché Pacey ricorda?

Continuo a ripetermi il suo nome mentalmente almeno una dozzina di volte, sperando di arrivare a qualche logica conclusione, ma niente. Non riesco proprio a capire cosa abbia a che fare lui con tutto ciò.


posso entrare?”


mi sporgo leggermente dalla sedia per vedere Nigel battere appena sullo stipite della porta sul retro. Mi alzo un po' imbarazzata. Non mi aspettavo visite. Sopratutto non mi aspettavo la sua.


che ci fai qui?”


abbassa lo sguardo. Anche lui sembra in imbarazzo.


scusa, forse non dovrei essere qui... non voglio crearti problemi, è che avevo voglia di vederti”


il mezzo sorriso lascia intravedere i suoi denti bianchissimi. Gli occhi sono così luminosi.

Credo che il suo aver recuperato la memoria e la diffidenza del suo carattere lo abbiano portato a una situazione di confusionale imbarazzo.


no, non c'è nessun problema, solo che se Sam ti vede...”


accenno alzando gli occhi al cielo. Se scendesse in questo momento, trovandomi qui a parlar con Nigel sono sicura che la punizione si prolungherebbe per tutta la vita.

Mi incupisco un po' al pensiero che probabilmente la mia vita avrà fine tra poco meno di un anno.


ehi Chris”


Nigel si avvicina accarezzandomi la guancia.


va tutto bene?”


il contatto con la sua mano mi fa sentire rincuorata un po'.

Il lato positivo di questa storia è che almeno ora non devo tenermi tutto dentro, ma posso parlarne con Nigel.


Abbracciami”


sussurro lasciandomi andare alle sue braccia.

Mi stringe a se permettendomi di perdermi nel suo profumo.


Chris! C'è qualcuno?”


sento Sam urlare dal piano superiore.


No!”


rispondo spingendo leggermente Nigel sulla porta.

Mi sussurra un ciao e un lieve sorriso prima di andare via.

Ho il cuore che mi batte forte.

Chiudo la porta di servizio e corro in camera.

È qui anche lui.

Chiudo la porta di camera a chiave.


come hai fatto...”


non mi lascia finire che le sue labbra sono sulle mie.


lo sai come ho fatto”


alita sul collo, aprendo leggermente gli occhi per guardarmi.


Annuisco prima di cedere ai suoi baci e perdere completamente il controllo.

Senza difficoltà mi solleva da terra facendo aderire ancora di più i nostri corpi. Gli circondo la vita con le gambe senza smettere di baciarlo, mentre lui mi tiene fermamente salda con le sue mani sulle cosce.

Mi porta a letto e io mi sdraio comoda sul materasso.

I suoi occhi sono nei miei, e io ne sono attratta come una calamita. Non riesco a smettere di guardarlo.


mi sei mancata Chris!”


alita dolcemente a qualche centimetro dal mio prima di baciarmi con estrema tenerezza.


I suoi occhi scendono sui bottoni della mia camicetta, lo guardo in silenzio. Ne sbottona uno. Un piccolo fremito mi pervade. I suoi occhi ritornano nei miei, quasi come a chiedere il permesso per andare avanti. Lo guardo e per tutta risposta gli accarezzo i capelli.

Chiudo gli occhi, lasciandomi pervadere da brividi di piacere. Sento la sua saliva sul mio seno. La sua lingua gioca con un capezzolo e poi continua la sua discesa solleticandomi il dorso.

Inarco involontariamente la schiena e socchiudo gli occhi guardando il soffitto questa volta.

Si alza e aiutandomi con una mano dietro la mia schiena mi aiuta ad alzarmi. Con entrambe le mani poi mi accarezza il viso scendendo sul collo e infine sulle spalle facendo scivolare la camicetta.

Di rimando si toglie la maglia.


sdraiati”


sussurra con voce un po' roca. Credo di poter sentire il cuore di entrambi battere all'impazzata ora. Mi sento calda e molto imbarazzata, non so esattamente cosa devo fare. Non so come si fa.

Per un attimo mi assale il panico e lui se ne accorge.

Sorride un po' e si allunga in un bacio sulla fronte.


non ti preoccupare Chris”


mi sento così stupida in questo momento. Sono davvero smarrita. Il mio sguardo vaga nella stanza nella soggezione assoluta.

Nigel mi afferra la mano inaspettatamente portandola al suo petto. Esattamente dove c'è il cuore.


ti amo”


afferma spiazzandomi completamente.

Le lacrime mi assalgono impetuose. Così come impetuoso è il mio bacio.

Anche se con le mani tremanti gli sbottono i pantaloni e lui con la stessa voglia mi sfila ciò che è rimasto dei miei indumenti.

Le nostre lingue si intrecciano e rincorrono senza sosta, scende sul collo. Lo lecca, sento il calore della sua lingua e poi un piccolo morso che mi fa sussultare.

Abbiamo entrambi il respiro pesante e io mi sento febbricitante, sono del tutto fatta del suo profumo.


sei sicura Chris?”


ansima.


sì”


rispondo con voce rotta.

Mi fa scivolare sotto il suo corpo. Con una mano mi accarezza l'interno coscia, lentamente, sfiorandolo appena con le dita, mi sento tremare. È una lenta agonia. Sento ogni singola cellula del mio corpo che lo vuole. Voglio Nigel. Lui lo sa.

Si sistema meglio su di me, smette di accarezzarmi e si fa spazio tra le mie gambe.


chiudi gli occhi”


e io eseguo.


Sento le sue dita in me e sussulto. Istintivamente gli afferro le spalle e sprofondo con il viso nella sua spalla lasciandomi scappare un gemito.


rilassati”


Entra. Sento il mio corpo adattarsi pian piano a questa unione. Lui quasi non si muove, aspetta me. Piccole fitte di dolore mi invadono, ma appena lui inizia a muoversi, il piacere che provo le sovrasta totalmente.

Serro i denti cercando di non far rumore, sono sempre in casa con Sam nella camera accanto.

Nigel ansima sommessamente al mio orecchio mandandomi in estasi, mentre i movimenti del suo corpo si fanno sempre più veloci e secchi.

Si aggrappa alle mie spalle quando il culmine del piacere ci travolge, mentre io lo stringo a me, segnandolo con le unghie.

Prendo un profondo respiro distendendo tutti i muscoli e accoccolandomi accanto a Nigel, che si sdraia guardando il soffitto.

Improvvisamente mi sento così stanca che senza accorgermene mi addormento.

Mi sveglio in piena notte in preda al dolore della mano.

Fortunatamente il grasso di lumaca che Devora mi ha regalato, lo tengo accanto al letto. Cerco di non svegliare Nigel, ma ha il sonno talmente leggero che mi basta spostare solo la testa.


stai bene Chris?”


mi accarezza il braccio schioccandomi un bacio sulla spalla.


si”


mento.

Non riesco a vederlo nemmeno in volto. Mi sento in completo imbarazzo.

Si avvicina quel che basta per prendermi la mano e aiutarmi con la lozione.


purtroppo non è un veleno che posso succhiare via, so quanto sia doloroso”


è sopportabile”


dico a denti stretti. È questione di attimi, e il dolore si attenua rapidamente.

Mi stringe a sé, mi sento al protetta e al sicuro. Con questi pensieri, mi addormento.

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Capitolo 7
*** Capitolo VII - Isabel ***


Asciugo per l’ennesima volta il viso, scrutandomi attentamente allo specchio, ma il rossore e l’espressione da ebete con cui mi sono svegliata stamattina hanno deciso di campeggiare sul mio viso a tempo indeterminato. Sbuffo rassegnata e passando ancora una volta l’asciugamani sulla faccia mi decido che è inutile continuare.
Sam mi fa prendere un colpo bussando alla porta improvvisamente.
“Chris, si può sapere che stai combinando? È più di un’ora che sei chiusa in bagno, va tutto bene?”
Apro la porta guardandola sorridente.
“si, va tutto benissimo”
Dico a denti stretti. Non so perché ma ho come l’impressione che solo guardandomi mia sorella possa capire cosa è successo la scorsa notte con Nigel, ed il solo pensiero mi fa venire la pelle d’oca.
“si può sapere che ti prende?”
Eludo la domanda con semplice indifferenza e scendo in cucina in fretta e furia, prendendo il mio pranzo e recandomi sul vialetto. L’autobus dovrebbe arrivare a minuti.
“non credi di star giocando col fuoco?”
Sobbalzo per lo spavento quando mi rendo conto che accanto a m e c’è Pacey.  Come fa a sapere dove abito? E che ci fa qui?
“scusa, che vorresti dire?”
Lo guardo cercando di capire quali sono le sue intenzioni. Che cosa sa? A cosa si riferisce?
“stai infrangendo il patto con la Jaga…”
Sogghigna divertito.
Spalanco gli occhi sorpresa e spaventata al contempo. Come fa a saperlo?
“di cosa stai parlando?”
Chiedo cercando di far finta di niente.
Mi afferra improvvisamente la mano, con una stretta così forte da impedirmi di sottrarla.
“scoparsi il mezzo demone non è esattamente evitarlo!”
Urla ridendo divertito stringendo sempre più forte la mia mano. Mi guardo intorno preoccupata. E se Sam avesse sentito?
“sei arrabbiata con me? Oh, andiamo! Prima ci fai ammazzare tutti e ora ti arrabbi?”
Nel mentre il suo corpo si trasforma. Pian piano decade fino alle ossa e una strana nebbiolina verdastra si addensa avvolgendoci.
“non ti senti minimamente in colpa Chris?”
Mi domanda accartocciandomi la mano. Inizio ad urlare dal dolore e dalla paura cercando di staccarmi da lui, che invece divertito e senza il minimo sforzo sembra godere del mio disagio.
“CHRIS!”
Apro gli occhi e in un lampo il dolore è sparito e davanti a me non c’è Pacey, ma Nigel preoccupato.
“che succede?”
Cerco di riprendere a respirare ad un ritmo normale, guardandomi attorno confusa per poi guardare lui.
“che succede?”
Mi chiede nuovamente scuotendomi un po’ dalle spalle.
“c’era Pacey…c’era Pacey qui e poi è diventato…lui  è … è …”
Non riesco a spiegare quello che ho visto, lui mi guarda confuso e io inizio a singhiozzare senza riuscire a dire una parola.
“Pacey? Cosa voleva? Che ci faceva qui?”
Lo guardo senza riuscire a rispondergli. La mano inizia a formicolare e immediatamente alzo la manica per controllare cosa stia succedendo.
Un dolore improvviso mi fa urlare. Con orrore apprendo che la ferita è ormai infetta, e si è estesa in tutto l’avambraccio che ora si presenta violaceo e varicoso. Un’altra fitta mi fa gemere. Dei tagli netti, come se qualcuno mi stesse lacerando la pelle con una lama, si spargono rapidamente in varie zone.
“devo portarti da Devora”
Dice lui dopo aver visto il mio braccio.
Mi carica in auto e velocemente arriviamo a casa di Nigel. Il braccio continua a peggiorare ed inizio a perdere la sensibilità.
“devi  portarci da lei!”
Urla il mezzo demone irrompendo nella libreria.
“da lei chi?”
Chiede beffardo l’angelo dalle ali nere. Gabriel.
“tu che ci fai qui?”
Ringhia Nigel, ma deve ravvedersi subito quando vede Devora nelle grinfie di Gabriel.
“un uccellino mi ha detto che qualcuno si diverte a giocare con le streghe”
Ed ecco che appare Pacey alle sue spalle con un ghigno soddisfatto.
“ti avevo già avvisato una volta Chris, ricordi? Nel bianco corridoio, la sala verde. Ma tu, hai continuato ostinatamente a fare l’egoista!”
Esclama.
Immediatamente ricordo. È successo quasi un anno fa, quando passeggiando nel bosco con Marta mi sono ritrovata in un lungo corridoio, senza riuscire a trovare la via d’uscita. Ufficialmente la causa è stato un arresto cardiaco, ma so che quello che è accaduto lì, è reale.
“di cosa sta parlando?”
Chiede in un sussurro Nigel che si è messo davanti  a me per farmi da scudo.
“la belva bambina”
Sussurro ricordandomi della presenza oscura che mi ha rincorso per tutto il tempo cercando di uccidermi.
“oh, te la ricordi?”
Chiede sarcastico il fotografo.
“Chris, di che diavolo sta parlando?”
Nigel è visibilmente confuso e preoccupato.
“adesso basta”
La voce di Gabriel impone il silenzio.
“Addio nonnina”
Volgo il mio sguardo a Devora che con gli occhi sbarrati sussurra un flebile “signorino..” prima di svanire in un lampo di luce.
Gabriel ha ucciso Devora.
“ops! A quanto pare l’unica possibilità di poter raggiungere la Baba Jaga è appena svanita”
Enfatizza il gesto schioccando le dita. Poi abbottonandosi la giacca si avvicina.
“tornando a noi, Nigel, hai fallito”
Che vuol dire?
“fino a prova contraria, tu sei morto … e anche se questa interessante ragazzina ti ha riportato in vita, hai fallito lo stesso la tua missione, per cui…”
Prende un respiro quasi compiaciuto.
“sei esiliato, per l’eternità da tutti i piani viventi. Il buio e l’oblio ti attendono!”
Cosa?
Guardo Nigel preoccupata, ma lui mi spinge via.
Attorno a lui si apre un buco nero che diventa sempre più grande.
“Chris, non ti avvicinare o risucchierà anche te!”
Lo guardo disperata. Cosa posso fare?
“lascialo andare, ti prego!”
Urlo guardando Gabriel, cercando in lui una vana clemenza.
“zitta tu!”
Pacey mi colpisce con un calcio in pieno viso stordendomi.
“lasciala stare, guardala. Ormai il veleno è in circolo, presto sarà Isabel”
Lo ferma l’angelo oscuro.
Isabel? Chi diavolo è? Di che veleno sta parlando?
Lui sembra capire la mia confusione.
“sei sempre stata tu Christine, quell’essere con sembianze di bambina che voleva ucciderti. Non ti sei mai chiesta perché ti perseguitasse? E credi davvero che la Baba Jaga fosse così gentile? No, ha solo eseguito i miei ordini e tu, ci sei cascata in pieno. Sei sempre stata tu il mio obiettivo, hai un grande potenziale e se usato bene può rivelarsi molto utile per me”
Che cosa? Non può essere vero. Guardo Nigel ormai avvolto totalmente dall’oscurità.
“Chris..”
Lo guardo negli occhi prima che il suo corpo sparisca del tutto.
“NO!”
Urlo piangendo cercando di alzarmi.
“E adesso tocca a te!”
Esclama Pacey con un’espressione estremamente goduriosa prima di colpirmi con un pugno in faccia, facendomi perdere i sensi.
Sento quella sensazione di appiccicume e umidità avvolgermi e l’odore di pulito, tipico degli ospedali più nitido che mai. So già dove sono, quando aprirò gli occhi non sarà una sorpresa trovarmi in un lungo corridoio vuoto e sinistro.
Sbatto le palpebre e nella mia mente in sincrono con il loro battito si alternano flash di una farfalla che vola. La stessa che ho visto quel giorno, l’ultimo giorno, con mio padre. Sono come degli scatti in sequenza. Svolazza tranquilla nel cielo, poi è come se chi guardasse avesse un vetro davanti, un vetro che però si è rotto. Altro scatto, altra sequenza e si inizia a distinguere meglio che quello è un parabrezza e quella è la visuale di un’auto ribaltata. La farfalla dalle sfumature violacee si sofferma sulla superficie del vetro. Altro flash. Chiaro e nitido il volto di mio padre insanguinato. Mi sembra di soffocare. Non riesco a muovermi e il panico mi assale. Perché sto rivivendo questo? Perché?
Altra sequenza. L’ultima. La farfalla giace schiacciata e immobile sul vetro. Morta.
Apro gli occhi e riprendo a respirare come se fossi stata in apnea per ore.
Mi sbagliavo. Non è come l’altra volta. Il corridoio è lo stesso, l’aria di pulito asfissiante anxhe, ma i muri non sono bianchi, no… sono pieni di farfalle morte. Indosso una tunica bianca, come quella della bambina, che annuncia il suo arrivo con l’eco di un ringhio. Mi guardo intorno cercando di capire come fare ad uscire da qui, ma l’unica opzione sensata che mi viene in mente è scappare nella parte opposta della provenienza dei lamenti oscuri.
Inizio a correre cercando di non farmi inquietare ulteriormente dalla scia di insetti che arredano le pareti di questo luogo.
“signorina Christine!”
All’improvviso davanti a me, vitrea ed evanescente appare Devora, che non riesco a non trapassare nella corsa.
“Devora! Che.. che ci fai qui?”
Cerco di prendere fiato.
“deve fidarsi di me signorina, non c’è molto tempo…”
“Devora, dobbiamo scappare, sta arrivando, Isabel sta arrivando”
Urlo in prenda al panico che ormai ha preso il sopravvento su di me.
“deve cambiare le cose signorina, deve ristabilire l’equilibrio”
“Devora, non c’è tempo per parlare”
La incalzo io incitandola a correre.
“No, mi ascolti! “
La sua espressione è così risoluta da  farmi calmare ed effettivamente starla a sentire.
“posso darle il tempo necessario per uscire da qui, continui su questo corridoio qualsiasi cosa accada. Qualsiasi cosa lei veda, qualsiasi cosa cercherà di fermarla, deve andare avanti. Ricordi quello che le ho detto”
Detto ciò mi spinge via, incoraggiandomi a correre, mentre le urla inumane di Isabel diventano tangibilmente più vicine.
Eseguo senza perdere tempo e ricomincio a correre.
“Chris! Chris, ti prego aiutami!”
È la voce di Mandy.
“dove sei?”
Urlo senza smettere di fermarmi.
“aiutami!”
Davanti a me vedo Mandy inseguita dai cadaveri degli indiani del cimitero maledetto celato sotto l’osservatorio.
“lasciatela stare!”
Istintivamente li inseguo, ma l’eco dell’avvertenza di Devora mi desta dall’essere troppo impulsiva.
Rallento leggermente il passo, mentre la mia amica viene irrimediabilmente raggiunta dai non morti e dilaniata mentre urla.
“Chris, aiutami! Ti prego!”
Chiudo gli occhi cercando di non piangere e riprendo a correre superandoli. Man mano che avanzo, vedo tutti i miei amici morire nei modi più disparati nelle reali circostanze che abbiamo vissuto.
L’aria sembra cambiare e diventare più leggera, quasi come se mi stessi avvicinando all’aperto.
Ci sono ormai. Sono quasi alla fine.
“Chris”
“Nigel…”
“che cosa ci fai qui?”
Chiede preoccupato abbracciandomi.
“mi sono risvegliata qui dopo l’incontro con Gabriel e Pacey, tu come ci sei finito?”
“non ne ho idea, dovevo essere inghiottito dalle tenebre, ma mi sono ritrovato qui. Hai visto Devora?”
Annuisco, poi gli spiego quello che mi ha detto.
Un urlo interrompe la nostra conversazione. Entrambi ci voltiamo in quella direzione, dove il corridoio ormai si è trasformato in un tunnel marcio e pieno di liquame.
“tempo scaduto”
Devora non è riuscita a fermarla.
“scappa!”
Esclama Nigel e senza farmelo ripetere due volte riprendo a correre, ma lui non mi segue. Mi volto in tempo per vederlo essere assalito da Isabel.
Chiudo gli occhi e mi impongo di non fermarmi. Lo sta facendo per me. Tutti lo stanno facendo per me. Continuo a ripetermi per convincermi che la cosa giusta sia andare avanti e non tornare indietro ad aiutarlo.
Sento uno strano rumore diventare sempre più forte, come se stesse piovendo a dirotto e anche se non c’è ombra di acqua l’aria si fa più fresca e un leggero vento inizia a soffiare.
Il mio dubbio viene risolto quando scopro che il corridoio termina con una cascata. Ma come è possibile?
Mi fermo all’estremità del dirupo per guardarci sotto. È davvero alto.
Possibile che questa sia l’unica via?
“dannazione! Chris, salta!”
Mi volto. Vedo Isabel sgusciare abile dalla presa di Nigel e determinata a caricarmi.
Guardo terrorizzata Nigel ricoperto di sangue che continua ad urlarmi di saltare. Isabel si avvicina sempre di più protraendo le sue mani insanguinate e prive di unghie verso di me.
Prendo un gran respiro e senza pensarci mi tuffo. In un istante sono in acqua, cerco di nuotare verso la superficie per riprendere fiato, ma vengo circondata da sanguisughe. Mi hanno completamente accerchiata e prima di poter far qualcosa si avventano su di me mordendomi. Ogni morso è carne lacerata e mi ci vuole poco per aprire la bocca lasciando entrare l’acqua nei polmoni. Inizio a dimenarmi e scalciare cercando di togliermele di dosso e liberarmi, ma si fanno sempre più aggressive e quando il dolore diventa così insopportabile mi sento implodere.
“Si può sapere che ti prende?”
Apro gli occhi sussultando. Ci metto qualche secondo a rendermi conto che posso respirare di nuovo, che non sono in balia dell’acqua e nemmeno delle sanguisughe. Controllo bene braccia e gambe, anche la ferita del contratto sembra essere sparita. Ma che diavolo succede?
“Chris, ti senti bene?”
Solo ora mi rendo conto di avere un interlocutore seduto davanti a me. Alzo la testa per vedere di chi si tratta e scusarmi.
“Ben?”

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