Cara zia Ingrid

di EmilyG66
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un’ospite inatteso ***
Capitolo 2: *** Conoscersi meglio ***



Capitolo 1
*** Un’ospite inatteso ***


Il sole batteva tiepido sul regno di Arendelle preannunciando una giornata serena ma fredda visto che l’inverno era arrivato senza alcun coinvolgimento da parte della magica sovrana.
Mentre i paesani chiacchieravano tranquillamente, passeggiando ben coperti per le strade, principessa e regina discutevano nella sala da pranzo reale.
-Tartine, zuppa, arrosto, gelato…pensi che forse la zia preferirebbe qualcosa di più fresco? –domandò Elsa voltandosi verso Anna e indicando le varie pietanze che avrebbe fatto cucinare appositamente per il ritorno di Ingrid durante la cena.
La tavola imbandita era colma di cibarie ed era un vero peccato che sarebbero state solo in tre a poterle gustare.
-Secondo me non verrà. –sperò la sorella.
-Sciocchezze, certo che verrà. Ho ricevuto una sua lettera proprio questa mattina e c’era scritto che sarebbe tornata oggi stesso. –ammise eccitata la bionda con occhi scintillanti e mettendo a contatto entrambi i palmi delle mani.
-D’accordo riformulo: non verrà per vedere me. –si corresse la principessa incrociando le braccia al petto e guardando altrove.
-Non dire così, vedrai che sarà felice di rivedere anche te. –mentì con fare rassicurante la magica sovrana avvicinandosi e posandole una mano sulla spalla.
-Elsa lei non mi sopporta. –affermò in modo drammatico la ragazza dai capelli ramati sciogliendo le braccia dalla loro attuale posizione.
-Questo non è vero. –negò la sorella maggiore togliendo la mano dalla sua spalla.
-Davvero? Perché quando sono tornata da Misthaven lei mi ha rivolto appena la parola e poi si è rinchiusa nel tuo stupendo palazzo di ghiaccio per una settimana. Ho dovuto mandare Kristoff a prendere le provviste alla Querciola Vagabonda per paura che morisse di fame! –disse teatralmente Anna suscitando l’ilarità di Elsa.
-Tu le ricordi nostra madre. –le fece notare dolcemente la regina di Arendelle.
-Che l’ha rinchiusa nell’urna per più di ventun anni perché aveva accidentalmente ucciso l’altra nostra zia. –affermò Anna muovendo il capo e alzando un po’ le braccia.
-Anna…-la chiamò con tono di rimprovero la magica sovrana.
-Io non ho i poteri come voi due. –ammise la principessa con sincerità e dispiacere.
-Non è vero, tu hai l’amore di Kristoff e il mio. Non è un potere anche quello? –domandò la bionda con affetto.
-Penso che alla zia non interessi. –disse infine la sorella minore.
Improvvisamente si udirono dei colpi alla porta e ad un “entrate” di Elsa un servo grassottello aprì la porta.
-Altezze è giunta vostra zia. –affermò scostandosi e tenendo aperta la porta per permettere alla regina delle nevi di entrare chiudendo poi l’uscio dietro di lei.
-Elsa cara! –la salutò Ingrid avvicinandosi con passo svelto e tirando subito la nipote in un caldo abbraccio.
-Bentornata zia. –rispose la regina di Arendelle posandole la mani sulla schiena.
-Ti ringrazio Elsa. È un abito nuovo? Ma guardati, sei stupenda! –ammise una volta sciolto l’abbraccio e osservando l’abito della nipote.
Era di velluto blu, con tanti piccoli cristalli sparsi per il corpetto e lungo le maniche strette fino al polso, all’attaccatura del velo c’era del morbido pelo bianco che le lasciava scoperte le spalle e lo strascico presentava il motivo di un enorme albero fatto da tanti fiocchi di neve. Sul lato destro della testa poi la ragazza portava un rametto di vischio realizzato a mo’ di gioiello.
Ingrid invece indossava uno dei suoi abiti bianchi: lungo fino ai piedi scalzi con ampie maniche trasparenti arricchite da ricami a ricciolo che si ripresentavano per tutto il vestito dalla profonda scollatura a cuore, sormontata da un colletto ampio, fino al velo.
La sua figura era inoltre impreziosita da: tre anelli di grande diametro con diamante sulla mano sinistra, una collana con una grande fiocco di neve rotondo e trasparente, orecchini e una tiara nei capelli raccolti in un cocò.
Lei ed Elsa potevano essere scambiate tranquillamente per madre e figlia solo per il semplice fatto che avessero entrambe la pelle chiara, i capelli biondi e gli occhi azzurri.
-Ehm. –si schiarì la voce Anna attirando l’attenzione della zia e facendole un sorrisetto.
-Anna cara. –fece la regina delle nevi abbracciando frettolosamente la nipote minore.
-Tu invece sei…- provò a farle un complimento frenandosi però subito.
La principessa aveva i capelli ramati raccolti in un cocò con treccia, una coroncina di vischio vi era posta sopra ed indossava: scarponi azzurri, un giacchetto celeste con bottoni e il colletto alto, una cintura viola in vita e un abito azzurro con gonna ampia fino al polpaccio dall’orlo rifinito con pallini bianchi e disegni di campane e…capre?
-Beh…certo dovresti prendere esempio da tua sorella. Non è per offenderti Anna ma ti vesti ancora come una popolana, quasi come me da giovane. –le fece notare Ingrid più pacatamente che poté dissimulando il suo disgusto.
La principessa si sentì oltremodo offesa ma lasciò correre limitandosi a rivolgere alla “cara” zia uno sguardo rancoroso.
Il servo grassottello bussò nuovamente alla porta e l’aprì appena.
-Regina Ingrid il vostro ospite è pronto. –le riferì rimanendo dietro la porta di legno.
-Magnifico, fallo entrare. –gli ordinò insolitamente contenta con un gesto del braccio destro.
-Ospite? –domandò la ragazza dai capelli ramati curiosa.
-Zia non mi avevi detto che avremmo avuto un visitatore. –affermò la regina di Arendelle presa alla sprovvista e al tempo stesso impensierita.
-E che sorpresa sarebbe stata? –rispose la donna con ovvietà.
-Di chi si tratta? –chiese Anna impaziente.
-Nipoti, vi vorrei presentare un amico che ho conosciuto durante il mio lungo viaggio. Il suo nome è Jackson Overland Frost. –dichiarò alzando il braccio destro mentre lo sconosciuto entrava nella stanza.
Aveva i capelli bianchi, la pelle pallida e gli occhi di ghiaccio.
Era scalzo ed indossava: un paio di pantaloni blu notte leggermente svasati sul fondo e congelati alle caviglie, una giacca bianca con risvolti delle maniche e allacciatura sul petto blu, guanti bianchi e un mantello blu scuro fermato sul collo da un piumino bianco.
Quando le sue iridi azzurre intercettarono quelle della giovane sovrana sembrarono scintillare e altrettanto fecero quelle di lei.
-Maestà, principessa. –disse con voce calda facendo un inchino troppo rigido ad entrambe.
-Lui ha i nostri stessi poteri! –affermò Ingrid prendendo per un attimo le mani della nipote e osservandola in viso euforica.
-Davvero? –domandò lei sorpresa lasciando andare le mani della zia e puntando lo sguardo all’ospite.
Quest’ultimo fece un sorrisetto, si tolse i guanti poggiandoli sul tavolino e con le proprie mani formò una rosa di ghiaccio dal lungo stelo che poi porse alla giovane bionda.
Lei l’afferrò colpita e le sue mani sfiorarono inavvertitamente quelle fredde del ragazzo. Non appena prese il fiore e si mise a studiarlo l’albino parlò.
-Scusa principessa se non ti omaggio ma tua zia mi ha detto che sei fidanzata e non vorrei ci fossero equivoci. –affermò con tono canzonatorio non usando il “voi” e facendole l’occhiolino.
-Oh non fa niente. –ammise Anna facendo un gesto lascivo della mano.
Quel Jackson le era simpatico, non sembrava un impettito damerino come aveva creduto.
-Potete scusare me e mia zia per un momento? –chiese Elsa esibendosi in un falso sorriso, posando la rosa di ghiaccio accanto ai guanti dello sconosciuto sul tavolino e prendendo sottobraccio la regina delle nevi.
Le due si allontanarono un po’ da Anna e dal visitatore che iniziarono a dialogare e si fermarono in un angolo della stanza.
-Ok, zia che cos’hai in mente? –le domandò in tono sommesso la nipote sollevando un sopracciglio e prendendo un profondo respiro mentre le lasciava il braccio.
-Perché pensi che io abbia un secondo fine? –fece Ingrid fintamente offesa portandosi la mano destra al petto non molto coperto.
-Perché non porteresti mai uno sconosciuto ad Arendelle dopo quello che è successo con Hans, e il fatto che abbia i nostri stessi poteri mi fa dubitare delle tue intenzioni. –intuì la regina di Arendelle incrociando le braccia e lanciando di rado uno sguardo al bel ragazzo.
-Jackson non è uno sconosciuto. Abbiamo avuto molti mesi per conoscerci e io sono certa che sia il ragazzo perfetto per te. –ammise sicura la regina delle nevi indicandola con l’indice.
-Il ragazzo perfet…cosa!? –ripeté la magica sovrana sbigottita.
Sua zia sospirò ormai scoperta.
-Elsa hai visto tua sorella no? Anche se non è certamente più bella di te ha già un marito ed io voglio lo stesso per te. Il regno ne ha bisogno. –affermò Ingrid con apprensione.
-Ma io non ho alcuna intensione di sposarmi e sono perfettamente in grado di regnare da sola. –le assicurò la bionda.
-Lo so cara ma non voglio che tu finisca…beh…come me. –le rivelò la zia con tristezza guadagnandosi uno sguardo comprensivo dalla nipote.
Elsa vedeva in Ingrid una guida, una persona forte, intelligente e molto affezionata alla sua famiglia ma anche il riflesso di come sarebbe stata in futuro. Mentre la regina delle nevi vedeva in lei la gioventù che non aveva potuto vivere come avrebbe voluto.
-Zia tu sei ancora giovane, potresti trovare l’amore. –ammise convinta.
-Sei gentile Elsa, ma per ora dobbiamo occuparci di te. –le disse la zia passandole un braccio dietro le spalle con rinnovato spirito e posandole la mano sul braccio sinistro che sfregò con affetto.
-Zia… -l’avvertì.
-Oh andiamo. Ho parlato tanto a Jackson di te, avete molte cose in comune e sono certa…che tu abbia fatto proprio colpo…- le svelò Ingrid in un orecchio abbassando il tono di voce e indicandole con il capo il ragazzo.
Questo alzò per un momento lo sguardo e quando Elsa si ritrovò a ricambiarlo le sue gote si colorirono leggermente.
-Zia Ingrid! –la rimproverò in imbarazzo.
Sua zia rise di cuore e la trascinò nuovamente dalla sorella e dall’albino.
-Conosci Babbo Natale?! –domandò Anna incredula stringendo le proprie mani su di giri.
-Sì, e la fata del dentino, il coniglietto di Pasqua, l’uomo nero e anche l’omino del sonno. –affermò Jack tranquillo.
-Wau. –fece la principessa.
-Jackson che ne diresti di visitare il nostro castello? Elsa potrebbe mostrarti anche il palazzo di ghiaccio che ha costruito qualche tempo fa. –lo invitò Ingrid una volta di fronte a loro e dopo aver tolto le mani dalla nipote.
-Mi piacerebbe molto. –rispose il ragazzo assottigliando gli occhi con fare malizioso verso la regina di Arendelle come se stessero parlando d’altro.
-Posso accompagnarlo io! Conosco ogni nascondiglio e ogni passaggio segreto di questo posto. –si offrì Anna suscitando l’interesse dell’ospite.
-Preferirei che sia Elsa a mostrare la nostra casa a Jackson Anna. –insistette la regina delle nevi con uno tono dolce ma che allo stesso tempo non ammetteva repliche.
-Con tutte le riunioni reali che ha come fa a trovare il tempo? –chiese la principessa genuinamente ignara delle intenzioni di Ingrid.
-Ma naturalmente mi occuperò io di tutte le questioni politiche, a cosa serve la famiglia se no? Tu non dovresti tornare da tuo marito mia cara? –domandò a sua volta la zia per allontanarla.
-Oh hai ragione, Kristoff mi sta aspettando! Avevamo programmato una corsa in slitta. –si ricordò improvvisamente la ragazza dai capelli ramati iniziando a correre verso l’uscita felice.
-Ci vediamo dopo Jackson! –lo salutò con la mano prima di sbattere la porta dietro di lei.
-Bene, lascio tutto nelle tue mani Elsa. Io vado a controllare che ogni cosa sia a posto, ci vediamo all’ora di cena. –disse la regina delle nevi avviandosi verso la porta e chiudendosela alle spalle sorridendo soddisfatta.
Lasciò così i due “adolescenti” da soli e in silenzio.
-Allora, da dove volete in- incominciò a dire la magica sovrana voltandosi verso l’albino che però non era più accanto a lei.
Infatti si era spostato velocemente avvicinandosi ad un divanetto posto ai lati della stanza e in tutta fretta stava provando a slacciarsi il mantello. Una volta che ci fu riuscito lo gettò senza grazia alcuna sul sofà e prese a togliere la doppia fila di bottoni dalle asole dell’aderente giacca.
-Che…che cosa state facendo? –domandò sorpresa la bionda senza perdere del tutto il suo contegno.
-Mi tolgo quest’affare di dosso. Se continua stringermi il collo credo proprio che ucciderò tua zia per avermi obbligato a metterlo. –rispose il ragazzo rinunciando a metà impresa piegando un po’ la schiena e sfilandosi la stretta giacca dalla testa.
Nel liberarsi dalle maniche, e con ormai la testa sparita sotto la stoffa, il tessuto bianco che aveva sotto si alzò un po’ rivelando il fianchi stretti e il ventre piatto dell’albino.
Elsa arrossì distogliendo lo sguardo, era tremendamente magro.
Quando la giacca fu completamente tolta Jack la buttò sopra il mantello rimanendo con una semplice camicia bianca dalle maniche large ma trattenute in un polsino.
Il suo respiro affannato si regolò e l’albino si sfregò i capelli nel tentativo di rimettere in ordine quelle ciocche fini, chiare e ribelli. Non appena si accorse che la regina di Arendelle lo stava ancora fissando le sorrise divertito.
-Allora, questo giro? –le chiese avvicinandosi.
-Sei sicuro di non voler un’altra giacca? –domandò a sua volta lei un po’ titubante.
Lui aveva usato il “tu” anche con lei quindi la magica sovrana pensò che non ci fosse nulla di sbagliato a ricambiare.
-No, sono più un tipo da felpa e…un altro paio di pantaloni. –ammise l’albino rimpiangendo il suo stile.
-Cos’è una felpa? –domandò con ingenuità la bionda.
-Ah è vero, il vostro mondo è un po’ diverso dagli altri. –rammentò il ragazzo portandosi una mano al collo.
-Da dove vuoi iniziare? –cambiò discorso Elsa riferendosi al tour.
-Se non ti dispiace dovrei recuperare una cosa prima. –affermò Jack in modo misterioso indicando con il pollice la porta.
-Va…bene…–rispose la regina di Arendelle titubante.

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Capitolo 2
*** Conoscersi meglio ***


Dopo un po’ di tempo entrambi stavano camminando per i corridoi. La magica sovrana a sinistra e l’albino dalla parte delle vetrate tenendo con naturalezza un enorme bastone ricurvo nella mano destra posato sulla propria spalla.
-Così hai bisogno di questo bastone per…sprigionare il tuo potere? –chiese la bionda osservando con sospetto l’oggetto ghiacciato nel punto in cui veniva stretto da quelle mani pallide e poi il suo proprietario.
-Sì e da quello che ho capito tu e tua zia invece no. –ipotizzò il ragazzo guardandola a sua volta.
-No, noi no. Però ho un paio di guanti magici che possono bloccare i miei poteri. –affermò.
-Perché mai dovresti farlo? –le domandò Jack interdetto e aggrottando le sopracciglia scure.
Conosceva il passato di Ingrid ma non immaginava che fosse molto simile a quello della nipote.
Elsa giocherellò per un momento con il suo velo poi strinse il gomito sinistro con l’altro braccio senza voglia apparente di aprirsi con lui.
-Ecco…quando sono spaventata i miei poteri prendono il sopravvento e senza volerlo posso fare del male alle persone. –ammise guardando poi negli occhi il suo interlocutore.
-Oh capisco. –rispose semplicemente l’albino.
-A te è mai capitato? –lo interrogò la regina di Arendelle svoltando a sinistra lungo l’infinito corridoio.
-Beh l’unica persona a cui abbia fatto veramente male è Pitch…e qualche sua creatura. Un bambino si è preso un divano in faccia per colpa mia, ho rovinato la Pasqua, una fatina è stata rapita perché mi ha seguito e qualche umano è scivolato sul mio ghiaccio. La lista è piuttosto lunga. –rivelò il ragazzo con tono canzonatorio.
La magica sovrana lo guardò sconvolta per poi pensare a quel povero bambino e alle persone che finivano improvvisamente a gambe all’aria scoppiando in una risata incontrollata.
Jack si fermò sul posto facendo arrestare anche la bionda che si era portata una mano al viso e l’altra allo stomaco.
-Perdonami. Non…non volevo ridere. –ammise Elsa dandosi un contegno e facendo nascere un sorrisetto compiaciuto sul volto del bell’albino.
-Credimi, se ti ho fatto divertire è un segno positivo. –affermò riconoscendosi appieno il titolo che aveva di guardiano del divertimento.
La regina di Arendelle sorrise e aprì una porta mostrandogli la biblioteca. Passarono attraverso i saloni e i salotti, le cucine e l’armeria.
-E la tua famiglia? –volle sapere la magica sovrana mentre uscivano da quest’ultima.
Lui non faceva molte domande poiché sicuramente Ingrid gli aveva raccontato ogni cosa su di lei e non c’era molto da dire comunque.
-Avevo una sorellina, proprio come te ma era molto piccola. È morta purtroppo. –le rivelò il ragazzo con tono incolore ripescando i pochi ricordi che aveva di Emma.
-Mi dispiace tanto. –tentò di consolarlo la bionda.
Era terribile, se fosse accaduta ad Anna…
-No, no non devi dispiacerti. Credo sia morta di vecchiaia e mi piace pensare che avesse avuto una famiglia tutta sua. –le spiegò in fretta lui gesticolando e stirando le labbra sottili in un sorriso che rivelò i denti bianchissimi e brillanti.
-Ma…non hai appena detto che era più piccola di te? Come può-
-È un po’ complicato. –si ritrovò ad ammettere Jack entrando nella prossima stanza che si rivelò essere una sala da ballo dalle alte finestre.
-Jackson…- cominciò a dire la ragazza dopo aver lasciato sufficiente tempo all’ospite per ammirare la complessità degli intarsi sul soffitto.
-Chiamami Jack. Solo tua zia insiste nel chiamarmi con il mio nome completo. –le rivelò l’albino abbassando la testa che era completamente rivolta all’insù e osservandola.
Lei sorrise al comportamento della zia.
-Jack, sei nato con i tuoi poteri o è un maleficio? –domandò la bionda.
-Veramente ci sono morto. –rispose lo spirito come se ciò che aveva appena detto fosse naturale.
La ragazza sgranò gli occhi e schiuse le labbra.
-Cioè io sono vivo: mangio, respiro e dormo. Solo che sono immortale.
Ho più di trecento diciott’anni. –si affrettò a dare un senso alle sue parole l’albino.
-Com’è possibile? –chiese Elsa scioccata e sicura che la magia c’entrasse eccome.
Jack posò la punta del bastone a terra e si appoggiò ad esso.
-È successo secoli fa. Io e mia sorella Emma eravamo andati a pattinare ma non sono stato molto responsabile, volevo solo divertirmi. In un attimo il ghiaccio sotto di lei cominciò a creparsi e io tentai di tranquillizzarla allontanandola poi proprio con questo bastone. –raccontò impugnandolo nuovamente con la mano destra e passandolo attorno alla vita della regina di Arendelle attirandola bruscamente verso di se.
Lei inciampò leggermente sui suoi passi e si ritrovò davanti allo spirito con le mani posate al suo petto osservandolo negli occhi pieni di rammarico.
Era evidente che non ne parlava spesso e che avrebbe preferito vivere e stare con la sorella.
-E poi? –chiese con cautela la ragazza levando le mani dalla camicia, ignorando l’azione improvvisa e il proprio cuore che batteva furioso.
L’albino tolse il bastone dalla sua vita e la guardò prima sulle splendide labbra di ciliegia dal colore purpureo poi negli occhi glaciali colmi di ansia e compassione.
-Lei era salva ma il ghiaccio sotto di me si ruppe e mi inghiottì. Annegai. –concluse serio fermandosi un momento prima di continuare.
Non poteva neanche immaginare quanto Emma avesse pianto o come lo disse ai loro genitori, se ne fosse rimasta traumatizzata o se si fosse data la colpa per anni.
-Quando l’uomo nella luna mi tirò fuori dall’acqua avevo già i poteri, i miei capelli erano diventati così e gli occhi azzurri. –affermò il ragazzo toccando le ciocche candide.
-Prima com’erano? –lo interrogò Elsa curiosa di sapere il suo precedete aspetto e tentando di sviare con naturalezza quel triste racconto.
-Entrambi marroni. –rivelò Jack con semplicità.
La regina di Arendelle gli sorrise.
-Anche i miei capelli dovevano essere diversi sai? Se non fosse stato per i miei poteri ora sarebbero marroni come quelli di mia madre o castani come quelli di mio padre. –ammise.
Lo spirito annuì ed insieme uscirono dalla porta avviandosi lungo le scalinate che li avrebbero portati all’esterno del palazzo.
-Conosci sul serio Babbo Natale? –chiese ad un tratto la magica sovrana.
Quel ragazzo era davvero strano ma in maniera positiva. Aveva una vita avventurosa.
-Oh sì, lui e tutti gli altri. Anch’io sono un guardiano, del divertimento, del ghiaccio e della neve. –la informò l’albino di nuovo di buon umore.
-Non ne avevo dubbi. –rispose la bionda osservando la scia di gelo che il suo ospite si stava lasciando dietro per divertimento ad ogni passo.
Il guardiano intercettò lo sguardo della ragazza e con espressione furbetta rispose: -Posso smetterla se preferisci. –
Si alzò dunque in volo a qualche centimetro dal pavimento e l’espressione sorpresa di Elsa ripagò ampiamente il proprio gesto.
-Sei in grado di volare. –constatò lei.
-Questo è niente, avvicinati ti svelo un segreto. –le propose il ragazzo svolazzando un po’.
Non appena la regina di Arendelle ebbe fatto un passo verso di lui Jack portò la mano sinistra accanto alla propria bocca e si chinò all’orecchio della magica sovrana.
Inaspettatamente entrambi i loro cuori accelerarono.
-Molti non possono vedermi, per loro sono invisibile. Solo chi crede in me o nella magia ci riesce. –le svelò con tono basso e insolitamente caldo.
Quella voce così vicina regalò dei piacevoli brividi alla bionda che riuscì a respirare solamente quando il possessore di quel suono melodioso si allontanò da lei.
I due rimasero a guardarsi l’uno difronte all’altra senza nessuna ragione apparente e la ragazza si perse ad osservare quegli occhi limpidi che sembravano racchiudere scaglie di puro ghiaccio in essi.
Forse la cara zia Ingrid non aveva tutti i torti a pensare che le potesse piacere…
Conclusero il loro giro verso pomeriggio inoltrato con la stalla, il tetto, i giardini e la chiesetta dove si era svolta la cerimonia d’incoronazione di Elsa.
Le era sembrato inopportuno portare un’ospite dov’erano posizionati gli enormi massi funebri dei suoi genitori dunque gli spiegò velocemente com’era strutturato il villaggio e lo visitarono.
Alcuni paesani li salutarono e lo spirito interagì con estrema naturalezza anche con un gruppetto di bambini accrescendo la già buona impressione che aveva fatto sulla regina di Arendelle e la considerazione che aveva di lui.
Rientrati al castello furono accolti da Ingrid che sorrideva sotto i baffi.
-Eccovi qua finalmente. –disse loro alzando le braccia e allargandole leggermente -È da un po’ che vi stavo cercando. Com’è stato cari? Jackson ti è piaciuto il nostro regno? –domandò avendoli osservati dalla finestra dello studio per tutto il tempo.
-Molto. –affermò l’albino guardando di sottecchi la giovane e magica sovrana.
Lei portò entrambe la mani dietro la schiena come una scolaretta e osservò contenta la regina delle nevi.
-Perfetto. La cena sarà pronta tra poco e Anna è tornata ore fa. Jackson, ovviamente ti fermerai fino a domani ma hai intensione di ripartire? –chiese la zia.
Lo sguardo della nipote scattò subito al guardiano con lieve ansia facendo ricadere le braccia lungo i fianchi. Non voleva che andasse subito via, le sarebbe piaciuto che fosse rimasto più a lungo…per conoscersi meglio. Aveva passato una piacevole giornata e si era divertita in sua compagnia.
-Non saprei. Se Elsa vuole che io rimanga…-iniziò a dire il ragazzo girando con lentezza la testa verso la bionda e osservandola con lieve malizia.
Lei sbatté le palpebre un paio di volte interdetta prima di chiudere gli occhi per un momento e riaprirli sollevando gli angoli della bocca in un semplice sorriso.
-Beh ci sono parecchie cose che non sono riuscita a mostrarti, ma se rimani sarai felice di rimediare. –ammise sincera torturandosi lievemente le mani.
In effetti non gli aveva fatto conoscere Olaf, ne Marshmallow o tutti gli altri e non aveva visto gli spacca ghiaccio all’opera o l’altro castello ecc…
-Allora credo proprio che resterò. –decise Jack infine.
I due si sorrisero complici ed Ingrid ne fu interiormente soddisfatta e felice.
Fine.

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