A pray for the damned

di RoriStark
(/viewuser.php?uid=117950)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** D r e a m s ***
Capitolo 2: *** Master ***
Capitolo 3: *** F i r s t - D a t e ***
Capitolo 4: *** j i n g l e ***
Capitolo 5: *** r a i n d r o p s ***
Capitolo 6: *** Love me bitterly Loathe me sweetly ***
Capitolo 7: *** The Trap ***
Capitolo 8: *** The Saint ***
Capitolo 9: *** Inferno ***
Capitolo 10: *** T e a ***



Capitolo 1
*** D r e a m s ***


Fuori era freddo, tanto freddo, sentivo il mio corpo bagnato dalla pioggia e dal fango della terra sotto di me che sembrava quasi volermi inghiottire, avanzai confusa stringendomi nelle spalle, non  avevo idea di dove fossi finita. Mentre vagavo sentii una voce,  vidi un uomo in ginocchio davanti ad una lapide che mi fissava,i suoi occhi erano rossi come il sangue,la sua pelle chiara come il latte, aveva i capelli lunghi e scuri,il viso era coperto da una barba incolta .Io non avevo idea di chi fosse,ma il mio corpo si mosse da solo mentre lui mi tese una mano,io stavo per afferrarla quando sentii un rumore sordo e dalle sue labbra vidi sgorgare sangue,notai che aveva un paletto nel petto e perfino la mia voce sembrò essere controllata da un moto invisibile,gridai il suo nome mentre qualcuno mi afferrò per un braccio tirandomi indietro,sentivo le lacrime rigarmi il viso mentre cercavo di liberarmi dalla morsa dell'altro uomo
 
"Lo vuoi capire figliola? Quello è un mostro, gli umani non stanno con i mostri e lui ha perso tutto! "
 
Gridò dando un ennesimo colpo al paletto facendolo gridare dal dolore
 
"Mi lasci Hellsing!la prego la smetta!gli sta facendo male!!"
 
Gridai disperata tentando di raggiungere quell'uomo
 
"Ti prego reagisci! Ti prego non lasciarmi! "
 
Finalmente riuscii a liberarmi dalla presa dell'uomo strappandomi una manica, corsi verso l'uomo a terra, gli strappai il paletto dal petto mentre lui gridava, lo strinsi a me in lacrime mentre l'altro si avvicinava
 
"Va via Lorelai.. "
 
Lentamente, ripresi il controllo del mio corpo, ma anche in quel momento, lo strinsi forte guardando l'altro che si avvicinava, il cuore mi batteba in gola tanta era la paura, Lorelai? chi era Lorelai? ero..io? no, il mio nome è un altro
 
"Perché gli state facendo male?? Cosa ha fatto di male?? Perché mi fa male vederlo soffrire ? Che sta succedendo??chi siete??"
 
Gridai disperata mentre tornai a fissare l'uomo mentre lui si avvicinò
 
"Vattene da questo ricordo bambina, vivi felice nel tuo nuovo mondo, dimenticalo,dimentica il mostro che ti ha distrutto la vita, vivine una nuova, e tu mostro smettila di trattenerla a te, questa creatura di luce non è fatta per te.."
 
Sentii la stretta dell'uomo dagli occhi rossi sul mio braccio e lo guardai negli occhi mentre tutto si offuscava
 
"Ti troverò...ti riporterò da me"
 
Io non sapevo cosa dire,gli sfiorai il bel viso sebbene sporco di sangue,sembrava piangere sangue,il mio cuore ebbe un sussulto e le mie labbra si mossero di nuovo da sole
 
"torna da me..."
 
Riuscii solo a dire prima di sentire una fitta al petto,sobbalzai gridando e per l'ennesima volta mi ritrovai a piangere nel mio letto.
 
"Cavolo,di nuovo.."
 
Sussurrai scendendo dal letto del mio appartengo, guardai fuori dalla finestra asciugando via le mie lacrime e finalmente vidi un po' di sole sopra al cielo di londra e mi portò un po' di sollievo,  in fondo,  quello era solo un sogno. Raggiunsi la cucina e presi una tazza di caffè per rimettermi in sesto, guardai il calendario e per poco non mi cadde la tazza: il colloquio di lavoro! Lo avevo totalmente scordato.  Raggiunsi la camera sistemando i miei capelli, una leggera nota di trucco e mi misi davanti all'armadio pensando a cosa mettere, decisi di indossare l'abito dell'ordine, presi la borsa, guardai l'orologio e con un gridolimo uscii di casa di corsa, era tardissimo. Presi un taxi fino alla villa Hellsing ed il tassista non la smise di guardare lo spacco del mio abito, io mi voltai irritata, non ero di certo io a decidere i miei vestiti professionali, maledizione. Scesi dal veicolo mentre l'uomo prese a fischiarmi dietro
 
"Eih bella ! I soldi! "
 
Io mi voltai
 
"Per tutto il tempo che mi ha fissata dovremmo essere pari"
 
Gli feci un gesto di benedizione mentre lui ripartì  imprecandomi contro cosa che preferirei non ricordare
 
"La prego vada a pentirsi"
 
Dissi con un sorriso e mi avvicinai al cancello,  facevo fatica a credere che un agenzia tanto importante avesse bisogno di una high priest come me, raggiunsi il posto di blocco e mi annunciai, le guardie, o meglio i soldati aprirono il cancello sorridendomi gentilmente es io entrai nella grande villa, camminai lungo il viale che sembrava quasi infinitamente lungo, c'erano alti alberi in fiore e notai un grande giardino che stava davanti alla villa. certo questi non si faxcevano mancare nulla, pensai raggiungendo infine il grande portone . Quando bussai, venne ad aprirmi un uomo di mezza età, era gentile e sorrideva dietro ad i suoi occhiali rotondi, fece un inchino elegante ed io ricambiai imbarazzata con una riverenza, nemmeno fossi ad un ballo, forse avevo fatto una boiata. 
 
"Lei deve essere la high priest"
 
"Sí signore!"
 
"La prego miss, mi chiami Walter"
 
"Sí! Io sono Luna Lavender! "
 
annuii arrossendo mentre l'uomo continuò a sorridermi invitandomi ad entrare con un gesto della mano. Lo seguii fino alla fine di un lungo corridoio, mi guardai intorno osservando i numerosi quadri appesi alle pareti, a terra i pavimenti erano coperti da un lungo tappeto rosso cremisi. salimmo diverse rampe di scale e finalmente arrivammo davanti  ad una porta in legno rosso, deglutii nervosa mentre sentivo il cuore battere all'impazzata , quando Walter annunciò il mio ingresso, la porta si spalancò mostrando un enorme studio in stile rococò con tantissime librerie ed una scrivania centrale, dietro alla quale era seduto il mio futuro capo, Integra Hellsing. 
 
"Benvenuta signorina Lavender"
 
Una donna elegante dai lunghi capelli biondi in gessato mi accolse  con un sorriso interessato, le mani intrecciate davanti a lei e gli occhi chiari che mi fissavano da dietro i suoi occhiali tondi che non sminuivano la sua bellezza, mi avvicinai incerta e feci un inchino imbarazzato mentre Walter chiuse la porta
 
"Grazie per avermi chiamato, spero, spero di non deludere la Hellsing corporation"
 
La donna rise appena come intenerita dal mio modo impacciato di parlare, non ero mai stata ad un colloquio ma avevo bisogno di soldi dopo aver dovuto abbandonare la cattedrale, volevo una vita indipendente, fuori da quelle mura che erano diventate una prigione per me, e finalmente avevo l'occasione di permettermi una vita libera,  senza le costrizioni delle leggi ecclesiastiche
 
"È buffo che ti abbiano lasciata andare verso il protestantesimo lasciandoti comunque esercitare le loro arti antiche sull'esorcismo"
 
"Anche qui c'è bisogno di gente come me, alla fine siamo giunti a patti"
 
Risposi dornando seria
 
"Perfetto, allora se non ti spiace, vorrei farti fare un piccolo test, OK? "
 
Chiese lei con un ghigno sinistro mentre Walter portava dentro un individuo che mi fece rabbrividire,  era un essere umano e allo stesso tempo non lo era, la sua pelle era in decomposizione e gli occhi delle orbite bianche grondanti do sangue ,mentre della bava gli colava dalla bocca, era legato day fill invisibility, potevo notarli solo grazie al riflesso della Luce che li illuminava in parts, provenivano dalle Mani di Walter
 
"Zombie?? "
 
"Per l'esattezza é un ghoul"
 
La corresse Integra mentre il ghoul strattonava i fili che sembravano lacerarlo, io sobbalzai indietreggiando spaventata, non avevo mai visto una cosa del genere, sapevo che quell'individuo era morto.
 
"Forza, fai quello che devi fare"
 
Mi suggerì Walter sorridendomi mentre senza sforzi tratteneva il ghoul che sembrava volermi azzannare, istintivamente unii le mani e chiusi gli occhi
 
"Holy light! "
 
Gridai quando ad un tratto un raggio di luce bianca avvolse come un riflettore il non morto che gridanto e rantolando, si inginocchiò mentre il suo corpo divenne cenere
 
"Requiescat in pacem"
 
Susurrai con un sospiro mentre Integra prese a battere le mani
 
"Come pensavo, puoi curare la gente ma la stessa preghiera può liberare i ghoul distruggendoli, perfetto, sei una dei nostri ,vieni, siediti"
 
Ero ancora spaventata da quell'episodio, ma sapevo che quello era il mio compito, era quello il mio destino? In accademia solo io ero in grado di usare quel tipo di "magia sacra" la chiamavano i miei maestri, e forse era quello il mio scopo, liberare quelle povere anime da quella dannazione. Mi sedetti quando la donna mi mostrò un foglio con delle cifre e tanti zeri, tantissimi.. Tanto che dovetti fissarlo per diversi secondi per accertarmi che quella fosse la giusta cifra, sobbalzai quando Integra riprese quindi a parlare con un sorriso vispo sulle labbra
 
"Questo sarà il tuo stipendio, ma dovrai stabilirti qui, avrai la tua stanza e vivrai con noi, abbiamo bisogno della tua presenza il più possibile"
 
Nel sentire quelle parole alzai lo sguardo preoccupato verso Integra, non avevo lasciato una prigione per finire in un'altra, sospirai allontanando con una mano il foglio con quella cifra da far leccare i baffi, avrei trovato di certo altro, magari una pizzeria…
 
"Mi scusi ma... Io non amavo le mura dell'Accademia e.. non voglio essere di nuovo chiusa in un cortile.."
 
"Sta tranquilla, noi ti offriamo un alloggio, fuori dalle missioni sei libera di andare dove vuoi, a fare shopping con le amiche o col tuo ragazzo... Perché ora, sei libera di innamorarti, no? "
 
"Sí signora ,ora seguo la chiesa protestante "
 
"Molto bene, allora firma qui e sarai una dei nostri"
 
La sua proposta mi rincuorò subito ed annuì immediatamente davanti a quella proposta che tornò di nuovo la più succulenta e gettai l’idea della pizzeria decisa e firmai il foglio, quando una voce familiare mi fece sobbalzare e di nuovo il mio cuore balzò in gola
 
"Quindi ho una nuova allieva? "



Quando mi voltai, il mio corpo di mosse da solo, mi alzai di scatto portando le mani strette al petto emettendo una sorta di gridolino, il respiro si bloccò mentre fissavo l'uomo che era apparso di fronte a me.  Aveva gli occhi rossi, la pelle bianca come il marmo ed i capelli corti di un nero corvino con un ciuffo che gli copriva parte del viso. Sembrò avere la mia stessa reazione mentre con due falcate mi raggiunse senza smettere di fissarmi, indossava una giacca rossa e dei guanti con dei simboli sul dorso delle mani, quelle mani mi sfiorarono per un attimo il viso mentre ci fissammo per un istante che pareva infinito, io rimasi immobile con il cuore che voleva quasi sfondare la cassa toracica
 
"Alucard? Che diamine hai? Non credevo che un vampiro credesse nei colpi di fulmine, lei è Luna Lavender, una High priest"
 
Lo schernì Integra, alla sua affermazione arrossii imbarazzata indietreggiando dal tocco di quell'uomo, sicuramente mi sbagliavo, era solo uno stupido sogno e lui mi aveva di certo scambiata per un altra... Ma...quella voce, perché volevo…volevo…no, impossibile, lo conosco da nemmeno un minuto, cosa sono, una Mary sue? Poi i miei pensieri caddero quando la parola “vampiro” mi risuonò nelle orecchie
 
"Vampiro?? "
 
Chiesi allarmata mentre Alucard ridacchiò indietreggiando, vidi le zanne dell'uomo brillare alla luce del. Sole, ma come faceva a stare lì se era un vampiro?? Tornando serio indossò un paio di occhiali rossi tondi, io rimasi a fissarlo e anche lui mi osservava, qualcosa in me scalpitava ma io lo frenai, era troppo assurdo, troppo stupido ed insensato, l'uomo del sogno non era nessuno e quello era solo un sogno, solo un sogno.
 
"Chiedo scusa, lady Integra, il giorno mi fa brutti scherzi"
 
Commentò lui tornando a sorridere mentre mi fissava come un lupo che osserva il pasto, sentii un brivido
 
"Va.. Vampiro? "
 
"Esatto, Alucard è un vampiro della famiglia Hellsing, il nostro asso nella manica, il nostro agente principale che tu scorterai nelle missioni,lo aiuterai a sconfiggere i ghoul"
 
"Alucard? "
 
Sussurrai voltandomi di nuovo verso di lui, che di nuovo tornò serio, perfino Integra sembrò osservarci entrambi con fare pensieroso, ma poi ci  congedò ed io pregai Walter di scortarmi in camera, chiesi ad Integra ae potevo trasferire le mie cose nella mia nuova stanza, ma lei mi risparmio la fatica incaricando della cosa un camion dei traslochi, imbarazzata come non mai, feci portare in camera mia tutte le mie cose, i miei peluche, i miei libri ed i miei abiti, Alucard ridacchiò nel vedere la quantità ingente di peluche che avevo, fu il momento più imbarazzante della mia vita, per fortuna Integra aveva da fare e Walter sembrava non farci caso
 
“e quindi sei una bambina?”

 La voce di Alucard fu come una pugnalata ad un rene, piena di imbarazzo mi voltai altrove per cercare di ignorarlo, ma lui incalzò

“ti piacciono anche le bamboline?”

“Smettila!”

Dissi voltandomi di scatto, ma lui era così vicino al mio viso che lo colpì in fronte, lui rimase immobile senza battere ciglio mentre io quasi caddi a terra mentre mi tenevo la fronte dolorante con le mani, mi sembrava di aver colpito una parete di marmo, che dolore

“certo che sei deboluccia..bimba”

“io ho un nome, è Luna!”

Sussurrò lui togliendo un guanto e posando la mano sulla mia fronte, aveva la mano gelida, come il ghiaccio, forse voleva dar sollievo al mio dolore, beh era colpa sua diamine! Poi mi resi conto, lui aveva la sua mano sulla mia fronte mentre il suo viso era a pochi centimetri dal mio, sentivo le orecchie andare a fuoco mentre i suoi occhi mi scrutavano, erano due pozze di sangue che volevano come trascinarmi dentro per annegarvi, lui non rideva più, sembrava quasi…triste, cercai di riprendere il controllo e gli tolsi la mano cercando di essere gentile

“ce la faccio…”

Borbottai mentre mi posavo una mano sulla fronte e in un attimo il dolore svanì

“uh…poteri curativi?”

“sì, ma…non potrei farlo a te, ti farei del male, se sei davvero un vampiro”

“perché, ancora non ci credi?”

chiese ridacchiando

“certo, dopo averti dato una testata per poco non mi spacco la fronte..e..i denti…o sei un cosplayer o sei un vampiro vero, ma come fai a stare al sole?”

Lui rise mostrando di nuovo i canini appuntiti anche il resto dei denti aveva una forma appuntita, come le zanne di un lupo

“segreti da vampiro”

“almeno non hai addosso i brillantini quando sei al sole..”

“come?”

“nulla, nulla”

Ripresi a salire le scale per poter dare una sistemata alle mie cianfrusaglie, arrivata in camera rimasi a bocca aperta, il mio appartamento era più piccolo della mia attuale camera, sorrisi rincuorata e presi ad aprire gli scatoloni, cosizionando le coperte ed i vari peluche tutti intorno, mentre osservavo dove poter mettere una libreria sentì un vento gelido alle mie spalle, mi voltai di scatto e di nuovo *bam!* un'altra zuccata contro il marmo
 
“ci hai preso gusto?”

“dovrei chiederti la stessa co…perché sei appeso a testa in giù sul mio soffitto?!!”

Chiesi mentre curavo di nuovo il mio bernoccolo, ok: o aveva delle scarpe con una colla molto potente o era davvero un vampiro

“volevo vedere quanti peluche avevi, certo che sono un pugno nell’occhio in una villa come questa”

“vorrei vedere camera tua! Crocifissi capovolti ed una bara al centro immagino! Ci sono anche dei tizi impalati per fare da attaccapanni, eh??!”
 
Lui scese dal soffitto ridacchiando mentre afferrava un coniglietto di stoffa e lo annusava come un segugio, io intanto cercai di ignorarlo riprendendo a sistemare i miei libri su una libreria, ma lui si avvicinò a me con il coniglio di pezza ancora in mano,sentivo la sua presenza sovrastarmi come un ombra

“perché ti batte forte il cuore?”

Mi chiese poi ad un tratto con un tono triste nella voce, io mi fermai con una pila di libri tra le braccia, deglutii, poteva sentire il mio cuore battere? Da quella distanza? Se poi poteva leggere nel pensiero ero fottuta, fottuta.

“io…certo, sto sistemando un mare di roba e in più ho un vampiro che mi è apparso a testa in giù all’improvviso in camera, mi hai fatto prendere un colpo”

“no,non hai paura”

Ok, entrai nel pallone più totale e mi voltai di scatto andando a sbatte stavolta col suo gilet, anche lì fu come sbattere contro il marmo

“ma la smetti??diamine!”

“una high priest che impreca? Wow..”

“smettila!lasciami stare! Cosa vuoi ancora qui??”

“tu mi conosci?”

Lasciai cadere i libri, ignorando perfino che alcuni mi caddero sopra ai piedi, lo fissai sconcertata mentre lui si chinò verso di me, non aveva più l’aria da sbruffone, sembrava concentrato sui miei tratti, mi prese una ciocca di capelli e la annusò

“cosa ti hanno fatto..”

continuò sfiorandomi la guancia con due dita guantate, sentii il velluto sfiorarmi la pelle ed un profumo di colonia avvolgermi

“la…lasciami stare, ti prego!”

Indietreggiai mentre mi resi conto di tremare con una foglia, presi i libri da terra e ricominciai ad impilare i libri con fare quasi nevrotico, le lacrime che premevano per uscire, io le buttai giù con uno sforzo non indifferente, la gola era secca e mi faceva male come se avessi ingoiato un osso appuntito

“io non so chi tu sia!per favore! Io non ti conosco! Mi fai paura e basta e non voglio averti intorno, già mi basteranno le missioni, sei una creatura impura, sei un….”

“mostro? Lo so, non mi stai dicendo nulla di nuovo”

Portai una mano alle labbra, maledicendo me stessa per aver detto una cosa tanto orribile, mi voltai verso di lui che però era tornato a ghignare come prima dietro ai suoi occhialini rossi, deglutii

“io, non volevo, io…”

Deglutii aria e una domanda sembrò uscire dalle mie labbra senza il mio consenso, come per fermarlo,non volevo farlo andare via così, mi pesava troppo sul petto, come un pugnale nel costato, era terribile

“….anche a te batteva forte il cuore, prima?”

“il mio cuore non batte”

“ma avrebbe voluto?”

Lui rimase in silenzio, mi osservò e mi porse il coniglio di peluche , mi diede un buffetto sulla testa poi si voltò verso il muro della camera, si fermò solo un attimo, continuando a darmi le spalle

“ci vediamo domani, alla prima missione”

Sussurrò lui attraversando il muro e scomparendo, io caddi in ginocchio con il peluche stretto tra le braccia, mi rannicchiai fissando la stanza ora vuota

“ma che mi prende?...che vergogna..”

Sussurrai nascondendo il viso sul petto del peluche , e chi lo guarda più in faccia ora? bell'inizio davvero..

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Master ***


L'aria era secca, quasi bollente, ero in mezzo ad una folla ad aspettare qualcosa, qualcuno. Un uomo veniva portato al patibolo, aveva i capelli scuri e gli occhi di un azzurro agghiacciante, ma il suo sguardo era spento, quando i suoi occhi incontrarono i miei, per un attimo vidi una luce accendersi dietro quelle iridi chiare, mi sorrise stanco,  io non riuscii a trattenermi , le lacrime presero a scendere come in ogni mio sogno, quegli occhi, quei dannatissimi occhi che mi facevano esplodere il cuore e la testa, rimasi a fissarlo, coperta dal resto della folla che chiedeva la sua testa, cosa aveva fatto per meritare questo?
"Tu non sei tutto questo..amore mio cosa hai fatto…"
 
Sussurrai mentre avanzavo tra la folla, non sembravano vedermi, non sembravano farci caso
 
"Aapetta!ti prego,non morire,  non morire! Non portatemelo via! "
 
Vidi la scure alzarsi, il mio cuore si fermò, mi voltai e vidi me stessa ferma a piangere, tornai a fissare l'uomo che ora mi osservava
 
"Amore mio... "
 
Sussurrò un attimo dopo aver leccato del sangue a terra, i suoi occhi divennero rossi, gli tesi una mano, solo lui poteva vedermi? Chi sei? Cosa sei?
 
"Perdonami, questa maledizione spettava solo a me , non a te.."
 
Sussurro lui con le labbra sporche di sangue
 
"No.. No aspetta! No!! "
 
La scure si abbassò di scatto, pronta a fare il suo lavoro, poi tutto divenne nero

 
Nemmeno Il letto a baldacchino più comodo del mondo riuscì a salvarmi dall'incubo che mi assalì come un lupo in agguato e mi vostri se a svegliarmi di colpo gridando qualcosa, ma ero ancora nel dormiveglia e non avevo idea di cosa avevo appena gridato. Quando mi resi conto di essere a casa, trassi un sospiro di sollievo e strinsi a me il mio coniglio che ora profumava di colonia come quel vampiro, mi riaprì i polmoni ed io smisi di piangere e tremare, mi misi a sedere e vidi che era già mattina  mi stropicciai gli occhi e vidi lui, era davanti a me, ai piedi del letto con gli occhi sbarrati, io sussultai dalla paura dato che un istante fa non c'era, sembrava sconvolto nel vedermi
 
"diamine perché devi sempre entrate così?!"
 
Esitai nel  tirargli il mio coniglio quando vidi la sua espressione allibita, cosa diamine gli stava accadendo? Ogni volta che mi vedeva faceva quell’espressione, no, sicuramente era una mia impressione, dovevo deviare il discorso, evitarlo, cacciare via tutto
 
"Che ti prende? Ho qualcosa in faccia?"
 
"Perché hai gridato il mio nome?"
 
"Io non ho gridato il tuo nome, almeno credo. Smettila di guardarmi come se fossi un fantasma!"
 
Alucard tornò serio guardandomi con fare cupo e pensieroso, il mio cuore batteva forte di nuovo, quegli occhi sembravano trascinarmi all'  inferno e che Dio mi perdoni, non riuscivo a smettere di fissarli.
 
"Dobbiamo andare, vestiti"
 
Sussurrò poi voltandosi verso la parete dalla quale aveva intenzione di sparire
 
"Sì..ma, Alucard..."
 
"Cosa.."
 
"Davvero... Ho chiamato il tuo nome? Come hai fatto a sentirmi? Io non ricordo nulla. O volevi una scusa per spiarmi?!"
 
Per non so quale motivo avrei preferito la seconda opzione, ma lui non rispose e rimase a fissarmi dietro ai suoi occhi rossi, poi li chiuse con un sospiro
 
"Hai gridato il nome che da tanto avevo dimenticato, ti ho sentita perché me lo hai gridato nell'anima"
 
Sussultai a quelle parole, mentre lui spariva, mi strinsi nelle coperte confusa da quella sua spiegazione, io, conoscevo solo Alucard, solo lui, come potevo conoscere un nome che perfino lui aveva dimenticato? Mi vestii di corsa cacciando via i miei pensieri inutili, avevo indosso un abito più comodo, presi il mio bastone benedetto e scesi le scale fino all'ingresso dove c' era Walter ad aspettarmi con un gran sorriso
 
"Ottima scelta dell'arma, vedo che le hanno lasciato la lex divina. Lady Lavender, ma mi permetta di aggiungere una cosa"
 
Mi porse con fare elegante una piccola balestra, la presi e vidi che potevo metterla al polso, aveva un meccanismo a scatto per l'estrazione rapida ed era davvero leggera
 
"Frecce benedette,  balestra leggerissima e ripiegabile, forgiata dal legno del confessionale di Westminster Abbey, frecce d'argento benedette, che ne dice? "
 
"Wow! Grazie Walter! È molto bella ma come la uso??"
 
"Oh beh, la punta e preme il grilletto, le frecce si caricano da sole grazie al collegamento che passa dalla sua manica"
 
"Oh, OK. Se lo dice lei.. Oh! Dov'è Alucard? "
 
"La aspetta in auto"
 
"OK, allora vado! Ci vediamo stasera! "
 
Risposi imbarazzata correndo verso l'uscita dove c'era l'auto ad attenderla,  entrai nel veicolo troppo in fretta, trovandomi spalla a spalla con Alucard,  quando lo sfiorai sentii come una scossa che mi irrigidii il corpo facendomi sussultare, intanto il vampiro mi osservava senza proferire parola mentre l'auto partiva, era così  imbarazzante non dire nulla in auto, io lo odiavo, mi metteva sempre a disagio
 
"Alucard, stiamo andando a combattere un ghoul? "
 
"Non uno.. Tanti.. Ed un vampiro"
 
"Un vampiro??"
 
Lui mi osservava da dietro i suoi occhiali rossi, le braccia incrociate e l'aria tranquilla, stava andando ad ammazzare i suoi simili e non gli importava? Cos'era lui?  Come avevano fatto a domarlo?
 
"Che hai? High priest? "
 
"Ucciderai i tuoi simili? Non.. Non ti renderà triste? "
 
Lo vidi spalancare gli occhi sorpreso dalla mia frase, ma poi sorrise come suo solito tornando a guardare fuori
 
"Loro sono solo una ridicola imitazione di un vero vampiro"
 
"Capisco... Ehm, ma se un vampiro ti morde... Diventi un vampiro?"
 
Lui ghigno mostrandomi i canini affilati incrociando le braccia al petto e fece spallucce, un sorriso sornione gli dipinse il volto
 
"Dipende, sei vergine? "
 
Io sobbalzai irrigidendomi ed arrossendo
 
"Ma che razza di domande fai, non sono affari tuoi! Chiedevo in generale"
 
"Solo chi è vergine diventa vampiro, il resto, beh,diventa quella cosa che hai carbonizzato ieri,uno zombie,un ghoul che agisce solo sotto il comando del suo creatore,non ha piú un anima, pensa che aiuterai quelle povere bestie"
 
"Oh..si.."
 
Sussurrai stringendomi nelle spalle, il cuore mi batteva forte all'idea di doverne combattete altri, ma di certo, per loro sarà una liberazione la morte. Dopo un ora di viaggio passato a fissare la campagna nel più totale disagio, vidi una villetta a pochi metri da noi e quando ci fermammo mi sentii rincuorata, ora dovevamo lavorare e non dovevamo per forza parlare. Presi le mie armi e seguii Alucard all'interno della casa,  c'era un silenzio mortale, ma il sangue sulle pareti mi fece capire che non sarebbe durato a lungo
 
"In guardia, bimba"
 
"Mi chiamo Luna! "
 
"Io ti chiamerò bimba, ovvero ciò che sei "
 
Sospirai ignorando la sua affermazione ed avanzai,  ad un tratto la porta della stanza in fondo andò in mille pezzi mentre una dozzina di ghoul presero ad arrancare verso di noi emettendo lamenti e versi gutturali che mi fecero gelare il sangue, caricai la mia balestra e la puntai verso di loro mentre con la coda dell'occhio vidi che Alucard se ne stava fermo
 
"Ehi! Che fai??"
 
"Aspetto che li ammazzi tutti"
 
"Ma da sola non riesco "
 
"Oh si che ce la fai"
 
Mi voltai un attimo per fissarlo ma lui non fa una piega, quando mi resi conto che i ghoul erano troppo vicini sparai un colpo,  la freccia colpì il bersaglio , trapassò le teste di due ghoul che in un istante diventarono cenere
 
"Cenere alla cenere…"
 
Sussurrai colpendone altri, tenere un arma mi faceva sentire al sicuro, mi faceva sentire viva, mi resi conto che ne stavo abbattendo una buona metà  con un innaturale entusiasmo. Ero comunque sotto lo sguardo vigile di  Alucard  che sparava  a quelli troppo vicini, vidi le sue pistole, era così elegante quando sparava con quel ghigno pieno di sicurezza e cattive intenzioni, ebbi un brivido, rimasi un attimo a fissarlo mentre cominciava la sua strage
 
"Alucard.. "
 
Sussurrai rendendogli la mano, lui si voltò incuriosito, alzando le pistole  ma qualcosa frenò le mie parole, un dolore lancinante alla spalla mi costrinse a voltarmi, vidi una lama spuntare dalla spalla, guardai Alucard sconcertata ed anche lui si era fermato a guardarmi, gli occhi sbarrati ed il respiro mozzato
 
"Luna! "
 
Con uno scatto mi ritrovai coperta dal mantello rosso di Alucard, gridai dal dolore mentre cercavo di capire cosa stava succedendo, poi capii, quella che avevo conficcata nella spalla era una baionetta, e benedetta per giunta, strinsi i denti cercando di raggiungere l'elsa, ma Alucard mi fermò la mano
 
"Ferma... Faccio io, quando te la tolgo ti curerai, OK?"
 
"No Alucard! È benedetta! Ti farà male anche a toccarla"
 
Stavo per fermarlo quando una decina di baionette si conficcarono sul petto di lui, spingendolo indietro, io mi voltai cercando di non svenire per il dolore
 
"Alucard!!! "
 
Gridai tendendo la mano verso di lui, lo afferrai per il mantello tirandolo verso di me, lui cadde in ginocchio, le lame fumavano, sembrava soffrire,  e il vederlo così mi spinse a provare un altro tipo di dolore, un dolore piú profondo, un dolore che sentivo di aver già provato. Per un istante dimenticai la lama nella mia spalla, almeno finché qualcuno non mi mise un piede sulla schiena tirandomela fuori in un colpo solo. Gridai tanto da farmi male la gola,cadendo su un fianco, quando mi voltai, lo vidi, un uomo alto, in abiti da prete, che ghignava sadico di fronte a noi mentre il mio sangue scivolava denso dalla lama e  gocciolava ai suoi piedi
 
"Luna...credevo volessi la libertà...non una nuova gabbia. Non impari mai ragazzina"
 
"Maestro Andersen... Cosa sta facendo?? Stiamo... Stiamo uccidendo dei mostri! Stiamo facendo lo stesso  lavoro!  "
Lui alzò una mano e fece segno di no con il dito, come quando ero piccola e sbagliavo qualcosa all’accademia, ma era diverso, era cambiato, quel sorriso, non era più il suo
" ma ne hai lasciato uno.. "
 
Sussurrò lui mentre io cercavo di riprendere il controllo, posai una mano sulla mia ferita curandola in un attimo e poi... Già, poi? Non potevo curare Alucard, gli avrei fatto del male, pensai sentendo un moto di dolore nel cuore, io, potevo solo fargli del male? Mi alzai in piedi osservando Andersen che si avvicinava a lui
 
"Non toccarlo! Non fargli del male! "
 
"È un vampiro, il nemico di nostro signore"
 
Disse conficcando altre baionette per immobilizzarlo alla parete, Alucard mi fissava senza dire nulla, gli occhi socchiusi
 
"amen.. "
 
Sussurrò con un sorriso sadico quasi quanto quello di Alucard, subito mi misi in mezzo ai due  puntandogli contro la mano, alzai tre dita in segno di benedizione e chiusi gli occhi
 
*ti prego aiutami a salvarlo*
 
Pregai, lo supplicai, non poteva morire così
 
"Lex divina! "
 
Delle catene lo bloccarono mentre Alucard si alzò strappando via le baionette ridacchiando e sputando sangue come se nulla fosse, mi scostò piano con una mano portandomi dietro di lui
 
"Prete... Cosa ci fa qui una pedina di Iscariota? "
 
"Ho ammazzato il vampiro minore, ma ora.. Ho trovato una preda più  succulenta"
 
Mi voltai verso Alucard, non sapevo cosa fare, non potevo aiutarlo, ero totalmente impotente, o forse...  Mi misi di fianco ad Alucard gridando verso Andresen con la mia lex divina puntata verso di lui
 
"Lex Aeterna! "
 
Un teschio apparve per un attimo sulla fronte di Andersen, lui mi osservò, corrucciato, sospirando
 
"Eri il nostro fiore all'occhiello.. E ora proteggi il vampiro?"
 
"Alucard, spara!! "
 
"Sí, my lady"
 
Il vampiro Ghignò ed una scarica di piombo colpi Andersen innumerevoli volte strappandogli via la faccia e ferendolo mortalmente,  il suo corpo cadde a terra apparentemente privo di vita, mi chiesi per un attimo, da che parte ero finita, avevo aiutato Alucard ad uccidere il mio vecchio maestro, avevo fatto davvero la cosa giusta? Alucard mi venne incontro chinandosi su di me con il suo solito sorriso soddisfatto, mi tese la mano gentilmente ed io la strinsi forte guardandolo con le lacrime agli occhi
 
"Alucard.. "
 
"Stai bene? "
 
"Sì..ma..Alucard,io,chi.."
 
Stavo per finire la frase quando una sfilza di baionette spuntarono dal petto di Alucard, mi ci vollero diversi istanti prima di realizzare cosa fosse accaduto, ci guardammo negli occhi, e mi ci volle ancora più tempo quando non vidi più i suoi.. la sua testa cadde a terra con un tonfo, il mio corpo prese a tremare, tesi una mano verso il suo corpo ora riverso a terra, sentivo il mio corpo tremare come non mai, volevo solo stendermi a terra, sparire da qualche parte
 
"Alucard?.. "
 
"Che delusione.. "
 
Andersen calcio via la testa di Alucard nel momento in cui cercai di sfiorarla, mi spezzò un paio di dita nel farlo e mi afferrò per i capelli costringendomi ad alzarmi, tentai di colpirlo ma lui mi fece cadere sul corpo del vampiro decapitato.  Tremai guardandolo mentre una lama mi sfiorò il viso tagliandomi una guancia, quel bastardo poteva rigenerarsi
 
"Alucard.. "
 
Sussurrai in lacrime ignorando Andersen che ridacchiava, tesi una mano verso di lui ma non avevo un viso da sfiorare
 
"Ti prego... "
 
Mi aggrappai alla sua giacca tirandola come per svegliarlo da chissà quale sonno eterno, chiusi gli occhi mentre la baionetta si posò sul mio collo
 
"Ti ucciderò degnamente, ti sgozzerò come l'agnello di Dio..tu, che ami i dannati,non meriti di avere questi poteri"
 
"Anche lui amava coloro che lo uccisero.. "
 
Sussurrai mentre Andersen alzò la baionetta esitando per la prima volta, ad un tratto questa si spezzò dietro a dei colpi di pistola, mi voltai e vidi lady Integra ergersi di fronte a noi
 
"Vattene via Andersen, qui sei nel nostro territorio"
 
"È tutto qui quello che offre la famiglia Hellsing?  Ho appena decapitato il vostro asso nella manica"
 
"Solo decapitato?"
 
Disse facendo una risata sprezzante. Mentre io li fissavo sconcertata,  sentii una mano sfiorarmi il viso,  vidi il braccio di Alucard posarsi sulla mia spalla e quando mi voltai lui era lì, insomma la sua testa era lì,  vicina al mio viso, che ghignava.  Mi strinse a sé mentre con la mano libera mi copri gli occhi
 
"Tappa le orecchie, bimba"
 
Sussurrò sparando una scarica di colpi contro Andersen che cadde riverso a terra mente Integra gli puntava la testa contro
 
"Faresti meglio ad andartene, prete, questo territorio è sotto la nostra giurisdizione, non vorrai problemi col vaticano, vero?"
 
Sussurrò mentre lui emetteva una sinistra risata gorgheggiante a causa del sangue nei polmoni
 
"Non finisce qui, pagani.. "
 
Sussurrò trascinando via il suo corpo, lentamente si ricompose come se nulla fosse, mentre il suo corpo guariva, una risata riprese a salire e riempire la stanza, sentii anche Alucard sghignazzare, così con uno scatto, senza pensarci, gli assestai un ceffone in faccia, avevo le lacrime agli occhi, un po' per il dolore alla mano che ancora non avevo curato, un po' per qualcos'altro che veniva dal petto, sollievo?
 
"Brutto stupido! Potevi dirmelo che non eri morto! Potevi resuscitare subito!"
 
Stavo per colpirlo di nuovo ma lui mi fermò la mano prendendomi piano per il polso ed osservando le dita gonfie e violacee
 
"Bimba.. la mano"
 
Sussurrò chiudendo la mano tra le sue
 
"Tu non puoi curare me, io non posso curare te... "
 
Mi osservò, sembrava triste, io  curai la mia mano in un attimo, ma poi sentii uno strano rumore, notai un espressione corrucciata sul volto di Alucard, sobbalzai quando mi resi conto di avergli ferito le mani, stava sanguinando, ma poi le ferite sparirono
 
"Oh! A.. Alucard, scusami…"
 
"Sarà sempre così, ci sarà sempre questo abisso tra di noi... Perché continui a gettarti nelle ombre? Piccolo agnello? Perché ti riportano sempre qui?"
 
Sussurrò guardandosi le mani, Non riuscii a resistere, con uno scatto gli circondai il collo con le braccia, piangendo, lo strinsi più forte che potevo, gli avevo fatto male, io, sono come veleno per lui,  non potevo stare con lui, non potevo,  e poi perché il mio corpo prendeva sempre il controllo sulla mia mente?  Perché lo desideravo così tanto?  Ero così confusa, stava accadendo tutto troppo in fretta, la mia anima scalpitava trafitta da ricordi che non m’appartenevano, ma allo stesso tempo li sentivo dentro come lame, che premevano, mi laceravano
 
“che sta succedendo nella mia testa? Perché mi dici questa cose? Chi diavolo sono io?...”
 
Gridai disperata mentre sentivo la sua mano coprirmi la testa
 
“sei Luna…Luna Lavender, ed ora sei qui…non dovevo stuzzicarti così, non te lo meriti, ti prego dimentica tutto e andiamo a casa..”

Mi sussurrò aiutandomi a tirarmi su mentre con i guanti bianchi mi cacciava via le lacrime

“posso addormentarti ora, se vuoi, non ti farò male..ti sveglierai presto a casa, e per un po' non lascerò che il passato ti faccia del male”

“sì, ti prego…”

Lo supplicai, lui sorrise appena e mi posò una mano sulla fronte e subito tutto divenne buio, mi addormentai, ma stavolta non ci furono sogni, la mia anima sembrò addormentarsi insieme al mio corpo, entrambi stremati.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** F i r s t - D a t e ***


Da quando mi svegliai nella mia camera, feci di tutto per non incrociare Alucard, non volevo più vedere quell'uomo nei miei sogni, non volevo più essere condizionata da ricordi che forse non erano nemmeno i miei  così il giorno stesso corsi dal mio medico e mi feci prescrivere dei farmaci per farmi dormire la notte . In quei giorni riuscii a dormire senza gridare o piangere nel sonno,  i sogni sembravano più confusi ed io mi sentivo un po' meglio a non ricordarli il mattino dopo. Ad aiutare la situazione,  c'era il fatto che in quei giorni regnava una calma piatta ed io riuscii ad uscire un paio di volte in centro per incontrare alcune delle mie due ex coinquiline, nonché amiche: Nina e Lauren.  Ci sedemmo al solito bar dove ordinai per la prima volta qualcosa di alcolico sotto gli occhi stupefatti delle mie amiche, non erano abituate a vedermi bere, di solito prendevo il mio tranquillissimo succo di frutta, ma ora c’era davvero bisogno di qualcosa di più forte. Quando notai che ancora non smettevano di guardarmi storto sbuffai giocherellando con la cannuccia
 
"Che c' è?  Lui trasformò l'acqua in vino solo perché non aveva in mente la vodka"
 
Nina sospirò portando una mano tra i capelli, cacciando indietro i ciuffi biondi che le avevano coperto la fronte
 
"Luna, non bevi praticamente mai, nemmeno il vino... Che c'è che non va?  Non ti piace il tuo lavoro? Ti trattano male? Non ci hai mai detto di preciso cosa ti fanno fare"
 
Disse preoccupata mentre Lauren annuiva incrociando le braccia al petto e fissandomi da dietro ai suoi occhi nocciola, più scuri dei miei che erano quasi ambrati, io presi un sorso dal mio Bloody  Mary
 
"Ascoltate, io,beh.. ho un lavoro molto importante, tanto importante quanto segreto... Lo sapete che sto lavorando con la Hellsing,  ormai i TG mostrano tutto, beh, quei mostri io li ammazzo...beh non da sola ovviamente, mi hanno dato un partner.. "
 
"Chi??"

 
Mi chiesero sporgendo dal tavolo e costringendomi a scostare il mio bicchiere prima di versarmelo addosso, le guardai stupita del fatto che si fossero soffermare solamente sul "partner" piuttosto che sulla parola "mostri" ma ormai quelle creature erano su tutti i giornali, quello che non c'era scritto sui giornali, era chi li ammazzava..
 
"Con un Vampiro, è l'unica cosa che ancora deve rimanere segreta.."
 
Sussurrai sospirando, le mie amiche per poco non ingoiarono la cannuccia tanto lo stupore
 
"Cosa?? Un vampiro?? Luna ma, non sono proprio loro i mostri che ammazzi?"
 
Io annui incerta, stringendo il bicchiere nervosamente
 
"Io, lui.. Si chiama Alucard e... Beh è il mio collega, gli altri sono solo dei folli assassini"
 
Entrambe scattarono in piedi sconcertate, sembravano aver appena ricevuto una notizia raccapricciante e forse, forse lo era, insomma la loro migliora amica stava lavorando con un vampiro, comprendevo la loro preoccupazione, forse non avrei dovuto dire nulla.
 
"Ma sei impazzita?  Quello ti squarta la gola e ti trasforma in un Bloody Mary! "
 
"No, no! Lui è gentile a modo suo-salvo qualche battuta- , mi ha salvata ,è solo che, io.."

 
Abbassai lo sguardo arrossendo vistosamente e mentre io diventavo rossa, le mie amiche diventavano due cadaveri
 
"Ti stai prendendo una cotta??ma santo cielo, di tutti i ragazzi che volevi conquistare...ti sei preso un…un vampiro??Luna non siamo in uno stupido libro di ragazzine dove il vampiro protagonista ama senza ragione una tipa qualsiasi dagli occhioni dolci !"
 
Lauren mi strinse una mano, sembrava in preda al panico
 
"Questi vampiri non amano le ragazzine senza personalità ed una faccia banale! le squartano!"
 
"Sentite, io non sono innamorata di lui! non voglio esserlo! non con questi presupposti"
 
"Quali presupposti? "
 
"Io, ho come un istinto ad...oh cielo non riesco neanche a dirlo senza sentirmi stupida"

 
"Ad amarlo? "

Chiese Nina inarcando le sopracciglia incuriosita mentre Lauren sembrava avere un espressione scettica
 
"Già, come se per tutto questo tempo, tutti i miei sogni, la mia stessa anima gridasse dal dolore quando mi sta davanti, voglio stringerlo e piangere come una scema che ha appena visto una soap opera triste, la mia anima mi spinge il petto come se volesse uscire e correre da lui,  ma io... Io sono Luna, non voglio innamorarmi così"
 
"Magari è stato un colpo di fulmine, sei sempre stata chiusa in mezzo ai preti, ora che sei uno spirito libero è normale che il primo uomo…beh…più o meno uomo ti faccia salire certi bollori, ma devi capire quale sia quello giusto ed un vampiro…beh…"
 

Tirai indietro i capelli mentre cercai con una mano un elastico nella borsa, li legai comodamente in una coda alta ed il sole mi illuminò i capelli facendoli scintillare come tizzoni che covano sotto la brace, presi un respiro profondo ed ordinai un altro bicchiere.  Scossi il capo cercando di mettere a fuoco le idee anche se già dopo un bicchiere sembrava difficile poterci riuscire. Non era un semplice colpo di fulmine, avevo visto diversi ragazzi con le mie amiche ma nessuno di loro sembrava accendere la scintilla
 
"Non credo Nina.. Io.. "
 
"Hai una sua foto?? "
 
"I vampiri non escono nelle foto, credo, comunque non gli ho mai fatto una foto"
 
"Giusto.. "
 
"Aspetta, provo a disegnarlo"

 
Ad un tratto notai che cercando la borsa a terra, la mia mano toccò qualcosa di morbido, una pelliccia? Allontanai la mano con uno scatto istintivo  , mii voltai e vidi un grosso cane nero dagli occhi rossi che si era sdraiato accanto alla mia bors.Con un gridolino  balzai in piedi dalla sedia e guardai Nina e Lauren fissarlo a loro volta turbate ed intimorite dalla mole della bestia che però pareva pacifica, mi osservava in silenzio con fare assonnato, mi calmai e sfiorai la testa del cane sperando di non perdere la mano, ma non accadde, il grosso canide sbadigliò accucciandosi a terra
 
"Ma che.. Ehi, ma da dove sbuchi? "
 
In borsa avevo il vizio di portare con me delle crocchette per animali e ne posai un paio davanti al muso del cane che però le soffiò via col naso con fare stizzito tornando a sonnecchiare come se nulla fosse, ma non sembrava un cane randagio, aveva perfino un collare di ferro
 
"Oh mi scusi allora maestà "
 
Borbottai tornando a guardare le mie amiche che intanto avevano preparato un'altra combo di domande su Alucard
 
"Ma è vero che dormono in una bara?"
 
"Sí, ma qualche volta mi fissa mentre dormo dal soffitto.. "
 
"Oh cielo.. E ha gli occhi rossi come il sangue? Come le braci dell'inferno? "
 
"Sí.. Ma una volta erano azzu..."

 
la frase mi si strozzo in gola,  per colpa del  mio terzo bicchiere avevo abbassato la guardia, dovevo sospettare che la mia testa stava andando per fatti suoi, non ero abituata agli alcolici, ma tentai di non darlo a vedere
 
"Non sono così spaventosi, insomma quando siamo andati a lavoro era l'unica cosa che mi faceva stare calma"
 
"Ascolta, sei sicura che non ti ammazzerebbe nel sonno? "
 
"Sicura.. O il mio capo lo uccide, credo sia l'unica a poterselo permettere"
 
"Allora, ti piace o non ti piace? "
 
"Non lo so.. "

 
Sussurrai nascondendo il viso tra le braccia conserte
 
"Ve l'ho detto, voglio innamorarmi come tutte le persone normali, un appuntamento, conoscerlo da zero e non per mezzo dei ricordi di un altra persona"
 
Fu l'ultima frase sensata che dissi
 
"Io sono Luna.."
 
Sussurrai chiudendo gli occhi, le mie  amiche sospirarono preoccupate, le sentivo parlottare tra di loro mentre io avevo gli occhi chiusi, sentivo il cane ancora ai miei piedi che sbadigliava mentre facevo fatica a raccogliere i pensieri ,decisi quindi di abortire la missione, alzai la schiena con uno scatto battendo le mani sul tavolo, tanto che entrambe le mie amiche sobbalzarono e mi fissarono allibite
 
"Beh! Dai non possiamo parlare solo di me!.. Parliamo di... Di voi! "
 
Riuscii a dire sebbene a fatica, parlammo per il resto del pomeriggio dei loro intrighi amorosi che a malapena riuscii a capire e dei loro lavori tranquilli che mi trovai ad invidiare, ogni tanto gettavo uno sguardo al cane nero, la mano mi cadde svogliatamente sul suo capo, lo accarezzai distrattamente grattandogli le orecchie, era rilassante non dover pensare per una volta ai miei problemi e poi mi faceva piacere dare sempre un buon consiglio –che ovviamente io non seguo mai- . Quando  ci salutammo, le mie amiche volevano accompagnarmi a casa, ero parecchio brilla ma ero a piedi e sicuramente sarei tornata a casa sana e salva.
 
"Ora cosa farai? Continuerai ad evitare quel vampiro?"
 
"Già, almeno finché non mi viene in mente qualcosa"

 
Borbottai tagliando corto, il cane sembrò alzarsi a sua volta ,mi affiancò osservando le due ragazze con aria seccata, non aveva mai abbaiato, ora sembrò borbottare qualche strano versetto assonnato
 
"Magari un giorno potremmo presentarti un nostro compagno di corso, non ti piaceva quel tipo con i capelli scuri della magistrale?"
 
Sentii per la prima volta il cane emettere un ringhio sommesso, osservando qualcosa di fronte a lui, o forse stava guardando le mie amiche?  Poi abbaiò forte, tanto che mi fece sobbalzare dalla sedia , lo vidi poi tornare con il muso a terra, forse aveva visto un altro cane o un gatto, anche le mie amiche erano rimaste sorprese dalla reazione del cane .
 
"Almeno non è un mostro, no?"
 
"Alucard non è un...mostro...io non voglio un altro, io voglio solo capire, voglio sapere qualcosa di più su di lui, insomma come una normalissima ragazza che conosce un normalissimo ragazzo.. "

 
Non riuscivo a reggere più la conversazione e prima di aggiungere altre
 
"Oh cielo come è tardi, Integra mi ammazza! Ci vediamo tra un paio di giorni! Vi chiamo io!"
 
Mi voltai senza aspettare la loro risposta, correndo verso un vicolo dove mi nascosi mettendomi a sedere su una panchina per riprendere fiato, mi resi conto che il cane era ancora accanto a me, mi fissava senza emettere un suono, aveva degli occhi strani, quasi umani, era davvero grosso al mio fianco, superava perfino il mio bacino stando su quattro zampe
 
"Sono un disastro... Non ci capisco nulla"
 
Sussurrai accarezzandogli il muso morbido
 
"Non hai una casa? Vuoi venire con me? Abbiamo tanto spazio"
 

Dissi alzandomi di nuovo in piedi appena mi resi conto che i primi capogiri erano spariti, cominciai ad avviarmi verso casa e nel frattempo non riuscii a trattenermi dal chiacchierare con quello strano cane
 
"Io non conosco Alucard, io ricordo solo immagini, sensazioni, ma non voglio amare qualcuno irrazionalmente, vorrei un appuntamento, vorrei fargli delle domande, ma è un vampiro e non credo gli interessi veramente qualcosa, io non potrei mai uscire con lui per un parfait o una tazze di tè, magari gli fa pure male a bere o mangiare qualcosa che non sia sangue... Ahhh che casino.. "
 
Mi appoggiai al muro consapevole di non aver ancora superato la sbronza, mi sedetti di nuovo, ero a pochi metri dalla villa per fortuna, ma la nausea mi bloccò dal proseguire e decisi di riposarmi un attimo, pensavo che il cane sarebbe andato per i fatti propri, ma era ancora lì a fissarmi, il muso appoggiato sulle mie gambe,  so passò la lingua sul naso e vidi una fila di denti appuntiti come quelli di uno squalo, per fortuna sembrava tranquillo, gli accarezzai il capo quando sentii una scossa percorrermi il braccio sbalzando la mia mente indietro, vidi l'uomo dai capelli nero corvino, era...era in ginocchio davanti a me, aveva un armatura sporca di sangue, mi guardò negli occhi, ma stavolta ero lontana, vidi una Donna identica a me avvicinarsi a lui, so inginocchiò a terra prendendo in fazzoletto bianco per pulirgli Il viso insanguinato, lui tornò a fissarla senza più badare a me, o magari era distratto da altro ed era una coincidenza il fatto che stesse guardando verso di me
 
"Come puoi amarmi? "
 
La vidi sorridere, già, come poteva amarlo? Era sporco di sangue che sicuramente non era suo, aveva ucciso chissà quanta gente, eppure lei non sembrava turbata, perché? E perché era identica a me, ero davvero io??
 
"Perché ho visto una luce, una volta ..una luce che non vedi più  nemmeno tu, ma io, continuo a vederla…ed è così bella, amore mio "
 

Quando lei lo baciò, mi sentì  di nuovo catapultata alla realtà, tastai le mie gambe ma non sentivo più il pelo morbido di quel cane, era sparito.  Mi guardai attorno quando un forte odore di colonia mi entrò nei polmoni
 
"Non dovresti bere così, parli troppo poi"
 
Mi voltai e vidi il sorriso affilato di Alucard,  era dietro di me e si sedette sulla panchina stiracchiandosi, mi stavo per alzare e correre via quando lui mi bloccò semplicemente guardandomi negli occhi, forse aveva usato un qualche incantesimo? Fatto sta che non riuscivo a muovere più un muscolo
 
"Hai detto di volermi conoscere,  allora perché  scappi? Ti ho dovuta seguire di nascosto"
 
Sussurrò mostrandomi i denti affilati e bianchi come perle, nel sentire quelle parole capii dov’era finito quel misterioso cane nero, mi alzai in piedi indicandolo con l’indice come un detective che scova il colpevole
 
"Io... Mi hai spiato!  Eri tu quel cane! E io che ti ho anche preso dei croccantini! "
“i tuoi croccantini da discount”
“era una buona azione! Per una volta che avevo quasi sperato di aver trovato un cucciolo tutto per me!”
“io? Un cucciolo? Potevo staccarti la testa con un morso”
“non è questo il punto!

 
Lui rise di gusto incrociando le braccia al petto immobile, non aveva bisogno di respirare, sembrava così immobile, poi mi guardò e si infilò gli occhiali da sole
 
"Perché non cominciamo da capo? "
 
"Perché non... Non voglio! Per te sarò sempre quella donna che mi perseguita nei sogni, io voglio beh… Te l'ho detto, e tu come puoi dire che sono davvero io? Magari ti sbagli! E soprattutto non possiamo uscire a mangiare un gelato o bere del tè come se nulla fosse!"
 
"Io ti conosco, lo so chi sei, sei tu che lo hai scordato e comunque  non credo che una tazza di tè o un gelato mi ammazzerebbero"
 
"No, non capisci! Io voglio che qualcuno mi ami per quello che sono e viceversa, tu non...non pensi ad altro che alla guerra, uccidere ,io voglio una vita normale con…con qualcuno che non sia.. "
 
"Qualcuno che non sia un mostro"

 
Concluse  secco Alucard,  ad un tratto si rabbuiò, io sentii una fitta allo stomaco. Perché avevo detto quella cosa? Mi sentivo un idiota
 
"Un tempo vedevi così tante cose dentro di me, ma forse hai ragione,  magari eri solo una pazza.. "
 
Sussurrò lui alzandosi in piedi, quella sua espressione mi trafisse il petto come una lancia, mi sentii malissimo, tanto che riprese a girarmi la testa
 
"Alucard!"
 
istintivamente gli afferrai la manica della giacca, lui rimase fermo anche se sapevo che si sarebbe potuto liberare facilmente, stavo sbagliando tutto, sono solo un ipocrita mi veniva da piangere tanto ero scossa dalle mie stesse parole, certo, non era facile per una ragazza qualsiasi pensare ad un vampiro come qualcosa al di fuori di un mostro, ma io non sono mai stata una ragazza qualsiasi a quanto pare
 
"Stasera ci sarà una piccola festa in centro, ci sarà un piccolo luna park e ci andranno delle coppie, molte per loro sarà il loro primo appuntamento, magari.. Magari noi "
 
Lui mi osservò solenne, serio come non mai, mentre mi tirò su il viso con l'indice
 
"Non sono mai riuscito a capire cosa ti frulla per quella testolina rossa... Lily... Lorelai... Luna"
 
Sussurrò tornando a sedersi per guardarmi dritta negli occhi, come per studiarmi, sono stata davvero quelle persone? Perché lui ricorda benissimo ed io no?  Mi prese il viso tra le mani
 
"Allora, verrai con me? "
 
Chiesi arrossendo come non mai mentre il vampiro sembrò avvicinarsi per respirare il profumo dei miei capelli
 
"Prima non lo volevi uno come me"
 
"Non è questo, io voglio conoscerti, di nuovo, partiamo da zero, ti prego, voglio capire perché Lily e Luna ti amavano così tanto da superare la morte pur di seguirti…e questa cosa mi spaventa tanto, per questo  qualche volta dico cose che non vorrei dire, e mi dispiace, Alucard.."

 
Lui posò la fronte sulla mia ridacchiando
 
"Spero davvero di darti una risposta allora, altrimenti saresti tornata per nulla"
 
Sussurrò tornando in piedi mentre io continuavo a fissarlo con le gote rosse, era un bell'uomo, elegante, dai tratti spigolosi, la sua bellezza non mi era di certo indifferente, ma volevo vedere cosa c'era dietro a quel sorriso, dietro a quell'inferno che erano i suoi occhi, per me l'amore era un mistero, ricordavo solo che nei miei libri lei gli si gettava tra le braccia nei primi tre capitoli, ma era davvero così nella vita reale? Alucard mi aiutò a raggiungere la villa senza farmi vedere da Integra, entrai in camera mia per fare una doccia, mi tolsi i vestiti e mi infilai nella vasca appena riempita e per un attimo sentii tutti i miei problemi scivolarmi via. Chiusi gli occhi sospirando, chiedendomi come sarebbe andata quella serata, ad un tratto suonò il mio telefono, con la mano asciutta lo afferrai facendo scorrere il dito sullo schermo
 
"EIH, Lauren.. Come? Alla festa?  Certo mi stavo giusto preparando, verrò con Alucard... "
 

Sobbalzai sentendo la mia amica gridare da dietro la cornetta come se fosse stata appena accoltellata
 
"Potrebbe ammazzare tutti!! "
 
"Non ammazza nessuno! "
 
"È un cazzo di vampiro! "

 
"Non uno di quelli che addenta il primo che gli passa sotto i denti! Oggi l'ho trattato malissimo, gli ho dato del mostro senza motivo, dovevo dargli un occasione e l'ho invitato"
 
"Mettigli i gommini ai canini! "
 
"Non morderà nessuno, fidati"
 
"....otto e mezza sotto alla campana, OK?"
 
"Ti voglio bene~"
 
"Hai presente i gommini che mettono alle unghie dei gatti? Quelli! "
 
"OK, ok"

 
Agganciai il telefono godendomi il resto del bagno, poi uscii dalla vasca infilandomi l'accappatoio e mi sdraiai sul letto ad osservare il baldacchino sopra di me, sospirai ricordando la situazione in cui mi trovavo e la calma evaporava dal mio corpo come l'acqua che avevo addosso, stavo facendo la cosa giusta? Forse dovevo davvero lasciarmi andare un po' era anche questo che volevo dalla mia "libertà" no?  Scesi dal letto ed indossai un abito in pizzo rosa e sistemai i capelli con un nastro bianco, mi guardai allo specchio e tentai di truccarmi, per fortuna le mie coinquiline mi avevano insegnato qualcosa, un tempo per me sarebbe stato un peccato mortale indossare del trucco, ed ora eccomi, con i tacchi ed un abito di pizzo ad aspettare di uscire con un vampiro, insomma una vera ribelle. Alucard era già fuori dalla porta ad aspettare, anche se per un attimo feci fatica a riconoscerlo, aveva i capelli in ordine,  in completo da sera nero con tanto di giacca e cravatta, la camicia era invece rossa, mi guardò sorridendo e senza dire nulla mi prese la mano e la sfiorò con le labbra
 
"Credo di stare per strappare al cielo il più bello dei suoi angeli"
 
Io arrossii vistosamente allontanando la mano con la scusa di sistemarmi la borsetta
 
"Sí anche, anche tu stai molto bene"
 
Dissi mentre uscimmo dalla villa, lo presi sotto braccio, cercando di ricordare tutti i film che avevo visto riguardo al primo appuntamento,  Bridget Jones aiutami tu. Pensai  mentre attraversavamo il cortile
 
"Spero che vada tutto bene.. "
 
"Hai paura che ammazzi qualcuno? "
 
"No! Ma spero che nessuno cerchi di ammazzare noi, non pensare sempre a male"

 
"Oh spero tanto che qualcuno ci provi"
 
Io sospirai mentre lui se la rideva di gusto, camminavamo in mezzo al nulla e tutta quella oscurità mi metteva a disagio, non riuscivo a vedere la luna o le stelle e i lampioni sembravano non voler funzionare per quel tratto di strada, mi trovai a stringermi al braccio di Alucard, lui si voltò
 
"Di cosa hai paura? Sai bene che stai stringendo la cosa più pericolosa che potresti trovare nel buio"
 
Mi voltai verso di lui,  aveva ragione in effetti, ma tutto quel buio continuava a mettermi paura
 
"Hai mai avuto paura? "
 
"Certo,  per tre volte"
 
"Quali? "
 
"Una volta ero un ragazzino,  e le altre due, ti guardavo morire.. "

 
"Io ho paura di ricordare come si muore... Come sono morta? Ho sofferto? "
 

Lui si bloccò alzando lo sguardo in cielo, ignorò la mia domanda ed indicò il cielo
 
"Guarda la luna, eccola la luce, c’è una splendida Luna stasera"
 
"Alucard"

 
"Per favore"
 
Sobbalzai nel vedere il suo volto  stanco, così mi misi a guardare la luna
 
"Scusami.. "
 
"Tu sei sempre stata come la Luna, hai deciso di brillare dove tutto intorno a te era buio e freddo, ma tu continuavi a risplendere, e come per  la luna, la luce ti portava via da me,  ma ora la notte è tornata...tu, sei tornata.. Luna"
 
"io non ricordo nulla a parte quei sogni, Alucard... "

 
Non mi resi conto che avevamo ripreso a camminare ed avevamo raggiunto il luogo d'incontro con le mie amiche , erano già arrivate, entrambe con un loro accompagnatore, entrambe con gli occhi sgranati nel vederci arrivare,  le raggiunsi prima io facendo finta di abbracciarle come se non ci vedessimo da anni
 
"Vi prego ditemi che non glie lo avete detto che è un vampiro "
 

Sussurrai alle due stringendole
 
"Sta tranquilla, ti pare che rischiavamo di farli scappare via? "
 
"OK.. "

 
Mi allontanai appena,  lasciando che Alucard si avvicinasse, i due ragazzi sembrarono fare un passo indietro intimoriti dalla presenza di quell'uomo che ghignava dietro ad i suoi occhiali tondi, era molto più alto di loro e sembrava molto più grande, in confronto loro due sembravano dei liceali ed io una bambinetta delle scuole medie
 
"Ragazzi, lui è Alucard, il mio collega di lavoro"
 
Lui salutò il gruppo con un cenno del capo ed un "buonasera" scivoloso e cupo che fece rabbrividire le mie amiche, io lo presi di nuovo sotto braccio sotto gli occhi di tutti, gli strinsi la giacca mordendomi il labbro inferiore nervosamente, ci incamminammo verso il parco dove avevano allestito la festa, già sentivo la musica e le luci erano visibili in lontananza lui si chinò appena verso di me
 
"Sanno cosa sono? "
 
"solo le mie amiche, i ragazzi non devono saperlo"
 
"Non dovrebbero saperlo nemmeno loro"

 
"Sono le uniche amiche che ho e poi lo sai anche tu, hai origliato tutto il tempo, scemo di un cane.. "
 

Borbottai dandogli una leggera spinta con il fianco facendolo ridacchiare soddisfatto,  raggiungemmo il parchetto e la musica era davvero forte, non ero mai stata ad una festa così, mi ero sempre sottratta da questi eventi soprattutto perché le mie amiche portavano sempre qualcuno ed io sarei rimasta sola, quei rumori tanto forti mi infondevano un po' d'ansia, ma quando guardai Alucard lo vidi perfettamente a suo agio, come se fosse abituato a certe cose, lui mi osservò con un espressione strana, come se avesse percepito il mio disagio

“ti fa paura la musica?”

Mi punzecchiò una guancia ridacchiando, io gli scacciai la mano con uno schiaffetto sul dorso della sua scuotendo il capo
 
"no, affatto, sto benissimo!sono abituata a questo, già”

“bugiarda..”

“Ragazzi vi va di.. Ehm.. Giocare al tiro a segno?? "

 
Propose Nina cercando di rompere il ghiaccio, ad Alucard guizzo una fiamma nei suoi occhi e di nuovo mostrò i denti affilati ,tutto il gruppo si irrigidì mentre io  cercai di strattonarlo per non esagerare a mostrare i denti
 
"Certo, perché no? "
 
Ci avviammo verso il banchetto dove lasciai andare avanti le mie amiche ed i loro compagni che si offrirono come campioni per vincere loro dei succulenti premi insieme alle loro "grazie" . Li osservai sparare mentre sentivo sussultare Alucard tanto sghignazzava, io gli diedi un colpetto con la spalla,  mi parve di urtare un muro di cemento armato
 
"Attenta, ti fai male"
 
Mi scherni lui mentre mi massaggiavo la spalla cercando di non dare nell'occhio, lo guardai di rimando fingendo un espressione  scocciata
 
"Lo so cosa stai pensando, ma loro non sparano mica per lavoro"
 
"Per fortuna.. "

 
Commentò tra una risata e l'altra, io non riuscii a trattenere un sorriso ed una sensazione di orgoglio ed uno strano senso di sicurezza mi pervase il corpo come un abbraccio caldo
 
"Non far loro vedere i denti però.. "
 
"Loro non li vedono, è uno dei miei...trucchetti, le tue amiche ormai sanno, non mi sono impegnato a nasconderli a loro"
 
"Ah, OK.. "

 
Guardai i due ragazzi porgere alle loro donzelle un paio di orsetti piccini di peluche, probabilmente il premio di consolazione, a quel punto Alucard mi guardò col suo solito sorrisetto
 
"Lo vuoi quel peluche? "
 
Chiese indicando un grosso unicorno grasso e bianco con una criniera  rosa scintillante, mi chiesi come faceva a conoscere i miei gusti, o magari aveva tirato ad indovinare
 
"S.. Sì"
 
Annui mentre lui avanzava con il suo fare solenne, il mio cuore perse un battito nel vederlo così sicuro, corsi al suo fianco curiosa, lui posò una banconota sul bancone e prese l'arma giocattolo , senza aspettare la proprietaria dello stand, la caricò con un movimento secco e puntò l'arma verso i barattoli con un eleganza che mi lasciò di stucco, non mi ero mai soffermata a guardarlo combattere,  aveva una mano in tasca, abituato com'era con due pistole, scaricò il caricatore sui barattoli che caddero uno ad uno colpendo anche i barattoli dell'altro scaffale, io mi avvicinai ipnotizzata da quell'essere così fiero ed elegante,  era davvero stato l'uomo della mia vita? Lo era ancora?

“ecco a lei il suo premio”

quando la donna porse lui il peluche che desideravo scossi il capo cadendo dalle nuvole, mi resi conto di aver teso la mano verso di lui, la ritirai di scatto sperando di non esser stata notata
 
"Complimenti signorina, il suo fidanzato ha davvero una mira terrificante"
 
Io mi voltai di scatto arrossendo imbarazzata,  ma non dissi nulla, non volevo negare nulla, in fondo eravamo al nostro primo appuntamento, in quel caso cosa si dovrebbe dire? Non ne avevo la minima idea ,così in preda al panico le sorrisi annuendo e  mi limitai ad afferrare il peluche stringendolo a me,  era davvero morbido e senza pensarci mi ritrovai ad affondarci il viso
 
"Vedo che ti piace"
 
Sobbalzai tornando alla realtà, lo guardai mentre sentivo salire ancora di più il mio imbarazzo, ma lui mi posò una mano sulla testa accarezzandola piano
 
"Andiamo, bimba"
 
Sussurrò porgendomi di nuovo il braccio , anche gli altri due ragazzi si   complimentarono con lui per la buona mira, chiedendogli consigli e dritte per vincere, lui sembrava divertito da tutte quelle domande, e rispondeva con tranquillità mentre io rimasi lì a stringermi al suo braccio sotto gli occhi allibiti delle mie amiche,  raggiungemmo un piccolo stand che serviva dei waffles e tutti corsero a prendere posto entusiasti,  anche io ed Alucard ci accodammo con loro, sistemandoci su un tavolo all'esterno, io mi sedetti accanto alle mie amiche, di fronte ad Alucard, lo guardai seria quando tutti ordinarono da mangiare, ma lui sembrò non farci caso ed ordinò due waffle ai frutti di bosco con panna, io allungai la mano sfiorandogli la mano per attirare la sua attenzione, in un attimo mi ritrovai a stringerla,  ma non per qualche ricordo, forse, forse volevo davvero stringerla. Lui mi osservò ,sentii il suo pollice accarezzarmi il dorso della mano
 
"Tutto bene? "
 
"Sí ma.. Sei sicuro di volere un waffle? Oggi a pranzo non hai avuto mal di.. Di pancia? "

 
Lui ridacchiò togliendosi gli occhiali da sole, i suoi occhi mi trafissero il cuore, e la mia mano strinse ancora più forte la sua, il cuore andava ormai per la sua strada, era così allora che ci si innamorava? All'improvviso? Come quando ci si addormenta? Forse era davvero cosí. Allontanai la mano per prendere il mio piatto e le posate lo sentii schiarirsi la voce per poi asserire con il suo tono profondo e quasi sinistro
 
"Va tutto bene, non mi ammazzerà un waffle in più "
 

Disse calmo mentre prese un boccone del waffle, a me si strinse il petto aspettando una reazione di rigetto, ma lui buttò giù il boccone come se nulla fosse, io sospirai rincuorata e presi a mangiare il mio waffle, notai che le mie amiche erano impegnate a parlare con i loro nuovi ragazzi, così io mi schiarii la voce imbarazzata, forse sarebbe stato meglio ammazzare ghoul. 
 
"Hai mai... pensato di fare qualcosa nel tuo tempo libero? "
 
Lui mi osservava,  sorrise appena addentando un pezzo di waffle con le zanne,  non avevo idea di cosa dire, ma volevo fare un po'finta, che quella fosse una normalissima serata, con il mio primo ragazzo, in un normalissimo posto
 
"Sono un po' morto per fare certe cose"
 
Sussurrò lui guardando altrove con un aria quasi seccata
 
"Non essere così drammatico, in fondo,  sei ancora qui, no? "
 
"Già e.. Cosa vuoi che faccia nel tempo libero? "
 
"Leggere un libro, passeggiare all'aria aperta, giocare alla play.. "
 
"Alla che? "

 
Sospirai
 
"Te ne parlo a casa, insomma non devi stare seduto ed aspettare che ci chiamino per lavorare"

Lui posò la forchetta, guardando altrove con fare pensante, poi tornò a fissarmi facendo spallucce ed incrociando le dita riprese a parlare con tono basso e malinconico
 
"Una volta, ti ascoltavo cantare,  mi hai insegnato a suonare il piano, a ballare... L'altro giorno ho provato a suonare di nuovo il piano, ma non l'hai sentito, eri in camera, ti sentivo dormire profondamente per colpa di quelle... Caramelle"
 

Sussurrò lui strizzandomi l'occhio, io arrossii guardando altrove imbarazzata
 
"Lo sai per cosa le prendo... Io…uff non  voglio parlarne ora ok? ti prego.. "
 
Sussurrai mentre addentai nervosamente un altro pezzo di waffle, guardai altrove in silenzio, non sapeva cosa altro aggiungere e qualsiasi altra domanda si sarebbe ritorta contro di me
 
"Io eseguo solo gli ordini di Integra, per il resto sono solo un giocattolino della Hellsing"
 
Io non risposi,  ma poi sentii di nuovo la mano di lui sfiorare la mia e stringerla
 
"Possibile che sai solo eseguire gli ordini di Integra??non è da te, Alucard "
Le parole mi uscirono così, senza pensarci, mi resi conto di aver di nuovo detto una stupidaggine, come al solito, brava Luna”
 
"Tu non sai cosa accadde, io ora sono solo un arma.. "
 

Sentii la sua mano ritirarsi all'improvviso, ora era lui a guardare altrove, sembrava che qualsiasi cosa dicessimo, ci ferivano l'un l'altro o forse... Ero io? Qualsiasi cosa dicessi, cosa gli avevano fatto? Nei miei sogni era libero di fare quello che voleva, era testardo e padrone di se stesso. Ma poi ricordai quel sogno, con Lord Hellsing, quando lo sconfisse,  da quel momento non so più nulla, Hellsing gli aveva fatto qualcosa di brutto, qualcosa che lo teneva legato come un cane alla catena, un oggetto e tale era diventato
 
"Eih...torna qui..scusami"
 
Sussurrai riprendendogli la mano, mi premurai che le mie amiche fossero intente ad amoreggiare con i loro compagni,  mi sporsi verso il suo tavolo e con la mano libera gli sfiorai il mento per farlo voltare verso di me, sorrisi imbarazzata tentando di sciogliere la tensione
 
"Sono sempre stata così testarda? "
 
"Ogni volta che ti ritrovavo, lo eri sempre di più... "

 
" Non cosa ti abbiano fatto ma... Presto andremo al parco, allo zoo, andremo a pescare magari e a comprare le caramelle, niente catene, non con me, Alucard...tu hai trovato me,  ma ora io devo ritrovare te, è colpa mia, tu ci hai sempre provato con me e io ti cacciavo via, eppure ora stai mangiando un waffle per me... Mi stai regalando un appuntamento e..."
 
Non mi ero resa conto di avere il mio viso vicinissimo al suo,  me ne accorsi solo quando sfiorai la sua fronte fredda, sentivo il cuore battere forte,  socchiusi gli occhi come d'istinto mentre le mie labbra si avvicinarono alle sue, ma poi qualcosa mi spinse indietro, mi voltai e vidi la mia amica indicarmi un punto lontano terrorizzata
 
"Che vuoi?? Non stavate pomiciando?? "
 
"Mo.. Mostro!! "

 
Strizzai gli occhi, ma riuscivo solo a vedere gente fuggire, sentii poi alle spalle un ombra  che si ergeva alle mie spalle, era Alucard,  io mi alzai di scatto saltando sul tavolo e poi mi gettai tra le sue braccia per bloccarlo dal tirare fuori la sua arma
 
"No!! "
 
"C'è un dannatissimo vampiro"
 
"No,  aspetta, ti scoprirebbero"
 

Cercai di bisbigliare
 
"Resta qui, vado io! "
 
Stavo per allontanarmi ma la mano di Alucard mi bloccò, non disse nulla, lo vidi mettere una mano nel suo interno giacca, ma io gli presi entrambe le mani
 
"Ti prego scusa... Fidati di me, ce la faccio! "

 
Chiusi gli occhi ed usai il mio trucchetto, una leggera Luce avvolse le mie Mani ed istintivamente Alucard mollò la presa quando le sue mani presero a fumare, corsi verso la folla gridando a tutti di scappare, vidi un uomo dagli occhi Rossi, che so avvicinò a me con una bambina tra le Mani,  mi sorrise mostrando i canini  affilati
 
"Dopo tocca a te... Berrò il tuo sangue da puttana .."
 
Sibilò mentre Portò il collo della bimba vicino ai denti , ma io tesi la mano
 
"Elision!! "
 
Uno scudo azzurro avvolse la bambina ed il vampiro quando lo sfiorò scattò indietro come se avesse messo la faccia su una piastra rovente,  la bambina cadde ed io corsi ad afferrarla stringendola a me,  piangeva e si aggrappò al mio collo,  mi sollevai in piedi e corsi a restituirla alla madre,  per fortuna era circondato solo da un paio di ghoul
 
"Puttana...brutta puttanella schifosa.. Io ti dissanguo"
 
I ghoul si lanciarono verso di me, non avevo con me la balestra ma riuscii a ridurli in cenere con un paio di "holy light",  dovetti rotolare per evitare che il terzo mi afferrasse e riuscii ad eliminarlo,  ma mi resi conto di aver esaurito le energie,  dovevo riprendere fiato ma non potevo
 
"Eccoti qui, ora ti dissanguerò e prenderò il tuo corpo... "
 
Chiusi gli occhi quando lo vidi scattare verso di me, aspettai le zanne,  ma poi sentii il vampiro imprecare,  alzai lo sguardo e vidi Alucard ergersi di fronte a me,  si era fatto azzannare un braccio per farmi da scudo, con una mano bloccò la testa del vampiro che cercava di mollare la presa
 
"Sempre più testarda.."
 
Sussurro estraendo la pistola e sparando al mostro dritto in  fronte, per fortuna tutti sembravano essere scappati via,  tranne le mie amiche ed i loro ragazzi, che ora guardavano Alucard per quello che era, un vampiro, ma a me non importava più,  mi avvicinai a lui, che intanto si leccava via il sangue dal braccio che subito guarì,  il vampiro divenne un ammasso di sangue che venne come assorbito dai suoi piedi, si voltò verso di me guardandomi severamente, stava per dire qualcosa quando si accovacciò  tossendo,  vidi del sangue a terra ma non era stato ferito gravemente e soprattutto non  aveva mai reagito in quel modo dopo aver ucciso un vampiro,  corsi verso di lui preoccupata
 
"Alucard! È... È colpa mia?? "
 
"Forse,  era scaduto quel waffle.. "
 

Rimase immobile per un po' ridacchiando e tossendo
 
"Aspettami qui"
 
Corsi verso il tavolo e presi un coltello, feci un piccolo  taglio netto sul palmo della mano trattenendo un gridolini e tornai da Alucard, era accovacciato a guardare a terra,  respirava affannato, quando mi vide sobbalzò nel sentire l'odore del mio sangue
 
"Tieni.. "
 
"Curati subito quel taglio"

 
"No, devi bere, io non mi curo finché non prendi un sorso.. "
 
Con una mano gli sfiorai la nuca per avvicinarlo alla mia mano
 
"Ti ho fatto male ,  per tutto questo tempo, ora ho capito come posso guarirti"
 
Sentivo le lacrime salirmi agli occhi, il cuore battere all’impazzata e le gambe mi tremavano così tanto che dovetti inginocchiarmi, era questo quello che si provava davanti alla persona amata?
 
"Io e la mia testa dura, è che non ricordo com'era prima, non ricordo di aver vissuto insieme a te e finora... la mia vita è stata dentro una gabbia ed ora  voglio fare quello che fanno tutti, voglio amare e voglio vedere il mondo,  voglio vivere... Ma non voglio fare queste cose senza te, ti prego, bevi.."
 
Lo guardai per  un istante,  in quel momento,  sorride dolcemente per la prima volta,  quel sorriso mi fece balzare il cuore in gola, sentii le sue labbra sfiorarmi la mano,  vidi i denti bianchi ed affilati affiorare dalle labbra e dalla gola vidi come delle nuvolette di vapore uscire fuori e solleticarmi la pelle, come un lupo che stava per azzannare la sua preda,  si stava avvicinando alla mia pelle a fauci spalancate, ma poi con gentilezza  lui posò solo le labbra sulla ferita. Sentii un leggero torpore e di istinto mi aggrappai a lui con l’altra mano. Sentivo il sangue svicolare via,  lo osservai mentre beveva con calma,  con una delicatezza che non pensavo di vedere mai da lui,  bastarono pochi secondi e poi si allontanò leccandosi le labbra
 
"Così poco? Sei sicuro? "
 
"Sei vergine, mi basta una goccia per stare meglio, il tuo sangue è cosí dolce.. "

 
Mi voltai verso le mie amiche che ci osservavano allibite, i loro ragazzi erano scappati a quanto pare,  feci spallucce e mi concentrati a far sparire il taglio sulla mia mano
 
"Ragazze,  andate a trovare i vostri eroi, io sto bene! Vi chiamo domani"
 
"O... OK, ma tu non diventare un vampiro! "

 
Gridarono in coro correndo via, io mi voltai di nuovo verso Alucard che mi guardava con un sorrisetto malinconico
 
"Hai scordato questo"
 
Sussurrò lui tirando fuori dalla giacca il peluche che aveva vinto per me,  io lo presi guardandolo, di nuovo le lacrime presero a scendere sulle mie gote, lo guardai negli occhi,  poi gli cinsi il collo con le braccia stringendolo forte
 
"Hai visto?  Hai disobbedito ad un ordine ed hai fatto di testa tua.. "
 
Sussurrai stringendolo forte,  gli sfiorai i capelli con la punta delle dita mentre sentivo che anche lui mi stringeva a sua volta
 
"Il tuo primo appuntamento è stato uno schifo"
 
"No, non è vero,  ora comincio a capire"
 
"Cosa?"

 
"Perché ogni volta, le altre me sceglievano sempre te.. "
 
Lui ridacchiò allontanandomi appena per vedermi in viso mentre mi sollevò il mento con il pollice e l'indice, teneva ancora la mia mano per il polso e passò la lingua sui residui di sangue che avevo sul palmo 
 
"E ora,  cosa vuole fare, mia piccola  Luna? "
 
"Intanto, non ti bacio conciato così.. "

 
 gli passai una mano sulle labbra per pulire via il sangue,  avvicinai il viso e gli sfiorai le labbra, non avevo idea di come si baciava, ma poi lui mi strinse a sé con una forza disarmante, senza però farmi male, mi guidò lui nel mio primo bacio e stranamente fu davvero bello, nonostante il sapore ferroso che aveva, nonostante facesse freddo ed eravamo in mezzo a dei cadaveri, nonostante tutto, fu il primo bacio più bello di sempre e capii di non volere nient'altro che quello, volevo trovare anche io quella luce che quella donna aveva visto

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** j i n g l e ***


Quando tornammo a casa ero talmente agitata da chiudermi in camera auguarndogli a malapena la buonanotte,  passai la notte a fissare il soffitto con il cuore in gola chiedendomi a quale step fossi,  non avevo mai avuto una relazione con un uomo,  e ora avevo iniziato una storia con un vampiro e la cosa era ancora più confusionaria e soprattutto strana. Tecnicamente per entrambi sembrava come se ci amassimo da sempre,  arrivai a pensare con un sospiro che forse nemmeno Bridget Jones mi avrebbe aiutata stavolta.  Continuavo a chiedermi come mi sarei dovuta comportare con lui da quel momento in poi, forse non potevo comportarmi come un normale essere umano,  portai le mani al viso sospirando sonoramente, nemmeno mi resi conto che il sole era spuntato timidamente nel cielo uggioso d'Inghilterra. Mi rigiravo nel letto e le ore scorrevano,  era tarda mattina quando mi resi conto che Alucard non aveva fatto la sua solita capatina in stanza.  Scesi dal letto indossando un vestito comodo,  indossai un paio di scarpe bianche e dopo aver legato i capelli uscii dalla mia stanza raggiungendo la sala principale,  raggiunsi poi la sala da pranzo dove ad attendermi c'era una ragazza dai capelli corti e biondi, gli occhi rossi ed i lineamenti delicati, forse aveva la mia età quando era stata morsa. Era una giovane vampira di nome Seras Victoria, mi aveva raccontato che Alucard l'aveva trasformata ed ora lei era diventata un vampiro indipendente dopo i primi problemi col bere il sangue. Era appena tornata da una missione, infatti l'avevo conosciuta per poco tempo, ma mi sembrava una brava ragazza, o meglio, una brava vampira. 

"Hey Luna! "

"Ciao Victoria, ben tornata! "


La salutai sedendomi accanto a lei,  la vedevo sorseggiare una sacca di sangue A+ mentre io mi versai un po' di tè ed afferrai un paio di biscotti


"Allora, come è andata la missione? "


"Tutto bene, sono appena tornata dall'ufficio di Integra,  e tu?  Ancora scappi da Alucard? "


"Io... Beh fino a ieri sí, poi ieri sera siamo usciti insieme,  sai, come una coppia normalissima, ho voluto vedere cosa sarebbe accaduto ad avere un appuntamento con un vampiro e,  ci hanno attaccati ad un certo punto, ma non ci sono state molte vittime , lui ha bevuto un po' del mio sangue perché gli aveva fatto male il waffle e io l'ho baciato. Comunque hanno morso due persone,  se ne occuperanno i militari ma essendo ghoul non c'è più il loro corpo, sai come funziona la mia "magia" "


Mi resi conto che il mio racconto era al quanto confusionario e strano, tanto che lei mi osservava con fare divertito, ma sobbalzai quando Seras sputò il sangue che stava bevendo, le stava uscendo anche dal naso come se qualcuno le avesse dato un pugno in faccia, mo guardò ad occhi sbarrati, sbigottita come mai prima

"Cosa?? "

"Sta tranquilla !riposano in pace ora"

Risposi pensando a tutti i ghoul che avevo "esorcizzato", sperando che fosse questo il motivo della sua sorpresa, ma sapevo bene che non era quello il "problema"

"Ma che hai capito.. Hai baciato il padrone?! "

"Ah! Beh, sí... "

Victoria mi guardava allibita dietro a quelle iridi , rosse come quelle di Alucard,  Sospirai prendendo una tazza di tè,  ci lanciai un paio di zollette e versai il liquido caldo che avrebbe alleviato le mie ansie

"Ora dov'è? "

"Non lo so, credo sia nel suo sotterraneo, non esce quasi mai se non per le missioni o per te, di recente"

Sospirai prendendo un biscotto mentre la mia amica sorseggiava la sua dose di sangue mattutino osservandomi con la coda dell'occhio mentre io lasciavo sgretolare il biscotto nel mio tè

"Forse dovrei andare da lui? Come ci si comporta dopo? "

"Non chiederlo a me, io sono sempre stata incapace,ma tu mi hai raccontanto di averlo visto nei tuoi sogni"

"Sí io, credo di aver vissuto in un altro corpo, in un altra vita, Alucard sembra ricordarlo ma a me restano solo questi sogni, io.. "

Stavo per dire altro quando Integra entrò nella stanza insieme ad un gruppo di uomini vestiti con abiti eleganti e all'apparenza costotissimi, non riuscivo a capire cosa si stavano dicendo ma Victoria sembrava invece origliare con attenzione

"Terranno una riunione importante dopo pranzo, credo che dovremmo organizzare le forze armate e difendere la villa da eventuali scocciatori"

"Devo avvertire Alucard? "

"Lo sa già, tranquilla, ma se vuoi una scusa per scendere, va pure, io gli chiederei una spiegazione, se quella donna eri davvero tu o magari una tua antenata"

Mi disse dandomi una pacca sulla spalla. Pensando alla mora che mi sarebbe comparsa di lí a breve,mi voltai verso di lei insicura sul da farsi, non avevo idea di cosa aspettarmi, ma dovevo decidermi,  così bevvi tutto d'un sorso il tè cacciandomi un paio di  biscotti in bocca ed uscii dalla stanza stando attenta a non beccare quel gruppo di uomini importanti.  Scesi le scale dopo aver chiesto indicazioni a Walter, non volevo perdere la mattinata a girovagare senza meta alla ricerca della stanza giusta,  raggiunsi i sotterranei e notai che la stanza di Alucard era una sorta di prigione ,mi si strinse il cuore, ma poi cercai di pensare che magari era stato lui a scegliere un posto così tetro e umido dove stare, magari era proprio dei vampiri scegliere un determinato posto per dormire.  Deglutii a fatica, avevo il cuore che mi batteva  all'impazzata scalciando nel petto come se volesse spaccarmi la cassa toracica e scappare via da questa situazione,  la testa mi vorticava. Ma la cosa peggiorò quando sentii il mio nome sussurrato da a dietro alla porta

"Luna...cosa ci fai qui? "

Immaginavo mi avesse sentita,a momenti potevo sentire anche io il mio battito

"Io, volevo.. "

"Entra,bambina.."

Aprii la porta affacciandomi e vidi al centro della stanza un trono di pietra  dove Alucard stava seduto comodamente,  chissà come. Accanto a lui un tavolino con una bottiglia di quello che poteva sembrare comune vino rosso.  Lo osservai stando ancora lontana da lui pensando che fosse tutto in ordine,ma poi notai qualcosa di strano

"Eih.."

Lo oaservai meglio e vidi del sangue rigare il viso del vampiro,delle righe scarlatte gli scendevano dagli occhi fino alla mascella, per unirsi in un unico rivolo sulla gola. Corsi verso di lui allarmata, quasi inciampai nel farlo, lui mi guardava con un lieve sorriso come se nulla fosse

"Eccoti.. "

"Che è successo Alucard?? Sei ferito??"

lui scosse il capo annoiato

"Credo di aver sognato, ma, è un assurdità "

Era così aperto e sincero con me, mentre agli altri non parlava mai se non per insultarli.  Per non parlare dei comuni militari, dovevano scansarsi o gli passava attraverso come un fantasma tanto erano insignificanti per lui. Ed ora eccolo lí a dirmi la verità, a sfogarsi come una persona viva, normale,un umano.  Quelle erano... Lacrime?  Sospirai preoccupata, inclinai il capo mentre tentai di asciugargli il sangue dal viso tamponandolo con un fazzoletto, lui mi osservava in silenzio, con un sorriso che mi spiazzò,  gli accarezzai il viso come ipnotizzata

"Alucard.."

"Cosa c'è? "

"Cosa sognavi? "

Lui scosse il capo guardando altrove annoiato, le labbra si dischiusero snudando le zanne in un sorriso sarcastico mentre il corpo si scosse in una risatina , tornò quindi a guardarmi 

"Non credevo di poterlo più fare in realtà"

Temporeggiò accarezzandomi il viso ed i capelli con la punta delle dita,  lasciandomi di nuovo immobile col cuore che batteva forte nel petto,  le mie mani posarono il tovagliolino e gli presi il viso pulito e pallido tra le mani

"Piccola stai calma,ti sta per scoppiare il cuore,va tutto bene"

in un attimo mi prese  in ginocchio sulle sue gambe e mi ritrovai  ad accarezzargli il viso. Quando me ne resi conto stavo quasi per cadere indietro con un sobbalzo per l'imbarazzo, per fortuna Alucard mi sostenne la schiena con una mano

"Va tutto bene, lasciati andare, non avere paura di me,almeno tu"

Mi sussurrò con il suo tono profondo,  aveva una nota di dolcezza rispetto a quando parlava con gli altri, quando fui più vicina a lui, mi accorsi che aveva gli occhi stanchi, in fondo a quel mare di sangue, mi parve di vedere qualcosa di piú profondo, più bello,  ma anche più malinconico, sentii il dolore in quegli occhi di brace

"Scusami, non.. Non so come.. "

"Comincia con un bacio.. "

Sussurrò mentre posai la fronte sulla sua annuendo

"Non mordermi,OK? "

Lui ridacchiò attirandomi gentilmente a sè, scosse il capo

"Non oserei"

Sussurrò baciandomi piano le labbra,  mentre la sua mano premeva sulla mia schiena, in un attimo di lucidità capivo che stava evitando ulteriori domande riguardo al sogno, ma non mi dispiaceva affatto quel bacio. Quando lui si allontanò piano, riprese a guardarmi dietro a quegli occhi color rubino,  mi sorrise,  io lo guardai con fare stralunato, come in un sogno, poi però, istintivamente sorrisi anche io 

"Cosa hai sognato? "

Chiesi all'improvviso  mentre gli tiravo indietro i capelli con la mano a pettine per scansarglieli dal volto

"Sciocchezze di una vita passata"

"Con me? "

Lui tornò serio,  guardando altrove,  vidi un velo di tristezza scivolargli sul bel viso, io lo presi gentilmente con le mani a coppa per portarlo di nuovo verso di me, mi osservava, sembrava intimorito da quella domanda, preoccupato 

"Sono qui,va tutto bene...guardami"

Sussurrai sorridendo,  gli accarezzai il viso gentilmente, delineandone i tratti affascinata, osservando quella creatura così elegante e possente mentre le sue mani mi sostenevano i fianchi, lo baciai piano, inevitabilmente attratta da lui

"Mi senti? "

Volevo sapere chi sono stata, le parole di Victoria mi avevano fatto pensare che forse era solo una mia antenata (identica a me) volevo conoscere la mia storia e per farlo avrei dovuto dare qualcosa in cambio, avrei dovuto credere in quelle storie e comportarmi di conseguenza. Avrei scoperto la storia dei miei antenati?  O magari avrei ricordato la mia storia. Il vampiro annuí nascondendo il viso tra le mie mani 

"Raccontami la nostra storia, ti prego, Alucard.. "

"Vuoi davvero ricordare? Non volevi cominciare da zero? "

"Beh, sarebbe comunque ricordare un inizio forse tu ricordi una mia lontana parente che ti amò e io ora vivo del suo ricordo,o forse ero davvero io?"

Sussurrai incerta facendo spallucce,  sentii le sue mani prendermi il viso gentilmente, sentii uno strano calore  nella mia testa

"Allora te lo farò vedere..."

Sussurrò lui,  e in un attimo, la mia mente si vuotò e le palpebre si facevano sempre più pesanti. Caddi di nuovo nel sogno, lo sapevo perché, subito prima di perdere i sensi sentii una fitta al petto e un nodo alla gola, come ogni volta. 

C'era sangue ovunque,  la battaglia era appena terminata, una donna camminava a piedi nudi tra i cadaveri, aveva indosso un abito bianco che faceva risaltare i suoi capelli di fuoco ,  sembrava una sacerdotessa, una cavigliera le tintinnava ad ogni passo mentre gli occhi  vagavano per il campo do battaglia con attenzione, insieme a lei altri uomini sembravano cercare qualcosa,  alcuni raccoglievano armature, gioielli, monete ed armi,  ma lei chiudeva gli occhi ad ogni soldato massacrato, nom sembrava badare alla fazione cui apparteneva.  Poi ad un tratto si bloccò,  un soldato era ancora vivo,  ferito gravemente al petto,ma vivo. La osservava dietro ad una massa di capelli neri,  ma lei vide chiaramente i suoi occhi azzurri e fieri,  non si era accorta che l'uomo aveva rubato l'armatura di un altro soldato,  l'armatura del nemico.  La giovane si chinò su di lui, gli sfiorò il viso e notò una collana legata al suo collo. Il soldato cercò di fermarla ma lei vide chiaramente una croce,  una voce gridò qualcosa nella lingua del nemico , la giovane con uno scatto staccò la croce di legno gettandola altrove verso un altro cadavere,  quando si voltò un uomo si avvicinò a loro

"Vattene Lily, lo ammazzo io questo"

"No! Non è un nostro nemico! Lo porterò nel villaggio,è un nostro soldato!"

"Stupida, cosa ce ne facciamo di un moribondo? "

"È un soldato! Ha combattuto per la nostra patria! Voi continuate a saccheggiare, prendete anche la mia parte,ma lasciatemi portare via lui"

L'uomo sembrò rifletterci su, ma poi sorrise furbo e tese la mano col palmo aperto in attesa del suo pegno

"E sia,  mi darai quello che hai raccolto ed io chiuderò un occhio.."

In realtà la giovane non aveva raccolto nulla, cosí frugò Bella sua borsa e donò loro una Croce argentata, il soldato sussulto nel vederla

"É tutto quello che ho trovato ,era Bella tasca do uno dei soldati nemici"

L'uomo. La afferrò sbuffando insoddisfatto mentre la afferrò con poca grazia e le diede un morso per accertarsi del valore della lega

"Allora poi deciderò cos'altro prendere da te, intanto portatelo via.. "

La ragazza corse a chiamare il suo cavallo,  si chinò verso l'uomo in fin di vita e gli scostò i capelli dal viso guardandosi intorno,  poi tornò a fissarlo,  lui allungò una mano verso di lei, sembrava in stato confusionale

"Dio... Allora...hai mandato il tuo angelo a prendermi... "

"Resistete soldato, non morite ora che è finita"

Lily non badò a quelle parole e a fatica fece salire il soldato sul suo cavallo,  anche lei salí spingendolo in una corsa sfrenata verso un piccolo accampamento,  fece stendere l'estraneo nella sua tenda e gli tolse l'armatura per vedere la gravità delle ferite. Corse fuori a raccogliere stracci ed acqua calda,  frugò nella sua borsa alla ricerca di erbe mentre borbottava parole quasi insensate ed ogni tanto osservava il soldato. Lui era immobile a fissarla, solo il movimento del petto le assicurava che era ancora vivo.  La giovane creò in velocità un decotto e lo posò sulle ferite leggere, mentre ne dovette cucire un paio.  Gli fece bere un altro decotto dicendo che era per la grande perdita di sangue.  L'uomo non disse più nulla per tutto quel tempo. Poi mentre la giovane lo fasciava lui le fermò la mano esile e bianca

"Perché mi salvi? "

"Perché nessuna vita può essere gettata via"

Disse lei con una semplicità disarmante 

"Ho conosciuto una persona, mi disse che il loro Dio era buono, gentile, che avrebbe salvato tutti... E anche io voglio salvare tutti quelli che posso"

Concluse lei finendo di bendare l'uomo e posandogli una mano sulla fronte sospirò preoccupata

"Avete a febbre"

Sussurrò posandogli un panno freddo sulla fronte

" qual'è il vostro nome? Bravo soldato? "

Lui rimase un attimo in silenzio

"Credo.. Adam"

Sussurrò poi chiudendo gli occhi stanco,  la giovane sorrise dolcemente cambiandogli il panno con uno nuovo fresco

"Io sono Lily"

"Nome esotico.. "

"Già "

Lily vegliò sull'uomo per tutta la notte,  finché non vide di nuovo il suo respiro regolare e la fronte tiepida,  a quel punto la ragazza si rannicchiò su un lato addormentandosi stremata. Il mattino dopo Il soldato era seduto, ancora confuso si guardava intorno, ricordava la sconfitta, ricordava il dolore e ricordava una croce,  che lo aveva riscattato dalla morte,  e poi,  capelli rossi e profumo di giglio, pace, calma. Quando si voltò vide Lily che dormiva serena al suo fianco,  con lo straccio bagnato ancora tra le mani. Lui tese la mano scostando i capelli della giovane sospirando,  era così bella,  cosa ci faceva in mezzo a quella miseria?  In mezzo a quei barbari?  Sentí il tintinnio del bracciale dorato che portava alla caviglia

"Lily"

La giovane sobbalzò appena,  voltandosi piano poi verso l'uomo che si faceva chiamare Adam

"Adam,  come state? "

"Mi hai salvato ragazzina.. "

Lily si mise a sedere tirando indietro i lunghi capelli con entrambe le mani ed osservò l'uomo con un sorriso gentile,  conuna mano gli sfiorò la fronte

"La febbre sta scendendo, dovete rimanere a letto almeno un paio di giorni"

Lui la osservava ancora confuso, stava per alzarsi e scappare, ma dopo l' ennesima fitta al petto decise di seguire i consigli della straniera che intanto si alzò in piedi scrollandosi di dosso del terriccio. Aveva gli abiti sporchi di sangue e strappati sul fondo della gonna, un tempo dovevano essere di un bianco accecantel

" vado a lavare questi,  vi porterò qualcosa da indossare, non deve essere comoda quella cosa lí"

"Perché mi stai aiutando? "

Lily si avvicinò di nuovo a lui

"Io non lo so... Datemi della pazza ma credo di aver visto un miracolo in voi,  forse Dio vi vuole in vita e io devo dargli una mano ad esaudire il suo desiderio"

"Dio ha sempre voluto il mio dolore,  ragazzina"

"Eppure siete ancora qui"

Rispose lei sorridendo ed uscendo dalla tenda canticchiando,  la voce di quella giovane fece stringere il cuore dell'uomo, che si sollevò per guardarla andar via, poi tornò a terra per il troppo dolore. Passarono delle ore e la giovane tornò con del cibo che offrì allo straniero, mangiarono in silenzio, lei non gli chiedeva nulla,  dopo aver recitato con un filo di voce una preghiera prese a mangiare guardando altrove, ma lui notò le sue parole sebbene bisbigliate

"Quindi.. Sei Cristiana"

"Shhh... "

La giovane balzò verso di lui tappandogi la bocca con le piccole mani, il suo tocco era dolce, delicato e profumava di fiori selvatici

"Mi ucciderebbero se scoprissero la mia religione, come ucciderebbero te.. "

"E allora perché mi hai salvato? "

"Perché saresti morto"

"Ma sai che sono tuo nemico"

La giovane sorrise dolcemente inclinando il capo,  quel sorriso fece sussultare il conte

"Non oggi, bravo soldato...io non sono nata qui, sono stata comprata come schiava tempo fa, quando ero bambina, vivevo a nord, nella Valacchia con mia madre, lei mi vendette ad un uomo crudele, mi portarono qui e...io riuscii a scappare spacciandomi per sacerdotessa della loro religione, la croce che ho dato in pegno poteva sembrare rubata da qualche soldato, in realtà era mia,  me la dette mia madre chiedendomi perdono"

"E tu l'hai donata per me? Uno sconosciuto.. "

Lei non si scompose, fece spallucce guardandolo con fare comprensivo,come se fosse normale la sua domanda,come se se l'aspettasse,sospirò piano prendendo un sorso d'acqua

"Ho scambiato una croce, non la mia anima,  ed ho ottenuto la salvezza di un altra anima..non mi pento di quello che ho fatto"

Disse calma tirandosi indietro una ciocca di capelli

"Il tuo nome.. Posso sapere il tuo vero nome? "

"Vlad..Drakul Tepes,  principe di Valacchia"

Asserí con calma prendendo un morso da una mela rossa,  prese ad osservare la giovane che intanto le sistemò una ciocca di capelli rossi scomposta.Lui aveva i capelli lunghi ed una barba incolta,  era stato in battaglia per tanto, troppo tempo, lei  sobbalzò appena nel sentire quel nome,lo guardava con sorpresa, ma poi si avvicinò a lui, posando le mani sul suo petto con stupore

"Voi... Siete il principe di Valacchia? "

Sussurrò con un filo di voce

"Allora un giorno mi porterete a casa? Io...voglio essere libera,io voglio andare via di qui...noi donne siamo come animali per loro"

Continuò lei mentre una lacrima le rigo il viso ed il suo corpo si chinò sopra a quello di lui che con un dito raccolse la lacrima e se la portò alle labbra annuendo

"Mi hai salvato la vita, ti porterò via da qui"

Sussurrò accarezzandole i capelli con una mano, con lo sguardo perso in chissà quali ricordi, sembrava malinconico mentre sfiorava il viso della ragazza

"Siete il mio dono dal cielo"

La sua voce era leggera, tremante e candida come il canto di un pettirosso,  si portò la mano al viso baciandola piano con gratitudine, l'uomo sorrise appena

"No... Tu sei il mio"

Passarono i giorni e Vlad si riprese quasi completamente grazie agli impacchi  e alle erbe mediche che la giovane conosceva bene. I due svilupparono giorno dopo giorno un intesa ed un equilibrio che non passsava inosservato al resto degli abitanti. Lei andava a prendere le erbe e lui andava a caccia, attendendo quel tintinnio che annunciava il ritorno di lei. Quando lei tornava, entrava nella tenda con un gran sorriso e le donne curiose potevano sentire le risate e le effusioni che si scambiavano i due misteriosi amanti,nessuna di loro veniva trattata cosí dal proprio marito,la loro cultura non lo concepiva.Ogni giorno si recavano nei pressi della loro tenda per origliare. 

"Eih.. "

Vlad si voltò verso la giovane allungando una mano per tirarla a sè e stringersela contro il petto,le mani di lui le sfiorarono il corpo morbido e profumato,ma quando si avvicinò alle gambe sentí la ragazza sussultare e tremare come un coniglio spaurito,subito l'uomo le prese il viso con una mano preoccupato

"Che c'è, tesoro mio?"

Lily si voltò verso di lui baciandolo sulle labbra, ma poi sospirò con un espressione triste

"Quando ero piccola, mi vendettero ad un uomo crudele, mi picchiava, voleva il mio corpo.. "

"Ti ha.. "

"No,sono scappata prima che accadesse,ma ne ho ancora un terribile ricordo"

Lui sorrise dolcemente spingendo il corpo di lei contro il suo, le mani della ragazza gli sfioravano i muscoli possenti fino ad arrivare ai capelli scuri,aveva ancora la barba, a Lily piaceva e se l'era lasciata incolta per lei.

"Allora accadrà quando tu lo vorrai,sarai una principessa,mai piú schiava o fuggitiva"

"Andremo a casa.."

Lui le baciò la fronte stringendola. A sè,  ma poi qualcosa cambiò, tutto diventò bianco,  quando riapparvero delle ombre,  vidi l'uomo combattere inutilmente contro delle guardie turche,lasciando scappare Lily . Lo portarono via,  camminò scalzo e coperto di stracci per giorni,inciampando,cadendo senza forze, fino al suo patibolo, a seguirlo,una piccola folla incuriosita,in mezzo a loro,un lieve tintinnio echeggiava solitario. Li seguiva infatti una ragazza con una cavigliera dorata ed i capelli rossi, ed il viso coperto da un velo dietro al quale scendevano lacrime. Quando stava per giungere il momento,  la giovane non riuscì  a resistere e corse verso di loro 

"Vi prego non uccidetelo!abbiate pietà! "

Ma questo peggiorò solo le cose,  le guardie la afferrarono dichiarandola colpevole di tradimento, la portarono sul patibolo facendola inginocchiare di fronte all'uomo che la guardava in preda al panico 

"Lasciatela andare!!  È innocente"

Gridava lui mentre veniva spinto con la testa su un tronco, Lily piangeva spaventata, in ginocchio, piena di ferite e lividi, poi guardò Vlad, per un attimo si calmò e sorrise appena 

"Lei morirà come muoiono gli agnelli del vostro Dio"

Sussurrò una guardia, la ragazza non smetteva di fissare Vlad che cercava di liberarsi dalle catene

"Anche se per poco...sono stata una principessa
...anche se per poco... Dio mi ha donato tutto ciò che volevo...una casa ed un amore vero.. Addio amore mio.. "

La lama le passò lungo la gola e un rivolo di sangue scivolò copioso davanti all'uomo che gridava dal dolore ,gridò il suo nome e strinse i denti ,il dolore era troppo per la perdita di quel fiore tanto delicato quanto sventurato,della donna che amava, lei cadde a terra in silenzio,con un ultimo tintinnio, gli occhi ambrati si chiusero lentamente

"Che tu sia dannato..che tu sia maledetto... Hai ucciso uno dei tuoi angeli più belli...mi hai lasciato solo per tutti questi anni... io ti odio
."

Sussurrò lui chinandosi a leccare il sangue della ragazza, lo bevve pochi istanti prima che la scure si abbattesse su di lui, in quegli attimi,  i suoi occhi si tinsero di rosso

----

Era notte fonda e pioveva a dirotto a Dublino, la figura ammantata del viaggiatore camminava in mezzo alle colline con fare stanco mentre la pioggia grondava dalla sua cappa di pelle.  L'uomo avanzò verso l'entrata din una locanda, spalancando la porta  entrò a grandi passi nel salone, tutti si voltarono,  lui alzò il capo e ricambiò lo sguardo dei presenti costringendoli a riprendere la loro attività e a guardare altrove. Tutti si voltarono ad osservarlo, ma qualcosa fece sobbalzare l'uomo: un lieve tintinnio, di una cavigliera dorata sulla caviglia di una giovane cantante. Aveva il microfono stretto tra le dita affusolate, le labbra erano rosse come una rosa appena nata, i capelli altrettanto rossi raccolti dietro alla testa arricchita da una tiara dorata,  aveva un abito bianco con dei ricami dorati ed un paio di ali dietro alla schiena, lo osservava come incantata e lui fece lo stesso,  poi si avvicinò lentamente a lei,  raccolse una rosa da un vaso sul tavolo e dopo avervi posato un bacio la posò ai piedi nudi di lei, sfiorando quella cavigliera dorata. 

"Ti prego, canta per me,piccolo angelo"

La giovane annui mentre prese a cantare un antica canzone irlandese, la sua voce era leggera e delicata come quella di un usignolo,  per un attimo il vampiro si senti di nuovo vivo dopo tanto tempo. Si sedette di fronte a lei,  gli venne servita della birra, lui la lasciò ad un ubriaco dietro di lui e prese una fiaschetta da dentro il cappotto, lo versò su un bicchiere vuoto, sembrava vino, ma non lo era,nessuno però sembrava sospettare che fosse altro.  Osservava la ragazza con sguardo nostalgico, rimase lí per tutta la serata finché la giovane scese dal palco, stanca ma sorridente, lo osservò mentre il locale prese a vuotarsi, si sedette di fronte a lui, fissandolo come per studiarlo,  appoggiandosi al tavolo,  il vampiro non rispose, sorrise alla giovane e prese ad applaudire. 

"La tua voce mi mancava quanto il tuo sorriso "

Sussurrò lui tendendo la mano verso di lei,  la giovane socchiuse gli occhi confusa

"io... Vi conosco?"

"Non in questa vita... "

La mano di lei si tese per sfiorare quella di lui, mentre i suoi occhi si perdevano in quelli infernali di lui, ma non aveva paura,  la mano le tremava, il cuore batteva forte, ma non aveva paura di quell'uomo. In qualche modo, sembrava lasciarsi andare a quel forte istinto di nostalgia e curiosità 

"Eri nei miei sogni, ma... I tuoi occhi erano azzurri.. Perché sei qui? "

Lui le accarezzò il dorso della mano gentilmente, massaggiandola con il pollice, chiuse un attimo gli occhi sosprando

"Che tu ci creda o no, neanche io sapevo che tu fossi qui"

Ammise tornando a fissarla

"Ma ora io sono qui e tu...Dio solo sa come sei tornata da me... Sei  una ragazzina ai miei occhi, sei una giovane anima ancora... Ancora umana..non so chi ti abbia portato indietro, quei sogni, che tu ci creda o no erano veri, ricordi di una persona che io amavo tanto, sono tuoi ora e forse... Forse tu.. Sei ancora tu.. Lily"

"Il mio nome è Lorelai.. Signore,non so se quella donna ero io ma,i tuoi occhi, la tua voce ed il tuo viso...sento che mi stai spaccando il cuore, sento una nostalgia insopportabile... Ma non ricordo il vostro nome"

"Il mio nome è Vlad Dracul Tepes... e tu.. Lorelai, cosa farai questa sera? "

"Credo... Che dividerò una birra con te... "

Il vampiro sorrise sollevato dalla risposta della giovane rossa che si fece portare una birra,  ne prese un sorso e sorrise dolcemente mentre una lacrima le rigava il viso,  le dita di lei si intrecciarono con quelle di lui, la giovane cmsussultó appena ed i suoi occhi divennero dolci, pieni di nostalgia e ricordi

"Bentornato, bravo soldato. ."

Vidi di nuovo un rapido cambio di scena,  attimi veloci,  di.. Quella ragazza... No.. Di me ed Alucard in un altra epoca, in un altra vita. Lui mi accolta in casa sua a Londra, una reggia dove dava balli e feste,  sembravo felice, danzavo con lui, sorridevo, non mi sentivo sola. 

*quando dormivi,  andavo a nutrirmi, non potevo farne a meno, non ci riuscivo. Questo attirò le attenzioni della gente, soprattutto, di un uomo che portava il nome di Van Hellsing,  mi attirò con un inganno, alla luce del sole ero ancora debole ma... Era una tua lettera che mi invitava a trovarci al cimitero, sapevo che non eri tu, ma sapevo anche che eri in pericolo*

E a quel punto la visione si congiunse con il mio sogno, ma quando il mio sogno si interrompeva, il suo proseguiva. Hellsing stava per trafiggere definitivamente Alucard, ma Lorelai, io, presi la freccia al posto suo, lasciando l'uomo frastornato, in punto di morte, Lorelai sussurrò qualcosa tra le braccia del conte, anche lui stremato.

"Tu sei più di questo amore mio.."

"Non lasciarmi di nuovo.. "

"Magari presto...in un altra locanda...so che mi troverai.."

Un altra luce,  poi,  mi ritrovai di nuovo in quella stanza,  seduta sulle gambe di Alucard con il volto rigato dalle lacrime e le mie mani aggrappate alla sua giacca fino a farmi male alle dita, avevo le nocche bianche tanto stringevo.  Lo guardai,  sembrava sereno, mi asciugò le lacrime con il palmo della mano guantata, quel guanto che lo teneva prigioniero, sorrise comprensivo dato il carico di ricordi che mi aveva gettato nella testa come una secchiata d'acqua e ghiaccio

"Ecco, in fondo abbiamo avuto abbastanza primi appuntamenti.. "

Annui piano mentre un turbine di emozioni mi dilaniavano l'anima, quei ricordi, li sentivo prendere posto nella mia testa, mio soldato... Mio Conte...

"Alucard.. "

Sussurrai stringendolo forte,mi strinsi al suo petto in lacrime

"Non voglio che mi portino via ancora...e se non dovesse più accadere?"

"Che ci provino, io non lo permetterò più... "

Sussurrò mentre mi accarezzava la schiena per calmarmi, presi a piangere di nuovo, stri gendolo forte,  rimanemmo così per diversi minuti, quando mi calmai mi convinsi che stavolta sarebbe andato tutto bene.  Alucard era ancora più potente ed io avevo acquistato come un nuovo potere e non ero più indifesa come una volta. 

"
I'll swim and sail on savage seas
With never a fear of drowning... "

Mi scostai indietro guardandolo negli occhi sorpresa,  stava canticchiando una canzone? Lui non disse nulla,  con una mano mi spinse di nuovo tra le sue braccia,  io mi strinsi di nuovo a lui fissando la candela davanti a me,  la mente in subbuglio di nuovo,  dietro all'eco di quella melodia.

"And gladly ride the waves of life
If you would marry me
No scorching sun nor freezing cold
Will stop me on my journey... 
If you will promise me your heart"

"And love me for the eternity... "

Sussurrai io tornando a fissarlo,  gli spostai una ciocca di capelli da davanti al viso accarezzandolo poi cpn il palmo della mano,  lui sorrise mostrando una fila di denti affilati come coltelli

"Te la sei ricordata.. "

Annui piano quando ad un tratto la porta della segreta si apri,  Walter entrò con un inchino mentre io balzai a terra finendo col sedere sul marmo, Alucard ridacchiò vedendo la mia reazione e quella imbarazzata di Walter

"Perdonatemi ma.. La signorina deve raggiungere le guardie al cancello, in avanguardia"

Sentii Alucard sobbalzare e stringere i pugni in uno strano impeto di rabbia

"Lei non si muove da qui"

"Alucard, sono ordinindi Integra"

"Lei non farà un singolo passo"

"Alucard, stai calmo... che succede? "

Chiesi confusa guardandolo

"Non sono una coincidenza i miei sogni, tu resterai qui, non rischierai la vita"

"Ho sempre rischiato la vita combattendo i ghoul,  eppure non dicevi nulla! "

"Eri al mio fianco, nulla ti avrebbe sfiorato"

Sussurrò lui quando il telefono squillò,  Alucard alzò la cornetta ed ascoltò in silenzio, riuscivo a sentire a malapena la voce di Integra che gli gridava contro,  il suo viso sembrava sofferente, il guanto si illuminò all'improvviso e sembrava fargli male da come stringeva i pugni. Io sospirai, presi la cornetta e la portai all'orecchio

"Arrivo Integra, per favore non fargli questo...lascialo stare"

"Senti ragazzina, non so chi tu sia o perché Alucard ti stia tanto a cuore, lui è il mio vampiro e se non obbedisce verrà punito"

"Ho capito ma la smetta! Io conosco Alucard da molto più tempo di tutti voi e non vi permetterò di trattarlo come un oggetto"

Misi via il telefono senza aspettare una risposta e presi il viso di Alucard tra le mani,  gli scansai i capelli e posai la fronte sulla sua

"Andrà tutto bene... Ora so combattere, non farti trattare in questo modo, non posso vederti cosí...sei mio e solo mio.."

Sussurrai baciandolo sulle labbra

"No.. "

"Ti prego,fidati di me"

Vidi lui posare le mani sulla mia schiena, scivolando sulle mie spalle si aggrapparono ai miei vestiti, poi mi baciò la fronte

"Se succede qualcosa, correrò da te"

"Certo..ci conto.."

Sussurrai baciandolo di nuovo sulle labbra, gli accarezzai il viso dolcemente, temporeggiando,  come se non volessi andare via da lui, infatti non avrei mai voluto. 

"Time from me passes on, and I'm growing old
a lifetime nearly gone, I cannot unfold...nights dark and cold
but warm is your hand in mine, feeble with ageless time
the light of love still shine After All These Years"

Cantai una canzone che mi tornò in mente come un lontano ricordo, mi alzai, allontanandomi da quella stretta e seguii Walter, avevo un brutto presentimento, ma dovevamo seguire gli ordini,  almeno per il momento,  mi ricordai all'improvviso che quando mi trovarono al vaticano,  avevo accanto a me una cavigliera dorata, che ora è dentro al mio cassetto, non amavano che la portassi, quelli di Iscariota la vedevano come un peccato, uno strumento da donnacce,  ma prima di prendere posto, corsi in camera per indossarla,  mi sentii felice,  perché  sapevo che Alucard l'aveva già  sentita,e magari...stava sorridendo. 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** r a i n d r o p s ***



Eravamo davanti al cancello della villa, tutti I soldati stavano parlando tra di loro buttandomi ogni tanto uno sguardo di soppiatto per continuare poi a sghignazzare con il loro compagno di turno. Mi limitai a fare una smorfia tornando quindi ad osservare altrove, ero da sola, Seras e Walter erano tornati nella villa a controllare l’interno, ma perché proprio io dovevo stare lì’a fare la guardia? E proprio in prima linea poi, come se fossi anche io un super vampiro. Mi chiesi come stava Alucard, se forse era preoccupato per me, era strano pensare a lui preoccupato per qualcosa. Il suo cinismo ormai mi sembrava una quotidianità, almeno fino a quando non abbiamo cominciato ad “uscire” insieme. Sospirai sedendomi su una panchina, presi dalla mia borsa un succo di frutta e rassegnata mi appoggiai allo schienale con un sospiro. Passarono un paio di ore ed io mi ero ritrovata a passeggiare lungo il viale tanta era la noia, quando da lontano notai due figure che camminavano tranquillamente. Mi bloccai indecisa se tornare indietro o andare loro incontro, i due mi tolsero il dubbio quando sentii la voce di uno dei due gridarmi contro

“eih puttanella! Sei venuta qui per scortarci alla villa, eh?”

Sobbalzai sentendomi chiamare in quel modo, il tizio di fronte a me sembrava un punk uscito da qualche discoteca malandata, mentre l’altro era il suo opposto, un uomo elegante vestito di bianco con lunghi capelli dorati ed un paio di occhiali, uno aveva la pelle chiara, l’altro sembrava aver fatto diverse lampade. Mi bloccai osservandoli mentre si avvicinavano

“chi siete?”

Chiesi puntando la mia balestra contro di loro, ma questi sembravano quasi divertiti, mentre l’altro estraneo si fece avanti sventolando una mano

“ci perdoni signorina, io sono Luke Valentine e lui è mio fratello, Jan Valentine, lo so, non mi somiglia per nulla ma….quello che lui vuole dire è che…vogliamo ammazzarvi tutti e distruggere questo posto, nulla di personale, a parte che devi condurmi da una persona, il famoso vampiro Alucard…lo conosce, signorina?”

“non ho idea di cosa sta dicendo…”

Dietro di me intanto si erano schierati diversi soldati con le armi spianate, ma anche dietro di loro erano arrivati due blindati minacciosi. Luke si avvicinò a me prendendomi una ciocca di capelli ed annusandola

“eppure puzzi di vampiro…”

Sussurrò con un ghigno sinistro puntandomi contro il ventre un fucile

“sta puntando quella cosa contro la persona sbagliata, signore”

Sussurrai mentre vidi che dai furgoni dietro qualcuno stava uscendo ad armi spianate, ma non sembravano umani, non più, sentivo puzza di decomposizione ed il mio corpo si irrigidì nel realizzare che erano tutti ghoul. Questi presero a sparare contro i soldati alle mie spalle, un proiettile mi tagliò il vestito sulla spalla lacerandomi la pelle, altri fecero lo stesso prendendomi di striscio ai fianchi, dietro di me erano tutti a terra, morti, almeno per il momento… Sentivo il cuore in gola mentre guardava con ribrezzo i due uomini ridacchiare, sarebbe stata quella la mia fine? Stavo davvero per morire così?

“sai che ti dico? Me lo troverò da solo questo vampiro”

*no, non posso morire così,non è giusto…”


Con uno scatto spinsi a terra il fucile, un colpo partì ma bucò l’asfalto a terra, gli portai la mano in faccia mentre una luce dorata gli bruciò la carne sotto, l’essere gridò, capii che era un vampiso, io volevo solo accecarlo ma evidentemente ho avuto un colpo di fortuna

“brutta puttana! Che cazzo hai fatto??”

Gridò Jan prendendomi per la gola, stava per sparare ma io gli conficcai un dardo nello stomaco facendolo piegare a terra, creai uno scudo con tutte le forze che avevo per proteggermi dalla pioggia di proiettili che mi piovve addosso pochi secondi dopo, corsi a perdifiato verso la villa  e per fortuna quei mostri erano lenti per potermi di nuovo avere a portata di tiro, aprii la porta con una spallata

“ci stanno attaccando!!”

Gridai appena vidi i soldati di pattuglia, salii le scale per arrivare alla sala del consiglio dove vidi  Victoria e Walter affacciati alle finestre

“sono tutti ghoul!”

Gridai raggiungendo i due, poi mi voltai osservando le scale in pietra che mi avrebbero portato da Alucard, l’adrenalina mi faceva ignorare i numerosi tagli che mi avevano lacerato il vestito che si era macchiato di rosso. Una mano mi afferrò il braccio, trattenendomi da scendere le scale

“devo andare da Alucard! Vogliono lui!”

“Alucard se la caverà da solo, tu ci servi qui”


Disse freddo Walter mentre Seras si avvicinò a me

“vieni con me, tu starai di fianco a me, cerca di non benedire anche me, ok?”

“ok…”


Sussurrai sedendomi di fianco a lei, notai che stava annusando l’aria, poi si voltò verso di me, sembrava nervosa

“sei ferita”

“oh, sono solo graffi..”

“sai come si incazza il master….”

“uh?”

“e poi questo odore….accidenti!”

“vuoi del sangue?”

“e poi ammazza anche me! Ti prego stai un po’ lontana…”


Sospirai strisciando verso l’angolo della porta osservando poi i vari tagli che avevo addosso, in effetti cominciai a sentire fastidio una volta passata la scarica di adrenalina, soprattutto uno era abbastanza fresco, mi apprestai a curarlo, ma la porta cadde davanti a noi mostrando uno squadrone di ghoul pronti a far fuoco, capitanati dal tipo abbronzato e pieno di Piercing, avevano forse svuotato l’intero edificio a giudicare da tutto il sangue che avevano addosso, alcuni di loro erano addirittura nostri soldati. Un moto di nausea mi fece rivoltare lo stomaco, dovetti voltarmi e chiudere gli occhi per non vomitare e stavolta anche io sentivo il mio stesso sangue

“dobbiamo avvertire Alucard…”

Sussurrai mentre sparavo colpi di balestra ai soldati di fronte a me, anche Watre sembrava sapere il fatto suo, stava usando degli strani fili taglienti come lame, stava facendo tutti a pezzi

“lo sa già”

Mi disse poi Victoria tra un esplosione e l’altra , io mi alzai in piedi stufa di quella situazione, davanti a me c’era Jan arrabbiato pià che mai, Walter gli aveva staccato via diversi piercing

“brutta puttana cosa ti guardi, eh??”

Ringhiò sparandomi un colpo nell’istante in cui la mia difesa si era abbassata, il proiettile mi prese una spalla per fortuna ed io feci in tempo a piantargli una freccia nella fronte, mi inginocchiai stringendo i denti per il dolore, ma poi notai che mancava qualcuno, non c’era suo fratello

“Alucard…”

Sussurrai alzandomi di nuovo e correndo verso i sotterranei, di nuovo Walter tentò di fermarmi gridandomi contro, ma io non lo ascoltai,  un filo mi fermò per il polso ma ad un tratto qualcosa lo spezzò, vidi Victoria azzannare diversi soldati, poi si fermò davanti a me, gli occhi di fiamme come quelli di Alucard

"vai da lui"

Io annuii appena, mentre dietro di me Seras riprese la sua strage,la sua cena.Superai i cadaveri e scesi di corsa le scale, mi girava la testa, perdevo sangue e non avevo le forze nemmeno per curarmi, ma aprii la porta

“Alucard!!”

Feci un passo avanti ma il mio piede sembrò affondare in qualcosa di viscido e caldo, guardai in basso e mi accorsi di aver immerso il piede in una strana melma rossa, puzzava di viscere e sangue, ma vidi anche degli occhi che mi fissavano, spaventata guardai davanti a me i resti del corpo di Luke Valentine, davanti a lui c’era Alucard, il suo braccio aveva creato un segugio che stava trangugiando i resti del vampiro, ma quando mi vide, l’intera melma scomparve come assorbita dai piedi del vampiro che intanto mi fissava come se non sapesse cosa dire

“Luna..”

Sussurrò avvicinandosi a me che senza volerlo mi ero schiacciata contro la parete, tremante

“Luna, sei ferita…vieni qui”

Sussurrò tendendomi la mano, i suoi occhi sembrarono diversi da quelli che vidi pochi istanti prima, ora sembrava addirittura addolorato, con un sussulto tornai coi piedi per terra, mi staccai dalla parete correndo verso di lui e stringendolo forte con il braccio buono scoppiai a piangere

“Alucard…”

“è finita, sei stata forte piccola..”


Sussurrò baciandomi i capelli

“non volevo vedessi questo di me…io..”

“non dire niente, ti prego, stavano per ucciderci tutti, hai fatto quello che dovevi…”


Lui rise appena sollevandomi come se nulla fosse e mi mise a sedere sul suo “comodissimo” trono di pietra, prese a sfiorarmi i tagli leccando poi il sangue da uno dei tagli, chiuse gli occhi come per godere di quel sapore e tornò a fissarmi con quegli occhi rossi che sembravano braci

“come ti sei conciata…ce la fai a curarti almeno la spalla?”

Annuii piano portando una mano sulla spalla ferita, con le ultime forze che avevo curai la ferita e subito mi prese un forte capogiro che mi costrinse ad appoggiarmi allo schienale del trono

“piano, piano..”

Mi sussurrò Alucard, mi portai una mano tra i capelli mentre lui mi accarezzava il viso, ero piena di tagli che bruciavano come se ci fosse il sale sopra, ma cercavo di non darlo a vedere. Mi asciugai le lacrime tirando su col naso mentre lui riprese a leccarmi una delle ferite sul braccio, sentivo le zanne sfiorarmi la pelle senza però farmi alcun male

“Alucard…”

Sussurrai poi prendendogli il viso con le mani a coppa, sorrisi nel vedere il suo viso, gli accarezzai una guancia baciandogli poi le labbra, sorrisi guardandolo negli occhi e feci spallucce

“scusami, ti ho fatto preoccupare, eh?”

Lui mi carezzò la testa scompigliandomi i capelli

“adesso sei qui, non ti accadrà nulla,è finita..”

Sussurrò stringendomi a sé, sentii poi un movimento davanti alla porta, Walter entrò col fiatone osservando entrambi

“abbiamo debellato la minaccia”

Sussurrò

“ma abbiamo perso i nostri uomini, quasi tutti”

“la prossima volta ci penserete due volte prima di reclutare miseri soldati e mandare la mia donna in prima linea a risolvervi tutto..”


Sibilò prendendomi in braccio, si sedette poi lui sul trono adagiandomi sulle sue gambe  e circondandomi la vita con un braccio prese a fissare in modo aggressivo il maggiordomo

“portate qui qualcuno per curarla, non ha più un briciolo di energia per colpa vostra”

“la porteremo nei suoi”

“lei non si muoverà da qui”


Ringhiò mentre un ombra calò fino ai piedi di Walter, degli occhi si spalancarono sotto di lui mentre il maggiordomo sembrò osservarlo con diffidenza, ma poi annuii

“stai rilasciando i sigilli per una sciocchezza del genere?”

“per le vostre sciocchezze la mia amata è stata ferita da degli schifosiossimi ghoul, lei non lascerà mai più il mio fianco, o vi ammazzo tutti personalmente e a Fanculo Hellsing, io sono più forte di allora, spero che Integra se ne renda conto..”


“sì, manderemo un dottore il prima possibile”

Sussurrò chiudendo di scatto la porta, io tornai ad appoggiarmi sfinita ad Alucard, mi scoprii sollevata dal sapere che Alucard fosse riuscito a farsi valere nonostante tutto, chiusi gli occhi riprendendo fiato, tremando al pensiero di quelle armi puntate contro di me e del pensiero che mi pervase in quell’istante, ma per fortuna non si era avverato

“Alucard…secondo te è la nostra ultima possibilità?”

“cosa intendi?”

“se muoio ancora…io potrei”

“non morirai..”

“si ma io..”


Lui mi prese di scatto per le spalle, senza farmi male, costringendomi però a guardarlo negli occhi, sembrava guardarmi in modo severo e preoccupato allo stesso tempo, non potevo credere che quella creatura che poco prima stava sbranando un altro suo simile, ora poteva provare dei sentimenti tanto umani per me, solo per me

“ascoltami bene, io posso proteggerti e ti proteggerò sempre, nemmeno se sapessi che tornarei, permetterei pià a qualcuno di farti del male…non ti perderò di nuovo”

Io annuii piano mentre lui prese a baciarmi dolcemente le labbra fino al collo

“ora riposati”

Sussurrò stringendomi a sé ed io senza rendermene conto sprofondai nel sonno, un sonno senza sogni che terminò quando un medico venne per curarmi le ferite. Mi tolsi l’abito e mi misero delle bende, solo quando recuperai del tutto le forze mi presi la briga di farle rimarginare subito, quando misi di nuovo il vestito, vidi che Alucard non aveva mai smesso di fissarmi

“eih!”

Sobbalzai rimettendo in fretta il mio abito e lanciandogli contro una scarpa che gli colpù in pieno la fronte costringendolo a tirare indietro il capo

“è ancora presto!!”

“quasi mille anni..”

“e cosa c’entra! Per me sono mesi!”

“sempre cocciuta…”

“sempre pervertito!!”


Ringhiai, rimanemmo in silenzio per diversi istanti, poi scoppiammo a ridere entrambi, quando ripresi fiato lo guardai e mi avvicinai di nuovo a lui, stringendomi le pieghe del vestito, sentivo il sangue confluire sulle guance mandandole quasi in fiamme, guardai altrove imbarazzata

“posso stare con te, stanotte?”

“ed ero io il pervertito?”

“scemo! Che hai capito….voglio…voglio solo stare con te su un posto più morbido..”


Una risatina gutturale fece scuotere il vampiro che mi guardava arrossire sempre di più e la cosa sembrava divertirlo se non addirittura eccitarlo nel vedere i miei capillari riempirsi di sangue

“mhhmhh…”

Annuì infine alzandosi in piedi e coprendomi con la sua giacca raggiungemmo le stanze superiori, mi disse di chiudere gli occhi, poi alla fine decise di prendermi in braccio fino a farmi trovare davanti alla porta della mia camera dove mi adagiò sul letto sovrastandomi poi con il suo corpo, la sua giacca era scomparsa, ora era a petto nudo sopra di me, sentivo il suo corpo premere contro il mio, stavamo…per..

“Alucard..”

“che c’è?non lo sai che io non dormo mai?”

“e se dovesse succedermi qualcosa?”

“te l’ho detto, non accadrà”

“ti prego…ti prego fidati di me”

“vuoi restare vergine per farti poi mordere da me?”


Ringhiò poi tirandosi su di scatto, guardandomi innervosito, ma io non volevo tirarmi indietro, mi sedetti appoggiandomi al cuscino guardandolo negli occhi determinata ed annuii

“non sappiamo se questa è la nostra ultima possibilità e comunque io un giorno ti perderò, invecchierò e morirò…io non voglio…tutto ci divide, perfino la vita stessa”

lui sospirò stendendosi al mio fianco

“non posso condannarti ad una vita come la mia..”

“no, tu non puoi condannarmi ad una vita come la mia..”

“ascolta, ne riparleremo presto, ma ora ti prego…riposati, ok?”


Io annuii piano appoggiandomi a lui, sentivo il calore della sua camiciai che sembrava essere tornata come per magia, chiusi gli occhi sebbene dubbiosa, non volevo nemmeno io diventare un vampiro ma a quanto pare era l’unico modo per stare davvero con lui….eppure, al solo pensiero avevo così paura..Dio, perché m’hai fatto questo?...

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Love me bitterly Loathe me sweetly ***


Era passata una settimana da quando avevamo avuto quella discussione, non ne parlammo più sebbene lui trascorresse da me tutte le notti, a volte quando non avevamo sonno giocavamo a qualche videogioco in camera, ma di quello non se ne era piu’ parlato, ogni volta che io lo respingevo lui se ne stava li’ aspettando che mi addormentassi prima di andare via come un fantasma inquieto.  Una sera stavo passeggiando lungo i corridoi e lo vidi spuntare dal muro, da dentro ad un quadro abbracciandomi da dietro.
 
“ti ho spaventata?”
“a morte”

 
Disse sarcastica ridacchiando mentre mi voltai per baciarlo, lui sembrava tranquillo, nonostante tutto non sembrava arrabbiato, ma forse passivamente stava solo cercando di farmi cambiare idea, ma non potevo giocarmi il tutto solo per una notte, io non sapevo se volermi trasformare, ma era l’unico motivo per cui ancora non avevamo fatto nulla al di fuori dello stringerci fino a tarda notte, in piu’ non ero mai stata con un uomo, nemmeno nei miei ricordi riuscivo a ricordare certe cose.

“eih, dove stai volando?”
 
Mi chiese alzandomi il mento con un dito costringendomi a guardarlo negli occhi nascosti dalle lenti degli occhiali da sole, io sospirai appena scuotendo il capo
 
“sei…sei arrabbiato con me?”
“per cosa?”
“beh, per…quella cosa, sai”


Non riuscivo a parlare, mi indicai il collo senza nessun segno cercando di fargli capire. Lui rimase in silenzio per un attimo, poi mi sentii’ prendere per le spalle mentre il braccio di lui  mi faceva da appoggio come un trespolo, ora ero alla sua altezza, si era alzato gli occhiali ed io lo stavo fissando in quegli occhi rossi come due rubini

“perche’ non vuoi capire?”

“io non voglio lasciarti da solo….quando moriro’ tu starai di nuovo da solo e in mano alla Hellsing che ti tratta come se fossi…un loro cane da caccia”

“e’ cio’ che sono”

“non per me, Alucard..e tu lo sai che forse sono la sola a pensarlo”


Dissi innervosendomi per il fatto che sembrava non voler capire che lui era un immortale e non era giusto voler vivere da solo in quel modo. Molti vampiri cercavano una loro compagna da trasformare, ne avevamo perfino dovuti uccidere un paio in quei giorni , ok, loro erano folli assassini ma Alucard si limita a bere sangue preso da ospedali convenzionati, perché’ non potrei fare lo stesso anche io? Volevo dirgli tutto questo ragionamento ma avevo paura di sbattere contro ad un muro invalicabile. Ad un tratti mi sentii afferrare per la vita, scesi dal suo braccio mentre mi parve di cadere da un grattacielo per un attimo. Quando posai i piedi per terra mi voltai ma lui mi fermo’ prendendomi piano il polso
 
“ascolta, ci pensero’ su, ok? Ma nel frattempo voglio che tu sia mia…”

Mi prese con una mano avvicinandomi a se’ per stringermi tra le sue braccia, sentivo i suoi senti affilati punzecchiarmi il collo mentre mi leccava la pelle, sentii un brivido lungo la schiena e d’istinto mi aggrappai a lui come se le gambe mi dovessero cedere da un momento all’altro.  Lui non aveva problemi a sostenermi, lo guardai mentre ghignava pensando a chissà cosa, io al contrario di lui non potevo leggere la mente. Mi sentii il viso bruciare, le guance erano rosse , me le sentivo bruciare

“e come?...”
 
Chiesi a stento mentre vidi brillare i suoi denti affilati come lame davanti al mio viso, sembrava quasi che volesse sbranarmi se non fosse per la sua presa gentile che mi sorreggeva, eppure nei suoi occhi vidi cosi’ tanta malizia, cosi’ tanto desiderio e poi, si addolcirono quando evidentemente io andai nel panico a giudicare dal suo sguardo che torno’ come mansueto
 
“oh giusto, ora sei una santarellina…dovresti ricordare quando cantavi in quel bar, sopra al palco, con quei bei vestitini e quelle labbra che sussurravano canzoni d’amore….ed ogni sera eri mia, solo mia e le tue canzoni diventavano gemiti di puro piacere, che mi facevano quasi battere di nuovo il cuore”

“Alucard…noi abbiamo mai…”

“si’, si’ tante volte, ma non mi avevi mai fatto questa domanda….”

 
“beh era ora…”


Sussurrai cercando di prendere coraggio, allungai le mani verso il suo viso per baciarlo piano, lui mi strinse prendendomi e sollevandomi di nuovo come prima come se nulla fosse

“ti fidi di me?”
 
“si’….temo di si’”
 
Sussurrai ridendo appena mentre lui mi portava di sopra adagiandomi sul letto. In un attimo mi era sopra con quel sorriso da lupo famelico, eppure non avevo paura, ero solo molto impacciata. Non riuscivo a fare nulla, tanto ero in imbarazzo, ma lui sembro’ essere esperto, ci credo con tutta l’esperienza che aveva avuto, invece io non rivordavo nulla e nel frattempo non avevo fatto nulla per imparare. Dovevo ringraziare la mia buona stella se sapevo baciare. Sentivo le mani fredde di lui che mi toglievano i vestiti, mani fredde ma esperte che smisero di essere fredde dopo un po’, io mi sentivo andare a fuoco, eravamo sotto alle coperte, lui aveva fatto sparire i suoi abiti e perfino gli occhiali da sole.  Io speravo solo non mi fregasse la verginita’ in qualche modo, ma mi aveva detto di fidarmi, cosi’ mi abbandonai alle sue carezze.

“che splendida Luna che c’e’ stasera…”
 
Mi sussurro’ lui guardandomi con dolcezza mentre io mi aggrappavo a lui

“cosi’ bianca e pura”

Disse mentre con la punta delle dita mi sfiorava il corpo come se volesse disegnarne i contorni. Quella notte scoprii che non serviva perdere la verginita’ per avere qualche momento di “coppia” presi nota. Era ancora notte fonda e come al solito Alucard non dormiva, io ero nuda sotto alle coperte ancora accaldata nonostante avessi fatto cose con un non morto per un attimo parve che il mio corpo andasse a fuoco. Mi voltai a guardarlo, era semi seduto, a guardare la luna fuori dalla finestra. Io scivolai di nuovo accanto a lui, dopo aver indossato la biancheria intima, lui era gia’ vestito, almeno con pantaloni e camicia. Mi appoggiai a lui mentre chiusi gli occhi stanca

“te ne andrai via appena mi addormentero’?”

“a cosa serve restare se tu dormirai?”


Feci spallucce

“mi addormenterei sapendo di averti qui”

Alucard mi strinse piano baciandomi i capelli mentre si lascio’ scivolare sul letto

“prova a dormire con me”

“me lo hai gia’ chiesto tempo fa, non riuscivo mai a dormire”

“beh provaci…”


Lui mi guardo’ con gli occhi rossi che si riflettevano al buio, sembrava quasi un fantasma , storse il naso e le labbra, ma poi annui’ piano e si sistemo’ come per dormire
 
“chiudi gli occhi e pensa a qualcosa di bello, mentre ti rilassi.."



Sussurrai accarezzandogli i capelli. Presi poi a cantare una canzone, mentre lui continuava a sfiorarmi la schiena nuda con la punta delle dita, lo vidi sorridere in modo diverso, rilassato
 
“eccolo il mio usignolo..”
 
Sussurro’ chiudendo gli occhi, non respirava, ma faceva finta di muovere il petto, non so, forse era per abitudine quando andava in giro per non destare sospetti, ma era bello vederlo muovere sotto di me. Cantai una canzone in gaelico, una canzone del mare

“Idir ann is idir as
Idir thuaidh is idir theas
Idir thiar is idir thoir
Idir am is idir áit

Casann sí dhom
Amhrán na farraige
Suaimhneach nó ciúin
Ag cuardú go damanta
Mo ghrá…”

 
 
 
 
Mi svegliai in un grande giardino dorato, inondato di luce e pace. C’erano fiori di tutti i tipi sovrastati da un cielo color zaffiro. Mi guardai attorno meravigliata mentre mi accorsi di avere un abito bianco e delle scarpe che sembravano d’edera intrecciata. Sentii una strana sensazione sulla schiena, come un peso e mi accorsi di avere un paio d’ali, rimasi di stucco nel vedere quelle cose attaccate a me, potevo muoverle, governarle. Ero…morta? No… Alucard non l’avrebbe permesso.

“Luna..”
 
Davanti a me,  petali di fiori sis postarono mostrandomi la figura inginocchiata di Alucard, ansimante, sanguinante. Corsi da lui gridando il suo nome ed inginocchiandomi davanti a lui

“non….ci riusciremo mai, ti prego resta qui, nella luce, lasciami andare”
“cosa stai dicendo? Eih…”


Gli sfiorai il viso ma ad un tratto lui fece una smorfia di dolore mentre la pelle prese a sanguinargli e a fumare a causa del mio tocco. Io tirai indietro la mano terrorizzata

“no…no, Alucard…no!! Cosa mi hanno fatto??”

lui mi guardava con lacrime di sangue che gli colavano dagli occhi alla gola ed un sorriso pieno di sofferenza che mi strazio' il cuore e lacero' l'anima 

“Dio mi ha donato un angelo, perche’ io possa ammirarlo e mai possederlo….dalla mia bara, dal mio inferno,io non porto’ mai averti”

 
“NO!!!”

Senza rendermene conto ero di nuovo sul mio letto, Alucard era seduto al mio fianco, mi osservava pensieroso, avevo le lacrime agli occhi e le mani mi tremavano, mi voltai di scatto verso di lui, stava per prendermi la mano ma io la ritrassi

“no!”

“Luna, che succede?”

“ti ho fatto male…ti ho ferito toccandoti”

 
non dire sciocchezze, ok che sono allergico alle tue benedizioni, ma per fortuna non sei una santa”

Disse prendendomi la mano, sobbalzai spaventata ma per fortuna non accadde nulla. Si porto’ la mano al volto e sorrise

“era solo un incubo, vedi?”

“si’…hai ragione…”

 
Sussurrai coricandomi di nuovo. Pochi istanti dopo entro; nella stanza Walter insieme a Seras e Integra . Alucard sembro’ infastidito dal fatto che mi stessero osservando, ma lui mi stava coprendo con la sua giacca oltre alle coperte

“Alucard, devi prendere un jet e dirigerti alle coordinate che ti daremo, una nave con delle armi e’ stata presa dal nemico, e c’e’ una certa cacciatrice a bordo, devi eliminarla e fermare quella nave”
 
“si’ mia signora…”

“aspettate, vengo anche io”

 
“no, e’una missione suicida, solo Alucard potrebbe sopravvivere”

“po..potrebbe?”


Non fini’ di parlare che loro gia’ erano andati via. Alucard si era gia’ alzato e vestito, io saltai fuori dal letto avvolta dalla coperta per fermarlo dall’uscire dalla porta

“eih!!aspetta!”

Lui si volto’ verso di me sospirando mentre mi prese per le spalle baciandomi la fronte e stringendomi a se’
 
“devo andare piccola…non puoi seguirmi, e’ pericoloso”

“ma…siamo una squadra”

“si’, siamo una squadra, ma prima di tutto, sei la mia donna ed io devo proteggerti”
 

Sussurro’ baciandomi poi sulle labbra. Sentii le gambe tremare, quell;incubo ed ora questa terribile notizia. Averlo lontano per giorni, settimane forse era terribile
 
“come faccio a sapere che starai bene?”

“sei l’unica a volerlo sapere”


Sussurro’ ridacchiando, io mi sentii infastidita da quella sua rassegnazione nell’essere odiato, ma forse a lui piaceva, essere odiato, temuto.

“fammi...solo sapere che stai bene, ok?”

“va bene”


Si volto’ di nuovo aprendo la porta
 
“Alucard!”

“ che c’e’?”

“quando tornerai, ricordami che devo dirti una cosa importante”

“puoi dirmela ora”

“no, voglio che torni…”


Sussurrai mentre sentivo le lacrime salirmi sul viso, a quel punto mi gettai di nuovo tra le sue braccia piangendo e stringendolo forte come per non lasciarlo piu’ andare via al macello come un arma, come un oggetto. Lui mi strinse accarezzandomi i capelli con un sorriso comprensivo come un padre colf iglio che si era sbucciato un ginocchio.

“allora tornero’ mia signora, non piangere nel frattempo ok?”

Io mi asciugai le lacrime tirando su col naso annuendo
 
“ok…mio signore”

“non vedo l’ora di sentire questa cosa, so gia’ che mi piacera’”


Sussurro’ scomparendo poi dalla porta. Io tirai su col naso

“ti prego torna da me….”
 
Sussurrai stringendo le lenzuola al petto,pregando di rivederlo al piu' presto. Ad un tratto, la stanza si fece di nuovo fredda, gelida. mi addormentai di nuovo a fatica, da sola.
 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** The Trap ***


Rimasi sveglia fino a notte fonda, stretta contro il cuscino mentre mi mordevo le dita dal nervosismo, non sapevo dove fosse andato e tutti erano già andati via dalla stanza costringendomi a restare a letto come se fossi una bambina in punizione, non era giusto, avevano mandato il mio uomo…vampiro, la’ fuori e non potevo starmene con le mani in mano. Scesi dal letto ed uscii dalla camera scocciata. Scesi le grande scale in marmo senza curarmi che ero ancora scalza ed in pigiama, ma non m’importava nulla di come ero vestita, se fosse stato necessario sarei andata a combattere anche a piedi nudi.  Aprii le grandi porte di legno facendole quasi sbattere mentre Integra e Walter si voltarono verso di me, intorno a loro c’erano i soliti militari e uomini di stato che osservavano interessati uno schermo sulla finestra, vidi il mare, anche se era notte fonda. Erano riprese da un jet, guardai la scena avvicinandomi lentamente

“Luna, vai a letto, non ti..”

“io resto”


Sussurrai guardando di nuovo il resto dei presenti che mi osservava, alcuni sembravano mangiarmi con gli occhi,altri erano infastiditi dalla mia presenza

“e lei chi sarebbe?”

“e’ la partner di Alucard”

“quel mostro ha una partner?”


Ignorai del tutto la sua battuta, non avevo ne’ tempo ne’ voglia di parlare con gente come quella, che ne sapevano loro, da dietro quella scrivania d’ebano? Che ne sapevano loro della sofferenza di quelli che venivano mandati a morire per i loro capricci? Forse avevano dimenticato che faccia avesse un mostro, già. Mi voltai di nuovo verso lo schermo. Il Jet sembrava andare in picchiata verso una porta aerei, sapevo che dentro c’era Alucard, deglutii a fatica mentre mi avvicinavo per poggiarmi alla scrivania senza staccare lo sguardo dal monitor

“e’ lui?”

“si’”

“possiamo parlare con lui?”


“no, questa cosa ce l’ha portato il facchino del millennium…stanno facendo loro le riprese”
 
Sussurro’ nervosa Integra tirando un lungo respiro dal suo solito sigaro il cui aroma aveva gia’ riempito la stanza. Mi trovai a tossire quando uno sbuffo di fumo mi entro’ nei polmoni, ma continuai a fissare lo schermo senza battere ciglio. Sobbalzai quando vidi un proiettile rimbalzare come se avesse vita propria, distruggendo parti del Jet

“ma che diamine..”

Sussurrai portando una mano tra i capelli mentre Alucard sembrava non avere comunque problemi a lasciarsi fare a fette come al solito prima di atterrare incolume sulla piattaforma mentre il Jet si schiantava alle sue spalle. Sospirai, ormai dovevo abituarmi a quel suo modo di fare. Alucard si avvicino’ alle guardie con un ghigno sinistro, vedevo i suoi denti appuntiti  brillare alla luce delle fiamme dietro di lui.In poco tempo comincio’ a fare una carneficina dei soldati attorno a lui ignorando i proiettili che lo colpivano, io guardai altrove quando gli spararono con un lanciarazzi, sospirai portando una mano sulla fronte
 
“ecco perche’non volevamo vedesse, signorina Lavender,sa com’e’ il suo modo di fare”
 
“ma non e’normale che quel tipo mandi al mattatoio i suoi soldati! La stanno facendo troppo facile, deve esserci una trappola!”

Replicai io tornando a fissare Alucard mentre era rimasto solo a combattere quella strana donna con il fucile

“sembra lo stia nutrendo, sembra che gli stiano dando dei croccantini per portarlo in una trappola”


Integra mi guardo’ alzando un sopracciglio dopo aver buttato fuori del fumo dal naso, torno’ quindi a guardare lo schermo

“potresti avere ragione, ma e’ l’unica cosa che possiamo fare, quell’uomo ama la guerra, anche se non avessimo mandato Alucard a sporcarsi le mani avrebbe distrutto citta’ vite umane, stiamo facendo sporcare le mani ad Alucard perche’ non vogliamo”

“non volete sporcare le vostre, guardi se non me lo diceva lei non ci arrivavo…”

 
Ringhiai nervosa, battei le mani sul tavolo fino a farmi male, chinandomi verso la donna, non mi importava nulla ormai se mi avessero licenziato io avrei comunque seguito Alucard, con o senza stipendio
 
“lo faccia tornare!Non e’ con il fuoco che si spegne il fuoco!”

“e invece e’ cosi’, giovane Luna, lo vedrai”

 
Sussurro’ lei sicura mentre alle mie spalle Walter taceva in un silenzio di consenso che mi stava dando ai nervi. Ero io contro il mondo, l’unica con lo scudo alzato davanti ad Alucard, nemmeno Victoria sembro’ dire nulla, sospiro’ avvicinandosi a me e poggiandomi la mano sulla spalla mi invito’ ad indietreggiare

“ho davvero un brutto presentimento Victoria”
 
Sussurrai stringendole la mano mentre lei mi strinse come per confortarmi mentre fissavo lo schermo, impallidii nel vedere Alucard divorare quella ragazza, chiusi gli occhi respirando piano mentre Victoria cercava di calmarmi

“Luna, va tutto bene, il maestro tornera’ presto ora, ha sconfitto l’esercito nemico…”

“e io ti ripeto che questa storia non mi piace”


Tesi una mano verso lo schermo mi spinsi via dalle braccia di Victoria per sfiorare la sagoma di Alucard su quello shcermo, lo guardavo negli occhi e sembro’ per un attimo che anche lui guardo’ verso lo schermo, verso di me

“Alucard…”

Sussurrai, poi sobbalzai

“il suo jet e’ distrutto, dovra’ tornare con quel mezzo…”

“gia’…”

“e quanto tempo ci vorra’?”

“due giorni piu’ o meno…”


Sobbalzai guardandomi attorno, per un attimo mi sentii prendere dal panico, tanto che a stento mi ressi in piedi, dovetti appoggiarmi al tavolo mentre presi a guardare fuori dalla finestra

“e noi cosa pensiamo di fare senza di lui per due giorni? Che strano che abbiano lasciato da sola una chiatta in mezzo al mare…con soldati sacrificabili….a due giorni di navigazione da qui…sapendo che la Hellsing avrebbe mandato il suo cane a risolvere come sempre tutto…ora se non state correndo a prendere armi e bagagli, volete un disegnino della cosa che ho appena detto?”

Ringhiai spingendo a terra il posacenere e voltandomi verso Victoria con sguardo complice, lei annui’ in silenzio e subito uscimmo dalla stanza correndo per le scale verso la mia camera, dovetti cambiarmi al volo, presi le mie armi

“Alucard non tornera’mai in tempo…siamo in pericolo!”

Ringhiai mentre scendevamo dalle scale e subito ci trovammo davanti Walter ed Integra
 
“voi due restate qui a difesa insieme a Pip ed i suoi mercenari, noi andremo a vedere cosa sta succedendo in citta’, sembra ci sia stato un grosso attacco”

Scesi le scale avvicinandomi ad Integra

“le darei un pugno su quei begli occhialini signorina Integra, ma non ho nemmeno il tempo di fare quello, quando tornera’ Alucard, se tornera’ lo consideri fuori da tutto questo, perche’ sara’ grazie a lui che finira’, se finira’”

“capisco la tua preoccupazione, ma dobbiamo focalizzarci sulla battaglia signorina Lavender, metta da parte il cuore e combatta per il bene di tutti”

“si signora, padrona…”


Ringhiai andandomene senza nemmeno aspettare risposta, corsi insieme ad Integra per poter preparare una qualche strategia per difenderci dal vicino attacco nemico, non avevamo idea di cosa ci avrebbero scagliato contro, ma di certo non sarebbe stato facile, soprattutto senza Alucard. Il cuore mi diede una fitta al solo pensiero di averlo lontano, sarei morta senza di lui? Mi avrebbero uccisa di nuovo? Sospirai pensando che ormai non serviva piangere sul latte versato ed ascoltai il piano di Pip, c’era ancora tempo pareva, per fortuna i droni non stavano captando ancora nulla. Almeno, era quello che credevo. Sentimmo un boato provenire dal fondo del palazzo, quando aprirono la porta per vedere cosa stesse accadendo, qualcosa lacero’ di netto la facciata di fronte a noi, come una lama che tagliava una torta, taglio’ a meta’ i compagni che si trovarono disgraziatamente sulla linea di tiro. Io e Victoria ci affacciamo alla finestra per vedere una strana creatura, sembrava essere una strana donna piena di tatuaggi e alta come il palazzo mentre con la sua falce distruggeva i muri come se fossero fatti di burro

“impossibile…”

Balbettammo insieme mentre ci lanciammo a terra per evitare di essere tranciate, la lama ci divise ed io tentai di tornare da Victoria ma qualcosa mi blocco’, non era possibile, quella tipa non poteva essere diventata grossa come un gigante, eppure ci stava ammazzando tutti. Vidi che anche Victoria si blocco’ alla finestra, riusci’ a chiudere le mani a mo’ di preghiera, e poi saltai verso di lei, mi resi conto per un attimo che riusci’ a saltare il varco senza problemi, raggiunsi la mia amica vampira

“Victoria!!”

Gridai mentre lei rimase a fissare fuori

“Victoria dobbiamo muoverci!”

“e’ tutta un illusione…”

“cosa?!”


“ci sta facendo un illusione, io…io vedo che stanno tutti bene…Luna fai qualche benedizione, qualcosa!”

“ma io non so…o…ok”


Di nuovo congiunsi le mani allontanandomi da Victoria per non ferirla

“Lauda Agnus…”

Sussurrai mentre una luce mi avvolse per un istante e quando aprii gli occhi vidi tutti a terra che gridavano terrorizzati, ma nessun morto, nessuna parete crollata, non era successo nulla. Rimasi atterrita a guardare i miei colleghi in preda alle allucinazioni mentre Seras sembrava essersi liberata come me, forse era una capacita’ dei vampiri come lo era la mia di fare determinate preghiere di protezione.

“aiutali!”

“certo!”
 
Corsi dagli altri chinandomi accanto a loro e pregando per ognuno di loro, per fortuna stavano tutti bene, mi avvicinai alla porta barricandola di nuovo e respirando affannata per tutta l’energia che avevo usato, avevo bisogno di una pausa

“ma che diamine succede? Era un finto attacco?”
 

Chiesi guardando Seras e Pip, ma entrambi erano tornati seri

“No, stanno arrivando…”

Sussurro’ Seras guardando di nuovo dalla finestra, notai che c’erano dei movimenti dall’altra parte della villa, erano entrati e stavano venendo qui per combattere sul serio. Deglutii a fatica guardando per un attimo altrove, strinsi le mani al petto

“Alucard…..”
 
Respirai a fondo, affiancandomi quindi a Victoria con le mani giunte di fronte a me, deglutii a vuoto, avevo la bocca secca, ero stanca ma dovevo continuare a combattere, dovevo andare avanti. Caricai la mia balestra e benedissi le armi degli altri soldati


“pronta Luna?”

Mi chiese poi Victoria cercando di sorridermi

“no, ma voglio restare viva….devo ancora dire una cosa ad Alucard…”

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** The Saint ***


Le porte del loro ultimo rifugio si spalancarono con un boato, dalla coltre di polvere e detriti si videro le ombre dei ghoul che arrancavano verso di noi affamati delle nostre carni. In testa una strana donna tatuata su tutto il corpo e dal viso deforme che ricordava molto un quadro di munch. La figura ghignava brandendo una falce affilata che riluceva quando i raggi della luna la colpivano. La donna era vestita come un militare che metteva bene in mostra i muscoli delle spalle e del torace che sembravano far invidia ad un culturista. La donna aveva anche un occhio diverso dall’altro, uno piu’ socchiuso dove erano presenti tatuaggi e scritte. Non capivo se fosse umana o no…

“vedo che la santarellina ha annullato il mio giochino, ma vediamo quanto potra’ resistere se infastidita…il mio nome e’ Zorin Blitz e sara’ l’ultima faccia che tutti voi vedrete”

Ghigno’ e fece un balzo verso Luna tendendo la falce, ma Victoria si paro’ in mezzo bloccando la lama con la canna della sua arma

“Luna va avanti!pensa ai Ghoul!”

“non reggera’ la benedizione se io mi allontano!”

“vai! Io me la cavero’ sono una discepola di Alucard!”

Rimasi ferma,  titubante per un istante, ma poi serrai i denti ed annuii guidando le truppe contro i ghoul, in quel momento avevo un grande vantaggio, Seras era lontana, cosi’ come il mio Alucard, non mi feci problemi a benedire aree maggiori, i miei alleati erano umani ed oltre ad uccidere i nemici riuscii perfino a curarli,  la lotta sembrava durare in eterno, più ne uccidevamo e  piu’ ne arrivavano.  cominciavo a sentirmi stanca, tentai di tenere attiva la benedizione contro le illusioni della donna ma sentivo che le energie mi stavano abbandonando

“signorina Lavender!”

Un mercenario mi sostenne vedendomi barcollare, mi appoggiai  contro la finestra portando una mano alla fronte madida di sudore cercando di respirare un po’ d’aria fresca

“ne sono troppi…non…non finiscono piu’
 
Sussurro’ il soldato  guardandosi alle spalle, io trattenni il respiro vedendo Victoria grondare sangue dagli occhi, quella donna la stava sovrastando, era davvero forte e le sue illusioni avevano ripreso a fare effetto su di lei

“Victoria!!”

A terra c’era anche Pip Bernadotte, cercai di raggiungerli ma i soldati mi bloccarono, probabilmente non volevano che mi allontanassi da loro per curarli

“Pip!!Victoria!!”

Entrambi erano diventati per me come compagni di avventure, ed entrambi stavano per morire. Le lacrime mi scesero come lava bollente sulle gote mentre fui costretta a voltarmi continuando a combattere
 
*sei stanca figliola? Non riesci nemmeno ad aiutare i tuoi amici, hai scelto un sentiero accanto ai demoni ed ecco che la tua luce si sta spegnendo*

“padre Andresen??”


Mi bloccai  di scatto mentre i suoi compagni avanzavano a fatica, guardai fuori dalla finestra e nella stanza entro’ Padre Andersen in persona. Lancio’ delle baionette impedendo ai ghoul di raggiungerli. La sua figura mi sovrastava mentre io presi a fissarlo dal basso verso l’alto con aria diffidente

“cosa vuoi??”

“vuoi salvare questi peccatori?”


Mi chiese col suo solito ghigno illuminato dalla luna, sembrava esso stesso una mezza luna in quell’oscurita’, ma la cosa non mi confortava affatto. Presi un respiro guardandolo negli occhi decisa

“si…si’! sono miei amici!”

“ma dovrai pagare un prezzo, dovrai pagare un prezzo al nostro signore..”


deglutii a vuoto, la testa mi vorticava e a malapena mi reggevo  in piedi, tanto che Andreson mi sostenne per la vita guardandomi dritta negli occhi da dietro ai suoi occhiali sottili, io mi divincolai dalla sua presa prepotente, per un attimo pensai al tocco gentile di Alucard, protettivo, volevo tornare indietro, volevo tornare a casa con lui, quanto avrei voluto fosse di nuovo li’ con me… chiusi gli occhi mentre mi asciugai le lacrime

“quale prezzo?”

“la santita’ "

Sussurro’ mostrandomi una boccetta di un liquido rosso , sangue?

“questo e’ il sangue di una martire, bevilo..”

“cosa succedera’?”

“diventerai cio’ per cui sei nata, il nostro signore ti ha fatto tornare ogni volta per capire il tuo errore, ti ha perdonata ogni volta che hai amato quel demonio, ti ha purificata col martirio ed ora ecco, questo sangue e’ antico quanto la tua venuta sulla terra nella tua prima vita, quando incontrasti quel demonio”


sentivo nelle orecchie le grida dei soldati

“aiutaci!”

“no”


Sussurro’ lui severo

“tu, aiutali..”

Ripete’ porgendo la coppa grondante di sangue. Allungai le mani tremanti verso quel calice, Anderson sembrava voler giocare con me, non voleva aiutarmi, voleva condannarmi probabilmente. Sapevo che era una trappola, ma cos’altro potevo fare? Presi la coppa stringendola piu’ forte per non perdere la presa. Tremavo come un uccellino infreddolito mentre le urla di Victoria mi rimbalzavano nella testa

“chi era la  martire?”

“la santa Giovanna D’arco..la paladina di nostro signore..Amen!!”


Trattenni il respiro e bevvi il sangue tutto d’un sorso. Sentivo il liquido caldo scorrermi ai lati della bocca per scivolare poi sul mio collo. Poi senti’ un calore nel petto, mi inginocchiai sentendo il mio corpo bruciare da dentro, sentii una donna chiamare il mio nome, ma io non volevo seguirla, no, non potevo andare cosi’ lontana da casa, eppure….mi sentivo sempre piu’ allontanare da me, da lui. Qualcosa di freddo mi si lego’ alla fronte, poi anche al petto e alle braccia. Il mio abito fu coperto da una sorta di armatura a piastre che lasciava scoperto comunque il vestito. Le placche mi coprivano il petto lasciando scoperta la vita, sotto alla gonna comparvero degli stivali di ferro mentre al mio fianco peso’ una spada…un fioretto?

“Amen!!”

La voce di Andersen mi costrinse ad alzare il capo, sentivo dentro di me una nuova forza, mi alzai di scatto guardandolo sconcertata mentre lui si inginocchiava ai miei piedi con il suo solito ghigno beffardo

“presto tornerai da noi, nostra signora della guerra…ormai hai imboccato il sentiero giusto”

Sussurrò prima di scomparire dalla finestra. Le baionette scomparvero insieme a lui lasciando che i ghoul corressero in carica verso di me. Io tesi le mani e sentii una nuova energia scorrermi come fuoco nelle venerdì

“Magnus Exorcismus!”

La luce stavolta era diversa, a terra comparve un enorme croce di luce che coprì l’intera sala , era come fuoco che bruciò i ghoul come se fossero formiche mentre i miei compagni si rialzavano in piedi senza nemmeno un graffio. Avanzai impugnando la mia arma e tagliando i loro corpi sudici a fette uno dopo l'altro. Non sentivo stanchezza, la mia energia sembrava illimitata, come se nelle vene ardesse un fuoco tiepido, piacevole che mi dava forza. Un ghoul mi sfioro' il braccio sperando di colpirmi ma si ritrovo' con una mano in meno mentre il suo corpo, con il mio solo tocco prese a carbonizzarsi dietro a suoni gutturali strazianti. Sentii nel petto un profondo rancore, sentii come se qualcuno mi avesse passato un fardello troppo grande. Ad un tratto tesi il braccio, non avevo tempo da perdere con quei moscerini, mi sentivo forte, potente, invincibile. La mia lama divenne una bandiera dai colori vivaci, azzurro e giallo con una croce sopra, questa si illumino' ed io la piantai a terra verso la schiera di nemici

"hai combattuto cosi' tanto, sorella mia....e per cosa? per le fiamme? ed io...per cosa continuo a morire?"
queste parole mi scivolarono dalle labbra senza volerlo, forse nemmeno le ascoltai davvero

"Lux aeterna!!"
una scia di fuoco sacro fece crepare il pavimento, scivolando contro il nemico e sotto ai suoi piedi prima di innalzarsi in colonne infuocate che bruciarono l'armata nemica come paglia in estate. In un istante mi resi conto che alla fine non vi erano piu' ghoul da ammazzare. Tutti mi corsero incontro ammirando il mio nuovo aspetto, ma non diedi loro il tempo di avvicinarsi che corsi da Seras pregando di non essere arrivata troppo tardi

“Victoria!!”

Mi bloccai di scatto vedendo la mia amica senza un braccio,al posto di questo c’era una nube di energia demoniaca come quella che aveva addosso Alucard quando combatteva, sembrava un energia fisica quanto la mia, ma l’esatto opposto. Infiniti occhi mi fissavano e per un attimo anche Alucard  mi fisso’ da qualche parte, triste. Gli abiti di lei erano madidi di sangue e a terra vidi  pip Bernadotte senza vita insieme al cadavere del nemico. Per un attimo mi spaventai nel vedere lo sguardo di Victoria tanto infuriato, ma poi appena sembro’ calmarsi dalla sua furia mi sorrise come faceva sempre. Sentii le lacrime scorrermi lungo le gote e corsi d’istinto verso la mia amica

“Luna!”

Victoria mi prese in braccio, ma poi dovette mollare la presa spingendomi piano indietro, il mio corpo era diventato per lei come lava incandescente, la sua maglietta fumava e vidi una lieve abrasione sulla sua guancia, mi fissava confusa

“che...che diavolo e’ successo?”
 
“non lo so io…io non riesco a togliere questa energia di dosso, ce l’ho nel sangue, io….io…”

mi tremavano le gambe, caddi in ginocchio e di nuovo quando Victoria mi sfioro’ fini’ per ferirsi una mano

“no….no…toglilo!!Victoria toglimi questa roba di dosso!”

Gridai tentando di togliere quell’armatura che sembrava essersi incollata ormai al mio corpo…cosa diavolo ero appena diventata? Ero diventata…una santa?

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Inferno ***


Il caos sembrava essersi calmato, almeno per un attimo, quando riuscii a curare tutti I feriti tornai a fissare sconcertata Victoria che per sicurezza aveva rinunciato ad avvicinarsi a me, il cuore mi balzò in gola immaginando che per Alucard sarebbe stato lo stesso. Al solo pensiero presi a tremare nervosamente guardandomi le mani

“io non posso rimanere così non posso, non voglio…”

Sussurrai portandomi il viso tra le mani. Dopo un paio di minuti arrivarono Integra e Walter, lui era sporco di sangue e anche integra non aveva i vestiti del tutto puliti, ma non feci domande. Rimasi a terra, guardandoli sconcertata, non era vero, non poteva essere vero. Integra sembrò incuriosita dal mio nuovo aspetto

“chi te l’ha data quella?”

mi chiese sfiorandomi la guancia per toccare quella specie di corona di ferro che avevo in fronte

“io….ho bevuto del sangue di martire…”

La donna sobbalzò lasciando cadere il sigaro che aveva in bocca, sembrò adirarsi per un istante poi prese un respiro profondo dopo aver fatto almeno due giri su se stessa imprecando contro Andersen.  Probabilmente lo aveva immaginato…quando finì di imprecare contro il muro si voltò di nuovo accanto a me inginocchiandosi

“hai ammazzato tu i Ghoul?”

“io ed i miei colleghi, signora”

“a parte i morti nessuno qui ha un graffio, ben fatto ragazzina..”

“si’….avrei potuto salvarne di più”

“hai fatto del tuo meglio”


Sospirai abbassando lo sguardo e facendo spallucce, non mi sentivo affatto un eroina, non sentivo per nulla di aver preso la scelta giusta, probabilmente mi ero appena condannata da sola

“ti senti diversa? Effetti collaterali?”

“si’…non posso toccare Seras…le farei male”


Integra storse il labbro e prese da terra un vetro, si fece un taglio sul palmo della mano, io sobbalzai guardandola imbarazzata mentre lei mi toccava il viso con la mano ferita ed in un attimo il taglio era sparito al solo contatto con la mia pelle

“merda ragazzina, sei l’antitesi di Alucard…”

“lo so, lo so…”


Sussurrai portando di nuovo le mani al volto mentre Seras si sedeva vicino a me. Aveva in mano un giornale e lo uso’ per darmi un buffetto sulla testa, sembrava buffa come scena se non fosse che il resto della situazione era diventata un vero e proprio schifo

“troveremo una soluzione, il maestro tornera’ e risolveremo questa cosa”

“lo spero Victoria…”

 
“adesso andiamo sorellina, devi riposare, hanno sedato la rivolta ma domani si prospetta il putiferio, domani schiereranno anche i soldati del vaticano e sarà un tutti contro tutti”

In realtà non ricordo cosa accadde poi, probabilmente caddi stremata a terra e Walter mi porto’ in camera in braccio, o almeno quel che rimaneva della mia camera, dato che un pezzo di muro era saltato via. Passai una notte senza sogni e quando mi svegliai mi resi conto che la guerra era già cominciata. C’era del fumo che si levava da una Londra martoriata e mi chiesi all’improvviso se le mie amiche erano diventate Ghoul o forse si erano salvate. Scesi di corsa dal letto, volevo trovare un modo per raggiungere la città il prima possibile, trovai la soluzione sotto alla mia finestra. Victoria era già ad aspettarmi con un paio di moto accese, io saltai le scale con un agilità mai vista prima e montai in sella scoprendomi anche brava a pilotare quel bolide rosso. Raggiungemmo la periferia della città seguite dalla macchina di Walter e Integra, noi ed i pochi mercenari sopravvissuti. Osservavo Victoria accanto a me, lei mi sorrise come per rincuorarmi. Anche noi eravamo così diverse ora, ma avrei voluto tanto abbracciarla

“Victoria..”

“si’?”

“sei la mia migliore amica,la mia sorellina... qualunque cosa accada….qualunque cosa io sia diventata, tu ed Alucard siete la cosa più cara che ho,siete la mia famiglia”


Lei sorrise annuendo appena

“ce la faremo Luna, ce la faremo”

Davanti a noi c’erano due eserciti:  Il millennium, con le sue schiere di Ghoul senza cervello e con tanta, troppa fame e di fronte a loro il vaticano, con i suoi soldati incappucciati di bianco e schierati come pedine su una scacchiera. Poi c’eravamo noi,che sembravamo quasi un improvvisata.

“allora, nostra signora, ancora dalla parte sbagliata?”

Ci voltammo tutte e due verso Andersen che intanto era apparso alle nostre spalle, ghignando come suo solito con le baionette incrociate per formare una croce. Tento’ di lanciarne una contro Victoria ma io la parai con la mia spada

“sono dalla parte giusta invece, Andersen”

Dietro di lui apparvero altre figure, i miei vecchi colleghi, mi sorrisero appena facendo spallucce. Erano una suora dai tratti severi ed i capelli arruffati ed  un giovane prete dai capelli dorati ed un paio di occhiali da bibliotecario, dietro di loro, un quarto esercito. Integra si fece avanti mordendo il sigaro innervosita prima di cominciare a parlare con voce severa

“nemmeno voi vi siete schierati con il vaticano?”

“noi siamo qui per uccidere Alucard”

“come se ne foste capaci…”

“eccolo!Il maestro sta tornando!”


La voce di Seras mi fece perdere un battito per quello che aveva appena detto, o forse avevo avuto anche io la sensazione di averlo di nuovo vicino. Mi voltai lentamente e vidi un enorme nave fendere la nebbia che aleggiava sul fiume. Questa si fermò distante dal molo, un ombra balzò dal ponte mentre le sue risate riecheggiavano attorno a noi. La creatura che forse solo io ed Integra chiamavamo per nome scese a terra al mio fianco. Istintivamente mi scostai per non sfiorarlo e lui se ne accorse, per un attimo entrambi ignorammo chi ci stava attorno, lui mi guardava come se già sapesse tutto

“il tuo odore è cambiato…”

Sussurrò lui allungando una mano verso il mio viso

“no!”

Indietreggiai stringendo le mani al petto e guardandolo disperata

“ti farò male…ti farò del male se solo mi tocchi”

“mi fai del male se non lo fai”


Sussurrò lui e senza chiederlo si avvicinò a me stringendomi a se’, ignorando completamente il fumo, l’odore di Zolfo che sprigionava a contatto con la mia pelle, ignorando chissà quale immenso dolore.

“no..no ti prego!basta…ti prego,amore…”

Sussurrai, ma anche io dopo un inutile resistenza mi ritrovai ad aggrapparmi a lui, sentivo un dolore immenso nel petto, mi tremavano le gambe e le lacrime mi rigavano il viso, le mani di lui si stavano piagando eppure continuava a sfiorarmi i capelli come se nulla fosse

“ho attraversato gli oceani del tempo per ritrovarti….”

Sussurrò piano mentre io mi allontanai di nuovo, i suoi vestiti, la sua pelle erano bruciati come se per un minuto avesse abbracciato un palo rovente, ma per fortuna sembrò rigenerarsi

“Alucard….”

“che cosa ti hanno fatto, piccola mia…”


Guardai Andersen con ribrezzo, anche Alucard fece lo stesso mentre lui se ne stava lì a ghignare soddisfatto nell’avermi rovinato la vita nel suo nome. Strinsi i pugni, non potevo far nulla ora contro Andersen, eravamo della stessa fazione, non gli avrei torto un capello con i miei attacchi.  Alucard avanzò ponendosi davanti a me

“cosa le hai fatto, schifoso cane del vaticano?”

“l’ho riportata sulla retta via”


Lui ringhiò mentre a terra delle ombre presero forma moltiplicandosi, vidi chiaramente un immensa rabbia in Alucard, tanto da fargli chiamare dalle ombre qualcosa di grosso, un intero esercito, sentivo la sua anima pregna di vite spezzate che ora stavano tornando come suoi schiavi, marionette.  Queste presero a scivolare come un fiume in piena, schierandosi contro le due fazioni. Istintivamente corsi accanto ad Alucard, ma lui mi spinse indietro con la mano

“Alucard cosa fai??”

“pongo fine a questa scempiaggine, poi ti porto a casa”

Mi guardai a terra, respiravo affannata mentre sentivo le mani di quelle cose  che arrancavano verso i soldati, come un fiume in piena li travolgevano lasciando a terra un bagno di sangue, era l’esercito di Alucard, del re dei non morti. Tutte le sue vittime, tutti quei morti ora al suo servizio come marionette, come cani fedeli e bramosi di sangue

*per cosa hai dato la vita ogni volta, ragazzina*

Una voce nella mia testa mi fece sobbalzare

*sento la tua anima in pezzi, hai fatto ritorno troppe volte per la causa sbagliata, non è per quel demone che sei tornata*

“la…lasciami stare…chi sei??”

Mi inginocchiai tenendo la testa tra le mani, i miei pensieri erano così confusi, davvero avevo sprecato la mia vita per una causa persa? Tutta quella gente morta, guardai i tre eserciti, e due eserciti erano composti da non morti. Alucard era….era un….mostro?

*che differenza vedi tra Alucard e quei pazzi del Millennium?niente, te lo dico io figliola…*

“no, no…”

*fammi entrare, ti libererò dalla tua pena, tornerai ad essere la loro guida, la loro eroina*

Non diedi una risposta, perche’ al mio esitare lei si fece avanti e mi ritrovai ad alzarmi in piedi contro il mio volere, a prendere la spada contro il mio volere, a colpire Alucard al cuore….contro il mio volere.  Si era voltato un istante, vidi per un attimo il suo viso preoccupato, poi però prese a tossire sangue mentre teneva tra le mani la lama che lo trafiggeva nel vano tentativo di estrarla

“Luna?...”

“no, io sono Jeanne…sto facendo un favore alla tua amica”

Non era vero, non potevo muovere un muscolo, ma sentivo il sangue caldo di lui colarmi sulle mani fino a terra. Lei ritrasse la lama, lui non reagì era inerme mentre Andersen rideva alle sue spalle affilando le lame mentre la mia mano lo afferrava e lo sollevava per la gola. Ti prego, ti prego fa qualcosa, ti prego, non morire così, sentivo qualcosa di caldo scendermi sulle gote, Jeanne fece una smorfia accorgendosi che stava piangendo

“cosa fai, mostro?non combatti nemmeno un po’?”

Lui rimase in silenzio mentre lei stringeva la presa alla gola ed io sentivo il cuore trafitto da mille lame. Basta, basta.

“Luna…”

La mano di Alucard mi sfiorò il viso, aveva il volto sporco di sangue e sembrava messo male mentre il suo collo sembrava corroso dalla mia mano, ma sorrideva comunque, lui…sorrideva sempre quando mi guardava

“sono sempre….stato un disastro…ma a te andava bene cosi’…ricordi?”

Lei lo trafisse di nuovo, ma riuscii in qualche modo a ritirare subito la lama, stavo riprendendo il controllo?

*lascialo andare, lascialo andare ti prego, lui è tutto quello che ho*

“ma tu ora hai il paradiso, hai la santità”

*lasciami andare, va via! Io non ho nulla! Non lo voglio questo!*

Lasciammo la presa dalla gola di Alucard che cadde in ginocchio tossendo altro sangue, più di quanto ne aveva in corpo probabilmente. Io caddi in ginocchio tenendomi la testa mentre ripresi lentamente il controllo del mio corpo, nel momento in cui Andersen stava per calare la lama, io riuscii a lanciargli un sasso in fronte per fermarlo

“no!!”

stavolta ero io a gridarlo, ma Andersen sembrava ancora convinto che fossi l'altra, tanto che si avvicino' come per aiutarmi a tirarmi su ma io gli infilzai un palmo della mano con un pezzo di vetro trovato a terra

“….Jeanne?”

“non più brutto idiota!!mi hai avvelenata con il sangue di una martire! Lasciala andare in paradiso! Toglimela!!”

Mi alzai in piedi inginocchiandomi accanto ad Alucard, tesi le mani verso di lui, mi tremavano come non mai mentre le lacrime mi rigavano il viso, sentivo ancora bruciarmi un fuoco dentro, faceva male, tanto male, ma avevo altro per la testa

“Alucard….Alucard…è colpa mia”

“sto bene….sto bene piccola…”

“no che non stai bene!”


“brutta traditrice….non ti basta avere la santità devi anche ripudiarla??”

Andersen stava per menare un altro fendente quando Vitoria si parò in mezzo e Walter si era messo a tenere a bada gli altri due sacerdoti, era successo tutto così in fretta che nemmeno me ne ero accorta che era grazie a loro che eravamo ancora lì in mezzo al caos senza un graffio, almeno io.. la battaglia riprese senza sosta, Alucard aveva dimezzato le schiere da entrambe le fazioni che ora indietreggiavano mostrando di volere una sorta di tregue, per il momento la guerra era cessata, ma sapevo benissimo che non poteva finire così. Le armate batterono in ritirata mentre anche la sezione Iscariota si dileguò allo stesso modo con cui era apparsa, promettendo vendetta, promettendomi la testa del vampiro. In un attimo Victoria aiutò Alucard a salire in auto mentre io salii insieme a Walter sulla moto, anche noi eravamo in ritirata a quanto pare, la loro pedina migliore era in fin di vita ed io, io ero sconvolta come non mai. Guardavo la strada sovrappensiero, avevo probabilmente lo sguardo di un cadavere, le mani sporche di sangue e  bruciavano come non mai. Raggiungemmo la camera da letto più intatta del palazzo, vi adagiarono Alucard ed io mi sedetti al suo fianco come un automa, con lo sguardo fisso su di lui, non potevo toccarlo, gli avrei solo fatto del male. Mi misi in ginocchio a braccia incrociate sul letto, nascosi il viso tra le coperte quando sentii la mano di lui sfiorarmi il capo, istintivamente mi feci indietro

“no!”

“Luna…”

“stavo per ucciderti, stavo per…per ammazzarti davvero, Andersen lo sa, vuole che io ti uccida…io non posso toccarti più, non posso più stringerti la mano, supplicandoti di guarire, non posso pulirti via il sangue dal viso, non posso fare nulla senza farti del male…”


Tremavo come una foglia, rannicchiata accanto alla sedia mentre lo fissavo in lacrime

“sto bruciando Alucard….dentro sento il fuoco che mi ha presa, mi brucia, io….io brucio..”

 mi avvicinai piano, come un penitente davanti alla croce

“ti…ti prego, tu devi guarire, hai bisogno di sangue, sangue di…di vergine, noi potremmo”

“no”

“Alucard! Dannazione….dannazione non capisci??”


“non ti portero’ all’inferno con me, Luna…”

“è questo l’inferno!”


Gridai stringendomi il petto, colpendo l’armatura che avevo incollata addosso, che non potevo togliere in alcun modo, come se fosse legata alla mia anima, al mio sangue

“io sono all’inferno….senza di te, senza il mio re, io sono la regina del nulla, io non lo voglio un paradiso così non voglio ali di angelo e non voglio un mondo senza di te”

Ringhiai riprendendo quel poco di coraggio che avevo perso per strada in moto, probabilmente

“Luna”

“mordimi, portami con te nel più oscuro degli abissi, portami con te fino alla fine del mondo ma ti prego, non condannarmi a questo paradiso di fiamme, ho….ho attraversato gli oceani del tempo per nulla?”


Sussurrai sorridendo appena, sentii Alucard ridacchiare goffamente mentre portò una mano dietro alla mia nuca e posava la fronte sulla mia, ovviamente con effetti collaterali, già sentivo il fumo sfiorarmi il viso e i capelli, di nuovo gli stavo facendo male, stavo per staccarmi da lui ma mi trattenne con forza
“sei sempre stata così cocciuta…torneresti in eterno con la stessa identica domanda che mi assilla…ed io ti aspetterei in eterno in attesa di sentirtela dire, sebbene non volessi farlo….ma tu, tu sei piu’ cocciuta di me, quindi…credo..di aver appena perso, my lady Luna”
Vidi la creatura aprire la bocca, mostrando denti affilati come lame, una schiera di pugnali d’avorio che si avvicino’ al mio collo e lentamente entrarono nella mia carne, con delicatezza, come un abbraccio di spine. Poi tutto si fece buio, ero nel buio piu’ assoluto, davanti a me c’era una donna triste, dai capelli biondi e gli occhi azzurri come il cielo

“Jeanne..”
Mi sorrise

“il tuo amore e’ cosi’ grande, come lui che mori’ per i peccatori, tu hai scelto di legarti alla sua ombra, per dare luce alla piu’ oscura delle creature dimenticate da Dio”

“lui non dimentica nessuno..”


“forse…forse era davvero quello che voleva…forse davvero non si dimentica di nessuno, per questo ha mandato te da lui…dovevamo capirlo,dovevo capirlo…trova la pace piccola Luna,vivi a lungo ed illumina l’oscurita’ placa la bestia..”

Si avvicino’ a me, mi bacio’ la fronte e mi accarezzo’ il viso sorridendomi prima di sparire in uno sciame di farfalle dorate, capii in quel momento, di averla appena liberata dal mio vincolo di sangue.

“Ma davvero lo avete fatto?? Non vi ha bruciato la bocca?”

“da morire, ma dovevo farlo”

“ed ora lei e’ una di noi?”


“lo e’ da sempre”

“avete ragione maestro…oh!si sta svegliando!”

Quando aprii gli occhi vidi il viso di victoria copra al mio, i suoi occhi rossi erano fissi sui miei, mi sorrise dolcemente mentre indietreggio’ per permettermi di mettermi a sedere. Mi sfiorai il collo sentendo un lieve bruciore, toccai due piccoli fori di entrata, i denti di Alucard? Allora non era un sogno. Lo vidi poi seduto davanti a me, lui, l’amore della mia vita che mi sorrideva piano, non aveva piu’ sangue addosso, sembrava un vampiro nuovo

“eih…”

Non sentivo piu’ nulla dentro al petto, non sentivo dolore, non sentivo il sangue scorrermi nelle vene…chi lo avrebbe mai detto? Non te ne accorgi finche’ non smette di circolare, che cosa bizzarra. Allungai una mano tremolante verso quella di Alucard, la afferrai ma non accadde nulla, rimasi un attimo ferma, poi saltai in braccio ad Alucard , stringendolo forte mentre piangevo di nuovo. Lui mi strinse piano a sua volta mentre Victoria si avvicino’ accarezzandomi i capelli

“benvenuta a bordo, Luna!”

Io sorrisi tra le lacrime mentre poggiavo la tempia su quella di Alucard che intanto aveva preso a cullarmi gentilmente mentre mi massaggiava la schiena, entrambi godendo del fatto che potevamo stringerci senza farci del male a vicenda, insieme, un po’ meno diversi, un po’ più’ vicini.
 Ma la guerra non era ancora finita

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** T e a ***


Arrivo' il mattino ed io probabilmente ero crollata per la stanchezza del giorno prima. Mi svegliai tra le coperte come se nulla fosse accaduto, tanto che per un attimo credetti davvero che fosse stato tutto un sogno bizzarro, ma l’aria del mattino mi accarezzo’ la guancia passando dal grande foro dove prima c’era la mia finestra ricordandomi che non era stato affatto un sogno.  Sospirai toccandomi poi il collo e sentendo dei piccoli fori di entrata sospirai di nuovo sorridendo appena.  Scesi dal letto indossando un paio di pantofole, il cielo era ancora nuvoloso, ma cosa potevo aspettarmi dal cielo Londinese sotto una terribile guerra?  Indossai un abito comodo per scendere di sotto e capire cosa avremmo dovuto fare. Magari scendendo avrei trovato un auto parcheggiata in corridoio pronta a caricarmi per andare in guerra, o magari Alucard e gli altri erano gia' partiti senza di me. Ma non c'era nessuno in corridoio, mi guardai intorno  entrando poi  nella sala dove  trovai con mia grande sorpresa tutti a fare colazione. Sembrava una mattina qualunque, o forse strana solo perche' erano tutti riuniti come una famiglia normale. Alucard era seduto con i piedi sul tavolo mentre sorseggiava una sacca di zero negativo, cosi’ come Victoria, entrambi sembravano avermi tenuto la sedia d’onore nel mezzo mentre Walter e Integra si versavano litri e litri di caffe’.

“bu-buongiorno”

“buongiorno mia casa..”


sussurro' Alucard mostrando un gran sorriso e la sua schiera di canini affilati come lame, e di nuovo il mio cuore perse un battito, o almeno lo avrebbe fatto se solo battesse ancora. E' incredibile, non credevo che avrei notato il fatto di non sentirmi il sangue scorrere nelle vene

“Luna!!ti abbiamo tenuto il posto!”

Io annuii appena sorridendo e mi avvicinai a loro sedendomi, Alucard mi sfiorò la fronte con le labbra sotto gli occhi inteneriti di Victoria, io arrossii schiarendo la voce e massaggiandomi il collo ancora un po’ indolenzito per il morso di lui, ma era una sensazione piacevole in fin dei conti, se mi concentravo potevo ancora sentire il respiro di lui sul collo che mi solleticava premuroso, protettivo, mi ritrovai ad arrossire ancora di piu’, strano… dovrei essere senza sistema circolatorio ora.

“ho una fame ragazzi…”

Senza pensarci afferrai un piatto di biscotti con gocce di cioccolato di fronte a me e prima che tutti potessero fare qualcosa ne addentai uno. Alucard e gli altri mi fissarono sconcertati ma io presi un altro biscotto e mi versai del latte nella tazza davanti a me, non li stavo guardando, ero troppo impegnata a servirmi la colazione ed intavolare un discorso di sottofondo, avevo mille domande nella testa in effetti su cosa avremmo fatto con la questione “guerra totale”

“magari stamattina possiamo far finta che non stia scoppiando la guerra la’ fuori, eh? Dopo pranzo, me lo promettete?ma ora siamo contro il vaticano, il millennium ed Andresen? Se e’ cosi’ dobbiamo andare a prendere a calci nel sedere quel prete”

Presi un terzo biscotto, un quarto e un quinto addentandoli come se non avessi mangiato per giorni. Presi a sorseggiare il latte prendendo un bel respiro soddisfatto, mi voltai verso gli altri dato che stavo fissando distrattamente la finestra e li vidi fissarmi come se avessero visto un fantasma

“che avete? Ho qualcosa in faccia?”

Alucard poso’ una mano sulla mia testa costringendomi a guardarlo negli occhi, anche lui non sembrava avere un espressione tranquilla come pochi minuti fa, ma ancora non capivo cosa avessero tutti da fissare. Avevo ancora un biscotto in bocca e lui me lo tolse con gentilezza mentre io ero ancora piu’ confusa

“Luna, piccola,stai bene?”

“certo, molto meglio di prima, per….OH DIAMINE”


Mi alzai di scatto dalla sedia guardandoli tutti terrorizzata mentre Alucard si era alzato al mio fianco sorreggendomi con un braccio.

“adesso esplodero’??vomitero’ sangue come in ‘What do we do in the shadows??’ Io non voglio vomitare!!”

Dissi saltellando per il nervosismo, e cosi’ rimanemmo una mezzora buona ad aspettare conseguenze nefaste che pero’ non sembravano voler arrivare. Io mi ero rimessa a sedere davanti ai miei biscotti, Alucard era accanto a me e mi osservava con i suoi occhi rosso sangue, i miei a quanto pare erano meno rossi dei suoi, ma ricordavo di averli visti rossi allo specchio, allora perche’ potevo ancora mangiare del cibo umano?

“non sembra accadere nulla”

Commentai sfiorando un biscotto mentre Victoria si premuro’ di allontanare da me il piatto ed Alucard ridacchio’ divertito dalla scenetta tra noi due, ormai Victoria era diventata come una sorella maggiore a quanto pare e la cosa mi rendeva davvero felice

“Benedici Alucard”

Disse all’improvviso Integra dopo avermi fissata con sguardo inquisitore per tutto il tempo, aveva fumato almeno tre sigari dal primo biscotto che avevo addentato. Io la guardai voltandomi di scatto dalla sua parte ad occhi sbarrati

“ma ora sono una vampira, non ho quei poteri”
“allora fallirai, ma fallo”


Sospirai imponendo le mani su quella di Alucard, sicura che non avrebbe funzionato sussurrai la benedizione, poco dopo sentii un calore sotto alle mie mani ed Alucard ritrasse subito la mano ed io notai che stava emanando fumo dall’odore di zolfo, io sobbalzai portando le mani al viso, non potevo crederci, avevo appena usato i miei vecchi poteri, come era possibile?

“Alucard!”

Gli ripresi la mano tra le mie portandomela al petto e guardando innervosita Integra le ringhiai contro mostrando i canini appuntiti, e si’ allo specchio avevo controllato anche quelli e c’erano come da prassi..ma allora perche’ posso usare magie che potrebbero ferire anche me?

“che diamine!sapevi che avrebbe funzionato??lui non e’ un burattino per fare i tuoi esperimenti!”
“sei stata tu a farlo, io te l’ho solo suggerito”


Sospirai esasperata stringendo di piu’ la mano di Alucard che intanto mi stava osservando i canini, spostandomi le labbra con il pollice della mano libera avvicino’ il viso al mio per studiarmi meglio e mentre i miei occhi si perdevano di nuovo nei suoi lui mi bacio’ piano le labbra mentre prese ad annusarmi i capelli ed il collo con i suoi segni

“lei e’mia, lo sento nel suo odore, eppure non lo e’ del tutto….il cielo se ne e’ tenuto un pezzo”

“oh beh, se posso controllarlo per non farti male non dovrebbe essere un problema, magari ho un qualche bonus da vampiro? Posso dormire a testa in giu’ o magari immune alla morte”

“questo lo scopriremo solo col tempo”


Concluse Alucard prendendo i biscotti dalle mani di Victoria per poi posarmeli di nuovo davanti, io ripresi a mangiare con calma sospirando

“oh beh, io mangio, immagino che a breve saremo di nuovo in mezzo a ghoul e fanatici del vaticano ad ammazzarci a vicenda, no?”
“già’..”


Concordo’ Victoria appoggiando la tempia sulla mia spalla, io feci lo stesso poggiando la guancia sui suoi capelli emettendo un versetto svogliatissimo mentre Alucard se la sghignazzava entusiasta di poter di nuovo affondare i denti in qualche collo nazista. Guardai il mio compagno di nuovo, sentii un formicolio al petto, per un attimo pensai “ecco, sono i biscotti” ma poi sentii un calore al petto e sorrisi dolcemente quando i suoi occhi incontrarono i miei, mi sentivo a casa in mezzo a loro, mi sentivo davvero nel posto giusto, allungai una mano stringendo quella di lui, chiusi gli occhi per un po’ mentre le mie dita si intrecciavano con le sue

“andra’ tutto bene”

Sussurrai sospirando appena, Integra si era gia’ alzata dal tavolo e si era gia’ messa a darci ordini, lei era gia’ pronta a dichiarare guerra insieme ai suoi tre vampiri, e all’esercito di Alucard.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3715420