La guerra del Freljord e la Vendetta dei Darkin

di Gian94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo: uno sguardo al passato ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1: Primo Antefatto ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2: Secondo Antefatto ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3: Iniziazione ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4: Invasione ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5: Unione ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6: Un risveglio nella Forza ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7: Coniunctio ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8: Incoronazione ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9: Una minaccia fantasma ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10: Rivelazione ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11: Un sentiero di dolore ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12: Verità, confessioni e compassione ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13: Una nuova speranza ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14: Il Grande Padre e l'Ombra del Padre ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15: Ragnarock ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16: Gli ultimi Iceborn ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17: Il ritorno degli Iceborn ***
Capitolo 19: *** Epilogo: Individuazione e celebrazione della vittoria ***



Capitolo 1
*** Prologo: uno sguardo al passato ***


PROLOGO

Tanto tempo fa in una terra lontana lontana...

Laddove le grida di uomini diventano musica per gli Dei,
Laddove il sangue diviene acqua con cui purificarsi,
Laddove il freddo diviene forza e vigore dei guerrieri,
Laddove la neve e il ghiaccio diventano belve assetate di vite e di speranze perdute,

ecco che siamo nel gelido e brutale Freljord, una terra di conflitti, scontri e massacri ormai da più di un millennio, tra uomini, maghi, bestie feroci, semidei e Dei.
Questa terra è ostile e spietata, e non accetta di buon grado gli sconosciuti, poiché il luogo garantisce sopravvivenza solo a chi se lo merita. Il suo popolo è costituito da fieri guerrieri, con una forte propensione al saccheggio, alla guerra e alla continua ricerca di gloria nel Walhalla, la dimora divina dove gli Dei accolgono i loro eroi più valorosi caduti in battaglia in loro nome. Nel Freljord, inoltre, le tempeste di neve, il gelido ghiaccio e la nebbia fitta sono talmente potenti da cambiare nell'arco di pochissimi anni la morfologia del territorio e sono in grado di spazzare via interi villaggi; molte popolazioni nomadi, infatti, sono state distrutte dal Vortice Gelido, il più potente tornado che Runeterra abbia mai visto. Si dice che questo vortice sia segno dell'ira di Donner (o Thor, o Donar a seconda dei popoli), il Dio delle tempeste.
Nel Freljord non si vive: si sopravvive!
Prima che nascessero questi conflitti, il Freljord era governato da quattro semidei, nonché fratelli, che rappresentavano i quattro elementi della natura incontaminata, in totale accordo e armonia tra loro.

- Ornn, il semidio fabbro che rappresenta il fuoco (ariete)
- Anivia, la criofenice delle nevi che rappresenta l'aria (fenice)
- Volibear, il semidio Urside che rappresenta la terra (orso)
- Kaspyann, il semidio degli oceani che rappresenta l'acqua (serpente marino)

Questi quattro semidei, saggi e potenti, dispensarono oracoli per gli uomini e diedero loro buoni consigli per la sopravvivenza. Molte sono le offerte e i voti che venivano fatti in loro onore affinché portassero buoni auspici in guerra o nella caccia. Costoro, vennero inoltre chiamati Figli del Gelo, appellativo concesso dagli Dei a chi sapesse manipolare il vero ghiaccio, un elemento naturale e divino che mai si scioglierà e che potrà essere usato nei momenti di maggior bisogno.
Un giorno i quattro fratelli vennero a sapere di una profezia che avrebbe devastato il Freljord, un potere oscuro e malvagio che era ciò che gli Dei chiamavano “Ragnarock”, ovvero la fine del mondo, degli uomini e degli Dei. Questo arcano potere era rappresentato da dei Guardiani del Gelo, tre esseri immortali e di origini sconosciute. I quattro semidei si batterono con i guardiani per due secoli, senza né vinti né vincitori, ma intere popolazioni umane vennero spazzate via dell'energia che lo scontro generava. I Guardiani, intenzionati a battere i semidei per il controllo del Freljord, si rivolsero a tre sorelle gemelle, che erano ignare del loro potere nascosto: la profezia recitava che tutte e tre sarebbero diventate delle Figlie del Gelo e di conseguenza co-regine del Freljord. I Guardiani del Gelo promisero l'immortalità alle tre sorelle in cambio della loro lealtà e del loro totale appoggio militare contro i semidei rivali.
Lissandra, la più invidiosa e bramosa di potere delle tre, accettò mentre Avarosa e Serylda, le più sagge, rifiutarono e si schierarono dalla parte dei semidei. Ma anche tra queste due sorelle non scorreva buon sangue: Avarosa voleva dare potere al popolo tramite la pace e Serylda credeva in una monarchia puntata sulla forza bruta. Persino i seimidei si divisero: Ornn e Anivia, più pacifici, si schierarono con Avarosa, mentre Volibear e Kaspyann, più brutali e istintivi, con Serylda, e tutte e due le fazioni contro Lissandra e i Guardiani del Gelo.
E fu così che cominciò la grande guerra delle tre sorelle, che terminò tanti anni dopo con l'assassinio di Avarosa e Serylda da parte di Lissandra, che si potè così vendicare delle sorelle, ma prima di essere uccise, le due sorelle sconfissero i guardiani cacciandoli nell'abisso ululante, costruito da Ornn il fabbro apposta per i combattimenti contro i Guardiani.
Tuttavia, anche se la guerra si placò e i Guardiani del Gelo erano stati sconfitti, i quattro fratelli non fecero mai pace: Ornn si ritirò da eremita in una montagna, continuando a costruire, Anivia istituì la lega degli Avarosani, fazione che aspira agli ideali di pace e fratellanza, mentre Volibear e Kaspyann istituirono l'Artiglio d'Inverno, derivato dai proseliti di Serylda che onorano le tradizioni belliche, unico motivo di sopravvivenza.

Lissandra, tuttavia, non perse la fede e giurò che avrebbe preparato il mondo al ritorno dei Guardiani del Gelo, adoperandosi affinché il mondo dimenticasse la loro esistenza. Usando la magia per assumere sembianze umane, si spacciò per le veggenti e gli anziani dei villaggi delle varie tribù. Nel corso dei secoli, di generazione in generazione, la strega, aiutata da Loge, il Dio del fuoco e degli inganni, riscrisse la storia del Freljord, stravolgendola e oscurando i reali eventi che caraterizzarono la storia del popolo freljordiano: anche i quattro semidei vennero dimenticati totalmente e il Freljord sarebbe stato così più vulnerabile, dato che i rapporti tra Anivia e Ornn (Semidei fondatori della tribù degli Avarosani) e Volibear e Kaspyann (Semidei fondatori della tribù dell'Artiglio d'Inverno) non si risanarono più. Ma questo inganno non era sufficiente: a Lissandra serviva un esercito.

Adocchiò la tribù della Guardia del Gelo. Sapeva che ci sarebbero voluti secoli per corromperla, e così diede il via al più grande dei suoi inganni. Uccise il leader della tribù, per poi assumere la sua identità. Iniziò poi a mutare lentamente le fiere tradizioni della tribù. Quando la sua forma mortale perse lo splendore della giovinezza, finse la sua morte e uccise colei che venne dopo, per rubarne l'identità. Generazione dopo generazione, la Guardia diveniva sempre più isolata, crudele e perversa. Ancora oggi il mondo crede che la Guardia del Gelo protegga l'umanità da creature malvagie come la Strega dei Ghiacci. In verità, la nobile tribù è ora al servizio della Strega, in attesa del glorioso ritorno dei Guardiani anche se tuttavia i ribelli della Guardia del Gelo, guidati dalla principessa Mauvole, si distaccarono dalla tirannia di Lissandra e formarono la "resistenza ribelle" della Guardia del Gelo, al corrente degli inganni di Lissandra.

Lissandra sa che in quel giorno le nazioni cadranno e il mondo rinascerà nel ghiaccio.

Tuttavia, anche se delle varie tribù del Freljord non si seppe più nulla, negli anni si andarono a formare tre differenti fazioni perennemente il lotta tra loro per conquistare il Freljord.

1) La tribù più grande venutasi a formare prese il nome di AVAROSANI, fazione fondata da Anivia e Ornn dopo l'assassionio di Avarosa, seguendo il volere dell'antenata di creare un Freljord unito e pacifico. Ashe divenne la madre guerriera della fazione, nonché Figlia del Gelo e discendente di Avarosa. Con Anivia e Ornn come maestri e Gragas, Nunu e Braum come fidi soldati, Ashe, dotata di grande intelligenza e determinazione, decise di usare la magia arcana della sua stirpe per riunire il Freljord riconquistando le antiche terre tribali. Anche se Ornn fondò la fazione di Ashe, egli raramente prese parte ai conflitti, poiché il suo carattere introverso, scontroso e timido e il sentirsi in colpa per la guerra delle tre sorelle di millenni fa, lo portarono a chiudersi totalmente in sé stesso per vivere da eremita e lavorare come fabbro alla sua fucina. Da solo.
Ashe, fin dall'infanzia, possedeva già grandi poteri: il padre morì poco prima che nascesse e sua madre venne uccisa in un assalto, quando Ashe era poco più che quindicenne. Invece di pensare alla vendetta, la giovane principessa decise che era arrivato il momento di fare ciò per cui la profezia l'aveva chiamata: riunire tutto il Freljord sotto un'unica, grande e pacifica fazione: gli Avarosani! Conobbe Anivia subito dopo la morte della madre: la criofenice già percepiva in quella ragazza apparentemente fragile un potenziale incredibile, così la condusse in un antico tumulo di pietre sotto il quale era incastonato un grande arco ghiacciato, che apparteneva alla sua antenata, Avarosa. Quest'arco era un artefatto dei Figli del Gelo, e poteva essere usato solo da chi avesse avuto lo stesso potere. Ashe lo impugnò e cominciò a scoccare frecce che annientarono interi eserciti di rivali e nemici. Il gelo scorreva nelle vene della giovane prescelta e sotto la guida di Anivia e Ornn come suoi maestri, Ashe imparò a gestire i suoi poteri da Iceborn, diventò la leader degli Avarosani e le venne assegnato l'appellativo di madre guerriera (titolo riservato alla Figlia del Gelo principessa della fazione). Sotto la sua guida, il territorio Avarosano divenne poi il più grande del Freljord.


2) La seconda tribù prese il nome di ARTIGLIO D'INVERNO, viceversa fondato da Volibear e Kaspyann. Se gli Avarosani incentrarono la loro politica sulla pace, l'Artiglio invece incentrò la politica verso la guerra e alla conquista, proprio come lo spirito battagliero di Volibear e Kaspyann. Con i due semidei come maestri nelle arti da Iceborn, la madre guerriera dell'Artiglio d'Inverno divenne Sejuani, discendente di Serylda che insieme ai suoi due fedeli brutali vichinghi, ovvero Olaf e Udyr, puntò ad un Freljord militare, bellico e spietato. Sejuani invece crebbe nelle fredde lande del nord del Freljord e tutti i suoi fratelli morirono dal gelo. La sua volontà crebbe insieme alla sua forza. Era talmente determinata che riuscì a piegare il ghiaccio dei Figli del Gelo al suo volere per farne un'arma potentissima e i più grandi guerrieri assetati di sangue del nord, come Olaf e Udyr, si misero ai suoi ordini. Volibear e Kaspyann, vedendo il talento della giovane, la istruirono come Figlia del Gelo e la proclamarono leader-madre guerriera dell'Artiglio d'Inverno.


3) E infine troviamo la già citata GUADRIA DEL GELO, governata dalla strega dei ghiacci Lissandra, antenata dunque di Ashe e Sejuani. La fazione si spaccò presto in due per via della resistenza ribelle guidata dalla Figlia del Gelo Mauvole, principessa e sostenitrice di un Freljord unito contro gli inganni di Lissandra e dei Guardiani del Gelo. Tuttavia, non sono i Guardiani il vero pericolo del Freljord; essi sono solo una conseguenza. Ciò a cui è votata Lissandra è un potere ben più grande e distruttivo che potrebbe per sempre cambiare le sorti di Runeterra.


La profezia narra che un Figlio del Gelo cambierà il mondo e che un essere apparentemente innocuo difenderà il Freljord dalla distruzione dei Guardiani del Gelo.


Ma questa è un'altra storia...

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Capitolo 2
*** Capitolo 1: Primo Antefatto ***


CAPITOLO 1: Primo Antefatto


Ashe aveva capito che l'avversario più temibile non era quella guerrafondaia di Sejuani, bensì Lissandra, la temuta strega dei ghiacci. Per Ashe, gli Avarosani e l'Artiglio d'Inverno avrebbero dovuto unire le forze per sconfiggere la possente Guardia del Gelo di Lissandra e per impedire il ritorno dei Guardiani. Ashe, nonostante la minor forza fisica, era riuscita più volte in combattimento a battere Sejuani con il suo arco ghiacciato ed era quindi riuscita a respingere più volte l'Artiglio d'Inverno e i suoi soldati.
Raramente, però, Lissandra si era mai vista in combattimento: di solito mandava il suo esercito di Troll, comandati da Trundle che, dopo averne prese di santa ragione da entrambe le fazioni, scappavano abitualmente sulle montagne a leccarsi le ferite. Lissandra si muoveva sempre nell'ombra: all'interno della sua fortezza glaciale nell'estremo nord del continente, le sue stregonerie divampavano tutte le notti a turbare il sonno dei Freljordiani. Il suo intento era quello di vedere il vincitore tra le due fazioni per poi ucciderlo di nascosto.

Ashe capì le intenzioni di Lissandra e cercò invano di convincere Sejuani ad unire le loro forze, come un tempo fecero Avarosa e Serylda contro i Guardiani del Gelo. Dopo continui rifiuti, Ashe decise che forse era meglio dare a Sejuani un incentivo per la loro alleanza: ordinò quindi a tutti i lavoratori della sua fazione di raccogliere grano e provviste per la gente dell'Artiglio d'Inverno, pensando che con questo gesto si sarebbe arrivato ad un accordo; in fondo, ad Ashe dispiaceva che la gente del Freljord morisse di fame, anche i propri rivali.

Sejuani venne a sapere di un incontro-accordo con Ashe e subito si creò un dibattito nell'Artiglio d'Inverno: Udyr, il saggio eremita spirituale, propose di unire le forze, mentre Olaf, il berserker sanguinoso, sarebbe piuttosto morto in battaglia pur di onorare ciò in cui credeva. Sejuani pensò seriamente che forse unire le forze non sarebbe poi stata una cattiva idea, anche perché odiava i Guardiani del Gelo tanto quanto Ashe, anche se le loro modalità di intendere un regno erano totalmente diverse.

Lissandra era però al corrente dei piani di unione dei due clan e decise di attuare un piano per far sì che l'Artiglio d'Inverno si unisse a lei anziché agli Avarosani. Ashe e la sua fazione avevano grande conoscenza e saggezza, dispensate da Ornn e Anivia, mentre l'Artiglio d'Inverno ragionava sulla forza e sarebbe stato un giochetto da ragazzi usare su di loro il controllo della mente, incantesimo di cui la strega dei ghiacci era in possesso. Per Lissandra, Sejuani e la sua fazione non avrebbero avuto bisogno di pensare: bastava che usassero la loro forza bruta contro gli Avarosani, alla mente ci avrebbe pensato lei. E così fece, prendendo due piccioni con una fava.

La figlia del Dio Wotan (o Odino, o Oden, o Woden, a seconda dei popoli) e della schiava Gheerna, la principessa Mauvole, anch'essa Figlia del Gelo ed essere immortale, governava le popolazioni povere e più bisognose della Guardia del Gelo. Essa non credeva alle bugie di Lissandra sui Guardiani del Gelo e per parecchi anni lottò furiosamente contro i soldati della strega dei ghiacci. Brandiva una grande spada ghiacciata, artefatto delle Figlie del Gelo, e grazie a quella divenne presto la vera leader dei ribelli della Guardia del Gelo che volevano sconfiggere Lissandra per scongiurare il “Ragnarok”. Anche Mauvole desiderava unire i tre clan sotto un unico stendardo, per porre pace tra le montagne innevate del Freljord.

Lissandra, grazie alla sua magia e all'astuzia del suo fido Trundle, escogitò un piano diabolico e geniale per uccidere la principessa Mauvole e assumere il comando sia dei ribelli della sua fazione sia dell'Artiglio d'Inverno, per poi far guerra agli Avarosani.

Come secondo il piano, Lissandra assunse le sembianze di un anziano eremita di una delle tante tribù del Freljord e chiese udienza alla principessa. Attirandola in una grotta abbandonata, Lissandra si rivelò nella sua forma da strega e assassinò la principessa Mauvole, per poi assumerne l'identità. Tornando al villaggio di Rakelstake sotto mentite spoglie, la falsa principessa chiamò a sé tutti i più alti rappresentanti delle fazioni della Guardia del Gelo e dell'Artiglio d'Inverno per decretare l'unione tra i due clan. Durante il suo discorso, esaltò il potere arcano dei Guardiani del Gelo e i vantaggi che la popolazione poteva trarre da quest'alleanza.

Sejuani si stupì sentendo il discorso della finta principessa che lei rispettava e onorava. Si era sempre battuta contro Lissandra e i Guardiani e tutto a un tratto si era schierata dalla loro parte? E se anche fosse stato così, dov'era Lissandra? Per un evento così importante non sarebbe dovuta esserci?

Eppure, la falsa principessa riuscì ad ottenere la maggioranza delle due fazioni e ne sancì la definitiva alleanza. Disgustata da tale alleanza, Sejuani chiamò a sé Olaf, Kaspyann, Udyr e Volibear, i suoi fidi guerrieri, per vedere chiaro in questa storia e subito si misero in viaggio verso la fortezza dei ghiacci di Lissandra. Una volta arrivati, Sejuani e i suoi entrarono nella prima grotta della fortezza e videro con sorpresa il cadavere della principessa Mauvole e subito capirono l'inganno di Lissandra; ma appena si voltarono per uscire, Trundle, il re dei troll, chiuse l'ingresso della grotta con un pesante masso e Sejuani e gli altri rimasero intrappolati. Nonostante sforzi bestiali e sovrumani, neppure Volibear e Kaspyann con i loro poteri semidivini riuscirono a smuovere il masso. Rimasero lì dentro per settimane, poi un giorno il masso rotolò via e Lissandra apparve in lontananza con fare malvagio. Sejuani e i suoi guerrieri erano deboli, stremati dal freddo e dalla fame e non potevano combattere. Lissandra sapeva che l'Artiglio d'Inverno non sarebbe cascato nel tranello e aveva già previsto tutto, così, recitò un incantesimo per il controllo della mente! Voleva che i guerrieri dell'artiglio d'Inverno le giurassero fedeltà:

- Sejuani! Inginocchiati a me e libererò il tuo potere! Tutti voi dovete prostrarvi a me e ai vostri Guardiani! - ordinò Lissandra mentre dalle sue lunghe dita fuoriuscivano fulmini di corruzione. Sejuani, Olaf e Udyr caddero subito in preda a Lissandra, con la mente già corrotta, mentre Volibear e Kaspyann lottarono fino all'ultima goccia di sangue, nonostante la debolezza.

- Chiudete gli occhi e lasciate che il Gelo vi prenda! - recitò soave, ma allo stesso tempo maligna, la strega dei ghiacci.

I due semidei lottarono contro Lissandra e Trundle per ore, ma all'improvviso una strana figura oscura comparve dietro Lissandra brandendo un'enorme spada fiammeggiante. Un solo colpo di quell'arma vivente sbaragliò i due semidei, che poi furono inghiotti anche loro dalla corruzione del ghiaccio.


Quando Sejuani, Olaf, Udyr, Kaspyann e Volibear si svegliarono, si resero conto di essere al villaggio di Rakelstake, dove veniva celebrato il funerale della principessa Mauvole. Tutto il Freljord era presente alla cerimonia per rendere omaggio ad una delle più grandi leader che il Freljord avesse mai avuto. Lissandra era l'artefice di tutto e, proclamandosi erede ufficiale della principessa, istituì la lega del Derviscio di Ghiaccio, come unione dei clan della Guardia del Gelo e dell'Artiglio d'Inverno, con Lissandra come leader supremo.
Alcuni emissari della tribù di Ashe erano presenti al funerale della principessa Mauvole e appena videro Sejuani le offrirono il grano e le provviste per affrontare l'inverno che di lì a poco sarebbe arrivato, convinti che la principessa avrebbe accettato. E invece, con la mente piena d'odio e d'oscurità, Sejuani diede fuoco al grano e alle provviste, uccidendo uno ad uno i messaggeri di Ashe. Dopo il massacro sotto gli occhi di mezzo Freljord, Sejuani prese parola vicino a Lissandra.

- La tribù degli Avarosani non merita di sopravvivere nel Freljord! Il mio popolo smetterà finalmente di patire la fame! Lissandra e i Guardiani del Gelo ci condurranno all'immortalità e alla vittoria! -

- E chi non è d'accordo è meglio che fugga, e al più presto! Al sorgere di domani nessun ribelle dovrà mettere piede nel territorio del Derviscio di Ghiaccio! Da domani comincia la vera guerra per il Freljord!- aggiunse imperiosa Lissandra tra le grida di battaglia del popolo.


Ashe assistette da lontano al funerale e alla dichiarazione di guerra di Lissandra e Sejuani. L'arciera non poté credere a ciò che aveva appena visto: era vicina all'accordo con Sejuani che fino a poco fa voleva distruggere i Guardiani del Gelo, e ora aveva sancito con loro un'alleanza. Non poteva essere vero...

Invece era vero, ma la forza oscura che stava aleggiando sul Freljord era ben più grave di ciò che Ashe poteva immaginare... molto più grave e molto più catastrofica...

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Capitolo 3
*** Capitolo 2: Secondo Antefatto ***


Capitolo 2: Secondo Antefatto


Facciamo un salto indietro nel tempo rispetto al capitolo precedente, circa vent'anni prima.

Nonostante le faide tra le fazioni degli Avarosani e del Derviscio di Ghiaccio, queste due regioni non rappresentano l'intero Freljord... Il gelido ed estremo nord e nord-ovest è una terra totalmente desolata, abitata da tribù nomadi, barbari, vichinghi, predoni, druidi ed eremiti isolati dal resto del mondo. Le condizioni di vita qui sono quasi impossibili se non solo per i più forti guerrieri; qui non c'è alcuna forma di coltivazione e si possono cacciare solo pinguini o orsi polari, che sono comunque in via d'estinzione. Una razza che fino a poco tempo fa viveva qui è quella dei Troll, ma nessun umano, dopo aver provato a cacciarne uno, ha mai fatto ritorno al proprio clan. Inoltre dopo l'alleanza dei Troll con la strega dei ghiacci Lissandra, tutta la loro stirpe si è spostata a nord-est per vivere nella regione della Guardia del Gelo, agli ordini del loro capo Trundle. Qui nevica ghiaccio perennemente e solo indossando armature o pesanti mantelli si riesce a uscire dalla propria casa; proprio per questo troviamo pochissimi clan nomadi umani in questa zona del Freljord, e i più deboli non sopravvivono oltre il quinto anno di vita.

Proprio per questo, le tutte le tribù di quelle terre iniziarono a farsi guerra per le poche risorse disponibili. Molti clan sconfitti si misero in viaggio verso il sud del Freljord per trovare pace e maggiori risorse di vita, ma quasi nessuno riuscì a reggere mesi di cammino contro la fame e il freddo: l'unico a riuscire nell'impresa fu Olaf, allora bambino, l'unico superstite della tribù di Lokfar, spazzata via dal clan più potente di quelle terre: I Signori dei Maghi, comandati dal loro capo Reklan. La famiglia di Olaf morì quando era in viaggio verso la tribù dell'Artiglio d'Inverno, dopo che il loro clan era stato depredato e successivamente conquistato dai Signori dei Maghi.

Il nome Signori dei Maghi venne attribuito a questo potente clan a causa di una spada magica che Reklan era solito impugnare durante le sue battaglie, una lama enorme con una runa a forma di serpente nell'impugnatura: tutte le volte che un clan veniva distrutto, il serpente sulla spada diventava di colore rosso e da allora si racconta che quella spada fosse magica e che desse controllo e potere a chiunque la possedesse e – soprattutto – a chi la sapesse possedere, poiché è la spada a scegliere il suo possessore.

Nonostante Reklan fosse un grande guerriero, era un pessimo marito e un padre assente. Sposò sua moglie solamente perché si sarebbe dovuta occupare dei figli durante la sua assenza, ma al suo ritorno dal campo di battaglia pretendeva di stare con loro. D'altro canto la madre, Torvin, era iperprotettiva con i figli: ebbe due femmine, nate a distanza di due anni l'una; ma Reklan voleva a tutti costi un maschio per poter lasciare l'eredità di guerriero e sovrano ad un figlio che avrebbe preso il suo posto. Le bambine, purtroppo per la madre, non sopravvissero più di tre anni l'una e dopo un anno dalla morte della seconda, nonostante le continue crisi della madre, i due concepirono un maschio.

La notte prima del parto, la madre ebbe un incubo: sognò che una creatura oscura dagli occhi insanguinati la stava violentando con una spada vivente. Il figlio che nacque aveva una spada insanguinata e demoniaca al posto del braccio destro e con quella uccise i suoi genitori dopo il parto e decimò l'intero clan.

Persino il padre rimase impietrito e scosso dopo aver sentito il racconto, ma cercò comunque di tranquillizzare Torvin rassicurandola che ciò non sarebbe mai accaduto, e che lui avrebbe fatto di tutto per proteggere lei e la sua gente. Nato il piccolo la sera dopo, venne chiamato “Tryndamere” che vuol dire “A prova di incubo”, per sfatare il cattivo auspicio del sogno. Questo bambino crebbe forte e vigoroso, persino Reklan era impressionato dalla sua enorme abilità di cacciare già a pochi anni di vita: a soli quattro anni era riuscito a uccidere un orso polare usando una lancia giocattolo e a sette uno yeti strangolandolo. Torvin, vedendo il piccolo crescere e diventare sempre più potente, cercò in tutti i modi di proteggerlo di stare vicina a lui, accudendolo e soddisfacendo ogni suo desiderio; ma tutte le volte che il piccolo Tryndamere veniva sorpreso a stare con la madre, Reklan reclamava la sua autorità paterna e il suo diritto ad insegnargli l'arte della guerra. Più volte i genitori del piccolo litigavano e Tryndamere ne soffriva molto. Reklan eresse un muro attorno a suo figlio, come se fosse solo suo, tanto che si arrabbiava regolarmente quando si faceva male e vedeva la madre curarlo: un vero guerriero sarebbe dovuto guarire da solo, senza aiuti. Pian piano, Reklan insegnò al figlio tutto ciò che sapeva: a cacciare, a combattere, a governare e , soprattutto, a essere il più forte. Addirittura, non appena Tryndamere compì quindici anni, il padre gli diede in eredità la spada magica, chiamata “Iceblad”, dicendogli che con quella sarebbe diventato il più grande guerriero di Runeterra. Tale discorso venne poi fatto davanti a tutto il suo clan, felice di aver trovato un erede. Infine Reklan prese Tryndamere in braccio elevandolo al cielo perché lo benedisse come suo successore.

La madre passò gli ultimi anni tormentata dagli incubi e quello del figlio che sterminava il suo clan era ricorrente. Decise quindi di andare dall'anziano della tribù per farsi predire il futuro del figlio. Il saggio le disse:

- Non so dirti molto, Torvin, poiché il potere di questo ragazzo supera quello di qualunque altro mortale. Esso è stato designato per riuscire nell'impresa di suo padre: riunire tutte le tribù nomadi sotto un'unica fazione, di cui lui sarà il re: ma attenta! Tryndamere o diventerà re di tutto il Freljord o sarà la causa della totale distruzione di Runeterra. In entrambi i casi, è sicuro, questo giovane guerriero cambierà il mondo! - disse l'anziano, voltandosi dall'altra parte come assorto in preghiera.

Qualche giorno dopo, Reklan combatté contro i suoi acerrimi rivali del clan del Protettorato, comandati dal loro capo Orock, per la supremazia della tribù. Senza né vincitori né vinti, Reklan era sulla strada del ritorno al suo clan quando qualcosa su una montagna innevata attirò la sua attenzione... Guardò verso destra, lontano e vide una spada abbandonata che luccicava di rosso, spuntando dalla tormenta di neve. Era bellissima, enorme e dalla triplice lama, la quale sembrava pulsare di vita propria. Reklan percepiva qualcosa di incredibile in quella spada, sembrava quasi che lo stesse chiamando; sentiva una voce soffocata e appena percettibile dirgli:
- Prendimi, ho bisogno di te! -

Reklan pensò che quell'arma potesse superare persino la Iceblad ora di Tryndamere, e che con quella spada il suo potere si sarebbe esteso anche oltre il Freljord e sarebbe riuscito a conquistare Valoran. Appena brandita l'arma, sull'impugnatura comparve un occhio rosso sangue che gli fece l'occhiolino. Reklan la fissò a lungo finché la spada gli chiese:

- Sarai all'altezza? -

- Certo che lo sarò! - rispose Reklan.

Tornato al suo clan, si vantò con la sua gente di questa spada vivente che gli avrebbe garantito la vittoria suprema su tutti i clan nomadi del nord del Freljord. Tuttavia, qualcosa si stava lentamente insinuando nella mente di Reklan, tanto che stava diventando sempre più arrogante e aveva sempre più manie di onnipotenza con tutti, anche con il figlio. Volle persino sfidare la sorte, dicendo che avrebbe annientato l'intera tribù del Protettorato da solo con l'ausilio di quella nuova spada. Ma una volta partito, il padre di Tryndamere non fece più ritorno, tanto che dopo mesi venne dato o per morto o per prigioniero di guerra.

Tryndamere intanto divenne un guerriero formidabile, addirittura più forte del padre, che nessuno era mai riuscito a sconfiggere. Aveva ereditato il clan come grande condottiero ed era circondato da fidi compagni. Era forte e valoroso, bellissimo e affascinante, sapeva essere un leader coraggioso e sapeva usare la meglio la propria spada; ma soprattutto era buono di cuore. Tryndamere voleva onorare suo padre, completando la sua missione di unire tutte le tribù nomadi sotto un unico stendardo. Sua madre era contenta di lui, ma avvertiva che un giorno o l'altro il suo incubo peggiore sarebbe tornato a visitarli.


E così avvenne...


Durante una notte tempestosa, buia e gelida, alcuni predoni del clan del Protettorato assaltarono il clan di Tryndamere, ma grazie alla sua abilità con la spada, alla sua bravura di guerriero e al suo talento di condottiero carismatico, i suoi uomini respinsero la prima ondata, ma non erano preparati alla figura che stava per apparire; infatti, in lontananza, Tryndamere vide una strana figura oscura alata, e con un paio di corna, come una specie di demonio, che brandiva una crudele spada vivente, ispirando gli invasori con la sua magia disumana.
Tryndamere riconobbe in quell'arma la spada vivente che aveva trovato suo padre cinque anni prima e ordinò ai suoi uomini di attaccare quello spettro e di ucciderlo; ma i suoi guerrieri non videro alcun essere misterioso, e pensarono che il loro capo stesse avendo delle allucinazioni. Tryndamere percepiva qualcosa di terribile sovrastare la sua tribù così provò ad ordinare almeno di recuperare la spada del padre, ma non venne creduto nuovamente. Non si sa come, ma quell'ombra rinvigorì gli invasori che, come posseduti, iniziarono a combattere con maggior furore, tanto che uccisero uno ad uno tutti gli uomini di Tryndamere e l'intero clan venne spazzato via in pochi secondi. Non avendo speranza di uccidere l'essere misterioso, Tryndamere si lanciò contro una morte certa. L'oscura figura lo spinse via, ferendo a morte il giovane.

Tryndamere si inginocchiò sanguinante al torace, sentendo le forze venirgli meno. Il giovane barbaro stava morendo con sotto gli occhi e la disperazione e la morte della sua patria, definitivamente sconfitta. Quell'oscura figura ordinò ai suoi uomini di andare a prendere tutte le donne, i bambini e gli anziani del clan per poi ucciderli personalmente uno ad uno sotto gli occhi di Tryndamere morente. Persino sua madre non fece eccezione e anziché ucciderla subito come fece con gli altri uomini, la torturò a morte davanti a Tryndamere, il quale iniziò a gridare, piangendo: - Mamma! Mamma! - come un bambino spaventato e impaurito per via del mostro sotto il letto. Era come se quel demone fosse a conoscenza che quella donna era sua madre e alla fine Torvin morì davanti a Tryndamere, morente anche lui.

L'incubo di Torvin era diventato realtà. Tutti morirono quella notte. Non era rimasto nessuno. Restavano soltanto le grida dei morti.


Non volendosi arrendere alla morte, Tryndamere cedette alla rabbia e al desiderio di vendetta. Il suo sangue iniziò a bollire e la sua furia lo consumò, scacciando la sua natura mortale.
Si rialzò: riusciva a malapena a tenere in mano la spada, la quale cominciò a colorarsi di rosso sangue. Il suo viso cominciò ad assumere sembianze demoniache, la sua bellezza lasciò spazio a solchi profondi di violenza e vendetta in un volto devastato dall'odio, il suo spirito giovanile scolorì via con la sua bontà e la sua generosità che lo avevano sempre caratterizzato. Il serpente della spada sgorgò fuori dall'impugnatura e con le sue spire avvolse il braccio destro del barbaro. Molti soldati del Protettorato si fiondarono su di lui per dargli il colpo di grazia, ma Tryndamere, come rinato dalla morte, li sterminò uno ad uno con una rabbia e un potere che mai aveva sprigionato fin ora. Non gli bastò ucciderli, voleva che soffrissero: gli tolse gli occhi dalle orbite, tagliò loro mani, piedi e teste, divorò le loro carni, li trapassò con la sua spada più volte fino a ridurli tutti a cadaveri in putrefazione. Non sentendosi mai sazio, raccolse tutte le sue forze e colmo di vendetta si preparò al confronto decisivo con l'ombra, cercando un ultimo scontro; ma questo non avvenne.

L'oscura figura non alzò nemmeno la sua arma: lanciò solo un lieve sorriso a Tryndamere per poi svanire nell'oscurità. Il barbaro provò ad inseguirlo, ma l'ombra si era ormai dissolta. Fu l'ultima volta che Tryndamere vide la sua nemesi.

Privato della sua patria, dei suoi genitori e del suo popolo, Tryndamere vagò per anni nel Freljord, per diventare sempre più forte, per alimentare la sua sete di sangue e poter avere la sua brutale vendetta. Visitò tutte le tribù delle lande ghiacciate, battendo tutti i guerrieri, finché non rimase più nessuno da sfidare. Così istituì il regno dei barbari del nord-ovest e si autoproclamò re, riuscendo così nell'impresa del padre di unire tutte le tribù nomadi del Freljord. Una volta diventato re dei barbari, non si accontentò del solo del regno del nord; il suo popolo pativa il freddo e la fame, così lui e i suoi uomini decisero che avrebbero riunito tutto il Freljord sotto un'unica grande fazione. Tryndamere si fece largo nel Freljord, sconfiggendo chiunque intralciava la sua strada; sconfisse mostri, yeti, troll, animali feroci, brutali guerrieri e persino il potente drago Fysolt, il leggendario drago a tre teste e sei code avvelenate, il più potente mostro di tutto il nord di Valoran, che venne annientato in pochi minuti; anche valorosi campioni noxiani come Darius e Katarina, mentre cercavano di espandere la politica imperialista di Noxus anche nelle gelide lande del Freljord, vennero sconfitti in battaglia dal barbaro; i soldati noxiani erano stati così brutalmente sconfitti che batterono in ritirata, cosa che mai avevano chiamato prima. La forza di Tryndamere cresceva insieme al crescere del suo nome da invincibile re dei barbari e, così facendo, divenne un maestro dell'arte della guerra, brandendo la sua furia come la più temibile e distruttiva delle armi. Con la spada in mano e la rabbia nel cuore, Tryndamere inseguì senza sosta la sua insaziabile sete di sangue, distruggendo senza pietà chiunque osasse frapporsi tra lui e il suo obiettivo, e cercando vendetta contro chi ha distrutto la vita che un tempo conosceva.

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Capitolo 4
*** Capitolo 3: Iniziazione ***


Capitolo 3: Iniziazione


Ashe si svegliò presto quella mattina. Si vestì velocemente col suo completo da arciera e andò da Anivia, come tutte le mattine, affinché le insegnasse a controllare l'enorme potere dei ghiacci che Ashe possedeva. Era sabato, e quel giorno si faceva meditazione. Quella mattina, però, decise di recarsi dalla sua Maestra qualche ora prima del previsto. Anivia, già sveglia, accolse in casa sua Ashe, la quale esordì:

- Cara Anivia, scusami se arrivo prima del solito stamattina, ma ho fatto un sogno che mi ha lasciata molto turbata. -

- Principessa, grazie per essere venuta; la meditazione servirà a spiegare il sogno e a capirne il messaggio. - disse la criofenice.

Le due si sedettero in meditazione, Ashe incrociò mani e gambe e prese a raccontare:

- Ho sognato che la mia tribù e la mia gente venivano spazzate via dai Guardiani del Gelo. Ho provato ad affrontarli, ma sono stata sconfitta. All'improvviso un essere minuscolo ha preso le mie difese e alla fine ha battuto i Guardiani. -

Anivia era stupita dalla lungimiranza delle profezie che l'arciera dei ghiacci riusciva ad intravedere sognando. La criofenice commentò:

- Ashe, i tuoi poteri di Figlia del Gelo si vedono anche da questi sogni. La profezia recita infatti: “Un Figlio del Gelo cambierà il mondo e che un essere apparentemente innocuo difenderà il Freljord dalla distruzione dei Guardiani del Gelo”. Quell'essere minuscolo e innocuo, di cui la profezia e il tuo sogno parlano, io lo conobbi almeno due o tre eoni fa, e si chiama Gnar. Questo lontano antenato degli Yordle è figlio di Wotan, il Grande Padre di tutto e di tutti, figlio che ebbe da una relazione clandestina con la yeti Ingrid. Fricka, la moglie di Wotan, venuta a sapere di questo figlio illegittimo, stipulò un patto con Loge, Dio degli inganni, per punire il marito infedele: così Loge mandò uno dei suoi figli, un essere mostruoso con un occhio solo, a distruggere Gnar e i suoi fratelli. L'intera famiglia di quegli esseri venne rasa al suolo, ma Gnar, colmo di rabbia, divenne enorme e sconfisse la creatura ciclopica. Fricka, rassegnandosi al fatto che questo essere poteva evitare il Ragnarock, in accordo col marito Wotan, mandò me a congelarlo nel freddo nord del Freljord. Promisi agli Dei che avrei scongelato Gnar solo al momento del Ragnarock, quando i Guardiani del Gelo avrebbero fatto ritorno! -

Ashe ascoltò il racconto di Anivia con grande stupore e curiosità. Poi Anivia continuò:

- Il tuo sogno conferma la profezia: Gnar caccerà i Guardiani nell'Abisso ed eviterà il Ragnarock! -

- E chi cambierà il mondo? Chi è questo Figlio del Gelo? - domandò Ashe.

- Potresti essere tu, mia principessa, il tuo potere supera quello di qualunque regina che Runeterra abbia mai avuto. Sei già più potente di Lissandra e Sejuani. Il nostro problema è che sono due e sono votate al lato oscuro. -

- Il lato oscuro è rappresentato dai Guardiani del Gelo? -

- Purtroppo non solo. Ci sono esseri antichi e semidivini, chiamati Darkin, che sono ben peggio dei Guardiani; e io non escludo un loro coinvolgimento in tutta questa storia. Ad esempio mi chiedo cosa abbia spinto Sejuani e i suoi ad unirsi a Lissandra. Per quanto conosca il suo potere non sarebbe in grado di sottomettere al suo potere anche i miei fratelli Volibear e Kaspyann, semidei. Ci dev'essere dell'altro, ma se i tuoi sogni sono così potenti, dovremo attenderne degli altri. -

- Ma quindi questi Darkin sono addirittura più forti di voi semidei? - chiese Ashe preoccupata.

- Rispetto a me, Ornn, Volibear e Kaspyann sì. I Darkin sono esseri semidivini molto particolari: traggono la loro forza dalle battaglie e dalle guerre. Più ci sono conflitti, più i Darkin diventano potenti. Di solito si presentano però in terre come Ionia, per corrompere i guerrieri più spirituali. Non so se siano mai arrivati qui nel Freljord. Quello che so è che solo cinque della loro stirpe sono rimasti in vita. Ma finché non avremo segni della loro presenza, non c'è nulla da temere. -

Ashe si sentì sollevata dopo aver raccontato il sogno e continuò la sua meditazione con Anivia per tutta la mattina.


Salutata la principessa a fine mattinata, Anivia decise di andare a raccontare il sogno di Ashe a suo fratello Ornn, sul monte Langhus. Avrebbe anche pranzato con lui, tanto mangiava sempre carne di manzo e torte al cioccolato.

- Chi è? - chiese una voce burbera e cavernosa dietro la porta.

- Tua sorella, Anivia, scontroso che non sei altro! - rispose Anivia con un pizzico di ironia.

- Cosa vuoi? - chiese lui.

- Buongiorno anche a te caro! Non posso salutare mio fratello? Ho delle cose da raccontarti! -

- La tua base è da quella parte. Vai lì a piangere! -

- Parli più del solito, che succede? - scherzò Anivia.

- Se vuoi parlare fallo subito, se no me ne torno al lavoro! - disse sbrigativo Ornn.

- Riguarda i Darkin! - disse Anivia.

Ornn, a quel nome, aprì lentamente la porta d'ingresso e scrutò Anivia con fare inquisitorio ma allo stesso tempo curioso:

- E va bene, entra! Ma sappi che stavo mangiando! -

- Ciò significa che mi offrirai qualcosa da consumare? -

- Sì! Il mio tempo! E ne ho già perso abbastanza. Andiamo! -

Ornn fece accomodare Anivia a tavola e le offrì qualcosa da mangiare mentre parlavano. In fondo era buono quell'orsacchiotto introverso. La criofenice raccontò a Ornn del sogno di Ashe e sulla possibile presenza dei Darkin nel Freljord, come alleati di Lissandra.

- Dici davvero? - chiese Ornn.

- Non ho detto nulla ad Ashe, non volevo spaventarla più di quanto non avesse fatto il suo sogno. Ma ho come un presentimento... Credo di aver avvertito la loro presenza. - confessò Anivia.

- Anch'io! - ammise Ornn: - L'ho percepita quando i nostri fratelli sono stati dominati da Lissandra. Una Figlia del Gelo per quanto potente non potrebbe mai piegare due semidei. Solo due esseri possono farlo: o un Dio o un Darkin quando è molto potente! Non che mi dispiaccia per Volibear, quel mostro ha ucciso i miei seguaci. -

- So cosa ti ha fatto Volibear. E sai cosa ha fatto a me Kaspyann... Ma dobbiamo liberarli da questa corruzione, in questo modo, forse, i nostri rapporti torneranno come un tempo.

- Ne dubito... Ma per me c'è di mezzo un Darkin, quella razza non muore mai... -

- Proprio come pensavo... Dobbiamo essere sicuri della loro presenza prima di poter allarmare il popolo. -

- Attendiamo i sogni di Ashe, se è vero che sono così potenti, avremo le risposte che cerchiamo! -

- Ora devo andare. Grazie fratello! Ti terrò informato. -

- Bene! La solitudine mi soddisfa sempre! -

- Il solito vecchio Ornn! - disse ridendo Anivia volando via.


Il giorno seguente, Ashe venne a sapere dai suoi messaggeri che nella città di Rakelstake era in corso una rivolta contro il Derviscio di Ghiaccio. Molti guerrieri che combattevano per la principessa Mauvole non credevano alle menzogne di Lissandra e avevano organizzato una rivolta. Ashe colse l'occasione per scendere in campo assieme ai ribelli contro Sejuani e Lissandra, almeno per strappare il villaggio di Rakelstake dalle loro grinfie.
Gli Avarosani erano in netto vantaggio sia per numero di uomini, sia come numero di vittorie contro i rivali del Derviscio di Ghiaccio; eppure stavolta i guerrieri di Sejuani e Lissandra sembravano essere ben determinati, violenti e brutali.

Giunti al campo di battaglia, gli Avarosani difesero i ribelli che erano in difficoltà a fronteggiare Sejuani e i suoi uomini. I rivoltosi continuarono a gridare:

- La principessa Mauvole non è morta di cause naturali come volete farci credere! Lissandra assassina! Sejuani traditrice! -

Ashe ordinò le posizioni: Braum avrebbe difeso le donne e i bambini col suo scudo, Nunu e i suoi yeti sarebbero andati contro Trundle e il suo esercito di Troll, Gragas avrebbe gettato i suoi barili nel cuore delle risse tra i soldati per aiutare i ribelli, mentre Ashe, presa su in volo da Anivia, avrebbe cercato Sejuani per uno scontro e, soprattutto, per capire il motivo della sua alleanza con Lissandra. Trovata Sejuani, Anivia si fiondò su di lei, ma Kaspyann, che proteggeva la principessa dell'Artiglio d'Inverno, sbaragliò con la sua coda Ashe e Anivia, che caddero a terra. Kaspyann si fiondò su Anivia, che si allontanarono lottando ferocemente.

Ashe si rialzò e impugnò l'arco di ghiaccio. Il cinghiale di Sejuani strepitava dalla voglia di combattere.

- Calma, Bristle! L'arciera è mia! - disse maligna Sejuani.

- Ah sì? Sciocca Sejuani... Quale dei due è il maiale? - rise Ashe sicura di sé mentre col suo arco mirava Sejuani.

- Ti farò passare la voglia di scherzare! - gridò Sejuani mentre correva verso Ashe.
Il cinghiale caricava l'arciera, ma questa con un balzo all'indietro evitò il colpo e, con una freccia ghiacciata, sbaragliò Sejuani e il suo destriero.

- Voglio solo parlare! Non ti serve quella bestia con me! - disse Ashe.

- Fatti! Non parole! - ringhiò Sejuani, rialzandosi.

- Stolta guerrafondaia! Non vuoi proprio capire! -

- Capire che cosa? I Guardiani del Gelo sono i nostri padroni! Io e Lissandra domineremo il Freljord e chi mi si oppone farà una brutta fine! - disse Sejuani che con un colpo della sua Ebolice, la sua arma da Figlia del Gelo, atterrò Ashe con un colpo allo stomaco.

- Che cosa si spezzerà prima? L'arco o te? - disse malvagia Sejuani mentre alzò la sua arma per colpire nuovamente Ashe, ma quest'ultima, con un rapido colpo di freccia, colpì Sejuani a un braccio, disarmandola e facendola sanguinare.

- Ascolta Figlia del Gelo! I Guardiani e Lissandra sono il male! Come puoi non capire? - disse Ashe esasperata.

- Tu e la tua gente siete il male! Finché respirerò, la mia tribù non insudicerà il suo nome affiancandosi a vili cospiratori e a deboli ribelli! - disse Sejuani pronta a scontrarsi con l'arciera.

Più verso il villaggio, Gragas combatteva contro Olaf, Anivia contro i fratelli Volibear e Kaspyann, Nunu contro Trundle e Braum contro Udyr. Le battaglie e gli scontri tra i campioni infuriavano senza sosta, ma i campioni guidati da Sejuani stavano avendo la meglio contro quelli Avarosani.


Nel bel mezzo della battaglia, che stava volgendo a favore di Sejuani, alcuni guerrieri cominciarono a scrutare parecchio fumo in lontananza. Alcuni scontri si placarono, per capire cosa potesse causare quel fumo; anche Sejuani e Ashe dopo alcuni minuti lo notarono.

Dopo un po' di tempo, i soldati di entrambe le fazioni cominciarono a vedere che quel fumo era causato dalla corsa impetuosa di uomini armati che stavano caricando verso il villaggio. Erano barbari, predoni e vichinghi, con armature pesanti, spade sguainate e copricapi di animali feroci. Ashe era stupita e avrebbe voluto parlare con questi barbari, ma Sejuani, senza pensare, ordinò ai suoi arcieri di scagliare l'artiglieria pesante contro gli invasori, volendoli affrontare corpo a corpo.

Ed era una pessima idea.


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Capitolo 5
*** Capitolo 4: Invasione ***


Capitolo 4: Invasione


L'esercito di Sejuani era pronto a fare fuoco sui barbari.

Ashe ordinò ai suoi uomini di rimanere in disparte per lo scontro tra l'Artiglio d'Inverno e gli invasori del nord; l'arciera era più saggia, voleva capire le intenzioni di questi barbari e in questo modo avrebbe avuto occasione di vincere la battaglia.

- Raggruppiamoci tutti su quella collina! Poi decideremo se intervenire! - ordinò Ashe.

- Fuoco a volontà! - ordinò Sejuani

I soldati dell'Artiglio scoccarono le loro frecce sui barbari, i quali, prevedendo la mossa, piazzarono i loro enormi scudi sopra le loro teste per proteggersi, come una falange. I barbari respinsero l'attacco aereo e, una volta arrivati nel villaggio, si prepararono al combattimento corpo a corpo. Gli uomini di Sejuani rimasero a corto di munizioni a distanza, ma la principessa rimase fredda e determinata e ordinò:

- Uccideteli tutti! -

- All'attacco! - gridò il re dei barbari.

Le due fazioni si scontrarono in una sanguinosa battaglia con molti morti e innumerevoli feriti. I barbari stavano avendo la meglio sugli uomini di Sejuani. Quei guerrieri sembravano essere invasati da qualcosa di potente, come se il loro condottiero li ispirasse ad essere feroci e brutali come non mai. I soldati di Sejuani erano in grande difficoltà, quei barbari non solo uccisero parecchi nemici, ma li squartarono, li usarono come scudi umani e li lanciarono contro le falangi nemiche con una forza sovrumana per indebolirli. Il saggio Udyr corse da Sejuani e le disse:

- Principessa, stiamo soccombendo, dobbiamo ritirarci! -

- No! Devo capire chi di loro è il capo, gli farò passare io la voglia di sfidare la nostra tribù! -

- Altezza, scusate se insisto ma percepisco una presenza terribile nelle loro schiere. - ribatté Udyr.

- E lasciare la vittoria a questi deboli ribelli? Sai quanto ci guadagneranno se questi barbari ci schiacciano? No! Io rimango qui! - rispose fredda Sejuani. Udyr chinò il capo e si rimise a combattere.

Ashe intanto stava guardando con orrore lo scontro. Da un lato fu felice nel vedere i suoi nemici in difficoltà, ma dall'altro tutto quello spargimento di sangue non rientrava certo nei suoi piani di pace.

- Avete visto, Altezza? - chiese Gragas: - Quei barbari sono guerrieri formidabili! -

- Io non combatterò contro di loro! Mi fanno troppa paura! - disse Nunu spaventato.

- Sì, vedo. Sono grandi guerrieri ma non è detto che dobbiamo per forza scontrarci con loro. Combattono contro Sejauni perché li aveva attaccati, noi no. Potremmo proporre loro un accordo...-

- Ma Ashe, quelli non sembrano per niente tipi che ragionano... - disse titubante Braum.

- Aspetta a dirlo, amico mio... Vediamo l'esito della battaglia... Forse il nemico del nostro nemico diventerà nostro amico... Io dico di tentare! - concluse Ashe.

Nessuno osò ribattere. Si fidavano della loro principessa, anche se la paura aleggiava parecchio nelle fila degli Avarosani.

I barbari, intanto, stavano letteralmente schiacciando l'Artiglio d'Inverno, finché non furono i barbari a fermarsi di lottare. Il loro capo avanzò con passo imperioso e con l'armatura coperta di sangue, poi esordì:

- Siete sicuri di voler continuare a combattere? - ridacchiò: - Chi è il capo qui? -

- Io! E sarò l'ultima cosa che voi vandali vedrete! - si fece avanti Sejuani: - Tu chi sei? -

- Sono il tuo incubo peggiore! - disse il re barbaro sguainando la sua enorme Iceblad.

- Ma quella è la spada di Reklan dei Signori dei Maghi! - insorse Olaf. Tutti si voltarono verso il guerriero di Lokfar.

- E tu come lo sai? - chiese il barbaro.

- Quel selvaggio ha sterminato il mio clan quando ero bambino, ha ucciso la mia famiglia e ha bruciato il mio villaggio! Chiunque tu sia, pagherai per tutto ciò che ha fatto quel mostro! -

- Non osare parlare a mio padre in questo modo, o te ne pentirai! -

- Aaah... Sei suo figlio... Bene! La mia vendetta sarà tremenda! Lasciatelo a me! - gridò Olaf.

- Ah! Non hai mai avuto una chance! - disse calmo, preparandosi al combattimento.

Le grida di battaglia dei due berserker echeggiarono per diversi villaggi. Olaf fece roteare le sue asce verso il suo avversario, ma queste vennero evitate facilmente e con un colpo di spada disarmò il suo avversario. Olaf allora sguainò una spada e cercò un affondo nel torace del barbaro, ma ancora una volta il suo colpo venne bloccato e i due cominciarono a duellare per diverso tempo.

Da lontano, Ashe stava osservando il combattimento piacevolmente sorpresa. Era particolarmente attratta dal modo di combattere di quel barbaro: è vero, quando era in piena rissa insieme ai suoi compagni sembrava essere un brutale e feroce guerriero assetato di sangue come un comune barbaro, ma appena Ashe lo vide duellare contro Olaf dovette ricredersi: maneggiava quella gigantesca spada con un'eleganza sconcertante, spada che tra l'altro era più grande di una persona, eppure quel barbaro la impugnava con infinita grazia e leggerezza, prevedendo i colpi del suo avversario. Era come se lui e la spada fossero una cosa sola. Ashe ne era affascinata: mai aveva visto combattere con tanta potenza e allo stesso tempo con tale sicurezza della propria arma.

Olaf non riuscì a fare breccia nel suo avversario, il quale, dopo aver visto segni cedimento, fece turbinare la propria spada, colpendo Olaf che cadde a terra sanguinante. Olaf si rialzò subito e la sua rabbia prese il sopravvento: si gettò sul suo avversario, atterrandolo, e cominciando a colpirlo di calci e pugni. Il barbaro cercò di difendersi, ma Olaf aveva una tale velocità d'attacco e una tale rabbia che gli colorava il volto di rosso, non mostrando alcun segno di stanchezza. A questo punto il barbaro chiamò a sé la propria spada che aveva perso nella caduta; bastò un gesto e la spada magicamente tornò in mano al suo padrone che trafisse Olaf a un braccio. Il berserker di Lokfar cadde a terra dal dolore: non poteva più combattere. Molto nobilmente, il barbaro gli disse:

- Non vorrei ucciderti... Ma sappi che potrei farlo! -

- Hai vinto, barbaro. Uccidimi! Vorrei una morte gloriosa contro un degno avversario quale tu sei. - disse Olaf dolorante.

- Come desideri. - disse piano il re barbaro, il quale alzò la spada per trafiggere Olaf al petto e far la finita, ma un colpo di frusta lo interruppe.

- Tu non ucciderai Olaf! - disse Sejuani: - Battiti con me! - aggiunse.

- Come vuoi... - disse sicuro di sé. In quel momento lanciò la sua spada diritta al corpo del cinghiale che Sejuani cavalcava. L'animale gridò di dolore e morì all'istante, sbaragliando la principessa.

- Questo non avresti dovuto farlo! Sarà il più grande errore della tua vita, che tra l'altro sarà breve! -

Sejuani caricò il barbaro e i due si scontrarono. Sejuani era forte esattamente quanto Olaf, ma era più astuta. Mentre Olaf venne portato alla base da alcuni soldati, Udyr, Trundle, Volibear e Kaspyann si prepararono a colpire il re dei barbari alle spalle.

Mentre lo scontro tra Sejuani e il suo avversario si equivaleva, i quattro campioni colpirono quest'ultimo alle spalle, uno con la clava fracassando l'elmo, uno con gli artigli da tigre graffiandogli la schiena, e i due semidei facendogli perdere l'equilibrio. Il barbaro gridò di dolore e cadde rovescio privo di sensi. I barbari intanto, vedendo l'azione scorretta della principessa, tornarono alla carica contro i soldati dell'Artiglio.

- Lasciatelo a me! - disse Sejuani.

Prese una spada e lo trafisse da parte a parte del torace dove la guerriera notò che già in passato lì era stato ferito.

Ed era un grande errore.

Il barbaro si rialzò con gli occhi rossi insanguinati e con un'aurea oscura che gli avvolgeva il corpo.

- Ma come è possibile? Dovresti essere morto! Io... Io... Io ti ucciderò! - gridò esasperata la donna.

- Uccidermi? Io sono immortale! -

Il barbaro riprese la spada che si era colorata di rosso acceso e cominciò a scagliare fulmini dalla lama. Sejuani e i suoi guerrieri assalirono la loro nemesi, ma questa sembrava essere rinata dalla morte e ogni essere che si avvicinava il barbaro lo uccideva con un colpo dritto al cuore.

Volibear lo assalì, ma venne strangolato e poi gettato via con la sola forza delle mani. A Kaspyann venne tagliata la coda, Udyr venne tempestato di pugni e incornato dal suo elmo, Trundle venne ferito con la Iceblad alle braccia e alle gambe.

Era un massacro.

Sejuani vide tutti i suoi uomini e soldati stesi a terra o morti o feriti o privi di senso. Anche gli altri barbari avevano spazzato via tutti i suoi guerrieri e ora tutti la circondarono, armati e assetati di sangue.

In piedi c'era solo lei e, per quanto cercasse di nasconderlo, tremava.

Tremava alla vista di quel volto che poco aveva di umano.

Il barbaro caricò Sejuani, la quale venne all'ultimo salvata da Kaspyann e Volibear che la protessero dalla spada del barbaro. Sejuani, Udyr, Trundle, i due semidei e qualche soldato rimasto batterono la ritirata. Mai avevano subito una così pesante sconfitta.

- Ah! E sarebbe questa la temuta principessa Sejuani? E voi i semidei del Freljord? Tornate qui! Vi massacrerò! Vi spezzerò il cranio e lo userò come piatto! Vi strapperò i denti e ci farò una collana! -

Ormai erano fuggiti.


- Questo villaggio è libero! - urlò il re ai suoi soldati alzando la spada al cielo. I suoi guerrieri gridarono per la felicità di una grande vittoria.

- Ora possiamo fare ciò per cui siamo venuti: rendere i nostri omaggi alla defunta principessa Mauvole... - disse il barbaro che sembrava tornato normale.

Gli Avarosani videro e udirono tutta la scena e, su comando di Ashe, uscirono allo scoperto. I barbari nel vedere tutta quella gente e tutti quei guerrieri si voltarono. Prima uscirono gli abitanti di Rakelstake che si inginocchiarono davanti ai barbari, ringraziandoli per averli liberati. Il re prese la parola:

- Popolo di Rakelstake, ascoltatemi: da ora in poi non avrete più nulla da temere, i vostri oppressori sono fuggiti! Dunque, essendo il re della lega dei barbari del nord, vi dichiaro liberi! Per un Freljord unito! - disse il re al popolo.

Quelle parole non sfuggirono ad Ashe che, insieme ai suoi, avanzarono verso i barbari.

- E voi chi siete? - domandò il re. Ashe si fece avanti e parlò per il suo popolo:

- Io mi chiamo Ashe e sono la principessa della fazione degli Avarosani, discendente di Avarosa e amica dell'ex-principessa Mauvole. Questi sono i miei uomini che stavano combattendo contro la malvagia Sejuani che stava opprimendo questo villaggio. Vi ringrazio per il vostro aiuto, ve ne siamo grati. Ma ditemi, o re, come vi chiamate? - concluse Ashe.

- Io mi chiamo Tryndamere e questo è il mio esercito di barbari del profondo nord del Freljord. Veniamo da periodi difficili, il nord è sempre meno abitabile e l'assenza di cibo è elevata. Io però ho già provveduto a fare la volontà dei miei antenati: unire tutte le tribù nomadi del Freljord sotto un unico vessillo; tuttavia, la morte della nostra cara principessa Mauvole ci ha spinti a uscire dai nostri recinti e far sentire la nostra voce nel Freljord. Non siamo solo brutali assassini, siamo uomini d'onore e vogliamo unire tutto il Freljord in pace e serenità! - concluse Tryndamere.

Ashe rimase affascinata da tali parole:

- Re Tryndamere, è un piacere e un onore fare la vostra conoscenza. Abbiamo un obiettivo in comune. Anche noi Avarosani stiamo cercando di unire tutto il Freljord insieme, ponendo fine alla tirannia di Lissandra, la strega dei ghiacci. È la nostra missione, quella per cui ci trovavamo qui a combattere. - Ashe riprese fiato: - Ma voi avete detto che avete lasciato il nord? Avete un posto dove dormire o dove alloggiare? - chiese.

- Veramente no. Siamo lontani mesi dalla nostra terra. Siamo venuti qui per rendere omaggio alla principessa; lei ci ha sempre sostenuto nella nostra causa. Ci sentivamo in dovere di farlo. - rispose Tryndamere.

- Beh, potete venire con noi se volete, ci sarebbe posto per tutti. La nostra regione non solo è la più grande del Freljord, ma è anche la più ricca di risorse. Vi interessa? -

Tryndamere era senza parole, oltre che impreparato nella risposta. Non era abituato a tanta gentilezza. Di solito doveva prima staccare qualche braccio o trapassare qualche corpo con la sua spada per ottenere qualcosa quando incontrava un clan. Dopo una breve riflessione con i suoi compagni, il re dei barbari accettò l'offerta.

- In nome mio e del mio popolo, accettiamo la vostra gentilissima offerta, principessa Ashe. Grazie! - disse Tryndamere lievemente imbarazzato. Non era abituato a trattare con le parole.

- Bene, grazie intanto! - disse Ashe. Poi si rivolse ai suoi uomini: - Su, andate a preparare tutto ciò che ci occorre per omaggiare la principessa Mauvole! -

Quella sera, barbari, Avarosani e il popolo di Rakelstake fecero una processione per la principessa defunta, porgendole dei doni alla sua memoria e adagiandoli sulla sua tomba. I visitatori si comportarono con estrema civiltà e gentilezza durante il loro soggiorno a Rakelstake, offrendo assistenza alle imprese locali e condividendo il bottino di caccia del giorno. Ashe, dopo la processione, fece accomodare tutti gli ospiti e i cittadini nella sala di cristallo e parlò a tutto il popolo, che era carico di trepidazione:

- Vi annuncio che Rakelstake è libera dalla tirannia di Lissandra e di Sejuani! La vostra terra ora è annessa alla nostra e vi proteggeremo da qualsiasi pericolo! - concluse piena di gioia Ashe.

- Il Freljord è un luogo incantevole sferzato da quell’aria pungente che tanto piace a noi barbari. - disse Tryndamere: - Noi barbari vogliamo essere visti per ciò che siamo, ovvero guerrieri che difendono i bisognosi dall'oppressione dei malvagi come la strega dei ghiacci. Nessuno vi farà più del male, ora potete vivere in pace! - terminò il barbaro.

La gioia fu tanta. I cittadini erano felici, anche perché la cittadina non aveva mai avuto un tale afflusso di visitatori. C'era aria di festa e di allegria nell'aria. Una volta usciti dalla sala di cristallo di Rakelstake, Ashe avvicinò Tryndamere e gli chiese:

- Re Tryndamere, ora condurrò voi e i vostri uomini nella mia regione, non è lontana da qui. Vi mostrerò i vostri alloggi e tutto ciò che vi occorre. -

- Voi siete molto generosa principessa. Grazie del vostro invito. Io e i miei uomini vi seguiamo. - rispose Tryndamere.

Arrivati nel cuore della città di Ashe, l'arciere dei ghiacci mostrò ai suoi ospiti il villaggio e gli alloggi dove mangiare e dormire. Poi quando fu da sola con Tryndamere gli chiese:

- Tryndamere, posso domandarvi una cosa? - chiese timida Ashe.

- Certamente! Dite pure, vi ascolto. - rispose Tryndamere.

- Posso invitarvi a cena nel mio palazzo? Vorrei discutere con voi il futuro del Freljord, sembra che abbiamo un obiettivo in comune... -

Tryndamere, alquanto imbarazzato, accettò l'invito:

- Sì, volevo proporvi la stessa cosa principessa. Vorrei discuterne con voi, so che siete la persona giusta. -

- Sono molto contenta! Venite, seguitemi! - disse contenta Ashe porgendo il braccio al barbaro.

Tryndamere era in difficoltà; non era abituato ad essere gentile con una donna... L'ultima volta fu con sua madre... Ma aveva cose talmente importanti da dire per il bene della sua gente che non era il momento di pensare al proprio ego, così cercò di stare a proprio agio. In fondo si doveva solo parlare di politica.

Ashe e Tryndamere, durante quella cena privata, si raccontarono tutto l'uno dell'altra, e della profezia che li spingeva a fare il bene del Freljord. Erano d'accordo su tutto: sulla pace, sull'unione, sulle modalità di governo... Entrambi avevano una missione in comune: un Freljord unito e pacifico! Erano in perfetta sintonia, tanto che Tryndamere non era più imbarazzato: aveva trovato qualcuno che lo capiva e la cosa era reciproca.

Il barbaro, però, non ebbe il coraggio di raccontare ad Ashe di quella notte che cambiò per sempre la sua vita dopo lo scontro con quell'essere demoniaco.

E avrebbe voluto non raccontarglielo mai.


*******************


- Un barbaro? Un sudicio e incivile barbaro vi ha ridotti così??? - urlò Lissandra a Sejuani e ai suoi guerrieri.

- Lissandra, non so spiegartelo... ma quei barbari erano come posseduti dal loro signore! C'è qualcosa di diabolico nel loro sguardo! Il loro Re da solo ne ha fatti fuori circa duecento contemporaneamente, poteva uccidere Olaf, e a momenti uccide anche me e addirittura Volibear e Kaspyann! -

- Maestà, non lo stiamo dicendo perché è umiliante la sconfitta, ma è vero: quel barbaro l'avevamo ucciso e poi si è rialzato come se si fosse rifiutato di morire! - Aggiunse Kaspyann.

- Quel barbaro non può essere umano da battere una Figlia del Gelo, due semidei, un Troll e due guerrieri formidabili come Olaf e Udyr. Ho avvertito qualcosa di demoniaco in lui... quell'uomo non ha paura neanche di fronte alla morte! - concluse Volibear.

- Tacete! Non credo ad una sola parola di ciò che mi raccontate! - li zittì Lissandra. Dopo un breve momento di gelo (ed è proprio il caso di dirlo), la strega continuò: - Questi barbari non sono forse umani come chiunque? Non sono forse normali guerrieri del nord come noi? Non sanguinano quando si tagliano? Non muoiono quando tagliate loro la gola? Non hanno forse una testa, due braccia e due gambe? Non gridano di gioia e urlano per il dolore? Non mangiano e non dormono forse come tutti noi? Oppure hanno ali e lingue di fuoco?! -

- No mia signora... direi che non hanno nulla di strano... - disse Trundle piano.

- E allora io e il mio signore non tollereremo altre sconfitte pesanti come questa, sono stata chiara? -

- Chiarissima, Maestà! - risposerò in coro.

- Tuttavia, siccome voglio credervi, la prossima volta scenderò in battaglia con voi e il barbaro lo lascerete a me. E vediamo se sarà così immortale come dite... - terminò la strega.


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Capitolo 6
*** Capitolo 5: Unione ***


Capitolo 5: Unione


I pettegolezzi della cena privata tra Ashe e Tryndamere non tardarono ad arrivare.

Quel vecchio spione di Lautrix, il cuoco del palazzo di Ashe, spifferò tutto a servitori, domestici e guardie: non si sa bene cosa i due sovrani erano detti dopo la cena, ma ciò che era sicuro è che i due avevano raggiunto un accordo che la principessa Ashe avrebbe annunciato nel primo pomeriggio: gli Avarosani e i barbari si erano alleati, formando un'unica grande fazione per raggiungere il sogno di pace nel Freljord.

Durante il pranzo alla taverna di Kattegat, Gragas, Nunu e Braum discutevano su quest'alleanza:

- Quindi ciò che ha detto quel vecchio pazzo di Lautrix potrebbe essere vero? - disse Braum.

- Ci puoi scommettere i baffi amico! - ridacchiò Gragas: - Ti rendi conto che quest'alleanza potrebbe risolvere tutti i nostri problemi? - continuò.

- Se fosse vero ne sarei felice, ma io di quel barbaro ho una gran paura: credo che non sia del tutto umano... - ammise Nunu: - Avete visto come gli diventano rossi gli occhi quando combatte? E poi è stato trafitto al torace ma nonostante tutto non è morto... E quella spada? No dico, l'avete vista? È inquietante!... -

- Rilassati Nunu, Anch'io quando bevo divento rosso come lui! - disse Gragas: - E poi tutti i vichinghi durante una rissa sono immuni alla morte. Io sono immune al grog! Ahahah! -

- Sì, se fosse stato un mostro la nostra principessa con la sua saggezza arcana se ne sarebbe accorta! - continuò Braum.

- E poi avete visto come Ashe lo guardava? Gli ha ceduto il passo due volte, cosa che non ha mai fatto! - aggiunse Gragas.

- Dimmi un po': è la birra che parla adesso? - chiese Nunu divertito.

- Fidatevi! Non ho mai visto Ashe guardare qualcuno in quel modo! - terminò Gragas.


*****************************


Dopo pranzo, tutto il popolo degli Avarosani e dei barbari assistette al discorso di Ashe in piazza Avarosa. Tutti i giornali del Freljord e di Valoran si scatenarono e tutta Runeterra era al corrente di questa formidabile alleanza. L'annuncio dell'Arciere dei Ghiacci lasciò l'intero Freljord in un ansioso fermento: Ashe aveva accettato l'offerta di Tryndamere di congiungere le forze con i barbari.
La visita di Tryndamere non fu dunque del tutto disinteressata, piuttosto era mirata alla negoziazione di un'opportunità reciprocamente vantaggiosa. Ashe fece il suo discorso al popolo:

- Siamo alle soglie di un evento importante per il nostro popolo. Tryndamere, il re barbaro, si è rivolto a noi per richiedere rifugio per il suo popolo entro i confini del Freljord. Cercano un luogo al sicuro dalle forze oscure di Sejuani e Lissandra e anche dalle incursioni noxiane che ancora oggi avanzano fino alle nostre porte, sostenendo di farlo solo come parte della loro "Campagna di Pacificazione dei Barbari"; ma sono troppo consapevole della mentalità imperialista di Noxus per farmi ingannare da tali giustificazioni vuote! -

Dopo minuti di applausi e grida di gioia, la principessa Ashe continuò:

- Questo è il momento per noi di affermare il nostro posto nel Freljord! In qualità di discendente di Avarosa, la grande antenata e Figlia del Gelo, ho scelto di concedere asilo nelle nostre terre a Tryndamere e a tutti i barbari. Vi chiedo di dare loro il benvenuto come se appartenessero al nostro popolo, poiché da ora in poi saremo un'unica grande famiglia. Tryndamere, a sua volta, ha offerto il suo esercito di barbari per difendere e assistere le nostre tribù contro qualsiasi nemico, sia esso straniero o interno. L'unione di tutto l'ovest e di tutto il sud e il centro, con quest'alleanza, ci garantisce già il controllo di metà Freljord. Tutti insieme tracceremo un sentiero sicuro come le montagne che guidano il ghiacciaio, che condurrà il Freljord all'unione e alla pace! E ciò sarà solo l'inizio! - concluse Ashe.

Ci fu un gran giubilo.

Il suo discorso venne accolto con clamoroso appoggio da parte dei membri delle due tribù. La sera venne organizzata una grande festa, dove barbari e Avarosani fecero conoscenza e amicizia.

Tryndamere conobbe Gargas, Nunu e Braum e subito si creò un forte legame di rispetto e di amicizia. Nunu si dovette ricredere sul barbaro: lui e i suoi uomini erano di una gentilezza e di un'educazione insolita, e Nunu ne fu felice.

Dopo cena, Ashe chiamò Tryndamere e gli disse:

- Vorrei presentarvi due semidei molto importanti per la nostra fazione: la loro saggezza ci protegge dal male che incombe. Loro vi racconeranno la storia che da anni affligge questo popolo. Vi posso fare strada? -

- Ma certo Ashe. - rispose lui.


******************************


Anivia e Ornn erano insieme sul monte Langhus. Stavano mangiando quando Ashe arrivò.

La criofenice aprì il portone e disse:

- Benvenuto Tryndamere, ti stavamo aspettando. La profezia ci ha parlato di te. Io mi chiamo Anivia. -

- Ma come facevano a sapere che... - disse piano il barbaro. Lo interruppe poi Ashe.

- Sono semidei, ricordate? Sanno tutto. - disse l'arciere sorridendo a Tryndamere.

- Ah, è vero! - disse fra se Tryndamere: - Piacere mio Anivia. -

- Prego accomodatevi, dentro c'è Ornn che sta mangiando. - disse Anivia mentre gli faceva strada.

- Questo è Tryndamere il nostro nuovo e potente alleato. - disse Anivia.

- Piacere di conoscervi! - disse Tryndamere più ad alta voce poiché Ornn era impegnato a mangiare.

Ornn si alzò e disse:

- Mi chiamo Ornn. Fine dei convenevoli. -

- Avanti non fare lo scontroso, fratello! - lo incitò Anivia.

- Ho detto abbastanza. - rispose Ornn, rimettendosi a sedere.

- Ho qualcosa che non va? - chiese il re dei barbari.

- No, è che Ornn è il semidio più introverso che esista. Non parla con nessuno, neppure con me che sono sua sorella. Col tempo però ti ci abituerai e anche lui si aprirà. - rispose Anivia.

- In fondo, se sei quello della profezia... - riprese Ornn: - Mi ricordi me da giovane... Ma meno grandioso. - concluse.

Tryndamere rise. Ornn gli stava già simpatico in fondo. Poi ruppe il ghiaccio e domandò:

- Voi siete fratelli di Volibear e Kaspyann? -

- Sì! Come fai a saperlo? - chiese Anivia destando anche l'interesse di Ornn.

- Non lo so ma percepisco il loro stesso potere; però voi siete pacifici. - rispose il barbaro.

- Beh, complimenti per il tuo intuito, guerriero! Sì, siamo i loro fratelli buoni. Ma dimmi... perché sei qui? - chiese Anivia.

Tryndamere guardò Ashe, stupefatto per la domanda a cui non sapeva rispondere: non sapeva di preciso perché fosse lì, era come se il destino l'avesse condotto fino al monte Langhus. Ashe, notando l'incertezza dell'amico, rispose:

- Lui è qui per addestrarsi come Figlio del Gelo! Lui è quello della profezia, colui che cambierà il mondo! Ne sono sicura! Lo addestrerete? -

Anivia e Ornn sgranarono gli occhi e, dopo qualche istante, si consultarono l'un l'altro a bassa voce: dai loro sguardi sembravano aver visto un fantasma. Ashe e Tryndamere ne furono parecchio stupefatti: che cosa potevano dirsi di così importante?

Dopo qualche essersi consultati, Ornn e Anivia dissero insieme:

- Va bene! Noi ti addestreremo, Tryndamere, ma prima devi conoscere la nostra storia e la nostra sofferenza. -

Tryndamere si stupì a quelle parole; in effetti aveva notato che il popolo del Freljord era sopraffatto dalla fame, dal freddo e dalla minaccia incombente di Lissandra e il suo impero del ghiaccio. Che fosse lui il liberatore di cui parlava la profezia? Dopo qualche istante, il guerriero rispose:

- Sono pronto per l'addestramento! -

- Molto bene, Tryndamere: possiamo fare meditazione con te e Ashe domani? - chiese Anivia.

- Che vuol dire fare meditazione? -

- Poi vi spiegherò. Comunque sì, Tryndamere accetta l'invito! - disse Ashe.

- Bene, domani cominceremo. Ora venite, andiamo sul monte Valholl, la montagna più alta del mondo, e sulla quale poggia il regno degli Dei. Montate sulla mia schiena! - disse Anivia conducendo fuori Ashe e Tryndamere.

Anivia, con in groppa i due guerrieri, si mise in volo, mentre Ornn rimase nella sua fucina a mangiare.


*****************************


Una volta arrivati su uno dei punti più alti del monte Valholl, i tre si diressero verso un'abitazione che sembrava avere centinaia di anni. Ashe e Tryndamere erano curiosi; neppure Ashe si era mai addentrata in questi luoghi. Cosa poteva esserci di così importante da spaventare persino Ornn e Anivia? Che cosa intendevano dire con “la nostra sofferenza”?
Ad ogni modo, arrivati alla porta d'ingresso, Anivia chiamò il padrone di casa:

- Greyor! Sono Anivia, la criofenice! Mi puoi far entrare? -

Dopo istanti di silenzio, la porta si aprì lentamente da sola, come per magia. Tryndamere, inquieto, sguainò la spada:

- Questo posto è stregato! - disse lui, mettendosi davanti ad Ashe per proteggerla.

- Ma no, Tryndamere... nessuna stregoneria. Ashe! Tryndamere! Vi presento Greyor, il fantasma del nord! - lo rassicurò Anivia, indicando la porta.

Ecco che all'improvviso una figura di un vecchio vestito di pelli e con un corno sulla schiena apparì sotto forma di spettro davanti ai tre.

- Benvenuta, criofenice. Piacere di conoscervi, guerrieri. - disse Greyor.

Ashe e Tryndamere, ancora increduli, fecero un lieve inchino, poi Greyor avanzò verso Ashe e le disse:

- Mi ricordi tanto la mia Regina... sai, quando ero vivo, io ero un suo prode guerriero... -

- Tu... un guerriero di Avarosa? La mia antenata! Che cosa c'è di speciale in questo posto? Mi sento attratta come se ci fosse una Forza che mi tiene legata qui... -

- Questo è il luogo più antico del Freljord... ciò che senti sono le grida di dolore e di battaglia dei morti durante la guerra del Gelo combattuta tanto tempo fa... qui c'è la nostra storia e il nostro mito. - rispose Greyor.

- Siamo proprio sotto il Walhalla degli Dei, qui. - aggiunse Anivia, soddisfatta che la Forza dei Figli del Gelo scorresse dentro Ashe.

Poi il vecchio avanzò verso Tryndamere e dopo istanti di silenzio gli disse:

- La rabbia scatena la potenza del tuo sangue, Tryndamere! Ma dimmi... da che cosa deriva tutto questo odio che hai nel cuore? - chiese in tono di sfida.

- Non so chi tu sia, perché mi fai questa domanda? - chiese il barbaro.

- Perché so che è la domanda a cui tu stai cercando di rispondere da anni... -

- Tu non sai niente di me! Non so neanche cosa faccio qui! Sto perdendo tempo! - cominciò ad adirarsi Tryndamere.

- Che rabbia... ma sai controllarla? - chiese Greyor rimanendo calmo.

- No! Ed è ciò di cui dovresti avere paura! - rispose Tryndamere.

- Tryndamere, calmati! Siamo qui perché voglio che voi ascoltiate la storia del Freljord! Non possiamo istruirti io ed Ornn se ti infiammi così... - lo ammonì Anivia.

Tryndamere si accorse di aver esagerato, ma quella domanda lo aveva fatto andare su tutte le furie. Tuttavia, il vecchio aveva ragione... era la domanda a cui il barbaro non riusciva a darsi risposta.

- Perdonate se vi ho offeso. - disse Tryndamere sinceramente pentito.

- Forse qui troverai la risposta che cerchi. Venite in casa, comincia a nevicare fuori. - disse Greyor alzandosi il cappuccio e invitando i suoi ospiti all'interno della catapecchia.

Una volta entrati, Greyor incominciò il racconto del Freljord: dalle sue origini, fino alla guerra dei Guardiani.

- Quindi, volete ascoltare la storia di questo posto? Della mia gloriosa morte? Ebbene, vi racconterò questo ed altro... - disse Greyor.

Anivia, Ashe e Tryndamere si sedettero a gambe incrociate incuriositi dal racconto.

- Un tempo eravamo umani e vivevamo in pace e serenità, senza né guerra né odio, protetti dai quattro semidei del Freljord, con i quali ci sentivamo al sicuro, fino alla venuta dell'oscurità... fino alla venuta dei Guardiani del Gelo... essi ci corruppero... ci cambiarono... ci trasformarono in armi: in Figli del Gelo! Incoscienti di tutto, servivamo i Guardiani di buon grado. La cercatrice era la loro voce. Ci diceva cosa desideravano, cosa costruire e chi uccidere! Prendemmo il Freljord! Prendemmo Valoran! Ovunque andassimo il gelo ci seguiva e gli uomini tremavano. Fondammo un grande impero, chiamato l'impero dei ghiacci o più semplicemente la Guardia del Gelo, ma non sarebbe mai stato veramente nostro finché servivamo i Guardiani. Avarosa ci unì! Ci mostrò che valeva la pena morire per la libertà! Così ci ribellammo ai Guardiani, e siccome ci avevano dato parte del loro potere decidemmo di usarlo contro di loro: Avarosa e Serylda condussero una guerra durata anni per ribellarsi ai Guardiani e alla cercatrice. Sul ponte dell'abisso ululante si consumò l'ultima e decisiva battaglia. I Guardiani resistettero per giorni e uccisero molti Figli del Gelo, ma non ci arrendemmo! Combattevamo sui cadaveri dei nostri compagni caduti, ma i Guardiani non volevano morire! Poi, in un possente assalto finale, guidato da Avarosa e Serylda, riuscimmo a rovesciarli! Li scagliammo, urlanti, nell'abisso! Devono essere per forza morti... nessuno può sopravvivere a qualcosa di simile! - terminò il racconto Greyor.

- Lo spero vivamente, amico mio... ma tuttavia, dopo ciò che è accaduto a Sejuani e ai miei fratelli, non ne sono più così sicura... - disse Anivia.

- Non puoi prevedere il futuro? Sai se ritorneranno? - chiese Ashe ancora sconvolta dal racconto.

- Difficile a dirsi... il lato oscuro getta la sua ombra su tutto... anche sul futuro... - ammise Anivia.

- Se i Guardiani torneranno, avremo bisogno di te, Anivia. - disse Greyor.

- Tutto questo è terribile... non mi ero mai chiesto cosa fosse successo qui di tanto orrendo... ora sento le voci dei morti che gridano! - disse Tryndamere, ancora scosso: - Ma dimmi, Greyor, perché abiti qui da solo sul monte più alto del Freljord? -

- Ci serviva una sentinella che vegliasse sull'abisso nel caso i Guardiani tornassero. Qualcuno che non sarebbe potuto morire e che non se ne sarebbe mai andato. Tra centinaia di volontari Avarosa scelse me, fu un grande onore! Legò il mio spirito a questo luogo perché potessi suonare il mio corno al ritorno dei Guardiani, così che tutta Runeterra sarebbe accorsa per combatterli e ributtare quei maledetti nell'abisso! -

- Speriamo che ciò non accada mai! - disse Ashe sospirando.

- Ma chi è questa cercatrice che tradì la tribù? - chiese Tryndamere.

- A questo posso rispondervi io, Tryndamere... è niente meno che Lissandra, la strega dei ghiacci che ha ucciso Avarosa e Serylda, adirata per la perdita dei Guardiani! - disse Ashe stringendo il pugno.

- È colei che sta manipolando Sejuani e i miei fratelli per i suoi loschi piani, tra cui far tornare i Guardiani del Gelo! - disse Anivia.

- Ma perché la chiamarono “cercatrice”? - chiese di nuovo il barbaro.

- Perché Lissandra, da secoli, è alla ricerca di un anello d'oro, artefatto pregiatissimo, chiamato anello del nibelungo. Si racconta che un servo del male, il nano Alberich, forgiò quest'anello dal puro oro che si trovava sul fondale del fiume Rhein; l'oro apparteneva alla tre figlie del Rhein, ma Alberich lo rubò e forgiò un anello che avrebbe dato potere e dominio su tutta Runeterra. Poi il nibelungo morì per mano del Dio Wotan, ma quell'anello non fu più ritrovato. Si dice che doni il potere della corruzione, dell'avidità e dell'odio a chiunque ne sia in possesso. - raccontò Greyor.

- Solo grazie alla Forza, che scorre in ogni Figlio del Gelo, possiamo sconfiggere Lissandra e i suoi Guardiani! - affermò Anivia.

- Ma che cos'è la Forza? - chiese ancora Tryndamere.

- La Forza è tutto ciò che ci circonda... tutto ciò che è in comunione con noi stessi e con ciò che ci sta attorno. La Forza è l'equilibrio di tutte le cose dell'universo: può distruggere e creare, può uccidere e far rivivere, può coltivare e disfare... la Forza è una virtù dei Figli del Gelo, cavalieri chiamati così dai semidei del Freljord per conservare la potenza della Forza nei secoli. Un Figlio del Gelo non muore mai... come la Forza! - disse Greyor.

- Tryndamere, adesso ti sentirai confuso, ma io e Ornn ti addestreremo, come stiamo facendo con Ashe, affinché tu possa diventare un Iceborn e rispondere alle tue domande! - concluse Anivia.

Tryndamere si alzò e disse:

- Io sono pronto! -

- Tu comprendi il prezzo di sangue! Che la Forza sia con te! - disse Greyor, alzandosi e salutando i tre ospiti; poi si rivolse ad Ashe: - Hai un'arma dei Figli del Gelo, Ashe: l'arco di Avarosa! Usalo bene! -

- Grazie, per averci fatto scoprire le nostre radici e il nostro mondo! - disse Ashe a Greyor, ringraziandolo.

- Noi morti siamo la terra dove voi camminate. Ecco perché un Figlio del Gelo non muore mai! Il nostro cadavere fa risorgere la vita! - rispose il vecchio.

Salutato Greyor, Ashe e Tryndamere salirono sulla schiena di Anivia per tornare a casa: prima accompagnò Ashe e Tryndamere alla reggia, poi andò da Ornn per raccontargli l'accaduto.


*******************************


Dopo una cena passata a parlare dell'incontro con Greyor, Ornn e Anivia discussero sul futuro di Ashe e di Tryndamere, apparentemente simili ma allo stesso tempo diversi come carattere e nell'iniziazione all'istruzione da Figli del Gelo.

- Dici che quell'uomo racchiude un potere oscuro? Ma lui è il Figlio del Gelo di cui parla la profezia! Lui è quello che cambierà il mondo! Io l'ho avvertito! - disse Anivia.

- Anch'io! Ne sono sicuro! Ma quel barbaro sprigiona un doppio potere che io ho percepito: lui possiede sia il potere che ha anche Ashe da Figlio del Gelo, sia un potere oscuro che giustificherebbe ciò che ho sentito dire di lui in battaglia. - rispose Ornn.

- C'è tanto dolore dentro di lui... paura del passato e del futuro percepisco... e molta rabbia... non sarà facile istruirlo, ma se diventasse un Icebron completo il suo potere oscuro perderebbe potere e potrebbe salvarci dalla minaccia del lato oscuro! - disse Anivia.

- Sì, se quel potere oscuro che ha venisse trasformato in energia positiva da Figlio del Gelo, vinceremo la guerra e i Guardiani non torneranno. Ma dobbiamo cominciare subito. -

- Avremo meditazione con lui ed Ashe domani mattina. Entrambi saranno istruiti, ma ho avvertito grande rabbia in lui. Saprà controllarla? -

- Se non lo istruiamo come Figlio del Gelo, no. - concluse Ornn.

- Bene! Faremo in modo che il lato oscuro non gli corrompa l'anima. Buonanotte, a domani, fratello! - disse Anivia volando via.


****************************


Tornati alla reggia di Avarosa, Ashe accompagnò Tryndamere nella sua nuova stanza. Il barbaro chiese a Ashe:

- Principessa Ashe, quindi domani mattina cominceremo meditazione... Ma che cos'è? -

- State tranquillo, è solo un colloquio: voi parlerete della vostra vita e del vostro vissuto e loro vi daranno le risposte che cercate. Loro sono semidei che sanno ascoltare. Io sono quindici anni che faccio addestramento e meditazione con loro; bisogna controllare i poteri da Iceborn. Forse lo siete anche voi? -

- Un Iceborn? Volete dire un Figlio del Gelo? Come Avarosa? Davvero voi pensate che io potrei esserlo? - domandò Tryndamere.

- Ma certo! Non vi avrebbero proposto di fare meditazione se voi non lo foste. E poi, ho visto come combattete: solo un Figlio del Gelo può maneggiare quell'arma straordinaria. Voi siete un grande Re, un formidabile guerriero e soprattutto siete un buon amico! - gli disse Ashe mettendogli una mano sulla spalla.

- Gr... grazie! - rispose.

Ashe avvicinò il suo volto al suo e gli diede un tenero bacio sulla guancia. Poi avvicinò la bocca al suo orecchio e gli disse piano e soave:

- Possiamo darci del tu ora, non credi? -

- Ehm... Sì, direi di sì! Grazie Ashe, anche tu sei una buona amica! -

Tryndamere diventò rosso, e stavolta non era perché stava usando la suprema della furia immortale. Nessuno gli aveva mai parlato in questo modo. Aveva davvero trovato la sua nuova casa.

- Se hai bisogno di me, questa è la mia stanza, difronte alla tua. Non esitare a chiamarmi. -

- Non preoccuparti, sono un barbaro, so badare a me stesso! Buonanotte! -

- Buonanotte! - rispose Ashe con un leggero sorriso, chiudendo poi la porta della sua stanza.


*************************


- Maestro aiutami! Ho bisogno di te! - disse Udyr inginocchiato nella sua stanza, mentre l'oracolo del suo maestro compariva su una pietra.

- Mi hai invocato, discepolo? - rispose lo spirito del maestro.

- Sì, maestro Lee Sin. Credo di aver smarrito la via, di nuovo... - ammise Udyr.

- Che cosa vedi? - lo interrogò il maestro.

- Vedo che sto servendo Lissandra e i Guardiani del Gelo... Loro sono la libertà, loro sono il futuro, loro sono il potere! -

- Non guardare con gli occhi del corpo! Guarda con quelli dell'anima. Che cosa vedi? - disse Lee Sin.

Udyr chiuse gli occhi; si concentrò e rimase in silenzio per qualche istante. Poi disse, agitato:

- Oscurità! Non riesco a vedere, sono come cieco! C'è troppa tenebra!... Maestro che devo fare? -

- È curioso. Io riesco a vedere dentro di te e tu no... Io vedo un uomo saggio che si è fatto corrompere dal potere oscuro di un Darkin. - disse Lee Sin.

- Che cosa devo fare, maestro? Io devo obbedire al mio padrone, ma vorrei seguire te! - disse Udyr disperato.

- Comincia a vedere le cose con gli occhi dell'anima! Distaccati da tutto ciò che ti dà potere! È l'unico modo che hai per liberarti dal controllo della mente di Lissandra! -

- Io... Io... non so se... Aaaaaaaaahhhh! - Udyr gridò e Lee Sin scomparve.

Sejuani si precipitò nella sua stanza. Vedendo che sembrava tutto in ordine, gli chiese:

- Udyr! Tutto bene? -

- Ehm... Sì! Solo un brutto sogno... - disse l'eremita spirituale con il capo chinato verso il basso.

- Bene, riposati! Domani attacchiamo gli Avarosani e i barbari e ci servirai in forze! - disse Sejuani.

- La forza... - disse sottovoce Udyr: - La forza... -


La forza.


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Capitolo 7
*** Capitolo 6: Un risveglio nella Forza ***


Capitolo 6: Un risveglio nella Forza


La mattina seguente, Ornn e Anivia avevano in programma di fare meditazione con Ashe e Tryndamere.

Purtroppo si dovette rimandare: le sentinelle degli Avarosani avvisarono al suono di corno che Sejuani e i suoi uomini stavano attaccando le mura del territorio di Ashe.

Gli Avarosani si fiondarono giù dal letto e, prese armi e munizioni, iniziarono a rispondere al fuoco nemico. Ashe, arrivata di corsa sugli spalti, lanciò la sua freccia di Avarosa per vedere quanti erano gli assalitori: tra questi c'era anche Lissandra, che dava ordini di attacco ai suoi uomini.

- Lissandra è qui! - gridò Ashe al suo popolo: - Prepariamoci per una grande battaglia! -

Dopo che le sentinelle avevano respinto la prima ondata di assalitori, aprirono le porte per fare uscire i loro uomini per lo scontro corpo a corpo. Ashe si sfiondò contro Sejuani, Braum contro Udyr, Gragas contro Olaf, Nunu contro Trundle, mentre Tryndamere e i suoi guerrieri barbari stavano letteralmente devastando tutti gli uomini del Derviscio di Ghiaccio. Anche Ornn e Anivia presero parte alla battaglia, un po' perché volevano lottare contro i loro fratelli, ovvero Volibear e Kaspyann, ma anche – e forse soprattutto – per vedere Tryndamere in combattimento; avevano avvertito che quando il barbaro usava la propria rabbia come arma, uno strano potere oscuro sovrastava l'intero Freljord: l'aria solitamente gelida cominciava a diventare umida e pesante, il cielo si oscurava e gli animali non si nutrivano. I semidei, essendo elementi della natura incontaminata, se ne accorgevano subito.

Qualcosa nella Forza non andava; quando Tryndamere si arrabbiava, la Forza protettrice del Freljord veniva meno.

Lissandra voleva battersi contro Tryndamere. Voleva constatare se le parole di Sejuani su di lui erano fondate. Anche Anivia e Ornn volevano che il re dei barbari si battesse con la strega dei ghiacci; se avesse vinto Tryndamere voleva dire che era posseduto.

Dopo ore di scontro, che stava volgendo nettamente in favore degli Avarosani, Lissandra apparve a Tryndamere mentre quest'ultimo stava tagliando la testa a un soldato del Derviscio.

- Tryndamere! Ci incontriamo finalmente! - disse una voce di donna. Tryndamere si voltò e vide la possente strega dei ghiacci che era pronta a scontrarsi con lui.

- Ah... Tu devi essere Lissandra! Sarà un onore trafiggere il tuo cuore nero! - disse Tryndamere sicuro di sé.

- Non so chi dei due abbia il cuore più nero... - disse ridacchiando di gusto Lissandra.

Tryndamere si fiondò con la sua spada per trafiggere il petto di Lissandra, ma quest'ultima scomparve all'improvviso, riapparendo un attimo dopo dietro il barbaro; Tryndamere non fece tempo a voltarsi che Lissandra lo atterrò con il suo artiglio di ghiaccio. Tryndamere provò di nuovo a ferirla col suo attacco del turbine, ma anche stavolta la strega lo evitò e lo atterrò nuovamente. Mentre era a terra, Lissandra lo tempestò di incantesimi, facendo perdere al barbaro i sensi.

- Ahahahah! E tu saresti l'invincibile re dei barbari? Non farmi ridere! - lo schernì Lissandra.

- Non hai ancora visto nulla... - rispose Tryndamere mentre si rialzava dolorante.

La strega allora chiamò a sé il potere del Gelo oscuro scaraventandolo su Tryndamere, il quale cercò di difendersi con la sua spada poiché parasse il colpo. L'energia che emanava Lissandra era potente e se il barbaro avesse ceduto sarebbe stato inghiottito dal gelo. Tryndamere però riusciva a resistere, anche se non sapeva per quanto a lungo. Lissandra, vedendo la confusione e la fatica sul volto del barbaro, cominciò a deriderlo per indebolirlo:

- Chiudi gli occhi e lascia che il Gelo ti prenda! -

- Non vincerai mai Lissandra! - disse il barbaro mentre urlava dal dolore.

- Tu non sei nessuno... Sei solo un povero orfano che ha perduto la mamma perché non sei riuscito a salvarla e adesso la rivedi in quella femminuccia di Ashe! Beh, sappi che quando avrò finito con te, mi occuperò di lei! Ahahahahah! -

A quelle parole, Tryndamere venne assalito dalla rabbia e dalla voglia di vendetta. Il serpente della spada cominciò a colorarsi di rosso, sbucando fuori dall'impugnatura e fondendosi col braccio destro di Tryndamere; i suoi occhi si infiammarono, il suo sangue iniziò a ribollire nelle sue vene e il suo viso cominciò a prendere sembianze demoniache, spaventando Lissandra. Tryndamere respinse l'attacco della strega dei ghiacci e cominciò a tempestarla di attacchi. Lissandra era come presa al collo, si sentiva stringere senza la presa fisica del barbaro: stava soffocando mentre Tryndamere la stava trafiggendo in ogni parte del suo corpo ghiacciato. Lissandra non sapeva come difendersi, aveva perso il controllo. Sejuani arrivò giusto in tempo per liberarla, ma poi il barbaro se la prese con lei: la sua spada creava fulmini dal cielo che colpivano le due principesse del Derviscio e neppure Lissandra coi suoi sortilegi riusciva a placare quell'ira.

Tryndamere era scatenato! La sua furia stava alimentando la sua forza.

Qualunque soldato provasse ad attaccarlo, lui lo respingeva ferendolo a morte. Fracassò il cranio a Trundle, ruppe le braccia a Olaf, ruppe il mento e il naso a Udyr, e stava quasi per rompere la testa a Sejuani, quando Lissandra la salvò facendola sparire in modo che Tryndamere tagliasse solo un corno del suo elmo. Lissandra evocò una tormenta di Gelo che fece sparire lei e i suoi uomini.

Durante tutto questo scontro, Anivia e Ornn, che stavano lottando contro Volibear e Kaspyann, si fermarono a guardare la disfatta di Lissandra e della sua fazione. Tutti e quattro i semidei tremavano a tale potere e avvertivano una potenza oscura terribile provenire da quell'essere apparentemente umano. Non appena Lissandra fuggì, Volibear e Kaspyann se la diedero a gambe tornando alla base del Derviscio di Ghiaccio.

Gli Avarosani fecero festa per la loro schiacciante vittoria e andarono ad acclamare Tryndamere come eroe: era stato il primo ad aver sconfitto Lissandra in combattimento e ad averla fatta fuggire.

Tryndamere, però, sembrava ancora fuori di sé. Appena gli Avarosani cominciarono ad avvicinarsi a lui, il barbaro cercò di cacciarli via. Stava distruggendo alberi, colline, montagne, uccideva animali... Era ancora in preda al suo furore immortale! Urlava, gridava come se fosse adirato col mondo. Sembrava proprio indemoniato.

- Tryndamere, amico! Che hai? - disse Braum: - Basta! È finita! Abbiamo vinto... -

Tryndamere non ascoltò e continuò a urlare e distruggere tutto ciò che era sulla sua strada. A un certo punto gli Avarosani sentirono la voce di Anivia dietro di loro:

- Allontanatevi da lui! - disse la criofenice.

Tutti guardarono Anivia e Ornn dietro di loro.

- Perché? Ha bisogno di aiuto! - disse Ashe disperata: - Magari è vittima di un incantesimo di Lissandra... - aggiunse.

- Nessun incantesimo! Lui non è ciò che sembra! - disse freddo Ornn.

- Come sarebbe a dire? Tryndamere, sono io, Ashe, tua amica! - disse l'arciere avvicinandosi a lui.

- Ashe, stai attenta! - gridò Anivia.

Tryndamere, quando ebbe finito di sfogarsi, cadde a terra, piangendo e urlando di paura. Tutti si fermarono impietriti. Il re dei barbari continuava a gridare:

- Mamma! Mamma! Il demonio che ti ha violentato è qui! È venuto a prendermi! -

- Tryndamere, guardami, è tutto finito... Ci sono io qui con te! - disse Ashe mentre gli stava stringendo la mano.

Tryndamere aveva ancora gli occhi infuocati quando si girò verso di lei. Ashe alla vista di quel volto ebbe un brivido di paura ma si placò subito quando Tryndamere ritornò in sé.

- Ashe... Che cosa è successo? Lissandra è scappata... - disse a voce rotta il barbaro.

- L'hai fatta scappare tu! Sei un eroe! Tu ci hai salvato! Vieni a festeggiare con noi! - disse Ashe felice.

Gli Avarosani tornarono festanti alla fortezza di Avarosa, portando Tryndamere in trionfo.

Ornn disse in disparte ad Anivia:

- Per fortuna che c'è Ashe: lei sa usare molto bene la Forza. È risuscita a placare l'ira di Tryndamere. L'abbiamo addestrata bene, non mi aspettavo da parte sua tanta saggezza. -

- La principessa Ashe è salda nella Forza, ma c'è tanto odio in Tryndamere... molta rabbia in lui... come suo padre! -



******************


La mattina seguente, Ashe e Tryndamere andarono da Ornn e Anivia per fare meditazione. La prima a cominciare fu Ashe, mentre Tryndamere la aspettava fuori dal portone in attesa del suo turno. Anivia e Ornn conclusero la meditazione complimentandosi con Ashe per il sangue freddo (da Iceborn) grazie al quale era riuscita a placare Tryndamere:

- Dimmi infine, Ashe: che cosa ti ha spinto ad essere sicura che Tryndamere con te si sarebbe calmato? - chiese Anivia.

- Non so spiegartelo... Un po' ero consapevole dei miei poteri da Iceborn ma c'era qualcosa di più che mi attirava... Quando chiamava la mamma, sembrava quasi che mi volesse vicina a lui... - rispose l'arciere.

- Forse gli ricordi sua madre? Io e Ornn conoscemmo i genitori di Tryndamere, sua madre non era un Iceborn, ma aveva i tuoi occhi. -

- E il padre? - chiese Ashe.

- Il padre era un Iceborn, un grande guerriero che si chiamava Reklan... Ma fece una brutta fine... - disse Ornn.

- Che cosa gli accadde? -

- Di questo è meglio se prima ne parliamo con Tryndamere. - concluse Anivia.

- Giusto! Ora vado. Ma sappiate che anche io ho notato che Tryndamere ha qualcosa di strano... Ma so che c'è tanto buono in lui. - disse Ashe.

L'Arciere dei Ghiacci lasciò il suo posto a Tryndamere che andò a sedersi accanto a Ornn e a Anivia. Il primo a rompere il ghiaccio fu il barbaro:

- So che avrei dovuto fermarmi dopo la fuga di Lissandra... mi dispiace... -

- Non è questo il punto, Tryndamere. - disse Ornn: - Dobbiamo capire che cosa ti succede quando ti arrabbi. Che cosa ti spinge a diventare un demone. -

- Un demone? No, voi vi sbagliate, io non sono un demone, è lei, la spada vivente, quella di mio padre! - rispose il barbaro, in fermento.

- Tu sei un Iceborn, Tryndamere, su questo non c'è alcun dubbio: padroneggi con eleganza e forza la tua spada, artefatto del vero ghiaccio. Ma non possiamo istruirti se tu non hai pazienza, e sappi che ci vorrà del tempo. -

- Lo so che i poteri da Figlio del Gelo vanno controllati e per farlo ci vuole tempo, ma non abbiamo molto tempo, Sejuani e Lissandra saranno furibonde e organizzeranno altri attacchi: dobbiamo stare sempre in allerta! -

- Quanta rabbia giovane guerriero... ma sai controllarla? - chiese con provocazione Anivia: - Comincia innanzitutto a raccontarci la tua storia: da dove vieni, chi sono i tuoi genitori, i ricordi di quando eri piccolo... -

- Allora non mi ascoltate! Sono qui per imparare a usare al meglio i miei poteri. A che serve raccontarvi la storia della mia vita? Sono un re barbaro, punto e fine! Non c'è tempo per queste chiacchiere! Ora coraggio, alleniamoci! - disse Tryndamere più deciso.

- Non possiamo istruirlo, il ragazzo non ha pazienza! - disse sottovoce Ornn guardando il cielo.

- Il suo destino deve compiersi! Dovete istruirlo! - disse una voce misteriosa che solo Anivia e Ornn potevano sentire.

- Molta rabbia in lui... Come suo padre... - disse afflitto Ornn.

- Mio padre? Lo conoscete? Che fine ha fatto? - chiese Tryndamere.

- Vedi Tryndamere, per rispondere a queste domande devi prima rispondere a te stesso. - disse Anivia.

- Parlare di sé non è mai una perdita di tempo! Tu che sbraiti e ti arrabbi sei una perdita di tempo... E un giorno lontano dalla mia fucina è un giorno sprecato! - disse Ornn.

- Vi chiedo scusa per la mia impazienza... non succederà più! - ammise il barbaro.

- Non è questo il punto: ciò che dobbiamo capire è perché ti arrabbi, perché sei impaziente, perché quando combatti diventi un demone assetato di sangue e vendetta... Questo è fare meditazione e tutto ciò col tempo ti gioverà: capire questo vuol dire controllare i tuoi poteri da Iceborn. Non ti aspettare di venire qui facendo allenamento fisico, non ti serve, sei già il guerriero più forte di Runeterra; ciò che facciamo qui è sentire la Forza scorrere nei nostri pensieri, nei nostri sentimenti, nelle nostre azioni e nelle nostre scelte. Nessuno può controllare i poteri da Iceborn senza prima un allenamento adeguato. Ti accorgerai che ti farà molto più soffrire guardarti dentro piuttosto che ferirti a una gamba, a un braccio o... al torace! Quella ferita! - disse Anivia indicando la piaga di Tryndamere.

- Ti va di parlarcene? - chiese Ornn.

- Va bene... Ecco la mia storia! -

Tryndamere raccontò per ore la sua storia, il suo vissuto, dei suoi genitori, ma soprattutto, della notte che cambiò per sempre la sua vita: la notte dell'uccisione di sua madre, del suo clan e dell'apparizione del demone con la spada di suo padre. Voleva sapere il significato di quella notte.

- Il fatto che tu voglia sapere non tanto cosa è successo, quanto il significato, è segno già di grande saggezza in te, e ciò ti fa onore. - disse Ornn. Poi continuò Anivia:

- La profezia parla di te: tu sei l'Iceborn che cambierà il mondo e la visione di tua madre che viene violentata dal tuo demone può essere intesa in due modi: in quello positivo, il tuo destino (il demone) uccide tua madre, cioè uccide l'attaccamento all'indifferenziato materno, e in questo modo ti apriresti la via verso l'individuazione, oppure in quello negativo, quel demone si impossessa della tua parte buona e diventi lui per poi distruggere le persone a te care. La profezia dice che cambierai il mondo e in ogni caso lo farai: ma non sappiamo se in modo positivo o negativo. -

- Noi Iceborn speriamo tutti nel primo modo! - disse Ornn: - Ora capisci? Ti stiamo addestrando perché si avveri il primo modo! -

Tryndamere era senza parole. Mai gli era capitata una tale battaglia dentro di sé. Sentiva i suoi sentimenti scontrarsi l'un l'altro e ciò lo faceva soffrire. Tryndamere, turbato, chiese:

- E che cosa accadrebbe se si avverasse il secondo, quello negativo? -

- Allora sarebbe Ragnarock! Ma prima devi sapere la verità sulla leggenda dei Darkin e sulla morte di tuo padre. - disse Ornn. Poi Anivia riprese il racconto:

- I Darkin sono esseri semidivini, proprio come noi Figli del Gelo, ma con la differenza che adorano il lato oscuro della Forza. Si cibano di odio, di rabbia, di vendetta, di guerre e di tutto il male del mondo per accrescere il loro dominio e il loro potere. Dopo la guerra delle Rune, tanti eoni fa, i Darkin vennero sconfitti e distrutti; tuttavia, cinque di questi, i più potenti, non morirono e vennero racchiusi nelle loro armi dagli evocatori per evitarne il ritorno: in una spada (Aatrox), in una falce (Rhaast), in un'arco (Varus), in uno scrigno contenente ombra (Nocturne) e in una bilancia ("Draakar"). Questi cinque Darkin però sarebbero potuti risorgere se nel corso dei secoli ci fossero state molte guerre nel mondo, generando odio e violenza. È il caso della guerra di Runeterra; i Darkin sono ora tornati, rinati dall'odio delle diversi fazioni, e si chiamano: Aatrox (spada-guerra), Rhaast (falce-morte), Varus (arco-pestilenza), "Draakar" (bilancia-carestia), Nocturne (oscurità-angelo nero). Il loro obiettivo è quello di far risorgere la razza Darkin per conquistare Runeterra e per farlo interferiscono nelle battaglie di Valoran per reclutare adepti e discepoli che obbediscano a ogni loro comando, convertendoli al lato oscuro. -

- E che cosa c'entra mio padre in tutto questo? - chiese Tryndamere.

- La spada che trovò tuo padre apparteneva al Darkin Aatrox: questo essere demoniaco trovò Reklan e lo uccise, riprendendosi la spada. Quando Aatrox devastò il tuo clan aveva già sottratto la spada a tuo padre e l'aveva già ucciso. Aatrox, essendo un semidio, conosceva la tua profezia e si presentò contro il tuo clan per testare la tua forza. Ti inflisse quella ferita per vedere se saresti riuscito a sopravvivere alla morte, e così è stato. Ma in quell'attimo in cui ti ha trafitto con la spada, lui ha iniettato in te il suo seme Darkin. Il seme Darkin è la corruzione al lato oscuro che un Darkin inietta nel guerriero prescelto per convertirlo alla sua causa, diventando Darkin anche lui. Se non riesce a reggere tale potenza, o l'individuo muore oppure diventa suo schiavo per sempre. Questo è ciò che è successo a te: ogni volta che tu usi la furia immortale in battaglia, alimenti la forza di Aatrox dentro di te e sarai sempre più vulnerabile al lato oscuro. -

- Come si sconfigge un Darkin, se è immortale? -

- I Darkin e gli Iceborn sono due entità simili ma allo stesso tempo opposte, dalla stessa potenza: noi Iceborn ci nutriamo di Forza interiore, di opere buone, dell'equilibrio fra le forze naturali e spirituali. I Darkin si nutrono di odio, di guerra, di violenza e di oscurità. Più al mondo c'è odio, più il Darkin è potente. Noi possiamo morire in combattimento, ma loro no: quando i Darkin sono immortali vuol dire che c'è tanto odio nel mondo e se la loro potenza nel lato oscuro continua a crescere, allora possono essere invincibili e persino essere invulnerabili alla morte. -

- Ma allora il lato oscuro è più forte? -

- No! Non è più forte! Più rapido, più facile, (più seducente anche) ma non è più forte! - disse Ornn.

- Ma come posso distinguere l'uno dall'altro? -

- Usando la Forza! La Forza che noi Figli del Gelo, con l'addestramento e la meditazione, riusciamo con gli anni a controllare e a usare a fin di bene. La Forza di noi Iceborn non dev'essere mai usata per violenza, o per scopi egoistici! Ed è proprio ciò che Aatrox vuole da te: che tu ceda al lato oscuro! Ecco perché ha ucciso i tuoi genitori e sterminato la tua tribù; perché vuole che tu diventi il suo apprendista! Sta scritto che tu debba distruggere i Darkin, e questi vogliono ovviamente impedirtelo facendo in modo che tu ti unisca a loro! Non devi permettere che ciò avvenga! - concluse Anivia.

- Non succederà mai! È da tanto che aspetto di trovare l'assassino della mia famiglia: ora che so chi è, lo troverò! -

- Oh, no... È lui che trova te! Quando verrà il momento fatale e quando meno te lo aspetti, lui si presenterà e ti vorrà convertire al lato oscuro! - disse Anivia.

- Non tradirò la vostra fiducia! Che venga pure Aatrox! Io non ho paura! - disse fermo Tryndamere.

- Oh... tu l'avrai! - disse Ornn scrutando il volto del barbaro: - Tu, l'avrai! -

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Capitolo 8
*** Capitolo 7: Coniunctio ***


Capitolo 7: Coniunctio


Dopo un mese dall'ultima battaglia, i campioni della fazione del Derviscio di Ghiaccio si riunirono nella fortezza della Guardia del Gelo, convocati da Lissandra. Ancora doloranti e deboli, Sejuani e i suoi uomini entrarono nella sala di ghiaccio e si inginocchiarono al cospetto di Lissandra, la quale esordì:

- So che vi aspettate delle scuse da parte mia per non avervi creduto a riguardo di Tryndamere... ma vi consolerà sapere che sta andando tutto secondo i nostri piani... -

- Ah, sì? Anche fracassarci le ossa e romperci la testa faceva parte del vostro piano? - disse Udyr in tono polemico, alzandosi in piedi.

L'eremita spirituale, però, si sentì stringere al collo, prima lievemente, poi la presa aumentò man mano sempre più stretta fino a inginocchiarsi; non riusciva a respirare.

- Trovo insopportabile la tua mancanza di fede! - lo ammonì Lissandra, mentre stringeva la presa. Poi sciolse l'incantesimo e Udyr poté finalmente rifiatare. Poi la strega continuò:

- Ho parlato con il mio signore: abbiamo sotto controllo Tryndamere, la sua rabbia sarà la sua rovina e sarà per noi la vittoria definitiva sugli Avarosani! -

- La profezia narra che lui riunirà il Freljord e... - cominciò Volibear.

- Cambierà il mondo, lo so... Come sempre, tutte le profezie hanno almeno due diversi modi di intendersi: se convertiamo il barbaro alla nostra causa diventerebbe un potente alleato! - lo interruppe Lissandra.

- Tradirà la fiducia dei suoi? Mi sembra fedele alla sua causa. - disse Kaspyann.

- Quando il mio signore lo chiamerà a sé, Tryndamere verrà corrotto e se dovesse mai resistere alla corruzione lo uccideremo. Fidatevi del lato oscuro: Tryndamere morirà e i Guardiani ritorneranno... Tutti si inginocchieranno quando sarà il momento! -

- E noi che possiamo fare? - chiese Sejuani, seguita dai suoi.

- Adesso Tryndamere sta affinando i suoi poteri da Iceborn per controllare la Forza. Aspettiamo che il barbaro diventi il più potente possibile, poi riferirò al Maestro che il suo allievo è pronto per apprendere le arti oscure del Gelo e allora il Freljord sarà nostro! -

- Come facciamo a capire quando il barbaro sarà il più forte possibile? Io non ci vado in battaglia contro quello... - disse Trundle.

- Non sarà necessario, amico mio. Volibear! Kaspyann! Voi due andrete a spiare Tryndamere quando si allena con Ornn e Anivia: voglio che mi riferiate tutti i suoi progressi, poi io li andrò a riferire al Maestro. Per adesso niente battaglie: non voglio perdere altri uomini! Quando il mio signore deciderà, allora attaccheremo gli Avarosani mentre lui apparirà a Tryndamere in modo tale che o verrà con noi o morirà! Ora andate, e aspettate miei ordini! -

- Sì Altezza! - risposero in coro, mentre uscivano dalla sala.

- Ah... Udyr!... - disse Lissandra. Udyr si voltò verso la strega, la quale lo fulminò dicendogli:

- La prossima volta non toglierò la presa sono stata chiara? -

- Sì! - disse piano e in modo freddo Udyr mentre se ne andava. Lissandra si affacciò alla finestra, pensando al giorno in cui i Guardiani avrebbero fatto ritorno:

- Il mondo ha dimenticato il vero potere... è che gli umani sono così ingenui... - disse fra sé.

- Sono dominati dalla paura! - disse una voce cavernosa risuonare nella sala di Lissandra.

- Mio signore! Siete voi! - disse Lissandra inginocchiandosi.

Dietro al trono della strega dei ghiacci, cominciò a sorgere una nebbia nera che pian piano avvolse tutta la sala; al centro di essa, cominciò a prendere forma dall'oscurità una figura tetra e alata che brandiva una grande spada vivente. Quando prese forma, il demone andò verso Lissandra, la quale alzò lo sguardo per incontrare il suo.

- Principessa Lissandra! -

- Lord Aatrox! - rispose con un filo di voce la strega dei ghiacci.

- Mi sembri turbata... - le fece notare Aatrox.

- Beh, il vostro piano sta funzionando, non c'è che dire, ma mi chiedo quante altre pedine dovremmo ancora sacrificare prima di convertire il re dei barbari al lato oscuro... -

- Il lato oscuro della Forza richiede il suo tempo. Pian piano il veleno, che anni fa iniettai in quel giovane, prenderà possesso delle sue facoltà e Runeterra sprofonderà nelle tenebre. -

- Ma i confini? Proprio adesso gli Avarosani, comandati da Ashe, stanno conquistando gran parte della ex-regione dell'Artiglio d'Inverno, che era ancora sotto il nostro controllo. Non vorrei che il territorio degli Avarosani si ingrandisse a tal punto da conquistare l'intero Freljord... - disse Lissandra.

- Per quanto mi riguarda potrebbero anche conquistare tutto il nord di Valoran: finché io e te resteremo uniti, nessuno espugnerà mai questa fortezza. Poi, una volta distrutti i nostri oppositori, i miei fratelli risorgeranno! Poi rivendicheremo il Freljord e tutta Runeterra! Ancora una volta, i Darkin saranno i padroni del mondo! E tu sarai la regina indiscussa del Freljord. -

- Non aspetto altro! Finalmente potremmo rivelarci agli Iceborn! - rise Lissandra.

- Appena sarà il momento ti chiamerò, Lissandra. Il lato oscuro tornerà per dominare Runeterra! - disse ridendo Aatrox, per poi svanire nell'oscurità.

- Sì mio Maestro! -



**********************



La mattina seguente, Anivia volò verso la fortezza di Ashe per recapitarle un importante messaggio.

- Anivia, amica mia, che notizie mi porti? - chiese Ashe.

- Importanti novità, principessa: dopo la conquista di Reinnerberg di ieri sera, anche i villaggi di Utgaburg e Krevöt, da sempre sotto il controllo di Reinnerberg, hanno accettato anche loro di unirsi alla nostra causa, mettendo a disposizione soldati per difendere i confini. - disse Anivia festante.

- Che bella notizia! Il nostro territorio e il nostro popolo si stanno ingrandendo! Vado a riferirla ai miei fedeli campioni e a Tryndamere. - disse l'Arciere.

- Tryndamere è ad allenarsi con Ornn per controllare i poteri da Figlio del Gelo. Sono diretta lì, gli dirò tutto io. -

- Bene!... Ah, volevo chiederti... Come sta andando Tryndamere con la meditazione? Riesce a controllare i suoi poteri? - domandò Ashe.

- Non è stato facile all'inizio, ma adesso sembra essere ben propositivo. È molto saggio, oltre che forte, e deve solo non cedere alla rabbia così presto, per poi usarla a fin di bene. - rispose Anivia.

- Posso chiederti il perché di questa rabbia? È da quando lo conosco che me lo chiedo... -

- Non posso parlartene io, dovrà farlo lui quando si sentirà pronto. È una cosa molto triste, e anche per lui non è facile... -

- Non preoccuparti: aspetto che faccia lui il primo passo. - disse Ashe.

- Stiamo parlando della sua storia o di altro? - chiese Anivia abbozzando un lieve sorriso ad Ashe.

- Eh dai che hai capito, sei una fenice semidivina, no? -

- Eh già!... Ci vediamo domani per meditazione, Ashe! - disse la criofenice volando via.



**********************



- Ma che stanno facendo? Non vedo nessuno dei due combattere! - disse sbuffando Kaspyann.

- Fai piano, fratello, o ci scopriranno! Non siamo solo noi semidei! Quel burbero di Ornn avvertirà la nostra vicinanza. - disse Volibear mentre lui e suo fratello stavano spiando la meditazione di Tryndamere con Ornn.

- Stanno ancora parlando... è da un'ora ormai! - replicò Kaspyann.

- Anch'io mi annoio, ma dobbiamo riuscire a sentire i loro discorsi, quindi piantala di lamentarti! Vuoi forse presentarti da Lissandra senza uno straccio di nulla? - tirò corto Volibear.

- Sì ora sento qualcosa... Ornn sta dicendo che gli occhi ingannano, e che bisogna vedere con gli occhi dell'anima... - gli disse piano il serpente marino.

- E lui cosa risponde? -

- Che ha paura di vedere Aatrox con gli occhi dell'anima. -

- Conosce il nome del nostro Signore? Deve averglielo raccontato quell'ariete rincitrullito di mio fratello! - disse Volibear adirato tra sé.

- E voi che cosa fate qui?? - disse una voce femminile sopra i due semidei. Questi alzarono lo sguardo e videro Anivia volteggiare sopra le loro teste.

- Volevate forse attaccare mio fratello e Tryndamere di nascosto? Beh, vi è andata male! -

- Taci sorella! Siamo due contro uno! - disse Kaspyann maligno.

Dentro il monte Langhus, Ornn interruppe meditazione con Tryndamere, il quale gli chiese:

- Ornn, tutto bene? Perché hai quello sguardo? -

- Pelo bruciato... gelosia... sangue... Mio fratello è vicino! - esplose Ornn.

- Volibear? -

- Sì, è con quella serpe di Kaspyann! Sento la loro presenza! -

- L'ho avvertita... - disse Tryndamere: - Andiamo! -

Ornn e Tryndamere si precipitarono fuori per combattere. Videro Anivia che stava combattendo contro i due fratelli, ma essendo in inferiorità numerica stava faticando parecchio. I due intervennero in soccorso della criofenice:

- In battaglia! - disse Tryndamere scaraventandosi contro Kaspyann.

- Questo è per i miei seguaci! - gridò Ornn caricando Volibear col suo richiamo del Dio della forgia.

- Ho un artiglio speciale per te, Ornn! - urlò Volibear mentre correva contro l'ariete di Ornn.

Ornn e Volibear si scontrarono furiosamente, ma grazie a Tryndamere che ispirava forza e vigore mentre combatteva, lo scontro volse a favore dei campioni Avarosani.

- Non finisce qui, maledetti! - gridò Kaspyann mentre si stava ritirando con Volibear.

- Vai a strisciare altrove, fratello! - gli urlò Ornn in risposta.

- Grazie! - disse Anivia.

- Tryndamere sta facendo progressi; anche lui come me ha avvertito la presenza ostile del lato oscuro. - disse Ornn soddisfatto.

- Molto bene, stai imparando in fretta! - disse Anivia: - Porto grandi notizie, ero giunta appunto per raccontarvele: i villaggi di Utgaburg e Krevöt si uniscono alla nostra fazione. Ciò vuol dire che abbiamo già più della metà del Freljord sotto il vessillo degli Avarosani. -

- Bene, ma non dobbiamo fermarci qui! Appena conquisteremo l'ex-fortezza dall'Artiglio d'Inverno, ci rimarrà solo la regione della Guardia del Gelo di Lissandra. -

- Non solo! Se conquistiamo la fortezza di Sejuani, allora avremmo il controllo del 70% del Freljord e allora, secondo la legge, Ashe verrebbe incoronata Regina del Freljord! - disse festante Anivia.

- Dobbiamo organizzare le truppe! Prima colpiamo, più vulnerabili i nostri nemici saranno! - disse Tryndamere: - Ne parlerò con Ashe stasera. -

- Bene! Si torna alla fucina! - disse Ornn felice di tornare al lavoro e soprattutto da solo.



**********************



Dopo due giorni dall'incursione di Volibear e Kaspyann nel territorio Avarosano, i soldati di Ashe e i barbari di Tryndamere, dopo aver combattuto per quattro giorni e quattro notti contro Sejuani e i suoi uomini, conquistarono la fortezza dall'Artiglio d'Inverno. La battaglia andò per le lunghe poiché Tryndamere non volle usare la furia immortale per sbrigarsela in pochi secondi e ciò costo la vita a una cinquantina di uomini in più, ma il barbaro aveva promesso che non avrebbe mai più usato la sua suprema se non nei momenti di estremo bisogno e, comunque, sempre per fini altruistici.
La fortezza venne comunque conquistata dagli Avarosani che, finalmente, erano riusciti ad avere il controllo del 70% del Freljord. Il restante 30% era ancora sotto il comando di Lissandra. Quella sera ci fu una grande festa a Rakelstake, dove Gragas, per l'occasione, aveva preparato i suoi intrugli per festeggiare al meglio la vittoria e celebrare la futura Regina del Freljord: Ashe! Alla festa arrivò l'Alto Consigliere Vessaria Kolminye che annunciò che la cerimonia per l'incoronazione di Ashe sarebbe stata la sera successiva; inoltre, l'indomani, il Freljord sarebbe stato riconosciuto come una città-stato con autonomia propria, nonché la prima città di Valoran a diventare un regno.

Ashe, tornata alla sua città, portò dei fiori alla statua di Avarosa, nel piazza grande del villaggio, per ringraziare l'antenata per quanto sta accadendo, in favore della sua tribù. Terminata la preghiera ad Avarosa e il ringraziamento, Ashe si diresse verso casa per andare a dormire; l'indomani sarebbe stato un giorno faticoso: doveva preparare un discorso, doveva farsi fare il vestito, doveva organizzare le guardie, doveva scegliere gli ambasciatori e i ministri del governo e, soprattutto, doveva scegliere il suo Re.

Tornata alla reggia, dirigendosi verso la sua stanza, vide Tryndamere seduto su una sedia che a occhi chiusi e mani giunte recitava qualcosa a bassa voce, come se stesse facendo meditazione. Ashe incuriosita si sedette difronte a lui, mentre lo osservava affascinata: si rese conto fino in fondo che gli piaceva, che era attratta dalla sua personalità e che lo voleva come suo Re, ma soprattutto, come suo marito. Sentiva di avere freddo, proprio come quando prese l'arco di Avarosa tanti anni fa per la prima volta; sentiva il cuore batterle forte, talmente forte che quasi poteva percepire il respiro del re dei barbari. Appena Tryndamere aprì gli occhi si accorse che Ashe era di fronte a lui che lo guardava coi suoi occhi profondi.

- Ashe... - disse Tryndamere, come sballottato in un'altra dimensione.

- Tryndamere... cosa facevi? - chiese Ashe.

- Stavo pregando per ringraziare i miei genitori. Tu sai che mio padre voleva riunire tutto il Freljord e domani possiamo veder spuntare un nuovo giorno di sole nella storia di questo popolo. Domani tu diventerai Regina, congratulazioni. I miei genitori sarebbero fieri di te! - concluse il barbaro commosso.

- E Avarosa di te! Sai, anch'io ho reso grazie a Avarosa per ciò che è successo da quando ci siamo incontrati. Da allora i nostri sogni stanno diventando realtà, grazie a te. -

- Tu però sei andata in piazza sotto la sua statua, dove è sepolta. Io non so dove sia sepolto mio padre, non so nemmeno dove sia stato ucciso e non posso portargli nulla per ringraziarlo... -

- Dovunque sia, lui è fiero di te! Io lo so! - Ashe sorrise e Tryndamere ricambiò: - Ti va di parlarmene? - chiese Ashe.

- Di mio padre? -

- Sì, ci conosciamo da mesi ormai, puoi aprirti con me. - disse Ashe in tono dolce e materno allo stesso tempo. Quel tono però non sfuggì a Tryndamere:

- Sai... tu hai gli stessi occhi di mia madre... -

- E tu quelli di mio padre! - disse Ashe sorridendo languidamente; era rapita dai suoi occhi verdi e coi suoi poteri da Iceborn poteva sentire il cuore di Tryndamere battere all'unisono col suo. Ci fu un attimo di silenzio, poi il re dei barbari disse:

- Va bene, ti racconterò il mio più profondo segreto, ma forse perderai la tua stima e la tua fiducia nei miei confronti... - disse il re barbaro.

- Non essere sciocco, non succederà mai. Tu non hai nulla da temere con me. Ti va di parlarmene nella mia camera? -

- Beh... va bene... s-sì. - disse Tryndamere titubante: rispolverare quei ricordi lo metteva a nudo della propria personalità e non gli piaceva vederla. Ma d'altronde non poteva tenerlo nascosto ad Ashe, la persona più straordinaria che avesse mai conosciuto. Provava un'emozione nuova, come se stare vicino a lei gli lenisse il dolore della ferita che aveva al torace da quella fatidica notte.

Entrati in camera si sedettero sul letto di Ashe, e lui cominciò a raccontare tutta la storia del suo clan, dei suoi genitori, dell'incubo della madre e della notte che cambiò per sempre la sua vita. Durante il racconto Ashe avvertiva grande dolore in Tryndamere; tutta quella rabbia e quell'angoscia erano solo il grido disperato di un orfano che voleva qualcuno vicino a lui. D'altronde, anche Ashe era orfana di entrambi i genitori e sapeva benissimo come ci si sente. Alla fine, Tryndamere le disse:

- Ashe, so che ti posso sembrare un demone, ma io non voglio fare del male alle persone care, voglio essere un fiero e nobile guerriero, come era mio padre. Non voglio che questo mio racconto ci divida. Io... tengo molto a te. - ammise Tryndamere.

Ashe era commossa. Si rese conto di essere veramente preziosa per qualcuno, un qualcuno di cui era innamorata. Tryndamere che si apriva non era cosa di tutti i giorni. Ashe gli strinse forte la mano e incontrò il suo sguardo. Rimasero a guardarsi per qualche minuto, poi Ashe tirò fuori un anello di cristallo ghiacciato e lo mise al dito di Tryndamere, mentre gli stava ancora stringendo la mano.

- E questo? - chiese Tryndamere, anche se ormai capì dove lui e Ashe si sarebbero spinti quella notte.

- Questo è per te. Come sai, io domani sarò Regina e secondo la tradizione freljordiana è la Regina a scegliere il Re, e io... scelgo te. - disse Ashe commossa. Poi si inginocchiò davanti a lui e gli chiese ciò che avrebbe voluto chiedergli dal primo momento in cui lo incontrò:

- Tryndamere: vuoi essere Re del Freljord con me come tua Regina, e sposarmi? -

Tryndamere era senza parole, oltre che commosso. Il cuore cominciò a battergli come mai prima d'ora e poteva sentire i suoi respiri unirsi a quelli di Ashe, come se i due cuori battessero all'unisono e allo stesso tempo; in quel momento non gli interessava più nulla di ciò che aveva inseguito per anni; quasi non badò alla proposta di diventare Re del Freljord: lui voleva solo Ashe, la donna che aveva sempre amato e la voleva tutta per sé, così accettò:

- Mi hai appena reso l'uomo più felice del mondo... certo che lo voglio! Io ti amo, Ashe. -

- Anch'io ti amo, Tryndamere. - disse Ashe gettando le braccia attorno al collo del suo futuro Re.

I due si baciarono profondamente e rimasero lì, stretti uno all'altra per lungo tempo, mentre il bacio si intensificava. Poi, appena Tryndamere sentì che poteva spingersi oltre, si avvinghiò alla sua donna perché gli appagasse il desiderio e lei, felice, ricambiò: godettero amore per tutta la notte e desiderarono che quella notte non finisse mai.


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Capitolo 9
*** Capitolo 8: Incoronazione ***


Capitolo 8: Incoronazione


Il bagliore mattutino di un nuovo giorno illuminava appena la camera di Ashe.

Ashe fu la prima a svegliarsi e vide che era ancora abbracciata a Tryndamere. Poi guardò verso la finestra; era l'alba di un giorno speciale per il Freljord: lei sarebbe diventata Regina, la prima sovrana del Freljord dai tempi della guerra delle tre sorelle e avrebbe guidato il suo popolo verso un futuro migliore. Ma soprattutto, oggi si sarebbe legata per sempre all'uomo che amava, il quale dormiva serenamente accanto a lei. Ashe lo guardò incantata, accarezzandogli lievemente il viso: era così felice! I due passarono una notte d'amore indimenticabile e Ashe avrebbe voluto ripeterla anche quella notte, dopo che i due sarebbero stati incoronati.

Essere Regina del Freljord, mantenere la pace, fare il volere dei suoi antenati, essere una Figlia del Gelo ed essere sposata con l'uomo che amava, ovvero il Re e anch'egli Iceborn, erano i grandi desideri della sua vita, che, tutti in una volta, si erano realizzati. Si alzò dal letto e recitò una preghiera per Avarosa, poiché la guidasse in questo compito così arduo. Poi andò, silenziosa, a preparare qualcosa per il risveglio del suo futuro sposo.

Tryndamere si svegliò poco dopo e fu sorpreso nel non vedere Ashe accanto a sé; si voltò ma non vide nessuno. In quel momento si aprì la porta: era Ashe, che arrivava con la colazione per il suo uomo.

- Ehi, ben svegliato! Ti ho preparato la colazione. - disse Ashe, appoggiando il vassoio sul comodino di Tryndamere.

- Buongiorno! Grazie, Ashe! Allora non è stato un sogno... - disse lui sorridendo.

- No, non è stato un sogno e io non sono la fatina dei denti! - scherzò lei.

- Beh, dei denti non lo so, ma che tu sia una fata non c'è alcun dubbio! - disse lui, seguito dal riso di entrambi.

- Allora? Programmi di oggi? - chiese Tryndamere.

- Dunque: prima io e te dobbiamo comunicare le nozze, poi devo ricevere l'Alto Consigliere di Valoran, poi devo ordinare gli abiti da sovrani per noi, poi dobbiamo nominare gli emissari e i ministri. Insomma, ne abbiamo da fare! - rispose Ashe.

- Però, finita la giornata, troveremo del tempo per noi, vero? - disse sorridendo lui.

- Volevo giusto chiedertelo... - disse lei rispondendo maliziosamente al suo sorriso: - Prima di mangiare, che ne dici di fare una doccia? -

- Sì! Comincia tu, io sono ancora un po' assonnato e l'acqua la mattina è fredda! -

- La mia domanda era: facciamo una doccia insieme? L'acqua sarà fredda, ma io no! -

- Ahhhh... Sì! Molto volentieri! - disse lui sorridendo e sognante.

- E allora vieni, ti aspetto! - disse Ashe entrando nel bagno.

Tryndamere si alzò dal letto e, mentre si dirigeva verso il bagno, pensò:

- È incredibile! Ho riunito tutti i barbari sotto un'unica fazione, ci siamo alleati con gli Avarosani, abbiamo sconfitto mostri, invasori e siamo sul punto di poter portare la pace in un unico Freljord unito, ho scoperto di essere un Iceborn, ho trovato la donna della mia vita (anche lei Figlia del Gelo) e io e lei ci sposeremo come sovrani del Freljord. Insomma... in fondo, dopo quella notte orribile, tutto è sembrato andare nel miglior modo possibile. - rifletté.

- Allora, amore, vieni? -

- Sì arrivo! - disse lui, scacciando i pensieri ed entrando nel bagno.



*************************



La sera dell'incoronazione era presente praticamente tutto il Freljord (Derviscio di Ghiaccio escluso) che inneggiava gli ideali di pace, unità e fratellanza sotto la reggia di Avarosa, attendendo l'annuncio dell'Alto Consigliere Vessaria Kolminye.

Vessaria Kolminye, durante il suo discorso, proclamò la sovranità del Freljord conferendo a esso tutti i diritti e le protezioni garantiti a una città-stato membro della Lega di Runeterra. In precedenza, la regione del Freljord godeva solo del riconoscimento dei suoi confini e della facoltà di avvalersi del Sanctum Calamitates, la richiesta di intervento della Lega in caso di invasione straniera o calamità naturali. Con il suo nuovo status, il Freljord divenne l'ottava città-stato di Runeterra, e la prima ad essere governata da un Re e una Regina. Subito dopo la proclamazione di Kolminye, le tribù unite chiamarono a gran voce Ashe come Regina del Freljord, in attesa che rivelasse il nome del suo Re.

Ashe, già incoronata e agghindata con abiti nobili e regali, si affacciò al balcone della reggia di Avarosa, dove tutto il Freljord si era riunito per sentire il suo discorso. Ashe iniziò:

- Fratelli e sorelle! È con grande onore che sono qui stasera davanti a voi! Vedo con piacere che siete tanti, che siete contenti, ma che soprattutto, siete uniti! - esordì Ashe, sotto scroscianti applausi dei suoi neo-sudditi.

- È un onore diventare Regina del Freljord dopo Regina Avarosa, che da quella piazza laggiù ci osserva. Le mie azioni e la mia incoronazione sono guidate dai bisogni della nostra gente e non dall'egoismo. D'ora in poi non ci sarà nessun io o tu o lui o lei, ma solo: NOI! - gridò.

- Ora vorrei che deste il benvenuto a colui che ci ha aiutati per diversi mesi a respingere le orde del Derviscio di Ghiaccio. Colui che io ho scelto come marito e come Re del Freljord: date il benvenuto a Tryndamere! -

A quel nome, tutto il popolo gridò di gioia: Tryndamere era l'eroe che aveva liberato Rakelstake e fatto scappare Sejuani e Lissandra. Tryndamere si affacciò al balcone, sorridendo e stringendo la mano della sua Regina.

- La nostra unione è un impegno a rafforzare la nostra dedizione a questa alleanza. Io e Tryndamere vi garantiamo che nessun malintenzionato vi farà del male: noi, insieme, ci batteremo per coronare il sogno dei nostri antenati, lottando per portare pace e unità nel Freljord! - disse la neo-Regina.

Ma Ashe teneva in serbo ancora una sorpresa per i suoi sudditi: la nomina del suo fedele Nunu come Emissario del Freljord, durante la quale ella ha promesso:

- La città-stato del Freljord non disprezzerà mai né i suoi fratelli yeti né alcuno dei suoi cittadini, indipendentemente da razza, tribù, tradizione o affiliazione. Chiunque professi pace, amore, unità e fratellanza sarà il benvenuto! -

Nunu accettò la sua carica con orgoglio e l'incoronazione di Ashe contò la partecipazione del più grande contingente di yeti mai visto dagli esseri umani. Ashe lasciò la parola a Nunu, il quale dichiarò:

- La Regina Ashe e il Re Tryndamere sono proprio quello che stavamo cercando; loro hanno il pieno sostegno mio e degli yeti per la nostra battaglia, e poi... siamo un bel supporto da avere! -

Anche le orde di barbari che migrarono verso la loro nuova casa per assistere al coronamento del loro Re, erano entusiasti della cerimonia e di come stavano andando le cose. Tryndamere accolse la sua gente a braccia aperte e con un discorso ispiratore:

- Fratelli e sorelle del nuovo Freljord unito! Per prima cosa, è un onore essere Re di un popolo che onora la pace e il rispetto. Voi Avarosani avete accolto circa un anno fa me e la mia gente a braccia aperte nelle vostre case, e ora permettetemi di ricambiarvi il favore. Parlo a nome dei miei fratelli da ex re dei barbari: noi difenderemoi confini del Freljord contro qualsiasi nemico, combattendo per la pace e per la libertà! Fratelli barbari, tante ne abbiamo passate, ma finalmente abbiamo voce in questa terra. Finalmente siamo in grado di essere visti per quello che veramente siamo: guerrieri fieri e nobili. Finalmente, fratelli miei, finalmente! -


Dopo l'incoronazione, ci fu festa grande in piazza Avarosa. Per la prima volta, il Freljord sembrava veramente unito. Ma per gli Avarosani, il Freljord sarebbe stato veramente unito e pacifico quando avrebbero espugnato la fortezza di Lissandra per impedire il ritorno dei Guardiani del Gelo.

Tornati nella loro stanza, dopo la festa, Tryndamere e Ashe fecero l'amore e poi si addormentarono l'uno nelle braccia dell'altra.



*************************



- Osserva, Tryndamere: la mia più grande creazione! La sua rabbia cambierà il mondo! -



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Tryndamere si svegliò di scatto, ansimando, e destando dal sonno anche Ashe:

- Cosa c'è, amore? - chiese l'Arciere dei Ghiacci.

- La mia profezia... l'ho sognata! - rispose.

- E che c'è di spaventoso? -

- La voce... quella voce... era spaventosa... ma era come se l'avessi già sentita! Aveva un che di familiare! -

- Non ci pensare adesso... parlane domani con Ornn e Anivia. Dormi tranquillo e sappi che io sarò sempre al tuo fianco qualunque cosa accada! - gli disse baciandolo teneramente sulla bocca.

E lui ricambiò felice.




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Capitolo 10
*** Capitolo 9: Una minaccia fantasma ***


PREMESSA:


Dall'ultimo capitolo sono passati un anno e sei mesi.
Gli Avarosani hanno riunito quasi tutto il Freljord sotto il vessillo di Ashe e Tryndamere: mancava solamente la fortezza del Derviscio di Ghiaccio, dove Lissandra dimora. Nell'ultimo mese, gli Avarosani hanno cercato di espugnare la fortezza e di sconfiggere la strega dei ghiacci, ma senza successo. Lissandra era forte, e le mura di ghiaccio sembravano impenetrabili. Tuttavia, le condizioni di vita del Freljord, sotto la saggia corona di Ashe e Tryndamere, erano notevolmente migliorate, sia sviluppando maggior resistenza al gelo e allungando gli anni di vita, sia nello sfornare guerrieri valorosi e onorevoli.

Ornn e Anivia, però, avvertirono presto un brutto presentimento: il sogno di Tryndamere che parlava della sua profezia stava diventando ricorrente e, da due mesi, Tryndamere lo sognava tutte le notti, sempre preannunciato da quella voce spaventosa e misteriosa.



Capitolo 9: Una minaccia fantasma


- Dove sono? Che posto oscuro è questo? - disse spaventato Tryndamere.

- Osserva, Tryndamere: la mia più grande creazione! La sua rabbia cambierà il mondo! - disse sottovoce una voce cavernosa e terribile, alle sue spalle.

Tryndamere si voltò di scatto e vide quell'oscura figura con la spada vivente che apparì anni prima uccidendo sua madre e spazzando via l'intero clan.

- Aatrox! Pagherai per ciò che hai fatto! -

Tryndamere si fiondò subito contro di lui per combattere: i due incrociarono le spade ma questa volta, il barbaro ebbe la meglio e, con un colpo netto, gli tagliò la testa, la quale rotolò verso di lui. Tryndamere la guardò e vide che non era la testa di Aatrox: ma era la sua!

La testa si rialzò e cominciò ad assumere le sembianze di quando Tryndamere usava il furore immortale. Tryndamere provò a colpirla ma la testa fluttuante sembrava essere un'ombra, priva di carne, e stava profetizzando:

- Non posso sfuggire al mio destino! Lui mi sta chiamando! Siamo una cosa sola! Devo andare! -

- Andare dove? - chiese Tryndamere, spaventato.

In quel momento, Tryndamere si trovò catapultato alla reggia di Avarosa, che era in fiamme e stava crollando addosso a lui. Tra coloro che scappavano non vedeva Ashe e così si avventurò dentro il fuoco per salvarla. Trovata Ashe, nella sua stanza, stava morendo soffocata dalle fiamme che un essere demoniaco aveva applicato al palazzo. Tryndamere, disperato, guardò in alto e vide Aatrox che stava sterminando tutti i suoi amici e stava per sferrare il colpo di grazia ad Ashe. Aatrox si fiondò ad uccidere la Regina e tutto poi divenne buio.



************************



Tryndamere si svegliò di colpo: era stato un sogno, o meglio, un incubo. Vide Ashe dormire di fianco a lui, e il barbaro, dopo aver bevuto un po' d'acqua fredda, si calmò. Mancava ormai meno di un'ora alla sveglia, così il Re decise di incamminarsi da Ornn e Anivia per farsi dire il significato di questo sogno: scrisse un biglietto ad Ashe dicendo che sarebbe andato al monte Langhus e che sarebbe stato lì tutta la mattina, glielo mise sul suo comodino e poi si avviò.

Giunto al monte Langhus, Tryndamere incominciò a raccontare a Ornn e Anivia il suo incubo: della profezia, di Aatrox apparso con la spada vivente, della sua testa fluttuante, della reggia in fiamme e della morte di Ashe e del suo popolo.

- Che cosa significa questo sogno? È Aatrox che me lo ha mandato? - chiese Tryndamere ancora spaventato.

Ornn e Anivia erano ammutoliti: un sogno di tale potenza se si fosse avverato sarebbe stato catastrofico per il Freljord e per Runeterra. Dopo una lunga riflessione Anivia cominciò:

- Premonizioni, mio Re... premonizioni. Si avvicina una grande oscurità! - disse Anivia, preoccupata e angosciata allo stesso tempo, poi continuò: - Questi sogni e queste visioni che hai sono il segnale che il lato oscuro sta incombendo su di te e su tutti noi. Percepisco un grande pericolo! -

- Sei stato addestrato bene, Re Tryndamere, e hai imparato molto; ma ancora non sei riuscito a domare la tua furia immortale, e ciò ti rende vulnerabile al lato oscuro! Aatrox percepisce questa tua insicurezza, e vuole usarla per convertirti alla sua causa! - disse Ornn. Poi riprese Anivia:

- Ora facciamo meditazione: e la faremo riguardante questo sogno. Sappiamo che ti farà soffrire, ma devi dirci cosa senti e che cosa provi. -

Tryndamere chiuse gli occhi, incrociò le gambe e iniziò ad ascoltare la propria anima. Lui e i due semidei erano in profonda contemplazione della Forza, e rimasero in silenzio per quasi un'ora. Tryndamere quando ebbe la mente e l'anima sgombra da ogni attaccamento al terreno, iniziò a rivivere il suo incubo. Dopodiché, Anivia gli chiese:

- Bene, mio Re. Che cosa vedi? -

- Dolore... sofferenza... rabbia... odio... violenza... guerra... morte... - rispose Tryndamere.

- Oltre a te e ad Aatrox, c'è qualcun altro che vedi e che conosci? - chiese di nuovo Anivia.

- Sì, c'è qualcun altro... - rispose dopo aver riflettuto.

- Che ti è caro? -

- Sì. -

- Di chi si tratta? -

- Di Ashe. Mia moglie. -

- Ashe, nel sogno, viene uccisa? -

- Sì, insieme a me... -

- E... quando mozzi la testa ad Aatrox e poi ti accorgi che quella testa è la tua, che cosa percepisci? -

- Paura... impotenza... confusione... conflitti... morte... -

- Devi essere prudente quando percepisci il futuro. L'attaccamento conduce alla gelosia, che conduce alla paura del distacco, che conduce all'ombra della bramosia di potere, che, infine, conduce al lato oscuro! - concluse Anivia.

- Il sogno ti sta dicendo che se cederai al lato oscuro tutto ciò per cui lotti, in cui credi e che tu ami, saranno distrutti per sempre... ma la cosa peggiore è che sarai tu l'artefice! Stai attento: quando intraprendi il sentiero oscuro, esso dominerà il tuo destino per sempre! - disse Ornn.

- Non permetterò che queste visioni si avverino! - disse Tryndamere.

- Stai con questa paura... rimani con questo dolore. Solo superandolo puoi vincere Aatrox e il lato oscuro. - aggiunse Ornn.

- Sento che Aatrox mi sta chiamando! Ora più che mai! -

- Lo sappiamo. Lo percepiamo. Sento il vento in cambiamento, sta arrivando una tempesta! - disse Anivia.

- Che cosa devo fare? - chiese Tryndamere angosciato.

- Esercitati a distaccarti da tutto ciò che temi di perdere. - concluse Anivia.



************************



Intanto, nelle fredde lande del nord del Freljord, nella fortezza del Derviscio di Ghiaccio, Lissandra radunò Sejuani, Volibear, Kaspyann, Olaf e Trundle nella sala centrale, per organizzare l'attacco alla fortezza degli Avarosani.

- Siete pronti, miei fidi guerrieri? - chiese Lissandra, imperiosa.

- Sì, Maestà! - urlarono i soldati.

- Un momento... Dov'è Udyr? - chiese la strega.

- Non lo sappiamo. L'abbiamo cercato tutta la mattina, ma non lo abbiamo trovato. - rispose Olaf.

- Sapevo che di quel guerriero mezzo ioniano non ci si poteva fidare... ma non abbiamo bisogno di lui, con noi oggi combatterà il nostro Maestro, che ci darà forza e ferocia e che con la sua ira e la mia magia spazzeremo via gli Avarosani! -

- Lord Aatrox combatterà con noi? - chiese Sejuani.

- Sì! Aspetteremo i suoi ordini. Io e te, Sejuani, combatteremo contro Ashe, Volibear e Kaspyann, combatterete contro Anivia e Ornn! -

- Finalmente potremo vendicarci dei nostri fratelli! - disse Kaspyann.

- Con Aatrox saremo invincibili! - disse malvagio Volibear.

- Lui è qui! Sta arrivando! Appena arriverà, tu Volibear scatenerai una tempesta. Poi, appena l'oscurità sarà scesa sul Freljord, attaccheremo! - disse Lissandra, ridendo sadicamente.

- Andate e piantate i semi della guerra! - disse Aatrox dall'oscurità.



************************



Il pomeriggio dello stesso giorno, si riunì il consiglio regale alla reggia di Avarosa. In assemblea c'erano i due sovrani, Ashe e Tryndamere, i due semidei maestri, Anivia e Ornn, l'emissario della lega, Nunu, l'oratore del popolo nonché provocatore delle masse, Gragas, e il consigliere nonché ministro della difesa, Braum.

I campioni avvertirono una grande oscurità abbattersi nelle loro menti, nei loro cuori e in tutto il Freljord. Una tempesta e una fitta pioggia in quel momento stavano anticipavano un attacco dell'oscuro Gelo, lo stesso che anni fa fece sprofondare il Freljord sotto il dominio dei Guardiani.

- Si avvicina una grande oscurità! - disse Anivia: - Sento ululare l'abisso profondo! I Guardiani stanno annunciando il loro ritorno!

- Una tempesta si sta abbattendo sul nostro popolo. Volibear è vicino... sento il suo tuono... è lui! - disse Ornn.

- Signori, ho ordinato a tutti i soldati di prepararsi a una grande battaglia, su richiesta dei nostri sovrani. - disse Braum.

- Questa non è una battaglia come tutte le altre: è in gioco il destino del nostro popolo. Io mi occuperò di Sejuani, cercherò di farla ragionare e di farla unire a noi! - disse Ashe.

- Sì... se riuscissimo a convincere Sejuani e i suoi a unirsi a noi, poi tutti insieme potremmo battere Lissandra. - disse Nunu.

- Non sarà facile! Sejuani e i suoi guerrieri sono sotto il controllo della mente di Lissandra. Bisognerà puntare sulla Forza! Solo la Forza in questo periodo buio ci può salvare. - disse Anivia.

- Non credo che quei traditori dei nostri fratelli si uniranno a noi! - disse Ornn, contrariato.

- Ascolta, Ornn: so cosa ti hanno fatto Volibear e Kaspyann, ma sento che in loro c'è del buono. - disse Ashe, fiduciosa: - Proviamoci! Usiamo la Forza! -

- Dobbiamo usare la Forza per convincere Sejuani, Olaf, Udyr, Trundle, Kaspyann e Volibear a unirsi a noi! Insieme sarà più facile sconfiggere Lissandra e, se ritornano, i Guardiani. - disse Gragas.

- Lissandra e i Guardiani sono il male minore... l'oscurità che incombe non è solo a causa loro: i Darkin si avvicinano! - disse Anivia.

- Basta aspettare! Andiamo a combattere! Ma attenzione: stiamo alla larga di Lissandra e da Aatrox: il nostro obiettivo oggi è rispingere l'attacco, non ucciderli! - concluse Ornn.

- Sono d'accordo! Pronti per la battaglia! Su uomini, sugli spalti, prepararsi alla difesa! - disse la Regina Ashe, spronando i suoi uomini.

Tutti, però, notarono che Tryndamere era smarrito, assorto, rapito: guardava in basso con occhi sbarrati e pieni di angoscia.

- Tryndamere, che cos'hai? - chiese Ashe.

- Aatrox è qui! - rispose guardando la sua Regina con terrore.

A quel nome, tutti si voltarono a guardarlo.

- Aatrox? Vuoi dire colui che... -

- Non avvicinarti a lui, Ashe! Stanotte ho sognato che quell'essere ti uccideva e devo fare in modo che ciò non si avveri. Devo affrontarlo! - disse Tryndamere.

- No! È troppo presto! Non sei ancora pronto! - disse Ornn.

- Devi resistere alla seduzione del lato oscuro finché non sarai veramente pronto. Lo so che vuoi toglierti l'immagine di Ashe morta nella tua testa, ma non devi andare, è pericoloso! - disse Anivia.

- Io amo la mia Regina! Se non lo affronto, lei morirà! E tutti noi moriremo! -

- Questo non lo sai. Nessuno può saperlo. - disse Anivia.

- Ma ho imparato molto da voi, sento in me la Forza! - disse il Re, sicuro di sé.

- È vero, ma non sai ancora controllare la tua furia immortale. Questo è un momento pericoloso per te, in cui tu subirai la tentazione del lato oscuro della Forza. - disse Anivia.

- Ricordati del sogno! Ricordati di ciò che ti abbiamo detto! Devi distaccarti da tutto ciò che temi di perdere! - disse Ornn.

- E sacrificare Ashe, e tutti voi? - disse Tryndamere disperato.

- Sì, amore, se onori ciò per cui lottiamo, io sono pronta a morire per questo popolo! - disse Ashe.

- Anch'io! Darei mille vite per il bene del Freljord! - disse Anivia.

- Beh, io non voglio perdervi! Siete la mia famiglia! Io vi devo tutto! Metterò fine a tutto questo, e statene certi: non cederò al lato oscuro! - disse Tryndamere mettendosi l'elmo e impugnando la spada: - Io sono pronto! Guerrieri! Barbari! Pronti alla battaglia! All'attacco! -

- Ricordati, Tryndamere: se scegli di affrontare Aatrox, non cedere all'odio e all'ira! Questo conduce al lato oscuro! - disse Ornn.

- Io non cederò, e tornerò da voi, lo prometto! - disse allontanandosi.

Tryndamere, insieme ai suoi guerrieri, corse sino alle mura della città; era deciso a mettere fine alla corruzione di Aatrox. Tutti i campioni e i guerrieri erano in posizione, pronti per la battaglia.

Ornn e Anivia erano pronti per lo scontro con i loro fratelli, intenzionati a farli tornare sul giusto sentiero. Avvertivano però una presenza oscura sempre più forte:

- Aatrox si sta avvicinando, lo sento! Tryndamere non è pronto! Ora tutto peggiora! - disse Anivia scuotendo la testa.

- Sarà... ma è la nostra ultima speranza! - disse Ornn.

- No! Ce n'è un'altra! -



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Capitolo 11
*** Capitolo 10: Rivelazione ***


Capitolo 10: Rivelazione


L'assedio cominciò subito.

L'esercito del Derviscio di Ghiaccio, comandato da Lissandra, era alle porte della città.

- All'attacco! - gridò Lissandra, caricando i suoi uomini.

I cavalieri di Sejuani presero il galoppo e cercarono di sfondare le porte con i loro arieti. Ashe, arrampicatosi su negli spalti delle mura, ordinò di fare fuoco tempestando il nemico di frecce. Ashe, al comando degli arcieri, scoccò miriadi di frecce di ghiaccio che paralizzarono gran parte dei nemici, così la pioggia di frecce respinse la prima ondata di cavalieri del Derviscio. La Regina ordinò poi si sparare proiettili infiammati, i quali trafissero molti soldati nemici che stavano attaccando. Ashe e gli arcieri gridarono di gioia nel veder battere in ritirata i cavalieri. Gragas salì sugli spalti e disse ad Ashe:

- Non esultiamo troppo presto! Arriva la seconda ondata! -

- È un esercito di Troll o sbaglio? - chiese Ashe, guardando all'orizzonte.

- Non ti sbagli mia Regina, sono loro, comandati da quella serpe subdola di Trundle! -

Un grande esercito di Troll caricò le porte della città, armati di mazze e clave ed erano ben più forti di comuni arieti di sfondamento.

- I Troll vanno in guerra! - gridò Trundle per caricare i suoi seguaci.

Arrivati sotto le porte, i Troll presero a suon di mazzate le porte della città, ma Gragas aveva un piano:

- Rovesciate le botti piene di olio bollente! - gridò il provocatore delle masse ai suoi. In quel momento, gli Avarosani sugli spalti rovesciarono addosso ai Troll l'olio bollente.

- Arriva l'aperitivo! - gridò Gragas mentre tirava due o tre barili per volta.

I Troll gridarono dal dolore, molti morirono ma Trundle e alcuni suoi fidi riuscirono a scappare in tempo.

- Non lasciamoli scappare! Arcieri! Continuate a colpirli! - disse Ashe, indicando la traiettoria.

Gli arcieri scoccarono le loro frecce per uccidere i Troll ma Trundle e i suoi riuscirono a scappare in tempo per leccarsi le ferite. I Troll si nascosero dietro una rupe aspettando di guarire per poi tornare all'attacco. Lissandra capì che finché c'erano arcieri sulle mura sarebbe stato impossibile penetrare la fortezza, così ordinò a Olaf di radunare i suoi lanciatori di asce per sconfiggere gli arcieri di Ashe sugli spalti.

- Guardate arriva l'ondata dei lanciatori di asce guidati da Olaf! Presto arcieri, caricate! - disse Ashe.

- Guerrieri! Al mio segnale lanciate tutto ciò che avete! - disse Olaf: - Fuoco! Obliterazione! -

- Aprire il Fuoco! - gridarono in risposta Ashe e Gragas.

Entrambe le fazioni fecero fuoco l'una contro l'altra, ma, purtroppo per gli Avarosani, le asce ebbero la meglio e molti arcieri vennero uccisi da brutali colpi di asce rotanti. Ma in loro soccorso arrivò subito un grande supporto:

- Ci pensa Braum! -

Il cuore del Freljord, Braum, era giunto giusto in tempo per riparare i suoi amici sotto il suo scudo di Vero Ghiaccio.

- Grazie Braum! - dissero Ashe e Gragas.

- Di nulla! Lo scudo è la mia spada! - disse Braum ridendo sotto i baffi.

- È arrivato il momento di scendere in battaglia! Tryndamere è pronto? - chiese Ashe.

- Sì mia Regina, appena l'attacco dei lanciatori sarà finito, il Re interverrà. Gli uomini di Olaf, una volta disarmati, saranno vulnerabili e Tryndamere li attaccherà! - rispose Braum.

- Ottimo! Dobbiamo portare lo scontro fuori dal nostro territorio, non voglio che i nostri civili ci vadano di mezzo. Spostiamoci verso la valle di Runik, quella terra montagnosa e fredda potrebbe esserci favorevole. - disse Ashe.

- Agli ordini mia Regina! - disse Braum.

Intanto, Tryndamere, Nunu, Ornn, Anivia e tutto l'esercito Avarosano, raggiunti poi da Ashe, Gragas e Braum, erano pronti a spalancare i cancelli per entrare in battaglia. Il piano di Ashe era geniale, gli Avarosani dovevano allontanarsi il più possibile dalle loro mura e spostare il combattimento altrove, dove le condizioni sarebbero stati favorevoli. Tuttavia, la tempesta non dava segni di cedimento, anzi, sembrava intensificarsi con lo spargimento di sangue.

- Ripensaci, mio Re: un conto è respingere l'esercito nemico, un altro è cadere nella trappola di Aatrox... - disse Anivia.

- Devo affrontarlo! So che posso farcela! - disse il Re sguainando la spada: - Tutti pronti? Al mio ordine! -

I guerrieri si armarono e si chiusero a falange. Le porte si aprirono.

- All'attacco!!!! - gridò Tryndamere.

- Aaaaaaaahhhhhhhhhhhhh!!!! - le urla dei guerrieri echeggiarono per tutto il Freljord.

- Alla punga! In guerra! - gridò Olaf in risposta, caricando coi suoi guerrieri.

- Il Freljord è nostro! - gridò Sejuani, con i suoi cavalieri dietro di lei.

- Ornn e Anivia sono vicini! All'attacco! - gridarono Kaspyann e Volibear.

- Kaspyann e Volibear sono qui! Dobbiamo fare pace, usiamo la Forza! - disse Anivia.

- E va bene! Andiamo! - disse Ornn, sbuffando ma allo stesso tempo convinto.

Le falangi delle de fazioni si scontrarono e si poté così assistere alla battaglia più sanguinosa e più cruenta mai vista negli ultimi secoli, dai tempi della guerra delle tre sorelle. Nunu chiamò a sé il suo esercito di yeti e attaccò quello dei Troll di Trundle. Olaf e Gragas si scontrarono e i due guerrieri se le diedero di santa ragione, uno più aggressivo dell'altro. Braum, mentre combatteva da cuor di leone, cercò di mettere in salvo i civili che in quel momento si trovavano fuori dalle mura, facendoli rientrare nelle loro abitazioni. Ashe cercò Sejuani, facendosi largo tra le spade e le frecce dei guerrieri. La Regina del Freljord intravide Sejuani spappolare alcune teste di cavalieri Avarosani con la sua Ebolice e a furia di zannate del suo cinghiale.

- Sejuani! - gridò Ashe.

- Regina Ashe... Siete ancora viva? Quella corona non vi ha rammollita? - disse ironica Sejauni.

- Sorpresa? -

- La tua arroganza, ora che sei diventata Regina, si è raddoppiata e ciò mi dà sui nervi! Ora ti farò passare la voglia di scherzare! - disse Sejuani mentre sferrò un colpo in pieno stomaco ad Ashe.

Ashe cadde a terra battendo la testa e perdendo momentaneamente i sensi.

- Aspettavo questo momento da tanto tempo, cuginetta... - disse ridacchiando Sejuani mentre faceva roteare Ebolice sulla sua testa.

Sejuani sferrò un colpo, ma Ashe, rianimata, lo schivò appena in tempo, per assestare a Sejuani una freccia ghiacciata che la paralizzò all'istante.

- Ferma questo attacco! Non voglio combattere contro di te! -

- Ah sì? Perché sai che perderai! Sai bene che se non fosse stato per quel barbaro di tuo marito, ora tu mi leccheresti i piedi e mi porteresti la colazione a letto! - disse ancora paralizzata Sejuani.

- Io voglio unire le nostre forze! Non ne hai abbastanza di questo inutile spargimento di sangue? È Lissandra il vero problema e tu la servi e le obbedisci come un soldatino! -

- I miei fratelli sono morti a causa del gelo: solo i più forti sopravvivono! Tu e i tuoi non siete degni di abitare nel Freljord! -

- Ragiona, che motivo hai per desiderare che i Guardiani del Gelo ritornino? Perché obbedisci a colei che nel corso dei secoli ha raccontato bugie e assassinato i nostri antenati? È lei il male! E io so che c'è del buono in te, lo percepisco! Lascia che l'odio vada via, ritrova te stessa! - disse esasperata ma con fermento Ashe.

- Tu non conosci la potenza del lato oscuro della Forza! Niente è impossibile per il nostro Maestro! Lui è il futuro! Lui è la sopravvivenza! Lui è il potere! - disse ferma e convinta Sejuani.

Nel sentire quelli frasi, ad Ashe caddero le braccia... Capì che niente sarebbe contato. Sejuani e i suoi erano sotto un controllo della mente ben più potente di quanto potesse immaginare.
Non era Lissandra la fonte, bensì il lato oscuro... un Darkin... Aatrox!

- Solo un seguace di un Darkin ricerca l'assoluto! Farò ciò che devo! - disse Ashe impugnando l'arco di Avarosa.

- Tu provaci... e assaporerai il dolce gusto della sconfitta e della morte! - rispose Sejuani, caricandola.

Le due guerriere si diedero feroce battaglia. Lissandra intanto stava combattendo contro Braum che respingeva la sua magia col suo scudo impenetrabile. A un certo punto, Braum venne scaraventato via da un colpo che inizialmente pensava aver sferrato Lissandra, poi la strega dei ghiacci vide Aatrox apparire vicino a lei:

- Mio padrone, ci hanno respinti! Siamo nella valle di Runik! L'assalto è fallito! Che facciamo, ora? Chiamiamo la ritirata? -

- No! Nessuna ritirata! Il mio piano non era l'assalto, quello lo metteremo in pratica la prossima volta... Il piano è attirare Tryndmere in una trappola, facendo credere che si tratti di un invasione alla fortezza, e vedere torturati i suoi amici lo farà arrabbiare e ciò lo porterà dritto da me! Ora Lissandra unisciti a Sejuani e insieme spazzate via Ashe, quella mortale è solo d'intralcio per il mio piano! -

- Non aspettavo altro, mio Maestro! -

- Andate guerrieri! Combattete per essere ricordati come eroi! Spazzate via questi deboli esseri... l'onore non li salverà! - disse Aatrox alzando la spada al cielo.

I fulmini della tempesta di Volibear andarono ad alimentare la spada di Aatrox che creò un potere talmente forte da indurre i suoi guerrieri a combattere con maggior ferocia. Non lontano, i quattro semidei si scontrarono ferocemente, e la loro energia alimentò il temporale che si stava abbattendo sull'esercito. Molti uomini vennero inceneriti dai fulmini che scesero dal cielo, la tempesta infuriava a tal punto che nel cielo si creò uno squarcio rosso sangue, a forma di ferita, la stessa che aveva Tryndamere al torace. Anivia, mentre lottava contro Kaspyann, guardò il cielo e impaurita disse:

- Ho già sentito questa corruzione... -

- Non promette niente di buono... - disse Ornn, bofonchiando e tremando allo stesso tempo.

Lo squarcio creò un tornado di sangue che inondò molti soldati Avarosani, spazzandoli via. Intanto, i guerrieri di Lissandra cominciarono a combattere più ferocemente e con molta più foga: la magia disumana di Aatrox stava infondendo agli invasori una forza devastante; Aatrox traeva forza da quello scontro, dallo spargimento di sangue, dalle urla dei morti: Aatrox si sentiva onnipotente!

- Ogni uccisione è un passo verso la vittoria! Ora è il nostro momento: avanti miei prodi! Piantate i semi della guerra! -

Quella che doveva essere una battaglia d'assalto si era trasformata in uno scontro sanguinoso e violento che sarebbe poi sfociato in un massacro senza precedenti. Aatrox guardava i suoi guerrieri che infilzavano gli Avarosani con le loro lance, con le spade tagliarono loro la testa, con le frecce trapassarono i loro corpi; ci fu sangue in cielo e in terra, e Aatrox si nutriva di tutto questo. Alzò la sua spada al cielo e disse, in estasi:

- Questo non è un massacro; è il mio capolavoro! -

La battaglia infuriava senza precedenti. Il massacro stava generando odio, violenza senza pari e corruzione negli occhi dei soldati. Aatrox si nutriva di ogni vita che se ne andava da questo mondo.

Lissandra e Sejuani stavano lottando contro Ashe, la quale stava avendo la peggio, così come i suoi uomini. La ferocia che infondeva Aatrox nei suoi alleati era talmente disumana e potente che attorno a ognuno di loro si creò un'aurea oscura, che danneggiava gli Avarosani e li prosciugava delle energie. Ashe volle chiamare la ritirata, ma non ne ebbe le forze perché era troppo impegnata tener testa alle due principesse aspiranti al trono. Tryndamere stava rivivendo gli stessi eventi di quella notte che cambiarono la sua vita per sempre: le urla degli amici uccisi, le donne violentate, i bambini feriti, il fuoco, l'oscurità, il freddo, la tempesta... La storia si stava ripetendo!

Tryndamere, in preda agli incubi che stava rivivendo, notò una montagna in lontananza che attirava a sé tutti i fulmini del cielo. Era come se quel monte lo stesse chiamando e così si incamminò: sapeva che lì in cima avrebbe trovato Aatrox; quel demone lo stava chiamando, e Tryndamere si sentì attratto da quel richiamo. Tryndamere scalò la montagna, con alle spalle le grida di dolore del suo popolo e appena salì una quindicina di metri da terra si affacciò da un dirupo e da lì poteva assistere ad un totale massacro. Poi sentì una voce dietro di lui:

- Osserva, Tryndamere: la mia più grande creazione! La sua rabbia cambierà il mondo! -

Tryndamere si voltò e si trovò faccia a faccia con la sua nemesi: Aatrox stava difronte a lui, impugnando la spada un tempo di suo padre che si illuminava di rosso e che vibrava di vita propria. Tryndamere lo guardò: sentiva una voglia di vendetta scorrergli nelle vene, ma decise di usare la Forza e di rimanere calmo, come avrebbe fatto un vero Figlio del Gelo. Lo scorrere di questa Forza non sfuggì ad Aatrox:

- La Forza è con te, Re Tryndamere! - disse sogghignando: - Ma tu non sei ancora un Iceborn! -

Tryndamere non rispose: sguainò la spada e attaccò Aatrox, il quale incrociò la lama con lui. I due duellarono per un po' di tempo, studiandosi a vicenda; il Darkin però sembrava tranquillo e sembrava avere la situazione in pugno. A un certo punto, Tryndamere sferrò un colpo che fece indietreggiare Aatrox, senza però ferirlo:

- Hai imparato bene, mio giovane apprendista! - disse Aatrox senza scomporsi.

- Le mie forze si sono moltiplicate dal nostro ultimo incontro! - disse il Re.

- Lo sento... sei veramente potente, come mai prima d'ora... ma ripeto ciò che ho detto prima: tu non sei ancora un Figlio del Gelo completo! - disse Aatrox mentre tornava all'attacco.

- Non hai ancora visto nulla! - gridò Tryndamere.

I due combatterono per molto tempo. In lontananza, i guerrieri videro alcune scintille sul quel monte. Ornn e Anivia capirono subito:

- Tryndamere sta combattendo contro Aatrox... - disse Anivia.

- L'ho avvertito! E ho un gran brutto presentimento... - disse Ornn.

- Dobbiamo trovare Ashe, dobbiamo ritirarci! - disse Anivia.

- No! Affrontate la tempesta! - gridò Volibear mentre correva a quattro zampe contro i due.

- Lo trattengo io, tu va da Ashe! - disse Ornn, mentre rispondeva a Volibear col suo richiamo del Dio della Forgia.

Appena Anivia arrivò da Ashe, quest'ultima era sopraffatta dalle due principesse. Ashe era debole, ma stava usando la Forza per schivare le loro mosse e per sopravvivere come una vera Figlia del Gelo. La criofenice giunse ad aiutarla, in questo modo lo scontro fu almeno alla pari. Intanto, sulla montagna, lo scontro fra Tryndamere e Aatrox infiammava brutalmente. Aatrox assestò un colpo in testa a Tryndamere da farlo cadere a terra.

- Il tuo destino è con me, Tryndamere! Tuo padre conosceva questa verità! - disse Aatrox fiondandosi su Tryndamere steso a terra.

Usando la Forza, però, il Re del Freljord riuscì ad evitare il colpo e ripresa la sua spada si rimise in piedi, lasciando Aatrox con un pugno di mosche:

- Notevole... veramente notevole! - disse il Darkin: - Ornn e Anivia ti hanno insegnato bene: hai controllato la tua paura! Ora: che la paura diventi rabbia! Solo il tuo odio può distruggermi! - disse Aatrox alzando le braccia.

- Userò la Forza per distruggerti, non cederò alle tue tentazioni! - disse Tryndamere fiondandosi su Aatrox: i due combatterono ancor più sanguinosamente di prima.

Dopo ore di combattimento, Tryndamere cominciò a mostrare segni di cedimento, mentre Aatrox si nutriva di guerre e scontri ed era più forte che mai; Aatrox a un certo punto, vedendo il suo rivale abbassare la difesa, piantò la sua lama dentro la ferita al torace, la stessa che gli inferì anni fa quando distrusse il suo clan. Tryndamere gridò dal dolore e cadde a terra, al bordo del dirupo: da lì poteva vedere l'esito della battaglia, purtroppo, a favore del Derviscio di Ghiaccio: Ashe e i suoi erano in grande difficoltà e avevano perso moltissimi uomini. Tryndamere era coperto di sangue e, nel vedere i suoi amici o morti o feriti, gli si riempiva il cuore di odio verso Aatrox: la storia si stava ripetendo e Tryndamere stava morendo di nuovo con sotto gli occhi la più grande strage di uomini e Dei mai vista nel Freljord.

- Ora: cedi alla rabbia! Come hai fatto anni fa! È L'unico modo che hai per sopravvivere! - disse Aatrox con ghigno malvagio.

- Non mi importa di morire! Voglio solo distruggerti! - disse Tryndamere fiondandosi contro la sua nemesi.

Ma anche stavolta, Tryndamere venne trapassato con la spada di Aatrox. Il Re cadde a terra privo di forza, l'elmo gli si ruppe e cominciò a sentire il respiro venirgli meno.

- Rassegnati! Sei battuto! È inutile resistere! -

- Noooooo! - urlò Tryndamere mentre lo stava consumando la furia immortale. Tutto il Freljord sentì quell'urlo. Anivia e Ornn dissero:

- La furia immortale... Tryndamere è in grave pericolo! -

Tryndamere si rialzò respinse tutti i colpi di Aatrox finché con la sua rabbia non trapassò da parte a parte il corpo del Darkin. La spada del barbaro si illuminò di rosso e si nutrì della guerra: Tryndamere era riuscito a trafiggere Aatrox e avrebbe dovuto morire... ma così non fu!

- Bene! Molto bene! Senti la tua rabbia e il tuo odio scorrere nelle tue vene: il tuo sangue ribolle, la tua furia ti consuma! Ora... accetta l'oscurità! - disse Aatrox ridendo.

- Ma tu... dovresti essere morto! Io ti ho trapassato!! Muori!!!! -

Tryndamere continuò a trafiggere Aatrox in vari punti del corpo, ma il Darkin si rialzò e con un gesto spinse via il Re del Freljord; poi lo bloccò e con la spada trafisse nuovamente la ferita del barbaro, il quale urlò straziato dal dolore:

- Non hai scampo! È inutile cercare di uccidermi, io sono immortale, mi nutro della guerra! Non lasciare che ti distrugga! - disse Aatrox mentre lo scaraventò via con la Forza del lato oscuro.

Tryndamere cadde a terra sanguinante e terrorizzato: la sua furia immortale non era bastata! Sembrava che Aatrox avesse il suo stesso potere! Vide poi, affacciandosi al bordo del dirupo, la totale disfatta degli Avarosani: stavano morendo sotto gli occhi di Tryndamere e che pieno di paura chiese ad Aatrox:

- Perché lo stai facendo? Che cosa vuoi da me? -

- Che tu ceda la lato oscuro! Unisciti a me! Con me è il tuo destino! -

- Mai! Non ho paura di morire per la mia patria e per i miei amici! -

- Non avrai più nessuna patria e nessun amico se ora ti lasci distruggere! Unirti a me è l'unico modo che hai di salvare tutto ciò che ami! -

- Questo è un ricatto! -

- No! È destino! Il tuo destino! Tu dovresti ringraziarmi, invece di combattermi! -

- Ringraziarti? Hai il coraggio di arrivare a tanto, Aatrox? E per cosa, dimmi? -

- Se sei diventato ciò che sei ora è solo per merito mio! Credi che io ti abbia distrutto tutto quella notte, perché ti odio? No! Perché io vidi un grande potenziale in te fin da bambino, talmente forte che mi lasciò stupefatto! Eri già un piccolo grande guerriero, la Forza scorreva già potente in te... se fossi rimasto con tua madre lei ti avrebbe limitato e saresti diventato non più che un semplice capo clan di un piccolo villaggio del nord! -

- Che cosa vuoi dire? - chiese Tryndamere.

- Voglio dire che io ti ho salvato da un destino mediocre! Ho dovuto uccidere tua madre e sterminare il tuo clan quella notte, perché sapevo che saresti diventato il più grande combattente di tutti i tempi, cosa che ora tu sei... il più grande guerriero che Runeterra abbia mai avuto! La profezia parla di te! Tu cambierai il mondo con la tua rabbia! Devi solo accoglierla... ma questa è una realtà che un Iceborn non ammette... -

Dopo un breve silenzio Aatrox continuò:

- Se vuoi diventare un guerriero completo devi imparare a usare il lato oscuro della Forza! Gli Iceborn ti limitano, io ti offro la libertà! Quando quella notte ti ho ferito al torace ti ho iniettato il seme Darkin, una Forza potente e arcana che ti ha consentito di diventare il più grande guerriero del mondo, invincibile e resistente perfino alla morte! La tua furia immortale è un dono, un dono che un demone (ovvero io) ti ha fatto perché compissi il tuo destino, che ora ti sta chiamando! -

- Io... io... non resisto più... - disse Tryndamere, soffocato dal pianto, dalla paura e dalla morte.

- Accetta l'oscurità! E rendimi grazie! Se ci fai caso, dopo quella notte, sei diventato il re dei barbari, hai sconfitto eserciti, ti sei fatto un nome e sei diventato Re del Freljord! Se non avessi ucciso tua madre e sterminato il tuo clan, saresti stato vincolato alle tue umili origini! Io ti ho offerto la possibilità di diventare colui che cambierà il mondo! - concluse il demone.

- E allora, se mi hai dato tutto questo, perché ora me lo stai portando via? - chiese Tryndamere.

- Non te lo sto portando via! Se vieni con me, tu e tutti i tuoi amici sarete salvi. Devi solo adempiere il tuo destino e unirti a me! -

- Ma... io... la Forza... no... - Tryndamere era debole ma sentiva una guerra scoppiare dentro di sé.

- Tryndamere... tu non ti rendi ancora conto della tua importanza! Hai solo cominciato a scoprire il tuo potere! Se vieni con me, io completerò il tuo addestramento! Unendo le nostre forze possiamo mettere fine a questo conflitto distruttivo e salvare la tua patria e i tuoi amici! -

- Non verrò mai con te! -

- Se tu solo conoscessi il potere del lato oscuro... -

- Non voglio conoscere quel potere! Sei un mostro! - gridò sputando sangue il re dei barbari.

- E tu cosa sei? Guarda che tu dentro non sei diverso da ciò che sono io fuori! Noi siamo Darkin, tu come me! Vieni con me e accetta l'ombra che è in te! - disse maligno Aatrox.

- No! Non mi unirò mai a chi ha ucciso i miei genitori! - gridò Tryndamere.

- No, Tryndamere, io ho ucciso solo tua madre perché ti vincolava! Tuo padre era un grande guerriero: lui ti ha insegnato la dedizione alla guerra e al potere! -

- Lui aveva preso la tua spada! Tu l'hai trovato e l'hai ucciso! - gli urlò addosso Tryndamere pieno di rabbia e di dolore.

- Questo è ciò che ti hanno raccontato Ornn e Anivia... non è vero! Non ti hanno mai detto cosa accadde realmente a tuo padre! -

- Mi hanno detto tutto! Che sei stato tu! Tu hai ucciso mio padre! -

- NO! IO SONO TUO PADRE! -

Silenzio.

Tryndamere non poté credere a quelle parole.

Aatrox, suo padre.

- No... non può essere vero... no... no... non è possibile!! -

- Usa la Forza per cercare dentro di te: tu sai che è vero! - disse Aatrox.

- NOOOOOOOOOOOOOO!!!! - Tryndamere scoppiò a piangere come un bambino mentre le forze lo stavano lentamente abbandonando.

- Tryndamere! Tu non puoi essere limitato ad essere Re del Freljord! La tua profezia parla del mondo intero, che tu sei destinato a dominare! Questo è il tuo destino! Unisciti a me! E insieme potremo governare Runeterra come padre e figlio! - disse Aatrox tendendogli la mano.

Tryndmere era in bilico nel dirupo. Stava morendo, stava perdendo sangue, era distrutto dal dolore e non sapeva cosa fare: il lato oscuro lo stava chiamando!

- Vieni con me! È l'unica strada! - gli disse Aatrox.

A quel punto, Tryndamere si lasciò cadere giù dalla montagna: cadde a terra da quindici metri, rompendosi braccia, gambe e schiena. Con un filo di voce disse:

- Ashe.. dove sei? -

Ashe percepì il suo lamento:

- Tryndamere! -

Anivia scoprì il corpo quasi spento di Tryndamere, lo caricò sulla sua schiena e prese il volo verso Ashe. Aatrox guardava la scena da sopra la montagna: non poteva permettere che gli portassero via il figlio!

- Ashe! Ecco Tryndamere! - disse la criofenice atterrando e mostrandogli il marito privo di forze e morente.

- No! No! Come è accaduto? Chi gli ha fatto questo? -

- Aatrox! Lui è qui e sta infondendo negli invasori la sua magia oscura. Dobbiamo ritirarci, se scappiamo in tempo possiamo salvare il Re! - disse Anivia.

- Sì! Ritirata! Avete sentito? Ritirata! - Ashe gridò a tutti i pochi soldati rimasti di ritirarsi.

La Regina salì sulla schiena di Anivia accarezzando il viso di Tryndamere. Quando gli Avarosani cominciarono a scappare, lo squarcio nel cielo si chiuse e la tempesta si placò, lasciando spazio all'oscurità. Poi nel buio, si sentì una voce sibilare:

- Tryndamere: la mia più grande creazione! La sua rabbia cambierà il mondo! -

Tutti si voltarono. Lissandra e Sejuani fecero spazio tra loro a una nube oscura che stava prendendo forma. Gli Avarosani si spaventarono subito. Quella figura oscura prese forma: era Aatrox!

- Lasciatelo! Lui è mio! - disse Aatrox brandendo la sua spada vivente e cominciando a scagliare fulmini contro gli Avarosani, inseguendoli.

- Aprite il fuoco! - gridò Ashe!

Gli Avarosani lanciarono tutto ciò che avevano contro Aatrox, ma questi avanzava verso di loro , parando ogni colpo con la sua spada:

- Tryndamere è mio! E voi morirete! -

Ashe tirò una freccia per paralizzare Aatrox, ma questa venne spezzata quando era in volo dalla sola forza oscura che quel Darkin emanava.

- Ritirata! Ritirata! - gridò la Regina.

I suoi uomini vennero presi e uccisi da Aatrox, uno ad uno: nessuno poteva sfuggirgli! La furia di Aatrox si scatenò sugli Avarosani, i quali stavano soccombendo sotto le scariche dei fulmini di Forza che uscivano dalla spada del Darkin. Aatrox era scatenato e colmo di rabbia, insieme a Lissandra e ai suoi, disarmarono i soldati Avarosani i quali, a furia di colpi di spada, caddero tutti a terra privi di vita, mentre Aatrox se ne cibava. Giunto quasi da Ashe, Ornn colpì il suolo formandosi una rupe. Anivia, con le ali, generò una tormenta di neve che accecò Aatrox e i suoi per qualche istante. Quando la tormenta cessò, Ashe e i suoi erano lontani e Aatrox, furibondo, li guardava scappare:

- È solo l'inizio... fuggite e perite! La mia vendetta sarà tremenda! -


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Capitolo 12
*** Capitolo 11: Un sentiero di dolore ***


Capitolo 11: Un sentiero di dolore


Ashe e i superstiti rientrarono di corsa alla loro base.

Appena giunti dentro il palazzo, Ashe chiamò a sé i dottori e ordinò loro di visitare subito suo marito, che era in pessime condizioni e stava per morire. Subito i medici lo misero sotto i ferri, riservandosi da ogni tipo di esito. Ashe aspettava fuori, disperata, dalla sala operatoria della reggia. Stava piangendo; il suo uomo, suo marito, il suo Re era in serio pericolo di vita: da un momento all'altro il suo cuore poteva fermarsi e dire addio per sempre a tutto ciò che amava. Così Ashe si mise a pregare Avarosa affinché Tryndamere potesse salvarsi.

Mentre pregava, fuori dalla sala d'intervento, Anivia, Ornn, Braum, Nunu e Gragas (anche loro feriti e deboli) si sedettero vicino alla loro Regina per farle forza. Ashe, nel vedere tanto affetto da parte dei suoi amici, si risollevò un po' di morale. Poi, quando ebbe terminato la preghiera, a mente più lucida, chiese:

- E... Quello che cos'era? -

- Era Aatrox. Un Darkin. Per ora solo cinque sono qui su questa terra, ma presto libereranno gli altri! - rispose Anivia.

- No... non è possibile! - disse Braum.

- Come è potuto accadere? - chiese Nunu.

- Solo quando un Darkin è molto potente può evocare gli altri. Aatrox si è nutrito del suo scontro con Tryndamere: ora è diventato talmente potente che è quasi invincibile! - gli rispose Anivia.

- Tryndamere non avrebbe dovuto affrontarlo: non era pronto! - disse Ornn.

- Cosa succederà se i Darkin ritornano? - chiese Gragas.

- Saremo coinvolti in Ragnarock! I Darkin non sono nemici che si possono combattere con armi qualsiasi; la nostra unica possibilità è fermare Aatrox prima che il mondo venga invaso e distrutto. - disse Anivia.

- Prima dobbiamo sconfiggere Lissandra! Se la battiamo, forse sarà più facile avvicinarsi ad Aatrox! - disse Ashe.

- Anivia... tu hai parlato di un'altra speranza, se Tryndamere non ce l'avesse fatta... chi è costui? - chiese Ornn.

- Gnar, uno yordle primitivo figlio di Wotan con dei poteri simili a quelli di Tryndamere. Sconfisse un Darkin, tanto tempo fa, subito dopo la guerra delle tre sorelle. La sua storia è molto simile a quella di Tryndamere: un Darkin oscuro da un occhio solo, con tentacoli e un paio di corna attaccò la tribù di Gnar, uccidendo la sua famiglia e sterminando il suo clan. Il Darkin provò ad incenerirlo con una scarica di fuoco, ma Gnar era talmente arrabbiato che si nutrì di tale potere. La rabbia lo trasformò in qualcosa di demoniaco, abnorme, che con la sua furia e la sua forza riuscì a sconfiggere e uccidere quel Darkin. Gnar, dopo lo scontro, tornò nella sua forma normale, ma non aveva più nessuna famiglia. Io osservai la battaglia di nascosto, così, su richiesta di Wotan, il Padre di tutti, lo congelai nel Vero Ghiaccio, dentro una grotta nell'estremo nord del Freljord. In questo modo, l'avrei tenuto in vita fino al suo scongelamento nel momento di estremo bisogno, quando i Guardiani del Gelo avrebbero fatto ritorno, in modo che, scongelandolo, ci avrebbe aiutati a sconfiggerli. -

- Perché hai detto “l'avrei tenuto in vita” quando parli del suo congelamento? - chiese Gragas.

- Perché Gnar si è scongelato! Non so chi sia stato, se ci è riuscito da solo o se è stato qualcun altro. L'ho avvertito! Dopo la pesante sconfitta di oggi sarei voluta andare a scongelarlo per combattere Aatrox, ma ho avvertito che non c'era e non ho idea dove ora si trovi... -

- Gnar deve affrontare e sconfiggere i Guardiani del Gelo; ad Aatrox ci deve pensare Tryndamere! Solo lui lo può battere! Sapevate che i Guardiani del Gelo sono anch'essi Darkin? - disse Ornn.

- No! Ecco cosa c'entra Aatrox in tutto questo! - disse Ashe: - Vuole far tornare i propri fratelli! -

- Sì. Ogni Darkin vero e proprio sceglie un suo apprendista. I tre Guardiani del Gelo scelsero le tre sorelle, di cui solo Lissandra si lasciò manipolare dal potere Darkin. Aatrox sta cercando di fare lo stesso con Tryndamere e dobbiamo impedire che succeda! - disse Anivia.

- Tanto tempo fa, io costruì l'abisso ululante: un crepaccio senza fondo che congiunge la terra ferma con la fortezza della Guardia del Gelo di Lissandra. È un abisso senza fondo; chi precipita lì va diritto dritto nelle tenebre di Nibelheim; l'oltretomba! Si chiama abisso ululante perché ancora si sente il grido dei Guardiani scaraventati laggiù da Avarosa e Serylda, alla fine della guerra delle tre sorelle. - raccontò Ornn.

- Se i Guardiani ritornano, vuol dire che c'è un potere oscuro che li ha richiamati dalla morte! - disse Ashe.

- Aatrox! E Tryndamere deve sconfiggerlo per evitare tutto questo! - disse Ornn.

- Ornn, amico mio, come sai io sono sempre... - cominciò Braum.

- Chi ti ha detto che siamo amici? - chiese Ornn.

- Dai, Ornn! Non è il momento! - lo fulminò Anivia.

- Va bene... continua Braum. -

- Io sono un inguaribile ottimista, ma questa volta la vedo decisamente dura! Aatrox se è così potente come dite sarà impossibile sconfiggerlo! - terminò il cuore del Freljord.

- L'unico modo per sconfiggere un Darkin è limitarne il potere. Solo evitando di combattere, evitando guerre e massacri, il Darkin si indebolirà ma nel caso di Tryndamere non basta ancora. Deve sconfiggere il lato oscuro dentro di lui, confrontandosi di nuovo con Aatrox! - disse Ornn.

- Prima di tutto però dobbiamo far tornare Sejuani e gli altri dal nostro lato. Dobbiamo convertirli alla nostra causa. - disse Nunu.

- E come? Ci ho provato, ma Aatrox possiede su di loro un controllo della mente tale che ogni tentativo è inutile... - disse Ashe, sfiduciata.

- Dobbiamo ritentare... non abbiamo altre soluzioni... Io mi metterò in viaggio fin da subito per cercare Gnar. Voi pensate a Tryndamere. - disse Anivia, mettendosi in volo.

- Trynd... riprenditi! Io sono qui con te! Non lasciarmi... - disse piano Ashe mentre una lacrima le scendeva sul viso.



********************************



Udyr camminava a petto nudo e scalzo nelle fredde lande ghiacciate del nord del Frejord, nelle sue terre disabitate tranne che dai pinguini e dagli yeti.

Camminava, senza una meta.

Errò per giorni, sotto le tormente di neve, bendato, con addosso solo una tunica, senza mangiare, senza dormire e bevendo solo l'acqua del ghiaccio. Sentiva le forze abbandonarlo pian piano, ma doveva farlo: doveva liberarsi da quella corruzione. Dopo che aveva parlato con il suo maestro Lee Sin, quest'ultimo lo incitò a compiere il cammino iniziatico ioniano, un cammino che qualunque guerriero illuminato doveva compiere per redimersi dai propri peccati.

Dopo che camminò su un sentiero di stalattiti e stalagmiti, i piedi incominciarono a sanguinargli, ma doveva resistere! Era bendato: doveva vedere con gli occhi dell'anima, gli occhi del corpo ingannavano soltanto.

Era alla ricerca della sua natura, del suo essere un eremita spirituale che controllava gli spiriti naturali. Da quando era sotto il controllo di Aatrox, gli spiriti avevano smesso di parlargli e i suoi occhi dell'anima si erano accecati. Ora doveva compiere l'opposto.

Dopo quasi una settimana di cammino, Udyr sentì che si imbatté in una grotta, che scavava in profondità. Forse era la meta che cercava: fece un respiro profondo e si addentrò dentro la caverna.

Appena si allontanò dalla luce, Udyr poté sentire gli spiriti che lo chiamavano e che lo invocavano. Udyr cercò di sentire tutto quello che lo circondava con l'uso del tatto, ma poi si sentì sollevare da qualcosa. I piedi gli guarirono, il suo corpo cominciò a risplendergli di calore. Erano gli spiriti! Ed erano tornati! Gli spiriti gli tolsero la benda sugli occhi e vide che era arrivato nel cuore della grotta, dove c'era un grande masso rotolante: Udyr usò la sua forza bruta per sollevarlo e vide che sotto c'era una perla di Vero Ghiaccio che gli brillava davanti. Udyr la prese e quella perla divenne tutt'una con lui.

Udyr sentì la mente di nuovo libera, sentì la Forza scorrergli nelle vene, sentì di essere un Figlio del Gelo che controllava gli spiriti della natura.

Per la prima volta dopo tanto tempo, Udyr si sentì in pace con gli spiriti che lo circondavano, iniziando a provare piacere per la loro compagnia. Il sentiero iniziatico ioniano gli insegnò a dominare gli istinti, mentre la meditazione lo rese saggio. In questo modo, Udyr riuscì ad abbracciare di nuovo il suo destino di eremita spirituale.

La pace ritornò, ma Udyr, come d'improvviso, sentì che qualcosa di malvagio stava per incombere su Runeterra. Gli spiriti del Freljord lo chiamarono, avvisandolo che il male stava emergendo dai ghiacci. Udyr capì la vera minaccia che Lissandra e i Darkin rappresentavano per la sua terra e per la natura: era il preludio di una grande oscurità che un giorno avrebbe avvolto tutto.

Così Udyr decise di compiere il suo destino.



********************************



Dopo quattro giorni, Tryndamere riprese conoscenza.

Era salvo!

Appena avuta la notizia, Ashe e i suoi amici lo circondarono mentre era ancora nel letto d'ospedale. Ashe si avvicinò a lui, gli accarezzò il viso e lo baciò sulla fronte.

- Tryndamere... mio Re... mi sei mancato... come ti senti? - chiese la Regina.

- Sei mancato a tutti! Ben tornato mio Re! - disse Braum.

- Mi sento un po' meglio... grazie a tutti per il vostro supporto! Ancora però sono molto debole. Ho bisogno di riposo. - rispose il Re ferito.

- Non ci fare più prendere spaventi del genere! Non potrei sopportare l'idea di perderti... - disse Ashe stringendogli la mano.

- Neanche io... - le rispose sorridendo.

In quel momento entrò Ornn, che dopo aver salutato il suo Re, disse:

- Non crederete mai chi c'è fuori dalle mura che chiede di entrare. -

- Chi? - chiesero tutti, incuriositi.

- Udyr! - rispose lo scontroso semidio.


Ashe e gli altri uscirono dalla sala d'ospedale e si diressero verso l'ingresso del palazzo. Udyr era scortato dalle guardie di Avarosa nella sala del trono, dove Ashe lo aspettava. Arrivato nella sala del trono, Udyr si inginocchiò e disse:

- Mi chiamo Udyr. E chiedo di far parte della vostra fazione come vostro alleato! -

- Ti conosciamo, Udyr. Combatti per Lissandra. - disse la Regina.

- Quello era un altro Udyr. Quello era Udyr il cieco, questo è Udyr il saggio. - rispose, sempre a testa bassa.

- Stai dicendo la verità? Non è cosa scontata con tutte le bugie che racconta Lissandra... - disse Nunu.

- Sta dicendo la verità! L'ho percepito. - disse Ornn.

- Dici davvero? - chiese Ashe.

- Sì. Sento la sua mente libera da ogni oscurità, è qui per chiedere aiuto. - rispose Ornn.

- Alzati, Udyr, e raccontaci ciò che hai visto! - disse la Regina Ashe.

Udyr riunì tutti attorno a sé e cominciò a raccontare della corruzione dei Darkin, del suo cammino iniziatico e dell'illuminazione finale:

- Questo sentiero mi ha liberato! Ora voglio compiere il mio destino: fare tutto ciò che è in mio potere per fermare il ritorno dei Guardiani del Gelo e Lissandra! - disse l'eremita spirituale.

- Tutto questo è incredibile... liberarti dall'oscurità di un Darkin fa di te un guerriero illuminato e potente! - disse incredulo Braum.

- Sei un vero Figlio del Gelo, benvenuto fra noi Udyr. - disse Ashe.

- Dobbiamo però liberare anche Sejuani, Volibear, Kaspyann e Olaf da questa corruzione! C'è del buon in loro! Persino quella serpe di Trundle ne è schiavo, dopo aver preso la mazza del Gelo. - disse Udyr.

- Come possiamo? Anch'io lo vorrei ma ci ho provato e non ha funzionato... - disse Ashe.

- Forse solo io posso riuscirci. Ho sperimentato il potere oscuro che ci vincolava, forse riesco a liberarli. So che posso riuscirci! -

- Va bene, ma ci vuole un piano. - disse la Regina Ashe.

- E io credo di averlo! Loro non sanno che io sono tornato al lato chiaro, potrei attirarli di sorpresa qui da voi e poi forse riusciamo a convertirli. -

- L'idea è buona... sì! Può funzionare! - disse Ashe: - Ma prima vorrei che dicessi tutte queste cose tu stesso a mio marito Tryndamere. Ne sarebbe felice! -

- E poi gli farebbe bene fare il percorso che hai fatto tu! - disse Ornn.

Udyr venne accompagnato nella stanza dov'era Tryndamere a letto. Udyr gli raccontò della sua storia. Il Re, debole, disse:

- Udyr... il tuo coraggio, quello che hai fatto non ha pari... sei un vero Iceborn, benvenuto fra noi! Non sai quanto anch'io vorrei purificarmi come hai fatto tu... sono stato uno sciocco e un imprudente a voler affrontare Aatrox... era incompleta la mia istruzione... -

- Puoi farlo! Appena starai meglio, vieni con me e io ti guiderò nel tuo cammino individuale! - gli disse Udyr.

- Grazie... ora è tardi e ho bisogno di dormire... - disse il Re ancora affaticato.

- Certo! A domani! - dissero tutti.

Appena uscirono i campioni, Ashe si stese sul letto vicino al suo sposo. Vedeva nei suoi occhi una grande sofferenza, non di dolore fisico, ma sembrava quasi che si sentisse in colpa per qualcosa. Era distrutto, sul suo volto c'erano segni di paura e di terrore. Ashe gli chiese:

- Che cos'hai, amore mio? -

- Aatrox... - rispose.

- Lo so... non preoccuparti, ora che abbiamo anche Udyr tra noi, vedrai che... -

- È mio padre! - disse senza emozioni Tryndamere.

Nell'udire quelle parole, Ashe si irrigidì di colpo e si sentì gelare il sangue. Era impossibile!

- Tuo padre? -

- Quando starò meglio, vi racconterò cos'è successo. Aspetterò che torni Anivia e di fare il percorso di individuazione con Udyr. Poi ti dirò tutto: non raccontare ciò che ti detto! A nessuno! Devo prima conoscere la verità... -

- Tryndamere... qualunque cosa accada, io sarò sempre al tuo fianco e ti sosterrò dovunque andrai. Perché ti amo! -

- Ti amo tanto anch'io! - rispose.

Dopo un dolce bacio sulla bocca, i due si addormentarono l'una nelle braccia dell'altro, innamorati come il primo giorno.


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Capitolo 13
*** Capitolo 12: Verità, confessioni e compassione ***


Capitolo 12: Verità, confessioni e compassione


Dopo tre mesi, Tryndamere ritornò in forze.

Durante la sua assenza, gli Avarosani persero tutte le battaglie contro i soldati del Derviscio di Ghiaccio: Aatrox infondeva a Sejuani e ai suoi una tale potenza e ferocia che nessuno riuscì a contrastare. Udyr aveva provato ad attirare Sejuani e i suoi uomini in una trappola, fingendosi dalla loro parte, ma purtroppo si rivelò essere tutto inutile: Volibear e Kaspyann, essendo semidei, fiutarono in lui il lato chiaro della luce, lo attaccarono brutalmente e la copertura saltò. Neppure Udyr coi suoi poteri da sciamano era riuscito a convertire Sejuani e gli altri campioni. Aatrox sembrava essere più potente che mai. Tra l'altro, Anivia era da due mesi in cerca di Gnar per Runeterra, quindi non si poteva contare neanche sul suo aiuto.

Dopo l'ultima sconfitta, Ashe era affranta: quando i sogni stavano per realizzarsi, un malvagio Darkin le stava per togliere tutto ciò che amava. Era ormai un mese che non mandava i suoi uomini ad allenarsi: non voleva più perdere soldati inutilmente per una battaglia che sembrava essere invincibile. L'unione tra Lissandra e Aatrox sembrava essere invulnerabile e senza speranze. Senza contare che più la forza di Aatrox cresceva, più i Guardiani del Gelo sarebbero stati vicini al ritorno, e allora sarebbe stato catastrofico. Ashe si stava pian piano rassegnando...

La Regina arciere andò quindi a parlare con Ornn e, sempre se il semidio fosse disposto a rispondere, a fare meditazione. Arrivata al monte Langhus, Ashe si accomodò per fare meditazione e raccontò a Ornn della situazione che lei e la sua gente stavano vivendo:

- Ornn, io mi sto rassegnando... mi sento a pezzi! -

- Un buon fabbro sa fondere tutti i pezzi per creare uno strumento di qualità! -

Ashe sorrise a quella metafora, e disse:

- Sai... fino a poco tempo fa avrei voluto essere Regina di un Freljord unito e pacifico, realizzare il sogno dei miei antenati e evitare catastrofi di streghe e demoni, come ai tempi della guerra delle tre sorelle. Ma ora... non lo so più... da quando c'è Aatrox di mezzo tutto mi sembra precipitare via... ho perso duemila uomini nelle ultime battaglie e ho quasi perso mio marito! -

- Aatrox c'era anche prima, e abbiamo vinto tante battaglie, tanto che sei diventata Regina del Freljord. Adesso tu lo vedi perché ha quasi ucciso Tryndamere, ma gli occhi delle tua anima non devono vederlo. Lui è uno spirito che si nutre di guerre e battaglie. Se usiamo la Forza, lo sconfiggeremo. -

- Hai ragione! E per liberare Sejuani e i tuoi fratelli dalla corruzione? Neanche Udyr ci è riuscito! - disse Ashe.

- Per quanto desidererei uccidere i miei fratelli per ciò che mi fecero millenni fa, la soluzione non credo sia combatterli, anche se loro ci spronano a farlo. Così cadiamo nella loro trappola. Dobbiamo fare in modo che si uniscano a noi usando la Forza senza combattere... - disse Ornn.

- E come? Noi non vorremmo combattere ma loro ci attaccano e così dobbiamo giustamente difenderci! -

- Ma non otterremo nulla. Forse dobbiamo evocare gli spiriti dei nostri antenati e forse Udyr fa al caso nostro... potrebbe evocare gli spiriti degli antenati di Sejuani e dei miei fratelli! Magari in questo modo riusciremo a liberarli! -

- L'idea sembra buona... può funzionare! Ma davvero Udyr può farlo? Non è un potere solo dato a voi quattro semidei? - chiese la Regina.

- Udyr è un Iceborn nato dalla battaglia mia e di Anivia contro Volibear e Kaspyann tempo fa: la luna divenne rossa da quello scontro e i nostri poteri di terra (orso), fuoco (tigre), aria (aquila) e acqua (tartaruga) vennero incanalati dentro la psiche di quel guerriero: è come se fosse nostro figlio e possiede tutti i nostri poteri: tramite il suo cammino di dolore che ha fatto, si è liberato dai peccati e purificandosi ora è un potentissimo Iceborn e sciamano: lui potrà farlo! - disse Ornn.

- Che notizia! Grazie Ornn, vorrei abbracciarti! -

- Ho del pelo e soffice... non abbracciarmi, per favore! - disse mantenendo le distanze.

Quando Ashe finì meditazione, si sentì bussare alla porta. Ashe andò ad aprire e vide, con stupore, che era Tryndamere.

- Tryndamere! Che ci fai qui? Stai bene? - chiese preoccupata la sua Regina.

- Ciao Ashe! Sono venuto a parlare con Ornn. Oggi è il primo giorno che sto bene e ho bisogno di parlare con lui. -

- Vieni pure, mio Re! Dobbiamo parlare! - lo invitò Ornn.

- Ci vediamo dopo a casa. - lo salutò Ashe con un bacio, mentre usciva.

Tryndamere si mise a sedere e chiese subito a Ornn:

- Perché tu e Anivia me l'avete tenuto nascosto? Mi avevate detto che Aatrox aveva derubato e assassinato mio padre! -

- Tuo padre fu sedotto dal lato oscuro della Forza! Cessò di essere il Figlio del Gelo Reklan e divenne il Darkin Aatrox. I Darkin ora sono cinque e a parte Nocturne che è un Darkin spirito, gli altri quattro sono rappresentati dalle armi senzienti della guerra. Quando i Darkin vennero sconfitti durante la guerra Darkin eoni fa, essi vennero intrappolati e maledetti nelle loro armi e finché lì rimangono i Darkin sono innocui. Tuttavia, essi possono tornare a vivere quando qualcuno si impossessa di quelle armi. Questo è il caso di Aatrox e di tuo padre: Aatrox, sconfitto millenni fa, venne intrappolato nella sua spada che venne dispersa nelle lande del Freljord. Tuo padre accidentalmente trovò quella spada e appena la impugnò il desiderio di vita di Aatrox consumò tuo padre fino a permettergli di dominare il suo corpo. Aatrox, così, uccise l'anima di tuo padre e prese il controllo del suo corpo! -

- Ho capito... ma Aatrox è mio padre o no? -

- Come corpo sì, tuo padre è lui! O quel po' che ne rimane... come spirito invece no, quello non è tuo padre: è Aatrox che si è servito del corpo e della linfa vitale di tuo padre per tornare a vivere, proprio come ha fatto il Darkin Rhaast con Kayn a Ionia, tramite la sua falce. Tutto il bene che era nell'anima di tuo padre venne così distrutto per sempre. Quindi quel che ti dicemmo era vero... da un certo punto di vista. - concluse Ornn.

- Da un certo punto di vista? -

- Tryndamere, scoprirai che molte delle verità che affermiamo noi Figli del Gelo dipendono spesso dal nostro punto di vista. Reklan era un grande guerriero, un prode Iceborn e... ed era figlio di Wotan. -

- Quindi... io... -

- Sei il nipote del grande padre di tutti! Ho aspettato a dirtelo, volevo che fosse il momento giusto. Tu possiedi poteri divini dentro di te, mio Re! Ma quella rabbia ti spingere a compiere azioni nefande e brutali e il tuo essere Iceborn viene meno... ecco perché era imprudente affrontare Aatrox. Non conoscevi tutta la storia, che noi Figli del Gelo narriamo un po' per volta: mai subito! Mai la strada rapida e veloce! Solo con costanza e pazienza si può diventare illuminati e completi! - raccontò Ornn.

- Wotan... mio nonno... non posso crederci... c'è qualcos'altro che devo sapere? -

- Sì! Ciò che potrebbe accadere di catastrofico: Aatrox, Rhaast, Varus, "Draakar" e Nocturne sono i cinque Darkin della loro stirpe rimasti in vita. I Darkin sono figli di Loge e Hel, Dei del fuoco, degli inganni e dell'oltretomba e combattono per loro, contro la volontà di Wotan, Donner e gli altri Dei del Walhalla. Questi cinque Darkin però vogliono ricreare la loro stirpe morta e dimenticata, recultando apprendisti e comparendo all'improvviso durante scontri e battaglie per capire quali guerrieri sono più forti e degni di divenatre seguaci Darkin. Nocturne, uno di questi, ha preso il controllo di Zed, Rhaast di Kayn, "Draakar" di Syndra e Varus di ben due guerrieri, ovvero Val e Kai: tutti loro erano guerrieri ioniani. Siccome questi Darkin si sono impadroniti di una magia oscura a Ionia, hanno fatto che che Zed, Kayn, Syndra, Kai e Valmor ritornassero a vivere come ombre: questa confraternita di seguaci Darkin ha imfatti preso il nome di "Ordine dell'ombra" che dimora nella parte più oscura di Ionia. Poi altri adepti Darkin sono i Voidborn, degli esseri venuti da un'altra dimensione che stanno infestando Shurima; poi ci sono i non-morti delle Isole dell'ombra; Persino i tre Guardiani del Gelo sono Darkin che scelsero come loro apprendiste le tre sorelle, di cui solo Lissandra accettò il dono. -

- Ecco perché Aatrox vuol far risorgere i Guardiani! Sono Darkin anche loro! - realizzò Tryndamere.

- Sì! E poi... Aatrox ha scelto di manipolare te, come suo apprendista. Inoltre sei suo figlio, quindi vuole usare su di te non solo la seduzione del potere e del male, ma anche la sua autorità paterna. I Guardiani sono stati spediti giù nell'abisso ululante, un crepaccio senza fondo che conduce all'oltretomba: nessuno può risorgere a meno che un Darkin non sia talmente potente da richiamare i suoi fratelli dalla morte: allora sarà Ragnarock, ovvero il crepuscolo degli Dei! -

- E cosa succederà quando arriverà il Ragnarock? - chiese ancora Tryndamere.

- Il crepuscolo degli Dei si preannuncerà in questo modo: ci saranno tre anni di inverni rigidissimi, ed estati dal sole nero, cosa che già è successa. La gente perderà ogni speranza e si abbandonerà alla cupidigia, all'incesto e alla guerra fratricida. Jormungand, il serpente del mondo, balzerà fuori dall'oceano, innalzando la maree e sommergendo la terra. Il lupo gigante Fenrir romperà le sue catene invisibili. I cieli si apriranno e Surtr, il gigante di fuoco, divampando, varcherà il ponte per distruggere gli Dei. Wotan uscirà cavalcando dai cancelli del Walhalla assieme alle Valchirie e agli Einherjar per combattere un'ultima battaglia contro il lupo, che gli spezzerà la lancia. Donner ucciderà il serpente ma morirà per il suo veleno. Wotan e gli Dei del Walhalla si scontreranno con Loge, Hel e i demoni dell'inferno, i Darkin assalteranno il mondo e si scontreranno con gli Iceborn, Hel e Loge spargeranno corruzione nel mondo e Surtr diffonderà il fuoco per tutta Runeterra e alla fine... Fenrir ingoierà il sole e il mondo verrà distrutto da tale potere! Ma tu... tu sei destinato a cambiare le sorti di questo mondo! Tu sei la nostra unica speranza! - concluse Ornn.

- Anivia ha parlato di un'altra... - cominciò il Re ancora preso dal racconto di Ornn.

- L'altro di cui parla è Gnar, un essere millenario, figlio di Wotan e con poteri simili ai tuoi. Anivia lo sta cercando perché dovrà sconfiggere i Guardiani del Gelo qualora ritornassero. Sarà lui stesso a raccontarti la sua storia. -

- Lo vedrò? -

- Presto! Intanto ti consiglio di prepararti: ora che sei in forze dovrai affrontare il percorso di purificazione che ha affrontato Udyr. Lì troverai le risposte che cerchi! -

- Sì, volevo chiedertelo! Sono pronto, maestro Ornn. -

- Bene! Udyr ti guiderà! So che sarai all'altezza, non dimostrarmi il contrario! -

- Non ti deluderò, vado a prepararmi, ma prima vorrei sapere un'ultima cosa: Ashe sopravviverà a tutto questo? -

- Se tu controlli la tua Forza e non cederai al lato oscuro, sì! Lei vivrà! E ti dirò di più: anche lei ha poteri straordinari, che ancora non sa di avere, ma quando li userà, lo farà a fin di bene perché è saggia. Anche lei ha il tuo stesso potere, col tempo imparerà ad usarlo! -

- Io la amo e non permetterò che succeda qualcosa a lei o a voi! -

- Ciò che provi per lei è meraviglioso, sono emozioni forti, lo percepisco. So che vi amate e che dareste la vita per l'altro, ma quando ti scontrerai con Aatrox dovrai seppellire a fondo i tuoi sentimenti; ti fanno onore, ma ricorda che potrebbero essere usati da Aatrox per corromperti! -



************************************



Tryndamere e Udyr si misero subito in viaggio. L'eremita spirituale condusse il Re nelle fredde lande a nord del Freljord dove un tempo viveva Tryndamere bambino. Appena arrivati, Udyr disse:

- Ora Tryndamere devi liberarti di armi, corazze e calzari. Devi affrontare il freddo con solo la tua tunica, senza mangiare e senza dormire, e soprattutto con concentrazione! Ti metto questa benda perché impari a vedere con gli occhi dell'anima. -

Tryndamere non disse nulla: con un cenno della testa, depose i suoi averi, si bendò e cominciò il suo percorso di purificazione. Lui e Udyr, dopo tre giorni, arrivarono in un piccolo spiazzo in pianura, circondato da montagne e vecchie mura. Udyr fece sedere Tryndamere su un masso e gli chiese:

- Cosa senti, mio Re? Che cosa ti dice questo posto? -

Tryndamere rimase in silenzio per qualche istante ad asoltare, poi disse:

- Lamenti... grida... urla... è come se li avessi già sentiti... -

- Cosa vedi? - chiese di nuovo l'eremita spirituale.

- Vedo tanta gente che sta morendo... vedo del sangue... vedo un totale massacro... - rispose il barbaro.

- E che cosa ti ricorda? -

Tryndamere si rese conto nel profondo che il luogo in cui si trovavano lui e Udyr era nientemeno che il suo vecchio villaggio, o ciò che rimaneva:

- Questa è casa mia! Lo so! Lo sento! Dove sono le case? E le capanne? E le mura? Non sento nulla... -

- Non c'è nulla infatti! È stato tutto sommerso dalla neve, in tutti questi anni. -

- Ciò vuol dire che i corpi di mia madre e dei miei compagni sono qui sotto e io posso toccarli! -

- Rimani con questo dolore, mio Re, ti spronerà a continuare il tuo cammino! -

- Devo trovare almeno il corpo di mia madre... -

- Non puoi toglierti la benda e sai bene che non lo troverai. Non è più la tua casa questa, ora è la tua storia. - disse Udyr.

- Rimaniamo qui per la notte? - chiese Tryndamere.

- Sì, spero che tu possa trovare le risposte che stai cercando! - rispose Udyr.


Udyr e Tryndamere si accamparono lì per la notte. Tryndamere ebbe dei sogni, delle visioni, che lo riportavano a quando passava del tempo con sua madre tempo fa, ai suoi momenti felici. Tryndamere ogni tanto si svegliava per piangere, aveva nostalgia delle sue origini. Udyr quella notte non dormì: pregò perché gli spiriti aiutassero il Re nel suo viaggio. Il mattino seguente, i due si riavviarono nel loro viaggio. Udyr guidava i passi di Trydamere, tuttavia dopo alcune incertezze iniziali, il Re sembrava aver trovato il contatto con ciò che lo circondava, senza usare la vista o (soprattutto) la sua furia immortale.

Dopo altri quattro giorni di cammino, i due arrivarono in un punto montagnoso, pieno di grotte e caverne. Nevicava ghiaccio, e la foschia era talmente fitta che tagliava la pelle dei due guerrieri. Udyr gli disse:

- Mio Re, fermati: cosa senti? -

- Un gelo ancestrale mi sta penetrando le ossa: sento che il mio corpo mi sta abbandonando. -

- Ciò significa che sei un vero Figlio del Gelo! Abbandona il corpo e lasciati guidare dagli occhi della tua anima. Ora il mio compito è finito, io ritorno alla reggia di Avarosa. -

- E io? Che cosa devo fare? - chiese Tryndamere.

- Non posso più scortarti oltre, ora devi proseguire da solo. Ci sono diverse grotte qui... percorri la via della tua anima e troverai la grotta giusta dove troverai le risposte che cerchi. So che puoi farcela! A presto e... che la Forza sia con te! - disse Udyr mentre si allontanava fino a scomparire nella nebbia di ghiaccio.

Tryndamere rimase fermo per diverso tempo ad ascoltare i rumori della natura e ciò che volevano da lui gli spiriti che lo conducevano in questo sentiero di dolore. Dopo un po' di tempo, il barbaro errante cominciò a mettere avanti le mani per testare il percorso: sentì che stava entrando dentro una di quelle grotte e l'aria e la luce presto si affievolirono. Mentre percorreva il sentiero dentro la grotta, Tryndamere sentiva gli spiriti chiamarlo. Vedeva spiriti di alberi, di montagne, di colline, di fiori, paesaggi meravigliosi che sognava fin da bambino. Intravide poi in quegli spiriti due figure che sembravano conoscerlo: erano il padre e la madre di Ashe, la sua donna, che gli lanciarono un sorriso. Notò che il padre aveva i suoi stessi occhi, come disse Ashe la sera in cui si dichiararono amore. Voltandosi, vide gli spiriti di Avarosa e Serylda che gli indicarono di proseguire. Ancora più avanti, sentì una voce chiamarlo per nome: “Tryndamere!”.

Il Re si voltò e vide lo spirito di sua madre, Torvin, la quale gli disse:

- Tryndamere, figliolo, vorrei poterti riabbracciare ma io sono morta. Anche se il mio spirito vive in te, io non posso più trattenerti... ho apprezzato i pensieri e le preghiere che mi hai fatto quando sei arrivato nel nostro vecchio villaggio, ma ora è il tuo momento... devi proseguire nel tuo percorso. Ti voglio bene e sappi che sarò sempre con te! -

- Madre... dolce, adorata madre... io voglio che finisca tutto questo... voglio tornare in famiglia... non lasciarmi! - disse Tryndamere commosso.

- Io non ti lascerò mai! Ma se vuoi tornare in famiglia, affronta tuo padre e goditi tua moglie! E soprattutto sii felice con te stesso! Ti voglio bene! A presto! - disse Trovin, sparendo.

Tryndamere, soffocato dal pianto, dalla fatica e dal freddo, si stese a terra e svenne.

Stava forse per morire?

È sicuramente quello che avrebbe desiderato in quel momento: riunirsi coi suoi genitori nel Walhalla e terminare una guerra che non si sarebbe potuta vincere. Invece, appena Tryndamere rinvenne, non aveva più la benda sugli occhi e vide una luce in lontananza: era la fine del tunnel e Tryndamere a gattoni come un bambino cercò di arrancarsi, mezzo addormentato e stremato, verso il punto che gli premeva nel profondo.

Si stupì nel vedere Anivia che vegliava su un piccolo esserino simile a un incrocio tra uno scoiattolo e uno yordle, con una coda a punta e un teschio sulla testa.

- Anivia! Sei tu? O questo è forse un sogno? - chiese privo di forze il Re.

- No, non è un sogno, mio Re. Sono io! E questo è Gnar, un tuo antenato: dì ciao a Tryndamere! Lui è un amico! -

- A-ami-amico! - disse Gnar.

- Sei tu? Sei tu colui che sconfiggerà il Guardiani del Gelo? Sei tu, figlio di Wotan, mio nonno? -

- Sì! - disse con voce roca Gnar.

- Lui non parla la nostra lingua, è un essere primitivo, che è stato congelato da me tanto tempo fa. - disse la criofenice eterna.

- Ma non si era liberato? E tu non eri andata a cercarlo? -

- No, sono stata io che l'ho liberato adesso. Ti ho raccontato una frottola, perché sapevo che la Forza ti avrebbe guidato qui! Io, Ornn, Udyr e gli altri eravamo d'accordo fin dall'inizio. Questo percorso ti ha purificato! Ora puoi chiederci tutto quello che vuoi sapere! -

- Io... io... vorrei sapere la tua storia Gnar. Che cosa ci accomuna, perché siamo così vicini, perché avverto in te la stessa cosa che è in me. -

- Gnar è un essere primordiale, che non conosce convenzioni e morali della società. È un puro folle, sopravvissuto a un Darkin per forza sue e per compassione degli Dei. Lui ha il tuo stesso potere della furia immortale che ha acquisito sconfiggendo un Darkin che aveva raso al suolo il suo villaggio e ucciso la sua famiglia. - disse Anivia per Gnar, il quale, annuì con la testa.

- Sì... è come se già lo sapessi... credo di capire ciò che Gnar dice... -

- E lui capisce te... vedi, l'anima ha un unico linguaggio: la Forza! - disse Anivia, fiera di loro.

- Non oso immaginare cosa hai sofferto, Gnar. Io venendo qui ho incontrato il fantasma di mia madre... mi ha fatto tanta tenerezza, come mi fai tu adesso. - disse il Re ferito e piangente.

- Anch'io so cos'hai passato, abbiamo una furia indomabile che ci rende dei mostri... non so come ho fatto a superarla... io volevo solo fare il bene del Freljord. - rispose Gnar.

- Perché diventiamo così demoniaci? Io volevo solo una famiglia felice e normale! - disse Tryndamere in lacrime.

- Anch'io! E non ho idea di dove sono, tutto mi sembra cambiato da quando sono stato congelato. Ma dimmi, Tryndamere, compagno di un'esistenza di dolore, che cosa ti strugge? - chiese Gnar, anche lui in lacrime.

- Questa ferita al torace che mi dilania lo spirito e la carne. Vorrei che sparisse... vorrei essere felice... vorrei liberarmi di questa rabbia... vorrei vivere felice con mia moglie e i miei amici! - disse Tryndamere.

Disperati dai brutti e dolorosi ricordi, i due si abbracciarono mentre piangevano l'uno sulla spalla dell'altro. Avevano vissuto un'esistenza piena di dolore e di sofferenza, e rimasero così fino a quando Tryndamere non disse:

- Gnar, se sei tu quello destinato a salvare il Freljord, allora vai con Anivia e redimici tutti. Io non credo di farcela... il freddo ha riaperto la ferita che si è infettata. Credo che morirò nel giro di poche ore... ti prego tu vai e sconfiggi Lissandra e i Darkin, almeno potrò dire di aver conosciuto qualcuno con la mia stessa sofferenza, causa di dolore per me e per gli altri! - disse Tryndamere.

- No! Vivi, invece, Tryndamere! Vivi nella Forza e nella compassione! Chiudo la tua ferita, così! - disse Anivia.

La criofenice si avvicinò a Tryndamere e bagnò con le sue lacrime la ferita del Re, la quale, miracolosamente si richiuse.

- Anivia... ma... è vero! Le lacrime della fenice sono curative! - disse Gnar. Tryndamere era senza parole.

- Sono curative solo se quella ferita è rimarginata nell'anima, e voi lo avete appena fatto! Avete sofferto abbastanza, ora è il momento di guarire. Sia benedetta la vostra sofferenza, poiché la compassione che avete avuto l'uno con l'altro vi ha reso Iceborn completi e saggi! Ringraziate il vostro crudo destino, poiché vi ha reso compassionevoli. Lo dovete, perché siate salvati e infine redenti! - concluse Anivia.

- Grazie! Mi sento rinato... come se... i fantasmi fossero spariti! - disse Tryndamere.

- Ora andate! Io rimarrò qui, in questa grotta fino a che i Guardiani non ritorneranno. Allora ci sarò e compirò il mio destino! - disse Gnar.

- Grazie Gnar! So che ci rivedremo! Che la Forza sia con te! - disse Tryndamere, montando sopra la schiena di Anivia.

Anivia prese il volo per tornare a casa e Tryndamere guardava il paesaggio sottostante: era stato il suo percorso che lo aveva salvato. Era purificato e redento. Poi disse ad Anivia:

- Grazie! -

- Non ringraziarmi! Ora sei un Iceborn forte, saggio e potente. Ora conosci già tutto quello che ti serve. -

- Allora sono un Figlio del Gelo? -

- Sì, ma... -

- Ma? - le chiese il Re.

- Una cosa rimane... Aatrox! Dovrai confrontarti con Aatrox! Solo allora diventerai un Figlio del Gelo completo! Devi confrontarti di nuovo con lui! -



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Capitolo 14
*** Capitolo 13: Una nuova speranza ***


Capitolo 13: Una nuova speranza


Mentre Tryndamere e Anivia stavano tornando a casa, Ashe e i suoi uomini organizzarono un piano per liberare Sejuani, Kaspyann, Volibear, Olaf e Trundle dalla corruzione di Aatrox e Lissandra.

Il piano era questo: alcuni soldati Avarosani avrebbero dovuto attirare Sejuani e i suoi uomini presso la radura di Runik, per combattere. Lì Udyr (insieme ad Ashe, Ornn e gli altri) avrebbe evocato gli spiriti della natura per risanare la mente dei guerrieri del Derviscio:

- Sei pronto Udyr? - chiese Ornn.

- Sì! Quando sarete vicini, dite ad Ashe di lanciare una freccia al cielo, così capirò quando agire! - rispose l'eremita spirituale.

- Bene! Che la Forza sia con te! -

- Mi raccomando: cercate di lasciare tutti i soldati fuori dalla valle, impegnati a combattere. Sejuani e gli altri dovranno essere da soli, se vogliamo convertirli. - disse Udyr.

- Sarà fatto! - disse Braum.


Il piano poteva cominciare e infatti, alla base del Derviscio di Ghiaccio.

- Sejuani! Alcuni soldati Avarosani ci stanno attaccando! - gridò Olaf, entrando all'improvviso nella stanza della cavaliera.

- Cosa? Allora sono proprio stupidi! Gli faremo passare la voglia di combattere! Olaf, prepara gli uomini, si va all'attacco! - proruppe Sejuani mettendosi l'elmo.

- Obbedisco, Signora! - disse Olaf dirigendosi verso le sue truppe.


Sejuani, Olaf, Trundle, Volibear e Kaspyann uscirono dalla fortezza con i loro soldati per respingere gli Avarosani. I soldati di Sejuani caricarono quelli di Ashe, ma questi scappavano dallo scontro, e pian piano li stavano attirando nella valle di Runik, dove Udyr li aspettava.

- Non lasciateli scappare! - ordinò Sejuani.

Arrivati alla valle di Runik, i soldati di Ashe distrassero quelli di Sejuani, in modo che quest'ultima e i suoi uomini venissero attirati nel cuore della radura. La cavaliera, non appena vide volare una freccia di ghiaccio, disse:

- Ashe è qui! Questa volta non mi scapperà... con me, uomini! -

Arrivati alla radura, i campioni del Derviscio videro Udyr che era seduto a gambe incrociate, in preghiera.

- Traditore! Pensi che pregare ti salverà? - disse Olaf.

- All'attacco! - disse Sejuani.

Sejuani, Olaf, Trundle, Volibear e Kaspyann si fiondarono su Udyr, ma vennero gelati all'istante da frecce di ghiaccio che provenivano dall'arco di Ashe, che si era nascosta fra gli alberi. Udyr chiamò a sé gli spiriti perché paralizzassero momentaneamente Sejuani e i suoi. Dopodiché Udyr si inginocchiò e riprese a pregare a testa bassa.

- Che scherzo è mai questo? - disse Sejuani mentre si dimenava.

- Credo che voi lo sappiate... cugina, sai bene che io non voglio battermi con te. Ritrovate voi stessi! Questa corruzione di Aatrox vi sta annientando! Tra poco i Guardiani del Gelo ritorneranno e il Freljord sarà distrutto! -

- Taci! Ogni tuo tentativo di amicizia e alleanza con noi è inutile! - disse Trundle.

- Ritrovate voi stessi, una volta eravate grandi guerrieri: eravate proseliti di Serylda, una grande Iceborn che voleva un Freljord libero dai Guardiani del Gelo! E ora la onorate così? - disse Ashe.

- Fratelli! Sono io, Ornn! So che abbiamo combattuto tanto, so che i nostri trascorsi sono stati difficili, so che le nostre battaglie sono state sanguinose e avrete sicuramente pensato che vi odiassi... beh, non è così: io vi voglio bene! Non buttate via la vostra vita e il vostro potere! Voi siete fieri e nobili semidei che tutto il popolo del Freljord amava... e ora cosa siete diventati? Dei mostri che tutti temono! Dei soldatini di una strega che non ha alcun bisogno di voi se non quello di fare il lavoro sporco! Io e Anivia vi chiediamo di tornare con noi, così che possiamo risanare i vecchi rancori! - disse Ornn.

A quelle parole, Volibear e Kaspyann furono i primi a vacillare. I ricordi di tanti secoli fa, di quando i quattro semidei erano felici e in totale armonia insieme, riaffiorarono nella loro mente e stavano combattendo contro l'oscurità della loro mente. Anche Olaf e Trundle erano combattuti.

- Olaf: tu credi davvero che morire in guerra ti farà diventare famoso? Bene, sappi che che dopo che i Darkin avranno distrutto Runeterra non ci sarà più nessuno che si ricorderà di te, perché tutti saranno morti e lo stesso Trundle; tu e la tua gente servite a Lissandra per i suoi scopi, ma quando avrà finito vi toglierà di mezzo... sapete che è vero! - disse Ashe, avvicinandosi a loro.

Ashe stava usando la Forza per liberare quei guerrieri dall'oscurità di Aatrox. Volibear, Kaspyann, Olaf e Trundle sembravano essere davvero combattuti, mentre Sejuani rimase irremovibile.

- Non funzionano con me questi giochetti! Ricordo i miei antenati e i miei fratelli morire di fame! Voi Avarosani siete nati in una terra che vi ha dato tutto! Non è giusto! E per questo meritate di morire! - urlò Sejuani.

Entrò così in gioco Udyr: recitando un incantesimo arcano, l'eremita spirituale chiamò a sé il potere degli spiriti del Freljord; ci fu all'improvviso una luce che fendeva le nubi e che illuminava la radura. Sejuani non capì da dove provenisse tutta quella luce; poi sentì una voce soave chiamarla:

- Sejuani! -

- Che cos'è questo? Un altro dei tuoi trucchetti da stregone, Udyr? - disse Sejuani, ostentando superbia, quando un filo di insicurezza le velava la voce.

- Sejuani! -

- Chi mi chiama? - rispose la cavaliera.

- Sono io, la tua antenata: Serylda! - disse quello spirito mentre stava prendendo forma.

- Serylda... sei tu? - disse Sejuani: - Quante volte in questi anni ti ho invocata, e mai mi hai risposto... -

- Io ti ho sempre risposto, ma la tua parte oscura mi ignorava! Che fine ha fatto la nipote che ammiravo tanto? -

- Io... io... sono qui! Sono sempre io! -

- Strano... io vedo una grande Iceborn che ha consegnato la sua vita ai Guardiani del Gelo! -

- Ma... io seguivo il tuo volere... sempre contro gli Avarosani! Tu me l'hai insegnato! -

- No! Io mi sbagliavo! -

- E non solo lei! - disse un altro spirito che stava prendendo forma.

- E tu chi sei? - chiese Sejuani.

- Avarosa! Sorella di Serylda e tua lontana antenata. -

- Cosa ne sapete voi di me? Io sto combattendo per un futuro migliore per il Freljord! -

- No. Sejuani! Tu stai combattendo per Lissandra e i Guardiani del Gelo, quando non avranno più bisogno di te ti elimineranno! - disse lo spirito di Avarosa.

- Io riconosco i miei sbagli ad aver negato a mia sorella Avarosa di aiutarmi: solo l'unione fa la Forza! La Forza dei Figli del Gelo scorre potente in te! Ma solo io e Avarosa unite abbiamo battuto i Guardiani, cosa che ora tu e Ashe dovete ripetere! - disse lo spirito di Serylda.

- Sejuani! So che i nostri rapporti sono sempre stati difficili... ma io non ho mai voluto né combatterti, né esserti superiore! Ti prego, non gettare via la tua vita! Lascia che l'odio vada via! - disse Ashe, mentre i avvicinava a lei.

Sejuani vacillò: era dilaniata dal conflitto che sentiva internamente. Ashe, mentre avanzava verso di lei, emanò all'improvviso un bagliore che le circondava tutto il corpo. Era già una donna bellissima ma quel bagliore la rendeva bella quanto una Dea: e non solo bella! La sua Forza da Figlia del Gelo scorreva nelle sue vene. Giunta ormai vicina a Sejuani, la abbracciò forte perché potesse sentire quanto la stessa Forza divina scorresse nelle due sorelle:

- Sorella! Fai la cosa giusta! - le disse la Regina mentre le lacrime rigavano il volto di Sejuani.

Gli spiriti di Avarosa e Serylda furono felici di vedere una scena tanto commovente e potente: Ashe aveva una Forza divina che mai prima ad ora aveva emanato. All'improvviso, però, il cielo si oscurò e un fulmine colpì Udyr che, ribaltandosi, ruppe l'incantesimo e Avarosa e Serylda sparirono.

- Mi fa piacere trovarvi tutti riuniti qui! Appena in tempo per la vostra totale disfatta! -

Da una nube di oscurità stava prendendo forma Lissandra, la strega dei ghiacci, che coi suoi poteri magici scagliava raffiche di gelo oscuro sugli Avarosani:

- Avanti, Sejuani! Falli a pezzi! - disse la strega dei ghiacci.

Nessuna risposta.

- Ehi! Mi hai sentita? Tu e i tuoi uomini dovete attaccarli! - ordinò imperiosa Lissandra.

Sejuani, Olaf, Trundle, Volibear e Kaspyann stavano a testa bassa, ad occhi chiusi, senza proferir parola.

- Non ve lo chiederò di nuovo: attaccate! È un ordine! - disse Lissandra alzando il tono della voce.

- No! -

- Come? - chiese in tono di sfida la strega dei ghiacci.

- Ashe ha ragione... - disse Sejuani mentre lentamente camminava verso le file degli Avarosani: - Basta così! -

- Se non vuoi combattere, allora vuol dire che morirai anche tu! - disse Lissandra.

Lentamente, Kaspyann, Volibear, Olaf e Trundle si andarono a schierare con i soldati di Ashe. Volibear e Kaspyann abbracciarono Ornn il quale (nonostante l'apparenza burbera) ricambiò felice. Olaf strinse la mano e Gragas, Trundle a Nunu e Sejuani ad Ashe.

- Dove state andando? Tornate qui! - gridò in preda all'ira Lissandra.

- I tuoi piani sono falliti, Lissandra! - disse Sejuani.

- Hai finito di giocare con le nostre menti! Ora affronterai Artiglio di Inverno e Avarosani insieme! - disse Volibear, mentre chiamava a sé la tempesta.

- Potreste anche essere il doppio, il triplo... io e il mio Signore vi schiacceremo! -

- Schiaccia questo! - disse Udyr mentre assumeva le sembianze di una belva feroce e che stava evocando un potere arcano contro Lissandra.

- Questo è per il mio Maestro, corruttrice! - disse Udyr mentre scaraventava l'incantesimo contro Lissandra.

La strega dei ghiacci però si difese e dopo un'esplosione di luce, Lissandra era sparita. Era scappata. Ancora una volta. Ma questa volta non era importante. Avarosani e Artiglio d'Inverno si abbracciarono e suggellarono una solida alleanza.

- Grazie, Ashe! - disse Sejuani.

- D'ora in poi, chiamami sorella! Felice di avervi tra noi! - disse la Regina abbracciandola.

Anche Ornn era felice di aver ritrovato i propri fratelli. L'entusiasmo si accese quando Tryndamere e Anivia tornarono a casa: saputa la notizia quella sera ci fu una grande festa. Sembrava essere nata una nuova speranza!



**********************************



Intanto nella fortezza della Guardia del Gelo, cinque essere oscuri incappucciati, con enormi mantelli neri e seduti in cerchio discutevano delle sorti di Runeterra. Erano Aatrox, Rhaast, Varus, "Draakar" e Nocturne che impugnavano le loro armi maledette.

- Il varco per Nibelheim è colmo? - chiese Rhaast.

- Manca poco e da cinque torneremo ad essere otto! - disse Aatrox.

- Fratelli miei, finalmente potremo riunirci e rivelarci agli Iceborn! - disse "Draakar".

- Sì... finalmente potremo vendicarci degli uomini e far risorgere la nostra razza! - disse Varus in estasi.

- L'ordine dell'ombra a Ionia è pronto! Zed e i suoi stanno radunando le truppe per marciare sul grande tempio di Ionia! - disse Nocturne soddisfatto.

- Bene! E gli spiriti delle Isole dell'ombra invece? Mordekaiser è pronto? - chiese Rhaast.

- Sì! Ho supervisionato il loro addestramento. Hanno un'armata di fantasmi e spettri invincibile! Ahahahahahah! - disse Varus, ridendo di gusto.

- La mia bilancia pende a nostro favore: le sorti ci danno vincitori, fratelli miei! - disse "Draakar" mentre guardava con avidità la sua arma-bilancia.

- E non avete ancora visto nulla... Avrete presto l'onore di osservare... Tryndamere! La mia più grande creazione! La sua rabbia cambierà il mondo! - disse Aatrox ridendo sadicamente.

- Sì! Ancora una volta i Darkin saranno i padroni di Runeterra! - gridò Nocturne per esaltare i fratelli.

- Lord Aatrox! Lord Aatrox! - urlò Lissandra, irrompendo nella sala grande.

- Che cosa c'è, Lissandra? - chiese Aatrox.

- Sejuani e i suoi si sono ribellati! Si sono alleati con gli Avarosani! Ora rimaniamo solo noi! -

- Non preoccuparti! Noi siamo già cinque Darkin, più i Guardiani che stanno tornando, più i nostri discepoli e guerrieri, tra cui tu... non c'è da allarmarsi... la fine della guerra è vicina, amica mia! - rispose Aatrox.

- Ma è stata Ashe che con una strana Forza li ha riportati sul sentiero della luce! - disse Lissandra.

- La loro liberazione è stata necessaria, e al più presto io avrò un nuovo apprendista: uno molto più giovane e molto più potente! -



**********************************



Scese la notte.

Tryndamere era sul suo balcone che guardava le stelle e pregava l'anima dei suoi genitori, dei suoi antenati e di suo nonno Wotan. Ashe lo raggiunse dopo che ebbe finito di mettere in ordine la sala delle feste. Entrando, la Regina si avvicinò a lui e lo cinse tra le braccia: i due sovrani si baciarono profondamente, felici di essersi ritrovati dopo giorni di fatiche e battaglie. Quando i due si staccarono, presero a raccontare:

- Mio Re... quanto mi sei mancato! - disse Ashe mentre accarezzava il volto di Tryndamere.

- Non sai tu, mia Regina... Ero talmente debole che ho rischiato di morire! E morire lontano da te è la cosa più atroce che io possa immaginare! - le disse baciandola ancora.

- Anivia mi ha raccontato tutto... sei stato incredibile! E poi sei nipote di Wotan! È fantastico! Lo sai che puoi cambiare le sorti di questa inutile guerra? - disse Ashe incantata.

- Sì... è pazzesco... fatico a crederci... e poi ho conosciuto Gnar... che forza straordinaria! E poi... tutti gli spiriti che ho incontrato... - disse Tryndamere, sedendosi sul letto e stringendo la mano di sua moglie e Regina.

- Trynd... che cos'hai? Ti vedo pensieroso... stai tremando. Eppure oggi abbiamo raggiunto un importante vittoria! - disse Ashe.

- Ashe, posso farti una domanda, anche se forse è un po' scomoda? -

- Ma certo! -

- Ti ricordi i tuoi genitori? -

- Molto vagamente. Mio padre è morto poco dopo la mia nascita e mia madre quando ero piccola. -

- Che cosa ricordi? -

- Immagini, sensazioni... come in sogno... -

- Racconta! - le disse teneramente, stringendola forte.

- Loro erano molto buoni con me... e dolci... ma sembravano non amarsi... ma perché me lo chiedi adesso? -

- Perché anche i miei genitori erano come i tuoi... brave persone ma... sembravano non amarsi! E ciò mi intristisce... - rispose lui.

- La guerra rende tutti arrabbiati, i dissidi e le divisioni sono ovunque e le colpe e le ombre dei genitori ricadono spesso su figli... è brutto ma è così... non siamo i soli... - disse Ashe.

- Lo so... ma io ti amo davvero e dentro il mio cuore sento che il mio amore per te cresce sempre: non voglio commettere l'errore dei nostri genitori. Voglio stare vicino ai nostri figli! - le disse Tryndamere.

- Tryndamere, sono parole dolcissime... anch'io ti amerò per sempre... ma dimmi, perché sei turbato? Perché mi stai chiedendo tutto questo? - gli domandò Ashe.

- Aatrox è qui! Ho avvertito la sua presenza! È qui per me, lui sente quando gli sono vicino... -

- Aatrox? Aspetta... tu mi hai detto che lui... -

- È mio padre!... Sì, ho scoperto la verità! Mio padre è lui: Reklan, figlio di Wotan, il capo dei Signori dei Maghi: niente meno che Aatrox... lui ha corrotto mio padre, ha distrutto la sua anima e ha preso il suo corpo! E ora sta cercando di corrompere me!-

- Trynd... è terribile... mi dispiace... - disse piano Ashe.

- Aspetta... non è tutto! Non ti sarà facile ascoltarlo ma devi farlo: se io non sopravvivo solo tu puoi salvare il Freljord e Runeterra dai Darkin! - cominciò Tryndamere.

- Trynd, non dire così! Tu sei nipote di Wotan! Tu sei il prescelto che sconfiggerà i Darkin! Tu riporterai equilibrio e pace nel nostro mondo! E poi... tu hai dei poteri del tutto eccezionali che io non ho affatto! -

- Ti sbagli, Ashe. Quei poteri li hai anche tu. Io li ho percepiti, e anche Anivia e Ornn me l'hanno detto: quando hai abbracciato Sejuani hai emanato una tale luce divina che ha liberato quei guerrieri dall'oscurità. Col tempo, imparerai ad usare quei poteri per fare del bene e sconfiggere il lato oscuro! Perché... io e te siamo legati dal destino, e abbiamo gli stessi identici poteri divini, concessi da Wotan! Ho visto i tuoi genitori dentro la grotta! Ho avvertito che la nostra unione salverà il Freljord, ma se io non dovessi sopravvivere ad Aatrox solo tu puoi sconfiggere Lissandra e i Darkin! -

- No! No! Lo faremo insieme! Hai visto? L'unione fa la Forza! Non devi affrontarlo da solo, o rischierò di perderti e io non posso vivere senza di te! -

- No, amore mio! Sei sempre stata forte e saggia... quindi sai perché devo confrontarmi con lui! -

- Ma perché vuoi affrontarlo da solo? -

- Perché c'è del buono in lui... l'ho percepito in quel poco che rimane di mio padre! Questo è il mio destino! Non preoccuparti, non mi farà schierare coi Darkin! Io posso salvarlo, posso fare tornare mio padre dal nostro lato! Devo tentare! -

- Sai che mi struggerò per te!... Ma... ora sono io che ti chiedo una cosa! - disse Ashe.

- Dimmi! -

- Se è vero che siamo legati dal destino, come entrambi percepiamo, vorrei aver la possibilità di essere non solo una brava Regina e una buona moglie... ma anche... una dolce madre! - disse lei cingendolo alla vita.

- Non sai quanto lo voglia anch'io! -

- E allora facciamolo subito! Muoio dal desiderio di avere un bambino e non sopporterei l'idea di perderti senza che nostro figlio abbia un padre come è successo a noi... tu sarai un grande padre! -

- E tu una dolce madre! - disse baciandola sulla bocca. Poi i due fecero l'amore tutta la notte per far spazio nelle loro vite a un piccolo Iceborn.


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Capitolo 15
*** Capitolo 14: Il Grande Padre e l'Ombra del Padre ***


Capitolo 14: Il Grande Padre e l'Ombra del Padre


Passarono alcune settimane dalla liberazione di Sejuani e la gente dell'Artiglio d'Inverno si integrò benissimo alla vita degli Avarosani.

Ashe da quando aveva suggellato l'alleanza e l'amicizia con Sejuani e i suoi uomini, chiese a quest'ultima di essere la vice-reggente del Freljord, così in assenza di lei e di Tryndamere, avrebbe anche lei potuto coronare il suo sogno di essere Regina del Freljord. Tutto questo avvenne per qualche settimana, poiché Tryndamere e Ashe rimasero chiusi nella loro stanza, senza mai uscire se non per mangiare. I due sovrani non rivelarono il motivo di quella scelta, tant'è che alcuni servitori si insospettirono e mandarono quel piantagrane di Lautrix a spiarli dal buco della serratura del loro alloggio. Lautrix però non riuscì a riferire nulla poiché una gran quantità di luce inondava quella stanza e con tutta quella luce accecante non riuscì a intravedere ciò che facevano i due sovrani.

Ashe e Tryndamere stavano semplicemente usando la Forza, una Forza che stavano scoprendo l'uno nell'altra: Tryndamere stava insegnando ad Ashe a usare e controllare la sua essenza divina e viceversa lei insegnava al suo sposo le qualità di Figlio del Gelo che usava la Forza per fini altruistici. Facevano meditazione insieme, imparavano a sentire la Forza della loro essenza Iceborn scorrere nelle vene e a essere in comunione con le loro parti interne.

Erano felici insieme, ed erano un unico corpo e un unico spirito.

Una notte, dopo che i due fecero l'amore, si addormentarono stretti per mano e fecero il medesimo sogno: Ashe e Tryndamere vagavano per le fredde lande del Freljord vestiti da viandanti, con pesanti mantelli e cappelli. I due si tenevano per mano e seguivano un percorso indicato da un raggio di sole che guidava i loro passi fino a un alta montagna innevata. Arrivati in cima, i due videro un uomo che guardava il panorama, avvolto in un pesante mantello nero, con in testa un rozzo cappellaccio e con in mano una lancia. L'uomo guardava il vuoto, come assorto, in silenzio, da solo. Dopo che Ashe e Tryndamere si fermarono ad osservarlo, l'uomo di voltò: aveva una benda su un occhio e una lunga barba. Tryndamere riconobbe subito il nonno:

- Wotan! Nonno! Siete voi! - disse il Re inginocchiandosi.

- Voi, o Padre di tutti! Voi siete, o Grande Padre! - disse Ashe, prostrandosi anche lei.

- Vi aspettavo figli miei! Lunga è stata l'attesa, ma alla fine avete percorso la retta via... - disse Wotan.

- Che sta succedendo? Perché siamo qui? - chiesero i due sovrani.

- Siete nel posto giusto! Venite vicino a me, guardate! - disse Wotan mentre invitava Ashe e Tryndamere ad osservare il panorama con lui.

I due monarchi si affacciarono e videro un paesaggio bellissimo, con piante, alberi, cespugli, montagne, colline, radure verdi, prati fioriti e acque limpide ed incontaminate. Ashe fu subito rapita da tutto quell'incanto, mai lei e Tryndamere avevano mai visto nulla di simile.

- Non pensavo potesse esserci tanto verde nel Freljord... come è tutto... puro e pacifico! - disse l'Arciere dei Ghiacci.

- Tutto questo simboleggia il giardino interiore di un Figlio del Gelo. Un saggio Iceborn fa del proprio giardino interno un paradiso che poi si riflette nel mondo che lo circonda. -

- È fantastico... - disse Tryndamere.

- Venite, ora, da questa parte! - disse il Padre degli Dei.

- Dove ci porti? - domandò Ashe.

- Dall'altra parte della rupe. - disse Wotan.

Arrivati un altro ciglio della montagna, Wotan mostrò ad Ashe e Tryndamere un panorama totalmente distrutto: le nubi nere coprivano il cielo, fulmini color sangue incenerivano alberi e montagne, la terra era desolata, sporca di sangue e piena di cadaveri e scheletri. C'era una nuce oscura che continuava a succhiare energia dalla terra e la rendeva sempre più grande e distruttiva, prosciugando le fonti terrene. Ashe e Tryndamere non potevano credere di vedere un tale orrore dopo aver visto poco prima tanta bellezza.

- E questo? Cosa vuol dire? - chiese il Re del Freljord.

- Questo è ciò che invece è dentro un Darkin, una terra desolata che si riflette sul mondo intero, devastandolo! - rispose il Dio.

- Perché ci stai facendo vedere tutto questo? Cosa significa? - chiese la Regina.

- Voi state facendo questo sogno in comune per un motivo: domani Ragnarock si abbatterà sul mondo degli uomini e su quello degli Dei. Il paesaggio che avete visto prima è ciò che accadrà se vincerete voi Figli del Gelo, questo invece se vinceranno i Darkin! - rispose Wotan.

- Domani? - dissero i due sovrani spaurendo.

- Sì! L'abisso ululante che conduce a Nibelheim è ormai stracolmo, i Guardiani del Gelo domani ritorneranno e reclameranno il loro potere. Godetevi questa notte, perché quando vi sveglierete dovrete affrontare la battaglia finale! Avarosani, Artiglio d'Inverno e Figli del Gelo, sotto la guida mia e degli Dei del Walhalla siamo le potenze della luce e dell'ordine, mentre i Guardiani del Gelo e i Darkin, sotto la guida degli Dei dell'oltretomba, sono quelle delle tenebre e del caos. Da questo scontro il mondo degli Dei verrà distrutto per sempre, qualunque sia l'esito della battaglia e, francamente, era ora! - disse il Dio.

- Cosa vuol dire “qualunque sia l'esito della battaglia”? - chiese Ashe.

- La vostra battaglia sulla Terra è più importante della nostra: la nostra è già scritta nel destino, indipendentemente se vinceranno i Darkin o voi Iceborn, il Regno degli Dei (sia buoni sia cattivi) verrà distrutto. Questo è ciò che accadrà: Yggdrasill (l'albero) e Targon (il monte) che collegano il regno degli inferi a quello degli Dei verranno scossi e causeranno alluvioni, temporali, terremoti e catastrofi naturali, causando lo spegnimento degli astri del cielo. I nibelunghi dell'oltretomba comandati da Alberich, il re dei nani, si scontreranno contro i giganti guidati da Angrbodha, la gigantessa madre, uccidendosi a vicenda. La nave infernale Naglfar leverà le ancore per trasportare le potenze della distruzione alla battaglia guidate da Loge e Hel. I loro figli sono Fenrir (il lupo), Jormungand (il drago) e Garmr (il cane infernale), tre esseri demoniaci che assedieranno il Walhalla e lo faranno a pezzi. Io, Donner e Tyr li uccideremo ma dal loro morso velenoso rimarremo uccisi anche noi. I nostri valorosi guerrieri, Valchirie e Einherjar (tra cui Lothbrock, Siegmund e Siegfried) combatteranno contro i Demoni dell'Abisso distruggendosi a vicenda. Fricka, mia moglie, ucciderà Hel, ma rimarrà uccisa da Loge per vendicare la morte della sua compagna. Infine, Heimdall e Loge, nel duello finale, si uccideranno a vicenda; dopodiché il gigante del fuoco Surtr, proveniente da Múspellsheimr, darà fuoco al Walhalla e a Nibelheim con la sua spada fiammeggiante. Così tutto il mondo divino e sovrannaturale verrà distrutto per sempre, e noi Dei moriremo! Tutto a causa di quel dannatissimo anello che tutti, tra cui io, abbiamo cercato... -

Ashe e Tryndamere non trattennero le lacrime; non potevano pensare che tutto sarebbe finito.

- Non possiamo impedire che ciò avvenga? - domandò piano Tryndamere.

- No! Non si può cambiare il destino! Il crepuscolo degli Dei è alle porte e, onestamente, io non aspetto altro da tanto tempo! Attendo con ansia che quell'anello venga distrutto e che quel lupo demoniaco di Fenrir mi spezzi questa dannatissima lancia: io... il Dio degli Dei... di tutti il meno libero! - disse Wotan sofferente.

- E che cosa accadrà a Runeterra? -

- Runeterra, nonostante sia la terra di mezzo fra i due regni divini, non sarà influenzata dalla nostra battaglia se non da qualche temporale o terremoto. Ciò che dovete fare è sconfiggere i Darkin! Se li batterete, allora saremo solo noi Dei a morire e voi, nostri Figli e discendenti, farete risorgere il mondo dalle ceneri del Ragnarock. Se invece vinceranno i Darkin, non solo noi Dei moriremo, ma anche tutta Runeterra sarà invasa dalle tenebre e dal lato oscuro e si trasformerà come la valle oscura che vi ho mostrato prima! Tutto ciò non deve avvenire! - disse perentorio Wotan.

- Io sono tuo nipote, nonno! Che cosa mi sta dicendo il destino? Perché so tutto questo solo ora? Dov'è il mio posto nel mondo? - chiese Tryndamere.

- Tu sei il prescelto, Tryndamere! Sei l'eroe che cambierà il mondo e, di conseguenza, sei l'unico che può fermare i Darkin. È vero, Ashe è scritto che ucciderà Lissandra, Gnar che scaglierà i Guardiani del Gelo nell'abisso ululante, ma tu sei il vero eroe che puoi impedire la catastrofe su Runeterra. -

Tryndamere era ammutolito: aveva un arduo destino da portare sulle spalle. Poi chiese:

- E l'anello? Dove si trova ora? Cosa succederà se i Darkin lo trovano? -

- Se i Darkin trovano quell'anello il mondo è finito! Alberich, insieme ai figli del male Hagen, Gunther e Gutrune, sta già tornando sulla terra per cercarlo e reclamare il potere del lato oscuro. Quell'anello va riconsegnato alle Figlie del Rhein, è l'unico posto in cui quell'anello perderà potere, ricollocandolo nell'ambito naturale. -

- E mio padre? Può ancora redimersi da questo oscuro potere? - chiese Tryndamere.

- Sai, Tryndamere, Io, tuo padre Reklan e te siamo molto simili sotto certi aspetti: io sono il Dio del furore (il mio nome Wotan deriva da “Wut”, appunto furore) e quel furore è ciò che ti contraddistingue nelle tue gesta e nelle tue battaglie! La tua rabbia e il tuo furore non sono affatto seme Darkin come Aatrox vuole farti credere, ma sono doti che abbiamo in famiglia: la Forza scorre potente in me, in mio figlio Reklan e in mio nipote: si Tryndamere, sei tu il prescelto! -

- Io... tutta quella rabbia deriva da te, Grande Padre? -

- Sì! Solo la tua immortalità viene da Aatrox, ma se la userai con consapevolezza si rivelerà molto utile per la battaglia. Non devi cedere al lato oscuro come ho fatto io con Loge e come ha fatto Reklan con Aatrox! Questa lancia mi tiene vincolato alla legge divina che ho pattuito con Loge all'inizio dei tempi, per essere il Re degli Dei... volevo dividere e separare ogni cosa per avere controllo e potere... così Loge da sempre mi tiene in pugno, perché anch'io ho ceduto al lato oscuro, oltre ad essere stato un pessimo padre. Volevo che Reklan fosse diverso, ma anche lui si è dimostrato come me, addirittura è stato inghiottito da un Darkin! Tu sei l'unico, Tryndamere! Non permettere che Aatrox ti corrompa! Usa la Forza per unire e mettere insieme e non per dividere come abbiamo fatto io e tuo padre! Se vincerete, erediterete i miei poteri di rigenerazione della Terra! - concluse Wotan.

- E io e Gnar? Perché abbiamo anche noi questi poteri? - chiese Ashe.

- Perché Gnar è mio figlio, anche se rinnegato da me e mia moglie Fricka (infatti anche lui ha il dono del furore) e tu Ashe perché sei la sorgente della saggezza e fonte della luce eterna: tu hai illuminato Tryndamere quando era spento: il vostro amore sarà invincibile e vivrà nei secoli! Io vi invidio molto! - ammise il Dio.

- Ma allora, se io e Gnar abbiamo gli stessi poteri di Tryndamere, perché deve affrontare i Darkin da solo? Noi possiamo aiutarlo! Da solo contro cinque potrebbe non farcela e io non potrei vivere senza mio marito! - disse disperata Ashe.

- Perché i Darkin sono esseri tanto malvagi quanto scaltri, appunto figli di Loge: appena essi vedono legame e amore fra voi, la prima cosa che faranno e quello di distruggerlo! Useranno questo sentimento per ricattarvi l'un l'altra e allora la guerra sarà persa in partenza! Tu Tryndamere, quando combatterai, dovrai seppellire a fondo i tuoi sentimenti, o verranno manipolati da Aatrox! - rispose Wotan.

- Parlaci, o Grande Padre, invece di ciò che accadrà a Runeterra. Quali saranno le fazioni? Che luoghi verranno colpiti? Chi sono gli adepti e gli apprendisti dei Darkin? - chiesero i due sovrani.

- I Darkin sono cinque e i loro apprendisti si stanno armando per fare largo al glorioso ritorno dei Darkin e dei Guardiani del Gelo: l'ordine dell'ombra, formato da Zed, Kayn, Syndra, Val e Kai, domani marcerà sul tempio di Ionia, dove li aspettano Lee Sin, Irelia, Shen e gli altri guerrieri ioniani per combattere. A Shurima, il vuoto, dimensione generata da dai Darkin per invadere il sud di Runeterra, invaderà l'impero di Azir e lui e i suoi soldati dovranno difendersi. Demacia e Piltover combatteranno fino all'ultimo sangue contro Noxus e Zaun, queste ultime sono due città che hanno avuto molte aiuti in battaglia da parte di alcuni Darkin. Il monte Targon verrà attaccato dall'Harrowing; infatti, gli spiriti delle Isole dell'Ombra infesteranno la cima del monte per spegnere il fuoco della conoscenza e della vita che si trova sulla vetta. E poi... il Freljord! I Darkin sono ora cinque e i loro apprendisti sono quattro: rimani solo tu da convertire! Essi hanno scelto il vostro territorio perché sanno che ci sei tu, Tryndamere! I cinque Darkin risiedono dentro la fortezza della Guardia del Gelo e aspettano te, perché vogliono convertirti! Questo è ciò che domani vi aspetterà... sappiate che le tenebre già stanotte si stanno posando su Runeterra! Se sconfiggerai i Darkin, sappi che salverai anche tutti guerrieri che da loro sono stati corrotti ed essi torneranno normali! -

- Te lo prometto, nonno! Aatrox non mi farà schierare coi Darkin! Io posso salvarvi e non solo... voglio salvare anche mio padre! Se ne avrò la possibilità, farò in modo che il corpo di mio padre riprenda vita e che possa tornare dal nostro lato! - disse Tryndamere.

- Questo è già più difficile... Liberare gli apprendisti dalla corruzione di un Darkin è un conto... ma purificare un Darkin è quasi impossiblie! Purtroppo non so se gli ospiti umani dei Darkin dentro di loro sopravvivono o muoiono, e quindi non è detto che dentro Aatrox possa trovarsi tuo padre ancora vivo... credi di farcela? - chiese il Dio.

- Devo tentare! - disse piano il Re.

- Allora vi lascio dormire, addio! E... che la Forza sia con voi! - disse Wotan dissolvendosi fra le nubi.


Il sogno finì e Ashe e Tryndamere si goderono le restanti ore notturne di riposo, poiché l'indomani sarebbe stato il grande e nefasto giorno!



************************************



- È tutto pronto, Maestro? - chiese Lissandra.

- Sì! I Guardiani stanno annunciando il loro ritorno! Lo percepisci? - disse Aatrox.

- Sì... sento le loro urla di vendetta... sento che la vendetta dei Darkin è vicina! - disse maligna la strega dei ghiacci.

- Prepara le truppe, Lissandra! Tra qualche ora il Ragnarock si abbatterà su questo mondo e noi saremo i padroni assoluti! - disse Aatrox, mentre veniva raggiunto dai suoi fratelli.

- Fratelli miei! Tutti pronti? - chiese Aatrox.

- Sì, fratello! I nostri genitori, Loge e Hel, si stanno preparando! Tra poco festeggeremo la nostra vittoria! L'Ombra trionferà sulla luce! Per sempre! - gridò Rhaast.

- Oscurità sarà fatta! - disse Nocturne.

Mentre Lissandra usciva, i Darkin si sedettero in attesa del loro incontro con Tryndamere. Aatrox parlò al figlio in sogno:

- Osserva, Tryndamere: la mia più grande creazione! La sua rabbia cambierà il mondo! -


Tryndamere, nell'udire in sogno la sua profezia, si svegliò di colpo. Dopo qualche istante, disse:

- Padre... -

- Figlio... vieni con me! - rispose Aatrox.

- No... tu verrai con me! - disse deciso e consapevole il Re.



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Capitolo 16
*** Capitolo 15: Ragnarock ***


Capitolo 15: Ragnarock


Quel giorno il sole non spuntò.

Una grande oscurità avvolse presto tutta Runeterra.

Un suono di corno avvertì il Freljord che il male stava tornando.

A Ionia, una nebbia nera avvolse i sacri templi della luce e della conoscenza. A Shurima, il vento si fece pesante e umido, mentre la sabbia cominciò a diventare fredda. Dopo questi oscuri presagi alle prime ore del giorno, al centro di Valoran giunsero nubi cariche di grandine, neve e ghiaccio che presto sommersero tutte le pianure e le montagne. I villaggi vennero sommersi da quel gelo, soffocando e congelando tutti i loro abitanti, le piante e gli animali. Le isole dell'Ombra stavano cominciando ad espandere il loro esercito di non-morti e gli spiriti malvagi dell'Harrowing su tutta Runeterra. Presto la nebbia oscura invase tutta Valoran, lasciando i suoi abitanti terrorizzati. Dopo il freddo ancestrale, la calamità successiva fu il terremoto: tutta Runeterra venne scossa per almeno un'ora, distruggendo alberi, montagne e paesaggi e radendo al suolo costruzioni e villaggi. L'albero Yggdrasil e il monte Targon vennero scossi da tale potenza e molti fedeli guardiani, come Ryze, Kayle, Pantheon, Leona e altri, si prepararono alla battaglia. Poi fu la volta dell'inondazione e delle onde anomale: le acque cominciarono a diventare sempre più mosse fino a straripare dagli argini e a provocare onde anomale che devastarono tutte le coste di Runeterra con i loro abitanti; l'isola di Bilgewater venne totalmente inghiottita dalle acque e i mostri marini cominciarono a infestare l'isola insieme agli spettri dell'Harrowing. Le isole dell'Ombra stavano espandendo il loro potere oscuro su tutta Valoran!

Finito l'assedio delle acque, a Shurima diversi tornadi e trombe d'aria spazzarono via tutti i villaggi vicini per poi giungere nel centro della città dove c'era il grande disco dell'Ascensione: i Voidborn guidati dai loro nemici Xerath e Renekton sarebbero arrivati di lì a poco per conquistare e infestare Shurima. Nasus e Azir, con i loro seguaci, si prepararono per respingere l'attacco. Le trombe d'aria si ingigantirono quando raccolsero tutto il ghiaccio che a Shurima si era formato, uccidendo gran parte degli abitanti e dei sudditi. Poi il cielo si incupì maggiormente e da lì a poco tutta Runeterra venne tempestata di fulmini, saette, tuoni e lampi, oltre ad una tormenta di neve e ghiaccio che sembrava non cessare. La tempesta si abbatté sulla terra con una potenza disumana, distruggendo intere regioni e paesaggi naturali; inoltre, i fulmini erano infuocati, colorati di un rosso acceso che faceva letteralmente gelare il sangue nelle vene a chiunque osasse guardare sopra di sé; nebbia, fumo, esplosioni, fuoco, freddo, tempeste, ghiaccio, terremoti, onde anomale, rumori assordanti, detriti, venti, alluvioni, tormente, grandini, nevicate, nubi oscure, terrori marini, fantasmi, ombre e spettri non-morti: sembrava proprio che fosse arrivato il Giudizio Universale o, come lo chiamano nel Freljord, il Ragnarock. La fine del mondo degli uomini e degli Dei sembrava essere giunta.

I campioni difensori di Runeterra avvertirono una grande oscurità sovrastare il loro mondo. Non potendo salvare i propri Dei, i guerrieri decisero comunque di battersi fino all'ultima goccia di sangue contro le forze del male. A Ionia, Irelia chiamò a raccolta i suoi uomini per difendere i sacri templi della luce: Lee Sin, Master Yi, Shen, Kennen, Sona, Soraka, Bard, Karma, Akali e Janna insieme alla loro leader si prepararono alla difesa. Anche i Vastaya come Nidalee, Rengar, Rakan, Xayah, Ahri e Wukong ed ioniani esiliati come Jhin e Yasuo misero da parte le loro ostilità con gli ioniani e si unirono a loro per collaborare. Da lontano scorsero una nube nera e cupa che avvolgeva e divorava tutta la terra dove passava: era il presagio che l'ordine dell'ombra stava arrivando ed era più potente che mai! Pian piano cinque figure oscure cominciarono a prendere forma tra le ombre: Zed, Syndra, Kayn, Val e Kai, gli spiriti dell'ordine dell'ombra Darkin, pronti alla battaglia. Dopo l'oscura manifestazione dell'ombra, le due fazioni incominciarono una feroce battaglia.

Nel centro di Valoran, Demacia e Piltover scesero in battaglia contro Noxus e Zaun; come se non fossero già abbastanza i disastri naturale, Singed rincarò la dose lanciando le sue armi chimiche su tutta la terra e sterminando migliaia di persone innocenti e guerrieri di tutte le fazioni. A Shurima, Azir, Nasus, Sivir, Taliyah, Rammus, Skarner, Amumu combatterono contro Xerath, Renekton e l'esercito del vuoto comandato da Malzahar, con l'obiettivo di contaminare tutto il sud di Valoran.

Intanto Ryze, Ivern, Alistar e Kayle difendevano Yggdrasil, mentre Taric, Pantheon, Leona, Zoe e Aurelion Sol difendevano Targon dagli attacchi delle forze del male, quali Brand, Morgana e Diana. L'equilibrio doveva essere salvaguardato! Non poteva cedere, altrimenti il mondo sarebbe stato distrutto, e già era in bilico fra la vita e la morte. Un vascello fantasma poi approdò sulle coste del centro di Valoran, mentre sbarcavano miriadi di spettri e fantasmi guidati da Mordekaiser, Hecarim, Thresh, Karthus, Elise e Evelynn che subito iniziarono a seminare il terrore e il caos:

- Ora è il nostro momento! Infestate tutta Runeterra! Noi porteremo oscurità e sofferenza! - gridò Mordekaiser per caricare il suo esercito di fantasmi e spiriti.

- Che deliziosa agonia tutta da infliggere! - sogghignò Thresh.

- Facciamoli a pezzi! - disse Hecarim caricando coi suoi cavalieri poveri innocenti e trafiggendoli senza pietà.

La regione in maggior pericolo però era il Freljord.

Tutta l'oscurità del Ragnarock si concentrò nell'abisso ululante, il ponte che conduce alla fortezza della Guardia del Gelo, dove risiedeva Lissandra con i Darkin. I cinque Darkin, seduti in cerchio e incappucciati, osservavano lo svolgimento del Ragnarock e la distruzione di Runeterra. Lissandra entrò nella sala e, inginocchiandosi, disse:

- Padroni! Il tempo è giunto! I Guardiani del Gelo stanno annunciando il loro ritorno! Tra poco si uniranno a noi! -

- Molto bene... presto da cinque passeremo ad essere otto; e poi sempre di più, fino a che rimarranno solo i Darkin a Runeterra! - disse Varus.

- Guardate, fratelli miei: il caos sta regnando sovrano a Runeterra, che fra poco sarà distrutta per sempre! - disse Rhaast.

- Loge e Hel sono salpati! Presto il Walhalla sarà bruciato e distrutto, e Yggrasil e Targon crolleranno! Presto i Darkin ritorneranno a essere i padroni di Runeterra! - disse "Draakar" agitando la sua bilancia.

- Posso avere l'onore di annientare Ashe e Sejuani con le mie mani? - disse Lissandra.

- Certo! Ma non scontrarti con Tryndamere: lui dev'essere condotto qui, e allora penseremo noi a lui! - disse Nocturne.

- Sarà lui a venire a cercarci, l'ho percepito! - disse Aatrox, tranquillo.

- Ne sei sicuro? - chiese Nocturne.

- Sì! Così ho previsto! La sua pietà verso di me sarà la sua rovina! E di conseguenza, quella di Runeterra! Lui verrà da noi e poi lo convertiremo al lato oscuro! - disse sogghignando Aatrox.

- Lissandra! Ora vai e prepara le truppe! Ashe e Tryndamere stanno arrivando! Difendete il glorioso ritorno dei Guardiani! - disse Rhaast.

- Sì, Maestri! - disse Lissandra allontanandosi.


Sulla cima del monte Valholl, Greyor, la sentinella dell'abisso ululante, vide una nube oscura accompagnata da delle voci di spettri che stavano annunciando il ritorno dei Guardiani del Gelo. Appena Greyor percepì l'imminente ritorno dei Guardiani si affrettò a suonare il suo corno per richiamare gli eserciti di Ruenterra per la battaglia delle battaglie:

- Popolo di Runeterra! I Guardiani sono tornati! Dobbiamo combatterli e scaraventarli ancora nell'abisso! Combattete per la speranza! Per la pace! Per la libertà! -

Intanto l'esercito di Ashe e Tryndamere si stava muovendo verso l'abisso ululante, dove i Guardiani avrebbero fatto ritorno. In prima fila, i sovrani Ashe e Tryndamere, in armatura da combattimento; subito dietro Sejuani e Udyr; poi i quattro semidei fratelli: Ornn, Anivia, Volibear e Kaspyann; poi tutti gli altri campioni, ovvero, Olaf, Trundle, Nunu, Gragas e Braum; poi, dietro di loro, tutto l'esercito al completo di soldati Avarosani e dell'Artiglio d'Inverno insieme, con insieme gli eserciti di troll, yeti, vichinghi, barbari, eremiti spirituali, ursidi e predoni. L'esercito era immenso, sconfinato e determinato; un'armata che sembrava apparentemente invincibile: tuttavia, un infausto presagio gravava sulle loro teste e sui loro cuori: l'ombra dei Darkin stava oscurando Runeterra e tutto quell'esercito, per quanto enorme, sarebbe servito a ben poco se il lato oscuro avesse trionfato. Mentre procedevano verso il campo di battaglia, gli Iceborn percepirono che il giorno del Ragnarock era giunto e intanto, nel mondo divino, degli Dei del Walhalla stavano combattendo contro le potenze del male guidate da Loge e Hel. Si ascoltavano le grida di battaglia di Wotan che infondeva forza e vigore nelle sue Valchirie; si percepiva il rumore del fuoco che stava bruciando ogni cosa laddove Loge e Hel passavano; si udiva il nitrito e il rumore degli zoccoli di Sleipnir, il cavallo a otto zampe di Wotan, che fremeva dalla voglia di combattere; ma soprattutto si udivano le grida di sofferenza di tutta Runeterra infestata dai demoni oscuri del Ragnarock. Poveri innocenti vennero massacrati e uccisi: alcuni di loro morirono dal freddo, altri furono devastati dal terremoto, altri ancora vennero convertiti in malvagi spiriti dell'ombra, guidati da Hecarim e Mordekaiser. Giunti al confine con la regione estrema della Guardia del Gelo, Anivia disse:

- Amici! Tra poco arriverete a destinazione: l'abisso ululante è a meno di due ore di cammino. Ora è giunto il momento di separarci. Voi continuate su questa strada, io volerò a nord per le montagne gelate e andrò a prendere Gnar! Lui ci aiuterà nella battaglia per sconfiggere i Guardiani del Gelo! -

- Anivia! Torna presto! Che la Forza sia con te! - le disse Ashe abbracciandola.

- Che sia soprattutto con voi! Dovete resistere fino al mio ritorno! - disse la criofenice volando via.

- Ornn! Volibear! Kaspyann! Che cosa avete? - chiese Sejuani, vedendo i semidei accasciarsi come se avessero visto dei fantasmi.

- Il lato oscuro è potente... oggi più che mai... - disse Volibear a bassa voce.

- I fantasmi dell'ombra sono tornati! Sento che Runeterra è in pericolo! - disse Ornn, spaurendo.

I guerrieri si guardarono spaventati. Tryndamere si fece avanti e chiese:

- Ditemi dei Darkin! Sono cinque, ora? I loro apprendisti stanno già combattendo? -

- Sì... Aatrox, Rhaast, Varus Nocturne e "Draakar" ti stanno aspettando nella grande sala della Guardia del Gelo. Lì li troverai e allora si compirà il tuo destino! - disse Kaspyann.

- I loro apprendisti sono a Ionia, a combattere contro i guerrieri del tempio della luce! - disse Volibear.

- Sì! Il mio maestro Lee Sin e i suoi stanno già combattendo contro l'ordine dell'ombra di Zed. L'ho avvertito! - disse Udyr.

- Aspettate: i Darkin hanno preso il possesso del corpo di Zed, Kayn, Syndra, Valmor e Kai! Come possono essere contemporaneamente loro apprendisti? Il loro corpo ora appartiene ai Darkin! Come è possibile? - chiese Tryndamere.

- Il potere dell'ombra, mio Re! Se il corpo del possessore dell'arma Darkin è già potente e forte, allora i Darkin, tramite il potere del lato oscuro della Forza, possono creare uno spirito con le stesse sembianze corporee di coloro che hanno corrotto. Evidentemente quei cinque guerrieri erano già forti di loro, così i Darkin hanno preferito ricreare il loro corpo con l'ombra piuttosto che corrompere altri guerrieri. Aatrox avrebbe fatto la stessa cosa anche con tuo padre se non avesse incontrato te prima! Tu sei più forte di Reklan e questo Aatrox lo percepisce! Ecco perché vuole corromperti! - spiegò Ornn.

- Non temere, non mi farò corrompere l'anima! - disse Tryndamere: - Però voglio salvare mio padre! Se è vero che il corpo dei possessori può essere ricreato, forse, dopo aver sconfitto i Darkin, Zed, Kayn, Syndra, Valmor, Kai e mio padre torneranno normali! -

- Può essere... ma prima dobbiamo sconfiggere i Darkin! Ricorda, mio Re: quando combatti contro Aatrox non pensare che quello è tuo padre! Sconfiggilo, e solo allora potrai appurare se tuo padre può essere salvato! - disse Udyr.

- Così sarà! - rispose il Re.

- Si avvicina una tempesta... - disse all'improvviso Volibear.

- La vedo! È laggiù, a est! - disse Kaspyann.

- Dove c'è l'abisso ululante... andiamo! E che la Forza sia con noi! - disse determinato Ornn.

Mentre Ashe, Tryndamere e gli altri camminavano, non poterono non accorgersi dei disastri naturali che il Ragnarock stava provocando. Gli alberi innevati caddero inceneriti alla tempesta che scagliava fulmini di sangue, le frane delle montagne e le valanghe sommersero i villaggi che sembrava gridassero al cielo perché li soccorresse. La tempesta non diede tregua e il ghiaccio cominciò presto a sommergere gran parte del territorio, e non un ghiaccio qualunque: il ghiaccio oscuro ed eterno di Lissandra, che con un sortilegio stava piegando il Freljord al potere del Gelo.

La situazione peggiorò notevolmente al centro di Valoran. Il monte Targon venne presto infestato dagli spettri delle isole dell'Ombra e la terra tremò per diverso tempo. Le rocce di quel monte saldo ed eterno cominciarono a franare sulla terra uccidendo guerrieri mentre combattevano per difendere il monte. Hecarim, Mordekaiser, Evelynn, Elise, Thresh e Karthus, con il loro esercito di spettri, salirono fino in cima alla montagna e lì li aspettavano Pantheon, Leona, Zoe, Taric e Aurelion Sol, pronti per lo scontro. Hecarim, col suo esercito di cavalieri spettrali, caricò i difensori di Targon, con l'intento di spegnere la fiamma sopra il monte per far calar la tenebra su tutta Valoran. Yggdrasil venne assediato da Morgana, Brand e Diana; nonostante la difesa di Alistar, Ivern, Ryze e Kayle, Yggdrasil incominciò a bruciare sotto i colpi del fuoco scatenato da Brand. Appena il fuoco salì in cima all'albero del mondo, tutto il mondo divino cominciò a prendere fuoco: i campi eterni, verdi e rigogliosi degli Dei vennero bruciati, i fulmini di fuoco cominciarono ad abbattersi sul Walhalla, così Donner col suo martello si preparò a respingere gli attacchi dei fulmini del male: il fuoco di Brand, però, era alimentato da quello di Loge che amplificava i danni dell'incendio.

La fiamma del monte Targon pian piano si affievolì e Yggdrasil venne infine bruciato; così, su Runeterra calò la tenebra.

Al sopraggiungere di quell'oscurità, il popolo di Runeterra, che stava combattendo contro le forze del male, venne assalito dal panico: quella tenebra indebolì i difensori e rafforzò gli adepti del male, i quali iniziarono a combattere con maggior ferocia. Nel giro di qualche ora, il lato oscuro annientò e distrusse tutto ciò che c'era di buono su Runeterra. Rimanevano solo i più valorosi campioni che non si arresero e continuarono a combattere, anche se deboli e provati. A Ionia, Zed e i suoi, sebbene solo in cinque, ebbero la meglio sui campioni difensori di Ionia, i quali non riuscivano a combattere contro tutto quell'esercito di ombre. Zed incontrò finalmente la lama di Shen, suo fratello buono, e i due si diedero aspra battaglia:

- Zed... non voglio combatterti! - disse Shen.

- Oh... io sì! Aspettavo questo momento da tanto tempo! - rispose maligno Zed.

- Ritrova l'equilibrio, fratello! Lascia che l'ombra che è in te si dilegui! -

- Sfidami, Shen! E non dovrai più vivere da orfano! - disse Zed attaccando suo fratello.

Mentre i due fratelli si scontravano, Kayn teneva testa da solo a Lee Sin, Kennen, Wukong e Master Yi; Syndra usò la sua magia nera per respingere gli incantesimi di Karma e usarli contro di lei; i Vastaya, come Rakan, Xayah e altri, affrontarono le ombre di Kai e Valmor. I Vastaya cercarono invano di scacciare la corruzione delle ombre dai loro fratelli:

- Val! Kai! Che cosa fate? Voi in passato eravate Vastaya, come noi! Siamo fratelli, basta combatterci! - disse Xayah.

- Tu non hai idea di chi siamo ora: noi siamo tre in uno: siamo la freccia del castigo! E voi morirete! - risposero insieme.

- Fratelli, voi mi costringete a combattervi, e non vorrei! - disse Rakan, fremendo.

Mentre Val e Kai stavano scoccando la loro freccia avvelenata sui Vastaya, un muro di vento improvviso protesse gli eroi. Era lo scudo di Yasuo, giunto a proteggere i suoi alleati. Le due ombre si voltarono verso lo spadaccino e Valmor gli disse:

- Vieni Yasuo... la morte arriverà anche per te! -

- Uccidermi? - disse Yasuo con tono di sfida: - Provaci! - disse Yasuo sguainando la spada.


Mentre la battaglia di Ionia infuriava, al centro di Valoran la guerra di Demacia e Piltover contro Noxus e Zaun aveva causato il più alto numero di morti e di feriti: le armi chimiche danneggiarono tutto il territorio, e l'aria cominciò a diventare infetta; molti soldati, infatti, morirono esposti a quelle radiazioni, tanto che i soldati non morti cominciarono a mutare di aspetto e a divenire schiavi di Singed, il comandante di Zaun.

Il Ragnarock stava devastando i due mondi e tutto quello che aveva previsto Wotan si stava avverando. Il Dio degli Dei, montato a cavallo, andò contro gli invasori spettrali e i demoni dell'inferno col suo esercito di Valchirie e Einherjar, tra cui Siegmund e Siegfried, Rollo e Ragnar Lothbrock, coi figli di quest'ultimo Björn, Ivarr, Ubbe, Siguror e Hvitsärk. Anche Donner, Froh, Baldr e Tyr lo raggiunsero. Fenrir, Jormungand, Garmr e Surtr li stavano aspettando assieme alle potenze oscure di Nibelheim per dare inizio alla più grande delle battaglie. Lo scontro fu sanguinoso e fu un totale massacro da entrambe le parti: Wotan venne ucciso da Fenrir, a sua volta ucciso dal Dio della guerra Tyr, ucciso a sua volta da Garmr; Donner e Jormungand si uccisero a vicenda, i nibelunghi e i giganti pure; le forze del male guidate da Hagen, Gunther e Gutrune (figli di Alberich) si scontrarono con Valchirie e Einherjar, sterminandosi a vicenda; Brunhilde, vedendo la triste sorte dell'amato Siegfried, si gettò in preda alla disperazione nel fuoco di Loge che stava divampando per tutta Asgard; Fricka uccise Hel, ma venne uccisa subito dopo da Loge, il cui fuoco (alimentato dal gigante Surtr e da Brand) rase al suolo il Walhalla, facendolo sprofondare nelle acque eterne, dove persino Njord, il Dio del mare, annegò. Heimdall e Loge, infine, si scontrarono e la loro battaglia creò una tale energia da creare un'onda d'urto che fece tremare e spaccare in due Runeterra.

Da quella crepa che si andò a formare, tutti i demoni e gli spiriti di Nibelheim tornarono sulla terra dei vivi e la infestarono con la loro magia oscura: tra questi, c'erano i tre Guardiani del Gelo!

La spaccatura arrivò fino all'estremo nord del Freljord, proprio dentro all'abisso ululante, il quale, ormai al colmo, eruttò lava incandescente che inondò l'esercito di Ashe e Tryndamere, appena arrivato sul posto. Nonostante Ornn, Udyr, Volibear e Kaspyann fecero un sortilegio per ripararsi da quell'ondata di fuoco, molti soldati venero spazzati via in pochi secondi e, ciò che è peggio, i morti ripresero vita sotto forma di spettri agli ordini del lato oscuro. Ashe, Tryndamere e gli altri guardarono sconvolti e sconcertati quello che stava succedendo: i Guardiani del Gelo erano ritornati! Il loro glorioso ritorno evocò una schiera di soldati spettrali di puro e oscuro ghiaccio pronti ad eseguire ogni loro ordine.

- Popolo del Freljord! Siamo tornati! Questa terra non è più vostra! L'era delle rune è finita! È iniziata l'era dei Darkin! I nostri seguaci invaderanno il mondo, non ci sarà posto dove potrete nascondervi! - dissero i tre Guardiani ad un unica voce.

Appena i tre Guardiani misero piede su Runterra, con un colpo al suolo della loro spada provocarono un'onda di ghiaccio diretta verso i villaggi del regno di Avarosa; i villaggi colpiti vennero spazzati via e i loro abitanti congelati in blocchi di ghiaccio eterno, che mai si sarebbe sciolto.

- Questo è solo l'inizio! - gridarono i Guardiani.

- No! Il vostro ritorno sarà breve! Presto tornerete da dove siete venuti! - dissero Ashe, Tryndamere e Sejuani facendosi avanti.

- Sì! Questo è per i nostri seguaci che avete ucciso tanti eoni fa! - aggiunse Ornn.

- Voi... assomigliate tanto ad Avarosa e a Serylda! - disse uno dei tre scrutando i volti delle due sorelle: - Sarà un piacere uccidervi in loro ricordo! - disse un altro ridendo.

- Quel compito spetta a me! - disse una voce femminile cavernosa e familiare.

Accanto ai Guardiani, pronti a combattere, apparve in tutta la sua oscurità la strega dei ghiacci Lissandra, la quale si inginocchiò davanti ai suoi padroni.

- Maestri, a lungo vi ho atteso e ora sono pronta a servirvi! -

- Cara Lissandra! Felice che la nostra miglior apprendista ci sia rimasta fedele! - disse uno dei Guardiani.

- Lasciatemi l'onore di uccidere Ashe e Sejuani! - disse la strega.

- Certo! Noi ci occuperemo di Ornn, Volibear e Kaspyann! Se non sbaglio, abbiamo un conto in sospeso con voi... - disse un altro Guardiano del Gelo.

- Sì! Ma anche stavolta, la vostra fiducia nel lato oscuro della Forza sarà la vostra rovina! - disse Kaspyann.

- Coraggio fratelli! All'attacco! Per la Forza di Freljord! - gridò Volibear caricando i Guardiani insieme ai suoi fratelli.

- Per la libertà! - gridarono i soldati Avarosani e dell'Artiglio d'Invero mentre incrociarono le spade con i soldati di Lissandra.

- Lissandra! La tua follia deve essere fermata! - disse Ashe.

- Sarò io a fermarvi! I Darkin e tutti noi seguaci del male presto diventeremo più potenti di tutti voi messi inseme! - disse Lissandra scagliando fulmini di vero ghiaccio dalle dita.

- Hai troppa fiducia nel lato oscuro della Forza! Io e Sejuani metteremo fine alla tua corruzione! - disse Ashe.

- Lissandra, preparati alla fine! - gridò Sejuani, caricando la strega, mentre parava i suoi fulmini.

- Fatevi avanti... ho ucciso così tante Regine che ho perso il conto! - disse ridendo sadicamente la strega dei ghiacci.

Le tre principesse si diedero battaglia; accanto a loro, i Guardiani del Gelo stavano lottando contro Ornn, Kaspyann e Volibear; poi Tryndamere impugnò la sua spada e condusse i suoi uomini allo scontro contro i soldati della Guardia del Gelo:

- Allora, uomini: questa è la battaglia finale! Non risparmiatevi! Lottate fino all'ultima goccia di sangue! In battaglia! - urlò il Re caricando i suoi uomini.

I guerrieri seguirono un Tryndamere ispirato in battaglia e grazie al suo talento di capo carismatico la battaglia volgeva a favore degli Avarosani. Tuttavia, i Guardiani del Gelo stavano respingendo molti attacchi e i loro potere cresceva, alimentato dalla forza della guerra: inoltre, erano Darkin, perciò tutto ciò che era morte, guerra, violenza e odio li nutriva di forza oscura.

I Darkin intanto osservavano la totale disfatta di Runeterra e di Asgard: tutto venne distrutto, incendiato e/o congelato; tutti gli Dei buoni e cattivi erano morti, la terra era sommersa da odio e violenza; i Darkin ormai erano i signori indiscussi dei due mondi: quello terreno e quello celeste. I Darkin esultarono nel vedere tutta quella violenza e quello spargimento di sangue, ed erano più potenti che mai. Aatrox sentì che la resa dei conti finale con Tryndamere era vicina, così lo chiamò:

- Tryndamere... vieni da me! Qui con me è il tuo destino! -

Tryndamere percepì subito quelle parole:

- Sì, Aatrox! Il momento è giunto! - rispose il Re.

Mentre Tryndamere combatteva insieme a Udyr, Gragas, Olaf, Nunu, Trundle e Braum, il Re del Freljord sentiva la Forza scorrergli nelle vene: con un colpo di spada distrusse l'intera ondata di soldati del ghiaccio e poté finalmente rifiatare.

- Bravo Tryndamere! - disse Gragas.

- Forza, non fermiamoci! Continuiamo ad avanzare verso la fortezza della Guardia del Gelo! -

- Perché? Il nostro scontro è qui! - disse Olaf.

- No, amico mio... il vostro scontro è qui! Io devo penetrare nel palazzo di Lissandra. Lì ci sono i Darkin che io devo affrontare e sconfiggere! - rispose Tryndamere.

- Ne sei sicuro? - chiese Nunu.

- Tryndamere sa quello che fa! Lì ci sono i Darkin che lo aspettano, l'ho percepito. - disse Udyr.

- Devo affrontarli! Voi dovete resistere fino all'arrivo di Anivia con Gnar! Poi ci penserà lui! - disse il Re.

- Dobbiamo fare presto allora! Ne stanno arrivando altri! - disse Trundle.

- Presto! Seguitemi! - gridò Tryndamere gettandosi nella mischia, seguito dai suoi.

- Vi copro io! - disse Braum, proteggendo i suoi compagni col suo scudo.

Mentre Tryndamere cercò di farsi largo fra i soldati, volse lo sguardo verso Ashe, poco più indietro che stava combattendo contro Lissandra: Ashe percepì subito che il suo uomo la stava guardando: i due si guardarono intensamente per qualche secondo e poi, appena sentirono la Forza scorrere dentro di loro, si scambiarono l'augurio di un vero Figlio del Gelo: “Che la Forza sia con te!”.

Udyr mise una mano sulla spalla di Tryndamere e gli disse:

- Ciò che provi per Ashe è bellissimo! Non preoccuparti, noi la proteggeremo! Ma sii prudente là dentro! Non sai mai cosa troverai! E poi... ricorda ciò che ti disse Ornn: quando combatti contro i Darkin, seppellisci bene i tuoi sentimenti verso di noi, oppure li useranno per corromperti, e allora il sogno dove Ashe morirà diverrà reale! -

- Non preoccuparti, amico mio! Morirò piuttosto che lasciarmi corrompere, stanne certo! Comunque vada questa battaglia, è stato un onore combattere al tuo fianco, Udyr. Grazie per i tuoi insegnamenti, per il nostro percorso insieme e per aver condiviso con me il sentiero della Forza! - disse Tryndamere stringendo la mano dell'eremita spirituale.

- Lo è stato anche per me poter conoscere il più grande Iceborn di tutti i tempi! Ora vai! Che la Forza sia con te! - rispose Udyr.

Mentre Udyr, Trundle, Olaf, Nunu e Gragas combattevano ai piedi della roccaforte di Lissandra, Tryndamere, accompagnato e protetto da Braum, scalò la fortezza del Derviscio e, una volta arrivato in cima sano e salvo, salutò Braum, dicendogli:

- Braum! Sei il miglior amico che io abbia mai avuto! Grazie per ciò che abbiamo passato! Ma ti chiedo un ultimo favore: se non dovessi sopravvivere, ti prego di occuparti di Ashe: proteggila! Lei non deve morire: se io non sopravvivo solo lei può sconfiggere i Darkin! -

- Tryndamere, mio Re e amico mio, per me è stato un onore servirti! Non temere, sarò con voi fino alla fine! Ora ti copro mentre tu entri dentro il palazzo! - rispose lui.

- Grazie amico mio! Che la Forza sia con te! - disse Tryndamere mentre con un colpo di spada aprì un varco che lo avrebbe condotto dentro la fortezza.

Braum tornò subito giù con un balzo atletico dai suoi compagni, i quali domandarono:

- Tryndamere ce l'ha fatta ad entrare? -

- Sì! Ora dobbiamo resistere fino all'arrivo di Anivia e Gnar! Ora avanti! Andiamo da Ashe! Difendiamola! - gridò Braum mentre lui e i suoi compagni tornarono nel cuore della battaglia.



*************************************



Tryndamere si addentrò cauto e attento dentro la fortezza di Lissandra, dove era sicuro che i Darkin l'avrebbero atteso.

Mentre camminava verso una meta indefinita, il Re del Freljord vide tutta la sua vita passargli davanti, come delle visioni. Rivisse i momenti felici di quando era bambino, di quando giocava con sua madre, di quando suo padre gli regalò la spada che impugna tutt'ora e di quando lo prese in braccio per proclamarlo suo successore; ricordò quella notte terribile dove Aatrox sterminò il suo clan e uccise sua madre; poi ricordò la sua mutazione da giovane guerriero e bellissimo ragazzo a barbaro assetato di sangue; ricordò la sua ferita, il dolore che quella lama vivente gli provocò mentre gli trafisse l'addome; poi rivide la sua prima notte d'amore con Ashe, la donna della sua vita e poi sua Regina; rivisse la rivelazione di Aatrox come sua padre; rivide il suo sentiero con Udyr, l'incontro con il fratellastro Gnar e la guarigione della sua vecchia ferita; rivisse gli incubi della testa fantasma fluttuante, della lama demoniaca, di Aatrox che sterminava i suoi amici, che bruciava il suo regno e che stava per uccidere lui e Ashe; rivisse il sogno in cui il nonno Wotan gli parlava del Ragnarock! E infine udì la profezia, che lo chiamava a sé ora più che mai, con la voce di Aatrox:

- Osserva, Tryndamere: la mia più grande creazione! La sua rabbia cambierà il mondo! -

Quella voce proveniva dal fondo di una cripta, che il Re intravide sulla sua destra: scese le scale e trovò davanti a sé una enorme porta di Vero Ghiaccio. Era buio pesto e un freddo ancestrale subito si infittì nel corpo di Tryndamere: una grande oscurità avvolgeva di significati sinistri quella porta e tutto ciò che c'era al suo interno. Tryndamere però ora era saggio e consapevole: sapeva lì dietro quella porta, in mezzo a quell'oscurità si celavano i Darkin pronti ad attenderlo. Lui respirò profondamente; si sentì tutt'uno con la Forza e, alla fine, spalancò la porta con la Forza del pensiero.

Tryndamere si addentrò all'interno e percepì una Forza oscura e negativa circondarlo: era nel posto giusto, ma stavolta il Re era corazzato. All'improvviso una luce rossa colorò la parte alta della sala: era una sala rotonda, con una sola finestra dal lato nord con affianco apparecchi negromantici; davanti a sé, Tryndamere notò poi una rampa di scale che conduceva a un sinistro baldacchino con cinque troni, fatti di teschi e ghiaccio: sopra quei troni erano seduti cinque esseri oscuri e incappucciati, ognuno impugnando un'arma diversa: Tryndamere riconobbe in una di quelle armi, la spada di Aatrox.

- Aatrox, avevi chiamato? Sono qui ora! - disse deciso Tryndamere.

In quel preciso momento, i cinque esseri oscuri si alzarono in piedi e si tolsero i loro mantelli per rivelarsi in tutta la loro potenza davanti a Tryndamere. Aatrox, Rhaast, Nocturne, Varus e “Draakar” erano lì, pronti per convertire il giovane sovrano al lato oscuro della Forza.

- Benvenuto, Tryndamere. Ti stavamo aspettando. - cominciò “Draakar”.

- Sento che le tue facoltà ora sono complete. Molto bene! - disse Varus, sogghignando.

- Sei veramente potente, Tryndamere, ma lo sarai ancora di più quando ti unirai a noi! - disse Rhaast, maligno.

- Aatrox ti insegnerà le vie del lato oscuro della Forza! Accetta l'oscurità! - disse Nocturne.

- Sì, figlio mio! Sono impaziente di completare la tua istruzione. Vedrai che imparerai a chiamarmi Maestro! - concluse Aatrox.

- Vi state sbagliando. Non mi convertirete come avete fatto con mio padre! - rispose Tryndamere.

- Oh, no, mio giovane apprendista... scoprirai che sei solo tu che stai sbagliando. In merito a questa e a molte altre cose. Tuo padre non ha saputo resistere al fascino del male e all'immenso potere del lato oscuro della Forza... e così sarà anche per te. - disse con un ghigno di malvagità Aatrox.

- Vi sbagliate. Presto morirò. E voi con me! -

- Ahahahahahah!! Penso tu voglia riferirti all'imminente attacco del vostro piccolo esercito. Sì... ti assicuro che siamo del tutto irraggiungibili dai tuoi amici, qui! - disse con falso dispiacere Rhaast.

- No. I miei uomini batteranno i vostri e presto i Guardiani e Lissandra saranno sconfitti! E lo sarete anche voi! -

- Vedo che sei testardo, guerriero... dovresti ringraziarci che ti abbiamo scelto come nostro adepto, anziché spazzare via te e la tua razza! - disse freddo Varus.

- Il lato oscuro della Forza è molto più potente della luce! Essa ti vincola, noi ti offriamo il potere assoluto su ogni cosa! - disse il Darkin con la bilancia: - Vedo la mia bilancia pendere in nostro favore, purtroppo per te... -

- Questa vostra fiducia è la vostra debolezza. - disse Tryndamere.

- E la tua fede nei tuoi amici è la tua. - ribatté Rhaast.

- È vano resistere, Tryndamere! Rassegnati e unisciti a noi! - lo incitò Aatrox.

- Io non cederò! E sarete obbligati ad uccidermi! - disse Tryndamere.

- Se è quello il tuo destino, ti accontenteremo! - disse Varus.

- Tutte le notizie che vi hanno dato sono trapelate secondo i nostri piani. I tuoi amici là fuori, in preda ai nostri uomini, stanno ficcandosi in una trappola. Siamo stati noi a far sì che tu venissi attirato qui: ora i tuoi amici sono indifesi, poiché l'unico guerriero degno e valoroso è qui davanti a noi. Proprio per questo, i tuoi amici presto moriranno. Un'intera legione di spiriti, soldati e fantasmi, uniti alla potenza di Lissandra e dei Guardiani li sta annientando! - disse Aatrox.

- E allora si compia il mio destino! - disse fermo e convinto il Re del Freljord, sguainando la spada.

- Come desideri... - disse Aatrox brandendo la sua spada.






* Il nome "Draakar" è tra virgolette perché è una mia invenzione; anche Nocturne è una mia supposizione che all'interno della mia storia funzionava, come il Darkin ombra che ha corrotto Zed; tuttavia, non appena nel gioco usciranno i campioni Darkin orginali, li sostituirò.
Mancano solo due capitoli, ormai siamo agli sgoccioli!

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Capitolo 17
*** Capitolo 16: Gli ultimi Iceborn ***


Capitolo 16: Gli ultimi Iceborn


Aatrox si avventò con un balzo contro Tryndamere.

I due cominciarono a duellare, incrociando le loro armi; Aatrox era feroce nell'attaccare il suo avversario, ma Tryndamere sembrava aver trovato una dimensione di trance, rispondendo ai colpi di Aatrox senza tuttavia ferirlo, e usando la Forza solo per difendersi. Mentre i due combattevano, gli altri Darkin guardarono il loro scontro, osservando e studiando le capacità e la Forza di Tryndamere: volevano capire quanto fosse forte quel guerriero e se davvero era destinato a sconfiggere i Darkin stessi in battaglia; Tryndamere, infatti, sembrava aver la situazione sotto controllo contro Aatrox: duellava con grande maestria, prevedendo tutte le mosse dell'avversario e respingendo i suoi attacchi con Forza e saggezza allo stesso tempo.

- Avanti, Tryndamere! Non pensare a difenderti! Attaccami! Solo il tuo odio può distruggerci! - disse Aatrox.

- Non avete scampo. Anche se doveste uccidermi, voi non vedrete spuntare il sole di domani! - rispose Tryndamere mentre continuava a parare i colpi del Darkin.

- Certo che non lo vedremo: non ci sarà più alcun sole o luce quando io e i miei fratelli domineremo questo mondo! - ribatté Aatrox, diabolicamente ironico.

- L'oscurità avvolgerà ogni cosa... anche te, guerriero. - disse Nocturne, osservando la scena.

- Padre, so che sei lì dentro! Ribellati ad Aatrox e ai Darkin, combatti con me! - disse Tryndamere sperando che suo padre fosse ancora vivo dentro Aatrox.

- Io sono tuo padre, Tryndamere! L'anima di Reklan era debole e io l'ho eliminata: ora hai una figura paterna più forte e più autoritaria... non è forse ciò che voleva tuo padre? -

- Un padre sa cosa è meglio per un figlio. Tu non sei mio padre, sei solo la sua ombra! E presto sarà fatta luce! - rispose Tryndamere, combattendo.

- La luce... davvero? - disse Aatrox fermandosi a rifiatare.

- Guarda un po' la luce dei tuoi amici... oh... si sta spegnendo... - disse con falso dispiacere "Draakar" osservando la sua bilancia.

In quel momento Tryndamere chiuse gli occhi e vide la scena del combattimento fuori dalla Fortezza della Guardia del Gelo: i Guardiani e Lissandra stavano avendo la meglio contro Ashe e i suoi, Gnar e Anivia non erano ancora arrivati e tutti i guerrieri di Runeterra, da Ionia a Shurima, stavano soccombendo sotto la potenza di voidborn, spettri non-morti, guerrieri sanguinari, mostri e soldati di ghiaccio: insomma, il lato oscuro stava dominando!



*****************************************



A Ionia, Shen provò in tutti i modi ad evocare la magia del padre, ma le ombre di Zed sembravano aver la meglio e molti soldati ioniani morti in battaglia si ritrovarono ad essere ombre agli ordini dei Darkin.

- Non morite, guerrieri! Se morirete, verrete corrotti in ombre! - gridarono Master Yi e Wukong mentre combattevano ferocemente.

- Ahahahah! Il Wuju non vi salverà! - disse Syndra scagliando la sua magia nera contro i due campioni ioniani e facendogli perdere i sensi.

- Avanti, guerrieri! Continuate a combattere! - gridò Irelia, mentre rispondeva ai colpi di Kayn, che la stava abbattendo.

- Ormai è inutile resistere! Lasciate che l'ombra vi consumi... - disse Kayn a Irelia ormai priva di forze.

Zed, dopo aver sconfitto Shen, marciò sul Grande Tempio della Luce con l'intento di spegnere la fiamma della conoscenza. Shen, ancora vivo, ma privo di forze, provò ad impedire l'avanzata delle ombre, ma venne trattenuto in battaglia da Kayn che lo stava chiamando a combattere:

- Shen! Ti saluta Zed... e ti dice addio! - disse Kayn ridendo di gusto mentre si preparò a dargli il colpo di grazia.

Kayn piantò la lama della sua falce nel corpo di Shen, il quale urlò dal dolore fino a che la luce si spense. Sentito l'urlo di Shen, Zed si sentì ancora più potente, uccise i difensori del tempio e con un incantesimo oscuro spense la fiaccola di Ionia, la quale piombò nell'oscurità.



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A Shurima la situazione non era migliore. Le tempeste di sabbia gelida graffiava la pelle dei soldati, penetrando dentro la loro carne, gelando il sangue. I voidborn, guidati da Malzahar, stavano distruggendo tutte le case, i palazzi e i centri religiosi e politici di Shurima. Azir e Nasus cercarono di contrastare l'attacco di Xerath e Renekton: Nasus e Rekekton si scontrarono, il primo cercando di purificare la mente del secondo, anche lui corrotto e votato al lato oscuro, mentre Azir e Xerath si diedero feroce battaglia:

- Azir... aspettavo questo giorno! Quando ti ho lasciato non ero che un semplice tuo suddito, ora sono io l'Imperatore di Shurima! -

- Solo un Imperatore del male, Xerath! - disse Azir mentre con la sua lancia attirava a sé i raggi del sole del disco dell'Ascensione. Quando la lancia si riempì di luce, con un colpo al torace, scaraventò Xerath contro le pareti del grande tempio. Xerath venne sommerso di detriti e di pietre che cadevano, ma il malvagio si rialzò e con un ghigno disse ad Azir:

- Usa pure il tuo potere luminoso fin che puoi... i miei voidborn stanno oscurando il disco dell'Ascensione e presto i tuoi poteri svaniranno! -

Azir si voltò di colpo verso la sua città: i voidborn stavano sconfiggendo Sivir, Amumu e tutti gli altri suoi soldati, buttandoli giù dalle mure. Anche Taliyah, nonostante le tecniche apprese dal suo maestro Yasuo, non riuscì a fare molto per impedire che il disco venisse distrutto. Appena i voidborn distrussero il disco e il grande tempio, i detriti di essi crollarono sulla città sottostante travolgendo e uccidendo milioni di innocenti. Azir, ancora distratto, non fece caso ad una palla incandescente di Xerath che scaraventò verso l'Imperatore delle sabbie, facendogli perdere i sensi.



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Peggio ancora stava accadendo al centro di Valoran, dove le armi chimiche di Singed avevano raso al suolo tutte le città e gli abitanti delle città di Demacia e Piltover. Le armi chimiche intossicarono l'intera popolazione e i soldati che stavano combattendo presto o morirono, o vennero mutati in macchine da guerra Chemtech, al servizio di Noxus e Zaun.

Bilgewater era sprofondata nell'acqua, Targon era crollato, Yggdrasil bruciato, e i difensori dell'equilibrio di Valoran erano in preda agli spiriti delle isole dell'Ombra. I soldati caduti vennero trasfigurati in spiriti del male che andavano ad alimentare la potenza del lato oscuro della Forza. La crepa che spaccava in due Runeterra continuava a eruttare spiriti che infestavano il mondo con la loro oscurità.

Anche nel Freljord, la Regina Ashe e i suoi facevano fatica a resistere agli attacchi di Lissandra e dei Guardiani del Gelo. La strega dei ghiacci teneva testa ad Ashe e Sejuani che. girandole attorno, cercavano di colpirla di sorpresa senza però fortuna: Lissandra prevedeva ogni loro mossa e con un incantesimo oscuro lanciò dei dardi ghiacciati alle due principesse, paralizzandole in una montagna di ghiaccio; allora uno dei Guardiani prese il volo e scese in picchiata contro Ashe e Sejuani intrappolate; il Guardiano sguainò la spada e colpì quella montagna la quale franò sopra le due principesse, destando paura e terrore negli occhi degli Avarosani e dell'Artiglio d'Inverno.



*****************************************



Tryndamere vide nella sua mente da Figlio del Gelo tutto quell'orrore che stava accadendo fuori a Runeterra: il Re del Freljord voleva andare fuori ad aiutare i suoi amici, ma sapeva che il suo compito era combattere contro i Darkin. Appena sentì il grido di Ashe travolta dalla montagna che stava crollando, il terrore e l'odio presero possesso del suo corpo. Si trovò a un bivio: la visione del Guardiano del Gelo che attaccava Ashe era il suo sogno che si stava avverando. La sua disperazione interiore non sfuggì però ai Darkin, i quali lo tentarono nuovamente per corromperlo.

- Lo vedi Tryndamere... il lato chiaro della luce ha fallito miseramente. Shen sta per morire, Azir ha perso il suo potere, Ryze, Kayle, Aurelion Sol e gli altri difensori di Valoran sono stati invasi dall'Harrowing. È inutile ormai resistere! - disse Nocturne.

- Runeterra sta per essere distrutta! I tutti i suoi difensori hanno perso e i tuoi amici Iceborn non sopravviveranno all'immenso potere dei Guardiani del Gelo! - disse ridacchiando Rhaast.

- Non c'è via di scampo, guerriero. Tutto ciò che è verità, luce ed equilibrio presto morirà. Come anche i tuoi amici. - disse Varus.

- A meno che... tu non ti unisca a noi. Allora potremmo fare sì che i tuoi amici si salvino! Sì, figlio mio, percepisco la tua ira, la tua furia, la tua rabbia... la Forza è potente in te! E ad ogni istante che passa sempre più diventi nostro servitore! Avanti, brandisci la tua arma! Abbattimi con tutto il tuo odio e con tutto il tuo furore! Allora, i tuoi amici si salveranno e il tuo viaggio verso il lato oscuro della Forza sarà finalmente compiuto! - disse Aatrox, sottile ma insinuante.

Tryndamere però non voleva cedere; brandì la sua arma contro gli avversari ma decise di rimanere calmo. Allora i Darkin rincararono la dose:

- Allora? Vieni con noi? - gli chiese “Draakar” porgendogli la mano.

- No! - rispose il Re, anche se con angoscia e riluttanza.

- Non puoi sfuggirci... è inevitabile... è il tuo destino. Tu, come tuo padre, ora sei mio! - disse imperioso Aatrox.

- Non mi lascerò corrompere dall'odio! - ribatté il Re.

- Bene, come vuoi... fuoco a volontà, Lissandra! - disse Varus comunicando telepaticamente con Lissandra, mentre fuori infuriava la guerra del Ragnarock.

- Agli ordini! Fuoco a volontà, uomini! - gridò la strega dei ghiacci.

In quell'istante, le miriadi di soldati della Guardia del Gelo spararono le loro raffiche di proiettili contro le truppe degli Avarosani e dell'Artiglio d'Inverno: la maggior parte dell'esercito venne trafitto e spazzato via inghiottito dal Gelo oscuro; gli altri superstiti erano feriti gravemente, tra cui Olaf, Udyr, Nunu, Trundle, Gragas e Braum. Invece Ornn, Kaspyann e Volibear cercarono di caricare i Guardiani evocando il primo il suo richiamo del Dio della forgia, il secondo il potere dell'acqua e dei terrori marini e il terzo la tempesta del gelo: ma i Guardiani del Gelo respinsero facilmente gli attacchi dei semidei e con un incantesimo potente scaraventò i tre lontano, facendoli ripiombare tra i cadaveri dei soldati trafitti dai soldati di Lissandra. Ashe e Sejuani, deboli, si rialzarono e nel vedere quell'orribile spettacolo caricarono Lissandra, ma la strega sbaragliò le due principesse una seconda volta, facendole crollare a terra e facendo perdere loro i sensi.

Tryndamere assistette emotivamente a quella scena: allora fu troppo! I suoi amici stavano per essere uccisi e così lasciò scorrere l'odio dentro di sé.

- Come puoi vedere, mio giovane apprendista, i tuoi amici hanno fallito. - disse Aatrox, ridendo sadicamente.

Tryndamere non rispose e pieno di rabbia si scagliò contro Aatrox con un balzo: dopo un paio di colpi della sua spada, l'ex re dei barbari con un pugno di sovrumana potenza atterrò Aatrox. Allora gli altri quattro Darkin scesero in battaglia contro di lui, attaccandolo contemporaneamente da vari lati. Tryndamere però riuscì a respingere tutti i loro attacchi: prese la falce di Rhaast e la lanciò contro di lui, ferendolo e costringendolo ad inginocchiarsi; assestò colpi di spada ripetuti a Varus facendogli perdere l'equilibrio e cadendo giù per le scale con continui capitomboli; poi fu la volta di Nocturne, preso per le braccia e scaraventato contro il muro con tutta la forza che Tryndamere aveva in corpo. Poi il Re, brandendo la spada, si avvicinò a “Draakar”, il Darkin con la bilancia, cercando uno scontro. Il Darkin, però, non si scompose e disse al barbaro, ridendo:

- Ahahahahah! Bene! Sfoga tutta la tua aggressività, guerriero! Lascia che l'odio scorra attraverso te! Ahahahah! -

A quelle parole, Tryndamere si rese conto che non stava usando la Forza nel modo giusto; un Figlio del Gelo avrebbe usato la Forza per difendersi, mai per ferire o uccidere un nemico, salvo se costretto. La sua spada incominciò a vibrare e il serpente nella runa dell'elsa si colorò di rosso sangue, ma Tryndamere, calmandosi, fece un respiro profondo e ripose la spada nel fodero. Tryndamere, a mente lucida, ripensò a Udyr e al suo percorso nel freddo nord di Valoran; ripensò all'incontro con Gnar e alla guarigione della sua ferita da parte di Anivia; ripensò a ciò che aveva appreso da Udyr, direttamente dal tempio della luce e dell'equilibrio di Ionia da Lee Sin: l'equilibrio andava salvaguardato, e per farlo doveva reprimere i suoi sentimenti per Ashe e per i suoi amici.

I Darkin si rialzarono e tutti e cinque, armati, si avvicinarono al Re del Freljord.

- Non vi combatterò! Questo è ciò che volete da me, e non vi darò questa soddisfazione. So che sono importante per voi. Sapete che io sono il solo che può sconfiggervi, per questo volete che io mi unisca a voi... ma io non cederò al lato oscuro della Forza! E allora sarete obbligati ad uccidermi! - disse Tryndamere, ritrovando pace ed equilibrio dentro di sé.

Aatrox si avvicinò a lui e gli disse:

- Ornn e Anivia ti hanno insegnato bene. Sei veramente potente! -

- Aatrox, io non ti combatterò. So che mio padre è dentro di te, e so che sarà questa tua debolezza a prevalere su di te! - rispose Tryndamere, rimanendo calmo, ma mostrandosi contemporaneamente compassionevole.

Aatrox all'improvviso gli puntò la spada alla gola, dicendogli:

- Sei incauto ad abbassare la difesa! -

Aatrox provò a tagliare la gola a Tryndamere con un colpo rapido, ma il guerriero Iceborn rispose prontamente parando il colpo col proprio elmo, abbassando la testa. Poi, con un movimento all'indietro, impugnò di nuovo la spada e incominciò a combattere contro i cinque demoni che lo attaccavano da tutte le direzioni. Tryndamere, tuttavia, maneggiava la spada con infinita maestria e respingeva tutti i colpi dei suoi avversari. Il Re del Freljord sapeva bene che prima o poi avrebbe mostrato umani segni di stanchezza, dato che ormai erano ore che combatteva contro ben cinque nemici. Invece i Darkin traevano forza da scontri, conflitti, guerre e odio, così Tryndamere ricordò ciò che Ornn e Anivia gli dissero tempo fa: per sconfiggere un Darkin, o qualunque essere immortale votato al lato oscuro, è necessario smettere di combattere, terminare qualunque scontro o guerra, di qualunque genere: solo smettendo di combattere allora un Darkin avrebbe perso il suo potere e la sua immortalità, ma combattere contro di lui corpo a corpo pensando di vincere sarebbe stato impossibile.

Tryndamere, però, guidato da una Forza saggia che scorreva dentro di lui, era ancora in grande forma e riusciva a contrattaccare i cinque demoni senza tuttavia ferirli o attaccarli. I Darkin rimasero stupiti dalla sua potenza e allo stesso tempo dalla sua profonda consapevolezza della Forza dell'equilibrio, dote degna di un vero Figlio del Gelo. Tryndamere percepì questa loro insicurezza e in questo modo era riuscito a rivoltare la situazione a suo favore.

- Tryndamere, avanti! Non puoi difenderti per sempre. Attaccaci, avanti, stai per ucciderci tutti! - disse Rhaast, incitando il Re del Freljord.

Tryndamere aveva percepito la paura dei Darkin di perdere il controllo su di lui e su Runeterra, e questa era una carta da giocare a suo favore. Così disse:

- Io non vi combatterò. Le vostre lusinghe, i vostri tentativi di seduzione, le vostre offerte... è tutto vano. Io non cederò al lato oscuro, perché la verità è che siete voi ad avere paura di me! - disse convinto Tryndamere.

- Noi paura di te? Ahahahahah! Forse non ti è chiaro chi siamo noi... - disse Varus minaccioso.

- So bene chi siete! Lo so perché una parte di me è esattamente come voi: un'ombra! E come tutte le ombre, con un po' di luce, si dissolvono! - rispose Tryndamere.

- E se sei come noi, allora passa al lato oscuro! - disse “Draakar”.

- Quella parte d'ombra che ho dentro di me era rappresentata da una ferita che Aatrox mi inferse anni fa, quando ero ragazzo. - disse Tryndamere scoprendosi il busto: - Guardate: ora quella ferita non c'è più! È stata curata dal mio dolore, dalla mia sofferenza e dal rendermi conto che tutto ciò che è guerra, morte, carestia, pestilenza e oscurità è vano e superfluo. Ciò che è vero e puro è solo nel profondo! -

- La tua ferita... è sparita! - disse Aatrox incredulo.

- Sparita come presto sarete voi: spariti per sempre! Perché so che voi Darkin senza guerra, odio e morte non siete altro che ombre! La pace sarà la vostra disfatta definitiva!

- Ahahahahahah! La pace... è la menzogna più grande! - disse Aatrox, ridendo.

- Chi ti dice che noi non siamo reali e che realmente non stiamo per ucciderti? - chiese Nocturne.

- Lo percepisco dai vostri pensieri... avete paura di me! - disse Tryndamere.

- Noi paura di un umano? Ahahahaha! - rise Aatrox.

- Non di un umano, di un Figlio del Gelo! Un Figlio del Gelo che avrebbe potuto diventare un Darkin ma che invece è sarà l'autore della vostra rovina! - aggiunse il Re.

- Forse dimentichi ciò che sta succedendo là fuori... Runeterra sta per essere distrutta, e allora noi diventeremo onnipotenti! - disse Rhaast.

- Ma se invece le vostre forze oscure venissero sconfitte allora voi morireste! -

- Ciò non accadrà mai! Hai visto là fuori? Sono i tuoi ad essere in difficoltà, non i nostri! - puntualizzò “Draakar”.

- Presto lo saranno. Non sono l'unico Iceborn. Se non sarò io a fermarvi lo faranno loro! - disse Tryndamere.

Tryndamere sapeva che le cose fuori si stavano mettendo male, ma confidava che presto Anivia sarebbe tornata con Gnar e che grazie a lui i Guardiani del Gelo e Lissandra sarebbero stati sconfitti. Intanto il Re del Freljord continuò a mettere in dubbio il potere dei Darkin:

- I vostri pensieri vi tradiscono! La paura che è in voi di perdere il potere è forte! -

- Noi non abbiamo paura! Noi siamo invincibili! Tu hai paura di noi! - ribatté Varus.

- No, voi di me! Avverto il timore che è in voi. Il conflitto che è in voi! - disse Tryndamere sicuro di sé.

- Non c'è nessun conflitto! - disse Aatrox.

- Non siete riusciti ad uccidermi prima d'ora e non redo che lo farete adesso! La verità? Voi avete bisogno di me per dominare il mondo, quindi cercate di corrompermi, ma avete paura che io realizzi la mia profezia e di conseguenza avete paura di perdere il vostro potere! Voi senza la guerra e l'odio siete deboli. Appena la pace e l'amore trionferanno sulla guerra e sull'odio, voi svanirete per sempre! Ecco perché non combatterò contro di voi: senza scontri o battaglie, voi non siete nulla! - disse Tryndamere.

- Tu sottovaluti il potere del lato oscuro della Forza. Se non combatti, allora subirai il tuo destino! - disse Aatrox.

In quel momento, Aatrox con un gesto della mano scaraventò via Tryndamere, facendolo sbattere contro il muro e facendolo crollare a terra, frantumando il suo elmo. I Darkin risero malvagiamente nel vedere la loro nemesi ai loro piedi, così Tryndamere si rialzò e incominciò a difendersi dagli attacchi dei suddetti, ancora per ore.



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La situazione a Runeterra si era invece stabilizzata: sì, il mondo stava cadendo a pezzi, ma i difensori della luce continuarono la loro lotta contro il male. A Shurima, Kassadin venne in aiuto ad Azir; costui era un essere corrotto dal vuoto che tuttavia era riuscito a vincere il lato oscuro: egli si unì ad Azir e ai suoi e cominciò a combattere contro Xerath e gli altri invasori.

A Ionia, Shen, medicato da Akali e Kennen, riuscì a sopravvivere alle ferite di Kayn e Zed. Non potendo combattere per le troppe ferite riportate, Shen spiegò ai suoi amici che l'ordine dell'ombra non sarebbe mai dovuto arrivare al tempio dello sciacallo: Lee Sin stava sorvegliando quel tempio e stava lentamente respingendo gli invasori dell'ombra, ma presto Zed e i suoi avrebbero marciato anche lì: se l'ordine dell'ombra fosse penetrato dentro quella sala, sarebbe stata la fine di Runeterra, in quanto lì dentro c'era conservato l'ordine dell'equilibrio degli elementi; spenta quella fiamma, i Darkin sarebbero diventati immortali. Solo Lee Sin poteva fermare tutto questo.

Al centro di Valoran, io guerrieri di Piltover e di Demacia riuscirono a far indietreggiare i soldati noxiani e zauniti e a spingerli nella pianura delle rupi di Endoor, dove le armi chimiche non avrebbero danneggiato nessun innocente.

Anche Ryze, Kayle, Aurelion Sol, Zoe, Pantheon, Leona, Taric, Ivern e Alistar combattevano senza sosta contro gli invasori demoniaci come Brand, Morgana, Diana e contro i non-morti delle isole dell'Ombra, guidati da Hecarim e Mordekaiser. I difensori della luce erano in palese difficoltà, ma quando tutto sembrava perduto, arrivarono i campioni di Bilgewater e di Bandle City per unirsi alla battaglia e lo scontro si riequilibrò.

Però serviva un miracolo! Qualcosa di grande doveva succedere per fermare il Ragnarock, o presto tutti gli sforzi dei campioni della lega sarebbero stati vani.

Anivia stava arrivando e aveva Gnar sulla schiena, in groppa:

- Resisti Runeterra! Stiamo arrivando! - disse ansiosa e allo stesso tempo speranzosa la criofenice.



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Intanto, lo scontro dentro la Guardia del Gelo tra Tryndamere e i Darkin stava continuando sempre più cruento. Dopo ore di combattimento, Tryndamere venne messo a terra da un attacco combinato dei cinque Darkin insieme.

- Non puoi nasconderti dietro la difesa per sempre, Tryndamere! - disse Rhaast.

- Prima o poi ti stancherai e allora per non soccombere dovrai affrontarci! - disse Nocturne.

- Non combatterò contro di voi. - disse il barbaro rialzandosi.

I Darkin sentirono che Tryndamere aveva fatto breccia nei loro pensieri. La paura di cui parlava il Re del Freljord era vera: il loro potere di corruzione stava vacillando. Così dopo una breve consultazione tra di loro, i Darkin decisero di tentare di corrompere un'ultima volta Tryndamere, facendo breccia su ciò che a lui era più caro: i suoi amici.

- Tu non sei nelle condizioni di scegliere. Consegnati al lato oscuro della Forza. È l'unico modo che hai per salvare i tuoi amici! - disse Varus.

A quelle parole, Tryndamere cercò di nascondere la preoccupazione e la paura di perdere le persone a lui care. Tremava cercando in tutti i modi di non pensare, ma i Darkin riuscirono a leggergli nel cuore.

- Sì... i tuoi pensieri ti tradiscono... i tuoi sentimenti per loro sono forti. Per Udyr, per i tuoi maestri semidei, per i tuoi compagni, ma specialmente per... tua moglie!... Così, hai una moglie che ha i tuoi stessi poteri da Iceborn! I tuoi sentimenti hanno tradito anche lei, ora! Ornn e Anivia sono stati saggi a nasconderla a noi! Ora il loro fallimento è completo! - disse malvagiamente Aatrox, con l'intenzione di provocare Tryndamere.

Appena nominata Ashe, a Tryndamere si gelò il sangue e la paura cominciò a oscurargli la mente.

- Beh, allora possiamo anche ucciderti! Ora che sappiamo che la tua amata Regina ha i tuoi stessi poteri tu non ci servi più! Ahahahahah! - disse ridendo Rhaast.

- Sì! Preparati a morire, Tryndamere! Hai sciupato la tua occasione, poiché se tu non passerai al lato oscuro, forse, lei lo farà! - concluse Aatrox.

A quelle parole, Tryndamere esplose:

- NOOOO!!!! - urlò con tutto il fiato che aveva in corpo.

Tryndamere si rimise in piedi emanando un'aurea rosso sangue che lo rendeva demoniaco; il serpente della sua spada iniziò a colorarsi di rosso sangue e a coprirgli l'intero braccio fino a diventare tutt'uno con la spada; essa, infatti, era diventata enorme e cominciò a scagliare fulmini infuocati; le sue sembianze umane iniziarono a diventare sempre più demoniache fino a che la rabbia non lo consumò del tutto, così che alla fine la sua furia immortale lo pervase totalmente da incendiare i suoi occhi e la sua forza.

Una forza oscura pervase Tryndamere, il quale attaccò ferocemente i cinque Darkin che erano pronti alla battaglia. Tryndamere demoniaco si fiondò contro di loro e iniziò a tempestarli di fulmini e saette che sgorgavano dalla sua spada infuocata: i Darkin vennero sbaragliati in pochi minuti e caddero a terra. Tryndamere cominciò ad attaccare Aatrox, atterrandolo e annichilendolo sotto i colpi della sua lama che stava lentamente nutrendosi del suo potere. Gli altri Darkin gli saltarono addosso e cercarono di stordirlo con incantesimi oscuri, ma Tryndamere ne era immune e cominciò una lotta sanguinosa che pian piano stava facendo crollare tutto il palazzo della Guardia del Gelo.



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Intanto, fuori dal palazzo di Lissandra, i Guardiani del Gelo e la strega dei ghiacci stavano combattendo duramente contro gli Ashe, Sejuani e i loro uomini.

Ashe stava continuando a scoccare frecce dal suo arco per respingere i soldati nemici, mentre Braum la proteggeva col suo scudo di vero ghiaccio; Sejuani era in prima fila a combattere e con la sua Ebolice stava cacciando via gli spiriti di Nibelheim. Il cielo però era sempre cupo, buio e in tempesta, la quale, continuava ad alimentare la spaccatura che divideva Runeterra di mostri, demoni e spiriti malvagi, che attaccavano i soldati di Ashe.

I Guardiani del Gelo, a un certo punto, con la loro magia nera alimentata da Lissandra, crearono un vortice gelido talmente potente che inghiottì Ashe, Sejuani, Volibear, Ornn, Kaspyann, Udyr, Olaf, Trundle, Nunu, Gragas, Braum e i pochi loro uomini rimasti, i quali, una volta inghiottiti, vennero massacrati dal gelo e poi sputati via, lanciati in aria e sfracellandosi a terra. Dell'enorme esercito di partenza c'era rimasto ben poco; solo guerrieri deboli e stremati dal freddo e dalla tempesta. Ashe e Sejuani però non si diedero per vinte e si rialzarono a fatica, seguite dagli altri campioni. I Guardiani e Lissandra, però, ora potevano dare loro il colpo di grazia e spazzare via la ribellione una volta per tutte:

- Aspettavamo da tanto tempo questo momento. Ora voi morirete! - dissero insieme alzando le braccia per sferrare l'attacco decisivo.

- NO! - disse una voce in lontananza.

I Guardiani del Gelo e Lissandra si voltarono e videro Anivia che stava arrivando con in groppa un piccolo Yordle con un boomerang come arma.

- Anivia! Finalmente! - proruppe gioiosa e speranzosa Ashe, seguita dai compagni.

- Anivia... da quanto tempo! Unisciti ai tuoi amici, ce n'è anche per te! - sogghignò Lissandra.

La criofenice eterna atterrò e mostrò loro il piccolo Yordle. Anivia venne così accolta da Ashe e dai compagni, che l'abbracciarono. La criofenice semidivina si rivolse poi ai Guardiani del Gelo e a Lissandra:

- Conoscete Gnar? -

- No. Chi è costui? - chiesero.

- Beh, è lui. Ed è colui che vi rispedirà da dove siete venuti: nell'abisso ululante! - rispose Anivia.

I Guardiani e Lissandra scrutarono per un istante il piccolo essere: aveva gli occhi più teneri che avessero mai visto, un corpo minuto e un musetto pacifico. Inoltre era praticamente disarmato, senza armatura o altre protezioni e sembrava non capire neppure ciò che stava succedendo. I Guardiani e Lissandra così scoppiarono a ridere talmente forte che le loro risate echeggiarono per tutto il nord di Valoran.

- Ahahahahahahah! Non farmi ridere! Pensi davvero che un minuscolo esserino peloso possa competere contro la potenza del lato oscuro della Forza? - disse Lissandra.

- Voi non conoscete Gnar! È un Figlio del Gelo ed è figlio di Wotan e la sua furia si abbatterà su di voi, così è scritto! - ribatté Anivia.

- Bene! Diamogli un assaggio del nostro enorme potere oscuro! - disse uno dei Guardiani che con un gesto della mano scaraventò via Gnar facendolo sbattere in una montagna di ghiaccio.

- E questo sarebbe l'eroico salvatore del Freljord, figlio di Wotan? Ahahahahah! Wotan è morto, sommerso dalle fiamme dell'inferno, e tra poco lo sarete anche voi! - dissero i Guardiani del Gelo.

Il piccolo Gnar si rialzò dolorante e si diresse nuovamente verso i Guardiani e Lissandra. I suoi occhi cominciarono a diventare rosso fuoco, i suoi muscoli cominciarono a diventare più definiti e i suoi denti inferiori cominciarono a ingrandirsi fino a diventare delle enormi e aguzze zanne. La sua corporatura e le sue dimensioni crebbero a dismisura fino a diventare un gigantesco mostro più forte che mai. I Guardiani e Lissandra, dopo la trasformazione dello Yordle, rimasero stupiti e chiesero:

- Che razza di magia è mai questa? -

- La magia di un Iceborn! - rispose Anivia: - Avanti Gnar! Fai vedere chi sei! - lo incitò.

Gnar non si fece pregare; colmo di rabbia si scagliò verso i tre Guardiani del Gelo, i quali caddero a terra sottostando ai suoi colpi potentissimi. Lissandra provò a intervenire ma venne fermata da Ashe, Sejuani, Anivia, Ornn e tutti gli altri che si erano rialzati ed erano pronti a scontrarsi con la strega dei ghiacci, per l'ultima volta.

- Non illudetevi, Figli del Gelo dei miei stivali! Gnar non potrà vincere! - disse Lissandra.

- Non ne sarei così sicura. - disse Kaspyann.

- Guarda bene... - disse Ornn additando la lotta tra Gnar e i Guardiani.

Infatti, i Guardiani non sapevano affrontare Gnar che, come invaso da una Forza sovrumana, prese uno dei Guardiani e lo scaraventò nell'abisso ululante. Non appena l'abisso fu sazio, gli altri due presero a combattere furiosamente tempestando di colpi Gnar; tuttavia, il figlio di Wotan riuscì a parare ogni colpo dei suoi nemici e, dopo qualche minuto di combattimento, con una zampata stordì un altro Guardiano che venne tempestato di pugni fino a perdere i sensi; subito dopo Gnar scaraventò anche lui dentro l'abisso, il quale continuò ad alimentarsi. L'ultimo Guardiano del Gelo provò a reagire, ma anche lui venne sconfitto, trafitto al petto e scaraventato nell'abisso direttamente a Nibelheim. L'urlo dei tre Guardiani del Gelo echeggiò in tutta Runeterra e dallo sprigionamento di questa Forza, il lato oscuro si indebolì e i buoni iniziarono a combattere con maggior vigore.

Lissandra non volle credere a ciò che aveva appena visto.

I suoi maestri erano stati sconfitti, da un esserino sconosciuto con un potere disumano.

La strega dei ghiacci urlò dalla rabbia e con un sortilegio imprigionò Gnar in una morsa di ghiaccio. Gnar però era sì arrabbiato, ma sapeva controllare la sua furia e aiutato dalla Forza si liberò dall'incantesimo in pochi secondi.

- Tutto questo è follia! Non può succedere davvero! - disse incredula la strega dei ghiacci.

- Ti sei sempre chiesta come facciamo noi Iceborn ad usare la Forza se non per difenderci... ora hai la risposta: quando siamo tutt'uno con la Forza dell'equilibrio si spacca la terra e allora gettiamo i nemici nell'abisso profondo. Non li uccidiamo, ma li sconfiggiamo! - disse Anivia.

- No... non è possibile! - esclamò con tutta la sua furia Lissandra.

Anivia, usando il potere telepatico della Forza, si mise in contatto con tutti campioni che stavano lottando a Runeterra.

- Popolo di Runeterra! Basta soffrire! Basta subire l'oppressione del male! I Guardiani del Gelo qui al nord sono stati sconfitti scaraventandoli nell'abisso ululante. Anche voi fate lo stesso: non ferite i vostri nemici, ma usate la Forza e scagliateli nella crepa da dove sono venuti! - disse Anivia.


In quel momento tutti i campioni difensori di Runeterra vennero pervasi da una nuova voglia di battersi: subito allora le sorti del mondo si rivoltarono.

A Shurima, Azir riuscì insieme all'aiuto di Nasus, Sivir, Taliyah, Amumu, Skarner e Rammus a sconfiggere Xerath con la Forza della luce, dissolvendolo per sempre. Appena sconfitto Xerath, Renekton, senza più il controllo della mente di quest'ultimo, ritornò normale e abbracciò suo fratello. Kassadin respinse Malzahar e il suo esercito del vuoto fino a Icathia; una volta lì, il guerriero scagliò i voidborn uno ad uno nel portale ZZ'Rot, tornando umano anche lui.

Nel centro di Valoran, Le forze demaciane e piltoveriane sconfissero i guerrieri di Noxus e Zaun: alcuni si arresero, altri più malvagi come Swain, LeBlanc, Warwick o Singed furono buttati nella crepa direttamente a Nibelheim.

A Ionia, dopo una lunga battaglia sanguinosa, Lee Sin sconfisse Kayn, Shen sconfisse Zed, Akali sconfisse Syndra e Yasuo e i Vastaya sconfissero Valmor e Kai, mentre tutti gli altri campioni respinsero le ombre ricacciandole nell'abisso. Le ombre di Zed, Kayn, Syndra, Val e Kai si dissolsero, e i campioni superstiti poterono finalmente riabbracciarsi.

Più le forze del male venivano sconfitte, più Forza traevano i difensori della luce che rinvigoriti nella Forza e nell'equilibrio cacciarono Brand, Diana e Morgana nell'abisso infuocato provocato da Brand stesso. In tutto questo, Yorick e Maokai trovarono tra le ombre infestate il Re in rovina delle ex isole benedette; una volta ritrovato, i tre recitarono il sortilegio che avrebbe sciolto l'incantesimo oscuro che generava il varco tra i vivi e i morti nelle Isole dell'ombra. Allora, tutti gli spiriti non-morti, come Hecarim, Mordekaiser, Elise, Evelynn, Karthus, Thresh, Kalista, Yorick e Maokai, vennero finalmente ricacciati nel varco e l'invasione dei fantasmi dell'Harrowing cessò definitivamente.

Il bene trionfò, eppure, dopo la cacciata nell'abisso di tutti quegli esseri malvagi, Runeterra venne scossa da terremoti di tale potenza che abbatté la maggior parte degli edifici in tutta Valoran. Era Lissandra che con la sua furia glaciale volle sottomettere tutti gli abitanti di Runeterra ad adorare il vero ghiaccio: un freddo ancestrale pervase Runeterra e i suoi difensori ripresero a combattere. Lissandra stava espandendo il suo potere oscuro e spettava ad Ashe fermarla.

Contemporaneamente, nel Freljord, un'oscura tempesta alimentava la potenza di Lissandra, la quale cominciò a scagliare fulmini su Ashe e i suoi. Gnar caricò la strega dei ghiacci, la atterrò e cominciò a tempestarla di pugni; Lissandra però con una magia spinse via Gnar che venne stordito per qualche istante; fu un attimo e Gnar si ritrovò bloccato in una morsa di ghiaccio molto più stretta e potente della precedente, e dalla quale faceva fatica a liberarsi. Allora, i campioni Avarosani e dell'Artiglio d'Inverno stavano attaccando Lissandra da tutte le parti; lo scontro andò avanti per diverso tempo, senza nessuno che dominava. All'improvviso Ashe sentì una voce chiamarla:

- Ashe. -

- Chi mi chiama? - domandò la Regina.

- Sono Avarosa, la tua antenata. -

- Avarosa! - disse stupita Ashe.

- Usa la Forza, Ashe! Tu puoi sconfiggere Lissandra. Ricorda ciò che ti disse Wotan! -

- La Forza... la Forza! - disse Ashe convinta.

Ashe vide da lontano Lissandra che lottava furiosamente contro i suoi uomini; a un certo punto Sejuani intrappolò Lissandra nella sua Ebolice, mentre Gnar la teneva ferma. Fu allora che Ashe decise di scoccare la sua freccia suprema contro Lissandra per cacciarla nell'abisso per sempre.

- Ora, Ashe! - disse Avarosa.

Ashe scoccò la sua freccia migliore che, guidata da Avarosa, trafisse il cuore di Lissandra. La strega dei ghiacci urlò dal dolore e iniziò a congelarsi. Una volta congelata, Sejuani mollò la presa, Gnar la sollevò e la scaraventò nell'abisso ululante per sempre. Una volta sconfitta Lissandra, l'abisso ululante eruttò una tormenta di gelo che si estese su tutta Runeterra. Poi ci fu silenzio.

Gnar ritornò nella sua forma minuta ed esclamò:

- Evviva! -

Ashe non riuscì a crederci dalla gioia: aveva sconfitto Lissandra, rivendicando le sue terre e il suo popolo. Abbracciò Gnar, poi corse da Sejuani, da Anviva e da tutti i suoi compagni per complimentarsi della vittoria.

Lissandra, i Guardiani del Gelo, i voidborn, i non-morti delle Isole dell'ombra, gli ascesi corrotti, l'ordine dell'ombra, i noxiani, gli zauniti, i mostri marini, i demoni, gli spiriti, i fantasmi oscuri, i soldati del male... tutti furono sconfitti e cacciati nell'abisso, il quale tuttavia continuava ad alimentare una forza oscura che stava gelando tutta Runeterra in un ghiaccio oscuro. Dopo una gioia iniziale, Ashe, Sejuani, Gnar e gli altri si affacciarono sull'abisso e si accorsero che l'oscurità che il crepaccio della morte emanava continuò ad avvolgere il Freljord e tutta Runeterra. Anche gli altri campioni delle altre fazioni si riunirono per capire cosa stesse succedendo.

A Ionia c'erano Lee Sin, Master Yi, Shen, Kennen, Sona, Soraka, Bard, Karma, Akali, Janna, Nidalee, Rengar, Rakan, Xayah, Ahri, Wukong, Jhin e Yasuo; a Shurima si riunirono Azir, Nasus, Sivir, Taliyah, Rammus, Skarner, Amumu e Kassadin redento; al centro di Valoran si radunarono tutti i soldati di Demacia e di Piltover; nel cuore di Runeterra, ai piedi del monte Targon ormai crollato, si riunirono Ryze, Alistar, Ivern, Kayle, Zoe, Aurelion Sol, Leona, Pantheon e Taric, raggiunti poi dai campioni di Bilgewater e Bandle City, giunti in loro soccorso.

Anche nel Freljord, dopo un'apparente calma, Ashe, Sejuani, Gnar, Anivia, Ornn, Kaspyann, Volibear, Trundle, Udyr, Olaf, Gragas, Nunu e Braum cominciarono a capire che il peggio doveva ancora arrivare. Guardarono il cielo: la tempesta non cessò, anzi, divenne ancora più intensa e le vittime e i disastri naturali continuavano ad aumentare di numero e di potenza.

- Ho un gran brutto presentimento... - disse Ornn guardando il cielo incupirsi sempre di più.

Fu allora che Ashe trasalì all'improvviso:

- Tryndamere! -

- Tryndamere! Sì! È là dentro che sta lottando contro i Darkin! - insorse Braum.

- Come ho potuto dimenticarmi di lui! Dobbiamo andare, non so quanto resisterà! - disse Ashe dirigendosi verso la fortezza della Guardia del Gelo.

- Ashe, aspetta! Veniamo con te! - dissero gli altri seguendo la loro Regina.

Giunti a qualche decina di metri di distanza dall'entrata principale, l'intera fortezza collassò sui sé stessa, frantumandosi in milioni di detriti. Ashe, alla vista del crollo del palazzo, si inginocchiò incredula a terra e urlò dalla disperazione. Tryndamere stava combattendo contro i Darkin proprio quando l'edificio iniziò a collassare fino a ridursi in macerie: sarà ancoro vivo?

Tutti i campioni freljordiani si fermarono dietro alla loro Regina che guardava nel vuoto speranzosa che il suo uomo uscisse vivo da quel disastro.

Braum mise una mano sulla spalla ad Ashe, la quale disse piano:

- Lui è vivo. Lo sento. -

- Ashe... come?... - cominciò Trundle, ma venne poi zittito da Udyr.

- Sì, Tryndamere è vivo, l'ho percepito. -

- Continuo però ad avere un brutto presentimento... molto brutto! - puntualizzò Ornn.

La poca e fievole luce che illuminava Runeterra cominciò a divenire di color rosso sangue; all'improvviso una luna di sangue sorse ad est di Ionia e cominciò a prosciugare le fonti di acqua del mondo. La terra tremò, le tempeste divennero sempre più forti, i tornadi si fecero più potenti, la nebbia si infittì e il gelo divenne sempre più pesante e tagliente. Il Ragnarock continuava poiché Darkin non erano ancora stati sconfitti: Ashe, con la sua visione arcana insegnatole da Anivia e da Ornn, vide il Walhalla degli Dei cadere a pezzi; il mondo del cielo e il mondo dell'oltretomba vennero fusi insieme e devastati dalle fiamme sempre più intense che bruciavano ogni cosa. Il fiume Rhein straripò dagli argini e inghiottì tutto il mondo divino e ultraterreno fino a farlo scomparire per sempre: la fine degli Dei del bene e del male era giunta, ma chi avrebbe vinto sulla terra? Gli Iceborn o i Darkin? Tutto dipendeva da Tryndamere.

Mentre il gelo e l'oscurità offuscavano Runeterra, all'improvviso una luce rossa fendette le macerie della fortezza creando un'esplosione di fumo e detriti; tutti i campioni freljordiani si allontanarono per proteggersi dalla raffica di macerie che si creò e videro con stupore Tryndamere che stava letteralmente massacrando i Darkin; Aatrox non si scorgeva, forse ancora coperto dalle macerie, ma Nocturne, Rhaast, Varus e “Draakar” non riuscivano a contrattaccare il Re del Freljord: la furia e la rabbia di Tryndamere erano indomabili, le quali continuavano a venire alimentate dai fulmini della tempesta. Quando il fumo si dissipò ulteriormente, tutti notarono con orrore la mutazione genetica di Tryndamere: era un mostro, simile a un Darkin, con un'arma vivente al posto del braccio destro che continuava a colpire i quattro Darkin senza pietà. Ashe non riuscì a credere a ciò che lei e i suoi stavano osservando: Tryndamere era diventato un Darkin!

- No! Non può essere vero... il mio Trynd un Darkin! No! No! Non è possibile! - disse Ashe in lacrime.

- Allora è come se fosse morto... - disse a testa bassa Sejuani mentre osservava la scena.

- Aspettate! Non è detto che stia usando la furia per odio: se la usa con consapevolezza, allora non c'è nulla da temere. - cercò di rassicurali Udyr.

- Non vedi, Udyr! È un mostro! - gridò Ashe disperata.

- Anch'io divento un mostro quando mi arrabbio... anzi quattro per la precisione. Non sappiamo ancora se Tryndamere lo sta facendo perché sa controllare la sua rabbia oppure no. - la rassicurò Udyr.

- Conosco Tryndamere. Lui è forte, non cederà al lato oscuro. - disse sicuro Gnar: - L'ho avvertito dal suo abbraccio che mi diede tempo fa: lui ora sa controllare la sua Forza e la sua rabbia, come me e Udyr. -

Ashe si rassicurò un po' a quelle parole, tuttavia, vedere l'uomo della sua vita mutato in quel modo la riempì di paura e di angoscia: tra l'altro, Tryndamere aveva un braccio avvolto da una spada viva, aveva dei serpenti al posto dei capelli, delle lingue di fuoco sulle spalle e degli occhi che sembravano due tizzoni ardenti; insomma, era molto più demone che umano.

“Tryndamere lama demoniaca” era scatenato e tempestava di attacchi i Darkin: li trafisse da parte a parte, tagliò loro mani, braccia, teste, divorò le loro pelli, dilaniò i loro corpi, che usò per alimentare la sua potenza disumana. Il sangue schizzava da tutte le parti e il massacro fu totale. Tryndamere non si saziò, voleva che i Darkin soffrissero: allora spezzo una ad una le armi dei Darkin. Prima la falce conficcata nel corpo di Rhaast, poi la bilancia che decapitò “Draakar”, poi ancora l'arco che trafisse Varus e infine Nocturne che venne trafitto dalla lama di Tryndamere. Una volta sconfitti, Tryndamere emise un grido della distruzione, talmente potente che le montagne di Valoran si spaccarono e franarono sulla terra; il barbaro demoniaco prese ciò che rimaneva dei quattro Darkin e colmo di rabbia, con tutta la furia, l'odio e la violenza che aveva in corpo, li cacciò nell'abisso ululante ancora urlanti, insieme alle loro armi, così non avrebbero più fatto male a nessuno. Tryndamere non era però ancora sazio; mancava Aatrox, la sua nemesi!

- Dove sei Aatrox! Dove ti nascondi! AAAAAAHHHHHHH!!!!! - urlò Tryndamere scatenato mentre continuava a distruggere qualunque cosa gli capitasse a tiro.

- Osserva, Tryndamere: la mia più grande creazione! La sua rabbia cambierà il mondo! -

Fu allora, tra l'orrore dei suoi compagni e tra le grida dei morti, che apparve dall'oscurità Aatrox, più grande e potente che mai, alimentato da tutta quella rabbia e da quell'odio che Tryndamere aveva generato con la sua mutazione, ed era proprio ciò che Aatrox voleva: trasformare Tryndamere nella sua creazione che avrebbe cambiato il mondo con la sua rabbia e il suo odio. Aatrox apparì più forte e demoniaco che mai, accompagnato da rumori di tuoni, di saette e dalle scie dei morti che il Ragnarock stava lasciando. Appena Tryndamere vide la sua nemesi gridò ancora più forte per caricarsi ulteriormente, cercando di spaventare Aatrox come aveva fatto coi suoi fratelli, ma questi non sembrava affatto spaventato, anzi, lo applaudiva sincero, mentre rideva sadicamente.

- Ahahahahahahah!! Bene! Molto bene, mio nuovo apprendista! Il tuo odio ti ha fatto potente! - sogghignò Aatrox, fiero della sua creazione.

A quelle parole, Ashe e gli altri campioni si riempirono di angoscia e di terrore: allora era realtà! Tryndamere era passato al lato oscuro! Ashe continuò a scuotere la testa; non poteva essere vero!

Tryndamere guardò prima Aatrox, poi Ashe e gli altri mentre ancora ansimava dalla voglia di combattere.

- Oh... sì! La Forza è potente in te! Un potente Darkin tu diventerai! Ora unisciti a me! - disse Aatrox mentre lanciava un incantesimo diretto alla testa di Tryndamere. Appena l'incantesimo colpì Tryndamere, egli si inginocchiò dal dolore: un'oscurità tenebrosa e serpentina cominciò a penetrargli nel cranio e nel cuore.

Volibear e Kaspyann riconobbero subito quell'energia oscura:

- Quell'incantesimo! È quello che ci ha legati a Lissandra e ai Darkin per anni! - esclamarono i due.

- Sì! È vero! È il controllo della mente! Se Aatrox prende il controllo di Tryndamere è finita per Runeterra! - urlò terrorizzata Sejuani.

- No! No! No, Aatrox! Tu non me lo porterai via! - gridò piena d'angoscia Ashe precipitandosi verso suo marito che era in preda al dolore, all'oscurità e al conflitto interno fra luce ed ombra.

- Ashe! Aspetta! È pericoloso! - gridarono i suoi compagni, ma Ashe non li ascoltò. Lei voleva soltanto suo marito.

Arrivata vicino a Tryndamere, lo abbracciò con tutta la forza che le era rimasta in corpo. Ashe si ricordò di quella volta che Tryndamere era in preda al delirio della sua furia immortale e che con un abbraccio aveva fatto in modo di salvarlo: la Regina sperò che il miracolo si potesse ripetere e che avrebbe salvato il suo Re anche questa volta. Ma forse l'abbraccio era troppo poco ora come ora, così, come nella favola della bella e la bestia, Ashe prese il volto bestiale di Tryndamere tra le mani lo baciò profondamente sulla bocca, sotto lo stupore dei suoi compagni. Con il potere di telepatia della Forza, Ashe comunicò a Tryndamere tutto il suo amore a cuore aperto:

- Trynd, amore mio! So che puoi sentirmi, sono qui vicina a te! Non lasciarti corrompere dall'ombra dell'odio: io ti amo! Ti amerò per sempre! Resta con me! -

- Sciocca insolente! Come osi? Lui è mio! - disse Aatrox minaccioso ad Ashe.

Gli bastò alzare un dito dell'altra mano, lo puntò verso Ashe e con una scarica di fulmini scaraventò la Regina tra i suoi compagni, i quali caddero per l'urto. Braum e Nunu soccorsero Ashe e la fecero rialzare, ma lei aveva speso tutto in quel bacio, beccandosi scariche oscure in tutto il corpo, perdendo sangue dalla bocca. Erano tutti deboli, nessuno poteva fare più nulla: neppure Gnar che, non appena accennò una reazione per difendere il suo caro amico, venne anche lui scaraventato via da Aatrox, il quale stava traendo forza e distruttività da un Tryndamere devastato dai sentimenti che si stavano scontrando dentro di lui. Tutto dipendeva da Tryndamere, ma la corruzione del Darkin sembrava essere troppo potente e così Aatrox, non appena terminò il sortilegio, proruppe in un grido di trionfo.

- Ah!... Sì! Sì! Ora sei mio, Tryndamere! Non importa se hai ucciso i miei fratelli e i miei seguaci, la loro perdita per ciò che sei diventato ora è stata necessaria! Ora sì che ti riconosco come figlio, un degno figlio votato al male! -

Dopo il grido di vittoria, Aatrox parlò all'intero mondo perché potesse sentirlo:

- Tremate popolo di Runeterra! Il Ragnarock è appena cominciato! Voi difensori della luce presto morirete e i Darkin saranno i padroni del mondo! - gridò Aatrox alzando la sua spada vivente.

Tutti tremarono, ma Tryndamere rimase inginocchiato, in silenzio e a testa bassa, quasi dolorante, come se lo scontro dentro di lui fosse ancora in atto: soffriva come mai prima d'ora, ma quel dolore alimentava la sua potenza.

- Sei ancora scosso, figliolo? Abbandonati all'oscurità! Lascia che la rabbia e il furore prendano il possesso della tua mente e del tuo cuore.... allora, il più grande Darkin di tutti i tempi diventerai! - disse Aatrox maligno.

- Aaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhh! - gridò Tryndamere.

- Sì, Tryndamere!... Il tuo odio e la tua furia ti hanno reso più potente e più malvagio che mai! Ora... adempi il tuo destino! Distruggi i nostri nemici e governa Runeterra al mio fianco! - terminò imperioso e malvagio Aatrox, tendendogli la mano.

Tryndamere guardò il suo braccio mutato in un'arma Darkin, osservò gli occhi di Ashe che lo guardava in lacrime e in silenzio mentre singhiozzava, poi guardò Aatrox che lo chiamava. Il lato oscuro e la luce stavano lottando come mai prima d'ora dentro il guerriero. Alla fine, Tryndamere si alzò in piedi, emise un grido di dolore e all'improvviso e tutto d'un tratto ritornò nella sua forma umana! Appena tornato uomo, prese la sua spada col serpente avvolto, la spezzò in due e la gettò con violenza nell'abisso ululante. Alla vista dell'accaduto, Ashe e i suoi compagni gridarono di gioia, mentre Aatrox, sconcertato, urlò dalla rabbia:

- Cosa?? Che cosa hai fatto?!... Avanti! Unisciti a me!! - ripeté Aatrox furibondo.

- No, mai!... Non passerò mai al lato oscuro! - disse Tryndamere, rifiatando.

- Tu... - disse Aatrox incredulo.

- Sì, Aatrox. È finita per te! Sai cosa ti dico?... Grazie! Sì, hai ragione, Aatrox, è vero! Sono un Darkin, ma non per questo devo seguirti. Ogni ombra ha una sua parte di luce che io ho deciso di seguire. Grazie a te ho imparato a scontrarmi con la mia ombra, a controllare la mia Forza, la mia rabbia e ad essere compassionevole. Ed è per questo che percepisco che mio padre è ancora vivo dentro di te: è da lui che ho imparato tutto questo, non da te, Darkin! Io ti devo tutti i miei successi, è vero, ma sei un folle se credi anche per un solo istante che rinunci a tutto questo questo amore e a questi affetti solo per essere tuo schiavo! Sappi che quello che ho è più molto importante di tutto il potere del mondo: i miei amici, i miei maestri, le mie tradizioni... e mia moglie Ashe: i suoi occhi, il suo amore, il suo cuore sono molto più preziosi di qualunque altra cosa al mondo! Tu hai sempre esercitato la tua autorità paterna su di me, ma, lasciatelo dire, tu di paterno non hai nulla: è vero, grazie a te ho ottenuto gloria, potenza, degli amici, una moglie... e per questo ti ringrazio e lo accetto... come accetto la realtà che sono un Darkin; ma ora che sono consapevole, sono io a seguire il mio destino, ed è per questo che non mi unirò mai a te al lato oscuro della Forza! Voi Darkin non siete nulla senza scontri, battaglie e odio: ora il male a Runeterra è stato sconfitto! Manchi solo tu, ma se tutti noi smettiamo di combatterti e ritiriamo le nostre proiezioni dalla guerra dell'odio, sai bene che tu sparirai per sempre, poiché non esistono Darkin se nel mondo regnano la pace e l'amore! Per questo motivo, io non passerò mai al lato oscuro! -

Dopo una brave pausa di silenzio, Tryndamere avanzò disarmato ma a testa alta verso Aatrox e gli disse:

- Rassegnati, hai fallito, Aatrox. Sarò anche un barbaro incapace di morire, sarò anche un Darkin assetato di sangue... ma sono anche un fiero guerriero e un nobile sovrano, come ho scelto di essere. E soprattutto, sono un Iceborn come mia moglie, come i miei amici, come Avarosa, come Serylda... come mio padre prima di me! -

Aatrox era immobile, freddo e impietrito dalle parole di Tryndamere che era finalmente a prova di ogni corruzione. Era davvero diventato un Figlio del Gelo completo. Ashe e i suoi si avvicinarono a Tryndamere e tutti uniti guardarono Aatrox in attesa di una sua risposta. Il Darkin, dopo un lunga pausa di silenzio, annuì leggermente con la testa, guardò con occhi spietati Tryndamere e infine disse:

- Sia come vuoi... Iceborn! -



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Capitolo 18
*** Capitolo 17: Il ritorno degli Iceborn ***


Capitolo 17: Il ritorno degli Iceborn.


- Se non ti vuoi convertire, allora mi riprenderò ciò che mi appartiene! - disse Aatrox, con tutta la foga e la rabbia che aveva dentro di sé.

Aatrox alzò una mano e con un incantesimo invocato su Tryndamere iniziò a prosciugarlo di tutti i suoi poteri. Il Re del Freljord si sentì venire meno, sempre maggiormente, fino ad inginocchiarsi privo di ogni forza, come se fosse stato prosciugato totalmente da ogni energia: e così fu. Tryndamere svenne con orrore sotto gli occhi dei suoi compagni che iniziarono a soccorrerlo. Aatrox si cibò di tutta la forza demoniaca di Tryndamere e divenne più grande, più cattivo e più potente che mai. La spada di Aatrox si ingigantì e cominciò ad attirare i fulmini del cielo; il suo corpo diventò più muscoloso e resistente; delle scaglie di fuoco ricoprirono il suo corpo come un'armatura; dei serpenti di color rosso sangue legarono l'impugnatura della spada alla sua mano diventando sempre più grande e sempre più potente; Aatrox aveva finalmente raggiunto la tanta attesa onnipotenza; di fatto, aveva unito i suoi poteri con quelli di Tryndamere, prosciugando quest'ultimo da ogni forza.

- Quello di cui ti ho deturpato ora è il seme Darkin che ti iniettai anni fa quando eri ragazzo; grazie a quello riuscivi ad essere immortale grazie alla tua rabbia: bene, ora non lo sei più. Mi sono ripreso ciò che era mio e lo userò per diventare finalmente onnipotente! Aahahahahahah! - disse Aatrox ridendo.

L'onnipotenza di Aatrox, allora, raggiunse il culmine: iniziò a provocare una tempesta distruttiva portatrice di morte che incominciò a distruggere pian piano tutto il pianeta. La terra incominciò a tremare, fino a spaccarsi in tanti pezzi, abbattendo costruzioni e facendo precipitare nel vuoto esseri viventi. I tornadi e le trombe d'aria di vero ghiaccio oscuro invasero Runeterra razziando ogni cosa e inghiottendo uomini, animali e alberi, il fiume Rhein iniziò a colorarsi di rosso sangue e straripò dagli argini travolgendo ogni cosa, mentre lampi, tuoni, fulmini e saette incenerivano guerrieri su guerrieri, accrescendo la forza di Aatrox.

La fine del mondo, il Ragnarock, sembrava aver raggiunto l'apice.

I difensori di Runeterra cominciarono a difendersi per respingere i fulmini di Aatrox ma più combattevano più i fulmini diventavano potenti e presto i campioni della lega, complici le battaglie precedenti e la stanchezza, iniziarono a soccombere a quell'immenso potere oscuro. Shurima, Bandle City, Demacia, Piltover e Bilgewater erano sotto la tempesta nemica e soffrivano, i targoniani e gli ioniani resistettero un po' di più, ma poi anche loro vennero sopraffatti dai fulmini che li stavano bruciando.

Poi fu la volta del Freljord, e Aatrox, per vendicarsi di Tryndamere, non si risparmiò nell'infliggergli la più grande tortura possibile: dopo averlo prosciugato da ogni forza, l'avrebbe imprigionato in una morsa di vero ghiaccio indistruttibile mentre scagliando fulmini dalla spada inceneriva i suoi amici e sua moglie sotto i suoi occhi, mentre era prigioniero e impotente. E così avvenne.

- E ora Tryndamere, si compia il tuo destino! - disse Aatrox mentre paralizzò il Re del Freljord in una morsa di ghiaccio oscuro che sembrava non spezzarsi o sciogliersi.

Tryndamere in ogni caso era troppo debole per liberarsi. Dopo il suo imprigionamento, Ashe, Gnar e gli altri cercarono di liberarlo ma poi, vedendo che era tutto inutile, si prepararono allo scontro decisivo con Aatrox, il quale traeva forza da tutta quell'energia. Con un potente colpo di spada, il Darkin sbaragliò Ashe, Sejuani, Gnar, i quattro semidei, Udyr, Trundle, Olaf, Gragas, Nunu e Braum mentre cercavano di attaccarlo. I Figli del Gelo caddero a terra privi di sensi sotto gli occhi terrorizzati di Tryndamere, in lacrime, che guardava quell'orribile scena ma che non poteva fare nulla per impedirla:

- No! No! Lasciali stare! È me che vuoi! - lo pregò Tryndamere.

- Oh... no, Tryndamere. Ucciderti subito sarebbe troppo facile e troppo buono da parte mia. NO! Invece, ti ucciderò per ultimo! Prima farò fuori uno ad uno tutti i tuoi amici, molto lentamente, mentre imprigionato li guardi soffrire e morire, sentendoti in colpa per la scelta che hai appena fatto! - gli rispose Aatrox malvagio più che mai.

- No! Non puoi farlo!... Padre! Ti prego, vieni fuori di lì e ribellati ad Aatrox! So che c'è ancora del buono in te! - imprecò Tryndamere con angoscia mentre cercava di aggrapparsi alla speranza che il padre fosse vivo.

- Oh... è così dolorosamente meraviglioso ciò che provi per i tuoi amici... ma non temere! Quando avrò finito con loro li raggiungerai presto, stai tranquillo! Ahahahahahahah! -

Aatrox trasse forza dalla tempesta del cielo, attirò a sé tutti i fulmini e, brandendo la sua spada vivente, iniziò a sparare fulmini e saette su Ashe, Sejuani, Gnar e gli altri campioni freljordiani, ancora storditi. Appena ricevute le scariche, i compagni di Tryndamere urlarono dal dolore.

- Siccome non ti sei voluto convertire, allora i tuoi amici saranno distrutti! - gridò Aatrox, mentre con la sua spada stava incenerendo i suoi compagni.

Tuttavia, la pena non si limitò solo ai campioni freljordiani, ma si estese a tutti i campioni di Runeterra, da Ionia a Shurima, da Demacia a Bandle City, da Piltover a Targon: tutti i campioni della lega, salvo Tryndamere, stavano soccombendo sotto la tempesta di fulmini di Aatrox, il quale sembrava davvero essere invincibile! Già Asgard era stata spazzata via e dissolta: il crepuscolo degli Dei si era già compiuto, e ora, senza di essi, gli uomini sarebbero stati vulnerabili al potere oscuro dei figli di Loge. Il Dio del fuoco e degli inganni era morto, ma il suo veleno e la sua oscurità serpeggiavano ancora su tutta Runeterra che stava per essere stritolata dalla morsa di un Aatrox più forte e malvagio che mai.

- Dopo che vi avrò uccisi tutti recupererò quel dannato anello del nibelungo! Con esso avrò il potere di tutta Runeterra, poi della galassia, poi dell'universo! Ahahahahah! - gridò trionfante Aatrox.

- Non vincerai mai Aatrox! - gridò dal dolore Sejuani ancora in preda alle scariche del demone.

- Ho già vinto! E voi poveri Figli del Gelo verrete presto uccisi e dimenticati! -

- Meglio morire che diventare tuoi schiavi!! - gridò Ashe soffocata dai fulmini di Aatrox e piena d'angoscia.

- Presto tutto finirà e sarà buio eterno! Ahahahahahahah! - disse ridendo Aatrox.

I fulmini di Forza cominciarono pian piano a diventare sempre più forti e fitti tanto che i difensori di Runeterra non riuscirono più a parlare dal dolore; anche i quattro semidei erano impotenti. L'unico che poteva fare qualcosa era Tryndamere, ma era imprigionato nel vero ghiaccio che non voleva sapere di spezzarsi. Aatrox, vedendo la sofferenza negli occhi di Tryndamere, rincarò la dose di perfidia.

- Ti ricorda qualcosa tutto questo, figliolo? Certo che sì... quando sotto i tuoi occhi ho ucciso tua madre, la tua famiglia e il tuo clan... bene, la storia sta per ripetersi, e indovina un po'? Tu, come allora, non potrai fare nulla per impedirlo! Ahahahahahahahahah!! - disse Aatrox ridendo sadicamente e continuando ad attaccare i difensori di Runeterra.

Tryndamere era sconcertato, disperato, devastato, spaventato come mai prima d'ora: ascoltando i lamenti di una Runeterra che stava per esplodere, ricordò le grida dei morti quando anni fa Aatrox insieme al Protettorato sterminò la sua tribù e uccide sua madre. Ricordò il sogno della morte di Ashe per mano di Aatrox e della testa fluttuante che recitava la profezia della fine del mondo! La storia si stava ripetendo e Tryndamere non poté far altro che gridare come un bambino spaventato per via del mostro sotto il letto... ma il mostro sotto il letto era un Darkin che stava portando a termine il Ragnarock e sembrava davvero onnipotente.

- Ashe! Gnar! Amici miei! Mi dispiace, non doveva finire così! - disse Tryndamere piangente e disperato, rivolto ai suoi compagni, ormai privo di ogni speranza e rassegnato al suo triste destino.

- No, Tryndamere, hai fatto la scelta giusta! Aaaaahhhhhh! - gridò Ashe dal dolore mentre Aatrox continuava a colpirli: - Tu sei il prescelto! Aaaaahhhhh! Comunque finirà, io ti amerò per sempre! Aaaaaahhhhhh! -

- Aahhhhhhh! Tryndamere! Ti prego, aiutaci!!! Aaaaahhhh! - gridò Gnar disperato e dolorante; anche lui era troppo debole per reagire.

Tryndamere era in lacrime, distrutto dal dolore e con il cuore in gola. Cercò in tutti i modi di liberarsi dalla morsa senza successo: più si dimenava, più la morsa si stringeva. Aatrox interruppe per un attimo l'attacco e si rivolse a Tryndamere con tono diabolicamente ironico:

- Davvero pensavi che bastasse smettere di combattere per sconfiggermi? Ahahahahahahah! Povero stolto: solo ora, alla fine, acquisti la ragione! -

Dopo quelle parole, Aatrox tornò a tormentare i difensori di Ruenterra con le scariche di lampi sotto gli occhi di Tryndamere, il quale, dopo aver cercato di liberarsi, iniziò a pregare affinché questo tormento potesse cessare una volta per tutte.

- È inutile tentare di liberarti, non sei più un Darkin e non hai più la tua furia immortale! Ora sei solo un uomo, e le tue deboli facoltà non possono competere col potere del lato oscuro della Forza! - disse Aatrox rincarando la dose di fulmini di Forza contro i suoi compagni.

- Hai pagato il prezzo della tua sconsiderata miopia! - aggiunse Aatrox.

- Tryndamere! Aiutaci, ti prego! Aaaaahhhhh! - lo implorò Ashe cercando ormai priva di forze di tendergli la mano, ma venne subito interrotta dal dolore delle scariche di Aatrox.

Tryndamere era dilaniato dal dolore, ma Aatrox continuava a ridere sardonico, amplificando la tempesta a tal punto fino a farla diventare letale, mentre il tema dell'Imperatore serpeggiava oscuro e potente nell'aria. Aatrox per un secondo interruppe le scosse, poi disse piano, sottile, ma diabolico:

- E ora, miei cari Iceborn, voi morirete! -

Dopo un breve istante dove il Darkin ammirò fiero il suo grande capolavoro di distruzione, Aatrox procedette con le scosse mortali che stavano lentamente uccidendo tutti i difensori di Runeterra, di cui i freljordiani sotto gli occhi in lacrime di Tryndamere.

Tryndamere si sentì morire, venendo sempre meno, mentre le grida dei suoi amici gli offuscarono la mente e i sensi. Il Re del Freljord quindi, in un momento di svenimento, chiuse gli occhi, ormai stremato. Il Re però non morì, ma precipitò in un'altra dimensione dove lo spazio e il tempo sembravano mescolarsi. Tryndamere era in mezzo al vuoto ed era sollevato in aria da un'aurea che lo circondava e che lo rianimava dalle forze perse e lo curò dalle ferite subite. Appena aprì gli occhi sentì una voce profonda chiamarlo:

- Tryndamere! -

- Chi è? -

- Non mi riconosci? - disse la voce mentre in lontananza un vecchio eremita stava prendendo forma. Tryndamere strinse gli occhi e riconosciuto il nonno gridò:

- Wotan! -

- Non lasciarti sconfiggere da Aatrox, non è potente come sembra. Lui ha paura di te. -

- Ma ora sono privato dei miei poteri... -

- No, sei stato privato solo del tuo essere Darkin. Hai ancora tutti i poteri di un Iceborn. Ascolta la Forza che ti circonda: ora svegliati, sconfiggi Aatrox e salva i tuoi amici e Runeterra! Addio Tryndamere, che la Forza sia con te! - disse sparendo il fantasma di Wotan.

Tryndamere riaprì gli occhi mentre i suoi compagni erano ancora sotto la scarica di fulmini di Aatrox, il quale stava ormai per dare la scossa definitiva al loro annientamento. Tryndamere allora lasciò che la Forza gli scorresse nelle vene e che lo circondasse in ogni parte del corpo. I suoi occhi emisero una luce raggiante che lo liberò dalla morsa di ghiaccio e, una volta libero, comparve nella sua destra una lancia fatta di luce: era la lancia con la quale avrebbe sconfitto Aatrox.

Aatrox non si accorse che Tryndamere si era liberato e continuò a tempestare i difensori di Runeterra ridendo sadicamente e dicendo:

- Ora Tryndamere... anche tu morirai! -

Tryndamere sentì la Forza e l'equilibrio scorrere nel profondo; alzò la testa, impugnò la lancia e esclamò prima piano:

- No.... - facendo voltare Aatrox, il quale si stupì di trovarlo libero. Poi gridò più forte che mai:

- NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!! -

Tryndamere, rinato dalla luce, infilzò Aatrox trapassandolo da parte a a parte con la sua lancia luminosa da dietro dritto al cuore. Lo sollevò, mentre Aatrox gridava dal dolore mentre ancora la sua spada eruttava fulmini e saette. Ashe e i compagni, ancora vivi, guardarono con infinito stupore lo spettacolo, mentre Tryndamere con tutta la Forza che aveva in corpo scaraventò Aatrox urlante nell'abisso ululante, il quale dopo aver inghiottito Aatrox, si colmò del tutto ed eruttò una tale energia da far perdere i sensi a tutti, che caddero al suolo, esausti ed esanimi.

La tempesta si diramò e nel cielo si aprì uno squarcio che eruttò un bagliore che generò una grande vampa. Dopo un momento di totale distruzione, il bagliore della vampa improvvisamente si spense, così che in tutta Runeterra rimase soltanto una nuvola di vapore che portò via con sé i cattivi geni degli Dei e degli uomini. Al tempo stesso, il Rhein, cresciuto in gran piena, rovesciò il suo flutto su tutta Valoran. Le tre figlie del Rhein, venute a nuoto sulle onde, apparvero sulla terra per riprendersi le ricchezze che gli abitanti di Runeterra rubarono loro eoni fa, durante la guerra delle rune, tra cui l'anello del potere. Hagen, ancora vivo per miracolo, alla vista dell'anello che sprofonda nelle acque del Rhein e al grido di "Lasciate l'anello!", gettò via in fretta lancia, scudo ed elmo in preda all'ira e si precipitò come forsennato nelle onde del Rhein per riprendersi l'anello, ma poi si accorse che non sapeva nuotare e annegò. Le tre ondine danzarono su Runeterra, mentre stava per essere essere distrutta per poi essere purificata da tutto il male dei Darkin. Attraverso la nuvolaglia, distesa all’orizzonte, apparve un bagliore rossastro di vampa che si fece sempre più chiaro. Illuminate da codesto chiarore, si intravidero le tre figlie del Rhein nuotare a danza e giocare gaiamente con l’anello sulle onde ormai più tranquille del Rhein, rientrato a poco per volta nel suo letto. Dalle macerie dei due mondi, uomini e Dei, ormai distrutti, tutti gli abitanti di Runeterra (uomini e donne, animali e mostri ecc...), al colmo dell’angoscia, guardarono il bagliore del fuoco che va crescendo sul cielo, per poi cadere tutti a terra esanimi e privi di forze. Quando questo splendette finalmente al massimo del suo chiarore, il sole sparì nell'oscurità e le fiamme che distrussero il Walhalla, ormai crollato, sembrarono finalmente prorompere nella sala degli Dei. Nel momento in cui gli Dei, già tutti morti, apparvero in sogno agli uomini interamente avvolti dalle fiamme, tutto fu buio.




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Capitolo 19
*** Epilogo: Individuazione e celebrazione della vittoria ***


Epilogo: Individuazione e celebrazione della vittoria.


Il giorno seguente il sole sorse prima del solito.

La brezza di un'aria mite e soave accarezzò i corpi distesi e addormentati dei campioni di Runeterra.

A Ionia il primo a svegliarsi fu Lee Sin che incredibilmente riacquistò l'uso della vista. Si tolse le bende dagli occhi e incominciò a ringraziare i buoni spiriti della luce e dell'equilibrio. Pian piano si rialzarono tutti gli altri ioniani che, felici, si riabbracciarono per la grande vittoria. Si guardarono in torno: Runeterra era rigenerata. Persino le Isole dell'ombra ora erano tornate al loro antico splendore come Isole benedette, ossia, bellissime, verdi e rigogliose.

Il Ragnarock era finito e la sua energia aveva portato via la corruzione e l'oscurità da Runeterra. Quel giorno di risveglio fu rigenerante per tutte le creature che ora gioiscono sulla sacra orma della redenzione. Gli animali tornarono a cantare felici e le piante che tornarono a rifiorire e a crescere. Il Ragnarock aveva distrutto ma ora stava rigenerando tutto quanto.

Le spaccature nella terra si chiusero, lasciando spazio a prati infiniti e verdi. Le montagne si riassestarono e le colline si rinverdirono, mentre i campioni di Runeterra fecero festa per celebrare la vittoria sul male.

Non lontano dell'ex campo di battaglia ioniano, un lamento giunse fino ai guerrieri che stavano festeggiando. Incuriositi, i guerrieri si addentrarono in un bosco dove i lamenti provenivano. Gli ioniani arrivarono e trovarono cinque esseri umani, feriti e doloranti a terra, nascosti tra le foglie che sembravano avere un'aria familiare. Erano Zed, Kayn, Syndra, Val e Kai, che erano ritornati umani, dopo che l'oscurità si era dissipata. Shen corse subito a soccorrere suo fratello, sperando che fosse vivo e che fosse ritornato in sé dopo la corruzione delle ombre. Shen accarezzò il volto insanguinato del fratello che appena debole gli strinse la mano e gli disse:

- Shen... fratello... perdonami... -

- Non preoccuparti, Zed, ora sei qui con noi. Presto! Portiamo Zed, Kayn, Syndra, Val e Kai via da qui! Dobbiamo medicarli! - disse Shen.

- Val! Kai! Come state? - dissero Rakan e Xayah aiutando i loro fratelli Vastaya.

- Beh, siamo stati meglio... grazie amici! - rispose Val abbozzando un sorriso.

Shen, nonostante fosse preoccupato per la salute del fratello, era troppo felice: aveva ritrovato suo fratello, che si era redento dalle ombre. Si inginocchiò e ringraziò il cielo di questo meraviglioso dono:

- Padre! Ce l'abbiamo fatta! Zed è tornato fra noi! -

Il fantasma del padre di Shen e Zed apparve a Shen e i due si sorrisero a vicenda, felici di aver ritrovato equilibrio nella Forza.


A Shurima, fu Sivir a svegliarsi per prima. Appena aprì gli occhi vide il grande disco solare dell'ascensione splendere nel cielo più raggiante che mai. Sivir, dall'emozione, svegliò l'imperatore Azir che, a sua volta, svegliò il resto dei campioni di Shurima: essi osservarono la meraviglia del deserto che si era risvegliato nella sua aurea dorata e che con il suo vento accarezzava i volti dei campioni che fieri e felici si abbracciarono per la vittoria. Stessa cosa accaduta a Zed e agli altri dell'ordine dell'ombra accadde a Renekton, fratello di Nasus, il quale venne ritrovato privo di forze disteso sulla sabbia poco più lontano. Nasus e Renekton si riabbracciarono finalmente dopo eoni e tutti insieme festeggiarono la vittoria. Ma non c'era tanto tempo per festeggiare: Shurima era distrutta e ci voleva tempo per ricostruire la città la quale, tuttavia, aveva ritrovato il suo degno Imperatore.

Anche in tutto il resto di Runeterra i campioni si svegliarono e gioirono per la fine del Ragnarock e per la vittoria; tuttavia, i villaggi, le città, le case, i palazzi e tutte le abitazioni erano state rase al suolo e bisognava ricostruire. Così i campioni della lega decisero che si sarebbero messi al lavoro l'indomani, dopo una grande festa che sarebbe durata tutto il giorno.


Nell'innevato Freljord, l'abisso ululante si placò quella mattina, smettendo di eruttare fumo ed energia negativa. Quel giorno nel Freljord fece insolitamente poco più caldo, tanto che sorsero alcuni ciuffi d'erba sbucando fuori dalla neve. Il sole scaldò i corpi dei guerrieri Iceborn addormentati sulla neve. La prima a svegliarsi fu Anivia che non appena si guardò intorno capì che tutto era finito bene. Presa dall'eccitazione e dalla gioia svegliò tutti i suoi compagni per dire della grande vittoria della luce e dell'equilibrio sul male e sui Darkin. Pian piano tutti si svegliarono e subito ci fu un gran giubilo; persino Ornn, sempre timido e riservato, festeggiò volentieri la vittoria. Ashe andò a svegliare suo marito Tryndamere ancora disteso a terra; appena Tryndamere aprì gli occhi, incrociò lo sguardo di Ashe e i due subito si baciarono profondamente, bisognosi come non mai l'uno dell'altra. Dopo Ashe fu la volta di Gnar che andò ad abbracciare il suo fratellastro. Tryndamere era l'eroe che aveva liberato il mondo dai Darkin e non appena il Re del Freljord si alzò in piedi, tutti corsero da lui ad abbracciarlo e a portarlo in trionfo. Dopo qualche istante di festeggiamenti e di risate, Tryndamere udì un lamento in lontananza; esso proveniva dalle macerie della reggia della Guardia del Gelo, un lamento soffocato che si faceva sempre più forte. Tutti gli eroi si incamminarono verso il cumulo di macerie, poi una volta arrivati vicino ad esso, Tryndamere si arrestò di colpo: aveva percepito qualcosa!

- Trynd, tutto bene? Che cos'hai? - gli chiese Ashe curiosa.

- Ashe, amici, vi chiedo se potete restare qui mentre io cerco di liberare quel pover uomo dalle macerie. - rispose lui.

- Va bene... ma perché vuoi andare da solo? - chiese Sejuani.

- Ho una sensazione, come un presentimento... - disse Tryndamere un po' fra sé un po' rispondendo a Sejuani.

Nessuno ribatté, in fondo era il Re ad ordinarlo. Tryndamere incominciò a farsi largo tra i detriti dell'ex fortezza di Lissandra e a seguire il suono di quel lamento che divenne sempre più fievole e rauco, come se per quella povera fosse arrivata la sua ora. Tryndamere, dopo mezz'ora di ricerche senza successo, trovò un cumulo di macerie da cui si intravedeva un braccio insanguinato sporgere all'infuori. Il cuore di Tryndamere fece un grande tonfo, fece un respiro profondo e andò a soccorrere quell'uomo che stava morendo soffocato e dissanguato: forse Tryndamere conosceva l'identità della vittima. Ashe e gli altri freljordiani si avvicinarono alle macerie per vedere chi fosse quel malcapitato e per capire perché Tryndamere aveva preso così a cuore quel salvataggio.

Tryndamere, dopo fatiche disumane, liberò quello sventurato che sembrava in quel momento aver perso i sensi; il Re non riuscì a scorgere il suo volto da quanto sangue, da quanto ghiaccio e da quanta polvere di detriti c'erano. Così pian piano, con un po' d'acqua che portava con sé in una borraccia, lavò il volto e il corpo di quell'uomo. Tryndamere, appena il viso dell'uomo divenne riconoscibile, scoppiò in lacrime; poi inginocchiatosi e preso quell'uomo fra le braccia, disse teneramente:

- Padre... -

A quelle parole, l'uomo aprì lentamente prima un occhio, poi l'altro e abbozzando un sorriso malinconico rispose:

- Figlio mio... -

Era Reklan, il padre di Tryndamere, ormai irriconoscibile per chiunque data l'età, le ferite e i segni della corruzione dell'ombra. Tuttavia, Tryndamere seppe riconoscere il padre dagli occhi; quegli occhi di ghiaccio forti che da bambino gli incutevano timore e severità, ora gli provocavano compassione e tenerezza. Tryndamere abbracciò forte il padre, il quale, debole, ricambiò felice. Dopo quel lungo abbraccio, Reklan disse tremante:

- Aspettavo questo giorno, Tryndamere. Desideravo tanto guardarti con i miei veri occhi... -

- Sono qui, padre. È tutto finito. Aatrox e i Darkin non faranno più male a nessuno. Sono qui con te ora. - rispose Tryndamere.

- Perdonami, figliolo, se non sono stato un buon padre... solo ora capisco quanto sia importante per te il tuo destino. Pensavo che il successo e la gloria fossero la ricompensa su tutto, ma mi sbagliavo. Tu sei molto più prezioso di qualunque cosa al mondo. Perdonami... -

- Certo che ti perdono, e ti ringrazio anche, da te ho imparato tanto! Aspetta, ora ti alzo, coraggio. Io e i miei amici ti cureremo. - disse Tryndamere cercando di alzare il padre, ma questi si lasciò cadere di nuovo a terra.

- Per me è troppo tardi, figlio. Sono fiero di te e ti voglio bene! Grazie per avermi salvato l'anima, ma non puoi salvare questo corpo distrutto dalla corruzione e dall'odio... - disse Reklan accarezzando il volto del figlio e asciugandogli una lacrima che stava scendendo.

Dopo qualche istante di silenzio, Reklan riprese:

- Ora, va, figlio mio. Lasciami. -

- No! Ti porto con me! Non ti lascerò qui, devo salvarti! - rispose facendo forza al padre.

- Lo hai già fatto, Tryndamere... avevi ragione... avevi ragione nei miei ricordi! Lassù, in un mondo migliore... dirò a tua madre... che avevi ragione... - terminò senza fiato Reklan, che, sorridendo, si abbandonò al suo destino.

- Padre... non ti voglio lasciare! - disse Tryndamere, piangendo, ma ormai era tardi.

Reklan morì tra le braccia del figlio. I suoi compagni circondarono il loro Re con affetto, facendogli forza. Tryndamere si asciugò le lacrime e disse:

- Se solo mi fossi svegliato prima... se solo avessi udito prima il suo lamento... ora sarebbe salvo. -

- Oh, non lo sai. Forse era destino. Vieni, Tryndamere, mettimi in groppa il corpo di tuo padre, si torna a casa! - disse Anivia.



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Quel giorno, tutti gli abitanti e i campioni di Runeterra vennero invitati nel Freljord presso la grande reggia di Avarosa, per una grande cerimonia celebrativa della vittoria del bene sul male. L'invito si estese da Ionia a Shurima, dalle Isole benedette alla giungle di Kumungu, da Bandle City a Bilgewater, da Demacia a Piltover, Da Targon a tutte le popolazioni superstiti di Valoran. Anche Zed, Syndra, Kayn, Val e Kai, redenti dalle ombre dei Darkin, si unirono ai festeggiamenti, facendo pace coi difensori di Runeterra. Tutti i campioni della lega, su invito scritto di Ashe per tramite dell'emissario Nunu, accettarono l'invito alla festa, così verso il tardo pomeriggio, nella sala grande di Avarosa, la cerimonia si svolse come previsto: tutti i campioni della lega che avevano combattuto contro le forze del male vennero premiati. Dopo che tutti i campioni del Freljord ricevettero il loro riconoscimento, si sistemarono seduti nella sala, in attesa del discorso dei sovrani del Freljord. Accompagnati da squilli di tromba e petali di fiori, fecero il loro ingresso nella sala la Regina Ashe, accompagnata da Sejuani, e il Re Tryndamere, accompagnato da Gnar, entrambi stretti per mano che una volta arrivati al balcone, salutarono la folla calorosa, per poi sedersi sul loro trono. Ashe si alzò e prese la parola per prima:

- Abitanti di Runeterra: abbiamo vissuto mesi difficili, pieni di sofferenza, di odio e di guerre che satavano alimentando la fiaccola del male e dell'odio: tutto questo ha poi portato al Ragnarock, la cosa più catastrofica mai abbattutasi prima d'ora su questo mondo. È inutile dire che sebbene il Ragnarock vero e proprio sia durato solo pochi giorni, essi sono stati i giorni più lunghi, paurosi, angoscianti, oscuri e dolorosi delle nostre intere vite. I nostri errori, i nostri dissidi, le nostre guerre hanno finito per alimentare il potere dei figli di Loge che volevano distruggerci e impossessarsi del mondo. Ma grazie a noi tutti, ora ne siamo usciti vincitori! Perché la Forza ci ha guidato verso quell'equilibrio tanto bramato e tanto sperato. Ma un eroe in particolare dobbiamo ringraziare, colui che ha sconfitto i Darkin e ha salvato la vita a tutti noi: un grande applauso per il nostro Re Tryndamere!! - concluse Ashe additando suo marito alla folla.

A quel nome, tutti si alzarono in piedi acclamanti e festanti, riconoscenti a Tryndamere per averli salvati dalla distruzione dei Darkin. Il Re si inginocchiò davanti alla sua Regina. La porta del balcone si aprì e si vede Ornn, seguito dagli altri suoi fratelli, impugnare una lancia bellissima che splendeva raggiante come un sole. Tryndamere, dopo aver ricevuto la sua medaglia al valore, si alzò e impugnò quella lancia speciale. Gli era familiare: era molto simile a quella che aveva usato per trafiggere Aatrox, salvando i suoi amici. Tryndamere guardò Ornn, riconoscente, e disse:

- L'hai fabbricata tu?... Che dire... grazie, amico mio! - disse abbracciando il semidio fabbro.

- Di nulla! Non ti deluderà! Testata e approvata da Ornn! - rispose.

Dopo che Tryndamere abbracciò anche Anivia, Kaspyann e Volibear, guardò la sa lancia e intravide lo sguardo del nonno che gli sorrideva felice. Ora Tryndamere era il signore dei due mondi: un Figlio del Gelo completo. Ma lui non si vantò di questo, e così, prese la parola:

- Fratelli miei. Non so cosa dirvi se non che è bellissimo festeggiare qui con voi una grande vittoria, anzi... l'unica vera vittoria! Quella contro l'ombra che non è stata cancellata, ma soltanto accettata. Quando ho accettato il fatto di essere un Darkin, non lo ero più. Questo ha cambiato la mia vita, ma non solo: sappiate che essere Re di un Freljord unito e pacifico è sì un grande onore, ma non è nulla a confronto degli affetti che qui in questa terra apparentemente inospitale ho trovato e ricevuto. Ho trovato Iceborn, campioni e difensori della luce che mi hanno accettato e mi hanno insegnato tanto. Ho trovato degli amici fidati, un fratello che non sapevo di avere, ma soprattutto, un'anima gemella che amerò per sempre... mia moglie e mia Regina Ashe! Vogliate sempre bene a chi vi sta vicino e a chi vi è caro perché potrà salvarvi la vita e allora il passaggio verso la luce, la Forza e l'equilibrio che tutti cerchiamo sarà finalmente compiuto! - terminò Tryndamere stringendo forte la mano della sua Regina.

Tutti gioirono dopo quel discorso, applaudirono il loro Re e la loro Regina e si diressero verso il grande cortile dove era stata organizzata una enorme festa che conteneva tutto il popolo di Runeterra.

- Ora venite, si festeggia! Da questa parte! - disse Braum accompagnando gli ospiti alla festa.

Quando tutti furono usciti, Tryndamere prese per mano Ashe e le disse:

- Ashe, tu va' alla festa, io ti raggiungo subito. -

- Va bene! Posso sapere dove vai? - gli chiese.

- Vado a onorare mio padre... anche lui merita un riconoscimento. - rispose lui.

- Ma certo, amore mio. Vai, noi ti aspettiamo! - gli disse dandogli un bacio sulla mano.

Lui sorrise e la baciò sulla fronte.

Nella radura di Runik, Tryndamere fece una pira dove sopra di essa mise il corpo di Reklan, privo di vita. Dopo che sistemò la legna e adagiò il corpo, Tryndamere diede un ultimo bacio sulla fronte al padre, il quale sembrava per un attimo sorridere. Il Re allora prese una fiaccola accesa e diede fuoco alla legna. Il fuoco avvolse presto il corpo di Reklan che venne cremato nel giro di una mezz'ora. Tryndamere assistette in lacrime agli onori del padre, poi guardò in cielo e si accorse che una nuova stella, forgiata sicuramente dall'amico Aurelion Sol, si accese splendente in mezzo alle altre: Tryndamere sorrise all'astro e lo chiamò Reklan. Poi guardò di nuovo il cielo e vide scoppiare fuochi artificiali di tutti i colori: la celebrazione della vittoria era cominciata e aspettava solo il suo Re. Tryndamere allora, dopo un ultimo saluto al padre, si incamminò verso la festa.

La grande festa si accese con un Gragas che dava via le birre e un Braum che faceva lo spettacolo di sollevamento pesi, incitato dai suoi amici pori. Lo spettacolo dei fuochi d'artificio si espanse su tutta Runeterra, in modo che anche gli animali e tutti gli altri esseri viventi potessero assistere a tanto spettacolo e a tanta felicità. Sejuani e Olaf si guardarono eloquentemente e si strinsero per mano, Anivia, Ornn, Volibear e Kaspyann giocarono alla sfida degli elementi come piaceva loro giocare quando erano piccoli, Nunu e i suoi Yeti giocarono contro Trundle e i suoi Troll per vedere chi era più astuto a un gioco di indovinelli e Udyr evocava gli spiriti perché gioissero insieme a loro. Tra gli spiriti si contarono anche Greyor, la fedele sentinella Avarosana, e le sorelle Avarosa e Serylda, contente per la vittoria. Oltre agli spiriti di Avarosa e Serylda, le quali salutarono le loro discendenti, si aggiunsero anche quelli dei genitori di Ashe e della madre di Tryndamere che aspettavano il ritorno dell'Iceborn. Infatti, Tryndamere arrivò felice alla festa e abbracciò subito Ashe e poi man mano tutti i suoi compagni d'avventura. Gli spiriti dei genitori di Ashe e della mamma di Tryndamere chiamarono i loro figli in disparte accanto a loro, un po' distanti dal resto della folla in festa. Ashe e Tryndamere si avvicinarono e sorrisero ai loro genitori tanto amati; poi all'improvviso, un altro fantasma apparve vicino agli altri tre: era il fantasma di Reklan, redento, che si unì a quelli di Torvin e dei genitori di Ashe, e i quattro fantasmi di Forza, riuniti, sorrisero insieme ai figli. Era davvero un giorno di redenzione per la terra e Ashe e Tryndamere, colmi di gioia e d'amore, si baciarono profondamente mentre al loro bacio seguì quello delle due coppie di fantasmi, mai amati così tanto.

E ne furono felici.



FINE.



* 01/12/2017 - ho aggiornato la storia dopo la nuova lore di Varus.

* 27/12/2017 - storia aggiornata e migliorata (ho separato i due capitoli finali, l'ho trovato più "leggero").

Ecco, tutto questo mi ha aiutato nell'affanno!

Questa Fanfiction si è conclusa! Ringrazio di cuore tutti coloro che sono arrivati fino qui e tutti coloro che, come me a scriverla, si sono emozionati a leggerla. Come ho già detto precedentemente, ci sono alcuni aspetti della storia, come i nomi dei Darkin o alcuni personaggi come Zed o Nocturne, che in futuro potranno essere cambiati non appena la Riot rilascerà rework dei champion trattati o le loro lore aggiornate. Allora, apporterò modifiche alla storia per renderla fedele al canone di League of Legends. I riferimenti al Götterdämmerung di Wagner, alla serie Vickings e, specialmente, alla saga cinematografica Star Wars sono innumerevoli ma ritenevo opportuno inserirle in quanto la lotta fra la luce e l'ombra è sempre un tema forte ed emozionante. Nel caso non abbiate visto le suddette fonti, vi invito a guardarle. Se siete rimasti contenti (o delusi) o avete proposte per migliorare la storia in futuro, sono aperto a ogni consiglio, quindi commentate pure se volete.
Grazie per aver seguito questa storia e spero davvero che vi sia piaciuta.
Gian94.

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