I tre lupi

di Violetta_Keehl_2002
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Vita nelle strade ***
Capitolo 2: *** La tempesta ***
Capitolo 3: *** Una nuova casa ***
Capitolo 4: *** Obbligo o verità? ***
Capitolo 5: *** Scala per il paradiso ***
Capitolo 6: *** Finalmente insieme ***



Capitolo 1
*** Vita nelle strade ***


Faceva molto freddo quell'inverno e la neve scendeva a fiocchi, imbiancando le strade di San Pietroburgo.
Me ne stavo seduta insieme ai miei fratelli Alek e Nico, su una panchina di un parco giochi.
"Oggi fa più freddo del solito" Esclamai
"Infatti sto congelando" Rispose Nico
"Andiamo a casa?" Chiese Alek
"E dove, scusa?" Rispose Nico "Sono anni che viviamo come dei barboni, te lo sei scordato?"
"Ah, giusto, è vero, purtroppo" Continuò Alek 
"E adesso che cosa facciamo?" Chiesi preoccupata
"Non lo so" Rispose Nico "Non lo so proprio"
A un certo punto sentimmo i nostri stomaci brontolare. Avevamo fame, molta fame, ma non avevamo un soldo, e nemmeno una casa, così ci alzammo e andammo a un cassonetto vicino a un McDonald's, in cui vidimo molti, anzi moltissimi, avanzi di cibo, tra cui toast, crocchette di pollo e patatine fritte. Era tutto freddo e congelato ma, nonostante ciò, siccome io e i miei fratelli stavamo morendo di fame, mangiammo tutto, che faccia schifo o meno.
"La gente butta via più cibo di quanto pensassi" Disse Nico "E questo è un vero insulto a chi, come noi tre, sta soffrendo la fame"
"E il freddo" Aggiunsi
"Esatto, Klara" Continuò Alek, riferendosi a me.
Mentre mangiavamo, vení una  signora sui 50 anni, la quale ci urlò di andarcene, cercando di colpirci con una scopa così, intimoriti, scappammo il più lontano possibile, fino a raggiungere un vicolo.
"Adesso basta!" Esclamò Nico, arrabbiato "Ho già sopportato abbastanza, adesso ce ne andiamo!"
"Si, ma dove?" Chiesi 
"Andremo nei boschi!" Rispose, determinato, Nico
"Si, ma non siamo abbastanza equipaggiati per una cosa del genere!" Risposi "E hai mai pensato ai lupi e agli altri predatori che potrebbero esserci?"
"Si, ma sono stufo di stare qui, cosa ne dite, magari c'è qualche villaggio tranquillo, potremmo andare lì" Rispose Nico
"Sei un grande, fratellone!" Esclamò Alek "Ma dove ce la procuriamo la roba?" 
"Rubando, mi sembra ovvio" 
Dissi, prima che Nico potesse rispondere.
Pur di sopravvivere, arrivavamo addirittura a rubare.
Aspettammo la notte e, infiltrandoci in vari negozi ed evitando i guardiani notturni, riuscimmo a procurarci del cibo, dell'acqua, dei vestiti nuovi e ancora più caldi, tre zaini, uno ciascuno, una bussola, una torcia, un orologio e un coltello per difenderci.
Una volta preso tutto, aspettammo l'alba e, appena arrivata, ci svegliammo per cominciare il nostro lungo viaggio verso l'ignoto.
Spazio autrice:E rieccomi qua, in questa nuova avventura con protagonisti tre fratelli russi. Se volete sapere che cosa accadrà durante il loro viaggio, restate "sintonizzati" e vi terrò sempre aggiornati. Ci vediamo! ;)

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Capitolo 2
*** La tempesta ***


Mentre camminavamo, San Pietroburgo iniziava a farsi sempre più lontana, fino a scomparire del tutto.
Il nostro viaggio era appena cominciato, per cui cercammo di essere prudenti e di razionare le nostre provviste.
Potevamo sentire i nostri scarponi calpestare la neve, fredda e bagnata e il tempo era imprevedibile:C'erano giorni in cui pioveva, altri in cui nevicava e altri ancora in cui capitava addirittura una tempesta.
Il nostro primo giorno andò alla perfezione:Avevamo abbastanza cibo e acqua per sopravvivere, i nostri vestiti erano molto caldi e il tempo era ottimo, tanto che qualche volta ci fermavamo a giocare con la neve.
Dopo alcune settimane, però, iniziammo ad avere molti problemi, tra cui il cibo che iniziava a scarseggiare e le tempeste che si facevano sempre più frequenti. Mi ricordo che una notte c'era un vento terribilmente forte, con la neve che ci bucava la faccia come  degli aghi e la nebbia che ci impediva di vedere dove andavamo, tanto che abbiamo dovuto usare la torcia per andare avanti.
"Che gelo!" Esclamai "Dobbiamo trovare un riparo, qui rischiamo di morire di freddo!"
"Si, ma dove cazzo lo troviamo, un riparo?" Chiese Nico
"Ragazzi" Disse Alek "Non mi sento bene, credo di stare per..." Non finí la frase che poi svení, così me lo portai in spalla, lasciando la torcia e gli zaini a Nico, scambiandoci le cose (e nostro fratello) ogni tanto.
Faceva freddo, sempre più freddo ed eravamo davvero preoccupati sia per la paura di morire in mezzo ai boschi, che per Alek, che si era preso la febbre e non riusciva più a camminare o a smettere di dormire.
C'era anche un altro problema riguardo il riparo:Essendo noi tre ricercati come assassini e ladri, nessuno ci avrebbe mai accolti. In realtà non volevamo fare male a nessuno, lo facevamo solo per fame. Purtroppo la gente non capisce quanto sia difficile la vita per le persone come me, Alek e Nico.
Eravamo sempre più preoccupati:La fame ci divorava, ci sentivamo sempre più deboli e infreddoliti e la febbre di Alek non faceva che aumentare. Lo sentivamo piangere e tremare e si sentiva davvero molto debole.
Stavamo per morire congelati, quando vidimo una casetta calda e accogliente, nella quale abitava una signora molto anziana.
Provammo a bussare e a chiedere ospitalità ma, al contrario di quel che ci aspettavamo, ci fece entrare senza fare domande.
Spazio autrice:Ho un buon presentimento per questi tre poveri fratelli, soprattutto grazie all'anziana e gentile signora! ;)
Comunque, i prossimi capitoli saranno raccontati da Alek, visto che voglio far sapere il punto di vista di tutti e tre i fratelli, oltre a Klara. Ora vado, a presto!

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Capitolo 3
*** Una nuova casa ***


"Entrate pure" Ci disse la signora "C'è posto per tutti voi, ragazzi miei!"
Una volta entrati, chiudemmo la porta alle nostre spalle e ci presentammo a lei, togliendoci le scarpe e i cappotti.
"Oh, povero ragazzo" Disse Catarina, questo il nome della donna che ci ha ospitati, rivolgendosi a me "Stai proprio male, devi assolutamente riposare, su vieni!" E mi portò, insieme a Klara e Nico, in una stanza con tre letti. Aveva notato che ero molto caldo e debole.
"Questa è la stanza degli ospiti" Spiegò Catarina "E voi dormirete qui, finché volete. Ora su, aiutiamo vostro fratello a mettersi il pigiama e ad andare a letto!"
Una volta messo il pigiama, una maglia e dei pantaloni giallo senape con delle righe verticali rosse, mi sdraiai a letto, mentre Catarina mi misurò la febbre. Avevo 42 e mezzo di febbre, mi sentivo molto debole, tremavo, sudavo e a volte addirittura vomitavo, tanto che mi fecero tenere una ciotola per il vomito.
"Immagino tu non abbia fame, Alek" Mi disse Catarina 
"Per niente" Risposi, stanco
"Se hai bisogno di noi, chiamaci" Mi disse Klara
"Noi siamo in cucina a mangiare" Continuò Nico "Tutto ok, fratellino?"
"Si... Capito" Risposi, prima di addormentarmi, mentre i miei fratelli e Catarina si diressero in cucina per cenare.
Mentre dormivo, ripensavo al mio, anzi nostro, passato:Eravamo nati da una prostituta di nome Olimpia, rimasta per tre volte incinta con tre suoi diversi clienti per sbaglio. Nonostante le dicessero in continuazione di abortire, lei rifiutò e continuò la gravidanza, mettendo al mondo prima Nico, poi Klara e infine me. Olimpia morì quando avevo solo un anno, Klara due anni e Nico tre anni.
Dopo la sua morte, i suoi "capi", Ivan e Denis, iniziarono a discutere su cosa farne di noi tre. Avevano pensato di ucciderci, di abbandonarci per strada o addirittura venderci a qualche malintenzionato. Noi allora non ne sapevamo niente e pensavamo solo a giocare con le macchinine e le bambole. 
Fortunatamente, una delle prostitute, Tamara, decise di ribellarsi, vendicandosi degli abusi a ricevuti da diversi anni, così uccise, a martellate, Ivan e scappò con noi tre a Mosca. 
Tornando al presente, la mattina dopo cominciai a stare meglio, volendo però restare da Catarina.
La vita andò a gonfie vele e iniziammo ad avere finalmente una vera casa, fino al giorno in cui arrivóil nipote di Catarina per farle visita.
Spazio autrice:Probabilmente vi chiederete come hanno fatto i tre fratelli a diventare dei criminali, per cui ho pubblicato una parte del loro passato raccontata da Alek. Nel corso della storia metterò altre parti, così che possiate capire i protagonisti. Ora vado, a presto!
 

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Capitolo 4
*** Obbligo o verità? ***


"Alek, Klara, Nico" Disse Catarina "Lui è mio nipote Igor. Tesoro, loro sono Alek, Klara e Nico. Si sono persi durante un'escursione e quindi staranno da noi per un pó"
"Piacere" Disse lui. 
C'era un problema, però:Avendo visto le nostre facce, Igor ci ha detto di essere i tre criminali a cui si sta dando la caccia da settimane. Fortunatamente Catarina non gli ha mai creduto, ma ha iniziato a ficcanasare tra le nostre cose, che cercavamo di nascondere e, se le trovava, di inventare qualche scusa per non farci scoprire. Prendeva la cosa molto seriamente tanto da prendersi sempre delle ramanzine da sua nonna mentre noi la passavamo liscia.
Purtroppo, però, siamo stati scoperti per colpa dello stralcio di giornale e del coltello sporco di sangue che tenevamo nel mio zaino. Merda, avremmo dovuto buttare il giornale e lavare il coltello. Avevamo lasciato gli zaini sotto il letto di Nico per tutto il tempo e, mentre ero fuori a giocare con la neve insieme ai miei fratelli e Igor (anche se in realtà voleva solo spiarci), Catarina stava pulendo la casa, quando poi ha accidentalmente aperto lo zaino e trovato il coltello e il pezzo di giornale, da cui ci ha riconosciuti.
Quando rientrammo per la merenda, trovammo sul tavolo della cioccolata calda e dei biscottini. Solo che quest'ultimi però erano avvelenati, infatti, quando Klara ha cominciato a mangiarli, mentre io e Nico bevevamo la cioccolata, lei ha cominciato a stare male e a sentire un enorme mal di stomaco, tanto che si accasciò in terra. Io e Nico eravamo gli unici a preoccuparci per lei, così da questo abbiamo capito che ci avevano beccati.
"Avevo ragione io!" Disse Igor "Sono solo degli assassini!"
"Già" Disse Catarina "Ed è giusto che ricevano una bella punizione" Detto questo, lei iniziò ad accoltellarmi sotto gli occhi di Nico, il quale riuscí a salvarmi e a portarmi via, anche se sono morto subito dopo essere uscito da casa, così Nico è stato costretto a scappare senza di me, visto che ormai ero un cadavere
Spazio autrice:Ciao ragazzi, come va? Spero bene! Allora, Alek e Klara sono morti, per cui dovrò raccontare i prossimi capitoli da Nico. Si salverà almeno lui? Scopriamolo insieme nel prossimo capitolo, la sua sorte, a presto!
P.S. Fate molta attenzione a vostra nonna:Potrebbe essere una pazza psicopatica assassina! XD 

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Capitolo 5
*** Scala per il paradiso ***


Correvo più veloce di una lepre, tanto da riuscire a seminare Igor. Cazzo, erano anni che non correvo così tanto da togliermi il fiato! Una volta sfuggito al mio inseguitore, iniziai a vagare, con cautela, in tutta la foresta. Avevo freddo e sanguinavo, piangevo per la morte dei miei fratelli e per il fatto di aver perso quella che doveva essere la nostra nuova casa. 
Ripensavo a Tamara:Lei ci ha voluto davvero molto bene ed era una persona veramente affettuosa, tanto che a volte ci scappava di chiamarla "mamma". Vivevamo a Mosca e avevamo una vita davvero molto felice. Ma tutto questo cambiò quando avevo 12 anni:Denis riuscí, dopo anni di reclusione e di ricerche, a trovarci, nonostante fossimo molto lontani dal bordello in cui la nostra vera mamma ci ha messo al mondo. La nostra casa venne bruciata e Tamara venne uccisa nell'incendio per salvarci. Denis a quel punto ci diede due scelte:Morire oppure vivere per strada. Scelsimo la seconda, per cui venimmo abbandonati in un'autostrada, manco fossimo dei cani. 
"E adesso cosa facciamo?" Chiese Alek "Torniamo a Mosca?"
"Voglio andare a casa!" Esclamò Klara disperata
"Scordatevelo!" Dissi "Noi non torneremo da quel pazzo, potrebbe ucciderci! E poi non ce l'abbiamo neanche più, una casa!"
"E allora che cosa vuoi fare?" Chiese Alek
"Ce la cercheremo da soli, una casa!" Dissi, determinato. Da allora divennimo vagabondi e viaggiammo per tutta la Russia. Eravamo disposti a rubare e a uccidere pur di sfamarci, tanto che divennimo dei criminali.
Tornando al presente, non riuscivo più a correre e iniziavo a camminare, seppur con molta fatica. Ogni tanto mi fermavo a vomitare sulla neve. Era sangue e ad ogni rigurgito mi sentivo sempre più debole. Non avendo fazzoletti, mi pulivo la bocca con la manica della mia camicia marrone. Avevo continui giramenti di testa e ho rischiato di svenire più di una volta.
A un certo punto vidi una collina completamente bianca, con ovviamente qualche albero, così mi diressi a essa e salí fino alla cima, dove mi sedetti a guardare il panorama. C'era un bellissimo tramonto, caratterizzato da un sole arancione, così come la luce che gli stava attorno, e le nuvole rosa. Non c'erano nient'altro che alberi e neve. 
"Eccomi" Mi dicevo "Ormai non ho più niente da perdere, posso anche andare da Klara e Alek, ora"
Io e i miei fratelli ci eravamo sempre sentiti degli sbagli per il fatto di essere nati da una prostituta e tre uomini diversi. La società ci aveva sempre considerati dei rifiuti, tossici addirittura. Anni passati a girare la Russia, a mangiare rifiuti e a vivere come dei senzatetto, anche perché lo eravamo veramente. 
Vomitavo sangue, piangevo e aspettavo la morte. Quel tramonto era stupendo. E anche l'ultimo della mia vita.
Spazio autrice:Saaalve! Come va? Spero bene! Scusate se ci ho messo tanto ma la scuola mi tiene molto impegnata! Ora vado, a presto!
 

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Capitolo 6
*** Finalmente insieme ***


"Bene, ecco la nostra preda!" Disse una voce dietro di me, così mi girai e vidi un gruppo di uomini. Saranno stati sei o sette. Forse anche otto. 
Andando avanti, scoprí che uno di loro mi aveva seguito di nascosto fino alla cima della collina in cui mi trovavo e aveva avvertito i suoi amici. Quel qualcuno era Igor. Merda, mi avevano scoperto.
"Ma guardate" Disse uno degli uomini "Fa tanto il grosso con i suoi fratelli e, ora che è solo, non è altro che un coniglio!"
"Non fai più il duro, eh?" Disse un altro.
Nel frattempo, mentre ridevano e facevano battutacce su di me, tossí e vomitai sangue.
"Allora, che ne facciamo di questo qui?" Chiese uno degli uomini
"Fatemi un attimo parlare con lui" Disse l'uomo più anziano di tutti, il quale si avvicinò a me e mi disse:"Sono passati tanti anni da quando ci siamo visti l'ultima volta, Nico. Ti ricordi di me?"
A quel punto guardai l'uomo in faccia e, tra i capelli bianchi e le rughe, riuscì a identificarlo
"Cosa?!" Esclamai, tra la paura e lo stupore "Denis... Sei tu?"
"Si" Rispose lui "Credevo foste morti, invece siete sopravvissuti per tutti questi anni!"
"Come hai fatto a riconoscermi?"
"Dalla voglia a forma di pera sulla punta del tuo naso. Ce l'hai da quando sei nato!"
"E ora che volete farmi, te e i tuoi amici?"
"Lo vedrai"
A quel punto Denis, insieme agli altri uomini, tirò fuori dei bastoni e dei randelli e iniziarono bastonarmi. Ormai non sentivo più niente, essendo molto, ma molto vicino alla morte.
Poi mi sopprimettero lanciandomi una pietra in testa, per poi farmi ruzzolare fino ai piedi della collina, Dove dormí per sempre, in modo da raggiungere i miei fratelli e per non doverci mai più separare
Spazio autrice:Ormai Nico ha raggiunto Klara e Alek, per cui questa storia ormai è finita. Grazie a tutti per averla seguita, lasciate qualche recensione, mi farebbe piacere, e ora vado, ciao gente!
P.S. Per fare questa storia mi sono ispirata a un racconto di Herman Hesse che lessi tempo fa. È molto simile a questo, anche se i protagonisti sono davvero lupi e non esseri umani

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