Primo passo

di FunnyYoungMe
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primo passo ***
Capitolo 2: *** Per un gelato ***



Capitolo 1
*** Primo passo ***


fs

“Smettila di guardarlo come se fosse un Adone”, commenta al mio fianco il mio migliore amico, Sungmin.

Mi giro a guardarlo male. “Perché dovrei farlo?”

“Perché altrimenti Jongwoon si renderà conto che ti piace.”

“E questo sarebbe un problema perché…?”

“Perché lui è il migliore amico di tuo fratello… e ha tre anni più di te.”

La mia sfortuna vuole che io sia solo un ragazzino agli occhi della mia cotta. Sì, tre anni non sono questa gran differenza, ma Jongwoon ha diciotto anni e io… Io solo quindici.

Sospiro frustrato e mi sciolgo il nodo della cravatta dell'uniforme. Sungmin mi scompiglia i capelli e mi pizzica le guance.

Lo guardo col sopracciglio inarcato.

“Sta arrivando.”

E in neanche meno di dieci secondi, Jongwoon è fermo davanti al tavolo al quale sono seduto in cortile e mi sorride dolcemente, mandandomi in pappa il cervello e facendomi sciogliere.

“Mi ha detto Jungsoo che oggi non può portarti a casa, perciò lo faccio io, okay?”

Annuisco imbambolato e ringrazio che Sungmin sia seduto di fianco a me e mi stia dando delle gomitate, altrimenti avrei cominciato a sbavare senza ritegno per lui.

Jongwoon mi fissa un attimo negli occhi prima che il suo sguardo mi scivoli addosso, quasi come una carezza, senza soffermarsi in nessun posto, ma guardando con attenzione. Vedo fargli un'espressione strana che non riesco a decifrare perché torna a guardarmi negli occhi.

“Ti aspetto nel parcheggio della scuola appena finisci le lezioni”, e senza dire altro, si allontana.

“Si è saziato per bene”, mormora divertito Sungmin.

“Come, scusa? Non ho capito…”

“Gli è piaciuto quello che ha visto”, replica il mio amico indicandomi il petto.

Abbasso lo sguardo e vedo che la camicia è sbottonata e mi si vedono le clavicole. Arrossisco prima di abbottonarmela.

“Perché non me l'hai detto prima?” Strillo imbarazzato.

“Perché Jongwoon stava morendo di fame…”

“E smettila di parlare con questi doppi sensi!”

“Come sei stressante…”

Sbatto la testa più volte sul tavolo. Cosa penserà ora di me? Non volevo sedurlo. Cioè, sì, ma non così.

 

∆∆∆∆

 

Esco dal retro e mi dirigo verso il parcheggio, cercando con lo sguardo l'auto di Jongwoon, ma è lui quello che mi si avvicina prendendomi per mano e portandomi alla sua Clio.

Mi apre la portiera e prima di dargli il tempo di vedere le mie guance rosse, entro di corsa in auto. Mi allaccio la cintura di sicurezza mentre lo sento sedersi al posto del guidatore e sistemare lo specchietto retrovisore.

Dopo essersi messo la cintura di sicurezza, si gira verso di me.

“Ah… L'hai già allacciata…” Lo sento mormorare prima di tornare a guardare di fronte a sé, mettendo in moto la macchina.

“Scusa?”

“No, niente.”

Comincia a guardare e per tutto il cammino non parliamo, preferendo ascoltare la radio per riempire il silenzio. Con la coda dell'occhio lo vedo guidare con lo sguardo parecchio concentrato, come se stesse cercando di prendere la decisione giusta.

Sospiro e torno a guardare fuori dal finestrino, rendendomi conto solo ora che non stiamo passando per le solite strade che prende mio fratello.

“Dove stiamo andando?” Mi giro a guardarlo.

“Lo vedrai”, risponde tranquillamente, anche se la stretta al volante dice tutt'altro del suo stato d'animo.

“Ma mia mamma…”

“Tua madre sa già che sei con me; gliel'ho detto ieri.”

“Oh, d'accordo.”

Sposto lo sguardo sul paesaggio e noto con stupore che siamo fermi davanti ad un parco.

Prima che io possa fare una domanda, Jongwoon mi sta già aprendo la portiera, facendomi scendere. Quando cominciamo a camminare, mi prende per mano, sorprendendomi e anche facendomi innervosire. Sento che le mani iniziano a sudare e ringrazio il cielo che appena ci sediamo sotto un albero, mi lascia andare la mano.

Passo il palmo sopra i pantaloni dell'uniforme con discrezione, approfittando che Jongwoon sta fissando il laghetto che c'è di fronte a noi. Guardo il suo profilo e sospiro come una ragazzina, cercando di cogliere ogni minimo dettaglio del suo viso così bello e così… virile.

Mi do uno schiaffo e Jongwoon si gira a guardarmi incuriosito dal mio gesto.

“Tutto bene?”

“S-sì”, balbetto, maledicendomi per la figura che ho fatto.

“Sicuro?” Ribatte lui, posando gentilmente una mano sulla guancia lesa.

Sento la pelle riscaldarsi e prego perché non si renda conto che sto arrossendo.

“Certo.”

Lui sorride e mi carezza delicatamente, soffermandosi qualche istante senza distogliere lo sguardo, fino a quando una palla non lo colpisce alla testa.

Mi scappa una risata mentre lui si gira con la palla in mano e la lancia ai due bambini che si sono avvicinati a noi per chiedergli scusa.

“Ti sei divertito?”

“Massì, è stato abbastanza comico.”

“Piccolo teppistello”, replica mettendo il broncio.

Faccio uno sforzo tremendo per non saltargli al collo e riempirlo di baci, ma non mi è facile, soprattutto con lo sguardo da cane bastonato che ha assunto.

Gli do un colpo sulla fronte, facendogli fare una smorfia. Mi giro a fissare il laghetto, sentendolo lamentarsi per il dolore.

“Hyung, dov'è mio fratello?” Volto la testa verso di lui.

“È… Uhm… È uscito con la sua ragazza”, risponde prendendo un ciuffo d'erba e giocandoci.

“Ragazza?”

“A quanto pare una ragazza è riuscita nell'intento di uscire con il popolare Leeteuk.”

“Mah, deve avere dei problemi sera, poverina.”

“Ma smettila, stupido”, scherza sorridendo.

Gli faccio la linguaccia e lo vedo sviare lo sguardo verso un chiosco alla nostra destra, di fianco alla fontana.

“Vuoi un gelato?” Domanda già alzandosi e scrollandosi i pantaloni.

Faccio per rispondere, ma lui mi precede. “Limone, vero?”

Gli sorrido. “Mi conosci molto bene.”

Jongwoon mi rivolge un sorriso misterioso. “Come minimo…”

Prima che io possa rispondere, lui si è già allontanato, quasi saltellando perché sta per prendere il suo dolce. Diciotto anni, ma ne dimostra molti di meno.

Torna con due coni, uno con il mio gelato al limone e l'altro al cioccolato. Prende posto di nuovo di fianco a te, appoggiandosi col braccio sinistro a terra mentre mangia gustoso.

Lo imito, appoggiandomi sulla mano destra e con il viso rivolto in avanti, ma senza vedere nulla perché con la coda dell'occhio vedo il paesaggio più bello.

Noto che i suoi occhi si illuminano ogni volta che lecca la crema e un sospiro di soddisfazione lascia le sue labbra, giungendomi alle orecchie come fosse la melodia più dolce al mondo.

Spesso mi chiedo perché, tra tutte le persone che conosco, doveva piacermi proprio Jongwoon. E la verità è che di lui non cambierei mai nulla.

È un ragazzo serio, premuroso, gentile, responsabile, diretto quando c'è bisogno di esserlo. Non nego che quando si arrabbia diventi una bestia, ma capita solo raramente, perché il resto delle volte è una pasta d'uomo. Ma così come io penso queste cose, lo stesso si può dire per tutte le altre persone che gli sono vicine. È un ragazzo facile da amare, ma difficile da dimenticare e io lo so bene.

Non posso decidere che non mi piace più perché so già che mentirei a me stesso. E anche se so che non ricambierà mai i miei sentimenti, che ai suoi occhi rimarrò sempre “il fratello del mio migliore amico”, sono contento così. Averlo al mio fianco è tanto e mi rallegra immensamente.

“Cosa stai pensando così intensamente da dimenticare che hai un gelato in mano che potrebbe sciogliersi?”

La sua voce mi riscuote dai miei pensieri e mi giro a guardarlo, anzi, ad osservarlo.

L'ombra dell’albero sopra di noi gli copre il volto per metà, dandogli un'aria quasi eterea. I raggi del sole filtrano tra le foglie e gli illuminano i capelli. Non posso fare altro che pensare che sia la persona più bella che io abbia mai conosciuto.

Mi rendo conto troppo tardi di essermi spinto più in là di quanto volessi quando poso le mie labbra sulle sue. Lo vedo spalancare gli occhi, chiaramente sorpreso per il gesto inaspettato e, presumo, anche disgustoso.

Non gli do il tempo di dire alcunché, alzandomi di fretta e, nel contempo, lasciando cadere a terra il cono. Faccio per allontanarmi da lì, ma la sua mano mi prende per un polso e mi fa tornare a sedere senza allentare la presa.

Costernato, giro la testa dal lato opposto, vergognandomi di quello che potrebbe pensare ora di me.

“Kyuhyun”, mi chiama lui, ma faccio finta di non sentirlo.

“Kyuhyun-ah”, insiste, ma nuovamente lo ignoro.

“BabyKyu”, mormora al mio orecchio prima di girare il mio viso verso di lui.

Mi sento arrossire fino alla punta dei capelli e abbasso lo sguardo. Poco dopo, sento qualcosa di morbido posarsi sul mio capo, obbligandomi a tornare a fissarlo e notare un leggero rossore sulle guance; capisco che la sensazione di adesso era un bacio.

“Tu…”

“Tu…” Mi imita sorridendo dolcemente.

“Perché mi hai ba… dato un bacio?”

“E tu perché l'hai fatto a me?” Replica facendo scivolare la mano dal polso al mio palmo e dandomi una leggera stretta prima di intrecciare le nostre dita.

“... Touché.”

“Vuoi che ti racconti un segreto?” Domanda all'improvviso.

Lo guardo senza capire a cosa si riferisca e senza una minima idea di quello che voglia dirmi.

“Stamattina ho chiesto a Jungsoo di lasciarmi portarti a casa, anzi, in giro e lui ha accettato. All'intervallo, prima che io venissi da te, ho avvisato tua madre che ti avrei portato a fare una passeggiata e lei ne era estasiata”, dice guardandomi con un'espressione dolce, una che non gli avevo mai visto fare. “E sai perché ho fatto questo?”

Nego senza smettere di fissarlo.

“Perché volevo che il giorno in cui ti chiedessi di uscire con me fosse speciale.”

Il mio cervello si inceppa, ripetendo continuamente le sue ultime parole, ma non riuscendo a coglierne il significato.

“E ora ti faccio una domanda, Kyuhyun.”

Lo guardo con un sopracciglio inarcato.

“È stato speciale per te, oggi?”

Senza pensarci due volte, mi butto tra le sue braccia, dimenticandomi che poco prima aveva un gelato in mano; spero che mia madre non si arrabbi per la macchia.

Lui mi accoglie, stringendomi a sé e ridendo sommessamente. Il suo profumo leggermente vanigliato mi avvolge, rendendo questo momento reale.

Dopo un paio di minuti ci allontaniamo e rimaniamo a fissarci. Torna a prendermi per mano e sorride.

“Non mi hai risposto…”

Non c'è bisogno di parole e poi, i gesti esprimono più di quanto si pensi; per questo, gli do un bacio sulle labbra.

Faccio per allontanarmi, ma con la mano libera mi avvicina a sé per il collo e comincia a muovere le labbra sulle mie. Giuro che se non mi sono ancora sciolto è solo per miracolo.

 

------

 

“Lo sapevo io che sarebbero finiti insieme!” Esulta una signora dai capelli castani con un binocolo in mano che guarda oltre il laghetto davanti a sé.

“Era ora! Sono anni che desidero diventare tua consuocera”, ribatte un'altra donna, dai capelli neri, mentre sorride guardando anche lei la scena con un binocolo.

“Cominciamo ad organizzare le nozze?” Domanda la signora Cho.

“Ho già tutto preparato. Dobbiamo solo aspettare che Kyuhyun-ah diventi maggiorenne”, risponde la madre Kim.

Dall'altra parte dello specchio d'acqua, ancora immerso in un bacio profondo con il suo hyung, un ragazzo dai capelli castani sente un brivido percorrergli la schiena, ma lo attribuisce al piacere che sta provando, ignaro della sorte che gli aspetta.


╗╗╗╗╗

Buon salve gente! Sono tornata con questa cosuccia... troppo sdolcinata per i miei gusti... But anyway, dopo aver curato le carie che mi sono uscite fuori durante la stesura della one-shot, mi è venuta voglia di condividerla con voi, soprattutto per celebrare il GRANDE COMEBACK DEI SJ CHE, MAMMA MIA, MI HANNO UCCISA!!!!!!

Spero vi sia piaciuta la storia e visto che sono buona (ogni tanto capita anche a me), vi pubblico anche il sequel che spero vi piaccia ;)

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Capitolo 2
*** Per un gelato ***


fs

“Congratulazioni!” Sento ripetere all'infinito dentro la palestra della scuola.

Oggi, finalmente, mi sono diplomato e posso cominciare la mia vita da adulto. Oh, e con me, altri 500 studenti, ma non è questo il punto.

Qualche settimana fa, per l'esattezza il giorno del mio terzo anniversario con Jongwoon, il mio fantastico ragazzo mi ha proposto di andare a vivere nel suo appartamento vicino all'università dove, guarda caso, studierò anche io. I miei non è che non fossero contenti, anzi, mia madre è andata subito a controllare la casa e dare consigli a Jongwoon. Però mi hanno espressamente detto che gli mancherò.

Da una parte, sentirò la loro mancanza perché andiamo, sono dei genitori fantastici, soprattutto visto che non hanno buttato per strada il loro figlio gay. Ma dall'altra parte… Voglio dire, abiterò con il mio ragazzo e… be’, si può immaginare quello che pensa qualunque adolescente con gli ormoni in subbuglio quando collega le parole 'fidanzato’ e 'convivenza’.

“Il mio bambino ha finito la scuola! E ora andrà anche via di casa!” Strilla mia madre gettandomi le braccia al collo e stritolandomi, quasi lasciandomi senz'aria.

“Suvvia cara, lo stai asfissiando”, la ammonisce mio padre mentre mi posa una mano sulla schiena, mostrandomi quanto sia contento per me.

“Insomma, se tu sei un insensibile a cui frega poco dei raggiungimenti di suo figlio non è di certo colpa mia! A causa tua, nostro figlio ha un cuore di ghiaccio”, continua ad urlare mia madre.

In quel momento si avvicinano i signori Kim, sorridenti ed eccitati quasi quanto i miei genitori.

“Non dica così, signora Cho. Suo figlio diventa un pasticcino quando è in compagnia del mio tortolino”, esordisce la madre di Jongwoon, asciugandosi una lacrima per la contentezza.

Tra lei e mia madre non riesco a capire chi sia più matta. Forse, si basa su di loro il parametro per calcolare la pazzia delle persone.

“Il tuo 'tortolino’ è qui, mamma, e sarebbe molto felice se mi lasciaste congratularmi con il mio ragazzo”, si sente la voce di Jongwoon alle nostre spalle.

Quel tono basso e rasposo manda brividi lungo la mia schiena e la sensazione aumenta quando mi posa una mano sulla bassa schiena, accarezzandomi lievemente la zona.

“Sei formidabile, piccolo”, mi sussurra all'orecchio, approfittando che i nostri genitori si sono girati per parlare con Sungmin e i suoi.

Mi giro verso di lui e lo stringo tra le mie braccia, appoggiando il mento sulla sua spalla. Nonostante siano passati tre anni, lui non è cresciuto di molto, mentre invece io sì, e ora i miei cinque centimetri in più mi obbligano ad appoggiarmi a lui.

“Grazie, hyung, ma l'unica cosa che ho fatto è stata studiare”, ribatto prima di dargli un bacio sulla mandibola.

“Anche io studiavo, ma non sono uscito con il voto più alto dell'intero istituto”, commenta orgoglioso.

“Eri troppo impegnato a 'imparare cose nuove’ con il tuo ragazzo.”

“No”, dice deciso lui.

Alzo la testa dal collo e lo guardo negli occhi, ma vedo solo amore riflesso nei suoi occhi.

“Ero impegnato a riempire di coccole e smancerie il mio fidanzato viziato”, aggiunge infine, strappandomi un sorriso.

“Mi fai venire la pelle d'oca ogni volta che dici cose carine”, commento sogghignando.

“Parla quello che mi chiama 'principe azzurro’.”

“Come fai a saperlo?!”

“Forse ho letto il tuo diario…”

“Yah! Sono cose private quelle!”

Lui mi stringe tra le sue braccia e avvicina la bocca al mio orecchio. “E io ti ricordo che tra di noi, non ci sono segreti”, sussurra.

Arrossisco, capendo perfettamente a cosa si riferisce. Lui scoppia a ridere e mi pizzica le guance.

“Ancora così innocente?”

Sto per rispondergli quando sento il peso di qualcuno sulla mia schiena. Con la coda dell'occhio vedo i capelli biondi di Sungmin, che mi rivolge un sorriso smagliante.

“Non ci posso ancora credere che finalmente siamo liberi!”

“Sì, per poco tempo. Ti ricordo l'università”, gli rammento serio.

“Sì, università… Tu non vedi l'ora di essere a casa col tuo bello per sc…”

Gli tappo la bocca con la mano; Jongwoon scoppia a ridere e i miei genitori ci guardano col sopracciglio inarcato.

“Per scoprire cosa significhi vivere gomito a gomito.” Rido nervosamente grattandomi il capo imbarazzato.

Jongwoon prende la mano che copre la bocca di Sungmin e la stringe tra le sue dopo averci posato un bacio sul dorso. Mi sorride dolcemente prima di girarsi verso i nostri genitori.

“Porto fuori Kyuhyun; ve lo riporto stasera.”

“Va bene caro. Mi raccomando, state attenti”, ribatte mia madre rivolgendoci uno sguardo che lascia sottintendere a cosa si riferisca.

“Mamma!” Esclamo coprendomi il volto.

“Sicuro signora Cho”, replica invece il mio ragazzo.

Devo rassegnarmi al fatto che attorno a me non c'è nemmeno una persona normale. O almeno quando sono insieme alla mia famiglia e a quella di Jongwoon.

Sungmin ci saluta, ricordandomi che domani viene a casa mia per celebrare il diploma con i nostri genitori. Lo stringo qualche istante tra le braccia prima di lasciarlo andare.

Mentre lo guardo allontanarsi, sento Jongwoon cominciare a tirarmi la mano per farmi camminare. Dopo aver salutato anche i miei genitori e quelli di Jongwoon, lo seguo fuori dall'edificio, verso la sua auto.

Mi fa entrare in macchina e, come il giorno in cui ci siamo messi insieme, comincia a guidare senza proferire parola. Mentre lui guida, io lo osservo per bene.

Come quel giorno di tre anni fa, gli vedo stringere con forza il volante mentre una rughetta gli compare in fronte, tra le sopracciglia, dimostrando quanto sia preoccupato per qualcosa. Non gli faccio domande perché so che se lo presso, peggioro solo la situazione, per cui gli poso una mano sulla gamba, disegnandoci sopra dei cerchiolini per infondergli un po' di calma.

Lui gira il capo verso di me per una frazione di secondo, rivolgendomi un sorriso pieno di amore e affetto, lasciandomi imbambolato e ricordandomi lo sguardo che aveva quando si è dichiarato a me.

Ricambio il sorriso e quando torna a guardare la strada, gli lascio un bacio sulla guancia, scompigliandogli un po' le ciocche nere. Lui mi prende la mano e dà un bacio ad ogni nocca, facendomi arrossire come le prime volte in cui ci dimostravamo affetto dopo esserci dichiarati.

Dopo venti minuti passati in silenzio, parcheggia fuori dal parco dove ci siamo baciati per la prima volta. Lo guardo incuriosito, con una domanda sulla punta della lingua, ma il suo sguardo mi convince a non parlare, ma di lasciarlo guidarmi all'interno del parco.

Mi porta sotto il nostro albero e mi fa sedere a terra senza mai lasciare andare la mia mano. Si gira verso di me e, dopo avere messo l'altra mano sulla mia nuca, si avvicina a me per baciarmi dolcemente.

Nonostante questi tre anni insieme, la sensazione di starci baciando per la prima volta non è mai scemata, e ogni volta è come se toccassi il cielo con un dito.

I suoi baci sono come una droga, non riesco a farne a meno e mi perdo nel mio mondo fatto di zucchero filato.

Sorrido nel bacio e gli carezzo il viso delicatamente.

“Quando tu ti sei diplomato, ti ho dato un regalo, ricordi?” Gli domando dolcemente e lui annuisce. “Ne ricevo anche io uno, oggi?”

Jongwoon non risponde, rivolgendomi un sorriso strano mentre si alza.

“Vado a prendere due gelati”, annuncia prima di allontanarsi.

Lo guardo camminare e dirigersi al chiosco vicino alla fontana, fermandosi a fare l'ordine al signore.

Mi ritengo una persona molto fortunata. Da quando stiamo insieme, non mi sono mai sentito giù, se non dopo qualche lite occasionale ma normale nelle coppie, e mi ha sempre fatto sentire speciale. Se mi chiedessero cosa voglio in più dalla vita, non saprei cosa rispondere.

“Ecco qui.” Jongwoon interrompe i miei pensieri mettendomi davanti agli occhi un cono con il gelato al limone.

“Grazie”, commento prendendolo in mano.

“Figurati", ribatte prima di darmi un bacio lieve sulle labbra.

Torna a sedersi di fianco a me, prendendomi la mano libera e intrecciando le nostre dita.

Sto mangiando il cono quando sento qualcosa di duro e freddo colpirmi i denti. Mi guardo le mani e, sul fondo del cono, vedo un anello d'argento. Lo tiro fuori e dentro, vedo incise le iniziali “K” e “J”.

Quando alzo lo sguardo, Jongwoon è inginocchiato davanti a me, con una rosa che non so da dove l'abbia tirata fuori.

“Kyuhyun, lo so che siamo giovani, che tu hai appena finito la scuola e che io devo ancora finire l'università, ma in questi tre anni che stiamo insieme e tutti gli altri che ci conosciamo mi sono reso conto di una cosa… Nel mio futuro, vedo solo te. Ci vedo vivere insieme, costruire un futuro e passare il resto dei miei giorni con te. Non sarò la miglior persona al mondo, ma per te, potrei diventarlo. Con tutti i miei difetti, le mie infantilità… vuoi sposarmi? Non ti chiedo di farlo già fra tre mesi, ma quando saremo pronti”, dice Jongwoon con gli occhi lucidi e un sorriso smagliante sulle labbra.

Rimango di sasso. Non mi aspettavo una proposta di matrimonio, assolutamente. Sì, immaginavo che prima o poi avremmo fatto quel passo, ma non pensavo così presto.

Lo vedo tremare, ancora in attesa della mia risposta, ma mi ha davvero sorpreso. Sono senza parole.

“Se… Se non vuoi, stai tranquillo. Io… Io non me la prendo e… Insomma, potremmo continuare a stare insieme e…” Jongwoon comincia a straparlare e mi si stringe il cuore al vederlo così imbarazzato.

Con l'anello stretto in pugno, getto le braccia attorno al suo collo e lo riempio di baci, urlando tra uno schiocco e l'altro il tanto atteso e desiderato “sì”.

Lui mi stringe a sé, cominciando a ridere e riempiendomi anche lui di baci.

Non sarà stata la proposta di matrimonio più romantica e perfetta al mondo, ma ciò che importa è il fatto che abbia deciso di passare la vita insieme a me. Con queste parole sincere ha aperto del tutto il suo cuore per cominciare un futuro insieme.

 

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“Te l'avevo detto o no che oggi gli avrebbe chiesto matrimonio?” Dice la signora Kim guardando attraverso il binocolo la futura coppia di sposati.

“Ti devo comprare quella borsa che mi hai detto… Spero solo che mio marito non dia di matto per la spesa”, commenta la signora Cho ravviandosi i capelli dopo aver posato dentro la sua borsetta i binocoli che fino a poco prima stava usando.

“Oh tranquilla, penso sarà più preoccupato quando scoprirà che il suo piccolino si sposa con il sosia di Mr. Grey, ma più dotato”, cerca di tranquillizzarla la madre del maggiore.

“Prego che non gli venga un infarto”, replica l'altra donna.

“E ora… Diamo inizio ai preparativi del matrimonio. Kyuhyun ci metterà tre anni per finire l'università quindi, appena completerà gli studi, ci sarà il matrimonio e…”

La signora Kim continua a parlare mentre la madre di Kyuhyun la ascolta attentamente, ogni tanto facendo qualche osservazione.

Dall'altra parte del lago, invece, la coppia di fidanzati celebra la loro futura unione tra baci e carezze, qualche volta, sentendo un brivido percorrergli la schiena. Persi come sono nel loro mondo, attribuiscono la sensazione all'eccitazione, senza nemmeno immaginare che di lì a poco, la loro vita diventerà una giostra di emozioni e di continue scelte alle quali li sottoporranno le loro madri in vista del matrimonio.

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Come vi avevo promesso, ecco qui il sequel. Too much fluff per il mio bene; devo tornare al mio solito genere mix.

Spero vi piaccia anche questo oneshot ;) ;)

 

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