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“Smettila di guardarlo come se fosse un Adone”,
commenta al mio fianco il mio migliore amico, Sungmin.
Mi giro a guardarlo male. “Perché dovrei farlo?”
“Perché altrimenti Jongwoon si renderà conto che
ti piace.”
“E questo sarebbe un problema perché…?”
“Perché lui è il migliore amico di tuo fratello…
e ha tre anni più di te.”
La mia sfortuna vuole che io sia solo un
ragazzino agli occhi della mia cotta. Sì, tre anni non sono questa gran
differenza, ma Jongwoon ha diciotto anni e io… Io solo quindici.
Sospiro frustrato e mi sciolgo il nodo della
cravatta dell'uniforme. Sungmin mi scompiglia i capelli e mi pizzica le guance.
Lo guardo col sopracciglio inarcato.
“Sta arrivando.”
E in neanche meno di dieci secondi, Jongwoon è
fermo davanti al tavolo al quale sono seduto in cortile e mi sorride
dolcemente, mandandomi in pappa il cervello e facendomi sciogliere.
“Mi ha detto Jungsoo che oggi non può portarti a
casa, perciò lo faccio io, okay?”
Annuisco imbambolato e ringrazio che Sungmin sia
seduto di fianco a me e mi stia dando delle gomitate, altrimenti avrei
cominciato a sbavare senza ritegno per lui.
Jongwoon mi fissa un attimo negli occhi prima che
il suo sguardo mi scivoli addosso, quasi come una carezza, senza soffermarsi in
nessun posto, ma guardando con attenzione. Vedo fargli un'espressione strana
che non riesco a decifrare perché torna a guardarmi negli occhi.
“Ti aspetto nel parcheggio della scuola appena
finisci le lezioni”, e senza dire altro, si allontana.
“Si è saziato per bene”, mormora divertito Sungmin.
“Come, scusa? Non ho capito…”
“Gli è piaciuto quello che ha visto”, replica il
mio amico indicandomi il petto.
Abbasso lo sguardo e vedo che la camicia è
sbottonata e mi si vedono le clavicole. Arrossisco prima di abbottonarmela.
“Perché non me l'hai detto prima?” Strillo
imbarazzato.
“Perché Jongwoon stava morendo di fame…”
“E smettila di parlare con questi doppi sensi!”
“Come sei stressante…”
Sbatto la testa più volte sul tavolo. Cosa
penserà ora di me? Non volevo sedurlo. Cioè, sì, ma non così.
∆∆∆∆
Esco dal retro e mi dirigo verso il parcheggio,
cercando con lo sguardo l'auto di Jongwoon, ma è lui quello che mi si avvicina
prendendomi per mano e portandomi alla sua Clio.
Mi apre la portiera e prima di dargli il tempo di
vedere le mie guance rosse, entro di corsa in auto. Mi allaccio la cintura di
sicurezza mentre lo sento sedersi al posto del guidatore e sistemare lo
specchietto retrovisore.
Dopo essersi messo la cintura di sicurezza, si
gira verso di me.
“Ah… L'hai già allacciata…” Lo sento mormorare
prima di tornare a guardare di fronte a sé, mettendo in moto la macchina.
“Scusa?”
“No, niente.”
Comincia a guardare e per tutto il cammino non
parliamo, preferendo ascoltare la radio per riempire il silenzio. Con la coda
dell'occhio lo vedo guidare con lo sguardo parecchio concentrato, come se
stesse cercando di prendere la decisione giusta.
Sospiro e torno a guardare fuori dal finestrino,
rendendomi conto solo ora che non stiamo passando per le solite strade che
prende mio fratello.
“Dove stiamo andando?” Mi giro a guardarlo.
“Lo vedrai”, risponde tranquillamente, anche se
la stretta al volante dice tutt'altro del suo stato d'animo.
“Ma mia mamma…”
“Tua madre sa già che sei con me; gliel'ho detto
ieri.”
“Oh, d'accordo.”
Sposto lo sguardo sul paesaggio e noto con
stupore che siamo fermi davanti ad un parco.
Prima che io possa fare una domanda, Jongwoon mi
sta già aprendo la portiera, facendomi scendere. Quando cominciamo a camminare,
mi prende per mano, sorprendendomi e anche facendomi innervosire. Sento che le
mani iniziano a sudare e ringrazio il cielo che appena ci sediamo sotto un
albero, mi lascia andare la mano.
Passo il palmo sopra i pantaloni dell'uniforme
con discrezione, approfittando che Jongwoon sta fissando il laghetto che c'è di
fronte a noi. Guardo il suo profilo e sospiro come una ragazzina, cercando di
cogliere ogni minimo dettaglio del suo viso così bello e così… virile.
Mi do uno schiaffo e Jongwoon si gira a guardarmi
incuriosito dal mio gesto.
“Tutto bene?”
“S-sì”, balbetto, maledicendomi per la figura che
ho fatto.
“Sicuro?” Ribatte lui, posando gentilmente una
mano sulla guancia lesa.
Sento la pelle riscaldarsi e prego perché non si
renda conto che sto arrossendo.
“Certo.”
Lui sorride e mi carezza delicatamente,
soffermandosi qualche istante senza distogliere lo sguardo, fino a quando una
palla non lo colpisce alla testa.
Mi scappa una risata mentre lui si gira con la
palla in mano e la lancia ai due bambini che si sono avvicinati a noi per chiedergli
scusa.
“Ti sei divertito?”
“Massì, è stato abbastanza comico.”
“Piccolo teppistello”, replica mettendo il
broncio.
Faccio uno sforzo tremendo per non saltargli al
collo e riempirlo di baci, ma non mi è facile, soprattutto con lo sguardo da
cane bastonato che ha assunto.
Gli do un colpo sulla fronte, facendogli fare una
smorfia. Mi giro a fissare il laghetto, sentendolo lamentarsi per il dolore.
“Hyung, dov'è mio fratello?” Volto la testa verso
di lui.
“È… Uhm… È uscito con la sua ragazza”, risponde
prendendo un ciuffo d'erba e giocandoci.
“Ragazza?”
“A quanto pare una ragazza è riuscita
nell'intento di uscire con il popolare Leeteuk.”
“Mah, deve avere dei problemi sera, poverina.”
“Ma smettila, stupido”, scherza sorridendo.
Gli faccio la linguaccia e lo vedo sviare lo
sguardo verso un chiosco alla nostra destra, di fianco alla fontana.
“Vuoi un gelato?” Domanda già alzandosi e
scrollandosi i pantaloni.
Faccio per rispondere, ma lui mi precede.
“Limone, vero?”
Gli sorrido. “Mi conosci molto bene.”
Jongwoon mi rivolge un sorriso misterioso. “Come
minimo…”
Prima che io possa rispondere, lui si è già
allontanato, quasi saltellando perché sta per prendere il suo dolce. Diciotto
anni, ma ne dimostra molti di meno.
Torna con due coni, uno con il mio gelato al
limone e l'altro al cioccolato. Prende posto di nuovo di fianco a te,
appoggiandosi col braccio sinistro a terra mentre mangia gustoso.
Lo imito, appoggiandomi sulla mano destra e con
il viso rivolto in avanti, ma senza vedere nulla perché con la coda dell'occhio
vedo il paesaggio più bello.
Noto che i suoi occhi si illuminano ogni volta
che lecca la crema e un sospiro di soddisfazione lascia le sue labbra,
giungendomi alle orecchie come fosse la melodia più dolce al mondo.
Spesso mi chiedo perché, tra tutte le persone che
conosco, doveva piacermi proprio Jongwoon. E la verità è che di lui non
cambierei mai nulla.
È un ragazzo serio, premuroso, gentile,
responsabile, diretto quando c'è bisogno di esserlo. Non nego che quando si
arrabbia diventi una bestia, ma capita solo raramente, perché il resto delle
volte è una pasta d'uomo. Ma così come io penso queste cose, lo stesso si può
dire per tutte le altre persone che gli sono vicine. È un ragazzo facile da
amare, ma difficile da dimenticare e io lo so bene.
Non posso decidere che non mi piace più perché so
già che mentirei a me stesso. E anche se so che non ricambierà mai i miei
sentimenti, che ai suoi occhi rimarrò sempre “il fratello del mio migliore
amico”, sono contento così. Averlo al mio fianco è tanto e mi rallegra
immensamente.
“Cosa stai pensando così intensamente da
dimenticare che hai un gelato in mano che potrebbe sciogliersi?”
La sua voce mi riscuote dai miei pensieri e mi
giro a guardarlo, anzi, ad osservarlo.
L'ombra dell’albero sopra di noi gli copre il
volto per metà, dandogli un'aria quasi eterea. I raggi del sole filtrano tra le
foglie e gli illuminano i capelli. Non posso fare altro che pensare che sia la
persona più bella che io abbia mai conosciuto.
Mi rendo conto troppo tardi di essermi spinto più
in là di quanto volessi quando poso le mie labbra sulle sue. Lo vedo spalancare
gli occhi, chiaramente sorpreso per il gesto inaspettato e, presumo, anche
disgustoso.
Non gli do il tempo di dire alcunché, alzandomi
di fretta e, nel contempo, lasciando cadere a terra il cono. Faccio per
allontanarmi da lì, ma la sua mano mi prende per un polso e mi fa tornare a
sedere senza allentare la presa.
Costernato, giro la testa dal lato opposto,
vergognandomi di quello che potrebbe pensare ora di me.
“Kyuhyun”, mi chiama lui, ma faccio finta di non
sentirlo.
“Kyuhyun-ah”, insiste, ma nuovamente lo ignoro.
“BabyKyu”, mormora al mio orecchio prima di
girare il mio viso verso di lui.
Mi sento arrossire fino alla punta dei capelli e
abbasso lo sguardo. Poco dopo, sento qualcosa di morbido posarsi sul mio capo,
obbligandomi a tornare a fissarlo e notare un leggero rossore sulle guance;
capisco che la sensazione di adesso era un bacio.
“Tu…”
“Tu…” Mi imita sorridendo dolcemente.
“Perché mi hai ba… dato un bacio?”
“E tu perché l'hai fatto a me?” Replica facendo
scivolare la mano dal polso al mio palmo e dandomi una leggera stretta prima di
intrecciare le nostre dita.
“... Touché.”
“Vuoi che ti racconti un segreto?” Domanda
all'improvviso.
Lo guardo senza capire a cosa si riferisca e
senza una minima idea di quello che voglia dirmi.
“Stamattina ho chiesto a Jungsoo di lasciarmi
portarti a casa, anzi, in giro e lui ha accettato. All'intervallo, prima che io
venissi da te, ho avvisato tua madre che ti avrei portato a fare una
passeggiata e lei ne era estasiata”, dice guardandomi con un'espressione dolce,
una che non gli avevo mai visto fare. “E sai perché ho fatto questo?”
Nego senza smettere di fissarlo.
“Perché volevo che il giorno in cui ti chiedessi
di uscire con me fosse speciale.”
Il mio cervello si inceppa, ripetendo
continuamente le sue ultime parole, ma non riuscendo a coglierne il
significato.
“E ora ti faccio una domanda, Kyuhyun.”
Lo guardo con un sopracciglio inarcato.
“È stato speciale per te, oggi?”
Senza pensarci due volte, mi butto tra le sue
braccia, dimenticandomi che poco prima aveva un gelato in mano; spero che mia
madre non si arrabbi per la macchia.
Lui mi accoglie, stringendomi a sé e ridendo
sommessamente. Il suo profumo leggermente vanigliato mi avvolge, rendendo
questo momento reale.
Dopo un paio di minuti ci allontaniamo e
rimaniamo a fissarci. Torna a prendermi per mano e sorride.
“Non mi hai risposto…”
Non c'è bisogno di parole e poi, i gesti
esprimono più di quanto si pensi; per questo, gli do un bacio sulle labbra.
Faccio per allontanarmi, ma con la mano libera mi
avvicina a sé per il collo e comincia a muovere le labbra sulle mie. Giuro che
se non mi sono ancora sciolto è solo per miracolo.
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“Lo sapevo io che sarebbero finiti insieme!”
Esulta una signora dai capelli castani con un binocolo in mano che guarda oltre
il laghetto davanti a sé.
“Era ora! Sono anni che desidero diventare tua
consuocera”, ribatte un'altra donna, dai capelli neri, mentre sorride guardando
anche lei la scena con un binocolo.
“Cominciamo ad organizzare le nozze?” Domanda la
signora Cho.
“Ho già tutto preparato. Dobbiamo solo aspettare
che Kyuhyun-ah diventi maggiorenne”, risponde la madre Kim.
Dall'altra parte dello specchio d'acqua, ancora
immerso in un bacio profondo con il suo hyung, un ragazzo dai capelli castani
sente un brivido percorrergli la schiena, ma lo attribuisce al piacere che sta
provando, ignaro della sorte che gli aspetta.
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Buon salve gente! Sono tornata con questa
cosuccia... troppo sdolcinata per i miei gusti... But anyway, dopo aver
curato le carie che mi sono uscite fuori durante la stesura della
one-shot, mi è venuta voglia di condividerla con voi,
soprattutto per celebrare il GRANDE COMEBACK DEI SJ CHE, MAMMA MIA, MI
HANNO UCCISA!!!!!!
Spero
vi sia piaciuta la storia e visto che sono buona (ogni tanto capita
anche a me), vi pubblico anche il sequel che spero vi piaccia ;)
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