A Southside love story di Ms Mary Santiago (/viewuser.php?uid=976451)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Parte I ***
Capitolo 2: *** Parte II ***
Capitolo 3: *** Parte III ***
Capitolo 4: *** Parte IV ***
Capitolo 5: *** Parte V ***
Capitolo 6: *** Parte VI ***
Capitolo 7: *** Parte VII ***
Capitolo 8: *** Parte VIII ***
Capitolo 9: *** Parte IX ***
Capitolo 10: *** Parte X ***
Capitolo 11: *** Parte XI ***
Capitolo 12: *** Parte XII ***
Capitolo 1 *** Parte I ***
La
raccolta tratterà un numero indefinito di prompt, tutti
dedicati alla Sweet
Pea/Flame (OC), ma non so ancora da quanti capitoli sarà
composta. L’ispirazione
è nata leggendo “14 storie per 14
giorni” nel fandom di Harry Potter creata da
Arya_95 che ha gentilmente reso disponibili i primi quattordici prompt
line per
tutti coloro che desideravano utilizzarli mentre quelli seguenti li ho
inseriti
io.
Quindi
ancora grazie ad Arya e, come lei prima di me, invito chiunque lo
desideri a
servirsi dei prompt che compariranno. Se scrivete qualcosa con questi
prompt
fatemelo sapere (soprattutto se si tratta di raccolte sul fandom di
Riverdale o
di Harry Potter) e passerò volentieri a leggerle. Quando
usate una citazione,
indipendentemente da come preferite tradurla in italiano, utilizzate il
grassetto per renderla evidente all’interno del testo.
Preciso che ogni prompt
potrà essere usato indifferentemente per drabble, flash fic
o OS.
Detto
ciò, preciso che il nome che userò per Sweet Pea
è di mia fantasia in quanto non
ci è dato sapere quale sia e che Flame è un
personaggio di mia creazione e in
quanto tale detengo tutti i diritti su di lei.
Vi
lascio
al primo capitolo della raccolta ;)
Have
you lost your damn mind?!?
Sweet
Pea non riusciva a credere a quello che gli aveva detto
Tall Boy appena aveva varcato l’ingresso del White Wyrm.
-
Come scusa? –
-
Ho detto che Flame è di là a farsi ricucire -,
ripetè l’uomo,
- era alla Cava con Tony e Fangs quando ha deciso di provare a tuffarsi
dalla
cima. Ha preso la roccia con la parte esterna del bicipite. –
Alzò
gli occhi al cielo, incredulo, mentre superava il
luogotenente di FP e marciava risolutamente sul retro del locale.
La
trovò seduta sul bordo del divano, il volto distorto
nell’evidente
tentativo di trattenere imprecazioni di dolore molto poco caste, mentre
Bronson
le metteva gli ultimi punti.
-
Sei uscita fuori di
testa?!? –
Si
voltò verso di lui, abbozzando un sorrisetto che le
increspò le labbra tornite.
-
Ciao anche a te, Sweet Pea. –
-
Non dirmi “ciao Sweet Pea” con quel tono -, la
rimbeccò
avvicinandosi a studiare la ferita, - ho sempre saputo che avevi un
desiderio
di morte … ma di qui a lanciarti di sotto. –
-
Non mi sono lanciata di sotto -, protestò, - mi sono tuffata
e sono quasi riuscita a entrare in acqua senza farmi male. Ho calcolato
male la
posizione, la prossima volta non succederà. –
-
La prossima volta? – le fece eco, ignorando il ridacchiare
di Tony e Fangs.
Con
loro due se la sarebbe vista più tardi, adesso era il
momento di calmare quella pazza scatenata.
-
Sto scherzando, non c’è bisogno che ti fai venire
un ictus.
Sto bene e non ci proverò più, okay? –
La
vide fissarlo dritto negli occhi, le iridi castane che
ricambiavano il suo sguardo senza alcun timore, una scintilla
malandrina negli
occhi.
Si
rassegnò a mettere fine alla discussione bofonchiando
sottovoce: - Sarà meglio per te –
[295 parole]
“Please,
don’t leave.”
Era
appena rientrato nel salottino del White Wyrm quando vide
la sagoma rannicchiata sul divano in pelle, stretta su di sé
in preda al freddo
e coperta solo con un vecchio plaid. Lanciò
un’occhiata all’orologio appeso
all’angolo;
erano le tre di notte, abbastanza tardi da essere convinto che non ci
fosse più
nessuno lì dentro e che potesse chiudere tutto quanto.
-
Flame … che ci fai ancora qui? –
La
ragazza accennò con il capo al temporale che infuriava
fuori di lì.
-
Sta venendo giù il diluvio. –
-
Il pick up di FP è ancora nel parcheggio, puoi prendere
quello se non vuoi bagnarti. –
Scosse
il capo, giocherellando con un angolo logoro della
coperta.
-
Mia madre ha il turno di notte, non tornerà prima
dell’alba.
Se devo rimanere da sola un posto vale l’altro. –
Le
si avvicinò, sedendosi sul bracciolo, e la fissò
insistentemente finchè non fu lei a rompere il silenzio.
-
Cosa c’è? –
-
Non è perché piove e perché Margareth
ha il turno di notte …
c’è qualcos’altro. –
-
Non essere paranoico. –
-
Allora giuralo. Guardami negli occhi e giuralo. –
Le
iridi nocciola distolsero subito il contatto, prendendo a
fissare il pavimento come se fosse la cosa più interessante
che avesse mai
visto in tutta la sua vita.
-
D’accordo -, cedette dopo secondi che parvero interminabili,
- te lo dirò, ma se ti metti a ridere giuro che ti prendo a
pugni. –
E
non aveva alcun dubbio che l’avrebbe fatto davvero.
-
Promesso. –
-
I temporali … con tutti quei lampi e tuoni, beh mi
terrorizzano. –
-
È normale avere paura di qualcosa. Vuoi che rimanga a farti
compagnia o preferisci che me ne vada? –
Flame
tentennò prima di fargli spazio accanto a sé.
-
Per favore, non te ne
andare. –
Si
accomodò sul divano, calciando via gli anfibi e lasciando
il giubbotto di pelle appeso al bracciolo, e si sdraiò
alzando il braccio per
permetterle di accoccolarsi contro di lui.
Flame
posò il capo sul suo petto, chiudendo gli occhi e
rilassandosi contro di lui.
Due
minuti più tardi dormiva come una bambina.
[350 parole]
“Do you … Well … I mean
… I
could give you a massage?”
-
Non
indosserò mai più questi cosi infernali
– annunciò Flame, lanciando via i
tacchi alti e fissandoli come se fossero colpevoli di chissà
quale grave
crimine.
Quella
sera li aveva letteralmente trascinati al Gato Negro per una serata
all’insegna
di alcool, musica e corse clandestine e per l’occasione lei e
Tony avevano
pensato bene di mettersi in tiro.
Peccato
solo che dei tacchi da quindici non andassero affatto
d’accordo con ore passate
a danzare e asfalto sconnesso.
-
Non
capisco perché vi siate volute mettere in tiro. –
-
Perché siamo
ragazze, anche se il più delle volte ve lo dimenticate, e
ogni tanto ci piace
lasciare da parte giubbotto di pelle e anfibi – lo
rimbeccò facendogli la
linguaccia, per poi tornare a osservare contrariata i piedi pallidi e
smaltati
di nero segnati dalla lunga costrizione nelle scarpe.
Effettivamente
doveva riconoscere che erano piuttosto gonfi, considerò
Sweet Pea, anche se
Tony sembrava aver bevuto fin troppo per preoccuparsene
perché lei e Fangs
erano seduti a terra a gambe incrociate e ridevano di chissà
cosa.
-
Vuoi … Insomma … Intendo
… Vuoi che ti
faccia un massaggio? –
Non
sapeva neanche lui come gli era uscita quella proposta, ma la voglia di
fare
qualcosa per aiutarla aveva prevalso e l’istinto
l’aveva guidato.
-
Magari
-, allungò le gambe sulle sue, - sei un angelo, Sweet.
–
-
Figurati. –
Indipendentemente
da quello che credeva Flame, lui si era accorto eccome che era una
ragazza … e
una tremendamente carina per giunta.
[247 parole]
“Wait
a
minute. Are you jealous?”
-
Flame? –
-
Era fuori
a fumare -, replicò Tony, - dovrebbe rientrare tra poco.
–
Annuì,
lasciandosi ricadere sulla sedia.
Di
lì a
poco avrebbe avuto inizio la lezione di storia, una delle poche materie
a cui
prestava davvero attenzione, ma l’idea di uno dei suoi fuori
per i corridoi
quando c’erano i Ghoulies nei paraggi non gli piaceva affatto.
Era
tentato di uscire e andarla a cercare e probabilmente
l’avrebbe fatto se non l’avesse
entrare in aula proprio in quel momento.
Aveva
l’espressione
vagamente infastidita mentre marciava dentro e poi lungo lo stretto
corridoio
formato dalle file dei banchi.
Dietro
di
lei veniva Eric Hamilton, quello che era diventato a tutti gli effetti
il
leader dei Ghoulis del South side High.
Attese
pazientemente che Flame occupasse il banco accanto al suo per
allungarsi verso
di lei.
-
Che
succede, Hamilton ti ha rotto le palle? –
Annuì
appena, rovistando all’interno della borsa. – Solo
un po’. –
-
Che
voleva? –
-
Chiedermi di uscire. –
Rinserrò
la presa sulla penna che aveva fatto tamburellare sul banco fino a
qualche
secondo prima.
-
Cosa? E
tu che gli hai detto? –
Con
il
sopracciglio inarcato e un’espressione vagamente perplessa,
gli rispose: - Di
no ovviamente. Cristo santo, Sweet Pea, smettila di guardarmi come se
fossi sul
punto di dire chissà quale assurdità. –
-
È solo
che … non mi piace che i Ghoulies ci girino troppo intorno,
specialmente a voi
ragazze – bofonchiò.
-
Naturale, la maggior parte di loro è tremendamente
inquietante. –
-
Sì …
bene, mi fa piacere che siamo sulla stessa lunghezza d’onda.
–
Flame
sorrise furba come se avesse appena realizzato qualcosa che fino a quel
momento
le era sfuggito.
-
Sweet …
aspetta un minuto, sei geloso?
–
-
Come? –
-
Ti ho
chiesto se sei geloso. –
-
Non
essere ridicola, mi preoccupo solo come faccio con tutti gli altri.
–
Non
sembrava affatto convinta, ma fortunatamente il professor Cardenas
scelse
proprio quel momento per entrare in aula e dare inizio alla lezione.
Salvato
in calcio d’angolo, poco ma sicuro.
[336 parole]
“Wanna
bet?”
-
Andiamo,
non voglio aspettarti come al solito. –
Recuperò
le chiavi della moto, inarcando un sopracciglio. – Ma se sei
sempre tu quella
in perenne ritardo. –
-
Non è affatto
vero. –
-
Sì che
lo é. –
-
No. –
-
Vuoi scommettere che arrivo prima
io? –
Flame
annuì, stringendo la mano che le porgeva.
Tra
un
rombo di motore e l’altro, sfrecciarono lungo la strada che
portava al locale,
le ruote che slittavano sul cemento bagnato.
Arrivati
davanti all’insegna, Sweet Pea le sorrise alzando la visiera
del casco.
-
Che ti
dicevo? Avevo ragione io. –
[93 parole]
|
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Capitolo 2 *** Parte II ***
“Don’t
you ever do that again!”
Fare
colazione da Pop’s era diventato un po’ il rituale
della
domenica mattina per tutti loro e tutti ben sapevano che mettersi tra
Sweet Pea
e la sua consueta dose di caffeina giornaliera non era affatto una
scelta saggia.
Perciò
quando Flame, ormai vuotata la sua tazza, si sporse per
afferrare la sua tazza e la vuotò con un paio di lunghi
sorsi a Toni e Fangs
venne spontaneo trattenere il fiato nell’attesa
dell’esplosione.
-
Non osare farlo mai
più o la prossima volta ci sarà il tuo
funerale. –
Per
nulla turbata dalla minaccia, increspò le labbra tornite
in un’espressione noncurante.
-
Non lo faresti mai, mi adori troppo. –
Non
ribattè, facendo segno a Pop di portargli un’altra
tazza.
Come
si poteva controbattere alla pura verità?
[126 parole]
“Teach
me how to play?”
Flame
osservò i ragazzi seduti al tavolo.
Tenevano
le carte ben alte davanti al volto e osservavano il
piatto che si riempiva sempre di più mano a mano che i
giocatori rilanciavano.
Non
era mai stata un granchè nei giochi di carte, ma mentre
Sweet Pea si allungava ad afferrare i soldi che si era aggiudicato non
potè
fare a meno di trattenere un sorrisetto compiaciuto.
Uno
alla volta si alzarono dal tavolo, sbuffando davanti a
quella che sostenevano fosse la fortuna sfacciata di Sweet Pea.
Tossicchiò
appena, attirando l’attenzione dell’amico.
-
Sì? –
-
Ti va di insegnarmi
a giocare? –
Battè
con la mano sul divano accanto a lui.
-
D’accordo, ma non voglio sentirti lamentare quando perderai.
–
-
Va bene, papà.
–
Le
rivolse un’espressione buffa che la fece scoppiare a ridere
e il sorriso si allargò ancora di più quando lo
vide reggerle il gioco.
-
Bene altrimenti dovrò metterti in punizione. –
-
Magari. –
Sweet
Pea sgranò gli occhi, evidentemente preso in
contropiede, e a lei non restò che scoppiare a ridere di
cuore.
Era
incredibilmente facile scandalizzarlo.
[179 parole]
“Don’t
you dare throw that
snowba-, goddammit!”
L’inverno
a Riverdale era sempre tremendamente rigido, ma se
non altro i bambini del South side avevano un valido motivo per uscire
fuori a
giocare con la neve fresca.
Seduti
sul patio di casa di Flame, intenti a fumare una
sigaretta, osservavano i bambini rincorrersi, tirarsi palle di neve e
disegnare
angeli di neve o costruire pupazzi.
-
Ti ricordi quando lo facevamo anche noi? –
Annuì.
Lui
e Flame erano amici da quando avevano tre anni, entrambi
Serpents per eredità di famiglia, e lei era sempre stata
affascinata da quel
periodo dell’anno e dalle abbondanti nevicate che
l’accompagnavano. Quanto a
lui preferiva di gran lunga stare a casa davanti a una tazza di
cioccolata
calda e termosifoni a tutto spiano.
-
Potremmo farlo anche adesso, chi ha detto che è roba solo
per i bambini? –
Scosse
il capo.
-
Flame, non pensarci minimamente. –
La
vide chinarsi a raccogliere della neve fresca, modellandola
a formare una bella palla.
-
Non osare lanciare quella palla di … dannazione! –
Non
aveva fatto in tempo a finire la frase che la palla di
neve l’aveva centrato in pieno viso.
Flame
si era poi alzata ed era scappata via correndo a
perdifiato.
-
L’hai voluto tu, è guerra! –
[203 parole]
“I
think we need to talk.”
I
litigi tra di loro erano rari e quando accadevano non
duravano mai più di un’ora. Eppure quella volta
sembrava che le cose fossero
destinate ad andare in modo molto diverso. Dopo l’ennesima
serata di baldoria
al Gato Negro Sweet Pea aveva cambiato improvvisamente umore sulla
strada del
ritorno a casa e non aveva proferito parola nemmeno la mattina
seguente, quando
si erano trascinati in aula con delle occhiaie non indifferenti.
Flame
aveva rispettato la sua rabbia, sebbene non ne avesse
capito il motivo, ma adesso la cosa stava diventando a dir poco
ridicola.
Lo
fronteggiò davanti al suo armadietto, a braccia incrociate,
decisa a non lasciar perdere.
-
Credo che dobbiamo
parlare. –
-
Non c’è nulla di cui parlare. –
-
Mi sembra evidente che non è così. Cosa
c’è Sweet? Perché ce
l’hai con me? –
-
Non ce l’ho con te – fece per replicare, ma Flame
lo zittì.
-
Non essere ridicolo, è ovvio che è
così. Dimmi il perché. –
-
È solo che non mi piace che ci molli per passare la serata
con quell’idiota di Eric -, bofonchiò a mezza
bocca, - siamo tuoi amici
dopotutto no? –
Era
vero, lei ed Eric avevano ballato a lungo e c’era stato
qualche bacio … e magari un po’ di drink.
Ma
Toni e Fangs non se l’erano minimamente presa come aveva
fatto lui.
-
È solo per questo? –
-
Solo per questo – confermò, ben consapevole di
aver detto
una bella cazzata.
Annuì.
– Bene, se prometto che non accadrà più
le cose tra noi
torneranno a posto? –
-
Certo – confermò, abbozzando un lieve sorriso.
-
D’accordo, allora consideralo già fatto, non vi
pianterò più
in asso – decretò, porgendogli la mano, - Andiamo
in classe? –
Sorrise
sentendo le dita di Sweet Pea intrecciarsi alle sue
mentre la seguiva.
[297 parole]
“Kiss
me.”
-
Dammi un bacio. –
Interdetto,
Sweet Pea smise di bere la sua birra e la guardò
come se avesse appena dato di matto.
-
Eh? –
Con
uno sbuffo, Flame arricciò le labbra in un lieve e
adorabile broncio.
-
Non stavi ascoltando quello che ho detto, vero? –
-
Non del tutto – confessò.
-
Me ne sto tornando a casa, sono a pezzi, perciò
dov’è il mio
bacio? –
Il
bacio della buonanotte, come lo chiamava lei, era una di
quelle cose che si portavano dietro da quando erano dei marmocchi.
Quando
uno dei due se ne andava il bacio sulla guancia
scoccava automaticamente, perciò quella frase estrapolata
dal suo contesto
originario acquistava tutto un altro significativo.
Si
avvicinò alla guancia alabastrina che gli porgeva,
baciandola.
-
Ecco fatto, soddisfatta? –
-
Molto – confermò compiaciuta.
[132 parole]
Spazio
autrice:
Salve!
Eccoci
qui con la seconda parte della raccolta. Spero che vi stia piacendo e
ringrazio
coloro che hanno speso un po’ del loro tempo per leggerla.
La
terza
parte della raccolta dovrebbe arrivare domani o al massimo
martedì mattina.
Qui
sotto, per chi fosse curioso, vi lascio il prestavolto di Flame.
Ci
sentiamo presto.
Stay
tuned.
XO
XO,
Mary
|
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Capitolo 3 *** Parte III ***
“Looks
like we’ll be trapped for
a while…”
-
Non esiste minimamente. –
-
Andiamo, solo un giro. –
Scosse
il capo. – Neanche mezzo. –
Flame
arricciò il labbro inferiore, sfarfallando le lunghe
ciglia scure.
-
Per favoooore. –
-
Ho detto di no. –
-
Ma … andiamo, fallo per me – insistè.
Al
diavolo, non riusciva a negarle nulla quando lo guardava in
quel modo.
Forse
Toni aveva ragione: lei era la sua unica debolezza.
Rivolse
un’occhiataccia al cassiere dell’attrazione che lo
guardava
con malcelato divertimento. Ci mancava solo che quell’idiota
si facesse beffe
di lui.
-
D’accordo, due biglietti per la ruota panoramica. –
Afferrati
i maledetti ticket, vennero fatti accomodare sui
sedili più traballanti e poco sicuri che avesse mai visto.
-
Se cadiamo di sotto sarà tutta colpa tua. –
-
Esagerato. L’ho presa molte volte e non è mai
successo
nulla. –
Certo,
ma lui era terrorizzato dalle altezze perciò
sicuramente qualcosa sarebbe capitato … fosse pure vomitare
in testa a qualcuno
che camminava sotto di loro.
La
ruota venne azionata e prese a girare lentamente finchè non
arrivò nel punto più alto. Era incredibile quanto
sembrassero piccole le
persone sotto di loro.
Un
rumore metallico lo fece sobbalzare e lo spinse a guardare
verso Flame con gli occhi sgranati.
-
Cosa è stato? –
-
Si è solo fermata la ruota, nulla di grave. –
-
Nulla di grave? – le fece eco incredulo.
Dal
suo punto di vista c’era tutto
di grave.
-
Significa solo che
nella peggiore delle ipotesi rimarremo bloccati qui per un
po’. –
-
Appena mettiamo piede a terra ti uccido – la
informò per
tutta risposta, sforzandosi d’ignorare
l’espressione divertita sul volto di
lei.
[265 parole]
“I’ve
seen the way you look at me
when you think I don’t notice.”
- Sei proprio sicuro che non ci sia nessuna? –
insistè Flame, osservandolo di
sottecchi mentre giocavano a biliardo.
-
Credo che lo saprei se mi stessi frequentando con qualcuna –
replicò sarcasticamente.
-
Non intendevo quello … ma magari non volevi dirmelo.
–
-
E perché mai? – chiese, sinceramente stupito.
Flame
scosse il capo, mettendo a segno il colpo e osservando
la palla rossa finire in buca.
-
Non ne ho idea, è solo un pensiero che mi è
passato per la
testa. –
-
Un pensiero stupido. –
Allontanò
una ciocca dal viso, mordicchiandosi il labbro
inferiore.
Sweet
Pea si sforzò di non concentrarsi troppo su quel gesto o
avrebbe finito con il perdere completamente la lucidità e
saltarle addosso.
-
È solo che ho visto
il modo in cui mi guardi quando pensi che non lo noti.
C’è qualcosa che ti
passa per la testa, ma per qualche ragione non vuoi parlarmene.
–
Beccato
in pieno.
Sua
madre gli aveva sempre detto che Flame era molto più
sveglia di lui e quella era solo l’ennesima dimostrazione
della cosa.
Emise
una risata secca, palesemente finta, nel tentativo di
depistarla.
-
Dovresti smetterla di essere così paranoica. Sono solo
preoccupato per altre questioni, tu non c’entri. –
-
E quali sarebbero queste questioni? – lo sfidò,
inarcando un
sopracciglio perfettamente disegnato.
-
Jughead. Non volevo parlartene perché lui … -
-
Perché lui è mio cugino -, concluse per lui, - ma
proprio
per questo devo sapere se c’è qualcosa che spinge
i ragazzi a dubitare di lui. –
-
Nessuno dubita di lui -, la rassicurò in fretta, - ma credo
che sia diviso tra noi e quelli del North side. –
Annuì,
meditabonda.
-
Ci parlerò io e vedrò di capirci qualcosa -,
sentenziò
mettendo a segno il colpo vincente, - E per la cronaca … ti
ho appena fatto il
culo. –
[305 parole]
“YOU
DID WHAT?!”
-
Cosa hai fatto?!?
–
-
Ho solo reagito di conseguenza – replicò
all’istante, le
braccia incrociate contro il petto muscoloso e l’espressione
di sfida sul bel
volto che al momento era grondante d’acqua.
-
Sei andato nel North side a litigare con un gruppo di
stupidi figli di papà proprio mentre tutti ce
l’hanno con noi e pensano che ci sia
uno di noi dietro quella stronzata del Boia? –
-
Mi aveva puntato una stramaledetta pistola dritta in faccia,
nella nostra zona e per giunta davanti agli occhi dei ragazzi
– insistè caparbio.
Flame
alzò gli occhi al cielo, roteandoli spazientita.
Maschi,
sempre così legati all’onore e al rispetto da
agire
senza pensare minimamente alle conseguenze.
-
E uno di loro è stato accoltellato alla gamba. Bel lavoro,
adesso prepariamoci a una bella visita dello sceriffo. –
Si
alzò dal divano e marciò risolutamente verso la
piccola
stanza che fungeva da “studio” per il leader dei
Serpents.
Da
quando FP era stato arrestato stava a Tall Boy gestire gli
affari del gruppo.
-
Dove stai andando? –
-
A salvarti il culo dalla furia di mio zio. –
[183 parole]
“Before
you decide to murder me, let me explain…”
Sweet
Pea entrò al White Wyrm
insieme a Fangs e al resto dei ragazzi, trovando un piccolo drappello
di
persone accomodate alla meno peggio all’interno della sala
principale.
Distinse
chiaramente i capelli
biondi della fidanzata di Jughead e quelli rossi dell’idiota
con cui aveva
discusso due giorni prima.
C’erano
anche quegli altri
bambocci con i giubbotti dei Bulldogs.
Si
voltò verso Fangs, che
appariva sconcertato tanto quanto lui.
-
Cosa succede? –
-
Flame ha avuto un’idea per
risolvere il casino che avete creato – spiegò Tall
Boy, proprio mentre la
nipote si alzava dal tavolo da biliardo a cui si era appoggiata e
marciava
risolutamente verso di lui.
Si
alzò in punta di piedi, portando
la bocca vicino al suo orecchio per sussurrargli: - Prima
che tu decida di uccidermi lascia che ti spieghi. Instaurare
una tregua è il solo modo per tenere lontano lo sceriffo e i
suoi uomini. –
Annuì
rigidamente, continuando a
guardare in cagnesco il rosso.
Anche
lui sembrava poco convinto,
ma da come la sua ragazza ispanica lo fissava non c’era alcun
dubbio che anche
in quel caso la decisione fosse stata presa o quantomeno fortemente
influenzata
da lei.
Donne,
avrebbero finito per farli
impazzire tutti quanti.
-
D’accordo … e tregua sia. –
[206 parole]
“After
all these
years,
do you not instinctively fear
me?”
-
Mi annoio – sbuffò Flame, tamburellando sul tavolo
con le
lunghe unghie smaltate di nero.
-
L’hai detto solo dieci volte … forse potrei
arrivarci a
capirlo se mi ci mettessi d’impegno –
ironizzò lui in risposta.
Gli
fece la linguaccia. – Allora trova qualcosa da fare,
simpaticone. –
Meditabondo,
riflettè su ciò che avevano a disposizione a
quell’ora del tardo pomeriggio.
-
Andiamo alla pista di skate? –
La
“pista” era un piazzale in cui avevano ammassato
ostacoli
improvvisati da affrontare come in un vero e proprio skate park.
La
vide titubare.
Flame
e l’equilibrio erano due mondi a parte e questo la
rendeva un pericolo pubblico quando si trovava sullo skate …
nonché portarle un
discreto numero di escoriazioni e lividi.
Però
quella era l’unica cosa che gli era venuta in mente da
fare senza cacciarsi nei guai, come aveva precisato abbondantemente
Tall Boy
quando dopo l’incontro con quelli del North side aveva detto
che se si fosse
ripresentata una situazione come quella gli avrebbe strappato la pelle
di dosso
e ci si sarebbe fatto un giubbotto nuovo … poco importava
che fosse il figlio
di Rasoio o meno.
-
Okay, facciamolo – stabilì, lasciandolo
completamente di
stucco.
-
Dopo tutti questi anni
non mi temi istintivamente quando dico una cosa del genere?
–
-
Ovviamente -, replicò lei, - ma non ti darò mai
la
soddisfazione di tirarmi indietro solo perché odio quella
maledetta tavoletta
di legno con le rotelle e le pazzie che vuoi farci sopra. –
Sorrise.
Ecco
una delle tante motivazioni per cui adorava quella
ragazza: era così tremendamente simile a lui.
[261 parole]
Spazio
autrice:
Salve!
In
questa
terza parte della raccolta entriamo finalmente nel vivo degli
avvenimenti della
serie tv a partire dai fatti della 2x04 in poi. Una piccola
precisazione: Flame
è cugina di Jughead da parte di padre (il padre di Flame
è il fratello maggiore
della mamma di Jug) e Tall Boy è suo zio da parte di madre
(la mamma di Flame è
la sorella minore di Tall Boy). Detto ciò
c’è da dire che Flame è mezza Ghoulie
(da parte di padre) e mezza Serpent (da parte di madre), ma
è sempre cresciuta
tra i Serpents perché suo padre ha lasciato i Ghoulies dopo
essersi messo con
sua madre ed è diventato un Serpent.
Dopo
queste piccole ma doverose precisazioni vi saluto e vi auguro una buona
serata.
Al
prossimo aggiornamento.
Stay
tuned.
XO
XO,
Mary
|
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Capitolo 4 *** Parte IV ***
“Listen
to me.” “No, it will only encourages you.”
Flame
tossicchiò leggermente, attirando l’attenzione di
Sweet Pea e distraendolo
dalle parole del professor Johnson, che stava spiegando cosa si
aspettava da
loro nel portare avanti il compito di sezionare la rana davanti a loro.
Conosceva
bene quell’espressione, significava che c’era
qualcosa che le passava per la
testa e che stava cercando il suo appoggio per combinarne una delle sue.
-
Sweet …
-
-
No. –
Doveva
sforzarsi di ignorarla per quanto si sforzasse di tentare di
coinvolgerlo.
L’ultima
volta avevano rischiato grosso e ricordava chiaramente la minaccia di
Tall Boy;
perciò niente altri guai, per quanto il sapere cosa le
stesse passando per la
testa lo incuriosiva tremendamente.
La
sentì
sbuffare.
-
Ascoltami. –
-
No, servirebbe solo a incoraggiarti.
–
-
Ma se
non sai nemmeno cosa volevo dirti. –
Cedette,
voltandosi con un sopracciglio inarcato.
-
Non
volevi propormi qualcosa di potenzialmente irresponsabile? –
Gli
rivolse un sorrisetto divertito.
-
Forse.
–
Ecco
appunto, ormai la conosceva semplicemente troppo bene.
-
Non se
ne parla nemmeno. –
-
Femminuccia. –
-
Non
attacca. –
-
D’accordo -, cedette sconfitta, - ti riconosco la vittoria
per questa volta.
Sezioniamo questa stupida rana. –
[186 parole]
“Will
you buy me a milkshake if I
act like a care?”
-
Ripetimi un’altra volta perché siamo qui?
–
-
Perché Violet ha dei problemi con suo fratello e vuole che
lo convinciamo a confidarsi con noi – replicò,
risistemando le scomposte
ciocche corvine che gli si erano attaccate alla fronte.
-
Non sopporto Violet. –
-
Lo so -, replicò tenendole il casco mentre lei metteva la
catena alla moto, - ma cerca di fare finta che ti piaccia per qualche
minuto. –
Spolverandosi
i jeans, Flame si incamminò con lui verso
l’ingresso di Pop’s.
-
Mi compri un
milkshake se faccio finta che mi
importi quello che dice? –
Ridendo
annuì.
-
Ci aggiungo anche un brownie se non ci discuti. –
Flame
alzò gli occhi al cielo, sbuffando teatralmente. –
Guarda te cosa mi tocca fare per un po’ di zuccheri.
–
[126 parole]
“Act
like
a child, get treat like a child.” “What?
Isn’t it illegal to leave your child
lock in a car?!?”
Sembrava
che in quei giorni la
pioggia non volesse dare tregua a Riverdale, perché era
l’ennesimo temporale
nel giro di due giorni.
Fortunatamente
quella volta si
erano risparmiati l’acquazzone prendendo in prestito il
pickup di FP.
Anche
perché per arrivare nel
territorio dei Ghoulies quello era decisamente il metodo più
sicuro.
-
Continuo a sostenere che non
sono affatto d’accordo. –
-
Ti preoccupi troppo. Dopotutto
sono i miei nonni, cosa mi faranno mai? –
-
Conoscendo la nomina di
Teschio? Meglio non chiederlo. –
-
Quindi cosa suggerisci di fare?
–
-
Andarcene e dimenticarci di
questa tremenda idea che hai avuto. –
Aprì
lo sportello, venendo
immediatamente colpita dalle gocce d’acqua gelida che
battevano incessantemente
contro il tettino della vettura.
-
Io vado, tu resta qui. –
Sbattè
la portiera, facendo
scattare la chiusura automatica.
-
Ma che diavolo … Flame, la
sicura delle portiere. –
Si
voltò verso di lui, facendo
spallucce.
-
Se ti comporti da bambino vieni trattato da
bambino. –
Fece
per riprendere a camminare,
fermandosi solo per ridere quando lo sentì urlare in
risposta: - Cosa? Ma non è
illegale chiudere tuo figlio
in macchina?!? –
[184 parole]
“I
can’t read people’s minds. I’m not jedi.
People just like to tell me things.”
Attese
che finisse di parlare con Jughead, dopodichè le si
avvicinò e le rivolse un’occhiata incuriosita.
-
Cosa ti ha detto? –
-
Dice che è preoccupato per l’udienza di FP. Ha
parlato con
Penny, ma FP gli ha detto di lasciarla perdere perché di lei
non ci si può
fidare. –
Annuì.
In
effetti Penny Peabody era la quintessenza della persona
manipolatrice e cinica che fin da piccolo ti veniva insegnato di
evitare e di
rifiutare qualsiasi cosa ti offrisse … fosse anche una
caramella.
-
Perché ne ha parlato con te e non con me? –
-
E secondo te io come faccio a saperlo? Non so
leggere nel pensiero della gente. Non sono un jedi. Alle persone
piace semplicemente raccontarmi le cose. –
-
Sarà per il tuo carattere amabile –
ironizzò.
-
Probabile. –
Scosse
il capo, incredulo.
Era
praticamente impossibile spuntare una discussione con lei.
[144 parole]
“I
was so
proud when you broke his nose.”
-
Dove sta andando Flame? –
chiese Toni, osservando l’amica che entrava nella sala mensa
e invece di
dirigersi verso di loro puntava dritta verso la zona occupata dai
Ghoulies.
Camminava a passo di carica, lasciando intuire che fosse oltremodo
furiosa.
-
Credo che si tratti di quello
che è successo a letteratura – ipotizzò
Fangs.
-
Cioè? –
-
Sin ha fatto una battuta. Non
ho sentito cosa ha detto perché l’ha bofonchiata,
ma era decisamente a sfondo
sessuale. –
Sweet
Pea si irrigidì, voltandosi
verso il Ghoulie seduto a capotavola.
Rideva
con i suoi amici,
dondolandosi sulla sedia, i piercing che scintillavano sotto la luce
della
lampada al neon.
Lo
vide sorridere beffardo
all’indirizzo di Flame e dirle qualcosa che da dove erano
seduti loro risultava
decisamente inudibile.
Per
tutta risposta la ragazza
caricò indietro il braccio destro e gli scagliò
un destro preciso e micidiale
in pieno volto.
Persino
da dove erano loro era
evidente che doveva avergli rotto il setto nasale.
Dalla
tavolata dei Serpents
proruppero fischi e applausi mentre lei girava i tacchi e si avviava a
testa alta
verso i sorveglianti che l’attendevano per scortarla dal
preside per la sua
punizione.
-
L’aspetto fuori dallo studio di
Sanders – annunciò, seguendoli a pochi metri di
distanza.
Dieci
minuti, e una bella lavata
di capo, dopo Flame riemerse dallo studio.
-
Il verdetto? –
-
Una settimana di punizione, ma
ne è valsa la pena. –
-
Per quel che vale, mi sono sentito
tremendamente orgoglioso
quando gli hai rotto il naso. –
[250 parole]
Spazio
autrice:
Salve!
A
tempo
di record eccoci qui con la quarta parte della raccolta. Dalla
prossima, su
suggerimento di una lettrice, vedremo interagire Flame e Sweet Pea con
gli
altri personaggi della serie.
Il
nuovo
capitolo dovrebbe arrivare già domani sera.
Stay
tuned.
XO
XO,
Mary
|
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Capitolo 5 *** Parte V ***
“I
can’t keep replacing the
things that you break. It’s getting expensive.”
La
tensione si percepiva chiaramente all’interno del salotto
di Sweet Pea. Dopotutto tra loro e quelli del North side
c’era stata una
tregua, ma da qui a trovarsi tutti nella stessa stanza ce ne passava.
-
Vado a fare del caffè, chi ne vuole? –
Dopotutto
non c’era nulla meglio della caffeina per rompere il
silenzio imbarazzante che si era creato.
Veronica
alzò la mano, seguita a ruota da Toni e Jughead. Dopo
un attimo di esitazione anche Betty fece altrettanto.
-
Perfetto, torno subito. –
-
Ti serve una mano? – chiese la bionda.
Scosse
il capo, rivolgendole un lieve sorriso.
Le
piaceva Betty, sembrava una tipa a posto e suo cugino
sorrideva come non mai quando le era vicino.
-
Ti ringrazio, ma ce la faccio. –
Percorse
il piccolo corridoio che separava il salotto dalla
cucina, mettendosi in piedi su una sedia per raggiungere il contenitore
delle
cialde che era sistemato sull’ultimo scaffale.
Dannazione
a Sweet e alla sua altezza fuori dal comune.
Sfiorò
il contenitore con la punta delle dita, urtando
involontariamente la brocca nell’angolo e facendola cadere a
terra con un boato
infernale.
Sentì
la voce allarmata di Sweet Pea.
-
Cosa è stato? –
-
Nulla -, rispose all’istante, - è solo la tua
brocca che ha
deciso di suicidarsi … ma il caffè è
pronto. –
Afferrò
il vassoio e lo riempì con tazze di nera bevanda
bollente e una manciata di bustine di zucchero.
Tornò
in salotto reggendolo con due mani, perché dubitava
seriamente
che Sweet si sarebbe trattenuto dall’ucciderla se ne avesse
fatto cadere sui
tappeti.
-
Non posso continuare
a sostituire le cose che rompi. Sta diventando costoso e
… -
Gli
piazzò la tazza fumante tra le mani.
-
Stai zitto e bevi – lo liquidò.
[290 parole]
“You
know how I feel about
surprises.”
Erano
dieci minuti abbondanti che avevano parcheggiato le moto
nel piazzale semideserto e camminavano lungo il sentiero che portava
verso il
lago.
-
Si può sapere cosa stiamo facendo qui? –
Sweet
Pea la ignorò, continuando a camminare davanti a
sé come
se nulla fosse.
-
Sweet – lo richiamò.
-
Cammina e basta con tutte queste domande, ti prometto che
non è nulla di assurdo. –
Allungò
il passo, affiancandoglisi per guardarlo in volto.
-
Sarebbe il tuo modo per dirmi che è una sorpresa per me?
–
-
Forse. –
-
Lo sai cosa penso
delle sorprese … -
-
Sì, ti fanno tornare ad essere una bambina sovraeccitata di
cinque anni … è per questo che non te ne ho
parlato prima – confermò.
Gonfiò
le guance, atteggiando il volto a una ridicola
espressione da bambina imbronciata che lo fece scoppiare a ridere.
-
Siamo arrivati – annunciò.
Flame
si guardò attorno, perplessa.
Era
un angolo piuttosto tranquillo a ridosso della riva
occidentale dello Sweetwater.
A
parte quello non c’era altro.
-
Dove dovrebbe essere la sorpresa? –
Le
afferrò il mento, spingendola gentilmente a guardare verso
il cielo notturno.
-
Cacchio, è vero, l’eclissi –
esclamò.
Si
era completamente dimenticata che ci sarebbe stata
quell’estate e il che era ridicolo perché erano
mesi che non faceva altro che
parlarne.
Da
quel punto si riusciva a vedere alla perfezione quello
spettacolo, era anche meglio del tetto dal quale aveva inizialmente
pianificato
di guardarla.
-
Te ne sei ricordato. –
-
Io mi ricordo sempre tutto quello che dici. –
[251 parole]
“I
was hoping you would ask.
Follow me.”
Lanciò
un’ultima occhiata all’indirizzo di Jughead, che la
guardava con espressione seria quasi stesse cercando di percepire
quello che le
passava per la testa.
-
Se la cosa non ti interessa non sentirti obbligata, è solo
che Toni mi ha detto che ti piace scrivere e ho pensato che
un’altra persona al
Red and Black ci farebbe comodo. –
Gettò
le braccia attorno al collo del cugino, stringendolo in
un abbraccio spaccaossa che lo fece ridacchiare.
-
Lo devo prendere come un sì? –
-
Stavo aspettando che
me lo chiedessi. Seguimi, ho grandi progetti … -
Fangs,
che aveva assistito alla scena insieme al resto dei
ragazzi, si voltò verso Sweet Pea.
-
Di questo passo passeranno più tempo in redazione che al
White Wyrm. –
Scrollò
le spalle, incurante.
-
Se non altro avremo un po’ di pubblicità positiva.
–
[138 parole]
“I
had an idea.” “Oh, no.” “I
swear it’s a good one this time.”
-
Ho avuto un’idea.
–
Sweet
Pea emise un gemito gutturale. – Oh,
no. –
Per
tutta risposta ricevette una gomitata dritta nelle costole
che ebbe il potere di mozzargli il fiato e farlo imprecare a mezza
bocca.
Toni
e Jughead sorrisero divertiti.
-
Giuro che questa
volta è una buona idea. –
-
Di cosa si tratta? – chiese il cugino.
-
Stavo pensando che potremmo organizzare una serata tutti
insieme. Sai … tu e Betty, Toni, Fangs, Sweet e io
… e il resto dei tuoi amici
del North side – aggiunse, ignorando palesemente
l’occhiata d’avvertimento che
aveva ricevuto da Sweet Pea.
Per
come la vedeva lei non era giusto che Jug fosse costretto
a escludere quella che era stata una considerevole parte della sua vita.
-
Non so se è il caso … - cominciò
Jughead con tono cauto.
-
Perché non siamo all’altezza dei tuoi amici North
sider? –
rincarò la dose Sweet Pea, immediatamente sul piede di
guerra.
-
No -, replicò seccamente, - è solo che
… -
-
Betty non sa che Jughead ci frequenta assiduamente –
concluse Toni per lui.
Il
ragazzo annuì lentamente alle sue parole, confermandole in
pieno.
E
l’entusiasmo di Flame scemò all’istante.
-
Ah … allora immagino che non fosse un’idea
così buona. –
Vide
Jughead incupirsi mentre cercava palesemente delle parole
che la tirassero su di morale.
Perciò
si sforzò di sorridere.
Non
aveva alcun senso aggiungere altre preoccupazioni al
carico di quelle che aveva già suo cugino.
-
Magari organizziamo solo tra di noi, tipo domani sera, sai
una cosa tra cugini. –
-
Certo -, acconsentì sollevato, - ci puoi contare. –
[266 parole]
“I’m
sorry … it was the PMS
talking.”
-
Chiudi la stramaledetta porta! –
La
richiuse dietro di sé, trovando Flame rannicchiata sul
divano davanti al televisore che proiettava una puntata di Pretty
Little Liars.
-
Qualcuna si è svegliata con il piede sbagliato? –
-
Scusami, tutta colpa
della sindrome pre mestruale. –
Storse
il naso, coprendosi il volto.
-
Troppi dettagli … -
-
Davvero, lo sai che di solito gestisco la rabbia meglio; è
solo che ho dei maledetti crampi che … -
-
Ho detto troppi dettagli non richiesti … davvero
smettila. –
Rise,
gettando la testa all’indietro.
-
Sweet … non dirmi che sei imbarazzato. –
-
Non sono imbarazzato – replicò, corrugando la
fronte.
-
E allora perché non vuoi sentire parlare di … -
-
Basta! D’accordo, le cose da donne mi imbarazzano
…
soddisfatta?!? –
Le
risate aumentarono a dismisura tanto che sentiva quasi le
lacrime invaderle gli occhi.
-
Non ci posso credere. Grande, grosso e cattivo e poi ti
imbarazzi per una cosa normalissima. –
-
Se la smetti vado a comprarti un donut – rilanciò,
sorridendo soddisfatto quando la vide riprendere immediatamente il
controllo.
-
Uno con doppio cioccolato? – chiese, sbattendo le lunghe
ciglia da cerbiatta.
-
Potrebbe essere. –
[193 parole]
Spazio
autrice:
Salve!
Come
promesso eccoci con un po’ di spezzoni dedicati anche al
rapporto tra Jughead e
Flame. Spero che questa quinta parte vi sia piaciuta.
A
presto.
Stay
tuned.
XO
XO,
Mary
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Capitolo 6 *** Parte VI ***
“Where
the hell where you been?”
“Having a trip in Neverland. Where do you think?”
Soffocò
uno sbadiglio, sfilando il casco dalla testa e
cercando le chiavi all’interno della tasca del giubbotto di
pelle.
Trasalì
quando la porta di casa venne spalancata e trovò ad
attenderlo sulla soglia sua madre e, leggermente in disparte ma
ugualmente
furiosa, Flame.
Aveva
fatto più tardi del solito al White Wyrm, ma non aveva
avvisato perché era piuttosto sicuro di trovare sua madre
già addormentata.
Come se ciò non bastasse il cellulare era morto poco
più di un’ora prima.
Insomma,
da come lo guardavano quelle due sembrava pronto ad
affrontare il plotone d’esecuzione.
-
Lo so che … -
-
Dove diavolo sei
stato? – lo bloccò all’istante
sua madre, le braccia incrociate al petto e
l’espressione di chi avrebbe voluto incenerirlo con la sola
forza del pensiero.
-
Stavo facendo una
gita sull’isola che non c’è. Dove pensi
che fossi? –
-
Jordan … ah, lascia perdere, entra in casa –
sospirò infine,
facendosi da parte e dirigendosi verso la sua camera.
Era
implicito quello che avrebbe voluto dirgli, ma si era
trattenuta.
Sei
tale
e quale a tuo padre.
Si
era sentito ripetere quelle semplici sette parole decine di
volte e le aveva sempre considerate un motivo di vanto, ma forse per
sua madre
non lo erano poi così tanto.
-
Tu che ci fai qui? –
Flame
si strinse nelle spalle, afferrando giubbotto e casco.
-
Mi ha chiamata tua madre per sapere dove fossi visto che non
riusciva a contattarti. Era molto preoccupata così sono
venuta qui a calmarla. –
Annuì,
passandosi una mano tra le scomposte ciocche corvine.
-
Non mi piace che giri da sola a quest’ora di notte
… resta a
dormire qui. –
Parve
soppesare la sua proposta per una manciata di secondi,
dopodichè accettò con un piccolo sorriso e lo
seguì verso la sua camera.
Avevano
dormito spesso insieme, ma mai su di un letto … per
qualche strana ragione la cosa rendeva il tutto molto più
intimo e decisamente
più strano.
La
vide calciare via gli anfibi e scegliere il lato del muro.
-
Se vuoi dormo in salone. –
Flame
scosse il capo, battendo sul materasso accanto a lei.
-
Non essere sciocco e vieni a letto, sto morendo di sonno. –
Obbedì,
scivolando sotto le coperte e sentendo all’istante il
corpo di Flame che si modellava addosso al suo.
-
Sei un cuscino molto comodo – bofonchiò la
ragazza,
poggiando il capo sul suo petto.
-
Uhm … grazie o almeno credo. –
E
adesso chi avrebbe più chiuso occhio.
[413 parole]
“Are
you two fuckin’ insane?”
Si
avvicinò al gruppo seduto al tavolo esterno, nel patio
della scuola, incuriosita dal loro borbottare a mezza bocca.
Fangs
sorrideva come un gatto che avesse appena mangiato un
canarino e qualcosa le diceva che di qualsiasi cosa si trattasse
l’idea era
partita da lui.
Fece
cenno al ragazzo più vicino di scalare lungo la panca e
farle spazio di fronte a Sweet Pea.
-
Di cosa parlate? –
Per
tutta risposta le porse i fogli che stavano esaminando con
attenzione.
Li
scorse con la fronte corrucciata.
Non
ne capiva molto di quelle cose, ma aveva tutta l’aria di
essere il progetto di costruzione di una qualche bomba artigianale.
-
È quello che penso che sia? –
Sweet
annuì. – Il cugino di Fangs può
mostrarci come
prepararla. –
Non
aveva alcun dubbio che Johnny l’avrebbe fatto, visto e
considerato che il soprannome “El loco” non era
certo nato per nulla, ma non
riusciva a capacitarsi di quello che i suoi amici stavano anche solo
considerando di fare.
-
E cosa vorreste farci? –
-
Chiudere il Register una volta per tutte. Hai visto cosa
hanno scritto, no? –
-
Un attacco dinamitardo al Register? Voi due
siete diventati fottutamente fuori di testa? –
sbottò,
gettando sul tavolo gli incartamenti.
-
Sono anni che ci danno la colpa di tutto. –
-
E avete pensato di incentivarli ancora di più facendo
saltare in aria posti a caso? Bel piano, complimenti. –
-
Mi pare di capire che non sei dei nostri –
considerò velatamente
Fangs.
Sentì
gli occhi di tutti puntati su di lei in attesa di una
risposta.
-
No, infatti. –
Si
alzò dalla panca, ignorando palesemente tutti i presenti, e
si allontanò a passi lunghi e decisi.
[279 parole]
“Sometimes
we fight, we cry and we don’t talk to
each other. But at the end we are still loving each other.”
Il
bussare incessante alla porta della sua camera sovrastò per
un brevissimo istante le note della musica che risuonava attorno a lei.
-
Entra – urlò per tutta risposta, rimanendo
saldamente
sdraiata sul suo letto a osservare il soffitto.
Da
quella discussione fuori scuola erano passati due giorni e
da allora aveva accuratamente evitato Sweet Pea e i ragazzi.
Non
sapeva se c’era stato un qualche risvolto in quella
storia, ma Toni le aveva raccontato con una punta d’orgoglio
malcelato che Jughead
aveva deciso di diventare uno di loro a tutti gli effetti e non solo
“a metà”
come ripetevano spesso i ragazzi.
C’era
stato qualcosa nello sguardo della ragazza che non le
era piaciuto quando aveva detto quella frase. Era quasi come se lei non
avesse
aspettato altro da quando Jug aveva messo piede per la prima volta alla
Southside High.
Sua
madre fece capolino sull’uscio.
Non
avevano parlato di ciò che era successo ma dal suo sguardo
le era perfettamente chiaro che sapesse cosa c’era sotto.
-
Hai visite. –
-
Chi è? –
-
Jordan. –
Si
sollevò su di un gomito, sospirando profondamente.
Era
pronta allo scontro.
-
Fallo entrare. –
La
vide affacciarsi in corridoio e bofonchiare qualcosa a
Jordan prima di permettergli di entrare nella sua stanza e richiudere
la porta
dietro di sé.
-
Dice di rimanere chiusi qui se proprio dobbiamo litigare …
almeno non rompiamo nulla a cui è sentimentalmente legata
– disse in risposta
alla sua muta domanda.
Sentì
le labbra incresparsi appena, divertite.
Sua
madre sembrava leggerle nella mente certe volte perché
sentiva
un improvviso desiderio di lanciare oggetti e disintegrarli sul
pavimento.
-
Sei sparita in questi giorni, non hai neppure pranzato con
noi. –
-
Credo che il motivo sia evidente. –
-
Non l’abbiamo fatto -, la informò, - Jughead ha
persino
accettato di sottoporsi all’iniziazione pur di fermarci. Devo
ammettere che
forse non è poi così debole come pensavo.
–
Inarcò
un sopracciglio. – Ovvio che non è debole.
È il figlio
di FP, è mio cugino … discende da una lunga linea
di gente dura a morire. –
-
Non sembri molto sorpresa dall’iniziazione –
considerò.
-
Me l’aveva già detto Toni. –
Il
profilo deciso della sua mascella si serrò a quelle parole.
– Quindi con lei hai parlato. –
C’era
un’implicita accusa nelle sue parole, ma decise di non
mostrarsi troppo turbata dalla cosa.
-
Toni non mi ha fatta incazzare. –
-
Era solo un modo per vendicarci di quello a cui siamo stati
sottoposti per anni da quelli del North side. –
-
Era un’idea stupida e pericolosa. Non riesco nemmeno a
immaginare come tu possa aver seriamente pensato che fosse una buona
mossa –
replicò, mettendosi finalmente seduta e serrando le mani sui
fianchi con
espressione di sfida.
-
Sono stanco di essere trattato come feccia, come se tutto
quello che succede a Riverdale fosse in un modo o nell’altro
colpa mia. –
-
Anche io lo sono, ma non progetto attentati dinamitardi. –
-
Beh, allora evidentemente tu sei meglio di tutti noi –,
sbottò con una punta di esasperazione mescolata a gelida
rabbia, - Quindi mi
domando perché ti abbassi a frequentarci. –
Accusò
il colpo con una fitta al cuore.
Sentiva
le lacrime lottare contro di lei per sgorgare, ma non
avrebbe mai permesso che accadesse.
Serrò
i pugni, imponendosi di mantenere la calma.
-
Sai, me lo domando anche io. –
Lo
vide trasalire, colpito a sua volta nel profondo da quelle
parole.
-
Bene, allora immagino che sia meglio che me ne vada. –
-
Bene. –
-
Benissimo. –
Rimasero
in silenzio, continuando a fissarsi negli occhi.
Flame
inarcò un sopracciglio, imponendosi di suonare il
più
glaciale possibile.
Non
avrebbe mai permesso a nessuno di vederla piangere.
-
Sei ancora qui? –
Sweet
Pea fece per voltarsi ed uscire, ma quando aveva ancora
la mano sulla maniglia si voltò nuovamente.
Sotto
l’espressione cupa le iridi castano scure erano contornate
da una sospetta ombreggiatura rosa.
-
Non intendevo dire quelle cose. Lo so che non pensi davvero
di essere migliore di noi – mormorò.
-
Non lo penso … e non voglio nemmeno che te ne vada
– ammise sottovoce,
fissando il pavimento, imbarazzata.
Fino
a quel momento non si era mai resa conto di quanto
effettivamente tenesse a Jordan.
Sedette
accanto a lei, prendendole una mano tra le sue.
-
Non voglio andarmene neanche io. –
-
Sai … una volta mia madre mi ha detto una cosa su di lei e
mio padre. Non ci avevo mai pensato prima, ma credo che per noi due sia
la
stessa cosa. –
-
Cosa? –
-
Alcune volte
litighiamo, piangiamo, non ci parliamo. Però alla fine di
tutto ci amiamo ancora
–, ripetè, - Ecco io credo che per noi sia lo
stesso. Indipendentemente da
quello che succede tra di noi non possiamo fare a meno di volerci bene.
Fa
parte di noi. –
Rimase
in silenzio quando sentì Jordan spostarsi per
fronteggiarla e avvicinarlesi.
Sembrava
quasi volesse darle modo di fermarlo tanto si muoveva
con lentezza esasperante. Però lei non voleva fermarlo, anzi
tutt’altro.
Passò
le mani attorno al suo collo, attirandolo a sé con
decisione, e finalmente le loro labbra s’incontrarono.
[847 parole]
Spazio
autrice:
Salve!
Per
questa sesta parte ho deciso d’inserire solo tre prompt line,
perché l’ultima è
decisamente più lunga del solito.
Finalmente
c’è il primo bacio tra questi due capoccioni.
Spero
che
vi sia piaciuta.
Al
prossimo aggiornamento.
Stay
tuned.
XO
XO,
Mary
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** Parte VII ***
“The best memories
begin with the most insane ideas.”
Seduti
sul divano di casa di Jughead, stavano
bevendo una birra dopo l’altra quando suo cugino prese la
parola.
Teneva
il ghiaccio premuto contro la guancia sulla
quale si era infranto il tirapugni di Sweet Pea e il tatuaggio sulla
spalla
sinistra svettava chiaramente sulla pelle alabastrina leggermente
arrossata.
Era
ufficialmente uno di loro e come tale veniva
trattato.
-
Coraggio -, lo invitò Toni, - chiedi pure. –
-
Avete sempre voluto essere dei Serpents? –
Flame
annuì, sorseggiando la birra prima di passarla
al ragazzo seduto accanto a lei.
-
Fin da quando avevo cinque anni. Io, Sweet e Toni
ci siamo arrampicati lungo il muro per sgattaiolare dentro al White
Wyrm e
origliare quello che dicevano gli adulti. –
-
E come è andata a finire? –
Toni
è caduta e ha preso una storta, il suo pianto
ha attirato gli adulti e ci hanno scoperto. –
Scoppiarono
a ridere.
-
Però poi tuo padre ci ha detto che eravamo dei
piccoli ribelli e avevamo decisamente la stoffa dei Serpents. Ci siamo
sentiti
tremendamente fieri, anche se le nostre madri ci hanno immediatamente
messo in
punizione –, concluse Toni, - ma è stato quel
giorno che abbiamo deciso che noi
tre saremmo entrati nei Serpents a tutti i costi. –
-
I
migliori ricordi nascono con le idee più insane
–
decretò Sweet Pea, un sorrisetto sghembo sul volto, mentre
il resto del gruppo
ruggiva la sua approvazione.
[234
parole]
“You
have looked better, what
happened?” “We ran into some old friends.”
-
Sei sicura di voler entrare? –
Annuì,
osservando il portone d’ingresso del penitenziario
cittadino. Suo padre le aveva sempre vietato di andarlo a trovare; il
carcere
non era un posto adatto a lei, le aveva detto, e aveva rispettato
quella
decisione fino al momento in cui aveva scoperto che Jughead andava
regolarmente
a trovare FP.
Era
stato allora che aveva preso quella decisione.
-
Certo, diamoci una mossa – replicò, incamminandosi
verso l’ingresso
a passi decisi.
Consegnarono
i documenti e gli oggetti personali all’ingresso,
attendendo pazientemente finchè non diedero loro il permesso
di entrare nella
sala colloqui.
-
Flame? –
Si
voltò all’istante verso il padre, sorridendo con
l’aria di
chi sapeva bene che dopo l’iniziale felicità
sarebbe arrivata la ramanzina e lo
precedette.
L’occhio
nero che avevano a testa, uniti agli ematomi e alle
escoriazioni catturarono immediatamente la sua attenzione.
-
Avete avuto un
aspetto migliore, cosa è successo? –
-
Abbiamo incontrato
dei vecchi amici – replicò FP.
Jughead
assottigliò lo sguardo, la fronte aggrottata in un
misto di preoccupazione e rabbia per quell’attacco, - Fortuna
che erano amici. –
-
Ce la sbrighiamo da soli – tagliò corto FP,
accennando al
giubbotto che indossava il figlio, - non c’è
bisogno di scomodare gli altri. –
-
Sono stati i Ghoulies? –
FP
e suo padre si scambiarono un’occhiata eloquente, ma non le
risposero.
Null’altro
che una muta conferma.
E
in un modo o nell’altro si sarebbe vendicata.
[232 parole]
“It’s
not a double date. We are
just third and fourth wheeling.”
Fuori
dall’ingresso di Pop’s Sweet Pea aveva incrociato
le
braccia, seduto sulla sua moto, e le aveva rivolto
un’occhiata penetrante.
-
È una pessima idea – bofonchiò
contrariato.
-
Tu adori il caffè e a me fanno impazzire i milkshake. Il
cinema piace a entrambi, Jug è ufficialmente uno dei nostri
e lo stesso vale
per Betty visto che stanno insieme. Non c’è
assolutamente nulla di pessimo …
anzi, credo proprio che sarà la migliore serata da un
po’ di tempo a questa
parte. –
-
Lo sai che non sopporto la roba da filmetto romantico come i
doppi appuntamenti. –
-
Ma questo non è un
doppio appuntamento -, protestò, - siamo
solo il terzo e il quarto incomodo. –
Roteando
gli occhi, si alzò dalla moto e la seguì
all’interno
del locale.
Jughead
e Betty erano già seduti al tavolo, intenti a baciarsi
dolcemente.
Con
un sopracciglio inarcato, Flame si voltò verso il ragazzo.
-
Cosa ti avevo detto? È esattamente come se fossimo il terzo
e il quarto incomodo. –
[168 parole]
|
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Capitolo 8 *** Parte VIII ***
“I’m
not jealous.”
Seduta
sul sedile della sua moto osservò i Ghoulies arrivare e
parcheggiare una macchina dopo l’altra nel piazzale deserto
nel quale si erano
dati appuntamento per la corsa. Continuava a credere che fosse una
pessima
idea, ma ormai Jughead aveva preso gli accordi del caso con il loro
leader e
non c’era modo di tirarsene indietro senza rischiare grosso.
-
Non avrei mai pensato di assistere a una corsa clandestina,
ma se non altro i ragazzi sono sexy – commentò
Kevin, osservando il leader dei
Ghoulies mentre scendeva dalla sua auto e si dirigeva verso Jughead per
scambiarsi una stretta di mano.
Sentì
la voce di Cheryl che concordava a modo suo: - Se riesci
a passare sopra al loro discutibile senso della moda allora non sono
male. –
I
loro commenti vennero tacitati dall’arrivo del ragazzo che
puntò verso di loro a passo deciso e si fermò di
fronte alla sua moto,
osservandola dall’alto in basso con studiata lentezza e un
sorriso sghembo
irriverente e, doveva ammetterlo, accattivante dipinto sul bel volto
circondato
da scomposti riccioli scuri.
-
E così tu saresti la mezza Ghoulie. –
Inarcò
un sopracciglio, sfrontata. – E tu dovresti essere?
–
-
Malachai. –
Le
porse la mano, attendendo finchè lei non si decise a
stringerla.
-
È un piacere conoscerti. –
-
Vorrei poter dire lo stesso, ma mentirei. –
Sentiva
dietro di sé che Jordan si era spostato leggermente
verso di lei, facendo scivolare un braccio attorno alla sua vita e
attirandola
a sé.
Malachai
gettò la testa all’indietro, scoppiando a ridere.
– Qualcuno
è un po’ possessivo. –
Fece
per aggiungere altro, ma uno dei suoi amici lo richiamò
per controllare gli ultimi dettagli prima della corsa.
-
È dannatamente sexy – insistè Kevin,
continuando a
osservarlo con insistenza.
-
Ha un bel sorriso -, riconobbe Flame, - ma anche una faccia
da schiaffi. –
Sweet
Pea roteò gli occhi al cielo, imbronciato, ma senza dire
nulla.
Fu
allora che Flame lo punzecchiò sorridendo divertita.
– Non
dirmi che sei geloso. –
-
Non sono geloso. –
-
Peccato perché credo che un pizzico di gelosia sia
tremendamente sexy. –
Il
sorriso si allargò sul suo volto quando lo vide cambiare in
fretta versione.
-
D’accordo, magari sono geloso … ma del tipo sexy
non
ossessivo. –
Lo
baciò rapidamente a fior di labbra.
-
Ovviamente. –
[378 parole]
“I
taught you how to pick locks
and this is how you’re using that skill?”
Sweet
Pea la osservò mentre sbuffava davanti al suo
armadietto, le morbide onde castane leggermente scompigliate e le
sopracciglia
ben disegnate inarcate mentre aggrottava la fronte.
-
Che succede? –
-
Questo stupido lucchetto non ne vuole saperne di aprirsi. –
Flame
sospirò, togliendo una forcina e piegandola
delicatamente fino ad assumere la forma che desiderava.
Dopodichè
la infilò all’interno della serratura e la smosse
finchè non riuscì a trovare
l’angolazione giusta.
Un
lieve “tac” annunciò
l’apertura del lucchetto.
Sweet
Pea scosse la testa, incredulo.
-
Ti ho insegnato come
scassinare lucchetti e lo usi per questo? –
Si
strinse nelle spalle. – Non ricordavo la combinazione.
–
-
Questo l’avevo capito, ma non sarebbe più facile
scrivertela
da qualche parte? –
Si
voltò verso di lui in una sventagliata di lunghi e
profumati capelli.
-
Troppo facile … che divertimento ci sarebbe poi? –
[138 parole]
“Where’s
everyone?” “They all
went out to get cigarettes.”
Flame
riemerse dal bagno con indosso solo la sua maglia. Le
arrivava a metà coscia e sembrava che avesse deciso di non
indossare null’altro
visto che le lunghe gambe tornite color dell’alabastro
svettavano mentre
camminava a piedi nudi sul parquet.
Si
costrinse ad alzare lo sguardo e capì all’istante
che era
stata una pessima idea, perché adesso le iridi scure erano
rimaste come
catturate dal movimento ondulatorio e quasi ipnotico dei fianchi della
ragazza.
La
vide raccogliersi i capelli in una crocchia improvvisata,
guardandosi attorno perplessa.
-
Dove sono tutti
quanti? –
-
Sono usciti per
andare a comprare le sigarette. –
Era
stata una scusa a dir poco ridicola visto che una persona
era più che sufficiente per comprarle e invece loro erano
usciti in dieci.
Eppure aveva decisamente apprezzato il gesto visto come stavano
evolvendo le
cose.
-
Ok. –
-
Sono usciti quasi mezz’ora fa – aggiunse.
E
il distributore di sigarette più vicino era solo
dall’altra
parte della strada.
La
vide sgranare gli occhi, capendo all’improvviso cosa
avevano cercato di fare i loro amici.
-
Oh. –
Già,
proprio “oh”.
-
Un po’ deboluccia come scusa per lasciarci da soli -,
osservò mentre si avvicinava a lui ancheggiando, - non
credi? –
-
Non il massimo dell’originalità –
convenne, chinandosi verso
di lei e lasciando che le loro labbra s’incontrassero in un
lungo e
appassionato bacio.
Le
mani di Flame si soffermarono sul bavero del giubbotto, afferrandolo
e spingendolo gentilmente all’indietro fino a che non
varcarono la soglia della
sua camera.
E
poi ancora più indietro finchè non
sentì le gambe scontrarsi
con il materasso.
Fu
allora che lo spinse giù, osservandolo per un attimo mentre
stava sdraiato lì per poi sedersi a cavalcioni su di lui
sigillando quella
mossa con l’ennesimo bacio.
-
Sarebbe un peccato non approfittarne. –
[296 parole]
Spazio
autrice:
Salve!
Allora,
una piccola precisazione: non so se Kevin si riferisse effettivamente a
Malachai quando dice “but the guys are hot”
però penso di sì perché diciamocelo
francamente … hanno preso un figo per interpretarlo e devo
dire che lo shippo
anche un po’ con Kevin. Insomma, mi hanno tolto Joaquin che
insieme a Kev era
un po’ l’unica ship che a parer mio era in grado di
rivaleggiare con la Bughead
e quindi credo sia giusto che dopo un figo Serpent passi a un figo
Ghoulie …
così, per non farsi mancare nulla xD
Detto
ciò
non so se sono l’unica che non vede l’ora di
saperne molto di più sui Ghoulies
e che spera di rivedere presto Malachai in scena; fatemi sapere se la
pensate
come me almeno mi ritrovo in buona compagnia ;)
Al
prossimo aggiornamento.
Stay
tuned.
XO
XO,
Mary
|
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Capitolo 9 *** Parte IX ***
“This
is punishment chids, not party time.” “Well, that
would explain the absence of
balloon animals.”
Osservò
le carte che
teneva strette tra le mani, lanciando poi un’ulteriore
occhiata alle carte sul
tavolo.
-
Guarda che non è che continuando
a guardarle il board cambia. –
-
Sto pensando –
replicò, tamburellando con le dita smaltate di rosso sulle
labbra.
Giocherellò
con le
carte e guardò di sottecchi Jordan.
Fissava
dritto davanti
a sé con quella che a suo giudizio doveva essere
un’aria disinvolta. Peccato
solo che lo conoscesse fin troppo bene per non capire quando fingeva
ostentatamente di essere tranquillo e rilassato.
O
stava bluffando
oppure sperava che lei lo seguisse nella puntata perché
aveva un punto molto
alto.
-
D’accordo, vedo i
tuoi dieci e rilancio di cinque. –
Sbattè
quindici dollari
sul banco proprio nel momento in cui la porta dell’aula di
detenzione veniva
aperta e il professor Blauer faceva la sua comparsa.
Aggrottò
la fronte,
sequestrando immediatamente le carte da poker.
-
Ehy -, protestò Sweet
Pea, - qui c’era una partita in ballo. –
-
Questa è una punizione, ragazzi,
non una festa. –
Ripescando
il libro di
storia per portarsi avanti con lo studio, Flame bofonchiò.
-
Beh, questo spiega l’assenza di
palloncini a forma di animali. –
Il
tentativo di restare
serio del ragazzo fallì miseramente e in men che non si dica
si ritrovarono
entrambi a ridere sotto lo sguardo esasperato del professore.
Blauer
sospirò.
Ah,
ma chi glielo aveva
fatto anni fa di intraprendere quella carriera?
[233 parole]
“You
just give off the impression that you want to murder everyone you look
at.”
Sweet
Pea buttò fuori il fumo
della sigaretta, distendendo le lunghe gambe che si stavano
addormentando per via
dei lunghi minuti passati seduti sui gradini di casa sua.
Il
figlio dei vicini scese dal
pulmino scolastico e attraversò la strada, posando le iridi
azzurre come il
cielo sulla sagoma di Flame e sorridendo timidamente.
Ricordava
le cotte che si avevano
all’età di otto anni, quando si guardavano le
ragazze più grandi con la
consapevolezza che loro non avrebbero visto null’altro che un
moccioso a cui
poter fare da babysitter per guadagnare qualche soldo.
Flame
alzò una mano salutandolo e
il ragazzino sorrise radioso almeno finchè non
spostò lo sguardo su di lui e
ammutolì improvvisamente.
-
Un giorno o l’altro capirò
perché i bambini hanno paura di me – disse,
osservando il marmocchio dei vicini
che dopo aver incrociato il suo sguardo era scappato dentro il suo
trailer e si
era sbattuto la porta alle spalle.
-
Dai
solo l’impressione di voler
uccidere tutti quelli che guardi.
–
-
Eppure tu non sei mai scappata
via. –
-
Certo, questo perché io sono
completamente fuori di testa e trovo questa tua aria da potenziale
serial
killer tremendamente sexy – replicò candidamente.
-
Ah, sì? –
-
Certo, non ti ricordi che da
piccola avevo una cotta tremenda per Billy Loomis di Scream? E
più psicopatico
di quello non c’è nessuno. –
Le
passò un braccio intorno alle
spalle, attirandola a sé, e la baciò con passione.
-
E questo per cosa era? – chiese
lei, quando si furono separati.
-
Per essere così come sei. –
[258
parole]
“Let’s
do some we shouldn’t be doing this things.”
Seduti
sul divano di casa di Flame
erano intenti a guardare un film quando Margareth fece capolino dalla
porta del
salone e si rivolse loro.
-
Esco per il turno; non fate
tardi, domani c’è scuola. –
-
Sì, mamma – replicò Flame, la
testa accoccolata contro il petto di Jordan.
-
E non combinate nulla che non
dovreste fare. –
Davanti
all’espressione
imbarazzata di Jordan, Flame non potè fare a meno di
scoppiare a ridere.
La
porta d’ingresso si chiuse
annunciando che sua madre se n’era andata.
Attese
finchè non sentì il rumore
della macchina che veniva messa in moto, percorreva in retromarcia il
vialetto
e filava via lungo la strada a malapena illuminata.
Dopodichè
calciò via il plaid con
cui si erano coperti, afferrò il telecomando e spense il
televisore.
-
Il film era quasi finito – osservò
il ragazzo.
-
Lo so, ma ho avuto un’idea più
interessante. –
Mettendosi
seduto, decise di
reggerle il gioco.
-
Ah, sì? E che idea sarebbe? –
La
vide sfilarsi con un gesto
fluido la maglietta, mostrando un reggiseno a balconcino di pizzo nero,
e
gettarla a terra per poi ancheggiare verso di lui.
-
Facciamo un po’ di cose
che non
dovremmo fare –
replicò, sedendosi a cavalcioni su di lui e
ondeggiando un po’ i fianchi prima di chinarsi a baciarlo.
Emise
un urletto quando Jordan
invertì le posizioni con un poderoso colpo di reni e la fece
sdraiare sul
divano sotto di lei, prendendo d’assalto il collo pallido e
delicato con baci
famelici.
Alzò
le braccia, aiutandola a
sfilargli la maglietta che indossava, e tornò a baciarla
quasi volesse
divorarla.
Ebbe
un fremito quando sentì le
mani della ragazza indugiare sulla zip dei suoi jeans per poi
abbassarla con
studiata lentezza.
Accarezzò
il ventre asciutto e
muscoloso in un lento movimento che dal petto scendeva sempre
più in basso,
soffermandosi sul bordo dei boxer.
-
Allora che ne dici della mia
idea? –
-
Credo che sia la migliore che
tu abbia mai avuto. –
[329
parole]
Spazio
autrice:
Salve!
Non
so quanti di voi abbiano mai visto Scream (intendo il primo film,
quello
del 1996 per capirci), ma per chi lo avesse fatto Billy Loomis viene
interpretato da un giovane Skeet Ulrich (ovvero FP Jones)
perciò non potevo non
omaggiarlo citandolo in un qualche modo.
Oltre
a questa piccola curiosità volevo informarvi che ho
cominciato
anche una mini long che ha come protagonisti i Ghoulies e in
particolare
Malachai e Lilith (una mia OC) e che prende spunto dalla 2x06 in poi.
Vi
lascio qui il link se vi interessa: https://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3721368&i=1
Al
prossimo aggiornamento.
Stay
tuned.
XO
XO,
Mary
|
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Capitolo 10 *** Parte X ***
“Admit
it. Life would be so
boring without me.”
Jughead
venne afferrato per un braccio non appena ebbe varcato
l’uscita dell’aula e trascinato lungo il corridoio
prima ancora che avesse
anche solo il tempo di registrare che la ragazza una spanna
più bassa di lui
con le lunghe onde castane, i leggings di pelle nera e il crop top che
lo stava
trascinando con sé altri non era che sua cugina.
-
Si può sapere dove stiamo andando? –
-
Lo vedrai. -
Uscirono
dall’atrio della scuola, affacciandosi nel parcheggio
dove i Ghoulies del South side High tenevano parcheggiate in bella
mostra le
auto delle quali si vantavano così tanto.
Sul
cofano della vecchia Mustang, talmente modificata da
essere ormai solo un vago ricordo di quello che era stata un tempo, che
apparteneva al fratello di Saffron, l’altrettanto biondo
platinato Kendall, era
stato versato tutto il contenuto dei bidoni dell’immondizia
appena riempiti con
gli avanzi del pranzo.
Kendall
era in piedi vicino alla macchina e imprecava
lanciando occhiate di fuoco a chiunque fosse nei paraggi.
Afferrò
il cellulare dello studente che aveva avuto la
malaugurata idea di scattare una foto a quella scena, lanciandolo sul
cemento e
pestandolo con furia.
Sweet
Pea, Toni e Fangs erano seduti al solito tavolo in
compagnia del resto del gruppo e osservavano la scena con dei
giganteschi
sorrisi dipinti sul volto.
Jughead
si voltò verso di lei, incredulo.
-
Lo hai fatto tu? –
Gli
fece l’occhiolino abbozzando una piccola riverenza.
-
Ammettilo. La vita
sarebbe tremendamente noiosa senza di me. –
[246 parole]
“You
know a normal person would
immediately say that he’s gushing blood. But no, you had to
go and bleed allover
the place and make me faint first.”
Sentì
bussare alla porta del trailer di Jughead mentre lei,
Betty e Veronica erano intente a finire di preparare quella sorta di
cena
arrangiata che avevano deciso di organizzare per pacificare ancora di
più gli
animi tra le due fazioni della città e per trovare una
soluzione al casino che
aveva comportato la “brillante” idea che aveva
avuto Archie.
Nel
piccolo salotto di casa Jones Archie e Jughead stavano
cercando di convincere la piccola stufa portatile a collaborare e
Cheryl e Toni
stavano apparecchiando sul tavolino dall’aria traballante.
-
Vado a vedere chi è – annunciò Betty,
mettendo via il
cespuglio di lattuga che stava sfogliando per preparare la caesar salad
e
affacciandosi sul piccolo patio improvvisato.
La
sentì trattenere un gemito e, con il coltello per
l’arrosto
ancora saldamente stretto in pugno, accorse in suo aiuto proprio mentre
Jughead
faceva altrettanto.
Sulla
soglia del trailer, appoggiato allo stipite con aria
malconcia, c’era Sweet Pea.
Lasciò
il coltello tra le mani di Betty, raggiungendolo e
aiutandolo a entrare in casa.
-
Sono stati i Ghoulies? –
Scosse
il capo, sedendosi sul divano con espressione
sofferente.
-
No, è stata tutta colpa mia, ho piegato troppo la curva e
non ho visto che c’era del brecciolino portato dalla pioggia
… ho avuto un bel
faccia a faccia con il cemento. –
-
Cosa ti ho detto del casco? – sbottò.
Era
l’ennesima volta che gli faceva presente quanto fosse
pessima l’abitudine che lui e parecchi dei ragazzi avevano
preso di girare in
moto senza alcuna protezione.
-
Lo so, lo so – bofonchiò, scostando leggermente la
testa dal
bracciolo del divano.
Sul
tessuto c’erano scure macchie di sangue che la fecero
impallidire.
Si
sforzò di regolarizzare il respiro mentre si sporgeva ad
esaminare la base del collo di Jordan e vedeva una ferita insanguinata.
-
Jordan … sanguini. –
-
Ah, sì devo essermi ferito lievemente con la caduta.
–
Gli
diede una botta sulla gamba, facendolo gemere per
protesta.
-
Sai una persona
normale avrebbe detto fin dall’inizio che stava sanguinando;
ma tu no, tu devi sanguinare
ovunque e rischiare di farmi svenire prima. –
-
Che posso dire, sono piuttosto resistente al dolore. –
Questa
poi.
-
Sta zitto, Jordan, e lasciami medicarti prima che decida io
stessa di farti sperimentare un po’ di sano e autentico
dolore – sbottò,
costringendolo ad alzarsi e a seguirla nel piccolo bagno in cui era
riposta la
cassetta del pronto soccorso, consapevole delle occhiate divertite dei
presenti.
Ah,
ma come avrebbe fatto a sopportarlo per il resto della
vita?
[417 parole]
“Are
you on drugs?” “You and I
both know that I don’t have enough money to have a drug
problem.”
Scoppiò
a ridere sotto gli sguardi increduli del resto del
gruppo, continuando a farlo finchè all’interno del
White Wyrm non ebbero smesso
tutti di interrogarsi a gran voce su come affrontare il problema dei
Ghoulies e
del loro desiderio di vendetta.
Eppure
era così semplice, quasi banale in effetti, e
potenzialmente tremendamente efficace.
Si
diede della stupida per non averci pensato prima, considerò
tra una risata e l’altra finchè Jordan non si
chinò verso di lei con sconcerto
nei grandi occhi scuri.
-
Sei fatta? –
Inarcò
un sopracciglio, guardandolo dall’alto in basso con
eloquenza, - Tu ed io sappiamo che non
ho abbastanza soldi per avere un problema di droga. –
-
Questo è vero, ma Fangs trova sempre un po’
d’erba in giro e
Abby sarebbe disposta a trovarti di tutto se solo tu le chiedessi di
farlo. –
In
effetti era parecchio che Abby non si faceva vedere in
giro.
Era
un lupo solitario, sebbene spesso facesse tappa al White
Wyrm per racimolare qualcosa da mettere sotto i denti, ma in quei
giorni era
sparita strategicamente dai radar.
Immaginò
che volesse tenersi alla larga dal fuoco incrociato
dei Serpents e dei Ghoulies, mantenendo viva la sua
neutralità tra le due gang.
Tipico
di Abby.
Eppure
lei poteva essere la chiave per sistemare tutta quella
storia.
Afferrò
il cellulare dalla tasca, ignorando la muta richiesta
di spiegazioni di Jordan, e digitò velocemente sui tasti.
F:
Abby,
mi serve un favore.
A:
Dimmi
tutto, tesoro.
F:
Hai
modo di farmi entrare in contatto con Lilith McKinley senza che uno dei
Ghoulies, o magari lei stessa, provi a farmi la pelle?
A:
Sei
tutta matta, ragazza … ma lo farò.
F:
Sei
sempre la migliore.
A:
Lo so
;)
-
Ora è chiaro, non sei fatta, sei semplicemente andata del
tutto fuori di testa – esclamò dopo aver finito di
leggere lo scambio di
messaggi tra le due ragazze.
-
Se Abby dice di poterlo fare mi fido di lei. –
-
Non lo metto in dubbio, ma nemmeno lei può garantirti che i
Ghoulies non infilino la tua testa su una picca e l’appendano
fuori dal White
Wyrm. –
Scese
giù dal bordo del tavolo da biliardo, afferrando le
chiavi della moto, - Continui a dimenticarti che per metà
sono una di loro. Non
mi torceranno un capello. –
-
Flame … -
-
Fidati di me, Jordan – replicò, zittendolo con un
rapido
bacio a fior di labbra, - Posso sistemare le cose. –
Dopodichè
sparì fuori dal locale, salì in sella e mise in
moto
prima che qualcuno avesse modo di provare a farle cambiare idea.
Era
una pazzia, ma o la andava o la spaccava.
[440 parole]
Spazio
autrice:
Salve!
Dopo
un
po’ d’attesa rispetto al solito eccomi qui con la
decima parte. Vorrei fare
qualche piccola precisazione per chiarire le dinamiche di questa parte
a tutti
voi lettori/lettrici.
Innanzitutto
Lilith McKinley è una mia altra OC che conoscerà
sicuramente chi sta seguendo
la mia mini long dedicata a lei e Malachai. Lei comparirà
nell’undicesima parte
della raccolta e sicuramente Flame e tutta l’allegra brigata
compariranno anche
nella mini long.
Poi
aggiungo che il personaggio di Abby è anche lei una mia
creazione. Lei non è né
una Serpent né una Ghoulie. È una ragazza del
South side High orfana di
entrambi i genitori che ha vissuto dall’età di
dodici anni come una sorta di “vagabonda”
appoggiandosi un po’ a una gang e un po’
all’altra quindi è considerata come
neutrale da entrambe le gang del South side ma di lei saprete di
più nel
prossimo capitolo della mini long su Lilith e Malachai.
Infine
va
da sé che gli eventi narrati sia nella raccolta che nella
mini long sono di mia
esclusiva invenzione e che se dovessero esserci similitudini con quanto
narrato
nelle prossime puntate della serie tv essere saranno del tutto casuali
e
involontarie.
Detto
ciò
ci sentiamo al prossimo aggiornamento.
Stay
tuned.
XO
XO,
Mary
|
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Capitolo 11 *** Parte XI ***
Parte
XI
“You
come from a strong line of
lunatics.”
-
Questa storia continua a non piacermi. –
-
Figurati a me -, replicò sbuffando mentre lasciava cadere il
giubbotto di pelle sulla spalliera della sedia di fronte alla sua
scrivania, -
ma dovevo comunque fare un tentativo. –
-
Lilith McKinley non ti ha nemmeno voluta ascoltare, vero? –
-
Già. È convinta che sia colpa nostra se Malachai
è in
carcere insieme a tre quarti della cerchia più importante
dei Ghoulies. –
-
Tutta colpa di quell’idiota di Andrews –
sbuffò Sweet Pea,
sbattendo il pugno contro la parete in mogano della scrivania.
-
Se avessimo finito la corsa a quest’ora avremmo dovuto
lasciare sia il White Wyrm che Sunnyside Trailer Park. –
-
Oppure ci saremmo tolti di mezzo i Ghoulies. –
Flame
inarcò un sopracciglio, scettica.
-
Sappiamo benissimo entrambi che Jug non avrebbe mai potuto
vincere, non contro Malachai. –
Non
era certo un caso se il leader dei Ghoulies aveva
accettato di correre contro di lui dopotutto; se non fosse stato certo
di
vincere con il minimo sforzo non si sarebbe mai sbilanciato
così tanto e nel
profondo tutti i Serpents lo sapevano.
Persino
Jordan, anche se in quel momento voleva fare finta che
così non fosse.
-
Comunque sia è assurdo che dobbiamo addossarci la colpa per
quell’idiota di rosso. –
-
Jug non lascerebbe mai che ad Archie accadesse qualcosa e
noi Serpents non lasceremmo mai che uno dei nostri rischiasse
l’osso del collo
da solo. –
Sospirò,
passandole un braccio intorno alle spalle e
attirandola a sé.
-
Metà famiglia Ghoulies e metà con il DNA dei
Jones; discendi
da una solida linea di pazzi. –
-
Lo so -, replicò accoccolandosi con la testa sul suo petto,
- fa parte del mio fascino. –
[226
parole]
“It’s
all fun and
games till one of you gets my foot up your ass.”
-
Non riesco a crederci, l’hai messa davvero – rise
Fangs
osservando l’amico con addosso la maglia a collo alto che gli
copriva il
tatuaggio sugellante l’appartenenza ai Serpents.
Jordan
lo folgorò con un’occhiataccia, finendo di
preparare le cose per l’inizio della settimana scolastica.
Tutta
colpa di quell’idiota di preside che aveva
ordinato loro di far sparire ogni simbolo all’appartenenza di
una gang.
-
Fogarty, ti avverto. –
-
Non essere suscettibile -, convenne Toni, - il
bianco ti dona moltissimo. È proprio il tuo colore, ti fa
sembrare un
angioletto. –
Lei
e Fangs scoppiarono a ridere, ignorando la sua
occhiata omicida.
Evidentemente
le maglie a dolcevita annullavano ogni
fattore di virile potenza omicida nel suo aspetto.
-
È tutto un ridere e scherzare finchè uno di voi
due non si ritrova con uno dei miei piedi piantato su per il culo.
–
Si
scambiarono un’occhiata complice, continuando a
ridere.
-
L’angioletto è nervoso a quanto pare. –
-
Già, avrà dormito male. –
Alzò
gli occhi al cielo e uscì di casa sbuffando,
consapevole che gli amici erano a pochi passi da lui.
Fuori,
seduta in sella alla sua moto con il casco
ancora slacciato, c’era Flame che sorrideva allegra.
-
Come mai di pessimo umore? –
-
Perché qualcuno si è lasciato sfuggire la storia
dell’angioletto addormentato. –
Sbattè
le lunghe ciglia scure, andandogli incontro
per baciarlo rapidamente.
-
Non è certo colpa mia se sei adorabile quando
dormi. –
-
Già, proprio quello che un membro dei Serpents
vorrebbe sentirsi dire … che è adorabile.
–
Tuttavia
le cinse la vita con entrambe le mani e la
strinse maggiormente a sé mentre rispondeva al bacio
precedente.
Non
c’era nulla che non le avrebbe permesso di dire
o fare.
[282
parole]
“Only
if you promise not to kill
anyone with them.”
Quando
era troppo era troppo.
Passasse
la storia del divieto dei simboli delle gang, il
patetico tentativo di farli sbattere fuori abbozzando un tag
nell’atrio della
scuola, persino le continue provocazioni di quegli idioti di giocatori
di
football.
Ma
quello era imperdonabile.
-
Perché fissi dritto davanti a te come se volessi uccidere
qualcuno, Sweet? –
-
Non voglio uccidere qualcuno, solo Mantle. –
Jug
aggrottò la fronte e poi seguì lo sguardo
dell’amico,
individuando il capitano dei Bulldogs intento a chiacchierare
placidamente con
Flame a qualche metro da loro.
Non
sembrava che ci fosse nulla che non andava, perché la
ragazza appariva perfettamente rilassata e a suo agio, ma
l’antipatia tra
Jordan e Reggie era evidente a chiunque quindi anche
un’innocua chiacchierata
poteva essere equivocata.
-
Non mi sembra che ci siano problemi … -
-
No, i problemi per Mantle stanno per cominciare –
replicò a
denti stretti Jordan, facendo per allungare le mani verso le posate e
sfogare
la sua rabbia sul cibo.
Tuttavia
trovò il tovagliolo deserto.
Le
stringeva tra le dita Toni, sorridendo sghemba.
-
Queste te le ridò solo se giuri che non le userai per
uccidere qualcuno … specialmente Mantle. –
-
Lo giuro -, replicò senza esitazione, - perché
non mi
perderei mai l’occasione di massacrare Mantle a mani nude.
–
Non
era esattamente il tipo di risposta che avrebbe voluto
ricevere, ma se non altro almeno coltello e forchetta erano in salvo.
Quando
Flame tornò al loro tavolo e sedette di fronte al suo
fidanzato capì all’istante che c’era
qualcosa che non andava visto che Jordan
attaccava la bistecca come se volesse sventrarla.
-
Cosa succede? –
-
Reggie – replicò Jug a mo’ di
spiegazione.
-
Ah -, una scintilla di comprensione le illuminò lo sguardo,
- gli stavo solo parlando del progetto di chimica in cui siamo
coinvolti con
Josie, Kevin e Cheryl. –
Certo,
era ovvio.
Che
idiota, e dire che anche lui era stato messo in gruppo con
Moose, Archie e Fangs.
-
Ah, bene. –
-
Con un po’ di fortuna io e Josie riusciremo a passare meno
tempo possibile in presenza di quell’intollerabile troglodita
– aggiunse poi
Flame, aprendo il contenitore del suo pranzo.
Quella
sì che era un’ottima notizia.
-
Questo va decisamente molto più che bene. –
[373 parole]
“If
I ever die, do me a favor. Go on
Oprah and tell the world that I loved kittens.”
Jordan
la guardava come
se stesse pensando che le avesse completamente dato di volta il
cervello.
E
magari era vero.
Dopotutto
lei non aveva
avuto bisogno d’esibirsi nella Danza del Serpente per
acquisire il suo
giubbotto di pelle, ma Betty avrebbe dovuto farlo se voleva che il
gruppo l’accettasse
come compagna ufficiale di Jughead.
E
dal momento che era
più che evidente che la bionda e innocente North sider non
era affatto avvezza
a quel genere d’esibizione forse avrebbe anche potuto darle
una mano.
In
fin dei conti a lei
Betty piaceva moltissimo, era esattamente il tipo di ragazza che
avrebbe visto
alla perfezione al fianco di suo cugino.
-
Tu vorresti fare cosa
con quel palo? – ripetè, tanto per essere chiaro
di aver compreso le sue
parole.
-
Un po’ di pole dance,
sempre ammesso che mi ricordi ancora come si fa. –
Quando
Honor, una delle
spogliarelliste del Sette veli di Greendale, usciva con il defunto
Mustang era
solita frequentare il White Wyrm con assiduità e le aveva
insegnato qualche
trucchetto.
-
Con i vestiti ben
piantati addosso voglio sperare. –
Flame
sogghignò.
-
Ah, all’improvviso è
un problema se sono io a fare la Danza? Allora ammetterai che
è una tradizione
retrograda e maschilista. –
-
D’accordo, lo ammetto
–, cedette all’istante, - ma se Betty non vuole
entrare ufficialmente nei
Serpents è l’unica cosa che le rimane da fare.
–
-
Comunque rilassati,
signor gelosone, toglierò solo il giubbotto e gli anfibi.
Mentre
faceva seguire i
fatti alle parole e si dirigeva verso il palo sulla pedana, aggiunse
distrattamente.
-
Non sono sicura di
ricordarmi quello che mi ha insegnato Honor e di non finire invece con
il
rompermi l’osso del collo, perciò se dovessi
morire fatemi un favore. Andate da
Oprah e dite che amavo i gattini. –
[296 parole]
Spazio
autrice:
Salve!
Era
una
vita che non aggiornavo questa raccolta, ma l’ispirazione mi
ha assalita questa
sera e poi in vista della puntata di domani non potevo non riprendere
in mano
la raccolta.
Insomma,
non sono per niente pronta al season finale né tantomeno ad
aspettare mesi per
la terza stagione e immagino che mi capiate.
Detto
ciò, nel prossimo aggiornamento ho in programma di postare
una mood board di
Sweet Pea e Flame, spero che vi piacerà.
Stay
tuned.
XO
XO,
Mary
|
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Capitolo 12 *** Parte XII ***
Parte
XII
“If
it’s the thought that counts
than I should probably be in jail.”
-
Il pensiero non conta se non è seguito dalle azioni.
–
-
Non credo che sia proprio così -, obiettò Betty
divertita, -
anzi sono abbastanza sicura che sia il pensiero quello che conta.
–
-
Già -, convenne Veronica, - è decisamente il
pensiero quello
che conta. Per esempio io e Archie … -
-
Fate numeri da paura in camera da letto, è chiaro a tutti
–
la interruppe Flame, facendo arrossire Betty e ridacchiare in modo
complice la
mora. – Comunque sono sempre più convinta che non
sia il pensiero che conta;
insomma, se contasse molto probabilmente dovrei essere in prigione.
–
Veronica
e Betty seguirono il suo sguardo mentre osservava
Violet e suo fratello chiacchierare con Fangs e Sweet Pea.
La
ragazza era evidentemente molto concentrata nel cercare di
attirare l’attenzione di quest’ultimo, ma
c’era da dire che dal canto suo
Jordan non aveva spostato le iridi scure neppure per un secondo dalla
sua
direzione quasi volesse essere certo che mentre parlava con Betty e
Veronica
non ci fosse nessuno in procinto di provare ad attaccare bottone.
-
Violet non ti va molto a genio, vero? –
-
Diciamo pure che ci detestiamo cordialmente, è
così
praticamente da sempre. –
-
Effettivamente non piace neppure a me -, replicò Veronica, -
ha un po’ troppo l’aria da gatta morta. –
Betty
si voltò verso di loro, sorridendo malandrina.
-
Beh, se esagera possiamo sempre coinvolgere Toni e mettere
su una spedizione punitiva in perfetto stile girl power. –
Veronica
e Flame le rivolsero occhiate incredule.
-
Chi sei tu e cosa ne hai fatto di Betty Cooper? –
-
Diciamo solo che affilo le unghie quando si tratta di
ragazze poco morigerate che
potrebbero girare anche attorno a Jug. –
E
Violet Bronson era decisamente
poco morigerata.
[291 parole]
“First
of all no. Second of all
no.”
Andare
alla Cava era un po’ una sorta di tradizione per il
loro gruppo quando si doveva festeggiare il compleanno di qualcuno. E
quella
volta che toccava al compleanno di Flame non era certo
un’eccezione, anche se l’acqua
era gelida visto che era il due di dicembre e l’aria fredda
della sera non era
proprio l’ideale in quel contesto buio e umido della spiaggia
in prossimità
dello Sweet Water.
Stretta
nella felpa che Jordan le aveva prestato e con sopra
il giubbotto dei Serpents, appoggiò il capo sulla spalla del
ragazzo e dopo
qualche minuto di attesa ruppe il silenzio che aleggiava nel gruppo.
-
Stavo pensando … -
-
Quanto devo preoccuparmi da uno a infinitamente? –
intervenne Jordan, facendo ridacchiare Fangs e Jughead.
Flame
gli rifilò un buffetto sul collo.
-
Scemo, non è nulla di pericoloso … almeno non
troppo.
Pensavo di fare un bel bagno di mezzanotte. –
Sweet
Pea fissò la sua ragazza con un misto di serietà
mista a
decisa contrarietà.
-
Spero che tu non stia davvero suggerendo di fare il bagno
nel lago con una temperatura che si avvicina paurosamente allo zero.
–
-
Per il tuo compleanno lo abbiamo fatto – gli fece notare
imperterrita.
-
Ma il mio compleanno è il tre settembre. –
Flame
arricciò le labbra atteggiandole a un piccolo broncio.
-
Andiamo, non fa poi così freddo … poco poco,
fallo per farmi
contenta. –
-
Per prima cosa no … e per seconda no. –
-
Sei insopportabilmente testardo. –
-
E tu sei pazza. –
Lo
spinse all’indietro, finendo con il farlo cadere dritto
nell’unico tratto del lago che ancora non era gelato.
-
Oh oh. –
-
Pazza e in procinto di essere uccisa – precisò,
affiorando
dall’acqua gelida sotto le risate degli amici.
Si
lanciò lungo la spiaggia, consapevole che Sweet Pea era
uscito dall’acqua e la stava riconcorrendo e raggiungendo
rapidamente vista la
sua altezza notevole e le ampie falcate che essa gli permetteva di
compiere.
Quando
le mani le afferrarono la vita si lasciò sfuggire un
urletto che venne prontamente tacitato dalle labbra di Sweet Pea sulle
sue.
-
Mi stai bagnando tutta. –
-
Ringrazia che non ti abbia gettata nel lago a mia volta. Sei
troppo carina per spingermi a vendicarmi. –
[370 parole]
“Don’t
give that look, it wasn’t her fault.”
Flame
osservò la bruciatura che aveva all’altezza della
caviglia destra con fare corrucciato. Faceva un male
d’inferno, come tutte le
bruciature di marmitta del resto, e non riusciva a capacitarsi del
fatto che si
fosse lasciata ferire come una novellina che metteva piede su una moto
per la
prima volta.
-
Avresti anche potuto ricordarmi che la tua moto ha la
marmitta più avanti della mia –
bofonchiò, soffiando forte contro la pelle
ferita nella speranza di lenire almeno un po’ il bruciore.
-
Pensavo che te lo ricordassi, non è mica la prima volta che
vieni in moto con me. –
-
Già, ma ero sovrappensiero. –
Lanciò
un’occhiataccia alla Harley di Sweet Pea, soffermandosi
sulla marmitta ancora rovente che nel freddo di quella mattina
domenicale
mandava volute di vapore in contrasto con la temperatura bassa.
Cosa
che ovviamente non sfuggì al suo ragazzo, che intervenne
subito entrando in modalità protettiva.
-
Non guardarla in quel modo, non è stata colpa sua.
–
-
Stai davvero difendendo la tua moto? –
-
Assolutamente sì, qualcuno deve pur farlo. –
Alzò
gli occhi al cielo, incredula.
Jordan
aveva un’ossessione a dir poco patologica per quella
moto.
-
D’accordo, prometto che non la picchierò,
rilassati. –
[198 parole]
“Push
me against
the wall and kiss the hell out of me.”
Mentre
entravano in casa Flame si alzò in punta di piedi a
mordicchiargli il lobo dell’orecchio per poi far dardeggiare
la lingua nel
punto tra il collo e l’orecchio che sapeva per esperienza lo
avrebbe fatto
impazzire.
Jordan
fremette.
-
Che piani hai? –
-
Il mio piano, e non l’ho ancora studiato nel dettaglio,
prevede te che mi sbatti contro il muro e mi baci come se volessi
divorarmi –
asserì, afferrandolo per il bavero del giubbotto da Serpent
e attirandolo verso
di sé per sussurrargli quelle parole fissandolo dritto negli
occhi mentre si
teneva a un soffio di labbra da lui.
Vide
le sue iridi scure accendersi per l’eccitazione del
momento.
-
Mi sembra un gran bel piano, forse è il caso di metterlo in
atto subito. –
Le
cinse la vita con le mani, liberandola dell’impedimento del
casco e della borsa; li lasciò cadere a terra e poi
passò a farle scivolare giù
il giubbotto di pelle e sfilarle il top per poi prenderle
d’assalto il collo
con baci famelici e il seno sostenuto dallo scuro reggiseno a
balconcino.
Flame
sospirò, affondando le dita nelle ciocche corvine di lui
e chiuse gli occhi per lasciarsi andare in balia delle emozioni che
Jordan le
stava provocando.
Almeno
finchè non sentì il rumore di una chiave che
girava
nella toppa e vide la porta aprirsi.
Si
erano fermati lì proprio perché era certa che sua
madre
avesse il turno di notte quindi chi accidenti poteva mai essere?
Vide
il profilo di suo padre fare capolino sulla soglia,
seguito a ruota da quello dello zio FP.
Jordan
si staccò con uno scatto, evidentemente incerto sul
dove mettere le mani e soprattutto su come spiegare perché
fosse davanti a lei
mezza nuda.
-
Papà, ti hanno rilasciato questa sera? Pensavo che uscissi
domani mattina … -
-
Comincio a credere che avrei preferito che fosse così.
–
Flame
arrossì, abbassando lo sguardo e sforzandosi
disperatamente di apparire perfettamente a suo agio mentre recuperava
il top e
lo infilava con un gesto rapido sotto allo sguardo divertito dello zio,
incredulo di Sweet Pea e a dir poco scandalizzato di suo padre.
Avrebbe
voluto sotterrarsi in quel preciso istante.
-
Abbiamo proprio un tempismo del cazzo – asserì a
mezza
bocca.
-
Mai stato più d’accordo su qualcosa …
Sweet Pea? –
-
Sì, signore? –
C’era
una certa rigidità nella sua voce, cosa non certo nuova
dal momento che era sempre stato intimidito da lui.
-
Pensi di rimanere ancora qui oppure te ne torni a casa tipo
all’istante? –
-
Torno a casa all’istante. –
-
Saggia scelta, ragazzo. –
Lo
oltrepassò e puntò verso il salone insieme a FP;
da lontano
provenne il rumore delle chiacchiere dei due uomini che sorseggiavano
una
birra.
-
Credo che sia meglio che vada davvero, tuo padre mette
parecchia ansia … sarà il suo essere un ex
Ghoulie. –
-
Probabile -, replicò ridendo prima di alzarsi in punta di
piedi per baciarlo, - Magari domani dopo scuola ci fermiamo da te e
finiamo
quello che abbiamo cominciato. –
Rispose
al bacio con vigore. – Non vedo l’ora. –
Il
tossicchiare dall’altra stanza annunciò loro che
il padre stava
cominciando a perdere la pazienza, così Jordan dopo aver
salutato i due uomini
ad alta voce uscì di casa.
Dopotutto
con un uomo come quello non si poteva certo tirare
troppo la corda.
[554 parole]
Spazio
autrice:
Salve!
Eccoci
con la dodicesima parte della raccolta, spero vi sia piaciuta. Qui
sotto come
promesso vi lascio la mood board di Flame e quella di lei e Jordan.
Alla
prossima.
Stay
tuned.
XO
XO,
Mary
|
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