Living in the Moment

di Epic JP
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Uno Strano Risveglio ***
Capitolo 2: *** La Sera Prima (parte 1) ***
Capitolo 3: *** Informazioni per l'autore ***
Capitolo 4: *** La Sera Prima (parte 2) ***
Capitolo 5: *** Realizzazioni ***
Capitolo 6: *** L'Incontro ***
Capitolo 7: *** Evoluzione ***
Capitolo 8: *** Cambio di personalità ***
Capitolo 9: *** Chiarimenti e Proposta ***
Capitolo 10: *** Informazione di servizio ***
Capitolo 11: *** In Piscina ***
Capitolo 12: *** Spiacevole Sorpresa ***
Capitolo 13: *** L'Invito ***
Capitolo 14: *** Aggiornamento storia ***
Capitolo 15: *** Un pasto Complicato (parte 1) ***
Capitolo 16: *** Un pasto complicato (parte 2) ***
Capitolo 17: *** In barca ***
Capitolo 18: *** Un'Esperienza Indimenticabile ***
Capitolo 19: *** The After-Immersion ***
Capitolo 20: *** Evento inaspettato ***
Capitolo 21: *** Decisione Fatale ***
Capitolo 22: *** Epilogo: 7 anni dopo ***



Capitolo 1
*** Uno Strano Risveglio ***


“Eugh... cazzo.” Naruto grugnì. Era stato appena svegliato da un pulsante dolore nella testa che era il risultato di tutto quello che aveva bevuto la notte prima. La luce che stava entrando attraverso la finestra colpì i suoi occhi chiusi e accrebbe le vertigini dei postumi della sbornia. Avrebbe chiuso le tende ma la finestra era a pochi passi dal suo letto così non se ne preoccupò e decise di girarsi su un fianco lontano dalla direzione della finestra.

 

Quando lo fece percepì un corpo di calore vicino a lui. All'inizio Naruto non ci pensò e si limitò a rilassarsi al calore che era emesso davanti a lui. Poi sollevò le sue pesanti palpebre.

 

La sua visione era sfocata per la sonnolenza e il suo cervello si stava ancora sforzando per lavorare così gli ci volle un secondo per vedere effettivamente cosa o chi c'era di fronte a lui. E quando lo fece il suo corpo reagì e lui cadde dal letto, tirando le lenzuola con sé.

 

Il suo veloce e maldestro movimento creò un grande dolore nella sua testa. Si massaggiò la fronte con un palmo, ancora disorientato e con le orecchie leggermente ronzanti. Poi sollevò la testa.

 

Una bellissima ragazza dalla pelle chiara e i capelli color indaco era sul suo letto, nuda. Stava respirando lentamente ancora addormentata. Naruto non poté fare altro che esaminare quello che aveva davanti per accertarsi che quello che stava vedendo era reale e non fosse uno scherzo del suo cervello.

 

Lei aveva braccia snelle che sembravano morbide al tatto e il suo petto era pieno e vivace. I suoi fianchi erano larghi e le sue gambe erano toniche e formose. Questo era il fatto sorprendente. Lei era una delle più belle persone che avesse mai visto e lui non conosceva il suo nome.

 

“Oh Dio, che cosa ho fatto...” lui sollevò le lenzuola per verificare e vedere se quello che era successo la sera prima fosse veramente successo e fu solo deluso nel vedere che era nudo anche lui.

 

“Cazzo!” si maledì. Non aveva idea di cosa fare. Una serie di domande stavano attraversando la sua mente riguardo gli eventi della notte precedente tipo quanto avesse bevuto, dove l'avesse trovata, se avesse usato un preservativo, quale fosse il suo nome.

 

Sollevò i suoi spinosi capelli biondi con entrambe le mani frustrato dal fatto di non avere una risposta a nessuna delle domande. Poi sentì dei rumori provenire dalla donna sul letto. Stava cominciando a svegliarsi.

 

Naruto freneticamente cercò un paio di boxer nella stanza e afferrò il più vicino per poi indossarlo velocemente. La donna sbadigliò, assonnata si sollevò sul letto e si strofinò gli occhi.

 

Naruto era fermo e a disagio e guardò tutti i suoi movimenti nella speranza che lei non lo avesse ancora notato. Lei lentamente aprì le palpebre per rivelare un bellissimo paio di occhi color lavanda. Naruto era intontito, non aveva mai visto niente del genere prima di allora.

 

La ragazza guardò nella sua direzione per poi spalancare gli occhi e arrossire pesantemente. Lei prese le lenzuola che stavano penzolando dal letto e coprì se stessa. Naruto la guardò e notò che i suoi gesti erano graziosi. Non sembrava che fosse frenetica come lo era stato lui quando stava cercando dei boxer. In effetti, lei sembrava calma e imbarazzata. Naruto era ancora più confuso, anche lei era ubriaca la notte prima?

 

“Buon...”

 

Naruto si ritrasse alla sua morbida voce e la guardò negli occhi.

 

“Buongiorno...” finì la ragazza. La sua voce era morbida e setosa e questo era strano per Naruto. Le donne che aveva avuto nella sua vita erano tutte molto rumorose ed orgogliose così lui sentì che doveva usare cautela con questa donna.

 

“Uh. S-sì. Giorno'...”

 

Subito dopo non ci fu altro che imbarazzante silenzio. Naruto guardò il pavimento e si grattò la nuca pensando a cosa dire. Non era sicuro di quale fosse la cosa migliore da fare in questa situazione quando non sapeva nemmeno come ci si era messo in primo luogo. -Aaaah! Che dovrei dire?!?-

 

Fu la femmina che finalmente ruppe il silenzio. “Vorresti fare colazione?” -Colazione? In un momento come questo? Questa donna conosce la situazione al momento? C'è qualcosa di strano in lei? Le dovrei solo chiedere di andarsene? Anche se la colazione suona bene... no! Devo capire cos'è successo!-

 

Naruto solitamente era fragoroso e diceva sempre quello che gli passava per la testa ma ora stava rimanendo in guardia e voleva fare attenzione per non farla arrabbiare visto che aveva sempre avuto questo problema con le donne. Questa donna era carina e lui non voleva mandare tutto all'aria.

 

“Uhm... ti spiacerebbe passarmi la mia camicia?” disse la ragazza. Lei indicò una camicetta bianca a terra vicino la porta lasciata spalancata.

 

“Oh, sì. Sicuro.” lui la alzò e le diede una spolverata.-Avrei dovuto pulire la mia stanza.- pensò fra sé e sé. Con cautela gliela porse e fece un passo indietro continuando a guardarla. Lei cominciò ad arrossire di più e strinse di più le lenzuola a sé.

 

“Potresti, magari, g-girarti dall'altro lato...?”

 

“Ah! Scusa scusa!” Lui si girò di riflesso guardando la finestra ma poi ebbe un pensiero:-Non ci siamo entrambi visti nudi ieri notte? Perché importa adesso? Questa ragazza è davvero strana...-

 

Improvvisamente ebbe un pesante capogiro e cadde sulle ginocchia. Si era dimenticato della sua sbornia nel suo stato confusionale e il suo corpo era diventato pesante.

 

“Stai bene?” disse la donna. Lei si mosse verso di lui e gli piegò vicino mostrando preoccupazione sul suo volto. Aveva la blusa completamente abbottonata ma era decisamente possibile vedere le curve del suo seno. Naruto guardò in alto e arrossì. Era imbarazzato dalla sua goffaggine ma toccato dalla preoccupazione della sconosciuta per lui così fece un sorriso brillante.

 

“Sì, sto bene, ho solo un piccolo mal di testa. Probabilmente mi servirebbe dell'acqua.”

 

“Lascia che te la prenda io.” prima che Naruto potesse declinare, la ragazza si voltò e si diresse verso la cucina. Il suo appartamento era piccolo e la cucina era giusto oltre la porta. Naruto non aveva idea di cosa pensare di questa donna. Lei era carina, parlava gentilmente e sembrava avere la testa sulle spalle quindi in che modo se l'era portata a letto con lui?

 

Lentamente si alzò e si diresse verso la cucina per vedere se lei avesse bisogno d'aiuto per trovare le tazze. La osservò quando si piegò davanti al frigo per guardare al suo interno. Ragazzi, lei aveva davvero un bell'aspetto. Aveva già tirato fuori la brocca dell'acqua quindi sembrava che stesse cercando ingredienti per preparare la colazione.

 

“Naruto-kun, tutto quello che hai qui è del ramen.”

 

“Eh...?” Naruto trasalì.-Lei conosce il mio nome?- “Uh... già, quello è praticamente tutto quello che mangio. Mi dispiace, non ho veramente tanta roba lì.”

 

“Capisco...” Lei era ancora determinata a trovare degli ingredienti e iniziò a cercare oltre i pacchetti di ramen. “Oh!” Lei trovò qualcosa dietro e tirò fuori un cartone con delle uova. “Posso fare delle omelette con queste. A te va bene?” Lei si girò verso Naruto sorridendo gentilmente e facendolo leggermente arrossire.

 

“S-sicuro.” Era da un po' che non faceva una colazione adeguata così non esitò ad accettare la sua offerta. In più il suo sorriso gli rendeva difficile dire di no.

 

Lei si legò i capelli e iniziò a preparare la colazione mentre Naruto si sedette al tavolo e la aiutò a trovare piccoli ingredienti come sale e pepe. L'atmosfera fra di loro iniziò ad alleggerirsi e dopo poco lui iniziò a fare qualche giochino a cui lei rise.

 

Pochi minuti dopo il pasto era pronto. L'omelette era un lucido e luminoso globo macchiato di verde e con sopra una perfetta aggiunta di ketchup dal design confuso. Naruto fece il suo ringraziamento e iniziò a mangiare. Nel giro di pochi minuti l'omelette era andata e il suo piatto era pulito.

 

“Ti ringrazio per il pasto!” applaudì Naruto. Si accorse che questa era la prima volta che qualcuno gli avesse preparato la colazione a casa. Era estremamente grato e non poteva fare a meno di mostrarlo sulla sua faccia. La ragazza ridacchiò alla sua espressione.

 

“Sono contenta che ti sia piaciuto!” si sorrisero entrambi. Lei bevve un sorso del tè che aveva avuto il tempo di preparare insieme alla colazione. Naruto, di nuovo, la osservò. Considerando il tempo che aveva passato con lei, senza includere la notte precedente, fu in grado di capire che lei decisamente non era tipo da andare a casa di uno sconosciuto e dormire con lui, in quel modo. Sembrava che avesse una natura gentile e innocente. Lei era anche intelligente, in una delle loro conversazioni aveva menzionato qualcosa a proposito di lavorare come giornalista. Alla fine decise di rinunciare a capire come l'aveva trovata e volle concentrarsi sulla bellissima donna davanti a lui ora. Eppure, doveva conoscere il suo nome.

 

Siccome entrambi sembravano essere di buon umore e l'atmosfera era serena pensò fra sé che questa poteva essere la perfetta opportunità per chiedere il suo nome.

 

“Sai, questo è imbarazzante ma...” iniziò Naruto. “Come ti chiami?”

 

Improvvisamente l'espressione della donna cambiò. I suoi occhi si spalancarono e il suo sorriso gentile scomparve dal suo volto.

 

“Tu... tu non...” la ragazza si fermò come se stesse ancora elaborando quello che lui aveva appena chiesto. Lei mise giù il tè e sospirò.

 

“R-ricordi qualcosa di ieri notte?” lei continuò. La sua voce iniziò a tremare leggermente.

 

“Beh, ricordo di essere stato irritato o qualcosa del genere così sono andato al bar più vicino e ho bevuto tutto quello che potevo. Dopo quello non riesco davvero a ricordare. È tutta una macchia confusa per me, sai?”

 

Naruto credeva che l'atmosfera fra loro fosse ancora buona, finché all'improvviso lei si alzò dalla sua sedia. Naruto trasalì e vide che aveva la testa bassa ma notò la tinta di rosso sulla sua faccia.

 

“Mi dispiace, i-io devo andare. È stato un e-errore.” balbettò la donna. Lei iniziò a camminare frettolosamente intorno all'appartamento alla ricerca dei suoi vestiti.

 

“A-aspetta! Un attimo!”

 

Naruto si alzò dalla sedia e la seguì da dietro. Vide che i loro vestiti erano sparpagliati sul pavimento dell'appartamento in una scia che portava alla sua camera da letto.

 

“Ho fatto qualcosa di sbagliato? È perché non ricordo il tuo nome? Guarda, è perché ho una pessima memoria! In più ero ubriaco! Aiutami a capire cosa sta succedendo! Per favore, parlami!”

 

A quel punto la ragazza aveva raccolto tutte le sue cose e si era rimessa addosso i vestiti ad eccezione della giacca. Non aveva guardato Naruto nemmeno per un secondo.

 

“Mi dispiace, questo non sarebbe dovuto accadere.” lei iniziò a muoversi verso la porta per andarsene. Naruto intravide un pezzo della sua faccia e notò lacrime traboccare nei suoi occhi.

 

L'aveva sconvolta e non poteva lasciarla andare via in quel terribile stato sapendo che era colpa sua. Prese la sua mano prima che potesse aprire la porta. Lei tentò di liberarsi ma non aveva possibilità contro la forza di lui.

 

“Calmati, okay?” il tono di Naruto cambiò dal panico alla preoccupazione. “Dimmi cosa non va...”

 

La donna smise di agitarsi ma le sue mani erano ancora chiuse a pugno. Lei ancora non lo aveva guardato. Naruto sentì il suo battito cardiaco attraverso le vene del polso. Lei era nel panico e lui si sentì orribilmente. Lasciò che il silenzio fra di loro si soffermasse e, con pazienza, attese la sua risposta. Finalmente lei parlò.

 

“Era... era la mia prima volta...”

 

Improvvisamente Naruto sentì una forte scossa di colpa. La sua mascella si aprì e il suo intero corpo si irrigidì. Inconsciamente perse la presa sulla sua mano e questo permise alla ragazza di scappare. Lei lasciò il suo appartamento senza guardarsi indietro e Naruto fu lasciato in stato di shock.

 

“Che diavolo è successo ieri notte... ?”
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Note d'Autore: salve a tutti, questa sarà una storia a più capitoli, non so ancora che ritmo terrò nella pubblicazione anche se posso dire senza ombra di dubbio che le recensioni di voi lettori mi incoraggeranno  sicuramente a pubblicare più in fretta. Ci vediamo al prossimo capitolo!

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Capitolo 2
*** La Sera Prima (parte 1) ***


Si svegliò presto al suono della sveglia. Il sole stava spuntando e la luce entrava nella sua stanza in modo perfetto. Si alzò senza fatica e fece qualcuno dei suoi esercizi mattutini e, dopo, aprì la finestra per lasciare che l'aria fresca entrasse nella stanza. Si immerse nella vista del grande giardino posteriore appartenente al maniero Hyuuga pieno di fiori dedicati alla sua madre defunta.

 

Aveva sempre goduto della vista, credendo che le avrebbe portato buona fortuna spendere tempo in quel modo. Ma quel giorno lei percepì una sorta di realtà oggettiva in quella sorta di superstizione. Era come se l'universo le avesse dato tutta la sua positività dandole la forza di affrontare qualsiasi ostacolo sulla sua strada.

 

“Oggi sarà una buona giornata!” Hinata motivò sé stessa.

 

Lei poi procedette con la sua routine giornaliera preparandosi per il lavoro finché non senti bussare alla porta. Una delle ultime domestiche assunte aveva il compito di portare il tè mattutino ai residenti della casa. Hinata aveva avuto varie conversazioni con lei quando era stata da poco assunta ed erano diventate presto amiche.

 

Piena di eccitamento per tutte le vibrazioni positive che aveva ricevuto poco prima, non attese che la sua amica aprisse la porta ma la aprì lei stessa. Tuttavia, la cameriera aveva ancora la mano sul pomello della porta quando Hinata aprì e questo la fece sbilanciare in avanti facendo schizzare un po' del tè sul vassoio che stava tenendo. Fortunatamente la cameriera aveva un incredibile equilibrio e riuscì ad evitare che l'intera tazza di tè bollente cadesse anche se alcune gocce finirono comunque sulla gonna di Hinata.

 

“H-Hinata-sama! Perdonatemi! Ho perso l'equilibrio e non ho potuto...” la cameriera iniziò ad urlare nervosamente.

 

“Va tutto bene!” la calmò Hinata. “L'errore è stato mio dopotutto, quindi non c'è bisogno di scusarsi.” Hinata sorrise alla sua amica. Non avrebbe lasciato che qualcosa come del tè schizzato rovinasse la sua giornata.

 

“Lasciatemi almeno pulire allora, Hinata-sama.” la cameriera iniziò nervosamente a passare sul grembo di Hinata il suo fazzoletto.

 

“Quante volte devo dirtelo? 'Hinata' va bene, Tenten.” lei posò una mano sulla spalla dell'altra sperando di calmarla. “E non devi preoccuparti per me! Mi prenderò cura di questo, limitati a posizionare il tè sul pavimento e dopo unisciti a me per un drink.”

 

Tenten annuì. “Sì, Hinata-sa... Hinata.”

 

- - -

 

Dopo l'incidente mattutino, Hinata prese le sue cose e si diresse alla stazione ferroviaria. Hinata tentava sempre di uscire il prima possibile per evitare l'ora di punta ma perse la cognizione del tempo mentre prendeva il tè con Tenten.

 

Lei dovette superare una grande folla per raggiungere la porta del treno solo per trovarsi davanti una carrozza piena zeppa. Si trovò con la schiena pressata contro le porte del treno dopo la chiusura incapace di muoversi.-Va bene, va bene. È solo una corsa di 10 minuti, posso farcela.-

 

Quando il treno finalmente raggiunse la sua fermata, lei sentì una maggiore forza della folla contro di lei e quando le porte iniziarono ad aprirsi iniziò a perdere l'equilibrio. Lei cadde all'indietro non appena le porte di aprirono abbastanza da permettere al suo corpo di passare ma lei ruotò così cadde sui palmi. Nessuno la aiutò ad alzarsi. La faccia di Hinata divenne rosso brillante per l'imbarazzo. Poteva sentire la sua frustrazione aumentare e fece del suo meglio per farla andare via.

 

Fortunatamente uno dei conduttori del treno, un uomo abbastanza anziano, vide la ragazza cadere e la aiutò gentilmente a rimettersi in piedi. Lei si piegò e lo ringraziò per la sua gentilezza, grazie a lui fu in grado di tornare al suo precedente stato d'animo positivo.-Sì! Oggi sarà una buona giornata, non lascerò che nulla mi fermi!-

 

Poi il sangue di Hinata divenne freddo. “LA MIA VENTIQUATTRORE!”

 

- - -

 

Lei poteva sentire le pugnalate arrivare dagli occhi del direttore mentre lei rimaneva in silenzio guardando il pavimento.

 

“Hai idea di che ora sia?” chiese il direttore con un tono basso e duro.

 

Hinata accidentalmente perse la presa della sua cartella nel treno quando cadde dalla porta. Aveva dovuto chiedere ai conducenti di chiamare la stazione successiva e vedere se fossero riusciti a trovarla o se qualcuno aveva trovato una ventiquattrore viola scuro. Fortunatamente per lei era successo, ma ci volle qualche tempo perché la riavesse indietro e finì con l'arrivare al lavoro con 30 minuti di ritardo.

 

“M-mi dispiace direttore. Ho avuto dei problemi da sistemare questa mattina...”

 

“Basta così.” lui si strinse il ponte nasale per l'irritazione. “Sai quanto odio le scuse.”

 

“M-mi dispiace.”

 

“Limitati ad andare al tuo posto e sistema tutta la documentazione che si è impilata sulla tua scrivania mentre non c'eri. Quando hai finito, vieni nel mio ufficio. Dobbiamo discutere di alcune cose.”

 

“Sì, direttore.” Hinata si piegò rispettosamente e andò via. Raddrizzò la sua schiena appena fu fuori vista e andò dritta alla sua scrivania. Come si sedette lasciò andare un pesante sospiro.

-Supponevo che oggi dovesse essere una buona giornata...-

 

“Cavolo! È senza cuore come sempre! Anche se è tuo cugino ti dà sempre il trattamento peggiore.” la sua amica, Ino, che aveva la scrivania proprio dopo quella di Hinata, esclamò. Lei era un tipo apertamente vistoso ed era diventata amica di Hinata nel momento in cui si erano incontrate e non lasciava mai passare un momento senza esporre il suo punto di vista.

 

“Non c'è niente da fare. Neji nii-san prende il suo lavoro seriamente.” Hinata sapeva che l'unica ragione per cui lui fosse così rigoroso era perché si aspettasse molto da lei, essendo la figlia del presidente della compagnia. In più se l'avesse trattata meglio, la gente avrebbe pensato che avesse un trattamento speciale per lo stesso motivo.

 

“Quindi, cos'è successo stamattina? Il tuo periodo è arrivato e hai dovuto lavare le lenzuola e il tappeto?” Hinata arrossì alla teoria dell'amica. “N-NO! Ino, per favore non dire senza pensare certe cose ad alta voce!”

 

“Era uno scherzo, Hinata!” rise Ino. Si divertiva sempre alle reazioni della sua timida amica. “Ma seriamente, perché sei così in ritardo?”

 

Hinata rilasciò un altro pesante sospiro e parlò ad Ino dell'incidente del treno.

 

“Eeeh, poverina! E per di più ti sei presa una ramanzina dal tuo cugino-capo. Se vuoi, posso aiutarti a finire tutto quel lavoro! Uno dei ragazzi mi ha chiesto di uscire e gli ho detto che avrei accettato se mi avesse fatto tutto il lavoro.” sbuffò Ino. “È quello che sta facendo al momento.”

 

-Poverino.- Hinata pensò fra sé. Ino poteva essere crudele a volte. “Va bene così, non ho tutta questa fretta di incontrare il direttore, comunque.” Hinata tremò al pensiero di suo cugino che la fissava, il suo sguardo era quasi come quello di suo padre.

 

“Beh, se lo dici tu. Darò un colpo di telefono al mio fidanzato allora~” Ino fece le fusa mentre si dirigeva verso la caffetteria col suo cellulare in mano.

 

- - -

 

Hinata prese un bel respiro prima di entrare nell'ufficio di Neji. Ipotizzò che l'argomento di cui lui volesse discutere fosse a proposito del nome della famiglia. Aveva ragione.

 

“Hinata, lo so che questo è stato il tuo primo ritardo, ma non dovresti essere so sciatta in primo luogo. Porti il nome Hyuuga con te, il più piccolo degli errori potrebbe macchiarlo. Sei fortunata che tuo padre sia via per un viaggio d'affari altrimenti, se vedesse un tale comportamento da parte tua, saresti nei guai. Non gli dirò quello che hai fatto, ma questo non vuol dire che tu sia sistemata...” Neji continuò la sua predica mentre Hinata sedeva silenziosa col suo sguardo sul pavimento. Lei ascoltava attentamente e rispondeva quando necessario. Era stata sgridata così tante volte sullo stesso concetto che aveva imparato a concentrarsi senza concentrarsi veramente. Oggi, comunque, fu più dura per lei. Ogni parola crepava la sua confidenza facendola sentire sempre più piccola.-Cos'era quella sensazione che ho avuto stamattina? Come ha fatto tutto a cadere in una spirale attorno a me? Forse ero solo io ad illudermi...- ci volle tutta la sua forza per contenere le lacrime che sentiva arrivare. Proprio prima che perdesse la forza per questo, Neji la chiamò. “Capisci, Hinata?”

 

“Sì.” rispose inconsciamente.

 

“Bene.” Neji si diresse alla porta e la aprì accennando ad Hinata di lasciare il suo ufficio. “Mi aspetto che quei rapporti siano eseguiti nelle prossime 2 ore.”

 

- - -

 

Mancavano 10 minuti alle 5 quando Hinata finalmente finì tutti i rapporti che Neji le aveva chiesto di fare. L'ufficio era quasi vuoto e solo poche persone stavano cercando qualcosa o finendo di scrivere qualche articolo. Ino stava ancora lavorando su qualche editto nell'ufficio e vide la ragazza allungare in alto le braccia ancora seduta sulla sedia. “Hai finito finalmente?” disse, salvando il suo lavoro prima di chiuderlo.

 

“Sì!” sbadigliò Hinata. “Ora, posso finalmente andare a casa e bermi un po' di tè.”

 

“Oh no, non lo farai.” Ino rispose immediatamente con un sorrisetto. Hinata la guardò confusa.

 

“Siccome è venerdì sera e domani si inizia più tardi, le ragazze dell'ufficio e io abbiamo deciso di avere una serata di sole donne! Questo significa che TU sei inclusa e non puoi evitarla.”

 

“Aspetta, ma io...”

 

“Niente MA! Seriamente, almeno hai fatto una pausa mentre scrivevi quei rapporti?!” Hinata si ritrasse quando Ino alzò la voce e poi si sedette per pensarci. Alzò lo sguardo chiedendosi se avesse effettivamente fatto una pausa. “Oh Mio Dio! Non lo hai fatto, vero?” Ino scosse la testa dispiaciuta per la sua amica oberata di lavoro. “Sì, tu uscirai decisamente con noi.” Hinata sapeva che non aveva voce in capitolo ed era un tantino irritata per questo, ma sapeva che Ino aveva pure intenzioni. Si accorse che l'amica era rimasta indietro per aspettarla così sarebbero uscite insieme. “Penso che uscire con le ragazze non sarà così male.”

 

“Sei proprio un'antisociale.” rimarcò Ino. “Sarà divertente! Berremo solo un paio di innocui drink.” diede ad Hinata un occhiolino. Lei non sapeva come interpretare quel gesto ma sperava che Ino restasse fedele alla sua parola.

 

- - -

 

Ino non esitò ad ordinare un giro di drink per lei e Hinata quando incontrarono le loro colleghe. Disse ad Hinata che dovevano recuperare le altre dal momento che alcune sembravano abbastanza brille. Dopo quello lei continuò ad ordinare giri di drink e birra principalmente per sé stessa. Hinata si fermò dopo un paio di giri ed ordinò un bicchiere di vino. Il tempo passò e presto erano tutte sbronze ad eccezione di Hinata, che era solo un pochino alticcia. Lei aveva una sorprendente tolleranza all'alcool dal momento che suo padre ordinava solo vini importati da altri stati, facendoli poi servire sempre a cena.

 

Tutte stavano parlando malamente e le loro conversazioni erano del tutto inappropriate. In qualche modo toccarono l'argomento della perdita della verginità e Ino, ovviamente, raccontò di come la sua prima volta fu con un popolare studente della sua scuola superiore. Hinata rimase in silenzio e arrossì durante tutta la conversazione quando Ino, alla fine, si rivolse a lei. “Che dire di te, huh?!? Sei rimasta in silenzio per tutto questo tempo, nostra piccola e timida Hyuuga! Scommetto che sei una schiappa a letto, HO RAGIONE?”

 

Hinata divenne rosso brillante e si contorse sulla sedia. Lei stava giocherellando con le dita e piegò la testa. “U-uhm... b-beh, io...” lei disse a bassa voce. “Sono ancora v-vergine.” tutte quante si piegarono verso di lei perché avevano solo percepito quello che aveva detto. Lei parlò troppo piano e questo fece arrabbiare l'ubriaca Ino. “Haaah?! Parla! Nessuno può sentirti!”

 

“I-io sono vergine!” Hinata squittì a voce abbastanza alta da essere sentita da tutte. Per qualche ragione questo fece arrossire le sue colleghe. Alcune la lodarono per la sua innocenza ma Ino rise. “Davvero?!? Tu hai tipo... 23 anni, no? Non hai mai avuto un fidanzato prima?”

 

“Beh, no. Non ne ho mai avuto uno...” Hinata iniziò a sentirsi a disagio e imbarazzata. “Ma...” lei continuò. “Il s-sesso non è qualcosa che fai dopo il matrimonio...?” Ino esplose dalle risate. Rise così forte che fece trasalire Hinata e alcune delle loro colleghe. “Sei una tale puritana, Hinata! In che secolo pensi di vivere?” Ino continuò a ridere. “Giuro, sei come una nonna! Non c'è da meravigliarsi che ti capitano tutte quelle brutte cose. Hai la mentalità di qualcuno che pensa che le cose andranno bene in futuro. Devi vivere nel momento, Hinata!” Ino smise di ridere e guardò Hinata dritta negli occhi. “Smetti di farti trascinare in giro dalle persone.” Hinata sapeva che Ino era troppo ubriaca per capire che quello che stava dicendo era offensivo ma era ancora shoccata e la rabbia iniziò a crescere in lei. Era ancora più frustrata dal fatto che Ino aveva ragione, ne aveva abbastanza di essere trascinata dalle persone e non voleva che la sua giornata finisse in quel modo.

 

“Vado a casa!” Hinata si alzò in fretta e si diresse verso l'uscita. Alcune delle sue colleghe, che avevano la testa abbastanza sulle spalle da capire la situazione, tentarono di calmarla ma basta era basta per Hinata. Aveva avuto una lunga giornata stressante ed era troppo brilla per incassare altro da qualcuno.

 

Lasciò il bar in fretta arrabbiata, lacrime iniziavano a luccicare nei suoi occhi. Lei camminò in fretta senza guardarsi indietro e la sua vista stava iniziando ad annebbiarsi per le lacrime. Era troppo emozionata per rendersi conto dei suoi dintorni e per questo sbatté accidentalmente in alcuni estranei. Hinata, senza alzare subito lo sguardo, piegò la testa e si scusò. Si girò il prima possibile solo per essere fermata da qualcuno che la prese dal braccio. “Dove credi di andare, signorina?” gli estranei in cui si era imbattuta erano un paio di furfanti in cerca di guai e Hinata era il loro primo bersaglio. “Davvero credi che una scusa sarà sufficiente per discolparti? Fa' male dove mi sei venuta addosso, sai? Potrei denunciarti!” l'uomo e il suo gruppo di amici ridacchiarono maliziosamente. “L-lasciatemi andare!” Hinata, ancora arrabbiata, roteò il braccio e accidentalmente colpì l'uomo in faccia. Poi la rabbia divenne paura quando l'uomo lentamente tornò a guardarla con un segno rosso sulla guancia e stringendo la presa su di lei.

 

“Piccola puttana. Adesso devi davvero pagarla!” Il brigante la tirò vicina a sé strattonando la sua giacca. Hinata iniziò ad urlare e ad agitarsi nel tentativo di allontanarsi dall'estraneo. “Smettila di muoverti, cazzo!” l'uomo roteò il braccio all'indietro per schiaffeggiare la donna quando all'improvviso si sentì un urlo forte e rauco. “HEY! LASCIATELA ANDARE!”
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Note d'Autore: HAHAHAHAHAHHA!!! Lo so, forse alcuni di voi mi odieranno per come ho trattato Hinata in questo capitolo ma come si dice "Senza fatica non si colgono gioie." XD (seriamente, ha fatto male anche a me scrivere tutto quanto sopra). Ringrazio le due persone che mi hanno donato il loro commento e tutte quelle che l'hanno già letta ma sono rimaste anonime. Ripeto che ricevere commenti mi incita a scrivere di più e più in fretta. Scritto questo, auguro la buona lettura... Ci vediamo al prossimo capitolo!

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Capitolo 3
*** Informazioni per l'autore ***


Salve a tutti i lettori delle mie storie, questo non è un capitolo della Fiction ma un mio appello al pubblico...

Nelle note d'autore di OGNI capitolo (e anche nella descrizione della storia) richiedo espressamente delle recensioni. Non mi interessa se sono negative, farmi notare pecche o errori mi aiuta a fare un lavoro migliore! Se ci siete, chiedo semplicemente di farmelo notare come fa
Elgul1 (che ringrazio tanto anche in quest'occasione). Ho detto chiaramente che le vostre recensioni mi incitano ad andare avanti a scrivere e a migliorare ma apparentemente non c'è tanta gente che mi da retta. Ad un certo punto sarà necessario che siate VOI a decidere se debba scrivere certe cose o no, ma se non ricevo nulla che cosa dovrei fare allora? Volete che elimini direttamente la storia? Posso farlo se ricevo questa richiesta! Sono un nuovo utente che ha iniziato a scrivere storie da poco e non sono per niente sicuro di dove posso osare spingermi, pensavo che in questo modo sarei diventato più sicuro di me e sarei migliorato ma forse mi sono solo illuso...

OK, facciamo così... Dopo questo upload attenderò fino a domani per vedere se il mio appello sortirà qualche effetto, in mancanza di risposte da parte di voi lettori sospenderò la pubblicazione di questa Fanfiction e la eliminerò... Ora sta a voi prendere la palla al balzo, CIAO!!!

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Capitolo 4
*** La Sera Prima (parte 2) ***


Hinata tenne le mani davanti alla faccia in preparazione dell'impatto con la mano del malvivente malgrado il fatto che lui l'avesse fermata a mezz'aria.

“Aaaaa?” il delinquente guardò nella direzione da cui era arrivata la voce. Lì c'era un uomo con capelli biondi a qualche metro di distanza con una faccia arrossata. In ogni caso i suoi occhi erano inferociti e puntavano dritti sull'uomo. Il brigante si ritrasse, sentendosi in qualche modo intimidito dall'uomo finché uno dei suoi amici gli fece notare che era ubriaco. Lui strinse gli occhi per dare un'attenta occhiata a quello di cui stavano parlando e realizzò che l'uomo non riusciva a stare in equilibrio. Stava leggermente ondeggiando sul posto e finì con l'appoggiarsi al muro vicino a lui. Il ladro rise sentendo ritornare la sua confidenza.

 

“Chi diavolo sei tu, amico?”

 

“Il mio nome è Uzumaki, Naruto! Io sarò il prossimo hokage!”

 

“Cosa? Che cazzo è un hokage?”

 

Hinata finalmente diede un'occhiata fra le dita nella direzione del suo salvatore. Naruto puntò il pollice sul petto usando la stessa mano che stava usando per reggersi al muro perdendo l'equilibrio e rendendo più evidente il suo stato di ebbrezza. La sua spalla si poggiò contro il muro con la testa appoggiata sopra. Lui rimase in silenzio in quella posizione per qualche secondo prima di addormentarsi ronfando rumorosamente. Hinata poteva vedere tutte le sue speranze di salvezza volare da un'immaginaria finestra.

 

Il ladro era sia divertito che infastidito. “Hey!” Naruto sollevò la testa. Lui strinse le sopracciglia nella loro direzione dimenticando per un secondo la situazione. Si alzò una volta che realizzò cosa stava succedendo e si spinse via dal muro. Ondeggiò pesantemente e fece un largo passo per restare in piedi. Il malvivente e i suoi amici risero alla goffaggine di Naruto.

 

“Ascolta, ubriaco bastardo, pensa solo ai tuoi fottuti affari e considereremo l'idea di non farti male dopo che avremo finito con questa gallina!” il bandito prese il polso di Hinata spostandolo dalla sua faccia. Lei si agitò e diede un calcio nello stinco del manigoldo facendolo lamentare dal dolore.

 

“Accidenti a te!” di nuovo, il ladro tirò indietro il braccio ma questa volta fu fermato da una forte presa sul suo avambraccio. “Ma che...” l'uomo e i suoi amici spalancarono gli occhi vedendo uno sbronzo Naruto, che fino a poco fa era a qualche metro di distanza incapace di stare in equilibrio, in piedi davanti al bandito. Anche Hinata era shoccata come i suoi molestatori. Lei fu in grado di vedere chiaramente la faccia di Naruto questa volta. Era chiaramente ubriaco ma i suoi occhi erano di un uomo sobrio e pieno di fuoco. Lui strinse la presa sul braccio dell'uomo. “Ho detto di lasciarla andare!”

 

“Come diavolo...” l'uomo fu fermato da un'improvvisa gomitata del braccio destro di Naruto che gli fece perdere conoscenza e la presa sul braccio di Hinata. L'uomo cadde a terra mentre gli altri saltarono indietro. Stavano pensando di sconfiggerlo col loro numero ma gli occhi di Naruto li fecero esitare. Li guardò come se stesse già anticipando il loro attacco. Poi assunse una posizione di combattimento, nello specifico una di boxe. Si stava preparando a lottare e sembrava sapere benissimo come farlo. I ladruncoli si ritrovarono intimoriti e decisero di ritirarsi, non prima di aver recuperato il loro amico inconscio da terra. Maledicendo Naruto scapparono via e Naruto si limitò a fare una risatina da sbronzo. “Codardi!”

 

Hinata era rimasta immobile stupita. Aveva tenuto gli occhi su Naruto per tutto il tempo da quando aveva colpito il ladro fino a che gli altri non erano fuggiti. Lei percepì la sua confidenza e la sua forza e rimase meravigliata. Era difficile per lei credere che fosse ubriaco.

 

“Stai bene?!? Sei ferita?!?” la sua voce era alta ed energica. Aveva una genuina espressione preoccupata e questo rese Hinata un po' nervosa.

 

“O-oh, sì. Non sono ferita...” Naruto sospirò sollevato. “Bene! Sono contento!” sorrise splendidamente ad Hinata e questo fece fare al suo cuore un piccolo salto. Non si era mai sentita in questo modo prima così era a disagio. Voleva velocemente ringraziarlo e andarsene quando, improvvisamente, lei sentì le sue mani prenderle gentilmente la faccia. Prima che potesse reagire, Naruto premette le sue labbra contro le quelle di lei.

 

Lei lo spinse via in fretta, strofinandosi il muso col dorso della mano e guardandolo con gli occhi spalancati e la faccia rossa. Quello era stato il suo primo bacio. Era lontano da come aveva pensato che sarebbe stato. Non voleva essere intossicata e non voleva che lo fosse neanche il suo partner, figuriamoci poi essere un perfetto sconosciuto. Lei voleva solo un bacio normale. Tuttavia, non poteva negare di sentire qualche sorta di sensazione permanere nel punto in cui le loro labbra avevano avuto il contatto.

 

“Sei i-i-impazzito?!? Come hai potuto fare una cosa del genere?!?”

 

“Eh? Ah?” Naruto la guardò confuso. “Ma tu sei mia moglie?” Hinata lo guardò come se fosse pazzo. “Tua m-m-m-moglie?!? Com'è possibile?!? Non sai nemmeno il mio nome!”

 

“Certo che lo so! Tu sei...” lui improvvisamente ruttò. Hinata gli diede uno sguardo sconcertato. Lei era stanca e brilla e non se la sentiva di essere spintonata ancora. Tutta la frustrazione di quel giorno iniziò a farsi risentire. La sua mente stava rivedendo le memorie di suo cugino che la sgridava e di una ubriaca Ino che si prendeva gioco della sua innocenza. Ne aveva abbastanza e voleva solo andare a casa.

 

“Sir, vi sono grata per avermi salvata, ma per favore non p-prendetemi in giro in quel modo!” Hinata era rossa per l'imbarazzo e la rabbia. Si voltò per andarsene. “Se volete scusarmi...”

 

Di nuovo, fu fermata da qualcuno che la prese dal braccio, ma invece di un ladro era un Naruto ubriaco. Lei si voltò in fretta per guardarlo. “Lasciatemi andare!...”

 

“Hinata!” urlò improvvisamente Naruto. Lei si bloccò. Era completamente shoccata. “Come... come sapete il mio nome...?”

 

“Come ho detto, tu sei mia moglie!” lei si arrabbiò di nuovo immediatamente. E se lui avesse effettivamente una moglie che le somigliava e l'aveva scambiata per lei? -Non dovrebbe scherzare con altre donne, se è così...- Hinata pensò fra sé e sé. Diede una rapida occhiata alle sue mani alla ricerca di un anello e non ne trovò nessuno, poi lo guardò negli occhi. “Scusatemi, Sir...”

 

“Naruto.” Hinata sbattè gli occhi. “Cosa?”

 

“Tu mi chiami Naruto!” Lei chiuse gli occhi un momento facendo un profondo respiro e abbassando lo sguardo. “Uhm, okay. Naruto, voi siete...”

“-kun.” Hinata, questa volta, lo guardò solo negli occhi. “Di solito mi chiami Naruto-kun!” lui fece una risatina liberando un forte odore di alcool. Hinata si limitò ad ignorare la follia di fronte a sé e continuò. “Sir, voi siete ubriaco. È meglio se andate a casa ora così da evitare di mettervi in qualche altro guaio.” lei stava continuando a tirare leggermente il braccio verso di sé come se volesse suggerire all'altro di lasciarla, ma lui non lo fece.

 

“Se non sei mia moglie, allora dovremmo sposarci.” Naruto disse in tutta serietà. Hinata non lo aveva ancora notato ma Naruto stava abbassando la voce e parlando in modo più civile. Questo creò una sensazione più intima fra loro e il battito cardiaco di Hinata iniziò ad aumentare. Lei era ancora totalmente rossa e il suo cuore stava iniziando a saltarle in gola. “I-io! Ma...! Tu nemmeno mi conosci! Non sai che tipo di persona sono!” Hinata stava iniziando ad essere confusa dai suoi sentimenti, ora. Non era sicura se fosse ancora frustrata o se si stava effettivamente infatuando dello sconosciuto. Tutto quello che sapeva era che gli occhi di lui non avevano mai perso contatto con i suoi.

 

“Sei una brava persona!” ridacchiò. “Posso sentirlo nello stomaco.” lui si diede qualche pacca sul grembo con l'altra mano. Hinata decise di bollare i suoi sentimenti come frustrazioni. Era folle per lei solo pensare che quest'uomo sbronzo fosse serio. Si sentì una stupida per averlo creduto anche solo per un secondo. Era ancora un mistero in che modo lui avesse indovinato il suo nome, ma non le importava più. Si voltò e iniziò a tirare il braccio con più forza.

 

“Io me ne vado.” Ma prima che potesse allontanarsi, Naruto, con la sua forza, la tirò a sé e si trovò il suo corpo fra le braccia. I loro ventri si stavano toccando e Naruto aveva le mani agganciate al suo bacino. Hinata non era mai stata così vicina ad un uomo prima e il suo cuore stava pompando come se fosse impazzito. Lei lo guardò con occhi spalancati e poteva sentire il calore espandersi sulla sua faccia. Avrebbe potuto urlare come aveva fatto con i molestatori. Avrebbe potuto colpirlo nello stinco, o schiaffeggiarlo, magari avrebbe potuto dargli una bella ginocchiata nello stomaco, ma le cose erano diverse con lui. Non sembrava che volesse farle del male. Sembrava che volesse disperatamente aggrapparsi a lei, e lei poteva dire che era disperato dall'aspetto del suo volto. I suoi occhi erano quasi acquosi e non stava sorridendo più. I suoi occhi sembravano così soli e persi, era una sensazione con cui lei poteva identificarsi.

 

“Ti prego... non lasciarmi da solo.” disse lui, proprio prima di avvolgere le braccia attorno a lei, tirandola ancora più vicina. Il cuore di Hinata era fuori controllo a questo punto e le era difficile pensare in modo logico. Ma da tutta la ragione che poteva raccogliere, la sua mente andò dritta a quello che Ino le aveva detto al bar mentre era ubriaca:-Devi vivere nel momento, Hinata!-

 

Lentamente, anche Hinata avvolse le braccia attorno a Naruto. Hinata sorprese sé stessa, non avrebbe mai lasciato un uomo che conosceva a malapena tenerla in quel modo. La massima espressione di affetto che aveva ricevuto da un maschio era arrivata da suo cugino sotto forma di pacche sulla spalla per aiutarla con un progetto al lavoro. Lei era sempre stata attenta e si era sempre tenuta in disparte, quindi non aveva mai avuto l'opportunità di avere appuntamenti.

 

Ma non le importava più. Si sciolse nelle braccia di Naruto. Il calore emesso dal suo corpo la circondò e lei si sentì calda e al sicuro. Si immerse in questo momento, era assolutamente piacevole. Il suo cuore saltò quando sentì Naruto baciarle il collo. All'inizio era solo un bacetto, ma i baci divennero gradualmente più grandi e subito dopo Hinata poteva sentire la sua lingua sulla sua pelle. C'era una sensazione fra le sue cosce che non aveva mai sentito prima e le gambe stavano iniziando a diventare deboli.

 

“N-Naruto-kun, aspetta...” disse con la sua solita, morbida voce. Lei stava ansimando leggermente e lo spinse con gentilezza così da poterlo guardare. I suoi occhi non erano più soli ma pieni di lussuria e lei si chiese se lo fossero anche i suoi.

 

“C'è... c'è un posto dove possiamo andare...?” Naruto immediatamente si raddrizzò e la tenne ancora più stretta. “Casa mia non è lontana da qui.”
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Note d'Autore: OK, in primo luogo voglio ringraziare tutte le persone che hanno commentato la mia storia dall'inizio e anche dopo il mio appello. Vi ringrazio tutti di cuore e voi, lettori e lettrici silenziosi/e, non vi critico per non aver mostrato la vostra presenza, chiedo solo di farmi sapere che ci siete. Per quanto riguarda la domanda di feder96, sì. Qui i ninja non ci sono e... Sebbene qui Naruto citi la questione dell'Hokage è solo una cosa che fa quando è sbronzo e che spiegherò in futuro, il mio voleva essere un tributo al signor Kishimoto. ed ora, amici e amiche lettori e lettrici la decisione spetta a voi! Volete un capitolo con la conclusione della serata o no? Ovviamente sarà una storia a parte perchè non voglio cambiare il colore da arancione a rosso e non sarà vitale  per gli eventi successivi ma sicuramente darà delle delucidazioni in più per la storia. Come dicevo ora spetta a voi, commentate e ditemi cosa pensate di questo capitolo e se vorreste il capitolo extra su quello che è avvenuto fra questo capitolo e il primo. Ci vediamo al prossimo capitolo!

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Capitolo 5
*** Realizzazioni ***


I suoi occhi erano spenti mentre camminava per le vie verso la stazione, se qualcuno la toccava o era lei stessa ad urtare una persona rispondeva in modo automatico e inespressivo. Era stato tutto un errore: tutto quello che aveva pensato e provato non era vero, la persona di cui credeva di essersi innamorata non era mai esistita. Da quando aveva lasciato l'appartamento un unico pensiero continuava a ronzarle in testa:-È stato tutto uno sbaglio!-

 

Salì sul treno semivuoto e rimase in piedi in attesa della sua fermata tenendo gli occhi bassi e non curandosi di quello che accadeva intorno a lei. 10 minuti dopo scese e riprese il cammino verso casa. Il pensiero del lavoro non le era nemmeno passato per la mente, troppo provata e troppo carica di dolore non si era nemmeno chiesta se Ino avesse preso la borsa che aveva lasciato al bar la sera prima.

 

Giunta al maniero inserì le chiavi nella serratura e aprì la porta per poi incamminarsi verso la sua stanza. Sentendo il rumore della porta che si chiudeva e dei suoi passi, Tenten sbucò da un corridoio e le si avvicinò preoccupata. “Hinata, cos'è successo? Non sei rientrata ieri sera.” lei si voltò cercando di mostrare della tranquillità ma fallì nell'intento. “Mi... mi dispiace Tenten, ieri... ieri sera ho avuto dei problemi.”

 

“Problemi? Che tipo di problemi?” la cameriera era preoccupata per lei ma non poteva neppure immaginare quello che le era successo e Hinata voleva solo raggiungere la sua stanza. “Non ti preoccupare... sto bene.” fece un passo avanti ma l'amica le poggiò una mano sulla spalla. “Ne sei sicura? Hai una pessima cera, se vuoi posso prepararti un tè o...” l'altra tagliò corto con evidente stanchezza. “No, non è necessario. Solo... desidero restare un po' tranquilla, dì agli altri di... di non disturbarmi, per favore.” la ragazza annuì. “Devo informare tuo cugino che non ti senti bene?” sentendo citare Neji, un impercettibile brivido percorse il corpo di Hinata ma neppure la prospettiva di trovarsi davanti allo sguardo penetrante del cugino le trasmise un po' di energia. “N-non è necessario, ci parlerò lunedì io.” senza aggiungere altro si trascinò fino alla porta della sua stanza e, dopo essere entrata, la chiuse a chiave per poi lasciarsi scivolare a terra con la schiena contro di essa.

 

Emise un profondo sospiro e il suo sguardo si posò sulla finestra. Per qualche istinto si alzò e la raggiunse per poi aprirla e affacciarsi per vedere il giardino. A differenza di tutte le altre volte che lo aveva fatto, ora non percepì nulla. Tutto era vuoto. Neppure la fresca brezza che le mosse i capelli restituì la vitalità alla sua mente. Tutto quello che fu in grado di fare fu di gettarsi sul letto affondando la faccia nel cuscino e liberando, alla fine, tutte le lacrime che aveva trattenuto fino a quel momento. -Che cosa avevo pensato?!? La giornata di ieri non sarebbe potuta andare peggio... Quella sensazione non era nulla! Mi sono solo illusa e ho pagato per tutte le mie fantasie...- la ragazza perse la cognizione del tempo ma quando si addormentò il cuscino era ormai zeppo di lacrime.

 

- - -

 

Gli occhi gli si spalancarono. Era una semplice targhetta, niente di più, ma su di essa erano stampate dei dati anagrafici e una foto della ragazza con cui aveva passato l'inizio della mattina. Dopo essersi in parte ripreso dallo shock, Naruto si era deciso a vestirsi e a dare una riordinata sebbene fosse ancora con le idee confuse finché i suoi occhi non si posarono sulla giacca che la ragazza aveva lasciato a terra. L'aveva sollevata mortificato e quando le aveva dato una mezza piegata, il rettangolino bianco divenne visibile.

 

Rimase immobile e con bocca e occhi spalancati mentre leggeva il nome e cognome scritti su di esso: Hinata Hyuuga. News in the news. Oltre a questo non c'era scritto altro ma la faccia della foto era la stessa della donna fuggita in lacrime. “Cazzo... Non dirmi che ho visto il cartellino e...” lo squillo del cellulare interruppe i suoi pensieri. Muovendosi in fretta lo tirò fuori dalla tasca dei pantaloni che aveva tirato su e vide chi lo stesse chiamando: Sasuke-teme.

-Forse lui può aiutarmi!- accettò la chiamata. “Hey idiota, che ti è preso ieri sera?”

“Sasuke! Ora non ho tempo per parlare di quello, mi serve il tuo aiuto!” ci fu un momento di silenzio dall'altra parte. “In che senso?”

“Ieri ho bevuto un po' troppo e non riesco a ricordare nulla, come si chiamava quella psicologa a cui ti eri rivolto per la storia di tuo fratello? Tunade? Burade? Arale?”

“Tsunade, baka!” il biondo alzò il braccio in aria trionfante. “Sì! Esatto! Puoi darmi il suo numero? Ho bisogno di lei.” per la prima volta da quando era iniziata la telefonata l'altro usò un tono di voce serio: “Naruto, che è successo ieri sera? Che hai combinato?” l'altro dibatté nella mente se raccontare quello che era successo o no. “Non posso dirlo per telefono, dammi quel numero e quando avrò risolto la cosa saprai tutto.” Sasuke sospirò. “Hai carta e penna?”

 

- - -

 

Un insistente bussare alla posta la svegliò dalla sua letargia. “Hinata... Hinata, sei sveglia?” la ragazza si rese conto che si trattava di Tenten. Sollevò la faccia ma non si alzò dal letto, spostando lo sguardo vide che fuori il sole si era alzato. Doveva essere ora di pranzo. Si fece forza per rispondere “Cosa c'è Tenten?”

 

“Il pranzo è pronto, se mi apri posso entrare.” Hinata serrò gli occhi. “Non ho fame.” la risposta sorprese l'altra. “Eh? Cosa?”

 

“Ho detto che non ho fame.” la cameriera tentò di nuovo. “M-ma Hinata, sei entrata in camera non appena sei tornata e non hai mangiato niente. Non credi che...” la padrona di casa le parlò sopra. “Penso di essere stata abbastanza chiara, non ho fame.” sentendola parlare così l'altra si arrese alla sua volontà e si allontanò dalla porta portando con sé il carrellino del cibo. Hinata stava per riaffondare la faccia nel cuscino ma si accorse di tutto il liquido che aveva perso e così si alzò e andò nel bagno per fare una doccia.

 

Neppure l'acqua calda che le scorreva addosso la scompose, se qualcuno avesse guardato avrebbe giurato che la ragazza fosse una statua. I suoi occhi erano ancora spenti, quasi vuoti e i capelli si erano attaccati alla sua pelle a causa dell'acqua.

 

Dopo un tempo indefinito chiuse l'acqua e si asciugò per poi mettere un pigiama, i vestiti che si era tolta erano abbandonati sul pavimento. Passando di nuovo nella stanza chiuse la finestra e si rimise sul letto fissando il soffitto con espressione vacua. Era lì, un corpo quasi privo di vita che si trascinava per qualche motivo privo di importanza. In quel momento se fosse morta non le sarebbe importato nulla.

 

- - -

 

“Prego, si distenda sul divano.” Naruto era riuscito ad avere il numero della dottoressa ma l'unico buco era dopo pranzo, così dovette aspettare fino a quel momento. La targhetta che aveva trovato era rimasta a gironzolare fra le sue dita per la maggior parte del tempo di attesa. Si era chiesto cosa Hinata stesse facendo in quel momento ben consapevole del male che le aveva inconsciamente fatto. Sasuke dal canto suo non era stato troppo gentile, anche dopo avergli dato il numero lo aveva martellato di domande che non avevano avuto risposta. Ma ora era lì e avrebbe scoperto la verità.

 

Fece come gli era stato detto e poggiò la testa su un bracciolo. La dottoressa era una donna affascinante: capelli biondi divisi in due ciocche sul davanti e una piccola coda di cavallo dietro, occhi color nocciola, labbra carnose e seno... forse un po' troppo grosso per quel corpo. Lui non ebbe altri pensieri legati al fisico della donna e rimase in attesa di ulteriori istruzioni. “La mia segretaria ha detto che lei ha un vuoto di memoria e vuole colmarlo.”

 

“È così, c'è un arco di tempo di cui non rammento niente e voglio sapere cosa ho fatto.” lei annuì. “Non che siano fatti miei ma... ha ucciso qualcuno?” lui spalancò gli occhi sbalordito da quella domanda. “NO! Certo che no!” lei agitò una mano con noncuranza. “Va bene, va bene. Quanto tempo fa è successo?” lui tornò serio: “Ieri sera, ho bevuto parecchio e l'ultimo mio ricordo è di me seduto che trinco un bicchiere dopo l'altro.”

 

“E questo 'buco' fino a quando dura?” lui sospirò ripensando alla mattina trascorsa. “Fino a quando mi sono risvegliato nel mio letto questa mattina.” lei annuì nuovamente. “Era nudo, circondato da gente che non conosce o coperto di sostanze stupefacenti e siringhe?” gli occhi di Naruto si spalancarono di nuovo e si voltò verso di lei. “HEY! MA È UNA PSICOLOGA O UNA DETECTIVE?!? CHE RAZZA DI DOMANDE SONO QUESTE?!?” sulla fronte della donna apparve una vena pulsante mentre gli puntava un dito sul naso. “Non mi dica come fare il mio lavoro! Mi sono capitati casi di tutti i tipi! Se le ho chiesto quelle cose è perché sono successe davvero!?!” il biondo, leggermente intimorito dalla piccola esplosione della donna si diede una calmata. -Oddio, ma come l'ha trovata questa Sasuke?- “Mi dispiace, non sapevo questo dettaglio ma le posso garantire che non mi sono svegliato in nessuna di quelle condizioni.” ovviamente non era tutta la verità ma Naruto non sapeva fin dove avrebbe potuto fidarsi della bionda e, siccome non riteneva questi dettagli troppo importanti, non volle dare troppe informazioni. “Va bene, si rimetta giù. Adesso cominciamo!”

 

Lui obbedì nuovamente e lei poggiò le mani sulle sue tempie iniziando ad eseguire dei movimenti circolari. “Voglio che ora si rilassi e chiuda gli occhi, questo sarà un viaggio nella sua mente e dovrà seguire la mia voce per trovare quello che cerca senza perdersi.” Naruto chiuse gli occhi e distese i muscoli chiedendosi come la cosa sarebbe andata avanti. Non aveva mai sentito parlare di lei ma quando Sasuke aveva avuto dei problemi psicologici a causa di un gigantesco malinteso che vedeva suo fratello colpevole di un enorme delitto in cui era coinvolto anche lui, questa Tsunade lo aveva riportato alla vita.

 

“Ora mi segua, davanti a lei ci sono delle porte. È in un corridoio e alla sua destra sono rosse e alla sua sinistra sono blu. Le vede o no?” lui cercò di immaginare quello che lei aveva detto ma non vide comunque nulla tranne l'oscurità. “Mi dispiace, non c'è nessun corridoio davanti a me. Non mi pare che stia funzionando.” la donna sospirò. “D'accordo, a mali estremi estremi rimedi. Attenda un momento senza aprire gli occhi.” lei si alzò dalla sedia e abbassò la persiana per oscurare di più la stanza e poi accese dell'incenso in un piccolo braciere che posizionò ai piedi del divano in modo che il fumo liberato fosse in parte respirato da Naruto.

 

“Ora riproviamo!” riprese posizione dietro di lui e ricominciò a muovere le mani sulle sue tempie. Questa volta Naruto, magari perché inebriato o assuefatto dal fumo iniziò a vedere qualcosa nell'oscurità, un corridoio grigio e porte rosse e blu. “Cosa vede ora, dove si trova?” la voce della dottoressa risuonò nella sua mente. “Sono... nel corridoio, vedo le porte... e adesso?”

 

“Le porte sono i suoi ricordi, aprendole vedrà ciò che è avvenuto, le blu sono i ricordi tristi mentre le rosse sono quelli felici, più si inoltrerà nel corridoio più andrà indietro nella sua memoria temporale. Cosa cerca lei ora?” lui strinse un po' gli occhi. “Ricordo recente... ieri sera dopo... lavoro... e dopo il bar.” lei cambiò il massaggio: prima lo stava toccando con i palmi, ora continuò a massaggiare con la punta delle dita. “È un ricordo felice?”

 

“Non lo so... non... rammento...”

 

“Pensa di essere stato felice? Contento?”

 

“Non... lo so, credo...” nella mente una porta rossa si illuminò. “Credo... felice, porta rossa. Una porta rossa mi chiama.” lei sorrise. “Bene, la raggiunga e la apra.” lui obbedì. Si avvicinò alla porta e mise la mano sulla maniglia d'ottone girandolo e tirando verso di sé. “Cosa vede? Dove si trova?” lui aprì la bocca per rispondere ma il suono non uscì. Aveva la vista sfocata e claudicava a causa dell'alcool in circolo. Poi suoni, voci maschili e femminili. No, c'era una sola femmina. Le gambe si mossero e giunse alla fine dei vicolo. Davanti a lui quattro o cinque omaccioni e una ragazza. La conosceva? Sì o no, forse... La stava tenendo dal braccio a forza e lui si infastidì aprendo la bocca “HEY! LASCIATELA ANDARE!”

 

In pochi secondi i balordi erano stati sistemati grazie alla forza del suo Rasengan. La ragazza stava bene, ora che la vedeva da vicino... Ma certo! La conosceva, aveva il coprifronte con inciso il suo nome che le aveva regalato addosso, Hinata! La sua sposa felice. Un bacio era normale fra sposi ma lei si ritrasse. Non era sua moglie? E pensava che non sapesse il suo nome! Forse non era sua moglie, magari era la sua fidanzata. Se erano brave persone tutte e due perché non avrebbero dovuto sposarsi? Il suo maestro Jiraiya glielo aveva ripetuto tante volte: -Scegli una brava donna da sposare, Naruto!- lei credeva che lui non sapesse che era brava, lui lo sapeva bene che tipo era ma non voleva stare con lui e questo lo rattristò. Non aveva conosciuto i genitori in modo convenzionale e da piccolo aveva sofferto tanto. Ma lei era rimasta con lui, lo aveva abbracciato e questo significava che lo amava e due persone che si amano si fanno le coccole~. Poi era venuto fuori che in quel posto non andava bene ma lei voleva coccolarlo e la sua casa era vicina, poco distante da dove si vendeva il ramen.

 

Alla fine aveva accettato la sua proposta, lo aveva detto chiaramente:-Sarò la moglie di Naruto-kun- presto si sarebbero sposati e poi sarebbe diventato Hokage superando tutti quelli che lo avrebbero preceduto.

 

Naruto spalancò gli occhi nella sua mente, ecco cosa era successo, ecco cosa le aveva fatto ed ecco perché era scappata sotto shock quando le aveva chiesto il nome. “Dottoressa, ho finito... voglio uscire... Mi faccia tornare indietro.”

 

“Richiuda la porta e si guardi alle spalle, c'è una scala dorata che sale. Deve salire e quando una luce la abbaglierà sarà fuori.” un minuto dopo Naruto era in piedi davanti alla scrivania della dottoressa. “Ha ricordato quello che voleva?”

 

“Sì, la... la ringrazio... Quant'è?” aveva un'espressione preoccupata, ora sapeva cos'era accaduto fra lui e Hinata, adesso avrebbe dovuto rimediare. La voce della donna lo riportò alla realtà “250.” per poco gli occhi non gli saltarono fuori dalle orbite. “Co-co-cosa?!? 250?!? Sta scherzando spero!” lei fece un semplice segno di diniego. “Certo che no, per lei ho dovuto cancellare un altro appuntamento e, siccome il sistema tradizionale non funzionava, ho dovuto anche consumare dell'incenso. 250 è la cifra giusta.” maledicendo sottovoce la sua dannata sbornia Naruto tirò fuori il suo portafoglio a forma di rana per scucire a quella vecchia megera sexy la sua parcella.
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Note d'Autore: Eccomi qua con un nuovo capitolo! E questa volta si va avanti, niente più flashback o roba simile, la giornata continua per i due "finti" piccioncini. Ammetto che ho dovuto faticare un pò per descrivere la depressione di Hinata (ma andiamo, quale ragazza non sarebbe depressa dopo aver fatto l'amore per la prima volta con un tizio che la chiama per nome e il giorno dopo non la conosce nemmeno?!?) e se qualcuno ha perso delle lacrime mi dispiace, anche se vuol dire che sono bravo a trasmettere emozioni. La seconda parte invece ho cercato di alleggerire un pò l'atmosfera divertendomi con le chicce di Naruto e Tsunade XD, spero comunque che nella sua interezza questo capitolo sia piaciuto. [LITTLE SPOILER: presto i due si incontreranno di nuovo e Naruto sarà sobrio] Ci vediamo al prossimo capitolo!

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Capitolo 6
*** L'Incontro ***


Tutta la giornata di sabato la passò chiusa in camera senza sentire i morsi della fame o la mancanza d'acqua sebbene avesse inondato il cuscino con le sue lacrime. Rimase sveglia fino a notte fonda guardando il soffitto ma senza vedere niente, un corpo vivo ma allo stesso tempo vuoto e morto. Fu la luce del sole della domenica che la risvegliò dalla sua trance ricordandole di essere ancora viva e perciò di doversi muovere per rimanerlo. Con fatica si alzò dal letto e si diresse verso il bagno senza preoccuparsi minimamente della finestra ancora chiusa. Forse ancora influenzata da quello che le era stato detto il giorno prima, Tenten non bussò alla porta per servirle il tè, Hinata sapeva di dover uscire da quel guscio e affrontare la realtà dei fatti.

 

Senza nessuna fretta indossò una camicia bianca e dei pantaloni lunghi blu navy. Quando si mise addosso anche una giacca dello stesso colore si accorse che il suo cartellino non c'era, si chiese che fine avesse fatto solo per un secondo prima di uscire dalla porta e dirigersi verso la sala da pranzo. La tavola era già stata preparata e la cameriera stava posizionando le tazze sul tavolo quando sentì la sua padrona arrivare. “Hinata! Finalmente sei uscita! Ero mortalmente preoccupata per te.” l'altra riuscì ad abbozzare un sorriso, alla fine Tenten si era dimostrata per quello che era: non solo una brava domestica ma anche una buona amica. “Mi dispiace per come mi sono comportata ieri, ma ho avuto una nottataccia. Scusami.”

 

“Non c'è niente da perdonare, Hinata. È tutto a posto ora.” si sedettero a tavola e, dalla mattina precedente, finalmente la Hyuuga diede al suo corpo del nutrimento.

 

- - -

 

Si rese conto di aver avuto un paio di colpi di fortuna, l'indirizzo del giornale presso cui lavorava la ragazza non era molto lontano, solo una corsa in macchina di 10-15 minuti, e quel giorno non sarebbe dovuto andare in nessuna aula di tribunale. Naruto si diede un'occhiata nello specchio, adesso aveva un aspetto quantomeno decente con la sua giacca arancione e la cravatta rossa sulla camicia bianca. Sottobraccio aveva ancora la blusa della ragazza, debitamente piegata. Ingoiò della saliva.

 

Il piano era di andare dove Hinata lavorava per restituirle la giacca e tentare di giustificarsi in qualche modo ma i dubbi erano sempre più demoralizzanti. Gli avrebbe dato retta? Se si fosse messa ad urlare vedendolo? Se non fosse riuscito a parlarci in privato? Dopo la sua fuga e quello che aveva ricordato con Tsunade non era tanto sicuro di sapere come agire con lei.

 

Comprendendo che rimuginandoci sopra non avrebbe risolto niente si decise ad uscire di casa e ad infilarsi in macchina per raggiungere la ragazza che aveva conquistato da sbronzo e perso da sobrio.

 

- - -

 

“Ed è così che ti giustifichi?!?” la voce del cugino risuonò nella stanza quasi come un boato. Fra una cosa e l'altra, Hinata era arrivata di nuovo in ritardo e Neji l'aveva convocata subito nel suo ufficio. “Ieri non ti sei fatta vedere né sentire, oggi ti ripresenti in ritardo e tutto quello che hai da dire è che venerdì sera hai avuto dei problemi?”

 

Hinata teneva lo sguardo inespressivo e basso. “È la verità, direttore. Venerdì ho incrociato dei delinquenti tornando a casa. Un uomo mi ha salvata e offerto di dormire a casa sua ma evidentemente mi avevano fatto più male di quanto pensassi perché ieri non sono nemmeno riuscita ad uscire dalla camera da letto una volta rientrata.” era la verità, forse non del tutto dettagliata ma era la verità. L'altro strinse gli occhi dandole un'occhiata glaciale. “E quest'uomo, chi sarebbe?” lei scosse il capo senza alzarlo. “Non lo so, non mi ha detto il suo nome.”

 

“Quindi, in sostanza, hai dormito a casa di un perfetto sconosciuto?” lei sapeva dove il cugino volesse arrivare ma, per una volta, fu in grado di contrattaccare il suo attacco verbale. “Non c'è da preoccuparsi, io non so chi fosse quell'uomo ma nemmeno lui...” inconsciamente soffocò un gemito di dolore. “...nemmeno lui ha idea di chi io sia, il nome della mia famiglia non corre il rischio di essere macchiato.” Neji la osservò con attenzione per alcuni secondi prima di sospirare e, finalmente, distogliere lo sguardo dalla cugina. “D'accordo, ieri Tenten mi aveva chiamato per avvisare che non ci saresti stata per motivi di salute, ora raggiungi la tua postazione e finisci i rapporti di oggi.”

 

“Sì, direttore.” da quando era entrata nell'ufficio il collo aveva rifiutato di sollevare il peso sopra di esso e anche una volta fuori resistette ai deboli tentativi della ragazza mentre si incamminava.

 

Ino stava lavorando al computer, concentrata. Nessuno avrebbe detto che due sere prima era sbronza e intenta a prendere in giro l'innocenza della sua amica. Affianco alla sua scrivania si trovava la ventiquattrore che la mora aveva abbandonato al bar, nonostante l'alcool in circolo aveva avuto la premura di prenderla e consegnarla alla proprietaria il giorno dopo, ma questo non era avvenuto e ogni suo tentativo di avere informazioni era fallito miseramente.

 

Distolse lo sguardo dallo schermo quando la sentì sedersi, ma quando si voltò lo spettacolo non era assolutamente piacevole: l'amica aveva la testa bassa e lo sguardo spento mentre iniziava ad avviare il proprio computer. Dubbiosa su come agire iniziò con cautela. “Buongiorno Hinata, come va oggi?” l'altra non rispose né distolse lo sguardo. Ino tentò di nuovo. “Ho qui la tua borsa, l'avevi dimenticata quando sei andata via venerdì.” ancora nessuna reazione da parte della collega. Intuendo che stesse ancora pensando alla sua sceneggiata al bar, la bionda si sporse in avanti abbassando il tono della voce. “Se sei ancora arrabbiata per quello che ti ho detto, mi dispiace. Non volevo ferire i tuoi sentimenti, era l'alcool a parlare. Io...” fu interrotta da quello che poteva essere definito un borbottio. “Sto cercando di lavorare, smettila!”

 

Ino sgranò gli occhi, Hinata non aveva distolto gli occhi dal monitor e le sue dita stavano picchiettando sulla tastiera in modo veloce. Poteva capire che l'avesse ferita, ma chiudersi in quel modo forse era esagerato. “Hinata, non pensavo quello che ho detto! Lo sai come sono, se vado fuori di testa non mi controllo più ma questo non vuol dire che pensi davvero quello che sbraito. Non intendevo mancarti di dispetto o imbarazzarti.” lo sguardo della Hyuuga si posò sugli occhi azzurri della collega. “Beh, lo hai fatto! Che ne avessi l'intenzione o no ha poca importanza. A causa tua ho fatto...” si interruppe, avrebbe forse voluto dire -un grosso sbaglio- ma non terminò la frase.

 

Invece si alzò in piedi e si mise in marcia lasciando Ino confusa. “E adesso dove vai?!?” l'altra rispose senza voltarsi. “In caffetteria, ho bisogno di un caffè!” lei non lo beveva mai, non le era mai piaciuta la bevanda preferendo invece il tè. Aveva bisogno di riordinare la mente, aveva bisogno di silenzio e di una tregua da tutto quello che la circondava e l'unico posto vuoto al momento era la caffetteria. Forse avrebbe anche preso il caffè, ma non era sicura di volerlo bere. Se avesse dovuto confessare i suoi pensieri avrebbe detto di non essere più sicura di nulla.

 

- - -

 

Erano almeno 10 minuti buoni che aspettava in macchina, era arrivato senza troppi problemi ma una volta giuntò lì non aveva fatto il passo successivo. Il biondo si decise ad aprire lo sportello. Si stava ancora chiedendo come lei avrebbe reagito vedendolo. Cosa lo aspettava? Uno schiaffo, un urlo, un'esplosione di lacrime? Oppure sarebbe stato denunciato per quello che aveva fatto? Più si avvicinava alla struttura del News in the news e più il suo corpo opponeva resistenza.

 

Tuttavia Naruto era deciso, non sarebbe tornato sui propri passi, si sarebbe dovuto scusare con la ragazza e spiegare la sua situazione, lei avrebbe potuto reagire in qualsiasi modo ma lui DOVEVA parlarle, almeno per rendere utile il sacrificio finanziario del suo portafogli. Le tornò in mente Tsunade, quella donna non aveva voluto sentire scuse, solo per dell'incenso e un appuntamento saltato gli aveva prosciugato la rana.

 

Smettendo di pensare alla tragedia del suo portafogli strinse un po' di più la giacca sotto il braccio e raggiunse la reception dell'edificio. Fu una ragazza dai capelli rosa e un curioso tatuaggio romboidale sulla fronte a dirgli a quale piano e in quale reparto si sarebbe dovuto recare. Per fortuna non aveva chiesto il motivo della sua visita, magari pensava fosse un nuovo impiegato o forse doveva parlare col direttore per qualche motivo, Naruto non ci rifletté sopra troppo ed entrò nell'ascensore.

 

Arrivato al reparto non seppe cosa fare, le scrivanie erano sistemate due a due e tutti sembravano indaffarati nei loro compiti. Nessuno si accorse di lui mentre il suo sguardo si spostava per la stanza alla ricerca della ragazza dagli occhi color lavanda senza successo. Alla fine sospirò rassegnandosi all'idea di dover chiedere indicazioni a qualcuno. Si mosse in direzione di una ragazza bionda con un ciuffo di capelli che le copriva l'occhio destro. “Salve, posso disturbare?”

 

La ragazza sollevò lo sguardo dal computer. “Oh, salve. Come posso aiutarla?”

 

“Sto cercando Hyuuga... Hinata. Sa dove si trova ora?” dire il suo nome ad alta voce gli dava ancora degli strani brividi, quasi come se non avesse il diritto di pronunciare quel nome, l'altra parve non farci caso. “Beh, la mia collega al momento è in caffetteria...” indicò una stanza oltre un corridoio alla sua sinistra. “...ma non so se ora sia un momento buono per parlarle.” Naruto non aveva bisogno di chiederne il motivo, sapeva bene perché la ragazza si sentisse male ma ebbe l'accortezza di non spiattellarlo ai 4 venti. “Non si preoccupi, devo solo consegnarle una cosa.” si incamminò nella direzione indicatagli. “Grazie dell'aiuto.” ancora una volta quella mattina, Ino rimase sbigottita, non sapeva chi fosse quell'uomo né cosa volesse o perché cercasse Hinata, l'unica cosa di cui era sicura era che fosse un bel bocconcino. Magari, quando la sua collega si fosse ripresa, le avrebbe potuto chiedere chi fosse quel bel fusto.

 

- - -

 

Hinata era seduta su una sedia ad un lungo tavolo con un bicchierino di caffè amaro in mano. Lo stava fissando da quando lo aveva preso senza fare altro, il fumo che risaliva dalla bevanda si era dissolto e il calore con lui ma la sua mente non si era mossa comunque.

 

Le sue pupille fissavano il cerchio scuro senza interesse e senza interesse in nessun'altra cosa. Se non fosse stato per cause di forza maggiore avrebbe anche smesso di respirare. Stare da sola non le aveva dato niente, la situazione era la stessa. Quello che era successo non poteva essere cancellato e la ferita che aveva subito non poteva essere rimarginata. A poco a poco i suoi occhi si fecero acquosi, la consapevolezza di aver dato tutta sé stessa per qualcosa di inesistente la stava distruggendo.

 

- - -

 

Naruto la vide lì, seduta su una sedia a fissare il caffè nelle sue mani. Aveva la testa bassa ed era chiaro che si trovava ad un passo dalle lacrime. Nella sua mente si formò di nuovo l'immagine di lei piangente che fuggiva da lui.

 

Strizzò gli occhi e scosse la testa con forza, LUI l'aveva messa in quella situazione e LUI avrebbe dovuto tirarla fuori... o almeno ci avrebbe provato. Tutto dipendeva da come avrebbe reagito la ragazza. Fece un passo avanti entrando nella stanza e aprì la bocca. “Hinata?”

 

- - -

 

Sentì chiamare il suo nome, la voce sembrava familiare ma non la riconobbe, forse un collega? Col dorso della mano cacciò via le lacrime sulla retina e si voltò verso l'ingresso della stanza.

 

“...!” i suoi occhi si spalancarono. Davanti a lei si trovava la causa di tutto questo, davanti a lei c'era l'uomo che aveva fatto quello che lei riteneva amore con lei solo per non riconoscerla il giorno dopo. Davanti a lei c'era l'uomo che l'aveva gettata in quell'abisso ma... l'aveva chiamata per nome? Era sicura di averlo sentito, o non si sarebbe mai voltata, e nella stanza non c'era nessun altro. Che si fosse ricordato? Magari era di nuovo sbronzo ed era arrivato lì per caso? Le domande si stavano ammassando nella sua mente mentre il cuore accelerava il suo ritmo e, meccanicamente, si alzava dalla sedia poggiando il caffè sul tavolo. Non avevano spiccicato parola e il silenzio stava dominando intorno a loro.

 

In qualche modo il suo cervello riprese il controllo della faccia, la sua espressione si fece più dura e la bocca emise di nuovo dei suoni. “Che cosa vuoi?!? Che ci fai qui?!?” lui fece un esitante passo avanti. “Hinata, io...”

 

“Come mi hai trovata?!?” lui abbassò lo sguardo abbattuto dalla sua scarica di domande e poggiò qualcosa che teneva in mano sul tavolo di fronte a lei. Una giacca e un cartellino. Sul cartellino vide la sua faccia. Quella era la sua giacca? Non ricordava se l'aveva presa insieme al resto quando era scappata, non ci aveva pensato più.

 

“È così che ho indovinato il tuo nome.” lei alzò lo sguardo incontrando il suo, i suoi occhi azzurri erano tristi, quasi come l'altra notte ma questa volta lei non si impietosì. “Sei venuto a dirmi solo questo?” nella sua voce c'era meno ostilità ma la rabbia era ancora presente. “No, io... mi dispiace.” la ragazza rise ironicamente, una corta e bassa risata. “Ti dispiace? Davvero? Però sono sicura che quando mi hai portata a letto non ti dispiaceva affatto!” alzò il volume della voce fino quasi ad urlare. “Almeno quello che mi hai dato è il tuo vero nome?!?” rimase per qualche secondo a boccheggiare dopo quello sfogo, per tutto il tempo l'altro aveva tenuto lo sguardo basso subendo tutto quello che lei gli aveva lanciato.

 

“...Ero ubriaco e ho fatto una cosa terribile, non avrei dovuto dirti di doverci sposare e la mattina dopo ero talmente confuso che non sapevo come comportarmi con te. Tu... tu sei... diversa dal tipo di ragazze che mi è capitato di frequentare, quel poco tempo che abbiamo veramente passato insieme mi hai fatto capire che tipo di persona sei. Nessuno mi aveva mai preparato la colazione e i tuoi modi di fare gentili ed educati mi hanno spiazzato. Quando poi mi hai chiamato per nome i dubbi sono solo aumentati ma, dopo un po'... dopo che abbiamo iniziato a parlare e scherzare insieme non ci ho pensato più. La tua compagnia è stata qualcosa che non avevo mai sperimentato con nessuno. Sei una persona unica...”

 

Fece una pausa per riprendere fiato. “E adesso ricordo esattamente come ho indovinato il tuo nome quando ho pestato quel teppistello.” poggiò un dito sul cartellino vicino al suo nome. “Non ho avuto nessuna illuminazione celestiale, credo di aver solo letto questo quando mi sono avvicinato a te.” lei guardò il dito sul suo nome, ancora elaborando quello che l'altro le aveva detto.

 

Naruto continuò. “E anche tu, malgrado io fossi, tutto sommato, uno sconosciuto mi hai dato fiducia, sei venuta da me, hai...” si interruppe per riformulare la frase. “...mi hai assecondato e il mattino dopo ti lei letteralmente presa cura di me finché non ho chiesto il tuo nome.” Hinata strizzò occhi e labbra senza alzare la testa. “Come si suppone che si comporti una moglie?”

 

L'altro spalancò gli occhi per la stoccata ma lei non si fermò e trovò anche la forza per guardarlo in faccia. “Tu mi avevi detto di essere tua moglie, e poi mi hai detto che se non lo fossi stata ci saremmo dovuti sposare. Ero confusa e sorpresa ma abbastanza cosciente da memorizzare tutto. Mi hai portata a letto e...” richiuse gli occhi pensando a quello che lui le aveva fatto provare, la sensazione di calore e sicurezza fra le sue braccia. “...mi ero convinta a seguirti, a stare al tuo gioco. Mi ero convinta che la sensazione che avevo provato non fosse stata vana e... e quando ci siamo svegliati mi sono comportata di conseguenza.” gli puntò un dito contro alzando nuovamente il volume. “Ti rendi conto del dolore che mi hai procurato?!?” le faceva male rammentare tutto, delle gocce si stavano formando agli angoli dei suoi occhi mentre anche il biondo si stava mortificando.

 

“No, non me ne rendo conto, non potrei mai capire quanto a fondo ti abbia ferita.” lei abbassò il braccio, almeno sembrava sincero e lei aveva recuperato un po' di energia.

 

Improvvisamente lui alzò la testa guardandola dritta negli occhi. “Ma voglio tentare di rimediare a ciò che ti ho fatto.” lei allargò gli occhi sorpresa. “C-che vuoi dire?” lui mise una mano nella tasca della giacca cercando qualcosa. “Voglio rivederti. Da sobrio.” la sorpresa della ragazza non fece che crescere. “R-rivedermi? P-perché?”

 

“Perché voglio farmi perdonare, Hinata.” questa volta il nome venne fuori naturalmente, senza dolore, non troppo. “Permettimi di rivederti, di farmi conoscere veramente da te, guarda...” tirò fuori un bigliettino arancione e lo pose davanti alla donna. “Questo è il mio biglietto, non voglio che risponda subito. Prenditi del tempo, tutto il tempo che vuoi ma ti prego...” il suo tono divenne quasi supplichevole. “...dammi una possibilità per farmi perdonare.”

 

Lei rifletté a lungo, guardando i simboli neri sulla plastica arancione, da una parte avrebbe voluto scaricarlo fuori e strappare quel foglio per non rivederlo mai più ma un'altra parte... In fin del conti lui l'aveva salvata ed era andato da lei per chiedere perdono. Hinata chiuse gli occhi ed emise un sospiro. “Va bene, ci penserò su.”
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Note d'Autore: Salve a tutti, chiedo scusa per l'attesa ma fra il "peso" del capitolo e le scocciature nella vita vera ci ho messo un pò a scrivere. Beh, alla fine (come avevo scritto ad alcuni) i due piccioncini mancati si sono incontrati e Naruto questa volta non ha fatto o detto stupidate. Penso che tutti quanti siamo d'accordo sul fatto che Hinata avesse tutto il diritto di attaccarlo in quel modo ma come vedete, sottosotto la nostra Hyuuga ha un cuore d'oro XD. Attendo visualizzazioni e recenzioni. Ci vediamo al prossimo capitolo!

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Capitolo 7
*** Evoluzione ***


Era passata una settimana dal loro incontro, una settimana da quando Naruto le aveva dato il suo numero. Dopo averla ringraziata, lui era uscito e, quando anche lei aveva lasciato la caffetteria, non c'era traccia di lui. Non aveva dato nessuna soddisfazione ad Ino, la bionda aveva cominciato quasi subito a chiedere informazioni sull'uomo ma Hinata aveva tenuto la bocca chiusa. Non voleva essere messa in imbarazzo dall'amica E aveva ancora della rabbia nei suoi confronti.

 

Spesso, dopo essere rientrata a casa dal lavoro, si era ritirata nella propria stanza. Lì aveva passato un'ora o due rigirando il biglietto dell'uomo fra le dita e chiedendosi cosa fare, non si sentiva attratta da lui, la “magia” che aveva percepito al loro risveglio insieme si era del tutto dileguata ma continuava a chiedersi se la sensazione provata venerdì mattina non si stesse manifestando in qualche subdolo sistema a lei sconosciuto.

 

Doveva ammettere che almeno aveva avuto la decenza di tentare di scusarsi, le aveva restituito la sua blusa e lei aveva scoperto come avesse indovinato il suo nome. Quando aveva acconsentito alla sua richiesta lo aveva fatto in primo luogo per uscire dalla situazione in cui si trovava ma il pensiero di chiamarlo non l'aveva più lasciata.

 

Anche quella sera era seduta sul letto a fissare il suo biglietto da visita, continuava a rileggere il nome nella mente come se cercasse di capire che tipo fosse col solo pensiero. Passarono circa 20 minuti e finalmente prese una decisione: non poteva restare in quel limbo per sempre. Doveva agire in un modo o nell'altro ma non era sicura di quale fosse la scelta giusta.

 

Il pensiero di eliminare quel biglietto e dimenticare il biondo era presente dentro di lei, sarebbe stata la cosa più veloce e semplice da fare, ma non poteva dimenticare il rammarico che gli aveva visto in faccia. Quelle erano emozioni sincere, non era ubriaco e aveva compreso in che situazione l'avesse messa. Aveva bisogno di confidarsi con qualcuno, ma chi? Ino avrebbe accantonato la cosa per fare del gossip, Neji avrebbe prima criticato aspramente lei e poi avrebbe trovato il modo di uccidere Naruto a causa dell'affronto arrecato alla famiglia. Suo padre non era ancora tornato e anche se fosse stato lì, lei dubitava fortemente che le avrebbe dato l'aiuto che necessitava. Alla fine le venne in mente un solo nome. “Tenten, devo parlarti. Puoi raggiungermi in camera, per favore?”

 

- - -

 

“Oh... Beh... È insolito...” aveva appena finito di narrare all'amica cameriera i fatti avvenuti da venerdì chiudendo il discorso con la richiesta di un parere su come avrebbe dovuto agire. Ovviamente la bruna era rimasta un tantino sbigottita da tutta la storia. “Cre-credo che... I-io... Lo ammetto, il mio primo istinto sarebbe di uccidere questo Naruto ma...” sospirò riorganizzando i pensieri nella sua testa. “Se quello che dici è vero, se vuole davvero rimediare e conoscerti veramente...” Hinata era trepidante. “D-dici che dovrei chiamarlo?” Tenten mise l'indice sul mento. “Potresti dargli una possibilità, vediamo come si comporta e se dovesse fare un passo falso...” si diede un sonoro pugno sul palmo facendo trasalire la sua padrona. “Ci penserò io a ricordargli come ci si comporta con una signorina!”

 

- - -

 

Naruto stava riordinando delle carte in casa, era passata una settimana e ancora Hinata non lo aveva chiamato, non che si aspettasse un miracolo, ma almeno un qualche segno che la ragazza ci avesse davvero pensato su. Si concentrò sul lavoro davanti a lui, era inutile pensarci. Non aveva il diritto di rimproverare la ragazza per non averlo già chiamato, per come si era comportato con lei forse non meritava nemmeno uno squillo da parte della mora. Eppure non riusciva a smettere di pensare a lei, il modo in cui aveva reagito lo aveva colpito nel profondo eppure sapeva che era stato fortunato alla fine. Aveva parlato con lei e lei lo aveva ascoltato. Sperava. Almeno in parte. La speranza è l'ultima a morire, in fin dei conti non aveva una scadenza. Magari la chiamata sarebbe arrivata domani, fra un'ora, nel giro di...

 

Il suo vaneggiamento mentale fu interrotto dallo squillo del cellulare. Chi poteva essere a quell'ora? Erano quasi le 8 e presto avrebbe cenato, chi sarebbe stato così scortese da chiamare all'ora di cena? Prima di avviare la chiamata guardò il numero. Non lo conosceva. -Strano, di solito conosco il recapito di chi mi chiama... Aspetta!?! Potrebbe essere...- avviò la conversazione.

 

“P-Pronto?” l'unica risposta fu del silenzio. “Chi è? C'è qualcuno?”

 

“...N-Naruto?” gli si spalancarono gli occhi. “Hinata?!? S-Sei t-tu?” aveva sperato in una sua chiamata ma ora si sentiva a disagio per qualche motivo. “A-A-A-Alla fine... h-hai decido di chiamarmi...”

 

“S-Sì. S-Stavo pensando...” il cuore iniziò ad accelerare il suo ritmo. “C-Cosa, Hinata?”

 

“Ho... pensato a quello che hai detto e...” si fermò di nuovo, lui ebbe il buonsenso di non intervenire. Sicuramente stava per dargli una notizia importante. “...mi chiedevo... se potessi venire a ca-casa mia p-per un tè...?” lo aveva appena invitato? Quello era un invito, non c'erano dubbi! Eppure sapeva che le cose non sarebbero state così lisce. In ogni caso diede una risposta alla ragazza in attesa. “M-Mi piacerebbe m-molto. Solo... do-dove abiti?” il successivo scambio di informazioni diede al biondo il modo di raggiungere la ragazza. Alla fine fu il momento dei saluti. “Beh... allora... t-ti aspetto per... domani pomeriggio?”

 

“C-Certo, hai in mente un orario preciso?” Lui la sentì vociare con qualcun altro, forse non era sola e stavano decidendo l'orario. Dopo un minuto o due gli giunse la risposta. “Puoi ve-venire intorno alle 6. V-Va bene?” Lui le diede un'altra risposta affermativa e in un modo o nell'altro la chiamata fu chiusa. Libero di un onirico peso sulle spalle, Naruto si appoggiò allo schienale piegando la testa all'indietro con un sorriso sul volto.

 

Lo aveva chiamato per invitarlo a casa sua, come inizio non c'era male. L'unica cosa che ancora non sapeva era come sarebbero andate le cose.

 

- - -

 

La casa era grande, solo la facciata era più alta del suo appartamento ma lui non rimase troppo tempo a contemplarla, raggiunse la porta e suonò il campanello. Pochi secondi dopo fu aperto da una cameriera dai capelli neri e gli occhi chiari. “Buon pomeriggio, posso aiutarla?”

 

“S-Sì, ho un... ho un appuntamento con Hinata Hyuuga. Mi ha dato questo indirizzo.” l'altra annuì e aprì di più la porta per farlo entrare. “Prego, la signorina la attende.” seguì la cameriera fino a trovarsi in un salotto grande la metà del suo appartamento, al centro della stanza c'era un tavolino di mogano finemente intagliato e sopra di questo si trovavano una tovaglietta bianca con motivi floreali cuciti sopra e un paio di tazzine accompagnate da una teiera e un contenitore per lo zucchero. Tutto questo perse importanza nel momento in cui i suoi occhi caddero sulla persona seduta al tavolo. La ragazza lo fissava in modo neutro, i suoi lunghi capelli scuri le ricadevano sulle spalle e indosso aveva una felpa color lillà. La cameriera gli indicò la sedia, fece un inchino alla ragazza e poi uscì dalla stanza chiudendo la porta.

 

Naruto ingoiò della saliva a disagio, la ragazza non si era ancora mossa e stava tenendo il mento appoggiato sulle sita incrociate, quasi come se lo stesse studiando. Poi, un invito senza tono. “Vuoi accomodarti?” lui trasalì al suono della sua voce, cercando di non fare movimenti bruschi si accomodò di fronte a lei.

 

Muovendo gli occhi a disagio pensò a qualcosa da dire. “A-Allora... grazie per... per l'invito.” lei prese dello zucchero e se lo mise nella tazzina. “Prego, spero che il tè verde sia di tuo gradimento.” lui si grattò la nuca. “A dire il vero, io non bevo mai il tè ma penso che lo apprezzerò comunque.” abbozzò un mezzo sorriso mentre lei rimase impassibile mentre sorseggiava la sua bevanda.

 

Dopo un periodo di silenzio snervante, la ragazza prese la parola. “Che lavoro fai?”

 

“Eh? C-Cosa?”

 

“Ti ho chiesto che lavoro fai.”

 

“I-Io sono un avvocato.” gli occhi perlacei della ragazza di spalancarono per la sorpresa. “Un avvocato con un appartamento così piccolo? Stento a crederci.” lui sospirò. “Quando l'ho preso non facevo ancora questo lavoro e... sebbene potrei permettermi una sistemazione migliore... mi sono affezionato al luogo in cui vivo.”

 

“Capisco...” lui cercò di cambiare argomento. “In compenso... casa tua mi sembra parecchio grande, il tuo lavoro dev'essere ben retribuito.” lei sospirò socchiudendo gli occhi. “Questa casa appartiene alla mia famiglia da 3 generazioni. Non l'ho comprata e per dirla tutta non è mai stata comprata. Mio nonno la fece costruire.”

 

“Tu però ti occupi di giornalismo se non sbaglio, la tua è una passione o non hai trovato altro?” lei lo guardò negli occhi. “News in the news è una rivista di gossip, non faccio tipico giornalismo da telegiornale.”

 

“Quindi ti piace scrivere?” per qualche ragione, ora che la conversazione era iniziata, Naruto si sentiva più tranquillo, forse anche lei stava iniziando a rilassarsi parlando. “La passione della scrittura ce l'ho da quando ero bambina. Ma non scrivevo queste cose, io preferivo scrivere favole. Era quello il mio genere di scrittura.”

 

“E come sei finita a lavorare dove lavori?” lei abbassò lo sguardo velandolo di una nota di tristezza. “Mio padre è il presidente della compagnia che gestisce questo ed altri giornali, mio cugino è il direttore di questa filiale e così ha pensato di avviarmi alla carriera di famiglia sotto la sua ala.” l'uomo si accorse del suo lieve cambio d'umore. “Ma tu non volevi questo tipo di carriera, vero?” Hinata alzò lo sguardo verso di lui ma non emise un suono, non subito. Si accorse che, in qualche modo, lui aveva quasi centrato il problema con poche o nulle informazioni. “N-Non è questo, è che mio cugino... tiene molto al nome della nostra famiglia e... farebbe di tutto per tenerlo in buono stato. Sono sempre sotto pressione quando sono con lui, non posso permettermi il minimo errore.”

 

Naruto ebbe un altro sussulto. Se il suo gesto da sbronzo fosse stato di dominio pubblico, la ragazza si sarebbe trovata in guai ancora più seri. “Io... mi dispiace, non sapevo che tu... fossi in questa situazione.” lei scosse la testa concentrandosi di nuovo sulla sua tazzina. “Non devi scusarti, quel che è fatto è fatto e non si può cambiare.” non gli piaceva vederla così, era giù di morale anche per colpa sua. Per quello che le aveva fatto. Ma ora era qui per rimediare a quello sbaglio, voleva rivederle il sorriso che aveva tenuto quella mattina in casa sua. “Ascoltami Hinata...” lei alzò lo sguardo di nuovo per guardarlo in faccia. “Cosa?”

 

“Non credo di essere ancora del tutto scagionato per il dolore che ti ho provocato e desidero ardentemente che tu mi perdoni. Non so quando arriverà quel giorno, ma spero che non sia troppo lontano e... Sì, vorrei che tu conoscessi il vero me, non quell'idiota sbronzo che...” si interruppe sapendo che le avrebbe fatto del male. “...Insomma, desidero che tu mi conosca e desidero conoscerti a mia volta. C-Credi che questo sia p-possibile?” parlando si era sporto leggermente in avanti, le loro facce erano separate da qualche decina di centimetri d'aria e Hinata stava percependo del calore in faccia.

 

Non se ne spiegava la ragione, non è che lui le avesse fatto una dichiarazione o cosa, si era semplicemente proposto di conoscerla e di venire ricambiato ma c'era qualcosa nei suoi occhi, una sorta di fiamma cerulea nelle sue iridi. Un calore primordiale in grado di avvolgerla e di tenerla al sicuro da ogni pericolo, qualcosa di immateriale ed onirico ma allo stesso tempo più dura dell'acciaio e più elastica del caucciù.

 

Le aveva dato la facoltà di decidere tutto, sapeva di non essere ancora perdonato e sapeva che avrebbe dovuto attendere del tempo, ma si era proposto di fare ammenda. Si era offerto di aprirsi a lei come lei si era inizialmente aperta con lui. Vuotò il poco tè rimasto in un colpo solo prima di fare dei respiri profondi ad occhi chiusi.

 

“Naruto... Se credi di poter condividere con m-me i tuoi segreti, se pensi d-di poter confessare i tuoi lati oscuri e... di poterti fare perdonare allora io... voglio darti una possibilità.” lui ci mise qualche secondo ad elaborare quello che aveva detto ma a mano a mano che comprendeva il significato delle sue parole, il sorriso sulla sua faccia si faceva più grande e luminoso. Alla fine anche lui trangugiò il suo tè e inclinò il capo in avanti. “Ti ringrazio per la tua fiducia, Hinata. Ti prometto che riuscirò a farmi perdonare.” la ragazza sollevò un sopracciglio con un tocco di scetticismo. “E come fai ad esserne così sicuro?” lui alzò la faccia mostrando un sorriso volpino a 32 denti. “Perché quando faccio una promessa la mantengo sempre. Avresti dovuto vedere il retro del mio biglietto, è il mio slogan!” come era successo quella fatidica mattina, la sua battuta rubò una risata alla donna seduta di fronte a sé.
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Note d'Autore: Un saluto a tutti i miei lettori e lettrici, sia quelli che si fanno vedere e sia quelli anonimi! Anche se siete timidi sono comunque contento che perdiate del tempo per leggere la mia storia, lo apprezzo davvero! Ufffff, non so quante volte ho citato la mattina del loro risveglio in questo capitolo, ho perso il conto... Vabbè, a quanto pare il biondino ha fatto un passo avanti con la nostra dolce Hyuuga... MA per la gioia di chi ce l'ha ancora a morte con lui per quello che le ha fatto... Prometto che anche lui passerà dei guai, PER ORA posso solo scrivere che si troverà (letteralmente) senza fiato XD... Se volete ipotizzare una situazione ho le orecchie e gli occhi spalancati. Come ultima cosa mi appello ancora a voi! Chi vuole vedere un'altra "interazione" fra Naruto versione sbronzo e Hinata con allegato capitolo Extra? Attendo vostre notizie/letture/commenti/revisioni! Ci vediamo al prossimo capitolo!

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Capitolo 8
*** Cambio di personalità ***


Hinata picchiettava tranquillamente sulla tastiera con un mezzo sorriso sulle labbra. Quella sera sarebbe uscita con Naruto, non ricordava bene dove aveva detto che l'avrebbe portata, ma in quel posto c'era un evento di cabaret. Lei aveva trovato l'idea alquanto curiosa come primo “appuntamento” ma in fin dei conti non le sembrò una brutta trovata.

 

La sua tranquilla spensieratezza venne notata dalla sua collega, dal giorno in cui quel fustacchione biondo aveva chiesto sue notizie la mora aveva parlato con lei lo stretto indispensabile. I primi giorni si vedeva che era ancora turbata per quello che era successo durante la serata fra donne ma negli ultimi giorni aveva intuito che ci fosse sotto qualcosa.

 

“Allora, come ti vanno le cose?” l'altra non distolse lo sguardo ma rispose con noncuranza. “Abbastanza bene. Non sto facendo più ritardi, Neji nii-san non mi sta sgridando più e ho quasi terminato il lavoro di oggi.” Ino chiuse una finestra dopo aver salvato un file. “Bene e... sei libera stasera?” la collega spostò lo sguardo su di lei. “Perché?”

 

“Beh sai, è da un po' che non passiamo del tempo insieme da amiche, ci vediamo qui al lavoro e basta. Mi chiedevo se avessi voglia di vedere un film con me o cose del genere.” L'altra scosse leggermente la testa. “Ti ringrazio dell'invito, ma ho un altro impegno stasera.” Gli occhi della bionda brillarono subdolamente. “Davvero? Per caso in questo tuo impegno è incluso un certo uomo biondo?” la domanda fece arrossire un po' le guance di Hinata che agitò confusamente le mani. “N-No! Co-Cosa ti fa pensare una cosa del genere?”

 

La collega ridacchiò di fronte alla sua sceneggiata. “Ti conosco Hinata, è da quando quel tipo ti è venuto a cercare che non chiacchieri più così tanto con me ed è da un paio di giorni che hai un sorrisetto stampato sul viso. È chiaro che qualcosa è successo.”

 

L'altra mise un dito sul mento pensierosa. “D-Davvero? È così evidente?” Ino annuì. “Sì, lo è. E adesso che ho scoperto la cosa, potresti dirmi qualcosa in più?” la mora fu tentata di raccontarle tutto ma invece tornò a concentrarsi sul suo lavoro. “Scusa, ma non sono affari tuoi.” l'altra fu colta da totale sorpresa. “Hinata, che ti è successo? Sei cambiata negli ultimi tempi. Ad essere sincera il tuo atteggiamento è cambiato da...” l'altra finì la frase con tono infastidito. “Da quel venerdì sera in cui mi hai trascinata con te per poi sbronzarti e ridicolizzarmi.”

 

“Andiamo, ti ho già chiesto scusa! Cos'altro vuoi che faccia?” Hinata sospirò girandosi di nuovo verso di lei e parlando stavolta con tono quasi di scusa. “Niente Ino, non ce l'ho con te e non voglio essere arrabbiata con te. Voglio solo che tu rimanga fuori da questa storia del biondo, puoi farmi questo favore?” per qualche strana ragione la bionda si ritrovò a corto di frasi ad effetto. “S-Sì, lo posso fare...” la collega sorrise chiudendo gli occhi. “Perfetto, grazie!”

 

- - -

 

Quando uscì dal tribunale, Naruto diede un'occhiata all'orologio. Aveva giusto il tempo di passare da casa a cambiarsi per poi andare a prendere Hinata. Era stato lui ad invitarla ad uscire sebbene non avesse avuto un'idea chiara di come comportarsi, un invito a cena sarebbe stato esagerato ma anche invitarla al cinema non gli sembrava adatto. Alla fine gli venne in mente della serata “Drink & Spettacolo” che si sarebbe tenuta al bar vicino casa sua. La cosa gli era sembrata abbastanza simpatica ma anche non troppo romantica, in fin dei conti non stavano mica insieme. Non ancora. Forse in futuro sì ma ora no. Sperava. Si siede una grattata ai capelli mentre parcheggiava la macchina e apriva la porta. Non era il momento di perdersi in inutili e irrealizzati pensieri ora.

 

Si tolse la giacca arancione e la camicia. Non sarebbero state adatte al luogo e al contesto. Al loro posto si mise una maglietta nera con un gilè verde scuro mentre i jeans azzurri che aveva decise di tenerli su. Si diede un'occhiata allo specchio e si diede qualche spruzzo di profumo. Quando, dopo essersi dato un'ordinata anche ai capelli, capì di essere pronto, afferrò il telefono per chiamare la ragazza.

 

- - -

 

Il telefono le squillò mentre si stava spazzolando i capelli. Lo prese e vide il nome sul display, un piccolo sorriso le apparve sul volto. Non ne conosceva il motivo: non è che provasse qualcosa per lui e comunque non si era ancora fatto perdonare, tuttavia il pensiero che qualcuno la cercasse NON per motivi di lavoro le faceva piacere. “Pronto?”

 

“Hinata, buonasera. Sono Naruto.” lei continuò a sistemarsi i capelli con la mano libera. “Sì, buonasera anche a te, dimmi tutto.”

 

“Dovrei arrivare a casa tua fra una decina di minuti, ti aspetto fuori o devo suonare quando arrivo?” la ragazza mise via la spazzola. “Non sarà necessario, quando arriverai io sarò già sull'uscio ad attenderti.” ci fu un momento di silenzio dall'altra parte. “B-Bene... Allora... ci vediamo fra un po', giusto?”

 

“Sì.” si salutarono e chiuse la chiamata. Ora tutto quello che le restava da scegliere era la maglia da indossare.

 

- - -

 

Rallentò l'andatura in prossimità del maniero così da poter vedere dove si trovasse la ragazza. Non gli fu difficile notarla, sia perché era l'unica persona lì presente e sia perché la sua maglia gialla risultava chiaramente nella scarsa luce serale. Sorrise ed accostò mentre lei si avvicinava.

 

Lei aprì lo sportello e si sedette accanto a lui. “Ciao, come va?”

 

“Benissimo, grazie.” le diede una rapida occhiata sommaria. “Mi piace il modo in cui sei vestita, ti rende molto... visibile.” lei ridacchiò alla sua quasi-completamente battuta. “Ti ringrazio ma vedo che anche tu hai dei colori sgargianti.” lui si grattò la nuca sempre sorridente. “Beh, non potevo mica tenermi la giacca che tengo in tribunale, non credi?” lei annuì continuando a ridacchiare. Alla fine lui ingranò la marcia e la macchina si avviò.

 

La ragazza diede sfogo alla sua curiosità mentre guardava un movimentato panorama fuori dal finestrino. “Allora, dove mi porti stasera?”

 

“Il bar è vicino casa mia e questa sera si paga un tot per il tavolo e i drink e poi si può stare tranquilli a godersi lo spettacolo fra una bevuta e l'altra.” lei annuì senza distogliere lo sguardo dal mondo esterno. “E noi, come siamo organizzati?”

 

“Adesso parcheggio a casa e poi avremo una passeggiatina di tipo 2 o 3 minuti prima di arrivare.” lei annuì di nuovo. “Bene.” il biondo capì che avrebbe dovuto dire altro, andava bene qualsiasi cosa. “Spero che questo possa essere considerato come un nuovo inizio per noi.” lei spostò lo sguardo su di lui. “Un nuovo... inizio?” lui scrollò le spalle. “Sì, il modo in cui ci siamo conosciuti... Quello che è successo la mattina dopo... Non mi piace. Non mi piace per niente e tu sei rimasta ferita.” aveva parlato in tono serio e lei aveva abbassato lo sguardo al suo accenno del loro risveglio.

 

“S-Sì, h-hai ragione...” lui cercò subito di alleggerire l'atmosfera. “M-Ma come ho detto... v-voglio rimediare! È per questo che ti ho invitata qui stasera, so-sono sicuro che ci divertiremo.” un piccolo sorriso apparve sul volto della femmina. “Sì, a-anch'io.”

 

- - -

 

La luce dentro l'edificio era bassa e i riflettori erano puntati su un palco di medie dimensioni con davanti una trentina di tavoli con due o tre sedie. Anche se la maggior parte degli avventori erano seduti e pronti per lo spettacolo, parecchia gente si trovava comunque in piedi a parlare o a spostarsi da un posto all'altro con dei drink. Una parte della folla era concentrata nella zona delle macchinette, Hinata non si curò troppo di loro. Stava seguendo il biondo a breve distanza, per ogni evenienza aveva prenotato il tavolo, le aveva detto una volta scesi dalla macchina, altrimenti ora sarebbero stati costretti ad affidarsi alla fortuna.

 

Un cordone con un addetto separava l'area che stavano raggiungendo dal resto del locale. Naruto scambiò qualche parola con l'uomo in questione ed entrambi furono accompagnati al loro tavolo. Era pochi metri distante dal palco, vicino abbastanza per non avere nessuno davanti ma anche sufficientemente lontano per non essere assordati da qualche suono troppo forte.

 

Un cameriere si avvicinò alla coppia. “Cosa posso portarvi, signori?” Naruto diede uno sguardo alla ragazza. E poi sorrise “Quello che desidera la signorina.” in un primo momento Hinata fu sorpresa dalla sua decisione ma, vedendo il cameriere voltarsi verso di lei in attesa, riprese il controllo di sé. “U-Una bottiglia di vino... rosso, grazie.” il cameriere fece un breve inchino e si allontanò.

 

“Vino? Non ti piace la birra?” lui la guardò con curiosità. “Beh.... ecco...” la mora abbassò lo sguardo iniziando a giocherellare con gli indici. “N-Non sono una gran bevitrice e... preferisco il vino, credo c-che sia più s-saporito.” lui sorrise mettendosi le mani dietro la testa. “Va bene, non ho niente in contrario.”

 

Lei alzò lo sguardo. “A te il vino non piace?”

 

“Non è che non mi piace, è solo che la birra è più economica. E poi, non è che io sia un così grande esperto di vini...” sarebbero andati avanti a parlare ancora se il cameriere non fosse tornato con la loro ordinazione. Dopo un inchino e un invito a passare una bella serata, si diresse verso un altro tavolo.

 

Naruto aprì la bottiglia e riempì per metà il loro bicchieri. Prese poi il suo e lo alzò leggermente per un brindisi. “Al nostro nuovo inizio!” Hinata annuì e si unì a lui nella bevuta. Non ebbero il tempo di bere ancora che sul palco comparvero i commedianti: un tipo bassino con i capelli rossi e un altro biondo, leggermente più alto e con un ciuffo di capelli che gli copriva l'occhio destro. Furono accolti da un sonoro applauso mentre si inchinavano scenograficamente davanti al loro pubblico.

 

La serata passò bene per i due, fra una bevuta e l'altra gli sketch della coppia si susseguirono: ad un certo punto il rosso si fece portare una marionetta a grandezza naturale e iniziò a fare giochi da ventriloquo mentre il collega lo supportava con delle riproduzioni stilizzate di uccelli ed altri animali in pasta bianca.

 

Quasi ad ogni risata Naruto ricaricava i bicchieri per bere un altro goccino. Dopo un'ora però la bottiglia era vuota e così ne ordinarono un'altra. Quando Hinata si concentrò seriamente sul tavolo si accorse che si erano scolati praticamente quasi 3 bottiglie di vino rosso. Pensò di farlo notare al suo compagno ma vide che il biondo era mezzo addormentato, con al testa appoggiata su una mano e col volto arrossato. Un sorrisetto inebetito era stampato sulla sua faccia. Gli occhi della ragazza si spalancarono. -Oh no! Non dirmi che...- non era preoccupata per il conto, perché Naruto aveva già pagato, ma temeva che fosse di nuovo nello stato in cui si erano incontrati la prima volta.

 

Ingoiando della saliva tentò di attirare la sua attenzione. “Uhm... Naruto? Va tutto bene?” lui roteò la testa verso di lei senza smettere di sorridere e con gli occhi semichiusi. “Certo che sì Hinata! Non mi sono mai sentito meglio di così!” la risatina che accompagnò la frase fece comprendere perfettamente la situazione alla ragazza. -Va bene, calmiamoci e ragioniamo. Per prima cosa dobbiamo andarcene da qui e poi... c-credo che dovrei accompagnarlo a casa... prima di andare via...- gli picchiettò sulla spalla con un dito. “N-Naruto?” il biondo la guardò di nuovo aprendo un po' di più gli occhi. “Cosa, Hinata?” un lieve senso di sollievo la pervase, non aveva attaccato con la storia del nome, forse non era del tutto sbronzo. “Ehm... sono un po' stanca, possiamo andare a... casa?”

 

“Ma certo che sì, tesoro!” lui si alzò dalla sedia facendo leva sul braccio e spostandola indietro con le gambe rischiando così di cadere. Lo sguardo terrorizzato della mora si posò su di lui. Barcollando, però, riuscì a mantenersi in piedi e la guardò come se la stesse attendendo. Lei si riprese dallo shock iniziale e, dopo aver recuperato la borsa, uscì dal locale con lui.

 

Sfortunatamente non ci volle molto prima che l'alcool nel corpo del biondo iniziasse a prendere il sopravvento sulla poca cognizione che gli era rimasta e Hinata dovette fargli mettere un braccio attorno alle sue spalle per sostenerlo meglio. Non era esattamente arrabbiata, in fin dei conti era stata lei a chiedere il vino e la serata era andata bene. Si era divertita con quei due comici e Naruto era stato bravo, solo che ora stava avendo un brutto presentimento riguardo l'uomo insieme a lei. Le sue paure interiori vennero confermate quando lui aprì bocca. “Hey Hinata, perché non mi chiami Naruto-kun?” gli occhi della ragazza si spalancarono ancora guardando avanti. “C-Cosa? Cos'hai detto?”

 

“Perché non hai messo il '-kun' al mio nome?” doveva pensare ad una soluzione e doveva farlo SUBITO. “Uhm... Ehm... M-Mi dispiace Naruto-kun, credo di essermi scordata di farlo prima. Mi perdoni per questo, Naruto-kun?” tentò di finire la frase con una nota di dolcezza e, siccome lui non parlò subito, pensò di averlo appacificato. Le sue successive parole però, fecero accelerare il battito del suo cuore. “Va bene... Ma adesso ci facciamo un po' di coccole?”
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Note d'Autore: Salve a tutte le persone che leggono la mia storia. Per prima cosa, perchè sennò poi me ne scordo, vi invito a dare un'occhiata alla mia raccolta "Living in the Moment (Capitolo Extra)" perchè ho notato un aumento delle visualizzazioni della storia principale ma non per le storie "laterali". Vi invito a farlo per avere un quadro più chiaro della situazione... Ed ora torniamo a noi, come richiesto dagli utenti che mi hanno fatto dono di un loro commento ci sarà un capitolo Extra che prenderà posto fra la conclusione di questo e l'inizio del successivo. Per chi ha letto il precedente e si aspetta qualcosa di simile in questo... La mia risposta è:  XD:3XD! Come ultima cosa rinnovo la mia promessa per chi è arrabbiato con Naruto, vi dico ancora che presto si ritroverà LETTERALMENTE senza fiato e vi invito NUOVAMENTE ad ipotizzare come così da vedere se le nostre idee sono in linea o no... Per ora ho finito. Ci vediamo al prossimo capitolo!

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Capitolo 9
*** Chiarimenti e Proposta ***


Un grugnito uscì dalla bocca del biondo come i suoi occhi si aprirono. La testa girava, ma non troppo, era leggermente disorientato, ma non troppo, e i ricordi della sera prima erano confusi, ma non troppo. Si sollevò su un braccio e si accorse di avere ancora addosso gli abiti che si era messo per uscire con Hinata. Già, Hinata!

 

Senza riflettere troppo si tolse la coperta di dosso e, senza nemmeno mettersi le scarpe, si precipitò fuori dalla stanza per cercare la ragazza. Era sicuro che questa volta non avessero fatto niente di sessuale. -Okay, so bene di non averla baciata, siamo andati via dal bar e poi... siamo arrivati qui, siamo entrati ed io...- si grattò i capelli nervosamente. -...io l'ho abbracciata. Sì, è quello che ho fatto. Giusto? L'ho abbracciata e poi... siamo arrivati in camera mia e mi sono messo giù perché lei doveva andare... in bagno. E poi...- i suoi pensieri furono interrotti dalla visione di un pezzo di carta piegato sul tavolo della cucina.

 

Lo prese e lo aprì per trovare il messaggio che, qualche ora o minuto prima, la ragazza aveva scritto con una grafia chiara ed elegante.

 

Ciao, dobbiamo parlare. Per favore vieni a prendermi quando esco dal lavoro.

Puoi anche rimanere in macchina perché la riconoscerò. Il mio turno finisce alle 5 oggi pomeriggio. Se non dovessi farcela, mandami un messaggio per favore.

 

PS: E poi andiamo a casa tua...

 

Non sapendo bene come interpretare il messaggio, Naruto ripiegò il foglio e diede un'occhiata all'ora solo per accorgersi che erano passate le 9.

 

- - -

 

Hinata era rientrata a casa per cambiarsi e fare una rapida colazione. Alla fine la serata era andata bene, si erano divertiti entrambi e, sebbene l'altro si fosse ubriacato, non era successo niente di male fra i due. Tenten aveva chiesto qualche dettaglio, sapendo che la sua padrona era uscita con l'uomo, ma lei evitò di dilungarsi per non fare tardi al lavoro.

 

Ancora una volta non dovette affrontare il cugino, Neji non si trovava in sede al momento. Senza altri pensieri per la testa si sedette alla sua postazione. Non notò Ino, forse era in bagno o in caffetteria, e si mise la lavoro. Non aveva il gran desiderio che la giornata finisse in fretta ma contava sul fatto che Naruto si fosse presentato. La curiosità verso la logica del suo “mondo alternativo” sarebbe stata soddisfatta forse. E forse avrebbe trovato una ragione per il suo comportamento da sbronzo.

 

Dopo pochi minuti, Ino apparve e si sedette alla sua scrivania poggiando il mento sul palmo della mano. “Ciao, com'è andata poi ieri sera, cena e spettacolo con pomiciamento?” l'altra spalancò gli occhi per la sorpresa e per l'imbarazzo. Anche le guance virarono verso il rosso. “INO! Ti ho già detto di non dire certe cose ad alta voce!” la bionda ridacchiò divertita dalla sua reazione. “Allora è successo qualcosa, è stato bello?” la mora sospirò chiudendo gli occhi. “Ti ho già detto di restare fuori da questa storia. E comunque non è successo niente tra me e lui. Siamo solo andati ad un bar dove c'era uno spettacolo di cabaret. Punto. Niente di più e niente di meno.” Ino roteò gli occhi, anche se uno era coperto da un grande ciuffo di capelli che le scendevano sulla faccia dalla fronte. “Certo, e poi lui ti ha accompagnata a casa?”

 

L'altra si rivolse di nuovo verso lo schermo. “E-E se anche fosse?”

 

“Niente, lo troverei molto carino. Come si chiama?” era evidente che non avesse intenzione di mollare la presa ora che l'aveva addentata ma la mora non si perse d'animo riprendendo a picchiettare sulla tastiera. “Ti ho già chiesto di farti gli affari tuoi. Vorrei finire quello che ho cominciato in tempi brevi.” Un occhio si posò sulla pila di carte sulla scrivania della collega. “E credo che anche tu abbia un po' di lavoro da fare.”

 

Il ghigno sparì dalla faccia di Ino, di nuovo la sua timida amica l'aveva spiazzata. Si era accorta del cambiamento della ragazza ma questa era quasi una metamorfosi, in passato non si era mai rivolta a lei in quel modo e questa era la seconda volta che la lasciava senza parole.

 

Borbottando un mezzo lamento si rimise al lavoro non vedendo il piccolo sorriso che era apparso sulle labbra dell'altra per questa piccola vittoria.

 

- - -

 

Oggi non c'erano processi, quindi aveva la mattina e una parte del pomeriggio libere. Naruto pensò che, se la ragazza voleva andare a casa sua, ci fosse senza dubbio una buona ragione e lui non voleva che Hinata si facesse un'opinione di lui peggiore di quella che aveva già. Dedicò perciò gli sforzi della mattina alla pulizia dell'appartamento.

 

Verso le 2 del pomeriggio stava finendo di divorare del ramen quando qualcuno suonò alla porta. Domandandosi chi potesse essere si avvicinò ed aprì. Davanti a lui non c'era altri che il suo collega e rivale Sasuke Uchiha. “Salve, a cosa devo l'onore?” l'altro lo fissò per un momento senza battere ciglio. “Stavi ancora mangiando, vero?” il biondo annuì mentre si faceva da parte per far entrare l'amico.

 

“Allora, cosa posso fare per te?” il moro incrociò le braccia SENZA però sgualcire la sua camicia blu scuro. “Mi devi delle spiegazioni.” l'altro sollevò un sopracciglio. “Spiegazioni?!? Che spiegazioni?”

 

“Riguardo alla psicologa, avevi detto che mi avresti detto tutto.” il ricordo si formò nella mente del padrone di casa. “Ohhhhhh, sì, hai ragione ma la storia è un po' lunga...” indicò il divano. “Siediti così ti racconto tutto.”

 

- - -

 

“Wow, che avventura curiosa che hai vissuto, baka!” Sasuke non si era scomposto più di tanto, alla fine della storia aveva solo alzato le sopracciglia, questa sua capacità di non mostrare emozioni gli era stata molto utile nel suo lavoro. Ovviamente non si poteva dire la stessa cosa del collega, che al momento era un tantino infastidito dalla sua mancanza di sensibilità. “È tutto quello che hai da dire?!?” l'altro scrollò le spalle. “Sei tu che non hai accettato la sconfitta e ti sei sbronzato, per quanto mi riguarda non ero nemmeno obbligato a darti il numero di Tsunade.”

 

Naruto avrebbe voluto replicare ancora ma si rese conto dell'ora tarda e tagliò corto. “Va bene, ora però devo uscire.”

 

“Vai a prendere la ragazza?” l'altro annuì e Sasuke si alzò. “Bene allora, solo dimmi una cosa...” di colpo si era fatto serio per davvero. “Che intenzioni hai con lei?” il biondo non rispose subito, era vero che aveva agito per farsi perdonare dalla ragazza per quello che le aveva fatto ma non aveva considerato una possibile evoluzione del loro rapporto. Si grattò il retro della testa. “Sinceramente non lo so ancora, lei è una brava persona e mi piace... ma non so se mi piace in quel senso...” il collega fece un mezzo sorriso chiudendo gli occhi neri ed avviandosi di nuovo verso la porta. “Sei proprio un baka fino al midollo.” Naruto sapeva che non lo aveva detto per offenderlo ma avrebbe replicato se l'altro non si fosse già dileguato al di là della sua proprietà.

 

- - -

 

Hinata uscì dall'edificio guardandosi intorno, c'erano diverse macchine parcheggiate ma in nessuna vide la faccia dell'uomo con cui era uscita la sera prima. Non era così impaziente di vederlo, dopotutto aveva già deciso che atteggiamento tenere, ma sotto sotto sperava che si presentasse. Passarono una decina di minuti e finalmente la macchina dell'avvocato Uzumaki apparì alla sua vista.

 

Lui si fermò davanti a lei e si sporse di lato per aprirle lo sportello. Lei si sedette e lo richiuse. “Va bene, come prima cosa ti chiedo scusa per il leggero ritardo, avevo sbagliato curva e ho dovuto fare inversione.” lei mantenne una calma stoica. “Va bene, andiamo adesso.” lui ingoiò della saliva e schiacciò l'acceleratore.

 

Dopo qualche minuto di imbarazzante silenzio il maschio cercò di rompere il ghiaccio. “Allora... posso sapere perché vuoi venire a casa mia?” lei rispose continuando a guardare avanti. “Ho bisogno di scoprire delle cose.”

 

“Delle cose? Che genere di cose?” lei sospirò. “Per esempio perché quando sei ubriaco hai un'altra personalità e ti esprimi con dei termini a me sconosciuti. Oltre a fare cose che non credo oseresti mai fare da sobrio.”

 

I suoi occhi azzurri si spalancarono mentre gli apparve una grossa goccia di sudore sulla tempia. “I-Ieri sera è stato diverso! Ricordo bene quello che abbiamo fatto! I-Io non ti ho portata a letto. E ricordo, più o meno, di cosa abbiamo parlato lungo la strada. Ti ho anche fatto dei complimenti.” finalmente lei lo guardò con aria quasi divertita. “Ricordi bene anche quello che hai fatto quando siamo entrati in casa?”

 

I suoi allarmi mentali iniziarono a suonare più forte. “C-Certo che ricordo bene... T-Ti ho detto delle cose e poi... ti ho... abbracciata da dietro.”

 

“Ne sei sicuro?” il tono della ragazza non sembrava arrabbiato o infastidito e lui si fidò delle sue sensazioni. “S-Sì, è quello che ho fatto.” Lei tornò a guardare davanti a sé sollevando le sopracciglia e continuando a parlare con noncuranza. “Strano, a me pare che tu mi abbia strizzato il seno.”

 

La macchina si arrestò di colpo, se non fosse stato per le cinture i due si sarebbero trovati a baciare lui lo sterzo e lei l'airbag frontale. Gli occhi azzurri stavano diventando quasi color ghiaccio mentre ruotava a scatti la testa verso di lei con espressione cadavericamente spaventata. “S-S-S-S-Stai... stai s-s-s-scherzando... v-v-vero?” lei passò lo shock per la frenata in fretta e, quando si voltò per guardarlo, la sua faccia la fece ridere allegramente. Lui rimase immobile in attesa della sua risposta. “No, e oltre a quello mi hai dato anche una pacca sul sedere.” il sorriso sulla sua faccia venne sostituito da pura sorpresa quando lui si prostrò davanti a lei con tutta la cintura ancora attaccata.

 

“Mi dispiace tanto!!! I-Io non volevo!!! E-Ero ubriaco e... MI DISPIACE TANTOOOO!!!!!” rimase in quella posizione a farfugliare scuse finché lei non gli poggiò una mano sui capelli spinosi. “È vero, hai fatto questo. Ma non hai fatto nulla di peggio. Quindi ti perdono.” il tono della ragazza era quasi celestiale per lui, quando stava per rilassare il proprio cervello però lei aggiunse una nota con tono del tutto diverso. “Questa volta.” alla fine il viaggio riprese.

 

- - -

 

Entrarono in casa senza fare troppe cerimonie o smancerie. Hinata si sedette sul divano e Naruto rimase in piedi in nervosa attesa finché lei non parlò. “Chi o cosa è un hokage?” lui trasalì alla domanda. “Eh?” lei continuò. “E dove sarebbe Konoha?”

 

“Che vuoi dire? Ho detto io queste cose?” lei annuì educata. “E hai detto anche altro che al momento non ricordo, so solo che quando sei ubriaco sembra quasi che tu viva in una dimensione parallela.” passò un secondo e poi due. Alla fine Naruto esplose in una fragorosa risata sbattendosi una mano sugli occhi e tenendosi la pancia mentre lei sgranava gli occhi per la sorpresa.

 

Dopo aver ripreso fiato lui la invitò ad alzarsi. “Vieni, ti faccio vedere una cosa che dovrebbe illuminarti su tutto...” si diressero nella camera da letto e lui si inginocchiò aprendo uno sportello del comodino. Lei non riuscì a vedere cosa prese ma poi lui poggiò sul letto una pila di giornali, no, erano fumetti. Un'intera pila di fumetti. La ragazza ora più che illuminata si sentiva ancora più confusa. “E questo cosa vorrebbe dire?”

 

“Ora ti spiego...” il ragazzo si sedette sul letto. “Non ho mai avuto un rapporto bellissimo con mio padre, lui è un architetto che viaggia di città in città a presentare progetti per case private ed edifici pubblici. È un buon lavoro e anche ben retribuito ma non fa per me. Lui voleva che seguissi le sue tracce, che diventassi il suo secondo e, in un qualche futuro, prendessi il suo posto come architetto di famiglia.” Hinata annuiva a mano a mano che lui parlava. Finora non era riuscita a collegare le sue farneticazioni con i fumetti e con il lavoro del padre ma era fiduciosa negli eventi.

 

“Io avevo un'altra aspirazione, volevo aiutare le persone. Difendere chi era nel giusto contro le persone poco raccomandabili. Il mio sogno era di diventare avvocato. Questo non piaceva a mio padre e decisi di andarmene di casa per vivere da solo. Ecco spiegato perché ho una casa così piccola.” lui puntò i fumetti con un dito. “Ed è qui che entrano in scena questi. Da piccolo li ho letti tutti e credo che la storia fra quelle pagine mi abbia ispirato. Vedi, il protagonista è un ragazzo che, inizialmente viene disprezzato da tutti, ma alla fine diventa il migliore del suo villaggio, diventa hokage. La storia è ambientata in una sorta di Medioevo Giapponese in cui le persone hanno dei poteri speciali e la principale occupazione è quella del ninja. Poi, ovviamente, ci sono i diversi gradi a cui uno può ambire e, completando missioni su missioni, il ragazza arriva in cima.” lei annuì di nuovo ma ancora il nocciolo della questione le sfuggiva. “E...?”

 

Lui si grattò la testa. “Beh, forse quando sono sbronzo mi sembra di essere quel ragazzo e parlo in modo diverso.” poi abbassò lo sguardo. “Magari è stato grazie e questa mia passione giovanile che ci siamo incontrati la prima volta.”

 

“No, aspetta aspetta, e come mai mi avresti detto che ero tua moglie?”

 

“Non lo so, nella storia c'è una ragazza che è segretamente innamorata di lui da tempo immemore, ma essendo troppo timida, riesce a confessare i suoi sentimenti dopo parecchio tempo... probabilmente ho detto quella cosa perché... alla fine i due si sposano e...” osò alzare lo sguardo per fissarle gli occhi perlacei. “...lei somiglia a te.”

 

Adesso fu il turno della ragazza di esplodere dalle risate. “Aspetta! Quindi tu mi hai detto di essere tua moglie perché credevi di essere il protagonista di quella storia e che io fossi la ragazza timida che poi sposa?” lui allargò le braccia in segno esaustivo. “Credo di sì, non mi viene in mente nessun'altra teoria...”

 

Seguì un altro periodo di silenzio, lei stava elaborando le informazioni appena ricevute per decidere se credergli o meno e lui stava attendendo il suo responso. Alla fine la mora scelse la prima opzione. Chiuse gli occhi prendendo la parola. “Va bene, diciamo che credo alla tua storia ma c'è un lato di te che non apprezzo per niente.” lui la guardò con sconcertata sorpresa.

 

“Cosa?!?” lei riaprì le palpebre guardandolo dritto negli occhi con espressione decisa. “Tu bevi troppo! Non dovresti passare le serate a sbronzarti per poi vivere nel tuo mondo immaginario.”

 

“M-Ma... non sono abituato al vino, di solito bevo la birra, io.” lei mise le mani sui fianchi piegandosi verso di lui. “E che mi dici della prima volta che... la tua versione da ubriaco mi ha incontrata?”

 

“Quella è tutta un'altra storia.” lei incrociò le braccia sul petto. “Allora raccontamela.”

 

“Ho un amico, anch'egli avvocato, e... a volte ci troviamo a fare il testa a testa in qualche processo. Quella volta avevo perso una causa, ero sicuro di aver preparato un'arringa inattaccabile ma Sasuke ha convinto la giuria. Era sera e mi sentivo talmente irritato ed arrabbiato che non avevo nemmeno voglia di andare a casa per prepararmi qualcosa da mangiare. Così sono andato al bar più vicino e... Beh, il resto lo conosciamo tutti e due...” pronunciando le ultime parole abbassò la testa ben sapendo che rievocare quella notte sarebbe stato doloroso per la ragazza. -Quante altre volte verrà a galla quella storia?!?-

 

Hinata richiuse gli occhi per calmare e riordinare i pensieri. Aveva avuto le risposte che cercava e lui si era aperto con lei raccontandole il suo passato non esattamente piacevole. Poteva capirlo in un certo senso, anche la sua vita non era sempre stata rose e fiori dopotutto. Alla fine uscì dalla sua trance meditativa. “Va bene, facciamo così... magari possiamo evitare le uscite serali, almeno finché non perderai il vizio di bere.” lui annuì obbediente. “E cosa suggerisci allora?” le venne in mente un'idea interessante. “Ascolta, come te la cavi nel nuoto?” gli occhi dei biondo si spalancarono. “P-Perché me lo c-chiedi?” ignara della ragione del suo cambio d'espressione, Hinata continuò. “Quando ne ho la possibilità, vado in piscina. Possiamo andare domani pomeriggio, se non sbaglio dovrebbe esserci anche un istruttore per far fare alla persone degli esercizi, che ne dici?” lei stava sorridendo sinceramente ma il sorriso dell'uomo davanti a lei era un sorriso pauroso. “C-Che ne dico? Dico che... non so nuotare...”
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Note d'Autore: Buonasera a chi mi segue pubblicamente e non, chiedo perdono per l'attesa ma la vita fuori dal computer e la mancanza di motivazione mi hanno appesantito un pò. Beh, che dire... Finalmente vi ho svelato perche mr. Uzumaki ha la visione Shippudennosa quando è sbronzo, non so che film mentali vi eravate fatti ma IO sono uscito con questa soluzione. E poi ho chiuso tutto con un colpo di scena XD. Chissà quali sviluppi ci saranno, Naruto accetterà l'invito della ragazza come lei ha accettato il suo? Chi sarà questo istruttore che la ragazza ha citato? Qualcuno finirà in fondo al mar? Attendo letture e recensioni, FORSE fra un capitolo o due chiederò di nuovo il parere di voi lettori. Per cosa? Lo scoprirete solo leggendo e recensendo XD. Ci vediamo al prossimo capitolo!
 

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Capitolo 10
*** Informazione di servizio ***


Salve a tutte le mie lettrici, i miei lettori, le mie commentatrici e i miei commentatori. (notare la mia galanteria nel dare la precedenza al gentil sesso XD)

Vorrei informarvi che non sono morto e la storia non è completa, solo che il capitolo attuale è abbastanza complicato e richiede un alto livello di concentrazione e ispirazione che non ho spessissimo e in più la vita fuori da Matrix [Matrix?!? E questa come mi è venuta?] richiede costantemente la mia presenza...

Quindi niente, ci sto lavorando su e invito tutte/i voi a continuare a seguirmi e a mantenere viva la speranza, Naruto e Hinata non finiranno questa storia in una stanza con un'offerta lasciata campare in aria.

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Capitolo 11
*** In Piscina ***


Note d'Autore preliminari: Saluto tutte le persone che (ancora) seguono la mia storia, lo so che ci è voluta un'eternità per questo capitolo e mi dispiace, fra impegni, stanchezza, mancanza di ispirazione e/o voglia e tutto il resto ci ho messo un macello di tempo per fare questo capitolo. Comunque, per tentare di fare ammenda, anticipo che questo capitolo è il più lungo che abbia scritto finora, è "abbellito" da delle immagini (e ALCUNE sono di mia creazione, vi sfido a riconoscerle XD) E, ultima cosa ma non meno importante, Naruto passerà qualche guaio per la gioia di chi vuole che paghi per la sua prima notte con la dolce Hyuuga XD. Buona lettura e ci leggiamo alla fine...
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Dopo la timida risposta nella stanza calò un imbarazzante e lungo silenzio. Lui aveva la faccia rossa e lo sguardo basso pieno di vergogna mentre lei lo stava fissando con aria stranita domandandosi se dicesse sul serio o no. “A-aspetta, dici sul serio? N-non sai nuotare?” lui annuì col capo senza aprire ancora bocca. “V-vuoi dire che h-hai paura... dell'acqua...?”

 

“N-non è esattamente così. Io...” lei piegò al testa di lato curiosa di sentire la sua spiegazione. “...non sono idrofobico, se sono al mare non ho troppe difficoltà a stare a galla. È... la piscina... il problema...”

 

“A causa dell'acqua?”

 

“Esatto, non sono mai stato abituato all'acqua dolce, finché riesco a stare su facendo il morto sono tranquillo, ma in piscina non funziona così. O stai su o vai giù. E le poche volte che sono andato quando ero ragazzo non sono andato giù solo perché toccavo il fondo...” la spiegazione del biondo toccò la ragazza. “S-sei vuoi possiamo fare altro, n-non sapevo che avessi questo problema.”

 

“No!”

 

“Cosa?” si accorse che lui aveva alzato la testa e chiuso le mani a pugno. “S-se c'è un istruttore sicuramente p-potrà darmi qualche dritta su c-c-come nuotare in pi-pi-piscina e...” si interruppe a metà non sapendo bene cos'altro dire, quando Hinata stava per prendere parola, riuscì a completare la frase alzandosi di scatto, sollevando un braccio in modo trionfante in aria e piegando la testa all'indietro. “...E COMUNQUE NON LASCERO' CHE UNA PAURA GIOVANILE MI INTRALCI, IO SONO NARUTO UZUMAKI! ...E NESSUN CASO È TROPPO COMPLICATO PER ME!” vedendo la scena che lui aveva appena fatto, alla ragazza venne da ridere ma ebbe la decenza di coprirsi la bocca con la mano. Ora dovevano solo fissare un orario per ritrovarsi e andare.

 

- - -

 

Era da quasi un'ora che metteva e toglieva pezzi d'abbigliamento. Non si era accorta di avere così tanti costumi nell'armadio. Di solito prendeva il primo che le capitava le rare volte che si concedeva il lusso dell'uscita in piscina senza curarsi troppo del modello e del colore, ma per qualche strano motivo ora era ossessionata dalla scelta, quasi come se il suo destino fosse dipeso da cosa avrebbe indossato il giorno dopo. Bussarono alla porta. Lei, in biancheria intima e davanti allo specchio con un costume intero davanti per avere un'idea di come le sarebbe stato addosso, rispose distrattamente. “Avanti, è aperto.”

 

“Hinata, volevo dirti che... MA CHE DIAVOLO È SUCCESSO QUI?!?” la persona che aveva bussato era Tenten che, vedendo la massa di biancheria sul letto della padrona di casa, ebbe quasi un colpo. Hinata si voltò e si accorse della situazione in cui si trovava, subito la faccia le divenne rossa e usò il costume per coprirsi meglio che poteva mentre iniziava a gesticolare verso la cameriera con la mano libera. “Chiudi la porta! Adesso! Sbrigati!” l'altra eseguì l'ordine e fece un passo avanti. “Hinata, ti senti bene? C-che cos'è tutta questa confusione? E...” la indicò con la mano. “...perché sei così... così... beh, così?” l'altra sospirò e lasciò cadere a terra il costume che aveva in mano abbassando il capo. “Tenten, ho bisogno d'aiuto...” l'altra donna si fece seria. “Sono qui per te Hinata, dimmi cosa non va.” seguì un momento di silenzio, la domestica era in attesa mentre la padrona stava probabilmente tentando di elaborare un discorso sensato nella propria mente prima di esporlo verbalmente all'altra. Alla fine riuscì nell'impresa. “Ecco, domani vado in piscina e non so quale costume mettere...” non ci furono altre frasi. L'altra sollevò un sopracciglio confusa. “Chiedo perdono, ma non capisco il problema... Di solito non ne prendi uno a caso e vai?”

 

“A-adesso è diverso.”

 

“In che senso?” Hinata sospirò di nuovo sentendo di nuovo la faccia farsi rossa. “H-ho invitato Naruto ad andare in piscina domani. Non sarò da sola e non voglio dare una brutta impressione di me...” sentendo il nome maschile sulla faccia della cameriera apparve un furbo sorrisetto mentre portava due dita sul mento e si sporgeva verso l'altra come per osservarla meglio. Ovviamente la ragazza dagli occhi perlacei si sentì ancora più a disagio. “C-che c'è? P-perché mi guardi così a-adesso?”


(Lo so che non è Tenten, ma l'espressione è questa)
 

“Sei così angosciata perché non vuoi dargli una brutta impressione oppure perché vorresti fare colpo su di lui?” la tonalità della faccia dell'altra passò da rosso fuoco a cremisi mentre faceva un passo indietro e agitava confusamente le mani. “ASSOLUTAMENTE NO!!! NONONONO! NON LO FACCIO PER QUELLO!” l'altra non poté fare a meno di ridacchiare alla sua reazione. “Devo però dedurre che questo... Naruto ti piaccia un po', dico bene?”

 

“I-io...” le parole le morirono in bocca mentre abbassava di nuovo la testa, non sapeva cosa rispondere. Ovviamente non era innamorata di lui, non dopo averlo visto due o tre volte, ma avrebbe mentito a sé stessa se avesse detto di non provare nulla per lui. Forse c'era ancora un residuo di rabbia per il loro primo "incontro" ma si erano fatte spazio dentro di lei anche altre emozioni e in percentuale più alta. Tirando le somme lo riteneva una brava persona, forse beveva un po' troppo e magari i suoi capelli non erano i più ordinati del mondo ma il suo sorriso, gli occhi, tutto quello che le aveva raccontato quel pomeriggio... per certi aspetti lo ammirava e per altri poteva identificarsi con lui ma... amore? No, certamente no.

 

“Ascolta, io... forse potrebbe piacermi come persona m-ma non sono innamorata di lui.” Tenten scrollò le spalle. “Va bene, quindi vorresti un costume che non gli faccia credere che tu sia una lucciola ma che allo stesso tempo ti renda carina, ho capito bene?” Hinata annuì. “Sì, e-era questo i-il punto. Più o meno.” la cameriera spalancò gli occhi un momento. “Adesso che mi torna in mente. Ha chiamato tuo padre qualche minuto fa.”

 

La notizia colse l'altra di sorpresa. “D-davvero? E... cosa dice? H-ha chiesto di me, di Neji nii-san o di altro?”

 

“No, avvisava semplicemente che domani pomeriggio tornerà dal suo viaggio.” un campanello di allarme suonò nella testa della ragazza corvina. “D-domani pomeriggio?”

 

“Sì, e credo che tu sarai in piscina a quell'ora...” l'altra annuì soltanto. “Se dovesse chiedermi perché non sei presente, cosa devo dirgli?” la Hyuuga si prese una manciata di secondi per riflettere e alla fine alzò la testa trionfante, quasi come aveva fatto Naruto prima. “Digli semplicemente che sono in piscina, quando tornerò ci parlerò a quattrocchi.” la cameriera annuì sorpresa dalla risposta dell'altra. “E adesso dammi l'aiuto che mi hai promesso, cosa dovrei mettere?”

 

- - -

 

Era davanti al suo avversario, i loro sguardi erano di tigre, i loro artigli erano pronti a scattare per dilaniare la pelle dell'altro e tuttavia nessuno aveva ancora fatto una mossa. Gli occhi azzurri di Naruto erano fissi sulle fiamme scure davanti a lui e sapeva bene che avrebbe dovuto affrontarle prima o poi.

 

Inspirò 1, 2, 3, 4 volte e poi, usando tutto il fiato che aveva in corpo puntò un dito accusatore davanti a sé parlando a voce estremamente alta. “ORA ASCOLTAMI BENE, STIAMO PER FARE QUALCOSA CHE TEMIAMO ENTRAMBI MA QUELLO CHE RISCHIERÀ DI PIÙ SARÒ IO, QUINDI VEDI DI NON FARMI SCHERZI! LA COSA PEGGIORE CHE POTREBBE CAPITARTI SAREBBE DI RIMANERE AMMOLLO PER PIÙ DI 5 MINUTI MENTRE IO POTREI RESTARCI SECCO, TUTTAVIA QUESTO NON CI GIUSTIFICA!”

 

Il dito era puntato contro il suo costume a pantaloncino poggiato sul letto. “PERCIÒ DOMANI AFFRONTEREMO QUELLA DANNATA ACQUA NON SALATA E NE USCIREMO VITTORIOSI!” si sporse in avanti fino a sovrastare il suo capo d'abbigliamento estivo. “SONO STATO ABBASTANZA CHIARO?!?”

 

Rimase in posizione per almeno un minuto prima di tornare in posizione normale. -Forse dovrei smetterla di usare ogni scusa per allenarmi per le mie arringhe... Oh beh...- era quasi ora di cena, presto sarebbe andato a dormire e la mattina dopo avrebbe dovuto difendere il suo cliente.

 

Mentre prendeva una ciotola di ramen dal frigo non poté fare a meno di rimpiangere la cucina della ragazza con cui sarebbe uscito il giorno dopo, non che avesse smesso di amare il suo cibo preferito, ma sicuramente un piatto preparato al momento da una persona aveva tutto un altro sapore. Ancora un po' nervoso decise di rilassarsi mentalmente. -Andiamo, ci sarà l'istruttore a guidarti, e ci sarà Hinata con te, non hai niente da temere. E magari domani riuscirai ADDIRITTURA a chiudere l'uscita da sobrio. Avanti Naruto Uzumaki, questo non è niente per te, puoi fare qualsiasi cosa!- era talmente occupato ad incitarsi da solo che per poco un movimento del suo braccio non fece cadere la sua cena. Sicuramente il pomeriggio successivo sarebbe stato indimenticabile.

 

- - -

 

Si sarebbero dovuti trovare alla stazione, all'inizio si era chiesto perché non adoperare la sua macchina, ma se la ragazza aveva deciso così sicuramente aveva delle buone ragioni. L'avvocato era in attesa vicino ai binari, la giornata era soleggiata e un piacevole venticello attutiva gli effetti calorifici dei raggi solari. Era riuscito a vincere la causa e a passare da casa per cambiarsi e prendere la borsa a tracolla che si era preparato la sera prima. Incredibilmente aveva fatto tutto bene ed era arrivato anche in anticipo.

 

Mentre attendeva, la sua mente iniziò a fare dei voli empirici domandandosi che tipo di giornata avrebbero passato lui e la Hyuuga. Era sicuro che ci sarebbero state delle piscine adatte a lui, in fin dei conti non esistevano piscine pubbliche di una sola misura. Non si era portato dietro cose come maschera e pinne ma sperava che, se fosse stata necessaria dell'attrezzatura, gli sarebbe stata fornita dallo staff. Sebbene avesse dei pantaloni leggeri verde chiaro e una canottiera dello stesso colore, questi pensieri gli fecero venire caldo e dovette farsi vento con la mano. -Mi domando quando arriverà Hinata... Non penso di essere così in anticipo...- c'erano altre persone intorno a lui che chiacchieravano, aspettavano il loro treno, si spostavano da un posto all'altro o fumavano una sigaretta ma stranamente non gli fu possibile vedere la ragazza dai capelli scuri. -Mi domando se sia successo qualcosa, magari ha avuto un imprevisto e farà tardi...- prese il cellulare dalla borsa e compose il numero della ragazza.

 

Dopo un paio di squilli lei rispose. “Pronto? N-Naruto, sei... tu?” era possibile capire che era in movimento dal tono incostante della sua voce. “Sì Hinata, hai forse avuto qualche imprevisto? Perché io sarei arrivato alla stazione...”

 

“Nono, sono... uscita con qualche minuto di... ritardo ma... sono quasi arrivata, mi servono... solo un paio di minuti e... e sarò lì.”

 

“Ah bene, mi stavo iniziando a preoccupare un pochino per la tua assenza.” lei parve dispiaciuta. “D-davvero?”

 

“Beh, sì. Ci tengo a fare questa cosa con te e se non ci fossi stata sarebbe saltato tutto.”

 

“Oh... M-mi dispiace p-per questo, n-n-non volevo fa-farti preoccupare.” sentendola parlare così lui sorrise. “Tranquilla, non è successo nulla.”

 

“Oh bene, perché non vorrei... OH!” mentre lei interrompeva di colpo la frase, Naruto sentì qualcuno o qualcosa venirgli addosso da dietro. “Ma che...?” ancora col telefono in mano si voltò solo per trovarsi davanti la ragazza con cui stava parlando. “Oh, Hinata!” la sorpresa fu reciproca. “N-Naruto!” si accorsero entrambi allo stesso tempo di avere ancora la conversazione in corso sui cellulari e, quando guardarono prima gli apparecchi e poi la faccia dell'altro, ad entrambi scappò una risata.

 

- - -

 

La corsa sul treno durava una decina di minuti e dal momento che non c'erano tantissime persone a bordo, i due si sedettero uno di fronte all'altra. Dopo un po' il maschio fece partire la conversazione. “Allora, questo posto dove stiamo andando... è grande?”

 

“Oh sì, ci saranno una decina di vasche di varie dimensioni e profondità, da quelle piccole e dai bordi tondeggianti per i bambini a quelle usate per le gare o il pallanuoto.” lui annuì. “Sembra bello.” lei sorrise un po'. “Lo è, io trovo il nuoto rigenerante.”

 

“Che vuoi dire?” lei distese le braccia sopra la testa chiudendo gli occhi, se non fosse stato per la maglia che le arrivava fino alla vita forse lui le avrebbe potuto vedere la biancheria intima. “Il tuo peso è sostenuto dall'acqua, e sei libera di muoverti come vuoi in un vasto spazio tutto per te. Puoi restare a galla e lasciarti galleggiare o nuotare in profondità e spingere un po' più in avanti i tuoi limiti, è qualcosa di... bello e rilassante, stimolante e divertente. Puoi librarti in totale libertà e quando sei fuori tutta la tensione, i problemi, i cattivi pensieri e le preoccupazioni vengono sciacquati via dall'acqua.” mentre parlava il suo sorriso si ampliò di più lasciando l'altro piacevolmente sorpreso. “Wow Hinata, non pensavo avessi un rapporto così buono e profondo con l'acqua.” lei ridacchiò alla sua battuta tornando composta. “Grazie, ma spero che anche tu ti troverai a tuo agio una volta arrivati.” lui ridacchiò nervosamente. “A proposito di arrivare... quando saremo lì la lezioni partirà subito?” lei si prese un momento per rispondere. “No, non credo. Voglio dire, la lezione guidata inizierà verso le 4, ma adesso saranno ancora le 3, le 3 e qualcosa...” lui diede un'occhiata all'orologio. “3 e un quarto. Questo significa che prima avremo del tempo per noi?” lei lo guardò confusa per un attimo. “Per noi?” capendo che la frase poteva avere un doppio senso, Naruto spalancò gli occhi e alzò leggermente le mani. “N-n-non in quel senso! Intendo dire... potremo fare qualcosa per i fatti nostri? In acqua? Intendevo qu-questo, n-non intendevo... altro. V-volevo dire...” una goccia di sudore freddo gli apparve sulla nuca. “...magari prima della l-lezione ufficiale, t-t-tu potresti darmi qualche dritta. È... è meglio de-detto... così?”

 

La confusione lasciò spazio al divertimento, vedendolo agitarsi in quel modo fece ridacchiare la ragazza che non si curò troppo di nasconderlo ma riuscì lo stesso a dargli una risposta. “S-sì Naruto, per me sarà... un piacere darti dei consigli.”

 

Un tantino infastidito per la piccola presa in giro ma molto più sollevato per la risposta e l'effetto che la sua piccola crisi aveva avuto su di lei, Naruto annuì e si poggiò allo schienale. I 10 minuti stavano per finire.

 

- - -

 

Vedendo l'ampiezza dell'ambiente il biondo non poté fare altro che rimanere a bocca aperta, davanti a loro c'era l'equivalente di un hangar per dirigibili solo che, al posto di scale e attrezzi vari, era pieno di vasche e scivoli e panchine e sedie a sdraio, senza ovviamente contare tutta la gente che si trovava lì.

 

Si spostarono sulla sinistra per raggiungere gli spogliatoi con le docce e si separarono per andarsi a cambiare. Naruto aprì l'armadietto e ci mise dentro la borsa insieme alla canottiera, ai pantaloni e ai boxer mettendosi il costume con cui aveva discusso la sera prima. C'era anche uno specchio alto quanto una persona e lui si diede un'occhiata: nonostante fare l'avvocato non era un mestiere così faticoso dal punto di vista fisico constatò che i suoi muscoli erano piacevolmente in vista.


(Lasciate perdere la ragazza, quello è il costume che Naruto starebbe indossando ora)
 

Si chiese per un momento perché gli importasse tanto, non è che volesse sedurre la ragazza, magari però sperava che lei rimanesse in qualche modo colpita dal suo fisico quasi-perfettamente scolpito. Dopo aver finito di ammirarsi entrò nella doccia per bagnarsi un po' e per preparare la sua mente all'imminente bagno nell'acqua dolce.

- - -

Si diede un'occhiata nello specchio prima di mettere il costume che le aveva suggerito Tenten, il suo non era mai stato un corpo estremamente atletico ma la sua figura non era comunque niente male. Mise il costume a pezzo intero e si guardò di nuovo. Sperava che quello che le aveva detto l'amica fosse vero: secondo lei quel costume le stava benissimo perché metteva in risalto i suoi occhi e allo stesso tempo non era assolutamente succinto perché, in sostanza, nessuna parte del suo corpo era scoperta ad eccezione delle spalle. Sospirando speranzosa, Hinata andò a fare la doccia preliminare.

 

- - -

 

Lui uscì per primo dagli spogliatoi, ebbe la mezza idea di aspettarla nel corridoio ma poi decise di raggiungere la sala centrale e di attenderla lì. Passarono 2 minuti e la ragazza rese nota la sua presenza chiamandolo.

 

Lui si voltò e, prima di poter parlare, i suoi occhi si spalancarono: la ragazza aveva un costume intero color crema con decorazioni circolari ed astratte che le lasciava le spalle libere e, sebbene non mostrasse il suo corpo dalle cosce fino al petto, sicuramente permetteva di giudicare il suo fisico assolutamente NON fuori forma. Non volendo fare la figura dello stoccafisso si decise a spifferare parola.


(OK, quello sopra A DESTRA sarebbe il modelo di costume che ha Hinata)

(Mentre invece qui, togliendo l'effetto acquoso, si vedrebbe la colorazione)

“Hi-Hinata... wow, qu-quel costume ti sta... benissimo.” lei stava sorridendo mentre si avvicinava ma il complimento, sincero e cosciente, la fece arrossire leggermente. “G-grazie Naruto, a-anche il tuo costume è ca-carino.” in verità non lo aveva visto così bene, aveva abbassato lo sguardo quando lui aveva parlato ma non lo aveva tenuto puntato su di lui per tanto tempo.

 

Dopo qualche istante di imbarazzante silenzio, Naruto si grattò nervosamente la nuca. “B-beh, vogliamo andare?” l'altra annuì ed entrambi si avviarono verso le piscine.

 

La ragazza ruppe il ghiaccio. “Allora, hai già pensato a cosa vorresti fare come prima cosa?” lui la guardò confuso. “In che senso?”

 

“Se v-vuoi provare a galleggiare o nu-nuotare o solo stare in acqua dove tocchi... cose del genere. I-immagino che tu non sia del tutto a disagio in acqua, vero?” lui scosse la testa con energia. “C-certo che no! Come ti ho detto ieri... finché tocco sono tranquillo, è nell'acqua profonda che temo di passare dei guai.” lei batté piano le mani. “Allora andiamo in una piscina piccola e vediamo se riesci a galleggiare.”

 

- - -

 

“S-s-sei sicura che vada bene?” erano entrati in una piscina dove l'acqua arrivava fino a metà petto, lui naturalmente aveva dato la precedenza alla signorina con un generoso atto di cortesia cavalleresca constatando che non sarebbe finito con la testa sotto, ma adesso avrebbe dovuto fare il morto a pancia in su. “Non ti preoccupare, ci sono io qui a tenerti da sotto, e se qualcosa non va ti basta tirare giù i piedi.” era vero, lei era al suo fianco pronta ad aiutarlo come quando aveva avuto un cedimento a causa della sbornia o quando erano usciti la prima volta e lui si era ubriacato col vino.

 

Si decise a darle la fiducia che si meritava e fece come gli era stato detto. In principio il suo corpo si irrigidì per la tensione ma poi il tocco di lei sulla schiena e il dondolio dell'acqua iniziarono a farlo rilassare. Lei notò questo suo cambio e gli parlò. “Va meglio ora?”

 

“S-sì, decisamente... Non so se devo ringraziare solo te o anche l'acqua...” le ridacchiò. “Io ti sto solo sfiorando, vedrai che fra poco potrò togliere le mani e tu rimarrai lo stesso a galla.” anche se l'acqua che gli copriva le orecchie aveva in qualche modo ovattato la sua voce, lui capì subito quello che aveva detto e spalancò gli occhi che aveva socchiuso. “Solo... quando lo farai... Avvisami, per favore.” lei sorrise divertita. “Guarda che le mani le ho già tolte.” nello stesso istante in cui lei terminava la frase, lui iniziò ad agitarsi iniziando ad affondare. Per fortuna i piedi toccarono subito il fondo e Naruto riemerse in preda al terrore aggrappandosi alle spalle di Hinata, che rimase immobile a causa della sorpresa. “T-t-t-t-t-t-t-t-ti p-p-p-p-p-p-prego... N-n-n-n-n-n-non farlo p-p-p-p-p-p-più...” dopo la scena del maschio un paio di persone intorno a loro iniziarono a fissarli con aria scettica e questo fece riprendere cognizione ad Hinata. “N-Naruto? P-potresti... la-lasciarmi... per fa-favore?” lui la liberò dalla sua presa e fece un passo indietro. “S-scusami Hinata... Io... credo di essermi fatto prendere dal panico.” lei scosse la testa ancora un po' scossa. “N-n-non fa niente Naruto, solo... c-c-cerca di controllarti... V-va bene?”

 

- - -

 

Andarono avanti ancora per un po' finché il famigerato istruttore non arrivò nella grande sala. Se ne resero conto perché molti dei presenti si trasferirono in una piscina più grande e profonda, per fortuna l'acqua arrivava al petto e Naruto riuscì a rimanere tranquillo mentre i membri dello staff distribuivano a tutti maschera e bombola dell'ossigeno.

 

Mentre piazzava la maschera sulla fronte, il maschio diede sfogo alla sua curiosità. “Mi chiedo cosa ci faranno fare, secondo te perché ci hanno dato questa roba?” Hinata, che intanto si era sistemata le bretelle della bombola, gli diede una spiegazione generale. “Credo che dovremo fare qualcosa in apnea, se non dovessimo immergerci non penso che avremmo bisogno di queste cose, no?”

 

Lui non ebbe il tempo di risponderle perché proprio in quel momento apparvero davanti alla piscina in cui si trovavano lui, lei e una cinquantina di altre persone due nuovi individui vestiti esattamente uguali e con la stessa pettinatura: capelli neri e lucidi a caschetto e costume a mutanda verde militare. Le uniche cose diverse fra i due erano l'altezza, le facce e le sopracciglia di quello più basso.

 

I due vennero accolti da applausi e urla di incitamento, tutto questo risultò strano per l'avvocato biondo che si rivolse alla mora per ulteriori spiegazioni dopo aver sistemato anche la bombola sulla schiena. “Ma chi sono quei due? Perché tanta eccitazione?”

 

“Quello più alto si chiama Gai Maito e l'altro è il suo apprendista ed aiutante Rock Lee, insieme hanno stabilito diversi record di nuoto e resistenza in apnea.” Naruto sollevò un sopracciglio dando un'altra occhiata ai due, che intanto stavano salutando la folla con le mani mostrando due sorrisi a 32 denti. “Sei sicura che quello più basso non sia il figlio? Sono quasi due gocce d'acqua quei due...” le ridacchiò. “No, non sono parenti ma credo che sia una forma di emulazione e devozione dello studente nei confronti del suo maestro.” ancora una volta Naruto stava per parlare di nuovo e ancora una volta venne interrotto dalla voce stentorea del più grande dei due. “SALVE A TUTTI GENTE!!! RIESCO A PERCEPIRE L'ENERGIA DELLA GIOVINEZZA CHE SCORRE DENTRO DI VOI, SIAMO PRONTI A FAR SCALDARE L'ACQUA?” la risposta fu un altro urlo eccitato.

 

- - -

 

La folla venne divisa in coppie, ovviamente Naruto ed Hinata erano già insieme. I due istruttori procedettero ad illustrare ogni esercizio dando le relative spiegazioni e rispondendo ad eventuali domande prima di farlo eseguire ai partecipanti. Dal canto suo, il biondo dovette ammettere che ci sapevano fare, non aveva difficoltà a seguire le loro spiegazioni e, ogni volta che si inginocchiavano sott'acqua, Hinata eseguiva l'esercizio per prima mettendo la ciliegina sulla torta. Nel mentre, lui dovette ammettere a sé stesso che l'effetto acquoso e i suoi lunghi capelli fluttuanti la rendevano ancora più carina.

 

La lezione procedette speditamente, gli esercizi non erano poi così strani: come sciacquare bene la maschera, mettere e togliere l'erogatore, i movimenti da fare col braccio per recuperarlo se si dovesse perdere di vista, che segnali fare per comunicare. Per tutto il tempo Naruto non ebbe particolari problemi, l'aria l'aveva sempre a portata di mano, Hinata era sempre pronta ad aiutarlo, gli occhi erano protetti dalla maschera e se avesse avuto problemi gravi bastava che si alzasse in piedi.

 

L'ultimo esercizio però, cambiò tutto. Ora avrebbe dovuto togliersi la maschera in apnea, darle una strofinata e poi rimetterla facendoci andare dentro l'aria dall'erogatore. La ragazza con lui si accorse del suo nervosismo. “Qualcosa non va?”

 

“Ecco... diciamo che... i miei occhi non sono abituati all'acqua clorata... Credo che avrò difficoltà con quest'ultima prova.” lei gli poggiò le mani sulle braccia. “Puoi provare a chiudere gli occhi prima di togliere la maschera e poi ad aprirli lentamente. Se l'acqua dovesse darti altri problemi, espelli aria dal naso mentre togli la maschera. Posso mostrarti come si fa, vuoi?”

 

“S-sì grazie, sa-sarebbe grandioso.” i due rimisero le maschere sulla faccia e si immersero di nuovo inginocchiandosi l'una di fronte all'altro. Hinata gli fece segno di guardarla attentamente e chiuse gli occhi per poi sollevare lentamente il bordo superiore della maschera. Mentre l'acqua entrava dal naso espulse dell'aria e, quando la maschera era ormai piena, la rimosse riaprendo gli occhi. Naruto aveva gli occhi fissi su di lei. Dette una strofinata alla maschera e, poggiando il bordo superiore sulla fronte richiuse gli occhi e piegò la testa leggermente all'indietro per far entrare nella maschera l'aria che veniva liberata dall'erogatore. Finita la manovra tornò dritta e, facendo un cerchio col pollice e l'indice, comunicò al compagno che era tutto okay e che poteva partire lui.

 

-Va bene, hai visto come si fa e non è più complicato di un'accusa di incendio doloso campata per aria, poi farcela ragazzo!- chiuse gli occhi e iniziò a buttare aria dal naso mentre sollevava la maschera. Quando però la tolse del tutto tenne gli occhi strizzati. -Avanti, è solo acqua... che male potrebbe mai farti? Vuoi fare una figuraccia con Hinata per caso?!?- motivando sé stesso si decise ad aprire le palpebre lentamente ma, come l'acqua entrò in contatto con la retina dei suoi occhi, li richiuse subito sentendo un forte bruciore.

 

Hinata vide il suo impegno ma, non potendo parlare sott'acqua e essendo lui incapace di vederla al momento, non poté fare altro che rimanere in attesa mentre intorno a loro le altre persone facevano gesti simili.

 

Rifiutando di arrendersi per del liquido bruciante, finalmente Naruto si decise ad aprire gli occhi. La vista era appannata per l'acqua e il bruciore era ancora lì, li restrinse un paio di volte ma la visione della bella ragazza davanti a lui gli dette forza e alla fine riuscì a sopportare il dolore eseguendo la manovra.

 

Quando i due riemersero, Hinata era entusiasta per lui. “Sei stato bravissimo! Sei riuscito a non chiudere gli occhi e hai fatto l'esercizio senza errori.” lui si strofinò gli occhi mentre rispondeva. “Grazie, ma... il tuo aiuto mi è stato utilissimo e...” avrebbe voluto aggiungere qualcosa sulla sua figura ma venne di nuovo interrotto da Gai. “BENE GENTE, LA LEZIONE È CONCLUSA E MI AVETE MOSTRATO QUANTO LA GIOVINEZZA SIA FORTE IN VOI! RICORDO A TUTTI CHE LA SETTIMANA PROSSIMA CI SARÀ UNA LEZIONE SPECIALE CHE PARTIRÀ DAL PORTO!” in pratica chi avesse voluto sarebbe potuto salire su una barca attrezzata per andare a fare un'immersione in mare in una zona ricca di coralli e fauna. La cosa piacque parecchio alla ragazza. “Che ne dici, ci iscriviamo anche noi?” lui si tolse la bombola di dosso e la diede all'addetto che era venuto per ritirare quello che aveva dato all'inizio. “Beh... non è stato male e in mare mi sento più a mio agio quindi... perché no? Sì, andiamo anche noi!”

 

I due si iscrissero per la lezione successiva e, dopo aver concesso qualche autografo e fotografia, il più anziano dei due andò via lasciando l'altro a disposizione di chiunque per delucidazioni o qualche altra lezione extra. Naruto ed Hinata si spostarono verso un'altra piscina rimanendo però vicini al bordo.

 

Stavano tranquillamente chiacchierando quando ad un certo punto uno stuolo di ragazzini in corsa li investì costringendoli a spostarsi bruscamente. Sfortunatamente per Naruto, il piede che mise dietro di sé non toccò nulla di solido e, ancora più sfortunatamente per lui, la piscina era usata per le gare di nuoto. Vedendo lo schizzo d'acqua creato dalla sua caduta, Hinata spalancò gli occhi dalla paura. “NARUTO!!!”
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Note d'Autore: BAM, dopo tutto l'ambaradan chiudo con un bel cliffhanger XD... Cosa succederà adesso al nostro avvocato inadatto al nuoto in acqua dolce? Chi lo salverà (ammesso che qualcuno lo farà in tempo XD)? Attendo commenti, curiosità e teorie sul futuro di questa storia da parte di chi, ancora, mi segue... E AVVISO: fra qualche capitolo sarà necessaria di nuovo la vostra opinione per dare una spruzzatina di piccantino al piatto. OK, ora di fermarsi. Ci vediamo al prossimo capitolo!
 

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Capitolo 12
*** Spiacevole Sorpresa ***


Dicono che quando stai morendo ti passa tutta la vita davanti. Che tutti gli anni che hai vissuto sfilano davanti ai tuoi occhi come delle diapositive. Cosa curiosa perché ci vorrebbe parecchio perché questo accada e mentre muori non rimani in stallo ma dopo tutto, il tempo è relativo.

 

Nulla di tutto questo passava per la mente di Naruto mentre affondava sempre di più nella piscina, il suo corpo che si intorpidiva a mano a mano che l'acqua entrava dentro di lui, le bolle che risalivano verso la superficie scivolavano sul suo corpo mentre gli occhi ancora non del tutto chiusi continuavano a funzionare malgrado tutto. Poi tutto si iniziò ad oscurare, avrebbe chiesto in giro se qualcuno avesse spento qualche luce se l'unica cosa ad uscire dalle sue labbra e narici non fosse stata la poca aria che aveva ancora in corpo. Curiosamente non stava sentendo dolore, solo mancanza di percezione.

 

I suoi arti, le dita di mani e piedi, persino i muscoli facciali. Tutto si stava rilassando non più controllato dal suo sistema nervoso. In un certo senso uno potrebbe accontentarsi di questo: andarsene senza soffrire e senza percepire il proprio corpo che si consuma.

 

Un'ultima bolla gli uscì dal naso e schizzò verso l'alto. Da quando era caduto in acqua? Un secondo o un'ora? Qualcuno si era accorto della sua caduta? Si sarebbero tuffati per recuperare il suo cadavere? Domande come queste si susseguirono ad una velocità sorprendente nella sua mente mentre nel suo campo visivo oscurato e sempre più esiguo appariva una figura angelica che si stava avvicinando a lui. Dopo tutto si fece nero.

 

- - -

 

“1... 2... 3... 4... 5... Ancora!” dell'altra aria gli venne messa in corpo mentre ad intermittenza due mani spingevano sul suo petto per far uscire tutto il liquido che aveva dentro. Stavano eseguendo questa procedura da almeno 2 cicli ma ancora non c'era ripresa, qualche goccia era uscita con un colpo di tosse ma niente di più.

 

I due continuarono a lavorare sodo finché un'esplosione dalla gola liberò i polmoni da tutta l'H2O in eccesso, a poco a poco e col sollievo di entrambi, il malcapitato riaprì gli occhi.

 

- - -

 

Si era quasi soffocato da solo sputando l'acqua che aveva dentro prima di ricadere con la testa giù. Rendendosi conto di essere vivo sollevò le palpebre per tornare a vedere il mondo intorno a lui. Si accorse subito di avere qualcuno piegato davanti a lui ma la vista era ancora appannata e ci mise qualche secondo per fare la messa a fuoco.

 

Quando finalmente Naruto rivide chiaro, si trovò davanti uno dei due istruttori e comprese subito che ci facesse lì. Lanciando un urlo spaventoso spinse con tutte le sue forze, e una mano spalancata, quella persona dal suo spazio vitale tirandosi su. L'altro cadde a pancia in su sorpreso dall'attacco ma invece l'altra persona presente si gettò contro il biondo abbracciandolo strettamente.

 

Quest'ultimo si accorse solo dopo un secondo che la persona in questione era Hinata. Lei stava mormorando qualcosa ma fu l'altro a parlare. “Sono contento di vedere che la forza della giovinezza non ti ha abbandonato!” il biondo fissò lo sguardo su di lui notando un evidente segno rosso sulla sua faccia mentre sorrideva facendo l'occhiolino e mostrando il pollice.

 

“C-cos'è successo?”

 

“Sei caduto in acqua, quella coraggiosa fanciulla ha invocato aiuto per te e io ti ho tirato fuori dal pericolo. Poi ti abbiamo rianimato insieme.” l'avvocato annuì con la testa e si accorse che la fanciulla in questione fosse ancora avvinghiata a lui. Questo venne notato anche dal giovane istruttore. “Beh, dal momento che l'emergenza è passata. Vi lascio soli e vi aspetterò per la lezione di domenica prossima!”

 

Senza dare tempo all'altro di replicare si mise in piedi con un salto e iniziò a correre nella direzione da dove era venuto. Per un momento fra i due rimasti regnò il silenzio più assoluto finché non venne rotto dal maschio biondo. “Hinata? S-stai bene?”

 

“I-io...” un tantino imbarazzato e a disagio lui ricambiò l'abbraccio sperando di farla rilassare un pochino. “Io... ho... ho avuto pa-paura per t-te. T-t-temevo di... perderti....” lui sorrise colpito ancora una volta dalla sua bontà d'animo e iniziò ad accarezzarle i capelli. “Non ti preoccupare, grazie a te e a quell'altro tizio sto bene. Non avere paura per me.” lei sospirò rilassandosi contro di lui e godendosi le sue effusioni affettive. Questo però la portò ad appoggiarsi ancora di più al suo petto e di conseguenza il suo seno venne pressato contro i suoi pettorali.

 

La nuova sensazione non venne subito registrata ma, appena lui si accorse di ciò, il loro momento venne interrotto da un nervoso maschio a rischio di eccitazione sessuale. “H-Hinata! F-f-f-f-forse do-dovresti l-l-l-l-lasciarmi.” la mano che prima la stava accarezzando iniziò ad indicare nervosamente la loro zona di contatto anche se l'altra stentava a lasciare la ragazza.

 

Fu lei che, tirandosi un pochino indietro si rese conto di quello che aveva appena fatto. All'istante la sua faccia divenne cremisi e si coprì il petto con entrambe le mani ruotando il tronco di scatto e serrando gli occhi. “M-m-m-m-m-m-m-m-mi di-di-di-dis-dispiace Na-Na-Naruto!”

 

- - -

 

Alla fine i due andarono nel rispettivo spogliatoio per farsi un'altra doccia, asciugarsi e rivestirsi. Nel giro di 20 minuti erano di nuovo sul treno per tornare alle rispettive case. Seduti una di fronte all'altro, tenevano entrambi lo sguardo basso incapaci di spiccicare parola anche se entrambi erano contenti per qualcosa: Naruto era stato in grado di superare, anche se solo di poco, la sua paura per la piscina e, fra le altre cose, si era goduto il seno della ragazza pressato contro il suo petto. Hinata era sollevata per il benessere del biondo e anche un pochino eccitata per quello che sarebbe avvenuto la settimana successiva.

 

Naturalmente stava cercando in tutti i modi di non pensare a quello che era successo dopo il salvataggio e si augurava che, se avessero scambiato quattro chiacchiere in quella situazione, lui non lo riesumasse.

 

Quando mancavano solo 3 minuti al loro arrivo Naruto aprì la bocca. “Allora... c-credo che la lezione sia stata... istruttiva.” lei sollevò lo sguardo sorpresa, lui stava ancora guardando in basso con espressione imbarazzata e faccia arrossata. “C-credi?”

 

“S-sì, ho fatto cose che prima non avrei mai pensato di poter fare come la pulizia della maschera in apnea. S-se ci penso bene... è stato solo grazie a te.”

 

“I-in che senso?” lui si grattò la nuca. “B-beh, mi hai mostrato come si faceva e... credo che... la tua presenza lì... m-mi abbia dato... coraggio...?” lei alzò un sopracciglio perplessa. “N-non mi sembri m-molto convinto.” lui alzò gli occhi incrociando il suo sguardo. “È... perché si tratta di un'esperienza che... non avevo mai fatto. Non so se debba definirlo coraggio... S-so solo che... se non ci fossi stata tu s-sarei stato incapace di fare quello che ho fatto.” avrebbe voluto aggiungere qualcosa anche per il salvataggio, se quello che aveva detto quel sopracciglione era vero, era stata lei a dare l'allarme, ma preferì non toccare l'argomento ricordando il suo spavento per lui.

 

Sentendolo parlare in quel modo lei sorrise timidamente mentre iniziò a giocherellare con gli indici. “G-grazie, s-sei molto gentile.” finalmente l'atmosfera fra i due si era alleggerita ma la loro fermata impedì di parlare di altro. Naruto la accompagnò a casa e, dopo averla salutata, andò via anche lui.

 

Contenta di come l'uscita si fosse conclusa, Hinata si diresse verso la porta. La ragazza aveva dimenticato cos'altro sarebbe successo quel giorno e presto avrebbe avuto una sorpresa.

 

- - -

 

“N-non capisco bene quello che hai detto, po-potresti ripetere, per favore?” aveva cominciato a sudare fredda, sapeva che suo padre sarebbe tornato nel momento in cui lei fosse stata fuori ma non si era certo aspettata questo.

 

“Come ti ho già spiegato 3 volte Hinata, tuo padre è uscito per andare a salutare Neji. Non ha espresso nessun commento riguardo la tua assenza e quando mi ha chiesto dove fossi gli ho dato la risposta che tu mi avevi chiesto di dargli. Credo che fra un'ora o giù di lì sarà di nuovo a casa... Adesso è più chiaro?” Tenten stava iniziando a chiedersi seriamente se la padrona di casa non avesse sconnesso qualche cavo nella testa perché l'altra non dava ancora segni di intesa.

 

“Ah... I-io... lui... non ha proprio detto niente? Nessuna parola? Nessun pensiero? Ne sei sicura al 100%?” la cameriera annuì. “L'unica cosa che ho notato quando ho risposto è stato un leggero accigliamento della sua espressione della durata di un secondo.”

 

La ragazza dagli occhi perlacei si sedette ad una sedia annuendo un paio di volte. “C-capisco, probabilmente vorrà parlarne stasera a cena. Credo.”

 

“B-beh, non è che hai fatto qualcosa di male, no?” l'altra scosse la testa abbozzando un mezzo sorriso. “C-certo che no, se-semplicemente non ero in casa qua-quando è arrivato.” non ancora sicura che la donna si fosse calmata del tutto, Tenten la invitò ad andare nella propria stanza a disfare la borsa e a rilassarsi un momento, tutto si sarebbe sistemato.

 

Hinata fece come le era stato suggerito. Tutto quello che aveva in mente dopo aver salutato Naruto era sfumato come nebbia al sorgere del sole, non era esattamente impaurita dall'arrivo di suo padre, ma la sua assenza al momento del suo arrivo sarebbe stata tirata in causa alla prima occasione. Il suono di colpi contro la porta la ridestarono dai suoi confusi pensieri. La porta si aprì ed apparve la faccia di Tenten. “C-cosa c'è? Qu-qualche novità?” l'altra ingoiò della saliva prima di rispondere. “Ha... ha chiamato di nuovo tuo padre... dice che tornerà all'ora di cena e che...” la tensione stava facendo aumentare la velocità dei battiti del cuore della giovane Hyuuga. “E che... cosa?”

 

“...anche tuo cugino si unirà a voi.” Nella sua mente Hinata lanciò un urlo disperato.

- - -

 

Dire che fosse tesa come la corda di un violino sarebbe stato un diminutivo, la giovane ereditiera era seduta a tavola a fianco di suo padre, che stava mangiando in maniera silenziosamente tranquilla, e di fronte a sé si trovava il cugino, altrettanto silenzioso. Intorno a loro un paio di domestici si occupavano di poggiare sul tavolo altre porzioni, togliere i piatti vuoti o ricaricare i bicchieri da vino. Fra di essi c'era anche Tenten.

 

Per la tensione aveva smesso di mangiare, quando i due erano arrivati le aveva rivolto un formale e, a suo giudizio, freddo saluto e niente più. Era chiaro che qualcosa non andasse, anche se nessuno dei due la stesse freddando con lo sguardo lei poteva percepire che qualcosa fosse sbagliato. “Hinata, qualcosa non va?” la voce del padre la fece uscire dalla sua trance, si era voltato verso di lei guardandola con pacata curiosità, i suoi occhi perlacei non mostravano alcuna emozione. “È da qualche minuto che non vai avanti col tuo pasto.”

 

“Ah... I-io... c-chiedo scusa.” abbassò lo sguardo e rimise in moto la mano ma il padre andò avanti imperterrito. “Dimmi, è successo qualcosa mentre ero via? Tuo cugino mi dice che lavori molto bene.” non c'erano minacce nella sua voce ma lei non ebbe la forza di alzare lo sguardo e verificare lo stato della faccia. “B-beh... ehm... c-cerco di fare del mio meglio p-per non deludere Neji nii-san.” il padre annuì e calò di nuovo il silenzio. Il cugino non aveva ancora spiccicato parola ma chiaramente non aveva detto nulla allo zio a proposito del suo ritardo e dell'assenza di quel fatidico sabato.

 

-F-forse dovrei calmarmi un pochino, papà non sembra arrabbiato e Neji nii-san ha mantenuto la sua parola...- non fece in tempo a completare questo suo pensiero che venne frantumato dalla successiva domanda del genitore. “E di altro non è accaduto nulla?” i suoi allarmi mentali suonarono l'allarme rosso mentre i suoi occhi si spalancavano. “I-i-i-i-i-i-i-n che s-senso?”

 

Lui bevve un sorso di vino rosso. “Quando sono arrivato tu non c'eri e la tua domestica mi ha informato sul fatto che fossi in piscina.” ancora quel suo tono formale e tranquillo. “Dal momento che vi avevo informato del mio arrivo posso dedurre che tu non fossi fuori senza una buona ragione, dico bene?”

 

Sarebbe stato inutile mentire o cercare di aggirare la domanda, la sua mente iniziò ad elaborare le informazioni a velocità doppia per trovare una soluzione veritiera e salvifica. Alla fine l'unica cosa che fu in grado di fare fu dire la verità. “B-beh...” alzò poco la testa ma evitò di incrociare lo sguardo del padre. “...d-di recente ho... ho conosciuto u-una persona e... a-abbiamo iniziato a f-frequentarci.” parlando aveva inconsciamente iniziato a giocare con gli indici e il silenzio che seguì la sua timida e debole risposta non fece altro che aumentare il suo disagio.

 

“Frequentarvi? Posso sapere come vi siete conosciuti?” le sue iridi si restrinsero fino a formare un sottile cerchio. Naturalmente non poteva dirgli che lo aveva incontrato sbronzo e che erano finiti per fare sesso con tutte le conseguenze che erano poi derivate, dalla sua apparizione in ufficio fino alla sua richiesta di essere perdonato. Avrebbe detto la verità ma doveva dirla nel modo giusto, aveva in effetti incontrato Naruto di sera e lui l'aveva salvata da quei teppisti MA avrebbe dovuto sorvolare sul suo stato mentale di quel momento. “I-io... e-era venerdì sera e... ero uscita con le mie co-colleghe per una serata fra... fra sole donne e.... qu-quando sono andata via p-per raggiungere la stazione s-sono stata aggredita da alcuni... m-malintenzionati.” ebbe la forza di alzare lo sguardo per vedere le reazioni dei suoi parenti.

 

Neji aveva solo stretto un po' di più gli occhi, in effetti lui conosceva già la storia. Invece suo padre si era accigliato sentendo la parola 'malintenzionati' focalizzando il suo sguardo fulminante sulla sua figura. “E poi cos'è successo?” il tono della voce si era indurito, era ovvio che non stava gradendo quello che lei stava raccontando. La ragazza riuscì a farsi forza e andò avanti. “L-loro m-mi avevano aggredita m-ma poi...”

 

“Poi cosa, Hinata?” gli occhi erano ancora fissi su di lei.

 

“P-poi è arrivato lui.” il genitore sollevò un sopracciglio per un momento, non sorpreso, solo un pochino spiazzato. “Lui, chi?” ricordando nella mente la faccia del biondo, le sue labbra si mossero formando un sorriso mentre rispondeva. “Naruto, lui mi ha salvata da quei bruti.” si accorse forse troppo tardi di aver detto il suo nome, le era uscito dalle labbra in modo così naturale che non aveva pensato che suo padre e suo cugino non avessero la benché minima idea di chi fosse Naruto. “Ti ha... salvata?”

 

“S-sì, ha scacciato via quei teppisti e...” ora c'era la parte difficile, non avrebbe mentito ma avrebbe dovuto omettere certe parti per il bene suo e dell'avvocato. “...d-dal momento che era tardi m-mi ha... o-ospitato a casa sua p-per la notte.” aveva di nuovo abbassato lo sguardo e il sorriso le era sparito dalla faccia. Fu suo cugino a parlare. “Ma non mi avevi detto che lui non conosceva te e tu non conoscevi lui?” il tono usato era tagliente come la lama di un coltello da bistecca, una piccola goccia di sudore le scivolò sulla nuca. “È v-vero ma...” si costrinse a proseguire, doveva farlo o suo padre avrebbe potuto divorarla col solo sguardo. “...a-avevo dimenticato l-la giacca a c-casa sua e... p-poi lui ha... ha avuto la cortesia di riportarmela.”

 

“E come ha fatto a scoprire dove abitassi?”

 

“N-non lo ha fatto!” il volume dalla sua voce si alzò leggermente. Non ottenne grandi effetti, solo un tentennamento da parte del cugino. “S-sulla targhetta c'è l-la mia foto col n-nome e l'indirizzo dell'agenzia. L-lui ha s-solo letto qu-quello ed è venuto in ufficio per ridarmi qu-quello che era mi-mio.”

 

Seguirono lunghi minuti di silenzio, il cugino la stava fissando quasi contrariato, come se si sentisse escluso da qualcosa, quasi come se lei non gli avesse raccontato una parte importante di qualche storia. Il padre invece socchiuse gli occhi e bevve un altro sorso di vino. Alla fine fu il più anziano dei tre ad aprire bocca. “Che lavoro fa?” la sorpresa fu totale per la ragazza. “Eh?”

 

Lui tenne gli occhi socchiusi mentre allontanava il bicchiere della labbra. “Ti ho chiesto che lavoro fa questo... Naruto.” fortunatamente lei aveva una risposta. “È un avvocato. P-perché?”

 

Lui sollevò le palpebre e la guardò in modo del tutto neutrale. “Voglio incontrarlo, invitalo a pranzo.”
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Note d'Autore: Hello eveyone, questa volta sono stato più veloce XD. Allora, che dire? Per chi sospettasse che Rock Lee avrebbe salvato il biondino, posso dire che avevate ragione. Per qualche maschietto che volesse un piccolo fan-service NON eccessivamente spinto, direi che ho esaudito il desiderio. E poi ho chiuso con un altro colpo di scena XD, sarà in arrivo il fatidico incontro col papà della signorina? Ci sarà uno scontro a fuoco col cuginetto un pò troppo ligio? I due saranno in grado di andare alla lezione di nuoto della prossima settimana? Lo scoprirete solo andando avanti a leggere! Attendo CON ANSIA recensioni da parte vostra... Ci vediamo al prossimo capitolo!
 

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Capitolo 13
*** L'Invito ***


Curiosamente lunedì venne convocata in ufficio da Neji senza apparente motivo, Hinata arrivò davanti alla porta e bussò educatamente.

 

Il cugino era alla scrivania intento a controllare delle carte. “Avanti” lei aprì la porta ed entrò timidamente. “Voleva vedermi, direttore?” lui alzò lo sguardo serio inquadrandola. “Niente direttore questa volta, siediti.” lei eseguì l'ordine ancora confusa dal motivo della chiamata. Dopo aver messo da parte la documentazione su cui aveva lavorato, Neji incrociò le dita delle mani e, rilasciando un lungo sospiro, si rivolse alla cugina. “Non me ne avevi parlato.” la ragazza inarcò un sopracciglio. “Di cosa?”

 

“Di Naruto, non me ne avevi parlato.” sentendo il nome lei capì subito il motivo di quella convocazione e il perché della richiesta di non rivolgersi a lui col suo titolo. Immediatamente la sua mente si mise in guardia“A-avrei dovuto farlo?” lui sospirò stringendosi il ponte del naso. “No, in verità no ma...” si interruppe quasi come se stesse cercando le parole adatte. “...non... non ti è passato per la mente di... farmi sapere che frequenti... qualcuno?”

 

“Cosa?” lei passò dall'allerta alla confusione, cosa stava cercando di dirle il cugino? Si mise dritta sulla sedia cercando di capire dove volesse arrivare. “Neji nii-san, co-cos'è che non va? Co-come mai questo... interesse improvviso in me?” lui distolse lo sguardo tormentandosi di nuovo il naso. “N-non è che non mi sia mai interessato a te...” la guardò di nuovo con sguardo deciso. “...è che la cosa potrebbe influire negativamente sul tuo lavoro!” la cugina spalancò gli occhi più confusa che mai. “N-non credo di capire. Cosa vuoi dire?”

 

“La tua... concentrazione potrebbe essere... deviata. Sei brava nel tuo lavoro, certo... hai avuto un paio di giorni in cui non eri al 100%, ma sei una buona lavoratrice. Ho notato che negli ultimi tempi sei anche migliorata nella stesura dei rapporti.” lei attese che andasse avanti sicura che, dopo quei complimenti apparentemente sbucati dal nulla, sarebbe arrivata una qualche predica. “Ma se ti distrai sicuramente perderai dei colpi. E questo NON deve succedere.”

 

Dopo l'affermazione del direttore ci furono 2 o 3 minuti di silenzio, lui che attendeva la reazione dell'impiegata e lei ad elaborare quanto sentito. Alla fine fu lei a rompere il ghiaccio. “Mi stai forse dicendo che non va bene che io frequenti un uomo?” lui socchiuse gli occhi. “No, sto solo dicendo che la cosa potrebbe distrarti. Pensa alla reputazione della famiglia, la vorresti rovinata per questo?” sentendolo parlare così Hinata, si accigliò.

 

Non le stava dicendo di non vedere più il biondo direttamente ma la sostanza era quella. Raccogliendo una forza che non credeva di possedere rispose alle sue ipotetiche congetture con un'arringa ad opera d'arte. “Dal momento che mi hai chiesto di parlarti come cugina, risponderò in tale modo. Innanzitutto il miglioramento coincide con l'inizio della mia frequentazione di Naruto e poi, e questa è la cosa più importante, mio padre non ha disapprovato questa cosa. Se fosse stato contrario non mi avrebbe mai chiesto di invitarlo a pranzo perché lo incontrasse. Credo che, per questa volta, non farò quello che dici.” non si era arrabbiata e non aveva usato un tono duro, aveva semplicemente espresso il suo pensiero ma questo fu qualcosa di inatteso per entrambi. Lui, colto alla sprovvista da quella dichiarazione, la guardò con occhi quasi spalancati e lei, resasi conto di quello che aveva appena fatto, mantenne uno sguardo tranquillo ma internamente si chiese in che modo avesse compiuto una tale impresa. Passarono alcuni secondi di assillante e teso silenzio ma ebbe fine per uno squillo di telefono. Neji si voltò automaticamente verso la fonte del suono e, siccome aveva capito di non avere voce in capitolo, si decise a congedarla facendo ondeggiare una mano mentre prendeva la cornetta con l'altra. “D'accordo, puoi andare. Solo fa' in fretta a contattarlo, lo sai che a tuo padre non piace aspettare troppo.” lei annuì ed uscì dall'ufficio mentre il suo superiore rispondeva. Fu solo dopo aver chiuso la porta che fece un piccolo salto di gioia. Quella era stata la prima volta che affrontava il cugino e i suoi occhi penetranti e ne usciva vittoriosa. Per un momento si chiese come avesse fatto ma poi la ragione le fu chiara: Naruto. Aveva parlato per lui perché il cugino credeva che potesse danneggiarla.

 

Pensare al biondo le fece venire in mente anche un'altra cosa e la sua euforia si tramutò in panico, ma avrebbe cercato una soluzione solo durante la pausa. Ora aveva dei rapporti da scrivere e una collega con cui interagire.

 

- - -

 

Quel maledetto ramen ci metteva sempre un'eternità a scaldarsi al punto giusto. Sarebbe dovuto andare in tribunale nel pomeriggio, quella sarebbe stata una settimana bella piena e con poche pause. Domenica sarebbe andato a fare immersioni con Hinata e questo lo fece sorridere. Ci aveva pensato un paio di volte dopo la lezione in piscina e quello che era successo dopo, la ragazza lo aveva aiutato a superare la sua paura ancestrale ed aveva contribuito al suo salvataggio. Ovviamente il risveglio non era stato dei migliori, ma era sempre meglio svegliarmi male piuttosto che non svegliarsi affatto.

 

E poi la sua preoccupazione per il suo benessere, lo aveva stretto così forte che... ricordò la sensazione del suo seno contro il suo petto. Certo, non erano pelle contro pelle, ma c'era solo il costume della mora a separare i loro corpi.

 

Scosse la testa improvvisamente accaldata più volte per far passare quelle sensazioni e le possibili fantasie che si stavano formando nel suo cervello. Non era né il momento né il luogo per pensare a certe cose. E la ragazza non era in quello stato d'animo.

 

Di nuovo in grado di pensare NON perversamente, si accorse ancora di quanto lei fosse premurosa nei suoi confronti. Nuovamente si rese conto di come lei fosse stata la prima con cui si fosse aperto in quel modo e di come lei fosse stata sempre la prima a cercare di aiutarlo.

 

Si strofinò gli occhi con una mano, forse Hinata lo aveva colpito, forse si stava effettivamente...

 

Lo squillo del telefono lo ridestò dai suoi pensieri. Lo prese e controllò chi fosse e, quasi come se avesse parlato del diavolo, sbucarono le corna facendolo sorridere. “Hey Hinata, come va?”

 

“C-ciao Naruto, t-ti disturbo?” non comprese perché avesse questo dubbio. “No Hinata, è successo qualcosa? Dimmi tutto!”

 

“Ecco... n-non è facilissimo da spiegare ma...” si interruppe e lui ebbe la decenza di non metterle fretta, non sembrava spaventata o sotto pressione ma non voleva metterle fretta lo stesso. Alla fine la ragazza completò la frase. “...v-verresti a ma-mangiare da me?” la domanda gli fece spalancare gli occhi. -Wow, vuole fare un passo avanti o cosa?!? No, aspetta... ci dev'essere una ragione valida per il suo invito...- “Beh... n-ne sarei onorato ma... perché questo invito? Sia chiaro, non è che sia dispiaciuto o cosa... Solo... come mai?” sperava di non aver urtato la sua sensibilità o di averla offesa, e sperava in una qualche spiegazione. “B-beh, ecco...”

 

- - -

 

Si morse un labbro, era in caffetteria perché sapeva che nessuno sarebbe stato lì durante la pausa pranzo. Le era sembrata una buona idea sfruttare quel momento per chiamare Naruto ma ora che ci stava parlando, le mancava la forza di andare fino in fondo. Fece dei sospiri profondi per farsi forza e per finire quello che aveva iniziato.

 

- - -

 

“M-mio padre vorrebbe... co-conoscerti e m-mi ha chiesto di... invitarti a pranzo.” gli occhi azzurri del biondo si spalancarono di nuovo. Suo padre voleva conoscerlo?!? Non era neppure a conoscenza di un ipotetico padre e quest'ultimo voleva conoscerlo?!?

 

Si grattò la guancia con un dito. “Ah... Io... co-come mai tuo padre vorrebbe conoscermi?” non che avesse paura ma la puzza di bruciato l'aveva già sentita in passato, sperava che ora fosse tutto arrosto e niente fumo. “I-il fatto è che... gli ho parlato di... di noi e...”

 

“GLI HAI DETTO CHE ABBIAMO FATTO SESSO?!?” l'urlo uscì automatico dalla sua bocca mentre già si vedeva servito come portata principale al tavolo di un ricco e potente avventore. “ASCOLTA, CA-CAPISCO CHE LE COSE NON SIANO INIZIATE PROPRIO BENE FRA NOI M-MA... MA IO... CIOÈ... I-IO DA QUELLA NOTTE... NON TI HO TOCCATA. NON L'HO FATTO!”

 

“P-per favore calmati. Non gli ho detto nu-nulla di tutto ciò.” lui si appoggiò con la schiena al muro rilasciando un sospiro di sollievo. “Oh... bene... credo. Spero. E che cosa gli hai detto, se posso sapere?” era decisamente tutto fumo e niente arrosto. Poteva percepire il sudore formarsi sulla pelle mentre aspettava la risposta della donna dall'altra parte.

 

“I-io gli ho detto c-che mi hai salvata da dei manigoldi e... e che ho dormito da te m-ma non ho accennato all'alcool e...” si interruppe per un secondo. “...e al resto. Lui non sa cos'è successo qu-quella prima notte. A dire il vero sa solo come mi hai trovata, ti ricordi la faccenda della blusa, vero?”

 

“S-sì. È... è stato grazie al cartellino che ho scoperto dove lavori...” si rilassò un momento, forse c'era davvero dell'arrosto in mezzo a tutto quel fumo.

 

“Esatto. Qu-quindi lu-lui vorrebbe incontrarti per co-conoscerti... sa-sarebbe possibile?” gli venne in mente tutto quello che aveva da fare quella settimana e si passò una mano fra i capelli spinosi. “M-mi dispiace Hinata, l-lo so che può sembrare la scusa più stupida del mondo ma... questa settimana sarò pieno fino all'orlo... dovrò essere in tribunale tutti i pomeriggi a partire dall'1 e finirò sempre intorno alle 7 e mi toccherà preparare il materiale per il giorno dopo nel tempo fra l'uscita di sera e il rientro di mattina.” fece una pausa. “M-mi dispiace... n-non sto inventando una scusa perché non voglio venire a p-pranzo da te... M-mi credi, v-vero?”

 

“Sì, certo che ti credo. Non devi... scusarti per il tu-tuo lavoro.” sembrava sincera, gli aveva creduto così, sulla parola. Capì di non poterla lasciare con una lisca in bocca e riprese la parola con convinzione. “Ascolta, la settimana sarà anche piena ma... po-potrei venire sabato a pranzo. T-tu pensi che... andrà bene lo stesso? C-cioè... a tuo padre a-andrà bene...?”

 

“S-sì, gli parlerò e... e gli spiegherò la situazione, t-ti chiamerò più tardi pe-per aggiornarti sulla situazione, v-va bene?” lui sorrise. “Okay! Perfetto, c-ci sentiamo dopo... allora.”

 

“B-buon lavoro i-in tribunale... N-Naruto.” lui le rispose e, dopo un altro saluto, chiusero la chiamata. Era preoccupato per quello che lo aspettava ma il fatto di aver fatto contenta la giovane ereditiera lo fece sorridere.

 

Tale sorriso si infranse quando, voltandosi, vide il contenitore del ramen praticamente spalancato a causa del vapore e il suo prezioso pranzo tutto scolato dai bordi. Tutto quello che il capace avvocato biondo riuscì a fare fu mettersi le mani nei capelli e urlare disperato.

 

- - -

 

Tutto sommato era andata bene, avrebbe dovuto dire a suo padre che Naruto sarebbe venuto ad inizio week-end, ma certamente non si sarebbe arrabbiato visto che tale ritardo era dovuto al lavoro di quest'ultimo e non alla mancanza di rispetto. Mettendo via il cellulare, riprese a consumare il suo cibo, ora più motivata a riprendere il lavoro.

 

- - -

 

Suo padre era nel suo studio, era tornata a casa il prima possibile per comunicare le cose al genitore e ora si trovava davanti alla porta della stanza. Fece un respiro e bussò. “Avanti.”

 

Suo padre stava leggendo qualcosa con sguardo serio e concentrato, non vide di cosa si trattava ma non ebbe l'audacia di chiedere qualcosa. Poi lui alzò lo sguardo e la vide sollevando le sopracciglia. “Hinata.” lei fece un inchino tenendo le mani intrecciate davanti a sé. “Padre.”

 

“Sei appena rientrata, vero?” lei annuì. Lui abbozzò un sorriso rigido. “Vieni, siediti.” dal tono lei non capì di che umore fosse ma non sembrava infastidito o arrabbiato. Così, quando si sedette, rimase con la faccia dritta per guardarlo in faccia. “Allora, com'è andata al lavoro oggi?”

 

“Come tutti gli altri giorni più o meno, Neji nii-san mi mantiene occupata come tutti gli altri senza fare favoritismi di sorta e io mi impegno al massimo per non deluderlo.” lui annuì tranquillo. “Bene, sono soddisfatto.” lei si sarebbe aspettata un 'contento', ma si accontentò della risposta. “E il tuo amico, lo hai contattato?” lei annuì a sua volta. “Sì, l'ho fatto ma c'è un piccolo problema.”

 

“E sarebbe?” lei strinse i pugni senza che lui lo vedesse. “A causa del suo lavoro, gli è impossibile venire a pranzo durante la settimana. Però sarà disponibile sabato.” Hiashi si raddrizzò sulla sedia massaggiandosi il mento liscio mentre ponderava la risposta della figlia e quest'ultima tratteneva il fiato in attesa del suo responso. “Mmmh... Interessante. Non lascia che le richieste altrui lo distraggano dal suo lavoro ma allo stesso tempo cerca di dare subito una risposta soddisfacente.” aveva alzato lo sguardo verso il soffitto durante il suo monologo e la figlia era ancora in attesa di ricevere una risposta sufficientemente esplicita. Dovette attendere per meno di un secondo perché il padre riassunse la sua espressione tranquilla e distaccata riabbassando lo sguardo sulle carte. “Bene, digli di presentarsi qui per mezzogiorno.” lei annuì ed uscì dalla stanza senza mostrare il sorriso che la sua risposta le aveva fatto uscire.
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Note d'Autore: Salve a chi mi segue, questa volta niente immagini XD, forse sono un tantino cattivello ma il bello deve ancora essere visto XD. Per prima cosa NON intendo scusarmi per l'attesa, in secondo luogo ringrazio tantotantotanto Elgul1 perchè è stato l'UNICO a commentarmi gli utimi 2 capitoli e in terzo luogo... Se davvero vi piace questa storia, FATEMELO SAPERE!!! Se non vedo commenti non so se la gente che la segue dall'inizio la sta ancora seguendo oppure no. Oltre a questo, la mancanza di pareri vari mi demoralizza e se mi demoralizzo ci metto di più a scrivere e ne risente pure la qualità dell'opera! Non vorrei finisse come altre storie che ho letto dove la storia parte, raggiunge due o tre picchi e poi rimare in sospeso per il resto dell'eternità. Non voglio che questo Naruto e questa Hinata si ritrovino sospesi in un limbo temporare e non credo che lo vogliate nemmeno voi. Quindi, PER FAVORE, fatemi sapere che ci siete e che leggete... Ciao. Ci vediamo al prossimo capitolo!

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Capitolo 14
*** Aggiornamento storia ***


Salve a tutti quanti, oggi niente upload ma solo un aggiornamento (come dice anche il titolo tra l'altro...) il capitolo è in fase di produzione, penso che nel giro di uno o due giorni dovrei caricarlo. Per chi mi segue, potete capire che è un capitolo complesso, dopotutto abbiamo Naruto a casa di Hinata per volere di Hiashi e lui non regge l'alcool mentre gli Hyuuga lo bevono tranquillamente. E il giorno dopo i due piccioncini dovrebbero andare a fare immersioni al mare. Con Gai e Rock Lee. E Ino in un bikini da paura (con immagine allegata fatta dal sottoscritto XD). Ed entrerà in scena anche il fidanzato di quest'ultima che finora è stato citato ma non si è mai capito chi fosse. Mentre siete in, spero, dolce attesa vi anticipo che fra poco chiederò un vostro parere E che magari potreste dirmi chi, secondo voi, potrebbe essere il compagno della nostra focosa e passionale bionda. Motivare la vostra scelta. OK, ci scriviamo al prossimo capitolo! Ciao!!!

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Capitolo 15
*** Un pasto Complicato (parte 1) ***


L'acqua calda colpiva incessantemente il suo corpo eliminandogli sudore e sporcizia dalla pelle. Naruto era con gli occhi chiusi in riflessione. Si era risentito con Hinata, più volte. La prima chiamata era stata una semplice conferma per il giorno e l'orario ma durante la settimana si erano risentiti altre 4, 5 volte. E tutte le volte era stata la ragazza a chiamarlo, mai il contrario.

 

Si erano accordati sulla questione del loro primo incontro, avevano costruito insieme una storia attendibile e, tutto sommato, veritiera. Avevano solo tralasciato qualche trascurabile dettaglio, niente di più. Poi lei si era preoccupata per la questione etichetta, gli aveva fatto una valanga di raccomandazioni quasi avesse a che fare con un bambino. E poi avevano toccato l'argomento alcool.

 

Ovviamente lui non aveva avuto la minima intenzione di ripetere la scena della loro uscita serale ma la mora gli fece capire bene che non avrebbe potuto evitare di bere. La sua unica chance era di far durare il bicchiere il più possibile, magari bevendo solo un sorsetto ogni tanto. E ci sarebbe stato anche suo cugino presente. Quando il biondo chiese informazioni a riguardo, l'ereditiera aveva tentato di metterlo in guardia perché il parente non aveva esattamente approvato il loro rapporto. Non proprio. Non ancora.

 

-OK, sono le 11 e ho quasi finito, nel giro di 20 minuti sarò pronto per uscire e fra 30 minuti tondi tondi sarò davanti a casa Hyuuga. Come ha detto Hinata, non è bene che mi presenti troppo presto ma non dovrei neppure presentarmi a mezzogiorno spaccato quindi credo che attenderò in macchina una decina di minuti. Spero che la giacca arancione sia considerata abbastanza elegante, perché non ho niente di meglio per queste occasioni. E devo ricordarmi del biglietto da visita, se suo padre volesse vederlo e mi ritrovassi a mani vuote farei una figuraccia...-

 

Per tutto il tempo che ci mise per prepararsi continuò imperterrito a raccomandarsi mentalmente su ogni dettaglio e a fare prove per risposte di ipotetiche domande. Quando, alla fine, si mise in macchina, era certo di non aver dimenticato nulla e di essere mentalmente e fisicamente pronto per quella prova. Avrebbe fatto vedere chi era Uzumaki Naruto.

 

- - -

 

Hinata passeggiava nervosamente nell'atrio avanti e indietro con dita traballanti, erano le 12 meno 15 e ancora Naruto non si era visto, sapeva che fosse ancora presto ma il nervosismo la stava massacrando. Neji si era presentato a casa un paio d'ore prima e non aveva fatto nulla di particolare dopo aver salutato cugina, zio e un paio di domestici. Ora era seduto su un divanetto a scrivere qualcosa sul suo tablet. Il suo sguardo non diceva nulla, per ora era semplicemente concentrato sul suo lavoro. Lei lo aveva sempre ammirato e un po' biasimato per questa sua qualità: se da un lato la sua carriera era sempre stata in salita senza distrazioni dall'altro il cugino non aveva mai voluto distrarsi un po' o pensare a qualche attività di svago. Per lui il lavoro aveva la priorità su tutto e questo suo pragmatistico si era riflettuto anche su di lei al lavoro.

 

Suo padre era stato ancora più enigmatico del cugino quella mattina, dopo aver fatto colazione nel silenzio quasi assoluto si era ritirato nel suo studio chiedendo di essere informato quando l'invitato fosse arrivato. Il resto degli abitanti del maniero, i domestici, si erano comportati come sempre. Nell'ultima ora avevano preparato la tavola e ci sarebbe stato un pranzo speciale per l'occasione: pesce, insalata e carne. Il tutto accompagnato da un paio di vini presi direttamente dall'enoteca di famiglia.

 

Dal punto di vista tecnico non c'erano possibilità che qualcosa andasse storto quel giorno, ma Hinata era comunque nervosa. Quella mattina aveva aperto la finestra per godersi la brezza del giardino, come la mattina in cui era iniziato tutto quello che l'aveva portata a conoscere il biondo avvocato. E di nuovo aveva avuto una qualche sensazione, non riusciva a rendersi conto se fosse positiva o no ma la cosa contribuiva al suo nervosismo.

 

Finalmente un'anima pia le si avvicinò toccandola sulla spalla e lei, uscita dalla sua trance, si voltò. Era Tenten. “Hinata, forse faresti bene ad accomodarti un momento, hai la faccia rossa.”

 

“N-non credo che servirebbe a molto Tenten, s-sono nervosa e te-temo per la giornata d-di oggi...” non aveva una faccia così disperata, ma era chiaro che avesse bisogno d'aiuto. La cameriera le mise le mani sulle spalle. “Ascoltami Hinata, ti sei occupata di tutto quello che potevi: hai fatto da tramite fra tuo padre e lui, hai organizzato tutto, ti sei preoccupata anche un po' del menù e ti sei messa un abito elegante, non cercare di trovare un buco su una lastra di acciaio.” l'altra la guardò confusa. “Lastra... d'acciaio?” Tenten sospirò, evidentemente la sua padrona non aveva capito la similitudine. “Quello che sto dicendo è che non sei un'indovina e non puoi controllare tutto.” poi le venne un'idea. “Tu hai fiducia in questo Naruto, vero?”

 

“C-certo che ce l'ho!”

 

“Allora potresti fidarti di lui, no? Non mi hai detto di averlo chiamato non so quante volte per dargli dritte e consigli vari?” l'altra annuì, quello che stava dicendo era vero e logico. “Allora lascia che venga e incontri tuo padre, cosa potrebbe mai capitare di brutto?” non poté andare avanti perché un altro attendente la chiamò e lei si congedò dalla ragazza con un saluto veloce lasciandola a guardarsi le mani. “C-cosa potrebbe ca-capitare? P-potrei non po-poterlo vedere più...”

 

- - -

 

Erano quasi 20 minuti che aspettava. Aveva parcheggiato vicino al maniero ed era rimasto in macchina per far passare il tempo e anche per fare un'ultima ripassata mentale. Diede un'occhiata all'ora. -Mh... 10 minuti alle 12. Dire che è ora di andare.- si tastò il taschino pettorale, il biglietto da visita era al suo posto e se fosse stato necessario lo avrebbe sfoderato. Fece un ultimo profondo sospiro ed aprì lo sportello.

 

- - -

 

Si era seduta accanto al cugino ed era rimasta in silenzio per un po' limitandosi ad osservarlo, non sembrava neppure che avesse registrato la sua presenza ma lei sapeva che lui sapeva. Quando chiuse il tablet si decise ad aprire bocca. “N-non è poi così male se lo conosci.” lui si accigliò appena. “Questo lo saprò solo dopo averlo conosciuto di persona.”

 

“N-non ti fidi di me?” il cugino chiuse gli occhi sospirando. “Non è questo ma tutto quello che hai detto non lo hai detto indipendentemente, solo il fatto di conoscere quella persona ti condiziona. Le tue parole non sono oggettive.” lei si sentì quasi offesa dalla sua 'analisi'. “Non credi che il tuo giudizio debba adattarsi in base a chi debba essere giudicato?” lui quasi ammiccò. “Visto, ecco che lo fai di nuovo.”

 

“C-cosa?” Neji piegò la testa di lato. “Prima di conoscere questo tipo non ti sei mai rivolta a me in questo modo, si vede che sei sotto la sua influenza.” tale constatazione la sorprese, era vero che negli ultimi tempi si era accorta di avere una forza che non pensava nemmeno di avere, ma non le era neppure passato per la mente che la fonte di tale 'potere' potesse essere la sua nuova conoscenza.

 

Questo però non la ammansì, al contrario. “Se è stato grazie a lui che ora sono in grado di parlarti guardandoti in faccia, credo che sia una cosa buona.” non aveva parlato con tono arrogante o di superiorità, il suo tono era rimasto uguale ma il cugino le puntò contro i suoi occhi perlacei. “Credi che sia una cosa buona? E dopo questo quale sarà il prossimo passo, tentare di prendere la mia posizione come direttrice della nostra sede?” in modo impercettibile lei si tirò indietro, era quasi come se lui volesse incenerirla con lo sguardo. Quei due lobi violacei erano puntati su di lei come se fossero dei fucili laser.

 

Fu una voce alle loro spalle che ruppe la situazione. “Neji, non dovresti parlare in questo modo con tua cugina.” entrambi i giovani si voltarono indietro per vedere la figura di Hiashi in piedi e sovrastante entrambi. Non che sembrasse arrabbiato ma la sua sola presenza imponeva il rispetto assoluto. “P-padre... n-non ti abbiamo sentito.”

 

“Sono appena uscito, avevo delle faccende da risolvere.” curiosamente anche Neji sembrava un tantino in soggezione, forse non si aspettava di vederlo dietro si sé o magari non si aspettava di essere ripreso. In ogni caso fu su di lui che si concentrarono le pupille del capofamiglia. “Quello che ho visto avviene anche al lavoro?” il suo tono tranquillo metteva a disagio anche qualcuno come Neji Hyuuga, Hinata attese la sua risposta. Che alla fine arrivò. “N-non sempre, di... di solito non assumo quell'espressione. Su-succede solo quando capita che... l-lei non rispetti delle... scadenze.” malgrado la voce tremante la sua espressione non aveva vacillato. L'altro annui. “Bene, ma qui ora non siamo su un luogo di lavoro e fra poco avremo un ospite, quindi niente sceneggiate per favore. È chiaro?” l'altro abbassò la testa. “C-chiaro, zio.” poi il padre si voltò verso la figlia. “Chiaro anche per te, Hinata?” lei si raddrizzò quasi spalancando gli occhi. “S-sì, tutto chiaro padre.”

 

La situazione venne di nuovo sbloccata dal suono del campanello. Hinata si voltò mostrando un piccolo sorriso. “Dev'essere lui!”
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Note d'Autore: Sorpresa sorpresa!!! Il pranzo non ha ancora avuto luogo!!! HAHAHAHAHA, lo so lo so, vi aspettavate la grande battaglia culinaria di Naruto a casa Hyuuga ma ho pensato di dividere la storia in due parti per due ottime ragioni. 1) Siccome già oggi sono in ritardo rispetto a quello che avevo detto, qualcosa l'ho caricata comunque e 2) Dal momento che mi sono accorto di essermi focalizzato un pò troppo sui due piccioncini senza piume, ho pensato a questa soluzione così ho mostrato un pò le dinamiche in casa Hyuuga PRIMA dell'arrivo del nostro PM. La seconda parte arriverà (forse non troppo presto ma non bisognerà nemmeno attendere gli anni di Cristo) scritto questo aggiungo quello che chiedo sempre: commentate anche negativamente se volete ma fatemi conoscere la vostra opinione, ciao. Ci vediamo al prossimo capitolo!

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Capitolo 16
*** Un pasto complicato (parte 2) ***


Qualcosa come mezzo minuto dopo aver suonato il campanello, la porta si aprì davanti al biondo mostrando ai suoi occhi la sorridente figlia dell'attuale proprietario del maniero. Tale visione lo fece sorridere a sua volta. “C-ciao... Hinata.”

 

“N-Naruto, benvenuto.” la ragazza aprì del tutto la posta mettendosi di lato così che l'altro potesse entrare, nello stesso tempo anche gli altri membri della famiglia di lei si avvicinarono per accogliere il nuovo arrivato. L'avvocato era appena entrato in casa che il padre della ragazza protese una mano verso di lui con fare amichevole. “Così tu sei Naruto, mia figlia ci ha molto parlato di te. Io sono Hiashi Hyuuga, suo padre.” l'altro la strinse con convinzione. “È un onore conoscerla, signore.” il più anziano indicò con lo sguardo il terzo componente. “E questo è mio nipote Neji.” avendo la mano ancora occupata, Naruto rivolse all'altro un sorriso educato e un cenno del capo. “Piacere di conoscerti.” Neji sollevò le labbra in quello che poteva parere un sorriso abbozzato. “Il piacere è mio, sono curioso di sapere se è come mia cugina lo descrive.” a quest'affermazione Naruto avrebbe chiesto ulteriori informazioni ma gli allarmi interni della ragazza, che intanto aveva chiuso la porta, scattarono prima della sua lingua. “H-hey, non rimaniamo accalcati qui, dopotutto è ora d-di pranzo, giusto?” Il padre annuì rilasciando la mano dell'ospite. “Vero, vogliamo accomodarci, Naruto?”

 

Un attendente si avvicinò per prendere la sua giacca arancione e poi tutti e 4 si sedettero a tavola: Hiashi capotavola, Neji e Naruto seduti alla sua sinistra e Hinata prese posto al suo fianco destro. Sul tavolo erano già presenti dei piattini contenenti antipasti e piccoli contorni ma furono due bottiglie scure che misero all'erta Naruto: sicuramente meno aveva a che fare con loro e meglio sarebbe stato per lui e per Hinata. Ovviamente sapeva in maniera intrinseca che non avrebbe potuto evitarle del tutto ma si sarebbe sforzato al massimo per interagirci il meno possibile.

 

“Allora...” la voce del capofamiglia lo fece voltare. “Mia figlia dice che sei un avvocato.” l'altro annuì convinto. “Certo, e se mi permette...” si infilò una mano in tasca per prendere una piccola tessera plastificata per poi porgerla al suo interlocutore. “...ho qui il mio biglietto da visita.” l'altro lo prese e gli diede un'attenta occhiata per poi posare lo sguardo sul nuovo arrivato. “Mantengo ogni promessa che faccio?”

 

“È il mio slogan.” lo sguardo del genitore non ebbe variazioni. “Capisco. Per ora lo hai dimostrato presentandoti qui come accordato.” il biondo emise una nervosa risatina. Lo stava forse mettendo alla prova in maniera subdola? Hinata aveva parlato quasi con terrore del cugino, ma ora quest'ultimo stava osservando il suo biglietto, era il padre quello che lo stava fronteggiando al momento.

 

Hinata non aveva avuto la forza o il coraggio di aprire bocca, seduta al suo posto era riuscita solo a spostare il proprio sguardo sui vari interlocutori quando questi ultimi aprivano bocca. Niente di più e niente di meno. La sua mente stava cercando di capire cosa stesse pensando suo padre ma nessun risultato era in vista al momento. E poi il pranzo iniziò.

 

- - -

 

A dispetto delle sue più grandi paure, le cose stavano andando bene. Durante il pasto erano stati toccati diversi argomenti ma il biondo era stato quasi sempre in grado di dare una risposta adeguata, forse non sempre serissima, ma comunque in grado di soddisfare i suoi parenti. Suo padre sembrava andasse d'accordo con lui, in qualche occasione aveva perfino sorriso ad una sottospecie di battuta del giovane avvocato mentre Neji... lui aveva seguito il flusso ma mantenendo sempre lo sguardo vigile, ogni tanto aveva scagliato qualche occhiata subdolamente funesta anche a lei chiedendo una sua opinione ma in linea di massima tutto stava andando bene. Per il momento. Fino a quel punto.

 

- - -

 

Erano ormai seduti a tavola solo perché non si erano alzati, i domestici si erano occupati di sparecchiare il tutto ed ora sul tavolo c'erano solo dei bicchierini e una bottiglietta di vino rosso. Ad un certo punto era stato proposto un brindisi e Naruto si era educatamente unito agli altri, senza però vuotare del tutto il bicchiere. Aveva scambiato un'occhiata d'intesa con lei comunicandole che la situazione era sotto controllo. Fino a quel momento tutto era filato più o meno liscio, ma ora non c'era più nulla che si frapponesse fra lui e il liquido alcolico.

 

- - -

 

Un po' lo stava sentendo addosso, non che si fosse scolato chissà quanti bicchieri, ma non era mai stato un ottimo incassatore sotto questo punto di vista. Naruto percepiva il leggero rossore che aveva sviluppato la sua faccia, ogni tanto le palpebre sbattevano da sole e qualche volta gli era capitato di non capire del tutto quale fosse l'argomento del discorso. -Okay, sono ancora sobrio, finché riesco a formulare pensieri coerenti vuol dire che non sono sbronzo. E se NON sono sbronzo, allora va tutto bene...- i suoi occhi inquadrarono gli altri commensali, sebbene avessero bevuto quanto e più di lui non sembrava che avessero metabolizzato una singola goccia d'alcool.

 

Gli sarebbe piaciuto chiedere quale fosse il loro segreto e se avessero mai fatto delle sfide per vedere chi cedeva per primo ma ebbe il buonsenso di tenere la bocca chiusa. Invece, per dare supporto alla sua mente e non solo, rivolse il suo sguardo ad Hinata: la ragazza sembrava ancora nervosa ma forse la tensione che aveva addosso all'inizio si era affievolita a quel punto, lui non lo sapeva questo e non aveva modo di confutarlo.

 

Dovette ammettere a sé stesso, però, che la ragazza aveva sempre quel suo dolce e caloroso fascino in ogni situazione. Un ticchettio sulla spalla lo risvegliò dalla sua trance momentanea e nel suo campo visivo tornò il nipote del padrone di casa. “Allora, ci hai parlato del tuo lavoro e, in misura minore, anche della tua famiglia...” lo aveva effettivamente fatto, era stato Hiashi a chiedere se lui fosse il figlio del famoso architetto che era suo padre. Era venuto fuori che il genitore avesse svolto un paio di lavori anche per la loro compagnia ma lui non aveva spifferato troppi dettagli sul perché non avesse seguito le orme paterne. L'altro terminò la frase. “...perché ora non ci dici come vi siete conosciuti tu e mia cugina?” gli occhi della ragazza si spalancarono per la sorpresa e anche Naruto rimase per un momento sbigottito. L'altro aveva parlato con tono naturale e per niente aggressivo, eppure lui aveva percepito la minaccia nascosta. Gli vennero in mente in un nanosecondo tutti gli avvertimenti che Hinata gli aveva fatto sul cugino e sul loro primo, fatale incontro.

 

Si schiarì la gola per guadagnare altri stralci di tempo e anche per assicurarsi di non parlare in modo gutturale. “Beh... era sera e stavo rientrando a casa quando ho sentito delle voci. Mi ero infilato in un vicolo privo di illuminazione, una scorciatoia, e i suoni erano la mia unica guida in quella zona scura... Quando poi sono tornato sulla zona illuminata ho visto Hinata...” la indicò con un dito. “...infastidita da un paio di balordi, gli ho detto di lasciarla andare e non mi hanno dato retta.” Si fermò per riprendere fiato e sospirare socchiudendo gli occhi. “Così ho steso il capo della banda e gli altri hanno battuto in ritirata.” fece un'altra pausa più lunga.

 

Neji riprese la parola. “E... dopo? In base a quello che hai detto finora voi due non vi sareste nemmeno scambiati una parola.” Naruto annuì tranquillo. “Vero, ma non ho ancora finito. Posso continuare?” l'altro acconsentì con un cenno del capo. Suo zio stava osservando i due ascoltando ogni singola parola mentre Hinata percepiva il cuore rallentare il suo ritmo a mano a mano che il biondo procedeva col racconto. “Mi sono assicurato che stesse bene e, data l'ora tarda, mi sono offerto di ospitarla per la notte. Lei ha accettato.” ebbe un piccolo sussulto interno, questo era il momento della verità. Sperava di non tradirsi da solo e di non farsi tradire nemmeno dall'altro perché se fosse successo...

 

“E, se non invado troppo la privacy, come vi siete sistemati?” la domanda scatenò una reazione improvvisa ma non troppo esplosiva della cugina, che parlando si sollevò anche dalla sedia. “Neji nii-san, questa che razza di domanda è?” al suono della sua voce gli sguardi dei tre si focalizzarono su di lei: indifferenza quasi totale da parte del padre, leggera sorpresa da parte di Naruto e piccolo fastidio per l'interruzione da suo cugino, che però rispose con tono educato e tranquillo. “Voglio solo sapere come ha trattato la sua ospite, che c'è di male?”

 

“In effetti...” l'attenzione tornò sul biondo che aveva chinato un pochino la testa in avanti riprendendo la parola. “Forse non sono stato il più galante gentiluomo del mondo.” a questa affermazione gli occhi della mora si spalancarono dal terrore mentre quelli del cugino si restrinsero percependo qualcosa di anomalo nella scelta del tono e delle parole dell'avvocato.

 

“In che senso?” il biondo rialzò la testa. “Le ho preparato il divano per dormire.” ora gli occhi dell'intera famiglia erano spalancati, uno per la sorpresa e due per l'incredulità. Capendo di dover aggiungere altro, Naruto continuò. “Avrei potuto farla dormire nel mio letto, ma sembrava ancora mezza sconvolta per l'esperienza appena vissuta e così, per evitarle l'imbarazzo di dormire dove aveva dormito un uomo, le ho preparato il divano.” fece una pausa e poi mise la ciliegina sulla sua torta verbale. “Il mattino dopo mi sono alzato abbastanza tardi perché non avevo messo la sveglia e, quando mi sono guardato intorno, di lei non c'era traccia. Invece ho trovato un biglietto di ringraziamento sul tavolo della cucina dove c'era anche un piatto fumante ad attendermi. Infine ho scoperto come si chiamasse e dove lavorasse perché aveva dimenticato la sua blusa e su di essa c'era il suo cartellino.”

 

Fece un'altra breve pausa e poi si rivolse alla ragazza in questione con un sorriso abbozzato. “Non è così, Hinata?” ancora una volta gli altri due si voltarono verso di lei ma le servirono un paio di secondi per elaborare questo. Non era esattamente la storia che avevano elaborato insieme ma poteva sicuramente reggere se lei gli avesse tenuto il gioco. Accorgendosi di essere osservata uscì dall'interno della sua mente e diede una risposta col tono più convinto che potesse usare. “Sì, è tutto vero. È così che sono andate le cose.” Neji, però, non era ancora del tutto convinto mentre si rifocalizzava sull'ospite. “E... non c'è stato nessun contatto fisico fra di voi?” Hinata non riusciva a capire perché il cugino si ostinasse tanto a trovare una qualche mancanza da parte dell'avvocato, comprendeva che avesse a cuore il buon nome della loro famiglia, ma stava per fare la figura del paranoico.

 

In totale contrasto con i due, Naruto stava guardando con un certo interesse il bicchierino con dentro un residuo di vino nella sua mano. “Contatto fisico, mh?” senza voltarsi vuotò il bicchiere nella sua bocca tutto d'un colpo facendo accelerare di nuovo il cuore della ragazza. Lui sogghignò mentre faceva ruotare l'indice sul bordo del bicchiere. “Se devo essere sincero... fra noi due un contatto c'è stato eccome...” la tensione raggiunse un punto che Hinata non poté gestire più, ancora una volta si sollevò dalla sedia. “I-in realtà... non è successo nulla fra di noi! O-o-ora... N-Naruto sta scherzando...” fece una piccola e nervosa risata rivolgendosi verso il biondo. “V-vero Naruto?” lui la guardò con sguardo serio. “No Hinata, non è una cosa da tenere nascosta. Essendo un avvocato, sono abituato a tirare fuori la verità.” lei ricadde sulla sedia pronta per essere divorata dagli occhi e dalle bocche dei suoi parenti più anziani mentre il cugino ignorò del tutto il suo breve, e infruttuoso, intervento.

 

“Dunque, di che genere di contatto si è trattato?” se avesse detto quello che si aspettava avrebbe stroncato la sua carriera e poi avrebbe, metaforicamente, chiuso la cugina in una stanza a chiave. Naruto non mutò espressione. “Fisico, è stato fisico.” solo ora Hiashi aprì bocca con tono serio. “Spiegati meglio.”

 

Sorridendo dentro di sé per aver creato la perfetta atmosfera per un colpo di scena, Naruto scrollò le spalle con noncuranza. “È successo in piscina...” al suono della sua voce, una pallida luce riapparve nella mente di Hinata. -Che abbia intenzione di parlare del salvataggio?-

 

“...ho avuto un incidente e, quando mi sono ripreso, Hinata mi ha abbracciato.” seguirono a queste parole diversi minuti privi di suono. Alla fine Neji lo ruppe. “E... nient'altro? Un abbraccio e basta?” il biondo lo guardò con aria divertita, quasi come a prendere in giro la sua sbigottita reazione. “Certo. Cosa pensavi, che ci fossimo sbaciucchiati in apnea per scambiarci l'aria?” la faccia dell'ereditiera virò verso il rosso, se quella doveva essere una battuta, come diavolo gli era venuta in mente?!?

 

E poi sia lei, che suo cugino, che Naruto furono sorpresi nel sentire il più anziano dei 4 ridere di gusto. Lo stava facendo in modo controllato, certo, ma era chiaro che fosse divertito. “Sei una persona divertente, Naruto Uzumaki.” Naruto inchinò il capo rispettosamente. “La ringrazio per il complimento.” l'altro si alzò in piedi senza troppa fretta facendo un cenno al giovane per farlo avvicinare. “Vieni, voglio farti vedere una cosa.”

 

- - -

 

I due si diressero verso lo studio del genitore e, quando quest'ultimo e l'ospite furono fuori vista, la faccia di Hinata cadde sul tavolo. Suo cugino invece rimase impietrito mantenendo la medesima espressione sorpresa di pochi attimi prima. Poi, la voce dell'ereditiera risuonò debolmente nella stanza. “N-Neji nii-san... ha-hai m-mai visto mio... pa-padre ridere in quel... mo-modo?” l'altro registrò la domanda ma l'unica cosa a muoversi fu la sua bocca e lo fece in modo automatico, senza mostrare emozioni o sentimenti. “No, questa è la prima volta...” lei sospirò. “Vorrei solo sapere cosa staranno facendo adesso nello studio di mio padre...”

 

“Non chiederlo a me, non ne ho la benché minima idea...”

 

- - -

 

Lo studio era sorprendentemente grande per essere uno studio, solo la scrivania sorprendeva per le dimensioni e anche il resto del suppellettile era da invidiare, in un angolo c'era addirittura un'armatura sicuramente da samurai. Naruto rimase sorpreso solo per una manciata di secondi: tutto in quella villa lasciava impallidire il suo appartamento. Non solo c'era molto più spazio, ma quest'ultimo era anche sfruttato al meglio per soddisfare e sorprendere un occhio estraneo. Il biondo si concentrò di nuovo sul padre della ragazza.

 

Hiashi si era fermato in mezzo alla stanza dando le spalle all'avvocato e rimanendo in uno stoico silenzio. Magari voleva dare il tempo all'altro di ammirare il nuovo ambiente o forse stava pensando a qualcosa di importante. In ogni caso, si voltò verso l'altro dopo un minuto con sguardo serio ma non arrabbiato, solo leggermente intimidatorio. “Allora, cosa ne pensi della casa? Ti ha lasciato senza parole, vero?” non percependo minacce, Naruto rispose con garbata naturalezza. “Beh, il mio appartamento non regge il confronto con casa sua, Mr. Hyuuga, credo che chiunque venga qui per la prima volta rimanga sorpreso.”

 

L'altro annuì socchiudendo gli occhi. “Vero, ma mi crederesti se ti dicessi che la mia famiglia non sì è sempre occupata del business giornalistico?”

 

“Mh? Dice davvero?”

 

“Certo, vieni...” accennando di nuovo con la mano, si mosse verso l'armatura notata prima dal biondo. Arrivatoci davanti gliela indicò voltandosi verso di lui. “Vedi questa? Appartiene alla mia famiglia da almeno 10 generazioni, i nostri antenati erano dei Samurai.” Naruto sollevò le sopracciglia aprendo pienamente gli occhi perché sorpreso dalla rivelazione e per cercare di tenere lontano dalla parte conscia del suo cervello l'alcool ingerito durante il pasto.

 

L'altro parve non notarlo mentre si chinava per prendere, con grande delicatezza, in mano una katana infoderata posizionata alla destra dell'armatura. “E questa...” la sfoderò con la mano destra creando un piccolo sibilo nell'aria intorno a loro e verticalmente di fronte a sé. “...è stata maneggiata fino a tempi relativamente recenti.”

 

La sorpresa del biondo non diminuì di fronte a quel gesto. “Wow, la sua dev'essere una famiglia più importante di quanto non sembri già.” Hiashi gli rivolse uno sguardo pensieroso ed enigmatico. “...sai che è ancora ben affilata?”

 

“Cosa?” nell'istante in cui Naruto terminò la parola si ritrovò la punta della lama a pochi millimetri dal pomo d'Adamo. Come il movimento fulmineo fu registrato tutto il contenuto alcolico della sua testa si azzerò e una goccia apparve sulla sua tempia sinistra mentre gli occhi si spalancarono ancora di più. “Uhm... que-que-questo cosa vuol... di-dire?” Hiashi restrinse le palpebre riducendo gli occhi a due inquietanti fessure orizzontali. “Questo serve solo per poter parlare in modo più chiaro e sincero.”

 

“Chi-chi-chiaro e sincero? N-non capisco a... a cosa si riferisce...” timidamente alzò un braccio ed indicò la spada tenendo il dito a debita distanza. “D-d-devo ricordarle che... che questa è... cioè... sa-sarebbe da considerarsi mi-mi-minaccia a... a mano armata...” le iridi azzurre sembravano danzare dal metallo vicino al collo agli occhi del padrone di casa.-Adesso che ho fatto per farlo arrabbiare?!? Calma Naruto, non ti ucciderà! Non gli hai dato un motivo per ucciderti, vero? Cioè... lui il motivo lo avrebbe pure ma... ma... non sa di averlo e... e comunque qui non siamo nel Far West, non sarà così folle da tagliarti la gola nel suo studio! Dove vuoi che nasconda il tuo cadavere, sotto il letto?!?- l'altro ridacchiò leggermente. “Non temere: essendo un'arma bianca, non puoi denunciarmi finché non ti tocco con essa.”

 

“A...anche que-questo è... è vero m-ma...”

 

“Sarò sincero con te. E voglio che tu lo sia anche con me.” il dubbio si insinuò nella mente allarmata dell'avvocato. “Eh?” dandogli una nuova occhiata vide che l'altro non lo stava più guardando come un giocatore di Baseball guarda il lanciatore, i suoi occhi erano ancora seri ma adesso erano pienamente aperti e non più così minacciosi. “Co-cosa vuole dire?”

 

“Che intenzioni hai con mia figlia?” le ghiandole sudoripare rilasciarono più sudore. “I-in che senso? Co-cosa vuole...”

 

“È la prima volta che invita qualcuno a casa, tu sei il primo che ha questo privilegio. Conosco mia figlia e non ho il minimo dubbio che tu sia più di un semplice conoscente.” Naruto rimase senza parole.

 

- - -

 

Neji si strinse il ponte del naso, pochi minuti erano passati da quando suo zio e l'amico della cugina erano andati nell'altra stanza, ma lui voleva chiarire ogni cosa: era la sua natura, ma in questo caso gli stava costando ammettere di essersi sbagliato. “Riconosco che non è come me lo aspettavo...” Hinata aveva tirato su la testa e gli aveva chiesto cosa ne pensasse di Naruto ora che lo aveva incontrato di persona e ci aveva anche parlato.

 

“Ho fatto un errore di valutazione. Questo è vero e lo sto ammetto. Apertamente.”

 

“E ti senti così male ad aver fatto un errore? Tutti sbagliamo ogni tanto...” lui strizzò gli occhi. “N-non è questo il punto! I-io... ho sempre cercato di fare le cose in modo corretto e disciplinato, non mi faccio distrarre da niente e tengo sempre d'occhio gli obiettivi che mi pongo.” la ragazza poggiò le guance sui palmi delle mani. “Ma...?” lui le diede un'occhiata irritata prima di cedere finalmente con un sospiro socchiudendo quegli occhi che avevano tanto terrorizzato la parente. “Ma non sono perfetto... e... anch'io posso sbagliarmi... ogni tanto.” lei gli sorrise raggiante. “Dovresti ringraziare Naruto per questa piccola lezione.”

 

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Stava stringendo così forte i pugni che le dita gli stavano iniziando a fare male, Hiashi aveva allontanato un po' la lama da lui, ma era un'altra la spada che lo stava lacerando dentro. Alla fine rilassò le palpebre tenute pressate fino a quel momento e guardò in faccia l'altro con sguardo serio. Il rossore completamente sparito dal suo volto. “La verità è che in un'occasione non mi sono comportato in modo corretto con sua figlia, l'ho ferita e le ho procurato dolore. Ora l'unica cosa che desidero è di essere perdonato da lei. È vero che siamo usciti insieme un paio di volte ma ancora non ho ottenuto il suo perdono. Non definirei la nostra come una relazione ma più che altro come un mio tentativo di chiedere scusa per qualcosa che le ho fatto.” fece una piccola pausa per riprendere fiato. “Non mi accaparro il diritto di avere intenzioni con sua figlia perché ora l'unico mio pensiero è di avere la sua amicizia.”

 

Seguì un lungo silenzio: il più basso con la coscienza un po' meno sporca ma pronto a subire ogni eventuale decisione dell'uomo di fronte a sé. Il più alto invece stava considerando quello che aveva appena sentito rapportandolo a quello che aveva sentito dalla figlia e a quello che aveva visto in sala da pranzo. Infine la katana tornò nel suo fodero. Hiashi chiuse gli occhi in maniera solenne sempre rivolto verso il biondo. “Allora continua sulla tua strada. Se hai scelto di ottenere il perdono di mia figlia allora sarà mia figlia a decidere se perdonarti o no. Puoi andare, se vuoi.”

 

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La porta dello studio si aprì e ne uscì solo Naruto, Neji gli andò incontro mentre Hinata si alzò solo dal tavolo. “Beh, cosa voleva mio zio?” l'altro rispose con un sorriso mezzo serio. “Niente, mi ha solo mostrato la vostra armatura di famiglia.” poi posò lo sguardo su Hinata. “Io... dovrei andare.”

 

- - -

 

La porta era socchiusa dietro di loro, avevano ridato la giacca a Naruto e Hinata si era offerta di accompagnarlo fuori. E adesso erano una di fronte all'altro. “Quindi mio padre non è arrabbiato con te?”

 

“No, non direi... alla fine della storia, ci siamo detti tutto quello che dovevamo dirci.” lei gli diede uno sguardo indagatore. “Oltre all'armatura ti ha mostrato anche la katana, vero?” lui si grattò la nuca ricordando gli avvenimenti appena passati con un sorriso quasi impaurito. “Specialmente la katana.” i due condivisero una risata che però morì presto lasciandoli in imbarazzante silenzio.

 

“Beh... allora...” Naruto fermò la frase e abbassò lo sguardo un momento. “...ci... ci vediamo domattina... al molo?” anche la ragazza abbassò lo sguardo tenendo le mani sul grembo. “S-sì, ci... ci vediamo lì... p-per le 9:00?”

 

“A-alle 9 va bene.” sollevarono lo sguardo nello stesso momento perdendosi negli occhi di chi avevano di fronte. “...”

 

“...”

“...Uhm...” fu lei a rompere lo stallo sforzandosi di sorridere. “I-in ogni caso o-oggi sei... sei stato fa-fantastico e... vo-volevo dirtelo pe-personalmente.” per effetto di qualche forza misteriosa fece un passo avanti e si sollevò sulle punte dando un bacio sulla guancia del maschio prima di ritrarsi e salutarlo con occhi chiusi. “Allora a domani!” lui balbettò qualcosa agitando la mano a sua volta mentre lei ruotava su sé stessa e rientrava in casa chiudendosi la porta alle spalle. Lui poggiò la mano sul punto in cui lei lo aveva baciato e, senza farlo volontariamente, sorrise pensando a cosa lo aspettava il mattino dopo.

 

- - -

 

Seduta sul suo letto, Hinata ripensò di nuovo a quello che aveva fatto: gli aveva dato un bacio sulla guancia! Il gesto era stato puramente istintivo, non calcolato. Pensandoci di nuovo ora, non era sicura su come lo avesse fatto, rifarlo in questo momento le sarebbe risultato impossibile. Eppure, portandosi le mani a coprire le labbra sorridenti, non poté fare a meno di desiderare che il tempo accelerasse così da poter vedere Naruto il più presto possibile. Solo una singola lacrima le uscì dall'occhio disegnando un solco sulla sua guancia. Non era triste e non si sentiva ferita, quindi cosa poteva essere?
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Note d'Autore: OK... è da parecchio che non aggiorno, e questo è vero. Ho tenuto chi ancora mi segue col fiato sospeso per Y mesi, e questo è vero. Chi magari ha aspettato a mangiare per farlo leggendo il capitolo sarà morto di fare, e questo spero che NON sia vero. Fatto sta che sono tornato, ho avuto un'infinità di problemi (e ne ho ancora adesso) e non tenterò nemmeno di giustificarmi perchè tanto ogni cosa che dirò sarà usata contro di me XD. Per "chiedere venia" questo capitolo è forse il più lungo che abbia scritto finora e... posso scrivere che nel prossimo (oltre ad avere un paio di immagini HOT, di cui una fatta dal sottoscritto XD) ci saranno anche un paio di eventi importanti PRIMO fra tutti: la rivelazione dell'identità del ragazzo di Ino! [E scrivendo questo, ho anche dato un'altra piccante informazione XD] aggiungo solo che se non nel prossimo, al massimo fra 2 capitoli chiederò le vostre opinioni (ovviamente questo vale se c'è ancora qualcuno che mi segue...) se qualcuno volesse sbizzarrirsi, provate ad indovinare CHI è il fantomatico fidanzato della biondina col ciuffone davanti alla faccia BD BD BD. Detto questo, vi saluto e ci vediamo al prossimo capitolo! 
 

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Capitolo 17
*** In barca ***


Anche se era da più di un'ora che lo fissava, il soffitto non era ancora diventato noioso per Naruto. Quel pomeriggio non aveva altri impegni e perciò, dopo il pranzo al maniero Hyuuga, era rientrato a casa per fare... a dire il vero non lo sapeva nemmeno lui, ma era finito per stendersi sul letto con le mani dietro la nuca a pensare a tutto quello che gli era successo negli ultimi tempi. Era tutto iniziato quella sera in cui si era sbronzato, e adesso eccolo lì: a darsi appuntamenti con una ricca ereditiera che si era portato a letto da sbronzo. Sospirò lentamente, se gli avessero raccontato che avrebbe vissuto quest'esperienza la mattina di quel giorno forse avrebbe riso in faccia al cantastorie ma adesso si trovava in quella situazione.

 

Non che fosse dispiaciuto o infastidito, solo ancora un po' scosso per via della spada puntata alla gola forse. Hinata non era nemmeno il suo esempio ideale di ragazza, tutte quelle con cui si era visto o aveva frequentato prima di lei tendevano ad avere i capelli corti e a possedere un caratterino tutto pepe. Eppure... la dolce ragazza dai lunghi capelli corvini lo aveva segnato. Era vero che tutto era iniziato perché voleva farsi perdonare da quest'ultima per via della sua ebbrezza ma, sebbene il perdono esplicito non fosse ancora arrivato, avevano avuto modo di vivere delle esperienze piacevoli insieme.

 

E il giorno dopo sarebbero andati a fare immersioni. Inconsciamente gli tornò in mente la sua immagine in apnea con i suoi lunghi capelli fluttuanti e l'acqua che creava curiosi giochi di luce ed ombra sulla sua pelle. E poi il suo costume... non era niente di eccitante, ma su di lei anche quello acquisiva punti in fatto di bellezza. Pensare al costume lo portò di conseguenza a quello che era successo dopo il suo salvataggio.

 

Il suo seno era morbido e duro allo stesso tempo, sodo al punto giusto. Gli sarebbe piaciuto parecchio...

 

Gli occhi gli si spalancarono da soli mentre schizzava in posizione seduto ed iniziava ad agitare confusamente la testa. “MA CHE DIAVOLO STO PENSANDO?!? VIA PENSIERI PERVERSI, VIA!!!” si diede 2 o 3 sonori schiaffi prima di fermarsi del tutto e ricadere con la testa sul cuscino.-Wow... ci conosciamo poco eppure già penso di toccarla... sono proprio messo male, dovrei condannarmi da solo...- sospirò ancora passandosi una mano sulla faccia.-Smettila Naruto, è per via di cose come queste che hai passato tanti guai in passato e hai ferito Hinata in tempi recenti!- altri flashback iniziarono a scorrere davanti ai suoi occhi: una volta aveva fatto una battuta sui capelli di una ragazza straniera che frequentava prendendo in giro il colore biondo e le punte e si era beccato un diretto in faccia e un addio poco elegante. Un'altra volta credeva di essere stato lasciato e invece si era fatto beccare a sbaciucchiarsi con un'altra dalla ragazza, che non lo aveva mai mollato. Poi c'era stato quel momento in cui aveva incontrato i genitori della fidanzata... com'è che si chiamava... Ranfo? Bancho? Sancho? O forse Ranko? In famiglia erano tutti appassionati di rettili e lui era stato così sgarbato a dichiarare la sua repulsione per gli squamosi che per poco la famiglia non lo aveva fatto stritolare da un “piccolo” di pitone.

 

Si ritrovò a ridere amaramente delle sue esperienze passate rendendosi conto che, già il mattino dopo la sua notte con la mora, aveva istintivamente cambiato atteggiamento davanti ad una situazione nuova. Alla fine strizzò gli occhi e si diede due o tre manate sulle guance. “Va bene, domattina ci divertiremo e, se tutto va bene, non rischierò di annegare facendo preoccupare di nuovo Hinata! Adesso diamoci da fare e vediamo cosa posso prepararmi per cena!” saltò giù dal letto e si diresse verso la cucina per poi aprire il frigo. I suoi occhi caddero su un cartone con delle uova e la sua mente tornò di nuovo indietro facendogli nascere una domanda in bocca. “...Magari dovrei anche chiederle informazioni sul bacio di oggi...”

 

- - -

 

“S-sei sicura che questo va-vada b-bene? A... a me sembra... un ta-tantino rive-rivelante...” Hinata era nella sua stanza in compagnia di Tenten. Dopo che le cose (e anche lei) si erano calmate dopo la partenza dell'avvocato, Hinata aveva avuto l'idea di usare qualcosa di diverso per il giorno successivo ma, com'era accaduto per la piscina, non sapeva cosa mettere e così si era rivolta a Tenten. Che aveva tirato fuori un costume... che poteva essere classificato come bikini. “Avanti Hinata, il fucsia chiaro ti sta a pannello e hai un fisico invidiabile, cosa c'è che non va?”

 

“I-io...” Hinata abbassò lo sguardo su di sé. Questa volta era un costume a due pezzi con i nodi, ma questi erano gli ultimi dettagli che le interessavano al momento. Quello che le aveva tinto la faccia di rosso era la poca quantità di pelle che tale costume copriva, praticamente il seno e il sedere erano quasi del tutto scoperti e... la parte frontale del pezzo inferiore lasciava ben poco spazio all'immaginazione di un uomo.
https://skinzwearphotography.com/prodImages/Womens-Neon-Yellow-Micro-Bikini-G-String-Thong-Swimsuit-B34-T34-1459-F2.jpg                          https://skinzwearphotography.com/prodImages/Womens-Neon-Yellow-Micro-Bikini-G-String-Thong-Swimsuit-B34-T34-1459-R2.jpg

(Immaginatelo fucsia e... un pochino più "coprente" sul sedere...)


La domestica sospirò mettendo le mani sui fianchi. “Non capisco, siete già andati in piscina e lui ti ha vista in costume. Perché sei così nervosa adesso?” l'altra strizzò gli occhi al culmine dell'imbarazzo. “P-perché quello era un co-costume intero e l'unica... p-parte completamente scoperta... e-erano l-le spalle!” riaprendo le palpebre indicò il suo corpo all'altra. “T-ti... ti sembra fo-forse la stessa co-cosa?” l'altra le diede un'occhiata contemplativa portandosi un dito sulle labbra. “In effetti hai ragione, non è la stessa cosa...”

 

L'ereditiera tirò un sospiro di sollievo.-Finalmente ha capito...- l'altra fece un largo sorriso chiudendo gli occhi. “...Questo è migliore. E anche di molto!”

 

“EEEEEEHHHHH?!?” se un secondo prima Hinata aveva pensato di potersi rilassare, ora quella sensazione era stata bandita dalla sua mente. “C-C-C-C-CHE STAI DI-DICENDO?!? CO-COSA VUOI DI-DIRE CON QUE-QUESTO?!?” l'altra sospirò quasi rassegnata e facendo un passo avanti. “Ascoltami bene Hinata.” come aveva fatto in passato, la guardò dritta negli occhi perlacei. “L'altro giorno mi dicesti che forse Naruto ti piaceva come persona, vero?”

 

“S-sì...”

 

“Allora adesso dimmi...” le mise le mani sulle spalle per infonderle maggiore sicurezza. “...dopo averci passato altro tempo insieme e averlo invitato a pranzo. Dopo averlo visto come si comporta in presenza della tua famiglia e dopo aver constatato quanto si sia impegnato per non fare figuracce... puoi dare una risposta sicura a te stessa?” gli occhi dell'altra si spalancarono quasi avesse appena ricevuto una qualche rivelazione mistica. “I-io... da-dare una risposta... a... a me stessa?”

 

“Sì, Hinata. Se lo farai allora sarai in grado di decidere anche cosa mettere per domani.” Tenten fece scivolare le mani dalle spalle della sua padrona e si voltò per uscire dalla stanza. “A-aspetta. M-mi lasci così?” la cameriera si fermò un momento e roteò leggermente la testa verso destra così che l'altra potesse vedere un pezzo del suo volto sorridente e soddisfatto. “Ho già detto tutto quello che dovevo dire, ora la palla sta rimbalzando nella tua direzione.” detto questo raggiunse la porta ed uscì. Per qualche secondo Hinata rimase ferma col braccio proteso finché non le ricadde sul fianco. Alla fine si voltò di nuovo verso lo specchio per darsi un'altra timida occhiata. “M-magari... magari adesso N-Naruto mi... mi piace... veramente...?”

 

- - -

 

Il sole splendeva e le poche nuvole in vista erano bianche e rade, sicuramente la giornata sarebbe rimasta soleggiata. Naruto si sistemò meglio il berretto che aveva in testa ed accelerò il passo. Aveva sbagliato strada e mancavano pochi minuti alle 9. Non sarebbe arrivato in ritardo se si fosse dato una mossa.

 

Aveva preso un altro costume per quest'occasione, invece di averne uno arancione a fiamme nere, ora aveva dei boxer verde erba, non troppo aderenti ma comodi come il paio che aveva usato l'ultima volta che si era avvicinato all'acqua. Questa volta non si era messo a fare un monologo urlato perché era sicuro che, con la differenza di salinità, non avrebbe avuto problemi. In più questa volta non ci sarebbero stati in giro dei fastidiosi ragazzini a spintonare le persone. Il sorriso che aveva si allargò quando, svoltando sulla sinistra, vide finalmente il molo. -Eccomi, e sono in anticipo di almeno 2 minuti!- gli istruttori avevano suggerito di portarsi dietro una borsa o uno zainetto per metterci dentro le proprie cose perché non ci si aspettava che qualcuno arrivasse lì già in costume e ancora meno che andasse in acqua con tutti i vestiti addosso.

 

A mano a mano che si avvicinava capiva in che direzione andare perché intorno a lui iniziava a vedersi altra gente venuta lì per il suo stesso motivo. L'unico problema era che non riusciva a vedere Hinata, non aveva il cellulare con sé, perciò poteva affidarsi solo alla vista.

 

- - -

 

Hinata si era presentata sul posto con sufficiente anticipo, quando era arrivata c'erano solo altre 3 o 4 persone. Ora invece la folla era tutta intorno a lei ma le era impossibile vedere il suo partner per quell'esperienza. Alla fine aveva deciso di mettere il bikini che le aveva suggerito Tenten ma non era ancora del tutto a suo agio all'idea di essere vista con quello addosso. E c'era anche la storia del bacio della sera prima, non ne aveva parlato con nessuno ma era certa che la cosa sarebbe venuta a galla. Mentre la sua faccia si scaldava sempre di più a causa di tali pensieri, aumentò gli sforzi per trovare il suo accompagnatore senza accorgersi che un'altra persona aveva visto lei.

 

Una persona dagli arguti occhi azzurri.

 

Continuando a muoversi, la ragazza si spostò verso il limite della folla presente per avere un miglior punto di osservazione e anche per poter respirare meglio. Si era curvata leggermente in avanti quando un dito le picchiettò sulla spalla. “Hinata? Sei tu?” all'istante lei si raddrizzò, ogni nervo del suo corpo era scattato e poteva sentire il sudore formarsi sulla sua pelle e del fumo uscirle dalle orecchie. Abbozzando un amplio sorriso ruotò i piedi, ritrovandosi davanti all'uomo che stava cercando. “C-c-ciao... Na-Naruto...”

 

- - -

 

Dopo essersi mosso intorno per un po', finalmente aveva localizzato la ragazza e l'aveva raggiunta. Ma ora che si era voltata aveva una strana espressione in faccia, quasi come se fosse scioccata di vederselo davanti. Tuttavia lui agì in modo naturale, sollevando la mano per salutarla e sfoderando un sorriso a 32 denti. “Buongiorno Hinata, come va?” lei sollevò la mano a sua volta quasi come se le giunture del suo braccio fossero mezze arrugginite. “Buongiorno... N-Na-Naruto... t-t-tutto a posto, tu invece c-come stai?” il biondo capì che qualcosa non andava ma mantenne il sorriso. “Mai stato meglio! Non vedo l'ora di iniziare la nostra immersione!”

 

“G-già... l'immersione...” lui lasciò cadere le labbra e si fece serio. “Ascolta Hinata, per quello che è successo...” avrebbe voluto dire ieri sera e anche altro ma fu interrotto dall'urlo del più grande dei due istruttori. “AUGURO IL BUONGIORNO A TUTTI I PRESENTI! SONO FELICE CHE SIATE QUI CON NOI E VI AUGURO DI GODERVI QUESTA ESPERIENZA OFFERTA DALLA FORZA DELLA VOSTRA GIOVENTU'!!!” di colpo tutta l'attenzione di tutti i presenti si concentrò sulla passerella di una lunga barca ormeggiata lì vicino.

 

La gente si fece più vicina e l'istruttore continuò. “POTETE INIZIARE A SALIRE, TROVERETE I POSTI VUOTI A DUE A DUE! SOTTO IL SEDILE CI SARA' L'ATTREZZATURA CHE VI OCCORRE E DOVE POTRETE RIPORRE LE VOSTRE COSE DOPO ESSERVI PREPARATI! QUANDO SARETE TUTTI PRONTI IO E IL MIO AIUTANTE...” stranamente solo ora le persone si accorsero della presenza dell'altro vicino a quello che aveva urlato. “...VI DAREMO LE ULTIME NOZIONI PRIMA DI INIZIARE LA VOSTRA IMMERSIONE! TUTTI A BORDO ORA, PRIMA SI SALE E PRIMA SI PARTE! PRIMA SI PARTE E PRIMA VI IMMERGERETE!”

 

- - -

 

Per giungere al luogo designato ci sarebbero voluti una quindicina di minuti. Naruto e Hinata trovarono una coppia di posti disponibili e si piazzarono lì. Lui iniziò senza problemi a togliersi la maglietta e il cappello per poi metterli nella sua borsa, Hinata invece rimase seduta al suo posto con le mani sulle ginocchia, completamente cosciente di cosa avrebbe dovuto fare ma impossibilitata a causa del suo imbarazzo sempre crescente.

 

“...ata? He... ...ta? Hin... ci... ei?” Naruto aveva finito di spogliarsi e aveva già messo le pinne ai piedi e la maschera in testa tenendo la bombola fra le gambe dopo aver infilato la borsa nello scomparto sotto il sedile. Ma la mora al suo fianco non si era mossa di un millimetro, fissava il vuoto con occhi spalancati, faccia carminio e bocca semi aperta. Lui iniziò ad agitarle la mano davanti alla faccia. “Hey Hinata? Terra-chiama-Hinata! C'è nessuno qui?!?” ricevendo questo nuovo stimolo lei sbatté le palpebre più volte ritraendo leggermente il proprio corpo. Lui le rimase vicino. “Hinata, tutto okay? Avevi lo sguardo perso nel vuoto, ti senti bene?”

 

“Ah... i-io... sì... scusa, mi ero solo...” nel momento in cui si era voltata verso di lui, si accorse che era a dorso nudo. L'istante successivo lei si coprì gli occhi. “M-ma perché... pe-perché s-sei così?” lui la guardò stranito e si grattò una guancia. “Veramente si stanno spogliando tutti, fra poco dovremo immergerci. Te lo ricordi, vero?” ricordando il motivo per cui si trovava lì, abbassò lentamente le mani. “Oh... oh sì. Hai... hai ragione, scusa se ti ho... se ti ho fatto preoccupare...”

 

“Nessun disturbo Hinata, però forse dovesti iniziare a spogliarti anche tu...” gli occhi si spalancarono di nuovo, la faccia divenne ancora più rossa e il cuore iniziò a martellarle nel petto. C'era ancora quella parte. “Hinata, sicura di sentirti bene? Se non te la senti più possiamo chiedere di tornare indietro.” no, non era questo che lei voleva. Sapeva cosa fare ma era troppo imbarazzata. Abbassò lo sguardo e iniziò a giocherellare con gli indici. La sua voce si ridusse ad un sussurro. “N-niente del... ge-genere... p-però... potresti... potresti farmi u-un favore...?”

 

“Sì, di che si tratta?” lei spostò le pupille verso di lui, per ora ancora incapace di muoversi. “Tu... potresti, magari, g-girarti dall'altro lato...?” la richiesta gli parve un po' strana ma decise di accontentarla. “Va bene Hinata, come desideri.” dopo essersi voltato però gli venne in mente un pensiero. -Adesso cosa c'è di male? Non è che sotto quella canottiera rosa e quei pantaloncini bianchi sia nuda... perché NON è nuda, giusto?!? Andiamo, cosa vai a pensare?!? C-certo che non è nuda, perché diavolo hai pensato che potesse esserlo?!? Naruto Uzumaki, sei proprio un idiota pervertito!!!-

 

Mentre era impegnato a farsi la predica mentale da solo, si sentì toccare sulla spalla dalla punta di un dito. “N-Naruto? P-puoi voltarti... a-adesso....” lui obbedì e gli occhi gli si spalancarono più di una porta che viene sfondata.

 

- - -

 

A qualche metro di distanza dai due, anche un'altra coppia era pronta ad immergersi ma, curiosamente, era più interessata ai due novelli sub che al resto. “Che ne dici, ci avviciniamo per salutare la mia cara collega?” il maschio della coppia diede uno sguardo distratto ai due prima di socchiudere le palpebre sulle sue iridi nere. “Se proprio vuoi...” detto questo si alzarono e si avvicinarono placidamente al biondo ed alla ricca ereditiera.

 

- - -

 

Al momento non sapeva se maledirsi per aver dato retta a Tenten o sentirsi gratificata per quello che stava vedendo davanti a sé: gli occhi di Naruto era grandi quanto 2 fanali, la sua bocca si muoveva confusamente senza emettere suoni e il colorito della sua faccia era virato un secondo dopo che gli occhi si erano spalancati. Siccome le uniche cose che coprivano in parte le sue parti intime erano solo 3 triangolini di tessuto e cercare di coprirsi sarebbe stato ridicolo, cercò di farsi forza e di spiccicare parola. “N-Naruto... i-io...”

 

“Hinata...” il suo tono inespressivo la fece fermare. “C-cosa?”

 

“Non... mi ero... già l'altra volta avevi un... un costume davvero carino ma... ma... ma questo ti... ti rende... ti rende ancora più... carina... re-re-rende a-ancora più... ancora più giustizia a-al... al tuo fi-fisico... scolpito...” aveva parlato come sotto l'effetto di ipnosi, ma anche se la sua espressione era da ebete, le sue parole fecero uscire un piccolo sorriso sulla faccia cremisi della mora. “G-grazie... N-Naruto. S-sei da-davvero...”

 

“Bene-bene-bene, guarda un po' chi abbiamo qui!” una voce risuonò alle spalle di Hinata e lei si voltò di conseguenza. Solo per trovarsi davanti Ino e un uomo che non conosceva. Tuttavia quello che fece scattare in allarme il suo sistema nervoso non era lei o lui ma quello che aveva addosso. O forse quello che non aveva addosso.

 

Se il suo bikini poteva definirsi un palese e patetico tentativo di non andare in giro nuda, quello che la bionda aveva addosso non poteva definirsi nemmeno quello: le uniche cose che non permettevano di vedere completamente i suoi organi sessuali erano 3 sottili strisce azzurre tenute insieme su di lei da sottili fili blu scuro, quasi come a mostrare quanto poco sforzo fosse servito per denudarla. La conseguenza di questa sorpresa fu la parziale atrofizzazione della lingua di Hinata e l'incremento dell'afflusso di sangue alla sua faccia.

https://orig00.deviantart.net/b7bf/f/2017/275/a/f/ino_in_bikini__colored_version__by_epic_jp-dbpa9ma.png

(E questa è fatta da me XD. Notare il mio logo, grazie...)


“I... I-I... I... Ino?” l'altra non perse il suo sorrisetto sicuro e si mise una mano sul fianco. “Che c'è Hinata, sorpresa di vedermi qui?” colta di nuovo da un colpo di ruggine alle articolazioni, Hinata indicò con un dito tremante quello che la bionda aveva addosso. “C-c-c-che... che cos... che cos'è... qu-qu-qu-qu... quello?” l'altra si guardò per un attimo confusa prima di rialzare lo sguardo di nuovo col suo sorrisetto tipico ed allargando le braccia per mettersi ancora più in posa. “Questo è il mio nuovo monokini, Hinata. Vedo che anche tu ogni tanto mostri il tuo bel corpicino però.”

 

La sola cosa che la mora riuscì a fare fu di abbassare il braccio continuando a muovere confusamente la bocca senza però emettere suoni comprensibili o udibili. Invece gli occhi di Ino notarono chi si trovava dietro l'ereditiera e, senza perdere tempo, la bionda si parò davanti a Naruto piegandosi un pochino in avanti. “Ciao, tu devi essere un suo amico, vero?” ancora sballottato per la visione di Hinata e nuovamente colpito da quello che stava vedendo davanti a sé, Naruto fu solo in grado di annuire con la bocca mezza aperta. Ridacchiando Ino tese la mano verso di lui. “Io sono Ino, un'amica di Hinata. Tu invece come ti chiami?”

 

La mano si mosse subito per prendere quella della ragazza ma la mente ci mise 1 o 2 secondi per riprendere a funzionare in una qualche maniera decente. “I-Io... io sono... Na-Naruto.”

 

Ino rilasciò la mano ma poi si accigliò. “Scusa, ma io ti conosco?”

 

Naruto e Hinata, che intanto si era voltata, ebbero la stessa reazione. “Eh? Cosa?” poi Naruto proseguì da solo. “N-non credo di... averti incontrata... prima.”

 

“Eppure...” si sporse di nuovo avanti portando il volto, e anche il petto, a poca distanza dal biondo. Poi i suoi occhi si spalancarono. “Ah! Ecco dove ci siamo visti!” la sorpresa colse di nuovo l'avvocato. “Eh?”

 

“Tu sei quel bel fustacchione che qualche giorno fa è venuto in ufficio a cercare Hinata!” la nominata ebbe un altro attacco di panico. “INO!!! ma come ti viene in mente una cosa del genere?!?” la collega si rimise dritta, con grande sollievo del biondo, che si alzò in piedi a sua volta. “È vero Hinata, era venuto in ufficio a cercarti. Diceva di doverti dare una cosa.”

 

“Ah...” il ricordo di quel giorno riemerse dalla sua memoria. “Oh... ca-capisco...” l'altra sogghignò di nuovo mettendosi al fianco di Hinata e dandole qualche piccola gomitata. “Adesso capisco perché non mi hai mai parlato di lui, avevo intuito che fosse uno schianto, ma vederlo a dorso nudo è tutta un'altra cosa~” prima ancora che Hinata potesse anche solo andare ancora più nel panico, l'uomo che era venuto con Ino e che, apparentemente, era rimasto fermo e zitto fino a quel momento, aprì la bocca con tono tranquillo. “Ino, se questi sono amici tuoi, non dovresti presentarmi? Ho letto in un libro che è un segno di buona educazione presentare persone che conosci ma che non si conoscono fra loro.”

 

“Oh... giusto.” la bionda si spostò al fianco dell'uomo cingendogli il collo con le braccia e mostrando un luminoso sorriso. “Amici miei, ho il piacere di presentarvi Sai, il mio adorabile fidanzato.” lui sorrise chiudendo gli occhi. “Salve, come va?” Sai si presentava come un uomo non particolarmente muscoloso: aveva un bel fisico, ma non era molto pompato, gli occhi erano dello stesso nero dei suoi corti capelli e aveva un boxer nero con fascia rossa aderente. La cosa che risaltava di più però non era tanto il suo sorriso conciliante o il suo costume, ma la sua carnagione: era talmente pallido che se fosse stato visto steso di spalle lo avrebbero scambiato per un cadavere.

 

Un tantino insicuro su come agire, Naruto gli pose la mano. “Piacere, sono Naruto.” la ragazza con lui invece fece un piccolo e veloce inchino. “E io mi chiamo Hinata.” l'altro non cambiò espressione. “È un piacere conoscervi ma se devo essere sincero... il tuo ragazzo non ti è molto fedele.”

 

“...” i due si scambiarono un'occhiata confusa non sicuri di aver capito bene, poi fu la ragazza a voltarsi di nuovo verso il moro. “C-cosa intendi... d-dire con questo?”

 

“Beh, era chiaramente in soggezione quando Ino gli è andata vicino, ovviamente si è sentito attratto da lei. Una volta ho letto che questo è segno di infedeltà per un ragazzo.” adesso fu la volta di Naruto di andare nel panico. “MA CHE STAI DICENDO?!? IO E HINATA NON STIAMO INSIEME!!! E...” l'impeto iniziale si interruppe in pochi secondi. “...e... e in ogni caso...” puntò un dito verso Ino sforzandosi di NON guardarla. “E IN OGNI CASO, E' STATA LEI A COMINCIARE! SE LEI E' LA TUA FIDANZATA, COME DICE DI ESSERE, NON DOVREBBE ESSERE LEI L'INFEDELE?!?” Sai si limitò a ridacchiare ancora sorridente. “Ma lei non è mai stata attratta da te, non mi ha dato nessun motivo per dubitare dei suoi sentimenti.” il suo buonumore contagiò anche la bionda ancora avvinghiata a lui. “Non è un amore~? Come si fa a non innamorarsi di un tale faccino così carino e sincero?” senza curarsi di essere vista o no, piantò un tenero bacio sulla guancia del maschio per poi rivolgersi agli altri due. “Sai legge molto, specialmente filosofia e psichiatria. Ed è anche un artista.”

 

“U-un artista?”

 

“Certo!” Ino annuì convinta alla domanda della collega. “Lui è un disegnatore di altissimo livello. E io sono la sua musa~” sentendo il suo tono la mora e il biondo sgranarono gli occhi ma fu lei a rispondere con un'altra domanda. “L-la sua... musa?”

 

“Ovviamente. Fra le altre cose, Sai segue lezioni in piscina e quando ha sentito che oggi ci sarebbe stata una lezione all'aperto ha colto la palla al balzo e mi ha invitata.” Naruto tirò su un braccio. “Ma se andate a fare immersioni, come farà a disegnare?” alla domanda del maschio arrivò una risposta da un altro maschio. “È semplice, ho con me una penna ad inchiostro speciale che non si disperde in acqua e della carta idrofoba. Lo sapresti se non fossi ignorante in materia.” una vena apparve sulla fronte dell'avvocato. “Per tua informazione io...” avrebbe volentieri continuato ma una voce da un megafono lo interruppe. “BENE SIGNORI, FRA UN PAIO DI MINUTI SAREMO SUL LUOGO PRESTABILITO, VI INVITO A SEDERVI AI VOSTRI POSTI E AD ULTIMARE GLI ULTIMI PREPARATIVI!” fu Ino a tagliare il discorso prendendo per il braccio Sai. “Beh ragazzi, vi auguro buon divertimento!” detto questo si incamminò col ragazzo nella direzione da dove erano venuti lasciando Hinata e Naruto del tutto spaesati.

 

“M-mi... mi dispiace.” il biondo notò che la ragazza accanto a sé aveva abbassato la testa. “Cosa vuoi dire?”

 

“I-io... avrei do-dovuto fare qu-qualcosa... i-il suo comportamento p-può me-mettere in imbarazzo l-le... persone.” Lui le mise una mano sulla spalla. “Hey, non è colpa tua. La tua collega è...” si grattò la guancia alla ricerca del termine adatto. “...beh, ha il suo carattere. È senza dubbio un personaggio particolare.”

 

“L-lei è... lei è fatta così. L-le... le piace dire tu-tutto quello che... pensa.” dentro si sentiva male, e non ne capiva bene la ragione. Ino aveva senza dubbio un bel corpo e quella specie di costume che aveva addosso non nascondeva neanche una curva. Era ovvio che Naruto si sentisse attratto da lei. Ma perché le faceva male vedere questo? La sua mente tornò a quello che la sua domestica le aveva detto la sera prima:-...puoi dare una risposta sicura a te stessa?-

 

Quindi le piaceva, alla fine era successo: aveva finito col piacerle. Questa scoperta le trasmise una doppia emozione, contentezza per la cosa e tristezza per ciò che aveva visto. Forse avrebbe detto qualcosa per sbilanciare quello che era successo poco fa ma la successiva affermazione di Naruto eliminò del tutto il suo malessere interiore. “Ma nonostante il suo fisico, non può reggere il confronto con te. Ammetto che sia una gioia per gli occhi, ma le mancano un sacco di qualità che invece tu possiedi.”

 

“...” i suoi occhi erano spalancati per la sorpresa e per la gioia. Lo avrebbe abbracciato e gli avrebbe parlato come si deve ma, ancora una volta, l'avvocato la anticipò. “Hinata, prima di immergerci, possiamo sederci un momento?”

 

Rimasero qualche momento a guardarsi negli occhi con espressione seria. Alla fine Naruto si decise a dare libero sfogo ai suoi pensieri. “Io... è da quando ci siamo visti al molo che... vorrei chiederti una cosa...” Hinata si morse il labbro inferiore.-Mi parlerà sicuramente del bacio...- con sua sorpresa lui sorrise. “Ma penso che, a questo punto, possa aspettare fino a dopo l'immersione.”

 

“Eh?”

 

- - -

 

La barca aveva rallentato per permettere alle persone di immergersi. Vicino al bordo posteriore si trovava il ragazzo che aveva salvato Naruto in piscina. “MOLTO BENE GENTE! IL MOMENTO E' ARRIVATO, AUGURIAMO A TUTTI UNA BELLISSIMA ED ISTRUTTIVA ESPERIENZA!” si schiarì la gola un momento. “Ora, dal momento che siete a coppie, potete tuffarvi due alla volta. Siccome la barca è sempre in movimento, non correrete il rischio di cadere addosso a chi si è tuffato prima di voi. BUON DIVERTIMENTO!!!”

 

L'imbarcazione iniziò a perdere il suo carico umano, si sarebbe fermata del tutto dopo il tuffo dell'ultima coppia e le bombole avevano un'autonomia di 30 minuti. Alcuni si tuffavano saltando in avanti, altri semplicemente scivolavano dalla barca in acqua e altri ancora si gettavano all'indietro.

 

Arrivò il turno di Hinata e Naruto. Entrambi sistemarono la maschera in faccia e misero l'erogatore in bocca. Mettendosi di spalle si scambiarono un'occhiata e si presero per mano. Spingendosi all'indietro il loro corpo infranse la superficie dell'acqua.
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Note d'Autore: Salve, questa volta il gap fra un capitolo e l'altro è più corto XD. Prima che me ne dimentichi vi dico che in questo capitolo c'è un piccolo riferimento al capitolo 1, vediamo se lo trovate :P. Poi, qualcuno si è sicuramente rifatto gli occhi con le immagini qua sopra BD. Eeeeeeeeee... con la fine del prossimo capitolo farò un appello a voi per sapere se fare o no un capitolo Extra... Chi si aspettava che il misterioso ragazzo fosse Sai? HAHAHAHAHA!!! Ho cercato di renderlo il più fedele possibile al suo IO originale, ma se notate buchi o altro, ditemelo con un commento. E Ino ha avuto il suo ingresso esplosivo HAHAHAHAHA!!! Mi sono divertito quando ho scritto la sua parte, avrei voluto aggiungere una scena in cui strizzava il seno di Hinata ma poi ho evitato sia perchè Naruto non può ancora morire dissanguato e sia perchè non volevo allungare troppo il brodo. Scritto questo: vi saluto, vi invito (ancora) a commentare anche se la storia vi fa schifo o avete idee migliori delle mie per il futuro, vi auguro buona lettura e ci scriviamo al prossimo capitolo! CIAO!

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Capitolo 18
*** Un'Esperienza Indimenticabile ***


Freddo, la prima cosa che percepì fu l'abbassamento della temperatura intorno a sé. Sebbene avesse passato gli ultimi minuti in costume, una cosa era restare all'aria aperta ed un'altra era andare sott'acqua. Il suo corpo fu percorso da un breve brivido. Gli occhi e le narici erano protetti grazie alla maschera e il “tuffo” non aveva compromesso le sue capacità respiratorie.

 

Naruto diede un colpo di pinna per girarsi dritto, dopo l'impatto con la superficie dell'acqua aveva perso il contatto con la mano di Hinata e voleva ritrovare la ragazza il prima possibile. Ciò però non fu necessario perché nel momento in cui aprì gli occhi azzurri per vedere i dintorni, la mora si trovava vicino a lui, anch'essa in posizione eretta e senza mostrare cenni di smarrimento o confusione. Sentì dei tonfi poco sopra di loro e vide le ultime coppie ora in acqua. La chiglia della barca poco distante e visibile sulla superficie.

 

Le altre persone iniziarono a nuotare verso il basso senza curarsi di lui mentre la sua partner gli si avvicinò toccandogli un braccio con un dito per poi chiedergli a gesti se tutto fosse a posto. Lui annuì e le offrì nuovamente la mano, lei la prese ed entrambi imitarono le persone che li avevano preceduti.

 

- - -

 

Vide che tutto era a posto, Naruto sembrava a suo agio mentre nuotavano insieme verso il fondale. I suoi occhi perlacei si focalizzarono un momento sulle loro mani giunte e per qualche motivo le sue guance si arrossarono. -Adesso perché sto arrossendo? Ci stiamo solo tenendo per mano, non è che lui abbia lo sguardo fisso sul mio corpo...- pensare al suo corpo le ricordò cosa stesse indossando e, spinta dal dubbio, si voltò nuovamente avanti per controllare lo sguardo del biondo. Evidentemente neppure lui stava più pensando al suo bikini perché la testa era in posizione frontale, nella direzione in cui si stavano dirigendo. Rilasciando delle bolle di sollievo, Hinata smise di tormentarsi la mente e continuò a nuotare.

 

Sembrava quasi che ogni coppia si fosse data appuntamento vicino al fondale sabbioso perché avevano visto tutti dirigersi nella stessa direzione, ma ora ogni duo prendeva la propria strada. Di quelli nascosti alla vista da qualche formazione corallina era possibile vedere le brevi colonne di bolle che rilasciavano rivelandone la presenza. Lei notò Naruto inginocchiarsi sulla sabbia e volgersi verso di lei, comprese che sarebbe stata lei ora a decidere dove dirigersi e fece un cenno di assenso per poi iniziare a guardarsi intorno.

 

In quella zona la vita sottomarina era senza dubbio ben sviluppata: formazioni di coralli, piccoli e grandi banchi di pesciolini, spugne sulle rocce, stelle marine e ricci di mare, qualche paguro che zampettava trascinandosi dietro la propria conchiglia, alghe fluttuanti e pesci variopinti isolati erano tutti intorno a loro. Se fossero stati negozietti di un centro commerciale forse avrebbe seguito una qualche logica per vederli tutti, ma qui la situazione era ben diversa.

 

Ancora indecisa, il suo sguardo venne attirato dal movimento di una ragazza distante da loro forse 10 o 15 metri. Una ragazza bionda. Con poco o niente addosso. E un uomo moro e pallido vicino a lei. Stava agitando un braccio forse per salutarli o invitarli ad avvicinarsi ma Hinata voleva assolutamente evitare ogni complicanza.

 

Alla fine la sua scelta fu orientata ad evitare di trovarsi per qualche ragione vicino Ino, così indicò qualcosa nell'opposta direzione ignorando la collega e ottenendo un cenno di assenso da parte di Naruto.

 

- - -

 

Si chiese cosa avesse visto di così strano da reagire in quel modo: l'avvocato aveva visto l'ereditiera sgranare un momento gli occhi rilasciando più aria e poi voltarsi di colpo, avrebbe provato a guardare nella stessa direzione anche lui se lei non gli avesse indicato una nuova via da seguire.

 

Nuotarono per qualche metro incrociando anche qualche altro palombaro lungo la strada fino a giungere a destinazione. Davanti a loro si trovava una piccola scarpata sabbiosa, il fondale si abbassava di qualche metro quasi verticalmente.

 

Se quello fosse stato un pianoro roccioso adesso sarebbero stati davanti ad un crepaccio, ma lì, sott'acqua, la sabbia formava una curiosa forma ad S specchiata. Sul fondale si intravedeva altra flora e fauna subacquea.

 

Lui si voltò verso di lei sorridendo per quanto gli fosse possibile e mostrandole il pollice. Lei annuì chiudendo gli occhi e ricambiando il sorriso smorzato. Le altre coppie non dovevano aver notato quella depressione perché non c'erano esseri umani lì oltre a loro. Lui le fece un cenno con la mano per invitarla a seguirlo e si spinse oltre lo scalino sabbioso lasciandosi cadere verso il basso.

 

Finora aveva apprezzato come andavano le cose: non aveva ancora visto niente di particolare, ma l'acqua non gli stava dando problemi e la presenza di Hinata al suo fianco gli conferiva ulteriore euforia. Naturalmente non stava pensando a quello di cui dovevano parlare, come le aveva detto, ne avrebbero parlato dopo l'immersione.

 

- - -

 

Non pensava di trovare una simile area nascosta, la sua sorpresa era pari, se non superiore, a quella del biondo. Ma poi lui mostrò di apprezzare la sua scoperta e si mosse in avanti indicandole di seguirlo. Lei imitò il suo movimento senza paura.

 

Scesero verso il fondale vicini ma non a contatto diretto, lei notò le fuggevoli occhiate che lui le dava, non comprese su cosa si focalizzasse ma capì che la cosa lo imbarazzava perché ogni qualvolta che i loro occhi si incrociavano, lui distoglieva lo sguardo. Percepì una punta di imbarazzo, dopotutto era rimasto a bocca aperta quando aveva visto com'era vestita e magari ora stava tentando di guardarla ancora senza farsi scoprire. Piccole nuvole sferiche di CO2 risalirono partendo dai loro erogatori.

 

Il fondale era meno uniforme di quanto apparisse: la maggior parte di esso era un tappeto sabbioso cosparso qui e là di sassi e pietre su cui trovavano appiglio alghe, un paio di ostriche e anche qualche anemone ma c'erano anche piccole formazioni rocciose: blocchi di pietra percorsi da cunicoli naturali o erosi dalle correnti fino a diventare grotte in miniatura. In questo fiabesco ambiente miriadi di animali piccoli e grandi vivevano la loro vita. Ed ora Naruto ed Hinata si stavano accingendo ad osservarli.

 

Il primo elemento ad attirare la loro attenzione fu una tartaruga. Una tartaruga lunga poco meno di loro intenta a nuotare placidamente in mezzo a delle alghe. Il biondo la indicò rilasciando qualche bolla in più e la mora lo seguì. Il rettile era quasi fermo e, quando i due si aggrapparono al suo guscio, non diede segnali di fastidio. L'acqua limpida permetteva ai due di vedere ogni sfumatura di colore della sua pelle squamosa.

 

La parte divertente arrivò dopo: per qualche motivo la tartaruga fece ondeggiare le pinne frontali accelerando la propria andatura e tirando i due con sé senza apparente fatica. I due “passeggeri” si scambiarono uno sguardo divertito, in pratica stavano facendo una mini-crociera sottomarina senza pagare il biglietto.

 

Percorsero 1 o 2 decine di metri prima di mollare la presa e lasciare in pace quello che era stato il loro momentaneo mezzo di trasporto. La ragazza poggiò sul soffice fondale le ginocchia e Naruto la imitò posizionandosi davanti a lei.

 

Per un lungo momento ignorarono tutto intorno a loro perdendosi nei loro sguardi uniti: lei poggiò le mani sui suoi pettorali e lui le accarezzò una ciocca di capelli fluttuante. I loro sguardi si fecero sognanti mentre i residui della loro respirazione risalivano verso l'alto.

 

- - -

 

-È così bella, vorrei che questo momento non finisse mai...- Naruto era perso nei suoi occhi perlacei, si era divertito a farsi portare a spasso dalla tartaruga ma ora che si trovava davanti a lei, solo, in quel luogo quasi surreale e senza altri pensieri per la testa stava iniziando a rilassarsi sul serio. I suoi capelli erano morbidi e setosi, non si era opposta quando lui glieli aveva toccati. E poi il suo sguardo e il suo tocco. Per qualche curiosa ragione percepiva la freschezza della sua pelle, ma allo stesso tempo il contatto gli stava trasmettendo un piacevole calore.

 

Senza dover distogliere lo sguardo dalla maschera di lei, gli era anche possibile vedere il resto del suo corpo: il costume che indossava le stava bene, benissimo. Non era visibile nessuna parte strettamente sessuale ma la copertura che le nascondeva parzialmente il seno non gli impediva di intuire cosa si trovasse dietro il pezzo di tessuto.

 

Avrebbe potuto toglierlo? Era un bikini con i nodi, cosa ci sarebbe voluto per scioglierli e liberare il petto della mora da tale costrizione?

 

Gli occhi gli si spalancarono mentre rilasciava una grossa nuvola dall'erogatore. -Oddio, lo sto facendo di nuovo!!! Ancora pensieri impuri su di lei! Piantala Naruto, PIANTALA! Domina il tuo istinto pervertitico, ti ha già messo nei guai altre volte!- lui ritirò la mano e distolse lo sguardo da lei indicando qualcosa in lontananza per poi iniziare a muoversi in tale direzione facendo scivolare i suoi pettorali sotto i palmi della ragazza.

 

- - -

 

Non capì cos'era successo, un secondo prima il biondo le stava accarezzando i capelli con una mano guardandola teneramente e poi, di colpo, lui cambiò tono quasi come se si fosse accorto di stare facendo qualcosa di sbagliato o stupido. Non fu impensierita dal suo grosso rilascio gassoso, ma le rimase il dubbio mentre ruotava il busto per seguirlo. -Cosa gli è successo? Perché di colpo ha spalancato gli occhi e poi ha iniziato ad allontanarsi?-

 

La ragazza non si era accorta che il maschio era riuscito a vedere anche altre sue parti del corpo, forse se avesse avuto tale consapevolezza, anche lei avrebbe rilasciato una grossa bolla di imbarazzo. Prima di ritirare le mani da lui per coprirsi. E poi magari anche per dargli uno schiaffo.

 

- - -

 

Passarono una piacevole quindicina di minuti guardando ed interagendo con le forme di vita intorno a loro. Il maschio si sforzò di non trovarsi di nuovo nelle condizioni precedenti e la ragazza non fece più caso a quello che non era accaduto prima.

 

Si erano spostati in una zona eterogenea: il manto sabbioso era come una chiazza d'acqua irregolare intervallato da piccoli sassi, coralli e rocce bucherellate. Hinata era affascinata da un branchetto di cavallucci marini che stavano nuotando vicino a loro. Si erano seduti sulla sabbia perché non c'era motivo di restare inginocchiati dal momento che c'erano molte cose da vedere in quella zona.

 

Il suo compagno spostava lo sguardo dai cavallucci alla ragazza cercando di non abbassare lo sguardo al di sotto del suo collo, fortunatamente i suoi capelli fluttuanti avevano ancora una sorta di presa su di lui, e questo lo aiutò a controllare meglio i muscoli del collo. Quando poi i cavallucci andarono via lui si voltò verso il corallo per vedere quali sorprese avrebbe trovato e, dopo essersi spostato di qualche metro, ritornò dalla ragazza con una stella marina in mano.

 

Lei lo guardò confusa non comprendendo il suo gesto ma lui indicò prima la stella e poi lei. In pratica doveva essere una sorta di regalo, un souvenir di quell'esperienza. Lei sospirò lusingata ma prese la stella e la mise di nuovo sul corallo.

 

Per poi fargli capire che aveva apprezzato il suo gesto, strisciò con le gambe fino a raggiungerlo e, senza protendersi troppo (il ricordo di quanto accaduto in piscina era ancora ben vivido nella sua memoria) gli diede un piccolo abbraccio. Naruto percepì il minimo contatto fra il suo petto e la cosa che lo separava dalla sua pelle e, sforzandosi di non agitarsi e di avvicinarla troppo, ricambiò affettuosamente il gesto.

 

- - -

 

Si sentiva bene, stava percependo delle belle sensazioni e il cuore era sotto controllo. Hinata non aveva intenzione di rifiutare il regalo del biondo, ma se ciò avrebbe portato alla morte della stella, allora era meglio se fosse rimasta al suo posto e avesse continuato a vivere tranquilla. Non voleva però che lui si facesse l'idea sbagliata, che lei avesse rifiutato. Era per questo che ora lo stava abbracciando, era per questo che erano poggiati l'una sull'altro.

 

Chiuse gli occhi iniziando a rilassarsi mentre l'acqua le massaggiava oniricamente tutto il corpo. Forse aveva esagerato un po' questa volta, Naruto non era rimasto fissato sul suo indumento più di tanto, il suo imbarazzo nello spogliarsi si era apparentemente dileguato e di Ino e del suo strano fidanzato non se ne vedeva traccia. Tutto stava andando bene e avrebbe conservato il ricordo di quest'esperienza a lungo.

 

Le sarebbe piaciuto restare in quello stato ancora un po' ma non avevano un tempo infinito a disposizione, era sicura che la mezz'ora non fosse ancora scaduta ma un controllo non avrebbe sicuramente guastato niente.

 

- - -

 

Naruto la sentì tirarsi indietro, fu grato e un po' rattristato da questo ma si prese la briga di non lasciarlo intendere alla ragazza. Quest'ultima, ora inginocchiata davanti a lui, stava armeggiando con qualcosa al suo fianco. -Non si era portata qualcosa dietro, vero? Cos'è, le sta dando fastidio il nodo del bikini? … MA CHE DIAVOLO VADO A PENSARE?!? Accidenti a te Naruto! Quando saremo da soli ti farò una bella ramanzina!- le sue elucubrazioni cessarono come lei sollevò lo strumento che aveva cercato di afferrare: nella sua mano c'era il manometro collegato alla bombola.

 

Lei lo guardò concentrata e poi lo rivolse verso di lui per fargli vedere quanto tempo le restava: la lancetta sul pannello era poco a sinistra della metà, aveva ancora una decina di minuti abbondante. Lui rizzò un indice per poi fare la stessa cosa e, dopo averlo preso e visto, mostrò anche a lei il suo manometro: anche lui aveva 10 minuti buoni di autonomia.

 

Lei annuì facendo un cerchio con pollice ed indice per fargli capire che aveva capito e lui fece altrettanto. Lasciarono ricadere nel vuoto i loro strumenti di misurazione e si guardarono ancora intorno alla ricerca di altro da vedere.

 

Lui venne attirato da una piccola formazione rocciosa crivellata mentre lei vide un piccolo giardino subacqueo nell'opposta direzione. Quando si voltarono per indicare all'altro quello che avevano visto si accorsero di stare indicando 2 cose separate come 2 poli. Per un momento rimasero confusi sul da farsi ma poi Hinata abbassò la testa apparentemente sconsolata rilasciando un po' d'aria.

 

Non avrebbe voluto fargli perdere qualcosa ma non avevano nemmeno il tempo di vedere ogni particolare, perciò si rassegnò a seguirlo ma sentì le sue mani sulle spalle e alzò lo sguardo con confusa sorpresa. Lui la stava guardando serio mentre mormorava qualcosa con l'erogatore in bocca. Lei non comprese e piegò la testa di lato. Vedendo che lei non aveva capito, Naruto si aiutò con le mani ora libere. Facendo gesti e segnali le “disse” che poteva iniziare ad avviarsi dove desiderava e che lui l'avrebbe raggiunta poco dopo, giusto il tempo di dare un'occhiata a qualche buco. Lei annuì contenta e si girò iniziando a nuotare nell'altra direzione.

 

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Naruto rimase fermo qualche secondo a guardarla e godendosi la vista davanti a sé prima di accorgersi di nuovo di cosa stava facendo e scuotendo ancora la testa rilasciando aria per il movimento e per i suoi grugniti. Si voltò nell'opposta direzione iniziando a nuotare. -Accidenti a me! Accidenti a me! Accidenti a me! Accidenti a me! Accidenti a me! Accidenti a me!- continuò a ripetere tale nenia finché non giunse a destinazione.

 

Si aggrappò alla roccia per avere un appiglio ed iniziò ad osservare le varie entrate. La maggior parte di essere erano una semplice rientranza della roccia, ci trovò qualche alga e un paio di molluschi ancorati. Altri erano solo buchi più grandi senza niente dentro ed altri ancora erano piccoli cunicoli non più larghi della circonferenza del suo dito indice. Non ci mise poi troppo tempo a fare la sua ispezione, se avesse saputo che i buchi non erano poi così profondi avrebbe invitato la ragazza a seguirlo, sicuro di non rubarle troppo tempo per questo.

 

Poi vide, vicino alla base un buco diverso: era più largo degli altri e non se ne vedeva la fine da lontano. -Forse qui ci troverò qualcosa di interessante, magari la classica lettera chiusa in una bottiglia...- ridacchiò rilasciando piccole bollicine e poi si avvicinò al buco. Si sarebbe potuto infilare solo fino a metà busto, poi la bombola sulle spalle gli avrebbe impedito di procedere oltre ma gli andò bene così. Quello che non poteva immaginare era che il buco non fosse privo di inquilino.

 

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Era divertente, come passava la mano su di essi, tutti quei piccoli fiori fluttuanti si chiudevano all'istante per poi riaprirsi poco dopo. Hinata non sapeva se fossero forme di vita vegetali o animali, ma avrebbe voluto condividere questo simpatico momento con Naruto. Si voltò indietro e lo vide davanti alla grossa roccia bucherellata che aveva indicato, non erano poi a così grande distanza, ci avrebbe messo non più di 10 secondi a raggiungerla. Consolata da questo pensiero, la mora dagli occhi perlacei tornò a guardare davanti a sé focalizzandosi su un piccolo fiore variopinto.

 

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La murena era tranquillamente a sonnecchiare ad occhi aperti nella sua tana rocciosa quando percepì del movimento all'entrata. Non sapeva di cosa si trattasse ma qualunque cosa fosse se ne sarebbe andata, dopotutto questa era casa sua. Non aveva fame, non avrebbe morso subito, ma se lo scocciatore di turno non avesse mosso le pinne gli avrebbe lasciato un segno ben evidente addosso.

 

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Naruto fu colto da totale sorpresa, dal nulla sbucò una faccia di murena con la bocca spalancata. Il corpo reagì di conseguenza: se le braccia e le gambe agirono bene facendolo spostare all'indietro per allontanarsi, il suo cervello reagì male. Preso dal panico, il biondo spalancò la bocca urlando e perdendo la sua fonte d'aria mentre ricadeva all'indietro ancora non pienamente consapevole di quello che era successo.

 

- - -

 

Perfetto, lo scocciatore era andato via, era parecchio grosso ma aveva capito subito che con lei non poteva scherzare. Soddisfatta del suo lavoro di guardiana, la murena chiuse le fauci e ritornò dentro il suo buco. Naturalmente non sapeva che l'essere che aveva scacciato stava soffrendo molto più di prima per ovvie ragioni.

 

- - -

 

La ragazza sentì un ovattato rumore improvviso e non del tutto chiaro. Intuendo solo relativamente da dove provenisse tale suono, si voltò indietro. Solo per vedere l'avvocato biondo cadere di schiena sul tappeto sabbioso senza l'erogatore in bocca e rilasciando un sacco di aria mentre qualcosa di scuro spariva dentro un buco sulla roccia. La sola cosa che fece prima di lanciarsi al suo soccorso fu di spalancare gli occhi, poi lanciò solo un urlo all'interno della sua mente. -NARUTO!!!-

 

- - -

 

Aveva capito di stare perdendo aria, i denti si erano stretti nel tentativo di arginare le perdite ma purtroppo la loro chiusura non era ermetica. L'uomo agitò freneticamente le braccia, e per qualche riflesso incondizionato, anche le gambe nel tentativo di riprendere il dannato erogatore. I suoi sforzi gli fecero solo perdere altra aria. In teoria avrebbe dovuto mettersi in posizione eretta e muovere il braccio in modo circolare dietro di sé per prendere il tubo che aveva perso, glielo avevano insegnato in piscina. Ma il panico prima per la murena ed ora per l'aria gli avevano fatto dimenticare la lezione o forse non era in condizione di pensarci.

 

In ogni caso iniziò a scalciare confusamente, ancora incapace di riprendere a respirare, mentre gli occhi iniziarono a sbattergli e la mente si annebbiava per lo sforzo che stava consumando l'ossigeno che non aveva ancora perso.

 

Poi, qualcosa iniziò a spingere contro i suoi denti, non più tanto serrati, finché non li fece separare infilandosi in mezzo a loro. Naruto serrò gli occhi e portò le mani davanti alla bocca per tenere ben fermo qualunque coso ci fosse perché lo aveva fatto iniziare di nuovo a respirare. Forse pensava che il suo erogatore fosse, per qualche misteriosa ragione, tornato al suo posto.

 

Quando riaprì gli occhi vide che la verità era un'altra.

 

- - -

 

Hinata stava trattenendo il respiro. Lo faceva per non morire annegata ovviamente, ma anche per la tensione che la stava attanagliando. Si era lanciata in avanti senza pensarci 2 volte, se non avesse ripreso subito a respirare, Naruto sarebbe morto. E lei era la sola in quel luogo e in quel momento con la possibilità di fare qualcosa.

 

Non aveva pensato di ridargli l'erogatore della sua bombola, non aveva avuto il tempo di pensare a quello. L'unica idea immediata era stata quella di usare la propria scorta per il salvataggio immediato. Così aveva fatto un respiro profondo per poi spingere il proprio erogatore nella bocca dell'uomo in difficoltà. I fatti l'avevano favorita. Lui si stava riprendendo.

 

- - -

 

La prima cosa che Naruto vide quando la nebbia gli sparì dagli occhi fu Hinata inginocchiata al suo fianco con le labbra serrate e con una sua mano e un tubo posizionati sotto le sue mani. Il suo cervello si decise a funzionare in fretta per una volta. Si mise subito seduto e restituì l'erogatore alla legittima proprietaria che in cambio gli porse quello sotto la sua giurisdizione.

 

Fu solo dopo che entrambi furono di nuovo in grado di respirare che si gettarono l'uno fra le braccia dell'altro senza badare se i loro tronchi venivano a contatto o di quanto fossero pressati l'uno contro l'altro. Entrambi rilasciarono un bel po' d'aria: Hinata per il sollievo e lui facendo respiri profondi nel tentativo di riportare i livelli di ossigeno dentro di sé a livelli ottimali.

 

Nessuno dei due fece caso a quanto erano vicini questa volta. Se prima solo le punte più protese del bikini di Hinata avevano sfiorato la pelle di lui, ora il suo seno era schiacciato contro i suoi pettorali, così tanto che le sue tette erano anche un po' deformate. Nessuno dei due pensò a questo o a sentirsi imbarazzato per il contatto, al momento avevano altri pensieri per la testa e tali pensieri mascherarono ogni altra sensazione.

 

Quando si separarono Naruto iniziò a gesticolare indicando la formazione rocciosa vicina ma Hinata si limitò ad annuire senza capire o tentare di capire cosa volesse dire il biondo. Alla fine gli prese gentilmente il volto fra le mani per farlo smettere di mormorare e fece in modo che la guadasse in faccia. Lei gli rivolse, per quanto le fosse possibile, la faccia più sollevata e felice che potesse rivolgergli.

 

-Oh Mio Dio, questa è la seconda volta che mi salvi la vita... e l'ambiente è sempre simile. E questa volta hai fatto tutto da sola, senza l'aiuto di qualche istruttore sopacciglione... e...- il suo flusso di pensieri si interruppe quando lei chiuse le palpebre un paio di volte e lui contemplò tale movimento. Le sue morbide mani erano ancora sulle sue guance. -...e sei così bella... e io...-

 

I suoi pensieri si interruppero di nuovo. Se prima nutriva ancora dei dubbi, ora non ne aveva più. Si era innamorato di lei. Veramente. Non da sbronzo o da uomo confuso dopo una sbornia, ma in maniera cosciente.

 

Ancora guardandola negli occhi le prese le mani e se le mise sulle spalle. Fece un respiro profondo e si tolse dalla bocca l'erogatore rimuovendo poi anche la propria maschera che venne lasciata libera di adagiarsi sulla sabbia. Infine protese la mano verso di lei.

 

- - -

 

Lo vide liberarsi di erogatore e maschera. Non sapeva cosa avesse in mente ma sapeva cosa stava per fare. Non oppose resistenza quando lui le tolse quello che aveva dalla bocca e, quando lui lentamente mise le mani ai lati della sua maschera per toglierla, chiuse solo gli occhi un secondo quando questi entrarono a contatto con l'acqua salata. Anche la sua maschera si adagiò sul fondo mentre i suoi capelli iniziavano a fluttuare di più e lui le metteva una mano dietro il collo per avvicinarla a sé.

 

Avrebbe potuto opporre resistenza se avesse voluto, avrebbe potuto fermarlo con le mani ma invece inclinò la testa verso l'alto quando lui avvicinò la sua. Chiuse gli occhi e si affidò completamente a lui un istante prima che le loro labbra si unissero.

 

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Lei gli cinse il collo mentre lui metteva l'altra mano sul suo fianco. Chiuse gli occhi godendosi le sue labbra per la prima vera volta. I lunghi capelli di lei accarezzarono le loro membra mentre lui portava di nuovo i loro corpi a contatto diretto. Un suo dito sfiorò il nodo dietro il collo di lei ma per una volta l'istinto perse la battaglia. Ruotarono entrambi la testa in sincronia approfondendo il bacio e rilasciando piccole ed ignorate bollicine dalle labbra. Lui si piegò in avanti e lei mosse una mano lungo la sua mascella per accarezzargli la guancia. L'altra sua mano stava già esplorando il suo cuoio capelluto.

 

Sarebbe stato in paradiso se in un angolo della sua mente il pensiero di non essere stato ancora perdonato ufficialmente gli fece spalancare un attimo gli occhi. Solo un attimo, lei non aveva avuto modo di parlare, se questo fosse stato un altro sbaglio ne avrebbero discusso dopo.
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Note d'Autore: Salve... per quanto non mi sono fatto sentire? Due mesi, tre? Mi dispiace, problemi vari e a più riprese mi hanno impedito di lavorare a questa storia MA adesso cercherò di recuperare il tempo perduto. E per tentare di fare ammenda per questo luuuuuuungo tempo di "Hiatus", comunico ai rispettati lettori (se ancora ci sono) che ci sarà un capitolo Extra dopo questo. In pratica un What if basato su questo bivio: "Un suo dito sfiorò il nodo dietro il collo di lei ma per una volta l'istinto perse la battaglia.". La domanda e il bivio che ho creato ora sono: E se l'istinto avesse vinto la battaglia? Tenete sotto controllo la raccolta: Living in the Moment (Capitoli Extra) per il prossimo aggiornamento! Scritto questo, mi auguro di riuscire a recuperare il tempo perso, di regalare a tutti una piacevole (e intensa) lettura e... saluto tutti quelli che ancora mi seguono. Ciao!
 

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Capitolo 19
*** The After-Immersion ***


-Sto davvero facendo la cosa giusta? È questo quello che voglio?- queste domande iniziarono a vorticare nella mente di Hinata mentre il suo corpo si abbandonava al bacio col biondo. Non era dispiaciuta, né si sentiva forzata. Era in pace con sé stessa eppure il dubbio o la paura di aver fatto un altro sbaglio non le stavano permettendo di godersi pienamente la situazione.

 

Lo avrebbe potuto fermare in qualsiasi momento, aveva tenuto le mani sulle sue spalle per tutto il tempo mentre lui si accingeva a baciarla ma non lo aveva fatto. Si era resa conto già prima di immergersi di provare effettivamente qualcosa di profondo per lui, le piaceva. Ma non era sicura che fosse amore. D'altro canto non aveva avuto esperienze del genere in passato: non essendo mai stata fidanzata, non poteva aver amato nessuno in quel senso.

 

Eppure anche se la sua mente stava dibattendo tutto questo, il suo corpo era in moto sincronizzato con quello dell'avvocato. Le mani gli stavano accarezzando capelli e faccia, le labbra stavano danzando insieme a quelle di lui e i loro corpi erano di nuovo a contatto diretto. Sentiva che il suo seno era pressato contro il suo petto, l'ultima volta che era successo si erano ritratti entrambi in preda all'imbarazzo. Perché ora era diverso?

 

Magari perché non c'era nessuno lì presente che potesse vederli? Ovviamente no, a questo punto non le sarebbe importato. Allora cosa? Doveva aver sviluppato sicuramente dei sentimenti per lui che non provava ai tempi di quell'uscita. Di questo era certa. Ma quando era accaduto? Le mani di Naruto le stavano accarezzando la schiena e la sensazione le trasmise un brivido. Un piccolo, breve e piacevole brivido.

 

Naruto, già. Si erano risentiti, avevano parlato altre volte. Ed era andato a pranzo a casa sua. Lei aveva fatto 1000 congetture su come sarebbero andate le cose, anche con lui presente. Ma tutto era andato bene. E poi... poi si erano salutati e... lei lo aveva baciato. Un celere bacio sulla guancia. Provava qualcosa per lui già da quel giorno? Non ne era del tutto sicura.

 

Tuttavia, alla fine, fu certa di non voler essere da nessun'altra parte a fare nessun'altra cosa, andava bene essere lì a baciarsi con Naruto.

 

- - -

 

Lui aveva richiuso gli occhi, il pensiero di stare commettendo un altro errore era sparito e tutto quello che era rimasto erano lui e lei, uniti, a baciarsi. Con le mani aveva preso ad esplorarle la schiena. La sua pelle sembrava quasi un giardino coperto da una soffice e bassa copertura erbosa: non rammentava di aver mai toccato una pelle così liscia. In nessuna occasione e con nessuna donna prima di lei.

 

Percepì il suo corpo tremare un momento fra le sue braccia, solo un momento però. Le loro labbra erano ancora unite e il movimento delle loro teste non era cessato né diminuito. E ogni loro punto di contatto gli trasmetteva piacevoli sensazioni, se fosse stato un poco di buono o non avesse avuto quel poco autocontrollo che aveva, avrebbe potuto spogliarla e farla sua. Invece questo bacio valeva più di tutte le volte che si era portato una donna a letto.

 

Nonostante tutto era cosciente di non essere un pesce e, malgrado fossero in grado di scambiare un po' d'aria grazie al loro bacio sempre più approfondito, sapeva che presto o tardi questo momento sarebbe passato.

 

La cosa alla fine avvenne: lei aveva di nuovo posizionato le mani sul suo petto e, ad un certo punto, iniziò a mormorare e a spingere contro i suoi pettorali. Naruto riaprì gli occhi e vide che, anche se Hinata non aveva sollevato le palpebre, stava rilasciando aria da naso e aveva un'espressione leggermente accigliata. -V-vuoi vedere che si è sforzata per non rompere subito il nostro bacio?- senza perdere altro tempo, il biondo si mise in moto per la corvina.

 

- - -

 

Stava facendo del suo meglio perché il loro momento non finisse, stava esaurendo le sue riserve d'ossigeno ma non voleva lo stesso separarsi dal lui. Invece fu lui a far cessare la loro unione. Lo sentì afferrarle le spalle allontanandola e separando i loro corpi ancora una volta. Quando però riaprì gli occhi vide che le stava dando il suo erogatore. Lei lo accettò tenendolo da sola.

 

Lo vide fare la stessa cosa. Restarono per qualche secondo lui seduto e lei inginocchiata a rifornire i propri polmoni. Lei aveva lo sguardo basso ma era sicura che lui la stesse osservando. Quello che avevano appena fatto era denso di significato e ne erano coscienti entrambi. Lui le tocco ancora la spalla per attirare la sua attenzione. -E ora che succede?- quando alzò lo sguardo lui aveva ripreso la sua maschera e voleva porgergliela così avrebbe potuto rimettersela. Hinata annuì e la prese.

 

- - -

 

La vide piegare indietro la testa rilasciando aria per rimettersi la maschera come avevano fatto in piscina, fece anche lui la stessa cosa. Quando entrambi ebbero di nuovo addosso l'intero equipaggiamento incrociarono ancora gli sguardi. E le due coppie di occhi si spalancarono per l'ennesima volta. In verità non era sicuro di cosa fare, baciarla non rientrava nei suoi programmi e quando gli era venuto in mente non sapeva se lei fosse stata consenziente. Eppure era successo.

 

Non appariva infastidita o arrabbiata, si era reso conto che era piaciuto anche a lei ma non sapeva come comportarsi al momento e vederla non gli aveva suggerito nulla: era vero che la ragazza aveva alzato lo sguardo e reagito nel suo stesso modo ma, a parte quello, era inginocchiata a giocherellare con gli indici insicura su cosa fare.

 

Gli venne in mente di controllare l'erogatore, dopo tutto quello che era successo non sapeva quanto tempo avessero ancora a disposizione e avere un'informazione in più non gli avrebbe certamente arrecato danno. Lo prese e lo portò davanti alla sua faccia. Solo in quel momento si rese conto di quanta aria avesse effettivamente consumato, secondo lo strumento gli restava meno della metà di un quarto dell'intera bombola, tradotto in numeri: 5 o 6 minuti. Giusto il tempo di risalire senza troppa fretta.

 

Lo girò per mostrarlo alla ragazza indicandolo con un indice e lei annuì. Era infine arrivata l'ora di tornare in superficie.

 

- - -

 

Non ci aveva più pensato, le loro riserve d'ossigeno si erano consumate molto velocemente con tutto quello che era successo. Nella sua mente stava dibattendo su come considerare l'esperienza: senza dubbio era stata positiva fra quello che avevano visto, quello che avevano evitato e anche quello che avevano condiviso alla fine. Ma come incasellare la parte finale nel loro contesto? Si erano baciati. Consapevolmente e senza ripensamenti. Era erano entrambi perfettamente lucidi, non c'era traccia di alcool nei loro corpi che potesse dirottare i loro pensieri in qualche modo.

 

Dovette smettere di pensare a tutto questo perché ora dovevano tornare su. Non sapeva dove potessero essere gli altri partecipanti, non aveva idea di dove fossero andati Ino e Sai a fare... qualsiasi cosa avessero in mente di fare e non sapeva se qualche coppia fosse già risalita. Aveva smesso di pensare a tutti gli altri nel momento in cui lei e Naruto avevano trovato questo angolo appartato dal resto del fondale.

 

Si alzarono insieme trovandosi di nuovo faccia a faccia. Si guardarono di nuovo e lei sentì arrossire le guance per qualche ignota ragione. Sentiva di dover fare qualcosa prima di tornare su, qualcosa che mostrasse all'avvocato che non si era sentita costretta a baciarlo e che non era rimasta infastidita dal suo gesto. -I-io... devo mostrare... q-qu-qualcosa di buono...- raccogliendo ancora una volta il suo coraggio, fece un passo avanti e abbracciò il biondo. Non un abbraccio troppo stretto o cose del genere, solo un abbraccio. Aveva appoggiato la testa sul suo pettorale e poteva sentire il suo cuore martellante mentre lui ricambiava il gesto.

 

Rimasero in quella posizione poco, il tempo che impiegarono delle bolle ad uscire dai loro erogatori e poi si separarono ancora. Lei fu la prima a “saltare” per iniziare la risalita seguita a ruota dal suo partner. Nuotarono fianco a fianco senza però guardarsi, troppi dubbi e confusione delle loro menti per altri sguardi compromettenti.

 

L'acqua si faceva più chiara a mano a mano che risalivano finché le loro teste non ruppero la superficie. Si trovarono lontani dalla barca una ventina di metri e coprirono la distanza senza però scambiare la minima parola o sguardo. -Mi chiedo cosa succederà ora... Di cosa voleva parlarmi Naruto? Dopo quello che è successo ne ha ancora l'intenzione? C-cosa dovrei fare?-

 

- - -

 

Passarono i successivi minuti in silenzio. Raggiunsero la loro postazione e, dopo essersi dati un'asciugata, si rivestirono ma sempre senza scambiare la minima parola o sguardo. Lei ancora imbarazzata e confusa, lui indeciso su come gestire la situazione. Quando ebbero finito si limitarono a sedersi e a tenere lo sguardo basso per tutto il tempo. Hinata si focalizzò sulle unghie dei suoi piedi e Naruto si focalizzò sul pavimento.

 

L'arrivo delle altre coppie dopo di loro non causò la minima reazione, Ino e Sai non si fecero vedere, se per dare loro della privacy o per disinteresse... nessuno dei due sarebbe stato in grado di indovinarlo. Anche quando gli istruttori diedero l'annuncio del ritorno i due non cambiarono posizione o espressione.

 

Anche i 15 minuti del tragitto per raggiungere la terraferma furono fatti in pensoso silenzio. Se la gente presente non fosse stata impegnata a commentare l'esperienza appena fatta o a rivestirsi o a discutere di altre cose e si fosse concentrata sui due avrebbe potuto pensare che fossero due statue viventi. Forse solo Ino focalizzò il suo occhio azzurro sui due ma, se lo fece, non lo diede a vedere. Anche i 15 minuti passarono e la barca raggiunse il molo. Tranne gli istruttori, scesero tutti a terra. Compresi l'ereditiera e l'avvocato. Ancora senza scambiare la minima parola, decisero tacitamente di dirigersi a casa di lei. E anche in questo caso, la cosa avvenne in completo silenzio.

 

- - -

 

-Non so cosa fare... Dovrei forse iniziare io la conversazione? Ma cosa dire? Ci siamo baciati in apnea entrambi consapevoli e consenzienti ma ora? C-cosa dovrei fare adesso?- anche se era rimasta in silenzio per tutto il tempo, questi quesiti non avevano lasciato la mente della Hyuuga nemmeno per un momento. Forse se non si fossero incontrati la prima volta in quelle circostanze e con quelle conseguenze ora tutto sarebbe stato più semplice e spontaneo. Ma le cose erano andare com'erano andate e, anche se avesse voluto, non avrebbe potuto alterare il passato.

 

Fra un passo e l'altro, si stavano avvicinando sempre di più al suo maniero. Non aveva intenzione di far finire la mattinata in quel modo, lo sentiva sbagliato eppure non aveva idea di come sbloccare la situazione. Il biondo era giusto dietro di lei, distante qualcosa come mezzo metro. Almeno non era in grado di vedere le sue espressioni mentre si arrovellava su come andare avanti. Alla fine si decide ad aprire bocca. “Uhm...”

 

“...”

 

Lo sentì fermarsi di scatto. Non era stato il migliore degli inizi di conversazione ma era pur sempre un inizio. Ancora rivolta in avanti avvicinò una mano alle labbra. “È... è stato... bello.” non aveva specificato cosa ma questo era relativamente importante. Quello che aveva importanza ora era l'eventuale risposta di Naruto. Che giunse un secondo e mezzo dopo. “S-sì, io... mi piacerebbe fare... un'altra immersione... c-c-con te.”

 

Lei trangugiò della saliva. “N-non mi riferivo a... quello. Non soltanto a quello.”

 

“H-Hinata? C-cosa... cosa vuoi d-dire?”

 

Fece strisciare le scarpe sull'asfalto voltandosi verso di lui. La faccia era rossa ma vedere che anche lui avesse un eccesso di sangue sulle guance le trasmise un minimo di tranquillità, almeno non era la sola a sentirsi in imbarazzo.

 

In qualche modo abbozzò anche un sorriso. “Mi è piaciuto... i-il bacio... c-che ci siamo... scambiati laggiù.”

 

“Ah... i-io...” lo vide sbattere le palpebre due o tre volte come in preda all'indecisione. -Anche lui stava pensando a quello come me?- il sorriso le sparì dalla faccia con la stessa velocità con cui le era apparso e rimase in attesa di una risposta da parte di Naruto.

 

- - -

 

Aveva davvero detto quello che lui aveva sentito?!? Le era piaciuto il bacio?!? Il cervello del biondo era andato in cortocircuito. La buona notizia era che, in fin dei conti, baciare la ragazza non si era rivelata una mossa sbagliata ma la colpa passata gli stava pesando sulla coscienza. Non che questo fosse l'ultimo del suoi pensieri ora, tuttavia doveva dare una risposta alla persona che aveva davanti. Ma cosa dire senza sembrare ridicolo o stupido? -Prima di tutto devo togliermi di dosso il peso che porto. Pensa Naruto, pensa! Cerca di comportarti come ti comporteresti in aula! Pensa ad una buona arringa e buttala lì! Fallo!- inspirò un paio di volte abbassando la testa.

 

“Hinata...?” gli serviva qualche altra frazione di tempo per terminare la preparazione mentale che gli serviva e guadagnare tempo lo avrebbe aiutato un po'. “S-sì?”

 

“Io...” si decise ad alzare lo sguardo per fronteggiare i suoi occhi perlacei, il caldo che si sentiva nonostante la canottiera leggera. “...l-la cosa è piaciuta anche a me ma... no-non avrei dovuto fare una cosa del... genere...” lei spalancò gli occhi sorpresa. “P-perché dici questo?”

 

“Ti ricordi cosa ti dissi al nostro primo vero incontro, quando ti restituii la giacca?”

 

“Hai detto... c-che volevi farti conoscere... ve-veramente...” lui sbatté le palpebre. “E che... volevo farmi perdonare.”

 

“Sì... lo hai detto.” lui sospirò ancora abbassando nuovamente la testa. “Beh... non... non ho ancora ottenuto il tuo p-perdono per... per quello che... quello che è successo quando... ci siamo incontrati... l-la prima... vo-volta.” si sentiva patetico e forse stava anche dando quell'immagine alla donna.

 

Prima se l'era portata a letto da sbronzo, poi aveva cercato di scusarsi, dopo l'aveva baciata e ora rammentava di essere ancora nel torto? Se fosse stata una difesa durante una causa il suo cliente lo avrebbe licenziato sul posto.

 

Rimase in trepidante attesa mentre attendeva una qualche risposta da parte della donna.

 

- - -

 

L'aveva colta di sorpresa. Totalmente. Dopo tutto il tempo passato insieme e le cose che avevano fatto non aveva più pensato a quella prima notte. Eppure lui ne sentiva ancora il peso. Certo, non averci pensato non significava che l'avesse dimenticata, le sarebbe stato impossibile.

 

Eppure sapeva di non provare più per lui sentimenti negativi. Aveva dimostrato di avere, tutto sommato, la testa sulle spalle. Le aveva spiegato perché aveva i suoi strani comportamenti e perché vivesse dove vivesse. Anche quando era stato invitato a pranzo si era comportato egregiamente.

 

Ed ora era davanti a lei completamente sottomesso a qualsiasi sua successiva mossa. Fece un passo nella sua direzione arrivandogli molto più vicino. I suoi occhi erano ancora spalancati ma dentro di sé sapeva quale risposta dovesse dare all'avvocato. Ma voleva guardarlo in faccia.

 

“N-Naruto, alza... la testa.” lui obbedì senza emettere un fiato.

 

“È il mio perdono che... stai aspettando? È... questa l-la cosa che... vu-vuoi?”

 

“A... a questo punto... non sono sicuro che s-sia l'unica cosa c-che vorrei... da te m-ma... sì, non potrei guardarmi più allo specchio dopo... dopo quello che è successo... o-oggi.”

 

Lei sorrise timidamente, aveva già preso la sua decisione, ma ora aveva una motivazione in più per rispondere al biondo. “Allora va bene...” poggiò le mani sulle sue guance e si mise sulle punte avvicinando la faccia a quella di lui. “Io ti perdono.” dopo le tre parole, Hinata chiuse gli occhi e gli diede un piccolo e rapido bacio sulle labbra, come a porre il proprio sigillo su una lettera.

 

Non gli diede il tempo di controbattere e non si fermò a controllare la sua reazione. Subito dopo il bacio si voltò di nuovo e si diresse correndo verso casa senza voltarsi ringraziando i suoi lunghi e setosi capelli che col loro movimento nascondevano la sua faccia nuovamente arrossata.

 

Arrivata alla porta infilò la chiave nella serratura, la aprì ed entrò senza voltarsi per poi chiudere nuovamente la porta dietro di lei.

 

- - -

 

Ogni sua funzione motoria si era arrestata: non solo Hinata aveva detto di averlo perdonato, ma lo aveva anche baciato! E questa volta era stata lei a baciare lui, non il contrario! Le palpebre si erano spalancate come le fauci di un leone durante un ruggito e le sue iridi color cielo limpido erano due DVD immobili su una superficie zuccherina.

 

L'unica azione fisica fu il prolungamento, forse istintivo, verso la ragazza ormai dileguata. Passarono diversi minuti prima che il biondo riprendesse consapevolezza di dove si trovasse e in che condizione. Magari qualche passante lo avrebbe preso per un ritardato o cose del genere ma non se ne sarebbe accorto nella trance in cui si trovava.

 

Fu solo dopo aver riavviato le funzioni cerebrali che la mente di Naruto tornò sul pianeta Terra e quando lo fece, ignorando ancora una volta dove si trovasse e in mezzo a chi, iniziò a saltellare e ad urlare in preda alla gioia più pura.

 

Hinata lo aveva perdonato, si erano baciati più volte e per iniziativa di entrambi. Si sarebbe fissato il proposito di smettere di bere e magari avrebbero potuto continuare ad uscire insieme ottenendo anche l'approvazione da parte della famiglia di lei. Ancora traboccante di questa nuova fonte di energia sconosciuta, si diresse verso casa.

 

- - -

 

Lunedì. La settimana riprese ancora una volta e anche Hinata ripartì come sempre. Con l'umore alle stelle e con più energia della settimana precedente. Era sicura che questo fosse dovuto a quello che era successo la mattina precedente con Naruto.

 

Quando era rientrata era stata accolta da Tenten, che si era presa la libertà di farle delle domande, ma lei si era mantenuta vaga. Non era scesa troppo nei dettagli e non era arrossita ma era ugualmente certa che la mora avesse intuito in che modo erano andate le cose.

 

Spalancò la finestra e una fresca ventata le diede il buongiorno mentre lei chiudeva gli occhi per godersela. -Oggi sarà un'altra buona giornata, ne sono certa!- si diede una lavata e si cambiò giusto in tempo per rispondere al bussare della cameriera per servire il tè.

 

Si piazzarono sul pavimento e la mora avviò la conversazione. “Non hai ancora intenzione di dirmi cos'è successo ieri con Naruto?”

 

Hinata sorrise rimettendo il cucchiaino nella zuccheriera. “Ti ho già detto tutto quello che dovevo dirti, mi pare.”

 

“Non credo, come ha reagito quando ti ha vista col costume, che faccia ha fatto?” la faccia della padrona di casa non virò colore mentre assaporava il tè. “Secondo te che faccia potrebbe aver fatto?”

 

“Non lo so, è per questo che te lo sto chiedendo.” da quando Hinata era diventata così competitiva durante una conversazione? Solo il giorno prima la sua voce tremolava come una foglia al vento se si toccavano determinati argomenti ed ora la stava punzecchiando? Era evidente che qualcosa fosse successa fra i due!

 

“Avanti, non puoi darmi nemmeno un indizio piccolo piccolo?” per dare maggiore enfasi alla sua richiesta, Tenten fece l'occhiolino e posizionò le dita come in procinto di prendere uno granello di sale.

 

Tutto quello che ottenne fu una risatina della ragazza dai capelli corvini. “Scusa Tenten, ma ora devo andare.” l'ereditiera posò la tazzina vuota sul vassoio, prese la sua ventiquattrore e si diresse verso la porta. Prima di uscire si voltò un momento verso l'amica cameriera. “Ti darò qualche altro dettaglio quando tornerò dal lavoro, va bene?”

 

- - -

 

Arrivò in ufficio in perfetto orario e si sedette alla sua scrivania per iniziare a virtualizzare la carta che aveva davanti. Si mise a lavorare serenamente e canticchiando fra le labbra, aveva notato l'assenza di Ino al suo fianco, ma forse la bionda era in caffetteria o cose del genere. Non le sarebbe dispiaciuto scambiare 4 chiacchiere con lei anche se forse temeva che la collega toccasse determinati argomenti.

 

Procedette speditamente per una decina di minuti. Ovvero finché Ino non prese posizione alla propria scrivania.

 

“Buongiorno, come va oggi~?” non l'aveva vista in faccia perché il suo sguardo era sullo schermo, ma dal tono della voce Hinata intuì che la bionda avesse qualche asso nella manica pronto da giocare. Tentò tuttavia di non mostrare questa consapevolezza.

 

“Tutto a posto, tu cosa mi racconti?”

 

“Non saprei... vorresti qualche dettaglio sull'immersione che io e Sai abbiamo fatto ieri?” le dita smisero di picchiettare sulla tastiera. Ino stava forse cercando di pilotare la conversazione per arrivare a fare domande su quello che lei aveva fatto? Oppure le avrebbe chiesto come mai si era allontanata dopo averla vista?

 

Non sapendo bene come interpretare le sue sensazioni, decise di seguire la corrente. Ruotò un po' la testa per guardarla. “Avete... visto qualcosa di... interessante, forse?” l'altra le fece un sorrisetto. “Più che altro, lui mi ha fatto un ritratto. Ce l'ho giusto in borsa, vorresti vederlo~?”

 

“S-se proprio ci tieni... gli... gli darò un'occhiata.”

 

“Perfetto, preparati a rifarti gli occhi~” Ino si piegò di lato e iniziò a cercare qualcosa nella sua cartella. Dopo qualche secondo tirò fuori un piccolo quadretto che però tenne rivolto verso il petto mentre si voltava di nuovo verso la collega ammiccando.

 

“Chiudi gli occhi~”

 

“P-perché devo chiuderli?”

 

“Così aumenta l'effetto sorpresa~” il sorrisetto che Ino aveva in faccia le stava facendo scattare un paio di allarmi interni, ma Hinata decise di collaborare. La bionda girò il quadro e lo parò davanti alla faccia della collega. Per ragioni sconosciute, al momento c'erano solo loro nell'ufficio. E questo fu un bene per quello che accadde dopo.

 

Hinata aprì gli occhi e in un nanosecondo la sua faccia cambiò colore più velocemente della pelle di un camaleonte mentre le sue pupille perlacee si rimpicciolivano fino alle dimensioni di due teste di spillo e il resto dell'occhio diventava grande come un pompelmo.

 

Il ritratto era certamente di ottima qualità, la cosa che provocò tale reazione sulla ragazza fu la rappresentazione: il soggetto dell'immagine era Ino.

 

Era stata disegnata frontalmente a cavalcioni di un corallo, o forse era solo un vecchio tronco coperto di incrostazioni, leggermente protesta in avanti con le mani dietro la testa e in procinto di dare un bacio con gli occhi semi-chiusi. I capelli fluttuavano intorno a lei e anche il suo ciuffo era parzialmente sollevato, dando così modo di vedere in parte il suo occhio destro, altrimenti sempre nascosto. Il suo fidanzato si era premurato di illustrare anche l'ambiente: dettagli del “basamento”, un paio di alghe in prossimità della coscia destra, un pesciolino vicino ai suoi capelli, perfino una scia di bolle che partiva dalle sue labbra schiuse. Anche i dettagli del suo corpo erano stati realizzati con minuziosa attenzione: i giochi di luce e ombra creati dall'acqua, un paio di bollicine sulla pelle, l'ombreggiatura dell'ombelico, le linee e le curve della sua muscolatura. Sarebbe stato un lavoro perfettamente “normale” se non fosse stato per un dettaglino che per la Hyuuga aveva un'importanza fondamentale: per qualche misteriosa, o artistica, ragione Ino aveva pensato di denudarsi ancora di più. Si era tolta di dosso la bombola, la maschera e aveva rimosso anche le pinne. Non si era del tutto tolta il monokini per fortuna, ma il suo seno era perfettamente esposto. E illustrato magistralmente con tutte le sfumature dovute all'ombreggiatura e al differente aspetto della pelle dei suoi capezzoli.

 

La più timida delle due non riuscì a guardare quell'opera d'arte per più di un secondo prima di lanciare un breve urlo e di coprirsi gli occhi con entrambe le mani. “INO!!! COME FAI A PORTARE QUALCOSA COME QUELLO IN UFFICIO?!?”

 

La bionda ridacchiò mentre rimetteva il suo ritratto nella borsa. “Ho promesso a Sai che lo avrei portato sempre con me, l'ufficio non fa eccezione. Ci ha messo qualcosa come 20 minuti per realizzarlo, credi che potrei semplicemente appenderlo ad un muro e lasciarlo lì a prendere polvere?” la corvina aveva trovato una qualche forma di compostezza e si era di nuovo girata verso il proprio schermo. “N-no-non lo so... io...”

 

“E giusto per mettere tutti i puntini sulle I, il suo lavoro ha attirato anche l'attenzione di un paio di altri nuotatori.”

 

“C-che vuoi dire... c-c-con questo?”

 

Ino sogghignò mettendo le mani ai fianchi. “Ti dico solo che una ragazza ha tolto la maschera dalla faccia del suo compagno mandandolo nel panico perché si era fermato ad ammirare il lavoro del mio ragazzo e non sembrava volersi allontanare più.” Hinata, ancora con la faccia cremisi, le diede un'occhiata di traverso. “S-sei sicura che... n-non fosse... co-concentrato s-su di t-t-t-te?”

 

“No, era focalizzato sul foglio di Sai, ogni tanto mi dava un'occhiata giusto per vedere come procedeva il lavoro. Ma lasciando perdere quel tipo, tu che ne pensi~?”

 

“I-io?!? C-che ne... p-penso?”

 

“Sì, se dovessi dare un voto da 1 a 10, quanto gli daresti?”

 

“I-io... n-non lo so... Non... non sono ma-mai stata un'esperta... d-d-d-di... arte...” in verità non voleva dare un voto a qualcosa che riteneva eccessivamente osceno, se fosse stato per lei avrebbe preso quel quadro e lo avrebbe chiuso in un baule per poi buttare la chiave, seppellire il baule in una fossa e poi coprire tutto con cemento armato. Ma non voleva offendere o ferire Ino, era la sua migliore amica dopotutto.

 

“Per darti una mano ti dico che, sebbene io sia abbastanza brava a trattenere il respiro, non sono un pesce. Ogni tanto dovevo muovermi per ricaricarmi eppure lui era in grado di ripartire senza intoppi ogni volta che tornavo in posizione.”

 

“W-wow... s-sembra davvero bravo.”

 

“Decisamente~!” Ino fece un luminoso sorriso. “E quando ha finito e me lo ha fatto vedere... beh... lì sott'acqua non ho potuto fare granché, ma una volta andati al suo appartamento...” la bionda si interruppe per ridacchiare malignamente. “...mi sono assicurata che ricevesse la giusta ricompensa per il suo lavoro~”

 

Hinata strizzò gli occhi sapendo perfettamente a che ricompensa si riferisse la collega. “D-dicendomi queste cose... no-non mi stai... aiutando p-p-p-per niente.”

 

Ino sbuffò. “D'accordo, se non puoi dare un voto al mio ritratto, allora dai un voto a questo...” si protese di nuovo di lato e Hinata si domandò che altro avrebbe tirato fuori, ma Ino le diede almeno una certezza. “E non preoccuparti, questo non mostra il meglio di noi donne.”

 

Il secondo disegno era meno dettagliato del primo, sembrava più che altro uno schizzo fatto con relativa fretta ma gli occhi dell'ereditiera si spalancarono lo stesso: fatti in modo molto approssimato, c'erano lei e Naruto abbracciati e uniti in un bacio: di Naruto erano ben visibili i suoi segnetti sulle guance e da parte sua riconosceva i suoi capelli quando li vedeva. Anche illustrati.

 

Se all'inizio della conversazione erano suonati i suoi allarmi interni, ora nella sua testa c'era un'allerta generale, che ci faceva Ino con un disegno di lei e Naruto sott'acqua intenti a baciarsi?

 

La ragazza prese l'opera fra le mani guardandola con occhi spalancati. “C-come... qua-quando... do-dove l'hai preso... qu-que-questo?” Ino questa volta non ridacchiò, anche se mantenne il suo sorrisetto tipico. “Quando abbiamo finito, e io mi sono rivestita, abbiamo pensato di vedere che fine avevate fatto tu e il tuo bel biondino.”

 

Hinata rispose debolmente. “S-si chiama... Naruto.”

 

“Va bene, il tuo Naruto.”

 

“N-non è il... m-m-mio...”

 

“D'accordo, Naruto. Abbiamo nuotato un pochino alla vostra ricerca finché non ho notato una depressione da cui si vedevano risalire delle bolle. Mi sono affacciata e vi ho trovati vicini vicini~” Ino si mise a fare le fusa un momento prima di proseguire il suo racconto. “Avreste dovuto vedere quanto sembravate carini da lassù~. Fatto sta che quando Sai mi ha raggiunta, voi vi stavate sbaciucchiando. Così gli ho relativamente detto di immortalare il vostro momento. Sfortunatamente nemmeno voi sembrate essere dei pesci perché non siete rimasti abbastanza tempo in quella posizione.”

 

Finito il suo resoconto, Ino abbassò lo sguardo su ciò che la collega teneva stretto fra le mani e da cui non aveva ancora distolto lo sguardo. “Puoi tenerlo tu, sei vuoi.”

 

Solo con questa frase Hinata alzò la testa per concentrare lo sguardo di nuovo su Ino. “D-dici da-davvero? P-posso tenerlo... i-io?” l'altra sorrise in modo rassicurante, una volta tanto. “Certo. Non esistono altre copie, quindi non ti devi preoccupare di niente. Però puoi tenerlo ad un'unica condizione.”

 

La Hyuuga sentì formarsi sulla nuca una goccia di sudore freddo. “Q-quale condizione?”

 

“Che mi racconti nel dettaglio tutto quello che è successo fra te e Naruto dal momento in cui vi siete immersi fino a quando vi siete separati~”
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Note d'Autore: Cercherò di recuperare il tempo perduto avevo scritto, mi auguro di riuscire a recuperare il tempo perso avevo aggiunto... e invece c'è stato un altro buco enorme... Per quanto caspio di tempo li ho tenuti in apnea i due piccioncini XD? Nono, adesso apparte gli scherzi e le battutine... Quest'estate sono rimasto completamente offline e, di conseguenza, incapacitato a caricare qualcosa da qualche parte MA sono riuscito a scrivere parecchio e garantisco che i prossimi capitoli saranno caricati a breve distanza l'uno dall'altro. Quindi... per chi ancora seguisse questa storia (che tra un pò è iniziata da un anno), auguro una buona lettura e prometto che mi farò rivedere presto! Per davvero! Ho già altri 2 capitoli praticamente fatti, quindi non ci saranno pericoli come blocchi dell'autore o casini del genere. Ciao a tutti e buona lettura!!!

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Capitolo 20
*** Evento inaspettato ***


La settimana proseguì speditamente. Dopo aver fatto il resoconto della sua esperienza marina alla collega, Hinata aveva ottenuto il disegno fatto da Sai e, sebbene Ino l'avesse punzecchiata ancora un pochino su Naruto, non c'erano state altre esperienze poco piacevoli per la donna.

 

L'unico aspetto negativo era che il biondo non si fosse fatto sentire per niente, sapeva di averlo un po' spiazzato con la sua mossa finale. Anche lei era sorpresa di sé stessa, ma aveva pensato che lo shock fosse stato positivo. In un paio di occasioni si era chiesta se avesse dovuto chiamarlo per sentirlo ma mercoledì sera venne anticipata dal suddetto.

 

Era seduta in soggiorno a leggere quando il cellulare le squillò. Vedendo chi fosse, le apparve un piccolo sorriso mentre rispondeva.

 

“Buonasera, Naruto.”

 

“H-Hinata... s-spero di non disturbare.”

 

“Nessun disturbo, cosa mi racconti?”

 

“Ahhhh... Ecco... io... chiedo scusa s-se non mi sono fatto se-sentire prima ma... sto affrontando un caso abbastanza difficile e... il mio te-tempo è saturato.”

 

La corvina mise un dito fra le pagine per non perdere il segno continuando ad ascoltare il biondo al cellulare. “Capisco, non fa nulla.”

 

“P-però...” lui si interruppe. Hinata diede un'occhiata allo schermo credendo che fosse caduta la linea, ma la la chiamata stava continuando senza problemi. “Però?”

 

“I-io... ecco... pe-pensavo...” la femmina rimase ancora in attesa che continuasse intuendo che volesse dirle qualcosa di importante. Se però Naruto stava elaborando una frase, si stava prendendo il suo tempo.

 

“N-Naruto... se hai dei problemi, io...”

 

“NONONO!!! Assolutamente no! Qu-quello che voglio dire è...”

 

“C-cosa?”

 

Ci fu un altro lungo momento di silenzio, ma poi la frase dell'avvocato uscì dall'altoparlante tutta in una volta. “Possopassareaprendertidallavorovenerdìperandareinunposto?”

 

Lei non fu sicura di aver capito bene. “C-come? Co-cos'è che vorresti fare?”

 

“I-io... venerdì... po-posso venire a-a-a prenderti e... e portarti in un posto?” le labbra della ragazza si rialzarono un pochino mentre le sue guance si oscuravano un po'. “M-mi stai invitando a-ad un appuntamento?”

 

“...S-sì. Se a te va bene.” il sorriso si allargò di più. “Sarà un piacere, grazie.” si salutarono e la chiamata finì. Lui non aveva detto nulla di specifico ma la cosa non le importò più di tanto, sarebbero usciti insieme e questa volta aveva la certezza assoluta che non si sarebbe ubriacato.

 

- - -

 

Tirò un sospiro di sollievo posando il telefono sulla scrivania. Aveva accettato, sarebbe uscita con lui e questa volta era deciso a fare le cose nel modo giusto. -OK, ci siamo Naruto, questa è la tua occasione per fare un'uscita decente con la donna che ti piace! Pensa ad ogni dettaglio e non fare cretinate!- la sua mente rimase silenziosa per 10 secondi. -...però magari fallo dopo aver controllato tutte le carte che hai davanti.- stava in effetti lavorando su un caso abbastanza complicato da diversi giorni. Era per questo che non aveva avuto modo di contattare la Hyuuga fino a quel momento.

 

In verità non avrebbe avuto modo di farlo neppure ora, ma il desiderio di sentire la sua voce aveva soverchiato il suo obbligo lavorativo. Fortunatamente il processo finale sarebbe stato giovedì e questo gli avrebbe dato la libertà di fare quello che avrebbe voluto il giorno dopo.

 

In ogni caso si costrinse a concentrarsi su quello che aveva davanti e continuò fino all'ora di cena. Fu solo quando si ritrovò con una fumante ciotola di ramen davanti che riprese a pensare alla ragazza dagli occhi di perla. Non aveva avuto un'idea esatta sul posto dove portarla, perciò non aveva programmato niente.

 

Nella successiva ora elaborò qualcosa di sensato e, con la pancia piena, la documentazione sistemata e un'arringa accettabile pronta andò prima in bagno a farsi una doccia e dopo a letto per dormire. La giornata dopo sarebbe stata impegnativa, ma la giornata dopo ancora lo sarebbe stata ancora di più.

 

- - -

 

Venerdì. Hinata salvò e chiuse il file su cui stava lavorando, erano quasi le 5 ed era riuscita a finire tutto il suo lavoro giornaliero senza troppe difficoltà. Distese le braccia di fronte a sé sospirando soddisfatta. -Manca ancora poco e Naruto sarà qui, mi chiedo che idea abbia in mente per il nostro appuntamento...- pensando tale parola le guance le si tinsero di un leggero rosso senza che se ne rendesse conto. Non era la prima volta che uscivano insieme ma era la prima volta che lo facevano dopo il loro bacio e la sua ufficiale dimostrazione di clemenza nei confronti del biondo.

 

Negli ultimi 2 giorni si era domandata un paio di volte cosa sarebbe accaduto questo pomeriggio ma non era riuscita a pensare a niente di concreto, non conosceva ancora così a fondo Naruto e questo le aveva impedito di escludere determinati posti rispetto ad altri.

 

In poche parole, la sua mente aveva fatto solo qualche volo empirico senza però elaborare nulla di preciso. Solo teorie. Era certa che questa non sarebbe stata un'uscita serale, data anche l'ora, e che lui si sarebbe astenuto dal bere, viste le precedenti esperienze. Tutte queste erano senza alcun dubbio delle certezze, ma avere delle certezze non assicura una previsione degli eventi.

 

Diede un'occhiata alla sua destra, Ino stava ancora picchiettando sulla tastiera. Evidentemente la bionda non aveva ancora finito e stava cercando di accelerare per chiudere tutto e lasciare l'ufficio. L'ereditiera fu tentata di raccogliere le sue cose ed uscire ma, dal momento che la collega lo aveva fatto in altre occasioni, optò per aspettarla ed uscire cortesemente insieme a lei.

 

Sfruttò i 2 minuti di attesa per mettere in ordine la postazione e, quando stava per controllare di nuovo la collega, fu anticipata da uno sbuffo di quest'ultima. “Uff, finalmente ho finito! Oggi la giornata sembrava non finire mai!”

 

“Dal momento che abbiamo finito entrambe, usciamo insieme?”

 

Ino la scrutò con una punta di diffidenza. “Per usciamo insieme intendi dire dall'ufficio o vuoi passare un po' di tempo con me?”

 

“Beh... intanto possiamo uscire insieme da qui, dopo...” si interruppe chiedendosi se fosse stato saggio continuare ma la bionda vide la sua indecisione. “...dopo... cosa?”

 

Hinata iniziò a giocherellare con gli indici ancora con lo sguardo basso. “I-io... io avrei u-un... un appuntamento.” la parte finale della frase fu solo un sussurro e Ino si piegò verso di lei mettendo una mano vicino all'orecchio.

 

“Non credo di aver sentito bene, Hinata. Cos'hai detto di avere?”

 

“H-ho... ho un a-appuntamento.” sentendola, Ino sgranò gli occhi. “Davvero? Col biondo? Com'è che si chiamava... Narto, Nasho no! Naruto! Con Naruto, giusto?” la corvina annuì soltanto intimorita dall'eventuale reazione della bionda. Ma fu sorpresa quando venne abbracciata da quest'ultima.

 

“I-Ino?!?”

 

“Sono così fiera di te, Hinata!” l'altra sospirò tirando su col naso apparentemente quasi piangendo. “Ora anche tu sperimenterai la gioia della vita di coppia...”

 

“I-Ino?!?”

 

“...E quando finalmente vi unirete in una sola carne, spero tanto di essere nelle vicinanze insieme a Sai così da poter vedere ed immortalare tale momento...” gli occhi perlacei di Hinata si spalancarono mentre la sua pelle virava sul magenta. “INO!!! SMETTI DI DIRE QUESTE COSE!?!”

 

“Come faccio a smettere quando la mia bambina è finalmente pronta a diventare una donna?”

 

“Guarda che...” in qualche modo si svincolò dall'abbraccio dell'altra e si alzò per poterla vedere in faccia. Aveva effettivamente qualche lacrimetta agli angoli degli occhi, ma Hinata sapeva che Ino era capace di mostrare una faccia diversa per ogni occasione. “È solo un appuntamento. E non è nemmeno così tardi, n-non faremo nu-nulla di quello c-che... pensi tu.”

 

Ino le sorrise sinceramente dandole un altro abbraccio, questa volta sincero. “D'accordo, ti auguro di divertirti con lui e scusa per la scenata di 2 secondi fa, volevo solo punzecchiarti un pochino.”

 

Hinata ricambiò l'abbraccio mentre il sangue in eccesso sulla sua faccia iniziava a defluire via restituendole il suo colorito naturale. “D'accordo, va tutto bene. Solo potresti fare meno scherzi di questo genere.” le due si separarono e l'altra ammiccò. “Ma le tue reazioni sono così carine che non resisterei alla tentazione~”

 

- - -

 

Pochi minuti dopo le due colleghe erano fuori dall'edificio. “Allora, dove ti porterà il tuo bel biondino carino?”

 

“T-ti ho già detto c-che non è m-mio...” la bionda rizzò un dito nella direzione del naso dell'amica. “Errato, Hinata. Se ti sta portando fuori per un appuntamento vuol dire che state insieme. E se state insieme, lui è tuo e tu sei sua.”

 

L'ereditiera scosse la testa per non pensare a questo genere di dettagli. “I-in ogni caso... n-non lo so ancora dove m-mi porterà, mi ha solo chiamata l'altra sera per dirmi che oggi mi avrebbe portata fu-fuori. Non so altro.”

 

Ino avrebbe aggiunto sicuramente qualcosa ma proprio in quel momento la macchina dell'avvocato apparve davanti ai loro occhi, seguita da un piccolo sorriso di contentezza da parte della collega.

 

Lui si fermò a pochi metri di distanza e abbassò il finestrino facendo ondeggiare la mano a mo' di saluto. Hinata si rivolse un'ultima volta verso la collega. “Beh, io vado. Ciao.” fece un passo ma l'altra la prese un momento dal polso avvicinando le labbra al suo orecchio ed abbassando la voce fino ad un sussurro. “Se ti servisse qualche consiglio per divertirvi di più, non esitare a contattarmi~”

 

Alla fine Hinata si avvicinò alla macchina dell'avvocato con la faccia leggermente arrossata e Ino prese la sua strada con un piccolo ghigno stampato sulle labbra.

 

- - -

 

Come la donna entrò in macchina, Naruto notò subito il suo rossore e il sorriso che aveva in faccia venne sostituito da un'espressione preoccupata. “Ciao Hinata... t-tutto okay? Qu-qualcosa non va... forse?”

 

Lei scosse la testa chiudendo gli occhi e facendo lo sforzo di sorridere. “N-no, va tu-tutto bene. So-solo una ba-battuta della mia collega... n-non serve pensarci.”

 

“Ne... ne sei sicura?” lei annuì riaprendo le palpebre. “Sì, non c'è nessun p-problema.” Naruto parve insicuro se insistere ma decise di darle corda, poi prese da uno scomparto una striscia di tessuto nero e glielo porse. “Ecco, metti questo sugli occhi.”

 

Lei guardò il nastro e poi lui con una punta di confusione. “P-perché devo farlo?” lui le fece un sorriso a 32 denti. “Così non rovinerò la sorpresa.”

 

Vedendolo sorridere in quel modo, Hinata decise che non ci sarebbe stato nulla di cui preoccuparsi e lo accontentò. Quando i suoi occhi furono al buio, sentì la macchina riprendere a muoversi. Per un minuto o poco più non ci furono altri rumori se non quelli della vettura, ma poi il biondo ruppe quel silenzio monotono. “Allora, come... come vanno le cose al lavoro?”

 

“Mh... non c'è male, tu invece? Hai vinto la causa oppure no?” lui ridacchiò nervosamente. “È andato tutto bene, è stata dura ma l'ho spuntata.”

 

“Hai dovuto di nuovo affrontare il tuo amico?”

 

“No, stavolta no. Ma le cose sono state comunque abbastanza complicate e difficili.”

 

Andarono avanti a parlare del più e del meno per una decina di minuti. Poi Hinata sentì la macchina fermarsi. “Posso togliere la benda adesso?”

 

“No, non ancora. Lasciati guidare per un altro po'.”

 

Lui uscì dalla macchina e le aprì lo sportello aiutandola poi ad uscire offrendole una mano. Fecero qualche passo e poi lui si posizionò dietro di lei piazzando le mani sul nodo del nastro.

 

“Va bene, pronta per la sorpresa?” lei annuì e lui le tolse il pezzo di tessuto dagli occhi. Lei li aprì e si trovo davanti all'entrata di un grande parco giochi. La cosa la lasciò piacevolmente sorpresa. E anche un pochino confusa. “Le giostre? È questa la tua idea di appuntamento?” lui si grattò la nuca ridacchiando nervosamente. “Err... ho pensato di fare qualcosa di diverso. E poi non dobbiamo mica farci un giro su ogni attrazione, senza contare che qui non avrò possibilità di alzare il gomito.”

 

Lei ridacchiò divertita dalla sua affermazione. “Beh, in fin dei conti non siamo mica così vecchi, no? Cosa ci sarebbe di male nell'andare in un posto del genere?”

 

“Appunto! Non c'è niente di male, quindi cosa stiamo aspettando?”

 

“Nulla, andiamo a divertirci!”

 

- - -

 

Passarono dal tiro al bersaglio alle montagne russe fino al mini-basket. Fra un giro e l'altro trovarono anche il modo di rifocillarsi di tanto in tanto, tutto offerto dall'avvocato naturalmente. E il tempo fra i due passò piacevolmente. Con la sua vincita, Naruto le regalò un pupazzo a forma di panda e Hinata si godette le sue espressioni spaventate sulle montagne russe.

 

Il sole iniziava a calare, presto sarebbero dovuti andare via ma decisero di concedersi un ultimo giro sulla ruota panoramica. Le cabine erano spaziose, con due lunghi sedili uno di fronte all'altro e con finestroni per vedere il panorama a 360 gradi.

 

A differenza di quando avevano viaggiato in treno, i due si erano seduti sullo stesso sedile: Hinata sul posto vicino al finestrone e Naruto al suo fianco. La macchina tendeva a salire abbastanza in fretta per poi rallentare progressivamente a mano a mano che le cabine salivano, probabilmente un espediente per aumentare la meraviglia dei passeggeri.

 

Più il cielo si oscurava e più le luci delle stelle e della città diventavano visibili e suggestive. Arrivati ad una certa altezza, Hinata spalancò gli occhi e la bocca per la meraviglia: al di là della lastra di vetro che la teneva lì dentro c'era un caleidoscopio di luci e colori tutti mescolati insieme per creare un effetto ottico spettacolare. Anche Naruto osservava lo stesso panorama al suo fianco ma la sua mente non era del tutto focalizzata su quello che c'era fuori dalla loro carlinga.

 

Dopo pochi secondi, Hinata si voltò verso di lui con gli occhi brillanti ed un tenero sorriso. “È bellissimo, vero?” lui annuì mezzo sorridente ma il secondo dopo le cinse il tronco con le sue braccia avvicinando la faccia alla sua. Tale movimento fece arrossire la ragazza. “N-Naruto? C-cosa...?” lui guardò fuori per un altro secondo prima di rispondere. “Bellissimo, sì... ma mai quanto te...”

 

“N-Naruto...”

 

“Mi sono sentito uno straccio quando ho ricordato quello che ti ho fatto la sera in cui ci siamo incontrati. E poi quando mi hai perdonato... mi è sembrato di poter toccare il cielo con un dito e senza sforzo... ed ora siamo qui per la nostra prima, vera uscita ufficiale. Se mi avessero detto che mi sarei trovato qui con te prima che tutto quello che è successo fra noi fosse accaduto... dubito che ci avrei creduto.”

 

Hinata socchiuse gli occhi e gli diede un bacino sulla guancia. “La sera in cui ci siamo incontrati ebbi la sensazione che quella sarebbe stata una buona giornata... eppure quello stesso giorno pensai di essermi sbagliata, tutto mi era andato male: dall'uscita per andare al lavoro, alle pratiche d'ufficio e anche dopo... quando quei poco di buono mi hanno aggredita ho temuto il peggio. E dopo sei apparso tu e mi hai salvata. Sono stata in grado di avvertire la tua forza malgrado il tuo stato e il tuo calore mi ha fatto sentire al sicuro. È vero che il mattino dopo è successo quello che è successo, ma ora siamo qui e sono felice di esserci.”

 

Fino a quel momento, anche se le loro teste erano a contatto, entrambi erano rimasti a guardare l'orizzonte luminoso di fronte a loro, eppure dopo la loro confessione si girarono entrambi l'una verso l'altro poggiando le loro fronti una sull'altra e si scambiarono un dolce bacio sulle labbra. “Ti amo, Hinata...”

 

“Ed io amo te, Naruto...”

 

- - -

 

Erano quasi le 8 di sera quando l'Uzumaki riaccompagnò la ragazza al proprio maniero. Dopo i saluti, Hinata aprì la porta di casa mentre l'avvocato andava via. Dopo aver rigirato la maniglia. Si appoggiò alla porta e si lasciò scivolare fino a terra. Le mani poggiate sul petto e un sorriso soddisfatto sul volto.

 

Non fece in tempo a chiedersi dove fossero tutti che venne vista da Tenten.

 

“Hinata! Che ci fai lì a terra?!?” lei la guardò confusa ed estasiata allo stesso tempo. “Sono... sono appena tornata da... da un... appuntamento co-con Naruto...” la mora la guardò un tantino stranita prima di rispondere. “Va... bene, credo. Hai fame, forse?” la corvina solo scosse la testa ancora con sguardo assente. La cameriera decise di aiutarla ad alzarsi. “Sarebbe meglio se tornassi in te, tuo padre vorrebbe parlarti.”

 

Sentir parlare del genitore fu come essere percorsa da una scarica elettrica: la ragione riprese il suo posto e gli occhi tornarono a vedere il mondo reale. “M-mio padre? P-p-p-perché?”

 

“Beh, sono quasi le 8 di sera e non hai risposto al telefono quando abbiamo cercato di contattarti e...” gli occhi marroncini della domestica si posarono sul panda fra le braccia della padrona di casa. “...credo che fossi troppo impegnata per sentirlo suonare.”

 

“A... a dire il vero... c-credo di aver tolto la s-suoneria.”

 

L'altra ridacchiò nervosamente. “Beh... allora vai a... salutare tuo padre e... digli come sono andate le cose. Non credo che sia... esattamente arrabbiato con te per la tua... assenza.”

 

Hinata ringraziò la cameriera per il suo supporto e si diresse davanti allo studio del padre, le porte erano chiuse. Fece un sospiro profondo e bussò. “Avanti.” la voce del genitore sembrava tranquilla.

 

La ragazza aprì lentamente l'uscio ed entrò nella stanza. Suo padre era seduto alla scrivania e stava guardando delle carte sorseggiando un tè. Non parve quasi di aver notato la presenza della figlia. Che decise di farsi notare. “P-padre, sono... sono rientrata.”

 

Lui sollevò lo sguardo posando le sue iridi perlacee sulla sua figura mantenendo uno sguardo curiosamente inquisitore. Il silenzio tornò ad essere assoluto. La ragazza si stava chiedendo cosa stesse pensando il padre ma non dovette attendere poi così tanto perché lui si decise ad aprire la bocca.

 

“Hai fatto tardi stasera, posso sapere perché?” il suo tono non lasciava intendere nulla: non era minaccioso, ma anche gli occhi non mostravano alcuna emozione e questo non era un segnale necessariamente buono. L'ereditiera ingoiò della saliva stringendo inconsapevolmente di più il panda fra le braccia. Forse per darsi anche un po' di forza.

 

“I-io... dopo il lavoro... sono... sono uscita e... e ho perso la co-cognizione del tempo.”

 

“Uscita? Con le tue colleghe, forse?”

 

“N-no, io... io s-sono uscita con... N-Naruto.” lui annuì. “Vedo, avrei trovato difficile credere che quel peluche te lo avesse dato una tua collega.” gli occhi della corvina si posarono sul pupazzo e si accorse di quanto lo stesse stringendo, come aveva fatto a non accorgersene? Per puro istinto lo liberò e lo tenne di fianco con una sola mano mentre tornava a fronteggiare il membro della famiglia più anziano. “È un regalo. L-lo ha vinto e... me lo ha regalato.”

 

Lui pose di nuovo lo sguardo sulle carte sfogliandole distrattamente. “Sai, ho chiesto a Neji come andassero le cose ultimamente con te in ufficio.” non sapendo se e come rispondere, Hinata rimase in silenzio. “Ha detto che non stai più facendo ritardi e consegni sempre tutto in orario. Se non addirittura in anticipo.”

 

La donna arrossì leggermente abbassando lo sguardo ma anche accennando un sorriso. “B-beh... io... ce-cerco sempre di f-fare del mio meglio per non... deludere Neji nii-san e...”

 

“Credo che questo ragazzo, Naruto, abbia una buona influenza su di te.” lei rimase senza parole e non solo perché era stata interrotta a metà della frase ma anche, e soprattutto, per la leggerezza con cui il padre aveva detto quelle parole. “P-padre...?” Hiashi tornò a guardare la propria figlia.

 

“Da quando è venuto a pranzo ed ho scoperto che vi frequentate, sei più serena e sicura. Anche nel lavoro sei diventata più efficiente. Sono certo che ci siano punti del vostro rapporto che non avete condiviso con me e tuo cugino, ma sono certo che l'avvocato sia un bravo ragazzo. Per quanto mi riguarda, avete il mio permesso di frequentarvi.”

 

La donna spalancò occhi e bocca per la sorpresa: suo padre, un uomo tutto d'un pezzo che non lasciava niente al caso ed aveva sempre il controllo su ciò che lo riguardava, le aveva appena dato ufficialmente il permesso di uscire con qualcuno. Con Naruto.

 

“Pa-padre... i-io non... non so cosa dire...” lui si alzò, superò la scrivania e la raggiunse poggiandole una mano sulla spalla. “Hinata, sei sempre stata una ragazza timida e riservata. Non ti sei mai opposta a quello che io o tuo cugino diciamo eppure... questo Uzumaki ti ha dato qualcosa che prima non avevi e che ora ti ha resa più forte. Essendo tuo padre, voglio solo il meglio per te, e se questo Naruto è in grado di aiutarti ad uscire da... qualsiasi guscio in cui sei rinchiusa, allora credo sia un bene che vi siate conosciuti.”

 

Lei lo guardò in faccia, una cosa che aveva fatto solo raramente, e lo vide sorridere ma era ancora troppo shoccata per proferire parola, così fu lui a chiudere la conversazione una volta per tutte togliendole la mano di dosso. “Bene, ora che lo sai puoi andare a mangiare qualcosa, io andrò a letto presto stasera.”

 

Dicendo questo uscì dall'ufficio lasciando la figlia da sola a rimuginare su quanto era appena accaduto.

 

- - -

 

Passò un mese dal loro primo appuntamento. I due si erano rivisti più volte: a pranzo di domenica, qualche volta a cena e la maggior parte dei loro pomeriggi. Non era una cosa perfettamente costante, in certi casi riuscivano a vedersi solo 1 o 2 volte a settimana a causa degli impegni lavorativi di una o dell'altro, ma salvo queste rare eccezioni, la relazione fra i due poté sbocciare.

 

Qualche sera lui la portò al cinema per vedere un film e un paio di domeniche si organizzarono per andare ancora in piscina. Ogni tanto lei era andata a mangiare da lui e lui era andato a pranzo a casa di lei altre volte, fortunatamente il cugino non era stato presente e il padre della donna non aveva mostrato aggressività o diffidenza nei suoi confronti.

 

Una domenica, Hinata era andata a casa sua per preparargli il pranzo, una piccola ricompensa per l'impegno in piscina che aveva mostrato quel giorno. Inutile dire che avevano finito col mangiare insieme. Per poi passare anche il pomeriggio insieme. Per poi quasi dormire a casa di lui. Sfortunatamente, o fortunatamente, la corvina non aveva un pigiama con sé e Naruto non aveva biancheria femminile nell'appartamento.

 

Se poi lui aveva trasmesso una nuova forza di volontà a lei, allora anche Hinata era riuscita ad influenzarlo positivamente: il biondo aveva stabilmente smesso di consumare alcool e, quando capitava che perdesse una causa col collega, che lei aveva anche avuto modo di incontrare in un paio di occasioni ufficiali e non, o contro altri avvocati, invece di lasciarsi andare alla rabbia ed alla frustrazione sceglieva di parlare e confrontarsi con la giornalista.

 

Ebbero modo di conoscersi sempre meglio e anche i loro amici, familiari e colleghi contribuirono, ognuno a modo suo, a mantenere intorno alla coppia un contesto favorevole. Salvo qualche intoppo occasionale, le cose continuarono sempre meglio... finché qualcosa in Hinata non cominciò a cambiare.

 

Dopo circa 2 mesi dal fatidico venerdì in cui incontrò per la prima volta l'uomo di cui si era innamorata, Hinata Hyuuga iniziò ad avvertire, senza una ragione valida, un'insolita stanchezza. All'iniziò aveva pensato che fosse solo una cosa passeggera: negli ultimi tempi aveva vissuto tutta una serie di esperienze nuove, perciò non se n'era preoccupata troppo.

 

Col passare dei giorni però non ci fu un miglioramento. Invece, le condizioni fisiche della donna peggiorarono: non cadde malata o cose del genere ma si accorse di avere sempre meno energie in corpo: durante i pasti mangiava di meno, la sera la sonnolenza la coglieva prima rispetto al passato e la mattina non faceva più esercizi per sgranchirsi le ossa. Una volta non se l'era neppure sentita di bere il tè insieme a Tenten.

 

Fra una cosa e l'altra le venne la febbre, una febbre non troppo alta ma che la costrinse a passare buona parte delle proprie giornate a letto, oltre a dover chiedere dei giorni di riposo dal lavoro per malattia.

 

Durante tutto questo tempo Naruto aveva cercato di fare quello che poteva per starle vicino e darle conforto ma, nella settimana in cui cadde effettivamente malata, fu obbligato ad immergersi totalmente nel lavoro. Le aveva mandato un paio di messaggi per scusarsi, ma sapeva bene che un messaggio non bastava per sostituire una persona presente.

 

Quando, verso le 3 del pomeriggio, Naruto uscì vincitore dal tribunale, la sua prossima destinazione era già stata decisa. 30 minuti dopo suonò il campanello del maniero Hyuuga. Venne aperto da Tenten, che nel corso dell'ultimo mese ci aveva parlato in più di un'occasione, che lo condusse fino alla porta della stanza della sua padrona.

 

Mentre percorrevano la distanza fra le due porte, Naruto decise di chiederle qualche informazione. “Mr. Hiashi non c'è?”

 

“No, è partito due giorni fa per un altro viaggio d'affari, tornerà a metà della prossima settimana, credo.”

 

“Doveva proprio farlo mentre sua figlia sta male?!?” lei gli diede un'occhiata di traverso. “Nessuno si aspettava che la cosa degenerasse, nemmeno Hinata.” arrivati davanti alla porta, la cameriera bussò delicatamente. “Hinata, c'è qui Naruto, posso farlo entrare?” ci fu un secondo di silenzio, l'avvocato si chiese se la ragazza non stesse dormendo, ma prima di poter dare sfogo ai suoi pensieri giunse la risposta della suddetta dalla stanza.

 

“Certo, lascia pure che venga.”

 

La mora annuì e si rivolse verso il biondo. “Prego, cerca solo di non scuoterla troppo, non sta malissimo ma non è neppure in gran forma.” lui annuì a sua volta e venne lasciato solo. Fece un sospiro e girò la maniglia aprendo l'uscio.

 

La donna era a letto con solo le gambe sotto le coperte ma non era stesa, si era messa seduta piazzando il cuscino fra la schiena e il muro in modo da avere una base morbida ed aveva un libro semi-chiuso fra le mani.

 

Vedendolo, lei sorrise. “Ciao, Naruto.” lui sorrise a sua volta facendo ondeggiare una mano a mo' di saluto. “Hey dolcezza, come va?” lei arrossì un pochino sentendosi chiamare in quel modo ma non fece in tempo a rispondere che il biondo la raggiunse e la strinse delicatamente fra le braccia.

 

“Mi dispiace di non essere potuto venire prima, avrei dovuto lasciar perdere il caso e correre subito da te.” il suo tono era supplichevole, quasi disperato e questo dispiacque alla donna che iniziò a strofinargli la schiena con la mano. “Va tutto bene, mi hai mandato un messaggio. Sei stato ugualmente carino.”

 

Lui si rilassò col suo tocco, ma solo parzialmente. “Non è la stessa cosa, non sono stato comunque presente fino ad oggi.” si separarono e lui si inginocchiò di fronte a lei. “Come stai?”

 

“Sono stanca, non eccessivamente ma sono con poche energie questi giorni e... ho una febbre strana.” lui sollevò un sopracciglio. “Strana? In che senso strana?”

 

“Beh... non è alta ma non va via. Ho iniziato a prendere delle medicine ma... rimane. Non saprei dire come mai ci sia questa situazione.” lui sospirò guardandola e cercando di capire bene cosa avesse detto ma non arrivò a nessuna soluzione. Alla fine decise di non stressare più le sue limitate capacità mentali e decise di agire. Si mise in piedi e le offrì la mano. “Vieni, ti porto da un dottore.” lei spalancò gli occhi sorpresa. “D-dottore? Perché?”

 

“Hai detto di aver preso le medicine eppure la febbre non va via ma allo stesso tempo hai detto che non è alta. Io non so cosa sia e sembra che non lo sappia neanche tu... quindi penso che la cosa migliore da fare sia farti visitare da un medico.”

 

Hinata si prese un secondo per assimilare e considerare quello che il fidanzato aveva detto e alla fine gli dette ragione. Stava quasi per prendere la sua mano ancora tesa ma poi le venne in mente un piccolo dettaglio e ridacchiò coprendosi la bocca con una mano in un vano tentativo di nascondere la cosa.

 

“Adesso cosa c'è da ridere? Sono serio quando dico che ti posto da un medico.”

 

“S-sì Naruto, lo so che non scherzi ma... saresti così gentile da... farmi cambiare?” -Cambiare? In che senso?- abbassò lo sguardo sulla figura della donna e solo in quel momento notò che la corvina indossasse solo un pigiama. Una maglietta rosa a maniche lunghe e dei pantaloni dello stesso colore.

 

In un secondo la faccia gli divenne rossa e iniziò a saltellare all'indietro coprendosi gli occhi. “M-mi di-di-di-dispiace!!! S-scu-scusami ta-tanto!!!” non attese nemmeno una replica da parte della donna che riaprì la porta e la richiuse dietro di sé subito dopo essere uscito dalla stanza.

 

Durante il tempo della sua “uscita”, Hinata si limitò a ridacchiare per la sua imbarazzante goffaggine momentanea.

 

- - -

 

Era almeno una mezz'ora abbondante che Naruto attendeva. Il sangue in eccesso in faccia era fluito via mentre la donna si vestiva per uscire e, senza tergiversare troppo, si erano diretti all'ospedale con la macchina dell'avvocato per un check-up.

 

Lui diede un'altra occhiata alla porta chiusa. -Cosa potrà mai avere da richiedere tutto questo tempo? Possibile che dopo mezz'ora non abbiano ancora finito di farle il controllo?- come a rispondere alla sua domanda, la porta si aprì e ne uscì Hinata. Lui si alzò contento di rivederla ma il sorriso che si era formato si dissolse in un istante quando la vide a testa bassa.

 

Lei gli andò incontro senza dire una parola e, quando furono faccia a faccia, fu lui ad iniziare la conversazione. “C-cosa c'è che non va, è... la tua febbre è qualcosa di grave?” lei non rispose subito, portò le mani all'altezza del petto e iniziò a far torcere le dita le une con le altre.

 

Nel mese passato insieme, Naruto aveva imparato che la ragazza agiva in quel modo quando c'era qualcosa che la turbava. Le avrebbe dato il suo aiuto, era lì per quel motivo, così le mise una mano sulla spalla. “Hinata, cosa c'è che non va?”

 

Ci fu un altro momento di silenzio prima che lei alzasse lo sguardo, era rossa in viso ed i suoi occhi esprimevano preoccupazione. Molta preoccupazione. “P-po-possiamo... possiamo a-andare a... a c-c-c-casa, p-per... per favore?” la sentì tremare mentre parlava, ma annuì convinto. “Va bene, ti riporto indietro in un minuto, non preoccuparti.” lei scosse la testa abbassando di nuovo lo sguardo.

 

“Hinata...?”

 

“N-non a... a casa mia... po-possiamo andare... a... a casa t-tua? Pe-per favore?”

 

“Certo Hinata, tutto quello che desideri.” se prima era in dubbio ora ne era certo, qualcosa turbava la donna e quel qualcosa non era da poco.

 

- - -

 

Erano seduti sul divano, Naruto le aveva offerto un bicchiere d'acqua che lei aveva accettato ma non bevuto, invece lo aveva usato quasi come uno specchio dato che era ricaduta nel silenzio e con lo sguardo basso. Lui ebbe la premura di darle tutto il tempo che le serviva. Alla fine parlò.

 

“A-avevo dei va-valori strani e... e così il dottore ha... de-deciso di farmi un... u-u-un check-up co-completo...” Naruto ingoiò della saliva, non aveva detto niente di strano ma era sicuro che le apparenze ingannassero. Si decise a fare la domanda fatidica. “E... co-cosa è venuto fuori?”

 

La donna corvina poggiò il bicchiere sul tavolino e si voltò verso di lui. I suoi occhi erano quasi acquosi, come se fosse sul punto di piangere ma le lacrime non fossero ancora pronte ad uscire. Le labbra chiuse le tremarono per qualche secondo ma alla fine gli diede una risposta. “I-io... s-s-sono... sono incinta. A-aspetto u-un... un bambino.”
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Note d'Autore: Non aggiungo niente XD, beccatevi questo Cliffhanger! Non poteva mica essere tutto rose e fiori, no? La cosa sarebbe sembrata irrealistica in caso contrario. Ciao a tutti!

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Capitolo 21
*** Decisione Fatale ***


Note d'Autore preliminari: Hello everyone XD. Per questo upload mi sono fatto attendere parecchio, l'ho fatto per la suspence? Perché speravo di ricevere qualche altro commento? Perché non ho avuto il tempo materiale per finirlo prima? Oppure per mancanza di ispirazione? Non ve lo scrivo e non ci voglio pensare XD, tanto saperlo o no non cambierà niente... OK, godetevi il capitolo e... alla fine ci sarà un piccolo, grande amo- avviso. Ci sarà un piccolo, grande avviso. Enjoy...
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Le parole di Hinata colpirono Naruto con la potenza di 3 bombe atomiche messe insieme. -Incinta?!? Ba-bambino?!? E... e quando... Aspetta, no-non dirmi che... cioè, da quando s-stiamo i-insieme non l'ho sfiorata i-in quel senso... po-po-po-possibile che... que-quella notte si-sia stata così fatale?!? No... non ci posso credere... Oh Dio, che cosa ho fatto?!?- la valanga di pensieri gli attraversò la mente alla stessa velocità con cui un falco si getta in picchiata sulla preda.

 

Nel concreto i suoi occhi sgranarono. “Hi-Hinata?” lei apparentemente ignorò qualunque cosa avesse da dire e si gettò sul suo petto rilasciando le lacrime che non erano ancora uscite dai suoi occhi ed aggrappandosi alla sua camicia come se la sua vita dipendesse da questo.

 

“Che... che cosa dovrei fare? Qu-quando... il do-dottore... m-mi ha de-detto ch-che aspe-aspettavo... un... un bambino no-non sapevo... co-cosa dire... Non so co-co-co-cosa fare... e-ed ho pa-paura di... di quello ch-che po-potrebbe ca-ca-capitare in... in caso... in caso d-di una mia d-decisione sb-sbagliata...” fra i singhiozzi la donna fu in grado di dare sfogo a quello che aveva dentro mentre l'avvocato l'avvolgeva fra le sue braccia. Come aveva fatto tante altre volte. Di solito bastava questo per farla sentire meglio, lei gliene aveva parlato una volta: aveva accennato a qualcosa sul calore che percepiva ogni volta che lui l'abbracciava.

 

Eppure sapeva bene che stavolta non sarebbe stato così semplice. Ora non si trattava di un problema momentaneo, uno di quelli risolvibili in poco tempo dopo averci riflettuto su per un po'. Ora si parlava di una vita, una vita nel corpo della donna in lacrime che stava tenendo fra le braccia.

 

Fu colto da una sgradevole sensazione di deja-vu, aveva provato qualcosa di simile quando lei gli aveva parlato prima di scappare dal suo appartamento la mattina dopo il loro primo incontro. Si maledisse mentalmente, per quanto ancora gli avvenimenti di quella notte avrebbero perseguitato le loro vite?

 

- - -

 

“...No, non sta male, si sente solo stanca... Sì, questo lo so bene ma... Come ho detto 2 secondi fa, non è peggiorata con quest'uscita... Esatto, giusto. Ed è per questo che ha deciso di restare da me... Sì, se ci saranno cambiamenti te lo farò sapere... D'accordo, allora buona continuazione... Tranquilla, non le farò fare nessuno sforzo... No! Neanche a letto! Non credo nemmeno che resterà per la notte, quindi non ci saranno problemi! ...Ecco, appunto. Ciao!”

 

Naruto chiuse la chiamata. Hinata si era addormentata fra le sue braccia ancora in lacrime e lui si era preoccupato di chiamare a casa sua per avvisare che non sarebbero tornati subito. Tenten aveva fatto qualche raccomandazione un po' fuori luogo e per questo la faccia gli si era un tantino arrossata, ma almeno adesso le cose si erano calmate un po'.

 

Si avvicinò al divano e diede un'occhiata alla sua figura addormentata: dopo lo sfogo che aveva fatto sembrava quasi serena. Aveva cercato di non muoverla troppo quando l'aveva distesa e le aveva messo una copertina addosso per evitare che prendesse troppo freddo.

 

La sua camicia, invece, era ancora intrisa delle sue lacrime. Si stropicciò gli occhi e diede un'occhiata alla sveglia non sapendo cos'altro fare e si rese conto che fosse ormai pomeriggio inoltrato. -E adesso che facciamo? Non la posso mica portare a casa in questo stato, come farà a dirlo al padre? E posso già vedere la mia testa che viene staccata dal resto del corpo...- venne percorso da un brivido ripensando alla katana puntata alla gola. -E anche se non perdessi la testa, come dovremmo comportarci con un bimbo in arrivo? Non credo che lei voglia abortire ma... come la mettiamo la cosa? Qui si parla di rapporto prematrimoniali e...- gli si spalancarono gli occhi. -Aspetta!?! CHI HA PARLATO DI MATRIMONIO?!? È vero che stiamo insieme ma... ma la cosa è... è ufficiale da un mese e basta! Co-co-come mi viene in mente di pensare al matrimonio?!?-

 

Rimase a scervellarsi per un altro quarto d'ora prima di convincersi che, qualsiasi decisione fosse stata presa, sarebbe dovuta essere stata prima convalidata dalla ragazza addormentata. Pensando a lei gli venne in mente anche un'altra cosa: probabilmente avrebbe dovuto prepararle qualcosa da mangiare.

 

Dopo aver pianto e dormito sicuramente avrebbe avuto un certo languorino in bocca ma certamente non le avrebbe preparato del ramen. Invece controllò il frigo, magari era rimasto qualcosa dall'ultima volta che aveva fatto la spesa. Oppure da quella volta in cui lei gli aveva preparato il pranzo.

 

- - -

 

“Mmmmh...” Hinata si stropicciò gli occhi, raddrizzando la schiena. Ricordava di aver pianto fra le braccia di Naruto ma non comprese subito dove si trovasse e come. Anche l'ora le era sconosciuta, da quanto tempo si trovava in quel posto?

 

Tutte queste domande sarebbero rimaste senza risposta se il biondo non fosse entrato nel suo campo visivo e non avesse fatto risuonare la sua presenza.

 

“Hinata.” lei si voltò nella sua direzione con aria confusa e imbarazzata. “M-mi dispiace molto Na-Naruto... c-credo di... essermi addormentata...” lui fece ondeggiare una mano mentre la guardava con un sorriso incoraggiante. “Non ti preoccupare. Piuttosto... vorresti mettere qualcosa sotto i denti?”

 

“Qu-qualcosa sotto i denti?” lui annuì. “Sì, sono quasi le 8 di sera, è ora di cena.” i suoi occhi si spalancarono. “L-le... 8?!? Do-dovrei-”

 

“Ho già chiamato a casa tua, Hinata. Sanno che sei qui.” la donna sospirò in parte rincuorata dall'informazione appena ricevuta. “V-va bene... ti seguo.” con movimenti lenti, perché ancora un po' intontita dal sonno, si alzò dal divano e lo raggiunse. Lui le tese la mano amichevolmente e lei la prese, seguendolo poi in cucina. Aveva preparato dell'insalata.

 

Mangiarono in relativo silenzio, non spiccicarono nemmeno una singola parola anche se avevano parecchie cose da dirsi. Gli unici rumori udibili furono quelli delle posate, dei piatti e delle loro bocche al lavoro. Alla fine della cena leggera, Naruto si offrì silenziosamente di lavare i piatti e la donna si limitò ad annuire.

 

- - -

 

Si erano di nuovo accomodati sul divano. La testa di lei appoggiata sulla spalla di lui e questa volta il silenzio era il sovrano assoluto. Lui non sapeva esattamente cosa stesse passando nella testa di lei e lei non sapeva come esprimere quello che aveva dentro al compagno. In breve passarono 2 ore senza che accadesse nulla di fatto. Naruto scosse piano la spalla per farle capire che si sarebbe mosso. “Coraggio, ti riporto a casa.”

 

Stava per alzarsi ma la donna gli afferrò il polso. Lui si voltò per guardarla ma lei, ancora con lo sguardo basso e concentrato sul vuoto, si limitò a fare un gesto di diniego con la testa. Non capendo bene cosa intendesse dire, l'avvocato rimase in attesa di un segnale differente.

 

Che poi arrivò tramite un filo di voce.

 

“N-non... non voglio...” il biondo inarcò un sopracciglio. “Non vuoi... cosa?”

 

“L-lasciami... re-restare qui c-c-c-con... te. N-non lasciarmi... s-sola.” lui riprese posizione al suo fianco. “Hinata, cos'è che desideri? N-non sono sicuro di capire.” lei ruotò la testa e gli piazzò davanti i suoi occhi perlacei e lucidi. “La-lasciami dormire q-qui stanotte. Per favore... Naruto.”

 

“Perché, Hinata? Non saresti sola a casa tua, c'è la tua cameriera lì e poi... s-sono sicuro che tuo padre tornerà indietro qu-quando saprà-” lei scosse ed abbassò ancora la testa per farlo smettere di parlare e prese un profondo respiro. “...I-io ho... ho bi-bisogno d-di te... t-ti prego, no-non lasciarmi d-da sola.” detto questo appoggiò di nuovo la faccia contro il petto dell'uomo in attesa di una sua risposta.

 

Incapace di rispondere nell'immediato, Naruto le avvolse le braccia intorno ed iniziò ad accarezzarle delicatamente la testa per darle un minimo di conforto ma sapeva di dover dire qualcosa o sarebbe di nuovo scoppiata in lacrime. -Ecco, e adesso che faccio? Non posso mica farla dormire sul divano e sicuramente non vorrà che io le resti troppo lontano... Aaaah! Che diavolo dovrei fare?!? Non ho nemmeno un pigiama da darle, tutto quello che ho sono dei boxer e un paio di magliette. Però non posso neanche mandarla via... le voglio bene, cavolo... la amo! E voglio starle accanto e darle il mio supporto ma... così?-

 

Sospirò considerando i pro e i contro e giunse ad una decisione finale. “Hinata...” con dolcezza le prese le spalle e la sollevò assicurandosi che lo guardasse in faccia. Aveva ancora la stessa espressione: supplichevole e quasi disperata con tanto di occhi dalle iridi tremolanti. Naruto sentì un buco nello stomaco a vederla in quello stato, non avrebbe mai voluto vederla di nuovo così. “...chiamo Tenten e le dico che rimani da me a dormire.”

 

La corvina ci mise uno o due secondi ad assimilare quanto detto dall'uomo ma alla fine un abbozzo di sorriso apparve sulle sue labbra mentre socchiudeva gli occhi e riappoggiava la testa sul suo petto. “...Grazie Naruto.”

 

- - -

 

Si era beccato una mezza gridata della domestica nelle orecchie ma si era tutto più o meno risolto. Naruto era riuscito a far capire alla mora che Hinata necessitava di restare da lui senza dire esattamente quale fosse la ragione di questo bisogno. Si era focalizzato sull'aspetto sentimentale della cosa invece di dare dettagli fisiologici e la faccenda si era conclusa bene.

 

Ora aveva un altro problema, molto più delicato. Hinata necessitava di qualcosa da mettere per dormire, ma lui in casa non aveva niente di femminile da darle e così avevano entrambi ripiegato su dei boxer verde-erba ed una maglietta bianca. Al momento la donna si stava cambiando in bagno. Lui era rimasto rispettosamente fuori, ma aveva dato la sua disponibilità in caso di qualsiasi bisogno.

 

Sapendo di dover condividere il letto, ne aveva approfittato per dargli un'ordinatina. Aveva raddrizzato le lenzuola e sistemato anche il cuscino. Essendocene solo uno, lo avrebbero dovuto condividere, ma il problema non era neanche quello.

 

Solitamente dormiva con addosso solo dei boxer. Almeno quando non si portava una donna a letto, in quel caso finiva anche senza quelli. Stasera aveva optato di mettere anche lui una maglietta per non dare un colpo al cuore di Hinata. Quello che gli stava arrovellando la mente era qualcosa a più lungo termine: se anche avessero passato una notte tranquilla, cosa sarebbe successo il giorno dopo? Non erano in una situazione in cui si potesse fare inversione ad U per cambiare strada e lasciar passare il tempo non avrebbe migliorato le cose, al contrario sarebbero peggiorate.

 

Le sue elucubrazioni vennero interrotte dalla porta del bagno che si apriva. E dalla donna che uscì da esso subito dopo. Una sfumatura di rosso apparve sulla faccia di Naruto nel momento in cui la corvina entrò nel suo campo visivo: la maglietta era grande per lei, non si vedeva nulla del suo fisico e i boxer che le aveva dato aderivano solo alla sua vita grazie all'elastico eppure... nella sua semplicità, nel suo camminare a piedi nudi sul pavimento e nel leggero movimento dei suoi lunghi capelli setosi, Naruto si perse per un momento.

 

Vedendolo disorientato, la donna portò interrogativamente un dito sul mento. “N-Naruto? V-va tutto... bene?” lui ritornò presente e scosse la testa strizzando gli occhi. “S-sì, Hinata. T-tutto okay. C-ci me-mettiamo a... a letto?” non sapeva se il rossore fosse passato ma si augurò che la donna non ci facesse troppo caso.

 

Hinata lo guardò confusa per un momento ma poi annuì e aprì il lenzuolo mettendosi poi sul materasso poggiata su un fianco. Il biondo fece la stessa cosa mettendosi dietro di lei e ritrovandosi a guardarle le spalle. Ancora insicuro su come agire, spense la luce e coprì entrambi col lenzuolo prima di augurarle la buonanotte.

 

Lei ricambiò ma dopo pochi secondi fece una richiesta senza però voltarsi. “N-Naruto... puoi abbracciarmi, per favore?” lui sgranò gli occhi ma decise di accontentarla. “C-certo Hinata, tutto qu-quello che desideri...” abbastanza a disagio, perché non voleva infastidirla in nessun modo, allungò un braccio e le cinse le spalle assicurandosi di non sfiorarle il seno. Credeva che andasse bene così ma la successiva mossa della ragazza eliminò questa sua convinzione.

 

Lei gli prese la mano e la spostò in basso, fino a farla poggiare aperta sul suo grembo. Lui trattenne il respiro per un momento ma lei sorrise non vista. “G-grazie... Naruto...”

 

Sentirla parlare in quel modo lo tranquillizzò. In questo momento era serena, si sentiva al sicuro. Anche lui sorrise e socchiuse gli occhi mentre avvicinava la testa al suo orecchio per poterle sussurrare. “Non avere paura, sono qui per te e ci resterò sempre. Qualunque cosa deciderai, sarò al tuo fianco e farò tutto quello che è in mio potere per proteggerti... Hai la mia parola, Hinata.” lei chiuse gli occhi ancora più rasserenata. “G-grazie Naruto... Bu-buonanotte.”

 

- - -

 

Il mattino dopo la corvina si svegliò strofinando gli occhi e sollevando la schiena dal materasso. Le sfuggì uno sbadiglio mentre le palpebre si aprivano mettendo in mostra le sue iridi perlacee. Non ebbe moti di sorpresa o confusione, sapeva bene dove si fosse addormentata e con chi. Istintivamente si voltò al suo fianco sicura di trovare il suo compagno accanto a sé ma l'unica cosa che trovò fu una metà di letto vuota.

 

Domandosi dove fosse andato si alzò e si diede una stiracchiata. Aveva dormito bene ma era anche consapevole che, insieme alla luce del sole, anche i suoi problemi l'avrebbero raggiunta di nuovo. Si alzò dal letto e si diresse a piedi nudi verso la cucina. Fu lì che trovò Naruto.

 

“Buongiorno.” un saluto tranquillo e semplice. Era seduto a tavola rivolto verso l'entrata della stanza. Lavato e vestito. Era chiaro che si fosse alzato parecchio prima di lei. La donna arrivò davanti al tavolo e, con lo sguardo più che altro curioso, rispose al suo saluto grattandosi una guancia con un dito. “B-buongiorno Naruto... posso... posso sapere c-che ore sono?” lui sorrise, forse perché quel gesto l'aveva resa ancora più carina o forse perché la domanda lo divertì, ma rispose senza fra trapelare nulla. “Sono le 10:30.”

 

L'informazione fu la sveglia che non l'aveva ancora svegliata, i suoi occhi si spalancarono e venne travolta da quello che poteva essere definito simile al panico. “10... 10:30?!? M-m-ma... io non... p-perché non mi hai svegliata?”

 

Lui iniziò ad elencare le ragioni con le dita. “Perché avevi bisogno di dormire, perché non volevo svegliarti dal momento che non hai impegni mattutini, perché ho già parlato con Tenten e perché...” si interruppe un momento facendo una faccia più seria. “...avevo bisogno di riflettere un po'.”

 

Lei colse la differenza di espressione e comprese che si trattava di qualcosa di importante. “R-riflettere? Su... su cosa?” per tutta risposta, lui si alzò sorridendole di nuovo. “Se ne può parlare dopo, adesso accomodati mentre ti preparo la colazione.” anche in questo caso, Hinata percepì la preoccupazione dell'avvocato dietro il suo sorriso ma decise di assecondarlo, se aveva detto che se ne sarebbe potuto parlare dopo allora ne avrebbero parlato dopo.

 

- - -

 

Passò una mezz'oretta abbondante. La donna aveva mangiato e bevuto ed era andata in bagno per la sua toeletta mattutina. Aveva anche trovato i suoi vestiti dove li aveva lasciati e ne aveva approfittato per cambiarsi. Ed ora erano di nuovo seduti al tavolo della cucina, quello stesso tavolo dove, mesi prima, il suo sogno era stato infranto da una semplice domanda. Naruto aveva le dita incrociate sotto il mento e lo sguardo basso ma lei, sapendo che sarebbe stato lui il primo a parlare, di dette tutto il tempo necessario a raccogliere ed organizzare le idee. Passarono così alcuni interminabili minuti e, alla fine di questo tempo, il biondo sospirò chiudendo gli occhi e piegando la testa verso l'alto.

 

La corvina comprese che il momento era arrivato.

 

Lui raddrizzò di nuovo la testa e la guardò dritta negli occhi, il suo sguardo e la sua espressione non lasciavano trapelare niente di tutto ciò che turbinava all'interno della sua testa. “Dunque... sappiamo entrambi che l'aborto non lo vuoi neanche considerare. E questo mi sembra giusto. Perciò deduco che il tuo desiderio sia di tenere il bambino che hai in grembo, giusto?” sentendo le parole chiave, la donna si irrigidì, ma quando fu fatta la domanda rispose con tutta la sua convinzione. “S-sì, io... v-voglio tenere il bambino.”

 

Lui annuì prima di continuare. “Immaginavo una risposta del genere, hai il cuore più grande che abbia mai visto in una persona.” il complimento la fece arrossire un po' ma non perse la concentrazione mentre il maschio continuava. “A questo punto ci toccherà affrontare tutta una serie di... cambiamenti ed ostacoli lungo la strada che stiamo per scegliere. Ma voglio che tu sappia che intendo rimanere al tuo fianco, qualunque cosa accada.”

 

Sulle labbra della corvina si fece strada l'ombra di un sorriso ma decise di tagliare corto e di andare dritta al punto. “Naruto, ti ringrazio per tutto quello che hai detto e fatto finora. E ti ringrazio anche per la promessa che mi hai fatto e per il tuo proposito di mantenerla... tu-tuttavia desidero sapere qualcosa...” lo sguardo le si abbassò inconsapevolmente mentre formulava nella propria mente la successiva domanda. “C-come pe-pensi d-di poter risolvere qu-questa si-situazione?”

 

La domanda parve rimanere sospesa in aria. Lei non riusciva a trovare il coraggio e la forza di rialzare la testa mentre lui pareva caduto in un religioso silenzio.

 

Alla fine però giunse da parte dell'avvocato la risposta tanto attesa o temuta. Una risposta compattata in una singola e semplice parola. “Sposiamoci!”

 

La ragazza non comprese esattamente quello che il maschio aveva appena detto. “...C-cosa...?”

 

“Hinata, sposiamoci.” fu il sentire la risposta una seconda volta che scatenò nella femmina una vera e propria reazione: gli occhi le si spalancarono, le pupille diventarono due puntini viola su uno sfondo bianco, la faccia divenne cremisi e le mani schizzarono in alto estendendo come tentacoli le dita per cercare di coprire quanta più superficie possibile.

 

Il tutto fu accompagnato dal tracollo quasi completo delle sue facoltà verbali. “Sp-spo-sposarci?!? I-io... tu... e noi... qua... se non... m-ma io... lu-lui ha... mio padre... N-Neji nii-san e... uno o due... e se t-tu... io... serio... oppure no e-e io credo... tu hai... ha de-detto... matrigna... co-colpevole d-di... sangue e... se io e te o lui e... amo-amore non... mamma o cugino e... Tenten ha... chi ha chia-chiamato noi o bacio e... non si pro-propone come... sedia... o... no...?” per tutta risposta, il maschio spalancò gli occhi completamente spiazzato da quella valanga di parole apparentemente senza senso e, quando la ragazza dovette recuperare il fiato che aveva eruttato, le diede il tempo di riprendere il controllo delle sue facoltà mentali.

 

“Va... bene, non ho capito neanche una parola di quello che hai detto. Quindi... respira. Fai uno o due respiri profondi e... e poi riprova.” anche se esteticamente non ci furono cambiamenti, la donna fece come le era stato suggerito. Più che 1 o 2, i respiri furono almeno una decina ma alla fine riuscì ad esprimersi in modo comprensibile. “C-come... come po-potrebbe... come potrebbe il matrimonio... ri-risolvere t-tutto? I-io... sarà solo u-un mese c-che stiamo insieme... n-non è tr-troppo presto? E... e-e... e co-comunque... come t-ti è venuta i-in mente que-quest'idea co-così... radicale?”

 

Lui abbassò lo sguardo ed allungò le mani per poggiarle su quelle di lei, che intanto le aveva rimesse sul tavolo. “Hinata... l'idea di sposarti mi stava già ronzando in testa da un paio di giorni. Sarebbe stata solo una questione di tempo prima che mi proponessi. E... e poi è venuta fuori questa novità. Sappiamo entrambi che ti amo, su questo dubbi non ne hai tu e soprattutto non ne ho io. E... dal momento che vuoi tenere la vita che porti in grembo... mi sono preso la mattinata per pensare ad una possibile soluzione. Ce-certamente la cosa è improvvisa, nessuna delle persone che ci conoscono avrà la minima difficoltà a capire questo e magari qualcuno mostrerà qualche dubbio o perplessità sulla cosa... m-ma non è questo il punto!” sollevò il cranio per poterla di nuovo vedere negli occhi. “Hinata, se tuo padre deciderà di evirarmi con la sua katana o se tuo cugino vorrà spaccarmi la faccia per la mia sfacciataggine... accetterò entrambe le cose se... se questo garantirà la tua felicità. S-se dovrò traslocare in uno spazio più grande e più decente, lo farò per te. E se anche dovessi rinunciare a parte del mio lavoro per... stare al tuo fianco, lo farò senza rimpianti. H-ho preso la mia decisione e... e anche se ci saranno ostacoli sulla strada... h-ho intenzione d-di superarli tu-tutti. I-i-insieme a t-te.”

 

Fece una pausa per raccogliere dell'ossigeno e poi riprese. “E... beh... s-se ci sposiamo o-ora... m-magari nessuno pe-penserà male quando si scoprirà c-che aspetti un... un bambino. Ho.... ho pensato a... a questo me-mentre dormivi...” abbassò ancora lo sguardo trovando di colpo il tavolo molto interessante sotto il punto di vista ottico. “R-rimpiango s-solo di... n-non... aver tro-trovato una soluzione... migliore. M-ma tu... c-che ne pensi?”

 

Ci fu un altro momento di silenzio, Naruto non osava alzare lo sguardo e Hinata... stava elaborando. Elaborando quello che lui aveva detto, elaborando le informazioni che aveva ricevuto e ipotizzando un possibile scenario futuro. Con lui e col loro piccolo. Naturalmente non ebbe molta fortuna, era troppo emozionata e toccata dalle parole dell'avvocato per pensare in maniera oggettiva e razionale.

 

Tuttavia aveva compreso alla perfezione gli argomenti più importanti sollevati dal biondo. Così alla fine emise la sua sentenza. “T-tu... l-lo faresti davvero?” lui alzò timidamente la testa per guardarla di nuovo. “F-farei... cosa?”

 

“M-mi... mi sposeresti? L-lo faresti e... e rimarresti a-al mio fianco... qualunque cosa a-accada?”

 

Per la prima volta negli ultimi minuti, l'uomo fece un sorriso sincero e non plastico. “Con tutto il cuore e senza alcun rimpianto. Anzi... l-lasciami fare l-le cose... per bene.” si alzò dal tavolo sotto lo sguardo confusamente sorpreso o sorprendentemente confuso della corvina, la raggiunse all'altro lato del tavolo e si inginocchiò poggiando la fronte sul ginocchio.

 

Dette un paio di colpi di tosse per schiarire la voce e poi parlò. “Hinata Hyuuga, mi concederesti l'onore di... diventare mia moglie?”

 

“S-sì... con... con tutto il cuore, sì!” le lacrime che iniziarono ad uscire appannarono la vista della ragazza ma lei non se ne curò minimamente. “E... e questa volta... s-sei davvero... t-tu a chiedermelo. S-sì, Naruto! I-io... sarò tu-tua moglie. S-sarò la moglie d-di Naruto Uzumaki!”
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Note d'Autore: Holè, eccoci qua in fondo alla pagina. Per chi lo avesse già intuito, siamo alla frutta ormai... il prossimo capitolo sarà l'Epilogo finale e stop. La storia finirà lì. O forse no? XD... Domanda, chi vorrebbe un piccolo Omake su quello che Ino e Sai hanno fatto dopo l'immersione mentre tutti noi ci focalizzavamo sui due piccioncini gialli e corvini? Io so che voi sapete che io ho già dato un indiziuccio interessante nel capitolo 16 [The After-Immersion] ma oltre a quello nisba. Quindi facciamo così, se ricevo ALMENO 5 commenti per questo capitolo in cui mi dite anche se lo volete o no... in base alle risposte deciderò se farlo o meno, in caso contrario... Epilogo e stop. Per futuri progetti vi informerò nelle note del prossimo capitolo. Scritto questo vi saluto e rinnovo il mio invito a leggere, godere e commentare. Ciao!!!

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Capitolo 22
*** Epilogo: 7 anni dopo ***


Non era stato affatto facile: dopo la proposta, il biondo aveva riaccompagnato la sua 'promessa sposa' al suo maniero ma sapevano che avrebbero dovuto tacere fino al ritorno del padre per poi comunicare la cosa anche a lui.

 

L'incontro ebbe luogo tre giorni dopo, nell'ufficio di Hiashi. E con la sua katana a portata di mano. L'avvocato era certo che il genitore nutrisse qualche sospetto quando avevano chiesto di parlargli e la presenza dell'arma bianca non aveva fatto altro che confermare tale sospetto. Anche il tono privo di mezze misure del padre di lei gli aveva permesso di capire che, in quell'occasione, non ci sarebbe stato spazio per battutine e giri di parole.

 

Avevano iniziato col chiedere il permesso e la benedizione per la loro unione ufficiale. Hiashi aveva fissato i suoi occhi perlacei prima sulla figlia e poi sul suo pretendente. Alla fine si era rifiutato di benedirli se non gli avessero detto tutto. Ma proprio tutto.

 

Era stato difficile e snervante ma, alla fine, il biondo aveva vuotato il sacco. Interscambiandosi nei punti chiave del discorso, i due raccontarono la loro intera storia dal primo incontro in quel vicolo fino al momento della proposta di Naruto.

 

Hiashi non aveva proferito parola per tutto il tempo. Mentre assimilava le informazioni le palpebre si erano ristrette riducendo la parte visibile delle sue iridi a due minacciose fessure. Ma, sebbene la spada non fosse lontana dalla sua mano, non ebbe altre reazioni fino alla conclusione del loro resoconto.

 

L'esposizione richiese una mezz'ora abbondante. Solo quando i due finirono lui li congedò per riflettere sorseggiando un tè.

 

Fra una cosa e l'altra, Naruto si ritrovò nuovamente faccia a faccia col capofamiglia. E, dopo aver scambiato poche e dense parole, il genitore diede il suo consenso per il matrimonio della figlia. La felicità della coppia fu comparata solo dalla tensione che aveva provato fino a pochi minuti prima.

 

I giorni successivi furono impiegati nell'allestimento dell'evento. Vennero invitate anche persone che fino a quel momento si erano trovate agli argini della storia della coppia come i genitori dell'avvocato. Anche in quel caso la sorpresa fu reciproca: Minato non credeva che il figlio avesse deciso di fare il grande passo, Naruto non credeva che il padre avesse risposto in maniera positiva all'invito.

 

Hinata, invece, ebbe serie difficoltà a decidere se invitare il cugino o no. Fino agli ultimi tempi l'aveva sempre messa in soggezione e, almeno all'inizio, non si era mostrato entusiasta nei confronti del suo partner. Dopo il pranzo insieme poi, aveva accettato il fatto come cosa fatta. Non c'erano stati altri tentativi di sabotaggio da parte sua ma non c'era stato neppure un tentativo di minimo coinvolgimento da parte sua.

 

Ovviamente Tenten e Ino si ritrovarono a litigare con le unghie e con i denti per il ruolo di damigella d'onore. Tutte e due avevano iniziato ad elencare le azioni compiute e i consigli elargiti alla ragazza. Il passaggio successivo fu quello di iniziare a rinfacciarsi tutti i possibili difetti che l'altra possedeva. E poi iniziò una vera e propria sfida di qualità per decidere chi fra le due avesse effettivamente avuto maggiori diritti per essere la damigella. Alla fine toccò alla corvina direttamente interessata a scegliere fra la sua cameriera o la sua migliore amica. E, di fronte agli occhioni da cerbiatto bastonato delle due, decise di dare ad entrambe il piacere (per Ino) e l'onore (per Tenten) di accompagnarla all'altare insieme al padre.

 

Da parte sua, Naruto scelse Sasuke.

 

- - -

 

Erano passati 7 anni. Da 7 anni Hinata aveva assunto un secondo cognome e, sempre da 7 anni, era diventata madre di uno splendido bambino. Quando Boruto era nato, qualcuno aveva storto il naso considerando quanto tempo era passato dalla loro notte di nozze. Hinata e Naruto erano preparati a questo, era una delle tante incognite che avevano accettato quando lui si era proposto.

 

Eppure neanche lo scetticismo di alcuni elementi era bastato a distruggere l'armonia che si era creata intorno ai due.

 

E, circa 6 anni dopo la nascita di Boruto, l'ereditiera diede alla luce una bambina. Questa volta il colore dei capelli era stato preso dal ramo materno, con grande piacere del nonno e dello zio.

 

Hinata aveva lasciato il lavoro al giornale del cugino, data la sua nuova situazione di madre unita alla condizione economica familiare e all'occupazione del marito, la donna poteva permettersi di non dover lavorare a sua volta per dedicare il suo tempo alla prole. Naruto, da parte sua, si era dichiarato pronto a vendere il suo alloggio e a comprare una casa adeguata ma, sorprendentemente, Hiashi aveva offerto il suo maniero alla coppia motivando la scelta col desiderio di sentire di nuovo lo scalpiccio di piedini infantili. I due avevano felicemente accettato la sua generosa offerta.

 

La madre era nella sua vecchia stanza, seduta su una sedia con la piccola Himawari addormentata nelle sue braccia. La finestra che dava sul giardino era aperta e una brezza estiva profumata di fiori entrava nell'ambiente. La corvina stava canticchiando a labbra chiuse la canzone che aveva iniziato per far addormentare la sua piccola quando il suo primogenito entrò nella stanza arrivando al suo fianco. “Boruto, da dove arrivi? Non eri col nonno?”

 

“Io e nonno stiamo giocando a trovarmi e devo nascondermi.” lei ridacchiò, suo padre aveva mostrato una vena giovanile da quando era diventato nonno che non credeva esistesse più in lui. Si diede una rapida occhiata intorno e poi si voltò di nuovo verso il figlio. “Mettiti sotto il letto, lì non ti troverà mai.” Il piccolo sorrise contento. “Grazie mamma!” Si diresse verso il nascondiglio ma si fermò a metà strada voltandosi verso la madre. “Mamma, ho una domanda.”

 

Lei inclinò la testa di lato, non aspettandosi niente. “Cosa vuoi sapere?”

 

“Come vi siete conosciuti tu e papà?” Lei sorrise e si voltò verso la finestra e verso il giardino socchiudendo gli occhi e godendosi la brezza fresca che faceva svolazzare qualche ciuffo dei suoi lunghi capelli scuri: “Quel giorno ebbi la sensazione che qualcosa di buono sarebbe accaduto e che avrei dovuto vivere nel momento...” Risollevò la palpebre e focalizzò i suoi occhi di perla prima sulla piccola fra le braccia e poi sul suo primogenito “...quello stesso giorno incontrai il tuo papà per la prima volta. Ed ora, oltre a lui, ho due nuove persone da amare.”
 

!!!FINE!!!

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Note d'Autore: Ed eccoci alla fine di "Living in the Moment"! Ammetto che come finale forse potevo fare qualcosa di più ma dovete capire che, in questi giorni, fra mancanza di ispirazione e gente intorno... è difficile avere il silenzio e la concentrazione necessari per fare qualcosa di sublime. Che altro scrivere? La storia UFFICIALE finisce qui MA... ci sarà un Omake nella raccolta allegata a questa incentrato su Ino e Sai. Perchè ANCHE SE NON HO RICEVUTO IL NUMERO DI COMMENTI CHE AVEVO CHIESTO, ho deciso di scriverlo comunque. In ogni caso... per il futuro caricherò un'altra storia a più capitoli che ho scritto X anni fa (qundi se notate errori o uno stile diverso, non scannatemi) come quella One-Shot che ho caricato pochi giorni fa. E poi... ho in mente una nuova storia SEMPRE NaruHina però a luci rosse BD... ci saranno novità in futuro. Oppure scrivete un commento e chiedetemi quello che volete sapere. Scritto questo, auguro a tutti una buona conclusione del 2018 e... Buon Primo dell'Anno a tutti!!!

 

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