Shadowhunters e altre scocciature di lilly0806 (/viewuser.php?uid=189183)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Vi presentiamo... i giovani Shadowhunters di Londra! ***
Capitolo 2: *** Ecco a voi... i gemelli polacchi (aggiornato, scusate il disguido) ***
Capitolo 3: *** Eccoci di nuovo con... la principessa e la povera ;) ***
Capitolo 4: *** Oggi tocca a... gli opposti che si attraggono ***
Capitolo 5: *** Due ragazzi... dal mondo con furore ***
Capitolo 6: *** Ora ci sono... due ragazzi particolari? ***
Capitolo 7: *** Ora tocca a... due gemelli molto interessanti :) ***
Capitolo 8: *** Un inizio con il botto ***
Capitolo 9: *** Benvenuti all'inferno ***
Capitolo 10: *** Speciale di Natale *Spoiler Allert* ***
Capitolo 11: *** I Nascosti sono dei gran lavoratori in questa storia u.u ***
Capitolo 12: *** Non ho altro da offrire che sangue, fatica, lacrime e sudore (cit W. Churchill) ***
Capitolo 13: *** Non ci credo se non ci infilo il naso... (i miei titoli sono sempre peggio) ***
Capitolo 1 *** Vi presentiamo... i giovani Shadowhunters di Londra! ***
Matthew
14
anni
Sono nella mia stanza, sdraiato sul letto a fissare il
soffitto, quando sento la serratura della finestra scattare. Non mi
volto nemmeno per controllare chi è, so che si tratta di
Liza. Sono
chiuso qui dentro da giorni, deve essere preoccupata per me.
"Si
può sapere perchè ti sei chiuso qui dentro?!"
sempre la
solita, schietta Liza. Ed anche arrabbiata, a quanto pare...
"Pensavo"
"Allo zio Fabian e alla zia Celeste,
vero?” Continuo a fissare il soffitto, non mi è
difficile
immaginare la sua espressione preoccupata ma allo stesso tempo
decisa. "Si"
La sento sedersi sul letto e poco dopo mi
ci spinge giù con una spinta decisa. Me lo aspettavo, ma non
ho
voluto contrastarla.
Atterro sul pavimento abbastanza in
malomodo. Probabilmente avrò un livido su un gomito, dove ho
sbattuto contro al comodino ma non importa.
Mi guarda dall'alto
e afferma: "Vuoi darti una svegliata? Questo non è il Matt
che
conosco!"
Ha ragione, lo so questo, ma i miei genitori sono
appena stati uccisi dopo essere stati trasformati in Ottenebrati e
trattati come pedine di questa guerra senza senso. Non riesco ad
accettarlo, ma so che devo: loro non vorrebbero che io mi lasciassi
andare così.
Mia cugina mi sta ancora fissando, un cipiglio
severo dipinto in viso: "Hai intenzione di uscire da questa
stanza o no?" esclama senza mezzi termini. Le sorrido
leggermente e mi alzo dal pavimento pronto a seguirla fuori.
16
anni
Abbiamo appena terminato una battuta di caccia, è la
notte di Halloween ed io e Liza stiamo tornando a casa sotto la neve.
É raro che nevichi in questo periodo dell'anno, mi sarei
aspettato
che si mettesse a piovere, piuttosto, ma non me ne lamento: mi piace
la neve. È meno fastidiosa, almeno
finchè… appunto, finché
qualcuno non te ne infila una manciata nella maglietta.
"Se
mi verrà un raffreddore, verrò a starnutirti in
faccia!" urlo
verso mia cugina, che se l'è già data a gambe
ridendo. Si gira
verso di me per farmi una linguaccia ma ricomincia subito a correre
quando io inizio ad inseguirla, con tutta l'intenzione di gettarla
nel primo cumulo di neve.
Continuiamo a correre per le vie,
mantenendo vagamente la direzione per l'Istituto, quando Liza si
blocca di colpo di fronte a me e solo grazie ai miei riflessi riesco
a non finirle addosso facendo ruzzolare entrambi.
Cerco
di capire cosa sta guardando e noto che si tratta di uno scatolone
sul ciglio della strada. Non riesco a capire cos'abbia di
particolare, ma Liza ci si avvicina ed io non posso fare a meno di
seguirla. Ci sbirciamo dentro insieme e troviamo due gattini che ci
fissano di rimandano.
Mia cugina guarda alternativamente me e i
gatti per un po', so cosa sta per… "Matt, possiamo portarli
a
casa?" Come stavo dicendo, so cosa sta per succedere.
Mi
sta fissando, pregandomi con gli occhi e, appena lascio tornare lo
sguardo sui due gattini, scopro che uno dei due mi sta fissando con
il suo stesso sguardo. Riportando lo sguardo su Liza, sospiro
dicendo: "Va bene ma, se lo zio ha qualcosa da ridire, l'idea
è
stata tua"
Mi sorride prima di prendere in braccio uno dei
due gatti e a me non resta altro da fare se non prendere l'altro
mentre riprendiamo la strada verso l'istituto.
Ci mettiamo del
tempo ad arrivare, non so se perché ci siamo allontanati
molto
durante la nostra caccia o piuttosto mentre ci rincorrevamo, ma
finalmente rientriamo a casa. In qualche modo riusciamo ad evitare
gli zii e a chiuderci in camera mia, dove Liza prende subito possesso
del mio letto lasciandomi costretto a sedermi a terra vicino alla sua
testa, per decidere i nomi da dare ai nostri nuovi animali domestici.
Riusciamo subito ad accordarci per un nome che ci ricordi del giorno
in cui li abbiamo trovati, evitando almeno una parte dei litigi.
Il
gattino nero, che abbiamo scoperto essere un maschio, ha iniziato a
graffiare le ante del mio armadio e Liza scatta a sedere di colpo,
spaventando la sua nuova gattina tartarugata. Apparentemente i gatti
tartarugati sono sempre femmine, imparo sempre qualcosa di nuovo, da
mia cugina.
"Potresti chiamarlo Jack!" propone lei,
osservandolo rapita.
"Aspetta, fammi indovinare, da Jack lo
Squartatore? Perchè sta distruggendo il mio povero armadio?
Che devo
ancora capire che cosa gli ha fatto di male..." quest'ultima
parte la borbotto tra me e me, mentre mi sdraio sul pavimento fino a
riprendere il neo battezzato Jack per impedirgli di fare ulteriori
danni.
"Si!" il sorriso sul viso di Liza é enorme, ed
io le sorrido a mia volta per farle capire che la sua idea mi
piace.
"Come pensi di chiamarla?" le chiedo un attimo
dopo, mentre gioco distrattamente con le zampette di Jack. Lei
è
persa nei suoi pensieri, probabilmente cercando il nome giusto,
quando a me viene un'idea. Un'idea abbastanza buffa da farmi ridere,
attirando la sua attenzione: "Cosa c'è?"
"Pensavo
che potresti chiamarla Lantern… sai, no, è
Halloween e abbiamo
chiamato lui Jack, quindi mi è venuto in mente Jack
O'Lantern.."
le spiego, tra una risata e l'altra. Liza ride con me per un momento
e: "Mi piace" dichiara poi.
E così, la nostra
famiglia ha due membri in più. Speriamo solo che lo zio
Stephen non
la prenda troppo male, domattina.
18
anni
Sono nella mia stanza a leggere, con Jack acciambellato
come al solito sulla mia schiena, quando la porta viene aperta tanto
di colpo da andare a sbattere contro al muro. Il mio gatto miagola
irritato verso chi si trova sulla soglia per poi scendere dalla mia
schiena mentre la voce di mia cugina gli risponde: "Matt!"
Al suo richiamo alzo la testa dalle pagine e mi volto a
guardarla: "Sì?"
"Sbrigati, usciamo!" e se
ne va, senza aspettare una mia risposta. Non mi ha nemmeno detto dove
vuole andare! Cerco comunque di raggiungerla in fretta, per non farla
spazientire: può fare davvero paura se presa per il verso
sbagliato.
La trovo all'imbocco delle scale, prontissima per
uscire. Apparentemente vuole andarsene in giro per negozi mondani,
anche se probabilmente alla fine mi trascinerà in un cinema,
come
quasi tutte le volte. Poco dopo che siamo usciti mi sorprende quando,
passando davanti ad un negozio di piercing, decide di volerne fare
alcuni.
"Liza... sicura di quello che fai?" le chiedo
perchè ho la sensazione che non abbia chiesto il permesso
allo zio
Stephen. Se dovesse tornare a casa con qualche strano piercing
chissà
cosa potrebbero dirle!
"Eddai, Matt, non fare il
guastafeste e accompagnami! Non ti costa niente!"sentendo queste
parole alzo un sopracciglio, fissandola con aria di sfida: "Sai,
vero, che se decidessi di tornare a casa in quel negozio non
accetterebbero di farti nemmeno un orecchino? Non sei ancora
maggiorenne."
Mi guarda con quel suo sguardo da cucciolo
che, sospetto, abbia perfezionato da quando Lantern è
diventata il
suo gatto, ed io non riesco a dirle no come al solito. Infilo le mani
nelle tasche dei jeans e la seguo all'interno del negozio senza dire
altro.
La decisione con cui richiede i piercing che vuole mi fa
pensare che abbia in mente da tempo di entrare in un negozio simile
dove, fortunatamente, non hanno fatto storie per vedere un documento.
Noi Shadowhunters non abbiamo documenti mondani.
Mentre
Liza è nel retro del negozio, io mi guardo un po' attorno.
Ci sono
foto di diversi tipi di piercing alle pareti e il mio sguardo
continua a tornare su un piercing al sopracciglio e non posso fare a
meno di pensare di volerlo. Decidendo di seguire la follia del
momento, appena mia cugina torna nella parte principale del negozio,
chiedo alla ragazza se può farmi il piercing al sopracciglio
destro
che è esposto in una delle foto appese. Liza mi guarda con
la sua
migliore espressione da 'adesso hai cambiato idea?' ma io la ignoro e
seguo la ragazza nel retro, uscendone poco dopo.
Passiamo il
resto della serata al cinema, come avevo previsto, e torniamo
all'Istituto per l'ora di cena dove gli zii ci guardano molto
perplessi, evidentemente chiedendosi se abbiamo perso la testa.
Mi
correggo, credo pensino che io ho perso la testa: i piercing di Liza
sono piuttosto sobri, in confronto al mio, ma si abitueranno presto.
Fortunatamente non sono mai andati contro alle nostre scelte, e sono
convinto non lo faranno nemmeno questa sera.
Lizbeth
14
anni
I
tre cerchi infuocati ci circondano nella stanza in penombra. Il
fratello silente è giusto poco fuori, con la tunica
pergamenata e il
bastone. I miei genitori sono anch'essi sulla soglia dell'ultimo
cerchio, che ci guardano sorridendo con orgoglio. Percepisco tutto
questo ma allo stesso tempo riesco a concentrarmi solo sul ragazzo di
fronte a me. Poco più alto ma più robusto, anche
se non massiccio, occhi così simili ai miei anche se
così diversi: dove i mei sfumano
sul verde i suoi lo fanno sul grigio.
Da
anni parliamo di questa cerimonia e finalmente il momento è
giunto,
fra poco saremo una cosa sola. Insieme saremo invincibili e quando
saremo lontani ci sentiremo a vicenda. Non esisterà
più solo
Lizbeth o solo Matthew ma saremo Lizbeth e Matthew. Niente ci
potrà
separare, neanche la morte.
Ci
avviciniamo di un passo e congiungiamo la mano su cui è
disegnata la
runa della vista ed iniziamo a pronunciare il giuramento in
contemporanea, senza mai distogliere gli occhi da quelli dell'altro.
“Dove
andrai tu andrò anch'io;
Dove
morirai tu, morirò anch'io, e vi sarò sepolto:
L'angelo
faccia a me questo e anche di peggio
Se
altra cosa che la morte mi separerà da te.”
Completato
il giuramento Matt prende lo stilo e lo avvicina a me, che gli porgo
la spalla destra, lasciata scoperta dalla cannottiera, e inizia a
disegnare la runa che ci legherà per sempre con mano ferma e
sicura.
Una volta finito è il mio turno di fare lo stesso sulla sua
spalla
sinistra, anch'essa scoperta. Abbiamo scelto questo punto
perché in
questo modo ogni volta che combatteremo fianco a fianco ricorderemo
il giuramento, sia quello uficiale che quello che facemmo anni e anni
fa.
“Non
sarai mai solo.” sussurro quando finisco il disegno, in modo
tale
che solo lui possa sentirmi. È la stessa frase che mi
ripeteva le
notti che andavo da lui in preda agli incubi ed è la stessa
frase
che gli dissi l'anno scorso, il giorno del funerale dei suoi
genitori. E lo penso veramente: finché avrò fiato
nei polmoni,
finché avrò vita in questo corpo lui non
sarà mai solo.
“Non
sarai mai sola.” mi sorride, ricordando le stesse cose e mi
abbraccia di slancio. Lo sento respirare fra i miei capelli e
ricambio la stretta più forte che posso. Nessuno dei due
lascerà
mai andare l'altro.
16
anni
“Perchè
devi per forza essere così testardo?” grido in
faccia a mio
cugino, che mi osserva dall'altro lato della stanza. Mia madre mi ha
chiesto di aiutarla ad organizzare la festa di Natale di quest'anno,
mentre lei organizza quella per la Vigilia, e Matt si è
proposto di
aiutarci ma ci siamo arenati praticamente subito quando si è
trattato di decidere il tema della festa.
“Perchè
tu devi essere così testarda? Ho ragione io: il miglior tema
è 'il
laboratorio dello scienziato pazzo'!” afferma guardandomi in
cagnesco. In realtà ci guardiamo entrambi in cagnesco: siamo
nella
mia camera e, mentre fino ad un attimo eravamo sdraiati sul mio
letto, adesso siamo in piedi che camminiamo come due leoni in gabbia.
“Scherzi?
I tuoi gusti fanno schifo, come al solito! Non ti permetterò
di
rovinarmi la festa, sia chiaro.” urlo lanciandogli un cuscino
dritto in faccia.
“Lizbeth,
sono il più grande e decido io!” grida di rimando
rilanciandomi il
cuscino che schivo prontamente.
“Di
soli 15 mesi! E poi io sono stata incaricata di organizzarla, non
tu!” rispondo alzando la voce ancora di più.
Dubito che ci sia un
solo angolo nell'istituto in cui non ci abbiano sentito. Se i miei
non fossero dovuti andare all'istituto di Parigi per un problema
urgente sarebbero già davanti alla porta a controllare che
nessuno
dei due uccida l'altro.
“Oh,
avanti! 'Rosso e verde' è un tema così
banale!” dice, sospirando
teatralmente e sbattendo le mani sulle sue cosce. Che razza di drama
queen!
“E
il tuo tema è troppo pacchiano invece!” affermo un
po' sulla
difensiva: so che il tema non è dei migliori ma l'importante
è
l'organizzazione dell'evento, no? Forse no…
“Facciamo
così: proviamo a creare insieme qualcosa di originale ma di
non
troppo eccessivo? Io propongo l'inverno, e tu?” domando,
porgendogli il cosiddetto ramoscello di ulivo.
“Qualcosa
di magico!” esclama e, subito dopo gridiamo in contemporanea:
“Magico inverno!” avvicinandoci senza neanche
pensarci. Ci
guardiamo un secondo, poi scoppiamo a ridere come due idioti, come se
non ci fosse mai stato alcun litigio sciocco.
Dopo
nemmeno un'ora siamo entrambi sdraiati sul morbido tappeto che
ricopre il pavimento della mia stanza, con planimetrie dell'istituto
e appunti sparsi tutt'intorno, che organizziamo il miglior party che
si sia mai visto in questo posto.
18
anni
“Quindi il
Conclave ha trovato un nuovo modo per torturarci?” domanda
Matt,
guardando i miei genitori con aria scettica e molto polemica. Anch'io
mi sento allo stesso modo: dobbiamo occuparci dei giovani
shadowhunters appena usciti dall'accademia, e dovranno rimanere qui
un anno prima di poter scegliere un Istituto in cui soggiornare.
“Pensano
davvero che questo possa aiutare sia noi che loro?” chiedo
io,
osservando la pesante scrivania di mogano dietro cui è
seduto mio
padre. Lo studio è interamente rivestito in legno riccamente
decorato e si sposa alla perfezione con lo stile dell'edificio. Mia
madre cammina per la stanza, o sarebbe meglio dire svolazza dato che
è come al solito leggiadra come una farfalla.
“Oh, avanti
ragazzi, sarà divertente! Da molto tempo non abbiamo facce
nuove qui
all'istituto per un tempo maggiore di qualche notte…
farà bene
anche a voi stare con dei vostri coetanei.” esclama lei
sfiorando
una delle foto apese alla parete: una delle ultime in cui siamo tutti
insieme davanti all'istituto, prima degli avvenimenti di 5 anni fa.
“In più
non possiamo rifiutare, soprattutto dopo quello che avete combinato
al mercato nero.” afferma a questo punto mio padre ripiegando
la
lettera con cui siamo stati informati dell'evento.
“Non è
stata colpa nostra, stavano attaccando una fata
e…” cerco di
difendere le nostre azioni ma mi blocco notando lo sguardo che mi
inchioda dall'altro lato della scrivania. Nonostante ufficiosamente
mio padre è d'accordo con le nostre obbiezioni non ci
permette lo
stesso di intervenire perché non vuole che andiamo contro le
leggi.
Forse ha paura che ci spoglino dei nostri marchi o chissà
cosa ma
dubito che potrebbe succedere: siamo troppo pochi, ormai.
“Ne abbiamo
già parlato. Non avete il permesso di intervenire e se mi
giungeranno notizie di altri vostri exploit di questo tipo
prenderò
i dovuti provvedimenti. Nel frattempo andate nelle vostre stanze e
scrivetemi un saggio sul motivo per cui le fate sono state
allontanate. Da soli.” conclude indicando la porta con lo
sguardo
buio che assume sempre quando è arrabbiato seriamente per
qualcosa.
Non riesco a capire se è arrabbiato con noi o con il
Conclave ma in
qualunque caso non è il momento per discutere i suoi ordini.
Anche
Matt lo sa, lo capisco con un'occhiata, perciò ci alziamo e
usciamo
senza obbiettare oltre: sarebbe inutile.
Lilly
Buonsalve!
Forse qualcuno mi conosce già o forse no ma comunque non
importa ;)
Mi
è stato chiest di iniziare questa fanfiction con un'amica e
io ho
accettato perché da secoli volevo scrivere una storia a 4
mani.
Lizbeth è il mio personaggio e spero che anche voi
imparerete ad
amarla quanto io sono sicura amerò i vostri. Spero con tutto
il
cuore che accetterete di impegnarvi con noi in questo progetto e che
ci sosterrete durante tutto il percorso.
Ora
passiamo alle cose serie: sotto questi angolini trovate le regole
base e la scaletta. Sotto ancora c'è l'esempio che Macchan
ha creato
solo per voi per avere un'idea di come compilare la scheda (non deve
essere uguale a quella, naturalmente, ma volevamo lasciarvi una
traccia in caso qualcosa non vi sia chiaro) una sezione nella scheda
di Clary non è compilata perché lei non
è prevista nella storia
(parlo della sezione sul motivo della sua presenza a Londra) per il
momento.
Vi lascio
con un bacione grande grande :*
Macchan
Ehm,
ciao a tutti? Non so se sia una buona cosa salutarvi così,
sono
piuttosto nuova in questa faccenda di pubblicare qualcosa scritto da
me.. Beh, anche da me, in questo caso. Ad ogni modo, forse qualcuno
mi ricorderà per alcuni personaggi dell'interattiva di Lilly
"La
Canzone del Sole" (che dovreste andare a leggere, se siete fan
di PJO e ancora non la conoscete!!), e se non vi ricordate di me, per
quanto riguarda questa storia vi basti sapere che sono la persona che
ha creato Matt. Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto e che
resterete con noi per il resto della fiction!
Regole
di base:
-
Verrà
accettato due personaggi per autore fino al raggiungimento di un
massimo di 20 personaggi, è possibile accordarsi tra autori
per rendere i propri personaggi fratelli/cugini/parabatai o qualunque
altro tipo di rapporto ma NON creare da sè due personaggi.
-
Le
iscrizioni resteranno aperte per un massimo di due settimane dalla data
di pubblicazione di questo capitolo, allo scadere di questo tempo non
ne verranno accettate altre. Vanno inviate tramite messggio privato
all'account di lilly0806 ma prima è meglio se avvertite qui
con una recensione.
-
Le
schede incomplete e/o con carenza di dettagli non verranno considerate
perciò siate creativi ed esaustivi. L'unica sezione che si
può evitare di compilare è quella dell'animale.
-
Inoltre,
sono vietate parentele con personaggi già esistenti nella
saga in quanto questi non compariranno nella nostra storia se non
menzionati qui e là.
-
Nella
sezione “Perchè è arrivato
all'istituto/a di Londra:” bisogna indicare una delle
seguenti scelte e ci saranno un massimo di 5 personaggi per categoria:
-
Scambio
culturale: il personaggio si trasferisce per studiare la cultura e la
lingua dell'Inghilterra. Non può essere inglese ma deve
essere almeno di un altro paese europeo ma il
meglio è di un altro continente. Solo per i nati
Shadowhunter. (es. Cristina Mendoza Rosales)
-
Apprendistato
in seguito al diploma all'Accademia per Shadowhunters: lo Shadowhunter
viene mandato nell'istituto più grande d'Europa, quello di
Londra, per studiare la cultura e le usanze degli shadowhunters
più da vicino rispetto all'Accademia. Deve essere europeo.
Solo per gli ascesi. (es. Marisol Rojas Garza)
-
Trasferimento
per la perdita della propria famiglia durante la guerra: Lo
shadowhunter è rimasto orfano ed è quindi stato
trasferito prima in Accademia e poi all'istituto o direttamente
all'istituto a cui è stato assegnato. Di qualunque
nazionalità. Solo per i nati Shadowhunters. (es. Emma
Cordelia Carstairs)
-
La
famiglia di origine non fa più parte degli Shadowhunters: Lo
shadowhunter proviene da una famiglia che non fa più parte
dell'ordine ma ha accettato la proposta dell'emissario del conclave di
entrarne a far parte abbandonando per sempre la sua famiglia. Solo
inglesi. Possono essere nati Shadowhunter o Ascesi adottati da
Shadowhunter spogliati dei marchi. (es. William Owen Herondale)
Scheda
personaggio
Nome:
Cognome:
Soprannome:
Sesso:
Età:
Data
di nascita:
Origine:
(nato Shadowhunters o Asceso)
Armi
utilizzate: (anche descrizione di un'eventuale arma di famiglia con
il nome)
Ambito/i
in cui eccelle: (disegno rune, ricerca, combattimento…)
Prestavolto:
Segni
particolari: (piercing, tatuaggi, cicatrici che non derivano dalle
rune...)
Descrizione
del fisico:
Descrizione
del carattere:
Cosa
preferisce: (colore, cibo, vestiti…)
Cosa
non sopporta: (colore, cibo, vestiti…)
Hobby:
Descrizione
dei membri della famiglia: (nome, età, rapporti
interpersonali con i
vari membri…)
Perchè
è arrivato all'istituto/a di Londra:
Storia
personale:
Animale
domestico e sua descrizione: (se presente)
Rapporti
con gli altri in generale: (chi non potrebbe sopportare e con chi
andrebbe d'accordo)
Rapporti
con i nascosti:
Rapporti
con i mondani:
Rapporti
con i membri del popolo fatato:
Rapporti
già concordati con altri autori: (d'amore, d'amicizia, di
parentela,
parabatai…)
Orientamento
sessuale:
Cosa
cerca in amore:
Scheda
d'esempio:
Nome:
Clarissa Adele
Cognome: Fairchild
Soprannome:
Clary
Sesso: Femmina
Età: 21
Data di
nascita: 23 Agosto
Origine: Nata Shadowhunter
Armi
utilizzate: spade angeliche. Heosphoros, una spada della
famiglia
Morgenstern con un disegno di stelle nere che corre lungo il centro
della lama, forgiata da Wayland il fabbro è una spada corta
che fa
parte di un set. L'altra spada è chiamata Phaesphoros.
Ambito/i
in cui eccelle: disegno rune
Prestavolto: Kat
Mcnamara
(http://cdn02.cdn.justjaredjr.com/wp-content/uploads/headlines/2015/09/kat-mcnamara-tripping-scorch-shadowhunters-pics.jpg)
Segni
particolari: cicatrice a forma di stella su una
spalla
Descrizione del fisico: alta circa un metro e
sessanta, magra e poco formosa, con capelli rossi molto ricci ed
occhi verdi, carnagione pallida e piena di lentiggini
Descrizione
del carattere: Testarda e sarcastica, tratti sviluppatisi
grazie
all'iperprotettività della madre nei suoi confronti.
É anche una
persona molto premurosa e compassionevole. Per la famiglia e gli
amici è disposta a fare di tutto, spesso incautamente,
mettendosi in
pericolo, cosa che lascia le persone che tengono a lei estremamente
preoccupate e esasperate.
Cosa preferisce: Vestirsi
comoda, andare a piedi nudi, il take-away cinese
Cosa non
sopporta: per un certo periodo ha odiato il colore verde
perchè
le ricordava il colore originale degli occhi di seb e la intristiva
al punto da non riuscire nemmeno ad indossarlo.
Hobby:
Disegnare
Descrizione dei membri della famiglia: Jocelyn
Fairchild (madre, 42 anni. Gentile e premurosa, testarda e
coraggiosa, tende ad incolparsi anche per cose di cui non ha colpa),
Valentine Morgenstern (padre, morto l'anno precedente alla guerra
contro gli Ottenebrati di Sebastian, 39 anni alla morte. Carismatico,
narcisista, sadico. In qualche modo sociopatico e guidato da rabbia e
odio. Nonostante questo, è in grado di mantenere una
facciata calma
e composta. Considera empatia e compassione come debolezze),
Sebastian Morgenstern (vero nome Jonathan Christopher, 17 anni alla
morte. Freddo, senza cuore e spietato. Crudele, vendicatico e
arrogante) Luke Garroway (precedentemente Lucian Graymark, padre
adottivo, 42 anni, Gentile, calmo, equilibrato e giusto. Cerca sempre
di essere una guida per chi ne ha bisogno)
Perchè
è arrivato all'istituto/a di Londra: //
Storia
personale: Ha vissuto tra i Mondani fino all'età
di 16 anni,
senza sapere di essere una Shadowhunter. In un locale incontra Jace,
Alec e Izzy che, credendola una Mondana con la Vista, la portano con
loro all'Istituto, pochi giorni dopo questo fatto, dopo che Jace l'ha
seguita a casa e aver scoperto che sua madre è stata rapita,
è
stata attaccata da un demone e marchiata da Jace con una Runa di
Guarigione. Lì la ragazza scopre che qualcuno le cancellava
regolarmente i ricordi. Da una fisita alla città di ossa,
questo
qualcuno si scopre essere Magnus Bane, che la aiuterà a
sbloccare i
propri ricordi dopo che si sono presentati ad una sua festa. Torna
nel suo appartamento, precedentemente gravemente danneggiato, per
recuperare la Coppa Mortale, nelle mani di Madame Dorothea, sua
vicina di casa. Lì vengono attaccati da un demone superiore,
ma
riescono ad appropriarsi della coppa, non senza complicazioni.
Riescono a recuperare sua madre, anche se resterà in un coma
indotto
che potrà essere spezzato soltanto da ragnor Fell.
Apparentemente,
il coma è stato indotto da una pozione contenuta nel Libro
Bianco. I
Lightwood (o meglio, Jace) cercano di impedirle di andare ad Idris.
Lei, usando il suo dono con le Rune, crea un portale ma, non sapendo
che è necessaria un'autorizzazione per aprire portali
all'interno di
Idris, viene dirottata e finisce nel lago Lyn, le cui acque sono
velenose per gli Shadowhunters. Amatis, sorella di Luke, la cura. Ad
Idris incontra Sebastian, che poi si scoprirà essere suo
fratello,
con cui va ad incontrare Ragnor Fell, soltanto per trovarci Magnus
che le rivela la morte dell'altro stregone e la locazione del Libro
Bianco, dopo aver congelato Sebastian perchè,
apparentemente, non si
fida di lui. A questo punto recupera il Libro Bianco insieme a Jace
ma, quando tornano ad Alicante la trovano in fiamme. Clary riesce a
convincere il Conclave a combattere contro Valentine insieme ai
Nascosti, usando una Runa di sua creazione come legame. Lei, mentre
si consuma questa battaglia, segue Valentine fino al lago Lyn, dove
cerca di invocare l'angelo Raziel ma Clary riesce a cambiare una runa
del Pentagramma di evocazione e far risultare di essere stata lei ad
evocarlo. Quando l'angelo le garantisce un desiderio, lei chiede che
Jace, precedentemente ucciso da Valentine per ottenere il sangue
necessario a completare il rituale, venga riportato in vita. Jace
ritorna, ma senza protezioni contro le influenze demoniache che
portano Lilith a prendere il controllo su di lui che rapirà
Clary,
costringendo poi Simon, anche lui rapito, a resuscitare Sebastian se
non vuole che lei muoia. Lilith viene uccisa da Simon ma Sebastian
riesce a tornare in vita, rapendo Jace. Qualche tempo dopo Clary
decide di fingersi dalla parte di Sebastian e, usando degli anelli
delle fate, resta in contatto con Simon durante la missione. Il piano
originale era di uccidere Sebastian usando la spada di Raziel, ma
questo non viene portato a termine. In compenso, riescono a salvare
Jace. Settimane dopo, mentre si trova a Idris per una riunione del
Conclave, a Clary viene regalata Heosphoros, una spada appartenuta
alla famiglia Morgenstern da generazioni. Mentre Clary stava
immergendo la spada nella fontana degli accordi, le torri di Alicante
si accesero segnalando un attacco, durante il quale Sebastian rapisce
i capi dei Nascosti: Magnus, Luke, Raphael e Meliorn. Per salvarli,
nonostante le fosse stato ordinato di non farlo, parte per Edom
insieme a Jace, Alec, Isabelle e Simon. Qui Clary uccide Sebastian
con la spada di famiglia, in cui aveva precedentemente intrappolato
il fuoco celeste che si trovava nel corpo di Jace. Per uscire da Edom
e salvare Magnus, Simon sacrifica la sua immortalità ed i
suoi
ricordi legati al Mondo Invisibile. Tornati a New York, Clary
incontra Simon ma se ne va dopo aver capito che lui non è
più in
grado di riconoscerla. Isabelle e Magnus, però, si accorgono
che ha
ancora qualche frammento di ricordi, e Magnus lo aiuta a recuperarne
il più possibile prima di portarlo al matrimonio di Luke e
Jocelyn
dove incontra nuovamente Clary. A 19 anni le viene offerto il posto
come capo dell'Istituto di New York insieme a Jace ed entrambi
accettano. Durante la festa di fidanzamento che aveva organizzato per
Isabelle e Simon, Jace le chiede di sposarla ma non fa in tempo a
rispondergli per via di un attacco all'istituto di Los
Angeles.
Animale domestico e sua descrizione: //
Rapporti
con gli altri in generale: non sopporta le persone che
tradiscono
e maltrattano gli innocenti. Le piacciono le persone dirette e le
persone coraggiose
Rapporti con i nascosti: abbastanza
buoni, forse non si fida completamente dei Vampiri ma non ha problemi
con Licantropi e Stregoni
Rapporti con i mondani: molto
buoni, soprattutto considerato che inizialmente credeva di essere una
di loro
Rapporti con i membri del popolo fatato:
abbastanza buoni, anche se non si fida totalmente
Rapporti
già concordati con altri autori: nessun rapporto
con personaggi
di altri autori
Orientamento sessuale: Etero
Cosa
cerca in amore: qualcuno in grado di proteggerla se
necessario ma
che non la consideri come la tipica principessa in attesa di
salvataggio. Qualcuno con cui possa scherzare
|
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Capitolo 2 *** Ecco a voi... i gemelli polacchi (aggiornato, scusate il disguido) ***
Emily
6
anni
Stiamo
seguendo una lezione di storia su Jonathan Shadowhunter nel salotto,
seduti davanti al camino, quando Kris inizia a distrarsi guardando
fuori dalla finestra. Accade sempre più spesso, durante la
giornata,
che mio fratello inizi a distrarsi. La nostra insegnante, una signora
solitamente molto severa, dovrebbe tenerci lontani da ciò
che nostro
padre chiama 'inutili distrazioni' ma invece lo lascia fare senza
più
di un'occhiata nella sua direzione. Comunque ogni volta che mamma e
papà tornano per gli allenamenti serali, l'espressione del
mio
gemello è sempre un poco più decisa del giorno
precedente. Non so
per cosa stia raccogliendo il coraggio, ma spero non si metta nei
guai e non li faccia arrabbiare troppo.
Questa sera i nostri
genitori sono in ritardo e noi siamo stati lasciati soli dalla
signorina Kowalski. Apparentemente, la strega, 'non viene pagata
abbastanza' per restare con noi qualche minuto in più del
solito
perciò è tornata a casa preoccupandosi solo di
lasciarci delle
letture per tenerci impegnati. Stiamo guardando dalla finestra un
gruppo di ragazzini della nostra età che gioca a rincorrersi
quando
finalmente la porta si apre.
"Kristofer! Emily! venite al
piano di sotto ad allenarvi!" grida mio padre, sempre così
autoritario che solo il pensiero di disubbidirgli mi rende inquieta,
da dietro la nostra porta. Apre la porta e io inizio ad avvicinarmi
ma Kris non muove un passo per seguirci.
"Allora,
Kristofer, che cosa stai aspettando?" mentre parla i suoi occhi
castani sono fissi su mio fratello e ha l'aria molto
arrabbiata.
"Papà... voglio uscire a giocare! Solo per
stasera." afferma Kris, che non ha mai avanzato una richiesta
simile, o una richiesta qualunque, prima d'ora. Io lo sto guardando,
incapace di non sentirmi orgogliosa di lui. Così facendo non
mi
accorgo di nostro padre che, in pochissimi attimi, ha attraversato la
stanza e schiaffeggiato la guancia di mio fratello. Vedo i suoi occhi
che si allargano per il gesto brusco e imprevisto e il segno rosso
che si sta formando sulla guancia, visibile persino sulla sua pelle
abbronzata. Sposto lo sguardo su mio padre, nei suoi occhi leggo
soltanto rabbia.
"Non potete uscire a giocare, se volete
essere dei perfetti Shadowhunters" visto che sputa queste parole
come se fosse del veleno, non riesco a sopprimere un brivido di paura
guardandolo e sposto gli occhi su mia madre. É ancora sulla
porta,
non sembra nemmeno essersi mossa per cercare di fermare
papà, e il
suo sguardo non è meno duro del suo. Anche lei sembra
disapprovare
il desiderio di Kris di essere soltanto un bambino, per una sera.
"Noi... andiamo a studiare le rune nella nostra stanza per
oggi, con permesso." dico in fretta, prendendo la mano di mio
fratello ancora troppo sconvolto per muoversi, e trascinandolo con me
oltre nostra madre e nella nostra stanza.
13
anni
Ho
sempre aspettato questo momento, fin da quando non gli è
stato più
possibile comunicarmi le sue emozioni a parole. Certo, non mi
è
comunque difficile comprenderlo: abbiamo inventato un modo di
comunicare tutto nostro e il suo sguardo ha sempre trasmesso tutto
ciò che provava come uno specchio. Nonostante tutto sentirlo
esprimere le sue emozioni un po' mi manca ma, grazie all'Unione
Parabatai, potrò finalmente percepirle di nuovo, non
sarà lo stesso
che risentire la sua voce ma questa non è una speranza
realizzabile.
Mi riscuoto dai miei pensieri quando il Fratello
Silente, incaricato di occuparsi della nostra cerimonia, arriva
così
entro all'interno dei tre cerchi insieme a Kris. Il Fratello Silente
prende posto di fronte a noi, nostra madre alle nostre spalle con uno
sguardo un po' annoiato quasi come se questa fosse una
formalità che
non vede l'ora sia portata a termine, un'altra tacca nella sua lista
di "cose da fare". Da quando papà è morto non le
importa
molto di noi e sembra quasi che non riesca a fare la madre...
Mi
concentro su Kris e insieme, ad un cenno del Fratello, pensiamo al
giuramento Parabatai il più intensamente possibile.
É stata
un'eccezione che hanno fatto per noi, il concederci di non
pronunciare le parole a voce alta, per assecondare il nostro
desiderio di essere Parabatai nonostante tutti i problemi che abbiamo
dovuto affrontare.
"Dove andrai tu andrò anch'io;
Dove
morirai tu, morirò anch'io, e vi sarò sepolto:
L'angelo faccia
a me questo e anche di peggio
Se altra cosa che la morte mi
separerà da te."
Ad un altro cenno, volto a farci capire
che il giuramento è stato considerato valido, Kris allunga
la mano
con lo stilo ed io mi volto per scoprire la scapola destra, su cui
lui disegna la runa. Si volta e scopre la scapola sinistra, su cui io
faccio lo stesso. Non so perchè abbiamo deciso proprio per
questo
punto, l'unica cosa su cui eravamo d'accordo era che le rune
avrebbero dovuto essere speculari.
Dopo questo la cerimonia è
conclusa e io mi sento più vicina che mai a mio fratello.
Gli prendo
la mano, come quando eravamo bambini, e ci voltiamo insieme verso
nostra madre che non ci riserva nemmeno un sorriso.
16
anni
É
finalmente arrivato
il giorno in cui dobbiamo trasferirci all'istituto di Londra. Sono
molto contenta del
cambiamento che ci aspetta, anche se ammetto di essere preoccupata
per come potrebbero trattare Kris. Non credo mamma abbia detto a
qualcuno a Londra che non può sentire, probabilmente pensava
che far
sapere loro questa cosa avrebbe 'rovinato
l'onore della famiglia'
o qualche altra cazzata del genere.
Mamma ci ha accompagnato in
aereoporto e lasciati qui con un mezzo saluto appena accennato, per
questo stiamo aspettando da soli l'aereo che ci porterà a
Londra.
Che ovviamente
è in ritardo di ore. Presentarsi in ritardo nella nostra
nuova casa:
bel modo di fare una bella impressione.
Il volo di per sè non è
molto degno di nota e
io mi
sono addormentata sulla spalla di mio fratello dopo i primi 15
minuti. Riusciamo a prendere un taxi ma, quando arriviamo
all'Istituto, è ormai notte fonda.
Chissà
se ci sarà ancora qualcuno sveglio...
"Almeno potremo
entrare e dormire nell'atrio.." propongo
a Kris, mentre apro il portone con una spinta e
questo
scricchiola in
maniera abbastanza inquietante mentre si spalanca.
Io e mio
fratello quasi saltiamo in aria quando una voce dall'ombra si rivolge
direttamente a noi: "Quindi voi siete i fratelli Armstrong?
Siete giusto un po' in ritardo" ci
accoglie con
queste parole
un ragazzo poco più grande di noi, con gli occhi chiari e un
ghigno
stampato in faccia, che
entra poi
nel fascio di luce proveniente dal portone. Sono abbastanza certa che
sia uno scherzo della luce, i suoi capelli non possono essere
azzurri...
giusto?
"Ormai i miei zii stanno dormendo" inizia a
dire. Quindi lui è il nipote dei capi di quest'Istituto?
Proprio la
nostra
solita
fortuna, incontrare qualcuno di imparentato con la gente importante!
"Però
mi hanno lasciato in carica di
portarvi nelle vostre stanze, da
questa parte." il
ghigno che ci ha rivolto inizialmente, probabilmente come presa in
giro, è scomparso quasi subito dalle sue labbra lasciandolo
a
guardarci con un'espressione neutra. Non appena ha finito di parlare
ci volta le spalle, salendo le scale che
occupano l'ingresso
e
imboccando uno dei corridoi, ovviamente aspettandosi che noi lo
seguiamo. Io e Kris ci guardiamo soltanto per un secondo, prima di
seguirlo su per la scalinata che porta ai piani superiori. Stiamo
ufficialmente per ricominciare la nostra vita da zero.
Kristofer
7
anni
Sento il corpo così… pesante.
Non
capisco.
Tutto
è tranquillo e silenzioso intorno a me.
Fin
troppo silenzioso.
Non
voglio aprire gli occhi.
Li
sento così stanchi.
Mi
sento totalmente esausto.
Io…
ce la metto tutta ad aprire gli occhi e finalmente ci riesco.
Li
devo chiudere subito per colpa della luce intensa ma poi riaprirli
è
più semplice, come se mi fossi sbloccato.
Mi
guardo intorno lentamente e al mio fianco, appoggiata a dormire sul
mio letto, c'è Emy.
Ha
le guance sporche di lacrime e l'aria stanca.
Mi
guardo intorno ancora cercando di capire dove sono.
Questa
non è casa mia.
Sono
già stato qui.
Sembra…
l'infermeria dell'Istituto di Varsavia.
È
l'infermeria dell'Istituto!
Mi
alzo di scatto a sedere, ignorando la testa che gira, quando mi rendo
conto che ho delle bende tutt'intorno alla testa.
Mi
sono ferito? Ma quando?
Eravamo
in giro con nostro padre… poi… poi non ricordo
altro!
Provo
a chiamare Emy, a svegliarla, ma dalla mia bocca non esce niente.
Afferro
lo specchio sul comodino e i guardo, la mia bocca si apre ma non ne
esce niente.
Grido,
con quanto fiato ho in gola ma non lo sento uscire.
La
mia bocca si apre e non ne esce niente.
Qualcuno
mi afferra per le spalle, uno degli shadowhunters dell'istituto, un
amico di mamma e papà.
Lo
vedo e vedo che anche la sua bocca si muove.
Si
muove ma io non sento uscire niente.
Non
sento più niente.
15 anni
“Volevi
parlarci, madre? La signorina Kowalski ha detto che le hai chiesto di
farci finire prima del tempo la lezione odierna.” chiede la
mia
gemella a nostra madre, appena tornata dalla visita agli amici per
cui era uscita stamane. Nostra madre si toglie guanti e cappotto
senza rispondere per poi sedersi tranquillamente sull'unica poltrona
del salotto, facendoci segno di sederci sul divano di fronte a lei.
“Sì.
Fra poco compirete sedici anni e già da tempo ho deciso che
al
compimento di quell'età vi avrei mandato
all'estero.” le risponde
lei, ma non riesco subito ad accettare le sue parole… ho
letto male
io le sue labbra, vero? Perché dovrebbe mandarci via? La
guardo e,
nonostante sia leggermente nel panico, mi sento molto sollevato.
È
una sensazione strana perché sento come se mi stessero
tirando via
il mondo da sotto i piedi ma allo stesso tempo sento scivolare via la
cappa di tensione che mi ha accompagnato per tutta la vita.
“Ho
parlato con il Console e ha detto che c'è posto per voi a
Londra.
L'Istituto è il più grande in Europa ma in
seguito alla guerra di
cinque anni fa si è praticamente svuotato ed è
rimasta solo la
famiglia che lo gestisce. Stanno cercando di ripopolarlo un po',
perciò hanno messo in atto varie iniziative e voi siete
stati
inseriti fra coloro che andranno lì per uno scambio
culturale e
quindi per imparare la lingua e la loro cultura.” parla per
un bel
po' e, quando ha concluso il suo monologo incrocia le braccia al
petto e ci guarda, probabilmente aspettando che diciamo qualcosa.
“Per
quanto tempo sarà?” vedo domandare mia sorella che
mi stringe la
mano con forza. So che il sentimento misto non l'ho provato solo io e
che anche lei ha paura del trasloco. Qui sono a malapena accettato da
parenti e amici ma in un luogo sconosciuto sarà ancora
così.
“…un
anno.” faccio giusto in tempo a veder formare queste parole
sulla
bocca di mia madre perché i pensieri cupi mi avevano
distratto. Devo
pensare positivo, sarà un nuovo inizio.
16
anni
Giro per l'Istituto senza sosta per cercare di
ritrovare mia sorella: siamo arrivati ieri a notte fonda e, questa
mattina, la figlia della coppia a capo di questo posto ci ha fatto
fare un giro completo ma nonostante tutto credo di essermi perso. Non
credo, ne sono sicuro. Mia sorella dopo cena ha detto che sarebbe
andata a leggere in camera sua e anch'io stavo tornando in camera
quando mi sono reso conto che avevo scordato il quadernino dove
prendo appunti e scrivo per chi non capisce il linguaggio dei segni.
Sono tornato indietro e ho ritrovato il mio quaderno in biblioteca,
dove lo avevo lasciato, ma questo posto è enorme e ora non
so più
neanche dire dove sono finito o come tornare nella mia stanza! Seguo
il corridoio che sto percorrendo fino alla stanza posta in fondo e la
apro, sperando di trovare qualcuno che mi indichi almeno le scale, ma
l'unica cosa che trovo è un grande tavolo di legno
contornato da
sedie con due persone sedute dalla parte opposta rispetto alla porta.
Appena entro entrambi gli uomini alzano lo sguardo da ciò
che
stavano facendo, uno leggeva un libro mentre l'altro smanettava con
un cellulare, per puntare due paia di occhi su di me. Due sono
azzurro ghiaccio mentre gli altri sono neri come il carbone e
amplificano la differenza cromatica fra i due data dai capelli biondo
platino del primo rispetto a quelli castano scuro del secondo.
“Guarda
guarda… dev'essere uno dei nuovi piccoli
shadowhunters.” esclama
il ragazzo con i capelli chiari, rigirandosi il telefono fra le mani
e squadrandomi dalla testa ai piedi con sguardo… predatorio,
oserei
dire.
“Liam,
non essere scortese. Ricordati che siamo ospiti.” lo
redarguisce
quello con i capelli scuri e le bretelle, ma in che epoca crede di
vivere? Aspetta. Vestiti di un'epoca diversa, l'essere ospiti e
l'aria così attraente da sembrare inquietante mi fa solo
pensare ad
un tipo di nascosti: vampiri!
“Io
sono Cecil Galecki, capo del Clan di vampiri di Londra, e lui
è Liam
Murphy, il mio Secondo.” si presenta Cecil, avvicinandosi a
me e
facendomi indietreggiare in automatico: odio i vampiri.
“Cos'hai,
ragazzino? Un demone ti ha mangiato la lingua per caso? O sei solo
maleducato?” il biondo si avvicina e io indietreggio ancora
di più
fino a toccare il muro con la schiena. Tengo d'occhio i vampiri, che
ora si stanno avvicinando entrambi, mentre cerco freneticamente una
pagina vuota nel mio quadernino quando sento alla mia destra la porta
che si spalanca. Fanno il loro ingresso i capi dell'Istituto e i due
ragazzi, Matthew e Lizbeth, tutti vestiti in modo molto…
formale.
Appena mi vedono gli adulti si mostrano a dir poco sorpresi mentre i
ragazzi non sembrano neanche accorgersi di me: la ragazza ha lo
sguardo concentrato sul vampiro che sembra più grande mentre
il
ragazzo sembra guardare solo per terra.
“Ragazzi,
a questo punto direi che è il caso che qualcuno
accompagni...” il
signor Nightrose non fa neanche in tempo a finire la frase che Matt
interviene: “Lo accompagno io, non preoccuparti zio. Per non
disturbare l'incontro a metà a questo punto vado in camera
mia.”
conclude afferrandomi per un braccio. Forse dovrei scusarmi ma non mi
sembra poi così dispiaciuto perciò anche quando
siamo soli decido
di rinunciare. Non mi sembra abbia voglia di comunicare con qualcuno,
in qualsiasi modo.
Lilly
Ciao!
Eccoci, siamo tornate!
Ci
dispiace molto che la storia non stia ottenendo molto seguito
perché
noi ci stiamo impegnando molto ma non importa, vediamo come
andrà…
Coooomunque,
le iscrizioni si chiuderanno alla mezzanotte di sabato
perciò se
volete partecipare ma non avete tempo per scrivere la scheda entro
quella data mandatemi un messaggio! (schede dopo non le accetteremo
se non da ao3 dove apriremo le iscrizioni a breve)
Ho
scritto un os rossa con come protagonista assoluta la coppia Mecil
(Matt+Cecil) perciò se siete maggiorenni, non voglio andare
in
galera, andate a leggerla! (è nella serie a cui appartiene
anche
questa storia) Se piace potrei scriverne anche altre con le altre
coppie che formeremo! (non tutte rosse, ovviamente)
Poooooi…
ho inserito lo schemino con i personaggi fin'ora arrivati con alcune
informazioni base e “cosa cercano in amore”
perciò controllateli
per vedere se ci sono eventuali possibili partner!
Finito,
a presto :*
Macchan
Siamo
di nuovo qui! Mi era mancato scrivere per questa storia.
No, ok,
non dovrebbe essere possibile, visto che non ho fatto altro per tutta
la settimana ma mi è mancato comunque. Non ci sono
abbastanza cose
da fare!
Sono rimasti pochissimi giorni alla chiusura delle
iscrizioni e purtroppo non abbiamo tutti i personaggi che speravamo..
Vi offrirei dei biscotti per convincervi a partecipare, ma non so
cucinare e vi avvelenerei, quindi evitoXD
Grazie a tutti quelli
che hanno letto, leggeranno e a chiunque lascerà una
recensione e/o
inserirà la nostra storia tra le
ricordate/preferite/seguite! Love
ya~
Regole
di base:
-
Verrà
accettato due personaggi per autore fino al raggiungimento di un
massimo di 20 personaggi (siamo a 4), è possibile accordarsi
tra autori
per rendere i propri personaggi fratelli/cugini/parabatai o qualunque
altro tipo di rapporto.
-
Le
iscrizioni resteranno aperte per un massimo di due settimane dalla data
di pubblicazione di questo capitolo, allo scadere di questo tempo non
ne verranno accettate altre. Vanno inviate tramite messggio privato
all'account di lilly0806 ma prima è meglio se avvertite qui
con una recensione.
-
Le
schede incomplete e/o con carenza di dettagli non verranno considerate
perciò siate creativi ed esaustivi. L'unica sezione che si
può evitare di compilare è quella dell'animale e
quella dei segni particolari.
-
Inoltre,
sono vietate parentele con personaggi già esistenti nella
saga in quanto questi non compariranno nella nostra storia se non
menzionati qui e là.
-
Nella
sezione “Perchè è arrivato
all'istituto/a di Londra:” bisogna indicare una delle
seguenti scelte e ci saranno un massimo di 5 personaggi per categoria:
-
Scambio
culturale: il personaggio si trasferisce per studiare la cultura e la
lingua dell'Inghilterra. Non può essere inglese ma deve
essere almeno di un altro paese europeo ma il
meglio è di un altro continente. Solo per i nati
Shadowhunter. (es. Cristina Mendoza Rosales) [Ne abbiamo già
3]
-
Apprendistato
in seguito al diploma all'Accademia per Shadowhunters: lo Shadowhunter
viene mandato nell'istituto più grande d'Europa, quello di
Londra, per studiare la cultura e le usanze degli shadowhunters
più da vicino rispetto all'Accademia. Deve essere europeo.
Solo per gli ascesi. (es. Marisol Rojas Garza)
-
Trasferimento
per la perdita della propria famiglia durante la guerra: Lo
shadowhunter è rimasto orfano ed è quindi stato
trasferito prima in Accademia e poi all'istituto o direttamente
all'istituto a cui è stato assegnato. Di qualunque
nazionalità. Solo per i nati Shadowhunters. (es. Emma
Cordelia Carstairs)
-
La
famiglia di origine non fa più parte degli Shadowhunters: Lo
shadowhunter proviene da una famiglia che non fa più parte
dell'ordine ma ha accettato la proposta dell'emissario del conclave di
entrarne a far parte abbandonando per sempre la sua famiglia. Solo
inglesi. Possono essere nati Shadowhunter o Ascesi adottati da
Shadowhunter spogliati dei marchi. (es. William Owen Herondale)
Scheda
personaggio
Nome:
Cognome:
Soprannome:
Sesso:
Età:
Data
di nascita:
Origine:
(nato Shadowhunters o Asceso)
Armi
utilizzate: (anche descrizione di un'eventuale arma di famiglia con
il nome)
Ambito/i
in cui eccelle: (disegno rune, ricerca, combattimento…)
Prestavolto:
Segni
particolari: (piercing, tatuaggi, cicatrici che non derivano dalle
rune...)
Descrizione
del fisico:
Descrizione
del carattere:
Cosa
preferisce: (colore, cibo, vestiti…)
Cosa
non sopporta: (colore, cibo, vestiti…)
Hobby:
Descrizione
dei membri della famiglia: (nome, età, rapporti
interpersonali con i
vari membri…)
Perchè
è arrivato all'istituto/a di Londra:
Storia
personale:
Animale
domestico e sua descrizione: (se presente)
Rapporti
con gli altri in generale: (chi non potrebbe sopportare e con chi
andrebbe d'accordo)
Rapporti
con i nascosti:
Rapporti
con i mondani:
Rapporti
con i membri del popolo fatato:
Rapporti
già concordati con altri autori: (d'amore, d'amicizia, di
parentela,
parabatai…)
Orientamento
sessuale:
Cosa
cerca in amore:
Nati
Shadowhunters:
Armstrong
(__Dreamer97):
-
Emily Armstrong (16 anni, scambio culturale, etero, single: cerca qualcuno che la faccia
sentire a posto e a proprio agio. Ama i ragazzi spiritosi ma allo
stesso tempo intelligenti e fedeli)
-
Kristofer Armstrong (16 anni, scambio culturale, gay, impegnato)
Kishimoto
(Regina di cuori15):
-
Virginia Kishimoto (17 anni, scambio culturale, etero, single: sarebbe carino se ci fosse
qualcuno a tenerle testa. Forse un ragazzo cattivo che la stuzzica,
facendola spesso arrabbiare e finendo in lunghi bisticci come i bambini)
Nightrose:
-
Lizbeth Aileen
Nightrose (18 anni, etero, single)
-
Matthew Raphael
Nightrose (19 anni, bisex, in una relazione complicata)
Nascosti:
Vampiri:
-
Cecil Galecki (19 anni apparentemente, Capo del Clan di Londra, bisex, in una relazione
complicata)
-
Liam Murphy (17 anni apparentemente, Secondo in comando del Clan di Londra, gay, impegnato)
|
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Capitolo 3 *** Eccoci di nuovo con... la principessa e la povera ;) ***
Lacey
7
anni
“Mamma, mamma, guarda! Trilli!” indico la fatina
che volteggia intorno alla mia testa e la mamma mi guarda un po'
confusa per poi prendermi per mano e ricominciare a camminare verso
il supermercato, passando per un vicoletto secondario e deserto. La
fatina continua a volteggiare fra i miei capelli, ridacchiando e
sfiorandomi il viso di tanto in tanto così inizio a
ridacchiare con
lei. La mamma nel frattempo continua a dirigersi verso il grande
magazzino ignorando la fatina di Peter Pan.
Un
signore le tira una spallata, facendoci cadere entrambe insieme alla
sua borsa. Mi volto a guardarlo male per quanto è stato rude
ma,
appena poso gli occhi sulla sua faccia devo trattenere il respiro da
quanto è spaventosa. I tratti sono deformati e la bocca
è
larghissima e i denti sono aguzzi e… grido più
forte che posso
allontanandomi da lui.
“Lacey!
Tesoro, che ti prende?” mi si avvicina e inizia a
controllarmi da
capo a piedi, chinandosi su di me, dando le spalle al mostro. La fata
che prima ci accompagnava è sparita ma me ne rendo conto
appena.
“Andiamo
adesso, dobbia…” si interrompe a metà
della frase con un
gorgoglio e incredibilmente vedo comparire dal suo petto un artiglio.
Del sangue inizia a sgorgare quando si ritira, zampillandomi addosso
copiosamente mentre la mamma si accascia contro i me. Cado nuovamente
a terra, sotto shock, fra le sue braccia immobili e a malapena riesco
a distinguere la figura del mostro che si staglia su di noi, leccando
l'artiglio sporco di sangue che prima usciva dalla mamma.
“Non
avresti dovuto guardare, umana. Non posso permettermi di lasciare
testimoni.” è l'ultima cosa che sento, prima che
la vista mi si
oscuri improvvisamente. L'ultima sensazione è invece quella
del
sangue che scorre su di me.
10
anni
“Lacey, vieni entra. Questa sarà casa tua d'ora in
poi.” Maya, l'assistente sociale che si è occupata
di me da quando
mio padre è stato arrestato la settimana scorsa, mi guida
verso la
casa famiglia dove vivrò da oggi. Ho fatto i bagagli ieri,
potendo
portare con me solo poche cose, e ho deciso di conservare anche
alcune cose che mi ricordano tanto la mia mamma. La casa è
grande e
ha un bel giardino perciò non sembra tanto male ma comunque
ho un
po' paura di questa novità: Maya ha detto che ci sono
già alcuni
bambini e questo mi preoccupa leggermente. La porta si apre subito
dopo che abbiamo suonato il campanello e compare sulla soglia una
signora con gli occhi castani e i capelli biondi dal sorriso molto
dolce. Ci fa sedere in salotto, dove è già stato
preparato un
vassoio con il tè e dei biscottini dalle forme tutte
diverse,
potrebbe averli fatti in casa e sembrano molto buoni.
“Entrate!
Non vedevo l'ora che arrivaste! Ross è a lavoro ma ha detto
che
arriverà a casa molto presto mentre Jill, Tommy e Adam sono
a scuola
perciò non ci saranno fino al primo pomeriggio,
così avremo il
tempo di conoscerci un po' prima che tu venga catapultata nella
famiglia. Sai, non vorremmo spaventarti, i due maschi sono un po'
esuberanti a volte.” ridacchia e parla un po' troppo
velocemente ma
mi ricorda la mamma quando era nervosa perciò non mi
dispiace più
di tanto.
“Sono
felice che abbiate accettato anche lei, Jill sta bene qui
perciò ho
pensato che anche Lacey sarebbe riuscita ad ambientarsi bene fra i
vostri figli, Alice.” afferma Maya, prendendo la tazza che le
è
stata offerta. La donna, Alice, mi guarda sorridendo e porgendomi il
piattino con i biscotti ricoperti di cioccolato. Ne prendo uno,
guardando prima Maya per avere il permesso, e inizio a mordicchiarlo
e rimango sconcertata da quanto sono buoni, non sono più
abituata ai
biscotti fatti in casa. Sono pronta a cercare di dire qualcosa ma
vengo interrotta dalla porta d'ingresso che si apre e da delle risate
allegre. Due ragazzini, uno biondo e l'altro moro, corrono verso
Alice e la abbracciano, seguiti da una ragazzina bionda che
però
rimane leggermente in disparte, aspettando che i due maschi lascino
la donna, prima di abbracciarla.
“Ma…
cosa? Bambini, dovreste essere a scuola!” Alice sembra
più confusa
di noi mentre cerca di capire cosa sta succedendo. A questo punto
entra un uomo con i capelli neri e gli occhi azzurri che si poggia
una mano sulla testa e sorride con uno sguardo a dir poco luminoso.
“Scusa,
tesoro, ho pensato che anche i ragazzi volessero conoscere la nuova
bambina al più presto così li sono andato a
prendere in anticipo a
scuola...” il suo sorriso si allarga ancora di più
quando mi vede
ma, contrariamente alle mie aspettative, si avvicina lentamente e si
ferma giusto un momento a guardarmi prima di sedersi di fianco alla
moglie sul divano. Sembrano molto… la tipica famiglia
felice, credo
che potrei stare bene qui.
18
anni
L'Istituto è un edificio imponente, tutto in pietra e
dall'aspetto di un'antica cattedrale. Il cortile anteriore è
separato dalla strada con un muretto in pietra che si apre sul
cimitero medievale da un lato. In Accademia, quando mi è
stato detto
che avrei dovuto scegliere un Istituto ho letto che questo posto
è
il più grande d'Europa e che ha una biblioteca enorme. Ho
anche
sentito che dopo la guerra si è svuotato per via dei morti e
di
coloro che hanno scelto di rimanere ad Idris nonostante sia uno dei
più antichi.
Ha
senza dubbio un fascino un po' sinistro ma non sono una persona che
si lascia spaventare facilmente perciò avanzo fino al
portone
tenendo in spalla il borsone e tirando il trolley lungo il vialetto
con passo sicuro. Mi basta sfiorare il portone con una mano e,
proprio come mi era stato detto, questo si apre sull'androne
più
grande e bello che abbia mai visto. Entro di qualche passo, alzando
la testa al soffitto e rimango incantata tanto da farmi scappare un
sospiro: “Sembra un castello…”
“Beh,
non posso darti torto. Comunque a tutti fa quel'effetto la prima
volta che lo vedono.” la voce di una ragazza mi fa riprendere
la
concentrazione e sposto lo sguardo verso le scale dove due ragazze
sono sedute. Una di loro è mora con gli occhi chiarissimi ed
un
gatto tartarugato in braccio mentre l'altra ha i capelli castani ed
un occhio verde ed uno marrone. Entrambe mi fissano sorridendo e la
mora è la prima ad alzarsi per presentari lasciando il gatto
che si
allontana verso i piani superiori.
“Sono
Lizbeth Nightrose ma, ti prego, chiamami Liza. Nella mia famiglia
amano i nomi vecchi.” scoppia a ridere e nel frattempo ci
raggiunge
l'altra ragazzina, leggermente più giovane: “Sono
Emily Armstrong, vengo dalla Polonia e non ho avuto una reazione
simile!” esclama
ridacchiando senza cattiveria e tirando una gomitata a Liza.
“Certo,
perché tu e tuo fratello siete arrivati a notte fonda.
Vieni, ti
accompagno in camera tua così lasci le valigie e poi andiamo
a fare
il giro dei luoghi più importanti mentre ci parli di te e
noi ti
raccontiamo di come sono arrivati i gemelli.” afferma la
moretta
indicandomi la scalinata e facendomi l'occhiolino. Sembrano brave
ragazze… ma non potranno sostituire Jill.
Virginia
10
anni
"Lola, più veloce! Non finirai mai quel percorso
in meno di due minuti di questo passo!" mio padre mi istruisce,
dalla sua posizione alla fine del percorso, dove mi aspetta per il
combattimento con i pugnali. Mi sottopongo ogni giorno a questo
allenamento e divento sempre più agile e più
veloce del precedente.
La mia parte preferita è dove ci sono i bersagli che devo
colpire
con le mie stelle ninja: non ho mai mancato un colpo, non importa la
distanza, fin da quando avevo 7 anni. Anche oggi non sono da meno, ho
persino migliorato il mio record personale! Ma non riesco comunque a
raggiungere l'obiettivo di questa routine, poco dopo lo scadere dei
due minuti raggiungo mio padre nel punto che consideriamo come il
termine del percorso, dove lui mi aspetta sempre.
"Presto
riuscirò a farcela!" esclamo sicura, prima di preparare i
miei
pugnali per sfidare papà. Combattiamo per un po' ed io sono
costretta quasi subito sulla difensiva. Mio padre è molto
più
esperto di me in combattimento ed è anche molto agile e
allenato, ma
io sono piccola e riesco a sfruttare questo a mio vantaggio evitando
quasi tutti i suoi colpi… contrattaccarlo, però,
è tutta un'altra
storia! I diversi anni di allenamento che ha alle spalle lo hanno
reso molto forte e riesce a parare tutti i miei colpi.
Come
sempre dopo mezz'ora smettiamo, entrambi stanchi anche se mio padre
non lo dà molto a vedere, e andiamo a meditare nel giardino
della
nostra casa giapponese, sotto i ciliegi: secondo papà anche
la
meditazione è una parte importante dell'addestramento ninja,
serve a
mantenere il corpo e la mente sotto controllo.
14
anni
Sto frugando tra le cose della mamma nella soffitta di
casa, quando trovo un quaderno con uno strano simbolo a rilievo sulla
copertina: uno che non ho mai visto in vita mia. Appena lo apro
riconosco subito la scrittura della mamma, dalle didascalie negli
album di fotografie che mio padre custodisce gelosamente e mi mostra
soltanto il giorno del mio compleanno. Non comprendo però
ciò di
cui parla: "Shadowhunters... rune... l'Accademia..."
borbotto tra me, leggendo qualcuna delle parole che mi è
meno chiara
ma che mi salta subito agli occhi. Nonostante non sabbia cosa queste
parole vogliano dire, ho come la sensazione che non dovrebbero
risultarmi così estranee, in qualche modo.
Rimango in soffitta
per molto tempo leggendo pagina dopo pagina quello che ormai ho
capito essere un diario, scendendo soltanto all'ora di cena.
Papà
sembra preoccupato e apre bocca, probabilmente per chiedermi dove
sono rimasta per tutto il giorno, ma la richiude immediatamente, lo
sguardo puntato sulle mie mani. O meglio, sul quaderno tra le mie
mani. Sembra che lo riconosca...
"Sai di cosa si tratta,
papà? Questa è la scrittura della mamma, ma...
parla di cose
strane..." mentre parlo sfoglio qualche pagina, fermandomi su
una piena di simboli per mostrandogliela. Rimane a lungo perso a
fissare quelle linee, come se nascondessero un segreto e inizio a
pensare che sia davvero così.
"Si, Lola, so che cos'è. È arrivato il momento
che io ti racconti di tua madre" mi
risponde dopo un tempo che mi pare infinito.
"Mi hai sempre
raccontato di lei, ogni anno al mio compleanno" obbietto
stringendo leggermente il quaderno ma lui subito mi interrompe: "Non
ti ho raccontato di lei com'era nel suo passato. Tua madre era una
cacciatrice di demoni, una 'shadowhunter'… e lo sei anche
tu"
Almeno una di quelle parole incomprensibili ora ha un
significato, ma: "Demoni? I demoni non esistono" obbietto
nuovamente, pensando che sia definitivamente impazzito.
"Esistono,
Virginia, ed è solo questione di tempo prima che tu li
incontri. È
il momento che tu sappia tutto del Mondo Invisibile" detto
questo si lancia in una lunga spiegazione, la cena completamente
dimenticata, su questo 'Mondo Invisibile'.
17
anni
Dopo numerose promesse ho convinto mio padre a
lasciarmi partire ed oggi è il giorno. Ricontrollo un'ultima
volta
di avere inscatolato le mie armi e gli altri oggetti essenziali prima
che papà mi accompagni all'aereoporto, dove mi aspetta il
nostro
aereo privato per portarmi a Londra.
"Ti chiamerò spesso,
papà, lo prometto!" gli dico, poco prima di salire e
mettermi
comoda per affrontare il viaggio. Dopotutto, questa è un'ora
indecente per prendere un volo, sono soltanto le sei del mattino ma
è
anche l'unico modo per non raggiungere Londra a tarda sera, non
sarebbe rispettoso nei confronti delle persone a capo dell'Istituto
in cui verrò ospitata. Provo quindi a dormire durante il
volo, so
che altrimenti potrei addormentarmi durante le presentazioni, ma non
è un orario a cui sono solita riposare, questo,
perciò non mi
riesce.
Al momento dell'atterraggio è più o meno l'ora di
pranzo, almeno secondo l'orario londinese mentre in Giappone sarebbe
più l'ora di cena. Devo smetterla di confrontare questo
posto con
casa, in fondo Londra sta per diventare la mia nuova casa, almeno per
un anno. Riesco a noleggiare un taxi, che mi lascia proprio di fronte
all'Istituto... o almeno, quello che presumo lo sia: vedo soltanto
una cattedrale mezza diroccata e, di fronte ad essa, un uomo e una
donna che presumo mi stavano aspettando dato che ora mi stanno
venendo incontro.
L'uomo
aiuta subito il tassista a scaricare le mie valigie e, non appena
questo se ne va, la donna mi prende una mano e traccia una Runa sul
dorso della mia mano. Assomiglia ad un occhio e brucia sulla mia
pelle. Pochi istanti dopo la mia vista cambia e la cattedrale
diroccata sembra tornare al suo antico splendore.
"Io sono
Stephen Nightrose e lei è mia moglie Alice. Benvenuta" mi si
presenta dunque l'uomo.
"Virginia Kishimoto" mi
inchino leggermente, in segno di rispetto.
"Non c'è
bisogno di essere così formale!" la donna, Alice, commenta
aprendo il portone. All'interno mi guidano verso una stanza che
presumo sia il loro studio dove ci aspettano un ragazzo e una
ragazza, molto simili tra loro, che mi vengono presentati come la
figlia e il nipote della coppia.
"Liza, accompagna Virginia
a fare un giro dell'Istituto" ordina il Signor Nightrose e con
un cenno la ragazza, Liza, mi invita a seguirla. Io le sono subito
dietro, lasciando le mie valigie dove sono vicino al nipote dei capi
dell'Istituto. Lui mi guarda come se volesse costringermi a portarle
col pensiero e, solo dopo un colpo di tosse di suo zio, si decide a
trasportarle per me ma non senza uno sbuffo scocciato. Non ci segue
durante il giro, preferendo evidentemente portare subito le mie cose
nelle mie stanze, e anche Liza è di poche parole, escludendo
le
spiegazioni su come raggiungere i diversi luoghi in questo labirinto
di corridoi.
Lilly
Hi!
We're here!
Ok,
mi sto esercitando per gli angolini in inglese u.u
Sì
perché dovete sapere che, la storia, oltre ad approdare su
ao3 sarà
anche in inglese, solo grazie alla traduzione di Macchan! (Ti voglio
tanto bene cara :3)
Va
bene, mi scuso per l'attesa, visto che è colpa mia
perché ho
iniziato a scrivere altre due interattive perciò ho
rallentato con
la scrittura…
Ok,
io vado, grazie per i fantastici personaggi e mi raccomando a chi non
li ha ancora inviati di farlo al più presto!
Ciao
:*
Ps. nessuno si offenda per il titolo, è una battuta e non mi
veniva in mente altro per descriverle entrambe!
Macchan
Siamo
tornate, con due ragazze questa volta!
Tutto il lavoro da fare
su questa fiction inizia a farsi sentire, specialmente quello che
serve per Ao3 (finalmente abbiamo un account, sono entusiasta della
cosa!), ma sto iniziando a vedere la luce alla fine del tunnel.
FORSE...
molto lontano ancora, se non ci calmiamo con
l'aggiunta di idee...
Se ci mettiamo più tempo a scrivere il
capitolo successivo di ciò che vorreste (o vi piacerebbe, o
vi
aspettereste, mettetela come voleteXD), mi spiace molto ma abbiamo un
mucchio di cose da far funzionare, capiteciXD
Non abbiamo
intenzione di abbandonare la storia, just give us some time.
Ad
ogni modo, spero che anche questo capitolo vi piaccia!
Nati
Shadowhunters:
Armstrong
(__Dreamer97):
- Emily Armstrong (16 anni, scambio culturale, etero, single: qualcuno che la faccia
sentire a posto e a proprio agio. Ama i ragazzi spiritosi ma allo
stesso tempo intelligenti e fedeli)
- Kristofer Armstrong (16 anni, scambio culturale, gay, impegnato)
Barlow
(Sabaku No Konan Inuzuka):
- Derek Barlow (18 anni, trasferimento per la perdita
della propria famiglia durante la guerra, bisex, single: mi piacerebbe che lui fosse una
sorta di ancora, ciò che manterrà con i piedi per
terra e con le mente lucida il futuro partner o meno. Chiunque sia la/il
fortunato, deve sapere che lui non si sbilancerà mai.)
Bellin
(Lydia Blackwell):
- Federico Bellin (19 anni, scambio culturale, etero, single: una ragazza sicura di
sé, che abbia carattere e non sia solo una bella bambolina.
Deve essere una ragazza che gli dia filo da torcere, che gli risponda
per le rime e lo rimetta al suo posto quando esagera.)
Khan
(Sabaku No Konan Inuzuka):
- Gabriel Khan (16
anni, la famiglia di origine non fa più parte degli
Shadowhunters, bisex, single: deve essere una sorta di gioco,
stimolante magari anche a livello intellettuale. Una continua presa in
giro e magari lui che se la tira e il/la partner che lo sgonfia con
ilarità. Qualcosa di fresco, leggero e poco serio, in
rinnovamento continuo.)
Kishimoto
(Regina di cuori15):
- Virginia Kishimoto (17 anni, scambio culturale, etero, single: sarebbe carino se ci fosse
qualcuno a tenerle testa. Forse un ragazzo cattivo che la stuzzica,
facendola spesso arrabbiare e finendo in lunghi bisticci come i bambini)
Kolarov
(Lydia Blackwell):
- Katerina
Nieve Kolarov (18 anni, scambio culturale, etero, single: una persona forte, decisa,
insomma in grado di tenerle testa. Ha un debole per i “bei
tenebrosi”.)
Lawrance
(LibertyinDeath):
- Nathan Hamish Lawrance (19 anni,
trasferimento per la perdita della propria famiglia durante la guerra,
bisex, in una relazione segreta)
Lockwood
(LibertyinDeath):
- Daniel
Ethan Lockwood (19 anni, la famiglia di origine non fa
più parte degli Shadowhunters, bisex, in una relazione segreta)
Nightrose:
- Lizbeth
Aileen Nightrose (18 anni, etero, single)
- Matthew
Raphael Nightrose (19 anni, bisex, in una relazione complicata)
Ascesi:
Harris
(_purcit_):
- Lacey Harris (18 anni, apprendistato, etero, single: qualcuno che le sappia tener
testa, non un cagnolino, ma che non sia prepotente o possessivo)
Keller-Baylor
(vas_happening_girl):
- Dylan Keller-Baylor (18 anni, apprendistato, etero, single: non cerca niente di
particolare in amore, anche perché lo sottovaluta un
po’. Ha avuto qualche ragazza, ma niente di serio, anche per
perdita di interesse, quindi non ritiene indispensabile avere qualcuno,
gli bastano sua sorella e gli amici. Gli servirebbe una ragazza che gli
faccia cambiare idea, magari dolce ma decisa quando serve, che riesca a
tenerlo a bada. )
- Muriel Keller-Baylor (18 anni, apprendistato, bisex, single: in amore cerca qualcuno che
la sproni in continuamente a dare il
meglio di sé, che la accetti sempre e che sopporti le sue
piccole stranezze, le paure e le insicurezze. Non cerca il principe
azzurro, ma solo qualcuno che ci sia sempre per lei e che la aiuti a
mantenere il contatto con la realtà quando serve, ma che la
faccia “volare”)
Nascosti:
Vampiri:
- Cecil Galecki (19 anni apparentemente, Capo del Clan di Londra, bisex, in una relazione
complicata)
- Liam Murphy (17 anni apparentemente, Secondo in comando del Clan di Londra, gay, impegnato)
Licantropi:
- Josh Harlow (20 anni, etero, single)
- Vivienne Harlow (28 anni, Capo branco, gay, impegnata)
Streghe
e stregoni:
- Robyn Alyz (26 anni apparentemente, Somma strega di Londra, bisex, impegnata)
- Keith Tyler (18 anni apparentemente,
bisex, single)
Membri
del popolo fatato:
- Raelene (18 anni apparentemente, bisex, single)
- Sybil (16 anni apparentemente, bisex, single)
|
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Capitolo 4 *** Oggi tocca a... gli opposti che si attraggono ***
Nathan
10
anni
“Liliana! Sono qui!” grido quando sento la voce di
mia sorella nelle vicinanze. Sono scivolato giù da una
discesa molto
ripida e sono rimasto incastrato con un piede sotto un masso. La mia
caviglia fa molto male ma non è la cosa che mi preoccupa di
più: la
mamma sarà furiosa quando scoprirà cosa mi
è successo.
“Nath!
Stai fermo dove sei! Arrivo subito!” la sento rispondere con
la
voce che tradisce a malapena la preoccupazione che sicuramente prova.
Scende lentamente, con movenze leggiadre e perfette, non come sono
caduto io rotolando giù.
“Come
hai fatto a finire qui? E perché ti sei spinto
così lontano nel
bosco?” mi prende il viso fra le mani, osservando ogni
graffio e
livido con un cipiglio sempre più preoccupato. Quando arriva
a
vedere la caviglia sbianca passandosi una mano fra i lunghi capelli
rossi.
“Per
l'angelo! Devo chiamare papà. Non muoverti, dovrebbe essere
qui
vicino.” afferma, dopo aver cercato inutilmente di spostare
il
masso da sola.
Si
riarrampica sulla scarpata e io torno sdraiato, iniziando a
giocherellare con dei bastoncini e dei fili d'erba
nell'attesa…
odio così tanto stare fermo che già questa
è una punizione
sufficiente per essere scappato dalla finestra.
“È
qui.” Lilia torna con nostro padre al seguito, i suoi
movimenti
leggermente meno equilibrati e più impacciati di quelli di
lei.
“Nath!
Finalmente ti abbiamo trovato! Eravamo così in pensiero per
la tua
sparizione…” mi abbraccia facendomi muovere
leggermente e
strappandomi un grido di dolore. A questo punto si rende conto dello
stato della mia gamba e inizia a parlare con mia sorella senza darmi
la possibilità di ascoltare. Lei mi prende per mano e inizia
a
parlarmi. Mi distraggo un secondo, ma poi la mia attenzione torna
sulla gamba che viene prima liberata, poi manipolata leggermente e in
seguito mi viene applicato un marchio di guarigione. Per tutto il
tempo Lilia mi stringe la mano, sussurrandomi parole dolci in un
orecchio accarezzandomi la testa. Non so cosa farei senza di lei:
è
la mia roccia.
13 anni
Devo fermare le
fiamme, devo fare qualcosa. Qualunque cosa.
Le
grida che sento sono agghiaccianti ma non posso bloccarmi ancora come
prima, quando ho visto quell'uomo mentre disegnava la runa. L'ho
riconosciuta subito ma non sono riuscito a muovermi.
Salgo
i gradini e provo a fiondarmi in casa, a malapena consapevole delle
fiamme e del calore infernale, senza molto successo.
Sento
altre grida, più vicine… mi guardo intorno ma non
vedo nessuno
intorno a me. Ci metto qualche secondo a capire la verità:
le grida
non sono dei miei familiari ma sono solo e soltanto mie.
Il
dolore che mi assale alla schiena è terribile, non credo di
aver mai
provato nulla del genere prima d'ora. Grido ancora e cado a terra,
ansimando ma cercando comunque di tornare nuovamente in piedi anche
se senza riuscirci.
Chiudo
gli occhi tornando in ginocchio e mi esplodono una moltitudine di
puntini bianchi dietro le palpebre.
“Nathan!”
sento il grido di un uomo e, nonostante sia sicuro di conoscerlo, non
riesco a collegarlo ad un viso.
Il
dolore è quasi totalizzante, non riesco a pensare ad altro
che a al
pulsare sordo. Sento qualcosa contro la schiena e il dolore si
acutizza ancora di più facendomi gridare e contorcere mentre
delle
mani mi toccano.
Finalmente
il buio mi assorbe totalmente e io smetto di soffrire. Forse
finalmente sono morto.
19
anni
“Nathan.” la voce incolore e monocorde del mio
parabatai mi colpisce appena entro nella stanza in cui vivo da circa
5 anni. Anche Daniel, il ragazzo seduto sul mio letto, una volta
viveva qui ma hanno dovuto separarci quando eravamo ancora dei
ragazzini perché passavamo il nostro tempo ad accapigliarci.
Il mio
'attuale' compagno di stanza è già partito per il
suo Istituto, per
tornare dai genitori, subito dopo la cerimonia di ascensione avvenuta
questa mattina perciò adesso è tutta mia per un
paio di giorni fino
alla nostra partenza per Londra.
“El,
cosa ci fai qui?” gli domando, lanciando la giacca al suo
fianco ed
entrando nel bagno adiacente alla stanza.
“Non
chiamarmi così. È il peggiore che tu abbia mai
inventato come
soprannome. Dove sei stato tutta la notte?” mi domanda,
dimostrandosi stranamente loquace, seguendomi ed appoggiandosi alla
cornice della porta con disinvoltura.
“In
giro con un amico, voleva dirmi alcune cose...” cerco di
rimanere
sul vago mentre i lavo il viso con un po' di acqua gelata. Dovermi
infilare dentro sena essere beccato da nessuno è stata
un'impresa.
Mi
basta uno sguardo nello specchio per capire che non si è
bevuto una
parola ma decide comunque di non commentare la cosa. Non vuole essere
messo a conoscenza delle mie uscite con le fate. O con chiunque se
sono di questo genere.
“Immagino…
non hai preparato ancora neanche una valigia.” non me lo
chiede
neanche, conoscendo già la risposta. Preferisco farle con
calma, e
allora?
“Le
farò domani. O magari dopodomani.” rispondo
sorridendogli e
superandolo con noncuranza per dirigermi verso l'armadio ancora
stracolmo, non solo di vestiti. Mi sfilo la maglietta con un
movimento fluido, lanciandola fra gli altri panni sporchi, e mi
rendo conto che mi sta ancora guardando solo quando mi volto verso di
lui.
Daniel
9
anni
Un rumore di vetro
contro vetro. "É tutta colpa di quel bambino" mamma
è di nuovo ubriaca, la sua voce è strascicata.
"Jason mi
amerebbe ancora se non fosse per lui" la
sento avvicinarsi, il passo incerto…. deve
aver già bevuto più del solito.
"É tutta colpa tua se
lui è cambiato in questo modo!" sta
di nuovo urlando, ora nella mia stanza, una bottiglia di vodka quasi
vuota stretta in mano.
"Prima di te non era così!"
dubito che
sia davvero così
ma non sentirebbe ragioni nemmeno da sobria e
in questo stato non credo
si accorgerebbe nemmeno che le sto parlando. Si avvicina ancora, ora
posso avvertire nitidamente
l'odore di
alcool nel suo
respiro.
"Tutto è iniziato per colpa tua!” parlando
alza
ancora di più la voce
ed a quel punto mi allontano, lo sguardo fisso sulla maschera
impenetrabile che è il suo viso. Maschera che si incrina,
rivelando
rabbia, al mio allontanamento.
"Ora mi lasci anche tu? Il
mio stesso figlio!" il
suo scoppio d'ira è seguito da rumore di vetri infranti e
da un dolore sordo alla spalla sinistra. Abbasso lo sguardo, fino ad
allora puntato in quello terrorizzante di mia madre e
vedo che la mia
maglietta è
piena di tagli, diverse schegge di vetro conficcate nella pelle.
11
anni
Sono da solo quando
il campanello mi avverte di qualcuno alla porta. Mio padre è
di
nuovo con qualche ragazza che potrebbe essere sua figlia, non che lo
abbia mai detto apertamente ma è piuttosto chiaro che è
così, mentre
mia
madre è ancora una volta in qualche bar ad ubriacarsi. Aprendo
la porta rimango un
attimo
sconcertato davanti ad
un
uomo
vestito di nero, con
occhi così uguali ai miei da sembrare di guardarmi allo
specchio.
"Ciao, tu sei Daniel?" ad un mio cenno affermativo, e dopo
che l'ho fatto entrare un
po' diffidente,
inizia a
raccontarmi di
cose che non
ho mai sentito neanche nominare.
Parla per molto tempo, descrivendomi il suo lavoro di Cacciatore, i
demoni, i Nascosti, tutto il suo mondo per quello che posso capire.
Accidenti,
è un mondo di cui effettivamente
mi piacerebbe far parte! Sembra promettere avventure. Pericolo,
anche, ma preferisco concentrarmi sulla parte delle avventure.
Soltanto alla fine della sua storia mi rivela il suo nome, Michael, e
cosa è venuto a fare a casa mia: "Daniel, in
realtà io sono il
fratello di tua madre. Non sapevo di te fino a pochi giorni fa, ma
volevo conoscerti…". In
questo momento decido di potermi fidare di lui, mentre lo vedo
lasciare la casa voltandosi per salutarmi prima di sparire in fondo
alla strada.
Sono
passati giorni quando il campanello suona di nuovo, ma questa volta
è
mia madre ad aprire. L'immancabile bottiglia di alcool in mano che
lascia cadere non appena vede chi si trova dall'altro lato della
porta evidentemente ancora abbastanza sobria da
riconoscerlo.
"Michael..." la sento dire e
arrivo
nell'ingresso in tempo per vedere mio zio spostarla dalla soglia per
poter entrare seguito da un altro uomo più tarchiato, che mi
si
presenta come un emissario del Conclave, stringendomi
la mano.
Lo zio mi
aveva parlato del Conclave, chissà per quale motivo lo ha
portato
qui… mia madre si riprende e quasi urla: "Non potete
portarmelo via!"
Rivolgo una muta domanda a Michael e lui
risponde sia a me che a mia madre con un'unica frase: "Se vuole
unirsi agli Shadowhunters, è abbastanza grande per deciderlo
da
solo, Catherine" afferma
rivolgendo
il suo sguardo verso di me, a questo punto.
"Si, diventerò
uno Shadowhunter" non
ho neanche
bisogno di pensare alla mia risposta.
19
anni
Io e
Nathan dobbiamo partire questa mattina per l'Istituto di Londra e lui
sta ancora finendo di fare i bagagli. Lo sto aspettando fuori dalla
sua stanza, seduto su una delle mie valigie e con una sigaretta
spenta tra le labbra, da almeno un'ora. All'interno sembra ci sia un
tornado e non un ragazzo che cerca di fare i bagagli. Quando
finalmente si decide ad uscire, siamo in ritardo: la preside
Penhallow ha già urlato un paio di volte per attirare la
nostra
attenzione sul fatto che stiamo perdendo tempo. Inutile dire che non
le abbia risposto…
Durante
il viaggio per la maggior parte cerco di tagliare fuori il
chiacchiericcio del ragazzo al mio fianco, fortunatamente il viaggio
non è così lungo da costringermi a rispondergli.
Appena
superato il portone d'ingresso dell'Istituto troviamo un uomo ad
attenderci a metà della scalinata. Ha un aspetto curato, da
leader,
è sicuramente il capo di questo posto. Un luogo decisamente
impressionante se devo essere sincero, un po' spettrale forse, ma
perfettamente nel mio stile.
"Ben arrivati, io sono
Stephen Nightrose, a capo di quest'Istituto insieme a mia moglie"
ci accoglie con voce solenne scendendo gli ultimi gradini.
"Nathan
Lawrance!" il mio Parabatai si presenta all'istante,
avvicinandosi per stringergli la mano, prima di tirare fuori qualche
pezzetto di metallo dalle tasche e mettersi a giocherellarci. L'uomo
sposta quindi la sua attenzione su di me.
"Daniel Lockwood,
signore" mi presento a mia volta, con voce impassibile ma senza
avvicinarmi.
"Dan, non essere asociale!" Nathan alza
lo sguardo dai suoi pezzetti di metallo per rimproverarmi, come se
non sapesse che questo è il mio comportamento standard con
gli
sconosciuti.
"Quante
volte ti dovrò ripetere di non chiamarmi Dan?" metto
più
enfasi possibile sulla negazione, fissando in cagnesco il mio
Parabatai ma lui mi risponde con una risata e un: "Allora posso
chiamarti Danny?"
".....no" la mia mano si muove
in automatico verso il pugnale che porto legato alla cintura e
Nathan
ride di nuovo… è fortunato ad essere il mio
migliore amico.
Proprio ora la voce di un ragazzo mi distrae dal mio proposito di
incenerire Nath con lo sguardo: "Appena arrivati e già
litigate? Mi state simpatici!" e il signor Nightrose sospira,
come se questo comportamento non gli risulti nuovo, è
evidente che
questo ragazzo non sia uno dei nuovi arrivi.
Nel frattempo il
moro ha sceso le scale e si è fatto avanti: "Io sono Matt."
provocando un altro sbuffo dell'uomo. Il ragazzo, Matt, alza gli
occhi al cielo sospirando e correggendosi: "Matthew Raphael
Nightrose. Contento, zio? Vi porto a visitare l'Istituto, andiamo."
con l'ultima parte si è di nuovo rivolto a noi, prima di
risalire le
scale. Sembra una persona di cui potrò imparare a fidarmi
penso
seguendo lui e Nathan, che gli è già alle costole
mentre parla a
macchinetta, su per le scale.
Lilly
Ciao!
Siamo
tornate :)
I
due personaggi che vi presentiamo ci hanno fatto ragionare molto
perché sono stati complessi da scrivere e poi la storia di
uno di
loro toccava argomenti molto… delicati.
Io
mi auguro che li abbiamo descritti al meglio perché entrambe
lo
desideriamo (per tutti i personaggi ovviamente) e abbiamo bisogno di
sapere che il nostro lavoro vi piace e lo apprezzate.
Ringrazio
chi ci ha lasciato una recensione e vi invito a farlo ancora e a
condividere le vostre idee ed impressioni sui capitoli/personaggi.
A
presto :*
Macchan
Ehi,
ciao a tutti! Eccoci tornate!
Stavolta non so cosa dire (non è
questa grande novità, ma...)
Scrivere la mia parte del capitolo
è risultato un po' più difficile del previsto,
soprattutto perchè
io e Lilly avevamo visioni differenti sul modo migliore di renderlo.
A parte questo, visto che non ho nient'altro da dire, spero vi
sia piaciuto.
a presto~
Nati
Shadowhunters:
Armstrong
(__Dreamer97):
-
Emily Armstrong (16 anni, scambio culturale, etero, single: qualcuno che la faccia
sentire a posto e a proprio agio. Ama i ragazzi spiritosi ma allo
stesso tempo intelligenti e fedeli)
-
Kristofer Armstrong (16 anni, scambio culturale, gay, impegnato)
Barlow
(Sabaku No Konan Inuzuka):
-
Derek Barlow (18 anni, trasferimento per la perdita
della propria famiglia durante la guerra, bisex, single: mi piacerebbe che lui fosse una
sorta di ancora, ciò che manterrà con i piedi per
terra e con le mente lucida il futuro partner o meno. Chiunque sia la/il
fortunato, deve sapere che lui non si sbilancerà mai.)
Bellin
(Lydia Blackwell):
-
Federico Bellin (19 anni, scambio culturale, etero, single: una ragazza sicura di
sé, che abbia carattere e non sia solo una bella bambolina.
Deve essere una ragazza che gli dia filo da torcere, che gli risponda
per le rime e lo rimetta al suo posto quando esagera.)
Khan
(Sabaku No Konan Inuzuka):
-
Gabriel Khan
(16 anni, la famiglia di origine non fa più parte degli
Shadowhunters, bisex, single: deve essere una sorta di gioco,
stimolante magari anche a livello intellettuale. Una continua presa in
giro e magari lui che se la tira e il/la partner che lo sgonfia con
ilarità. Qualcosa di fresco, leggero e poco serio, in
rinnovamento continuo.)
Kishimoto
(Regina di cuori15):
-
Virginia Kishimoto (17 anni, scambio culturale, etero, single: sarebbe carino se ci fosse
qualcuno a tenerle testa. Forse un ragazzo cattivo che la stuzzica,
facendola spesso arrabbiare e finendo in lunghi bisticci come i bambini)
Kolarov
(Lydia Blackwell):
-
Katerina Nieve
Kolarov (18 anni, scambio culturale, etero, single: una persona forte, decisa,
insomma in grado di tenerle testa. Ha un debole per i “bei
tenebrosi”.)
Lawrance
(LibertyinDeath):
-
Nathan Hamish
Lawrance (19 anni, trasferimento per la perdita della propria famiglia
durante la guerra, bisex, in una relazione segreta)
Lockwood
(LibertyinDeath):
-
Daniel Ethan Lockwood (19 anni, la famiglia di origine non fa
più parte degli Shadowhunters, bisex, in una relazione segreta)
Nightrose:
-
Lizbeth Aileen
Nightrose (18 anni, etero, single)
-
Matthew Raphael
Nightrose (19 anni, bisex, in una relazione complicata)
Ascesi:
Furia
(Ally I Holmes):
-
Gabriele Furia (? anni, apprendistato, etero, single: dev'essere una persona
intelligente, che lo tratti alla pari e da trattare alla pari. Non
vuole dame da salvare né dive a cui fare da cagnolino nella
borsetta.)
Harris
(_purcit_):
-
Lacey Harris (18 anni, apprendistato, etero, single: qualcuno che le sappia tener
testa, non un cagnolino, ma che non sia prepotente o possessivo)
Keller-Baylor
(vas_happening_girl):
-
Dylan Keller-Baylor (18 anni, apprendistato, etero, single: non cerca niente di
particolare in amore, anche perché lo sottovaluta un
po’. Ha avuto qualche ragazza, ma niente di serio, anche per
perdita di interesse, quindi non ritiene indispensabile avere qualcuno,
gli bastano sua sorella e gli amici. Gli servirebbe una ragazza che gli
faccia cambiare idea, magari dolce ma decisa quando serve, che riesca a
tenerlo a bada. )
-
Muriel Keller-Baylor (18 anni, apprendistato, bisex, single: in amore cerca qualcuno che
la sproni in continuamente a dare il
meglio di sé, che la accetti sempre e che sopporti le sue
piccole stranezze, le paure e le insicurezze. Non cerca il principe
azzurro, ma solo qualcuno che ci sia sempre per lei e che la aiuti a
mantenere il contatto con la realtà quando serve, ma che la
faccia “volare”)
Nascosti:
Vampiri:
-
Cecil Galecki (19 anni apparentemente, Capo del Clan di Londra, bisex, in una relazione
complicata)
-
Liam Murphy (17 anni apparentemente, Secondo in comando del Clan di Londra, gay, impegnato)
Licantropi:
-
Josh Harlow (20 anni, etero, single)
-
Vivienne Harlow (28 anni, Capo branco, gay, impegnata)
Streghe
e stregoni:
-
Robyn Alyz (26 anni apparentemente, Somma strega di Londra, bisex, impegnata)
-
Keith Tyler (18 anni apparentemente,
bisex, single)
Membri
del popolo fatato:
-
Raelene (18 anni apparentemente, bisex, single)
-
Sybil (16 anni apparentemente, bisex, single)
|
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Capitolo 5 *** Due ragazzi... dal mondo con furore ***
Federico
13
anni
Stiamo combattendo spada contro spada da diverso tempo,
anche se Ceasar si limita per lo più a schivare i miei
colpi: non è
mai stato un asso nel combattimento ravvicinato ma oggi sembra essere
più distratto del solito. All'ennesimo colpo che evita la
mia spada
colpisce una delle statue del giardino con abbastanza forza da farla
finire a terra, dove si rompe in un sacco di piccoli pezzi. Non avevo
idea che una statua di pietra potesse rompersi in quel modo. Entrambi
abbassiamo le spade, fissando il disastro che abbiamo appena
combinato e solo dopo un momento riesco a parlare: "Questo è
un
bel casino, mio padre potrebbe ucciderci..."
"O
potrebbe costringerci a lucidare tutte le armi!" Ceasar finisce
la frase per me.
Sentiamo
delle voci avvicinarsi, probabilmente attratte dal rumore, e ci
riprendiamo abbastanza per filarcela nella direzione opposta ai passi
dirigendoci verso la mia stanza, il più velocemente
possibile. Ho
rischiato di scoppiare a ridere per tutta la nostra fuga ma mi
permetto di farlo solo una volta che siamo entrambi all'interno della
mia camera, la porta chiusa alle nostre spalle. Rido talmente tanto
che crollo sul pavimento, Ceasar nelle mie stesse condizioni di
fianco a me, e continuiamo a ridere insieme non so nemmeno per quanto
tempo. Quando riesco a smettere e a riprendere abbastanza fiato per
riuscire a parlare un'idea mi salta in mente: "Dovremmo
diventare Parabatai." dico senza pensarci due volte. È una
buona idea, ne sono certo, andiamo troppo d'accordo per non
diventarlo.
"Non credo, Rico" risponde lui con un tono
strano, indecifrabile. Sentendo questa risposta mi volto verso di
lui, trovandolo già in piedi che mi guarda dall'alto con uno
sguardo
un po'... triste? Non riesco a capire perché le mia
richiesta
dovrebbe intristirlo ma non faccio in tempo a porgli la domanda che
lui ha già lasciato la mia stanza, chiudendo nuovamente la
porta
dietro di sé.
18 anni
Io e il mio
migliore amico ci stiamo allenando come al solito ma Ceasar non sta
dimostrando la sua solita bravura con la balestra. Non so cosa gli
passi per la testa, in questi ultimi mesi: ho notato che ha smesso di
uscire con Shanti e durante gli allenamenti la sua concentrazione
è
andata calando sempre di più. Interrompo il mio allenamento
personale e faccio in modo di deviare uno dei suoi dardi con il filo
della mia spada angelica, per attirare la sua attenzione. La
strategia funziona: Ceasar abbassa l'arma, guardando verso di me
aspettando che sia io a parlare per primo.
"Si può sapere
che ti prende? Ultimamente stai facendo pena negli allenamenti."
esclamo avvicinandomi a lui con passo deciso.
"È tutto a
posto…" cerca di liquidare la questione indietreggiando di
un
passo ma gli rubo di mano la balestra senza problemi, altro segnale
della sua scarsa attenzione.
"Questo non è niente? Fino a
pochi mesi fa non mi avresti permesso di disarmarti così.
Ora mi
spieghi che hai!" se ci avessi provato allora mi sarei ritrovato
una freccia in una spalla o peggio. Si volta del tutto a guardarmi e
parla velocemente: "Quello che ho è una cotta per te, da
anni."
dice arrossendo leggermente ma guardandomi dritto negli occhi. Ok,
questo non me lo aspettavo proprio. Non riesco a fare altro se non
fissarlo, per diverso tempo presumo visto che sbuffa prima di
riprendere a parlare: "Si, Rico, sono innamorato di te.
Perché
pensi che non abbia mai voluto essere il tuo Parabatai, altrimenti?"
mi domanda incalzandomi e lasciandomi sempre più confuso.
"Ma...
non uscivi con Shanti?" chiedo cercando di schiarirmi le idee.
Sentendomi dire questo alza gli occhi al cielo affermando: "Mai
sentito parlare di bisessualità?" e ridacchiando leggermente
della mia espressione.
"Ceasar, sai che io sono etero,
vero?" ribadisco, ancora spaesato, per evitare fraintendimenti
di qualunque sorta. Non voglio perderlo ma non ha senso dargli false
speranze.
"Si, lo so." dice mentre io abbasso lo
sguardo sentendo il suo tono rassegnato. Le mie reazioni sono un po'
rallentate dallo shock quindi non lo fermo in tempo e, quando rialzo
lo sguardo, è già uscito dalla sala allenamenti.
19
anni
Ceasar è partito una settimana fa per Madrid ed io
partirò per Londra tra poco: proprio quando la nostra
amicizia
iniziava a tornare come prima della sua dichiarazione lui ha deciso
di affrontare lo scambio culturale in un Istituto diverso dal mio. So
già che mi mancherà ma ora non è il
momento di rimuginarci: mio
padre mi sta aspettando sulla strada per portarmi in aereoporto, la
sua auto già carica con i miei bagagli.
Il volo è molto
veloce, quasi non mi accorgo del passare del tempo. Sul marciapiedi
di fronte all'ingresso dell'aereoporto si trova una ragazza che sta
cercando di fermare un taxi. Sul suo braccio sono evidenti le
cicatrici delle rune così provo ad avvicinarmi e a parlarle:
“Ehi!
Anche tu diretta all'Istituto?" con voce forse leggermente
troppo alta. Lei si svolta verso di me, un'espressione a
metà tra il
sorpreso e l'allarmato, prima di vedere le rune sulle mie braccia:
sono abbastanza evidenti ad un occhio allenato anche tra i vari
tatuaggi.
"Sì.. o almeno, ci sarei diretta se riuscissi a
fermare un taxi."risponde mostrandomi un'espressione scocciata
che mi strappa una risata. Mi faccio avanti e fermo un taxi con un
gesto semplice e iniziamo subito a caricarci i bagagli. Lei sale per
prima, lasciando la portiera aperta per me e invitandomi a sederle
accanto con un sorriso.
"Io sono Rico." mi presento
ricambiando il sorriso e porgendole la mano come sono abituato a fare
in Italia. Lei la guarda qualche momento prima di stringerla in modo
esitante presentandosi a sua volta: "Katerine, ma puoi chiamarmi
semplicemente Kat."
Dopo questo breve scambio di
convenevoli, passiamo il resto del viaggio scherzando tra di noi e
raccontandoci alcune cose riguardanti la nostra vita. È
facile
parlare con lei, non che per me normalmente sia difficile parlare con
una ragazza, ma è… diverso. Mi sembra di
conoscerla da una vita:
andiamo d'accordo come se fossimo fratelli. Il tempo di arrivare a
destinazione e già ci conosciamo come se ci fossimo
incontrati anni
fa invece che da nemmeno un'ora. Spalanchiamo il portone
dell'Istituto, mettendo piede all'interno della nostra nuova casa, in
cui vivremo almeno per un anno insieme.
Katerina
10
anni
“Avete
finito di studiare vero? La mamma si arrabbierà con me se
non avete
concluso lo studio sulle rune che vi aveva assegnato.” mi
domanda
mia cugina Laris, non appena arrivo correndo davanti a lei. Sta
indossando i pattini seduta sulla panca, posizionata al limitare del
lago ghiacciato su cui veniamo spesso a pattinare quando gela. Viktor
ci raggiunge poco dopo, con un sorriso uguale al mio e i suoi pattini
in mano.
“Sì!
Non preoccuparti!” le rispondo, sedendomi e iniziando a
togliermi
gli stivali per cambiare calzature, cercando di liberarmi dei capelli
che mi ricadono scompigliati davanti agli occhi. Fino a due anni fa
mia mamma mi
permetteva di
tagliarli corti come Vik ma adesso dice che sto diventando una
signorina e che fra qualche anno vorrò avere i capelli
lunghi e
altre cose strane che non penso di aver capito alla perfezione.
“Aspetta,
ti lego i capelli, ho un elastico in più.” esclama
Laris,
iniziando a frugare nelle tasche del cappotto chiaro, facendomi
risedere nel momento esatto in cui stavo per scattare per raggiungere
mio cugino, già in pista. Si
posiziona alle mie spalle e mi pettina per qualche secondo i capelli
con le dita per poi acconciarli in uno chignon morbido sulla nuca.
Più volte l'ho visto fare la stessa cosa con i suoi capelli
e le sue
dita sono veramente velocissime, anche se non abbastanza per i miei
gusti!
16
anni
Sono
seduta su una delle poltrone davanti al camino che scoppietta,
nell'enorme biblioteca dell'Istituto, a leggere Amleto quando il mio
amato 'cuginetto', Viktor, si lancia a sedere scompostamente sulla
poltrona di fianco a me. Ci metto un po' a rendermi conto che osserva
in cagnesco due giovani shadowhunters: Dimitri e Ivan. Loro sono
dall'altro lato della stanza, seduti ad una delle scrivanie che
utilizziamo per studiare e scrivere i saggi che a volte ci vengono
richiesti, e mi stavano guardando già da un po' ma non ci ho
fatto
caso più di tanto.
“Quegli
idioti ti guardano in un modo che non mi piace per
niente.”mugugna
con lo sguardo sempre più duro mentre io mi fermo a
guardarlo un po'
stupita: non reagisce
mai così quando vado
in giro con la sua cricca di amici…
“Ma
di cosa ti preoccupi? Se hanno qualche problema sono affari
loro.”
rispondo, senza più degnarli di uno sguardo e iniziando a
giocherellare con la mia treccia.
“Scherzi?
E se uno di loro ti chiedesse di uscire? Cosa gli
risponderesti?”
mi domanda, guardandomi con gli occhi sgranati. Non capisco proprio
quale sia il problema perciò gli domando spiegazioni:
“Cosa
intendi? E
perché dovrebbero chiedermi di uscire?”
“Cugina,
se impazzita? Perché gli piaci!”afferma, quasi
gridando, facendo
voltare alcune teste verso di noi. Ma cosa diavolo gli prende?
18
anni
Io e Rico
entriamo dentro all'Istituto, poco dopo le due del pomeriggio e ci
troviamo in un atrio enorme con una grande scalinata centrale che si
divide a metà portando alle due ali del piano superiore. Il
rumore
del portone che si chiude rimbomba leggermente sopra le nostre teste
e io mi perdo a guardare il bellissimo lampadario. Questo luogo
è
così diverso dal suo corrispettivo moscovita! Mi ci vuole
qualche
secondo per staccare gli occhi dalla stanza per posarli sulla ragazza
castana, con indosso un paio di pantaloni e un top neri, che ha fatto
il suo ingresso da una delle porte posizionate sotto le scale e che
ci osserva a qualche metro di distanza.
“Siete
appena arrivati, vero?” ci domanda, con uno strano accento
che
sporca la pronuncia perfetta. Neanche lei è sicuramente
inglese,
anche se non potrei proprio dire da dove venga…
“Sì,
io sono Rico e lei è Kat, piacere.” si presenta
subito il ragazzo
al mio fianco, avvicinandosi di qualche passo e porgendole la mano
con un sorriso un po' malizioso. Lei osserva per qualche secondo la
sua mano, leggermente dubbiosa, per poi porgergli la sua un po'
riluttante. Lui la stringe e la scuote leggermente e anch'io rimango
un po' perplessa dal gesto: non mi è ancora molto familiare
ma deve
essere una cosa normale in Italia.
“Io…
il mio nome è Virginia Kishimoto.” risponde la
ragazza, arrossendo
leggermente e continuando a guardare le loro mani giunte. Il
soggiorno qui sarà sicuramente interessante, anche senza i
miei
cugini al mio fianco o Ivan come fidanzato.
Lilly
Here
we are…
Ce
l'abbiamo fatta, siamo in ritardo? Forse sì, forse no, non
abbiamo
mai promesso di pubblicare entro una settimana: lo facevamo
perché
c'era molto entusiasmo, questa volta abbiamo tardato perché
avevamo altre cose da fare e solo una di voi ci ha lasciato una
recensione.
Ammetto
che un po' sono offesa. Comunque
non importa, finirà che la gente sparirà come al
solito.
Questo
caitolo mi è piaciuto da scrivere e l'ho fatto di volata,
anche se
non avevo idea di cosa facessero i ragazzini russi per divertirsi
perciò ho un po' improvvisato -_-''
Al
prossimo capitolo, che non so quando sarà perché
prima di questa io
sicuramente mi occuperò di quella su pj, :*
Macchan
Ok,
dunque. Scusate il ritardo!
Stavolta
è stata completamente colpa mia, mi ero fissata di voler
finire di
vedere Merlin prima di scrivere la mia parte, ma poi Lilly è
stata
cattiva e mi ha costretta a scriverla. Dopo di che ho sclerato per
ore (almeno 4, credo) per mancanza di ispirazione, ma alla fine ce
l'ho fatta e spero che il capitolo vi piaccia!!
A
parte questo, sono un po' triste per la carenza di recensioni allo
scorso capitolo.. *Macchan che disegna cerchietti nell'angolino della
stanza*
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Capitolo 6 *** Ora ci sono... due ragazzi particolari? ***
Derek
6
anni
"Derek, tesoro, svegliati"
mamma è seduta
sul letto vicino a me e mi sta accarezzando i capelli, per
convincermi ad alzarmi ma cerco di rifiutare: mi nascondo di
più
sotto le coperte, finché non ricordo che oggi è
il giorno in cui
inizio il mio addestramento. Mi siedo di scatto, facendo ridacchiare
mia madre ancora seduta vicino a me: "Papà e io ti
aspettiamo
nel salotto" mi dice, prima di uscire. Pochi minuti dopo entro
di corsa nella stanza, fermandomi davanti al divano su cui è
seduto
mio padre. "Mamma non c'è?" gli chiedo, leggermente
deluso: mi avevano promesso che ci sarebbero stati entrambi, oggi.
"L'hanno
incastrata per una pattuglia all'ultimo momento, saremo solo noi"
mi dice, prendendo il libro Grigio da dove lo teneva nascosto dietro
la propria schiena. Appena lo apre gli sono subito seduto di fianco,
avvicinandomi il più possibile, mentre inizia a spiegarmi
gli
effetti dell'Irazte, una delle prime rune che gli Shadowhunters hanno
bisogno di conoscere, e cosa può succedere se viene
disegnata male.
A questo punto gli salgo sulle ginocchia, per poter vedere meglio la
pagina del libro su cui è stata impressa la runa e provare a
disegnarla a mia volta. "Quando avrò uno stilo tutto mio,
papà?" gli chiedo, mentre continuo a provare a disegnare la
runa con una normale penna sul mio braccio.
"Tra
qualche anno. Continua ad esercitarti, devi riuscire a disegnarla
senza pensare a come la mano deve muoversi: in battaglia non avrai il
tempo di riflettere su come muovere il tuo stilo" afferma. Ha
appoggiato il mento sulla mia testa, per poter vedere i miei
progressi, ed io mi concentro ancora di più per riuscire a
disegnarla nel modo giusto, non accorgendomi del trascorrere del
tempo. Continuiamo fino a che la voce della mamma, divertita, non ci
interrompe: "State ancora lavorando da questa mattina?" è
sulla porta, ancora nella sua divisa da Cacciatrice, evidentemente
appena tornata. "Avete saltato il pranzo..."
Io
e papà ci guardiamo e, proprio in questo momento, i nostri
stomaci
brontolano all'unisono facendoci scoppiare a ridere.
"Andiamo
a mangiare qualcosa, piccolo Shadowhunter" mi dice, alzandosi
dal divano e avvicinandosi alla mamma che mi scompiglia i capelli
mentre le passiamo accanto.
13
anni
Quando
il capo dell'Istituto irrompe nella mia stanza mi sto esercitandomi
disegnando marchi sulle braccia dei miei genitori con una penna ma mi
interrompo: purtroppo un ingresso del genere non porta mai buone
notizie: "Come temevamo Sebastian sta per attaccare. Abbiamo
già
chiamato uno Stregone per preparare il portale ed evacuare
l'Istituto." chiaro e conciso come al solito, non attende una
risposta, aspettandosi però di essere seguito.
Sono
subito in piedi, preparando le cose di cui avrò maggiormente
bisogno
a Idris il più in fretta possibile, mentre mamma e
papà vanno ad
aiutare i più piccoli a fare lo stesso. Nonostante abbiamo
fatto
molto in fretta, le difese stanno già iniziando a cedere.
Passando
davanti ad una finestra resto bloccato davanti a tutti quegli
Ottenebrati: se questa è soltanto una parte del suo
esercito… non
ho tempo per rimuginarci molto su perchè mia madre appare
dietro di
me dal nulla, spingendomi verso la stanza in cui sta venendo
allestito il portale: "Vai, Derek, ci rivediamo a Idris!"
mi dice, dandomi un bacio sulla fronte prima di tornare indietro,
probabilmente per guadagnare tempo per la nostra fuga. Proprio quando
sto pensando di andare ad aiutarli, fermo nel mezzo della stanza,
vengo trascinato verso il portale e costretto ad entrarci da uno dei
ragazzi poco più grandi ancora prima di rendermene
pienamente conto.
***
Sembrano
passati giorni, ma potrebbero benissimo essere soltanto qualche ora,
da quando è iniziato l'attacco ed io e gli altri ragazzi
più
giovani siamo stati chiusi in questa sala, per tenerci lontani dalla
battaglia. Non ho notizie dei miei genitori da quando ho lasciato
l'Istituto di Seattle ma ora non ho più il tempo di
occuparmene: in
questo esatto momento, nella stanza, fa irruzione una parte
dell'esercito degli Ottenebrati… Nonostante le intenzioni
degli
adulti, devono essere riusciti a superare le loro difese per
raggiungerci! È il nostro momento di combattere per
proteggere noi
stessi e i più piccoli.
Durante
il combattimento qualcuno degli adulti è riuscito a
raggiungerci, ma
non tutti siamo sopravvissuti comunque. Quando tutto si ferma capisco
che abbiamo vinto, ma a quale prezzo?
Tutti
iniziano a radunarsi nella sala, cercando le proprie famiglie e i
propri amici. Ognuno di loro non ha un bell'aspetto: gli adulti
appaiono invecchiati e tutti, adulti e bambini, sembrano distrutti,
con le divise strappate e insanguinate, i volti stanchi.
Nessuno
di loro è chi sto cercando. Continuo a osservare la folla
fino a che
non vedo un viso noto, uno dei ragazzi di Seattle, uno di quelli a
cui è stato concesso combattere.
Anche
lui è ridotto come tutti gli altri adulti, ma non
è il suo stato a
catturare la mia attenzione. L'espressione che assume, guardandomi,
dice più di quanto potrebbero fare mille parole: i miei
genitori non
torneranno.
18
anni
Pochi giorni fa
c'è stata la cerimonia di Ascensione,
qui in Accademia, a cui ho dovuto partecipare, come tutti gli altri
nati Shadowhunters per assistere… credo di essermi
addormentato più
o meno a metà cerimonia, visto che non ricordo di aver
effettivamente visto nessuno dei Mondani bere dalla Coppa.
Ed
ora è arrivato il momento di partire per Londra: ho scelto
quell'Istituto… non so nemmeno io perché l'ho
scelto,
probabilmente è stato il primo che ho notato dalla lista di
scelte
che mi hanno fornito. Il mio aereo parte tra poco, sono già
seduto
al mio posto, ed il mio vicino continua a lanciarmi occhiate
stranite. È un uomo di mezza età, vestito da
pinguino,
probabilmente sta scambiando le mie rune per tatuaggi e disapprova.
Fino a che mantiene i suoi pensieri per sé non è
un mio problema.
Mi
addormento quasi subito, più per noia che altro, e vengo
svegliato
da una delle hostess appena atterrati. Fuori dall'aereoporto non mi
è
difficile trovare un taxi ed arrivo all'Istituto senza troppi
problemi. L'autista fissa stranito quello che ai suoi occhi deve
apparire un edificio abbandonato e probabilmente in rovina, ma non fa
comunque domande, scaricandomi in mezzo alla strada deserta.
Aspetto
che sia sparito dietro l'angolo, prima di avvicinarmi alla chiesa,
imponente e perfetta alla mia vista non limitata, per spingere il
portone che si apre senza sforzo.
L'interno
è ancora più sfarzoso dell'esterno ma non ho
molto tempo per
ammirarlo, dal momento che una donna appare in cima alle scale:
"Ciao, io sono Alice Nightrose. Benvenuto."
"Derek
Barlow" mi presento, raggiungendola in cima alle scale e
seguendola per uno dei tanti corridoi che sembrano tutti uguali.
Raggiungiamo una porta che, una volta aperta, ci conduce in uno
studio arredato completamente in legno scuro. Dietro alla scrivania
si trova un uomo, che si presenta come Stephen Nightrose, ed un
ragazzo in piedi accanto alla libreria, che sembra avere più
o meno
la mia età. "Io sono Matthew." si presenta, dopo aver
notato il mio sguardo. Il signor Nightrose, dopo qualche parola di
benvenuto, affida a lui il compito di farmi fare un giro
dell'Istituto per farmi ambientare.
Appena
usciti inizia subito a darmi delle indicazioni di base per
raggiungere le stanze, mentre mi fa strada verso il corridoio in cui
si trovano, indicandomi qualche punto particolare che mi possa
aiutare ad orientarmi. Passando davanti alle stanze, evidentemente
diretti alla mia perché io possa lasciare i bagagli, una
ragazza
esce da una di quelle che abbiamo appena superato: "Ehi, lui
è
uno dei nuovi?" domanda, squadrandomi.
"Derek,
lei è mia cugina Liza. Avrebbe saputo del tuo arrivo se si
fosse
trovata nello studio dello zio quando avrebbe dovuto." il
ragazzo che mi accompagna, le risponde, ricevendo una linguaccia
dalla ragazza. "Cerca solo di non farti beccare dallo zio a non
fare nulla" la avvisa prima di ricominciare a camminare,
fermandosi davanti ad una delle stanze in cui entro senza
preoccuparmi di guardarla troppo. È come ogni altra stanza
di ogni
altro Istituto penso, prima di lasciare il borsone ai piedi del letto
e tornare fuori, dove Matthew mi sta aspettando per continuare il
giro. Non sembra essere molto contento della cosa ed è
evidente che
ha altro per la testa e non è a causa mia e mi sta comunque
dando
tutte le informazioni che potrebbero servirmi, quindi non posso
lamentarmi del suo malumore.
Mi
fa visitare tutti i luoghi che potrei voler raggiungere,
assicurandomi che il posto sembra un labirinto soltanto per i primi
giorni e che tempo un paio di settimane e già lo
conoscerò come il
palmo della mia mano, prima di riaccompagnarmi davanti alla mia
stanza e lasciarmi solo.
Gabriel
7
anni
“Il
Perù è bellissimo, non c'è dubbio, però
dovete prestare attenzione quando partecipate alle escursioni a
Machupichu: lì bisogna stare...” mia mamma legge
ad alta voce
l'articolo che sta per pubblicare sul suo blog mentre mio padre la
ascolta, osservando lo schermo del pc da sopra la sua spalla con
un sorriso.
“A
me sembra perfetto, Vanessa. Gabe, hai già scelto le
foto?”
afferma papà baciando la testa di mamma e avvicinandomi a me
per
sedersi al mio fianco sul tappeto. Ho sparso intorno a me tutte le
foto che abbiamo fatto durante il viaggio e le sto guardando
attentamente per scegliere le cinque migliori che verranno pubblicate
con l'articolo di mamma.
“Questa
dovremmo incorniciarla, è quella con te
e Gabe a
cavallo sul lama!”
anche lei si è avvicinata e si è seduta al lato
opposto rispetto a
papà per prendere in mano la foto in questione ridacchiando.
Uno
degli abitanti locali ci
ha proposto di provare a salire così ho sentito l'ebrezza di
cavalcare uno di quei mammiferi così strani.
“La
mettiamo sicuramente in salotto.” risponde lui dimenticando
momentaneamente di finire la scelta per iniziare a scavare in uno dei
cassetti dello studio. In questa stanza regna il caos più
assoluto
perché la usiamo soprattutto per scrivere gli articoli e
organizzare
i viaggi in cui ci imbarchiamo di continuo da che ho memoria.
“Ecco,
questa è perfetta!” ridacchia riemergendo da uno
degli sportelli
con la cornice che io e la mamma abbiamo costruito con le spugne per
la festa del papà. Sorride mostrandocela vittorioso e mamma
gli si
avvicina sorridendo a sua volta e stampandogli un bacio sulla
guancia. Siamo una famiglia un po' particolare ma non cambierei
niente di tutto questo.
12
anni
“Sono
a casa.” affermo, entrando in casa e chiudendomi la porta
alle
spalle. Il silenzio mi accoglie dandomi
l'illusione di vivere
da solo ma
sono certo che
mia mamma sia in casa, chiusa nello studio e attaccata al computer
sputando fuori il fumo delle sue sigarette. Ormai esce di lì
solo
per prepararmi la cena e solo perché così
può venire a rifornirsi
di caffè, non
di certo per
senso di responsabilità o desiderio di vedermi.
Se potesse
credo
preferirebbe che sparissi e non la costringessi a rivedere il viso di
mio padre ogni volta che mi guarda. Appoggio
lo zaino sulla mia scrivania, una volta che mi sono chiuso in camera,
e inizio a
rovistarci dentro
in cerca del mio blocco da disegno. Mi butto sul letto senza pensare
e inizio a disegnare ciò che ho visto oggi: una sirena alla
foce del fiume.
Più ripenso
a ciò che vedo da un paio di anni a questa parte e
più mi convinco
che sia qualche forma di shock post traumatico conseguente alla morte
di papà per la leucemia fulminante che l'ha colto quasi due
anni fa
strappandocelo in poco più di un mese. Le
mie mani si muovono quasi da sole, mentre i miei pensieri vagano e il
disegno della sirena è concluso in un'ora scarsa, lo strappo
dal
blocco per appenderlo alla bacheca appesa al muro sopra la mia
scrivania. Ce ne sono molti altri: ragazzo con denti appuntiti e
un'espressione famelica, una ragazza con le ali di una farfalla sulla
schiena, un ragazzo con le corna che spuntano dai riccioli…
e il
meno interessate: l'uomo che ieri mi ha fermato per strada. Mi ha
chiamato per cognome, bloccandomi mentre attraversavo il parco per
tornare a casa da scuola, e affermando di conoscere i miei genitori.
Non gli ho creduto, non subito, ma da due giorni continuo a ripensare
alle parole che ha pronunciato, alle storie che mi ha raccontato e a
ciò che mi ha mostrato… e se non fossi pazzo
quanto credo?
16
anni
Londra è
una città molto… pulita, incredibilmente. Sono
arrivato da un paio
d'ore e, invece di dirigermi immediatamente in Istituto, ho deciso di
avventurarmi per le vie di Londra per guardarmi intorno e ambientarmi
un minimo. Presumo sia una vecchia abitudine rimasta dopo tutti i
viaggi per il mondo che ho fatto con i miei genitori… mamma
quando
ho finalmente accettato di andarmene di casa per unirmi
all'Accademia, ormai sono passati due anni, non ha mostrato alcuna
espressione particolare. Mi ha salutato semplicemente, come un ospite
che si allontana finalmente da una casa in cui ha imposto la sua
presenza per troppo tempo. Cerco di non pensarci spesso ma a volte mi
ritorna in mente un ricordo di quando eravamo una famiglia e non solo
due estranei che convivono ma ormai non mi portano più la
tristezza
di una volta, solo un gran senso di malinconia.
Mi avvio
con la mia cartina in mano, cercando la strada più breve per
arrivare a destinazione: ormai inizio ad essere stanco di camminare e
ho raccolto abbastanza materiale per i miei disegni. Sembra quasi che
io stia creando un 'bestiario', dal gran numero di disegni di
nascosti che ho creato e riposto con cura nel mio album. Londra
è
piena di persone e, come ci si aspetta da una città
così caotica, è
molto eterogenea. Si respira un aria diversa a seconda del quartiere
in cui si passa e io amo registrare tutte queste sensazioni
così
tanto che quasi rischio di passare oltre la vecchia cattedrale che
ospita gli Shadowhunters di questa città. Penso che mi
divertirò
molto a scoprire tutte le sfumature di questa metropoli e dei suoi
abitanti.
È ormai
passata l'ora per cui era previsto il mio arrivo e ormai il sole
inizia a tramontare perciò, quando vedo il portone aprirsi
davanti
ai miei occhi, non mi stupisco più di tanto di vedere uscire
quattro
ragazzi in tenuta. Loro invece sembrano sorpresi di vedermi e, anzi,
mi guardano come se fossi un alieno e non il ragazzo che si stavano
apprestando ad andare a cercare in lungo e in largo per la
città…
adesso sono certo che mi divertirò qui.
Lilly
Ciao!
Ok,
I can do it… Purtroppo (o per fortuna dal mio punto di
vista) sono
in vacanza in Sardegna. Perciò non ho internet ne niente e
sto
sfruttando al massimo i giga del mio cellulare quindi abbiate
pietà
della formattazione che avrà sicuramente dei problemi che
attualmente non posso risolvere -_-''
Il
piccolo Gabe è uno dei personaggi che mi ispirano e per cui
mi metto
a scrivere tutto d'un colpo ed in effetti l'ho scritto in tre
pomeriggi (calcolate che era un ora a pomeriggio fra pranzo e
spiaggia) perché ha una storia molto particolare…
vabbè, spero vi
piaccia e che ci lasciate una recensione, non sono sicura di avere
ancora risposto alle vecchie ma vi assicuro che le abbiamo lette e ci
hanno fatto moltissimo piacere perciò continuate e non
abbandonateci
anche se io sono un peso morto che ritarda gli aggiornamenti :/
Forza,
mancano pochi capitoli!
Ps.
è nata la pagina facebook! Andate e mettete mi piace se
volete
sapere quando ci saranno gli aggiornamenti, leggere gli spoiler e
magari delle info sui Nascosti!
https://www.facebook.com/shadowhuntersealtrescocciature/
Macchan
..Non
so cosa dire, come sempre. Io e gli angoli autrice non ci stiamo
simpatici.
L'unica
cosa che devo proprio dire è: scusate per l'attesa!! Ci ho
messo una
vita a scrivere la mia parte..
Comunque,
mancano soltanto poche presentazioni prima dell'inizio ufficiale
della nostra storia, ragazzi!! Io non vedo l'ora!!
A
presto!! (O almeno si spera..)
|
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Capitolo 7 *** Ora tocca a... due gemelli molto interessanti :) ***
Dylan
6
anni
La casa nuova è molto grande e luminosa. Mumi ed io
condividiamo ancora la camera ma non è un problema
perché amiamo
essere vicini. Mi è dispiaciuto lasciare l'Inghilterra ma
qui siamo
più vicini a nostro fratello James e questo è
l'importane. Mamma e
papà dicono che ci abitueremo in fretta a vivere in Francia,
anche
la lingua non sarà un problema perché Jamie si
è sempre divertito
ad insegnarci ad ogni visita le nuove parole che imparava a scuola o
con i suoi genitori perciò un po' sappiamo parlare in
francese.
“Dido,
mamma e papà ci stanno cercando! Stiamo andando da
Jamie!” dice
Mumi entrando nella camera che occupiamo insieme sorridendo felice.
Ha già iniziato a parlarmi in francese e io le rispondo
nella stessa
lingua, anche se ancora non sappiamo parlare bene come in inglese:
“Arrivo!” prendendo un dei libri che ci ha regalato
mamma per
'renderci più facile il passaggio di lingua' come ha detto
la
commessa del negozio. Non capisco cosa intendesse, noi non stiamo
avendo così tanti problemi a scuola, ma comunque non mi
interessa
perché mi piace leggere e un libro in più
è sempre meglio di
niente anche se sembra un po' stupido.
“Porti
il libro? Vuoi farlo vedere a Jamie?” domanda guardandomi
mentre la
prendo per mano, come facciamo spesso. Annuisco senza dire altro
perché sono sicuro che mi capirà al volo,
è sempre stato così tra
noi e spero non cambi mai A volte papà scherza dicendo che
sembriamo comunicare 'telepaticamente' quando gli ho chiesto cosa
volesse dire mi ha spiegato che vuol dire 'parlare senza parlare' o
qualcosa di simile. Sul momento non ho capito ma ora, più
passa il
tempo e più mi convinco che è così fra
di noi: noi non abbiamo
bisogno di parlare, ci basta una stretta di mano.
13
anni
Abbiamo appena concluso l'ennesimo, ma probabilmente
l'ultimo, trasloco. Siamo tornati a Mullingar, nella casa in cui
siamo nati e vissuti fino a quando avevamo circa due anni, per vivere
nuovamente con James che ha ottenuto il nostro affidamento con il
benestare dei nostri rispettivi genitori adottivi. Loro hanno
già
detto che ci terranno d'occhio anche quando torneranno a Londra, dopo
che avremo concluso le pulizie, perché nonostante sanno che
Jamie è
'un ragazzo responsabile e intelligente' sono un po' preoccupati per
il fatto che ha solo 18 anni.
In
realtà non ricordiamo neanche com'era vivere in questa casa
prima di
questo trasloco, come non ricordiamo i nostri genitori,
perciò sarà
tutto nuovo per noi mentre James è al settimo cielo: ci ha
sempre
parlato molto di questa casa, del fatto che ci saremmo tornati e che
l'avremmo amata quanto lui ma, ora, guardando il giardino poco curato
e i teli pieni di polvere che ricoprono i mobili mi chiedo come possa
essere così attaccato a questa casa. Ci ha sempre parlato
anche dei
nostri genitori biologici ma non riesco a provare la stessa tristezza
che annebbia il suo sguardo di tanto in tanto perché non
riesco
neanche a immaginare il loro aspetto.
Sto
guardando anche adesso delle foto dall'album di famiglia: i miei
'genitori' insieme in innumerevoli foto, il loro matrimonio, mamma
incinta, James da bambino a varie età, poi iniziano anche le
foto di
me e Mumi, di tutti e cinque insieme, al mare… l'ultima
è una foto
del nostro secondo compleanno con due candeline su una torta enorme,
i nostri genitori con noi in braccio dietro e Jamie in mezzo che
sorride senza un paio di denti.
“Cosa
stai guardando?” sento improvvisamente una voce alle mie
spalle e
trasalisco chiudendo il libro di scatto. James sembra sereno, anche
quando vede cosa stavo sfogliando e si butta sul divano al mio fianco
nel suo modo tipico che sembra dire 'non ho una preoccupazione al
mondo' così tipico di lui.
“Staremo
bene insieme, come saremmo dovuti stare se mamma e papà non
fossero
morti… torneremo ad essere veri fratelli.”
afferma, guardando il
soffitto senza dire altro. Non ce né bisogno in
realtà, capisco
cosa intende: ho sempre saputo che era mio fratello, proprio come
Muriel e per questo da bambino non riuscivo a concepire il motivo per
cui vivevamo separati e ci vedevamo solo una volta ogni tanto ma
finalmente non sarà più così.
“Beh,
dopotutto tu sei incasinato più di noi perciò
staremo sicuramente
bene!” scherzo, strappandogli una risata e un:
“Festa tutti i
giorni!” che viene gridato dalla mia amata gemella mentre mi
si
butta addosso ridendo.
18
anni
“Sei sicuro sia questo il posto? Certo che gli piace
essere teatrali…” afferma la mia gemella,
osservando l'enorme
cattedrale criticamente. Non siamo più abituati a vivere in
grandi
città dopo che gli ultimi 5 anni li abbiamo passati prima
nel
paesino irlandese dove vivevamo con nostro fratello maggiore e poi in
accademia perciò abbiamo un po' perso di vista
com'è girare per una
metropoli come Londra o Parigi quindi è stato complicato per
noi
capire come muoverci senza destare troppi sospetti all'inizio.
“Forza,
andiamo. Vedrai che staremo bene.” rispondo, superandola di
un
passo, avanzando deciso verso il portone di legno scuro. La porta si
apre cigolando e veniamo investiti da un profumo di dolci fatti in
casa che proviene da una porticina sulla destra, quasi nascosta sotto
l'enorme scalinata doppia che domina l'atrio. Punto dritto da quella
parte, senza esitazioni e senza aspettare un invito e mi avvio lungo
un corridoio pieno di stanze con ancora la valigia in mano e la sacca
in spalla e mia sorella alle costole mentre seguo il profumo fino
all'ultima porta, l'unica leggermente diversa che ho visto fin'ora.
È
una porta basculante dello stesso legno di cui sono fatte le altre e
decorata in modo molto simile ma, una volta spinta, ci catapulta in
una grande cucina che sembra essere arredata in modo antico anche se
gli elettrodomestici sono di ultima generazione.
Una
ragazza dai capelli scuri è intenta a mescolare
energeticamente un
composto, che potrebbe essere panna, all'interno di una ciotola con
una frusta manuale ma si blocca quando avverte la nostra presenza. Ci
guarda per un momento, interrompendo il movimento veloce del polso,
con sguardo un po' perplesso per poi rivolgerci la parola:
“Siete i
gemelli nuovi, vero? Siete in anticipo!” esclama riprendendo
a
mescolare ancora più velocemente.
“Tocca
a me farvi da guida, vi dispiace aspettare un attimo? Se mi fermo la
panna si smonterà e non avrò niente con cui
guarnire i cupcake per
il tè…” ci spiega chiedendoci di
sederci al bancone di fronte a
lei, dove sono posizionati alcuni sgabelli.
“Come
sono fatti i cupcake?” domando subito sperando in una sola
risposta, dopotutto la panna sta benissimo con:
“Cioccolato!”
risponde, prima ancora che io riesca a concludere il pensiero,
sorridendo e dandomi la notizia migliore di questa giornata.
Muriel
10
anni
Siamo
arrivati in Polonia da poco più di un paio di settimane e
sono
finalmente riuscita a trascinare Dido fuori casa, nonostante il suo
malumore dovuto alla pioggia. "Mumi.. dove vuoi andare con
questo tempo?" mi domanda lui, sempre
più imbronciato.
"Esplorazione!
Non vuoi sapere cosa nasconde questo nuovo posto?" rispondo,
tirando le sua mano percorrendo la strada che mi hanno mostrato ieri.
"Non
sotto la pioggia… sai che non sopporto il brutto tempo,
torniamo a
casa, possiamo uscire un altro giorno" cerca ancora di
dissuadermi ma non lo ascolto, prendendolo per mano e trascinandolo
in giro per le vie, osservando le architetture tutte addossate le une
alle altre e godendomi le gocce di pioggia sul viso. Siamo bagnati
fino all'osso ma finalmente ha smesso di piovere e, con lo schiarirsi
del cielo, anche l'umore di mio fratello sta migliorando lentamente:
adesso sta davvero iniziando a divertirsi, ad osservare i dintorni
con la mia stessa curiosità. Per fortuna, iniziavo a
sentirmi un po'
in colpa per averlo costretto a seguirmi in questa piccola avventura.
Sbuchiamo in un parchetto, dove si trovano due bambini che
già
giocano a rincorrersi.
La
bambina ci sente avvicinarsi e si gira a guardarci ma, per qualche
ragione, il suo compagno di giochi non si volta subito al suono dei
nostri passi ma piuttosto qualche momento dopo, accortosi che la
sorella, ora che entrambi sono rivolti verso di noi la loro parentela
è evidente, non lo sta più seguendo è
ferma e ci guarda. I loro
occhi sono particolari, di due colori diversi, e mi incuriosiscono
molto perciò, senza bisogno di parlare, io e Dido decidiamo
di fare
amicizia con loro.
15
anni
Il
nostro nuovo insegnante è un uomo un po' strano: qualche
settimana fa io e Dido stavamo parlando tra di noi in spagnolo, ogni
tanto ci capita di passare dall'inglese ad una delle numerose lingue
che conosciamo senza rendercene conto, ed è da quel momento
che ha
iniziato a tenerci d'occhio ogni
volta che ci vede.
Non so
cosa voglia da noi, forse trova strano che a 15 anni sappiamo parlare
fluentemente lo spagnolo?
"Mumi,
ti sei accorta che il professor Wolfchild ci fissa da settimane?"
mi chiede, in polacco per non farsi capire da nessun altro oltre che
me, mio fratello. "Che poi, che nome è Wolfchild? Non
è
nemmeno Irlandese!" continua, senza aspettare la mia risposta.
"Mi
sono accorta che ci controlla, ma nemmeno io capisco il senso del suo
nome: ha detto di non avere origini straniere ed è una delle
tante
cose di lui che non mi quadra, insieme ai tatuaggi che si possono
intravedere sul suo collo e sui suoi polsi nonostante le camicie
perfettamente chiuse che indossa sempre.
Questi
dubbi ormai sono sempre con me, anche se tendo a pensarci
più spesso
durante le ore scolastiche quando il professore mi è
davanti, ed
ogni tanti nei momenti più strani della giornata come
adesso, mentre
stiamo tornando a casa dopo aver completato un progetto con alcuni
amici.
Ho
appena sbattuto contro una donna che mi ha guardata con occhi
completamente verdi, senza pupilla, ed il mio cervello ha iniziato a
pensare al professore e ai suoi strani tatuaggi quasi in automatico.
Proprio in questo istante lui appare di fronte a Dido, spaventandoci
entrambi anche se riusciamo comunque a contenerci abbastanza da non
darlo a vedere.
"Proprio
voi due cercavo." afferma, con voce ferma. Ok, questo non è
rassicurante… come non lo è l'arma che porta alla
cintura ed i
suoi vestiti: sembra far parte di qualche gang.
So
che mio fratello pensa lo stesso, i suoi occhi sono fissi sull'arma.
"So
che potete Vedere, tu hai visto gli occhi di quella donna."
esclama, facendo un cenno con il mento verso il lato opposto della
strada, dietro di noi.
"Quindi
non l'abbiamo immaginato? E nemmeno.." domanda mio fratello,
iniziando subito ad elencare diverse altre stranezze che abbiamo
notato negli ultimi due anni, da quando viviamo con James. Lui
ridacchia appena per la serie di domande che gli sta rivolgendo ma
inizia comunque a parlare, raccontandoci di questo mondo nascosto
pieno di creature che credevo esistessero soltanto nei libri fantasy
e di cacciatori di demoni e magia. É una storia affascinante
e
spiega un sacco delle cose strane i cui io e Dido ci siamo sempre
imbattuti percui, quando ci propone di frequentare un'Accademia per
diventare a nostra volta Shadowhunters, così ha chiamato i
cacciatori di demoni, accettiamo subito.
17
anni
Oggi è
il giorno: saremo ufficialmente Shadowhunters dopo questa cerimonia ,
una volta terminata l'Ascensione, potremo diventare finalmente
Parabatai. Abbiamo parlato a lungo di questa cosa, per come ci
è
stato descritto la sensazione di avere un Parabatai è un po'
la
stessa che noi già proviamo l'una verso l'altro ma
sarà
interessante scoprire cosa davvero cambierà nel nostro
rapporto.
Non so
cosa mi aspettassi di preciso ma l'Ascensione è stata una
cerimonia
piuttosto breve, abbiamo soltanto ascoltato il discorso della preside
Penhallow e bevuto dalla Coppa Mortale. Io e Dido siamo rimasti
indietro, subito dopo, per porle la richiesta che ci preme da
settimane: "Preside, vogliamo compiere al più presto la
cerimonia Parabatai." senza preamboli di sorta, Dido le comunica
la nostra scelta. Lei inizia ad obiettare che è una scelta
importante, che dovremmo ponderarla di più ma io le
impedisco di
finire la frase interrompendola: "Siamo gemelli, abbiamo passato
la vita insieme… non vorrei nessun altro come mio Parabatai
se non
Di- ehm, Dylan" affermo decisa, correggendo solo il nome con cui
chiamo mio fratello.
Questo
sembra metterla a tacere, lasciandola a guardarci negli occhi in
cerca di qualche sorta di indecisione. Quando sembra non trovarne
sospira: "D'accordo, convocherò un Fratello Silente per il
mese
prossimo." senza staccarci gli occhi di dosso.
***
Ci
troviamo in una stanza buia, insieme al Fratello Silente che
presidierà la nostra cerimonia e alla preside Penhallow, che
si
trova in fondo alla sala da dove ci osserva. Attorno a noi sono
disegnati 3 cerchi infuocati, il Fratello è di fronte, poco
fuori da
essi. Noto tutto questo anche se la maggior parte della mia mente
è
comunque concentrata sulla cerimonia e sul giuramento che stiamo per
esprimere. Congiungiamo le nostre mani prima di iniziare a parlare
contemporaneamente:
“Dove
andrai tu andrò anch'io;
Dove
morirai tu, morirò anch'io, e vi sarò sepolto:
L'angelo
faccia a me questo e anche di peggio
Se
altra cosa che la morte mi separerà da te."
Queste
parole non sono una novità per noi, rappresentano come il
nostro
rapporto è sempre stato e sempre sarà, ma nello
stesso momento
rendono la cosa più vera, più ufficiale. Dido
prende lo stilo ed io
gli porgo la mano destra sul cui palmo lui disegna la runa che ci
unirà per tutta la vita. Una volta terminato mi porge lo
stilo ed io
faccio lo stesso sul suo palmo sinistro. Ora siamo ancora
più uniti
di prima, possiamo già sentirlo.
Lilly
Ciao
:)
Eccoci
qui con il penultimo capitolo delle presentazioni! Siamo vicine alla
fine, finalmente! Ho questo capitolo pronto da più di una
settimana
ma non sono riuscita a pubblicare perché sono stata travolta
da
tutti gli impegni in una volta (fra cui anche delle semifinali
nazionali) perciò perdonatemi -,-''
Andate
a vedere la pagina facebook e a mettere il like! https://www.facebook.com/shadowhuntersealtrescocciature/
A
prestooooo :*
Macchan
Hei,
stavolta abbiamo fatto presto!! Solo due settimane!!
A parte
questo,
Lilly probabilmente avrá pensato di internarmi almeno una
decina di
volte, per quanto ero uscita di testa settimana scorsa XD
Mi sono
divertita da matti a scrivere questo capitolo!! Ci vediamo al
prossimo, l'ultimo prima della storia vera e propria!!
Ciaooooo
|
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Capitolo 8 *** Un inizio con il botto ***
Gabriele
12 anni
"Gabe, scendi, voglio presentarti una persona!" mamma di
solito porta
raramente gente a casa, e quando succede tende a non presentarmi a
loro… deve essere qualcuno di speciale se questa volta ha
scelto di farlo. Nel giro di un paio di minuti sono già al
piano di sotto, in cucina, dove trovo quest'uomo con i capelli e gli
occhi scuri seduto al nostro tavolo, mano nella mano con mia madre.
Rimango a fissare lui e le loro mani fino a che mia madre non me lo
presenta: "Gabe, lui è Andrea. Andrea, mio figlio Gabriele."
senza cerimonie.
L'uomo mi saluta e la sua voce non sembra tradire del fastidio per la
mia presenza, i pochi prima di lui erano sempre infastiditi da un
figlio non loro già abbastanza grande da sapere che non
fanno parte della famiglia. Potrei davvero andare d'accordo con lui, se
deciderà di rimanere con mia madre.
Resta in casa ancora per un po', chiacchierando con me e mia madre,
prima di andarsene dicendo di avere un impegno urgente…
mamma ha un'espressione un po' preoccupata, come se sapesse che sta per
andare a fare qualcosa di pericoloso.
***
Sono passati alcuni mesi dall'ingresso ufficiale di Andrea nella mia
vita e in quella di mia madre e soltanto poche settimane da quando si
è trasferito da noi. Ho deciso finalmente di parlare loro
delle cose strane che vedo praticamente da sempre: di solito sono
soltanto sprazzi, li vedo con la coda dell'occhio per un momento,
dietro a un cespuglio, ma oggi non è stato così.
Durante la pausa pranzo una piccola creatura con le ali ha passato un
bel po' di tempo a svolazzare attorno ad un albero appena fuori dalla
finestra della sala mensa, in perfetta vista… non posso
averlo immaginato anche se fino ad ora mi ero sempre convinto che si
trattasse di scherzi della luce, ora sono certo che non sia
così e per questo racconto loro tutto quello che ho visto.
Andrea lancia una lunga occhiata a mamma, appena finisco di parlare, e
lei sospira facendogli un cenno per invitarlo a parlare e
così lui comincia: "Gabe, sei capace di vedere il mio
vecchio mondo." ha messo una strana enfasi sulla parola 'vedere', come
se si trattasse di una cosa che non dovrei essere in grado di
fare…
Non ho il tempo di riflettere più a lungo sulle sue parole,
però, perché in quel momento inizia una
spiegazione complicata e piuttosto surreale, se devo essere
completamente sincero, ma non posso fare a meno di credergli.
13 anni
Da quando Andrea mi ha raccontato del mondo degli Shadowhunters non ho
smesso di fargli domande, tanto che alla fine abbiamo deciso di rendere
una nostra tradizione questo botta e risposta continuo. Ora conosco
diverse cose sui Nascosti e sul mondo degli Shadowhunters, di cui ho
scoperto Andrea fa parte, ma so che quello che mi ha detto non
è proprio tutto. Ci sono cose che non mi ha potuto dire, ne
sono sicuro, ma non gliene faccio una colpa. Questi piccoli segreti
però mi stanno rendendo sempre più curioso, al
punto che sto pensando di volermi iscrivere all'Accademia di cui mi ha
tanto parlato e in cui ha studiato anche lui. So che, al contrario di
Andrea che mi ha sempre spronato a seguire la sua stessa strada, mia
madre non sarà felice della mia scelta ma ci ho riflettuto
per molto tempo e voglio farlo. La scuola non mi mancherà,
da quando so di questo mondo nascosto mi è stato sempre
più chiaro che questo non è il posto giusto per
me. È là che devo essere.
"Mamma, ho deciso di voler frequentare l'Accademia degli Shadowhunters"
non le ho lasciato nemmeno il tempo di posare la borsa che subito le ho
dato la notizia perché voglio cogliere la
possibilità che gli altri miei coetanei non sanno neanche di
avere. La sua espressione stupita dura soltanto un secondo, prima di
lasciare spazio ad un sorriso un po' rassegnato.
"Sapevo che sarebbe successo. Non sono completamente d'accordo, ma...
cerca solo di tornare… mi mancherai." mi dice, prima di
abbracciarmi e spedirmi a lavarmi le mani per aiutarla a preparare la
cena senza aggiungere altro.
17 anni
Ho comunicato soltanto ora alla preside Penhallow in qualche Istituto
voglio andare per questo primo anno fuori dall'Accademia, nonostante la
cerimonia di Ascensione sia stata più di 3 settimane fa. Non
è passato un giorno senza che mi facesse notare che avrei
dovuto decidere in fretta o lo avrebbe fatto lei per me: ormai sono uno
degli ultimi rimasti qui. Ogni città che mi hanno proposto
ha il suo fascino ed io non riuscivo a decidere ma alla fine ho scelto
Londra perché ha l'Istituto più grande tra quelli
in cui potevamo recarci, sarà più facile trovare
un posto dove nascondermi se vorrò evitare qualcuno.
Adesso sto tornando nella mia stanza per iniziare a fare le valigie, il
mio aereo parte tra due giorni e non ho tempo da perdere.
***
Sono appena sceso dal taxi davanti alla chiesa che ospita l'Istituto.
Il tassista mi ha guardato piuttosto strano, quando gli ho chiesto di
lasciarmi qui, perché suppongo che agli occhi di un Mondano
il posto non appaia come la cattedrale bellissima che vedo io.
Il portone non oppone resistenza, quando provo ad aprirlo, ed io mi
ritrovo ad osservare un'elegante scalinata, al centro di un ingresso
decisamente enorme, che si divide in due a metà altezza,
portando verso diverse zone dell'Istituto.
Al momento l'ingresso è deserto e molto silenzioso tranne
che per il rumore dei miei passi mentre mi avvicino alle scale e che
rimbombano fino al soffitto. Faccio appena in tempo a salire i primi
gradini, intenzionato a girovagare per l'Istituto per conto mio, quando
in cima alle scale compare qualcuno.
"Ehi, stai cercando di sgattaiolare per l'Istituto?" è una
voce maschile, apparentemente divertita, sebbene quando mi avvicino
tanto da poterlo vedere in viso è evidente che il suo
divertimento non sia reale ma piuttosto forzato ma non è
comunque un mio problema, al momento.
"Io sono Gabriele Furia, la preside Penhallow dovrebbe aver avvisato
del mio arrivo." affermo, avvicinandomi a lui. Il ragazzo sembra
riconoscere il mio nome e mi fa cenno di seguirlo mentre si incammina
lungo uno dei corridoi presentandosi: "Mi chiamo Matt. Ti porto a
lasciare le tue cose, poi dovrai incontrare i miei zii." mentre si
ferma di fronte ad una porta, evidentemente quella della mia stanza.
Entro a lasciare tutto, prima di seguirlo di nuovo fuori e a ritroso
per la stessa strada per poi prendere il corridoio opposto. Matt ha
iniziato a darmi indicazioni su come orientarmi mentre camminiamo e,
dopo pochi minuti, siamo già in uno studio, in cui
è entrato senza bussare, tutto in legno scuro.
All'interno un uomo seduto dietro la scrivania mi guarda per un
momento, mentre la donna al suo fianco mi sorride esclamando: "Alice
Nightrose, lui è mio marito Stephen. Non badare al suo muso
lungo, è un po' di malumore perché i nuovi
ragazzi hanno invaso l'Istituto di gatti!" e ridacchiando appena alla
fine della frase.
Jeremy
9
anni
“Drew,
giochiamo a scacchi!” corro verso il mio vicino di casa,
nonché
migliore amico, con la mia nuova scacchiera sottobraccio. È
di legno
ma si può piegare perciò la posso portare anche a
casa di Andrew.
Scavalco il muretto che divide il mio giardino dal suo e lo raggiungo
sotto la pergola dove si sta allenando.
“Dove
l’hai presa?” mi domanda guardandola stranito,
abbassando il
bastone che stava facendo roteare. L’appoggio sul tavolino di
ottone in fondo alla piattaforma e inizio a mettere a posto i pezzi,
sapendo che l’altro non si opporrà.
“Me
l’ha portata zio Fabian dal mondo dei mondani. È
arrivato ieri,
con mia zia e i miei due cuginetti.” spiego mentre posiziono
l’ultimo pezzo dal suo lato. Ha già poggiato il
bastone per terra
perciò si siede senza dire niente e io gli faccio segno di
cominciare. La prima mossa è sempre la sua dato che lo batto
sempre!
Iniziamo la partita in silenzio e la continuiamo cercando ognuno di
prevaricare sull’altro senza successo, finché
finalmente la vedo:
la mia occasione, l’apertura che stavo aspettando.
“Remie!”
i miei cuginetti si sporgono dal muretto, leggermente più
alto di
Liza e poco più basso di Matt, e mi guardano da lontano
mentre
gridano il mio nome. Sospiro leggermente sorridendo. Gli voglio bene
ma ogni volta che vengono in visita ad Idris mi si incollano come
demoni piattola e non mi lasciano più in pace
finché non tornano a
Londra. Sono inoltre dei diavoletti pieni di energia perciò
stargli
dietro è un’impresa non da poco… forse
è per questo che zio
Stephan è sempre arrabbiato.
“Devi
andare con i tuoi cugini?” mi domanda Drew, sorridendo ed
esprimendo un ‘buon divertimento’ senza bisogno di
parole. Li
conosce molto bene anche lui dopotutto.
“Vieni
a farmi compagniaaa” cerco di convincerlo, allungando la 'a'
finale
con un tono leggermente lamentoso che lo diverte sempre molto.
“Quando
saremo parabatai potrai costringermi a stare con i tuoi cugini ma,
fino ad allora, sto benissimo qui ad allenarmi.” una volta
finita
la frase ghigna nella mia direzione prima di riprendere il bastone
che aveva abbandonato per poi dirigersi verso casa senza aspettare
una risposta. Sospiro sconsolato e torno da quelle pulci dei miei
cugini lasciando la scacchiera dov'è, più tardi
sono certo che
concluderemo la partita e allora mi vendicherò battendolo.
Andrew
19 anni
Il sangue schizza ovunque e, anche se sono stato preparato tutta la mia
vita alla guerra, quasi non riesco ad andare avanti: la mia testa grida
per farmi fermare ma il mio corpo si muove in automatico. Compio i
movimenti che mi sono stati inculcati negli anni da mio padre, ancora e
ancora, senza neanche registrare il tempo che passa inesorabile. Non
riesco a guardare le facce delle persone che sto falciando, troppo
spaventato di ritrovare coloro che conosco e sono dispersi. Poco fa ho
trovato il corpo di Corinne a terra senza vita, anche se non l'amavo
ormai mi ero affezionato alla ragazza che a dicembre sarebbe diventata
mia moglie.
Un dolore lancinante al ventre mi coglie alla sprovvista e mi costringe
in ginocchio, mi guardo intorno sconvolto: nessuno è vicino
a me e la strada è temporaneamente sgombra perciò
la mia confusione cresce insieme al dolore che mi annebbia la vista.
Abbasso una mano a sfiorare la divisa mentre sento il mio battito
cardiaco fin nelle orecchie. Il tessuto è liscio, senza una
piega o un bozzo, e fra le mie dita non c'è la ormai quasi
familiare sensazione del sangue appena versato. Mi appoggio al bastone
per avere sostegno mentre cerco di alzarmi. Il mio cervello impiega fin
troppo tempo a realizzare che non sono io quello ferito ma è
il cane che mi fa finalmente collegare. Non dovrebbe essere qui,
dovrebbe essere con Jeremy a proteggere i ragazzi! A malapena ricordo
il nome stupido che abbiamo scelto insieme, Artù, mentre mi
corre incontro ricoperto di sangue.
“Dov'è? Portami da lui!” grido mentre il
panico supera il dolore e mi costringo a correre nonostante la fatica
di questa giornata infinita. Jeremy giace sul selciato in un
vicolo, quel vicolo dove siamo passati innumerevoli volte nel nostro
vagabondare per la città. Il sangue scorre fino ai
miei piedi, nonostante io sia a quasi un metro di distanza da lui e lo
osservo inorridito un istante prima di lanciarmi verso di lui. Se fossi
stato più vicino sarei potuto arrivare prima, arrivare in
tempo per salvarlo…
Alice
28 Giugno
Abbiamo radunato tutti i ragazzi nella palestra, per il
discorso che sancirà l’inizio ufficiale delle
attività. Sono arrivati tutti nel giro di due settimane e,
anche se abbiamo già iniziato a mandarli in giro con Lizbeth
e Matthew per conoscere la città, ancora non avevamo potuto
cominciare con le lezioni e gli allenamenti perché non erano
ancora arrivati i nuovi insegnanti: i tutori storici di questo istituto
hanno abbandonato l’incarico 5 anni fa dopo
l’attacco all’istituto in cui uno di loro ha perso
la vita e l’altro in seguito non ha voluto riprendere.
Finché si trattava solo di mia figlia e Matt potevo
tranquillamente occuparmene io ma adesso che i ragazzi sono diventati
più di una decina abbiamo convenuto che sia meglio
così… o meglio lo ha convenuto il Conclave.
Neanche Liza e Matt sono però a conoscenza di chi abbiamo
scelto fra la schiera di nomi che ci sono stati forniti
perché siamo stati subito d’accordo sul fatto che
gli avrebbe fatto bene una piccola sorpresa. Mio marito si schiarisce
la voce e subito cala il silenzio sul gruppo variopinto di fronte a
noi.
“Sono molto felice di avere tutti voi qui. Per quanto non
siamo più abituati ad avere un numero così ampio
di persone all’Istituto sono convinto che ognuno di voi
insegnerà qualcosa alla mia famiglia tanto quanto speriamo
di fare con voi.” La sua voce profonda rimbomba leggermente
sulle pareti e sul soffitto della stanza ma va bene così:
Stephen deve mantenere la sua facciata da uomo severo ma giusto anche
con i suoi figli perciò un discorso non deve sembrare debole
anche quando è d'incoraggiamento, se viene da lui. Ogni
tanto mi sento triste guardando come si stanno evolvendo le relazioni
nella nostra famiglia ma noi non possiamo fare favoritismi…
e comunque era Fabian quello comprensivo e sempre pronto a scherzare
mentre Steph era quello più ombroso e meno spontaneo fra i
due gemelli e la morte di suo fratello lo ha lasciato profondamente
ferito. Mi sono persa fra i miei pensieri così tanto che non
mi sono resa conto che ha terminato e che ha fatto segno ai due ragazzi
poco fuori dalla porta di entrare. Tutti si voltano e rimangono
stupefatti alla vista di mio nipote Jeremy e del suo parabatai Andrew
che si occuperanno d'ora in avanti della loro formazione e del loro
perfezionamento, in particolar modo Matt e Liza che li conoscono e non
avevano idea che sarebbero venuti. Da oggi inizia per tutti loro un
percorso che li porterà a crescere e a diventare gli
shadowhunters che sono destinati a diventare.
Lilly
Oddio,
ce l'abbiamo fatta prima di quanto avevo previsto :P
L'ultimo
capitolo, finalmente! Finisce la presentazione e inizia la storia
vera yeeeeeeeee!
Iniziavo
ad essere un po' stanca U.U
Cooooomunque,
piccolo avviso: abbiamo contattato alcune di voi (praticamente tutte)
per decidere le relazioni e proporre coppie ma qualcuno non ci ha
ancora risposto nonostante siano passate settimane, se non lo farete
i vostri personaggi diventeranno secondari. Noi non pretendiamo
recensioni, nonostante ci facciano immensamente piacere, ma che
almeno ci rispondiate ai messaggi sì.
Chiudo
con un: vi ho fregatoooooo pensavate che avremmo ucciso Remie, vero?
(in realtà doveva morire ma poi io me ne sono innamorata
e…
abbiamo deciso di salvarlo :P)
Andate
a vedere la pagina facebook e a mettere il like! https://www.facebook.com/shadowhuntersealtrescocciature/
Byeeeeeeee
:*
Macchan
Ommioddio,
credo sia passata una vita.. e se non é così,
é comunque così che
mi sembra.
Mi
è mancato leggere i vostri pareri, e per questo capitolo
sono più
curiosa che per tutti gli altri visto le sorprese che vi abbiamo
lasciato!!
É
stato divertente cercare di immaginare le vostre reazioni, ed anche
scrivere la mia parte del lavoro, ovviamente.
Ad
ogni modo, passiamo alle cose importanti (che poi è una cosa
sola,
ma va bene così..): questo é l'ultimo capitolo
prima della storia
vera e propria!!
Detto
questo, io ho finito! Alla prossima!!
|
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Capitolo 9 *** Benvenuti all'inferno ***
Matthew
Nightrose
28
Giugno - Mattina
L'ingresso dei due nuovi istruttori è
seguito dal silenzio più assoluto, soprattutto da parte mia
e di
Liza. Per gli altri probabilmente sono solo eroi di guerra che a
volte sono passati all'Accademia o comunque degli shadowhunters
qualunque ma per noi sono molto di più: Jeremy è
nostro cugino,
figlio del fratello maggiore dei nostri padri che invece sono
gemelli, mentre Andrew… beh, oltre ad essere stato il nostro
vicino
a Idris per tutta la vita ha anche un conto in sospeso con Liza, o
meglio, lei non ha ancora superato quell'episodio mentre lui sembra
come al solito perfetto ed impeccabile. Lei non sembra però
rendersi
esattamente conto di cosa sta succedendo perché inizia a
correre
verso Remie per poi fiondarsi fra le sue braccia, mentre lui la
solleva leggermente da terra. Mi avvicino anch'io, anche se non alla
sua velocità, e appena si staccano lo abbraccio a mia volta.
Ormai
sono passati i tempi in cui era più alto di me e dopo l'anno
e mezzo
che abbiamo passato separati sono arrivato ad essere più
alto anche
se di pochi centimetri. La coda che mi sbatacchia sulla gamba mentre
ci stacchiamo mi fa capire che Lizbeth è passata a salutare
Artù,
il cane che accompagna mio cugino da quando ha 16 anni e che lo ha
salvato nel momento in cui stavamo per perderlo.
Non potrà
comunque rimandare all'infinito i saluti con lui,
per quanto
sarà molto imbarazzante.
“Andrew
Lighthawk… è da un po' che non ci
vediamo.” affermo, porgendogli
la mano in modo forse un po' freddo? Mio cugino mi guarda un po'
storto ma in questo momento non mi interessa: non so neanche definire
come mi sento dopo tutto quello che mi è successo. La
sbornia di
ieri sera e poi… quell'incidente a casa di Keith e
l'incontro con
Cecil… non capisco più cosa sta succedendo
figurati se posso
preoccuparmi di essere scortese con un tipo che già non
sopporto in
partenza. La sua presenza qui mi causerà solo dei guai e
sono già
stanco solo al pensiero.
“Matthew…
ti trovo bene. Sono certo che recupereremo in fretta il tempo che
abbiamo perso.” risponde, scrutandomi con il solito sguardo
penetrante che cerca di scoprire cosa passa per la testa delle
persone ed un sorrisetto da stronzo stampato in faccia. Più
ti una
volta siamo stati affidati a lui quando eravamo ad Idris
perché ci
tenesse d'occhio insieme a mio cugino. Era la 'baby sitter' preferita
da mio zio perché e sempre sembrato come un falco e non sono
mai
riuscito a fregarlo. Non dubito che sia per questo che hanno scelto
loro come nuovi tutori: Remie è un pacioccone, non riesce ad
arrabbiarsi e ad imporsi, ma lui invece non ha paura di farlo,
d'altro canto mio cugino ci conosce meglio ed è
più propenso a fare
cavolate perciò capirà subito se c'è
qualcosa che non va. Sarà
dura uscire senza permesso, questo è poco ma sicuro.
“Andrew…
benvenuto.” Liza finalmente decide che è ora di
affrontarlo,
dopotutto sa anche lei che non sparirà magicamente, ma
comunque si
limita ad un saluto veloce e un po' timido, cosa che non è
decisamente da lei. Anche lui sembra comunque un po' a disagio, il
sorrisino che aveva rivolto a me è sparito e si schiarisce
la voce
prima di risponderle con un semplice “Grazie.” e
questo mi fa un
po' riflettere sul mio proposito di volergli rendere la vita
più
difficile di quanto lui farà con me, mi fa quasi cambiare
idea…
quasi.
Jeremy
Nightrose
28
Giugno - Mattina
Dopo
il modo in cui ha salutato il mio parabatai non posso fare a meno di
lanciare occhiatacce a Matthew. Anche ora, mentre lui e Liza si
stanno salutando, sta guardando male Drew… capisco che sia
arrabbiato per quello che è successo fra lui e nostra
cugina, ma
cosa voleva che facesse?
Anche
gli altri ragazzi stanno guardando il loro scambio di battute ed io
ne approfitto per guardare loro: osservare le persone in questi
momenti è il modo migliore per farsene un'idea generale.
Sono un
gruppo piuttosto variegato, alcuni sono evidentemente più
portati
per il combattimento fisico e le ragazze sembrano essere tutte
piuttosto agili ma ho imparato a mie spese che limitarsi a valutare
le prime impressioni è un errore da principianti quindi
dovrò
confrontarmi con Drew e poi dovrò parlare con ognuno di loro
in
privato, senza fargli capire che li sto analizzando. Dovremo inoltre
vederli allenarsi per poter essere certi delle loro reali
abilità.
Mi accorgo che adesso stanno tutti guardando me, probabilmente i
saluti sono terminati e si sono accorti di come li stavo analizzando,
così decido di presentarmi.
"Okay,
io sono Jeremy ma potete chiamarmi Remie." inizio a parlare, un
po' imbarazzato da tutta quell'attenzione e, per fortuna, Drew mi
viene in soccorso presentandosi a sua volta: "Il mio nome è
Andrew Lighthawk. Ora, vogliamo che vi presentiate anche voi e che ci
diciate qualcosa su di voi… magari anche i vostri punti
forti."
conclude infine guardandoli uno ad uno iniziando anche lui a
valutarli esattamente come ho fatto io.
Vedo
un ragazzo con i capelli castani che si sporge a bisbigliare qualcosa
all'orecchio di Matt, che gli risponde facendo ridacchiare l'altro
ragazzo. Anche Drew ha notato il loro scambio perciò indica
il
ragazzino congelandone il sorriso: "Tu per primo." afferma
senza aggiungere altro.
"Sono
Nathan, me la cavo nel disegno delle rune e in generale combatto
meglio a distanza." esclama e Drew annuisce, prendendo nota
mentalmente e facendo un cenno verso il ragazzo pallido al suo
fianco. "Daniel. Combattimento ravvicinato" risponde e:
"Questo musone è il mio Parabatai" si intromette
nuovamente Nathan, evidentemente è lui quello dei due con la
parlantina più svelta. "Non sentivo la necessità
di far sapere
di essere legato ad un individuo imbarazzante come te" lo
rimbecca il secondo e non posso fare a meno di nascondere una risata
portando una mano al viso, dopo questa sua uscita, soprattutto per la
reazione del sopracitato 'individuo imbarazzante': si è
voltato,
rimanendo a bocca aperta per un momento, iniziando poi a bisticciare
con lui. Drew li lascia a se stessi, voltandosi verso gli altri
ragazzi che capiscono l'antifona e continuano con le loro
presentazioni. Sto provando a ricordare tutti i loro nomi, ma anche
se i ragazzi non sono molti mi risulta un po' difficile. Soltanto
alcuni mi stanno restando impressi, ma so che Drew ricorderà
tutti
enza problemi… al massimo quando mi toccherà
chiamarli li
apostroferò con qualcosa tipo: 'ehi tu, ragazza con gli
occhi
bicolori' o qualcosa di altrettanto imbarazzante anche se preferirei
evitarlo per ovvie ragioni.
"Io
sono Muriel." a parlare è stata una ragazza con i capelli
bianchi, subito interrotta dal ragazzo biondo al suo fianco con un:
"Ed io Dylan." per poi finire la frase insieme: “Siamo
gemelli e Parabatai.", prima che la ragazza riprenda la parola
nuovamente da sola: "Sono brava in combattimento e nel disegno
delle rune." conclude sorridendo. Il fratello, ancora una volta,
parla subito dopo di lei: "Anch'io me la cavo in combattimento.
Per quanto riguarda le rune… preferisco sia Mumi a
disegnarmele."
dichiara con una leggera risata imbarazzata portando una mano a
toccare il retro del suo collo.
Quando
sto per aprire bocca per dichiarare l'inizio della sessione di
allenamento vera e propria, dato che le presentazioni sono finite,
che la porta dell'Armeria si spalanca lasciando entrare mia zia Alice
che ci richiama tutti per il pranzo. Non posso credere che abbiamo
perso così tanto tempo perciò rimango un attimo
indietro per poi
seguire la banda con Artù e Drew al mio fianco.
Lacey
Harris
28
Giugno – Mezzogiorno
I
pasti che consumiamo tutti insieme sono tornati ad essere…
strani:
stavamo
iniziando a sentirci
un po' più a nostro agio, dopo due settimane di convivenza,
ma
l'arrivo dei due
istruttori ha
di nuovo teso i rapporti, anche se non ai livelli del primo giorno,
facendo
cadere il silenzio
sulla sala in cui mangiamo.
Oggi
nessuno parla più di
tanto o se lo fa è a bassissima voce
per paura che gli altri origlino
conversazioni private o di
mettersi nei guai con i ragazzi più grandi che, nonostante
le strane occhiate che
vengono dirette
loro,
rimangono seduti
vicino a me mentre
parlano
tranquillamente.
"Se
Nathan ha fatto amicizia con Matthew deve essere per forza un
piantagrane." afferma Andrew scatenando l'ilarità di Jeremy
e
anch'io non riesco ad impedirmi di unirmi a lui, attirando
così la
sua attenzione e portandolo ad inserirmi nella loro conversazione su
di noi. Sembrano molto interessati a conoscerci meglio ma, purtroppo,
non ho molto da dire loro riguardo le abilità degli altri:
non ci
siamo mai allenati tutti insieme, abbiamo effettuato sessioni
solitarie o tra Parabatai, per chi ne ha uno, ma mai tutti insieme
proprio per la mancanza di un istruttore.
Una
volta finito il pranzo, ci siamo diretti in Armeria e su ordine
dell'istruttore ci siamo fermati al centro, dove Andrew sta iniziando
a spiegare cosa intende farci fare in questa prima sessione. O
meglio, ha cercato di iniziare la sua spiegazione soltanto per essere
interrotto sul nascere da Federico, forse in modo un po' spavaldo,
che afferma: "Come possiamo essere certi che avete le
abilità
necessarie ad insegnarci? Per quanto ne so, potrei anche riuscire a
battervi.". Lo sguardo che gli lancia il castano è talmente
di
ghiaccio che temo possa decidere di infilzarlo con una delle spade
angeliche appese al muro alle sue spalle ma Remie si avvicina prima
che le cose degenerino fino a quel punto, lanciando un'occhiata di
disapprovazione a Federico prima di concentrarsi sul suo Parabatai.
"Avresti
dovuto esprimere le tue perplessità in un altro modo ma se
pensi di
non aver niente da imparare da noi forse possiamo convincerti del
contrario. È da un po' che non combattiamo fra di noi con un
pubblico." afferma, sorridendo al suo compagno che lo ricambia,
come se sfidarsi così senza motivo per loro sia la cosa
più normale
del mondo. Stacca due spade angeliche dalla parete, lanciandone una
ad Andrew mentre questi ci ordina: "Allontanatevi un po',
abbiamo bisogno di spazio."e, con questa frase, ci lasciano
appena il tempo di indietreggiare di qualche passo prima di prendere
posizione per iniziare a combattere tra loro, girandosi attorno,
avvicinandosi ed allontanandosi tra affondi e parate molto
velocemente. Se non fossi allenata non sarei in grado di distinguere
molto altro oltre alle scintille sprigionate dalle loro spade che
collidono l'una con l'altra.
Continuano
per un po', non saprei dire per quanto, arricchendo il combattimento
di combinazioni sempre diverse e complesse, prima di fermarsi di
colpo con le spade ancora in pugno. Sono entrambi leggermente
affannati, ma a parte questo non hanno nemmeno un graffio. Andrew
riprende ad illustrarci il programma di allenamento del pomeriggio
nel silenzio che è calato sulla sala dopo la loro
'esibizione',
mentre Jeremy rimette in ordine le spade senza aggiungere altro, ma
viene interrotto nuovamente dal Signor Nightrose che richiede la sua
presenza nel suo studio.
"Jeremy
tienili d'occhio e non far loro battere la fiacca" la sfumatura
severa nella sua voce mi dice che è qualcosa che l'altro
ragazzo
potrebbe fare, se lui non gli avesse espressamente chiesto di non
farlo. Esce dalla stanza e Artù abbaia, come per attirare la
nostra
attenzione al posto del suo padrone: "Avete sentito, no?
Iniziate a correre, ragazzi, vi dico io quando fermarvi." il suo
tono nasconde a malapena il divertimento che prova, mentre il
sorrisino che ha stampato in volto lo lascia trapelare apertamente,
tutti sappiamo comunque che non possiamo disubbidire quindi iniziamo
a correre senza fiatare.
Virginia
Kishimoto
28
Giugno - Pomeriggio
“Avanti,
ragazzini, muovetevi!” grida ancora il ragazzo castano che da
quello che ho capito è un altro nipote dei capi
dell'Istituto.
L'altro ragazzo è andato a finire di sistemare alcune
cose con il Capo dell'Istituto
mentre lui ci fa la guardia con il suo cane, facendoci correre in
tondo.
“Quanto
ancora dobbiamo correre?” domanda la ragazzina polacca, non
ricordo
il suo nome dato che non abbiamo ancora passato molto tempo insieme,
con il fiato corto. Non ci sta facendo correre forte ma comunque
è
da un po' di tempo che corriamo e il fiato inizia a mancare anche a
me che sono probabilmente più allenata degli altri.
“Fino
a quando non tornerà Drew, ovviamente. Non sprecate il fiato
perché
vi servirà!” ridacchia, dondolando le gambe da
sopra una trave
sospesa. È da lì che ci guarda mentre il suo
bellissimo esemplare
di pastore tedesco ci segue con lo sguardo dalla porta. Continuiamo a
correre ancora un po' e poi ci ordina di fare prima flessioni, poi
addominali, poi squat e così via per quelle che sembrano
ore.
Neanche mio padre è mai stato così duro con me.
Dopo l'ennesima
serie di esercizi finalmente la porta si apre ed entra l'altro
ragazzo, in tutto il suo splendore. Sembra molto severo ma è
un bel
ragazzo e, quando parla, non si riesce a fare a meno di ascoltarlo
incantati.
“Come
stanno andando?” domanda a Jeremy, raggiungendolo vicino a
noi con
passo lieve.
“Beh,
sembrano andare bene. Sono un po' molli ma fra un paio di settimane
saranno ok.Tu che dici? Passiamo alla prossima fase?” ci
guardano
entrambi meditabondi per un secondo, poi sorridono quasi in
contemporanea e: “Dividetevi in coppie, miste anche se le
ragazze
sono in inferiorità numerica perciò alcuni di voi
dovranno
confrontarsi con i ragazzi rimanenti. Non voglio i parabatai
insieme.” specifica guardando in particolare i cugini
Nightrose che
si erano già accoppiati.
“Perché
no?!” esclama il maschio, incrociando le braccia al petto.
“Dovete
imparare a combattere anche da soli o in compagnia di altri, non
sempre potrete contare l'uno sull'altra perciò meglio
imparare
adesso che siete al sicuro.” risponde senza scomporsi,
ricambiando
lo sguardo dei due ragazzi che non sembrano affatto intenzionati a
collaborare. “Se non vi muovete ci penserò io a
fare le coppie e
vi assicuro che dopo non vi divertirete perché vi
costringerò a
mantenerle per tutto il periodo di addestramento.”afferma
sorridendo come se li stesse invitando a farlo. Loro non se lo fanno
ripetere ancora e si dividono. Si forma un po' di brusio mentre ci
guardiamo a vicenda per decidere un po' come dividerci ma siamo
rimasti tutti un po' sulle nostre durante il periodo che abbiamo
passato qui e nessuno di noi fa il primo passo per formare una
coppia.
“Deduco
che debba pensarci io… vediamo un po'...”
l'istruttore Lighthawk
sospira e si porta una mano al mento mentre ci guarda uno ad uno,
quasi soppesandoci.
“Bellin
con Kishimoto, Keller-Baylor
con
Armstrong per entrambi, Khan con Harris, Liza con Barlow, Matthew con
Kolarov,
Furia
con Lockwood e
Lawence
con
Jeremy.
Per oggi manterrete queste coppie, poi ci consulteremo e decideremo
se cambiare qualcuno o mantenerle.” sembrano fatte un po' a
caso e
il fatto che a me sia capitato il marpione italiano non mi va per
niente a genio ma se è solo per oggi posso provare a farmene
una
ragione.
“Adesso
vi unirete e combatterete a mani nude finché non vi daremo
lo stop o
i vostri avversari non vi chiederanno di fermarvi arrendendosi. Non
ci sono classifiche o altro perciò non abbiate paura di
arrendervi,
non voglio che vi facciate male dato che è solo il primo
allenamento.” afferma sorridendo quando vede alzarsi la mano
del
ragazzo che parla sempre a sproposito.
“Perchè
devo stare in coppia con un istruttore? Mi
ucciderà!” si lamenta
prima ancora che gli sia data la parola e il sorriso si allarga sul
viso di entrambi i ragazzi più grandi.
“Perchè
lo diciamo noi.” risponde il suo compagno di addestramento,
dandogli una pacca sulla spalla. Credo proprio che quello a cui
è
andata peggio sia lui.
Lilly
Ehi!
Ce l'ho fatta! Come al solito sono colei che ha fatto ritardo ma chi
mi conosce sa che ce l'ho nel sangue (mio padre è molto
peggio di me
perciò vi lascio immaginare XD)
Bene
bene, la storia entra nel vivo e per ringraziare alcune delle persone
che ci hanno continuato a seguire durante la presentazione con
costanza abbiamo deciso di usare i loro personaggi come primi :)
Ovviamente
gireranno tutti, non abbiamo intenzione di preferire ne i nostri ne
quelli di nessun altro ma nei primi due o tre abbiamo usato questo
criterio. Grazie di cuore a chi continua a sopportare i miei ritardi
e tutto il resto! Non so se riusciremo a pubblicare prima di Natale,
spero di sì, perché so già che per me
sarà un inferno e dovo
finire di scrivere un bel po' di cose -,-''
Un
appunto: mi sono resa conto che la pagina di facebook non era
visibile, non chiedetemi il motivo, ma ora ho risolto, lì
inizieremo
a postare spoiler e immagini e annunci quindi chi è
interessato ci
dia un'occhiata! Adesso se riesco a correggerla un pochino magari
pubblico anche l'os collegata alla sbornia di Matt… ;)
A
presto :*
Macchan
Ehi!
Finalmente siamo all'inizio della vera storia! Se non avessi ancora
un briciolo di dignità starei saltellando in giro per casa
in preda
all'euforia.. ok, chi voglio prendere in giro? Se non fossi stanca
morta lo starei sicuramente facendo e che la dignità
rimastami se ne
vada a quel paese XD
Comunque
sono troppo felice (in caso non si fosse notato...) e spero che il
capitolo vi piaccia!!
Alla
prossima
|
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Capitolo 10 *** Speciale di Natale *Spoiler Allert* ***
Andrew
La
sala
dove si
svolge la festa è addobbata incredibilmente bene ma non
riesco a
concentrarmi su ciò che mi circonda da quando qualcuno ha
deciso di
sedersi sul divano alla mia destra con un bicchiere di champagne in
mano.
“Matt
dov'è?”
domando alla ragazza, seduta con grazia sul bracciolo del divano con
le gambe incrociate ed il vestito di pizzo corto abbastanza da far
intravedere troppo senza risultare volgare.
“Non
si sente
bene. I miei genitori gli hanno dato il permesso di rimanere a letto
a riposarsi.” risponde, senza degnarmi di uno sguardo mentre
invece
continua a scandagliare la sala sorseggiando il suo drink.
“Chissà
perché
non ci credo?” chiedo ancora, attirando finalmente i suoi
occhi su
di me. Mi osserva un momento, prima di riprendere ad ignorarmi come
pochi attimi fa. Suo cugino è da sempre un argomento a cui
non può
evitare di rispondere, dopotutto.
“Lascialo
in pace.
Almeno lui si divertirà stasera.” finisce il suo
bicchiere in un
sorso e si allontana verso uno dei tavoli con il buffet, senza
aggiungere altro e senza voltarsi indietro.
“La
mia cuginetta
è cresciuta proprio bene!” fischietta Remie,
lasciandosi cadere
sul divano al mio fianco in modo scomposto. Io sono ancora appoggiato
contro la parete, con le braccia incrociate.
“Mia
zia si è
superata quest'anno, non c'è dubbio! E ci sono alcune
ragazze
proprio carine, fra cui anche Liza, quindi perché continui a
tenere
il muso?” mi chiede in assenza di una mia risposta alla sua
precedente affermazione, sorridendo quando nota che lo sto guardando
male.
“Non
sei gay? Che
ne sai di belle ragazze?” rispondo a tono, prendendo un
bicchiere
da uno dei tavoli. Crede che non mi sia accorto di lei? Deve rigirare
il coltello nella piaga per forza sapendo che non voglio avere una
relazione, beh ora tocca a me.
“Sono
bisex! Solo
perché sto con un ragazzo al momento ciò non vuol
dire che io non
possa ammettere che una ragazza è carina!” mi
guarda, fingendo di
essere offeso per poi farmi una linguaccia. Ridacchio mentre mi
guardo in torno e incrocio lo sguardo del Capo dell'Istituto che
scuote la testa così mi allontano per andare a porgergli un
saluto.
“Andrew!
Ti stai
divertendo?” mi accoglie subito Alice, indossa un abito rosso
simile a quello della figlia, anche se più lungo, e di certo
dimostra molti meno anni di quelli che ha in realtà. Ora
capisco
perché Remie a volte scherzava sul fatto che i party
dell'Istituto
di Londra hanno sempre così tante presenze perché
le persone
vogliono ammirare sua zia. Io personalmente preferisco ammirare Liza
ma… non importa.
“Va
tutto
benissimo, Signora Nightrose, è una festa bellissima e gli
addobbi
sono spettacolari.” affermo sinceramente guardandomi intorno
e
ammirando le decorazioni che adornano la sala del ricevimento ancora
una volta.
“Oh,
vorrei
prendermi il merito ma li ha scelti e posizionati Lizbeth. Mi da una
mano da anni nell'organizzazione insieme a Matthew e questa volta ho
lasciato fare interamente a lei.” sorride in direzione della
figlia, che sta conversando con alcuni ragazzi che hanno accompagnato
i membri del conclave presenti. Proprio in quel momento scoppia a
ridere portandosi una mano alla bocca.
“È
l'erede dei
Longsword quello? Potrebbe essere un buon partito per lei e sembra
interessato.” a queste parole di Stephan torno a voltarmi
verso di
loro e noto che stanno osservando la stessa scena che guardavo
anch'io poco fa ma con un interesse totalmente diverso dal mio.
“Pensavo
foste
contrari ai matrimoni combinati, Remie me lo aveva accennato una
volta.” esclamo sorpreso e loro si voltano a guardarmi, dopo
un
momento Alice mi sorride spiegando: “Noi lo siamo ma
è stata lei
ad esprimere questo desiderio. Quest’anno la sera della sua
festa,
non davanti a Matt o Remie dato che non lo avrebbero ne accettato ne
permesso, ci ha chiesto espressamente di trovarle qualcuno entro il
suo prossimo compleanno.” sentendo questa bomba mi sembra che
il
pavimento mi scivoli da sotto i piedi e mi volto a guardarla nel
momento esatto in cui lei si gira verso di noi. Mi sorride mentre
appoggia delicatamente la mano sul braccio di uno dei ragazzi per poi
avvicinarsi al suo orecchio. Non c'è dubbio: quella ragazza
mi
ucciderà.
Dylan
Guardandomi
attorno
all’interno della sala, noto diverse persone che non avevo
mai
visto: per la maggior parte stanno parlando tra di loro, divisi in
piccoli gruppi, ma i più giovani stanno cercando di fare
amicizia
con qualcuno di noi. Noto in particolare Emy e Kris che stanno
parlando con un paio di ragazzi poco più grandi di loro e
credo
preferirebbero parlare da soli con lei considerato le occhiatacce che
stanno lanciando al ragazzo, ignaro di tutto perché troppo
distratto
dal cellulare, sempre al fianco della sorella. Stranamente, non
sembra notare nemmeno il leggero disagio di lei ma non credo la
allontanerebbe comunque: sono troppo educati per lasciare una
conversazione in quel modo.
Decido
di
avvicinarmi rendendo nota la mia presenza parlando alla ragazza:
"Questi due ti stanno dando fastidio, Emy?" e lei mi guarda
con gli occhi sgranati, evidentemente non accorgendosi subito che le
ho parlato in polacco, ma le espressioni confuse dei due sconosciuti
le chiariscono subito la situazione e si lascia andare ad una risata
divertita, prima di rispondermi nella stessa lingua: "Si, ma
chissà come loro non se ne rendono conto... " si volta poi
verso di loro, scusandosi e dicendo di doversi allontanare. Prende
Kris sottobraccio per portarlo via e tutti e tre spariamo tra la
folla presente nella stanza senza un’altra parola
all’indirizzo
dei due ragazzi ancora confusi.
"Avresti
dovuto
andartene prima, se ti stavano infastidendo." le dico, tornando
all'inglese non appena sono certo che siamo fuori portata d'orecchio.
"Sono
ospiti,
sarebbe stato scortese." si difende lei, iniziando ad arricciare
una ciocca di capelli sfuggita all’acconciatura.
"È
scortese
anche mettere a disagio chi ti sta ospitando in casa propria, ma a
loro non sembrava importare molto." le rispondo con un sorriso,
prima di salutarla per andare a mangiare qualcosa ai tavoli del
buffet. Non faccio nemmeno in tempo a prendere un piatto che mi
ritrovo ad assistere al più maldestro tentativo di flirtare
con Kat
che abbia mai visto: lei probabilmente ha finto di non capire
l'inglese, perché il povero ragazzo sta cercando di farsi
capire a
gesti. Non posso vedere la sua espressione perché mi
dà le spalle
ma mi basta cogliere il divertimento negli occhi della ragazza russa
per non riuscire a trattenere una risata che fa voltare il ragazzo
verso di me. Mi rivolgo comunque a lei, ignorando lo sguardo irritato
dell'altro, in russo: "Quanti ci hanno già provato con te
questa sera?" le domando quindi e lei subito mi risponde
ridacchiando: "Non li sto nemmeno contando."
Al
nostro scambio in
russo il ragazzo mi rivolge uno sguardo, quasi speranzoso e subito
inizia a chiedermi: "Magari potresti…" pensando che io
possa fargli da traduttore.
"No."
non
gli lascio nemmeno finire la frase prima di rifiutare sorridendo.
Torno a guardare Katerina, alzando un sopracciglio nella sua
direzione, e lei mi risponde con un’altra risata: "Okay,
è
già il quarto. È divertente vedere come cercano
di farsi capire
quando fingo di non comprenderli! E la loro ostinazione poi!"
conclude infine e io scuoto la testa, prima di lasciarla al suo
passatempo per la serata.
È
un bene che abbia
trovato un modo per divertirsi, con tutte le persone del Conclave
presenti questo party è fin troppo serio per permetterci di
lasciarci andare… penso che ormai posso tornare nella mia
camera
senza sembrare troppo asociale o maleducato, tanto sono appena
entrati Daniel e gli altri perciò di gente ce
n’é.
Passando
da uno
degli ultimi corridoi prima dell’ala dove si trova la mia
stanza
noto una figura minuta seduta sul davanzale di una delle finestre,
probabilmente ad osservare il paesaggio innevato all'esterno. La
riconosco subito come Lacey, nonostante il vestito la riconoscerei
ovunque, e mi fermo poco distante da lei ad osservarla, tanto
sorpreso da quanto stasera sia diversa da non essermi accorto che mi
ha sentito arrivare fino a che non mi rivolge la parola.
"Anche
tu hai
deciso di abbandonare la festa?" mormora e mi do mentalmente
dello stupido: ovviamente mi ha sentito arrivare, non stavo cercando
di essere silenzioso! Si volta verso di me quando tardo a rispondere
e rimango perso per un momento nel modo in cui la luce si riflette
sui suoi capelli, tanto da lasciarmi sfuggire un: "Stai
benissimo, stasera." senza quasi rendermene conto. Posso
notare quanto la mia frase l'ha sorpresa da come i suoi occhi azzurri
si sgranano appena, fissandosi nei miei. Io stesso sono sorpreso da
come le parole abbiano lasciato le mie labbra e, prima ancora di aver
processato il pensiero, le sto spostando i capelli dietro l'orecchio
mentre mi
avvicino per
baciarla.
Daniel
“Nathan
sei
serio?” guardo il mio parabatai, sconvolto da come ha deciso
di
vestirsi. È una delle cose meno appropriate che abbia mai
visto, con
i pantaloni corti bianchi e la maglia a righe.
“Perché?
Credi
che la giacca rossa lo faccia diventare un look troppo da marinaio?
Matt ha detto che a sua zia piacerà sicuramente.”
afferma per poi
iniziare a fischiettare mentre mi supera, percorrendo il corridoio
con le mani in tasca.
“Non
è la giacca!
È… tutto!” io sono
esterrefatto… per l'Angelo questa serata
sarà un disastro e se Andrew lo vedrà vestito
così lo trascinerà
fuori dalla sala per un orecchio. Già non sono entusiasta di
questa
festa a cui a quanto pare parteciperanno alcuni membri del Conclave:
si preannuncia essere piena di gente e da quanto ho visto i padroni
di casa hanno molte aspettative sulla riuscita della festa.
“Dan
se non la
smetti di corrucciarti così tanto ti verranno delle brutte
rughe
sulla fronte.” afferma ancora, dopo essersi voltato a
guardarmi,
spingendo il suo indice in mezzo alle mie sopracciglia. Gli tiro uno
schiaffo alla mano per allontanarlo e mi avvio accelerando il passo
verso la zona giorno della casa: siamo già parecchio in
ritardo e
non ho intenzione di perdere altro tempo per colpa sua.
“Ragazzi,
aspettatemi!” una voce ci costringe a voltarci e lo facciamo
quasi
in contemporanea: Federico corre verso di noi aggiustandosi i polsini
della camicia. Lo saluto con un cenno mentre Nath fa lo stesso, non
lo conosciamo benissimo dato che abbiamo legato più con
altri
ragazzi ma comunque non sembra un cattivo ragazzo perciò non
disdegniamo la sua compagnia di tanto in tanto.
“Anche
voi in
ritardo? Almeno non sono l'unico.” ridacchia raggiungendoci e
iniziando a camminare al nostro fianco con passo veloce. Siamo quasi
arrivati alle scale che portano all'ingresso quando la porta
dell'ultima camera si apre facendo uscire Virginia in un vestito
rosso.
“Andate
alla
festa? Mi unisco anch'io.” afferma, affiancandoci come se
niente
fosse e mantenendo un passo sicuro nonostante i tacchi vertiginosi
che indossa.
“Oh,
beh, ti avevo
detto che non eravamo poi così in ritardo, no?”
gongola Nathan,
guardandomi con un sorriso che va da un orecchio all'altro.
“Io
non sono in
ritardo: per una ragazza è accettabile anzi, preferibile,
non
arrivare all'orario della festa.” afferma l'unica ragazza del
gruppo e perciò a quanto pare l'unica 'giustificata' per i
minuti
che stiamo accumulando. Nessuno di noi commenta mentre finalmente
sgattaioliamo dentro la sala che a quanto pare è abbastanza
piena da
permetterci di entrare inosservati. Mi separo da Nath il più
possibile mentre mi dirigo verso un angolo della sala un po’
appartato ma da cui sicuramente potrò osservare gli ospiti
che
chiacchierano tranquillamente.
“Daniel,
ti trovo
bene.” la Preside Penhallow mi si è presentata
davanti senza che
quasi me ne rendessi conto, concentrato com’ero su tutte le
persone
presenti.
“Sì,
mi trovo
bene qui.” sorrido con il mio miglior sorriso alla signora
davanti
a me e lei ricambia prima di sospirare guardando nella direzione in
cui anche i miei occhi si fermano spesso: Nathan si è seduto
su uno
dei divani, di fianco ad uno dei nostri istruttori, e conversa
tranquillamente senza badare agli sguardi degli altri.
“Lui
non è
cambiato neanche un po’, vedo...” esclama, poco
prima di
salutarmi per andare con passo sicuro nella sua direzione…
credo
proprio che il mio parabatai riceverà una tirata
d’orecchie molto
presto.
“Quella
era la
preside dell’Accademia, vero?” una vocina alle mie
spalle mi fa
quasi saltare dallo spavento e mi volto per ritrovarmi davanti i
gemelli polacchi, quasi nascosti dalle tende. Devono essere
lì da un
po’ perché Kris mi osserva con le sopracciglia
inarcate.
“Vi
state
nascondendo per caso?” non posso fare a meno di chiederlo,
visto
gli sguardi che Emily lancia a destra e a sinistra periodicamente.
Lei mi sorride, portandosi una ciocca dietro l’orecchio
nervosamente e risponde: “Beh… diciamo che
attiriamo fin troppe
attenzioni non volute oggi.” e capisco guardandola meglio che
è
lei che attira troppe attenzioni e che sicuramente non ha scelto lei
il vestito. Poco lontano vedo Lizbeth perfettamente a suo agio nel
suo vestito rosso di pizzo e la risposta su chi l’ha scelto
mi
viene spontanea.
Derek
È
dall'inizio della
festa che me ne sto appoggiato al muro vicino ai tavoli del buffet,
almeno fino a quando Muriel e Lacey non mi spuntano davanti dal
nulla… c'è così tanto rumore qui che
è difficile persino
accorgersi delle persone che ti si avvicinano.
"Ciao,
Derek!
Sembri divertirti." Mumi mi saluta in tono sarcastico, mentre
Las si appoggia al muro vicino a me, scuotendo la testa rassegnata
verso l'altra ragazza, prima di commentare: "Sarebbe più
divertente andare a caccia di demoni nelle fogne." guardandosi
le unghie con aria estremamente annoiata. Non posso proprio
contraddirla: ci sono troppe persone che non conosciamo e che non si
stanno nemmeno presentando, limitandosi a lanciarci occhiate quando
ci passano davanti e gran parte di loro sono membri del Conclave
perciò è un po’ come se fossimo sotto
esame.
Continuo
per un po'
ad ascoltare le due ragazze chiacchierare mentre parlano degli ospiti
presenti alla festa, ormai hanno imparato che sono una persona di
poche parole e non se la prendono se non rispondo troppo spesso.
Gabriele
arriva
vicino a noi ed inizia subito a parlare, stranamente, con lo sguardo
acceso dalla curiosità: "Ragazzi, ma Matthew non stava
male?"
ci domanda guardandosi in torno.
"Così
ha detto
oggi pomeriggio…" gli rispondo, facendo spallucce non troppo
interessato: Matt è un ragazzo che sembra avere molte cose
in ballo
ma non sono poi così sicuro di volerle scoprire.
"È
forse
successo qualcosa, Gabe?" domanda Lacey, sempre interessata ai
problemi di tutti, raddrizzandosi leggermente.
"Dipende
se
considerate interessante il fatto che ho appena visto il nostro
malato sgattaiolare fuori dall'Istituto in tutta fretta…"
controlla ancora che nessuno lo senta, non vuole probabilmente
metterlo nei guai per aver deciso di saltare questa inutile festa.
Posso leggere nel luccichio presente negli occhi di Mumi che questa
novità le interessa particolarmente e quando, un momento
dopo, si
volta verso l'altra ragazza ne ho la certezza. Io e Gabe non abbiamo
bisogno di sentire il loro discorso per sapere che la ragazza con i
capelli bianchi sta ipotizzando che Matt abbia una relazione
nascosta, è sempre stata un'inguaribile romantica in fondo e
quella
potrebbe effettivamente essere una spiegazione plausibile. Ci basta
scambiarci uno sguardo per decidere che lasciarle sole è la
scelta
migliore e così ci allontaniamo in direzioni opposte, senza
che loro
si accorgano della nostra improvvisa sparizione.
Cercando
un altro
posto tranquillo, noto finalmente Gabriel seduto ad un tavolo
ricoperto di materiali da disegno, completamente concentrato sul suo
lavoro. Non so come abbia fatto a portare qui così tanta
roba, tanto
da riempire quasi un intero tavolo, ma quando si ha a che fare con
lui è meglio non porsi certe domande. Quando lo raggiungo,
perché
ovunque lui si trova a disegnare puoi scommettere che quello
è il
posto più tranquillo che puoi trovare, noto che dall'angolo
in cui
si trova si ha una visuale quasi perfetta dell'intera festa.
"Ovunque
tu sei
a disegnare, sembra che ci sia una bolla di tranquillità,
Gabe."
gli dico mentre mi siedo accanto a lui, facendo attenzione a non
urtare nulla di ciò che si trova sul tavolo, facendolo
sorridere.
"Ciao,
Derek."
risponde, silenzioso come sempre ed è uno dei motivi per cui
andiamo
così d'accordo. Per passare il tempo sposto lo sguardo sui
fogli da
disegno sparsi sul tavolo: su ogni foglio è rappresentato
qualche
dettaglio della festa, degli addobbi, degli affreschi, ritratti degli
ospiti o dei nostri compagni dell'Istituto di Londra. È
evidente la
prevalenza di disegni di Emy, ma non glielo faccio presente: non
è
mia intenzione farlo chiudere in se stesso facendogli domande
inopportune… non che sarebbe comunque nel mio stile iniziare
una
conversazione così sentimentale.
Vestiti:
Emily:
https://s-media-cache-ak0.pinimg.com/736x/14/ee/42/14ee42bb77cbf0b81d77d2e746f3c911.jpg
Kristofer:
http://g04.a.alicdn.com/kf/HTB1LBg_HVXXXXcdXpXXq6xXFXXXB/2015-Men-Long-Sleeve-Cotton-Dress-font-b-Shirt-b-font-font-b-french-b-font.jpg
Derek:
http://i00.i.aliimg.com/wsphoto/v0/876803518/2013-hot-sale-Korea-style-casual-font-b-shirt-b-font-men-s-oculos-black-font.jpg
Federico:
http://img.myefox.it//20121031/FLM00133/FLM00133.images.400x400.jpg
Gabriele:
http://images.express.com/is/image/expressfashion/27_611_3450_919_f11?cache=on&wid=361&fmt=jpeg&qlt=75,1&resmode=sharp2&op_usm=1,1,5,0
Lacey:
https://hitapr.com/wp-content/uploads/2016/08/red-christmas-dresses-22.jpg
Dylan:
http://img2.myefox.it/images/20130815/FLM02188/FLM02188_391ebede-68a4-4395-ba7c-75d01c98e696.images.400x400.jpg
Muriel:
http://images.asos-media.com/inv/media/2/6/6/9/7259662/goldblack/image1xl.jpg
Gabriel:
http://menfash.us/wp-content/uploads/2012/09/Christmas-Men-Fashion-2012-Be-prepared-for-Attractive-Clothes-2.jpg
Virginia:
http://dress-trends.com/wp-content/uploads/2015/12/What-to-wear-for-New-Years-Eve-3.jpg
Katerina:
http://thumbs3.picclick.com/d/l400/pict/272272793618_/Rot-Lang-Abendkleider-Ballkleider-Hochzeit.jpg
Nathan:
http://www.qnm.it/wp-content/uploads/2011/06/zara-400x436.jpg
Andrew:
http://g02.a.alicdn.com/kf/HTB1LqDhIFXXXXcDXXXXq6xXFXXXZ/italian-dark-gray-wedding-suits-men-wedding-party-men-suits-Lounge-suit-Wedding-Tuxedos-wedding-suits.jpg
Daniel:
http://static.gay.tv/gaytv/fotogallery/625X0/79649/outfit-casual-per-capodanno-proposto-da-liu-jo.jpg
Alice:
https://s-media-cache-ak0.pinimg.com/236x/c9/27/81/c92781eab734ad080d23c7de1432ba9c.jpg
Jeremy:
https://ae01.alicdn.com/kf/HTB1ckUCIFXXXXXDaXXXq6xXFXXXM/Wholesale-2015-font-b-Black-b-font-Slim-Fit-Custom-made-mens-tuxedo-wedding-font-b.jpg
Lizbeth:
http://modernfashionblog.com/wp-content/uploads/2015/11/18-Best-Christmas-Eve-Party-Dresses-Outfit-Ideas-For-Girls-Women-2015-15.jpg
Stephan:
http://www.looksposa.it/wp-content/uploads/2013/09/Maestrami-Cerimonia-uomo-12.jpg
Bonus
Nath:
http://www.thecostumeland.com/images/zoom/fn72641-candy-cane-men-tuxedo-christmas-halloween-costumes.jpg
Lilly
Yeeeee
ce l’ho fattaaaaa
e
ora devo solo correggere e pubblicare altri capitoli (almeno 3 senza
contare le os)… dio è la parte che odio di
più perché sono un
po’ una perfettina e quindi mi faccio venire
l’orticaria da sola.
A
parte tutto ammetto le mie colpe: fra il rientro di mia sorella per
le feste e poi tutto il resto mi sono un po’ persa e non ho
dedicato per niente tempo alla scrittura in generale
._.’’
Vi
lascio al capitolo. Il prossimo che continua temporalmente la storia,
perché come avrete capito questo è avanti di
mesi, sarà
prestissimissimo on line, il tempo di correggerlo.
A
presto :*
Macchan
In
ritardo di più di un mese ma siamo riuscite ad arrivare con
il
nostro "Speciale Natalizio".
A
parte i problemi di tempistica (io sto ancora lavorando a dei regali
di Natale, vi lascio immaginare quanto sono organizzata..) spero
davvero che questo piccolo extra possa piacervi.
Lilly
mi è testimone, sono giorni che la stresso per sapere quando
sarebbe
riuscita a pubblicarlo. E settimane durante le quali sono stata
impaziente di conoscere il vostro parere su una certa scena (non
dirò
quale) e quindi ero diventata un tormento in miniatura anche per
questoXD
Comunque,
aspetto le vostre recensioni! A presto <3
|
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Capitolo 11 *** I Nascosti sono dei gran lavoratori in questa storia u.u ***
“Andremo
a
visitare i principali punti di interesse del mondo delle ombre: il
nightclub dei vampiri, il negozio di proprietà della Somma
Strega di
Londra e il pub dei licantropi. Non perdetevi e non allontanatevi dal
gruppo, nonostante siamo in rapporti di amicizia con i nascosti di
questa città nulla vieta che qualcuno di loro provi a fare
qualche
scherzo strano.” la voce di Andrew rimbomba sulla facciata
dell’Istituto. Jeremy se ne sta al suo fianco con il cane,
sempre
presente, e ci osserva sorridendo. Una volta che il discorso del suo
parabatai si è concluso aggiunge: “Più
che per loro dobbiamo
preoccuparci per i poveri nascosti che li devono incontrare!
Chissà
cosa faranno loro.” sorridendo e facendoci
l’occhiolino e alcuni
perfino ridacchiano, compreso me, ma per il resto rimane il silenzio
nervoso che era presente anche a cena.
Ci
incamminiamo
tutti in fila per due, come dei bravi soldatini, verso il primo
obbiettivo e noto che i ragazzi di Londra rimangono leggermente
indietro. Sembra che stiano… litigando? Non pensavo li avrei
mai
visti litigare dato che sono sempre molto in sintonia. Alla fine Liza
si allontana e ci supera senza degnarci di uno sguardo e sembra
furente.
“Ciao
ragazzi!”
Matt mi mette un braccio sulle spalle dopo essersi unito a noi nella
colonna.
“C’è
qualcosa
che non va?” domando al ragazzo senza riuscire a frenarmi e
il suo
sorriso si incrina leggermente, anche se solo per un secondo, per poi
tornare normale.
“Non
preoccupatevi, Liza è solo super preoccupata come al solito.
A volte
sembra suo padre.” risponde schiarendosi la voce per poi
riprendere: “Stasera dopo il giro ti va di vedere un
po’ la
città?” ridacchiando. Sto per rispondere quando
Dan prende
finalmente la parola dal mio fianco: “È
già abbastanza nei guai,
non gliene servono altri.” chiudendo il discorso per me.
“Oh,
avanti! Chi
dice che finiremo nei guai?” il tuo sorriso ad esempio? Non
espongo
però ciò che penso perché se voglio
sperare di andare davvero a
fare quel giro devo convincere Dan a non opporsi.
“Cosa
state
progettando voi tre?” una voce mi distoglie dai piani per la
nottata e quando alzo gli occhi il mio sguardo si posa su uno dei
nostri istruttori: Andrew ci è venuto incontro,
evidentemente
notando che abbiamo rallentato il passo, e adesso ci osserva con le
braccia incrociate e la fronte corrucciata.
“Chi
dice che
stavamo complottando qualcosa? Trovo molto offensivo che tu possa
averlo anche solo pensato!” Matt ha la risposta pronta, si
vede che
lo conosce da tempo perché invece a me ancora incute un
po’ di
timore, e gli sorride prima di accelerare per riunirsi al gruppo poco
lontano. Anche noi acceleriamo senza dire niente e lui si posiziona
alle nostre spalle senza aggiungere altro a sua volta. Non so come
Matthew ha intenzione di allontanarsi ma dubito che riuscirà
a
sfuggire al mastino alle nostre spalle.
Stiamo andando al covo dei vampiri per
incontrarli e, nonostante
siano passati alcuni giorni dalla batosta che ha ricevuto da Jeremy,
per tutta la strada Nathan ha adocchiato i due istruttori con sguardo
critico, parlando con il suo parabatai che sembra ignorarlo per la
maggior parte del tempo.
Più ci avviciniamo al luogo dell'incontro e più
mi sento agitato,
se non fosse per Emy che mi stringe la mano probabilmente mi sarei
fermato in mezzo alla strada già qualche metro fa. Ci
avviciniamo
all’edificio che, a giudicare dalla folla di nascosti che vi
è
radunata davanti, dev’essere il nightclub appartenente ai
vampiri e infatti ci fermiamo davanti all’ingresso. L'ombra
dell’edificio sembra scostarsi ed è da
lì che compare uno dei ragazzi che ho
incontrato il giorno del mio arrivo in Istituto: il ragazzo biondo
che subito mi era venuto incontro quando mi ero perso. I suoi occhi
scorrono sul gruppo come per valutarci, soffermandosi su di me per un
momento di troppo, prima di concentrarsi su Liza che gli si sta
avvicinando.
Non sono riuscito a capire cosa si sono detti,
per via della distanza
e del buio che non mi aiuta di certo a leggere le parole sulle loro
labbra, ma ho notato lo sguardo veloce che il biondino ha lanciato in
direzione di Matthew prima di chiederci di raggiungerlo con un cenno,
infilandosi il cellulare con cui stava scrivendo nella tasca
posteriore dei jeans.
"Sono Liam Murphy, il secondo in comando del
clan. Questa è
la
sede principale dove vivono le persone più influenti, fra
cui io e
il Capo, e in generale buona parte del clan." ora che ci siamo
avvicinati riesco a leggere le labbra del ragazzo, evidentemente poco
abituato ad occuparsi delle formalità. Dopo queste poche
frasi si
volta, cominciando a guidarci all'interno dell'edificio, e capisco
che sta continuando a parlare soltanto perché mia sorella mi
stringe
leggermente la mano prima di lasciarla, cosa che attira la mia
attenzione abbastanza per farmi voltare verso di lei e notare che sta
cercando di catturare l'attenzione del vampiro: "Forse avrei
dovuto dirlo prima, ma mio fratello non riesce a seguire se non
può
leggere le labbra..."
Non è solo Liam a voltarsi verso di me ma anche tutti i
ragazzi e
gli accompagnatori ma è l'istruttore Lighthawk a
sorprendermi,
chiedendomi conferma della cosa usando il linguaggio dei segni. Mi ha
sorpreso così tanto che impiego un attimo di troppo a
collegare ed
in quel lasso di tempo Andrew ha preso la parola nuovamente: "Scusa,
ho immaginato che avessi imparato il linguaggio dei segni."
"Dovrei essere io a scusarmi con te, da adesso in avanti ci
farò
più attenzione." il vampiro sta parlando direttamente con me
adesso, incurante di aver interrotto l'istruttore.
Il pub
dei
licantropi è… un buco. Letteralmente. Una vecchia
costruzione,
schiacciata fra i palazzi nuovi della via, che sembra resistere a
tutti i costi all’inesorabilità del progresso.
“Benvenuti!”
una
voce ci arriva alle spalle e ci voltiamo tutti di colpo
perché non
penso che nessuno di noi l’abbia sentito arrivare. Colui che
ci ha
colto di sorpresa è un ragazzo biondo, alto e a dir poco
bellissimo.
Indossa una semplice camicia a maniche corte sopra una canotta e
sembra perfettamente a suo agio nonostante l’aria pungente
della
notte.
“Ryan!
Quanto
tempo!” lui e Liza si abbracciano e anche Matt si avvicina
per
dargli quello che io chiamo un ‘Bro Hug’.
“Credo
la Zia vi
stia aspettando nell’ufficio sul retro
però.” afferma il ragazzo
sorridendo dopo essersi presentato come Ryan Evans.
“Maledizione…
non è che potresti farci passare dal pub? Solo questa
volta!” il
sorriso della ragazza mora si allarga mentre si arriccia una ciocca
di capelli con un dito osservando il licantropo… non credo
di
averla mai vista comportarsi in modo così civettuolo. Anche
il
sorriso del ragazzo si allarga e risponde ridacchiando: “Se
me lo
chiedi così come posso dirti di no? Seguitemi, Vivienne poi
vi
spiegherà tutto.” facendoci strada
all’interno del locale.
È
un locale che
rispecchia l’esterno: tutto arredato e rivestito in legno,
piccolo
e caotico. Il ragazzo viene salutato da tutti calorosamente ma non si
può davvero dire che tutto ciò si trasferisca a
come accolgono noi
dato che il chiacchiericcio si abbassa di parecchi toni in pochi
secondi. Ci fa superare il bancone senza commentare per poi portarci
in una stanza molto piccola occupata principalmente da degli
armadietti e da una scala che sale al piano superiore.
“Salite
pure, da
lì dovreste sapere dove andare ormai. Io devo iniziare il
mio turno
al bancone però se volete fermatevi a bere qualcosa dopo,
siete
sempre i benvenuti.” fa un occhiolino in generale appena
finisce di
parlare e inizia a prepararsi incurante del nostro passaggio. Saliamo
le scale in silenzio e finalmente arriviamo alla cima, io e Dido
siamo verso la fine della fila perciò arriviamo quando le
prime
presentazioni fra gli istruttori e colei che deduco essere Vivienne
Harlow, una donna alta e dal fisico slanciato, sono già
cominciate.
Ha i capelli corti e un sorriso a trentadue denti mentre stringe la
mano a Jeremy per poi salutare più calorosamente i cugini
Nightrose.
Fin’ora hanno dimostrato di conoscere tutti i nascosti
più o meno
bene e questo mi fa molto pensare: in accademia ci hanno sempre
raccontato cose molto diverse sul rapporto con i nascosti dato che,
nonostante siamo vincolati dagli accordi, dopo ciò che
è successo
con le fate pochi Instituti si fidano abbastanza da lavorare con loro
in armonia.
Sapevo
che al nostro
arrivo ci sarebbe stata la Somma Strega di Londra ma ci ho messo un
momento a riconoscerla: il fatto che ci sta aspettando davanti ad un
negozio di tatuaggi, vestita in un paio di jeans logori e una
maglietta di una qualche band metal, mi ha colto di sorpresa.
"Sono
Robyn. Il
negozio è chiuso, perciò possiamo parlare
dentro." una volta
conclusa la frase la strega si volta, recuperando un mazzo di chiavi
talmente in fretta che sembrano esserle comparse in mano dal nulla.
Dopo averci lasciati entrare si ferma vicino all'ingresso insieme ai
due ragazzi più grandi, scambiando qualche parola con loro,
prima di
raggiungerci mentre noi ancora ci guardiamo in giro un po’
spaesati. "Vi piace?" il suo tono sembra divertito, ma è
semplice capire che ci sta studiando nonostante la facciata
amichevole. Continua poi a parlare mantenendo il tono leggero:
"Ufficialmente il negozio è mio ma sono Keith e Lyanna ad
occuparsi di tutto." non ci fornisce altre spiegazioni riguardo
chi siano le persone che ha appena nominato, ma inizia a guidarci per
il negozio dandoci informazioni a riguardo delle attività
che
svolgono e degli orari strani che hanno: qui non fanno differenze tra
Mondani, Nascosti o Shadowhunters, tengono aperto anche nelle ore
notturne una sera o due a settimana per servire i Vampiri.
Poco
dopo che
abbiamo superato la porta che divide i locali la mia attenzione, e
anche quella degli altri, viene attirata dal rumore di una pistola
per tatuaggi. Ci siamo tutti voltati nella direzione da cui proviene
e Robyn è arrivata alla porta per spalancarla.
"Credevo
non ci
sarebbe stato nessuno qui, a quest'ora." la donna sta
probabilmente cercando di suonare scocciata, con scarso successo, e
dall'interno arriva una risata come risposta e una voce femminile:
"Credevamo lo stesso anche noi!"
Robyn ci
fa segno di
raggiungerla, prima di entrare nella stanza, e pochi secondi dopo
siamo tutti all'interno. La scena che abbiamo davanti e quella di una
ragazza con i capelli rossi fiammanti intenta a tatuare il braccio
sinistro ad un biondino sdraiato su una poltrona.
"Non era
previsto di incontrarli qui ma loro sono Lyanna e Keith, i miei
figli." questa affermazione mi prende un attimo di sorpresa dato
che streghe e stregoni sono sterili ma… il ragazzo, che noto
soltanto ora essere senza maglietta, ci saluta con la mano del
braccio su cui la rossa non è impegnata e mi distrae dalle
considerazioni che stavo facendo.
Mi
avvicino
interessato a scoprire cosa sta creando e mi ritrovo ad osservare uno
dei migliori ritratti che ho mai visto, sembra una persona vera.
Rimango incantato ad osservare l'immagine prendere forma sulla sua
pelle, almeno fino a che Lyanna non apre di nuovo bocca: "Se
vuoi osservare il nuovo tatuaggio, non è lì che
dovresti
concentrare lo sguardo Matthew, ma qui dove sto lavorando." e
nella sua voce si può sentire la risata che sta cercando di
trattenere. Smette per un momento nel suo lavoro per fissare lo
sguardo sul ragazzo Nightrose, che ha già distolto il suo da
qualunque cosa stesse guardando prima ancora che io riesca a voltarmi
del tutto verso di lui. Il suo disagio è comunque evidente,
perciò
decido invece di esprimere ciò che mi sta passando per la
testa per
distogliere l’attenzione da lui: "È uno dei
tatuaggi migliori
che ho mai visto!".
La
ragazza mi
sorride, distogliendo l'attenzione da Matt per parlarmi del loro
lavoro nel negozio, mentre continua a decorare la pelle di Keith.
Io
credo sia meglio non
commenti il ritardo se non con delle immense scuse.
È
per me un periodo
difficile e solo nelle ultime settimane sono riuscita a riprendere a
scrivere. Posso solo dire che non accadrà più
perché ora siamo
avanti di 3 capitoli e abbiamo già discusso di altri 3
perciò per
un po’ siamo tranquille. Gli aggiornamenti avverranno a
venerdì
alterni con l’altra mia interattiva che abbiamo deciso di
riprendere in mano e ricominciare (ma se ne saprà di
più venerdì
prossimo). Risponderò alle recensioni al più
presto!
Questo
capitolo è di
passaggio ma i prossimi saranno ricchi di avvenimenti! Allacciate le
cinture!
Come
ultima cosa… chi
sono le due persone dello spoiler a fine pagina? Voglio proprio
vedere chi indovina!
Dunque..
credo potremmo
essere passabili di denuncia, ma sorvoliamo sulla cosa che è
la
decisione migliore..
Dalla
mia, posso dire che
sono stata un pochino assorbita da un nuovo lavoro e malattie varie
ed ho scritto poco, per cui siamo rimaste un pochino indietro anche
per questi motivi.
Però!
Adesso siamo
cariche, abbiamo molte cose pronte ed io mi sono autoproclamata
futuro tormento in miniatura per postare sempre in tempo! Quindi, non
dovremmo avere più nessun problema, in futuro. O almeno si
spera che
sia così.
Aspetto
i vostri commenti
sul capitolo e le vostre speculazione sul piccolo spoiler (sperando
che l'idea di un teaser possa piacervi)
A
presto (questa volta sul
serio!)
“Non
riesci proprio a stare zitto vero? Ci stavano cambiando di coppia ma
tu dovevi per forza commentare!” quelli che sto medicando
sono solo
lividi e graffietti ma comunque mi fa infuriare. Se ne sta qui seduto
senza maglietta come se non si fosse fatto picchiare per
l’ultima
mezz’ora!
“Un’iratze
basterebbe, lo sai vero?” è l’unica
risposta che riesce a darmi
e io sfrego un po’ più forte sul suo sopracciglio.
Ho appena
iniziato a ripulirlo e già ho voglia di strangolarlo.
“Te
lo scordi, che ti serva da lezione. E ora zitto, non voglio sentire
più un fiato. Con tutto ciò che sta succedendo
per il ragazzino
scomparso potevi evitare.”
|
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Capitolo 12 *** Non ho altro da offrire che sangue, fatica, lacrime e sudore (cit W. Churchill) ***
Emily
Mi sveglio di colpo
quando sento sbattere una porta, probabilmente quella
dall’altra
parte del corridoio rispetto alla mia stanza. Sbatto gli occhi mentre
sento una risata fuori e un bussare molto educato. Qualcuno chiede il
permesso e quando glielo accordo socchiude la porta e sbircia
all’interno. Ancora con il sorriso sulle labbra Jeremy mi
spiega:"Andrew è di malumore, non preoccuparti. Preparati
che
c'è allenamento fra mezz’ora!" per poi richiudere
la porta
prima che io possa commentare, attutendo i rumori provenienti
dall'esterno.
Mi vesto in fretta,
non voglio certo fare arrabbiare l’altro istruttore ancora
più di
quanto già non sia, e sono tra le prime a raggiungere
l'armeria.
L'unica altra persona già presente è Liza e
sembra decisamente
molto più vigile e pronta di me.
"Brutto
risveglio?" non posso certo biasimarla per avermelo chiesto,
deve leggermisi in faccia, perciò annuisco solamente davanti
al suo
sorriso.
"Ti ci
abituerai, Drew è sempre così quando Matt torna a
casa tardi, solo
che di solito il giorno dopo non abbiamo allenamento…" il
suo
tono si vena di preoccupazione e il suo viso si rabbuia leggermente
ma non faccio in tempo a dirle niente perché ormai sono
arrivati
tutti gli altri, seguiti dai due adulti del gruppo. Il castano sembra
decisamente più arrabbiato del solito ed è molto
rigido perciò
credo sia meglio evitare di contraddirlo in ogni modo.
"Vediamo di
riformare le coppie velocemente, voglio che stiate con partner
diversi oggi. Armstrong" afferma, voltandosi verso mio fratello
per farsi capire, "con Harris. Barlow con la ragazza Armstrong,
Lawrence..."continua guardandosi intorno ma: "Io sarò
ancora una volta contro di lui, vero?" lo interrompe Nathan,
indicando Jeremy, per poi continuare: "perché non
è
sufficiente essere stato svegliato da un tornado, mi
toccherà anche
quello."
Andrew rimane un
attimo in silenzio e posso notare il suo parabatai fare una smorfia
strana, come se sapesse già cosa ha in serbo per Nathan. Io
non so
cosa aspettarmi, ma non credo che sarà piacevole per lui e
un po’
se lo merita: è palese che l’istruttore non
è di buon umore.
"Lockwood con
Keller Baylor, Lizbeth con il maschio, Bellin con Kolarov, Khan e
Kishimoto. E tu, Lawrence, te la vedrai con me." conclude,
lasciandolo per ultimo. Anche Nathan è sotto shock alla
notizia, ma
evita di commentare di nuovo grazie al cielo… anche se credo
sia
dovuto al suo parabatai che gli ha pestato un piede per farlo stare
zitto più che al fatto che ha finalmente ritrovato un
po’ di
senso. Riderei per il loro comportamento, ho sempre trovato buffo
quanto una coppia di Parabatai si comporti come una famiglia anche
quando non lo sono, ma sono decisamente preoccupata dallo stato in
cui potrebbe ridurlo dopo questa sessione di allenamento. Ma non
possiamo di certo protestare, quindi ci dividiamo nelle coppie che ha
assegnato ed iniziamo a combattere. È evidente che nessuno
si sta
impegnando al massimo, e Jeremy ce lo fa anche notare spesso,
perché
siamo tutti almeno parzialmente distratti dal combattimento di Nath.
Daniel
“Non riesci proprio a stare zitto vero? Ci stavano
cambiando di
coppia ma tu dovevi per forza commentare!” quelli che sto
medicando
sono solo lividi e graffietti ma comunque mi fa infuriare. Se ne sta
qui, seduto senza maglietta, come se non si fosse fatto picchiare per
l’ultima mezz’ora!
“Un’iratze basterebbe, lo sai
vero?” è l’unica risposta che
riesce a darmi e io sfrego un po’ più forte sul
suo sopracciglio.
Ho appena iniziato a ripulirlo e già ho voglia di
strangolarlo.
“Te lo scordi, che ti serva da lezione. E ora
zitto, non voglio
sentire più un fiato. Con tutto ciò che sta
succedendo per il
ragazzino scomparso potevi evitare.” prendo la pomata che mi
ha
lasciato Lizbeth insieme al kit da pronto soccorso e inizio ad
applicargliela sui lividi che stanno iniziando a formarglisi sul
torace. Si vede che Andrew non c’è andato pesante,
avrebbe potuto
tranquillamente rompergli qualcosa o renderlo un livido umano mentre
invece si è limitato a cercare di insegnargli una lezione,
cosa che
evidentemente non ha funzionato.
“Come va?” una voce mi fa trasalire, ero
troppo concentrato sulla
schiena di Nath e non mi sono reso conto che qualcun altro ha aperto
la porta della mia camera. Jeremy sorride mentre ci osserva dallo
stipite della porta e sembra molto a suo agio, come sempre.
“Tutto bene, non è niente di
grave.” affermo, spingendo su uno
dei lividi per bloccare il mio parabatai prima che possa parlare.
Geme di dolore e mi lancia un’occhiataccia da sopra una
spalla ma
io lo ignoro per concentrarmi sull’istruttore che si accomoda
seduto sul mio letto.
“Credo che con un’iratze risolveresti
senza problemi…”
afferma indicando il mio stilo abbandonato sulla scrivania, a pochi
passi dallo sgabello su cui ho fatto sedere Nathan.
“Lo sa, mi sta punendo perché sono un
idi…” non conclude la
rase perché ‘per sbaglio’ premo di nuovo
troppo forte su uno dei
lividi. Sento una risata e voltandomi noto che il ragazzo sembra
divertirsi molto con ciò che molti chiamano ‘il
nostro
battibeccare continuo’ ma a me non interessa, nessuno ha il
diritto
di mettersi in mezzo fra me e il mio parabatai.
“Scusate ma mi ricordate parecchio me e Drew
quando eravamo
giovani… quelli si che erano bei tempi.” sfiora
con una mano il
suo addome, o almeno credo, ma dura così poco che non sono
sicuro
neanche di cosa voglia dire.
“Non essere troppo uro con lui, Drew era un
po’ frustrato, per la
storia di Matt e per il ragazzo che è scomparso,
perciò ci ha già
pensato lui a punirlo più del dovuto. Meglio che vada ora,
la
riunione d’emergenza sta per iniziare e non voglio fare
tardi.”
dice, prima di alzarsi. Mi da una pacca sulla spalla e arruffa i
capelli di Nathan per poi congedarsi con la raccomandazione di non
fare tardi per il pranzo.
Gabriele
Quando mi risveglio
la prima cosa che noto è che non è più
mattina. Non so per quanto
tempo io sia rimasto incosciente, ma sicuramente è molto
più di
quanto si possa considerare normale per una semplice botta in testa.
Cerco i miei coltelli, che fortunatamente sono ancora al mio fianco,
ma questo mi tranquillizza solo in parte perché proprio
appena li
sfioro dall'ombra iniziano a provenire dei suoni leggeri, fruscii e
passi, che sembrano essere tutt’intorno a me. Sanno che sono
in
trappola, e la cosa è evidente anche a me appena mi guardo
attorno:
sono circondato da diverse figure e non vedo come potrei uscirne
illeso, sarebbero troppi da affrontare anche se fossero soltanto dei
Mondani. Ad attirare la mia attenzione però è una
persona
discostata dal gruppo, dietro il cerchio che mi hanno creato attorno
uscendo dagli alberi, ed è proprio lei a rivolgermi la
parola.
"Non è la
persona che volevo. Chi sei?" credo che questa donna sia il capo
qui, l'immobilità e il silenzio quasi opprimente che si sono
creati
appena ha pronunciato la prima parola sono segnali inequivocabili.
Cerco di osservarla meglio, di capire cosa possa avere di speciale,
ma il suo viso mi è completamente nascosto dall'ombra del
cappuccio
scuro che indossa.
Passa ancora qualche
secondo, prima che parli di nuovo: "Nessuno insegna più il
galateo? È buona educazione rispondere, quando qualcuno ti
rivolge
la parola." afferma e per un secondo vedo la parte bassa del
suo viso, prima che l’ombra torni a coprirla. Non so cosa si
aspetti in realtà dato che mi ha rapito. Scuote la testa
quando
continuo a non risponderle, per poi sorridere e mostrare le zanne che
mi permettono di riconoscerla come un vampiro. È strano come
questi
vampiri la rispettino: i leader del clan sono uomini, se ricordo
bene. "Peccato, non mi sarebbe dispiaciuto tenere una
chiacchierata, ma immagino che vada bene anche così, i miei
uccellini sono affamati. Non posso usarti per il mio diletto
personale ma loro non si fanno di questi problemi." conclusa la
frase, fa un passo indietro ed io ho a malapena il tempo di estrarre
uno dei coltelli prima che i vampiri mi sono già addosso.
Non sono
neonati, i loro attacchi sono troppo calcolati e precisi. Stanno
cercando di stancarmi, prima di lasciare andare avanti i loro
compagni meno esperti. Sento bruciare le rune dell'Agilità e
del
Coraggio quando istintivamente schivo i primi attacchi e cerco di
contrattaccare puntando alle loro gole, la perdita di sangue dovrebbe
rallentarli a sufficienza, nella speranza che gli altri mi stiano
cercando e qualcuno riesca a raggiungermi in tempo. Purtroppo sono
davvero troppi e per ogni mio colpo andato a segno, almeno tre dei
loro tentativi raggiungono lo stesso risultato. Non resto sorpreso
quando le energie mi abbandonano del tutto: era già da un
po' che la
mia Runa della Resistenza stava bruciando molto più
intensamente del
solito, segno che si è esaurita completamente. Provo ancora
a
resistere, nonostante le braccia pesanti, ma in pochi secondi non ho
più armi tra le mani e sono a terra, un vampiro sopra di me.
Faccio
appena in tempo a registrare il suo ghigno soddisfatto prima che le
zanne mi perforino il collo e tutto diventi nero.
Lizbeth
Ci siamo dovuti
dividere per cercare Gabriele perché il parco in cui
portavano le
sue tracce è enorme e la scia ad un certo punto si
è interrotta del
tutto ma, adesso, penso di aver trovato la giusta direzione.
Arrivo in un punto
riparato, dove non sono mai venuta prima neanche quando ero di
pattuglia in questa zona, e avverto dei suoni liquidi e qualcosa di
appiccicaticcio sull’erba sotto le mie scarpe. Nomino la mia
spada
angelica mentre mi avvicino senza far rumore ma quello che vedo
grazie alla luce fioca mi fa gelare il sangue nelle vene.
Qualcosa… c’è
una figura… qualcuno è su…
Gabriele…
Si volta e mi mostra
i denti soffiando, è un vampiro! Il viso sporco di sangue e
di terra
e i vestiti strappati dalla lotta che sicuramente ha avuto con il
giovane shadowhunter. Sopprimo a stento il grido che mi sale alle
labbra e indietreggio di qualche passo, inorridita e terrorizzata,
non credo di essere mai stata così spaventata in vita mia.
Sento dei movimenti
intorno a me ma c’è troppo buio, non riesco a
distinguere niente
se non la scena davanti a me. Tremo così forte che perfino
la mia
vista si annebbia leggermente ma potrebbero anche essere le lacrime
che sento scendere lungo le mie guance.
So di essere
circondata, sento i sibili e i fruscii, e so che se non mi muovo, se
non cerco almeno di lottare o scappare o di fare qualunque cosa sono
morta. Probabilmente lo sarò comunque, vedendo lo stato del
povero
Gabriele, immobile e senza vita.
Non riesco comunque
a costringermi a muovermi, riesco solo a fissare i canini del mostro
che mi sta di fronte, e che mi si avvicina, con il terrore che mi
attanaglia il petto. Mi cade la spada ma non è
più una mia
preoccupazione: non posso affrontarli da sola e gli altri sono tutti
troppo lontani, nessuno mi ha seguito qui.
Sono morta…
Scivolo sul sangue
mentre indietreggio, cado a terra e sento altri fruscii. Finalmente i
miei occhi si sono abituati al buio e posso vedere i loro, piccoli e
rossi, fissi su di me.
Non posso continuare
a guardare.
Non posso non posso
non posso…
Aspetto di sentire
qualcosa, delle mani che mi attanagliano o dei canini sulla mia
pelle, ma niente mi tocca.
I rumori nella
radura cessano per un attimo e poi un ringhio rimbomba fra gli
alberi. Apro gli occhi di scatto, i raggi della luna finalmente
penetrano le fronde e si riflettono sulla pelliccia dorata di un
licantropo. Si volta per un attimo verso di me, i suoi occhi di
quell’azzurro così chiaro da sembrare bianco sono
inconfondibili
per me: è Ryan.
Lilly
Beh,
direi che potete
essere fiere di noi: siamo in orario, Yeeeeeeeeee!
Paradossalmente
ho fatto
una fatica atroce a correggere Liza, forse perché
è un pezzo che è
abbastanza importante per lo sviluppo del suo personaggio.
Siamo
cattive e non
saprete la sorte di Gabriele, per ora… facciamo un toto
morte?
Vi
lascio con lo spoiler
del prossimo capitolo, a venerdì 17! (magari pubblico prima
o dopo…
scherzo, non credo alla sfiga: la mia gatta è tutta nera,
porta un
collare viola e si chiama Jinx) Volete riprovare a capire chi sta
parlando? Quelli di quello prima erano ovviamente Nath e Dan.
A
presto :*
Macchan
Eccoci
tornate,
assolutamente puntuali!!
E
in questo capitolo le
cose cominciano ad andare a quel paese!! Direi che mi dispiace, ma
non è così. Era super necessario
perché il nostro plot procedesse.
Speriamo
di aver catturato
la vostra attenzione con questo colpo di scena e ci risentiamo tra
due settimane. (i miei angoli, sempre molto lunghi... parlare
direttamente con le persone è un incubo per me, perdonatemi)
*SPOILER*
“Io
non c’entro niente
con questa storia.” ribadisce incrociando le braccia. I
vampiri
alle sue spalle ci guardano male ma lui sembra più che altro
preoccupato: “La frase del ragazzino può
significare mille altre
cose.”
“O
può significare che
state cercando di combinare qualcosa, anche se non capisco che
interesse avete nel rapire uno shadowhunter.” affermo,
muovendo la
penna nervosamente. È un grattacapo che di certo non ci
serviva e la
reazione che sicuramente avranno i genitori del ragazzo… per
l’Angelo, dopotutto se fosse successo a mia figlia
neanch’io
sarei riuscito ad agire diversamente.
“Non
abbiamo alcun
interesse infatti. Anche perché se anche avessi mai avuto
motivo di
voler uccidere un ragazzino che non conosco non lo avrei fatto in
modo così evidentemente colpevole. Avanti, non lo avrei
fatto
dissanguare da un branco di neonati che, per la cronaca, non ho
creato io.” ripete, alzando leggermente il tono.
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Capitolo 13 *** Non ci credo se non ci infilo il naso... (i miei titoli sono sempre peggio) ***
Dylan
Siamo
ormai tutti
nuovamente all'ingresso del parco ad aspettare che anche Lizbeth
torni qui, dato che è l’unica che ancora non ha
fatto rapporto,
quando l'istruttore Nightrose risponde in tutta fretta ad una
chiamata sul cellulare "Lizbie? Lo hai trovato?" chiede nel
secondo in cui si porta il cellulare all’orecchio ma la sua
espressione, prima speranzosa, si fa sempre più preoccupata
con il
proseguire del monologo dall'altro lato della linea.
"Dobbiamo
andare." è tutto ciò che dice prima di correre in
una
direzione che sembra portare nel punto più remoto del parco,
proprio
la zona che doveva controllare Liza. In pochi secondi stiamo tutti
correndogli dietro e, quando spuntiamo nella radura, la prima cosa
che mi si fissa nella mente è il sangue e mi blocco di colpo
davanti
a tutti quei corpi a terra, resi praticamente irriconoscibili dai
segni di artigli. Opera di un Licantropo senza dubbio. Anche gli
altri ragazzi sono bloccati davanti alla brutalità della
scena,
quasi tutti siamo passati dall'Accademia e, nonostante
l'addestramento, questo è il primo vero massacro a cui ci
troviamo
di fronte. Gli adulti, al contrario, non si fermano neanche per un
secondo: Jeremy raggiunge Lizbeth, seduta a terra vicino ad un
ragazzo biondo che riconosco come Ryan, il Licantropo che abbiamo
conosciuto ieri, sollevandola di peso e portandola via da qui senza
chiedere il permesso a nessuno, lasciando il direttore dell'Istituto
ed il proprio Parabatai ad occuparsi del resto.
"Il
ragazzino è
da questa parte." prende allora la parola Ryan, incamminandosi
in una direzione nel mezzo dei corpi. Non mi ero accorto di quanto
l'atmosfera si fosse fatta pesante prima che la sua voce mi
riscuotesse al punto da rimettermi in moto le gambe.
"Rimanete
qui,
ce ne occupiamo noi." la voce di Andrew è dura, ma il tono
preoccupato è ancora percepibile, quando pronuncia queste
parole. Io
e Mumi ci blocchiamo di scatto, avendo inconsciamente fatto qualche
passo nella direzione indicata dal Licantropo, e anche gli altri non
accennano un passo anche se sento dei sussurri alle mie spalle.
Restiamo a guardare mentre i tre adulti si chinano su un corpo per un
breve momento prima che il nostro istruttore si rimetta in piedi e ci
raggiunga, il corpo del ragazzino italiano tra le braccia,
mortalmente pallido: "Torniamo a casa, ha bisogno di cure"
É
soltanto quando
siamo quasi alle porte dell'Istituto che Gabe riapre gli occhi e lo
sento chiaramente pronunciare qualche parola, prima di perdere
nuovamente conoscenza: "Prendevano ordini…" le sue parole
rimangono nell’aria e tutto sembra bloccarsi.
Stephan
Il ragazzo davanti a me sembra così giovane, non
più vecchio di
Matt, eppure so dai file che è nato negli anni ‘20
e adesso è a
capo del clan di vampiri più grande di Londra.
“Io non c’entro niente con questa
storia.” ribadisce
incrociando le braccia. I vampiri alle sue spalle ci guardano male ma
lui sembra più che altro preoccupato: “La frase
del ragazzino può
significare mille altre cose.”
“O può significare che state cercando di combinare
qualcosa, anche
se non capisco che interesse avete nel rapire uno
shadowhunter.”
affermo, muovendo la penna nervosamente. È un grattacapo che
di
certo non ci serviva e la
reazione che sicuramente avranno i genitori del ragazzo…
per l’Angelo, dopotutto se succedesse qualcosa a Liza o a
Matt
neanch’io penso che riuscirei ad agire in modo razionale. Se
non
altro i vampiri sembrano desiderosi di collaborare e volevano
sicuramente evitare il coinvolgimento del Conclave anche se
è stato
inevitabile.
“Non abbiamo alcun interesse infatti. Anche perché
se anche avessi
mai avuto motivo per voler uccidere un ragazzino che non conosco, non
lo avrei fatto in modo così evidentemente colpevole. Avanti,
non lo
avrei fatto dissanguare da un branco di neonati che, per la cronaca,
non ho creato io.” ripete, alzando leggermente il tono.
Stringe i
pugni, l’unico segno che sta perdendo il controllo, e un
po’ lo
ammiro: quelle che gli stiamo rivolgendo sono accuse gravi e
nonostante tutto se la sta cavando egregiamente nel difendersi, anche
se non penso che basterà.
“Dubito però che potessero passare così
tanto inosservati al tuo
comando, altrimenti hai dei forti problemi con la
leadership… qui
leggo inoltre che sei stato visto nei dintorni dell’Istituto
più
di una volta nell’ultimo periodo.” affermo,
leggendo direttamente
dai rapporti delle pattuglie.
“Io stavo… controllando.” risponde
stringendo i denti e
guardando da un’altra parte. Non posso fare a meno di
guardarlo
sconvolto, cercando di capire cosa intende. Sto per domandare
spiegazioni quando la porta del santuario si apre di botto, andando a
sbattere contro il muro e facendo voltare tutti i presenti.
“Non può essere stato lui!” grida Matt,
afferrandosi poi le
ginocchia, cercando di riprendere fiato. Deve aver corso fino a qui
dalla camera di Liza che è nella ala più lontana
rispetto a questa
stanza.
“Matthew, questo non è il momento.”
sospiro, indicandolo con la
testa agli shadowhunters alle mie spalle che si muovono per portarlo
fuori. Ero a conoscenza di una qualche relazione, che non ho mai
voluto indagare a fondo, fra di loro ma non posso permettere alla
cosa di interferire con la mia indagine.
“No, devi ascoltarmi zio! Io so per certo che non era lui e
conosco
anche altre persone che potrebbero testimoniare! Chiama Robyn Alyz se
non mi credi!” afferma liberandosi dalla presa dei due che
gli si
erano avvicinati. Lo guardo un po’ stranito prima di
rispondergli:
“Scherzi, vero?” non posso già aver
perso l’unico sospettato.
Katerina
Io e
Lola andiamo
verso la cucina, senza veramente sapere cosa fare se non
chiacchierare e prendere confidenza con l’Istituto, le
lezioni per
oggi sono finite e ci hanno esonerato dalle pattuglie finché
non
capiscono cosa sta succedendo o non decidono cosa fare con noi.
Ci
blocchiamo di
scatto quando vediamo Emily che guarda all’interno della
stanza con
aria preoccupata senza accorgersi di noi. Prima che possiamo
chiederle cosa sta facendo ci pensa Muriel, arrivando
dall’altro
lato del corridoio con Lacey: “Cosa combinate?”
domanda infatti,
rivolgendosi a tutte noi.
“Noi
siamo appena
arrivate in realtà.” risponde per entrambe Lola e
io annuisco
senza quasi pensarci. Ora che siamo ferme qui da un po’ mi
sembra
di sentire un profumo delizioso provenire dalla cucina.
“Liza
sta facendo
dei dolci.” si decide allora a parlare la ragazzina polacca.
Appena
sentiamo questo, ci voltiamo tutte verso la porta come dei segugi in
cerca di una preda: la figlia dei padroni di casa ieri sera
è stata
riportata in Istituto in tutta fretta, con il ragazzino moribondo
subito dietro, da allora nessuno di noi l’aveva vista, ha
saltato
perfino le lezioni preferendo rimanere chiusa in camera sua.
“Pensate
che
possiamo chiederle qualcosa?” domanda Lola, la
curiosità che
permea la sua voce e, dopotutto, come biasimarla? Anche quelli di noi
che erano presenti alle ricerche non hanno avuto informazioni a
proposito di niente che riguardi ciò che chiamano
‘l’incidente’.
“Non
penso sia il
caso.” Andrew ci sorprende arrivando alle nostre spalle, non
l’avevo minimamente sentito. Continua a parlare avvicinandosi
alla
porta: “Penso che tutte voi abbiate cose migliori da fare,
piuttosto che stare qui impalate, perciò andate.”
conclude,
entrando e chiudendo la porta alle sue spalle.
Alice
"Signora
Nightrose?" quand sento una voce chiamarmi dalla porta,
trattengo a malapena un sorriso, questa ragazza è sempre
così
formale che parlarci mi diverte fin troppo.
"Alice,
Lacey,
chiamami Alice." continuo ad insistere, ma so che ci vorrà
un
sacco di tempo prima che smetta di darmi del lei.
"Si, mi
scusi.
Gabriele sta meglio?" sentendo la sua domanda, guardo verso il
letto in cui lo abbiamo messo al suo arrivo poche ore fa: ha
cominciato a riprendere un po' di colore in viso ma, nonostante
questo, è ancora spaventosamente pallido e la flebo di
sangue vicino
al letto fa ben poco per rassicurare riguardo le sue condizioni
generali.
"Onestamente,
non lo so. Non ho mai visto dei vampiri attaccare in questo
modo…"
affermo, quasi senza pensarci. Quando mi volto di nuovo a guardare la
ragazzina, mi accorgo dello sforzo che sta facendo per nascondere la
paura che sta provando e capisco che devo stare più attenta
a quello
che dico, questi ragazzi non hanno ancora visto la brutalità
del
mondo delle ombre, quello vero, non la versione ridotta davanti a cui
li mettono in Accademia.
"Capisco."
mi risponde dopo qualche istante, per poi continuare: "Penso che
andrò a dirlo agli altri, con permesso." e questa volta non
riesco proprio ad impedirmi del tutto di ridere, nonostante la brutta
situazione che ho per le mani. Se Lacey mi ha sentita, è
stata tanto
educata da fingere che non sia accaduto, mentre si richiudeva la
porta alle spalle.
Rimasta
sola,
rimuovo le medicazioni che coprono le ferite di Gabriele. Ancora non
mi fido a disegnarli un Iratze: non abbiamo mai avuto a che fare con
così tanti morsi tutti insieme perciò non so
quale effetto
collaterale potrebbe avere una chiusura rapida delle ferite. La
medicina mondana dovrà bastare, almeno per qualche giorno
finché
non si stabilizzerà un po’.
Mi siedo
nuovamente
vicino al suo letto, voglio essere presente se dovesse svegliarsi. I
ragazzi si sono offerti di effettuare qualche turno per me ma erano
così provati dalla serata, quando sono tornati, che non ho
trovato
la forza di affidargli anche questa responsabilità. Stephen
pensa
che non dovremmo essere troppo teneri ma rimangono soltanto dei
ragazzi, è così sbagliato volerli proteggere
almeno un po'?
Guardando Gabriele, mi rendo conto di quanto sia stato fortunato.
Nella sua sfortuna, mi correggo quando mi rendo conto del cinismo
dietro il mio stesso pensiero. Se lo avessero trovato soltanto pochi
minuti più tardi, per lui non avrei potuto fare niente ed
anche
così, non saprò per certo l'estensione dei danni
fino a che non
avrà ripreso conoscenza in modo da poterlo sottoporre ad
esami più
approfonditi.
Lilly
Ciao!
So
già che la
formattazione verrà da schifo ma per lo meno stiamo
continuando a
pubblicare in orario! Yeeeee
Ho
bisogno di positività
perché lunedì ho una cosa da fare che mi sta
facendo un po
panicare… ma non dico altro per scaramanzia, se volete
saperlo lo
dirò una volta che sarà passata…
Sto
guardando Coliandro in
questo momento perciò è meglio se chiudo e torno
a dargli
attenzione ^.^
A
presto :*
Ps.
La prima volta che
compaiono i prestavolto di Alice e Stephen!!!!!!!!
Macchan
Salve
gente, rieccoci qui
con il capitolo successivo.
Anche
se io non so bene
come faccia ad essere ancora sveglia e reattiva abbastanza da star
scrivendo questo angolo, dopo la giornataccia che ho avuto oggi..
Tra
notte insonne,
dentista e lavoro non so nemmeno più da che parte sono
girata.. (e
ho ancora la lingua FUCSIAAAAAAAAA) Giusto per rendervi partecipi dei
miei drammiXD
A
parte questo, spero
proprio che questo nuovo aggiornamento vi sia piaciuto!! Ci si rivede
il primo di Dicembre~
SPOILER
"Non
sembra sapere bene cosa dire, non davanti a tutte queste persone, e
vederlo incerto mi aiuta un poco a calmare i nervi "Potete
continuare senza di me, per un po'?" pongo la domanda soltanto
per sembrare educato, ma in verità non mi interessa molto la
risposta che avevano intenzione di darmi: appena ho finito di parlare
già ho iniziato ad allontarmi dal gruppo.
Li
sento borbottare, sicuramente scontenti da quella che stanno
reputando una diserzione, ma continuo a camminare.
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