Il Lupo e il Kraken

di QueenManga907
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Partenza ***
Capitolo 2: *** Capitale dei Sette Regni ***
Capitolo 3: *** Incontro ***
Capitolo 4: *** Presentazioni poco amichevoli ***
Capitolo 5: *** Istinti omicidi ***
Capitolo 6: *** Mai giudicare un libro dalla copertina ***
Capitolo 7: *** Tutta colpa dell'idromele ***
Capitolo 8: *** Forse il passato è come un'ancora che ci trattiene ***
Capitolo 9: *** Nuove sensazioni ***
Capitolo 10: *** Gratitudine ***
Capitolo 11: *** Perdizione ***
Capitolo 12: *** Dialoghi ***
Capitolo 13: *** Cambio di programma ***
Capitolo 14: *** Che i giochi abbiano inizio. ***
Capitolo 15: *** Problematiche ***
Capitolo 16: *** Malcelate gelosie ***
Capitolo 17: *** Eventi inaspettati ***
Capitolo 18: *** Matrimonio. ***
Capitolo 19: *** Verità ***
Capitolo 20: *** Salvataggio ***
Capitolo 21: *** Destino ***



Capitolo 1
*** Partenza ***


Località: Nord, Grande Inverno. Il Parco degli Dèi di Grande Inverno, nel Nord, è un ombroso luogo primordiale con tre acri di foresta rimasta vergine per diecimila anni. Vi crescono alberi-sentinella, pini-soldato, querce, alberi del legno, frassini e biancospino. Al centro dell’area, si trova un piccolo, gelido stagno oscuro sovrastato da un secolare Albero del Cuore. L’albero-diga ha corteccia bianca come ossa e foglie d’un rosso scuro, simili a mani insanguinate. Nel tronco è intagliato un lungo viso malinconico, i cui occhi, profonde cavità rosseggianti, piangono linfa asciutta. Quel volto lacrimante è osservato da qualcuno, da circa un quarto d'ora. Un giovane ragazzo dai corti capelli corvini e con occhi color ghiaccio, vestito con abiti pesanti tendenti al colore del cielo, che in quel momento era grigio, coperto completamente dalle nuvole che rilasciavano fiocchi candidi e leggeri come piume. La sua espressione era indecifrabile. In quel momento ripensava alle vecchie storie sugli alberi-diga, che la balia era solita raccontargli quando era bambino; non aveva mai dato troppo peso a quelle leggende, lui era troppo sveglio per la sua età per credere a vecchie storie che avevano lo scopo di spaventare i più piccoli e renderli più docili. Il parco degli Dei quel pomeriggio era silenzioso come sempre, nessuno, nemmeno la servitù passava da quelle parti, anche solo per una breve preghiera; quel luogo in un certo senso provocava inquietudine, ma non a lui. Non a caso, quello era il suo posto preferito, dove si rifugiava per leggere o per stare da solo quando non voleva gente attorno, le persone che conoscevano quel suo nascondiglio erano davvero poche, infatti non fu sorpreso quando uno di loro lo trovò: quel servitore, o meglio, il suo amico, si chiamava Penguin, e si conoscevano fin da quando erano piccoli. I suoi genitori lavoravano come servitori a Grande Inverno, e lui gli fu affidato come servo personale, ma non lo aveva mai trattato come tale; tra loro era nata una grande amicizia e intesa, era un ragazzo molto allegro e solare, tutto il suo contrario. Lui, il primogenito della sua casata era freddo e distaccato, razionale e per niente propenso alla conversazione non necessaria. Era molto intelligente e astuto, con un pizzico di malizia. Penguin, che lo conosceva bene, avrebbe aggiunto altri particolari sul suo carattere, che solo lui conosceva. Law all'apparenza poteva apparire educato e gentile, ma quella era solo una facciata. Era una persona molto cinica, oltre che sadica oltre modo, con una passione viscerale per lo studio sul corpo umano, cosa molto insolita per un lord; insomma era un bel tipo. Fu strappato ai suoi pensieri dalla voce del suo servitore, che gli si avvicinava lentamente, fino a portarsi al suo fianco:

<< Mio Lord, vi stavo cercando >>.

<< Penguin ti avrò detto un milione di volte di chiamarmi con il mio nome, te lo avevo concesso sin da quando eravamo piccoli ricordi? >>

<< Certo che me lo ricordo, è solo che vostro padre mi ha rimproverato per questo fatto, quindi preferirei evitare che la cosa si ripeta >>

<< Mio padre non è qui, ci siamo solo noi due quindi puoi stare tranquillo. Ad ogni modo cosa dovevi dirmi? spero non sia la solita questione >> si voltò verso di lui, con un'espressione scocciata: sapeva già cosa era venuto a dirgli il suo amico, e francamente, ne aveva le palle piene.
Penguin intuendo i suoi pensieri sbuffò divertito;

<< Lo so che la faccenda vi pesa molto, ma non potete opporvi al matrimonio che vi è stato imposto da vostro padre; provate a guardarla da un'altra prospettiva meno tragica >>

<< Impresa ardua, dovrei far finta di nulla sposando una donna che nemmeno conosco ed esserne felice, solo per poter accontentare la mia famiglia? ti assicuro che ci sto provando ma..sai anche tu che non sono un figlio obbediente >> No non lo era, per niente.

<< Non potete andare contro vostro padre, lo sapete bene >>
<< Lo so perfettamente, ma preferirei di gran lunga essere spedito alla barriera, meglio essere un Guardiano della Notte che un Lord, avrei meno rotture >>
Il servitore rise, quelle parole se l'era aspettate dal suo Lord e amico.

<< Immagino, ad ogni modo sono venuto a dirvi che domani mattina presto dovrete partire per recarvi ad Approdo del Re, lì si terrà l'incontro con la vostra futura moglie e la sua famiglia >>. A quelle parole il moro portò gli occhi al cielo e sbuffò sonoramente, per poi riportare lo sguardo sul ragazzo di fronte a lui;
<< Non capisco questa poi..andare fino a quella città di matti, solo perchè mia sorella minore si è sposata con un membro della casata Lannister, di cui suo padre è il regnante dei sette regni, uno svitato ( con una stramba pelliccia di piume rosa) che ha deciso che questo ridicolo incontro si tenga lì, davvero assurdo >> A volte il destino sa essere veramente stronzo.

<< Che dire, Lannister, Stark e Greyjoy riuniti al castello del re...sarà un interessante incontro. Ad ogni modo non dovreste essere così pessimista: magari la vostra fidanzata è bella e intelligente...alla fine potreste anche innamorarvi >>. Law inarcò un sopracciglio. Lui innamorarsi? era più probabile che gli estranei attraversassero la barriera, sempre che simili creature esistessero. Questo matrimonio non era stato organizzato per essere un'unione d'amore, ma di interessi politici e militari. Suo padre mirava sicuramente ad avere dalla sua parte la flotta di ferro dei Greyjoy, e quale occasione migliore se non far sposare il suo infelice figlio con una di loro? un vero schifo. Sospirò rassegnato. Con le buone o con le cattive, suo padre sarebbe riuscito a forzarlo quindi perchè complicarsi ulteriormente l'esistenza?

<< Meglio iniziare a preparare il necessario per il viaggio, ci vorranno 3 giorni per arrivare a destinazione, quindi meglio muoversi >>. Seguito dal suo servitore si avviò verso l'interno; avrebbe passato un'altra nottata insonne e si sarebbe svegliato con le occhiaie più marcate del solito. Sperò che almeno questo avrebbe disturbato la sua futura moglie, evitando in qualche modo quella unione forzata. E ci sperò davvero.

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Capitolo 2
*** Capitale dei Sette Regni ***


Arrivammo ad Approdo del Re dopo appena due giorni; e io che speravo non arrivassimo mai..Per tutto il viaggio ero rimasto nella carrozza a sonnecchiare o a chiacchierare con Penguin nella speranza di non pensare troppo alla mia condann-..al mio incontro con quella che sarebbe diventata mia moglie. Speravo almeno in una imboscata da parte di un gruppo di banditi, ma la calma aveva regnato indiscussa in quei giorni.  Come se non bastasse Penguin si divertiva a stuzzicarmi; continuava a parlare di quando si sarebbe tenuta la cerimonia al Grande Tempio, del banchetto che sarebbe seguito e infine...della prima notte di nozze. " Penguin, perchè non vai a giocare a mosca-cieca con gli estranei invece di scassarmi"? Lui per tutta risposta aveva riso ancora di più, non c'era modo di farlo stare zitto, o di offenderlo veramente: prendeva tutto alla leggera, che ragazzo spensierato..ma non lo invidiavo per nulla.  Dopo nemmeno 15 minuti tornò a premere su quello stupido argomento; 

<< Non siete nemmeno un pò agitato per la vostra imminente notte di nozze? io al vostro posto sarei emozionato! >>

<< Allora perchè non prendi il mio posto? te ne sarei molto grato >>  Non era impaziente per quello, anzi, se avesse potuto lo avrebbe evitato: detestava le donne, e ancor di più il contatto fisico..ma suo padre era stato chiaro anche su questo; era necessario per poter dare a sua moglie e alla sua casata un erede che avrebbe regnato dopo di lui. Un argomento che lo annoiava terribilmente. C'era anche sua sorella Lamy, anche lei avrebbe avuto dei figli dall'uomo che aveva sposato un paio di anni fa, quindi...perchè rompere le palle solo a lui? semplice: essendo il primogenito, oltre che maschio, lui aveva più responsabilità..tra cui quella di avere dei discendenti che avrebbero ereditato Grande Inverno alla sua morte. Meglio tirare le cuoia sulla barriera, sarebbe stato un destino più magnanimo. Notò solo ora che Penguin aveva la testa fuori dalla carrozza, forse stava parlando con chi guidava i cavalli, infatti rientrò dentro in un istante, con un volto che esprimeva sia gioia e che...compatimento?  sapeva già cosa stava per dirgli...ebbe la tentazione di tapparsi le orecchie per non udire quelle parole che mai avrebbe voluto sentire, specie negli ultimi giorni.

<< Siamo giunti a destinazione! siamo arrivati nella capitale dei sette regni, non siete felice? >> "che stronzetto" pensò Law.

<< Penguin..se non la pianti giuro che stanotte ti faccio dormire nelle stalle..e non sto scherzando. >> Il servitore a quelle parole sudò freddo: quando il suo amico assumeva quello sguardo da "ti apro in due mentre sei cosciente" non c'era da scherzare..si rischiava la vita. Appena la carrozza si fermò i due passeggeri uscirono, venendo investiti dalla fioca luce del tramonto, che donava al cielo sfumature arancioni e rosse, con qualche nuvola sparsa qua e là; erano arrivati nel tardo pomeriggio, e molto presto la sera sarebbe arrivata, senza che loro se ne accorgessero. Vennero accolti da un soldato della guardia cittadina, che dopo un breve inchino in direzione del moro parlò:

<< Lord Stark, è un onore avervi qui! vi do il benvenuto ad Approdo del Re; spero che il viaggio sia stato gradevole, il nostro sovrano vi attendeva con ansia >> chi? quel maniaco vestito di rosa? che andasse pure al diavolo, pensò il ragazzo. Dopo il "caloroso benvenuto" furono accompagnati al castello, scortati dalle guardie del re; la mattina seguente, dopo aver fatto colazione, si sarebbero diretti alla sala del trono. Penguin fu spedito negli alloggi dei servitori, mentre a lui toccò una stanza destinata agli ospiti "importanti", si notava dal lusso che lo circondava. Non era mai stato un grande amante della ricchezza e degli eccessi, casa sua era modesta e lui era cresciuto, per quanto fosse stato possibile, nella convinzione che i soldi non ti rendevano diverso dalla gente comune. Si buttò nel letto a baldacchino, nella speranza di prendere subito sonno, cosa ardua visto che solitamente verso quell'ora era solito leggere o chiacchierare con il suo amico. Domani sarebbe stata una giornata di merda, se lo sentiva, ma, per il bene della casata doveva apparire al meglio..quindi...si mise a contare le pecore fino a quando il sonno non arrivò. 5871 pecore. Fu svegliato da un raggio di sole che penetrò attraverso la tenda color porpora della stanza, che gli arrivò esattamente in mezzo agli occhi. Sbuffò infastidito, mettendosi lentamente a sedere. Che ore erano? non ebbe tempo di capirlo in quanto sentì bussare alla sua porta. Penguin entrò dopo il suo consenso; sfoggiò un largo sorriso a trentadue denti, che Law aveva imparato a riconoscere nel corso degli anni. Aveva voglia di sfottere, il bastardo. Infatti non gli diede tempo di aprire la bocca: 

<< Giuro sui sette Dei, che se provi a dire qualcosa di stupido ti faccio decapitare davanti al Tempio >> Il suo amico recepì il messaggio, ma non perse il suo sorriso. Gli aveva portato la colazione, anche se aveva lo stomaco chiuso; mangiò qualche frutto e bevve un sorso di latte. Intanto fu aiutato a vestirsi, anche se preferiva farlo da solo, ma il suo amico era testardo, quindi niente da fare. Finalmente era pronto: fu accompagnato da una guardia nella sala del trono, con Penguin che lo seguiva. L'agitazione iniziò a farsi sentire..non si capacitava ancora della situazione in cui si trovava, e fu tentato di voltarsi e correre verso le stalle, prendere un cavallo e tornare a casa. E poi, solo poi subire l'ira di suo padre. Arrivarono davanti a un enorme portone, decorato interamente di oro e argento, che fu spalancato da due guardie.

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Capitolo 3
*** Incontro ***


La prima cosa che notò nella grande sala fu il trono, situato su di una piattaforma sopraelevata: una mostruosità asimmetrica composta di bordi taglienti, estremità acuminate e metallo attorcigliato, sicuramente scomodo e lo schienale, dentellato di rostri d'acciaio, rendeva impossibile appoggiarsi. Aveva sentito dire che il sovrano che lo aveva ideato aveva sostenuto che un re non dovrebbe mai sedere comodamente; inoltre tutti coloro che vi si erano seduti si erano feriti a causa delle lame delle spade fuse. ai piedi del trono era presente il primo cavaliere del re, un tipo molto alto, con l'armatura dorata dei Lannister; aveva corti capelli neri e..un pezzo di pane sulla guancia? rabbrividì a quella visione ( per il pane s'intende ). Poco lontano dai lui c'era un gruppetto di persone : tre fanciulle, di cui una doveva essere la sua promessa sposa; erano tutte vestite con abiti sgargianti e preziosi: quella con i capelli rossi indossava un abito rosso e arancione adornato da vari gioielli e pietre, quella con i capelli mori aveva un lungo abito viola, e le braccia coperte di bracciali dorati e argentati, infine quella con i capelli rosa aveva un abito verde e bianco con qualche rouches e al collo un medaglione che simboleggiava un kraken; quindi non capì chi fosse la " fortunata " ma se non altro erano tutte belle ( non che gliene importasse veramente). C'erano anche due uomini: uno era muscoloso, dalla pelle di colorito pallido, con dei capelli color rosso acceso,e i suoi occhi erano di una tonalità rosso scuro circondati entrambi da un tratto circolare nero, in più anche delle labbra color viola scuro, un naso particolarmente appuntito e sottile. Indossava un cappotto di pelliccia marrone rossiccio adornato con delle borchie sulle spalle, e dei pantaloni neri coperti da macchie gialle di varie dimensioni che terminavano con frange di colore rosso che coprono anche parte degli stivali. Che gusti di merda. L'altro individuo che parlava con lui era ancora più strambo: un uomo magro con i capelli lunghi e biondi che raggiungono i fianchi, e una maschera di legno colore bianco e blu chiaro con numerosi buchi che gli nasconde completamente il volto. Il vestiario era semplice, quindi doveva trattarsi di un servitore. Sugli avambracci portava due elementi di metallo, ma il loro utilizzo restava ignoto. Mentre si avviava verso quella combriccola sentì dietro di sè il portone che si chiudeva; i suoi passi e quelli di Penguin risuonavano nella grande sala, attirando l'attenzione del tizio con la maschera che fece notare la loro presenza al resto del gruppo che si voltò verso di loro. Quando furono di fronte a loro calò uno strano silenzio, ci fù una lunga battaglia di sguardi, ognuno analizzava chi aveva davanti senza aprire bocca. Law li scrutò uno per uno, fino a incrociare uno sguardo color rosso scuro, che lo osservava in cagnesco. Quella espressione gliene fece assumere una quasi altezzosa, lui non temeva nessuno, nemmeno quel pel di carota, che evidentemente si era accorto dello sguardo che aveva assunto, visto che rispose con un ghigno provocatorio. Già gli stava sulle palle, e sperò che non fosse imparentato con sua moglie. L'atmosfera imbarazzante fu rotta da una risata, che risuonò inquietante per tutta la sala, richiamando l'attenzione di tutti che si focalizzò proprio sul trono che, fino a pochi attimi fa, era vuoto. Visto che indossava uno strano cappotto rosa di piume, non ci volle molto a capire chi fosse, anche perchè solo una persona poteva sedersi sul trono, ma il capotto rendeva meglio. Doflamingo Lannister, sovrano dei sette regni, primo del suo nome, protettore del reame, re degli Andali e dei Primi Uomini. Se ne stava ad osservare il gruppetto con aria divertita, forse avvertendo la tensione, e decise di fare gli onori di casa:

<< Benvenuti, miei cari ospiti..vi aspettavo con impazienza >> li guardò uno ad uno, fino a quando non posò gli occhi anche su Law: gli venne la pelle d'oca a quello sguardo, era diverso da quello con cui aveva guardato gli altri, era molto più pressante. Ma forse era solo la sua immaginazione. Non era la prima volta che incontrava il sovrano: quando aveva 10 anni la sua famiglia lo portò alla capitale per presentare lui e sua sorella alla corte, e ciò che gli rimase impresso fu quell'ammasso di piume rosa sulla schiena del re, oltre che la sua espressione quasi maniacale. Ora aveva 18 anni, ma nonostante fosse passato tutto quel tempo quel volto era rimasto lo stesso. Insieme agli altri ospiti si spostarono al centro della sala, proprio davanti al trono, e fecero tutti un breve inchino: i servitori rimasero più dietro rispetto ai loro signori, ovvero Penguin, l'uomo con i capelli biondi e le due ragazze con i capelli rossi e mori.

<< Viste le imminenti nozze tra la casata Stark e la casata Greyjoy, ho pensato fosse più opportuno che la cerimonia si tenesse qui nella capitale di Westeros. Ho voluto farvi questo regalo in quanto sono molto amico della casata del metalupo, e spero di diventarlo anche con quella del kraken >>.

Law alzò impercettibilmente un sopracciglio: amico della sua casata? e da quando poi? suo padre non aveva mai accennato al suo nome o ad un'alleanza con i Lannister, qualcosa non gli tornava. Ma non ebbe tempo di pensare ad altro perchè davanti a lui gli si parò la ragazza con i capelli rosa; Law notò solo ora che aveva gli occhi di un viola particolare e un cerchietto dorato sotto un occhio. La fanciulla gli sorrise e fece un breve inchino:

<< Lord Stark, è un onore conoscervi..mi presento sono Bonney Greyjoy, la vostra futura sposa >>

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Capitolo 4
*** Presentazioni poco amichevoli ***


Cercando di tenere a freno pensieri di natura puramente cinica, e ricordandosi delle lezioni che, se così era giusto chiamarle,  Penguin gli aveva gentilmente dato su come comportarsi con le ragazze, ma sapeva che l'altro lo aveva fatto solo per prenderlo per il culo. Sperò che almeno qualcosa gli sarebbe tornata utile. Cercando di sorridere il più cordialmente possibile, il giovane Stark  prese delicatamente la mano della donna di fronte a lui e la baciò; fu un contatto quasi impercettibile, ma fu abbastanza da provocargli un conato di vomito. E sapeva bene che il suo servitore stava ridendo sotto i baffi.

<< Mia Lady, è per me un onore fare la vostra conoscenza, il mio nome è Law Stark, erede della casata Stark, e devo complimentarvi per la vostra bellezza, siete raggiante >>

Penguin intanto, se ne stava a guardare la scena a una discreta distanza, insieme agli altri servitori. Stava facendo uno sforzo immane per non scoppiare a ridere, mordendosi la lingua, anche se aveva gli occhi lucidi,e temeva che le  lacrime sarebbero sfuggite al suo controllo. Fu distolto dai suoi sforzi, grazie agli Dei, dalla voce delle due serve che gli stavano accanto, che probabilmente dovevano essere le accompagnatrici della Greyjoy.

<< Devo dire che Bonney è stata proprio fortunata, è davvero carino il suo promesso sposo, ed è pure educato, che invidia! >> disse a bassa voce la rossa, che parlava rivolta alla ragazza dai capelli neri;

<< Non solo, è anche l'erede di una delle casate maggiori, è davvero un buon partito..tu che ne pensi Killer? >> a sentire quel nome Penguin alzò un sopracciglio: che razza di nome era quello? forse  un soprannome. Con lo sguardo cercò la persona a cui si era rivolta la mora, constatando che il giovane in questione fosse il tipo biondo con la maschera.

<< Non mi interessa, secondo me è un'altro di quei principini viziati che si credono importanti solo per le loro origini, ma spero per il suo bene che tratterà Bonney con il dovuto rispetto, se non vuole incombere nell'ira di suo fratello minore >> Penguin istintivamente spostò lo sguardo in avanti, notando un'altra figura che, fino a pochi minuti fa aveva ignorato, anche se si trovava vicino a Law, il tipo con i capelli rossi. Un altro servitore?  ma perchè si trovava lì e non vicino a loro, e il biondo con la maschera era un altro accompagnatore della Lady? Bonney, visibilmente felice della reazione dello Stark ( povera ingenua) si voltò verso l'individuo che gli stava dietro, e con un gesto della mano, lo invitò ad avvicinarsi a loro. Il colosso di due metri, con i capelli color fuoco, non si fece pregare, anche se sembrava poco propenso a unirsi ai due.

<< Lord Stark vi presento mio fratello minore Greyjoy Kidd, mi ha accompagnato insieme al suo servitore, e resterà fino al termine delle nozze, dopo farà ritorno alle isole di Ferro. >>

Law alzò la mano, cercando di essere il più amichevole possibile, con l'intento di stringerla con quella del rosso, che però gli riservò uno sguardo alla " non toccarmi plebeo" , ma , evidentemente incoraggiato dallo sguardo minaccioso della sorella, afferrò la mano dello Stark;

<< Sono felice di fare la vostra conoscenza, cognatino >> dicendolo gli riservò un sorriso sarcastico, visto e considerando che quell'energumeno non aveva fatto altro che riservargli occhiatacce da quando era entrato nella sala del trono, una piccola rivincita. Il rosso restò basito da quelle parole; se qualcuno avesse osato rivolgergli un tale affronto nel suo territorio, lo avrebbe lanciato sugli scogli, dopo averlo accuratamente pestato di botte.

<< Il piacere è mio, Stark >> Stritolò la mano del moro in una morsa dolorosa, per fargli capire che doveva abbassare la cresta. Ma quest'ultimo non si fece sopraffare e di rimando strinse la presa ancor di più. Intanto gli altri nella stanza percepirono aria di guerra; tra quei due aleggiava una nube nera che annunciava morte da tutte le parti. Deciso a spezzare quell'atmosfera non proprio allegra, il sovrano, che aveva assistito alla scena, fece battere le mani, attirando l'attenzione di tutti; 

<< Bene, ora che le presentazioni sono stante fatte, sicuramente i due promessi sposi vorranno del tempo per conoscersi un pò meglio, prima della cerimonia che si terrà al grande Tempio tra circa 3 settimane, quindi vi lascio liberi di scorrazzare per il castello anche senza i vostri accompagnatori >>

Ma quelle parole non piacquero al rosso << Non ho intenzione di lasciare mia sorella sola con un perfetto sconosciuto >>

 << Cosa c'è? hai paura che possa violentare lady Bonney? non ti facevo un fratello così premuroso >> rispose sarcastico il moro.

<< Bada a come parli impiastro, se non vuoi che io...>> 

<< Che tu cosa, capelli rossi? non sforzare quell'unico neurone che hai a disposizione, potrebbe servirti in futuro >>

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Capitolo 5
*** Istinti omicidi ***


Erano passati due giorni da quando Law e Penguin erano arrivati ad Approdo del Re, e il giovane Stark aveva finalmente incontrato la sua futura sposa, insieme al suo "allegro fratellino pel di carota  muori male" come lo aveva soprannominato il giovane lupo. Subito dopo essere stati congedati dal re i due promessi sposi si erano recati presso il giardino del castello, un luogo talmente curato e fiorito da sembrare una foresta incantata, insomma un luogo adatto per una passeggiata romantica. 
                                                                                                 

 << Mio Lord, sono curiosa di conoscervi meglio, quali sono i vostri interessi?  >>

Law evitò di raccontarle del suo curiosare dentro corpi di persone decedute, affondando le mani nelle membra ormai fredde per analizzarle e toccarle, o delle sue giornate a leggere interi tomi di anatomia umana, o della sua grande capacità di far saltar i nervi a chiunque avesse di fronte, o al suo intimidire con il suo sorriso da tristo mietitore...cosa raccontarle?

<< Beh..mi piacciono molto gli animali: a Grande Inverno ho un metalupo bianco, si chiama Bepo. Adoro la lettura, sopratutto i tomi su...ehm..sulla storia dei sette regni ( ma in quale universo?!)  e poi..mi piace allenarmi con la spada. >>

<< Sapete maneggiare una spada? non potevo aspettarmi niente di meno da voi mio Lord; anche io adoro gli animali, quando saremo sposati e verrò con voi a Grande Inverno sarò felice di conoscere il vostro metalupo. >>

Law sperò di aver sentiro male. Nessuno. NESSUNO era autorizzato a toccare Bepo, chi ci provava si ritrovava con un viaggio di sola andata nei sotterrai della sua casa e per essere più precisi nel suo laboratorio, e chi ci era finito credeva di essere all'inferno: e lui era il demonio. Nemmeno quella sciacquetta avrebbe avuto l'autorizzazione per toccare il suo amato Bepo: per Law contavano solo lui e Penguin, il resto poteva andare a farsi bruciare dall'altofuoco.

<< E voi ? quali interessi avete? >>

Bonney sorrise leggermente. Che nausea..

<<  Amo molto fare passeggiate lungo la spiaggia, mi piace suonare..bla bla bla bla...>>

Law ormai nemmeno più la stava a sentire, aveva pensieri più importanti per la testa, tipo...quale colore starebbe meglio alle tende della sua stanza? forse il blu notte. Il filo dei suoi pensieri fu interrotto  dall'arrivo di una delle serve della rosa, quella con i capelli neri e il vestito viola. Fece un breve inchino verso entrambi e si scusò per aver interrotto la loro passeggiata ( qualche Dio evidentemente provava pietà per lui, quindi misericordiosamente aveva interrotto quella lenta agonia, manco avesse un veleno che gli scorreva lento nelle vene, in attesa di arrestargli per sempre il cuore ). La serva sussurrò qualcosa nell'orecchio della sua lady che sgranò gli occhi all'inverosimile e fissò un punto indefinito con sguardo vitreo. Quella si che era un'espressione soave, talmente tanto che per poco il giovane lupo non assunse un sorriso di pura depravazione, ma si controllò. La lady si ridestò improvvisamente, come se si fosse svegliata da un lungo letargo, si voltò verso Law e gli fece un altro di quei sorrisi  sdolcinati che piacevano a lui ( ma anche no).       

 
<< Mio Lord, vi chiedo umilmente di perdonarmi ma devo momentaneamente assentarmi da voi, per una questione piuttosto ....urgente!  >>

 <<  Nessun problema mia signora, vi attenderò con ansia ( spero che uscendo da qui ti investa una carrozza). >>

Dopo che le due si furono dileguate, Law alzò gli occhi al cielo del tutto privo di nuvole, congiunse le mani sussurrando un "grazie". Una risata mal trattenuta attirò la sua attenzione; appoggiato a una colonna qualcuno aveva assistito alla scena, e che scena!

 
<< Eravate talmente carini insieme, tu e la lady, siete la coppia dell'anno...puahahahhahhah! >>

Una vena cominciò a pulsare sulla tempia del giovane Stark, segno che qualcuno si sarebbe trovato a nuotare in una pozza di sangue,e non sarebbe stato lui.

<< Tu invece faresti bella coppia con uno dei cadaveri che conservo nella cantina del castello, uno accanto all'altro...sul mio tavolo da laboratorio.>>

Penguin alzò le mani in segno di resa, meglio non tirare troppo la corda quando Law era particolarmente nervoso. Deciso a non rimanere lì per aspettare il ritorno di "quella" si avviò con il suo amico in un'altra zona del giardino, deciso ad allontanarsi il più possibile. I fiori che inondavano il prato, poco a poco diventarono delle piccole chiazze colorate sul verde, fino a scomparire, e l'erba fu sostituita dalla semplice terra; si guardarono meglio intorno, cercando di capire in che zona fossero capitati; a giudicare dalla quantità di armi, armature e uomini che si azzuffavano brandendo qualcosa o meno, Penguin capì che si trovavano in quella che doveva essere una zona combattimenti/allenamenti. Anche a Grande inverno c'era, ma non era enorme come quella. Law lo capì ancor prima del suo amico che tipo di attività si facessero in quello spazio: fin da bambino suo padre lo aveva costretto a stare ore e ore ad addestrarsi nell'arte della spada, con la pioggia, con il fango, la neve ecc... quanto lo aveva odiato per quello. Il suo maestro lo aveva sempre incoraggiato, dicendogli che aveva una grande attitudine nel combattimento, ed era sicuramente vero, ma quell'attività la riteneva necessaria solo per pararsi il culo in caso di attacco nemico. Il suo flashback fu interrotto da un gruppetto di cavalieri, o quello che erano, che se ne stavano attorno ad una frazione di terreno verso il centro, ed esultavano verso qualcosa, o qualcuno. Gli schiamazzi erano talmente forti che gli provocarono un gran mal di testa, e un drastico aumento del suo istinto omicida, così si incamminò, seguito da Penguin verso la fonte di tutto quel macello, e facendosi spazio tra quelle zucche vuote, si trovò davanti il motivo di tanto fragore.

Intanto in un'altra ala del castello, più precisamente nelle cucine reali....una giovane dai capelli rosa si abbuffava fino alla morte con tutte le leccornie che erano presenti sul lungo bancone di legno, come se ne andasse della sua stessa vita;

<< Che bontà! non vedevo l'ora di poter finalmente mettere qualcosa sotto i denti! altra carne!! >>

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Capitolo 6
*** Mai giudicare un libro dalla copertina ***


Law doveva aspettarselo dopotutto; chi poteva causare tutto quel trambusto se non il suo rosso cognatino affetto da palese ritardo mentale? ( secondo la sua veloce diagnosi ). Il suddetto se ne stava al centro della cerchia formata da una decina di soldati, tenuti a debita distanza, a dare spettacolo brandendo una spada e umiliando  quella che sembrava una semplice recluta, mentre il suo inquietante servitore con la maschera se ne stava da una parte ad assistere con le braccia incrociate. Il rosso continuava a sghignazzare e a colpire con l'elsa lo scudo in legno brandito con entrambe le mani da quel malconcio ragazzotto che tentava, piuttosto malamente, di parare  i colpi che riceveva cercando di non affondare con i piedi nel fango, o di finire con la faccia a terra. Un colpo particolarmente potente lo costrinse ad appoggiare un ginocchio tra la melma e, mentre cercava di riprendere fiato spostando lo sguardo verso il basso non riuscì a vedere il fendente che lo colpì di striscio al volto, procurandogli  una lunga striscia rossa, che prese a sanguinare nel giro di pochi istanti, macchiandogli il colletto della cotta di maglia; non fece nemmno in tempo ad alzare lo sguardo che gli arrivò un sonoro calcio sullo sterno che gli fece perdere l'equilibrio, facendolo rovinare a terra. Kidd  visibilmente soddisfatto, si voltò verso la folla, e aprì le braccia per farsi ammirare;

 << Che ne dite branco di signorinelle? nessuno può battermi con la spada! sono invincibile! >>

E mentre i soldati applaudivano e si complimentavano per la maestria del lord ( anche se era sembrata semplice forza bruta), il rosso si voltò verso Killer, anche se sapeva che pavoneggiarsi di fronte a lui non gli avrebbe procurato nessuna adulazione da parte del suo servitore, ma d'altra parte lo preferiva; quegli inutili soldati da due soldi sapevano di non poter competere con lui, quindi gli leccavano il culo come meglio potevano, per non essere scelti come sacchi da box com'era capitato al ragazzo ora riverso nel fango, ancora stordito. Notò improvvisamente Killer irrigidirsi, e istintivamente voltò il volto dalla parte opposta, trovandosi la lama di una spada a pochi centimetri dal collo;


<< Non dovresti distrarti cosi facilmente, se fossimo stati nel bel mezzo di una battaglia ti avrei mozzato la testa con un taglio netto, e tu ti saresti ritrovato all'altro mondo senza nemmeno rendertene conto >>.

Di fronte a lui, distante di pochi passi, c'era quello spocchioso mingherlino, che gli punatava la spada con un sorrisino sarcastico che gli dipingeva quella faccia da schiaffi che si ritrovava; o era molto coraggioso, oppure molto idiota. Spostò la traiettoria della sua spada usando la sua, e la puntò verso l'altro che aveva indietreggiato di due passi.

<< Guarda guarda chi abbiamo qui, avevo proprio voglia di pestare qualcuno...sei arrivato al momento giusto stronzetto >>

<< Non rallegrarti troppo, potrebbe nuocere alla poca sanità 
mentale che ti ritrovi >>

<< Chiudi quella fogna pezzente, ti ritroverai col culo nella merda ancor prima di riuscire a  colpirmi >>

<< Come vuoi tu, principessa >>

Kidd scattò con la lama sguainata e con le palle piene di sentirsi insultare da quel microbo, lo avrebbe steso con un solo colpo e lo avrebbe sfigurato con la sua lama, chi lo sa..magari poteva anche migliorargli quella faccia da culo che aveva. Quando fu ad un soffio dal suo bersaglio, questo lo deviò con uno scatto portandosi alle sue spalle e dandogli un colpetto sulla nuca con la mano , come a volergli dire " sono dietro di te somaro". Il rosso, basito da quella mossa fin troppo agile, fece una giravolta su se stesso facendo ruotare la lama, mancando ancora il bersaglio che si abbassò, tagliandogli solo qualche capello. Tuttavia il contro attacco di Kidd fu immediato : con l'altra mano libera gli assestò un pugno sulla guancia, che fece retrocedere Law di qualche passo. Il moro sentì il volto che pulsava dolorosamente. 


<< Allora!? non fai più il coglione eh? te l'ho detto che ti avrei conciato per le feste >>

Law con il dorso della mano si tastò velocemente la zona colpita e fece una smorfia di pura derisione;

<< Sai solamente colpirmi con pugni e calci? avevo intuito che fossi un animale senza uno straccio di allenamento..e quello lo chiami colpire? mi hai fatto il solletico bestione >> 

Kidd alzò un sopracciglio con fare divertito; si sarebbe aspettato che il moro sarebbe andato, come minimo, in coma dopo aver subito un suo gancio, e invece...eccolo là, ancora cosciente che lo prende per il culo. Di solito i suoi avversari o svenivano o si arrendevano quando subivano i suoi colpi, era sempre andata così quando era ancora nelle isole di ferro, l'unica eccezione era stata Killer, che si allenava sempre con lui; ora invece aveva evidentemente qualcun altro con cui divertirsi, perchè si doveva ammetterlo: anche se quello con cui stava combattendo era un vero stronzo non era male con la spada...forse lo aveva giudicato troppo in fretta. Deciso a non rendergli la vita troppo facile, fece uno sbuffo divertito e si rimise in posizione, pronto per attaccare di nuovo.

<< E' così che si combatte dalle mie parti, se non ti sta bene puoi anche andartene con la coda tra le gambe >>

<< E perdere l'occasione di farti a pezzi e usarti come cavia per i miei esperiementi? non ci sperare >>


Anche Law si stava divertendo: nessuno rispondeva mai alle sue provocazioni, e la cosa lo annoiava non poco; era sicuro che, con il rosso nei paraggi il divertimento era assicurato.
Passarono altri dieci minuti in cui i due si stavano ancora malmenando con la spada, e nel frattempo le guardie che facevano da pubblico erano state richiamate ai loro doveri, e Penguin si era spostato vicino a Killer, tentando di fare amichevolmente conversazione, ma aveva ricevuto solo sbuffi e risposte a monosillabo. Fu il rosso, con un gesto della mano a dare il segnale di finire con il loro "scontro"; sia lui che Law avevano il fiatone e qualche ammaccatura ma nessuno dei due sembrava volersi mostrare troppo stanco, e questo fece piacere ad entrambi.

<< Devo ammetterlo, anche se sei un microbo insignificante con un ghigno del cazzo, sai usare bene la spada, lupetto >>

<<  Così mi lusinghi signor capelli rossi, vuoi per caso adularmi per invitarmi ad un appuntamento? >>

<< No sei troppo rivoltante, ma un bel boccale di idromele mi andrebbe; e se andassimo alla taverna?  
>>

 

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Capitolo 7
*** Tutta colpa dell'idromele ***


<< Dov'è che vorresti andare, cervello di gallina? >> Law alzò un sopracciglio; che senso aveva andare a bere in un locale che si trovava all'esterno della Fortezza Rossa, quando invece potevano chiedere alla servitù qualsiasi tipo di cibo o bevanda? il rosso alzò gli occhi al cielo in modo quasi teatrale;

<< Sei sordo o sei rincoglionito? ho detto che ho voglia di un boccale di idromele e quindi vado a prendermelo in una delle tante taverne di questa merdosa città, ora ti è chiaro? >>   Proprio in quel momento Killer, che era stato per tutto il tempo alle spalle del rosso, si intromise nella conversazione;

<< Non mi sembra una buona idea Kidd, il sovrano è stato molto chiaro: siamo liberi di andare in giro per il castello ma non per le strade di Approdo del Re, meglio evitare guai >> uno dei compiti di Killer era proprio quello di evitare che il rosso si andasse a cacciare nei guai, come accadeva spesso, ma Kidd proprio non gli dava retta.

<< Me ne fotto di quello che dice quel feticista di piume rosa, ho voglia di uscire da questa topaia e intendo farlo; allora Stark, tu che vuoi fare? mi accompagni o te la fai sotto all'idea che il sovrano lo venga a sapere? >> 

<< Non pensavo desiderassi così ardentemente la mia compagnia, mi commuovi Greyjoy; non ho paura di nessuno io, nemmeno della morte, figuriamoci di quel fenicottero quindi...fai strada >> Anche Penguin cercò di far desistere Law dal suo intento ma fu prontamente zittito, quindi si decise che mentre i due Lord scendevano in città, i loro due servitori avevano il compito di coprirli, nel caso qualcuno avesse chiesto di loro. Riuscirono a uscire dal castello da una strada secondaria che si collegava direttamente con le vie cittadine, e passare fu facile visto che le guardie che di solito facevano la guardia in quel punto erano state distratte dai due servitori. Law camminava dietro Kidd, che faceva strada verso il locale; ogni tanto si guardava intorno, e osservava le piccole case in pietra e legno che si estendevano su entrambi i lati di quella stradina fangosa, e quasi tutte erano molto decadenti; evidentemente il sovrano non si curava molto del benessere del suo popolo.  Entrambi si erano accuratamente coperti con lunghi mantelli di colore grigio-nero, provvisti di cappuccio, per non farsi riconoscere come lord e quindi, come bersagli per una ipotetica rapina. Ma in realtà i due non erano infastiditi all'idea di un borseggio, ma per dover a che fare  con qualche idiota che, evidentemente quel giorno cercava rogne. A fianco del giovane lupo passarono dei bambini che stavano giocando e ridendo; ma non appena qualcuno di loro incontrò lo sguardo stizzito di Law, che trasudava morte da tutti i pori, il clima gioioso scomparve,e uno di loro si mise anche a piangere. Il rosso sentendo quel silenzio improvviso aveva momentaneamente voltato il viso e quella scena lo fece sghignazzare; 
 
<< Accidenti che paura che fai Stark, la tua faccia potrebbe tormentarmi anche nel sonno >>

<< Significa forse che mi penserai anche di notte? che romantico >>

Kidd masticò un " fottiti " mentre Law continuava a rivolgergli un sorriso sarcastico da sotto il cappuccio. Il Greyjoy svoltò verso un vicolo abbastanza stretto e maleodorante, che portava a quella che effettivamente sembrava una taverna, un vecchio edificio in legno color verde muschio, la cui insegna era illeggibile e sembrava sul punto di cadere a terra. L'interno per lo meno era gradevole: un piccolo caminetto acceso riscaldava l'atmosfera, i tavoli erano decorati con vasi di fiori e le pareti con molti disegni e quadri. Tutto sommato non era male, anche l'odore era accettabile, senza contare che era poco affollato. I due si andarono a sedere al tavolo più distante per attirare meno l'attenzione, anche se con Kidd non si poteva stare  del tutto sicuri; furono raggiunti da una ragazza bionda con i capelli legati, vestita con un abito bianco e marrone, che era pronta a prendere le ordinazioni.

<< Donna portaci due boccali del migliore idromele che avete, e vedi di muovere il culo >>.Disse il rosso senza troppe cerimonie; la ragazza annuì, visibilmente spaventata corse verso il bancone che stava al lato opposto al loro;

<< Che cavaliere, potresti conquistare tutte le ragazze del popolo con queste lodi d'amore >>

<< Non dire cazzate Stark, potrei vomitare ancor prima di aver bevuto qualcosa >>


<< In tal caso spero ti vada di traverso >>

<< Stronzo >>

Vennero interrotti dalla cameriera che servì i due boccali ripieni di idromele dorato ad entrambi, poi si allontanò velocemente. Kidd afferrò il suo e lo alzò leggermente;

<< Alla tua salute Lord dei poveri >>

<< Si si..come dici tu demente >>

Il rosso lo svuotò tutto d'un fiato, mentre Law sembrò restio; non aveva mai bevuto in vita sua, ma non lo avrebbe mai ammesso di fronte a quel cerebroleso, non voleva sembrare una femminuccia, quindi senza ripensarci lo finì anche lui. Sentì una sensazione di calore pervadergli il corpo mentre il sapore dolce del miele gli rimase sulla lingua; non ebbe il tempo di analizzare tutte le sensazioni che seguirono che il rosso richiamò la bionda ordinandogli dell'altro idromele, infatti si ritrovò un altro boccale sotto il naso.


<< Hey...cerchiamo di non esagerare, non voglio finire in coma etilico solo perchè non hai il senso del limite >>

<< Non fare la donnicciola, non mi vorrai mica dire che questa è la prima volta che bevi ? >>

 
<< Cazzate, posso bere molto più di te gorilla impellicciato >>

<< Mi stai sfidando? molto bene allora, finirai col culo per terra..donna! altro idromele! >>

La giovane fece avanti e indietro per un pò,portando via boccali vuoti e riempiendoli, mentre quei due se ne dicevano di tutti i colori, attirando l'attenzione dei  pochi presenti nel locale. Law si reggeva con una mano il volto mentre guardava il boccale davanti a se diventare sfocato. Aveva esagerato, e ora non ci capiva più niente, tutta colpa di quel coglione rosso.


 

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Capitolo 8
*** Forse il passato è come un'ancora che ci trattiene ***


La testa gli vorticava dolorosamente, come se qualcuno gli fosse passato sopra con una carrozza, con tanto di cavalli; lui non era tipo da cedere alle provocazioni degli altri, lo riteneva un qualcosa da ignoranti senza materia grigia, ma allora perchè si era ritrovato a fare a gara con quel pel di carota a chi beveva più idromele? oltretutto stava anche perdendo. Dopo il quinto boccale la sua coscienza aveva iniziato a farsi meno lucida, invece il rosso sembrava perfettamente lucido e beveva il sesto boccale come se fosse ancora al  primo. E il rosso, vedendolo in difficoltà nello svuotare l'ennesimo boccale ripieno non volle perdere l'occasione di sfotterlo.

<< Che ti succede Stark, sei già pieno? non avevi detto che mi avresti battuto o erano solo chiacchiere le tue? >> sghignazzò divertito il rosso, bevendo il boccale che aveva davanti.
 
<< Chiudi quel buco dentato o ti faccio ingoiare tutto il boccale >>

<< Ma come siamo sboccati principino, mammina non ti ha insegnato le buone maniere? >>

Law sentendo quelle parole perse quella poca lucidità che cercava di non far dissolvere come il resto della sua razionalità che era andata bellamente a farsi fottere; con un gesto rapido si allungò verso il rosso e tirò fuori un pugnale che aveva nascosto nella manica dell'abito, puntandoglielo alla gola.

<< Non osare pezzente...prova  solo un'altra volta a nominare mia madre e giuro che ti apro dalla gola fino alle palle >>

Kidd rimase a fissarlo in silenzio, palesemente sorpreso e turbato da quella reazione: vedere il moro perdere la sua compostezza e assumere quello sguardo di malcelato odio lo lasciò perplesso; che cavolo! la sua voleva essere una battuta non un insulto. Quel coglione era decisamente andato con il cervello, ma non aveva perso la sua agilità: se solo avesse fatto un passo falso lo avrebbe sicuramente sgozzato. 

<< Non ti agitare Stark, per quanto mi piaccia prenderti per il culo non avevo intenzione di offendere nessuno all'infuori di te quindi..che ne dici se ti calmi? >>

Law non si mosse neppure di un millimetro, e non sembrava avere l'intenzione di spostare la lama che faceva una leggera pressione sulla pelle di Kidd; quest'ultimo si appuntò in testa di non provocare troppo il moro quando era ubriaco, meglio evitare scenate simili in futuro.

<< I tuoi non saranno felici di sapere che il loro figlioletto si è dilettato nello sviscerare qualcuno, ne rimarrebbero sconcertati >> rispose pacato il rosso, aggiungendo mentalmente "a meno che non siano anche loro fuori di testa come te"

Law sgranò gli occhi irrigidendosi. Lentamente ritirò il pugnale e tornò a sedersi, tenendo lo sguardo basso. Dopo un paio di secondi sbuffò sconsolato e il rosso si aspettò un'altra scenata ma non che Law iniziasse a parlare, seppur a voce molto bassa.

<< Non ha importanza quello che faccio al di fuori di casa mia, semplicemente perchè non ho nessuno che se ne preoccupi >> fece una pausa, come se gli costasse dire tutto ciò. Se fosse stato lucido non avrebbe mai parlato della sua famiglia con nessuno, perfino con Penguin..era un argomento troppo spinoso. Ma ora la sua capacità di controllo era assopita e l'amarezza che si portava dentro sin da quando era bambino poteva emergere indisturbata.

<< Mio padre non ha mai mostrato un briciolo di affetto o interesse nei miei riguardi; si aspettava che io crescessi seguendo le rigide regole della nostra casata...imparare a combattere, regnare nel nord, a farmi temere e rispettare usando la forza se necessaria...non sono mai stato un figlio obbediente quindi venivo punito spesso...rinchiuso nelle mie stanze o anche nelle segrete a volte, e non si risparmiava nemmeno con la punizione fisica; ordinava alle guardie di picchiarmi perchè lui non voleva farlo..oppure semplicemente non voleva nemmeno toccarmi...doveva proprio odiarmi. >> 

Il moro fece un sorriso amaro, rivivendo la scena nella sua mente; proprio a causa di quelle percosse ricevute nella sua infanzia aveva sviluppato  un forte distacco ed evitava accuratamente il contatto fisico, temendo che il solo venire toccato da qualcuno potesse causargli quel dolore che aveva provato tante volte sulla sua pelle. Il rosso se ne stava in silenzio ad ascoltare e a guardare ogni espressione che assumeva il ragazzo di fronte a lui, intuendo cosa passava nella sua testa in quel momento. La voglia di prenderlo in giro  era completamente andata a quel paese e lui non riusciva a capire il perchè: provava forse pena per quel disgraziato? non sia mai! lui che nemmeno guardava i poveri sul ciglio della strada che morivano di stenti o animali che venivano torturati e poi uccisi dal sadico di turno, non poteva avere compassione per qualcuno, meno che per quello Stark. Ma allora perchè non lo aveva ancora interrotto dandogli della femminuccia ? Law intanto alzò lo sguardo verso di lui: aveva gli occhi lucidi, forse per l'alcol o per qualcos'altro..

<< Il pensiero di buttarmi dalla torre più alta di Grande Inverno mi ronzava intorno continuamente, e lo avrei fatto se non fosse stato...per mia madre. Lei era..ohh..una persona davvero speciale: ogni volta che venivo punito lei arrivava da me, accogliendomi tra le sue confortevoli braccia e in un attimo..tutto il dolore spariva..mi sussurrava all'orecchio che era tutto finito, che il suo calore e il suo amore mi avrebbero guarito ogni volta ne avessi bisogno;  lei mi curava le ferite che subivo, era un'esperta conoscitrice della medicina, cosa che ho ripreso da lei, essendo anche io un appassionato di anatomia umana e altro..era molto amata, sia da ricchi che poveri...aiutava i più bisognosi senza volere nulla in cambio, e io la ammiravo per questo..amava me e mia sorella più della sua stessa vita...mi chiedo se mio padre l'abbia mai amata..non meritava di avere una donna come mia madre al suo fianco..non faceva altro che sminuirla e umiliarla...una volta la difesi dai suoi insulti e..pagai a caro prezzo quel gesto. >>

Kidd sentendo come il moro parlasse di sua madre al passato capì che evidentemente lei non... << Quando ho compiuto 11 anni..la notte stessa..mia madre sparì nel nulla.. l'ultima volta che la vidi, fu prima di addormentarmi, venne a darmi il bacio della buona notte ma..fu strana: mi guardava preoccupata e con gli occhi lucidi..mi ripeteva che dovevo prendermi cura di mia sorella e di Grande Inverno e che mi amava più della sua vita. Io non capì.. le sue parole..e quando mi risvegliai la mattina seguente..lei non c'era più. Mio padre disse che mia madre era fuggita, che ci aveva abbandonati; non gli ho mai creduto, ho sempre sospettato fosse lui l'artefice della sua sparizione ma non ho mai avuto delle prove concrete; mia sorella pianse per 3 giorni..io non versai neppure una lacrima. Il dolore che provavo era più forte della mia disperazione...da quel giorno non sorrisi più, non mi attaccai più a nessuno e non mi feci nemmeno più toccare, neppure da mia sorella. >>

Calò il silenzio. Nessuno dei due sembrava aver qualcosa da dire. Kidd semplicemente non sapeva come comportarsi a quella confessione non voluta. 
Mai poteva immaginare che il comportamento bastardo del moro non era altro che un meccanismo di difesa, una barriera per poter tenere ogni cosa fuori dal suo cuore; di nuovo fu Law a parlare:

<< Sai..a Grande Inverno c'è un famoso detto.."Forse il passato è come un'ancora che ci trattiene" un qualcosa che ci tormenta fino a quando non esaleremo l'ultimo respiro. >>
 

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Capitolo 9
*** Nuove sensazioni ***


Il locale era ormai deserto: le poche persone che quel giorno erano passate per un boccale o per uno spuntino avevano levato le tende da un pò.  Fuori il sole stava lentamente calando, e la luce del giorno stava sparendo per fare spazio a quella tenue della sera, lasciando che ogni sfumatura rossastra  che si estendeva nel cielo fosse inghiottita dalle crescenti tenebre. 
Quella situazione cominciava a farsi troppo assurda per i gusti di Kidd. Quel pomeriggio pensava di trascorrerlo tra bevute e prese per il culo sul moro, ma non che quest'ultimo, in evidente stato non "propriamente sobrio" si mettesse a raccontare i traumi della sua infanzia, che poi...per quale fottuto motivo? e perchè proprio a lui che lo aveva imbruttito sin dal primo momento che i loro occhi si erano incontrati; avrebbe dovuto riportarlo nel mondo dei vivi con un sonoro calcio in culo, magari sarebbe ritornato, con somma gioia del rosso, nella sua modalità "io so tutto e tu non sai un emerito cazzo". 
Quella sua versione fragile lo inquietava, probabilmente nemmeno quel pezzente del suo servitore era a conoscenza di questo suo lato; si stava creando tra loro un'aria troppo..confidenziale? beh tutto sommato, le loro casate si sarebbero unite quindi non gli sembrò tanto scandaloso fraternizzare con il nemic-, con quello che avrebbe sposato sua sorella; il pensiero lo fece divertire non poco: Bonney lo avrebbe distrutto, in tutti i sensi..era difficile tenere a freno sua sorella, l'unica che sapeva tenergli testa, che lo batteva a ogni gara di mangiate e bevute e che era anche più sboccata di lui. Loro zio gli aveva fatto un cazziatone biblico sul fatto che doveva comportarsi come una lady almeno di fronte agli altri reali, specie davanti a suo marito o lo avrebbe fatto scappare con la coda tra le gambe mandando a puttane il matrimonio, ma per quello sarebbe bastato che Law prendesse l'ultimo pezzo di carne dal vassoio di Bonney ( cosa altamente improbabile) e allora del sangue sarebbe stato sparso. Sbuffò passandosi una mano tra i capelli scarlatti, indeciso su come rompere quell'atmosfera del cazzo che si era venuta a creare per colpa di quel cazzone di uno Stark; avrebbe dovuto tramortirlo con un boccale vuoto in mezzo agli occhi e trascinarselo fino alla fortezza o provare, con molta fatica a farlo rinsavire? la prima ipotesi lo allettava di più ma si aspettava che l'altro lo avrebbe ripagato in qualche modo poco ortodosso. Meglio evitare rotture di coglioni.

<< Senti Stark, ammetto che il tuo passato sia stato una merda te lo concedo, ma..quel che è stato è stato no? io non ho mai conosciuto i miei genitori, sono morti duranti un naufragio e sono stato cresciuto da quella testa di cazzo di mio zio, un brutto individuo; nemmeno io ho avuto un'infanzia felice ma sai che ti dico? 'fanculo! non mi lamento per tutto il casino che ho dovuto passare, perchè mi ha reso più forte e deciso! e non appena salirò sul Trono del Mare, getterò quel rinsecchito di mio zio dalla fortezza di Pyke, e spero che vada a sbattere quel suo brutto muso sugli scogli. Quindi..perchè invece di piangerti addosso come un cretino non ti dai una svegliata? prendi in mano la tua vita..eh che cazzo! togliti quella faccia di merda che hai ora! >>

Law infatti lo stava fissando come se avesse avuto di fronte uno dei suoi cadaveri pronti per l'autopsia: con una leggera punta di interesse che gli brillava negli occhi e una smorfia quasi..divertita? le parole del rosso non gli avevano dato chissà quale incoraggiamento, ma..qualcosa si era mosso dentro di lui, ma non capiva cosa, forse era colpa dell'alcol che ancora gli circolava nel corpo ma, pian piano stava riacquistando la lucidità.

<< Non prenderti troppa confidenza cervello di merluzzo, il fatto che io ti abbia vomitato addosso i miei disagi passati è stata colpa di quei 5-6 boccali di quello scadente idromele che ci hanno servito, e per la fottuta cronaca: non è colpa mia se mio padre non mi ha mai fatto avvicinare ad un alcolico, quindi per il momento non lo reggo bene ma ci prenderò la mano >>

il tono con cui gli si era rivolto non era di scherno o derisorio, semplicemente era divertito e Kidd se ne accorse, quindi, deciso a non metterci il carico da 90 e iniziare un nuovo confessionale imbarazzante, si alzò in piedi;

<< Alza il culo Stark, torniamo al castello prima che qualcuno si accorga della nostra assenza, non voglio scassamenti di coglioni 

il giovane lupo, dopo aver riposto il pugnale nella manica , fece per alzarsi ma dovette appoggiarsi al tavolo, preso da una forte vertigine e un crescente senso di nausea; il rosso alzò gli occhi al soffitto, palesemente irritato; adesso gli toccava fare pure da balia a quel sadico! non poteva tornare senza di lui, quindi, cercando di reprimere la voglia di sfottere si avvicinò a falcate verso il moro e senza chiedergli il consenso, gli prese un braccio e se lo mise sulle spalle, mentre con l'altra mano libera gli strinse un fianco, cercando di sorreggerlo, anche se con il peso dell'altro non fu così difficile. Quel gesto brusco e improvviso fece scattare un campanello d'allarme nella testa di Law, che voltò il capo in direzione di quello del rosso, intenzionato a dargli una testata sui denti o un calcio sulle palle;

<< Hey brutta testa di cazzo! togli le tue zampe se non vuoi che te le tranci! >> cominciò a dimenarsi, intenzionato a riprendere in mano il pugnale, ma Kidd lo intercettò: con entrambe le mani gli prese i polsi con forza e lo sbattè al muro, schiacciandolo con il suo corpo; i loro volti erano vicinissimi, i respiri si infrangevano tra loro,e i loro occhi erano puntati su quelli dell'altro. Fu come se il tempo si fosse fermato per entrambi, che si scrutavano a vicenda ogni centimetro del viso. Dal canto suo Kidd, per la prima volta potè osservare con attenzione gli occhi di Law: quei due pezzi di ghiaccio che sembravano avere il potere di congelarlo con un solo sguardo, gli fecero provare un brivido che dalla schiena si diramò al basso ventre,  e gli provocò uno strano calore. Anche il colore della pelle ambrata gli fece lo stesso effetto, così come tutto il resto. Law invece non aveva mai visto da così vicino il volto di Kidd: quella pelle talmente bianca da sembrare di porcellana..e quegli occhi che sembravano due pozze dorate, gli fecero trattenere il fiato; e il suo odore che sapeva di salsedine misto ad una punta di alcol, lo fecero tremare impercettibilmente. Entrambi avvertirono una strana sensazione farsi spazio nel loro petto, aumentando il battito cardiaco e il sangue che bollente scorreva impazzito nelle loro vene.  Law pur essendo un profondo conoscitore del corpo umano non seppe spiegarsi tali sintomi così improvvisi, evidentemente scatenati dal contatto con il corpo dell'altro, e Kidd ( avendo lui avuto qualche esperienza in questa campo) potè intuirlo, ma non lo pensò possibile. Quelle sensazioni così forti lo turbarono, quindi decise di "spezzare l'incantesimo". Si allontanò dal moro, lo prese per un braccio e lo trascinò fuori dalla taverna, dimenticandosi anche di pagare la bevuta ma la cameriera non se ne preoccupò troppo. Il rosso continuò a trascinare l'altro in silenzio facendo risuonare i loro passi nel vicolo stretto ma non riuscirono ad uscire da esso perchè, l'unica via d'uscita era occupata da tre grossi individui, persone del popolo a giudicare dai vestiti grezzi. Kidd si fermò e con lui anche Law. Entrambi presero a guardare gli individui che avevano davanti, fino a che non si resero conto di 2 dettagli: quegli energumeni erano dentro la taverna insieme a loro fino a poco fa, e cosa più importante...nel momento in cui si erano seduti si erano tolti il cappuccio, pensando che nessuno li avrebbe identificati come lord, e quindi " ricchi da spennare", ma a quanto pare erano stati presi di mira e quindi..erano finiti in un'imboscata.

Kidd ringhiò furioso << E voi cosa cazzo volete? >>

Uno dei tre mise in bella vista un grosso forcone appuntito, con l'intento di spaventare i due; << Dateci tutto il denaro che avete e nessuno si farà male  >> anche gli altri due tirarono fuori una pala di metallo e un falcetto.

 << Gli unici che si faranno male al culo sarete voi se non sparite immediatamente, e vi conviene approfittare della mia clemenza >>

Law si liberò della presa ferrea del rosso con uno strattone, rapidamente sfilò il pugnale da sotto la manica e con un sorrisetto macabro lo avvicinò al suo viso leccando la lama; Kidd  sentendolo liberarsi dalla sua presa si voltò verso di lui per dirgli di non fare cazzate, ma quando vide il moro fare quel gesto..beh le parole gli morirono in gola. ​
 



 

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Capitolo 10
*** Gratitudine ***


I tre individui, vedendo i due nobili per niente intimoriti dalle loro minacce decisero di passare ai fatti iniziando ad avvicinarsi a grandi falcate e con le "armi in bella vista"; dal lato opposto Law si mise in posizione d'attacco, con il pugnale che luccicava e pronto a spargere un pò di sangue, anche se traballava ancora leggermente e la vista ogni tanto gli faceva vedere doppio e Kidd anche se sprovvisto di armi, ghignò serrando i pugni: a lui non servivano spade o altro per mettere qualcuno al tappeto, con le mani poteva tranquillamente fracassare un cranio; anche lui e il moro cominciarono ad avvicinarsi ai loro aggressori, accorciando sempre di più la distanza. Law però decise di mettere in chiaro alcuni dettagli prima che si scatenasse l'inferno, quindi sussurrò al rosso:

<< Lo so che non vedi l'ora di ammazzare qualcuno ma..evita; siamo in pieno centro e se qualcuno dovesse trovare 3 cadaveri chiamerebbe le guardie e si scatenerebbe il panico, quindi limitati a tramortirli >>

<< Non fare il santo Stark, sei tu quello armato e con gli occhi pervasi dalla voglia di squartare qualcuno >> e chi lo negava?

e proprio quando mancarono pochi metri uno dei tre energumeni, quello con il forcone, si lanciò contro i due urlando come un ossesso, e con lui lo seguirono anche gli altri: da lì in poi furono botte e colpi di pugnale. Law non si sentiva in colpa per la sorte di quei 3 pezzi di letame, cercavano rogne e le avevano trovate; lui e il rosso erano stati attenti, anche se con difficoltà a non fare una strage: Kidd aveva evitato con una rapida schivata il tipo col forcone arrivandogli di lato e dandogli un sonoro calcio sullo stomaco e un gancio sul naso, mettendolo subito k.o. Il moro invece stava tenendo occupati gli altri due schivando abilmente i colpi nonostante non fosse in piena forma: rapido come un serpente si era portato alle spalle del tipo con la pala e lo colpì con un colpo secco alla nuca, facendolo finire a terra privo di sensi: lui sapeva esattamente dove mirare. si voltò verso il cretino con il falcetto, deciso a chiudere anche con lui; si abbassò per evitare di essere colpito al voltò e cercò di indietreggiare per prendere la rincorsa e colpirlo alla faccia con il manico del pugnale, ma scivolò a terra, a causa dell'ennesima vertigine. Il plebeo torreggiava su di lui e stava per abbassare il braccio armato per colpirlo; Law credeva di poterlo schivare facilmente ma iniziò di nuovo a vedere doppio, quindi istintivamente chiuse gli occhi a causa del fastidio, e si coprì il volto con le braccia per difendersi. Non sentendo arrivare l'attacco aprì lentamente gli occhi e scostò le braccia, paralizzandosi di colpo: davanti al suo viso c'era il braccio di Kidd e quel merdoso falcetto si era abbattuto sulla carne del rosso che si trovava proprio alle sue spalle...potè avvertire il suo respiro caldo sulla nuca; quel deficiente lo aveva protetto con il braccio per impedire che venisse ferito! Law si voltò incontrando le iridi dorate di Kidd che lo fissava, con il volto a pochi centimetri di distanza: di nuovo sentì quello strano calore dato dalla vicinanza del rosso, ma decise di ignorarlo:

Kidd sbuffò divertito << Non rompere idiota, è solo un taglietto di merda; credevi che questo coglione potesse ferirmi? ah! non sottovalutarmi >>

Il "coglione" in questione fissava i due con sguardo terrorizzato, dato che nessuno sembrava aver riportato qualche danno concreto; non si accorse della rapidità con cui Law, ancora a terra, lo colpi ai genitali con un calcio facendolo inginocchiare, ma fu di nuovo colpito dal moro con una testata alla faccia, svenendo sul colpo. Law si alzò in piedi e voltandosi verso Kidd vide la ferita sul braccio: sembrava profonda e sanguinava copiosamente; bisognava fermare temporaneamente l'emorragia e raggiungere la fortezza al più presto. Si strappò un lembo del suo mantello e lo strinse sul taglio del rosso e, ignorando il ringhio infastidito dell'altro, lo prese per il braccio illeso e lo strascinò via da quel vicolo maleodorante. Quando riuscirono a tornare nel punto dove erano riusciti ad uscire indisturbati trovarono Penguin e Killer ad aspettarli; appena potè il tizio mascherato corse verso il rosso, strappandolo dalla presa di Law e cominciando a tempestarlo di domande, manco fosse sua madre; Kidd cerco di abbreviare il racconto,  non risparmiandosi sul descrivere come aveva ridotto quei pidocchi, sorridendo fiero; Killer si voltò verso Law, insultandolo mentalmente e di come la colpa di tutto fosse esclusivamente sua; il moro intuì i pensieri del massacratore e senza risparmiarsi fece sfoggio del suo dito medio, come a ribadire che delle sue minacce se ne fotteva altamente. Penguin si intromise tra gli sguardi d'odio dei due, facendo presente che c'era qualcuno che sanguinava, quindi tutti insieme, senza farsi vedere raggiunsero la stanza di Kidd. Killer si rivolse al rosso: 

<< Kidd dobbiamo avvisare il medico di corte, prima che la ferita peggiori >>

<< Non dire cazzate Killer, non dobbiamo dire niente a nessuno o quel fenicottero lo verrà a sapere! >>

Da dietro la maschera il biondo alzò gli occhi al soffitto, era peggio di un moccioso di 2 anni a volte;

<< Non puoi rimanere in queste condizioni >> 

Il moro si avvicinò ai due: << Ha ragione la testa rossa, il sovrano ha spie ovunque e lo verrebbe a sapere, quindi cerchiamo di evitare che la cosa esca fuori da questa stanza; per quanto riguarda la ferita me ne occupo io, ho già trattato questo tipo di lacerazioni >>

<< Se pensi che lascerò Kidd nelle mani di un..>>

Penguin si intromise << Non ci sono alternative, Law è un esperto di medicina quindi non c'e motivo di agitarsi, tratterà il tuo lord con i guanti >>.

Calò un breve silenzio nella stanza, e mentre Killer rifletteva sulla situazione, cercando di trovare alternative più reali fu interrotto da uno sbuffo di Kidd:

<< Lascia stare Killer, facciamo come dice questo coglione..basta che ci diamo una fottuta mossa >>

Proprio in quel momento qualcuno bussò alla porta, facendo irrigidire i presenti nella stanza;

<< Kidd sei lì dentro? Bonney ti sta cercando! >> era la voce di Nami. Il rosso fece un gesto al massacratore, che capì all'istante: velocemente si incamminò verso la porta, aprendola rapidamente e uscendo senza dare modo alla rossa di guardare all'interno; meglio allontanarla e inventarsi anche una scusa con Bonney. Quando i passi nel corridoio furono scomparsi Law si rivolse a Penguin; 

<< Ho bisogno di chiodi di garofano e di mirra, per prevenire un'infezione, dobbiamo anche interrompere il sanguinamento quindi...serve elicriso e occorre anche un impacco freddo; prendi anche bende pulite. >> Il servitore annuì e velocemente uscì dalla stanza mentre Law si avvicinava al rosso, che si era seduto sul letto: delicatamente gli rimosse il frammento del mantello che aveva usato..era fradicio di sangue. Osservò meglio il taglio: era una ferita lineare e perpendicolare alla superficie cutanea, non sembrava aver intaccato l'osso ma era abbastanza profondo; Law si sedette accanto al rosso, che, notando la manica sporca di sangue decise di togliersi la tunica che aveva, rimanendo a torso nudo. Il moro spostò lo sguardo sulla clavicola dell'altro, analizzando ogni centimetro di quella pelle bianca come il latte, fino a soffermarsi sugli addominali scolpiti, e continuare a scendere verso..

Penguin rientrò senza bussare, avanzando verso i due ( Law aveva distolto lo sguardo in tempo) con una cesta con l'occorrente per medicare la ferita; porse tutto al moro, che si accorse di un particolare: mancavano i fiori di garofano e lo fece notare al suo amico, che, costernato corse di nuovo fuori. Nel frattempo Law iniziò a maneggiare con quello che aveva, mentre il rosso lo guardava con una punta di sospetto;

<< Sei sicuro di sapere quello che fai? non vorrei che mi peggiorassi la ferita >> a giudicare dal tono scherzava e il moro sorrise sarcastico;

<< Stai tranquillo bestione, quando avrò finito con te non avrai neppure più il braccio >>

<< Hahahhahah, ti ho salvato quella faccia di merda che ti ritrovi, quindi vedi di fare un buon lavoro >>

<< Perchè lo hai fatto? intendo..aiutarmi? >> il tono di Law era basso ma serio e Kidd lo notò.

 << Io sono l'unico che può sfregiarti quel viso del cazzo, nessuno deve togliermi quel piacere >>  ma non c'era scherno nella sua voce.

Entrambi erano seduti sul letto a baldacchino,a pochi centimetri di distanza e si fissavano intensamente negli occhi mentre il silenzio li avvolgeva;  avvertirono la stessa sensazione di quando si erano ritrovati nelle taverna, con i loro corpi a contatto; Law non si accorse delle bende che gli erano cadute dalle mani, andandosi a sparpagliare sul gelido pavimento, così come Kidd non si rese conto di star avvicinando il volto sempre più a quello dell'altro; da quando il giovane lupo aveva preso a fissare il suo torace nudo aveva avvertito un brivido e il familiare calore che si impadroniva del suo corpo, e il cervello che si spegneva. Entrambi presero a guardare le labbra dell'altro, a separarle c'era davvero poco.. Law, che ancora conservava un briciolo di razionalità tentò di allontanarsi ma il rosso non glielo permise: con una mano gli afferrò il volto e lo baciò. 







 


 

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Capitolo 11
*** Perdizione ***


Law si sarebbe aspettato di tutto, tipo una craniata sui denti o uno sputo in faccia..ma non quello, con il rosso che faceva pressione con le labbra contro la sua bocca chiusa; lui a differenza dell'altro aveva gli occhi spalancati, palesemente colto alla sprovvista, mentre Kidd li aveva chiusi e con la mano teneva saldamente il viso di Law per non farlo allontanare. Le labbra del giovane lupo erano straordinariamente morbide, invogliavano chiunque a divorarle e a morderle fino a consumarle e il rosso sentì di volerne di più, nonostante l'altro fosse un pò troppo rigido per i suoi gusti. Kidd riaprì gli occhi ma si trattenne per non scoppiare a ridere: il moro aveva una faccia da pesce lesso, tipica di chi baciava per la prima volta; "quindi è il suo primo bacio..." Kidd ghignò fiero, non solo per averlo finalmente zittito ma per avergli "preso" quella prima esperienza, anche se in realtà il moro avrebbe dovuto viverla con sua sorella Bonney ( tra l'altro, lei ne aveva dati fin troppi di baci quando erano ancora a Pyke). Law infatti non aveva mai baciato, il solo pensare al gesto gli provocava conati di vomito, sopratutto quando erano gli altri a farlo davanti a lui, roba da far venire il diabete. Lo riteneva qualcosa adatto alle coppiette smielate e non a lui, una cosa del genere gli provocava un'overdose di misantropia; ma in quel momento non provava ribrezzo, sentiva solo un piacevole tepore che gli irradiava tutto il corpo e gli imporporava leggermente di rosso le guance e gli occhi appena lucidi. I due si fissavano in silenzio, chi ancora sorpreso e chi semplicemente..attendeva; fu Law, con molta fatica a parlare, anche se dalla sua bocca uscì un lieve sussurro:

<< Che..cosa credi di fare imbecille? >>

Kidd sorrise cinicamente; << Ho solo preso qualcosa che mi spettava di diritto >> 

Il moro alzò un sopracciglio, indeciso se ridergli in faccia o prenderlo a schiaffi; ma dovette interrompere i propri pensieri perchè quell'energumeno si stava di nuovo avvicinando e lui istintivamente richiuse saldamente la bocca, ma solo per non dargliela vinta.  Ma questa volta Kidd decise di non essere più tanto clemente: con la mano ancora ferma sul volto dell'altro, fece una forte pressione ai lati della bocca, gesto che strappò un gemito di dolore al moro e lui ne approfittò. Fece saettare la lingua nella bocca dell'altro, esplorando lentamente le pareti calde e umide, come se volesse assaggiarlo lentamente; Law rabbrividì sentendo come la lingua del rosso conquistava lentamente il suo palato,  le loro salive si mischiavano fino a diventare un tutt'uno , ma non volle dare l'impressione di essersi sottomesso, ne andava del suo orgoglio. Diede un forte pugno sul torace dell'altro, mossa che costrinse il rosso ad interrompere il bacio e a ringhiare come un animale; soddisfatto fece per dargliene un altro ma Kidd gli afferrò il polso con una mano e gli fu addosso: lo fece sdraiare con la schiena sul letto, facendo pressione con il suo corpo mentre  gli teneva ancorata la mano sopra la testa.

<< Cosa cazzo stai facendo figlio di puttana! >> se c'era una cosa che Law proprio non digeriva, era apparire sottomesso a qualcuno, a prescindere dalla situazione. Il rosso si leccò le labbra, visibilmente divertito nel vedere l'altro sotto di sè;

<< Vederti imprigionato sotto il mio corpo,mentre ti dimeni non ha prezzo Stark, perchè non ti dai una calmata? >>

<< Non darmi ordini pezzo di merda >>

<< Ma come siamo ribelli, eh principino? >> con l'altra mano imprigionò anche l'altro braccio del moro, tirando entrambi gli arti in alto fino a quando non vide una smorfia mal celata sul suo volto, incurante del suo braccio che continuava a sanguinare; il liquido cremisi macchiò le lenzuola candide del letto, gocce rosse che si espandevano sul tessuto bianco come piccoli fiori. Kidd dalla sua visuale potè assistere a una scena davvero unica: il moro, imprigionato sotto di lui che tentava invano di liberarsi e quel sangue che macchiava quelle coperte sul quale era disteso era qualcosa di fortemente erotico e sensuale, un'opera d'arte dipinta solo per essere ammirata da lui. Avvertì una intensa scarica arrivargli al basso ventre e in quel momento tutta la sua lucidità andò a farsi fottere; si rituffò sulle labbra del moro cercando con la lingua la sua gemella iniziando una danza frenetica fatta di gemiti e sospiri da parte di entrambi. Law rinunciò a liberarsi ma per dispetto morse con i denti il labbro inferiore del rosso, avvertendo il sapore metallico di quel liquido color rubino andarsi a mischiare con le loro salive. Kidd gli prese entrambi i polsi con una mano, mentre l'altra andò ad accarezzare la coscia coperta del moro, per poi stringerla possessivamente; con la bocca si spostò sul collo ambrato e iniziò a torturarlo di baci e morsi come a voler lasciare dei veri e propri marchi. Law intanto si trovava in una baraonda di sensazioni: il tocco rude e violento dell'altro che lo stringeva a sè come se temesse che sparisse da un momento all'altro, lo mandava in estasi, mai in vita sua aveva provato a livello fisico un piacere tanto intenso; inarcò la schiena quando avvertì l'altro martoriargli  con i denti la clavicola scoperta, lasciando segni rossastri che sarebbero diventati violacei; chiuse gli occhi quando le sue labbra vennero di nuovo assaltate da quelle del rosso che sembrava non esserne mai sazio,e un rivolo di saliva scivolò sul suo mento. 
Kidd stava per spostare la mano sotto la tunica di lino del moro quando avvertì dei passi provenire dall'esterno della stanza, segno che qualcuno si stava avvicinando. Sbuffò sonoramente lasciando andare i polsi di Law e spostandosi per far rialzare l'altro, che cercò di darsi una sistemata come meglio potè. 
Quando Penguin entrò notò subito che l'aria in quella stanza era tesa (c'erano le bende mediche sparse per terra), e che i due, separati da una debita distanza avevano un'aspetto un pò..trasandato; "questi due non fanno altro che litigare e suonarsele"  pensò sconcertato il ragazzo; si avvicinò a Law consegnandogli l'ingrediente che si era dimenticato di portargli ma il suo amico non gli sembrò molto presente;

<< Hey amico, ti sei imbambolato? >>e  sentendosi chiamare, il moro sembrò ridestarsi;

<< Stavo solo pensando...che forse occorrerà altro ghiaccio per l'impacco; tu inizia pure con la medicazione mentre io vado a prenderlo >> Non diede tempo al suo servitore di fargli notare che di ghiaccio c'è n'era anche troppo, che il moro uscì velocemente dalla stanza, sotto lo sguardo indecifrabile di Kidd. In realtà Law era intenzionato a mettere più distanza possibile da quella testa di cazzo rossa, aveva voglia di stare un pò da solo per pensare  a ciò che era accaduto ma evidentemente il fatò non fu d'accordo;

<< Law Stark, il Re richiede la tua presenza >> cercando di sopprimere la sua crescente irritazione, il moro si voltò verso la fonte di quella voce: era il primo cavaliere del sovrano,(quello con la fetta di pane sulla faccia, anche se ora aveva un pezzo di carne), lo aveva visto vicino al trono quando era arrivato con Penguin. 
Non intuendo cosa volesse quel fenicottero del cazzo e sopratutto, non avendo una scusante pronta per rifiutare, annuì rassegnato e seguì quello strambo individuo.

Nella stanza del rosso intanto Penguin aveva già finito di medicare la ferita ( aveva imparato a farlo dal moro) e mentre finiva di avvolgere le bende sul braccio di Kidd, qualcuno bussò. Sulla soglia della porta, a sorpresa dei due, comparve Killer; il biondo si avvicinò al suo lord e( ignorando Penguin) gli chiese le condizioni del braccio;

<< Ascolta Kidd, è meglio se ti metti una tunica pulita e nascondi il braccio fasciato: Bonney ti deve parlare e credo sia importante >>
 

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Capitolo 12
*** Dialoghi ***


Luogo: Stanza del re.

Law si aspettava di incontrare il sovrano nella sala del trono, ma non di essere atteso nei suoi alloggi privati, quell'ambiente gli provocava uno strano senso di disagio. Doflamingo Lannister se ne stava di spalle ad osservare il paesaggio fuori dalla grande finestra ovale aperta sul giardino;la sua stanza era enorme, circa la metà della sala del trono e immersa nel lusso più esagerato:il soffitto fatto a cupola era decorato da vari dipinti, fastose volte affrescate, cornici e stucchi dorati che giocano con i raggi del sole, preziosi rivestimenti per il soffitto dipinte,l'immenso letto a baldacchino aveva cortine di broccato d'oro e d'argento, un caminetto in marmo screziato rosso e bruno venato di bianco,e le tappezzerie dei muri erano di pura seta. Tutta quella ricchezza  gli dava il mal di testa: tutto il regno sapeva che i Lannister erano la casata più agevolata sul piano economico, ma per Law non erano altro che dei palloni gonfiati. Il primo cavaliere del re, che se ne stava al suo fianco con la schiena dritta e le mani dietro la schiena si rivolse al sovrano ancora rivolto verso la finestra, nonostante avesse sentito qualcuno entrare:

<< Vostra grazia, ho portato il giovane Stark come da voi richiesto >>. Solo allora il biondo si voltò verso di loro, mostrando il solito sorrisetto maniacale. Law sentì la stessa voce di poco fa, venirgli rivolta: <<  Ragazzo, dovresti inchinarti davanti al tuo re 
>>

<< Non preoccuparti Vergo, puoi ritirarti >> fu la voce del sovrano a distoglierlo da quel pensiero. Il cavaliere fece un breve inchino e uscì, lasciando i due soli.  Law si sentì ancora più a disagio, il modo in cui lo guardava quel maniaco vestito di rosa gli metteva i brividi, ma non di paura bensì di disgusto:sembrava volergli scrutare anche la parte più remota del suo essere.

<< Allora lord Stark, come procede il vostro soggiorno alla fortezza rossa? >>

<< Molto bene Vostra Altezza >> Law cercò di usare un tono abbastanza sottomesso, ma non gli riuscì bene.

<< E che mi dite di lady Greyjoy? state passando del tempo assieme per conoscervi? >> Law a quella domanda deglutì silenziosamente; più che passare il tempo con la sua promessa sposa, lo stava facendo con il fratello; già..quello scimmione impellicciato affetto da palese ritardo mentale che lo aveva baciato e sbattuto su un fottuto letto.

<< Certo Vostra Altezza, stiamo cercando di andare d'accordo per il bene delle nostre casate >> Stronzate. Nonostante fossero passati solo tre giorni da quando si erano incontrati, sembrava che a nessuno dei due andasse di passare tempo con l'altro, o che si cercassero. Aveva sentito da un servitore che la Greyjoy passava spesso nelle cucine reali, ma per quale motivo Law non sapeva dirlo.

Il sovrano fece un ghigno, seguito da una bassa risata << I matrimoni combinati sono alquanto noiosi vero? io stesso ho rifiutato proposte matrimoniali da ogni parte del regno, servono solo a rafforzare la posizione politica e la forza militare, e a me non serve tutto questo.>>

Il biondo cambiò il suo sguardo: da sarcastico a..nostalgico; << Mio padre ripeteva sempre a me e mio fratello di sposarci solo per amore, di condividere il resto della nostra esistenza con qualcuno di importante..non gli ho mai dato molta retta, fino a quando ho incontrato quella persona: ho capito il significato di quelle parole, ma anche cosa significa perderla.>>


Law lo fissava con distacco: cosa cazzo gliene fregava a lui di quella storiella sfigata? Doflamingo sembrò intuire i suoi pensieri, infatti riacquistò la sua solita faccia da culo e prese ad avvicinarsi al moro.

<< Ad ogni modo lord Stark, non credo sia saggio che se ne vada fuori dalle mura in compagnia di lord Greyjoy, la cittadella può rivelarsi un posto sgradevole per due nobili >>

Law sospettava che quel bastardo seguisse i suoi movimenti, aveva spie ovunque. 

<< Il fatto che preferisca passare il tempo con qualcuno che non sia la sua futura consorte non mi tange, tuttavia preferirei che rimanesse in luoghi dove il mio controllo è assoluto, lo dico per la sua sicurezza >> 

Il moro non potè impedirsi di aggrottare leggermente le sopracciglia: non gli piaceva per niente quello che stava sentendo; tutto quel controllo da parte del re non gli sembrò giustificato, e sopratutto non ne capì il motivo. Incurante di avere di fronte, ad un passo di distanza il sovrano dei sette regni, Law decise di volerne sapere di più.

<< Non ne capisco il motivo, perchè si preoccupa così tanto per un'estraneo? >> non si curò nemmeno di usare " Vostra maestà" per rivolgerglisi; che si fottesse.

Il re non rispose, semplicemente continuò in silenzio a fissarlo dall'alto in basso( considerata la stazza imponente). Law pensò che la conversazione sarebbe terminata lì visto che non arrivava nessuna risposta;tuttavia mai avrebbe previsto quello che, dopo pochi minuti accadde: il sovrano posò con delicatezza una mano sulla guancia del moro, gesto che lo paralizzò dalla testa ai piedi.


Non si sarebbe mai aspettato un contatto così diretto con il re; sentì il corpo irrigidito, a causa di quella sgradita vicinanza. Il contatto fisico in sè con gli altri lo metteva a disagio, certo con quella testa rossa non aveva avvertito chissà quale malessere..ma quella era un'altra storia! il suo ferreo autocontrollo vacillò per un'istante e senza che se ne rendesse conto, schiaffeggiò la mano dell'altro, allontanandosi di un passo con sguardo infastiditoVisibilmente sorpreso, Doflamingo ampliò il suo sorriso;<< ricorda le mie parole Law, è meglio per te se non varchi le mura di questo castello, perchè altrimenti Vergo verrà ad informarmi e io sarò costretto a prendere dei provvedimenti >> Il giovane Stark decise di averne abbastanza di quella situazione e, senza inchinarsi o altro uscì da quella maledetta stanza sotto lo sguardo divertito dell'altro.


Luogo: Balconata stanza di Bonney.

<< Hey sorellina, mi hai fatto chiamare? >>

Kidd nel frattempo aveva raggiunto sua sorella, incuriosito per ciò che doveva riferirgli Bonney ma anche impaziente: aveva voglia di andare a cercare quello stupido di uno Stark per chiarire quello che era successo; si ripromise che non appena avrebbe terminato con sua sorella si sarebbe incamminato alla ricerca di quel cretino saccente. Bonney era rivolta con lo sguardo verso il mare, sul suo volto affiorava uno sguardo nostalgico, come se quell'immensa distesa blu gli revocasse pensieri lontani, come la sua casa nelle isole di Ferro.

Si voltò verso suo fratello, non premurandosi di nascondere il suo stato d'animo; << Kidd, io voglio tornare a casa >>


Il rosso fece una smorfia sorpresa alzando un sopracciglio, tuttavia non rispose.

<< Stare in mezzo a questi nobili del cavolo non fa per me, questa città non fa per me..questo matrimonio non fa per me! >>

<< Bonney..siamo qui da quanto? 3-4 giorni, non puoi seriamente dire di averne le palle piene in così poco tempo, e poi sai benissimo che non possiamo tornare, almeno non tu >>


<< So perfettamente quali sono gli ordini di nostro zio..io devo sposarmi e andare a vivere con mio marito, mentre tu te ne tornerai a Pyke, e quando morirà quel bastardo salirai sul trono del mare..ma sai che ti dico Kidd? me ne fotto di quello che vuole quel decrepito, io non voglio sposarmi e sono certa che nemmeno lord Stark lo vuole quindi..perchè non ribellarci? se ci uniamo e organizziamo un piano possiamo uscirne tutti, io e te torneremo alle isole di ferro e ci sbarazzeremo di nostro zio, così sarai tu a regnare, e Stark potrà tornarsene a Grande Inverno! >>

Kidd alzò gli occhi al cielo scuotendo la testa; sua sorella non era mai stata una persona obbediente così come non lo era lui, a loro due piaceva infrangere gli ordini e far perdere le staffe a quella mummia dello zio. Gli dispiaceva di dover vedere sua sorella andare in sposa a qualcuno che nemmeno conosceva( anche se quel qualcuno beh..lo aveva baciato..ma dettagli) ed essere infelice per tutta la vita.

<<  Senti Kidd, perchè non vai a parlare con Lord Stark? io nel frattempo avrei una certa faccenda di cui occuparmi >> 


Il rosso annuì senza nemmeno pensarci, stava giusto aspettando una scusa per allontanarsi e cercare il moro ma sua sorella gli aveva servito quell'occasione su un piatto d'argento.

Prima di congedarsi, si rivolse di nuovo a sua sorella; << Che devi fare di tanto importante? >>

<< Beh..diciamo che sto aspettando una persona e voglio assicurarmi di riceverlo di persona >> rispose la rosa torturandosi i capelli.


Ma Kidd, non volendo sapere altro, capì di aver perso anche troppo tempo, e con un gesto della mano salutò sua sorella e rientrò all'interno.


 

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Capitolo 13
*** Cambio di programma ***


"Ma dove cazzo è finito Penguin"

Da circa mezz'ora Law girava in tondo per i lunghi corridoi a volta della fortezza Rossa in cerca del suo servitore. L'ultima volta che lo aveva visto, lo aveva lasciato con il compito di medicare il braccio di quel cretino di un Greyjoy, quindi a rigor di logica doveva essere nella stanza del rosso. Ma quando era andato a bussare e, non sentendo risposta era entrato aveva trovato la camera vuota, quindi... il suo servitore o era andato a cercarlo, oppure era andato a zonzo per il castello. Ci avrebbe messo un'eternità a setacciare tutta la fortezza, quindi pensò di tornare nella sua stanza, magari lo stava aspettando lì. Grazie agli Dei ricordava la strada per ritornare nella sua camera, visto che gli alloggi del sovrano molto distanti da tutti gli altri, ma lui aveva un'ottimo senso dell'orientamento, quindi non si preoccupò di perdersi. Istintivamente si guardò intorno con sguardo vigile: l'idea che quel bastardo del primo cavaliere del re lo tenesse d'occhio lo innervosiva, e giurò che se mai lo avesse beccato a spiarlo, gli avrebbe appiccicato un pugno su quella merdosa faccia. Girò l'ennesimo angolo di quei passaggi tutti uguali con il pavimento in marmo e, proprio quando stava per imboccare l'ultimo corridoio, alla fine di esso spuntò una testa rossa familiare. Law non potè impedirsi di sgranare gli occhi e sollevarli verso il soffitto: quel coglione era l'ultima persona che voleva vedere, non aveva ancora avuto modo di riflettere su quello che era successo tra di loro e sinceramente non sapeva come comportarsi nei suoi confronti ( magari riempirlo di botte per averlo baciato) ma in fin dei conti quel gesto, anche se inaspettato non gli era dispiaciuto affatto: aveva provato sensazioni piacevoli e selvagge, l'adrenalina che gli schizzava nelle vene e un calore quasi soffocante; mentre seguiva Vergo si era ritrovato a toccarsi le labbra con la lingua, come se cercasse anche una minima traccia del sapore dell'altro. Sospirò sconsolato. Quell'imbecille lo attraeva fisicamente, e non poco. "Non è una tragedia" si ripetè, provare interesse fisico per qualcuno non significava automaticamente essere legati a quella persona, cosa che lui voleva evitare a tutti i costi: non si sarebbe mai legato a qualcuno, non avrebbe mai ricommesso quell' errore. Notò che quello scimmione si era accorto della sua presenza sul lato opposto del corridoio e,a grandi falcate si diresse verso di lui con uno sguardo un pò troppo predatorio. 

<< Cazzo..>> imprecò a bassa voce lo Stark.

Senza pensarci troppo Law si voltò e prese a correre, cercando di seminare l'altro che gli stava alle costole. Non aveva voglia di vedere il suo brutto muso. Con grande agilità ripercorse tutta la strada che aveva fatto per tornare nella sua stanza ma evitò di andare nella direzione della camera del re, quindi girò verso un corridoio che portava chissà dove; si chiese che faccia avrebbe fatto Penguin a saperlo mentre giocava ad acchiapparella con il rosso, probabilmente avrebbe scosso il capo in segno di rassegnazione, e a quel pensiero sorrise sarcastico. Sorriso che scemò nel momento in cui sentì una presa ferrea che lo afferrava per la vita, mettendo fine alla sua fuga; sperò con tutto il cuore che alle sue spalle ci fosse Vergo, sarebbe stato il male minore, ma le sue preghiere si volatilizzarono nel momento in cui voltò il capo all'indietro ritrovandosi il fottuto sorriso di Kidd, che lo guardava come un predatore che aveva appena acciuffato la preda. 

<< Ti ho catturato lupetto >> disse trionfante il rosso.

<< Lasciami testa di cazzo >> Law strinse le mani sul braccio di Kidd che lo intrappolava al suo corpo massiccio.Il Greyjoy sbuffò divertito dalla futile resistenza dell'altro. Quando lo aveva avvistato alla fine del corridoio ringraziò gli Dei per averlo trovato in così poco tempo ma, quando aveva visto l'altro darsi alla fuga, non aveva esitato nemmeno per un momento e gli corse dietro; trovò quella situazione divertente in quanto si vide nei panni di una tigre che rincorre la gazzella, e per fortuna lo aveva raggiunto in quanto il moro aveva rallentato per capire quale direzione prendere e lo aveva acchiappato; e ora che lo aveva, di nuovo, tra le mani si sentì potente come non mai. Si guardò intorno per cercare uno spazio appartato con cui discutere con il moro (solo discutere...già), e vide una porta a pochi metri da loro. Incurante dell'altro che lo insultava si dimenava come un'anguilla, Kidd la raggiunse ed aprì, senza nemmeno bussare, sorridendo soddisfatto nel constatare che si trattava dell'ennesima stanza per gli ospiti anche se era arredata piuttosto umilmente. Scaraventò lo Stark all'interno senza tante cerimonie e si richiuse la porta alle spalle. Law andò a finire sul un tappeto di stoffa verde e,facendo leva sugli avambracci si rivolse al rosso;

<< Figlio di una cagna bastonata che intenzioni hai? >>

<< Non è la prima volta che me lo chiedi Stark,forse non vedi l'ora ripetere quello che è successo in camera mia? >> 

 Kidd ghignò mostrando tutta la sua strafottenza; in realtà voleva parlargli del piano di sua sorella ma, non resistette all'impulso di punzecchiare il moro, era davvero uno spasso,e nessuno lo divertiva ed eccitava come solo lui sapeva fare. Law dal canto suo sorrise sarcasticamente, avvertendo come le parole dell'altro gli avevano provocato un brivido di eccitazione; << Prova solo a mettermi le tue zampacce addosso e te le amputo >> .
Il rosso si sentì quasi sfidato a farlo e se c'era qualcosa che lo esaltava erano le sfide, specie se ardue. Fece un paio di passi fino a portarsi davanti al moro che lo guardava dal basso all'alto e, lentamente si abbassò poggiando i gomiti sulle gambe; decise di rimandare i giochi a dopo.

<< Devo parlarti di una faccenda importante Stark: mia sorella ha deciso di non sottostare agli ordini di nostro zio e di conseguenza non sposarsi, ma ci serve anche il tuo aiuto per mandare tutto a puttane; nemmeno tu vuoi sposarti e tornare in quella topaia innevata che chiami casa quindi...sei dei nostri? >>

Il moro sbattè le ciglia un paio di volte, mentre la sua espressione si faceva seria; era ovvio che non voleva sposarsi, lui per primo aveva sperato che sorgesse un qualche impedimento che annullasse la cerimonia e tornare a Grande Inverno senza mettere più piedi in quella cazzo di fortezza. Ma mai avrebbe previsto che sarebbe stata la sua futura consorte a ribellarsi,solitamente erano le donne che si rassegnavano senza fiatare quando si trattava del loro matrimonio. Invece ora aveva l'opportunità di riprendere in mano la sua vita, non avrebbe più obbedito a quel tiranno di suo padre, avrebbe preso le redini di Grande Inverno e avrebbe vissuto come voleva lui. Ora bisognava pensare a come agire.  Si tirò a sedere senza spostare lo sguardo dal rosso che, con quel cambio di posizione aveva il volto a pochi centimetri dal suo.

<< Ci sto, avete la mia collaborazione >>

Kidd annuì soddisfatto.Ora dovevano solo incontrasi con Bonney e i rispettivi servitori per organizzare il piano, in questo modo ognuno se ne sarebbe tornato a casa sua; al pensiero che non avrebbe più rivisto quel saccente di uno Stark quasi gli dispiacque, non avrebbe avuto qualcuno da prendere per il culo ( con Killer non si divertiva come invece faceva con Law), o qualcuno da braccare nei corridoio, o da sbattere al muro. Sicuramente non potè intuire quello che stava passando per la testa del moro, perchè anche lui stava avendo lo stesso pensiero. Non riuscì a spiegarsi quella difficoltà a staccarsi dall'altro, in fondo cosa c'era tra loro? si erano solo dati un paio di baci e si erano sfiorati un pò. Ma entrambi avvertivano quell'attrazione quasi magnetica che scattava quando erano vicini, era qualcosa di spontaneo, che accadeva automaticamente quando i loro occhi si specchiavano in quelli dell'altro; tutti e due negavano fermamente che qualcosa dentro di loro era scattato nel momento in cui i loro corpi si erano toccati. Kidd si passò una mano tra i capelli rossi, scompigliandoli lentamente; quel pidocchio dai capelli corvini gli faceva perdere la ragione, quegli occhi che sembravano due pezzi di iceberg pronti a congelargli l'anima...gli facevano accelerare il battito cardiaco. Visibilmente distratto non notò la luce perversa che aveva illuminato lo sguardo di Law e questo fu un errore: il moro gli saltò letteralmente addosso mandandolo a spiaccicarsi sul pavimento mentre si sedava a cavalcioni sul suo bacino. Guardò il rosso riprendersi dall'attacco a tradimento e farsi sorpreso;

<< Hey, che ti salta in mente Stark? vuoi forse morire? >> Ma sul volto di Kidd aleggiava un sorriso di pura depravazione e il suo tono erano tutt'altro che minaccioso. Vedere il moro seduto sopra al suo corpo gli mandò tutto il sangue al basso ventre.

Law ghignò malefico; << Se c'è qualcuno in questa stanza che rischia la pelle sei tu..Greyjoy >> gli sfiorò il collo con le dita ambrate in una sensuale carezza, gesto che mandò in tilt il cervello del rosso. Con uno scatto rialzò il busto che si scontrò con quello di Law, gli strinse un braccio intorno alla vita mentre con la mano dell'altro gli strinse il sedere provocando un mugolio dalla bocca del moro. Le loro labbra erano talmente vicine da sfiorarsi, i loro respiri e il loro odore si mischiavano.

<< Mi fai impazzire..Law >> Kidd baciò violentemente la bocca del moro, dando subito via ad uno scontro di salive e morsi, che nessuno dei due sembrava intenzionato a perdere; entrambi si toccavano febbrilmente, senza risparmiare nemmeno una frazione di pelle coperta. Law stringeva le ciocche scarlatte mentre le sue braccia erano avvolte sul collo dell'altro, e con la bocca lo divorava. Averlo sentito pronunciare il suo nome con quel tono malizioso lo aveva spinto a mandare a puttane la sua lucidità, in quel momento voleva solo pensare al quel corpo massiccio sotto di lui che lo toccava senza pudore. 
 
 
 
 


 

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Capitolo 14
*** Che i giochi abbiano inizio. ***


Law non riuscì a reprimere un gemito di piacere e a reclinare il collo all'indietro quando il rosso cominciò leccare lascivamente il suo collo bruno, lasciando scie di saliva al passaggio della lingua rosea. Senza accorgersene aveva iniziato a dondolare sul corpo sotto di lui per cercare un contatto più intimo nonostante la barriera dei vestiti,e con le mani vagava sulla schiena dell'altro alternando sensuali carezze a graffi lussuriosi. Kidd continuava a stritolare il fianco del moro con una mano, mentre con la bocca gli martoriava il collo, sostituendo la lingua con i denti per morderlo maliziosamente: aveva capito che a quel bastardello di uno Stark un pò di dolore non dispiaceva, che quando usava un pò di "brutalità" gemeva come una sgualdrina e la cosa lo eccitava come un animale pronto alla monta. Con l'altra mano continuava a palpare il sedere del moro sorprendendosi piacevolmente di quanto fosse soffice e sodo al tatto; altro che occhi..il culo è lo specchio dell'anima! strizzò una natica di quel sedere perfetto, immaginandoselo senza quegli stracci a coprirlo. Tale pensiero lo esaltò ancor di più, spingendolo a dare morsi più profondi per sfogare quel piacere crescente. 

<< Hey Greyjoy..v-vacci piano con quella bocca, non voglio diventare una cartina geografica >> disse Law cercando di bloccare l'ennesimo gemito.

Kidd si fermò solo per guardare in faccia l'altro e rivolgergli un sorriso perverso; << E tu smettila di agitarti, sembri un animale in calore >>

<< Non mi sembra che la cosa ti dispiaccia >> il giovane lupo diede un'altro colpo di bacino che fece scontrare le loro intimità, provocando in entrambi una scossa di puro piacere.

<< Non tirare troppo la corda Stark...o finirà per spezzarsi >> ovviamente quella frase era riferita alla poca lucidità che, pian piano se ne stava andando, lasciandolo in balia dei suoi istinti carnali che reclamavano si essere sfogati su quel corpo spiaccicato al suo.

Law si leccò lascivamente le labbra, senza distogliere lo sguardo accaldato dall'altro: << E allora spezziamola..>> tolse la mano sinistra dalla schiena del rosso portandola davanti e, la poggiò sugli addominali fino a farla scorrere in basso. Kidd ringhiò appagato quando senti la stretta dell'altro sul cavallo dei pantaloni. Stavano per superare il punto di non ritorno.

<< Preparati..perchè quando avrò finito con t->> Il rosso non riuscì a terminare la frase perchè sentì dei passi fuori dalla porta, seguite da voci ben note ai due lord.
 
<< Dove diavolo si saranno cacciati quei due? spero che non si siano ammazzati a vicenda, non mi va di ripulire la scena di un massacro >>. Era la voce di Penguin.
 
<< Kidd proprio non sa starsene nello stesso posto per più di due minuti..mi sembra di aver a che fare con un moccioso  >> Il rosso riconobbe la voce di Killer. I loro servitori erano fuori nel corridoio intenti a cercarli e a prenderli per il culo, non sapendo evidentemente di essere ascoltati.

<< Beh Law non è tanto meglio, se non si fa come dice lui finisce tutto in un bagno di sangue, con tanto di cadaveri galleggianti...che ragazzo problematico >>
 
<< Non parlarmi di carneficine..con Kidd non si parla d'altro da quando siamo arrivati ad Approdo del Re..>>

 I due continuavano a parlare tranquillamente ignari che, al di là della porta i due lord si erano separati, dati una sistemata (per quanto possibile) e raggiungevano a grandi falcate l'unica uscita della stanza. La porta si aprì talmente forte che i cardini per poco non cedettero. Penguin e Killer si voltarono come se avessero sentito un'esplosione alle loro spalle, e raggelarono quando si trovarono faccia faccia con i loro signori, palesemente incazzati.

<< Ma che cazz...>> il biondo tentò di dire qualcosa, che fu stroncato da un gesto della mano di Kidd.
 
<< Sul serio Killer. Non so perchè continuo a sopportare la tua stronzaggine. Ti giuro che sei come un brufolo sul culo dell'umanità >> disse il rosso rivolgendo gli occhi al soffitto esasperato. D'altro canto Penguin dovette affrontare l'espressione lugubre di Law, con tanto di vene che pulsava sulla tempia del moro. Il servitore si mise una mano sulla testa grattandosela con agitazione,  sorridendo forzatamente mentre la sua fronte si imperlava di goccioline. 

<< Law..vecchio mio, non è come sembr->>
 
<< Stupidaggini. Sei un cretino di primissimo ordine, non mi sorprenderebbe se fossi stato messo su questa terra mortale con il preciso scopo di seccarmi >> lo Stark incrociò le braccia al petto scuotendo la testa. Quando le acque si furono calmate, Penguin fece notare un dettaglio ai presenti;
 
<< Come mai voi due eravate rinchiusi dentro quella stanza? >> disse riferendosi a Kidd e Law, che cominciarono a sudare freddo.

<< Stavamo discutendo del piano di  Lady Bonney, cosa che dovremmo fare anche con voi...>> rispose prontamente Law.
 
<<  Ah già! io e Killer ne abbiamo discusso con Robin e Nami che...a proposito! ci hanno detto di raggiungerle nei sotterranei del castello, secondo loro è più saggio discuterne in un luogo il più isolato possibile, Lady Bonney ci raggiungerà il prima possibile >>. I due annuirono e si fecero guidare dai servitori che evidentemente conoscevano la strada; nessuno si era accorto che fuori era scoppiato un violento temporale, la pioggia batteva sulle finestre e il cielo si illuminava producendo un lieve fragore.

I sotterranei erano umidi e polverosi, illuminati dalle poche torce appese alle pareti in pietra, che donavano solo una piccola visibilità dell'ambiente spoglio. Il luogo dell'incontro tuttavia non piacque molto al rosso; << Incredibile cazzo, questo posto è una merda. E secondo voi dovremmo aspettare qui?! fanculo. >>Law gli si rivolse con sguardo beffardo: << Questo posto così rozzo ti si addice proprio Greyjoy >>
 
<< Ha ha che ridere cazzo, non resterò qui a sentire queste stronzate >> Kidd si diresse verso una vecchia panca di legno che si trovava verso il fondo: se proprio doveva aspettare, meglio farlo da seduto. Ma quando si avvicinò la trovo bagnata a causa di alcune gocce d'acqua che cadevano dal soffitto.
 
<< Questa fottuta panca è più bagnata di una puttana che ha puntato dei soldi, e infame uguale >>
 
Lo Stark sbuffò divertito; << Invece di sbraitare come un cerebroleso, comincia anche tu a far funzionare quei neuroni dalla dubbia esistenza e  pensare a come annullare la cerimonia e tornarcene tutti a casa >>

<< Già fatto lupetto, nel giorno stabilito entriamo nel grande tempio, uccidiamo tutti quelli che possiamo,mandiamo a puttane il matrimonio e chiunque si metta in mezzo >> Killer si mise una mano sul viso mormorando "Certo..molto fattibile come piano". L'attenzione di tutti fu attirata dal rumore della porta che si aprì, provocando un cigolio sinistro; dall'entrata sbucarono Nami e Robin che salutarono amichevolmente i presenti nella stanza;  a seguirle sbucò anche Bonney. Kidd si rivolse alla sorella con l'intento di lamentarsi di quel posto di merda quando notò una quarta figura fare il suo ingresso, che riconobbe all'istante.
 
<< E tu cosa cazzo ci fai qui.. Ace Baratheon? >>.
 
 







 

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Capitolo 15
*** Problematiche ***


Ace Baratheon è il lord di Capo Tempesta e fratello maggiore di lord Rufy; un ragazzo dal sorriso sempre acceso, divertente e sempre di buon umore, tanto che si è guadagnato l'amore del popolo anche per la sua generosità verso di esso, inoltre è alto, bello e con i capelli neri sempre arruffati. La sua casa si trova nel Golfo dei Naufragi nelle Terre della Tempesta. E’ una delle fortezze più imponenti del Continente Occidentale: Capo Tempesta è circondato da mura possenti alte cento piedi, spesse quaranta nel punto dove sono più fine e ottanta nel lato che da sul mare. Le pietre hanno un nucleo di sabbia e calcinaccio, e una delle pareti del castello sorge dal mare ed è alta 150 piedi. Il castello ha al suo centro una torre a tamburo coronata da merli disposti in modo tale che il nemico, da una notevole distanza, veda un unico enorme pugno che si erge verso il cielo in segno di sfida. La torre è così ampia da contenere il granaio, la caserma, l’armeria, il salone delle feste, e le camere del lord. Il lato-mare del castello si erge su enormi scogliere bianche ed è presente un passaggio per il mare costruito in una caverna. Lui, insieme a Kidd ,Bonney e Rufy erano amici sin da quando erano piccoli: le due famiglie si incontravano spesso per discutere di questioni di politica e commercio, e questo li aveva portati a trascorrere molto tempo della loro infanzia insieme. Kidd ricordava i momenti trascorsi a giocare sulla spiaggia con Rufy: si fingevano pirati, tanto da costruire una loro nave ( rubando i pezzi dalle imbarcazione della flotta di ferro), e andare alla ricerca di un leggendario tesoro per guadagnare il titolo di Re dei Pirati. Un episodio in particolare riaffiorava nella sua mente: insieme a Rufy (che si ostinava a portare sempre un cappello di paglia, sostenendo di averlo ricevuto da un vero pirata) e Killer, avevano rubato una nave e preso il largo, elettrizzati all'idea di partire per il mare e vivere avventure piratesche, anche se lui e Rufy bisticciavano perchè entrambi volevano essere capitani (a Killer andava bene essere il Vice). Anche Bonney voleva partire con loro, ma era stata relegata alle attività femminili che la nobiltà le imponeva, quindi aveva fatto la spia per puro dispetto. Anche Ace voleva partecipare a quel "gioco" ma non si era presentato al momento della partenza: probabilmente si era addormentato da qualche parte. Aveva questa abitudine di addormentarsi in qualunque posto e in qualunque momento, e la cosa inquietava non poco. Una volta lo aveva fatto mentre stavano giocando sugli scogli e per poco il Baratheon non si spiaccicava come un mollusco.  Insomma per farla breve il loro tentativo di sbarcare era andato in fumo a causa di sua sorella che aveva raccontato tutto alle guardie, ed erano stati rispediti sulla terraferma, con il disappunto di tutti. Ace di solito passava più tempo insieme a Bonney, insieme si infiltravano nelle cucine e svuotavano tutte le dispense dei viveri, andavano alle feste che si tenevano nel paese poco distante da Pyke, insomma una bella accoppiata di monelli. Anche ora che erano grandi si tenevano in stretto contatto tramite i messaggi via corvo e si incontravano meno spesso rispetto a quando erano bambini, per via dei vari impegni quali matrimoni, successioni, guerre ecc. Questo legame così forte tra Bonney e Ace non lo aveva mai impensierito, tra marmocchi c'è grande complicità; ma ora che erano adulti beh..tutto questo appiccicume lo infastidiva. Considerava Ace un suo grande amico ma vederlo sempre attaccato al culo di sua sorella..non andava per niente bene! anche se Bonney era più grande, lui si sentiva sempre in dovere di proteggerla, il suo istinto fraterno era più forte della sua strafottenza. 

Tornando al presente:
 
vederlo apparire lì, nei sotterranei di Approdo del Re così improvvisamente senza essere stato avvisato del suo arrivo lo lasciò spiazzato.

<< Ripeto: che cazzo ci fai tu qui? >>

Ace gli rivolse un sorriso a trentadue denti; << Kidd vecchio mio! è da un pò che non ci vediamo eh? come te la passi?..oh! Killer ci sei anche tu? è fantastico rivedervi amici, peccato che non ci sia anche mio fratello, sarebbe stata una bella rimpatriata >>

Il moro si avvicinò a Killer salutandolo con una ferrea stretta di mano e una gomitata amichevole;
 
<< Dove l'hai lasciato quello scalmanato di Rufy? non mi dirai che lo hai lasciato solo a Capo Tempesta? quello è capace di far crollare l'intera fortezza senza che se ne renda pienamente conto >> disse il biondo alzando sarcasticamente gli occhi al soffitto.  

<< E' in ottime mani, ci sono Zoro e Sanji che lo tengono occupato e lontano dai guai, sebbene quei due passino ogni minuto della giornata a litigare per futili motivi >> rispose il moro mentre finiva di salutare anche il rosso.

<< Ah giusto come stanno quei due cazzoni? ogni volta che venivamo a casa vostra non facevano altro che accopparsi a vicenda: Zoro che minacciava di affettarlo con una delle sue katane e Sanji che dichiarava di volergli spaccare il culo a suon di calci >> Disse Kidd mentre sorrideva al ricordo dei due.

<< Stanno benone, loro non...>>Ace si bloccò non appena percepì altre presenze nella stanza; si voltò verso Penguin e poi Law ( quest'ultimo lo stava fissando con un'aria alquanto lugubre, occhi assottigliati e un'aura di morte che gli danzava attorno), si chiese come non avesse fatto a notarli prima. Dedicò ai due sconosciuti uno dei suoi sorrisi migliori, apprezzato da Penguin ma non molto dallo Stark.
 
<>. Il servitore si fece avanti,  stringendo la mano che il moro gli aveva teso; << Piacere Lord Baratheon, sono Penguin il servitore di Lord Stark, lieto di fare la vostra conoscenza >>

<< Dammi del tu, non farmi sentire vecchio >> Ace si rivolse anche a Law, anche se l'aria che si respirava vicino a lui era più pesante dei pugni di suo nonno; << Lord Baratheon..>> il giovane lupo fece un lieve inchino con la testa in segno di rispetto.
 
<< Lord Stark >> Ace fece il medesimo gesto. Tutti fissavano quei due con aria vagamente curiosa, in particolare Kidd; aveva percepito subito l'ostilità di Law verso il moro, ma proprio non riusciva a capirne il motivo, era palese che lui ed Ace fossero buoni amici e..un momento! non sarà che quel lupetto saccente stronzo sia..?

<< Scusate, non dovevamo discutere del piano per annullare il matrimonio tra Lady Bonney e lord Stark? cerchiamo di essere veloci e diretti >> esclamò Robin, che per tutto il tempo era rimasta vicino a Nami in silenzio.
 
<< E' vero, non possiamo restare qui sotto per molto >> concordò Bonney. 

<< Io ho un paio di idee >> disse pensierosa Nami. << Potremo avvelenare tutti gli invitati il giorno del matrimonio e far cadere la colpa su qualcun altro, non c'è niente di meglio di una tragedia per distogliere l'attenzione dalla cerimonia; verrebbe avvelenato anche lo zio della sposa, soggetto che Bonney ha comunque intenzione di eliminare, oppure...>>

<< Oioi che freddezza Nami >> Ace parve turbato.
<< Ero al corrente delle intenzioni della tua lady ma..un omicidio di massa mi sembra esag->>
 
<< A me sembra una buona idea invece..>> Law interruppe il Baratheon. Penguin alzò gli occhi al cielo: se ci sono di mezzo assassini a sangue freddo il suo amico era sempre propenso.

<< Dicevo...in alternativa al massacro di tutta la corte, potremo fare in modo che uno dei due sposi convoli a nozze in segreto con un'altra persona prima della cerimonia, in questo modo l'unione tra i due sarà nulla nel momento in cui lo si verrà a sapere! >>
 
Silenzio tombale...

<<...EH?! >> esclamarono tutti all'unisono.
 
<< Che cazzo dici >> rispose "pacatamente" Kidd.

Nami sembrò offesa .<< Se avete un piano migliore accomodatevi >>
 
<< L'avvelenamento lo trovo il piano migliore, senza dubbio >> disse Law annuendo.
 
<< Niente avvelenamento! >> Bonney ne aveva già le tasche piene di quella conversazione; voleva ammazzare lo zio ma non dichiarare guerra alla casata Lannister.

<< Se posso permettermi...>> Ace cercò di attirare l'attenzione su di sè, tutte quelle voci lo stavano mandando in confusione. << Riguardo la prima idea..non credo sia saggio ammazzare la corte, re compreso, rischieremo di far scoppiare una guerra, inoltre non voglio che ci vada di mezzo gente innocente. Per la seconda idea..non vedo come potremmo attuarla, in alternativa a lord Stark, Bonney chi dovrebbe sposare? o viceversa ?>>


Bonney arrossì << Beh..è per questo che ti ho chiamato Ace..>>
 
Silenzio tombale 2.0.

<< CHE CAZZO VORREBBE DIRE! 
>> Kidd, sebbene non eccellesse per arguzia non ci mise molto a capire dove voleva andare a parare la sorella. 
 
<< Bonney se credi che ti lascerò spos->>
 
 
<< Kidd finiscila! lo sai che mi è sempre piaciuto Ace! >> quest'ultimo cadde dalle nuvole sentendo quelle parole.
 
<< Cosa cazzo vuoi che me ne importi! non se ne parla! >> rispose il rosso furioso.
 
<< Scusate, se posso introm->> Killer cercò di appianare le divergenze ma sembrava che Bonney e suo fratello stessero per mettersi le mani addosso, e non era la prima volta.
 


 

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Capitolo 16
*** Malcelate gelosie ***


<< Ragazzi la volete piantare o no? >> disse Nami al limite dell'esasperazione. La situazione era degenerata nel momento in cui Bonney aveva confessato i suoi sentimenti verso il Baratheon, scatenando la gelosia del fratellino che si ritrovava con le braccia di Killer a bloccarlo per impedire che mettesse le mani addosso alla sorella che in quello stesso momento era intenta nel tirargli i capelli cremisi ( con il dispiacere di Law, vedere quelle splendide ciocche rosse tirate con violenza gli dispiacque, ma non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce) e a urlargli in faccia, tutto sotto lo sguardo sbigottito degli altri presenti. Lo Stark non si sarebbe stupito di vedere le guardie sbucare dall'ingresso dei sotterranei vista l'intensità che aveva raggiunto la voce della sua futura moglie; ora capiva che la lady che aveva conosciuto alla sala del trono non era altro che una facciata..era più pazza del fratello!

<< Bonney porca troia! finiscila di tirarmi i capelli! >>
 
<< Allora permettimi di sposare Ace! >>
 
<< Col cazzo! >>
 
Ace alzò la mano nel tentativo di attirare l'attenzione dei due su di sè; << Scusate, vi interessa sapere la mia opinione? >> era ancora sconvolto dalla confessione di Bonney e aveva le idee confuse, invece quei due stavano già discutendo di matrimonio!

Robin invece scosse divertita la testa << non c'è niente da fare, Kidd è iperprotettivo con sua sorella, non gli permetterà mai di sposare Ace anche se è un suo caro amico >>

Andarono avanti per altri 5 minuti fino a quando Ace, palesemente irritato per essere stato ignorato si avvicinò ai due litiganti e allontanò Bonney dalla testa del rosso ( Law esultò).
 
<< Basta voi due! stiamo perdendo tempo inutilmente, innanzi tutto io non ho mai detto di voler sposare lady Greyjoy quindi calmati Kidd >> Per la gioia di tutti il rosso smise di dimenarsi tra le mani del suo servitore, e si limitò a scrutare sospettosamente il moro vicino a lui; tuttavia Ace non potè evitare di incrociare gli occhi colmi di dispiacere di Bonney, l'ultima cosa che voleva era rendere triste la sua migliore amica, lui che era sempre abituato a vederla sorridere. Forse doveva discutere di quella faccenda solo con lei, in privato. Inoltre non voleva far arrabbiare suo fratello, anche lui era un prezioso amico dopotutto.

Il Baratheon prese parola: << Credo che dovremmo discuterne io e Bonney da soli, vi faremo sapere al più presto ma, per il momento il piano per annullare la cerimonia tra Lady Greyjoy e Lord Stark è annullato. >> Detto ciò salutò Kidd con un abbraccio, prontamente ricambiato ( sotto lo sguardo ostile di un certo Lord dagli occhi di ghiaccio), prese per mano Bonney e risalirono le scale tornando al piano di sopra. Nami e Robin si ritirarono per tornare ai loro doveri ( nessuno seppe a cosa si riferirono). Anche Kidd, Law e i rispettivi servitori si avviarono verso le scale per risalire. Quando tornarono nel corridoio Killer e Penguin decisero di tornare nelle rispettive stanze, seguiti dai due Lord che camminavano dietro di loro a una certa distanza; Kidd decise di approfittare di quell'attimo: afferrò per una manica il moro che si trovava leggermente più avanti facendolo voltare e stampandogli un bacio sulle labbra, rapido ma deciso.
<< Io e te non abbiamo ancora finito Stark, che ne dici se andassimo in camera mia? >> gli sussurrò nell'orecchio.
 
Law lo guardò con sarcasmo << Perchè non ci porti il tuo migliore amico? ho visto che siete molto in sintonia >>

<< Siamo solo amici d'infanzia, non dirmi che sei geloso? >> gli rispose lascivamente il rosso. << tranquillo, ho occhi solo per te >> aggiunse quasi ridendo, anche se in realtà quelle parole celavano la pura verità. Forse inconsciamente il rosso non se n'era accorto ma, quando era in compagnia del moro si sentiva bene, rideva e scherzava come se si conoscessero da una vita intera,e quando i loro corpi si sfioravano si sentiva davvero completo, come se avere solo accanto l'altro non gli facesse desiderare altro, e quando Law non era nei paraggi non faceva altro che pensare a lui, la sua assenza lo rendeva instabile e inquieto. Ma mai lo avrebbe ammesso di fronte all'altro, il suo orgoglio glielo impediva, anche se il non poterlo dire aveva il suo peso. Si chiese cosa provasse invece il moro nei suoi confronti.

<< Io non sono geloso capelli rossi, vai a farti fottere >> il giovane lupo si liberò con uno strattone dalla presa dell'altro senza distogliere lo sguardo dagli occhi da quelli de Kidd, non voleva mostrarsi debole. Nessuno dei due parve accorgersi di essere rimasti fermi nel bel mezzo del corridoio mentre i due servitori li osservavano da lontano con malcelata noia.
 
<< Dovremmo intervenire secondo te? >> chiese Penguin al biondo al suo fianco.
 
<< Nah, se la risolvono da soli, dopo tutto non mi sembrano sul punto di sbranarsi >> rispose pacato Killer.

<< Tu dici?  a me sembra proprio così a giudicare dalla tensione che inonda l'ambiente >> Il massacratore scosse la testa: evidentemente quel tipo non aveva capito come stavano le cose. Tutti si erano convinti che Kidd ce l'avesse con lo Stark sin da quando si erano incontrati nella sala del trono ma, avevano frainteso lo sguardo del rosso. La sua non era stata un'espressione ostile ma di interesse, solo lui che lo conosceva sin da quando erano piccoli aveva riconosciuto quella luce nei suoi occhi. Kidd non aveva mai detestato Law, al contrario, gli era piaciuto sin dal primo momento, solo che aveva un pessimo modo di dimostrarlo. 

<< Lasciamoli soli, ti spiegherò strada facendo la verità >> Detto ciò i due si allontanarono senza essere notati dai loro signori.
 
<< Preferirei fottere te Stark, e so che anche tu lo vuoi >> Ricordava bene le mani del moro che si muovevano frenetiche sulla schiena e il suo bacino che faceva pressione sul suo, e aveva sentito chiaramente il suo desiderio. Entrambi lo volevano ma evidentemente c'era qualcosa che li bloccava, o meglio, qualcosa che bloccava Law visto che se fosse dipeso da lui lo avrebbe sbattuto anche lì.

<< Tutte stronzate..>> Decise di concludere la conversazione lì. Con passo affrettato si allontanò dal rosso lasciandolo in mezzo al corridoio mentre quest'ultimo lo osservava in silenzio con una sola consapevolezza: non avrebbe rinunciato a quel moro saccente tanto facilmente.

Intanto nella camera di Bonney..
 
<< Sai trovo strano che il sovrano mi abbia accolto al castello nonostante mi sia presentato all'improvviso senza essere invitato, e senza farmi domande, è davvero un tipo inquietante...>> Ace si grattò la nuca con fare nervoso mentre cercava di alleggerire l'aria nella stanza che era tutt'altro che respirabile. Da quando erano entrati nella camera della Greyjoy quest'ultima si ostinava a stare in silenzio mentre gli dava le spalle e rivolgendo l'attenzione verso la vetrata; evidentemente stava pensando a quello che era successo nei sotterranei. Infatti decise di dare voce ai suoi pensieri.
 
<< Vorrei che fossi sincero con me Ace, ci conosciamo sin da quando eravamo bambini e siamo andati d'accordo da allora; per me eri come un secondo fratello, mi divertivo in tua compagnia, eravamo complici su ogni cosa facessimo..>> Il moro se ne stava seduto sul letto a fissarle la schiena.

<< Ma ad un certo punto senza che me ne accorgessi sei diventato più di un fratello e quello che provavo andava oltre l'amicizia. Ho iniziato a desiderare la tua compagnia sempre di più a tal punto da volerti al mio fianco per tutta la vita, quando ho saputo del mio matrimonio combinato ho subito pensato a te, non volevo nessun altro come compagno di vita se non tu, io..io ti amo Ace Baratheon >> Bonney si voltò verso di lui incontrando i suoi occhi nero pece; dal canto suo Ace si sentì mancare, non aveva mai sentito la sua amica pronunciare parole tanto profonde, era più che altro abituato a sentirla sboccare o altro. Non seppe che dire, si sentì la testa vuota.

<< Ascolta Bonney...>> si alzò dal letto fino a raggiungere la rosa e metterle le mani sulle spalle;
 
<< Lo sai che ti voglio bene, sei una delle persone più importanti che ho e non c'è niente che non farei per renderti felice, per me non c'è cosa più bella che vedere il tuo sorriso >>La verità era che anche Ace provava un profondo sentimento verso Bonney, da tanto tempo, ma purtroppo tra loro c'era un ostacolo: pochi giorni fa aveva ricevuto la notizia del suo fidanzamento con Bibi Arryn. Non aveva avuto il tempo di avvertire i suoi amici del suo matrimonio combinato e ora..non aveva il coraggio di dirlo a Bonney. L'unica cosa che poteva fare era farle credere che il suo era un sentimento di amicizia che non poteva sfociare in altro, anche se la cosa lo feriva.
 
<< Ma per me sei come una sorella, non posso provare altro per te se non affetto e, vorrei che potessimo restare buoni amici >> 
 
Vedere il volto di Bonney oscurarsi fu come una pugnalata al petto ma dovette sopportare. La Greyjoy sospirò sconsolata; << Lo so che mi vuoi bene Ace ma...>>. Il suo sguardo cambiò improvvisamente, facendosi determinato e i suoi occhi brillarono di una nuova luce. << Io non mi arrendo! riuscirò a farti cambiare idea te lo giuro! non intendo mollare così facilmente >>. Il Baratheon si passò una mano sul viso: dimenticava troppo spesso con chi aveva a che fare..quando Bonney ci si metteva era peggio del fratello.

Dall'altra parte del castello, appoggiato su un balcone che si affacciava sull'oceano un giovane ragazzo moro scrutava l'orizzonte. Il sole stava lentamente calando e nell'aria ancora persisteva l'odore umido della pioggia che aveva smesso di cadere poco fa. Inizialmente aveva pensato di andare nella sua stanza o passare nella biblioteca reale per tenere la testa occupata ma, ci aveva ripensato. Si era diretto verso la sala grande per farsi un giretto quando il suo sguardo era caduto sul panorama fuori da una vetrata che dava su uno dei balconi. Prendere un pò d'aria fresca gli avrebbe giovato magari. I suoi occhi grigi fissavano il lento movimento delle onde illuminate dagli ultimi raggi solari che andavano a infrangersi sugli scogli sottostanti. Inevitabilmente i suoi pensieri tornarono a un certo Greyjoy. Già da un pò Law non era più sicuro dei suoi sentimenti; era certo di provare odio e disprezzo verso quell'individuo, quando invece la realtà era un'altra: quando aveva quell'idiota vicino o nei paraggi sentiva la pelle andare a fuoco e il battito cardiaco aumentare, e sul suo viso spuntava spontaneamente un sorriso. Quando invece si ritrovava a discutere con l'altro anche per futili motivi, si sentiva leggero, se stesso. Sorrise a tal pensiero, quel pel di carota tirava fuori un lato che nemmeno lui conosceva. Perso nei meandri della sua mente non si accorse di una presenza alle sue spalle che lo fissava con un sorriso non poco inquietante.
 
<< A quest'ora il panorama è al suo massimo splendore non credi? 
 
Law sgranò gli occhi tornando alla realtà ma non si voltò, riconoscendo purtroppo quella voce. Non si premurò neppure di rispondere. Dietro di lui Doflamingo quasi si compiacque della reazione del moro, se l'era aspettato conoscendo il suo carattere orgoglioso e ribelle. Il suo sorriso si ampliò.

<< Ogni tanto anche io vengo a osservare il mare, quando i miei impegni da sovrano non mi tengono occupato. Il colore dell'acqua in questo periodo assume delle sfumature quasi grigie a causa della temperatura bassa; sai..per certi versi quella tonalità mi ricorda molto gli occhi di tua madre, cinerei come i tuoi >> 
A quelle parole lo Stark non potè non voltarsi verso il suo interlocutore, mostrando l'incredulità che brillava in quegli occhi freddi;
 
<< Cosa..cosa hai detto? >> nemmeno si accorse di aver assunto un tono informale di fronte al re, troppa era la sorpresa che quelle parole aveva provocato nel suo animo tormentato. 

<< Non mi sorprende il fatto che tu non ne sia a conoscenza, ma devi sapere che io conoscevo molto bene tua madre, non a caso tempo fa era la mia promessa sposa >>.
 
Law a quel punto si scostò dal balcone per avvicinarsi al biondo fino a portarsi a pochi centimetri da lui; << cosa intendi dire? >>.

<< Voglio dire proprio ciò, tua madre mi era stata promessa in sposa ma, alla fine sposò tuo padre, il futuro erede di Grande Inverno. La conoscevo sin da quando ero ragazzo, ogni tanto la vedevo qui a corte e non potevo fare a meno di ammirarla per la sua bellezza: occhi grigi come il piombo, capelli corvini e la pelle color ambra. Io e mio fratello le tenevamo compagnia e insieme ne abbiamo combinate tante; aveva un carattere forte, era determinata, arguta e una profonda conoscitrice della medicina, qui a corte i suoi servigi erano molto richiesti nonostante la giovane età..>> 
Fece una breve pausa, come se ricordare quei momenti fosse doloroso.

<< Quando ho saputo che l'avrei sposata mi sono sentito l'uomo più felice del mondo, mi tornavano alla mente le parole dette da mio padre, che avrei dovuto avere al mio fianco solo una persona da me amata..tuttavia c'è stato un cambiamento nei piani e tua madre ha sposato tuo padre e da allora non l'ho più vista >>Il re si avvicinò ulteriormente al moro a tal punto che Law dovette alzare il volto per poter guardare negli occhi l'altro, sentì uno strano senso di disagio percorrergli le membra.
 
<< Ogni volta che incrocio i tuoi occhi non posso fare a meno di rivederla in te, sei così simile a lei, nei gesti, nelle parole..e senza che possa impedirlo sento quelle emozioni che pensavo sepolte da tempo ritornare in superficie >>Con il pollice iniziò ad accarezzare delicatamente la guancia del moro fino ad arrivare sul mento. Inutile dire che Law si sentì congelare sentendo quel tocco non voluto sulla pelle. Il modo in cui lo fissava il sovrano non gli piaceva per niente perchè era lo stesso che gli rivolgeva Kidd, solo che sembrava molto più malsano. Non volendo sentire oltre quel fastidio interiore si allontanò di un paio di passi lasciando la mano del biondo sospesa a mezz'aria e velocemente, si allontanò rientrando dentro intenzionato a chiudersi, possibilmente a chiave, nella sua stanza. Nello stesso momento qualcun altro finiva di guardare quella scena surreale da una finestra posta nelle vicinanze di quel balcone. Greyjoy Kidd fissava il biondo con tutta l'ostilità possibile, cercando di sopprimere la voglia di andare là e prendere a pugni quel fottuto fenicottero, fottendosene del fatto che fosse il re. Nel momento in cui aveva messo le mani addosso a Law ( non proprio entrambe le mani ) si era sentito pervadere dalla rabbia nel vedere quell'individuo anche solo sfiorare l'altro. Non l'avrebbe mai ammesso ma..la gelosia non era qualcosa che gli si addiceva.
 








 
 

 



 
 
 
 

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Capitolo 17
*** Eventi inaspettati ***


Indubbiamente le giornate piovose possono dar origine a sentimenti malinconici,  e dunque perchè negare al nostro essere quel naturale bisogno di rinchiudersi talvolta in se stessi e schiudere la porta a quella lieve sofferenza in cui si avverte la mancanza di qualcosa che non si riesce ad afferrare e che ci impone ritmi più lenti per frugare dentro la nostra anima?  Quel tardo pomeriggio la fredda pioggia si era ripresentata, l’acqua veniva giù fitta e picchiava sul terreno come tanti spilli che cadendo con irruenza penetravano il manto stradale,scivolava via sottile, timida, quasi impalpabile ma fastidiosa fino a diventare molesta. Si infiltrava nelle case, sotto le porte, sprigionando quell’odore di stantio e ammuffito che perfora le narici e le tormenta col suo olezzo, col suo scroscio regolare e costante sembra quasi voglia scandire il tempo come un signore riverente. Law Stark se ne stava nella sua stanza, rannicchiato tra i cuscini del comodo letto a baldacchino, mentre sfogliava l'ennesimo libro di anatomia che aveva preso dalla biblioteca, il pavimento era disseminato di volumi e vecchi appunti e la porta era chiusa rigorosamente a chiave. Da circa due giorni si era rintanato nella sua camera con il preciso scopo di star il più lontano possibile dai malati di menti che vagavano per quel maledetto castello, persino Penguin era stato allontanato ma non per quel motivo. La verità è che aveva la necessità di mettere in ordine i pensieri, visti gli avvenimenti delle ultime 48 ore. Andando per ordine: Doflamingo quel pomeriggio di due giorni fa si era mostrato più inquietante del solito, era comparso alle sue spalle con troppo silenzio per i suoi gusti, e come se non bastasse quel bastardo aveva dichiarato di aver conosciuto sua madre e di averla quasi sposata; in un universo alternativo lui sarebbe potuto essere il figlio di quel fenicottero...raccapricciante, orribile, spaventoso. Ciliegina sulla torta, gli aveva di nuovo messo le mani addosso nonostante fosse risultato chiaro come il sole che quel contatto non era stato gradito la prima volta e di conseguenza, non lo sarebbe stato neppure la seconda. Per non parlare del suo sguardo: Law questa volta non se lo era immaginato, quello stronzo se lo stava divorando con gli occhi, aveva nello sguardo una luce lussuriosa e possessiva, cosa che contribuiva a renderlo un soggetto da tenere alla larga. Dopo essere letteralmente fuggito via pensava che la giornata fosse finita, che la sfiga fosse finita ma si sa, gli Dei non sono mai misericordiosi. Sulla strada del ritorno verso la sua stanza aveva incontrato quella testa rossa appoggiato con la schiena sulla parete del corridoio con le braccia incrociate al petto e lo sguardo, perennemente scazzato, rivolto verso la finestra davanti a sè. Il moro gli passò davanti come se non lo avesse visto, voleva evitare di avere altre conversazioni che gli incasinassero il cervello ma neppure quella volta gli andò bene; dopo aver superato il Greyjoy di pochi passi senti la sua voce rimbombare nel suo orecchio, minacciosa e bassa.

<< Hai finito di trastullarti con quel cretino di un fenicottero a quanto vedo >>

Law fermò la sua camminata, come se fosse stato gelato sul posto. << Come prego? >>. Sibilò quelle parole a denti stretti senza voltarsi, stava ancora metabolizzando le parole pronunciate da quella boccaccia dipinta di rosso. Si sentì afferrare violentemente per le spalle e sbattere al muro con ancora la presa ferrea dell'altro addosso, che lo fissava con malcelata irritazione.

<< Da quel che ricordo avevi detto di detestare il contatto fisico, credevo che io fossi un'eccezione ma a quanto pare mi sbagliavo >> sputò Kidd velenoso.  Che cazzo, gli aveva dato fastidio vedere quel viscido vestito di rosa mentre toccava  Law senza che quest'ultimo reagisse ma, restasse immobile come una statua; certo la tensione era stata palpabile da parte del moro ma...non lo sopportava comunque!  Il giovane Stark alzò gli occhi al soffitto; << Non fare la mogliettina gelosa Greyjoy, o potrei pensare che tu ti sia innamorato di me >> gli sorrise sarcastico. Per risposta il rosso gli prese il mento con una mano, ma senza fargli male, con sorpresa di Law. << Nessuno deve metterti le mani addosso stronzo, solo io posso farlo! non intendo condividere quello che mi appartiene >> sfiorò le labbra del ragazzo di fronte a lui con insolita delicatezza, anche se dentro stava ardendo come fuoco. Law afferrò il colletto della maglia di Kidd avvicinandolo ulteriormente al suo viso, la voglia di sentire il suo odore era troppo forte, così come il volersi specchiare in quegli occhi color ambra. << Potrei dire la stessa cosa di te Greyjoy >> sussurrò appena, gli occhi ridotti a due fessure. Questa volta fu il turno del rosso ad alzare gli occhi al cielo; << Ancora con questa storia? ti ho detto che Ace è solo un mio vecchio amico, non credere che non abbia notato le frecciatine che continuavi a lanciargli giù nei sotterranei scemo >>.

<< Sia come sia, la prossima volta che si azzarderà anche solo a sfiorarti lo userò come cavia per i miei esperimenti medici >> Law ovviamente non diceva sul serio, il suo era solo l'ennesimo tentativo di stuzzicare Kidd, aveva capito perfettamente che tipo di rapporto c'era tra il rosso e il Baratheon e in un certo senso, quasi invidiava quella complicità e quel legame fraterno che legava i due, anche se quello che provava per il rosso andava ben oltre. Gonfiò le guance nel tentativo di apparire imbronciato, ma l'effetto che ottenne fu comico considerando la bassa risata del Greyjoy. 
Dal canto suo anche Kidd capì che quella minaccia era solo una presa per il culo, trovò il tentativo di Law di apparire incazzato quasi tenero, gli venne voglia di tirare quelle guance ambrate ma, ovviamente non lo fece, non voleva apparire smielato anche se aveva davanti la persona che..gli piaceva? amava? non seppe dirlo.  Diede un fugace bacio sulle labbra del moro, strappandogli un sorriso. Quando  Law sorrideva ( e non nel modo sarcastico in cui si rivolgeva solitamente agli altri) Kidd sentiva una strana sensazione all'altezza del petto, che lo faceva stare bene, che gli faceva venire voglia di stringere quell'esile corpo tra le sue braccia e non lasciarlo sfiorare da nessun altro. A tal proposito gli rivenne in mente la scena in cui il sovrano poggiava una mano sul volto del moro, e, inevitabilmente l'irritazione riaffiorò; << Ad ogni modo prima dicevo sul serio, non voglio che quel bastardo ti metta le mani addosso un'altra volta o giuro che non rispondo di me >>.Le mani del rosso si spostarono dalle spalle del moro soffermandosi sui fianchi in una stretta quasi impercettibile. 

<< Farò del mio meglio per evitare che accada di nuovo, non preoccuparti >> Detto ciò  Law posò un casto bacio sulla punta del naso del Greyjoy, si liberò delicatamente dalla sua presa e si allontanò diretto nella sua stanza mentre il rosso fece altrettanto nella direzione opposta; il sole stava calando ed era proibito andare in giro per il castello durante la sera.

Tornando al presente; ormai l'ora di cena era passata da un pò e non avendo nulla da fare era logico mettersi a dormire o finire di leggere il capitolo sul cuore ma Law non aveva voglia di terminare la sua giornata in quel modo. Erano due giorni che Kidd non si faceva vedere e sinceramente la cosa lo irritò non poco. Aveva una gran voglia di andare da lui ma avrebbe dovuto aspettare il mattino per vederlo, visto che di notte non si poteva scorrazzare per i corridoi; rimase in silenzio per circa 2 minuti con gli occhi chiusi fino a quando non li sgranò, lanciò il volume da qualche parte nella stanza e si alzò dal letto diretto verso la porta e aprendola. "Fanculo", nessuno poteva dirgli quello che doveva fare, tanto meno le regole di quel fottuto manicomio in cui si trovava. Velocemente percorse tutto il tragitto che a grandi linee ricordava per raggiungere la stanza del rosso, senza premurarsi di guardarsi intorno, l'ambiente era buio e silenzioso, non c'era anima viva in giro nonostante non fosse tardi. Pensò di trovare il servitore biondo fuori dalla porta di Kidd ma non si sorprese più di tanto quando non vi trovò nessuno, in fondo anche lui aveva detto a Penguin di non restare come una statua fuori dalla sua camera. Fece qualche passo in avanti trovandosi la porta proprio a pochi centimetri di distanza, e in quell'istante mille pensieri gli invasero il cervello come una miriade di spilli; che cosa avrebbe detto al rosso per giustificare la sua presenza lì a quell'ora? magari l'altro lo avrebbe pure preso per il culo, e in tal caso lo avrebbe mandato al diavolo spiaccicandogli sulla faccia il suo dito medio. Prese un profondo respiro e bussò 2 volte senza troppa forza. In cuor suo sperò che il rosso si fosse già addormentato, in modo da avere ancora la possibilità di andarsene ma per sua sfortuna la porta si aprì rivelando la figura del Greyjoy che lo fissava con stupore e incredulità mentre teneva la porta aperta con una mano, evidentemente non si aspettava di ricevere una sua visita, almeno non in quel momento. Law lo guardava in silenzio, senza aver la forza di poter parlare, si sentiva bloccato nonostante avesse mille cose da dire. L'aria intorno a loro divenne strana, più leggera e più calda e i loro occhi si accesero di passione. Kidd aprì completamente la porta, un gesto di invito piuttosto esplicito; Law si mosse senza rendersene conto entrando e portandosi al fianco del rosso senza distogliere lo sguardo da quello dell'altro e chiuse la porta della stanza. A poca distanza dalla porta, dietro un angolo buio qualcuno aveva osservato la scena, qualcuno con un pezzo di tonno appiccicato sulla guancia. 

In quello stesso momento, nella stanza di una certa lady che se stava seduta davanti a un tavolino di legno di mogano elegantemente apparecchiato con tanto di vasi di fiori, candelabri e varie pietanze, qualcuno bussò alla sua porta. "Avanti" disse la rosa con fare allegro. Dall'entrata apparve Robin che rivolse alla sua signora uno sguardo di trionfo << E' stato difficile ma alla fine abbiamo portato a termine la vostra richiesta >> Detto ciò si rivolse a qualcuno ancora fuori alla porta facendogli cenno di entrare: Nami varcò la soglia trascinandosi dentro uno scombussolato Ace avvolto da spesse corde. << Abbiamo catturato l'obbiettivo >> rispose la rossa sorridendo. Ace sospirò tristemente. solo perchè aveva rifiutato l'invito di Bonney di cenare loro due soli nella sua stanza era stato accalappiato come un cane, la sua amica proprio non si rassegnava.  Fu costretto a sedersi di fronte alla Greyjoy, e in seguito slegato per la sua gioia
. "Senza rancore amico" gli rivolse Nami prima di uscire insieme a Robin che gli fece un'occhiolino.

<< Era davvero necessario arrivare a tanto Bonney? >> Disse il moro portandosi la mano al volto con fare esasperato;                                                             

<< Beh, tu non sei molto collaborativo e io ci tenevo molto a cenare in tua compagnia stasera ma, sembra proprio che tu voglia innalzare un muro tra noi >> rispose lievemente imbronciata Bonney.


<< Non è così e lo sai, ma ti ho già detto di non poter ricambiare i tuoi sentimenti quindi ti chiedo di non rendere le cose più difficili di quanto non lo siano già >>

<< Per me sei come un libro aperto Ace, non sei mai stato bravo a raccontare bugie, così come non lo è mai stato Rufy; lo capisco quando mi dici una menzogna quindi ti chiedo: perchè ti ostini a mentirmi? cosa ti blocca? >>.
 
"Cazzo" imprecò mentalmente il Baratheon; era vero, Bonney lo conosceva come il palmo della sua mano e questo dettaglio gli scaldava il cuore ma non poteva rivelargli la verità, che era promesso a un'altra donna. Ma come poteva mentire alla persona che più di tutti riteneva importante?
Ace si chiuse in un silenzio ostinato che fece perdere la pazienza alla rosa che sbattè i pugni sul tavolo, provocando il movimento delle posate. Era ovvio che il suo amico gli stava nascondendo qualcosa! e se non avesse confessato di sua spontanea volontà quale fosse il problema, glielo avrebbe fatto sputare a suon di schiaffi. Si alzò con così tanta foga da far rivoltare la sedia a terra, e si avviò a grandi falcate verso il moro che la fissava con un briciolo di preoccupazione.
Ora erano cazzi amari. Senza alcun pudore Bonney si sedette a cavalcioni sulle gambe del moro e gli prese il viso con entrambe le mani incatenando i loro sguardi; 

<< Parlami Ace, non avere segreti con me perchè io non ne ho con te..>> Unì le labbra con quelle del moro sotto di sè in un casto bacio, un contatto delicato senza nessuna malizia; i loro respiri si infransero sulla pelle di entrambi, riscaldandoli con un lieve tepore. Bonney teneva gli occhi chiusi e dentro di sè si senti esplodere di felicità per aver finalmente baciato l'uomo che amava da tempo, temeva di venir nuovamente rifiutata e forse anche odiata ma, aveva deciso di giocarsi il tutto per tutto; spostò le mani dalle guance di Ace dietro alla sua nuca per sentirlo più vicino. Sentì due forti braccia avvolgerle la vita in un abbraccio. Ace aprì la bocca per permettere alla lingua di Bonney di entrare nella sua cavità: il bacio divenne passionale e umido, le lingue danzavano lentamente e le salive si univano fino a non riconoscersi più. Entrambi si strinsero di più all'altro come se temessero che qualcuno o  qualcosa avesse potuto separarli. 

" Quante volte il nostro cuore va per la sua strada? incurante dei problemi e delle priorità? "

Ace ci aveva provato a resisterle, a reprimere i suoi sentimenti verso la rosa ma quando lei si era seduta sul suo grembo facendogli sentire la consistenza del suo esile corpo non ci aveva più visto, era come impazzito e il suo cervello aveva smesso di funzionare; "al cuore non si comanda" gli ripeteva sempre il suo amico Sanji. Fanculo tutto! si alzò in piedi con ancora il corpo di Bonney avvinghiato al suo, e con una mano liberò il tavolo da tutto ciò che c'era sopra facendo abbastanza spazio per appoggiare sopra la superficie lignea la Greyjoy senza smettere di baciarla; prese ad accarezzarle le schiena e i fianchi mentre sentiva Bonney fare lo stesso. Spostò la mano sul seno destro accarezzandolo sensualmente strappando un gemito di piacere dalla bocca della rosa, rumore che lo riportò alla realtà. In una frazione di secondo si sentì terribilmente in colpa, conscio di star usando e mentendo a Bonney,e un senso di malessere si impadronì del suo corpo, spingendolo a interrompere il bacio e allontanandosi dal corpo della rosa lentamente, spostando lo sguardo per non dover guardare la ragazza in faccia e leggervi la più completa delusione. "Perdonami" sussurrò in direzione di Bonney che lo guardò dirigersi verso la porta e uscire senza nemmeno voltarsi. 




Intanto in un'altra stanza, sopra un enorme letto a baldacchino rivestito di rosso e magenta due corpi accaldati, sudati e completamente nudi si strusciavano come a volersi fondere e gli unici rumori udibili erano i gemiti di piacere e baci scambiati con lussuria e saliva. Il giovane Stark si trovava sopra il corpo di Kidd che non smetteva di toccarlo, accarezzarlo e morderlo; le loro lingue erano impegnate nell'ennesima battaglia per la supremazia che nessuno dei due avrebbe mai vinto. Law spostò la bocca verso il collo niveo del rosso nonostante fosse già costellato di segni violacei e morsi, tanta era stata la foga con cui lo aveva marchiato, depositandovi un dolce bacio come per farsi perdonare. Kidd decise di ribaltare le posizioni portando lo Stark sotto di sè e lo guardò negli occhi: appena Law era entrato nella sua stanza e la porta  era stata richiusa si erano letteralmente buttati l'uno nelle braccia dell'altro e da lì in poi non si era capito più nulla: baci roventi, vestiti che venivano strappati e il ritrovarsi sul letto del rosso a sfiorarsi come se avessero atteso tutta la vita per quel momento. In quel momento finalmente comprese quanto davvero avesse desiderato quel ragazzo dagli occhi plumbei, poterlo guardare interamente, poter assaggiare la sua pelle e sentirlo interamente suo. Law alzò una mano depositandola sulla guancia del rosso in una lieve carezza, come se avesse letto nei suoi pensieri e trovandosi d'accordo con lui.  Kidd gli prese la mano baciandola e portandosi vicino al volto dell'altro per baciarlo ancora: ne non avrebbe mai avuto abbastanza di quelle labbra sublimi. Per quanto la voglia di assaggiare ogni lembo di quella pelle ambrata fosse impellente, il Greyjoy decise che era ora di passare al sodo. Portò due dita all'interno della sua bocca inumidendole per bene e le portò all'entrata del moro iniziando a prepararlo nel modo più gentile possibile. Law inizialmente si irrigidì a quell'intrusione estranea ma non si lamentò, ne si ribellò.  Quando Kidd ritenne che fu sufficiente avvicinò il suo membro verso l'apertura del moro, che gli diede il consenso con un gesto della testa avendo visto negli occhi del rosso una luce di incertezza; era ovvio che non voleva fargli male essendo la prima volta per lo Stark ma visto che si trattava del rosso, a Law andava bene. Strinse le candide lenzuola e inarcò la schiena quando sentì l'altro penetrarlo fino ad entrare completamente. Kidd restò immobile per dare tempo all'altro di abituarsi all'intrusione, il suo passaggio era così caldo e stretto che il rosso tremò di piacere. Con un colpo di bacino Law intimò all'altro di muoversi, anche se avvertiva ancora una punta di dolore ma a lui non interessava. E mentre Kidd si spingeva dentro di lui con impeto crescente il giovane lupo gli andava incontro, liberando dalla sua bocca gemiti incontrollati; andarono avanti per diversi minuti fino a quando entrambi arrivarono al limite, e scambiandosi un focoso bacio. Completamente esausto Kidd si stese con la schiena sul morbido materasso, con Law che si era avvinghiato a lui poggiando la testa sul petto del rosso che lo aveva avvolto con un braccio per stringerlo a sè. Il moro aveva preso ad accarezzargli distrattamente gli addominali e si rilassò ancora di più quando sentì le dita dell'altro che affondavano nella sua chioma corvina, accarezzandolo con estrema dolcezza; si sentiva in pace con sè stesso. Passarono diversi minuti a farsi le coccole fino a quando Law alzò il volto vedendo lo sguardo assorto dell'altro, si chiese a cosa stava pensando il suo compagno.

 << Dì un pò, a che pensi? >> chiese curioso lo Stark senza distogliere gli occhi da quelli dell'altro;

<< Penso al fatto che vorrei vivere questo momento per altre mille volte, lo trovi strano? >> Law negò con la testa.

<< Per cui sono arrivato ad un'unica conclusione..e volevo renderti partecipe della mia idea >> disse serio il rosso.

Il moro fu tentato di dirgli "tu sei capace di formulare idee?" ma si trattenne, voleva sapere a cosa aveva pensato Kidd.

<< Sposiamoci >> disse tutto d'un fiato il rosso. Law alzò lentamente la testa e lo fissò come se avesse appena detto la cosa più irreale di questo mondo, sbattendo più volte le ciglia.

<< Cosa hai detto? >> il giovane lupo era a conoscenza del fatto che il matrimonio tra persone dello stesso sesso era stato legalizzato un paio di decenni fa da un precedente sovrano, il re Shanks detto il Rosso, ma prima di allora erano proibiti. 

<< Mi hai sentito scemo, se mi sposi non sarai costretto ad unirti con mia sorella e..non sarai più costretto a tornare da quel bastardo di tuo padre; inoltre è quello che voglio, averti accanto a me per tutta la vita..>>. Il rosso si sentì in imbarazzo, non sapeva proprio quali parole usare. Law se ne stava in silenzio, e nel frattempo si era messo a sedere sul letto: la prospettiva di quella nuova vita che gli stava offrendo Kidd lo stuzzicava parecchio: rivedere suo padre era l'ultima cosa che voleva, così come lo sposare Bonney ma, diventare il compagno ufficiale del Greyjoy..poteva davvero farlo? poteva davvero essere felice e stare al suo fianco per tutta la vita? sentì un tuffo al cuore che gli imporporò il viso. Vedendolo indeciso il rosso fece un ulteriore sforzo e calpestò ancora il suo orgoglio: gli prese una mano tra le sue distogliendolo dai suoi pensieri;

<< Vieni via con me a Pyke, non appena ci saremo sposati torneremo nelle isole di Ferro e faremo il culo a mio zio, in questo modo diventerò il legittimo erede al Trono del Mare e tu regnerai al mio fianco, potrà venire anche il tuo servitore, ho notato che sta sempre appiccicato a Killer >>  

Effettivamente ora che ci pensava Penguin non perdeva occasione di svignarsela per andare chissà dove e puntualmente quando lo trovava era in compagnia del ragazzo mascherato; fu felice al pensiero del suo amico legato a qualcun'altro che non fosse lui. Ad ogni modo lui la sua decisione l'aveva già presa, non c'era nulla su cui dover riflettere veramente. 

<< Se proprio me lo chiedi così gentilmente..>> fece una breve pausa << Sarò felice di accontentare la tua richiesta, anche se mi immaginavo più romanticismo da parte tua >> disse il moro sorridendogli sarcasticamente e facendogli la linguaccia;

<< Ma non rompere i coglioni Stark, piuttosto sentiti onorato di diventare la mia mogliettina >> ghignò il rosso avvicinando il corpo dell'altro al suo per poterlo stringere.

<< Vai a fanculo testa di merda >> rispose il moro appoggiando la testa nell'incavo del collo del rosso.

<< Ti amo anche io stronzo >> replicò baciandogli la testa.


 

 



 

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Capitolo 18
*** Matrimonio. ***


Quella mattina il sole splendeva in tutta la sua bellezza, riscaldava ogni cosa e la avvolgeva come una morbida e soffice coperta di lana dopo essere stato oscurato dalle grigie nubi del giorno prima. Soffiava un leggero venticello invernale che giocava tra le frondose chiome dei pochi alberi quasi spogli presenti dietro qualche abitazione malridotta , le strade erano costellate da numerose pozzanghere fangose che riflettevano i raggi di quella sfera abbagliante che si stagliava nel cielo sereno, e il cinguettio degli uccelli era una sorta di sveglia tranquilla, leggera e rilassante. Quel piacevole bagliore si infiltrò birichino tra le tende di seta color avorio arrivando ad illuminare solo parzialmente la stanza, ma fu abbastanza insidioso per infastidire un certo ragazzo moro che se ne stava sepolto tra le pesanti coperte, con la testa appoggiata sopra il massiccio torace di una seconda presenza che lo stringeva a sè con un braccio avvolgendogli la sottile vita. Law si stropicciò pigramente un occhio mentre sbadigliava stancamente. La sua consueta razionalità non fece in tempo a dargli il buongiorno che in una frazione di secondo le immagini della sera prima gli attraversarono il cervello come una moltitudine di flash, lasciandolo frastornato: la notte di passione trascorsa con Kidd, che lo aveva portato verso un baratro fatto di dolore e piacere, i loro corpi che si sfioravano accaldati e sudati in una frenetica danza erotica, i loro occhi che si incontravano accesi solo dalla lussuria più oscena, i loro baci alternati a morsi affamati e i loro gemiti che risuonavano nella stanza come la più afrodisiaca delle melodie. Oltre ai ricordi anche un fastidioso dolore alle retrovie gli ricordava del rapporto avuto con il rosso, che nonostante tutto ci era andato leggero considerando che era rimasto intatto fino ad allora, "un gesto cavalleresco" pensò sarcasticamente. Nonostante il suo incrollabile orgoglio gli intimasse di far passare quell'episodio come una cosa di poco conto, Law dovette ammettere a se stesso che si era sentito davvero molto appagato, che mai nessuno era mai stato capace di regalargli quel benessere che cercava da tutta la vita. Si mise a sedere non riuscendo a nascondere una leggera smorfia per il fastidio, l'intero corpo era indolenzito e non tralasciando il fatto che aveva segni e morsi che gli decoravano ogni lembo di pelle, come una tela bianca macchiata dagli schizzi di pittura. Con un gesto della mano si scompigliò i capelli corvini appiccicati alla fronte portandoli all'indietro e quasi spontaneamente si voltò verso l'uomo che dormiva beatamente accanto a lui a pancia in su, con il lenzuolo che gli copriva a malapena il basso ventre e la testa rivolta verso di lato, con una espressione di tranquillità stampata sulla faccia. Il moro si avvicinò al corpo dell'altro sfiorando dolcemente con i polpastrelli la sbiadita cicatrice, che gli era rimasta impressa sul braccio quella volta che lo aveva difeso da una pugnalata diretta a lui, e quasi senza accorgersene sorrise posandogli sopra un casto bacio, come a volergli chiedere perdono. Spostò lo sguardo verso il volto dell'altro avvicinandosi fino a quando non fu a pochi centimetri dalla lebbra, tenendosi con il corpo di lato al suo; inevitabilmente riaffiorò nella mente il momento in cui il rosso, con un livello di romanticismo tale a quello di una scatola di fagioli, gli aveva chiesto la mano. Sentì il cuore perdere un battito: da tempo aveva capito di provare qualcosa per il Greyjoy,  non solo a livello fisico, ma mai avrebbe immaginato che un giorno sarebbe potuto diventare suo marito, e scappare con lui da quella realtà che lo soffocava come un cappio al collo. Poteva ricominciare tutto da capo, una nuova vita in un posto nuovo e con il proprio compagno lontano dalla corruzione della corte e da suo padre. Sicuramente avrebbe sentito la mancanza della sua casa, Grande Inverno sarebbe rimasta per sempre nel suo cuore, compreso quell'albero diga con un'espressione inquietante che lo fissava mentre dal suo volto sgorgavano lacrime scarlatte. Tutto quel convoglio di emozioni lo stordirono troppo per i suoi gusti, quindi si decise a svegliare quel colosso rosso perchè quel giorno avevano da fare: dovevano trovare un septon che fosse disposto a unirli in matrimonio, visto che non tutti erano propensi a farlo nonostante le leggi non lo vietassero e trovare un luogo abbastanza lontano, ma non troppo in cui celebrare la breve cerimonia, possibilmente fuori dalla città, e già che c'erano fottere la sorveglianza che Doflamingo aveva rafforzato dopo l'episodio della loro loro fuga in città. Pensò a vari modi per riportare il suo amorevole compagno nel mondo dei vivi, dal più romantico al più cinico ma proprio non riusciva a decidersi mentre si grattava il pezzetto con fare indeciso, fino a quando non optò per qualcosa che avrebbe fatto piacere ad entrambi. Con il più bastardo dei sorrisi scostò la coperta dal corpo immobile di Kidd, lasciandolo completamente nudo ed esposto e con passo felino si avvicinò alla zona inguinale senza farsi sentire, portando il volto vicino all'intimità dell'ignara vittima. Trattenne a stento una risata per via dell'imminente risposta che avrebbe avuto il Greyjoy, se la sarebbe goduta appieno, in tutti i sensi. Con la lingua percorse tutta la lunghezza del membro con spietata lentezza, ricevendo una reazione immediata: Kidd mugolò nel sonno e si irrigidì, ma non aprì gli occhi. Law non demorse, inglobò l'intera asta nella cavità umida fino alla base, muovendosi avanti e indietro senza staccare gli occhi dall'altro che si stava surriscaldando, la fronte si imperlava di goccioline di sudore e il respiro accelerava. Dopo un tempo che parve infinito finalmente il rosso aprì gli occhi di scatto mentre il torace di abbassava frenetico alla ricerca di aria; dapprima fece un'espressione spaesata, tipica di chi si sveglia all'improvviso e poi, per la gioia  perversa  di Law posò gli occhi sul ragazzo in mezzo alle sue gambe, che si era staccato dal suo membro con un filo di saliva che gli scendeva sul mento. L'espressione di Kidd fu talmente esilarante che il moro dovette mordersi l'interno della guancia per non esplodere dalle risate.

<< Buongiorno tesoro, dormito bene? >> ghignò lo Stark nel modo più derisorio possibile. Kidd strinse gli occhi fino a farli diventare due fessure nel tentativo di apparire minaccioso, ma dalla reazione divertita del moro capì di aver fallito. Con un braccio afferrò la spalla ambrata dell'altro portandoselo sopra, avvicinando le loro bocche che non si sfiorarono per poco. Sorrise in modo inquietante, facendo rabbrividire Law.

<< Gentile da parte tua svegliarmi, meriti un premio per il tuo altruismo Stark >>. Con una mano gli strinse con forza un gluteo sodo facendolo gemere, mentre con l'altra prese ad accarezzare la sua apertura con gesti lenti e sensuali, fino a quando la penetrò con due dita facendo inarcare la schiena del moro, che dopo la sorpresa iniziale iniziò ad andargli incontro con il bacino approfondendo quel contatto. Intanto le loro bocche si scontravano frenetiche, le lingue combattevano cercando di sopraffarsi accarezzando ogni angolo di quelle cavità calde e umide e le loro salive si univano fino a non riconoscersi. Law non se ne stette con le mani in mano, cominciò ad accarezzare deciso il petto ampio del rosso con graffi e carezze passionali, passando anche sulle muscolose spalle e le braccia. Dopo aver terminato il bacio per mancanza d'aria iniziò a martoriare il collo niveo del Greyjoy con succhiotti e leccate, facendo godere l'altro che continuava a sfiorargli quel punto sensibile che lo mandava ai matti. 

<< Kidd...>> si lamentò il moro per la crescente eccitazione, agognava sentire quell'asta marmorea dentro di sè.

<< Come siamo impazienti >> lo sfottè il rosso pur non trovandosi in condizioni migliori. Tolse le dita da quel foro bollente, guadagnandosi una leggera protesta del moro, sostituendole con il suo membro teso che in un attimo scomparve nella carne dell'altro, che non riuscì a reprimere un gemito di puro piacere, talmente sublime da essere balsamo per le orecchie del rosso, che prese a muoversi selvaggiamente tenendogli fermi i fianchi, mentre Law abbassava e rialzava il bacino mentre i suoi ansiti scacciarono via il silenzio che c'era stato fino a poco fa. Kidd prese a massaggiare l'intimità ancora insoddisfatta del moro che apprezzò quella premura da parte dell'altro, mentre affondava con colpi secchi sul suo membro sempre con più passione sentendolo irrigidirsi; infatti bastarono poche spinte e il rosso raggiunse il culmine svuotandosi all'interno del giovane lupo che lo seguì poco dopo, accasciandosi sul corpo sotto di lui ansimando. 
Mentre riprendeva fiato, Kidd mise una mano sulla schiena ambrata del ragazzo che ancora lo sovrastava, accarezzandola come se fosse stato un micio, gesto che Law apprezzò arrossendo leggermente.
 
<< Non sarebbe male svegliarsi tutte le mattine in questo modo..>> disse il rosso visibilmente rilassato. Il moro si alzò spostandosi da sopra  il corpo dall'altro, portandosi al suo fianco e dandogli un tenero bacio sulla fronte.
 
<< Concordo, ma la prossima volta mi svegli tu >> ribadì lo Stark sorridendogli in modo sarcastico.
 
<< Severo ma giusto >>. Kidd si mise a sedere, e guardò negli occhi l'altro;
 
<< La prossima volta che ci risveglieremo saremo a Pyke, nella nostra stanza da letto >> Disse mettendosi una mano nei capelli scarlatti con fare imbarazzato immaginandosi ciò che aveva appena detto. Subito dopo aver celebrato la cerimonia in totale segretezza sarebbero partiti immediatamente con la nave con cui erano arrivati ad Approdo del Re, non avrebbero nemmeno perso tempo per salutare ( o mandare a fanculo ) il loro benevolo sovrano, magari gli avrebbero lasciato una striminzita lettera e tanti saluti. Kidd voleva allontanare Law il più possibile da quel ladro di mariti altrui e mettere più leghe possibile.

<< Già..sarà tutto nuovo per me >> rispose il moro, altrettanto imbarazzato.
 
<< Ti abituerai facilmente, casa mia è abitata da gente apposto, non hai nessun motivo per agitarti >> Kidd gli scompigliò i capelli giocosamente.
 
<< Immagino, se sono tutti come te dov-..>>
 
 
KIDD!!
 
La porta fu spalancata da una ragazza dai capelli rosa che entrò nella stanza come una furia incurante dei due uomini nel letto e completamente nudi. Le reazioni furono molto diverse: Kidd cadde dal letto con le gambe per aria mentre Law si coprì con il lenzuolo fino alla testa completamente rosso in viso. Bonney se ne stava al centro della camera con le braccia sui fianchi e con un'espressione offesa.
 
<< Quando pensavi di dirmi che ti saresti sposato a breve!? non pensavo mi considerassi così poco! >> Gonfiò le guance sembrando una bambina capricciosa.
 
Kidd riuscì ad alzarsi massaggiandosi un fianco. << E tu come cazzo fai a saperlo? non ricordo proprio di avertene parlato! >> insomma, aveva deciso insieme a Law solo la sera prima, com'era possibile che...
 
<< No, con me no, ma con Killer si! >>

<< Ah...>> disse distrattamente grattandosi una guancia con l'indice. Effettivamente verso l'alba, mentre Law dormiva ancora profondamente, si era alzato dal letto dirigendosi verso la porta consapevole di trovare il suo servitore appostato all'entrata. Aveva velocemente (per la fretta o per l'imbarazzo) spiegato la situazione al suo amico affidandogli il compito di recarsi appena possibile dall'orafo più abile di tutta la città e prendere una certa cosa. Non pensava che il biondo avrebbe potuto lasciarsi scappare quella notizia ma, evidentemente sua sorella aveva fiutato qualcosa e quasi sicuramente era stata sul punto di torturare Killer. 


<< Non rompere Bonney te ne avrei parlato appena sveglio, non serviva proprio che tu facessi irruzione qui dentro! >> Continuò a sbraitare il rosso, del tutto a suo agio senza i vestiti addosso e con sua sorella davanti.

Law intanto sbucò da sotto la coperta, portandola appena a coprirsi il collo mentre osservava quella scena ammutolito e completamente pietrificato.
 
<< Mh vabbè, comunque sia..>> la rosa puntò lo sguardo verso il ragazzo che tentava di nascondersi sotto le lenzuola, e con uno slancio sorpassò il fratello,salendo sul letto avvicinandosi al moro.
 
<< E così diventerai mio cognato, ne sono felice! benvenuto in famiglia,sai anche io mi sposerò e magari potremo fare un doppio matrimonio >> disse sorridendo a trentadue denti ignara di essere a pochi centimetri dalla faccia del ragazzo.
 
<< Oi! >> Kidd afferrò una gamba della sorella trascinandola via dal suo compagno che, se possibile era diventato più pallido di lui.

<< Bonney sparisci! ho dato a Killer tutti i dettagli importanti quindi vai a parlarne con lui e poi vai ad avvertire pure Ace >> il rosso sbuffò straziato.
 
Sua sorella gli mandò un'occhiataccia e fece una smorfia indispettita ma non aggiunse nulla e velocemente uscì dalla porta. Kidd si affacciò prima che la ragazza sparisse nei corridoi e aggiunse urlando "E per favore non stuprarlo nel sonno!" facendo sgranare gli occhi di Law.

La mattinata passò in fretta, tra l'escogitare un modo per uscire, di nuovo, inosservati dalla fortezza rossa senza che il lecchino di Doffy andasse a fargli la spia, trovare un dannato septon e un luogo adatto, e queste ultime due cose si erano rivelate le più ardue; a quanto pare in quella città e nei dintorni la mentalità era ancora troppo chiusa per accettare che due uomini si sposassero con la benedizione degli Dei
, che razza di bigotti. Ogni essere umano aveva il sacrosanto diritto di amare e sposare chiunque volesse, non c'era proprio nulla di abominevole in ciò, l'amore non è mai uno sbaglio. Questo pensava Law mentre se ne stava seduto sul letto della sua stanza intento ad osservare fuori dalla finestra aperta, una leggera brezza gli sfiorava il viso scompigliandogli dolcemente i capelli. Era appena passata l'ora di pranzo ma non aveva voglia di mangiare nulla, forse per l'agitazione. Kidd dopo la chiacchierata con la sorella gli aveva detto che doveva andare con Killer a cercare quel benedetto prete, e minacciarlo se necessario, aggiungendo che se ci fossero state novità avrebbe mandato qualcuno ad ad informarlo. E quel qualcuno si rivelò essere Penguin, che non vedeva dal giorno prima.

<< Hey amico ho delle novità..>> disse il ragazzo con il fiatone, evidentemente aveva corso parecchio per arrivare da lui.
 
<< Dopo varie avversità e tentati omicidi ( da parte di Kidd) siamo riusciti a trovare un septon disposto a celebrare la cerimonia, fortunatamente si trova poco fuori città, ha un piccolo tempio che sapevo abbandonato ma evidentemente mi sbagliavo >> disse sorridendo grattandosi la testa sotto lo sguardo divertito di Law.
 
 
<< Ascolta, tu e Kidd dovrete trovarvi lì esattamente al tramonto, ho una mappa con segnato il percorso per arrivare >> consegnò al moro un pezzo di carta su cui era disegnata con inchiostro nero la strada da percorrere.
 
<< E tu? che farai? >> chiese lo Stark appallottolando il pezzo di carta e mettendoselo in tasca.
 
<< Io e Killer aspetteremo che siate usciti entrambi dal castello per distrarre le sentinelle come l'ultima volta, dopo andremo insieme a Bonney e gli altri verso la nave e attenderemo lì il vostro ritorno, una volta a bordo prenderemo il largo >>. 

<< Se posso darvi un consiglio tenete d'occhio sopratutto il primo cavaliere del re, quel figlio di puttana mi tiene d'occhio per conto di Doflamingo >> disse il moro assottigliando lo sguardo al pensiero di quel cretino con la faccia da culo.

<< Oh non temere, se necessario Killer lo metterà al tappeto eheh..comunque Law..
>> il servitore si fece improvvisamente serio, lasciando perplesso il suo Lord.
 
<< Beh..tra poche ore sarai sposato e mi dispiace non poter assistere, ad ogni modo voglio che tu sappia che sono felice di vederti accanto a qualcuno che ti ama e che ti rispetta, a modo suo eh, te lo meriti dopo tutto quello che hai passato >>. Law rimase a bocca aperta, visibilmente sorpreso non aspettandosi quelle parole dal suo amico. Sorrise sinceramente; Penguin gli era sempre rimasto accanto, anche nelle situazioni più difficili, non lo aveva mai abbandonato e per lui significava davvero molto, conoscerlo era stata la sua più grande fortuna nella vita.
 
<< Ti ringrazio Pen, sei un grande amico >> abbracciò con affetto l'altro ragazzo battendogli una mano sulla schiena con fare giocoso.

<< Eh si lo so, ad ogni modo ora è meglio che vada, devo discutere con Killer, Nami e Robin riguardo le posizioni delle guardie, ci vediamo più tardi 
>> detto ciò fece per uscire dalla stanza quando la voce dello Stark gli giunse alle orecchie.
 
<< Prima o poi dovrai spiegarmi la storia tra te e quel biondo >>.
 
Ricevette un sorriso poco rassicurante dal servitore che stava per chiudere la porta sparendo dietro ad essa.
 
<< E' un racconto non adatto ai minori, potresti scandalizzarti per le oscenità di cui trabocca >> Penguin fece appena in tempo a vedere la faccia corrucciata di Law prima di andare.



poco a poco le profonde costruzioni della sera si contrassero. La massa che durante il giorno aveva occupato il cielo orizzontale, sembrò laminarsi come un foglio metallico illuminato da un fuoco prima dorato, poi vermiglio, poi cremisi. E già questo fuoco fondeva, superava e sollevava in un turbinio di faville, nuvole contorte che progressivamente svanirono. Innumerevoli intrecci vaporosi si disegnarono in cielo; sembravano tesi in tutti i sensi: orizzontali, obliqui, perpendicolari e perfino a spirale. I raggi del sole in declino, come l’archetto che si piega o si raddrizza nello sfiorare corde diverse, ne facevano brillare successivamente uno, poi l’altro, in una gamma di colori, proprietà esclusiva e arbitraria di ciascuno. Nel momento della sua manifestazione, ogni intreccio offriva la nettezza, la precisione e la fragile rigidità del vetro filato, e pian piano si dissolveva come se, surriscaldato da un cielo pieno di fiamme, intensificando il colore e perdendo la sua individualità, si stendesse in strati sempre più sottili fino a sparire dalla scena, subito sostituito da un nuovo intreccio appena tessuto. Alla fine non ci furono che tinte confuse mescolantesi le uno con le altre; così, in una coppa, liquidi di colore e densità diversi prima sovrapposti, cominciarono lentamente a confondersi malgrado la loro apparente stabilità, e dopo che il disco solare ebbe intaccato l’orizzonte opposto, si videro materializzarsi ad un tratto, molto in alto e in tonalità viola-acido, nuvole fino allora invisibili. Adesso i raggi diretti del sole erano completamente spariti, il cielo non aveva ormai che colorazioni rosa e gialle. Il tempio, che sembrava più una chiesa sconsacrata era totalmente in rovina, circondata da erbacce e alberi che l'avevano inghiottita quasi del tutto, era priva del tetto e parte della facciata sembrava sul punto di collassare, e l'interno non era migliore: l'edificio aveva una sola navata con una piccola abside semicircolare, costituita da un fianco sinistro su cui era presente uno stemma in pietra, troppo consumato per essere riconosciuto. Non c'erano panche su cui sedersi o decorazioni sacre, ma solo un piccolo tavolo in legno su cui erano posti alcuni oggetti in prossimità dell'abside, forse a sostituire l'altare che non era presente. L'ambiente freddo e buio era illuminato da un paio di torce che qualcuno aveva appeso alle pareti sporche e rovinate, più due candelabri posto accanto all'altare improvvisato. Non era un luogo particolarmente adatto per unire in matrimonio due persone, con quel silenzio sinistro che contribuiva a rendere quel posto ancora più inquietante, ma a Law semplicemente non importava. Per poco non gli prese un colpo quando sentì una mano posarsi sulla spalla.
 
<< Cazzo, per poco non mi veniva un infarto..>> Disse lo Stark appoggiandosi una mano all'altezza del cuore per calmare il respiro, sotto lo sguardo divertito di Kidd.
 
<< In effetti era questo il mio intento, volevo farti cagare sotto dalla paura >>
 
<< Fottiti imbecille, sono sorpreso che tu sia in orario e non ti sia perso in mezzo a questo bosco dimenticato dagli Dei >>

Il Greyjoy si sedette su un grosso ammasso di pietra, che forse un tempo era stato parte di una colonna portante.
 
<< Nah, non sono mica Zoro, ho un'ottimo senso dell'orientamento; piuttosto spero che quel prete di merda non abbia cambiato idea all'ultimo minuto, altrimenti giuro che vado a cercarlo e lo pesto fino a quando le budella non gli penzolano dal culo >>.

Law andò a sedersi sulle ginocchia dell'altro, mettendogli un braccio dietro al collo.
 
<< Sempre con pensieri di morte eh? >> gli sussurrò nell'orecchio mentre accarezzava con i polpastrelli il petto bianco, che sotto i raggi lunari che filtravano a causa dell'assenza del tetto rendevano la pelle più cerea.

<< In questo momento ho altro tipo di pensieri..
>> gli disse lascivo il rosso mentre con una mano gli sfiorava la clavicola scoperta.
 
<< Cerca di reprimerli allora, perchè non è ne il luogo ne il momento adatto >> disse perentorio il moro, l'ultima cosa che ci voleva era accoppiarsi lì con quella testa calda con il septon che sarebbe arrivato da un momento all'altro, e che se li avesse visti in quel contesto sarebbe scappato a gambe levate. Kidd sbuffò roteando gli occhi. << Si si, come dici tu ma sia chiaro, appena saliamo sulla nave andiamo dritti spediti nella mia cabina e ti sbatto come se non ci fosse un domani >>

<< Davvero romantica come prima notte di nozze >> sghignazzò divertito il moro.

Troppo impegnati a punzecchiarsi non si accorsero della persona che li stava fissando dalla zona absidale. Attirò la loro attenzione con un colpo di tosse.
 
<< Finalmente! era ora che arrivassi septon dei miei stivali >> Disse a voce troppo alta il rosso dirigendosi a lunghe falcate verso l'altare seguito da Law che portò gli occhi al cielo.
 
<< Modera le parole Greyjoy, almeno fino a quando non sarà tutto finito >>.

Il prete era vestito con una semplice tonaca di stoffa color giallo sbiadito e con qualche straccia di sporco, ai piedi portava due mocassini malandati e sulle spalle un mantello marrone scuro che gli copriva la gobba, che accentuava la protuberanza. Il volto era magro con gli occhi scavati nelle cavità oculari, la pelle era pallida e coperta di rughe, e infine i capelli erano solo qualche filamento bianco.

<< Allora figlioli, vogliamo iniziare questa unione sotto gli occhi degli Dei? >> disse con voce tremante il vecchio che sorrise mostrando la bocca priva di denti. Kidd fu tentato di rispondere alla sua maniera ma, vista l'espressione di morte che gli stava lanciando Law, intimandogli di mordersi la lingua, annuì insieme al moro.

<< Siamo qui al cospetto degli Dei e degli uomini per testimoniare l'unione di questi due ragazzi, un corpo, un cuore, un'anima, ora e per sempre >> disse solenne il vecchio tenendo le braccia in alto, mentre i due Lord lo fissavano standosene uno di fronte all'altro. Il septon si voltò per prendere qualcosa dal tavolino dietro di lui, una specie di nastro bianco.
 
<< Il vostro giuramento figlioli >> disse senza perdere quel sorrisetto che a Kidd stava provocando il vomito, mentre Law era sul punto di avere un aneurisma. Entrambi protesero una mano verso l'altro in modo che si sfiorassero, e il septon cominciò ad avvolgerle con il nastro, come a volerle unire per l'eternità. Parlarono contemporaneamente:
 
<< Padre, Fabbro, Guerriero, Madre, Fanciulla, vecchia, Sconosciuto, io sono suo e lui è mio, da questo giorno fino alla fine dei miei giorni.. >>
 
<< Padre, Fabbro, Guerriero, Madre, Fanciulla, vecchia, Sconosciuto, io sono suo e lui è mio, da questo giorno fino alla fine dei miei giorni.. >>
 
Mentre pronunciavano quelle parole si guardavano negli occhi, illuminati da una strana luce senza nessuna malizia ma da puro amore, e il sorriso che dipingeva i loro volti era sincero; si avvicinarono fino a quando le labbra non si sfiorarono in un casto e soffice tocco , che fece sentire entrambi come se avessero toccato il cielo con un dito. Si allontanarono appena per fissarsi ancora, non ne avevano abbastanza di specchiarsi l'uno nello sguardo dell'altro, come se quel momento dovesse durare fino alla notte dei tempi.

Ora per ultimare la cerimonia il septon doveva trascrivere le loro firme nel suo registro, in modo che fosse regolarizzato dal credo religioso, ma stranamente, dopo aver sciolto la benda che li univa porse ad entrambi un calice contenente quello che sembrava vino. Law non ricordava di aver sentito dire di un gesto del genere durante un matrimonio segreto, nemmeno in quello ufficiale.


<< Finalmente si beve! >> disse trionfante il rosso afferrando malamente il calice, mentre il moro prese il suo guardando perplesso il prete.
 
<< Spero che sia decente come quello delle Isole di Ferro, anche se preferisco il rosso di Dorne >> aggiunse Kidd rivolgendosi ai presenti.
 
<< Brindate all'amore figlioli >> li incalzò il vecchio alzando le braccia verso di loro e guadagnandosi un'occhiata sospetta dallo Stark. Il Greyjoy fece cin cin con quello che ormai era suo marito, dopo aver firmato, e mandò tutto giù in un colpo seguito da un esitante Law. In effetti il vino non era male, aveva una tonalità rosso scuso e aveva un sapore abbastanza forte ma era gradevole al palato, lasciava un leggero pizzicore sulla lingua. Riposero i loro calici sull'altare e si rivolsero al prete.

Fu il moro a prendere parola:
 
<< Sbrighiamoci a firmare, così possiamo raggiungere gli altri e andarcene..>> fece per dire al vecchio di prendere il registro ma un violento capogiro lo distolse dal suo intento; un leggero senso di nausea cominciò a invadergli le membra mentre si sentiva pervadere da brividi che gli facero venire la pelle d'oca.
 
<< Law che ti succede? sei pallido da far schifo >> disse sinceramente preoccupato Kidd; che quel vino gli avesse fatto male? eppure lui si sentiva bene.
 
<< Non so..mi sento strano..>> il moro si portò una mano sulla fronte sudata mentre tutto intorno cominciava a divenire sfocato e confuso. Vedendolo sull'orlo di un cedimento, il rosso si mosse verso di lui nel tentativo di reggerlo ma improvvisamente sentì i muscoli irrigidirsi come se fossero stati congelati, e muoversi diventò difficile. 
 
<< Ma che cazzo...non riesco a muovermi! >> disse incazzato il rosso, non capiva cosa diavolo stava succedendo al suo corpo che sembrava diventato una statua di pietra. Tutto ciò che riuscì a fare fu vedere il corpo del moro che si accasciò sul pavimento freddo, con gli occhi chiusi e la bocca leggermente aperta.
 
<< Law! >> pronunciò quelle parole con fatica immane, mentre anche il suo corpo finiva rovinosamente a terra ma, al contrario dello Stark lui non perse conoscenza. 

<< Mi dispiace...
>> disse il vecchio rivolgendosi a Kidd che lo guardava con occhi iniettati di sangue.
 
<< Cosa cazzo c'era dentro quel vino di merda?! parla! >>
 
 
<< Io non lo so..mi è stato ordinato di farvelo bere..non avevo scelta..io.. >> il septon sembrava costernato e si torturava le mani con fare nervoso.
 
<< Ordinato da chi !? di che stai parlando.. >>


<< Gli è stato ordinato da me, se proprio ci tieni a saperlo ragazzo 
>>.
 
Una terza voce sconosciuta si intromise tra i due, e a giudicare dai pesanti passi si stava avvicinando velocemente. Kidd potè guardarlo in volto solo quando lo sconosciuto entrò nel suo campo visivo.
 
<< Tu!..tu sei..>> il rosso pronunciò a fatica quelle poche parole ma, la rabbia era talmente tanta che il suo corpo sembrava scosso da scariche elettriche. Voleva alzarsi e sbudellare quel viscido coglione a mani nude, e poi spaccare il cranio a quel vecchio decrepito. Vergo ignorò il Greyjoy riverso a terra, focalizzando la sua attenzione verso il septon.
 
<< Hai svolto bene il tuo lavoro vecchio, hai pensato saggiamente di obbedire agli ordini del re piuttosto che seguire i principi del credo >> Il primo cavaliere del re continuò ad ignorare gli epiteti poco carini che il rosso gli stava rivolgendo tra un ringhio e l'altro.
 
<< E per questo, come stabilito da sua maestà, sarai premiato con una morte rapida e indolore.. >>

Fu talmente rapido che il vecchio non fece nemmeno in tempo a sgranare la sua sdentata bocca che gli spezzò l'osso del collo con entrambe le mani producendo un sonore e inquietante crack. Osservò impassibile il cadavere piegarsi all'indietro e finire sul tavolino dietro di lui in una posa innaturale, poi finalmente si rivolse al rosso che aveva smesso di agitarsi dopo aver sentito quel rumore di ossa rotte.

<< Non preoccuparti Greyjoy, quello che hai bevuto era un semplice siero paralizzante quindi la tua misera vita non è in pericolo, tornerai a muoverti nel giro di un paio d'ore,nel frattempo..>> si voltò appena e afferrò malamente il corpo incosciente di Law posandoselo sulla schiena come un sacco di farina sotto lo sguardo sbigottito di Kidd.

<< Lord Stark tornerà con me alla fortezza rossa, il re mi ha ordinato esplicitamente di riportarglielo, non temere per lui, non è in pericolo di vita sta solo dormendo per via del sonnifero >>


Ma Kidd non riuscì a starsene tranquillo e buono, non con quel bastardo che aveva tra le mani Law privo di sensi.
 
<< Che significa tutto questo maledetto infame! che centra il re con tutto ciò?! >>
 
 
<< Semplicemente che la vostra romantica pagliacciata termina qui, così come il vostro penoso tentativo di fuga, siete stati degli ingenui a credere di potervela svignare da sotto il naso del sovrano, non siete altro che mocciosi impertinenti e comunque...ho un messaggio per te da parte di sua maestà >> Fece una breve pausa, solo per godersi l'espressione furiosa si Kidd.
 
<< Da questo momento in avanti tu e tutti i tuoi servitori, compreso Ace Baratheon, Lady Greyjoy e il servo di Lord Stark siete banditi da Approdo del Re, avete esattamente 24 ore per lasciare la capitale e tornarvene a casa, se farete ritorno verrete giustiziati >>

<< Aspetta un attimo stronzo..! che ne sarà di Law? che intenzioni ha quel re folle?! 
>>. il calcio che gli arrivò sul mento lo fece ribaltare di lato facendogli sbattere la testa sul pavimento e provocandogli un gemito di dolore.
 
<< Non sono affari che ti riguardano Greyjoy, il re ha semplicemente ordinato di portargli il giovane Stark, e questo mi basta. Ti consiglio di non farti più vedere da queste parti >>. Kidd non potè fare altro che osservare Vergo andarsene con il corpo addormentato del moro e, sforzandosi come mai nella sua vita alzò una mano nella sua direzione, come se tentasse di afferrare il suo compagno che veniva portato via.
 
<< Law..>> sussurrò.

 
 
 





 
 



















 
 



 
 
 

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Capitolo 19
*** Verità ***


Quella mattina il cielo era tinto di un colore plumbeo, e l'assenza del sole dava all'atmosfera una sensazione di opprimente cupezza, complici anche le nuvole che scure si ergevano minacciose nel cielo coprendo ogni frammento della volta celeste. Nonostante non ci fosse nemmeno un soffio di vento l'aria era fredda e pesante; il solo respirarla provocava brividi lungo la spina dorsale e la pelle diventava rigida come carta. Il paesaggio era tetro e sembrava soffrire della mancanza dei raggi incandescenti del sole che donava alle foglie degli alberi una tonalità da far invidia anche al più bello degli smeraldi. Il cinguettio degli uccelli, il gracidare delle ranocchie che sostavano sulle rive degli stagni e gli scoiattoli che correvano frenetici sui rami fu sostituito da un silenzio che nella sua quiete preannunciava l'avvenire di qualcosa, qualcosa di terribile. Ma di tutto ciò non importava nulla ad Greyjoy Kidd che tentava di avanzare nella folta e cupa radura, dopo essere riuscito miracolosamente a mettersi in piedi nonostante tutto il suo corpo protestasse per i residui del siero paralizzante che ancora circolavano ostinatamente nel suo organismo, rendendolo rigido come una statua di pietra e ad uscire da quel tempio in rovina; se non avesse usato i tronchi dei vecchi arbusti come appoggio probabilmente sarebbe caduto rovinosamente a terra ma, sarebbe stato disposto anche a strisciare, fanculo l'orgoglio. Il suo unico pensiero era solamente uno: prendere a calci nel culo quel figlio di puttana del Re insieme alla sua guardia del corpo fino a ridurli ad un ammasso indistinto di carne e organi, e riprendersi Law. Ricordava bene il momento in cui gli era stato portato via: aveva provato un malessere tale da destabilizzarlo interiormente, era come se gli avessero strappato una parte della sua anima, lasciando un vuoto che nemmeno i Sette regni avrebbero potuto colmare. Oltre l'incazzatura che sprizzava da tutti i pori Kidd era anche mortalmente preoccupato per il suo compagno; continuava a domandarsi per quale fottuta ragione Doflamingo avesse agito in quel modo vile, ma d'altra parte lui stesso aveva già notato atteggiamenti sospetti da parte del biondo verso lo Stark. Si diede mentalmente dell'idiota mentre continuava a traballare ed a trascinarsi nel bosco come un ubriaco. Sarebbe dovuto intervenire subito invece di perdere tempo a inveire e lanciare maledizioni a tutta la stirpe di quel fenicottero del cazzo,ovvero andare da lui con passo deciso e mettere le cose in chiaro fottendosene di avere davanti il re: Law era solo suo e se avesse nuovamente provato a toccare il moro con un solo dito lo avrebbe mandato a fare compagnia ai pesci, che dalle sue parti stava a significare essere gettato in mare con dei pesi addosso. << Dannazione...! >>. sputò incazzato quando sentì la gamba sinistra cedere per l'eccessivo irrigidimento del muscoli, portandolo a inginocchiarsi mentre con una mano si aggrappava e affondava le unghie nella corteccia spessa di un albero; aveva il fiato corto e la fronte imperlata da goccioline di sudore su cui era appiccicata qualche ciocca rossa, ma era deciso a ignorare la fatica che lo stava logorando, Law aveva la priorità assoluta e, saperlo tra le mani di quel deviato di Doflamingo gli diede la forza per tirarsi su e rimettersi in piedi nonostante il fastidioso formicolio agli arti: ci voleva ben altro per fermarlo. Improvvisamente sentì qualcosa muoversi in mezzo ai grossi cespugli poco distanti da lui e istintivamente avvolse le dita sull'elsa della spada riposta nel fodero legato sul fianco destro, ma anche quella piccola azione gli risultò difficile in quanto l'intero corpo si rifiutava di collaborare: che quel bastardo del primo cavaliere fosse tornato indietro per assicurarsi di non  averlo più tra i piedi? lo avrebbe preso a calci nelle palle e poi gliele avrebbe tagliate e date in pasto agli animali della foresta. Quasi credette di avere un'allucinazione quando vide la folta chioma di Killer sbucare da quell'ammasso di foglie e rami, e inconsciamente si senti pervadere da una sensazione di sollievo,osservò il suo amico avvicinarglisi con aria preoccupata.
 
<< Kidd! per i sette inferi che fine avevi fatto? e perchè sei ridotto in questo stato pietoso?. >>. il biondo avvolse un braccio del rosso intorno al suo collo taurino e gli mise una mano sul fianco per aiutarlo a stare in piedi essendo palese il fatto che il Greyjoy non ci riuscisse da solo; aveva un mucchio di domande da porgergli.
 
<< Vi abbiamo aspettato sulla nave come concordato ma quando si è fatta mezzanotte e non eravate ancora arrivati ci siamo preoccupati, specialmente Bonney e Penguin che continuavano a fare avanti e dietro per l'agitazione. Dove diavolo è lord Stark? >>
A quella domanda Kidd fece una smorfia che non passò inosservata dal suo amico, che tentava di farlo avanzare per uscire da quel posto.
 
<< Abbiamo sbagliato ogni cosa killer...sin dall'inizio quei bastardi ci tenevano d'occhio e noi li abbiamo presi sotto gamba; stava andando tutto bene, eravamo sul punto di sposarci...mancava poco!. >> la sua voce risuonava in ogni angolo del bosco creando un eco che pian piano si disperdeva fino a scomparire del tutto. La sua rabbia era talmente forte che perfino il biondo al suo fianco la avvertì come una scossa.
 
<< Hanno giocato sporco, Doflamingo e quella puttana del suo cavaliere; con l'inganno ci hanno fatto bere del vino contaminato con qualche strano intruglio: io sono rimasto paralizzato ma cosciente e Law... >> strinse i denti e chiuse gli occhi mentre continuava ad avanzare sorretto da Killer, che lo guardava restando in silenzio.

Fece un profondo respiro
 << Lui ha bevuto una specie di sonnifero ed è svenuto davanti ai miei occhi, poi è arrivato quel bastardo...Vergo, era già tutto organizzato capisci? ci ha dato 24 ore per tornarcene alle isole di Ferro e non rimettere più piede nella capitale o saremo giustiziati...poi ha afferrato il corpo incosciente di Law e lo ha riportato al castello sotto ordine di quel...folle di un sovrano. >> Persino parlare risultava complicato ma doveva assolutamente dare delle spiegazioni al suo amico, dovevano tornare alla nave e parlarne anche con gli altri, anche se l'impulso di correre direttamente alla fortezza Rossa era più impellente. Killer annuì, come se avesse percepito i suoi pensieri; loro due erano sempre stati in sintonia e anche per questo si volevano bene come fratelli.

<< Ho capito, non agitarti più di quanto non serva in questo momento, ti prometto che recupereremo lord Stark ma adesso dobbiamo tornare dagli altri e organizzare un piano per introdurci al castello; forse Penguin può curarti questa maledetta paralisi. >>. 
In lontananza scorsero un raggio di luce tra le fronde degli alberi che si intensificava man man che si avvicinavano, venendo investiti da un tenue calore che scacciava la sensazione di freddezza che li aveva pervasi fino a quel momento; finalmente avevano raggiunto l'uscita e, mentre si apprestavano a raggiungere il porto Kidd formulò un ultimo pensiero: si sarebbe ripreso Law, anche a costo di mettere a fuoco e sangue l'intera Approdo del Re.






La prigione sotterranea era un posto davvero sgradevole, non che dovesse avere tutti i lussi di una stanza reale ma se non altro almeno un'apertura che facilitasse l'entrata di uno spiraglio d'aria fresca, visto e considerato che in quel posto angusto aleggiava un odore di chiuso e di morte. Benchè molte prigioni siano semplicemente stanze ad un piano con porte rinforzate o con accesso solo tramite botola nel pavimento della stanza soprastante, l'uso delle prigioni per la tortura le ha rese una potente metafora in vari contesti; le "prigioni" al plurale fanno riferimento al complesso di celle e camere da tortura e  i detenuti non erano molti in quanto la loro permanenza lì sotto terminava in breve tempo e con una condanna a morte; e molte di quelle celle descritte come prigioni erano in realtà magazzini, cisterne per l'acqua o addirittura latrine. Tutto sommato, a lui era andata bene, pensò il giovane Stark; la sua era sicuramente una cella destinata all'imprigionamento dei detenuti anche se era particolarmente claustrofobica: aveva davanti a sè una spessa porta che si trovava a più o meno quindici passi da lui, un rivestimento di pietre grigie che componevano l'ambiente, pavimento compreso e una serie di torce che illuminavano quel freddo buco nel quale si trovava; erano stati talmente gentili da concedergli un caldo rivestimento di paglia su cui sedersi, anche perchè non avrebbe potuto muovere un muscolo in quel momento; entrambe le braccia erano imprigionate e tenute dolorosamente in alto da fredde catene in acciaio, mentre lui era costretto a stare seduto con le gambe incrociate e un'espressione corrucciata. Si era risvegliato trovandosi in quel luogo sconosciuto e con un'emicrania fastidiosa, era come se un picchio gli stesse colpendo ripetutamente il cervello; inizialmente era stato così confuso da non riuscire capire nulla ma, quando aveva avvertito sulla lingua i residui di quello che sembrava vino allora la nebbia che sembrava offuscargli la mente sparì nel giro di pochi secondi; il matrimonio con Kidd, non riuscito tra l'altro, e poi..il malessere che lo aveva portato al buio più totale. Non ci mise molto a capire che in quel calice era stato versato qualcosa e che lui aveva avuto ragione quando aveva sospettosamente scrutato sia i bicchieri che quel prete da due soldi; si chiese se anche Kidd era caduto in quello che era palesemente stato un tranello, ma il ricordo del rosso che non presentava nessuno dei sintomi di avvelenamento o  quel che era, lo fece in qualche modo sospirare di sollievo. Ma allora cosa diavolo era successo? e perchè lui era imprigionato? fu distratto dal suono della porta che si apriva lentamente producendo un inquietante cigolio, ma quello che vide oltre la soglia, era molto più che inquietante. Doflamingo, in tutto il suo splendore ( o forse era più adatta la parola "raccapricciante" ) lo fissava dall'uscio con il suo sorriso a trentadue denti che avrebbe turbato anche il diavolo in persona. Da parte sua Law non si sorprese più di tanto: chi poteva esserci dietro a tutto quel casino se non l'egocentrico sovrano dei sette regni? sbuffò afflitto; dopotutto non poteva scorrere tutto liscio come l'acqua. Il biondo prese parola, dopo aver mal trattenuto una risata divertita.
 
 
<< Ben svegliato ragazzo, mi scuso per la fredda accoglienza. >> il suo tono era tutt'altro che dispiaciuto << Allora, gli effetti del sonnifero sono svaniti o ti senti ancora frastornato?. >>
 
Law semplicemente lo fissò inespressivo, anche se i suoi occhi erano come un mare in tempesta, con tanto di fulmini e uragani; il re se ne accorse e ampliò ancor di più il suo sorriso.
 
<< Non avrei mai immaginato che il siero ideato dal maestro guaritore Caesar fosse così efficace, dovrei usarlo anche su altr-- >>
 
 
<< Perchè?. >> La voce del moro si sovrappose a quella del re, risuonando tetra in tutta la piccola cella. Il biondo inarcò un sopracciglio sorpreso per il fatto di essere stato interrotto, fatto mai accaduto.
 
<< Davvero pensavi... >> incominciò il re mentre avanzava, chiudendo la porta alle sue spalle << Di poterla fare franca sotto al mio naso? mi conosci davvero poco ragazzo; ti ho tenuto d'occhio per tutto il tempo, presuntuoso da parte tua credere di poter agire senza che io ne venissi a conoscenza. >>
 
 
<< Non mi hai risposto. >> disse il moro guardando dall'alto il sovrano che si era fermato proprio dinnanzi a lui.

<< Non ti avrei mai lasciato convolare a nozze con lord Greyjoy, così come non ti avrei permesso di sposare sua sorella... 
>> per un instante il sorriso di Doflamingo si affievolì, mentre l'espressione di Law si fece più confusa;
 
<< Che vai farneticando? lei era la mia promessa sposa, la faccenda è stata decisa da mio padre, Lord di Grande Inverno e protettore del nord! tu non hai nessuna voce in capitolo. >> sputò a gran voce assottigliando lo sguardo.
 
 
<< Ah già tuo padre... >> disse pensieroso il biondo tenendo lo sguardo sul giovane incatenato al muro << Ragazzo, ho più voce in capitolo di quanto tu non creda perchè...vedi, quello non è tuo padre e tu non sei uno Stark. >>

Law sentì entrambi gli occhi in procinto di uscirgli dalle orbite, e si sorprese di non aver aperto la bocca fino a toccare il gelido pavimento; in un attimo il suo cervello si spense, la confusione e lo smarrimento arrivarono come un pugno in faccia, non riuscì nemmeno a pronunciare una parola. Il fiato sembrava essergli scomparso del tutto.
 
<< E' la verità ragazzo, tu credi di sapere ogni cosa della tua vita, delle origini della tua famiglia, dei tuoi genitori ma non è così; comprendo che per te sia uno shock ma ritengo sia tuo diritto sapere come stanno realmente le cose, e sei libero di non credermi ma non ci guadagnerei nulla mentendoti su una cosa del genere, per me la famiglia è qualcosa di sacro. >> Doflamingo aveva perso del tutto la sua aria divertita, sostituendo il suo ghigno con un'espressione di serietà tale da far concorrenza con quella di Vergo. Law cercò in tutti i modi di pensare che quello fosse uno scherzo di pessimo gusto di quel pazzo ma, semplicemente non ci riuscì.
 
 
<< Ascoltami attentamente Law... come già saprai, io ho conosciuto tua madre e sono stato in procinto di sposarla, lei era la tua vera madre, quella che ti ha dato la vita e messo al mondo, su questo non ci sono dubbi. >> fece una breve pausa, il ricordo della donna lo destabilizzava ogni volta. 
 
<< Quello che non sai è che... lei amava un altro, mio fratello minore Rosinante, e lui amava lei nonostante fosse destinata a me. >> strinse i denti con rabbia e chiuse le mani a pugno, sentendo l'odio risalire dai meandri della sua mente come un serpente. 

<< Capisci? la donna che ho sempre amato e il mio unico fratello...se la facevano alle mie spalle...sono stato tradito dalle persone più importanti per me! ancora oggi mi domando per quale ragione mi abbiano fatto un torto del genere... 
>>. Fuori di sè diede un possente pugno alla parete facendo crepare la roccia colpita e facendo sussultare Law, ma non se ne curò.
 
<< Proprio così, hanno perfino celebrato il loro matrimonio in completa segretezza, non bastava avermi tradito... tua madre ha sposato un Lannister e non uno Stark, e questo fa di te un componente della mia casata. >>

Law avrebbe potuto dire qualunque cosa, qualunque: mandarlo al diavolo, dirgli di trovarsi un curatore che risolvesse i suoi disagi mentali ma solo una frase uscì dalla sua bocca, nient'altro.

<< Sei mio zio... >> disse con un filo di voce.

A quelle parole Doffy sembrò rinsavire e riacquistò il suo solito sorriso compiaciuto.
 
<< Esattamente Law, tuo padre è mio fratello minore e tua madre una mia lontana cugina, tu sei un Lannister, e sei Mio nipote. >>.
 
Il moro si sentì sul punto di esplodere per le troppe emozioni. La sua vita era costruita su una menzogna, Grande inverno, suo padre, la sua casata: in un attimo crollò tutto come un castello di carte fino a quando non sentì più nulla, solo una sensazione di vuoto. Tuttavia c'erano molte cose che non quadravano e una piccola speranza che quel racconto fosse campato in aria si riaccese nel suo animo.

<< Mia madre si è sposata con il lord di Grande Inverno, il che significa che non poteva essere la moglie di questo tuo fratello, quel che dici non ha senso! 
>> Il re tuttavia non si scompose.
 
<< Hai ragione ragazzo, ma le cose hanno preso quella piega solo in seguito alle mie azioni...>> il biondo si abbassò sulle ginocchia portandosi all'altezza del moro.
 
<< Dopo aver scoperto il loro tradimento beh, ho deciso di farla pagare ad entrambi, e loro che pensavano di scappare lontano dalla corte indisturbati...poveri ingenui; mio fratello ha pensato bene di tenerla lontano da me, e quale luogo migliore se non il remoto nord? il futuro erede di Grande Inverno era un conoscente di Rosinante, indebitato con lui per una vecchia scommessa e ha pensato bene di chiedergli di prendere tua madre in sposa per fare in modo che non potessi averla io. Ecco il motivo per cui, seppur controvoglia, tua madre ha sposato quello che credi tuo padre, tenendo il matrimonio con mio fratello nascosto per non creare problemi; e quando sono avvenute le nozze tua madre era incinta di te. >>

La speranza di Law scoppiò come una bolla, purtroppo la storia cominciava ad avere un senso, seppur contorto. Suo padre era un tipo che non aveva mai visto e non quel tale che lo aveva cresciuto tra punizioni e umiliazioni. Lui aveva ripreso ogni aspetto fisico dalla madre, quindi nessuno poteva sospettare che non fosse il figlio di lord Stark. Ma restava un dettaglio fondamentale.
 
<< Che fine ha fatto il mio vero padre? sicuramente c'entri qualcosa anche con la sparizione di mia madre... ne ho la certezza >>
 
<< Fufufufu davvero acuto ragazzo. >> Doflamingo si leccò il labbro inferiore, compiaciuto dall'intelligenza del più giovane.
 
<< Per quanto riguarda tuo padre... l'ho ucciso personalmente, non poteva rimanere in vita dopo avermi fatto arrabbiare così tanto, e lui che pensava che lo avrei risparmiato solo per il fatto di essere mio fratello, davvero sciocco. Per quanto riguarda tua madre: dopo aver ucciso Rosinante ho cercato di riprendermela con la forza mandando i miei uomini fino al nord per riportarla qui, credo che all'epoca tu avessi 11 anni. Era una fredda notte quando stavano per catturarla ma, era ostinata a non voler cedere, non voleva arrendersi alla mia volontà così...si è gettata dal muro più alto di Grande Inverno; si è tolta la vita pur di non tornare da me, ma per quanto mi riguarda meritava la morte quanto tuo padre. >>.

<< Figlio di puttana!! 
>> Law si dimenò fino a procurarsi dei segni violacei sui polsi ma non gli importava; quello che desiderava in quel momento era mettere le mani addosso a quel mostro e sviscerarlo come un animale. Il sovrano sembrò divertito da quella reazione di rabbia, infatti gli rise in faccia.
 
<< Fufufu e non ti ho detto la parte più importante ragazzo. >> con quelle parole riuscì a calmare di poco il giovane Lannister che lo guardava con occhi iniettati di sangue.
 
<< Poco prima di morire mio padre, il precedete sovrano, lasciò un testamento che dichiarava mio fratello minore suo successore; ironico non trovi? tradito anche da mio padre. Pensava che fossi troppo malvagio e sadico per governare nonostante fosse mio diritto regnare, quindi si è messo d'accordo con Rosinante. Ho ammazzato anche quel vecchio bastardo e gettato il suo corpo in un fiume, una fine degna a lui e nascosto il documento, in questo modo nessuno sa la verità, a parte tu ed io.  >>

<< Tu sei fuori di testa, sei un folle! non è tuo diritto governare Westeros! non sei il legittimo re! 
>> gli urlò contro Law; quell'individuo era mentalmente instabile, non c'era altra spiegazione, e pensare che sedeva sul trono di suo fratello impropriamente...
 
 
<< Non capisci il punto della questione Law? il tuo legittimo padre è il vero sovrano dei sette regni e tu il suo unico figlio, non un bastardo ma un legittimo figlio; capisci dove voglio arrivare? >>. Il moro fu veloce ad arrivarci ma suo zio lo precedette, giusto per avere l'ultima parola e godersi l'espressione del suo adorato nipote.
 
<< Tu sei il vero e legittimo erede al trono di spade, Law Lannister, figlio di Rosinante Lannister. >> Scandì lentamente gustandosi ogni parola che usciva dalla sua bocca sorridente. 

<< Per questo mi hai catturato? vuoi togliermi di mezzo per poter avere il trono tutto per te? sai che ti dico bastardo? puoi tenertelo perchè io non ci tengo a diventare re e non ci tengo a far parte della tua famiglia! >> Il biondo artigliò con una mano il mento bruno del ragazzo, stringendolo con possessività fino a strappargli un sussulto di dolore. Musica per le sue orecchie.
 
<< Ucciderti? non potrei commettere errore più grande mio caro ragazzo... >> avvicinò il volto fino a sfiorare con la punta del naso quello di Law.
 
<< Non capisci...? sin dal giorno in cui hai messo piede in questa fortezza ho deciso...deciso che mai più avrei lasciato andare quello che più desideravo avere per me; con tua madre è successo ma...con te sarà diverso, ti conviene abbandonare l'idea di rivedere quel Greyjoy perchè da oggi in poi non dovrai che avere occhi solo per me. >> disse il biondo delirando nella sua follia, che nella sua testa rivedeva in suo nipote la persona che non aveva mai avuto. Law in quel momento cominciò seriamente a temere per se stesso in primis, ma anche per il pensiero di non rivedere più Kidd. Non ci stava!

<< Immagino sarai ancora dispiaciuto per il tuo matrimonio finito male... >> disse con finto dispiacere il sovrano << Ma non temere ragazzo, hai la possibilità di celebrarlo nuovamente, ma con me...che ne dici? >>

 



 
 
 
 
 




 

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Capitolo 20
*** Salvataggio ***


<< Fammi  capire... >> disse pacatamente Penguin mentre si massaggiava le tempie con entrambe le mani facendo gesti circolari; nonostante il tono della voce fosse calmo, l'espressione sul suo volto faceva presagire tutt'altra cosa: la tranquillità prima della tempesta, anzi dell'apocalisse. Poco distante, Kidd lo fissava con sguardo corrucciato e stanco standosene semidisteso sul suo letto in completo silenzio all'interno della sua cabina, e Killer appostato in un angolo.

Fortunatamente il biondo era riuscito a portarlo sulla loro nave, seppur con grande difficoltà vista l'impossibilità del rosso di camminare autonomamente, e lo aveva subito affidato alle cure del ragazzo moro che, per tutto il tempo non aveva smesso di porgli domande non vedendo Law insieme ai due. A mettere il carico da novanta ci aveva pensato Bonney che, vedendo il fratello ridotto peggio di una pezza, aveva quasi aggredito di domande il povero Killer, la cui pazienza stava raggiungendo gli sgoccioli per via della confusione che stavano creando la Greyjoy e Penguin. Il massacratore era a conoscenza del legame che lo univa a Lord Stark, un rapporto nato sin dalla tenera età e cresciuto insieme ai due ragazzi fino a tramutarsi in un sentimento fraterno, era stato Penguin stesso a raccontargli della loro amicizia con gli occhi illuminati per l'emozione di condividere qualcosa di così personale con lui; e lo capiva benissimo perchè aveva la stessa intesa di fiducia con Kidd e proprio per questo temeva la reazione del moro alla notizia del rapimento di Law; se si fosse trovato nei suoi panni avrebbe come minimo raso al suolo l'intera capitale, e al diavolo l'avvertimento di Vergo. Per Kidd si sarebbe gettato nelle fiamme dei sette inferi. Per grazia degli Dei Ace si intromise in quella baraonda confusa, tirando per un braccio la rosa con l'intenzione di portarla fuori dalla cabina e lasciare che il medico si dedicasse a suo fratello, nonostante lui stesso avesse domande riguardo il matrimonio che, evidentemente non era andato secondo i piani; ma decise di essere paziente, al contrario della lady che aveva gonfiato le guance come suo solito borbottando frasi incomprensibili, e facendo una lieve resistenza per rimanere nella stanza insieme agli altri. Roteando gli occhi al soffitto il Baratheon gli aveva intimato di seguirlo sul ponte della nave, dove Nami e Robin stavano sistemando le vele, ma aveva usato un tono gentile in quanto non sarebbe mai riuscito ad arrabbiarsi con la ragazza, le voleva troppo bene e capiva il suo turbamento; quando suo fratello Rufy era rimasto ferito per un'imboscata da parte di alcuni banditi, nemmeno Zoro e Sanji erano riusciti a farlo desistere dall'intento di andare in piena notte a cercare i colpevoli e a massacrarli nonostante fossero in gran numero, ma lui era fatto così: teneva a suo fratello più della sua stessa vita. Alla fine Bonney cedette, ma non prima di aver sussurrato direttamente nell'orecchio del moro " ...Vengo solo se mi dai un bacio.." , guardandolo divertita e con un sorrisino malizioso a decorarle il viso. Ace fece finta di non aver sentito nonostante le gote imporporate leggermente di rosso e una gocciolina di sudore sulla fronte, e la spinse definitivamente nel corridoio chiudendo la porta con un tonfo rumoroso. Il silenzio tanto agognato tornò sovrano nella piccola stanza, scarsamente illuminata dalla luce del sole che filtrava dall'oblò, per somma gioia di Killer che ingenuamente esultò per la fine di tutto quel macello inutile ma, evidentemente qualche forza sconosciuta gli voleva male. Penguin se ne stava al centro della cabina con le braccia conserte come in attesa di qualcosa, in attesa di spiegazioni; il massacratore avrebbe preferito che il moro medicasse prima Kidd, e successivamente avrebbero discusso sul da farsi per introdursi alla fortezza ma evidentemente quel ragazzino ostinato non avrebbe alzato un dito se non avesse saputo della sorte del suo amico. Il biondo decise di dosare attentamente le parole da usare e fece per aprire bocca ma la voce del rosso lo sovrastò imperterrita echeggiando in ogni angolo e perforandogli i timpani a causa dell'intensità del tono; in un attimo Greyjoy Kidd vuotò il sacco, senza pensare a quale sarebbe stata la reazione del moro, gli disse ogni cosa senza tralasciare nessun dettaglio, e sopratutto fece trasparire tutto l'odio che covava dentro, il risentimento che sentiva sopratutto per se stesso per non essere riuscito a proteggere il suo compagno, non riusciva a non sentirsi in colpa e il modo in cui il volto di Penguin si rabbuiava mentre proseguiva il racconto lo fece stare peggio. E quando finì di parlare, quasi rimpianse il casino assordante che c'era stato fino a pochi istanti fa, perchè quel silenzio era peggio di una coltellata al costato, l'atmosfera era talmente tesa da rendere l'aria irrespirabile e nonostante i raggi del sole che illuminavano parzialmente parte della camera, la temperatura scese a livelli artici. Il ragazzo moro non fece nulla per i primi istanti, come bloccato da ciò che aveva sentito, troppo occupato a metabolizzare quello che era successo al suo migliore amico e incapace di reagire: Law, colui che considerava al pari di un fratello gli era stato portato via. La confusione era talmente tanta da procurargli un forte mal di testa, spingendolo a massaggiarsi le tempie per cercare di fare mente locale e trattenere la rabbia che sentiva sgorgare da dentro.


<< Il sovrano ha mandato il suo braccio destro a rovinarvi la festa uccidendo il septon e facendovi bere del vino avvelenato, per poi portarsi via Law senza darvi una spiegazione logica che giustifichi tale gesto...? >>. Penguin parlò senza distogliere gli occhi da quelli di Kidd, e il rosso avvertì dei brividi solcargli la pelle nivea, non aveva mai visto un'espressione di puro gelo sul volto di quel ragazzetto dalla risata facile che stalkerava in continuazione Killer. La cosa lo inquietava non poco. 

<< Proprio così, quel figlio di puttana travestito da pollo me la pagherà molto cara, non avrò pace fino a quando non vedrò la sua testa rotolare sui gradini del tempio di Baelor, e quel suo cavaliere del cazzo lo ridurrò anche peggio... gli sfonderò il cranio con entrambe le mani fino a quando... >>

<< Va bene Kidd. >> Il biondo alzò le mani come per dirgli di darsi una calmata con la fantasia << Hai reso l'idea, ma ora cerca di essere più realista e obiettivo. >> Quei due stavano facendo faville e Killer si sentì in dovere di calmarli altrimenti sarebbero esplosi, nel vero senso della parola. Penguin aveva un'aura oscura che gli aleggiava attorno e Kidd, beh sembrava un vulcano pronto all'eruzione. Si grattò la nuca sconsolato.Il ragazzo moro si lasciò cadere sconsolato su una sedia di legno, si passò una mano tra i capelli sbuffando. Il piano era andato a puttane e il dispiacere che provò fu immenso; aver visto nei giorni scorsi gli occhi di Law pervasi dalla gioia di poter stare accanto a qualcuno che amava veramente, gli aveva scaldato il cuore, era stato sinceramente felice per il suo amico che, dopo tanto dolore, stava per ricevere la felicità che meritava, invece... Perchè? perchè proprio lui doveva soffrire più di chiunque altro? la sua esistenza era stata un continuo susseguirsi di eventi negativi e dolosi e Law non meritava tutta quella sofferenza. La vita era stata così ingiusta con quel povero ragazzo.Kidd, notò lo sguardo perso del moro e riuscì in qualche modo a captare i suoi pensieri: non aveva senso starsene lì a piangersi addosso, bisognava reagire! con fatica cercò di mettersi in una posizione più comoda e, nonostante sentì il corpo riacquistare pian piano la coordinazione necessaria a muoversi, qualche muscolo ancora protestò, ma lui non ci badò. Mise i piedi a terra restando seduto sul letto, attirando l'attenzione di Penguin che fino a quel momento stava rimuginando sulla situazione.

<< Sapete che vi dico? Fanculo a tutto, il fottuto sovrano può dire il cazzo che vuole ma nulla mi impedirà di tornare in quel buco della fortezza rossa e riprendermi il mio compagno; anche se tenta di allontanarlo da me Law rimane mio, e io sono suo; chiunque si metterà tra di noi lo farò fuori senza tante cerimonie. >>  Detto ciò si mise in piedi, senza poter evitare di traballare leggermente ma rispetto a poche ore fa si sentiva più padrone del suo corpo; scostò senza cattiveria la mano di Killer che era corso verso di lui per sorreggerlo ma questa volta evitò il suo sostegno, voleva camminare sulle sue gambe senza l'aiuto di nessuno, ne andava del suo orgoglio. Penguin gli si affiancò mostrandogli il suo sorrisino sarcastico in tutto il suo splendore, che era tornato a fare capolinea sul suo volto; Kidd ne fu segretamente sollevato.

<< Non ti agitare troppo Lord Greyjoy. >> il moro continuò a sorridere << Gli effetti del siero stanno scomparendo, tra un'oretta massimo sarai guarito del tutto, ti preparo un infuso alle erbe per far rilassare i muscoli. >>

<< Bevila tu la tisana, non mi serve. >> borbottò il rosso dando un poderoso calcio alla porta facendola spalancare e sbattere contro la parete << Forza muovete il culo, raggiungiamo altri e organizziamoci per entrare al castello, ho proprio voglia di ammazzare qualcuno. >>; si incamminò a grandi falcate per il corridoio con un sorriso perturbante sulle labbra: già si immaginava il cadavere di Doflamingo ai suoi piedi in una pozza di sangue, mentre baciava il suo compagno in un bacio passionale e violento.



La stanza da bagno era un'ambiente piccolo ma accogliente, adiacente alla camera da letto: il pavimento era rivestito in marmo bianco con qualche accenno di striatura rosa antico, le pareti erano rivestite di un color pesca con decorazioni a ghirigori in inchiostro nero, figure che danzavano e si intrecciavano tra fiori, piante, animali e motivi geometrici. La luce filtrava da grandi vetrate rettangolari accuratamente coperte da tendaggi in seta color perla, la cui tonalità risaltava a causa della luminosità del sole, i cui raggi si andavano a perdere su un grosso tappeto posizionato al centro della stanza color sabbia; nell'aria aleggiava un miscuglio di odori che si perdevano tra il dolce aroma della lavanda accompagnata dalla freschezza del cipresso e dalla fragrante salvia, ma a Law Lannister non fregava un fico secco dell'odore che c'era lì dentro, per lui poteva anche odorare di cane bagnato non avrebbe fatto differenza. A questo pensava mentre se ne stava immerso nell'acqua fino al mento in una tinozza di grande dimensioni in legno di ulivo. Il liquido era caldo e creava sbuffi di vapore che si andavano a perdere nell'ambiente sotto forma di piccole nuvolette, e profumato per via dei petali di rosa che galleggiavano sulla superficie. I capelli corvini ricadevano sulla fronte contornata da goccioline, oscurando leggermente la vista di entrambi gli occhi, che fissavano un punto indefinito nella vasca. Un servo si era offerto di lavarlo, gesto consueto dei servitori verso tutti i nobili ma, il moro lo aveva cacciato fuori a pedate con tanto di epiteti poco cordiali e un'occhiataccia tale da far rabbrividire anche i morti; i motivi erano principalmente due: primo perchè non sopportava essere visto senza veli da estranei anche se la cosa poteva sembrare grossolana, ma a lui non andava giù, la visuale del suo fisico nudo era qualcosa riversato a se stesso in primis, e sopratutto alla sua testa rossa. Secondo perchè non voleva mostrare il segno che aveva alla base del collo. Ricordandosi di ciò il giovane Lannister spostò lentamente la mano in quel punto sentendo ancora il solco dei denti sulla superficie della pelle. Digrignò i denti per la frustrazione, se avesse potuto avrebbe strappato con le unghie quella porzione di cute, al diavolo i vasi sanguigni lacerati che avrebbe sgorgato sangue a fontanella.  Dopo aver sentito la scherzosa, perchè doveva essere davvero uno scherzo, proposta del sovrano di sposarlo, Law lo aveva fissato per un paio di minuti senza proferire parola ma, le uniche risposte che si era sentito di dare furono uno sputo in faccia e il suo bel dito medio che mandava platealmente a fanculo quello schizzato biondo, anche se era risultato difficile visto l'impiccio delle catene intorno alle mani. Come risultato era stato piantonato nella sua stanza con porta e finestre accuratamente sbarrate, e venivano a portargli da mangiare direttamente in camera; e come ciliegina sulla torta, appostati fuori dalla camera due guardie armate fino ai denti con il compito di sorvegliarlo e riportare ogni dettaglio, o messaggio a sua maestà ( almeno non c'era Vergo a controllarlo ).  Law aveva pensato che peggio di così non poteva andargli, essere prigioniero di suo zio e stare 24 ore su 24 rinchiuso lì dentro come un topo in trappola nella speranza che quel deviato lo avrebbe lasciato andare visto il suo rifiuto assoluto di acconsentire alle nozze, anche perchè senza il Sì del moro, non si poteva fare nulla quindi... e invece lo stronzo, dopo quasi un giorno di prigionia era venuto nella sua stanza non a conversare cordialmente, ma a minacciarlo! e non si era nemmeno risparmiato dal toccare tasti particolarmente dolenti per il moro;

<<... Distruggerò Grande Inverno e la renderò un ammasso di pietra e legno... Farò del male alla tua sorellina e non mi risulterà difficile visto che abita a Castel Granito sposata con uno della mia casata... giustizierò pubblicamente tutti i bambini orfani che trovo per le strade di Approdo del Re... >> insomma, le aveva tirate fuori tutte ma Law per tutto il tempo rimase ostinatamente seduto sul bordo del letto a dargli le spalle, chiuso in un forzato silenzio; gli avrebbe fatto davvero male sapere della sua casa ridotta in quello stato, Grande Inverno era la sua dimora, il luogo della sua nascita e dove aveva trascorso tutta la vita e c'erano troppi ricordi che lo legavano al nord: fanculo le sue origini da Lannister, lui era uno Stark e lo sarebbe rimasto fino alla morte. Temeva anche per l'incolumità di sua sorella Lamy e non dubitava che Doflamingo sarebbe davvero arrivato a farle del male per punire lui. Law rimase immobile con le braccia incrociate al petto e gli occhi chiusi, anche quando sentì il rumore di passi nella stanza: pensava che quel cretino se ne stesse andando visto che non aveva ottenuto quello per cui era venuto, che forse sarebbe ripassato il giorno successivo ma evidentemente Doffy non la pensava così. In una frazione di secondo il biondo salì sul letto facendo leva su un ginocchio e allungò una mano nella direzione del ragazzo girato di spalle prendendolo per il colletto della maglia e strattonandolo all'indietro senza alcuna gentilezza e facendolo cadere bruscamente sulle coperte. Senza accorgersene Law si ritrovò con la schiena premuta sul letto con lo sguardo fisso sulla figura capovolta dell'altro che torreggiava su di lui sorridendo maniacalmente;

<< E' maleducazione dare le spalle agli altri mentre ti rivolgono la parola ragazzo fufufufu... >> il sovrano aveva entrambe le mani ai lati del viso ambrato del moro.

<< Fanculo... >> sputò velenoso Law che tentò di rimettersi in piedi con uno scatto ma il braccio dell'altro gli si avvolse come un serpente lungo la vita bloccandogli entrambe le braccia in una morsa di acciaio costringendolo a rimanere seduto con la schiena che aderiva al corpo del biondo; sentì l'altra mano del re accarezzargli lascivamente il mento mentre lo teneva fermo da dietro in quell'abbraccio non gradito; sentiva il suo respiro sulla nuca, cosa che gli provocò un senso di nausea e schifo.

<< Lasciami andare bastardo! >> ringhiò furioso il moro cercando di liberarsi dalla presa dell'altro, ma non ci riuscì nonostante la foga che ci mise per sfuggirgli: non voleva essere toccato da quell'essere immondo, non voleva sentire le sue mani addosso, si sentiva sporco al solo pensiero; l'unico che poteva sfiorarlo era...

<< Fufufu smettila di fare il difficile, è meglio che ti abitui all'idea perchè quando saremo sposati ti avrò ogni volta che-- >>

<< Scordatelo stronzo, non acconsentirò mai a sposarti, piuttosto la morte! >> con uno strattone riuscì a liberare un braccio e fece per dare una gomitata sulla faccia di quel viscido ma ancora una volta fu bloccato dalla mano del biondo che gli afferrò dolorosamente un polso tenendolo a mezz'aria; Law gemette di dolore.

<< Troverò il modo di sottometterti stanne certo, e quando ti sposerò sarai completamente mio, anima e corpo. >> Doffy fece scorrere una mano lungo il torace del moro che tentò invano di fermarlo << Lascia stare quel Greyjoy, a quest'ora avrà già fatto ritorno nelle isole di Ferro  dimenticandoti del tutto, lui non ti merita come me Law, abbandonati completamente al mio volere e smetterai di soffrire. >> cominciò a tempestargli il collo di baci umidi di saliva, facendo rabbrividire il più giovane. Al solo pensiero di Kidd che se ne tornava nelle sue terre lasciandolo in balia di Doflamingo, Law ebbe una fitta al petto: loro si amavano, si erano promessi amore eterno davanti agli Dei e nulla li avrebbe mai separati, nemmeno quel sovrano folle. Sollevato a tal pensiero fece una bassa risata.

<< Questo è quello che credi tu, Kidd verrà e mi porterà via da questo inferno. >> disse con tono deciso mentre sentiva l'altro arrestare  l'assalto al suo collo bruno << E già che ci siamo prenderemo anche la tua testa. >> aggiunse soddisfatto.

Doflamingo sbuffò per nulla intimorito << Se oserà metterà anche un solo piede nella capitale sarò io ad avere la sua testa, la infilzerò su una picca e la metterò in bella mostra all'entrata della fortezza, ti piace l'idea? >> rise divertito << E ti costringerò a guardarla...>> detto ciò morse con forza la base del collo del moro strappandogli un sussulto infastidito; Law tentò ancora una volta di sgusciare via dalla presa dell'altro dimenandosi come un animale ma fu del tutto inutile. Doffy si staccò dalla pelle del moro osservando con malsano piacere l'impronta dei denti che marchiavano la cute del nipote. Lo lasciò andare con una punta di dispiacere, sentire quel fisico minuto contro il suo torace gli aveva mandato scariche di lussuria in ogni parte del corpo; si leccò le labbra al pensiero del momento in cui sarebbe riuscito a domare quello spirito ribelle, con le buone o con le cattive. Law finalmente riuscì ad alzarsi in piedi trovandosi dall'altro lato del letto, e a voltarsi guardando il biondo con occhi assassini e assetati di morte, ma il sovrano in tutta franchezza gli dedicò solo un lieve sorriso prima di incamminarsi verso l'uscita e sparire dietro la porta, lasciando il moro solo che, sentendo ancora la presenza dell'altro addosso decise di farsi un bagno bollente per togliersi quell'odore rivoltante.



Quel tardo pomeriggio le nuvole formavano un ammasso grigio e confuso che nascondeva il sole, che spiccava in tinte cupe con rari bagliori, mentre verso l'alto si dileguava in faville. Più in alto ancora nel cielo screziature dorate si snodavano in pigre sinuosità immateriali come una trama puramente luminosa, e dietro le celesti scogliere che occludevano l'occidente, la sfera incandescente proseguiva la sua lenta evoluzione; ad ogni progresso della sua discesa, alcuni raggi fendevano la massa opaca e si aprivano in un passaggio il cui tracciato tagliava l'ostacolo delle nuvole in mille settori circolari, diversi per grandezza e  intensità luminosa. La luce, ridotta a un flebile miscuglio di tinte cremisi e dorate si infrangeva sull'imponente figura della fortezza Rossa rendendola un agglomerato di colori caldi. Le due guardie appostate all'unica entrata sul lato sud del castello guardavano annoiate l'orizzonte, sbadigliando e scambiandosi qualche battuta circa la quantità dei morti che quella mattina avevano rimosso dalle zone più remote della capitale: il popolo diventava sempre più povero a causa dell'innalzamento delle tasse e la gente cominciava a insorgere perfino contro la guardia cittadina e il re aveva tassativamente ordinato di soffocare qualsiasi rivolta nel sangue, per dare l'esempio. I due omuncoli continuarono a sghignazzare non notando in un primo momento un piccolo carro in avvicinamento, che ad un primo sguardo sembrava contenere merci, ma il contenuto era coperto da uno spesso velo color ruggine. A trainare il carro due affascinanti donne che salutarono i due con occhiolini e sorrisi maliziosi.

<< Alt! >> disse il più alto delle due guardie, un tipo rozzo coperto dalla testa ai piedi dalla corazza dorata, che impugnava una lancia da fanteria << Il carico merci deve passare per il lato est della fortezza e l'orario per farlo è passato da un pò; tornate domani mattina... >>

La ragazza dai capelli rossi fece un passo avanti assumendo uno sguardo impietosito posandosi una mano sulla guancia << Oh? non può fare uno strappo alla regola? sà, è tutto il giorno che trainiamo questo carretto... io e la mia amica siamo così stanche, non potrebbe chiudere un occhio solo per questa volta e lasciarci passare? abbiamo parecchia roba da scaricare tra viveri e tessuti. >>

La guardia si grattò il mento pensieroso mentre il suo compare si avvicinava al carro con aria sospetta, scrutando la ragazza mora che gli sorrideva cordialmente.

<< Viveri e tessuti? eppure giusto qualche ora fa abbiamo ricevuto ingenti quantità di quei prodotti da altri mercanti... per via dell'imminente matrimonio di sua maestà... >> l'uomo parlò più a se stesso che con la ragazza, non notando la luce incuriosita che passò nello sguardo della ragazza mora poco più distante.

<< Sua altezza si sposa? non mi sembra di aver udito una notizia di tale importanza per le vie della città. >> parlò la donna dai capelli corvini e gli occhi azzurri come il mare.

Questa volta fu la seconda guardia a parlare << In effetti non è una notizia ufficiale, sono più voci di corridoio che abbiamo sentito uscire dalle bocche di alcune serve; sappiamo solo che il re progetta di sposarsi a breve ma non si sa chi sia il futuro consorte, si mormora sia un giovane ragazzo, tra l'altro rinchiuso in una delle stanze assegnate ai nobili, ma non credo a queste voci... >> Un improvviso rumore proveniente proprio dal carretto attirò l'attenzione dei presenti, allertando le guardie che si misero in posizione difensiva.

<< Che cos'è stato? >> mormorò la guardia più vicina all'entrata. L'altra invece puntò la punta dell'arma contro la ragazza mora << Che diavolo c'è sopra quel carro? togli il velo donna, o ci saranno probl-- >>. Accadde tutto in un'attimo: da sotto il velo sbucò fuori un uomo grande come un armadio che si buttò addosso al cavaliere sguainando una spada; i due rotolarono in mezzo alla terra ricoprendosi di erba e polvere cercando di predominare sull'altro. Nel frattempo il suo compagno corse in tutta fretta verso i due che se le stavano dando di brutto, sollevando la lancia per colpire alle spalle l'intruso ma per sua sfortuna la donna dai capelli rossi si portò rapida come una gatta e silenziosa dietro di lui affondando un grosso e affilato coltello nella nuca, trapassando l'intero collo con un gesto elegante; dall'altro lato la mora sorrise a quella scena. Nel frattempo il cavaliere ancora vivo si ritrovò del tutto sopraffatto dall'uomo che gli si era buttato addosso: aveva la mano destra schiacciata dal piede dello sconosciuto, mentre la sinistra era imprigionata nella morsa dell'altro che lo tratteneva per il polso e la spada che faceva pericolosamente pressione sulla giugulare. Dal carretto sbucarono poco a poco altre 4 figure di cui una, un ragazzo alto e biondo si avvicinò ai due con aria sconsolata;
 
<< Kidd smettila di perdere tempo con quello lì, dobbiamo sbrigarci prima che si accorgano di noi. >> disse Killer guardando il rosso che teneva ancorato a terra la guardia, mentre Nami, Robin e Penguin nascondevano il cadavere del cavaliere morto dietro un folto cespuglio.
 
Kidd sbuffò furioso << Un momento, prima voglio chiedergli una cosa. >> detto ciò premette ancor di più la fredda lama nella pelle dell'uomo imprigionato sotto di lui assottigliando lo sguardo << Quello che ha detto il tuo amico poco fa... sul fatto che quello stronzo del re si sposa con un giovane ragazzo, è la verità? se osi dirmi una cazzata ti sgozzo come una capra. >> il suo tono fece tremare di paura la sentinella che iniziò a sudare freddo << Io... io non so niente lo giuro! ho solo sentito una serva parlarne... del fatto di portare da mangiare ad un giovane rinchiuso negli alloggi reali >> deglutì rumorosamente << La serva ha solo insinuato che, visto e considerato che il re va spesso a trovare quel ragazzo, voglia sposarlo o qualcosa del genere... non so altro! è solo una voce di corr-- >> non riuscì a terminare la frase che un taglio netto gli perforò la base del collo facendo zampillare il sangue su tutta la cotta di maglia, dalla bocca uscì un sussulto strozzato seguito da uno schizzo rossastro che gli sporcò l'angolo delle labbra; si agitò solo per pochi istanti sotto lo sguardo annoiato del rosso che lo fissò fino a quando gli occhi dell'uomo ruotarono all'indietro smettendo del tutto di muoversi.
 
<< Spero sia davvero una voce di corridoio... >> sussurrò a voce bassa il Greyjoy; quello che aveva sentito non gli era piaciuto per niente, e istintivamente sentì uno strano senso di inquietudine attanagliargli la bocca dello stomaco, quel bastardo di Doflamingo non gli avrebbe mai portato via Law, avrebbe tappezzato tutti i muri della fortezza con il suo sangue e avrebbe buttato il resto al popolino della capitale. Sentì una mano posarsi sulla sua spalla riportandolo alla realtà: Ace lo fissava dall'alto estremamente serio. 
 
<< Hey amico non incupirti in quel modo, siamo qui per un motivo no? >> allungò il braccio verso il rosso che lo afferrò senza esitazioni portandosi in piedi << Se il re avesse davvero intenzione di sposarsi lo avrebbe annunciato fino agli angoli più remoti dei sette regni, è il matrimonio più importante di Westeros dopotutto, sarebbero accorse tutte le grandi casate. Non pensarci. >> Kidd annuì distrattamente, non del tutto convinto dalle parole del Baratheon. Ci pensò Penguin ad intervenire vedendo il rosso con lo sguardo pensieroso.
 
<< Lord Baratheon ha ragione, conosco benissimo Law e so per certo che non darebbe mai il suo consenso per un matrimonio forzato, è ovvio che lo tengono prigioniero da qualche parte anche se non capisco il motivo per cui il sovrano lo tenga rinchiuso nella fortezza... >> disse il moro grattandosi una tempia.
 
<< Invece di tergiversare in questioni inutili vediamo di darci una mossa! >> si intromise Bonney, seccata da tutto quel parlare e attirando l'attenzione di tutti i presenti.
 
<< Dunque, sappiamo che Lord Stark si trova nei suoi alloggi quindi Penguin andrà a liberarlo mentre io, Nami e Robin controlleremo l'area intorno a quest'uscita per evitare che altre guardie si appostino in questo punto, mentre invece Ace, Killer e mio fratello controlleranno i corridoio che si trovano poco più avanti: mi raccomando niente spargimenti di sangue inutili >> marcò le ultime parole guardando suo fratello che roteò gli occhi al cielo  sbuffando; sorrise soddisfatta. 

<< Bene ragazzi non perdiamo tempo! ci ritroviamo qui fuori tra un'oretta... ah mi raccomando state attenti a Vergo 
>> concluse mentre tutti gli altri annuivano. Senza attendere oltre si riversarono all'interno della fortezza rossa, facendo risuonare i loro passi sul freddo pavimento marmoreo. 
 
Penguin corse nella direzione delle stanze di Law senza premurarsi di non fare baccano e attirare l'attenzione delle guardie, in quel momento semplicemente non gli importava: voleva solo riabbracciare il suo migliore amico e chiunque si fosse messo sulla sua strada lo avrebbe sviscerato e tanti saluti. Sorrise sicuro di sè mentre stringeva fiero il falcetto che impugnava nella mano sinistra.

Dopo aver salutato le ragazze appostate vicino all'entrata, Ace, Kidd e Killer si avviarono verso i corridoi indicati da Bonney che si trovavano un paio di metri più avanti ma evidentemente il rosso aveva altri piani infatti si fermò improvvisamente facendo titubare gli altri due ragazzi.
 
Kidd parlò deciso << Voi due andate avanti, io devo raggiungere la sala del trono... >>
 
Killer fece un passo avanti intenzionato a far cambiare idea al suo amico << Non fare cazzate Kidd, atteniamoci al piano di tua sorella e limitiamoci a portare via Lord Stark. >>
 
Ma il rosso scosse la testa << Quel figlio di puttana non ci lascerà mai in pace, anche riuscissimo ad uscire da qui, sono abbastanza sicuro che non rinuncerà a Law tanto facilmente quindi preferisco eliminare il problema alla radice. >> Quello stronzo li avrebbe tormentati anche se fossero riusciti a raggiungere le isole di Ferro.
 
<< Ascolta... >> Killer non demorse << Al fianco del re ci sarà sicuramente il suo braccio destro, come diavolo farai a cavartela contro quei due? è un suicidio! >> alzò leggermente il tono della voce, mentre Ace continuava a controllare che non arrivassero sentinelle.
 
<< Ne sono consapevole ma devo farlo, per me e sopratutto per Law >> il rosso fu irremovibile e il suo amico comprese che niente gli avrebbe fatto cambiare idea, quindi...
 
<< Va bene, non riuscirò mai a farti desistere da questa idea malsana ma non ti lascerò andare da solo, verrò con te amico mio. Per te va bene cavartela da solo Ace? >> il moro si voltò e li guadò sorridendo sarcasticamente.
 
<< Sbrigatevi prima che arrivino le guardie, sento dei passi avvicinarsi >> sguainò le sciabole pronto ad attaccare mentre gli altri due si avviarono velocemente verso la sala del trono.




Law se ne stava sdraiato sul letto a baldacchino scarabocchiando su alcune pergamene scrivendo e disegnando alcuni dettagli che aveva letto su un vecchio libro di anatomia, anche perchè non poteva fare molto stando rinchiuso lì dentro. Aveva pensato a molti metodi per uscire da quel buco, uccidere le guardie appostate fuori ed evadere dalla fortezza Rossa ma, anche se ci fosse riuscito aveva un lieve dubbio sul fatto che avrebbe rivisto Kidd; le parole di Doflamingo gli erano rimaste nella mente come un tarlo che puntualmente tornava ad insinuarsi nei suoi pensieri: e se davvero il rosso avesse rinunciato a lui e se ne fosse tornato nelle sue terre dimenticandosi di lui? in fondo, non aveva alcun obbligo nei suoi riguardi... Fece una smorfia e chiuse gli occhi passandosi una mano tra i capelli corvini, era evidente che quell'isolamento lo stava mandando fuori di testa, avrebbe voluto prendere un  pò di aria fresca ma entrambe le finestre erano bloccate, e temeva che tutto quello stress lo avrebbe spinto a cedere. D'un tratto sentì dei rumori sordi fuori dalla porta che continuarono per un paio di minuti: sembrava che qualcuno stesse sbattendo sulla superficie lignea ma probabilmente erano le guardie che, anche quel giorno c'erano andati pesanti con il vino; davvero patetici pensò il corvino. Distolse lo sguardo dalla porta riportando la sua attenzione verso i fogli di pergamena quando l'entrata si aprì di scatto rivelando la figura ansimante di Penguin con il volto ricoperto di sangue, e ai suoi piedi una delle sentinelle priva di sensi. 
 
<< Ma che cazzo... >> sussurrò il moro sgranando gli occhi all'inverosimile e alzandosi dal letto fissando l'altro come se fosse un fantasma.
 
Gli occhi di Penguin si illuminarono di gioia << Amico mio. >> parlò a voce talmente bassa che Law lo sentì per miracolo. Il moro fece per aprire bocca ma il suo amico si avvicinò a grandi falcate, lo afferrò per un braccio e lo trascinò fuori dalla stanza facendo attenzione a non inciampare sui corpi delle sentinelle.
 
<< Ora non abbiamo tempo per i convenevoli, dobbiamo uscire subito da qui prima che l'intera guardia reale ci arrivi addosso, tutti gli altri ci stanno aspettando >>
 
Law sentì il cuore mancargli di un battito a sentire quelle parole; ma allora Kidd non lo aveva abbandonato! aveva corso il rischio  di venire giustiziato per venire a liberarlo, e se non era amore quello... Scosse la testa sentendosi più felice che mai e, senza aggiungere altro si fece trascinare dal suo amico.




<< Allora siamo d'accordo? Doflamingo lo ammazzo io mentre tu ti occupi di Vergo. 
>>
Killer e Kidd si trovavano fuori dalla grande e vistosa porta che li separava dalla sala del trono; avevano eliminato senza eccessive difficoltà le guardie ma aveva creato un tale trambusto che, quasi sicuramente i loro obbiettivi li avevano sentiti e di conseguenza erano pronti a riceverli.
 
 
<< Si si come dici tu Kidd, vediamo di finirla in fretta e andiamocene da qui; sicuramente Penguin avrà già liberato il tuo ragazzo e ... a proposito.>> Il biondo tirò fuori dalla tasca un piccolo cofanetto rivestito di nero e argento e lo porse a Kidd, che riconobbe immediatamente l'oggetto: la stessa mattina del suo matrimonio con Law aveva mandato Killer in città per cercare l'orafo più abile di tutta Approdo del Re e fabbricare un anello che avrebbe poi donato allo Stark, si trattava di un gioiello in oro bianco formato dall'intreccio di due figure, un metalupo e un kraken, ma purtroppo non aveva fatto in tempo a darlo al suo compagno.


Il rosso sorrise << Quando torneremo a Pyke faremo una grande festa, un matrimonio degno delle nostre grandi casate e chissà magari utilizzeremo la testa di Doflamingo come vaso. >> disse provocando una bassa risata da parte del suo amico. Insieme fecero forza con le mani e spinsero fino a quando il portone ricoperto di oro si spalancò rivelando la figura di Vergo appostata ai piedi del trono, rigido nella sua postura che li fissava con totale disinteresse. Doflamingo stranamente non era seduto sul trono come invece si aspettavano di trovarlo i due ragazzi che sguainarono comunque le armi, ma il primo cavaliere del re rimase perfettamente immobile come se non li degnasse nemmeno di un minimo di importanza. Kidd cominciò ad avvicinarsi, seguito a ruota da Killer che teneva due lame ricurve davanti a sè.
 
<< Vergo. >> sputò velenoso il rosso sentendo riaffiorare nella sua mente il ricordo di quel bastardo che portava via Law; << Siamo qui per farvi la festa! Dove si trova quello stronzo del tuo re? è andato a nascondersi in un'angolo perchè non ha le palle di affrontarci? >> le labbra del rosso si piegarono in un sarcastico quanto divertito sorriso. Ma Vergo continuava a restarsene in completo silenzio, facendo infastidire il Greyjoy.

<< Allora? 
>> chiese al limite della pazienza Kidd << Adesso vengo lì e ti faccio sputar-- >>
 
<< Non c'è bisogno di essere così ostili fufufu. >> una voce riecheggiò solenne per tutta la grande sala e la figura del sovrano sbucò da dietro una colonna color rosa antico, muovendosi sinuosamente fino a portarsi poco più avanti del suo cavaliere senza abbandonare il solito sorriso inquietante. Quella visione mise in allerta Killer e fece imbestialire ulteriormente il rosso che sussurrò un lieve " eccoti stronzo ".

Doflamingo allargò le braccia ridendo sommessamente e leccandosi il labbro inferiore << Benvenuti fufufu vi attendevo con impazienza. >> fece un gesto con la testa rivolgendosi a Vergo, che si sciolse dalla sua posizione rigida e fece comparire in una frazione di secondo due lunghe spade dall'aria minacciosa.





<< Ace! 
>> gridò con tutto il fiato che aveva in gola Penguin, felice di aver finalmente raggiunto il Baratheon che era circondato da una decina di soldati incoscienti; il moro alla vista del ragazzo e di Law fece un enorme sorriso << Ragazzi finalmente! cominciavo a pensare che vi foste persi, Stark è bello rivederti! >> Law tuttavia sentendosi chiamare con quel cognome avvertì una brutta sensazione all'altezza del petto, avrebbe dovuto dire la verità anche agli altri, ma forse dopo essere usciti da quell'inferno. Penguin non vedendo Killer e il rosso si incupì leggermente e chiese spiegazioni ad Ace, che non fu del tutto felice di illustrargli il piano in cui quello scapestrato si era andato a cacciare insieme al biondo. Law si liberò dalla morsa del suo amico con uno strattone << Io li raggiungo! voi andate ad avvisare gli altri e raggiungeteci nella sala del trono! >>
 
 
<< Aspetta! >> Penguin cercò di riafferrarlo Law ma gli sfuggì come un'anguilla e corse verso il corridoio che portava alla sua meta: come al solito quella testa rossa agiva senza pensare alle conseguenze! gliele avrebbe suonate di santa ragione e lo avrebbe gettato in mare; affrontare il sovrano dei sette regni era una vera pazzia e lui non aveva battuto ciglio al solo pensiero. Kidd era coraggioso su questo nessun dubbio, e Law apprezzava sinceramente questo suo lato temerario perchè era uno degli aspetti che lo avevano fatto innamorare di lui, ma l'altro non lo avrebbe mai saputo. Così mentre il giovane Lannister correva in tutta fretta verso il suo compagno, Ace e Penguin si avviarono per avvisare le ragazze e raggiungere tutti insieme Kidd e sconfiggere definitivamente il sovrano.





<< Te lo chiederò un'altra volta moccioso insolente, perchè sei qui? >> Doflamingo sorrise mentre incrociò per l'ennesima volta la lama della sua lunga spada con quella di Greyjoy Kidd producendo uno stridio secco e assordante; l'elsa era finemente decorata con pietre rosse incastonate nel metallo dorato con finiture cremisi e il simbolo del leone che faceva capolinea lungo la lama in un disegno argentato e minaccioso; Kidd ruggì come un animale selvaggio parando un affondo che si era pericolosamente avvicinato al suo costato.  << Te l'ho già detto stronzo sono qui per farti a pezzi. >>  ruotò la lama della sua arma e tentò di colpire la gamba del re, gesto vano << E sopratutto per riprendermi Law. >> parò un'altro colpo e fece un balzo all'indietro per riprendere un pò di fiato. In lontananza Killer tentava, come meglio poteva, di tenere Vergo occupato.
 
Il sovrano si mise una mano sul volto e scoppio in una risata quasi isterica che fece salire un brivido lungo la schiena sudata del rosso.
 
<< Fufufu sei venuto per nulla ragazzo, Law appartiene a me, e tu... >> lo indicò sarcasticamente con l'indice << Non potrai mai portarmelo via, lui è destinato a regnare al mio fianco fino alla fine dei nostri giorni. >>
 
 
<< Ti sbagli! >> Kidd prese la rincorsa e rialzò la spada puntando alla clavicola del biondo << Lui appartiene solo a se stesso, tu non hai nessun diritto di decidere del suo futuro! >> con uno scatto si portò alle spalle del re e fece per mozzargli la testa con un fendente, ma quest'ultimo si abbassò all'ultimo istante e restando sempre inginocchiato allungò una gamba all'indietro facendo uno sleale sgambetto al rosso che cadde rovinosamente a terra. Kidd mugolò sorpreso e fece appena in tempo a bloccare la lama del nemico la cui traiettoria era diretta proprio al suo volto.
 

<< Kidd!! >> Killer vedendo il suo amico per terra ed in evidente difficoltà cercò di raggiungerlo ma dovette fermarsi per parare un colpo diretto alla sua nuca; con una giravolta il massacratore incrociò la spada contro quella di Vergo con entrambe le mani, cercando di dare fondo a tutta la sua forza per poter spintonare l'altro abbastanza da farlo indietreggiare e raggiungere Kidd. Ma purtroppo i suoi propositi sparirono come polvere. Vergo, mostrando ancora una volta tutta la sua scorrettezza, diede una poderosa spallata sul volto del biondo e gli piantonò, rapido come un'ombra un pugnale che aveva tirato fuori da sotto la manica facendolo affondare nel fianco sinistro, strappandogli un forte gemito di dolore e lo fece finire contro il gelido pavimento attirando inevitabilmente l'attenzione di Kidd.

<< Killer! 
>> il rosso si voltò verso l'amico che versava a terra in condizioni non proprio ideali, con una macchia cremisi che si stava allargando lungo il fianco, e il respiro corto per il dolore. Ma quell'attimo di distrazione gli costò caro perchè Doflamingo con un fendente gli strappò la spada dalle mani facendola volare lontano da qualche parte nella stanza; il sovrano, visibilmente compiaciuto, puntò la lama sulla gola nivea del Greyjoy. << E' finita ragazzo, ti decapiterò con un colpo netto e appenderò la tua testa sul Grande Tempio. Fufufu sono sicuro che Law apprezzerà molto. >> Cominciò a fare pressione con il metallo affilato, facendo sgorgare la prima goccia cremisi da quella pelle lattea. Il rosso cercò di afferrare la lama con entrambe le mani per allontanarla dalla zona della giugulare altrimenti sarebbe morto dissanguato molto prima di essere decapitato. Ma evidentemente il sovrano si era aspettato quella mossa, colpì con un calcio il mento del ragazzo sotto di lui  stordendolo giusto il tempio necessario di sedersi sopra di lui e bloccargli con le ginocchia le braccia lasciandolo del tutto esposto; nonostante l'adrenalina il Greyjoy non riuscì a contrattaccare, nemmeno dopo aver riacquistato la lucidità. 

<< Addio moccioso. >> Doflamingo fu sul punto di abbassare la lama pregustandosi gli schizzi di sangue che sarebbero fuoriusciti da quel corpo quando...
 
<< FERMO! >> una voce spezzò la cupa atmosfera, facendo calare un silenzio tombale e fermando tutti i presenti dal loro intento di uccidere o difendere la propria vita: sembrò che il tempo si fosse congelato. Law, cercando di calmare il fiatone che aveva e il forte pulsare del cuore che minacciava di uscirgli da un momento all'altro dal petto, si asciugò la fronte imperlata di sudore con il dorso della mano e piantonò lo sguardo in quello del re che lo fissava, visibilmente sorpreso di vederlo lì in quel momento.
 
<< Fermati...>> disse ancora una volta il moro con voce flebile, facendo due passi in avanti tenendo le mani chiuse a pugni.
 
<< Sei venuto ad assistere alla fine del tuo amato Law? >> rise il sovrano << Ottimo tempismo perchè sto per staccargli la testa dal collo, resta pure lì e osserva attentamente. >> il biondo alzò nuovamente la lama facendola brillare a causa dei raggi del sole che uscivano dalle grandi vetrate.
 
 
<< Non farlo! non... >> non vedendo alcuna esitazione negli occhi del re e temendo seriamente per la vita di Kidd, il moro chiuse gli occhi e usò tutto il fiato che aveva nei polmoni << Accetterò la tua proposta! >>.

Questa volta ottenne la reazione sperata, perchè Doflamingo si fermò proprio prima di tranciare il ragazzo steso a terra.
 
<< Cosa? >> chiese il sovrano rivolgendosi di nuovo verso il giovane Lannister. Kidd intanto aveva rivolto gli occhi verso Law felice come non mai di rivederlo, ma non capì le parole appena uscite dalla sua bocca.
 
Law fece un profondo respiro, conscio di star firmando la propria condanna ma, almeno avrebbe salvato la vita dell'unico uomo che amava << Mi hai sentito, risparmiagli la vita e quella di tutti gli altri e in cambio... >> strinse i denti fino a sentire un debole scricchiolio << Acconsentirò a sposarti, hai la mia parola. >> 
 
Kidd  sgranò gli occhi sperando di aver sentito male, ma dall'espressione di estasi che si apriva sul volto del re seduto ancora sopra di lui, dedusse purtroppo di aver udito correttamente; Law si stava sacrificando per lui.
 
<< Law! non dire cazz-- >> la sua bocca venne tappata con violenza dalla mano del biondo, che non smetteva di staccare gli occhi dall'altro.
 
<< Finalmente hai deciso di accettare il tuo destino, mi rendi così felice Law. >> disse il biondo alzandosi dal corpo del rosso senza premurarsi di causargli altro dolore e fece qualche passo verso il moro << Va bene, risparmierò la vita di questi insignificanti ratti, consideralo come un dono di nozze. >>. Allungò una mano in direzione di suo nipote << Vieni da me Law. >> disse lascivo provocando un senso di vomito nel ragazzo che non ebbe il coraggio di guardare negli occhi Kidd, la delusione che provava per se stesso era troppo forte. Fece un breve sospiro prima di incamminarsi a malincuore verso Doflamingo che, appena lo ebbe vicino, lo imprigionò in un abbraccio possessivo premendogli il volto contro il suo petto muscoloso. Kidd riuscì a mettersi a pancia in giù e provò una forte rabbia invadergli ogni cellula del suo corpo << Hey Stark! non fare cazzate! >> tuonò a gran voce, incurante dell'arrivo improvviso del resto del gruppo che spostò la visuale prima su Law, poi su Killer e infine su di lui, apparendo del tutto spaesati. Ma il moro si limitò a staccarsi leggermente dall'abbraccio del re voltandosi verso il rosso e fissandolo impassibilmente; a Kidd quello sguardo fece male più di ogni altra cosa. << Ti sbagli, io sono un Lannister... >>
 
<< Che cosa?! >> Urlò Penguin, seguito da una serie di sussulti da parte di tutti gli altri.
 
 
<< Proprio così. >> Esclamò a gran voce Doflamingo, passando dolcemente una mano tra i morbidi capelli neri del ragazzo che stringeva tra le sue braccia << Questo ragazzo è mio nipote, unico figlio di Rosinante Lannister, mio fratello minore e legittimo erede al trono di spade! >> si gustò appieno le facce sconvolte dei presenti, in particolare quella di Kidd. << E molto presto diventerà mio consorte, potremmo sposarci domani stesso, che ne dici Law? >> gli accarezzo una guancia con il dorso della mano.
 
 
 << Non toccarlo! >> Kidd era fuori di sè dalla collera e tentò di rimettersi in piedi, incurante del sangue che fuoriusciva da un taglio sul collo. Doflamingo sorrise in tutto il suo sadismo << Guardie! >> ordinò ad alta voce, ed in un momento tutta la sala del trono si riempì di cavalieri armati fino ai denti che circondarono tutti gli intrusi << Scortate fuori questi insetti e assicuratevi che non mettano più piede nella fortezza Rossa! >>. 

<< Lasciatemi maledetti! >> Kidd tentò di opporsi a due guardie che lo afferrarono malamente per le spalle e lo trascinarono fuori, seguito da tutti gli altri; con uno strattone si voltò verso Law, che lo fissava con occhi vitrei in completo silenzio, e fece per dirgli qualcosa ma la mano di Doflamingo afferrò saldamente il mento bruno del ragazzo e lo forzò a congiungere le labbra con le sue in un bacio violento e aggressivo. L'ultima cosa che Greyjoy Kidd vide, prima che il portone si chiuse, fu lo sguardo disperato di Law che, contro la sua volontà, si ritrovò nelle mani di quel folle di suo zio.


 
 
 


















 
 

 

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Capitolo 21
*** Destino ***


Quella mattina il sole sorse troppo lentamente. La sfera di luce si fuse col cielo plumbeo pigramente, come se cercasse di ostacolare l'arrivo del nuovo giorno e di quello che sarebbe avvenuto; era ironico e vagamente consolante pensare che persino gli astri celesti si mettessero in moto per troncare l'inevitabile ma Law non era mai stato un tipo troppo ottimista da pensare ad un possibile lieto fine, almeno non per lui. Fortunatamente era riuscito a patteggiare con suo zio ed a salvare la vita di quelli che oramai considerava amici, e sopratutto all'uomo a cui aveva giurato eterno amore; poco importava se la loro unione non era stata conclusa, perchè Kidd sarebbe rimasto il suo solo e unico compagno, fanculo alla benedizione dei sette Dei. Le prime luci dell'alba filtrarono attraverso la finestra fino a posarsi sul viso stanco e malinconico del giovane Lannister, illuminando lievemente gli occhi cinerei avvolti da pesanti occhiaie. Il moro non aveva chiuso occhio nemmeno per due minuti durante la notte, del resto come avrebbe potuto farlo sapendo che tra meno di ventiquattro ore sarebbe diventato il consorte di un uomo malvagio condannandosi ad una vita di sofferenza? L'aspetto più duro da digerire era stato lo sguardo che gli aveva rivolto Kidd mentre veniva trascinato via dalle guardie: la disperazione di non essere riuscito a salvarlo da Doflamingo era la sola cosa che Law era riuscito a scorgere in quelle iridi di fuoco, nient'altro. Kidd era forte, continuava a ripetersi il moro, avrebbe superato quella situazione, sarebbe tornato nella sua terra e avrebbe regnato come un degno sovrano sulle isole di Ferro, avrebbe trovato una degna compagna con cui generare figli e lo avrebbe dimenticato, mentre lui invece avrebbe conservato il suo ricordo come il tesoro più prezioso di tutti i mari. Sospirò stancamente passandosi una mano ambrata tra alcune ciocche che gli ricadevano ribelli sulla fronte: sarebbe stata una giornata pesante oltre che stressante; mentre suo zio era impegnato nei preparativi della cerimonia, all'invito dei componenti più ricchi e importanti della nobiltà della capitale e dei confini poco distanti, lui sarebbe stato seguito da una schiera di servi, sarti, gioiellieri e altro per arrivare preparato al tempio. Ma anche lui era una persona forte, avrebbe resistito a quella giornata e a quello che sarebbe venuto al calar del sole. Il filo dei suoi pensieri fu interrotto da un lieve bussare e, senza che Law avesse dato il permesso di entrare, dall'apparizione di un signore dall'aria vagamente seria e molto ambigua: indossava degli stravaganti abiti che andavano da un nauseante rosa confetto, unito ad un intenso azzurro cielo; aveva del trucco piuttosto pesante che gli copriva il volto con tanto di rossetto rosso e dell'ombretto verde acqua che gli contornava gli occhi neri facendolo assomigliare ad un giullare di corte. Lo strambo battè le mani due volte richiamando la sua attenzione, come se non ne avesse già per il suo aspetto.

<< Cos'è quell'espressione da cucciolo bastonato? Non si addice per niente al futuro sposo del nostro sovrano-yo. >> detto questo si avvicinò a grandi falcate raggiungendo il confuso giovane; gli afferrò il volto con una mano scrutando con attenzione ogni centimetro del viso ambrato girandolo in diverse angolazioni, del tutto ignaro dei ticchettii nervosi di Law. << Mmh... hai un gran potenziale ragazzo mio! Ti renderò un capolavoro vivente-yo! Oh mi presento: sono Von Clay, lo stilista più famoso di tutta Qarth! Sono stato chiamato a corte per preparare personalmente il consorte del sovrano dei Sette regni, un grande onore-yo! Mi occuperò dei vestiti, dei gioielli, dei capelli e del resto, quindi rilassati ragazzo mio, sei in ottime mani-yo! Che ne dici di un bel sorriso radioso per questo giorno altrettanto radioso? >> Ma l'unica cosa che ricevette da Law fu uno sguardo gelido come la neve oltre la barriera. Lo stilista rinunciò a far sorridere il giovane, ma del resto non era lì per quello anche se un sorriso avrebbe reso quel ragazzo ancora più splendido di quanto già non fosse. Si avviò velocemente verso la porta aperta dal quale era entrato qualche istante fa e, con un gesto rivolto verso l'esterno fece segno con la mano a qualcuno di entrare; qualcuno entrò effettivamente, un numeroso gruppo di dieci o meno servette, tutte molto giovani e ben vestite con abiti colorati e sfarzosi gioielli, sicuramente lavoravano per quel tizio. << Queste deliziose signorine mi daranno una mano a darti una sistemata ragazzo, direi di cominciare con un bel bagno-yo. >> Disse lo strambo facendo una strana piroetta su se stesso e facendo ridacchiare le ragazze che non smettevano di distogliere lo sguardo dal giovane Lannister, che si sentiva soffocare con tutta quella gentaglia nella stanza. Sarebbe stata davvero una lunga giornata.

 

Il bagno era stato un vero incubo per Law. Costretto a stare completamente nudo in una bagnarola di legno pregiato mentre era circondato da tutte quelle galline che lo strigliavano ovunque con morbide spugne di seta colorata; era coperto di schiuma fino alla vita, ovvero fin dove arrivava il livello d'acqua che era stata cosparsa da spezie, fiori e persino minerali. I capelli erano stati intrisi da oli dorati e profumati che rendevano i suoi fili corvini ancora più morbidi e setosi, le unghie venivano limate con delicatezza ma per Law tutto quel contatto era insopportabile, quelle dannate mani che lo sfioravano ovunque, che lo toccavano... dovette chiudere gli occhi per non freddare quelle ragazze con la sua espressione di morte, peccato non poter nemmeno diventare temporaneamente sordo perchè, oltre a non voler sentire gli starnazzi di quelle oche, nemmeno il fischiettio di quello strambo dello stilista era piacevole da sentire, era un vero stupro per l'udito. Senza rendersene conto era già arrivata l'ora di pranzo, infatti si ritrovò portate di ogni tipo sotto il naso nonostante fosse ancora immerso nella bagnarola ancora insaponato. Il suo umore non era dei migliori e di conseguenza il nodo che gli si era formato sulla bocca dello stomaco gli provocava una spiacevole ondata di nausea alla vista del cibo, infatti pensò bene di mandare tutte quelle pietanze al diavolo ma, il suo stilista non era dello stesso parere; << Ha-ha! niente storie ragazzo, devi mangiare qualcosa, non puoi rimanere a stomaco vuoto fino al banchetto-yo. >> disse l'uomo guardando Law nel modo in cui ci si rivolge ad un bimbo indisciplinato che fa i capricci. Il moro stava per mandare all'inferno quel pagliaccio con il suo dito medio ma fu colto alla sprovvista da una delle serve che ne approfittò per infilare nella bocca del ragazzo un chicco d'uva scura, seguita a ruota da un'altra che tentò di fargli mangiare una succosa fragola. Il giovane incenerì con il suo sguardo di ghiaccio le due sfacciate, ma fu costretto a tornare parzialmente serio quando si voltò e vide a pochi centimetri dal suo volto una ciliegia tenuta tra le dita dello stilista che lo fissava come se fosse stato un cucciolo di metalupo. << Avanti carino, apri quella boccuccia e dì ah! >>; ma ciò che uscì da quella boccuccia fu un sonoro e perentorio “vaffanculo”.

Era già pomeriggio inoltrato quando finirono di torturarlo con oli, profumi e altre porcherie varie, ma evidentemente erano ancora all'inizio perchè ora era il momento di scegliere il vestiario, quello indossato per le nozze nel tempio e quello della cerimonia. Law se ne stava seduto su un divanetto color pesca avvolto da una veste bianca e morbida mentre attendeva, un po' troppo pazientemente, che quella specie di pagliaccio decidesse cosa fargli indossare; mancavano quattro ore alla cerimonia. Dopo quella che sembrò un'eternità, lo stilista rientrò nella stanza seguito dal suo esercito di servette e, senza dire nulla al moro schioccò le dita producendo un suono deciso; ed eccolo si nuovo circondato da quella mandria di oche arrapate che cercavano di togliergli la veste candida per vestirlo, ma il povero ragazzo si rifiutò di farsi vedere nudo da tutto quel circo. << Per i sette inferi toglietemi le mani di dosso! >> ringhiò frustrato il moro. << Oh abbiamo un timidone, vuoi che ti vesta il sottoscritto-yo? >> domandò fin troppo estasiato l'uomo. Dopo una buona oretta il moro si ritrovò completamente vestito, con lo stilista-maniaco che attendeva fuori dalla stanza; aveva optato per una lunga e ricamata veste rossa decorata con pizzi e merletti dorati, su entrambe le orecchie erano stati applicate due paglia di cerchi di puro oro e sulla mano destra un bracciale di oro bianco. Law guardò distrattamente fuori dalla finestra mentre lo stilista- fallito piangeva per l'ottimo lavoro fatto sul moro: il sole sarebbe calato al massimo tra due ore, ciò voleva dire che era ora di avviarsi al patibolo. 
 

Stare fuori davanti al portone del tempio completamente solo metteva una grande suggestione nell'animo del giovane Lannister, dopotutto una volta varcata quella soglia la sua vita sarebbe cambiata completamente, e non in meglio: in un ultimo gesto disperato si voltò dietro di lui, come se improvvisamente potesse apparire come per magia l'uomo che aveva tentato di salvarlo, ma non c'era nessuno pronto a portarlo via da quel brutto incubo. Le porte del tempio si spalancarono producendo un rumore lento e assordante richiamando l'attenzione del ragazzo che, a malincuore entrò all'interno della struttura venendo inghiottito da quell'ambiente che era tutto meno che confortevole, almeno per lui. L'intero palazzo era occupato da tutti gli esponenti della nobiltà e della ricca borghesia, coloro che più contavano in quella marcia città. Appena sentì una leggera melodia librarsi nell'aria capì che era giunto il momento di avviarsi verso l'altare, il cui tragitto era coperto da un lungo tappeto di rose rosse e bianche; durante la sua camminata non guardò in faccia nessuno dei presenti, quei sudici non erano degni nemmeno di un suo dito medio quindi decise di non staccare lo sguardo dal pavimento, nemmeno quando incontrò i freddi scalini di marmo bianco che lo separavano dall'altare. Ma quando arrivò a destinazione purtroppo dovette alzare gli occhi e incontrare quelli di suo zio. Quel pavone di Doflamingo era interamente coperto di oro e argento dalla testa ai piedi, la corona posta sul capo che, tra parentesi nemmeno gli apparteneva, era contornata di pietre colorate e decorazioni in platino; se avesse continuato a fissarlo ancora per un altro minuto gli si sarebbe staccata sicuramente la retina, quindi decise di spostare lo sguardo verso il prete davanti a loro, cercando di ignorare lo sguardo malato e lussurioso che gli stava lanciando suo zio. La cerimonia iniziò.

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