The dark side of the South

di Ms Mary Santiago
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I ***
Capitolo 2: *** II ***
Capitolo 3: *** III ***



Capitolo 1
*** I ***


Malachai “Kai” Sharp21 anni, leader dei Ghoulies.


Lilith “Lily” McKinley19 anni, seconda in comando dei Ghoulies.


 

 

Seduta sul letto a baldacchino, si stiracchiò brevemente prima di lanciare un’occhiata all’orologio della sveglia sul comodino.

Di lì a una decina di minuti l’House of the dead si sarebbe riempita di gente.

- Continuo a credere che sia una pessima idea – sentenziò Lilith, chinandosi a raccogliere gli stivali dai tacchi vertiginosi che aveva abbandonato ai piedi del letto un paio d’ore prima.

Sdraiato sulle lenzuola di seta rossa, i ricci neri sparsi ad arte sul cuscino, Malachai osservò la pelle alabastrina della ragazza che si stava rapidamente rivestendo, soffermandosi appena sulle cicatrici quasi del tutto sbiadite sulla sua schiena.

Era buffo come una cosa tanto dolorosa si fosse rivelata cruciale.

Senza quelle cicatrici loro due non si sarebbero mai conosciuti.

- Quando vinceremo i Ghoulies avranno un territorio grande il doppio e nemmeno l’ombra di un Serpent a intromettersi. –

- Se vinceremo. –

- Non perderò contro un ragazzino di sedici anni. –

- Nemmeno se è il figlio di FP Jones? – insistè, sorridendo provocatoria.

- Nemmeno in quel caso – asserì, afferrandola per i fianchi lasciati scoperti dal leggero top di pizzo e attirandola nuovamente a sé, - è presto per andartene. –

Lilith rise, frapponendo una mano tra il petto asciutto e muscoloso del ragazzo e se stessa.

- Non dovevi incontrarti con Tall boy? –

Rotolò tra le lenzuola come avrebbe fatto un grosso felino, sbuffando contrariato.

- Si riconferma quello che ho sempre sostenuto. Questi Serpents sono una vera spina nel fianco. –

Con una risata, Lilith indossò il giubbotto di pelle e lasciò una volta per tutte il letto e la penombra della stanza.

Si voltò solo quando sentì il rumore dei passi nudi sul pavimento che le annunciarono che Malachai la stava seguendo verso il salotto.

Indossava un paio di pantaloni di pelle e una camicia lasciata completamente sbottonata.

Aveva tutta l’aria di chi era appena stato tirato giù dal letto.

- Un incontro d’affari mezzo nudo? –

Malachai scrollò le spalle, lasciandosi ricadere sulla poltrona in pelle.

- Qualcuno potrebbe interpretarlo come una mancanza di rispetto. –

- Oh, non saprei, non credo che Tall boy sia così intelligente – concluse, facendole l’occhiolino.

Alzò gli occhi al cielo, risistemando il rossetto color sangue sulle labbra voluttuose.

Il solito Malachai, strafottente e irriverente.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Salve!

Dopo la puntata 2x06 sono rimasta ancora più intrigata dai Ghoulies e in particolar modo dal personaggio di Malachai, che spero di rivedere il prima possibile, perciò ho deciso di dedicare anche a lui una raccolta così come ho fatto per Sweet Pea.

Molto probabilmente sarà una raccolta molto più breve rispetto a quella dedicata a Sweet Pea e Flame, ma non so ancora con precisione di quante parti si comporrà … ed è altrettanto probabile che decida di dedicare una sorta di OS che funga da prequel e racconti il loro primo incontro.

Piccola precisazione: non conosciamo il cognome di Malachai né la sua età, perciò mi sono inventata entrambi, mentre Lilith in qualità di OC è di mia proprietà esclusiva.

Al prossimo aggiornamento.

Stay tuned.

XO XO,

Mary

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Capitolo 2
*** II ***


Sbuffò, osservando le lunghe unghie fresche di manicure.

Lo smalto borgogna luccicò sotto le luci artificiali del locale.

Le fece tamburellare sul lucido legno in mogano del tavolo al quale era seduta.

Sentiva su di sé lo sguardo incuriosito di Saffron, gli stivali da cowboy incrociati sul bracciolo del divanetto, ma attese qualche secondo prima di voltarsi verso di lui con il sopracciglio inarcato.

- Stai guardando qualcosa d’interessante? –

Il ragazzo scrollò le spalle, distogliendo lo sguardo, e si mise a guardare le scale nella penombra che conducevano alla pista del Gato Negro.

La musica giungeva bassa e vibrante nel privè. In condizioni normali sarebbe scesa in pista, facendosi largo fino alla postazione del dj, lasciandosi cullare dalla musica e permettendo al suo corpo di seguirne il ritmo per inerzia. Eppure quella volta non ne aveva alcuna voglia.

Non le piaceva non sapere cosa stesse succedendo e finchè Malachai non fosse arrivato al locale le cose non sarebbero certo cambiate.

- Non dovrebbe metterci ancora molto –, constatò Saffron, - immagino che tra qualche minuto sarà qui. –

Annuì appena, attirata da un leggero movimento verso l’ingresso principale del locale. Malachai, pantaloni e giubbotto di pelle coperto di borchie, si stava facendo largo tra la folla ignorando palesemente un paio di ragazze bionde e succinte finchè non provarono a trattenerlo per la manica.

Fu allora che le iridi color carbone del ragazzo lampeggiarono irritate.

Il suo sguardo da matto, come lo chiamava lei, che lasciava presagire la rabbia che cresceva in lui.

Era tendenzialmente misogino, si potevano contare sulle dita di una mano le donne per il quale nutrisse sincero rispetto, e di sicuro quelle due non rientravano nell’esiguo numero.

Trattenne un sorrisetto divertito quando lo vide salire gli ultimi gradini e puntare verso di loro.

Scambiò una pacca sulla spalla con Saffron, per poi lasciarsi ricadere sul divano accanto a lei e passarle un braccio attorno alle spalle lasciate nude dal corpetto che indossava.

- Novità? –

- Nulla di buono. I Riot si stanno spingendo sempre più verso la città. Dobbiamo correre contro i Serpents il prima possibile. –

Espandere il territorio sarebbe stata una prova di forza sufficiente a frenare le mire espansionistiche del Riot Club e avrebbe dato loro un po’ di respiro. Senza contare che con i Serpents e il Riot fuori dai giochi avrebbero acquistato de facto il titolo di gang incontrastata a Riverdale.

- Possiamo organizzare la cosa già per domani, chiudere la strada prima del ponte non sarà un problema. –

- Bene, perché dovrai occupartene tu. –

Lilith si mise seduta più dritta, le mani sui fianchi e gli occhi assottigliati.

- Scusami? Credo proprio di non aver sentito bene. –

- Mi hai sentito. –

- Se è uno scherzo non è divertente, Kai – soffiò, sulla difensiva.

- Ho deciso così – replicò, impassibile.

- Bene – disse soltanto, alzandosi dal divano e dirigendosi verso la rampa di scale.

- Dove stai andando? –

- Me ne vado … ho deciso così – gli fece il verso, voltandosi a malapena prima di scendere le scale.

Aveva sempre accettato le strane prese di posizione di Malachai, ma quella volta la cosa era a dir poco assurda. Perché accidenti si rifiutava di farla partecipare alla corsa come sua navigatrice?

 

 

 

 

 

 

Malachai si voltò verso Saffron, che stava palesemente cercando di trattenere uno scoppio particolarmente acceso di risate, lanciando un’occhiataccia al suo migliore amico.

- Coraggio, se proprio vuoi dire qualcosa fallo. –

- Nulla d’importante. Stavo solo pensando che non credo che le passerà tanto presto … mi sa che questa sera ti dice male amico mio. –

Si strinse nelle spalle. – Dopo aver vinto la corsa troverò un modo per farle passare l’incazzatura. Adesso andiamocene, voglio passare in officina a fare le ultime modifiche. –

Annuendo in silenzio, Saffron lo seguì lungo le scale e poi verso l’uscita del locale.

Fu allora che con la coda dell’occhio la vide.

Sigaretta in bocca, seduta sul muretto di fronte al locale, intenta a tenere banco tra i Ghoulies più giovani che pendevano letteralmente dalle sue labbra.

Malachai non aveva mai perso troppo tempo dietro ai loro membri liceali e forse era proprio per quello che nessuno di loro si era mai rivolto a lui per discutere dei loro problemi; lo temevano, questo sì, ma lo consideravano più come un leader inavvicinabile che un confidente.

E la cosa era perfetta, perché non aveva certo voglia né tempo di fare il babysitter.

 Saffron scambiò un cenno del capo con Kendall, suo fratello minore, la cui cresta biondo ossigenato svettava chiaramente tra i colori cupi che indossavano. Dopodichè salì sull’auto al fianco di Malachai.

- A me lo dirai perché vuoi che sia io a farti da navigatore? Non che la cosa mi dispiaccia -, aggiunse, - ma di solito è lei che corre con te. –

- Nel remoto caso in cui succeda qualcosa durante la corsa non possiamo permetterci di far fuori tutta la catena di comando. –

- Tutto qui? –

Malachai era pragmatico, ma anche impetuoso e impulsivo, quel ragionamento così freddo e calcolatore non era certo da lui.

Oltretutto avevano corso centinaia di altre corse in cui avevano rischiato grosso e non si era mai fatto alcun problema nel coinvolgere Lilith.

- Il tratto di strada che ha scelto il ragazzino arriva alla curva del morto e su quel ponte non ci passano due macchine. –

Il che voleva dire che c’era la concreta possibilità di fare un incidente notevole se il giovane Jones si fosse rivelato un guidatore migliore di quanto pensavano.

- In altre parole sei preoccupato … non credevo che avrei mai visto il girono in cui ti saresti preoccupato per l’incolumità di qualcuno che non sia te stesso – considerò divertito.

Lo vide rabbuiarsi, passando dalla terza alla quarta mentre premeva il pedale dell’acceleratore.

- Saffron … -

- Sì? –

- Insisti ancora con questa storia e giuro su Dio che ti do una coltellata sul ginocchio. –

Rise, ma lasciò cadere il discorso.

Malachai non minacciava mai invano.

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Salve!

Ho deciso di modificare la storia passando da una raccolta a una mini long perché a quanto sembrerebbe Malachai non comparirà in altri episodi (almeno per quanto riguarda la seconda stagione, stando a quanto dice Tommy Martinez che ha interpretato il personaggio di Malachai) perciò ho pensato di fare una mini long in cui espongo la mia idea di cosa sia successo dalla 2x06 in poi … nella speranza che decidano di dargli più spazio in futuro.

In ogni capitolo ci sarà un POV di Lilith e uno di Malachai.

Ci risentiamo con il prossimo capitolo.

Stay tuned.

XO XO,

Mary

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Capitolo 3
*** III ***



 

 

 

 

 

 

Controllò per l’ennesima volta il cellulare per poi lasciarlo ricadere con uno sbuffo infastidito sul letto a baldacchino.

Mancava meno di un’ora all’inizio della corsa, Saffron e gli altri sarebbero arrivati all’house of the dead da un momento all’altro e di Lilith non c’era alcuna traccia. Dalla sera precedente sembrava essere ufficialmente scomparsa dai radar.

Era arrabbiata con lui, questo era più che palese e la conosceva abbastanza bene da sapere che non era certo il tipo di ragazza che sarebbe tornata da lui con la coda tra le gambe e lo sguardo triste in cerca di approvazione.

No, Lilith era più il genere che ti fronteggiava e ti tirava un pugno dritto in pieno volto perché l’avevi fatta incazzare una volta di troppo.

E probabilmente era questo che l’affascinava di lei.

Era diversa dalla maggior parte delle ragazze che aveva avuto modo di conoscere durante quei ventun’anni di vita. Non si aspettava nulla da lui, non voleva rose rosse né cene in ristoranti costosi, tantomeno sdolcinati peluche o scatole di cioccolatini a forma di cuore per San Valentino.

Era il suo equivalente al femminile ed era perfettamente consapevole di aver sviluppato una dipendenza da contatto fisico paragonabile a quella dei tossici strafatti di jingle jangle.

E inaspettatamente la cosa non lo disturbava nemmeno lontanamente quanto avrebbe dovuto.

- Rimani a letto a guardare il soffitto ancora per molto oppure ti dai una mossa? –

Si voltò a incrociare le iridi scure di Saffron che lo fissavano dalla soglia della sua camera da letto.

Cazzo, aveva perso tempo a rimuginare su quella strana situazione e aveva perso di vista l’obiettivo fondamentale: la corsa contro il ragazzino di Jones.

- Sto arrivando. –

Si richiuse la porta del bagno personale alle spalle, lasciando che l’acqua calda della doccia scacciasse via ogni ultimo rimasuglio di stanchezza.

Lilith sarebbe venuta.

Non si era mai persa una corsa, figurarsi una importante come quella, doveva smetterla di farsi venire le paranoie come uno stupido adolescente in piena tempesta ormonale.

Indossò il suo solito completo da gara, quello che era diventato un po’ il suo marchio di fabbrica e aggiunse i guanti da pilota.

Uscì dalla stanza e trovò Saffron appoggiato al tavolo della cucina con una tazza di caffè tra le mani e l’altra appoggiata al lavandino a sgocciolare dopo essere stata accuratamente lavata.

- Ho rifatto il caffè, quello che c’era era vecchio e ghiacciato. –

- Di solito al caffè ci pensa … -

Tacque prima di pronunciare il suo nome, ma Saffron doveva aver capito alla perfezione perché molto saggiamente fece finta che l’amico non avesse detto nulla.

Afferrò la tazza che l’amico gli porgeva, assaporando la nera bevanda colombiana, gustando il sapore dei chicchi appena macinati.

- Hai intenzione di spiegarle perché l’hai tagliata fuori oppure vuoi continuare questa stronzata di chi ha la testa più dura? –

- Non c’è nulla da spiegare. Verrà alla corsa, scommetto che quando arriveremo la troveremo già lì. –

Saffron non disse nulla, limitandosi a stringersi nelle spalle e a seguirlo mentre afferrava le chiavi dell’auto e montavano sui sedili diretti al punto d’incontro con i Serpents.

Sterzò fermandosi accanto alle auto del resto dei Ghoulies, smontando e guardandosi attorno.

Il ragazzino di Jones stava vicino alla biondina che aveva provato a intrufolarsi nel garage e accanto a loro c’erano il rosso e la sua fidanzatina contornati da qualche altro ragazzino del North side. I Serpents si tenevano leggermente in disparte, seduti sui sellini delle rispettive moto, poco propensi a mischiarsi sia ai Ghoulies che ai North siders.

Era il gruppo più strano a cui avesse mai assistito.

Sondò le auto presenti, alla ricerca di quella vettura fiammeggiante così tremendamente familiare.

Ma nulla, non c’era da nessuna parte.

Era ancora presto, mancavano una decina di minuti all’orario concordato.

Sarebbe venuta.

Lo sapeva.

Lo sentiva.

 

 

 


 

 

 

 

Prese l’ultima curva a ottanta, calibrando il piede sull’acceleratore e sul freno in modo da tenere la strada.

Era partita con l’idea di non farsi vedere alla gara, ma sapeva nel profondo che un corridore teso o preoccupato non faceva bene il suo lavoro … e non aveva alcun dubbio che Malachai fosse con i nervi tesi nell’attesa di sentire il rumore della sua auto che arrivava sgasando.

Intravide Malachai e il figlio di Jones scambiarsi una stretta di mano ed essere in procinto di entrare in macchina.

Saffron e il ragazzino dai capelli rossi che faceva da navigatore per il suo amichetto erano già ai loro posti sui sedili anteriori del passeggero.

Tirò il freno a mano con vigore, facendosi largo tra i Ghoulies che si spostarono all’istante.

- Kai. –

Non aveva urlato, ma nel silenzio generale la sua voce era risultata chiara e limpida e aveva spinto tutti i presenti a voltarsi verso di lei.

Malachai lasciò la maniglia della portiera, sorridendole sfrontato come a voler farle capire che nel profondo aveva sempre saputo che sarebbe arrivata.

La voglia di prenderlo a pugni e cancellare quel sorrisetto dal bel volto era lancinante, ma si limitò ad afferrarlo per il bavero del giubbotto di pelle e attirarlo verso di lei.

Lo baciò con rabbia e impeto, allontanandosi mentre teneva il labbro inferiore ancora ben stretto tra i denti.

Lo sentì gemere a metà tra il desiderio e il dolore.

- Vedi di tornare tutto intero, così poi posso prenderti a pugni come si deve. –

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Salve!

Due capitoli in un giorno? Ma sì, perché no xD

Diciamo che al momento Malachai e Sweet Pea sono in assoluto i due personaggi che mi ispirano di più nel fandom di Riverdale perciò portare avanti le loro storie mi viene naturale come respirare.

Spero che vogliate lasciarmi una recensioncina per farmi sapere che ne pensate.

Al prossimo capitolo.

Stay tuned.

XO XO,

Mary

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