Kangshinmu 강신무

di AkaneYuki7
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** INCONTRO ***
Capitolo 3: *** Il vampiro dai capelli argentati ***
Capitolo 4: *** Il cimitero ***
Capitolo 5: *** Il sogno ***
Capitolo 6: *** Il ragazzo dai capelli rossi ***
Capitolo 7: *** Il ritratto ***
Capitolo 8: *** La ragazza del dipinto ***
Capitolo 9: *** Il sicario e il cliente misterioso ***
Capitolo 10: *** La scoperta ***
Capitolo 11: *** Il vampiro dagli occhi color rubino ***
Capitolo 12: *** La casa dei vampiri ***
Capitolo 13: *** L'accordo ***
Capitolo 14: *** Carino?! ***
Capitolo 15: *** Kumiho ***
Capitolo 16: *** Da un incubo all'altro ***
Capitolo 17: *** Imbarazzo ***
Capitolo 18: *** Battibecchi e gelosie ***
Capitolo 19: *** Fame ***
Capitolo 20: *** La cena ***
Capitolo 21: *** AB positivo ***
Capitolo 22: *** Patetico ***
Capitolo 23: *** Senza speranze ***
Capitolo 24: *** Quasi amici? ***
Capitolo 25: *** Niente è come appare ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


La luna splendeva alta nel cielo e un vento gelido spirava leggero, tra le fronde degli alberi.

Nessun rumore turbava quella quiete, insolita nella foresta.

Tutto taceva, persino i piccoli animali notturni, che di solito imperversavano tra i boschi, quella notte sembrano essersi rintanati da qualche parte.

Una figura sinistra, acciambellata comodamente su un ramo di un albero, guardava la luna piena, immersa in chi sa quale pensiero.

All'improvviso sentì un fruscio, che interruppe quel piacevole silenzio e rapido si mise sugli attenti.

Quando annusò l'aria, però, gli giunse un odore talmente famigliare che lo fece rilassare di nuovo, tornando nella posizione iniziale.

< Per quanto tempo ancora intendi stare lassù? > chiese la persona appena comparsa.

< Vedo che hai già cenato > sbuffò la prima figura, ignorando volutamente la domanda del compagno.

< Era una coppia sdolcinata venuta in campeggio per guardare le stelle... Anche se, quando li ho trovati, stavano facendo tutt'altro > rispose schifato l'individuo.

< Potevi almeno lasciarmene uno > continuò il primo.

Con un balzo scese dal ramo e in pochi secondi si ritrovò di fronte al ragazzo appena comparso.

< Mi dispiace, io li ho trovati e io me li tengo > ridacchiò la figura di fronte a lui.

Il ragazzo dell'albero, rapido portò un dito sulla guancia del compagno e poi lo passò sulle sue labbra, gustandosi felice quel sapore inebriante.

< Ne avevi lasciato un po', sarebbe stato uno spreco > disse ghignando, vedendo il volto disgustato dell'amico.

< Non farlo mai più o ti ammazzo con le mie mani > pronunciò l'altro senza mezzi termini.

< Voi due la volete finire di amoreggiare o volete continuare ancora per molto? > esclamò una terza figura spuntando all'improvviso alle spalle dei due.

< Che schifo, non dirlo nemmeno per scherzo > dichiarò uno.

< Mi dispiace, ma questo essere è troppo brutto per me > affermò l'altro.

< Scusa sei per caso diventato cieco? > stupito il primo si girò verso la sua direzione.

< Non per offenderti, ma ho visto di meglio > rispose l'altro.

Il più basso era pronto a pestare l'amico, se non lo avesse fermato la terza figura che arrabbiata disse:< Non mi interessano i vostri battibecchi, ora dobbiamo andare, sta arrivando >

I due si fecero improvvisamente seri e si scambiarono uno sguardo preoccupato.

< Quanto tempo abbiamo ancora? >

< Non molto, sbrighiamoci >

Rapidi come saette, iniziarono a sfrecciare tra gli alberi della foresta.

Ormai le tre figure non si distinguevano neanche più tra le fronde delle piante.

Da lontano si scorgevano solo piccole macchie, che si muovevano a velocità sovrumana tra la vegetazione.

< Dove stiamo andando? > chiese la figura in mezzo.

< In un paesino chiamato Haneul, vicino a Busan > rispose l'altro.

< Haneul? E che razza di posto sarebbe? Almeno si trova in Europa? >

< No, è in Corea - parlò la persona che fino a quel momento era stato in silenzio - E' la mia città natale >

< Così lontano? Già mi immagino la fatica... Ma almeno sarai contento di rivedere il posto in cui sei nato, no? >

< Veramente, avrei preferito non metterci più piede, per il resto della mia vita >

< In questo momento, è il posto più sicuro per noi e adesso muoviamoci > li zittì il terzo accelerando.

La figura a lato alzò la testa e guardò di sfuggita, ancora una volta, la luna piena.

Vide una nuvola coprirla, seguita da molte altre, che minacciose stavano riempiendo il cielo.

< Sta per mettersi a piovere > sussurrò tra sé, immergendosi nuovamente nei suoi pensieri.


 

Angolino "autrice":

So che non avrete capito assolutamente niente da questo capitolo, ma infondo questo è solo un prologo e quindi niente ahahah

Non so che dire solo che questa è la mia prima fanfiction su di loro e spero che questo prologo posso aver destato almeno un po' il vostro interesse.

Ciaooo

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Capitolo 2
*** INCONTRO ***


INCONTRO
 
 


< Mostro >

< strega >

< Devi solo morire rifiuto di dio >

Correva, il vento gli sferzava la pelle, i rami gli graffiavano il volto e le mani, il respiro era accelerato.

Doveva scappare, solo questo importava ora.

Qualche volta si guardava indietro e vedeva le fiaccole avvicinarsi sempre di più.

Le ombre sembravano propagarsi nel bosco, sempre più grandi e minacciose che rapide si stavano per stagliare sulla sua piccola figura.

Aveva paura, non sapeva neanche che cosa volevano quelle persone, non aveva mai fatto del male a nessuno.

Dalla fretta non vide una radice che sporgeva dalla terra e ci inciampò, cadendo malamente a terra, sfregiandosi gambe e braccia.

Tentò di rialzarsi, ma un piede si era incastrato in quella dannata radice.

Tirò, spinse, scalciò, tutto inutile, il piede non aveva intenzione di liberarsi.

Le figure erano quasi arrivate, sempre più vicine, più vicine, più vicine...

 

 

All'improvviso spalancò gli occhi e si alzò di scatto dal letto.

Il respiro era affannoso e gocce di sudore scendevano lievi dal petto, che rapido si alzava e abbassava frenetico.

Vide le sue coperte tutte stropicciate e buttate a lato del letto.

Lentamente si rese conto di essere nella sua stanza, al sicuro, non in una foresta e non di certo inseguito da delle persone.

"Un sogno, solo un semplice sogno" cercò di autoconvincersi, ripetendolo più volte nella sua testa.

"Dio sembrava così reale" pensò ancora.

Volse lentamente la testa alla sua destra e vide la sveglia sul suo comodino.

Segnava le tre e mezza di mattina, il sole non era neanche sorto e lui era già sveglio.

Provò a riaddormentarsi, ma il sonno non aveva intenzione di ritornare.

"Perfetto un'altra notte passata in bianco" pensò sbuffando, girandosi e rigirandosi nel letto scocciato.

 

 

Non si sa come, ma in qualche modo era riuscito a riprendere il sonno e come risultato si era svegliato tardi e irritato.

Il sogno che aveva fatto, comunque, era ancora vivido nella sua mente.

"Come se fosse la prima volta" pensò sconsolato.

Da un mese a questa parte, questo incubo continuava a tormentarlo tutte le notti e ormai era passato molto tempo, da quando aveva riposato decentemente.

Scosse la testa, cercando di toglierselo dalla mente e rapido si diresse in cucina, prendendo una fetta di pane, per colazione.

< Ricordati la merenda > disse la madre, entrando all'improvviso nella stanza.

< Mamma non sono più un bambino > sbuffò il ragazzo.

< Ma oggi è il primo giorno del tuo ultimo anno scolastico. Sono così emozionata e poi per quanto tu sia cresciuto, sarai e rimarrai per sempre il mio piccolino > disse la donna, baciando la fronte di suo figlio.

< Dai mamma, ora devo andare > rispose lui imbarazzato, allontanando dall'abbraccio soffocante di sua madre e dirigendosi verso la porta di casa.

< Passa una buona giornata Taehyung >

 

 

Il ragazzo corse come un dannato.

Attraversò di fretta tutte le stradine della sua piccola cittadina di Haneul.

Di mattina presto le vie non erano molto popolate e comunque, il posto in cui abitava, aveva solo qualche migliaio di abitanti.

Con un cenno salutò la vecchietta che stava innaffiando i fiori.

Insomma qui si conoscevano quasi tutti ed era raro che arrivasse qualche faccia nuova.

Finalmente con il fiatone raggiunse la sua scuola e ormai distrutto entrò nella sua classe.

Si guardò intorno, fino a portare l'attenzione verso un ragazzo che si sbracciava per fargli notare la sua presenza.

Taehyung sorrise a quella scena e con ben poca grazia si buttò a peso morto sulla sedia di fianco al suo migliore amico.

< Qualcuno si è alzato tardi questa mattina > disse ridendo un ragazzo dai capelli arancioni.

< Non me ne parlare Jimin è da tantissimo tempo che non riesco a dormire decentemente > rispose il ragazzo appoggiando la testa sul banco.

< Non dovresti passare tutte le notti a giocare ai videogames >

< Magari lo facessi! No, ogni notte faccio lo stesso sogno e non capisco perché mi debba tormentare anche durante il giorno >

< Dai Tae non pensarci è il nostro ultimo anno scolastico dovremmo divertirci >

< Per te è facile parlare, ogni volta che mi sveglio mi viene un senso di ansia e angoscia, come se qualcosa di brutto stesse per accadere > disse Taeyhung voltando la testa in direzione della finestra e perdendosi nei suoi pensieri.

< Ti stai preoccupando inutilmente, è solo un sogno cosa vuoi che sia > cercò di tranquillizzarlo l'amico.

< Sarà come dici tu > il ragazzo non sembrava per niente sicuro di quello che diceva, però aveva ragione Jimin, non poteva disperarsi per uno stupido sogno.

 

 

 

Odio.

Quello era l'unico sentimento che in quel momento sentiva per i suoi così detti amici.

Avevano osato costringerlo, proprio a lui!

Lui che aveva più anni di loro due messi assieme, era stato obbligato ad andare a quello stupido edificio, che gli umani chiamavano scuola.

"Solo perché ho l'aspetto di uno stupido ragazzino di diciott'anni" pensò imitando la voce dell'amico.

Erano appena arrivati in quella schifosa cittadina.

Per fortuna della sua vecchia città natale non era rimasto quasi più niente, faticava davvero a riconoscerla, ma infondo erano passati più di quattrocento anni da quando l'aveva vista l'ultima volta e poi...

No, non era il momento, i ricordi tentarono di tornare a galla, ma lui cercò in tutti i modi di sopprimergli. Non era una cosa nuova, ma col tempo era riuscito a rinchiuderli e accantonarli in una piccola parte della sua testa, quasi dimenticandosi di loro, appunto quasi.

Il ragazzo dai capelli mori si guardò intorno scocciato, insicuro di dove andare, sapeva di essere in ritardo, ma in quel momento poco gli importava.

"Ricorda che dobbiamo mimetizzarci tra di loro e sembrare più giovani possibili, solo così potremo vivere tranquillamente in questo paesino" le parole di Jin gli tornarono improvvisamente alla mente.

"Credo che arrivare in ritardo il primo giorno di scuola, non era proprio un buon metodo per non essere notati" pensò tra sé.

Entrò nell'edificio e si diresse verso la segreteria.

Vide una signora sulla cinquantina che stava sistemando dei fogli.

< Mi scusi, vorrei il mio orario delle lezioni, sono il nuovo alunno della scuola Jeon Jungkook > disse cercando di essere il più cordiale possibile.

La prima impressione è sempre quella che conta.

< Aspetta un attimo, sono impegnata > disse lei continuando a riordinare quei dannati fogli.

"Stai calmo Jungkook è il tuo primo giorno non puoi ancora uccidere nessuno, rilassati" sbuffò internamente e con il sorriso più finto di questo mondo rispose:< Mi scusi davvero, ma fra poco inizieranno le lezioni e io non so in che classe dovrei andare, le ruberei solo qualche minuto >

A quelle parole la segretaria alzò finalmente il capo e per qualche secondo rimase ammaliata da quel ragazzo particolare che si era presentato.

Lui al contrario si schiarì la voce, facendo tornare la signora alla realtà:< Ah si scusami caro, hai detto che ti chiami Jeon jungkook, vero? Non dovevate essere in due? Qui c'è scritto che doveva arrivare anche Min yoongi, tuo fratello adottivo, dov'è? >

A quelle parole il ragazzo spalancò gli occhi.
"Quindi anche quel bastardo è stato costretto ad iscriversi, ecco perché stamattina non riuscivo a trovarlo da nessuna parte, è riuscito a scappare... E ora dovrei anche coprirlo? Me la pagherà" pensò il ragazzo infuriato.

Fece un altro sorriso forzato alla donna e rispose:< Mio fratello questa mattina si è svegliato con un grande mal di pancia e si è rinchiuso in bagno, credo che gli sia venuto un attacco improvviso di diarrea e quindi non è potuto venire >

"Tsé, ben gli sta" pensò lui ridacchiando.

La donna lo guardò per un momento disgustata e poi disse:< Tieni, questi sono i fogli con l'orario delle tue lezioni e ricordati che da domani devi indossare pure la divisa, oggi non ti dico niente perché è il tuo primo giorno e so che venendo dall'Europa, non sei abituato, ma qui le regole sono molto ferree, spero ti troverai bene in questa scuola, buona giornata >

Dopo aver detto ciò la donna tornò immersa nei suoi fogli e il ragazzo si diresse verso la sua nuova classe.

Bussò alla porta e aspettò che il professore lo invitasse ad entrare.

Quando sentì la sua voce, tirò la porta scorrevole e fece il suo ingresso nella stanza.

Tutta la classe si fermò e una ventina di occhi si indirizzarono sulla sua figura, rimanendovi incollati ammaliati.

Ormai lui non ci faceva neanche più caso, da quando era diventato quello che era, la reazione di tutte le persone che lo vedevano la prima volta era sempre la stessa.

In un primo momento rimanevano affascinati da lui, ma poi sorgeva in loro la diffidenza e la paura,  come se il loro istinto li avvertisse in anticipo di stare attenti e non farsi ingannare dal suo bell'aspetto.

"Ma gli umani sono delle persone così stupide, da non rendersene neanche conto" pensò lui ghignando tra sé.

Poi con il sorriso migliore che poté fare si presentò alla classe e all'insegnate:< Mi scusi per il ritardo professore sono il nuovo alunno di questa scuola: Jeon jungkook. Io e i miei fratelli ci siamo appena trasferiti in questa piccola cittadina, spero che ci troveremo bene qui > 

Finì il suo monologo, guardando ogni ragazzo uno per uno.

Vide che tutti gli stavano prestando attenzione come incantati, tranne due ragazzi: uno che dormiva serenamente con la testa sul banco e l'altro che cercava in tutti i modi di svegliarlo.

A questo, però, ci pensò il professore che con un urlo fece saltare dalla sedia il ragazzo addormentato e spaesato si guardò intorno, non capendo cosa stesse succedendo.

Venne sgridato ampiamente per aver dormito durante la sua ora.

Il ragazzo si scusò più volte e poi, come se si fosse appena reso conto della presenza del nuovo alunno, cominciò a fissarlo intensamente curioso di sapere chi fosse, visto che non l'aveva mai visto prima d'ora.

Il ragazzo di fianco a lui gli sussurrò all'orecchio che quello era un nuovo ragazzo appena arrivato in città e quindi loro compagno di classe.

A quelle parole il castano rimase piacevolmente sorpreso, come aveva detto prima era raro incontrare degli sconosciuti ad Haneul, ma poi alzò le spalle e tornò ad appoggiare la testa sulle sue braccia, volendo tornare a dormire.

Dall'altra parte però, Jungkook non aveva avuto la stessa reazione.

Quel piccolo attimo in cui i loro occhi si erano incontrati era bastato per mandarlo nel panico più totale.

Quegli occhi... Quegli occhi li avrebbe riconosciuti dovunque.

Non poteva essere vero, ci doveva essere per forza uno sbaglio oppure doveva essere uno scherzo di cattivo gusto.

Si sarà sicuramente sbagliato, si non c'erano dubbi, solo un semplice e stupido sbaglio.

Ritornando in sé si rese conto che il professore gli stava parlando, dicendogli di sedersi nell'unico posto libero.

Per fortuna era quello infondo e molto lontano da quel ragazzo che per un momento lo aveva mandato in confusione.

Con grazia si sedette sulla sedia e prese a guardare fuori dalla finestra, convinto che tutto quello che avrebbe spiegato l'insegnante sarebbero state cose che lui già sapeva e che avrebbe sentito solo per la centesima volta.

Per questo lui non voleva andare a scuola... cosa gli sarebbe servito?

Tentò di ignorare quello che era successo qualche minuto prima, ma non poté fare a meno di sbirciare qualche volta nella direzione di quel ragazzo; curioso di scoprire, perché una persona, per di più sconosciuta, gli aveva fatto quell'effetto.

Vide che era tornato a dormire, come se la sua presenza l'avesse lasciato del tutto indifferente e la cosa gli diede enormemente fastidio, anche se non si seppe spiegare il motivo.

Poi spostò lo sguardo alla sua sinistra e si accorse che il ragazzo di fianco a quello dormiente lo stava fissando da molto tempo, troppo per i suoi gusti.

Lui ricambiò lo sguardo chiedendosi che diavolo volesse e la cosa che lo sorprese di più, fu l'enorme sorriso che gli rivolse quello strano ragazzo e poi dopo averlo salutato con la mano tornò a seguire la lezione del professore.

"Ma chi cazzo è quel tipo?" pensò tra sé Jungkook tornando a guardare fuori dalla finestra.

 

 

Quando la campanella suonò Taeyhung si svegliò di soprassalto.

Non si era accorto di essersi addormentato di nuovo e come risultato non aveva preso neanche un appunto della lezione.

Guardò intensamente l'amico al suo fianco e con gli occhi più supplichevoli del mondo gli chiese se potesse passargli gli appunti.

Jimin lo guardò scocciato, ma poi sbuffando ampiamente, glieli passò comunque senza fare tante storie. 

Era il suo migliore amico dopotutto.

Taehyung ringraziò l'amico con un grande sorriso, poi sentendosi osservato girò la testa indietro e si accorse che il nuovo ragazzo lo stava fissando intensamente, aspettò che il moro voltasse lo sguardo da un'altra parte, ma ciò non avvenne e fu alla fine proprio Taehyung a dover abbassare lo sguardo a disagio da quell'insolito comportamento.

"Cosa vuole da me quello lì? Gli ho fatto qualcosa di male e non mi ricordo? Per caso ci conosciamo?" il ragazzo si perse nei suoi pensieri, non notando l'arrivo di un nuovo professore.

Quando lo sentì parlare, alzò finalmente lo sguardo e vide un bel ragazzo sui venticinque anni, con i capelli castani chiari e gli occhi dello stesso colore.

< Salve a tutti ragazzi, il mio nome è Kim seokJin, sono il nuovo professore di inglese, per cause ancora sconosciute il vostro vecchio professore sarà fuori città per molto tempo e io ho preso il suo posto > concluse con un sorriso.

< Tu > da dietro Taehyung sentì parlare una voce sconosciuta e si voltò per vedere il nuovo arrivato che lanciava sguardi infuocati al nuovo insegnante.

Il professore lo ignorò completamente e, continuando a tenere il sorriso stampato sul volto, iniziò la lezione.

Vide il moro sbuffare e riprendere a guardare la finestra.

Si, il suo comportamento era abbastanza bizzarro, se prima Taehyung voleva parlargli all'intervallo per chiedergli spiegazioni per quegli sguardi, ora lui aveva l'intenzione di non avvicinarsi per nessuno motivo a quello strano ragazzo.

< Scusate c'è qualcuno assente oggi? > sentì dire dal professore Kim.

< Si, Jung Cho-Hee e Rhee Sun-jung > rispose una delle ragazze della classe.

< Qualcuno ne conosce il motivo? > chiese il professore.

< No, in realtà è strano, sono due studentesse modello, quindi raramente perdono giorni di lezione > gli rispose un ragazzo.

Vide l'insegnante spalancare un po' gli occhi, ma poi tornare a manifestare il suo sorriso e continuare la lezione da dove l'aveva interrotta.

Taehyung non ci fece molto caso e iniziò a prendere appunti mezzo assonnato, ignorando per tutto il tempo il compagno di banco che gli disegnava scarabocchi sul suo quaderno per attirare la sua attenzione e quel nuovo ragazzo che non la smetteva un attimo di perforargli la schiena con quello sguardo penetrante.

 

Angolino "autrice":

Cosa ve ne pare?

Ovviamente è solo l'introduzione, mancano ancora altri personaggi da presentare, ma nonostante questo spero che vi stia piacendo almeno un po' e che abbia destatocil vostro interesse.

A presto :)

 

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Capitolo 3
*** Il vampiro dai capelli argentati ***


 

Quando la lezione finalmente terminò, il professore salutò gli alunni e veloce uscì fuori dalla classe.

Il preside gli aveva lasciato la giornata libera, visto che era solo un insegnante di supplenza.

"Ancora per poco" pensò, mentre si dirigeva fuori dall'istituto.

Infondo, però gli era andata bene così.

In questo modo avrebbe avuto tutto il tempo per cercare quel deficiente che quel giorno non si era presentato a scuola.

Sperava di sbagliarsi, ma Jin aveva una brutta sensazione.

Appena uscito dall'edificio un forte odore gli colpì le narici, riconoscendolo all'istante.

Quell'odore magnetico, paralizzante che ogni volta riusciva a stregarlo e fargli compiere le peggiori azioni, pur di ottenere una goccia di quel elisir proibito.

Il sangue.

E, da quello che sentiva, era anche fresco.

Rapido si diresse verso quella fragranza inebriante e quasi subito riuscì a trovare la fonte di quell'aroma paradisiaco.

Il profumo lo aveva portato a un vicolo poco frequentato, i raggi del sole faticavano a raggiungere quella stradina, ma nonostante la poca illuminazione, Jin riuscì a scorgere una figura voltata di spalle con i capelli color dell'argento, che aveva la testa affondata sul collo di una povera ragazza, svenuta e quasi priva di vita.

Subito Jin corse da loro, staccò quella ragazza sconosciuta dalla figura accucciata e le diede un po' del suo sangue per farla riprendere.

< Lo sai che sei troppo debole per aiutare quella ragazza, il tuo sangue non riuscirà a guarirla completamente > ridacchiò il ragazzo sedendosi a gambe incrociate per terra.

< Perché invece non mi tieni compagnia? > continuò il ragazzo sorridendogli amabilmente con le labbra ancora sporche di sangue.

< Lo sai che non posso > disse Jin stringendo i denti e voltando la testa dall'altra parte.

Si guardò intorno e vide un'altra ragazza che piangeva silenziosamente rannicchiata contro la parete del vicolo.

< Yoongi che cazzo, siamo arrivati in questa città da due giorni e già rischi di farci scoprire. Cosa diavolo ti passa in quella testa? > lo sgridò il maggiore infuriato.

< Stai tranquillo volevo solo divertirmi, non avevo mica intenzione di ucciderle entrambe > disse impassibile grattandosi la testa e guardando l'altra ragazza.

< Non mi interessano le tue patetiche scuse e ora sbrigati e aiutami a sistemare il casino che tu hai combinato > esclamò Jin categorico.

< Uffa come sei noioso, se ci fosse stato Jungkook si sarebbe divertito con me > borbottò scontento.

Sbuffando si alzò da terra e con ben poca delicatezza prese la ragazza rannicchiata per un braccio e la tirò vicino a sé.

Lei non oppose la minima resistenza, come se fosse una bambola, immobile e  inerme tra le sue mani.

Lui le prese il mento tra le dita e la guardò fissa negli occhi:< Ora puoi muoverti >

A quelle parole la ragazza iniziò a tirare pugni e a scalciare, cercando di staccarsi in tutti i modi dalla presa ferrea, che il ragazzo esercitava su di lei.

Yoongi si stava infastidendo alquanto per il suo comportamento, non l'aveva neanche toccata e già si lamentava per niente.

Di nuovo le prese il mento tra le dita e la costrinse a guardarlo negli occhi per una seconda volta.

< Ora dimenticherai tutto quello che è successo in questo vicolo e da brava ragazza tornerai a casa senza fiatare >

Il pianto finalmente cessò e la ragazza, dopo averlo guardato un'ultima volta, si alzò e come un automa, si diresse verso casa sua.

< Lo sai che non mi piace quando manipoli le persone a tuo piacimento > disse Jin guardandolo infastidito.

< Preferisci forse che le uccida, così da essere sicuro che non possano raccontare niente a nessuno definitivamente? > domandò retorico Yoongi dirigendosi verso la ragazza che Jin teneva fra le braccia.

< Non posso finire almeno questa qui? > domandò lui, supplicandolo con lo sguardo.

< No > esclamò il maggiore irremovibile.

< Eh va bene >

Yoongi scosse per le spalle la ragazza cercandola di farle riprendere i sensi.

< Cerca di essere più gentile >

Il minore lo maledì internamente e svegliò la ragazza con più "gentilezza".

Finalmente aprì gli occhi e rimase  per un attimo spaesata, non sapeva dove si trovava e neanche come ci era finita in quel lurido vicolo.

Vide due splendidi ragazzi che la fissavano e per un attimo ne rimase incantata, ma poi sentì un forte dolore al collo. Lo tastò per capire da dove provenisse la fitta che l'aveva improvvisamente colpita e con la mano percepì una sostanza calda e appiccicosa sulla sua pelle. Lentamente portò le dita davanti al suo viso e vide che esse erano ricoperte da una sostanza rossa e vischiosa. 

Il sangue.

Più precisamente il suo e non poté fare altro che urlare a pieni polmoni.

Il minore poggiò una mano sulle sue labbra per farla tacere e costringendola a guardarlo negli occhi, ripeté la stessa cosa che aveva detto alla ragazza precedente e anche lei si allontanò da quel vicolo.

< Non c'era bisogno di sprecare il tuo sangue per curare quella lieve ferita > disse il più piccolo.

< Io non considererei piccolo quello squarcio > esclamò irato Jin.

< Beh quel morso non è niente, rispetto a quelli che faceva tanto tempo fa una certa persona > sorrise malizioso.

< Stai zitto, ti ho detto mille volte di dimenticare quel periodo, finiscila > sbottò infuriato il maggiore e poi continuò:< Comunque non ho ancora capito, perché hai saltato il tuo primo giorno di scuola >

< Ti giuro che mi stavo dirigendo lì come un bravo studente, addirittura in anticipo, ma poi mi sono passate di fianco quelle due ragazze così carine con la loro divisa e la loro gonnellina, decisamente troppo corta, che non ho resistito ad assaggiarle, ma tu mi capisci meglio di chiunque altro, vero Jin? >

Il maggiore ignorò volutamente quella frecciatina e riprese a parlare:< Lo sai che quelle ragazze sono nella vostra stessa scuola? Cosa pensi sarebbe successo se fossero sparire due ragazze lo stesso giorno in cui noi siamo arrivati e cosa... >

Jin continuò a sbraitare per un po', ma Yoongi lo fermò dicendo che era stanco di sentirlo e che se ne sarebbe andato in posto tranquillo a riposare. Così sparì dalla vista del maggiore che non aveva ancora finito di lamentarsi.

< Cosa devo fare con lui > pensò ad alta voce sconsolato.






 

Intanto le lezioni scolastiche scorrevano tranquillamente e finalmente arrivò l'orario di uscita.

Tutti i ragazzi si prepararono ad andarsene, cosa che fece anche Taehyung.
Prima diede una rapida occhiata al nuovo studente, ma egli era già sparito nel nulla. 

Il banco era completamente vuoto.

Ignorando il fatto, si diresse con Jimin verso l'uscita.

< Ti va di fare qualcosa? > chiese Taeyhung all'amico.

< Oggi sono occupato, devo andare in un posto, facciamo per la prossima volta > disse Jimin di fretta, arruffando per gioco la testa bionda dell'amico.

< Ehi smettila, abbiamo solo qualche mese di differenza, non trattarmi come un bambino > sbottò offeso il minore.

Jimin rise e senza dire una parola salutò l'amico e se ne andò per la sua strada.

Taehyung, invece, non avendo niente da fare si diresse verso casa sua.

Si prese tutta la calma del mondo guardando quelle strade che ormai conosceva meglio delle sue tasche.

Le case erano molto simili l'una alle altre, tutte piccole villette a schiera di due piani in stile occidentale, ognuna con il proprio giardino e la propria staccionata che le divideva l'una dall'altra.

La sua era un po' più in periferia rispetto alle altre e ogni giorno impiegava una ventina di minuti per raggiungere la scuola.

Quando finalmente arrivò a casa, voleva solo buttarsi sul divano e non fare assolutamente nulla, ma non appena vide la bellissima giornata che c'era fuori dalla finestra, cambiò subito idea.

Rapido si diresse in camera sua, abbandonò da qualche parte la cartella e  prese dal cassetto della sua scrivania un blocco da disegni.

Aveva deciso di andare nel suo posto segreto.

In realtà non era proprio segreto, era solo un piccolo spiazzo di parco, non molto lontano da casa, ma abbastanza distante dal centro abitato.

Il parco era molto piccolo, con qualche panchina sparsa qua e là distrattamente tra un albero e l'altro e si concludeva con un piccolo fiume, che divideva in due la città dalla foresta.

Quasi come un confine che segnava la civiltà dall'inciviltà, il conosciuto dall'ignoto. 

Solo un piccolo ponticello fatto di legno collegava le due sponde. 
Era stato costruito secoli prima e ogni giorno il ragazzo si chiedeva come facesse ad essere ancora in piedi.

Ovviamente a lui non era permesso di oltrepassarlo, però gli piaceva passare il tempo in quel posto e ritrarre tutte le sfumature e i movimenti delle fronde degli alberi e lo schianto delle onde del fiume che lievi andavano a colpire la riva.

Il motivo per cui non ci veniva nessuno, era anche giustificato dal fatto che gli abitanti della città, per attraversare il fiume, avevano fatto costruire anni prima un ponte molto più moderno e stabile dall'altra parte della città, dove potevano circolare anche le auto e quindi era usato principalmente quello.

Lui, invece preferiva stare sul quel vecchio ponte di legno.

Nonostante non fosse sicuro e scricchiolasse ad ogni suo passo, amava quel posto e il brivido di adrenalina che gli scorreva ogni volta lungo la schiena, chiedendosi se quella fosse la volta buona che sarebbe finalmente crollato.

Ovviamente non era uno stupido, sapeva di dover stare attento ad ogni sua mossa, ma il rumore dell'acqua e quello del vento, che muoveva le fronde degli alberi intorno a lui, gli davano una tranquillità e pace che non avrebbe scambiato per niente e nessuno.

Felice si diresse in quella direzione, ma si bloccò di colpo quando vide una figura di spalle appoggiata alla ringhiera del ponte.

Lui preoccupato si avvicinò di più e a pochi passi dal ponte gli urlò:< Ehi stai attento, guarda che è pericoloso >

La persona sembrò non ascoltarlo, allora esasperato Taehyung salì sul ponte e prese la spalla della persona girandola nella sua direzione:< Hai sentito quello che ho appena det... > le parole gli morirono in gola quando vide la figura davanti a lui.

Era il nuovo studente, quello che neanche qualche ora prima si era ripromesso di stargli il più lontano possibile.

Fu un attimo e ne rimase ammaliato.

In classe non lo aveva guardato che per pochi minuti, ma adesso che se lo ritrovava a pochi centimetri di distanza non poteva fare altro che rimanere immobile e fissare quella stupenda creatura.

Una massa di capelli scuri incorniciava un volto che neanche i migliori scultori avrebbero potuto riprodurre così magistralmente.

Quella mascella scolpita, quelle labbra carnose e rosse, come se le avesse continuate a mordere così tanto da averle fatte sanguinare e il colore si fosse impresso in maniera indelebile su quelle labbra peccaminose. 

E poi quella pelle lattea, quasi trasparente, del tutto contraria alla sua che aveva una tonalità molto più scura e olivastra.

La parte migliore però, erano quegli occhi.

Non avrebbe mai pensato che dei semplici occhi neri lo avrebbero potuto attirare tanto.

Erano così scuri, come un cielo notturno d'estate privo di stelle, come il più profondo degli anfratti, come il fondale più abissale del mare.

Sì, avrebbe potuto perderci definitivamente in quegli occhi.

L'idillo, però, finì molto velocemente, così come era iniziato.

L'altro infatti, era rimasto qualche minuto sorpreso, trovandosi di fronte l'oggetto dei suoi pensieri, poi però si era subito ripreso.

Assottigliò gli occhi e sibilò:< Togli immediatamente quella mano dalla mia spalla >

Taehyung fece come gli era stato detto, rapido come se fosse stato scottato da quelle parole.

< Scusami non volevo disturbarti, volevo solo avvertirti che... > iniziò a dire timido.

< Bene adesso che l'hai fatto vattene > esclamò il moro non prestandogli attenzione.

Taehyung spalancò gli occhi a quelle parole, lui voleva essere solo gentile e quello era il trattamento che subiva.

< Scusami non c'è bisogno di trattarmi in questo modo, siamo pure compagni di classe >

< Eh allora? >

"Ma vedi un po' questo qui" pensò Taehyung infuriandosi

< Come allora? Non potresti essere più gentile? >

< Perché dovrei farlo? >

"Ok stai calmo Taehyung lui si è appena trasferito non conosce nessuno, scommetto che non si è fatto nemmeno un amico, proviamo a cambiare approccio" pensò il biondo

< Ok ricominciamo. Io sono Kim Taehyung molto piacere di conoscerti > fece un piccolo inchino per presentarsi, ma esso non fu ricambiato.

Per un po' si guardarono negli occhi, la cosa stava diventando davvero imbarazzante per il biondo e allora riprese la parola.

< Tu? >

< Io cosa? > chiese il moro scocciato.

"Stai calmo Taehyung stai calmo" cercò di ripetersi tra sé e sé come un mantra.

< Non ti presenti? Non so neanche come ti chiami >

< Io in classe mi sono già presentato, sei tu che dormivi > ribatté il moro.

< Beh è vero, hai ragione mi dispiace non averti ascoltato, potresti ripeterlo? >

< Jeon Jungkook adesso sei contento? >

< Sarò contento solo quando mi dirai perché in classe mi stavi fissando >

Taehyung non seppe con quale coraggio aveva pronunciato quella frase, ma di certo non si sarebbe fatto mettere i piedi in testa dall'ultimo arrivato.

< Non credi di essere un po' egocentrico? Non ti conosco neanche, mi spieghi perché dovrei fissarti? Mi dispiace, ma non sei il mio tipo > rispose con un sorrisetto di scherno.

Le guance di Taeyhung si tinsero di un leggero rosato e iniziò a balbettare frasi sconnesse:< C-cosa s-stai d-dicendo? N-non era quello che intendevo e poi neanche tu sei il mio tipo >

< Non ne sarei così sicuro > sogghignò tra sé il moro.

< Non credi di essere troppo sicuro di te? Come pensi che mi possa piacere una persona scorbutica come te e per di più un ragazzo? > affermò sarcastico il biondo.

< Stai tranquillo non è a me che devi convincere > rispose l'altro con nonchalance.

"Questo ragazzo è davvero incredibile, ma chi si crede di essere?" pensò Taehyung sconvolto.

Il biondo da persona schietta e franca qual era, ovviamente non si tenne per se questi pensieri.

< Senti tu jongkuk o come ti chiami, non so chi ti credi di essere, ma stai per certo che... >

Il moro lo interruppe di nuovo non lasciandolo finire di esprimersi:< Senti mi hai stufato con tutto il tuo parlare, sinceramente non mi interessa quello che hai da dirmi, io me ne vado >

Dicendo questo il moro prese la strada per la foresta, ma il biondo non aveva ancora finito e gli prese il polso bloccandolo:< Ehi senti ti stavo parlan.. > 
Perr l'ennesima volta venne fermato dalle parole del moro che taglienti gli giunsero alle orecchie, facendolo rabbrividire:< Ora o tu mi lasci andare o ti stacco quell'adorabile manina che ti ritrovi, ti ho già detto di non toccarmi. Non provare ad avvicinarti ancora a me o potresti farti veramente male >

Dopo aver pronunciato queste parole, staccò malamente il braccio dalla presa del biondo e si diresse verso il bosco, sparendo all'interno.

"Quella era una minaccia?" si chiese lui un po' spaventato.

Di certo non si sarebbe più avvicinato a quel idiota scorbutico e bipolare.

Dopo aver fatto quei pensieri, scese dal ponticello infuriato e rapido si diresse verso casa sua.

La voglia di disegnare per quel giorno gli era passata completamente.

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Capitolo 4
*** Il cimitero ***


<...>= parlato
"..."= pensato

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

 

Finalmente Yoongi aveva trovato un posto tranquillo per riposare.

Il vento, spirava leggero tra i suoi capelli, scompigliandoli gentilmente e il sole faceva capolinea timido dietro una nuvola.

Di certo il cimitero era il luogo migliore in assoluto, per trovare un po' di pace e serenità.

Con fatica era riuscito a sfuggire alla sfuriata di Jin e ora, dopo aver corso per così tanto tempo, si godeva il meritato riposo.

Se fosse stato ancora umano, non avrebbe mai messo piede da solo in quel posto, ne sarebbe stato terrorizzato.

Ormai, però, nulla lo spaventava più da quasi cinque secoli.

"Infondo sono già morto".

Stava quasi per assopirsi, immergendosi tra i rumori della natura circostante, quando uno scalpiccio di passi, sulle foglie cadute degli alberi, lo fece ridestare.

Ancora non aveva aperto gli occhi, ma le sue orecchie erano pronte a registrare qualsiasi tipo di suono.

Sembravano i passi di una persona minuta, quasi sicuramente una donna e si stavano avvicinando molto lentamente.

Fece finta di dormire, convinto che quella persona, vedendolo riposare su una tomba, sarebbe scappata impaurita.

Aspettò che se ne andasse, ma invece accadde esattamente il contrario di quello che aveva pensato, anzi sperato.

I passi si avvicinarono  sempre di più, fino a trovarsi a pochi metri di distanza da lui.

"Ma sta tizia non ha il minimo istinto di sopravvivenza?! Potrei essere un ubriaco che la stuprerebbe senza pensarci due volte" pensò lui sconvolto dalla stupidità di questa ragazza.

 All'improvviso sentì un tocco leggero, causato probabilmente dalla mano di lei, spostargli delicatamente una ciocca di capelli argentati, finita casualmente sulla sua fronte.

A quel gesto Yoongi spalancò gli occhi esterrefatto e bloccò il braccio della figura di fronte a lui.

< Chi diavolo sei tu? > chiese infuriato per essere stato disturbato e per giunta da un ragazzo.

Sì, perché in quel momento, si rese conto che la piccola figura minuta di fronte a lui, altro non era che un ragazzino, che non avrà avuto più di sedici anni.

< S-scusami, non volevo disturbarti, mi avevi solo incuriosito > rispose il ragazzo sfregandosi le mani in imbarazzo.

< Come? >

< Beh sai non è una cosa da tutti i giorni trovare un ragazzo e per di più così bello, dormire in un cimitero >

< Avrei potuto benissimo essere un assassino, ucciderti e buttare il tuo corpo in una di queste tombe, solo perché tu eri curioso > ribatté Yoongi .

"Non sarebbe neanche il primo umano a fare quella fine" pensò tra sé e sé ghignando.

< Avrei corso questo rischio pur di parlarti >

< Non capisco se sei stupido o coraggioso... E sentiamo perché volevo così tanto parlarmi? >

< Beh in realtà non ho un vero e proprio motivo, diciamo che passavo di qua per andare a fare un saluto a una mia vecchia conoscenza deceduta un po' di anni fa, per caso ti ho visto e mi è venuta voglia di conoscerti tutto qui e poi non hai la faccia da persona malvagia > sorrise impacciato lui.

"Sono sempre più convinto che questa persona sia davvero stupida" pensò Yoongi. 

< E chi te lo dice che io non lo sia veramente? >

Yoongi guardò intensamente il ragazzo e vedi un guizzo, forse di paura, passargli negli occhi.

Il vampiro fece un ghigno divertito.

< L-lo s-sei? > chiese cono voce tremante.

< Forse si, forse no chi lo sa? > 

In questo modo era sicuro che il ragazzo sarebbe scappato e lui sarebbe finalmente tornato al suo agognato sonno, ma le sue speranze vennero infrante per la seconda volta dalla stessa persona, la quale, non accennando ad andarsene, parlò di nuovo.

< Nah, non ti credo. Devi essere nuovo da queste parti, questa cittadina è molto piccola e ci conosciamo tutti, qual è il tuo nome? >

"Ha per caso degli istinti suicida questo ragazzo? Vuole morire prima del tempo? Oltre ad essere stupido è anche maledettamente fortunato, ad avermi incontrato adesso e non qualche ora prima, affamato e in cerca di cibo. Non ci avrei proprio pensato due volte ad ucciderlo. Ora però non posso farlo, Jin mi ha proibito di uccidere qualunque persona di questo inutile paesino" pensò Yoongi scocciato.

< Ehi perché non mi rispondi? > 

"Questo però non significava che non posso divertirmi un po' con lui" gli occhi di Yoongi si illuminarono alla sua fantastica idea.

Il sonno gli era passato del tutto a causa di questo idiota e allora avrebbe trovato un altro modo, per impiegare il suo tempo.

Rapido scattò in piedi e in pochi secondi si ritrovò a pochi centimetri dalla faccia dello sconosciuto.

< C-come h-hai fatto? > chiese il ragazzo sconvolto.

< Mi hai proprio stufato ragazzino e adesso mi hai reso irritato e affamato, quindi che ne dici se chiudi quella dannata bocca? >

Il ragazzo terrorizzato fece quello che gli era stato detto e a piccoli passi cercò di allontanarsi da quella figura minacciosa, che gli si parava davanti agli occhi.

< Eh no, così non ci siamo, ti ho lasciato tante di quelle possibilità per andartene, ma tu non le hai accolte, quindi ora farai quello che dico io > 

Yoongi portò una mano sulla spalla di quello strano ragazzo e lo guardò intensamente negli occhi.

< Ora sciogliti la cravatta >

In condizioni normali il ragazzo non avrebbe obbedito così facilmente ad uno sconosciuto, anzi si sarebbe ribellato e avrebbe provato a scappare, ma c'era qualcosa che non andava nel suo corpo.

Il cervello continuava a dire di scappare, correre via e non guardarsi mai più indietro, ma i piedi non avevano intenzioni di collaborare.

Le mani, distaccate completamente dal suo volere, iniziarono ad avvicinarsi alla cravatta e a sciogliere lentamente il nodo.

< Bene ora toglitela e sbottona i primi tre bottoni della camicia, della tua deliziosa divisa scolastica >

Ancora una volta il ragazzo non poté fare altro che obbedire, incapace di ribellarsi in alcun modo.

< Molto bene, adesso non muoverti e non provare ad urlare, anche se lo facessi qui non ti sentirebbe nessuno > sussurrò suadente Yoongi.

Lentamente fece passare una mano sul collo del ragazzo e si avvicinò al bavero della camicia, che spostò con estrema delicatezza.

La mano gelida di Yoongi quasi sfiorò la pelle lattea del ragazzo ed essa, al suo passaggio, provocò piccoli brividi di freddo, che percorsero tutto il corpo del malcapitato.

Il vampiro avvicinò la sua testa al collo del minore e inalò il suo profumo. 

Un forte odore di muschio selvatico gli arrivò dritto alle narici e Yoongi si meravigliò di non averlo sentito prima.

Allo stesso tempo però, non avrebbe mai pensato, che questo profumo particolare avrebbe potuto essere così dannatamente attraente.

Gli baciò sensualmente la mandibola e scese lungo il suo collo, dove indugiò più del necessario, poi continuò la sua corsa fino alla scapola, ormai assueffatto completamente dal suo profumo.

Tornò indietro e decise di fermarsi nell'incavo tra il collo e la spalla, dove la giugulare pulsava così forte da fargli salire l'eccitazione alle stelle.

Preso dal momento, si accorse solo più tardi, dei gemiti sconnessi che uscivano dalla bocca del ragazzo e il suo respiro diventare un po' più accelerato del normale.

"E dire che gli avevo detto di tacere" sorrise malizioso il vampiro.

Yoongi aspettò che il ragazzo si fosse abituato alle sue dolci attenzioni e poi, prendendolo di sorpresa, tirò fuori i suoi canini appuntiti e li conficcò, senza alcuna cura, nella pelle del ragazzo, facendogli bloccare per un attimo il respiro dal dolore.

Gli occhi cominciarono a riempirsi di lacrime e, non potendo urlare, piccole stille salate gli scesero silenziose lungo le guance. 

Delle gocce bagnarono il viso del vampiro, ma lui non se ne curò, troppo impegnato ad assaporare quel sapore paradisiaco.

Doveva ammetterlo, il sangue di quella ragazza sconosciuta presa nel vicolo, non era minimamente paragonabile a quello che stava bevendo in questo momento.

Il tempo passava, ma Yoongi non era intenzionato a staccarsi, non voleva perdere neanche una goccia di quel buonissimo nettare.

Sentì il corpo del ragazzo farsi sempre più pesante e dovette reggerlo con le braccia, affinché non cadesse al suolo.

Lo stava prosciugando, letteralmente, e se avesse continuato così lo avrebbe ucciso all'istante.

Alla fine Yoongi dovette fermarsi e imporsi un po' di autocontrollo.

Quel sangue era davvero prezioso, non poteva fare l'ingordo e sprecarlo tutto in una volta sola.

A fatica si staccò dal collo del ragazzo e leccò gli ultimi rimasugli di sangue rimasti sul collo dell'umano.

Si accorse solo in quel momento che il ragazzo era svenuto e lentamente lo adagiò contro una lastra di marmo.

< E adesso cosa ne dovrei fare di lui? Mi sa di avere un po' esagerato... Se lo lascio qua rischia di morire dissanguato > disse ad alta voce pensieroso.

Restò per qualche momento ad osservare il ragazzo addormentato.

Oltre ad avere un corpo piccolo e minuto, possedeva dei tratti davvero infantili, con quelle guance grandi e paffute e quelle labbra piene.

Forse rimase un minuto di troppo ad osservare quelle labbra e pensò che, se fosse stato una ragazza, le avrebbe davvero adorate.

Poi passo a quei capelli color dell'arancio che non facevano altro che dargli quell'aria da sempliciotto e ingenuo che gli calzava a pennello.

Alla fine si decise a dargli un po' del suo sangue per farlo riprendere.
Se lo avesse ammazzato, Jin non glielo avrebbe mai perdonato e poi non poteva di certo perdere una sacca di sangue così preziosa.

Con i canini si morse velocemente il polso e lo portò alle labbra dell'arancio, facendogli inghiottire il suo sangue.

Il minore riprendendosi appena, portò le mani sul braccio di Yoongi e lo tenne stretto vicino alla bocca, per assaporare maggiormente quel liquido così buono e dissetante.

< Ehi, adesso basta però > disse il vampiro staccandosi di scatto dall'umano.

< Che cos'era quella cosa? Ne voglio ancora > chiese il ragazzo spalancando gli occhi di colpo.

< Era il mio sangue e di certo non te ne darò altro. Per gli umani esso è come una droga > spiegò spazientito Yoongi.

chiese spaventato il ragazzo.

< Come sei noioso, ancora non lo hai capito? Ovviamente sono un vampiro, ma è inutile che tu lo sappia tanto tra poco non ricorderai niente di questa conversazione >

< Certo che me lo ricorderò tu mi hai morso! > esclamò infuriato il ragazzo, toccandosi il collo dolorante.

< La ferita sta già guarendo e tra poche ore non rimarrà neanche un graffio e ora smettila di lamentarti e guardami negli occhi >

Il ragazzo fece come gli era stato detto e per la seconda volta rimase incantato da quegli occhi così scuri e penetranti.

< Ora rispondi a due domande: quanti anni hai? >

< Ho diciotto anni, sono ancora uno studente >

Gli stava facendo di nuovo qualcosa, le parole gli uscivano contro la proprio volontà.

< Interessante... forse la scuola non sarà così noiosa. Bene la prossima: Qual è il tuo nome? > 

< Park Jimin >

< Bene Jimin tu non hai mai avuto questa conversazione con me e non mi hai mai incontrato > disse con un sorrisetto Yoongi.

Jimin sbatté le palpebre e quando le riaprì non vide nessuno davanti a sé.

Si guardò intorno confuso, era circondato da bare e il sole stava tramontando.

Lentamente si alzò e si pulì i pantaloni dalla polvere, come se niente fosse si diresse verso casa, non ricordandosi il motivo per cui si era addormentato nel bel mezzo del cimitero.


 

Spazio "autrice":
Allora che ve ne pare?
Vi piace la storia?
M
i farebbe davvero piacere sapere il vostro parere.
Se almeno è decente da leggere oppure no.
Ho un sacco di idee per questa storia spero solo di riuscire a metterle in pratica.
A presto

 

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Capitolo 5
*** Il sogno ***


"..." = discorso pensato 
<...> = discorso parlato

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Sbatté le palpebre più volte, sforzandosi di mettere a fuoco la stanza in cui si trovava.

Per quanto ci provasse non riusciva a tenere gli occhi aperti e con fatica tentava di respirare, annaspando in cerca di un po' d'aria.

Stava sudando.

Sentiva il suo corpo bagnato sotto le coperte, chiedere un po' di refrigerio, da tutto quel caldo soffocante.

< Resisti ancora un po' figlia mia, manca davvero poco >

< Non ce la faccio più a resistere padre, sento la testa scoppiare >

Dalla sua bocca uscirono quelle parole, del tutto scollegate dal suo cervello.

Non era certo questo quello che Taehyung voleva dire.

< Lo so bimba mia, ma ti sei esercitata tanto. Cerca di fare un ultimo sforzo e vedrai che diventerai quello che abbiamo sempre sognato >

A quelle parole si sentì un po' sconfortato.

"E' davvero questo che ho sempre sognato?"

Questi pensieri non appartenevano di certo a lui, l'unica cosa che voleva sapere era cosa diavolo stava succedendo e come ci era finito in questa situazione.

Le palpebre si fecero sempre più pesanti.
Lentamente si assopì e tra uno stato di sonno e di veglia sentì due persone parlare tra di loro.

< Allora come sta procedendo il Naerim-gut? >

< Il rito di iniziazione sta procedendo benissimo, la Shinbyeong (malattia dello spirito) è quasi finita, è da un po' di giorni che non ha più allucinazioni o insonnia e la febbre sta scendendo rapidamente >

< Per fortuna il Gangshinje ha fatto effetto >

< Si infatti >

< Quale sarà il suo animale guida? >

< Una furba e agile volpe e presto la mia bambina, non più piccina, diventerà una bellissima Mudang >



 

Taehyung spalancò gli occhi e si alzò di scatto dal letto, respirando a pieni polmoni.

Si guardò intorno e riconobbe la sua piccola stanza.

Con un sospiro di sollievo si ributtò a peso morto sul letto e cercò di fare mente locale su quello che era successo.

Un altro sogno, solo un altro semplice e fottuto sogno.

Stavolta però era diverso.

Il sogno o l'incubo, come piaceva chiamarlo a lui, era cambiato.

Si era reso conto di trovarsi dentro al corpo di una ragazza malata, ma poi non ci aveva capito più niente.

Gli erano rimaste impresse alcune parole sentite nel sogno: Naerim-gu, mudang, Gangshinjie...

Velocemente prese un foglio dal comodino di fianco al letto e se le annottò come se non le volesse scordare.

Non sapeva di certo cosa volessero dire, ma una parte di lui sentiva il bisogno di ricordarsele.

Dopo averle scritte però si sentì un emerito idiota, accartocciò il foglio e lo lanciò in un angolo della sua stanza.

Perché doveva rimanere così sconvolto da un semplice sogno? Cosa c'era che non andava in lui?

Seccato guardò la sveglia alla sua destra e lesse le tre del mattino.

"Perfetto" pensò lui sdraiandosi stanco sul letto.

Era convinto che non sarebbe più riuscito a dormire, invece come l'altra sera, appena appoggiò la testa sul cuscino si addormentò subito, ormai stanco morto, e riuscì finalmente a fare un sonno tranquillo e per una volta senza sogni.


 

Intanto a qualche chilometro di distanza da Haneul, due figure sinistre stavano banchettando con una coppia di malcapitati.

< Non è giusto, perché a me è capitato il ragazzo, il suo sangue fa schifo, è pieno di fumo e alcool > si lamentò il primo.

< Impara ad essere più rapido la prossima volta > disse il secondo, affondando ancora più in profondità i suoi denti nel collo della povera vittima.

In poco tempo i due umani furono dissanguati e i corpi vennero gettati con noncuranza nel bosco.

< Ci penseranno gli animali della foresta a finire i corpi > continuò il secondo.

< Non capisco perché gli umani si ostinino a venire a campeggiare nei boschi. Non si rendono conto di quanto possono essere pericolosi? > sorrise malizioso l'altro, pulendosi le ultime tracce di sangue rimaste sulle labbra.

< Yoongi vuoi che ti aiuto a pulirti? >

< Non azzardarti a toccarmi con quelle luride mani Jungkook >

< Non dovresti trattarmi così, sono pur sempre più grande di te > rise spensierato il primo.

Yoongi lo guardò con un sorrisetto di scherno:< Solo di qualche secolo... peccato che, nonostante questo, tu non dimostri più di quindici anni >

< Non credo che tu abbia il diritto di parlare visto che sei alto un metro e tanta voglia di crescere... Oh, ma aspetta, tu sei già morto, quindi rimarrai per tutta la vita con questa altezza, quanto mi dispiace >

Yoongi fece finta di non ascoltarlo, lentamente si abbassò e prese un rametto di un albero caduto e con un rapido movimento lo lanciò contro il compagno, andandosi a conficcare nel petto di Jungkook.

< Come siamo permalosi >

Lui non emise neanche un gemito di dolore, guardò il rametto nel suo petto, quasi ridendo, per il comportamento infantile dell'amico e con un gesto secco, lo tolse dalla sua carne e lo buttò per terra.

< Mi hai bucato la maglia stronzo > si lamentò Jungkook.

< La prossima volta mirerò dritto al cuore e vedrai che non sarà solo la maglia ad essere rovinata > ribatté Yoongi, ignorandolo.

< Lo vedremo chi sarà più veloce >

< Ma perché ogni volta che vi lascio soli, anche solo per cinque minuti, finite per litigare? > chiese una terza figura spuntando da uno dei cespugli.

< Era buono il cerbiatto? > chiese il minore.

< No aspetta Yoongi, forse anche quello ha dei sentimenti, rifacciamo la domanda: era buono il piccione? > continuò Jungkook.

I due si guardarono per un attimo negli occhi e poi scoppiarono a ridere.

< Mi fa piacere che siate tornati ad andare d'accordo, deridendo la mia dieta. Sono sicuro che un giorno però, anche voi capirete quanto sia crudele e meschino uccidere dei poveri esseri umani e vi pentirete per quello che avete fatto fin'ora > esclamò Jin.

< Si, certo > dissero in coro i due, schernendolo.

< Jin è una catena: il cerbiatto mangia l'erba, il carnivoro mangia il cerbiatto, gli umani mangiano il carnivoro e noi mangiamo gli umani, non c'è niente di sbagliato in tutto ciò > spiegò paziente Jungkook.

Jin sospirò, sapeva che non sarebbe riuscito a cambiare, tanto facilmente idea a quei due idioti, ma ogni giorno ci provava lo stesso, fallendo miseramente.

Voltò la testa e vide i due cadaveri abbandonati al suolo:< Non mi avevate promesso che non avreste ucciso nessuno? >

< No, noi ti abbiamo promesso che non avremmo ucciso nessuno entro i confini di Haneul e come vedi, in questo momento siamo distanti delle ore da quella città > ribatté subito Jungkook.

< Almeno potevate sotterrare i corpi > si lamentò il castano.

< Nah troppa fatica, ci penseranno le bestie a divorarli > esclamò annoiato Yoongi.

< Tu comunque, non pensi di aver mangiato troppo? Prima la ragazza di questa mattina e adesso quest'altra... >

"In realtà c'era anche quell'altro ragazzo nel cimitero" pensò Yoongi, ma di certo non lo avrebbe detto ad alta voce.

< Cosa? Intanto che io mi annoiavo a morte a scuola, tu ti stavi divertendo alle mie spalle? > sbottò infuriato Jungkook.

< A me non sembravi tanto annoiato, visto che quando sei tornato avevi una faccia così pensierosa e sconvolta che quasi non ti riconoscevo. Cosa è accaduto a scuola? > chiese curioso Yoongi.

Il ragazzo moro si fece silenzioso all'improvviso e guardando da un'altra parte borbottò:< Niente di che, non sono affari tuoi... Me ne vado a casa >

E dicendo questo sparì nella boscaglia.

< Sospettoso non trovi? > chiese Yoongi rivolto a Jin.

Osservandolo però, notò che anche lui era perso nei propri pensieri.

< Ehi Jin mi stai ascoltando? > sventolò una mano di fronte al maggiore per farlo riprendere.

< Eh? Ah si, scusami stavo solo pensando, credo che sia tempo di tornare anche noi a casa >

< Tu mi stai nascondendo qualcosa vero? Conosci il motivo per cui Jungkook ha avuto quello strano comportamento? > chiese Yoongi sospettoso.

< Come si è fatto tardi, dobbiamo sbrigarci,non vorrai mica perderti anche il secondo giorno di scuola, vero? >

"Sta tentando di cambiare discorso per indurmi a non fare più domande e a non pensarci più? Mi crede davvero così idiota?"

In un primo momento Yoongi pensò questo, però alla parola scuola gli tornò in mente il suo adorabile giocattolino e il buonissimo sangue che avrebbe assaggiato di nuovo a breve.

In conclusione era davvero un povero idiota, perché si dimenticò completamente di tutto la faccenda precedente e si immerse nei suoi pensieri, impaziente di iniziare il suo primo giorno di scuola.

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Capitolo 6
*** Il ragazzo dai capelli rossi ***


IL RAGAZZO DAI CAPELLI ROSSI


 

Jungkook all'inizio aveva davvero avuto l'intenzione di tornare a casa, ma ad un certo punto, per le vie di Haneul, sentì un odore tremendamente famigliare.

"Quel ragazzo deve abitare da queste parti" considerò in un primo momento.

"Perché dovrebbe interessarmi? Gli ho detto di starmi lontano, se non vuole finire male ed è quello che farò anch'io" pensò sicuro lui, dirigendosi dall'altra parte dell'odore.

Oh, almeno così era convinto.

Non ci mise che pochi secondi a ritrovarsi davanti a un'abitazione, in cui il suo profumo era più forte, che in qualsiasi altra parte della città.

Senza neanche sapere il perché, fece un salto e si ritrovò sul balcone di una stanza.

"Deve essere la sua" affermò certo del proprio fiuto.

Abbassò la maniglia della portafinestra pensando che fosse chiusa e avrebbe dovuto scassinarla, ma ciò con sua sorpresa non fu così.

"Quanto può essere stupido questo ragazzo a lasciare le finestre aperte. Va bene che siamo al secondo piano, ma un ladro potrebbe entrare comunque" constatò lui.

Aprì la finestra e vide due tende che svolazzavano lievi per il vento improvviso, penetrato nella stanza.

Jungkook si sbrigò ad entrare e chiudere dietro di sé le porte.

Cauto si guardò intorno.

La stanza era relativamente semplice, non c'era nulla che attirava particolarmente la sua attenzione.

"Una stanza esattamente uguale a quella di qualunque altro normale e inutile essere umano" pensò sbuffando leggermente.

Era un po' deluso lo doveva ammettere.

Perché si trovava ancora lì, allora?

Quando sentì un leggero mugugno si avvicinò lentamente al letto e fissò il ragazzo che tranquillo dormiva nel letto, ignaro della sua presenza.

La risposta alla sua precedente domanda era davanti ai suoi occhi, chiara e limpida.

"Quei tratti delicati, quel naso, quelle labbra e quegli occhi, tutto così maledettamente simile a quella persona" solo a ripensarci gli prendeva una stretta allo stomaco e gli occhi pizzicavano leggermente.

"Datti una calmata Jungkook" si riprese da solo.

Non era né il luogo né il momento per farsi prendere dai sentimentalismi.

< Chi sei veramente Kim Taehyung? > chiese ad alta voce guardando fisso il ragazzo.

Quel pomeriggio sul ponte avrebbe voluto tanto ucciderlo senza pietà, infondo non aveva alcun diritto di assomigliarle tanto e poi era addirittura un ragazzo.

Da quando era diventato vampiro non aveva mai dato particolare attenzione al sesso delle sue vittime, tanto un umano valeva l'altro.

Anche gli umani quando mangiano la carne non si chiedono se prima di finire nel piatto, l'animale fosse stato femmina o maschio.

Comunque per le questioni di cuore era completamente diverso.

Nonostante il suo cuore non battesse da più di cinquecento anni, aveva sempre provato attrazione verso il gentil sesso e di certo non avrebbe mai pensato che un ragazzo potesse attirarlo tanto.

"E' solo perché assomiglia a lei e basta" concluse lui allontanandosi dal corpo dormiente.

Prima di andarsene, guardò Taehyung un ultima volta.

Ciocche di capelli dorate coprivano i suoi occhi chiusi color cioccolato.

Con un movimento involontario, portò le sue mani sulla sua fronte e gli spostò la frangia delicatamente.

Era la prima volta da anni che si comportava così gentilmente con qualcuno e ancora non si spiegava la ragione.

Taehyung mormorò qualcosa e Jungkook si avvicinò di più, curioso di scoprire cosa stesse borbottando.

Solo dopo qualche minuto il moro si rese conto della situazione in cui si trovava.

Si era avvicinato troppo e ora le loro facce distavano solo pochi centimetri di distanza.

I suoi occhi caddero accidentalmente sulle labbra del biondo e rimasero fissi per un minuto di troppo.

Ridusse ancora un po' le distanze.

"Forse potrei... " pensò il moro.

Ormai solo qualche centimetro separava le loro labbra.

Stava per azzerare finalmente le distanze, quando sentì un suono fastidioso svegliarlo dal suo momentaneo stato di trans.

Improvvisamente si rese conto di quello che stava per fare e come scottato, si allontanò di fretta da quell'umano.

Vide che Taehyung stava per aprire gli occhi e rapido scappò dalla finestra dimenticandosi dietro di sé la porta aperta.

"Ma che cazzo stavo per fare?!" si chiese il moro sconvolto, sparendo per le strade di Haneul.

Quando il biondo si svegliò spense di malavoglia la sveglia e si alzò, stiracchiandosi pigramente.

Un freddo improvviso sentì diffondersi all'interno della stanza.

Si guardò intorno e vide la finestra spalancata.

"Che strano, pensavo di averla chiusa" pensò lui, chiudendola a chiave.






 

A Yoongi la scuola non era mai piaciuta particolarmente.

Era solo una grossa seccatura, così la considerava.

Purtroppo quel giorno era stato costretto ad andare.

Dovevano mantenere quel minimo di facciata di famiglia felice appena trasferita, se volevano vivere tranquillamente in quella cittadina.

Svogliatamente si diresse alla segreteria per ritirare l'orario delle lezione e la classe in cui sarebbe capitato.

"Come se mi interessasse, tanto una classe vale l'altra" pensò lui sbuffando, mentre aspettava che la segretaria si accorgesse della sua presenza.

Lui si schiarì la voce e finalmente la signora portò la sua attenzione verso il nuovo arrivato.

Come era accaduto il giorno precedente, la segretaria rimase di nuovo ammaliata dallo studente appena trasferito e si chiese, con un po' di invidia, come due fratelli adottivi potessero essere così belli.

Lui aspettò paziente, cosa assolutamente non da lui, che lei si riprendesse e poi in maniera garbata, sì sempre per la storia della famiglia felice, chiese il suo orario delle lezione.

< Ah certo, tu devi essere Min Yoongi, tuo fratello ieri mi ha detto che stavi male, spero che oggi ti sia ripreso >

< Stavo male? > chiese confuso  Yoongi.

< Massi quel problema al bagno... ma non devi sentirti in imbarazzo, capita a tutti > disse lei sorridendogli gentilmente.

"Quel bastardo lo ammazzo, giuro" pensò lui stringendo i pugni.

< Oh ehm si... Dove si trova la mia classe? > cercò di cambiare argomento.

< Secondo piano sulla sinistra, dovrebbe essere la prima porta a destra, arrivederci > finì lei, rituffandosi nei suoi mille fogli e scartoffie.

Con passo svogliato si diresse nella sua classe.

Vide che era arrivato molto in anticipo, infatti nell'aula ancora non era entrato nessuno, così si diresse al banco più lontano dalla cattedra e possibilmente contro il muro.

Posto perfetto per dormire e per non essere infastiditi dai raggi del sole.

Si sedette di malavoglia e appoggiò la testa sul banco.

"Forse, infondo, la scuola non è così male" pensò prima di addormentarsi.

Dopo qualche minuto sentì un picchiettio sulla spalla davvero fastidioso.

Di certo, in conodizioni normali, avrebbe tagliato quella mano che aveva osato svegliarlo dal suo sonno, ma per fortuna si ricordò appena in tempo di essere a scuola e che non sarebbe riuscito di certo a modificare i ricordi di un intera classe.

"Almeno non nello stesso momento".

Aprì un occhio di malavoglia, seguito dall'altro.

Se gli stropicciò pigramente e poi finalmente mise a fuoco la persona che si trovava davanti al suo banco.

< Cosa vuoi? > chiese cercando di non far trasparire tutto l'odio, che in questo momento stava provando verso quel povero malcapitato.

< Veramente sei seduto al mio banco > disse il ragazzo davanti a lui.

< Allora trovatene un altro > disse secco, appoggiando la testa sulla sua mano per sostenersela.

Il ragazzo davanti a lui spalancò gli occhi per quanto fosse stato rude, ma poi fece un sorriso radioso, che quasi portò Yoongi a coprirsi gli occhi per quanto fosse luminoso.

< Va bene non importa... Tu devi essere il ragazzo nuovo di cui ci avevano parlato. Piacere io sono Jung Hoseok > 

Yoongi lo guardò per qualche minuto.

Occhi a mandorla marroni, carnagione olivastra e se non fosse stato per quei folti capelli rossi, sarebbe risultato del tutto banale e uguale agli altri ragazzi.

Si rese conto che  il ragazzo stava ancora aspettando una risposta, così scosse la testa e parlò.

< Io sono Min Yoongi e sì, mi sono appena trasferito con i miei fratelli >

< Oh, quindi dovrei essere il primo che hai conosciuto in questa scuola... Allora ho deciso, diventerò tuo amico >

Dicendo questo lo strano ragazzo prese un banco e lo posizionò di fianco a lui.

< Così sarà più facile parlare, sai durante quest'ora ci sarà il professore Woo che è davvero noioso e quasi nessuno ascolta la sua lezione > 

"Ma qualcuno gli ha chiesto qualcosa?" pensò Yoongi maledicendo una seconda volta il ragazzo.

Lui voleva solo fare un sonnellino tranquillo, perché si era ritrovato di fianco una persona così allegra e fastidiosa?

< Lo sai che hai dei capelli davvero strani? Come mai te li sei fatti grigi? > chiese curioso l'umano.

< Non sono grigi, sono di color argento e comunque anche tu hai i capelli tinti > ribatté stizzito Yoongi.

< Ah hai ragione, ma io li ho colorati così perché... >

Stavolta il vampiro maledisse sé stesso, gli aveva dato un altro pretesto per parlare senza interruzione.

Quando il professore entrò in classe, Yoongi ringraziò il cielo o qualsiasi cosa esistesse, finalmente il suo compagno di banco taceva.

L'insegnante lo fece presentare alla classe e lui rifilò la stessa storiella che aveva raccontato a Hoseok.

Quando finì di parlare, sperò di tornare a dormire, ma il suo adorabile compagno di banco ricominciò a parlare senza sosta e lui non poté fare altro che ascoltarlo con il sorriso più finto del mondo.

Era sempre più convinto di ucciderlo lentamente e infliggergli tanta sofferenza.


 

Le lezioni in qualche modo passarono e durante l'ora di pranzo, Yoongi riuscì a sottrarsi dalla vista di Hoseok e scappare lontano da lui.

Uscito dall'edificio scolastico, si ritrovò nel giardino della scuola.

Tra un albero e l'altro vide che avevano posto delle panchine per far riposare gli studenti e infatti c'erano molti ragazzi che in gruppo o da soli, consumavano il loro pasto allegramente.

Lui si diresse verso un albero un più lontano e con meno persone attorno.

Si sedette contro il tronco e chiuse gli occhi, godendosi l'aria fresca di inizio marzo*.

Riuscì a sonnecchiare per un po', fino a che non sentì un rumore di passi avvicinarsi velocemente a lui.

"Eh no che cazzo è possibile che in questa scuola non si possa riposare in pace?" si chiese quasi con disperazione.

Poi all'improvviso gli arrivò alle narici un odore, talmente famigliare che tentò di reprimere un sorriso che stava nascendo spontaneo dalle sue labbra.

Tutto il parlare di Hoseok, gli aveva fatto completamente dimenticare il reale motivo, per cui si era recato a scuola.

< Ehi tu, svegliati >

Il vampiro fece finta di dormire e il ragazzo si avvicinò di più per scuoterlo.

In questo modo Yoongi venne investito completamente dal suo profumo e ne rimase per un attimo stordito.

"Strano di solito sono io che faccio intontire le persone" pensò lui sorpreso.

< La pausa pranzo è quasi finita e se non ti svegli, finisce che farai tardi a lezione >

Yoongi fece finta di svegliarsi.

< Chi sei tu? >

< Piacere sono Park Jimin, Hoseok mi ha mandato a cercarti, dicendo che forse ti eri perso e che quindi in due sarebbe stato più facile trovarti >

< Come facevi a sapere che ero io? >

< Beh di certo un ragazzo dai capelli argentati non si vede spesso da queste parti. E poi è raro che vengano persone nuove qui, ci conosciamo tutti e tu sei sicuramente una faccia che non ho mai visto prima o di certo me la sarei ricordata > concluse Jimin sorridendo.

< Sei arrivato proprio al momento giusto >

* Ho scritto marzo, perché mi sono basata sulle scuole coreane, che avendo tre trimestri, e non due come i nostri, inizianoappunto la scuola a marzo


Spazio "autrice":

Ehi ciao, come va?
Spero davvero che questa storia vi stia piacendo almeno un po'.
Ovviamente sono ancora all'inizio e ho a malapena presentato tutti i personaggi.
Fatemi sapere cosa ne pensate.
A presto :)



 

 

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Capitolo 7
*** Il ritratto ***


IL RITRATTO

 

< Sei arrivato proprio al momento giusto > 

Il ragazzo lo guardò per un attimo confuso, poi si sentì tirare da una manica e cadde malamente su Yoongi.

< Ehi cosa stai facendo? > chiese Jimin insicuro.

Yoongi lo tirò di più a sé, affondando il suo viso sulla spalla del minore e inalando quel odore particolare e unico.

< Lasciami andare, mollami >.

L'arancio cercò di sottrarsi da quella presa, ma era troppo forte per poter scappare in alcun modo.

Così pensò di urlare, sicuramente qualcuno sarebbe arrivato a soccorrerlo.
Il maggiore, però, intercettando i suoi pensieri, lo guardò negli occhi e gli sussurrò:< Non azzardarti a pronunciare una sola parola >

Jimin tentò di urlare, ma la sua voce non  voleva uscire dalla sua bocca.

Perché non riusciva a parlare?

< Non mi guardare con quello sguardo da cane bastonato, prima mi nutro e prima ti lascio andare > disse Yoongi annoiato.

< Allora vediamo, dove potrei morderti questa volta? Potrei farlo di nuovo qui - indicò il punto del collo dove la carotide pulsava di più - o qui - stavolta indicò il polso destro - ma la parte migliore è sicuramente questa >

Questa volta il vampiro indugiò molto più a lungo su quel punto, accarezzandolo lievemente.

Il povero ragazzo seguì lo sguardo del maggiore che si era posato sulle sue cosce ricoperte dal pantalone della divisa.

Lui scosse velocemente la testa, cercando di allontanarsi nel contempo, da quello psicopatico.

< Forse ancora non sei pronto per quello, sai è davvero molto doloroso, ma ti assicuro che sarebbe davvero eccitante >

Gli occhi di Yoongi brillarono a quelle parole e continuò il filo dei suoi pensieri, ignorando Jimin, che aveva iniziato a tremare come una foglia.

< Lo sai che la tua paura non fa altro che accrescere la mia sete? > chiese Yoongi retorico.

< Anche se ammetto che il tuo sudore non sia proprio il massimo > esclamò lui disgustato, prendendo una manica delle giaccia del minore e asciugando quel rivolo di liquido che era sceso dalla fronte dell'umano.

Dopo avergli tolto la giacca posizionò meglio il minore tra le sue gambe, facendogli poggiare la schiena contro il suo petto.

< Ora fai come ti dico, sciogliti la cravatta e abbassa una manica della tua camicia > gli sussurrò all'orecchio.

Ormai Jimin era completamente sotto il suo dominio e non poté fare altro che ubbidirgli, contro la sua volontà.

<  Come sei bravo e ora non muoverti >

Dopo aver detto questo Yoongi gli baciò la scapola, i suoi denti a contatto con la pelle morbida di Jimin si allungarono e affondarono in profondità nella carne dell'umano.

Il dolore fece appannare gli occhi di Jimin e grosse lacrime scesero lungo le sue guance.

Non potendo urlare, strinse tra i suoi denti il suo labbro inferiore, cercando in tutti i modi di resistere al supplizio.

Yoongi dopo un po' si separò di malavoglia da quella linfa vitale e girò il ragazzo, in modo tale che i loro occhi si potessero incontrare.

< Non torturare le tue labbra in quel modo non se lo meritano e poi non dovresti sprecare questo buonissimo sangue >

Passò un dito sul viso di Jimin e raccolse, quasi amorevolmente, una goccia di sangue che faceva capolinea sul labbro inferiore del piccolo.

Il ragazzo continuava a fissarlo terrorizzato, senza emettere neanche un suono.

< Va bene ti lascio parlare, però tu non ti azzardare ad urlare, chiaro? >

Come per magia, sembrò che la sua voce fosse tornata.

< Cosa mi hai fatto? Cosa sei tu? > chiese il minore piangendo disperato.

< Dovresti sentirti onorato del fatto che io non ti abbia ucciso, preoccupati solo di questo > rispose impassibile Yoongi.

< Ora è tempo di andare. E' davvero un peccato che non siamo in classe insieme, ci saremmo potuti divertire anche lì >

Un brivido di puro terrore risalì lungo la spina dorsale di Jimin, sentendo quelle parole e tremante scese dalle gambe del maggiore.

Il vampiro, in un gesto di improvvisa gentilezza, aiutò il minore ad alzarsi; portò le sue mani sul volto del minore e con i suoi pollici asciugò i residui delle sue lacrime .

A quel gesto tutti e due rimasero un po' spiazzati.

"Che cazzo sto facendo?" si chiese Yoongi sorpreso.

Velocemente scosse la testa e, ignorando il gesto precedente, guardò Jimin negli occhi

< Tu non ti ricorderai niente di quello che è appena successo, vai a dire a Hoseok che mi hai trovato >

Jimin smise all'improvviso di piangere e facendo un gran sorriso disse:< Eccoti finalmente, è ora di tornare in classe, andrò a dire a Hoseok che ti ho trovato >

< Ottima idea Jimin >

Yoongi indossò la sua solita maschera, sorridendogli amabilmente.

< Ci vediamo >  salutò il minore allontanandosi allegramente.

"Tranquillo Jimin avverrà molto, prima di quanto ti immagini" pensò il maggiore, mentre il suo sorriso angelico si trasformava lentamente in un ghigno malefico.





 

Taehyung si diresse di corsa nell'aula di arte.

Le lezioni del mattino erano trascorse molto velocemente.

Si sorprese del fatto di essere riuscito facilmente a evitare il nuovo compagno di classe.

L'unica volta che aveva incrociato il suo sguardo era stato quando lo aveva visto entrare di fretta e furia nella classe.

L'occhiata che gli aveva lanciato avrebbe potuto di sicuro uccidere qualcuno e Taehyung aveva pensato bene di voltare la testa da un altra parte e, per il suo bene, ignorarlo per il resto della mattinata.

Quando entrò nell'aula di arte, vide che solo poche persone erano già arrivate, così poté scegliersi tranquillamente la sua postazione preferita.

Ovviamente quella vicino alla finestra.

Il paesaggio che da fuori si ammirava, gli aveva sempre dato l'ispirazione per un nuovo schizzo.

Si vedeva il giardino della scuola, sempre pieno di studenti durante le pause pranzo, ma che nell'ora di lezione era deserto, per ovvie ragioni.

Felice sistemò il cavalletto e sopra ci posizionò un blocco di fogli, voglioso di cominciare la lezione.

Dopo pochi minuti entrò un professore sconosciuto, che gli avvisò che l'insegnante di arte era assente e che avrebbero potuto fare quello che volevano, a patto che non facessero baccano.

Taehyung ci rimase un po' male, infondo era l'unica lezione che avrebbe ascoltato con gioia.

Scocciato voltò la testa in direzione della finestra e guardò fuori, cercando un nuovo soggetto da ritrarre.

All'improvviso su una panchina scorse figura con una folta capigliatura nera, china su quello che presuppose fosse un libro e rimase sconvolto per una decina di minuti.

"A Junkook piace leggere?" pensò lui sorpreso.

Di certo non era il classico ragazzo che a prima vista sembrava studioso.

A Taehyung ricordava più un teppista, a capo di una banda di delinquenti che picchiava chiunque gli capitasse a tiro o coloro che non gli stavano particolarmente simpatici.

Forse aveva fatto vagare troppo la sua fantasia, ma di certo per come si era comportato con lui, non poteva essere biasimato per aver fatto questi pensieri, vero?

Con la testa immersa nelle sue riflessioni, iniziò a disegnare.

"Perché mi ha trattato male? Cosa gli ho fatto?"

"Come può un ragazzo con un volto così angelico, comportarsi così?"

Non era proprio vero che lo avesse ignorato per tutta mattina, lo aveva visto eccome, mentre parlava allegro e spensierato con i suoi compagni di classe.

Trattava tutti bene, aveva parlato persino con Jimin e aveva sempre un sorriso angelico sulle labbra. Tanto che, quando Taehyung aveva provato a parlare con l'arancio di come Jungkook si era comportato con lui il giorno precedente, Jimin gli aveva riso in faccia dicendo che era lui ad aver frainteso le sue parole.

"Non è possibile che una persona così tenera e gentile come lui, possa comportarsi in quel modo" così Jimin aveva concluso il loro discorso.

"Come se io potessi inventarmi le cose" pensò Taehyung offeso.

Dalla rabbia spezzò la punta della matita e in quel momento si rese conto di quello che aveva appena disegnato.
Una figura piegata a leggere un libro.

Si aveva ritratto quel bipolare bastardo di Jeon Jungkook.

Sconvolto strappò il foglio dal blocco e accartocciandolo lo mise in cartella.

Non poteva di certo buttarlo in pattumiera, se qualcuno lo avesse visto, si sarebbe fatto sicuramente un idea sbagliata.

Perché sì, non era per niente come sembrava.

Lo aveva ritratto solo perché era annoiato e sovrappensiero, ecco tutto.

Quando guardò di sfuggita ancora fuori dalla finestra, vide che Jungkook non c'era più sulla panchina, era sparito nel nulla.

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Capitolo 8
*** La ragazza del dipinto ***


 

LA RAGAZZA DEL DIPINTO




Jin, dopo una lunga giornata passata ad insegnare, si diresse verso l'unico bar che quella cittadina possedeva.

Era davvero stanco morto.

Oltre a dover star dietro ai suoi alunni, doveva badare anche a quei due che, senza la sua continua supervisione, avrebbero combinato di certo qualche guaio.

Distrutto, entrò nel locale e si sorprese piacevolmente nel trovarlo migliore di quanto si fosse aspetto.

Il locale era molto luminoso e accogliente, c'era un lungo bancone che fungeva da bar e intorno molti tavolini colorati.

Una televisione appesa al muro gracchiava a basso volume le notizie del giorno.

A quell'ora non c'erano molte persone; vide solo qualche coppietta ai tavoli e un vecchietto che sorseggiava tranquillo una tazza di tè, mentre leggeva il giornale.

Lui si trascinò stancamente verso il bancone e aspettò paziente che il barista venisse a servirlo.

Dalla porta, che suppose fosse quella della cucina, uscì un ragazzo che rapido si diresse al bancone e si posizionò di fronte a Jin.

La persona aveva corti capelli castano scuro e occhi dello stesso colore, era un poco più alto di Jin e sembrava avere una robusta corporatura.

Jin si accorse che il ragazzo, vedendolo, aveva spalancato gli occhi ed era rimasto qualche minuto senza proferire parola.

"Si vede che è rimasto incantato dalla mia bellezza... Non è il primo e sicuramente non sarà l'ultimo a rimanere ammaliato da me" pensò Jin con una grande autostima di sé, sorridendo furbescamente.

Infondo essere un vampiro aveva pure i suoi lati positivi.

< Ehm scusami >

Ovviamente era contento di fare quell'effetto alle persone, però non poteva di certo passare tutto il pomeriggio nel locale.

< Ah sì certo, allora signore cosa vuole ordinare? >

Jin si mise a ridere di colpo e il ragazzo lo guardò confuso.

< Signore? Ma se abbiamo più o meno la stessa età. Tranquillo dammi pure del tu, comunque vorrei una tazza di caffè >

< Le... cioè voglio dire, ti piacerebbe provare il dolce della casa? È davvero squisito > affermò il barista sorridendo.

Jin ovviamente avrebbe voluto declinato l'offerta, visto che ogni cibo umano ingoiato gli sarebbe risultato semplice e disgustosa spazzatura, ma vedendo il volto speranzoso del ragazzo di fronte a lui, non ce la fece proprio a rifiutare.

Sorridendo, acconsentì alla richiesta e aspettò paziente il suo ordine.

Il caffè era una delle poche cose che ancora possedevano un sapore decente, cosa del tutto misteriosa per lui.

Quello e anche gli alcolici, erano un ottimo metodo per sopprimere la fame crescente, diciamo che fungevano un po' da surrogati, ma di certo non avrebbero mai potuto sopprimere quella feroce e immensa sete.

Perso nei suoi pensieri, si accorse solo in un secondo momento che il suo ordine era arrivato.

Lentamente sorseggiò il caffè bollente e godé per un attimo del suo caldo tepore. Poi con la coda dell'occhio, vide che il cameriere, che gli aveva servito, stava aspettando impaziente che lui assaggiasse il dolce che gli aveva portato.

Controvoglia prese la forchetta e infilzò quella fetta di torta, quasi con cattiveria e poi portò alle labbra un piccolo pezzettino, ingoiandolo quasi subito, non volendo sentire neanche per un minuto di più quel sapore disgustoso nella sua bocca.

Forzò un sorriso al barista e gli disse:< Avevi proprio ragione, la torta è ottima >

< Sono contento che ti sia piaciuta > rispose allegramente il castano.

In quel momento Jin si accorse che, mentre il ragazzo sorrideva, delle piccole fossette spuntarono ai lati del suo volto.

Pensò che fosse una delle cose più carine che avesse mai visto.

Un momento dopo aver partorito quel pensiero, se ne pentì.

"Da quando considero un ragazzo adorabile, oltre che me stesso?" si chiese lui, portando alle labbra la tazza di caffè in modo da nascondere il leggero rossore che era andato a imporporare le sue guance dall'imbarazzo.

Intanto il barista aveva alzato il volume della televisione e delle notizie preoccupanti arrivarono alle orecchie di Jin, che subito posò la tazzina sul bancone e voltò la testa di scatto in direzione della tv.

La reporter parlava di un caso di omicidio, avvenuto nella cittadina di Haneul, intorno alle quattro e le cinque di quella mattina.

Jin quasi non si strozzò con il caffè che stava bevendo.

La scientifica, dopo aver esaminato il cadavere, aveva poi confermato che in realtà l'assassinio era avvenuto per colpa di un animale e in quel momento Jin tirò un sospiro di sollievo interiore.

"Giuro che quando troverò quei piccoli bastardi gli ammazzerò con le mie stesse mani davvero" pensò invaso da una rabbia feroce.
"Me lo avevano promesso e io mi ero fidato di loro"

Grazie al suo fine udito, sentì il cliente anziano borbottare al barista, a qualche tavolo di distanza da lui, una frase che lo fece preoccupare parecchio.

< Io l'ho visto il corpo della vittima e non riesco ad immaginare quale animale possa aver mai fatto una cosa del genere. Pensa che hanno addirittura detto di aver ritrovato il corpo completamente prosciugato, non una goccia di sangue era rimasta al suo interno. Da anni non si verificava più un omicidio qui >

Si alzò di colpo dalla sedia e con gesti frettolosi pagò il barista e lo salutò in malo modo.

Non era il tempo di essere cordiali.

Adesso aveva cose più urgenti da fare, come trovare quei due deficienti e farli pregare per le loro inutili vite.



 

Jin entrò nella casa, sbattendo la porta.

I due ragazzi seduti sul divano lo ignorarono e continuarono a guardare la televisione indisturbati.

< VOI COME AVETE POTUTO? >

Jin si mise davanti allo schermo e lo spense, per attirare l'attenzione dei due.

< Cosa hai combinato stavolta Jungkook? > chiese Yoongi, guardando l'amico di fianco.

< Perché devo essere sempre io? Cosa hai fatto tu piuttosto > ribatté il moro offeso.

I ragazzi iniziarono a litigare, ma Jin gli bloccò con un altro grido:< Non fate i finti tonti, so benissimo che è stato uno di voi due e adesso voglio sapere il colpevole >

< Se magari ci dicessi cosa avremmo potuto fare, magari te lo diremmo anche > rispose tranquillamente Yoongi.

< Stamattina è stato ritrovato un cadavere qui ad Haneul e l'ora di decesso risale a quando ci siamo separati >

< Bravo Jungkook, dopo cinquecento anni non hai ancora imparato a liberarti di un cadavere? > chiese Yoongi.

< La vuoi finire? Io non ho fatto proprio niente, piuttosto cosa hai fatto tu questa mattina? >

< Io sono tornato a casa a dormire, ma tu, che te ne sei andato prima di noi, non c'eri, quindi cosa hai fatto questa mattina? >

Anche gli occhi di Jin si voltarono adesso verso Jungkook, curioso di sapere la risposta.

In quel momento Jungkook si ricordò di essere entrato in casa di quell'umano e di quello che aveva tentato di fare.

< Ero in giro > rispose il moro voltando la testa da un'altra parte, imbarazzato.

< Non sei mai stato bravo a mentire Jungkook, vedi abbiamo trovato il colpevole Jin, prenditela solo con lui, io non centro > disse Yoongi, alzandosi dal divano.

< Oh Jungkook come hai potuto... > iniziò Jin deluso dall'amico.

< Vi sto dicendo che non sono stato io, perché non volete credermi >

< E tu perché non ci vuoi dire dove sei stato? > chiese Jin.

< Vi dico che non sono stato io >

Jungkook ignorò la domanda del castano e se ne andò in camera sua.

Chiuse la porta a chiave. Anche se sapeva che non sarebbe servito a niente, se quei due volevano entrare, non sarebbe bastata una semplice porta a fermarli.

Aprì il suo baule e al suo interno, sotto tutti i suoi vestiti, tirò fuori una scatola di legno color pece.

L'aprì lentamente, quasi per paura di romperla.

Era da più di cento anni che non lo faceva più.

Non poteva più resistere, doveva vederla.

Pensava di essere riuscito a superarlo, ma ora tutto era cambiato.

"A causa di quell'umano"  pensò lui infuriato.

La scatola conservava al suo interno un rotolo di stoffa molto antica, lo aprì molto lentamente e quando vide il profilo della persona che era dipinta, gli tornarono le lacrime agli occhi.

Era davvero bella, il suo ricordo non gli dava per niente giustizia. Quelle labbra piene, quegli occhi lucenti e quel sorriso che non aveva mai lasciato le sue labbra, neanche in punto di morte.

Il ragazzo strinse forte a sé quel pezzo di stoffa, come se in questo modo, avesse potuto far tornare indietro l'unica persona che avesse mai amato in vita sua.

< Mi manchi davvero tanto Sun-hi >

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Capitolo 9
*** Il sicario e il cliente misterioso ***


 

IL SICARIO E IL CLIENTE MISTERIOSO




La ragazza sorrideva radiosa davanti allo  specchio.

Quel giorno indossava un abito da cerimonia, talmente bello che avrebbe potuto far invidia a qualsiasi ragazza del villaggio, ma infondo lei era speciale.

Glielo ripeteva sempre il padre: lei non era come tutte le altre ragazze.

Si sentiva orgogliosa, finalmente avrebbe potuto dire a tutti cosa era diventata.

Questi erano i pensieri della ragazza che vedeva davanti allo specchio.

Taehyung non sapeva come comportarsi, non era padrone né dei pensieri né dei movimenti di quel corpo, ma allora perché continuava a fare quei sogni?

E chi era quella ragazza?

Sentì le mani di lei, andarsi a posizionare sul collo e legarci intorno una collana.

Il ciondolo rappresentava una piccola volpe intagliata nel legno, ma la ragazza non riusciva ad allacciare le due estremità.

< Vuoi una mano? >

Sentì una voce arrivargli alle spalle e legare la collana intorno al suo collo. 
Dallo specchio, Taehyung vide un sorriso imbarazzato spuntare sulle sue labbra.

Lei era seduta davanti a una toeletta e la persona che lo aveva aiutato era troppo alta. Lo specchio rifletteva solo il suo corpo.

"Un ragazzo? Sarà il suo fidanzato" pensò Taehyung curioso di vedergli la faccia.

< A cosa devo tutta questa gentilezza Kookie? >

La ragazza si girò nella direzione del ragazzo e gli dedicò il suo sorriso più radioso.

< Questo e altro per l'ospite d'onore > disse il misterioso ragazzo.

In realtà tanto misterioso ormai non lo era più.

Se Taehyung fosse stato padrone di quel corpo avrebbe spalancato gli occhi e sarebbe saltato dallo spavento.

La visione divenne meno nitida, le figure diventarono piccole macchie che si confusero con l'ambiente circostante, fino a sparire completamente dalla sua vista.




 

Il ragazzo si alzò di scatto dal letto, sudato e ansimante.

"Ci mancava solo quell'idiota del cazzo nel mio sogno" pensò Taeyhung sconvolto.

Come se già senza la sua presenza, non facesse incubi orribili.

Come un automa tirò fuori dal suo cassetto il suo blocco da disegni e ritrasse quella bellissima ragazza che aveva visto allo specchio.

Non sapeva come mai, ma quella ragazza aveva un qualcosa di familiare.

Fece un piccolo ritratto e smise di disegnare quando fu abbastanza soddisfatto del risultato ottenuto.

Per qualche minuti osservò con molta attenzione la collana della ragazza, chiedendosi dove l'avesse già vista, ma poi scrollando le spalle, riposizionò il blocco nel cassetto della scrivania e tornò a dormire.



 

La mattina seguente, Taehyung credette di non aver mai odiato il suo professore di storia come in quel momento.

Appena arrivato in classe aveva stampato su di sé un piccolo sorrisetto, che non prometteva nulla di buono.

< Ragazzi è arrivato il giorno, come ogni quadrimestre, del cambio di posti, qui c'è la scatola con i numeri >

Taehyung e Jimin non erano particolarmente preoccupati, infondo erano sempre riusciti a scambiarsi con qualche compagno e in un modo o in un altro, si erano sempre trovati vicini di banco.

Quello che però, li sorprese e sconvolse, fu la frase seguente del professore.

< E non potrete scegliere i posti come vorrete... Questa classe è troppo rumorosa, qui siamo a scuola, non a un parco giochi >

Taehyung e Jimin si guardarono intensamente negli occhi, nessuno dei due voleva separarsi dall'altro.

Con chi avrebbero condiviso le prese in giro verso il professore di coreano o la loro disperazione durante le ore di matematica?

Tutta la classe iniziò a lamentarsi, ma il professore impose il silenzio.

Uno alla volta i suoi compagni si diressero a pescare il bigliettino con il posto assegnato.

Fu il turno di Taehyung e rapido lesse il numero, si diresse al suo nuovo banco e con lo sguardo cercò Jimin, che per fortuna si trovava solo a tre banchi di distanza da lui, anche se comunque rimaneva troppo lontano per poter parlare durante la lezione.

Il banco di fianco al biondo era l'unico ad essere rimasto vuoto e quello che ancora non aveva pescato nessun foglio era... Jungkook? Davvero?
Ovviamente.

"Perché mi sento tanto in una di quelle fanfiction scritte da delle ragazze in piena crisi ormonali?" si chiese tra sé e sé.

Il biondo guardò Jungkook e lui incastonò i suoi occhi color della pece sul ragazzo.

Per secondi che sembrarono ore i due non dissero una sola parola, si guardarono semplicemente, come se tutto il mondo circostante fosse scomparso e gli unici ad essere sopravvissuti fossero loro due.

Ad interrompere quell'idillo però, fu proprio il moro, che, voltando la testa da un'altra parte, disse in modo abbastanza udibile:< Non voglio stare vicino a lui >.

Taehyung strabuzzò gli occhi.
"Come sarebbe che lui non vuole stare vicino a me? Se mai il contrario" pensò fumante di rabbia.

Vide Jungkook guardare intensamente il professore e chiedergli di poter cambiare il posto.

"Chi si crede di essere? Ancora non conosce quanto possa essere severo il professore Lee" pensò il biondo con un ghigno divertito sul volto.

< Certo Choi fai a cambio con Jeon >

La ragazza da prima guardò stupita l'insegnante, ma poi senza far domande si alzò e si mise di fianco al biondo, facendogli un piccolo sorriso che lui ricambiò, nonostante dentro stesse per esplodere dalla rabbia.

"Quale problema affliggeva quel ragazzo?" si chiese Taehyung infuriato.


 

Jungkook sapeva bene che non avrebbe dovuto usare la compulsione davanti a così tante persone, ma si era trovato costretto.

Non era colpa sua.

Questo si ripeteva, mentre evitava l'ennesimo gruppo di ragazzi che correvano per aggiudicarsi per primi il pranzo alla mensa.

Non poteva sedersi di fianco a quell'umano, proprio no.

Non dopo quello che aveva appena compreso.

Era stato così ovvio fin dall'inizio e lui non se ne era neanche reso conto.

L'aveva capito, mentre guardava il dipinto di Sun-hi.

Lui era attratto da Taehyung, ma non in senso sentimentale come aveva pensato all'inizio.

L'unica cosa da cui era attratto era il buonissimo odore che proveniva da lui.

Non sarebbe resistito un attimo, se avesse dovuto sedergli accanto, durante le lezioni.

Già erano nella stessa classe e per tutta la mattina, non aveva fatto altro che resistere e ignorare il crescente appetito, che piano piano cresceva in lui.

Si ripeté le parole di Jin per stamparle in maniera indelebile nella sua mente.

"Non devo uccidere in questa città, non devo uccidere, non devo uccidere"

Mentre pensava a queste cose, una ragazza gli andò sbattere contro accidentalmente.

Stava per cadere per terra, ma Jungkook riuscì a prenderla prima che lei cadesse.

Guardandola negli occhi, si accorse che era una sua compagna di classe e un'idea gli balenò all'improvviso nella testa.

< Ti sei fatta male? > le chiese con il sorriso migliore che poté fare.

< Scusami ero perso nei miei pensieri e non ho guardato dove stavo andando > continuò lui.

La ragazza rimase per un attimo senza parole, troppo persa nello sguardo magnetico del moro, ma poi rendendosi conto che il ragazzo stava aspettando una risposta si sforzò di rispondere.

< S-si s-sto bene e s-sono io a dovermi scusare > rispose lei, balbettando.
Si rese conto di essere ancora tra le sue braccia e subito si staccò da lui imbarazzata.

< Mi potresti ricordare il tuo nome? > chiese lui.

< Kang Min-yon >

< Allora Min-yon accetteresti le mie più sentite scuse, se ti invitassi a pranzo con me? >

Se non fosse stato così bello la ragazza si sarebbe di certo irritata a sentire pronunciare il suo nome da uno sconosciuto, ma il nuovo ragazzo aveva già attirato l'attenzione di quasi tutte le ragazza della classe e si sentì quasi onorata di essere stata scelta.

"Povera ingenua bambina, non sa cosa gli aspetta" pensò Jungkook capendo cosa stava passando per la testa della ragazza in quel momento.

< Certo mi farebbe molto piacere > rispose lei al massimo della felicità.

Era ovvio che non avrebbe rifiutato.



 

La pioggia continuava a cadere.
Le nuvole avevano completamente oscurato la luna e l'unica cosa che si sentiva era un forte vento che infuriava feroce intorno alla natura circostante.

Un rumore, che grazie alla pioggia venne attuttito, echeggiò nella foresta.

Un corpo, appena prosciugato dall'ultima goccia di sangue, era stato gettato malamente a terra e abbandonato al suo destino.

Il brutto tempo era solo una fortuna, avrebbe cancellato completamente le sue tracce dal corpo e poi il sicario lo avrebbe lasciato, vicino alla strada, al limitare del bosco, affinché venisse trovato.

Infondo era questo il suo compito.

< Vedo che hai finito qua >

Una voce soave, quasi infantile risuonò dietro di lui.

Un sorriso spuntò naturale sulle sue labbra e, riconoscendo la voce, si girò contento di rivedere la persona che più amava al mondo.

< Sono stato bravo? > chiese felice l'assassino, aspettandosi una ricompensa.

< Il migliore, sapevo che potevo contare su di te >.

La figura appena comparsa gli accarezzò dolcemente i capelli.

Il sicario ci rimase un po' male, di certo non era la ricompensa che si era aspettato.

La persona davanti a lui capì subito i suoi pensieri e un ghigno maliziosi gli spuntò sul volto.

< Non ti preoccupare, quando avremmo finito avrai il resto >gli sussurò seducente all'orecchio, il ragazzo appena comparso.

"Ma il bacio lo voglio lo stesso" pensò testardo l'assassino, sporgendo le labbra.

L'altra persona rise al suo comportamento infantile e gli concesse un leggero bacio sulle labbra.

Indugiò un paio di minuti su di esse, poi quando sentì l'altro dischiuderle per approfondire il bacio, la persona misteriosa si allontanò di colpo e quasi rise di nuovo per la smorfia fatta dal ragazzo davanti a lui.

< Ti ho detto che otterrai tutta la tua ricompensa, una volta finito il lavoro, non essere impaziente >

Il sicario guardò il corpo che aveva precedentemente martoriato e poi riportò il suo sguardo sulla figura di fronte a lui.

< Va bene, chi è il prossimo? >

< Così mi piaci >

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Capitolo 10
*** La scoperta ***



LA SCOPERTA




 

Taehyung era stufo di questa situazione.

Era la prima volta in vita sua che stava antipatico a qualcuno, senza sapere neanche il motivo.

Aveva cercato di ignorare la situazione.

I giorni erano passati uguali l'uno all'altro, ma poi la situazione era peggiorata ulteriormente quando, pure Jimin, aveva iniziato a passare meno tempo con lui, per stare insieme a quell'essere.

Il suo migliore amico continuava a lodare le qualità di quello stupido.

Bravo nello studio, negli sport, a interagire con le persone.

Insomma per Jimin era la persona migliore del mondo.

Ma perché allora si comportava male sono con lui?

Cosa aveva fatto di sbagliato?

Quel giorno prese una decisione.

Avrebbe preso coraggio e gli avrebbe parlato, chiedendogli quale fosse il suo problema.

Quando Jungkook entrò in classe, Jimin lo salutò calorosamente e il moro rispose con un caldo sorriso, allora Taehyung decise di fare la stessa cosa per iniziare un ipotetica conversazione, ma quello che ottenne fu solo uno sguardo sorpreso e una scrollata di spalle e poi gli passò oltre, senza degnarlo di una seconda occhiata.

Taehyung non si sarebbe di certo scoraggiato per così poco, ormai era deciso ad avere dei chiarimenti e li avrebbe di certo ottenuti.

Quando la lezione iniziò, preparò un piano d'attacco infallibile.

Si era accorto che ogni volta che iniziava l'intervallo Jungkook spariva misteriosamente, fino all'inizio della lezione successiva e faceva così anche nell'ora di pranzo.

Un comportamento davvero insolito.

Ogni volta che lo vedeva in classe sembrava avesse mille amici. In poco tempo era riuscito ad ambientarsi davvero bene nella classe e conosceva più persone di Taehyung, che aveva frequentato quella scuola per tre anni.

Comunque non lo aveva mai visto tornare a casa con qualche amico o uscire fuori dall'edificio con qualcuno.
Non sembrava un po' solo?

Velocemente scacciò quel pensiero che gli era passato per la testa.

"Tutti vogliono stare con Jungkook o essere suoi amici" pensò ridendo per la sua stupidità.

Comunque sia voleva parlargli e capire perché quella volta sul ponte si era comportato così con lui.

< Potresti smetterla? >

Sentì una voce femminile che lo chiamava, Taehyung tornò alla realtà e si rese conto di star continuando a picchiettare la matita contro la superficie del banco in maniera ossessiva.

Metà dei suoi compagni di classe erano girati nella sua direzione, aspettando che la smettesse di infastidire la lezione.

Vide Jimin guardarlo divertito e poi voltò la testa in direzione di Jungkook che lo stava fissando intensamente con un espressione indecifrabile.

Taehyung provò a distogliere lo sguardo, ma per l'ennesima volta fu travolto da quegli occhi magnetici che avevano il potere ogni volta di stregarlo e fargli dimenticare quello che stava facendo.

Ad interrompere quel contatto appena creatosi, fu Jungkook che si voltò in direzione dell'insegnante, facendo finta che niente fosse successo.

Le guance di Taehyung si imporporarono di un leggero rosato, per la figuraccia appena commessa e per il fatto di essere stato incantato da quegli occhi.

Gli occhi di un ragazzo.

Di nuovo.

Fece finta di prendere appunti e mostrarsi interessato alla lezione, per nascondere il suo imbarazzo.

< Qualcosa ti preoccupa? >

La stessa voce di prima parlò ancora e il biondo si rese conto che provenisse dalla sua compagna di banco.

< No tranquilla, ero solo pensieroso > rispose lui, mentend.

Infondo mica doveva dire i fatti suoi a una sconosciuta.

< Eppure continuavi a fissare intensamente Jungkook. Molto probabilmente pure lui se n'è reso conto > rise lei allegra.

Lui spalancò gli occhi sconvolto, non si era minimamente accorto di fissarlo.

Ecco perché prima lo guardava.

"Che figura di merda" pensò lui schiaffeggiandosi mentalmente.

< Ah davvero, non me ne sono accorto, stavo guardando il vuoto > rispose lui, ridendo imbarazzato.

< Se lo dici tu > rispose lei sorridendo e riprendendo a seguire la lezione.

Taehyung la guardò per qualche secondo, aveva lunghi capelli castani, che le ricadevano lungo la schiena e occhi dello stesso colore. Non si era mai fermato a guardarla veramente, troppo arrabbiato per non avere più il suo migliore amico vicino, ma osservandola bene, la ragazza era davvero carina e si imbarazzò un po' al pensiero che lei possa aver frainteso la situazione.

Perché davvero, non c'era nulla da fraintendere.

La campanella che segnava l'ora di pranzo finalmente suonò e la maggior parte delle persone, comprese Jungkook, uscì di fretta dalla classe, per accapararsi per primi i cibi del baracchino della scuola.

Era la sua occasione.

Di fretta si alzò dalla sedia e si diresse fuori alla porta.

< Ehi Tae ti va di pranzare... >

< Mi spiace Jimin oggi ho da fare, per oggi pranza senza di me >

Non lo fece neanche finire di parlare che rapido uscì dalla classe.

Guardò per i corridoi, ma lo aveva perso di vista.

Tutta colpa di Jimin.

Deluso entrò in classe e si diresse a passo pensante verso il suo banco, pronto per mangiare da solo il suo pranzo fatto da casa.

Intanto di fianco a lui sentì la sua compagna di banco parlare con delle ragazze che facevano parte della loro classe e lui, dopo aver iniziato a consumare il suo pasto in silenzio, ascoltò la loro conversazione.

Di certo i discorsi tra ragazze non gli interessavano minimamente, anzi se doveva dirla tutta lo annoiavano terribilmente, ma in questo momento non aveva nulla da fare ed era troppo depresso per alzarsi e andare a cercare Jimin.

< Hai sentito di Kang Min-yon, pare che con il suo visetto carino e i suoi modi da falsa timida è riuscita ad ottenere il più figo della classe >

< No aspetta stai parlando di Jimin? E' già fidanzato? E io che speravo di avere un opportunità con lui, è troppo tenero > esclamò una.

< Ma no, sto parlando di Jungkook >

< Cosa? > le due ragazze urlarono in coro, dopo aver sentito la notizia.

Ci mancò poco che anche Taehyung urlasse dalla sorpresa.

"Allora è per questo che non lo vedevo mai con nessuno, ha già la ragazza" pensò il biondo.

Ora molti suo dubbi erano chiariti.

< Eh si, avete capito bene, da quello che ho sentito, sembra che passino tutti gli intervalli in una delle aule del terzo piano, quelle che di solito non usa mai nessuno > continuò la ragazza ottenendo tutta l'attenzione delle sue amiche.

"Trovato" pensò Taehyung vittorioso.

Si alzò all'improvviso, abbandonò il suo pranzo mezzo mangiato e si diresse al terzo piano.

Uno strano silenzio aleggiava in quell'ala della scuola, del tutto differente dal rumore degli studenti  e delle voci in generale, che animavano ogni corridoio o aula dell'istituto.

Arrivato all'ultimo gradino si bloccò di colpo.

Forse era stato un po' troppo frettoloso.

Non poteva di certo andargli a parlare in quel preciso momento, chissà cosa stava facendo con quella ragazza.

Stava per scendere le scale e tornare indietro, quando sentì un rumore provenire da una delle aule più lontane del piano.

Sapeva che non doveva andare, il rumore non dimostrava che erano loro?

Ma se invece fosse stato qualcun alto?

La curiosità di scoprire da cosa era derivato quel rumore era troppo forte da sopprimere, davvero.

Cercando di essere il più silenzioso possibile, si diresse verso l'ultima stanza e cauto aprì la porta.

Sbirciò all'interno della stanza e vide banchi e sedie sparse per il pavimento e capovolte.

Forse era stata una di esse a produrre quel rumore.

Voltando la testa dall'altra parte dellla stanza, vide in angolo la testa mora, ormai famigliare di Jungkook, che sovrastava completamente una figura minuta davanti a lui.

La scena gli sembrava proprio come aveva immaginato, ma quando Jungkook si girò e lo vide in faccia, notò che aveva uno strano liquido rosso che gli colava dal mento e un ghignò malizioso che si andava piano piano a formarsi sul suo viso, non appena si rese conto chi era la persona che gli aveva interrotti.

Taehyung era sconvolto, la scena gli sembrava così surreale che faceva fatica a credere ai proprio occhi.

Non capiva cosa stava succedendo o forse era il suo cervello che tentava disperatamente di cancellare quello che gli si presentava davanti.

Le ginocchia iniziarono a tremare e le gambe non ressero più il suo corpo, che lentamente si accasciò al suolo.

Non una parola fuoriusciva dalla sua bocca.

Quel giorno sul ponte, aveva avuto dannatamente ragione, quando aveva deciso di evitare questa persona, pensando che sarebbe potuta risultare pericolosa.

Lui però, aveva ignorato il suo istinto e si era ritrovato in questa orribile situazione.

"Sono un idiota" pensò senza mezzi termini e si maledì mentalmente, fino a che non sentì una voce che interruppe il suo flusso di pensieri.

< E così il piccolo Taetae mi ha scoperto > 


 

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Capitolo 11
*** Il vampiro dagli occhi color rubino ***



IL VAMPIRO DAGLI OCCHI COLOR RUBINO


 

< E così il piccolo Taetae mi ha  scoperto > sussurrò il moro, ghignando.

Il  vampiro guardò negli occhi la ragazza che aveva tra le braccia e poi, sorridendole, le disse che era ora di togliersi dai piedi.

< Ma come il mio oppa non ha più bisogno di me? >

A quel nome Jungkook si irritò abbastanza, ma non per questo abbandonò il suo finto sorriso.

< Hai indovinato piccola e adesso sparisci >

< Domani alla stessa ora? > chiese speranzosa la ragazza.

< Non lo so, credo di aver trovato un nuovo giocattolino, poi ti farò sapere, adesso dimentica quello che è successo qui e torna in classe >.

La ragazza fece quello che gli era stato detto, si sistemò meglio la camicia sulle spalle, allacciando i primi bottoni, coprendo così i numerosi morsi e lividi che si trovavano un po' sparsi dall'incavo del collo fino alla spalla e dopo aver messo anche la cravatta, rapida si diresse fuori dalla stanza e allegra ritornò dalle sue amiche.

In questo breve scambio di battute il biondo era ancora fermo sullo stipite della porta incapace di pronunciare alcuna parola, ancora troppo scioccato da quello che aveva visto.

Jungkook prese una sedia, buttata per terra e raddrizzandola si sedette sopra elegantemente.

< Allora cosa dovrei fare con te? Adesso hai scoperto il mio segreto, non posso di certo lasciarti andare in questo modo >

Il biondo finalmente si riprese dal suo momentaneo stato di shock e sconvolto iniziò a parlare.

< Cosa gli hai fatto? Il suo collo... Oddio era pieno di morsi e da uno stava uscendo pure del sangue. Sei per caso un maniaco, psicopatico e pluriomicida ? Oddio e io che pensavo che fossi solo uno stronzo >

Jungkook scoppiò a ridere a quelle parole, il ragazzo era così dannatamente lontano dalla verità.

< Sbagliato, provaci ancora >

"Si sta prendendo gioco di me" pensò sconvolto il biondo.

< Cosa gli hai fatto a quella povera ragazza, era così tranquilla, come se non gli fosse successo niente... Gli devi aver fatto sicuramente il lavaggio del cervello >

< All'incirca > dissi il moro.

Jungkook si stava divertendo davvero tanto a vedere come l'umano stesse cercando in tutti i modi di trovare una spiegazione razionale, ma davvero nulla di tutto ciò poteva essere spiegato razionalmente.

< Dai prova di nuovo, cosa potrei essere secondo te? >

< Non te l'ho già detto? >

< Va bene dai ti do un indizio... Amo il sangue umano >

< Oddio che schifo non sapevo che esistessero persone con questo tipo di fetish > esclamò Taehyung disgustato.

"Uff proviamo di nuovo" pensò Jungkook annoiato.

< Sono una leggenda >

< Lo sapevo già che avevi un ego smisurato, non c'era bisogno di ricordarmelo >

< Ma no idiota, intendo che per gli altri io non esisto >

< Ehi non mi offendere. E poi vuoi forse farmi credere che tutti quegli amici che ti sei fatto non ti considerano? Oh povero piccolo > lo scimmiottò Taehyung.

Jungkook ci aveva provato... Eccome se lo aveva fatto.

Ora sarebbe passato alle maniere forti.

< Ti avverto è inutile scappare, non arriveresti neanche alle scale >

Gli occhi cambiarono colore, da neri come la pece diventarono rossi come il sangue, i denti si allungarono e la sua espressione angelica si trasformò nella più mostruosa delle creature.

Taehyung spalancò gli occhi, cercò di trovare una spiegazione logica in quello che stava vedendo, ma non riuscì davvero a trovarla.

< Col cazzo che non me ne vado > mormorò il biondo prima di uscire rapido dalla classe.

Jungkook ritornò alla sua espressione normale e sbuffò pesantemente.

< È più stupido di quanto pensassi >

In meno di un secondo si ritrovò davanti a Taehyung, il quale, continuando a guardare indietro, non si accorse di dove stava andando e sbatté malamente contro moro.

Il biondo cadde per terra e terrorizzato alzò lo sguardo. I suoi occhi spaventati incontrarono quelli ridenti di Jungkook.

< Come hai fatto? > chiese Taehyung incredulo.

< Allora hai capito cosa sono? >

< N-non è possibile ... T-tu non sei reale >

< Mi dispiace, ma sono qui in carne ed ossa, forza dillo ad alta voce e se vuoi nel frattempo muori di paura > sogghignò il moro inchinandosi e mettendosi alla stessa altezza del biondo, ancora seduto sul freddo pavimento.

"Si sta fottutamente prendendo gioco di me" pensò Taehyung ormai infuriato.

Cercò di sopprimere la paura e poi guardando negli occhi il moro, lo sfidò con lo sguardo.

< Sei solo uno stupido e idiota... Vampiro > esclamò Taehyung riprendendo a parlare normalmente.

< Mi potrei quasi offendere, ma mi hanno detto di peggio > ghignò Jungkook.

In realtà Taehyung aveva qualche altro epiteto molto carino da offrire al moro, ma si morse la lingua a forza di farla sanguinare.
Era meglio non tirare troppo la corda.

< E adesso cosa vuoi fare? Mi vuoi forse uccidere? >

< Se ci tieni tanto a morire lo potrei pure fare, non saresti tanto né il primo né l'ultimo della mia lunga lista di vittime > disse annoiato il moro.

Ovvio che Taehyung non voleva morire, ma era stufo di comportarsi da ragazzina impaurita e di certo non gli avrebbe mai dato la soddisfazione di farsi vedere in ginocchio, per risparmiare la sua vita.

< Provaci solamente e mi metto a urlare così forte da farti scoprire >

< Fidati se io ti volessi morto, lo saresti prima ancora che tu possa aprire quella tua adorata boccuccia >

< Che ne dici se invece non mi dai un po' del tuo sangue? Dovresti pure sentirti onorato: te l'ho sto chiedendo gentilmente, accetta solo l'offerta > continuò Jungkook.

< Non ci penso neanche guarda che il sangue mi serve o mi uccidi o mi lasci andare. È quasi finita la pausa pranzo e ancora io non ho mangiato >

A quelle parole Jungkook rise spensieratamente e il biondo rimase sbigottito.

Per la prima volta vedeva una risata vera sul volto del moro, non il suo solito ghigno strafottente o il suo falso sorriso. Ne rimase incantato.

< Lo sai che sei proprio uno strano ragazzo? Avevo deciso dall'inizio di stare il più lontano possibile da te, ma sembra che tu non abbia intenzione di lasciarmi stare, mi segui dappertutto >

< Mi fai quasi passare per uno stalker non è colpa mia se tu sei ovunque >

< Allora spiegami cosa eri venuto a fare al terzo piano >

A quelle parole Taehyung cercò qualche scusa credibile, ma non trovandola si limitò a scrollare le spalle.

< Non credo siano affari che ti riguardano >

< No, adesso sono curioso dimmelo >

< Non ci penso neanche >

< Lo sai che posso obbligarti a farlo vero? >

< Provaci >

Lo stava sfidando.
Il biondo sapeva di stare giocando con il fuoco, ma proprio non ce la faceva a non dire tutto quello che gli passava per la testa.
Era una sua pessima abitudine.

Dall'altra parte Jungkook non avrebbe mai rifiutato una sfida.

< Taehyung >

Il biondo rimase sorpreso. Era la prima volta che Jungkook lo chiamava per nome e non poté fare altro che guardarlo negli occhi, i quali erano tornati neri come prima. Pensò quasi di aver sognato quel rosso fuoco che aveva visto prima.

< Ora dimmi perché sei venuto qui >

La voce di Jungkook era così soave e travolgente, i suoi occhi così ammalianti, che quasi lo spinsero a dire tutto quello che il vampiro voleva, ma si bloccò in tempo.

< No >

Per la prima volta fu Jungkook a spalancare gli occhi e rimanere senza parole.

Taehyung invece si sentì fiero di sé.

< Forse non mi hai guardato bene negli occhi ti ho detto di dirmelo >

< Ti ho visto benissimo Jungkook e ti ho detto di no > rispose il biondo testardo.

< Non è possibile > mormorò tra sé il moro.

Tutta l'allegria e spensieratezza che il vampiro aveva mostrato in precedenza, erano del tutto scomparsi, lasciando il posto solo ad una fredda e dura espressione.

Non prometteva nulla di buono a Taehyung.

< Ora voglio che tu ti dimentichi questa conversazione. Tu non mi hai mai visto con quella ragazza e non sei mai venuto qui > gli disse il vampiro serio.

Taehyung lo sapeva che sarebbe stato meglio obbedire e fare come gli era stato detto, davvero lo sapeva che la sua vita era in pericolo, ma il fatto di dargliela vinta così facilmente, avrebbe disintegrato il suo orgoglio e proprio non riuscì a trattenersi.

< Tsé come se potessi dimenticare quello che hai fatto bastardo >

Fu solo un sussurrò, ma ciò bastò a mettere Jungkook in completo allarme e a confermare i suoi sospetti.

< Perché la compulsione non funziona con te? >

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Capitolo 12
*** La casa dei vampiri ***



LA CASA DEI VAMPIRI




< Perché la compulsione non funziona con te? >

 

< La cosa? >  chiese confuso Taehyung.

Jungkook lo ignorò volutamente e iniziò a camminare avanti e indietro, pensando a cosa potesse essere andato storto.

< Come hai fatto? >

< Fatto cosa? > chiese il biondo confuso.

In più di cinquecento anni di vita non gli era mai successo di fallire, mai.

E ora si ritrovava davanti uno stupido umano, che non si rendeva neanche conto di quello che aveva combinato.

< Devo ucciderlo non posso fare altro, questo cambia tutto > borbottò fra sé il vampiro.

Taehyung sentendo quella frase scattò subito in piedi spaventato, ma poi cercò di farsi coraggio.

< P-provaci solamente. Guarda che ho fatto qualche anno di Taekwondo, non ti conviene s-sfidarmi > si mise in posizione di combattimento.

< Oh mai stai un po' zitto tu, non vedi che sto pensando? > esclamò infuriato Jungkook.

< Cazzo non posso farlo, l'ho promesso a Jin di non uccidere nessuno di questa cittadina, non posso rompere la parola data >

< Senti tu sei proprio di questo posto? Non è che ti sei trasferito da poco o cose del genere? > chiese speranzoso il moro.

< No, sono nato e cresciuto qua > disse il biondo sincero.

< Cazzo, allora non c'è altra soluzione che portati da loro > esclamò risoluto il moro.

< L-loro chi? >

< Semplice i miei fratelli e insieme decideremo cosa fare di te, stupido umano >.

Il ragazzo si sentì offeso dal suo commento, però fece finta di non averlo sentito.

< Anche loro sono come te? >

< Dici vampiri? Certo che lo sono >

< Tu non mi porti proprio da nessuna parte, io con te non vengo e le lezioni non sono neanche finite >

< E' vero, non avevo pensato al fatto che loro sono a lezione in questo momento... Va beh, gli aspetteremo a casa, seguimi >

< No >

Taehyung si sedette per terra e si rifiutò di muoversi.

Per quanto il comportamento del biondo possa sembrare infantile, da recenti esperienze si era reso conto che non poteva battere in velocità quel mostro, quindi quello gli sembrò il modo migliore per contrastarlo.

< Anche se non posso ucciderti, lo sai che non ci metterei due secondi a romperti qualche osso delle gambe o braccia, vero? >

< Fallo pure così non potrei muovermi definitivamente > rispose a tono il biondo.

Il moro sbuffò pesantemente e si avvicinò a Taehyung.
Lui cercò di mettere più distanza da sé e il vampiro, ma ad un certo punto un muro gli bloccò il cammino.

"Eh certo, figurati se non dovesse spuntare un muro a caso nei momenti peggiori" pensò lui maledicendosi per la sua immensa sfortuna.

Jungkook era a pochissimi passi da lui, Taehyung strinse gli occhi, pronto a sopportare il dolore che a momenti avrebbe provato. Sorprendentemente, però, esso non arrivò, ma al contrario si sentì prendere per i fianchi ed essere alzato come se fosse una piuma.

Spalancò gli occhi e vide che era a qualche centimetro da terra.

< Ma cosa? >

Il moro lo ignorò e lo buttò sulle sue spalle come un sacco di patate.

< Cosa fai idiota, mettimi subito giù > cercò di scalciare e urlare, ma l'unica cosa che ricevette in cambio fu un forte schiaffo sul sedere.

Lui si zittì subito.
"No, non può averlo veramente fatto".

< Se ti stai chiedendo se l'ho fatto veramente, allora la mia risposta è si, e se non stai fermo e zitto, ti prometto che non sarà l'unica cosa che colpirò, sono stato abbastanza chiaro? > sbottò Jungkook ormai stanco e stufo di quella situazione.

< Ti odio > mormorò in un sussurro appena percettibile il biondo, ma di certo non sfuggì al moro, che aveva un udito sovrumano.

< Non mi sono spiegato? >

Taehyung spalancò gli occhi, stupito di essere stato sentito e poi sbuffò rumorosamente, ma si vide bene di pronunciare ancora una sola parola.




 

Quando Yoongi uscì dalla scuola era stanco e affamato.

Per giorni non era riuscito a trovare il suo adorabile giocattolino e Hoseok non aveva fatto altro che parlare a macchinetta, senza mollarlo un secondo.

La sua pazienza era stata messa a dura prova in tutti i modi possibili e se non avesse fatto quella stupida promessa a Jin, il ragazzo con i capelli rossi si sarebbe ritrovato morto e sepolto, già da molto tempo.

Non si sa come, ma Hoseok lo aveva preso in simpatia. Proprio oggi il rosso lo aveva definito un tipo socievole e con cui era facile instaurare una conversazione.

Se per conversazione intendeva lui che faceva finta di ascoltarlo, mentre l'altro diceva tutto quello che gli passava per la testa, allora sì, era facile parlare con lui.

"Datemi del sangue ora" pensò irritato.

La cosa ironica era che la scuola era uno dei posti in cui il cibo non mancava di certo, ma non voleva destare sospetti, nutrendosi di giovani e ingenue studentesse, almeno non per il momento.

Quando alzò lo sguardo, vide da lontano una testa color dell'arancio dirigersi verso il cancello.

"Spunta sempre nei momenti migliori" pensò sorridendo tra sé e rapido si diresse verso di lui.
Lo stava quasi per raggiungere, quando una mano lo agguantò per il colletto e lo fece girare di colpo.

Improvvisamente si trovò di fronte Jin che aveva una faccia molto preoccupata.

< Jin ora non è il momento per le tue sfuriate, ho un pranzo che mi aspetta >

< Il tuo pranzo dovrà aspettare, perché ora abbiamo problemi più gravi  >

< Cosa c'è di più importante del mio adorato pranzo? > chiese sconvolto Yoongi.

< Jungkook mi ha appena chiamato tutto trafelato, dicendo che avevamo un problema >

< Spero per lui che sia veramente importante, perché se no è la volta buona che lo uccida sul serio > dicendo questo seguì il più grande senza protestare e si diressero verso la loro casa.



 

Quando Yoongi entrò nell'abitazione, sentì un odore che non riuscì a riconoscere.

Arrivato in salotto, vide un umano che occupava il suo adorato divano vicino a Jungkook, che lo teneva per un polso.

< Allora qual è questo grosso problema? > chiese Yoongi scocciato.

< Lui > rispose semplicemente il moro, indicando il misterioso ragazzo che lo guardava infuriato.

Il vampiro dai capelli argentati ora n'era completamente sicuro.

Avrebbe ucciso veramente e con tanta sofferenza Jeon Jungkook.




 

Taehyung era arrabbiato.

Che dire furioso.

Era stato preso con la forza e portato in una casa che non conosceva, dall'altra parte della città.

Tutto il tragitto lo aveva fatto sulla spalla di Jungkook e in pochi secondi si era ritrovato davanti a un edificio.

Era stato tutto così veloce, che il biondo non si era  nemmeno accorto di essersi allontanato da scuola.

Come avevano fatto ad essere così veloci?

Mille domande frullavano per la testa di Taehyung, ma di certo non avrebbe proferito parola, non dopo la minaccia precedente.

< Eccoci qui, questa è casa mia > sentì dire da Jungkook.

Il biondo ammise a sé stesso che non si aspettava che dei vampiri vivessero in una casa così normale.

Si era aspettato posti come cimiteri o case in mezzo al bosco completamente isolate dalla società.

Invece si trovava in una normalissima villetta a schiera, molto simile alla sua, con un giardino e dei vicini. Un vecchietto aveva addirittura salutato Jungkook quando lui si era fermato davanti al vialetto per prendere le chiavi e aprire la porta di casa.

L'anziano non aveva fatto commenti vedendo un ragazzo sconosciuto sulle spalle del moro.

< Se te lo stai chiedendo abbiamo manipolato tutto il vicinato, dicendogli di ignorare tutto ciò che a loro potrebbe risultare strano dal nostro comportamento >

Taehyung ancora non aveva capito bene come la cosa fosse possibile, ma di certo quello non era il problema principale in questo momento.

Quando entrarono in casa la presa del moro era ancora salda sui suoi fianchi ed essa non permetteva a taehyung il minimo movimento. Senza il minimo sforzo, era stato portato in salotto e con ben poca delicatezza era stato scaraventato sul divano e per le ore successive aveva dovuto aspettare l'arrivo dei suoi cosiddetti fratelli.

Aveva provato a scappare diverse volte e come risultato si era ritrovato la presa ferrea di Jungkook attorno al suo esile polso, impedendogli qualsiasi movimento, mentre lui guardava tranquillamente la televisione.

Quando ormai non aveva più le forze né la voglia di combattere contro una persona che non faceva neanche uno sforzo per trattenerlo, si lasciò scivolare sul divano, mettendo il broncio come un bambino.

Si guardò intorno e pensò che, se l'esterno della casa potesse sembrare uguale a tutte le altre, l'interno era tutta un'altra faccenda.

I mobili della casa sembravano molto antichi, come se fossero stati comprati in un'altra epoca.
Su una parete vide un armadio di legno scuro con degli intarsi di color dorato nelle rifiniture di legno color ebano, di fianco un piccolo tavolino di vetro ( o era cristallo?) con sopra bottiglie di liquori e alcolici di vario genere. Taehyung non è mai stato un amante del alcool, anche perché non aveva neanche l'età per bere, ma comunque non ci voleva un esperto per capire quanto quelle bottiglie fossero pregiate.

"Ma quanto sono ricchi questi qua?" si chiese il ragazzo con un pizzico di invidia.

Poi il suo sguardo si posò su una piccola scultura di marmo che si trovava in un angolo, nel lato opposto della stanza.

"Esistono ancora persone ai giorni nostri che collezionano statue?" si chiese ancora taehyung.

Poi passò ai quadri, ogni parete era adornata da uno di loro e il biondo passò il tempo ha studiare quelle opere d'arte che solo i pittori più esperti avrebbero potuto riprodurli così magistralmente. Avrebbe desiderato tanto essere almeno la metà bravo come quegli artisti, infondo lui amava disegnare.

Il tempo passò lentamente, Jungkook non emise una sola parola, troppo impegnato a guardare la televisione, mentre Taehyung intanto era annoiato, ma all'improvviso sentì la porta d'ingresso aprirsi e rapido scattò sugli attenti.

Di certo non moriva dalla voglia di conoscere altri vampiri.

La prima persona che entrò lasciò il biondo molto sorpreso.
Era un ragazzo, probabilmente della loro età, con folti capelli chiari e occhi di un nero intenso, non era per niente alto, ma lo sguardo che lanciò a Jungkook fece comunque salire i brividi all'umano.

Il nuovo arrivato chiese quale fosse il problema e Jungkook indicò il biondo come tale.

"Che diavolo avevo fatto di male?" pensò Taehyung guardando male la figura vicino a lui.
Vide il ragazzo sconosciuto avvicinarsi con uno sguardo spaventoso, sembrava pronto ad uccidere qualcuno, ma una persona dietro di lui lo fermò in tempo, prendendolo per il colletto.

< Lasciami andare devo uccidere Jungkook >

< Tu non ucciderai nessuno, adesso ti siedi e tranquillo aspetti che lui ci dia una spiegazione >

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Capitolo 13
*** L'accordo ***



L'ACCORDO


 

< Lasciami andare, devo uccidere Jungkook >

< Tu non ucciderai nessuno, adesso ti siedi e tranquillo aspetti che lui ci dia una spiegazione >

 

La figura appena comparsa sconvolse ancora di più Taehyung, che di scatto si alzò dal divano.

< Signor Kim? Il mio nuovo professore di inglese è un vampiro? >

Jungkook lo tirò all'indietro, facendolo cadere di nuovo sul divano.

< E che cavolo mi vuoi mollare? Non scapperò più, però lasciami il polso > sbottò ormai stufo di questa situazione.

Jungkook fece come se non lo avesse sentito. Spense la televisione e si rivolse ai nuovi venuti.

< In poche parole lui sa di me, beh ora anche di voi, la compulsione non funziona ed è uno degli umani più stupidi che io abbia mai conosciuto > concluse il moro.

< È possibile che non sai neanche manipolare una mente alla tua età? > chiese Yoongi scocciato.

< Avanti vediamo il grande (piccolo) esperto > esclamò Jungkook ridendo da solo per la sua battuta.

< Un giorno di questi ti troverai un paletto di legno conficcato nel cuore con un biglietto di fianco con scritto "con affetto dal tuo amato Yoongi" > esclamò il ragazzo dai capelli color dell'argento.

< Lo preferirei senza bigliettino grazie > 

Yoongi alzò gli occhi al cielo e in meno di un battito di ciglia si ritrovò di fronte all'umano, che trattenne un esclamazione di sorpresa.

< Ora ucciditi > gli sussurrò Yoongi guardandolo fisso negli occhi.

< Yoongi sei un coglione, è pure un mio alunno >

Jin spinse malamente Yoongi da una parte e guardò fisso negli occhi Taehyung.

< Kim Taehyung non farlo >

< Ma mi avete preso per un idiota? Perché mai mi dovrei uccidere solo perché me l'ha detto uno sconosciuto? > chiese il biondo.

< Visto ve l'avevo detto > cantilenò Jungkook come un bambino.

< Certo che non ha funzionato, Jin si è messo in mezzo > sbuffò Yoongi.

< Ma non dici sempre che Jin è troppo debole per spezzare la tua compulsione? > ribatté Jungkook.

< Non mi sono nutrito da un po', è solo per questo che Jin ce l'ha fatta > 

< Potrei sentirmi vagamente offeso lo sai? > chiese Jin retorico.

< Tu smettila di mangiare solo conigli e magari raggiungerai quasi il mio livello > ribatté Yoongi annoiato.

In tutto questo il biondo li guardava, non capendo neanche la metà dei loro discorsi.

" Dove sono finito?" pensò lui sconvolto.

< Stai inventando tutte queste scuse solo perché non vuoi ammettere di aver avuto torto > Jungkook si intromise nella conversazione.

Yoongi sbuffò annoiato e guardò di nuovo l'umano negli occhi.

< Ho fame, offrimi spontaneamente il tuo polso >

Taehyung a quelle parole portò i suoi due polsi al petto e gli strinse a sé.

< Come ho già detto a tuo fratello il mio sangue non lo do a nessuno, spiacente ma mi serve > ribatté il biondo.

< Ok basta sono stanco, uccidiamolo e facciamola finita >

< È quello che ho pensato subito anche io > si unì Jungkook.

< Ma cosa c'è dentro a quelle teste vuote? Non mi avevate promesso che non avreste ucciso nessuno in questa città? > esclamò Jin infuriato.

< Jin lui sa di noi, non possiamo lasciarlo andare così facilmente > disse con tutta calma Yoongi.

< Lo so, ma c'è già stato un omicidio pochi giorni fa e far sparire un ragazzino non è il modo migliore per non farsi notare > fece notare Jin.

< E se lasciassimo un bigliettino a casa sua, dicendo che è scappato di casa e che non ha intenzione di tornare? > chiese Yoongi.

"Incredibile stanno parlando della mia morte, come se fosse la cosa più normale del mondo, sono cosi scioccato che non ho neanche più la forza di spaventarmi" pensò il biondo incredulo.

< Impossibile lui adora sua madre e senza di lui, lei rimarrebbe sola, non la lascerebbe mai con un bigliettino > disse Jungkook pensieroso.

Taehyung lo guardò sorpreso.

Come faceva a sapere quelle cose?

Yoongi espresse i pensieri di Taehyung ad alta voce.

< E tu come diavolo fai a saperlo? >

Per un momento il moro sembrò in difficoltà, ma poi rispose:< Siamo nella stessa classe e molto spesso il suo migliore amico non fa che parlarmi di lui >.

"Jimin per una volta il tuo parlare continuamente della vita privata altrui, si è rivelato utile" pensò sollevato Taehyung.

< Allora uccidiamo anche lei > esclamò ad un certo punto Yoongi.

< Eh no aspettate, finché parlavate della mia morte era un conto ma non mettete in mezzo mia madre, lei non c'entra niente. Io manterrò il vostro segreto e voi non farete niente di male né a me né a mia madre, non vi sembra equa come cosa? > esclamò all'improvviso Taehyung.

Tutti e tre le figure si voltarono verso di lui, che fino ad adesso non aveva parlato e lo guadarono senza proferir parola.

< Io sono d'accordo > disse Jin felice di aver trovato una soluzione, senza inutili spargimenti di sangue.

< Che lui viva o muoia per me è indifferente > affermò Jungkook, buttandosi di nuovo sul divano.

"Beh dai almeno non mi vuole morto, è sicuramente un passo avanti" pensò Taehyung sospirando.

< Non ti credo, ragazzi ci sta mentendo non dovremmo fidarci di lui così facilmente > disse Yoongi.

< Cosa ci guadagno a mentire? > esclamò esasperato Taehyung.

< Semplice, noi ti lasciamo andare e tu andrai in giro a parlare, siete tutti uguali voi umani, non fate altro che mentire >

< Non dovresti classificare in maniera indiscriminata gli umani come malvagi, solo perché sembra che in passato ti sia successo qualcosa, che ti ha portato ad odiare l'umanità intera > ribatté subito Taehyung.

Yoongi rimase per un attimo sorpreso.

"Come aveva fatto quell'umano a comprenderlo così bene, in cinque minuti che si erano conosciuti?"

Rapido portò una mano al collo del biondo e strinse forte, bloccandogli il respiro.

< Cos'è la verità fa male? > chiese Taehyung respirando pesantemente.

Yoongi strinse ancora di più, ignorando i richiami di Jin che lo pregavano di lasciarlo andare.

Il respiro di Taehyung divenne sempre più frammentario, la vista cominciava ad offuscarsi e i rumori attorno a lui divennero sempre più ovatti.

All'improvviso Yoongi non avvertì più la presa sull'umano e si sentì scaraventare a qualche metro di distanza contro una parete della stanza.

All'impatto il muro si crepò un po' e i quadri sopra di esso oscillarono pericolosamente, ma questo ora poco importava.

Quando aprì gli occhi vide la figura di Jungkook che copriva completamente la visuale dell'umano e che lo guardava con uno sguardo carico di rabbia feroce.

Era già capitato più volte che si picchiassero selvaggiamente, ma non era mai successo per proteggere uno stupido e inutile umano.

Dalla sorpresa Yoongi non riusci a formulare neanche una frase di senso compiuto.

< Ora smettila di fare il coglione Yoongi. Non è con Taehyung che te la devi prendere, lui non c'entra niente con quella storia >

< Ti stai mettendo contro di me solo per difendere uno stupido umano? Cos'è lui per te Jungkook? > chiese Yoongi, rimettendosi in piedi e raddrizzando le dita della mano. Le ossa si erano fratturate durante la caduta, ma erano già ritornate come nuove.

< Non mi sto mettendo contro di te, sto solo dicendo di non comportati da coglione e lui non è assolutamente nessuno per me >

Taehyung non seppe il motivo, ma sentendo quelle parole, una piccolissima fitta lo colpì al cuore. Velocemente ignorò quel fastidio e si focalizzò su quello che era appena successo.

"Jungkook mi ha protetto?" si chiese sconvolto.

< Allora sentiamo paladino della giustizia cosa hai intenzione di fare? Lasciarlo andare in giro come se niente fosse? > chiese sarcastico Yoongi.

< Ovviamente no, starà per un po' di tempo con noi, finché non ci saremmo assicurati della sincerità delle sue parole, poi decideremo cosa fare >

< Eh sentiamo chi si prenderà la briga di tenerlo sotto controllo? >

< Ovviamente io > esclamò sicuro Jungkook.

< Ovviamente - disse ironico Yoongi - buona fortuna allora >

E dicendo questo uscì di casa non prima di aver sbattuto la porta, facendo tremare i cardini che la tenevano in piedi.
 


 

 

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Capitolo 14
*** Carino?! ***


 

CARINO?!





< Non dovresti preoccuparti di Yoongi, lui si comporta sempre così con gli estranei > dichiarò Jin, mentre era intento ai fornelli.

Dietro di lui era seduto Taehyung su una sedia, posizionata vicino al tavolo della cucina.
Si guardò intorno spaesato, chiedendosi cosa stesse facendo il maggiore.

< Ah scusa non te l'ho chiesto, per caso ti piace la cucina francese? Sai, non sono abituato a quella coreana e non potendola assaggiare, non saprei neanche se quello che sto cucinando sia commestibile o meno > continuò Jin ridendo.

Taehyung non sapeva come comportarsi, in un solo giorno aveva scoperto che il suo odioso compagno di classe altro non era che un vampiro succhia sangue, così pure il suo nuovo professore d'inglese e in più aveva rischiato di morire per ben due volte.

Senza contare che adesso si trovava in una casa piena di vampiri, che avrebbero potuto nutrirsi di lui in qualsiasi momento.

Sì, proprio una situazione di merda.

Nel frattempo, si rese conto che Jin stava aspettando una risposta. In imbarazzo, affermò che qualsiasi cosa andava bene e che non c'era bisogno di disturbarsi.

< Stai scherzando? E' da tantissimo tempo che non cucino per qualcuno e aggiungendo il fatto che non posso mangiare quello che preparo, è davvero inutile farlo in primo luogo >

< E' la seconda volta che lo ripeti, non potete mangiare proprio niente? > chiese intimidito Taehyung.

Infondo stava pur sempre parlando con un vampiro, la paura di essere ucciso non riusciva proprio a scrollarsela dalle spalle.

< Tranquillo, non essere timido, non ti mangio mica > Jin rise per la sua battuta.

Il biondo cercò di rispondere, ma gli uscì solo una risata forzata.

< No, sono serio. Come posso spiegarlo, diciamo che sono vegetariano... Mi nutro solo di animali, quindi stai pure tranquillo.  Per risponderti alla domanda di prima... non è che non possiamo mangiare cibo umano, ma ha davvero un sapore disgustoso, come se un umano mangiasse spazzatura. Non so se riesco a farmi capire >

A quelle parole Taehyung strabuzzò gli occhi.

< Anche i vampiri sono vegetariani? Quindi non dovete per forza uccidere le persone per nutrirvi? >

< Certo che no, solo che il sangue degli animali non è minimamente paragonabile a quello degli umani e il fatto che poi ti renda molto più debole, non lo fa prediligere tra i vampiri >

< Quindi, oltre il sangue, non vi piace proprio niente? Neanche la pizza, gli hamburger, le patatine... >

E la lista di Taehyung sarebbe stata ancora moto lunga, se il castano non lo avesse interrotto.

< No, mi dispiace deluderti, ma niente di tutto questo mi ispira. Però se ti può confortare amiamo il caffè, quello sopprime almeno un po' la nostra fame >

Taehyung aveva intenzione di chiedergli ancora molte cose, ma Jin riferì che la cena era pronta.

< Scusami per ora ti ho preparato una cena molto semplice, sono un po' arrugginito, ma vedrai che col tempo migliorerò >.

Taehyung guardò i piatti davanti a sé, sembravano tutte pietanze squisite, ma l'appetito che prima aveva, era magicamente scomparso.

< Per quanto tempo dovrò stare qua? > chiese lui tristemente.

< Non lo so, se fosse per me ti avrei lasciato andare subito, ma quando quei due si mettono in testa qualcosa è difficile far cambiare loro idea > esclamò Jin dispiaciuto.

< Però devo ammettere che prima sei stato davvero coraggioso a tenere testa a Yoongi. Non lo vedevo così incazzato dagli anni trenta, quando un ragazzo ubriaco lo aveva scambiato per una ragazza a causa della sua altezza... E' meglio che tu non sappia che fine ha fatto quel povero umano > disse Jin cercando di tirare su il morale il biondo.

< Lo hanno scambiato davvero per una donna? > chiese Taehyung ridacchiando.

< Si, però non dire che te l'ho detto, mi impalerebbe > rise di cuore il castano.

< Detto cosa? >

Una voce nuova entrò nella cucina facendo voltare i due che stavano parlando.

< Jungkook? > esclamò Tahyung strozzandosi con un pezzo di cibo, che aveva iniziato a mangiare.

< Non hai ancora finito? Sbrigati che ti devo mostrare la stanza in cui starai. Sei fortunato che questa casa non sia così antica da possedere delle celle sotteranee, se no saresti finito lì > affermò Jungkook impassibile.

< E Jin non c'era bisogno di essere così amichevole, un tozzo di pane e dell'acqua sarebbero stati più che sufficienti a sfamarlo >

< Senti, tu penserai anche a tutto il resto, ma lascia che almeno con il cibo ci penso io, d'accordo? > esclamò Jin irritato dal comportamento menefreghista del moro.

< Grazie per la cena Jin-hyung il cibo era squisito > disse Taehyung alzandosi dalla sedia e raggiungendo Jungkook.

Se fosse stato per lui, lo avrebbe fatto aspettare ancora per lungo tempo, ma non voleva che il moro se la prendesse con l'unica persona che si era comportata gentilmente nei suoi confronti.

Jungkook lo condusse ad una rampa di scale che portava a un lungo corridoio, pieno di porte.

< Questa è quella di Jin, questa quella di Yoongi, non credo ci sia neanche bisogno di dirti che non ti è permesso entrare se non vuoi morire definitivamente, questa è la mia, stesso discorso e infine ecco la tua >

Taehyung era ancora intimidito da Jungkook, ma nonostante le sue aspettative, lui si stava comportando come il solito idiota qual era, niente di più e niente di meno.

Quando aprì la camera, si aspettò una stanza del tutto sobria, invece la sorpresa lo spiazzò piacevolmente.

Era tutta sui colori del rosso.

Tende, tappeto, lenzuolo, c'era pure un letto a baldacchino in mezzo alla camera che occupava metà stanza.

< Si, siamo persone all'antica, ci piace avere molti confort, le stanze le ha volute arredare Jin >

< Perché tutto questo rosso? >

< Si abbina perfettamente al tuo sangue, non trovi? E ora sbrigati ed entra. I tuoi vestiti sono già nell'armadio e fammi aggiungere che hai un pessimo senso dello stile >

< Detto da uno che si veste sempre e solo di nero > borbottò Taehyung offeso, rendendosi conto solo in un secondo momento del fatto che Jungkook fosse entrato in casa sua, più precisamente nella sua stanza.

"Come diavolo fa a sapere dove abito?" si chiese sconvolto.

< Ma io sto bene, indipendentemente da quello che indosso e il nero mi dona non trovi? > Jungkook fece un occhiolino al biondo e l'altro non poté fare altro che alzare gli occhi al cielo.

"Sono sempre più convinto che questo ragazzo soffra di una doppia personalità, prima parlava della mia presenza come se fossi un oggetto fastidioso da mettere da qualche parte e ora ride e scherza con me tranquillamente come se niente fosse?" pensò Taehyung sempre più confuso dalla situazione.

Poi all'improvviso un pensiero lo colpì in pieno.

"Ti prego dimmi che non ha visto il suo ritratto nella cartella, ti prego se esiste un dio là sopra ti prego con tutto me stesso" pensò Taehyung disperato.

< Ehm i miei libri e la mia... cartella che mi hai fatto abbandonare a scuola? >

< Pensi davvero che ti lasceremo andare a scuola tranquillamente? Non  hai bisogno di quelli >

< Stai scherzando spero? Non pensi che le persone potrebbero sospettare qualcosa del fatto che io non vada a scuola e che per di più non stia a casa mia e... oddio mia madre! Lei tornerà dal lavoro a momenti e se non mi trova a casa si preoccuperà a morte, come ho fatto a dimenticarmi di lei... >

Taehyung continuò a disperarsi ancora per un po'. Era una scena abbastanza divertente per Jungkook, che prima di parlare lo lasciò lamentarsi per qualche minuto.

< Senti dovresti darti una calmata, ho già parlato io con tua madre >

< Tu cosa hai fatto? Ti prego non dirmi che l'hai soggiogata o peggio ancora morsa o ferita... >

< Quanto sei melodrammatico, non ho fatto niente di tutto questo, sono solo andato da lei e le ho detto che a causa di un progetto scolastico tu saresti stato in casa mia per un po' di tempo... è stata lei a preparare i tuoi vestiti e tutto l'occorrente >

< E lei ti ha creduto? > chiese Taehyung sconvolto.

Non si ricordava che sua mamma fosse diventata così ingenua.

< E' bastato semplicemente il mio fascino, un sorriso e lei mi ha detto di prendersi cura di te e di scusarti se saresti stato troppo irritante o fastidioso >

"Perché mi sono ritrovato una madre del genere?" pensò sconsolato il biondo.

Intanto Jungkook decise che era tempo di andarsene e che aveva già perso troppo tempo con l'umano, così si voltò, ma una mano gli bloccò un polso.

< Devo ripeterti il discorso del contatto fisico o robe del genere? > esclamò il moro guardandolo fisso negli occhi.

Il biondo ritirò subito la mano e mentalmente maledì il moro.

"Certo lui mi prende e mi porta dove vuole e io non posso neanche sfiorarlo, che mi fulmina con lo sguardo"

Mandò giù l'orgoglio che gli voleva impedire di pronunciare quelle parole e guardandolo direttamente negli occhi sussurrò:< Senti... volevo solo dirti grazie >

Il moro lo guardò sorpreso, non capendo a cosa si riferiva.

< Sì, sai potevo rimanerci secco prima con Yoongi, ma tu mi hai salvato e so già che dirai che non lo hai fatto per me o merdate simili, però, per qualsiasi motivo tu l'abbia fatto, grazie >

Taehyung finì il suo monologo, spostando gli occhi da un'altra parte.

Era davvero difficile guardare quelle iridi color della pece per più di qualche secondo.

< Aww, sembri quasi carino, quando distogli lo sguardo in imbarazzo... Comunque non avevo nessuna intenzione di giustificarmi, il motivo per cui l'ho fatto? Mmh, non è qualcosa che ti debba interessare, addio >

Dopo aver detto questo sparì dalla vista del biondo a una velocità sovrumana.

Taehyung rimase lì per qualche secondo sconvolto.

Lui si era abbassato a ringraziarlo e lui non aveva fatto altro che prenderlo in giro?

Quale insulto peggiore c'era di chiamare un ragazzo carino?!

Non avrebbe mai più detto grazie a quel vampiro, pensò prima di entrare nella sua stanza e sbattere forte la porta.





 

"Allora Jungkook cos'è che avevi detto? Che non lo avresti più avvicinato, oh ma guarda ora abita pure alla porta accanto"

Mentalmente il moro si diede dell'idiota, mentre usciva da quella casa.

In quelle poche ore, che quell'umano gli era stato accanto, aveva dovuto fare ammenda a tutto il suo autocontrollo per non saltargli addosso e assaggiare quel sangue...

Al solo pensiero i canini, fuoriuscirono senza controllo e i suoi occhi iniziarono a prendere un sfumatura più scarlatta.

Doveva nutrirsi e subito.

In quell'esatto momento, per fortuna, vide passare di fianco a lui una ragazza.

Certo non era il massimo, ma Jungkook in quel momento non poteva permettersi di fare lo schizzinoso.

Con l'ultimo briciolo di autocontrollo rimasto fece dei grandi sospiri e finalmente il suo volto tornò a riavere il suo fascino naturale.

< Ehi ciao, mi sono perso mi sapresti indicare la via per il bar più vicino? >

La ragazza si bloccò di colpo e poi squadrando Jungkook da capo a piedi fece uno dei suoi sorrisi migliori.

< Certo, vieni che ti mostro la via >

Per quanto quella frase fosse usata e riutilizzata, grazie al suo aspetto e la sua natura da vampiro, avrebbe sempre funzionato.

Jungkook pensò questo sorridendo, mentre seguiva la ragazza, ignara di quello che a breve le sarebbe capitato.

Cena trovata.

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Capitolo 15
*** Kumiho ***


KUMIHO

 

Il sole era così accecante che per un momento Taehyung dovette chiudere gli occhi per la troppa luce.

Si trovava in mezzo a un enorme radura, piena di fiori appena sbocciati, che confondevano con i loro profumi più svariati.

Di fronte a lui c'era una piccola cascata naturale che precipitava in un piccolo laghetto. Esso rifletteva sulle sue acque le fronde degli alberi, che nemmeno un alito di vento muoveva in quel momento.

Taehyung si guardò intorno, tra le mani aveva un mazzo di fiori che raccoglieva felicemente.
O almeno questi erano i sentimenti della ragazza.

Sì, si era ritrovato ancora nel corpo di quella misteriosa persona, ormai stava diventando una cosa così comune che non se ne stupiva neanche più.

"Sono sicura che il mio fratellino apprezzerà moltissimo questi fiori" pensò lei tutta felice.

Taehyung non sapeva come comportarsi, non essendo padrone né del corpo né della mente di quella ragazza, poteva solo stare zitto e osservare quello che sarebbe successo da lì a pochi minuti.

Improvvisamente il ragazzo ebbe una strana sensazione, come se in quello spazio di prato ci fosse qualcun altro oltre a loro, che nell'ombra li stesse spiando, pronto per attaccare.

"Stai attenta" provò ad urlare lui, ma ovviamente non poté farlo.

"E così persino tu ti sei reso conto della situazione in cui ci troviamo".

Se Taehyung avesse potuto spalancare gli occhi, l'avrebbe di certo fatto.

Per la prima volta la ragazza misteriosa gli aveva risposto.

"Ora stai attento a quello che succederà e da qui in avanti cerca di non dimenticare nulla di quello che vedrai" pensò ancora lei, avvertendolo.

Dire che lui era confuso era un eufemismo.

Quello era il suo sogno, ma allora perché sembrava che lui non ne avesse il minimo controllo?

Aveva mille domande in testa e provò a porgergliene alcune alla ragazza, ma lei lo ignorò completamente.

"Sta arrivando"

Taehyung sentì pronunciare solo questo dalla ragazza, quando avvertì una presenza malvagia a pochi passi da loro.

< Cosa desideri? > chiese ad alta voce la ragazza, senza girarsi a guardare la figura appena comparsa.

< E così sei riuscita a percepire la mia presenza. Devi essere una sacerdotessa molto forte, sei la prima che ci riesce > esclamò la figura.

< No, per niente. Potresti essere semplicemente tu troppo debole > rispose lei con tutta calma.

Taehyung sentì un ringhio basso venire da dietro le loro spalle, se in questo momento avesse avuto un corpo avrebbe sicuramente iniziato a tremare.

La ragazza non si scompose minimamente.

Mise i fiori che aveva raccolto in una cesta ai suoi piedi e poi si girò verso la figura.
Ancora una volta Taehyung avrebbe voluto urlare, quella che fino adesso aveva parlato era una... Volpe?

"Da quando cazzo le volpi parlano?" Si chiese sconvolto.

Non sembrava nemmeno una volpe normale. Era grossa il doppio di qualsiasi altro animale della sua specie e alta quasi quanto la ragazza in piedi e possedeva nove code che violente frustavano il terreno, come se l'animale fosse pronto a scattare da un momento all'altro.

L'unica cosa che la poteva far assomigliare a una volpe era quel pelo arancio-rossiccio, tipico di qualsiasi animale della sua specie, ma le analogie finivano qua.

< Pronuncia le tue ultime preghiere sacerdotessa, mi prenderò cura io del tuo cuore puro e sincero >

"Cosa? La volpe è innamorata della ragazza?" si chiese confuso Taehyung.

"Ma no idiota, vuole mangiarlo" la ragazza gli rispose scocciata.
Taehyung si offese, era un po' di tempo a questa parte che tutti continuavano a chiamarlo idiota e non ne capiva il motivo.

Mica era colpa sua, se si era ritrovato all'improvviso catapultato in un mondo che non aveva neanche mai lontanamente immaginato l'esistenza.

< Non ti conviene avvicinarti, ti faresti solo del male malvagia Kumiho > esclamò la ragazza.

Vide la volpe ridere sguaiatamente.

< Cosa vorresti fare tu inutile sacerdotessa? Pregare per chiedere aiuto a degli dei inesistenti? >

< E' qui che ti sbagli, io non sono una semplice sacerdotessa, sono una Mudang >

La volpe prese la rincorsa per saltare addosso alla ragazza.

Taehyung voleva scappare, ma la ragazza non si muoveva di un millimetro dal posto in cui era.

"Scappa stupida" pensò lui disperato.

Lei fece un breve sbuffo annoiato, poi da una delle ampie amiche del suo Hanbok* tirò fuori un piccolo braccialetto con attaccato un campanello d'argento.

Lo fece suonare due volte e l'animale, sentendo quel suono si bloccò di colpo e portò due zampe a coprirsi le orecchie.

< Bastarda fai smettere questo rumore infernale >

< Questo piccolo braccialetto è stato inventato per esseri come voi, è molto piccolo e lo puoi portare dove vuoi... Non è un amore? > chiese lei ridendo.

< Il vostro orecchio finissimo non lo riesce a sopportare questo suono, vero? Eppure a me sembra una carinissima campanellina, forse dovrei legartelo alla coda così che tu non possa riuscire più a togliertelo... Dovrei? >

< Non ti avvicinare, non azzardarti ad avvicinarti > esclamò la volpe, indietreggiando.

< Bravo micetto >

Un altro ringhio provení da quell'animale, che si sentiva ferito nell'orgoglio.

Si vedeva chiaramente che non aveva sopportato il fatto di essere stato battuto da una ragazzina.

< Ora me ne starò anche andando, ma vedrai che quando meno te lo aspetterai ,ti salterò al collo e prima di divorarti, ti farò provare le pene dell'inferno >

Dicendo questo, sparì dalla vista dei due.

La ragazza si buttò a terra sfinita, le mani stavano tremando notevolmente.

Il fatto che fosse coraggiosa o senza paura era solo una recita, era stata per tutto il tempo terrorizzata.

Infondo non aveva mai incontrato una kumiho prima d'ora, ne aveva sentito solo parlare nelle leggende, che ogni notte le raccontava il padre.

"Stai bene? Per fortuna è finita" pensò Taehyung convinto, che ormai la ragazza lo poteva sentire chiaramente.

"Per me forse sarà finita, ma per te non è neppure iniziata. Devi essere forte e stare attento a quello che ti circonda, perché fidati niente è come appare in realtà"

La vista iniziò a farsi sempre più appannata e l'ambiente che lo circondava sempre meno nitido, fino a quando non scomparse del tutto.






 

Taehyung aprì di scatto gli occhi e quasi non urlò quando vide una figura scura a pochi passi da lui.

Veloce la persona gli mise una mano davanti alla bocca per impedirgli di fiatare in alcun modo.

< Stai zitto, non sai cosa potrebbe fare Yoongi, se lo svegliassi all'improvviso nel pieno del suo sonno >

Il biondo finalmente riconobbe la figura davanti a lui e tirò un sospiro di sollievo, fino a quando non si rese conto della situazione in cui si trovava.

< Beh sai, ritrovarsi un vampiro nella propria stanza nel cuore della notte, non è che sia il massimo della gioia. E' ovvio che io mi spaventi. E comunque spiegami che diavolo ci fai nella mia stanza > esplose il biondo.

< Ero solo venuto a controllare che tu non fossi scappato durante la notte >

< E perché mai avrei dovuto? >

< Non lo so, considerando però la tua stupidità, mi sarei aspettato di tutto > ribatté pacato il moro.

< Bene, non l'ho fatto e adesso sparisci > esclamò il biondo, dando le spalle al moro e mettendo la testa sotto le coperte.

Per un po' non si sentirono rumori e Taehyung fu felice, che per una volta Jungkook avesse fatto, quello che gli diceva.

Le palpebre iniziarono ad abbassarsi e lui stava per ricadere in un sonno profondo, quando sentì il materasso abbassarsi e un peso sconosciuto gravare sul suo corpo.

Il biondo spalancò gli occhi e per convincersi che ciò non stesse accadendo sul serio, continuò a ripetersi che quello era solo un sogno, solo un orribile e fottuto sogno.

Tentò di muoversi, ma il peso non voleva proprio decidersi a spostarsi.

< Sai Taeyhung mi sono stufato del modo in cui ti comporti, sono sempre un vampiro, più grande e più forte di te, con quale coraggio continui a provocarmi così? Ci tieni così tanto ad essere divorato? > 


 

*Hanbok 한복= è il tradizionale costume coreano, utilizzato durante il periodo dei tre regni. Consiste in due parti: una giacca chiamata chŏgori (저고리) ed un'ampia gonna chiamata ch'ima (치마), che eventualmente poteva essere sostituita da dei pantaloni chiamati paji (바지).





Spazio d'autrice:

Ciao a tutte ragazze come state?
Volevo ringraziare moltissimo quelle picccole e dolci personcine che mi hanno commentato nello scorso capitolo...
Non avevo dato molto valore a questa storia sinceramente, ma sapere che ci sono persone che comunque continuano a leggerla non fa altro che renderm ifelice.
Davvero grazie molte,
a presto con un porssimo capitolo, byeeee

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Capitolo 16
*** Da un incubo all'altro ***





< Sai Taehyung, mi sono stufato del modo in cui ti comporti, sono sempre un vampiro, più grande e più forte di te, con quale coraggio continui a provocarmi così? Ci tieni così tanto ad essere divorato? >  

 

Jungkook sussurrò queste parole all'orecchio del biondo, coperto solo dalla stoffa di seta del lenzuolo, facendolo tremare dalla paura.

Infantilmente, Taehyung pensò che magari la coperta lo avrebbe potuto proteggere da quell'essere spaventoso.

< M-ma c-che dici? Io non ho detto niente > balbettò il biondo terrorizzato.

< Ah si? Allora a chi ti riferivi quando dicevi stronzo, idiota o bipolare? >

"Merda sono fottuto, mi ha sentito" pensò Taehyung sconvolto.

< Ma no, mica mi riferivo a te, stavo parlando di un mio compagno di classe sai... >

Il biondo si interruppe di colpo, rendendosi conto che anche Jungkook adesso faceva parte della sua classe.

"Perché non so inventare delle scuse credibili?"

Sentì il lenzuolo, essere strappato violentemente dalla sue mani ed essere sollevato di colpo e accatastato in un angolo del letto. 
La prima cosa che Taehyung vide, fu la faccia del moro, che si trovava solo a pochi centimetri di distanza dalla sua.

< Allora stavi dicendo? > chiese Jungkook con un sorrisetto malvagio sul volto, che rovinava quei tratti tanto angelici e delicati.

< Ehm niente, assolutamente niente... Senti non ti potresti alzare? >

< No, perché? >

< Perché sei pesante e voglio dormire >

< Ancora non ci siamo con questo comportamento... Devo farti diventare un ragazzino più educato > sussurrò Jungkook, avvicinandosi pericolosamente al collo del biondo e inspirando così il suo profumo.

< No no no, fidati non sono buono, puzzo, non mi sono ancora lavato e sono pieno di sudore >

< Mi sono nutrito di persone messe peggio di te, rilassati >

< Ma mi spieghi come diavolo possa rilassarmi?! Mi vuoi mordere che cazzo... Ah la promessa che hai fatto a Jin, sì non mi puoi uccidere > sorrise finalmente Taehyung vittorioso.

< Chi ti ha detto che ti voglio uccidere? Posso nutrirmi di te come ho fatto con la ragazza di oggi, non ti ricordi più? >

< Ah cazzo > fu l'unica cosa che riuscì a rispondere.

Jungkook si avvicinò sempre di più, il suo fiato caldo si posò sulla pelle scoperta del collo di Taehyung, causando mille brividi che percorsero l'intero corpo dell'umano, mandandolo in visibilio.

Non sapeva davvero più se quello che stava provando corrispondesse ancora alla paura.

Le mani del moro si spostarono lentamente sui fianchi del biondo e i polpastrelli affondarono nella sua carne, provocando piccoli gemiti di fastidio da parte di Taehyung.

A quel suono, Jungkook non poté fare altro che ghignare e stringere ancora di più la presa, facendo piagnucolare il biondo dal dolore.

Il vampiro però, non era ancora soddisfatto, voleva tormentare il biondo fino allo sfinimento e così posizionò meglio le sue gambe intorno alla vita di Taeyhung e abbassò il suo bacino che inavvertitamente sfiorò l'intimità del biondo.

I brividi di prima tornarono prepotenti a diffondersi dentro di lui e Taehyung non poté impedire a un improvviso calore, di germogliare dentro di lui, a partire dal basso ventre, e a diramarsi in tutto il suo corpo, facendogli aumentare la temperatura corporea e imporporare leggermente le guance.

Era così imbarazzato, per il modo in cui il suo corpo stava reagendo alle "gentili" attenzioni che il vampiro molesto gli stava dedicando. Il suo corpo non rispondeva più ai suoi comandi, era come se possedesse una propria autonomia, del tutto scollegata dal suo cervello che gli urlava di combattere e impedire che quel vampiro facesse i comodi propri.

Non voleva provare quelle strane emozioni, non poteva provarle.

Investito da queste sensazioni così contrastanti, chiuse gli occhi stravolto e si preparò psicologicamente al dolore che presto sarebbe arrivato. Sentì i canini sempre più vicini al suo esile collo e trattenne un lamento di disperazione, che violento tentava di fuoriuscire dalle sue labbra.

Aspettò minuti, ma l'unica cosa che sentì fu una risata mal trattenuta.

Piano piano aprì gli occhi e vide come Jungkook stava cercando di contenersi.

< Avresti dovuto vedere quanto brutta era la tua faccia terrorizzata >

< Cosa? >

< Davvero pensavi che ti avrei morso? Bevendo il tuo sangue, non vorrei mai essere contagiato dalla tua stupidità >

Velocemente, si alzò da Taehyung e uscì dalla stanza come se niente fosse accaduto.

In realtà, l'unico motivo per cui si era fermato, era perché non era sicuro di avere abbastanza autocontrollo da potersi bloccare in tempo e non prosciugarlo fino all'ultima goccia di sangue, ma questo Taehyung mica lo doveva sapere.

L'umano invece, era così sconvolto che non seppe formulare dei pensieri di senso compiuto per qualche minuto.
Le sensazioni che aveva provato al tocco di quell'essere, le sentiva ancora addosso, come quando guarisci da una malattia dopo lungo tempo, ma ti rimangono ancora i postumi di quel morbo infernale.

Sì, perché Jeon jungkook era come una malattia, un parassita che lentamente si stava insinuando subdolamente nelle sue viscere e lo stava intrappolando sempre di più nella sua seducente rete.

Velocemente cercò di riprendersi dal suo stato di torpore e si rese conto di essere stato preso in giro per l'ennesima volta da quello stronzo e di nuovo lo maledì per come si era comportato.

< Deve davvero morire, di una morte lenta e dolorosa, preferibilmente con tanta e sottolineo tanta sofferenza > pensò lui, prima di addormentarsi.





 

Quando riaprì gli occhi, l'orologio appeso alla parete segnava le cinque di mattino.

Era davvero un orario improponibile per alzarsi, ma non sapendo dove si trovasse né quanto tempo ci avrebbe messo per raggiungere la scuola, decise di svegliarsi.

La sera prima, aveva indossato un semplice pantalone della tuta con una maglietta a maniche corte bianca larga, che di solito usava come pigiama.

All'improvviso gli tornarono in mente gli avvenimenti della notte precedente, per colpa di quell' idiota di Jungkook non aveva riflettuto poi molto sull'incubo che aveva fatto, ma adesso che ci pensava si rese conto che era tutto troppo strano per essere solo un semplice sogno.

"Quella Kumiho era davvero spaventosa e poi di nuovo la parola Mudang.... Non so neanche cosa significa tutto ciò. La mia testa deve giocarmi cattivi scherzi, non conosco neanche le parole che sto sognando" pensò Taehyung, mentre scendeva da quel grosso letto a baldacchino.

In quel momento si rese conto di una cosa.

Doveva andare in bagno e subito.

Ieri era così impaurito che non aveva neanche chiesto dove fosse, si era rinchiuso nella stanza e si era addormentato.

Velocemente uscì dalla camera e vide il corridoio con molte porte, che portava alle scale del piano inferiore.

"Ok, allora questa era quella di Jungkook, quella a inizio scale quella di Jin e... oddio qual'era quella di Yoongi?" pensò lui impaurito.

Si trovava in mezzo al corridoio con due porte di fianco, una sulla destra e una sulla sinistra.

"Allora tutte le stanze sulla sinistra sono camere da letto, quindi suppongo che anche quella di Yoongi lo sia, ma conoscendo la mia assoluta e grandissima sfortuna, la sua potrebbe essere tranquillamente sulla destra... No maddai non posso basarmi sulla fortuna; quante probabilità ci sono che la sua sia l'unica sulla destra, no dai mi rifiuto di crederlo" pensò lui per niente sicuro.

Lentamente si avvicinò alla porta, quella sulla destra, cercando di fare il meno rumore possibile.

"Ti prego fa che sia il bagno, per favore" pensò prima di spalancare la porta.

Quasi gli vennero le lacrime agli occhi, quando vide che quella porta conduceva proprio al bagno.

"Forse esiste davvero qualcuno lassù" pensò felice, richiudendosi la porta alle spalle.

Purtroppo non c'era la chiave e quindi si accontentò di quella misera barriera per mettere un po' di distanza tra lui e loro.

Il bagno non era troppo grande, c'era due lavandini con un enorme specchio che occupava metà parete con di fianco un gabinetto.

A quella vista gli occhi di Taehyung brillarono, fino a quando non spostò l'attenzione sull'altro lato della stanza.

C'era una vasca molto antica grande per almeno due persone, bianca con zampe di leone dorate come sostegni.

Non era quello però a sorprenderlo maggiormente, ma anzi, ormai si era abituato alle stranezze presenti in quella casa.

Il vero problema era la figura che si trovava dentro a quella vasca.

Una folta capigliatura argentata, spuntava sul bordo della vasca.

"Quale persona sana di mente si addormenta là dentro?" pensò Taehyung sconvolto.

Se avesse visto per la prima volta quel vampiro e non avesse saputo cosa quel mostro fosse in grado di fare, lo avrebbe di certo scambiato per un angelo.

Dormiva così beatamente, con quella pelle pallida e quei capelli argentati che gli ricadevano sulla fronte e quelle labbra piene e rosse, che contrastavano con quel viso candido.

"Non è assolutamente giusto che tutti i vampiri siano così dannatamente belli" pensò lui.

"Come si può sentire la gente normale a loro confronto? Non ci sono proprio paragoni".

Perso nei suoi pensieri, non si accorse di essersi avvicinato troppo alla vasca.

Purtroppo però non era neanche colpa sua.

I vampiri erano come una calamita, che attiravano, anche solo con il loro aspetto, la preda ingenua, per ingannarla e intrappolarla, fino a non lasciargli il minimo scampo per sopravvivere.

Gli umani infatti assomigliano un po' alle falene, che vengono attirate da una sorgente luminosa. Sanno che che quell'oggetto sconosciuto potrebbe nuocere alla loro salute, ma incapaci di resistere si avvicinano ad essa, fino a morire, per la loro stupida curiosità.

"Sono un ragazzo non dovrei pensare a queste cose e soprattutto di uno che ha già cercato di uccidermi" pensò riprendendosi dal suo stato di trans.

Velocemente si allontanò da quel mostro, ma accidentalmente sbatté contro una candela messa in una ciotola di vetro, che si trovava sul bordo della vasca.

Appena toccò il pavimento si ruppe in mille pezzi e Taehyung in quel momento si rese conto di essere spacciato.

"Cosa ci faceva una candela sulla vasca? Adesso vorrei davvero saperlo" pensò Tehyung sconvolto.

Gli occhi di Yoongi si aprirono di scatto e per un po' guardarono la figura del biondo, senza emozioni.

Taehyung spaventato fece un passo indietro, ma essendo scalzo pestò un pezzo di vetro che si andò a conficcare nella pianta del piede.

< Cazzo > esclamò il biondo, appoggiandosi a una parete.

Guardò la ferita e vide che si stava riempiendo molto velocemente di sangue.

Yoongi, non preoccupandosi dei vetri per terra, si avvicinò alla figura del biondo.

< Prima mi disturbi, mi svegli e poi mi tenti con l'odore del tuo sangue. Ti fa davvero così schifo la tua vita umano? > chiese retorico il vampiro, intrappolando la figura del biondo tra sé e il muro.

"Ma io avevo solo bisogno di usare il bagno" pensò il biondo sul punto di piangere.




 

Spazio "autrice":

Mi scuso immensamente se quacuno si aspettava che già avvenissero cose trai due, ma non mi piace molto quando in una storia le cose avvengono troppo velocemente, quindi mi dispiace dirlo, ma mi prenderò i miei tempi, voglio rendere Tae completamente assoggettato alla presenza di Jungkook, completamente dipendente dal suo singolo tocco prima.
Spero che comunque continuerete a leggere la mia storia, nonostante questa decisione, ovviamente ci saranno dei momenti "hot", ma questi avverranno quando meno ve lo aspetterete ahahah
Grazie mile per i vostri commenti, non sapete come mi fate felice ogni volta a leggerli.
A prestoo

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Capitolo 17
*** Imbarazzo ***



< Prima mi disturbi e mi svegli e poi mi tenti con l'odore del tuo sangue. Ti fa davvero così schifo la vita, umano? > chiese retorico il vampiro, intrappolando la figura del biondo tra sé e il muro.

"Ma io avevo solo bisogno di usare il bagno" pensò il biondo sul punto di piangere.


 

Non doveva piangere, era riuscito a trattenersi fino ad ora.

Per non cedere si ripeteva fino all'osesso che era un uomo e che non avrebbe permesso a quegli idioti di farlo crollare definitivamente.

< Senti io amo la vita. Tutta fiorellini e unicorni, quindi mi potresti lasciare andare? > chiese con tutta la gentilezza che potesse avere.

< Lo sai che non era una domanda, vero? E poi perché dovrei lasciarti andare. Sarai la mia colazione mattutina, sii orgoglioso di questo >

Yoongi si avvicinò al collo del biondo e inspirò forte il suo odore.

Un profumo dolce quasi fruttato gli arrivò alle narici.

< Il tuo odore è migliore di quanto pensassi, ma allora non sei del tutto inutile > esclamò sorpreso Yoongi, in apprezzamento.

< Dovrei per caso ringraziarti? > chiese Taehyung sarcastico.

< Taci, il cibo non parla >

Yoongi abbassò la manica della maglietta di Taehyung, quasi strappandola, dalla foga di continuare ad annusare quell'odore inebriante.

Come se fosse ipnotizzato da quel profumo, leccò la zona dalle spalla fino all'attaccatura del collo.

Quell'azione dettata quasi dall'inconscio del vampiro, causò in Taehyung un gemito involontario, che fuoriuscì da quelle labbra che invano tentavano di trattenerlo.

Il biondo spalancò gli occhi sconvolto di esserselo fatto sfuggire e si maledì mentalmente per essere così debole.

Avrebbe dovuto schifarsi per l'azione appena compiuta dal vampiro e invece si era ritrovato a gemere come una ragazzina in calore.

Quanto avrebbe voluto picchiarsi da solo, per il modo disgustoso in cui il suo corpo aveva reagito al semplice tocco del vampiro.

Come era già accaduto, neanche qualche ora prima, con quel bastardo di Jungkook.

Yoongi, al contrario, sorrise a quel suono e riprendendosi dal suo stato di torpore, portò le sue labbra sulla scapola dell'umano, baciandola sensualmente, pronto per nutrirsi di quel sangue profumato.

I denti cominciarono a crescere velocemente, il desiderio di divorare quella carne morbida e invitante aumentava in lui come non mai, il suo odore lo stava mandando letteralmente in visibilio.

La carne era lì, il sangue era caldo e pronto per essere accolto dalla sua bocca famelica, i denti era già in bella mostra, tutto sarebbe stato perfetto, se una voce non lo avesse interrotto nel momento cruciale.

< Perché ti devo fare sempre da balia? È possibile che non riesci a stare fuori dai pericoli, almeno per un giorno? >

< Come se fosse colpa mia > borbottò il biondo, mentre tentava di regolare il suo respiro, ridotto notevolmente dalla paura e dalla vicinanza di Yoongi.

< Oh guarda, il tuo principe azzurro è arrivato a rovinare tutto, che peccato... Ma non ti preoccupare, riprenderemo quello che stavamo facendo un altro giorno, quando lui non sarà più nei paraggi > sussurrò nel suo orecchio Yoongi, nonostante sapesse che tanto Jungkook avrebbe sentito tutto.

< Ciao Jungkook >

< Addio Yoongi > gli rispose il moro duro, prima di vedere il vampiro dai capelli argentati scomparire velocemente dalla loro vista.

Jungkook poi portò il suo sguardo su Taehyung.

Lo vide scivolare lentamente contro la parete e andarsi a sedere per terra.

Dalla paura le gambe non lo reggevano più.

< Non mi ringrazi neanche? > chiese Jungkook imbronciato.

< Ma se tu stavi per fare la stessa cosa neanche qualche ora prima e poi di chi pensi che sia la colpa se sono rinchiuso qui? > sputò acido il biondo.

< Secondo me te la stai prendendo troppo, sii felice solo di essere ancora vivo >

< Sei un essere... > Taehyung si morse la lingua a forza di farla sanguinare, pur di non continuare quella frase, voltando la testa dall'altra parte per non incontrare quegli occhi color della pece.

< Allora dove ti sei ferito? > chiese Jungkook, sbuffando per il comportamento infantile dell'umano.

< E tu come lo sai? > chiese sospettoso Taehyung, ancora arrabbiato per quello che Jungkook gli aveva fatto.

< L'odore del tuo sangue si sente a chilometri di distanza, hai fatto scappare il povero Jin >

< Cosa siete cani da tartufo per caso? Ma Jin mi aveva detto che non beveva sangue umano >

Jungkook sorvolò sul commento poco carino del biondo.

< Si, ma questo non significa che non ne sia attratto. Tutti i vampiri lo sono e se pensi di abbassare la guardia, quando stai con lui, solo perche si dichiara stupidamente vegetariano, ti sbagli di grosso. Anzi ti svelo un piccolo , in realtà quello più pericoloso tra di noi è proprio Jin, perché qualche volta lui può essere un po' instabile e imprevedibile > affermò il moro, ridacchiando.

< Ti stai per caso preoccupando per me? > chiese sarcastico Taehyung.

< Lo so che ti piacerebbe, ma no. Io ti ho solo avvertito, poi veditela tu e davvero dovresti curarti quella ferita >

< Che ti importa? Il mio sangue non era contagioso? > ribatté acido.

< Per me sì, ma se Yoongi tornasse affamato, non basterei io a fermarlo >

< Dove sono i medicinali? > chiese sbuffando il biondo, sconfitto.

< Ti sembra che noi abbiamo bisogno di quelle robe? > domandò con fare ovvio il vampiro.

< E io come faccio a curarmi? > chiese seccato Taehyung.

< Sei una vera scocciatura, siediti sul gabinetto e aspetta lì >

Il moro sbuffò e sparì dalla vista di Taehyung.

A fatica lui si rialzò e senza contestare, si andò a sedere dove Jungkook gli aveva ordinato.

Non passarono neanche cinque minuti, che il vampiro era già di ritorno con un kit di pronto soccorso sotto il braccio.

< Non pensi di aver esagerato? Mi serviva solo del disinfettante e una garza > esclamò Taehyung, guardandolo sorpreso.

< Senti, chi camminerebbe su dei vetri rotti a piedi nudi? Oltre ad essere stupido sei anche molto debole e ho la sensazione che questa non sarà l'unica volta che ti ferirai >

< Se magari voi la smetesse di dire "ti mordo" o "ti uccido", magari io starei anche più attento a quello che mi circonda > esclamò il biondo arrabbiato, prendendo la scatola dalle mani del moro.

La scena che si presentò agli occhi di Jungkook fu davvero molto comica.

Un Taehyung che provava a medicarsi la pianta del piede, tenendo il piede ferito con una mano e con l'altra aveva afferato la bottiglietta del disinfettante, la quale tentava di aprire con i denti.

Lo avrebbe guardato ancora per un po', ma la puzza del sangue stava diventando troppo forte persino lui.

Non sapeva quanto ancora sarebbe riuscito a trattenersi.

< Dammi qua, idiota >

Velocemente Jungkook gli prese il flacone dalla mani del biondo e senza il minimo sforzo lo aprì, poi prese un batuffolo di cotone, lo intinse nel disinfettante e lo passò delicatamente sulla ferita.

< Oh, ma allora sai essere gentile, quando vuoi > esclamò sorpreso il biondo.

Il moro schiacciò troppo forte sulla ferita e dalla bocca di Taehyung uscì un lamento di dolore.

< Scusami, non l'ho fatto apposta > disse Jungkook con un ghigno strafottente sul volto.

< Bastardo >

< Non riesci proprio a trattenerti dall'insultarmi, vero? >

< E tu non riesci proprio ad accettare un complimento, vero? >

< Eh? > chiese Jungkook per la prima volta sorpreso dalla domanda dell'umano.

< Anche ieri l'ho notato. Appena ti ho ringraziato tu hai fatto lo stronzo e stessa cosa ora, che c'è per caso ti imbarazza ricevere dei complimenti? > chiese Taehyung convinto di aver centrato nel segno.

Mentre il biondo parlava, Jungkook prese una pinzetta dal kit ed estrasse il pezzo di vetro dalla carne dell'umano senza esitazione.

< Ahia > urlò Taehyung, continuando per un po' a boffonchiare per il dolore.

< Ops, forse avrei dovuto avvertiti prima di toglierlo... ma se lo avessi fatto non ci sarebbe stato alcun divertimento, dico bene? > esclamò il moro sorridendo angelicamente e ignorando lo sguardo di fuoco che gli aveva lanciato l'altro.

Prese un altro batuffolo di cotone e lo intinse anch'esso nel disinfettante, prima di passarlo ancora sulla ferita aperta.

< Vedi come fai? Appena uno ti dice qualcosa di carino tu lo tratti male, come se dovessi difenderti da qualcosa, come se in questo modo ti creassi una corazza imperscrutabile di cattiveria e stronzaggine che tiene lontano tutti e tutto... Ho come la sensazione che in realtà tu sia una persona davvero timida, vero Jungkook? > chiese il biondo certo di quello che stava dicendo.

Il moro finì di curarlo mettendogli un cerotto sul piede e poi si alzò, pulendosi i pantaloni.

< Quando hai finito di dire cazzate, dovresti pulire il casino che hai combinato e poi cambiati. A meno che non vuoi andare a scuola conciato così > esclamò duro il moro prima di uscire dalla stanza e sparire dalla vista del biondo.

"Cosa c'è di male nel mio pigiama?" si chiese Taehyung, prima di rimanere per un attimo spiazzato, insicuro se quello che aveva visto fosse accaduto veramente o era stato solo frutto della sua immaginazione.

Si diede un pizzicotto, ma il posto in cui si trovava non cambiava.

Allora non stava sognando.

Prima che Jungkook se ne andasse, Taehyung era quasi sicuro di aver visto un leggero colore rosato, che aveva imporporato le guance del moro.

"Quindi anche i vampiri posso provare qualcosa come l'imbarazzo" constatò lui sconvolto.





 

Spazio "autrice":

Ciao a tutte,
mi scuso per il capitolo un po' corto, ma nonostante questo sono sucesse un po' di cose non trovate?
Yoongi è sempre il solito menefreghista, mentre la corazza di Jungkook lentamente si sta sgretolando, ma per quanto ancora?
Spero che comunque il capitolo vi sia piaciuto
.
A presto ~~

 

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Capitolo 18
*** Battibecchi e gelosie ***


 

Dopo essere uscito dal bagno, Taehyung era tornato in camera sua e aveva aperto l'unico armadio presente nelle stanza.

I suoi vestiti erano messi uno di fianco all'altro in perfetto ordine e nello scompartimento più in basso, vide la borsa che li conteneva.

"Ma chi è stato?" si chiese il biondo confuso.

Se fosse stato lui a sistemarli, li avrebbe lasciati direttamente dentro la borsa e li avrebbe tirati fuori solo nel momento del bisogno.

Prese un camicia bianca che si abbinava alla divisa della scuola, composta semplicemente da un completo giacca e cravatta neri.

Poi nel ripiano un po' più in alto, vide degli asciugamani bianchi, impilati l'uno sopra l'altro.

La persona che gli aveva riordinato le cose, doveva essere una maniaca dell'ordine, non un indumento era fuori posto.

A Taehyung sarebbero bastati tre giorni per mettere tutto sotto sopra.

Oltre ai vestiti, prese due asciugamani e questa volta, si assicurò che non ci fosse nessuno, prima di entrare nel bagno e chiudersi la porta alle spalle.

Riempì la vasca d'acqua e si fece un bagno veloce, purtroppo non c'era tempo per rilassarsi, doveva andare a scuola.

In casa sua c'era solo una doccia, quindi quella per Taehyung era una piacevole novità.

Forse l'unica cosa positiva di tutta quella situazione.

Quando finì di lavarsi, scese le scale vestito e profumato, con un asciugamano intorno alle spalle per frizionarsi i capelli ancora bagnati.

Entrato in cucina, vide il tavolo apparecchiato per una persona, con la colazione pronta.

Uova, pancetta, bacon... Un classico pasto americano.

Taehyung non era abituato a mangiarlo, ma di certo non avrebbe rifiutato tutto quel cibo.

Ecco un altro fattore positivo.

Appena terminato il pasto, ritornò nella sua stanza, finì di prepararsi e poi si recò vicini alla porta d'ingresso, dove trovò Jungkook che lo stava aspettando impaziente.

< Ce ne hai messo di tempo... Tieni > disse Jungkook, mentre lanciava a Taehyung la sua cartella.

< Dove l'hai presa? >

< L'avevi dimenticata a scuola, no? >

"Più che dimenticata, non mi avevi dato neanche il tempo di prenderla, visto che mi avevi trascinato a casa tua con la forza"

Taehyung evitò di dire quello che pensava, visto che non aveva né la voglia né la forza di iniziare un'altra stupida discussione.

Controllò dentro la borsa e ritrovò il suo amato blocco da disegni, il foglio accartocciato con il disegno incriminato e il suo cellulare.

Lo accese e vide un sacco di chiamate perse e messaggi da parte di Jimin.

< Cavoli mi ero completamente dimenticato di lui, sarà stato preoccupatissimo ieri, non vedendomi tornare in classe > esclamò il biondo.

< Se non vuoi arrivare tardi a lezione ti conviene muoverti. Ci ritroveremo là, non ho voglia di stare al tuo passo > annunciò Jungkook, pronto a sparire.

< Aspetta, io non so neanche come arrivarci a scuola > esclamò Taehyung.

< Ma perché ti lamenti sempre per tutto? Muoviti, sali >

Jungkook si girò e mostrò la schiena al biondo, aspettando che ci salisse sopra.

< Cosa? > chiese il biondo confuso.

< Per oggi ti porto io, cerca di tenere a mente il percorso > disse il moro annoiato.

< Posso camminare benissimo da solo > sbottò il biondo.

< Ti devo di nuovo tirare su come un sacco di patate? > domandò retorico Jungkook.

< Non ti azzardare, arrivo >

Il biondo si posizionò la cartella sulle spalle e poi salì sulla schiena del vampiro.

Il moro se lo sistemò meglio sulle spalle, tenendolo per le cosce.

< Ehi, dove stai toccando? > sbottò imbarazzato Taehyung.

< Oddio sembri una ragazzina in calore, vuoi per caso cadere? >

Taehyung borbottò frasi senza senso, ma non ribatté, mentre avvolgeva meglio le braccia intorno al collo del moro e le gambe intorno ai suoi fianchi.

< Tieniti forte > mormorò Jungkook, prima di partire.

Per la seconda volta Taehyung sentì una folata di vento colpirlo in piena faccia e dovette chiudere gli occhi per la troppa velocità.

< Qualcosa di buono almeno ce lo hai > sentì borbottare da Jungkook.

All'inizio il biondo non capiva a cosa si riferiva, ma poi sentendo le mani di Jungkook posizionarsi un po' più su delle cosce, non poté fare altro che tirare un pugno in testa al moro.

< Stupido gay > borbottò imbarazzato.




 

Quando sentì Jungkook fermarsi di colpo, il biondo riuscì finalmente ad aprire gli occhi e si ritrovò davanti al cancello della scuola.

Per qualche minuto rimase ancorato al moro, non riuscendo a muovere un solo muscolo, ancora sconvolto per la velocità sovrumana usata dal ragazzo sotto di lui.

< Lo sai che ora devi staccarti, vero? > disse sarcastico Jungkook.

La voce del moro lo riportò alla realtà e sbatté più volte le palpebre per mettere meglio a fuoco l'ambiente intorno a lui.

All'improvviso non sentì più la presa alle gambe e cadde malamente a terra.

< Potevi avvertirmi, prima di lasciarmi andare > si lamentò Taehyung, massaggiandosi il sedere dolorante.

< Sì, avrei potuto >

Jungkook si girò a guardarlo, prima di sopprimere una risata.

< Cosa c'è ora? > borbottò Taehyung, mentre si alzava dal pavimento.

< Dovresti guardare i tuoi capelli > esclamò Jungkook, ridendo.

< Come potrei vederli? Pensi che abbia uno specchietto in borsa da portare sempre con me, come se fossi una ragazza? > sbottò il biondo annoiato.

< Ah no? > chiese il moro ridacchiando.

"Giuri che lo picchio, lo faccio nero" pensò Taehyung, mentre cercava di sistemarsi in qualche modo i capelli.

< Al ritorno arrangiati >

< Come pensi possa aver visto la strada? Quella velocità non era umana >

< Maddai veramente? > esclamò sarcastico Jungkook.

< Va bene, me la caverò da solo > affermò infuriato Taehyung.

"Non ho intenzione di vederlo per un altro minuto di più" pensò il biondo, mentre si dirigeva a passo svelto, verso l'entrata della scuola.

Passò di fianco agli armadietti, dove di solito si fermava ogni mattina per cambiare le scarpe, ma per colpa di Jungkook, il giorno prima era uscito con le scarpe della scuola, infrangendo pure il regolamento.

"Tutta colpa sua" mormorò il biondo.

Mentre si dirigeva verso le scale, per raggiungere la sua classe, sentì un presenza alle sue spalle che non intendeva abbandonarlo, così stufo della situazione si girò e lo guardò dritto negli occhi.

< La vuoi finire di seguirmi? Mi vuoi lasciare i miei spazi personali? >

Jungkook rise di nuovo per il comportamento infantile del biondo.

< Lo sai vero che dobbiamo andare nella stessa classe, quindi nella stessa direzione? >

Taehyung in un primo momento si sentì un emerito idiota per esserselo dimenticato, poi però scosse la testa e lo ignorò.

Appena entrarono in classe sentì un tornado avvicinarsi molto velocemente e fermarsi a pochi centimetri di distanza da lui.

< Dove sei stato? Perché non rispondevi al cellulare? Lo sai quanto sono stato preoccupato? > 
Il tornado altro non era che il migliore amico di Taehyung, che ora lo aveva preso per le spalle e iniziato a scuoterlo come se fosse un pupazzo di pezza.

< Senti Jimin mi dispiace, ieri sono successe un po' di cose e non ho avuto proprio il tempo di avvertiti >

< Cosa è successo di così grave da non avere il tempo di avvertire il tuo migliore amico? > chiese sconvolto l'arancio.

Taehyung non sapeva cosa rispondere, loro si erano sempre detti tutto e non voleva mentirgli, ma d'altronde era meglio che non sapesse la verità.

"Lo faccio solo per il suo bene" pensò Taehyung dispiaciuto.

Cercò velocemente una scusa da rifilare a Jimin, ma a salvarlo dalla situazione, ci pensò sorprendentemente Jungkook, con le sue gentili e amorevoli maniere.

< Potete spostarvi? Siete davanti alla porta e io non riesco a passare >

< Oh, buongiorno Jungkook ci sei anche tu? Scusa non ti avevo visto >

Jimin portò tutta la sua attenzione verso il moro, ignorando completamente il suo migliore amico.

"Ecco che ci risiamo" pensò Taehyung geloso dell'amico.

< Buongiorno anche a te Jimin, non ti preoccupare è tutto a posto > rispose il moro, sorridendogli amabilmente.

"Ed ecco che torna il Jungkook tutto coccole e zucchero filato, non ho mai visto un sorriso più finto di questo" pensò Taehyung schifato.

Visto che ormai era stato escluso dalla conversazione, si allontanò da loro e si diresse verso il suo posto a passi pesanti.

La sua vicina di banco era già arrivata, ma la ignorò lo stesso, buttandosi a peso morto sulla sedia.

All'improvviso sentì una risata mal trattenuta, che lo fece voltare in direzione della ragazza.

< Cosa c'è di divertente? > chiese lui un po' scorbutico.

< No, niente. Mi sarebbe piaciuto vedere una sfuriata di gelosia in mezzo alla classe, ma non si può ottenere tutto dalla vita d'altronde > rispose la ragazza, mentre sistemava il suo astuccio sul tavolo, pronta ad iniziare la lezione.

< Come prego? >

< Dai Taehyung si vede benissimo che sei geloso del rapporto di quei due, è inutile nasconderlo >

< Dove la prendi tutta questa confidenza, per chiamarmi con il mio nome? E poi tu come fai a saperlo? No, volevo dire che ti stai sbagliando, non è assolutamente vero > iniziò a parlare come una macchinetta, cercando al contempo di nascondere la rabbia che provava.

< La tua espressione quasi mette i brividi e hai le mani che stringono talmente forte il banco che i tuoi polpastrelli sono diventati bianchi > affermò la ragazza, ignorando la prima domanda del biondo.

Rendendosene conto solo in questo momento, Taehyung lasciò la prese del banco e cercò di rilassare i muscoli facciali, cosa molto difficile.

< Allora sentiamo, chi ti piace dei due? > continuò la ragazza.

< Eh? Ma lo sai che sono un maschio? > esclamò Taehyung sconvolto.

"Ancora troppa confidenza si sta prendendo" pensò ancora lui un po' infastidito.

< Si e allora? > chiese lei tranquillamente.

< Come puoi pensare che mi possa piacere un altro ragazzo? >

< Tranquillo siamo nel ventunesimo secolo, puoi tranquillamente parlare del tuo orientamento sessuale senza nessun pregiudizio >

"Quanto può essere irritante questa ragazza?" si chiese tra sé e sé il biondo.

< Si certo proprio in Corea... Comunque mi dispiace deluderti, ma non provo niente per nessuno dei due. Semplicemente uno è il mio migliore amico e l'altro un idiota e mi da fastidio il fatto che Jimin passi più tempo con lui che con me > Finì Taehyung, per poi guardare di nuovo nella loro direzione e vedere gli occhi di Jungkook puntati su di lui.

"Cazzo non avrà mica sentito che l'ho chiamato idiota, vero? Quanto può essere buono l'udito dei vampiri?" pensò impaurito.

All'improvviso vide spuntare un ghigno sulla faccia del moro, che non prometteva nulla di buono e poi lo osservò, mentre posava un braccio sulle spalle di Jimin e lo stringeva a sé.

< Io lo ammazzo quello stronzo, giuro >

Taehyung non si rese conto di aver detto quelle cose ad alta voce, fino a quando non sentì la ragazza di fianco a lui ridere sguaiatamente.

< No, non è quello che intendevo io... >

Il biondo non sapeva come continuare la frase, non capendo neanche lui perché aveva partorito quel pensiero.

< Tranquillo piccolo Kim, il tuo segreto è al sicuro con me > esclamò la ragazza, accarezzandogli affettuosamente la testa.

< Ma quale segreto? > chiese Taehyung imbarazzato da quel contatto improvviso.

Nonostante fosse una ragazza davvero irritante, era comunque molto carina, con quei lunghi capelli neri e grandi occhi castani e non poté non strappare un piccolo batticuore al biondo.

La sua compagna di banco non gli rispose, ignorando di nuova la sua domanda.

Poi il professore di matematica entrò in classe e lei da brava alunna qual'era, iniziò a prendere appunti, lasciandolo Taehyung nella confusione più totale.

 




Spazio "autrice":

Per chi fosse interessata ecco la divisa della scuola

Solo un noioso capitolo di passaggio, ma il prossimo sarà interamente dedicato alla coppia yoonmin, visto che da tanto non scrivevo di loro, quindi ho deciso di  lasciarli un intero capitolo, spero vi piacerà

Solo un noioso capitolo di passaggio, ma il prossimo sarà interamente dedicato alla coppia yoonmin, visto che da tanto non scrivevo di loro, quindi ho deciso di lasciarli un intero capitolo, spero vi piacerà.
prestooo

 

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Capitolo 19
*** Fame ***


 

 

Le lezioni pomeridiane erano appena cominciate, ma Yoongi non aveva la minima voglia di frequentarle.

Aveva storia, quanto poteva essere inutile per lui quella materia?

Il ragazzo aveva vissuto tutte le guerre mondiali e visto che il programma dell'ultimo anno riguardava il novecento e stranamente non aveva voglia di dormire sul banco, si mise a girovagare per i corridoi della scuola, fino a fermarsi davanti a un'aula molto particolare.

Di solito essa veniva utilizzata dal gruppo di coro o durante le lezioni di musica, quindi la stanza era stata posizionata un po' più lontano dalle altre, per non disturbare le altre classi.

A Yoongi di certo questo non interessava.

Si era ritrovato lì per puro caso.

Annoiato aprì la porta, ma la sua faccia si trasformò ben presto in una sorpresa, quando di fronte a lui, si ritrovò un bellissimo pianoforte a coda laccato di nero, posto in un angolo della stanza.

Lentamente si avvicinò ad esso e ci posizionò una mano sopra, accarezzandolo lentamente.

Era da anni, per non dire decenni, che non toccava un pianoforte.

Si sedette sullo sgabello, posto di fronte ad esso, e sollevò lentamente lo sportello, che teneva nascosti i tasti dello strumento.

Non avrebbe mai pensato, che si sarebbe ritrovato a suonarlo di nuovo, in un paesino sperduto nel nulla, indossando per giunta una stupida divisa scolastica.

Delicatamente sfiorò il tasto del do e un suono familiare fuoriuscì da quello strumento.

"È accordato bene" pensò sorpreso.

"Forse qualcuno in questa scuola lo sa suonare... Allora non sono tutti così idioti e ignoranti, i ragazzi di questi tempi" pensò lui.

Posizionò tutte e due le mani sulla tastiera e iniziò a suonare.

Una melodia lenta e dolcissima iniziò a fuoriuscire dal pianoforte e lui chiuse gli occhi, godendosi per la prima volta, dopo tanti anni, il suo bellissimo suono.

Ricordi della sua vita passata, tornarono prepotenti a galla e questa volta non fece niente per fermare questo flusso di pensieri. Li accolse quasi amorevolmente e si perse nelle sue memorie, abbandonandosi al suono melodioso dello strumento.

Delle lacrime scesero dai suoi occhi, ma non le bloccò, ormai immerso completamente nella canzone.

Pensava finalmente di essersi abbandonato alla musica, alla sua adorata musica, ma un suono lo fece ritornare prepotentemente alla realtà.

Una voce chiara, cristallina che gli fece spalancare gli occhi e quasi bloccare le mani che ancora correvano per continuare la melodia.

Riprese velocemente il filo delle note che aveva quasi interrotto, con una maestria che ben pochi possedevano. Non voleva fermarsi, voleva sentire quella voce ancora e ancora, non voleva farla tacere.

Una volta, tanto tempo fa, aveva cercato per anni, una voce del genere. Era stato così ossessionato dal trovarla, ma nonostante le numerosi cantanti che aveva ascoltato, nessuna era mai riuscita ad affascinarlo come in quel momento.

La canzone stava finendo, ma lui non voleva, tentò di prolungarla ancora di qualche nota, ma la voce si stava abbassando sempre di più, fino a quando l'ultima nota non lasciò il pianoforte e dopo fu solo silenzio.

Per la prima volta nella sua lunga vita da vampiro era spaventato, terrorizzato dal scoprire a chi appartenesse quella voce melodiosa.

Lentamente si asciugò i residui delle lacrime che prima aveva versato e poi si girò, ammirando il ragazzo dai capelli color dell'arancio che lo fissava dritto negli occhi, sorridendogli allegramente.

< Hyung lo sai che suoni benissimo? >

< J-Jimin s-sei tu? >

Si rese conto di star balbettando come un povero demente e cercò di darsi un contegno.

In quel momento poco gli interessava cosa l'umano ci facesse lì e perché non fosse a lezione.

< Eri tu che cantavi? >

< Scusa non volevo interromperti, lo so che ho la voce troppo acuta e stonata, ma non ce l'ho proprio fatta a trattenermi > rispose imbarazzato il minore.

Il vampiro rimase per un attimo in silenzio, poi guardò negli occhi il minore e gli chiese:< Jimin hai mai sentito parlare della leggenda del fantasma dell'Opera? >

< Fantasma dell'Opera? No, mi dispiace > rispose il minore imbarazzato.

< Tranquillo, non importa lascia perdere >

Yoongi si girò di nuovo verso il pianoforte, posando le mani sui tasti e lasciando che il suono della musica riempisse quel silenzio imbarazzante che si era creato.

Jimin rimase fermo immobile, come ammaliato dai suoni che quelle mani così esperte riuscivano a produrre, semplicemente sfiorando quei tasti.

< Non stare lì impalato, o te ne vai o vieni a sederti qui > disse il maggiore senza mezzi termini, sentire quella presenza alle spalle lo metteva alquanto a disagio, dopo aver scoperto la sua voce.

Jimin ci pensò su un attimo, era entrato in quella stanza solo perché, uscito dal bagno, aveva sentito una strana melodia provenire dall'aula di musica e quindi si era incuriosito, ma ormai le lezioni erano incominciate e non voleva prendersi una sgridata da parte dell'insegnante.

Lentamente si avvicinò e si sedette vicino al ragazzo dai capelli argentati.

Yoongi lo vide con la coda dell'occhio e un piccolo sorriso spuntò sul suo volto.

< Ma allora è questo il tuo vero sorriso >

Yoongi si distrasse e sbagliò nota, facendo uscire un suono stridulo dal piano.

Si fermò e guardò Jimin confuso.

< Scusa non volevo interromperti, ero solo sorpreso >

< Da cosa? >

Gli occhi di Yoongi si adagiarono su quelli del minore e l'arancio, non riuscendo a reggere il suo sguardo indagatore, gli andò a posare sul pianoforte, toccando qualche tasto per distrarsi.

< Beh sai, ogni volta con me o con Hoseok, fai sempre un sorriso finto e spesso forzato e mi sono sempre chiesto quale sarebbe stato quello vero e oggi finalmente l'ho visto > rispose Jimin allegramente.

Yoongi non avrebbe mai pensato che la persona davanti a lui, che reputava solo come una sacca di sangue, un po' stupida, avrebbe capito che stava recitando.

Velocemente si riprese, non voleva fare la figura del debole.

< Parli come se ci conoscessimo da una vita, quando in realtà ci siamo incontrati solo una volta o due per i corridoi >

< Si è vero, ma Hoseok parla sempre di te, non fa che decantare quanto tu sia simpatico ed intelligente, che ormai ti conosco anch'io così bene > disse Jimin ridendo.

Yoongi si stava chiedendo quando era stato così con Hoseok, ma veramente non si ricordava e davvero non gli interessava poi così tanto.

< Fidati né tu né lui mi conoscete veramente >

< Allora conosciamoci meglio > ribatté subito l'arancio.

< È meglio di no Jimin, lo dico per te >

< Ma Hoseok dice sempre... >

< Vuoi finirla di parlare di Hoseok? > sbottò all'improvviso Yoongi.

Jimin si zittì di colpo, non sapendo perché il maggiore si fosse arrabbiato tanto, cosa che in realtà neanche Yoongi sapeva veramente.

Si era sentito improvvisamente irritato e cosa più importante affamato.

< Le sacche di sangue non parlano > disse in tono minaccioso.

< Come scusa? > chiese Jimin confuso.

Il momento di tranquillità era finito, erano ritornati ad essere il cacciatore e la preda come era giusto che sia.

"Non ricadrò nella stessa trappola una seconda volta, non basta una semplice voce a farmi dimenticare chi sono veramente" pensò Yoongi.

< Jimin voglio che ti ricordi cosa sono e intanto cerca pure di non urlare, ti potrebbero sentire gli altri studenti, visto che le lezioni non sono ancora finite >

A quelle parole il minore spalancò gli occhi.

Tutti i ricordi che Yoongi gli aveva fatto dimenticare tornarono come un uragano, colpendolo in pieno e si stupì di essere riuscito a dimenticare tutto il dolore e la sofferenza che quell'essere gli aveva procurato.

Yoongi vide tutti i cambiamenti nell'espressione del più piccolo, da sorridente e imbarazzata, divenne da prima confusa e poi spaventata.

< Va.. m... pi...ro > solo questa parola uscì dalle labbra di Jimin, troppo sconvolto pure per parlare.

< Ecco è così che deve essere, tu terrorizzato e io che mi nutro di te, niente di più e niente di meno >

Prese l'umano, ancora sotto shock, per i fianchi e lo pose delicatamente sulle sue gambe.

< Adesso stai tranquillo e non urlare >

Velocemente affondò i suoi canini nella sua carne e assaporò quel sangue paradisiaco, godendosi ogni sospiro e gemito che usciva dalla bocca di Jimin, che tentava di trattenere le lacrime che il vampiro già sapeva, presto sarebbero scese lungo le sue guance arrossate.

Ogni volta quel sapore lo riusciva a mandare in visibilio e non capiva come un semplice essere umano potesse eccitarlo tanto, infondo era solo sangue, solo e semplice liquido scarlatto che scorreva ininterrottamente nelle vene e nelle arterie degli esseri viventi.

Come poteva essere dipendente da una cosa così piccola e infima, che però poteva conferire la vita e la morte.

Era passato così tanto da quando aveva fatto un pasto decente, ma non poteva consumarlo fino in fondo.

"Almeno non subito" pensò lui, sorridendo.

Controvoglia si stacco da quel corpo morbido e caldo. Una goccia di sangue colò dalle sue labbra cremisi, scese lungo il suo mento pallido e andò a infrangersi sui tasti bianchi del pianoforte, sporcando il dolce candore di un rosso scarlatto.

Yoongi quasi rise per la metafora appena creatosi.

Quella goccia di sangue gli assomigliava particolarmente.

Lui che andava a corrompere e a profanare il piccolo corpo puro e innocente che si trovava sopra di lui.

Ma ancora non aveva fatto niente.

Lentamente baciò una guancia del minore e sentì l'umano tremare sotto al suo tocco.

< Sai, prima avevo intenzione di nutrirmi di te e basta, ma dopo aver sentito la tua voce, non credo proprio che riuscirò a lasciarti andare tanto facilmente, ho intenzione di farti diventare il mio giocattolino personale, che ne dici? >

Dal minore non sentì provenire alcun suono se non delle lacrime mal trattenute.

Yoongi da dietro lo abbracciò quasi amorevolmente e con una mano gli asciugò le sue guance.

< Tranquillo non ti preoccupare, ci divertiremo tantissimo inseme, fidati di me >.

Purtroppo l'ossessione di Yoongi era tornata.



 

Spazio "Autrice":

Ciaoo a tutte ragazze,

un po' di Yoonmin fa sempre bene non vi pare? Ahahahah

 COMUNQUE, vorrei farvi una domanda: vi spaventerebbe sapere che questa storia è appena all'inizio?

Ho un sacco di idee in testa e spero di riuscire a metterle per iscritto nella maniera migliore.

Perdonatemi i vari errori che troverete nella lettura, sono mezza addormentata.

A presto :)

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Capitolo 20
*** La cena ***


 

 

Le lezioni erano passate molto velocemente e l'ultima campanella di scuola si era fatta sentire, ma Taehyung non aveva la minima voglia di tornare in quella casa.

Anche perché non sapeva nemmeno come arrivarci.

Jungkook era scomparso, così come Jimin e una brutta sensazione stava crescendo lentamente dentro di lui.

"Non è che sono insieme, vero?"

Velocemente scacciò quel pensiero dalla sua testa, il suo migliore amico non avrebbe mai saltato le lezioni per passarle con Jungkook, figurati.

Eppure il pensiero di loro due insieme lo infastidiva particolarmente e avrebbe davvero voluto sapere dove fossero e sopratutto cosa stessero facendo.

Velocemente sistemò le sue cose nello zaino e di fretta uscì dalla classe. Dalla tasca dei pantaloni tirò fuori il suo telefono, per vedere se Jimin gli avesse scritto qualcosa, ma niente.

Stava per rimetterlo a posto, ma all'improvviso partì la vibrazione, segnale che un nuovo messaggio era appena arrivato.

Veloce lo aprì, sperando che provenisse dal suo amico, ma quello che lesse gli fece aggrottare le sopracciglia.
 

-Ti aspetto al cancello, non farmi aspettare.
 

"Sicuramente avrà sbagliato numero" pensò Taehyung leggendo il numero sconosciuto.

Lentamente si diresse verso gli armadietti per cambiarsi le scarpe e si fermò a parlare con dei compagni di classe, che non avevano capito i  compiti, che il professore di coreano aveva assegnato.

Dopo un quarto d'ora finalmente salutò i ragazzi e mettendosi le cuffiette alle orecchie si avviò verso il cancello, ignorando le persone intorno a lui e intanto pensando ad un modo per tornare in quella casa.

Troppo preso dalla musica Taehyung non si accorse di una figura alle sue spalle, che gli prese un braccio e gli bloccò il cammino.

Lui spalancò gli occhi e si girò spaventato.

Quando vide la figura davanti a lui subito si tranquillizzò, ma poi sbottò:< Ti sembra il modo di apparire così all'improvviso? Mi hai fatto prendere un infarto, pensavo che eri un rapinatore o un assassino... >

Il biondo si fermò di colpo e vedendo il ghigno posto sulle labbra del moro, si diede dello stupido per quello che aveva appena detto.

< Tu sei proprio una persona del genere >

Il moro ignorò la sua frase e un cipiglio irritato spuntò sul suo viso, rovinando quei tratti tanto delicati.

< Cosa non capisci della frase 'non farmi aspettare'? Pensavo che fosse abbastanza chiara, persino per uno come te >

Taehyung sorvolò sull'ultimo commento poco carino nei suoi confronti, ormai era abituato a essere insultato da quell'essere.

< Quindi era tuo quel numero sconosciuto? Cosa ne potevo sapere, hai detto che te ne saresti andato >

< Sì, in realtà era quello che avevo intenzione di fare, ma conoscendoti, ho immaginato che se ti avessi lasciato solo, ti saresti perso chissà dove e avrei ritrovato il tuo cadavere in qualche fosso sperduto nel nulla >

Taehyung lo guardò per un attimo offeso, per la poca considerazione che aveva di lui, ma poi tirò un sospiro di rassegnazione, ormai non aveva neanche più la forza per controbattere.

Un pensiero però lo colpì all'improvviso.

< Come diavolo hai fatto ad avere il mio numero? Lo sai che sei proprio uno stalker? >

< Avevi il telefono nella cartella che ti ho riportato. Semplicemente l'ho preso da lì e poi davvero, dovresti cambiare il tuo blocco schermo, quale persona con un minimo di cervello metterebbe il proprio nome come password? >

< Senti era l'unica che sicuramente mi sarei ricordato e poi non capisco perché mi debba giustificare con te > sbottò il biondo arrabbiato.

Superò Jungkook e iniziò a camminare per una strada presa a caso.

< Guarda che casa mia è da quella parte > disse Jungkook, indicando la strada opposta a quella presa da Taehyung.

"Ovviamente" pensò l'umano, dirigendosi verso la via indicata dal moro.

Jungkook soffocò una risata, era davvero divertente vedere le varie espressioni che quell'umano poteva cambiare in pochi secondi, quindi decise di infastidirlo ancora di più.

< Comunque carino il disegno >

Jungkook lo raggiunse facilmente, tenendo il suo passo.

< Quale disegno? > chiese Taehyung sbuffando, mentre cercava di accelerare, per non dover star vicino a quell'essere.

< Ovviamente sto parlando di quello accartocciato infondo alla tua borsa > esclamò Jungkook, sorridendo innocentemente. 

Taehyung si bloccò di colpo, le parole non volevano uscire dalla sua bocca e la mente si era come svuotata improvvisamente.

Un solo pensiero regnava nella sua testa.

"No, non l'ha visto, non l'ha visto, non l'hai visto"

Vedendo l'espressione sconvolta del biondo, Jungkook non poté trattenersi e continuò il suo monologo.

< Già altre persone mi avevano ritratto in passato, ma nessuno era riuscito a catturare la mia bellezza come hai fatto tu, mi sento davvero lusingato... Le persone non riescono proprio a togliermi gli occhi di dosso, non pensavo che qualcuno mi stesse guardando anche mentre leggevo un semplice libro >

Taehyung non sapeva come ribattere, tutti gli insulti che gli venivano in mente non erano abbastanza efficaci per distruggere quell'ego smisurato che apparteneva alla figura di fronte a lui e con quel disegno non aveva fatto altro che accrescerlo a dismisura.

"Vorrei avere la metà della sua sicurezza" pensò il biondo tristemente, ma poi all'improvviso si riscosse.

"Io uguale a quel idiota? Mai e poi mai. Voglio distruggere quell'ego che si ritrova e lo farò"

Questo si ripromise, mentre correva per raggiungere il moro che ormai distava qualche metro di distanza da lui.









 

Imbarazzo.

Era il sentimento che Taehyung provava in quel momento, mentre in silenzio mangiava la sua zuppa di miso, ignorando le occhiate di astio che arrivavano un po' da Yoongi e un po' da Jungkook, alternate.

Appena era arrivato nella loro casa, si era rinchiuso nella sua stanza, non volendo vedere neanche per un minuto di più, quella faccia da schiaffi.

Almeno adesso sapeva la strada e non avrebbe più dovuto farla con mister simpatia.

Svogliato si tolse la giacca dell'uniforme e si cambiò con dei vestiti più comodi, mettendo un pantalone della tuta blu scuro e una maglietta nera a maniche corte, con l'intenzione di non uscire più da quella stanza fino a domani mattina.

Solo che, arrivata l'ora di cena, Jin aveva bussato alla sua porta, dicendo che aveva preparato da mangiare.

Taehyung avrebbe davvero voluto rifiutare, ma dopo l'avvertimento che gli aveva dato Jungkook a proposito di Jin, non era sicuro di volerlo vedere contrariato per qualcosa, così per metà obbligato aprì la porta e seguì il maggiore giù per le scale.

Pensò che si sarebbero diretti verso la cucina, invece Jin aprì una stanza che Taehyung non aveva ancora visitato e si ritrovò in una sala da pranzo.

Un tavolo non molto lungo occupava il centro della stanza.

La sala era poco illuminata, le pareti erano tappezzate di quadri in stile vittoriano e il pavimento era coperto da un grande tappeto persiano.

La cosa più sorprendente era il grande camino che si trovava di fronte a lui, dietro il tavolo, con le rifiniture in legno intarsiate d'oro.

< Come ti ha già detto Jungkook, siamo delle persone un po' all'antica > disse Jin, ridendo per l'espressione sorpresa dipinta sul biondo.

Il tavolo era apparecchiato per quattro persone e al centro si trovava un enorme candelabro d'argento, unica cosa insieme al camino che illuminava la stanza.

< Aspetta, ma quello è argento vero? > si chiese Taehyung tra sé e sé, ma Jin lo sentì comunque.

< Sì, ce lo ha regalato la regina Vittoria, insieme a un servizio di porcellane molto antica, dopo aver soggiornato nel suo palazzo per un breve periodo. Sai la nipote si era presa una cotta per Jungkook e non ci voleva lasciar partire... >

Gli occhi di Taehyung si spalancarono ancora di più, loro avevano conosciuto la regina d'Inghilterra? Ma quanto erano vecchi allora?

< Scusa Jin, ma perché ci sono quattro piatti? Non mi avevi detto che voi non potevate mangiare cibo umano? >

< È vero, però ho pensato che non mi sembrava giusto lasciarti sempre solo a mangiare, sai quando ero un umano ricordo che odiavo cenare da solo, così ho obbligato i miei fratelli a farti compagnia, in questo modo tu ti sentirai meno solo e potremo conoscerci meglio, che ne dici? >

"Pessima idea" avrebbe voluto rispondere Taehyung.

Se prima lo odiavano, figurati ora, possibile che Jin non se ne rendesse conto? Voleva per caso farlo morire in maniera discreta, senza lasciare tracce?

Questo si domandò, mentre si sedeva a un lato del tavolo, quello più vicino al camino.

Erano i primi di marzo, ma ancora faceva freddo e fu felice del fatto che il camino fosse acceso.

Sbatté le palpebre e quando le riaprì si ritrovò davanti uno Yoongi, abbastanza scocciato, seduto di fronte a lui e alla sua destra invece vide Jungkook posto a capo tavola che giocava con il cellulare.

< Dovresti calmarti, il tuo cuore batte all'impazzata, neanche avessi visto un fantasma > gli disse il moro senza staccare gli occhi dallo schermo.

"Se magari non mi spuntaste all'improvviso da tutte le parti, forse non sarei così sorpreso" avrebbe voluto ribattere, ma vedendo il volto di Yoongi intento a fissarlo come se fosse un moscerino da schiacciare, si vide bene dal pronunciare anche una sola parola. L'episodio di quella mattina era ancora impresso in maniera indelebile nella mente dell'umano e di certo non avrebbe disturbato quel vampiro di nuovo, per nessuna ragione al mondo.

Seguì un silenzio imbarazzante, interrotto da Jin che entrò nella stanza con dei piatti fumanti.

< Eri davvero serio allora? > esclamò Yoongi irritato.

< Ovviamente > rispose Jin, senza neanche guardarlo.

< Vuoi per caso farci morire intossicati? > chiese Jungkook di rimando.

Jin lo ignorò e lasciò i piatti a tavola, non prima di aver fatto un sorriso di rassicurazione all'umano.

< Oggi ho voluto sperimentare un po' la cucina giapponese, all'inizio non volevo cucinarti qualcosa di cui non ero sicuro del risultato, ma grazie a te mi è ritornata la voglia di cucinare e da ora in poi proverò a creare piatti che da umano non ho mai avuto il privilegio di assaggiare, che non ho potuto... Comunque spero che saranno di tuo gradimento >

Taehyung sentì un pizzico di compassione provenire da quel ragazzo. 

Quelle parole sembravano nascondere molto di più di quanto Jin volesse far intendere, come se diventando un vampiro fosse stato privato di qualcosa per lui molto importante.

Taehyung spostò lo sguardo su Yoongi e Jungkook e pensò che forse anche loro avevano perso qualcosa con la loro trasformazione.

Il biondo aveva sempre creduto che essere un vampiro era qualcosa voluto da loro, senza pensare che magari anche loro avevano provato sentimenti come la tristezza o il rimorso.

"Forse li ho giudicati troppo severamente" pensò lui pentito, abbassando la testa sul suo piatto.

 

 

Spazio "autrice":

Capitolo corto e noioso, lo so, ma il prossimo sarà uguale, scusatemi ahahah

Purtroppo ho dovuto spezzarli, perché se no veniva un capitolo davvero immenso...

Cercherò di aggiornare il prossimo capitolo il prima possibile,

A presto :) 

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Capitolo 21
*** AB positivo ***


"Forse li ho giudicati troppo severamente" pensò lui pentito, abbassando la testa sul suo piatto.

 

Vide Jin sedersi a capo tavola, di fronte a Jungkook e poi riportò lo sguardo sulla zuppa di miso.

Prese il cucchiaio che si trovava di fianco al suo piatto e lentamente assaggiò la pietanza.

Gli occhi gli brillarono e dimenticandosi per un momento del posto in cui si trovava, abbandonò il suo rigido comportamento e per qualche attimo tornò ad essere il Taehyung allegro e solare di sempre.

Divorò il piatto come se non ci fosse un domani e dopo averlo finito, sorrise soddisfatto.

< Jin era davvero buonissimo, non so come hai fatto a farlo così bene, senza neanche assaggiarlo. Io a malapena riesco a cucinare un piatto di noodles senza incendiare l'intera cucina, ma questo è davvero fantastico. Sono sicuro che potrebbe competere con i migliori ristoranti, credimi potresti diventare un cuoco di fama internazionale >

< Adesso non esagerare Taehyung era solo una zuppa, tutti la riescono a fare >

Nonostante avesse risposto così si vedeva che era molto contento di ricevere quei complimenti.

< Non sto affatto esagerando, diteglielo anche voi ragazzi >

Taehyung portò la sua attenzione alle altre due figure al tavolo e vide che lo guardavano uno con fare annoiato e l'altro con uno sguardo da "non mi importa".

In quel momento il biondo si ricordò di un piccolissimo, minuscolo particolare.

Che loro erano vampiri, che prediligevano il sangue e che provavano disgusto per qualsiasi cibo umano.

Dalla sua frase seguirono minuti imbarazzanti interrotti da Jin, che spronava i due a mangiare.

< Ripeto vuoi farci morire intossicati? > chiese Jungkook.

< Ci odi così tanto Jin? > continuò Yoongi.

< Ma perché non vi fidate mai? State zitti per una volta tanto e mangiate >

Il tono fermo di Jin non ammetteva repliche.

Taehyung non lo aveva mai sentito parlare così e si stupì del fatto che Yoongi e Jungkook sbuffarono all'unisono, ma fecero comunque quello che gli era stato detto.

Un piccolo sorriso di rivincita sfuggì dalle labbra del biondo a quella scena.

"E così non fate più tanto gli arroganti, vero?" pensò contento Taehyung.

Il sorriso però non passò inosservato, infatti Yoongi lo vide e gli lanciò un occhiata che non prometteva nulla di buono.

Taehyung inghiottì a vuoto e cercò con lo sguardo una possibile via di fuga.

Intanto i due vampiri presero coraggio e assaggiarono il piatto di Jin.

Erano già pronti allo schifo e al disgusto che ne sarebbe derivato, ma sorprendentemente non fu così.

< Jin è stranamente mangiabile > esclamò meravigliato Jungkook.

< Ero pronto a sputarlo in faccia all'umano e invece sei riuscito a togliermi pure il piacere di farlo > esclamò Yoongi deluso.

< Devo ammettere che il modo in cui voi fate i complimenti non lo batte proprio nessuno > disse Jin, ridendo e scuotendo la testa.

< Sempre a tua disposizione > ribatté Jungkook, mentre continuava a mangiare.

< Ma aspetta questo sapore è... >

Jin non fece finire di parlare Yoongi, che subito lo precedette.

< Sì, nei vostri ho aggiunto AB positivo, il vostro preferito >

Taehyung spalancò gli occhi a quella sentenza, non sapeva se era più sconvolto del fatto che Jin avesse messo del sangue nei loro piatti o per il fatto che avesse affermato che il gruppo sanguigno AB era il loro preferito.

"Cazzo io sono del gruppo AB" pensò lui sconvolto.

Jin si accorse dell'espressione di Taehyung.

< Tranquillo, nel tuo piatto non ho messo niente di strano > rise lui.

"Almeno quello" pensò il biondo, tirando un sospiro di sollievo.

< Spero che almeno sia di una ragazza giovane e carina > disse Yoongi.

< Ovviamente non me lo sono procurato da una persona. L'ho diciamo preso in prestito dalle sacche di sangue, che c'erano nell'ospedale di questa cittadina >

< Oh, Jin ha rubato qualcosa, ma lo sai che poi finisci all'inferno per questo? > lo infastidì Jungkook dall'altra parte del tavolo.

In un battito di ciglia un coltello volò in direzione di Jungkook, ma lui senza neanche scomporsi lo prese al volo, ridendo.

Quello che però non si accorse, fu che una forchetta seguì la stessa traiettoria del coltello, ma questi si andò a conficcare nella pelle del ragazzo, in prossimità del suo addome.

Jungkook smise di ridere e guardo la maglia, ora bucata e sporca di sangue.

< La volete finire di rovinarmi tutte le maglie di marca che possiedo? > esclamò, mentre estraeva la posata dal suo corpo.

Taehyung guardò tutta la scena e quando vide l'oggetto conficcarsi nella carne del moro, non poté trattenersi dall'alzarsi di colpo dalla sedia, sconvolto e chiedersi cosa diavolo stesse succedendo.

Jungkook però non emise neanche un lamento.

"E' possibile che i vampiri non provino dolore?" si chiese il biondo confuso.

Guardando meglio però, vide che dal buco della maglietta, non c'era traccia di ferita sulla pelle di Jungkook, neanche una piccola cicatrice.

< Ma come è possibile? > chiese con un filo di voce, non ottenendo nessuna risposta.

Si guardò intorno e osservò Jin, bere un calice con all'interno un contenuto di dubbia provenienza e Yoongi, continuare a mangiare il suo pasto come se niente fosse.

Velocemente si alzò e andò in direzione di Jungkook.

Quando fu a pochi passi da lui, gli alzò la maglietta e osservò meglio la zona dove prima c'era la ferita, essere scomparsa del tutto.

Provò a tastare la zona, ma nessun segno sembrava scalfire quella pelle lattea.

< Mi spieghi il motivo per cui mi stai spogliando? Se mi volevi vedere nudo, bastava dirlo > disse il moro, con un sorrisetto che gli incorniciava il volto.

Taehyung tentò di non arrossire a quella frase e rapido si allontanò dal corpo del moro.

< Idiota, pensavo di aver visto male, come è possibile tutto ciò? E' come se il tuo corpo non fosse stato neanche toccato da quella forchetta, che è ancora sporca di sangue, più precisamente del tuo sangue >

< Ti avevo già detto che noi vampiri non siamo deboli come voi umani, nessuno di questi oggetti può farci male > rispose annoiato il moro. 

Sembrava un professore che spiegava la lezione per l'ennesima volta a un suo alunno, troppo stupido per comprendere un concetto così elementare.

L'umano però, aveva ancora mille domande da volergli porre.

Davvero niente li poteva ferire? Ma allora erano invincibili?

< Taehyung mettiti a sedere, che adesso è quasi pronto il dolce >

Jin interruppe il suo filo di pensieri e il biondo lo vide allontanarsi dalla sala con un piccolo sorrisetto, che gli incorniciava il suo bel volto.

Taehyung non capì il motivo di quella espressione, ma alzando le spalle, fece quello che gli era stato detto.

Per far passare il tempo si guardò in giro, focalizzando l'attenzione sui quadri e non sullo sguardo del vampiro di fronte a lui che lo fissava da quando si era avvicinato a Jungkook.

Quello sguardo sembrava volesse incenerirlo sul posto, era così serio e intenso che mise Taehyung ancora più a disagio di quanto già non si fosse sentto in precedenza. Era come se lo stesse scrutando nel profondo, cercando di carpire i suoi più reconditi segreti.

< Si può sapere cosa vuoi? > sbottò all'improvviso Taehyung, sorprendendo sé stesso dal tono troppo brusco che aveva utilizzato.

Si era ripromesso che non avrebbe fatto niente per infastidire il vampiro dai corti capelli argentati, ma davvero quello sguardo lo stava facendo uscire di senno. 

Immediatamente si accorse che la frase che aveva appena sputato tra i denti non era piaciuta affatto a Yoongi, che adesso lo fissava con gli occhi chiusi in due fessure.

"Spaventoso, ma ancora attraente" non poté non pensare il biondo, maledicendosi mentalmente.

Poi all'improvviso l'espressione del vampiro cambiò completamente e un piccolo sorriso andò a formarsi sulle sue labbra.

L'umano a quella vista non poté fare altro che rabbrividire.

< Jin ha detto che è l'ora del dessert, quindi io non devo fare altro che servirmi >



 

Spazio "autrice":

Scusate se ci ho messo così tanto a pubblicare il nuovo capitolo, ma con la scuola e tutto il resto non ho avuto un attimo di tregua, senza contare che mi si è pure rotto il pc, fantastico.
Chissà se c'è ancora qualcuno che legge questa cosa? Ahhahah
Il prossimo capitolo prometto che sarà molto più movimentato, ma infondo come si dice? La calma prima della tempesta, no?
Lo potete benissimo intuire dalla frase pronunciata da Yoongi.
Cercherò di aggiornare il prossimo capitolo il prima possibile,
a prestoo

 

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Capitolo 22
*** Patetico ***


 

< Jin ha detto che è l'ora del dessert, quindi io non devo fare altro che servirmi >  


 

Taehyung lo guardò confuso, non capendo quello che il vampiro dai capelli argentati intendeva, fino a quando non si sentì tirare violentemente per il polso. 

La sua schiena sbatté contro la superficie del tavolo e i piatti e le posate che si ritrovavano sopra, caddero malamente a terra, producendo un rumore infernale.

In quel momento a Taehyung poco importò del servizio di porcellana, troppo occupato a provare un dolore intenso che lo aveva colpito alla schiena.

Sbatté le palpebre velocemente e si rese conto di essere sdraiato sul tavolo, con Yoongi seduto a cavalcioni su di lui, che gli teneva stretti i polsi per non farlo scappare.

"Come se potessi competere contro la forza di un vampiro" pensò furioso il biondo.

La paura però prese velocemente posto alla rabbia, quando vide il vampiro avvicinarsi pericolosamente al suo collo e inspirare il suo dolce profumo.

Il biondo cercò con lo sguardo l'aiuto di Jungkook, ma il moro in quel momento era impegnato a scrivere sul suo cellulare, senza prestare la minima attenzione a quello che stava succedendo davanti ai suoi occhi.

La rabbia tornò prepotente a galla nel biondo, che con tutto sé stesso, cercò di liberarsi da quella presa, che mano a mano continuava a farsi più stretta attorno ai suoi polsi.

< Come sei fastidioso, l'altra volta eri molto più collaborativo > sbuffò annoiato il vampiro.

< Beh sai, forse perché non mi va molto a genio, il fatto di condividere il mio sangue con degli esseri disgusto come voi > sbottò acido Taehyung.

Era stufo di lasciare che loro facessero tutto quello che volevano su di lui.

< Lo sai che così non stai migliorando la tua situazione, vero? Sembra che il tuo principino si sia scordato di te o semplicemente abbia smesso di preoccuparsi, quindi deduco che ora nessuno ci terrà separati > sussurrò Yoongi all'orecchio del umano sotto di lui.

Delle lacrime spuntarono sugli occhi di Taehyung, ma lui si rifiutò di farle cadere.

"Non ora, non di fronte a lui, non dargli la soddisfazione di vederti definitivamente crollare" si ripeté continuamente il biondo, mordendosi le labbra per frenare le lacrime.

< Oh che tenero, sta cercando di non piangere, ma se io facessi qualcosa di peggiore, quanto tempo pensi durerà prima di scoppiare, eh Jungkook? >

Dal moro non si sentì provenire nessuna risposta e Yoongi prese il silenzio come pretesto per continuare quello che stava facendo.

Staccò una mano dai polsi del biondo e lentamente fece scivolare il suo dito, lungo tutto il petto di Taehyung, facendogli risalire brividi di puro terrore lungo tutta la spina dorsale. La mano poi si andò a posare sui fianchi dell'umano e a infilarsi rapida sotto la sua maglietta.

Il biondo a quella mossa spalancò gli occhi sconvolto e tentò, di nuovo, di liberarsi da quella presa infernale.

< Bastardo gay pervertito mollami subito, dove cazzo pensi di metterla quella mano, spostala subito >

Yoongi quasi non rise per gli insulti che gli stava lanciando l'umano e passò la sua mano sullo stomaco del biondo.

< Tranquillo, questo non è niente in confronto a quello che facevamo io e Jungkook, in Francia, a fine Ottocento >

< Non mi interessa niente delle vostre avventure passate, voglio solo che ti sposti da me, maniaco >

Ogni punto del suo corpo, che Yoongi andava a sfiorare, bruciava come fuoco e Taehyung non poté evitare che le sue guance iniziassero a prendere una sfumatura più rosata del normale e il suo respiro diventare più accelerato.

L'aria intorno a loro si stava surriscaldando e ormai Taehyung non si ricordava neanche più come si respirasse regolarmente.

L'unica cosa che adesso gli passava per la mente, erano quelle mani pallide come l'alabastro, che sembravano adattarsi perfettamente alle sue forme e correre esperte lungo tutto il suo profilo, senza mai indugiare più del necessario sul suo corpo ambrato.

< Non hai nemmeno un fisico decente, hai mai sentito parlare di palestra? > chiese il vampiro, mentre passava la mano sui suoi addominali inesistenti.

Nonostante la situazione pietosa in cui si trovasse, tutto sudato e con il respiro mozzato, tentò di tenere gli occhi aperti e ad apparire ancora con il pieno controllo delle sue azioni.

< Nessuno qui ti sta obbligando, spostati e togliti dai coglioni >

Entrambi però sapevano che tutto ciò era solo una farsa. 

Appena finì di pronunciare quella frase, dalle labbra rosee di Taehyung uscì un gemito mal trattenuto. 

Il biondo si morse le labbra a forza di farle sanguinare, pur di non fare uscire niente che lo avesse potuto compromettere, ma ormai era troppo tardi.

Il sorriso di Yoongi se poté si allargò ancora di più.

< Pessima risposta umano > 

La mano del vampiro interruppe la sua corsa e veloce scese sui pantaloni del minore, sfiorandogli appena la sua intimità.

< Non toccarmi >

Gli uscì una voce stridula, derivata dalle lacrime che tentava ormai da troppo di trattenere.

< Pregami di non farlo >

Ancora una volta Taehyung si morse le labbra, non poteva farlo, non doveva farlo, non poteva piegarsi a lui...

La mano di Yoongi si infilò sotto l'elastico dei suoi pantaloni.

< Ti prego non farlo > 

Ormai lo aveva detto, non poteva più rimangiarsi le parole appena pronunciate.

Era così disperato, che alla fine aveva ceduto e si era abbassato a pregarlo.

Oltre che sentirsi spaventato, un senso di vergogna gli si insinuò all'interno del suo essere e non poté fare altro che provare disgusto per sé stesso.

Per essere solo un debole e inutile umano.

Un rumore fastidioso interruppe quello che Yoongi stava tentando di fare e il vampiro si girò infastidito, per essere stato disturbato sul più bello.

< Oh scusate mi era caduto il cucchiaio non fate caso a me > disse Jungkook, mentre si inchinava per raccogliere la posata.

< Non sei mai stato così sbadato. C'è per caso qualcosa che ti turba? > chiese Yoongi, sorridendo innocentemente.

< No, assolutamente niente. Stavo solo pensando al fatto di quanto disperatamente tu, stia cercando di attirare la mia attenzione. Se ti aspetti che reagisca in qualche modo, allora stai solo sprecando il tuo tempo >

"A me non sembra proprio" pensò Yoongi, mentre un piccolo ghigno spuntò di nuovo sul suo volto, ma fece finta di niente.

< Te ne sei accorto? Allora non c'è più gusto nel continuare questo giochetto > disse Yoongi, sbuffando.

Il vampiro lasciò subito il corpo dell'umano e si alzò da lui.

Vide il ragazzo sotto di lui tremare in maniera incontrollata.

< Oh alla fine ti ho fatto piangere, senza averti neanche sfiorato. Che essere patetico... > esclamò il vampiro, guardandolo annoiato.

All'improvviso vide l'umano alzare di scatto la testa.

Quello che però Yoongi, lesse nel suo sguardo, non era paura o tristezza, ma solo una grande furia omicida, che fece sorprendere il vampiro e prenderlo in contropiede.

< Un gioco? Per te questo era solo un fottuto gioco? Ti sembra che io stia ridendo? Vuoi per caso che rida? Voi sapere cosa sarebbe davvero divertente? Questo >

Appena finì la sua frase strinse la mano a pugno e rapido lo fece urtare contro la mascella del maggiore, il quale, non aspettandoselo, non fece niente per impedirlo.

La stanza piombò in un silenzio agghiacciante, che subito si ruppe quando Taehyung scese velocemente dal tavolo e urlò :< Ne ho abbastanza di tutti voi, non avete il minimo rispetto per le altre persone, vi odio, vi odio dal profondo del cuore, sono stato uno stupido a provare anche solo un briciolo di compassione verso esseri come voi >

Dopo aver detto questo iniziò a correre, si scontrò con Jin che aveva tra le mani qualcosa, ma in quel momento poco gli importava.

< Ehi Taehyung qui... >

Il ragazzo lo ignorò e sorpassandolo, uscì da quella casa.

L'acquazzone lo colpì in pieno, non pensava che stesse piovendo, anche se in realtà doveva immaginarselo.

La stagione delle piogge era quasi alle porte, ma in questo momento non poteva fregargliene di meno. 

Era stufo e stanco, molto stanco.

Le lacrime iniziarono a scendere lungo le sue guance, ma non si curò di trattenerle, la pioggia le avrebbe coperte.

Continuò a correre insicuro su dove stesse andando, ma ancora non gli importava.

Quando esaurì finalmente le sue energie, si accorse di essersi allontanato di molto da quella casa e per riprendere fiato si appoggiò con la schiena a un muro, respirando appieno l'aria fresca della sera, mentre la pioggia continuava a cadere lungo il suo corpo.

Era una sensazione davvero piacevole, almeno avrebbe ripulito il suo corpo da quel tocco, da quel disgustoso e orribile tocco.

Portò un braccio a coprire la sua faccia, mentre stille salate scendevano ancora copiose dalle sue guance.

"Sono davvero una persona patetica, su questo Yoongi aveva ragione" pensò Taehyung.

Non era stato neanche in grado di contrastarlo, non poteva nulla contro di lui.

< Quanto tempo hai ancora intenzione di sprecare sotto la pioggia? >

 

 

 

Spazio "autrice":

Ehi ciao come state?
Ho fatto passare davvero tanto tempo dall'ultimo aggiornamento. La scuola mi sta tenendo costantemente impegnata e non riesco ad aggiornare quanto vorrei...
Spero comunque che questo capitolo vi sia piaciuto, ringrazio con tutto il cuore le persone che nonostante questo continuino a leggere questa piccola storiella, davvero grazie di cuore.
Per ringraziarvi, cercherò di aggiornare più spesso, ma non vi prometto niente.

A prestooo :)

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Capitolo 23
*** Senza speranze ***



< Quanto tempo hai ancora intenzione di sprecare sotto la pioggia? >


Taehyung non alzò neanche il braccio dagli occhi, per capire chi stesse parlando.
Ormai quella voce l'avrebbe riconosciuta dovunque.
< Non è qualcosa che ti riguarda, Jungkook > sputò acido.
< Si da il caso, che io ti debba tenere d'occhio e ora, che non sei psicologicamente
 stabile, potresti commettere qualcosa di davvero stupido e che poi te ne pentiresti l'attimo dopo >
< Tranquillo, non dirò a nessuno del vostro stupido segreto, non sono così crudele da far passare a qualcun altro quello che sto passando io >
< Quanto sei esagerato, non ti è ancora successo niente, non hai graffi o morsi, dovresti smetterla di prendertela per niente >
Una risata isterica uscì dalla bocca di Taehyung.
< Niente... Hai avuto davvero il coraggio di dire che non è successo niente? Hai mai sentito parlare di un dolore diverso da quello fisico? >
Il biondo non sentì provenire nessuna risposta e per qualche minuto, percepì solo il rumore della pioggia scrosciante, che pesante cadeva sul suo corpo ormai fradicio.
Taehyung spostò poi il braccio dai suoi occhi, pensando che il vampiro se ne fosse andato e invece era ancora lì, che lo guardava con un espressione indecifrabile.
Prima che potesse dire altro però, Jungkook lo precedette.
< È l'unico dolore che davvero conta >
< Avrei dovuto immaginare la tua risposta... Adesso per favore vai a casa Jungkook, a breve tornerò anch'io, non dirò niente a nessuno, te lo giuro >
Il moro guardò il ragazzo davanti a lui.
Il suo corpo tremava visibilmente, gli occhi erano rossi e gonfi, testimoni che stesse piangendo fino ad un attimo fa e il suo respiro non voleva proprio regolarizzarsi.
Per la prima Jungkook lo vide davvero stanco e provato.
Il biondo non si era mai mostrato così debole e vulnerabile di fronte a lui.
"Sono stato io a renderlo così?" si chiese sorpreso.
Jungkook fece per avvicinarsi, ma lo sguardo che il biondo gli riservò, lo fece bloccare sul posto.
Un dolore all'altezza del petto iniziò a germogliare dentro di lui.
Erano sensi di colpa quelli?
Dopo tutti quegli anni passati, il dolore e la morte che aveva causato, il suo cuore riusciva ancora a provare sensi di colpa? Riusciva ancora a sentirsi dispiaciuto per il prossimo?
Avrebbe voluto ribattere qualcosa, ma dalle sue labbra non uscì una parola, troppo sconvolto dal forte dolore che stava provando.
"Stupide emozioni umane amplificate" pensò lui, cercando di darsi un contegno.
Doveva andarsene, non sarebbe riuscito a sopportare un altro sguardo da parte di quell'umano.
Taehyung guardò di nuovo nella direzione in cui stava il moro fino a qualche attimo fa, trovandola vuota.
"Non posso crederci, per la prima volta Jungkook ha fatto quello che gli ho chiesto" pensò sorpreso il biondo.
Poi si spostò da quel muro e lentamente camminò per le strade di Haneul, passando per stradine e vicoli, ormai famigliari, per qualcuno che aveva vissuto lì fin dalla nascita.
"Forse è il momento di tornare in quella casa" pensò, mentre un brivido di puro terrore gli percorse la spina dorsale.
Poi si ricordò di un piccolo, piccolissimo particolare.
Dalla rabbia aveva tirato un pugno in faccia a Yoongi.
"Perfetto sono fottuto, spero che almeno mi faccia chiamare mia madre, per darle un ultimo saluto prima di morire" pensò lui sconsolato.
All'improvviso, mentre camminava tra quelle stradine, sentì da lontano delle voci concitate che, a causa della pioggia, si confondevano tra di loro.
Curioso di quello che stava succedendo, interruppe la sua camminata e si diresse nella direzione dettata da quelle voci.
Appena svoltato un angolo, vide in un vicolo mal illuminato, un gruppo di ragazzi che erano intorno a un corpo, rannicchiato per terra in posizione fetale, che tremava in maniera incontrollata.
"Che bastardi in quattro contro uno solo" pensò lui, mentre stringeva i pugni per la rabbia.
Quel ragazzo gli ricordava tanto lui, quando si era trovato in balìa di quel vampiro bastardo.
Sapeva che non doveva mettersi nei casini, ma non poteva abbandonare quel ragazzo, gli sarebbero rimasti i sensi di colpa per il resto della sua vita.
"E poi anche se sono debole contro un vampiro, non vuol dire che lo sono anche contro dei semplici umani" pensò, mentre un piccolo sorriso gli incorniciava il volto.
"Più che altro lo spero"
< Ehi voi non pensate di essere dei codardi a combattere in quattro contro uno? Che c'è? Da soli non siete in grado di fare niente? > chiese lui, mentre si avvicinava lentamente verso di loro.
"Si, grande Taehyung mostra la sfrontatezza che non possiederai neanche fra un milione di anni, coraggio vai a farti ammazzare" pensò tra sé e sé, mentre si avvicinava verso quelle figure minacciose.
< Cosa vuoi tu? Ti piacerebbe per caso prendere il posto di questo schifo? > chiese uno dei ragazzi, che doveva essere il capo della banda.
< Sono convinto che invece voi finirete di fare la sua stessa fine > disse sicuro, mentre con una mano spostava ciocche di capelli bagnati, che gli erano finiti sugli occhi.
"Certo sicuro sto cazzo, morirò già lo so"
< Come sei simpatico moccioso. Cosa vuoi fare con quelle braccine magroline? >
"Beh dai, ho picchiato un vampiro assetato di sangue, con loro sarà una passeggiata" pensò Taehyung, cercando di auto-convincersi.
Prese la rincorsa e tirò un calcio in faccia a quello che doveva essere il loro capo.
Infondo non mentiva a Jungkook, quando gli aveva detto che aveva fatto per un certo periodo Taekwondo.
"Era da un po' di tempo che non mi sentivo così bene" pensò, mentre tirò un altro calcio, stavolta in direzione del più basso del gruppo, che si era avvicinato come una carica verso di lui.
Intanto che si difendeva dagli altri due, guardò in direzione del ragazzo ancora per terra, che lo osservava con occhi sconvolti.
< Ehi tu ora che li sto tenendo a bada, scappa, torna a casa e fatti curare quelle brutte ferite >
Il ragazzo annuì terrorizzato e poi scappò a gambe levate, senza voltarsi indietro.
"Devo dire che per scappare è davvero veloce" pensò Taehyung, mentre schivava un altro pugno, che era indirizzato alla sua faccia.
< Siete lenti > esclamò, mentre tirava un altro pugno, che centrò in pieno la figura davanti a lui.
"Non ci posso credere, mi ricordo ancora di quegli stupidi allenamenti, che mia madre mi aveva costretto a fare contro la mia volontà, per una volta nella mia vita sono serviti a qualcosa. Grazie mamma ti adoro"
Quando li vide tutti per terra ansimanti in mezzo al fango e alla pioggia, si fermò e guardandoli con odio esclamò:< Ben vi sta stronzi >
Si stava per allontanare quando senti un rumore non familiare vicino alla sua testa.
Si voltò lentamente e vide il capo della banda che teneva in mano un oggetto sconosciuto, che solo con uno sguardo più attento si rese conto essere una pistola.
Spalancò gli occhi, incapace di pronunciare una sola parola.
"Mi sembra giusto, mi stava andando tutto troppo bene, vero?" pensò sconvolto per la sua immensa sfortuna.
< Ora non fai più tanto l'arrogante, eh? > chiese il ragazzo, mentre faceva passare quell'oggetto pericoloso da una mano all'altra, quasi come fosse un giocattolo per bambini.
Taehyung vide intorno a sé, gli altri tre ragazzi alzarsi in piedi a fatica.
"Cazzo sono andato troppo leggero con loro" pensò maledicendosi mentalmente, ma d'altronde era da tanto tempo che non picchiava qualcuno.
< Sei davvero un vigliacco > esclamò a denti stretti il biondo.
< Dici? Eppure questo gioiellino mi è tornato molto utile... Ora da bravo biondino, stai fermo e fatti picchiare >
Taehyung non poté controbattere, quando un potente pugno gli andò a colpire lo stomaco.
Lui si piegò dal dolore e un sapore metallico gli risalì lungo la gola e fu costretto a spuntarlo sul pavimento.
Con una mano si pulì la bocca, sporcandola di un liquido scuro. 
Non ci volle un genio per riconoscerlo.
Sangue.
"Fantastico" pensò lui sarcastico.
Quella vista però non fermò i ragazzi che iniziarono brutalmente a malmenarlo.
Lui cercò di rialzarsi più volte, non volendo apparire debole anche di fronte a loro, ma un pugno stavolta più potente degli altri, lo colpì alla mandibola, stordendolo per qualche minuto e facendolo accasciare al suolo esanime.
< Dov'è finita tutta la tua insolenza? > chiese uno dei ragazzi, mentre prendeva a calci il suo corpo, ormai sporco di fango e sangue.
< Eppure non parlavi così, mentre ti prendevo a calci nel culo > riuscì a pronunciare a mezza voce Taehyung, mentre respirava pesantemente.
< Cosa hai detto stronzo? > esclamò uno dei ragazzi.
< Tranquilli ragazzi adesso si scuserà con noi > esclamò il capo.
< Col cazzo > esclamò Taehyung a denti stretti.
< Scusa ripeti non ho sentito bene la frase > disse il ragazzo, mentre con un calcio, più forte degli altri, colpiva la faccia del biondo, facendogli uscire fiotti di sangue dalla sua bocca e con un altro, continuava a martoriare quel corpo ormai costellato da una lunga scia di lividi e ferite.
Non ce la faceva più a sopportare il dolore, voleva solo chiudere gli occhi e aspettare che tutto questo finisse.
Almeno era felice di essere riuscito a mettere in salvo quel ragazzino, sicuramente più giovane di lui, aveva ancora con un'intera vita davanti.
Mentre lui cosa aveva?
Oltre sua madre e il suo migliore amico, non credeva che sarebbe mancato a qualcuno, se fosse morto da solo in un vicolo mal illuminato.
Tanto anche se fosse sopravvissuto, sarebbe dovuto ritornare in quella casa, dove avrebbe dovuto subire altri soprusi
Q.uindi a che scopo continuare a vivere?
Un po' gli dispiaceva per sua madre, sarebbe rimasta completamente sola, ma era una donna forte, ce l'avrebbe fatta benissimo senza di lui.
"Spero solo non pianga troppo" pensò lui dispiaciuto.
Le forze lo abbandonarono velocemente, gli occhi si fecero pesanti, le palpebre lentamente si abbassarono e lui perse coscienza, abbandonandosi in un sonno, per una volta senza sogni.





Spazio "Autrice":
Scusatemi per questo cliché assurdo, però cercate di perdonatemi, mi serviva per far andare avanti la storia.
Spero comunque che possa piacervi lo stesso.
Fatemi sapere,
A presto
 

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Capitolo 24
*** Quasi amici? ***



Taehyung non seppe mai con certezza come erano andate le cose quella volta.

Mentre era caduto in uno stato di semi coscienza, sentì una persona a pochi passi da lui, sbuffare rumorosamente, quasi come se fosse annoiato dalla situazione.

< È possibile che ti devo sempre salvare il culo? > chiese una figura appena comparsa.

Percepì poi alcuni rumori e colpi che non riuscì a distinguere bene tra di loro e dopo qualche minuto, finalmente tutto tacque.

Stava quasi per perdere conoscenza del tutto, quando sentì una sostanza calda e appiccicosa posarsi sulle sue labbra e poi scendere giù lungo la sua gola.

Non aveva mai sentito un sapore del genere, ma inconsciamente allungo le mani per chiederne ancora, ma le forze non lo sostennero più e si addormentò esausto.





 

Quando si svegliò, si sentì ondeggiare da una parte all'altra, come se fosse su una barca in mezzo al mare.

Non voleva aprire gli occhi, ma qualcosa gli solleticava la guancia e un profumo sconosciuto, ma così dolce e inebriante, lo colpì in pieno, ridestandolo completamente dal suo sonno.

Si avvicinò di più all'odore, per sentire meglio quella fragranza afrodisiaca.

< Mi stai annusando? > chiese Jungkook annoiato.

Taehyung spalancò gli occhi e si rese conto di essere sulle spalle del moro e la sua faccia era completamente affondata nel suo collo, con le sue braccia che lo circondavano.

Si allontanò di colpo dal ragazzo, ma quel movimento improvviso lo fece sbilanciare e quasi cadere malamente a terra.

Una presa ferrea sulle sue gambe però, gli impedì di schiantarsi al suolo.

< Chi io? Ma non scherziamo > borbottò il biondo, voltando la testa da un'altra parte.

Il moro sbuffò pesantemente.

< Non c'è bisogno di mentire... Noi siamo predatori Taehyung, so perfettamente che tutto di noi ti attira. Il nostro aspetto, l'odore, persino il suono della nostra voce > disse Jungkook serio.

< Non potrei mai essere attratto da un ragazzo > esclamò Taehyung sicuro.

< Davvero? >

Il suono della sua voce uscì così basso e roco che... "Merda" pensò Taehyung, prima di maledirsi mentalmente.

Doveva riprendere il controllo delle sue emozioni e subito, prima che potesse succedere qualcosa di irreparabile.

Per un po' tra di loro regnò il silenzio, ognuno perso nei proprio pensieri.

Taehyung alzò lo sguardo e si accorse che aveva smesso di piovere, nel cielo si vedeva solo qualche nuvola, che ancora nascondeva la luna e rendeva il cielo come una landa immensa di buio.

Era così cupo e tenebroso, che quasi gli ricordava qualcosa.

"Gli occhi di Jungkook" pensò senza nessuna esitazione.

Lui era proprio come questo cielo così oscuro e indecifrabile, non avrebbe mai capito cosa passava veramente nella testa del moro.

Taehyung poi, ripensò a quello che era successo prima di risvegliarsi sulle spalle di Jungkook e si chiese cosa fosse accaduto a quei ragazzi.

Per qualche strano motivo però, era spaventato dall'interrompere quella tranquillità improvvisa, che si era creata tra loro.

In realtà non dovette aspettare poi molto, visto che ci pensò Jungkook a rovinarla.

< Io comunque sto ancora aspettando >

< Eh? > disse il biondo, non capendo quello che intendeva.

< I tuoi ringraziamenti > lo disse con un tono di ovvietà tale, che per qualche motivo irritò il biondo e gli impedì di pronunciare quelle parole.

< E per che cosa scusa? > Taehyung fece finta di non capire, volendo per una volta infastidire lui il moro.

< Magari per averti salvato il culo per l'ennesima volta? > chiese retorico Jungkook.

< Ah davvero? Mi dispiace, ma io non ricordo niente di tutto questo > esclamò il biondo con un sorriso innocente sul volto.

Improvvisamente, sentì la presa su di lui allentarsi di colpo e il biondo dovette allacciare le gambe e braccia intorno al moro, come un koala, pur di non cadere.

< Ma sei stupido? Non puoi lasciarmi così all'improvviso > esclamò arrabbiato Taehyung.

< Non mi sembra di averti mai chiesto di uscire in primo luogo >.

< Come sei simpatico, molto divertente, adesso puoi togliere quelle mani, posso camminare benissimo >

Le braccia di Jungkook erano tornate a sostenere le gambe del biondo, ma le sue mani si erano spostate un po' più su delle sue cosce.

< No, sto bene così, grazie. Comunque dove vorresti andare con quelle ferite? > chiese il moro.

Taehyung guardò il suo corpo e si rese conto di essere pieno di tagli e lividi, oltre che sporco di fango e bagnato, ma stranamente le ferite avevano già smesso di sanguinare e i punti in cui era stato colpito non facevano poi così male, solo un leggero fastidio.

< Devo avere una costituzione davvero resistente, sono già guarito del tutto, come se non mi avessero neanche sfiorato > disse ad alta voce, sentendosi fiero di sé.

< Si ti piacerebbe, ti ho dato un po' del mio sangue per curarti. Se no a quest'ora avrei dovuto portarti all'ospedale nel reparto terapia intensiva, con una commozione celebrale in corso e numerose ossa rotte >.

< Esagerato... Aspetta io ho bevuto il tuo sangue? > chiese Taehyung disgustato.

< Non riesco a vedere la tua faccia, ma il tuo tono di voce non mi è piaciuto per niente. E dire che prima mi stavi pregando per averne ancora >

< Perché mai avrei dovuto farlo? > chiese il biondo incredulo, vergognandosi immensamente per aver pregato quell'essere.

< Il nostro sangue è molto prezioso e ha proprietà curative per gli umani, per questo per voi è come una droga > spiegò paziente Jungkook.

< Ah > fu la risposta più intelligente che Taehyung riuscì a partorire dalla sua mente, ancora confusa per l'accaduto.

< Jungkook cosa è successo a quei ragazzi? > chiese il biondo curioso.

< È meglio che tu non lo sappia > rispose il moro impassibile.

< Non li avrai mica uccisi? > chiese Taehyung spaventato.

< No... Ma ho fatto in modo che non possano camminare per qualche tempo >

Taehyung evitò di rispondere, per quanto non gli piacesse l'uso della violenza, motivo per cui aveva lasciato Taekwondo, interiormente era felice per quello che era capitato a quegli stronzi.

"Se lo meritano" pensò tutto soddisfatto.

Questa volta il silenzio che si creò fu abbastanza imbarazzante, senza contare il fatto che tutte le domande che Taehyung aveva posto prima erano solo un espediente.

C'era una questione che ancora gli tormentava la mente e che non aveva trovato risposta.

< Lo sai che posso camminare... >

< No, sei pieno di ferite >

< Jungkook sono un ragazzo, posso sopportare qualche ferita, non è mica la prima volta che faccio a botte con qualcuno >

< Ah già > disse il moro, mollando la presa sulle sue gambe e permettendo a Taehyung di scendere da lui.

< Cosa sarebbe quella risposta > esclamò il biondo, aggrottando le sopracciglia.

< Niente, niente > disse Jungkook, mentre guardava il cielo.

"Cazzo sta guardando?" pensò Taehyung, alzando la testa per cercare qualcosa di interessante.

< Ti verrà il torcicollo se continui a inclinare il collo in quella maniera > esclamò il moro.

Come al solito Taehyung si sentì uno stupido e bloccò di colpo il suo cammino.

Quando non vide più il biondo al suo fianco, Jungkook voltò la testa nella sua direzione, chiedendogli con lo sguardo, quale fosse il problema.

< Jungkook > iniziò Taehyung di colpo serio.

< Si? > chiese fermandosi.

< Perché mi hai aiutato? >

Eccola lì, la fatidica domanda.

Il biondo avrebbe voluto porgliela nel momento stesso in cui si era risvegliato sulla sua schiena, ma si era sempre trattenuto, per paura di una possibile reazione.

Jungkook pensò a lungo alla risposta da dargli, non poteva davvero dirgli il vero motivo per cui l'aveva fatto.

< Non avevo niente da fare e avevo voglia di picchiare qualcuno > inventò il moro sul momento.

"Sei identico a lei" pensò Jungkook.

< Non mentirmi, è ovvio che questa sia una bugia > disse Taehyung irritato.

< No, non è vero, davvero mi stavo annoiando tutto qui >

"Non potevo lasciarti morire per la seconda volta"

< Avevi detto che la mia morte per te era indifferente, perché allora mi hai salvato per due volte? >

< Ho promesso a Jin che non ti avrei lasciato morire >

"Non avrei commesso di nuovo lo stesso errore"

< Dimmi un po' non ti sarai mica innamorato di me, vero? > chiese Taehyung ironico.

< Come lo hai capito? Mi sei piaciuto dalla prima volta che ti ho visto, ma sai ero troppo timido per dichiararmi, ma ora che ho preso coraggio, vieni qui che adesso ti bacio e ti rendo mio > rispose il moro, avvicinandosi lentamente a lui.

< Anch'io volevo dirti che... Ok, basta ho provato a stare al gioco, ma l'idea è così disgustosa che mi ripugna anche il solo pensiero > rispose Taehyung schifato.

< Mi sento offeso, nessuno mi aveva rifiutato mai in questo modo > rise Jungkook. 

< C'è sempre una prima volta > esclamò il biondo, seguendolo a ruota.

Taehyung rimase piacevolmente sorpreso, stavano scherzando come se fossero vecchi amici di lunga data, la cosa era quasi sconvolgente.

< Ma allora anche tu puoi essere simpatico, quando eviti di minacciarmi a morte ogni secondo >

< Anche tu, quando eviti di essere uno stupido e irritante umano > rispose a tono Jungkook.

Taehyung alzò gli occhi al cielo e sbuffando accelerò il passo, camminando a qualche metro di distanza dal vampiro.

Da lontano si iniziò a distinguere la casa del moro e per qualche tempo anche del biondo.

Quando mancavano pochi passi all'edificio Taehyung si voltò e guardò negli occhi Jungkook.

< Grazie per avermi salvato Jungkook > disse sorridendo allegramente.

Il moro a quella vista si bloccò di colpo.

"Quel sorriso, il suo sorriso"

Non riusciva più a ricordare, quanti anni erano passati, da quando quel sorriso era stato rivolto a lui e finalmente l'aveva rivisto.

Quasi gli vennero le lacrime agli occhi, ma riuscì a trattenerle e a guardare il ragazzo che velocemente si voltava e si dirigeva a passo spedito verso la porta di casa.

"Ho la sensazione che questo umano mi creerà molti più problemi, di quanto avessi immaginato" pensò seguendolo in silenzio.



 

 

 

 

 

 

 

Intanto due figure nell'ombra avevano osservato tutta la scena.

Avevano visto come il vampiro aveva reso in fin di vita quei ragazzi e come si era preso cura dell'umano dai capelli color del grano.

< Sei arrabbiato per caso? > chiese il ragazzo più alto dei due.

< E perché mai dovrei? > chiese l'altro con un sorrisetto sghembo ad incorniciargli le labbra.

< Quel vampiro ha interferito con i nostri piani e ha rovinato tutto > 

< Fidati è tutto sotto controllo > rispose di nuovo il più basso, allontanandosi dalla scena.

L'altro ragazzo lo seguì a ruota.

< Non mi merito una ricompensa? Non ho scelto bene il ragazzo che è scappato a gambe levate? > chiese il più alto dei due.

< Sei stato perfetto, lui era proprio quello che stavo cercando > rispose velocemente il più basso, guardandosi intorno circospetto.

< Quindi sei soddisfatto di me?> chiese il più alto sistemandosi meglio il berretto che gli ricopriva gli occhi.

< Per ora si > rispose l'altro.

< Evviva, sono contento di averti reso felice > rispose il più alto dei due, saltellando da tutte le parti allegro.

Se il suo tesoro era felice allora anche lui non poteva essere altrimenti.

< Smettila dobbiamo andare > tagliò corto l'altro, sistemandosi meglio gli occhiali da vista.

< Ma la mia ricompensa? > chiese con gli occhi da cucciolo, il ragazzo con il berretto.

< Tranquillo, presto ne avrai una enorme > rispose il più basso.

Il ragazzo con il cappello abbassò la testa deluso, ma il suo compagno gli prese la mano e intrecciò le dita insieme alle sue.

Con questo gesto il suo umore aumentò notevolmente e di nuovo allegro si fece trascinare senza fare storie, dovunque dovessero andare.

< Non vedo l'ora di rincontrarti Jeon Jungkook e stavolta nella mia forma migliore > mormorò il più basso tra i due sorridendo furbescamente.







 

Spazio "autrice":

Quando mi sono messa al computer, ero determinata a scrivere una scena dolce e romantica tra di loro... Ma poi  è uscito tutto ciò e mi sono resa conto che io e il romanticismo siamo proprio in due sponde diverse, due oceani diversi, due mondi diversi, due galassie... Ok, potrei andare avanti all'infinito.

Comunque mettendo da parte la scena vkook fallita, volevo chiedervi cosa ne pensate delle due figure appena comparse?

Non so se ve lo ricordate, ma le avevo già fatte entrare in scena nel capitolo 8, erano state loro a uccidere le persone ad Haneul e invece Yoongi e Jin se l'erano presa con Jungkook...

Presto entreranno in scena anche nuovi personaggi e non so se si è capito, ma il ragazzino che è stato picchiato forse non è così innocente come è apparso a Taehyung.
Bene dopo aver parlato troppo come sempre vi saluto,
A presto ~

 

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Capitolo 25
*** Niente è come appare ***


Capitolo un po' più lungo del solito, ma mi dispiaceva avervi fatto aspettare così tanto.
Buona lettura 

 

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

 

Il sole del mattino era sorto da qualche ora, la primavera era alle porte, le gocce di rugiada bagnavano delicatamente i fili d'erba e gli animali più coraggiosi uscivano dalle loro tane, salutando il vento, ancora freddo, che increspava leggero le acque del ruscello.

Jin era appena uscito dalla foresta e dopo un pasto più o meno sostanzioso, si godeva una passeggiata mattutina, camminando lungo le rive del fiume. 

Si stava muovendo in direzione del grande ponte, l'unico collegamento che c'era tra la città e la foresta.

In realtà avrebbe potuto benissimo scavalcare il fiume con un salto, visto che a breve avrebbe dovuto preparare la colazione a Taehyung, ma preferì godersi quella piacevole passeggiata.

Sapeva che l'umano, si sentiva ancora a disagio e non era riuscito ad ambientarsi bene nella loro casa, soprattutto per colpa di Yoongi, perciò aveva deciso di mettere in pratica le sue doti da cuoco provetto, per migliorargli almeno un po' il suo soggiorno in quella casa.

Ovviamente neanche lui si fidava del tutto dell'umano.
Non era così ingenuo, ma almeno Jin aveva il buon senso di capire che il ragazzo, sarebbe stato troppo spaventato da perdere le persone a lui più care, dal rivelare il loro segreto a qualcuno.

Era quasi arrivato al ponte, già lo vedeva da lontano, grazie alla sua vista molto più sviluppata di un umano. Insieme ad esso, però, vide avvicinarsi una persona, mentre portava a passeggio un animale, probabilmente un cane.

La scena era abbastanza esilarante, il padrone tentava di trattenere il cane con un guinzaglio, ma l'animale non sembrava prestargli la minima attenzione e correva dovunque voleva.

Sembrava più il cane che portava a passeggio il padrone non il contrario.

Quando però l'animale adocchiò Jin, si staccò dalla presa del padrone e gli corse incontro fino a fermarsi a pochi centimetri di distanza dal vampiro.

Lo guardò attentamente e poi iniziò a ringhiare ed abbaiare senza un apparente motivo.

Il padrone si avvicinò a loro correndo e cercò di far calmare il suo animale.

< Scusami davvero, non è mai stato così agitato con gli estranei, di solito si comporta così solo con me >

Pronunciò il ragazzo senza guardare Jin, troppo impegnato ad accarezzare l'animale.

< Non ti preoccupare non sono mai stato simpatico agli animali > rispose il vampiro con un pizzico di riso.

Gli animali, al contrario degli umani, seguivano i loro impulsi e le loro sensazioni.

E in quel momento l'istinto diceva all'animale che Jin era un immenso e orribile pericolo e perciò doveva proteggere il suo ingenuo padrone.

Il ragazzo umano, sentendo quella voce, alzò di scatto la testa e guardò fisso il vampiro, riconoscendolo all'istante.

< Ma tu sei il ragazzo dell'altro giorno al bar >

< Sì e tu sei il barista > esclamò Jin sorridendo.

< Chiamami semplicemente Namjoon > rispose il ragazzo dai capelli castani, felice di aver rivisto quella persona.

Jin si bloccò di colpo e rischiò, che il suo sorriso da copertura, si incrinasse, facendo mostrare così le sue vere emozioni.

Velocemente sbatté le palpebre per togliere quella strana sensazione che aveva provato sentendo quel nome così famigliare.

Si accorse che il ragazzo stava aspettando una risposta così si presento anche lui.

< Molto piacere, io sono Jin... Mi sono trasferito da poco con i miei fratelli più piccoli >

< Ecco perché non ti ho mai visto da queste parti... Siete solo voi? Deve essere dura prendersi cura da solo di due persone. E i vostri genitori? > chiese Namjoon, mentre cercava di trattenere il suo cane, che non la smetteva di ringhiare.

"Decisamente troppe domande, perché tutti in questa città sono così impiccioni?" si chiese Jin, alzando gli occhi al cielo.

< Beh vedi, i nostri genitori sono morti, quando i miei fratelli erano molto piccoli, in un incidente d'auto e quindi ormai è da molto tempo che mi prendo cura di loro, così tanto che mi sono abituato > disse Jin, mostrando una delle espressioni più ferite che riuscì fare.

Non era la prima persona a cui rifilava la triste storiella dei genitori morti, ormai sapeva la parte alla perfezioni.

< Oh mi dispiace, non volevo farti ricordare questa triste storia, perdonami per essere stato così invadente >

Vedendo il volto di Namjoon così pentito, quasi a Jin gli  dispiacque di avergli detto quella bugia.

< Tranquillo ormai è passato, siamo andati avanti con le nostre vite. Tu invece vivi con i tuoi? > 

Jin non aveva tutta questa voglia di conversare, ma gli sembrava scortese non mostrarsi un minimo interessato alla sua storia.

< No, quando a diciotto anni dissi ai miei che volevo diventare un barman, loro mi hanno guardato sconvolti, non pensando neanche lontanamente che quello fosse un lavoro dignitoso, quindi provarono a iscrivermi all'Università, visto che ho sempre avuto degli ottimi voti. Io però non glielo perdonai e me ne andai di casa. Girai un po' per il paese, fino a ritrovarmi in questa cittadina sperduta. Ovviamente non penso di trasferirmi qui stabilmente, ma voglio guadagnare abbastanza soldi per aprire un locale tutto mio a Busan >

Jin non era davvero interessato a sentire la sua storia e neanche come, in un periodo di ribellione adolescenziale, il ragazzo davanti a lui avesse sprecato l'opportunità di trovare un buon lavoro e costruirsi una famiglia.

L'umano aveva avuto una possibilità di scelta che purtroppo a Jin non era stata concessa, per questo iniziò ad essere infastidito dal ragazzo davanti a lui e soprattutto dal cane, che non la smetteva un attimo di abbaiare.

Così, spazientito, si  inginocchiò a livello dell'animale e lo guardò per qualche secondo dritto negli occhi. Poi dalla sua bocca fece uscire un ringhio così basso e minaccioso, che solo il cane, con il suo finissimo udito, poté sentire.

L'animale subito abbassò le orecchie spaventato e con la coda tra le gambe si nascose dietro il suo padrone, troppo terrorizzato dall'emettere anche solo un misero suono.

"Ah finalmente" pensò Jin soddisfatto dal silenzio ottenuto.

< Non so come hai fatto, ma ti devo fare i miei complimenti, non è mai stato così silenzioso > borbottò Namjoon, mentre guardava il suo cane sorpreso.

Jin si alzò e guardò il ragazzo davanti a sé.

< Scusami è ora che io vada, si sta facendo tardi e devo preparare ancora la colazione ai miei fratelli, buona giornata > 

Il vampiro si allontanò da quell'umano e riprese la sua passeggiata.

< Tornerai al bar? Devi assolutamente assaggiare la nuova torta che il nostro cuoco ha preparato > disse Namjoon, prima che Jin si allontanasse troppo.

Il castano si voltò e gli sorrise educatamente.

< Certo non vedo l'ora di assaggiarla > esclamò Jin, cercando nel contempo di non sembrare troppo sarcastico.

Quando Namjoon vide il ragazzo allontanarsi, fece scomparire velocemente l'espressione sorridente che aveva sul viso.

"Non hai neanche il coraggio di pronunciare il tuo vero nome Kim SeokJin" pensò lui, allontanandosi dalla parte opposta e trascinando con sé il suo cane.










 

Taehyung si rese conto di essere in un cortile, a pochi metri di distanza da un tempio, molto simile a uno buddista, circondato da una folta foresta rigogliosa.

Non era mai stato molto religioso, quindi non sapeva veramente come classificare quel grande edificio di legno, che si stagliava minaccioso di fronte a lui.

Ormai non si sorprese neanche più, ad essersi ritrovato di nuovo nel corpo della misteriosa ragazza.

"Solo un altro stupido sogno" pensò il ragazzo, sbuffando mentalmente.

Lei stava ballando, ma era una danza molto strana, antica, Taehyung non aveva la minima idea di cosa si trattasse. I movimenti della ragazza erano così aggraziati e spontanei che, per un attimo, fecero dimenticare tutti i problemi a Taehyung, che si lasciò trasportare da quella danza leggiadra.

Il dolce momento però, si interruppe, quando il ragazzo notò una figura, un po' lontana, nascosta dietro ad un albero di quercia, che non distoglieva gli occhi dalla ragazza.

Subito si mise sugli attenti e tentò di avvertire la giovane, ma lei lo tranquillizzò.

"Non preoccuparti, lui non potrebbe ferire una mosca, il vero problema arriverà a momenti, tieniti pronto"

Appena la ragazza finì il suo monologo interiore, Taehyung avvertì una forte aura maligna che si stava avvicinando molto velocemente e non passarono che pochi minuti, quando essa si fermò a pochi passi da loro.

La ragazza, però ignorò il nuovo venuto e continuò a danzare.

< Ciao bellissima, come ti chiami? >

Una voce calda e soave invase quello spazio silenzioso. Lei alzò gli occhi al cielo scocciata e lentamente si voltò, pronta ad affrontare la figura appena comparsa.

< Ancora tu? Non hai davvero niente di meglio da fare? > chiese lei annoiata.

Taehyung non capiva come lei potesse stare così tranquilla, davanti a quella persona.

Certo aveva l'aspetto di un bellissimo ragazzo dai corti capelli color del mogano e viso dai tratti perfetti occidentali, all'apparenza sarebbe potuto sembrare un comunissimo ragazzo di poco più grande di Sun-hi, così l'aveva chiamata suo padre, ma c'era una cosa che tradiva l'aspetto perfetto di quel ragazzo.

Gli occhi.

Possedeva due pozze color cobalto , di un azzurro così chiaro e limpido che sembravano surreali. Erano così intensi, ma allo stesso tempo duri, freddi, impassibili, non mostravano alcuna emozione o empatia per il prossimo, nonostante un sorriso angelico fosse posato su quelle labbra rosse e piene.

La vista di quel ragazzo mise i brividi a Taehyung.

< Mi stai dicendo che ci siamo già conosciuti? Eppure mi sembra strano aver scordato un volto così bello > affermò quello, facendo finta di pensarci su.

< Hai finito con questa farsa? Ti pregherei di sparire, visto che devo esercitarmi per il mio primo rituale >

< Ma come? Sono appena arrivato e già mi mandi via? > esclamò il ragazzo, mentre sul suo viso fece compare un'espressione ferita.

"Così finta" Taehyung non poté far a meno di pensare.

Finiscila, so benissimo chi sei veramente e davvero dovresti smetterla di tormentarmi. Prima eri una vecchietta bisognosa di aiuto nei campi, poi un povero che chiedeva l'elemosina e infine ti sei trasformati addirittura in una bambina che piangeva, perché aveva fatto cadere "accidentalmente" un sandalo nel fiume, senza contare il fatto che hai tentato di affogarmi, mentre cercavo di aiutarti > concluse lei.

Ops, per sbaglio sono inciampato in un sasso > esclamò innocentemente il ragazzo, ma dicendo questo si reso conto di essere stato scoperto e allora mise un piccolo broncio, che rovinava quei bellissimi lineamenti.

< Non so se sei intelligente per avermi riconosciuto o stupida, perché mi hai aiutato in tutte quelle occasioni, nonostante sapessi che ero sempre io >

"Io chi?" si chiese tra sé Taehyung, curioso di scoprire l'identità di quella misteriosa creatura.

< Comunque sono piacevolmente sorpreso, come hai fatto a scoprirmi? Pensavo che questo travestimento fosse perfetto > chiese lui, sorridendo.

< Non è stato davvero difficile, senza contare che la tua puzza di malvagità si senta a chilometri di distanza, il tuo travestimento fa davvero pietà... Come può pensare di trovare uno straniero, per giunta bellissimo, in mezzo a un bosco in Corea? >

< Ammetto di aver pensato prima all'aspetto esteriore, piuttosto che all'oggettività della situazione, però vedo che apprezzi quello che vedi > disse il ragazzo con un piccolo ghigno

< Beh, mi sembra facile parlare quando non possiedi il tuo aspetto originale. Sei per caso così brutto, che ti vergogni di te stesso? >

< Senti cara, sei solo un inutile ragazzina che a breve ucciderò e divorerò le tue tenere carni umane, pensi di poter meritare di vedere la mia vera bellezza? Potresti rimanerne folgorata >

< Se tanto devo morire, perché allora non me lo mostri? Paura di qualcosa, Kumiho? >

"Dove ho già sentito quella parola?" si chiese curioso Taehyung che non stava capendo niente della situazione intorno a lui.

< Io non ho paura di niente e di certo, non di una giovane e inesperta Mudang >.

Gli occhi del moro si assottigliarono e guardò la ragazza come se fosse pronto ad ucciderla all'istante.

< Eppure questa giovane e inesperta Mudang è ancora viva e ti ha tenuto al guinzaglio numerose volte, piccola volpe >

Dalle labbra perfette dello straniero uscì un ringhio mal trattenuto, gli occhi mandavano fulmini e saette e il suo corpo iniziò a tremare in maniera incontrollata.

"Ma questo ragazzo è la volpe dell'altra volta" pensò sconvolto Taeyhung.

"Come è possibile? Come ha fatto a trasformarsi in un umano?" si chiese di nuovo lui.

"Aspetta, perché me la sto prendendo tanto? E' solo un sogno" cercò di tranquillizzarsi, ma dentro di lui, c'era qualcosa che gli diceva che ormai, quello che vedeva, non poteva più rinchiuderlo solo nel mondo onirico.

"Mi fa piacere che te ne sia reso finalmente conto" pensò la ragazza rivolta a Taehyung.

Mille domande invasero la mente dell'umano, ma Sun-hi si rifiutò di rispondere e riprese a ballare, ignorando la figura, che la stava uccidendo con lo sguardo.

Taehyung vide con la coda dell'occhio, il ragazzo-volpe riprendere la sua compostezza e poi guardare con occhi attenti tutti i movimenti della ragazza.

Un piccolo ghigno si posò sulle sue labbra.

< Stai sbagliando completamente i passi della danza. Il tuo piede sinistro è troppo spostato verso destra, le tue mani si muovono del tutto scordinate con il resto del tuo corpo e i tuoi fianchi... lasciamo perdere, sei un completo disastro >

< Come scusa? > esclamò lei, guardando furiosa la figura davanti a lui.

Taehyung non l'aveva mai sentita arrabbiarsi prima d'ora e in quel momento si rese conto di quanto la ragazza fosse orgogliosa e permalosa.

"Credo non accetti per niente le critiche" pensò lui.

< Te l'ho appena detto, sei per caso sorda oltre che del tutto scoordinata? >

< Da dove viene quel commento e fammi aggiungere poco virile? >

Il ragazzo alzò gli occhi al cielo e si avvicinò alla ragazza.

Lei si allontanò di poco sospettosa, ma lui la prese per i fianchi e glieli sospinse leggermente, poi con il piede gli sposto di poco la gamba destra.

< Vedi è questo il giusto movimento... Che c'è? Pensi di essere l'unica sacerdotessa che volevo divorare? Prima di ucciderle, ho dovuto osservarle una a una e imparare le loro abitudini, per poterle catturare nel momento opportuno >

< Sei un essere disgustoso > esclamò lei, staccandosi di colpo dalla presa ferrea del ragazzo-volpe.

< Grazie per il complimento >

Lei continuò a ballare indisturbata, seguendo però in segreto il consiglio del moro.  Subito si accorse di come i  suoi movimenti risultassero più semplici e sciolti.

Ovviamente non glielo avrebbe mai detto.

"Orgogliosa" borbottò Taehyung.

"Tu taci" rispose lei.

< Vedo che ti piace avere del pubblico > esclamò ghignando il ragazzo moro.

Sun-hi si bloccò per l'ennesima volta e poi, guardandolo annoiata, esclamò:< Cosa c'è ancora? >

< Io, niente. Piuttosto quell'umano è davvero inquietante, mezzo nascosto da un albero che segue ogni tuo movimento e senza contare che mi sta guardando male da una buona mezz'ora >

< Non ti azzardare a sfiorare il mio fratellino. Kookie non si tocca >

"Aspetta Kookie... Jungkook" pensò sorpreso Taehyung.

"Perché lo devo ritrovare anche nei sogni?"

Nonostante questo pensiero, però voleva vederlo, ma ancora, lui non possedeva quel corpo, l'unica cosa che poteva guardare era quella mostruosa, ma bellissima creatura.

< Fratellino, eh? Eppure le occhiate che ti lancia sono tutte fuorché quelle di un semplice fratello >

< Non è il mio vero fratello, siamo cresciuti insieme fin da piccoli e... Aspetta, perché mi devo giustificare con te? Ho addosso ancora il braccialetto con la campanella, quindi se non sparisci all'istante, lo suonerò ancora >.

< Come siamo irascibili. Appena hai sentito parlare di lui, hai subito tirato fuori gli artigli. Come mai sei così protettiva nei confronti di quel ragazzino? >

< Non è qualcosa che ti riguarda e adesso sparisci > disse la ragazza a denti stretti.

< Va bene, va bene, come vuole la principessina. Ora me ne starò anche andando, ma non ti libererai di me tanto facilmente. Fidati, avrò il tuo cuore puro, in un modo o nell'altro >

Detto questo si allontanò a velocità umana, per non destare sospetti all'ospite indesiderato.

Lei riprese a ballare, facendo finta di non vedere il ragazzo nascosto.

Dopo un po', sentì dei passi leggeri avvicinarsi e lei sorrise intenerita.

C-ciao Sun-hi >

La ragazza si voltò e Taehyung non poté che rimanere spiazzato.

"Aspetta Jungkook ha balbettato? Quel Jeon Jungkook?" si chiese il biondo sconvolto.

Buongiorno Kookie, come stai? >

Sun-hi chi era quel ragazzo? > chiese il moro, prendendo coraggio e guardando negli occhi la ragazza.

"Oddio quanto è carino Jungkook versione adolescente, è così tenero e coccoloso, mi verrebbe voglia di riempirlo di baci" pensò Taehyung, pentendosene il secondo dopo aver partorito quel pensiero.

"Idiota, stiamo sempre parlando di quel Jungkook, quello stronzo con disturbi di personalità multipla. Non farti fregare da quegli occhi da cucciolo bastonato" il biondo cercò di riprendere il controllo dei suoi pensieri, che correvano a briglia sciolta nella sua mente.

"Una volta Jungkook non si sarebbe neanche lontanamente sognato di comportarsi nel modo in cui si sta comportando ora con te"

Il pensiero di Sun-hi lo colpì in pieno, ma Taehyung non riuscì a crederle fino infondo.

"E' solo un sogno, frutto della mia immaginazione e desideri più reconditi... Forse voglio solo che Kookie... ehm, Jungkook si comporti in maniera più gentile con me" pensò Taehyung.

"Finiscila con la storia del sogno, pensavo che ormai avessi capito che non lo è affatto" pensò la ragazza stupita dall'ottusità di Taehyung.

"Allora cosa dovrebbe essere?"

La voce di Sun-hi non gli rispose più, nonostante lui continuasse a fare domande.

< Ehi Sun-hi, mi stai ascoltando? Perché non rispondi alla mia domanda? >

Taehyung lesse la paura negli occhi del moro.

Non avrebbe mai creduto di poter vedere quell'emozione sul suo volto.

Gli crebbe di nuovo l'impulso di prenderlo tra le sue braccia e rassicurarlo. Non sapeva perché, ma non sopportava vedere Jungkook così fragile, non voleva vedere la paura nei suoi occhi, non negli occhi di quel ragazzo così sfacciato e sicuro di sé, che aveva imparato a conoscere "ed apprezzare".

La voce della ragazza tornò prepotente a risuonare nella sua testa.

"Non è vero" pensò il biondo in imbarazzo, cosa che però la ragazza non poté vedere, per ovvie ragioni.

< Quante volte ti ho detto di chiamarmi Noona? Comunque non ti preoccupare piccolo Kookie era solo un altro stupido ragazzo che tentava di farmi la corte, non capendo che, essendo una sacerdotessa, non potrò mai sposarmi >

< Smettila con i nomignoli, ormai ho quindici anni, quando mi tratterai come un adulto? E poi quella persona ti ha toccato i fianchi > esclamò infuriato, mettendo il broncio.

La ragazza non riuscì a trattenersi.

Si avvicinò di più al moro e gli prese le guance, giocandoci un po'.

< Come faccio a non trattarti come un bambino, se sei così carino? >

Le guance del moro si imporporarono leggermente, ma poi scacciò quella sensazione e bloccò i polsi di Sun-hi, avvicinandola a sé.

Sun-hi smettila, io non sono carino >

La ragazza, presa di sorpresa, non seppe cosa rispondere, troppo vicina al volto del moro.

Per spezzare la tensione rise leggermente e poi disse:< Hai ragione Kookie, scusami ormai stai crescendo. Vieni andiamo a mangiare, dopo la danza mi viene sempre fame >

Jungkook stette in silenzio e si lasciò trascinare da Sun-hi, che aveva ripreso tutta la sua allegria e la sua spensieratezza.

Taehyung, dopo essere rimasto sbigottito per il gesto del moro e averlo visto a pochi centimetri di distanza, era sicuro che sarebbe morto in breve tempo.

Nonostante gli piacessero le ragazze, non poteva non ammettere che Jungkook era bello, dannatamente bello.

Mentre pensava quelle cose, le figure iniziarono a diventare sfocate e un sentimento, ormai famigliare, prese possesso di lui, facendolo addormentare di colpo.





Spazio autrice:

La mia namjin l'ho abbandonata troppo per i miei gusti, quindi ho deciso di fare un capitolo interamente dedicato a loro più il sogno di tae, che spero non fosse troppo comfuso, ma vi prometto che tutto ha un senso ahahahah
Mi scuso per l'immenso ritardo con la scuola e tutto non ho avuto un attimo di tregua.
Come al solito spero che il capitolo vi sia piaciuto, fatemi sapere.
A presto ~~

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