Appreciate the Art

di Tony Stark
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** First Photo ***
Capitolo 2: *** First Article ***
Capitolo 3: *** Second Photo ***
Capitolo 4: *** The Exhibition ***
Capitolo 5: *** Third Photo ***
Capitolo 6: *** Welcome to Union ***
Capitolo 7: *** Fourth Photo ***
Capitolo 8: *** Perfect Creation ***



Capitolo 1
*** First Photo ***


:The Evil Within 2
Personaggi: Stefano Valentini, Altri
Generi: Introspettivo, Horror
Avvertimenti: Raccolta
Coppie: Nessuna
Ambientazione:  Non specificata/Diversa per ogni capitolo
Introduzione: Il mio nome è Stefano Valentini e l'arte è negli occhi di chi la osserva.
 
Nessun grande artista vede mai le cose come realmente sono. Se lo facesse, cesserebbe di essere un artista.
Oscar Wilde
 

Appreciate  the  Art

First photo

Soggetto: Emily Lewis

 
Emily... Emily era stata sempre bellissima ai miei occhi. Che stesse sorridendo mentre conversavamo o che fosse semplicemente di fronte all'obiettivo della mia fotocamera.
Avevo sempre amato come la luce sanguigna del mio studio brillasse sulla sua pelle, tingendola di cremisi.
Non potevo permettere che il tempo rovinasse una bellezza tanto rara come la sua e allo stesso tempo volevo essere l'unico ad avere il privileggio di catturare il suo ultimo istante su pellicola. Volevo renderla eterna.
Non le mentii quando le chiesi di raggiungermi nel mio studio, lei acconsentì, senza che alcun dubbio la preoccupasse anche se l'ora era alquanto tarda e non era durante il nostro itinere lavorativo.
Non le mentii quando le legai i polsi, abbastanza strettamente perché non potesse sfuggire ma non abbastanza da lasciare segni sulla sua pelle delicata.
Non le mentii mentre le spiegavo cosa avevo intenzione di fare.
E ammetto di aver sorriso quando iniziato il taglio, il suo sangue cremisi che colava dal taglio denso come tinta ma ancora più vivido, aveva urlato, la sua voce che si mescolava in modo, oh, così soave alle note della Serenata per archi in Do maggiore, composizione 48 movimento 1, di Pyotr Tchaikovsky.
Avrei voluto poter immortalare l'esatto istante in cui la luce nei suoi occhi era svanita. Questo è il mio unico rimorso nei suo confronti, non aver potuto catturare l'istante in cui era ancora sia viva che morta, sarebbe stato un pezzo inestimabile. Un opera d'arte unica e inimitabile.
Ma non avevo potuto, ma seppur non avessi potuto catturare quell'istante sapevo che Emily sarebbe stata perfetta, ancor più bella di quanto gia fosse, nella composizione di cui lei sarebbe stata la protagonista indiscussa.
Rimossa la testa, le slegai i polsi, sorridendo ancora una volta alla mia meticolosità quando vidi di essere stato in grado di non lasciare un singolo segno sulla sua pelle. Cambiai il suo abito, da quello verde chiaro che indossava ad uno di un ricco blu acceso che nel suo contrasto si armonizzava perfettamente col rosso del suo sangue. Le cinsi il collo con una collana in perline d'argento con un pendente in smeraldo, che, se fosse stata ancora viva, ben si sarebbe sposato col verde dei suoi occhi.
Ritoccai di poco la sua posa, in modo che sembrasse seduta con fiducia ma avesse un apparenza rilassata, le riunii le mani in grembo, prima di allontanarmi d'un passo per ammirare la mia opera, sebbene ancora incompleta. Trovandomi soddisfatto di come appariva, sembrava quasi il ritratto di una nobil donna dei tempi passati.
Solo allora mi dedicai all'ultima parte, quella più importante e delicata, quella che l'avrebbe resa perfetta. Preparai le mie rose, dieci, il loro stesso numero diceva quanto la considerassi perfetta, e inserii i loro gambi senza spine nella sua gola, lasciata aperta dalla decapitazione, uno ad uno.
Mi ritrovai a sorridere ancora una volta, mentre le dedicavo lo scatto che l'avrebbe resa immortale ed eterna. 
Per la prima volta da quel fatidico giorno mi sentivo soddisfatto.
 
 
---

 
Sono Stefano Valentini e l'arte è negli occhi di chi la osserva.
 
 
 

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Capitolo 2
*** First Article ***


Fandom:The Evil Within 2
Personaggi: Stefano Valentini, Altri(maybe)
Generi: Introspettivo, Horror
Avvertimenti: Raccolta
Coppie: Nessuna
Ambientazione:  Non specificata/Diversa per ogni capitolo
Introduzione: Volevo condividere la mia opera con il mondo. Neofiti. Filistei...Stolti...Temevano ciò che non potevano comprendere...
 
Nessun grande artista vede mai le cose come realmente sono. Se lo facesse, cesserebbe di essere un artista.
Oscar Wilde
 

Appreciate  the  Art

First article

Serial Killer

Non fui sorpreso quando venni informato, e successivamente mi vennero poste alcune domande, dalla polizia. Immaginavo che avrebbero cercato di contattarmi, d'altronde ero il più caro amico di Emily, la mia bella modella.
Risposi affranto alle loro domande, non fingendo neanche molto le mie emozioni soprattutto al pensiero che le mani di quei poliziotti avessero toccato e rovinato la mia composizione. E dovetti trattenermi dall'afferare il polso di uno di loro quando questo prese senza molta delicatezza la mia amata macchina fotografica rigirandosela fra le mani come se cercasse qualcosa. Ciò non mi impedì però di avvisarlo a voce con molto tatto e fredda gentilezza di circostanza di posarla dove l'aveva presa.
Fu qualche giorno più tardi, dopo questo evento, che il mio sguardo incappò in un articolo di giornale... che per ironia della sorte, parlava proprio della mia cara Emily. Lessi velocemente quelle righe stampate, sentendo una furia calda sbocciarmi dentro.
Serial killer? 
Mi stavano definendo un serial killer? Avevano scambiato la mia arte per... per la mania di un killer?
Ero offeso e infastidito. Come osavano?!
Come osavano scambiare la mia arte raffinata, che complimentava la bellezza della morte, per il rituale omicida di un folle?
Era oltraggioso. 
Non degnai di un'altro sguardo l'articolo mentre mi allontanavo, cercando di schiarirmi la mente, e soffocare la rabbia, mentre pensavo a quale sarebbe stata la mia prossima composizione.
 
Anche se non per la prima volta, mi venne ricordato quanto suggestionabili e ignoranti fossero le masse.
 
---
 
Volevo condividere la mia opera con il mondo. Neofiti. Filistei...Stolti...Temevano ciò che non potevano comprendere...

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Capitolo 3
*** Second Photo ***


:The Evil Within 2
Personaggi: Stefano Valentini, Altri(maybe)
Generi: Introspettivo, Horror
Avvertimenti: Raccolta
Coppie: Nessuna
Ambientazione:  Non specificata/Diversa per ogni capitolo
Introduzione: La cosa più bella dell'arte è la personalità dell'artista che la crea
Nessun grande artista vede mai le cose come realmente sono. Se lo facesse, cesserebbe di essere un artista.
Oscar Wilde
 

Appreciate  the  Art

Second Photo

Soggetto: Elisa Xavier

Sebbene fossi infastidito dal fatto che avevano scambiato la mia arte per il rituale di un killer, questo non mi fermò dal continuare a crearla.
Avevo un'immagine chiara nella mente e fremevo dal desiderio di vederla resa reale, ma dovevo mantenere il controllo, finora nessuna delle modelle che avevo incontrato si erano mostrate degne di essere il soggetto della mia nuova composizione.
Non so quanti blandi volti mi passarono di fronte, quante donne dai toni striduli e l'aspetto che nel loro voler impressionare era facilmente dimenticabile. Attesi e attesi che il giusto soggetto si presentasse, mentre dentro di me questa... voglia, questo desiderio di creare cresceva e cresceva.
Finché lei arrivò, Elisa Xavier, una giovane ragazza spagnola che, nel suo aspetto, mi ricordava Emily. I capelli bruni e la pelle chiara, ma dove gli occhi della mia Emily erano di smeraldo i suoi erano schegge di ghiaccio incastonate nelle sue iridi. 
E' lei.
E' lei, pensai. Ricordo che le sorrisi e le chiesi di presentarsi nel mio studio il giovedì seguente.
 
Passai i giorni che precedevano il suo ritorno a perfezionare la mia composizione, a riflettere, abbinare e combinare i contrasti che avrei creato. Pensai a come armonizzare la composizione e a come catturarla nel suo perfetto istante.
Dubitavo che Elisa sarebbe stata bella quanto Emily, ma, nella morte, avrei fatto in modo di renderla stupenda.
 
Il giorno venne in fretta, non tanto quanto avrei voluto ma era comunque abbastanza. Le chiesi di sedersi, lì nello stesso luogo dove avevo trasformato Emily in un opera d'arte.
Elisa... Elisa era più combattiva della mia Emily, io cercai di danneggiarla il meno possibile mentre la trasformavo da soggetto a materiale. Non volevo che le sue lotte potessero portarmi a lasciare qualche orribile segno su di lei, avrebbe rovinato la composizione e io non lo avrei permesso.
Poco a poco le sue lotte si fermarono, assieme ai suoi movimenti. Era pronta, finalmente, per diventare qualcosa di più.
Stavo rimuovendo la sua testa, come avevo fatto con quella di Emily, quando notai che il taglio non era netto come avrei voluto, il suo agitarsi doveva aver causato quelle spiacievoli indentature. 
Sentii l'irritazione, già presente, aumentare. E arrivai quasi a pensare di liberarmi di lei e ricominciare, che la polizia pensasse al suo serial killer, non avevo intenzione di creare qualcosa con del materiale rovinato.
Ma dopo aver maturato quel pensiero, cambiai idea. Avevo creato quella composizione esclusivamente per lei e sarebbe stato un peccato non catturare la sua bellezza. Avrei trovato il modo di nascondere quei piccoli difetti.
Cambiai il suo abito, da quello rosso che indossava e che distraeva l'attenzione dal quello che invece sarebbe dovuto esserne il focus ad uno blu di una tonalità più scura rispetto a quella che aveva indossato Emily. il blu scuro avrebbe ancora sottolineato il contrasto col rosso vivo del sangue ma non avrebbe attirato troppo l'attenzione distraendola dagli elementi chiave che avrebbero distinto Elisa da Emily.
La posa che le feci assumere era diversa da quella statica e nobile di Emily, presentava un aspetto più stanco e quasi desolato. In una mano le sistemai un paio di forbici con le lame macchiate di sangue, e nell'altra una maschera vuota color marmo.
Infine posizionai le rose, come avevo già fatto con Emily, dedicandole la stessa attenzione e cura. Facendo scivolare ogni stelo al suo posto.
Misi alcuni petali di rosa, cinque per essere esatti, sulla gonna del suo abito. A simulare allo stesso tempo sia il suo sangue che in modo più figurato, la bellezza che sfioriva.
 
Elisa poteva non essere bella quanto Emily, ma ciò in cui l'avevo resa la rendeva sua pari. 
Una volta corretta l'angolazione della mia fotocamera, immortalai quell'istante perfetto. Non rendendomi conto sul momento di aver catturato la caduta di un petalo che era rimasto sospeso a mezz'aria.
Cristallizzato come una mosca nell'ambra.
 
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La cosa più bella dell'arte è la personalità dell'artista che la crea

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Capitolo 4
*** The Exhibition ***


:The Evil Within 2
Personaggi: Stefano Valentini, Altri(maybe)
Generi: Introspettivo, Horror
Avvertimenti: Raccolta
Coppie: Nessuna
Ambientazione:  Non specificata/Diversa per ogni capitolo
Introduzione: Ho messo il mio cuore e la mia anima nel mio lavoro. E allo stesso tempo ho perso la mia mente.
 
Nessun grande artista vede mai le cose come realmente sono. Se lo facesse, cesserebbe di essere un artista.
Oscar Wilde
 

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The Exibition

Philistine Critics

Non credo che, nella mia intera esistenza, avessi mai sentito tanta anticipazione prima di allora , non credo di averne mai sentita tanta dopo.
La mia prima mostra a Krimson City, ogni cosa era stata posizionata e ordinata esattamente come avevo richiesto. Le luci basse, avrebbero illuminato solo le foto, ma senza nasconderle col loro bagliore, che con la loro luce cremisi sembravano riempire le sale di sangue, ben abbinandosi con le composizioni che illuminavano.
La Serenata per Archi in Do maggiore di Pyotr Tchaikovsky che suonava in sottofondo riempendo le sale con le sue note soavi. 
E io attendevo che la galleria venisse aperta al pubblico, anticipando l'istante in gli sguardi della folla avrebbero visto le mie opere. 
Immaginando quale meraviglia li avrebbe illuminati una volta trovatisi di fronte a tanta bellezza. Non tutti gli abitanti di Krimson City potevano essere stolti ignoranti come i poliziotti che avevano trovato i resti delle mie composizioni.
 
Mi sbagliavo.
 
Gli unici commenti che ricevetti erano di critici le cui opinioni filistee mi definivano un folle, un maniaco ossessionato dalla violenza  che oggettificava le donne utilizzandole in composizioni orride.
Una nuova rabbia stavolta ben più gelida della precedente s'impossessò di me. Ascoltavo i loro commenti, la mia espressione forzatamente vuota. 
Dentro di me mi dicevo che li avrei fatti pagare per quei commenti così volgari, così ottusi.
 
Fu verso la fine dell'orario di ricevimento della galleria che la vidi, una di quei volgari critici, il suo nome era Elizabeth Bolth come avrei scoperto nel suo articolo. Non riuscii ad impedirmi di sorridere, un sorrisetto tanto sinistro quanto appena marcato.
 
Avevo trovato la mia prossima modella. 
Avrebbe capito cos'era la vera arte, certo che l'avrebbe capito, d'altronde lo sarebbe diventata.
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Ho messo il mio cuore e la mia anima nel mio lavoro. E allo stesso tempo ho perso la mia mente.

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Capitolo 5
*** Third Photo ***


Fandom:The Evil Within 2
Personaggi: Stefano Valentini, Altri(maybe)
Generi: Introspettivo, Horror
Avvertimenti: Raccolta
Coppie: Nessuna
Ambientazione:  Non specificata/Diversa per ogni capitolo
Introduzione: La fotografia è l'arte dell'osservazione. Ha poco a che fare con ciò che vedi e tutto con il modo in cui le vedi
Nessun grande artista vede mai le cose come realmente sono. Se lo facesse, cesserebbe di essere un artista.
Oscar Wilde
 

Appreciate  the  Art

Third Photo

Soggetto: Elizabeth Bolth

I piani che avevo per Elizabeth erano ben diversi rispetto a quelli che avevo avuto per Emily ed Elisa. Lei non corrispondeva ai canoni delle mie modelle, ma sapevo che sarei stato in grado di valorizzare il suo aspetto e il suo ultimo istante come avevo già fatto.
Sapevo anche che sarebbe stato ben più difficile portarla nel mio studio. Se avessi richiesto un incontro con lei, sarebbe risultato sospettoso e avrebbe attirato l'attenzione.
Ma l'avevo scelta e questo voleva dire che non mi sarebbe sfuggita, non importava ciò che avrei dovuto fare. 
L'avevo destinata ad essere la mia arte e lo sarebbe diventata.
Ricordo che quella fu la prima volta che mi trovai a disporre di un mio soggetto al di fuori del mio studio. Ma trovai la situazione alquanto adatta.
Mi ritenni fortunato nello scoprire che la signorina Bolth avesse una cantina nella sua piccola casa di provincia. Questo mi avrebbe fornito lo sfondo perfetto e il luogo dove lavorare indisturbato.
La portai giù, una volta pronta per essere trasformata nella mia opera d'arte.
Certo era che non avessi tutti i miei strumenti a disposizione, ma questo non significava che avrei rovinato una tale occasione. 
La piccola critica trasformata nell'opera dell'artista che tanto disprezzava, ironico. Un piccolo sorriso mi piegò le labbra, mentre mi guardavo intorno, cercando i restanti materiali per la mia composizione.
Li trovai sebbene con fatica e sapendo che la mia piccola critica non sarebbe stata perfetta e rifinita come Emily ed Elisa, ma andava più che bene, aveva criticato la mia arte e non meritava la perfezione che Emily ed Elisa incarnavano.
Le cavai gli occhi, lasciando che il sangue colasse lungo le sue gote come lacrime, macchiando la sua pelle pallida di morte con sottili linee cremisi. Procedetti poi col legare un foulard nero in seta intorno alla sua testa, come una benda per nascondere le orbite vuote macchiate di cremisi.
Cambiai il suo abito con uno che ritenevo più adatto alla mia composizione, era nero come il precedente, ma la gonna, che si fermava prima del ginocchio, era gonfia con balze di raso. 
La sua posa era scomposta, rispetto a quella di Emily e Elisa, come quella di una marionetta, o di una bambola abbandonata. La tenni in posizione grazie a del fil di ferro. Rafforzando l'immagine della marionetta che volevo creare.
Piegai la fine di ogni filo ad uncino e la inserii con cautela nei piccoli, a malapena visibili, fori che le avevo praticato nei punti che necessitavano di sostegno.
 
La mia piccola critica era pronta.
Sorrisi, mentre le scattavo due foto, entrambe da angolazioni diverse. La prima, scattata da destra, risultava più scura ed era quella che avevo intenzione di portare con me, l'altra, scattata da sinistra, era meglio illuminata ed era quella che le avrei lasciato.
In entrambe però risultava meravigliosa, una marionetta spezzata, una bambola abbandonata, una delle mie opere.
La mia piccola critica era davvero bella.
Sorrisi, ancora una volta, ero in grado di trasformare chiunque in un opera meravigliosa degna di essere ricordata per sempre.
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La fotografia è l'arte dell'osservazione. Ha poco a che fare con ciò che vedi e tutto con il modo in cui le vedi

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Capitolo 6
*** Welcome to Union ***


Fandom:The Evil Within 2
Personaggi: Stefano Valentini, Altri(maybe)
Generi: Introspettivo, Horror
Avvertimenti: Raccolta
Coppie: Nessuna
Ambientazione:  Non specificata/Diversa per ogni capitolo
Introduzione: Qualcuno trova questo nuovo mondo orribile, per me è un mondo di bellezza, ricco di creazione pura, limitato soltanto dalla mia immaginazione. Un mondo di cui posso plasmare la trama.
 
Nessun grande artista vede mai le cose come realmente sono. Se lo facesse, cesserebbe di essere un artista.
Oscar Wilde
 

Appreciate  the  Art

Welcome to Union

Theodore Wallace

Non ricordo esattamente quando la mia strada si incrociò con quella di Theodore Wallace.
Non ricordo cosa disse, ricordo però che le sue parole mi affascinarono.
Un luogo dove sarei stato libero di creare la mia arte.
Un luogo dove la mia arte sarebbe stata apprezzata.
Sapevo di non poter rifiutare. 
Ricordo che la seconda volta che io e Theodore ci incontrammo, io avevo intenzione di dirgli che avrei accettato la sua proposta e quella della sua organizzazione.
Ero disposto a diventare il 'loro' artista, fino a che questo mi avrebbe garantito una completa libertà.
Ricordo di aver lasciato Krimson City e poi, più nulla, se non la sensazione di cadere.
E cadere.
E cadere, come in un abisso infinito. 
Ricordo di aver desiderato di avere Wallace con me solo per ucciderlo, non trasformarlo in arte, ma ucciderlo, brutalmente, violentemente.. perché mi aveva ingannato.
E in quell'istante smisi di cadere. E Wallace era di fronte a me, nell'oscurità che ci circondava. Notai immediatamente che il suo sguardo era spento, vuoto come se i suoi occhi fossero fatti di vetro.
Volevo ucciderlo in ogni caso, che fosse reale o non lo fosse. 
Fu in quell'istante che mi resi conto che in quel vuoto, io potevo creare e mutare ogni cosa. 
E sul sangue dell'illusione di Theodore Wallace costruii le fondamenta del mio Dominio, il Dominio dell'Artista. Un luogo in cui avrei potuto conservare e proteggere le mie opere.
Fu solo poi che mi resi conto dell'esistenza di qualcos'altro in quel vuoto, una città. Union era il suo nome.
Ricordo di aver sorriso al pensiero di poter trovare soggetti per le mie composizioni che non fossero creati da me.
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Qualcuno trova questo nuovo mondo orribile, per me è un mondo di bellezza, ricco di creazione pura, limitato soltanto dalla mia immaginazione. Un mondo di cui posso plasmare la trama.
---
Disallineamento del Nucleo
Fare Rapporto immediatamente.

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Capitolo 7
*** Fourth Photo ***


Fandom:The Evil Within 2
Personaggi: Stefano Valentini, Altri(maybe)
Generi: Introspettivo, Horror
Avvertimenti: Raccolta
Coppie: Nessuna
Ambientazione:  Non specificata/Diversa per ogni capitolo
Introduzione: La bellezza può essere vista in ogni cosa, ma capirla e comporla è ciò che distingue l'istantanea dalla fotografia.
Nessun grande artista vede mai le cose come realmente sono. Se lo facesse, cesserebbe di essere un artista.
Oscar Wilde
 

Appreciate  the  Art

Fourth Photo

Soggetto: Isabel Garcìa

Union aveva un qualcosa di chiaramente artificiale, riuscivo a sentirlo, a vederlo quasi. Era come se l'aria fosse impregnata da un aura di staticità che non era presente nella realtà.
Il clima era perfetto, fin troppo e il sole splendeva sempre in un modo eccessivamente preciso quasi fosse calcolato per splendere sempre con i raggi in quella precisa angolazione.
Il vento stesso era sempre leggero e quieto.
Sembrava tutto eccessivamente plastico, non un mondo in cui poteva risiedere la vera bellezza e nella quale quella presente era una povera plastica imitazione di ciò che avrebbe dovuto essere.
Tutta quella statica perfezione utopica, quei sorrisi pigri e vuoti mi stavano stancando. 
Stavo pensando di lasciare quella pallida imitazione del mondo, e di tornare alle mie modelle perfette. Quando la notai. 
In realtà fu lei a notare me. Isabel, spagnola di padre e americana da parte di madre. Aveva ereditato la carnagione dorata di suo padre e aveva gli occhi di uno splendido blu. Come se degli zaffiri fossero stati catturati nei suoi occhi.
Certo non concordavo col suo stile, una semplice T-shirt troppo ampia e un paio di jeans, che non si sposavano per nulla col suo aspetto. 
Ricordo che parlammo, che lei si offrì per essere la mia guida in città visto che viveva lì da quasi tre anni, ricordo che mentre parlavamo, io la studiavo e pensavo a quale fosse il modo giusto per valorizzarla una volta che fosse diventata il soggetto della mia composizione. 
Il tassello mancante per la mia creazione si mise al suo posto, quando mi disse che era una ballerina. Danza classica, non latina.
Nelle settimane che mi ci vollero per conquistare la sua fiducia, conobbi meglio Unity, e imparai a manipolare la sua realtà come facevo nel mio Dominio.
E poi la portai nel mio Dominio, in un lampo di un blu brillante che aveva il colore degli occhi di Isabel, decisi che amavo quel colore e che l'avrei mantenuto.
Ricordo il suo sguardo confuso e sconvolto, mentre mi chiedeva come avessi fatto e cosa fossi. 
Ricordo di aver ridacchiato brevemente a quello sguardo che si faceva via via sempre più pieno di sgomento.
Ricordo di averle permesso di correre via, deliziato dal vederla cercare di sfuggirmi nel mio Dominio, perdendosi sempre di più fra i corridoi decorati con le mie nuove opere.
Ricordo di averla catturata, e di averle dislocato le braccia, afferrandola e spingendola in avanti mentre le tenevo le braccia bloccate all'indietro, ricordo di averlo fatto con la stessa letizia sadica di un bambino che cattura una farfalla e le strappa le ali.
Ricordo le sue lacrime, che come perle di vetro scivolavano dai suoi occhi. Le sue preghiere che venivano soffocate dalla musica che riempiva il mio Dominio.
Ricordo che col passare del tempo le sue urla mi infastidirono, ricordo di averle tagliato la lingua, pensando che d'altronde una statua non aveva bisogno di una lingua.
La posa che le feci assumere, dava l'impressione che stesse danzando. Il suo corpo abbracciato da un abito bianco, dal corpetto con la scollatura a cuore decorato sull'orlo da piccole pietre dure che scintillavano sotto la luce dei faretti, la gonna era un'onda di velo e raso, che le avvolgeva perfettamente le gambe e proseguiva in uno strascico di velo che sarebbe stato quasi invisibile se come l'orlo non fosse stato macchiato dal creamisi del suo sangue. Le sue braccia erano coperte fino al gomito da dei guanti di raso bianco e l'arco che avevo fatto loro compiere era troppo alto perché fosse naturale, ma dalla mia prospettiva rendeva meravigliosamente l'immagine di eleganza eterea che lei doveva rappresentare. 
Infine per coronare il suo aspetto principesco l'avevo incoronata con una tiara con uno zaffiro al centro che dominava sulle altre pietre e si sposava con i suoi occhi, che ora vuoti fissavano davanti a sé senza realmente vedere.
Ai suoi piedi, il pavimento era coperto da un tappeto di petali di rosa, rossi come il sangue che si mescolava con loro.
Le scattai una foto desiderando che lei venisse cristallizata in quell'istante perfetto che avevo creato. Esattamente come avevo fatto con la mia precedente composizione che avevo denominato "Rinascita".
Isabel venne avvolta in una vetrosa luce blu. 
La guardai una volta di più, e con quel blu ad avvolgerla sembrava quasi una perfetta Cenerentola, bloccata per sempre nell'ultimo istante prima della mezzanotte, regale, ma con un espressione di sgomento e terrore segnato sul viso.
---
La bellezza può essere vista in ogni cosa, ma capirla e comporla è ciò che distingue l'istantanea dalla fotografia.

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Capitolo 8
*** Perfect Creation ***


Fandom:The Evil Within 2
Personaggi: Stefano Valentini, Altri(maybe)
Generi: Introspettivo, Horror
Avvertimenti: Raccolta
Coppie: Nessuna
Ambientazione:  Non specificata/Diversa per ogni capitolo
Introduzione: Ogni cosa ha la sua bellezza ma non tutti possono vederla
Nessun grande artista vede mai le cose come realmente sono. Se lo facesse, cesserebbe di essere un artista.
Oscar Wilde
 

Appreciate  the  Art

Perfect creation

Obscura

Obscura. Quel nome era venuto alla mia mente con un immagine e uno scopo. E un mio tentativo per vedere fin dove potevo spingermi nel mio Dominio.
Vedere cosa potessi fare e cosa non mi fosse possibile.
Vedere se potevo dare la vita ad una mia creazione.
La mia Obscura era bellissima, una creatura sopraffina ed elegante.
Al momento era tenuta sospesa sulle punte da sottili cavi metallici. 
Le sue braccia lunghe ed esili, ma forti, sostenute da cavi e stecche d'acciaio, il suo busto, femminile e aggraziato, terminava in tre gambe disposte come un tripode fotografico. Ma l'elemento che la caratterizzava era il suo volto sostituito interamente da una macchina fotografica.
La mia bellissima Obscura era lì, ancora immobile come le mie altre opere.
Io non potevo fare a meno di osservarla e adorarla, era perfetta in ogni senso possibile.
Le carezzai un lato del viso, desiderando ardentemente che la mia bella Obscura fosse viva. Desiderando che potesse muoversi e fosse libera di poter compiere la mia volontà.
Per alcuni istanti non successe nulla, e io mi lasciai sfuggire un sospiro deluso. Sembrava proprio che la mia dolce Obscura fosse destinata a rimanere solamente un'altra delle mie opere.
Stavo per allontanare la mano dal suo viso, quando la mia creatura lo mosse premendolo contro la mia carezza. Mentre la sua voce alta e dolce riempiva l'aria.
La mia bellissima Obscura.
Oh, mia cara, abbiamo così tanto da fare, pensai.
---
Ogni cosa ha la sua bellezza ma non tutti possono vederla

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