Il respiro del cuore

di Arvati77
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CAPITOLO I ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO II ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO III ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO IV ***



Capitolo 1
*** CAPITOLO I ***


CAPITOLO I


E' una limpida mattina di un giugno torrido dalle temperature africane. Sono appena le sei e già un'opprimente afa avvolge come un pesante manto la città di Verona.
In uno stretto vicolo del quartiere di Borgo Roma, all'interno di una cadente palazzina, il fastidioso suono di una sveglia annuncia l'inizio di un'ennesima giornata di lavoro. Il molesto rumore echeggia nel silenzio di un modesto e disordinato bilocale. Una bicicletta è appoggiata alla parete sulla quale spiccano vistose macchie di umidità; dal lavandino spuntano piatti e bicchieri da lavare e sui fornelli ci sono alcune pentole sporche; sul tavolo al centro della stanza sono sparsi gli avanzi di una cena a base di pizza al taglio e sulle sedie sono abbandonati dei testi teatrali. Il pavimento è costellato di giornali e spartiti, mentre in un angolo sono accatastati dei pesi da palestra. Dal divano letto lentamente si alza sbadigliando un ragazzo. I capelli biondo scuro, corti e spettinati, dritti sulla testa come gli aculei di un istrice, circondano il volto dai tratti non comuni, e la barba incolta dona un particolare fascino al viso mascolino sul quale spiccano due magnetici occhi blu dall'espressione per natura sagace e furba. Un piccolo orecchino dorato riluce sul lobo sinistro e sul braccio destro risalta un tatuaggio dal disegno orientaleggiante. La canotta senza maniche ed i corti pantaloncini mettono in risalto la muscolatura ben delineata del fisico atletico, che denota un assiduo impegno in attività sportive. Il giovane si stiracchia per sgranchirsi le membra intorpidite, dopodiché si alza in piedi e barcollando si dirige nella minuscola camera da letto, per spegnere la sveglia che continua imperterrita a suonare.
Una volta entrato, scavalcando la scarpe ed i vestiti sparpagliati per terra, arriva al comodino e pone fine al petulante rumore. Quindi volge gli occhi sulla persona placidamente addormentata tra le candide lenzuola di cotone: i lisci capelli castani, poco più corti delle spalle, coprono in parte il beato viso di fanciulla dai delicati lineamenti, mentre la colorata camicia da notte, lunga fino alle ginocchia, si adagia leggera sulle graziose femminili fattezze, lasciando solo intuire le proporzionate forme del corpo di donna. Il giovane in piedi accanto al letto, per nulla intenerito dall'angelica visione, si china e scuote bruscamente la ragazza assopita, chiamandola a gran voce:
"Marina, ti vuoi alzare?!".
Dopo un profondo sbadiglio, due grandi occhi celesti si spalancano su colui che ha osato disturbare il pacifico sonno, quasi a domandare il motivo del non gradito risveglio.
"Certo che hai proprio delle pessime maniere Simone!" replica Marina, sedendosi sul letto con le gambe incrociate.
"E' già tanto se non ti ho rovesciato in testa un secchio di acqua fredda." ribatte Simone uscendo dalla camera "E poi non capisco a cosa ti serva quella maledetta sveglia se non la senti mai.".
"Almeno la senti tu!" risponde prontamente l'altra, posando i piedi nudi sul pavimento.
Marina: spirito libero, indole ribelle, romantica, impulsiva, estroversa e talvolta lunatica, fiume straripante di emozioni in grado di travolgere tutto ciò che tenta di frenare il suo impetuoso corso. Solo ventiquattro anni ha dietro le spalle, ma già importanti e difficili scelte è stata costretta a compiere. Nata in una famiglia prestigiosa, non volendo piegarsi a convenzioni e restrittive regole, preferì abbandonare a diciannove anni la casa natia piuttosto di farsi soggiogare da chi pretendeva di spegnere i suoi sogni e le sue aspirazioni.
Questo accadde ben cinque anni fa. Il padre di Marina, Giorgio Castelli, avvocato di successo, uomo dispotico ed intransigente, dopo che la figlia ebbe conseguito il diploma di ragioneria con ottimi voti, le impose di iscriversi alla facoltà di Giurisprudenza e di accantonare gli studi di recitazione da lei seguiti per anni con fervente passione. Già in precedenza l'autoritario genitore aveva cercato di sottometterla spingendola ad allontanarsi da amici a lui non congeniali, ma in ciò non riuscì, come non riuscì poi a farle imboccare una strada da lei detestata. Convinto di vincere il confronto con l'indocile animo, pose Marina davanti ad un ultimatum: obbedire o andarsene di casa, e contrariamente alle previsioni paterne lei optò per la seconda soluzione, non supportata nemmeno dalla madre Clara, troppo debole e remissiva di carattere per opporsi all'arcigno coniuge. Giorgio Castelli considerò, e considera tuttora, l'atteggiamento della figlia come un tradimento, una terribile offesa, e di conseguenza giurò che non avrebbe offerto all'autrice del grave affronto alcun sostegno morale o materiale se prima non fosse tornata sui suoi passi. Invano il fratello maggiore di Marina tentò di placare le acque: troppo cocciuti ed orgogliosi erano i due litiganti perché uno solo di loro si rimangiasse quanto detto.
Successivamente, per quasi due anni la ragazza non mise più piede nella casa paterna, un'immensa villa circondata da campi coltivati a frutteto situata nella periferia veronese, e l'unico con cui non ha mai interrotto i rapporti è il caro fratello Mattia, grazie al quale di recente si è in un certo senso riavvicinata ai genitori, anche se sono rare le occasioni in cui li incontra: Natale, Pasqua, e qualche particolare circostanza in cui sia richiesta la sua presenza. Da quando se ne è andata di casa, Marina si mantiene lavorando, abile ad adattarsi a qualsiasi attività, e già svariati mestieri ha cambiato, non trascurando il suo primo amore: il teatro. Per sua fortuna ha sempre potuto contare sull'amico Simone, che fin dall'inizio l'ha ospitata. E con lui abita tuttora, disposta a qualunque sacrificio pur di non rinunciare alla propria libertà.
Anche Simone Girardi è indubbiamente un bel personaggio. Talvolta apparentemente burbero e rude nei modi, cela nel sincero e limpido sguardo la propria vera natura. Determinato e fiero, estroso ed energico, generoso e determinato, talora irascibile ed irruente, è capace di improvvisi slanci di dolcezza con le persone che gli stanno a cuore. Lavora in una palestra in centro città come istruttore di fitness e spesso alla sera si esibisce suonando la batteria con la sua rock band, gli Holiday, composta in tutto da tre elementi. Oltre a ciò, fa parte insieme a Marina di una compagnia teatrale, che allestisce spettacoli a livello locale. Nemmeno lui ha avuto una vita facile, benché abbia solo ventotto anni. I suoi genitori morirono in un incidente stradale quando era ancora un bambino e fu cresciuto dagli zii, insieme al fratello Daniele, di sei anni più grande di lui. Poco più che ventenne se ne andò a vivere per conto proprio, per non gravare sulle spalle di nessuno, e si cimentò in diversi mestieri, riuscendo nel contempo a concludere gli studi in Scienze Motorie, grazie a qualche aiutino economico del fratello, impiegato di banca. Già da un po' di tempo però Simone cerca di arrangiarsi da solo, nonostante talvolta lui e Marina fatichino ad arrivare a fine mese con i soldi che guadagnano. Sono evidentemente una coppia affiatata ed all'inizio della convivenza il legame tra loro non era soltanto di amicizia. Vissero un'intensa storia, che durò circa un anno, poi sostituita, seguendo un naturale iter, da un rapporto di differente natura ma non meno forte.
Torniamo al presente. Mentre Simone sta preparando il caffè, dalla camera da letto sbuca la sua coinquilina intenta a portare fino alla lavatrice una montagna di vestiti. La ragazza, sovrastata dal cumulo di indumenti, con passo incerto si aggira per la disordinata stanza, attenta a non inciampare. Il compagno la osserva divertito, senza muovere un dito per aiutarla: la scena è troppo buffa per non godersela fino in fondo!
Giunta alla meta, Marina molla a terra il pesante carico e, inginocchiatasi sul pavimento, comincia a riempire il cestello della lavatrice, sotto gli occhi perplessi dell'amico. Come era prevedibile, alla fine lo sportello non si chiude. La caparbia giovane tenta e ritenta, ma niente da fare, e Simone allora commenta:
"Credevi davvero di far stare lì dentro tutta quella roba?".
Marina, seduta di fronte all'oblò aperto, imbronciata rimugina su una possibile soluzione. Non ha tempo né voglia di perdere ore a lavare panni sporchi. Il compagno, sorridendo, si china di fianco a lei ed infila una mano tra gli indumenti stipati nel cestello, estraendo a fatica dalla muraglia di vestiti due paia di scarpe.
"Sei una pasticciona!" esclama Simone, rivolgendo con lo sguardo un benevolo rimprovero alla maldestra massaia.
"Non le avevo viste in mezzo al caos che c'è in camera!" si difende lei, per poi chiudere soddisfatta il dispettoso sportello.
I due, risolto il problema, farebbero ora colazione, se non fosse per un piccolo particolare, messo in evidenza da Simone:
"Non c'è niente da mangiare! E nemmeno un goccio di latte... Ieri non avevi detto che avresti fatto tu la spesa?".
Marina prova a difendersi:
"Hai ragione, ma ho avuto un sacco di cose da fare e me ne sono completamente dimenticata. Comunque, se hai fame, ci sono gli avanzi della pizza di ieri sera... Già, perché mi è toccato cenare da sola, visto che tu non c'eri...".
"E' inutile che cerchi di far sentire in colpa me se il guaio l'hai combinato tu. E poi lo sai che sono tornato tardi perché ho dovuto lavorare..."
Infatti Simone, per arrotondare lo stipendio che guadagna in palestra, insieme ai suoi due amici Claudio e Loris è sempre alla ricerca di ingaggi per suonare alla sera in qualche locale. Il genere preferito della band degli Holiday è il rock, ma pur di lavorare il trio si adatta con una certa versatilità ad ogni richiesta, o quasi.
Il giovane, rassegnato a digiunare, scuote la testa e rimprovera sorridendo la sbadata compagna:
"Sei una gran casinista! Lavori in un supermercato e qui abbiamo il frigo vuoto.".
"A parte il fatto che tu sei più incasinato di me," ribatte l'altra "ti assicuro che ieri non ho avuto un attimo libero! Oltre a coprire il mio turno ho dovuto sostituire una collega, non ho nemmeno pranzato, e alla sera sono pure arrivata tardi alle prove in teatro.".
Simone si avvicina all'amica e le dà un affettuoso bacio in fronte, incitandola poi a darsi una mossa per presentarsi almeno una volta puntuale al lavoro... Che lavoro? Nulla di speciale. Recentemente Marina è stata assunta come cassiera in un supermercato, impiego che non la gratifica minimamente ma che se non altro le permette di portar a casa uno stipendio sicuro. Immense soddisfazioni invece la ragazza le ottiene con la compagnia teatrale di cui da quattro anni fa parte, nella quale sono impegnati anche il suo coinquilino e Jenny, la sua migliore amica. Questo gruppo di emergenti attori è stato creato ed è tuttora gestito da una coppia di artisti, Luciana e Maurizio Marconi, che da qualche anno, abbandonate le scene, insegnano recitazione con la speranza di veder fiorire nuovi talenti in grado di far risorgere un'arte troppo spesso bistrattata. Per passione e per amore della professione a cui hanno scelto di dedicare la vita, i due coniugi hanno riunito con scrupolosa cura dei volonterosi e promettenti giovani che da anni si radunano almeno quattro sere a settimana in un vecchio e piccolo teatro, adibito agli spettacoli parrocchiali prima di esser preso in affitto dalla coppia di maturi artisti. Anche per merito della buona reputazione dei due fondatori, la compagnia è riuscita a farsi conoscere nell'ambito veronese, per poi spaziare nell'intera provincia, mettendo in scena rappresentazioni che, se pur inizialmente snobbate da stampa e pubblico, hanno ridestato un certo interesse verso il teatro conquistando varie fasce di età e riscuotendo in determinate occasioni un meritato successo.
Tutto ciò di certo non ha fatto ricredere il padre di Marina e lei, dal canto suo, non ha più cercato il supporto del genitore, sicura di non averne bisogno e di poter comunque contare su quello di suo fratello Mattia, che le vuole un bene dell'anima e senza riserve le offre costantemente il proprio sostegno, anche quando lei non lo chiede, anche quando lei, orgogliosa, rifiuta ogni aiuto soprattutto materiale. Sebbene in alcuni momenti l'intervento di Mattia sia risultato provvidenziale, Marina non vuole aver debiti con nessuno, vuole essere in grado di realizzare da sola i propri obiettivi, altrimenti tanto vale tornare a casa e piegarsi alla volontà paterna. Per questo motivo la giovane si adatta a svolgere anche un lavoro che non la soddisfa ma che se no altro le permettono di avere una discreta indipendenza. E' vero, le spese sono tante e non sempre lei ed il suo coinquilino riescono a sostenerle, però entrambi non temono di far rinunce e rimboccarsi le maniche se questo è il prezzo della loro libertà.
I due amici, come al solito, si accingono a lasciare l'appartamento per recarsi ai rispettivi posti di lavoro. Simone, prendendo la bicicletta appoggiata al muro, incita Marina, chiusa in camera, a darsi una mossa, e non appena la vede sbucare trafelata dalla stanza da letto, le lancia le chiavi dell'automobile, che lei afferra al volo affrettandosi ad uscire insieme al compagno.
Nell'angusto atrio della palazzina i due si soffermano un attimo per fare il punto della situazione. Marina giura di comprare qualcosa per riempire il frigorifero:
"Prometto che stavolta non mi dimentico di far la spesa. E poi, ho il pomeriggio libero, così posso sistemare un po' casa. Non si può vivere in mezzo a quella confusione!".
"Mi raccomando: ricordati l'appuntamento di stasera in teatro." sottolinea Simone lanciando un'eloquente occhiata all'amica, che di rimando lo guarda con furbesca espressione, replicando prontamente:
"Posso scordarmi di respirare ma non del teatro!".
Prima di uscire in strada i giovani osservano la serratura del portone d'ingresso: è da mesi che è rotta, chiunque potrebbe entrare indisturbato, ma a nessuno nel condomino pare importare, men che meno all'amministratore. I due si fissano un istante e poi scoppiano a ridere, comprendendo di aver pensato la stessa cosa: anche se un ladro dovesse intrufolarsi nel loro appartamento, di sicuro non troverebbe niente da rubare e nemmeno oserebbe avventurarsi in un simile caos, anzi, fuggirebbe a gambe levate!
Alla fine, Simone parte in bicicletta diretto alla palestra, mentre Marina si incammina verso l'auto parcheggiata non molto distante. La vettura in questione non è una fuoriserie, o meglio lo è, nel senso che un modello del genere è ormai fuori produzione da anni! E' una modestissima utilitaria, regalata tempo fa a Simone dallo zio che, avendo comprato una moderna monovolume, aveva bisogno di spazio nel garage. La carrozzeria qua e là è ammaccata ed una portiera fatica ad aprirsi. Il motore di fiato ancora ne ha, nonostante l'età avanzata, però quando si mette in moto prende il via un concerto di indistinti rumori dalla dubbia provenienza. Meglio non indagare per non avere brutte sorprese!
Marina sta per salire in auto, ma si blocca quando i suoi occhi si posano su qualcuno che si sta avvicinando. Un uomo alto, fisico longilineo, corti capelli castani ad incorniciare un volto squadrato dai tratti marcati. Elegante, in giacca e cravatta, tiene in mano una valigetta di pelle e con portamento fiero cammina verso la ragazza che, immobile, lo sta fissando. Giunto ad un passo da lei, la rimira con affetto, puntandole addosso due intensi occhi verdi. Con un simile sguardo lo contempla Marina, che sorridendo gli rivolge una diretta domanda:
"Come mai da queste parti?".
"Non posso venire a trovare la mia sorellina?"
L'individuo in questione è dunque il fratello trentenne di Marina, Mattia, che seguendo le orme paterne ha intrapreso la carriera di avvocato, non per obbligo, bensì perché affascinato da tale professione, e per farsi strada con le proprie forze ha liberamente scelto di non lavorare nello studio del genitore. Lui e la sorella hanno da sempre un ottimo rapporto. Testardi entrambi, spesso si scontrano, anche duramente, ma sono sempre pronti a sostenersi l'un l'altra, legati da un profondo affetto e da un'incrollabile fiducia reciproca.
Marina si informa curiosa sul motivo della visita:
"Non mi dire che passavi per caso di qui alle sette e mezza di mattina! E' successo qualcosa?".
L'interrogato scuote la testa e con calma spiega la situazione:
"Ieri ho provato per tutto il giorno a chiamarti sul cellulare, ma era sempre irraggiungibile. Il telefono fisso non ce l'avete, e io cosa potevo fare per rintracciarti se non venire qui di persona?".
"Ho capito. Però non mi hai detto perché mi volevi parlare.".
"Volevo sapere quando ci sarà la prima dello spettacolo che tu e i tuoi amici state preparando."
"Fra un mese esatto." risponde prontamente Marina, sospettando che il fratello debba riferirle qualcos'altro. Infatti...
"Vorrebbe venire a vederti anche la mamma." confessa il giovane, cogliendo di sorpresa la sorella, che comunque non perde la parola e pungente commenta:
"Improvvisamente ha trovato il coraggio per disubbidire al maritino o farà tutto di nascosto come al solito?".
"Non essere così dura con lei."
"Già, perché con me sono stati sempre tutti teneri, vero?"
Nonostante la brusca reazione, Mattia intuisce chiaramente che la sorella è lieta dell'inattesa notizia e lei stessa alla fine è costretta ad ammetterlo:
"Dille che se davvero sarà tra il pubblico, io darò il massimo per lei.".
Con un affettuoso abbraccio i due si salutano e, soltanto quando il fratello è lontano, Marina si accorge di essere terribilmente in ritardo, perciò sale al volo in auto e mettendo in moto tra sé pensa:
"Stavolta mi licenziano! Sono proprio nei guai!".
Come volevasi dimostrare, non appena arrivata al lavoro, con più di mezz'ora di ritardo, la ragazza viene immediatamente convocata dal direttore del supermercato e, senza nemmeno tentare di giustificarsi, con un'espressione quasi sollevata si arrende all'idea di doversi cercare un altro impiego. Sinceramente non le dispiace lasciare il posto di cassiera, e poi ormai è abituata a simili cambiamenti. Troverà un nuovo lavoro, magari un tantino più interessante, ma di certo non può permettersi di perder tempo, deve rimboccarsi le maniche perché da solo Simone non può accollarsi tutte le spese di casa!
Per il momento comunque un compito da portar a termine Marina ce l'ha: fare la spesa. E non volendo trascorrere l'intera giornata da sola, decide di far una visitina a Jenny, la sua amica del cuore. Anche lei, da poco laureatasi in architettura, è alla caccia di un impiego e magari potrà dare qualche utile dritta alla neo-disoccupata.
La ragazza raggiunge in auto la zona in cui abita la compagna, nel quartiere periferico di Santa Lucia. Dopo aver parcheggiato di fronte al portone di un alto condominio, dà un'occhiata all'orologio. Non sono ancora le nove. Forse è un po' prestino, anche se i genitori di Jenny, lavorando entrambi, di sicuro sono già usciti. Vinta ogni esitazione, Marina suona il campanello e, quando l'amica le risponde al citofono, la invita a scendere e raggiungerla. Jenny, sorpresa e curiosa, in un attimo si fionda fuori di casa per scoprire il motivo dell'inattesa visita e ben presto dal portone della palazzina sbuca, visibilmente affannata, una ragazza di colore, dai folti e ricci capelli bruni, con un vivace volto dalla forma ovale ed i tratti marcati, le cui imperfezioni vengono oscurate dall'intensa espressione degli sconfinati occhi neri, profondi e penetranti. Un lungo abito dalle sgargianti tinte in parte nasconde le generose forme del prosperoso fisico, che discretamente si rivelano sotto il morbido movimento della leggera stoffa.
Marina saluta l'amica con un raggiante sorriso, ricevendo di risposta una stupita domanda:
"Non dovresti essere al lavoro?".
"Dovrei." risponde l'interrogata con sbarazzina espressione.
"Ti hanno licenziata, vero?"
Non ha bisogno di conferme Jenny alla propria logica deduzione e non risparmia alla compagna un'occhiata di disapprovazione, alla quale fa seguito una schietta considerazione:
"Per forza sei sempre al verde! Non resisti mai più di qualche mese in un posto...".
"Non sono io che non resisto, sono gli altri che non mi sopportano!" ribatte la diretta interessata con beffardo sorriso.
"Hai una gran faccia tosta!" esclama l'amica scuotendo rassegnata la testa.
Jenny è diversa da Marina. Come lei è estroversa e chiacchierona ma non altrettanto impulsiva e scatenata. Di origini senegalesi, adottata a soli due anni da una coppia italiana, Serena e Nicola Benini, è cresciuta a Verona, coltivando la passione per il teatro. Proprio alla scuola di recitazione incontrò nel periodo dell'adolescenza Marina e da allora la due sono praticamente inseparabili. Si intendono al volo senza parlare, simili eppur differenti si completano a vicenda, complici e confidenti l'una dell'altra.
Le giovani si dirigono in auto verso un vicino supermercato e, arrivate a destinazione, entrano e si aggirano tra gli scaffali scegliendo con cura i prodotti meno costosi. Marina non ha molto denaro da spendere, di conseguenza Jenny la tiene sotto controllo onde evitare che acquisti roba inutile, e intanto chiacchiera con lei di svariati argomenti, finché ad un certo punto decide di darle un'importante notizia, taciuta finora per pura scaramanzia:
"Ultimamente ho mandato in giro diversi curriculum per iniziare a fare almeno un po' di pratica in qualche studio, e alcuni giorni fa mi hanno contattata... Domani ho un colloquio...".
"E' fantastico!" esulta Marina interrompendo l'amica "Cosa aspettavi a dirmelo? Non sarai superstiziosa?! Volevi prima esser sicura di venir assunta?".
"Stai calma per favore o mi metterai addosso una terribile agitazione..."
"E dov'è il colloquio?"
"Nello studio di un architetto: Lorenzo Bruni.".
Jenny è piuttosto preoccupata dallo strano sguardo di Marina e dalla sua malandrina espressione: deve aver in mente qualcosa e non c'è da star tranquilli quando fa così. Ed infatti l'imprevedibile ragazza se ne esce con una bizzarra proposta:
"Posso accompagnarti? Potrei approfittare della situazione per vedere se c'è un posticino anche per me. Magari serve una segretaria, o qualcuno che tenga la contabilità.".
Jenny si mette le mani tra i capelli, ma non riesce a far desistere l'insistente amica e alla fine è costretta ad accontentarla, augurandosi di non doversi pentire del favore concesso.
Lorenzo Bruni è il figlio trentacinquenne di un industrioso imprenditore, Giacomo Bruni, che con fatica è riuscito negli anni a farsi un nome nel mercato immobiliare, soprattutto nella compravendita di immobili da ristrutturare, e nel campo dell'edilizia. Lorenzo, laureatosi in architettura, oltre ad aiutare il padre nei suoi affari, da qualche anno è molto attivo nel campo dell'arredamento di interni, mantenendo contatti anche con l'estero. E' un giovane pieno di iniziative ed ama fortemente la sua professione, alla quale si dedica con serietà e perizia. Sua sorella minore Elisa invece gestisce insieme al marito un ristorante in centro città e proprio qui Lorenzo incontrò colei che da ormai tre anni è sua moglie, Loredana Forti, appartenente ad una famiglia così detta rispettabile nell'ambiente veronese. Questo giovane architetto, come è rigido e professionale sul lavoro, così sa essere espansivo e affabile fuori dall'ufficio, ma nel cuore cova un'inquietudine che soprattutto negli ultimi due anni è cresciuta in lui opprimendo il suo animo.
Tutto questo Marina e Jenny ovviamente non lo sanno, però alle orecchie di entrambe è giunta una voce riguardo a Lorenzo, che ha fama di esser stato in passato un vero dongiovanni... e chissà che non lo sia tuttora nonostante il matrimonio! I pettegolezzi volano rapidi di bocca in bocca, trovando terreno fertile sulle biforcute lingue di invidiosi e maldicenti, e se pure ci fosse dietro certe chiacchiere qualcosa di vero, finisce anch'esso per perdersi sotto un intricato ginepraio di fantasiose elucubrazioni.


Nel pomeriggio, Marina decide di riordinare casa con la collaborazione dell'amica, che da un po' non metteva piede nel modesto bilocale e non appena vi entra si lascia sfuggire uno spontaneo commento:
"Sembra che sia passata una mandria di tori inferociti!".
"E non hai ancora visto la camera da letto!" fa notare serafica l'altra, senza minimamente scomporsi.
"Forse non ti rendi conto di quanto ci sarà da sgobbare qui per ripulire questo macello!"
"Come sei esagerata! C'è solo un po' di confusione. I miracoli non si possono fare, e questa non è mai stata una reggia!"
"Tu e Simone avreste bisogno di una balia..."
"E chi la pagherebbe poi?!"
Concluso lo scherzoso scambio di battute, le due compagne iniziano la faticosa opera di pulizia, impresa non facile anche a causa della pesante afa che in questa bollente estate regna sovrana giorno e notte.
Nel tardo pomeriggio finalmente il lavoro può ritenersi terminato con successo: ora l'appartamento ha decisamente un aspetto abitabile!
Fatto un rapido spuntino per recuperare un minimo di energie, le due ragazze si preparano per l'abituale appuntamento in teatro con la compagnia. Jenny vorrebbe passar da casa per cambiarsi, ma non ne ha il tempo. Marina allora pensa di prestarle qualcosa di pulito da indossare e ripesca dall'armadio un ampio vestito dalla sottile e morbida stoffa, indubbiamente di raffinata fattura.
"E' troppo bello per me!" confessa Jenny rimirando l'elegante abito.
"E' da quando sono venuta via da casa dei miei che non lo metto." rimarca l'amica "A me va un tantino largo, però di sicuro a te va bene. Tienilo pure, te lo regalo volentieri.".
"Grazie... E' bellissimo!"
"Con la faticaccia che hai fatto per darmi una mano a riordinare qui dentro, dovevo trovare un modo per ricambiare."
"Non l'ho fatto per avere qualcosa in cambio."
"Lo so. Ma per favore, accetta questo regalo e sbrigati a vestirti. Dobbiamo uscire, non abbiamo molto tempo!"
Le due in fretta si preparano, prendono l'auto e si dirigono al piccolo teatro, sede della loro compagnia, situato in una stretta via nella zona di San Zeno. Sulla facciata dell'edificio sono evidenti i segni del tempo. Numerose crepe risaltano sul muro e l'intonaco è in più punti rovinato, scrostato o guastato da macchie di umidità. Ai piani superiori ci sono gli uffici di un'agenzia di assicurazioni, la cui entrata è separata da quella del teatro, posto al piano terra. Da un ampio portone di legno si accede ad un angusto atrio e da qui, attraverso un breve corridoio dalle ruvide pareti, si giunge nella sala principale. Il palco è abbastanza spazioso, mentre piuttosto esigua è la platea, le cui file di rustici sedili dal basso schienale si dispiegano sul pavimento dalla discreta inclinazione, tale che i posti più lontani sovrastino quelli più vicini al palco. L'illuminazione non è eccessivamente forte e ciò dona un particolare fascino al luogo già per sua natura denso di magia e suggestione.
Marina e Jenny arrivano per prime, tant'è vero che il portone è ancora chiuso. In attesa degli altri, chiacchierano rammentando il giorno in cui si recarono all'audizione per essere ammesse nella compagnia. Jenny scelse di interpretare alcune terzine estrapolate dall'Inferno dantesco, sfruttando tutta l'espressività del proprio plastico volto. Marina invece decise di cimentarsi in un brano tratto dall'Otello di Shakespeare e, necessitando di un partner, coinvolse allora Simone che, pur avendo studiato un po' di recitazione in passato, non aveva la minima intenzione di entrare in una compagnia teatrale. Alla fine però, colui che doveva essere una semplice comparsa fu incluso dai coniugi Marconi nel gruppo di attori con cura selezionati. Maurizio e Luciana infatti notarono nel giovane un talento innato, capace di emergere nonostante le evidenti lacune tecniche, ed affidandosi al loro intuito gli diedero fiducia vincendo le sue resistenze e persuadendolo a non sprecare la sua naturale propensione per la recitazione.
Soprattutto un dettaglio ricordano nitidamente Marina e Jenny e, come loro, anche gli altri membri della compagnia. In ognuno di essi è rimasto impresso il discorso fatto da Maurizio alla prima riunione in teatro, e se non le sue precise parole si sono fissate nella memoria, impossibile è dimenticare il profondo significato di quel fondamentale insegnamento, tanto pregnante da poter diventare un modello di vita. Così si rivolse quel giorno il maturo artista agli allievi, con voce ferma e carica di pathos:
"Avete presente quando, in alta montagna, respirando a fondo l'aria pulita vi gira la testa e sentite scorrere nelle vene una grande energia che vi dà i brividi? Bene, sul palcoscenico è il vostro cuore a respirare un'aria pura, libera dalle regole e dalle costrizioni della realtà quotidiana, un'aria palpitante di emozioni. Non abbiate paura di vivere fino in fondo le vostre passioni, anche se vi fanno girare la testa, perché solo provandole in voi nella loro pienezza potrete condividerle ed infonderle in coloro che vi circondano.".
Il respiro del cuore è la voce dei sentimenti che si agitano in noi desiderosi di uscire allo scoperto, è il richiamo della libertà al di là dei limiti che ci impone chi vuole comandarci, è il soffio dell'anima che chiede solo di essere se stessa. Ascoltare ed assecondare questo anelito interiore su di un palco non costa nulla, farlo nella vita reale può comportare un prezzo che non tutti sono disposti a pagare, e forse per questo spesso spesso le persone preferiscono soffocare la propria più intima essenza pur di non esporsi al vitale vento delle passioni...
Marina e Jenny iniziano poi a parlare dei rispettivi ruoli nella commedia che tra un mese metteranno in scena: "La locandiera" di Goldoni. Marina ha ottenuto la parte della protagonista, Mirandolina, e con l'amica prova alcune battute, attenta a dar la giusta interpretazione per non rendere il personaggio una caricatura di se stesso. Mentre le due sono intente in tale attività, ecco arrivare tre componenti della cricca di attori: Christian, Pietro e Antonio, detto Tony. Il primo, alto, biondo, occhi verdi, con la sua sofisticata bellezza fu per un periodo oggetto dell'interesse di Marina, che invano tentò di conquistarlo non riuscendo mai però in tale intento. Pietro non è altrettanto prestante d'aspetto, ma è dotato di uno sguardo furbesco ed accattivante che dona al paffuto viso un peculiare fascino; basso e grassottello, sul palco riesce quasi a trasformarsi, conquistando la scena con la propria forte personalità. Infine, Tony, che del gruppo è il più giovane avendo solo ventun anni, magro ed agile nei movimenti, è in possesso di una particolare vena comica, anche se non disdegna ruoli tragici nei qual mettersi alla prova; una folta ricci chioma castana circonda il volto ovale dalla carnagione olivastra e dietro un paio di occhiali tondi spuntano due piccoli e guizzanti occhi neri.
Intanto da una via secondaria sbuca Simone in bicicletta. Lui stavolta ha preferito non prendere parte alla commedia allestita dalla compagnia, ben sapendo di non poter garantire la propria presenza negli incontri serali per via dei numerosi ingaggi ottenuti dalla sua band in questo inizio d'estate. Ma tuttavia, quando può, si aggrega agli amici in teatro per assistere alle prove durante le quali impara sempre qualcosa di nuovo.
Ben presto si uniscono alla comitiva radunata davanti al portone anche Francesca, alias Francy, ed Elena. La prima, trentunenne, è la più matura del gruppo; d'aspetto assolutamente normale, capelli e occhi castani, carnagione chiara, media statura, ha una voce in grado di assumere mille sfumature, densa di carica emotiva, intensa come l'espressivo viso dai tratti decisi, quasi mascolini in certi momenti. Elena invece tra tutti è la più timida ed introversa, eppure quando si immedesima in un ruolo riesce a trovare in sé il coraggio e la grinta che nella vita quotidiana non ha; minuta ed aggraziata nei movimenti, ha due enormi occhi castani perennemente spalancati sul mondo, come una curiosa bambina alla ricerca di tesori nascosti.
La compagnia è dunque al completo, ma dove sono Maurizio e Luciana? I giovani attori cominciano a preoccuparsi dell'inspiegabile ritardo ed invano tentano di rintracciare la coppia per telefono. I cellulari di entrambi sono irraggiungibili. Per fortuna i coniugi Marconi fanno presto la loro comparsa, trafelati e carichi di voluminosi borsoni. Il mistero viene svelato non appena il gruppo entra in teatro: nelle pesanti borse ci sono gli abiti di scena, dei quali come al solito si è occupata Luciana. Uno dei momenti più divertenti nella preparazione di ogni spettacolo è proprio la scelta dei costumi. La caccia a questo o quell'altro indumento si trasforma in una lotta senza regola, in cui vince il più lesto di mano. Ovviamente, tra amici è facile mettersi d'accordo con qualche equo scambio di accessori o vestiti, basandosi sui ruoli assegnati a ciascuno. Ad avere la peggio inevitabilmente sono coloro che vengono inseriti nella compagnia temporaneamente, in caso di necessità, per interpretare parti secondarie in drammi con parecchi personaggi: a queste comparse provvisorie tocca infatti accontentarsi di quello che rimane dopo la razzia fatta dai cosiddetti "titolari".
Concluso l'incontro in teatro, verso le dieci e mezza di sera i giovani attori si salutano e fanno ritorno alle rispettive abitazioni. Marina accompagna a casa Jenny e con sollecitudine le ricorda dell'appuntamento per l'indomani:
"Dove ci incontriamo domattina? Io pensavo di trovarci fuori dallo studio di quell'architetto.".
Jenny pone due precise condizioni:
"Prima di tutto, vedi di essere puntuale: ti aspetto per le nove, non tardare di un secondo. E poi, cerca di stare calma e non mettermi in imbarazzo: tieni la bocca cucita e non ci saranno problemi. Sono stata chiara?".
Marina annuisce senza esitare, giurando di fare del proprio meglio per non combinare pasticci, e con tale proposito impresso nella mente rientra nell'appartamento dove Simone la accoglie complimentandosi con lei per la bella ripulita data alla casa. La ragazza ammette di aver ricevuto un fondamentale aiuto da Jenny, ma un'altra confessione ben più importante deve fare al compagno, e fissandolo negli occhi con disarmante dolcezza gli rivela di essere stata licenziata.
"Non c'è bisogno che provi a commuovermi con quell'espressione da cucciolo abbandonato." osserva Simone con estrema calma "Non ho intenzione di arrabbiarmi, tanto lo sapevo che non avresti resistito molto in quel posto.".
"Giuro che troverò al più presto un altro lavoro." afferma risoluta Marina.
"Lo credo bene! Altrimenti non ci rimane che fare una rapina in banca!"
I due amici scoppiano a ridere e, seduti a tavola, chiacchierano spensierati mangiando pane e prosciutto, con l'allegria di chi ancora riesce ad affrontare le difficoltà della vita senza perder la voglia di scherzare e di guardare con ottimismo al domani.


Alla mattina Simone viene svegliato di soprassalto dalla sua scatenata coinquilina, che all'alba con un balzo gli piomba addosso mentre è ancora addormentato.
"Sei pazza?!" urla il giovane inviperito "Oggi posso andare in palestra più tardi e tu mi rompi le scatole a quest'ora?!!".
Marina, senza levarsi di dosso dal povero compagno, con angelica espressione e dolcissima voce gli spiega il motivo della precoce levataccia:
"Mi dovresti aiutare a decidere come vestirmi oggi.".
"Tu sei tutta matta!" commenta Simone sbadigliando.
L'irrequieta ragazza, sedutasi di fianco all'amico, continua a fissarlo con languidi occhioni e lui, ancora sdraiato, distende un braccio per accarezzarle una mano.
"Dai, ho bisogno di te." insiste Marina con supplichevole voce.
"Da quando in qua ti servono i miei consigli per decidere come vestirti?" chiede sospettoso l'altro, sedendosi a gambe incrociate sul divano letto.
"Devo accompagnare Jenny a un colloquio di lavoro e non vorrei farle fare brutta figura."
"Allora faresti meglio a non andare con lei!"
La destinataria dell'ironica battuta risponde alla provocazione con una buffa linguaccia e si alza di scatto per poi precipitarsi in camera. Simone attende in silenzio di vederla sbucare nuovamente, ed infatti dopo alcuni minuti eccola comparire con un lungo abito nero.
"Sembri pronta per un funerale!" sottolinea scherzosamente il giovane.
Marina sparisce di nuovo e riappare poi con un paio di pantaloni ed una maglietta aderente, e stavolta è lei stessa a non esser soddisfatta della scelta:
"Col caldo che c'è rischio di morire con questa roba addosso!".
Mentre la ragazza è in camera che si cambia per l'ennesima volta, Simone, fuori dalla porta, le rivolge una spontanea domanda:
"Non sei tu che devi fare il colloquio. Perché ti preoccupi tanto di come vestirti?"
Nessuna risposta. Il giovane allora sbircia nella stanza, beccandosi un cuscino in faccia ed un minaccioso monito:
"Cosa vorresti fare? Non provare a spiarmi, sai!".
"Dimenticavo quanto sei timida!" ribatte ironico l'altro, aggiungendo poi:
"Sono sicuro che hai in mente qualcosa.".
Simone si dirige infine al frigorifero in cerca di una bibita con cui ristorare la gola riarsa e, mentre sta bevendo dell'acqua fresca direttamente dalla bottiglia, vede uscire dalla camera l'amica, che non gli risparmia un benevolo rimprovero:
"Sei un animale! Non sai che esistono i bicchieri?".
Il ragazzo tace e sorridendo squadra dall'alto in basso la coinquilina che, con addosso una minigonna da capogiro ed uno scollato top dagli sgargianti colori, gli si avvicina con aggraziate movenze chiedendogli un parere sul proprio abbigliamento.
Simone, dopo l'ennesimo sorso d'acqua, pone una legittima domanda:
"Cosa ti sta passando per la testa?".
Marina afferra la bottiglia che il compagno ha in mano e beve come lui aveva fatto prima. Dopodiché, confessa le proprie intenzioni:
"Jenny ha un colloquio nello studio di un architetto, e magari potrebbe esserci bisogno di una segretaria...".
"Vuoi che quell'architetto ti assuma o ti salti addosso?" rimarca l'altro senza distogliere gli occhi dall'appariscente ragazza, che con provocante sguardo ribatte:
"Devo giocare bene le mie carte.".
"Attenta a non scoprirle tutte subito..."
"Voglio solo farmi notare, niente di più."
Simone sorride, sa perfettamente che la sua amica non ricorrerebbe mai a certi compromessi per ottenere un lavoro o qualsiasi altra cosa, ha grinta e carattere a sufficienza per farsi valere senza sfruttare tanti stratagemmi. E' vero, sa valorizzare il proprio aspetto fisico, non passa inosservata, ma di lei a tutti giunge non l'immagine di una bella bambolina, bensì il travolgente impeto di una fervida mente e di un cuore palpitante. In questo soprattutto Marina e Simone si somigliano, nel loro apparire per ciò che sono, senza filtri o condizionamenti. Ruoli prestabiliti li interpretano esclusivamente sul palcoscenico, ed infondono sempre e comunque anche nei personaggi che portano sulla scena tutta la genuina verità delle loro emozioni.

 

 

 

 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE

Eccomi tornata con una nuova storia in questa movimentata sezione! Dal momento che le vicende sono ambientate a Verona, ho pensato di mostrarvi i quartieri in cui è suddivisa la mia città così anche chi non la conosce potrà orientarsi un po'.
Per precisare: fatti e persone citati in questa storia sono di mia esclusiva invenzione. Ogni riferimento a persone esistenti o fatti realmente accaduti è puramente casuale.
Ci si ritrova a settembre, dopo le vacanze!!!
Marta

 

 


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Capitolo 2
*** CAPITOLO II ***


CAPITOLO II

Lo studio di Lorenzo Bruni è situato nella zona di Borgo Trento, uno dei quartieri più eleganti e ricchi di Verona, ed in questo stesso quartiere il trentenne architetto abita con la moglie.
Jenny, camminando nervosamente avanti e indietro sul marciapiede, attende con ansia l'amica, che per miracolo si presenta addirittura in anticipo all'appuntamento. Appena arrivata, Marina osserva un attimo il palazzo in cui si trova lo studio di Bruni e, avvistato sul citofono il campanello giusto, si accinge a suonarlo. Jenny però la blocca e le rivolge con una certa apprensione un'ultima raccomandazione:
"Ricorda che hai promesso di non farmi fare figuracce: ti prego, misura le parole.".
"Guarda che di solito tu parli quanto me!" sottolinea l'altra.
"D'accordo, ma io sono qui per lavoro, non per chiacchierare allegramente."
"Anch'io, cosa credi?"
Chiarita la situazione, le due finalmente suonano il campanello ed entrano. Davanti alla porta dello studio dell'architetto Jenny si ferma e fa un bel respiro, dopodiché insieme alla compagna oltrepassa la fatidica soglia, con animo fiducioso e determinato. Nello spazioso ingresso, sul lato sinistro si trova la saletta d'aspetto mentre su quello destro è posta, dietro ad un bancone in legno di noce, la spaziosa scrivania della segretaria. La sorridente impiegata gentilmente domanda alle due ragazze di cosa abbiano bisogno ed in seguito le invita ad accomodarsi ed avere un attimo di pazienza. Marina si imbambola ad osservare il corridoio sul quale si affacciano otto porte, incuriosita dalle voci che provengono dalle varie stanze. Jenny, temendo che l'amica stia progettando qualche pericolosa idea, previene qualunque rischio obbligandola a sedersi e leggere un giornale. Marina prende posto in sala d’attesa e, tenendo in mano una rivista senza nemmeno sfogliarla, continua a guardarsi intorno. Davanti ad un'ampia finestra ci sono alcune rigogliose piante, dalle verdi e lucide foglie. Sulle pareti color crema spiccano dei quadri di grandi dimensioni, i cui soggetti astratti risultano di difficile interpretazione. Mentre Jenny si sofferma a parlare con la segretaria, Marina si avvicina ad una delle tele e comincia ad osservarla da varie angolazioni per tentare di decifrarne il disegno. L'amica ben presto la raggiunge e sottovoce le chiede:
"Perché ti interessa tanto questo quadro?".
"Non è che mi interessa." ammette l'altra "E' che non capisco cosa rappresenta: o sono stupida io, oppure quello lì è solo un miscuglio di colori senza capo né coda!".
Le ragazze danno le spalle al corridoio che in precedenza aveva calamitato l'attenzione di Marina e di conseguenza non si accorgono che qualcuno sta uscendo da uno degli uffici. Costui, inteso al volo il cenno fattogli dalla segretaria, in silenzio si porta alle spalle delle ignare giovani proprio nel momento in cui Marina indirizza alla compagna una sollecita raccomandazione:
"Attenta a quel Lorenzo Bruni, non sono sicura che sia un tipo raccomandabile. Non ti fidare se ti sembra troppo disponibile.".
Jenny non fa in tempo a replicare, preceduta da una seducente voce maschile che educatamente saluta:
"Buongiorno. Posso aiutarvi?".
Le ragazze, indovinata l'identità della persona che ha parlato loro, non hanno il coraggio di muoversi e Jenny lancia una minacciosa occhiataccia alla linguacciuta amica, che si copre la bocca con una mano intuendo di aver commesso una terribile gaffe.
Per non apparire delle cafone, le due alla fine si voltano e ricambiano il saluto, facendo finta di nulla ed assumendo un'aria spigliata e sciolta, nonostante di fronte a loro ci sia proprio il titolare dello studio, che subito si presenta sfoderando un intrigante sorriso e fingendo di non aver udito l'irriverente insinuazione di poco prima. Marina, per nulla imbarazzata, esamina con attenzione l'attraente architetto: due penetranti occhi neri, dalla forma leggermente allungata, risaltano sul volto dai tratti marcati, la cui accattivante espressione denota un carattere fiero e determinato; un elegante pizzetto perfettamente disegnato dona all'affascinante viso una sofisticata parvenza, che crea un piacevole contrasto con i folti capelli castano scuro volutamente spettinati; le ribelli ciocche, di media lunghezza, si dispongono seguendo un naturale movimento e scivolano sull'alta fronte in uno sbarazzino disordine. Con disinvoltura l'uomo indossa un completo grigio fumo di raffinata fattura, che pare creato apposta per vestire l'atletico fisico, e sotto la giacca aperta si nota una candida camicia dalla leggerissima stoffa, sbottonata sul collo così da conferire al curato abbigliamento un'eleganza sportiva e non ostentata.
Dopo le presentazioni di rito, Lorenzo si ritira nel suo ufficio insieme a Jenny, mentre Marina inizia a chiacchierare con l'impiegata alla reception con un preciso scopo in mente. Anche se di tanto in tanto la conversazione viene disturbata dal telefono o dalle persone che sbucano dai vari uffici, la scaltra giovane conduce una discreta ma accurata indagine per scoprire se nello studio ci sia anche per lei una possibilità di lavoro, e con gran gioia apprende che la segretaria sta per trasferirsi a Padova con il marito e di conseguenza il suo posto a breve rimarrà vacante. La ghiotta occasione non può esser sprecata!
In attesa di veder ricomparire l'amica, Marina cammina avanti e indietro rimuginando sul modo migliore per proporsi come segretaria a Lorenzo:
"Ho appena fatto una pessima figura con quel tipo, con che faccia posso chiedergli di assumermi? Ma sì, che importa? Tentar non nuoce... Io ci provo, e se mi va bene ho risolto i miei problemi.".
Finalmente Jenny riappare, raggiante in viso, e sfoderando la sua parlantina racconta d'un sol fiato come sia andato il colloquio:
"Già domani verrò qui per cominciare un periodo di prova e, se tutto andrà per il meglio, Lorenzo mi ha assicurato che mi assumerà con un buon contratto. E' una persona davvero disponibile, sul lavoro deve essere molto esigente, ma ha subito cercato di mettermi a mio agio. Non è uno che sta sulle sue. Pensa che ha voluto che gli dessi subito del tu, non gli piacciono tante formalità tra persone che lavorano insieme.".
"Buono a sapersi!" commenta Marina, la cui pensierosa espressione insospettisce non poco la compagna, che immediatamente le chiede cosa stia tramando.
Di tutta risposta Marina si precipita di corsa lungo il corridoio, mentre Jenny, immobile, nemmeno tenta di fermarla e senza agitarsi eccessivamente attende di vederla tornare.
L'imprevedibile ragazza fa capolino dalla porta socchiusa della stanza in cui si trova l'architetto Bruni e lui fissa stupito il sorridente volto sbucato all'improvviso.
"Posso chiederti... chiederle... una cosa?" domanda la giovane ferma sulla soglia, e Lorenzo, seduto alla scrivania, con un eloquente cenno la invita ad entrare ed accomodarsi, rivolgendosi a lei con affabile voce e benevolo sguardo:
"Dimmi di cosa hai bisogno.".
"Ho bisogno di un lavoro." confessa sinceramente l'altra "E dato che la segretaria andrà via tra poco... Ho qui in borsa il mio curriculum.".
L'architetto, colpito da tanta intraprendenza e schiettezza, legge le referenze della ragazza, ma in realtà ha già deciso come comportarsi e senza indugi si mostra assolutamente disponibile ad esaudire la richiesta ricevuta:
"Vieni domani, insieme alla tua amica, così avrai il tempo di imparare come muoverti e cosa fare.".
Marina ringrazia per la fiducia dimostratale senza riuscir a nascondere la propria gioia e Lorenzo non può non sorridere travolto dal suo genuino entusiasmo, anche se non le risparmia una mordace domanda mentre sta uscendo dall'ufficio:
"Non ti preoccupa l'idea di lavorare con un tipo poco raccomandabile come me?".
L’interpellata non si perde d'animo ed a tono risponde:
"Forse non sono io quella che deve guardarsi le spalle.".
Prima di andarsene comunque Marina si scusa per l'involontaria offesa e rimane alquanto sorpresa dalla reazione del diretto interessato, che ironico afferma:
"Non mi hai offeso, e non è detto che tu non abbia ragione.".
La giovane ha la sensazione di aver incontrato qualcuno in grado di tenerle testa e con un malizioso sorriso si congeda, ringraziando per l'ennesima volta dell'opportunità offertale. Con le ali ai piedi corre da Jenny per comunicarle la bella novità e le due scatenate amiche esultano nell'ingresso abbracciandosi e saltando come delle cavallette. L’architetto Bruni esce dal suo ufficio e, appoggiato allo stupite della porta, con le braccia incrociate, osserva le festanti ragazze che, congratulandosi l'un l'altra, lasciano lo studio senza accorgersi dei neri occhi puntati su di loro, occhi profondi, intensi, eppur velati d'un malinconico alone. Tornato a sedersi alla scrivania, Lorenzo sorridendo ripensa alle bizzarre giovani appena conosciute, piene di energia ed entusiasmo, ed un po' invidia la loro voglia di vivere e darsi da fare, con grinta e passione. Fino a qualche tempo fa anche lui era così, con tanti progetti in testa ed un fervente desiderio di realizzarli. In breve tempo, molti dei suoi obiettivi è riuscito a raggiungerli e di nuovi se ne è prefissati, eppure sente di aver smarrito la fondamentale carica emotiva che una volta gli apparteneva. Forse si è adagiato su ciò che già ha ottenuto, ma allora perché avverte nel cuore una perenne ed inspiegabile insoddisfazione? Dove ha sbagliato? Di fronte alla spontaneità e vitalità di quelle due ragazze, Lorenzo ha percepito ancor più il vuoto interiore che invano da tempo cerca di colmare. La sua professione lo appaga, gli dà soddisfazioni, ma qualcosa gli manca. I neri occhi si posano sulla foto di Loredana ed inevitabilmente la memoria corre al giorno delle loro nozze: fu un matrimonio di convenienza? No, almeno non per Lorenzo, nonostante un peso forse l'abbiano avuto le pressioni della famiglia di lei. L'uomo inizia a sospettare di essersi lasciato influenzare dalle opinioni altrui, scegliendo per compagna colei che secondo tutti era la donna perfetta per lui. Eppure è certo di averla amata sul serio. In passato insieme stavano bene e si divertivano, accomunati da interessi e da un similare modo di vivere, e adesso invece tra loro si è creata un'incolmabile distanza. Ancora sono marito e moglie, però il loro rapporto si è cristallizzato, affogato in un mare di abitudini e convenzioni, e Lorenzo in fondo ancora spera di veder tornare Loredana la donna vitale di cui si era innamorato, perché forse ritrovando lei ritroverà anche quella parte di se stesso che ha smarrito.
Ben diversi pensieri hanno per la testa Marina e Jenny, euforiche all'idea di poter lavorare insieme. Mentre chiacchierando camminano per una via di Borgo Trento, le due si imbattono casualmente in Mattia. La sorella lo avvista in lontananza e di corsa lo raggiunge gettandogli le braccia al collo, informandolo subito con un concitato racconto del nuovo impiego trovato. Ma il poverino dalla confusa narrazione capisce ben poco ed è allora Jenny a descrivere in maniera meno caotica gli ultimi accadimenti, curando di sottolineare la non trascurabile gaffe fatta dall'amica. Mattia alla fine esprime sinceramente il proprio parere, rivolgendosi alla vulcanica sorella:
"Tu non puoi cercar lavoro come tutti, rispondendo alle inserzioni sui giornali o andando in qualche agenzia... No, tu ti devi intrufolare in un ufficio e sparlare del titolare facendoti sentire dal diretto interessato, per poi chiedergli di assumerti... Hai un gran coraggio!".
"Non avevo niente da perdere." replica imperterrita Marina.
"E hai pure una bella fortuna!" ribatte sorridendo il fratello, avanzando una gentile proposta:
"Vi invito tutte e due a pranzo per festeggiare.".
L'invito è accolto con estremo piacere dalle ragazze, però Marina vorrebbe si unisse loro anche Simone, nonostante sia consapevole che tra l'amico e Mattia non corra buon sangue. In effetti in passato i due ebbero parecchi scontri, soprattutto nel periodo in cui il rapporto tra Marina e Simone non era di sola amicizia. Il fratello di lei, apprensivo e protettivo, decisamente non approvava quella relazione ed ancora oggi lui e Simone non vanno troppo d'accordo: le loro opinioni, i loro punti di vista, sono spesso agli antipodi, perciò entrambi si sopportano e si rispettano, ma non si amano alla follia!
Davanti alla richiesta della sorella Mattia rimane piuttosto perplesso e titubante, però, conquistato dai celesti occhioni che lo fissano supplichevoli, non può tirarsi indietro ed è costretto a cedere. Dunque l'appuntamento è fissato per l'una in un ristorante del centro, ed una volta accordatisi i tre si salutano incamminandosi in diverse direzioni.
Marina e Jenny decidono di far una visitina a Simone in palestra, per comunicargli le buone nuove. Giunte a destinazione, vengono riconosciute da uno degli istruttori, che immediatamente va ad avvisare il collega. Simone ovviamente si precipita fuori dallo spogliatoio ansioso di ascoltare le ultime novità. Dai soddisfatti sguardi delle amiche capisce che entrambe hanno avuto successo e si complimenta con loro. Jenny gli racconta della figuraccia fatta per colpa della compagna e lui, dopo essersi abbandonato ad una spontanea risata, si rivolge divertito a Marina, scompigliandole affettuosamente i capelli in un gesto fraterno:
"Sei un fenomeno! Quell'architetto non si immagina nemmeno con chi ha a che fare!".
"Ascolta Simone," interviene seria Marina "per festeggiare il nuovo lavoro oggi a pranzo io e Jenny ci troviamo con Mattia...".
"Sono bloccato qui, non posso venire." risponde l'altro, intuita l'ovvia conclusione del discorso "Devo sostituire un collega in alcuni corsi di gruppo e mi libererò solo verso sera.".
Marina non sembra convinta:
"Ho l'impressione che sia soltanto una scusa per non incontrare mio fratello.".
"Non è un mistero che io e lui non andiamo d'accordo." replica Simone "Ma non ti sto raccontando una bugia. Per farmi perdonare, stasera sarete mie ospiti nel locale dove suonerò con Loris e Claudio.".
L'idea subito riaccende il sorriso sul volto di Marina, nonostante le dispiaccia sul serio che l'amico ed il fratello non riescano a riporre le armi. Ma d'altronde sono talmente testardi ed orgogliosi entrambi che difficilmente potranno abbandonare definitivamente ogni ostilità.
Ad un certo punto, accanto ai tre che chiacchierano e scherzano allegramente passano alcune ragazze, con degli attillati completi da palestra. La più appariscente del gruppetto lancia un'ammiccante occhiata a Simone, che con simulata indifferenza finge di non accorgersene, almeno finché Jenny non sottolinea l'accaduto, curiosa di sapere cosa vi si nasconda dietro.
Il diretto interessato è perciò costretto a confessare la verità:
"Per un po' sono uscito con quella, ma poi l'ho mollata perché voleva tenermi al guinzaglio come un cagnolino.".
"Tu proprio ad impegnarti seriamente non ci pensi!" commenta Jenny, scuotendo la testa.
"Non è vero, una storia importante l'ho avuta e non me la dimenticherò mai..." ribatte l'altro, rivolgendo a Marina una fulminante occhiata, alla quale lei risponde con un complice sguardo.
Simone ha indubbiamente un buon ascendente sul gentil sesso e se si rende conto di essere entrato nelle mire di una bella fanciulla, di rado si tira indietro, come raramente desiste dal tentar di conquistare qualcuna che ha attirato il suo interesse. Tuttavia le relazioni in cui si butta di solito hanno breve durata, forse perché le intense emozioni vissute con Marina insieme a nessun'altra le ha più provate. Quella con lei è stata una storia speciale, fatta di passione e tenerezza, di profonda intesa come di violenti contrasti, travolgente e vitale, impetuosa e dolce nel medesimo tempo, sempre e comunque fondata su una limpida sincerità ed un assoluto rispetto. In entrambi quanto accaduto ha lasciato un indelebile segno e per quale motivo il loro legame abbia poi mutato natura nessuno lo sa. E’ successo, così, naturalmente, senza che sia possibile darne una razionale spiegazione, e di quel passato rapporto restano ora degli incancellabili ricordi ed una solida amicizia.

 

Alla sera, come da accordi, Marina e Jenny sono ospiti di Simone in un pub in provincia di Verona, locale in cui spesso gli Holiday vengono chiamati per suonare soprattutto nel periodo estivo. Nacque per gioco la band, ormai dieci anni fa, dall'idea di tre amici appassionati di musica rock ed abili a maneggiare chitarra elettrica, tastiera e batteria. Gli estrosi ragazzi con un assiduo esercizio migliorarono la loro tecnica e raggiunsero un buon affiatamento, e dopo le prime esibizioni per conoscenti o parenti e nelle sagre di paese, cominciarono ad ottenere ingaggi in vari locali di Verona e provincia, fino a farsi conoscere anche in zone limitrofe, Mantova, Rovigo, e poi anche Brescia e Bergamo. Oltre a Simone, batterista, del trio fanno parte altri due originali elementi: Claudio e Loris. Il primo, chitarrista, capelli lunghi e sguardo truce, a vederlo sembra un tipo burbero e scontroso, mentre al contrario è chiacchierone ed esuberante, eccezionale nel raccontare barzellette. Loris, tastierista e voce solista, magrolino e rapato a zero, si fa notare soprattutto per i vistosi tatuaggi che ricoprono quasi completamente le lunghe braccia e non si separa mai da un paio di occhialini tondi dalla lenti color arancione, che gli donano un'aria buffa e scanzonata. Nonostante il singolare aspetto dei componenti della band, la loro bravura nel suonare è indiscutibile e la buona reputazione ottenuta col tempo permette loro di ricevere non poche interessanti proposte. Ci sono sì momenti in cui nessuno li cerca, ma questi sono inconvenienti del mestiere: l'importante è non scoraggiarsi.
Marina e Jenny, sedute ad un tavolo vicino alla bassa pedana su cui si esibiscono gli Holiday, ascoltano la musica mangiando di gusto delle abbondanti coppe di gelato, mentre Simone e compagni di tanto in tanto si concedono delle pause e si accomodano accanto alle amiche per scherzare un po' con loro.
Qualcuno nel locale, nascosto tra gli altri clienti, osserva l'allegro gruppetto soffermandosi in particolare sulle due briose ragazze. Lorenzo Bruni si trova nel pub insieme alla moglie ed alcuni amici e, non appena scorge tra la gente i volti noti, involontariamente sorride, rammentando quanto accaduto la mattina nel suo studio. Loredana, non spiegandosi il motivo della strana espressione del marito, quasi infastidita gli chiede cos'abbia visto di tanto interessante, e Lorenzo distoglie immediatamente gli occhi dalle giovani tornando come nulla fosse a conversare con le persone al suo tavolo.
Jenny, mente acuta a cui niente sfugge, ben presto intravede tra la folla il proprio datore di lavoro intento a chiacchierare vivacemente con dell'altra gente e senza esitare attira l'attenzione di Marina per farle notare chi ci sia nel locale, ma lei pare non essere minimamente interessata alla cosa e seguita a mangiare imperterrita il suo gelato. L'altra però insiste:
"Guarda là... Quella di fianco a lui dev'essere sua moglie.".
Marina accontenta la compagna e volge lo sguardo nella direzione indicatale. Dopodiché, tenendo il cucchiaino tra i denti, commenta:
"Quella là sarebbe la moglie di Lorenzo? Per essere bella, lo è, ma sembra che abbia ingoiato una scatola di amido... se ne sta lì, impettita... Secondo te non sorride perché si sta annoiando a morte o per paura di rovinare il trucco?".
Jenny ha le lacrime agli occhi per le risate, mentre l'amica prosegue con la giocosa descrizione:
"Ha mosso la testa, che miracolo! Adesso parla addirittura: iniziavo a credere che fosse un manichino!!... Lui invece è spigliato, ha un bel sorriso... Accidenti, è proprio carino! Stamattina non mi ero accorta che fosse un tipo tanto affascinante...".
Jenny, tornata a fatica seria, osserva Lorenzo ed ammette di condividere l'opinione della compagna: il volto sorridente, illuminato dalla candida camicia, ed i gesti spontanei e disinvolti lasciano trasparire il lato più allegro e scanzonato dell'uomo, i cui profondi occhi neri sempre mantengono la loro accattivante luce.
Marina e Jenny si guardano un attimo, folgorate dalla medesima idea, e senza esitare decidono di metterla in atto. Con un agile scatto si alzano in piedi e si muovono verso colui che finora hanno solo spiato in lontananza. Raggiunta la loro meta, si dispongono una alla destra ed una alla sinistra di Lorenzo ed in coro gli rivolgono un garbato:
"Buonasera...".
L'uomo, colto di sorpresa, rimane un istante in silenzio, e superato l'iniziale stupore ricambia il saluto con un affabile sorriso.
"Non volevamo darti fastidio." spiega Marina "Volevamo solo farti un salutino e ringraziarti ancora per stamattina.".
Quindi prende la parola Jenny, rivolgendosi anche alle altre persone sedute al tavolo:
"Togliamo subito il disturbo. Buona serata a tutti.".
Ciò detto, le due ragazze si allontanano, sorridendo soddisfatte e divertite.
Loredana, allibita, chiede al marito chi siano le sfacciate sconosciute e lui confessa di averle appena assunte nel proprio studio. La donna si mostra palesemente contrariata, ma Lorenzo la ignora e tra sé ride per l'imprevista trovata delle imprevedibili giovani.
Le scatenate amiche, tornate al proprio posto, si accorgono di aver puntati addosso gli sguardi incuriositi di Simone, Loris e Claudio, che pur continuando a suonare hanno assistito alla scena ed attendono con ansia di saperne di più. Marina, con un gesto della mano, fa intendere ai tre che racconterà loro ogni cosa più tardi, ma la sua malandrina e compiaciuta espressione stuzzica la curiosità dei musicisti e li induce a prendersi una pausa per essere informati di quanto successo.
Quando i coniugi Bruni si alzano in piedi per andarsene, Lorenzo quasi inconsciamente posa lo sguardo su Marina e Jenny e le saluta con un cenno del capo, e loro due rispondono con un sorriso, mentre Loredana, altera e fiera, le squadra severa. La sofisticata donna, alta e longilinea, con i biondi capelli raccolti in una lunga treccia, elegante e superba nel portamento, osserva con superiore distacco le ragazze che per un fuggevole momento hanno osato offuscare la sua immagine agli occhi del marito, con il loro vivace e spontaneo comportamento, e quasi a sancire la propria vittoria, richiama a sé l'attenzione del compagno prendendolo sottobraccio con affettuoso slancio. Ma già Marina e Jenny hanno ripreso a confabulare tra loro, ignorando Loredana, e lei, stretta a Lorenzo, si rende conto di esser stata una stupida a sentirsi in competizione con le spigliate giovani che in realtà nessun torto le hanno fatto.

 

Il giorno successivo prende il via la nuova avventura lavorativa di Marina e Jenny. Le due si presentano puntuali nello studio di Bruni e appena entrate subito vengono separate: Jenny viene mandata dalla segretaria nell'ufficio del titolare, mentre l'amica si trattiene alla reception per essere istruita a dovere sulle proprie mansioni.
Marina resta per un attimo immobile nell'ingresso e si guada intorno per prendere confidenza con l'ambiente. La scrivania si distende in profondità in uno spazio contiguo a quello della fronte stante sala d'aspetto, anche se un po' più stretto, disposto perpendicolarmente rispetto al corridoio sul quale si affacciano otto porte in legno di noce, il medesimo materiale del bancone dietro il quale spunta il gioviale viso della segretaria. La parete alle spalle della donna è quasi completamente occupata da un lungo e alto mobile, nella cui parte superiore, protetti da sportelli scorrevoli di vetro, sono disposti in bell'ordine sugli scaffali schedari, raccoglitori ad anelli e cartelle varie.
La nuova assunta comincia dunque il proprio "tirocinio" e con attenzione ascolta le indicazioni della già esperta impiegata, che le descrive minuziosamente quali siano i suoi compiti: rispondere al telefono e smistare le chiamate, annotare con cura gli appuntamenti sull'agenda, archiviare scrupolosamente fatture e commissioni eseguite o da eseguire, ordinare puntualmente il materiale di cancelleria quando comincia a scarseggiare, aggiornare la contabilità. Oltre a ciò, ci sono piccole mansioni quotidiane, come ad esempio annaffiare le piante in sala d'aspetto e controllare che gli uffici siano in ordine.
"Devo restare qua dentro ventiquattrore su ventiquattro per fare tutte 'ste cose!" commenta ironica Marina, che comunque non si lascia spaventare dalla mole del lavoro.
"Non ti preoccupare." interviene l'impiegata già pratica del mestiere "Alla fin fine non è faticoso. L'orario è ottimo: alla mattina dalle nove all'una e al pomeriggio dalle due e mezzo alle sei e mezzo, sabato e domenica liberi. Ti raccomando la puntualità! E poi volevo sapere se conosci almeno una lingua straniera: qui spesso arrivano telefonate anche dall'estero.".
Marina risponde di parlare abbastanza bene sia l'inglese che il tedesco, e si dimostra convinta di poter svolgere al meglio tutti i compiti che le spettano, tranne uno:
"Decisamente non ho il pollice verde e mi sa che quelle piante avranno vita breve.".
Nel frattempo anche Jenny riceve delle fondamentali informazioni sul tipo di lavoro che sta per intraprendere. Lorenzo le fornisce le indicazioni necessarie per capire come si sviluppi l'attività nello studio, che consiste principalmente nel design d'interni, e le spiega che per i primi tempi la affiancherà ad uno dei suoi più esperti collaboratori, affidandole tanto per cominciare un semplice progetto da realizzare allo scopo di verificare le sue capacità e la sua preparazione. Chiariti i punti salienti del lavoro nello studio, Lorenzo invita Jenny a conoscere i suoi nuovi colleghi ed i due escono perciò dall'ufficio. L'architetto chiama anche la nuova segretaria per presentarla alle persone con cui lavorerà gomito a gomito, e Marina di corsa si precipita lungo il corridoio, ma scivolando sul pavimento lucido rischia di cadere e si aggrappa a Jenny che a stento rimane in piedi. Lorenzo, coprendosi con una mano la bocca, ride piano, e quindi, recuperato un certo contegno, guida le ragazze nei vari uffici. Nel complesso sono cinque i membri del team alle dipendenze di Lorenzo, tutti tra i venticinque ed i trentacinque anni: Anna, capelli e occhi neri, alta e magra, apparentemente scontrosa forse a causa della sua eccessiva timidezza; Alfred, fisico robusto e volto dai forti chiaroscuri, parlata sciolta dall'inconfondibile cadenza veneta; Gianna, sguardo vivace e viso paffuto su cui spiccano il naso pronunciato e le labbra carnose; Tommaso, capelli castani perfettamente pettinati e occhiali da professore, che lo fanno sembrare ben più maturo di quanto non sia; ed infine Erika, la più appariscente del gruppo, con i suoi lunghi ricci ramati ed i grandi occhi verdi, non molto alta ma elegante nelle movenze, cara amica della moglie di Lorenzo.
Terminate le presentazioni, Jenny si mette subito a lavorare, sotto la supervisione di Alfred, pronto a darle consigli ed aiutarla se dovesse averne bisogno. Marina invece si incammina lungo il corridoio per riprendere il proprio posto alla reception, ma sentendosi osservata arresta i suoi passi e si volta indietro. Lorenzo, fermo davanti alla porta del proprio ufficio, la sta fissando e stavolta lei non riesce a sorridere come fa di solito in simili situazioni, paralizzata dai magnetici occhi neri che ha puntati addosso. Senza scomporsi più di tanto, la giovane distoglie lo sguardo e con assoluta indifferenza torna dall'impiegata che la attende per darle altri utili suggerimenti, mentre l'architetto, impassibile, si siede alla scrivania e come nulla fosse sfoglia l'agenda per controllare gli impegni della giornata.
Durante la pausa pranzo, Jenny e Marina chiacchierano mangiando un panino sedute al tavolino di un bar. Mentre la prima racconta entusiasta del progetto a cui si sta dedicando, l'altra accenna brevemente alle sue mansioni da segretaria, incapace di togliersi dalla testa i malinconici occhi di Lorenzo, occhi che per un istante l'avevano paralizzata infondendole nel cuore una tenera tristezza. Di ciò Marina tace con l'amica, non volendo dar peso ad una fuggevole sensazione probabilmente priva di significato, ed accantonato l'inspiegabile episodio, si abbandona ad una tranquilla conversazione, sgombra la mente da qualunque inconsistente pensiero.
Ad un certo punto Jenny lancia un'idea:
"Perché non invitiamo Lorenzo e gli altri colleghi alla prima della nostra commedia?".
L'amica approva pienamente la proposta: potrebbe essere un buon modo per entrare in confidenza con le persone con le quali dovranno entrambe in futuro trascorrere molto tempo...
Nel pomeriggio, Marina ancora affianca la segretaria per imparare a destreggiarsi tra documenti e carte di vario genere, nonostante abbia già una discreta esperienza in simili attività, avendo lavorato in passato alle dipendenze di altri professionisti. In effetti, ciò che le preme sapere in questo momento non sono la contabilità o i nomi dei clienti più importanti. Prima di tutto vuole capire che tipo sia il titolare dello studio, per rendersi conto se lavorare con lui sarà un piacere o una seccatura. Senza inutili giri di parole, la giovane fa una diretta domanda alla donna di cui dovrà prendere il posto:
"Questo Lorenzo Bruni, com'è? E' aperto e disponibile come sembra o è tutto il contrario?".
L'interpellata sorride e risponde alla legittima richiesta:
"Ti posso garantire che non è un tiranno dispotico, però è molto esigente. Se dice una cosa, è quella. Comunque è pronto ad ascoltare consigli e suggerimenti se li ritiene validi. E' capace di passare un'intera notte chiuso nel suo ufficio se è impegnato in un progetto importante, eppure ti assicuro che fuori da qui sa essere veramente di compagnia. Pensa che lui e suo padre due volte l'anno organizzano una cena in cui riuniscono tutti i loro dipendenti, e di solito è Lorenzo a scegliere il menù e la musica... e dopo mangiato, ci si scatena fino a notte fonda!".
Marina è decisamente stupita da quanto appreso, ma una fondamentale raccomandazione le viene alla fine rivolta da colei che da anni conosce l'architetto:
"Una cosa tieni bene a mente: se ti accorgi che Lorenzo è per qualche motivo arrabbiato, e ti giuro che si vede lontano un miglio quando lo è, lascialo in pace ed evita di parlargli. Non è per natura irascibile, però se scoppia è meglio stargli alla larga.".
"E gli altri che ci sono qui, che persone sono?" si informa la curiosa ragazza, ottenendo una sintetica ma chiara risposta:
"Gente simpatica con tanta voglia di lavorare: Lorenzo non ci pensa due volte a mandar via chi perde tempo.".
"Bel tipo questo architetto!" commenta tra sé la giovane, guardandosi bene dal pronunciare a voce alta la sua personale considerazione onde evitare di cacciarsi nei guai.
A metà pomeriggio, mentre è intenta ad armeggiare con il computer, infernale arnese con cui non ha decisamente un buon rapporto, Marina si sente chiamare e sollevando lo sguardo vede Lorenzo appoggiato con le braccia al bancone soprastante la scrivania, che sorridendo tiene gli occhi puntati su di lei ed intanto chiede un parere sulla nuova arrivata alla più esperta segretaria.
"E' fin troppo sveglia." risponde la donna, prima di alzarsi per raggiungere uno degli uffici da cui qualcuno l'ha chiamata.
Rimasti soli Lorenzo e Marina si osservano qualche secondo in silenzio ed è l'uomo il primo a parlare:
"Il tuo cognome è Castelli. Per caso sei parente del famoso avvocato Giorgio Castelli?".
La diretta interessata si incupisce di colpo e con una lapidaria frase tronca sul nascere lo sgradevole discorso:
"Era mio padre, ma non lo è più.".
L'autore della fatidica domanda, trafitto dai celesti occhi divenuti di ghiaccio, capisce di aver toccato un tasto dolente e si scusa per aver ficcato il naso in questioni che non lo riguardano. D'improvviso però Marina recupera la propria briosa espressione e con allegra voce rivolge un invito all'architetto:
"Io e Jenny facciamo parte di una compagnia teatrale e stiamo preparando una commedia che andrà in scena a metà luglio. Volevamo chiedere a te e agli altri di venire a vederci.".
Lorenzo accetta con piacere le proposta e subito si informa con vivo interesse sul titolo dell'opera che sarà rappresentata.
"E' un testo abbastanza famoso: "La locandiera" di Goldoni." rivela soddisfatta Marina.
"Scommetto che tu hai il ruolo della protagonista. Mirandolina, se non sbaglio." interviene Lorenzo, cogliendo di sorpresa l'interlocutrice non solo per l'acuta intuizione, ma soprattutto per l'evidente familiarità con la commedia, cosa che Marina davvero non aveva previsto.
Con un beffardo sorriso l'architetto guarda la giovane di fronte a lui, compiaciuto d'esser riuscito a stupirla, dopodiché se ne va dirigendosi al proprio ufficio. Marina, finora rimasta seduta, scatta in piedi e lascia il suo posto dietro la scrivania per puntare gli occhi su colui che lentamente cammina lungo il corridoio, seguendolo con lo sguardo finché non scompare dalla sua vista. Nel mentre, la segretaria esce dall'ufficio dove poco prima era entrata e, trovando Marina immobile in mezzo all'ingresso con gli occhi persi nel vuoto, preoccupata le chiede se si senta male, ricevendo di risposta un'inspiegabile risata. Le due tornano infine al lavoro, come già Lorenzo ha fatto, di nuovo impegnato tra computer e tavolo da disegno, incapace però di scordare il repentino mutamento d'umore di Marina, l'improvvisa e buia notte calata nei suoi occhi di soliti gioiosi e vivaci, il rancore dipinto sul suo viso non appena è stato pronunciato il nome di suo padre. C'è dunque un passato difficile dietro a quello sguardo traboccante di passione e voglia di vivere, ci sono ferite aperte in quell'esuberante e travolgente animo, e Lorenzo avverte un profondo disagio nel rendersi conto che una ragazza fino a ieri sconosciuta sta rammentando a lui, un professionista affermato e maturo, come affrontare la vita con grinta ed entusiasmo.
Alla sera Marina e Jenny si incontrano a teatro col resto della compagnia e Simone immediatamente chiede loro notizie sulla prima giornata di lavoro:
"Allora... Tutto bene? O siete già riuscite a farvi cacciare?".
Logicamente l'ironica domanda è indirizzata in particolare ad una persona, che colta l'allusione prontamente replica, un tantino infastidita:
"Io non mi diverto a farmi licenziare e sarei contenta di trovare un lavoro fisso...".
Simone, colpito dalla reazione di Marina, cerca di sdrammatizzare:
"Non ti arrabbiare! A volte sembra che tu non capisca quando uno sta scherzando! Ma almeno ditemi se il posto vi piace.".
Jenny parte con una concitata ed euforica descrizione dell'ambiente, dei colleghi, del primo progetto assegnatole da Lorenzo. E’ impossibile fermarla, snocciola parole su parole senza quasi prender fiato. Marina lancia un'eloquente occhiata a Simone e sottovoce gli fa notare l'errore commesso:
"Sai che se dai a Jenny un appiglio per attaccar un discorso, poi lei non si interrompe finché non ha finito... Adesso siamo nei guai!".
Per fortuna a troncare la prolissa narrazione ci pensa Maurizio Marconi che, dopo aver confabulato a lungo con la moglie, dà un importante annuncio ai membri della compagnia:
"Nonostante qualche intoppo, siamo riusciti a farci dare per il nostro spettacolo il teatro Stimate.".
La positiva novità è accolta con gran gioia. Tutti speravano si potesse usufruire del capiente teatro, situato in centro città, ma non c'era la certezza si potesse riuscire nell'intento. In diverse occasioni al gruppo di attori per metter in scena le loro rappresentazioni è toccato accontentarsi del ben più modesto palco su cui solitamente si esercitano, e la bella notizia è perciò fonte di orgoglio ed entusiasmo. Adesso ancor più di prima ciascuno vuol dare il meglio di sé per sfruttare in pieno la fortunata occasione. Per festeggiare Luciana ha preparato con le proprie mani biscotti e torte salate, che gli eccitati allievi divorano di gusto, anche perché nessuno ha ancora cenato ed a quest'ora la fame si fa sentire!
Terminato il rinfresco, con rinnovato fervore e scrupolosa cura i giovani artisti si impegnano nelle prove della commedia, sotto l'attenta supervisione dei coniugi Marconi, che sulla scorta della loro esperienza correggono pronuncia ed intonazione, suggerendo il modo più naturale di muoversi e gesticolare. Se qualcuno dimentica le battute, viene benevolmente rimproverato, come spesso capita a Tony e Christian, che talvolta si cimentano in estemporanee improvvisazioni per compensare i vuoti di memoria. Le ragazze della compagnia invece sono più diligenti nello studio dei testi, anche se in alcune occasioni pure loro si lasciano andare abbandonando il copione per seguire la scia delle proprie emozioni, ed è questa una caratteristica peculiare di Marina e Jenny, apprezzata da Luciana e Maurizio. Gli esperti coniugi infatti, pur rammentando agli allievi l'importanza di attenersi alle battute scritte, non vogliono assolutamente spegnere la loro vena più estrosa e passionale, consapevoli che sta proprio nella forza delle emozioni l'elemento fondamentale di un artista e di un essere umano, nella capacità di vivere in profondità i sentimenti senza tentare di reprimerli ma evitando di lasciarsi da essi travolgere completamente. La vita va vissuta navigando in mare aperto, senza timore di esplorare ignoti lidi o di fare nuove esperienze: bisogna rischiare per non morire ancorati ad un basso fondale di abitudini e luoghi comuni, cercando di fuggire, o quantomeno sopravvivere alle impetuose e burrascose tempeste, infido pericolo dall'arcano e sublime fascino.

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Capitolo 3
*** CAPITOLO III ***


CAPITOLO III

 

Luglio è ormai iniziato e si preannuncia torrido e afoso come il mese che l'ha preceduto: la pioggia stenta a cadere e l'aria è irrespirabile, umida, soffocante.
Marina da alcuni giorni è stata assunta a tutti gli effetti come segretaria nello studio dell'architetto Bruni e da sola si deve destreggiare tra telefonate ed incartamenti vari. Nonostante le sue mansioni siano piuttosto monotone e ripetitive, l'ambiente le piace: nessuno tenta di primeggiare, vige un rapporto di collaborazione e rispetto, e questo soprattutto grazie all'abilità del titolare nel gestire il lavoro e ridurre gli attriti che inevitabilmente si creano tra i collaboratori. Lorenzo concede ad ognuno l'opportunità di esprimere il proprio parere riservandosi la facoltà di prendere le decisioni definitive. Intelligente e furbo, sa imporsi senza opprimere i dipendenti, e se qualche contrasto sorge lui tronca il problema sul nascere affrontandolo direttamente onde evitare si creino malintesi. La sua capacità nel mantenere l'armonia del gruppo è apparsa chiara fin dall'inizio a Marina e Jenny, che si sentono veramente a proprio agio in un posto in cui nessuno pretende di comandarle a bacchetta. Le due ragazze, pur facendo attenzione a controllare i loro slanci impulsivi, sono diventate in poco tempo le mascottes dello studio: lavoratrici zelanti, con le loro imprevedibili uscite rallegrano sempre l'atmosfera, in particolare Marina che, col suo look sbarazzino e il suo atteggiamento spontaneo, spande ovunque un fresco e genuino entusiasmo. Nemmeno quando seriamente parla con i clienti o compila i registri contabili, l'originale segretaria maschera la propria vera natura: negli occhi cerulei brilla perennemente una vitale luce, frutto di un cuore costantemente attraversato da vibranti emozioni.
Una mattina, mentre Marina, scrupolosa, sta innaffiando le piante nell'ingresso, la porta dello studio si spalanca violentemente: Lorenzo, visibilmente alterato, entra con passo spedito e senza nemmeno salutare si dirige nel proprio ufficio. La segretaria si trattiene dal pronunciare una qualunque parola: meglio starsene buona buona in un angolino finché le acque non si saranno calmate. Tenendo a freno la propria curiosità, che la indurrebbe ad indagare per scoprire il motivo della palese collera, la giovane si siede alla scrivania e si limita a controllare l'agenda del giorno. D'un tratto il brusco rumore di una porta che sbatte la fa sussultare e di colpo le capita davanti il nervoso architetto, che con fare aggressivo e quasi dispotico le comincia a elencare a raffica una serie di mansioni da sbrigare il prima possibile: fornitori da contattare, appuntamenti da fissare o spostare, documenti da cercare. La ragazza appunta velocemente su un foglio i compiti che tra capo e collo le sono piovuti addosso, mentre Lorenzo, intimandole di non perder tempo, torna nel proprio ufficio. Marina, sbuffando, inizia a far le telefonate richieste, pensando tra sé:
"Quando gli gira male è sul serio intrattabile! Che colpa ne ho io se si è alzato con la luna storta?!".
Concluso il giro di telefonate, la volonterosa segretaria si mette diligentemente a rovistare nell'archivio alle proprie spalle per trovare i documenti che il titolare pretende di aver al più presto in mano. Ma non sa di preciso dove cercare, non è poi così pratica del posto, e impiega più tempo del previsto. Così, mentre è intenta a frugare tra raccoglitori e schedari, sommersa da carte di ogni tipo, viene malamente richiamata da Lorenzo che, seccato per la lunga attesa, ha lasciato il proprio ufficio e ha raggiunto l'ingresso.
"Ho una marea di cose da fare! Vuoi darti una mossa?!" urla l'architetto all'impiegata.
Marina, con una pila di cartelle sotto le braccia e dei fogli in bocca, fissa con gli occhi sbarrati l'uomo che impaziente batte le dita sul bancone e, per nulla intimorita dal cupo sguardo su di lei puntato, riposti su di uno scaffale cartelle e fogli vari, risoluta replica agli ingiusti rimproveri e ai dispotici comandi:
"Ho soltanto due mani, sto facendo del mio meglio. Se sei arrabbiato con qualcuno non puoi sfogarti su di me!".
Dalle porte che si affacciano sul corridoio fanno capolino i colleghi dell'architetto, prima fra tutti Jenny, preoccupata per l'amica che come al solito non riesce a star zitta. Anna ed Alfred, che da tempo collaborano con Lorenzo, conoscendone il carattere temono che stia per esplodere: rispondergli duramente quando è nervoso è come buttare benzina sul fuoco!
Marina, pur consapevole di aver reagito in modo probabilmente inopportuno, non ha intenzione di chinare la testa e non accenna nemmeno ad abbassare gli occhi, e per qualche interminabile secondo un glaciale silenzio regna sovrano. Ad un certo punto, a dispetto di ogni previsione, Lorenzo sorride scusandosi per essere stato maleducato e arrogante, e Jenny sospira sollevata, mentre i suoi colleghi si guardano esterrefatti: nessuno si era immaginato neanche lontanamente una conclusione del genere. Perfino Marina è stupita del comportamento dell'architetto, tanto più quando lo vede avvicinarsi e offrirsi gentilmente di cercare lui i documenti che gli occorrono. La giovane decide quindi di scusarsi per aver ribattuto in malo modo, ma Lorenzo, intento a sfogliare alcuni incartamenti, con estrema tranquillità ribadisce di essere stato solamente lui ad agire in maniera sconveniente e scorretta. I penetranti occhi neri si spostano lentamente dai plichi di documenti al viso perplesso di Marina, e lei allora parla con estrema franchezza:
"Avresti potuto benissimo cacciarmi per quello che ho detto.".
"E' vero, avrei potuto." risponde l'altro "Ma perché avrei dovuto farlo? E poi sinceramente qua dentro c'è bisogno di qualcuno che sappia tenermi testa.".
La ragazza sorride e lo stesso fa Lorenzo, contagiato dalla vitalità dei limpidi occhi celesti. Quindi, recuperati i documenti che gli interessavano, l'architetto si avvia verso il suo studio, liberati mente e cuore da ogni tensione precedentemente accumulata, come se una ventata di aria fresca e pulita avesse spazzato via ogni negativo pensiero.
All'ora di pranzo Jenny e Marina, uscendo dal palazzo, si imbattono a sorpresa in Simone, venuto apposta per pranzare con loro. Assecondando un istintivo impulso, Marina abbraccia il compagno e gli bisbiglia in un orecchio di aver combinato come al solito un pasticcio, e lui curioso le domanda spiegazioni poggiando la fronte sulla sua. In tale affettuoso atteggiamento da una finestra del proprio studio Lorenzo scorge i due giovani e sorride intenerito di fronte agli spontanei gesti di quelli che ai suoi occhi sembrano una felice coppia di innamorati.
Jenny, affamata, incita gli amici ad andare da qualche parte per mangiare un boccone prima di tornare al lavoro:
"Smettetela di comportarvi come due fidanzati, il mio stomaco reclama!".
Seduti al tavolino di un bar, gustandosi dei golosi panini, i tre chiacchierano allegramente. Soprattutto uno è l'argomento della conversazione, ovvero l'animato scambio di battute avvenuto nello studio di Bruni tra la spavalda segretaria e il titolare.
Informato dell'accaduto, Simone divertito si complimenta con Marina:
"E brava la nostra impiegata modello! Mi raccomando, fatti sempre valere.".
"Ma che fai?!" interviene preoccupata Jenny "La incoraggi pure?!!".
"Perché non dovrei?" replica il giovane "E' giusto che si faccia sentire se sa di aver ragione.".
Simone e Marina si scambiano una complice occhiata e Jenny sconsolata scuote la testa, abbandonandosi ad una rassegnata considerazione:
"Voi due siete fatti l'uno per l'altra, siete due mine vaganti...".
Tuttavia Simone ha un sospetto e fa una precisa allusione guardando di sottecchi Marina:
"Il comportamento di quell'architetto mi sembra strano... Non è che ha messo gli occhi su una certa persona? Forse non ha bisogno solo di una segretaria...".
"Non dire scemenze!" ribatte decisa la diretta interessata.
"Di sicuro non passi inosservata." rincara la dose Jenny, rivolgendosi all'amica.
Marina ripudia categoricamente le maliziose insinuazioni, eppure in cuor suo, cedendo ad una naturale vanità femminile, prova un discreto compiaciuto orgoglio all'idea di aver attirato l'attenzione di un uomo come Lorenzo, e tornata al lavoro continua inevitabilmente a rimuginare su quanto insinuato da Simone, mentre il tarlo del dubbio si fa largo in lei solleticando la curiosità del suo irrequieto animo. Così, quando nel corso del pomeriggio l'architetto le capita davanti e le rivolge la parola, la ragazza involontariamente si ritrova a fissarlo con occhi indagatori, senza nemmeno sentire quello che le sta dicendo. Accortosi di non essere ascoltato, l'uomo cerca di scuotere l'imbambolata segretaria chiamandola ripetutamente per nome:
"Marina! Marina, ci sei?! Ehi, ti vuoi svegliare?!".
L'interpellata, accantonate di colpo fuorvianti riflessioni, riprende in un attimo contatto con la realtà e balbetta qualche stentata frase per giustificare la propria distrazione:
"Scusa, stavo pensando... Sì, ma era solo una sciocchezza... avevi bisogno di qualcosa?".
"Non è che hai ancora per la testa quello che è successo stamattina?" domanda Lorenzo.
"No, no, è tutta un'altra storia, niente di importante."
L'architetto, intuito di aver poco prima parlato a vuoto, ricomincia daccapo il proprio discorso:
"Il tuo ragazzo è il batterista del gruppo che ho visto in quel locale di Avesa, vero?".
Marina spalanca i celesti occhi ed immediatamente puntualizza come stiano le cose:
"Simone non è... non è il mio ragazzo. E' solo un amico!".
"D'accordo." riprende l'altro "Comunque suona in quel gruppo...".
La giovane annuisce, in attesa di sapere cos'abbia in mente Lorenzo, e lui presto rivela le proprie intenzioni:
"Ad agosto lo studio chiuderà per tre settimane, e come ogni anno alla sera dell'ultimo giorno di lavoro io e mio papà organizziamo una festa riunendo i miei collaboratori e i suoi dipendenti.".
"Vuoi che Simone e gli altri suonino alla festa?" è la logica deduzione di Marina.
"Sì, mi piace la loro musica." conferma Lorenzo, immergendosi con gioia negli entusiasti occhi della perspicace interlocutrice.
La ragazza garantisce che gli Holiday sicuramente accetteranno l'ingaggio e ringrazia di cuore per l'inattesa e gradita proposta. Prima di tornare al lavoro, l'architetto rivolge un'ultima domanda a Marina:
"Perché prima mi fissavi in quel modo? Ho avuto l'impressione che volessi chiedermi qualcosa.".
La diretta interessata, rammentando il sospetto di Simone e non potendo certo rivelarlo apertamente, si leva d'impaccio con un banale pretesto:
"Stavo ripassando mentalmente le mie battute nella commedia: la prima sarà tra due settimane e voglio fare del mio meglio!".
"Mi raccomando, dai il massimo! Io sarò tra il pubblico: sono curioso di vedere te e Jenny recitare."
Ciò detto Lorenzo si avvia lungo il corridoio e Marina, sporgendosi dalla scrivania dietro alla quale è rimasta finora seduta, osserva l'elegante e sicuro incedere del prestante individuo, che con classe e disinvoltura sa portare come un capo d'alta sartoria anche un semplice paio di jeans ed una camicia color granata. I due non lo sanno ancora, ma in entrambi pian piano si sta facendo largo un'inspiegabile sensazione, l'inconscia consapevolezza di essere accomunati da una particolare affinità, nonostante le innegabili differenze di carattere ed esperienze, ed è forse proprio la diversità tra loro ciò che li avvicina e talora li allontana, in un reciproco invisibile scambio di pensieri ed emozioni dal sapore agrodolce.
Alla sera Marina torna a casa ansiosa di comunicare a Simone l'offerta di Lorenzo, ma appena mette piede nell'appartamento si ricorda che l'amico è impegnato con la band e perciò rientrerà tardi. Decisa ad aspettarlo sveglia per dargli subito la bella notizia, dopo aver mangiato qualcosa accende la radio e si sdraia sul divano letto, intenzionata a leggere un libro per far passare il tempo. Alla fine però la stanchezza ha il sopravvento sui buoni propositi e Marina crolla in un sonno profondo.
Quando Simone rincasa, nella penombra della stanza illuminata appena da una piccola abat-jour scorge un'ombra rannicchiata dove di solito è lui a dormire e, avvicinandosi silenziosamente, si siede accanto alla creatura assopita, che ancora tiene in mano un libro aperto. Attento a non far rumore, spegne lo stereo e si incanta poi a rimirare la tenera fanciulla placidamente addormentata: sembra un indifeso cucciolo, mentre in realtà ha la grinta e il coraggio di un'agguerrita leonessa. Per non disturbare il beato sonno, Simone con passi felpati si dirige in camera per riposare un po', ma sulla porta viene fermato dalla voce della coinquilina che, strofinandosi gli occhi, in ginocchio sul divano letto, lo prega di sedersi un attimo di fianco a lei. Il giovane con un salto si piomba sul materasso sdraiandosi vicino all'amica, che gli si stende accanto adagiando la testa sulla sua robusta spalla. Accarezzando i soffici capelli castani, Simone si informa su quale sia la questione di cui discutere in pena notte e Marina, tra uno sbadiglio e l'altro, accenna all'argomento che tanto le sta a cuore:
"Lorenzo sta organizzando una festa... con suo padre... ha bisogno di qualcuno che suoni... vorrebbe te, Loris e Claudio per l'occasione...".
Inesorabilmente le pesanti palpebre calano sugli occhi azzurri e di nuovo la ragazza cede al potere di Morfeo. L'amico non ha capito in pieno il senso dello stentato discorso, ma di sicuro ha fiutato la possibilità di un inatteso e propizio ingaggio per gli Holiday e cullato dalla soddisfazione per la positiva novità anche lui si abbandona all'invincibile malia del dio del Sonno, appisolandosi al fianco della compagna, con una mano immersa tra i suoi morbidi e setosi capelli.
Alla mattina Simone si sveglia per primo, ma per muoversi attende di veder aprire gli occhi all'amica, che con la testa ancora appoggiata sulla sua spalla ed un braccio disteso sul muscoloso torace lentamente sta uscendo dal mondo dei sogni riprendendo contatto con la realtà. Con femminile grazia Marina rivolge l'assonnato sguardo ai benevoli occhi blu che la stanno intensamente contemplando, e salutando con un dolce sorriso il compagno inizia a rotolarsi per il letto stiracchiandosi e sbadigliando. Quindi si mette a sedere e fissa in silenzio Simone che, inginocchiatosi di fronte a lei, le parla con affettuosa voce:
"Io starei qui con te tutto il giorno, ma credo che nostri datori di lavoro non sarebbero molto contenti.".
"Ho l'impressione di doverti dire qualcosa," interviene perplessa Marina "però non ricordo cosa.".
"Magari mi devi spiegare meglio quello che hai tentato di dirmi prima di addormentarti come un sasso." fa notare l'altro, alzandosi in piedi.
"Hai ragione!" esclama la ragazza, con le braccia e la testa appoggiate allo schienale del divano letto.
Durante la colazione finalmente Simone viene informato dell'idea di Lorenzo e ne rimane piacevolmente colpito, come rivela il suo spontaneo commento:
"Inizia a starmi simpatico quell'architetto!".
La dubbiosa espressione di Marina frena però l'entusiasmo dell'amico, che indaga immediatamente sul motivo di tale inquietudine:
"Su, parla, cosa mi nascondi?".
"E' una sciocchezza..." confessa la ragazza.
"Vuoi parlare o devo imparare a leggerti nel pensiero per capire cosa ti passa per la testa?!"
"Ok, ok, ma è sul serio una sciocchezza: mi chiedevo se davvero quando siamo insieme sembriamo due innamorati."
"Perché?"
"Lorenzo credeva che tu fossi il mio fidanzato."
"E allora? Dov'è il problema?"
"Non c'è nessun problema, era solo una banalissima riflessione." conclude Marina, dirigendosi poi verso la camera da letto per troncare l'assurda discussione.
Simone, rimasto solo, sorseggiando un bicchiere di latte borbotta tra sé:
"Le donne sono proprio un mistero... già, un bel mistero!".
Marina, immobile davanti all'armadio aperto, rimugina su ciò che all'amico ha preferito tacere: ci sono dei momenti, dei rari e fugaci momenti in cui vorrebbe instaurare nuovamente con lui un rapporto non soltanto di amicizia, per rivivere le intense emozioni provate in passato. La verità probabilmente è una soltanto: esiste una elementare legge di natura alla quale nessuno può sottrarsi, insita nel cuore di ogni essere umano, l'innato istintivo desiderio di amare ed essere amati. E' questo un bisogno primario di qualunque individuo e se il presente non può accontentare tale necessità, diviene il passato la riserva da cui attingere ciò che la realtà attuale pare negare.
Marina di certo non si perde in tante riflessioni ed in fretta mette da parte i propri dubbi per risolvere un contingente problema: come vestirsi oggi per andare al lavoro. E' un bel dilemma!
La giornata prende dunque il via, ed a metà mattina, mentre nell'ingresso dello studio Marina e Gianna stanno tranquillamente chiacchierando in un momento di pausa, d'improvviso ecco entrare Loredana. Sempre elegante, con un abito di media lunghezza dalla sfumate tinte pastello, che ne mette in risalto la longilinea figura, altera e fiera nel portamento, la donna squadra le due giovani impalate davanti a lei, saluta educatamente e con superba sicurezza chiede se il marito sia in ufficio.
"Sì, certo..." risponde Marina, senza poter aggiungere altro.
Subito Loredana con passo deciso si muove verso la stanza di Lorenzo ed incrociando Alfred lungo il corridoio lo saluta con un garbato sorriso di cortesia per nulla naturale. Il giovane si avvicina alle colleghe immobili nell'ingresso e sottovoce commenta il glaciale incontro:
"E' arrivata miss simpatia!".
Marina scoppia in una fragorosa risata e Gianna benevolmente la rimprovera:
"Sei matta?! Non fare tanto casino! Vuoi che ti sentano tutti?".
"Lasciala fare. E' così carina quando ride!" interviene Alfred, mettendosi a ridere a sua volta.
I tre cominciano a parlare della persona appena entrata nello studio. Marina, curiosa, non esita a porre alcune domande ai compagni di lavoro e viene così a sapere che Loredana è titolare di un negozio d'alta moda nel quartiere di Borgo Trento ed in questa stessa zona abita con il marito in un magnifico appartamento che occupa per intero l'ultimo piano di un antico palazzo. Ha trent'anni compiuti ma il suo atteggiamento da gran signora ed il sofisticato abbigliamento la fanno apparire talvolta più matura rispetto alla sua reale età. Non ha un carattere gioviale ed affabile ed i suoi modi un po' troppo impostati non si scostano quasi mai dalle regole imposte dal galateo. C'è chi dice che in passato non fosse così: voci più o meno fondate riferiscono che soprattutto dopo il matrimonio abbia cominciato a conformarsi ai dettami della parte più abbiente della società veronese. All'interno dello studio di Lorenzo, l'unica con cui la donna abbia davvero legato è la rossa Erika, a lei simile benché non altrettanto piena di sé.
Apprese tali informazioni, Marina non può trattenersi dal fare una logica osservazione:
"Mi pare impossibile che Lorenzo abbia sposato una persona del genere, lui non mi sembra così...".
"Magari prima lei era sul serio diversa." rimarca Alfred "E comunque, anche se la famiglia di Lorenzo ha impiegato del tempo per raggiungere una certa posizione, lui ha frequentato fin da piccolo quel tipo di ambiente: non è uno snob arrogante né borioso, ma logicamente il mondo in cui è cresciuto l'ha influenzato, e in quel mondo in fondo non ci sta male.".
La conversazione del trio viene interrotta dall'improvvisa comparsa dell'architetto Bruni, che insieme alla moglie esce dal suo ufficio e si dirige verso la porta. Il gruppetto nell'ingresso si scioglie in un secondo: Alfred e Gianna salutano il titolare e la sua dolce metà e tornano al lavoro, mentre Marina si cala di nuovo nel ruolo di diligente segretaria e si siede alla sua scrivania. Lorenzo, prima di andarsene, sorride affabile alla ragazza che lo guarda da dietro il bancone e lei ricambia con altrettanta cordialità, ma uscita la coppia si spegne sul viso della giovane il benevolo sorriso, scalzato di colpo da una crucciata espressione, specchio di un cuore turbato da inspiegabili pensieri: d'un tratto Marina vede Lorenzo sotto una nuova luce, parte di quell'ambiente al quale lei si è sottratta, e lo sente tanto distante, quasi un estraneo, cosa che le provoca un fastidioso disagio. Scrollandosi di dosso la sgradevole sensazione, la ragazza repentinamente recupera il buonumore rivolgendo la mente all'ormai prossima rappresentazione teatrale di cui sarà protagonista, idea che la riempie di un'euforica ansia unita alla ferma volontà di fare del proprio meglio sul palco.

 

Presto, prestissimo giunge la fatidica sera della prima della commedia allestita dalla compagnia dei coniugi Marconi. I minuti che precedono il debutto sono vissuti dagli attori con impazienza e trepidazione e sfruttati per raccogliere la carica e la concentrazione necessarie per calarsi alla perfezione nei ruoli assegnati a ciascuno. Gli ultimi ritocchi al trucco e ai costumi, un ripasso veloce alle battute e ai tempi di entrata in scena, gli incoraggiamenti finali di Maurizio e Luciana e poi, ecco il momento cruciale da tutti atteso: lo spettacolo ha inizio.
Come promesso, Lorenzo è tra il pubblico, e con lui c'è sua moglie, che assiste alla rappresentazione con distaccato sguardo: il teatro non le dispiace ma la prospettiva di veder all'opera artisti a suo parere inesperti e magari impacciati non la entusiasma affatto e in cuor suo teme di annoiarsi terribilmente. Al contrario Lorenzo osserva con vivo interesse la commedia, seguendo con estrema attenzione l'interpretazione di Jenny e Marina, ed in particolare la seconda riesce a calamitare su di sé l'attenzione dell'architetto: spigliata e naturale si muove sul palco conquistando la scena con la propria esplosiva personalità, capace però di mettersi in disparte per non sovrastare i compagni, prima donna a momenti e a momenti comparsa, completamente padrona del personaggio che sta con disinvoltura impersonando quasi si fosse in esso trasformata nel corpo e nello spirito.
Tutti i giovani attori interagiscono in un armonico scambio di battute, che diviene talvolta volutamente dissonante se la scena lo richiede, e rivelano così una grande intesa tra loro, indubbiamente alimentata dall'abile regia dei due maturi artisti che dietro le quinte supportano gli allievi dirigendoli con scrupolosa cura in modo da far risaltare le peculiarità di ciascuno. Nonostante l'innegabile bravura di ognuno nel dar vita a divertenti e genuini personaggi, Lorenzo non riesce a distogliere lo sguardo da Marina, catturato dalla sua appassionata spontaneità, la medesima che in lei traspare ogni giorno in qualunque occasione. Dell'ammirato sguardo del marito si accorge Loredana, ma ignorando l'oggetto di tale interesse la donna non si pone alcun problema, anche perché lei stessa un po' alla volta si lascia inaspettatamente coinvolgere dalla vicenda inscenata sul palco con maestria e passione.
Al termine dello spettacolo, una valanga di applausi investe i promettenti attori e impressione comune dei membri della compagnia è che questa sia stata una delle migliori rappresentazioni realizzate finora. Simone, che suo malgrado non ha potuto partecipare in prima persona alla commedia, è comunque rimasto dietro le quinte per dare il proprio supporto agli amici e con loro si complimenta calorosamente, rivolgendo soprattutto a Marina sinceri elogi, accompagnati da una vaga allusione:
"Non ti ho mai vista così piena di energia e concentrata... C'è per caso qualcuno di speciale tra il pubblico?".
"Dovrebbero esserci mio fratello e forse mia mamma," risponde la ragazza con estrema tranquillità "anche se per ora non li ho visti.".
"Soltanto loro?" insiste pungente l'amico, con un irriverente sorrisetto dipinto in viso.
La diretta interessata finge di non aver inteso la maliziosa insinuazione e con gli altri compagni corre a cambiarsi, per non rischiare di rovinare i costumi di scena.
Usciti dal teatro, i protagonisti dello spettacolo ricevono con gioia i complimenti di tutte le persone che si sono trattenute apposta per esprimere loro il proprio incondizionato apprezzamento, e Jenny e Marina, al solito scortate da Simone, vengono subito raggiunte dai colleghi dello studio, piacevolmente colpiti dalla rappresentazione a cui hanno assistito. Ben presto al gruppo si uniscono anche Lorenzo e Loredana, desiderosi di congratularsi con le sorprendenti e talentuose giovani, e se la positiva considerazione della superba donna appaga l'orgoglio di entrambe le attrici, un altro particolare accarezza il cuore di Marina, che vede e sente su di sé i magnetici occhi neri dell'affascinante architetto e, lusingata dall'intenso sguardo solo a lei dedicato, istintivamente risponde con un accattivante sorriso. Nessuno si accorge del tacito scambio di sguardi e ciò che in esso si cela è il segreto dialogo di due anime in grado di capirsi ben più di quanto non riescano ancora ad immaginare.
D'un tratto, Marina scorge tra la folla delle persone a lei molto care e subito le raggiunge, scordandosi di tutto il resto. Dopo aver salutato con un affettuoso bacio sulla guancia il fratello, posa gli occhi sulla donna in piedi accanto a lui e per qualche secondo la fissa severa, quasi volesse trafiggerle il cuore con lo sguardo. Poi però cede alla commozione e con caloroso slancio abbraccia sua madre, sussurrandole dolcemente in un orecchio:
"Sono felice che tu sia venuta.".
In lontananza Lorenzo assiste alla scena e, incuriosito, domanda chi siano i due insieme a Marina, pur avendo già intuito qualcosa. A rispondergli è Simone, svelando prontamente l'identità delle persone in questione, e logicamente l'assenza del padre della giovane è piuttosto significativa per l'architetto, che ben ricorda un episodio accaduto tempo addietro, quella frase lapidaria segnata dal rancore, evidente simbolo di una guerra aperta tra figlia e genitore. Lorenzo non indaga oltre, o meglio non ha modo di farlo, perché Loredana, ansiosa di tornare a casa, lo trascina via, e non gli è nemmeno possibile salutare Marina, anche se vorrebbe: non può disturbarla ora, non ha il diritto di farlo, lei ha i suoi cari a cui pensare, lui ha sua moglie.
Quasi involontariamente Marina si sofferma a osservare la coppia che si sta allontanando, finché la voce del fratello non la distrae:
"Chi sono quei due? Li conosci?".
"Quello è il mio titolare con sua moglie: sono stati gentili a venire. Adesso però andiamo a mangiare qualcosa: sono affamata!": così, con una banale risposta ed apparente noncuranza, la giovane liquida l'argomento, per poi correre a salutare gli amici prima di andarsene insieme alla madre e Mattia.
I tre decidono di cenare in un ristorante in collina per godersi un'aria più fresca di quella che si respira in città, e seduti ad un tavolo sulla grande terrazza del locale discorrono serenamente. La più loquace è ovviamente Marina, che con il suo solito brio narra quanto accaduto ultimamente, dall'allestimento della commedia all'impiego nello studio di Bruni, non distogliendo per un solo istante gli occhi da sua madre Clara: nonostante la pelle leggermente colorita dal sole estivo, l'aspetto della donna è come sempre sciupato e fragile, e se pur curata nel trucco e nell'abbigliamento, il magro corpo e lo scarno volto danno di lei l'idea di una delicata creatura cagionevole di salute. In verità la sua debolezza non è nel fisico, bensì nell'animo, attanagliato da un'innata insicurezza che lo induce a piegarsi al volere altrui nel tentativo di rinvenire al di fuori un forte appiglio a cui aggrapparsi: tale necessità di appoggiarsi a qualcuno l'ha sempre obbligata a sottomettersi al marito, del quale probabilmente è davvero innamorata, anche se mai ha avuto con lui un rapporto alla pari. Una cosa è certa: se da lei Marina ha ereditato il colore celeste degli occhi ed i lineamenti graziosi del viso, di sicuro non ne condivide l'indole remissiva e pavida.
Ad un certo punto Clara, con un fil di voce, chiede alla figlia se voglia avere notizie del padre.
"Tanto lo so che l'erba cattiva non muore mai." afferma caustica la giovane, guadagnandosi un'occhiataccia dal fratello.
Marina si rende conto di aver pronunciato delle parole forse un po' troppo dure e, pur mantenendo un cinico atteggiamento, si sforza di mostrarsi meno ostile:
"D'accordo, potevo risparmiarmela questa... Ma volevo semplicemente dire che se fosse successo qualcosa di grave già me ne avreste parlato. E poi, non vedo perché dovrei chiedere notizie di una persona che della sottoscritta se ne frega altamente da un pezzo!".
"Non è così." interviene trepidante Clara, che in cuor suo ancora spera in una riappacificazione tra il coniuge e la figlia.
Marina rimane indifferente davanti alla timorosa obiezione della madre, nemmeno prova a replicare, non vuole infierire contro chi non ha direttamente colpa di quanto avvenuto anni prima, mentre Mattia è infastidito dallo scostante comportamento della sorella, ostinata e determinata a non tornare sui propri passi così come il genitore da lei avversato: in che modo far giungere a un accordo due individui tanto cocciuti ed orgogliosi, non disposti a cedere rivedendo almeno in parte le proprie posizioni?
Accantonati argomenti che rischiano di rovinare l'atmosfera gioiosa della serata, la conversazione si sposta su temi meno seri e impegnativi, finché ad un certo punto Mattia è costretto ad intavolare una spinosa questione, rivolgendo a Marina, col suo classico tono conciliante e pacato, una precisa richiesta:
"Sai che nostro cugino Mauro e sua moglie hanno avuto un bambino... Il sei di agosto ci sarà il battesimo e tutti sarebbero felici se partecipassi anche tu.".
"Proprio tutti non credo." rimarca con velato sarcasmo la giovane, che alla fine comunque decide di accettare l'invito e lo fa mostrandosene quasi contenta.
La positiva risposta accende sul volto di Clara un sorriso più unico che raro, e lo stesso Mattia è piacevolmente sorpreso dall'inattesa disponibilità della sorella, anche se lo insospettisce non poco la furbesca espressione dei cerulei occhi. Come volevasi dimostrare, Marina garantisce la propria presenza al battesimo soltanto se le sarà permesso di portare con sé qualcuno, e la condizione da lei posta non incontra resistenze, nonostante suo fratello, intuita l'identità dell'ospite a sorpresa, non nasconda un certo disappunto.

 

La mattina seguente, una calda domenica mattina di metà luglio, Marina si sveglia quando il cocente sole è già alto sulla città. Uscita dalla camera, osserva il coinquilino ancora placidamente addormentato e in punta di piedi si dirige al frigorifero, ben attenta a non far rumore. Muovendosi con cautela si versa un bel bicchiere di succo d'arancia per rinfrescare la gola riarsa. Dopodiché, in cerca di qualcosa da mangiare, apre lo sportello della credenza con un tale slancio che la maniglia le resta in mano. Nel silenzio della stanza risuona di colpo una risata: Simone ha assistito alla scena e non può non ridere davanti alla buffa smorfia sul volto dell'amica. Divertito si avvicina alla compagna pasticciona rimproverandola affettuosamente:
"Ne combini sempre una! Dove passi lasci il segno.".
Il giovane osserva quindi il mobile danneggiato per capire come rimediare al piccolo inconveniente, ma non appena tocca l'anta da aggiustare, questa si stacca dalla credenza e cade sul pavimento.
Adesso è Marina a ridere, per poi prendersi la propria rivincita rispedendo al mittente la benevola critica ricevuta poco prima:
"Allora, chi è il combinaguai?! Stavolta il segno l'hai lasciato tu!".
Improvvisamente lo sguardo della ragazza si tinge di una particolare luce, della quale Simone conosce alla perfezione il significato:
"Hai bisogno di un favore, giusto?".
L'astuta interlocutrice, per abbattere le difese dell'avveduto amico, rigira le carte in tavola come un prestigiatore, in modo da presentare la questione che le interessa sotto una prospettiva positiva, tale da vincere ogni possibile resistenza:
"Io volevo solo invitarti a una festa.".
Simone non si lascia trarre in inganno dai languidi occhioni azzurri spalancati su di lui e sprona la compagna a parlar chiaro:
"Avanti, arriva al dunque: cosa vuoi che faccia?".
Marina, accantonate inutili moine, racconta del battesimo a cui ha promesso di prender parte e nemmeno arriva a concludere il discorso che già il suo amico ha capito tutto:
"Vuoi che ti accompagni?".
Lo sguardo sornione della giovane conferma in pieno l'intuizione di Simone, che comunque manifesta un giustificato dubbio:
"Io non ho problemi a venire con te, anche se non è la mia massima aspirazione vedere quella gente. Però devi dirmi la verità: ti vuoi presentare con me per lanciare una sfida alla tua famiglia? Lo sai che ai tuoi non piaccio per niente: è per questo che vuoi farti vedere con me da tutti i tuoi parenti? Se hai in mente di fare un gioco del genere, ho il diritto di saperlo.".
"Probabilmente hai ragione." ammette sinceramente Marina, scusandosi poi con l'amico per aver tentato di coinvolgerlo in una sciocca disputa familiare.
"Veramente ci sono in mezzo da un po'." sottolinea l'altro "E poi non ti lascerei mai da sola nella fossa dei leoni!".
Simone, con un amorevole gesto, mette un braccio intorno alle spalle della compagna e lei rimira con occhi colmi di gratitudine colui che ora come in passato le ha spontaneamente offerto il proprio complice sostegno, dimostrandosi per l'ennesima volta una presenza insostituibile nella sua vita, punto fermo in un mondo che corre alla velocità della luce portandosi via i momenti che solo emozioni vere e genuine possono fermare e rendere indimenticabili.

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Capitolo 4
*** CAPITOLO IV ***


CAPITOLO IV

 

I giorni scorrono tranquilli e anche luglio si avvia alla conclusione.
E' questa una normalissima mattina di lavoro per Marina che, seduta alla sua scrivania, svolge diligentemente le mansioni quotidiane. A un certo punto nello studio entra una persona che la segretaria non aveva mai incontrato in precedenza. Si tratta di un uomo di circa sessant'anni, con i capelli grigi, non molto lato e piuttosto grassottello. Il viso rotondo ha un'espressione simpatica e bonaria, mentre i vispi occhi castani sono specchio di una mente attiva e vivace. Nonostante il fisico per nulla prestante e il portamento non impeccabile, lo sconosciuto indossa con una certa disinvoltura un elegante completo grigio fumo e tiene in mano una valigetta di pelle perfettamente intonata alle scarpe. Chi è dunque costui?
Marina fissa il misterioso individuo con evidente curiosità e lui fa altrettanto, avvicinandosi al bancone per osservare con attenzione la giovane impiegata.
Con un immenso e cordiale sorriso l'uomo saluta la ragazza e lei ricambia il benevolo sguardo, rivolgendosi con estrema gentilezza allo sconosciuto:
"Ha un appuntamento con l'architetto Bruni?"
L'interrogato scuote la testa ma non fa in tempo a rivelare la propria identità, preceduto in ciò da Lorenzo, che sbuca dal suo ufficio e si dirige verso l'ingresso, sorpreso dall'inattesa visita:
"Ehi, papà, che ci fai qui?"
"Allora, questo è Giacomo Bruni." pensa tra sé Marina, continuando a fissare colui che da tempo sperava di conoscere, avendone sentito parlare davvero bene dai colleghi.
Il maturo uomo volge di nuovo gli occhi verso la segretaria, chiedendo al figlio se la graziosa impiegata sia l'ultimo acquisto dello studio.
"Non solo lei." rivela Lorenzo, pregando Marina da andare a chiamare Jenny.
La ragazza prontamente si precipita lungo il corridoio e dalla foga rischia di cadere scivolando sul pavimento lucido. In un attimo sparisce dietro ad una porta e quando fa ritorno insieme a lei c'è la sua amica: entrambe sono impazienti di essere presentate al tanto decantato Giacomo Bruni.
"Voi siete le brave attrici di cui mio figlio mi ha parlato così bene..." esordisce con spontanea galanteria l'uomo, ricevendo i calorosi ringraziamenti delle dirette interessate.
Con familiare tono l'imprenditore chiacchiera con le brillanti e spigliate giovani, sotto gli occhi divertiti di Lorenzo, che di rado ha la possibilità di intervenire nell'animata conversazione. Purtroppo gli impegni di lavoro incombono, Giacomo a malincuore deve troncare la vivace discussione per trattare questioni d'affari col figlio, e congedandosi dalle esuberanti dipendenti fa loro un'ultima schietta confessione:
"Adesso ho capito chi ultimamente ha avuto un'influenza tanto positiva su Lorenzo: nemmeno lui è riuscito a non farsi contagiare dalla vostra allegria! Mi raccomando non dategli sempre ragione: se ha torto, fateglielo notare!"
Lorenzo lancia un'eloquente occhiata a Marina e lei, memore dell'acceso scambio di battute di non molto tempo prima, con un discolo sorriso dimostra di aver colto il tacito messaggio.
Spariti padre e figlio dietro la porta dell'ufficio dell'architetto, Marina sospirando dà voce ad un suo intimo desiderio:
"Vorrei avere anch'io un padre così."
L'insolita sfumatura malinconica nei cerulei occhi quasi commuove Jenny, che tenta a suo modo di sviare la mente della compagna da tristi pensieri:
"Dai, su, non fare quella faccia! Magari nemmeno Lorenzo va d'amore e d'accordo con suo papà."
"Sono sicura che quei due si intendono alla perfezione. Da come si guardano si capisce che viaggiano sulla stessa lunghezza d'onda."
"Non credo che tra loro non ci siano mai discussioni."
"Tra genitori e figli ci sono sempre dei contrasti, ma l'importante è che non ci siano solo quelli." conclude Marina, con una vena di amareggiato sarcasmo nella voce.
Jenny resta zitta, non sa quali argomenti intavolare per stemperare l'atmosfera, ed è invece la sua amica a gettarsi alle spalle rimpianti e deprimenti riflessioni, recuperando repentinamente la sua inconfondibile verve. Con rinnovato zelo la solerte impiegata torna alle proprie mansioni ed incita la compagna a rimettersi al lavoro per non rischiare di essere rimproverate dal titolare.
Dopo circa mezz'ora Giacomo Bruni ricompare insieme al figlio e, prima di uscire con lui dallo studio, fa il giro dei vari uffici per salutare i collaboratori. Marina, sentendo la voce allegra del vivace imprenditore, sorride divertita coprendosi la bocca con una mano, non accorgendosi di essere osservata da Lorenzo, affascinato dalla naturale femminilità dei suoi gesti. Salutata anche la segretaria, al momento impegnata al telefono sfoggiando un fluente inglese, l'architetto e suo padre se ne vanno, discutendo animatamente di un importante affare.
Durante la pausa pranzo, Jenny e Marina mangiano in pizzeria in compagnia di Alfred e Anna, i due colleghi che da più tempo lavorano con Lorenzo, e a loro le ragazze domandano informazioni sulla famiglia del titolare.
"Ho sempre sentito parlare della sorella e del papà del nostro capo. E sua madre?" chiede Jenny, addentando una succulenta fetta di pizza.
"E' morta dieci anni fa." risponde senza tanti giri di parole Alfred, cogliendo di sorpresa le amiche ignare della cosa, che rischiano entrambe di soffocarsi ingoiando i bocconi che stavano masticando.
In effetti era facile immaginare si nascondesse un fatto del genere dietro il silenzio di tutti riguardo alla madre dell'architetto, eppure la notizia appresa in maniera tanto brusca ha colpito profondamente Marina. Anna fa notare al compagno di essere stato decisamente indelicato nel rivelare la verità:
"C'è modo e modo per dire le cose, a volte un po' di tatto non guasta: in alcuni momenti hai la delicatezza di una mandria di elefanti!"
L'accusato prontamente si difende:
"Insomma, che dovevo dire? Se uno è morto è morto."
"Smettetela!" interviene perentoria Marina, zittendo di colpo ogni discussione.
Jenny osserva l'amica e si stupisce nel vederla fin troppo turbata da una questione che, in fondo, non la tocca da vicino: come mai si è lasciata coinvolgere tanto da una vicenda che riguarda il passato di una persona a lei sconosciuta fino a poco tempo fa?
Anche Marina è stupita della desolante tristezza che si è impossessata di lei: prova nel cuore il deprimente senso di vuoto e solitudine che solitamente invade l'animo di chi subisce un lutto tanto grave come la perdita di un genitore. Perché? Perché si sente così vicina a Lorenzo? Forse per il semplice motivo che lei da tempo vive come se suo padre fosse morto e riesce a comprendere il dolore che un simile nefasto evento comporta, avendolo a lungo provato sulla propria pelle e non avendolo probabilmente ancora superato. E se ci fosse un'altra spiegazione? Cosa mai potrebbe renderla adesso simile nel cuore ad un uomo apparentemente lontanissimo da lei?
La conversazione al tavolo intanto ha mutato argomento. Alfred e Anna stanno raccontando come siano divertenti le feste organizzate dai Bruni, e Marina, nella speranza di scacciare dalla mente malinconici pensieri, volge la propria attenzione alla vivace narrazione dei compagni, che si dilungano a descrivere gli appetitosi menù che appositamente per queste occasioni vengono preparati nel locale in cui di solito si svolgono le cene. Il ristorante in questione è quello gestito dalla sorella di Lorenzo, Elisa, e dal marito di lei, un posto elegante ma non ostentatamente lussuoso, situato in centro, nei dintorni di Piazza Brà. E dal cibo, si passa poi inevitabilmente a parlare della festa che si protrae fino a notte inoltrata.
"Abbiamo saputo che saranno dei vostri amici a suonare alla prossima cena." rimarca a un certo punto Anna, rivolgendosi a Jenny e Marina, e quest'ultima ne approfitta per intervenire nel discorso, stanca di dover solo ascoltare:
"Sono dei musicisti bravissimi, suonano insieme da anni e si esibiscono in diversi locali. A vederli magari sembrano un po' strani, ma sono persone eccezionali."
"Mi pare che si chiamino Holiday." si intromette Alfred "Li ho sentiti un mesetto fa in una birreria: sono sul serio un bel trio!"
Marina è soddisfatta e orgogliosa come se il complimento del collega fosse rivolto a lei: dopotutto conosce Simone, Claudio e Loris da talmente tanto tempo che li considera quasi dei fratelli e non può che gioire se riescono a riscuotere un meritato successo con la loro musica.
Usciti dalla pizzeria, i quattro si dirigono al lavoro e per strada affrettano il passo ansiosi di rientrare nello studio per ripararsi dai cocenti raggi solari. Lungo il breve tragitto, Jenny, di nascosto da Anna e Alfred, sottovoce fa una domanda alla sua amica del cuore:
"Mi vuoi dire che ti è preso prima?"
L'interrogata finge di non capire il chiaro riferimento, ma la tenace interlocutrice non demorde:
"Non mi imbrogli con quell'aria ingenua, sai benissimo di cosa sto parlando: hai avuto una strana reazione quando ci hanno detto che la madre di Lorenzo è morta."
"E allora? Ti stupisci ancora delle mie reazioni?" replica serafica l'altra.
"C'è qualcosa che mi sfugge..." insiste sospettosa Jenny.
"Non solo a te." conclude infine Marina, incapace di chiarire la situazione tanto all'amica quanto a se stessa.

 

 

Giunge presto l'ultimo giorno di lavoro nello studio dell'architetto Bruni prima della pausa estiva e in questa speciale giornata scorrono rapide le ore che precedono la tanto attesa festa in programma per la serata. Simone nel pomeriggio si reca al ristorante scelto per l'evento insieme ai compagni della band per sistemare gli strumenti e verificare l'acustica. Secondo gli accordi presi con Lorenzo, i tre musicisti inizialmente dovranno soltanto suonare qualche brano tra una portata e l'altra e avranno così la possibilità di gustarsi la cena come tutti gli altri invitati, mentre la loro vera esibizione inizierà al momento del dessert, quando già qualcuno solitamente manifesta il desiderio di muoversi un po' per smaltire le ricche pietanze ingurgitate.
Marina rientra a casa all'incirca alle sette di sera e immediatamente dà il via alla convulsa ricerca di un vestito adatto alla speciale occasione. Lei abitualmente non dà eccessiva importanza all'abbigliamento, non è mai trasandata ma indossa ciò che le piace infischiandosene della moda e delle opinioni altrui. Eppure in questa circostanza ci tiene particolarmente a far bella figura e non vuole confondersi tra la folla come una qualunque.
Quando anche Simone rincasa per farsi una doccia e cambiarsi, viene praticamente assalito dall'amica che, squadrandolo dall'alto in basso, gli intima di fare in fretta a prepararsi per non rischiare di arrivare tardi al ristorante.
"Parli così perché hai già fame o perché vuoi fare una bella impressione sul tuo capo?" insinua mordace il giovane.
"Sei per caso geloso?" ribatte a tono l'altra, con provocatorio sguardo.
Simone allora con un fulmineo scatto prende in braccio la pestifera compagna, sussurrandole con suadente voce:
"Certo che sono geloso... avevi dei dubbi in proposito?"
I due ridono e scherzano come dei bambini scanzonati, mettendo a soqquadro l'appartamento per trovare gli abiti giusti da indossare, e anche se in realtà non ci sarebbe bisogno di fare tanta confusione, gli scatenati coinquilini si divertono così: riordineranno domani, per adesso sguazzano in mezzo ad un totale caos quasi fosse il loro habitat naturale.
Alla fine la casa è un disastro ma Simone e Marina sono pronti per far restare tutti a bocca aperta: lei indossa un corto e attillato abito color glicine, con una profonda e provocante scollatura sulla schiena; lui porta con estrema disinvoltura un paio di jeans scuri, una camicia bianca e un gilet di pelle nera.
"Mi spieghi cosa ti frulla in quella testolina matta?" chiede Simone prima di uscire.
"A volte mi piace farmi notare." risponde Marina prendendo sottobraccio l'amico.
"A volte?! Che tu lo voglia o meno, riesci sempre a farti notare, è impossibile non accorgersi di te!"
"Non ho capito se questo è un complimento..."
"Fai un po' tu!" conclude Simone, guardando con evidente ammirazione la ragazza al proprio fianco.
I due, con la loro sgangherata auto, passano a prendere Jenny, che si presenta con un lungo abito dalle tinte sgargianti, simile alla tavolozza di un pittore.
"Adesso sono sicuro che tutti si accorgeranno di noi!" commenta Simone, osservando l'appariscente compagna, i cui neri capelli e la scura carnagione creano un vistoso eppur gradevole contrasto con i vivaci colori del vaporoso vestito.
Quando i tre amici entrano nel ristorante, già un nutrito gruppo di persone popola l'enorme sala dalle alte pareti, nella quale i tavoli sono disposti in modo da lasciar libera la parte centrale, evidentemente adibita a pista da ballo, come si deduce tra l'altro dagli strumenti musicali che a margine di tale zona sono posizionati. Marina curiosa in giro in cerca dei posti assegnati a lei e ai suoi amici e a facilitarle il compito ci pensano Loris e Claudio, che, arrivati al locale da un po', si sono già accomodati e gesticolando come dei matti si fanno notare dai compagni. Una volta che il gruppo si è riunito, i tre musicisti si mettono a discutere dei brani da suonare, mentre Jenny e Marina spiano i nomi scritti sui segnaposto per scoprire chi siederà con loro. Come era logico, gli altri componenti della tavolata saranno i colleghi dello studio, compreso Lorenzo e di conseguenza sua moglie. Quindi le due ragazze cominciano a gironzolare per la sala desiderose di conoscere il resto degli invitati, tutti uomini e donne alle dipendenze di Giacomo Bruni: muratori, geometri, impiegate, e altre persone di varia estrazione sociale e diverse età, incluso qualche rinomato socio del laborioso imprenditore. Quando le due giovani, terminato il giro d'ispezione, tornano al proprio posto, il loro tavolo è quasi al completo, così come quelli intorno. Ad occhio ci saranno duecento persone. L'assenza più evidente è quella degli organizzatori della serata, ed accortosi di ciò Simone non si risparmia un sarcastico commento:
"Vogliono fare la loro entrata trionfale per ultimi!"
Marina dà un calcio al compagno e lui incassa il colpo fulminando con un'occhiataccia l'amica: con uno sguardo i due si parlano e con un sorriso concludono il silente dialogo, è talmente profonda e radicata la sintonia tra loro che non hanno bisogno di parole per capirsi.
Ecco che finalmente nella sala entra Lorenzo insieme alla gentile consorte: lei, come sempre impeccabile, indossa un lungo abito color petrolio, legato in vita da un'alta cintura dalla vistosa fibbia dorata, il tutto arricchito da una preziosa collana di perle abbinata al bracciale e ai raffinati orecchini; lui invece, prediligendo un'eleganza più sobria, porta con naturale classe un paio di pantaloni neri dal taglio classico e una camicia tinta avorio. Alle spalle della coppia appare Giacomo Bruni, che a gran voce, con il solito gioviale sorriso, si scusa del ritardo:
"La mia macchina proprio non voleva partire!"
"Sembra un tipo simpatico." osserva Loris, masticando un pezzo di pane per sedare i morsi della fame.
"E' una persona fantastica!" conferma entusiasta Marina, subito raggiunta da una frecciatina di Simone:
"Ti riferisci al padre o al figlio?"
"Comincio a stancarmi delle tue battute." replica seria la diretta interessata, trafiggendo con una significativa occhiata il pungente amico non appena l'affascinante architetto e la moglie si siedono al tavolo.
Simone, colto il minatorio messaggio, con un eloquente gesto fa intendere che cercherà di tenere la bocca cucita, benché la sua ambigua espressione faccia temere opposte intenzioni.
A un certo punto, una donna si avvicina a Lorenzo e gli chiede se sia ora di servire gli antipasti: di chi si tratta? Della sorella minore dell'architetto, Elisa. Non ha un fisico da modella, le sue forme sono fin troppo generose e il suo aspetto è nel contempo femminile, rassicurante e materno, e se al fratello somiglia nei tratti del viso e nel colore scuro di occhi e capelli, dal padre indubbiamente ha ereditato il cordiale e allegro sguardo. Ottenuto il benestare dell'organizzatore della serata, Elisa a passi lesti si dirige in cucina per coordinare il lavoro di camerieri e cuochi e far sì che tutto proceda senza intoppi.
Durante la cena Lorenzo, con invidiabile savoir-faire, tiene viva la conversazione al proprio tavolo, facendo in modo di non trascurare nessuno, versatile e spigliato nel dialogare con tutti. Di tanto in tanto si alza per dedicare un po' della propria attenzione anche agli altri invitati, così come fa Giacomo Bruni, che si aggira per la sala parlando con chiunque senza distinzioni. Loredana invece chiacchiera quasi esclusivamente con Erika, l'unica collaboratrice del marito con cui abbia legato, e per pura cortesia sporadicamente rivolge la parola agli altri seduti al suo tavolo.
Simone, in mezzo a tanta confusione, di una cosa si accorge: ad uno come lui non possono sfuggire le furtive occhiate che Lorenzo rivolge a Marina, sguardi ammirati volutamente nascosti a tutti, perfino a colei che ne è oggetto, con la scaltrezza e la maestria di un ladro capace di rubare uno scrigno prezioso sotto il naso dei proprietari. Simone, altrettanto furbo e sagace, nota chiaramente ciò che gli altri non vedono e con occhi non benevoli fissa l'architetto. Questi, percepita la diffidenza del giovane, comprende d'essere stato scoperto e mantenendosi impassibile continua rilassato a parlare allontanando la propria attenzione dalla ragazza che inconsapevolmente l'aveva catturata.
La cena prosegue tranquilla fino all'arrivo del secondo: un bel piatto di pesce alla griglia, nel quale spiccano dei magnifici scampi, logicamente da sgusciare. Tale impresa non è facile da compiere con coltello e forchetta per chi non è abituato a farlo, e infatti per Jenny è una faticaccia cercare di mangiare un boccone della succulenta polpa. Com'era prevedibile, nel corso della dura lotta con gli ostili crostacei, la maldestra giovane ne fa volare uno in mezzo alla tavola, provocando una collettiva risata della quale lei non si offende affatto, premendole al momento recuperare la propria preda. Lorenzo sorride quasi intenerito, mentre al contrario Loredana squadra con superbo disappunto la ragazza che con una mano prende lo scampo fuggiasco e lo rimette nel piatto. Marina si accorge dell'espressione di biasimo sul volto dell'altera donna e ne è alquanto infastidita: ma chi si crede di essere questa snob boriosa? Si reputa superiore a tutti solo perché appartiene a un ambiente ricco e raffinato?
Jenny sorridendo si scusa per il guaio combinato e senza volerlo dà alla mordace amica l'opportunità di sferrare il proprio tagliente attacco verbale. Rivolgendosi apparentemente alla compagna pasticciona, ma curando di farsi sentire bene da tutte le persone al tavolo, Marina sfodera il proprio pungente sarcasmo:
"Non ti preoccupare Jenny: qui non siamo in mezzo a degli snob con la puzza sotto il naso. E poi non è una colpa se non hai tempo da perdere per imparare a sgusciare i gamberi con coltello e forchetta! Queste sono sciocchezze che non servono a niente!"
La destinataria della palese allusione è chiara a tutti, anche a Lorenzo, che non si scompone minimamente. Loredana invece, sentendosi attaccata, tenta di ribattere:
"Non credo sia una sciocchezza saper stare in mezzo alla gente."
Marina non aspettava altro e con un beffardo sorrisetto affonda il colpo decisivo, sfruttando l'occasione offertale dalla sua stessa vittima:
"Io volevo dire che è assurdo stabilire a priori come parlare e come muoversi per darsi arie da gran signori. Tanto se uno signore non lo è dentro, non lo diventa imparando a mangiare un'oliva con coltello e forchetta!"
"Sei una maleducata arrogante!" esclama stizzita Loredana.
"Sono solo sincera, io." puntualizza lapidaria Marina, mentre gli altri al tavolo sono muti e si guardano bene dell'intromettersi nell'acceso scambio di battute onde evitare di peggiorare la situazione.
Le due antagoniste si squadrano in silenzio: Loredana, che d'istinto vorrebbe alzarsi a andarsene, per non concedere tale soddisfazione alla sfacciata giovane resta al proprio posto palesemente alterata; Marina, con un compiaciuto sorriso dipinto in viso, regge senza scomporsi lo sguardo truce dall'altra, non lasciandosi nemmeno sfiorare dal suo palese astio. Il resto delle persone nel ristorante non si è accorto di nulla e il caotico ciarlare nella sala fa da sottofondo alla glaciale atmosfera calata di colpo al tavolo di Lorenzo. L'architetto, dal canto suo, evita accuratamente di posare gli occhi sulle due litiganti, ben sapendo che riserverebbe ad ognuna un diverso sguardo rischiando di inasprire ulteriormente gli animi.
A stemperare l'aria ci prova Simone che, alzandosi in piedi, propone a Loris e Claudio di suonare qualcosa. Marina riprende tranquillamente a mangiare, seguita a ruota da Jenny e da Lorenzo. Loredana, recuperato il controllo di sé, ricomincia a parlare con Erika. Alfred e gli altri colleghi chiacchierano tra loro, assaporando il gustoso piatto di pesce. A risollevare l'umore del gruppo arriva provvidenzialmente Giacomo Bruni, ansioso di raccontare una barzelletta appena sentita da un amico.
Jenny approfitta del momento e, accostandosi all'orecchio di Marina, sottovoce le dà un sensato consiglio:
"Levati dalla faccia quell'espressione soddisfatta."
"Lo farò solo quando qualcun altro smetterà di comportarsi come una gran dama di corte." ribatte la cocciuta ragazza, e la sua compagna desiste dall'intento di farla tornare alla ragione.
Fortunatamente è la stessa Marina dopo un po' a deporre le armi per non rovinare la serata di festa: lei vuole soltanto divertirsi, non le va di cimentarsi in un'inutile e stupida battaglia, ed è soprattutto un giustificato dubbio a farla d'improvviso rinsavire. Che opinione avrà ora di lei Lorenzo? Dopotutto, Loredana è sua moglie... Eppure lui non ha aperto bocca, non ha detto nulla... Che sia arrabbiato? Ormai però è tardi per porsi tanti problemi e Marina decide di gettarsi l'accaduto alle spalle tornando a chiacchierare come niente fosse.
Chi è stranamente silenzioso dopo quanto accaduto è proprio Lorenzo. Fino al momento del dessert non pronuncia una parola e solo al termine della cena, alzandosi in piedi con un calice di spumante in mano, propone un brindisi rivolto a tutti gli invitati, assecondato subito dal padre. Giacomo ringrazia i dipendenti per l'ottimo lavoro svolto, lavoro che ha permesso di raggiungere importanti obiettivi ed altri ne farà raggiungere in futuro. All'architetto Bruni è affidata la conclusione del brindisi e lui quasi senza riflettere parla seguendo uno spontaneo sussurro del cuore:
"Una cosa mi auguro: che il rapporto tra tutti noi sia sempre basato su una costante collaborazione, su una fiducia reciproca e su una assoluta sincerità."
Marina, sentendosi presa in causa, spalanca gli occhi su Lorenzo, mentre lui, tornato a sedersi, guarda con amorevole dolcezza la moglie, quasi a voler attutire la portata delle proprie parole, in particolare di quell'ultima parola che avrebbe potuto suonare come un affronto per Loredana. La donna invece pare non aver colto il collegamento con la frase uscita poco prima dalle labbra di Marina: o sa fingere molto bene, o davvero non le importa se ci sia o meno un legame tra il discorso del marito e quello della ragazza. Sta di fatto che quanto udito ha colto di sorpresa tutti coloro che avevano assistito all'infuocato scontro verbale verificatosi in precedenza, apparendo come una presa di posizione da parte di Lorenzo in favore di Marina. Non a lei però l'architetto dedica ora completamente la propria attenzione, bensì alla moglie: con galanteria la prende per mano e la invita a ballare, ammorbidendo con affettuosi gesti l'orgoglioso carattere. In questo modo, concessa una qualche soddisfazione all'una e all'altra parte, l'uomo ha posto fine alle ostilità senza rischiare di esporsi troppo in prima persona, e Marina bene ne ha inteso il comportamento e ne ammira adesso più di prima la prontezza di spirito e la sottile furbizia. Risultando abbastanza chiaro anche agli altri il gioco dell'architetto, in nessuno il suo comportamento provoca dei sospetti. Rimane Simone l'unico a nutrire dei dubbi, ma al momento è troppo impegnato a suonare per tener sotto controllo la situazione, e poi Marina non è una sprovveduta, non ha bisogno di una guardia del corpo.
La pista da ballo si riempie in fretta e la sala è pervasa da un'atmosfera vivace e allegra, sia per merito della musica che per effetto del vino che a fiumi è stato servito durante la cena. La band degli Holiday sfodera un repertorio musicale che spazia dal rock ai ritmi latino americani, con la personale aggiunta di qualche pezzo scritto da loro, senza scordare di inserire di tanto in tanto melodie dedicate agli animi più romantici. I tre giovani però non si limitano solo a suonare e a momenti, abbandonati gli strumenti, animano la festa con i classici balli di gruppo. Simone si cala nel ruolo di DJ, armeggiando abilmente con l'impianto stereo, mentre Loris e Claudio si divertono a improvvisare coreografie più o meno inedite, seguiti nelle loro mosse dalla folla che davanti a loro si sta dimenando senza sosta.
Marina e Jenny sono scatenate e a dire il vero anche Loredana, contrariamente ad ogni aspettativa, si lascia talvolta trasportare dalla musica e dall'euforia generale. Chi dimostra una certa abilità nel seguire i ritmi più disparati è Lorenzo, che versatile passa da un valzer a un mambo, non disdegnando i tipici beat da discoteca. Senza sfoggiare una tecnica eccelsa, si muove con stile e disinvoltura, sempre mantenendo la sua aria accattivante e intrigante, cambiando spesso dama per accontentare le numerose richieste. Marina, tornata al tavolo insieme a Jenny per bere dell'acqua, osserva l'attraente architetto in mezzo alla pista da ballo e con estrema schiettezza esprime la propria impressione all'amica:
"Guardalo là, come si diverte con tutte quelle donne che gli girano intorno... Fossi sua moglie, lo terrei sott'occhio."
"Per amor del cielo, non tirar fuori altre grane!" esclama Jenny preoccupata, manifestando poi un'opinione diversa da quella della compagna:
"A me pare che Lorenzo cerchi di essere gentile con tutti. E' vero, con le donne, soprattutto quelle più carine, è di sicuro galante, ci sa fare, e magari gli piace corteggiare ed essere corteggiato. Però non credo sia il tipo da superare certi limiti."
"Peccato." commenta maliziosa Marina, fulminata da un'occhiataccia dell'amica, che immediatamente la rimprovera per l'inopportuna uscita:
"Vedi di non farti venire strane idee e cerca di non dire cavolate. Piuttosto, pensa a scusarti per la discussione di prima e prova a chiarirti, se non con Loredana, almeno con Lorenzo."
Marina sbuffa, ma è costretta ad ammettere la sensatezza del saggio consiglio. Quando anche Lorenzo raggiunge il tavolo per dissetarsi, Jenny dà un pizzicotto sul braccio alla compagna per spronarla a mettere subito in atto il suggerimento che le ha dato, onde evitare spiacevoli equivoci, sempre deleteri se si protraggono nel tempo, dopodichè si allontana, augurandosi che le sue parole non cadano nel vuoto. Marina pian piano si avvicina a Lorenzo, che nemmeno la guarda e beve imperterrito un bicchiere d'acqua. Fermatasi accanto a lui, gli si rivolge con dolcissima voce:
"Mi spiace per prima, non volevo offendere nessuno."
L'architetto si gira verso la ragazza, mascherano i propri pensieri dietro un'indecifrabile espressione, e Marina, non scorgendo in lui alcuna reazione, prosegue il proprio discorso:
"Non volevo essere maleducata, però non mi piaceva il modo con cui Loredana guardava Jenny, come se la mia amica non meritasse di stare a tavola con lei."
"Non devi giustificarti con me." interviene sorridendo Lorenzo "Ho capito benissimo cos'è successo. A volte mia moglie sembra ostile e insofferente, ma non è cattiva: ha un carattere un po' difficile, però anche tu signorina sei un bell'elemento... Dovresti imparare a contare fino a mille prima di aprir bocca!"
Il benevolo rimprovero non infastidisce Marina, che anzi lo accoglie ammettendo la propria colpa, mentre gli occhi sereni dalla conciliante luce nei quali si sta ora specchiando hanno su di lei un'inspiegabile effetto, infondendole nel cuore la rassicurante certezza di aver trovato qualcuno in grado di comprenderla nel profondo.
Nella sala risuonano adesso i sanguigni ritmi latino americani e Lorenzo, amante dei balli di questo genere, invita Marina a cimentarsi in una rumba. Lei ovviamente non si tira indietro e, lasciandosi guidare dal disinvolto cavaliere, si dimostra pari a lui in scioltezza e musicalità. I due si intendono alla perfezione nell'eseguire i passi, solo apparentemente facili, in sintonia l'uno con l'altra sulle calienti note della travolgente musica. Quello che era partito come un divertente gioco, lentamente assume connotati differenti e quasi inquietanti: smettono d'un tratto di sorridere Marina e Lorenzo, intimoriti da ciò che in loro si sta agitando. Mai erano stati tanto vicini, non solo fisicamente: stretti l'uno all'altra d'improvviso avvertono una forte attrazione che entrambi sanno di dover fuggire e per porre fine alla pericolosa situazione, smettono di ballare e si allontanano, guardandosi increduli e perplessi. In breve la strana sensazione che li aveva catturati svanisce dai loro animi e con uno spontaneo e complice sorriso viene superato il misterioso imprevisto.
L'attenzione generale di colpo si concentra su quanto sta accadendo al centro della pista: Jenny sta improvvisando un mambo con Giacomo Bruni che, sebbene impacciato nei movimenti, si impegna a seguire i passi della scatenata dama. Lorenzo si copre gli occhi con le mani e scuotendo la testa esclama:
"Ci mancava solo questa! E' la prima volta che mio papà si butta in un ballo che non sia un valzer!"
Marina ride per la sconcertata espressione sul volto dell'architetto e lui, divertito, commenta l'esibizione del genitore:
"Sembra un orso, saltella qua e là senza aver la minima idea di quello che sta facendo... Mi sa che ha bevuto qualche bicchiere di troppo!"
Marina ha le lacrime agli occhi per le spassose osservazioni di Lorenzo e lui a sua volta si lascia contagiare dalla genuina ilarità della ragazza, sentendo nell'animo l'energia e la gioia che da tempo aveva perduto. Nel corso della festa i due comunque evitano accuratamente di ballare nuovamente insieme, per evitare di incappare nel medesimo incidente capitato in precedenza: in certi casi la prudenza non è mai troppa!
Passata la mezzanotte poco alla volta gli invitati cominciano ad andarsene, compresa Loredana, che si fa accompagnare a casa da Erika. Lorenzo invece si trattiene insieme a Giacomo, per adempiere fino in fondo al ruolo che gli spetta in quanto promotore della serata. Con estrema gentilezza padre e figlio salutano e ringraziano coloro che hanno preso parte alla festa, rimanendo nel ristorante finché non si è svuotato. Verso l'una e mezza di notte, anche i tre musicisti si accingono a lasciare il locale e caricano gli strumenti sul furgone di Loris. Marina e Jenny aspettano sedute in un angolo che Simone abbia finito per poter tornare a casa: sono piuttosto stanche, però non appena vedono avvicinarsi la famiglia Bruni al completo, recuperano immediatamente le forze.
Elisa, con occhi ridenti, si rivolge a Jenny:
"Non so come tu sia riuscita a far ballare un mambo a mio papà: di solito lui al massimo si avventura in un valzer, anche perché, a dire la verità, non è molto portato per la danza!"
"Ho solo qualche chilo di troppo!" si difende il diretto interessato.
"Non trovare scuse," interviene Lorenzo "non sei mai stato agile come un gatto."
Jenny sorride per il vivace scambio di battute e Marina, divertita, si lascia sfuggire uno spontaneo commento:
"A vedervi discutere così sembrate i personaggi di una commedia!"
"Mi pareva impossibile che non mettessi in mezzo il teatro..." sottolinea Lorenzo, puntando i neri occhi sulla ragazza già pronta a replicare:
"Farebbe comodo a molti se mi limitassi a parlare di teatro."
"Se non altro faresti meno danni." rimarca pungente l'architetto, incalzato da Jenny:
"Sarebbe sufficiente se questa peste tenesse un po' a freno la sua linguaccia."
Il più maturo dei Bruni, pur ignorando determinati antefatti, non si trattiene dall'esprimere la propria schietta opinione:
"Anche se sono sicuro che voi tre state nascondendo qualcosa, posso dire che a me piacciono le persone sincere e dirette, e non sopporto quelle che davanti ti fanno mille complimenti aspettando il momento giusto per pugnalarti alle spalle."
"Finalmente qualcuno che mi capisce!" esclama in tono melodrammatico Marina, abbracciando affettuosamente il maturo uomo, che sorridendo afferma compiaciuto:
"Queste sì che sono soddisfazioni!"
"Credevo che il play boy della famiglia fosse mio fratello..." osserva Elisa, molto divertita.
Nel frattempo, gli Holiday hanno terminato di portar via i loro strumenti e si avvicinano a Giacomo Bruni e suo figlio per ringraziarli della squisita cena e dell'ingaggio, ricevendo in cambio dei meritati complimenti per la loro bravura nel passare abilmente da un genere musicale ad un altro e per l'estro dimostrato nell'animare la festa. Simone, come i compagni, gradisce i sinceri apprezzamenti e accetta volentieri di prendere ancora parte alle cene organizzate dai Bruni, però nel momento in cui stringe la mano a Lorenzo non gli risparmia un'occhiata diffidente e velata di ostilità, tacito monito a non oltrepassare precisi limiti. Con apparente indifferenza l'architetto recepisce il messaggio, senza minimamente scomporsi, quasi la cosa non lo toccasse, convinto di non dover certo render conto delle proprie azioni al giovane che gli sta di fronte.
Alla fine, Marina e la sua amica se ne vanno insieme a Simone. Durante il tragitto in auto verso casa, Jenny domanda alla compagna perché abbia attaccato con tanto astio Loredana, e la diretta interessata subito risponde:
"Quando ti è scappato dal piatto quel gambero, lei ti ha guardato con un tale disgusto che proprio non ho potuto stare zitta."
"Anch'io me n'ero accorta," ammette l'altra "e ho preferito far finta di niente."
"Io davvero non ci sono riuscita, mi spiace." insiste Marina, iniziando ad innervosirsi nel ripensare alla sprezzante espressione della superba donna.
Jenny pone fine alla discussione chiedendo un favore all'amica:
"Non ho bisogno di cavalieri che mi proteggano, so difendermi da sola, ma so anche quando è il caso di non reagire: a volte non vale la pena arrabbiarsi, con certa gente l'indifferenza è l'arma migliore."
"Hai ragione." interviene Simone "Però le uscite di Marina sono state grandiose... la faccia di quella Loredana era uno spettacolo!!"
Inevitabilmente i tre amici scoppiano a ridere rammentando l'espressione stizzita della donna il cui smisurato ego è stato ridimensionato in maniera piuttosto brusca: a chi crede di saper tutto e di essere superiore agli altri, di tanto in tanto va impartita una lezione di umiltà.

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