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Catrina Bertan camminava tranquilla per strada, la nuvolosa
Chicago non era stata ancora raggiunta dall'orrore della guerra, capitava di
rado che suonassero gli allarmi antibombardamento, non c'era ancora un
coprifuoco specifico.
Catrina era una giovane di 15 anni, molto carina, magra, con
setosi capelli neri e con dei bellissimi occhi color cioccolato fuso, intensi e
caldi, era di famiglia abbastanza agiata
aveva potuto studiare e ben presto
avrebbe sposato il figlio del generale Edward Mansen: Edward Anthony Masen.
Trina era consapevole che il suo non sarebbe stato un
matrimonio felice, era consapevole che non appena compiuti diciotto anni il suo
dolce maritino l'avrebbe lasciata magari già con un figlio per partire per il
fronte ma sperava ardentemente che quella guerra finisse prima che Edward
junior compisse il diciottesimo anno di età.
Il matrimonio tra lei
e Edward non era stato propriamente combinato, loro si erano conosciuti ad una
festa,si erano piaciuti e si erano innamorati, i parenti di entrambi erano stati
felici di combinaree il loro fidanzamento perchè entrambe erano famiglie
borghesi abbastanza agiate inoltre il genereale Masen avrebbe lasciato ai due
giovani sposi molte case e terreni ottenuti come premi di guerra.
Ma non era la ricchezza della famiglia Masen a spingere
Trina al matrimonio con Edward; lei voleva sposare Edward perchè lui era il più
bello, gentile e premuroso ragazzo in
tutta Chicago, aveva gli occhi verdi, i capelli ramati e un fisico atletico
inoltre sapeva cosa piaceva ad una donna e trattava la giovane Trina con tutti
i riguardi e le cortesie degne di una principessa, certo c'era quel piccolo
particolare cioè che era fissato con le armi e con la guerra ma Trina sapeva
che quando la guerra fosse diventato un pensiero lontano avrebbe dimenticato
quella sua ossessione.
Edward Masen era un ragazzo di sedici anni e a detta di
tutti il suo aspetto era semplicemente quello di un angelo.
Aveva gli occhi del verde più brillante che si potesse
immaginare e i capelli color del bronzo, un fisico atletico e inoltre era un
gentiluomo.
Tutte le reagazze in età da marito di Chicago desideravano
ardentemente divantare la signora Mansen e tutte le donne di Chicago
invidiavano la giovane Catrina, la piccola e scialba Trina dagli occhi color
cioccolato.
Edward amava follemente la sua piccola Trina e sognava di
sposarla il più presto possibile. Desiderava la calma vita familiare,
desiderava prendersi cura di sua moglie e dei piccoli che sarebbero venuti,
desiderava vivere tutta la sua vita con Trina che ai suoi occhi era la
fanciulla più bella dell'intero universo.
Il matrimonio era fissato per il 13 marzo 1918 cioè tre
giorni prima che lui partisse per il fronte.
Il suo desiderio di
combattere era forte ma ciò chetutti, a partire dalla sua famiglia e da Trina
avevano sempre frainteso era il fatto che lui non era uno ossessionato dalla
guerrae dalla violenza, lui adorava la pace, la tranquillità, l’arte, la
bellezza, la musica ma sapeva che l’unico modo per proteggere la sua famiglia
era combattere e sperare che la guerra maledetta finisse il prima possibile.
Questi pensieri passavano per la testa del giovane Edward
mentre leggeva un libro steso sul piccolo sofà del salone di Villa Mansen.
Sentiva sua madre che parlava in uno spagnolo stantato alla cuoca e impartiva
ordini sulla cena di quella sera... già la cena tra la sua famiglia (lui e sua
madre visto che suo padre era al fronte) e quella di Trina. Una noiosissima
cena in cui lui e Trina avrebbero dovuto pudicamente guardarsi da lontano.Uno
sbuffo sfuggì dalle labbra di Edward, non ce l'avrebbe fatta tutta la sera
senza poter neanche sfiorare la sua meravigliosa futura sposa.
Trina era molto pudica come ragazza come lui e lui non si
sarebbe mai azzardato a toccarla prima del matrimonio però era molto bello passare
del tempo a dandosi casti baci e sfiorandosi il viso e guardandosi in maniera
così profonda da sembrare immersi in una conversazione; quella sera non ci
sarebbe potuto essere nulla di tutto ciò, solo sguardi da lontano e qualche
parola scambiata nel più completo imbarazzo di trovarsi di fronte i rispettivi
genitori.
Era sempre stato tutto molto semplice fra lui e Trina fin da
quando si erano conosciuti, già quando si erano conosciuti... Edward lo
ricordava come fosse accaduto solo un giorno prima invece erano passati già più
di sei mesi. Era il giorno dell'annuale fiera di Saint Giorge, Edward si trovava lì con sua madre e si stava
annoiando a morte quando aveva visto comparire d'avanti ai suoi occhi la
fanciulla più bella dell'universo, si era innamorato all'istante, per lui era
stato un colpo di fulmine, lei era stata
più difficile da convincere, per almeno un mese era stata convinta che lui la
prendesse in giro: perchè quell'angelo dagli occhi verdi avrebbe dovuto
scegliere lei quando tutte le ragazze di Chicago e provincia gli sbavavano
dietro e alcune erano notevolmente più belle di lei. Trina si era convinta che
l'amore che Edward provava per lei era autentico una sera. Passeggiavano
semplicemente insieme tenendosi per mano e lui la guardava come se guardasse il
gioiello più prezioso del mondo, glielo aveva fatto notare e lui aveva
semplicemente detto:"Io guardo il gioiello più belli del mondo" e poi
aveva fatto qualcosa che aveva convinto definitivamente convinto Trina gli
aveva dato un bacio sulla fronte, il bacio più dolce del mondo un bacio che non
conteneva passione ma amore nella forma più pura e semplice. Da quel momento
Trina aveva accettato pienamente l'amore di Edward e un mese prima si erano
ufficialmente fidanzati.
lady cat: sono felice che la storia ti stuzzichi, continua a seguirmi e recensirmi... sono stata abbastanza veloce nel postare? P.S mi farebbe piacere avere un tuo parere anche per la mia altra storia: Can you love me?
Uchiha_chan: Io semplicemente ti adoroooooo! Adoro le tue recensioni, i tuoi complimenti mi fanno un immenso piacere!
Bene postato il nuovo capitolo mi faccio un po di pubblicità: Su questo sito sto pubblicando un'altra fanfic:Can you love me? e inoltre ho pubblicato anche una one-shot nella sezione classici greci e latini:Euridice vuole morire, sarei felice di avere un vostro parere, vi prego lasciatemi qualche commento.
Senza accorgersene Edward, perso fra i suoi pensieri era
passato dalla veglia al sonno. Fu proprio Trina ad andarlo a svegliare.
Non appena Edward aprì gli occhi si trovò d'avanti quelli
splendidi color cioccolato della sua ragazza.
- Ciao amore-
La voce di Edward impastata dal sonno era dolcissima.
- è ora di mangiare,
hai dormito un bel po'-
Quella di Trina se possibile suonava ancora più dolce.
-Sono già arrivati tutti?- la ragazza fece un cenno di assenso.
Edward si stiracchiò
e sia avviò con lei verso la sala da pranzo addobbata a festa da sua madre.
Mentre si trovavano
vicino alla porta fra il salone e la sala da pranzo e ancora erano nella
penombra dove nessuno poteva vederli Edward afferrò un braccio della ragazza
- che c'è?-
-Devo fare una cosa
per sopravvivere tutta la serata!- disse lui con il tono più sensuale del mondo
e poi diede un leggero e casto bacio sulle labbra della ragazza che incrociò le
braccia dietro la sua nuca; poi Edward cominciò ad accarezzare la schiena della
sua fanciulla, non l’aveva mai desiderata più di quanto la desiderasse in quel
momento e sapeva che per Trina era lo stesso.
-EDWAAARD; TRINAAAA VENITEEEE!" La signora Elisabeth
Mansen li chiamò dalla sala da pranzo, “Tempismo perfetta” sussurrò fra se il
ragazzo poi guardò il viso di Trina e le sue labbra umide e gonfie di desiderio
- Ops- le sussurrò e poi fece un sorriso sghembo che era il preferito di Trina
e la ragazza arrossì.
La festa fu abbastanza tranquilla, i ragazzi di tanto in
tanto si scambiavano occhiate innamorate e alcune volte cariche di passione,
non vedevano l'ora che tutto finisse volevano trovarsi di nuovo da soli,
decisamente detestavano le riunioni di famiglia, era molto più bello passare i
pomeriggi loro due da soli a passeggiare a guardarsi negli occhi e scambiarsi
baci dolci. I loro baci erano sempre stato il loro metodo immediato di
comunicazione persino il giorno del loro primo incontro non avevano potuto fare
a meno, scambiate le prime parole, di darsi un bacio. Il contatto fisico era
molto importante per loro due e quello, oltre all’amore folle che provavano uno
per l’altra era stato il motivo per cui avevano deciso di sposarsi il prima
possibile. Volevano qualcosa in più dal loro rapporto ma entrambi volevano
arrivare vergini al matrimonio per conservarsi intatti per quella fatidica
prima notte.
Fra una riflessione e l’altra finalmente arrivarono al dolce
e la festa volse al suo termine. Edward e Trina per pochi minuti si trovarono
di nuovo da soli, giusto il tempo per un altro bacio rubato poi la madre di
Trina chiamò la ragazza e le disse che era ora di andare.
Mentre Edward la salutava sulla porta le sussurrò in un
orecchio- Non vedo l'ora di sposarti futura Signora Mansen- la ragazza sorrise;
-Anche io mio futuro marito-
-Ti amo piccola mia Trina-
-Ti amo, non ti lascerò mai-
-Neanche io-
Mentre la ragazza si
allontanava Edward la guardava e pensava che mai sarebbe stato più innamorato
di com'era in quel momento, pensava anche che non vedeva l'ora di passare la
sua vita legato a quella fanciulla.
Quello che Edward non sapeva era che quello sarebbe stato
l'ultimo giorno in cui avrebbe mai visto Trina.
lady cat: scusa se non sono stata veloce a postare questo capitolo ma questa settimana sono stata impegnatissima. Spero ti piaccia. Uchiha_chan: ovviamente non posso dirti se la tua deduzione è giusta o no ti dico solo che.... anche io adoro le cose assurde.
Per tutto il week-end Trina non vide Edward che era andato a
pesca con degli amici, la domenica sera era eccitatissima all’idea di poterlo
incontrare l’indomani e dunque andò a dormire molto presto impaziente.
Quando si svegliò il mattino dopo aveva i capelli attaccati
alla fronte e alla nuca madidi zuppi di sudore; era attorcigliata nelle coperte
come se avesse lottato e sentiva addosso un senso di angoscia. Sicuramente
doveva aver avuto un incubo ma non ricordava di cosa si trattasse, doveva
entrarci in qualche modo Edward, era l’unico che avesse il potere di agitarla
così.
Trina si vestì e scese in sala da pranzo, la tavola era
apparecchiata per la colazione e sua madre già era andata a lavoro come sempre
da quando suo padre era morto e lei aveva trovato quel lavoretto da insegnante
per sopravvivere.
Trina mangiò velocemente, l’incubo le aveva messo addosso un
senso d’angoscia e si sarebbe calmata solo se avesse visto Edward cosa che
sarebbe potuta accadere solo dopo le tre di quel pomeriggio cioè dopo che il
suo fidanzato avesse finito di studiare.
Quando finì di
mangiare, per distrarsi decise di pensare a cosa regalare ad Edward per il suo
17° compleanno a cui mancava poco più di una settimana; la cosa la tenne
impegnata per parecchio tempo e le permise di rilassarsi un po’ facendole
momentaneamente dimenticar e le angosce di quella mattina così che quando
arrivò vicino casa Masen a verso le tre e mezza era tutta allegra e frizzante.
Di fronte a casa Masen però si accorse che c’era qualcosa
che non andava; ciò che vide d’avanti a casa di Edward le fece venire le
lacrime agli occhi. C’era un’ambulanza assieme alla macchina nera del dottor
Cullen. La cosa era strana, la signora Elisabeth Masen godeva di ottima salute,
Trina cercò di pensare cosa potesse essere successo, forse qualcosa a Edward…
timorosa bussò alla porta che le fu aperta non dalla cameriera come di solito
ma dal dottor Cullen, bellissimo e biondissimo.
Trina aveva sempre avuto paura di quell uomo dal pallore
spettrale, per quanto tutti lo giudicassero un benefattore lei sospettava che
avesse qualche scheletro nell’armadio… insomma come poteva aver fatto a
diventare un medico così quotato a poco più di trent’anni...
-Non può entrare signorina, la casa è in quarantena!- disse
l’uomo con voce melodiosa.
-Quarantena?- il viso
e il cuore di Trina furono assaliti dal terrore, lo stomaco si chiuse in una
morsa d’acciaio ma il suo cervello ancora non aveva capito.
-Ci sono due casi di Spagnola, dobbiamo portare la signora
Masen e suo figlio in ospedale, la casa e la servitù devono restare in
quarantena!- La notizia si abbattè su Trina come un treno quando finalmente il
suo cervello realizzò cosa stesse succedendo, con gli occhi vitrei si lasciò
scivolare lungo il muro esterno della casa.
Il dottore la guardò con tristezza e compassione ma senza
capire chi fosse la giovane donna, con delicatezza provò ad alzarla e le chiese
chi fosse. Trina dopo averguardato per un attimo infinito il dottore senza
rispondere scappò via.
Smise di correre solo quando giunse a casa dove tra le
braccia di sua madre si lasciò andare ad un pianto liberatorio
-Oddio! Non ci credo,
lo amo troppo non ce la faccio… non lo posso perdere!-
_ Cosa è successo
tesoro mio?- Chiese dolce sua madre
-Edward…- La frase che stava per pronunciare le morì in gola
e lei fu sopraffatta da nuovi singhiozzi
- Ti ha lasciata?-
chiese dura la donna Trina scosse la testa- No no! Però non mi sposerà, non
potrà mai più né amarmi né sposarmi- ululò la ragazza e poi sembrò non avere né
più lacrime né fiato, riuscì’ a proferire solo un ultimo rantolo roco- Sta
morendo…- Detto ciò, sopraffatta dalla disperazione perse i sensi e non sentì
più nulla.
Ringrazio chi ha letto e commentato... vi giuro che la prossima volta vi rispondo, a proposito il prossimo sarà l'ultimo capitolo, spero che questo vi piaccia, è un po' triste ma infondo si sapeva che andava a finire così, ed deve diventare vampiro per incontrare la nostra amata Bella no?
Quella data era stata la fine e l'inizio di tutto.
In quel giorno Catrina aveva saputo da sua madre che
in mattinata era morta Elisabeth Masen e dopo poche ore suo figlio Edward
l'aveva seguita.
Il dolore aveva seppellito Trina che per parecchi
giorni dopo la notizie rimase confinata nella sua stanza senza mangiare nè
uscire, gemendo sul letto e lamentandosi del suo amore poerduto.
Poi dopo molti giorni o forse pochi chissà la giovene
aveva deciso di uscire dal suo limbo e di ricominciare a vivere, infondo lo
doveva ad Edward, Edward che tanto la amava e che avrebbe voluto che lei continuasse la sua
vita.
Dunque Trina decise di andare via da Chicago dove
ormai si sentiva chiamare “Vedova del figlio del generale Masen” senza averlo
mai sposato.
La scelta della città in cui ricominciare la sua vita
era ricaduta sulla piccola cittadina nello stato di Washinton chiamata Forks.
Il motivo della scelta non lo aveva mai capito bene
neanche lei, probabilmente era stato per via del cielo sempre nuvolo che si
abbinava benissimo con ciò che lei aveva nel cuore.
Proprio come sua madre aveva trovato quasi subito un
lavoro da insegnante e inoltre si era comprata una bella casetta da cui si
poteva vedere il fiume.
Trina si ambientò benissimo nella nuova cittadina così
diversa da Chicago che sembrava toccata appena dalla grande guerra e da tutti
gli avvenimenti che avevano sconvolto il resto del mondo.
Quella piccola città che sembrava uscita da una favola
era l'ideale per non pensare, per ricominciare.
Dopo poco tempo tutti nella città si
affezionarono a Trina che dopo i primi giorni passati segregata in casa nel più
nero sconforto, aveva ricominciato ad essere allegra e disponibile con tutti.
Ma la parte più brutta della giornata era la
notte, quando Edward tornava a farle visita nei sogni.
Pian piano però i sogni si fecero sporadici e dopo
qualche tempo il cuore di Trina si aprì di nuovo
Lo sceriffo Benjamin Swan, molto più grande di lei,
cominciò a farle una corte spietata.
Lo sceriffo era una persona tranquilla e buona,
silenziosa e timida, profondamente diverso da Edward, ma Trina finì per
affezionarsi a lui ed infine se ne innamorò, così dopo un paio d'anni dal suo
arrivo a Forks convolò a nozze con lui.
Trina e Benjamin ebbero dei figli che a loro volta ne
ebbero altri e così via.
La famiglia Swan non lasciò mai Forks e Trina morì
felice e circondata da nipoti e pronipoti all'età di novant'anni, dieci
anni dopo suo marito.
Il nipote preferito di Trina, Charlie figlio di suo
figlio si era sposato da due mesi quando lei morì e aspettava con sua moglie
Reneè la prima figlia che si sarebbe chiamata Bella.
Trina si spense serenamente nel cuore della notte,
negli ultini istanti di vita ripensò alla sua vita a Chicago, un po' di
nostalgia le avvolse il cuore quando ricordò il suo ragazzo dagli occhi
smeraldini ma poi vide la sua vita presente, la sua splendida famiglia e
ringraziò Nostro Signore perchè se anche non le aveva concesso Edward era stato
davvero benevolo con lei.
Lady cat: Scusa il ritardeo, come vedi l'ultimo capitolo è arrivato, fammi sapere cosa ne pensi! Uchiha_chan: Non so se la pillola si addolcisce con questo finale però come vedi abbiamo in comune la passione per le cose strambe! Che mi dici di questo finale? P.s. Perchè non mi aggiungi su msn così parliamo un po'?