Quando quella mattina
Kara Danvers si svegliò nel suo letto si sentì persa.
Mon-El era andato via
da mesi ormai, ma comunque si sentiva sola.
Non era riuscita ancora
ad abituarsi alla solitudine di un letto deserto, di una casa
sgombera, di una vita vuota.
Prese una ciotola di
cereali e li bagnò nel latte. Lesse qualche notizia e sorrise
nel vedere il suo articolo su Lena. Lena aveva pagato le spese
mediche dei bambini avvelenati da Edge pur non essendo obbligata. Era
gentile, come potevano le persone dubitare ancora di lei?
Accese il telefono e
navigò su Facebook ed Instagram emozionandosi per un video di
gattini e cagnolini che venivano a contatto tra loro per la prima
volta.
Con il sorriso sulle
labbra si diresse verso Cat-co, pronta ad iniziare una nuova
giornata.
Quando il suo telefono
squillò, prese la chiamata senza nemmeno guardare il mittente.
Incastrò il cellulare tra collo e spalla e continuò a
muoversi, sorseggiando di tanto in tanto il caffè.
“Pronto?”
Disse.
“Ehi Kara.”
una voce la salutò.
“Alex? È
successo qualcosa?” Chiese subito in allerta.
Alex dall'altra parte
sorrise “No sorellina, tranquilla. Mi chiedevo se stasera
potessi venire da me, sai... la serata delle sorelle?” Le
chiese la donna.
Kara annuì, ma
realizzando che la sorella non potesse vederla le rispose
affermativamente.
“Bene, allora ti
aspetto qui per le sette?” Le chiese ancora l'agente Danvers.
“Alle sette va
più che bene. Ordiniamo dall'italiano?” Chiese
speranzosa, aveva voglia di pasta.
“E italiano sia.
A più tardi sorellina” Le disse Alex che riagganciò.
Kara sorrise e continuò
verso il palazzo dei media.
Una volta arrivata si
affacciò nell'ufficio di James, dandogli un saluto veloce
prima di andare nella sua postazione.
Snapper le aveva
chiesto di scrivere un pezzo sulla nuova collaborazione della L-corp
con la Green-corp, una società che si occupava di energia
verde. Si sentì onorata a scrivere un pezzo riguardante la
nuova padrona di Cat-co e sospettava che Snapper gliel'avesse
affidato perché era una delle poche persone a non essere
prevenuta nei confronti di Lena.
Si mise a lavoro,
ininterrottamente, facendo ricerche su ricerche e quasi non si
accorse dell'ora di pranzo finché Eve non venne a chiamarla.
“Kara?” Le
disse la bionda. “Non vai a mangiare oggi?”
Kara sobbalzò
alla voce, troppo impegnata nella ricerca. “E' già ora
di pranzo?” Chiese dando un'occhiata alla stanza che pian piano
si stava svuotando. Si alzò per sgranchirsi le gambe e si
guardò intorno confusa. “Hai visto Lena oggi?”
Domandò ad Eve.
La ragazza fece
spallucce. “No, in realtà non ha neanche avvisato
stamattina che non sarebbe venuta.” Eve si mise una mano sotto
il mento. “E' strano. Non l'ha mai fatto, ma credo sia stata
occupata.”
Kara non poté
che sentirsi inquieta. Era un comportamento molto strano da parte di
Lena.
Provò a
chiamarla al cellulare trovandolo staccato. Iniziò ad
innervosirsi.
Chiamò Samantha
che, fortunatamente, raccolse la chiamata al secondo squillo.
“Sam ehi, sono
Kara.” Le disse. Sam la risalutò chiedendole cosa
potesse fare per lei. “Ecco, hai sentito Lena?” Le
chiese.
Sam dissentì e
Kara non poté che sentirsi mancare.
“No. No, non è
successo niente. Ora devo andare. Grazie ciao.” Così
dicendo chiuse la chiamata senza darle l'occasione di rispondere.
Lasciò la borsa
nella stanza e corse verso le finestre.
Volò quanto più
velocemente possibile verso la casa di Lena. Non sapeva cosa
aspettarsi. Valutò tutte le possibili opzioni, dalla più
stupida alla più grave ma non riusciva a capire cosa avesse
provocato la sparizione di Lena.
Una volta giunta
all'attico della donna scansionò lo stabile sperando di
trovarla accoccolata sul divano mentre leggeva qualcosa, come faceva
spesso durante le serate più fredde o magari ancora a letto ma
quello che vide fu solo un gran disordine.
Lena era una persona
ordinata.
Strano.
Scusandosi
silenziosamente con la padrona di casa ruppe il vetro della grande
porta finestre dove si era fermata più di una volta per
parlare con la donna ed aggrottò le sopracciglia quando non
sentì l'allarme suonare.
Lena non usciva mai di
casa senza attivare l'allarme.
Fece un respiro
profondo ed entrò nella casa della bruna.
Sussultò quando
vide il caos. La stanza era sottosopra, segno che c'era stata una
colluttazione.
Nervosamente scansionò
la stanza da pranzo vedendo delle macchie di sangue a terra e corse
verso di esse. Notò come le macchie formassero una
scritta.
“CSSFORT”
Lesse. Cosa significava?
Terrorizzata accese il
comunicatore. “Alex. Ho bisogno di te. Qualcuno è
entrato a casa di Lena.” Disse tutto d'un fiato.
“Cosa? Chi?”
Chiese la donna.
Kara si guardò
intorno spaventata. “Non lo so, penso che Lena abbia voluto
lasciare un qualche indizio col suo sangue.” Disse
nervosamente. “Dice CSSFORT, sai cosa potrebbe significare?”
Chiese.
Alex ci pensò
qualche secondo. “Penso sia cassaforte Kara. Lena ha una
cassaforte?” Domandò.
Kara scansionò
la stanza “Non ne vedo una.” “Prova nella sua
stanza da letto.” Disse allora Alex.
Kara corse nella stanza
da letto di Lena, sentendosi a disagio ad entrare in un luogo così
privato. Attivò la vista a raggi X e vide un piccolo
quadratino nel muro. “Penso di averla trovata.” Tolse il
quadro che la copriva, un bellissimo quadro che raffigurava delle
colline verdi. “E ora? Come la apro?” Disse ad Alex.
“Kara, hai la
super forza, fracassala.” Le disse allora la sorella.
Kara esitò, le
sembrava di mancare di rispetto alla sua migliore amica, ma ripensò
a ciò che l'aveva spinta a compiere tale atto e decise di
farlo.
Diede un pugno alla
facciata frontale della cassaforte piegandola e strappò lo
sportello anteriore.
“C'è una
valigetta.” Scansionò la valigetta. “Sembra avere
un liquido nei bordi.” Continuò.
“Non forzarla”
Le urlò Alex. “Se la forzi il liquido, probabilmente
acido, corroderà tutti i documenti.” Disse.
Kara annuì.
“Cosa facciamo?”
“Sono già
in viaggio con la squadra. Aspettami lì e cerca qualche altro
indizio.” Le disse Alex.
Kara chiuse la
comunicazione.
Iniziò a cercare
nella stanza qualcosa che potesse spiegare il motivo del rapimento di
Lena, ma non riuscì a trovare nulla.
Si sentiva spaesata,
vuota, arrabbiata. La sua migliore amica era stata rapita e lei non
aveva fatto niente per fermarlo. Non era riuscita a mantenere la sua
promessa. Non l'aveva protetta.
Urlò per il
nervosismo e riprese a cercare nella stanza. Vide l'agenda che le
aveva regalato qualche giorno prima e la aprì. Dentro c'erano
tutte le annotazioni che Lena aveva fatto su come gestire una
compagnia giornalistica. Notò come la donna fosse ordinata e
quanto elegante fosse la sua scrittura. Si soffermò a studiare
come tenesse tutto in assetto. Girò le pagine fino ad arrivare
alla data odierna e lesse “anniversario della carcerazione di
Lex”. Che questo c'entrasse qualcosa? Sussultò quando
sentì Alex e il resto della squadra fare irruzione in casa di
Lena. Prese l'agenda e la mise nel taschino interno del mantello.
“Alex!”
Urlò “Sono qui.” Disse.
Immediatamente la
sorella entrò nella stanza.
Ordinò ai suoi
uomini di perquisire la casa da cima a fondo alla ricerca di indizi e
si avvicinò alla valigetta di Lena.
Kara gliela tese e Alex
iniziò ad osservarla.
“Come sospettavo,
ha bisogno di un codice alfanumerico per sbloccarsi.” Fece
segno sul piccolo computerino. “Qualunque cosa ci sia qua
dentro, scotta.” Disse.
Kara annuì.
“Sarà
difficile ricavarne qualcosa, ma penso che Winn possa riuscirci.”
Le disse Alex. “Puoi darmi un passaggio al Deo? Ogni minuto può
essere essenziale.” Kara si affrettò ad annuire e
fece per prendere Alex. “Attenta.” La bloccò la
donna. “Se subisce un urto troppo forte si attiverà il
meccanismo di distruzione e non avremo niente con cui lavorare.” Kara
annuì e, con la massima cura, scortò Alex e la
valigetta al Deo.
Atterrarono qualche
minuto dopo, Kara non si era risparmiata nel volo.
“Bene cosa avete
per me?” Disse Winn avvicinandosi alle due sorelle. Osservò
la valigetta e Kara si fece sempre più nervosa. “Allora?
Sai come sbloccarla?” Winn saltò. “Rilassati
Kara.” Kara alzò le sopracciglia sorpresa.
“Rilassarmi? Lena è stata rapita!” Urlò nel
mezzo del Deo, completamente ignara degli sguardi che presero a
fissarla.
“Kara.”
Alex le mise una mano sulla spalla. “Winn, fai il prima
possibile.” Disse la bruna e il ragazzo annuì mettendosi
al lavoro. Collegò i fili alla valigetta e spinse qualche
tasto sul computer. “Ci vorranno due ore.” Sentenziò.
Kara strinse gli occhi
cercando di calmarsi. “Non puoi fare prima?” Disse tesa.
Winn la guardò
scioccato. “No, è un codice alquanto complesso ma farò
il prima possibile, te lo prometto.” Le disse. Kara lo
ringraziò prima di andare via.
Alex seguì sua
sorella nella stanza d'allenamento. Sentì il rumore di un
blocco di cemento che si disgregava sotto le mani arrabbiate della
ragazza.
“Kara...”
Le disse avvicinandosi. Si aspettava urla, si aspettava rabbia ma
quello che vide la lasciò sorpresa.
Kara stava piangendo.
“Ehi ehi... va
tutto bene” Le disse stringendola al petto.
Kara singhiozzò.
Alex ripensò all'ultima volta che l'aveva vista così.
“Ho fallito Alex. Ho lasciato che le succedesse qualcosa.”
Disse. La sorella la strinse più forte.
“Va tutto bene
Kara, la troveremo.” Le disse.
La bionda si scosse.
“Non posso perderla Alex, non posso...” Si fermò
per tirare su col naso. “Non posso perdere anche lei, è
troppo importante.” Le disse. L'agente Danvers sollevò
le sopracciglia. Possibile che... “Kara...” Le chiese con
calma. “Cosa è per te Lena Luthor?”
Kara si staccò
dall'abbraccio. “E' la mia migliore amica. E se stai di nuovo
per dire che non devo fidarmi di lei solo perché è...”
Fu bloccata dalla mano di Alex.
“Sicura sia solo
un'amica?” Le chiese allora la bruna.
L'altra annuì
non comprendendo. “Si lei è... importante per me. E'
l'unica persona con cui posso essere solo Kara e non Supergirl o
un'aliena. E' l'unica che mi fa sentire a casa, come te Alex.”
Le disse. “E' l'unica che mi ha visto quando ho dato il peggio
di me dopo che Mon-El è andato e che mi è rimasta
accanto... è...” Singhiozzò. “E'
importante.” Le disse.
Alex annuì
comprensiva. “E ora è andata, Rao solo sa dove la
tengono rinchiusa. Rao!” Urlò “Non so neanche se è
ancora viva!” Disse pestando il piede e rompendo una
mattonella.
Alex la strinse a sé,
sorpresa dell'atteggiamento della sorella. “E' ancora viva,
vedrai che la troveremo.” Le disse trattenendola.
Rimasero così
per qualche minuto quando sentirono la voce di Winn dal comunicatore.
“Ce l'ho fatta.
Poi non ditemi che non sono un genio!” Urlò il ragazzo.
Alex non si accorse
neanche che Kara era scappata via con la super velocità.
“Ci ho messo solo
un'ora e ve-oh Kara ecc- va bene va bene tieni.” Sentì
il ragazzo.
Corse verso la sala
principale e non trovò sua sorella.
“Dov'è
lei?” Chiese a Winn. Il giovane le indirizzò una delle
stanze degli interrogatori e Alex corse verso sua sorella.
Per la seconda volta la
trovò piangente.
“Kara cos...”
Provò a dire ma si bloccò.
Kara stringeva tra le
braccia un plico di fogli, disperata.
“Lo sa.”
Buona domenica a tutti! :)
Sono sempre io, Hinata 93. Come al
solito grazie per essere arrivati fino a qui.
Vi dirò per la prima volta
questa ff è conclusa (è una mini mini long di soli due
capitoli e woho! Il secondo è già scritto. Che vi devo
dire, ero ispirata.)
Nel prossimo capitolo vi dirò
da dove è uscita l'idea ma niente... questa è la prima
parte.
Al solito, mi piacerebbe sapere cosa
ne pensate, se vi piace o meno... è la prima volta che provo a
scrivere angst e niente... ho paura che faccia cagare.
Detto questo
ringrazio come al solito Cwtch
, la
migliore beta del mondo <3. grazie <3 <3 <3
Quindi la
smetto. Grazie ancora per la lettura e, se possibile mi piacerebbe
avere almeno 50 recensioni! (scherzo 10 bastano per il nuovo capitolo
u.ù) con questo la smetto.
Ciao, Hinata93
|