Yu-Gi-Oh: Il Fato Del Duellante

di RakKaiser
(/viewuser.php?uid=1031326)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Episodio 1: Principio ***
Capitolo 2: *** Episodio 2: Ricordo ***
Capitolo 3: *** Episodio 3: Sfida Di Prova ***



Capitolo 1
*** Episodio 1: Principio ***


Ja'rek non aveva idea di quanto tempo fosse passato. Aveva la testa coperta da un panno dopotutto. Si chiedeva quando avrebbe potuto respirare ancora una volta. Per ciò che aveva fatto, era il minimo che potesse aspettarsi. Nella sua cella c'era un clima freddo, forse dovuto al fatto di essere sotto terra e alla presenza del muschio. Una frustata sulla schiena lo risvegliò dai suoi pensieri, il dolore pervase tutto il suo corpo, immobilizzandolo.

Trecentocinquantasei.

Aveva preso a contare le frustate da quando era stato fatto prigioniero. Aveva fallito nel suo compito. Non si aspettava il perdono degli dei, nemmeno quello di suo fratello Sobek.

Trecentocinquantasette.

Trecentocinquantotto.

«Ne hai avuto abbastanza? Spero che gli altri dei ti puniscano a dovere.» disse il secondino, che negli anni della mia reclusione non si era mai allontanato da Ja'rek. Gli confidò tempo addietro che l'incarico gli era stato dato da Osiride in persona. Roba grossa, si era detto il prigioniero, che era un grosso coccodrillo esattamente come Sobek, suo fratello gemello.

Trecentocinquantanove.

Trecentosessanta.

Trecentosessantuno.

«Basta così, Yarin. È giunta l'ora.» rimbombò una voce, e il torturatore obbedì prendendo il prigioniero e portandolo verso la camera delle udienze, dove tutti gli dei si erano riuniti per discutere il fato del loro simile. Ja'rek sentiva il suo corpo intorpidito e dolorante, ma accettava tutto questo come suo fato, come sua fine. Fu condotto al centro della sala e fù forzato a mettersi in ginocchio davanti ad Amon-Ra, il grande Dio del Sole.
«Ja'rek, sei accusato di aver fallito nel compito assegnatoti, lasciando che moltissime persone perdessero la vita. Come ti dichiari?» chiese la voce di Osiride, rimbombando nell'aula. Ja'rek non sapeva come rispondere. Voleva dire la verità, voleva raccontare la sua versione dei fatti, ma sapeva che se lo avesse fatto nessuno gli avrebbe dato ascolto, e la sua dolorosa pena sarebbe stata eterna. 
«Colpevole... - disse sottovoce, sopprimendo tutte le sue emozioni e respirando a fatica a causa del dolore - sono colpevole di aver mancato al mio scopo, di non essere riuscito a impedire le ultime tragedie.» 
L'aula si riempì di sussurri, forse non si aspettavano una tale risposta, ma al prigioniero poco importava. Anche questo faceva parte del suo compito. Poi tornò ancora una volta il silenzio, e il dio sciacallo prese la parola
«Io propongo la pena di morte, che la sua testa venga mozzata in questo istante.»
«No, Anubi. Non sarebbe sufficiente. Lo sai che, quando una divinità muore, questa rinasce dopo mille anni. Propongo una punizione esemplare, che possa essere di monito per tutti e ricordata negli anni a venire dal condannato e da tutti quelli qui presenti.»
«Saggia decisione, mia amata. Che gli insetti possano divorare le sue viscere e le sue carni, per poi lasciarle ricrescere e rimangiare di nuovo, per l'eternità.» disse Osiride, chiedendo l'opinione di tutte le divinità, e tutti concordarono dopo aver bisbigliato tra loro. Solo due individui erano rimasti in silenzio: Maat (la dea dell'equilibrio e della giustizia) e Sobek (fratello di Ja'rek e dio protettore delle acque del Nilo e della prosperità e fertilità).
«Io direi, se mi consentite, - iniziò Maat - di lasciar decidere al fratello la sua sorte. Dovremmo anche sentire la sua opinione al riguardo.»
«Molto bene. Sobek? Cosa proponi?» chiese Amon-Ra, il dio del sole, con una voce tonante. Ja'rek guardava suo fratello con un espressione triste, di chi si era arreso al suo destino e supplicava una fine. Sobek cercava, nella sua mente, una punizione esemplare che non fosse troppo pesante. Sapeva bene che, se avesse deciso di difenderlo, gli sarebbe toccata una sorte analoga, se non più grave.
«Fratello... - cominciò, una volta preso coraggio - ...lo sai, ti ammiro e ti rispetto. Ma persone sono morte, e non posso far finta di nulla. Ho deciso.»
-------------------------------------------------------
 
      Domino City , Tempo presente.
22 Febbraio 2056

Jay: 1500LP.                            Eikichi:1700LP


Il giovane Jay vide esplodere il suo Schelesauro, appena attaccato dal Polizia Spazio-Tempo avversario. 
«Ehehhehehehe...e con questo concluso il mio meraviglioso turno! Tocca a te...>»
«Grr...come vorrei togliere quel fastidioso ghigno dalla bocca di quel maledetto...» si disse il ragazzo, messo in difficoltà dall'abile mossa dell'avversario.
Eikichi era un bambino di 12 anni circa, con capelli a scodella bianchi, lentiggini, occhiali spessi e incisivi sporgenti, adornati da una macchinetta. Indossava una camicia bianca, pantaloncini color verde scuro e scarpe nere coi lacci sporgenti. Dal taschino della sua camicia uscivano delle penne e un taccuino. Egli aveva esaurito le carte nella sua mano, e sul terreno aveva attivato la Carta Magia Continua Scheggia dell'Avidità, e c'era già un segnalino. Alla prossima pescata, oltre alla pescata normale, ne avrebbe pescate altre due.
Jay, invece, era un diciannovenne che aveva capelli pettinati verso sinistra e indossava un cappotto di pelle, adornati da due spille verdi e rosse, maglietta nera con il disegno di una mano verde, jeans ardesia e scarpe da ginnastica nere e verdi fluo. Aveva occhi verdi e capelli corti e scalati a sinistra. Aveva tre carte in mano: un mostro di livello 5, un mostro di livello 4 e una Carta Magia Equipaggiamento. Sul suo terreno, il ragazzo aveva un altro Schelesauro, Guardiano Del Trono, la carta magia terreno Muro Magia Della Stregoneria, una carta coperta e una carta magia Maschera del Maledetto scoperta, che aveva equipaggiato al Garlandolf, Re Della Distruzione (2500 ATK 1400 DEF) del suo avversario in modo tale da potergli impedire di attaccare e per toglierli, ad ogni sua Standby Phase, 500LP di danno. 
«Maledizione...e questo annulla le mie possibilità di usare Polimerizzazione per evocare Bestia Di Superlega Raptinus…» parlottò tra se e se il ragazzo in difficoltà.
«Jay, concentrati! Puoi vincere, so che hai le carte giuste!»
«Ha ragione lei, Shay! Fai vedere a quel buffone cosa sai fare!»
Quelle due voci risuonarono nella sua mente come un campanello. Si girò alle sue spalle, per vedere i suoi due migliori amici.
«Keisuke! Akane!» disse salutandoli con la mano. Avevano promesso di esserci per il suo grande duello e di incoraggiarlo. 
«Ok, tocca a me!» disse, annunciando l'inizio della sua Draw Phase.


Sono bloccato. L'attacco di Schelesauro è 1700, se addizioniamo il bonus di Muro Magia Della Stregoneria, la cifre salgono a 1900. Con la Spada Vendicatrice che ho in mano, l'attacco arriverebbe a 2400. L'unico problema sono i 2500 di Garlandolf. Devo uscire da questa situazione in qualche modo. La prossima carta sarà decisiva.


«Pesco!» gridò, tirando fuori la prossima carta del deck. La guardò, e si sentì molto fortunato. 
«Bene, ho radunato tutti i pezzi per la mia vittoria! - disse all'avversario - Uso la carta magia Doppia Evocazione, che mi consente di Evocare Normalmente o Posizionare due mostri invece di uno! Ed evoco Grunika Flamvell in posizione di Attacco!».
Una volta posizionata la carta sul terreno, apparì l'ologramma di un drago viola dalla coda e dalla criniera fiammeggiante, indossava una pettiera nera, degli chaps marroni e neri sulle cosce e dei sandali. 1700 ATK e 200 DEF.
«Ahahahahahaha, e credi davvero che quello basterà a fermarmi? Non hai nessuna possibilità!» disse il bambino dai denti sporgenti e dagli occhiali spessi.
«Questo sarò io a deciderlo. Evoco il mio secondo mostro, sacrificando Schelesauro e mandandolo al mio Cimitero. Ti presento Tenmataitei!»
L'ologramma del dinosauro scheletrico sparì, facendo spazio per l'ingresso di un grande cavaliere bianco a cavallo di un Pegaso nero, entrambi riccamente corazzati. 2400 ATK e 1000 DEF.
«C-cosa?!? 2400?!? N-non può essere...! Quindi...con Muro Magia Della Stregoneria...2600?!?»
«Non ho ancora finito! Dalla mia mano, evoco la carta magia equipaggiamento Spada Vendicatrice, aumentando ATK e DEF di un mostro di 500 punti! Equipaggio la carta a Grunika Flamvell!» proclamò il ragazzo duellante, e Eikichi non potè fare altro che iniziare a spaventarsi. In un attimo, sia Polizia Spazio Tempo che Garlandolf erano nel cimitero del secchione. Grazie all'effetto di Grunika Flamvell, il suo avversario aveva perso 5x200 di danni, ovvero 1000. Grunika Flamvell, attaccando Polizia Spazio Tempo che aveva il suo stesso valore d'attacco, esplose andando nel cimitero.


Jay: 1500LP.                                     Eikichi: 700LP

Non potendo fare altro, Jay passò il turno al suo visibilmente stressato avversario.
«Come osi ribaltare completamente la situazione?!?» chiese Eikichi infuriato.
«Non lo sai? La fortuna conta quanto l'abilità in questo gioco.» rispose l'altro mettendo le mani nelle tasche dei suoi pantaloni.
«Grr...! Pesco! E attivo l'effetto di Scheggia dell'Avidità, pescando altre due carte!» controbattè, concludendo il turno posizionando un mostro in posizione di difesa e un altra carta coperta nella zona magie/trappole. 
«È ora di vincere! Tocca a me! Pesco!» disse, prendendo la prossima carta dal deck. Lancia e Scudo. Non molto utile al momento, quindi la tenne in mano. Attaccò la carta coperta con Grunika Flamvell, era un mostro abbastanza debole.
«Ahahaha! Uso la mia carta coperta! Michizure!»
«M-Michizure?!?» domandò stupito Jay.
«Questa carta trappola può essere attivata quando un mostro va nel cimitero, e mi consente di distruggere un tuo mostro automaticamente! E decido di distruggere Tenmataitei!»
«Non così in fretta! Attivo la mia carta coperta! La contro-trappola Disturba Trappola!»
Eikichi non potè fare altro che vedere la sua ultima risorsa andare in fumo. 
«Finiamola qui! Attacco direttamente i tuoi Life Points con Tenmataitei!»
Con un boom, i Life Points del bambino calarono a zero, decretando la vittoria di Jay. I suoi due amici gli corse incontro, abbracciandolo e facendogli i complimenti una volta sceso dalla pedana. Da quando era stata installata questa postazione per duelli, molti duellanti di tutte le età si erano riuniti per provarlo almeno una volta. Tutto merito della Kaiba Corporation e del suo leggendario presidente Seto Kaiba, che ormai tutti ambivano a sfidare, lui compreso.



-------------------------------------------------------

«Cavolo...non pensavo di riuscirci.»
«Ho avuto il fiato sospeso per tutto il tempo!»
«Non è stato facile, ma come dici sempre tu, anche la fortuna conta.»
I tre amici avevano deciso di andare sulla spiaggia di Domino City per osservare il tramonto. Akane aveva preso dei gelati al cioccolato, e tutti e tre avevano deciso di sedersi sulla sabbia. Akane aveva una felpa rosa a maniche lunghe con il ricamo di un orsacchiotto, dei pantaloncini verdi acqua e degli stivaletti neri. Keisuke indossava ancora l'uniforme scolastica perché era stato impegnato in un progetto con la scuola, ed era riuscito a liberarsi all'ultimo minuto.
«Keisuke, il deck era tuo. Tieni, ti ringrazio per avermi concesso la possibilità di duellare per la prima volta.»
«Nah...tienilo pure. A casa ne ho altri 3 pronti, molto più forti di quello. Consideralo un regalo per aver vinto il tuo primo duello.» rispose il ragazzo dai capelli biondi col fauxhawk.
«Dici? Ma ci sono ancora così tante cose che non conosco...»
«Ah, non dire così. Hai duellato come un Re Dei Giochi!» disse allegramente Akane.
«Non esageriamo. Ho ribaltato le sorti del duello all'ultimo minuto. Credo che se non foste arrivati voi ragazzi...credo che avrei perso alla grande.»
«Ti serve solo un pò di tempo per imparare a camminare con le tue gambe. Non avere fretta. Dopotutto, credo tu sia riuscito a toccare con mano la differenza tra studiare il duello e provare il duello.»
«Si, è così. È mi sono sentito...vivo. Come se tutto quello che era intorno a me avesse perso importanza. Akane, tu sei interessata a provare?»
«Oh, io ho già provato. E non andata male neanche a me. È un peccato che oggi Shin non possa essere con noi, vero?»
«Già... - disse Jay, guardando prima il gelato e poi il sole che giocava a nascondersi sotto il mare - ...che sfortuna. Beccarsi un raffreddore in questo periodo dell'anno è davvero triste.»
«Beh, è fatto così. - commentò Keisuke - Che vuoi farci? Il cambio di stagione ha sempre questo brutti impatti su di lui.»
«Ragazzi, credo sia il momento di separarci. Dobbiamo ancora fare i nostri compiti. Sarà meglio andare a casa.» disse Akane indicando il suo orologio. Le 7:45. Aveva ragione.
«Molto bene, allora. - disse Jay, stiracchiandosi. Ci becchiamo domani a scuola allora. A domani!»
«Ci si becca domani, gente!»
«Notte! A domani!»


«Grr....quel maledetto...come diamine ha fatto? Stavo vincendo io! Non è giusto!>> disse Eikichi, pestando una lattina sotto il suo piede, appiattendola. Era davvero furibondo.
«Ehi, calmati un po'...allora, chi ti ha sconfitto, ragazzino?» disse un'uomo dal volto incappucciato da una tunica nera.
«Eh...? Che vuoi?!? Chi sei?»
«E se ti dicessi...che posso aiutarti? Posso aiutarti a vendicarti di chi ti ha sconfitto?»
«E tu come lo sai?»
«Non cambiare argomento. Io posso darti potere...e ho un deck nuovo di zecca, che puoi aiutarti a vincere...voglio solo qualcosa in cambio però.»
«Che cosa vuoi?»
«Ah, ah, ah! Non mi hai ancora risposto! Allora, accetti o no?»
Il ragazzo esitò, poi rispose.
«Va bene, accetto. Cosa vuoi che faccia?»


-------------------------------------------------------


Jay si svegliò al suono della sveglia. Erano le 6 in punto e doveva prepararsi per andare a scuola. Così fece colazione, indossò l'uniforme scolastica e, salutati o genitori, corse verso la scuola. Come di consuetudine, decise di attraversare il parco per arrivare prima alla sua metà finale. Stava attraversando il ponte di legno quando notò qualcosa galleggiare sull'acqua. Era dorato, con un grande occhio inciso sopra. Corse lungo l'altra parte del fiume e, con un ramo d'albero trovato per terra, lo portò lentamente e cautamente verso di se. Una volta preso, lo analizzò: era un bracciale molto antico, probabilmente di miliardi e miliardi di anni fà. Era creato in oro massiccio, e l'occhio presente su di esso lo inquietava non poco. Ed era proprio della sua misura. Nella mente di Jay si affollarono strani dubbi e paure riguardanti il misterioso oggetto. Nel suo cuore si fece avanti una strana tentazione: quella di indossarlo. 
«No, no...ma perchè dovrei? Mi chiedo da dove venga...» si disse Jay, per cercare di distrarsi da quel misterioso impulso. Si guardò intorno, ma non gli venne nessuna idea. E la tentazione cresceva. Quell'occhio sembrava parlare alla sua coscienza, sembrava avere una coscienza propria. E, senza volerlo, il suo corpo cedette alla tentazione, e lo indossò al braccio destro. Un fascio di luce giallo lo avvolse, e il vento prese a soffiare in torno a lui, come se fosse stato nell'occhio di un ciclone. La sua schiena si inarcò all'indietro, la sua bocca si era aperta e non poteva essere chiusa, i suoi occhi vagavano in ogni direzione per capire cosa stesse succedendo, il suo corpo lottava per contrastare quell'invisibile forza che gli impediva di muoversi. E poi fù avvolto dal nero più buio che avesse mai visto.

Cos'è...questo posto? È strano...è caldo e accogliente. Non sembra male. Mi sento...come se fossi a casa. Ma aspetta...quale casa? Io...chi sono?

«Jay! Jay, se mi senti alzati!» disse una voce femminile. Il ragazzo si alzò, e guardò davanti a sé. C'era una ragazza con un uniforme scolastica rosa con fiocco e calze bianche davanti a sé. 
«Ah...Akane. Perdonami...ma cosa è successo?» chiese Jay rialzandosi, la sua testa non smetteva di girare.
«Potrei farti la stessa domanda. Ti ho trovato lì per terra, e ho temuto il peggio.»
«Uh...non credo di sentirmi bene. Credo di avere le vertigini.» disse il ragazzo, sull'orlo di vomitare.
«Ti prego, non farlo. Dobbiamo andare al pronto soccorso, per vedere se stai bene!»
«No, non preoccuparti, Akane. Sto bene, davvero. Grazie per l'interesse. Coraggio, andiamo a scuola. Faremo tardi altrimenti.»
«Ok...se lo dici tu...Oh, a proposito Jay, cos'hai li sul polso?»
«Questo? L'ho trovato che galleggiava sul fiume. Non so da dove possa provenire.»
«Capisco. Ti dona molto, lo sai?»
«Davvero?»chiese lui sorpreso, non molto convinto.
«È così! Dai, andiamo!»


Questi giovani...non li conosco, quindi perchè percepisco...uno strano calore in me? Come se li conoscessi da anni e anni?

«Fiù, certo che quella lezione era davvero noiosa eh?»
«Non sono d'accordo. Adoro l'antico Egitto e le sue mille sfaccettature!»
«Che noia essere al primo anno delle superiori. Uff...»
La lezione di storia era finita, e i tre ragazzi erano nei loro banchi di scuola a parlare tra loro. Essi erano disposti a L, con Jay che aveva Keisuke avanti a se e Akane alla sua destra.
«La prof. Miura mi è sembrata molto strana, non credete? Quasi come se...non fosse stata la solita lei.»
«Che vuoi dire, Akane? Io non ho notato nulla.»
«Non saprei dirlo Keisuke, ma quando oggi le ho chiesto che animale rappresentasse Seth il fratello di Osiride mi è sembrata... fredda. Come se non volesse parlarne. Di solito è così gentile quando risponde...»
«Nah, forse è stata una tua impressione. Sai che le brutte giornate accadono a tutti, no?»
«Ehi, avete sentito di quel nuovo studente? Duke Devlin? È stato sfidato da Joey Wheeler a un duello!» disse uno studente avvicinandosi a noi.
«Eh, non è mai stato un grande duellante. Punto tutto su Devlin. Ehi, Jay, non hai ancora aperto bocca. Si può sapere che cosa c'è non va?»
Jay non aveva aperto bocca dalla fine dell'ora, era troppo preso dal suo nuovo bracciale. Cercava di capire cosa potesse essere successo poco prima nel parco. Era già stato rimproverato dagli insegnanti circa tre volte, ed era la terza ora della giornata.
«Jay, mi stai preoccupando. È tutto ok?» chiese Akane, mettendogli una mano sulla spalla. E, in quel momento entrò il professore della quarta ora, quello di Scienze. Gli studenti corsero ai proprio posti, mentre il prof camminava verso la cattedra con il registro, il libro e il gesso in mano. Poi, rivolgendo le spalle verso la lavagna, diede inizio alla lezione.

-----------------------------------------------------


Jay era uscito un minuto per andare in bagno. Non distava molto dall'aula. Doveva solo salire le scale accanto all'aula ed entrare nella prima porta alla sua sinistra. Una volta sbrigati i suoi bisogni, procedette a lavarsi le mani. Ma, quando si guardò allo specchio, vide qualcosa di terrificante: alle sue spalle c'era un enorme alligatore i cui piedi nudi non toccavano terra e la cui coda spuntava tra le sue grandi e muscolose gambe. Le sue braccia erano incrociate, i suoi occhi erano gialli come quelli delle lucertole, il destro era decorato con un tatuaggio dell'occhio di Ra e indossava gli stessi abiti di Jay. Egli lanciò un urlo e l'animale gridò a sua volta.
«Tu...tu puoi vedermi?!?» chiese il coccodillo.
«Chi sei tu?!? Che cosa vuoi da me?!?» chiese il ragazzo terrorizzato.
«Aspetta, aspetta! Non fraintendermi, non voglio farti del male! Ecco...io...non lo so.» disse il fantasma, rivolgendo tristemente lo sguardo verso il basso.
«Aspetta...non lo sai?» chiese l'umano, mettendosi un pò più a suo agio, ma senza abbassare la guardia. Percepiva la presenza come un'entità buona, percepiva bontà da tutti i suoi pori. Se ne avesse avuti. Provò anche a toccarlo, ma la sua mano passò attraverso il suo corpo. 
«È corretto. È da quando mi hai risvegliato che provo a ricordare qualcosa su di me.»
«Risvegliato?»
«Esattamente. La mia anima era stata sigillata all'interno del bracciale che ora indossi al tuo polso destro. Ma, ora che hai infranto le catene che mi tenevano prigioniero, posso dirti che sono in debito con te.»
«Beh...uh...nessun problema. Aiuto persone ogni giorno, figurati.»
«Non lo metto in dubbio. Bene, ora cosa facciamo?» chiese lo spirito, emozionato e curioso al tempo stesso.
«Aspetta, "facciamo"? Da quando siamo un "noi"?»
«Da quando mi hai liberato. Ora io abito dentro di te, potrò vedere e sentire quello che proverai e vedrai nei giorni a venire. Anche se dovessi gettare via il bracciale, io sarò con te spiritualmente. Io ti servirò al meglio delle mie capacità.» rispose pazientemente, toccando terra coi suoi piedi verdi dalla pianta color crema e dalle unghie nere.
«Non è uno scherzo vero?» si chiese Jay, dandosi un pizzicotto nella speranza che fosse un sogno. Niente da fare. Si guardò intorno alla ricerca di proiettori. Niente da fare. Allora era proprio vero. Aveva un vero spirito antico davanti a sé.
«Dimmi...ricordi da dove vieni? Davvero non riesci a ricordare nulla?» chiese il giovane.
«Uhm... - iniziò lo spirito, chiudendo gli occhi e cercando di ricordare - ...ricordo delle piramidi...poi delle persone...un uomo incappucciato...e basta. Nient'altro.»
«Piramidi? Vieni dall'antico Egitto?»
«Si...credo. È ciò che riesco a ricordare.»
«Sicuro che il tuo nome non sia Sobek?»
«Sobek? Uhm...il nome è familiare...non so perchè. Comunque sia...no, sono sicuro che non sia il mio nome, padrone.»
<> propose il giovane alla misteriosa entità avanti a sé.
«Ne sei sicuro? Sei sicuro della tua scelta?»
«Certo! Tra l'altro, non sono il tipo che da ordini agli altri. Possiamo anche cercare di recuperare i tuoi ricordi perduti.»
«Lo...faresti davvero? Io...non so cosa dire. Ti ringrazio. Accetto la tua offerta, compagno.»
A quel punto, il ragazzo alzò la mano al cielo, come se aspettasse che qualcuno gli battesse il cinque. Lo spirito guardò la mano, non sapendo cosa dovesse fare. Corrucciò un sopracciglio squamoso, mentre squadrava l'umano.
«Dovresti battere il cinque.» suggerì Jay.
«Il cinque? E dove posso trovarlo?»
«Ah già...giusto. Non lo facevate nell'antico Egitto. Dai, andiamo. Non posso far aspettare troppo la professoressa.»
«Far aspettare troppo chi?»
«Io e te dobbiamo fare una luuunga chiaccherata su come il mondo è passato dall'Antico Egitto a oggi.»


Dopo qualche ora, le lezioni finirono. Jay uscì dalla scuola assieme ai suoi amici dopo essersi cambiati le scarpe, e ora camminavano assieme verso le rispettive case. Da quando avevano scoperto che vivevano tutti e tre a poca distanza l'uno dall'altro, camminavano tutti assieme verso la stessa strada. Decisero tutti insieme di attraversare il parco, essendo questo una scorciatoia verso la loro meta. Keisuke e Akane parlavano senza sosta degli argomenti più disparati, mentre Jay rimaneva indietro assorto nei suoi pensieri. Giunti sul ponticello di legno, Jay non riuscì a fare altro che fermarsi e guardare l'acqua scorrere, mentre nel cielo il sole giocava già a fare capolino dietro nel nuvole.
«È qui che mi hai trovato, vero?» chiese una voce alle sue spalle, che quasi non riconobbe.
«Si. Qui ti ho visto galleggiare, e poi ti ho raccolto.»
«E dimmi...ti stai pentendo di questa scelta?» domandò preoccupato lui, scivolando leggiadro sull'acqua del ruscello, senza far toccare l'acqua ai suoi piedi.
«Non lo so. Ti conosco ancora da poco. Non so nemmeno quanto tu ti fidi di me. E come io non so molto di te, tu non sai molto di me.» rispose Jay, sinceramente.
«Capisco. Credo che impareremo a conoscerci col tempo. Ti prometto che farò del mio meglio per recuperare i miei ricordi perduti.»
«Non sei solo in quest'avventura. Però ti serve un nome, non voglio chiamarti "spirito".»
«Perchè vorresti darmi un nome?»
«Non so. Noi umani diamo sempre un nome a qualcosa. Allora...che ne pensi di Papyrus?»
«Troppo lungo. Non mi piace.» rispose, levitando sulla ringhiera di legno del ponte e sedendosi su di essa.
«Allora...Croc! - propose Jay, ma la bestia scosse il capo - Ciel? - ripropose, ma ebbe un altro rifiuto - Ok, io ho finito le idee. Scegline tu uno allora.»
«Ahahahahahaha, sei simpatico. Mi piaci. Non preoccuparti Jay,  ma preferisco essere chiamato per quello che sono. Uno spirito intrappolato nel braccialetto che porti e che non ha avuto la possibilità di vedere scorrere il tempo davanti a sé per via delle sue catene.»
«Uhm...ok allora. Spirito sia. Ma dovrai pur avere un nome. E lo scopriremo, ne sono certo.»
«E quando lo scopriremo, sono sicuro che riuscirò a ricordare molto altro.»
«Certo. Ora torniamo a casa. Sono esausto.»
«Non vedo l'ora di vedere che aspetto ha la nuova casa dove vivrò. È bella?»
«Si, lo è. È un appartamento molto grande e spazioso. Aspetta e vedrai.» e con questa frase, Jay corse in avanti verso i suoi amici, mentre lo spirito scendeva dal corrimano e guardava il suo nuovo amico correre via.

Amico, eh? Non ricordo di aver mai avuto amici...sembra quasi bello averne uno. Jay...questo è l'inizio di una grande amicizia. Me lo sento.

--------------------------------------------------------------


Guardando fuori la finestra, lo spirito non potè fare altro che ascoltare il rombo delle auto delle persone che si ritiravano per la notte. Per lui era come guardare un mondo completamente nuovo. Guardò il suo amico dormire nel suo letto e, sorridendo, passò la sua mano invisibile nei suoi capelli. Guardò la finestra, lasciata mezza aperta, e decise di andare a fare una passeggiata. Non poteva dormire dopotutto, non poteva provare stanchezza. Salì prima sul tetto della casa del suo amico, guardando il simpatico galletto che indicava la direzione del vento, poi saltò verso un altro paio di tetti, prima che una strana forza gli impedisse di andare oltre.
«Uff...maledetta prigionia. Non posso allontanarmi troppo dal bracciale...» si disse, ricordandosi delle sue catene. All'improvviso, non si sentì più solo. Una presenza apparve dietro lo spirito: una donna dalla toga bianca e con un orecchino a forma di ankh.
«Oh...ciao. Mi avevi spaventato. Chi sei?»
«Ja'rek... - disse la figura misteriosa - ...Itsuki Tower. Ventesimo piano.»
«Cosa? Puoi vedermi? Non capisco...che posto è? Vuoi che vada li?»
«Nonostante la punizione che ti fù assegnata tanto tempo fa...hai un compito alla quale adempiere.»
«Aspetta...non capisco! Punizione? Chi sei?»
«...un amica. Perdonami, ho già detto più di quanto avrei dovuto. Devo andare.»


E con queste parole, la presenza svanì nell'aria, diventando particelle di luce che volarono su nel cielo, prima che lo spirito potesse fare qualcosa.
«Jay, ti prego svegliati! È urgente!» disse l'entità, cercando di svegliare il suo amico. Il ragazzo si svegliò molto lentamente, e si mise a sedere sul letto. Gli chiese cosa ci fosse che non andava, dopo averlo rimproverato per l'ora tarda.
«Poco fa...un'altro spirito ha detto di andare alla Itsuki Tower! Credo ci possa essere un problema!»
«Che tipo di problema? Sicuro di non star sognando?» replicò Jay, sbadigliando a metà frase.
«Jay, io non posso dormire, tantomeno sognare! Ti giuro, è stato tutto vero! Dobbiamo sbrigarci!» chiese, inginocchiandosi di fronte a lui.
«Ok, ok. Dammi un minuto per vestirmi. Dimmi, questa entità ti ha detto qualcosa su di te?»
«Si...mi ha chiamato Ja'rek. E ha detto che "questo era il mio ruolo". Cosa pensi possa significare?»
«Non lo sapremo finché non andremo a vedere. Forza, diamoci una mossa!»


«Allora? Com'è andata?» chiese una voce dietro alla ragazza.
«Ha funzionato. Sta andando alla torre.»
«Eccellente...hai fatto un ottimo lavoro, Kata. Ora dobbiamo solo aspettare il momento giusto.»
«Per cosa? Dirgli la verità?» chiese la donna all'entità con la tunica viola con filamenti dorati.
«...c'è ancora oscurità nel mondo. Sono passati molti anni, eppure non si è ancora dissipata. Abbiamo sbagliato a fare ciò che abbiamo fatto.»
«Non mi avete voluto ascoltare. Nè tu...nè gli altri...nè Ja'rek. È vero che aveva fallito, è vero che molte persone morirono a causa sua, ma non si meritava quella punizione!»
«...hai ragione. Tutti noi...siamo da incolpare per ciò che sta succedendo. Se non fossimo stati così...stolti...forse...non si sarebbero perse altre vite.»
«È così. Lo ricordo bene. Così tanti imperi rovinati, e così tante vite intrappolate nell'oscurità...Ja'rek li avrebbe salvati tutti. Avrebbe perfino salvato il faraone Atem.»
«.....Kata. Lo sai. Siamo qui per sistemare le cose. E lo faremo. In nome della nostra antica amicizia.»


Jay indossò una felpa nera con cappuccio e zip bianca, una maglietta grigia, dei jeans scuri e delle scarpe blu, rosse e argentate. Dopo aver fatto molta attenzione a non fare rumore mentre si vestiva, prese le chiavi di casa e sgattaiolò fuori usando la porta, richiedendola piano piano. Scese i soliti cinque piani e prese la sua Mountain Bike color tramonto dallo sgabuzzino. Pedalò a tutta velocità lungo la strada principale verso il luogo menzionato dal suo nuovo amico. Davanti a sé trovo un incrocio, e svoltò a destra. Un altro ancora, ma stavolta proseguì dritto. Si fermò di colpo al terzo incrocio.
«Cosa succede, Shay? Perchè ci siamo fermati?» chiese agitato il fantasma.
«Non ricordo la strada. Forse ho preso la direzione sbagliata.»
Lo spirito ascoltò le parole del suo amico, e volò il più alto possibile. Quando ebbe raggiunto un'elevazione sufficiente, guardò i suoi dintorni.
«Jay! La vedo! Non preoccuparti, stiamo andando nella giusta direzione! Seguimi, ti ci condurrò io!»
Jay seguì lo spettro come un cane segue il suo frisbee. Stava iniziando a guadagnare fiducia nei confronti del suo nuovo conoscente, che reputava come un compagno. Dopo qualche minuto e qualche incrocio, finalmente arrivarono alla loro destinazione.
«Ok. Eccoci qua. Cos'altro ti è stato detto?» chiese il ragazzo guardando il suo amico.
«Ha detto...ventesimo piano. Dobbiamo arrivare al ventesimo piano.»
«Si, ma...ti ha detto come? Questa torre non è proprio aperta al pubblico, non a quest'ora.»
«Guarda...la porta è aperta. E non c'è nessuno dentro.»
«Già. Di solito ci sono delle guardie o degli impiegati a sorvegliare. La Itsuki Company è un'importante compagnia produttrice di software e hardware per ogni tipo di oggetto elettronico. Se finissero nelle mani sbagliate, sarebbero guai...»
«Questo vuol dire che qualcosa sta succedendo, senza ombra di dubbio. Forza, andiamo al ventesimo piano.»


Rapidi come saette, i due corsero verso l'ascensore e premettero il tasto 20. Era il numero più alto sul pad di vetro, quindi erano diretti verso il tetto. L'ascensore era bianco marmo e sulle loro teste splendeva la luce della corrente elettrica nelle lampadine. L'ascensore sembrava metterci un eternità a salire.
«Allora...questa persona che hai incontrato...chi era?»
«Non lo so. Non la conosco.»
«Lo sai che se mi hai fatto venire qui per senza niente, ti abbandonerò nello stesso fiume nella quale ti ho trovato, vero?» disse lui, ridacchiando.
«No! Ti prego, aspetta! - supplicò lo spirito - Ti assicuro che è vero! Non farlo, ti scongiuro!» disse, giungendo perfino ad aggrapparsi al braccio del suo amico.
«Ahahah, rilassati Ja'rek, stavo scherzando.» disse Jay, ridendo e tentando di prendere la mano squamosa di Ja'rek, ma l'incorporeità di quest'ultimo impedì il gesto
«Non era divertente.» rispose Ja'rek, mettendo il broncio, incrociando le braccia e dando le spalle a Jay.
<<Sei troppo teso.»
«Perchè, tu non lo sei?» chiese lo spirito voltandosi.
«Certo, lo sono, ma cerco di restare calmo. E vorrei tenerti a tuo agio. Riesco a leggerti, sai? Sei teso come la corda di un liuto. Rilassati, ci sono io. Andrà tutto bene.»
«Grazie...mi sento un po' meglio.» disse lui, mettendosi a suo agio e atterrando dolcemente sui suoi piedi.
«Di niente. Allora...cosa credi che troveremo in cima?» dissi, guardando la pulsantiera illuminata. Era acceso il numero 18.
«Stiamo per scoprirlo


Il tetto della Itsuki Building era un tetto dalla forma circolare e chiusa da una grande cupola di acciaio, stesso metallo usato per la realizzazione della torre. La cupola presentava aperture abbastanza simili a quelle delle porte arabe. Sembrava quasi una cattedrale all'aspetto.
Un din don segnalò l'apertura delle porte meccanizzate, e i due trovarono davanti a sé uno spettacolo sconcertante: c'era una pedana quadrata con delle colonne agli angoli. C'erano dei piedistalli alle estremità dei lati. Sembrava una di quelle stazioni per duelli costruite al parco, ma erano più primitive.
«Non mi piace questo posto... percepisco malvagità e oscurità ovunque...»
«Nemmeno a me piace. Ma la donna di cui mi hai parlato ha detto che saresti dovuto venire qui. Mi chiedo perchè...?»
«Guarda! C'è qualcosa su quel piedistallo!» disse Ja'rek puntando il dito verso un misterioso oggetto su un piedistallo. Si avvicinarono per esaminarlo. Era un deck di carte. Jay le fece scorrere tra le dita rapidamente. Escluse le carte magia e trappola, c'erano circa 20 mostri di tipo Incantatore e Bestia.
«E queste che ci fanno qui?» mi chiesi.
«Non sono state lasciate qui per caso... aspetta! Fammi rivedere quella carta, ti prego! Quella che hai appena scartato!» chiese lo spirito, come se avesse visto un fantasma.
«Ok ok, calmati. Eccola.» disse Jay, mostrandogliela. 
«Come immaginavo. Riconosco questo Soldato Luminoso. E poi, quella Grazia Divina - Northwemko! E Leotauro! Queste carte...! Credo di conoscerle! Credo di averle già viste! Ma dove...quando...»
«Davvero? Ma come può essere?» si chiese il ragazzo, mentre l'alligatore era più confuso di lui. 
«Io...io credo...di averle usate. Tanto tempo fa...»
«Come può essere? Duel Monsters non esisteva ancora, ai tuoi tempi!»
«...è strano anche per me... per l'amor di Iside, perchè non riesco a ricordare...?»
«Beh, hai riconosciuto carte che non esistevano ai tuoi tempi. È già qualcosa. Torniamo a casa?»
«Si...si, credo che dovremmo. Te lo meriti, Jay. Grazie per non avermi mancato di fiducia.»
I due stavano per scendere dalla piattaforma quando, di colpo, si attivarono delle barriere lungo i lati del ring.
«Ma che succede?!?» gridò Jay.
«Jay, guarda! C'è qualcuno!»
Era vero. Un uomo dalla tunica scura stava guardando Jay. Battendo le mani, egli aprì bocca.

«Bravo Ja'rek. Bravo. Vedo stai iniziando a ricordare chi davvero sei.»
«Ehm...io non so di cosa lei stia parlando, signore!» gridò Jay terrorizzato.
«Non mentirmi, ragazzino. Lo vedo...porti al polso uno dei leggendari oggetti del Millennio. E non uno qualsiasi. Uno di quelli che fù sperduto dal tempo stesso. Il Bracciale Del Millennio. E so bene che all'interno fù sigillato un antica e potente creatura. Ja'rek il suo nome era, se non sbaglio.»
Ja'rek non credeva a ciò che sentiva e vedeva. Jay era confuso oltre ogni immaginazione. Lo spirito non sapeva il perchè, ma vedere la presunzione dell'interlocutore del suo amico lo riempiva di rabbia.
«Scommetto che hai tantissime domande. Io possiedo le risposte. Ma se davvero le desideri...dovrai prima fare un gioco con me.»
«Di che si tratta?» chiese il ragazzo, cercando di mantenere la calma.
«Oh, felice tu l'abbia chiesto. C'è qui una certa persona...che vorrebbe avere una rivincita ad un duello. Non dovrebbe essere un problema per te, vero?» propose l'uomo, mentre un ragazzino a Jay molto familiare prende posto accanto a lui. Era Eikichi! E i suoi occhi erano...vuoti, vitrei, persi nel vuoto. E sulla fronte c'era un grande occhio dorato luminoso.
«Cosa gli hai fatto?» chiese Jay, visibilmente preoccupato per il ragazzo.
«Chi? Io? Nulla! Ha solo ceduto alle tenebre del suo cuore, e ha accettato di diventare un nostro burattino. Oh, non immagini quanto spesso accade, di questi tempi.»
«Basta con gli enigmi! Cosa vuoi da me?»
«Cosa voglio? - chiese la figura guardando il soffitto - Voglio riempire il mondo di oscurità. Ma prima, devo fare una chiaccherata con colui che alberga dentro di te.»


*Jay...fammi spazio per favore.*
*Ja'rek...! Sei tu? Perchè ti sento nella mia mente? Non mi stai parlando come al solito.*
*Perdonami se la cosa ti ha spiazzato. Ho dovuto fare ricorso alla telepatia, perchè non voglio che quell'uomo ti veda parlare con me. Ad ogni modo, vorrei che tu mi lasciassi il controllo sul tuo corpo. Voglio sapere cosa sa, e liberare quel povero ragazzino. Non ha niente a che fare con tutto questo.*
*Perchè, Ja'rek? Posso farlo anche io, col tuo aiuto.*
*Perdonami, ma sento che è il mio dovere farlo. È una sorta di...impulso. E come se...stesse bruciando un fuoco dentro di me, che mi dice di combattere per te...e per quel ragazzo. Ti supplico... esaudirò qualunque tuo desiderio. Ma ti prego...lasciamelo fare. Non avrai nulla da temere: come io sono rimasto accanto a te, tu resterai accanto a me.*
Jay rimase lì per qualche secondo, indeciso sul da farsi. Poi, prese una decisione.
*Ok. Ma ti conviene trattare bene il mio corpo, mi hai capito?*
*Hai la mia parola.*


Il bracciale si illuminò di una luce dorata, splendente come il sole, e Jay sentì la sua anima venir risucchiata via in un luogo oscuro, buio...dentro di se. Il suo corpò subì una trasformazione incredibile: i suoi occhi verdi ottennero uno sfondo giallo, divenne più alto e più muscoloso, sul suo occhio sinistro si dipinse un occhio di Ra, le sue unghie si allungarono di qualche centimetro, diventando artigli simili a quelli di un lupo e due piccole zanne iniziarono a sporgere dalla sua bocca. Ja'rek si era insediato in lui. 
«Grazie amico mio. Ok allora, dimmi tutto quello che sai!» gridò la nuova entità.
«Uuuh, cattivo eh? Non ricordi cosa ho detto? Devi prima vincere un duello contro questo ragazzino.»
«Molto bene, sono pronto alla sfida! È tempo di sfidarci!»

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Episodio 2: Ricordo ***


I due duellanti mischiarono le carte dei loro deck e lo posero alla loro destra. Eikichi sembrava aver ripreso la propria vitalità, iniziando a sghignazzare malvagiamente. 
«Oh, dimenticavo. Rendiamo questo duello un po'...pericoloso, vi va? Rendiamolo...UN GIOCO DELLE OMBRE!»
E, al finire della frase, tutta l'arena venne immersa da un mare di oscurità dai colori sinistri.
*Gioco delle ombre?!? Che cos'è?!? Non mi piace affatto!*
*Nemmeno a me, Jay...ma è meglio se teniamo gli occhi aperti!*
«Ah, nel caso te ne sia dimenticato, cosa molto probabile...i Giochi delle Ombre sono duelli che venivano svolti tanto tempo fa nell'ormai Antico Egitto...e sai cosa succedeva a chi perdeva?»
«So per certo che la risposta non mi piacerà.» rispose lo spirito nel corpo del suo amico.
«Eheheheh...esattamente. Il perdente riceveva un biglietto di sola andata...per il Regno delle Ombre! Ma sono sicuro che tu, la divinità protettrice della razza umana, vincitore di numerosi giochi di questo genere, non dovresti avere problemi, no?»
«Aspetta...che cos'hai detto?!?»
«Ops, ho appena detto qualcosa di interessante? Se vuoi sapere altro, vinci il duello.»
«Lo farò, puoi contarci
DUELLO!
Ja'rek: 4000 LP.           Eikichi: 4000 LP

Ja'rek e Eikichi pescarono quattro carte. La mano iniziale di Ja'rek consisteva in due carte trappola (Ispirazione e Giara Della Cupidigia), una carta magia (Goblin Furtivo) e una carta mostro (Neo Lo Spadaccino Magico).
*Queste carte...non smettono di essermi familiari. Sento una strana vibrazione provenire da loro.*
*Se nella tua vita eri un duellante...forse questo era il tuo deck.*
*Mi chiedo però come sia possibile. Come può essere tutto ciò?*
*Ora come ora, non abbiamo tempo di pensarci. Coraggio, abbiamo un duello da vincere!*
«Inizio io. Posiziono una carta mostro coperto, e termino il turno.» Ekichi annunciò, sempre con un ghigno malvagio, mentre sul terreno di gioco si materializzò una carta a volto coperto in posizione di difesa.
«Molto bene, tocca a me. Pesco!» disse Ja'rek nel corpo di Jay, prendendo la prima carta dal deck. Una carta magia equipaggiamento, Ascia Gravitazionale - Graarl.
*Cosa pensi di fare ora, Ja'rek?*
*Non lo so...non ho una buona sensazione riguardo a quella carta. È decisamente una trappola. Per ora credo che abboccherò, cercando di lasciare una via di fuga nel caso in cui le cose si facciano difficili.*
*Sono con te, Ja'rek. Non avere timore.*
*Grazie, amico mio.*
«Molto bene. Inizio con posizionare due carte coperte!» disse il dio, posizionando due carte a volto coperto nella zona magie/trappole.
«In più, dalla mia mano...attivo una magia! Goblin Furtivo!»
«Goblin Furtivo?» chiese il suo avversario. 
«Questa carta mi consente di sottrarti 500 LP, da aggiungere ai miei.»
Dalla carta magia, apparve un Goblin verde, che si lanciò rapido su Ekichi. Il ragazzino lanciò un urlo agghiacciante quando fù trapassato dalla mano del Goblin ridente che, dopo aver compiuto il suo compito, tornò da chi lo aveva evocato.
«Argh! Non credere di aver ancora vinto!»
Ja'rek: 4500 LP            Eikichi: 3500LP
«E adesso, evocherò un mostro, Neo Lo Spadaccino Magico!» disse Ja'rek e, dal terreno, ecco apparire un uomo dai capelli biondi con mantello, pantaloni crema e armatura. Nella mano destra reggeva una spada, e nella sinistra una scintilla luminosa. 1700 di ATK e 1000 di DEF.
«Combattiamo! Vai, Neo Lo Spadaccino Magico! Attacca la carta coperta di Ekichi!» disse il nostro eroe, proclamando un attacco. Lo spadaccino si lanciò all'attacco con la sua spada, distruggendo il mostro coperto di Eikichi, ovvero Pesceluna Ago.
«Gnihihihihi! Ci sei cascato! Attivo l'effetto del mio mostro! Quando viene mandato al cimitero, posso ridurre l'attacco di uno dei tuoi mostri di 500 punti! E la mia scelta ricade sul tuo caro spadaccino! Quindi, il suo attacco scende a 1200 punti!»
«Grr...non posso fare altro. Termino il turno!»
*C'è qualcosa che non va...questo non è il suo deck.*
*Che vuoi dire?*
*Questo non è il deck con la quale mi ha sfidato questo pomeriggio.*
*Vorresti dire che voi due vi siete già scontrati? E non me lo hai detto?*
*Come potevo sapere che avremmo dovuto affrontarlo ancora?*
*Hai ragione, non importa. È possibile che avesse altri deck pronti?*
*No, non lo è. Prima del nostro scontro, mi disse che questo era il suo unico deck, messo a punto grazie a molti duelli. Lo definiva "il deck perfetto", ed era costituito da mostri e carte di tipo psichico. Questo non è il suo deck.*
*Allora deve essere stato quel tipo a dargli quel deck. Sembra essere ben organizzato.*
*Ti prego, sta in guardia. Sto iniziando a preoccuparmi.*
*Non avere paura. So quel che faccio.*
«Preparati a tremare di paura! È il mio turno ora! Pesco!» disse il ragazzino pescando la prossima carta dal suo deck e mettendola nella sua mano. 
«Ecco qua! Gioco la carta magia terreno Yami! Tutti i mostri di tipo Demone e Incantatore guadagnano 200 punti di attacco e difesa!»
Il terreno divenne uno strano corridoio rosso, ma l'ambiente rimase invariato. L'attacco di Neo Lo Spadaccino Magico crebbe da 1200 punti a 1400.
«In più, posiziono un mostro in posizione di difesa e una carta coperta. Termino il turno.»
«Ok, tocca a me. Pesco!» Ja'rek annunciò. La carta magia rituale "Rito Di Zera".
*Questa...*
*È la carta che abbiamo visto prima.*
*Si. È la carta più forte del mio deck. Mi ha aiutato a vincere molti duelli.*
*Aspetta. Hai ricordato qualcosa di nuovo?*
*Hai ragione...è così. In verità...ho parlato d'impulso. Potrebbe rivelarsi decisiva per chiudere il duello.*
*Facciamo quel che possiamo per vincere. Qui in ballo ci sono le nostre anime!*
*Hai ragione...ma non posso prendere l'anima di questo piccolo solo per salvare la nostra. Dobbiamo trovare un modo per uscirne tutti indenni!* 
«Non pensare di fare il furbo, Ja'rek! Nei Giochi delle Ombre esistono solo due tipi di persone: quelle che vincono...e quelle che perdono! Non puoi salvare tutti, lo sai? Oh, ma certo che lo sai. È per questo che sei qui ora!»
«Che vuoi dire? Cosa ho fatto?»
«Fossi in te mi concentrerei sul gioco. Da me non avrai nient'altro.»
«Grr! Ok, attivo dalla mia mano una carta magia equipaggiamento, Ascia Gravitazionale - Graarl, che aumenta l'attacco del mostro equipaggiato di 500 punti! Potenziati, Spadaccino Magico!»
La spada di Neo scomparve per fare spazio ad un ascia a  a doppia lama molto affilata. Il suo valore d'attacco crebbe da 1400 a 1900.
«È il momento di attaccare! Vai Spadaccino Magico, attacca la carta coperta!»
La carta di girò, rivelando un uomo dormiente in un letto, mentre sopra di lui troneggiava un fantasma violaceo armato di spada e scudo. 1500 (+200) di ATK e 1800 (+200) di DEF.
«Ahahah! Non sperarci! Il Fantasma Dei Sogni Scomparsi è più forte di te!»
L'attacco di Neo Lo Spadaccino Magico fu bloccato dallo scudo del fantasma che, con un colpo di spada, ferì il mostro di Ja'rek. Quest'ultimo urlava di dolore, come se a subire il colpo fosse stato lui stesso.
Ja'rek: 4400LP             Eikichi: 3500LP
*Ja'rek! Stai bene?*
*Si...grazie. Mi aspettavo che sarebbe successa una cosa del genere.*
*Hai Ispirazione sul terreno! Perché non l'hai usato?*
*Non lo so...l'istinto mi ha detto di non usarlo ancora. Come se… mi avrebbe salvato in un prossimo momento.*
*Ja'rek...mi fido di te. Non essere sventato.*
*Grazie della fiducia, amico mio. Sei in buone mani.*
«Quando capirai che non hai speranze contro le mie tecniche?»
«C'è sempre una speranza. In un duello, può bastare una singola carta giocata al momento giusto per ribaltare ogni cosa.»
«Grrr, non fare il saccente! Diamine, sei più fastidioso di lui!»
«Di chi parli?»
*Sono più che convinto che stia parlando di me...* borbottò un Jay incorporeo al suo amico.
«Quell'antipatico di Jay Fujiwara...ha osato sconfiggermi di fronte a molte persone! Avevo la possibilità di diventare popolare nel mio club, ma quell'idiota me l'ha strappata dalle mie mani! E ora, con questo nuovo deck fornitomi dal mio nuovo mentore, vincerò e spedirò sia Jay che te nel Regno delle Ombre, dov'è giusto che restiate!»
«Il tuo cuore è stato annebbiato dal desiderio di vendetta. L'oscurità nel tuo cuore cresce ogni secondo. Non ti rendi conto che ti stanno manipolando?»
«Mi sta più che bene venir manipolato, se potrò avere la mia vendetta!»
*Ja'rek. Hai ricordato qualcos'altro?*
*Si...quelle tuniche sono familiari. Fin troppo. Ora ricordo. Le ho viste tanto tempo fa.* disse lo spirito guardando verso l'uomo incappucciato.
*Dimmi tutto.*
*Aspetta. Devo prima confermare i miei dubbi.*
«Hey, tu! Sei un membro dei Wdjatt Oscuri, non è vero?»
«Eheheheh! Bingo! Stai davvero iniziando a ricordare!»
*Ja'rek, ti prego di spiegarmi. Cosa sono i Djatt Oscuri?*
*È un'organizzazione senza scrupoli, che è esistita da milioni e milioni di anni. Fù fondata da Maxus Kabott, l'ex consigliere del faraone Atem.*
*Perché fu cacciato? Aveva fatto qualcosa di male?*
*Più di qualcosa di male. All'epoca in cui il faraone Atem regnava sull'antico Egitto, e io ero da poco diventato un dio, il consigliere Kabott era noto per suggerire idee malvage al faraone. Non aveva bisogno dell'approvazione di nessuno per portare a termine i suoi piani malvagi. Giunse addirittura ad eseguire esperimenti di magia sui cadaveri!*
*Vuoi dire...necromanzia?*
*Qualcosa di simile. Ho visto il tuo libro di testo di storia a scuola. Quanto sai della nostra cultura? Cosa succedeva dopo la morte?*
*Beh, abbastanza. So che i morti, dopo il loro passaggio, venivano posti a un particolare tipo di giudizio, in cui il cuore di un defunto veniva posato su un piatto di una bilancia, e sull'altro piatto veniva messa una piuma. Se il cuore è più leggero della piuma, il defunto poteva accedere all'aldilà. Altrimenti, una bestia lo divorava.*
*Ottima memoria, complimenti. Per quanto strano possa sembrare, posso dirti che quello che hai detto è la pura verità. L'ho visto succedere coi miei occhi.*
*Davvero? Sei serio?*
*Mai stato più serio. Quando sono diventato un dio, ho visto molti dannati mancare al loro giudizio, nel senso che non si erano presentati. E non erano reperibilii in nessun luogo dell'oltretomba. Questo voleva dire solo una cosa: qualcuno stava richiamando le anime dall'oltretomba.*
*Incredibile. E questo Kabott c'entrava qualcosa, presumo?*
*Corretto. Assieme al faraone Atem, abbiamo scoperto che richiamava le anime dei defunti, per poi plasmarle per creare nuovi mostri.*
*Orribile! Le usava per trasformarle in carte?!?*
*Beh...non è del tutto corretto. Nella mia epoca, le carte ancora non esistevano. No, utilizzavamo steli di pietra per intrappolarli, e poi rilasciarli in caso di pericolo. Ricordo ancora come il Mago Nero del faraone annientava qualunque nemico gli si parasse dinanzi.*
«Allora? Ti sei addormentato? È ancora il tuo turno.»
Ja'rek interruppe il suo treno di pensieri, e sia lui che il suo amico si girarono verso Eikichi.
*Parleremo dopo. Credo di avere questo duello un pugno. Ho solo bisogno di qualche carta in più.*
*Coraggio. Sono con te!*
«Oh, ti chiedo perdono. No, in verità...credo proprio di poter vincere.» disse Ja'rek sorridendo.
«Grrr! Smettila di essere odioso!»
«Rivelo la mia carta coperta, e attivo l'effetto di Giara della Cupidigia! Pesco una carta! E con questo termino il mio turno.» disse Ja'rek, prendendo un altra carta: Zera La Manta.
«Tocca a me! Pesco!» disse il ragazzino furiosamente, aggiungendo un altra carta dalla sua mano.
«Uso la mia carta Annulla Carta Magia! Mi consente di distruggere una carta magia sul terreno! Scelgo Ascia Gravitazionale - Graarl!» 
La carta esplose, e l'attacco di Neo Lo Spadaccino Magico scese da 1900 punti a 1400.
«Evocherò il mio prossimo mostro: Corvo Coda-di-Frusta!»
Ecco comparire dal terreno un corvo umanoide dalle piume marroni e dalle zampe verdi. 1650 ATK (+200) e 1600 DEF (+200).
«Ora, Corvo! Attacca Neo Lo Spadaccino Magico!»
*Ja'rek, adesso!* disse Jay, materializzandosi accanto all'amico.
*Giusto!* rispose lo spirito con un cenno del capo.
«Non ci provare! Attivo la mia carta trappola Ispirazione! Questa carta mi consente di aumentare l'attacco di un mio mostro di 700 punti! Neo Spadaccino Magico, rafforzati!»
E così, con i suoi nuovi 2100 punti di attacco, Neo respinse l'attacco è perforò l'addome di Corvo Coda-di-Frusta con la sua spada, smaterializzandolo.
Ja'rek: 4400LP.              Ekichi: 3450LP
«Grrr! Sei un osso duro, eh? Perché non vuoi perdere e basta?!?»
«Mi spiace, ma sono sicuro che non perderò. Specialmente ora che ho qualcuno che mi vuole bene...e alla quale io voglio bene a mia volta.» rispose Ja'rek, guardando il suo incorporeo amico.
*Grazie, amico mio.*
*No...sono io che devo ringraziare te. Mi stai aiutando a ricordare il mio passato, mi stai dando la forza per vincere il duello...a ringraziarti dovrei essere io...fratello.*
*Fratello? Davvero?*
*Si. Ci conosciamo da quasi un giorno, eppure condividiamo un legame che va oltre ogni cosa. Sei un come fratello per me.*
Jay rimase a bocca aperta. Nessuno gli aveva mai detto quelle parole così belle. Se fosse stato in possesso del suo corpo in quel momento, forse sarebbe riuscito a versare qualche lacrima.
*Ok, vinciamo questo duello e torniamo a casa...fratello!*
-----------------------------------------------------------
*tap* *tap* *tap*
Akane dormiva tranquilla nella sua stanza. In casa sua regnava la pace. Eccetto quella specie di tocco sulle finestre. Si era dimenticata del climatizzatore acceso a 20°, ma sotto le sue coperte con disegni di cagnolini, Akane era riparata dal fresco della stanza. Alla fine, aprì gli occhi e la prima cosa che vide fù la sua scrivania, adornata da vari libri di autori famosi, e da bambole di un anime molto conosciuto tra i giovani della città, ovvero New World Hero. La ragazza scostò le coperte e si alzò, rabbrividendo a causa del fresco. Prese il telecomando del climatizzatore e premette il pulsante rosso centrale per spegnerlo. Guardò il suo cellulare spento, che era in carica sulla scrivania, che indicava il 90% di carica. Da qualche tempo il suo caricabatterie non funzionava correttamente, caricando più lentamente del normale.
«Mi chiedo quando potrò prenderne uno nuovo.» si disse, aprendo la porta e scendendo giù per le scale della sua casa, dirigendosi in cucina. Aprì il frigo, estrasse la bottiglia di succo di frutta e si versò un bicchiere, che bevette in qualche secondo.
<> si disse allegramente. Quando aprì di nuovo la porta della sua camera, però, vide qualcosa: una donna dall'abito bianco e da uno scialle bianco simile a una kefiah ornata da piccole frange metalliche. All'orecchio portava un orecchino d'oro a forma di Ankh. La presenza si accorse della ragazza e usò i suoi poteri prima che ella potesse urlare.
«Aspetta, ti prego. Non era mia intenzione spaventarti. Ti chiedo scusa. Posso lasciarti andare? Promettimi che non sveglierai tutti.»
Akane scosse il capo per annuire, e si ritrovò capace di parlare ancora. Lei chiuse la porta e aprì la finestra per parlare con la donna davanti a sé.
«Come ti chiami? Chi sei?»
«Ecco...mi chiamo Kata. E tu, giovane ragazza? Come ti chiami?»
«Akane. Akane Takumi.»
«Bel nome davvero. Posso entrare? Mi sento molto sola ultimamente, vorrei scambiare due chiacchiere.»
«Oh, ma certo. Prego, accomodati.» rispose la ragazza, spostandosi. Kata scavalcò usando prima una gamba e poi l'altra, per quanto il suo vestito le consentisse. Ai piedi aveva dei semplici sandali di cuoio, alti fino alle caviglie. Una volta dentro, si guardò attorno, rimanendo quasi affascinata dai poster sull'armadio di Akane della sua rock band preferita, i Love Rocks.
«Ti chiedo perdono se mi vedi in questo stato ma...sai com'è. È un ora tarda.» disse lei, giustificando i suoi capelli scombinati è il suo vestiario. Stava iniziando ad adorare i capelli e gli abiti della straniera di fronte a sé.
«Oh, non preoccuparti. Anzi, dovrei chiederti io scusa per l'imprevisto, o per il mio vestiario poco appropriato. Devi sapere cara, che questo vestito ha più di duemila anni.»
«Cosa? Duemila anni? Sei seria?»
«Certamente. Sai perché sei capace di vedermi? Perché hai dei poteri spirituali molto forti.»
«Non capisco. Che vuoi dire?»
«Cara...io provengo dall'Antico Egitto. Milioni e milioni di anni fa, si verificò un ingiustizia, un errore...e a causa di ciò, un amico alla quale tenevo è diventato come me. Sto lavorando assieme ad un altro amico per sistemare tutto.»
«Ti chiedo scusa ma...non capisco. Come faccio a sapere che dici la verità?»
«Immaginavo, cara. Prendimi la mano. Non avere timore, coraggio.»
Akane provò a prendere la mano di Kata, ma con sua grande sorpresa, le mani non si toccarono affatto. Passarono l'una attraverso l'altra.
«Wow! Incredibile! Hai ragione! Scusa se non ti ho creduto subito.»
«Non avere paura, ti capisco. Sai, sei la terza finestra alla quale busso.»
«Parlami di questi tuoi amici.»
«Beh, potrei iniziare col dirti che sono entrambi divinità.»
«Divinità?!? Davvero?!?»
«Oh sì. Sono sicuro che li adoreresti. Chi sono? Beh, uno credo lo conosci già, si chiama Anubi.»
«Parli di quell'Anubi? Il dio dell'oltretomba?»
«In persona. È un po' scorbutico, sempre sulle sue e alle volte è troppo serio e concentrato su quello che fa, ma sotto sotto è un tenerone.»
«E l'altro chi è? Lo conosco?»
«No...è il dio dimenticato dalla storia. Si chiama...Ja'rek.»
«Mh...mai sentito prima d'ora.»
«Era il dio protettore dell'umanità, prima di venir sigillato. Avessi visto con quanto ardore combatte per difendere ciò in cui crede. Ricordo che una volta rischiò la sua anima per salvarmi la vita...»
«È così entusiasmante! E ora dove si trova?»
«È più vicino di quanto credi. Vicino a un tuo amico. Solo che...ora non ricorda niente del suo passato. Un po' di aiuto gli farebbe comodo però. Pensi di potermi aiutare, piccola Akane?»
«Non so cosa fare però...»
«Devi solo seguire il tuo cuore, piccola. Digli che Kata A'mani lo saluta. Lo conoscerai molto presto. - e prima di andarsene, notò il deck di Akane accanto al computer - Oh, anche tu giochi a quel gioco? Come lo chiamate, Duel Monsters?»
«Si, è così. Ci giochi anche tu, Kata?»
«Gioco solo se necessario. Puoi mostrarmi la tua carta preferita, per favore?»
Akane sfogliò le carte nel deck, per poi trovarla. La sua compagna di mille avventure: Parshath Cavaliere Volante. Kata le chiese di dargliela e lei, senza esitazione, acconsentì. Si fidava di lei. Aveva una personalità così dolce, da poter essere una sorella maggiore per tutti, se non pure una madre.
«Ecco fatto. Ho appena lanciato un incantesimo su questa carta. Finché la terrai accanto, nulla potrà succedere ai tuoi amici. E se vi separerete, questa carta saprà sempre guidarti da loro. Non vagherai nel buio, non farai la nostra fine. Possa Ra illuminare il tuo cammino, giovane Akane. Ci incontreremo ancora!» disse lei, gettandosi dalla finestra, incorporeamente. La finestra rimase aperta, e una piacevole brezza invase la stanza. Akane non sapeva se quello che aveva visto era uno spirito, uno scherzo oppure no, ma una cosa sapeva: sapeva di aver detto a bassa voce, dopo essersi affacciata alla finestra per cercare la sua nuova amica, una semplice frase.
«Arrivederci Kata, e grazie di tutto. Alla prossima.»
-----------------------------------------------------------
SeguiteloSeguitelo! Non deve scappare!
È andato di qua. Forza, forza!
«Grr, questi tipi non mollano, eh!» si disse la figura indossante un mantello nero con cappuccio. Svoltò varie volte in città, attraversando pure diversi vicoli e lasciando cadere tubi o bidoni dell'immondizia per rallentare gli inseguitori.
«Maledizione Kata, dove sei quando ho bisogno di te?» si chiese, mentre tornava sulla strada principale. Strano come, a quell'ora della notte, ci fossero pochi passanti che camminavano per tornare a casa, troppo immersi nel loro pensieri per accorgersi del fuggitivo. Alla fine, entrando in un vicolo, la sua corsa terminò quando urtò un giovane ragazzo dai capelli biondi a fauxhawk. Entrambi caddero al suolo, sbattendo il sedere al suolo.
«Ahi! Diamine, perché non guardi dove vai, bello?» chiese il ragazzo, massaggiandosi il sedere.
«Chiedo scusa. Stai bene?» si scusò l'incappucciato guardando il ragazzo. Aveva una giacca di pelle, una maglietta rossa e jeans strappati alle ginocchia, con dei stivali Lumberjack marroni.
«Si, si, grazie. Lei chi sarebbe, ad ogni modo?» chiese il ragazzo, vedendo il muso di un cane sporgere dal cappuccio della tunica.
«Io...non posso dirlo. Mi spiace.« rispose, ricalcandosi meglio il cappuccio sul capo. Provò a rialzarsi, ma un dolore acuto glielo impedì. I due scoprirono, con orrore, che delle scheggie di vetro, provenienti da una bottiglia di birra rotta lì vicino, e un chiodo di ferro erano entrati nella gamba del misterioso fuggitivo.
«Oh, no! No, no, non adesso!»
«Che vuoi dire?» chiese il ragazzo inginocchiandosi di fronte a lui.
«...tsk. Sembra che alla fine io ti abbia deluso, Ja'rek.» disse lui, rassegnadosi.
È andato di lì! È andato di lì!
Svelti, non deve sfuggirci!
«Ragazzo, dimmi. Come ti chiami?»
«Keisuke Mitarashi.»
«Keisuke, ti prego, lasciami qui. Sono inseguito da persone molto pericolose. Se ci vedono assieme, non finirà bene per nessuno di noi due. Devi andare!»
«Ma tu...la tua gamba...»
«Tsk. Non preoccuparti ti ho detto! Vai!»
Keisuke rimase lì a pensare sul da farsi. I passi e le voci degli inseguitori divenivano sempre più frequenti. In colui che si trovava dinanzi, vedeva una persona buona è disposta a sacrificarsi per gli altri e per ciò in cui credeva. Proprio come lui. 
«Nemmeno per sogno. Ho un idea, stammi a sentire.»
Keisuke estrasse il suo cellulare, e guardò i suoi messaggi. Ne aveva uno non letto, da parte di Akane. L'oggetto recitava "Non ci crederai mai!". 
*Perdonami Akane, ora sono impegnato.* pensò tra se e se, guardando il grande armadio sgangherato che era appoggiato al muro. Finalmente, gli inseguitori giunsero, e Keisuke vide che erano un gruppo di quasi dieci persone, armate di fruste, coltelli e armi simili. Uno di loro, vide con la coda dell'occhio, riponeva nel suo borsello una siringa contenente un liquido verde. Il ragazzo biondo non voleva sapere cosa fosse.
«Ehi, tu! Hai visto per caso una persona con una tunica nera? Incappucciato? Alto circa due metri?
Per Keisuke non era la prima volta che si ritrovava in situazioni del genere. Fin da quando la sua vita aveva preso una brutta piega, non aveva fatto altro che prendersela con i più deboli. Una parte della sua mente gli diceva che ciò che faceva era sbagliato, ma per il suo corpo essere cattivo era come fumare una sigaretta. Se non fosse entrato lui nella sua vita...
«Non so di cosa stiate parlando. Non ho visto nessuno da quando ho smontato dal lavoro.» rispose lui, facendo spallucce. Il capo del branco perse visibilmente le staffe.
«Ascoltami, bricconcello! Non siamo in vena di scherzare! Dicci quello.che vogliamo sapere, e noi non ti faremo male!» disse, minacciando Keisuke con il coltello. Una parte del cuore di Keisuke voleva scappare a gambe levate, ma l'altra voleva vedere quanto poteva provocarlo prima di poter finalmente combattere con lui. Una cosa sapeva: non poteva assolutamente consegnargli la persona di cui parlavano.
«E cosa potreste guadagnarci dal farmi male? Ok, ok, calmatevi, ve lo dirò. L'ho visto uscire dal vicolo, per poi correre verso destra.»
«Non ci stai mentendo, vero?» chiese uno degli sgherri, estraendo il suo coltello dal fodero.
«Perché dovrei? Ho capito che non scherzate. Siete armati e pericolosi. Ho cooperato, no?»
«Ha ragione Steve, ora metti giù l'arma. Ragazzino, sarà meglio per te che tu non ci abbia detto una bugia. Coraggio, andiamo! In marcia!» ordinò l'alfa al suo branco, e tornarono a correre per le strade. Keisuke guardò l'orologio Casiko: le 23:26.
Le 23:30. Nessuno in vista.
«Puoi uscire, è libero.» proclamò il ragazzo, dopo essersi assicurato che i tipi con le tuniche viola fossero spariti. L'essere uscì dall'armadio, zoppicando e tenendosi la gamba.
«Ti ringrazio. Ti devo un favore. Perché mi hai salvato?»
«Perché credo che siamo molto simili. In più, di recente sono finito a corto di amici.» rispose Keisuke facendo un occhiolino.
«Eheheheh...sei simpatico. Ad ogni modo...ah...credo che ora dovrei andare.»
«Aspetta. Hai detto che mi dovevi un favore.»
«Hai visto anche tu in che condizioni è la mia gamba.»
«Voglio solo sapere...chi sei. Togliti il cappuccio, per favore.» chiese il ragazzo. La domanda colse di sorpresa il gigante.
«Sei sicuro? Potrebbe non piacerti quello che vedrai.»
«Vedo cose brutte ogni giorno...per me non è un problema.»
«Tsk...ok. Ma non dire poi che non ti avevo avvertito.»
Il gigante avvicinò le mani al cappuccio...e Keisuke noto che queste erano marroni e pelose, con dei polpastrelli neri all'apparenza ruvidi e consumati. Il cappuccio scese dalla sua testa, e Keisuke rimase a bocca aperta: davanti a sé aveva uno sciacallo dal pelo marrone, indossava dei sandali marroni consumati e i suoi occhi erano gialli e luminosi nella notte. Al suo occhio destro aveva un tatuaggio di ankh. La cosa strana era che l'enorme canide si stava quasi accasciando al muro, come se non sentisse più la gamba. Ma, di quello, nessuno dei due se ne erano ancora accorti.
«Tu...cosa sei?» chiese Keisuke spaventato.
«Strano tu non abbia mai sentito parlare di me. Io...ah...sono Anubi. Il dio dell'oltretomba. Si, hai salvato un dio. Non sto scherzando. Puoi tirarmi la testa se ti va. O la coda, se lo preferisci. Vedrai che è tutto...ah...vero.» disse, iniziando a perdere stabilità sulla gamba man mano che proseguiva con la spiegazione. Keisuke se ne accorse per primo e, rapido come un fulmine, lo prese prima che cadesse per terra, dove c'era un'altra scheggia. Si sarebbe perforato la mano.
«Uh...ah...grazie.» disse.
«È strano. Quei tipi...ti avevano fatto qualcosa?»
«No...sono solo stanco per la corsa, tutto qui.»
«Se lo dici tu. Allora... che pensi di fare ora?»
«Credo che tornerò...dalla mia amica. Sarà in pensiero per me ormai.>> rispose lo sciacallo, zoppicando mentre si teneva al muro.
«Non se ne parla. La.tua gamba non sta bene, e sei troppo stanco per correre. Se vuoi, posso ospitarti, almeno per stanotte.»
«Ah...eh...vuoi solo avere l'onore di avere un dio come ospite nella tua casa, eh?»
«Più o meno si, non lo nego. Io lo dico per te. Sei libero di rifiutare, naturalmente.»
«Eheheheh, sei un ragazzo molto simpatico. Accetto la tua proposta...solo, mi dovresti dare una mano.»
«Nessun problema. Ecco, appoggiati a me.» disse Keisuke, prendendo il braccio di Anubi e facendolo passare per la sua spalla.
«Quanto è lontana la tua dimora?» chiese Anubi, iniziando a preoccuparsi di venir scoperto
«Pochi passi. Tranquillo, lascia fare a me.»
Una volta girate le chiavi, la porta scricchiolò mentre si apriva, facendo entrare un po' di luce nella casa buia. Keisuke viveva al quarto piano, in un appartamemto abbastanza sgangherato, con qualche finestra sporca e qualche rifiuto gettato quà e là. C'era anche una cucina, con piano cottura e tavolo, è un bagno. La camera da letto era situata in fondo al corridoio opposto alla porta d'ingresso, ma non era niente di eccezionale.
«Forza, entriamo. Vieni, ti faccio sedere.» disse il ragazzo, portando lo sciacallo dentro. Arrivarono a un gradino fatto di legno, come tutto il pavimento della casa.
«Togliti i sandali.» aggiunse Keisuke, mentre si toglieva le scarpe.
«Cosa? Perché?»
«È una casa in stile giapponese. È così che si fa. In più, faccio già una fatica bestiale a pulire il tek normalmente, figurati se con delle impronte di scarpe sopra.»
«Grrr...» brontolò l'animale, esaurendo la richiesta di colui che lo ospitava. Una volta fatto, venne fatto sdraiare prono sul divano davanti al televisore. Poi, il ragazzo richiuse la porta e aprì l'anta del mobile sopra la cucina, sperando di trovare qualcosa di utile. Nel frattempo, Anubi si era messo comodo, o perlomeno ci provava. Il divano era piuttosto duro.
«Vivi da solo qui? Non c'è nessun altro?» chiese per rompere il silenzio, mentre si abituava alla sensazione di essere scalzo. Gli sembrava una cosa troppo strana.
«Nessun altro. Solo io.» rispose Keisuke da lontano.
«E perché? Non hai famiglia?»
Le mani di Keisuke si fermarono a quella domanda. Il silenzio piombò ancora nella stanza, più opprimente di prima, e Anubi capì di aver detto qualcosa di sbagliato.
«Ti prego di perdonarmi. Non volevo portarti alla mente brutti ricordi.»
«È tutto ok, non preoccuparti. Dimmi, ti fa ancora male?»
«Eh, sai com'è...sono ancora conficcati dentro. E anche molto in profondità.»
«Ok...capito. Aspetta, credo di avere quello che mi serve.» disse, trafugando nei cassetti accanto al forno. Dopo un po', il ragazzo tornò da Anubi con delle bende, delle pinzette, del disinfettante e dei cerotti emostatici. Egli posò il tutto su uno sgabello accanto alla TV e si inginocchiò davanti alla gamba.
«Puoi strapparla quanto vuoi.» giunse una voce dalla sua sinistra. 
«Che vuoi dire?»
«Non serve più. Se devi strapparla, o tagliarla, sei libero di farlo.»
«Capito.» e, dicendo ciò, prese a liberare la gamba dello sciacallo dall'ingombrante e pesante veste. Era molto muscoloso, e ogni sua parte sembrava sprigionare potere e autorità. Finalmente, Keisuke arrivò a vedere le ferite. Niente che lui non sapesse come trattare. Iniziò a versare un po' di disinfettante sui cerotti emostatici. Poi prese le pinzette.
«Ok...uhm...posso chiamarti per nome, se non è un problema?» chiese, guardandolo negli occhi, e Anubi rispose annuendo.
«Va bene. Allora Anubi...devo avvertirti che sono conficcati molto in profondità. Farà male, non lo nego. Quindi... uhm...se vuoi aggrapparti a qualcosa o...che ne so...fare qualsiasi cosa tu voglia, fai pure. Ma ho bisogno che tu stia fermo. Ok?»
«Va bene, proverò a non muovermi…»
«Ok allora...dimmi, perché sei qui? Mi aspettavo che fossi in cielo...o sottoterra, o cose così...>> iniziò iniziando a parlare per aiutare Anubi a non pensare al dolore.
«Beh...in verità esistiamo da milioni di anni, e viviamo in un luogo chiamat-AAAAUUUUUU!>> Anubi ululò in preda al dolore.
«Ti avevo detto che avrebbe fatto male. Tutto bene?>> chiese, agitando la scheggia sotto il naso dello sciacallo.
«Grr...rimuovi quel deplorevole oggetto dalla mia vista.» rispose lui, distogliendo lo sguardo. 
«Come vuoi. - rispose Keisuke, buttandolo dentro il cestino della spazzatura - Allora...stavi dicendo?»
«Dicevo...in un luogo chiamato Sa'nuk ni Tamakah, ovvero la Villa Divina. Ogni dio vive lì, e conduce la propria vita immortale, parlando con gli altri d-EEEIIII!»
«Parla oltre il dolore. Vai avanti.»
«La fai facile tu! Uff...uff... comunque, è lì che conobbi Ja'rek.» continuò lui.
«Se posso chiedere...chi è? Un'altra divinità? Non ne ho mai sentito parlare.»
«È...anzi, era...il dio protettore dell'umanità, e colui che salvaguardava il loro futuro. Era anche il mio migliore amico.» rispose Anubi, non accorgendosi dell'estrazione del chiodo arrugginito. La tattica di Keisuke stava funzionando. Ogni volta che rimuoveva una scheggia, copriva la ferita con un cerotto.
«Perché nessuno ne ha mai sentito parlare? Non è scritto da nessuna parte di lui.»
«È... complicato da spiegare. Per farla breve, fece uno sb-AAAAHH-sbaglio. Come suo fratello, era una persona amichevole, simpatica, una persona che, nonostante il suo aspetto timoroso, nascondeva un cuore d-OOOOH!- d'oro! Maledizione, ma a che punto sei?»
«Ho quasi finito, pazienta ancora un po'.»
«Sbrigati, fa male!» gridò rabbioso lo sciacallo.
«Non lo metto in dubbio, ma per favore-»
«IO NON HO PAZIENZA! ORA SBRIGATI, PRIMA CHE PRENDA LA TUA ANIMA E LA PORTI NELL'OLTRETOMBA PER SEMPRE!» gridò Anubi, mettendosi in piedi e prendendo Keisuke per la gola e sollevandolo da terra. Keisuke guardò i suoi occhi: erano diventati rossi come il sangue, e il suo respiro diventava sempre più veloce. Poi, all'improvviso, si accorse di quel che stava facendo e, spaventato, lo pose per terra, consentendogli di respirare. Il ragazzo lo guardò, ed era tremendamente dispiaciuto, nonchè spaventato.
«Mi spiace...mi...mi spiace, io non...» balbettò, guardandosi le mani.
«Non preoccuparti...è tutto ok. Sfogato?» disse, ansimando.
«...non dovevo accettare. Perdonami, devo andare.» disse, affrettandosi come poteva per il braccio. Keisuke lo fermò appena in tempo, prendendolo per il braccio. 
«Non ho ancora finito. Ho rimosso il peggio, quindi ci vorrà poco. Non dovresti sentire niente.»
«Davvero...? Ti ho quasi ucciso...»
«Eri in preda al dolore. Non mi stupisco. Ero conscio di questa eventualità, quando ti ho portato qui.>> spiegò lui, non smettendo di guardarlo negli occhi. Anubi lo guardò per una manciata di secondi, prima di tornare di sua volontà sul divano, chiedendogli di andare avanti. Keisuke non poteva essere più felice.
«Facciamo così. Stavolta parlerò io, ok? Chiedimi quello che vuoi.» disse il ragazzo, preparandosi a estrarre i corpi estranei più piccoli.
«Molto bene...allora... perché vivi da solo? Credevo che, alla tua età, avessi dei genitori, o come minimo qualcuno che si occupasse di te. Ti chiedo perdono se te lo chiedo ancora una volta, ma è una cosa che non riesco a capire.»
Keisuke si prese un momento per pensare come rispondere al leggendario dio della morte egizio. Espirò, chiudendo gli occhi, e poi parlò.
«Tanto per cominciare, si, ho dei genitori. Ma mi hanno abbandonato molto tempo fa.»
«Aspetta, che vuoi dire?» chiese Anubi sorpreso, mentre si sollevava di scatto sugli avambracci.
«Beh...per loro non sono altro che uno sbaglio. Un errore. Non ero previsto, per farla breve.»
«Perchè? Un figlio dovrebbe essere una gioia per ogni coppia, a prescindere da qualunque cosa.»
«Beh...vedi, i miei genitori sono persone molto ricche. Mio padre è un direttore di banca, e mia madre un avvocatessa. Si conobbero in un ristorante, e da allora capirono di essere fatti l'uno per l'altra. Ma non era l'amore ciò che li univa: erano i soldi. E, una cosa tirò l'altra, ed eccomi qua. Ma non mi vollero. Mi vedevano solo come un impiccio, qualcosa che avrebbe potuto nuocere alla loro felicità. Certo, crebbi felice, ma più tempo passava e più mi accorgevo quanto fossero presi a pensare a se stessi e ai loro interessi, piuttosto che alla famiglia. E alla fine, per farla breve, crescendo, trovai un lavoro per me, e lo alternai allo studio. Raccolti abbastanza soldi, scappai di casa e mi trasferii qui. Non è stato facile portare di nascosto tutte le mie cose qui, e soprattutto crescere in fretta, ma...è stata una bella sfida. E ora eccomi qua. Ecco, ho finito. L'ho anche bendata.»
Anubi guardò la sua gamba e si alzò, provando a camminare. Non gli faceva più male. Era davvero sorpreso.
«Non so come ringraziarti. Ti devo un favore.» disse, unendo le mani al petto e facendo un inchino.
«Non c'è di che. Per stanotte puoi dormire sul mio letto, se vuoi. Starò io sul divano.»
«Non c'è n'è bisogno. Hai già fatto abbastanza per me...esponendoti per salvarmi, e ora aiutandomi con la gamba.»
«Insisto. Non aver paura, se hai freddo, puoi metterti sotto le coperte. E, se hai fame o sete, puoi chiedere a me.»
«...sei un dono di Ra, Keisuke. Hai tutto il mio rispetto. In effetti ho un po' sete. Posso avere un bicchiere d'acqua, se non è un disturbo?»
«Certamente, aspetta.» rispose lui, dopo aver risposto gli oggetti precedente usati. Aprii il frigorifero e gli mise davanti una bottiglia d'acqua e un bicchiere pieno. Anubi prima leccò il contenuto del bicchiere, bevendo a mo di cane, e poi mandò giù tutto in un attimo. A Keisuke scappò una risata, e Anubi lo guardò incuriosito. Dopo aver realizzato quello che aveva appena fatto, anche lui rise.
«Keisuke, perdonami, ma ho solo un ultima domanda.»
«Sono tutt'orecchie.»
«Hai qualche amico? Qualcuno con la quale parlare dei tuoi problemi?» chiese, guardandolo con i suoi brillanti occhi gialli.
«Naturalmente. Ne ho tre. E tu sei il quarto. Chissà, magari potrei farteli conoscere.»
«Ne sarei onorato.»
«Volevo chiederti anche io una cosa. Da quanto vivi in mezzo a noi uomini? Da quanto stai cercando questo Ja'rek?»
«Da tanto, tanto tempo. Ho analizzato ogni vostro modo di vivere, di fare e di dire. Posso dire di conoscervi molto bene.»
«Come hai fatto a muoverti? Col tuo aspetto, non deve essere stato facile. Senza offesa.»
«Nessuna offesa. Un cappuccio alle volte è ciò che ti serve. In effetti, avrei bisogno di abiti nuovi ora che ci penso.»
«Ho alcuni vecchi vestiti che non mi vanno più. Puoi provarli, se vuoi.»
«Ti ringrazio, ma hai già fatto fin troppo per me. Me la caverò, ti ringrazio.»
Anubi prese un altro bicchiere d'acqua, e la scena precedente si ripetette ancora.
«Ok, ho disturbato fin troppo. Ora andrò a riposare. Buonanotte ragazzo. E grazie.»
«Buonanotte, sua maestà.» disse Keisuke alzandosi e facendo un inchino, indicando al dio la strada per la sua cameretta. Anubi entrò e poi chiuse la porta.
«Uff...chi se lo sarebbe mai aspettato.»
-----------------------------------------------------------
«Se permetti, vorrei iniziare il mio turno. Pesco!» Ja'rek annuncio, afferrando la prossima carta da pescare, Anfora dell'Avidità. Poi guardò il terreno di gioco, con Neo Lo Spadaccino Magico indebolito e la sua carta trappola ancora nascosta sul terreno. Non aveva altra scelta.
«Gioco la carta magia Anfora Dell'Avarizia! Pesco due carte!» disse, mentre le analizzava. Una seconda Anfora dell'Avidità e una carta mostro, Leotauro. Ja'rek giocò anche quella, pescando Mephist Generale Infernale e la terza e ultima Anfora. Giocata anche quella, fu il turno di Anima Del Berseker e Unità D'Azione Autonoma.
«Molto bene, attivo la carta magia rituale di Zera! Essendo un mostro di livello 8, devo sacrificare mostri il cui livello in totale sia 8 o superiore. Quindi, sacrifico Neo Lo Spadaccino Magico e Mephist Generale Infernale dalla mia mano, per evocarlo!»
Dalla carta rituale sul terreno uscì un uomo dalla strana armatura verde. Quando i mostri selezionati divennero un flusso di energia viola, iniziarono a fluire verso quello che si poteva definire come Zera. Una luce accecante si sprigionò sul campo, e poi si potè una dire una voce.
«Non hai speranze contro di lui! È troppo tardi per tornare indietro! Invoco il tuo potere, richiedo il tuo aiuto! Zera la Manta, vieni fuori!»
Quando la luce si dissolse, Eikichi ebbe davanti a se lo spettacolo più brutto che avessero mai visto: una bestia blu e nera, con tre dita su mani e piedi con lunghi artigli, una bocca lunga come un becco, un mantello viola e occhi gialli demoniaci. 2800 (+200) di ATK e 2300 (+200) di DEF.
«No...è un incubo! Non può essere!»
«Credici ragazzino, è tutto vero. Adesso, chiuderemo questa partita! Gioco la carta magia Unità D'Azione Autonoma!»
«Che razza di carta è?!?» chiese visibilmente spaventato il ragazzino.
«Per farla breve, è una carta magia equipaggiamento, con essa potrò prendere il controllo di uno dei mostri situati nel tuo cimitero, pagando 1500LP, sempre finché questa carta resta sul terreno. Pesceluna Ago, io ti invoco!»
E subito l'ologramma dello stesso pesce controllato prima da Eikichi tornò sul terreno, sul lato dell’eroe. 1500 di ATK e 1200 di DEF.
«Ora, evocherò normalmente un mostro dalla mano. Vieni fuori, Leotauro, ho bisogno di te!» dichiarò la divinità, invocando un'incrocio tra un leone e un centauro, armato di spada e indossante una corazza argentea. 1500 di ATK e 1600 di DEF.
«Infine, posizionerò una carta per terra. Termino il mio turno.»
*Ja'rek, che fai? Potevi attaccarlo e togliergli parecchi Life Points!*
*Hai ragione, avrei potuto. Ma se lo avessi fatto, chissà cosa avrebbe potuto succedere. Forse anche questa è una trappola. E io non voglio abboccare.*
«Grr...che brutta situazione. È il mio turno! Pesco!» dichiarò il ragazzino visibilmente impaurito dalla sguardo di Zera La Manta. 
«Sembri avere paura. Fossi in te, mi arrenderei alla svelta.»
«Taci!» gridò, quando si accorse con orrore di aver pescato una carta completamente inutile in quel momento. Non voleva dire quelle quattro parole, ma sapeva di doverle pronunciare.
*Vuoi che le dica io per te, Eikichi?*
«Stai zitto, Jay! Come osi umiliarmi ancora una volta!»
«Guarda che è con me che stai duellando, non con lui. Se cerchi un capro espiatorio, incolpa te stesso per aver ceduto alle tue tenebre! Tocca a me, pesco!» disse lo spirito, pescando una carta non utile al momento, Ala Tiranna.
«Molto bene...allora. Quale dei miei mostri vuoi che ti attacchi per prima? Oh, lo so già! Zera La Manta! Attacca il suo mostro!»
Zera si lanciò all'attacco, colpendo il fantasma a bruciapelo con un raggio laser sparato dalla sua bocca, che lo fece esplodere. Eikichi ora era terrorizzato. Si pentiva di quello che aveva fatto, e voleva tornare indietro per dire no a colui che credeva potesse aiutarlo. 
«Adesso, Pesceluna Ago! Attacca direttamente i suoi Life Points!»
Il mostro attacco il ragazzino con le due forti e potenti fauci, colpendolo virtualmente allo stomaco.
Ja'rek: 2900LP             Eikichi: 1950 LP
«Leotauro, è il tuo turno! Vai!»
Leotauro infilzò Eikichi con la sua spada affilata. Non mancava molto alla fine.
Ja'rek: 4400LP.              Eikichi: 450 LP
«Infine, gioco una carta magia rapida, Anima Del Berseker!»
«No, aspetta! No, ti prego!»
«Posso usarla solo su un mostro con 1500 o meno di attacco. Adesso la equipaggerò a Leotauro, e scarterò tutte le carte che ho nel mio cimitero. Poi, se la prossima carta che pescherò sarà una carta mostro, per te non ci sarà più nulla da fare! Sei pronto?»
«Aspetta! Ti prego, parliamone!»
«Troppo tardi! Avresti dovuto farlo quando ancora avevo una possibilità! Pesco!»
La tensione si accumulò nell'aria.
Jay non credeva ai suoi occhi.
Eikichi pregava in un miracolo.
Il tipo incappucciato osservava curioso.
Poi, la voce grossa di Ja'rek riempì la zona.
«Grande Scudo Custode. Carta mostro. Fine dei giochi.»
Eikichi fù attaccato dal Leotauro, e i suoi Life Points arrivarono a zero. Ja'rek aveva vinto.
*Ja'rek! Sei stato bravissimo! Complimenti!*
*Oh...io...non ci credo...ahahahah! Si! Abbiamo vinto Jay! Siamo vivi!*
*Vuoi darmi il cambio? Ti vedo stanco. Ti meriti un po' di riposo.*
*Si...in effetti mi sento un po' sfinito. Grazie.*
Il corpo di Jay fù avvolto di nuovo in una luce gialla, per tornare il solito Jay di sempre.
«Non avevo dubbi sul fatto che avresti vinto, Ja'rek. Bravo. Ora, se permetti, le ombre prenderanno l'anima del ragazzo.»
I muri del ring svanirono, mentre un' urlante Eikichi ectoplasmatico lasciava il corpo di quello vero. Jay e Ja'rek tentavano di muoversi per salvarlo, ma c'era una strana energia che li costringeva a restare fermi sul posto. Erano come bloccati. Quando tutto finì, di lui non rimase altro che il corpo, quasi esanime. Jay corse da lui, ma ormai era già andato, i suoi occhi vitrei esattamente come prima. Aveva così tanta voglia di picchiarlo, ma ormai se ne era già andato. La sua voce rimbombò nella cupola.
«Resterei volentieri, ma ho altre cose da fare. Divertitevi!»
*Aspetta, la tua collana! Mantieni il tuo patto!* 
«Lo farei, se davvero avessi una collana. Mi spiace, ma ti ho mentito. Guarda il lato positivo: il tuo amico ti ha aiutato a ricordare qualcosa, anche se poco. Arrivederci!»
«Bastardo!» gridò Jay, ma il tipo era già andato via.
*Jay, calmati. Non ha senso provocarlo. Non corriamo pericoli inutili.*
*Già. Hai ragione. Dunque, adesso che facciamo?*
*Ci occupiamo del ragazzo, naturalmente.*
*Come? Di certo non possiamo lasciarlo così a casa mia, nemmeno a casa dei suoi genitori.*
*Non lo so, va bene? Iniziamo a scendere, qualcosa ci in mente.*
*Va bene...ok.* rispose Jay, caricandosi il ragazzino in spalla.
*Ja'rek.*
*Si, Jay?*
*Ricordi quando mi hai chiesto se ero felice di averti conosciuto?*
*Si, certo. Perché? Hai trovato la tua risposta?*
*Si. Sono contentissimo di aver avuto la possibilità di conoscerti di persona. Ti voglio bene.*
*Ti voglio bene anche io Jay. Te l'ho detto. Sei come un fratello per me.*

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Episodio 3: Sfida Di Prova ***


Jay! Alzati! È tardi!

La voce della madre di Shay potè essere udita fin dalle scale della casa. Jay era sotto le coperte, cercando di ignorare la madre e di dormire altri cinque minuti. Comprensibile, visto che era tornato a casa a mezzanotte precisa. In quella stessa sera, Jay si era sentito una Cenerentola moderna, tornata a casa dopo essere fuggita dal ballo. 
«Jay, coraggio alzati! Sono le 9! Non dovevi vederti coi tuoi amici oggi?» chiese la madre, entrando nella stanza. Erika Fujiwara era una donna abbastanza giovane, coi capelli a caschetto e una magliettina rosa con un fiocco sul petto. Jay si mise a sedere, stropicciandosi gli occhi.
«Ma guardati...sembri uno zombie. Si può sapere perché continui a fare tardi la notte?»
Jay si alzò, mettendosi a sedere nel letto, e guardò la madre mentre si stropicciava gli occhi.
«In verità io... - balbettò, cercando una scusa. Poi vide il deck del suo amico egizio sulla scrivania accanto al suo, e disse - ...ieri un amico mi ha dato delle carte nuove e ho voluto studiarle per bene.»
«Carte nuove? Chi te le ha date?»
«Non lo conosci mamma, se è quello che mi stai chiedendo. È...un amico di scuola.» disse con un aria imbronciata mentre scendeva dal letto. 
«Spendi troppo tempo dietro questo gioco. Lo sai che non mi dispiace ma...sono preoccupata per te. L'anno è appena iniziato e non vorrei che...»
«Nah, non preoccuparti mamma. Ho tutto sotto controllo.»
«Mi fido di te, lo sai. Ah a proposito, indovina chi è tornato dal Campo dei Duellanti...?»
E, da dietro la porta, comparve un ragazzino che poteva appartenere alle elementari, con un pigiama blu a scacchi.
«FRATELLONE!» gridò con tutto il fiato che aveva in corpo, correndo verso Jay.
«Shin! Che bello, sei tornato!» disse lui, abbracciando il fratellino. Poi, in quel mentre, il ragazzo realizzò una cosa: il raffreddore.
*Possa io essere fulminato...*
«Allora, com'è stato il campo? Divertito?» chiese Jay.
«Si! C'erano duellanti della mia età da ogni scuola di Domino, e in più c'erano così tanti bei deck!»
«E il tuo? Com'è andato? Hai sconfitto qualcuno?» chiese curioso.
«Si... però...ecco...non credo di aver vinto per bravura. Voglio dire...gli altri avevano carte migliori delle mie e...»
«Non dire così. Hai vinto, il resto non conta. Fammi indovinare, quella carta rara ti ha salvato in calcio d'angolo ogni volta?»
«Si! - disse, prendendo il suo deck e mostrando la carta - Drago Tiranno accorreva sempre in mio soccorso, qualunque fosse il pericolo.»

*Yawn... cos'è questo baccano?*
*Ja'rek! Non avevi detto che non potevi dormire?*
*In effetti si...è vero. Dev'essere successo qualcosa ieri, qualcosa che deve aver provocato una specie di "risveglio"...*
*Non chiederlo a me, io non lo so mica.*

«Fratellone, tutto bene? Stai guardando nel vuoto...»
«Mh? Ah, non preoccuparti Shin, sto bene. Perché non vai a lavarti? Così posso mettere in ordine camera mia.»
«Ok! A dopo!» disse il piccolino, salutando contento e correndo via verso il corridoio.

*E quello chi era?*
*È Shin, il mio fratellino. Duella anche lui, con un deck Drago.*
*Ah sì? Dev'essere molto simpatico...e forte.*
*Si, e si. Ma secondo me non è al tuo livello. Voglio dire...tu hai un ottimo deck, e in più sei un antico dio egizio...non abbiamo una possibilità, nemmeno messi insieme.*
*Perché dici così? Magari potresti sbagliarti.*
*No...ne sono sicuro. Lui e io siamo ancora principianti, e in più lui stesso ancora usando uno starter pack.*
*Starter...pack?* chiese il dio volando davanti a Jay con aria curiosa. Indossava lo stesso pigiama di Shay, con un pantalone nero e maglietta bianca e rossa.
*È un particolare tipo di deck, non molto forte e pensato per i principianti. Non credo avrebbe una possibilità contro di te, non dopo quello che ho visto dopo l'ultimo duello. E io...*
*Tu cosa?*
*Ho analizzato le mie carte ieri, e mi sono reso conto che si, sono forti, ma non hanno un nesso che le tiene assieme. Hanno dei buoni effetti, certo, ma non...*
*Jay...devi avere più fiducia in te stesso. Tu e tuo fratello avete appena iniziato, non devi darti per vinto adesso.*
*... grazie. Mi sento meglio.*
*Quando vuoi, amico mio.*

Dopo questa breve conversazione, Jay si recò verso il bagno per sciacquarsi il viso e lavarsi le mani. Il Bracciale del Millennio era ancora lì, al suo polso, da quando lo aveva trovato galleggiare nel fiume di quel parco. Guardò, nel riflesso dello specchio, il suo amico spettro che guardava i suoi dintorni per non sembrare indiscreto. Mai si sarebbe aspettato che, da un semplice bracciale come quello, avrebbe potuto avere inizio una grande avventura. Recuperare i suoi ricordi perduti sarebbe stata una grande impresa, di questo ne erano consapevoli entrambi. Ma Jay non era il tipo da rimangiarsi la parola data, era sempre lì per chi aveva bisogno di aiuto. Non avrebbe mai mancato alla sua promessa, soprattutto non a Ja'rek, il dio egizio dimenticato dal tempo. Dopo aver finito di lavarsi, si diresse in camera sua e si cambiò, indossando un paio di jeans scuri, maglietta grigia e giacca di pelle nera leggera, assieme a dei guanti di lana neri a mezzo dito.

*Non credi di esagerare, vestito così?*
*No, perché? Fuori fa freddo, è quasi inverno.*
*Mh...se lo dici tu.*

Il ragazzo scese giù nel salone per salutare la madre e il fratellino, che guardavano la televisione, e si incamminò a passo svelto verso la porta, mettendosi i suoi stivali marroni Lumberjack.
«Mamma, io vado allora!» gridò, sperando che la madre lo sentisse.
«Va bene. Mi raccomando, torna presto!»
«Sarà fatto!» rispose Jay, pronto a uscire.
«Fratellone, aspetta!» disse il piccolo correndo di fronte al fratello.
«Che c'è Shin?» chiese il ragazzo al fratellino.
«Quanto torni...non è che potremmo...giocare un po' assieme?»
«Nessun problema, soldo di cacio. Inizia a prepararti per l'occasione che ne dici?»
«Si! Che bello! Yeeee!» gridò un Shin molto allegro e spensierato mentre saliva le scale.

Qualche minuto dopo, Jay era già in cammino verso il luogo dell'appuntamento, il Cinema Grande di Domino City. Stavano passando per il parco, l'aria un po' gelida ma piacevole.
*Ah...la bellezza dell'essere bambini. Basta poco, anche stare con le persone alla quale tieni, per essere al settimo cielo.* rifletté Ja'rek mentre Jay camminava.
*Tu com'eri da bambino? Lo ricordi?* chiese il ragazzo alla divinità, che fluttuava dietro di lui con un'aria pensierosa. Alla domanda, egli si spostò di fronte a lui, e Jay si fermò.
*Non ricordo molto, ma ricordo che ero un ragazzino molto vivace e curioso. Avevo una grande tendenza a cacciarmi nei guai, ricordo, alle volte trascinandomi dietro il mio povero fratellino Sobek.*
*Che rapporto avevate tu e tuo fratello?*
*Oh, io e lui eravamo gli esatti opposti di una moneta. Lui era serio e ligio al dovere, io ero più...come dire...*
*Menefreghista?*
*No, non intendevo questo! Anche io non me la cavo male sai? È solo che...erano senza cuore. Prendevano le decisioni senza analizzare la situazione nei dettagli! Pensa, fecero tagliare la mano a un pover'uomo, solo perché aveva rubato una mela per darla a suo figlio!*
*Non riuscisti a far niente per evitarlo?*
*Purtroppo no...ero ancora piccolo e inesperto. Ti spiegherei tutto nei dettagli, ma il tutto è ancora un po' nebbioso.*
*Stai tranquillo. Quando riavrai tutti i tuoi ricordi, allora ne parleremo.*
*Non posso ringraziarti a sufficienza per quello che stai facendo per me. Grazie dal profondo del mio cuore.*
*Ma non hai un cuore tu. Sei solo uno spirito!* disse Jay, scherzando. Strappò una risata al suo amico, che si finse uno spirito malvagio.
*Come osi?!? Maledetto mortale...! Ora io ti maledirò per sempreeeeeeeee!* gridò minaccioso il dio, calandosi nel ruolo di uno spirito demoniaco malvagio, ed entrambi risero a crepapelle. Poi i due smisero di ridere, e per un attimo si guardarono negli occhi a vicenda. Era come se...come se il tempo si fosse fermato per entrambi. Entrambi volevano restare lì, così, per sempre, continuando a ridere e a scherzare assieme. Peccato che avevano un appuntamento.
*Aaahahahahah, si come no. Dai andiamo, altrimenti faremo tardi.* concluse il ragazzo, passando attraverso lo spirito ancora ridente. A Jay pareva strano il fatto che uno spirito potesse provare emozioni come la tristezza, la rabbia e la gioia. Probabilmente era una cosa al di fuori della sua comprensione.
*Jay, perdona la domanda. Come siete diventati amici tu, Keisuke ed Akane?*
*È una lunga storia. Per farla breve, mi hanno aiutato in una situazione critica. Non ci sarei, o perlomeno non sarei chi sono ora, se non fosse per loro.* rispose il ragazzo alla domanda, dopo aver bevuto presso una fontana li vicino.
*Che tipo di situazione, se non sono indiscreto?* chiese. La faccia di Jay passò quasi istantaneamente da una faccia allegra a una quasi malinconica.
*Beh...ero tormentato dai bulli, tempo fa. Una giornata non era tale senza le loro prese in giro e le loro violenze. Un giorno si spinsero troppo in là e...un giorno decisi di farla finita.*
*Seriamente?!? Aspetta, non intendi mica dire che...*
*Si, Ja'rek. Tentai il suicidio. Salii sul tetto della mia scuola e scavalcai la recinzione metallica. Ero pronto a saltare, quando uno dei bulli mi fermò e mi convinse a non saltare. Si scusò e si mortificò fino a piangere.*
*Per l'amor di Iside...mi spiace tantissimo amico mio. Ma Keisuke e Akane che c'entrano?*
*Akane mi salvava ogni volta che le violenze entravano nel vivo, per dire così. E Keisuke...era uno dei bulli. Quello che mi salvò.*
*C-cos...Keisuke era un bullo?*
*Si. Ma si vedeva che era l'unico che aveva un po' di sale in zucca. E ora, come puoi vedere, siamo amici per la pelle, perché entrambi condividiamo il dolore di quell'episodio.*
*Oh, sacra Bastet...come vorrei aver potuto fare qualcosa...*
*Non fartene una colpa. Non avresti potuto fare niente, eri ancora sigillato nel bracciale. 
*Si ma....non è giusto, miseria nera! Non è assolutamente giusto!* gridò Ja'rek battendo il pugno contro un albero. Inutile dire che il suo pugno lo trapassò senza difficoltà alcuna.
*A questo mondo ci sono persone che credono sia giusto maltrattare i più deboli. Sono chi sono grazie a tutti loro. Andiamo, altrimenti faremo tardi* concluse il ragazzo, camminando via lungo il sentiero. Ja'rek non poteva che sentirsi triste dopo il racconto, si sentiva quasi in colpa. Quel ragazzo d'oro che aveva incontrato, quasi suicida? Impossibile!

Non hai più nulla da temere, amico mio: hai me al tuo fianco ora, nessuno ti farà più del male, nessuno. Hai la mia parola, hai già sofferto abbastanza.

«Akane! Sono qui!» gridò il biondo ragazzo alla sua amica, che si guardava intorno cercando il luogo dell'incontro. Udito il suo amico, corse verso di lui e, una volta raggiunto, lei aprì bocca.
«Grazie per avermi chiamato. Non sapevo che da queste parti ci fosse un negozio di giochi.»
«Nemmeno io. Beh, bisogna sempre guardarsi attorno di tanto in tanto no?» rispose lui, lanciandole un occhiolino.
«Hai ragione. Piccolo come negozio però. Mi chiedo come faccia a fare affari, nonostante ce ne sia uno più grande nei dintorni.»
«Me lo chiedo anche io. Forse perchè è piccolo, tranquillo e c'è gente simpatica.» disse Keisuke, e lei concordò. Entrambi risero di gusto, ma poi entrambi misero su una faccia preoccupata, come se qualcosa li stesse turbando. Akane fù la prima ad aprire bocca.
«Keisuke, qualcosa non va? Ti vedo pensieroso, distratto.» disse, provando a usare un approccio amichevole.
«Cosa ti fa pensare ciò?» rispose Keisuke, cercando di evitare l'argomento. Era sempre così quando tutti e tre erano assieme, cercava sempre di evitare di parlare di sé stesso.
«La tua faccia porta ovunque la scritta "problema". Cos'hai che non va?»
«Potrei farti la stessa domanda. Sembra tu abbia visto un fantasma.»
«Ma te l'ho chiesto prima io. Allora, cosa ti turba stavolta?» chiede avvicinandosi con il viso e sorridendo, Keisuke indietreggiò, mettendo le mani nelle tasche del suo cappotto termico.
«Non ci crederesti mai se te lo dicessi.»
«Mettimi alla prova, caro.» disse lei, con un tono di sfida giocoso.

«Cosa?!? Il dio Anubi, in casa tua?» chiese Akane, stupita. 
«Si, è così. Ti assicuro che non me lo sono sognato. Ti risparmio una storia lunga dicendoti che l'ho aiutato in un momento di pericolo. È rimasto per la notte e se ne è andato. Mi chiedo dove sia ora.» raccontò Keisuke, guardando il cielo mentre terminava il racconto. Per un momento i due rimasero in silenzio, e il vento si alzò facendo muovere le fronde degli alberi e i vari volantini attaccati ai muri e ai lampioni.
«A cosa stai pensando? Non mi credi? Te lo avevo detto...»
«No...in verità, ti credo. Devo raccontarti anche io una cosa.»
Akane prese a raccontare della visita di Kata, di come benedì il suo mostro preferito e di come parlò di lei, di Anubi e di Ja'rek, prima di andare.
«Quindi...anche tu hai avuto una di queste visite. E anche la tua ospite ha fatto il nome di Ja'rek?»
«Si. Lo ricordo bene. Mi ha parlato di Anubi e di Ja'rek. Non credo sia una coincidenza.»
«Io davvero non capisco cosa stia succedendo. Non credo sia stata un allucinazione, o un brutto sogno, e lo dico perché ho avuto una...ehm...esperienza ravvicinata ecco tutto. - proseguì Keisuke, massaggiandosi il collo in ricordo della scorsa sera - Cosa credi che dovremo fare?»
«Non lo so...ancora non riesco a credere che tutto questo stia accadendo per davvero.»
«Sai cosa penso? Che dovremmo trovare questo Ja'rek. L'ho promesso a lei. A Kata.»
«D'accordo, allora lo troveremo assieme. Ora sono curioso di conoscerlo anche io. Ti ha detto anche come o dove trovarlo?»
«Ha detto che...è più vicino di quanto pensiamo...che fù sigillato tanti anni fà...e che ha perso la memoria.»
«Più vicino di quanto pensiamo...diamine non mi viene in mente niente.»
«Neanche a me. E non mi ha detto neanche che aspetto abbia. Ha detto solo...segui il tuo cuore.»
«Akane, c'è la faremo. Non so ancora come, ma ci riusciremo. Credi dovremmo dirlo a Jay?»
«Non lo so...credo ci prenderebbe per pazzi. Per ora teniamo la cosa tra noi.» decise Keisuke, e Akane concordò. Poi, una voce arrivò a loro, distante. Era Jay che era arrivato. I tre sorrisero.

Il trio entrò nel piccolo negozio di giochi, e si guardarono attorno. Sugli scaffali del negozio c'erano giochi da tavolo di ogni tipo, alcuni di questi non ne avevano sentito parlare neanche loro. Vicino al bancone c'era un telefono al muro, e dietro al bancone non c'era nessuno. Ai muri c'erano diversi poster raffiguranti carte del Duel Monsters, come il Glorioso Soldato Nero o come il Combattente Delle Lame, o ancora come il Cavaliere Joker Arcano. Carte molto ambite, rare e potenti.
«Mi chiedo dove sia il proprietario. È strano che la porta sia aperta così.» si chiese Akane, pensando ad alta voce.
«Aspettate un attimo, suono il campanello.» disse Jay, suonando il campanello sul bancone tre volte. Una voce venne fuori dalla porta di legno.

Nonno! Ci sono dei clienti al bancone!

Si, ho sentito Yugi, non sono ancora così vecchio sai? Tu non preoccuparti e vai, o farai tardi!

Ok, ci vediamo più tardi!

Dalla porta venne fuori un ragazzo bassino, che i tre riconobbero subito. Aveva capelli viola molto grandi, quasi a forma di foglia, e i suoi occhi erano dello stesso colore. Alcune ciocche dei suoi capelli erano invece di un bel colore biondo dorato. Indossava una canottiera nera, l'uniforme scolastica e scarpe viola. Per un attimo, gli occhi di Yugi e Jay si incontrarono, e il ragazzo si fermò. Era rimasto sull'uscio, quasi bloccato, con la mano sulla maniglia della porta. Fù solo allora che Jay vide, al suo collo, una grande piramide dorata con catena metallica e lo stesso occhio del suo Bracciale del Millennio.
«Ciao! Sei tu Yugi? Frequentiamo la stessa scuola.» chiese Jay, per rompere il ghiaccio. L'espressione di Yugi mutò, dopo un attimo, in una allegra e amichevole, la stessa espressione che sfoggiava ogni giorno.
«Si! Voi siete della classe accanto vero? Perdonatemi ma vado di fretta! Spero di rivedervi presto!» disse contento, mentre varcava la soglia di casa.

*Uhm...quel ragazzo...*
*Cosa c'è, Ja'rek?*
*Ho notato quella collana. Quella piramide.*
*Era bella, vero? Assomigliava al Bracciale del Millennio.*
*È familiare...quel ragazzo non è ciò che sembra. Me lo sento.*
*La prossima volta che lo vedremo, scambieremo due chiacchiere con lui, che ne dici?*
*Mi sembra ragionevole. Molto bene.*

Dalla porta accanto al bancone, poco dopo, uscì un uomo anziano con camicia bianca e salopette verde smeraldo. Aveva capelli bianchi, coperti da una bandana nera, e grandi occhi viola, come quelli del nipote.
«Salve ragazzi, in cosa posso esservi utile? Oh, ciao Keisuke! Come te la passi, giovanotto?»
«Non male, grazie signor Muto. Questi sono i miei amici, Jay e Akane.» rispose Keisuke al signore.
«Piacere di conoscerla, signor Muto.» disse Jay, facendo un inchino. Akane seguì.
«Oh, vi prego ragazzi, potete chiamarmi anche solo Solomon. Allora, cosa vi serve? Qualche bustina di carte Duel Monsters? O qualche altro gioco?»
«Si, qualche bustina. Serve al mio amico, ha appena iniziato a giocare.»
«Ohohoh! Quindi un altro Duellante eh? Ah ricordo la prima volta che Yugi assemblò il suo deck...oh che sbadato! Perdonate la digressione! Allora ragazzo...Jay, giusto?»
«Si, signor Mu...ehm, Solomon.>> rispose Jay, mostrandogli il deck. Il nonno prese a sfogliare le carte e a parlottare tra se e se. Poi lo mise di nuovo a terra, e gli parlò di nuovo.
«Mh...questo deck non è male sai? Lo hai fatto tu?»
«No, io e Keisuke lo abbiamo fatto assieme. In più, avevo qualche altra carta nel cassetto e ho deciso di fare due più due.»
«Hai scelto davvero una buona accoppiata. E ho visto che sono tutte di elemento fuoco, in più qualche carta magia per rafforzarle e trappole per ostacolare l'avversario. Non potevi scegliere una persona migliore di Keisuke per insegnarti a montare un deck.»
«Andiamo Solomon, ora mi lusinga...» disse Keisuke, non volendo apparire come un dio agli occhi dei suoi amici.
«Dunque...vorresti qualche busta per rafforzare il tuo deck, vero? Un minuto, so esattamente cosa ti serve! U-Un minuto solo!»
Solomon si chinò sotto il bancone, mettendosi a frugare tra la merce che aveva. Ogni tanto diceva frasi come "questo no" oppure "nemmeno questo", finché non trovò quello che cercava, esclamando "Tadààà!" e reggendo in mano una scatola di carte nera con rifiniture rosse e con sopra un drago cavaliere. La scritta sulla scatola recitava "Impero Fiammante".
«Eccole qua. Mi sono arrivate giusto l'altro ieri, - iniziò a spiegare l'anziano Solomon - sono delle carte molto rare e potenti, a mio parere adatte al tuo deck.»
«Grazie mille! Ne prendo quattro!» disse Jay, prendendo i soldi dal suo portafogli e pagando. 
«Grazie mille a voi tre! Non vedo l'ora di vedervi di nuovo! Jay, che ne dici di duellare con mio nipote un giorno? Forse ti potrebbe aiutare a capire cos'è un Duellante e cosa ti serve per diventarlo.»
«Non vedo l'ora, signor Muto! Alla prossima!» disse Jay, seguito dai suoi amici mentre usciva dal negozio con le bustine nella mano. E così, il vecchio rimase di nuovo solo.
«Uffa...e ora che faccio?»

*Allora è così che voi Duellanti prendete le vostre carte, eh? Più facile di quello che facevamo noi per imbrigliare il potere dei mostri...*
*Si...come vedi le cose sono diventate più..."normali", ecco.*
*Aspetta, che intendi dire con "normali", eh?*
*Lascia perdere, non è importante.*
*Mh...* borbottò Ja'rek, perplesso.

«Siete pronti? Tutti insieme! 1...2...3!»
Tutti e tre aprirono le loro bustine contemporaneamente, esaminando le carte all'interno.
«Che fortuna, Jay! Guarda qui!» disse Akane, mostrando le carte al proprio amico. C'erano le carte Trappola Ala Tiranna e Buco Trappola Adesivo, e i mostri Drago Cacciatore e Drago Ieratico Di Nuit.
«Che fortuna! Cercavo proprio quella! Ala Tiranna mi tornerà utile nei momenti di crisi!» esclamò Jay, molto contento.
«Il mio non è stato da meno, dai un occhiata.» disse Keisuke, mostrando al ragazzo i mostri Cucciolo Di Occhi Rossi e Drago Nero Occhi Rossi, e le magie Padronanza del Potere Magico e Saggio Delle Fusioni.
«Fooorte! Queste carte sono stratosferiche!»
«Hai ragione Akane. Queste torneranno parecchio utili a Jay nei momenti di bisogno. Jay, e il tuo?» chiese Keisuke, gettando la bustina di plastica nel più vicino bidone dell'immondizia. Jay fece scivolare le carte dalla bustina alla sua mano. Trovò un bel po' di carte buone forse inutili per il suo deck, ma quella che lo colpì di più fù il mostro Cavaliere Draconico. Era un mostro di livello 7 con 2800 punti di ATK e 2500 di DEF, dotato di un effetto grandioso.

Ra...ga..zzooo...

«Cosa...? Ragazzi, voi avete detto qualcosa?»
«N-no, non ho detto niente.» rispose Akane, presa alla sprovvista.
«Nemmeno io. Jay, va tutto bene?»
«S-si, certo. Non vi preoccupate.» rispose Jay. Poteva dare l'impressione che tutto fosse a posto, ma dentro di lui si stava facendo strada un dubbio.

*Ja'rek, sei stato tu a parlare poco fa?*
*Di che parli? Qualcuno ha parlato?*
*Potresti per favore smettere di prendermi in giro? Ho sentito la voce di uno spirito chiamarmi. Vuoi dirmi che non sei stato tu?*
*Jay, ti prego di credermi se ti dico che io non ho detto niente. Non sono mai stato più serio di così in tutta la mia precedente vita.*
*Mh...allora chi è stato?*

Sono stato io, giovane.

Jay non aveva idea di dove si trovasse. Non ricordava affatto di essersi addormentato, l'ultima cosa che ricordava erano i suoi ultimi momenti al parco, quando aveva udito una voce misteriosa chiamarlo. Era una voce decisa, calma e rauca, con un leggero riverbero di sottofondo.
«Finalmente ti sei svegliato.» gli disse una voce, fin troppo familiare. Jay si mise a sedere, e si guardò attorno, per trovare qualcuno alla quale teneva tanto: il suo caro compagno.
«Ja'rek! Dove siamo? Cos'è questo posto?»
«Questa è la mia Camera dell'Anima.»
«Camera dell'Anima?»
«Esatto. È dove gli spiriti vivono quando vengono trasferiti in un essere vivente. In questo momento si, siamo dentro di te, ma allo stesso tempo siamo in un luogo completamente diverso.»
«Ho capito. Ma perché siamo qui?» chiese il ragazzo mentre si alzava e so ripuliva i vestiti dalla sabbia. Poi si guardò ancora attorno: il deserto sembrava proseguire per chilometri e chilometri di distanza, con qualche oasi, piramide e villaggio a fare da sfondo per questo bel quadro. I villaggi, a prima vista, sembravano essere disabitati, o così Jay credeva, osservandoli dalla distanza. Però, non aveva voglia di andare a dare un occhiata. Poi, guardò su nel cielo, e vide tantissime porte. Porte di ogni tipo, materiale e colore. Si chiedeva perché fossero lì sopra, e a cosa potessero servire.
«Non ne ho idea. Hai detto di aver sentito la voce di uno spettro giusto? Mi chiedo di chi fosse...»

Sono stato io.

Dall'alto arrivò un grande drago dalle squame verdi smeraldo e dalla corazza argentea lucente. Aveva una lunga coda, non coperta dall'armatura, una spada nella mano destra, uno scudo nella mano sinistra, e grandi occhi rossi. Il suo ventre e il sottocoda erano giallo e morbidi all'apparenza. I suoi piedi avevano 4 dita, una di queste dietro al tallone, e altrettante dita alle mani. 
«Aspetta...tu sei...Cavaliere Draconico?»
«Ora capisco...è tutto chiaro. La voce che hai sentito...era la sua.»
«Ma com'è possibile? Voglio dire...un'anima in una carta?»
«Vorrei poterti rispondere Jay, ma temo di non ricordare molto.»
«La tua voce, ragazzo...l'ho sentita, in quel luogo oscuro. È risuonata nell'oscurità che mi circondava. Così l'ho seguita, verso un mare di luce. E...ora mi trovo qui, con voi.» disse il Cavaliere Draconico, la sua voce riecheggiava in quell'ambiente vuoto e privo di vita. Jay annuì, ascoltando le sue parole. Ja'rek era ad occhi chiusi e a braccia conserte, forse per ricordare qualcosa, o così Jay credette.
«A voi , che mi avete liberato, giuro solennemente di proteggervi e di combattere al vostro fianco. Ora devo prendere congedo. Salute!» disse il Cavaliere Draconico, e poi un lampo di luce bianca invase sia lo spirito che il ragazzo.

«...ay...Jaaayyy.....»
«...ri...ndi...!»
Jay sobbalzò, come se si fosse svegliato da un brutto sogno.
«Jay, per la miseria, devi smettere di farci prendere questi spaventi. Io e Akane ci stavamo preoccupando da morire.» disse Keisuke, mettendo la mano sulla spalla al suo amico.
«Co...cosa è successo?»
«Come "cosa è successo"? Hai iniziato a fissare la carta, come se ti avesse ipnotizzato. Ti abbiamo provato a chiamare ma niente, eri completamente andato.»
«Jay...sicuro di sentirti bene? Ultimamente ci sei sembrato molto...strano.» disse Akane, sedendosi accanto a Jay e unendo mani e piedi.
«Io sto bene, grazie per la preoccupazione. Allora, adesso che facciamo?» rispose lui, cercando di schivare l'argomento. Voleva davvero parlargli del bracciale, di Ja'rek e di come riuscisse a parlare alle carte, ma era certo che lo avrebbero preso per matto.
«Quella busta non la apri?» chiese Keisuke, vedendo Jay mettere l'ultima bustina rimasta nella tasca.
«No, la lascio per un amico. Che cosa vogliamo fare ora?» disse brevemente.
«Beh, possiamo fare un sacco di cose. Andiamo a fare una camminata? Ho sentito dire che hanno aperto un nuovo negozio di vestiti in centro.» propose la ragazza iniziando ad avviarsi.
«Ferma lì. L'ultima volta ci hai usati come portaborse e come manichini. Non credere che me ne sia scordato!» disse Keisuke arrabbiato.
«Non sembra tanto male Keisuke come idea. Solo che, stavolta, compreremo qualcosa tutti assieme.»
«Tsk...se lo dici tu, Jay.»
Mentre stavano per avviarsi, però, un bambino dagli stravaganti capelli marroni coperti da un berretto rosso come la camicia e una giacca bianca, ci chiamò dalla distanza.
«Si? Cosa c'è?» chiesi, con aria curiosa.
«Ecco, vedete...ho un deck nuovo e volevo provarlo. E voi mi sembrate molto forti! Per favore mi concedereste una sfida?» domandò, inchinandosi.
«Ehi, Jay. - disse Keisuke - Perché non accetti? Avrai l'opportunità di provare quel nuovo deck.»
«Hai ragione, amico mio. Molto bene, accetto. Andiamo tutti alla più vicina Duel Station, e lì faremo fuoco e fiamme!» disse Jay, con un aria ardita stampata sul volto.

Una volta arrivati, Jay e il ragazzo salimmo ai lati opposti della piattaforma. Keisuke e Akane erano ai lati ad assistere allo spettacolo, mentre Ja'rek aveva un aria molto ansiosa.
*Che c'è, amico mio? Qualcosa ti turba?*
*In verità...si. Jay, non è che potrei prendere il controllo? Vorrei duellare io al posto tuo.*
*Come mai? Non mi ritieni all'altezza della sfida?*
*No, non fraintendermi! È solo che...ecco...voglio davvero ricordare. L'ultima volta che abbiamo duellato, sono riuscito a ricordare vincendo. Quindi...se riuscissi a vincere...*
*È vero, e io ti avrei aiutato, te l'ho promesso. Ma perché non proviamo a vedere cosa succede se vinco io, ok? Questo ragazzino ha voluto sfidarmi e io non intendo rifiutare. È ora di vedere quanto sono forte, fin dove posso spingermi.*
*Jay...va bene. D'accordo, io assisterò al duello e starò qui accanto a te, pronto a darti ogni tipo di supporto tu desideri.*
*Non so cosa farei senza di te, amico mio.*

«Molto bene, se sei pronto possiamo dare il via alla sfida.» dissi al giovane avversario davanti a me.
«Si! Sono pronto a dare del mio meglio!»
«Prima di iniziare, però, voglio chiederti il tuo nome. Un vero duellante chiede sempre il nome del proprio sfidante.»
«Sono Jaden, Jaden Yuki.»
«Molto bene. Io sono Jay Fujiwara, lieto di poterti affrontare. Ora combattiamo!»
«Si, facciamo del nostro meglio!»
DUELLO!

Jay: 4000LP.                     Jaden: 4000LP

Quattro carte a testa. Un duello onorevole, secondo le regole.
«Molto bene, se per te non è un problema, comincio io!» disse Jay, pescando la prima carta. Osservò la sua mano, molto promettente, e poi il suo amico. Col suo sguardo, Ja'rek spronava il giovane a dare del suo meglio.
«Molto bene, per prima cosa posiziono due carte coperte. Poi, procedo con l'evocare una bestia feroce, Grande Angus in posizione d'attacco!»
Dalla piattaforma di gioco, si materializzò l'ologramma di una belva quadrupede dagli occhi gialli e dal manto color rosso, con grandi zanne bianche e una sete sproporzionata di sangue. ATK: 1800 / DEF: 600

*È un mostro molto potente...! Jay si sta già portando in vantaggio. Chissà cosa farà ora l'avversario...*

«E con questo concludo il mio turno. Fammi vedere che sai fare, Jaden.» disse Jay, fiducioso del fatto che questo sarebbe stato un grande duello.
«Non ti preoccupare, è tempo di darsi da fare! Pesco!» disse il ragazzino dal berretto rosso.
«Molto bene, evoco Clayman EROE Elementale in posizione di difesa!»
Ed ecco apparire dal terreno un uomo con una grande armatura color terra, con casco rosso. ATK: 800 / DEF: 2000
«Maledizione...è riuscito a bloccarmi...» sussurrò Jay a sé stesso, guardando la situazione sul campo.
«Non ho ancora finito! Gioco la carta magia Polimerizzazione, per fondere insieme gli EROI Elementali Avian e Burstinatrix per creare...»
Una creatura verde con un braccio rosso a forma di testa di drago e coda dello stesso colore sorse sul campo di battaglia. Aveva un ala bianca sulla propria spalla sinistra e cinque lunghi artigli su mano e piedi.
«Uomo Alato della Fiamma EROE Elementale!» ATK: 2100 / DEF: 1200
«Oh no! Ha anche un mostro offensivo adesso?!?» gridò Jay sorpreso. Ja'rek, nel frattempo, guardava lo svolgersi delle cose, con un senso di agitazione crescente nei confronti del suo partner.
«Molto bene, Uomo Alato Della Fiamma! Attacca Grande Angus!»
Il mostro verde e rosso si precipitò verso la bestia infuriata per attaccarlo con il suo braccio a forma di drago quando, ad un certo punto, Jay fece la sua mossa.
«Gioco la mia carta trappola! Sfera Della Sicurezza!»
Dalla carta appena sollevata, uscirono delle sfere rosse con sensori blu posti sulle piccole ali laterali e sul posteriore. Con il suo potente "occhio" giallo, emisero delle vibrazioni che spostarono Uomo Alato Della Fiamma in Posizione di Difesa.
«No! Il mio attacco..!» gridò Jaden.
«...è stato annullato. Sfera Della Sicurezza mi permette di fermare un attacco nemico, e di mettere il mostro attaccante in posizione di difesa.»
«Tsk...bella mossa! Sai, potresti essere il miglior secondo duellante qui!»
«Cosa...? Secondo? Fammi indovinare, il primo sei tu?» chiese Jay curioso.
«Naturalmente! Termino il turno lanciandoti una sfida...e una carta coperta.»

«Ok, ecco che arrivo! Tocca a me! Pesco!»
Jay pescò la sua prossima carta, e una voce riecheggiò nella sua mente chiamandolo per nome. Sorpreso, guardò la carta nuova. Era proprio Cavaliere Draconico!
*Salute, Cavaliere! Non preoccuparti, ti farò scendere in campo appena possibile.* 
La carta, con molta sorpresa da parte di Jay, si mosse per dire di sì. Non poteva più dire di essere stata la sua immaginazione, aveva scoperto un potere del tutto nuovo: essere amico delle carte.
«Molto bene, gioco Anfora dell'Avidità, così da poter pescare altre due carte dal deck, posiziono una carta coperta sul terreno, e poi procedo a sacrificare Grande Angus per poter evocare tramite Tributo il grande Ippogrifo Fiamma Chimerica in posizione di Attacco!»
Bestia Angus si smaterializzò per dare vita a una bestia a quattro zampe con pelo ambrato e 4 occhi, collare di pelliccia rosso fiammante come le ali sul suo dorso. Le zampe anteriori erano decisamente più grandi di quelle posteriori, e gli arti sembravano ossei. ATK: 2100/ DEF: 2100
«Molto bene, Chimera! Attacca Clayman con Fiamma Della Chimera Infernale!»
La Chimera evocò delle fiamme dal proprio becco che, una volta pronte, sparò a mo di lanciafiamme sull'eroe d'argilla.
«Non te lo lascerò fare! Attivo la mia Trappola Barriera dell'Eroe!» disse Jayden, rivelando la carta coperta che aveva posizionato per terra. Una barriera sorse davanti a Clayman, deviando l'attacco verso il cielo e facendolo detonare.
*Maledizione, non va bene...*
«Ok, termino il mio turno con una carta coperta. A te il palcoscenico, Jaden!»

*I valori di attacco di Ippogrifo e Uomo Alato sono uguali. Jay ha fatto la scelta giusta ad attaccare Clayman, anche se l'attacco è andato a vuoto. In più ha messo l'avversario in una situazione di stallo. Adesso cosa succederà?* si chiese la divinità, continuando ad assistere allo spettacolo con preoccupazione crescente.

«Non aspettavo altro! È il mio turno!, Pesco la prossima carta!» disse Jaden, annunciando l'inizio del suo turno. 
«Gioco Anfora dell'Avidità! Ho diritto a pescare altre due carte! E ne attivo subito una! La carta magia terreno Grattacielo!»
Sul terreno iniziarono a spuntare dei enormi grattacieli neri dalle luci verdi, che circondarono l'intero campo di gioco.
«Devi sapere che ai miei Eroi piace combattere in una città grandissima! E se il loro avversario ha un valore di attacco superiore al loro, essi guadagnano 1000 punti d'attacco!»
«Non così in fretta! Rivelo la carta coperta di poco fa, Turbine! Pagando 500LP, sono capace di distruggere una carta magia o trappola scoperta, e siccome Grattacielo è l'unica carta che posso distruggere con questo effetto, preparati a salutarla!»
Un turbine si generò dalla carta scoperta e prese a distruggere tutti i grattacieli che poco prima si erano stanziati sopra i mostri.
«Bella mossa, Shay! Così facendo hai neutralizzato le chance dell'avversario di rafforzarsi!» disse Keisuke da terra. Jay fece un occhiolino.
«È innegabile, c'è l'ha nel sangue. Quanto vorrei duellare come lui... in modo sicuro e deciso.» sospirò Akane.
 
Jay: 3500LP.                   Jaden: 4000LP

«Oh, miseriaccia!» disse il piccolo Jaden, schioccando le dita.
«Mi dispiace amico, ma non posso lasciarti diventare ancora più forte di così.>> commentò Jay, serio in volto.
«Beh peccato, perché hai un'altra sorpresa in arrivo!»
«C-cosa?!?»
«Tanto per cominciare, sposto Clayman EROE Elementale in posizione di attacco...»
L'eroe dalla corazza d'argilla si spostò da una posizione difensiva inginocchiata e a braccia incrociate ad una offensiva, come un lottatore di sumo pronto al combattimento.
«...e poi attivo l'ultima carta dalla mia mano! H - Ho Il Cuore In Fiamme! Ora posso aumentare l'attacco di un mio mostro a scelta di 500 punti! Scelgo Uomo Alato Della Fiamma!»
Il potere di Uomo Alato Della Fiamma crebbe a dismisura, e un aura di fuoco iniziò a propagarsi da lui. L'attacco salì da 2100 a 2600.
«Ora attacca uomo alato! Distruggi Ippogrifo Fiamma Chimerica!»
L'eroe alato di gettò con un scatto verso il mostro di Jay, che venne annientato con una scarica di fiamme
.
Jay: 3000 LP                  Jaden: 4000 LP

«E ora si attiva l'effetto speciale di Uomo Alato Della Fiamma si attiva! Perderai tanti Life Points quanti erano i punti di attacco del mostro distrutto!»
*Cosa...? No! Jay!!!*
Jay urlò in agonia quando fù investito da una scarica di fiamme del mostro eroe.
 
Jay: 900 LP.                    Jaden: 4000 LP

«Diamine, non sta andando per niente bene...!» si disse Jay, rimettendosi in sesto. Adesso iniziava a preoccuparsi di non riuscire a vincere.
«E ora è il turno di Clayman! Attaccalo direttamente!»
Il pugno pesante di Clayman colpì Jay dritto dritto al corpo, mettendolo in ginocchio.
 
Jay: 100LP                     Jaden: 4000LP
 
*Jay! Stai bene?!? Ti prego, dimmi qualcosa!* chiese lo spirito, precipitandosi dal suo amico.
*Ja'rek, ti prego...fatti da parte. Questo è il mio duello, e il mio soltanto.* rispose Jay. Il suo atteggiamento era completamente diverso dal solito.
*Jay, ti prego, ascoltami! Non devi dimostrarmi nulla, è inutile soffrire così! Ti prego, abbandona il duello, sei ancora in tempo!*
*Ja'rek...io resto qui. Posso vincere. Abbi fede in me.*
*Ma...*
*Niente ma! Ascolta amico, ti ringrazio per la tua preoccupazione, ma so cavarmela da solo. Avevo previsto tutto fin dall'inizio.*
*Davvero?*
*Davvero. Ti voglio bene amico, e so che anche tu me ne vuoi. Altrimenti non ti staresti preoccupando per me, ora. Ma se non iniziassi a camminare con le mie gambe, se non iniziassi a lottare per conto mio, se lasciassi combattere agli altri le mie battaglie, allora come potrei definirmi un Duellante degno di tale nome?*
*Jay... - sussurrò il dio, mettendogli una mano sulla spalla - ...sono con te. Fagli vedere di che pasta sei fatto, amico mio.*
*Ci penso io. Sta a vedere.*

«Heilà...? Va tutto bene? - gridò Jaden preoccupato dall'altra parte - Se vuoi possiamo interrompere il duello e...»
«Non preoccuparti, sto bene. Non preoccuparti, ho solo iniziato a scaldarmi. Non mi hai ancora sconfitto.» disse Jay, con un ghigno. I suoi occhi erano inspiegabilmente diventati di un colore simile al marrone e al giallo ocra, con una tonalità opaca e spenta.
«Oh sì! E allora dacci dentro amico! Datti da fare!» disse il suo avversario, non accorgendosi di nulla.
«Lo farò. Attivo la mia carta coperta, Le Mele D'oro!»
«Mele D'oro? Mai sentita...» disse Jaden sorpreso. Non si aspettava una trappola di quel tipo.
«Funziona così. Adesso recupererò un ammontare di Life Points pari all’ultimo mostro che mi ha inferto dei danni attaccandomi direttamente. E siccome Clayman è stato l'ultimo ad attaccarmi direttamente, guadagno 800 Life Points!»
 
 
Jay: 900LP                     Jaden: 4000LP
 
«E non è tutto! Adesso ho la facoltà di evocare un Segna-Malus con valori di attacco e difesa pari ai Life Points recuperati con questo effetto.»
Una sorta di giara malvagia sorse sul terreno dove prima si trovava Ippogrifo, con un grande occhio giallo terrorizzante. ATK: 0 (+800) / DEF: 0 (+800)
«Diamine, quel segnalino è davvero inquietate..!>> si disse il giovane dal berretto rosso.
«Avanti, completa il tuo turno, così potrò farti vedere che intendo.»
«E va bene amico, termino il turno non avendo altre carte nella mano. A te la mossa!»

*Jay è completamente cambiato. Il suo sguardo non è più quello che sfoggia sempre.*
«Keisuke guarda...è una mia impressione o Jay è completamente cambiato?»
«No, non è tua impressione. A volte succede quando duelliamo. È come se sfruttasse la sua rabbia e le sue preoccupazioni per diventare più aggressivo e tattico. Io lo chiamo "stato Berserk".»
«"Stato berserk"? E da dove credi che arrivino queste emozioni? Voglio dire...duellare dovrebbe essere divertente per entrambi giusto?»
<>

*Devo ribaltare il duello. E ho le carte per farlo. Questa sensazione...è strana. Ora non ho tempo per farmi domande.* si disse Jay, fiducioso nei confronti delle sue carte.

«Molto bene, ora pesco!» disse Jay, e guardò la sua carta. Sul suo volto apparve un gigno maligno e terrificante. 
«Gioco ancora una volta Anfora dell'Avidità per pescare altre due carte, per poi metterne giù una coperta. E poi, attivo la carta magia Pupazzo da Tributo! Ti spiego il suo effetto: ora posso evocare specialmente dalla mia mano un mostro il cui livello sia esattamente 7, a patto che io sacrifichi un mostro sul mio terreno di gioco. E si dal caso che io ne possieda esattamente uno! Il mio Segna-Malus svanisce per fare spazio al mio solo, unico e inimitabile amico...»
Il Segna-Malus fu assorbito dalla carta mia, e dal cielo apparve il glorioso drago dall'armatura argentata. Una volta atterrato, estrasse la spada attaccata allo scudo, apri le sue maestose ali verdi e ruggì all'avversario con tutto il suo fiato.
«...CAVALIERE DRACONICO!» ATK: 2800 / DEF: 2300
«Wow! Che forza! Quel mostro è mitico!» commentò Jaden.
«Non ho ancora finito sai? Il tuo peggiore incubo sta per realizzarsi! Evoco Grunika Flamvell in posizione di attacco!»
Dal terreno apparve un drago armatura sul petto nera, chaps marroni e nere e sandali neri. Sulla sua mano aveva una sfera di fuoco, le sue scaglie erano viola e aveva cinque dita di ogni arto. ATK: 1700 / DEF: 200
«Ora, Grunika! Attacca Clayman con Soffio Fiammante!»
La creatura si gettò su Clayman, inspirando e rilasciando un mortale soffio di fiamme che lo incenerirono.
 
Jay: 900LP.                     Jaden: 3100LP
 
 
«E adesso, si attiva l'effetto di Grunika! Vedi, quando distrugge un mostro e lo manda al cimitero, tu subisci 200 danni moltiplicati per il livello del mostro distrutto. E siccome Clayman era un mostro di livello 4...»
La fiammata che aveva distrutto Clayman arrivò fino a Jaden, che gridò di dolore mentre le fiamme ardevano accanto a lui.
«Tu subisci 800LP di danno.» finì Jay la frase.
 
Jay: 900LP                      Jaden: 2200LP
 
«Capperi che botta! Avevo ragione su di te! Sei davvero un osso duro! Ma quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare! Pesco!» disse Jaden. Dalla sua faccia si poteva vedere che era in difficoltà.

*Jay...questo non sei tu. Ti conosco abbastanza per dire che tu non sei fatto così. In più...cosa è successo ai tuoi occhi?* si chiese Ja'rek, guardandolo dalla distanza. Qualcosa era decisamente fuori posto. Poi, all'improvviso, ebbe un gran mal di testa, nelle sue orecchie si formò un ronzio, e la sua vista si stava pian piano oscurando. 
*Che...succede?!? A-aiuto! JAY! AIUTO!!!* gridò, nella speranza che qualcuno potesse aiutarlo. Nessuno purtroppo riuscì a sentirlo. A causa del dolore, planò a terra e si inginocchiò tenendo le mani sulla testa. Chiese nuovamente aiuto a tutti i presenti ma, essendo uno spirito, nessuno riuscì a sentirlo. Poi, tutto finì e il suo mondo divenne nero come la notte.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3689046