INEVITABILE ATTRAZIONE

di _viola02_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


~ Capitolo 1 ~

[27 Agosto, 2038]

«Mamma! Mamma!!»
Lily, sorridendo, si girò verso Alcyone, sua figlia.
Mentre la guardava, pensò che era proprio bellissima. D'altra parte, aveva preso gli occhi e i capelli dal PAPÀ...
«Sono qui, amore... Cosa c'è?» chiese con dolcezza.
«Io... Io voglio sapere come vi siete conosciuti tu e papà!» annunciò lei, guardandola con occhi adoranti.
«Per favore, mamma... Papà ha già detto che per lui va bene» aggiunse poi, per convincerla.
«Sicura? Papà che dice di sì a segreti come questi? Non stai facendo la furbetta, vero?»
La bambina abbassò gli occhi, guardandosi i piedi.
"Beccata!" pensò Lily, riconoscendo il gesto che l'aveva fatta scoprire fin troppe volte quando faceva delle "malandrinate".
«Dai, mamma... Per favore! Papà non ha detto niente, è vero, però io voglio saperlo lo stesso. Me lo devi raccontare, se no da grande come farò a capire quando avrò trovato l'uomo giusto?»
«Ehi, ma sei piccola! Hai sei anni, signorinella, non è ancora venuto il momento di un ragazzo!»
«Daiiiiiiiii»
Vinse la bambina.
Così, sedute entrambe sul divano e con i popcorn in mano (chi l'ha detto che per un racconto o per un pensiero non si possano mangiare i popcorn?) si prepararono ad un viaggio nella mente di Lily.
Alcyone era un po' preoccupata, era il suo primo viaggio in un Pensatoio.
«Mamma... Farà la bua?» chiese, titubante.
Lily scoppiò a ridere.
«No, Cyo, tranquilla. Sarà come vedere un film babbano» la rassicurò infine, facendole l'occhiolino.
«E ora che siamo pronte... Via!»
E si buttarono nel Pensatoio.


[1 Settembre, 2019]

Lily Luna Potter era appena stata smistata in Grifondoro, con sua immensa gioia e sollievo.
Certo, sarebbe potuta anche andare in Serpeverde dato che c'era suo fratello e non sarebbe stata sola, però aveva sempre sentito di appartenere alla casa dei Grifoni, e così era stato.
Al SUO tavolo (finalmente poteva dirlo!!), tutti i ragazzi erano in estasi: un'altra Potter era entrata in Grifondoro, e probabilmente con lo stesso talento di suo fratello James a Quidditch.
Insomma, partite vinte a volontà!
Dopo aver dato la mano a tutti («La figlia di Harry Potter, che gioia!»), finalmente si sedette e fece scorrere lo sguardo sulle altre tavolate, alla ricerca dell'altro suo fratello.
Albus Severus la stava guardando, ovviamente, e sempre con quel suo perenne ghignetto degno delle Serpi in cui era stato smistato.
Sembrava quasi che volesse dire «Visto sorellina? Ti sei unita anche tu alla marmaglia Grifondoro, come tutti i Potter-Weasley», eppure Lily sapeva che era contento per lei.
Lui sapeva del suo desidero, sapeva che aveva sempre voluto andare in quella Casa.
Così, gli sorrise felice, mandandogli un bacino al volo e una linguaccia.

«Mamma, perché il bacino e la linguaccia? E chi è quel TATO?! Non è papà!»
La Lily trentenne si girò verso la figlia, che la stava guardando offesa e con le guance arrossate.
«Lo so, amore, ma è Zio Albus» la rassicurò, ridendo per la gelosia evidente che la piccola provava verso il padre.
Alcyone allora sorrise contenta, non c'era da preoccuparsi: il suo papà non aveva avuto concorrenti.
«Che piccolo è lo zio!»
«Già. Adesso continuiamo, però, perché se no ti perdi la parte principale!» esclamò Lily alla figlia, indicando la se stessa più giovane e stando a vedere la scena.


Lily, per quanto si spremesse le meningi, non riusciva a capire chi fosse quel tipo accanto ad Albus.
Era suo amico, su questo non c'erano dubbi: si vedeva da come il fratello la stesse indicando al suddetto, e da come gli parlava ridendo e scherzando.
Ma chi era?
Capelli biondo platino (probabilmente tinti), occhi di un colore chiaro (a quella distanza non si vedevano bene, per cui non capiva di che colore), corpo ancora non definito, aria arcigna...
Niente, non ricordava di averlo mai visto.
"Però deve essere simpatico" pensò guardandolo ridere "Al non si fa amici facilmente, e se ride così con quel tipo... Beh, deve essere fantastico".
Finita la cena (e il discorso della preside McGranitt), Lily si alzò e cominciò a correre verso il tavolo dei Serpeverde: doveva conoscere l'amico di Albus.
Era ormai vicina alla meta, quando qualcuno le fece uno sgambetto, e finì gambe all'aria.
"Maledetti Serpeverde!" pensò arrabbiata "Mai una volta che siano gentili!"
E infatti poco dopo sentì una risata, e questa volta scattò: avrebbero imparato a non ridere di lei, altroché!
Così, mentre si stava alzando, si girò verso la risata e urlò: «Sei un cafone! Tutti possono cadere, sai? E adesso lasciami in pace, sono venuta qui solo perché voglio conoscere l'am---».
Si frenò di botto.
Colui che stava ridendo di lei era L'AMICO DI ALBUS. E aveva gli occhi grigi. Un grigio tremendamente bello.
«Ehilà, sorellina, vedo che hai conosciuto Scorpius Malfoy» la sbeffeggiò il fratello, vedendo l'espressione imbambolata sul suo viso.
«È già, Al, io faccio quest'effetto a tutte le persone appartenenti alla fauna femminile... Sai, essere bello è un dono» lo appoggiò QUELL'ESSERE, sogghignando nel vedere le gote di Lily arrossarsi.
«Tu... Voi... MA COME VI PERMETTETE!! MI FATE LO SGAMBETTO E POI MI PRENDETE PURE IN GIRO? MA SIETE DE---» cominciò la ragazzina, arrabbiata e offesa.
«Dei fantastici e bellissimi ragazzi, grazie, lo sappiamo» la interruppe QUEL TIPO.
«IO... IO VI... Meglio di no. Me ne vado».
Lily girò i tacchi e se ne andò, impettita.

«Mamma, perché la scena sta diventando tutta FUMEGGIANTE?»
«FUMOSA, Cyo, fumosa. E comunque è così perché stiamo cambiando ricordo, questo era il primo incontro tra me e tuo padre».
«Quindi quello era...»
«Sì, amore, era papà».
La bambina sorrise felice, e batté le manine.
«Sì!!! Era simpatico, il papà, vero?»
«Neanche così tanto...» mormorò Lily, a voce così bassa da essere quasi inudibile, per poi aggiungere, lanciando alla figlia un'occhiata severa: «Beh, mia cara Alcyone, adesso smettiamo di parlare e guardiamo la scena».
«Va bene, mamma» rispose lei, guardandosi in giro con occhi curiosi.


[12 Novembre, 2024]

Lily, questa volta, non sapeva proprio come scamparla.
E lo sapeva anche la sua migliore amica, dato il sorriso vittorioso presente sul suo viso.
Alice Paciok era la sua migliore amica da quanto aveva memoria, e ormai la conosceva come le sue tasche. Era per questo che Lily intuiva cosa gli frullava nel cervello: Alice voleva sapere DELLA FINESTRA.
«Ti prego, Alice, non chiedermelo! Ormai lo sa tutta la scuola, e preferirei dimenticarlo...» la implorò usando la "tecnica del broncio", a cui non resisteva nessuno.
L'altra, che pur essendo Tassorosso aveva un sorriso talmente perfido da farla sembrare una Serpe, le rispose angelica: «Oh, ma io so già tutto, mia cara... Voglio solo sapere LA TUA VERSIONE DEI FATTI, nonché la tua risposta ALLA MIA SOLITA DOMANDA».
La solita domanda. Ormai Lily ne aveva piene le scatole.
Però Alice aveva ragione: da quando lo aveva visto la prima volta, cinque anni, due mesi e dodici giorni prima (non che li contasse...), Lily non riusciva a smettere di pensare a Malfoy.
All'inizio aveva pensato fosse semplice curiosità (insomma, voleva conoscerlo!), poi avversione nei suoi confronti (era un idiota patentato, ecco cos'era), ma alla fine si era arresa: si era innamorata di Scorpius Hyperion Malfoy.
Certo, era comunque un irritante Serpeverde che continuava a prenderla in giro, ma ormai lo vedeva in modo diverso. Lui era isolato.
A parte Albus e Dalton Zabini, i suoi migliori amici, non aveva nessuno che si preoccupava per lui, neanche persone della sua stessa Casa.
Forse era stato quello a incuriosirla.
"O forse il suo fisico da paura..." bisbigliò maliziosamente la sua coscienza.
Il risultato, comunque, era che Lily non poteva fare a meno di seguirlo dappertutto.
E di fare figure imbarazzanti.
Ciò a cui si riferiva Alice, per esempio, era quello che era successo quella stessa mattina, nonché una delle sue figuracce entrate nella "Top ten dei momenti-da-sotteramento".
«Lily... Io sto aspettando» esclamò l'amica, sventolandole una mano davanti al viso per richiamarla nel mondo reale.
Lily sbuffò.
«Non c'è molto da raccontare, Ali. Li stavo spiando dalla finestra della biblioteca e mi hanno scoperto. Fine».
«Certo, come no. Cosa ti ha detto lui?»
«Intendi Albus o LUI?»
«Con lui intendo LUI» rispose esasperata Alice, marcando esageratamente sul "lui" «E poi perché dobbiamo continuare con questa storia? Ci manca solo che cominciamo a chiamarlo "Colui-che-non-vuoi-nominare" e siamo a posto. Chiamalo Scorpius e basta, no?»
Poi, vedendo Lily fare gesti incomprensibili, aggiunse: «Ma si può sapere che hai? Stai facendo uno di quei tizi babbani, uno di quelli con la faccia bianca e la maglia a righe? Mi pare si chiamino "Nini", ma non sono sicura... Non seguo Babban---».
«Senti Paciok, la Potter stava facendo questi gesti consulti per dirti di non nominarmi, dato che ero proprio dietro di te, ma se non la capisci neanche tu c'è da preoccuparsi... Ero convito che qualcuno parlasse la lingua "Potterese", ma mi sono sbagliato. Pazienza» .
Alice trattenne il fiato, e si girò.
Scorpius stava proprio davanti a loro, con il suo perenne sorriso strafottente, e sembrava del tutto intenzionato a divertirsi.
Come suo solito (quei due non sarebbero mai cambiati) Lily rispose alle prese in giro, cominciando a urlargli contro fregandosene che il ragazzo fosse Caposcuola.
Ma Alice lo ricordava bene: quella Serpe maledetta aveva tolto loro un'infinità di punti, tanto che Grifondoro e Tassorosso erano negli ultimi due posti perennemente.
Così, all'ennesimo contrattacco di lui, bloccò Lily mettendole una mano sulla bocca.
«Ehi, Paciok, perché non la fai parlare? Hai finalmente capito che la Potter non può essere al mio livello?»
«No, IDIOTA, le faccio solo ricordare che noi dovremmo andare».
«Dieci punti in meno a Tassorosso per la tua insolenza. E visto che ci siamo» aggiunse, riferendosi a Lily «anche a Grifondoro. So bene cosa stavi per dire, Potter».
Lily, arrossendo per la rabbia, uscì dalla Sala Grande senza più degnarlo di un solo sguardo; al contrario, Alice gli scoccò uno sguardo infuocato, come per avvisarlo che la ragazza in questione era sua amica, e che le sue amiche non andavano toccate.
Poi uscì anche lei.

«Alcyone, è ora di andare a letto» disse Lily, guardando la figlia con dolcezza.
«Ma mamma... Non abbiamo finito! E poi tu e il papà vi siete arrabbiati! No, non possiamo andare via! Io voglio vedere la fine» si impuntò lei, guardandola con quell'espressione di sfida che aveva preso SICURAMENTE dal padre.
«Niente da fare, signorinella, adesso si va a nanna. Se questa notte fai la brava, però, domani continuiamo con la storia. Va bene così?»
La piccola fece un sorrisone, già dimentica dell'arrabbiatura, e abbracciò le gambe della madre per farsi prendere in braccio.
La madre l'accontentò (non era capace di resistere a quegli occhioni grigi), e uscirono insieme dal Pensatoio.



[27 Agosto, 2038]

Non appena Lily toccò il pavimento (con la figlia ancora in braccio), una voce echeggiò, ironica: «Adesso mi spiegate cosa ci facevano le due donne della mia vita immerse lì dentro?»
Era Scorpius.
«Sai, caro, sono segreti da donne... Se te lo dicessimo poi dovremmo sotterrarti» lo punzecchiò la moglie, girandosi verso di lui e facendogli la linguaccia.
«Sì, papà, sono segreti da donne» gli annunciò fiera la figlia, che si sentiva già grande.
Poi, allungando le piccole braccine, fece capire al padre che voleva un abbraccio, il quale ovviamente non perse tempo: lui adorava la sua piccolina.
Eppure, nel momento in cui pronunciò le fatidiche parole, rischiò di avere in infarto.
«Papà, posso chiamarti anche io "Idiota" come faceva zia Alice da piccola? È un bel nome!»
«Cosa?! E tu come fai a sapere come mi chiamava la zia da piccoli?» chiese sgranando gli occhi, girandosi poi verso la moglie per chiedere spiegazioni.
Lily arrossì, balbettando un qualcosa che a Scorpius sembrò «Siamo andate nei miei ricordi», ma che dal tono poteva benissimo essere «Si è scolata una birra».
«Cara, per farti capire devi solo parlare inglese, non è così difficile... So che non è la tua lingua madre, il "Potterese" è unico, ma potresti provarci!
Gioverebbe di sicuro a me e a nostra figlia».
L'altra arrossì ancora di più, e fece per parlare, ma fu interrotta dalla figlia che tutta agitata esclamò: «Il "Potterese", sì! Mi ricordo, papà, l'hai detto tu quando eri piccolo! Lì, nella grande stanza con i tavoli lunghi lunghi... Era proprio gigante!»
Scorpius finalmente fece due più due, e capì che la moglie aveva portato Alcyone in uno dei suoi ricordi. Ma perché?
Lily intercettò il suo sguardo, capendo la domanda silenziosa, e ammise: «Cyo voleva sapere come ci siamo conosciuti, così le ho fatto vedere il mio Smistamento e il nostro litigio del quinto anno».
«Perché quella litigata del quinto anno?» chiese Scorpius, anche se ne conosceva la risposta: voleva solo sentirlo pronunciare dalle sue labbra.
Lei gli si avvicinò e, superando la figlia ancora arpionata al marito, gli lasciò un leggero bacio sulle labbra.
«Perché è stato quel giorno che ho veramente capito che mi ero innamorata di te» soffiò sulle sue labbra, sorridendogli con amore.
«Sì!! Mi piace quando vi date i bacini, siete tanto carini... Aspetta, come dice Nonna Narcissa? Ah, sì, siete da shippare!»
Scorpius rischiò nuovamente un infarto.
«Cos'è che dice la nonna!?!?»





NOTE DELL'AUTRICE:

Ed eccomi qua, con una nuova fanfiction!!!
E stavolta, pure una minilong 😋😋
Come avrete capito (spero che chi legge qui abbia già letto il resto), parla di Lily e Scorpius alle prese con la figlia curiosa.😁😁
Per quanto riguarda la modalità della storia, sarà più o meno così in tutti i capitoli, e saranno TRE.
Li ho già scritti tutti, perciò sappiate che di certo non farò ritardi.😘😘
Aggiornerò ogni sabato, a partire da quello a venire, per tre sabati.
Spero di sentire pareri, e ringrazio anche solo per aver letto la mia storia. Grazie mille😘😘
_viola02_

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


~ Capitolo 2 ~

[28 Agosto, 2038]

Scorpius non voleva. Proprio per niente.
«No, Lily, non andremo avanti con questa storia. Alcyone è PICCOLA! Non può vedere E SENTIRE i nostri discorsi, anche perché eravamo nell'età della ADOLESCENZA!» disse perentorio.
Sua figlia non avrebbe ascoltato parolacce, né doppi sensi. Nemmeno accenni.
«Scorpius, glielo dobbiamo. IO le ho promesso che avremmo continuato la nostra storia QUESTA SERA, e ho intenzione di mantenere la parola data. E per le parolacce basta tapparle le orecchie al momento giusto» aggiunse, scoccandogli un'occhiata ammonitrice che lo avvisò che la moglie era preda di istinti omicidi.
Alla fine si arrese, ma ad una condizione: sarebbe andato anche lui.
Tuttavia, quando si immersero nel Pensatoio, non poté non ammettere con se stesso che era curioso: avrebbe finalmente capito come lo vedeva la moglie a quell'epoca.


[3 Giugno, 2024]

Lily Luna Potter ECCELLEVA in Pozioni, lo sapeva tutta Hogwarts.
Eppure, in quell'aula sotterranea e con la musica sparata a tutto volume nelle sue cuffie, non riusciva a preparare neanche un misero intruglio.
Cercava con tutta se stessa di concentrarsi sul testo della sua canzone preferita (era delle Sorelle Stravagarie, miseriaccia!), ma i suoi pensieri continuavano inesorabilmente a tornare a lui.
Biondo, alto, bello come un dio...
BOOM!
Ecco, era accaduto di nuovo. E la sua favolosa pozione, quella per cui si impegnava da più di un'ora e mezza, era finita nei suoi capelli.

«Mamma, che buffa che sei con quella schiuma rosa tra i capelli!».
«Alcyone, zitta! Voglio godermi la scena» la rimproverò Scorpius, per poi girarsi verso la moglie e commentare, sghignazzando: «Mi ricordo quel giorno, è stato estremamente divertente! Insomma, Lily Potter che fa esplodere una pozione, e non una volta sola, ma ben sette! Data da segnare sul calendario, praticamente».
«Taci, Serpe che non sei altro!».


«Maledizione!» borbottò Lily a mezza voce, mentre si puliva con un colpo di bacchetta «Com'è possibile che mi sia ridotta in questo stato?».
«Semplice, sorellina, hai la testa fra le nuvole».
Lily si girò di scatto, togliendosi le cuffie.
Davanti a lei, appoggiato allo stipite della porta, altri non c'era che Albus, il suo meraviglioso e serpentesco fratellone.
"Certo, meraviglioso e serpentesco, ma mai quanto quel figo di...".
Lily scosse la testa. Quelli non erano pensieri SUOI, poco ma sicuro.
«Come hai fatto a entrare?» chiese, tornando con gli occhi al suo disastro di pozione.
«Dalla porta, sorellina, sai com'è... Noi comuni mortali entriamo da lì, non dalla finestra» rispose lui, guardandola con aria ironica.

«No, beh, qui Albus è stato un genio!» esclamò Scorpius, ridendo come un matto.
«Puoi stare zitto ed evitare di commentare, grazie?».
«Su Lily, non essere così rigidina».
«Io. Non. Sono. Rigidina!».
«Sì, lo sei. E adesso basta parlare e guardiamo, che con le tue interruzioni non riusciamo a capire niente».
«Con le MIE interruzioni?!».
«Shhh! Devi stare zitta!».
«Alcyone» ordinò Lily alla figlia «vieni qui ISTANTANEAMENTE. Devi trattenermi o non risponderò delle mie azioni, e se mi capita... Beh, addio papà!»


Lily arrossì.
Ma perché ultimamente tutti le ricordavano quell'episodio? Non potevano semplicemente dimenticarlo?
«Ho capito, quella volta ti sei divertito, non serve continuare a rimarcarlo. Che vuoi, Al?».
Il ragazzo sospirò.
«Solo sapere come stavi: è da tutto il pomeriggio che si sentono botti dalla nostra Sala Comune, e non è normale che tu faccia così tanti sbagli. Cosa c'è che non va, Lily?».
Quest'ultima capì che era uno dei "momenti seri".
Quando suo fratello Albus la Serpe, infatti, la chiamava Lily e nel suo discorso non c'era neanche una minima traccia di sarcasmo, significava che si stava preoccupando per lei, e che pensava fosse successo veramente qualcosa di grave.
In poche parole, si stava comportando da VERO FRATELLO MAGGIORE.
«Non succede niente, Albus, sono solo preoccupata per l'esame di Pozioni che si terrà domani».
Lui sbuffò, infastidito.
«Non me lo dai a bere, LUNA, sappilo. Tu che sei preoccupata per POZIONI?? Ovvio, come no...».
Ah, pensava di irritarla usando il suo secondo nome? E guerra sia.
«Senti, SEVERUS» cominciò, marcando anche lei sul secondo nome, che lui (a differenza sua) non sopportava proprio per niente «se ho qualcosa che non va saranno affari miei. E soprattutto, perché non dovrei essere preoccupata per l'esame? Okay che sono brava - o ero brava, come vuoi - ma sono comunque i G.U.F.O., e quindi per niente facili!».
«Primo, se hai qualcosa che non va me lo devi dire, perché a dispetto di ciò che credi tu sei un mio affare, e secondo, chissene frega! Tu sei la migliore in Pozioni, superata forse solo da Scorpius, e---».
Albus interruppe di colpo il monologo. Lily aveva la faccia in fiamme.
«Perché sei arrossita?» chiese stupito.
Lily arrossì ancora di più, borbottando un «Non è vero che sono arrossita, è solo una tua impressione» a malapena udibile.
«Sì che sei arrossita, lo si vede lontano un miglio! Ma perché?» si chiese ad alta voce, cercando di capire cosa l'avesse fatta diventare un pomodoro.
«Vediamo, io stavo parlando del fatto che tu sia un mio affare e che mi devi dire dei tuoi problemi, poi ho nominato Scorp, e...».
Albus la guardò con tanto d'occhi.
«Ti piace Scorpius?» chiese a bruciapelo.
Lei arrossì ancora di più, spostando lo sguardo sui suoi piedi.
Lui scoppiò a ridere.
«Ora capisco tutto! La finestra, le pozioni in fumo, il tuo cervello inesistente... Ti sei innamorata del ragazzo che odi di più al mondo, quello che non guarderesti nemmeno se fosse l'ultimo uomo sulla Terra, il tuo caro signor Malfoy!».

«Cos'è questa storia?? Il tuo caro signor Malfoy?? Perché mi ha chiamato così?».
La Lily trentenne arrossì come la quindicenne, e lo fece tacere con un pugno ben piazzato.
«Afferrato il concetto: devo stare zitto!».


«Sì, beh... Non è che mi piaccia veramente... Solo una piccola attrazione... Quelle cose le penso davvero!» disse Lily, cercando di mantenere un minimo di dignità.
Albus le aveva fatto un vero tiro da Serpe: quelle parole le aveva dette proprio quell'inverno, davanti a tutta la famiglia riunita per il Natale, e le aveva ripetute così tante volte da far entrare in testa a tutti che odiava Malfoy.
D'altra parte, era proprio quello lo scopo... Malfoy le piaceva già da tempo, solo non se n'era mai resa conto.
O FORSE SÌ, ma non doveva saperlo nessuno.
«Beh, sorellina, io ti devo lasciare. Ora che so che non sta morendo nessuno posso tornarmene in stanza» dichiarò il Serpeverde, ancora sghignazzante.
Lily divenne paonazza e, saltandogli addosso, esclamò: «Non glielo dirai, vero, fratellone?».
Poi, facendo gli occhi da cucciola, continuò: «E poi non puoi lasciarmi così, sono o non sono un tuo affare?! Mi devi aiutare!».
Albus ghignò, e le rispose: «Ma non posso proprio aiutarti, se no come fai a crescere? Le ragazze grandi sanno cavarsela da sole...».
Poi, però, non resistette a quell'espressione dolce della sorella, e le disse: «Va bene, okay, ti aiuto e non dico niente a Scorp. Risolviamo il tuo problema con Pozioni, avanti».
Lily sorrise, felice.
Lo baciò sulla guancia, e lo ringraziò con un «Grazie, grazie, grazie, fratellone!!» che lo fece sciogliere.
Voleva così tanto bene alla sua sorellina che avrebbe fatto qualsiasi cosa per lei, poco ma sicuro.
Ma, essendo Serpeverde, queste cose rimangono segrete.
Perciò, alzò gli occhi al cielo e ordinò alla Grifondoro di prendere tutto l'occorrente per preparare l'Amortentia.
«Allora, gli ingredienti sono: Uova di Ashwinder... prese! Petali di Rosa... presi! Peperoncino in polvere... preso! Acqua di Luna... presa! Abbiamo tutto, Sergente Albus!» .
«Perfetto, Soldato Lily! Adesso seguiamo bene le istruzioni e prepariamo questa benedetta pozione».
I due fratelli, lavorando sodo, in due ore e mezza finalmente ottennero ciò che speravano.
La pozione era perfetta: madreperlacea, emanava fumo a spirale, e odorava di...
«Sambuco? Come fa a odorare di sambuco?» chiese Lily sgranando gli occhi.
Il maggiore sorrise, malefico.
«Ah, la mia cara sorellina... È proprio una LEGGERA attrazione quella che provi per Malfoy, eh? Sai, lui adora quel gusto di caramella, tant'è che ne odora persino...».
La CARA SORELLINA arrossì per l'ennesima volta, e si annotò mentalmente di non rivelare MAI più a nessuno ciò che si annusa dall'Amortentia.

«Papà, adesso ti insegno una cosa. Vedi che sta diventando tutto più FUMEGGIANTE? Vuol dire che cambiamo scena!» strillò contenta Alcyone, che finalmente poteva insegnare qualcosa al suo papà.
«Cyo, si dice FUMOSA! Te l'ho detto anche l'altra volta!».
«Sì, mamma, va bene. Allora si dice fumosa, papà, non fumeggiante».
Poi, dopo essersi guardata intorno, la bambina chiese: «Ma dove siamo?».
Scorpius, fissando dritto davanti a sé, rispose: «Al campo da Quidditch».


[10 Giugno, 2024]

«Ehi, Lily, oggi hai dato proprio il massimo!»
La ragazza sorrise complice al suo Capitano, rispondendo: «Ovvio, Lys, bisognava mettere i Serpeverde in riga!».
Avevano appena battuto le Serpi 260 a 80, e ovviamente tutta Grifondoro era più che euforica.
Insomma, i Cacciatori avevano segnato punti su punti, Lily aveva preso il Boccino d'oro in pochissimo tempo e il loro portiere aveva fatto parate spettacolari; per di più, grazie a quel punteggio erano saliti al secondo posto nella Coppa delle Case, cosa che non succedeva da quando Lily era stata presa di mira da Scorpius: c'era da festeggiare!
E infatti era proprio quella l'intenzione: la squadra non vedeva l'ora di salire in Sala Comune e dare inizio al party dell'anno.
Solo Lily era un po' più restia, non le erano mai piaciute né feste né le attenzioni, anche se quelle ogni tanto non guastavano.
Così, disse al Capitano: «Lysander, ho ancora voglia di volare... Resterò un altro po' al campo».
«Ma così ti perderai la festa!» esclamò, deciso a non lasciare indietro la sua giocatrice migliore.
«Non mi importa, lo sai. Ci vediamo dopo» concluse, mettendosi in sella al suo manico di scopa.
Poi, in un millisecondo, ecco che era di nuovo in volo.
Il vento tra i capelli, il battito cardiaco accelerato...
Quelle sensazioni la facevano sentire viva. Ecco perché amava così profondamente il Quidditch.
Fece una decina di giri di campo prima di accorgersi che le tribune erano ormai vuote.
"No, non vuote" si disse "c'è Scorpius".
Il ragazzo in questione, infatti, la stava osservando dal basso, con un'espressione a dir poco indecifrabile sul volto.
Lily decise di ignorarlo, era la tattica migliore.
Ormai non facevano altro che litigare: il suo orgoglio non le permetteva di lasciar perdere neanche una critica, e lui non era da meno.
Ma ciò che era proprio impensabile per lei era che si sentiva sempre più attratta da lui.
Era addirittura già capitato che più di una volta si ritrovasse a fissare le sue labbra mentre erano nel mezzo di una lite, o che sentisse l'impulso di abbracciarlo.
E questo la spaventava.
Vero che aveva ammesso che gli piaceva, anzi, che era innamorata di lui, però non si capacitava questi atteggiamenti.
Lei doveva stargli lontano: era un Malfoy, miseriaccia! E lei una Potter, per di più!
Quindi, lo avrebbe evitato nei corridoi, non avrebbe salutato Albus se L'ALTRO era nelle vicinanze e di certo non avrebbe risposto alle sue provocazioni.
Tuttavia, tutti i suoi buoni propositi andarono al diavolo non appena Scorpius la chiamò.
D'improvviso era davanti a lui, senza neanche ricordare come ci fosse arrivata, e non le importava più ciò che si era imposta.
Era come se tutto il suo essere la spingesse nella direzione di Malfoy, e che lei si fosse finalmente lasciata andare.
«Potter».
«Malfoy» rispose lei, fissando lo sguardo nocciola in quello argenteo del ragazzo.
I suoi occhi amavano quello sguardo, era il più bello e il più terrificante tra tutti quelli che avevano incontrato.
Bello per la purezza che ne traboccava, terrificante per la freddezza.
Scorpius Hyperion Malfoy era il ragazzo di metallo, quello che non si piega mai, che gioca con qualsiasi ragazza. Quello che non si innamora.
Però Lily si era accorta di ciò che quegli occhi nascondevano. Amore, gentilezza e altruismo. Amore fraterno, come nel caso di Albus, o familiare, nel caso dei suoi genitori.
Gentilezza e altruismo, invece, erano solo in piccoli gesti, a malapena visibili: una mano quando cadi, un suggerimento bisbigliato, un mezzo sorriso.
«Che stai facendo?».
Lily distolse lo sguardo, posandolo sul suo manico di scopa.
Fece un sorriso amaro. Lui non si sarebbe mai accorto di niente, probabilmente.
Lei era e sarebbe stata sempre solo la sorella più piccola del suo migliore amico, nonché l'odiosa Lily Potter con la quale litigava un giorno sì e l'altro pure.
«Volavo».
«E che cos'hai?».
Una domanda semplice, lineare.
"Che cos'hai?".
"Niente, è solo che ti amo, e tu mi odi. Cosa vuoi che ci sia che non vada?" avrebbe voluto rispondere.
Invece, sotterrando le sue emozioni, disse: «Sto bene, non serve chiederlo».
«Potter» la richiamò.
«Malfoy» rispose per la seconda volta, tornando a guardarlo.
«Potter».
«Ho capito, Malfoy, vuoi chiamarmi. Ed io ti rispondo, sono qui. Adesso puoi dirmi che vuoi?».
Lily era stufa. Scorpius le stava solo facendo perdere tempo, tempo che avrebbe potuto utilizzare per volare, esercitarsi negli incantesimi... Qualsiasi cosa.
«Che cosa ti succede?».
«A... me?».
«Sì, a te. Che cosa ti sta succedendo, Lily?».
L'aveva chiamata Lily. LILY.
Per la prima volta da quando si conoscevano (cinque anni, dieci mesi e dieci giorni), lui l'aveva chiamata con il suo VERO nome.
Non "Potter", non "impicciona". Semplicemente LILY.
E non ragionò più.
«Ti amo, ecco cosa succede. Ti amo così dannatamente da distruggermi, Malfoy, e non mi interessa ciò che pensano. Ti ho amato dal primo giorno, e lo faccio tutt'ora» disse tutto in un fiato, finalmente liberandosi di quel macigno che la opprimeva da mesi.
Neanche un minuto dopo, però, tornò lucida.
Aveva messo a nudo il suo cuore. Gli aveva detto tutto, mettendosi sicuramente in ridicolo e facendola sembrare una sciocca.
Doveva fuggire. Era l'unica soluzione.
Senza più guardarlo montò sul suo manico di scopa, e si librò in aria.
E poi volò, così veloce che nessuno l'avrebbe potuta vedere, così veloce da svanire.
Perché era proprio questo che voleva, al momento: svanire nel vento, entrare a far parte di esso, così da non sentire più niente.

«Alcyone, Scorpius, il ricordo è finito. Dobbiamo uscire» dichiarò la Lily trentenne, realizzando che nessuno dei due aveva commentato quel ricordo.
«Cos... Ah, certo! Amore, bisogna andare via» si riprese Scorpius, uscendo dal suo stato di trance.
Quando i due cercarono la figlia con lo sguardo, capirono perché non avesse parlato neanche una volta nell'ultima mezz'ora.
Stava dormendo in braccia a Scorpius.
I due genitori stettero zitti, guardandola con amore.
Era angelica, con un sorriso sul volto e le gote rosa acceso, probabilmente dalle emozioni della serata.
I boccoli biondi, per di più, sembravano delle vere e proprie cascate d'oro: erano lucenti e finissimi, e soprattutto morbidi.
Abbassando il tono della voce, Lily disse: «Scorpius, dobbiamo metterla a letto».
L'altro annuì, e uscirono dal Pensatoio.


[28 Agosto, 2038]

Lily si infilò tra le coperte, venendo immediatamente abbracciata dal marito.
«Alcyone?» chiese lui, cercandola con gli occhi.
«Tutto a posto, sta dormendo tranquilla».
«Perfetto» .
Scorpius sorrise, posando le labbra su quelle di lei. Quando si staccò, le sussurrò nell'orecchio: «Mi è piaciuta questa serata, sono dei bellissimi AFFARI DA DONNE».
La moglie sorrise.
«Lo so, e tu sei proprio una bella donna. Non c'è nessuno più pettegolo di te, in effetti».
«Ehi! Non è vero».
Scorpius mise il broncio, facendo scoppiare a ridere Lily.
«Oh, sì che è vero, e lo sai anche tu! Ti ricordi quando è venuto fuori che James aveva la ragazza? Anche se non lo sopporti hai voluto sapere tutti i dettagli, anche quelli che non dovrebbe sapere nessuno a parte... Beh, James».
«Ma solo quella volta! E poi, dai, era legittimo: tutti pensavamo che sarebbe rimasto donnaiolo a vita, nessuna moglie o figli, e invece ecco che arriva Eleanor! Scusa tanto se volevo verificare, eh».
«Va bene» concesse Lily, con un sorrisetto «Quella volta non la contiamo. Però non puoi dire niente sui vicini».
«Quali vicini? Noi non abbiamo vicini da anni, Lily» esclamò stranito lui, non capendo.
«Appunto! Sei talmente impiccione che sono scappati tutti!».
«Ehm... Non posso darti torto. Hai vinto, Potter» si arrese lui, alzando le mani come segno di resa.
«Lo so bene, Malfoy, ho vinto da anni»
E, lanciatogli l'ultima occhiata di trionfo, lo abbracciò nella notte.





NOTE DELL'AUTRICE:

Ciao! Sono stata puntualissima, questa volta😉
Beh, non che avessi molto da fare, solo inserire l'html...
Anyway, come vi è sembrato il capitolo?
Io personalmente mi sono divertita un mondo a scriverlo, con i commenti della piccola Alcyone e le battute di Scorpius😂😂
E questo, fra i tre, è in assoluto quello che mi piace di più😍😍
Dedico questo capitolo a mikymusic, Jade_Malfoy e Fenicebook, che hanno messo questa storia tra le preferite; a silvia94, che l'ha messa tra le ricordate; a Lily_Ginny e a prettyvitto che l'hanno messa tra le seguite. Grazie mille 😘😘😘
E ringrazio anche voi lettori silenziosi, che se siete arrivati fino a qui è per me già un grande passo.
Alla prossima settimana,
_viola02_

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


~ Capitolo 3 ~

[29 Agosto, 2038]

Lily e Scorpius erano sul divano, con le luci spente, e si stavano guardando un film babbano intitolato "Twilight".
Lily lo trovava piuttosto insulso, non capiva come potevano pensare i Babbani che i vampiri fossero buoni. Lo sapevano tutti che erano esseri dannati e senz'anima!
«Lily, stavo riflettendo... Alcyone si è dimenticata della nostra storia, non siamo andati avanti oggi».
La donna sorrise, girandosi verso il marito.
«Lo so, ma era piuttosto stanca. D'altra parte ha saltato sul divano per tutto il pomeriggio» concluse, alzando gli occhi al cielo.
«Già...».
Lily capì che c'era qualcosa che non andava: Scorpius continuava ad evitare il suo sguardo. «Scorpius, cosa succede? E non dirmi "Niente", perché chiedo le carte del divorzio».
Lui sorrise, ammettendo: «Io volevo vedere la fine... La fine della nostra storia. Vedere quel pomeriggio di Giugno attraverso i tuoi occhi è stato qualcosa di unico.
E volevo vedere in quel modo anche il 17 Giugno. Aspettavo da tutta la giornata».
Lily sorrise, intenerita.
Poi, con un colpo di bacchetta, fece illuminare la stanza.
«Che stai facendo?» chiese lui, guardandola alzarsi e sistemarsi la vestaglia.
Lily si girò verso di lui, guardandolo con una luce maliziosa negli occhi castani: «Mi sto alzando per vedere il 17 Giugno. Tu, invece?».
Scorpius non se lo fece ripetere due volte.
Quando furono davanti al Pensatoio, Lily si puntò la bacchetta alla tempia e ne fece fuoriuscire un filamento argenteo, che riversò nell'oggetto.
Poi gli sorrise, ed era esattamente lo sguardo che aveva fatto innamorare il marito: caldo e amorevole come una carezza, ma altero e fiero come quello di una regina. Sembrava che gli comunicasse «Io ci sono, conta su di me: non cadrò mai», e Scorpius sapeva che era la verità. Lei era la donna più forte che avesse mai conosciuto, nonché l'unica che gli tenesse testa.
Quella che lo aveva stregato, per di più...
Lei gli tese la mano.
«Vieni?».
Scorpius la strinse forte, annuendo, e si immersero per la terza ed ultima volta nel Pensatoio.



[17 Giugno, 2024]

«LILY. LUNA. POTTER! COME HAI OSATO NON DIRMELO??».
Il grido eccheggiò nella Sala Grande (nessuno fiatava per la paura) e al sentirlo colei che era stata chiamata rischiò un infarto.
Alice Paciok l'aveva scoperta. Ed era arrabbiata.
Come una furia l'amica arrivò al tavolo dei Grifondoro e la incenerì con lo sguardo, aspettando una qualsiasi risposta decente.
Lily decise di utilizzare la Difesa Numero Due, ovvero il "fare finta di non sapere", e disse, un po' tremante: «Ehi, Alice! Come butta?».
«Come puoi anche solo pensare di utilizzare la Difesa Numero Due contro di me? Ma ti rendi conto che te le ho insegnate io le "Tre Grandi Difese"??».
Lily deglutì.
«Ah, ehm, già... Me ne ero dimenticata...».
«Fuori immediatamente, Potter, dobbiamo parlare. ADESSO!!» ordinò lei, uscendo dalla sala con grandi falcate, come se quegli unici minuti in cui ne era stata all'interno fossero stati insopportabili.
«Lily, che hai combinato?? L'ultima volta che ho visto la Paciok così infuriata è stato quando il suo ragazzo l'ha tradita!» esclamò Lysander, che era seduto vicino alla ragazza.
«Lo so, sono morta. Secondo te devo andare?»
chiese titubante, con gli occhi ancora puntati nella direzione dove era scomparsa Alice.
«Sì, di sicuro. Prima vai prima ti togli il pensiero. Via il dente via il dolore, ricordi?».
Lily rise, anche se era una risata piuttosto isterica. «Già. Allora vado».
«Buona fortuna! E torna viva, per favore, mi servi in squadra!».

«Lily, cos'è questa storia del "via il dente via il dolore"?».
La Lily trentenne rise, e si sganasciò ancora di più alla vista dell'espressione del marito.
«Sai che Lys e suo fratello Lorcan sono appassionati di cose strane come la loro madre?
Beh, Lysander ha scoperto che i Babbani hanno questo strano detto. Praticamente vuol dire che, meno tempo impieghi nel fare una cosa che ti preoccupa, meno questa ti dà problemi. Almeno, io ho capito così».
«Ah, okay. Che strani i Babbani!».
Lily non poté far altro che annuire.
«Adesso guardiamo, su! Sono appena arrivata da Alice, vedi? Siamo nel parco, vicino al Platano Picchiatore».


«Perché non mi hai detto niente? Pensavo di essere tua amica... Tua sorella...».
Erano solo un lieve sussurro, ma a Lily si spezzò il cuore.
Alice si sentiva tradita, e Lily aveva rotto la loro "sorellanza".
«Io... Io ci dovevo pensare, Alice. È stato un errore, e mi ha fatto male» bisbigliò in risposta, guardando l'orizzonte.
Poi, girandosi a guardarla, aggiunse: «Io gli ho detto che lo amo, e mi sono screditata ai suoi occhi.
Come potevo anche solo pensare di dirtelo? È stato un fallimento, e io sono solo una sciocca. Lui non mi ha notata e non lo farà mai, e lo si capisce dal fatto che non mi ha più cercata.
E questo fa ancora più male, Alice».
Lei si girò a guardarla, e aveva gli occhi lucidi.
«Ti capisco, Lily, però era un fatto importante, e io avrei potuto aiutarti. Io ti sostengo, ricordi? Ci sosteniamo a vicenda, e nessuna delle due cade. Nel momento del bisogno, però, tu non ti sei fidata. NON TI SEI FIDATA DI ME».
Lily stette zitta, perché sapeva che era la verità.
Aveva pensato che l'avrebbe giudicata, ecco cos'è che l'aveva frenata.
Ma Alice non lo faceva mai, e pensarlo era stato un affronto.
«Ma sai qual è la cosa peggiore?» continuò l'amica, con le lacrime che minacciavano proprio di scendere «Che io ho fatto lo stesso! Anche io non mi sono fidata di te, e abbiamo distrutto la nostra amicizia».
Alice scoppiò a piangere, non riuscendo più a tenere quel peso dentro.
Lily la abbracciò, nonostante non potesse ammettere di non sentirsi tradita, e non disse una parola.
In certi momenti non serve parlare, bisogna solo amare. O essere amati.
Qualche minuto dopo Alice si calmò, e si staccarono riprendendo a sorridere.
Era un sorriso di scuse, certo, ma pur sempre un sorriso.
«Scusa?» dissero all'unisono, scoppiando a ridere subito dopo, proprio come facevano di solito. «Ti voglio bene, sorella mia».
Lily ci aveva messo l'anima in quelle parole, e Alice lo sapeva.
Per questo rispose: «Anche io, Lily, anche io».
E si abbracciarono di nuovo, come per suggellare di nuovo il patto tra di loro, come a renderlo più solido di prima.
«A proposito, Ali, cos'è che non mi hai detto di importante? Tu sai cosa ti ho nascosto io, ma io non so cosa mi nascondi tu!».
L'amica sorrise, imbarazzata.
«Sto con tuo fratello».
«James??» chiese stralunata Lily, non capacitandosi come la sua amica timida-ma-non-troppo potesse stare con un ragazzo così estroverso.
«No, ma ti pare?! Io sto con Albus» esclamò lei, arrossendo fino alle orecchie.
«Ah, ecco. Beh, vi ci vedo. Quando vi siete messi insieme?».
«Ehm... A Gennaio. Il 20 Gennaio».
«Cosa?? Da così tanto??».
«Già... Scusa».

«Lily, dove stiamo andando adesso? E perché mi hai fatto vedere questo ricordo?» chiese lentamente Scorpius, avendo capito che quello era un ricordo importante per la moglie.
«Adesso stiamo andando a QUELLA scena, in QUEL corridoio» rispose, guardandosi le mani.
Poi, alzando lo sguardo su di lui, aggiunse: «Ti ho mostrato QUESTO ricordo perché dovevi capire come mi sentivo in quel periodo. Tu non mi davi una risposta, io mi sentivo una stupida, e non avevo avuto Alice su cui contare. Per mia scelta, certo, ma non la avevo avuta comunque».
Il marito le prese la mano, e la baciò.
Quando si staccarono, sussurrò: «Mi dispiace per quanto ero stato idiota, anche se comunque non posso dire di essermela cavata male... Insomma, ti ho sposata, alla fine».
Lily sorrise, intrecciando le dita alle sue.
«Già. Adesso concentriamoci sul ricordo, d'altra parte è la tua dichiarazione...».
«E cosa centra?».
«È qualcosa di unico, e non vorrei perdermela per nulla al mondo».


Lily stava tornando dagli allenamenti di Quidditch (Lysander era convinto servissero anche se erano finite le partite, e a Lily non dispiaceva per niente: volare la distraeva), e aveva deciso di passare per la Stanza delle Necessità per lucidare un po' il manico della sua scopa.
Aveva scoperto quell'utilizzo solo da poco: un giorno, passando di lì, si era lamentata che il suo manico di scopa fosse piuttosto rovinato e...
Puff! La Stanza era comparsa.
Entrando, aveva trovato un vero e proprio arsenale per scope: le si poteva lubrificare, ammorbidire, rendere più aereodinamiche e addirittura personalizzare!
Tuttavia, probabilmente non era destino che la sua scopa stesse meglio, perché improvvisamente un ragazzo biondo sbucò dall'angolo davanti a lei.
Era Scorpius.
I due si paralizzarono di colpo, come fulminati, e si fissarono negli occhi, sguardo contro sguardo.
Nocciola contro argento.
Sembrava che nessuno dei due volesse cedere, per un motivo o per un altro, e perciò rimanevano impalati lì, uno davanti all'altra.
Poi, lui parlò.
«Potter, chi non muore si rivede!».
Lei non disse niente, ma chiuse le mani a pugno (talmente tanto forte da farsi sbiancare le nocche) cercando di trattenersi dal saltargli addosso.
Non aveva ancora capito se era per baciarlo o per ucciderlo definitivamente, quindi era meglio non rischiare. Tacere era la scelta giusta, già.
«Non mi rispondi, Potter? Pensavo fossi la ragazza FORTE, quella che risponde a tutti... Anche A ME. Ma si vede che mi sono sbagliato, e sei solo una piccola stupida che si crede chissà chi».
Il ragazzo fece una pausa ad effetto, tanto per godersi la smorfia che passò sul volto di Lily, e poi aggiunse: «Niente, mi sono proprio sbagliato, ho solo beccato l'unica Potter senza un briciolo di dignità e coragg---».
Lily non lo fece neanche finire.
Con tutta la sua forza gli tirò in pugno sul naso, buttandolo a terra, e gli saltò addosso continuando a picchiarlo.
Lui non poteva offenderla in quel modo, non ne aveva diritto.
«EHI! Che cosa succede qui??».
La voce della preside McGranitt li fece scattare in piedi, Scorpius con il naso grondante di sangue e Lily con le nocchie sbucciate.
«Che cosa cavolo avete nella zucca?? Una zuffa alla Babbana?? Non so chi vi ha insegnato una cosa del genere, sembrate due barbari!! Nel mio ufficio, ADESSO!».
«Ma professoressa, stavamo facendo per finta! Stiamo creando un teatrino, per... ehm... Babbanologia, in cui ricreiamo una... appunto... zuffa alla Babbana!».
Lily si girò sorpresa verso Malfoy: aveva creato una scusa FUNZIONANTE e che reggeva benissimo in pochissimo tempo!
Era veramente un bravo bugiardo.
«È così, signorina Potter? State creando una "scenetta"?».
Lily, che era ancora persa per i suoi pensieri, a quelle parole sussultò, e rispose in ritardo: «SÌ!!».
Poi, pensando al fatto che forse, e solo FORSE, ci aveva messo troppa enfasi, ribadì: «Sì, professoressa, stiamo facendo un progetto extra per la fine del corso».
Giusto per giocarsi il tutto e per tutto, indossò i suoi famosi occhi dolci, e la McGranitt ci cascò.
Quando se ne fu andata (raggiante e sorridente per l'animo che i suoi studenti mettevano nello studio), Lily sospirò di sollievo.
L'avevano scampata. Avevano scampato un punizione assicurata.
Maledicendosi per ciò che stava per fare, si girò verso Scorpius e disse: «Grazie mille, Malfoy, ci hai salvato».
Lui fece un mezzo sorriso e, mentre scuoteva la bacchetta per ripararsi il naso, replicò: «Anche i tuoi occhi da gatto non erano male. Siamo una bella squadra».
Poi, rendendosi conto di ciò che gli era appena uscito dalla bocca, aggiunse, minaccioso: «Ma non farti venire in mente di picchiarmi ancora».
Lily rise, ed esclamò: «Io non mi arrenderò mai, sappilo. Io sono stata CREATA per renderti la vita in inferno, e lo farò! Anche picchiandoti».
E, giusto per fare il finale ad effetto, condì tutto il discorso con un'occhiata di sfida, che sicuramente Scorpius avrebbe colto.
Però passavano i secondi, e lui non accennava ad emettere suono.
D'improvviso, come un fulmine a ciel sereno, Lily si rese conto di avere le labbra di lui a pochi centimetri dalle sue: si erano avvicinati così tanto da sfiorarsi il naso.
La ragazza deglutì, e fece per indietreggiare, ma Scorpius non le lasciò scampo.
Velocissimo, la bloccò al muro, e le loro labbra finalmente si incontrarono.
Si muovevano all'unisono, come in una danza, e il bacio era tutt'altro che casto.
Era la cosa più intensa che Lily avesse mai provato, sembrava che Scorpius si volesse fondere con lei, come se volesse annullarsi.
Le sue mani, dapprima appoggiate alle sue guance, scesero lungo i fianchi, e cominciarono a torturare il bordo della divisa, facendola tremare in un modo che centrava decisamente poco con il freddo.
Lily, d'altra parte, aveva finalmente immerso le sue dita nei suoi soffici capelli biondo platino, quelli che aveva sognato di toccare da sempre, e non si stupì nel constatare che erano proprio come se li era immaginati.
Quando però le mani del ragazzo cominciarono a farsi TROPPO intraprendenti, la ragazza si staccò.
«Fermati, Malfoy» disse con voce ferma, nonostante fosse ancora ansante per il bacio.
«Perché Potter?».
Lily lo guardò scettica.
«C'è anche il bisogno che ti dica il perché?».
«Beh, non mi pareva non lo volessi fare anche tu».
La ragazza arrossì, ma replicò: «No, non lo voglio, e di certo non al primo appuntamento».
Scorpius alzò un sopracciglio.
«Perché questo era un appuntamento? Non puoi crederci davvero» la schernì, sfrontato.
«Oh, ma lo so che OGGI non è il nostro primo appuntamento... Dico solo che quando accadrà di certo non faremo sesso» chiarì lei, scandendo le parole per ribadire il concetto.
«E cosa ti fa credere che ci sarà un appuntamento?».
Lily fece un sorrisetto malizioso: «Beh, non mi pare non lo volessi fare anche tu, o sbaglio?».
A quel punto Scorpius sorrise, alzando le mani in segno di resa.
«Va bene, hai vinto. E hai anche ragione, sognavo quel bacio da un bel po'».
Poi fece una pausa e, tornato serio, fissò lo sguardo in quello della ragazza, dicendo: «Appuntamento domani pomeriggio alle tre in punto, al Lago Nero. E niente ritardi».
Probabilmente non si aspettava risposta, perché si girò e cominciò ad andarsene, ma Lily non lo lasciò fare più di tre passi: con un colpo di tosse richiamò la sua attenzione, e replicò con voce angelica: «Che cosa hai detto, Malfoy?».
Lui digrignò i denti, e con lentezza, riformulò: «Lily, vuoi venire domani al Lago Nero con me? È un appuntamento».
Lily sorrise di nuovo, e annuì.
«A che ora, Scorpius?».
«Ti andrebbe alle... Oh, ma che bisogno c'è di questo teatrino?? Ho già detto alle tre. Ti va bene, sì o no?!».
«Almeno potevi fare il romantico... Visto che mi hai invitato al Lago perché è un posto molto suggestivo (sì, lo so, non fingere di non averlo pensato prima), potevi completare il tutto con una bella proposta!».
Scorpius alzò un sopracciglio, sarcastico, ma Lily si accorse che era arrossito leggermente.
Tuttavia, continuava a tacere.
«Va bene, okay, ci sarò e non farò ritardi» si arrese la ragazza, alzando gli occhi al cielo per la testardaggine dell'altro.
Poi, in preda ad un impulso decisamente Grifondoro, esclamò: «Me lo dai un bacio, prima di andare?».
«E perché dovrei dartelo, Potter?».
«Perché stiamo insieme e domani abbiamo un appuntamento. E poi, scommetto che lo vuoi...».
Il ragazzo fece una smorfia.
«Io non ho mai detto che stiamo insieme».
«Beh, io sì. Problemi?».
Ci fu un attimo di silenzio, che fu rotto da una Lily decisamente esasperata: «Oh, ma che diamine! Malfoy, dì che vuoi stare insieme a me e falla finita! Mi hai già detto che volevi baciarmi da un po', non ti ser---».
Da brava Serpe, Scorpius poggiò la bocca sulla sua, bloccando in questo modo la filippica che non aveva decisamente voglia di ascoltare.
Anche alla fine del bacio, quando ormai i loro respiri erano decisamente irregolari, rimasero a guardarsi, sguardo contro sguardo.
«Lo sai che ogni tanto dovresti stare zitta?» la schernì lui, con una luce ironica negli occhi.
«Beh, non mi pareva stessi parlando, poco fa» replicò lei, sorridendo divertita.
Non sarebbero mai cambiati, Lily ne era certa: avrebbero continuato a battibeccare anche a quarant'anni, anzi, a settanta.
Tuttavia, le cose tra di loro erano cambiate: non si rispondevano più con l'intenzione di fare male, bensì di punzecchiarsi amichevolmente.
E per lei andava più che bene.
«Ti amo» bisbigliò, ben sapendo che lui poteva sentirla.
E, lasciandola allibita, Scorpius rispose: «Anche io, Lily Luna Potter».

[28 Agosto, 2038]

«Quindi... Abbiamo finito? Non vedremo altri ricordi?».
La voce triste di Scorpius fece sorridere la moglie.
Era rimasto zitto anche dopo che erano usciti dal Pensatoio, e Lily aveva capito che era perché aveva qualcosa in mente. E in quel caso ciò che lo rendeva silenzioso era l'amarezza della fine dell'avventura.
Sorridendo, si girò verso il suo lato di letto, e lo abbracciò da dietro.
«Finito? Ah che i ricordi rimangono, e noi abbiamo ben quattordici anni di matrimonio da rivisitare!» replicò ridendo, lasciandogli poi un bacio sulla spalla.
«Dobbiamo far vedere i ricordi di questa sera anche a nostra figlia, tra l'altro. Sei un illuso se credi che vorrà lasciare questa storia a metà» aggiunse, ripensando all'entusiasmo che la figlia aveva dimostrato in quegli ultimi giorni.
Ancora stretta al marito, Lily alzò lo sguardo sulla parete destra della loro camera, e guardò con amore la loro foto di matrimonio.
Albus e James l'avevano scattata di nascosto, e li avevano beccati nel momento in cui si baciavano.
Così, da brava Serpe qual è, Albus l'aveva fatta modificare e aveva aggiunto, nell'angolo in basso a destra, la frase che secondo lui più li rappresentava: “The best feeling in the world is kissing someone for the first time when you’ve really wanted to kiss them for a long time”.
E Lily era d'accordo.
Lei è Scorpius si erano cercati per anni, con uno sguardo, con un gesto, eppure avevano sopportato entrambi; quando poi si erano infine dichiarati, avevano scoperto di essere perfetti insieme, l'uno l'anima gemella dell'altra.
«Ti amo, Scorpius».
«Ti amo anch'io, Lily».





NOTE DELL'AUTRICE:

Ed eccomi qui!😘😁😀
(Scusate per l'orario, avevo completamente rimosso l'idea che fosse sabato, essendoci da noi il ponte) Bene, questo è il capitolo conclusivo, di un'avventura lunga BEN TRE CAPITOLI😂😂
In questo non si vede Alcyone (chiedo venia!!!), ed è una scelta che avevo fatto addirittura prima di scrivere i capitoli, dato che per la conclusione ci doveva essere molto fluff e SOPRATTUTTO un confronto tra Lily e Scorpius.
Anyway, ringrazio infinitamente saila25 e GattyP per aver recensito e per aver messo la storia tra le preferite/seguite.
E anche voi, lettori😘😘
_viola02_

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