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Lista capitoli: Capitolo 1: *** Cap.1 - Sakura, la Rosa del Ciliegio *** Capitolo 2: *** Cap.2 - L'insolente Naruto *** Capitolo 3: *** Cap.3 - Sasuke, l'uomo tanto terribile quanto bello *** Capitolo 4: *** Cap.4 - Karin, l'Angelo della Morte *** Capitolo 5: *** Cap.5 - Valentine's End ***
Capitolo 1 *** Cap.1 - Sakura, la Rosa del Ciliegio ***
[Nota dell’Autrice: questa mini long la scrissi
all’incirca 6 anni fa come storia originale, ed avevo preso ispirazione da
alcune immagini e dalla canzone dei Linkin Park.
Siccome mi piaceva ho pensato di riprenderla in mano e
adattarla al fandom Naruto, ovviamente SasuSaku.
Non è niente di speciale, ma spero ugualmente che sia di
vostro gradimento. Baci baci!!]
Cap. 1 – Sakura, la Rosa del Ciliegio
La vita scorre veloce per i mortali quando sono felici, a
volte anche troppo veloce, tutti sono
ignari di quanto prezioso sia ogni singolo istante di ogni singolo giorno,
perché nessuno è consapevole che quel giorno potrebbe essere l’ultimo; si pensa
al domani con una tale facilità, che anche di fronte alla morte si riesce
comunque a sorridere.
Quando senti le sirene delle ambulanze o della polizia,
capisci che altre vite sono terminate o stanno per terminare, ma allo stesso
tempo speri che quelle vite continuino a raccontare la propria storia, una
storia bella piena di sogni e di desideri, una storia felice oppure anche una
storia triste, triste proprio come triste è la gioia e l’amore di una coppia di
innamorati.
Normalmente quando si sta con qualcuno si dice “mi piaci”
anche per le cose più semplici e niente di ciò che era o di ciò che sarà avrà
importanza, ciò che conta è il presente, l’amore è adesso ed è bello, almeno
finché dura…
Non sono forse i preti che, in chiesa durante il rito del
matrimonio, recitano “finché morte non vi separi” ?
Strano eppure da qualche tempo la morte, per chi si ama,
arriva molto prima e senza preavviso, prima ancora di avere avuto la
possibilità di capire e realizzare ciò che il domani riserva ad ognuno di noi;
c’è un giorno, in particolare, che da un po’ di tempo si è trasformato da
giorno felice e romantico in un giorno di morte per tutti coloro che hanno la
fortuna, o meglio la sfortuna, di essere “innamorato”: quel giorno è diventato
rosso, come il sangue che scorre per le strade a partire dalla mezzanotte, nero
come le ombre che vagano per la città in cerca delle proprie vittime
sacrificali, freddo come la lama degli assassini che la popolano.
Da qualche anno, quando quel giorno arriva, ci si aspetta
di sentire le sirene per strada rimbombare con maggior vigore e a mezzanotte
precise fino all’alba il concerto in requiem comincia puntuale come un
orologio; la polizia è inerme, a volte viene arrestato e condannato qualche
delinquente ma nessuno parla, nessuno guarda, nessuno sa cosa stia accadendo
realmente da qualche tempo il 14 Febbraio, giorno di San Valentino.
In principio sembravano banali rapine finite male, ma poi
si è sparsa la voce di una specie di gioco, di un rito in cui giocatori
mascherati da assassini scovano ed uccidono coppie inermi o rivali a cui
strappare il trofeo conquistato dalle vittime, i ciondoli a forma di cuore, il
dono più prezioso, simbolo indiscusso dell’amore; anche Sakura ne aveva uno,
era stato il suo primo ragazzo, era stato il suo primo bacio ed era stato anche
il primo con cui aveva fatto sesso e fortunatamente era sempre andato tutto
bene, per tutti gli anni delle medie e i primi due anni delle superiori, gli
anni più belli, gli anni in cui cominciò ad essere pericoloso per le giovani
coppie appartarsi o recarsi in luoghi deserti ed isolati il giorno di San
Valentino.
Loro erano sempre stati attenti, avevano sempre avuto
l’appoggio e la protezione delle proprie famiglie ed erano sempre stati
prudenti, erano stati felici per 5 lunghi anni fino a quando al terzo anno del
liceo lui non si era trasferito in un'altra città a causa del lavoro del padre,
una città troppo lontana per potersi vedere con regolarità e la separazione fu
inevitabile, ci sono state lettere e telefonate ancora per un altro anno fino a
quando, a poco a poco, anche quelle si fecero più sporadiche e con il passare
dei giorni tutto cominciò a ritornare normale; Sakura cominciò a frequentare
altre compagnie di ragazzi e ragazze e ad interessarsi ad altri ragazzi, che a loro
volta provavano un certo interesse per quella giovane alta, snella dai capelli
rosa e gli occhi verdi.
Ma non c’è niente di normale a questo mondo almeno fino a
che non sopraggiunge ancora una volta il 14 Febbraio; questa volta è il turno
del fratello minore di Sakura, è lui ora a spasimare per una coetanea di scuola
e ad uscire con lei la sera di San Valentino, una cosa normale per tutte le
coppie di tutte le età specialmente quelle giovani, Sakura non ha un fidanzato
fisso e quindi si accontenta di seguire con gioia la storia del fratellino
quindicenne, lei ha appena avuto la patente e su raccomandazione dei genitori
sarà lei ad accompagnare i giovani e ad andarli a riprendere, là dove le
amministrazioni pubbliche organizzano ogni anno feste e cene in luoghi sicuri
come le palestre delle scuole, ristoranti e teatri bene sorvegliati.
Nessuno deve allontanarsi o appartarsi in luoghi isolati,
è rischioso anche se purtroppo, e sempre più spesso, viene comunque infranta la
regola da parte soprattutto dei più giovani; Sakura non aveva mai trasgredito con
il suo ex e fino all’ultimo si raccomandò anche con il fratello e la sua
amichetta salutandoli con la mano dal finestrino della macchina e sorridendo
apertamente mentre gli osservava incamminarsi verso l’ingresso della palestra.
“Divertitevi ma
state attenti, non lasciate la scuola. Torno a prendervi alle 2”
Così doveva essere, ma quella fu l’ultima volta che ha
salutato suo fratello, le ultime parole prima della tragedia.
Quattro anni dopo, ancora una volta San Valentino è alle
porte, ogni negozio è addobbato con nastri rosa e cuori rossi, ogni pasticceria
espone dolci di varie dimensioni a forma di cuore o angioletti, ogni fioraio ha
fatto scorta di una grande quantità di rose rosse ed ogni gioielleria
confeziona braccialetti collanine e anelli speciali per l’occasione; una in
particolare, che si occupa di vendita on-line di ciondoli a forma di cuore di
varie dimensioni, da anni riscuote sempre maggiore successo e proprio in quei
giorni sta facendo affari d’oro con la vendita dei preziosi monili.
Nessuno sa però che dietro il sito stesso si nasconde
un’altra faccia della medaglia ed è proprio da lì che tutto è cominciato, è da
lì che da anni il 14 Febbraio da giorno felice è trasformato in un giorno di
morte.
Sakura ci aveva messo un po’ a capirlo ma in seguito era
riuscita a registrarsi nel sito vero e proprio ed era riuscita ad entrare nel
“gioco” senza però mai dimenticare il motivo che la spinge ogni singolo giorno
dell’anno a prepararsi a quel momento; scovare tutti i giocatori e renderli
inoffensivi, salvare quante più coppie può e trovare colui che ha ucciso suo
fratello e la sua fidanzata rubando il ciondolo che lui aveva acquistato:
trovare il ciondolo per trovare l’assassino, semplice a dirsi ma più difficile
da farsi e Sakura è costretta a partecipare, per quanto pericoloso, ma
fondamentale per raggiungere il suo obiettivo: vendicarsi.
Per quattro anni non aveva mai smesso di dimenticare
quella notte, che le strappò con prepotenza quanto di più caro le era rimasto,
con i suoi stessi occhi vide quanto grande ed assurda potesse essere la follia
delle persone, quando all’ora prestabilita si trovò davanti al portone della
palestra della scuola un intero esercito di poliziotti e luci blu e bianche
fosforescenti che lampeggiavano con intermittenza a centinaia, ragazzi di tutte
le età che restavano seduti sui gradini o nelle sedie dentro la palestra
ingombra di festoni, giornalisti e curiosi che si muovevano lungo la striscia
gialla della polizia che delimitava il luogo del delitto.
Si vociferava “è stata uccisa un’altra coppia di
fidanzati”, la decima dicevano altri, ed erano soltanto le due di notte,
mancavano ancora 4 ore all’alba quanti ancora ne sarebbero morti dopo il suo
piccolo ed innocente fratellino, la cui unica colpa era quella di essersi
innamorato e di aver voluto alcuni istanti di intimità tutti per sé con la sua
ragazza lontano da occhi indiscreti, che c’era di male in fondo; ma c’era
qualcuno che la pensava diversamente, quel qualcuno non aspettava altro che
un’altra coppietta, altre vittime sacrificali in nome di un gioco insulso, per
il solo gusto di farlo.
Dopo i funerali per Sakura divenne molto di più che
un’ossessione, una vera e propria missione, era brava in atletica ma divenne
ancora più brava con le spade e le arti marziali, doveva imparare ed allenarsi
il più possibile per fronteggiare esseri spietati e certamente più grossi e
cattivi di lei, ma lei aveva il vantaggio di essere una donna e di avere una
motivazione valida che la rendeva ancora più cattiva degli altri; terminò il
liceo e cominciò l’università e per quattro anni aveva lottato, ogni 14
Febbraio era in prima linea contro la morte armata di vendetta: non andava a
caccia di coppie di fidanzati, ma solo dei loro potenziali assassini, non li
uccideva, li rendeva solo inoffensivi e prendeva loro i trofei che venivano poi
restituiti ai legittimi proprietari in un qualche modo, familiari delle defunte
vittime.
Era diventata abbastanza brava, tanto da ottenere il
soprannome all’interno del gioco di “Rosa del Ciliegio” per via dei suoi
capelli rosa, ed era anche riuscita a scoprire che, per quanto la maggioranza dei
giocatori fossero uomini, lei non era l’unica donna e fu grazie ad una persona
alquanto bizzarra che venne a conoscenza della seconda, senza però sapere che
ben presto quella donna edun’altra
persona inaspettata avrebbero sconvolto la sua vita.
Era arrivato, ancora una volta, ancora un altro anno, il
14 Febbraio; niente di insolito all’apparenza ma dietro ogni angolo, in fondo
ad ogni oscuro vicolo si nascondevano, pronti ad uscire dal loro letargo eterno
ancora una volta per uccidere.
Fortunatamente Sakura era un asso con l’informatica e non
a caso frequentava la facoltà di Scienze tecnologiche ed Informatiche in una
delle più prestigiose facoltà della capitale; grazie alle sue abilità coma haker era riuscita ad intrufolarsi nei codici binari del
sito nascosto dietro al negozio on-line dei ciondoli a cuore dedicati a San
Valentino e a decodificare la lista di tutti i giocatori iscritti: non erano
molti ma sufficienti a distruggere decine di vite ed era decisa a fermarli
tutti fino all’ultimo.
Non li uccideva, li rendeva solo inoffensivi quel tanto
che bastava a impedire loro di impugnare un’arma dopodiché li consegnava alla
polizia, l’unico giocatore che intendeva uccidere veramente era colui che aveva
rubato la vita e il cuore di suo fratello ed era intenzionata ad andare fino in
fondo; in quattro anni aveva rintracciato ogni giocatore, non aveva notizie
approfondite su di loro ma le bastava studiare e memoria le foto con i loro
volti in modo da poterli riconoscere quando li incontrava per strada e consegnarli
alla giustizia.
Non avrebbe mai immaginato che, oltre a lei, c’era
qualcun altro che si divertiva a sfidare solamente i giocatori per rubare loro
i trofei, un altro che come lei era entrato nel gioco con uno scopo, non
uccidere solo per divertirsi ma a dimostrare chi era il più forte e proprio
quella notte, l’ennesimo 14 Febbraio, Sakura si ritrovò faccia a faccia con un
ragazzo dal carattere alquanto insolito e che sembrava più giovane rispetto
alla sua età.
Si era indispettita dal trambusto che si era creato
presso il “Laghetto degli Innamorati” , un angolo appartato sempre verde del
più grande parco appena fuori dal centro cittadino; una coppia era stata
sorpresa nella notte da un uomo corpulento armato di un grosso coltello da
caccia ma all’improvviso era comparso dal nulla una figura non molto minuta e
più agile che sapeva giostrarsi bene con ben tre spadini dalla lama corta. La
coppia ne aveva approfittato per scappare mentre i due ingaggiavano una curiosa
lotta che sapeva tanto di una danza di pagliacci ma il giovane più snello era
piuttosto bravo e stava per avere la meglio, se non fosse per una specie di
trappola nei quali il giovane inciampò ritrovandosi in un secondo appeso a
testa in giù con una corda ben stretta alla caviglia che lo teneva penzolante
su un ramo di un albero.
L’uomo più grosso si mise a ridere e a schernirlo ma
oltre che con le armi il ragazzo era piuttosto bravo anche con le parole.
“Allora moccioso
come ti senti adesso con la testa all’ingiù? Ti senti ancora così arrogante? “
“Bhè di certo non avrei potuto pretendere di peggio da un
ciccione con la testa piena di sughero. A proposito lo sai che non dovresti
indossare berretti di larga misura se non hai niente da metterci dentro?”
“Ti piace fare lo
spiritoso, peccato che gli spiritosi non durano molto specie quando osano
intromettersi nelle faccende altrui. Mi hai fatto perdere una coppia, piccolo
insolente, oltre che infastidirmi con la tua lingua lunga, ma io sono tra i
migliori giocatori nella notte di San Valentino e quando vengo sfidato, i miei
avversari li uccido come maiali”
“Sì sì certo e poi
gli mangi il fegato con un bel piatto di fave ed un buon Chianti, blablabla.
Andiamo HannibalLecter,
non sai recitare meglio??”
“Rimpiangerai
quella linguaccia marmocchio…”
“Forse sarai tu a rimpiangere qualcosa
d’altro”
Una voce femminile si levò piano quasi silenziosa alle
spalle dell’uomo, che non ebbe il tempo di girarsi a fronteggiare l’intrusa che
si ritrovò con una profonda lacerazione nell’avambraccio destro che per poco
non gli recise l’osso ma tale fu l’abilità e la precisione che rimase con il
muscolo ed i tendini scoperti e non fu più in grado di tenere in mano la
propria arma; silenziosa veloce ed inflessibile, Sakura assestò un calcio
diretto al naso dell’uomo da fracassarglielo ed un altro dietro la nuca lo mise
a nanna definitivamente sotto gli occhi increduli del ragazzo ancora appeso
all’albero.
“Allucinante.
Cavoli sei una forza della natura. Ma non aspettarti ringraziamenti però,
potevo sbarazzarmi di lui anche meglio di te!”
“Così appeso come
un salame non immagino come ragazzino”
“Ma fatti un
bell’anfiteatro di fattacci tuoi sono in grado di cavarmela da solo sono già
maggiorenne io. ”
“Ma davvero?
Scusami tanto non intendevo certo ferire il tuo “orgoglio maschile””.
Mentre discutevano Sakura rovistò tra le tasche dell’uomo
e trovò il sacchetto con i ciondoli a cuore, ne aveva parecchi ma, osservandoli
bene uno ad uno, nessuno di quelli era quello di suo fratello; tempo sprecato,
ma almeno aveva tolto di mezzo un altro giocatore e tempo pochi minuti la
polizia lo avrebbe arrestato.
Si rimise in cammino ma lo voce del ragazzo dietro di lei
la chiamò con insistenza.
“Ehi ma dove stai
andando? Non vorrai lasciarmi qui? Tirami giù!”
“E perché dovrei
farlo non hai appena detto che sei in grado di cavartela da solo?”
“Ti piacerebbe che
ti implorassi, ma non ci sperare bellezza, solo perché sei una donna tosta non
significa che ti sia debitore”
“Come se te lo
avessi chiesto. Non mi interessano i ragazzini!”
“Vuoi smetterla
zitella acida che non sei altro, ti ho già detto che non sono un ragazzino!!”
Con uno solo dei tre coltelli che aveva a disposizione,
il ragazzo si liberò facilmente dalla corda e con un’abile capriola ricadde a
terra senza danno, dopotutto il ramo dell’albero non era così alto.
“Mi chiamo Naruto ma all’interno del giro sono famoso come
“l’insolente”, e penso avrai anche capito il perché”
“Perché sei
stupido?”
“Nooo!Dannata gallinaccia! Perché sono bravo con le lame
corte, infastidisco gli altri giocatori facendo loro perdere le vittime
sacrificali, li sfido a duello e mi diverto a metterli KO rubando i loro
trofei. A proposito se non li prendi tu i cuori del grassone posso averli io??”
“Tieniteli, a me
interessa un cuore soltanto e qui non c’è. Ma fammi capire, se non uccidi innamorati
innocenti e nemmeno i tuoi avversari, per quale motivo sei nel gioco?”
“E’ solo un specie
di prova di abilità, voglio diventare il più forte di tutti!”
“E quando li avrai
battuti tutti cosa farai, diventerai l’ultimo degli immortali?”
“Bhè veramente spero di poter sfidare i numeri uno di tutto
il Valentine’s Game ed è per questo che voglio
diventare il più forte per poterli battere. E tu invece? Non mi hai detto il
tuo nome, sei nel gioco anche tu vero? Magari potremmo sfidarci così scopriremo
chi di noi due è il migliore, non ho mai sfidato una ragazza e tu saresti la
prima. Che dici ci stai?”
“Il mio nome è Sakura
e sarebbe meglio che tu non ci provassi nemmeno a sfidarmi anche se fossi
l’unica ragazza di tutto il gioco. Meglio per te se torni a casa a giocare con
i videogame”
“Non sarai mica la
Rosa del Ciliegio vero? Cavolo, non credevo che ti avrei incontrato di persona,
il tuo nome è diventato leggenda negli ultimi anni.”
Naruto si mise a raccontarle di
come girasse voce nel gioco di una ragazza soprannominata “La Rosa del Ciliegio”,
per via dei suoi capelli rosa, che non uccideva le coppie e neppure gli avversari;
li rendeva inabili quanto bastava e li consegnava alla polizia, per alcuni era considerata estremamente
pericolosa tanto che fra le file più agguerrite si stavano preparando ed
armando con armi sempre più pericolose e quel che peggio è che c’era un’altra
persona che si stava interessando a lei, tra tutti i giocatori era considerato
il migliore se non il più temibile. Dopo di lui c’era un’altra donna e fu
allora che Sakura apprese di non essere l’unica, nei file criptati i nomi
originali non erano presenti, solo i soprannomi e di alcuni mancavano le foto e
non vi era modo di poterli localizzare subito, ma grazie a quel giovane
sbarbatello, sebbene non vi fosse un’immagine di lei, sapeva ora qual’era il
suo soprannome.
“La chiamano
l’Angelo della Morte. Ne ha uccisi più lei della peste medioevale credimi, non
è seconda a nessuno tranne a quello di cui ti parlavo prima, l’unico che abbia
la faccia tosta di andare in giro con il suo vero nome, Sasuke;
fidati se lo incontri per strada gira al largo, lui gli avversari li uccide
seriamente non certo come noi che facciamo finta. Ma esattamente tu cosa ci fai
nel gioco? Sei così’ carina, se ti sfido e ti batto senza farti male potremmo
uscire insieme, che ne dici?”
“Lascia perdere,
non avresti speranze in ogni caso io sono più intelligente e più esperta di te”
“Certo che sei
proprio una gran scorbutica, volevo solo essere gentile.”
“Sono entrata nel
gioco solo per smembrarlo una volta per tutte el’unica persona che intendo uccidere è colui che ha ucciso mio fratello
e la sua ragazza. Non ho avuto fortuna in questi ultimi quattro anni ma se mi
intralci sarò costretta a fare un’eccezione ed eliminare anche te”
Il ragazzo rimase perplesso, fermo dove si trovava mentre
lei si allontanava dandogli di spalle, non uno sguardo indietro, austera e
pacata e il ragazzo si rese conto che il gioco era cambiato e forse era giunto
il momento di dare una svolta e cambiare un po’ le regole.
La seguì a distanza fino a quando non raggiunsero
entrambi una tavola calda che rimaneva aperta fino a tarda notte; quando Sakura
entrò lui la seguì e si sedette tranquillamente vicino a lei davanti al bancone
ordinando un frullato al cioccolato, Sakura aveva davanti a sé una semplice
tazza di thè.
Lei continuava ad ignorarlo ma poi lui cominciò a parlare
in tono pacato e con grande sincerità.
“Senti, capisco
perfettamente le tue intenzioni e non intendo certo mettermi in mezzo; anche io
ho perso alcuni compagni di scuola la notte di San Valentino, mi sono sempre
considerato uno spaccone ed anche abbastanza furbo, in fondo anche io a mio
modo sto cambiando le regole del gioco e prima poi terminerà di questo sono
sicuro. Però penso che non potrai farcela da sola, anche se hai dato prova di
saper cavartela egregiamente e sebbene so per certo che non accetterai vorrei
comunque aiutarti, in fondo sei la prima che mi abbia rivolto la parola senza
alcuna intenzione di volermi uccidere, quindi perché non formiamo una squadra.
Sono piuttosto bravo anche a raccogliere informazioni utili, riusciresti a
trovare prima la persona che stai cercando”
“Non starai
parlando sul serio vero?”
Sakura lo guardò con sguardo enigmatico, non era certa di
aver capito bene la proposta di Naruto che, a parte
la goffaggine e la sfrontatezza, in definitiva non era una schiappa a
combattere e sapeva il fatto suo; continuò a fissarlo seria per alcuni istanti
e capì che non la stava prendendo in giro e forse era l’occasione per dare una
svolta alla sua caccia, l’unione fa lo forza dicevano quindi perché non
provare.
“D’accordo ma a
condizione che farai tutto quello che ti dirò senza obiettare e soprattutto
evita di metterti nei guai, non ho abbastanza tempo per guardarti le spalle e
salvarti il culo ogni volta, ci siamo capiti vero?”
“Ci sto! Una bella
stretta di mano capo?”
Sakura gli strinse la mano che lui aveva allungato e per
la prima volta dopo tanto tempo il suo viso si rilassò ritornando a sorridere;
non era stata capace di proteggere suo fratello, con l’aiuto di Naruto ora avrebbe avuto qualcun altro da proteggere.
Capitolo 3 *** Cap.3 - Sasuke, l'uomo tanto terribile quanto bello ***
Cap. 3 – Sasuke,
l’uomo tanto terribile quanto bello
Erano passate da poco le due di notte, c’era ancora molta
gente in giro per il centro, in particolare nella via dei locali più in voga
della città, era un via vai continuo ed era più facile trovare coppie che
festeggiavano la serata e quindi ancora più facile trovare gli assassini.
Naruto propose di tenere
d’occhio, nelle ore successive e fino all’alba, l’area dell’incrocio principale
della via, un locale molto famoso aveva organizzato una mega festa a tema solo
per coppie ed aveva una uscita laterale che sbucava su un vicolo a senso unico
chiuso da un piccolo parcheggio per camion recintato da mura altissime oltre le
quali non era possibile vedere, solo un’alta fila di palazzi i cui lati che si
affacciavano nel piccolo parcheggio non aveva finestre, solo porte e scale anti
incendio e quindi un luogo appartato ed isolato ottimo per le coppiette che vogliono
un momento di intimità e allo stesso tempo ottimo per i giocatori assassini;
per loro due sarebbe stato facile individuarli, mescolandosi tra le gente
comune come una normale coppia, Sakura ebbe l’idea di diventare loro un’esca
per gli altri avversari, spacciandosi per una coppietta, avrebbero finto di
appartarsi e farsi quindi seguire da qualche altro giocatore, il loro
abbigliamento era più che perfetto, avrebbero dato l’impressione di stare
insieme: Naruto aveva normalissimi jeans con giacca
sportiva nera, snikers nere ed una maglietta bianca
pulita e con la sua aria sbarazzina non era poi così brutto ed alto all’incirca
1,68 proprio come Sakura che indossava un paio di stivaletti marroni a punta
con un discreto tacchetto di qualche centimetro, minigonna plissettata nera,
camicia nera aderente ed una giacca di pelle marrone, ed un nastro legato a
cravatta intorno al colletto della camicia leggermente sbottonato.
Le armi non erano in vista, Naruto
le teneva infilate nella cintura dietro la schiena ben nascosti dalla giacca e
lo stesso Sakura, un fodero legato sotto la giacca dietro la schiena con
infilata la sua “wakizashi”, una variante della
katana con la lama più corta; si incamminarono verso il locale più frequentato
con aria disinvolta, osservando attentamente ogni persona che incrociavano
lungo il marciapiede fino all’ingresso.
“Stringimi la mano saremo più credibili”
“Così?”
“Ahi, senza
stritolarla magari!”
“Scusa, sono un
fidanzatino un po’ nervoso!”
Entrarono nel locale e furono subito travolti dalla
musica assordante, dai festoni, dalla gente che ballava e alcool che scorreva a
fiumi, insieme ad un mega buffet al piano superiore dove era possibile mangiare
di tutto, un terreno di caccia perfetto e subito si misero all’opera
dirigendosi verso l’uscita di sicurezza, unico accesso al vicolo esterno dove
potevano entrare ed uscire tutte quelle coppie che desideravano un momento di
intimità. Sebbene le luci rendessero difficile mettere a fuoco in maniera
chiara i volti delle persone, dalla colonna vicino alla quale si erano
appostati era facile tenere d’occhio la porta e guarda caso non erano gli
unici; vicino ad essa c’era un bar dal quale Sakura intravide e riconobbe uno
dei giocatori, seduto su uno sgabello al bancone che teneva d’occhio tutto
l’angolo intorno alla porta.
Fece un cenno a Naruto che lo
focalizzò subito con la coda dell’occhio e con fare disinvolto cinse con un
braccio le spalle di Sakura e la condusse verso la porta di sicurezza facendo
in modo di farsi notare dall’altro giocatore che fortunatamente abboccò; finì
in un solo sorso il suo drink e li seguì nel vicolo e poi verso il parcheggio: ce
ne era un altro che ci era cascato e li stava inseguendo, nessuno però aveva
ancora realizzato che, un terzo uomo li osservava attentamente da lontano
nascosto nell’ombra.
Il primo uomo non si accorse di nulla, nemmeno del
trambusto che si creò alle sue spalle non appena Naruto
ingaggiò una rapida lotta con il secondo che era stato notato proprio da lui
mentre usciva fuori insieme a Sakura che, a sua volta, estrasse la sua wakizashi contro il primo , il quale si rese conto troppo
tardi di essere caduto in un tranello e di avere di fronte un’avversaria del Valentine’s Game che era decisamente brava.
Sia Sakura che Naruto non
ebbero difficoltà a disarmare e rendere inoffensivi gli avversari e in quel
momento cominciò a piovere; controllarono i trofei a cuore di entrambi e quando
ebbero la conferma che nessuno dei due possedeva il cuore del fratello di Sakura,
Naruto si intascò tutti i trofei e trascinarono i due
sconfitti mezzi svenuti in vicino ad un cassone della spazzatura, di lì a poco
una telefonata anonima alla polizia li avrebbe spediti dritti dietro le sbarre.
Stavano per rientrare nel locale per ripararsi dalla
pioggia che si stava facendo incessante e fare un’altra ricognizione nella
pista da ballo per vedere se c’erano altri giocatori, quando Sakura si accorse
che c’era del movimento nel vicolo opposto dall’altro lato della strada; una
coppia, per sfuggire al forte acquazzone si era infilata nel vicolo, ed almeno
tre uomini, probabilmente giocatori, li stavano inseguendo a loro insaputa.
Sakura tirò per un braccio Naruto
e si misero a correre anche loro verso il vicolo e fu solo per un caso che non
finirono anche loro nella trappola dei tre assassini, li avevano scambiati per
una coppia che cercava riparo dalla pioggia ed erano stati subito attaccati;
mentre uno continuava a seguire la prima coppia, gli altri due sbarrarono la
strada a Sakura e Naruto che con loro grande sorpresa
vennero attaccati per primi e senza esclusione di colpi.
Naruto si ritrovò di fronte
quello più grosso ed aveva quindi il suo da fare, a differenza di Sakura che
mise a nanna in poche mosse il suo avversariobe stava
per dare una mano all’amico quando questi gli urlò di inseguire l’altro prima
che uccidesse la coppia innocente, lui si stava divertendo troppo in quel
momento e aveva il piacere di continuare ancora un po’; Sakura non se lo fece
ripetere due volte e si mise a correre velocemente fino in fondo al vicolo che
ovviamente non aveva altri sbocchi né di uscita né di entrata, un posto perfetto per una coppia inerme in
balia di un giocatore folle ma allo stesso tempo fortunati che quest’ultimo non
poté abbatterli con la sua accetta, dato che fu prontamente fermato da Sakura
che con una spinta lo scaraventò contro dei bidoni e cumuli di scatoloni
impilati uno sull’altro in bilico che crollarono sull’uomo bloccandolo il tempo
necessario affinché Sakura, con un calcio riuscì ad abbattere una porticina
chiusa con il lucchetto nella parete di legno che ostruiva il vicolo, facendo
quindi fuggire i due giovani che sparirono in un attimo.
Sakura si voltò per fronteggiare l’avversario, che si era
liberato quasi subito, ma con suo grande stupore, a pochi metri da lei c’era un
uomo diverso, con una katana lunghissima che aveva appena trapassato da parte a
parte lo sventurato giocatore, che si ritrovò con un buco in pancia prima ed
uno squarcio sul petto dopo senza colpo ferire; Sakura osservò la scena con gli
occhi sgranati tanto fu la velocità, la precisione e soprattutto la freddezza
con cui quell’uomo alto e snello vestito di nero aveva eliminato
definitivamente l’altro giocatore senza un motivo apparente.
In quello stesso istante riapparve Naruto
che, non appena si rese conto di quanto stava accadendo, con due dei suoi
pugnali si lanciò contro quell’uomo urlando a Sakura di andarsene; il ragazzo
era bravo ma era come se stesse colpendo l’aria, il suo avversario era
estremamente veloce ad evitare gli attacchi, sembrava invisibile, riusciva a
prevederli e ad anticiparli e quando fu il momento giusto reagì ad un affondo
di Naruto, che naturalmente andò a vuoto, ma si
ritrovò con il fianco sinistro troppo esposto e tempo un secondo ed era atterra
con una lunga ferita vicino alle costole, la lama dell’avversario era
incredibilmente affilata ed aveva tagliato via un pezzo della giacca di Narutoe reciso la
sua maglietta.
Il ragazzo si rialzò portandosi una mano sulla ferita e
si rifece avanti, ma questa volta dopo altri affondi andati a vuoto
l’avversario gli afferrò il polso destro e con un movimento secco della mano
glielo ruppe facendo gridare il giovane dal dolore, dopodiché un violento
calcio sullo stomaco lo spedì dritto contro i bidoni e l’immondizia sparsa sul
cemento; Sakura non riuscì più a restare ferma a guardare e sfidò apertamente
l’uomo misterioso che sorrideva mentre combatteva contro di lei, quasi
divertendosi ma allo stesso tempo ammirò il coraggio e la bravura della ragazza
quando lei gli procurò un lieve ferita sul braccio ma era solo l’inizio.
“Sei proprio
brava ho fatto bene a seguirti e a tenerti d’occhio, non posso dire lo stesso
del pivello che ti trascini appresso”
“Pivello ci sarai
tu, serpe!”
Naruto si era rialzato in piedi
e correndo verso Sakura gli aveva lanciato contro l’ultimo pugnale che gli era
rimasto ma l’altro lo afferrò al volo con una mano e gliela rilanciò contro diretta
verso una gamba; il ragazzo incespicò ed un secondo dopo la lama
dell’avversario si abbatté su di lui lacerandogli il petto; una volta a terra Sakura
gli andò incontro , le ferita non era profonda ma lo mise Ko e sebbene il
ragazzo la supplicò, lei era decisa ad affrontare quell’uomo e a fargliela
pagare.
“Sakura… vattene via… per favore… è lui… è … Sasuke!”
Sakura non lo ascoltò e si mosse verso quel nemico da cui
avrebbe dovuto stare lontano ed invece si ritrovò anch’essa nel mondo
dell’oblio e dell’oscurità senza neppure sapere in che modo.
Quando riprese conoscenza era buio ma non aveva idea di
che ore fossero, né tanto meno di dove si trovasse, la testa le doleva e ed
aveva una leggera ferita sul sopraciglio che era stata medicata e due piccoli
cerotti trasparenti coprivano il taglio; si rigirò sulla schiena e cercò di
mettere bene a fuoco la stanza dove si trovava, era un su un grande letto
matrimoniale, di questo non aveva alcun dubbio, coperta da lussuose lenzuola di
seta nere, candele profumate e luci soffuse sul soffitto rendevano la stanza
confortevole ed allo stesso tempo inquietante, c’era anche un camino moderno il
cui fuoco scoppiettava protetto da una teca di vetro, tutto era pulito e
raffinato ed era un appartamento super attico completamente aperto, non c’erano
mura a dividere gli ambienti solo colonne di marmo nero ed una grande vetrata
su tutto un lato, raffinati paraventi giapponesi separavano la “camera da
letto” dal salone immenso con altrettanto immenso angolo cottura in acciaio,
mobili orientali, divani tavoli tutto elegante e moderno e tutti dai del nero
del bianco e del rosso, in oltre un angolo vicino alla vetrata era stata
adibita a palestra con diversi attrezzi per il fitness ed un sacco da box.
Quando riuscì ad alzarsi rimase scioccata da tanto lusso
e da tanto ordine e su una parete illuminata c’era la lunga spada che aveva
quasi ucciso Naruto, il solo pensiero dell’amico
ferito la fece rinsavire del tutto ma una voce alle sue spalle la rassicurò.
“Il tuo amichetto
non è qui ma non devi preoccuparti troppo per lui, non è morto e in questo
momento le brave infermiere dell’ospedale si stanno occupando di lui”
Per un momento Sakura trasalì e quando si voltò a
fronteggiarlo non si aspettòdi trovarsi
di fronte oltre che il più temuto giocatore di tutto il Valentine’s
Game un uomo di simile aspetto; era uscito dal bagno con indosso i pantaloni
neri di una tuta ed un asciugamano in testa a strofinarsi i capelli non troppo
lunghi e nemmeno troppo corti, dal taglio curato, neri come la notte così come
neri ed oscuri erano i suoi occhi e al collo indossava due catenine una lunga
con una croce grande ed una corta con un croce piccola, era alto e snello ed un
fisico notevolmente scolpito e pareva essere non molto più grande di lei come
età, affascinante se visto con gli occhi di una qualunque ragazza ma
altrettanto pericoloso e Sakura sentì una morsa allo stomaco, capì che non
doveva essere lì.
“Questa è casa
tua?”
“Direi proprio di
sì, ti ho fatto un po’malel’altra notte
e sinceramente non avevo alcuna voglia di lasciarti stesa sull’asfalto di uno
squallido vicolo.”
“Come sarebbe
l’altra notte, che ore sono?”
“Sono le otto del
15 Febbraio, hai dormito per tutto il giorno. A proposito io sono Sasuke e tu devi essere Sakura giusto? Sakura la Rosa del
Ciliegio. Io so chi sei e non devi temermi, non ho intenzione di ucciderti”
Sakura rimase a bocca aperta, non le era mai successo di
dormire così tanto, nemmeno negli anni passati e nemmeno per una semplice festa
in cui aveva fatto le ore piccole e quel che peggio è che era praticamente
stata rapita dal suo avversario.
“Devo considerarmi
tua prigioniera?”
“Assolutamente,
sei mia ospite e potrai andartene come e quando vuoi ma non prima di cena, di
sicuro avrai fame!”
Oltre che un assassino pericoloso non si poteva negare
che avesse modi galanti, un uomo molto ricco per permettersi un attico come quello,
Sakura cominciò a domandarsi quale fosse il suo vero mestiere durante il giorno,
in tutto il resto dell’anno, e cosa che la sorprese ancora di più è che era
incredibilmente bravo anche in cucina; preparò lui stesso la cena, una cena
semplice tutta italiana e dovette ammettere a sé stessa che era affamata.
Non parlarono quasi mai mentre mangiavano, lui la vide
mangiare con gusto e le chiese se la cena era di suo gradimento e quando Sakura
gli rispose affermativamente ne approfittò per chiedergli ciò che aveva bisogno
di sapere.
“Perché mi hai
portato qui a casa tua e mi offri la cena, siamo avversari dopotutto, perché
non mi hai ucciso o lasciato anche me in un pronto soccorso!”
“Semplicemente
perché ora come ora mi interessa di più conoscerti e tenerti con me che vederti
morta!”
Sakura non era sicura di aver capito ma, subito dopo, Sasuke iniziò a raccontarle una strana storia, di come lui,
unico figlio di un miliardario dell’industria navale ed edile, aveva cominciato
il gioco quando aveva soltanto 13 anni e poco dopo creò il sito on-line dei
ciondoli a forma di cuore, vi creò dietro il sito parallelo per diventare
giocatori, sapeva benissimo che lei aveva decodificato i file sorgente del sito
ed era quindi in possesso delle identità della maggior parte dei giocatori, lui
stesso aveva fatto altrettanto con i file del computer di Sakura e sapeva tutto
di lei ed aveva intuito le sue intenzioni, sapeva cosa lei stesse facendo e le
confidò di non aver mai avuto piacere nell’uccidere le persone anzi, con il
passare degli anni aveva smesso di uccidere le coppie innocenti e come lei e Naruto aveva cominciato ad uccidere solamente gli
avversari.
“Quindi sei tu che
hai creato tutto questo, ma hai una vaga idea di quello che hai fatto? Le vite
distrutte dai pazzi che hai invitato anno dopo anno nel tuo gioco del cavolo,
uccidere la gente semplicemente per divertimento per fare a gara a chi
conquista più ciondoli. Mio fratello aveva soltanto 15 anni quando è stato
ucciso quattro anni fa il 14 Febbraio, aveva un’intera vita davanti e pensi che
portandomi qui a raccontarmi di come tu stesso sei l’artefice di tutto questo
possa farmi sentire meglio? Per quel che mi riguarda, anche se fosse vero che
non lo hai ucciso tu stesso con la tua spada per me è come se lo avessi fatto e
dato che dici di sapere tutto di me dovresti anche sapere che ho fatto un voto;
uccidere esclusivamente il giocatore che ha si è preso la vita di mio fratello.
Per quanto tu possa essere bravo ed abile farai meglio a temermi anziché
trattarmi come una delle tue sgualdrine”
“Avevo solo 13
anni, ero un bambino viziato e capriccioso che per noia si era inventato un
passatempo diverso e sebbene ti possa sembrare strano, io mi sto pentendo di
quello che ho fatto. Conoscevo già la tua storia e ti ho sempre seguito ed
osservato, per vanità forse o semplicemente perché vorrei il tuo perdono, con
la vita o con la morte non ha importanza, per me non sei adatta a fare questa
vita e sono disposto a pagare per te.”
“Non avrai mai il
mio perdono!”
Sakura si alzò da tavola e si rinchiuse in bagno a
piangere come una disperata mentre faceva scorrere l’acqua della doccia per non
farsi sentire; non ci capiva più niente e si sentiva frustrata e terribilmente
sola, ma mai e poi mai avrebbe ceduto nemmeno davanti ad un uomo come Sasuke, che aveva la straordinaria capacità di elevarti su
un piedistallo alla stessa velocità con cui ti spediva nella tomba.
Quando uscì dalla doccia dopo un’ora abbondante lui era
sdraiato sul letto, apparentemente addormentato, le luci delle candele e quelle
del camino erano sufficienti ad illuminare l’intera stanza e rimase a fissarlo
per qualche istante accorgendosi di quanto fosse bello e il suo viso dolce
durante il sonno, però era anche un mostro assassino che aveva armato la mano
di colui che aveva ucciso suo fratello e non poteva perdonarlo; andò
silenziosamente verso la cucina e dal ceppo porta coltelli ne estrasse uno
grande da bistecca e qualche istante dopo la lama affilata brillava alla luce
del fuoco sotto il collo di Sasuke.
“Se proprio devi
farlo adesso, fallo senza alcuna esitazione e soprattutto senza rimpianto!”
“Se non ti uccido
molti altri moriranno a causa tua!”
“Molti! Ma
nemmeno io posso porre fine a ciò che ho iniziato, solo tu puoi farlo ma
ricordati che dopo di me ce ne sono altri e dovrà passare ancora tempo prima
che tutto finisca e tutto ciò che ti resterà sarà soltanto una tomba su cui
andare a pregare.”
“Lo so che mi
fratello non può tornare in vita, ma almeno avrò avuto la soddisfazione di
averlo vendicato”
“La vendetta non
rende liberi, ma soltanto schiavi. Ma se è ciò che più desideri allora fallo!”
Le cinse le braccia con entrambe le mani imponendole di
ucciderlo subito, ma lei non si muoveva, continuava a tenere lo sguardo fisso
nei suoi occhi scuri domandandosi se era veramente quello ciò che voleva,
vendetta per suo fratello, uccidere il giocatore e il creatore del gioco e poi?
Lei allentò lievemente la presa e lui ne approfittò per
trascinarla sul letto sotto di se, le tolse il coltello dalla mano e le diede
un bacio sulla bocca e poi ancora un altro fino a che anche lei senza opporre
alcuna resistenza lo abbracciò e lo baciò appassionatamente trascorrendo
un’intera notte d’amore con lui, un nemico che l’aveva sedotta con i gesti, con
le parole, come un superbo amante e dovette ammettere che ne aveva un disperato
bisogno.
Capitolo 4 *** Cap.4 - Karin, l'Angelo della Morte ***
Cap. 4 – Karin l’Angelo della Morte
Nei mesi seguenti Sakura andò spesso a trovare Naruto
all’ospedale in cui era ricoverato, la convalescenza sarebbe durata alcune
settimane ed il suo amico si annoiava a morte; di Sasuke non ebbe più notizia
per tutta l’estate, lui non l’aveva più cercata e lei dal canto suo non ebbe il
tempo di pensarci più di tanto, era alla fine dell’annoed era totalmente impegnata con gli esami
universitari.
Non rivelò mai nulla al suo amico della notte trascorsa
con Sasuke, ma Naruto era un ragazzo intelligente ed aveva intuito che lei gli
stava nascondendo qualcosa, per sollievo di Sakura egli fu così discreto da non
chiederle mai nulla; quando Naruto uscì dall’ospedale si incontrarono alcune
volte presso la biblioteca del campo della sua facoltà, per parlare del più e
del meno e anche per discutere del Valentine’s Game.
Sakura cominciò a tenere un certo distacco dall’argomento
e ad essere meno determinata di prima; in quei lunghi mesi aveva avuto modo di
riflettere sulle parole di Sasuke, riguardo al gioco ed alla sua missione e
iniziò a non essere più così sicura che ciò che stava facendo fosse realmente
la cosa giusta: quando un avversario del Game veniva sfidato e battuto, coloro
che non venivano uccisi erano automaticamente eliminati dal gioco, così come
quelli ormai morti, i trofei andavano di diritto al vincitore e quindi anche
ammesso che avesse trovato quello che apparteneva a suo fratello, non vi era
modo di risalire al vero assassino.
Poteva essere passato di mano in mano parecchie volte e
magari l’assassino poteva essere già morto o essere stato eliminato dal gioco;
i file che lei era riuscita a decodificare elencavano solo i giocatori attivi,
non vi era alcuna possibilità di poter risalire a quelli morti o sconfitti e in
questo Sasuke era stato proprio bravo.
Era stata così accecata dalla propria sete di vendetta da
non accorgersi di quanto assurdo ed illogico fosse il suo piano fin dall’inizio
e sebbene dentro di se era intenzionata ad andare avanti con la sua ricerca,
cominciò a poco a poco a considerare altre strade ed altri metodi di indagine;
lei dopotutto era un’eccellente informatica e Naruto era un ottimo spione, si
misero così d’accordo su un nuovo piano di azione che ad entrambi risultò più
pratico e di sicuro sarebbe piaciuto molto anche a qualcun altro.
Erano già passati circa 8 mesi ed una sera, rientrando
nella sua camera al campus, Sakura ricevette la più inaspettata delle visite; Sasuke
era lì e la stava aspettando con un immenso sorriso sul volto.
“E’ questa
l’altra faccia della tua vita dunque. Mi piace davvero, ti preferisco così in
questo modo che non con le vesti dell’angelo vendicatore”
Sakura fece un salto che le caddero i libri e la borsa
dalle mani, lui era esattamente dove meno si sarebbe aspettata che fosse, in
camera sua seduto sul suo letto a braccia conserte e assolutamente a suo agio;
vicino a lui alcuni suoi quaderni di appunti di un esame che stava preparando e
che a quanto pare aveva letto durante tutto il tempo che l’aspettava.
“Tu sei senza
alcun’ombra di dubbio l’ uomo più detestabile che esista in questa città. Si
può sapere che accidenti ci fai qui?”
“Mi sei mancata
ed avevo voglia di rivederti. Non ti dispiace vero? Ho sbirciato un po’ i tuoi
appunti, sei meglio negli studi che con la spada ed anche più bella. Vorrei che
restassi così per sempre. Me lo faresti questo regalo”
“Non so proprio chi
di noi due sia più pazzo; se tu con le tue frasi sdolcinate o io che ti sto a
sentire”
“Non ti piaccio
se faccio lo sdolcinato? Peccato, ti ci dovrai abituare perché mi viene
naturale specie quando sto da solo con la mia ragazza”
“Ah! E da quando
sarei diventata la tua ragazza? Non mi sembra che tu mi abbia cercata spesso
negli ultimi mesi”
“L’ho deciso ora,
stanno per bussare alla porta!”
Sasuke possedeva uno straordinario senso percettivo,
esattamente in quell’istante bussarono alla porta della camera di Sakura; erano
due sue compagne di corso che ,con grande entusiasmo, la stavano invitando ad
unirsi a loro quella sera stessa per un concerto live di alcuni ragazzi
dell’università al pub di fronte al campus.
Sakura blaterò un paio di scuse, sul fatto che doveva
studiare per un esame e altre ricerche varie, pur di declinare l’invito e
congedare il più in fretta possibile le compagne che continuavano ad insistere,
quando un sguardo attonito luccicante di meraviglie, nonché un rossore di
imbarazzo seguito da sorrisi da timide scolarette, le fecero intuire che le
svampite avevano intravisto Sasuke dietro alle sue spalle vicino al letto, il
quale con fare disinvolto si era alzato e tolto il soprabito nero appoggiandolo
su una sedia ed aveva lanciato alle ragazze uno lieve sguardo seguito da uno
sorriso sornione, che avrebbe steso ai suoi piedi tutte le studentesse della
facoltà.
Le ragazze cominciarono a blaterare qualcosa sul fatto
che comprendevano perfettamente, in fondo era un periodo faticoso e che
bisognava studiare tanto e la salutarono di fretta facendole promettere che il
fine settimana si sarebbero viste per una pizza; Sakura socchiuse la porta
appena per vederle scappare vie ridendo come quindicenni e quando richiuse del
tutto la porta si voltò verso di lui, che era di nuovo sdraiato sul letto con
un sorriso divertito stampato sul viso.
“Non lo trovo tanto
divertente, avrei preferito che non ti vedessero. Hai decisamente segnato la
mia condanna!”
“Oh andiamo
piccola cosa potrebbero mai farti, mi sembra normale che una come te abbia una
relazione. Meglio poi se con me!”
“Quando la
smetterai di montarti la testa con le tue fesserie, loro non ti conoscono e non
possono sapere chi sei realmente!”
“Tu invece lo sai
e anche molto bene! Vieni qui adesso ho voglia di abbracciarti un po’.”
“Immagino di non
poter dire di no!”
Sakura si accomodò vicino a lui che aveva steso le
braccia per accoglierla ed aveva lasciato che lei appoggiasse la testa sulla
sua spalla; non fecero nulla di particolare per un po’, lui si limitò ad
accarezzarla e a tenerla stretta chiedendole un po’ di cose su di lei, la sua
famiglia, i suoi studi ed anche del Valentine’s Game; lui era incredibilmente
sincero con lei, non la stava prendendo in giro, la considerava veramente la
sua ragazza e voleva veramente che lei abbandonasse il gioco, era contento di
sapere da lei che, insieme a Naruto, avevano trovato un altro metodo di ricerca
ma non voleva comunque abbandonare il piano originario e questo lui non lo
vedeva di buon occhio; non voleva che le capitasse nulla di male, avrebbe
trovato un altro sistema, l’avrebbe aiutata per quanto gli era possibile se
quello era il modo migliore per avere un parte del suo cuore e rimarginare così
tutte le sue ferite: voleva che fosse felice.
Sakura si ritrovò presto travolta in un bellissimo sogno
che sarebbe durata tutta la notte, forse un pochino si era innamorata di lui e
lasciò che restasse con lei, almeno così avrebbe lenito un po’ quel dolore che
l’accompagnava da troppo tempo.
Al mattino dopo l’aveva salutata con un dolce bacio e le
aveva promesso che si sarebbero rivisti presto, non avrebbe più fatto
trascorrere così tanto tempo e a sua volta le fece promettere che avrebbe
rinunciato al Valentine’s Game e che molto presto lui l’avrebbe cancellato
rimediando a suo modo al torto subito da lei; in parte era contenta e voleva
crederci fino in fondo, ma allo stesso tempo non riusciva a non pensare a quel
dannato gioco che le aveva rubato la parte più importante della sua vita.
Era quasi Natale, Naruto dovette andare via per alcuni
giorni, mancava da casa da troppo tempo e voleva andare a trovare la sua famiglia
almeno per le festività; Sakura fece lo stesso e rimase sorpresa quando Sasuke
le chiese di poterla accompagnare, non aveva alcun legame familiare dato che i
suoi genitori erano morti da tempo e lui aveva ereditato l’impero del padre ed
aveva piacere di conoscere la sua famiglia: “voglio vedere con i miei occhi il
male della mia colpa”, così aveva detto e Sakura non se la sentì di dire di no.
Per un altro forse sarebbe stato imbarazzante ma lei
cominciò a comprenderlo e a fidarsi quando proprio quel giorno le rivelò di
aver trovato qualcuno che forse conosceva l’identità dell’assassino di suo
fratello; sebbene bisognasse andare cauti con quel genere di informazioni, non
appena ripresero le lezioni nell’anno nuovo Sakura fece in modo di poter
incontrare Naruto il prima possibile e rivelargli la notizia, anche se a quel
punto dovette rivelargli anche il resto della storia.
“Non posso crederci
che vuoi fare entrare quel bell’imbusto bastardo fino al midollo nella nostra
squadra, hai forse dimenticato come mi ha ridotto un anno fa? Una ragazza
intelligente come te non può certo aver perso la testa per uno così, ci sei
andata a letto solo un paio di volte e poi che bisogno c’era di presentargli la
tua famiglia. Non è lui la causa di tutti i tuoi dispiaceri?”
“So bene che è una
cosa complicata ma devi fidarti di me, so quello che faccio e poi non ti avrei
cercato per metterti al corrente di tutto. Considerala una sfida; sei di certo
una spia migliore di lui e troverai per primo l’informatore e ti farai dire
tutto quello che sa!”
“Perché non te lo
fai dire direttamente da Sasuke invece che sfruttare me!”
“Perché lui non mi
permetterebbe di intromettermi, è lunga da spiegare, ma siamo ancora una
squadra io e te perciò ti prego, non farne una questione personale. Potrai
avere la rivincita contro Sasuke in qualsiasi momento ma per adesso ho bisogno
di sapere quel nome”
Naruto sospirò ed accettò di buon grado l’intrusione
nemica, almeno così avevano un elemento in più su cui lavorare, sfortunatamente
però l’informatore era già sparito; secondo le indicazioni che Sasuke aveva
fornito a Sakura si trattava di un testimone che la sera del 14 Febbraio di
cinque anni prima, la notte in cui venne ucciso il fratello di Sakura, si
trovava proprio nei pressi della scuola ed aveva visto l’assassino allontanarsi
dal luogo del delitto.
Doveva abitare nelle vecchie case popolari vicino alla
vecchia stazione ferroviaria, usata ora per lo scarico merci nell’area
industriale; l’appartamento era vuoto, nessuno viveva lì già da alcuni mesi e Naruto
si morse un labbro avendo capito l’inganno di Sasuke, tutto quello che aveva
detto a Sakura era una bugia e gliel’avrebbe fatta pagare cara.
Era sulla strada del ritorno quando per poco non andò a
sbattere con la sua moto contro una Mercedes super lusso di ultima generazione
che gli aveva leggermente tagliato la strada; per evitarla il ragazzo dovette
inchiodare e controsterzare di colpofinendo inesorabilmente a terra a pochi centimetri dal muso
dell’autovettura che si fermò di colpo evitando così di investirlo.
Dall’auto scese una donna alta e snella con lunghi
capelli rossi e gli occhi di ghiaccio, sembrava una top model, dai modi cordiali
si dimostrò molto gentile con lui; lo aiutò a rialzarsi ed insistette per
accompagnarlo da un medico, ma lui rifiutò rassicurandola che stava bene.
Lei gli sorriseseducente e gli lasciò un biglietto da visita con il suo numero
facendogli promettere che si sarebbero visti a cena, doveva assolutamente farsi
perdonare; per un momento Naruto restò sbalordito, non credeva che una bellezza
così potesse mai uscire a cena con lui, le domandò il suo nome e lei gli
rispose di chiamarsi Karin. Da quel momento il ragazzo non la perse più di
vista fino al giorno in cui decisero di incontrarsi nuovamente per la famosa
cena; Naruto non era di brutto aspetto, ma era un po’ uno scavezzacollo, mentre
lei era piuttosto bella e sexy per resisterle, si potrebbe dire che fu sedotto
sin dalla sera del quasi incidente.
Continuarono a vedersi ancora, spesso erano solo incontri
di sesso ma per Naruto era un’avventura irresistibile, peccato però che non
sarebbe durata molto; alla vigilia di San Valentino il giovane per negligenza o
semplice inesperienza raccontò tutta la storia alla sua “amante” che rimase ad
ascoltarlo in silenzio annuendo ogni tanto e facendo qualche domanda alle quali
Naruto rispose senza tanti complimenti.
Si reso conto troppo tardi del guaio in cui si era
cacciato e del danno che aveva provocato; nell’appartamento di lei c’era un
armadio solitamente chiuso a chiave che però quella sera era rimasto socchiuso
e mentre Naruto raccontava di Sakura, del fratello e del Valentine’s Game, si
avvicinò ed aprì le ante per vedere cosa c’era all’interno: Karin si trovava in
cucina intenta a preparargli uno spuntino, o almeno così gli aveva detto e nel
frattempo continuava ad ascoltare la storia di Naruto.
Quando il ragazzo vide cosa c’era all’interno
dell’armadio fu troppo tardi, prima ancora che potesse rendersene conto aveva
già un grosso coltello da macellaio puntato alla gola.
“Il problema
dei giovani come te è che non sanno con chi hanno a che fare e non sanno quando
è il momento di parlare e quando è invece il momento di tenere la bocca chiusa”
“Sei una giocatrice
anche tu vero? Qual è il tuo soprannome se posso saperlo?”
“Prova ad
indovinare idiota, sei carino e sei abbastanza bravo a letto e mi piacevi anche
solo per divertimento, ma come ti ho detto se te ne stavi zitto ed impiegavi le
ore della serata a fare sesso invece di scambiarmi per il tuo confessore
avresti avuto la speranza di vedere la luce di domani. Quante donne conosci
all’interno del gioco? Magari ci sei andato con tutte”
“Lei è impegnata
con un altro e non ti conviene eliminarmi Angelo della Morte, perché te la
farebbe pagare cara!”
“Farò in modo
che venga a cercarmi grazie a te bamboccio. Avrà la possibilità di raggiungere
il suo caro fratellino, con la stessa lama che lo ha ucciso. La mia!”
“Di solito
quando uccido non mi prendo la briga di tenermi a mente tutte le facce delle
mie vittime, ma la sua la ricordo molto bene perché aveva lottato con tutto sé
stesso per restare in vita, peccato però che non gli servì a niente ed ora che
è giunto un altro San Valentino ho modo di rendere la notte ancora più
divertente ed esaltante. Una sorella che vuole vendicare il fratellino ucciso
da me è molto più eccitante del sesso caro mio e tu sarai la mia esca.”
Da alcuni giorni Sakura non aveva più notizia di Naruto; le aveva rivelato di stare in guardia, che Sasuke aveva mentito e che nell’appartamento in cui era
stato non c’era nessun testimone.
Da allora non lo aveva più visto né sentito e non aveva
saputo nulla nemmeno da Sasuke; decise quindi di
darsi da fare da sola e di recarsi lei personalmente all’indirizzo cui si era
recato anche Naruto e come aveva detto lui, in quel
palazzo malfamato, tra i vari alloggi malandati, quello dell’uomo che stavano
cercando era deserto.
Non rimase molto sorpresa di trovarvi anche Sasuke, forse quella era l’occasione per sapere esattamente
se fidarsi di lui ancora oppure no.
“Ho mandato Naruto qui qualche giorno fa e da allora non l’ho più
sentito. Mi aveva detto che questo posto era deserto e che non esisteva alcun
testimone. Sono passati giorni e sono un po’ preoccupata. Spero che tu non
abbia nulla a che fare con tutto questo!”
“Il mio testimone
è morto. Ma non l’ho ucciso io. Credo si tratti della stessa persona che ha
ucciso tuo fratello e credo anche di sapere chi. Se ho ragione però, il tuo
stupido amico ha intrecciato rapporti con la donna sbagliata!”
Mentre erano in macchina diretti verso il centro della
città, Sasuke rivelò a Sakura che quando cominciò il
gioco lui non era da solo, c’era una ragazza con lui di un anno più grande e
con la quale ebbe una relazione per un po’ di tempo; non si vedevano né si
parlavano più da quasi sei anni ormai, ma non aveva mai smesso di metterle
informatori alle costole: era spietata, crudele e fredda come il ghiaccio, non
acaso era stata soprannominata l’Angelo
della Morte.
Era bella ma allo stesso tempo terribile e dal momento
che la conosceva bene era sicuro al cento per cento che avesse facilmente
sedotto Naruto e dato la poca furbizia del giovane,
presto o tardi si sarebbe compromesso e si sarebbe messo in guai seri.
Sasuke era molto serio nel
momento in cui disse a Sakura di non volerla coinvolta e che avrebbe pensato
lui a tutto; infatti non appena arrivati davanti al portone di un altissimo e
lussuoso grattacielo, con abile mossa Sasuke
ammanettò la mano destra di Sakura al volante e per quanto lei protestasse lui
era irremovibile; non aveva realmente amato la sua ex, ma sentiva di amare lei
e per come la vedeva lui era giunto il momento di chiudere definitivamente il
Game ma per farlo doveva affrontare Karin, la quale di sicuro non avrebbe
accettato pacificamente ad un ritiro formale e ad una chiusura totale del gioco:
d’altronde anche lei era stata la fondatrice del Valentine’s
Game e non si sarebbe accordata facilmente.
Sakura venne lasciata sola chiusa inmacchina da Sasuke
che sparì nell’androne del palazzo, fortunatamente per lei aveva sempre un passpartout nel caso le fosse servito e non fu tanto
difficile fare scattare il meccanismo delle manette; ora non restava che uscire
dalla macchina e dato che si trattava di una Lamborghini a comando elettronico
l’unico modo era sfondare il finestrino.
“Scusa macchina!”
Probabilmente Sasuke l’avrebbe
presa molto male ma non aveva altra scelta, con una poderosa spinta delle gambe
riuscì a mandare in frantumi il finestrino del passeggero e ad uscire senza un
graffio; aveva portato con sé la sua wakizashi ma in
cuor suo pregava di non doverla usare, sentiva di dover scoprire se ciò che Sasuke aveva detto era vero e se Naruto
era in pericolo: se poi quella donna era veramente l’assassina di suo fratello
l’avrebbe trascinata per i capelli davanti ad un tribunale per farla condannare
a vita.
A quanto pare non fu difficile trovare il suo
appartamento, lei era disgustosamente ricca e la sua casa occupava tutto il
piano super attico di quel grattacielo, proprio come Sasuke
fin dalla nascita erano abituati a vivere nel lusso e ad avere tutto ciò che
desideravano, ragion per cui per noia e per insoddisfazione crearono per
divertimento quel gioco assurdo esprimendo così il peggio di loro stessi.
Sasuke però fece intendere di
voler cambiare e modificare le regole del gioco al fine di chiuderlo
definitivamente ma non riusciva però ad accettare il fatto che lui e Karin
avessero creato tutto quel male solo per passare diversamente il tempo; era
combattuta dal sentimento che provava per Sasuke a
ciò che realmente lui era e cominciò a considerare l’idea di allontanarlo una
volta finita quell’incubo.
Riuscì ad entrare nell’appartamento, era enorme, anche
più grande di quello di Sasuke ed era pieno di
stanze; non aveva la benché minima idea di dove lei fosse e nemmeno di dove si
trovasse Naruto, forse Sasuke
era arrivato per primo e l’aveva tratto in salvo.
Nell’immenso salone non c’era nessuno e fu per caso che
notò sul tavolino al centro della stanza una scatola aperta con diversi
gioielli dentro; erano cuori di San Valentino e spinta dalla curiosità si mise
a controllarli uno per uno, erano tantissimi e quando trovò quello di suo
fratello fu colta da una fitta allo stomaco: ora aveva la certezza che Karin lo
aveva preso macchiandosi del sangue di suo fratello.
Udì dei rumori provenire da un’altra stanza e cercò di
arrivarci senza farsi vedere, i rumori si fecero più forti ma ebbe la sensazione che si trattasse di una
trappola e decise di nascondersi in uno degli armadi a murolungo il corridoio almeno fino al momento
giusto; non lo sapeva ma i rumori che aveva udito provenivano dalla camera da
letto, Naruto era legato ed imbavagliato come un
salame e Sasuke lo trovò immediatamente prima che Karin
potesse sorprenderlo in casa sua.
“Maledetto! Non
sarai venuto con Sakura vero? Quella strega sa chi è lei, ha ucciso suo
fratello e non aspetta altro che completare il lavoro e uccidere Sakura”
“Scommetto che
oltre alla cerniera dei calzoni non sei riuscito a tenere chiusa anche la
bocca. Lo immaginavo da uno stupido pivello come te. Andiamo, devo farti uscire
al più presto, mi occuperò io di Karin”
Purtroppo Karin aveva già torturato brutalmente il
ragazzo, aveva i legamenti di un piede tagliati e non poteva camminare, lividi
ed escoriazioni ovunque; si trascinarono fino al soggiorno ma prima del
corridoio che conduceva all’uscita furono bloccati da Karin che, spada in pugno,
li teneva sotto scacco pronta a scattare agile come un felino.
“Gentile da
parte tua venire a farmi visita. E’ passato così tanto tempo. Ho saputo che hai
un’altra bambola con cui giocare adesso, grazie al sacco di patate che stai
cercando di portati via. Perché non restate, scommetto che quando arriverà
anche la Rosa, ci divertiremo un mondo.”
“Mi dispiace
darti questa delusione ma credo che tu sia arrivata al limite della follia. Lei
non verrà e se proprio devo sarò io a fermarti. Siamo andati troppo oltre, tu
stessa sei andata troppo oltre, è ora di finirla.”
“Non finirà
niente finchè respiro. E tu di certo non puoi
obbligarmi a rinunciare al potere che mi sono guadagnata”
Una lama corta affilata venne premuta contro la schiena
di Karin, dal suo nascondiglio Sakura era uscita senza fare rumore e senza
farsi notare da nessuno; su una cosa era d’accordo con Sasuke,
era giunto il momento di farla finita.
“Sapevo che
saresti arrivata e mi fa molto piacere!”
“Sono venuta per
portarti alla polizia. Dovessi usare anche la forza se necessario ma ti
assicuro che subirai un processo equo davanti ad una giuria.”
“Illusa quelli
come me non vanno in galera e non vengono processati. Non esiste tribunale che
possa condannarmi. Io ho il potere di fare tutto quello che voglio e nessuno mi
può giudicare”
“Sai è proprio
questo il tuo problema, sei troppo presuntuosa e sicura di te stessa. Tu non mi
conosci, se ti dico che ti trascinerò in un tribunale sta pur certa che porterò
a termine il mio proposito a costo di portartici in
barella.”
“Sarà meglio
allora che tu mi uccida direttamente perché ti ripeto che io non andrò in
galera!”
Fu un attimo, e le due donne ingaggiarono battaglia senza
esclusione di colpi, incuranti di tutto e di tutti, l’appartamento stesso
divenne un vero e proprio campo di battaglia; Karin era molto forte ed abile,
ma Sakura aveva il vantaggio di essere più giovane, più veloce e più
determinata, l’altra invece era soltanto pazza.
Sasuke trascinò Naruto fuori dalla porta di ingresso e ritornò
nell’appartamento che stava per essere totalmente distrutto e fu in quel
momento che vide la vera forza di Sakura, ella subì solo un graffio sulla gamba
ma una serie di pugni bene assestati in pieno viso ruppero il naso ad Karin che
fu sbilanciata contro la porta finestra oltre la quale il vuoto completo, un
volo di 30 piani che avrebbe ucciso chiunque: Sakura si lanciò contro
l’avversaria per afferrarla ad una mano ma rischiò di finire anche lei nel
vuoto se non fosse per Sasuke che la trattenne per la
vita.
L’ultima cosa che Sakura vide fu un sorriso enigmatico
sul volto della rossa assassina e la mano di lei che lasciava la sua, decisa a
cadere definitivamente; Sakura cercò di resistere e di trattenerla il più
possibile ma sentiva che non ce l’avrebbe fatta.
“Te l’ho già
detto puttana, io non andrò in prigione e non sarò condannata!”
Ci volle poco perché la mano di Karin scivolasse del
tutto, nonostante l’impegno di Sakura nel trattenerla; alla fine aveva avuto
ciò che voleva la morte dell’assassino di suo fratello, però le lacrime che le
scesero dagli occhi rivelarono la totale insoddisfazione e delusione.
“Non doveva finire
così!”
Aveva rinunciato da tempo alla vendetta vera e propria,
era partita con l’intento di uccidere con le sue mani l’assassino di suo
fratello ma alla fine tale sentimento aveva lasciato il posto ad una soluzione
più moderata; combattere per renderlo inoffensivo e consegnarlo vivo alla
giustizia.
Non era andata come sperava, ma doveva comunque
aspettarselo, è difficile riuscire a cambiare il proprio destino una volta che
hai intrapreso un certa strada e fatto certe scelte.
Il tempo di scendere al pian terreno ed erano già
sopraggiunti polizia, ambulanze e vigili del fuoco, ci mancava solo l’Esercito
ed erano al completo, un telo bianco veniva riposto in quel momento da un
paramedico sul corpo disintegrato di Karin; aveva gli occhi aperti, rivolti
nella loro direzione come a guardarli e sembrava stesse sogghignando ancora,
ultimo esile strascico della sua follia: Sakura non si sarebbe mai più scordata
quegli occhi, Sasuke aveva ragione la vendetta non ti
fa sentire meglio in qualunque modo venga ottenuta, è solo una soddisfazione
parziale.
Come promesso però, Sasuke
chiuse definitivamente il gioco, il sito venne offuscato e cancellato, rimase
solo quello della vendita on line dei gioielli di San
Valentino che fu rimesso a nuovo; Naruto tornò a casa
dalla famiglia, un intervento al piede gli aveva rimesso a posto il legamenti
ma ci avrebbe rimesso un bel po’ di tempo prima di camminare di nuovo come
prima e comunque non avrebbe più potuto fare le stesse cose che faceva prima
che Karin lo rendesse zoppo.
Quando si salutarono lui e Sakura, il ragazzo le chiese
scusa per come si era comportato, se fosse stato meno egoista, meno infantile e
meno geloso forse le cose avrebbero potuto risolversi diversamente; lei lo
perdonò e gli promise che si sarebbero rivisti di nuovo, in quanto a Sasuke lei per un po’ lo respinse, aveva bisogno di
riflettere e di stare da sola: stava per laurearsi e doveva concentrarsi solo
sugli esami finali, non desiderava pensare a lui né tantomeno all’odiato gioco… nemmeno a Karin, il cui sguardo mortale ci mise un
bel po’ a scomparire dai suoi sogni.
RicontròSasuke
un anno dopo che ebbe la laurea, due anni da quella fatidica notte in cui il Valentine’s Game scomparì con la
morte di Karin e la scomparsa definitiva di tutto ciò che si trovava dietro;
lei aveva trovato lavoro in un’agenzia informatica e fu un caso che si trovarono
proprio nello stesso caffè in cui lei si recava sempre durante la pausa: non la
sorprese pensare che forse lui l’aveva sempre seguita.
Le fece piacere vedere che un po’ era cambiato, sebbene
mantenesse la stessa aria minacciosa di quando l’aveva conosciuto e quando si
sedette vicino a lei e le sorrise ogni cosa ritornò al suo posto.
“Sei qui per
chiedermi di tornare con te?”
“A dire il vero
sono venuto per dirti Buon San Valentino”
Sakura sorrise apertamente e ricambiò prima con un
sorriso e poi successivamente con una cena preparata da lei stessa nel suo
appartamento condividendo così tutto quello che aveva lasciato in sospeso.