Amore condiviso di Elizabethlc91 (/viewuser.php?uid=1050942)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** 1•capitolo - “non toccarmi” ***
Capitolo 3: *** 2•capitolo - “ragazzina” ***
Capitolo 4: *** 3• capitolo “è proprio brutto” ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
Prologo
Non mi sono mai lamentata della vita, perché so di essere stata molto fortunata rispetto agli altri. Ho potuto studiare, la mia famiglia mi vuole bene e ho una sorella fantastica. Ho anche un fratello che vive in America. Anche lui è andato via molto giovane per studiare. Anche se ho avuto tanto dalla mia famiglia, non mi sento viziata, perché tutto ciò che ho avuto non l'ho mai preso per scontato e inoltre ho sempre lavorato per mantenermi. Anche se ne potevo fare a meno, non ho mai voluto pesare troppo sulla mia famiglia.
Nate è il ragazzo che ho sempre amato e manca solo un mese e lo rivedrò. Non siamo riusciti a stare insieme, perché lui non si è mai voluto veramente impegnare.
Tutto potevo immaginare, ma non che la mia vita prendesse questa piega. Un giorno ho incontrato altri occhi e ho capito che forse c'è altro oltre a Nate. Ma si può provare amore per due persone? Soprattutto perché ogni volta che metto in gioco i miei sentimenti, le cose non vanno come spero?
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Capitolo 2 *** 1•capitolo - “non toccarmi” ***
La sveglia suona; come ogni mattina alle 5:00 in punto. Anche se ancora le lezioni di università non sono cominciate, voglio mettermi avanti. Già so cosa studierò e voglio farmi notare subito. Lo so, sono meticolosa, ma quando qualcuno vuole raggiungere uno scopo, deve mettercela tutta. Così la penso, così l'ho sempre pensata. Odio chi dice "non ce la farò mai", ma preferisco chi ce la mette tutta per arrivare allo scopo che si era prefisso.
I miei genitori sono molto orgogliosi di me e io ne sono felice, mi piace rendere felice chi ha fatto tanto per me. Fra pochi giorni, dopo tre anni di assenza, tornerò a casa.
Devo dire che sono in ansia, perché anche se sono felice di rivedere la mia famiglia e soprattutto mia sorella Valentina, so che dovrò rivedere Nate. Il mio primo amore. Ho passato anni a pensare a lui e a come è finita tra noi. Anche se eravamo piccoli, quello che ho provato per lui è stato profondo, intenso, tanto da continuare a pensarlo nonostante sia passato del tempo.
Nonostante tutti i litigi e la fine devastante della nostra storia, lui rimarrà sempre nel mio cuore, perché lui è entrato nel mio cuore e non n'è mai uscito. Quando qualcuno ti entra così nel profondo, non riesci a scacciarlo. E, l'idea di rivederlo, non mi lascia per nulla indifferente, anzi, negli ultimi giorni sta diventando un punto fisso nella mia mente. Non che non lo sia sempre stato, ma sapere di rivederlo è ancora peggio. Ne sono felice, ma d'altro canto ho paura di ciò che le mie emozioni possono fare quando c'è lui.
Una notizia bella che mi è arrivata, e di cui sono felice, è che mia sorella si sposerà a breve e che fra un mese, lo stesso giorno in cui tornerò, ci sarà la festa di fidanzamento. Pensare a mia sorella in abito da sposa, mi rende gioiosa. Io e lei siamo sempre state molto legate, sin da piccole, anche quando io combinavo qualche casino, lei si prendeva le colpe per me. So che sposare una persona che ama è quello che ha sempre desiderato. Per me se lei è felice, lo sono anch'io. Certo devo ancora conoscerlo, ma se piace a lei sono sicuro che è una brava persona. Sa scegliere bene...
Da Valery:
-Joey che fai?
La mia amica Valery, mi manda un messaggio.
Da me a Valery:
-Quello che non fai mai tu😏😏
La prendo in giro, perché non ha mai voglia di studiare, ma solo di divertirsi. Al contrario mio, che invece molto spesso mi rintano nel mio appartamento, senza uscire, semplicemente per mettere il naso nei libri per ore ed ore.
Da Valery:
-fammi indovinare: stai studiando?😑
Da me a Valery:
-brava hai indovinato 😜
Da Valery:
-quanto sei noiosa Joey. Dai io sto uscendo, vieni. Ci divertiamo. Non esci mai. Posso capire quando ci sono le lezioni, ma siamo in estate e praticamente sei uscita due volte in un mese.
Sbuffo; in effetti non ha tutti i torti, anzi ha ragione. Nonostante io abbia 19 anni e dovrei uscire come fanno tutti i ragazzi della mia età, non esco quasi mai perché preferisco passare il mio tempo a studiare e a mettermi avanti con lo studio, piuttosto che uscire in qualche locale come fanno i miei compagni di corso, e soprattutto, come fa la mia amica Valery. Onestamente mi va di andare a fare un giro con la mia amica, forse è il momento di prendere un po' d'aria.
Da me a Valery:
-e va bene, vengo! 😘
Da Valery:
-sei sicuro tu? Che ne hai fatto della mia amica?😅
Da me a Valery:
-smettila se no ci ripenso!😒
Da Valery:
-ti picchio se ci ripensi. Ahahah... ti passo a prendere fra mezz'ora. Non fare tardi.
Finisco di leggere l'ultima lezione, e chiudo il libro. Guardo l'orologio, e capisco che se non mi sbrigo, non arriverò mai ad essere pronta per quando arriverà la mia amica Valery.
Vado in bagno, e faccio una doccia veloce, rilassando i muscoli. Quando esco, avvolgo un asciugamano che copre il mio corpo, e vado dritta nel mio armadio per capire cosa mettere. La scelta non è molto vasta, perché essendo che non sono una persona che ama uscire, non compro mai vestiti. Diciamo che io e la moda non andiamo molto d'accordo, al contrario della mia amica Valery che passerebbe ogni sua giornata a fare shopping, e a comprare uno di quei vestitini, che di vestiti non hanno nulla, poiché mostrano tutto ciò che c'è da coprire.
Guardo l'armadio, mangiucchio la mia pellicina dell'indice, e continuo ad osservare l'armadio come se improvvisamente potesse spuntare un vestito come per magia. Ovviamente non è così, però, poi ricordo che la mia amica Valery, qualche mese fa, ha insisto affinché potessi comprare un vestito nel caso decidessi di uscire. Ovviamente io l'ho comprato per farla felice, ma oggi mi torna utile. Solo che nell'armadio non c'è, quindi devo capire dove l'ho messo. Eppure sono una tipa ordinata!
Vado in giro per la casa, un minuscolo appartamentino che i miei genitori hanno gentilmente comprato per me. Cerco nella sedia vicino al letto, nel comodino, e finalmente lo intravedo poggiato vicino al letto, ancora nel cassetto.
Lo esco dal sacchetto, e lo guardo. Non mi ricordavo fosse così appariscente, ma dato che me lo ha consigliato la mia amica, c'era da aspettarselo.
Lo indosso, anche se non sono molto felice di farlo, ma d'altro canto non so cosa mettere altrimenti.
Quando l'ho messo, mi guardo allo specchio per capire come mi stia. È anche più corto di quanto mi aspettassi. Non arriva neanche a metà gamba. Un vestitino grigio, con una scollatura a V generosa, e non arriva nemmeno a metà gamba. Più mi guardo, più mi pento di averlo indossato. Ormai, però, non posso tornare indietro, perché la mia amica Valery sta per arrivare.
Quindi vado di fretta in bagno, e decido di dare al mio viso un po' di colore. Opto per un eyeliner nero, ma cerco di fare una linea leggera. E, sotto l'occhio, metto una matita nera per risaltare il mio occhio azzurro. Non appena ho finito, mi guardo ancora e penso che non è venuto così male in fin dei conti. Per finire, passo il mascara nelle ciglia lunghe e il fard nelle guance, per dare un po' di colore dato che la stanchezza dello studio non mi fa avere un bel colorito.
Giusto in tempo, Valery mi chiama e mi dice di scendere in fretta.
Quindi faccio come dice, prendo la borsetta che è posata davanti alla porta e scendo di fretta dalle scale, cercando di stare attenta dato che indossando i tacchi potrei cadere.
La sfiga del mio appartamento è che non c'è neanche un ascensore, quindi devo per forza scendere a piedi.
Intravedo Valery da lontano, con la sua macchina appena comprata. Le sorrido, nonostante ancora non possa completamente vedermi e mi avvicino alla sua macchina, aprendo lo sportello ed entrandoci dentro.
"Era ora che ti decidessi ad uscire dalla tua tana Joey", mi redarguisce una volta che entro dentro la sua auto.
"Valery smettila sennò me ne torno a casa. Sono ancora in tempo". Ovviamente scherzo, perché so che non dice sul serio, ma tenta solo di spronarmi.
"Dai andiamo, scema", ridacchia, e fa scattare la macchina, mettendo la prima.
Attraversiamo la città; io e lei nel frattempo, parliamo del più e del meno. Lei mi racconta delle sue conquiste, dato che è una tipa abbastanza aperta agli uomini. Non si preclude di certo l'opportunità di stare qualcuno anche solo per sesso, al contrario mio che invece voglio fare l'amore soltanto con chi amo. E se penso a qualcuno con cui vorrei farlo, mi viene sempre in mente Nate, nonostante siano passati anni da quando non lo vedo. Mi manca, lui è sempre nei miei pensieri e non riesco a scacciarlo nemmeno se voglio.
Senza accorgermi, mi accorgo che Valery ha fermato la macchina e che quindi, siamo arrivati a destinazione. Mi giro dalla sua parte, e lei mi guarda, facendomi un sorriso.
Scendiamo dall'auto, già appena metto piede fuori, mi sento fuori luogo. Vorrei tornare a casa, ma ormai che ci sono, non avrebbe senso.
Mi sento fissare, così, mi giro, è noto la mia amica che continua a guardarmi formando con le labbra una grossa "o".
<> chiedo indispettita; mi imbarazza quando qualcuno mi fissa, anche se si tratta della mia amica.
<>, gli occhi della mia amica si illuminano, e squadra ogni centimetro del mio corpo.
<>, aggiunge, continuando imperterrita a guardarmi, come se fossi una sua creazione. <>.
Mi sento un po' imbarazzata, anche se mi fa piacere per una sera essere per così dire "diversa". <>, cerco con le mie parole, di farle capire che il suo sguardo mi intimidisce e che non mi piace stare al centro dell'attenzione.
<>. La sua constatazione, si capisce che è del tutto sincera. Che non è fatta per invidia, ma anzi perché le fa piacere davvero. Io e Valery siamo molto diverse, eppure riusciamo ad essere così amiche perché il nostro rapporto si basa sulla sincerità, e non ci guardiamo con invidia come fanno la maggior parte delle ragazze.
<>, dico alla mia amica, prendendo i complimenti che mi ha appena fatto.
Ci dirigiamo verso la discoteca che c'è di fronte a noi. La mia amica, mi prende a braccetto, e ci mettiamo in fila, aspettando che i buttafuori decidano di farci entrare.
Dopo qualche minuto che aspettiamo, i buttafuori con le braccia possenti, ci fanno segnale di entrare. Non prima di averci dato un'occhiata, squadrandoci per tutto il corpo.
Entriamo dentro, la mia amica continua a tenermi a braccetto, come se potesse perdermi da un momento all'altro.
Andiamo verso un divanetto libero, e ci sediamo accanto. Parliamo del più e del meno, poi sposto lo sguardo e noto che due ragazzi, abbastanza in forma si avvicinano verso di noi.
Nella mia mente spero che non si avvicinino, che tornino indietro, che non stanno venendo da noi, ma le certezze arrivano, quando vedo alzare la mia amica e andare verso di loro, che ormai sono vicinissimi a noi.
<>. Uno di loro sembra conoscere la mia amica.
Valery gli fa uno dei suoi soliti sorrisi ammiccanti, e con molta naturalezza, porta un braccio nel suo collo e dalla nuca, lo trascina dritto nelle sue labbra, baciandolo davanti a tutti. Il ragazzo le sorride malizioso, continuando a baciarla.
Una volta che si sono staccati, gli occhi del ragazzo si spostano nei miei. I suoi sono scuri, intensi, ma fanno anche un po' rabbrividire. Mi incutono un timore strano.
<>, balbetto io imbarazzato, morsicandomi il labbro per sopprimere la tensione che sto provando.
A quel punto, la mia amica Valery, decide di fare le presentazioni.
<>, mi informa, e Carl abbassa il suo braccio, allungando la mano verso di me per stringerla. Io mi alzo per educazione, e stendo la mano per stringerla. Anche stringere questa mano, mi da uno strano senso di disgusto. Non capisco cosa ci veda la mia amica in lui. <>, mi presenta l'altro ragazzo di fianco, e il ragazzo stende anche la sua mano per presentarsi. I suoi occhi verde scuri, puntano i miei. I suoi occhi, però, guardano il mio corpo senza tralasciare nessun particolare. Sento le mie gote diventare rosse per l'imbarazzo, non perché mi piaccia, ma perché il suo sguardo è invadente. Gli stringo la mano, avvertendo anche in lui un senso di fastidio.
I ragazzi, decidono di sedersi con noi, sotto invito di Valery. Valery si siede nelle gambe del ragazzo, portando le sue braccia al suo collo. Parla con lui, mentre l'altro ragazzo cerca di intavolare una conversazione con me, nonostante io non lo stia ascoltando.
Lui continua a parlare, ma io sento solo un brusio nelle orecchie e, ogni tanto, mi limito ad annuire.
La mia amica Valery, invece, come se nulla fosse, bacia il ragazzo che sta tenendo per le braccia, così, non sopportando più di stare qui, mi alzo per andare a prendere qualcosa da bere.
<>, tento di divincolarmi dal ragazzo, alzandomi e cominciando a fare qualche passo verso il bar.
<>, il ragazzo si offre, stringendomi il braccio e quel suo contatto, mi fa sobbalzare per il nervoso che mi procura.
Cerco di far finta di niente, io faccio cenno di no con la testa in segno di diniego, per fargli capire che non ne ho bisogno.
<>, asserisco scontrosa.
<>, continua e, stringe ancora il mio polso.
Sbuffo infastidita, ma non riesco a liberarmi di lui. In fondo è solo un drink, così decido di annuire e accettare.
Ci dirigiamo verso il bar, lui mi sta vicino, anche troppo.
<>, domanda una volta che siamo arrivati nell'angolo bar.
<>, metto una mano nel mento pensierosa. <>
Inarca un sopracciglio perplesso, mi guarda come fossi un extraterrestre. <> Mi domanda per accertarsi della mia scelta, che in effetti in una discoteca è al quanto strana.
<>, annuisco convinta, <>. Lui a quel punto decide di darmi ascolto, e ordina un drink per lui e una redbull per me.
Dopo aver ordinato da bere, il barista ce lo serve, e io mi giro dall'altra parte per scorgere la mia amica tra la folla. Nel frattempo, bevo la mia redbull.
Sono stanca, non mi va più di stare qui, e non vedo l'ora di tornare a casa. Guardo in giro, ma non la vedo.
Così, mi giro verso il ragazzo biondo al mio fianco che continua a fissarmi come un maniaco, e gli dico: <>. Scuote la testa e apre le braccia per farmi capire che non lo sa.
<>, dice come risposta, mostrando un sorriso malizioso che fa capire ciò che intende per "divertimento". Ci voleva solo questa. Come faccio adesso a tornare a casa adesso?
Sbuffo spazientita;
<>. Mi strizza l'occhio e mi prende la mano. Io però, la tirò indietro perché il gesto non mi piace per nulla. Odio quando si prendono certe confidenze, che io non ho dato.
<> scuoto la testa, e lo guardo di traverso. <>. Mi dice ancora, incartando i suoi occhi nei miei. Mi innervosisco sempre di più e, comincio anche ad avere paura di questo tizio, che non fa che mettermi le mani addosso.
<>, digrigno i denti nervosamente.
Lui ancora una volta, stringe il mio polso nella sua mano; <>, mormora ad un centimetro dal mio viso, emettendo puzza d'alcool dall'alito.
<>, lo supplico un po' tremante. I suoi occhi non mi piacciono per niente. Mi trasmettono tensione e paura. <>. La mia voce si strozza, cercando di trattenere le lacrime.
<>, fa un ghigno pauroso. <>, ancora dice, mentre sento le mie labbra tremare. Le sue mani si posano con forza nel mio fondoschiena, mi avvicina più a lui e, cerca di posare le sue labbra sulle mie. Scosto la testa, tento di divincolarmi, ma invano perché lui mi stringe ancora più forte.
Non so come uscire da questa situazione.
<> ad un tratto, sento una voce calda e penetrante, entrare nel mio udito. Solo sentirla, per un secondo, nonostante la paura, mi fa sentire al sicuro e protetta.
Nello stesso tempo, continuo a tremare per la paura;
Il ragazzo che continua a tenermi stretta senza lasciarmi, si gira verso quella voce a cui non ho dato un volto, e gli dice: <> il ragazzo si sposta da me, per andare dal ragazzo che mi ha appena aiutata.
Non riesco nemmeno a guardarlo, sto tremando dalla paura. Mi sento come se ci fossero zero gradi, per le vibrazioni che avverte il mio corpo.
<>. Il mio salvatore asserisce, e mi giro verso la loro direzione, notando lui che lo prende per il colletto.
<>. Si divincola dalla presa e continua a guardarlo con sfida. Il ragazzo che poco prima si era avventato su di me, lo guarda ancora per qualche secondo, poi decide di cedere ed andarsene.
Tiro un sospiro di sollievo, continuo a tenere gli occhi bassi e a tremare come una foglia. Delle lacrime solcano le mie gote, anche se tento di tenerle rinchiuse dietro gli occhi, ma invano.
<> sento ancora quella voce, entrare nel mio udito. Poi le sue mani, si posano sul mio viso, e portano la mia testa ad alzarsi e i miei occhi, si scontrano con i suoi. <> ripete ancora. Mi incanto per un attimo, non riesco a respirare per la paura, ma anche perché avverto mille emozioni scatenarsi dentro di me.
<>, sospiro. I miei occhi non riesco a staccarli dai suoi. Sono qualcosa che sprigionano energia allo stato puro. Ti entrano dentro in un secondo. Occhi azzurri, di ghiaccio, che riescono nonostante tutto a scaldare il tuo cuore. Le mie labbra si rinchiudono nei denti, per sopprimere queste sensazioni strane che sto avvertendo.
<> con i pollici accarezza le guance, che sono sicura che siano arrosate. Non riesco a staccare i miei occhi dai suoi, come se fossero attirati come una calamita. <>, sussurra, emanando un odore che entra in un attimo nella mia pelle.
Non riesco a parlare, sono completamente e perdutamente assorta da quel ragazzo, inspiegabilmente. Non riesco a spiegarmelo, ma è così.
<>, mi domanda, dato che mi sono incantata e non riesco a parlare.
In un attimo, però, vedo tutto buio non riesco a capire cosa mi succede. Le mie gambe tremano, e non capisco più nulla... |
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Capitolo 3 *** 2•capitolo - “ragazzina” ***
Mi suona come ogni giorno la sveglia personalizzata. Apro gli occhi e mi sta scoppiando la testa. C'è buio dato che sono solo le cinque. Cerco di ricordare come sono arrivata a casa, ma niente ho un vuoto, e non riesco a ricordare le ultime ore.
È ora di alzarmi, per fare ciò che faccio ogni mattina, ovvero studiare. La mattina ho la mente libera, per questo sono più propensa nel farlo.
Così, cerco di alzarmi dal letto, e tasto l'altra parte del letto per darmi la spinta che necessito per lasciare il mio cuscino. Ma non appena lo faccio, sento che c'è qualcosa di strano: non sono sola. Sobbalzo, rischiando di cadere dal letto.
<>, urlo con tutte le mie forze, come fossi una pazza.
<> dice una voce maschile, impastata dal sonno, che però, non ho mai sentito.
La camera è oscurata, non riesco a vedere niente e sento il mio corpo preso da spasmi. Dove mi trovo?
Ad un certo punto, però, le luci del sole filtrano dalla finestra, a causa del fatto che il ragazzo sconosciuto ha appena aperto la finestra, mostrandosi in tutta la sua bellezza, dato che è solo in boxer. Oddio, cosa ho fatto?
<>gli urlo contro. Sento la sua risata sommessa, rimbombare nella stanza. Mette una mano nello stomaco, come se volesse trattenere la risa.
<>. Il ragazzo fa un sorrisetto laterale, avvicinandosi a me. Io, come per istinto, indietreggio. <> ride a crepa pelle, senza riuscire a fermarsi. Mi guardo in giro, accorgendomi che ha ragione: questa non è la mia stanza. Poi dice: <>. Va verso il telefono posizionato nel comodino, e lo prende per le mani. Io lo trucido con lo sguardo, andando verso di lui per togliere il telefono e impedirglielo. Lui, però, si divincola all'ultimo minuto e sposta il corpo, facendomi finire in pieno nel suo petto marmoreo. Il mio cuore aumenta i battiti per quell'improvviso contatto, sento il mio corpo che comincia a sudare, anche se è estate, non sentivo così caldo fino a qualche minuto fa. I miei occhi, si alzano nei suoi, che vedo che continua a divertirsi come se per lui fosse tutto un gioco.
<>, dico perentoria. Non voglio di certo finire in carcere, per essere entrata in un appartamento di uno sconosciuto.
"E che sconosciuto". Mi ricorda la mia coscienza, che di solito non ha niente da obiettare nei miei comportamenti.
Comincio a camminare come una forsennata, avanti e indietro, sentendo il mio respiro divenire corto. Poi, mi fermo di botto e lo guardo, accorgendomi che lui è sempre nella stessa posizione, senza che nulla lo scalfisca. Ha le mani conserte, e mi guarda in continuazione senza distogliere lo sguardo.
<>, dice ancora, facendo un ghigno.
Le mie narici si dilatano, mi innervosisco e stringo i pugni.
<>, sbotto. Solo lui può darmi la risposta alle mie domande, perché ho la mente completamente offuscata.
Lui mi osserva sbraitare senza dire nulla, anzi ride sotto il naso.
A quel punto, mi avvicino a lui a passo spedito. Metto le mani nei fianchi, guardandolo per cercare di capire cosa gli passa per la mente. Ma non appena sono tanto vicina a lui, mi accorgo che ha una stampa di rossetto nella guancia. Il mio cuore si ferma per un attimo, e se noi avessimo fatto sesso? No, non può essere, non ci voglio pensare.
<>, Domando, sentendo la mia voce che si incrina ogni secondo di più, per la paura di essere andata a letto con il primo sconosciuto. Indico il rossetto sulla faccia con l'indice, vedendo che continua a tremare. << cioè noi due>>, indico prima me e poi lui, sospirando e avendo paura della risposta. <> la mia voce continua a tentennare, strizzo gli occhi e guardo il pavimento, poi li riporto nei suoi. Quegli occhi di ghiaccio, che mi provocano sensazioni a me sconosciute.
E più lo guardò, più flashback mi percorrono la testa.
Il suo viso è lì, ma subito dopo viene sostituito da quello del ragazzo con gli occhi verde scuri che non facevano altro che incutermi timore. Però, se guardo lui, ricordo che è stato gentile con me. Si è avvicinato quando avevo paura, questo lo ricordo. Il problema è che non ricordo altro...
Eppure è strano tutto ciò, perché io non ho bevuto alcool. Non riesco a capire perché non ricordo nulla, che mi abbia drogata?
Lo fulmino con gli occhi e lui continua a guardarmi con i suoi grandi occhi di ghiaccio.
<>. Lo comincio ad accusare, perché non trovo altra soluzione a tutto questo. Lui, però, ha una reazione che non mi aspetto: comincia a ridere, mettendo la mano nella sua pancia. Non la smette più e io continuo a stare li ripercorrendo la serata di ieri sera, cercando in qualche parte del mio cervello la motivazione a tutto questo e, innervosendomi per la sua continua risa insopportabile.
<>, fa un sorrisetto laterale. Poi aggiunge: <>, chiude le labbra in una fessura, cominciando a scuotere la testa e l'indice. <<..le cose non sono andate così. Tu eri consensiente e io mi sono solo divertito un po'>>, ridacchia senza sosta, prendendosi gioco di me. Il problema è che invece di soffermarmi nelle sue domande, comincio a guardare i lineamenti del suo viso, soffermandomi nella sua risata che mi fa salire un forte dolore nello stomaco per quanto è bella.
Ma che sto facendo? Lo sto guardando, mentre si prende gioco di me? La devo smettere devo tornare in me.
Le sue parole hanno solo un senso: ho perso la verginità, con uno che nemmeno conosco. Subito mi passa per la mente Nate, il ragazzo che continuo ad amare e, che ho aspettato così tanto per poter essere sua per la prima volta, nonostante non abbia nessun diritto perché per quanto mi riguarda potrebbe anche stare con un'altra.
Al solo pensiero, le lacrime percorrono le mie gote indisturbate. Non riesco a fermarle, vedendo il ragazzo appannato di fronte a me, e sentendo il sapore salato delle mie lacrime sulla mia bocca.
<>, dice preoccupato, posando le sue mani sul mio viso. Sento il suo respiro nel mio viso, mentre lo vedo avvicinarsi a me, fin troppo. I miei occhi si perdono nei suoi, avvertendo il mio cuore galoppare ad un livello frenetico dietro la gabbia toracica.
<> solo dopo qualche secondo, mi accorgo di quello che ha appena detto.
<>Chiedo titubante, con una voce sommessa, mordendomi il labbro inferiore.
<>, annuisce, facendomi un piccolo sorriso. <>, mi informa, mostrandomi la sua sincerità. Il suo viso si è addolcito e io lo guardo negli occhi, non riuscendo a toglierli dai suoi. Come se se ne fosse impadronito.
<> È chiaro che siamo stati insieme, sennò per quale motivo sarei in camera sua.
Mi guarda profondamente negli occhi e ancora una volta mi ci perdo dentro, senza riuscire a controllarmi.
<>, mi sussurra, soffiando nel mio viso, con le labbra dischiuse. <> Sospira e aggiunge: <>, mi guarda negli occhi e io lo guardo per cercare di capire se quello che mi sta dicendo è la verità.
Sembra sincero, ma come lo spiega il rossetto rosso che ha sulla guancia?
<<È questo?>>, gli chiedo, indicandogli la stampa di rossetto che ha sulla guancia.
<>, comincia a ridere senza finire più. Mi imbarazzo, non posso credere di averlo chiamato Nate.
<<È il tuo ragazzo questo Nate?>>, mi chiede.
<>, dico stizzita, mettendo le mani nei fianchi. Non è che gli voglio rispondere in malo modo, ma sentir pronunciare quel nome, mi innervosisce.
<>, alza le mani in segno di difesa.
<>, cambio discorso. Lui, a quel punto, si limita ad annuire.
<>, si offre gentilmente.
<> indica la porta dall'altra parte della stanza, con la mano.
<>
Esco da quella casa senza voltarmi indietro, ma sentendo un grande vuoto dentro. Vado a prendere un autobus e, dopo qualche minuto, arrivo a casa.
Nel frattempo che apro la porta, mi arriva un messaggio.
Da Valery:
-scusa per ieri sera Joey. Sono stata una stronza ad andarmene senza dire niente. 😭
È Valery. Se pensa che la perdonerò dopo il modo in cui si è comportata ieri sera si sbaglia. Se non ci fosse stato quello sconosciuto, non so dove sarei ora. A proposito dello sconosciuto, non so neanche il suo nome. Be, in effetti cosa mi serve saperlo, l'ho pure chiamato Nate. Rido all'idea.
Dopo un po' mi arriva un altro messaggio.
Da Valery:
-dai Joey. Visualizzi e non rispondi? Ti sto chiedendo scusa.
A quel punto, decido di rispondere.
Da me a Valery:
-Valery l'hai fatta grossa. Non voglio più vederti.
A quel messaggio non risponde più e io decido di studiare. Almeno quando studio sono sicura che non mi succede qualcosa. Ogni volta che mi faccio convincere a fare qualcosa fuori programma, c'è sempre un motivo per pentirmene.
Apro il libro e comincio a studiare, ma vengo interrotta quasi subito dal campanello della porta. Sbuffo e mi alzo.
<>, Domando, una volta arrivata alla porta d'ingresso.
<>, dice dietro la porta. Sbuffo ancora una volta, però decido di aprirle. Non me la sento di lasciarla sola.
<>, le urlo, non appena apro la porta. Sono davvero troppo arrabbiata con lei.
Lei mi guarda con un espressione sinceramente dispiaciuta, mettendo le mani nei fianchi e abbassando di poco la testa.
<>. Sbuffo e la faccio entrare. La guardo storto, mentre si dirige nella mia cucina. Poi si gira verso di me e con un sorriso sfacciato sulla faccia, dice:
<>
"È l'una Valery. Non si fa colazione a quest'ora>>, ribatto secca, ancora stizzita con lei. Lei fa finta che non sia successo niente.
<>. Le lancio uno sguardo truce.
<> la fulmino con lo sguardo, ancora.
<>, abbassa la testa imbarazzata.
<>, sbraito.
<>, Ride come se non sapesse neanche il significato della parola.
<<È ancora peggio. Va bene se mi lasci per il tuo fidanzato e neanche, ma mi lasci la con quello stupratore, per un signor nessuno?>> Le chiedo arrabbiata, facendole capire la mia frustrazione.
<>, risponde secca, riprende fiato e dice: <>, Sgrana gli occhi. Già lei non sa come sono andate le cose.
Annuisco, sospirando rumorosamente. <>I suoi occhi diventano lucidi e la sua faccia rossa dalla vergogna.
Faccio cenno di no con la testa e dico: <>. Tira un sospiro di sollievo, abbassando gli occhi perché si vergogna anche a guardarmi.
<>
<>, rispondo secca alla sua affermazione.
Ma lei sorride e dice: <>Mette le mani giunte, come fai quando stai pregando, e fa il labbruccio.
Sbuffo e dico: <> ma dopo le punto il dito contro. <>
<>La guardo male, poi mi guarda strano il collo.
<>, Chiedo con un po' di paura.
<> sospira, poi dice: <>Impallidisco di colpo, cominciando a toccarmi il collo come una pazza.
<>, urlo e le lacrime mi scendono dagli occhi per la disperazione.
<>, mi dice per rassicurarmi.
In quel momento mi viene in mente che non ho dormito li. |
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Capitolo 4 *** 3• capitolo “è proprio brutto” ***
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