Just say yes - Dì solo di si

di slayerkitty
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** capitolo 20 ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***



Blaine Anderson fissava i suoi genitori incredulo.

Loro ricambiarono lo sguardo con espressione calma e controllata, la stessa con cui lo avevano guardato per tutta la sua infanzia.

"Scusate..." mormorò piano, guardando i documenti davanti a lui, " non so se ho capito bene..." 

"E' semplice Blaine..." rispose suo padre, " io e tua madre abbiamo reso chiaro quello che pensiamo di questa storia, ma hai scelto di non ascoltarci".

Douglas Anderson era una figura imponente, la voce profonda e gli occhi, nocciola , severi.

Blaine cercò di ricordare il tempo prima... prima di adesso... in cui le cose andavano bene ed erano stati felici... ma non ci riusciva.

Sua madre si morse le labbra e Blaine sapeva che lei non era d'accordo con suo padre, ma che non avrebbe mai detto nulla contro di lui.

"Mi state dando un ultimatum?" sussurrò Blaine.

"E' l'unico modo che pensiamo possa servire a comunicare con te" rispose il padre in tono severo.

"Papà non è come se potessi cambiare" gli occhi di Blaine si riempirono di lacrime, ma si trattenne rifiutando di piangere, " sono gay... questo è quello che sono".

"Allora... hai fatto la tua scelta".

Douglas sembrava deluso e sconfitto... due parole che Blaine non avrebbe mai pensato di poter associare a suo padre.

"E così sia allora... "

I suoi genitori si alzarono, rigidi, ed il padre aspettò che sua madre uscisse dalla stanza prima di parlare di nuovo.

"Hai fino alla fine di quest'anno scolastico per trovarti un posto in cui vivere... ti suggerisco di usare il tuo tempo con saggezza".

"E l'NUY?" Blaine non aveva idea di come fosse riuscito dire questo parole, la bocca ormai completamente secca.

"Se vuoi andare all'NYU, Blaine, devi trovare un modo per pagartela da solo".

Blaine annuì, non fidandosi di parlare.

Suo padre esitò prima di dirigersi verso la porta, poggiando con leggerezza  una mano sulla spalla di Blaine, poi se ne andò.

Blaine guardò in silenzio i documenti davanti a lui.

Erano documenti su informazioni bancarie rivedute e del suo fondo fiduciario... ma tutti dichiaravano una sola cosa.

Blaine Anderson, a meno che non fosse disposto a rinnegare la sua sessualità, sarebbe stato diseredato il giorno dopo il suo diploma al liceo.

Aveva fatto diciotto anni solo qualche mese prima e Blaine non sapeva se essere o meno grato ai suoi genitori di non averlo semplicemente cacciato di casa.

Non avrebbe avuto soldi e nemmeno un posto in cui vivere.

Nessun modo per andare all'NYU quell'autunno e nessun piano alternativo.

Blaine spinse tutti i documenti sul pavimento, respirando a fatica per trattenere il dolore e l'angoscia.

Avrebbe trovato un modo.

Era Blaine Anderson della Westerville Anderson, dannazione.

Non avrebbe lasciato che questo lo spezzasse.

Non avrebbe dato nessuna soddisfazione ai suoi genitori.


Kurt Hummel era immobile.

La mano di suo padre molle nella sua ed il suono lamentoso della macchina all'angolo, che controllava i parametri vitali di suo padre, rimbombava nelle sue orecchie.

Dopo un attimo, sentì Carole singhiozzare... ma lui non riusciva a muoversi.

Non era nemmeno sicuro di come stesse ancora respirando.

Non sapeva di poter provare questo tipo di agonia.

Percepì Finn alzarsi per aiutare sua madre a sedersi sulla stessa sedia, li accanto, che usava di solito.

Tutti e tre erano stati accanto a suo padre per due giorni a causa del secondo attacco cardiaco e del successivo infarto.

Non c'era nulla che i dottori potessero fare se non evitare che soffrisse ed aspettare.

Aspettare che Burt Hummel smettesse di aggrapparsi alla vita.

Kurt pensava che avrebbe pianto quando sarebbe successo... quando alla fine suo padre sarebbe scivolato via da lui... invece rimase completamente impietrito.

Il dolore che stava provando era troppo profondo.

Non dimenticherò, promise, guardando il corpo senza vita di suo padre sul letto davanti a lui... mi prenderò cura di loro.

Si alzò, lasciando la mano di suo padre riluttante, girando attorno al letto, per andare da Carole, unendosi alla sua famiglia in un abbraccio a tre.

Erano solo loro ora... e Kurt era determinato a mantenere la sua promessa e rendere suo padre fiero.


Blaine era ormai a corto di tempo.

Aveva solo un mese e nessuna soluzione.

Non aveva nemmeno nessuna possibilità di andare a New York per non parlare di un piano per trovare un lavoro e pagarsi le spese.

Non era riuscito ad avere nessuna borsa di studio e nessun contributo federale... perché era un Anderson e sia la NYU che il governo non sapevano cosa significasse essere stati diseredati.

Era per questo motivo che era finito a casa del suo migliore amico Wes, che spulciava accuratamente tutti i suoi documenti finanziari, alla ricerca di qualche scappatoia.

Wes era al suo secondo anno alla Ohio State ( grazie ai corsi avanzati ed ai crediti guadagnati al liceo, qualcosa che anche Blaine aveva fatto) di giurisprudenza e stava facendo un internato presso lo studio di famiglia.

Blaine non aveva idea di cosa si aspettavano di trovare su quei documenti che non aveva già notato lui.

I suoi genitori aveva organizzato l'intera facendo abbastanza rigorosamente.

"Hai pensato a chiamare Cooper?" volle sapere Wes, una volta che Blaine gli aveva spiegato tutta la situazione.

Cooper era il fratello maggiore di Blaine, molto più grande di lui, ed aveva lasciato la città per trasferirsi a LA, il giorno stesso che aveva compiuto diciotto anni, lasciando a casa Blaine ad otto anni, senza mai voltarsi indietro.

Si era fatto sentire occasionalmente, ma Blaine lo aveva cancellato dalla sua vita anni prima.

"Ha reso chiaro di non voler avere nulla a che fare con me, Wes" mormorò Blaine, "non è un'opzione".

Wes alzò le mani in segno di resa.

"E questo cos'è?" disse Wes afferrando un documento composto da 3, 4 fogli .

Blaine guardò il suo amico , che in quel momento era seduto alla sua scrivania nella sua stanza alla Dalton.

"Questo cosa?" chiese Blaine.

"Questi documenti che menzionano qualcosa circa un fondo fiduciario lasciato da tua nonna" disse Wes, " l'ho trovato infilato tra alcuni documenti dei conti di tua madre".

Blaine non ricordava di aver visto quei documenti, ricordava solo di aver gettato quella cartella sul pavimento a causa della rabbia contro i suoi genitori.

Doveva averli raccolti e sistemati e poi nascosti.

"Un fondo lasciato da mia nonna?"  Blaine si alzò ed attraversò la stanza per poter sbirciare sopra la spalla di Wes.

Esaminò i documenti e poi sospirò.

"Non serve a nulla... non posso averli prima dei 25 anni.."

Wes sfogliò le pagine per finire di leggere e poi si fermò.

"A meno che..."

"A meno che cosa?"

"A meno che tu non presenti un certificato valido di matrimonio" rispose Wes, leggendo il resto del documento, " puoi accedere ai tuoi soldi subito se dovessi farlo"

"Sei serio?" esclamò Blaine.

Il cuore gli batteva forte.

Potevano aver trovato la soluzione?

"Ma sono gay... lo capiranno subito che è un imbroglio che mi dovessi presentare con una moglie.

E' per questo che tutto è cominciato".

Wes sorrise.

"Le norme del fondo fiduciario non ti impongono di sposare una donna, Blaine".

Blaine poté sentire un sorriso formarsi lentamente sul suo viso, e la speranza crescergli in petto.

Aveva appena trovato la soluzione... la risposta a tutti i suoi problemi.
"Ce l'abbiamo fatta" sussurrò.

"Solo una domanda..." continuò Wes, " Chi sposerai?"


Era passato quasi un mese dalla morte di suo padre.

Il funerale era stato difficile per tutti.

Carole aveva lasciato tutto nelle mani esperte di Kurt che aveva pensato anche ai fiori. 

Contro ogni buon senso, Kurt aveva lasciato che fosse Carole a scegliere l'abito  per suo padre, rabbrividendo quando lo vide con la solita camicia di flanella ed i jeans, un cappello da baseball sulla testa.

Era difficile pensare che suo padre non si sarebbe alzato, cominciando a parlare e a scherzare sul motivo per cui tutti erano li.

Kurt aveva dovuto mettere via tutti questi pensieri... aveva cosa più importanti su cui concentrarsi.

Mantenere il controllo era il solo modo di vivere per lui. 

Avrebbe fatto tutto quello che poteva per andare avanti.

La vita era tornata lentamente ad una parvenza di normalità.

Carole tornò al lavoro.

Finn e Kurt tornarono a scuola e di pomeriggio aiutavano in officina ora che erano a corto di personale.

Fu così che Kurt scoprì i loro problemi.

Suo padre non aveva lasciato un testamento e l'assicurazione sulla vita era servita per pagare i costi del funerale ed i conti ospedalieri ( anche se non li aveva coperti del tutto ).

Fu solo quando si mise a controllare i libri contabili dell'officina e a controllare la situazione economica familiare che Kurt si rese conto di quanto fossero in difficoltà.

Lo stipendio da infermiera di Carole era discreto ed insieme alle entrate del negozio di suo padre riuscivano, di solito, ad arrivare a fine mese.

Con la morte di Burt, l'aumento delle spese e la maxi rata dell'ipoteca dell'officina, Kurt non aveva idea di cosa avrebbero fatto.

Senza le entrate dell'officina, Kurt sapeva che non avrebbero potuto pagare i conti perché Carole non guadagnava abbastanza.

Kurt sospirò.

Sentì un forte mal di testa formarsi dietro gli occhi a causa di tutto lo stress.

Aveva avuto molti mal di testa dalla morte di suo padre... troppe giornate fino a tarda notte in officina, poco sonno e poco tempo per fare i compiti durante il giorno.

Si sentiva come se fosse costantemente ferito... un nodo allo stomaco così stretto che a volte pensava di essersi ammalato.

Strinse i denti ed elaborò un piano.

Avrebbe lasciato la scuola... mancava solo un mese alla fine dell'anno scolastico.

Avrebbe fatto richiesta per potersi diplomare in anticipo o avrebbe fatto l'esame da privatista o altro..

Carole avrebbe potuto chiedere un prestito alla banca per poter pagare la maxi rata dell'officina.

Aveva mandato una lettera per annullare la sua audizione alla Nyada... non c'era nessuna possibilità per lui di andare a New York ora.

Lui e Finn avrebbero potuto lavorare a tempo pieno in officina durante l'estate così poi Finn e Rachel sarebbero potuti andare a New York insieme in autunno.

In qualche modo avrebbero capito.

Aveva però dimenticato cosa si diceva dei buoni piani. 


"E' impossibile" mormorò Blaine, cancellando un altro nome dalla lista, "non troverò mai qualcuno disposto a sposarmi".

Gemette, battendo la testa sulla scrivania davanti a lui.

"Mi dispiace" disse Wes, dandogli una pacca sulla spalla.

Blaine aveva solo una settimana prima di diplomarsi, una sola settimana per trovare qualcuno da sposare .

Non è che Blaine poteva farsi vedere e dire di essere sposato con qualcuno.

Doveva mostrare un certificato di matrimonio valido... il che significava dover andare in un altro Stato dove il matrimonio gay era legale .

Oltretutto avevano capito che, anche se una parte del fondo sarebbe stato svincolato, le sue disposizione gli imponevano di essere sposato per almeno un anno prima di poter accedere a tutto il lascito.

Per i primi dodici mesi, poteva usufruire solo degli interessi... anche se, visto l’ammontare di tutto il fondo fiduciario, erano più che sufficienti a soddisfare tutti i suoi bisogni.

Trovare qualcuno disposto a sposarlo si stava rivelando più difficile di quello che pensava, soprattutto visto che la maggior parte dei ragazzi che Blaine conosceva erano tutti abbastanza giovani e non desiderosi di sposarsi.

“Senza un annuncio, penso che non avremo fortuna” mormorò Wes .

Blaine sorrise, l’idea perfetta stava prendendo piede...

“Stavo solo scherzando Blaine usignolo”

“No... è perfetto... “ 

Blaine si mise quasi a cantare per la gioia.

“Cercheremo un attore... gli promettiamo una fetta del fondo, concordando per l’annullamento del matrimonio dopo un anno o qualcosa di simile” disse saltellando sulla sedia, pieno di nuova eccitazione.


I piani di Kurt si sgretolarono completamente.

Carole non aveva ottenuto il prestito.

Aveva anche rifiutato la sua idea di lasciare la scuola visto che mancava davvero poco alla fine.

I conti dell’ospedale si stavano ammucchiando, Kurt non poteva nemmeno immaginare come li avrebbe pagati se fossero arrivati gli avvisi. 

Avevano meno di tre mesi prima che arrivasse la maxi rata dell’officina e nessun modo per pagarla.

Chiuse gli occhi stanchi, sospirando, poi si diresse verso il lavandino per lavar via tutto il grasso dalle mani.

C’era uno specchio sul lavandino e se Kurt non fosse stato così esausto, probabilmente si sarebbe spaventato del suo riflesso.

Quasi non si riconosceva più, così come facevano anche tutte le persone accanto a lui; ma non aveva la forza di importarsene.

Aveva praticamente lasciato il glee club, dedicando tutto il suo tempo ai compiti e all’officina.

Kurt aveva insistito che Finn continuasse col glee club ed erano andati alle Nazionali, vincendole.

Rachel e Mercedes avevano cercato di rimanere in contatto con lui, ma aveva sempre rifiutato di vedersi fuori la scuola... aveva cose più importanti da fare che andare a fare spese o parlare di bei ragazzi.

Se avesse sentito parlare Rachel ancora una volta della sue audizione alla Nyada e di come avesse distrutto il loro sogno di andare a New York insieme... si sarebbe di sicuro messo ad urlare.

Il nodo allo stomaco si strinse ancora di più. 

Ormai mancava una settimana... si sarebbe diplomato ed avrebbe potuto lavorare a tempo pieno... forse poteva anche trovare un secondo lavoro.


“Chi è il prossimo?” chiese Blaine a Wes, sbadigliando.

Avevano incontrato candidati tutto il giorno... la maggior parte attori, grazie alla brillante idea di Wes di fare delle “audizioni” per il ruolo di “marito di Blaine”.

Blaine aveva “prenotato” per loro una stanza inutilizzata della Dalton ed era bello sapere che non gli sarebbe costato nulla.

Sfortunatamente la maggior parte dei candidati non erano stati interessati quando avevano sentito che dovevano davvero sposarsi e che doveva durare per almeno un anno.

Alcuni avevano detto che avrebbero accettato solo per una cifra più alta, ma Blaine non voleva farlo a meno che non ci fosse davvero costretto.

“C’è solo un altro ragazzo” disse Wes, dirigendosi verso la porta; Blaine sperò tanto che fosse quello giusto.

“Kurt Hummel?” chiamò Wes per poi spostarsi per farlo entrare.


NOTE

Salve... sono froda... ho avuto il permesso da Slayerkitty di tradurre le sue storie, e dalla ex traduttrice, di riprendere questo account ... quindi aspettatevi altre sue storie.

La storia è divisa in 20 capitoli che pubblicherò uno a settimana ... come sapete ( almeno spero :P )... ho altre due storie in pubblicazione quindi per ora di più non posso fare... ma sarò puntuale tutti i Mercoldì ( solo oggi pubblico di Giovedì per problemi tecnici); se dovessero esserci problemi avviserò...

Spero la storia vi piaccia e ... BUONA LETTURA... e per chi volesse commentare... girerò tutto a lei... e nel caso rispondesse vi farò avere il suo commento.

Per ora è tutto...

Link del capitolo

http://scarvesandcoffee.net./viewstory.php?sid=6947&chapter=1

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Kurt non aveva idea di cosa stesse facendo.

Aveva visto l’annuncio su un giornale, aveva visto anche il considerevole stipendio e probabilmente a causa del poco sonno, aveva guidato fino a Westerville per il colloquio.

Speravo solo che non fosse per un porno o roba simile.

Le audizioni così... di solito lo erano.

Si chiese se era abbastanza disperato da prendere in considerazione la cosa.

Si sedette tranquillo in un angolo, chiedendosi in cosa esattamente consistesse il lavoro, mentre gli altri candidati venivano fatti entrare nella stanza, tenuti li venti minuti prima di essere scortati fuori dallo stesso ragazzo... un ragazzo asiatico di media altezza con un atteggiamento assurdo.

Molte volte Kurt quasi si alzò per andar via... ma lo doveva a Carole, a Finn e a suo padre... doveva almeno provarci... anche se con questo non avrebbe risolto tutti i suoi problemi.

Finalmente arrivò il suo turno.

“Kurt Hummel?” chiamò il ragazzo asiatico.

Kurt si alzò, la schiena dritta, mentre si avviava verso la stanza; il ragazzo asiatico si spostò per farlo entrare.

Kurt fece due passi e si fermò.

C’era un altro ragazzo dietro una scrivania, sembrava leggermente più piccolo di lui, che lo guardava sorpreso.

“Benvenuto signor Hummel” disse il ragazzo vicino alla porta, per poi avvicinarsi e sedersi dietro alla scrivania.

Indicò con una mano una sedia e Kurt si sedette, le gambe incrociate , le mano intrecciate in grembo.

L’altro ragazzo lo stava ancora fissando a bocca aperta.

Kurt si sentì in imbarazzo e si chiese se avesse qualcosa in viso che non aveva notato o se la mancanza di sonno fosse diventata così evidente da farlo sembrare orribile.

“Sono Wes Montgomery e lui è Blaine Anderson.”

Blaine sembrò riprendersi dallo stato di confusione in cui si trovava e rivolse la sua attenzione ai documenti davanti a lui.

Kurt vide che Blaine era leggermente arrossito, ma non ebbe la possibilità di chiedersi il perché prima che Wes continuasse.

“Abbiamo solo un paio di domande da farti e sono sicuro che ne hai anche tu” disse Wes.

“Si” rispose Kurt.

“Eccellente” intervenne Blaine e Kurt spalancò leggermente gli occhi  al suono della sua voce.

Era come miele liquido e Kurt non aveva mai sentito qualcuno parlare così... sicuramente non era paragonabile al suo tono di voce così fantasioso ed acuto. 

“Ti spiegherò di cosa abbiamo bisogno e poi possiamo continuare da qui , okay?” 

“Non è porno vero?” 

Kurt non poté fare a meno di chiedere, il volto rosso per le sue parole.

Blaine quasi soffocò e Wes ridacchiò.

“NO...” balbettò Blaine, il viso completamente rosso, “Non è pornografia, lo giuro”.

“Okay...” quasi sussurrò Kurt, sollevato, facendo segno a Blaine di continuare.

“È una cosa molto semplice...” gli disse Blaine , guardandolo negli occhi.

Il suo cuore batté più velocemente quando i loro occhi si incatenarono e Kurt quasi perse quello che Blaine disse dopo.

“Sto cercando marito”.


“Cosa?” Kurt lo fissò.

Blaine sentì lo sguardo di Kurt trafiggergli l’anima .

Non aveva mai provato qualcosa di così viscerale per qualcuno prima... non per Jeremiah e soprattutto non per Sebastian, nonostante avesse comunque apprezzato le loro attenzioni.

Kurt era, senza dubbio, l’uomo più bello che avesse mai visto .

“Sto cercando di ottenere un’eredità” iniziò Blaine.

Capì che avrebbe potuto spiegare tutti i dettagli più tardi... mentre lui e Kurt si conoscevano meglio ( ma... quando aveva capito che Kurt fosse quello giusto per lui? avevano a malapena scambiato due parole e Blaine già stava sperando che dicesse di si) così spiegò brevemente.

“Per poterla ottenere... ho bisogno di presentare un certificato di matrimonio valido”.

“Cioè... praticamente... hai pubblicato un annuncio per trovarti un marito?” 

Kurt si era riseduto, riaccavallando le gambe, e stava fissando Blaine, un sopracciglio alzato mentre continuava a fissarlo.

“Si... semplicemente si” rispose Blaine, “ le disposizioni del lascito indicano che devo essere sposato per più di un anno per poter accedere a tutto il fondo fiduciario”.

Vide come gli occhi di Kurt si scurirono per qualcosa che gli sembrò delusione.

Erano un miscuglio di un blu impenetrabile e di un verde intenso e Blaine capì che si sarebbe potuto facilmente perdere in essi.

“Quindi non avresti subito i soldi?” sussurrò Kurt, quasi imbarazzato per la domanda.

“Potrò accedere solo agli interessi” rispose Blaine, “ ed è una somma considerevole... divisa in assegni mensili... ed è una cifra più che sufficiente per vivere confortevolmente”.

Vide Kurt deglutire ed annuire.

“L’annuncio parlava anche di doversi trasferire... suppongo... tu voglia dire qui a Westerville” 

“Non esattamente” sorrise Blaine,” se ci dovessimo sposare, ci trasferiremo a New York dopo un paio di mesi.

In autunno andrò all’NYU ed ho bisogno dei soldi per pagare le rette scolastiche.”

Kurt inspirò forte quando sentì che sarebbero andati a New York e Blaine lo vide combattere per mantenere l’autocontrollo.

Qualcosa su New York lo aveva fatto scattare e Blaine sentì il cuore sprofondare.

Voleva che funzionasse... qualcosa in Kurt lo intrigava molto più di tutti i candidati che aveva visto... anche se non sapeva di preciso cosa.

“Ci puoi lasciare un minuto da soli ?” mormorò a Wes.

Wes annuì e si alzò.

“È stato un piacere incontrarti Kurt” disse Wes, lasciando la stanza e chiudendo la porta dietro di se.

“Cosa succede Kurt?” chiese dolcemente Blaine.

Kurt prese un altro respiro profondo e Blaine lo vide irrigidirsi cosa se stesse rialzando un muro.

“Sarei dovuto andare a New York “ rispose, la voce bassa, “ mio padre...” si fermò un attimo, “ mio padre... è morto da poco e non abbiamo i soldi per poterci andare”.

Blaine annuì ed entrambi rimasero seduti in silenzio.

“Quale sarebbe la cifra per me?” disse Kurt alla fine, rompendo il silenzio.

“Mi sento un po’... squallido a chiederlo... ma mentirei se dicessi di non essere qui per soldi”.

Blaine nominò la cifra che lui e Wes avevano deciso, considerandola giusta per qualcuno che avrebbe dovuto dargli un anno della sua vita.

Kurt spalancò gli occhi .

“Naturalmente non tutti insieme...” si affrettò a dire Blaine, “ a causa delle disposizioni del fondo... ma avrai uno stipendio mensile da spendere per qualsiasi cosa tu voglia ed il resto ti verrà dato con un unico versamento una volta che potrò accedere a tutto i soldi.

Saranno soldi tuoi ed io non potrò dire nulla su quello che ci farai” si fermò per valutare la reazione di Kurt e poi continuò, “ naturalmente pagherò per tutte le necessità basilari... l’appartamento... il vitto e le bollette”.

Kurt sembrò indeciso, ma Blaine non lo era.

Sapeva di volere che fosse Kurt a fare questa cosa con lui... voleva aiutare Kurt come poteva.

Si alzò, girò attorno alla scrivani e si inginocchiò davanti a Kurt.

Kurt aggrottò le sopracciglia interrogativo.

Blaine poggiò una mano sulla mani ancora intrecciate di Kurt, ignorando il formicolio alle dita nei punti in cui le loro pelli si toccavano.

“Sposami Kurt...” disse Blaine.

Non seppe se fu il fatto di essersi inginocchiato o l’aver stretto le sue mani che fece prendere a Kurt una decisione.

Kurt sospirò ed annuì.

“Ed ora?” volle sapere Kurt, sentendosi scosso come Blaine.

Blaine si alzò dal pavimento, lasciando le mani di Kurt, e si poggiò al bordo della scrivania.

“Dobbiamo trovare uno stato dove sia legale il matrimonio gay, andare a sposarci,  tornare e mostrare il certificato di matrimonio... poi...possiamo iniziare a pianificare le nostre vite a New York.”

“Esattamente... quanta disponibilità hai?” chiese Kurt, inarcando un sopracciglio. 

“Nessuna” ammise Blaine dopo un attimo, “dopo il diploma, questa settimana, non ho nemmeno un posto dove vivere” .

L’espressione di Kurt si addolcì e Blaine pensò di aver visto un attimo di pietà nei suoi occhi.

Cercò di non arrabbiarsi ( l’ultima cosa che voleva era la pietà) perché non voleva spaventare Kurt, ora che aveva trovato qualcuno di decente che lo aiutasse in questa folle idea.

“Beh... questo cambia alcune cose...” mormorò Kurt, “ cosa ne dici di questo?” iniziò, “ io vado a casa...”

“Dov’è casa tua?” lo interruppe Blaine, chiedendosi dove stesse andando, “il matrimonio deve essere celebrato il prima possibile e deve passare inosservato... non posso permettere che qualcuno lo scopri prima che sia tutto fatto...”

Kurt sbatté le palpebre.

“Rilassati Blaine... ci sposeremo... devi fidarti del fatto che abbia a cuore i tuoi interessi...” disse Kurt, “ casa mia è a Lima, a circa due ore da qui... Vado a casa... domani mattina puoi venire con tutte le cose che non ti servono per questa settimana e puoi parcheggiare la macchina dietro l’officina di mio padre... possiamo coprirla con un telone e nessuno la toccherà.

Poi ci mettiamo in viaggio attraverso il Michigan e attraversiamo il confine col Canada”.

Blaine rise quando Kurt finì.

“Ho sempre desiderato vedere il Canada” disse, “il passaporto ce l’ho... tu?”

“Si...” rispose Kurt, “ ho sempre sognato di andare un giorno a Parigi ed ho pensato di farlo per ogni evenienza”.

Blaine ridacchiò di nuovo.

“Possiamo contattare il municipio o altro in una città appena oltre il confine, sposarci e tornare indietro” finì Kurt, “ ho un po’ di disponibilità sulla mia carta di credito che possiamo usare per pagare il matrimonio”.

Blaine si accigliò; non gli piaceva l’idea che Kurt pagasse per qualcosa che era in sostanza una sua idea.

Kurt stava ancora parlando così Blaine si concentrò sulle sue parole.

“Possiamo stare a casa mia con la mia famiglia fin quando non troveremo casa a New York”.

“Sembra... davvero perfetto” rispose Blaine, incapace di smettere di sorridere.

Tutto stava andando per il verso giusto.

“Bene” concordò Kurt, “ ci vediamo domattina presto” .

Blaine annuì e si presero un minuto per scambiarsi i rispettivi numeri di telefono.

“Grazie Kurt” mormorò Blaine.

Kurt sorrise, ma quel sorriso non raggiunse i suoi occhi.

“Questo è un accordo vantaggioso per tutti e due Blaine” rispose, “ ne riceviamo entrambi qualcosa... non serve che mi ringrazi”.

E con questo uscì dalla stanza e Blaine rimase a guardarlo andar via.

All’improvviso Blaine ebbe la sensazione di non aver idea in cosa si fosse appena cacciato. 



Tutto quello che Kurt poté fare una volta a casa quella sera fu tenere tutto per se.

In una volta, tutti i loro problemi finanziari si sarebbero risolti e non avrebbe dovuto più preoccuparsi.

Carole poteva continuare a fare il lavoro che amava e Finn sarebbe potuto andare al college con Rachel e Kurt sarebbe stato con loro a New York.

Era preoccupato di lasciare Carole da sola ma decise che avrebbe capito cosa fare più in la.

Non voleva però che sapessero la verità... lui e Blaine doveva far credere che il loro fosse stato un amore a prima vista.

Se Carole avesse scoperto che sposava qualcuno perché avevano bisogno di soldi non li avrebbe mai accettati.

Tutto era pianificato e Kurt augurò una notte tranquilla alla sua famiglia.

Il suo cellulare vibrò mentre si dirigeva nella sua camera ed il cuore di Kurt batté un po’ più forte quando vide che era Blaine.

“Pronto?” rispose tenendo la voce bassa.

L’ultima cosa di cui aveva bisogno era che Carole ( o Finn) salisse e vedesse con chi stava parlando .

“Volevo farti sapere che ho contattato il municipio di Windsor in Ontario... dove attraverseremo il confine... e possono sposarci per ultimi domani “

“Perfetto” rispose Kurt, “ e la licenza?”

“La faremo li non appena arriviamo” gli disse Blaine, “ e se avremo un po’ di tempo... pensavo potessimo fare una passeggiata o andare a pranzo”

“E’ un’ottima idea” mormorò Kurt.

“Non sai quanto significhi per me quello che stai facendo Kurt” disse Blaine dopo un attimo, “ Tutta la mia vita è nelle tue mani”.

“Nessuna pressione” disse Kurt, ridacchiando.

“Probabilmente dovrei lasciarti andare a letto” Blaine sembrava riluttante.

“Probabilmente” concordò Kurt, leggermente restio a lasciare andare di già Blaine.

“Ho un vestito da sposo da trovare e cercare  qualcosa di vecchio... qualcosa di nuovo... qualcosa prestato e qualcosa di blu” .

Blaine rise.

“Buona fortuna” 

“Grazie” mormorò Kurt, “ci vediamo domani “.

“ A domani” 

Blaine attaccò e Kurt fissò il cellulare per un bel po’.



Fu solo quando si lasciò cadere sul letto pronto per sprofondare in un sonno profondo che gli vennero in mente alcune cose.

E se Blaine voleva che il loro fosse un matrimonio vero?

E se Blaine voleva fare sesso con lui?

E se avesse appena venduto il suo corpo per soldi?

Kurt cercò di mandar via questi pensieri.. che però non volevano lasciarlo... così tutti i suoi piani di farsi una bella dormita ( era passato così, così tanto...) finirono fuori dalla finestra.

Era una buona cosa che lui e Blaine avrebbero passato tante ore in macchina domani.

Avevano molte cose da sistemare.


NOTE

Ed eccoci al 2 capitolo...

I nostri Klaine si incontrano e Kurt accetta di sposare Blaine...

Nel prossimo capitolo ... il Kledding!!!

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Capitolo 3
*** capitolo 3 ***


Kurt stava aspettando fuori dall’officina quando Blaine arrivò con una station wagon verde scuro a 4 porte .

Non era la macchina che Kurt si aspettava ( i genitori di Blaine avevano chiaramente molti soldi se lo avevano diseredato.. non riusciva a credere che Blaine non stesse guidando un’auto di lusso , ultimo modello) ma non fece nessun commento mentre lo accompagnava sul retro.

Riuscì a vedere che il sedile posteriore era pieno di scatole e vestiti.

Blaine scese dalla macchina appena parcheggiata, indossava un paio di jeans, una polo ed un golfino.

Kurt apprezzò in generale quell’abbigliamento , ma gli lanciò uno sguardo critico quando Blaine si avvicinò.

“Ti prego... dimmi che non hai intenzione di sposarti vestito così?” si lasciò sfuggire prima di potersi fermare.

Blaine semplicemente sorrise.

“Certo che no” .

Girò attorno alla macchina, aprì il portabagagli e, allungandosi verso il sedile posteriore, tirò fuori un porta abiti.

Lo stese nel cofano e lo aprì, rivelando una giacca bianca e dei pantaloni neri che Kurt approvò così tanto da sembrare ridicolo.

Blaine sarebbe stato bellissimo.

Almeno il suo “futuro” marito era bellissimo.

Non sarebbe stato difficile essere sposato con qualcuno così bello e gentile come sembrava Blaine.

“Perfetto” mormorò Kurt, “ il mio è appeso dentro... vado a prenderlo così possiamo partire”.

Blaine lo seguì all’interno .

“Questo posto è stupendo” disse.

“Era la gioia e l’orgoglio di mio padre” rispose Kurt, “ ha costruito questo posto mattone dopo mattone” si fermò per tirare su il suo portaabiti col suo completo da un gancio in ufficio.

Nessuno dei dipendenti stava prestando loro attenzione, tutti impegnati con le macchina che stavano riparando.

“E’ per questo che ho bisogno di soldi... se lo dovessimo perdere... perderemo tutto”.

“Non permetterò che accada” gli promise Blaine e a Kurt si bloccò il respiro in gola.

Blaine sembrava così sincero e convito.

Kurt si sentì soffocare da questa palese dimostrazione d’affetto verso un’officina che Blaine non aveva mai visto prima d’ora.

“Grazie” sussurrò Kurt, “ questo posto... essere qui… è come se lui fosse ancora qui sai?”

Blaine annuì.

“Dovremo andare” disse Blaine dopo un momento.

“Si” concordò Kurt, “ andiamo”.



All’inizio del loro viaggio, Kurt restò tranquillo ma a Blaine non importò.

Dopo aver fatto i complimenti a Kurt per la macchina, caddero in un confortevole, anche se leggermente imbarazzante, silenzio.

Ogni tanto Kurt canticchiava con la radio e Blaine chiudeva gli occhi e lo ascoltava.

“Sai cantare?” si ritrovò a chiedere .

Kurt sorrise e gli lanciò uno sguardo veloce prima di riportare gli occhi sulla strada.

“Si... a dire il vero... faccio parte del glee club della mia scuola... beh... facevo...”

Blaine rise, nonostante sapesse che di sicuro c’era una storia dietro il ritiro di Kurt.

“Come me” disse, “ almeno abbiamo questo in comune”.

Anche Kurt rise.

“Andrò all’NYU quest’autunno per teatro musicale”.

Kurt lo guardò di nuovo, a bocca aperta , prima di tornare per la seconda volta a guardare la strada.

“Stavo...” iniziò a bassa voce , “ stavo per fare l’audizione per la Nyada, l’Accademia  per le Arti Drammatiche a New York” disse ,” l’ho dovuta annullare perché non potevo proprio permettermelo... forse posso fare di nuovo domanda e andarci il prossimo anno”.

“Dovresti proprio farlo” lo incoraggiò Blaine,“non voglio che pensi che, solo perché ci stiamo per sposare, tu non possa fare qualcosa”.

Odiò vedere negli occhi di Kurt il dolore... nessuno dovrebbe avere quello sguardo.

“Non mi hai nemmeno mai sentito cantare” scherzò Kurt, cercando di tirarsi su il morale, “ Come sai se sono bravo?”

"Touché" concordò Blaine.

"Sono meraviglioso a dire il vero" continuò Kurt e Blaine rise di nuovo.

"Il nostro glee club ha vinto molte competizioni negli ultimi anni... abbiamo appena vinto le Nazionali".

"Sei un membro delle Nuove Direzioni?" chiese Blaine, guardando Kurt con occhi spalancati, "Siete fantastici" 

"Ci hai sentiti?" Kurt sembrò sorpreso.

"Abbiamo gareggiato contro di voi per due anni di fila" rispose Blaine, " I Warblers della Dalton Academy" disse indicandosi.

"Non mi ricordo di te" disse Kurt dopo un pò, " mi sarei sicuramente ricordato di te".

Blaine arrossì a quello che sperò fosse un complimento.

"Beh... abbiamo gareggiato contro di voi alle Provinciali lo scorso anno e quest'anno per le Regionali".

"Oh... " disse Kurt a bassa voce," non sono stato alle Provinciali l'anno scorso per... ragioni personali... però non ti ho visto alle Regionali"

Il tono di voce di Kurt divenne leggermente strano quando aveva parlato di "ragioni personali", ma Blaine preferì non dire nulla.

Era meglio se si mantenevano sul leggero. 

Avrebbero potuto conoscersi meglio durante i prossimi mesi... almeno lo sperava.

"Non c'ero... per un problema all'occhio... ho preso un colpo di racchetta (da lacrosse)  durante la lezione di ginnastica... mi sono dovuto operare."

"Wow" rispose Kurt.

"Sono quasi sicuro che sia questo il motivo per cui avete vinto" disse Blaine con un sorriso sfacciato e Kurt rise.

Blaine decise che la risata di Kurt gli piaceva e giurò di farlo ridere quanto più poteva.

"Oh... questa sembra una sfida" disse Kurt, sollevando un sopracciglio ed allungando una mano sulla manopola della radio.

Blaine sorrise.

"Fatti sotto".



Il viaggio non fu molto lungo; anche se Kurt pensò che Blaine era diventato un pò irrequieto quando si avvicinarono al confine... dopotutto aveva guidato per tre ore per arrivare a Lima prima di scambiarsi e salire nella macchina di Kurt per altre due - tre ore di viaggio.

Attraversare la dogana fu un'esperienza, ma non avevano comunque nulla da dichiarare e Blaine disse una piccola bugia specificando che stavano andando dalla loro famiglia e la guardia li lasciò passare subito dopo aver controllato le loro patenti ed i loro passaporti.

Kurt non aveva mai pensato di poter, un giorno, viaggiare in un altro stato... per non parlare del Canada e soprattutto di andarci con l'intenzione di sposarsi li.

Una volta passato il confine, Blaine programmò l'indirizzo della cappella sul navigatore .

L'atmosfera all'interno dell'auto divenne leggermente imbarazzante.

All'improvviso una sensazione di panico lo afferrò.

Stava davvero per farlo.

Era in Canada con un ragazzo che conosceva a malapena e stava per sposarlo e... come ci era arrivato a questo punto?.

Kurt si leccò le labbra secche, cercando di tenere il respiro sotto controllo .

Stava guidando... aveva bisogno di mantenere la calma.

Sarebbe crollato più tardi.

Sterzò verso il municipio .

Lui e Blaine dovevano ritirare la loro licenza di matrimonio e poi avevano un appuntamento con l'officiante per un veloce colloquio, prima di sposarli.

Kurt era leggermente nervoso per questo... non aveva idea di cosa gli avrebbe chiesto.

Non si stavano sposando per amore... ed anche se questa era la bugia che avrebbe raccontato alla sua famiglia, non era sicuro di poter mentire al governo.

Ritirare la loro licenza fu una cosa veloce, così decisero di anticiparsi a cercare la stanza dove sarebbe avvenuta la cerimonia.

La trovarono senza difficoltà e realizzarono di avere più di un'ora prima di dover entrare.

"Perché non andiamo a cercare un posto dove prendere qualcosa da mangiare?" suggerì Blaine.

Kurt accettò anche se pensava di non poter mangiare nulla.

Il nodo allo stomaco era così stretto che pensare al cibo gli faceva venire voglia di vomitare.

Seguì comunque Blaine che lo condusse in un ristorante in una stradina li vicino.

Kurt finì per ordinare per tutti e due in francese ( cosa per cui Blaine rimase incredibilmente impressionato e Kurt arrossì per i suoi complimenti) e mangiarono all'aperto, anche se il cielo era coperto.

Kurt spiluccò il cibo mentre chiacchieravano imbarazzati. 

Alla fine, Blaine gli chiese della sua famiglia e Kurt sentì le lacrime bruciargli gli occhi al pensiero che suo padre si sarebbe perso il suo matrimonio.

Sbatté gli occhi e poi rispose con tono fermo.

"Beh... mio padre è morto come sai" iniziò " ma ho una matrigna ed un fratellastro e siamo molto legati"

"Deve essere bello" mormorò Blaine.

Kurt percepì che ci fosse una storia sotto... il fatto che Blaine avesse bisogno di questo fondo fiduciario unito al fatto che non avrebbe avuto un posto dove vivere dopo il diploma... portava a numerose congetture.

"Dove pensano che tu sia?" 

"A scuola... e poi a fare spese con una mia amica" gli disse Kurt, " ho detto al mio fratellastro... Finn... si chiama Finn... che poi avrei lavorato in officina e che non volevo essere disturbato"

"Odio il fatto che tu debba mentirgli" mormorò Blaine, " mi dispiace".

"Gli avrei mentito comunque" rispose Kurt, " a dire il vero... volevo parlarti di questo..."

Blaine prese un morso del suo sandwich e fece segno a Kurt di continuare, mentre masticava.

"Gli dirò che ci conosciamo da un pò e che siamo scappati perché non potevamo più aspettare per stare insieme" 

Arrossì a queste parole e sentì lo sguardo stupito di Blaine su di se.

Preso dal bisogno di spiegarsi, Kurt continuò a parlare.

"E solo... se Carole... la mia matrigna... scopre che mi sono sposato per soldi... non posso nemmeno immaginare quale possa essere la sua reazione.

Sarà sconvolta lo stesso anche se le dico che lo abbiamo fatto per amore... ma almeno lo capirebbe."

"Quindi quando saremo con loro... e lo saremo spesso visto che per un pò vivremo con loro... dovremo fingere di essere così innamorati da essere scappati per sposarci?" chiese Blaine.

"A meno che tu non abbia un'idea migliore..." Kurt avrebbe voluto saperlo... visto che si sentiva impotente.

Blaine scosse la testa dopo un pò.

"No... è il minimo che posso fare dopo averti chiesto di rinunciare ad un anno della tua vita per me".

"Grazie" sussurrò Kurt.

"Mancano pochi minuti al nostro colloquio... dovremo andare".

Kurt si alzò insieme a Blaine, raccogliendo i resti del loro pranzo.



Blaine non era certo di cosa aspettarsi dal loro colloquio.

Certamente non si era aspettato che Kurt diventasse sentimentale per suo padre e che usasse il suo fascino sull'officiante, una donna presuntuosa di nome Amanda.

Tuttavia rimase stupito dal fatto che avevano bisogno di due testimoni.

Ecco perché si era ritrovato fuori dall'edificio, nel suo abito da sposo , alla ricerca di una coppia che lo aiutasse.

Vide una coppia di simpatici vecchietti camminare verso di lui così mise su il suo più affascinante sorriso.

Non capirono mai cosa li avesse colpiti e Blaine, in pochi minuti, riuscì a convincerli.

E questo era fatto, così tornò dentro e si diresse verso il bagno dove il suo “promesso sposo” si stava ancora cambiando.

Quando Kurt uscì, indossava una camicia elegante bianca, un paio di pantaloni neri ed un cappello in testa.

Blaine spalancò gli occhi per la sorpresa.

“Wow... “ disse, “ stai... bene...” disse con difficoltà, rabbrividendo... Kurt stava molto più che bene... 

“Grazie” rispose Kurt, “ anche tu stai bene”.

“Gli Anderson – Hummel**?” qualcuno chiamò.

“Eccoci” rispose Blaine , sorridendo leggermente.

Kurt sembrava afflitto... nervoso... così Blaine gli strinse la mano.

Kurt lo guardò sorpreso, poi gli strinse la mano più forte mentre entravano nella sala matrimoni.

Era meravigliosamente decorata e c’era della musica soft in sottofondo.

Dopo aver controllato un paio di cose, preso atto dei testimoni ( Kurt fu molto sorpreso nel vederli) la cerimonia iniziò.

Blaine tenne gli occhi fissi su Kurt che appariva ancora in panico.

Blaine gli sorrise rassicurante quando fu il turno di Kurt di dire “lo voglio” , continuando a farlo quando fu il suo .

Alla fine, gli fu detto che poteva baciare lo sposo.

Kurt sembrava un cervo abbagliato dai fari ora e Blaine si chiese il perché... di sicuro sapeva che almeno una volta si sarebbero dovuti baciare ( di più, probabilmente, se volevano tener su la “storia d’amore” che Kurt voleva far credere alla sua famiglia).

Blaine si mosse molto lentamente, prese il volto di Kurt tra le mani e si chinò a baciare, dolcemente ma con fermezza, le labbra di Kurt.

Kurt ci mise un secondo per rispondere al bacio, ma, una volta fatto, fu qualcosa che Blaine non aveva mai provato in tutta la sua vita.

Si allontanarono e Blaine riuscì a malapena a controllare il respiro, ancora scosso dalle emozioni che aveva provato.

Furono dichiarati sposati e Blaine non poté fare a meno di sorridere intensamente a Kurt.

Suo marito... marito... lo stava fissando stupito.

Blaine poggiò la mano di Kurt sul suo braccio, ringraziò tutti e portò Kurt fuori dall’edificio. 

“Bene... la parte più difficile è fatta” disse Blaine.

Kurt sbuffò, più rilassato ora che erano in strada.

“Pensi che questa sia la parte più difficile?” 

Per la seconda volta in due giorni, Blaine rimase a chiedersi in cosa si fosse imbarcato.



** l’autrice ha messo... Hummel- Anderson in realtà... ma io preferisco di gran lunga Anderson-Hummel... scusate “l’ardire” 


Ed ecco che i nostri due piccioncini si sono sposati... alla settimana prossima

http://scarvesandcoffee.net./viewstory.php?sid=6947&chapter=3 ... link al capitolo

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Capitolo 4
*** capitolo 4 ***


Dopo pochi minuti del loro viaggio di ritorno, un forte temporale li sorprese.

Il piano originale prevedeva che tornassero a casa di Kurt e sganciassero la bomba con la sua famiglia.

La consegna del diploma di Kurt avrebbe avuto luogo la sera dopo, quella di Blaine il sabato.

Durante questi giorni, Blaine avrebbe preso appuntamento con la banca per iniziare a sbloccare i soldi del suo fondo.

Ora a causa di questo brutto temporale la possibilità di qualche allagamento e il dover probabilmente guidare sotto la pioggia per ore… Blaine stava iniziando a pensare che forse si sarebbero dovuti fermare.

Era anche abbastanza buio per vedere e non voleva che avessero un incidente in un paese straniero.

Quando suggerì di cercare un motel , Kurt si accigliò ma alla fine concordò con lui, lasciando l’autostrada per fermarsi nel primo motel economico.

Blaine sospirò quando uscirono dalla macchina per correre all’ingresso del motel.

Bagnati fradici, chiesero una stanza all’uomo scontroso dietro il bancone, correndo poi verso la stanza sotto quella pioggia torrenziale che sembrava non finire mai.

Una volta all’interno della loro stanza accesero le luci, iniziando a tremare.

Nessuno dei due aveva pensato di dover dormire fuori quindi non avevano portato nulla con loro.

“Beh...” disse Kurt, mentre osservava l’arredamento squallido della stanza... “ speriamo solo di non beccarci un malanno”.

“Suppongo poteva andarci peggio” gli disse Blaine.

Tremava e Kurt lo notò.

“Dovremo toglierci i vestiti bagnati” suggerì.

Blaine arrossì alle sue parole ed anche Kurt ne fu imbarazzato.

“Volevo dire... “

“Si...” concordò Blaine, “ um... ma non abbiamo portato proprio nulla con noi”.

“Ci sono sempre i nostri vestiti del matrimonio” disse Kurt.

Gli abiti, però, erano nei loro rispettivi portaabiti… in macchina.

“Beh meglio di niente... credo” disse Blaine.

Ci fu un forte tuono e poi un grande fulmine.

“Vado a prenderli”.

“No no... “ obiettò Kurt, “ stai letteralmente congelando”.

Poggiò una mano sulla spalla di Blaine e sentì il cuore battergli forte.

“Perché non vai a farti una doccia? Vado io a prenderli”.

“Ne sei sicuro?” 

Kurt annuì e Blaine si diresse verso il bagno .

Una volta dentro, si spogliò più velocemente che poté, tremando di nuovo per l’aria fredda della stanza da bagno sulla sua pelle.

Sapeva anche che la camera non era calda, dopo avrebbe controllato il termostato.

Blaine si infilò sotto la doccia, mettendola quanto più calda possibile, regolando poi velocemente. 

Si tolse il resto del gel dai capelli, lamentandosi di non averne portato un po’ con se.

Kurt avrebbe visto quanto terribili erano i suoi capelli.

Gemette al pensiero, uscendo dalla doccia.

Realizzò poi che non c’erano asciugamani in bagno e poi fissò con orrore il pavimento, la pila di abiti fradici sembrava che lo stessero prendendo in giro.

Aprì leggermente la porta e vide che Kurt non era ancora tornato.

Mettendo da parte il chiedersi dove fosse, Blaine fece vagare lo sguardo nella stanza alla ricerca di qualcosa da mettersi, così tirò via la coperta dal letto e se l’avvolse attorno al corpo.

Poi la porta si aprì e Blaine sospirò di sollievo per il tempismo.

L’espressione sul viso di Kurt fu impagabile, quando si ritrovò faccia a faccia con un Blaine con indosso solo una coperta .



Quando Kurt aprì la porta e trovò Blaine con indosso solo il copriletto non seppe come reagire.

La bocca spalancata, le guance rosse... quasi gli cadde tutto di mano.

“Scusa... “ balbettò Blaine, “ non ci sono asciugamani”.

“Ok... “sospirò Kurt, “ ok... um.. eccoti i vestiti”

“Grazie” disse Blaine tenendo ben stretta la coperta, mentre si allungava per prendere il portaabiti.

“Torno subito”.

“Fai con comodo” rispose Kurt, “ devo comunque chiamare la mia matrigna”.

Blaine annuì e tornò in bagno.

Kurt prese un profondo respiro e poi tirò fuori dalla tasca il cellulare, digitò il numero di Carole e si portò l’apparecchio all’orecchio.

“Hey tesoro... come va lo shopping?” gli chiese Carole quando rispose.

“Perfetto.. ho trovato marito”
“Okay… “ disse Kurt, “ no ho trovato nulla” si fermò, “ ascolta.. .Mercedes vuole che passi la notte con lei... volevo solo fartelo sapere”.

“Certo... “ disse Carole, “ sono contenta che stai uscendo e facendo qualcosa… ero così preoccupata per te”.

“Lo so... “ mormorò Kurt, “ sto bene Carole”.

“Ci vediamo domani mattina, tesoro” disse Carole.

“Ci vediamo domani” le disse Kurt e poi attaccò.

Lanciò il telefono sul letto con un sospiro.

Diede un’occhiata al mucchio di cose sul letto e le sistemò.

I suoi vestiti erano ancora nel portaabiti e li avrebbe tirati fuori solo dopo una veloce doccia.

Frugò tra le cose da mangiare che aveva preso al distributore automatico all’ingresso,  ( era questo il motivo per cui ci aveva messo tanto... ed il pensiero che se fosse tornato un poco prima avrebbe beccato Blaine completamente nudo non gli era passato per la testa... no... proprio no... ) poggiò la bottiglia d’acqua sul tavolo vicino alla tv e la busta di patatine ed i biscotti accanto.

Aprì il beauty pieno di prodotti ( era diverso da quello che aveva a casa... qui aveva solo le cose essenziali) e prese una spazzola ed un asciugacapelli, poggiandoli sul letto.

Blaine si affacciò dalla porta del bagno e poi tornò in camera.

Kurt dovette trattenersi dal ridere alla vista della massa di capelli di Blaine.

“È colpa dell’umidità” disse Blaine, “ è peggio del solito”.

“Dammi il tempo di farmi la doccia e di cambiarmi e ti aiuto a sistemarli” disse Kurt trattenendo un sorriso.

“Sono belli”

Blaine arrossì di nuovo.

“Grazie”.

Solo quando entrò in bagno, Kurt si rese conto di essere stato talmente distratto dai capelli di Blaine di aver appena notato suo marito ( MARITO!)  con indosso la camicia elegante bianca sbottonata sopra una canottiera bianca ed i pantaloni neri.

Suo marito era ingiustamente meraviglioso.

Chi avrebbe mai pensato che questo sarebbe stato un problema?



Blaine rimase leggermente divertito e molto distratto quando Kurt uscì dal bagno indossando qualcosa di molto simile a quello che indossava Blaine... pantaloni neri, camicia elegante bianca sbottonata e sotto... una maglietta intima.

Era semplicemente mozzafiato come lo era stato al municipio.

I suoi capelli, prima schiacciati a causa della pioggia, erano abbastanza presentabili e ben acconciati.

Blaine lo fissò, la bocca leggermente aperta.

Kurt arrossì sotto lo sguardo indagatore di Blaine.

“Di solito ci metto molto più tempo per prepararmi per la notte... ho una routine idratante piuttosto lunga... ma la maggior parte dei miei prodotti è a casa”.

Blaine l’archiviò come un’altra stranezza di suo marito, passandosi una mano tra il groviglio di capelli per distrarsi. 

“Oh...” esclamò Kurt, avvicinandosi a lui, “ ti ho detto che ti avrei sistemato i capelli”

Tirò Blaine verso di lui, facendo in modo che Blaine fosse seduto sul letto.

Blaine fissò Kurt, gli occhi spalancati, chiedendosi esattamente cosa avesse in mente Kurt.



“Ecco fatto!” disse allegramente Kurt, “ cosa ne pensi?” 

Kurt allungò uno specchietto a Blaine mordendosi il labbro, mentre Blaine si guardava.

“Wow” disse Blaine a voce bassa, “ stanno benissimo”.

“Grazie” rispose Kurt, “ posso insegnarti come farlo da solo, se vuoi” gli suggerì Kurt, “non è che non stai bene con il gel... perché stai benissimo... ma...” si bloccò, intenzionato a smettere di balbettare prima di lasciarsi scappare qualcosa di imbarazzante, tipo quanto fosse bellissimo Blaine.

“Certamente” disse alla fine Blaine, mettendo fine alla sua sofferenza.

“Vuoi guardare qualcosa in tv prima di dormire?”

“Certo” accettò Kurt, sistemando le sue cose prima di avvicinarsi al letto insieme a Blaine.

Blaine si tirò indietro appoggiandosi alla testiera del letto e Kurt si sedette accanto a lui, sentendosi in imbarazzo.

“Mi dispiace di aver potuto prendere solo una stanza... so che di solito gli sposini non si preoccupano di questo...” 

“Va bene” disse Blaine, “ non mi dispiace dividere il letto conte…” si fermò... “ sai che non mi aspetto di fare sesso, vero?”

Blaine sembrava preoccupato.

“Non c’entra nulla con quello che abbiamo fatto”

“Lo so...” Kurt si lasciò scappare un sospiro di sollievo anche se sapeva di essere arrossito ancora di più.

“Si... cioè... lo supponevo. ma sai cosa si dice sul “dare per scontato””.
Blaine rise e Kurt non poté fare a meno di sorridere.

Blaine accese la tv col telecomando e cominciò a fare zapping .

“Questa è la selezione di canali più bizzarra che abbia mai visto “ disse Blaine, “ guarda... un canale di informazioni, uno di shopping... uno di film”.

All’improvviso qualcosa colpì il muro dietro di loro, seguito da un forte gemito dalla stanza accanto.

“Oh mio dio” mormorò Kurt.

Voleva solo che il letto si aprisse per poter sprofondare, perché i loro vicini di stanza non solo stavano facendo sesso, ma lo stavano facendo anche il più rumorosamente possibile e Kurt non era mai stato così mortificato in tutta la sua vita.

Blaine guardava con determinazione la tv quando Kurt lo guardò.

Di sicuro avrebbero finito presto.

Sperava…

“Seriamente?” sbottò quando i rumori continuarono, i colpi sordi sul muro dietro di loro non finivano mai .

“Nessuno ha questa resistenza” sbuffò Blaine proprio mentre la donna urlò per qualcosa che Kurt sperò fosse piacere.

Il silenzio riempì la stanza e Kurt trovò interessanti la sue unghie mentre Blaine continuava a fare zapping.

“Hey... ma non è Sesame street*?” lo interruppe Kurt quando Blaine si fermò su uno dei canali.

“Si... vero” gli disse Blaine, “ non credo ci sia altro”.

Caddero in un imbarazzante silenzio, guardando Elmo che aiutava Mr Noodle * nell’ardua impresa di lavarsi le mani.

Dopo il terzo o il quarto tentativo fallito di Mr Noodle di lavarsi le mani ( si era lavato parecchie parti del corpo a quel punto) una voce si sentì attraverso il muro opposto.

“Dannazione… Mr Noodle!”

Kurt guardò Blaine per poi scoppiare a ridere a crepapelle.



Venti minuti dopo stavano ancora ridendo.

“Oh... mi fa male la pancia” gemette Blaine.

“Anche a me” disse Kurt, ridacchiando, “ non era nemmeno così divertente... solo... “ rise di nuovo.

“Fermati...” rise Blaine, “ non riesco a fermarmi se non la smetti”

Vide Kurt asciugarsi gli occhi e prendere un profondo respiro.

“Non ridevo così tanto da molto tempo” mormorò Kurt.

Alzò gli occhi incontrando lo sguardo di Blaine , “ non da quando mio padre è morto”

“Vuoi parlarmene?”

Il volto di Kurt era smunto, chiaramente esausto.

“Non dobbiamo farlo per forza..”

“No... è solo... aveva problemi al... cuore... ha avuto un attacco di cuore più di un anno fa che lo ha fatto entrare in coma.

Ne ha avuto un altro un paio di mesi fa... e non si è più svegliato”.

“Mi dispiace” sussurrò Blaine.

Kurt sembrava davvero distrutto.

Blaine si allungò e prese la mano di Kurt, e la strinse gentilmente.

Kurt praticamente sobbalzò al contatto ma si rilassò subito chiudendo gli occhi.

“Eravate uniti?”

Kurt annuì.

“Per molto tempo dopo la morte di mia madre... era tutto quello che avevo”

Kurt aprì gli occhi e vide Blaine fissarlo intensamente, un turbinio di emozioni negli occhi nocciola.

Sembravano quasi caramello fuso.

Un forte tuono risuonò ed entrambi sobbalzarono.

La luce saltò ed il vento soffiò forte.

“All’improvviso... sono felice che abbiamo deciso di fermarci per la notte” mormorò Blaine, “ sembra terribile fuori”.

Un tuono risuonò, i lampi illuminarono e la stanza precipitò nel buio.

“Semplicemente fantastico” mormorò Kurt, realizzando che stava ancora stringendo la mano di Blaine.

La lasciò andare, lentamente, non volendo esaminare la sensazione di solitudine alla perdita del contatto.

“E’ meglio se cerco il telefono per mettere la sveglia”.

“Anche io” disse Blaine dopo un momento.

Camminarono lentamente attraverso la stanza, frugando e rovistando, al buio,  alla ricerca dei loro cellulari .

Kurt lo trovò per primo ed accese lo schermo, la luce brillò nella stanza.

Anche Blaine trovò il suo e fece la stessa cosa.

Risero tornando verso il letto.

Kurt si tolse la camicia, sistemandola sulla spalliera della sedia, sorpreso quando Blaine gli si avvicinò per fare la stessa identica cosa.
Si era immaginato spesso come potesse essere l’avere gli abiti di un altro uomo accanto ai suoi e gli si bloccò il respiro in gola.

Si morse il labbro poi si voltò fissando Blaine mentre si infilava a letto e sistemarsi meglio sotto le coperte.

“Vieni?” chiese Blaine, quando vide che Kurt aveva finito di girarsi intorno.

Kurt annuì, mise la sveglia e poggiò il cellulare sul comodino accanto a lui.

Scivolò sotto le coperte accanto a Blaine, disteso su un fianco, pronto ad un’altra notte insonne.




NOTE

* Sesame street è una trasmissione per bambini in età prescolare, diventato famoso per la partecipazione dei pupazzi Muppet , il cui protagonista principale è appunto Elmo. 

Oltre ai Muppet c’erano anche dei personaggi secondari... uno di questi è appunto il signor Noodle ed il fratello, il signor Noodle; due tipi piuttosto imbranati.


Buona lettura... e se qualcuno ha voglia di commentare ... io non mi offendo :P

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Capitolo 5
*** capitolo 5 ***


Quando Kurt aprì gli occhi la mattina dopo, la prima cosa che notò fu che splendeva il sole.

Sbatté le palpebre, insicuro su dove fosse per un secondo e su cosa fosse il fastidioso rumore che lo aveva svegliato.

La seconda fu che c’era un braccio poggiato sui suoi fianchi.

Si lasciò scappare un gemito e sobbalzò leggermente, prima che gli venisse tutto in mente.

Era sposato adesso.

Lui e Blaine si erano dovuti fermare a causa di un bruttissimo temporale.

Kurt aveva condiviso il letto con un altro uomo per la prima volta in tutta la sua vita e quest’uomo, in quel momento, era schiacciato quanto più possibile contro di lui.

Così vicino che Kurt riusciva a sentire quanto Blaine fosse duro ( Oh dio... riusciva a malapena a pensare a questa parola senza arrossire) contro il retro della sua coscia.

Si allontanò piano e tolse la sveglia dal cellulare e Blaine piagnucolò dietro di lui.

“Oh... scusa... “mormorò Blaine, scivolando via e togliendo il braccio velocemente, “ non volevo...”

Kurt si voltò e guardò Blaine che era arrossito abbondantemente.

“Non fa niente...” disse Kurt, sapendo che anche il suo viso era diventato rosso, “ onestamente… succede...” 

“Si... “mormorò Blaine, “Probabilmente dovremo rimetterci in viaggio, giusto?”

“Probabilmente...” concordò Kurt, “ti dispiace se faccio prima io la doccia?”

Blaine sembrò un po’ sollevato , probabilmente perché non avrebbe dovuto alzarsi davanti a Kurt con un erezione, ed annuì.

Kurt scese dal letto preoccupandosi di prendere il suo beauty... poteva non avere con se lo shampoo ma poteva sempre sciacquarsi i capelli , lavarsi la faccia ed i denti.

Fu solo quando fu dentro la doccia ed aprì l’acqua che realizzò di aver dormito per tutta la notte per la prima volta da quando era morto suo padre.



Blaine gli offrì un caffè ed un muffin durante il viaggio, entrambi piuttosto silenziosi.

Blaine era ancora mortificato dal modo in cui si erano svegliati... per come era finito addosso a Kurt e per non aver  potuto nascondere la sua reazione all’essere stato pressato contro di lui.

Sembrava che Kurt l’avesse dimenticato... o almeno sperava...

“Allora... cosa pensi che dirà la tua matrigna ?” chiese Blaine per romper il silenzio.

“Onestamente... non ne sono sicuro... 

Probabilmente piangerà e dirà che sono pazzo per poi, una volta certa che sia quello che vogliamo, dirà di essere felice per noi”.

Kurt si fermò, prendendo un sorso di caffè prima di rimetterlo nel porta bevande e rimettendo la mano sul volante.

“O potrebbe incazzarsi davvero e cominciare a lanciarci oggetti”

Blaine lo guardò terrorizzato e Kurt ridacchiò.

“Sto scherzando Blaine...” gli disse, “ giuro...”

Tornarono di nuovo tranquilli.

“Lo dirai ai tuoi genitori?” lo guardò Kurt.

“No” rispose a voce bassa Blaine, “ hanno reso molto chiaro quello che pensano... non mi importa se lo scopriranno... non possono impedirmi di prendere i miei soldi né di essere sposato con te... quindi...”

“Da quanto tempo hai fatto coming out?” volle sapere Kurt.

Blaine si mosse a disagio sul sedile e Kurt doveva averlo notato perché aggiunse, “ non devi dirmelo se non vuoi...”

“No... io...” mormorò Blaine, “ in realtà è un po’ imbarazzante... “

Prese un profondo respiro sapendo che avrebbe raccontato questa storia solo una volta.

“Ho capito di essere gay all’età di tredici anni...” iniziò “ ma... non riuscivo a dirlo ai miei genitori... ero terrorizzato dalla loro reazione... non è un segreto che sono ricchi ed incredibilmente conservatori.

Anche dopo alcuni incidenti che mi hanno costretto a cambiare scuola ed andare alla Dalton… non gli avevo ancora detto la verità”

“Come lo hanno scoperto?” chiese Kurt, mentre superava col suo Suv un camion che andava troppo piano in autostrada.

Sarebbero arrivati a Lima e Blaine non sapeva cosa avrebbe fatto.

“Mi hanno... diciamo... beccato… sul fatto” ammise Blaine.

Kurt sollevò un sopracciglio, sorpreso, e guardò Blaine per un secondo.

“Non mi sono mai sentito così mortificato in vita mia “

“Posso solo immaginare” disse Kurt, la voce alta ed ansante , gli occhi spalancati e le guance rosse.

“Mi hanno dato due mesi per cambiare... “opinione”...  per prendere la “decisione giusta” “ 

Blaine praticamente ringhiava.

Era ancora incazzato per questo... ancora così ferito dal fatto che le due persone che lo avevano cresciuto... lo avessero buttato via come se non valesse nulla, lasciandolo in questa situazione in cui era stato costretto a sposare un perfetto sconosciuto.

Non che Kurt non fosse meraviglioso...

Blaine conosceva suo marito da soli due giorni e già sapeva che Kurt era la persona più morale e compassionevole che avesse mai incontrato.

“Mi dispiace” disse Kurt a voce bassa, “ È ... orribile... non so cosa avrei fatto se mio padre non mi avesse accettato”

“È stato un incubo” gli disse Blaine.

“Conosco questa sensazione” concordò Kurt, guidando tra la tranquille strade di Lima.

Era metà mattina quindi le strade erano quasi deserte.

Kurt accostò davanti l’officina e salutò i ragazzi all’interno  prima di scendere dall’auto.

Blaine saltò giù e lo seguì verso il retro dove era la sua station wagon.

Kurt si fermò di botto e si voltò a guardare Blaine in preda al panico.

“Ci ho appena pensato... non si prenderanno la tua macchina vero?”

“No!” rispose Blaine, contento che fosse solo questo il motivo, “ no... la macchina è mia... ho trascorso le ultime estati a lavorare nei parchi a tema proprio per potermela comprare”.

“Bene...” sospirò Kurt.

Aiutò Blaine a scoprire la macchina, poi Blaine aprì la macchina e salì.

“Ti seguo” disse.

Kurt annuì e Blaine prese un profondo respiro non appena Kurt sparì dietro l’angolo.

Realizzò che Kurt aveva ragione... la parte più difficile non era sposarsi…

La parte più difficile stava per iniziare.



Kurt quasi saltò quando il suo cellulare squillò durante il viaggio tra l’officina e casa.

Lo prese senza controllare chi fosse e rispose.

“Pronto?” 

“Hey fratellino... dove sei?” sentì Finn chiedergli.

“Tra cinque minuti sono a casa , perché?”

“Ti sei dimenticato delle prove? Dobbiamo essere a scuola tra un’ora e so quanto ti ci vuole per prepararti” rispose Finn, “ A Rachel verrà un colpo se facciamo tardi. Sta già dando di matto per il fatto che la lettera della Nyada arriva oggi”.

Kurt prese un profondo respiro .

Aveva dimenticato che c’erano le ultime prove del glee club per la cerimonia dei diplomi di domani.

Si era sentito in colpa per aver rovinato il sogno per la Nyada di Rachel... il sogno di andare entrambi ed insieme a New York e si era lasciato convincere a fare un ultimo assolo alla cerimonia.

Si era anche dimenticato che le lettere di Rachel e Finn sarebbero arrivate oggi.

Anche se adesso non importava più, perché aveva sposato Blaine e sarebbe andato comunque a New York ed eventualmente sarebbe potuto entrare alla Nyada.

“Sarò a casa tra un minuti e sarò pronto in tempo, okay?” disse Kurt prima di riattaccare.

Parcheggiò l’auto fuori casa un paio di minuto dopo e scese dalla macchina, il cuore che batteva forte.

Blaine si fermò dietro di lui e scese anche lui, nervoso.

“Ho delle brutte notizie” disse a Blaine.

Blaine spalancò gli occhi.

“Cosa?” 

“Mi ero dimenticato di dover fare una prova obbligatoria del glee club per la cerimonia di domani e devo andarmene tra circa un’ora” rispose Kurt, “ quindi questo significa che sarai a casa da solo con Carole, perché ha la giornata libera.”

“Oh” sospirò Blaine.

“Si... “ concordò Kurt mentre si dirigevano verso il portico.

”Eccoci”.



“Hai fatto cosa?” Carole non gli era sembrata una donna capace di urlare così, ma Blaine era quasi sicuro che lo stesse facendo per davvero. 

“Io e Blaine siamo andati in Canada per sposarci” ripeté Kurt, sembrando calmo nonostante le urla della sua matrigna .

“Ci frequentiamo da un po’ e ci amiamo” .

Carole prese un profondo respiro e Blaine allungò una mano per stringere quella di Kurt.

Kurt si irrigidì per un secondo prima di rilassarsi, le loro dita intrecciate sulle sua gambe .

Kurt gli lanciò un piccolo sorriso che Blaine ricambiò.

“Non potevate aspettare un altro po’?”… sai... almeno dopo che ce lo avevi presentato?” chiese Carole ancora arrabbiata, “ quanto è un po’?”

“Volevamo aspettare un altro po’... ma le cose... sono cambiate”.

Finn che fin da quando avevano dato la notizia era rimasto stranamente in silenzio, parlò.

“Penavo che i ragazzi non potessero restare incinti” 

Blaine fissò Finn con incredulità.

“Non mi degno nemmeno di risponderti” mormorò Kurt.

“Quali cose...” volle sapere Carole.

“Ascolta... possiamo parlarne più tardi?” disse Kurt per evitare la domanda, “ io e Finn dobbiamo fare le prove ed ho bisogno di lavare i capelli”.

Carole sospirò e gesticolò.

Kurt odiò l’espressione tesa sul suo viso… lo aveva visto troppo spesso da quando era morto suo padre.

Il nodo allo stomaco, che si era leggermente allentato, si strinse di nuovo e così all’improvviso che Kurt pensò di stare per vomitare. 

“Andiamo” disse, tirando Blaine per una mano , “ ti mostro la mia stanza”.

“Sei sicuro di non volere che io dorma nella stanza degli ospiti?” volle sapere Blaine, una volta al sicuro nella stanza di Kurt.

Kurt incominciò a prendere un cambio di abito.

“No” rispose Kurt, “ se lo facessimo saprebbero che stiamo mentendo sul motivo per cui ci siamo sposati. Condivideremo la mia stanza fino a quando non ci trasferiremo a New York e li possiamo prendere un appartamento con due camere o qualcosa di simile”.

Blaine annuì e Kurt si diresse verso la porta della sua camera.

“Farò una doccia veloce e vado via con Finn... perché non cominci a portare su qualcuna delle tue cose e ti cambi mentre sono via?”

“Okay” concordò Blaine, “ A che ora c’è il tuo diploma?”

“Alle 19 “ disse Kurt, “ penso che usciremo presto per una cena e poi, probabilmente, andremo da qualche parte per festeggiare con i miei amici dopo... ma solo se vuoi venire”

“Sembrerebbe strano se non venissi” disse Blaine.

“Vero... renderebbe tutti più facile” gli disse Kurt a voce bassa.

“Perfetto” rispose Blaine, “ potrei anche divertirmi”

“Bene” sorrise Kurt, “ tornerò subito dopo le prove e potremo cominciare a trovare un posto per le tue cose”.

E con questo, Kurt si incamminò per il corridoio per andare al bagno a farsi una doccia.



“Allora Blaine, “ disse Carole , mentre lo seguiva verso la macchina .

Aveva insistito molto per aiutarlo a portare in casa le sue cose.

“Dimmi qualcosa di te”

“Beh... “ iniziò Blaine a disagio... non sapeva quando avrebbe potuto dire... così si tenne sul vago.

“Sono di Westerville e mi sto per diplomare alla Dalton”.

“È una bella scuola” rispose Carole, mentre , dopo aver scaricato la macchina, cominciò a tirar su qualche scatola.

“Kurt stava quasi per andarci... ma la retta era troppo alta e non c’era nemmeno una borse di studio.”

Blaine quasi sobbalzò a quella notizia... ma si trattenne perché probabilmente quella era un informazione che due persone completamente innamorate l’una dell’altra avrebbero condiviso.

“Hai fratelli” continuò Carole.

“Uno” rispose Blaine, mentre entravano in casa con le scatole e le valigie, “ ha quasi dieci anni più di me… ma... siamo... due estranei”.

“È un peccato” disse Carole .

Blaine scrollò le spalle.

“Cosa ne pensano i tuoi genitori del fatto che tu e Kurt vi siete sposati?” chiese Carole.

Blaine si fermò mettendo giù le sue cose sul pavimento della camera di Kurt per ritardare la risposta.

“Onestamente...” disse Blaine a bassa voce... ”probabilmente...mi direbbero che è un errore... ma non perché io e Kurt siamo giovani...” 

Carole sembrò notare l’amarezza nel tono della sua voce , perché la successiva domanda fu , “ perché sei gay?”



Blaine annuì , cercando di resistere al flusso di emozioni che si era tenuto dentro per troppo tempo, non volendo crollare proprio ora.

In silenzio, tornarono giù per prendere altre scatole e mantennero le loro chiacchiera al minimo questa volta.

Finalmente l’ultima scatolo fu portato in camera di Kurt.

Ora si sarebbe fatto una doccia calda e poi avrebbe cercato qualcosa da indossare per il diploma di Kurt.

“Grazie signora Hummel” disse Blaine a Carole mentre lei usciva dalla stanza di Kurt, contento che quando Kurt gliel’aveva presentata gli avesse detto il suo cognome o sarebbe stato un momento davvero imbarazzante.

“Chiamami Carole, tesoro” rispose lei sorridendo, “ posso non conoscere ancora tutti i dettagli della vostra storia... ma una cosa la so... Kurt non fa le cose con leggerezza... 

Deve amarti davvero tanto se è scappato per sposarti senza dire nulla a nessuno... soprattutto visto tutto quello che ha passato negli ultimi mesi”

Si avvicinò e strinse con dolcezza la mano di Blaine.

“Quindi... ora sei parte di questa famiglia, ok?”

Blaine annuì di nuovo, non fidandosi di parlare.

Carole lasciò la mano di Blaine e gli indicò il bagno prima di lasciarlo solo.

Blaine rimase a fissarla per un momento, una sensazione di colpevolezza allo stomaco.

Blaine fece del suo meglio per mandarla via ed andò a fare la doccia.


NOTE

Carole e Finn scoprono che Blaine e Kurt si sono sposati.... come l'avrà davvero presa Finn?

Carole abbastanza bene....

Alla prossima settimana

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Capitolo 6
*** capitolo 6 ***


Kurt aveva davvero voglia di strangolare suo fratello.

Finn era rimasto in completo silenzio da quando avevano lasciato casa.

Stava guidando il suo furgoncino perché Kurt aveva usato il suo Navigator per un improvvisato viaggio in Canada ed ora aveva bisogno di benzina.

“Perché lo hai fatto?” 

Finn alla fine ruppe il silenzio ,mentre attraversavano i tranquilli corridoi del McKinley.

Gli studenti che erano venuti a scuola erano già in classe così lui e Finn erano da soli.

“Amo Blaine” disse Kurt e rimase sorpreso da quanto fosse stato facile dire queste parole.

Pensava che sarebbe stato molto più difficile dirle.

Naturalmente... non amava Blaine... si erano appena conosciuti.

Sentì che forse un giorno avrebbe potuto davvero farlo.

Si sforzò di scacciare questi pensieri... il loro matrimonio sarebbe durato un anno e poi ognuno sarebbe andato per la sua strada, separati non importava cosa lui provasse per Blaine.

“Non volevamo più aspettare”.

“Quindi. .. vi vedevate di nascosto da tutti?” chiese Finn, sembrava arrabbiato.

“Non esattamente” rispose Kurt.

Si fermarono davanti la porta dell’aula canto.

“Ascolta... non capisco perché tu sia così arrabbiato”

“Sei scappato per sposarti con un ragazzo di cui non avevi mai parlato con nessuno” gridò Finn, “Sai quanto questo mi ferisce? E mia madre... non hai pensato che le sarebbe piaciuto essere al vostro matrimonio?”

Kurt spalancò la bocca, turbato... non ci aveva davvero pensato.

“Beh... forse avresti dovuto farlo” sbottò Finn, continuando il resto del suo discorso a voce ancora più alta, “ “perché lei ti considera come un figlio e , anche se tu non la consideri come madre, ti sei sposato senza di lei”

“Finn … io...” Kurt si fermò... non sapeva cosa dire.

Non poteva tornare indietro e cambiare le cose ed anche se avesse potuto, sapeva che non avrebbe fatto differenza perché Blaine era stato molto chiaro sul fatto che nessuno doveva sapere cosa stavano facendo così che nessuno potesse impedirgli di reclamare i suoi soldi.

“Lascia perdere” mormorò Finn, entrando , praticamente, nell’aula canto con passo pesante.

Kurt lo seguì per poi fermarsi di botto quando vide i volti scioccati di tutti i membri delle New Direction e del professor Schue.

Era chiaro che tutti avevano sentito le urla di Finn in corridoio.

Oh si… avrebbe strangolato suo fratello.



“Le prove non sono andate bene?” chiese Blaine.

Aveva sentito la porta d’ingresso sbattere e poi Kurt salire al piano di sopra solo per buttarsi a faccia in giù sul letto senza dire una parola.

“Voglio uccidere mio fratello” disse Kurt nel cuscino, solo che a Blaine sembrò più qualcosa tipo “ ...glio… dere... mio… ello”

“Cosa?” volle sapere Blaine.

Kurt sollevò appena la testa.

“Voglio uccidere Finn” ripeté .

“Per quanto maldestro sia tuo fratello” iniziò Blaine… e davvero Finn pensava che i ragazzi potessero rimanere incinti…” non credi che sia un tantino... estremo?”

“No” rispose Kurt.

“Cosa è successo?”

Blaine si alzò ed attraversò la stanza; aveva aperto una delle scatole , indeciso se doveva svuotarla adesso o lasciarla così fino a quando , inevitabilmente, non si fossero trasferiti a New York.

“Beh...” iniziò Kurt, “Finn è arrabbiato perché ci siamo sposati senza dire loro che uscivamo insieme e perché non abbiamo invitato lui e Carole al matrimonio..”

Blaine annuì.

“Cosa a cui non avevo proprio pensato ed ora mi sento uno schifo per questo... ma ormai è fatta?”

Kurt sospirò.

“Così ha deciso di urlarmelo a scuola davanti la porta dell’aula canto , così adesso ogni membro delle New Direction ed il nostro professore lo ha sentito”.

“Quindi tutti i tuoi amici lo sanno?” chiese Blaine.

“Si” mormorò Kurt, “ e non sono stato io quello a dirglielo così l’hanno presa molto male.

Rachel e Mercedes... le mie due migliori amiche... sono incazzate con me per lo stesso motivo per cui lo è Finn”.

Blaine pensò di aver visto Kurt sbattere le palpebre per trattenere le lacrime per un secondo , così afferrò istintivamente la mano di Kurt.

Kurt rispose alla stretta dopo un secondo, intrecciando poi le loro dita e Blaine gli sorrise solidale.

“Santana mi ha preso in giro perché finalmente ho fatto sesso” continuò Kurt, il volto rosso.

Blaine spalancò gli occhi per la sorpresa, ma non disse nulla.

Non era compito suo commentare sulla vita sessuale di Kurt... o la sua mancanza.

“Brittany si è offerta di darmi qualche suggerimento sul sesso ed il professor Schue non ha fatto nulla per fermarli.

A malapena abbiamo provato e quando, finalmente, ci ha permesso di andar via, mi ha preso da parte così che potessimo “parlare” “ continuò Kurt.

“Voleva farmi sapere che era preoccupato per me e se ero “sicuro che fosse quello che volevo” “.

“Mi dispiace” gli disse Blaine, sentendosi orribile.

Tutto questo casino era colpa sua.

“Non dirlo nemmeno...” lo rimproverò Kurt dolcemente, “Non dovevo sposarti per forza... solo perché eri completamente adorabile nella tua uniforme della Dalton questo non significa che avessi perso completamente la testa in tua presenza”.

Ci volle un minuto a Blaine per realizzare che Kurt lo aveva definito “adorabile” ed arrossì.

“Scusa” rispose, “ hai ragione... è solo... sento di aver incasinato la tua vita”.

Kurt sorrise.

“La mia vita era un casino anche prima di incontrarti... ora che sei qui  mi aspetto solo che migliorerà”.

“Beh... “ Blaine si schiarì la gola , perfettamente consapevole che le loro dita erano ancor intrecciate, “ questa è forse la cosa più carina che qualcuno mi abbia mai detto”.



Quando tornarono a scuola per la cerimonia, entrarono nell’edifico, la mano di Kurt stretta al braccio di Blaine, seguiti da Carole e Finn anche loro a braccetto.

Finn non gli stava davvero parlando, ma Kurt si chiese se Carole gli avesse detto qualcosa perché Finn sembrava... mogio.

Non aveva nemmeno detto nulla a Blaine.

E Kurt decise di considerarla una buona cosa.

Doveva solo superare la cerimonia e poi poteva affrontare i suoi amici senza il pensiero della loro performance.

Kurt si strinse di più al braccio di Blaine mentre si dirigevano verso l’aula canto.

Blaine si guardava intorno nei corridoi della scuola con interesse.

“Diverso?” mormorò Kurt.

Blaine annuì.

Kurt fu d’accordo con lui...era davvero strano tutto questo.

Stava camminando per il corridoio della scuola con suo marito, nel suo migliore vestito  e sopra la toga rossa in poliestere del diploma.

Blaine stava indossando un incredibile completo ed un papillon e Kurt dovette impegnarsi molto per trattenersi dal fissarlo continuamente.

Si fermarono fuori dalla porta dell’aula canto, proprio come aveva fatto il giorno prima con Finn, e Kurt dovette combattere contro la sensazione di deja vu.

“Sono così orgogliosa di te” disse Carole , abbracciando Finn.

Finn restituì l’abbraccio con forza e poi Carole si avvicinò a Kurt, per stringerlo allo stesso modo.

“Anche di te , Kurt” mormorò nel suo orecchio, “ Se Burt fosse qui, lo avrebbe gridato ai quattro venti”.

“Lo so” rispose Kurt, odiando sentire la sua voce spezzarsi.

Non poteva pensare a suo padre in questo momento o non ce l’avrebbe fatta a superare la cerimonia.

“Dovremo trovare i nostri posti” suggerì Blaine.

Kurt gli sorrise grato... non sapeva se Blaine si fosse accorto di quanto fosse sconvolto o se fosse stato solo gentile, ma lo apprezzò comunque.

Kurt rimase anche stupito quando Blaine si chinò per baciargli la guancia .

“Per buona fortuna” gli sussurrò.

Kurt arrossì , rimanendo a bocca aperta per la sorpresa.

Blaine se ne andò a braccetto con Carole mentre Kurt seguì Finn in aula canto.

“Era lui?” sibillò Rachel , mentre gli si avvicinava seguita a ruota da Mercedes.

“Si... se vuoi proprio saperlo” rispose Kurt, con tono leggero.

“Non mi stupisce tu lo abbia sposato” mormorò Rachel.

“Sono d’accordo “ disse Mercedes, punzecchiandogli un fianco.

“Quel ragazzo è uno schianto”.

“Sono ancora arrabbiata con te per non avermelo detto” continuò Rachel.

“Quante volte devo dirti che mi dispiace?” chiese Kurt, “ perché lo sono... comunque lo incontrerete dopo al Breadstix per la cena dopo il diploma.”

Gli occhi di entrambe le ragazze si illuminarono e Kurt sorrise.

“Ok ragazzi” li chiamò il professor Schue , “ è l’ultima volta che alcuni di noi saranno in quest’aula.

Quelli di noi che resteranno sentiranno molto la mancanza di quelli che stanno andando via... e se aveste mai bisogno di tornare… sarete sempre i benvenuti

Il glee club è come una famiglia” sorrise con tristezza, “ tutti in cerchio”.

Allungarono tutti le loro mani , ridendo quando le unirono insieme al centro del cerchio.

“Amazing!”* urlarono tutti.

“Pronti a lasciare tutti a bocca aperta con il nostro duetto?” chiese a Rachel, contento che la ragazza gli stesse almeno parlando di nuovo.

Rachel gli fece un grande sorriso.

“Lo sai...” rispose, “ abbiamo un’altra possibilità per stenderli e la prenderò”

Si presero a braccetto e si diressero con tutto il gruppo verso l’auditorium ed il diploma.



Blaine fu felice che l’auditorium fosse molto rumoroso; rendeva difficile fare conversazione con Carole.

Alla fine, le luci si affievolirono ed il pubblico si sistemò ai propri posti.

Blaine non aveva idea di cosa aspettarsi dalla cerimonia.

Un uomo si diresse al centro del palco per parlare.

“Grazie a tutti per essere venuti al McKinley per la cerimonia di diploma per la classe del 2012” disse l’uomo, dal pesante accento.

“Un annuncio prima di iniziare… a causa dello scherzetto di alcuni studenti dell’ultimo anno... c’è una carenza di carta igienica... che sarà sistemata per il prossimo autunno”.

Blaine non batté ciglio a queste parole, insicuro su come prendere l’informazione. 

Probabilmente era una cosa buona che Kurt si diplomasse e che non dovesse più preoccuparsi di questo.

“Ad iniziare la cerimonia oggi, abbiamo Rachel Berry e Kurt Hummel delle New Direction” terminò il discorso e tutti applaudirono.

Le luci si spensero ed un riflettore fu puntato su Kurt e Rachel da soli sul palco.

Erano distanti l’uno dall’altro , un sorriso luminoso sui loro volti.

“I’m limited ” cominciò Rachel , la voce dolce ma intensa, “Just look at me. I’m limited,” canto.

Kurt tenne lo sguardo fisso su di lei, aspettando il suo momento per cantare.

Blaine sentì una sensazione di anticipazione.

Anche se avevano cantato in macchina e sapeva che Kurt aveva una bella voce... ma questo... era diverso.

Stava per ascoltare Kurt cantare da solo e vederlo esibirsi.

“I’ve heard it said that people into our lives for a reason,”  attaccò Kurt al momento giusto.

“Bringing something we must learn, and we are led to those who help us most to grow, if we let them, and we help them in return” fece qualche passo in Avanti, lentamente, col riflettore che lo seguiva mentre cantava. 

Well, I don’t know if I believe that’s true, but I know I’m who I am today, because I knew you”.

Rachel gli si avvicinò per unirsi a lui, cantando la sua parte e Blaine sentì venirgli la pelle d’oca. 

Vedere Rachel e Kurt  esibirsi insieme fu elettrizzante e commuovente.

Si mossero in sintonia, si presero per mano e si voltarono vero il pubblico mentre gli altri membri del glee club si unirono a loro sul palco, facendo il coro.

Alla fine rimasero in silenzio, lasciando che Rachel e Kurt finissero da soli la canzone.

Il pubblico applaudì e li acclamò attorno a Blaine, mentre la canzone finiva... ma Blaine non sentì nulla...

Rimase semplicemente a fissare un arrossato Kurt fare l’inchino per poi dirigersi dietro le quinte, probabilmente per mettersi in fila per essere chiamato per la consegna del diploma.

Il cuore di Blaine batteva velocemente e per un attimo sembrò non riuscire più a respirare, mentre realizzava quello che stava provando.

Blaine Anderson si era, probabilmente, innamorato di suo marito.



NOTE

*Lo lascio in inglese perché mi piace di più.

*Testo canzone “For good di David Archuleta “sono sola.. sola.. guardami .. sono sola.. ho sentito dire che le persone entrano nella nostra vita per un motivo, portando qualcosa che dobbiamo imparare e siamo guidati da colore che ci aiutano a crescere , se glielo permettiamo... e li aiutiamo in cambio...

Beh non credo sia vero ma so che sono chi sono oggi perché li ho conosciuti” 



Alla prossima settimana

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Capitolo 7
*** capitolo 7 ***


Blaine non aveva idea di come comportarsi con i membri delle New Directions .

Nel complesso… erano estremamente diversi l’uno dall’altro… ma guardarli interagire tra loro…fu a dir poco... straordinario.

Sapeva che i suoi amici alla Dalton erano diversi, certamente, ma loro... erano quasi al limite dell’estremo.

Non aiutò il fatto che avessero deciso che Blaine fosse la loro nuova persona preferita.

Lui e Kurt passarono la maggior parte della cena a parlare della loro affrettata fuga d’amore in Canada.

Rachel passò quasi tutta la cena a fargli il terzo grado sulla Dalton e sui Warblers fin quando Kurt non le ricordò apertamente che si erano appena diplomati e che Blaine lo avrebbe fatto il giorno dopo , quindi per quale motivo tutti pensavano che Blaine fosse li per chi sa quale sotterfugio?

Blaine gli fu davvero grato perché non aveva idea di come rispondere alla metà delle domande che gli stava facendo Rachel.

Finn passò la serata furioso con loro mentre gli altri fecero sentire Blaine come se fosse al centro dell’Inquisizione spagnola.

Blaine dedusse che Finn era ancora arrabbiato con lui e Kurt per essere scappati per sposarsi.

Non aveva idea di cosa fare per migliorare le cose… probabilmente nulla... visto che era qualcosa tra Finn e Kurt.

Ma comunque avrebbe voluto poter aiutare.

I genitori di tutti i ragazzi erano seduti dall’altro lato del tavolo... Blaine non aveva idea di chi fossero i genitori , ma stavano parlando intensamente tra loro.

Blaine si chiese se stessero discutendo del loro matrimonio e, ancora una volta, si sentì male.

Si stava imponendo nella vita di Kurt, stava costringendo Kurt a mentire  ai suoi amici ed alla sua famiglia e si odiò.

Si odiò per essere stato così cocciuto nel non voler rintracciare Cooper ma prima di tutto odiò  i suoi genitori per averlo messo in questo casino.

Allo stesso tempo , però, sapeva che ormai non potevano più tornare indietro.

Kurt aveva bisogno di soldi.

Ed anche se sapeva che avrebbe potuto trovare un altro modo , Kurt non avrebbe potuto... e questo lo lasciava ad un punto morto.

Sospirò.

All'improvviso , Kurt strinse la mano che Blaine aveva poggiato sul tavolo, quella con cui stringeva forte una forchetta.

"Tutto bene? " mormorò Kurt.

Blaine poté solo fissare le loro mani intrecciate , sorpreso.

Era quasi sicuro che quella fosse la prima volta che Kurt lo avesse toccato volontariamente.

Tutte le altre volte era stato Blaine a fare il primo passo .

"So che Rachel è una rompiscatole... ma ucciderla con una forchetta è sia complicato che un reato federale".

"Grazie a dio ci sei tu che me lo ricordi" riuscì a dire Blaine, distogliendo lo sguardo dalle loro mani per guardare Kurt in viso.

"Beh... sei bellissimo e non posso sopportare l'idea che tu ti sporca il vestito" rispose Kurt, sorridendo.

Blaine gli sorrise , stringendo più forte la sua mano.

"Allora Blaine..." Rachel interruppe quel loro momento, " quali sono i tuoi piani per il college?"

"Oh... " disse Blaine , voltando le spalle a Kurt, " Um... L'NYU... in autunno"

Rachel spalancò gli occhi e leggermente anche la bocca, come se fosse rimasta sconvolta dalla notizia.

Blaine si chiese cosa Rachel potesse , eventualmente, dire sul fatto che sarebbe andato all'NYU, ma i suoi pensieri furono interrotti da un urlo.

"Andrai a New York?" praticamente urlò Rachel, facendo zittire tutto il tavolo.

"Si..." rispose con calma Blaine, " è lì che c'è l'NYU"

"Non tu!" rispose Rachel gesticolando, "Kurt!... voi due siete sposati , quindi Kurt verrà con te, giusto?"

"Si Rachel..." disse Kurt al suo posto e Blaine gliene fu silenziosamente grato, " Andrò a New York".

Rachel strillò di nuovo , poi si lanciò letteralmente dalla sedia e , facendo il giro del tavolo, abbracciò Kurt.

"Allora posso finalmente dare a tutti la meravigliosa notizia" annunciò Rachel , " sono entrata alla Nyada"

Kurt cominciò a strillare , abbracciando forte Rachel.

"Sono così fiero di te" esclamò.

Blaine si sforzò di sorridere.

Ebbe la sensazione che Rachel sarebbe stata parte permanente delle loro vite per il prossimo anno.

Blaine prese un sorso d'acqua mentre tutti si congratulavano con lei , che stava parlando con Kurt dei loro piani.

Alzò gli occhi e vide Carole con le lacrime agli occhi , così distolse lo sguardo, sentendosi nuovamente colpevole, solo per incrociare lo sguardo di Finn che lo stava fissando più duramente che mai.



"New York?" chiese Carole dolcemente, mentre loro quattro si dirigevano in salotto, essendo appena tornati a casa dalla cena.

"Te lo avrei detto" disse Kurt, " Blaine andrà all'NYU in autunno ed io andrò a New York con lui".

"Come pagherete il posto in cui vivrete insieme?" volle sapere Carole, sedendosi su quella che Kurt aveva sempre considerato la poltrona di suo padre ( in realtà la poltrona era del padre di Finn, ma Burt si sedeva sempre lì da quando Carole e Finn si erano trasferiti).

"Ho un fondo fiduciario" rispose Blaine, dirigendosi verso il divano , seguito da Kurt.

"Capisco" disse Carole, " quindi è questa la "cosa che è successa"? chiese.

Il cuore di Kurt perse un battito... Carolo li aveva scoperti? Sapeva quello che aveva fatto per aiutarli?

"Cosa?" disse tremando.

"Vi siete sposati perché non volevi che Blaine andasse a New York lasciandoti qui?" disse Carole.

Kurt guardò Blaine, accordandosi con lo sguardo.

“È una delle ragioni" confermò Kurt, " dopo quello che è successo a papà... io... io non posso..." si bloccò, incapace di trovare le parole giuste.

Ma il suo viso fu molto espressivo perché il volto di Carole si addolcì ed ora era sia felice che arrabbiata.

"Oh tesoro..." rispose , " ho capito... avrei solo voluto che avreste aspettato fin quando non foste stati più grandi"

"Finn e Rachel sono fidanzati" puntualizzò Kurt, sapendo che si stava arrampicando sugli specchi.

Era stato contrario al matrimonio di Rachel e Finn fin da quando Rachel glielo aveva detto a Febbraio e non era rimasto esattamente in silenzio.

Carole inarcò un sopracciglio.

"Tu e Blaine non siete Finn e Rachel" fu tutto quello che disse e Kurt pensò che stava tenendo i suoi sentimenti per se.

Non voleva allontanare Finn dopotutto e se sposare Rachel era quello che voleva , Kurt sapeva che Carole lo avrebbe sostenuto .

"Cosa ne pensano i tuoi del vostro matrimonio?"

Carole guardò Blaine .

"So che hai detto che sarebbero stati contrari..."

"I miei genitori non vogliono avere nulla a che fare con me" disse Blaine a voce bassa, " a meno che non cambi il mio modo di essere... non sono più il benvenuto nella loro vita a partire da domani".

Kurt rimase sorpreso nel vedere gli occhi di Blaine riempirsi di lacrime ed allungò una mano per stringere quella di Blaine.

Era diventato ormai istintivo allungarsi per toccare Blaine.

Non aveva mai avuto questo tipo di relazione con un ragazzo, con cui poteva fare solo questo... toccarsi.

Kurt poteva contare sulle dita di una mano le volte in cui lui e Finn si erano abbracciati, ed i ragazzi a scuola , nonostante fossero "simpatici" con Kurt, di certo non sarebbero stati disposti a toccarlo.

Blaine strinse più forte la mano di Kurt intrecciando le loro dita.

Kurt si chiese quando si era abituato a questa sensazione... ma spinse via questi pensieri perché non poteva abituarsi a tutto questo.

Lui e Blaine erano solo... una cosa temporanea.

"Questa è un'altra delle ragioni per cui abbiamo affrettato le cose" si intromise Kurt, " e so che non abbiamo davvero parlato prima, anche se Blaine ha già portato dentro alcune delle sue cose... avevamo pensato di rimanere qui fin quando non partiremo per New York... Va bene?"

"Certo che va bene" disse Carole.

"Vado a letto" disse Finn all'improvviso.

Se ne andò , con passo pesante , dal salotto e al piano di sopra, i suoi passi riecheggiarono dietro di lui.

“È davvero arrabbiato con me e Blaine, vero?”  chiese Kurt, il senso di colpa fece stringere ancora di più il nodo allo stomaco.

Si sentiva male, così strinse più forte la mano di Blaine.

“È più di questo” rispose Carole, “Ha ricevuto la lettera dalla Pace* oggi”.

“Non è entrato” disse Kurt, sospirando e chiudendo gli occhi, “ e Rachel è entrata alla Nyada”

“Hmm” disse Carole, concordando, “lo lascio tranquillo per qualche giorno “.

Kurt annuì.

“Penso che andremo a letto... abbiamo parecchio di fare e poi Blaine deve andare a prendere le sue cose alla Dalton”.

“Il diploma è domani sera” aggiunse Blaine.

“A che ora?” chiese Carole.

“Alla stessa ora di Kurt e Finn” le disse Blaine.

“Bene” disse Carole, “ ci sarò”.

“Signora Hum… Carole” si corresse Blaine rapidamente dopo lo sguardo divertito di Carole, “Non devi... voglio dire... non mi aspetto... “

“Fai parte della famiglia ora” rispose Carole, allungandosi per accarezzarlo sulle ginocchia, “ ci sarò”.

Blaine gli sorrise , tremante, e Kurt capì che era il momento giusto per portare Blaine al piano di sopra per prepararsi ad andare a dormire.


Blaine entrò nella camera da letto di Kurt ( la loro?) e si chiuse la porta alle spalle.

La stanza era arredata con gusto e a Blaine piaceva molto.

Tutto urlava Kurt per lui... qualcosa che Blaine aveva capito anche solo dopo un paio di giorni.

Kurt era seduto davanti ad una specchiera all’angolo, già indossava il suo pigiama coordinato.

Si stava spalmando sul viso una specie di crema.

“Mi dispiace” si scusò , vedendo Blaine dietro di lui, “ ho una routine idratante lunga”

“Si vede” disse Blaine prima di potersi fermare.

Si chiese se la pelle del viso di Kurt fosse morbida come quella della mani.

Ignorò questo pensiero ( e tutti gli altri pensieri che aveva avuto su di lui , dopo che Kurt aveva cantato alla cerimonia) e fissò il letto.

“Sei sicuro che non vuoi che vada a dormire nella camera degli ospiti o sul pavimento o...”

“Non essere sciocco...” gli disse Kurt, “ siamo sposati e Carole e Finn si aspettano che condividiamo il letto e non permetterei comunque a nessuno di dormire sul pavimento”.

Blaine si tolse la vestaglia , restando con il pantalone del pigiama ed una maglietta bianca.

Era stato felice di aver avuto un momento per se stesso, mentre si cambiava... Carole, non intenzionalmente, aveva toccato un nervo scoperto e Blaine aveva avuto bisogno di un attimo per riprendersi.

Era determinato a non permettere ai suoi genitori di buttarlo giù ed odiava il fatto che una semplice affermazione di Carole, definendolo uno di famiglia, era stata sufficiente a fargli perdere il controllo.

Blaine piegò le sue cose e le poggiò sulla sedia accanto a letto, perso nei suoi pensieri.

“Stai bene?” la voce di Kurt lo riportò alla realtà e Blaine tirò su la testa.

“Si... sto bene” rispose “ ci sono solo un sacco di cose che ho... che abbiamo bisogno di fare domani...”

“Prima in banca, giusto?” confermò Kurt.

Blaine annuì.

“Si... abbiamo il certificato di matrimonio e Wes ci aspetterà li... poi devo fare una veloce prova con i Warblers per il diploma e stavo pensando... che forse... potresti aiutarmi ad impacchettare le mie cose , per avvantaggiarci , mentre lo faccio.”

“Ma certo che lo farò...” concordò Kurt, spegnendo le luci della specchiera per poi avvicinarsi al letto.

L’unica luce ancora accesa nella stanza era il lumetto sul comodino e la luce fioca faceva sembrare Kurt un essere ultraterreno.

Entrambi salirono sul letto di Kurt , che era molto più grande rispetto a quello che avevano condiviso in Canada, quindi c’era molto più spazio .

“Poi pensavo che potevamo fare una cena veloce da qualche parte per poi andare alla cerimonia” continuò Blaine.

Kurt annuì, allungandosi a spegnere la luce.

La stanza sprofondò al buio.

“Buonanotte Kurt” sussurrò Blaine.

“Buonanotte Blaine” mormorò Kurt, già girato su un fianco , dando le spalle a Blaine.

Blaine tirò su le braccia dietro la testa, sotto il cuscino, e chiuse gli occhi.

Era esausto; si sarebbe addormentato, sicuramente, velocemente, ma non fu così.

Ogni volta che stava per addormentarsi , Kurt si spostava leggermente ed il movimento lo faceva svegliare.

“Mi dispiace” si scusò Kurt a voce bassa, dopo un’ora, “ non dormo molto… credevo che dopo la notte scorsa... di poter avere la possibilità...”

“Posso provare a fare una cosa?” chiese Blaine, poggiandosi su un braccio, voltandosi verso Kurt.

Anche Kurt si voltò a guardare Blaine.

“Tipo cosa?” volle sapere Kurt.

“Solo…” Blaine si spostò, sistemandosi sul fianco per poi avvicinarsi a Kurt.

Kurt praticamente saltò per lo spavento.

“Rilassati... non voglio... molestarti”

“Scusa” mormorò Kurt, “ non sono abituato ad... avere un ragazzo nel mio letto”.

“Nemmeno io.. “ ridacchiò Blaine, “ il mio ex... non era proprio un tipo da coccole”.

Blaine fece scivolare un braccio attorno la vita di Kurt e , prendendo la sua mano, intrecciò le loro dita.

“Ora...” disse Blaine, “ cerca di regolarizzare il tuo respiro col mio”.

Rimasero stesi insieme a respirare dolcemente al buio; Blaine abbracciato forte a Kurt.

Fu solo quando , circa 20 minuti dopo, Kurt si addormentò che Blaine si lasciò scappare un sorriso soddisfatto.



NOTE

Scusate se non ho pubblicato ieri... ma ero stanchissima

La Pace è un'università privata di New York

Vi sta piacendo la storia?

Nessun commento?

Va beh... alla settimana prossima....

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Capitolo 8
*** capitolo 8 ***


Kurt si svegliò da solo.

La luce del sole filtrava attraverso le finestre; Kurt sbatté gli occhi ,per svegliarsi , mentre si guardava intorno per la stanza alla ricerca di Blaine.

Arrossì , pensando alla notte passata, all’essere stretto tra le braccia di Blaine.

Era stato come se tutte le sue preoccupazioni ed i suoi problemi fossero spariti.

La voce di Blaine risuonò in corridoio attraverso la porta chiuse della camera da letto.

Blaine stava parlando con qualcuno .

Kurt ascoltò attentamente la fine della telefonata di Blaine, chiedendosi se dovesse o meno indossare la vestaglia mentre si tirava su a sedere sul letto.

“No... va benissimo... grazie signor Johnson”  finì Blaine , aprendo la porta ed entrando in camera mentre attaccava.

Vide Kurt seduto e gli sorrise.

“Stavo venendo a svegliarti” .

Kurt annuì, giocherellando con le coperte.

“Ho appena confermato il nostro appuntamento con la banca” Blaine agitò il cellulare per far capire a Kurt con chi stava parlando, “ Ci aspettano in mattinata ed o controllato due volte tutto quello che dobbiamo portare”

“Fantastico” disse Kurt, riuscendo a ritrovare la voce.

“Carole è andata al lavoro ed ha detto che ci vediamo direttamente a cena all’Olive Garden “ continuò Blaine, “poi andremo alla cerimonia così potrò ufficialmente trasferirmi qui”

“Tra quanto dobbiamo uscire?” chiese Kurt.

“Un’oretta più o meno...” rispose Blaine, “ stai bene?”

Kurt arrossì di nuovo.

Era imbarazzato per la notte scorsa.

“Sto bene” rispose a voce bassa, “ grazie... per stanotte... “ continuò dopo un momento.

Si mosse a disagio sul letto... odiava sentirsi vulnerabile e Blaine aveva la capacità di abbattere tutte le sue difese , cosa che lo gettava nel panico .

“Non è un problema Kurt” disse Blaine, sedendosi sul bordo del letto, accanto alle gambe di Kurt, “mi fa semplicemente piacere che abbia funzionato”

“Solo... odio non riuscire a cavarmela da solo” sussurrò Kurt, leggermente sorpreso dalla sua onestà.

“A volte... abbiamo tutti bisogno di un po’ di aiuto” gli ricordò Blaine, “ è tutto ok”.

“Penso che dovrei prepararmi” mormorò Kurt .

“Io... sarò al piano di sotto” gli disse Blaine, sembrava leggermente imbarazzato.

Uscì dalla stanza e Kurt si lasciò scappare un sospiro di sollievo.

Scese dal letto , sospirando ancora.

Ora doveva trovare l’abbigliamento perfetto che poteva indossare sia per la banca che per il diploma di Blaine.



“Firmi qui”  il signor Johnson lo istruì, “ e qui” .

Blaine prese ancora una volta la penna che stava usando e firmò dove gli era stato detto.

Kurt fece altrettanto , firmando col suo nome sotto quello di Blaine.

Blaine trovò l’intera faccenda piuttosto surreale.

Era sposato e nulla urlava ciò più del firmare una pila di documenti.

Il direttore della banca, il signor Johnson , era stato di grande aiuto così come Wes.

Incrociò lo sguardo col suo amico e gli sorrise prima di distogliere lo sguardo.

Wes aveva fatto tanto per lui ed aveva bisogno di ripagarlo in qualche modo... forse un bell’orologio...

“Ed abbiamo finito signor Anderson,” la voce del signor Johnson lo riportò alla realtà, “il primo deposito degli interessi sarà fatto entro due settimane, nei due conti che ci ha indicato.

Se ha qualche domanda o qualche problema, si senta libero di chiamarmi”

“Lo faremo” lo assicurò Blaine, stringendogli la mano.

Anche Kurt e Wes gli strinsero la mano , poi i tre uscirono dalla banca.

Blaine non poté farne a meno... fece un salto per l’eccitazione, voltandosi verso Kurt.

“Ce l’abbiamo fatta!”

Quasi saltò addosso a Kurt, abbracciandolo forte.

Kurt squittì ma, dopo un attimo, rispose all’abbraccio.

“Si... ce l’abbiamo fatta” disse mentre Blaine si allontanava.

Blaine si voltò verso Wes ed abbracciò il suo migliore amico.

“Non ce l’avrei mai fatta senza di te...” gli disse , “sono in debito con te”.

“Si ... lo sei” disse Wes sorridendo.

“Qualsiasi cosa” promise Blaine.

“Te lo ricorderò”  ridacchiò Wes, “ ora... devo andare... devo mostrare la mia faccia al lavoro, prima che qualcuno della mia famiglia mandi una squadra di ricerca”

Poi...rimasero solo Blaine e Kurt.

“Pronto ad andare alla Dalton?” chiese Blaine, “ dobbiamo prendere le ultime cose e poi le prove” .

Kurt annuì, Blaine lo guardò preoccupato.

Kurt era stato un po’ strano per tutta la giornata e Blaine sperava che non fosse ancora turbato per quello che era successo la notte scorsa.

Blaine era stato più che felice di aiutarlo ed aveva funzionato... Kurt aveva dormito per tutta la notte.

Blaine allungò una mano per poter stringere, con dolcezza,  quella di Kurt.

Kurt gli sorrise e poi i due si diressero verso il Navigator di Kurt.

Forse stava esagerando...

Kurt stava bene.



Kurt non sapeva cosa c’era che non andava in lui.

Tutti i suoi problemi erano stati risolti, grazie ad una cartella di documenti che in quel momento era sotto il sedile del guidatore del suo Suv.

Dovrebbe essere al settimo cielo.

Dovrebbe saltellare dalla gioia.

Invece si sentiva esausto ( nonostante avesse dormito benissimo quella notte) e colpevole.

Aveva in realtà sposato qualcuno per soldi.

Diamine... aveva lasciato che qualcuno lo pagasse per sposarsi.

Kurt pensò di aver accettato la cosa, ma ora che i soldi erano diventati una realtà... stava avendo delle difficoltà.

Kurt stava cercando di non lasciarsi infastidire , ma ebbe la sensazione di non aver ingannato Blaine per niente.

Aiutò Blaine a caricare le sue ultime cose nel Navigator e poi lo seguì quando Blaine si diresse verso la sala prove dei Warblers.

La Dalton era una scuola straordinaria e Kurt si concentrò sull’arredamento per distrarsi.

Il suono di qualcuno che cantava riecheggiò per il corridoio e Kurt vide il volto di Blaine illuminarsi con un sorriso.

Blaine accelerò il passo , prendendo la mano di Kurt per trascinarlo con se.

Si fermarono davanti l’ingresso di un’altra stanza arredata elegantemente ( Kurt provò una forte invidia per lo stato di quella scuola a confronto con lo schema di colori molto poco piacevole del McKinley), e Blaine si schiarì la gola.

I ragazzi nel loro blazer blu scuro e rosso smisero di cantare e si voltarono per vedere chi fosse entrato.

“Avete cominciato senza di me?” chiese Blaine, entrando nella stanza.

Kurt lo seguì, imbarazzato.

Ci fu un coro eccitato di “Blaine” nell’aria quando i Warblers realizzarono che Blaine e Kurt erano li.

“No amico... semplicemente non ti vediamo da due giorni e non sapevamo che saresti venuto” disse uno dei ragazzi.

“E non sei solo…” puntualizzò un altro ragazzo.

Aveva i capelli a spazzola ed un sorriso sul viso che a Kurt non piacque per niente.

“Kurt... loro sono i Warblers” disse Blaine, girando tra loro per presentare a Kurt i ragazzi.

Molti nomi gli furono detti, ma Kurt sapeva che non li avrebbe mai ricordati tutti.

“Ragazzi... lui è Kurt... mio marito”

Blaine sembrò quasi orgoglioso di dirlo e Kurt si chiese quanti di loro , in realtà, sapessero il vero motivo per cui si erano sposati.

Non aveva idea se qualcuno lo sapesse, ma tutti si congratularono  con entusiasmo con loro, prima di cominciare le prove.

Blaine fece sedere Kurt su uno dei divani di pelle e Kurt , non appena iniziarono a cantare, sorrise.

Blaine era chiaramente a suoi agio e dedicò anche una canzone a Kurt che arrossì.

I Warblers erano fantastici... era davvero una sorpresa che le New Directions li avessero battuti alle Regionali.

Kurt si chiese se Blaine avesse ragione ed avessero vinto solo perché lui era malato.

Si fece una nota mentale di non parlarne mai accanto a Rachel.

Alla fine delle prove tutti si salutarono, consapevoli che si sarebbero comunque rivisti più tardi per la cerimonia del diploma.

Blaine allungò una mano che Kurt strinse, rialzandosi.

“Allora... cosa ne pensi?” chiese Blaine.

“Siete fantastici” disse Kurt entusiasta.

Si voltarono per andar via ma Kurt si fermò.

Uno dei Warblers era fermo sulla porta.

Era il tipo con la faccia da mangusta ed il sorrisetto sul viso.

“Hai bisogno di qualcosa Sebastian?” disse Blaine guardando male il ragazzo; cosa che sorprese un po’ Kurt.

“Allora è lui?” ribatté Sebastian, entrando nella stanza, “il marito a noleggio?”

“Non vedo come questo possa essere affare tuo “ disse con fermezza Blaine.

Kurt sentì che forse avrebbe dovuto intervenire e dire qualcosa, ma non sapeva esattamente… cosa.

Era chiaro che sotto ci fosse molto di più di una semplice “presentazione”.

“Oh... dai Blaine... “ disse Sebastian, avvicinandosi , “ non fare così”

“Così come?” sbottò Blaine, “incazzato? Perché non dovrei esserlo dopo quello che è successo?”

Le cose iniziarono piano piano ad avere un senso , cosa però che a Kurt non piacque.

“È lui?” l’interruppe Kurt, prima di riuscire a trattenersi , guardando Blaine, “ lui è quello con cui i tuoi…”

“Quello con cui i miei genitori mi hanno beccato... si” finì Blaine sospirando.

“Glielo hai raccontato?” domandò Sebastian, guardando Blaine.

Kurt vide un lampo di sorpresa attraversare il suo volto, prima di sparire dietro una maschera di calma, la sua espressione di nuovo sicura di se.

“Blaine mi ha raccontato molte cose” fu tutto quello che rispose Kurt, e se, con il suo tono di voce, sottointese che tutte quelle cose erano stati ...insulti... beh... era stata tutta colpa di Sebastian che li aveva provocati.

“Bene... il gattino ha gli artigli” rispose Sebastian, “ divertente”

“Sebastian... davvero non penso che io e te abbiamo altro da dirci” disse Blaine.

“Possiamo parlare?” chiese Sebastian, “ da soli?” 

Kurt lanciò un’occhiata a Blaine che ricambiò lo sguardo con occhi imploranti. ” 

Kurt non voleva lasciarlo da solo con Sebastian... non voleva che Blaine restasse da solo con quel ragazzo.

Si disse che non era per il fatto che Blaine e Sebastian si erano visti nudi ed avevano probabilmente fatto sesso un paio di volte.

Non aveva nulla a che fare con questo.

“Ti aspetto in corridoio” mormorò Kurt, poi si voltò ed uscì.

Il problema alla Dalton , come presto poté scoprire Kurt, era che l’acustica era meravigliosa.

In quel modo, Kurt poteva sentire ogni parola della conversazione  nella stanza dietro di lui.

“Cosa vuoi?” Kurt sentì Blaine chiedere.

“Mi manchi” Sebastian parlò così a bassa voce che Kurt riuscì a malapena a sentirlo.

Blaine sbuffò.

“Scusa se trovo difficile crederlo”

“Cosa ti aspettavi Blaine?” rispose Sebastian , sembrando arrabbiato .

Kurt fu tentato di voltarsi per sbirciare nella stanza, ma si costrinse a non farlo.

“I tuoi genitori si hanno beccati a letto insieme” 

“Eri il mio ragazzo ed avevo bisogno di te” gli disse Blaine, “ pensavo... stupidamente... che ti importasse di me abbastanza da rimanere e supportarmi in uno dei momenti più difficili della mia vita.

Ho fatto coming out con i miei genitori nel peggior modo possibile Sebastian” .

“ Mi dispiace per questo” mormorò Sebastian, “ sono davvero dispiaciuto... ma a malapena riesco ad affrontare mio padre, Blaine.

Non avevi bisogno che ti rovinassi la vita ancora di più”

Kurt si morse il labbro.

Non dovrebbe essere li ad ascoltare, ma non riusciva ad andare via.

“Ero nei guai Sebastian” gli ricordò Blaine, “ sarei rimasto senza soldi e senza casa”.

“Non lo sapevo allora... l’ho scoperto solo quando ho visto quello stupido annuncio sul giornale ed ho chiesto a David” disse Sebastian, abbassando la voce, “ mi ha detto quello che stavi facendo... ma era troppo tardi per me per fare qualcosa... eri già in viaggio per il Canada… sembra sia andata bene anche senza di me...”

“Mi dispiace” disse Blaine a voce bassa.

Kurt dovette di nuovo trattenersi dalla voglia di sbirciare.

Non pensava di poter sopportare la vista di loro due che si toccavano.

“Se avessi pensato anche per un secondo che mi avresti aiutato... sarei venuto da te”.

Beh fu peggio di un pugno alla stomaco.

Kurt prese un profondo respiro e si fece forza.

Si ripeté ancora ed ancora che solo perché lui e Blaine erano sposati questo non significava che Blaine fosse suo.

“Vorrei che lo avessi fatto” rispose Sebastian, “ ... che ne dici di mollare la sposina e di venire a divertirti un po’ con me?” chiese, “ ci siamo divertiti tanto”

Kurt sentì il cuore crollare.

Non sapeva cosa fare.

Pensò che forse era meglio se andava via , rendendo la scelta di Blaine più facile.

Il nodo allo stomaco si strinse così forte da fargli venire voglia di vomitare, così si diresse verso la macchina senza ascoltare la risposta di Blaine.


Blaine fissò Sebastian sconvolto.

“La scorsa settimana, avrei accettato subito” disse Blaine a Sebastian, “ anche dopo che mi avevi ferito così tanto” si fermò.

“Sono sposato... io e Kurt potremmo non esserci sposati per amore... ma mi piace e tanto ed ho fatto delle promesse durante i miei voti che intendo mantenere”

“Nobile da parte tua” disse Sebastian, lentamente.

“Non è nobile voler essere una persona perbene” gli disse Blaine, “ sono stato così cieco quando uscivamo insieme... penso di star vedendo il vero te ora”.

Con questo, Blaine si voltò ed uscì in corridoio.

Si aspettava di trovare Kurt in sua attesa, ma suo marito non era da nessuna parte.

Guardò in giro , anche negli altri corridoi, cercando di vedere se per caso Kurt avesse voluto fare un giro o altro; ma non riuscì a trovarlo.

Leggermente preoccupato, Blaine si diresse verso la macchina, sperando che Kurt fosse li.

Fece un sospiro di sollievo quando vide il Suv con Kurt all’interno, al posto di guida.

“Pensavo mi avresti aspettato” disse Blaine, salendo in macchina.

Kurt scrollò le spalle.

“Non volevi passare del tempo con Sebastian?”

Blaine fissò Kurt sorpreso, notando che la voce di Kurt tremava leggermente.

“No” rispose Blaine, “ tra noi è finita”.

“Questo è solo un matrimonio di fatto , Blaine” gli disse Kurt, se vuoi... vedere altre persone... puoi... non voglio fermarti”

Blaine non seppe cosa dire.

“É… questo... quello che vuoi?” alla fine si sforzò di dire.

Kurt fece una risata amara.

“Dovrei prima trovare qualcuno che mi voglia”

“Kurt... sei fantastico” rispose Blaine, “ forse... non riesci a vederlo... ma lo sei... quando saremo a New York... ci sarà la  fila per te” Blaine rimase quasi senza fiato.

Era l’ultima cosa che voleva.

Smettila... Kurt è tuo marito solo per finta... e voi due non siete amanti sfortunati o altro..

“Ne dubito” disse Kurt, “ ma...grazie”

“Forse... solo per semplificare le cose... non dovremo uscire con altre persone o cosa così” propose Blaine dopo un attimo, “ voglio dire... dovremo essere innamorati e sarebbe difficile ingannare i nostri amici e la tua famiglia se vediamo altre persone , perfino a New York”.

“Questo è vero” concordò Kurt, dopo un po’, “ma se uno di noi due trova qualcuno...”

“Allora ne riparleremo” promise Blaine.

Sapeva che se Kurt fosse andato da lui e gli avesse chiesto di annullare le loro promesse , lo avrebbe fatto.

Sarebbero andati ognuno per la propria strada ed una volta che l’anno fosse finito... avrebbero divorziato. 

“Probabilmente dovremmo andare ad incontrare Carole per la cena” intervenne Kurt, controllando il suo orologio.

Blaine annuì, restando in silenzio mentre Kurt metteva in modo il Suv e inseriva la retromarcia.

Blaine sperava che la questione tra lui e Kurt fosse risolta… ma mentre guardava Kurt guidare verso il ristorante, ebbe la sensazione che non lo fosse. 



NOTE

Ed il "nostro " Sebastian compare e scompare per fortuna( piccolo spoiler ;) )...

Ho creato una fanpage su Darren su facebbok Darren Criss Italian Fanclub... se qualcuno ha voglia e tempo mi servirebbe una mano... e se vuole può mettere un bel mi piace :P

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Capitolo 9
*** capitolo 9 ***


A cena rimasero in silenzio.

Kurt arrotolava la pasta con poco entusiasmo.

Né lui né Blaine dissero molto e Kurt sapeva che Carole lo aveva notato.

“Va tutto bene?” chiese alla fine Carole.

“Va tutto bene, Carole” rispose Kurt.

“Si... “ intervenne Blaine, concordando, “ è solo stata una lunga giornata e non è ancora finita”

Carole annuì e si voltò verso Blaine.

“Pensi che i tuoi genitori verranno alla cerimonia?”

Blaine quasi si soffocò col boccone di insalata ( Kurt a dire il vero era stato distratto per tutta la cena a guardare Blaine mangiare... Blaine usava sial il coltello che la forchetta con l’insalata, qualcosa che Kurt aveva visto solo nei film... Kurt aveva passato la maggior parte della cena a trattenersi dal sospirare sognante , perché sarebbe apparso piuttosto strano e non pensava di poterlo poi spiegare ).

“Non penso proprio” rispose a bassa voce Blaine, “ non sono in buoni rapporti con loro e mi hanno detto che da oggi avrebbero ufficialmente tagliato i ponti con me”.

Carole si allungò per poggiare la mano sul polso di Blaine.

“So che non è la stessa cosa... ma ora hai noi” disse lei, sorridendogli con dolcezza.

“Grazie” rispose Blaine quasi in lacrime.

“So che sono i tuoi genitori, ma devo dirtelo... mi fa davvero arrabbiare il fatto cheti abbiano abbandonato senza nemmeno un modo per cavartela” continuò Carole.

“Probabilmente  hanno pensato che quello sarebbe stato l’unico modo per “cambiare il mio comportamento immorale” le disse Blaine.

“Questo è orribile” disse Kurt, la voce acuta ed ansimante per l’emozione.

Non riuscì a resistere all’urgenza di far scivolare un braccio attorno alle spalle di Blaine per stingerlo dolcemente.

“Non avevo idea che andasse così male”.

“Non hai mai incontrato i suoi genitori, immagino” confermò Carole.

Blaine aveva lo sguardo abbassato sul suo grembo , le mani intrecciate sul tavolo , le posate poggiate nel piatto.

“No” rispose Kurt.

“Sii felice per questo” mormorò Blaine.

“Perché non parliamo di cose più allegre?” suggerì Carole, “perché voi ragazzi non mi raccontate quali sono i vostri piano per l’estate, per New York e per il college?”

Kurt si scambiò uno sguardo con Blaine prima di rispondere .

“Beh... per ora ancora non sappiamo” iniziò Kurt, “ ma l’idea generale è che lavorerò in officina quest’estate fin quando non potremo assumere qualcuno...”

“Ed io cercherò un posto per noi a New York e pianificherò i miei corsi” aggiunse Blaine.

“Avevamo pensato di trasferirci verso fine Luglio così da poter perlustrare un po’ la città prima dell’inizio delle lezioni di Blaine” finì Kurt.

Non avevano davvero mai parlato e Kurt notò Blaine aggrottare le sopracciglia alle sue parole, ma per fortuna rimase in silenzio.

“Avrò sistemato tutti i conti e l’officina per allora, ne sono sicuro”

“Pretendi troppo da te stesso” disse Carole , accigliandosi, “ sono io l’adulto qui, Kurt.

Dovrei essere io ad occuparmi di tutto questo”.

“L’ho promesso a papà, Carole” sussurrò Kurt, “ ti prego... solo... lascia che me ne occupi io”.

“Ogni giorno ringrazio dio per aver sposato tuo padre, lo sai questo?” disse Carole a Kurt, sorridendo triste, “non posso immaginare la mia vita senza di te”

Kurt le restituì il sorriso, lo stomaco in agitazione.

“Se volete scusarmi, ho bisogno di incipriarmi il naso” Kurt si alzò da tavola, incapace di rimanere seduto li un minuto di più.



Blaine era preoccupato per Kurt.

Sapeva che stava gestendo molte cose dopo la morte del padre, ma la verità era che pensava che Kurt si stesse rifiutando di affrontare per davvero la morte del padre.

Non dormiva, lavorava troppo, si stava assumendo la responsabilità di tutta la famiglia e , a quanto sembrava, stava reprimendo i suoi sentimenti.

Si conoscevano da solo 3 giorni e Blaine lo aveva capito così in fretta.

Si chiese, se per lui era così ovvio, il perché nessuno avesse fatto o detto qualcosa per cercare di aiutarlo.

“Sei preoccupato per lui, vero?” chiese Carole, non appena Kurt lasciò il tavolo.

“Sembra che non abbia preso bene la morte del padre come invece vuol far credere” rispose Blaine.

“Ho la stessa sensazione” mormorò Carole, “ forse puoi riuscire a farlo parlare con te di questo”

“Non voglio pressarlo” disse Blaine.

“Fagli solo sapere che ci sei se vuole parlare” gli disse carole, “ potrebbe fare un’enorme differenza” sospirò, “penso che non abbia nemmeno mai pianto da quando è successo.

Blaine aprì bocca per risponderle ma si fermò quando vide Kurt tornare al tavolo.

“Penso che dovremo andare” disse Kurt, indicando il suo cellulare, “ se non ce ne andiamo ora, faremo tardi... ho già pagato il conto”.

“Non dovevi farlo” lo ammonì Carole.

“Non è un problema Carole” rispose Kurt.

Blaine sorrise quando vide Kurt aiutare Carole ad infilarsi la giacca, poi i tre si diressero verso l’uscita.

Blaine sapeva che avrebbe dovuto parlare con Kurt e farlo anche presto, forse anche quella sera stessa.

Decise di non pensarci per il momento, determinato a godersi il diploma.

Non ci aveva nemmeno pensato , neanche una volta,  al fatto che i suoi genitori potessero presentarsi , così aveva evitato proprio di pensarci. 



Kurt e Carole trovarono i loro posti e si sedettero.

“Questo posto è davvero di lusso” sussurrò Carole, una volta che si furono accomodati, “non mi sorprende che le rette siano così alte”.

“Scherzi?” rispose Kurt, “ non lo hai visto il lampadario all’entrata? È cristallo”.

Carole spalancò gli occhi.

“Spero di essermi vestita bene” disse alzandosi.

“Sei bellissima” disse Kurt, guardandola con occhio critico , nel suo vestito nero, “ lo saprei... te l’ho comprato io “

Carole sorrise , mentre si risiedeva al suo posto.

C’era una coppia accanto a lei che aveva più o meno la sua stessa età, notò Kurt.

L’uomo notò che Kurt lo stava guardando così Kurt sorrise, imbarazzato di essere stato beccato a fissarlo.

L’uomo non restituì il sorrise , semplicemente voltò la testa e tornò a guardare davanti a se.

Okay allora…

Kurt sospirò.

Immaginò che anche in una scuola con una politica a tolleranza zero, non si poteva essere fortunati abbastanza che quest’ultima si estendesse anche ai familiari degli studenti.

Decise di non pensarci più per concentrarsi sul palco, dove Blaine ed i Warblers era stati appena annunciati.

I ragazzi furono accolti con un forte applauso quando, una volta saliti sul palco, iniziarono la prima canzone, “Please Don’t Stop the Music” di Rihanna.

Kurt li aveva già sentiti cantare prima , ma questo non gli impedì di godersi lo spettacolo.

Blaine , di solito, era un tipo tranquillo e contenuto da quello che Kurt poteva dire, ma sul palco diventava… vivo.

Kurt non aveva mai visto una trasformazione così spettacolare.

Applaudì forte alla fine della canzone, così come Carole.

Carole iniziò a portarsi le mani alla bocca per fischiare ma Kurt la fermò con una mano sul braccio ed un “No” a bassa voce.

L’ultima cose che voleva era attirare l’attenzione su di loro.

I Warblers fecero un’altra canzone, “Good Riddance” dei Green Day, prima che il preside salisse sul palco per chiamare i diplomanti .

Kurt applaudì forte quando fu chiamato il nome di Blaine.

Molti studenti della Dalton lo applaudirono e Blaine prese il suo diploma con un cenno della mano ed un enorme sorriso sul viso.

Kurt lasciò che Carole fischiasse.



Blaine si incamminò tra la folla alla ricerca di Kurt e Carole, il diploma stretto in mano.

Si era ufficialmente diplomato e, a dire il vero, era molto elettrizzato per questo ( negli ultimi giorni solo il pensiero del diploma non faceva altro che terrorizzarlo).

Li trovò nel corridoio vicino ai loro posti e Blaine non poté farne a meno ... tirò Kurt in un abbraccio emozionato.

Kurt rise, un suono che per Blaine era musica per le sue orecchie.

“Siete stati grandi” disse Kurt , allontanandosi.,

Carole tirò Blaine in un abbraccio non appena si separò da Kurt; Blaine si godette la sensazione di quell’abbraccio materno.

Era passato tanto tempo dall’ultima volta che ne aveva avuto uno.

“Sono pronto... ad andare se volete” disse Blaine, quando Carole si allontanò.

“Blaine... possiamo parlare con te?” .

Blaine si irrigidì nel sentire quella voce.

SI voltò lentamente e vide i suoi genitori in piedi dietro di se.

Il padre aveva un’espressione severa sul volto , sua madre era esitante ed insicura.

“Mamma... papà...” li salutò Blaine , sorpreso.

Sentì Kurt inspirare forte accanto a lui.

“Non mi aspettavo di vedervi questa sera”.

“Possiamo parlarti un momento? Da soli?” chiese sua madre.

Blaine si sentì indeciso.

Forse i suoi genitori avevano cambiato idea.

“Possiamo aspettarti qui” mormorò Kurt.

“Tutto quello che avete da dirmi potete dirlo davanti a loro” disse alla fine Blaine.

Anche se i suoi genitori avessero cambiato idea, era comunque in debito con Kurt per averlo aiutato col suo problema perché Kurt aveva bisogno di soldi.

“Molto bene” disse Douglas Anderson, “ forse possiamo andare in un posto più tranquillo?”

“Certo” disse Blaine, arrossendo .

Avrebbe dovuto pensarci da solo.

Si rimproverò tra se mentre guidava il gruppo verso una piccola stanza accanto all’auditorium.



“Hai fatto una performance bellissima” disse la madre di Blaine.

Kurt vide Blaine fissare la madre scioccato e si chiese se la madre di Blaine gli avesse mai fatto un complimento.

“Come mai siete qui?” chiese Blaine, arrivando al sodo, “ pensavo di essere stato diseredato”.

Il padre di Blaine fece una smorfia.

“Tua madre ha insistito sul darti un’ultima possibilità di tornare in te” .

Blaine rise, una risata amara e vuota.

“Così siete venuti a vedere se eravate riusciti , con successo, a cacciare il gay che è in me?” 

“Blaine…”  sospirò suo padre, “ sai che non è...”

“Ma è esattamente quello che state cercando di fare” lo interruppe Kurt, avanzando e prendendo la mano di Blaine .

“Suo figlio è gay , signor Anderson... prima lo accetterà prima saremo tutti felici...”

“Non so chi ti credi di essere ragazzo, ma questa è una cosa tra Blaine e noi, i suoi genitori” rispose il signor Anderson, “ non ti riguarda”.

“A dire il vero... mi riguarda” rispose Kurt, “ visto che io e Blaine siamo sposati”.

La madre di Blaine rimase a bocca aperta e suo padre si fece di un’interessante sfumatura di rosso.

“Non puoi essere serio...” riuscì a dire la signora Anderson alla fine.

“È assolutamente serio... mamma “ rispose Blaine, “ io e Kurt ci siamo appena sposati”.



“Ho davvero pensato che gli sarebbe venuto un infarto proprio li” disse Blaine, scivolando sotto le coperte quella sera.

Kurt era seduto davanti alla specchiera per la sua solita routine idratante.

“Penso che Carole stesse per assalirli o qualcosa di simile... è piuttosto pericolosa quando vuole”.

“Così come te...” 

Blaine fissò lo sguardo di Kurt attraverso lo specchio.

“Grazie... per avermi difeso”

“Non potevo semplicemente lasciare che ti parlasse in quel modo” Kurt scrollò le spalle, “Ci siamo dentro insieme, no?”

“Si” mormorò Blaine.

Non aveva mai avuto qualcuno dalla sua parte così come lo era stato Kurt.

Wes era un ottimo amico ed era stato in buoni rapporti anche con alcuni degli altri ragazzi alla Dalton, ma nessuno di loro... lo aveva aiutato così come aveva fatto Kurt.

Kurt finì e spense la luce della specchiera.

Salì sul letto accanto a Blaine che non perse tempo, avvicinandosi a lui.

“Vuoi dormire nello stesso modo della notte scorsa?” chiese dolcemente a Kurt.

“Una parte di me... vorrebbe dire di no” rispose Kurt e Blaine sentì qualcosa sprofondare in lui, “ ma la parte razionale di me … dice che sarei pazzo a dire di no, visto che le ultime due notti ha funzionato”.

“Quindi è un si?” volle sapere Blaine, la voce dolce.

“Si” gli disse Kurt.

Blaine si mosse e si sistemò contro Kurt nello stesso identico modo della notte prima.

“Hey Kurt” sussurrò Blaine, dopo essere stati entrambi in silenzio per un po’.

“Hummm...?”

“Sai che sono qui... se hai voglia di parlare, vero?” disse Blaine, “ di qualsiasi cosa... So che non ci conosciamo da tanto tempo ma... voglio solo che tu lo sappia.”

“Grazie” mormorò Kurt.

“Figurati” rispose Blaine con un sorriso sul volto, lasciandosi scivolare nel sonno.



NOTE

E pure Blaine si è diplomato...

Alzi la mano chi non avrebbe voluto picchiare i suoi genitori

Alla prossima settimana

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Capitolo 10
*** capitolo 10 ***


Una volta finita la scuola il tempo passò in fretta.

Kurt scoprì che lui e Blaine erano caduti in una specie di routine... si svegliavano... e Kurt andava in officina.

Blaine passava la sua giornata a prepararsi per l’NYU e a cercare un appartamento per loro mentre aiutava Carole in casa.

Finn stava di solito fuori casa, apparentemente ancora arrabbiato per il matrimonio suo e di Blaine e per il fatto che se ne sarebbero andati a New York ( o almeno era quello che Kurt supponeva... Finn , a dire il vero, non parlava con lui di questo)

Per quando riguardava loro due, Kurt riuscì ad imparare sempre qualcosa di nuovo su suo marito,

Il cibo ed i suoi colori preferiti… le bands... le canzoni... i suoi musical... e la lista andò avanti “

L’enorme quantità di cose che avevano in comune era sconcertante... e Kurt si chiedeva spesso come sarebbero andate le cose se avesse incontrato Blaine prima.

Forse sarebbero stati amici... o anche qualcosa di più.

La cosa più bella fu quando scoprì che condividevano anche lo stesso amore per quei terribili reality in tv.

Lui e Blaine passavano delle ore con una ciotola di popcorn a fare maratone dei loro spettacoli preferiti, facendo commenti sarcastici e lanciando popcorn verso lo schermo.

Kurt non avevamo mai avuto un migliore amico prima ( lui e Rachel erano ottimi amici e con Mercedes era stato molto unito durante il suo secondo anno , fino a quando le cose non erano andate fuori controllo al McKinley e si erano allontanati un po’).

Nessuno lo aveva mai capito come faceva Blaine, così tanto che si era ritrovato a dire a Blaine delle cose che normalmente non avrebbe mai detto a nessun altro.

Nulla di importante.. ma sapeva che un giorno sarebbe stato in grado di raccontare a Blaine qualsiasi cosa e questo non avrebbe cambiato nulla tra loro.

Il primo deposito della banca arrivò proprio come concordato e Kurt quasi pianse quando vide la cifra sul suo conto bancario.

Lo mostrò a Blaine che stava fissando il suo estratto conto scioccato.

Uscirono fuori a cena, solo loro due, per festeggiare.

Kurt pensò che sarebbe stato strano, solo loro due, vestiti abbastanza elegantemente a cena da Breadstix ... ma non lo fu.

Fu tutto come sempre tra loro.

“Allora.. cosa farai per prima cosa con la tua parte?” chiese Blaine mentre divoravano un pezzo di cheesecake.

Kurt amava i dolci alla crema ma cercava di non mangiarli troppo spesso.

Era stato convinto da Blaine che gli aveva offerto di dividere una fetta.

“Penso che mi metterò in pari con le bollette già scadute e poi il resto lo metto da parte per la maxi rata dell’officina... e con quello del prossimo mese la coprirò del tutto.

“Perfetto” disse Blaine, allungandosi per stringere la mano libera di Kurt, che era poggiata sul tavolo.

Kurt restituì la stretta.

“E tu?” volle sapere Kurt.

“Ed io...” iniziò Blaine, “ .. io pagherò per l’appartamento in cui vivremo e comprerò i mobili e farò la spesa” rise , “A dire il vero... stavo pensando a questo… ho una lista di posti che potremo andare a vedere... a meno che non vuoi andarci a vivere senza aver mai visto il posto o se ti bastano le foto sul sito.”

L’espressione sul viso di Kurt parlò da sola… perché Blaine rise.

“Ok... allora perché non facciamo una cosa... domani prendiamo un treno ed andiamo a New York... ci fermiamo in un albergo... e poi andiamo a dare un’occhiata agli appartamenti?

Possiamo anche farci un giro se abbiamo tempo e per tornare domenica?”

“Davvero?” 

Kurt non riusciva credere che lui e Blaine stavano parlando di saltare su un treno per New York per il fine settimana.

A volte pensava di doversi pizzicare per poter capire che non stava sognando.

“Certo” rispose Blaine, “ io non ci sono mai stato ... ma tu si...”

Kurt ricordò di aver raccontato a Blaine della sua avventura con le New Directions a New York , in viaggio per le Nazionali dello scorso anno.

“Puoi mostrarmi tutti i posti in cui sei stato e forse possiamo anche intrufolarci al Gershwin”.

Kurt rise .

“Conosco una finestra sul retro che non è mai chiusa per non so quale motivo”

“Meraviglioso” disse Blaine, “ è un appuntamento”

Kurt si sentì arrossire mentre guardava Blaine, riflettendo sulla sua scelta di parole.

Evidentemente anche Blaine realizzò quello che aveva detto perché le sue guance di colorarono di rosso.

Ma comunque... Blaine non le ritirò e Kurt si ritrovò a canticchiare felicemente mentre leccava l’ultimo pezzetto di cheesecake dalla forchetta.

Era così di buon umore... era quasi sicuro che nulla potesse rovinargli la giornata.

Almeno fin quando non tornò a casa e Finn li fermò in salotto con un “ possiamo parlare?”



“Non posso credere a quello che è appena successo” disse Kurt, sedendosi sul bordo del letto, prima di lasciarsi cadere all’indietro.

Blaine si avvicinò e si sedette accanto a lui.

“Sembra leggermente... estremo... non trovi?” chiese, “praticamente Finn l’ha lasciata sull’altare per potersi arruolare nell’esercito?”

“Non conosci Rachel” rispose Kurt, “ Rachel ama Finn, molto più di quanto ami esibirsi... cosa che pensavo non sarebbe mai uscita dalla mia bocca”.

Kurt incrociò lo sguardo di Blaine, “ l’unico modo per farla salire su quel treno è mettercela noi di peso”

“Ma tirar fuori così la faccenda… soprattutto visto che lei pensava che si sarebbero sposati... cioè... lei pensava che Finn le volesse parlare di una fuga d’amore per domani”. “

“Scappare per amore con noi ha funzionato” puntualizzò Kurt con una scrollata di spalle.

“Si... l’abbiamo fatta sembrare una cosa romantica” gli disse Blaine, sorridendo.

“Eh si... l’alberghetto per coppiette e le repliche di Sesame street erano proprio da perdere i sensi...” scherzò Kurt e Blaine ridacchiò.

“Solo il meglio per il mio uomo” disse Blaine, spostandosi per stendersi accanto a Kurt.

Non appena le parole uscirono dalla sue labbra, Blaine si augurò di potersele rimangiare.

Kurt lo stava fissando sorpreso.

Stava diventando sempre più difficile per Blaine combattere contro tutto quello che riguardava Kurt.

Non aveva mai pensato di poter incontrare qualcuno come suo marito... tuttavia Kurt era li...

Non riuscì a distogliere lo sguardo da Kurt, i suoi occhi nocciola fissi negli occhi azzurri di Kurt. 

Blaine si chinò inconsapevolmente verso di lui, troppo preso dal turbinio di emozioni nello sguardo di Kurt per realizzare quanto fossero vicini.

Lanciò uno sguardo alle sue labbra e poi tornò a guardare Kurt negli occhi, sentendo un improvviso bisogno di baciare Kurt… il loro breve bacio dopo il matrimonio gli aveva fatto desiderare spesso di farlo ancora.

Blaine faceva del suo meglio per non pensarci , perché Kurt non provava le stesse cose per lui ed una volta che l’anno sarebbe finito , Blaine sapeva di dover andare avanti o sarebbe andato in pezzi.

Ma ora... era li...  pochi centimetri dal baciare Kurt e non riusciva a credere che stesse per accadere per davvero.

E poi…

“Cosa hai fatto?”

L’urlo forte di Carole risuonò dal piano di sotto.

Blaine balzò all’indietro per la sorpresa quasi cadendo dal letto.

“Beh...” disse Kurt dopo un momento, “ Carole è a casa”.



“Stai bene?” chiese Kurt a Rachel .

Rachel era seduta accanto a lui sul treno, la testa poggiata sulla sua spalla , mentre piangeva a dirotto.

La mattinata era stata incredibilmente emotiva per Rachel e Kurt l’aveva passata abbracciato a lei , cercando di calmarla (  almeno non si preoccupava né ripensava al quasi bacio tra lui e Blaine della sera prima.. seguito poi dall’imbarazzo nel dormire e allo stesso identico imbarazzo di quando si erano svegliati).

Rachel singhiozzò ed annuì, per poi fare un grido strozzato e scuotere la testa.

Kurt fu felice che il treno fosse quasi vuoto.

Sapeva che man mano che si sarebbero avvicinati a New York il treno sarebbe diventato più affollato, ma sperava che per allora Rachel si sarebbe calmata.

“L’ha fatto perché ti ama Rachel” cercò di confortarla Kurt, ma ebbe l’impressione che Rachel non lo avrebbe ascoltato.

“Questo non è amore...” disse Rachel, “ questo è...”

“Rachel” disse Blaine, seduto di fronte a loro, “ so che non ci conosciamo molto bene...ma questa è una cosa positiva”.

“Hai ragione” mormorò Rachel, “ non ci conosciamo bene”.

“Sono serio “ disse Blaine, “ non sono d’accordo su come Finn si sia comportato, spiattellandoti tutto così” si fermò, “ ma ormai è fatta ed ora hai tutto il tuo futuro davanti”.

Rachel si raddrizzò e fissò Blaine.

Anche Kurt stava fissandolo.

Non aveva mai visto qualcuno che avesse l’abilità di calmare Rachel quando era nel bel mezzo di una crisi di nervi.

“Sei Rachel Berry e stai andando a New York  alla Nyada ed un giorno... scuoterai Broadway “ le disse Blaine.

Rachel tirò su col naso per poi pulirsi con un fazzolettino che aveva stretto nel pugno.

“Hai ragione” disse Rachel dopo un lungo momento, “ hai proprio ragione”,

Rachel sorrise.

“Ti abbraccerò ora, okay?” 

Blaine sorrise mentre Rachel saltò praticamente dall’altra parte del corridoio per abbracciarlo.

Kurt non riusciva a credere a quello che aveva visto.

Lo sguardo di Blaine incrociò il suo da sopra la spalla di Rachel e Kurt non poté fare a meno di sorridergli.

Secondo Blaine, il viaggio a New York fosse stato travolgente.

Sembrò che non appena arrivati alla Grand Central Station e lasciato Rachel con i suoi papà ( che li stavano aspettando all’arrivo) stessero già tornando a casa in Ohio...

Lui e Kurt avevano visitato molte case prima di decidere, alla fine, per la seconda casa che avevano visto... un appartamento con due camere da letto nell’Upper East Side , in un edificio con il portiere.

Kurt se ne era innamorato all’istante , ma disse che avevano bisogno di vederle tutte prima di prendere la decisione finale.

Tornarono due ore dopo per firmare i documenti.

Poi ci fu il giro turistico ( Time Square, il  Gershwin Theater, Central Park ) prima di crollare dal sonno nella loro camera d’albergo ( che Carole aveva voluto prenotare per loro ) per poi svegliarsi tardi il mattino dopo.

Fecero colazione in camera, cercando di riprendersi dal giorno prima, in attesa di dover prendere il treno per tornare a casa.

Fecero centinaia di foto che mandarono a Carole.

Si incontrarono con Rachel ed i suoi padri per un pranzo tardivo prima di dirigersi verso la stazione.

Blaine non aveva mai pensato di poter ridere così tanto nella sua vita.

Prima che partissero i genitori di Rachel ( ora conosciuti come Hiram e Leroy , per loro insistenza ) gli avevano persino fatto scivolare una busta come regalo  tardivo per il matrimonio e per la loro nuova casa.

Kurt ne era rimasto sorpreso ed imbarazzato ma la prese con un tranquillo grazie.

Rachel sarebbe tornata in Ohio con i suoi genitori , così Blaine e Kurt non dovevano preoccuparsi di lei per il viaggio di ritorno.

Blaine ne fu grato... non che Rachel non fosse una ragazza adorabile, anche se un po’ troppo... emotiva, ma Blaine voleva Kurt tutto per se , dopo il meraviglioso fine settimana che avevano passato insieme.

Passarono il viaggio in treno a leggere la lettere dei genitori di Rachel che conteneva anche un assegno di 500 dollari.

La lettera era gentile e premurosa piena di consigli sull’essere gay e sposati, anche se Kurt si fermò dal leggerla ad alta voce , quando arrivò alla parte sui consigli per il sesso, il volto arrossato.

Blaine decise che avrebbe dato un’occhiata alla lettera una volta a casa per vedere cosa diceva... non faceva male essere preparati…

Ormai era arrivato al punto che Blaine non poteva più negare quello che provava.

Solo non sapeva cosa fare.

Non poteva dare un seguito ai suoi sentimenti… e se rovinava tutte le cose bella che lui e Kurt avevano fatto?

Il loro quasi bacio era ancora fisso nella sua mente e s ritrovò tentato di riprovarci.

Si augurava solo di aver capito cosa pensava Kurt.

Kurt non si era allontanato da lui, l’altra sera, dopo tutto, cosa che dava una speranza a Blaine.

Se solo ne potesse essere sicuro.

“Stai bene?” gli chiese Kurt con un dolce sorriso.

Blaine si allungò per stringere forte la sua mano.

“Sto bene” rispose Blaine, sforzandosi di sorridere.

Forse ci avrebbe provato di nuovo presto.

Forse.



NOTE

E ormai siamo a metà di questa storia... qualcosa si sta "evolvendo" ... ma cosa succederà????

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Capitolo 11
*** capitolo 11 ***


Il giorno del trasloco arrivò.

In realtà, i giorni del trasloco, dato che Carole e Finn li aiutarono ad impacchettare e poi caricarono tutte le loro cose nel furgone che avevano affittato e che Finn avrebbe guidato.

Blaine e Kurt erano nel Navigator di Kurt , mentre Carole viaggiò insieme a Finn.

Dopo averci pensato molto, Blaine aveva deciso di vendere la sua station wagon .

Non avevano bisogno di due macchine a New York e Blaine poteva sempre comprarne un’altra se ne avesse avuto bisogno.

Canticchiò a bassa voce con la radio mentre ascoltava Kurt parlare animatamente dei piani per l’appartamento... i colori, i mobili... del lavori da fare.

Blaine aggiunse qualche sua idea ma per il resto fu felice di lasciare fare tutto a Kurt.

Il viaggio fu lungo ma tranquillo e si erano fermati a dormire la sera prima in Pennsylvania , così sarebbero stati riposati e pronti per scaricare le loro cose

“Non posso credere che stia davvero succedendo” disse Kurt, quando arrivarono alla periferia di New York, “ davvero non posso crederci”

“Beh... puoi...” rispose Blaine, “stiamo iniziando una nuova vita , entrambi”.

Non molto era cambiato tra lui e Blaine negli ultimi mesi... erano diventati ottimi amici, amavano ancora guardare gli squallidi reality e leggere insieme Vogue... ma questo era tutto.

Blaine nutriva la speranza che una volta rimasti da soli , le cose potessero cambiare tra loro , che potessero trasformare il loro matrimonio in qualcosa di reale e non solo più un matrimonio di fatto, ma non aveva idea se Kurt fosse davvero interessato a lui in quel modo.

Blaine fu distratto da questi pensieri, dai palazzi e dal panorama di New York; lui e Kurt cominciarono a parlare, eccitati, di uscire a fare un vero giro turistico ora che avrebbero vissuto li e potevano prendersi tutto il tempo che volevano.

Blaine espirò forte quando si fermarono davanti all’edificio del loro appartamento; il portiere li fissava mentre accostavano .

Blaine saltò giù dalla macchina e spiegò chi erano al portiere , che li stava aspettando.

Poi iniziarono l’arduo compito di scaricare con Finn, in silenzio mentre lui e Kurt parlavano di cosa sistemare prima o dove mettere poi le altre scatole fino a quando non sarebbero stati pronti per disfarle.

Furono veloci, Carole e Kurt più che altro sistemarono , mentre Blaine e Finn facevano avanti ed indietro .

Alla fine, Blaine seguì Finn per l’ultima volta in strada.

Scaricarono le ultime scatole dalla macchina e le sistemarono sul carrello quando all’improvviso Finn parlò.

“Non ti odio, sai” .

Blaine lo fissò sorpreso, perché no... non lo sapeva.

Pensava che Finn lo accusasse della fuga d’amore con Kurt ( a ragione  in effetti... visto che era Blaine ad aver bisogno di essere sposato , in primo luogo).

“Non ti biasimerai se lo facessi” disse a bassa voce Blaine.

“Beh... non ti odio... “ rispose Finn , “ ti ho guardato molto con Kurt... non in modo raccapricciante... e da quando è sposato con te, Kurt è molto più felice di quanto io ricordi sia mai stato”

Ancora una  volta, Blaine si ritrovò a fissare Finn con un’espressione sorpresa sul viso.

“Ho capito che l’essere sposato con te lo rende così felice e se tu lo rendi felice allora non sei così male” spiegò Finn.

“Grazie”  gli disse Blaine, “penso”.

“Voglio solo farti sapere che in realtà non sei tu...” continuò Finn, “ la morte di Burt ha colpito tutti noi molto duramente e poi scoprire che Kurt si era sposato e non lo aveva detto a nessuno né ha invitato nessuno… ha fatto male... e penso di essermela presa con te.”

“Va bene… è tutto ok” lo rassicurò Blaine.

“No... non lo è” ribatté Finn, “ mi dispiace... non volevo partire per l’addestramento senza dirtelo”

A questo punto , stavano spingendo il carrello pieno di scatole giù per il corridoio verso l’appartamento.

La porta era aperta e Blaine poté sentire Kurt e Carole parlare in salotto.



“Voi ragazzi avete trovato davvero un bel posto...”  disse Carole.

Kurt sorrise, scavando nella scatola con su scritto Cucina.

“Vero?” 

Kurt non poté fare  a meno di fare un piccolo ed eccitato balletto mentre portava la pila di piatti, che aveva trovato, in cucina per poi posarli sul tavolo.

“Io e Blaine ce ne siamo innamorati subito”.

“Tesoro... a proposito di te e Blaine...” poi si interruppe e Kurt si voltò per guardala, spiazzato dal tono preoccupato nella sua voce.

“ Cosa... di me e Blaine?” chiese Kurt  , probabilmente un po’ più bruscamente di quanto necessario” pensavo ti piacesse?”

“Mi piace...” si affrettò a rassicuralo Carole, “ solo... sono un po’ preoccupata per voi due… va tutto bene?” 

“Cosa intendi?”

Kurt era confuso ora e diede tutta la sua attenzione a Carole.

“Voi... sembra che non vi tocchiate tanto... e non ricordo di avervi mai visto baciare...” disse Carole, “ siete sposati ormai da tre mesi ed ancora non avete gli anelli”.

Kurt rimase a bocca aperta non sapendo cosa dire.

A parte il bacio interrotto di cui lui e Blaine non avevano mai parlato , in una specie di tacito accordo, non avevano mai avuto motivo di baciarsi.

Si tenevano spesso per mano... di sicuro era qualcosa?

“Semplicemente non siamo per le effusioni in pubblico... Carole... e per gli anelli... beh , ad essere onesti, l’argomento non è mai venuto fuori... tutto è successo così in fretta...”

“Lo so.. “ sorrise tristemente Carole, “non intendevo intromettermi o altro... è solo… sei mio figlio Kurt… non posso lasciarti qui con Blaine senza sapere sa stari bene” Carole tirò su col naso e asciugò una lacrima dalla guancia.

“Oh dio Carole... ti prego non piangere” rispose Kurt, “ se cominci, lo farò anche io...” Kurt l’abbracciò forte , “ sto bene... io e Blaine stiamo bene e staremo bene qui insieme, te lo prometto”.

“Tuo padre sarebbe stato fiero di te in questo momento” sussurrò Carole.

“Lo pensi davvero?” chiese Kurt, allontanandosi .

I suoi occhi si riempirono di lacrime non versate, ma ingoiò il bisogno di piangere.

“Sei a New York... ti sei sistemato con un meraviglioso ragazzo e stai per realizzare i tuoi sogni... è tutto quello che voleva per te”.

“Mi faresti un favore?” chiese Kurt, quando riuscì a parlare.

“Qualsiasi cosa” promise Carole.

“Andresti a mettere dei fiori sulla sua tomba per me?” 

Ancora non aveva avuto la forza di andare sulla tomba del padre.

Era solo troppo doloroso...

“Certamente”.

Carole gli accarezzò una guancia , poi si scusò e si diresse in bagno, proprio mentre Blaine e Finn entravano in casa per scaricare le ultime cose.

Kurt si tenne impegnato , sistemando le cose in cucina , sperando di riuscire a trattenersi fino a quando Carole e Finn non se ne sarebbero andati.



Salutarli fu dura per Kurt e Blaine lo capì.

Carole pianse, abbracciando entrambi forte e facendosi promettere che avrebbero chiamato se avessero avuto bisogno di qualcosa o anche solo per parlare, ed anche di non aspettare troppo per andare a trovarli.

Blaine e Finn si scambiarono un fraterno cinque ( secondo Finn)  e Blaine capì dall’espressione sorpresa di Kurt che, una volta che Carole e Finn se ne sarebbero andati, avrebbe dovuto spiegargli tutto.

“Prenditi cura di te, fratellino” disse Finn, tirando Kurt in un forte abbraccio.

Blaine sorrise anche se sentì un dolore al petto.

Era felice che Kurt e Finn fossero così uniti, ma questo gli riportò alla mente quei giorni in cui Cooper accettava la sua esistenza, non dimenticandosi di avere un fratello.

“Anche tu fratellone” mormorò Kurt, “ e se ti fai sparare... mi incazzerò di brutto”

“Lo terrò a mente” sorrise tristemente Finn.

“È meglio se andiamo tesoro,  se vogliamo arrivare in Pennsylvania prima di sera” disse alla fine Carole.

Si cambiarono un ultimo abbraccio e poi Carole e Finn andarono via, così Kurt chiuse la porta a chiave dietro di loro.

“Bene” Kurt si voltò e guardò Blaine, “ ci siamo solo noi adesso”

“Immagino di si” rispose Blaine che lo fissava intensamente.

Blaine non riuscì ad evitare che il suo sguardo scivolasse sulle labbra di Kurt.

“Credo che ... dovremo...spacchettare” Kurt alla fine spezzò la tensione e Blaine quasi iniziò.

“Si” concordò a bassa voce.

Avevano già parlato di come sistemare tutte le cose prima di partire.

Blaine avrebbe preso la camera padronale ( Kurt aveva insistito , visto che l’appartamento era a nome di Blaine e che avrebbe continuato a viverci una volta che il loro matrimonio sarebbe stato annullato ) e Kurt avrebbe preso la seconda camera da letto.

Blaine si era comprato un letto nuovo prima di trasferirsi ed avevano spiegato che si sarebbero portati il letto di Kurt per la camera degli ospiti.

Blaine iniziò a sistemare tutte le sue cose, modificando la disposizione dei mobili e mise i suoi abiti nell’armadio. 

Riusciva a sentire Kurt fare le stesse cose, canticchiando.

Un sorriso apparve sul suo viso ed iniziò anche lui a canticchiare.

Dopo un po’, cantavano insieme, anche se in stanze separate, scegliendo a turno una nuova canzone ogni volta che ne finivano una.

Blaine non si era mai divertito tanto a spacchettare.

“Dovremo fermarci per cenare” disse Blaine a Kurt, entrando nella sua stanza per sedersi sul letto.

Kurt alzò lo sguardo dal punto dell’armadio in cui stava meticolosamente sistemando i suoi vestiti.

“Pizza?” chiese, in tono speranzoso.

“Vado ad ordinarla” rispose Blaine.

Una volta che la pizza arrivò, Kurt disse che , per quella giornata, avevano finito e Blaine decise... che era un’ottima idea.

Si sedettero entrambi sul pavimento in salotto, e mangiarono su una coperta ( il divano, come previsto, sarebbe stato consegnato il giorno dopo, insieme ad altri mobili del salotto che Kurt aveva ordinato prima che lasciassero l’Ohio) guardando un dvd sul televisore di Kurt.

Si stesero uno accanto all’altro una volta che finirono di mangiare ed ogni tanto ridevano per il film.

Il cuore di Blaine era gonfio di felicità.

Era a New York, con un marito che amava ( e... okay... forse Kurt ancora non lo amava... ma Blaine ci sperava ) ed avrebbe iniziato l’NYU in poche settimane.

Non riusciva a ricordare l’ultima volta in cui era stato così felice.

Kurt si spostò su un fianco così da essere steso col viso rivolto verso Blaine.

Blaine alzò lo sguardo e rimase sorpreso nel notare che Kurt lo stava guardando.

“Cosa?” chiese con dolcezza.

“Niente” Kurt praticamente sussurrò, “ Solo... sono felice... avevo quasi dimenticato come ci si sentisse”.

Blaine voleva davvero, davvero baciarlo in quel momento.

Si chinò ancora prima di darsi il permesso di muoversi . 

Kurt fissò Blaine ad occhi spalancati , la bocca aperta, prima… di iniziare a sbadigliare.

Arrossì , coprendosi la bocca con la mano.

Il momento si era spezzato, Blaine prese il telecomando per fermare il film, cercando di non esserne deluso.

“Andiamo a dormire?” suggerì invece.

Kurt annuì , dopo un lungo momento, e poi i due pulirono velocemente e si diressero in corridoio.

Entrambi si fermarono davanti alle porte delle loro stanze, scambiandosi uno sguardo.

“Buonanotte” disse alla fine Blaine annuendo .

“Buonanotte Blaine” rispose Kurt prima di scivolare in camera e chiudere la porta dietro di se.

Blaine fece lo stesso per poi poggiarsi contro la pesante porta in quercia con un sospiro.



Due ore...

Kurt stava cercando di dormire da due ore.

Era inutile girarci intorno... non riusciva a dormire senza Blaine.

Si era quasi alzato per andare in camera sua così tante volte negli ultimi 120 minuti... era ridicolo...

Aveva bisogno di farcela da solo.

Kurt si morse il labbro , fissando l’orologio per altri 30 minuti prima di lamentarsi.

Oh... al diavolo...

Poteva cavarsela da solo un’altra volta.

Così si infilò la vestaglia e le pantofole ed attraversò il corridoio verso la stanza di Blaine.

“Blaine?” sussurrò , aprendo la porta ed infilando dentro la testa.

“Kurt? Che succede?” chiese Blaine, quando si sentì il fruscio delle coperte mentre si tirava a sedere sul letto.

Kurt si sentì stupido ed infantile, ma questo non lo fermò dal rispondere...

“Non riesco a dormire... io...”

Blaine non lo fece nemmeno finire che sollevò le coperte invitante.

“Nemmeno io...” 

Kurt chiuse la porta ed attraversò la stanza , si tolse la vestaglia e le pantofole.

Salì sul letto accanto a Blaine che avvolse immediatamente le braccia attorno a Kurt , come al solito.

Kurt gemette felicemente e si addormentò in un minuto.



NOTE

E finalmente i nostri "sposi" si sono trasferiti...

Cosa succederà a NY??

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Capitolo 12
*** capitolo 12 ***


Blaine aveva un’idea che piano piano si stava formando nella sua mente.

Ci stava pensando da quando lui e Kurt si erano trasferiti nel loro nuovo appartamento e lui e Finn avevano accidentalmente sentito Carole e Kurt parlare, circa una settimana prima.

La prima volta in cui gli venne in mente fu lunedì quando lui e Kurt stavano sistemando i mobili appena consegnati, e Kurt stava sistemando con precisione ogni singolo pezzo.

Le loro mani si sfiorarono mentre spostavano la poltrone ed il suo cuore perse un battito e Blaine rimase a fissare , per un momento, la mano di Kurt.

Le parole di Carole sul non avere le fedi gli tornarono in mente , così per un momento si chiese come sarebbe stato se Kurt avesse indossato il suo anello al dito.

Scoprì che l’idea gli piaceva più di quanto si aspettasse .

Gli piacque così tanto che non riusciva più a toglierselo dalla mente.

Continuava a tornarci su... il pensiero spuntava fuori casualmente … mentre erano al supermercato, Martedì… mentre erano in giro per il campus dell’NYU, Mercoledì, per prendersi una pausa dal disfare gli scatoloni e per godersi il bel tempo… o quando si sfiorarono le mani , Giovedì, nel prendere dei popcorn mentre guardavano svogliatamente , Treme* insieme

Così Venerdì , mentre Kurt era fuori a fare compere per l’appartamento insieme a Rachel e lui sarebbe dovuto andare a comprare tutto per la scuola, si ritrovò invece davanti ad una gioielleria .

La donna dietro al bancone gli lanciò uno sguardo di disprezzo , prima di nasconderlo dietro un indifferente e piatta maschera, dubitando della sue età e probabilmente, considerandolo un’improbabile acquirente.

Blaine non si fece scoraggiare.

Mise su un sorrise affascinante e si avvicinò a lei.

“Posso aiutarla?” chiese la commessa, disinteressata.

“Si” rispose Blaine, “ sto cercando delle fedi”.

“Li ci sono gli anelli in argento e zirconi” disse indicando una vetrinetta.

“Fammi sapere se ce n’è qualcuno che vorresti vedere”.

Blaine semplicemente sorrise.

“Devono essere più speciali di così”.

La commessa si fermò e lo guardò.

“Quanto speciali?” 

“Beh... siamo così innamorati che siamo scappati in Canada per una fuga d’amore” le disse Blaine.

Qualcosa sul viso della commessa si addolcì e Blaine non poté fare a meno di pensare al giorno in cui avrebbe potuto raccontare questa storia e sapere che c’era un fondo di verità e non più una bugia.

“E per la fretta... non abbiamo preso gli anelli” .

La commessa lo guardò con occhio critico , controllando il suo abbigliamento ed il suo comportamento. 

“Certo... gli anelli in oro bianco sono...”.

Blaine scosse la testa e lei smise di parlare.

“Devono essere davvero speciali” disse Blaine , facendole l’occhiolino.

“Beh...” disse lei chiaramente sorpresa, “ se vieni qui ci sono alcuni anelli speciali in platino... se ti interessano”.

“Assolutamente” concordò Blaine.

La commessa lo portò verso un altro bancone e Blaine ci sbirciò dentro.

“Ora... molte delle nostre fedi formano un set... un anello di fidanzamento ed una fascia , se questo può interessare a vostra moglie”

“ A dire il vero “ rispose Blaine, “ sto cercando due fasce ... una per me ed una per mio marito” le sorrise di nuovo e stavolta lei si sciolse decisamente.

“Penso di avere la cosa perfetta” disse alla fine lei, prendendo un astuccio e tirandone fuori uno dei due anelli.

Lo poggiò gentilmente sul palmo di Blaine che rimase a bocca aperta mentre lo fissava.

Era perfetto.



Kurt era in estasi.

Era al settimo cielo .

Era così felice che si sarebbe messo sicuramente a saltellare mentre camminava ( e non era nemmeno la cosa più strana che avesse visto da quando era a New York).

Si precipitò nell’appartamento ed urlò alla ricerca di Blaine.

Blaine arrivò dal corridoio sorpreso.

“Ce l’ho fatta” esclamò Kurt, saltellando su e giù per davvero questa volta.

“Stai guardando il nuovo stagista di Vogue.com”

Il volto di Blaine si illuminò e Blaine si precipitò ad abbracciare Kurt.

Kurt si godette la sensazione di Blaine premuto contro di lui, le sue braccia che lo stringevano forte.

Da quando i bulli al liceo lo usavano come un sacco di boxe , a Kurt non piacevano le persone che lo toccavano.

Ma quando lo faceva Blaine…

“Dimmi tutto?” disse Blaine, allontanandosi, “ Cosa gli hai detto? Cosa ti hanno detto? Quando cominci?”

“Una domanda alla volta “ rise Kurt, lasciando che Blaine lo trascinasse sul divano.

“Okay... allora... il nome del mio capo è Isabelle Wright” iniziò Kurt.

Blaine rimase a bocca aperta e Kurt capì che Blaine sapeva chi fosse Isabelle.

“Lo so, vero? E lei è stupenda e viene dall’Ohio!”

“Impossibile!” rispose Blaine, “ ma è meraviglioso!”

“Si... solo che una volta si è beccata un’intossicazione alimentare al Breadstix “ gli disse Kurt, “ comunque... abbiamo parlato dei miei disegni e ha amato il mio sito online e mi ha offerto il lavoro ed inizierò lunedì” 

Kurt diventava sempre più eccitato man mano che parlava, il sorriso sempre più ampio.

“Kurt”  Blaine disse il suo nome, avvicinandosi e prendendogli le mani, “ sono così fiero di te”

“Grazie” disse Kurt, rispondendo alla stretta e arrossendo leggermente.

“Solo... ho sempre voluto esibirmi ... Broadway, sai”

Blaine annuì.

“Ma anche la moda è una mia passione... e non vedo l’ora di esplorarla”

“Sono così contento” mormorò Blaine, “  voglia che tu sia felice qui”.

“Lo sono...” sussurrò Kurt ed era vero... lo era...

“Dovremo festeggiare” suggerì Blaine , sorridendo.

“Okay” concordò Kurt, restituendogli il sorriso, “ ma pago io stavolta”.

“Affare fatto!” rise Blaine, lasciando le mani di Kurt per afferrare il telefono.

Mentre Blaine telefonava per prenotare, Kurt cercò di non sentire la mancanza del calore della mano di Blaine nella sua.



Blaine batté con le dita sulla scatolina delle fedi all’interno della tasca per la decima volta da quando avevano lasciato l’appartamento.

Era la sera perfetta per dare l’anello a Kurt , ma sembrava che Blaine non riuscisse a trovare il coraggio.

Aveva pensato di farlo prima di ordinare, ma il cameriere continuava a girare loro intorno , come se fosse disperato di prendere le loro ordinazioni e Blaine sapeva di volere un po’ più di privacy e non voleva fare le cosa di corsa.

Decise di farlo tra la fine degli antipasti e l’attesa dei primi piatti, ma Kurt si scusò dovendo andare in bagno ed il momento svanì.

Blaine rifletté sul far scivolare l’anello nel bicchiere d’acqua minerale di Kurt , ma poi immaginò il marito soffocare a causa di un inaspettato oggetto , così lasciò perdere.

La stessa cosa fece con l’idea di chiedere al “sempre presente” cameriere di farlo scivolare nel dessert.

Quindi alla fine, rimase con una scatolina in tasca a cui non riusciva a smettere di pensare,  anche durante il viaggio di ritorno a casa in taxi.

“Sei stato silenzioso da quando siamo andati via” commentò Kurt, mentre , dopo essere scesi dal taxi, entravano nell’edificio.

Entrambi salutarono il portiere , Thomas, che tenne loro la porta aperta.

“Sto bene... stavo solo pensando” rispose Blaine.

“Ne vuoi parlare?” chiese Kurt, entrando in ascensore.

Blaine ingoiò forte, stava diventando nervoso.

Ora o mai più.

Blaine annuì.

“Quando saremo a casa” disse.

Kurt gli lanciò uno sguardo preoccupato, ma non disse nulla quando le porte dell’ascensore si aprirono al loro piano , né quando entrarono nell’appartamento.



Kurt respinse la sensazione di panico che gli stava crescendo in petto.

Blaine ci stava ripensando?

Voleva il divorzio?

Certo non era la storia d’amore che Kurt aveva sempre sognato, ma Blaine gli piaceva molto e a volte pensava che fosse anche più di questo ( per quanto terrificante questa prospettiva potesse essere) e non voleva rinunciarci.

Per non parlare del fatto che ne aveva davvero bisogno, gli servivano i soldi.

Blaine gli fece segno di sedersi e Kurt lo fece, guardando Blaine unirsi a lui, una mano infilata in tasca.

Lo aveva fatto per tutta la sera; Kurt lo aveva notato e si chiese se Blaine avesse preso qualche tic nervoso.

“Ti prego dimmi che non vuoi l’annullamento” mormorò Kurt, prima di potersi fermare.

Blaine lo guardò scioccato e poi si sedette sul divano accanto a lui.

“No... dio no...” rispose Blaine.

Kurt tirò un sospiro di sollievo.

“Dammi la tua mano”  gli chiese Blaine, sollevando la sua.

Kurt lo guardò ma poggiò la mano su quella di Blaine dopo un secondo di esitazione.

Blaine gliela strinse con entrambi le mani ed alzò lo sguardo.

L’espressione sul viso di Blaine quando i loro occhi si incontrarono , quasi tolsero il respiro a Kurt.

Blaine lo stava guardando con una tale intensità che Kurt aveva visto sul viso di suo marito solo pochissime volte... ed entrambi le volte, in effetti, Kurt aveva pensato che Blaine stesse per baciarlo.

Kurt aveva creduto , in entrambi i momenti, che era stata solo la sua fervida immaginazione, considerando l’idea una cosa sciocca e di aver visto quello che avrebbe voluto vedere, ma forse... forse aveva ragione.

Forse Blaine voleva baciarlo.

“Kurt... io” Blaine sembrò lottare per trovare le parole, ingoiando forte, “ io ... ho sentito te e Carole parlare quando ci siamo trasferiti in questo appartamento.” Disse.

Kurt ripensò alla conversazione , chiedendosi cosa potesse aver reso Blaine così nervoso da non riuscire nemmeno a trovare le parole .

“Qualcosa che ha detto Carole mi ha colpito profondamente” continuò Blaine, tirando via una mano per farla scivolare in tasca.

Tirò fuori una piccola e quadrata scatola ed in quel momento Kurt era certo di aver iniziato ad iperventilare.

Blaine aprì la scatolina , mostrando due identiche fedi ed il cuore di Kurt si fermò per un attimo.

Cercò di dire qualcosa ma non trovò le parole adatte, ma non importò perché Blaine continuò a parlare.

“So che deve sembrare sciocco” disse, “ viste le circostanza , ma questi sono anelli molto speciali”.

Il ricordo del loro accordo fu come una doccia gelata e per un momento riportò Kurt con i piedi per terra.

“Cosa vuoi dire?” chiese a voce bassa.

“Sono degli anelli Claddagh” spiegò Blaine, “ sono una tradizione irlandese.

Le mani rappresentano l’amicizia, la corona la lealtà ed il cuore l’amore.

So che non abbiamo esattamente origini irlandesi” Blaine ridacchiò, “ ma gli anelli hanno diversi significati a seconda di come lo indossi”.

“Oh?” disse Kurt, sollevando un sopracciglio.

“Se lo indossi sulla mano destra con il cuore rivolto all’esterno ... è un anello di amicizia; se lo indossi sempre a destra ma con il cuore rivolto all’interno vuol dire che hai una relazione” spiegò Blaine.

“Se lo indossi sulla mano sinistra col cuore rivolto all’esterno... vuol dire che sei fidanzato”

“E se lo indossi a sinistra con il cuore rivolto all’interno?” volle sapere Kurt, ormai senza fiato.

“Significa che sei sposato” rispose Blaine, poggiando la scatolina in grembo  e tirando fuori uno dei due anelli .

Era più sottile rispetto all’altro altrimenti sarebbero stati perfettamente identici.

Kurt guardò Blaine girare l’anello in modo che il cuore fosse rivolto all’interno , e poggiarlo contro l’anulare, pronto a farlo scivolare sul dito.

Il metallo era freddo contro la sua pelle e Blaine gli infilò l’anello quando Kurt non fece obiezioni.

Sembrò come se la fede appartenesse a quel posto e Kurt non seppe cosa pensare.

Distolse lo sguardo da quello di Blaine solo per un secondo per poter tirare fuori l’altro anello dalla scatola.

Lo voltò in modo che il cuore fosse rivolto all’interno e lo fece scivolare sull’anulare sinistro di Blaine.

Le loro dita erano intrecciate adesso ed i loro sguardi fissi l’uno nell’altro.

Il momento era carico di elettricità e Kurt si ritrovò incapace di respirare normalmente.

Blaine si chinò e Kurt iniziò a tremare.

Il primo tocco delle labbra di Blaine contro le sue fu delicato ma sicuro e lo sentì fino alla punta delle dita.

Le sue mani si piegarono d’istinto e chiuse gli occhi mentre Blaine,  respirando affannosamente, pressò più forte le labbra contro quelle di Kurt.

Blaine sollevò una mano per accarezzare la sua guancia e Kurt prese un respiro profondo col naso , non sapendo cosa stesse facendo , ma se ne fregò.

Di tutti i baci che aveva dato ( una breve pomiciata con Brittany, un bacio che gli era stato rubato da uno dei bulli a scuola ed il bacio con Blaine dopo il matrimonio) questo li superava tutti.

Kurt perse completamente il senso della realtà mentre si baciavano, ansimando in cerca d’aria  quando poteva, permettendo a Blaine di spingerlo sul divano.

Non sapeva dove li stava portando ma non gli importava purché Blaine non smettesse mai di baciarlo.

Il suono insistente di una suoneria ruppe il silenzio nella stanza , facendoli saltare.

Squillò di nuovo e Blaine si lasciò scappare una risata imbarazzata prima di alzarsi e prendere la cornetta del citofono.

Fissava Kurt con occhi spalancati ed un enorme sorriso e Kurt si chiese come dovesse apparire lui in quel momento.

Guardò Blaine parlare con il portiere , passando da felice a confuso e poi a scioccato mentre parlavano.

Kurt iniziò a preoccuparsi quando Blaine mise giù la cornetta.

“Chi è?” chiese Kurt, ritrovando la voce.

“Non ci crederò fin quando non lo vedo di persona” rispose Blaine e Kurt non aveva idea di cosa diamine significasse.

Poi sentì bussare alla porta e Blaine si diresse verso di esse aprendola di botto.

“Hey ciao fratellino” il ragazzo moro con gli occhi azzurri che era dall’altra parte della porta , salutò Blaine.

Kurt si alzò, attraversando la stanza, scioccato.

“Blaine” disse con voce strozzata, “ perché il ragazzo della Free Credit Rating Today. com* è alla nostra porta?”



NOTE

* Treme è una vecchia serie Tv americana, inedita qui in Italia

*  agenzia di assicurazioni.

Metto il link per vedere la bellezza di queste fedi...https://www.google.it/search?q=anelli+claddagh&source=lnms&tbm=isch&sa=X&ved=0ahUKEwjfyIKar6bZAhVH6KQKHV2mCl4Q_AUICigB&biw=1920&bih=974

Ed arriva anche Cooper....

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Capitolo 13
*** capitolo 13 ***


Blaine rimase senza parole .

Davvero non sapeva cosa dire.

Tutto quello che poté fare fu fissare suo fratello , mentre Cooper era li con il suo brevettato ed affascinante sorriso sul viso.

Di tutti i modi in cui Blaine , nel corso degli anni, aveva pensato di poter dire a suo fratello di essere gay… questo di sicuro non era quello che avrebbe scelto.

Naturalmente Cooper avrebbe dovuto ricordarsi del fatto che lui esisteva, per prima cosa, per questo Blaine l’aveva considerata una cosa inutile.

“Cooper Anderson” disse Cooper entrando per stringere la mani di Kurt .

Poi Blaine si voltò , inspirando forte.

“Kurt Hummel” 

Kurt fissava Cooper come se fosse il sole o qualcosa di simile e Kurt stesso era davvero un disastro... i capelli scompigliati, le labbra gonfie ed un segno rosso su un lato della mascella ( quando glielo aveva fatto Blaine?)

Era impossibile non rendersi conto che quello che avevano fatto finora era pomiciare.

Vide che Cooper lo aveva capito quando si voltò a guardarlo.

Blaine incrociò le braccia al petto , ricambiando lo sguardo.

“Allora schizzo” iniziò Cooper , “ mi vuoi dire cosa sta succedendo qui?”

“Perché non inizi tu?” sbottò Blaine, la voce piena di rabbia “ cosa cazzo ci fai qui?”

“Sono qui per vedere te” esclamò Cooper, indicandolo, “ e a quanto pare il tuo.. fidanzato?”

Le ultime parole le disse con incertezza, come se non fosse sicuro.

“Marito” sussurrò Blaine.

“Cosa?” rispose Cooper guardando Blaine, Kurt poi di nuovo Blaine.

“Marito” ripeté Kurt per lui, avvicinandosi a Blaine per avvolgergli un braccio attorno alle spalle.

Blaine si calmò un po’.

“Io e Blaine siamo sposati”

“Beh… okay” disse dopo un momento Cooper , in tono piatto, Ma... è fantastico!”

Corse verso Blaine per abbracciarlo , dandogli delle pacche sulle spalle.

Blaine si sentì sollevato e quasi si lasciò andare contro Cooper per un attimo.

“Non sei arrabbiato?” gli chiese a bassa voce.

“Arrabbiato?”  Cooper si tirò indietro “ forse del fatto che non mi hai detto del matrimonio… ho un discorsetto da testimone epico , messo da parte da quando ho registrato quella pubblicità dello champagne ed ero ad una festa di matrimonio”

Rise e Blaine non aveva idea di cosa fare o dire dopo.

Voleva essere arrabbiato con suo fratello, con Cooper, che aveva passato gli ultimi dieci anni ad ignorarlo mentre cercava di sfondare ad Hollywood, ma trovò difficile conciliare quell’uomo con quello che aveva davanti... così eccitato di vedere Blaine sposato con un altro ragazzo.

Blaine prese un profondo respiro e si allontanò dal fratello.

“Ti avrei mandato l’invito se avessi saputo dove trovarti” mormorò Blaine, “ e non chiamarmi schizzo” aggiunse dopo averci pensato su.

“Come dici tu, B” concordò tranquillamente Cooper.

Si strofinò le mani, sorridendo di nuovo.

“Allora cosa ne dite se usciamo ed andiamo a fsteggiare? I fratelli Anderson a spesso per New York”

Kurt lo guardò speranzoso.

Blaine sentì la rabbia scivolare via così sospirò.

“Certo” disse , senza nemmeno discutere, ignorando il fatto di aver appena dato a Kurt le fede e che si erano baciati , davvero baciati e che avrebbero dovuto approfondire quello che significava tutto questo tra loro... ma Kurt sembrava così felice dalla prospettiva di uscire che Blaine non poté dirgli di no.

Kurt saltellò eccitato poi tirò Blaine giù per il corridoio così che potessero cambiarsi.



“Blaine” sussurrò Kurt mentre percorrevano il corridoio, “ tuo fratello è l’uomo più bello d’America”.

Blaine lo guardò con una specie di smorfia sul viso, poi sparì nella sua stanza.

Kurt lo fissò per un secondo poi entrò in camera sua.

Afferrò un completo dal suo armadio, rimanendo a bocca aperta quando vide la sua immagine riflessa nello specchio.

Si notava assolutamente che era stato appena baciato.

Così tanto era successo negli ultimi dieci minuti che Kurt non aveva nemmeno potuto iniziare ad elaborare il tutto.

Blaine gli aveva dato un anello, una vera e propria fede, e l’aveva fatta scivolare sul suo dito.

E non era nemmeno un anello qualsiasi... era un anello con tutta una leggenda ed un significato dietro .

Smise di fare quello che stava facendo e semplicemente abbassò lo sguardo sulla mano.

Accarezzò la fede con l’indice della mano destra, seguendo le linee del disegno inciso sul metallo.

Tra l’anello, il bacio e Cooper Anderson nel loro salotto, questa era probabilmente la serata più bella della sua vita.

Questi pensieri lo spinsero a sbrigarsi, cambiandosi i vestiti.

A dire il vero... non aveva molta fame, visto che lui e Blaine avevano appena cenato, ma pensò che forse poteva prendere qualcosa mentre Blaine e Cooper recuperavano il tempo perduto.

Strillò a bassa voce e poi uscì per unirsi a suo cognato.



Quando uscì dalla sua stanza, Blaine trovò Kurt e Cooper che parlavano tranquillamente .

Qualcosa simile alla gelosia divampò nel suo stomaco, anche se cercò di spingerlo via.

L’irritazione nei confronti di Cooper crebbe mentre lo guardava.

Perché Cooper aveva scelto proprio questo momento per riapparire improvvisamente nella sua vita?

Dov’era quando Blaine non aveva nessun altro ed avrebbe avuto bisogno di suo fratello maggiore?

E perché Kurt lo stava fissando come se fosse un dio?

“Pronto ad andare fratellino?” chiese Cooper, richiamando la sua attenzione.

Kurt si voltò a guardarlo ,preoccupato.

Blaine si chiese cosa avesse letto sul suo viso.

Sospirò di nuovo.

“Abbiamo già cenato” mormorò Blaine, avendoci , improvvisamente, ripensato.

“Qualcosa da bere allora” insistette Cooper , “ qualsiasi cosa “

“Va bene...” si arrese Blaine.

“Perfetto!” esclamò Cooper , “qual è il miglior posto per bere qualcosa, qui?”



Trovarono un club/bar karaoke.

Blaine era restio, ma Cooper voleva provarlo e Kurt gli diede manforte, così accettò.

Non era male, solo leggermente piccolo.

La mani di Blaine e Kurt furono timbrate perché minorenni per bere alcolici poi entrarono per cercare un tavolino.

Cooper li trovò dopo qualche minuto ad un tavolo accanto al palco, dove qualcuno stava facendo a pezzi una canzone di Carrie Underwood, un drink in mano.

“Uno Shirley Temple con qualche ciliegina in più per Kurt ed un Long Island Iced Tea non alcolico per Blaine” Cooper allungò i drink prima di sedersi accanto a Blaine, una birra in mano.

Rimasero seduti in un silenzio imbarazzante mentre la persona sul palco finì di cantare le ultime note , fuori tono.

Blaine e Kurt storsero il naso ma applaudirono educatamente.

“Perché sei qui Cooper?” chiese Blaine.

Voleva davvero una risposta.

Non riusciva a spiegarsi cosa potesse eventualmente essere cambiato così tanto che Cooper fosse riuscito a sapere dove fosse e venirlo a trovare.

“E come hai fatto a sapere che ero qui?”

Cooper si rabbuiò e quella fu la prima volta, di quella serata, in cui il suo sorriso svanì.

“Sono passato a casa”.

“Quindi hai parlato con mamma e papà” indovinò Blaine.

Cooper annuì, prendendo un sorso di birra.

“E sono sicuro che ti hanno fatto una testa così”. “

 “Mi hanno detto che ti eri trasferito e che vivevi con un amico” rispose Cooper.

Blaine sbuffò.

Certo che lo avevano fatto.

“Così ho scavato più a fondo e li ho fatti ammettere che avevi intenzione di andare all’NYU, di cercarti tra i registri della scuola... ho fatto smuovere un po’ le acque dal mio agente e fatto qualche telefonata... ed eccomi qui”

Blaine non sapeva cosa dire.

Sentì Kurt prendergli la mano sotto al tavolo e stringergliela gentilmente, il metallo freddo dell’anello contro la sua pelle.

Blaine ne fu confortato così prese un profondo respiro.

“Dovresti sapere che non mi sono semplicemente trasferito, Cooper” gli disse Blaine, “ mamma e papà mi hanno cacciato di casa e diseredato solo perché sono gay”

Cooper lo fissò per un lungo momento poi scosse la testa.

Un silenzio imbarazzante scese di nuovo tra loro e Blaine si ritrovò estremamente affascinato dalle venature del legno del tavolo.

“Blaine... non lo sapevo” iniziò Cooper.

“Certo che non lo sapevi” concordò Blaine, cercando di non scattare, “ perché questo avrebbe significato che il Grande Cooper Anderson avrebbe dovuto ammettere che esiste anche qualcun altro oltre a lui” 

“Blaine...” cominciò a dire Cooper.

“Dimenticalo Cooper” lo interruppe Blaine, “ è tutto apposto... ora sono per conto mio e sto bene”

Poté sentire lo sguardo preoccupato di Kurt su di lui... così gli strinse la mano per fargli sapere di stare bene.

“A chi va di fare il karaoke?” 

Cooper alla fine ruppe il silenzio, diventato spiacevole ora.

“Kurt?” 

“Oh no... sono vergognosamente impreparato”  rifiutò Kurt.

“Blaine?” offrì Cooper, “ dovremo cantare qualcosa” disse facendo l’occhiolino a Kurt che arrossì.

“Eravamo abbastanza famosi nel vicinato per le nostre gare per la migliore imitazione di Simon Le Bon”

“Meglio di no” cercò di rifiutare Blaine.

“Oh... andiamo, Blainey” cercò di persuaderlo Cooper, “ sarà come ai vecchi tempi”

“Blaine...devi farlo...”  disse con enfasi Kurt, “ siete entrambi affascinanti e bravi”.

Blaine sospirò , guardando l’espressione speranzosa sul viso di Kurt.

“Va bene” concordò.

“SI!” esclamò Cooper, tirando su Blaine dalla sedia per spingerlo verso il palco.

Blaine si fermò un momento per togliersi il cardigan e darlo a Kurt.

“Oh... si sta togliendo il cardigan” lo prese in giro Cooper.

Blaine arrossì e fissò Kurt che , col cardigan stretto tra le braccia, gli sorrise imbarazzato.

La canzone iniziò e Blaine si lasciò trasportare dalla musica e dall’eccitazione dell’esibirsi.



Di tutti i modi in cui Kurt pensava sarebbe andato la serata, questo non era nulla di quello che si era immaginato.

Che sarebbe finito in un bar/karaoke con Blaine e suo fratello maggiore ( un ragazzo famoso per cui Kurt aveva avuto una cotta per almeno un anno… non meno )  era davvero incredibile.

Vedere i fratelli Anderson esibirsi era stato divertente, i ragazzi ne erano rimasti davvero coinvolti... avevano cantato e ballato per la sala.

Kurt era arrossito piuttosto seriamente quando Cooper si era avvicinato al tavolo ed aveva continuato a cantare seduto accanto a lui.

Cooper insistette nel dire che lui era stato più bravo dopo l’esibizione e Blaine, che stava sorridendo, si accigliò improvvisamente, diventando scontroso e chiuso in se stesso.

In effetti, Kurt aveva notato che lo era stato per tutta la sera da quando Cooper si era presentato a casa loro.

Non sapeva cosa pensare, ma era ovvio che Blaine aveva dei problemi con suo fratello sul non esserci stato molto per lui.

In quel momento Cooper gli stava raccontando di quando lui e Blaine erano piccoli e le cose che di solito facevano.

Blaine semplicemente annuiva, le braccia incrociate al petto.

Per Kurt, sembrava come se Blaine stesse cercando di sparire in se stesso.

Rise ad una battuta di Cooper e poi sentì Blaine sospirare.

“Oh... su col morale , Blainers, “ disse Cooper , notandolo anche lui, “Con un po’ di pratica, sono sicuro diventerai bravo quasi quanto me “

“Perché devi sempre criticarmi? “ sbottò Blaine.

Si alzò all’improvviso.

“Nulla di quello che faccio è abbastanza buono per te , vero?” Blaine si voltò verso Kurt allungandogli una mano, “ possiamo andarcene?”

“Certo” concordò Kurt, guardando Cooper che annuì e Kurt guidò Blaine fuori dal bar.



Blaine stava maledicendo la sua stupidità, durante tutto il tragitto verso l’appartamento.

Era appena scappato da Cooper... aveva lasciato suo fratello li seduto dopo aver perso ogni contatto per almeno dieci anni.

Non sapeva nemmeno dove avrebbe alloggiato o se avesse un posto dove stare... non che Blaine fosse sicuro di voler parlare di nuovo con Cooper.

Aveva dimenticato quanto potesse essere critico suo fratello.

Criticava costantemente ogni piccola cosa che faceva Blaine mentre crescevano.

Nulla era mai abbastanza.

Anche ora, nulla era abbastanza buono.

Kurt camminava al suo fianco, in silenzio.

Blaine si chiese cosa stesse pensando suo marito di tutto questo casino.

Entrarono nel palazzo e nell’appartamento senza parlare dirigendosi direttamente in camera da letto, iniziando poi a prepararsi per andare a dormire in un tacito accordo.

Blaine non voleva più pensarci.

Si nascose in bagno e si cambiò velocemente per poi raggiungere Kurt alla specchiera.

Kurt aveva insistito per tutta l’estate che anche Blaine iniziasse un regime idratante ed alla fine Blaine si era lasciato convincere.

Usarono le varie creme, ancora in silenzio, per poi dirigersi finalmente a letto e si infilarono sotto le coperte.

Blaine rimase sorpreso quando Kurt si voltò verso di lui , invece di poggiarsi con la schiena contro di lui, come era solito fare.

Si fissarono negli occhi e Kurt gli sorrise timidamente.

“Stai bene?” gli chiese a voce bassa.

Blaine scosse la testa , non volendo in realtà parlarne.

“Solo... non mi aspettavo che mio fratello si presentasse”

“Lo avevo capito” rispose Kurt, “ quando lo hai visto l’ultima volta?” 

“Dieci anni fa” rispose sottovoce Blaine.

Rimase sorpreso che lo ferisse ancora ripensare al giorno in cui capì che Cooper non sarebbe tornato.

Gli occhi di Kurt si spalancarono per la compassione.

“Oh...”  disse , “ mi dispiace”.

Kurt allungò una mano ed accarezzò delicatamente la guancia di Blaine.

Blaine sentì il respiro bloccarsi in gola , improvvisamente cosciente di quanto lui e Kurt fossero vicini, stesi insieme in quel letto.

Inspirò per trovare il coraggio.

“Posso baciarti?” chiese Blaine.

“Si” concordò Kurt.

Blaine non perse tempo a chiudere la distanza tra loro , pressando le labbra su quelle di Kurt.

Tutto fu spazzato via in quel momento e c’erano solo loro due.

Nulla importava... né i suoi genitori... né Cooper.

Blaine aveva bisogno di più, desiderava avere di più ed approfondì il bacio.

La sua lingua supplicò di entrare contro le labbra di Kurt, che Kurt gli diede con un  verso stupito, seguito da un gemito rauco.

Questo suono fu come un’onda d’urto che attraversò il corpo di Blaine, che si mosse così da far ruotare Kurt sulla schiena e sistemarsi sopra Kurt.

Sentì le unghia di Kurt piantarsi nella pelle delle sue braccia mentre spostava la bocca da quella di Kurt, per accarezzare con le labbra la pelle del collo di Kurt facendolo rabbrividire. . 

“Blaine” disse Kurt, la voce bassa e profonda, “ Blaine... aspetta”

“Cosa?” chiese Blaine, senza fiato.

Si allontanò leggermente per guarda Kurt in viso.

“Io… “ Kurt sembrava avere difficoltà nel parlare , “ possiamo... rallentare un po’?”

“Ma certo” concordò Blaine dopo un secondo, “ tutto quello che vuoi”.

“Solo...” mormorò Kurt, “ non sono mai stato davvero baciato prima di oggi” continuò, “ o almeno... nessun bacio che contasse”.

“Oh” rispose Blaine, sorpreso.

Aveva pensato che Kurt avesse avuto almeno un ragazzo o qualcosa di simile , prima.

Non era qualcosa di cui avessero in realtà parlato, tra tutte le cose di cui avevano discusso.

 Non aveva fatto caso al fatto che Kurt non avesse mai menzionato nessuno finora.

“Andremo piano o veloci come vuoi” gli promise.

Il sorriso luminoso di Kurt fu il suo premio, e Blaine non poté fare a meno di sorridere.

Si spostò, ruotando via da Kurt per stendersi sulla schiena, tirando Kurt con lui, così che la testa di Kurt fosse poggiata al suo petto.

“Nuova posizione per dormire?” chiese Kurt, sollevando la testa per guardare Blaine.

Blaine scrollò le spalle, avvolgendo un braccio attorno a Kurt per stringerlo più vicino.

Kurt rise e si accoccolò a lui.

“Buonanotte Blaine”

“Buonanotte Kurt”. 



NOTE

il primo vero bacio dei nostri Klaine!!!... la prima "pomiciatina"!... ed arriva Cooper... cosa succederà???....

Lo scopriremo Mercoledì!!!

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Capitolo 14
*** capitolo 14 ***


La vibrazione del suo cellulare svegliò Kurt.

“Pronto?” mormorò sottovoce al telefono, non volendo svegliare Blaine, ancora stretto a lui.

“Kurt... sono Cooper...” disse il fratello di Blaine; Kurt sbatté le palpebre ancora assonnato, “ Ti ho svegliato?”

“Come hai avuto il mio… non importa...” disse Kurt, “ e si”

“Mi dispiace” si scusò Cooper, “possiamo parlare?”

“Stiamo parlando” rispose Kurt.

“No... intendo di persona... ci possiamo incontrare? Da soli?”

Kurt guardò Blaine , ancora addormentato.

Esitò.

Non era il suo posto... solo perché lui e Blaine avevano fatto qualche passo avanti ... qualcosa in più la notte scorsa... questo non voleva dire che poteva intromettersi nella sua vita.

“Ti prego” lo supplicò Cooper, “non so cos’altro fare... ho bisogno del tuo aiuto.

“Dove?” chiese alla fine Kurt.

Cooper gli snocciolò l’indirizzo di un Diner li vicino e Kurt gli promise di incontrarlo li tra poco e poi riattaccò.

Si sciolse piano dall’abbraccio di Blaine, volendo scendere dal letto senza svegliarlo.

“No” mormorò Blaine, tirando di nuovo Kurt vicino a se.

“Blaine... devo uscire per un po’” gli disse Kurt a bassa voce, “ tornerò con la colazione”.

Blaine brontolò ma lo lasciò andare, ruotando sulla schiena.

Kurt lo guardò, sorridendo per quanto giovane sembrasse Blaine mentre dormiva.

Impulsivamente si chinò per dare un dolce e veloce bacio sulla labbra di Blaine , prima di andarsi a fare una doccia.

Fare colazione con Cooper fu qualcosa che Kurt non avrebbe mai dimenticato tanto presto.

Cooper lo stava già aspettando quando arrivò, seduto ad una delle panche.

Kurt si sedette, leggermente senza fiato per aver camminato velocemente.

Si era a malapena tolto il cappotto che la cameriera apparì.

Cooper subito fece la sua ordinazione , solo che, improvvisamente, parlava con un terribile accento francese.

La cameriera gli sorrise, sbattendo le sopracciglia.

Kurt evitò di ruotare gli occhi mentre ordinava un caffè ed una omelette con del bacon.

“Per cos’era quell’accento?” chiese quando la cameriera se ne andò.

“Un ottima pratica” rispose Cooper, “ non sai mai quando devi usare un accento per un provino” “ 

“Ah” mormorò Kurt, cercando di non fissare Cooper come se fosse matto.

“Allora... di cosa volevi parlarmi?”

“Blaine” disse Cooper all’improvviso serio, “potrei sorprenderti... ma io e Blaine non siamo così vicini”

“L’ho notato” rispose Kurt, “ non parla molto di te”

“Ho realizzato che forse avrei dovuto chiamare o tornare a casa o altro, ma sai com’è LA...”

Cooper si fermò.

“Ho bisogno che Blaine parli con me”

“Perché adesso?”

“I miei genitori mi hanno chiamato e mi hanno chiesto di parlare con lui” iniziò Cooper, “ mi hanno detto che stava prendendo delle decisioni sbagliate e che forse potevo aiutarlo a rimettere in sesto la sua vita”.

Kurt lo fissò a bocca aperta.

“Ti avrei chiesto se sei serio... ma ho incontrato i tuoi genitori” Kurt si fermò, “ pensi che stia facendo delle scelte sbagliate?”

“Penso che i miei genitori siano omofobi e non sanno come affrontare l’avere un figlio gay” disse Cooper dopo un momento, “ penso di non ricordare Blaine così felice come l’ho visto con te… l’altra sera, aveva , semplicemente questa… espressione sul viso ogni volta che ti guardava”

“Cosa vuoi che faccia?” chiese Kurt.

Non era sicuro che intromettersi fosse la cosa giusta da fare, ma voleva aiutare e Blaine aveva bisogno di qualcuno che non fosse di famiglia al suo fianco.

“Convincilo a parlare con me”

“Sono suo marito non uno che fa miracoli” mormorò Kurt, “ vedrò cosa posso fare”

La cameriera tornò con le loro ordinazioni e Cooper la ringraziò, massacrando , a dire il vero, il francese questa volta.

Si misero a mangiare; Kurt apprezzò molto le sue uova mentre Cooper gli raccontò tante altre storie dei fratelli Anderson , da bambini, che terrorizzavano il vicinato.

Quando finirono di mangiare, Kurt ordinò  alcune ciambelle e del caffè da portare a Blaine e si incamminò verso casa, una volta che Cooper insistette per pagare lui il conto.



Blaine sospirò, mettendo giù il libro.

Stava cercando di dare una prima lettura ai libri di testo prima che iniziassero le lezioni ( la lista era già uscita) ma non riusciva a concentrarsi.

Kurt non era in casa e non aveva nessuna distrazione dai suoi pensieri.

Ritornò con la mente a tutte le volte in cui aveva avuto bisogno di avere Cooper acconto a se , ma Cooper non c’era stato.

Quando , a tredici anni, era stato in ospedale dopo essere stato picchiato alla scuola di danza; quando era stato beccato con Sebastian; quando i suoi genitori lo avevano diseredato… per dirne qualcuna.

Avrebbe desiderato avere un bel rapporto con suo fratello negli anni, ma, alla fine, doveva essere Cooper a venire da lui.

Blaine sentì qualcosa scivolargli sulla guancia e l’asciugò, sorpreso, rendendosi conto di aver iniziato a piangere.

Kurt tornò e Blaine asciugò in fretta le lacrime.

L’odore del caffè inebriò Blaine che si alzò dal divano e seguì Kurt che nel frattempo si stava dirigendo in cucina con un contenitore di plastica in una mano ed un sacchetto di quelli a portar via nell’altra.

“È la colazione che profuma così?” chiese Blaine e Kurt sorrise.

“Si” rispose, “ due ciambelle alla marmellata ed un medium trip”

“Sei il migliore” rispose Blaine , lo stomaco che brontolava.

Kurt arrossì.

Blaine pensò che Kurt fosse adorabile quando lo faceva.

“Vieni qui “ Blaine prese la sua mano per tirarlo più vicino.

“Cosa?” chiese Kurt, senza fiato.

“Voglio baciarti” gli disse Blaine, “ posso?”

Kurt annuì, gli occhi spalancati.

Blaine si sporse e baciò con leggerezza le labbra di Kurt.

Kurt respirò tremante e Blaine sorrise a quella reazione.

Amava il fatto di poter letteralmente lasciare senza fiato Kurt.

“Grazie per la colazione” mormorò Blaine.

“Prego” disse Kurt ancora senza fiato.

Blaine gli diede un altro bacio e si allontanò per andare a prendere le ciambelle ed il caffè.

Aveva appena fatto un morso di quella deliziosa bomba, ripiena di benedetta marmellata, quando Kurt quasi gli rovinò l’appetito.

“Mi sono visto con Cooper stamattina” disse.

Blaine masticò lentamente il boccone, fissando Kurt scioccato.

“Perché?” 

Blaine non riusciva a capire cosa potessero , eventualmente, dirsi loro due.

“Vuole che ti convinca a parlargli”.

Blaine posò la ciambella.

“Quando l’ho visto , li sulla soglia ieri sera... ci ho sperato… voglio dire… mio fratello era li che mi cercava dopo dieci anni e forse questo … significava qualcosa… sai?”

Kurt annuì così Blaine continuò.

“Ma è sempre lo stesso… tutto quello che conta è lui ed io non sono mai bravo abbastanza.”

“Blaine “ gli disse Kurt dolcemente, “penso davvero che voglia che le cose tra voi vadano meglio… solo… non penso sappia come fare”.

“Beh… è un problema suo, giusto?”

“Quindi butti via il suo tentativo  di riappacificarvi?” ribatté Kurt, lanciandogli un’occhiataccia, “ Io e Finn non siamo andati subito d’accordo , sai… ci sono stati molti problemi… ma è mio fratello e gli voglio bene.”

Blaine sospirò.

“Beh... certo... se la metti così…”

“Quindi parlerai con lui?”

Blaine annuì.

Kurt batté le mani saltellando e Blaine non poté fare a meno di sorridere.



Quando Cooper si presentò quel pomeriggio, Kurt si diede alla fuga.

Sparì nella sua stanza, cercando di sistemare il suo album di disegni e pianificando un po’ di cose.

Sapeva che non avrebbe fatto niente di speciale , per ora, a Vogue.com ( avrebbe preparato caffè … ma era comunque Vogue) ma non poteva fargli male avere il suo portfolio pronto.

Il problema era che non riusciva a concentrarsi.

Si chiedeva di cosa Blaine e Cooper stessero discutendo, se le cose stavano andando bene o se avesse dovuto confortare uno sconvolto Blaine dopo che Cooper fosse andato via.

Si era appena piegato di nuovo sugli schizzi quando sentì Blaine urlare.

“Avevo bisogno di te, Cooper” disse a voce alta Blaine, “ Avevo bisogno di te e tu non c’eri e non sapevo nemmeno come raggiungerti”.

“Blaine” disse Cooper, anche lui a voce alta, ” mi dispiace …solo… pensavo che saresti stato meglio senza di me”.

Kurt si morse il labbro poi si alzò dal letto.

Si avvicinò piano alla porta e l’aprì per ascoltare.

Sapeva di non doverlo fare… ma si giustificò dicendosi che non avrebbe potuto aiutare Blaine se non conosceva tutta la storia.

Blaine aveva la tendenza a tenere molte cose per se , o almeno quello che riguardavano la sua famiglia e Kurt voleva aiutarlo .

“Forse lo sono” urlò di nuovo Blaine, “ e comunque se la pensavi così, cosa ci fai qui?”

Kurt sentì Cooper convincere Blaine a risedersi e ripetere la storia che aveva detto a lui , sui genitori di Blaine.

“Quindi mamma e papà ti hanno mandato qui per farmi diventare etero?” mormorò Blaine , la voce dura.

Kurt lo sentì tirar su col naso e capì che stava piangendo.

Gli fece mal al cuore e non voleva fare altro che andare in salotto e stringere Blaine.

Rifiutò di esaminare questi pensieri ulteriormente.

Infatti, aveva difficoltà ad affrontare qualsiasi cosa che riguardava i suoi sentimenti per Blaine.

La loro relazione aveva preso una svolta “fisica” ed era qualcosa a cui Kurt aveva assolutamente pensato sin da quando lui e Blaine si erano sposati… ma non era sicuro di poter dare a Blaine tutto quello che lui aveva bisogno per renderlo un vero matrimonio.

Kurt non pensava di avere il coraggio di amare ancora.

Faceva troppo male.

Le voci in salotto si calmarono e Kurt tornò ai suoi schizzi, visto che non riusciva più a sentire nulla.



“Non sono qui per farti diventare etero” disse Cooper abbassando la voce, “sono qui per vedere come stai… ero preoccupato per te”.

Blaine rise amaramente .

“Tu eri preoccupato”.

Aveva trattenuto i propri sentimenti troppo a lungo ed ora stavano venendo fuori in quelle parole che aveva nascosto così profondamente. 

“Dov’eri quando sono stato picchiato perché sono gay al ballo del mio Sadie Hawkins? Si… il motivo di quell’aggressione è il fatto che sono gay… semplicemente non ho detto la verità a mamma e a papà.

O quando ho cambiato scuola ma ero ancora terrorizzato che qualcuno potesse aggredirmi?

O quando mamma e papà hanno scoperto che sono gay e mi hanno diseredato?”

“Non sapevo nulla di questo” rispose Cooper , sembrando distrutto.

“Lo avresti saputo se ti fossi disturbato a telefonare o a tornare a casa una volta ogni tanto”.

Blaine abbassò la testa.

“Se fossi stato li allora forse io e Kurt non avremo dovuto…”

“Non avreste dovuto... cosa?” chiese Cooper.

“Sposarci” rispose Blaine, “ ci siamo sposati così che io potessi  reclamare l’eredità di nonna Anderson”.

Cooper lo fissò per un lungo momento.

“Non guardarmi così Cooper” mormorò Blaine, “ ho fatto quello che dovevo fare”.

“Così tu e Kurt...”

“Si... il nostro è solo un matrimonio di fatto” rispose Blaine.

Naturalmente lui sperava che le cose potessero cambiare .

“Ma è molto più di questo... “ Blaine sospirò , “ è anche il mio migliore amico, Cooper.”

Cooper era senza parole e Blaine non riusciva a ricordare l’ultima volta che aveva avuto una conversazione con suo fratello che non fosse tutta su Cooper o per demolire Blaine, o quando Cooper aveva usato così poche parole.

“Di solo una parola Blaine “ rispose Cooper, “ e possiamo annullare tutto”.

“No!” esclamò Blaine, “ no… anche Kurt ha bisogno di soldi e lui è davvero il mio migliore amico ed io…”

Si bloccò prima di lasciarsi sfuggire il fatto che si era innamorato di Kurt.

Era un po’ troppo da condividere col fratello con cui non aveva parlato per dieci anni.

Inoltre, non voleva dirlo a nessuno fino a quando non avesse avuto il coraggio di dirlo prima a Kurt.

“Puoi perdonarmi?” sussurrò Cooper , incontrando lo sguardo di Blaine, “ solo… sono stato così preso dalle mie cose che non mi è mai passato per la mente che tu potessi non stare bene”

“Ci lavorerò” rispose Blaine dolcemente, “ sei qui ora e questo è quello che conta”.

Lui e Cooper si scambiarono i numeri di telefono e gli indirizzi  e si promisero di sentirsi spesso.

Cooper aveva una prenotazione per tornare a LA il giorno dopo per registrare una nuova pubblicità, altrimenti Blaine lo avrebbe pregato di restare un po’ di più.

La porta si chiuse dietro Cooper e Blaine , per la prima volta dopo tanto tempo, si sentì speranzoso su quello che riguardava sua fratello .

Kurt entrò in salotto mentre Blaine si stava voltando.

Blaine non poté fare a meno di sorridere quando vide Kurt , così attraversò la stanza e strinse Kurt in un forte abbraccio.

“Grazie” mormorò contro il collo di Kurt, “ grazie”.

Kurt gli diede una leggera pacca sulla schiena.

“Prego” .



NOTE

E Blaine ammette , anche solo a se stesso di essersi innamorato di Kurt... e fa pace con Cooper... durerà?... lo vedremo nelle prossime puntate"""

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Capitolo 15
*** capitolo 15 ***


Le cose tra Blaine e Cooper migliorarono dopo quella sera.

Parlavano ogni paio di giorni ed anche se Cooper faceva arrabbiare Blaine con i suoi consigli e suggerimenti ( aveva persino cercato di dare qualche consiglio sulla sua relazione con Kurt… Blaine aveva dovuto attaccare velocemente il telefono… no… ) era ancora grato a Cooper per avere accettato chi era e cosa volesse fare nella sua vita.

Lui e Cooper avevano discusso su quello che Cooper avrebbe detto ai loro genitori.

Blaine gli disse di dire loro la verità: era gay e nulla poteva cambiare questo… era sposato ed era felice.

Non avrebbero menzionato  il fondo fiduciario a meno che non fossero stati costretti.

Blaine era preoccupato che i suoi genitori potessero provare a bloccare il fondo, anche se era sicuro che non potessero farlo.

Cooper concordò ma promise comunque a Blaine che si sarebbe assicurato che non ci provassero.

La scuola iniziò per Blaine che si gettò a testa bassa sulle lezioni.

Stava facendo un po’ di tutto... francese, inglese, matematica ed anche lezioni di teatro.

Sapeva che Kurt era preoccupato che stesse lavorando troppo, ma gli ricordò di aver frequentato la Dalton dove avevano un programma accademico più severo di quello del McKinley.

Kurt iniziò il suo lavoro e sembrava che stesse sbocciando li.

Blaine non lo aveva mai visto così felice ( e così stanco) quando tornava a casa.

Il suo orario sembrava lungo così come quello di Blaine .

Non avevano parlato del cambiamento avvenuto nella loro  relazione .

Blaine ci aveva provato un paio di volte, l’aveva persino nascosto in qualche conversazione , ma ogni volta che lo aveva fatto, Kurt si zittiva o cambiava argomento.

Kurt rese molto chiaro il fatto di non volerne discutere, anche se il motivo non era chiaro a Blaine.

Sapeva che Kurt provava qualcosa per lui o non gli avrebbe mai dato il bacio del “buongiorno”  o del “bentornato” quando tornavano a casa.

Kurt non avrebbe permesso alle sue mani di vagare su tutto il suo corpo dopo che erano andati a letto ( se non erano troppo esausti... alcune sere si erano addormentati senza che accadesse nulla ) se non ci fosse stato qualcosa tra loro.

Rachel passava molto tempo , anche se intenso, a casa loro. 

Blaine la trovava divertente anche se un po’ eccessiva.

Lei e Kurt erano ancora molto legati e non sorprendeva molto Blaine quando tornando a casa li trovava a guardare film o trovava Kurt che aiutava Rachel per qualche lezione.

Li aveva anche beccati  a ballare in salotto all’inizio del semestre, visto che Rachel stava dando di matto a causa della sua insegnante di danze che sembrava la odiasse.

“Tesoro… sono a casa!” strillò Blaine , entrando nell’appartamento.

“Ciao” disse dolcemente Kurt, alzandosi per dargli un lieve bacio.

Blaine non era certo di riuscire ad abituarsi a questo e quasi sperava di non farlo mai.

Riuscì a vedere Rachel sul divano, le lacrime che bagnavano le sue guance con un fazzolettino sgualcito nella sua mano.

“Che succede?” chiese a bassa voce Blaine.

“Alcune ragazze a scuola mi prendono in giro” rispose Rachel, “ sono stanca di sentirmi come se fossi ancora al liceo… perché apparentemente mi vesto ancora come una liceale”.

“Le stavo proprio dicendo che potevamo fare qualcosa per lei” rispose Kurt, “Rachel Berry sta per avere un restyling da Kurt Hummel”.

“Proprio ora?” chiese Blaine.

Stava pensando ai documenti che doveva cercare.

“Certo!” esclamò Kurt, “Io e Rachel facciamo un salto agli uffici di Vogue e faremo qualche … magia”.

Guardò Blaine timidamente.

“Dovresti venire”.

Blaine spalancò la bocca; tutti i pensieri sui suoi documenti volarono via dalla sua testa.

“Si… okay”.

Kurt saltellò eccitato, battendo piano le mani.



“Beh…” disse Kurt , conducendoli all’interno, “ eccoci” .

Poteva vederli guardarsi  intorno nello spazioso e ben arredato ingresso, mentre strusciava il suo badge per poi condurli verso la stanza- guardaroba. 

Erano appena entrati ed avevano appena iniziato a guardarsi intorno , quando sentirono la voce di Isabelle dietro di loro.

“Fermatevi immediatamente!”

“Isabelle!” esclamò Kurt .

Sperò di non essere nei guai per questo.

“Oh Kurt… sei tu!” disse Isabelle.

Mandò via la guardia che era con lei ed entrò nella stanza.

“Pensavo fossi andato a casa”.

“Lo avevo fatto…” le disse Kurt, “ ma la mia amica qui… “ tirò Rachel per un braccio, “ ha bisogno di un restyling… ed avevo pensato… quale posto migliore per farlo se non Vogue?”

Isabelle sorrise.

“Certo” concordò, “ e chi è questo splendore?” disse indicando con la testa Blaine e Kurt arrossì.

“Isabelle, lui è mio marito Blaine” lo presentò Kurt.

Blaine si avvicinò e strinse la mano di Isabelle, “ e la ragazza con un disperato bisogno di un restyling è Rachel”.

“Isabelle Wright” li salutò Isabelle, stringendo la mano di Rachel dopo quella di Blaine, “ ora… “ sorrise, “ iniziamo”.



“Mi aveva talmente convinta che Finn voleva una ragazza che mostrava più pelle…” rise Rachel, “ero così credulona allora”.

Blaine sorrise, ascoltando Kurt e Rachel raccontargli alcune storie.

Il restyling era andato bene ed aveva inspirato Kurt dal fare un video per internet.

Aveva intenzione di mostrarlo ad Isabelle la mattina dopo.

Per ora, stavano festeggiando il nuovo look di Rachel.

“Oh… Andiamo… avevo 15 anni e Finn era sexy” borbottò Kurt , “ ero capace di tutto”.

“Pensavo che Finn fosse etero” lo interruppe Blaine, fissandolo.

Rachel ridacchiò e Kurt divenne di alcune sfumature di rosso.

“Lo è…” disse coprendosi il volto con le mani, “ no so a cosa stessi pensando”

“L’ho perdonato… alla fine” Rachel continuò la storia.

“Si… quando ti sei presa una cotta per Jesse St.James” rispose Kurt.

Rachel grugnì.

“No… lasciamo perdere questo argomento” esclamò.

“Aspetta…” la interruppe Blaine, “ il solista del Vocal Adrenaline?”

“Lo conosci?” chiese Rachel.

“Abbiamo gareggiato contro di lui per il mio sophomore” rispose Blaine, “ Siamo stati stracciati alle Provinciali”

Rachel rimase per un ultimo drink e poi disse che sarebbe tornata a casa per il suo sonno di bellezza.

Una volta che andò via, Kurt si tenne impegnato a pulire e mise i piatti nel lavandino.

“Quindi… Finn.. eh?” lo prese in giro Blaine, appoggiandosi contro il bancone in cucina mentre Kurt puliva “ dovrei essere geloso?”

“Oh.. sta zitto” mormorò Kurt, arrossendo di nuovo, “ è stato tanto tempo fa”.

“Quindi non hai avuto nessun ragazzo al liceo?” Blaine voleva saperlo.

Kurt teneva per se molti dei ricordi di quel periodo.

“No” rispose Kurt, superando Blaine per dirigersi giù per il corridoio.

Quando si erano trasferiti, avevano usato camere da letto separate, ma ora era più che altro una formalità.

 Kurt teneva i suoi vestiti e le sue cose nella “sua” stanza, ma Blaine aveva scoperto che piano piano, sempre più cose di Kurt stavano passando nella camera patronale.

Si chiese se Kurt lo avesse realizzato e decise di tenerlo per se.

“Dai Kurt…”cercò di persuaderlo Blaine, mentre entravano in camera da letto.

Kurt prese un pigiama prima di voltarsi a guardarlo.

“ Conosci tutta la sordida storia sui miei appuntamenti”. 

Gli aveva raccontato della sua serenata a Jeremiah da Gap una sera , durante l’estate, cosa molto imbarazzante per lui … ma molto divertente per Kurt.

“Non c’è molto da dire…” mormorò Kurt, “ ho tipo limonato con una delle cheerleaders una volta… era davvero bella”.

“Una ragazza?” disse Blaine guardandolo sorpreso.

Non se lo aspettava proprio.

“Oltre a questo... non c’è molto da dire” e con questo Kurt entrò velocemente in camera da letto per cambiarsi.



“Non ti ho messo a disagio, vero?” chiese Blaine.

“No” rispose Kurt, poggiando la testa sul petto di Blaine.

Non riusciva a vedere molto bene Blaine nella penombra della stanza.

“Il liceo è… stato difficile per me”.

Blaine suppose che fosse un eufemismo, ma nessuno sapeva realmente cosa avesse passato Kurt.

Come fosse riuscito a superarlo, Blaine non ne aveva idea.

“Conosco questa sensazione” mormorò Blaine.

“Blaine, tu hai avuto un’esperienza idilliaca al liceo” rispose Kurt.

“Non ti ho mai parlato del mio primo anno?” chiese Blaine, tirandosi su un po’.

“No” rispose Kurt.

“A scuola cominciarono a girare voci sul fatto che fossi gay” mormorò Blaine.

“Non sapevo cosa fare… ero terrorizzato dal fare coming out, ma non importava; i ragazzi mi tormentavano comunque.

Decisi di andare al ballo del Sadie Hawkins con un mio amico, lui aveva fatto coming out, e penso che ad alcuni giocatori non è piaciuta la cosa”.

“Cosa intendi?” volle sapere Kurt, la voce bassa.

Non era sicuro di volere che Blaine finisse la storia.

“Questi 3 ragazzi …ci hanno picchiato a sangue” disse Blaine sottovoce, “non ho mai detto ai miei genitori il vero motivo… alla fine mi trasferirono alla Dalton”.

“Mi dispiace tanto” gli disse Kurt, le parole gli bloccarono la gola.

“Quello che ho affrontato io… non è nulla del genere”

 “Vuoi parlarmene?” la voce di Blaine era esitante.

“Io… non so davvero cosa dire” alla fine sussurrò Kurt, “ c’era questo ragazzo… un giocatore di football” rabbrividì , al ricordo.” Mi tormentava in continuazione: mi spingeva contro gli armadietti, mi gettava granite in faccia, mi insultava… nessuno ha fatto nulla per molto tempo.

Poi… lui… beh… uno dei miei amici trovò qualcosa di brutto su di lui e lo ricattò… doveva lasciarmi in pace”.

“Kurt… è orribile” disse Blaine stringendo più forte le braccia attorno a Kurt, che prese un profondo respiro.

Era passato molto tempo ed ora Kurt era al sicuro con Blaine.

“L’ho superata” disse Kurt.

“Hey…” mormorò Blaine.

Kurt sentì la mano di Blaine afferragli e sollevargli il mento , così si appoggiò su una mano per guardarlo negli occhi.

“Sei molto coraggioso, sai”.

“Non mi sentivo coì a quel tempo” rispose Kurt

La pelle sotto la mano di Blaine era calda e fremente e Kurt riusciva a sentire il suo cuore battere più velocemente.

L’aria attorno a loro era elettrica e Kurt ebbe a malapena il tempo di respirare prima che le labbra di Blaine fossero sulle sue.

Kurt non aveva mai pensato che avrebbe potuto abituarsi a baciare qualcun altro.

Kurt si era rassegnato al fatto che il piacere di baciare gli fosse stato rovinato.

Fin dal giorno in cui aveva affrontato il suo bullo, Dave Karofsky, cosa che era finita con le labbra di Karofsky sulle sue, Kurt non aveva avuto più interesse nel baciare qualcuno o a fare qualsiasi altra cosa che avesse a che fare con questa.

Poi era arrivato Blaine e le sue labbra erano meravigliose ed aveva un buon profumo… ed era così… così perfetto e Kurt voleva...

Voleva Blaine in tutti i modi in cui aveva pensato che non avrebbe voluto nessuno.

Kurt tendeva a dimenticare qualsiasi altra cosa quando Blaine lo baciava o quando le sue mani vagavano sul suo corpo.

I loro momenti di passione rimanevano per lo più casti.

Kurt aveva istituito la regola “ niente mani a sud dell’equatore”, ma si ritrovava sempre più spesso e velocemente frustrato  per questo.

Ma conosceva se stesso e sapeva per cosa fosse pronto e non pensava di essere ancora arrivato a quel punto.

Sembrava che a Blaine non dispiacesse e questa era una cosa meravigliosa.

Kurt si perse nel bacio , godendosi la sensazione delle loro labbra insieme.

Blaine lo tirò più vicino e Kurt si spostò in modo tale da essere in ginocchio , le braccia strette al suo collo , le loro lingua che duellavano ( un’altra cosa che Kurt non pensava gli sarebbe mai piaciuto ma che , in quel  momento, lo stava facendo impazzire).

Blaine avvolse la braccia attorno alla sua vita e lo tenne stretto.

Kurt ansimò quando Blaine lo tirò su in modo che fosse a cavalcioni sul suo grembo.

“Questo va bene?” riuscì a dire Blaine , tra un bacio ed un altro.

“Va più che bene” ansimò Kurt , mentre le labbra di Blaine attaccavano il suo collo , mordicchiando e succhiando.

Le dita di Kurt si aggrapparono ai capelli di Blaine , allentando le ciocche dure imprigionate dal gel.

Kurt riusciva a sentire tutto… incluso il pene duro di Blaine stretto, con fermezza, contro il suo.

Kurt piagnucolò quando Blaine succhiò il punto in cui il suo collo incontrava la spalla.

Probabilmente gli sarebbe venuto un segno ma non gli importava .

I suoi fianchi si mossero istintivamente contro Blaine.

Scintille attraversarono la sua spina dorsale e le sue unghie affondarono sulla schiena di Blaine.

Un grido sorpreso sfuggì dalle sue labbra , inghiottito quasi immediatamente dalla labbra di Blaine che coprirono le sue.

Non aveva assolutamente idea che questo potesse essere così bello.

Apparentemente Blaine concordò con lui, gemendo forte mentre Kurt continuava a dondolarsi contro di lui.

“Blaine” ansimò Kurt.

Non sapeva perché lo stesse dicendo; solo non riusciva a spiegare la sensazione che lo stava sopraffacendo.

C’era desiderio, piacere e fiducia… e tutto coinvolgeva Blaine e Kurt non sapeva come esprimerlo.

“Aspetta” gemette Blaine, le mani si posarono sui suoi fianchi , stringendolo , così Kurt si fermò.

“Dobbiamo… dobbiamo fermarci”.

“Non vuoi...” Rispose Kurt, confuso.

Le parole di Blaine si riversarono su di lui come una doccia d’acqua gelata.

Certo.

Blaine non lo voleva in quel modo…

“No… “ si affrettò a rispondere Blaine, “ dio no, Kurt… certo che voglio”.
“Allora… perché?”

“Non volevi fare le cose con calma?” rispose Blaine.

“Blaine?” disse Kurt guardandolo, “ Sta zitto e baciami”.

Gli occhi di Blaine si spalancarono per la sorpresa poi si tuffò sulle labbra di Kurt una volta metabolizzate le sue parole.

Le sue mani afferrarono così stretti i fianchi di Kurt, che si chiese se il mattino dopo avrebbe avuto dei lividi , per esortare Kurt ad andare più velocemente e più duramente , mentre si strusciavano l’uno contro l’altro.

Le loro bocche erano fuse insieme, alcuni gemiti scappavano dalla bocca di Kurt, senza che riuscisse a fermarli.

Tremò… tutto il suo corpo tremò… ma Kurt non si fermò, continuando a strusciare il suo pene contro quello di Blaine.

L’orgasmo lo assalì, prendendolo di sorpresa.

Urlò , fermando i suoi movimenti , arcuando la schiena, mentre ruotava gli occhi.

“Oh dio!” gemette Blaine, spingendosi contro di lui per un’ultima volta, prima di venire.

Si accasciò in avanti , poggiando la testa sul petto di Kurt, le braccia avvolte alla sua vita.

Non c’era mai stato un momento più perfetto in tutta la sua vita.




NOTE

E le cose si evolvono....

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Capitolo 16
*** capitolo 16 ***


All’improvviso, Kurt capì esattamente cosa volesse dire suo padre lo scorso anno, quando lo fece sedere e gli parlò del sesso.

Kurt ricordava per lo più di essersi messo le dita nelle orecchie cercando di scappare mentre cantava a squarciagola ( secondo  lui, non avrebbe mai fatto sesso, quindi non aveva nessun motivo per ascoltare questo discorso) , ma anche qualche altra cosa era stata metabolizzata quel giorno.

Kurt ricordò lo sguardo serio di suo padre quando gli spiegò che l’intimità con qualcun altro, cambiava le persone.

Che il sesso poteva influenzare il suo cuore e come vedeva il mondo.

Che Kurt era importante e che non doveva buttarsi via.

Una volta, aveva anche menzionato che, una volta che avesse iniziato… non sarebbe più stato capace di fermarsi.

Era tutto proprio tanto… tanto vero e fu per questo che Kurt si ritrovava molto più spesso, man mano che passavano le settimane, a letto con Blaine 

La seconda volta che fecero sesso fu anche la prima volta che Kurt si ritrovava nudo davanti a qualcuno che non gli avesse cambiato i pannolini quando era bambino.

Blaine aveva supplicato, implorato e Kurt non era riuscito a dire di no alla sua supplica.

Era molto meglio… nudi.

Le loro pelli che scivolavano insieme, così tanto di Blaine scoperto ed esposto per lui da esplorare… Kurt seppe che non ne avrebbe mai avuto abbastanza.

La terza volta che fecero sesso fu anche la prima volta in cui qualcuno, a parte Kurt stesso, toccava il suo pene nudo

Praticamente venne all’istante… ( molto per il suo imbarazzo , molto per il puro orgoglio di Blaine) ; Kurt provò lo stesso piacere quando successe la stessa cosa a Blaine la prima volta che aveva provato a fargli un pompino… ( nota anche come la quarta volta che facevano sesso).

Quando arrivò il giorno del Ringraziamento, Kurt conosceva ogni centimetro del corpo di Blaine… dove toccare, dove leccare, succhiare o mordere… tutto quello che rendeva suo marito un disastro implorante e piagnucolante.

Kurt non stava messo meglio… 

Blaine conosceva tutti i suoi punti deboli… sapeva esattamente come farlo urlare di piacere solo con le sue mani.

“Come siamo sopravvissuti senza tutto questo?” chiese Kurt.

Mancavano due giorni al Ringraziamento e lui e Blaine si erano rotolati tra le lenzuola , dopo che Blaine aveva dichiarato finiti i suoi compiti di inglese.

Blaine rise.

“Sono abbastanza sicuro che sia questo il motivo per cui hanno inventato la masturbazione” rispose.

“Blaine” mormorò Kurt, scandalizzato.

“Ma sei davvero arrossito? “ lo prese in giro Blaine, osservando l’espressione imbarazzata di Kurt.

“Oh… andiamo Kurt… ho appena preso il tuo pene in bocca… ma l’idea della masturbazione ti imbarazza?”

“Sta zitto” disse Kurt cacciandogli la lingua, “ non è questo… è solo… prima che noi… a volte mi è capitato di … pensare a te”.

“Mentre stavi…” Blaine si fermò, gli occhi spalancati.

Kurt si coprì il volto con il cuscino.

“Non posso credere di avertelo appena detto”.

Kurt non era sicuro che Blaine lo avesse capito visto che la sua voce era attutita dal cuscino.

“Anche io” disse , alla fine , Blaine.

Kurt lanciò un’occhiata a suo marito da sotto il cuscino.

“Davvero?” volle sapere Kurt.

“Davvero…” confermò Blaine, togliendo il cuscino dal viso di Kurt, “ e non devi essere imbarazzato… il fatto che tu abbia pensato a me mentre… è eccitante.”

“Si?” ansimò Kurt.

Blaine annuì, gli occhi scuriti dal desiderio, il suo sguardo non lasciava mai Kurt.

Kurt leccò le labbra gonfie di baci e gemette…

“Non posso… oh!”

Riuscì a dire prima che le labbra di Blaine fossero sulle sue.

“Oh… penso che puoi…” mormorò Blaine, mordicchiando piano il labbro inferiore di Kurt .

La mano di Blaine sfiorò il suo pene mezzo duro e Kurt rabbrividì, arrendendosi alla mani esperte di Blaine.


“Accomodatevi” Blaine sentì , dalla cucina, Kurt esclamare.

Blaine stava dando gli ultimi ritocchi alla cena del Ringraziamento.

Carole e Finn si stavano rilassando in salotto; Carole con in mano un bicchiere di vino e Finn con un analcolico.

Cooper li stava intrattenendo con i racconti delle sue prodezza a LA, mentre Kurt faceva entrare i loro ultimi ospiti…. Rachel , il suo amico Brody ed il capo di Kurt, Isabelle.

Kurt era nervoso… questa era la loro prima riunione di famiglia ( e per un ragazzo che lo scorso maggio pensava di non averne più una … era una cosa enorme) e stava andando in panico.

Blaine sapeva che Kurt voleva che quella giornata fosse perfetta… era il primo Ringraziamento senza suo padre ed anche se stava nascondendolo bene, Blaine sapeva che per lui era dura.

“Blaine!” sentì la voce di Isabelle, chiamarlo, “ Ho portato il vino”.

Blaine si voltò e la trovò sulla soglia della loro piccola cucina .

“Isabelle… è bello vederti” la salutò Blaine, prendendo il vino, “ sono sicuro che troveremo il modo di farne buon uso.”

Isabelle accarezzò la sua guancia.

“Sei così carino!”

Blaine si chiese quanto avesse già bevuto a quel punto, sorridendole.

“Blaine, tesoro, vieni qui con noi” lo chiamò Carole.

Seguì Isabelle in salotto , dove erano tutti seduti, apparendo anche leggermente imbarazzati.

Blaine suppose che doveva essere strano trovarsi faccia a faccia con un ex che aveva trovato qualcun altro ed era questo il motivo dello strano atteggiamento di Finn e Rachel.

Non aiutava nemmeno il fatto che Finn avesse le stampelle ( c’era stato un incidente con una pistola, Blaine non conosceva tutti i dettagli, ma era per questo che Finn aveva lasciato l’esercito); Blaine era quasi sicuro che Rachel non avrebbe portato Brody se avesse saputo che ci sarebbe stato anche Finn.

“La cena sarà pronta tra pochi minuti” disse loro Blaine, rimanendo, a disagio, in piedi.

Il divano era pieno… Finn , Carole e Kurt lo avevano occupato tutto.

Rachel e Brody stavano dividendo l’enorme poltrona, con grande dispiacere per Finn ( se l’espressione sul suo viso significava qualcosa) ed Isabelle e Cooper avevano requisito le sedie che avevano spostato dalle loro camere da letto.

“Vieni a sederti” lo incoraggiò Kurt, “ il timer suonerà quando il tacchino sarà pronto”.

“Non c’è posto per sedersi” rispose Blaine.

Carole stava discutendo con Isabelle dei lavaggi acidi, e del fatto che Isabelle non aveva mai pensato potesse tornare. 

Finn , Rachel e Brody stavano parlando, con imbarazzo, della sua ultima lezione di danza alla Nyada ( Finn non riusciva a credere che l’insegnante di danza si rivolgesse a Rachel chiamandola “Schwimmer” ).

Kurt allungò solo una mano, tirandolo semplicemente sul suo grembo.

Blaine poté sentirsi arrossire leggermente.

Non capitava molto spesso che si comportassero affettuosamente in pubblico.

Riusciva a sentire gli occhi di Carole su di loro e si chiese cosa stesse pensando di questo cambiamento nei loro atteggiamenti.

“Ho un annuncio da fare…” la voce di Kurt risuonò più forte tra le piccole conversazioni. 

Blaine sorrise , sapendo quello che stava per accadere.

“Allora… ho lavorato per Vogue negli ultimi mesi ma tutti voi sapete che il mio sogno iniziale era frequentare la Nyada, come Rachel” 

Si allungò dietro Blaine e prese una lettera.

“Un paio di settimane fa, ho mandato una email all’ufficio ammissioni ed ho spiegato loro di… di mio padre e di quello che è successo la scorsa primavera… ho chiesto loro di poter fare una seconda audizione per il nuovo semestre che inizia a Gennaio” continuò Kurt.

“Mi hanno risposto un paio di giorni fa… ma ho voluto aspettare che fossimo tutti insieme per darvi la buona notizia”.

Rachel strillò piano , portandosi la mano sulla bocca.

“Hanno accettato la mia richiesta e farò l’audizione tra un paio di settimane”.

Blaine sapeva che Kurt lo aveva già detto ad Isabelle ( era il suo capo dopotutto… in un certo senso glielo doveva) ma tutti gli altri lo avevano appena saputo e si alzarono immediatamente per congratularsi con Kurt .

Rachel fu la prima, nonostante avesse dovuto attraversare tutta la stanza.

“Togliti davanti, Blaine Usignolo” disse.

Blaine si alzò giusto in tempo prima che Rachel si gettasse sul grembo di Kurt.

Kurt rise mentre l’afferrava , impedendole di cadere addosso a Finn.

“Lavoreremo senza sosta” continuò Rachel, “ faremo prove su prove per farti entrare alla Nyada , a costo di morire”

Il timer suonò mentre tutti si congratulavano con Kurt , così Blaine si scusò e si diresse in cucina.

Tirò fuori il tacchino dal forno e lo appoggiò sui fornelli.

Kurt aveva superato se stesso.

“Bene” disse Blaine tornando in salotto, “ la cena è servita… andiamo a tavola”.


Kurt rimase a guardare in silenzio mentre tutti intorno al tavolo , a turno, dicevano per cosa erano grati.

Tutti dissero le stesse cose: la famiglia, gli amici, la saluta  e così via.

Kurt sapeva che lo intendevano per davvero, ma lui … non sentiva nulla…

Onestamente , Kurt si sentiva quasi vuoto.

Suo padre doveva essere li.

Doveva essere seduto a capo tavola al posto di Blaine, mentre si preparava a tagliare il tacchino.

Kurt sentì gli occhi bruciargli così sbatté le palpebre veloce, prendendo un sorso del vino che aveva portato Isabelle.

Normalmente, non beveva, per colpa di un incidente capitato al liceo, aveva vomitato sulle scarpe della consulente scolastica; ma quella sera stava facendo un’eccezione.

Aveva solo bisogno di non sentirsi così scosso.

Raccontare a  tutti della bella novità sulla Nyada , lo aveva distratto solo per qualche minuto e Kurt odiò il fatto che l’essersi sentito così felice fosse stata una cosa così fugace.

Fu il turno di Finn e suo fratello stava sollevando il suo bicchiere.

“Abbiamo detto più o meno tutti le stesse cose” iniziò Finn, “ siamo tutti grati per essere qui ed in salute “ si fermò, “ vorrei però prendermi un momento per ricordare qualcuno che non è qui… qualcuno che ha reso possibile questa famiglia”

Kurt si morse il labbro, non pensava di poterlo sopportare.

Non era pronto per farlo…

“Burt Hummel era un grande uomo “ disse Finn e questo fu tutto quello che Kurt poté sopportare.

“Scusatemi” mormorò , saltando dalla sedia, come se scottasse, e fuggendo via dalla stanza.

Non passò molto prima che Kurt sentì un lieve bussare alla sua porta e Carole fece capolino.

“Pensavo fosse Blaine” le disse Kurt, sorpreso di vedere lei invece di suo marito.

“Sono riuscita a convincerlo a far venire me questa volta” sorrise tristemente Carole.

Entrò e si sedette accanto a lui, sul bordo del letto.

“Stai passando una brutta giornata , vero?”

“Non voglio parlarne… in realtà Carole…”

“Potrebbe aiutarti” lo incoraggiò Carole, “so quanto fa male, Kurt”-

“A cosa serve parlarne?” chiese Kurt, fissandosi i piedi.

“Non cambia nulla… papà è comunque… morto”.

“Lo so “ rispose Carole scivolando più vicino a Kurt per poggiargli un braccio sulle spalle, “ e mi manca ogni giorno”.

“Come fai ad affrontare tutto questo?” volle sapere Kurt , “ non posso immaginare come possa essere per te… hai perso due mariti”

“Ho i miei giorni no… strillo ed ho anche tanta rabbia in corpo” gli disse Carole, “ ma poi… penso a tutti i bei momenti passati insieme e a quanto ci amavamo ed anche … se è stato tutto così breve… sono così… così grata di averlo avuto nella mia vita.”

“Rifaresti tutto d’accapo pur sapendo che sarebbe finita in questo modo?”

Kurt non riusciva a capire come ci si potesse esporre anche a questo tipo di dolore.

“In un baleno” rispose sottovoce Carole.

Prese il mento di Kurt tra la mani a coppa e gli sollevò la testa, lentamente, così da poterlo guardare negli occhi.

“Innamorarmi di Burt … mi ha dato te…. Un altro figlio da amare e di cui prendermi cura… non posso immaginare la mia vita senza te, Kurt… e se tu non avessi sposato Blaine… non avrei nemmeno lui.

Ho tre figli ora…”

Kurt non sapeva cosa dire.

Amava Carole… l’amava davvero.

Non assomigliava a sua madre… ma avevano lo stesso spirito premuroso.

“Penso che Burt sarebbe tanto orgoglioso dell’uomo che sei diventato” disse Carole, “ so che io lo sono”.

Sentirono nuovamente bussare alla porta e poi Blaine stava entrando nella stanza.

“Tutto bene qui?”

“Si…” rispose tranquillo Kurt, “ ho solo bisogno di un minuto”

“Posso andarmene, se vuoi” disse Blaine.

Sembrava preoccupato così Kurt si sforzò di sorridere.

“No… è tutto ok” disse Carole, alzandosi, “ vado di la… così faccio iniziare tutti a mangiare… venite quando siete pronti”

“Per te è una giornata difficile , vero?” chiese Blaine, una volta che Carole era andata via.

“La mia fuga dal salotto non è abbastanza come indizio?” rispose Kurt.

“Lo avevo capito già da stamattina”.

Blaine si avvicinò e si sedette sul letto, accanto a Kurt.

“Ed io che pensavo di averlo nascosto bene” mormorò Kurt.

Era già piuttosto imbarazzato.

“Lo hai fatto…” lo rassicurò Blaine, “ o almeno lo avevi fatto… non penso che qualcuno a parte me lo abbia capito”

Rimasero seduti in silenzio per un po’.

Dalla sala da pranzo, arrivò un rumore di piatti e le voci allegre dagli altri.

“Probabilmente … dovremo tornare di la” disse, alla fine, Kurt sospirando.

Non voleva altro che cacciare tutti fuori dall’appartamento per potersi nascondere.

“Prima che andiamo… volevo solo dirti una cosa…” Blaine lo guardò negli occhi, lo sguardo profondo, “ Kurt… io…”

Kurt trattenne il fiato, chiedendosi come Blaine potesse, eventualmente, finire la frase.

“Sono così… così grato per te…”

Blaine poggiò la fronte contro quella di Kurt che chiuse gli occhi per le tante emozioni che stava provando.

Blaine aveva la capacità di abbattere tutte le sue difese.

“Anche io” sussurrò “ anche io sono grato per questo”.

Blaine lo baciò con dolcezza prima di allontanarsi.

“Andiamo… se vogliamo cenare… è meglio se usciamo di qui”.

Kurt annuì dopo un momento.,

“Ho solo bisogno di un altro minuto”.

Blaine concordò e sparì nell’altra stanza.

Kurt fissò il pavimento e sospirò.

Era Kurt Hummel, dannazione.

Poteva farcela.

Con questo monito, Kurt si unì agli altri.

Avrebbe passato un buon Ringraziamento, non importava come.



NOTE

Alla prossima settimana!!

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Capitolo 17
*** capitolo 17 ***


La discussione su quello che Kurt avrebbe dovuto cantare all’audizione era diventata sempre più accesa tra lui, Blaine e Rachel dopo il Ringraziamento.

Anche Brody aiutò, offrendo anche qualche suggerimento.

Alla fine, Kurt decise che sarebbe stato meglio focalizzarsi su qualcosa che si adattasse alla sua voce… certo aveva pianificato di guadagnarsi da vivere cantando canzoni da donna e attirare l’attenzione di Broadway… ma doveva prima arrivarci.

“Being Alive”… dal musical Company fu la sua decisione finale ( Blaine lo sostenne, Rachel pensava che avrebbe dovuto scegliere qualcosa di meglio e Brody disse che Carmen Tibideaux lo avrebbe probabilmente fatto a pezzi visto che aveva sentito quella canzone un migliaio di volte).

A Kurt non importò.

Dopo l’anno che aveva avuto, la canzone sembrava scritta per lui, soprattutto la parte che riguardava la morte di suo padre.

Rachel si zittì dopo che Kurt se l’era lasciato scappare.

Due settimane erano passate dal Ringraziamento.

Blaine era stato bloccato dai test e da chi sa cos’altro.

Aveva passato le giornate , fino a sera tardi, in biblioteca trascinandosi poi a casa per gettarsi direttamente a letto accanto a Kurt, addormentandosi immediatamente.

Kurt trascorse ogni minuto che non era a Vogue , provando , perfezionando la canzone.

La loro vita sessuale era passata in secondo piano, ma trovavano ancora , occasionalmente, un po’ di tempo.

Due giorni prima della sua audizione , Kurt ritenne di essere pronto per un pubblico ; così si esibì per Brody e Rachel.

Anche Blaine avrebbe dovuto esserci, ma rimase bloccato con il suo gruppo di studi dovette saltarlo.

Una volta finito, Kurt cercò i volti di Rachel e Brody per capire le loro reazioni.

Rachel aveva un sorriso orgoglioso sul viso, Brody sembrava preoccupato.

“Sono così fiera di te” disse Rachel , alzandosi dal suo posto per abbracciarlo, “ li stenderai tutti”.

“Qualcosa mi dice che non la pensi allo stesso modo” Kurt guardò Brody, che sospirò.

“Tecnicamente è stato perfetto” gli disse Brody.

Kurt sorrise.

“Ma è proprio questo, Kurt… una esibizione… tecnica… non percepisco nulla di te in lei”.

Kurt lo fissò per un lungo momento. 

“Cosa vuoi dire?”

“Se canterai una canzone che Carmen ha ascoltato milioni di volte… devi distinguerti… essere diverso” gli consigliò Brody, “  a cosa pensi quando la canti?”

Kurt scrollò le spalle.

Cercava di non pensare a nulla.

Pensare a suo padre… gli rendeva troppo difficile affrontare la canzone.

“Ti suggerisco allora di trovare qualcuno per cui cantare o qualcosa a cui cantare” continuò Brody, “  altrimenti… non credo che entrerai”

Il peso delle parole di Brody appesantì lo stomaco di Kurt e quel nodo, quel familiare nodo, si strinse , facendo sentire fisicamente male Kurt per un secondo.

“Ti aiuterò a lavorarci su” promise Rachel.

Kurt annuì.

Era fottuto.



Il giorno dell’audizione di Kurt alla Nyada fu una giornata luminosa, soleggiata e abbastanza calda per essere Dicembre.

Kurt si sentiva il padrone del mondo, come se potesse fare qualsiasi cosa.

Nemmeno la notizia che le New Directions avevano perso le Provinciali ( grazie ad una delle nuove ragazza che era svenuta sul palco) aveva rovinato il suo umore.

Si sentì dispiaciuto per loro, ma era ormai ad un passo nel realizzare il suo sogno e non avrebbe permesso che qualcosa lo buttasse giù.

Comunque non si era aspettato che la sua audizione sarebbe stata aperta al pubblico.

Questa fu la notizia che sorprese Kurt, Rachel e Brody, al loro arrivo.

Carmen voleva che la classe di Rachel osservasse. 

A Kurt non importava, annuì distrattamente alla notizia.

Fino a quando Blaine era con lui… poteva farcela.

Con il cuore che batteva a mille, Kurt si portò al centro della stanza, che Carmen chiamava la “stanza circolare”.



Kurt prese un profondo respiro  aprì la bocca ed iniziò a cantare.

“Someone to hold you too close,”

“Qualcuno che ti stringa forte”

Cominciò, la voce chiara e sicura.

“Someone to hurt you too deep, someone to sit in your chair, to ruin your sleep.” 

“Qualcuno che ti ferisca nel profondo, qualcuno che si sieda sulla tua sedia per rovinarti il sonno”

Il volto di suo padre gli apparve chiaro in mente mentre cantava.

Kurt sapeva che se fosse stato li, avrebbe riso e pianto insieme.

“Someone to need you too much, someone to know you too well. Someone to pull you up short, and put you through hell.” 

“Qualcuno che ha tanto bisogno di te, qualcuno che ti conosca molto bene…

Qualcuno che ti sollevò leggermente, 

per poi gettarti all’inferno”

Una fitta di desiderio quasi travolgente per suo padre si riversò su di lui.

“Someone you have to let in, someone whose feelings you spare,”

“Qualcuno che ti porti dentro, qualcuno di cui ferisci i sentimenti”

Cantò, lasciando che questa sensazione lo trascinasse mentre continuava.

I suoi occhi si spostarono per la stanza.

Rachel gli sorrideva orgogliosa, Brody annuiva mentre lo ascoltava, Carmen Tibideaux lo guardava con espressione risoluta e finalmente si fermò sul viso rapito di Blaine.

Qualcosa… sbloccò Kurt in quel momento. 

Non riusciva a distogliere lo sguardo da Blaine, lo fissava intensamente mentre le parole della canzone lasciavano le sue labbra.

“Someone to crowd you with love, someone to force you to care, someone to make you come through, who'll always be there, as frightened as you of being alive.”

“Qualcuno che ti ricopra d’amore, qualcuno che ti spinga ad importartene, qualcuno che ti spinga ad andare avanti, che ci sarà sempre , spaventato quanto te di essere vivo”

La sua voce divenne più forte di quella del coro, chiara come una campana, mentre questo sentimento sgorgava in lui, travolgendolo e rendendo più intensa la sua esibizione. 

Per quanto questa canzone fosse dedicata a suo padre e al loro rapporto, era anche per Blaine.

Kurt aveva vissuto in una specie di nebbia dalla morte del padre, barcollando nella sua nuova realtà, con confusione e paura, togliendosi fuori da qualsiasi cosa… fino a Blaine.

Blaine con il suo affascinante sorriso ed il disperato bisogno di sposarsi, aveva capovolto tutta la vita di Kurt.

Aveva riportato Kurt alla vita.

“Somebody, need me too much” ( qualcuno ha tanto bisogno di me) Kurt lasciò ardere le sensazioni che stava provando , lo sguardo incatenato a quello di Blaine, facendogli capire quello a cui stava pensando.

“Somebody, know me too well, somebody, pull me up short and put me through hell, and give me support for being alive, make me alive.”

“Qualcuno che mi conosce molto bene, qualcuno che mi sollevi e mi getti all’inferno, e mi sostiene per essere vivo, mi rende vivo”.

Il  viso di Blaine si addolcì ed i suoi occhi si spalancarono per la meraviglia e Kurt poté dire che Blaine aveva capito.

Cominciò a cantare l’ultima parte della canzone , la sua voce cresceva ad ogni parola.

 “Somebody, crowd me with love, somebody, force me to care, somebody, make me come through, I'll always be there, as frightened as you, to help us survive. Being alive, being alive, being alive!”

“Qualcuno che mi ricopra d’amore, qualcuno che mi spinga ad importartene, qualcuno che mi spinga ad andare avanti, che ci sarà sempre , spaventato quanto te , qualcuno che ci aiuti a sopravvivere.

Essere vivo, essere vivo, essere vivo!”

Mentre l’eco della sua voce risuonava per la stanza, la classe scoppiò in un applauso.

Kurt pensò di aver visto Rachel asciugarsi alcune lacrime, con discrezione, ed anche gli occhi di Blaine sembravano leggermente umidi .

“Ben fatto, Signor Hummel” disse Carmen , attirando l’attenzione di Kurt.

Kurt arrossì per la lode.

“Grazie” disse accettandola dolcemente.

“Ci terremo in contatto” promise Carmen.

Kurt annuì mentre la classe applaudiva di nuovo.

Poi uscì dalla stanza, con Blaine e Rachel alle calcagna.

“È stato assolutamente stupendo , Kurt” se ne uscì Rachel una volte fuori, “ a cosa stavi pensando?”

Gli occhi di Kurt si spostarono su Blaine,  osservando il suo volto speranzoso.

Aprì la bocca per rispondere… ed andò in panico.

Non poteva farlo… sembrò come se tutto quello che aveva dentro  liberato durante l’esibizione, fosse stato rinchiuso di nuovo a chiave.

“Mio padre” rispose.

Non riusciva a guardare Blaine… non poteva permettersi di vedere l’espressione sul volto di suo marito.

Si mise a braccetto con Rachel, parlando di quanto avrebbe avuto notizie ed esaminato pezzo per pezzo la sua esibizione.

Blaine li seguì in silenzio e Kurt non si era mai sentito peggio di così.


Blaine non sapeva cosa pensare.

Avrebbe dovuto studiare per l’esame finale di Inglese, ma non lo stava facendo… stava pensando a Kurt.

Qualcosa era successo il giorno dell’audizione di Kurt.

Lui e Kurt avevano incatenato gli sguardi mentre Kurt stava cantando ed era stato… magico.

Era riuscito a sentire tutto quello che stava provando Kurt e sapeva che era lo stesso sentimento che lui stava provando dall’estate.

Lo sentiva fin dentro le ossa. 

Ed era quello che aveva reso tutto quello che era successo da allora, sconcertante.

Kurt si era tenuto a distanza da allora.

Era come se , durante tuttala canzone, Kurt avesse abbassato tutti i suoi muri per poi ritirarli su nell’esatto momento in cui tutto era finito e Blaine non sapeva come aprirsi un varco.

Era tutto completamente diverso da prima… almeno prima lui e Kurt passavano del tempo insieme, parlavano e guardavano la televisione insieme.

Si rotolavano tra le lenzuola e Blaine riusciva a dire con le mani e le labbra tutto quello che non poteva permettersi di dire a voce… ma ora… tutto questo era inesistente.

Kurt a malapena restava più di minuti nella stessa stanza con lui.

Blaine sospirò , chiuse il suo portatile e si guardò intorno nella biblioteca affollata.

Non avrebbe combinato più nulla.

Il tragitto verso casa non servì molto a schiarirgli le idee.

Si fermò a ritirare la posta senza nemmeno guardarla fin quando non fu all’interno dell’appartamento.

“Ciao” salutò.

Kurt annuì, la sua attenzione ancora focalizzata sui suoi schizzi davanti a lui.

Blaine sospirò di nuovo, scalciando via le scarpe ed appendendo il cappotto.

Controllò la lettera che aveva in mano e poi si bloccò.

“Kurt”.

Kurt doveva aver percepito il tono strozzato della sua voce perché sollevò di scatto la testa, fissando Blaine preoccupato.

“Kurt” disse nuovamente, tenendo ben stretta la lettera.

“Viene dalla Nyada”. 

“Oh mio dio”.

Kurt saltò dalla sedia in un secondo , prendendo la lettere dalle mani di Blaine.

“Oh mio dio”.

“Aprila” lo incoraggiò Blaine.

Osservò Kurt mentre , con mani tremanti, strappava la busta e tirava fuori la lettere per controllarla.

“Caro sig. Hummel” lesse Kurt, senza fiato, “ siamo lieti di offrirle un posto al primo anno presso la Nyada”

Kurt spalancò gli occhi ed un enorme sorrise apparve sul suo viso.

“Sono entrato!” urlò.

Blaine non poté farne a meno, si mosse e prese Kurt tra le braccia e lo strinse forte.

“Sono così fiero di te” .

Si tirò indietro e baciò Kurt, fermandosi quando si rese conto di quello che aveva fatto.

Kurt era immobile mentre lo fissava con occhi spalancati ed il respiro ansante.

Per un momento rimasero a fissarsi l’un l’altro.

Blaine si mosse istintivamente, le loro labbra si scontrarono.

La lettera scivolò via dalla mano di Kurt mentre stringeva il cardigan di Blaine

Gemette e Blaine smise completamente di pensare.

Sollevò Kurt , nessuno dei due spezzò il bacio mentre Blaine portava entrambi verso la camera da letto il più rapidamente possibile.

Poggiò quanto più gentilmente poté Kurt sul letto che lo tirò su di lui immediatamente.

Tutto era frenetico e disperato, i loro vestiti sparsi ovunque e tanta pelle da esplorare.

Bocche assaporavano e stuzzicavano , mani vaganti sui loro corpi tremanti.

Blaine gemette quando si mossero insieme, i loro corpi sudati, i loro peni duri allineati. 

Ma … non era abbastanza questa volta.

Blaine voleva di più, aveva bisogno di avere di più.

“Kurt…” ansimò, “ Kurt… voglio…”

Kurt rallentò.

“Cosa? Cosa vuoi?” sussurrò.

Blaine lo fissò per un momento.

Kurt era bellissimo, gli occhi scuriti dal desiderio, i capelli in disordine e le labbra gonfie.

“Ti voglio” disse Blaine, “ ti voglio dentro di me”

Kurt spalancò gli occhi , che divennero ancora più scuri , se possibile.

Annuì.

“Okay…”

“Okay?” ripeté Blaine per essere sicuro.

“Si okay…”

Kurt lo baciò forte ma Blaine si allontanò da lui un momento, per allungarsi verso il cassetto del comodino per prendere una bottiglia di lubrificante ed un preservativo.

Li aveva comprati quando le cose tra lui e Kurt erano cambiate, fisicamente, perché non era sbagliato essere preparati.

Sapeva che Kurt non aveva fatto nulla di simile prima e vedere Kurt mordersi le labbra, apparendo nervoso, fece innamorare Blaine di Kurt ancora di più.

Blaine lo aveva fatto un paio di volte con Sebastian, ma… all’improvviso, desiderò di non averlo fatto.

Avrebbe preferito aver aspettato… aver aspettato per Kurt.

Rimasero in silenzio mentre Blaine ricopriva le dita di Kurt con il lubrificante.

Kurt gemette , il tocco incerto mentre accarezzava lentamente l’apertura di Blaine.

Blaine prese un profondo respiro per la sensazione , ma non staccò mai gli occhi da quelli di Kurt.

Dopo un momento , Kurt spinse un dito dentro di lui e Blaine ansimò forte.

Kurt lo prese come un buon segno così continuò a muovere le dita.

Blaine pensò che sarebbe morto.

Era una tortura… una splendida tortura.

Le dita gentili di Kurt lo stavano torturando nel miglior modo possibile.

Non era sicuro di quanto a lungo sarebbe durato, ma non voleva nemmeno affrettare le cose.

All’improvviso il piacere lo investì ed era così dannatamente vicino…

I suoi gemiti divennero più forti e sfacciati. 

“Oh mio dio” sussurrò Kurt, sembrando compiaciuto.

“Ora…” disse Blaine, “ ora… Kurt… ora ti prego”.

Afferrò le lenzuola con le mani , intrappolando tra le dita il tessuto così forte che pensò di poterle strappare.

Kurt si infilò il preservativo con gesti goffi e poi tornò da Blaine, il suo pene si pressò bruscamente contro il sedere di Blaine mentre entrava in lui. 

Blaine non si era mai sentito così completo in tutta la sua vita.

Kurt ansimava piano ma Blaine non riuscì a capire cosa stesse dicendo , perché Kurt si tirò indietro per poi spingersi di nuovo in lui e Blaine vide le stelle.

Avvolse le gambe attorno a Kurt e lo tirò a se per poterlo baciare.

Sentì Kurt tremare sopra di lui, interrompendo il bacio.

I loro occhi si incontrarono e Blaine si ritrovò di nuovo incapace di distogliere lo sguardo.

C’era così tanto nello sguardo di Kurt, così tanto che Blaine voleva dirglielo.

Kurt rabbrividì e si spinse in lui un’ultima volta, venendo con un gemito , sussurrato all’orecchio di Blaine.

Blaine seppe che non avrebbe mai dimenticato questa sensazione… questo momento.

La mano di Kurt era sul suo pene , masturbandolo ed , ancora prima di poter batter ciglio, il mondo si tinse di bianco mentre Blaine veniva.

Tirò Kurt più vicino, trattenendolo dentro di se per un altro istante, ormai incapace di tenere a bada i propri sentimenti.

“Ti amo… ti amo… ti amo…”




NOTE

Prima di tutto, chiedo umilmente scusa per aver dimenticato di pubblicare...

Due... Finalmente il ns Blaine ha il coraggio di dire a Kurt quello che prova... cosa succederà??

Lo saprete giovedì!!!

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Capitolo 18
*** capitolo 18 ***


Kurt spinse altri vestiti dentro la valigia e poi chiuse la cerniera .

La ribaltò di lato e la spinse , silenziosamente, in soggiorno, lasciandola poi davanti la porta.

Si voltò e tornò in camera da letto, dove stava ancora dormendo Blaine, abbracciato al cuscino.

Kurt lo fissò per un lungo momento; il petto dolorante , la gola serrata, gli occhi che gli bruciavano.

Fece scivolare il bigliettino che aveva in mano sotto il cellulare di Blaine , poggiato sul comodino.

Prese un profondo respiro e si tolse la fede prima di uscire dalla stanza.

Voleva che l’ultimo ricordo di Blaine fosse bello.

Tornò velocemente in salotto, afferrò la maniglia della valigia ed aprì la porta di casa.

Si concesse un ultimo sguardo intorno, mentre si mordeva il labbro.

Esitò un momento , ma poi… prese un profondo respiro , preparandosi.

Era meglio così.

Scese silenziosamente per le vie di New York, riuscendo , per fortuna, a fermare un taxi proprio fuori l’edificio.

Il portiere sembrò confuso e preoccupato di vedere Kurt andarsene nel bel mezzo della notte; Kurt riuscì a vederlo sul suo volto.

Non disse nulla però, e nemmeno lo fece Kurt.

Kurt diede all’autista del taxi un indirizzo e poi si accasciò contro il sedile.

Doveva solo continuare a dire a se stesso che era la decisione giusta.

Dire che Rachel fu sorpresa di vederla sulla soglia di casa sua con una valigia in mano era un eufemismo.

“Oh Kurt…” disse Rachel quando lo vide.

Kurt non riuscì  a dire nulla, le parole gli si erano bloccate in gola e non volevano uscire.

Non poteva farlo.

Faceva troppo male.

Rachel lo abbracciò stretto e poi lo fece entrare, chiudendo la porta dietro di se.



Blaine si stiracchiò e poi trasalì, il dolore al fondoschiena ed al sedere gli ricordò esattamente quello che aveva fatto la notte prima.

Un grande sorriso apparve sul suo viso poi si rigirò piano sulla schiena.

Non avrebbe mai dimenticato nulla… il modo in cui si erano toccati… la sensazione di Kurt dentro di lui .

Aveva , finalmente, alla fine detto a Kurt che lo amava e Kurt non era corso della stanza urlando.

Kurt non glielo aveva detto in cambio, ma per Blaine era okay… ci voleva tempo e forse Kurt non lo aveva ancora capito.

Probabilmente , avrebbero dovuto parlare di cosa significasse questo cambiamento nella loro relazione, ma Blaine era disposto a rimandare se fosse stato necessario.

Sapeva quanto potesse essere fragile Kurt, di quanto si chiudesse in se stesso a volte.

Non voleva spaventare Kurt.

Si tirò su , realizzando , all’improvviso, di essere solo a letto.

Si fermò cercando di sentire qualche rumore provenire dall’appartamento.

Blaine non sentì nulla ed alzò lo sguardo per controllare l’ora.

Fu in quel momento che la vide.

La fede di Kurt era poggiata sul comodino accanto al suo cellulare.

Blaine sentì lo stomaco in subbuglio mentre si allungava per prenderla ed anche quando vide il bigliettino sotto il telefono.

Le mani gli tremarono mentre spostava il cellulare per poter prendere il biglietto e leggerlo.

“Non posso più farlo… mi dispiace… Kurt”

Blaine sentì qualcosa contorcersi e poi calde lacrime bruciargli gli occhi. 

Non capiva.

Blaine si alzò quanto più velocemente poté e si diresse verso il suo armadio, spalancandolo.

Alcuni degli abiti di Kurt erano spariti.

Barcollò alla cieca nella stanza degli ospiti ( perché questo era quello che era… Kurt non aveva mai davvero dormito li) e quasi scardinò le ante dell’altro armadio.

Altre cose erano sparite, così come la valigia di Kurt.

Per tutte le cose per cui aveva sofferto nella sua vita, non pensava che ci potesse essere qualcosa di più doloroso di quel momento… non il pestaggio perché era gay… non l’abbandono di Sebastian, né l’essere stato ripudiato dai suoi genitori … né tanto meno il disinteresse di Cooper.

Per la prima volta nella sua vita, Blaine seppe cosa davvero significasse avere il cuore spezzato.

Le gambe cedettero e si accasciò alla parete, scivolando poi sul pavimento.

Sollevò le ginocchia e le strinse forte tra le braccia.

La lettera di Kurt era stretta nel suo pugno.

Kurt se n’era andato ed era tutta colpa di Blaine.



“Hai un aspetto orribile” disse dolcemente Rachel quando Kurt uscì dalla doccia la mattina dopo.

“Prova tu a dormire sul pavimento e vedi come ti senti “ rispose Kurt, ma non c’era rabbia nella sua voce.

Era stanco morto.

Non si era sentito così male dalla morte di suo padre.

“Cosa è successo?” chiese Rachel, dopo qualche minuto di silenzio.

“Non ne voglio parlare…” rispose Kurt, “non importa…. Questa parte della mia vita è finita” 

Queste parole sembrarono false persino alle sue orecchie.

Rachel spalancò gli occhi .

“Pensavo aveste litigato o qualcosa del genere” sussurrò, “ stai lasciando Blaine?”

“Si” le disse Kurt, sottovoce, “ è meglio così Rachel”.

“Kurt…” disse Rachel, allungando una mano per stringere la sua così che si potesse sedere accanto a lei sul letto.

“Sei sicuro che è quello che vuoi? Vi ho visti insieme… tu ami Blaine… lo so che è così”

Kurt sbiancò , sentendosi come se avesse appena ricevuto un pugno allo stomaco.

“No…” rispose, la voce bassa,” non lo amo”.

Rachel lo fissò sorpresa.

“Kurt…” iniziò.

“Possiamo solo… non farlo… “ sussurrò Kurt, “ devo andare al lavoro…”

Prese la sua tracolla dalla valigia.

“Grazie per avermi permesso di dormire qui… sarò fuori dai piedi non appena possibile”.

Riuscì a sentire gli occhi di Rachel penetrargli la schiena mentre andava via.



Blaine si catapultò sul cellulare nello stesso istante in cui squillò.

“Kurt?” 

“No… sono Rachel”

“Rachel… hai…”

“Era qui…” lo interruppe lei, “ Blaine… cosa.. cosa è successo?”

“Non lo so …” le disse Blaine, con onestà.

Aveva dei sospetti, naturalmente, ma fino a quando non parlava con Kurt, davvero non lo sapeva.

Non era andato a lezione , non avrebbe potuto affrontare la folla di gente e preoccuparsi dei compiti e dell’esame finale in quel momento.

Probabilmente dopo se ne sarebbe pentito, ma pensò che era solo un’altra cosa da aggiungere alla lista dei suoi sbagli.

“Abbiamo passato un notte bellissima e quando mi sono svegliato stamattina… se n’era andato”

“Non avete litigato?” chiese Rachel , sembrando sorpresa.

“No” rispose Blaine, “ non mi risponde al cellulare ed io non so cosa fare”.

“Parlerò con lui” promise Rachel, “ ti farò chiamare”.

Blaine tirò su col naso.

“Grazie Rachel”.

“Voi due siete i miei migliori amici” disse lei, “ so che potete farcela a sistemare tutto… l’amore vince sempre, giusto?”

“Giusto”  disse Blaine debolmente.

“Devo andare a lezione di danza ora… prima che arrivi quella stronza dell’insegnante… ma ti chiamo più tardi, okay?”

“Grazie Rachel “ ripeté Blaine ed attaccò.

Blaine non sapeva cosa fare.

Non poteva affrontare le lezioni ed aveva troppo tempo da ammazzare prima che Kurt sarebbe tornato dal lavoro.

Non sapeva perché lo stesse facendo, ma fece una telefonata prima di poter cambiare idea.

“Blainey!” rispose Cooper, “ a cosa devo questo onore?”

Blaine sorrise triste al tono eccitato di suo fratello.

“Ho bisogno di un consiglio”

“Qualcuno ha fatto il cattivo?” scherzò Cooper.

“Puoi dirlo…” mormorò Blaine, asciugandosi alcune lacrime dagli occhi.

Pensava di averle versate tutte… ma apparentemente non era così.

“Di tutto al tuo fratellone” lo incoraggiò Cooper, “hai semplicemente dimenticato di lavare a secco la sua maglia preferita? Hai bruciato la cena? hai dimenticato di telefonare per avvertirlo di essere in ritardo?”

“Gli ho detto che lo amo” disse Blaine.

“E lui cosa ha detto?” chiese Cooper dopo un momento di silenzio.

“Mi ha lasciato”.

E con questo Blaine scoppiò di nuovo a piangere, lacrime calde scorrevano sulle sue guance, mentre gli raccontava l’intera storia ( leggermente modificata, perché in nessun modo avrebbe parlato della sua vita sessuale con Cooper, nessun modo).

“Cosa devo fare Cooper!”

“Aspetta che ti chiami!” gli disse Cooper, “se gli corri dietro lo farai allontanare ancora di più”

“E se avessi interpretato l’intera situazione nel modo sbagliato e lui non mi ama?”

“Prima di tutto , se fosse così… è un’idiota e non ti merita”.

Blaine ridacchiò tra le lacrime.

“E secondo, anche un cieco riuscirebbe a vedere quanto sia innamorato di te da come ti guarda”.

“Grazie Cooper” disse Blaine , “ avevo proprio bisogno di sentirmelo dire”.

“Grazie per avermi chiamato” rispose Cooper , sottovoce.

“Sono contento di poterti aiutare”

Blaine attaccò dopo aver promesso a Cooper di chiamarlo per fargli sapere come andava.

Blaine sospirò e fissò l’orologio.

Sarebbe stata una lunga giornata.



“Bene… sei tornato” disse Rachel mentre entrava nella sua stanza e chiudeva la porta.

Kurt aggrottò le sopracciglia senza alzare lo sguardo dai suoi schizzi, ma non disse nulla.

“Dobbiamo parlare di Blaine”.

“Non ho nulla da dire, Rachel” le disse Kurt, “ ti chiedo di lasciar perdere”.

“L’ho telefonato” rispose Rachel.

Kurt fece cadere la matita ed alzò di scatto la testa per fissarla.

“Davvero?” sussurrò, “ cosa… cosa ha detto?”

“Che voi due avete passato una notte bellissima e che quando si è svegliato tu te n’eri andato” rispose Rachel, “ quindi… adesso... mi dici cosa sta succedendo , Kurt.”

“Rachel” protestò Kurt.

“Sono la tua migliore amica!” esclamò, “ posso aiutarti”.

Kurt sospirò, rassegnato.

“Io e Blaine… ci siamo sposati per convenienza”

Rachel si sedette sul bordo del letto, fissandolo.

“Cosa significa?”

“TI ricordi quanto andavano male le cose dopo la morte di mio padre?” 

Rachel annuì e Kurt prese un profondo respiro.

“Questo perché i conti si accumulavano e non avevamo modo di pagarli… avremmo perso l’officina se non avessi fatto qualcosa”

“Oh Kurt” rispose Rachel.

Kurt non le lasciò dire altro, semplicemente continuò a raccontare.

“Trovai su un giornale un inserzione di un’audizione per un lavoro da attore e venne fuori che era di Blaine.

Voleva assumere un attore per fare suo marito così che potesse rivendicare la sua eredità”.

“Quindi tu e Blaine non siete davvero sposati?” chiese Rachel , sembrando sconvolta.

“No… lo siamo” si affrettò a rispondere Kurt, “ siamo davvero scappati per farlo.. abbiamo dovuto… ma lo abbiamo fatto solo per fargli avere i suoi soldi” si fermò, “ ha detto di essersi innamorato di me, Rachel, ed io non posso…”

“Certo… se non senti le stesse cosa per lui” concordò Rachel.

Kurt studiò i disegni davanti a lui senza dire una parola.

“Devi dirglielo… chiamalo”

“È meglio se non lo faccio”

“Kurt… dico davvero... chiamalo.  Anche se è stato solo un accordo d’affari finito male”

Kurt questo non lo aveva considerato…

Di certo Blaine avrebbe voluto i suoi soldi indietro… 

Ingoiò forte.

“Okay” concordò alla fine.

Rachel gli allungò il cellulare e Kurt digitò il numero con mani tremanti.

Blaine rispose al telefono non appena squillò.

Stava lavorando su alcune modifiche al suo esame finale e quasi gettò tutta le sue ricerche per aria dalla fretta.

Afferrò il telefono e rispose, felice di vedere il numero di Kurt.

“Kurt” disse .

“Ciao” rispose Kurt dopo una pausa, “ ho pensato che dovremo… parlare”.

“Non al telefono” disse Blaine.

Non poteva dire quello che doveva a Kurt per telefono, non avrebbe potuto esprimersi bene.

“Ti prego… solo… torna a casa”

Kurt esitò, e poi la telefonata fu attutita e Blaine capì che Kurt stava parlando con Rachel.

“Va bene” concordò Kurt, tornando in linea, “ ci vediamo tra poco”

“Grazie” rispose Blaine, sentendo gli occhi di nuovo lucidi mentre attaccava.

Prese un profondo respiro e si concentrò.

Non poteva comportarsi così quando Kurt sarebbe arrivato.

Aveva bisogno di ricomporsi.

Il suo matrimonio dipendeva da questo.



NOTE

E così Kurt scappa... riuscirà Blaine a convincerlo a tornare? Kurt si è innamorato di Blaine o Blaine lo spera solo?...

Lo sapremo alla prossima puntata

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


Kurt sembrava orribile.

Questa fu la prima cosa che notò Blaine quando aprì la porta per far entrare Kurt.

Aveva addirittura bussato alla porta, come se non vivesse più li e questo fece dolere il cuore di Blaine.

Non poteva lascare che accadesse… doveva salvare il suo matrimonio in qualche modo.

Anche se Kurt non lo voleva in questo modo, non poteva perdere Kurt dalla sua vita… semplicemente non poteva.

“Grazie per essere venuto” disse Blaine, sentendosi a disagio.

Kurt si tolse la sciarpa ed il cappotto poggiandoli sullo schienale della poltrona sedendosi, con freddezza, sul divano.

Blaine si sedette accanto a lui, lasciando un po’ di spazio tra loro.

Kurt annuì.

“Certo che sono venuto” rispose, “ penso che sono qui per rielaborare le condizione del nostro accordo visto che me ne sono andato”.

Blaine sentì il proprio cuore precipitare di botto e si sentì male.

“No” Blaine scosse la testa, “ no Kurt… voglio che torni a casa”

Kurt lo fissò per un lungo momento, qualcosa di simile alla speranza negli occhi, ma poi sparì  e sul suo volto riapparve la maschera.

Blaine non era nemmeno sicuro di averla vista; Kurt si era richiuso in se stesso troppo in fretta.

“Blaine… non posso… non posso continuare a farlo”

“Lo so che le cose sono diventate…” Blaine aveva difficoltà a trovare le giuste parole , quelle che avrebbero fatto restare Kurt e non scappare a gambe levate, “ … intense  tra noi” si fermò, “ e non sto dicendo che sia una brutta cosa, esattamente, ma Kurt… se ti non provi lo stesso per me…”

“No” rispose sottovoce, in tono apparentemente strozzato, “ non posso”

“Perché no?” contestò Blaine prima che potesse fermarsi.

“Solo… non posso Blaine”  sbottò Kurt, “ sono venuto solo per farti sapere che ti restituirò tutti i soldi”  si alzò, “ non so quando né come… ma lo farò”.

“Tieniti questi cazzo di soldi” esclamò Blaine, alzandosi anche lui, “ non me ne può fregare un cazzo di loro… tutto quello di cui mi importa è che tu torni a casa”.

“Blaine… io…” Kurt sembrò sconvolto.

“Kurt… sei il mio migliore amico”  gli disse Blaine, prendendo la mano di Kurt, “  se non altro… lo saremo per sempre… non voglio perderti… ti voglio nella mia vita”.

Kurt si lasciò scappare un sospiro tremante, sembrando combattuto.

Blaine gli diede il colpo di grazia.

“Torna a casa, ti prego” lo esortò, “ trasferisciti nell’altra camera da letto, e se… come i nostri accordi iniziali..., alla fine dell’anno vuoi ancora andar via… divorzieremo, ma non ci allontaneremo l’uno dall’altro”

Kurt lo fissò per un lungo attimo, Blaine stringeva forte la sua mano come se potesse farlo restare in questo modo. 

“Non voglio farti del male” sussurrò Kurt alla fine, “ non posso far soffrire qualcuno così”

“Credimi quando ti dico…” rispose Blaine, “ che mi farebbe più male vederti andar via”.

“Va bene” concordò sottovoce Kurt, sembrando dibattuto tra se per un momento, “ resterò”.




I giorni che precedevano il Natale, furono frenetici per Kurt.

Stava per terminare il suo lavoro a Vogue, cercando di fare del suo meglio per finire tutti i suoi lavori per non lasciarli nei casini.

Isabelle gli aveva già promesso un posto per un internato la prossima estate, che Kurt aveva accettato con gratitudine.

Sapeva che non c’erano molti capi come lei e di certo non gli avrebbe fatto male avere la possibilità di entrare nel settore della moda.

Le lezioni alla Nyada sarebbero riprese a Gennaio e Kurt sarebbe stato un loro studente, insieme a Rachel.

Aveva intensificato i suoi allenamenti e gli esercizi vocali per non presentarsi sembrando un idiota.

Mentiva a se stesso quando diceva a se stesso che tutto quel duro lavoro era per prepararsi per il futuro.

Kurt sapeva che lo faceva per lo più per evitare di rimanere a casa con Blaine.

Non sapeva più come comportarsi con lui.

Era finita la loro “occasionale” amicizia, l’intimità che veniva dal conoscersi l’un l’altro dentro e fuori. 

Troppo tempo in presenza di Blaine, riportava a galla certi bisogni, bisogni che Kurt non poteva soddisfare perché sarebbero finiti esattamente nello stesso punto in cui erano adesso.

Non poteva fare questo a Blaine.

Blaine, d’altra parte, sembrava perennemente allegro, sempre con un sorriso sul volto.

Era ancora bloccato con le lezioni e gli ultimi esami e Kurt ne era felice perché significava che era più facile evitare Blaine.

Non aveva idea di cosa avrebbe fatto durante la pausa di Natale di Blaine, quando sarebbe rimasto tutto il tempo a casa.

Ci sarebbe stato anche lui, il suo ultimo giorno a Vogue sarebbe stato la settimana prima delle vacanze.

Sarebbero stati solo loro due, bloccati insieme nell’appartamento.

Kurt non sapeva se piangere o ridere al pensiero, così non fece nessuna delle due.

Sospirò e tornò ad allungare la gamba sulla sbarra per allenarsi.



“Ciao tesoro” la voce allegra di Carole, arrivò alle orecchie di Blaine.

Blaine sorrise, sedendosi sul bordo del letto.

“Hey Carole… come stai?”

“Tutto bene” rispose Carole, “ ho chiamato solo per assicurarmi che abbiate ricevuto il pacco che ti ho mandato”

“Si… “ confermò Blaine, “ è arrivato ieri mentre Kurt era fuori , così ho potuto prendere il suo regalo per nasconderlo prima che lo vedesse; pensa che ci siano solo il tuo regalo e quello di Finn.”

“Bene” rise Carole, “è una cosa molto premurosa quella che stai facendo… sono così felice di poterti aiutare”.

“Spero che gli piaccia” disse Blaine.

“Sono sicura di si , tesoro” lo rassicurò Carole , “ è a casa?”

“No… è a danza con Rachel” rispose Blaine.

“Lo sta facendo spesso , vero?”

“È nervoso per l’inizio delle lezioni “ rispose Blaine.

E mi sta evitando … 

Era preoccupato per Kurt .

Parlavano a malapena ormai.

Era ovvio che Kurt non dormiva, a malapena mangiava e stava lavorando come un mulo.

Blaine non aveva idea di come farlo smettere per farli rilassare un secondo.

“Sono preoccupato per lui”

“Preoccupato?” ripeté Carole, sembrando allarmata, “ perché?”

Blaine le elencò tutta la lista.

Probabilmente non avrebbe dovuto dire nulla , ma Carole conosceva da molto più tempo Kurt, più di quanto lo conoscesse lui e se aveva qualche consiglio per farlo rallentare….

“Sembra come se qualcosa lo turbasse” disse alla fine Carole, “non so quanto ti abbia raccontato del liceo…”

“Non molto” a interruppe Blaine, “ qualcosa… so che è stato bullizzato”.

“Lo è stato” confermò Carole, “ ma è stato molto più di questo”.

“Di più?”

“Uno dei suoi bulli, un ragazzo di nome Dave Karofsky, lo ha bloccato nello spogliatoio e lo ha baciato con la forza”.

Blaine sussultò.

“Ha minacciato Kurt di ucciderlo, facendo in modo che Kurt fosse talmente spaventato da non raccontare a nessuno quello che era successo”.

“Carole… non so se dovresti raccontarmelo”

“Forse no…” concordò Carole, “ ma per settimane , Kurt sembrava uno zombie.

Aveva gli incubi, perse l’appetito; tutte le stesse cose di cui mi stai parlando ora.

Lo abbiamo notato tutti ma il solo cercare di parlargli veniva accolto con ostilità.”

“Cosa è successo?” chiese Blaine.

Era tutto completamente diverso da quello che gli aveva raccontato Kurt.

“Cercammo di far espellere il ragazzo , ma non c’erano prove.

Facemmo studiare Kurt a casa per un po’… alla fine, il suo bullo disse la verità e si scusò così Kurt ci pregò di farlo tornare a scuola e così facemmo”

“Non capisco perché mi stai dicendo questo” disse Blaine, sentendosi sopraffatto.

“È così che si comporta quando sta soffrendo” spiegò Carole, “ ha fatto la stessa cosa anche quando è morto suo padre, ma questo dovresti saperlo”.

Blaine inspirò e poi fu come se qualcosa si fosse spezzato.

“A dire il vero non lo sapevo”.

Sapeva che non avrebbe dovuto dirlo nell’esatto momento in cui le parole lasciarono la sua bocca ma era stanco di vivere nella menzogna, almeno con Carole.

Lei meritava di sapere la verità.

“Non stavate insieme a quel tempo?” chiese Carole, confusa.

“No” rispose Blaine, “non stavamo insieme… io e Kurt ci siamo conosciuti il giorno prima di sposarci”.

“Cosa stai dicendo Blaine?”

Carole a stento trattenne la rabbia e Blaine capì di essere davvero fottuto.

Tutta l’intera storia venne fuori; tutto… perfino quanti soldi aveva promesso Blaine a Kurt quando il loro anno di matrimonio sarebbe finito.

Carole stava piangendo quando Blaine finì di raccontare, così come stava facendo anche lui.

“Ti prego… non essere arrabbiata con noi… abbiamo fatto quello che pensavamo fosse la cosa migliore in quel momento”.

“Oh tesoro…” sospirò Carole.

“Lo amo Carole… e non so cosa fare”.

“Glielo hai detto?” chiese Carole, tirando su col naso.

“Se n’è andato quando gliel’ho detto, mi ha lasciato… sono riuscito a farlo tornare a casa …ma Carole…” Blaine quasi farfugliava , “ non so cosa fare...”

“Gli parlerò… a volte la cosa migliore da fare è lasciarlo andare e lasciare che si schiarisca le idee da solo… ma ogni tanto… devi cercare di abbattere i suoi muri” disse Carole, “fammi chiamare appena torna”.

Blaine mormorò in accordo, asciugandosi gli occhi.

“E Blaine? Non potrei mai essere arrabbiata con voi due... non ne sono entusiasta… ma capisco…”

“Grazie Carole” Blaine fece un respiro tremante, “Non sai quanto questo significhi per me”.

Blaine promise a Carole che l’avrebbe fatta chiamare da Kurt, poi rimase seduto sul letto ancora un po’ cercando di rielaborare quello che era successo durante la telefonata.

Aveva all’improvviso una grande quantità di informazioni su Kurt ma ancora non sapeva, con chiarezza, come potessero essergli di aiuto.

Si soffiò il naso , gettando poi il fazzolettino nel cestino, per poi voltarsi verso la porta.

Si fermò di botto, notando Kurt sulla soglia.

Lo sguardo glaciale di Kurt ridusse quel che restava del suo cuore a brandelli.




“Da quanto sei li?” chiese Blaine con voce tremante.

“Abbastanza” riuscì a dire Kurt.

Era così… così arrabbiato…

Era tornato a casa ed era andato a vedere se Blaine fosse in casa e lo aveva trovato a spiattellare tutti i loro segreti a Carole.

“Kurt… non intendevo dirglielo… è solo… “ spiegò in fretta Blaine, “ avevo solo bisogno di parlare con qualcuno”.

“Carole è la mia matrigna” rispose Kurt, ancora arrabbiato.

Non riusciva a ricordare quando era stata l’ultima volta in cui era stato così incazzato con qualcuno.

“Solo perché tua madre non vuole avere nulla a che fare con te questo non significa che puoi portarmi via l’unico genitore che mi è rimasto”.

Rimpianse queste parole il momento in cui gli erano scappate, l’espressione sconvolta e ferita sul viso di Blaine lo fecero sentire male.

Sembrava come se Blaine avesse appena ricevuto un pugno forte allo stomaco.

“Blaine… io… “ si interruppe , incerto su cosa dire, “ mi dispiace… non lo intendevo … sono arrabbiato … io… “

“No… lo intendevi per davvero” rispose Blaine , “ Dio… sono così stanco di vederti scappare dai tuoi sentimenti tutte le dannate volte!”

Kurt sobbalzò al tono alto della voce di Blaine, sorpreso.

Blaine non aveva mai urlato…

MAI…

Nemmeno quando il ragazzo delle consegne aveva portato la loro pizza con più di un’ora di ritardo e Kurt stava quasi per sventrarlo quando arrivò.

“Di cosa hai paura Kurt?” domandò Blaine, “Cosa ho fatto di così terribile?”

Kurt rimase immobile, le emozioni che turbinavano, mordendosi il labbro per cercare di non crollare.

Non sapeva come rispondere a questa domanda

C’era così tanto che Blaine non sapeva.

“Non sono Karovsky “ continuò Blaine e Kurt sobbalzò di nuovo, “non vorrei né potrei farti qualcosa del genere”

Forse Blaine sapeva molto più di quanto Kurt pensasse.

“Quindi … cosa ho fatto di così grave?” 

“TI sei innamorato di me” rispose Kurt, sorprendendo perfino se stesso, “ ti sei innamorato di me e questo doveva essere solo un matrimonio d’affari… perché hai dovuto mettere in mezzo i sentimenti?”

“Mi dispiace… scusami se mi importa di te” 

Blaine soffocò quasi, le lacrime che scorrevano sul suo viso.

“Non è che rendi facile amarti… spingi tutti via, non ti importa quanto li ferisci… l’unica cosa di cui ti importa… sei tu!”

“Questo non è vero” mormorò sottovoce Kurt, muovendosi a disagio.

“No?” domandò Blaine “ quando le cose si fanno difficili , ti allontani da tutti, dalle persone che ti amano e che vogliono aiutarti… bene… sai cosa?”

Fissò Kurt tra le lacrime, “ Hai finalmente ottenuto quello che volevi… vuoi tirarti fuori da tutto questo? Bene… ne ho abbastanza”

“Blaine!” esclamò Kurt, quando Blaine lo sfiorò superandolo .

Blaine andò verso il suo armadio , tirò semplicemente fuori la valigia ed iniziò a riempirla dei suoi vestiti.

“Blaine, fermati!” urlò Kurt, ormai nel panico.

Blaine non poteva andarsene.

“Cosa stai facendo?”

“Cosa ti sembra che stia facendo, Kurt?” rispose , con calma, Blaine.

“Bene allora…” Kurt si sentiva soffocare, la gola serrata e gli occhi che gli bruciavano, “Vattene”

“No… non puoi fare così” gli disse Blaine, “ non sei tu la vittima qui , Kurt… è il mio cuore che si sta spezzando”

La sua voce di incrinò sull’ultima parola e Kurt sussultò.

Si voltò per lasciare la stanza , ma , all’improvviso, Blaine fu di fronte a lui bloccandogli la strada.

“No…” disse Blaine, “ non scapperai questa volta… non più”

“Non è quello che stai facendo tu?” sussultò Kurt.

Stava per perdere il controllo e lo sapeva.

Doveva calmarsi , ma non poteva perché Blaine continuava a pressarlo.

“La differenza tra me e te , Kurt” spiegò Blaine, accarezzando lievemente la guancia di Kurt con una mano prima di allontanarla “ è che io rimarrei se me lo chiedessi”

“Sono rimasto” gracchiò Kurt.

“Fisicamente forse…” concordò Blaine, la voce grossa, “ ma emotivamente… te ne sai andato”.

“Io non… non posso.. “ cercò di dire Kurt, ma le parole non uscivano…

Non riusciva a parlare a causa del senso di oppressione al petto ed al nodo in gola.

“Potresti” insistette Blaine, “ lo faresti… ma lasci che la paura prenda il sopravvento”

Scosse la testa.

Kurt si sentì messo a nudo e squarciato, incapace di muoversi o pensare o perfino di respirare.

“È davvero così difficile lasciarti amare, Kurt? O amare qualcuno?”

Un singhiozzo esplose dal petto di Kurt, che non riuscì più a trattenersi.

“Ti prego” disse Kurt tra le lacrime, “ per favore”

“Per favore cosa?” la voce tremante di Blaine raggiunse le sue orecchie.

“Resta”.

Kurt sentì le mani di Blaine accarezzare le sue braccia e poi Kurt si accasciò contro di lui , piangendo così forte che credeva di poter esplodere.

Le sue gambe cedettero e Blaine barcollò, così che entrambi si accasciarono sul pavimento.




“No!” esclamò Kurt, ridendo, “non li… li!”

Blaine si voltò, la decorazione natalizia in una mano.

Avevano finalmente trovato il tempo per prendere un albero e decorarlo.

Kurt era stato esigente con le decorazioni , dirigendo ogni singola cosa.

“Cavolo Kurt… puoi elaborare un po’ meglio?”

“Più in alto e più a destra, Blaine” rispose Kurt, con un sorriso canzonatorio.

Gli ultimi giorni erano stati praticamente … perfetti.

La loro lite e le loro urla erano state esattamente quello di cui avevano avuto bisogno per superare quel divario tra loro.

Dopo aver pianto per quelle che erano sembrate ore, Kurt aveva finalmente iniziato a parlare… tutto era venuto fuori.

Kurt aveva ammesso la sua paura e Blaine aveva fatto del suo meglio per rassicurarlo che non sarebbe andato da nessuna parte, che non avrebbe fatto nulla che potesse ferirlo se poteva farne a meno.

“Ma non puoi promettermelo” aveva sussurrato Kurt, la voce rauca per le tante ore di pianto e poi di tanto parlare.

“No” concordò alla fine Blaine,” ma se dovessi andarmene sarà per qualcosa fuori dal mio controllo o sarai tu a volere che io me ne vada” sospirò, “ l’amore è un rischio Kurt… devi solo decidere se ne vale la pena”

Dopo, Kurt si aprì lentamente con Blaine, tornarono a dormire di nuovo nello stesso letto.

Improvvisamente ci furono molte più storie sull’adolescenza di Kurt che Blaine ricambiò raccontando storie sue.

Ed ora, eccoli qui mentre decoravano il loro primo albero insieme.

“E… fatto!” disse Kurt, saltellando leggermente mentre batteva le mani per l’emozione.

“Finalmente” mormorò Blaine.

Kurt spense le luci delle stanza e premette il bottone del telecomando per le luci dell’albero.

L’albero si illuminò e Blaine rimase a bocca aperta.

“Bellissimo” sussurrò.

“Lo è vero?” annuì Kurt.

“Non parlavo dell’albero…” disse Blaine , fissando Kurt.

“Oh…” rispose Kurt, sembrando imbarazzato, “Grazie” .

“Allora… apriamo i regali?” chiese Blaine.

“Non vuoi farlo domattina?” chiese Kurt, sollevando un sopracciglio.

“No” rispose Blaine, “ domani saranno tutti qui e tu dovrai cucinare ed io… dovrebbe essere una cosa tra noi”.

Kurt esitò solo per un secondo poi annuì.

“Okay”

“Apri prima il tuo” insistette Blaine, prendendo il regalo di Kurt poggiato sul divano, in attesa di metterlo sotto l’albero.

Kurt prese il pacco dalle mani di Blaine, che trattenne il fiato mentre Kurt lo apriva con attenzione.

Kurt rimase a bocca aperta quando sollevò il coperchio e vide cosa c’era dentro il pacco.

“Oh Blaine…”

“Ti piace?” volle sapere Blaine, nervoso.

“È stupendo” rispose Kurt, con le lacrime agli occhi, “ come hai trovato queste foto?”

“Mi ha aiutato Carole” rispose Blaine.

“Perché qui c’è uno spazio vuoto?” chiese Kurt, accarezzando il vetro della cornice.

Lo spazio vuoto era tra le foto del matrimonio dei suoi genitori e la foto di lui con Finn , suo padre e Carole al loro matrimonio.

“È per il nostro “ gli disse Blaine, senza fiato.

Si era inginocchiato mentre Kurt era distratto , le sua fede nella mano tesa.

“Sposami Kurt, per davvero questa volta”.

Kurt lo stava fissando scioccato.

“Corri il rischio “ continuò Blaine, “ di solo di si… sposami e ti amerò per il resto della mia vita”.

“Ti ho preso un maglione” disse Kurt, continuando a fissarlo.

“Cosa?” rispose Blaine, insicuro di cosa volesse dire Kurt.

“Non sapevo cosa prenderti” continuò Kurt, “ così ti ho preso un maglione”.

Si inginocchiò piano così da essere allo stesso livello di Blaine.

Sembrava che Kurt stesse leggermente tremando.

“Ma ora penso di poterti dare qualcosa di meglio”.

Ora era Blaine quello che fissava, gli occhi spalancati mentre cercava di capire cosa stesse dicendo Kurt.

Kurt prese un profondo respiro , chiuse gli occhi per un breve momento e poi li riaprì guardando Blaine negli occhi.

“Ti amo” sussurrò.

Blaine non era sicuro di aver capito bene.

“Cosa?”

“Ti amo” disse Kurt  di nuovo, la voce un po’ più forte, “ti amo”.

Ridacchiò giocosamente e poi si mise una mano sulla bocca.

“Mi ami?” chiese Blaine, incapace di credere alle parole che erano uscite dalla bocca di Kurt.

Kurt annuì , sorridendo, “ e tu ami me” aggiunse.

“Si “ concordò Blaine, “ per sempre, Kurt…”

Tirò su col naso , realizzando di avere ancora l’anello in mano.

“Quindi significa…?”

“Si” gli disse Kurt, “si…”

Blaine si lanciò in avanti e lo baciò, mettendo in quel bacio tutto quello che provava per lui.

Kurt aveva detto di si.

Kurt lo amava…

“Oh mio dio” mormorò Blaine, allontanandosi.

Era ancora scioccato.

“Non stai dimenticando qualcosa?” disse Kurt, sventolando la mano verso Blaine.

“Oh” disse Blaine, stupidamente, allungando la mano e facendo scivolare l’anello al dito di Kurt, a cui apparteneva.

Attirò Kurt in un altro bacio , abbassandolo per verso il pavimento.

Continuarono a festeggiare proprio li accanto al loro perfetto albero di Natale.

Blaine non aprì mai il suo maglione e nessuno dei due ci badò.

Avevano avuto il miglior regalo possibile.




NOTE

Ed eccoci al penultimo capitolo di questa storia...

Blaine finalmente si fa sentire... e Kurt... ha deciso di correre il rischio e di non scappare più...

E dice di si....

A giovedì con l'ultimo capitolo

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Capitolo 20
*** capitolo 20 ***


“Sei pronto tesoro?”

Kurt si voltò al suono della voce di Carole, sorridendo.

“Quasi” rispose tornando a guardarsi allo specchio.

Si sistemò ancora un po’ i capelli, prima di fare un passo indietro per tornare da Carole.

“Meglio?” 

“Sei bellissimo” disse Carole, sembrando quasi sul punto di piangere.

Gli si avvicinò, avvolgendo un braccio sulla sue spalle, di fronte allo specchio.

“Non prenderla per il verso sbagliato” Kurt la fissò , “ ma vorrei che mio padre fosse qui”.

“Oh tesoro… lo so di essere solo una misera sostituta” gli disse Carole, “ ma so che ci sta guardando oggi, sorridendo”

“Vorrei crederci” mormorò Kurt.

Voleva davvero credere alla sue parole, ma non poteva.

Carole lo abbracciò forte , asciugandosi gli occhi mentre si allontanava.

“Sono tornata per darti questo” gli disse , allungandogli un fazzolettino bianco ripiegato.

Kurt lo fissò perplesso.

“È quello che ha usato tuo padre quando ci siamo sposati”

Kurt spalancò gli occhi.

“Non sono riuscita a separarmene” disse Carole, tirando su col naso, “ ed ho pensato che avrebbe voluto che lo indossassi tu oggi”

“Beh… questo spunta dalla mia lista il “vecchio” ed il “prestato” “ scherzò Kurt.

Prese il fazzolettino , ripiegandolo in modo che potesse infilarselo nel taschino.

“Sei nervoso?” chiese Carole.

Kurt scosse la testa, sorridendo.

“No” rispose, “ amo Blaine e Blaine ama me ed una volta che l’ho accettato…”

Carole lo abbracciò di nuovo.

“Amico… sono pronti per iniziare”

Finn fece capolino , interrompendoli.

Kurt prese un profondo respiro.

Era pronto.



Sei mesi fa, Blaine non l’avrebbe mai previsto.

Lui e Kurt insieme, felici e pronti a rinnovare i loro voti.

Lo aveva desiderato, ma aveva cercato di non sperare troppo che Kurt avrebbe accettato la sua proposta a Natale.

Era stato dibattuto sul chiederglielo, non volendo spaventare Kurt, visto che erano appena tornati insieme.

Blaine aveva comunque raccolto tutto il suo coraggio ed aveva chiesto ed ora eccoli qui a risposarsi nel giorno del loro primo anniversario.

Alla fine, avere tutta la sua eredità non aveva nulla a che fare con il rinnovo dei voti con Kurt, anche se, se non avesse avuto bisogno dei soldi, non avrebbe mai conosciuto Kurt in primo luogo.

Era divertente a volte come funzionasse la vita.

Gli ultimi sei mesi non erano stati facili per nessuno dei due.

Kurt era passato dal lavorare sei giorni alla settimana e studente della Nyada, un cambiamento che aveva avuto effetti su entrambi.

Anche se Kurt era più spesso a casa, Blaine sapeva che sarebbe stato molto più stressato.

Blaine aveva superato il primo semestre e stava per iniziare il secondo sentendosi più sicuro.

Era stato molto impegnato anche lui, ma si era sempre assicurato che lui e Kurt trascorressero del tempo insieme.

Il poco tempo in cui non erano a scuola , lo passarono ad organizzare il loro matrimonio.

Kurt aveva avuto l’ultima parola su tutto ( Blaine era stato felice di lasciarlo fare) .

Era tutto quello che Blaine aveva sempre sognato , basandosi sulla veloce occhiata che aveva dato alla sala riccamente decorata.

Sollevò gli occhi al cielo e sospirò.

“So che non mi conosci “ disse, “ ma spero che tu stia guardando in basso e che tu sia felice… lo amerò per il resto della mia vita”.

Un senso di pace lo travolse e per un momento Blaine pensò che forse, solo forse, il padre di Kurt avesse sentito le sue parole.

L’anniversario della morte di Burt Hummel era stata una giornata molto dura per Kurt.

Blaine aveva sorpreso Kurt con dei biglietti per l’Ohio ed entrambi passarono la settimana con Carole e Finn.

Avevano riso e pianto , guardando film e Kurt era riuscito, finalmente, a far visita alla tomba di suo padre.

Per tutto il tragitto , Blaine era stato al suo fianco ad ogni passo perché sapeva che Kurt doveva affrontare tutto quello che si era tenuto dentro ed avrebbe avuto bisogno del suo sostegno.

Si sentì un rapido bussare alla porta.

“Schizzo?”

“Sono un uomo sposato, Coop” rispose Blaine, aprendo la porta, “ puoi smetterla di chiamarmi così”.

“Non fin tanto che sei il mio fratellino” gli disse Cooper, sorridendo.

“E loro?” chiese Blaine.

Cooper scosse la testa, il suo sorriso vacillò per un secondo.

“Immagino di non essermelo aspettato per davvero” .

Aveva mandato un invito ai suoi genitori ( su insistenza di Kurt ) ed aveva nutrito l’assurda speranza che i suoi genitori si sarebbero fatti vedere , che sarebbe venuti al suo matrimonio.

Che avessero realizzato che andasse bene il fatto che lui fosse gay e che era felice con Kurt.

Già sapeva che non sarebbero venuti quando il RSVP era tornato indietro , declinando l’invito , ma ci aveva lo stesso sperato.

“È stato solo un ultimo disperato tentativo” disse Blaine, scrollando le spalle.

“Stanno aspettando tutti noi” gli disse Cooper,

“Mi serve solo un minuto” rispose Blaine.

Tirò fuori il suo cellulare e digitò il numero dei suoi genitori.

Come previsto partì la segreteria telefonica.

“Mamma… papà… sono Blaine” cominciò non appena sentì il beep, “ so che non siete d’accordo con il mio modo di vivere la mia vita… volevo farvi sapere che sono felice… amo Kurt e ci sposeremo… Vi avrei voluti qui per assistere” si fermò, “ Vi voglio bene nonostante tutto”.

Attaccò, spense il cellulare e lo mise in tasca.

Poi guardò Cooper.

“Sono pronto”.



Kurt guardò Finn avanzare con Carole lungo la navata , seguito da Rachel e Wes, che erano rispettivamente li per lui e per Blaine.

La musica cambiò e Kurt uscì di lato , camminando verso il centro.

Vide Blaine camminare verso di lui e non poté fare a meno di sorridere.

Anche Blaine sorrise e Kurt rimase senza fiato quando si incontrarono a metà strada, per unire poi le loro mani davanti all’altare.
> “Ciao” sussurrò Blaine, che sembrava a malapena capace di trattenersi dal saltellare.

“Ciao” sussurrò Kurt .

“Siamo qui riuniti oggi” iniziò Cooper e Kurt e Blaine si voltarono verso di lui.

Blaine si era sentito in colpa per essersi sposato senza Cooper la prima volta così aveva accettato che fosse lui ad officiare la cerimonia.

“Per unire Blaine e Kurt in matrimonio”.

Blaine strinse le dita di Kurt tra le sue e Kurt sorrise di nuovo.

“Questi due pazzi hanno fatto le cose al contrario “ continuò Cooper, “ si sono sposati e poi innamorati”.

Kurt poté vedere Blaine arrossire mentre la maggior parte degli ospiti ridacchiava.

La vera storia del loro matrimonio era ben conosciuta ora… il fatto che si fosse sposati per soldi e che poi si erano innamorato malgrado tutto.

Molti dei loro amici lo aveva trovato romantico.

Finn aveva avuto difficoltà con tutto questo… sapere cosa Kurt aveva fatto e perché .

Aveva trascorso la maggior parte degli ultimi mesi senza parlare con Kurt.

Fu solo quando Blaine e Kurt tornarono in Ohio per l’anniversario della morte del padre che Kurt e Finn riuscirono a sistemare le cose.

Kurt aveva difficoltà a credere che stesse davvero accadendo; lui e Blaine si stavano sposando per davvero questa volta.

“Blaine e Kurt hanno deciso di scrivere i loro voti perché, apparentemente, non si fidavano di farlo fare a me” disse Cooper, facendo scoppiare altre risate.

“Blaine?”

Blaine si voltò verso Kurt , stringendogli forte le mani.

“Kurt…” iniziò, “ quando ci siamo incontrati, la mia vita stava cadendo a pezzi… non sapevo che saresti stato colui che mi avrebbe aiutato a rimetterla insieme”.

Kurt capì di stare per piangere… ma non voleva farlo… non oggi.

“Penso di essermi innamorato di te dal momento in cui ho posato gli occhi su di te” sussurrò Blaine e Kurt spalancò gli occhi.

Non lo sapeva.

“È man mano che ci conoscevamo meglio, i miei sentimenti sono cresciuti e diventati più profondi”.

Blaine si fermò, prendendo un profondo respiro.

“Ti prometto, prometto davanti a tutti oggi e perfino davanti ai tuoi genitori , perché so che ci stanno guardando… che ti amerò per il resto della mia vita”.

Kurt non riuscì più a trattenere le lacrime che ormai scivolavano sulle sue guance.

Anche Blaine sembrava commosso.

Cooper si schiarì la gola, guardando per un attimo il fratello, prima di voltarsi verso Kurt.

“Kurt” disse , “ non so se puoi battere questo… ma puoi provarci”.

Tutti risero e Kurt ridacchiò quando vide che Blaine era diventato di una bellissima sfumatura di rosso.

“Blaine…” iniziò Kurt, quando tutti si furono calmati.

Guardava Blaine dritto negli occhi mentre parlava, perché voleva che Blaine sapesse che intendeva ogni singola parola.

“Quando ci siamo incontrati ero distrutto… aveva chiuso tutti fuori perché pensavo che facesse troppo male tenere a qualcuno”.

Kurt si schiarì la gola.

“e poi… sei arrivato tu proprio quando avevo bisogno di te e sei riuscito ad abbattere tutte le mie difese” sospirò, “ ti amavo molto prima che riuscissi ad ammettere con me stesso quello che provavo… è stato il tuo amore a riportarmi alla vita e mi ha dato il coraggio di affrontare me stesso”.

Blaine scosse semplicemente la testa, sorridendo.

“Mi ci è voluto molto tempo per ammettere i miei sentimenti perché avevo paura di essere ferito” disse sottovoce Kurt, “ ma sei stato tu a mostrarmi che anche se l’amore è un rischio… ne vale la pena” tirò su col naso , cercando di non mettersi di nuovo a piangere, “ Ti amo”.

“Non era commuovente vero?” chiese agli ospiti Cooper, “ potrei piangere”.

Gli ospiti mormorarono e ci fu anche qualche altra leggere risata.

“Ma le conserverò per dopo… perché ora è il momento degli anelli”.

Blaine prese l’anello dalle mani di Wes e lo fece scivolare al dito di Kurt, ripetendo dopo Cooper, “ Con questo anello io ti sposo”.

Kurt non era mai stato così felice di riavere il suo anello, il cuore di Claddagh rivolto verso l’interno.

Kurt prese l’anello di Blaine da Rachel , con mani tremanti e lo fece scivolare sul dito di Blaine e disse, “ Con questo anello io ti sposo”.

Cooper sorrise.

“Ed ora con il potere investito da Dio, dal grande stato di New York e da internet… in cui tutto è possibile… “ Cooper si fermò , “ io vi dichiaro marito e marito… potete baciare il vostro sposo”.

Kurt stava ridendo quando le labbra di Blaine incontrarono le sue.

Era più felice di quanto potesse ricordare.

Certo… avrebbe voluto che suo padre fosse li … ma Blaine ci credeva quindi forse Burt Hummel li stava davvero guardando e sorrideva.

Quando le loro labbra si separarono , rimasero a fissarsi l’un l’altro mentre i loro amici e familiare li applaudivano .

Kurt era così, così felice di aver incontrato Blaine,  ma … molto più importante… era felice di AVER DETTO DI SI!!”




NOTE

Ed ecco il lieto fine... come tutte le mie traduzioni... ( deve esserci almeno x loro un lieto fine )

Un enorme grazie a tutti quelli che hanno letto la storia, messa tra le favorite, preferite etc... a chi ha commentato... grazie di cuore x i complimenti...

Ed ora , una piccola pausa di un 10 giorni ( scusate ma ho aperto anche una pagina su facebook dedicata al mio Darren e anche li ho cose da tradurre... per cambiare ... ahahaha...) e si inizia con una nuoca traduzione ...

A presto!!!

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