Lo sbaglio più grande

di paige95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La notizia ***
Capitolo 2: *** Promozione ***
Capitolo 3: *** Mancanze ***
Capitolo 4: *** "Sgradite" conoscenze ***
Capitolo 5: *** Segreti ***
Capitolo 6: *** Un'importante decisione ***
Capitolo 7: *** Paura di perderti...e di perdermi ***
Capitolo 8: *** Lettere sospette ***
Capitolo 9: *** Il coraggio mai avuto ***
Capitolo 10: *** Nuovi dubbi tra importanti legami ***
Capitolo 11: *** La scelta migliore ***
Capitolo 12: *** Visite inopportune ***
Capitolo 13: *** Un segreto svelato pubblicamente ***
Capitolo 14: *** Insieme nelle difficoltà ***
Capitolo 15: *** Quel desiderio di verità ***
Capitolo 16: *** Lontano da tutto ... ma non da noi ***
Capitolo 17: *** Ti prego, resta con me ***
Capitolo 18: *** Sensazioni già provate ***
Capitolo 19: *** Due nuovi nipoti ***
Capitolo 20: *** Viaggio di nozze ***



Capitolo 1
*** La notizia ***


La notizia  
 


Un’unione tanto desiderata si era finalmente consolidata. Avevano capito il valore di quella lunga attesa, durata interminabili anni. Avevano imparato ad aspettarsi, a cercarsi senza sfiorarsi, ad amarsi anche solo con il pensiero, rendendo quel sentimento profondamente radicato nel cuore e nell’anima.
 
Ma infondo ciò che realmente contava era stato il loro personale lieto fine. Dopo tanto sospirare, soffrire, palpitare silenziosamente, avevano congiunto formalmente il loro destino, il loro futuro, rendendo quel legame indissolubile.
 
Poche e semplici promesse si erano rivolti, ma niente che gli occhi non potessero sinceramente comunicare. Erano diventati marito e moglie, in una formula che suonava ancora strana ai due, benché fossero sposati ormai da qualche giorno.
 
Nuove emozioni, nuove sensazioni e nuovi desideri spalancarono le porte al futuro, prospettive che potevano essere realizzate solo con la persona amata al proprio fianco.
 
Avevano iniziato una vita insieme, loro che erano quasi sempre stati inseparabili, ma tra alti e bassi si erano sempre ritrovati. Due amici che alla lunga erano diventati due amati, il tempo non aveva affievolito quel sentimento, ma lo aveva rafforzato, dimostrando solo a chi ancora serbava dei dubbi - loro per primi - che quello che provavano poteva essere indiscutibilmente definito Vero Amore. Avevano interpretato male quel sentimento, era iniziato tutto con un’amicizia, o meglio, con un odio incondizionato, il classico inizio di una grande e importante storia d’amore. Credevano di essere compagni di avventura, ma forse su quel punto non avevano disatteso il destino, visto che il loro viaggio insieme era appena iniziato e mille avventure li attendevano in quella nuova vita.
 
Rimanevano comunque ciò che erano, due poli opposti che si attraevano. Lei era rimasta la solita “so-tutto-io” e lui lo stesso casinista, ma quando erano insieme ogni differenza si dissolveva come neve al sole, un’invisibile gabbia dorata li circondava, dove nulla entrava e tanto meno i loro contrasti e incomprensioni.
 
Pochi giorni non erano stati sufficienti a realizzare quanto la loro esistenza fosse cambiata da un momento all’altro. Che bisogno c’era di aspettare? Si amavano e il loro cuore sognava una vita insieme praticamente da sempre. Così un freddo pomeriggio di metà dicembre, sotto sottili e candidi fiocchi di neve, senza poter distinguere quanti fossero realmente creati magicamente dal nervosismo di lui o fossero naturali, Ron aveva consegnato in anticipo il suo regalo di Natale ad Hermione, le aveva donato il suo cuore, le aveva chiesto di condividere il resto della sua vita con lui, lasciandola profondamente sorpresa e totalmente colta alla sprovvista.
 
 Ho rischiato di perderti fin troppe volte e non voglio che accada di nuovo 
 
E non aveva nemmeno avuto bisogno di una esplicita risposta, perché gli occhi della ragazza si erano riempiti prontamente di lacrime di gioia, rivelando per chi il suo cuore palpitasse.
 
Dalla fine della Seconda Guerra Magica la loro vita aveva inspiegabilmente preso una piega differente. Si erano fidanzati, o meglio, da quel loro primo bacio se ne erano dati una serie di tanti altri, come se le loro labbra non attendessero altro da tempo immemore.
 
E l’amore non era nemmeno l’unico sogno che avevano coronato. Entrambi lavoravano al Ministero della Magia e la loro lunga carriera era appena all’inizio. Ron era - a detta della sua giovane consorte - diventato inspiegabilmente un Auror ed Hermione spesso e volentieri lo canzonava.
 
 Solo perché sei il migliore amico di Harry Potter 
 
Ma infondo era pienamente consapevole dell’insolita determinazione che il ragazzo aveva impiegato per raggiungere quella posizione.
 
Hermione portò avanti la sua strenua battaglia per la salvaguardia dei diritti degli elfi domestici, e, proprio per la tenacia con cui avvalorava la sua tesi, fu nominata capo del Dipartimento per la Regolazione e Controllo delle Creature Magiche.
 
Sembrava davvero andare tutto a gonfie vele, pace e serenità aleggiava sui due giovani. Gli unici pensieri che affollavano la loro mente riguardavano la nuova famiglia Weasley e tanta incredulità per essere scampati a quella sanguinaria Guerra e avere avuto la possibilità di condividere quella grande gioia.
 
***
 
In una limpida mattina di fine febbraio, i neosposi si apprestavano ad iniziare una lunga giornata lavorativa.
 
Il pallido sole invernale, che filtrava insidioso attraverso le fessure delle persiane appena alzate, illuminava l’oro della fede - ancora nuova e più lucida che mai -, da cui Hermione non riusciva a distogliere il suo sguardo affascinato. Le pareva ancora troppo bello per essere vero e contava di svegliarsi da un momento all’altro da quella splendida e inverosimile visione. Quella forte luce, che annunciava una nuova alba, rendeva quella nuova condizione maggiormente irrealistica, come se anche la natura fosse complice di quel sospirato idillio.
 
Fissava l’anulare con un dolce e sincero sorriso sulle labbra, tenendo la mano mancina che aleggiava davanti i suoi occhi, stando ancora sotto le calde coperte. Aveva realizzato un sogno che conservava in un cassettino del suo cuore ormai da tempo immemore, perché, nonostante non si sarebbe mai azzardata a scommettere un pollice della sua bacchetta, ci sperava che quel giorno presto o tardi sarebbe arrivato. Voleva ardentemente diventare la signora Weasley e, a grande sorpresa, Ron le aveva fatto la proposta più importante.
 
Solo la voce di suo marito, intento a prepararsi davanti allo specchio del grande comò della loro stanza, consentì il ritorno alla realtà, che infondo era solo una prosecuzione di quell’incantevole visione.
 
 Tesoro, che c’è? È troppo larga? 
 
La ragazza lo guardò, sbattendo più volte le palpebre, cercando di capire il senso delle parole di lui, dato che, immersa com’era in quei sereni pensieri, aveva udito solo un sussurro indistinto.
 
 Mh? 
 
Il marito, impegnato ad abbottonarsi attentamente la sua divisa da Auror, infilando asola dopo asola in quella fitta trama di bottoni, si sedette pazientemente al suo fianco con un lieve sorriso malizioso, ammirandola senza alcun pudore. Ora poteva finalmente permettersi quell’azzardato gesto, senza più il bisogno di nascondere i suoi reali sentimenti, con la convinzione di essere ricambiato, e non vi era davvero sensazione migliore al mondo che lo facesse sentire più sereno e felice.
 
 Se la fede è troppo larga ho un rimedio naturale per farti ingrassare 
 
E così detto si avvicinò velocemente a lei con l’intento di porgerle un dolce bacio del buongiorno. Ma la moglie lo bloccò lievemente dispiaciuta, sistemandogli accuratamente il colletto dell’uniforme e stando attenta a non incrociare nel mentre di quel gesto gli occhi desiderosi del ragazzo.
 
Ron rimase palesemente deluso per quell’interruzione e il suo tono diventò tristemente ironico.
 
 Ora sono a posto? Posso baciarti?  
 
A quelle parole Hermione rispose con decisione, azzardandosi ad alzare lo sguardo su quegli occhi smeraldo, che tanto amava.
 
 No, non puoi, perché so dove vuoi andare a parare e noi dobbiamo andare al lavoro 
 
La ragazza, dopo aver rapidamente abbottonato gli ultimi bottoni che Ron aveva distrattamente lasciato aperti per concentrarsi sulla sua giovane sposa, si alzò velocemente, interrompendo quell’intenso contatto visivo. Indossò la vestaglia, scostando su un lato i suoi lunghi capelli, e si diresse verso il proprio guardaroba per scegliere gli abiti odierni.
 
Ron rimase a fissare ogni sua azione senza muoversi nemmeno di un centimetro da quella posizione, profondamente contrariato dai piani di lei, ma anche estasiato dalla sua figura. Sorrise al solo pensiero di aver ricevuto, ormai da qualche giorno, il privilegio di poter iniziare ogni mattina con la piacevole visione di sua moglie.
 
 Hermione, ti vorrei ricordare che siamo in luna di miele e questa giacca dovresti togliermela, non abbottonarla 
 
​Lei lo ispirava talmente tanto, lo faceva entrare in un travolgente vortice di sentimento, che non vi era più alcuno spazio per l'imbarazzo e il pudore. 

 Ed io ti vorrei ricordare, Ronald, che non ci possiamo permettere una vacanza 
 
Continuava a frugare nell’armadio, senza nemmeno degnarlo di uno sguardo, impegnando la sua attenzione in altro per non cedere alla tentazione di assecondare quell’attraente invito e per nascondere quel lieve rossore che aveva prontamente colorito il suo volto, al solo pensiero delle insinuazioni di suo marito e all'insolita audacia del ragazzo. Faceva persino ancora fatica a chiamarlo tale e non si era nemmeno ancora abituata alla repentina evoluzione della loro relazione.
 
 In realtà ricordo che Kingsley ci ha gentilmente offerto qualche giorno di ferie  la ragazza si voltò repentinamente, fulminandolo, ma lui ignorò quel familiare sguardo contrariato  E poi come pensi di allargare la famiglia se lavoriamo sempre? 
 
Quella considerazione, forse un po’ azzardata, che suonava tanto come una dolce provocazione alla sua rinomata diligenza, la portò a fissarlo nuovamente sempre più incredula e notevolmente imbarazzata.
 
 Ron, ci siamo sposati da quattro giorni! Non credi sia un po’ presto per pensare a certe...cose? 
 
Il marito però ignorò con convinzione quella pertinente considerazione e quell’invito a rallentare i programmi.
 
 No, se vogliamo una media di sei bambini 
 
Hermione si bloccò per l’ennesima volta e si girò verso di lui decisamente spaventata a quell'idea.
 
 Chi vuole sei bambini?? 
 
 Noi 
 
E come era arrivato a quella certezza se non ne avevano mai parlato? Ad Hermione sembrava una decisione davvero troppo delicata da prendere così a cuor leggero e soprattutto senza nemmeno consultare l'altra parte chiamata in causa.

 No, tu! 
 
Lui si corresse deluso dopo quella palese disapprovazione.
 
 E va bene, facciamo cinque 
 
 Tre 
 
‘Deve essere totalmente impazzito!’

Possibile che non trovassero un accordo nemmeno su quella questione?
 
 Quattro 
 
‘Non capisco davvero quale sia il problema, io sono cresciuto benissimo in una famiglia numerosa’

Hermione abbassò prudentemente e astutamente il tiro, per provare ad uscire indenne da quell'incresciosa situazione.

 Uno 
 
 Due  infondo con quel verdetto aveva cercato di andare incontro alle esigenze di sua moglie, si era sforzato di trovare un compromesso, non avrebbe di certo potuto evitare di apprezzare i suoi sforzi  E dai, Hermione, almeno due, un maschio e una femmina. Desidero davvero una bimba che sia bella come te 
 
E poi infondo sapeva impiegare le aromentazioni giuste. Le sorrise dolcemente e lei fece davvero fatica a ribattere seriamente a quelle considerazioni per riuscire a mantenere il giusto atteggiamento distaccato, al fine di far valere le sue ragioni. 
 
 E chi ti dice che saranno un maschio e una femmina? 
 
 Me lo sento  le sorrise sinceramente speranzoso  E poi al massimo pensiamo al terzo  

​Il ragazzo proferì l'ultima frase tutta d'un fiato con la speranza di non dare alla giovane consorte la possibilità di ribattere.

 Ron! 

Lui sapeva di avere un solo modo per uscire indenne da quel battibecco, possedeva lui solo quell'asso nella manica ed era intenzionato a giocarselo nel migliore dei modi. Senza nemmeno che lei se ne accorgesse, presa com'era dalla conversazione, le si era lentamente avvicinato nel vano tentativo di convincerla e di iniziare a realizzare i loro progetti. Era chiaro che a quel punto Hermione non sarebbe riuscita a trovare altre argomentazioni per rimandare i suoi doveri coniugali.
 
Le spostò dolcemente una ciocca di capelli, che era scesa sugli occhi nocciola, sfiorandole la guancia in segno di carezza, giusto per avvalorare la tesi di poco prima. La attirò delicatamente a sé, cingendole i fianchi e lasciandosi circondare il collo dalle esili braccia di lei. Approfittando di quel momento di vulnerabilità, avvicinò audacemente le labbra al viso della ragazza e proprio quando furono un centimetro di distanza l’uno dall’altra, qualcuno alla porta interruppe quel magico momento.
 
Ron aprì gli occhi irritato e sussurrò senza allontanarsi da lei.
 
 Salvata dal campanello 
 
Solo quando il marito si fu allontanato e il loro contatto si fu sciolto, la ragazza riprese a respirare, conscia del batticuore che le provocava ogni volta una semplice sua temeraria vicinanza.
 
***
 
Ron corse ad aprire all’insistente persona che non accennava a smettere di suonare. Era proprio curioso di scoprire chi aveva avuto, alle prime luci dell’alba, la brillante idea di citofonare a quella porta, disturbando la sacrosanta quiete che precedeva un’intesa e caotica giornata lavorativa. Rifletté mentalmente sui possibili impertinenti che avessero potuto pensare ad una simile invadente trovata.
 
Abbassò la maniglia con decisione convinto che fosse Harry, che aveva avuto la disgraziata idea di interrompere lui ed Hermione, ma quell’ostinazione non faceva ben sperare. La giornata era iniziata splendidamente come sempre, ma dava davvero l’impressione di essere in procinto di precipitare.
 
 Sto arrivando, un momen 
 
Non fece nemmeno in tempo a terminare la frase che una figura, che non aveva nulla a che fare con il suo migliore amico, si palesò davanti ai suoi occhi: una ragazza dai lunghi e dorati capelli, meno crespi di quando si conobbero e raccolti sobriamente in una coda. Era una vecchia conoscenza e il vederla dopo tanto tempo, senza avere la più pallida idea della ragione di quella misteriosa apparizione, lo mise in agitazione. Il viso della giovane era tutt’altro che rilassato, di certo non era una visita di cortesia. Ron notò inoltre una strana luce nei suoi occhi, non vi era davvero nulla del carattere sbarazzino e a tratti ingenuo, dava davvero l’impressione di una donna vissuta, molto più matura della sua età, il suo abbigliamento era insolitamente misurato. La riconobbe, forse da quegli infondibili occhi color del cielo, ma ciò che era in passato non aveva lasciato alcuna traccia di sé.
 
Trovò, in quell’insensato attimo di panico, dettato da una strana sensazione, opportuno uscire e chiudere la porta alle sue spalle, di certo un incontro tra sua moglie e quella ragazza sarebbe stato poco gradito per tutti, nonostante il suo differente aspetto, che non avrebbe di certo cancellato il sedimentato astio che correva tra le due.
 
 L-Lavanda, che ci fai qui? 
 
 Ciao, Ron. Speravo mi aprissi tu 
 
Persino la sua voce fu percepita dal ragazzo differente, pacata, profonda, estremamente seria e composta. Lo scrutava pensierosa, forse cercava solo le parole giuste da impiegare per rivelare il motivo di quell’incontro.
 
Ci fu un interminabile minuto di silenzio tra i due, nel quale l’Auror poté comprendere dall’atteggiamento della ragazza di non essere l’unico in forte soggezione. Lo sguardo di Lavanda vagò sul campanello che aveva appena suonato con ostinazione, per poi tornare a posarsi su di lui, arrivando ad una semplice e scontata considerazione. Ron percepì trasparire un forte moto di accusa e dispiacere dai suoi occhi azzurri.
 
 Ti sei sposato con la Granger 
 
 Sì, qualche giorno fa  un sorriso di circostanza si delineò sul suo volto, forse nel vano tentativo di giustificarsi, per smorzare quella tensione e per la gratitudine di aver squarciato quello snervante velo di silenzio che era calato tra i due  Quindi capirai se non ti invito ad entrare 
 
La ragazza prese un respiro, sbatté le palpebre, per allontanare dalla mente quel sospetto diventato presto certezza, estrasse dalla borsetta un foglio piegato in due, sotto gli occhi perplessi di lui, quasi ignorando quell'ultima infelice battuta, e glielo porse, desiderava concludere quella conversazione velocemente, sicuramente almeno tanto quanto lui. Ron rimase un momento interdetto ed indugiò ad accettare quel pezzo di carta, la fissò stranito, sentiva aria di guai, ma, nonostante le sensazioni poco favorevoli, accettò quell’invito e lo aprì lentamente. Maneggiò quel foglio come se fosse stata una bomba, lo lesse persino con cautela, facendo scorrere lo sguardo con diffidenza su quell’inchiostro colorato, con il palese timore della rivelazione a cui stava inesorabilmente andando incontro. Era l’opera di un bambino relativamente piccolo, che recitava poche semplici, ma accorate, parole, scritte in una calligrafia tremolante e grossolana.

 
Caro papà,
non so dove sei e se mi vuoi bene, ma mi manchi e ti vorrei tanto conoscere.
Sebastian
 
 
Il ragazzo alzò lo sguardo su Lavanda ancora con quell'accentuata nota di perlessità e lei, che aveva seguito attentamente la reazione di lui, cogliendo i suoi dubbi, vi rispose.
 
 È mio figlio 
 
Lui fece vagare lo sguardo sulle mani di Lavanda, ma non notò l’ombra della fede, così tentò con qualche altra ipotesi per saperne di più. L'istinto gli dettò di restituire, quasi involtariamente, quella letterina nell'attesa di ricevere ulteriori spiegazioni, con la netta sensazione di essere estraneo ai fatti, oppure semplicemente con l'intima speranza di esserlo sul serio. Lavanda fece vagare  su quel foglio bianco uno sguardo malinconico, senza però assecondare il gesto di lui. 
 
 Non sapevo fossi fidanzata 
 
 Non ho alcun fidanzato 
 
Ron era sempre più dubbioso, non riusciva a comprendere la presenza di Lavanda e nemmeno perché gli avesse mostrato quella lettera. Forse cercava aiuto per ritrovare il padre di Sebastian?
 
 E allora chi è il bastardo che ti ha lasciata sola con un bambino? 
 
La ragazza gli rivolse un sofferente sguardo, prima di abbassarlo, non riusciva, contro ogni aspettativa, a guardarlo in faccia mentre gli sconvolgeva la vita. Lei lo aveva amato davvero e, nonostante ora lui stesse con un’altra donna, si sentiva profondamente in colpa per quello che stava per fare. Rispose con un sussurro a quella domanda carica di disprezzo contro un essere agli occhi di lui totalmente ignoto.
 
 Tu 
 
Quella singola sillaba fece scendere il gelo tra i due. Lavanda tornò ad alzare gli occhi su di lui, convinta che fosse svenuto, dato che non percepiva nemmeno il suo respiro. Incontrò i suoi grandi e vitrei occhi sbarrati su di lei e le labbra lievemente dischiuse in segno di stupore. Il suo cuore minacciava visibilmente di esplodergli nel petto, era immobilizzato, se non fosse stato per quei brividi che gli percorsero la schiena minacciando mancamenti. Lentamente riacquistò il dono della parola, deglutendo per azionare nuovamente la salivazione.
 
 C-come, scusa? 
 
La ragazza ribatté con tono più deciso e convinto, a scanso di equivoci.
 
 Sebastian è tuo figlio 
 
Ron riguardò velocemente quelle poche righe di testo con sconcerto, in effetti quel bambino non poteva avere più di sei anni. Voltò lentamente lo sguardo verso di lei con la netta sensazione che quella non fosse la realtà, ma semplicemente un incubo che stava vivendo ad occhi aperti. Qualche mese di relazione non poteva aver davvero dato origine ad una nuova vita, se non fosse stato per l’unico rapporto intimo che si era verificato tra i due. Aveva sempre sostenuto essere stato un errore, si era pentito l’istante successivo di aver vissuto la sua prima volta con una ragazza per cui provava semplicemente un amore per nulla sincero, dettato dalla rabbia e dalla consapevolezza di non poter ottenere ciò che realmente desiderava.
 
 Ma perché diamine me lo stai dicendo solo ora?? 
 
Aveva alzato involontariamente la voce, sprigionata da quella nuova rabbia che sentiva nascere dentro di lui, provocata da un’omissione così importante, ma anche perché quell’errore, che ancora pesava sul suo cuore, fosse stato ulteriormente rincarato da quella notizia. Si voltò verso la porta per verificare che Hermione non lo avesse sentito, ma era consapevole del fatto che non avrebbe potuto nasconderle tanto facilmente di avere un figlio di 6 anni, anche se al ragazzo era stato totalmente sconosciuto fino a quel momento.
 
 Perché avevamo 16 anni ed io non ero così sicura che volessi un figlio a quell’età. Avrei dovuto rischiare di accettare un tuo nuovo rifiuto, che sicuramente mi avrebbe fatto più male?! Ho preferito lasciarmi il beneficio del dubbio, se non te lo avessi detto, non avrei mai ricevuto conferme o smentite, ma soprattutto non ti avrei dato l'occasione di ferirmi di nuovo. E poi erano tempi difficili, non era davvero il momento giusto per nascere e nascondertelo lo rendeva meno reale in un mondo così orribile 

 
 Certo che non lo volevo, non ci avevo nemmeno mai pensato, ma avevo il diritto di esserne informato, per la miseria! 
 
Quella notizia aveva esternato una strana sensazione di responsabilità in lui, quel bambino era sangue del suo sangue, ma Ron ne veniva a conoscenza solo dopo anni. Sentì un forte colpo all’orgoglio per quella menzogna così ben nascosta e non credeva affatto che Lavanda avesse agito in quel modo per salvaguardarlo o per salvaguardarsi da una nuova sofferenza, piuttosto per fargli pagare di averla lasciata per un’altra donna.
 
 Lavanda, ma ti rendi conto di quello che hai fatto?? Questo bambino è mio figlio e non mi dici nulla?! È un Weasley! 
 
I toni si stavano alzando, ma Lavanda non aveva alcuna voglia di litigare, era lì solo per quel bambino, così cercò di placarsi davanti alle palesi accuse di Ron.
 
 No, posso garantirti che non ha preso nulla da te. E poi non è un Weasley, perché tu non lo hai mai riconosciuto 
 
La ragazza proferì quelle parole con grande nostalgia, avrebbe davvero desiderato che la loro relazione fosse finita in altro modo, che quel bambino li avesse uniti, ma lui l’aveva lasciata e una vocina nel suo cuore le aveva suggerito di lasciar perdere, di non confonderlo e legarlo a sé solo perché presto avrebbero avuto un figlio. Sarebbe stata una vigliaccata e lei non sarebbe arrivata a tanto, sapendo di non essere ricambiata. Se il suo cuore non batteva per lei, non se la sentiva di averlo al proprio fianco, anche se sapeva che quella scelta avrebbe condannato Sebastian a crescere senza un padre.
 
 E per colpa di chi?? 
 
 Senti, se Sebastian non fosse tornato da scuola con quel biglietto una settimana fa, esprimendo il desiderio di conoscere suo padre, io non ti avrei nemmeno cercato. Lo so che, per te, tra noi è stato un errore  le stava venendo da piangere, ma cercò di trattenere quel dolore, si era già umiliata a sufficienza Ogni bambino doveva scrivere una letterina per la festa del papà, ma, come puoi immaginare, lui non aveva molte argomentazioni da portare. Non me la sono sentita di promettergli nulla e tanto meno che avresti voluto conoscerlo. Quando mi ha dato la lettera, chiedendomi perché lui un papà non l’avesse, l’ho semplicemente abbracciato. È davvero troppo piccolo per comprendere 
 
Non sapeva cosa fare o dire davanti alla sofferenza di quella donna, ma la percepiva e mai come in quel momento riusciva a concordare con lei sul fatto che quel bambino non sapesse nemmeno cosa volesse dire avere un padre al proprio fianco. Un dettaglio nelle parole di Lavanda attirò la sua attenzione, Ron non ricordava di aver mai sentito parlare di simili feste da bambino e un'illuminazione si fece largo nella sua mente.
 
 Sta frequentando una scuola babbana?? 
 
 Sì, perché tanto lui non andrà ad Hogwarts, non dopo tutto quello che abbiamo vissuto in quella scuola con quella terribile Guerra. Voglio che Sebastian sia sereno 
 
Ron, a quelle nuove informazioni, mise da parte la commozione che si stava impossessando di lui per il vuoto che aveva inconsapevolmente lasciato in quel bambino, e si infervorò un'altra volta, tentando di far valere le sue ragioni.
 
 Scusa?? E questo chi l’avrebbe deciso? Nostro figlio è un mago, è un Purosangue! La magia fa parte di lui e non puoi privarlo della possibilità di studiare ad Hogwarts. Lavanda, la guerra è finita e posso garantirti che non c’è davvero posto più sicuro
 
 L’ho deciso io, perché sono sua madre! E non mi sembra tu abbia il diritto parlare, perché ti ricordo che mi hai lasciata. E se non te l’ho detto è stato solo per non obbligarti al mio fianco, visto che avevi altre prospettive per la mente  non l’aveva lasciata indifferente quell’accorato interesse di Ron per l’istruzione di Sebastian, benché avesse scoperto della sua esistenza solo una manciata di minuti prima, e questo contribuì solamente a farla stare peggio  Ho rischiato la vita lì dentro e non voglio nel modo più assoluto che a quel bambino - la cosa più preziosa che io abbia a questo mondo - capiti qualcosa. Quindi lui resterà fuori dal Mondo Magico, non sa di essere un mago e mai lo saprà. Mi hai capita, Ron? Ringrazia Hermione, se non mi avesse salvata durante la battaglia, probabilmete a quest'ora Sebastian sarebbe orfano e anche Harry per aver regalato un futuro migliore a mio figlio. Se ti va di conoscerlo sono certa che troverai il modo di contattarmi 
 
Lo lasciò senza parole quel discorso, supportato da insolite convinzioni. Era irriconoscibile, aveva tirato fuori una parte di sé a lui totalmente sconosciuta. Aveva dato a lui una diversa possibilità per il futuro e con sofferenza lo aveva lasciato andare per la sua strada. Gli aveva dimostrato amore e lui non poté fare altro che prenderne atto.
 
Non sapeva cosa dirle, lo aveva ammutolito e non conosceva in quel momento il giusto modo di dissuaderla e, forse, non era nemmeno così convinto di averne il diritto, come giustamente sosteneva lei. Lavanda, davanti a quell’attimo di incertezza, girò i tacchi e si allontanò, lasciandolo solo in compagnia di quella notizia, che gli era precipitata addosso come una doccia fredda. Solo una semplice considerazione uscì spontanea dal cuore di Ron.
 
 Nostro figlio, Lavanda. Sebastian è nostro figlio 
 
Poche parole che consentirono a lui di incominciare ad accettare quella sconvolgente notizia e a lei di ricevere un forte colpo per aver privato quel bambino del sincero amore di un padre.
 
***
 
Dopo infiniti attimi di riflessione, decise di rientrare con ancora quel foglietto fra le mani. L’allegra voce di sua moglie lo riportò ad una più rassicurante realtà.
 
 Ron. Chi era alla porta? 
 
Fissò il viso di lei con dispiacere, le avrebbe sicuramente frantumato il cuore in mille pezzi. Quella con Lavanda era una vecchia storia appartenente ad un passato funesto, se non fosse che la profonda conoscenza che aveva investito i due in quei mesi era rimasta nascosta a chiunque, meno che ai diretti interessati. Il ragazzo non era mai riuscito a comunicarlo nemmeno ad Harry e tanto meno ad Hermione, sia per paura di perderla sia perché annunciare quell’errore equivaleva ad un’ammissione di colpa insostenibile.
 
Il ragazzo infilò velocemente il biglietto in tasca, sotto lo sguardo perplesso di Hermione, e le rispose senza nemmeno prendersi il disturbo di dissimulare serenità. Non riusciva più a mentirle, su quel fronte aveva esaurito le energie, e non era nemmeno in grado di arrestare la folle corsa di quel fiume in piena che lo aveva travolto e che sicuramente avrebbe presto travolto entrambi.
 
 Nessuno 
 
La moglie decisamente e giustamente poco convinta, dato che lui non le aveva dato modo di pensare il contrario, infilò la mano nella tasca della sua uniforme senza distogliere lo sguardo dai suoi occhi. Aprì quel pezzo di carta e lo lesse velocemente.
 
 È-è di mio nipote 
 
Solo una flebile involontaria giustificazione uscì dalle labbra del ragazzo, ma si stava sentendo male, le forze lo stavano abbandonando. E dopo quella breve intensa discussione con Lavanda, l’apatia e la passività si stavano impossessando di lui.
 
 Ronald, tu non hai alcun nipote di nome Sebastian  una terribile idea attraversò la mente di Hermione, portandola a guardarlo con occhi sconcertati e a rivolgersi a lui con irritazione  Ron, che significa? 
 
 Hermione, ti prego, non ho la forza ora di discutere con te. Possiamo rimandare? Sono scosso anch’io 
 
Le passò accanto, lasciandola spiazzata, e si andò ad accomodare su una sedia. Si portò le mani in volto nel tentativo di cancellare l’ultimo quarto d’ora della sua vita o semplicemente per eliminare dalla linea temporale quei sei lunghi anni, che gli sembrarono all’improvviso tutti una gigantesca menzogna.
 
La ragazza si voltò nella direzione di suo marito, ma non cessò di esaminare quel pezzo di carta con la speranza di trovare anche solo un impercettibile indizio che le annunciasse di aver commesso un errore di interpretazione, dopotutto Ron non aveva ancora confermato o smentito nulla.
 
 Questo bambino può avere come minimo sei anni  il marito l’ascoltava, con la netta sensazione che sarebbe arrivata da sola alle giuste conclusioni  Sei anni fa era  un nuovo terrore si dipinse sul suo viso  No, non può essere. Ron, dimmi che mi sto sbagliando. Chi era alla porta? 
 
Quei semplici calcoli le avevano consentito di arrivare alla conclusione che non vi era stato alcun reale tradimento, loro non stavano effettivamente insieme all’epoca, ma era comunque presente una grande menzogna, la cui possibile certezza le faceva mancare il respiro.
 
 Hermione, per favore, ho bisogno di elaborare questa notizia, poi se vuoi ne parliamo, ma ora non riesco 
 
Ma lei sembrava ignorare quelle sofferenti richieste, per il semplice fatto che iniziava ad essere lei per prima fortemente instabile moralmente e così ciò che aveva saputo le impedì di essere sensibile davanti alla confusione e alle necessità di Ron.
 
 Era Lavanda, vero? 
 
Lo guardò con ribrezzo, lanciando quel foglio sul tavolo sotto gli occhi di lui e fece per avviarsi verso le scale. Il solo ricordo di quell'anno le faceva venire il voltastomaco, ma il pensiero di eventuali conseguenze la fece sentire anche peggio. Ron la bloccò prontamente, ostacolando i suoi passi con un braccio.
 
 Hermione, aspetta! 
 
 Non mi toccare! 
 
Le rivolse uno sguardo di supplica. Non era così forte da lottare su due fronti che lo stavano inesorabilmente schiacciando, ma tutto avrebbe voluto tranne che distruggere il suo matrimonio per uno sconsiderato e incosciente gesto.
 
 Non te ne andare, ho solo bisogno di un istante per riprendermi 
 
 Hai un figlio con Lavanda?!   era una domanda che rivolgeva più a sé che al marito, per tentare di accettarlo, perché tanto non vi era davvero più nulla da smentire  Cosa c’è da aspettare?! Vuoi il tuo attimo di riflessione? Bè, anche io voglio il mio. Ma credo che a me ci vorrà più di un istante per assimilare tutto questo. Mi hai mentito, dicendomi che non c’era stato nulla di serio con lei, che ero stata la prima e l’unica per te. Che ciò che provavi per me non l’avevi mai provato per nessuna. Eri così preoccupato la nostra prima notte di nozze. Ma che stupida che sono, mi hai solo preso in giro. L’unica inesperta e ingenua ero io 
 
Lo guardò fisso negli occhi, cercando di riscoprire quel batticuore che solo lui sapeva regalarle, ma in quel momento un’atroce certezza soffocò quell’atmosfera romantica. Dopo quel breve ma intenso sfogo, scostò con disappunto il braccio di lui e proseguì nel suo cammino. Quella mancata negazione era stata avvertita da lei peggio di una coltellata in pieno petto. Troppe verità si erano insidiate nella sua mente e troppe sincere manifestazioni d’amore accompagnate da vuote parole erano diventate amare menzogne. Se solo l'avesse lasciata passare, senza bloccarle il passaggio, probabilmente non gli avrebbe nemmeno sputato in faccia tutte quelle terribili parole, ma non era riuscita a soffocare la rabbia, era stato più forte di lei. E poi perché mai avrebbe dovuto? Forse perché lo amava più di se stessa e quella notizia l'aveva moralmente annientata, aveva squarciato quell'idillio dentro di lei. Ma forse era stato proprio quel grande amore ad averle fatto percepire quella novità come un colpo estremamente forte, con la percezione e il timore di perderlo per sempre.   
 
Le lacrime di Ron non tardarono a scorrere difronte a quel rifiuto, prese in mano quel biglietto, con ancora la flebile speranza che presto o tardi si sarebbe svegliato e una nuova giornata sarebbe iniziata nel migliore dei modi. Sentiva sensi di colpa colpirlo ovunque, ma non poteva cedere sotto i potenti colpi di quei macigni, doveva pensare ad un problema per volta e ciò che in quel momento gli premeva di più era il rapporto con Hermione, che non poteva credere di aver già rovinato dopo solo quattro giorni di matrimonio. Si asciugò rapidamente le lacrime, alzandosi per correrle dietro ed evitare che facesse qualche follia dettata dall’impulsività e dalla rabbia. Ma come faceva ora a dirle che tutto quello che il suo cuore le aveva sempre comunicato era dannatamente sincero? Si sentì una carogna, non solo per non aver pensato alle possibili conseguenze di quel gesto, ma lo aveva anche omesso all’unica persona a cui avrebbe dovuto comunicarlo. Forse, se l’avesse preparata, la reazione sarebbe stata più comprensiva e l’avrebbe delusa in misura minore. Ma erano tutte ipotesi, visto che Hermione aveva cercato in tutti i modi di fargli capire quanto fosse sbagliata quella relazione, però il suo dannato orgoglio non aveva voluto prestarle attenzione.
 
Salì rapidamente le scale e la trovò in procinto di rinchiudersi nella loro camera. Tentò di bloccarla con la voce.
 
 Tesoro, non lo sapevo! Ho scoperto anche io da poco di avere un figlio. Hermione, quella notte ero preoccupato veramente, perché quello che c’è stato con Lavanda non ha significato nulla per me  aveva il fiato corto, le ultime energie le aveva impiegate per raggiungerla e convincerla a non lasciarlo. Le si avvicinò lentamente, cercando nel frattempo di riacquistare un ritmo cardiaco regolare   Era con te che ho sempre voluto stare. Ho sbagliato, lo so! 
 
Hermione lo guardò affranta, leggeva tanta sincerità nei suoi occhi, ma tutta quella onestà era arrivata davvero troppo tardi e non era nemmeno stata dettata da un gesto volontario, ma solo dalle circostanze, che lui si era trovato a fronteggiare, volente o nolente.
 
 Non osare mai più chiamarmi tesoro! Perché, da quanto mi hai sempre detto, lo ero anche quando sei stato con lei ed ora mi viene particolarmente difficile crederlo. Mi dispiace allora per te se hai sbagliato stanza, peccato che quell’errore ti stia costando caro 
 
L’umore del ragazzo rasentava la sfinitezza, sospirò, cercando di mantenere i nervi saldi, e quell’attimo di riflessione, che aveva gentilmente richiesto alla sua sposa, aveva il semplice fine di evitare di proferire parole sbagliate, che mai avrebbe anche solo pensato.
 
 Ma certo che lo eri. Hermione, è successo solo una volta, non puoi condannarmi per il resto della vita per un singolo stupido errore! Non stavamo nemmeno insieme. Cosa avrei dovuto fare secondo te, aspettarti per tutta la vita?! 
 
Sua moglie però non rendeva quelle nobili intenzioni di facile realizzazione.
 
 A me non risulta proprio che sia stato uno stupido errore, date le conseguenze. Ed ora magari mi verrai anche a dire che è stata colpa mia, che sei stato con lei perché ti ho respinto io 
 
I vecchi rancori non tardarono a venire alla luce, spinti dalla pressione di quelle pesanti circostanze.
 
 Bè, lo è! Ti ricordo che ti sei messa con Krum. Ero frustrato, ok? Tu non volevi stare con me, era chiaro senza che me lo dicessi, ed io ero vulnerabile. Sapevo che tra noi non ci sarebbe potuto essere mai niente 
 
 Eravamo destinati e te lo avrebbe confermato chiunque in quella scuola. Ron, dovevi solo chiedermi di andare a quel dannato ballo prima che lo facesse lui. Avresti solo dovuto tenermi come prima scelta ed io ti sarei saltata in braccio dalla gioia. Perché ci siamo dovuti rovinare l’esistenza per una stupida incomprensione?! Sono solo stata una cretina a fare il primo passo, avrei semplicemente dovuto aspettare un miracolo che non sarebbe mai avvenuto 
 
 Destinati o no, ti sei messa con lui, quindi perché non sei stata con quell’idiota, se eri tanto convinta che non volessi stare con te?! Sai che ti dico, mia cara, hai proprio sbagliato, hai fatto male i conti, ma dopotutto anche i geni come te possono sbagliare, o no? 
 
Lo guardò delusa dopo quelle parole. No, non vi era davvero più lo sguardo dolce che la scrutava quella mattina, mentre progettava con aria sognante il futuro insieme a lei. Riprese il cammino, perché tanto, dopo quello che le aveva appena sputato in faccia, non vi era davvero più molto da dire.
 
 No, dai, Hermione, n-non volevo dire questo, non penso una sola parola di quello che ho detto. Fermati! 
 
La prese per un braccio, ma lei per l’ennesima volta lo respinse.
 
 Ti ho detto di tenere giù le mani! Io non ci sono andata a letto, dannazione!
 
 Hermione, evidentemente tu sei più virtuosa di me 
 
Quella considerazione placò la furia di tentare di prevaricare con la sua ragione, così abbassò il tono e rassegnata proferì un’ultima battuta, con un nodo di dolore alla gola, che solo un forte colpo ad un sincero e profondo sentimento poteva provocare.
 
 No, Ronald, evidentemente io ti amo di più e non ho mai pensato di stare con qualcuno che non fossi tu. Sei stato la mia prima esperienza e puoi contarci che sarai l’ultima. Ora vai dalla tua famiglia, perché io non mi prenderò la responsabilità di far crescere ancora quel bambino senza un padre 
 
La delusione che lesse negli occhi di sua moglie gli tolse un altro pezzo di anima.
 
Hermione abbassò la maniglia della porta della stanza, ma il suo furtivo gesto di richiuderla fu intercettato prontamente dal marito.
 
 Non lo puoi pensare veramente, io non ho mai amato nessun’altra come amo te e tanto meno Lavanda. Sei tu la mia famiglia ed ero sincero prima quando ti parlavo di bambini. Hermione, io ho bisogno di te in questo momento, non mi chiudere fuori dalla tua vita. Ho un disperato bisogno dei consigli della mia saggia amica. Non so cosa fare 
 
La ragazza fissò quegli occhi supplichevoli e lucidi, immortalata nel vano tentativo di cercare un attimo di raccoglimento dopo aver incassato un colpo così potente. Distolse lo sguardo per non farsi ammaliare, sapeva essere una sua debolezza e giocò prudentemente d’anticipo.
 
 Non siamo più solo amici, Ron, io e te siamo sposati. Sono tua moglie e non puoi pensare che mi lasci indifferente tutto questo, pensare che mi hai mentito per tutti questi anni, credevo davvero di essere stata l’unica per te e invece me lo hai solo fatto credere. Sono stata stupidamente ingenua a credere che saremmo semplicemente diventati genitori insieme, ma il destino aveva per noi in serbo qualcosa di diverso, vero?  una lacrima solcò il suo volto davanti a quella triste e amara certezza  Non sono davvero la persona più adatta a cui chiedere consiglio. Scusami 
 
Hermione cessò di contrastare la pressione del marito sulla porta ed entrò nella stanza, lanciandosi alla ricerca della sua giaccia. Frugò nell’armadio con la palese intenzione di occupare la mente e accantonare nei meandri più oscuri quella nuova situazione. Si sentiva nella posizione più scomoda possibile e i loro trascorsi non sarebbero di certo stati d'aiuto. Infondo, per quale ragione Ron non avrebbe dovuto avere l'impulso di chiederle un parere, dato che lei era sempre stata presente per lui ed Harry e li aveva sempre salvati dai guai? In quel momento non riusciva, anche se sapeva quanto il suo nuovo status le imponesse di affiancarlo in ogni tipo di situazione. Si erano promessi nella buona e nella cattiva sorte, ma quello stesso destino che pendeva su di loro non era facile da accettare e contrastare così lucidamente come era sempre stata in grado di fare. Quella menzogna le impediva di stargli accanto come avrebbe voluto e quel bambino le sembrò solo un attacco al loro rapporto. Se non fosse che il suo buon cuore le suggeriva di vedere quel piccolo come un essere innocente, che era stato privato di affetto da chi avrebbe dovuto dargliene, di certo non avrebbe potuto negare questo e tanto meno allontare Ron da lui per un mero aspetto egoistico. 
 
Il ragazzo seguì mortificato i suoi compulsivi gesti con attenzione e solo dopo qualche istante, anche lui palesemente provato, notò l’indumento, che sicuramente lei stava cercando, sul letto.
 
 Tesoro, è lì la tua giacca 
 
Non la voleva aiutare ad andarsene, ma quell’accortezza rivolta alla sua sposa gli venne spontanea. Lei si voltò nel punto indicato, la afferrò e si diresse a passo celere verso il corridoio. Ron le bloccò la strada, senza nemmeno sfiorarla, in memoria dell’effetto che aveva poco prima sortito quel contatto.
 
 Hermione, non posso pensare di aver rovinato il nostro rapporto, ma ho veramente poche scuse. Se non alcuna. Sono una carogna per non averti detto la verità, ma avevo l’atroce timore di perderti. Ma è esattamente quello che sta accadendo, vero? Amore mio, non ti biasimo se vorrai lasciarmi, ma io prego che tu non lo faccia, che mi dia la possibilità di rimediare nel limite del possibile, perché so già che non si cancella l’errore che ho commesso 
 
Lo guardò, cercando di riacquistare un ritmo cardiaco più sereno, ma comunque poco tranquillo. Era arrabbiata, anzi infuriata, ma capì che quel drastico cambiamento nella loro vita, forse il più radicale dopo il matrimonio, aveva segnato profondamente nell’anima anche lui.
 
 Non hai rovinato nulla, non ho alcuna intenzione di lasciarti, ma ora devo andare da Kingsley, mi ha convocata 
 
Ed era sincera, il suo amore non era mutato di una virgola, solo tanta paura si era insinuata in lei per il futuro che attendeva loro.
 
 E perché il Ministro ti ha convocata? 
 
L'attenzione di Ron si spostò dagli eventi di quella mattina all'inaspettata notizia appena uscita dalle labbra di sua moglie. Hermione sembrò particolarmente turbata e in pena difronte a quella domanda.
 
 Non lo so, mi ha mandato un gufo ieri sera, dicendo che era urgente 
 
 E non mi dici nulla??  

​Non era di certo la persona più indicata per rivolgerle quella predica.
 
 Dormivi già, eri stanco e sei crollato. Contavo di dirtelo stamattina, ma poi 
 
Non riusciva nemmeno a dare un nome a ciò che li aveva travolti nel giro di poco tempo. Si infilò lentamente la giaccia a testa bassa, ancora incredula delle innumerevoli minacce, certe o potenziali, che incombevano su di loro. Gli lanciò solo un’ultima infelice occhiata prima di passargli accanto, sfiorandolo leggermente.
 
 Hermione  sussurrò il suo nome, voltandosi verso di lei, sentiva la vaga percezione di aver trasgredito a qualche ulteriore obbligo nei suoi confronti, non standole accanto in un momento che infondeva a lei preoccupazione, concetrato e travolto com'era dalla notizia di Lavanda  Sono sicuro che non sia nulla di così grave, stai tranquilla  lei gli porse un leggero provato sorriso  Mi fai sapere com’è andata? 
 
 Ti mando un gufo 
 
 Passo da te più tardi. Ed hai ragione, avrei dovuto invitarti a quel ballo. Sono certo che a quest’ora non saremmo in questo pasticcio. È solo colpa mia, tu hai solo reagito di conseguenza, me lo sono meritato e mi dispiace solo che ora ne stia soffrendo anche tu 
 
Non ribatté alla preoccupata insistenza di suo marito e a quelle ammissioni di colpa, che, come al solito, uscivano dalla sua bocca troppo tardi.
 
 Ronald, mi hai chiesto un consiglio e secondo me dovresti riconoscere quel bambino, dopotutto lui non ha alcuna colpa in tutti i casini che abbiamo creato noi, è solo una vittima innocente. Anzi, la vera vittima è lui, non io 
 
Gli lanciò un’ultima accorata occhiata, prima di uscire dalla porta e imboccare velocemente le scale. Desiderava solo lasciarsi alle spalle tutto, ma delle lacrime non riuscì proprio a liberarsi. Gli aveva chiesto di far entrare quel bambino nella loro vita, ritenendola la scelta migliore per quella creatura, ma non certamente per la loro relazione, perché al suo seguito ci sarebbe stata inevitabilmente Lavanda.
 
La loro vita insieme, troppe volte sognata e a un passo dalla realizzazione, stava subendo nefasti colpi. Tutti i pensieri positivi di quella mattina, accompagnati dalla magia dell’alba, svanirono. Ora il sole in cielo era alto e, con esso, erano sorti nuovi problemi. Più che l’alba, in quell’esatto momento, Hermione la percepì come il tramonto del loro matrimonio. Non lo avrebbe lasciato, era stata sincera, ma temeva che con il tempo tutto si sarebbe distrutto da sé, di certo non avrebbero resistito in quel vortice in cui erano inconsapevolmente entrati, non era così sicura che il loro amore fosse talmente forte da contrastare quella nuova minaccia.
 
Appena fuori, la fresca aria invernale entrò in contatto con i pesanti rivoli salmastri carichi di dolore e tensione, raggelandola fino all’anima.
 
Non aveva idea di cosa quella mattina l’avrebbe aspettata, ma qualsiasi cosa fosse stata non le avrebbe di certo fatto più male della certezza che aveva appena ricevuto.

 
 
 
Spazio dell’autrice
 
Ciao cari lettori!
 
Sono tornata con una nuova follia e come sempre inizio con il cataclisma XD Chi mi conosce lo sa già, io amo la Romione, quindi tutto questo lentamente e tra alti e bassi si risolverà ;)
 
Spero di non avervi traumatizzato, perché in effetti sono andata un pochino sul pesante e ho inserito un bel po’ di suspance XD Il titolo della storia non è casuale, siccome io ritengo che Ron abbia commesso l’errore più grande della sua vita mettendosi con Lavanda, ho giusto un pochino enfatizzato :D
 
So che può sembrare, ma non ho in mente alcun triangolo amoroso, proprio per questo non è stata segnalata da me la coppia Ron/Lavanda. Già da questo primo capitolo ho cercato di descrivere una Lavanda diversa da quella che conosciamo e decisamente più matura. Nonostante comunque i suoi sentimenti non siano per nulla cambiati, metterà sicuramente al primo posto il benessere di suo figlio. Nelle mie storie, spesso e volentieri, i personaggi che abbiamo sempre odiato non restano tali per molto ;)
 
La storia comunque resterà incentrata su Ron e Hermione e come insieme faranno fronte a questo grande ostacolo per il loro rapporto.
 
Ci tenevo davvero a precisare un paio di cose per far comprende la linea che intendo prendere, stando ovviamente attenta a non anticiparvi nulla ;)
 
HarryPotter394 e Longriffiths vi dedico questa storia con la speranza che l’apprezziate e con la promessa in un lieto fine per la nostra cara coppia! <3
 
Se vi va, alla prossima :)
Baci
-Vale

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Capitolo 2
*** Promozione ***


Promozione

 
 
Si sentiva mancare le forze per via della notizia che aveva appena ricevuto e non seppe nemmeno com'era riuscita a raggiungere il Ministero. La forza che aveva riscoperto inveendo contro suo marito si era esaurita all’improvviso, lasciandole in corpo un certo senso di sfinitezza.
 
Aveva il fiato corto per l’agitazione che si era accumulata in lei e in quella situazione non riusciva nemmeno a fare mente locale sull’importante incontro che avrebbe dovuto sostenere a breve.
 
Ecco come all’improvviso il suo idillio di pace e serenità si era inesorabilmente sgretolato, era ritornata alla realtà, se lo sarebbe dovuto immaginare fin dall’inizio, insomma che base c’era per far funzionare il loro rapporto? Erano decisamente troppo diversi, anche se entrambi impulsivi, ma persino su quell’aspetto differivano. Hermione non avrebbe nemmeno mai immaginato di approfondire fino a quel punto la relazione con Victor, il suo cuore l’aveva sempre frenata, per il semplice fatto che nei suoi pensieri c’era qualcuno altro e poco importava se non poteva aspirare ad un lieto fine con la persona che realmente amava, lei non avrebbe mai disatteso i suoi più profondi desideri. Non si sarebbe mai perdonata quel tradimento verso se stessa, a cui era sempre restata fedele e quella questione non aveva fatto eccezione.
 
Ora però, mettendo da parte lo sconsiderato gesto di Ron, che in quell’esatto istante le provocò non poco disgusto, vi era anche un particolare, che poi un dettaglio non era, dato che suo marito aveva scoperto di avere un figlio illegittimo con Lavanda.
 
Si erano sposati soli da quattro giorni e già il loro matrimonio veniva messo alla prova così pesantemente? Si sentì persino responsabile, insomma se solo fosse stata più esplicita prima, se solo avesse avuto più coraggio probabilmente avrebbe avuto la forza di strapparlo dalle grinfie di quella sanguisuga e dichiarare i suoi sentimenti. Aveva tutte le carte in regola per riuscirci, lei che aveva così tanta determinazione non era riuscita ad evitare quella grande sofferenza ad entrambi, perché non poté di certo ignorare, ora che la rabbia del momento si era affievolita, una dolorosa consapevolezza anche negli occhi di Ron. Avrebbe potuto in qualsiasi momento prenderlo in disparte ed esplicitargli l’immensa cretinata che stava facendo stando con quella ragazza, dalle qualità sicuramente discutibili, ma ciò che realmente avrebbe dovuto fermarlo erano i sentimenti che lui diceva di provare per Hermione già a quei tempi. Era stata la sua migliore amica, perché non si era comportata come tale, perché non aveva risvegliato quel poco senno che era in lui, magari anche tirandogli qualche pesante libro in testa? Ne aveva il diritto, no? Gli voleva bene, perché allora aveva permesso quella assurda relazione, semplicemente lanciandogli occhiate non abbastanza eloquenti a quanto pare?
 
Peccato che in quella mancata iniziativa ci sia andata di mezzo anche lei, lo aveva lasciato in balia di se stesso, proprio lei che lo conosceva meglio delle sue tasche e sapeva bene che era particolarmente incline a cacciarsi nei guai.
 
Percorse i grandi corridoi con titubanza, non era davvero mattinata per incontrare il Ministro e magari incassare anche una ramanzina da lui. Non le venne nemmeno lontanamente in mente il motivo di quel richiamo e quell’incertezza la fece stare ancora più male. Decisamente un giorno da segnare sul calendario e desiderare di non riviverne mai più uno simile.
 
Si trovava in una posizione alquanto scomoda, non voleva proseguire nel suo cammino, ma nemmeno tornare sui suoi passi, per non dover affrontare l’incertezza delle parole del suo superiore, l’allettava poi così tanto, visto che si sarebbe dovuta scontrare nuovamente con Ron e il suo passato.
 
Non aveva mai provato così tanta titubanza in vita sua. Le mancò il fiato, era complesso mantenere un atteggiamento deciso, nonostante il luogo in cui si trovava lo richiedesse. Si tolse il soprabito per provare a respirare meglio, ma ciò che la soffocava era nella sua mente e sopra il suo cuore e non se ne sarebbe potuta liberare altrettanto facilmente.
 
Non aveva, per la prima volta, la più pallida idea di come affrontare la situazione, non sapeva come aiutare se stessa a superare quel trauma e nemmeno come aiutare Ron a fare lo stesso, visto che, allontanandosi da lui e riflettendo sui fatti delle ultime ore, prese consapevolezza del fatto che anche lui fosse chiaramente provato.
 
Aveva una percezione strana del Ministero in quegli istanti, amava il suo lavoro, ma eccezionalmente quello era l’ultimo posto in cui sarebbe voluta essere. Desiderava solo allontanarsi da tutto e da tutti, soffrire in silenzio, ma non dover vivere tutto quello, era decisamente troppo per lei, quelle verità l’avevano investita in pieno peggio di un bolide.
 
Si sentiva dannatamente impotente, mentre la sua vita personale, e forse coniugale, andava a rotoli. Aveva passato anni a ritenere Ron suo amico, era l’unico motivo per il quale non si era mai azzardata a fare un passo in più nel loro rapporto ed ora veniva a sapere che nemmeno la loro amicizia, quel legame che lei si era prodigata tanto a proteggere, era stata sincera? Non le aveva parlato di Lavanda sotto quella luce, anzi, per la verità, più potevano evitare di parlarne e meglio stavano, ma quello che Ron aveva fatto non sarebbe dovuto essere stato omesso.
 
Aveva raggiunto fin troppo velocemente l’ufficio del Ministro della Magia, essendo al primo piano di quell’immenso edificio. Prese il poco fiato che ancora aveva nel petto e bussò con decisione, non aveva senso rimandare l’inevitabile, come non avrebbe potuto sfuggire a nessun macigno che sarebbe stato sulla sua testa da quel giorno in poi.
 
Kingsley la invitò con cordialità ad entrare, non sembrava arrabbiato, ma dopotutto quell’uomo aveva persino la facoltà di licenziare con il sorriso sulle labbra.
 
 Hermione. Prego accomodati 
 
La ragazza accettò l’invito con palese timore in volto, espressione che contribuì ad aumentare la fondatezza dell’amorevole considerazione che il Ministro stava per rivolgerle.
 
 Ma hai pianto? 
 
Fu presa alla sprovvista, i suoi occhi dovevano averla tradita, di certo non poteva comunicare a lui la verità e non aveva nemmeno voglia di annunciare dopo appena qualche giorno la crisi del suo matrimonio. Kingsley era stato tra i partecipanti di quel lieto evento, aveva assistito alla loro gioia, alla loro convinzione nel compiere quel passo, non avrebbe potuto credere ad una sola parola senza metterla prima seriamente in dubbio.
 
 C-certo che no. Deve essere il freddo, sono un po’ raffreddata 
 
Il Ministro però era rimasto leggermente perplesso.
 
 Tutto bene con Ron? Ogni volta che passa da queste parti e gli parlo di te, a quel ragazzo brillano gli occhi. Immagino sia un buon segno 
 
 Già, immagino anche io  aveva proferito quelle parole con un sussurro come se il palese amore che suo marito aveva nei suoi confronti fosse improvvisamente appartenuto al passato, ma neanche così remoto, visto che gli errori che erano stati commessi appartenevano proprio a quel tempo che recentemente fu  Di cosa volevi parlarmi? 
 
Hermione tentò disperatamente di cambiare argomento e Kingsley sembrò accogliere senza troppe resistere quegli impliciti desideri.
 
 Stavo pensando che forse per me sia arrivata l’ora di lasciare il posto a qualcun altro. Ma voglio essere sicuro di lasciare il Ministero in buone mani 
 
La guardò con un certo suggestivo sguardo, espressione che la ragazza non colse affatto, presa com’era dal cercare di comprendere i motivi di quella decisione.
 
 Non hai ragione di andartene! E sono certa che nessuno in tutto il Mondo Magico lo vorrebbe. Perché tutta questa fretta? Non c’è Ministro migliore di te 
 
L’uomo le sorrise, lusingato da quelle concitate parole, ma la presenza di lei non era stata voluta per cercare di convincerlo a cambiare idea, anzi era lui a doverla persuadere.
 
 Hermione, vorrei che fossi tu a prendere il mio posto  la giovane era stata ammutolita da quella richiesta  Non conosco sostituto più in gamba di te, anzi per la verità non conosco strega o mago più abile 
 
 I-io non…ecco non saprei 
 
Le sorrise per metterla a proprio agio e le mise un foglio precompilato davanti agli occhi.
 
 Tranquilla, non devi decidere subito, parlane con Ron, ora sei una donna sposata e immagino che vorrai parlarne con tuo marito prima 
 
La possibilità di parlarne con suo marito non la poteva demoralizzare di più. Come avrebbero potuto decidere insieme per quella promozione se avevano altri problemi da risolvere tra loro? Accettare era impensabile con quel macigno sul cuore.
 
Non poteva rifiutare quel documento, perché farlo avrebbe implicato dare una giustificazione che lei non poteva rivelare.
 
 Hermione, se riuscissi a decidere entro stasera, te ne sarei grato
 
 Vuoi che inizi da domani?? 
 
***
 
Se ne stava nel suo ufficio, seduta alla sua ordinata scrivania, ma non riusciva a lavorare, la mente vagava su altri pensieri, sicuramente non sarebbe stata in grado di concentrarsi come avrebbe dovuto.
 
Continuava a rileggere quel foglio, tenendolo tra le mani. Ogni perplessità e ogni dubbio l’attraversarono. In altre circostanze, forse, avrebbe accettato ad occhi chiusi, o forse semplicemente avrebbe avuto meno timore. Ma non lo avrebbe mai saputo, perché era quella la situazione in cui doveva prendere una decisione e lei non sapeva cosa fare.
 
Si sentì improvvisamente sola, non sapeva nemmeno come Ron avrebbe preso quella promozione e senza chiederglielo non lo avrebbe di certo mai saputo.
 
Non sapeva cosa fare, il tempo stava correndo troppo velocemente, troppi cambiamenti in poco tempo l’avevano sconvolta e le impedivano di riflettere lucidamente.
 
***
 
Ron, dopo qualche indugio, era arrivato al Ministero e le sue intenzioni erano proprio quelle di appurare che Hermione stesse bene. Le aveva già annunciato che sarebbe passato da lei, ma non era così sicuro di riuscire a reggere di nuovo il suo sguardo deluso. L’aveva combinata decisamente troppo grossa, era stato il suo più grande errore, visto che nemmeno si poteva rimediare.
 
Cos’altro le avrebbe potuto dire, come avrebbe potuto rasserenarla, se lui per primo necessitava di qualcuno che lo aiutasse a superare quel trauma.
 
Chissà perché quella mattina camminare tra decine di maghi e streghe lo faceva sentire stranamente al centro dell’attenzione, come se tutti fossero già al corrente dei suoi più vili peccati. Ma doveva solo essere suggestione, era impossibile che qualcuno sapesse. Reali o no quelle occhiatacce, lo facevano sentire ancora più vigliacco di quanto non si percepisse già, così aumentò il passo per arrivare il prima possibile a…dove? Nemmeno da sua moglie desiderava arrivare tanto presto.
 
Si bloccò nel bel mezzo di quel corridoio, l’ufficio di Hermione era a qualche metro da lui, lo fissava con dispiacere. Non poteva ritardare quel momento, evitarla non avrebbe migliorato nulla e poi voleva accertarsi che stesse relativamente bene, non poteva credere di averle inferto quel dolore con le sue stesse mani, lui che l’avrebbe protetta a scapito di se stesso non era riuscito a difenderla dai suoi errori.
 
Fece qualche altro passo verso la meta, ma iniziava seriamente a credere che l’istinto gli avrebbe presto dettato di girare i tacchi e desistere dai suoi più profondi desideri. Ma cosa serviva evitarla se tanto quella stessa sera si sarebbero rivisti a casa, dettaglio che forse in quel momento gli sfuggiva, visto che da qualche giorno vivevano insieme, doveva solo ancora abituarsi alla loro nuova vita, peccato che il destino non gli avesse concesso quel tempo.
 
Coprì un altro metro di distanza, ma quando le sue titubanze sembravano essere svanite ecco che riaffiorarono proprio mentre la ragazza aprì la porta e si trovò davanti il marito prima ancora che lui riuscisse a bussare.
 
Si fissarono intensamente negli occhi senza sapere nemmeno cosa dire. In effetti cosa si diceva in quei casi, non avevano mai vissuto una simile esperienza e quella era la loro prima difficoltà da quando si erano sposati, un ostacolo decisamente pesante da superare, non erano neppure così certi che il loro legame fosse sufficientemente consolidato per provare a raggirarlo insieme.
 
 Ron, che ci fai qui? 
 
Aveva un tono grave, non vi era un barlume di speranza negli occhi della ragazza, un qualsiasi appiglio che potesse offrirgli il giusto incoraggiamento a parlarle.
 
 C-come stai? 
 
Hermione alzò gli occhi al cielo, palesemente contrariata da quella domanda, quasi a dirgli ‘sei banale’. Ma lui non voleva essere scontato, si preoccupava solo per l’umore della donna che amava.
 
 Non ho tempo, Ronald, ho del lavoro da sbrigare, scusa 
 
Fece per oltrepassarlo, ma il ragazzo fece subito dopo un passo indietro e mise le mani avanti per intimarla a fermarsi e ad aspettare.
 
 Ron, piantala, se tu hai tempo da perdere, io no 
 
 Quindi salvare il nostro rapporto ti sembra una perdita di tempo??  la fulminò  Com'è andata con Kingsley? Hai accettato? 
 
 Certo che non ho accettato! Ti sembro dell’umore per…un momento, e tu come fai a saperlo? 
 
Ron, palesemente irritato, la superò ed entrò nell’ufficio, seguito rapidamente da lei. Si diresse verso la scrivania e rovistò tra le carte e nei cassetti alla ricerca di quel documento, che sapeva esserle stato dato dal Ministro.
 
 Ehy, che fai?! Fuori dal mio ufficio, Ronald 
 
 Se non sbaglio con il contratto di matrimonio quello che è tuo è diventato anche mio e viceversa 
 
Quella logica schiacciante la zittì, aveva sicuramente imparato con gli anni a giocarsi le giuste carte. Gli si era avvicinata proprio nell’istante in cui lui era riuscito a trovare quel foglio nel mezzo di quei fascicoli. Hermione vi pose sopra una mano prima che lui riuscisse ad appropriarsene.
 
 Conoscevi le intenzioni di Kingsley e non mi hai detto nulla?! C’è per caso altro che la tua stupida moglie non sa? 
 
 Hermione, mi ha fatto promettere di mantenere il segreto, voleva farti una sorpresa. E poi no, non ho altri figli segreti, puoi stare tranquilla  prese una penna e la porse alla ragazza  Ora firma  
 
Lo guardò sconcertata davanti alla sua leggerezza.
 
 Non credi che se me lo avessi detto prima a quest’ora avrei avuto più tempo per riflettere sul da farsi? 
 
 Non c’è nulla su cui riflettere, è un’occasione unica che non puoi rifiutare 
 
 Davvero credi che non ci sia nulla che mi freni?? 
 
La fissò per un’istante, quella domanda, la cui risposta era nota ad entrambi, lo lasciò senza fiato. Scostò delicatamente la mano della ragazza dal documento, lo prese e si mise al suo fianco, tornando dall'altra parte della scrivania. Non l’avrebbe mai convinta a parole ad accettare, così tentò con le maniere forti, era più che convinto che se ne sarebbe pentita se non avesse preso al volo quell’opportunità e non poteva nemmeno accettare di essere stato il diretto responsabile di quel rifiuto, non voleva quel nuovo peso sul cuore. Le prese nuovamente la mano, stavolta da un’altra angolazione, le mise la penna tra le dita e la guidò fino alla riga in cui avrebbe dovuto firmare. Hermione non reagì a quel gesto, l’aveva presa alla provvista, ma, prima di scrivere insieme a lei il suo nome, si voltò verso sua moglie e con dolcezza cercò di tranquillizzarla e placare la sua ansia.
 
 Tesoro, ti prometto che nulla cambierà tra noi, anche se ci sarà quel bambino, è mio figlio e penso a tutto io, quindi non hai nulla di cui preoccuparti 

Le sorrise per essere il più convincente possibile e si concentrò nuovamente sul foglio, guidandola con decisione in quella firma e lei non oppose alcuna resistenza.
 
 Hermione Granger Weasley  pronunciò il nome della ragazza soddisfatto  Ho sempre pensato suonasse bene, sai? 
 
Lei non sapeva che dire, ma solo quando lui allentò la presa sulla sua mano, e quel dolce contatto cessò, la sua mente ritornò alla realtà.
 
 Ron, non sono sicura di essere in grado 
 
 Sarai perfetta come sempre  le sorrise prendendo il foglio con concitazione, ma, prima di avviarsi verso la porta, si voltò nuovamente verso di lei, palesemente spaventata davanti a quel nuovo incarico  Lo porto a Kingsley prima che cambi idea. E sbaglio o mi devi qualcosa?  la fissò offeso, provando a rendere quella dimenticanza più importante di quanto in realtà non fosse, ma notando quanto lei fosse agitata le schioccò velocemente un grosso bacio sulle labbra  Pensavi davvero di essertela cavata così stamattina, vero?! 
 
Corse verso la porta con l’esplicita intenzione di portare a termine la sua missione, ma un’ulteriore considerazione gli uscì spontanea.
 
 Hermione, quindi come dovrò chiamarti da ora in poi? Ministro? Oppure signora Weasley? 
 
 Semmai Granger Weasley 
 
 No, solo Weasley. Altrimenti è troppo lungo 
 
Uscì dalla porta orgoglioso di lei e senza nemmeno concederle la possibilità di replica.
 

 

Spazio dell’autrice
 
Ciao ragazzi!
 
Capitolo un po’ più corto, ma non voglio mettere troppa carne al fuoco, preferisco spezzare la storia ulteriormente rispetto al mio progetto originario 😊
 
Spero che anche questo secondo capitolo vi sia piaciuto. Nel prossimo entreremo nel vivo della questione, ma anche questo passaggio è importante per il seguito…😉

​Ho anticipato un po' i tempi, come sappiamo Hermione sale alla carica di Ministro più tardi, ma spero che questa modifica non vi abbia infastidito! :)
 
Grazie di cuore a tutti coloro che mi seguono <3
 
Alla prossima 😊
Baci
-Vale

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Capitolo 3
*** Mancanze ***


Mancanze

 
 
Era rincasata prima dal lavoro, Kingsley si era congratulato con lei e le aveva concesso, come ultima decisione da Ministro della Magia, qualche ora di meritato riposo prima della grande avventura. Ma proprio nel momento in cui non desiderava altro che lavorare per tenere impegnata la mente Kingsley doveva concederle quel permesso? Sarebbe stato forse più o meno efficace il lavoro, dato che i pensieri si posavano sempre e solo su una persona e sul problema annesso.
 
Tentò di aprire la porta di casa con mano tremante e nervosa, ma non c’era verso di indovinare quale fosse la chiave giusta, possibile fossero tutte uguali? Le chiavi erano totalmente diverse, era lei ad essere maledettamente confusa. Dopo qualche tentativo andato a vuoto, prese con arroganza la bacchetta e fece scattare la serratura in meno di un secondo con il suo infallibile incantesimo.
 
 Alohomora! 
 
Prese un respiro per calmarsi, tutta quell’ansia, ma perché? Cosa aveva fatto per meritarsela?
 
Fece qualche passo, addentrandosi nel buio del soggiorno, chiuse la porta alle sue spalle e accese la luce con un altro - ma stavolta più leggero - tocco della bacchetta, lanciando quel fascio di luce verso il lampadario.
 
 Lumos 
 
Si guardò intorno, la casa era deserta. Si tolse la giaccia e la gettò distrattamente sul divano, disordine che spesso e volentieri additava a Ron, ma tanto lui non c’era e non avrebbe potuto sgridarla.
 
Si sedette pesantemente e portò le mani al viso per contenere la grande preoccupazione che premeva sul suo cuore. Non aveva ancora realizzato di essere il nuovo Ministro della Magia e lei non sapeva nemmeno da che parte iniziare, era tremendamente in angoscia per il suo nuovo lavoro e drammaticamente preoccupata per le sorti del suo matrimonio. Si erano sposati da soli quattro giorni eppure quella casa racchiudeva già un mare di ricordi, alcuni più dolci, altri un po’ meno, ma infondo se ogni tanto non battibeccavano non si potevano nemmeno definire tali.
 
Prese la sua giacca e si avviò al piano superiore verso la loro stanza. Possibile che quella stanza profumasse perennemente di lui? Ebbe la brillante idea di aprire l’armadio per posare il suo soprabito e ovviamente una nuova ondata di fragranza inondò le sue narici. Menta, l'avrebbe riconosciuta fra miliardi di altri profumi. Ripose la giacca sulla gruccia, quando lo sguardo si posò involontariamente su una familiare cravatta, l’aveva indossata dopo tante proteste il giorno del loro matrimonio, continuava a ripeterle ‘Hermione, io quella non la metto. Scordatelo!’ Ma dove si era mai visto che la sposa doveva guidare lo sposo nella scelta dei vestiti per le nozze? ‘Ronald, cos’ha che non va? Ti sta bene, su, non fare tante storie. Hai portato la cravatta per anni ad Hogwarts e vuoi proprio perdere l’abitudine il giorno del nostro matrimonio?!’ ‘Appunto! Sono stufo’ Ma ad essere veramente stufa di quell’inutile atteggiamento da bambino capriccioso era lei, gli aveva fatto passare con decisione la stoffa sotto il collo della camicia e annodato la cravatta, fulminandolo di tanto in tanto e mettendo in chiaro chi avrebbe comandato da quel giorno in poi, e non sarebbe di certo stato lui.
 
La ragazza sorrise ripensando a quel giorno, l’aveva sposata nonostante il suo carattere, nonostante quella sua perentorietà, non si era tirato indietro nemmeno un momento, non aveva avuto alcun ripensamento. L’aveva aspettata all’altare con un grande sorriso stampato in volto, l’aveva ammirata, mentre dimezzava con lenti passi la distanza che li separava dall’essere finalmente uniti per sempre. Le era parso di vivere un sogno, quando si trovò al suo fianco, insieme davanti all’altare, pronti a pronunciare le loro promesse. Divenne inspiegabilmente nulla di più che una formalità quel contratto, perché lei lo amava da sempre e non aveva donato il suo cuore a nessun altro. O almeno così aveva fatto lei.
 
Richiuse l’anta con decisione per scacciare dalla mente quei dolci ricordi, che in quel momento contribuirono solo a farla sentire peggio, dato che non era così sicura che Ron avesse provato sempre e solo amore per lei e la prova era stata quel bambino.
 
Si appoggiò con la schiena all’armadio, fece nuovamente vagare lo sguardo intorno a sé e ovviamente anche quelle parenti erano impregnate da mille e ormai indimenticabili momenti vissuti insieme. Abbassò gli occhi sul letto e intravide un oggetto che non avrebbe dovuto esserci, sembrava un libro, ma non le era familiare, quindi non poteva essere suo. Si avvicinò curiosa al bordo del materasso e subito le mani si fiondarono su quello sconosciuto volume. Ne lesse il titolo ad alta voce.
 

Dodici passi infallibili per sedurre una strega

 
No, non era decisamente suo e poteva facilmente immaginare di chi potesse essere. Vi era un segnalibro al suo interno, lo aprì proprio su quella pagina e tornò ad immergersi nella lettura con una certa diffidenza.
 
4. Falla sentire speciale, l’unica donna che potresti desiderare sulla terra
 
Passò solo qualche istante, prima che una voce familiare le fece alzare gli occhi da quella scritta.
 
 Ho fallito, vero? 
 
Si voltò verso di lui, lo trovò appoggiato allo stipite della porta a braccia conserte, non sapeva da quanto tempo la stesse osservando, ma ciò che notò subito fu il suo sguardo demoralizzato.
 
Hermione distolse gli occhi da lui, chiuse il libro e lo fece ricadere con decisione sul copriletto. Sentì solo i passi del marito avvicinarsi a lei, cosa avrebbe potuto rispondergli? Sicuramente non gli sarebbe piaciuto quello che aveva in mente.
 
Sentì un inaspettato contatto sfiorarle la mano, posò automaticamente lo sguardo su di lui. La ragazza non fece nemmeno in tempo a realizzare cosa stesse succedendo, che il viso di Ron si avvicinò lentamente a lei per porgerle un dolce bacio sulle labbra. O almeno queste erano le sue intenzioni, prima che il suo telefono suonasse come un forsennato dalla tasca della sua uniforme. Il ragazzo si ritrasse, andò alla ricerca di quell’oggetto, che non aveva mai sopportato quel granché.
 
 Ma cosa vogliono?! Sono appena venuto via dal Ministero 
 
Divenne perplesso quando si accorse che la chiamata non era di lavoro e il numero non gli era noto.
 
 Pronto  Hermione notò quanto il volto di suo marito si scurì udendo la voce dall’altro capo del telefono  Lavanda. Come diamine fai ad avere il mio numero?! 
 
A quel nome la ragazza lasciò la presa sulla mano di Ron e tentò di oltrepassarlo, di certo non sarebbe rimasta ad assistere a quella telefonata. Suo marito però fu più veloce, perché le bloccò il cammino, allungando un braccio e negandole con la testa quel gesto. La sfiorò, fino a catturarla per il fianco e tirarla verso di sé per impedirle di tentare nuovamente la fuga.
 
Hermione cercò invano di liberarsi, ma un improvviso elevato tono del ragazzo la spaventò fino a bloccarla nelle sue intenzioni.
 
 No!  il marito le comunicò con la testa che non era riferito a lei, anche se aumentò la pressione su di lei per impedirle di liberarsi  Al Ministero no, Lavanda 
 
 Ronald, mi fai male! 
 
Il ragazzo alle parole sussurrate della moglie, ma alquanto suggestive, alleggerì la stretta, tanto da consentirle di liberarsi finalmente. A nulla servì il tentativo di lui di riprenderla, perché le sgusciò via senza che potesse impedirlo.
 
 Ok, Lavanda. Senti, ho capito. Domani ci sarò, non preoccuparti 
 
Aveva una certa urgenza di chiudere la chiamata e di seguire sua moglie e così fece senza troppi indugi.
 
 Herm 
 
Si stupì quando la trovò appena fuori dalla porta della stanza, scossa per quello che aveva appena udito uscire dalla bocca del ragazzo.
 
 Domani?? Hai un appuntamento con Lavanda, domani?? 
 
 Tecnicamente ho un appuntamento con Sebastian. Che cavolo c’entra Lavanda? 
 
 E mi chiedi pure che cosa c’entra Lavanda?? Forse ti sfugge un insignificante dettaglio: è la madre di tuo figlio!
 
Era sconcertata davanti alla leggerezza di suo marito, possibile che non capisse?
 
 Hermione, poco importa che sia la madre di quel bambino, perché tanto domani incontrerò Sebastian, non passerò di certo un pomeriggio romantico con quella donna 
 
 E ci vai domani 
 
 Sì, domani. Hermione, qual è il problema? Domani tanto non lavoro 
 
Ed ecco che quel dannato apparecchio telefonico riprese a suonare proprio nel mezzo di quella discussione, Ron tentò di ignorarlo, ma ovviamente non si decideva a tacere.
 
 Ronald, rispondi. Non vorrai di certo far aspettare la madre di tuo figlio. Curioso quante cosa all’improvviso ti debba dire dopo anni di silenzio, non trovi? 
 
Davanti al sarcasmo della moglie, il ragazzo recuperò nuovamente il telefono con ancora più irritazione e rispose.
 
 Pronto! ma all’udire la familiare voce dall’altro capo del telefono la tensione si sciolse un po’  Harry. È successo qualcosa?  un’espressione spaventata si delineò sul suo volto e guardò la ragazza mortificato  V-va bene, Harry, a domani 
 
Dalle ultime parole del marito Hermione aveva compreso il motivo della chiamata di suo cognato e lo fissò delusa, imitandolo nelle raccomandazioni che le aveva rivolto con sicurezza qualche ora prima.
 
 Puoi stare tranquilla, tesoro, nulla cambierà tra di noi, dopotutto che vuoi che sia un bambino, mi occuperò di tutto io  fece davvero tanta fatica a trattenersi per non tirargli un schiaffo, schiaffo che, tra le altre cose, aveva pronto da quella mattina  Peccato che domani ci sia la mia nomina, vero, Ronald? 
 
Ron abbassò lo sguardo colpevole, se ne era totalmente dimenticato. Hermione proseguì in quella predica, cercando di catturare gli occhi bassi del ragazzo.
 
 Se ben ricordo sei stato tu a farmi firmare quei documenti e adesso nemmeno ti presenti?? 
 
 Hermione, mi sono scordato, non ho fatto apposta. Desideravo solo chiudere velocemente la chiamata con Lavanda e dedicarmi a te 
 
 Lo spero bene che tu non abbia fatto apposta e lo vedo come desideri dedicarti a me 
 
Ron tentò nuovamente di catturare la sua mano per rispondere a quella provocazione, ma stavolta lei gli impedì quel gesto.
 
 Toglimi una curiosità, Ronald. Mi avresti sposata comunque se avessi saputo quattro giorni fa di avere un figlio con un'altra donna? 
 
Quella domanda lo lasciò spiazzato, lo prese in contropiede, talmente alla sprovvista che subito quel silenzio fu interpretato male dalla sua giovane consorte, che lo oltrepassò, entrando nuovamente nella loro stanza e sbattendogli la porta in faccia.
 
 Hermione!  iniziò a tirare manate contro il legno per farsi aprire  T-tesoro. Certo che ti avrei sposata! Non aspettavo altro che diventassi mia moglie. Apri questa dannata porta?! Hermione, non costringermi a sfondarla, ho lasciato la mia bacchetta di sotto e sai che sarei capace con le mie stesse mani a buttarla giù 
 
Le sue parole non sortirono alcun effetto sulla ragazza, così smise quella lotta, riprese fiato e cercò di proferire qualche parola con più tranquillità.
 
 Hermione. Ricordi cosa ti dissi quando abbiamo iniziato ad organizzare il nostro matrimonio? Dovevamo aspettare quasi due mesi prima di sposarci e ti dissi che 
 
Non fece in tempo a terminare la frase che la porta si aprì e la ragazza finì di proferire quella frase al suo posto.
 
 non potevi aspettare due mesi, avresti voluto sposarmi l’indomani 
 
Le sorrise compiaciuto e lei lo guardò con dolcezza per la prima volta dall'inizio di quella accesa discussione.
 
 Tesoro, come avrei potuto non volerti sposare?!   prese un respiro che racchiudeva tutto il suo dispiacere  Io non sono sicuro di arrivare in tempo alla tua nomina domani, ma ce la metterò tutta 
 
 Non ci sarai, Ronald. So già che non ci sarai 
 
Probabilmente per lei non ci sarebbe più stato.
 
 E dai, non sottovalutarmi  cercò di sdrammatizzare, ma ovviamente la situazione era troppo drammatica per riuscire in quell’impresa  Hermione, fidati di me 
 
Distolse lo sguardo da lui, ma subito dopo sentì una delicata carezza sulla guancia che le spostava una ciocca di capelli, leggermente umidi da piccole lacrime, dietro l’orecchio.
 
 Allora, Ministro. Sei nervosa? 
 
E come poteva non esserlo al solo pensiero di non averlo al suo fianco?

 
 
 
Spazio dell’autrice
 
Ciao ragazzi!
 
Mi sono dovuta di nuovo bloccare, altrimenti se proseguo diventa infinito il capitolo -.-“
 
Sicuramente la situazione si sta complicando…e quando mai nelle mie storie le situazioni non si complicano?! XD
 
Grazie di cuore a tutti coloro che mi seguono <3
 
Buone feste e alla prossima! 😊
Baci
-Vale

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Capitolo 4
*** "Sgradite" conoscenze ***


"Sgradite" conoscenze

 

Aveva il cuore in gola e il fiato corto, come se si fosse sforzato in un’estenuante corsa, ma in realtà quello stato era dovuto a semplice agitazione per ciò che stava per fare.
 
Non trovò una grande idea quella di materializzarsi davanti ad un bambino che nemmeno era al corrente dell’esistenza della magia, non avrebbe di certo avuto in quel modo un buon inizio il loro rapporto. Così Ron decise di servirsi dell’auto, che, per quanto la odiasse, doveva ammettere di tanto in tanto la sua utilità.
 
Come avrebbe però fatto a trovare il coraggio di scendere? Eppure li aveva proprio davanti agli occhi. Poteva intravedere Lavanda, mentre amorevolmente dava piccole spinte al bambino sull’altalena e ovviamente distingueva nettamente Sebastian. Quel bambino non aveva veramente ereditato proprio nulla da lui, Lavanda lo aveva annunciato, ma era pur sempre suo figlio, per quanto potesse ancora essergli estremamente incredibile.
 
Aprì la portiera, ma il coraggio non voleva proprio aiutarlo a scendere, sapeva bene che da quel momento in poi molte cose sarebbero cambiate, ma soprattutto sarebbe cambiato il suo rapporto con Hermione, per quanto lui cercasse di evitarlo ed evitasse di ammetterlo. Non era quello il suo posto, sarebbe dovuto essere al Ministero e non davanti ad un parco nel centro di Londra.
 
Senza parlare del modo in cui era cominciata quella giornata. Benché si fosse svegliato all’alba, di sua moglie non vi era nemmeno l’ombra. Una sparizione che lasciava ben poco all’immaginazione, visto la piega che aveva preso la loro vita. Non aveva avuto nemmeno l’occasione di augurarle buona fortuna, anche se forse la buona sorte di cui necessitavano era ben altra e riguardava il loro destino.
 
Hermione aveva ragione - come sempre d’altronde - aveva commesso l’errore più grande della sua vita, era stato sciocco a pensare di dimenticarla con Lavanda, come se poi infondo potesse esistere una donna migliore di sua moglie e lui non era nemmeno così sicuro di meritarla.
 
Nonostante fosse pienamente consapevole delle sue colpe, il problema continuava a sussistere e ovviamente, in tutti i suoi errori, quel bambino non aveva alcuna colpa, quindi la sua testa sapeva bene qual era il prossimo passo da compiere e poco importava se il suo cuore era contrario.
 
Si apprestò a scendere, peccato che l’istinto gli urlasse di mettere in moto e andarsene, perché quella non era la vita che voleva, diviso tra due mondi, lui aveva già tutto ciò che aveva sempre desiderato. Ma forse era egoista a pensare così? Nei confronti di Sebastian senza ombra di dubbio, aveva diritto ad un padre e probabilmente, ora che era a conoscenza della sua esistenza, sarebbe stato scorretto sottrarsi dalle sue responsabilità. Quel bambino era sangue del suo sangue avrebbe dovuto desiderare di conoscerlo, di instaurare un legame con lui, ma non riusciva pensando allo sconvolgimento che avrebbe portato inevitabilmente nel suo matrimonio, dopotutto non c’era nemmeno bisogno di immaginare, visto che stava già inesorabilmente cambiando tutto alla sola consapevolezza dell’esistenza di Sebastian.
 
Forse quell’ultimo pensiero gli diede la giusta spinta per affrontare quell’impresa. Si avviò lentamente verso il parco. Era una bellissima giornata soleggiata, persino l’aria era tiepida, benché l’inverno non accennasse ancora a lasciare spazio alla primavera. Il clima ideale da trascorrere al parco con la famiglia…peccato che non lui non stesse raggiungendo la sua famiglia, ma due persone che nemmeno sarebbero dovute entrare nella sua vita. Ancora pensieri poco consoni per un padre invasero la sua mente, ma dopotutto lui non si sentiva affatto un genitore, ciò che aveva prospettato per il suo futuro era ben diverso, ad iniziare dalla madre dei suoi figli.
 
Non c’era nemmeno lo spazio né il tempo per eventuali ripensamenti, perché Lavanda lo vide e con un sorriso intercettò il suo sguardo, continuando comunque a spingere il bambino sull’altalena.
 
Ora che si era avvicinato gli sembrò tutto ancora più paradossale, gli parve di vivere in un sogno, anzi nell’incubo peggiore della sua vita, anche se Sebastian non aveva affatto l’aspetto di una minaccia, era un bimbo grazioso e solare, a cui, purtroppo per Ron, sarebbe stato impossibile non affezionarsi. Perché improvvisamente si sentì un mostro? Non era tanto per averlo ignorato in tutti quegli anni, infondo come avrebbe potuto fare diversamente se non era nemmeno al corrente che Lavanda fosse rimasta incinta, quanto piuttosto per quei pensieri, per quell’affetto che, per quanto si sforzasse, non riusciva a provare incondizionatamente verso di lui.
 
Mise sovrappensiero le mani nelle tasche della giaccia e si accorse solo in quel momento di essersi dimenticato di lasciare la bacchetta in auto, se Sebastian se ne fosse accorto, avrebbe sicuramente dovuto inventare una scusa plausibile e Lavanda non avrebbe gradito quella distrazione.
 
Cercò di concentrarsi sul presente e su quel posto, tentò di bloccare qualsiasi pensiero che sfuggiva al suo controllo e che viaggiava involontariamente dove il suo cuore desiderava essere. Ripeté a se stesso che lei se la sarebbe cavata benissimo, non aveva di certo bisogno di lui per affrontare un momento così emozionante, ma lei ci teneva che lui ci fosse e l’aveva delusa come al solito.
 
Si avvicinò sempre più, fino a che dovette fermarsi per non rischiare di essere investito dall’altalena. Il bambino guardò curioso il ragazzo in piedi davanti a lui e Ron non poté evitare di ricambiare lo sguardo di Sebastian. I capelli biondi del bambino risplendevano sotto la luce del sole e quei grandi occhi verdi lo fissavano curioso, mentre saliva e scendeva rapidamente e sgambettava per aumentare la velocità.

Solo la voce di Lavanda interruppe quell’intenso momento tra i due.
 
 Ron. Vuoi prendere il mio posto? 
 
Probabilmente aveva dato l’impressione sbagliata alla ragazza, ma in realtà per la sua mente erano passati tutt’altri pensieri.
 
 Come? 
 
 Vuoi spingerlo un po’ tu sull’altalena? 
 
 No, grazie, n-non sono portato per questo genere di cose 
 
Sicuramente non era un desiderio che riusciva a provare verso quel bambino. Lo sentiva ancora così estraneo a lui, non percepiva alcun legame, non riusciva, per quanto si sforzasse, a sentirlo parte di sé.
 
La ragazza rimase delusa da quella risposta, dopotutto si sarebbe dovuta immaginare che non sarebbe stato semplice, sei anni di assenza non si potevano cancellare così facilmente. Fermò delicatamente l’altalena e aiutò Sebastian a scendere, affiancando Ron, che si sentiva terribilmente a disagio in quella situazione, non aveva la più pallida idea di come si sarebbe dovuto comportare. Hermione lo accusa sempre di…no, non doveva pensare a lei in quel momento! Possibile che la mente volasse sempre e solo in quella direzione? Dopotutto era un bambino, chi non proverebbe affetto per un bambino così piccolo? Era ciò che si ripeteva, per provare a convincersi che sarebbe riuscito a mettere ordine nella sua vita, nonostante la presenza di quel bambino, sarebbe riuscito a ritrovare la serenità e poi, chissà, sarebbe persino stata una gioia per lui, oltre ovviamente a tutte le gioie che gli avrebbe regalato il suo matrimonio.
 
Prese un respiro e si sedette sull’altalena accanto, lasciando Lavanda profondamente perplessa.
 
 Ron, stai bene? 
 
 Sì, certo 
 
Si mise a fissare il bambino per cercare l’ispirazione, era chiaro che avrebbe dovuto iniziare lui un dialogo, ma non gli veniva in mente nulla, tranne che molto probabilmente avrebbe dovuto portare un qualsiasi regalo a suo…sì, insomma, a quel bambino, ma lui ovviamente non aveva avuto l’istinto di comprargli qualcosa, di anche solo pensare a quel momento come ad un incontro speciale. Si sentiva un padre decisamente snaturato, ma forse lo era veramente, visto che non si sentiva affatto pronto a diventarlo in quel modo, sicuramente nella sua mente sarebbe stato molto diverso quel momento, quel bambino aveva già vissuto una piccola parte della sua vita senza di lui, sufficiente per rendere complicato instaurare un rapporto padre-figlio.
 
Sforzò un sorriso verso quel piccolo che lo fissava con grandi occhi sbarrati su di lui.
 
 Ciao, Sebastian 
 
 Sei il mio papà? 
 
Una domanda che lo fece sprofondare nella crisi più totale, come se in fondo non fosse già a sufficienza nella più nera crisi esistenziale. Ma dopotutto la domanda chiedeva se lo era, non se lo voleva essere e, dal tono con cui il bambino l’aveva proferita, sembrava particolarmente emozionato, un sentimento che pareva avere poco spazio per la rabbia verso un padre assente. Era un bambino, aveva un cuore puro e forse non era ancora pienamente in grado di provare rancore verso qualcuno, ma solo amore.
 
 Sì, sono io 
 
Non appena la frase uscì dalla bocca di Ron, qualcosa di totalmente inaspettato per lui successo. Il bambino gli buttò le braccia al collo, lasciando il ragazzo totalmente paralizzato. Percepì quel contatto come un dolce tentativo del bambino di confortarlo, probabilmente aveva intuito il suo malessere, ma anche come la possibilità finalmente di stringere a sé il suo papà e di infondergli tutto l'affetto che serbava nel suo cuore.

Alzò lo sguardo su Lavanda, dopo quella momentanea sorpresa, e trovò semplicemente gli occhi lucidi di lei che seguivano attentamente quella scena.
 
Continuava a non sapere come comportarsi, ma forse in quel caso doveva solo ricambiare quell’abbraccio, così posò una mano tremante sulla schiena del piccolo per fargli percepire la sua presenza. Il calore di Sebastian lo scosse, non aveva mai stretto tra le proprie braccia un bambino e tanto meno uno gli si era mai lanciato al collo spinto da un simile affetto, e se poi pensava che quello in particolare era suo…probabilmente se non fosse stato già seduto, avrebbe dovuto a breve rimediare. Sebastian provava un affetto incondizionato nei suoi confronti, probabilmente per lui era il giorno più bello della sua vita e Ron sentì il doppio delle responsabilità pesare su di lui. Come faceva a non deluderlo?
 
Ron fece una carezza sulla schiena del bambino per interrompere quel contatto, schiarendosi la gola, che si era seccata per l'emozione. Lavanda, ancora palesemente commossa, sorrise.
 
 È molto dolce, Ron 
 
 L-l’ho notato. Allora non ha preso da me 
 
Tentava di essere naturale, smorzando il suo imbarazzo con qualche innocua battuta, ma non sembrava riuscirgli in quel caso con la voce ancora rotta dalla commozione. La ragazza provò ad andare in suo soccorso, accorgendosi delle sue difficoltà.
 
 Allora, Sebastian, tesoro, perché non racconti al papà quanto sei bravo a scuola?  
 
A Ron stupì la naturalezza di lei nel rivolgersi al bambino, dopotutto era la prima volta che lui e Sebastian si vedevano, come poteva già essere per lui il “papà”? Quesito che ovviamente il piccolo nemmeno si pose, tanta era la gioia di averlo finalmente conosciuto. Probabilmente per Sebastian era stato un desiderio talmente grande incontrarlo, che ora che poteva finalmente abbracciarlo e parlargli non gli sembrava nemmeno così inusuale, come se lo avesse sempre avuto accanto a sé - sicuramente con il cuore - e sapesse che prima o poi sarebbe tornato da lui.
 
 Papà, sai che ho imparato a scrivere? E un po’ a leggere 
 
Sapeva quanto era bravo a scrivere da quella lettera che Lavanda gli aveva mostrato. Continuava ad essere scosso per quel momento, sentirsi chiamare “papà” da un bambino di sei anni, che era entrato all’improvviso nella sua vita sconvolgendola, era difficile da accettare e paradossalmente, in quell’istante, era lui a desiderare la vicinanza di Hermione, ora più che mai.
 
***
 
Nonostante Ron credesse di vivere i momenti peggiori della sua vita, anche la sua consorte non sembrava particolarmente gioiosa, quando in realtà sarebbe semplicemente dovuta essere entusiasta.
 
Camminava avanti e indietro attendendo che la cerimonia iniziasse. Forse solo la presenza di una persona avrebbe potuto calmarla, ma era pienamente consapevole che non sarebbe arrivato e forse nel suo cuore iniziava a credere che non fosse nemmeno il suo posto. Almeno non più. Davvero voleva competere con suo figlio? Sapeva che infondo era giusto così, lei era solo sua moglie, doveva semplicemente muovere un passo indietro e mettersi nei panni di quel bambino. Per quanto lo amasse e soffrisse per quella situazione, Sebastian aveva diritto a quel tempo e lei doveva accettarlo. Loro non avevano figli quindi alla resa Ron non le doveva nulla, la sua famiglia era altrove.
 
Gli aveva domandato se l’avrebbe sposata comunque, ma pur conoscendo la verità, iniziava ad esserne lei per prima poco sicura, visto che ci sarebbero state sicuramente meno sofferenze, poiché Ron sarebbe stato dove doveva essere, si sarebbe messo il cuore in pace prima o poi e avrebbe imparato ad amare la madre di suo figlio. E lei…sì, bé, sarebbe stata infelice per il resto della sua vita, ma il sacrificio faceva parte della sua indole, quindi un giorno forse la ferita si sarebbe chiusa, lasciando solo una visibile cicatrice.
 
Era dalla sera precedente che non incrociava il suo sguardo e sperò con tutta se stessa che dopo quell’incontro sarebbe riuscita a riconoscere quegli occhi che tanto amava, che non si dimenticasse per sempre di lei solo perché aveva scoperto di avere un figlio con Lavanda. Sperò davvero che incontrandoli non riscoprisse il desiderio di stare con loro, di formare una famiglia con loro, perché ormai erano sposati e non era così sicura di riuscire ad accettare un suo abbandono.  
 
Era uscita di casa mentre lui ancora dormiva. Dopo quella discussione si erano rivolti ben poche parole, ma prima di raggiungere il Ministero gli aveva lasciato un dolce bacio a fior di labbra, ma probabilmente lui non se ne era nemmeno accorto. Desiderava solo comunicargli quanto lo amava, senza nemmeno pronunciare una parola, voleva semplicemente che fosse il suo cuore a ricordarlo.
 
Buttava di tanto intanto un occhio verso il corridoio, sperando in un miracolo, ma lei continuava a ripetersi che non c’era spazio per lei in quel momento, che lui era esattamente dove doveva essere, da suo figlio, che - era stata sincera sia con lui che con se stessa - non avrebbe mai provato a privarlo dell’affetto di un padre.
 
Era talmente immersa nei suoi tristi pensieri che nemmeno si accorse della presenza di sua cognata, che la stava fissando preoccupata.
 
 Hermione? 
 
 Ginny! Che cosa ci fai qui? 
 
 Tu diventi Ministro della Magia ed io dovrei perdermi la tua nomina?? 
 
Ginny le sorrise orgogliosa, ma non poté non notare la sua espressione afflitta. La conosceva bene e non provava solo ansia per quella cerimonia, qualcosa di più profondo la tormentava.
 
 Dov’è mio fratello? 
 
Non poteva certamente dirle la verità. Quella domanda la colpì inspiegabilmente dritta al cuore, come se fosse stata toccata sul vivo. Un conto era pensare a lui e un altro era sentirlo nominare da una voce estranea alla sua testa.
 
 Aveva un impegno. Non so dove sia ora 
 
In effetti lei non sapeva davvero dove fosse, poteva solo immaginare che fosse con suo figlio, ma si sarebbe semplicemente dovuta fidare di lui, anche se di mezzo c’era Lavanda, non aveva altra scelta. La cognata però non sembrava essere rimasta convinta da quella vaga risposta.
 
 Un impegno proprio oggi? È sempre il solito, Hermione! Quante volte ti ho ripetuto che eri sprecata con lui?! Ma tu non mi hai voluto dare ascolto e lo hai voluto sposare comunque 
 
 Ginny, è tuo fratello! 
 
Era rimasta sconvolta da quelle parole, ma la ragazza sembrava particolarmente convinta delle sue idee. Ginny, per quanto tenesse ad entrambi e conoscesse l’amore che entrambi professavano l’uno per l’altra, non era mai stata così sicura che fossero fatti per stare insieme, o meglio faceva fatica a vedere Ron con chiunque per via della sua sbadataggine e decisamente la poca maestria con il genere femminile.
 
 Appunto, mia cara, lo conosco meglio di chiunque altro. Hermione, vi siete sposati da cinque giorni e già ti dà buca ad uno degli appuntamenti più importanti della tua vita?! Va tutto bene tra voi? 
 
 Va’ alla grande, Ginny! E poi, perché dovrebbe andare male? Lo hai detto tu, è solito mancare agli appuntamenti. Non è una novità  cercò di simulare serenità, ma le parole della cognata non erano poi così infondate  Ora, scusami, ma credo di dover cominciare ad andare 
 
Non le diede nemmeno il tempo di replicare, o semplicemente di augurarle buona fortuna, che subito si voltò con l’intenzione di troncare quella conversazione.
 
***
 
Una corsa non era esattamente quello di cui aveva bisogno in quel giorno funesto…ma doveva almeno provare ad arrivare in tempo.
 
Maledisse l’auto per la centesima volta, smaterializzandosi avrebbe senza dubbio ottimizzato i tempi. Corse verso il Ministero ed entrò velocemente, non badando nemmeno ai saluti che qualche impiegato gli aveva rivolto. Uno di essi però, in particolare, non poté proprio evitarlo.
 
 Harry! Ti prego, dimmi che non è ancora iniziata 
 
All’amico sembrò particolarmente sconvolto, lo vide piegato in due con il fiato corto e non sapeva darsi una spiegazione a tanto affanno. Non riuscì a rispondere prontamente a quelle suppliche, tanto era concentrato sulle sue condizioni.
 
 No, Ron, sei in orario. Ma da dove vieni così di corsa? 
 
Si accorse dopo che quella concitazione avrebbe senza dubbio potuto insospettire e decisamente l’ultima cosa che desiderava era dover dare spiegazione.
 
 Da casa. Sai quanto sono ritardatario. E c’era traffico  
 
 Traffico? Perché, sei venuto in auto? Tu odi guidare  
 
Si accorse ben presto che quella conversazione non poteva di certo finire bene data la piega che aveva preso, così cercò di troncarla.
 
 Scusami, Harry, ma devo raggiungere Hermione. Sarà già abbastanza infuriata con me, non credi? 
 
Riprese la sua folle corsa, sperando di trovarla nei pressi del suo nuovo ufficio, magari ad attenderlo fino all’ultimo secondo, non perdendo la speranza in un miracolo e fidandosi delle sue parole.
 
Girò l’angolo in fretta e furia e dovette sbloccarsi di colpo.
 
 Ron! 
 
Era di fronte a lui e non poté fare altro che tirare un sospiro di sollievo. Peccato che sua sorella ebbe la sgradita idea di rovinare quel felice attimo.
 
 Era ora, sai, Ron? 
 
 Ginny, grazie per la puntualizzazione sul mio ritardo, ma lo so già. Mi concederesti un momento per parlare con Hermione? Da soli 
 
Precisò, dato che non era così convinto che la ragazza capisse l’urgenza di quella conversazione. Attese solo un istante che la sorella si allontanasse, ma sua moglie lo anticipò.
 
 Ronald, che ci fai qui? Non dovresti essere con Sebastian? 
 
 Ti avevo promesso che ci sarei stato e volevo tener fede alla mia parola 
 
L’aveva piacevolmente stupita la sua presenza, ma qualcosa la rese perplessa.
 
 Scusa, ma hai piantato tuo figlio e Lavanda in asso e sei corso qui? Non è questo il tuo posto e lo sai 
 
L’espressione di Ron a quella domanda non la fece ben sperare.
 
 Per la verità, ho promesso a Sebastian che stasera lo avrei portato a fare un giro. Aveva iniziato a piangere, quando gli ho detto che dovevo scappare e non sapevo come calmarlo 
 
Hermione perse quell’espressione felice in volto, dopotutto se lo sarebbe dovuta aspettare, avrebbe dovuto dividere il loro tempo con quel bambino da quel momento in poi.
 
 Credevo che avremmo trascorso almeno la serata insieme. È da ieri che non ci vediamo 
 
 Lo so, tesoro  era sinceramente dispiaciuto per quell’imprevisto, ma non sapeva come rimediare  Perché non vieni con noi? 
 
 Stai scherzando, spero! Dovrei trascorrere la serata con Lavanda e vostro figlio?? 
 
 Lavanda non ci sarà, Hermione. Solo con me e Sebastian 
 
Suo marito non voleva proprio capire, quel bambino non era suo figlio, non era il loro bambino e quella posizione le sarebbe sicuramente andata stretta.
 
 No, grazie, Ron, preferisco aspettarti a casa 
 
E così, proferito il suo verdetto, gli passò accanto per avviarsi dove tutti l’attendevano.
 
 Hermione. Non essere nervosa, sarai bravissima 
 
Gli rivolse solo un malinconico sorriso con la convinzione che i suoi peggiori timori si stessero avverando.
 
***
 
Ovviamente non aveva potuto sottrarsi da quella promessa, era dovuto scappare non appena la cerimonia fu finita, senza nemmeno avere il tempo di congratularsi con lei, per passare a prendere Sebastian.
 
Se tutte le giornate sarebbero state così d’ora in poi, probabilmente sarebbe morto prima. Oltretutto senza nemmeno usare il valido supporto della magia. Così era veramente troppo.
 
Aveva letto troppa sofferenza negli occhi di sua moglie, aveva ragione, era dalla sera precedente che non si vedevano e la sua unica richiesta era stata quella di trascorrere qualche ora con lui. Come se infondo a lui non mancasse la presenza di Hermione.
 
Non era proprio riuscito a prendere la via del pubblico passeggio, era stato più forte di lui. Non voleva assecondare nel modo più assoluto quel destino che sembrava stesse decidendo per loro, non sarebbe stato complice del loro allontanamento e poco importava se lei aveva espressamente detto di non voler conoscere quel bambino.
 
 Sebastian, che ne dici, ti va di venire a casa mia? Ti faccio conoscere una persona speciale 
 
Il bambino non rispose, così Ron prese quel silenzio come una conferma e, euforico per la sua idea, si apprestò con Sebastian ad entrare, sapendo già che sua moglie era ancora al Ministero.
 
 Papà, chi è questa persona? 
 
 Si chiama Hermione e sono certo che andrete molto d’accordo. Sai, lei è dolce, come te, e poi può insegnarti un sacco di 
 
Si bloccò, di certo non poteva dirgli che era una strega eccezionale e conosceva più incantesimi lei di qualsiasi altro libro che fosse mai stato pubblicato.
 
 Di cosa? 
 
 D-dolci. Hermione è molto brava a preparare le torte 
 
Sperò che il bambino non avesse notato la sua titubanza, ma lui sapeva ben poco di Babbani e tutte le sue conoscenze gli erano state impartite da sua moglie e qualcosa da Arthur. 
 
 Papà? 
 
Sebastian si era guardato intorno curioso, era un ambiente diverso per lui e, mentre si apprestava a tempestare Ron di domande, scrutava ogni singolo angolo di quella grande casa.
 
 Dimmi, Sebastian 
 
 Che lavoro fai? 
 
Era stata una pessima idea portarlo a casa, probabilmente quelle mura gli ispiravano domande che per Ron erano alquanto complesse, visto che era diventato una specie di tabù tutto ciò che riguardava la magia.
 
 L-la guardia 
 
 Sei un agente di polizia?? 
 
Quella risposta lo aveva entusiasmato, insomma, già, come tutti i bambini, aveva la percezione di suo padre come di un eroe, figuriamoci se poi ricopriva un ruolo così affascinante. A Ron ovviamente non sfuggì quella reazione e colse l’occasione al volo.
 
 Sì 
 
 Quindi hai le manette? 
 
 Certo 
 
Il bambino scrutò il ragazzo per cercarle.
 
 Me le fai vedere? Hai arrestato molti criminali? 
 
 Non me le sono portate dietro per venirti a prendere. Però, sì, qualcuno ho arrestato 
 
Sebastian era sempre più curioso e tutta quella curiosità lo portò a fare esattamente ciò che aveva temuto Ron dall’inizio di quella giornata trascorsa con suo figlio, si avventò su di lui e mise la mano nella tasca della sua giacca, incuriosito dall’oggetto misterioso che era nascosto al suo interno, che, dopo la rivelazione sul mestiere del padre, iniziava ad avere un certo senso.
 
 Ed hai anche una pistola? 
 
 No, ma ho una…Sebastian, che fai? 
 
Non fece in tempo a terminare la frase - ammesso che fosse la scelta giusta - e nemmeno a bloccarlo, che il piccolo estrasse la sua bacchetta con stupore e perplessità. Ron gliela strappò prontamente di mano, evitando che potesse combinare qualche guaio.
 
 Non è un giocattolo! 
 
 E allora cos’è? 
 
 È una 
 
Stava rischiando di parlare troppo con quelle domande, ma fu decisamente fortunato quando sentì una chiave girare nella serratura.
 
 Deve essere tornata Hermione. Che ne dici, andiamo a salutarla? 
 
Non gli diede il tempo di rispondere, ripose la bacchetta, lo prese per mano e si avviarono insieme verso la porta.
 
La ragazza entrò con sicurezza, convinta di essere sola, e richiuse la porta alle sue spalle. Ma, quando si voltò, rimase pietrificata alla vista del bambino e del grande sorriso del marito che l’accoglieva.
 
 Sorpresa! 
 
Rivolse solo uno sguardo interrogativo a Ron, prima di concentrarsi sul piccolo che la guardava incuriosito.
 
Dopo un attimo di sconcerto, la ragazza si decise a parlare al bambino.
 
 C-ciao. Tu devi essere Sebastian 
 
 Tu sei Hermione, un’amica di papà? 
 
Guardò Ron perplessa, ma lui alzò le spalle, come a dire che era arrivato da solo a quella conclusione. Non aveva mai avuto simili esperienze, ma trovò che doveva sicuramente essere sconsigliabile dirgli la verità, lei dopotutto non era la sua mamma e qualunque bambino vorrebbe che i suoi genitori fossero insieme, ragion per cui lo assecondò.
 
 Sì, piccolo, sono un’amica del tuo papà 
 
 Allora perché vivi con lui? 
 
Un’insolita perspicacia in un bambino di quell’età, ma data la loquacità del piccolo non avrebbero di certo dovuto avere dubbi su chi fosse la madre. Ron la anticipò.
 
 È provvisorio 
 
Hermione rimase male davanti a quella rapida e decisamente poco sensibile risposta. Aveva cercato di non ferire il bambino, ma non aveva di certo badato ai sentimenti di sua moglie. Si sforzò di tenere a freno la sua impulsività e con dolcezza si rivolse nuovamente a Sebastian, ignorando per un istante la presenza, o forse addirittura esistenza, di Ron.
 
 Sebastian, avevo preso il gelato, perché credevo di trascorrere la serata da sola. Ti andrebbe di farmi compagnia?  il bambino era ben felice di quell’invito  Ron, mi dai una mano? 
 
Cercò di mantenere un tono apparentemente pacato, mentre gli chiedeva di seguirla. Peccato che lui sapesse già cosa lo attendeva, così accese prudentemente la televisione per tenere impegnato Sebastian fino al loro ritorno.
 
Non appena il ragazzo chiuse delicatamente la porta della cucina, la voce di sua moglie lo fece sobbalzare, anche se era preparato a quella sfuriata.
 
 Un'amica che vive temporaneamente con te?? 
 
 Hermione, abbassa la voce. Scusami, non sapevo cosa dirgli, ma che sei mia moglie direi che è sconsigliabile, non credi? 
 
Questo lo sapeva anche lei, peccato che quella poca considerazione l’avesse fatta inaspettatamente soffrire più di quanto avrebbe voluto.
 
 Ronald, rischi davvero che la nostra convivenza diventi provvisoria, lo sai? 
 
 E dai, tesoro, cerca di capirmi 
 
Non si azzardava a muovere un passo verso di lei, preferì rimanere sulla porta per evitare qualsiasi possibile ripercussione fisica su di lui, visto che non preparava il gelato con molta grazia.
 
 Capirti?? Non mi sembra che tu abbia provato a capire me! Cosa non ti è stato chiaro, quando ti ho detto che non volevo conoscerlo? 
 
 Non volevo lasciarti da sola stasera 
 
 E non ti è passato nemmeno per l’anticamera del cervello che preferissi la solitudine, vero? 
 
Non ne combinava mai una giusta per lei e lui non era nemmeno lontanamente vicino dal riuscire a capire il suo volere a quanto pare.
 
 Avevo avuto un’impressione diversa oggi. Mi dispiace 
 
Lo fulminò rassegnata, tanto provare a spiegarglielo era inutile. Prese il gelato e si avviò verso la porta.
 
 Per me? 
 
​Nel preparare il gelato aveva totalmente ignorato che c'era anche lui.

 Mi sembri sufficientemente grande da serviti da solo 
 
 Non gli farà male? Siamo in pieno inverno  forse aveva azzardato un po’ troppo, perché si era bloccata con un sospiro prima di aprire la porta  D-dicevo così per dire, visto che Lavanda se la prende con me poi 
 
Hermione non fiatò per lunghi istanti, era chiaro che quella situazione non le era gradita.
 
 Forse hai ragione, Ron. Dopotutto perché mi affanno tanto a prendermi cura di tuo figlio?!  
 
Stava per uscire con decisione, quando Ron la bloccò nuovamente all’improvviso, ma stavolta non soltanto con la voce, allungò una mano e richiuse quel piccolo spiraglio di porta che lei aveva aperto.
 
 Aspetta! Ti sarei grato se non usassi la magia in presenza di Sebastian 
 
 E per quale ragione? Temi che gli possa fare del male? Credi davvero che arriverei a tanto?? 
 
Lo aveva frainteso, era andata totalmente fuori strada e la tensione che si era accumulata in lei non aveva aiutato a renderla meno impulsiva.
 
 Hermione, assolutamente no! Solo che, non sa di essere un mago 
 
Solo quella rivelazione era riuscita a placarla, lasciandola totalmente pietrificata.
 
 Stai scherzando, vero?  lui negò  Ron, è un Purosangue quel bambino, come può Lavanda essere così crudele da non dirgli nulla?? 
 
 Non vuole che vada ad Hogwarts. Credo che l’ultima Guerra l’abbia particolarmente segnata 
 
Hermione continuava ad essere incredula, persino i suoi genitori che erano Babbani avevano accettato che lei fosse una strega, quindi trovava particolarmente incredibile quella decisione.
 
 Ok, tranquillo, non sarò certo io a dirglielo o a parlargli di magia 
 
 Grazie, Hermione 
 
 Ma credo che dovresti convincere Lavanda. Probabilmente quel bambino si sente diverso dagli altri o sentirà non tanto tardi di avere qualcosa di speciale e il non sapere cosa lo farà soffrire 
 
Le parole di sua moglie lo fecero pensare, era pienamente consapevole delle sofferenze che aveva dovuto subire Harry a causa di quegli zii Babbani che odiavano la magia e tutti coloro che la possedeva e non voleva nel modo più assoluto che suo figlio vivesse simili sofferenze.

 
 
Spazio dell’autrice
 
Ciao ragazzi!
 
Innanzitutto buon anno!!! 😊
 
Capitolo decisamente più lungo, c’erano passaggi che non potevo proprio spezzare (anzi ho già pronto il seguito nella mia mente, ma ho tirato il freno alla fantasia per un momento), ma spero che lo apprezziate comunque 😉
 
Alla prossima 😊
Baci
-Vale

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Capitolo 5
*** Segreti ***


Segreti

 
 
Definirla una piacevole serata sarebbe stata una forzatura, ma alla fine la televisione era riuscita a renderla quantomeno sopportabile.
 
Sicuramente Ron ringraziò quell’invenzione babbana, perché era riuscito in quel modo a non avere costantemente gli occhi infuriati di sua moglie puntati addosso. Forse aveva sbagliato a pensare di trascorrere qualche ora tutti insieme, ma il suo unico obiettivo era davvero quello di non lasciarla sola, o no? O era forse lui a non voler essere lasciato solo in quel pasticcio che lui stesso aveva creato con le proprie mani?
 
Era particolarmente in soggezione in quel momento e quel bambino seduto in mezzo a loro non distendeva certo la tensione che percepiva esserci nell’aria. Sebastian ovviamente non sentiva alcuna ostilità, anzi sembrava essere particolarmente sereno, ma infondo nemmeno gli era indirizzato alcun tipo di odio, visto che anche Hermione si rivolgeva a lui dolcemente, una naturale sensibilità che qualunque bambino avrebbe ispirato.
 
Poteva solo immaginare cosa attraversasse il cuore di sua moglie a causa della grande sofferenza che gli aveva provocato. Sapeva perfettamente quanto l’aveva ferita, tentava di rimediare, ma ogni suo passo sembrava solo peggiorare la situazione. Non era decisamente abile in quel genere di cose, proprio lui che non aveva ancora capito come fosse riuscito a conquistarla, non aveva la più pallida idea di come riportare la pace che si respirava prima che Lavanda suonasse al loro campanello, sconvolgendo loro la vita. Nemmeno il libro che i suoi fratelli gli avevano regalato sembrava avere una risposta all’enorme casino che aveva creato, probabilmente il più grande della sua vita, se nemmeno un utile volume sulla questione poteva aiutarlo. Come diceva sempre Hermione? I libri hanno la soluzione a tutto? Bè, non si era mai sbagliata così tanto.
 
Non sapeva come muoversi, come tentare almeno di non rovinare il loro matrimonio e allo stesso tempo provare ad essere un buon padre, anche se lui infondo continuava a non sentirsi tale e non conosceva il miglior modo di diventarlo e di imparare ad esserlo. Lui lo sapeva, e ne era stato consapevole fin dall’inizio, senza Hermione a guidarlo non avrebbe saputo cosa fare, ma era particolarmente difficile quel supporto dato il complesso stato delle cose.
 
Quella sera a lui la televisione importava davvero poco, la sua mente era costantemente intenta alla ricerca di una possibile soluzione per evitare di portare ulteriore sofferenza e riuscire a tenere insieme tutti i pezzi della sua esistenza che da un giorno all’altro era diventata così incasinata da non capire nemmeno cosa avesse potuto combinare per essersi meritato una simile penitenza.
 
Gettava un occhio su di lei di tanto in tanto ed era pienamente convinto che anche la mente di Hermione fosse immersa in altro, era estremamente triste e sconfortata, lo poteva percepire, aveva imparato a conoscerla e quella nuova convivenza aveva contribuito ad approfondire quei pochi lati ancora sconosciuti. Forse avrebbe dovuto immaginare che sarebbe finita così e, forse, la pace e la tranquillità della solitudine che sua moglie aveva chiesto quella sera l’avrebbero aiutata di più a sentirsi meglio, visto che - ora lo sapeva - preferiva trascorrere la serata con lui e non certo con un bambino di cui lei non era nemmeno la madre.
 
Doveva essere passata qualche ora - secondo la percezione di Ron -, ovviamente di silenzio tombale, e dopo quella scorpacciata di cartoni, che Sebastian aveva insistito per guardare, sovrastando ogni possibile altro interesse dei presenti, la stanchezza della giornata e dei pensieri iniziarono a vincerlo, faceva una certa fatica a tenere su le palpebre e dovette più volte stropicciarsi gli occhi per provare a restare sveglio. Alla ventesima minaccia della stanchezza, si voltò d’istinto verso Hermione e Sebastian.
 
 Non possiamo cercare qualche film che non concili il mio sonno? 
 
Peccato che la scena che gli si parò davanti lo lasciò sorpreso e senza parole. Si erano entrambi addormentati, caduti in un sonno profondo, lasciandolo da solo a guardarsi quei noiosissimi cartoni. Non poté proprio evitare di intenerirsi, visto che il bambino doveva essersi avvicinato a lei, forse alla ricerca di coccole, ed era caduto nel mondo dei sogni fra le sue braccia. Sarebbe stata una scena ancora più dolce se Hermione fosse stata la madre di suo figlio e, dal modo in cui stringeva a sé Sebastian, avrebbe anche scommesso che sarebbe stata un’ottima madre, o forse in fondo lo aveva sempre pensato. E come poteva non esserlo!
 
Si ridestò dal torpore che si era impossessato di lui fino ad un attimo prima ed andò, cercando di non fare il minimo rumore, alla ricerca di una coperta. Ci mise qualche minuto a trovarla, non aveva ancora ber capito con quale accidenti di criterio sua moglie riordinasse le cose, ma probabilmente si sarebbe dovuto aspettare anche quello, dopotutto aveva sposato la strega più brillante e non si sarebbe di certo potuta smentire in quel campo. Rovistò ovunque nell’armadio e quando sembrava che la sua ricerca avesse miseramente fallito, estrasse la bacchetta e richiamò all’ordine quella dannata coperta, forse la magia era l’unico modo per ritrovare ciò che Hermione riponeva tanto accuratamente, ma anche in modo tanto enigmatico per lui. Si ricordo le parole della ragazza quando gli consigliava di convincere Lavanda a rivelare a Sebastian le sue origini e aveva pienamente ragione, perchè privarlo di qualcosa di simile che faceva parte di lui?
 
Quando finalmente ritornò in soggiorno, si accertò di coprire entrambi per bene, affinché non prendessero freddo, spense la televisione e restò qualche istante ad ammirarli. Erano davvero molto dolci, ma iniziava seriamente a sentirsi un mostro per la sofferenza inevitabile che avrebbe fatto patire ad entrambi, visto che era pienamente convinto di non riuscire ad essere un buon padre e tanto meno un buon marito, specie in una situazione così delicata e lui di delicato aveva ben poco, Hermione non mancava mai di ricordarglielo. Si chinò e sfiorò dispiaciuto la mano con cui la ragazza abbracciava il bambino, il male che le aveva causato e le assenze che le stava facendo patire facevano soffrire anche lui, visto che ogni volta che non l’aveva accanto gli mancava da morire. Questo però sua moglie non lo sapeva, non aveva avuto occasione di ricordarglielo, ma le loro lontananze erano una condanna anche per lui.
 
Quel momento così accorato e commovente fu presto interrotto dallo squillo del suo cellulare e purtroppo per lui le persone che lo cercavano erano aumentate negli ultimi giorni.
 
Lo recuperò velocemente dalla tasca per evitare che li svegliasse e si allontanò per rispondere, cercando di mantenere basso il tono di voce.
 
 Pronto 
 
 Mi spieghi dove accidenti sei finito?? 

 
Era Lavanda e sembrava anche particolarmente infuriata, ma non riusciva a capirne il motivo, erano rimasti d’accordo che Sebastian avrebbe trascorso con lui la serata. Gettò distrattamente un’occhiata all’orologio e si accorse che era quasi mezzanotte, doveva essersi appisolato senza nemmeno accorgersene.
 
 È tardi, scusa, ma ci siamo addormentati e ho perso la cognizione del tempo 
 
 Addormentati? Ma dove siete? 
 
 A casa 
 
Lavanda non sembrò gradire particolarmente quella risposta proferita con tranquillità, come se non ci fosse niente di più normale.
 
 Ron, riportamelo immediatamente a casa! 
 
 Ma, Lavanda, sta dormendo, è notte fonda. Domattina lo porto a scuola io, non preoccuparti 
 
 Forse non mi sono spiegata, tu me lo riporti ora! 
 
I suoi tentativi di mantenere i nervi saldi al cospetto del tono della ragazza stavano miseramente fallendo.
 
 Prima vuoi che lo conosca e poi mi limiti il tempo da trascorrere con lui? Per caso non ti fidi? In questo momento è in ottime mani, Hermione non gli farà mancare nulla 
 
Aveva alzato inevitabilmente il tono della voce, cercando di far valere le sue ragioni, perciò si voltò con il timore di averli seriamente svegliati.
 
Più Ron parlava e meno gradiva quello che le diceva, specie se a prendersi cura di suo figlio era proprio quella donna. Cosa voleva fare, portarle via anche il suo bambino, oltre all’uomo che aveva sempre amato?
 
 Ora, Ron! 
 
Non gli aveva nemmeno dato il tempo di ribattere e aveva interrotto bruscamente la chiamata.
 
Rimase un istante a fissare il telefono profondamente contrariato e, con uno stanco sospiro, si accostò nuovamente al divano, visto che non aveva altra scelta che obbedire. Avrebbe sicuramente svegliato anche Hermione, ma almeno cercò di spostarle delicatamente la mano, per poter poi prendere in braccio il bambino, stando attento a non disturbare nemmeno il suo sonno. L’aveva innervosito quella telefonata, ma cercò di mantenere la calma in quella delicata operazione, non voleva percepissero la sua agitazione.
 
Purtroppo il suo piano fallì, perché sua moglie percepì il corpo del bambino allontanarsi da sé, spostamento che le provocò un risveglio precoce.
 
 Ron. Che stai facendo? 
 
 Devo riportarlo a casa 
 
Si accorse lentamente di dove fosse e si spostò delicatamente la coperta di dosso per potersi sedere. Non ricordava di essersi coperta prima di addormentarsi e realizzò solo dopo che doveva essere stato suo marito a prendersi quella premura.
 
 Perché? Può dormire qui stanotte 
 
 Hermione, non ti ci mettere anche tu! 
 
L’aveva confusa quella reazione decisamente sopra righe, ma era assonnata e non aveva nemmeno la forza di rispondergli. Cercò di ridestarsi totalmente dal torpore alzandosi e fissandolo attentamente, mentre con attenzione cercava di infilare la giacca al piccolo con non poca difficoltà.
 
 Aspetta, ti aiuto 
 
Gli si era avvicinata, ma lui sembrava troppo nervoso per accogliere con piacere il suo invito.
 
 Ce la faccio anche da solo, torna a dormire 
 
 Ronald, ti vuoi dare una calmata?! 
 
Era davvero l’ultima persona con cui avrebbe dovuto prendersela ed era persino fortunato che Hermione riuscisse a comprendere, cavandosela solo con un’occhiataccia. Le aveva portato quel bambino in casa contro la sua volontà ed ora voleva solo aiutarlo a vestirlo per evitare di svegliarlo. Ricambiò dispiaciuto il suo sguardo e lasciò che sua moglie finisse di infilare con delicatezza la giacca al bambino ancora addormentato tra le sue braccia e appoggiato alla sua spalla. Persino la dolcezza con cui assolveva a quel compito lo stupì e lo colpì dritto al cuore.
 
 Ecco fatto. Ma credo che prenderà freddo comunque, Ron. È addormentato  si guardò attorno e prese tra le mani la coperta, piegandola e accostandola alla schiena del piccolo  Così dovrebbe sentirlo meno 
 
Ron afferrò la coperta per evitare che cadesse e in quel gesto sfiorò le mani della ragazza, un contatto che le comunicò tutta la sua gratitudine e il dispiacere per essersi rivolto a lei con quel tono.
 
 Torna presto 
 
 Il tempo di andare e tornare, non posso smaterializzarmi 
 
Gli rivolse solo un mezzo sorriso, mentre il suo sguardo seguiva i passi del marito fino alla porta.
 
***
 
C’era davvero freddo, di certo non se lo sarebbe aspettato dopo il tepore di quella giornata. Si era persino scordato di mettersi la giacca, tanta era la voglia di ritornare velocemente a casa.
 
Era assurdo, Lavanda voleva che si creasse un legame tra loro per poi fare cosa, dividerli? Non riusciva a capire quella ragazza, ma dopotutto quando mai era riuscito a farlo?
 
Adagiò delicatamente il bambino sul sedile posteriore e si sbrigò a salire in macchina, visto che stava congelando. Solo quando mise in moto il riscaldamento gli diede un po’ di sollievo.
 
A quell’ora di notte non c’era nemmeno così tanto traffico, quindi, fortunatamente, in poco tempo arrivò a destinazione. Ma forse non era nemmeno stato così tanto fortunato ad aver raggiunto velocemente la destinazione. Bussò e subito Lavanda aprì, strappò il bambino dalle sue braccia e non lo degnò nemmeno di uno sguardo. Quando però fece per richiudere la porta, Ron non poté proprio evitare di impedirglielo.
 
 Ciao anche a te 
 
 Che vuoi, Ron? 
 
Non riusciva a capire, quel giorno avevano trascorso il pomeriggio insieme a Sebastian, sembrava felice alla sola idea che suo figlio avesse conosciuto il padre e avrebbero trascorso la serata insieme, mentre ora gli sbatteva la porta in faccia senza troppi complimenti.
 
 Qual è il tuo problema, Lavanda? 
 
Vuoi davvero sapere qual è il mio problema? Sei un incosciente, se non te ne fossi accorto tuo figlio ha sei anni, è mezzanotte e domani deve alzarsi presto per andare a scuola  

Quella spiegazione continuava a non convincerlo pienamente, la trovava comunque una reazione esagerata.
 
 Ma ha dormito e continua a dormire 
 
Lavanda lo teneva stretto tra le braccia scaldandolo. Gli tolse la coperta con ripugnanza e la porse a Ron.
 
 Questa non è sua 
 
 Lavanda, la puoi anche tenere 
 
 Prendila, non voglio niente da te 
 
Con qualche reticenza afferrò la coperta.
 
 Che significa che non vuoi niente da me?? Non puoi bussare alla mia porta, dirmi che ho un figlio, farmelo conoscere e poi comportarti così 
 
Sembrava essersi calmata dopo quelle parole, ma comunque la sua reazione lo aveva lasciato perplesso.
 
 Hai ragione, scusa  solo in quel momento si accorse del freddo che faceva stando sulla porta  Vuoi entrare? 
 
 No, devo andare. Hermione mi sta aspettando 
 
Non le diede nemmeno il tempo di ribattere e si avviò verso l’auto, lasciandola mortificata per quella reazione e triste per il suo rifiuto. Ma, prima che prendesse il posto di guida, lo richiamò.
 
 Ron! Domani non posso andare a prendere Sebastian a scuola, potresti andare tu? 
 
Il ragazzo ci pensò un istante, quel cambio improvviso di umore gli impedì di rispondere prontamente.
 
 Se ti fa piacere sì. A patto che poi non mi chiami come un’isterica, chiedendomi di riportartelo urgentemente per chissà quale ragione 
 
Gli sorrise, descritto in quel modo il suo comportamento suonava veramente male, oppure era semplicemente la reazione di una madre iperprotettiva.
 
 Non faccio nulla di simile 
 
 Bene. Ah, Lavanda. So che non vuoi, ma almeno pensaci alla possibilità di mandarlo ad Hogwarts. Ti chiedo solo di rifletterci, ok? 
 
Anche in quell’occasione non gli diede la possibilità di replicare, salì in auto e mise velocemente in moto, lasciandola qualche istante sovrappensiero sulla porta.
 
***
 
Il ritorno fu decisamente più breve, aveva solo voglia di ritornare a casa, così ignorò tutte le più piccole raccomandazioni che sua moglie gli rivolgeva ogni volta che si muoveva con l’auto. Ma dopotutto era stata lei a chiedergli di tornare presto, anche se forse di quel passo non sarebbe nemmeno arrivato sano e salvo da Hermione. Rallentò, l’ultima cosa che voleva era collezionare altri guai come si faceva con le figure nelle Cioccorane. Impiegò qualche minuto in più, ma almeno arrivò tutto intero.
 
Non indugiò ad entrare e non ci fu nemmeno bisogno di chiamare sua moglie, perché lei era rimasta lì ad attenderlo, non si era mossa di un millimetro dal divano e quando lo vide, tirò un sospiro di sollievo. Sapeva quanto poteva essere pericolosa l’automobile nelle sue mani e se non all’andata, perché aveva la responsabilità di quel bambino, al ritorno avrebbe sicuramente affondato il piede sull’acceleratore.
 
 Hermione. Fa un freddo allucinante fuori 
 
Si sedette accanto a lei emotivamente sfinito e infreddolito, con nemmeno la più pallida spiegazione per il comportamento di Lavanda.
 
 Ron, ti sei dimenticato di mettere la giacca, per forza che poi hai freddo  
 
Gli passò amorevolmente una mano dietro la schiena per scaldarlo, ma il freddo sembrava solo una delle tante preoccupazioni che vagavano per la mente di suo marito.
 
 Perché Lavanda ti ha messo tutta questa fretta per riportarlo a casa? 
 
 Non lo so, ma è strana, prima mi sgrida dicendomi che l’ho riportato tardi, poi cambia registro e mi chiede di passare a prenderlo domani a scuola  si voltò verso di lei con aria interrogativa e rassegnata  Tu la capisci? 
 
Hermione ci pensò qualche istante, anche se era già arrivata alle sue conclusioni.
 
 Ron, è chiaro, lei voleva che tu passassi la serata con vostro figlio e probabilmente quando ha saputo che c’ero anch’io, non le è stato più bene  la guardò perplesso  Ron, svegliati, è gelosa 
 
 Bè, se il suo scopo era che tornassimo insieme, può anche arrendersi subito. Mi dispiace per Sebastian, ma non accadrà né ora né mai 
 
Non poté proprio evitare di sorridere davanti a quell’implicita dichiarazione.
 
 Che c’è, Hermione?  
 
 Ti amo anch’io, Ron 
 
Dopo le sofferenze che avevano subìto negli ultimi giorni, comprese le liti e i silenzi che c’erano stati tra loro, sentire quelle parole non poté che riempirgli il cuore di gioia. Avvicinò le sue labbra a quelle della moglie e vi posò un dolce bacio, che ovviamente non perse tempo a trasformare in un contatto ben più profondo, cogliendo al volo quel loro attimo di serenità.
 
Qualcosa però, nonostante le sincere parole di lei, la frenò non appena intuì le intenzioni del marito. Interruppe quel bacio e scostò lo sguardo da lui.
 
 Scusa, Ron, ma non ce la faccio 
 
Era seriamente dispiaciuta e lui rimase chiaramente male per quel rifiuto.
 
 Sei arrivata addirittura al punto di respingermi? Hermione, non mi vuoi più? Capisco tutto, ma avevo anche capito che non volessi lasciarmi, che volessi stare con me 
 
A quelle parole si voltò di scatto verso di lui, profondamente contrariata.
 
 Certo che voglio stare con te! 
 
 E allora non capisco. Perché mi rifiuti? È per quello che c’è stato tra me e Lavanda? 
 
 Probabile 

Non era per nulla convinta che fosse quello il motivo e riprese  con incertezza a non incrociare i suoi occhi.
 
 Come probabile?  
 
Non fece in tempo a rispondergli che il campanello suonò, sotto lo stupore di entrambi, visto che non avevano la più pallida idea di chi potesse essere in piena notte.
 
Hermione fece per andare ad aprire, ma Ron la fermerò, afferrandola diffidente per un braccio.
 
 Chi è? 
 
Alzò leggermente la voce per farsi sentire oltre la porta e la risposta che ricevettero non fu per nulla rassicurante.
 
 Sono Harry. Ragazzi, mi dispiace per l’ora, ma c’è un’urgenza 
 
A quella familiare voce si precipitarono entrambi ad aprire e trovarono seriamente il loro amico terribilmente mortificato per averli disturbati.
 
 Harry, cos’è successo? Qualcuno sta male?  
 
 No, calmati, Hermione, nessuno sta male  estrasse dalla tasca un foglio e lo porse alla ragazza  Ho seriamente bisogno che domattina Ron parta per una missione 
 
La ragazza lesse incredula quel foglio, mentre ascoltava le parole dell’amico ed anche il marito iniziava a preoccuparsi, così allungò gli occhi per capire cosa la stesse sconvolgendo tanto, ma non fece in tempo, perché presto Hermione chiarì i suoi dubbi.
 
 Un mese a Godric's Hollow?? Harry, ma sei impazzito?! È pieno di Mangiamorte lì! 
 
 Hermione, lo so. È per questo che Ron deve andare, ho bisogno di qualcuno di fiducia che li scovi una volta per tutte, stanno creando non pochi problemi da quelle parti 
 
 No, tu mandi qualcuno di fiducia a morire! 
 
Harry non riusciva pienamente a capire la reazione dell’amica, comprendeva il poco preavviso, ma non era la prima volta che mandava Ron in missione e sapeva che se la sarebbe cavata egregiamente, nonostante il prolungato periodo e le difficoltà a cui sarebbe andato incontro. Non sapeva cosa rispondere a quella provocazione, fortuna che intervenne l’amico per cercare di tranquillizzarla.
 
 Tesoro, non fare così, non mi capiterà niente. E poi un mese che vuoi sia? Vola e nemmeno ti accorgi della mia assenza 
 
Non poté proprio evitare di fulminarlo e di rimanere delusa da quella reazione. Evidentemente era la sola a voler evitare che lui partisse, perché sembrava che Ron avesse una gran voglia di uscire dalla situazione in cui erano entrati e nemmeno gli importava il modo, prendeva semplicemente al volo l’occasione di sparire per un po’. Lo fissava dritto negli occhi, ma ovviamente non poté proferire tutto quello che le passava per la mente davanti ad Harry che era totalmente all’oscuro di tutto, così gli lanciò quel foglio in pieno petto e corse al piano superiore, lasciando entrambi sorpresi.
 
 Harry, non preoccuparti, ci penso io. Immagino dovrà firmarlo ora che è il Ministro  
 
 Sì. Mi dispiace di averti dato così poco preavviso, ma quei Mangiamorte sono pericolosi e dobbiamo seriamente arrestarli il primo possibile  lanciò un sguardo verso le scale, era seriamente dispiaciuto di averle provocato quella pena  Hermione non mi perdonerà mai, vi siete appena sposati e già vi allontano 
 
 Le passerà, tranquillo. Vado a convincerla a firmare, temo di non avere molte ore a disposizione e l’impresa sarà ardua. Forse addirittura più difficile che scovare quei Mangiamorte 
 
Harry sorrise alla battuta dell’amico.
 
 Allora ci vediamo domani. Passa al Ministero prima di partire 
 
 A domani 
 
Chiuse la porta, ma non aveva davvero la più pallida idea di come avrebbe fatto a convincerla a lasciarlo partire.
 
Salì lentamente le scale e con un sospiro aprì delicatamente la porta la camera. Era seduta sul letto con le gambe contro il petto e il viso affondato tra le ginocchia. Quella scena lo fece soffrire, ultimamente nulla sembrava andare per il verso giusto.
 
Si avvicinò e sedette di fronte a lei, provando a catturare la sua attenzione.
 
 Hermione? Ehy, non mi capiterà nulla. Senti, se ti può far stare più tranquilla, non indugerò a lanciare l’Anatema che Uccide  non sentiva i suoi singhiozzi, sembrava avesse smesso di respirare  Hermione? 
 
Solo dopo infiniti istanti di silenzio si decise a rivolgergli lo sguardo, palesemente segnato da abbondanti rivoli di sale.
 
 Ti diverte, vero? Ma dopotutto scappare dalle difficoltà è la tua specialità, giusto? 
 
Lo sorpresero le sue parole talmente tanto da non avere la più pallida idea di cosa risponderle.
 
 Non ti importa un accidente di rischiare di lasciarci? D-di lasciare me e Sebastian? Pensi solo a fuggire dallo schifo di situazione in cui siamo, vero? 
 
 Hermione, ma cosa stai dicendo? È solo il mio lavoro, nulla di più, non sto scappando da niente. Dammi tempo un mese e ritorno a casa, anzi cerco di metterci anche meno. Cosa vuoi che siano una decina di Mangiamorte per me?  
 
Le sorrise per alleviare la tensione, ma non sembrava funzionare quel granché.
 
 Odio questo lavoro, Ron. Odio il mio, odio il tuo. Lo odio! Come faccio a mandarti laggiù?? 
 
Lo fissò con nuove lacrime pronte a scorrere all’altezza delle pupille.
 
 Da quando odi il mio lavoro? 
 
 Da sempre! 
 
Era una novità per lui.
 
 Ma mi hai sempre appoggiato quando volevo diventare Auror ed eri felice quando ho superato l’esame di abilitazione 
 
 Ron, a quei tempi non eravamo sposati, ora lo siamo e 
 
 E? 
 
 E non voglio perderti 
 
Non sapeva più come calmare quell’ansia insensata, non l’aveva mai vista così tanto spaventata per una sua missione, era la prima volta e non gli restò che abbracciarla, stringendola forte a sé.
 
 Ron, ti prego, non andare. Devi andare a prendere Sebastian a scuola 
 
 Andrà tutto bene. Ti scrivo tutti i giorni e ti tengo aggiornata sciolse quel sofferente abbraccio per poterla guardare negli occhi  Devo chiederti un favore, potresti andare a prenderlo tu? Lavanda non può e rischia di non trovare nessuno quando esce 
 
Lo fissò profondamente contrariata da tutti quegli eventi.
 
 Firmo e passo a prendere Sebastian solo se mi prometti che mi scrivi almeno due volte al giorno 
 

Ron le sorrise per rassicurarla che lo avrebbe fatto, ma in cuor suo non era nemmeno lui così sereno all’idea di affrontare tutti quei Mangiamorte.
 
***
 
Non sarebbe riuscita nemmeno lontanamente a chiudere occhio quella notte, al solo pensiero di averlo condannato si sentiva male.
 
Ron l’aveva tranquillizzata, ma lei non riusciva ad ascoltarlo, nonostante le fossero note le sue abilità. Dormiva sereno, nulla sembrava inquietarlo, neppure il pensiero di affrontare quei Mangiamorte. Harry non avrebbe potuto affidargli quella missione in un momento più sbagliato, anzi se non gliel’avesse mai data sarebbe stato meglio.
 
Iniziava seriamente a credere che quel lavoro non facesse più per lui, anzi per loro, visto che eventuali ripercussioni ricadevano su entrambi da quando si erano sposati.
 
 Hermione? Non dormi? 
 
Gli aveva rivolto un forzato sorriso e aveva girato il volto dall’altra parte per non far notare a lui le lacrime che erano ancora desiderose di scendere per sfogare tutta la sua frustrazione e la sua impotenza davanti a quella situazione.
 
Ron allungò un braccio, posandole una mano sul ventre per farle percepire la sua vicinanza, prima di riprendere sonno. Fu un contatto che la fece sussultare, contribuì in quel modo solo ad aumentare la sua fragilità. Intrecciò le dita a quelle del marito e strinse forte la sua mano, prima di portarsi una mano alla bocca per tentare di soffocare i forti singhiozzi che quel pensiero le aveva provocato.
 
Non poteva dirglielo, anche se forse sarebbe potuto essere l’unico modo per riuscire ad impedirgli di commettere quell’errore, per farlo restare, ma a cosa sarebbe servito, se tanto non era nemmeno il momento, perché lui non ci sarebbe stato per loro, non dopo aver scoperto l’esistenza di Sebastian. Non sarebbe stato in grado di dedicare del tempo alla sua famiglia e lei voleva essere l’unica a vivere quella sofferenza, non voleva che un’anima innocente la provasse, se poteva evitarlo. Quindi a cosa sarebbe servito dargli quella notizia prima della sua partenza, se tanto al suo ritorno niente sarebbe cambiato? Forse ne sarebbe stato felice, ma infondo gli stava facendo un favore, evitandogli un’ulteriore preoccupazione.

 
 
Spazio dell’autrice
 
Ciao ragazzi!
 
Decisamente troppa drammaticità in questo capitolo, ma tutto si risolverà dopo tante vicissitudini 😊
 
GRAZIE DI CUORE a tutti coloro che mi seguono! <3
 
Alla prossima 😊
Baci
-Vale

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Capitolo 6
*** Un'importante decisione ***


​​Un’importante decisione

 
 
Non poteva arrendersi alla sua partenza, non era nel suo stile gettare la spugna​, poco importava se doveva lottare contro suo marito, ma dopotutto tra loro era un'amorevole lotta continua. 

Tanto per cambiare - per un motivo o per un altro - loro due venivano bruscamente separati.
 
Non era mai stata più in disaccordo con Ron, visto che un mese non volava e lui non stava decisamente andando nel luogo più sicuro della terra.
 
Si ritrovò persino ad illudersi di riuscire a trattenerlo stringendogli semplicemente forte la mano. Non aveva più sciolto le loro dita da quando lui, forse distrattamente, aveva posato dolcemente la mano su di lei, perché infondo non poteva sapere ciò che persino lei faticava ad ammettere a se stessa e che probabilmente non avrebbe mai comunicato a lui. Non ricordava di aver riposato nemmeno un momento, eppure non aveva affatto sonno, la preoccupazione la teneva sveglia. Un’ansia generale la stava attanagliando e probabilmente la missione di suo marito era solo una delle tante cause.
 
Gli accarezzò delicatamente la mano, voleva godersi la sua presenza in quei pochi momenti che li separavano dalla partenza, si sentiva persino in colpa per averlo respinto la sera precedente, ma era troppo sconvolta. Non era la prima volta che si allontanavano per motivi di lavoro, ma stavolta sentiva che era diverso, desiderava più che mai averlo accanto e quella separazione sarebbe diventato solo un ennesimo pretesto per non poter trascorrere del tempo insieme.

Le faceva ancora un certo effetto vederlo con al dito la fede che lei stessa gli aveva infilato qualche giorno prima con tanto amore e lui da allora non l’aveva più tolta, o almeno non che lei sapesse. Era stata davvero felice in quell’occasione, la sua mente era sgombra da qualunque desiderio, perché aveva finalmente realizzato il suo sogno più grande. Sarebbe voluta tornare indietro a quel giorno per poter rivivere quella gradevole spensieratezza, o forse sarebbe stato meglio ritornare a sei anni prima ed impedirgli di commettere un simile errore. O addirittura al giorno in cui superò quel dannato esame di abilitazione. Tutto sarebbe cambiato se Ron non fosse stato un Auror e non avesse avuto un figlio con Lavanda, loro sarebbero diventati genitori e sarebbero stati semplicemente felici insieme. Si sarebbe anche accontata dell'assenza di Sebastian, perché sicuramente se lui non fosse esistito sarebbe riuscita a gestire un pochino meglio l'ansia di quel lavoro che lo metteva costantemente in pericolo e sicuramente non avrebbe pensato ad uccidere il loro bambino, pur di difenderlo da un simile destino. 
 
Cercò nella sua mente di dare un ordine di priorità ai pensieri e ai problemi che avrebbe dovuto presto o tardi affrontare e trovò, tra tutti, più urgente occuparsi di quella nuova missione.
 
Sciolse lentamente la presa su di lui, stando attenta a non provocare un precoce risveglio. Si bloccò trattenendo il fiato, quando Ron si mosse ritirando il braccio per voltarsi dall’altra parte.
 
Scongiurato il pericolo, si alzò leggermente e si avvicinò a lui, accertandosi che avesse gli occhi chiusi. Si sporse oltre il marito con l’intenzione di prendere la sveglia dal comodino per disattivarla, era pienamente consapevole che senza l’aiuto di quel marchingegno babbano avrebbe dormito come un ghiro e lei non si sarebbe di certo sognata di svegliarlo per richiamarlo ai suoi doveri, per lo meno non quella mattina.
 
Afferrò la sveglia soddisfatta, ma, quando era pronta per ritirare il braccio, una mano - la stessa che teneva amorevolmente stretta nella sua qualche istante prima- le impedì quel gesto, afferrando anch’essa quell’oggetto.

​Dannazione! Perché non aveva pensato di incantarla, avrebbe sicuramente fatto meno rumore, ma tanto lui era evidentemente già sveglio, quindi se ne sarebbe accorto comunque, vanificando ugualmente i sui sforzi. 
 
Ron cercò velocemente lo sguardo della moglie in cerca di spiegazioni.
 
 Hermione, che accidenti stai combinando?  
 
Lo guardò dall’alto verso il basso senza sapere come giustificarsi.
 
 B-buongiorno, tesoro. Temevo ti fossi dimenticato di attivare la sveglia, visto che sei sempre così distratto 
 
Tentò di trasformare quel gesto in una prudente accortezza, ma lui era sempre meno convinto e continuava a fissarla con diffidenza.
 
 Credevo stessi dormendo, Ron 
 
 E invece no 
 
 Come mai? 
 
 E tu come mai non dormi? 
 
Nessuno dei due sembrava voler concedere all’altro una valida motivazione per l’insolito comportamento, che poi non era nemmeno così strano date le circostanze. Dopo qualche istante di silenzio tra loro, Ron gettò un occhio alla sveglia e fece per alzarsi.
 
 Ronald, è ancora presto, torna a dormire 
 
Ritentò con i suoi disperati tentativi di dissuaderlo, mentre lui apriva l'armadio per prendere i vestiti, ma stavano diventando davvero troppo deboli e facilmente intuibili.  
 
 Certo, così poi tu mi lasci dormire e arrivo in ritardo al Ministero  
 
 Veramente, se il mio piano fosse andato a buon fine, al Ministero non mettevi nemmeno piede oggi e tanto meno a Godric’s Hollow 
 
Le lanciò un’occhiata di rimprovero, ma tanto a quella conclusione era arrivato anche da solo.
 
Lo fissava sovrappensiero mentre si apprestava a prepararsi, era alla ricerca di qualche motivo valido per trattenerlo, ma continuava categoricamente a scartare quello che probabilmente sarebbe stato il più efficace di tutti. Doveva cercare di mantenere quel segreto, non voleva illuderlo, sapeva quanto lo desiderava, ma era anche pienamente consapevole che quella decisione fosse la migliore per tutti, visto che attualmente la loro vita era già abbastanza incasinata. Non voleva che il loro bambino soffrisse, Ron, per quanto si sforzasse, non sarebbe riuscito a colmare l’inevitabile vuoto che avrebbe lasciato nella loro vita, il suo lavoro e Sebastian gli occupavano fin troppo tempo e a sacrificarsi continuava ad essere convinta di dover essere solo lei. Probabilmente si stava comportando esattamente come Lavanda nascondendogli quella gravidanza, ma, a differenza sua, non ci sarebbero state conseguenze, Ron non lo avrebbe mai saputo e non avrebbe mai avuto nemmeno il più piccolo sospetto, infondo avevano tempo per pensare ai figli e quello non era affatto il momento più indicato, prima di pensare anche solo di far nascere un bambino avrebbero dovuto trovare una certa stabilità, che sicuramente a loro attualmente mancava. Ron sicuramente si sarebbe opposto alle sue ragioni, impedendole di prendere una simile decisione, su questo punto era certa e giocò d’anticipo, preferendo affrontare da sola quella situazione, piuttosto che far pesare a lui quella nuova sofferenza, che non avrebbe sicuramente interpretato come un male necessario.
 
 Peccato che io fossi già sveglio. Vero, tesoro? 
 
La voce di suo marito la riportò al presente, ma non accolse il dolce sorriso che le aveva rivolto forse per tranquillizzarla.
 
 Hai paura?  tentò vigliaccamente di puntare sulle sue debolezze, insomma, possibile che fosse così sereno? Per quanto coraggioso fosse, l’idea di affrontare da solo dei Mangiamorte avrebbe probabilmente spaventato chiunque  Ron, sono sicura che Harry capirebbe se cambiassi idea. Voglio dire, dopotutto è un’impresa difficile. E p-pericolosa 
 
 Hermione, riesci a non sottovalutarmi, almeno stavolta? 
 
Rimase offesa per quelle accuse, lei non ricordava di aver mai fatto nulla di simile.
 
 Non ti sto sottovalutando. Sono solo in pensiero. Sono il Ministro della Magia, ricordi? Se solo tu me lo chiedessi, io ti sgraverei da questo compito 
 
Cercava di non ascoltarla ed evitava di risponderle, sperando che lei interpretasse il suo eloquente silenzio. Rare volte l’aveva vista così determinata a trasgredire le regole, ma stavolta era lui a capire che il fatto che sua moglie fosse il Ministro non lo giustificava a comportarsi come un vigliacco.
 
 Ron, mi vuoi ascoltare?! Non è un disonore se rinunci a questa missione e lasci partire qualcun altro. Pensa a Sebastian, ti ha appena conosciuto, quel bambino ha già sofferto a sufficienza. E poi pensa a me, hai una moglie a casa ti aspetta ora, non sfidiamo la sorte, evitiamo altri guai, ti prego. Senti, io non ho bisogno di un eroe, ma di un marito che mi assicuri la sua presenza 
 
Non poté evitare di sorridere davanti a quelle parole.
 
 E adesso cosa c’è da ridere? Non ho detto nulla di divertente, sono estremamente seria e disperata 
 
 So che sei seria, ma è assurdo, Hermione. Pur di non farmi partire, ti sta persino a cuore la felicità di quel bambino?? 
 
Era stata sincera, come poteva non colpirla la situazione di quel piccolo che non aveva alcuna colpa. Non aveva affatto gradito quella superficiale considerazione.
 
 Io ti dico che sono disperata, perché rischio di perderti e tu fai passare me per quella insensibile?? Non mi sembra di averlo sbattuto fuori di casa ieri sera, anzi, fosse stato per me sarebbe rimasto stanotte! Lo sai che sei un'idiota, vero? 
 
 Credo tu me lo abbia già detto, ma va sempre bene ricordarlo  
 
 Il più grande idiota che io abbia mai conosciuto e non ho la più pallida idea di come mi sia passato per la testa di sposarti 
 
​Solo in quel momento si degnò ad alzare lo sguardo su di lei ed esasperato lanciò i vestiti sul letto. 

 Inizio a chiedermelo anche io, sai? Visto che, come minimo, potresti iniziare ad appoggiarmi, esattamente come ho fatto io con te, visto che sapevo perfettamente quanto ti saresti pentita di non aver accettato questa promozione! Ma per te non combino mai nulla di buono, giusto? Hermione, notizia dell’ultima ora, gli Auror rischiano la vita, che ti piaccia oppure no! E sì, ho paura, come ne ho sempre, ma di certo non te lo dico per non aumentare la tua preoccupazione. Sarei solo uno stupido a non aver paura e non so nemmeno io se tornerò, ma quando mi hai sposato sapevi benissimo a cosa stavi andando incontro, quindi ora, Hermione, non credo tu possa essere nella posizione di lamentarti, visto che potevi benissimo rifiutare la mia proposta, non ti ho costretta a fare nulla. E non ho chiesto io di essere il padre di Sebastian e questo fa male anche a me, quindi ora domandati se anche io stia soffrendo! Sono diventato padre da un giorno all’altro di un bambino di sei anni, hai la più pallida idea di come ci si senta? Della paura che io abbia di non riuscire ad essere abbastanza per lui? E del terribile timore di rovinare il nostro matrimonio, a cui - per inciso - tengo più di qualsiasi altra cosa. Ora chiedimi ancora perché ero sveglio, ma credo che tu abbia già la risposta 
 
Era uscito dalla camera, recuperando velocemente i vestiti, probabilmente per dirigersi verso il bagno, sbattendo la porta. Aveva urlato lui, ma ad essere rimasta senza fiato era stata lei. Non le aveva nemmeno dato il tempo di ribattere, come se infondo avesse saputo cosa rispondere a quelle accuse, forse persino fondate, dopotutto era pienamente consapevole della dedizione con cui svolgeva il suo lavoro e lei non aveva alcun diritto di limitarlo. E forse, stupidamente, non era nemmeno stata in grado di affiancarlo come avrebbe dovuto in quella difficoltà ​che aveva bussato alla loro porta, mettendo sufficientemente da parte l’orgoglio.
 
Prese con rassegnazione quel foglio, ancora appoggiato sul comodino, e una penna. Non era ancora riuscita a firmalo, mentre a lui aveva detto di averlo già fatto, dopotutto aveva solo rimandato quel compito di qualche ora in attesa del coraggio necessario. Ora però non aveva più scuse, doveva stringere i denti e farlo. Lo rilesse almeno un paio di volte, sperando che qualcosa cambiasse, che non fosse tutto così drammatico ai suoi occhi, ma risultava sempre estremamente difficile apporre la sua firma su quel documento. Era molto più di un semplice dovere per lei, era strapparsi l’anima dal petto e quando aveva assecondato Ron ad accettare quella promozione, non aveva affatto preso in considerazione che si sarebbe potuta trovare in simili situazioni.
 
Ritornò dopo parecchi minuti, pronto per partire. Hermione gli allungò il foglio con dispiacere, sperando che lo afferrasse in fretta, prima di avere nuovamente la tentazione di prendere la sua bacchetta e incenerirlo. Il marito assecondò il suo volere, prese il foglio e lesse la firma della ragazza.
 
 Pensavo lo avessi già firmato prima di addormentarci 
 
 L’ho firmato ora. Tanto poco importa quando, l’importante è averlo fatto, no? 
 
Si sedette lentamente accanto a lei. Forse aveva esagerato ad esplicitare in quel modo ciò che lo stava tormentando, ma l’ultima cosa che desiderava era partire lasciando quella discussione in sospeso.
 
 Senti, tesoro, ho portato quel bambino a casa perché sono spaventato, non so cosa fare e per assurdo - forse è l’abitudine - credevo che tu potessi aiutarmi a mettere un po’ di ordine nella mia vita, che poi infondo è la nostra vita, quindi i guai che combino ricadono inevitabilmente su entrambi. Ma ho sbagliato, scusami, non siamo più nel mezzo di una guerra in cui sono sufficienti il tuo ingegno e le tue conoscenze per tirarci fuori dai guai. Devo solo capire che ci sono guai che non puoi risolvere e non è nemmeno giusto che io ti chieda di farlo. Quindi perdonami, ti avevo detto che avrei pensato a tutto io e così sarà d’ora in p-poi 
 
Gli gettò le braccia al collo nell’esatto istante in cui capì che un nodo in gola lo aveva interrotto e lo strinse forte a sé per fargli percepire la sua vicinanza, esattamente ciò che lui le aveva con sofferenza chiesto di fare.
 
 Ron, io ci sono sempre per te. Scusami se ho anche solo pensato di lasciarti da solo in tutto questo, ma io sono qui e non me ne vado. Hai ragione, non ho alcun diritto di fare polemiche sul tuo lavoro, ma, ti prego, ti chiedo solo di tornare da me sano e salvo, perché per quanto io sapessi che cosa comportasse sposarti, non puoi chiedermi di non amarti e di non sperare che ogni volta non sia l’ultima che ci vediamo  sciolse quell’abbraccio con qualche reticenza da parte di Ron  Amore, so che sei un bravissimo Auror e sono anche certa che, se così non fosse, Harry non ti avrebbe mai affidato un compito così importante e rischioso. Ron, ti affiderei la mia vita, quindi non ti sottovaluto affatto, e infondo, se ci pensi, è proprio quello che sto facendo, perché se ti dovesse capitare qualcosa, non potrei sopravvivere 
 
 Hermione, non darmi questa responsabilità 
 
 Te la sei preso sposandomi. Anche tu potevi rifiutarti, sai? 
 
Gli sorrise e non poté evitare di strappare un mezzo sorriso anche a lui.
 
 A Lavanda penso io, Ron. Accampagno a casa Sebastian e la informo della tua partenza 
 
Non sapeva cosa risponderle, si sentì in colpa per il modo in cui si era rivolto a lei poco prima davanti alle premure di sua moglie per aiutarlo.
 
 Hermione, come faccio a ringraziarti? 
 
 Tornando a casa tutto intero, perché Ron, sappi che se ti azzardi a morire, ti uccido con le mie mani, intesi? 
 
Le rivolse un sorriso commosso, prima di porgerle un dolce e delicato bacio che lei ricambiò con sentimento, un sobrio contatto che faticarono a sciogliere.
 
 Mi raccomando, guardati le spalle 
 
Si alzò velocemente, troncando quei saluti, che iniziavano seriamente a distruggere anche lui, ma la voce della ragazza lo fece voltare con urgenza.
 
 Ron! 
 
 Dimmi 
 
Lo aveva richiamato quasi inconsapevolmente con concitazione, forse il suo cuore voleva dirgli la verità e non desiderava avere dei segreti con lui, ma lo stava facendo per il bene di tutti, doveva convincersi di questo, non era il momento per diventare genitori insieme. Purtroppo.
 
 Sii prudente e torna presto 
 
Uscì con qualche indugio, la concitazione che aveva impiegato per richiamarlo indietro lo aveva lasciato perplesso, come se ci fosse qualcosa della vitale importanza da comunicargli che non poteva aspettare, specie se il ritorno non era così certo. 
 
Quando il marito ebbe socchiuso la porta della stanza, tirò un sospiro. Ora non vi era più alcun ostacolo tra lei e il suo piano, lui non l’avrebbe fermata e si sarebbe portata per sempre nel cuore la morte del loro bambino. Forse non era così forte da sopportarlo veramente.
 
Un lieve cigolio della porta richiamò la sua attenzione. Si spaventò quando lo vide rientrare, forse temeva leggesse sul suo volto i segni della colpevolezza.
 
 Ron. Hai cambiato idea? 
 
​Era un segno?

 Hermione, ho dimenticato la bacchetta 
 
Si avviò mortificato a recuperarla dal suo comodino, sotto lo sguardo sconvolto della moglie.
 
 È così che mi fai stare tranquilla?? 
 
Rise imbarazzato per quella dimenticanza e si avvicinò a lei per rinnovarle un nuovo bacio. Stavolta ebbe davvero il timore che lui potesse perepire qualcosa dal tremore con cui sfiorò le sue labbra. Invece non percepì nulla ed Hermione non sapeva se gioirne oppure no. 
 
 Hai ragione, amore. Come sempre 
 
Uscì velocemente, ma prima di chiudere la porta le rivolse un’ultima battuta.
 
 Tesoro, non vorrei metterti fretta, ma credo che il Ministro dovrebbe essere al lavoro tra non molto 
 
 Resto a casa finché non mi scrivi 
 
 Hermione, puoi ricevere mie notizie anche al Ministero 
 
 No, perché se le notizie arrivano al Ministero significa che non sono buone 
 
***
 
Alla fine dovette cedere e raggiungere il Ministero. Non era ancora arrivato nulla da Ron e lei si stava già seriamente spaventando, nonostante fosse partito solo da qualche ora.
 
Quella mattina non riuscì a concentrarsi ed era esattamente quello che desiderava scongiurare non accettando quella promozione. Aveva la mente altrove e delle questioni importanti da affrontare, ma lei non sapeva nemmeno da che parte iniziare. Kingsley e Ron l’avevano cacciata proprio in un bel guaio, lei non aveva la più pallida idea dei ruoli che il Ministro dovesse svolgere, cercò di farsi guidare dall’intuito, ma diventare responsabile all’improvviso di questioni riguardanti i più alti interessi del Mondo Magico la faceva agitare e non poco. Come se in fondo di ansia in quel momento non ne avesse già abbastanza da vendere. Non era mai stata più insicura in tutta la sua vita, era ancora troppo inesperta e forse le sue infinite conoscenze non le sarebbero state sufficienti. 
 
Due leggeri colpi alla porta la distrassero dai fascicoli su cui la mente cercava disperatamente di concentrarsi.
 
 A-avanti 
 
Il Capo del Dipartimento degli Auror si affacciò timidamente alla porta con la chiara paura che la sua presenza non fosse tra le più gradite.
 
 Ministro, è permesso 
 
Si rivolse a lei formalmente, ma con un tono leggermente remissivo tentava di colpire la sua amica dritta al cuore.
 
 Entra, Harry 
 
Gli concesse l’ingresso con tono stranamente pacato e questo lo insospettì. Chiuse la porta alle sue spalle e si avvicinò alla scrivania, ma non azzardò a sedersi, trovò che concedergli l'ingresso senza Schiantarlo fosse già un buon traguardo. Non aveva gli occhi di lei puntati addosso e questo lo aiutò a prendere coraggio per parlare.
 
 Hermione, mi dispiace per Ron, ma sono certo che impiegherà meno per trovare quei Mangiamorte. Un mese è nel peggiore dei casi 
 
Non lo stava nemmeno guardando mentre tentava di farsi perdonare, lo sguardo preoccupato della ragazza era fisso su quei fogli.
 
 Hermione? M-mi stai ascoltando? 
 
 Sì, Harry, ti sto ascoltando 
 
Gli rispose distrattamente e con preoccupazione. L’unico modo che aveva per capire cosa attirasse così tanto l’attenzione dell’amica era vedere quei fascicoli. Fece il giro della scrivania e guardò insieme a lei quei fogli. Lei se ne accorse, ma non alzò lo sguardo su di lui.
 
 Non so da che parte prendere, non ne ho la più pallida idea. Ron non si rende minimamente conto del peso che mi ha messo sulle spalle 
 
 Ron? Che cosa c’entra lui? Pensavo che l’incarico ti fosse stato affidato da Kingsley 
 
Solo allora Harry riuscì a catturare il suo sguardo.
 
 Sì, ma Ron ha insistito che accettassi, perché voleva che non  si bloccò, quando si accorse che stava parlando più di quando avrebbe dovuto, lasciandolo perplesso  S-sapevi che Ron era a conoscenza delle intenzioni di Kingsley e non mi aveva avvertita? 
 
Harry rifece il giro della scrivania e si sedette di fronte a lei.
 
 No, non mi ha accennato nulla. Strano perché mi dice sempre tutto. Ha insistito che accettassi perché voleva che non? 
 
Non gli era sfuggita quell’interruzione e lui voleva saperne di più.
 
 Che non me ne pentissi  gli sorrise per fuorviarlo  Scusa, Harry, ma ti informa proprio di tutto?  
 
​Di Sebastian non lo aveva sicuramente informato e chissà come ci sarebbe rimasto se solo l'avesse saputo, ma forse chi avrebbe dato il colpo di grazia a Ron sarebbe sicuramente stata Ginny.

 Di norma sì  la imbarazzò quella notizia e a lui non sfuggì la sua reazione  Hermione, tranquilla, immagino che qualcosa rimanga fra voi due 
 
Abbassò nuovamente gli occhi sui fascicoli, ma stavolta fu l’imbarazzo a guidarla in quel gesto al solo pensiero di ciò a cui Harry alludesse.
 
 C-certo. Harry, se hai notizie di Ron le fai avere anche a me? Che siano belle o brutte, non tenermi all’oscuro 
 
 Sì, Hermione, ma vedrai che prima che ce ne accorgiamo ritorna a fare la sua solita confusione 
 
Le sorrise per rincuorarla, anch'essi lievemente in imbarazzo per le allusioni che erano state fatte pocanzi, ma non sapeva che un sorriso non era sufficiente per placare la sofferenza che stava tormentando il cuore di Hermione.
 
***
 
Non ebbe nemmeno la necessità di trovare molte scuse per uscire dal Ministero e passare a prendere Sebastian.
 
La scuola pubblica non distava molto dal palazzo del Ministero, così decise di raggiungerla facendo due passi, forse un po’ di aria fresca l’avrebbe aiutata a schiarirsi le idee.
 
Arrivò in anticipo, non le piaceva ritardare e tanto meno fare aspettare un bambino così piccolo, così dovette per forza attendere che arrivasse l’orario della fine delle lezioni. Si sedette su una panchina lì accanto e attese.
 
Fu inevitabile per lei lanciare un occhio su quella scuola. L’aveva frequentata anche lei da bambina. Quando non sapeva ancora di essere una strega, i suoi genitori l’avevano iscritta ad una scuola babbana. Ricordava quegli anni e poteva capire cosa stesse passando Sebastian tra quelle quattro mura, circondato da tutti quei bambini. Hermione si sentiva diversa dai suoi coetanei e quella diversità non poteva che farla sentire male, come se fosse lei ad essere sbagliata. Solo quando ricevette la sua lettera per Hogwarts capì che non vi era nulla di sbagliato in lei, ma era solo il posto ad essere sbagliato per poter valorizzare il suo potenziale magico. Quella scuola le impediva di esternare ciò che lei realmente era e nemmeno aveva mai osato farlo.
 
Rammentava il colpo che venne ai suoi genitori quando scoprirono di avere una strega in famiglia, ma ricordava anche con piacere la gioia che ne seguì per tutte le soddisfazioni che riuscì a dare loro, eccellendo in ogni disciplina. Non aveva ancora informato i suoi genitori della promozione, ma immaginò già quanto ne sarebbero stati entusiasti.
 
Era convinta che Ron e Lavanda dovessero parlare con Sebastian, informarlo delle sue origini e nessuno meglio di lei poteva essere certa che fosse la scelta migliore.
 
Quando finalmente la campanella dell’ultima ora suonò, si alzò dalla panchina e in mezzo a quella miriade di bambini tentò di intercettare Sebastian.
 
In quella ricerca non poté proprio evitare di pensare a suo figlio. Era assurdo gli ritornava in mente proprio nei momenti meno opportuni come a volerle insinuare maggiori sensi di colpa per la decisione che aveva drammaticamente preso. Come se quel bambino le volesse dire che lui c’era e che voleva esserci, di farlo nascere anche se non sarebbe stato semplice, anche se Ron ci sarebbe stato poco per loro, anche se lei non era pronta ad assumersi una nuova responsabilità così presto.
 
Per quanto le sembrassero precoci i pensieri del marito sui loro futuri figli, anche lei ovviamente non aveva mancato di fantasticarci sopra. Aveva sognato che Ron fosse il padre dei suoi figli, aveva sempre desiderato che i suoi figli fossero dei Weasley ed ora che sembrava realizzarsi anche quel sogno il destino aveva pensato bene di non regalarle quella gioia, almeno non come l’aveva sempre immaginata. Non sapeva neanche se fosse un maschio o una femmina, Ron voleva una bambina, ma forse non saperlo sarebbe stato meglio e le avrebbe provocato meno dolore.
 
Infondo i loro figli sarebbero stati dei Mezzosangue, lei non poteva evitare di sporcare la purezza del sangue dei Weasley. Tentava di consolarsi, di cercare anche solo un briciolo di bontà in quell’azione che avrebbe compiuto, ma chi voleva prendere in giro? A Ron non era mai importato nulla di questo genere di cose.
 
E finalmente intercettò quel piccolo Purosangue fra tutti quei bambini. Non riusciva proprio ad odiarlo, per quanto la sua presenza avesse stravolto loro la vita, le infondeva una certa tenerezza, dopotutto non aveva alcuna colpa.
 
Sebastian si guardò attorno per cercare il padre e nonostante al suo posto intercettò Hermione, un grande sorriso si dipinse sul volto del piccolo. Le corse incontro e non tardò ad avvolgerla all’altezza della vita, lasciandola spiazzata, non si aspettava di certo una simile accoglienza.
 
Dopo un momento di perplessità ricambiò commossa quell’abbraccio. Non capiva se era stata la gravidanza a renderla più emotiva, oppure se fosse semplicemente l’idea di stringere tra le braccia un bambino che fosse parte di Ron. Ricordava di averlo già stretto tra le braccia quella notte, riconobbe il suo piacevole calore, che aveva conciliato il suo sonno, sentirlo così vicino le aveva dato per un istante l'idea di strigere quel suo bambino che non aveva nemmeno ancora visto la luce del sole e che forse non l'avrebbe nemmeno mai vista. 
 
Cercò di controllare l’emotività e si rivolse a Sebastian.
 
 Ciao, piccolo 
 
 Hermione. Dov’è il mio papà? 
 
Lo prese per mano, senza smettere di sorridergli, e lo invitò a seguirla.
 
 È al lavoro, tesoro, e dovrà restarci per un po’. Oggi ti accompagno io dalla mamma 
 
Il bambino non sembrava particolarmente triste per quel cambio di programma, anzi gli piaceva trascorrere del tempo con l’amica di papà e poi poteva solo immaginare in quale segretissima missione fosse impegnato, dopotutto era un eroe.
 
Il tragitto fu per nulla silenzioso, Sebastian non mancava di raccontarle della scuola, dei suoi amici, dei suoi giochi e la vitalità di quel bambino non poté che alleviare la tensione che si era accumulata in lei. Le sarebbe piaciuto stringere tra le mani il loro bambino, ma per qualche strana ragione Sebastian riusciva a colmare quel vuoto, nonostante non fosse nemmeno la madre.
 
Fu una passeggiata talmente serena che solo nel momento in cui raggiunsero la destinazione Hermione realizzò di dover affrontare Lavanda, che non si aspettava di certo di vederla.
 
Sebastian la tirò per incitarla ad entrare nel palazzo dove la madre lavorava, la guidò fino ad una porta e ad un certo punto guardò Hermione come a farle intendere che erano arrivati.
 
Bussò un po’ titubante, stringendo forse inconsapevolmente la mano del bambino per cercare la forza necessaria per sostenere quel confronto.
 
Non impiegò molto a ricevere risposta. La porta fece per aprirsi ed Hermione desiderava solo Smaterializzarsi il più lontano possibile.
 
Come aveva previsto l’accoglienza non fu delle migliori, Lavanda la guardò con diffidenza e sorpresa e, senza distogliere da lei gli occhi, prese il bambino per mano. Hermione si vide scivolare il piccolo dalla sua accorata presa. Sebastian sembrò cogliere la tensione tra le due.
 
 Mamma, è un’amica di papà 
 
 Sì, tesoro, entra, io arrivo subito 
 
Attese solo qualche istante che il figlio si allontanasse per poi rivolgersi ad Hermione, ma quest’ultima la anticipò con pacatezza.
 
 Lavanda, c’è stata un’urgenza al Ministero e dovrà stare via per un po’ 
 
Rimase stupita dalla calma con cui le aveva comunicato quella notizia.
 
 Grazie, ma poteva anche avvisarmi e avrei trovato il modo di passarlo a prendere io o di mandare qualcuno 
 
Richiuse la porta senza nemmeno darle la possibilità di replicare. Probabilmente Lavanda non si rendeva conto che nemmeno a lei faceva piacere quella situazione, ma per lo meno lei provava a conviverci.
 
***
 
Fortunatamente quel giorno finì di lavorare non tanto tardi, al Ministero non aveva ricevuto alcuna notizia di Ron ed iniziava seriamente ad essere in pensiero.
 
Si smaterializzò davanti alla porta di casa e subito con il cuore in gola notò sullo zerbino una lettera. La raccolse velocemente da terra e la aprì con impazienza restando sulla soglia. Non poteva aspettare di entrare in casa e poco importava se fuori faceva freddo, aveva talmente tanta urgenza di leggere che non percepiva nulla in quel momento.
 
Ciao tesoro,
lo so, sono in ritardo, ma sto bene. Ti immagino già in pensiero per non aver ricevuto mie notizie, ma non ho avuto modo di scriverti prima, scusa.
Purtroppo oggi non ho avuto molto successo, ma ho una gran voglia di tornare a casa il prima possibile, quindi nei prossimi giorni conto di fare qualche progresso.
Le lettere non fanno per me, lo sai, non sono bravo con le parole, sappi solo che mi manchi già e sarà difficile riuscire a riposare senza di te stanotte. Credo di essermi già abituato ad averti sempre accanto. Se la scorsa notte sono riuscito a dormire qualche ora è stato solo grazie alle tue mani che amorevolmente stringevano la mia.
Spero tu non abbia avuto grossi problemi con Lavanda, non credo ti abbia riservato una bella accoglienza. Mi dispiace.
Non so quando potrò scriverti di nuovo. Lo so che ti ho promesso che ti avrei dato spesso mie notizie, ma non stare in pensiero, vedrai, non è un’impresa così complicata.
Spero a presto,
ti amo
Ron

 
Una lacrima sfuggì al suo controllo, posandosi su quel ti amo, scritto con mano tremante. Aveva percepito la sua ansia leggendo quelle poche righe, non sapeva perché non era riuscito a scriverle prima, ma sicuramente Ron non le aveva volutamente detto tutta la verità. Strinse la lettera al cuore e pensò solo che in quella notte avrebbe sentito anche lei immensamente la mancanza di suo marito.

 
 
Spazio dell’autrice
 
Ciao ragazzi!
 
Ho aggiornato presto, ma avevo in mente la struttura di questo capitolo e se non lo scrivevo rischiavo di dimenticarlo XD
 
Drammaticità su drammaticità…Hermione è determinata a non volere questo bambino, ma chissà se qualcosa o qualcuno potrà farle cambiare idea…
 
GRAZIE come sempre di cuore per continuare a seguirmi! <3

Alla prossima :)
Baci
​-Vale 

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Capitolo 7
*** Paura di perderti...e di perdermi ***


Paura di perderti…e di perdermi

 
 
Era una tipica giornata autunnale di metà dicembre, quel periodo dell’anno antecedente alle feste natalizie, quando l’aria era talmente gelida da entrare nelle ossa, ma ufficialmente l’inverno non era ancora giunto.
 
Non seppero nemmeno loro come trovarono brillante l’idea di passeggiare con quel freddo. O meglio, l’idea era stata di Ron, ma dopo tre lunghi anni di corso per diventare Auror desiderava solo trascorrere un po’ di tempo da solo con la sua fidanzata.
 
Hermione si teneva stretta alla mano del ragazzo e stava avvinghiata mentre passeggiavano al suo braccio per sentire meno quell’aria tagliente a contatto con la pelle. Il giovane non si sognava nemmeno lontanamente di opporre resistenza, era piacevole sentirla così vicina e, indipendentemente dal clima, avrebbe voluto percepire la sua presenza in quel modo per il resto della vita.
 
 Ron, non ho ancora ben capito come tu abbia fatto a diventare Auror, sai? I tuoi voti agli esami non eccellevano affatto 
 
Sorrise di fronte alla poca fiducia che la ragazza riponeva in lui, diffidenza che contrastava notevolmente con la dolcezza con cui lo sfiorava.
 
 Ho sempre copiato da te, ovvio. E forse credo anche di aver copiato male qualcosa, altrimenti non si spiega come tu prendessi sempre più di me 
 
Hermione si bloccò all’improvviso dopo quella rivelazione, fissandolo incredula.
 
 Che cosa hai fatto?? 
 
E ovviamente dovette bloccare anche lui i suoi passi.
 
 Non guardarmi così, non è una novità. Però ho passato l’esame di abilitazione senza troppi problemi, quindi significa che qualcosa da te ho imparato 
 
Ron era sereno, mentre lei continuava ad essere sospettosa e in ansia.
 
 Mi stai prendendo in giro, vero? Non hai copiato da me, giusto? 
 
Un grande sorriso si allargò sul viso di Ron e lei non poté evitare di tirare un sospiro di sollievo.
 
 Solo qualche parola che non ricordavo 
 
Hermione gli tirò una manata sul braccio.
 
 Ok, va bene, ho studiato. Che umiliazione, Hermione, io che studio. Più o meno, non sono certo intelligente come te, solo l'indispensabile per accedere al corso 
 
 Bravo, perché il pensiero di quello che dovrai affrontare ora che sei un Auror senza la giusta preparazione mi faceva stare in pensiero 
 
 Ti saresti preoccupata per me? 
 
 Certo! V-voglio dire, forse avrei rimediato io insegnandoti qualcosa, ma io non sono un Auror, certi trucchi credo di non saperli. Conosco solo quello che c’è sui libri e non ho seguito quel corso, quindi probabilmente sapresti comunque più tu di me. Perché tu hai studiato per l’esame di abilitazione, vero? Ma certo che stupida, ovvio, lo hai passato. O hai copiato da Harry? 
 
Rispose alla domanda, ma non a parole, le porse un delicato bacio per zittirla.
 
 Hermione, stai tranquilla, non ho copiato da nessuno, sono pronto per iniziare il mio nuovo lavoro 
 
Non sapeva se credergli o meno, ma ai suoi grandi occhi puntati su di sé non sapeva proprio resistere. Lo aveva ancora un centimetro dal viso e non poté proprio evitare di sfiorare nuovamente le sue labbra in un caldo e infinito bacio.
 
 Mi sei mancato, Ron. Tanto. Ma credo che d’ora in poi dovrò farci l’abitudine. Tu ora sei un Auror e gli Auror … 
 
Al termine di quel loro sentito bacio non si era allontanato dal suo viso, potendo così distinguere un velo lucido che lentamente si impossessava delle sue bellissime iridi nocciola, probabilmente ciò che le aveva fatto morire le parole in gola.
 
 Ehy, tesoro, non piangere  raccolse prontamente una lacrima che minacciava di scendere lungo la guancia della ragazza  Non sei orgogliosa di me? 
 
 Ron, promettimi che sarai prudente, che non sarai incosciente e che non ti metterai in pericolo. Ci sono ancora parecchi Mangiamorte che sono sfuggiti al Ministero e … 
 
Stavolta fu lui a non consentirle di terminare la frase, riprendendo la loro passeggiata.
 
 Hermione, non hai risposto alla mia domanda. Sei orgogliosa di me? 
 
 Lo sono sempre, ma … 
 
 E allora sposami 
 
Probabilmente nemmeno lui fu consapevole di quello che gli era appena uscito dalla bocca, ma entrambi presi alla sprovvista si bloccarono nuovamente.
 
 Cos’hai detto?  
 
Fece seriamente fatica a guardarla negli occhi e ricambiare lo sguardo di lei.
 
 Non lo so, cosa ho detto? Lo stavo pensando, non credevo mi uscisse dalla bocca 
 
 Lo stavi pensando? Questo significa che pensi di volermi sposare? 
 
Il suo viso aveva probabilmente assunto il colore dei suoi capelli, ma prima di riuscire con imbarazzo e titubanza a ribattere, qualche candido fiocco di neve iniziò a scendere posandosi silenziosamente su di loro e distraendoli dalla conversazione. Alzarono entrambi gli occhi al cielo.
 
 Ron, credo stia iniziando a nevicare. Forse ci converrebbe rientrare 
 
 Non sta nevicando, Hermione. O almeno questi fiocchi non vengono dalle nuvole  
 
Ci mise qualche istante prima di abbassare gli occhi sulla ragazza, non era affatto facile dichiarare così apertamente i suoi sentimenti per lei e sfogava quella sana frustrazione in quel fenomeno atmosferico prodotto semplicemente dalla sua magia. Prese un respiro e si sciolse dalla presa della ragazza per poter incrociare meglio i suoi occhi, ma le loro dita rimasero intrecciate.
 
 Hermione, da quanto stiamo insieme?  
 
La prese alla sprovvista quella domanda, dato che lui lo sapeva perfettamente. Forse era solo un modo per ricordarlo.
 
 Quasi sei anni 
 
 Esatto. N-non hai mai pensato che forse dovremmo dare una svolta al nostro rapporto?  
 
Incrociare gli occhi della sua fidanzata diventava complesso, non avevano mai parlato di matrimonio e lui non era certo che fosse il momento, ma le parole che accidentalmente gli erano uscite dal cuore erano sincere.
 
 Ron, mi stai chiedendo di sposarti? 
 
 Ti sto dicendo che ho rischiato di perderti fin troppe volte e non voglio che accada di nuovo. Tu interpretala come vuoi 
 
Era titubante davanti alle sue parole, l’aveva totalmente presa alla sprovvista e faceva davvero fatica a trovare le parole giuste.
 
 I-io non me lo aspettavo. Di certo quando sei venuto a prendermi oggi a casa non credevo mi chiedessi di … 
 
 Se è per questo neanche io, ma è da un po’ che ci penso o per lo meno è un desiderio che un giorno contavo di realizzare 
 
Lo fissò incredula, dopo tutti quegli anni doveva ancora realizzare di essere la sua fidanzata, figuriamoci se riusciva ad immaginarsi come sua moglie. A Ron non sfuggì quell’incertezza e provò subito a rimediare.
 
 H-Hermione, scusami, non volevo turbarti. Hai ragione, è presto per pensare al matrimonio, siamo ancora giovani. Io sono appena diventato Auror e devo ancora farci l’abitudine, quindi direi che per il momento le novità e i cambiamenti siano sufficienti 
 
Fece per riprendere il cammino, tirandola dietro di sé, non concedendole nemmeno la possibilità di ribattere. Hermione però oppose resistenza, lasciandolo perplesso.
 
 Io non ho detto che non voglio sposarti 
 
 Ma mi hai fatto intendere che non vuoi sposarmi ora 
 
 Davvero? 
 
Ora fu lei a lasciarlo perplesso. Aveva sempre avuto una certa difficoltà a comprendere a fondo le donne, forse però quella reazione sarebbe stata fuorviante per chiunque.
 
 Scusa, Ron, hai ragione  come accidenti faceva a leggere i suoi pensieri senza che lui li esprimesse?  Mi hai presa davvero alla sprovvista, ma hai ragione non c’è davvero nulla da aspettare. Non credo di potermi immaginare con qualcun altro al mio fianco 
 
 Credo ...  quelle parole lo scioccarono per la felicità   Credo di non aver capito 
 
Sorrise divertita davanti a quella reazione.
 
 Voglio sposarti, Ron. Ora. C-cioè, non in questo preciso istante, ma nei prossimi mesi 
 
Si avvicinò lentamente a lei di qualche passo.
 
 Tu vuoi sposare me? Sicura? V-voglio dire, non voglio insinuarti dubbi, ma tu vuoi che io sia tuo marito? 
 
 Ti sembra strano?  
 
 Quasi impossibile 
 
Non conosceva molti modi per dissipare i suoi dubbi se non avvicinare il viso a quello del ragazzo per intraprendere un nuovo e più profondo bacio. Prima che lui riuscisse ad avvolgerla in un caloroso abbraccio, qualcosa di morbido e freddo si frappose nuovamente tra loro, interrompendo quel dolce contatto.
 
 Ron, la finisci di far nevicare? 
 
 Scusami, è solo che sono felice 
 
Le rivolse un sorriso imbarazzato, che riuscì a sciogliere subito l’espressione contrariata della sua futura moglie.

 
***
 
Si era addormentata con quel dolce ricordo nella mente e forse anche il suo riposo ne era stato accompagnato, perché dopo una settimana in cui ogni notte diventava una valle di lacrime e ogni giorno una preghiera al cielo affinché suo marito le inviasse qualche dannatissima lettera, lei non era più riuscita a conciliare il sonno nel modo corretto.
 
Ron non le aveva dato più sue notizie. Le parve di essere stata chiara quando gli aveva chiesto di tenerla informata, invece non aveva la più pallida idea di come stesse o a che punto fosse con quella missione.
 
L’unica persona a cui poter chiedere era Harry, ma anche lui sembrava non saperne di più, o almeno questo era ciò che le diceva. Pregava davvero fosse vero, perché in caso contrario significava che non voleva spaventarla.
 
Era sola e sconfortata. Forse avrebbe dovuto fermarlo quando le disse di voler diventare un Auror, forse avrebbe dovuto strapparlo dalle braccia di Lavanda, forse avrebbe addirittura dovuto evitare di rimanere incinta…aveva commesso troppi errori ed ora ne pagava inesorabilmente le conseguenze.
 
Non era nemmeno mattina, eppure lei non riusciva più a dormire. Spostò lo sguardo sulla sveglia e si accorse che era ancora notte fonda, forse erano solo passate un paio d’ore da quando aveva messo la testa sul cuscino di suo marito. Non poteva stare senza il suo profumo per così tanto tempo e quello era l’unico modo che aveva per sentirlo al suo fianco.
 
Benedisse il giorno in cui pronunciò quelle promesse e maledisse se stessa per aver anche solo pensato la sera antecedente le nozze di abbandonarlo sull’altare. Lo aveva fatto solo perché temeva che quel suo lavoro lo avrebbe prima o poi strappato da lei e l’ultima cosa che voleva era dover piangere la sua morte. Ma, in quella notte così tormentata di qualche giorno prima, si rese conto quanto non servisse a nulla sottrarsi da quell’amore, perché lui avrebbe per sempre abitato il suo cuore, era un sentimento indelebile che con o senza fede al dito sarebbe stato incancellabile e lo avrebbe pianto indipendentemente dal ruolo ricoperto nella sua vita.
 
Ogni singolo rumore la faceva sussultare, credendo che fosse un battito di ali contro la finestra della loro camera, ma di gufi non vi era nemmeno l’ombra.
 
Non vedeva né sentiva Sebastian da quel giorno in cui era passata a prenderlo all’uscita da scuola. Poteva solo immaginare quanto stesse soffrendo quel piccolo senza avere notizie del suo papà. Si ritrovò a pensare a quel bambino e poi al loro bambino. Forse lo avrebbe reso felice o forse lo avrebbe turbato, incasinando maggiormente la sua vita, perché era pienamente consapevole che quando progettava felice il loro futuro lui non fosse a conoscenza dell’esistenza di Sebastian.
 
Le lacrime non ne volevano sapere di abbandonarla, forse erano gli ormoni o forse la grande voragine che si era allargata nel suo cuore. Non riusciva ad affrontare tutto quello da sola, il loro matrimonio era decisamente partito con il piede sbagliato. Era tutto partito con il piede sbagliato, aveva perso il controllo della situazione e per una come lei divenne insostenibile.
 
Si mise a sedere, sfiorando con i piedi il pavimento e con una decisa spinta sulle lenzuola per trovare il coraggio si alzò. Percorse velocemente il corridoio che la portò alle scale. Aveva già sceso quei gradini almeno un centinaio di volte e, benché forse ripidi, non aveva mai avuto grossi problemi. In quel momento però ebbe una strana sensazione di vuoto davanti a sé, si appoggiò titubante alla ringhiera e non ci pensò nemmeno di scendere le scale con la stessa determinazione con cui era uscita dalla stanza. Dovevano sicuramente essere gli effetti della gravidanza mischiati allo stress degli ultimi giorni, non c’erano altre spiegazioni.
 
Quando finalmente superò l’ultimo gradino si fiondò sul telefono. Si appoggiò al mobile per evitare di minacciare mancamenti, sollevò la cornetta e compose il numero con mano tremante. Le dispiacque disturbarli a quell’ora della notte, per giunta sapendo che con James non riuscivano mai a chiudere occhio, ma lei rischiava di impazzire sul serio proseguendo in quel modo.
 
***
 
Lo squillo del telefono lo svegliò di soprassalto, provocandogli un certo picchiettio alla testa. Dovette realizzare per un istante cosa stesse succedendo, ma non sembrava essere il pianto di suo figlio stavolta ad aver disturbato il suo sonno.
 
 Harry, rispondi 
 
La voce intorpidita di sua moglie gli diede la giusta carica per sollevare la cornetta, proprio quando James iniziò a lanciare gridi disperati che rimbombavano per tutta la casa. Il ragazzo posò una mano sulla cornetta e si girò verso Ginny con un’espressione alquanto suggestiva.
 
 Sì, ho capito, vado io 
 
Solo quando sua moglie si fu allontanata si decise a dichiarare la presenza al suo interlocutore.
 
 Pronto 
 
 Harry, perdonami, lo so, è notte fonda, ma … 
 
 Hermione 
 
Si stupì all’udire quella voce, era convinto fosse il Ministero, ma infondo lei era il Ministro, quindi non era da escludere che fosse una chiamata di lavoro.
 
 È successo qualcosa? 
 
 No, almeno credo. Hai notizie di Ron? Ti prego, Harry, non mi importa se sono belle oppure brutte, voglio solo la verità. Lo so che ti ho rivolto la stessa domanda poche ore fa, ma questo silenzio mi sta facendo impazzire 
 
Il cognato indugiò a rispondere, non sapeva cosa dirle per rincuorarla, visto che nemmeno a lui erano più arrivate notizie.
 
 Hermione, va tutto bene, sono sicuro che tra qualche giorno tornerà a casa, ma non ha avuto ancora tempo per scriverci e dircelo. E poi magari vuole farci una sorpresa. Chi può dirlo, Ron è imprevedibile  attese qualche istante, ma l’amica non dava segni della sua presenza  Hermione, sei ancora lì? 
 
 Sì, ci sono 
 
Forse la sorpresa avrebbe dovuto farla lei a lui e forse in circostanze normali lo avrebbe anche fatto con gioia. Ma dopotutto quali erano con esattezza le circostanze normali a cui avrebbero dovuto aspirare?
 
 Senti, per non rimanere a casa sola ad aspettare, se ti fa piacere puoi stare qui da noi 
 
 No, Harry, grazie, ma non voglio disturbare. Avete già un gran da fare con Jamie. Anzi, mi dispiace di averti svegliato 
 
 Non ci disturbi affatto, anzi credo che sarà James a disturbare te 
 
Sentì una lieve risata dall’altra parte del telefono, ma lui non poteva capire quanto fosse carica di dolore. Anche lei avrebbe tanto voluto essere svegliata in piena notte per occuparsi del bambino che portava in grembo.
Aveva riattaccato dolcemente senza nemmeno salutarlo e quell’atteggiamento lo lasciò perplesso e alquanto sorpreso.
 
 Hermione? 
 
Era concentrato sulla cornetta quando sua moglie richiamò l’attenzione su di sé.
 
 Era Hermione? 
 
 Sì, ma ha riattaccato all’improvviso 
 
Ginny si coricò nuovamente al suo fianco con sguardo interrogativo, prima di accostarsi a lui e appoggiare la testa sul suo petto. La stanchezza aveva vinto ogni sorta di perplessità nella ragazza, ma Harry non riuscì proprio a riprendere il riposo da dove lo aveva interrotto.
 
 Ginny?  cercò di catturare il suo sguardo  Ginevra? 
 
 Che c’è, Harry? James si è svegliato ancora? 
 
 No, tranquilla. Solo che…secondo te ho sbagliato ad affidare a Ron una missione simile? 
 
Attese pazientemente una risposta dalla moglie. La ragazza aprì gli occhi e li alzò su di lui perplessa.
 
 Forse sarei dovuto andare anche io con lui, ci avremmo impiegato la metà del tempo, anzi forse a quest’ora saremmo già entrambi a casa 
 
Si sentiva davvero in colpa per la sofferenza che stava facendo patire ai suoi amici ed iniziava seriamente ad essere preoccupato anche lui dopo quei lunghi giorni di silenzio.
 
 Ma, amore, tu hai un bambino piccolo a casa. Sono certa che mio fratello se la caverà anche senza di te. Perché mai non dovrebbe? 
 
Attese qualche secondo, riflettendo attentamente sulle parole della ragazza, prima di sciogliersi delicatamente dall’abbraccio di lei.
 
 Harry, che stai facendo? 
 
 Scusa, tesoro, ma non riesco a riposare senza sapere come sta 
 
***
 
Se ne stava seduto contro la tenda. L’intenzione di fare la guardia da eventuali visite poco gradite c’era, ma era troppo stanco per riuscire a tenere gli occhi aperti, nonostante i litri di caffè.
 
Erano giorni che non riusciva a riposare nel migliore dei modi. Quella missione lo stava distruggendo fisicamente e moralmente, visto che non aveva ancora fatto alcun progresso e le speranze di fare presto rientro stavano lentamente sparendo.
 
Sentiva la mancanza di sua moglie, gli mancava tutto di lei e varie volte ebbe la tentazione di scriverle pregandola di rispondergli, perché forse le sue rincuoranti parole lo avrebbero aiutato a non arrendersi. Ma sarebbe stato troppo egoista, l’avrebbe solo fatta preoccupare ed era l’ultima cosa che desiderava.
 
Teneva la bacchetta tra le mani, ma ogni minuto doveva appurare che ci fosse ancora, che non fosse caduta, visto che il sonno lo stava inesorabilmente vincendo.
 
Solo un familiare rumore riuscì a ridestarlo completamente da quello stato di dormiveglia. Si alzò velocemente e puntò la bacchetta a pochi metri da lui.
 
 Miseriaccia, Harry, sono morto di paura! 
 
 Ehy, cognato, è così che arresti i Mangiamorte? Dormendo? 
 
Si avvicinò a lui con un sorriso, contento di aver appurato che stesse bene.
 
 Harry, che ci fai qui? 
 
 E me lo chiedi pure? Tuo nipote ci sta facendo impazzire, necessitavo di un po’ d’aria. Tu piuttosto, perché diavolo non scrivi ad Hermione? 
 
Quel nome lo fece sussultare, si risedette lentamente con un sospiro e attese che anche l’amico facesse lo stesso.
 
 Non ho buone notizie da darle e non voglio angustiarla, specie dopo la notizia di … 
 
Si bloccò forse in tempo o forse no, visto che aveva lasciato un certo sospetto nel cognato.
 
 Di? Ron, va tutto bene con Hermione? Perché ho avuto la percezione che ci fosse qualcosa che nemmeno lei volesse dirmi. Mi sbaglio? 
 
Lo guardò mortificato, infondo nemmeno a lui aveva mai raccontato tutta la verità circa Lavanda. Prese un nuovo respiro e con una notevole dose di vergogna in volto, senza incrociare il suo sguardo, tentò di impiegare le parole giuste.
 
 H-ho un figlio, Harry 
 
 Con Hermione?? 
 
 Certo che no! Ci siamo appena sposati, come potrebbe essere possibile, visto che io e lei…sì, insomma, hai capito, no?  
 
L’amico iniziava seriamente a pentirsi di aver toccato simili discorsi, ma credette inevitabilmente di essere stato messo all’oscuro di qualcosa di vitale importanza dai suoi due amici. Ma infondo se Hermione avesse avuto un bambino se ne sarebbe certamente accorto.
 
 Allora non capisco, con chi hai un figlio? Non l’avrai tradita, spero! 
 
 Dopo Hermione ci mancavi solo tu a dubitare di me. Grazie davvero per la fiducia  Harry era sempre più perplesso  Non stavamo insieme. Noi purtroppo sei anni fa non stavamo insieme 
 
Probabilmente i calcoli che sua moglie aveva fatto stavano passando per la mente anche dell’amico.
 
 Tu circa sei anni fa stavi con Lavanda Brown. Stai cercando di dirmi che hai un figlio con lei?? 
 
 Si chiama Sebastian ed è piombato nella mia vita da un giorno all’altro. Devo ancora capire come abbia fatto Hermione a non aver pensato di lasciarmi. Ma mi rifiuta quindi probabilmente arriveremo presto anche a quello 
 
Era rimasto scioccato, era decisamente un pessimo modo per scoprire di avere un nipote e forse iniziava a comprendere maggiormente quella forte ansia che si era impossessata della sua amica e che l’aveva spinta persino a chiamarlo in piena notte.
 
 Ron, lei non ti lascerebbe mai, nonostante tu l’abbia combinata veramente grossa. Come mai Lavanda ti informa solo ora? 
 
 Non ne ho la più pallida idea, ma è totalmente fuori di testa. Non riesco ancora a comprendere come abbia potuto stare con lei 
 
Era difficile trovare le parole giuste in quel momento ed Harry decise di evitare qualsiasi tipo di rimprovero, la situazione gli sembrò già sufficientemente delicata e lui abbastanza provato.
 
 Senti, Ron, ora pensa solo a scrivere ad Hermione, è molto preoccupata. Per stanotte faccio io la guardia e domattina cerchiamo insieme quei Mangiamorte 
 
 No, Harry, se mia sorella scopre che non sei a casa per colpa mia, credo che mi ucciderà con le sue mani 
 
 Lo sa che sono qui e tranquillo, non ti odia. Ora corri a scriverle 
 
 
***
 
Non c'era stato verso di ribellarsi, Harry l'aveva spedito dentro la tenda. Che Hermione stesse soffrendo poteva immaginarlo, ma cosa avrebbe potuto dirle per rincuorarla quando lui per primo stava morendo dentro?

​Si sedette al tavolo e prese controvoglia carta e penna. In breve tempo non fu più la testa a guidarlo in quelle sofferte parole, ma il suo cuore:
 
Hermione, tesoro mio, mi dispiace, non ho fatto alcun progresso, vorrei tanto dirti il contrario, ma mentirti non credo migliorerà la situazione.
Pensa che infondo sento la mancanza persino di quel bambino, credi mi stia affezionando a lui? Perdonami, forse non vorresti sentire da me queste parole, ma è mio figlio ed immagino che sia giusto così, tanto negarlo non cambia nulla.
Ho perlustrato Godric’s Hollow da cima a fondo, ma dei Mangiamorte nemmeno l’ombra. Forse se ne sono andati o forse attendono solo il momento giusto per attaccare. Non lo so, ma so che mi manchi da morire e solo quando penso a te mi sento veramente al sicuro.
Forse sto sbagliando a scriverti questa lettera, dopo una settimana aspetti sicuramente un altro tipo di notizie ed io forse non te la spedirò mai. Avevi ragione, tu hai bisogno di un marito che ti stia accanto, non di un Auror spericolato come me. Ho una paura terribile di perderti, perché ogni mossa che faccio sbaglio e tu sei la mia unica certezza. E rischio seriamente di perdermi anch'io in tutto questo senza di te.
 
Si bloccò, quando inevitabili lacrime gli impedirono di avere nitide le lettere che la penna incideva sul foglio. Forse era un segno che quella lettera, divenuta presto un disperato grido di aiuto, non andasse completata e spedita. Piegò il foglio e lo mise da parte con risolutezza. Ne prese uno bianco, si asciugò velocemente gli occhi e cercò di ritrovare un certo contegno, come se il suo umore potesse incidere sul tenore delle parole che si apprestava a scrivere.
 
Ciao amore,
Spero tu stia bene. Anche io sto bene, non stare in pensiero.
Non so per quale strana ragione (o forse la so) Harry mi ha raggiunto stanotte e mi darà una mano a catturare i Mangiamorte. Sono certo che se sai che c’è lui al mio fianco starai più tranquilla. E chi non lo sarebbe, vero? 
Ci vediamo presto, non tarderò, vedrai, per festeggiare insieme il nostro primo mese di matrimonio.
 
Mise da parte tutto il suo orgoglio, per farla sentire meglio poteva anche regalarlo, consegnò la lettera al gufo e sperò di poter mantenere le promesse fatte.
 
 
Spazio dell’autrice
 
Ciao ragazzi!
 
Un po’ di dolcezza iniziale per distendere la tensione che mi rendo conto di aver creato 😊
 
​Qualche segreto è stato svelato ed Harry finalmente è venuto a conoscenza di uno dei motivi di tanto malessere nell'amica.

Grazie come sempre di cuore a tutti coloro che mi seguono! <3
 
Alla prossima 😊
Baci
-Vale

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Capitolo 8
*** Lettere sospette ***


Lettere sospette

 
 
Avrebbe voluto non fosse mai arrivato quel giorno, desiderava che il tempo la fermasse, arrestandosi all’improvviso e bloccando le lancette su quell’orologio, che iniziarono presto a scorrere più velocemente di quanto sperasse. Il tempo era l’unico ostacolo che avrebbe potuto frapporsi tra lei e il San Mungo, perché la sua volontà era tristemente convinta che quella fosse la decisione migliore.
 
Aveva ricevuto quell’ultima lettera dal marito ormai giorni fa e da allora non aveva avuto altre notizie né da Harry né da Ron. Ora però erano in due, se la sarebbero cavata sicuramente di più, di questo ne era certa.
 
Rigirava quelle rincuoranti righe tra le mani, ma non era così sicura che tutta quella serenità fosse reale, non dopo la limpida consapevolezza della situazione in cui riversavano. E quel ragazzo non sapeva nemmeno tutta la verità, ma angustiarlo non avrebbe cambiato nulla. Un amaro sorriso si dipinse sul suo volto.
 
In quelle poche ore di riposo il suo inconscio le regalava dolci e evanescenti scene di gioia in cui gli comunicava la lieta notizia. Già, lieta, perché in quei sogni, che la sua mente proiettava - forse vigliaccamente -, non c’era ombra di paura, ma solo di immensa felicità da entrambe le parti. Infondo sapeva che ne sarebbe stato felice. E allora come accidenti faceva a privarlo così consapevolmente di quella gioia, mantenendo un segreto così terribile nel cuore per sempre? Stava decidendo anche per lui senza nemmeno offrirgli la possibilità di ribattere e ribellarsi a quella scelta. Sapeva già che avrebbe amato il loro bambino, che lo avrebbe difeso da quella fine con ogni mezzo, ma proprio quella consapevolezza la spingeva alla menzogna e ad un’atroce sofferenza, visto che avrebbe dovuto esserne orgogliosa, invece si sentì una persona orribile per non avere essa stessa quell'impulso e non quello di volerlo privare della vita, convinta gli evitargli un male maggiore. Si sarebbe ritorto inevitabilmente tutto contro di lei, provava sofferenza al solo pensiero di quel gesto, perché probabilmente il male che avrebbe sopportato sarebbe stata la punizione sufficiente oppure solo la sofferenza di cui avrebbe privato il suo piccolino e lei la sopportava volentieri, perché nonostante tutto l'amore per suo figlio era già presente nel suo cuore.
 
Le sue certezze iniziarono comunque a vacillare, dopottutto si rese anche lei conto della gravità di quel gesto, aggravato maggiormente dal silenzio che ne sarebbe seguito, ma, anche in quell’amara consapevolezza, non poteva più tirarsi indietro, aveva un appuntamento al San Mungo e doveva prepararsi.
 
Continuava a ripetersi le motivazioni che l’avevano accompagnata lungo quelle settimane. Persino il suo lavoro diventò una valida giustificazione per non diventare madre nell’immediato, infondo era appena stata nominata Ministro della Magia, non poteva piantare tutto come se niente fosse stato e dedicarsi alla famiglia. Aveva delle responsabilità. Già, responsabilità anche verso Ron, era suo marito, eppure lei pensava di mentirgli, anzi lo stava già facendo. Forse una piccola grande bugia l’aveva sempre detta a lui, aveva simulato il suo amore per anni, almeno finché non esplose nel suo cuore.
 
Rilesse almeno per la ventesima volta quella lettera, scritta forse frettolosamente. Le aveva promesso che sarebbe tornato per il loro anniversario, ma di lui non vi era ancora nemmeno l’ombra. Ripose accuratamente quel foglio nel cassetto del suo comodino, dove teneva tutte le altre sue lettere conservate gelosamente. Le conosceva tutte a memoria e non ricordava fra quelle che ce ne fossero di più sospette o ​per lo meno che le infondessero così tanta inquietudine, nonostante l'intento di Ron fosse l'esatto contrario. Forse era semplicemente la missione che sapeva il marito doveva portare a termine, ma più in generale la loro complessa situazione.
 
Le sembrava di avere i suoi occhi puntanti addosso che la rimproveravano, increduli per quello che stava per fare. Non riusciva nemmeno a reggerne il pensiero, così chiuse il cassetto con un movimento deciso, anche solo per avere la percezione di non dover subire quelle riprovazioni, che sapeva essere estremamente fondate.
 
Sfiorò il suo ventre ancora piatto. La sua mente non poteva fare a meno di immaginarlo, era forse un istinto accentuato da ciò che stava per fare. Probabilmente avrebbe assomigliato ai Weasley ed era prevedibile che sarebbe diventato un Grifondoro, proprio come la sua mamma e il suo papà e loro ne sarebbero stati immensamente orgogliosi.
 
Era stato troppo crudele il destino a volerli unirsi e poi a volerle insinuare quell’incertezza per il loro futuro, convinta di non riuscire a gestire una situazione simile con la presenza di quel bambino, sicura forse che avrebbe sofferto almeno tanto quanto lei. E forse Ron per primo avrebbe sentito il peso di tutte quelle responsabilità, era già sufficientemente provato e lo sfogo che aveva avuto prima di partire ne era stata la prova evidente.
 
Sì alzò con un nuovo scatto, forse riscoprire quella caratteristica sicurezza - che ora sentiva venir meno - le avrebbe dato la forza per prepararsi con maggiore convinzione.
 
Prese la giacca e raggiunse il soggiorno. Mai come in quel momento i suoi occhi si posarono con disperazione sul quadro appeso lungo le scale. Avevano immortalato quel loro primo bacio da marito e moglie, ma in quell’occasione era stato Ron a farsi avanti con un grande sorriso stampato sulle labbra. Solo il primo di una serie di tanti baci che si scambiarono in quel giorno e in quella notte…la loro prima notte insieme. Credeva davvero che l’avrebbe aspettata esattamente come le aveva promesso in quei lunghi anni di fidanzamento, avevano deciso insieme di aspettare, ma era stata un’illusa, dopotutto perché mai avrebbe dovuto farlo. Ma in fondo con Lavanda non era stato amore sincero. Suo marito diceva di essere stato guidato dalla frustrazione, a lei veniva in mente altro, ma non ci volle pensare, per lei era stato importante che fosse stato lui al suo fianco quella notte, il passato forse non le sarebbe importato se solo non avesse lasciato conseguenze al suo passaggio. Le aveva mentito con quella promessa o forse il suo intento era stato mentire a se stesso per cancellare dalla memoria quell'errore, di cui non sapeva ancora nemmeno la gravità.
 
In quella bellissima foto accompagnava quel bacio con un tenero abbraccio, come a voler sottolineare che lei era sua. E di chi altro sarebbe dovuta essere? Lo era sempre stata. Ron aveva insistito per appendere quel quadro all’ingresso perché infondo ‘era stato un bacio pubblico, erano presenti centinaia di persone’, gli piaceva tanto, ma per quanto meraviglioso fosse a lei non pareva il caso di metterlo in mostra in quel modo, così preferì conservarlo in un luogo più discreto, visto che ricordava di essersi imbarazzata notevolmente in quella circostanza. Era orgoglioso di averla sposata ed era reciproco, ma il modo in cui l’aveva stretta davanti a tutti l’aveva lasciata senza fiato. Voleva risentire quelle braccia stringerla, ma temeva di non riuscire nemmeno più a guardarlo negli occhi dopo essere stata al San Mungo.
 
Rivolse solo un ultimo malinconico sguardo a quell’immagine prima di oltrepassare tutti i gradini, sforzandosi di riscoprire dentro di sé una certa decisione, che sicuramente non sarebbe giunta da quel povero bambino. Ma lo doveva fare, forse per tutti, perché tutti infondo ne avrebbero beneficiato e l’unica a soffrirne sarebbe stata lei. Lei soltanto.
 
Si diresse a passo svelto verso la porta, un po’ di grinta l’aveva acquistata. Non indugiò, solo un metro la separava, ma dovette bloccarsi quando la soglia si aprì improvvisamente e con concitazione.
 
L’ultima persona che avrebbe voluto che i suoi occhi incontrassero in quel momento era proprio davanti a lei e la fissava emozionato dopo almeno due settimane che non la vedeva.
 
Ron non poté proprio evitare di sorriderle quasi commosso e di fiondarsi su di lei con la chiara intenzione di baciarla. Risentire fra le sue braccia la presenza di sua moglie dopo quella missione lo fece rinascere. Ogni sorta di stanchezza e di ansia provata in quelle ultime ore lo abbandonarono in un attimo.
 
Hermione era rimasta spiazzata, ricambiò un po’ titubante quel bacio. Una lacrima incontrollabile scese lungo la sua guancia, una commozione che sarebbe stata sicuramente male interpretata da lui. Era ritornato, lei sarebbe dovuta essere felice, ma aveva avuto un tempismo davvero pessimo. Lo scostò delicatamente da lei, porgendogli una carezza sul viso, interrompendo quel contatto poco convinto e lasciandolo inevitabilmente perplesso.
 
 Pensavo ti fossi mancato 
 
Non riusciva nemmeno ad incrociare i suoi occhi, la paura che riuscisse a leggere ciò che serbava nel cuore era troppa.
 
 Harry sta bene? 
 
Non riusciva a comprendere quella freddezza, non si vedevano da almeno due settimane, sarebbe dovuta essere la prima a saltargli in braccio.
 
 Sì, stiamo entrambi bene. Stai piangendo, ma sono lacrime di gioia, vero? 
 
La ragazza provò a sforzare un sorriso, ma anche quel tentativo fu presto vanificato, quando si accorse, abbassando colpevole lo sguardo, che la sua mano era sporca di sangue. Esaminò il viso del ragazzo, dove lo aveva sfiorato poco prima e intravide del colore ancora vivo.
 
 Ron, sei ferito 
 
Lui non capiva a cosa si riferisse, non sentiva nulla. Si toccò con la punta delle dita nel punto in cui la ragazza lo stava esaminando e qualche segno rosso macchiò anche la sua mano.
 
 Non è niente, Hermione, è solo un graffio 
 
Le sorrise per rincuorarla, ma lei non voleva assecondarlo.
 
 Ti devo medicare 
 
 Tesoro, non preoccuparti, non … 
 
Lo prese per mano e estremamente seria lo fece accomodare. Recuperò del dittamo e un fazzoletto pulito, prima di sedersi al suo fianco. Il tutto sotto lo sguardo perplesso e attento del ragazzo.
 
 Ronald, perché non mi hai più scritto? 
 
 Scusa, amore, hai ragione. Li abbiamo arrestati un paio d’ore fa, siamo passati ad Azkaban e poi sono corso a casa 
 
Forse cercava delle scuse per non spaventarla, ma l’aveva davanti a lei e tutto sommato stava bene.
 
 Non hai risposto alla mia domanda 
 
 Sì, ma…Hermione, mi stai facendo male 
 
Stava sicuramente usando poca grazia per curarlo, era troppo tesa per impiegare maggiore delicatezza.
 
 È dittamo, non acqua fresca 
 
 Sei…per caso, arrabbiata con me? 
 
Quella titubante domanda da parte del ragazzo la fece scattare come una molla, interrompendo persino ciò che stava facendo e fulminandolo di traverso.
 
 Sono stufa, Ronald. Stufa di aspettarti senza avere la certezza di rivederti. Lo sai che ti resterà la cicatrice, vero? 
 
Era sempre più perplesso davanti a quelle accortezze per nulla delicate e per giunta c’era tanto rancore nella sua voce.
 
 Poco importa. Tanto io ti piaccio lo stesso, no? 
 
 Non sei divertente 
 
 Mi sei mancata anche tu 
 
Tentò di baciarla nuovamente voltandosi verso di lei con un sorriso, non riusciva a comprendere il distacco di lei, ma l’ultima cosa che voleva era litigare. La ragazza si ritrasse con disappunto e lo invitò con decisione a guardare altrove per riuscire a terminare la medicazione.
 
 Ron, non ho tempo, devo andare al San Mungo 
 
 Al San Mungo? A fare che? 
 
Si accorse tardi di aver parlato troppo, quella svista contribuì solo ad aumentare la sua agitazione e per poco non le cadde il fazzoletto di mano.
 
 N-niente di importante 
 
​A lui ovviamente non sfuggì quella disattenzione. 

 Ti accompagno io 
 
 No 
 
 Perché? 
 
 Perché è…una cosa intima 
 
L’imbarazzo che si dipinse sul suo volto non sarebbe potuto essere decifrato da Ron così facilmente, eppure quella risposta incerta e vaga non lo convinse affatto.
 
 Ma sono tuo marito 
 
 E con ciò? Devo per forza dirti tutto? 
 
Tentare di rimediare stava diventando complesso. Al momento desiderava solo curare velocemente quella ferita e fiondarsi fuori di casa, senza ulteriori spiegazioni.
 
 Immagino di sì, o almeno, tutto ciò che ti riguarda mi interessa 
 
 Fidati che questo non ti interessa 
 
 Allora vengo con te e ti aspetto fuori 
 
 Sei stanco, devi riposare  
 
 Per nulla. Non vedevo l’ora di tornare a casa, ma non di certo per andare a dormire  le sorrise, ma la gioia per quel ritorno continuava a non essere pienamente condivisa  Hermione, c’è qualcosa che non vuoi dirmi?  
 
 Esatto, ma solo perché non è importante 
 
 Tesoro, tutto è importante, dimmelo 
 
 Ho una semplice visita 
 
 Per cosa? 
 
La ragazza coprì attentamente la ferita con un cerotto e senza degnarlo di una risposta, o più semplicemente di uno sguardo, fece per allontanarsi. Ron però le impedì di allontanare le mani dal suo viso, trattenendola.
 
 Hermione, mi sto solo preoccupando per mia moglie. Non è un reato, no? O puoi solo tu preoccuparti per me? 
 
Fu un gesto inaspettato per lei. Lo guardò dispiaciuta, supplicandolo di lasciarla andare, ma lui non sembrava intenzionato a farlo prima di avere qualche chiarimento.
 
 Devo … 
 
 Devi? 
 
Non riusciva a guardarlo negli occhi mentre annunciava quel verdetto. Sciolse lentamente quel contatto tra le loro mani e con un sospiro sofferente non trovò altra soluzione che confessare a lui ciò che stava per fare.
 
 A-bortire 
 
 H-Hermione, sei … no, un momento, hai detto abortire?  era estremamente confuso  Hermione. Mi spieghi? Ho capito male, vero? Non può essere ... 
 
 Non c’è niente da spiegare, Ronald 
 
 Scusa?? Cosa non c’è da spiegare? Ti sembra questo il modo di dirmi che sei incinta? 
 
Alle fredde parole di lei non era davvero riuscito a controllarsi, alzandosi con uno scatto e fissandola con disappunto.
 
 Io nemmeno te lo volevo dire 
 
Evidentemente aveva impiegato le parole sbagliate, perché quell’euforia che lo aveva investito, l’aveva presto abbandonato, portandolo a risedersi lentamente sul divano.
 
 Credo di non sentirmi tanto bene 
 
Hermione si sentì in colpa per avergli inferto quel dolore. Si chinò per poterlo guardare incontrando i suoi occhi.
 
 Ron, sei sbiancato 
 
Lui per tutta risposta si portò una mano davanti al viso per non mostrare gli evidenti segni del malessere che quella notizia aveva provocato.
 
 T-troppe emozioni oggi 
 
Hermione non sapeva se provare a tranquillizzarlo oppure lasciare che assimilasse la notizia in religioso silenzio.
 
 Mi dispiace, Ron. Non sai quanto. Ma anche io ho passato delle settimane orribili con questo peso sul cuore e …. 
 
 Settimane??  solo all’udire quella parola aveva trovato il coraggio di alzare lo sguardo su di lei  Da quanto lo sai? Aspetta, tu l’hai scoperto prima che io partissi?? Mi hai lasciato andare in missione senza dirmi che aspettavi un bambino?? Hermione, ma ti rendi conto che mi avresti dato un altro buon motivo per tornare il prima possibile?! 
 
 Ron … probabilmente ti saresti messo maggiormente in pericolo per provare a tornare prima ... 
 
Si era alzato, tanto la risposta sapeva essere scontata e quella che aveva udito era veramente molto debole, aveva tutta l'aria di essere stata inventata sul momento per placare la sua ira. Fece per andarsene, dirigendosi verso le scale, ma un nuovo pensiero spinto dalla delusione per quella notizia gli uscì dalla bocca.
 
 E poi sarei io quello che fugge dalle situazioni difficili, vero? 
 
Riuscire a resistere a quelle provocazioni fu complesso per Hermione, ma cercò di trattenere le prime parole che le vennero in mente. Di certo rinvangare il passato non avrebbe aiutato, ma solo peggiorato l’umore, così cercò di concentrarsi sul presente.
 
 Ron, non puoi riuscire a gestire una situazione simile. È già complesso così  si avvicinò a lui per provare a placare la sua rabbia  Tesoro, non ti sto rimproverando, sarebbe difficile per chiunque. Questo non è il momento per avere un figlio insieme, lo facciamo solo soffrire 
 
La guardava allibito, non riusciva a comprendere le sue parole o forse semplicemente faceva fatica ad accettarle pienamente.
 
 Ma cosa stai dicendo? Hermione, tu sai quanto lo desideravo ed ora tu vuoi …  la commozione abbassò il suo tono, la voce incontrò qualche impedimento, e si avvicinò maggiormente a lei  Ci sarò. Come potrei non esserci per voi?! 
 
 Ron, non dipende da te. Rischi inevitabilmente di fare torto a qualcuno e se posso evitarlo, non chiedermi di non farlo. Sei troppo impegnato, il lavoro, Sebastian e, per quanto io possa farmi da parte per lasciare spazio a tuo figlio, ci sono anch’io e sono tua moglie 
 
Probabilmente non sarebbe riuscito a convincerla, ma forse solo a trattenerla fisicamente. L’abbracciò con enfasi senza nemmeno consentirle di respingerlo. Si sentiva veramente male, le sue intenzioni erano all'improvviso diventate quelle di coricarsi, ma prima di qualsiasi altra cosa doveva fermarla ad ogni costo.
 
 Hermione, ti prego, sono felice, non roviniamo questo momento  quando lei tentò di liberarsi, lui la strinse ancora più forte  Ti prego, amore, non sono mai stato più felice. Questo bambino è voluto e amato. Per favore, lo voglio, non farlo, non possiamo più tornare indietro poi 
 
Non poté evitare di scoppiare a piangere davanti a quelle suppliche, inondando la spalla del marito di lacrime. Quel tanto desiderato contatto e la consapevolezza dell'amore che Ron provava già per il loro bambino - forse solo per il fatto che nasceva dal loro amore - la fecero sussultare. 
 
 R-Ron, anche se non lo faccio, non posso più tornare indietro. Cerca di capirmi 
 
 Ci sarò, Hermione. Te lo prometto. Non ti lascio sola 
 
Si divincolò per liberarsi da quell’abbraccio e lui stavolta non oppose alcuna resistenza. Passò dolcemente una mano nel punto in cui con le sue lacrime avevano bagnato l’uniforme del marito e cercò con i suoi occhi arrossati di catturare quelli del ragazzo.
 
 Forse non era destino. Forse devo trovare la forza di fare ciò che non è riuscita a fare Lavanda. Ron, io ti amo tanto, ma non è questo il momento. Per quanto ti sforzerai, tu per noi non riuscirai ad esserci come vorresti e ne soffrirai inevitabilmente 
 
Si voltò verso la porta e fece per dirigersi in quella direzione, l’ora stava per giungere e lei non voleva avere il tempo di avere nuovi ripensamenti o di assistere a nuove suppliche. Solo le inaspettate parole di lui bloccarono le sue intenzioni.
 
 No, Hermione, tu non mi ami! Altrimenti non penseresti di fare una cosa simile a nostro figlio 
 
La rabbia lo aveva di nuovo invaso. Era sfinito e la netta certezza di non essere in grado di fermarla si era impossessata di lui.
 
 Probabilmente l’amore che provava Lavanda per me era più sincero, visto che lei non l'ha fatto e non credo nemmeno abbia mai pensato di farlo da come parla di Sebastian 
 
 Allora forse avresti dovuto sposare lei e non me. A quest’ora avresti una famiglia, una donna che ti ama e un figlio Purosangue! 
 
Dopo quelle accuse non ebbe più la forza di rimanere in quella casa ad ascoltarlo, così si diresse decisa verso la porta.
 
 Hermione! 
 
Tentò di richiamarla, ma lei non sembrava intenzionata ad ascoltarlo. Le corse dietro e quando lei fece per aprire la porta, lui la richiuse con prontezza.
 
 Hermione, ti prego, non scappare. Affrontiamo tutto insieme 
 
 Vuoi davvero parlare di questo? Vuoi davvero ritornare sull’argomento, Ronald? Sicuro? Mi hai piantata in piena guerra, senza la più piccola certezza di rivederci. Quello è scappare come vigliacchi, il mio è coraggio, perché se non l’avessi ancora capito, sto soffrendo anche io per mio figlio 
 
 Ma noi siamo destinati, Hermione, me lo hai sempre detto. Sono tornato, mi hai chiamato e sono tornato da te. Nemmeno quello stramaledetto Horcrux ci ha separati. Siamo stati insieme per anni senza mai desiderare di aver accanto qualcun altro. Tesoro, per favore, io sono certo che riusciremo insieme. Abbi fiducia in me, ti chiedo solo questo  attese speranzoso che lei cambiasse idea  Ricordi? Nella buona e nella cattiva sorte, noi ci siamo stati ancora prima che ce lo promettessimo sull’altare e non ho mai voluto pronunciare quelle promesse davanti ad un’altra donna. Hermione, è anche mio figlio, non puoi decidere solo tu, sono suo padre e ho dei diritti. Ti prego, non fare quello che ha fatto Lavanda per anni, non escludermi, da’ la possibilità anche a me di scegliere per lui. Tesoro, sei arrabbiata con me per quello che ho fatto, ma non prendertela con lui. Nostro figlio non è un errore 
 
​Nuove lacrime invasero i suoi occhi, ma lei non poteva più ascoltarlo. Lui non capiva e forse non poteva nemmeno capire le sue ragioni. Solo una madre poteva sentire certe cose e muovere simili passi pur di proteggere il proprio bambino.

 Non ho bisogno del tuo consenso 
 
Inaspettatamente la ragazza, con estremo dolore, spostò le sue mani dalla porta ed uscì. Lo lasciò spiazzato per diversi secondi, le aveva parlato con il cuore in mano, non poteva averla lasciata indifferente. Uscì rapidamente sperando di fermarla, ma afferrò il vuoto, perché lei si era smaterializzata davanti ai suoi increduli occhi.
 
Stava per compiere il medesimo gesto, ma si rese conto di non avere modo di impedirle di compiere un simile errore. Tornò in casa e si fiondò sul telefono. Iniziava seriamente a sentirsi male, era assurdo, qualche ora prima era riuscito a catturare dei spietati Mangiamorte senza nemmeno sapere come fosse riuscito ad uscirne vivo ed ora non era stato in grado di fermare sua moglie evitandole di compiere un gesto tanto sconsiderato.
 
 Har … 
 
 Ron! Si può sapere cosa ti dice il cervello?? 
 
 Ginny? Ascolta, non c’è tempo, devi passar … 
 
La sorella però aveva tutta l’aria di essere infuriata con lui e di non concedergli nemmeno la possibilità di spiegare il motivo di quella importante chiamata.
 
 Il tempo di andare con Lavanda pare che tu l’abbia avuto però! E se mi stai per chiedere se Harry mi ha detto tutto di sua spontanea volontà, la risposta è no. Ma visto che, per tua sfortuna, capisco al volo quando qualcosa lo turba, ha svuotato il sacco 
 
 Senti, Ginny, concordo, sono tutto ciò a cui probabilmente stai pensando, ma ora non ho tempo per quello, ho bisogno di parlare con Harry. Immediatamente! 
 
La ragazza dall’altra parte del telefono rimase sorpresa di fronte a quell’ammissione di colpa ed iniziò seriamente a spaventarsi.
 
 Che succede, Ron? 
 
 Hermione…vuole fare una sciocchezza e se ne pentirà probabilmente per tutta la vita...dovete fermarla, vuole abortire…io non sono riuscito ... 
 
Ginny non si aspettava una simile notizia, lei non l’aveva informata del suo stato.
 
 Vuole abortire?? Io non sapevo nemmeno fosse incinta 
 
 Vi prego, correte al San Mungo, non so a che ora avesse l’appuntamento. D-dovete fare presto! 
 
Il fratello era troppo agitato per riuscire a rispondere probabilmente alle milioni di domande che le frullavano in testa. Fece solo in tempo a vedere il marito sfrecciare fuori dalla porta ed intuì avesse seguito la conversazione telefonica.
 
 Tranquillo, Ron. Harry la sta raggiungendo 
 
***
 
Harry fece il prima possibile. La fortuna volle che conoscesse quel reparto, ma di certo non si aspettava di rimetterci piede così presto.
 
Si smaterializzò davanti al San Mungo e corse più veloce che poté, sperando di arrivare in tempo. Sua cognata doveva aver perso totalmente la cognizione del reale, la presenza di Sebastian non era affatto un buon motivo per compiere un simile gesto. Non l’aveva mai vista ragionare così poco in vita sua. Poteva capire la paura, sia quella normale - che infondo aveva provato anche lui - sia quella dovuta alla situazione, ma si stava facendo guidare troppo dalle emozioni e mettendo da parte la ragione. Paradossalmente, forse per la prima volta nella sua vita, doveva essere lui a ricordarle quanto l’impulsività non avrebbe giovato a nessuno e men che meno a lei o a quel bambino.
 
Tirò un sospiro di sollievo quando la intravide in lontananza ancora in attesa di essere convocata. Forse era arrivato in tempo per fermarla, anche se non era così sicuro di riuscirci, avrebbe dovuto sicuramente sradicare alla radice un pensiero che probabilmente la ragazza si portava dentro da tempo, era convinto che ci avesse già riflettuto a sufficiente trovando motivi più che validi. A lui il compito di squarciare quel velo di paura che si era frapposto tra lei e la realtà.
 
Si avvicinò con tranquillità, cercava l’ispirazione, il modo giusto per esordire. Probabilmente suo cognato aveva già costruito un qualsiasi tipo di discorso senza comunque avere il ben che minimo successo.
 
 Sai, non pensavo che mi avresti fatto rimettere piede qui dentro così presto 
 
Alla familiare voce Hermione si voltò di scatto verso di lui. Si leggeva tanta mortificazione sul volto, ma alcuna resistenza alla sua presenza, così Harry lo prese come un beneplacito ad accomodarsi accanto a lei.
 
 Neanche io ci sarei voluta tornare così presto 
 
Le afferrò la mano e la strinse per farle percepire la sua vicinanza. La ragazza aveva gradito e glielo fece sapere attraverso un mezzo triste sorriso.
 
 Non ve la siete vista bella in questa missione, vero? Ron aveva una ferita sulla guancia 
 
 Non è stata propriamente una passeggiata di salute, ma stiamo bene. Non mi ero accorto fosse ferito 
 
 Non era particolarmente profonda, il dittamo è stato sufficiente  si voltò verso di lui, distogliendo lo sguardo dalla porta chiusa davanti a sé  Grazie per averlo aiutato 
 
Le fece un grande sorriso, prima di cambiare abilmente discorso per giungere con delicatezza al motivo di quell’incontro.
 
 Allora, quando pensavi di dirmelo che sarei diventato di nuovo zio? 
 
 Immagino tu sappia già tutto, quindi sai anche che non ero intenzionata a dirtelo. Nessuno avrebbe dovuto saperlo 
 
 Per Sebastian 
 
Poteva immaginare che Ron gli avesse anticipato l’esistenza di quel bambino, ma sentirgli pronunciare il suo nome le diede un colpo al cuore, come se fosse stata scoperta in flagranza di reato.
 
 Quel bambino…e il lavoro di Ron. Ma, già che si sei, aggiungi anche il mio. Non ci riesco, Harry, è troppo per me. Ed è troppo anche per lui 
 
L’ascoltò e solo dopo qualche istante di riflessione tentò di formulare un pensiero.
 
 Sai, quando Ginny mi disse di essere incinta, non credo di aver fatto i salti di gioia, anche se con il senno di poi avevo ragione, ma …   riuscì a strapparle un sorriso, aveva davvero sperato di riuscirci con quella innocente battuta  ma dal tempismo con cui Ron ha chiamato per chiederci aiuto, non ho visto paura di avere questo bambino, solo di perderlo 
 
 Povero Ron, era appena tornato a casa da quella missione ed io l’ho accolto con una simile notizia. Sarebbe dovuto essere un momento di gioia, avrei dovuto fargli una bella sorpresa. Se la meritava 
 
Si avvicinò a lei per catturare i suoi occhi, forse aveva ancora qualche possibilità di farle cambiare idea.
 
 Ehy, Hermione, puoi ancora farlo. Sono certo che lui sia felice e lo sarà ancora di più quando tornerete a casa. È normale avere paura, io l’avevo, persino Ginny l’aveva. Mi rendo conto che il nostro mestiere non sia il più sicuro al mondo, ma questo non è un buon motivo per non far nascere questo bambino 
 
 Ginny non ha mai paura di non vederti più tornare ora che avete un figlio? 
 
 Da quando è nato James quella di oggi è stata la prima missione, ma anche lei si preoccupa. Hermione, è normale ed anche Ron ne è consapevole, ma nonostante ciò tiene alla sua famiglia. Pensa solo che miglioriamo il mondo per i nostri figli e facciamo di tutto per vederli crescere, questa è la migliore rassicurazione che possiamo darvi 
 
Una piccola lacrima solcò il suo viso. Quell’aspetto della loro vita era un’amara consapevolezza, lei avrebbe potuto perderlo in qualunque momento e quel tempo che lei auspicava riservare per la loro famiglia diventava davvero molto prezioso.
 
 Tu non hai un figlio con un’altra donna, tu quando non sei al lavoro ti dedichi alla famiglia. Noi invece dobbiamo dividere il tempo a disposizione con quel bambino 
 
 Hermione, non avere paura, perché tu non sei sola, ci siamo io e Ginny, Arthur e Molly, i tuoi genitori…non abbiamo alcuna intenzione di abbandonarti 
 
 Ma lui ha bisogno di suo padre 
 
 Innanzitutto ha bisogno di nascere! 
 
Si alzò contrariata. Suo cognato non voleva capire, ma infondo lui non poteva capire cosa il suo cuore stava realmente attraversando da un paio di settimane.
 
Gli rivolse solo un ultimo sguardo prima di dirigersi con decisione verso quella porta. Harry a quel punto non ebbe altra scelta, aveva tentato con le buone, ma probabilmente con lei ci voleva anche un po’ di forza. La raggiunse, la prese per il polso ed iniziò a trascinarla per il corridoio.
 
 Harry! Mollami! Ma sei impazzito?! Qui dentro mi conoscono 
 
 Appunto, ti conoscono, quindi dovresti solo vergognarti per quello che stavi per fare  si bloccò e si voltò verso di lei con disappunto, forse puntare sull’orgoglio e mettere in dubbio la sua razionalità l’avrebbe fatta desistere  Una donna sposata che pensa di abortire? È questo l’esempio che vuole dare il Ministro della Magia?? 
 
 Gli altri non sanno un accidente della mia vita 
 
 Ma lo so io e so che vi amate, questo è più che sufficiente per crescere un figlio 
 
Ricominciò a tirarla verso l’uscita, senza nemmeno darle la possibilità di replicare o di ribellarsi.
 
***
 
Si materializzarono davanti a casa e Ron non tardò a precipitarsi alla porta, quando gli parve di percepire la loro presenza. Aveva atteso per tutto il tempo nei pressi della porta, sapeva che la sua presenza sarebbe stata sgradita al San Mungo. Aprì tempestivamente e pregò che Harry fosse arrivato in tempo. Non riuscì però a chiedere, perché una furia lo oltrepassò, scansandolo, e si diresse verso le scale.
 
 Hermione 
 
All’udire il suo nome, intuì cosa probabilmente il marito bramava con apprensione di domandarle. Si voltò furiosa e con tanto sarcasmo nella voce gli rispose prima ancora che fu rivolta la domanda.
 
 No, puoi stare tranquillo, tuo cognato è arrivato in tempo. Anzi ringrazio entrambi per avermi impedito di compiere l’errore più grande della mia vita. Ma, dopotutto, tu, Ronald, ne sai qualcosa di errori, vero? 
 
Gli ripassò davanti per uscire di nuovo, senza evitare di fulminarlo.
 
 Sapete che vi dico, mi avete stufata entrambi. Io ne faccio a meno di voi e dei vostri consigli, anzi sto molto meglio 
 
Si smaterializzò, lasciandoli totalmente spiazzati per quell’atteggiamento decisamente compulsivo.
 
 Tranquillo, Ron, deve essere la gravidanza 
 
​Ma il cognato prese la provocazione della moglie più sul personale ignorando le sue parole.

 Non credo che noi avremmo potuto fare a meno di lei. Sicuramente a quest’ora non saremmo vivi 
 
Guardò Harry con malinconia, ma l’amico non sapeva, nonostante ne fosse anche lui consapevole, come rincuorarlo.
 
 Non credo sia tornata al San Mungo. Ha solo bisogno di rimanere sola, ma vedrai che torna presto e tutta questa assurda paura le passa 
 
 ***
 
Forse Harry non aveva previsto che Hermione non necessitava solo di qualche minuto per riprendersi e quella notte lei non sarebbe ritornata.
 
L’aveva cercata ovunque, era passato dai suoi genitori e dai suoceri, ma di lei non c’era nemmeno l’ombra. Era dovuto stare attento a non allarmare nessuno, nonostante la preoccupazione lo stesse consumando ora dopo ora.
 
Se ne stava seduto sul divano e non scollava gli occhi dalla porta. Oltre all’ansia per la sua giovane sposa anche una certa dose di rabbia si stava impossessando di lui, visto che avrebbe almeno potuto avvisarlo. Comprendeva - più o meno - la necessità di assimilare tutta quella situazione, ma poteva anche pensare a suo marito, che, dopo la giornata vissuta, desiderava solo averla accanto e vivere un po’ di serenità a casa propria.
 
Forse però chiedeva troppo dopo tutto quello che aveva combinato. Hermione aveva ragione, di lui poteva anche fare a meno, ma Ron non era così certo di poter fare a meno di lei e del loro bambino.
 
Era scesa una notte gelida, sperò che non fosse fuori da qualche parte, se le fosse successo qualcosa non se lo sarebbe mai perdonato. Anzi, se fosse successo qualcosa alla sua famiglia.
 
Non era nemmeno riuscito a telefonare a Sebastian per avvisarlo del suo ritorno e sentire come stava, l’agitazione non gli aveva consentito di mantenere la calma per parlare con quel bambino. Voleva solo concentrarsi su sua moglie, quel tempo lo avrebbe dedicato a lei, ma era stufo di aspettare concedendogli quel tempo, la pazienza non era certo una sua qualità. Salì velocemente le scale, imbattendosi in quel quadro che ornava la parete, loro avrebbero riprovato quella felicità, lui ne era sicuro.
 
Raggiunse velocemente la loro camera senza ulteriori indugi e non ebbe altra scelta che cercare qualche indizio tra gli effetti personali della ragazza. Probabilmente aveva mancato di dirgli qualcosa, qualche amicizia o luogo a lei caro dove andarsi a rifugiare nei momenti di buio o di solitudine​. Forse un sostegno che aveva cercato mentre era sola, che non fosse ovviamente la famiglia.
 
Aprì il cassetto del comodino e per prima cosa trovò almeno una decina di lettere che lui riconobbe, le aveva scritte lui. Si sedette sul letto e le esaminò attentamente, fino ad imbattersi in un foglio che non gli fu affatto familiare. Lo aprì e subito il destinatario lo sconvolse. Quella lettera era stata scritta da Victor Krum. Non indugiò, ne lesse il contenuto e scoprì sconvolto che lui fosse a conoscenza di tutti i più recenti avvenimenti, persino di ciò che lui stesso era stato all'oscuro fino a qualche ora prima.
 
La richiuse, aveva letto a sufficienza e forse iniziava a farsi un’idea su dove potesse essere Hermione. Gli passarono per la mente tante ipotesi, una più terribile dell’altra, aveva sempre avuto fiducia in lei, ma i sospetti non tardarono ad arrivare.
Stavolta però, indipendentemente dalla verità, non avrebbe indugiato, era sua moglie e non l’avrebbe lasciata nelle sue mani.

 
 
 
Spazio dell’autrice
 
Ciao ragazzi!
 
Tante cose sono successe in questo capitolo, un evento dietro l’altro (ma non ho potuto proprio spezzare la trama fin qui) ed anche qualcosa di inaspettato per il povero Ron, ma prevedo abbia frainteso un po’ di cose…😉
 
Nel prossimo capitolo ci sarà uno scontro epico, Ron è intenzionato a lottare stavolta per Hermione…ammesso che ce ne sia la reale necessità 😊
 
Grazie come sempre di cuore a tutti coloro che mi seguono! <3
 
Alla prossima 😊
Baci
-Vale

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Capitolo 9
*** Il coraggio mai avuto ***


Il coraggio mai avuto




Cosa poteva importargli di doversi smaterializzare fino in Bulgaria per raggiungerla, visto che stavolta niente lo avrebbe fatto desistere, la sua insicurezza non avrebbe vinto prima di averla seguita e strappata dalle braccia di Krum.
 
A Ron non importava un accidente se lei avesse raggiunto quella destinazione di sua spontanea volontà o se molto probabilmente non avesse nemmeno voglia di vederlo, perché Hermione era sua moglie e questa era una certezza che nessuno poteva far vacillare. Forse l’unica che gli era ancora rimasta, visto che il suo mondo, conosciuto e stabile fino a quel momento, stava inesorabilmente crollando da un paio di settimane.
 
Grazie a questa consapevolezza, accompagnata dal grande amore che provava per lei, aveva trovato il coraggio di lottare, stavolta non le avrebbe permesso di allontanarsi da lui, perché era intenzionato a farla sentire semplicemente la sua prima scelta, come avrebbe dovuto già fare parecchi anni addietro. Tutti i loro problemi erano iniziati dalla sua stupidità, se solo fosse riuscito a capire prima quanto teneva a lei e che quell’affetto non era spinto da una semplice amicizia, ma da qualcosa di più profondo e travolgente, a quell’ora sarebbero stati felici e non avrebbero dovuto rincorrersi per provare a salvare il loro matrimonio e a ricordarsi di quanto il loro amore fosse sincero e indissolubile.
 
Il coraggio di smaterializzarsi lo aveva avuto. Ciò che però ancora non capiva era come fosse riuscito a raggiungere quella meta, visto che la decisione e la determinazione, indispensabili per compiere quel sortilegio, lui non le aveva in quel momento. Lei lo rendeva estremamente debole davanti a quel forte sentimento che gli stava esplodendo nel cuore, ma allo stesso tempo così forte da infrangere ogni ostacolo pur di riportarla da lui.
 
Era stanco fisicamente e moralmente. Non era così sicuro di riuscire ad inveire contro quel bastardo che molto probabilmente aveva approfittato vigliaccamente della situazione, forse addirittura mettendolo in cattiva luce davanti a lei. Ron iniziava seriamente a credere di meritarselo, infondo cosa avrebbe potuto dire ad Hermione che non fosse vero? Krum le avrebbe potuto dire con estrema sincerità quanto lui non fosse alla sua altezza, quanto lei meritasse di meglio, sicuramente un uomo migliore, più attento, più presente e forse anche più ricco ed infine - ma non meno importante - ciò che lui aveva combinato, di cui aveva la piena responsabilità e che lo rendeva ancora meno favorito per essere un buon marito. Eppure quando l’aveva vista il giorno del loro matrimonio con la consapevolezza che lei fosse lì per lui, che avesse deciso di condividere il resto della sua vita proprio con lui, quei dubbi si erano dissolti, forse credendo infondo di avere avuto il privilegio di essere stato scelto da lei.
 
Fino a quel giorno era stato convinto che il loro destino fosse stato nelle mani di Hermione, solo lei avrebbe potuto rifiutarlo, perché lui non se lo sarebbe nemmeno sognato. Eppure da qualche settimana quello stesso fato era passato inaspettatamente nelle sue mani, con il suo insensato comportamento aveva portato un notevole squilibrio nel loro rapporto, perché si ritrovò volente o nolente a decidere del loro futuro. Lei avrebbe abortito per causa sua macchiandolo di quell’ulteriore colpa, se non fosse tornato proprio in quel momento per provare a fermarla. Nemmeno il destino sembrava essere d'accordo con l'idea della ragazza.
 
Si smaterializzò in quella via, all’indirizzo che sua moglie conservava gelosamente nel cassetto del comodino insieme a quelle lettere - mischiate a quelle che amorevolmente le aveva scritto lui -, prova della corrispondenza occulta che aveva mantenuto con quel ragazzo. Forse poteva comprendere il motivo per il quale lei non gli avesse rivelato di essere ancora in contatto con Krum, probabilmente si sarebbe infuriato ancora prima di lasciarla spiegare, ma poi avrebbe sicuramente compreso e sarebbe stato senz’altro meno traumatico per lui rispetto a scoprirlo in una circostanza simile, in cui nuove e inevitabili perplessità sorsero. Gli infimi dubbi che lo spinsero addirittura a pensare che quello non fosse nemmeno suo figlio, ma gli parve assurdo credere in una simile eventualità ancora prima di sentire una probabile negazione dalle labbra di sua moglie. Era una speranza a cui si aggrappava disperatamente. Era assurdo, iniziava a dubitare delle parole di sua moglie e non di quelle di Lavanda, a cui aveva creduto ciecamente quando gli aveva comunicato di essere il padre di Sebastian. Quei pensieri lo facevano soffrire, ma non ne poté proprio fare a meno, era più forte di lui, sicuramente la gelosia gli stava giocando un brutto tiro.
 
Trovò forse troppo brevemente quell’abitazione. Era notte fonda e non vi era anima viva per le infinite e sconosciute strade, solo lui e i suoi infausti tormenti. Si avviò verso la porta prendendo un respiro, il solo pensiero che quella stessa strada, su cui lui ora posava i piedi, era stata percorsa poche ore prima da sua moglie, lo faceva stare anche peggio. Non riusciva ancora a capire come le fosse passato in mente di rifugiarsi in quel luogo così remoto, così lontano dalla sua famiglia, dove avrebbe dovuto trovare tutto il conforto di cui necessitava. Certo, avrebbe dovuto rivelare loro tutto per giustificare il suo malessere, ma per lei era persino disposto a subire quel terzo grado ​e si sarebbe evitato più che volentieri quel sofferto viaggio oltre oceano, accompagnato dalla sola paura di perderla sul serio. 
 
Fece per bussare e, con ogni probabilità, spaventare gli inquilini di quella casa, data la tarda ora. La mano tremante si bloccò a pochi centimetri dalla porta, non poteva davvero credere che tutte le insicurezze che ora gli stavano esplodendo nel cuore impedivano quel gesto. Malauguratamente invece di colpire il metallo con un pugno, si ritrovò sfinito a posarvi il palmo con grazia. Dentro quella casa c’era Hermione e non poteva certo provare astio prendendosela con quella porta.
 
Non aveva alcun diritto di impedirle di abortire, anzi si ritrovò ad esserne persino d’accordo. Per quanto desiderasse quel bambino, per quanto quella creatura sarebbe stata amata incondizionatamente, poiché frutto del loro amore, in quel modo l’avrebbe solo legata a lui per sempre, con un figlio il loro destino sarebbe stato inesorabilmente intrecciato senza la più piccola possibilità di ritornare indietro e sciogliere prudentemente quel legame e non voleva condannarla ad una vita che lui aveva reso infelice ancora prima che iniziasse. Nonostante quelle dolorose certezze però non riusciva a spostare la mano dalla porta, infondo lei era lì e andarsene equivaleva lasciare un pezzo di anima a migliaia di chilometri da casa.
 
Probabilmente doveva arrendersi, per amore doveva darle la possibilità di essere felice. Fece scivolare la mano lungo quella porta, anche lei ormai rassegnata a perdere qualcosa di così importante, ad abbandonare una parte del cuore che la stava così amorevolmente guidando. Quella porta così ornata in quel lento e straziante movimento non gli aveva consentito di evitare di fare rumore e la fede aveva urtato inevitabilmente contro quelle decorazioni.
 
Stava per desistere e tornare a casa - dove probabilmente avrebbe iniziato a vivere da solo, finché Hermione non gli avesse annunciato ufficialmente la loro imminente seprazione - quando un giro di chiave lo bloccò, non dandogli nemmeno il tempo di voltarsi e smaterializzarsi verso casa. Abbassò lo sguardo nel punto da cui proveniva quel rumore e poi subito dopo, quando la porta fu aperta, lo alzò stupito di aver attirato tanto l’attenzione con il suo silenzio. La sua anima aveva davvero urlato così forte tutto il dolore che serbava nel cuore? Pazzesco come proprio in quel momento il padrone di casa passasse nei paraggi dell'ingresso e udisse una presenza sospetta sulla soglia.
 
Si trovò proprio davanti all’ultima - ma allo stesso tempo la prima -  persona che avrebbe avuto voglia di incontrare o meglio con cui avrebbe avuto voglia di scontrarsi quella sera. Victor lo fissava quasi con compassione, ma non vi era nulla di così minaccioso nella sua espressione, ragion per cui allontanò quasi subito l’istinto di inveirgli contro con pesanti minacce di morte puntandogli la bacchetta al petto.
 
 So che è qui. Dov’è mia moglie? 
 
Anche se con estrema pacatezza, non mancò di sottolineare lo status della ragazza. Victor, dopo qualche istante di perplessità, si voltò e indicò una porta alle sue spalle. Ron non attese oltre e si avviò in quella direzione senza nemmeno degnarlo di ulteriori sguardi, visto che la voglia di Schiantarlo, dopo la reale certezza che lei fosse veramente lì, era all’improvviso tornata a picchiare contro il suo cuore e ad insinuarsi nella sua mente.
 
Ciò che non era riuscito a fare pochi attimi prima, dovette per forza prendere il coraggio di farlo in quell’istante. Fece per battere contro quella porta chiusa, quando la voce di Victor, che era rimasto a seguire i passi dell’ospite, lo interruppe.
 
 Dice che vuole rimanere sola e credo tu sia l’ultima persona che vorrebbe vedere 
 
Tentò con una resistenza inaudita di ignorarlo, non voleva cedere alle sue provocazioni, così ritentò in quell’impresa.
 
 Weasley, non credo sia una buona idea 
 
Stava decisamente toccando il limite e mandando definitivamente a farsi benedire la sua pazienza.
 
 Ascoltami bene, perché non ho né la voglia né la forza di ripetermi. In questa stanza c’è mia moglie e questo è il nostro matrimonio, quindi fammi la cortesia di evitare di pensare agli affari nostri. Non perché ha avuto la brillante idea di rifugiarsi fra le tue braccia puoi credere di avere voce in capitolo. Quindi, a meno che lì dentro non ci sia tuo figlio, ti avverto che sono stanco ed è poco raccomandabile fare infuriare un Auror sfinito 
 
L’altro prese la saggia decisione di non fiatare e nemmeno di negare o affermare le chiare allusioni di Ron. Ritornò a concentrarsi sulla porta un po’ perplesso, sperando di non ricevere la conferma tanto temuta da quella stanza.
 
 Hermione  com’era prevedibile non ricevette alcun tipo di riposta  Possiamo parlare? Solo tu ed io però, quindi devi aprirmi 
 
Sussurrò mortificato contro il legno per rendere più riservata quella richiesta. Solo dopo infiniti attimi, sentì un frusciare e un sofferente respiro appena dietro la porta e dopo altri secondi una voce remota e rotta da un evidente travaglio interiore.
 
 T-ti ascolto 
 
 Hermione, aprimi, voglio vederti 
 
 Ma io non voglio vedere te 
 
Quei sussurri così sofferti da parte della ragazza non facevano affatto ben sperare in una svolta positiva.
 
 È per qualcosa che devi dirmi?   il solito timore si fece sempre più reale nella sua mente  Hermione! 
 
" Ron, non urlare, non sei a casa tua "
 
Lo rimproverò a denti stretti per quella scortesia nei confronti del padrone di casa. Dopo i marcati inviti di lei a mantenere la calma, ritornò ad abbassare il tono della voce, visto che non desiderava turbarla, lo faceva solo per lei e non per Victor.
 
 Se devi dirmi qualcosa, dimmelo ora. Basta segreti, ti prego 
 
 I-io … c-credo di non amarti più 
 
Ci mise qualche istante per realizzare ciò che aveva appena udito, credette persino d’aver capito male, tanto il sussurro si era affievolito nel rivelare quella dichiarazione.
 
 No, io non ti credo. Mi dispiace, ma non può essere 
 
Dopo quelle parole così pesanti, si spazientì ed estrasse la bacchetta, vincendo ogni resistenza che lo aveva trattenuto da quando aveva messo piede in quella casa e con un arrogante Alohomora aprì la porta, mandando totalmente al diavolo le necessità di raccoglimento della ragazza, la quale dovette fare qualche veloce passo indietro per evitare di essere travolta dalla sua furia di entrare nella stanza.
 
 Ridimmelo guardandomi negli occhi! 
 
Dopo essersi ripresa da quel plateale ingresso, abbassò lo sguardo, non riusciva a mentirgli così sfacciatamente, fissandolo in quelle chiare iridi che tanto amava. Ron non seppe dire se fosse una lacrima quella che vide scintillare e poi posarsi silenzionamenre sul pavimento di quella estranea camera, ma, anche se con il dubbio, non ebbe il tatto di confortarla, la rabbia lo stava drammaticamente vincendo.
 
 È mio figlio? Hermione, rispondimi! È mio figlio?  non scioglieva i suoi dubbi, alzò solo lentamente lo sguardo su di lui con un’espressione mortificata  Perché accidenti sei venuta qui! Se avevi bisogno di consolazione potevi andare da mia sorella o ancora meglio potevi scrivermi e potevamo prendere insieme una decisione così importante, non credi? Ero in missione, non ero stato inghiottito dalla terra  attese di sentire qualche giustificazione, ma lei continuava a non degnarlo di alcuna di esse  Quando pensavi di dirmi che ti risentivi con Krum? 
 
 C-che cosa avrei dovuto scriverti? Ciao, amore, volevo informarti che ho intenzione di abortire? Era questo che volevi? E tu cosa avresti fatto, saresti corso a casa per impedirmi di farlo? E se ho scritto a lui è perché ho trovato altamente sconsigliabile parlarne con tua sorella o con i tuoi o con i miei, non credi? Volevo salvare la tua reputazione e avevo bisogno di parlare con qualcuno, non riuscivo da sola a vivere questo momento. Le hai almeno lette quelle lettere? O hai fatto come al tuo solito, sei stato superficiale senza capire un accidente?! Pensa che mi ha persino consigliato di non abortire e se le avessi lette a quest’ora lo sapresti 
 
 Mia sorella lo sa già, quindi, se ti vuoi sfogare con lei, ora lo puoi fare senza troppi problemi e certo che mi sarei precipitato da te, qualunque cosa stessi facendo! Ed è casualmente proprio quello che ho fatto, per tua sfortuna, vero? Perché vuoi farmi credere che non mi ami più? Per non soffrire? Bè, se è per questo ti do ragione, perché mentre venivo qui mi stavo seriamente convincendo che quel bambino ci avrebbe legato per sempre e tu non lo meriti. E nemmeno quel piccolo 
 
Aveva abbassato il tono della voce con un sospiro rassegnato, non era facile ammettere quanto lui fosse sbagliato. Il coraggio gli venne di nuovo a mancare nel petto e si sedette pesantemente sul letto lì accanto, perché anche le gambe iniziavano a cedere dopo una giornata così estenuante.
 
 Non meritate me e tutta la sofferenza che mi porto dietro. Tu meriti qualcuno come Krum, lui sono certo che ti renderebbe felice. Ed è poco incline a combinare casini … 
 
Hermione mosse qualche passo verso di lui, sconvolta da quelle parole, ma lui non le diede il tempo di ribattere, preso com’era dal suo discorso.
 
  … oggi, quando abbiamo preso quei Mangiamorte, non ero così certo di uscirne vivo, non ero per niente certo di rivederti ed ho pensato ‘l’ultima lettera che le ho scritto era così corta, potevo spenderci un minuto in più e dirle quanto la amo, quanto vorrei rivederla anche solo un’ultima volta e dirle addio’. Non ti ho scritto per settimane, ma non perché non mi mancassi, tutto il contrario, tu eri costantemente nei miei pensieri, ma non volevo farti preoccupare. In quei momenti lontano da casa, lontano da te, pensavo solo a quanto rischiavo di perdere per via di Sebastian ed era tutta colpa mia. Mi manca persino quel bambino, Hermione, scusa. Eravate costantemente nei miei pensieri e non avevo nemmeno il più piccolo dubbio che tu aspettassi nostro figlio. Non era decisamente il momento più opportuno per una missione, non quando cercavamo di far funzionare le cose tra noi nonostante tutto … nonostante i miei errori ... 

Cercò di non abbandonarsi alle lacrime che minacciavano di scorrere impertinenti dai suoi occhi e di controllare quel nodo in gola che lo stava soffocando, che gli avrebbe impedito di proseguire in quelle sentite e sincere confessioni.
 
 … l’ultima cosa che volevo era lasciarti io e per sempre. Le tue raccomandazioni prima di partire, i tuoi timori, Hermione, ho ripensato a tutto in quel momento, mi sono detto ‘se solo l’avessi ascoltata’. Non sono affidabile, non si può pensare di costruire una famiglia in questo modo. Hai ragione. Con me questo bambino rischia di rimanere orfano da un giorno all’altro e lo stesso vale per Sebastian. Solo che Sebastian non posso più salvarlo, mentre lui ancora sì. E salvo entrambi, sia te che lui. Necessiti di una vita differente, di tranquillità che io non posso darti, quindi avevi ragione, mi dispiace di averti fermata oggi e mi dispiace di averti chiesto di stare al mio fianco, quando sapevo che non era corretto da parte mia. È solo da egoisti. Scusa, non ci ho proprio pensato quando ti ho chiesto di sposarmi, mi sentivo stupidamente invincibile, dopotutto se ero uscito vivo da una guerra cos’altro sarebbe potuto succedermi. Che idiota, vero? Non ho minimamente pensato alle conseguenze ed io non sono bravo come Harry, se lui non fosse arrivato, a quest’ora io sarei morto, perché quell’incantesimo mi avrebbe preso in pieno e non solo sfiorato … 
 
Si fermò quando vide un’espressione sofferente sul volto di sua moglie, quella consapevolezza di aver rischiato seriamente di perderlo la colpì dritta al cuore.
 
 … mi dispiace, tesoro, so che non avresti mai voluto saperlo ed io nemmeno ero intenzionato a dirtelo, ma nascondertelo non cambia nulla, anzi almeno sai che ogni volta che ci salutiamo potrebbe essere un addio e non credo di potercela fare a rivolgere un straziante addio ogni giorno anche a nostro figlio 
 
 M-mi  chiuse gli occhi per trovare il coraggio di parlare  M-mi stai lasciando? 
 
 Non sono la persona giusta per te. Forse qualcuno lo aveva sempre pensato che tra noi non sarebbe funzionata, chi lo sa, infondo siamo troppo diversi. Tu sei perfetta ed io me la sogno la perfezione e di meritarla accanto a me. Io sono un Auror e non riesco a pensare a quanto la mia morte possa incidere anche sulla tua vita e su quella di un bambino innocente. Vuoi davvero passare una vita ad aspettarmi a casa con nostro figlio senza sapere ancora che magari in quel momento io non ci sono già più? Non ci riesco, almeno ti so felice con qualcun altro e riuscirai a superare meglio la mia morte 
 
Ormai la figura del marito davanti a lei era diventata un’immagine totalmente sfocata tanto le lacrime si erano accumulate impertinenti all’interno delle sue palpebre e la gola le bruciava nel vano tentativo di resistere a quell’attimo di debolezza.
 
 R-Ron, io non voglio lasciarti. N-non … non potrei amare nessun altro come amo te 
 
Le sorrise commosso, lui non credeva di meritare un simile e sincero amore. Dopo quello che aveva detto, non sapeva più come confortarla, perché ogni decisione portava ad una tragica fine, visto che il problema rimaneva sempre e solo lui in ogni aspetto.

Si alzò, dopo quello che le aveva rivelato, non riusciva nemmeno a guardarla negli occhi ed Hermione ebbe la netta sensazione che la stesse realmente lasciando. Uscì con risolutezza, lasciandola nuovamente senza fiato.
 
Le lacrime della ragazza non incontrarono più alcun impedimento, si sedette al posto del marito e portandosi le mani alla bocca per soffocare i singhiozzi, sfogò il suo dolore. Quelle certezze che aveva appena udito le aveva forse sempre sapute, ma la speranza di poterlo sempre riabbracciare e di poter essere un giorno felici insieme alla loro famiglia aveva portato luce in quegli oscuri timori.
 
Lei non voleva perderlo, dopotutto si erano promessi nella buona e nella cattiva sorte. Voleva godersi ogni attimo con lui, ogni istante che quel destino avrebbe concesso loro, non avrebbe sprecato alcun minuto di quel prezioso tempo. Non senza di lui, non fra le braccia di qualcun altro. Se l’avesse perso non avrebbe avuto alcun rimpianto, se suo figlio avesse perso suo padre ne sarebbe comunque stato orgoglioso.
Dopo qualche infinito secondo, riscoprendo tutto il suo coraggio, decise di corrergli dietro, sperando di non aver indugiato troppo e aver perso l'occasione di fermarlo.

Uscì velocemente dalla stanza e poi dall'abitazione. Lo fermò proprio quando stava per smaterializzarsi. Aveva indugiato anche lui, altrimenti sarebbe già dovuto essere sparito e non trovarsi ancora a pochi passi da lei. Il ragazzo si bloccò al richiamo di lei, ma non si voltò verso Hermione.
 
 RON! 

Attese che lui si voltasse, ma non accennò a fare nulla di simile. Solo l'acuta e concitata voce della ragazza rimbombava nell'atmosfera.

 È tuo figlio! E come accidenti potrebbe non esserlo se sono stata solo con te?! Ti prego, non te ne andare di nuovo. Non lasciarmi ancora sola senza di te. Per favore, non smaterializzarti. Rimani per me. Per noi. Ron, lo voglio questo bambino e sono certa che lui sarà orgoglioso del suo papà. Come lo sono io. Io sono molto orgogliosa di te, di quello fai e di quello che rischi. Lo fai per regalare a tuo figlio un mondo migliore, giusto? Allora sei il miglior padre che mio figlio possa avere ed io ho il miglior marito che potessi desiderare. Ron, per te e con te sono disposta a rischiare. Non ho paura di costruire una famiglia insieme e non vivrò nel rimpianto di non averlo fatto, qualsiasi cosa accada una parte di te rimarrà sempre con me 
 
Si girò verso lei incredulo e commosso davanti a quelle parole.
 
 T-tu pensi questo di me? 
 
Non gli rispose, ma gli corse incontro buttandosi fra le sue braccia. Ci mise qualche istante a risponde a quell’abbraccio, ma quando lo fece la strinse più forte che poté. Hermione non lo aveva accolto nel modo migliore quando era tornato e dopo essere venuta a conoscenza del rischio corso non poté che posare con concitazione le labbra su quelle del ragazzo per porgergli quel bacio che lui le aveva richiesto qualche ora prima.
 
 Ben tornato, amore mio 
 
 Felice di essere a casa 
 
Gli sorrise senza allontanarsi da lui. Ron abbassò involontariamente lo sguardo sul suo ventre.
 
 Non ti sembra ancora strano? Io e te genitori ... 
 
 ... del nostro bambino 

 
 
Spazio dell’autrice
 
Ciao ragazzi!
 
Alla resa lo scontro non è stato necessario e le insicurezze di Ron avevano quasi vinto…ma per fortuna anche questa crisi è rientrata 😊
 
Grazie come sempre di cuore per continuare a seguirmi! <3
 
Alla prossima 😊
Baci
-Vale

 

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Capitolo 10
*** Nuovi dubbi tra importanti legami ***


 

Nuovi timori tra importanti legami
 

 
 
Lentamente riemerse dai sogni e subito un senso di pace la avvolse. Non si sentiva così serena da parecchi giorni ormai e ne aveva avuto tristemente tutte le ragioni.
 
Non aveva più bisogno di affondare il viso nel suo cuscino per tornare a percepire quella dolce fragranza, perché lo aveva accanto a sé, a pochi centimetri, e poteva avvertire la sua presenza ad occhi chiusi. Non necessitava della vista per sentire il suo profumo e il suo respiro accompagnato da quel leggero russare che la cullava ogni notte guidandola tra le braccia di Morfeo, visto che era sempre il primo a crollare nel mondo dei sogni - come aveva potuto constatare in quei pochi giorni di matrimonio -, specie quella notte con l'accumulo di stanchezza fisica e morale dovuto alla giornata appena trascorsa.
 
Lo aveva inaspettatamente ad un soffio - le bastava far scivolare il braccio sulle lenzuola per sfiorarlo senza il minimo sforzo -, nonostante quella missione sarebbe dovuta durare un mese, nonostante lei avesse dovuto compiere quell’infame gesto e nonostante lui la volesse lasciare per renderla felice. Nessuno dei due avrebbe trovato la felicità stando lontani, lei era più che certa che Ron non avrebbe dormito così serenamente se loro si fossero arresi ad un destino, che, tutto sommato, li aveva accompagnati e favoriti, impedendo loro di compiere qualunque gesto estremo.
 
Il pesante respiro del ragazzo la coccolava, anzi li sfiorava. Lei e il loro bambino. Probabilmente Ron nel sonno si era voltato dalla sua parte, ma lei poteva solo immaginarlo. Avvertì però una mano molto vicina al suo viso, a causa del leggero spostamento d’aria che aveva provocato prima di posarsi sul suo cuscino. Era tipico di lui invadere anche il suo spazio, dettaglio che a lei non dispiacque affatto, anzi gradiva quella promiscuità e non poteva certo essere altrimenti.
 
Dovette cedere e schiudere lentamente le palpebre. Il suo respiro ora era ancora più reale e, dopo quello che aveva rischiato, era fin troppo rilassato. Il nodo alla gola si formò a lei al solo pensiero di aver rischiato di perderlo e, proprio mentre lei pensava di uccidere il loro bambino, anche suo marito aveva seriamente sfiorato la morte. Eppure erano entrambi lì. Non le era ancora concesso accarezzare quella creatura, ma con Ron poteva e lo fece senza alcun indugio. Gli accarezzò il viso proprio all’altezza di quella ferita che lei stessa aveva curato e su cui lui aveva lasciato la sua medicazione. Non era stata molto delicata qualche ora prima nel fasciare quella lesione, ma era tutto tranne che serena in quel momento, ora però recuperò con estrema dolcezza, trasmettendogli tutto l’amore che il suo cuore serbava per lui e la gioia di averlo di nuovo tra le sue braccia.
 
Sembrava ancora quel bambino che ormai più di dieci anni prima aveva conosciuto, quel ciuffo scarlatto che scendeva scomposto sulle sue palpebre chiuse era lo stesso che sempre lo aveva accompagnato e che lei avrebbe riconosciuto tra mille altri. Forse anche i loro figli avrebbero ereditato quella caratteristica … ma aveva pensato a figli? Al momento ne aspettava uno - forse solo uno - e non era nemmeno così sicura che dopo la sua nascita non avrebbero prestato attenzione affinché rimanesse tale, dopotutto c’era Sebastian e quel loro bambino le pareva già un dono immenso, una luce in quel loro futuro così sfocato e un pretesto per averlo sempre accanto, indipendentemente dai chilometri che li avrebbero separati. Che fossero sulla terra o nel cielo.
 
Non voleva rattristarsi con simili pensieri, non voleva pensare a quanto rischiasse ogni giorno salutandolo, a quanto ogni loro bacio potesse essere l’ultimo, perché desiderava solo ricordare e rivivere nella mente tutte le emozioni che avevano vissuto insieme in quelle ore, da quando aveva fatto rientro a casa. Forse avevano sbagliato, si erano lasciati trasportare un po’ troppo, quella lontananza forzata non aveva consentito loro di pensare razionalmente e di darsi un freno.
 
Le sue guance divamparono a quei ricordi ed anche al pensiero della sua pelle a stretto contatto con quelle calde coperte. Ma, nonostante l’imbarazzo per la sua nudità, non sciolse quell’amorevole carezza dal viso del marito e molto probabilmente fu proprio quel leggero tocco a provocare il suo precoce risveglio.  
 
Ron ci mise qualche istante a ridestarsi dal profondo sonno che lo aveva catturato e non osò muovere un muscolo, non appena percepì la mano della ragazza che ancora gli scompigliava lentamente i capelli, facendo passare tra i folti crini le sue sottili dita. Era difficile per lui non accantonare tutti i problemi che pesavano sulle sue spalle grazie alla rincuorante vicinanza di Hermione.
 
 Ron? 
 
 Dimmi 
 
 Credo … che dovresti tagliarti un po’ i capelli, sai? 
 
Sorrise per la puntualizzazione di sua moglie e colse subito l’imbarazzo che attraversò i suoi occhi. Lui vinse quello stesso imbarazzo e le afferrò la mano, che ancora vagava tra la sua fulva chioma, intrecciando lentamente le dita di lei alle sue, proprio davanti agli occhi di entrambi. Non aveva alcuna fretta, voleva soltanto percepire tra le sue mani l'unica donna che lui avesse mai amato.
 
 Ronald, forse stanotte abbiamo sbagliato a … 
 
Lui per tutta risposta aumentò più forte la presa sulla sua mano, sapendo già a cosa si stesse riferendo.
 
 Ho intenzione di non perdere nemmeno un istante del tempo che trascorriamo insieme 
 
Non era ancora abituata a tutta la dolcezza che le riservava. Proprio lui, che non era proprio rinomato per quella dote, le dedicava attenzioni, o meglio, le riservava alla sua consorte.
 
 Ron, ma dobbiamo per forza alzarci stamattina? 
 
Quella domanda inaspettata lo colse alla sprovvista e persino lo sguardo di lei lo sorprese, notevolmente in contrasto con le aspettative del ragazzo.
 
 Oh no, Ministro! Temo di avere cattive influenze su di lei. Ieri Harry sarà stato disperato senza di te al Ministero, non credo sia una buona idea ritardare oggi 
 
Hermione per tutta risposta si avvicinò per porgergli un leggero bacio sulle labbra. Aveva ascoltato ben poco circa i timori del marito e in quel momento nemmeno le importavano le eventuali ripercussioni del suo comportamento.
 
 Cattivissime, signor Weasley 
 
Aveva troppe tentazioni a pochi millimetri da lui. Guardò altrove per non cedervi e subito la rimproverò, era evidente che il lavoro fosse l’ultimo dei suoi pensieri.
 
 Hermione, vuoi replicare? Dai, non tentarmi! 
 
 Non sarebbe un’idea così malvagia 
 
 Pensa alla nostra bambina. Ora tocca a me ricordartene? 
 
 Bambina? 
 
Non aveva riflettuto, aveva avanzato ipotesi senza nemmeno accorgersene, ma la puntualizzazione della moglie per quella svista lo rattristò inevitabilmente. Non era così certo che gli fosse concesso fare previsioni sul suo incerto futuro, ma quel desiderio così forte nemmeno il suo dubbio destino poteva cancellarlo.
 
 Già, vorrei tanto che lo fosse, ma non sono così sicuro di esserci quando nascerà 
 
 Certo che ci sarai! So che farai anche l’impossibile per essere al nostro fianco, non ti arrenderai e lotterai per noi. Infondo sei il nostro eroe 
 
Lo sforzo della ragazza di mostrarsi serena era lodevole, non voleva rattristarlo, ma solo riscoprire un po’ di ottimismo. Ron fece scivolare lo sguardo sulle loro mani intrecciate, sciolse quel contatto solo per riuscire ad accarezzare il suo palmo. Quella pelle, che tanto amava, lo ispirò, consentendogli di vagare attraverso i meandri più profondi dei pensieri e del suo cuore.
 
 Sai … vorrei … vorrei tanto dirle … 
 
Hermione ricambiò l’attenzione sui suoi gesti e attese quella che sembrava essere una conversazione tra lui e la loro bambina, come lui si augurava essere.
 
 Ti vorrei dire, piccola mia, di quanto è bella la tua mamma. Ma probabilmente tu lo sai già. Di quanto è dolce il suo profumo e di quanto sono morbidi i suoi capelli … 
 
Le spostò una ciocca arricciata dietro l’orecchio per scoprire il suo viso e poterla ammirare meglio, ma soprattutto per poter concentrarsi sui suoi grandi occhi nocciola.
 
 … di quanto la amo. Hermione, se non dovessi averne la possibilità dille anche quanto le voglio bene e quanto sono orgoglioso di essere suo padre, perché so già che sarà meravigliosa come te 
 
Per quanto fossero estremamente gradite quelle parole, lei le avvertì come un pesante macigno da sopportare. Non doveva però abbandonarsi alle lacrime, l’eventualità di perderlo così precocemente non poteva essere contemplata e lui non avrebbe vanificato i suoi sforzi di riscoprire quella tanto bramata serenità insieme.
 
 R-Ron, finiscila, non voglio più sentire simili discorsi 
 
Provò ad assecondare la volontà della moglie, nonostante mille infausti pensieri gli affollassero la mente. Sorrise al suo rimprovero e tentò di concentrarsi solo sul presente e, nello specifico, su quell’attimo di felicità che stavano vivendo insieme e che la vita sembrava aver regalato loro, dopo una giornata così difficile e incerta.
 
 Ti va di stare ancora un momento abbracciati prima di prepararci? 
 
Lei non se lo fece ripetere e Ron si coricò in modo tale da consentirle di posare la testa sul suo petto. Le accarezzò sovrappensiero con la punta delle dita la schiena e poteva percepire al tatto quanto lei si stesse rilassando, reduce di quell’amorevole gesto. Ma nonostante fossero insieme, l’uno tra le braccia dell’altra, lui non riusciva a seguire l’esempio della ragazza.
 
 Sei sicura della decisione che hai preso? 
 
Forse aveva spezzato quella dolce pace nella consorte, perché sentì i suoi muscoli irrigidirsi a quella seria domanda. Se ne pentì l’istante dopo, ma non riusciva a non esternare la sua ansia.
 
 Del bambino … cioè, della bambina? 
 
 Di sposarmi 
 
Per sua fortuna non aveva il piacere di poter ammirare gli occhi di sua moglie in quel momento, perché probabilmente sarebbe stato incenerito sul momento. In compenso, gli arrivò una manata in pieno petto e la percepì nitidamente.
 
 Ahia, Hermione! Sai, credo di essermi dimenticato di dire una cosa a nostra figlia 
 
 Cosa? 
 
 Che sua madre è manesca … specie con suo marito 
 
 E con chi altro dovrei esserlo? Mi fai arrabbiare. Ora taci che voglio restare un po’ così prima di una lunga ed estenuante giornata di lavoro 
 
Lo strinse a sé, chiuse gli occhi e assaporò in silenzio quel momento. Lui le lasciò un delicato bacio tra i folti capelli e ricambiò quell’abbraccio come a volerla legare a sé in quel loro attimo strappato allo scorrere del tempo. Le parole che seguirono furono da lui solo pensate, non si aspettava sarebbero state anche pronunciate con un sofferto sospiro.
 
 Ti prego, Hermione, non Krum 
 
 Come? 
 
Si era alzata di scatto, prendendolo alla sprovvista e posando perplessa gli occhi su di lui.
 
 Voglio dire … se mi dovesse capitare qualcosa, non Krum, non voglio saperti tra le sue braccia. Capisco che tu sia giovane e abbia il diritto di avere qualcuno al tuo fianco che ti ami. Ed anche la nostra bambina necessita di un padre … ma il mondo è pieno di uomini e vorrei anche che tenesse veramente a voi. Certo, quanto me è impossibile, però … 
 
La ragazza non ne poteva più di sentire quelle considerazioni strappalacrime e prima che realmente il pianto la vinse, si sottrasse rapidamente al suo abbraccio e fece per alzarsi.
 
 Mi hai stufata, Weasley 
 
 Ferma, dove vai?! 
 
Tentò di trattenerla, ma ciò che realmente disattese le sue intenzioni fu il telefono. Si bloccarono entrambi e si voltarono verso il comodino da dove proveniva lo squillo.
 
 Chi può essere a quest’ora? Non ti staranno chiamando per un’altra missione, vero? 
 
Ron non sapeva come tranquillizzarla, visto che a lui per primo era passato quel pensiero per la mente e dopo le tristi richieste di lui la paura non poteva che essere accentuata da entrambe le parti.
 
 Certo che no! Sono appena tornato. Deve essere per te  le passò con risolutezza il telefono  Coraggio, rispondi 
 
Hermione fece vagare lo sguardo dagli occhi del marito alla sua mano e cedette solo quando constatò di doversi sbrigare prima che smetesse di suonare. Prese un respiro e avviò quella chiamata.
 
 Pronto 
 
Il suo voltò divampò, non appena udì la voce dall’altra parte della linea.
 
 Papà! 
 
Solo a quell’annuncio Ron iniziò a tremare, era passato dai suoceri in preda alla disperata ricerca della moglie e molto probabilmente li aveva allarmati. Non ci aveva più pensato però.
 
 Papà, sto bene 
 
Il ragazzo cercò di catturare l’attenzione di Hermione, tentando di farle capire la situazione in un sussurro. Lei lo fissò perplessa dalle domande del padre e interpretò quelle parole accompagnate da concitati gesti.
 
 I-io e Ron ci siamo fraintesi, lui pensava di trovarmi lì, invece ero al Ministero … sì, sto bene, tranquillo, papà … ciao … buona giornata anche a te 
 
Riattaccò con sollievo per essere riuscita a mantenere il segreto, ma il suo viso poco dopo si scurì, esattamente nel momento in cui incontrò nuovamente gli occhi di Ron.
 
 Ma sei scemo?! Allarmi i miei?? 
 
 Tesoro, non sapevo dove cercarti, ero disperato. Solo dopo mi è venuto in mente di cercare nel tuo cassetto … Ah, a proposito … 
 
 Un’altra parola sulla tua morte o su Krum, Weasley, ed un funerale ci sarà veramente, perché prima divorzio e poi ti uccidono con le mie mani 
 
Quella minaccia non lo spaventò, anzi dovette seriamente trattenere un sorriso per la graziosa espressione che aveva assunto rivolgendogli quelle parole.
 
 No, amore, giuro, l’argomento è un altro, ma non posso prometterti che sarà comunque piacevole. Oggi, dopo il lavoro, dovrei passare da Sebastian, forse una chiamata dopo due settimane è un po’ riduttiva, non credi? 
 
Aveva ragione, non era una notizia piacevole e a lui non sfuggì la reazione delusa della moglie a quella notizia.
 
 Ma torno subito! Il tempo di passare per un saluto veloce e sono da te … da voi 
 
Lo squadrò con diffidenza, riflettendo su quell’ansia di giustificarsi.
 
 È quel libro, vero? 
 
 Quale libro? 
 
 Come sedurre una strega 
 
 Veramente è Dodici passi infallibili per sedurre una strega. E pensi ti abbia conquistata così? 
 
 Perché, non è vero? 
 
 No, affatto. Se avessi seguito i suggerimenti di quel libro, avresti sposato un altro. Tu sei l’eccezione che conferma la regola 
 
 … e tu saresti con Lavanda 
 
 Ora, signora Weasley, è pregata lei di non affrontare simili discorsi 
 
 
***
 
 
Ron aveva avuto ragione, Harry non aveva trascorso una giornata facile al Ministero. Ricadde inevitabilmente tutto su di lui per provare a colmare l’assenza di entrambi.
 
Dopo un’ennesima notte in bianco per colpa delle grida di James, pregò seriamente che i due ritornassero al lavoro e avessero soprattutto chiarito quella difficile situazione. Era seriamente preoccupato per la sua amica, non aveva ricevuto alcuna notizia dalla sera precedente e sperò davvero che, dopo quel gesto così impulsivo, lei avesse compreso quanto fosse stato sbagliato il suo comportamento e fosse ritornata a casa.
 
La stanchezza sembrò sparire sul volto del ragazzo quando intravide il Ministro percorrere il corridoio, mentre era intenta a sbottonarsi il soprabito.
 
Si avvicinava a lui senza nemmeno accorgersene e quando gli fu a pochi passi, Harry richiamò la sua attenzione con sorpresa, anche se in fondo sapeva che avrebbe presto riacquistato il suo tanto prezioso senno.
 
 Hermione 
 
La ragazza si bloccò all’improvviso e, interrompendo di slacciare i bottoni, alzò lo sguardo sul cognato.
 
 Harry, ciao 
 
 Come stai? Non avrai mica … 
 
Il timore che lei potesse aver portato a termine quel gesto spinta da un’assurda convinzione gli fece mancare il fiato per un istante. Abbassò d’istinto gli occhi sul ventre di lei, un punto che era stato scoperto dalla pesante stoffa del soprabito, in cui la camicetta la attillava, nonostante nessuno avrebbe potuto sospettare lo stato in cui riversasse.
 
 Assolutamente no, tranquillo. Anzi, ti ringrazio, se non fosse stato per te, a quest’ora io e Ron non diventeremmo genitori … insieme, intendo 
 
Harry ignorò quel tono infastidito, sapeva a cosa si stesse riferendo, ma non voleva assecondarla, tanto niente sarebbe cambiato e lui non desiderava alimentare i suoi timori.
 
 Non sai che sollievo sentirtelo dire 
 
Anche solo il sorriso dell’amico le fece percepire la sua vicinanza e allontanò quei tristi pensieri dalla sua mente.
 
 Mi dispiace di averti lasciato nei guai qui al Ministero 
 
 Non preoccuparti, me la sono cavata. A proposito, dove sei stata? E Ron? 
 
 Avevo bisogno di riflettere … mi ha anticipata. Credo sia già arrivato 
 
Rivelargli il luogo del suo rifugio avrebbe sicuramente scatenato la sua ira e non desiderava ricevere il terzo grado anche da lui, si era già pentita a sufficienza. Harry ebbe il tatto di non chiedere ulteriori informazioni, ma solo di notare la luce negli occhi che accompagnava la ragazza quella mattina.
 
 Sei raggiante stamattina, sai? 
 
 Sarà la gravidanza 
 
 No, non è la gravidanza, o almeno, non solo … leggo una serenità simile anche negli occhi di Ginny 
 
 E tu da quando capisci così bene le donne? Tua moglie mi ha sempre detto il contrario 
 
 Non cambi argomento, Ministro. Avete fatto pace? 
 
​Hermione ricominciò a concentrarsi sul suo soprabito che aveva lasciato sbottonato a metà, in preda all'imbarazzo provocato dalle allusioni dell'amico.

 Sì, abbiamo fatto pace, almeno, per il momento, perché tanto la situazione non cambia. Harry, puoi almeno evitare di mandarmelo chissà dove per un po’? 
 
 Lo avrei fatto comunque. Ora è il caso che ti stia vicino. Facciamo così, quando ti fa arrabbiare me lo dici e te lo spedisco il più lontano possibile da Londra. Soprattutto per il suo bene 
 
 
***
 
Dopo la rincuorante conversazione con il cognato, aveva ripreso il suo cammino verso l’ufficio e poteva solo immaginare quanto lavoro arretrato avesse da assolvere, nonostante fosse mancata per meno di ventiquattro ore.
 
Aprì la porta con riluttanza e si sorprese piacevolmente quando si accorse che sulla scrivania non vi era un mucchio di fascicoli, ma era esattamente nello stato in cui l’aveva lasciata. Probabilmente Harry si era impegnato per non addossarle ulteriori incombenze, sapendo già quanto fosse sconvolta e poco mentalmente preparata ad affrontare mansioni così impegnative.
 
La commosse quella premura. Si avviò verso la sua poltrona, appoggiò il soprabito allo schienale e prima ancora di sedersi lo sguardo cadde su un foglio, appoggiato proprio di fronte a lei. In quello spoglio davanzale di legno non le fu difficile notarlo e soprattutto ricordava bene di non averlo lasciato lei in quella posizione.
 
Lo afferrò e dalla firma lo riconobbe. Era un verbale di suo marito e riguardava una missione risalente ad almeno un mese prima, quando loro non erano ancora sposati e lei non era nemmeno Ministro. Era sempre il solito ritardatario, probabilmente avrebbe già dovuto consegnarlo a Kingsley.
A quel tempo era tutto più semplice, organizzavano con gioia il loro matrimonio e mai si sarebbe potuta aspettare nemmeno nei suoi incubi peggiori che la loro vita insieme, così bramata, avrebbe avuto un inizio simile.
 
Lo lesse, forse la curiosità di scoprire i dettagli di quella missione la spinse in quel gesto. Era stata una semplice ronda, nulla di complesso, non avevano incontrato alcuna difficoltà, eppure si ritrovò inevitabilmente a pensare che presto avrebbe ricevuto anche il verbale di quella terribile missione appena conclusasi. Sperò perlomeno che a suo marito non venisse in mente di essere puntuale proprio in quell’occasione.
 
Quando i suoi occhi percorsero l’ultima riga di testo, una freccia che stonava totalmente con il resto del documento attirò la sua attenzione. Voltò il foglio seguendo quelle indicazioni e un ti amo scritto nel mezzo di quel retro bianco del documento la prese alla sprovvista.
 
Sorrise, aveva gradito, specie per averle fatto riacquistare il buon umore dopo quegli oscuri pensieri, come se lui avesse previsto la sua reazione davanti a quel pezzo di carta e avesse pensato di rimediarvi con un dolce gesto. Peccato però che non avesse affatto gradito le modalità di quell'amorevole attenzione, visto che lei era pur sempre il Ministro e quello era un importante documento. Si sedette alla scrivania e, impossessandosi del telefono, compose il numero dell’ufficio di suo marito. Dopo qualche infinito secondo sentì alzare finalmente la cornetta e non gli diede nemmeno il tempo di annunciare la sua presenza.
 
 Ronald, ti sembra normale scarabocchiare i verbali? 
 
 Ciao anche a te, amore. Ma ci siamo visti un quarto d’ora fa … mi hai chiamato per dirmi che mi ami anche tu? 
 
 No, Ronald, ti ho chiamato per dirti che sei un idiota e se mi consegni ancora un verbale in questo stato, te lo faccio riscrivere. Intesi? 
 
Non si aspettava una reazione simile, l’aveva decisamente lasciato perplesso.
 
 Forse avrei dovuto attaccare un post-it 
 
 No, avresti dovuto fare meno l’idiota 
 
Gli parve decisamente una reazione esagerata persino per lei, tanto che non si offese, ma attribuì quell'atteggiamento al suo stato.
 
 Hermione, tutto bene? Ti sento più aggressiva del solito. Volevo solo fare un gesto carino, non farti arrabbiare 
 
​La ragazza sospirò alle pacate parole di lui, rendendosi probabilmente essa stessa conto di aver esagerato. 

 Scusa, Ron, hai ragione. Ho apprezzato, ma la prossima volta dichiarati in un altro modo 
 
Fece appena in tempo ad ammettere le sue colpe che udì dall’altro capo del telefono dei nitidi colpi. Si spaventò, nonostante Harry le avesse assicurato che non gli avrebbe affidato alcun tipo di incarico per un po' di tempo. 
 
 Ci puoi contare. Tesoro, ora devo andare, bussano alla porta. Ci vediamo stasera 
 
 Anche prima di stasera, Ron, ricordati della sentenza 
 
 Grazie per avermelo ricordato, non so come farei senza di te. A dopo, Hermione 
 

***

 
 Ginny. Che ci fai qui? Aspetta, fammi indovinare, secondo round?  
 
La sorella non attese nemmeno il permesso di entrare, si precipitò nel suo ufficio e seguì con diffidenza i gesti di Ron mentre riattaccava.
 
 Come accidenti ti è saltato in mente? Sapevo di avere un fratello cretino, ma non fino a questo punto 
 
Si avviò verso la scrivania e si sedette proprio di fronte a lui con una certa aria di sfida, appoggiando le braccia alla scrivania per essere maggiormente chiara circa le sue intenzione. Quella non sarebbe certo stata una visita di cortesia e nemmeno una conversazione amichevole.
 
 Prego, accomodati pure. Certo che sai sempre come consolarmi, vero? 
 
 Ron, sai che intendo e poi sinceramente non mi sembri tu quello da dover essere consolato ... ci sei andato a letto?? 
 
 Ti prego, Ginny, è già abbastanza difficile 
 
 Sì, lo è e fortuna che Hermione ha cambiato idea, altrimenti sarebbe stata tutta colpa tua 
 
Sapeva già che non l’avrebbe spuntata contro quella ragazza. Si rassegnò a quel terzo grado e si mise persino comodo sulla sua poltrona, visto che non sapeva quanto sarebbe durato.
 
 Dì la verità, tu e la mia coscienza vi siete messe d’accordo 
 
 Impossibile, tu non hai una coscienza 
 
 Ginny, insultami e poi lasciami lavorare 
 
 Insultarti è riduttivo. Io l’avevo detto ad Hermione che non ti avrebbe dovuto sposare, ma lei ovviamente ha iniziato a dirmi quanto ti amava. E fossi stata in lei non ti avrei piantato il giorno prima del matrimonio, ma dopo che tu avevi pronunciato sì, lo voglio 
 
 Lo sai che sei perfida, vero, sorellina? 
 
 Sono realista e lungimirante, visto tutto quello che deve passare quella povera ragazza per colpa dei tuoi casini 
 
Avrebbe sicuramente preferito che le rivolgesse i peggiori appellativi che fossero mai esistiti piuttosto che quelle fondate accuse. Si avvicinò a lei con la sedia sperando di far valere le sue ragioni e di farle comprendere quanto fossero onorevoli le sue intenzioni verso Hermione e il loro bambino.
 
 Ginny, cerco di non farle mancare nulla. Né a lei né a nostro figlio 
 
 Sei almeno sicuro di essere il padre di quel bambino? 
 
 Certo che … che vuoi dire? 
 
Quella domanda lo aveva preso decisamente alla sprovvista, lui non poteva essere stato così sprovveduto e la sua espressione sorpresa comunicava da sé il suo disorientamento.
 
 Non dirmi che sei stato così ingenuo?! No, anzi, che lo è stata Hermione, ma forse era semplicemente troppo sconvolta ... e chi non lo sarebbe stato? 
 
 Io e Lavanda stavamo insieme, certo che è mio figlio. Tu pensi che sia stata con qualcun altro?? 
 
 Non mi sono mai fidata di Lavanda e certamente non inizierò ora 
 
 Ma se così fosse mi avrebbe tradito 
 
 E te lo meriteresti, così prima di combinare casini impari a fare chiarezza nel tuo cuore 
 

***

 
Purtroppo per lui, la giornata era passata troppo velocemente e il fatidico momento era arrivato.
 
Ron era davanti a quella porta e dopo la conversazione tenuta con Ginny si trovava in seria difficoltà a bussare. Se prima i dubbi erano passati in secondo piano, ora non lo volevano più abbandonare.
 
Non sapeva come comportarsi una volta annunciato il suo ritorno. Un’inevitabile confusione lo invase, l’affetto che aveva imparato a provare per quel bambino era ormai innegabile per lui, perciò ora, paradossalmente, persino il pensiero di non essere suo padre lo faceva stare male.
 
Prese coraggio e suonò. Solo dopo infiniti attimi la ragazza si decise ad aprire, senza nemmeno chiedere chi fosse, nonostante ormai l'imbrunire stesse chiaramente scendendo.
 
 Ciao, Lavanda 
 
 Ron. Quando sei tornato? 
 
La risolutezza con cui aveva accolto l’ospite si affievolì quando ne scoprì l’identità, ma era tutt’altro che delusa, anzi fu per lei una piacevole sorpresa.
 
 Ieri, ma non ho avuto modo di passare … c’è Sebastian? 
 
 Sì, è nella sua stanza e si sta ancora dedicando ai compiti 
 
Fortunatamente quel bambino sembrava più diligente di lui. Ammesso che fosse suo figlio.
 
 Posso entrare? 
 
Lavanda gli fece spazio e gli indicò le scale, invitandolo cordialmente a salire per raggiungerlo, sapendo già quanto il bambino ne sarebbe stato felice.
 
Ron accolse ben volentieri quell’invito, probabilmente se avesse trascorso un minuto in più in compagnia di lei, gli sarebbe venuta la malsana tentazione di rivolgerle domande poche gradite e opportune.
 
La porta della cameretta era aperta e non fece alcuna fatica a trovarlo. Rimase qualche istante sulla soglia ad osservarlo mentre si impegnava, concentrato sul suo quaderno. Gli dispiacque veramente disturbarlo, ebbe seriamente l'istinto di andarsene o forse la paura che non fosse realmente suo figlio gli dettava di interrompere quella conoscenza per non rendere più traumatico un eventuale distacco.

Peccato  però che il piccolo non gli diede modo nemmeno di iniziare a mettere in pratica quei pensieri, visto che Sebastian si accorse della sua presenza e si precipitò tra le sue braccia, scendendo rapidamente dalla sedia.
 
 Ehy, piccolo 
 
 Papà! 
 
Ron assecondò quello slancio di affetto, sollevandolo da terra e abbracciandolo forte a sé. Dopotutto non era stato così sicuro di rivederlo e quel contatto non poté evitare di riempirlo di gioia. Probabilmente dai sentimenti che provava avrebbe dovuto comprendere che era effettivamente suo figlio, non era esperto di simili esperienze, ma doveva essere senz'altro così. La solita colpa tornò a bussare alle porte del suo cuore.
 
 Stai bene, piccolo? 
 
 Hai salvato il mondo, papà? 
 
 Qualcosa di simile sì. Ora ti lascio ai tuoi compiti, altrimenti la mamma si arrabbia. Ok? Noi ci rivediamo presto 
 
Lo fece scendere dalle sue braccia, prima ancora di ricevere una qualsiasi risposta, di certo non poteva raccontare ad un bambino di sei anni le avventure che aveva vissuto senza evitare di traumatizzarlo. Però Sebastian non sembrava intenzionato a salutarlo così presto dopo gli infiniti giorni di assenza, gli afferrò la mano e lo tirò verso la scrivania.
 
 Papà, mi aiuti? 
 
 Sono certo tu sia più bravo di me  
 
Gli strinse forse la mano e subito dopo accarezzò quei biondi capelli, così diversi dai suoi. Uscì rivolgendogli un sorriso per contrastare la delusione del piccolo. Chiuse la porta dietro di sé, forse un ultimo disperato gesto per lasciarsi alle spalle i problemi che ora lo avevano inevitabilmente coinvolto sentimentalmente.
 
Era talmente immerso nei suoi pensieri e in quel turbinio di sentimenti contrastanti che non si era nemmeno accorto della presenza di Lavanda nei pressi della stanza e doveva aver seguito tutta la scena tra i due.
 
 È un bravo bambino, sai, Ron? 
 
​Il ragazzo si voltò verso di lei con uno scatto, non accogliendo affatto quella considerazione come avrebbe probabilmente dovuto fare in circostanze più serene, se solo il suo cuore e la sua mente gli avessero consentito di riscoprire un po' di pace.

 Ed è anche mio figlio, vero, Lavanda? 
 
La spiazzò quella domanda, tanto che il sorriso che si era dipinto sulle sue labbra di spense all’improvviso.
 
Non era riuscito a trattenersi, ci aveva provato, ma le parole fluirono in piena autonomia dalla sua bocca.
 
 Perché sento una nota di rimprovero nella tua voce? 
 
 Lavanda, tu sei sicura che Sebastian sia mio figlio? 
 
 Come, scusa?? 
 
Lei sperò di aver sentito male, mentre lui non era nemmeno più certo di ciò che sperava di udire.
 
 Senti, n-non sarebbe il caso di … ecco … 
 
​Ron cercò di cambiare il registro, si rese conto di aver mosso accuse pesanti, ma cercò ugualmente di dimostrarle quanto le sue ragioni fosse fondate e andassero ben oltre delle semplici accuse.

 Tu vuoi fare il test del DNA 
 
 Voglio solo essere sicuro che sia mio figlio prima di stravolgere la vita a me e a lui 
 
 Chiaro, ti presenti dopo due settimane e mi accusi di averti mentito? Sai che ti dico? Abbiamo vissuto sei anni senza di te e non facciamo alcuna fatica ad escluderti dalla nostra vita 
 
Si stava decisamente alterando, Ron poteva percepire rabbia e rancore nella sua voce e non erano nemmeno dovuti solo alla richiesta degli ultimi minuti.
 
 Lavanda, nelle ultime settimane ho lavorato, credimi se ti dico che non mi sono affatto divertito. E poi se tu me lo dici dopo sei anni, i dubbi sorgerebbero a chiunque! 
 
L’aveva inaspettatamente placata con quelle parole, probabilmente era riuscito a far valere le sue ragioni.
 
 No, Ron, nessuno farà alcun tipo di analisi su mio figlio 
 
 Lavanda, se è mio figlio non hai nulla da temere. Per favore, io sono sposato, questo non lo posso ignorare. E poi Hermione è incinta ed io devo … 
 
Aveva evidentemente rivelato un’informazione che la sconvolse ed anche il suo tono si ridusse ad un sofferente sussurro.
 
 Ora è tutto più chiaro. Sebastian passa in secondo piano oppure stai semplicemente cercando un modo per liberarti di lui  
 
 Lavanda, ascoltami, nessuno lo vuole far passare in secondo piano. Se è mio figlio mi prendo tutte le responsabilità, ma se non lo è, lui ha bisogno di suo padre. Ti chiedo solo la verità, non mi arrabbio e ti starò comunque vicino, mi sono affezionato a Sebastian. Credimi se ti dico che io non posso essere un buon padre per alcun bambino, quindi se non è mio figlio è solo un bene 
 
La fissava con intensità negli occhi, ma lei era ancora sconvolta per quelle ultime notizie. Non abbassò lo sguardo, lo ricambiò e con sicurezza e sincerità replicò ai dubbi del ragazzo.
 
 È tuo figlio, Ron 
 
 Allora portiamolo al San Mungo e ce lo dico in un secondo 
 
 No! 
 
 Perché non sa di essere un mago? 
 
Peccato che quella conversazione smise presto di essere riservata, visto che Sebastian, distratto dalle urla dei genitori, era uscito dalla stanza e li fissava perplesso.
 
T-tesoro, aspettami dentro, ti raggiungo tra un momento 
 
Fu totalmente superfluo l’intervento di Lavanda, perché le intenzioni del bambino erano proprio quelle di chiudersi nella sua cameretta ma in totale solitudine.
 
 Complimenti, Ron, noto con piacere che la paternità non è bastata a renderti più sensibile, vero? 
 
 M-mi dispiace, io non … 
 
​Era sinceramente mortificato, rivelarglielo in quel modo non era nelle sue intenzioni. Come sempre sbagliava i modi di manifestare anche i più ragionevoli propositi ed Hermione glielo aveva fatto notare appena qualche ora prima, forse inconsapevolmente, ma in quell'occasione i danni non erano stati così pesanti come in quel momento.

 Ora credo di dovergli dare parecchie spiegazioni, ma tu vattene tranquillo, dopotutto non siamo noi la tua famiglia, vai da tua moglie e da tuo figlio, non abbiamo bisogno di te. Hai già fatto abbastanza ed hai ragione, non è il caso di stravolgerti la vita 
 
Lavanda, se vuoi, possiamo parlargli insieme

Non riuscirai mai a considerare Sebastian come tuo figlio, per il semplice fatto che è nostro figlio, vero? Devo rassegnarmi, non sono io il tuo grande amore. Mi dispiace solo che a farne le spese sia quel bambino 

​Gli passò accanto sfiorandolo e Ron poté percepire il dolore che le aveva provocato da quel leggero tocco. La ragazza scomparve poco dopo oltre quella porta, senza dargli il tempo di ridestarsi dallo sconforto e lasciandolo solo nel mezzo del corridoio.


 
***

 
Lavanda lo aveva cacciato via senza nemmeno dargli la possibilità di rimediare. Era mortificato, voleva rivelargli le sue origini magiche, ma non in quel modo ed era certo che persino Hermione lo avrebbe rimproverato per il poco tatto impiegato.

​Se solo avesse parlato prima con lei della conversazione avuta con Ginny, magari sua moglie gli avrebbe consigliato di non insinuare dubbi sulla sua paternità, perché sicuramente lei avrebbe previsto quel risvolto negativo.

​L'errore però l'aveva già commesso ed ora un confronto con la ragazza diventò vitale per riuscire a sopportare quel peso sul cuore che lo stava opprimendo al solo pensiero di aver fatto soffrire quel bambino. Solo la sua ultima vittima. Ed era davvero assurdo come potesse diventare carnefice da un momento all'altro senza nemmeno accorgersene, proprio lui che rischiava la vita per consentire alla giustizia di trionfare. Aveva avuto ragione, lui non poteva essere un buon padre per nessuno e ad impedirgli di esserlo non era solo la precarietà del suo lavoro, ma anche la sua evidente immaturità ad affrontare situazioni così delicate. 
 
Tornò a casa con la speranza di ricevere qualche rincuorante consiglio dalla moglie, ma, per sua sfortuna, trovò una pessima sorpresa, solo un bigliettino volante all’ingresso.
 
Amore, scusa, oggi è stata una giornata impegnativa al Ministero e mi sono dimenticata di avvisarti che mi ha chiamata tua madre. Ci raggiungi? Le diamo la bella notizia, cosa ne dici? O è troppo presto? Sono certa che ne sarebbe felice.
Ti aspetto.
 

***
 

​Il grande orologio all'ingresso segnava quasi le ventuno e di suo marito non vi era ancora l'ombra. Eppure avrebbe dovuto essere già passato a casa. Era in pensiero, specie se ricordava che dopo il lavoro sarebbe passato da Sebastian e Lavanda.

​Da più di mezz'ora ormai passava regolarmente davanti alla porta con la speranza di sentirlo materializzarsi da un momento all'altro. Si era ormai arresa a quel via vai, quando sentì il citofono suonare. Molly però fu più veloce e la anticipò di qualche secondo.
 
 Ciao, mamma 
 
 Ciao, tesoro 
 
Lo accolse con un grande sorriso e subito dopo lo attirò a sé avvolgendolo in un caloroso abbraccio, una stretta a cui lui tentò di sottrarsi, lamentandosi.
 
 Ehy, mamma 
 
 Scusa, ma non ti vedo da due settimane  lo scrutò attentamente per constatare le sue condizioni, molto probabilmente le stesse preoccupazioni che avevano accompagnato sua moglie in quelle settimane non erano state così diverse da quelle della madre  E poi quando pensavate di darmi la bella notizia? 
 
 Hermione te lo ha già detto? 
 
 Tesoro, ho avuto sette figli, non credi che riesca a capirlo da sola? 
 
Solo in quel momento Ron si accorse della presenza di Hermione poco distante da loro che li osserva. Entrò e si diresse proprio verso di lei senza però ricambiare il suo sorriso.
 
 Lo ha scoperto da sola. Ti volevo aspettare, ma … 
 
 Sì, lo so. Ti posso parlare un momento in privato? 

​Evidentemente i timori che avevano accompagnato la ragazza nell'attesa non erano stati così infondati.






 

Spazio dell’autrice
 
Ciao ragazzi!

​Scusatemi tanto, tra la lunghezza del capitolo e gli esami ho tardato :(
 
​Vi anticipo già che Lavanda nasconde qualcosa ... non so se da questo capitolo si possa già intendere cosa ... ma lo si scoprirà ;)

​Grazie come sempre di cuore per continuare a seguirmi! <3

Alla prossima :)
Baci
​-Vale

 

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Capitolo 11
*** La scelta migliore ***


La scelta migliore


 
 
Lo stringeva forte al petto e si pentì amaramente di essersi lanciata alla ricerca di Ron, perché probabilmente quella sofferenza avrebbe potuto risparmiarla al suo bambino. Almeno quella.
 
Eppure quando un giorno era passata a prenderlo a scuola e le aveva mostrato quelle poche righe rivolte ad un padre mai conosciuto che nascondevano il suo più grande desiderio, il suo cuore si era spezzato. Sebastian voleva solo conoscere il suo papà e lei aveva mantenuto quel segreto per anni, privando in quel modo suo figlio di un diritto che sicuramente spettava lui. Sapeva però di non potergli regalare una famiglia, dopotutto lui l’aveva lasciata. Per quanto lo desiderasse anche lei, avrebbe dovuto rassegnarsi, ma Sebastian era suo figlio e il discorso era totalmente diverso. Benché fosse stata consapevole di non ricevere una lieta accoglienza dopo tutti quegli anni di silenzio, aveva azzardato e Ron aveva inspiegabilmente accettato quella notizia e, vuoi per dovere o per reale affetto incondizionato, si stava impegnando a recuperare almeno in minima parte quei sei lunghi anni di amore paterno, che essa stessa aveva contribuito a far loro perdere.

Sembrava stesse andando tutto bene, persino lei era riuscita a riacquistare un po’ di buon umore, nonostante la situazione che vivevano non fosse delle migliori, specie con la minaccia che incombeva su di loro. Peccato che Ron avesse incrinato quel precario equilibrio, insinuando dubbi che sul momento a lei parvero veramente infami.
 
Lavanda lo cullava in silenzio, lasciandogli di tanto in tanto sentiti baci sulla testa, sperando in quel modo di placare quel sofferto pianto, l’unico suono che invadeva la stanza. Doveva aver percepito la freddezza di suo padre, quel suo sottile rifiuto sarebbe stato palese a chiunque, altrimenti non riusciva a capire come Sebastian, così piccolo, serbasse nel cuore così tanto dolore. Dopo sei anni di assenza, la gioia che quel bambino aveva riscoperto era stata tanta e forse era stato proprio quello ad addolorarlo, sperando che non gli venisse più strappato l’amore di suo padre. Invece i suoi timori più oscuri sembrava stessero prendendo nuovamente consistenza. Suo figlio forse credeva di non meritare quell’amore, di certo un bambino così piccolo non avrebbe potuto capire i reali motivi che avrebbero presto o tardi portato Ron a dimenticarsi di lui. Il bambino o la bambina che stava per nascere non avrebbe di certo reso più forte il legame tra i due, ma lo avrebbe presto sgretolato e indebolito. Eppure Lavanda riusciva a comprenderlo, quel ragazzo seguiva semplicemente il suo cuore, nulla di nuovo per lei, forse lo stesso amore che aveva spinto anche lei a comportarsi in quel mondo. Ma l’amore che aveva provato per Ron - forse il ragazzo non lo aveva ancora capito - era stato riversato tutto su suo figlio, perché se tutto era irrecuperabile tra loro, quel bambino non avrebbe dovuto soffrire i fendenti colpi del passato che si portavano tutti dietro. Forse persino Hermione l’avrebbe presto compresa, avrebbe tra qualche mese capito quanto l’amore per un figlio, specie se parte del proprio grande amore, poteva essere in grado di andare ben oltre quell’amore che si pensava di provare e che si credeva che alcun sentimento avrebbe più potuto esservi equiparato o addirittura superato. Ed era esattamente ciò che aveva aiutato Lavanda a crescere suo figlio in quei sei anni, perché la fittizia vicinanza di Ron era solo una piccola parte della forza che aveva trovato, quel bambino era nato dall’amore che aveva provato per lui, ma allo stesso tempo lo aveva sfondato, creandone uno profondamente unico e immenso, per il quale lei avrebbe donato la propria vita.
 
Sapeva già che, quando si sarebbe calmato, avrebbe dovuto parlagli delle sue origini e sicuramente anche del motivo per il quale lo aveva tenuto all’oscuro, o forse lui non si sarebbe nemmeno posto simili problemi, l’avrebbe semplicemente ascoltata e forse, come era giusto che fosse, l’euforia della notizia lo avrebbe presto colto, placando quei forti singhiozzi di pianto. Ma la parte più difficile di quel dialogo sarebbe sicuramente stata, a ragion veduta, convincerlo che suo padre gli voleva bene, nonostante avesse un’altra famiglia, nonostante i suoi genitori non stessero insieme e nonostante stesse per avere un figlio dalla donna che lui amava.
 
Eppure, vedendolo in quello stato e sentendo i potenti sussulti contro il suo petto, si convinse sempre di più di aver sbagliato a consentire che si conoscessero e che quel bambino si affezionasse a lui. Non meritava tanta sofferenza, lei voleva donargli solo gioia, eppure quel dannato destino sembrava contrario persino a quella piccola felice parentesi, che, volente o nolente, si sarebbe presto chiusa.
 
Lo scostò leggermente da lei solo per potergli asciugare i suoi grandi occhioni azzurri - unico tratto che sembrava aver ereditato dal padre - e accarezzare quelle guance inondate dal sale.
 
 Amore mio, non piangere, la mamma è qui con te 
 
Lo strinse ancora più forte a sé e stavolta anche il piccolo le avvolse la vita, affondando il volto all’altezza del suo seno. Restarono in quella posizione, seduti sul lettino, stretti l’uno tra le braccia dell’altro, almeno fino a che Lavanda non ebbe la seria paura che Sebastian si sentisse male a lungo andare e il suo piccolo cuoricino non reggesse.
 
Ron non capiva, ma infondo non avrebbe mai potuto comprendere e ciò che lo impediva non era solo la sua insensibilità. Forse quella sera per un momento fu intenzionata a spiegarsi, a rivelare ciò che aveva prudentemente omesso, nel momento in cui suonò alla loro porta e forse aveva anche creduto di doverlo fare velocemente, infondo era suo figlio e aveva il diritto di sapere. Poi però lui aveva inaspettatamente messo in discussione la paternità e aveva concluso quella visita nel peggiore dei modi, rivelandole persino che la sua famiglia si sarebbe presto allargata. Gli avrebbe dato un dispiacere troppo grande e per quanto in quel momento lo odiasse per il poco tatto che aveva impegato con il loro figlio, non riusciva a non amarlo come forse mai avrebbe dovuto fare e tanto meno continuare a fare. I suoi grandi occhi puntati su di lei, professavano tanto amore, ma non per lei, aveva sperato almeno per Sebestian ed era inevitabile per lei continuare a mantenere viva quella flebile fiammella di speranza.
 
Eppure il tempo scorreva sul calendario ed era tutto tranne che dalla loro parte. Da sola non era così sicura di riuscire ad affrontare ciò che il destino avrebbe riservato loro. Era stata egoista a coinvolgere anche Ron in quel dolore, ma era l’unica cosa che poteva donare a suo figlio, esaudire il suo più grande desiderio.
 
Se solo lui avesse saputo, le piaceva credere che li avrebbe tranquillizzati, che non li avrebbe più abbandonati, ma Ron era sposato e Lavanda era consapevole del fatto che amasse sua moglie. Non avrebbe potuto confonderlo fino a tal punto.
 
Non riuscì decisamente più a resistere, troppi sentimenti contrastanti e troppo dolore stava scoppiando anche dentro il suo cuore, così il pianto vinse anche lei senza alcun preavviso. Affondò il viso in quei biondi crini e sfogò tutta la sua frustrazione. Non si era mai pentita di averlo amato così sinceramente e infondo come avrebbe potuto se da quell’amore, se pur a senso unico, era nato un tesoro simile, per il quale lei avrebbe volentieri dato la sua vita, se solo avesse potuto. Forse solo Ron poteva aiutarlo, ma se il coraggio le era mancato prima di scoprire della gravidanza di Hermione, ora diventava semplicemente impossibile rivelargli quel loro terribile segreto.
 
I singhiozzi di Lavanda diventarono presto più potenti e sofferti di quelli di Sebastian, infondo nel cuore di quel bambino non abitava una voragine così grande come solo una mancata speranza - ma tanto desiderata - poteva lasciare.
 
 Mamma 
 
 T-tesoro mio, sono qui 
 
Sicuramente le lacrime, che sgorgavano dagli occhi della ragazza come fiumi in piena, stavano iniziando ad inumidire i capelli del bimbo, ma lei non riuscì a resistere. Ora era suo figlio a stringerla più forte per provare a consolarla.
 
 Mamma. Papà non mi vuole bene, vero? 
 
 Papà ti vuole un mondo di bene, esattamente come te ne voglio io. Non potrebbe essere altrimenti, amore mio, si può solo che amarti immensamente 
 
Provò a ricomporsi, ma l’impresa era ardua. Non poteva davvero che essere il momento peggiore per affrontare con Sebastian un argomento così delicato. Lo voleva solo proteggere, in un ultimo disperato gesto di salvarlo, come se infondo fosse sufficiente tenerlo all’oscuro dell’esistenza della magia. Però lei ci credeva, sperava quanto meno di ritardare l’inevitabile, convinta veramente che tenerlo sotto la sua protezione ed allontanandolo da possibili pericoli, l’avrebbe preservato da ogni male.
 
 Piccolo mio, ti devo dire una cosa 
 
Sciolse l’abbraccio, voleva poterlo guardare nei suoi grandi occhi per potergli dare una notizia che sapeva avrebbe cambiato la sua vita, esattamente come era successo a lei da bambina.
 
 Sai, io non ti ho mai detto che io e tuo padre siamo … 
 
 Maghi? 
 
Lavanda gli fece un cenno di assenso, il piccolo le aveva agevolato il compito, cogliendo dalle parole del padre il verdetto.
 
 Quindi lo sono anch’io? 
 
 Sì, Sebastian, lo sei anche tu 
 
Molto probabilmente l’istinto protettivo che aveva avuto in quel momento per il suo bambino sarebbe presto stato inutile e diventava essenziale rivelargli la sua identità. Ron, pur inconsapevole dell’urgenza, aveva avuto ragione fin dall’inizio.
 
 Allora perché noi non sappiamo fare magie? 
 
Ora gli occhi del piccolo non luccicavano più come alla conferma delle sue magiche origini, evidentemente temeva di non possedere quella dote, esattamente come i suoi compagni di classe, che nemmeno credevo nella magia. Lui invece ci aveva sempre creduto, ma un conto era saperne l’esistenza e un altro era essere in grado di produrla, così rimaneva nell’attesa impaziente della risposta della madre.
 
 Certo che le sappiamo fare, solo che non le ho mai fatte in tua presenza. Ma ora posso 
 
Non sembrava deluso, anzi era riuscita a fargli riacquistare il sorriso. Gli accarezzò i capelli, spostandogli un ciuffo dalla fronte leggermente inumidita dal sudore provocato dal disperato pianto e gli asciugò quelle piccole gocce salmastre rimaste sulle sue guance.
 
 Vedrai, tesoro, quando sarai più grande, imparerai un sacco di incantesimi a Scuola … e mamma e papà saranno orgogliosi di te 
 
Dovette seriamente sforzarsi di trattenere nuovamente le lacrime e di esternare un grande sorriso per non angustiarlo con i suoi infausti pensieri. Sebastian rimediò presto a distrarla e con un entusiastico tono si rivolse a lei, mentre la madre era ancora impegnata a porgergli amorevoli carezze tra i capelli.
 
 Mamma, posso chiamare papà? Voglio dirgli che anche io sono un mago 
 
 Papà lo sa già 
 
La guardò con degli occhioni a cui fu impossibile resistere, così prese il telefono e compose il numero, anche se non era così certa che lui sarebbe stato contento per quella telefonata.

 
***
 
 
La trascinò nella sua vecchia camera senza alcuna spiegazione e richiuse prudentemente la porta alle sue spalle per rendere quella conversazione ancora più appartata e lontana da orecchie indiscrete.
 
Da quando era uscito da quella casa, il fiato gli era venuto meno, nonostante il clima non fosse per nulla afoso, anzi una brezza fredda lo aveva accompagnato lungo il tragitto che aveva percorso per metà a piedi, giusto per schiarire le idee. Solo ad un certo punto aveva deciso di smaterializzarsi per raggiungere la Tana, forse per cessare l’agonia che lo stava invadendo, sperando di trovare egoisticamente un po’ di conforto tra le braccia di Hermione.
 
Si sbottonò l’uniforme per riuscire a respirare meglio, visto l’evidente peso che premeva sul suo cuore, ma non riusciva ancora ad alzare lo sguardo su sua moglie, forse convinto che sarebbe stato rimproverato oppure semplicemente la sua ormai certa colpevolezza lo perseguitava dopo gli ultimi avvenimenti se possibile maggiormente.
 
 Ron, mi stai spaventando e … senti, non sono esperta, ma non credo l’ansia possa far bene alla nostra bambina 
 
Solo a quelle parole si decise ad alzare lo sguardo su di lei, incontrando il suo dolce sorriso che lo rincuorava, come a voler comunicargli che per qualunque ragione stesse vivendo quel tormento, lei lo avrebbe ascoltato e consolato incondizionatamente. Sempre meno sicuro di meritare l’amore della ragazza, si decise a parlare.
 
 Mi dispiace, Hermione, non so fare nulla di meglio che far soffrire coloro che amo di più 
 
Non poté evitare di placare il forte dolore che percepiva invaderlo con un avvolgente abbraccio, un gesto che desiderava compiere nel momento esatto in cui lo sguardo sofferente del marito si era posato su di lei. Non sapeva ancora a cosa si stesse riferendo Ron con quelle tristi parole, ma per le spiegazioni ci sarebbe stato tempo, ciò che le premeva era prima placare quel profondo tormento.
 
Non appena le sue braccia circondarono il collo del ragazzo, percepì nell’incavo della sua spalla calde lacrime scendere dagli occhi di Ron. Era chiaro come attendesse solo quel momento.
 
 Amore, cos’è successo? 
 
Per tutta risposta lui l’attrasse a sé maggiormente e pianse silenziosamente. Cercò di comunicarle il forte desiderio di sentirla così vicina a lui e il dispiacere di coinvolgere egoisticamente anche lei in quella sofferenza provocando forse qualche sussulto anche alla loro bambina. Hermione accarezzò la sua nuca per provare a tranquillizzarlo, non sapeva ancora per cosa, ma vederlo in quello stato fu un colpo al cuore anche per lei.
 
 Ronald, me ne vuoi parlare? 
 
Forse non era ancora pronto e cercava solo una spalla su cui sfogare la sua frustrazione, ma lei si stava davvero preoccupando, perché poche volte nella sua vita lo aveva visto in preda ad una simile disperazione.
 
 N-non so che fare, Hermione 
 
 Dai, calmati, sono qui con te, però se non mi spieghi, io non posso aiutarti 
 
 H-ho accidentalmente detto a quel bambino che è un mago 
 
Soffocava le parole contro il suo collo e le lacrime non lo aiutavano ad essere più chiaro, ma a lei parve di aver colto.
 
 Tesoro, non è grave, gli hai solo detto la verità. E poi scoprire di essere un mago per nessuno è stato un trauma. Anzi, sono certa che ne sarà felice dopo una normale confusione inziale 
 
Lei però non sapeva che c’era dell’altro e che molto probabilmente era più grave di quella rivelazione. Si staccò da lei, lasciandole un piccolo bacio dove prima aveva sfogato tutto il suo dolore per ringraziarla di quella comprensione. Cercò i suoi occhi e tentò di esporle ciò che lo faceva soffrire in quel modo. A Ron uscì solo un filo di voce dalla gola e non era solo dovuto alle lacrime, visto che la paura di un rimprovero anche da parte sua era presente nel suo cuore. Hermione, con tutta la sua razionalità non avrebbe potuto che avere ragione e ciò lo avrebbe affossato maggiormente, dandogli la netta percezione di essere veramente una persona orribile.
 
 Ho chiesto a Lavanda la possibilità di sapere se Sebastian è davvero mio figlio 
 
 Le hai chiesto di poter fare il test di paternità? 
 
In un primo momento le venne spontaneo chiedere chiarimenti, nonostante il ragazzo fosse stato estremamente chiaro. Ne rimase sorpresa, non aveva parlato con lei circa le sue intenzioni, ma si convinse che una spiegazione doveva pur esserci dietro a quel gesto. Ron la fissò dispiaciuto, infondo anche lui stava iniziando ad essere titubante, nonostante avesse avanzato quelle accuse.
 
 Sì. Lei si è rifiutata, giurandomi di non aver mentito. Ma, Hermione, se io lo faccio e scopro che non è mio figlio? Come faccio poi a dirgli che non sono suo padre? Quel bambino si è affezionato a me ed io a lui e … ti prego, aiutami, non so che fare 
 
 Ron, non so davvero cosa consigliarti … mettiti nei miei panni, voglio dire, io posso solo che essere felice se scopriamo che Sebastian non è tuo figlio, ma … 
 
La tensione lo fece scattare senza nemmeno darle modo di esporre i suoi pensieri, che lui stesso aveva richiesto.
 
 Ma, Hermione, c’è molto più in gioco di questo?! 
 
 Lo so! Infatti se mi avessi lasciata terminare, ti avrei detto che capisco i tuoi sentimenti e anche quelli del bambino. Ronald, devi fare quello che ti dice il cuore, nessun altro può scegliere al posto tuo. Se temi di più di vederlo soffrire e sei disposto ad amarlo, rischiando anche che non sia tuo, io non sono nessuno per giudicarti 
 
Non era così sicuro di aver gradito quella risposta, forse sperava che lei fornisse la risposta giusta alle sue domande, dando per scontato che sua moglie avesse la soluzione per tutto. Ma ai suoi casini, così irrazionali, non poteva esserci alcuna soluzione e nemmeno la saggezza di Hermione poteva spingersi oltre quel verdetto. Fece inevitabilmente scivolare lo sguardo sul ventre di Hermione, dove sapeva ormai esserci una nuova vita che lui stesso aveva contribuito a generare e i pensieri si rivolsero proprio a quella creatura.
 
 E la nostra bambina? 
 
La ragazza aveva seguito il suo desolato sguardo, ma, anche dopo quella domanda, fece una certa fatica a decifrare quella nuova preoccupazione, nonostante fosse consapevole delle difficoltà a cui sarebbero andati inevitabilmente incontro.
 
 In che senso? 
 
 Nel senso che … io voglio dedicarmi a lei, alla nostra famiglia 
 
Ron non riusciva a trovare una soluzione funzionale per tutti, prevedeva già che qualcuno avrebbe dovuto soffrirne, era semplicemente matematico, esattamente come i calcoli che studiava Sebastian e per cui il bambino gli aveva chiesto un aiuto … era stato sincero simili operazioni non facevano per lui, né sulla carta né nella vita, perché escludervi i sentimenti era impossibile, la freddezza non era contemplata. Proprio quando si decise ad essere più profondo, a mettere inevitabilmente in gioco il suo lato più debole ​a seguito di imperdonabili errori, ecco che si stava scottando sulla carne viva e con lui stava trascinando sul fondo anche persone innocenti. Forse era proprio quella la ragione della sua rinomata insensibilità, ma si rese presto conto che anche la razionalità se non combinata al sentimento poteva far soffrire. Ora si trovava tra sentimenti contrastanti ed eventi certi, inevitabili dolori … matematica e sentimento … un susseguirsi di eventi che avrebbero mandato in corto circuito anche la persona più sentimentalmente e psicologicamente stabile e Ronald Weasley non poteva di certo nemmeno definirsi tale.
 
 Vorrei tanto tornare indietro nel tempo. Sai, vorrei essermi infilato nel tuo letto e non in quello di Lavanda. Chi lo sa, forse mi avresti mandato via a calci, ma tu valevi il rischio, Hermione 
 
Le rivolse un sorriso e con esso un’ennesima dichiarazione, la più bella che avesse mai ricevuto da lui, quella che avrebbe tanto voluto sentire nel momento giusto e che avrebbe risparmiato loro tanta sofferenza. Il potere delle parole e la convinzione di chi le pronuncia, una sicurezza che a lui a quei tempi era mancata, credendo che lei non lo ricambiasse. Un fraintendimento, che li aveva allontanati come non lo erano mai stati in tutta la loro vita, prendendo per un breve frangente strade diverse, facendo provare loro una sofferenza che non avevano mai vissuto e nemmeno credevano di essere in loro, tanto quella lontananza fu innaturale e profondamente inusuale.
 
 Non ti avrei mai mandato via. Certo, avrei trovato poco conveniente il dormitorio, forse avrei optato per altro, ma … infondo alla fine abbiamo aspettato il matrimonio, no? Non era destino che andasse così, Ron. Era chiaro che dovevamo perderci per ritrovarci ed anche se ora dobbiamo affrontare degli ostacoli, ciò che conta è essere insieme. Non farlo, Ron, non sottoporre Sebastian a quel test. Sono certa che Lavanda non ti abbia mentito. È tuo figlio 
 
Insieme avrebbero affrontato quell’ostacolo. Gli era forse sfuggito quel dettaglio? Le rivolse un sorriso cercando di trasmetterle tutta la sua gratitudine ed ebbe davvero la percezione di tornare indietro nel tempo, quando lei affiancava lui ed Harry illuminandoli, ma soprattutto con il suo coraggio accogliendo ogni loro più intima paura. Ron aveva lei, come aveva potuto scordarsene, e tutto sarebbe andato nel migliore dei modi, perché Hermione lo avrebbe guidato e salvato da ogni caduta. Era paradossale, avrebbe dovuto lui farla sentire al sicuro e invece fu inspiegabilmente il contrario provocandogli la migliore sensazione che lui avesse mai provato. Con lei al suo fianco ogni genere di sbaglio non sarebbe più stato contemplato, lei era di fronte a lui e non avrebbe più mosso un solo passo, rischiando che lei lo lasciasse nuovamente solo in balìa di se stesso e della sua propensione agli errori. Si rese conto di quanto fossero perfettamente complementari, certo, la fortuna era stata più dalla sua parte, ma lei lo amava nonostante tutte le energie che avrebbe dovuto impiegare guidandolo sempre sulla retta via.
 
 Mi fido delle tue sensazioni, Hermione. È difficile che ti sbagli 
 
 Difficile? Direi impossibile 
 
Stavolta non si trattenne e dopo quel sorrisetto provocatore non poteva che essere altrimenti, fiondandosi sulle sue labbra, che subito lo accolsero come se fossero state esattamente anche le loro intenzioni e lui avesse semplicemente anticipato quello slancio di qualche secondo.
 
Durante quel lungo bacio gli prese il viso tra le mani e lo accarezzò lentamente, rimuovendo con i pollici quei rivoli di sale che ancora erano rimasti sulle sue guance.
 
Il loro contatto divenne sempre più profondo, riassaporando in minima parte la passione che li aveva travolti la sera precedente, ma il telefono ruppe la chimica che si era creata tra loro. Benché notevolmente restii a separarsi così presto, Hermione interruppe quel contatto, invitandolo a rispondere, anche se lui parve profondamente contrario e tentò di riprendere da dove si erano interrotti. La ragazza gli posò una mano sulla bocca per fermarlo.
 
 Ron, rispondi. E direi anche che stavolta dovremmo ringraziare il telefono … siamo a casa dei tuoi e inoltre per qualche mese certi tipi di effusioni ci sono preclusi 
 
Deluso da quelle parole, visto che le argomentazioni contrarie erano in abbondanza, si lanciò alla ricerca dell’apparecchio, rovistando in ogni tasca della divisa e dei pantaloni. Quando finalmente lo trovò, rispose rapidamente, convinto che a breve avrebbe perso la chiamata.
 
 Sebastian 
 
Rivolse inevitabilmente uno sguardo dispiaciuto alla moglie, ma trovò tutt’altro che disprezzo negli occhi di Hermione, le sue labbra si inarcarono in un fiero e commosso sorriso.
 
Ascoltava il bambino dall’altro capo del telefono, annuiva alla sua entusiastica voce e nel mentre seguiva i gesti della moglie. Hermione, che non aveva ancora del tutto sciolto il contatto con il suo viso, gli porse un leggero ma sentito bacio sulla guancia, prima di allontanarsi per dirigersi verso la porta della camera.
 
Ron seguì i suoi passi e proprio quando stava per richiudere la porta alle sue spalle, si riaffacciò dentro rivolgendogli un nuovo sorriso e sussurrandogli il loro prossimo appuntamento.
 
 Ti aspettiamo giù per cenare 
 
Il ragazzo ricambiò quel sorriso e solo dopo che Hermione ebbe chiuso la porta, tornò a concentrarsi esclusivamente sulla voce del bambino, ma stavolta, grazie alla forza che gli era stata trasmessa dalla moglie, rispose al piccolo con entusiasmo e amore.
 
 
 

Ciao ragazzi!
 
La prima parte dedicata a Lavanda è stata troppo complessa da scrivere … volevo lasciarvi qualche indizio, però allo stesso tempo non svelarvi ancora totalmente ciò che nasconde … spero di esserci riuscita 😊 Ammetto che la tentazione di svelare tutto subito ci sia seriamente stata XD
 
Non so davvero più come ringraziarvi, quando ho iniziato a scrivere questa storia non ero molto convinta della riuscita della trama (e quando mai? XD), ma vedere in quanti mi seguite mi riempie di gioia! Grazie veramente di cuore a tutti! <3
 
Alla prossima 😊
Baci
-Vale
 

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Capitolo 12
*** Visite inopportune ***


Visite inopportune

 
 
Era una piacevole mattina soleggiata, ormai la stagione della rinascita era alle porte e il tiepido sole filtrava timidamente attraverso le finestre annunciando la appena avvenuta alba. Un po’ di buon umore era ritornato ad aleggiare sulla famiglia Granger-Weasley e Ron desiderava solo dedicarsi a sua moglie e al nascituro. Non aveva alcuna esperienza, ma, nonostante ciò, poteva immaginarsi cosa lo avrebbe presto atteso, esattamente ciò a cui pensava quando accennava ad Hermione la loro vita futura.
 
Ma tutto ciò che aveva sempre sognato a fianco della persona da sempre bramata non poteva più essere realizzato, perché quella felicità che lui si aspettava di vivere con accanto la sua Hermione non avrebbe più potuto sfiorarlo veramente, visto che un grande ostacolo gli impediva di goderne a pieno e sicuramente lo stesso sarebbe stato per la sua consorte. Tanto per iniziare sua moglie non lo avrebbe reso padre, lui aveva già un figlio e, volente o nolente, avrebbe dovuto accettarlo. Hermione probabilmente non aveva pensato a quel dettaglio quando gli consigliò di evitare di provare la paternità per ovviare ad altro dolore, lei era decisamente troppo buona e aveva subito accantonato quell'eventualità, o forse nemmeno aveva riflettuto su quell’aspetto, perché figlio o non figlio lui aveva imparato ad amarlo come se lo fosse veramente e la ragazza questo lo aveva compreso perfettamente. Qualcosa però sarebbe inevitabilmente cambiato in primis dentro di lui, dal momento che non aveva visto nascere Sebastian, quindi non aveva vissuto le più importanti fasi della sua tenera infanzia. Invece avrebbe accolto la loro bambina - perché lui continuava ad essere convinto fosse una femmina - dal primo suo respiro, l’avrebbe vista crescere, camminare e parlare. E poi infine, ma non meno importante, lei sarebbe stata la loro bambina e aveva iniziato ad amarla nell’esatto istante in cui Hermione gli disse di aspettarla, perché conosceva perfettamente l’amore con cui era stata concepita. Non capì se fosse il clima, il sole o l'atmosfera primaverile ad infondergli quei dolci pensieri, ma anche l'ottimismo non sembrò tardare ad arrivare, perché si convinse che alcun Mangiamorte avrebbe potuto impedirgli di prendersi cura della sua bambina e della sua adorata famiglia.
 
Eppure, nonostante quei buoni auspici, come aveva la netta percezione che presto avrebbe stretto tra le braccia una bambina, il suo cuore non riusciva proprio a placare una nefasta sensazione, attribuibile sicuramente ai suoi evidenti sensi di colpa per aver rovinato non solo il suo futuro ma quello delle persone che più amava. Però vi era anche qualcosa di sconosciuto che percepiva incombere su di loro, a cui non sapeva ancora dare un nome e che non sembrava intenzionato ad abbandonarlo del tutto per godersi il presente senza rimuginare troppo su ciò che avrebbe atteso loro in futuro.
 
Non voleva pensarci in quel momento, quella mattina voleva solo dedicarsi alla sua famiglia e nello specifico dal suo risveglio si era impegnato in una mansione in cui non era molto afferrato, ma contava davvero di portarla al termine prima del risveglio di Hermione. Era ancora assonnato, si era alzato qualche ora prima del solito, eppure quando, in un momento in cui il sonno era stato interrotto forse da un sogno che non ricordava, i suoi occhi avevano incontrato il rilassato viso della ragazza mentre riposava serenamente, subito la sua mente viaggiò indietro nel tempo fino alla sera precedente quando, appena prima di addormentarsi, gli aveva confessato con voce assonnata prossima a cadere nel mondo dei sogni di avere una grande voglia di cioccolato. Era l'ultimo ricordo che si era impresso nella sua mente prima di cadere tra le braccia di Morfeo ed era il primo che aveva accompagnato il suo risveglio, così non indugiò, si alzò prudentemente per non svegliarla e si apprestò a fare quella follia solo per la sua amata.
 
Per colazione aveva deciso di farle una sorpresa, voleva prepararle un dolce al cioccolato ed aveva usufruito del ricettario che sapeva la moglie custodiva gelosamente in un cassetto della mensola della cucina. Se solo avesse avuto il più piccolo sospetto di quella violazione lo avrebbe Schiantato seduta stante, ma lui contava di essere prudente e di riporre ogni eventuale prova prima che Hermione lo raggiungesse, infondo stava azzardando quel coraggioso gesto solo per lei e contava per quella straordinaria circostanza nella sua clemenza. 
 
Ovviamente non erano da lui simili slanci di affetto e tanto meno era impossesso delle più elementari doti culinarie. Ma, infondo, non poteva essere più difficile della preparazione di una pozione ... ingredienti, quantità e miscele erano alla base di quella disciplina, peccato però che lui non eccellesse affatto nemmeno seguendo con diligenza le istruzioni nei minimi dettagli. Dovette raccomandarsi alla Fortuna più cieca e sperare di riuscire a raggiungere un risultato se non eccellente quantomeno accettabile.
 
Terminato di preparare l’impasto di quei biscotti al cioccolato, che non gli sembrava poi essergli venuto così male, gli rimase solo di infornare la teglia e attendere. Ovviamente l’ulteriore difficoltà di accendere il forno lo rallentò e la magia - nonostante si fosse ripromesso di fare tutto con le sue mani - diventò presto essenziale per raggiungere puntuale il Ministero.
 
Tirò un sospiro di sollievo quando realizzò di aver scongiurato ogni tipo di disastro. Fece ritornare la cucina impeccabile come la ragazza l'aveva lasciata la sera precedente e poté finalmente occupare il tempo dell’attesa a sfogliare la Gazzetta del Profeta per informarsi sulle ultime novità e nel frattempo iniziare a consumare la sua colazione.
 
Non era così semplice concentrarsi su quelle pagine, sia per paura di bruciare i biscotti sia per l’infausta sensazione che quella serenità fosse solo momentanea e presto avrebbe lasciato il posto ad altra sofferenza, dopotutto nulla era tornato alla normalità. Perlomeno non era la vita che aveva sognato al fianco di Hermione e, per quanto la gioia sarebbe presto entrata in quella casa grazie alla nascita del loro primogenito, non sarebbero riusciti a vivere quell’emozionante esperienza come era logico che fosse.
 
Dei concitati passi lo distrassero prima dai pensieri e poi dalla carta. La ragazza si era catapultata al piano inferiore l’istante dopo in cui non aveva trovato Ron al suo risveglio, spaventandosi. Tirò un sospiro di sollievo solo quando, guidata dal profumo che si espandeva dalla cucina in tutta la casa, incontrò gli occhi del marito fissi su di lei.
 
 Buongiorno, tesoro 
 
L’accolse con un grande sorriso per cercare di sedare l’ansia della ragazza, non voleva mostrarle le sue pene ma solo tranquillizzare l'angoscia che sapeva averle provocato e che faticava ad abbandonarla.
 
 Ronald. Mi stavo sentendo male quando non ti ho visto al mio fianco! Ho addirittura pensato di essermi addormentata e che fossi andato al lavoro senza di me, ma poi ho realizzato l'ora e mi sono davvero spaventata, credevo ti avessero chiamato dal Ministero per un'emergenza. Perché non mi hai aspettata per la colazione? E poi da quanto sei in piedi? Non ti ho sentito alzare 
 
Tra quelle mille domande e altrettanti dubbi segnati da un allarmismo che non l'aveva ancora del tutto abbandonata, ritornò a concentrarsi sul profumo che l’aveva accolta, trovandolo alquanto familiare, anche grazie alla gravidanza che le aveva affinato i sensi.
 
 Ron, ma questi non sono i biscotti di mia madre? 
 
Si era incantato ad ascoltare le concitate parole della moglie e gli ritornarono alla mente in quel momento solo grazie a lei. Si precipitò dritto al forno, lo aprì e un po’ di fumo fuoriuscì, ma sembrava essere arrivato appena in tempo per scongiurare quel disastro che era stato sempre in agguato quella mattina.
 
Hermione puntò gli occhi perplessi su di lui e cercò di fargli intendere quanto fossero gradite delle spiegazioni, specie se ad essere violata era stata proprio la sua cucina.
 
 Avevo preparato i biscotti, volevo farti una sorpresa, ma per poco non li bruciavo 
 
La ragazza, dopo quella mortificata rivelazione, seguì dolcemente i gesti del marito che estraevano la teglia dal forno, cercando di non scottarsi e provando a capire se fossero pronti.
 
 Sono cotti, Ron  si avvicinò al tavolo ed iniziò anche lei ad esaminare quel dolce per il quale era sempre stata ghiotta  Hai usato il mio ricettario, vero? Tesoro, non ti sgrido, anzi te lo chiedo così evitiamo di avvelenarci 
 
Il ragazzo alzò gli occhi su di lei e un’espressione offesa si dipinse sul suo viso.
 
 Grazie per la fiducia, amore, ma, tranquilla, ho seguito tutto alla lettera. Vuoi assaggiare? Li avevo preparati per te 
 
Hermione, dopo un po’ di perplessità, prese un biscotto in mano e lo esaminò attentamente.
 
 Immagino tu non li abbia preparati solo per me 
 
 Se sono buoni li assaggio anche io 
 
Lo assaggiò prudentemente e lo gustò sotto lo sguardo attento del ragazzo.
 
 Ron, sono buoni. Strano, ma vero   ne prese un altro e stavolta lo divorò senza troppi complimenti, suo marito aveva avuto fortuna, quella mattina la voglia di cioccolato non le era passata e forse, pensandoci, era stata proprio quella gran voglia a non farle badare troppo all'eccellenza di quel dolce  Grazie, tesoro, è stato davvero un bel pensiero. Ti consiglio di prenderne subito uno prima che io li finisca 
 
Hermione rise dopo quel commento, che era una chiara allusione alla sua ingordigia, ma lui la fissò con una divertita aria di sfida e si avvicinò a lei dimenticandosi dei biscotti, visto che non era decisamente convinto di essere stato così bravo. Le prese il viso fra le mani e le porse un sentito bacio sulla guancia. Bastava che la sfiorasse per provare sensazioni uniche che mai avrebbe potuto provare con un altro uomo e nemmeno quei tanto desiderati biscotti avrebbero potuto placare il suo ormai perenne malessere come le mani del ragazzo su di lei. Quando Ron sciolse quel contatto e si avviò verso le scale, probabilmente per iniziare a prepararsi, la moglie lo richiamò indietro seria e preoccupata, come se un pensiero l'avesse colta all'improvviso, rompendo la magia di quella sensazione di benessere in cui si era immersa per un breve lasso di tempo.
 
 Ron 
 
Lui si bloccò e velocemente si voltò.
 
 Che c’è, tesoro? 
 
La serena atmosfera che aveva aleggiato sui due, nonostante gli angusti pensieri di entrambi, fino a qualche istante prima sembrò svanire all’improvviso, lasciando il posto alla terribile sensazione che si era impossessata di Ron e solo la presenza della ragazza sembrava aver affievolito.
 
 Dovremmo dire ai miei genitori del bambino … i-intendo del nostro bambino 
 
Il marito non riusciva a comprendere l’ansia della moglie in quel caso, infondo era una lieta notizia.
 
 Sei titubante, forse pensi che a tua madre non faccia piacere … infondo non le sono mai andato a genio 
 
 Ma non è vero! Ron, che accidenti stai dicendo?! 
 
 Va bene, hai ragione, prima che ci fidanzassimo le ero persino simpatico, poi quando ho esordito con ‘signora Granger, sa, io e sua figlia vorremmo sposarci’ non mi sembra di esserle stato molto gradito 
 
Hermione sembrò riacquistare il sorriso dopo quella considerazione, ma solo per cercare di fargli comprendere quanto quelle considerazioni non fossero fondate.
 
 Sono la sua unica figlia ed è normale … 
 
 … che lei voglia il meglio per te, ma … 
 
 … il punto è che io ce l’ho 
 
Lo aveva sorpreso quella considerazione, sapeva che lei lo amava, ma essere addirittura il meglio a cui lei potesse aspirare gli sembrava un po’ esagerato.
 
 Allora perché sei in pensiero per l’annuncio? 
 
 Perché temo che presto dovremo avvisare la nostra famiglia anche dell’esistenza di Sebastian e a quel punto non sarà altrettanto semplice accettare la notizia, non credi? 
 
La sussurrata risposta della ragazza, premura che adottò forse per non sconvolgerlo troppo, lo aveva decisamente allarmato, mandando letteralmente in frantumi le lodevoli intenzioni di Hermione
 
 Direi che posso ritenermi già morto e sepolto … altro che Mangiamorte! Hermione, dobbiamo proprio? 
 
 Ron! 
 
 Sicuramente i tuoi ti chiederanno di lasciarmi, non hai pensato a questa eventualità? E sono certo che tua madre non si arrenderà finché non ci sarà riuscita 
 
 Non credo che mi potrebbero chiedere una cosa simile quando sapranno che aspetto tuo figlio 
 
 Sono certo che lo preferirebbero orfano piuttosto che con un padre come me 

​Hermione iniziava seriamente ad innervosirsi, se c'era una cosa che non sopportava di lui era la sua autocommiserazione che esternava proprio nei momenti meno opportuni.
 
 Ronald, ma la finisci! Io non ti lascerò per alcun motivo … ma non possiamo evitare di informarli. Convieni con me, vero? Che dici, stasera passiamo dai miei? Non ha alcun senso rimandare 
 
Il ragazzo teneva gli occhi bassi e non aveva il coraggio di alzarli sulla moglie, convinto di trovare il suo sincero e razionale sguardo.

 
***

 
Erano entrati dall’ingresso visitatori ed ora percorrevano l’ampio atrio del Ministero della Magia, illuminato a giorno. Lavanda non era mai entrata in quell'edificio e non sembrava nemmeno così felice di averlo fatto in quell'occasione, ma dalle foto che aveva sempre visto non le era mai parso così illuminato. Erano cambiate molte cose da quando la Guerra era terminata e lei si era ripromessa di riporre la bacchetta pur di donare a suo figlio un futuro, ma soprattuto un presente di pace e serenità, visto che fare troppi programmi a loro non era consentito.
 
Lavanda non aveva programmato quella visita, lei e Sebastian erano semplicemente passati per puro caso da quelle parti e la ragazza aveva rivelato al bambino che in quel luogo lavorava Ron. Non aveva messo però in conto che Sebastian l’avrebbe assillata fino allo sfinimento per entrare e fare una sorpresa a suo padre.
 
Non era riuscita a dissuaderlo, era così felice, così lo assecondò se pur controvoglia, dopotutto ora sapeva di essere un mago e il Ministero non lo avrebbe di certo traumatizzato.
 
Non sapeva dove si trovasse l’ufficio di Ron, così fu obbligata a domandare informazioni e non appena scoprirono di dover salire al secondo piano, Sebastian si catapultò verso l’ascensore, sfuggendo all’attenzione della madre, che tentò di mantenere il suo passo riuscendo a raggiungerlo poco dopo. La cancellata dell’ascensore si richiuse e il piccolo rimase affascinato da quel viaggio, decisamente diverso da quello offerto da ogni elevatore babbano. Ebbe la netta sensazione di essere nel bel mezzo di un giro sulle montagne russe, peccato che la tratta fu breve e arrivarono quasi subito a destinazione.
 
Oltre loro non vi era anima viva sull’ascensore, sicuramente, data l’ora tarda, i dipendenti del Ministero iniziavano a scendere al piano terra e non a salire come invece avevano appena fatto loro. Uno in particolare era in procinto di salire sull’ascensore per concludere quella lunga ed estenuante giornata di lavoro. Attese con impazienza che l’ascensore arrivasse e nel mentre tremava per l’incontro certamente poco gradevole che avrebbe avuto quella sera con i suoi suoceri.
 
L'ornata cancellata si spalancò ridestandolo da quei pensieri, quando una visione seguita da un evidente colpo al cuore lo bloccarono.
 
 Papà! 
 
Sebastian corse inaspettatamente ad abbracciarlo, visto che era rimasto completamente pietrificato​, neanche fosse stato colpito da un incantesimo in pieno petto, e per poco non gli fece perdere l’equilibrio, sia per la veemenza sia per l’improvviso slancio. Ron però non riusciva a ricambiare e puntava uno sguardo severo su Lavanda, che solo dopo infiniti attimi si decise a muovere un passo fuori dall’ascensore.
 
 R-Ron, passavamo da queste parti e Sebastian voleva salutarti 
 
La ragazza tentò di giustificarsi, dato che non le era passato inosservata l'espressione accigliata di Ron, il quale si raddolcì un po’ nel momento in cui riuscì ad avvertire, riacquistando sensibilità, le amorevoli braccia del bambino che lo avvolgevano riuscendo così a mettere per un momento da parte la rabbia.
 
 C-Che bella sorpresa, piccolo! Non me lo aspettavo … grazie per essere passato a salutarmi  lo allontanò delicatamente da lui, solo per poter chinarsi arrivando alla sua altezza e guardarlo negli occhi  Ascolta, laggiù c’è il mio ufficio, la terza porta a sinistra  tirò fuori un mazzo di chiavi dalla tasca e glielo porse, indicandogli quale fosse quella giusta  Aspettaci dentro. Sulla scrivania dovrebbero esserci dei fogli bianchi e qualche matita. Mi disegni qualcosa? Così poi appendo il tuo disegno in ufficio 
 
Il piccolo non se lo fece ripetere, afferrò le chiavi e corse ad aprire la porta. Ron seguiva i passi del figlio e notò che si era bloccato prima ancora di inserire la chiave nella serratura.
 
 Papà? 
 
Il ragazzo si guardò intorno, sperando non lo avesse sentito nessuno, ma il chiaro rimbombo della squillante voce del bambino non lo fece ben sperare.
 
 Poi mi porti a fare un giro per il Ministero? 
 
 Sì, Sebastian, ma solo dopo che avrai terminato il disegno 
 
Stavolta sembrò maggiormente incoraggiato ad entrare nell’ufficio e così fece senza ulteriori indugi. Solo quando il bambino scomparve alla loro vista, Ron si voltò verso Lavanda e le inveì contro cercando comunque di controllare il tono della voce.
 
 Ma sei impazzita?! Io qui ci lavoro! 
 
 Ron, ti voleva solo salutare 
 
 E tu invece volevi mandare a monte il mio matrimonio, giusto? 
 
La fissava infuriato e non sapeva cosa rispondergli, forse aveva azzardato troppo, ma se solo avesse saputo quanto fosse così importante preservare il sorriso sul volto di suo figlio, sicuramente avrebbe reagito in modo differente. 
 
 E-era così felice Sebastian, mi dispiace, non ho saputo dirgli di no 
 
Poteva chiaramente distinguere una piccola lacrima argentata sulla guancia di Lavanda e non poté fare altro che rimanerne interdetto. Si rese conto da solo di non aver impiegato molta gentilezza nell'accoglierla, ma addirittura farla piangere gli parve esagerato. 
 
 E adesso perché piangi? 
 
Non fece nemmeno in tempo a completare la domanda, che la ragazza si gettò fra le sue braccia e sfogò tutto il suo dolore sul petto di Ron, tentando di contenere il pianto con le mani in volto. Lui non la consolò, era rimasto sconvolto per quella reazione ed inoltre quel contatto lo imbarazzò, visto che erano anni che non vi era un contatto così ravvicinato tra loro. Si guardò nuovamente intorno sperando non ci fosse alcuno spettatore ad assistere a quella scena e la afferrò con decisione per le spalle solo per scostarla da lui.
 
 Si può sapere che accidenti ti prende?? 
 
 S-scusa … è solo che … 
 
 Che? 
 
Lo fissò con gli occhi arrossati, ma non riusciva a fiatare, le parole si erano fermate in gola e non volevano uscire.
 
 Oh, Ron, se solo sapessi 
 
 Che cosa? 
 
Non riusciva ad abbassare la guardia verso di lei, convinto volesse solo finire di distruggere la sua felicità. Eppure le sue lacrime sembravano sincere ed anche il dolore che trapelava da quelle parole pareva piuttosto sentito.
 
 N-niente … aspetti un bambino da Hermione … 
 
 Lavanda! Che cosa mi devi dire?! 
 
In quel momento lo sguardo della ragazza si distrasse alle spalle di Ron e poco dopo Sebastian ritornò con il suo disegno appena terminato. Lo porse al padre e quest’ultimo, solo dopo essere finalmente riuscito a distogliere uno sguardo confuso e arrabbiato da Lavanda, riuscì a riceverlo.
 
 G-grazie, tesoro, è bellissimo 
 
Aveva chiaramente raffigurato quella che per lui era la sua famiglia e a Ron non poté lasciare indifferente quell’esplicito desiderio del bambino. Quando alzò lo sguardo, capì che anche Lavanda si era nuovamente commossa davanti a quel disegno e gli rivolse un mezzo rassegnato sorriso.
 
 Vieni, Sebastian, ti faccio fare un giro 

 
***
 
 
Hermione si trovava davanti alla casa dove aveva trascorso serenamente la sua infanzia ed era in procinto di bussare, se non fosse che l’ansia di non aver visto suo marito ad attenderla la rese titubante.
 
Non aveva avvertito i suoi genitori circa la loro visita, voleva fosse una sorpresa e sicuramente la sarebbe stata, in tutti i sensi. Temeva che nessuna di quelle notizie sarebbe stata così tanto gradita. Ron aveva ragione, sua madre era stata titubante ad accettare la loro relazione, continuandole a ripetere quando lei e Ron appartenessero a due universi totalmente opposti e forse un nipotino con quei presupposti sarebbe giunto troppo presto, perlomeno necessitava di tempo per rendersi conto quanto loro si amassero e non desiderassero altro al proprio fianco. Hermione non poteva però confidare quei timori a suo marito, era fuori discussione alimentare le sue incertezze, così li conservò nel suo cuore e sperò di sbagliarsi.
 
Suonò e attese con il battito accelerato, forse se avesse avuto Ron al suo fianco si sarebbe maggiormente tranquillizzata, ma forse era meglio annunciarsi da sola, cercando così di preparare il terreno adatto per fare in modo che lo accogliesse discretamente bene insieme a tutte quelle novità.
 
Quando fu proprio sua madre ad aprire la porta, ebbe un sussulto e le sembrò persino di essere improvvisamente colta da un conato di vomito, ma non era certo il momento per le sue inopportune nausee, che avevano già contribuito a tradirla davanti a sua suocera, doveva rimanere impassibile e comunicare la notizia con il maggiore tatto possibile. Deglutì per camuffare il suo malessere e tentò di esternare un rincuorante sorriso. 
 
 Mamma 
 
La signora Granger la scrutò con dolcezza come se non la vedesse da mesi, per poi avventarsi su di lei e stringerla forte a sé. Le accarezzò il viso, scostandole i capelli come fosse ancora la sua bambina ed Hermione non poté proprio evitare di sorridere percependo quelle amorevoli mani.
 
 Tesoro, si congela qua fuori, entra 
 
Le fece spazio ed Hermione non se lo fece ripetere, convinta di trovare in quella casa un calore che andasse ben oltre quello climatico. Non tardarono ad arrivare almeno una decina di domande, ma nessuna di esse accennava a Ron o al loro rapporto, sembrava che sua madre non prendesse nemmeno in considerazione di avere un genero e quell’atteggiamento non poté che rattristare la ragazza.
 
 Mamma, sto bene, tranquilla … ed anche Ron sta bene 
 
All’udire quel nome anche la donna sembrò rattristarsi e alla figlia dispiacque per averle inferto un palese dispiacere, ma si sarebbe dovuta rassegnare all'idea che lui fosse suo marito. Voleva attendere Ron per le notizie, anche se sapeva quanto successivamente avrebbe inveito contro di lui, ma forse una lieta comunicazione poteva darla in anticipo, sicura di farle riacquistare il sorriso, visto che i suoi genitori, essendo babbani, non erano soliti sfogliare le pagine della Gazzatta del Profeta.
 
 Mamma, c’è una cosa che non ti ho ancora detto. Sai, qualche settimana fa sono diventata il nuovo Ministro della Magia 
 

Non aveva previsto male, perché un orgoglioso e amorevole sorriso si dipinse sul volto della signora Granger.

 
***
 
 
Era rimasta quasi mezz'ora a chiacchierare con i suoi genitori, tentando sempre di non parlare del suo matrimonio, nonostante suo padre non fosse mai stato contrario a quell’unione, anzi tutto il contrario. Il signor Granger aveva sempre pensato che Ron fosse degno di fiducia, dopotutto lo conobbe quando era solo un ragazzino e quando dovette acconsentire al loro matrimonio ne fu ben felice, convinto che lui fosse talmente affidabile da potergli persino consegnare l'importante compito di prendersi cura della sua unica figlia. Non era affatto questione di Sangue babbano o Sangue magico, aveva ragionato semplicemente con il cuore e non aveva esitato un momento ad accompagnarla all'altare sapendola felice ed emozionata per l'importante passo che stava per compiere a fianco di quel giovane. 
 
Hermione aveva atteso con impazienza l’arrivo di Ron, ma quando vide che il tempo scorreva sull’orologio, decise di raggiungerlo al Ministero, convinta che si fosse dimenticato di quell’appuntamento o forse che si fossero fraintesi, ma non evitò nemmeno di pensare che potesse avere timore di affrontare i suoceri. Con la scusa di aver scordato un'importante incombenza al lavoro si congedò dai suoi genitori.
 
Quando arrivò le guardie l’accolsero perplesse, visto che l’avevano vista uscire appena qualche tempo prima, ma lei ignorò quelle espressioni e domandò informazioni di suo marito, però loro non lo avevano notato nell’atrio, quindi ipotizzarono si fosse ancora trattenuto nel suo ufficio.
 
Hermione non esitò e si avviò verso l’ascensore, ignorando qualunque persona ancora presente al Ministero e che le rivolgesse un educato saluto. Sembrò impiegare più tempo del solito, nonostante dovesse salire solo al secondo piano. Quando finalmente giunse a destinazione e la cancellata si spalancò, si guardò intorno e, prima ancora che riuscisse ad avviarsi verso l’ufficio di suo marito, delle familiari e concitate voci la distrassero portandola a voltarsi verso il corridoio da dove provenivano. Vide esattamente ciò che non avrebbe mai voluto vedere e quando Ron si accorse della sua presenza la serena conversazione che stava intrattenendo con suo figlio si spense.
 
Nessuno riuscì a fiatare, perché Sebastian anticipò ogni possibile parola, salutando con entusiasmo la sua amica.
 
 Hermione! 
 
Le corse incontro per accoglierla, ma la ragazza non riusciva a mostrarsi serena, solo a ricambiare con un confuso sguardo il bambino.
 
 C-ciao, piccolo 
 
 Resti con noi? Papà mi ha fatto visitare il Ministero, ma non sono potuto entrare nell’ufficio del Ministro perché non avevamo le chiavi. Mi ha detto che è pieno di libri ed è enorme, è vero? 
 
Tentò di sorridergli, ma il dolore per aver visto quel quadretto familiare era davvero tanto.
 
 Un’altra volta te lo mostro, Sebastian, ora devo andare 
 
Accarezzò i capelli del bambino, cercando di mostrarsi cordiale. Lanciò un’ultima occhiata a Ron e prima che le lacrime potessero vincerla ritornò sull’ascensore, dove finalmente in solitudine poté sfogare quella sofferenza con l’unico supporto offerto dalla parete di fondo dell'elevatore. Sua madre non poteva aver avuto così tanta ragione su di lui e il suo cuore non poteva averla tradita fino a tale punto. Si sentiva decisamente male e a tratti umiliata per aver riposto in lui tanta fiducia, quando quel ragazzo non faceva altro che deluderla e illuderla sulla sua sincera vicinanza.
 
Contava di raggiungere presto il piano terra, fiondarsi fuori dal Ministero e correre dritta a casa per sfogarsi come si conveniva per provare o perlomeno per avere la sensazione che il cuore fosse tornato ad essere leggero. Peccato però che le sue intenzioni furono presto disattese da Ron che l’aveva raggiunta imboccando le scale e si era parato davanti alla cancellata dell’ascensore per bloccarle la strada ed evidentemente cercando il modo migliore di spiegarle ciò che aveva visto, perché sapeva già che lei avrebbe frainteso. Lei però non gli diede nemmeno il tempo di fiatare, perché uscì dalla cabina con urgenza oltrepassandolo, tentando persino di non alzare lo sguardo infuriato su di lui, giusto per non avere la tentazione di urlargli in faccia quanto lo odiasse in quel preciso momento.
Cercò di mantenere un tono pacato benché estremamente duro e gli passò accanto con decisione, camuffando con abilità lo sfogo di pianto che aveva appena avuto.

 Levati, Ronald 
 
Ron però non sembrava intenzionato a lasciarla scappare così presto, si voltò velocemente e le afferrò la mano sia per bloccarla che per tranquillizzarla, ma Hermione non colse affatto quelle premure nel modo in cui avrebbe dovuto interpretarle, la rabbia le impedì di riflettere, perché si voltò proprio con quella rabbia in corpo tirandogli un forte schiaffo in pieno volto. Incassò il colpo e non ebbe nemmeno il coraggio di posare gli occhi su di lei, ma solo di chiuderli per tentare di placare il dolore che gli aveva inferto, sia fisico che mentale.
 
 Non ti azzardare a tornare a casa stasera. Mi hai capita? 
 
Aveva il fiato corto per l’energia che aveva impiegato di dimostrargli quanto fosse stanca di quella situazione, ma Ron, orgoglioso com’era, non accettò in silenzio quello sfogo, perché quando riaprì gli occhi una certa nota di cattiveria gli uscì spontanea.
 
 Me lo hai chiesto tu di riconoscerlo e di non mettere in dubbio la paternità, ricordi? O te lo sei già dimenticato! 
 
 Quindi questo ti dà il diritto di spassartela con Lavanda tutte le volte che ti gira?! 
 
 Cosa?? Hermione, ma come puoi pensare una cosa simile?! Mi sono piombati davanti, stavo uscendo per raggiungerti dai tuoi genitori. Non li ho invitati io, per quanto possa sembrarti strano. E poi, se non te ne fossi accorta, c'era il bambino, quindi cosa pensi che abbiamo potuto fare? 
 
Lo guardava con diffidenza e il tono duro del marito non l’aiutava di certo a rilassarsi.
 
 Non c’è più bisogno che parli con i miei genitori. A mio figlio posso pensare anche da sola 

Fece per voltarsi, ma Ron la bloccò nuovamente d’istinto e stavolta dalla rabbia aumentò la pressione sul suo braccio.
 
 Ronald, tieni giù le mani, altrimenti ti arriva un altro schiaffo! O preferisci che ti Schianti?! 
 
​Si accorse tardi che assecondare la rabbia di sua moglie peggiorava solo la situazione, così tentò di acquisire un po' di calma e un tono maggiormente pacato.

 Hermione, calmati, così fai solo male alla nostra bambina 
 
​Il ragazzo però sembrava toccare le argomentazioni sbagliate per placare l'ira di Hermione.

 Io?? Non te ne frega niente di noi … non te n’è mai fregato niente, a-altrimenti stasera avresti pensato prima a noi 
 
​Le lacrime la stavano vincendo nuovamente, ma stavolta erano spinte più dalla rabbia che dal dolore. Si stava agitando, ma iniziò davvero a pensare al suo stato per il timore di causare qualche danno​, così tentò di riprendere un ritmo cardiaco più regolare, nonostante il silenzioso pianto non volesse saperne di cessare.

 Questo non è assolutamente vero! Siete la mia famiglia! 
 
 No, non siamo noi la tua famiglia. Forse sulla carta, ma un contratto di matrimonio non significa proprio niente se non lo dimostri. Mia madre aveva ragione, Ron, io e te siamo due mondi diversi che non riusciranno mai a trovare un punto d’incontro 
 
​La certezza ai suoi perenni timori gli era arrivata come una doccia fredda e non poté fare altro che affossarlo maggiormente. 

 Avevi detto che non mi avresti lasciato per alcun motivo. Hermione, cos’è cambiato da stamattina? 
 
 Mi sono resa conto che anche la mia pazienza ha un limite. Ronald, sono una persona di carne ed ossa anch'io e per quanto io ti dica di riuscire a sopportare, di provare a capire, non riesco a saperti in loro compagnia, quando quel tempo lo avresti dovuto dedicare a noi. Mi dispiace, ma io non riesco a dividerti in questo modo. Ci siamo sposati io e te, ma pare proprio che nel nostro matrimonio possa entrare chiunque e gettare tutto lo scompiglio che vuole senza nemmeno che tu dia dei limiti 
 
​Riprese il suo cammino, ma era chiaro che quelle accuse non fossero state così gradite dal ragazzo, che, prima che la moglie scomparisse alla sua vista, le urlò dietro tutto il suo sarcasmo, non trovando una risposta che potesse farle cambiare idea e non era nemmeno così sicuro che esistesse.

 Complimenti, tesoro, ora tutto il Ministero è a conoscenza dei fatti nostri! 
 
 Non grazie a me. Ringrazia Lavanda, dopotutto c’è confidenza fra di voi, no? 
 
​Si era voltata di scatto per un momento solo per lanciargli un'ultima battuta e un ultimo sguardo di disprezzo per concludere la discussione.

 Hermione! 
 
Si smaterializzò, lasciandolo dolorante e con la consapevolezza di essersi incastrato in un guaio dal quale non avrebbe saputo come uscire. Solo il rimbombo della sua profonda voce sembrò fargli compagnia, finché anch'esso scomparve, lasciandolo totalmente solo con i suoi pensieri. 


 
***
 

Ron rincasò in piena notte, ignorando nel modo più assoluto le raccomandazioni della moglie di non farsi più vedere, infondo sapeva che non poteva pensare davvero una cosa simile e che molto probabilmente doveva essere stata spinta da una rabbia incrollabile.

 

Ciò che purtroppo era stato davvero difficile da vincere fu l’orgoglio per il ragazzo. Impiegò ore prima di calmarsi veramente. Era arrabbiato con il mondo, anzi con gli infiniti mondi che li separavano con arroganza. Più in concreto però era arrabbiato con coloro che avevano contribuito a spezzare il sottile equilibrio che Ron ed Hermione erano riusciti a creare grazie all'amore che provavano l'uno per l'altra e con il quale avevano colmato le voragini di differenze che vi erano tra di loro. Era arrabbiato con Lavanda e Sebastian per avere sempre la brillante capacità di farlo affondare sempre un po’ di più nelle sabbie mobili e con Hermione per peccare sicuramente di impulsività, visto che prima lo incoraggiava e poi gli tirava uno schiaffo confondendolo e mandando letteralmente in pezzi la certezza del suo supporto. Non era una situazione semplice, ma entrambi ne era stati consapevoli fin dall’inizio, quindi non c’era stato alcun motivo per reagire in quel modo.

 

Cercò di aprire con delicatezza per non svegliarla ed entrò illuminandosi il cammino con la bacchetta per rendere più fioca la luce. Non fece nemmeno tre passi, che si accorse del cuscino e della coperta che giacevano sul divano e non era nemmeno così difficile intuire che cosa significassero. Forse infondo sperava che lui sarebbe tornato a casa, almeno per saperlo al sicuro sotto lo stesso tetto. Un mezzo sorriso gli sfuggì, nonostante la catastrofica e altalenante situazione che si era creata tra loro.

 

Salì le scale con poca determinazione e subito notò che la porta della loro camera era spalancata, non si era nemmeno presa il disturbo di richiuderla dietro di sé. Entrò sempre con prudenza e la vide sdraiata sul letto, girata su un fianco e gli dava le spalle. Non sapeva se quella posizione fosse voluta oppure dettata dal sonno che sfinita l'aveva vinta, però si accorse che era ancora vestita con gli abiti che aveva scelto dall'armadio quella mattina. Spense la luce con un Nox sussurato e si avvicinò a lei, subito percepì sommessi singhiozzi che nemmeno il riposo aveva acquietato. La osservò per qualche istante in silenzio, le guance era ancora rigate da rivoli e lui avrebbe tanto voluto asciugarle, se solo non fosse stato lui l'artefice di tanto dolore. Non poteva fare molto per lei se non toglierle delicatamente le scarpe che ancora calzava e coprirla. Non fece fatica ad intuire lo stato in cui era ritornata a casa. Si chinò in avanti per poter avere una visuale ravvicinata del suo viso, le accarezzò la testa spostandole i capelli scompigliati dalle guance e le lasciò un leggero bacio sulla tempia. Prima di spostarsi però sussurrò vicino al suo orecchio.

 

 Ma come ti è saltato in mente di innamorarti di me, amore mio? Proprio tu che sei sempre così razionale 

 

Le rinnovò un altro piccolo bacio e stavolta sulla guancia, dove percepì l'amaro sapore salmastro che era scorso dai suoi occhi nocciola. Non riusciva a distogliere gli occhi da lei, voleva godersi ogni istante di quel momento e imprimere la sua immagine nella mente. Infondo era stato solo un bene che lei dormisse, uno dei tanti motivi per il quale era ritornato a casa tardi, di certo non sarebbe stato in grado di parlare guardandola negli occhi. 

​Si disincantò dalla figura di sua moglie e recuperò dalla sua divisa un foglio. Era ancora titubante sul da farsi e sulla decisione che aveva preso, ma lui non ne trovava di migliori e doveva iniziare a proteggere lei e il loro bambino soprattutto da sé se voleva essere in grado di proteggerli da pericoli maggiori, in quanto Auror, ma soprattuto in quanto marito e padre. Senza ulteriori indugi posò quella lettera sul comodino e senza rivolgerle altri sguardi uscì dalla stanza a passi felpati per non rischiare che lei si svegliasse prima del tempo.

​Eppure, nonostante tutte le accortezze del ragazzo, qualcosa Hermione aveva percepito, perché si svegliò di soprassalto gridando il nome del marito spaventata. Si sfiorò la guancia, aveva chiaramente avvertito un suo bacio, ma forse aveva solo sognato. Si guardò intorno confusa e, prima ancora di avere la tentazione di scendere al piano inferiore per appurare che lui stesse dormendo in soggiorno, i suoi occhi incontrarono quel pezzo di carta, accuratamente posato di fianco a lei. Lo afferrò e con timore lo dispiegò, incontrando quelle righe.


 

Mi dispiace. Trovalo scontato, banale, ma a me dispiace sul serio e non riesco a esprimertelo in altro modo. E mi dispiace ancora di più comunicarti l'ultimo tentativo che posso fare per risparmiarti altro dolore. 
​Hermione, necessito di un po' di tempo per rimettere ordine nella mia vita, ma non lo posso fare se ti ho accanto, perché ti ferisco solo ed io non voglio. Preferisco giocare e rischiare solo i miei sentimenti.
​Concediamoci solo una piccola pausa, torno dai miei per un po', ma non è finita tra di noi, anzi lo faccio proprio per evitare di far fallire il nostro matrimonio. Ti prometto che tornerò solo quando sarò certo di riuscire a gestire la situazione e purtroppo la tua amorevole vicinanza non è sufficiente.
​Probabilmente in questo momento desidereresti tirarmi un altro schiaffo, ma conta che tu me lo abbia tirato, perchè il dolore che provo allontanandomi da te va oltre ogni possibile sofferenza fisica.
​Ti sto solo complicando la vita, non avrei portato Sebastian al Ministero di mia spontanea volontà, perché so perfettamente che tu sei il Ministro della Magia ed io il Vicecapo degli Auror e avrebbe senz'altro portato scandalo. Ora io non so se dopo stanotte ci saranno delle ripercussioni, sono mortificato, perché ricadranno anche su di te e non solo su di me, che sono l'unico responsabile.
Lo so, sono un viagliacco, non ho soluzioni migliori ed inoltre non ho avuto nemmeno il coraggio di comunicarti la mia decisione guardandoti negli occhi, non ci sono riuscito, non potevo rischiare di darti la possibilità di farmi cambiare idea e sono certo che non sarei più riuscito ad allontanarmi da te. Ti prometto che è l'ultima volta che metto sul piedistallo i miei sentimenti.
​Se hai bisogno di me non esitare a chiamare, non sparisco, metto solo in pausa la nostra relazione, ma per te e la nostra bambina ci sarò sempre, non ho alcuna intenzione di rischiare di non vederla crescere ed è proprio per questo che è essenziale chiarire subito questa situazione e renderla più gestibile per tutti.
Spero davvero che al mio ritorno tu mi voglia ancora.

Grazie, amore mio, per essermi stata accanto in questi giorni, per aver pazientato e sopportato, ora però devo imparare a prendermi da solo le mie responsabilità e a mettere ordine e priorità nei miei sentimenti, senza esserne travolto.
​Mi manchi già e spero di ritornare in tempo per la nascita della nostra bambina, ma soprattuto pronto per essere un buon padre.
​Sono certo che ci rivediamo presto e non dimenticarti mai che ti amo.

 

 

Era scoppiata a piangere a metà lettera, non era riuscita a trattenersi, ma, appena terminata la lettura, accartocciò la lettera in una mano con rabbia e si portò quel pugno verso il viso per provare a placare quella sofferenza inaspettata. Non si stava allontanando da lei perché lei glielo aveva chiesto, era peggio, perché aveva ragionato su quella decisione e sembrava davvero essere l'unica che fossero riusciti a trovare persino insieme. Per la prima volta nella sua vita si sentì impotente, impassibilmente travolta dagli eventi. Rabbia e frustrazione si impossessarono di lei, tanto da portarla a sbattere quel pezzo di carta a terra con uno scatto. La prima e l'ultima volta che non avrebbe gelosamente conservato una lettera di suo marito. 

 


Ciao ragazzi!
 
È difficile non comprendere Hermione, qualunque donna si sarebbe stufata di una situazione simile … è chiaro che Ron debba mettere un po’ di ordine nella sua vita.
 
Grazie come sempre di cuore per continuare a seguirmi! <3
 
Alla prossima 😊
Baci
-Vale

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Capitolo 13
*** Un segreto svelato pubblicamente ***


Un segreto svelato pubblicamente

 
 

Si meritava tutta quella solitudine, che provava nel cuore prima che sulla pelle. Aveva passato anni in quel letto da solo, nella stanza della sua infanzia, eppure, dopo aver provato la sua dolce compagnia, faticava a fare a meno di lei al proprio fianco. Si era condannato da solo ad un destino crudele.
 
Sapeva di averla ferita con quella lettera, ma ripromise a se stesso, mentre la penna scorreva sul foglio bianco, ma macchiato da ogni sorta di peccato, che sarebbe stata l’ultima volta e il solo pensiero delle lacrime che sicuramente quella ragazza aveva versato per lui facevano sussultare il suo cuore. Era una pena necessaria da vivere, sua moglie doveva comprendere che la loro vicinanza allo stato attuale sarebbe stata controproducente per tutti. Forse persino per Sebastian, a cui presto o tardi avrebbe dovuto rivelare il vero ruolo ricoperto da Hermione nella sua vita e che prima di quanto immaginasse avrebbe conosciuto la sua sorellina o il suo fratellino.
 
La notte - per quanto potesse sembrare strano - non gli aveva portato alcun consiglio, anzi la confusione non tardò ad affollare la sua mente. Era chiaro quanto il tempo che avrebbero passato lontano sarebbe inevitabilmente stato lungo se lui non avesse trovato la forza di prendere saldamente in mano quella situazione, dando una definitiva svolta.
 
Voleva strappare solo un istante al suo inevitabile destino, che diventò presto il loro, prendersi il lusso di un momento di meditazione tra quelle lenzuola che da troppo tempo non lo avvolgevano. Peccato che il calore che gli trasmettevano fosse ben diverso rispetto a quando era celibe. Il ricordo volò inevitabilmente a quel felice giorno - il più felice che avesse in memoria -, all’esatto momento in cui il suo status era cambiato e si ritrovò presto a sperare per l’eternità.
 

Era bella, fin troppo per lui, ma non esteriormente, o almeno non solo, lei splendeva di una luce unica. Unico era il sorriso che sfoggiava mentre i passi che li separavano si facevano sempre più corti, unico era il modo in cui quell’angelica visione era in grado di calmarlo, nonostante almeno un centinaio di persone fossero in quel solenne luogo solo per loro, unica era la commozione che rischiava di travolgerlo prima ancora che il ministrante li dichiarasse marito e moglie, ma soprattutto unico era il sobrio contatto sul suo braccio che gli comunicava la gioia di averlo al suo fianco.

 
Lui era lì e non sarebbe mai voluto essere altrove, aveva accettato di condividere la sua vita con lui e sarebbe stato uno sciocco a non ringraziare il giorno in cui quella ragazza entrò a far parte dei suoi stessi respiri.
 

Quel momento non fu affatto facile per lui, a partire dall’afferrarle con dolcezza la mano destra, un’accortezza che era nelle sue più profonde intenzioni. Diventò persino difficile distinguere la destra dalla sinistra, ma lei con un amorevole sorriso, probabilmente accostando per un momento la sua stessa ansia, che si poteva leggere chiaramente negli occhi luccicanti, catturò la sua mano, la strinse e lui, incantato da quel gesto, più di quanto lo fosse stato da lei dall’inizio della celebrazione nuziale, l’avvicinò al cuore. Hermione decise, proprio in quel frangente, di modificare la “scaletta” prendendo per prima la parola, evidentemente comprese quanto l’agitazione stesse bloccando lo sposo. Lo fissò negli occhi, forse per trovare l’ispirazione, tanto lei lo sapeva, non vi era stato alcun bisogno di scrivere le promesse, le parole sarebbero fluite naturalmente dalla sua bocca, come ogni cosa che accadeva tra loro, forse una delle poche occasioni in cui il cuore sovrastava la mente della ragazza.
 
 Ron … 
 
Quella voce sussurrata lo fece ridestare dolcemente. Strinse più forte la mano di lei, ancora a contatto con il suo petto. La ragazza lo interpretò come un incoraggiamento a proseguire e una rassicurazione sul fatto che lui fosse accanto a lei semplicemente con il cuore.
 
 … come faccio a spiegarti quanto ti amo senza rischiare di cadere nella banalità? 
 
Cercava una risposta da lui, forse un suggerimento, o forse era già quella una dichiarazione. Non era semplice professarsi amore davanti a tutti quei testimoni, proprio loro, che erano sempre stati così riservati, ora dovevano parlare con il cuore in mano davanti ad una platea di amici e parenti. Ron lesse nei suoi occhi ciò che il suo cuore voleva comunicargli e l’imbarazzo per doverlo esternare così "spudoratamente". Gli dispiacque vederla in difficoltà, non era così solito essere spettatore della sua titubanza e proprio la voglia di andare in suo soccorso lo spinse a muovere un temerario passo.
 
 Allora ci provo io 
 
Distolse gli occhi dalla ragazza, solo per posarli sulle loro fedi e delicatamente prendere in mano quella che lei avrebbe presto indossato al sottile dito della mano mancina. Prese solo un respiro, prima di sciogliere il contatto tra le loro mani ed afferrare la sinistra di Hermione.
 
 Non avrei mai creduto che un giorno, e per la precisione in una fredda domenica di dicembre, io ti avrei chiesto di sposarmi in questo tiepido giorno di fine febbraio … 
 
Teneva lo sguardo basso su quella piccola e vellutata mano, accarezzandola distrattamente, perso nei ricordi. Riuscì a dimenticare i commossi occhi puntati su di loro concentrandosi su quei tempi passati.
 
 … anzi, non avrei nemmeno mai pensato che tu avresti potuto amarmi … 
 
Solo in quel momento si decise ad alzare lo sguardo sul suo volto.
 
 Hermione, credo che in questi ultimi anni tu sia stata molto di più della mia fidanzata, mi hai donato una forza che faticavo a riscoprire in me dopo … 
 
Non vi era alcun bisogno di chiarimenti, sapeva che lei aveva capito a cosa si stesse riferendo, perché aveva sempre compreso perfettamente i lutti che lo avevano drammaticamente segnato dopo la Guerra. Non smettendo di essere ciò che era sempre stata per lui, gli era stata vicina fin dal primo istante in cui il dolore aveva invaso il suo cuore, cercando di renderlo più leggero se condiviso con la persona amata al proprio fianco.
 
Fu inevitabile per lui lanciare una sfuggevole occhiata alla sua futura suocera, aveva paura di impiegare le parole sbagliate, temendo di farsi odiare maggiormente. La ragazza se ne accorse e tentò di attirare nuovamente la sua attenzione con un sorriso, ma non le fu difficile perché subito lo sguardo del ragazzo si posò su quella sposa … sulla sua sposa.
 
 … mi hai appoggiato persino quando mi sono assentato tre lunghi anni per frequentare quel corso senza mai lamentarti per la nostra lontananza, ma anzi tranquillizzandomi quando avevo necessità di riscoprire un po’ di motivazione … tu c’eri e non importava quanti fossero i chilometri a dividerci, perché ogni volta che desideravo cedere e correre da te, tu eri pronta attraverso quelle lettere a rincuorarmi, a dirmi che per noi c’era tempo, dovevo prima realizzare quel sogno. Tu mi avresti sempre aspettato. Hermione, mi hai aspettato sul serio e sai qual è il bello? È che sono stato così temerario da non dubitarne nemmeno per un secondo 
 
Le aveva donato un commosso sorriso, che contagiò inevitabilmente anche lui. Tornò a concentrarsi sulla mano che teneva stretta nella sua e sulla fede che invece teneva stretta nella destra. Posò solo un leggero bacio su quell’anello, prima di imboccare il tragitto verso l’anulare della ragazza. Fu infinito quel dolce gesto, un simbolo che valeva più di mille parole. Lei per prima alzò gli occhi su di lui, quando lui ancora non riusciva a distoglierli dalla sua mano adornata da quel nuovo luccicchio. Sorrise inevitabilmente davanti alla commozione di lui, ma stupirsi era inutile, visto che anche lei era molto vicina dall’essere travolta da quell’emozione, pensando solo che pochi minuti li separavano dall’essere marito e moglie.
 
 R-Ron 
 
 Che c’è? 
 
 Tocca a me 
 
Non gli concesse nemmeno il tempo di concordare con lei, perché si affrettò ad afferrare la fede. Gli sorrise quasi divertita, non riusciva a trovare le giuste parole per esprimersi, così fissò quegli occhi puntati e attenti su di lei, bramosi di conoscere le parole che presto lei avrebbe pronunciato.
 
 Per la verità ho solo una richiesta, Ronald 
 
Lo prese alla sprovvista e non poté evitare di allarmarsi, mentre lei non riusciva proprio a fingere serietà.
 
 C-cosa? 
 
 Divento la signora Granger-Weasley e non solo Weasley. Intesi? 
 
La tensione che lo aveva attanagliato all'improvviso si sciolse in un sorriso a quella richiesta.
 
 E tu il giorno del nostro matrimonio pensi a rimarcare il tuo orgoglio? 
 
 Non è orgoglio, Ron, è un principio. Allora, accetti? Vuoi sposarmi ugualmente a queste condizioni? 
 
 Sì, lo voglio, signora Granger-Weasley 
 
 Allora lo voglio anch’io 
 
​Anche lei diede un leggero bacio alla fede, prima di infilarla commossa al suo dito. Non lasciò subito la mano del neosposo, anzi, incurante degli invitati, intrecciò le loro mani, perdendosi nei suoi occhi azzurri. Non riuscirono nemmeno ad aspettare la fine della cerimonia per suggellare quel patto in un istintivo e sentito bacio, visto che avevano aspettato fin troppo per scambiarselo. Sentirono solo un’impercettibile voce tra gli entusiastici applausi che li dichiarava marito e moglie, ma era chiaro che ciò che contava in quel momento fossero gli sposi e il loro profondo volere, quindi il ministrante diventò presto “superfluo”.
 
Si separarono solo dopo infiniti attimi e mentre le loro labbra si allontanavano con reticenza, Hermione non tardò ad approfittare di quella promiscuità per sussurrare a lui due parole che desiderava rimanessero tra loro e non diventassero di dominio pubblico come le altre loro promesse.
 
 Ti amo tanto 
 
 Ti amo tanto anch’io 
 
Sapevano quanto di lì a breve sarebbero stati travolti dagli invitati e furono decisamente restii a sciogliere quel contatto, ma, nonostante ciò, il sorriso dalle loro labbra non si spense.
 
 Ora ti puoi rilassare, Ron, la parte difficile è passata. C’è il ricevimento adesso, dovresti essere felice  
 
 Il ricevimento? In questo momento non so cosa sia 
 
La guardava come se non potesse esserci nulla di più bello e dolce e lei si convinse sul serio.

 

 
Ripensandoci, con il senno di poi, fu decisamente un egoista a sposarla, lui, a differenza di lei, conosceva ogni risvolto di quel funesto passato. Aveva spesso ripensato a quell’errore, ma inspiegabilmente lei sembrò la cura a tutti i mali e alle sofferenze passate, consentendogli di dimenticare totalmente quella che per lui era stata una semplice avventura e che non avrebbe mai potuto immaginare avesse lasciato dietro di sé strascichi così pesanti.
 
Due pesanti colpi contro la porta lo riportarono al presente, consentendogli persino di notare che il sole era ormai alto nel cielo. Non ebbe la percezione di aver riposato, ma solo di essersi tormentato fino allo sfinimento. Si rese lentamente conto, uscendo dall’intorpidimento del momento, che doveva sbrigarsi se non voleva arrivare in ritardo al Ministero.
 
Si alzò, ignorando totalmente da dove provenisse quel rumore. Peccato che colui che aveva bussato non rispettò i tempi del ragazzo, visto che non gradiva affatto essere ignorato in quel modo, così aprì la porta senza nemmeno ricevere l'accenno di un distratto permesso.
 
 Ciao, papà 
 
Arthur non fiatò, ma la sua espressione fu più eloquente di mille parole. Gettò con disprezzo sul letto disfatto il quotidiano più famoso nel Mondo Magico e puntò uno sguardo accusatore sul figlio. A Ron non servì approfondire l’articolo del giornale recriminato per essere a conoscenza del motivo di tanto rimprovero da parte di suo padre.
 
Il ragazzo diede solo una sfuggevole e spaventata occhiata alla Gazzetta, benché non avesse potuto evitare di avere dei sospetti circa la rapida divulgazione di quel disgraziato evento.
 
 Papà, posso spiegarti. Qualsiasi cosa affermi la Gazzetta del Profeta, non è come sembra 
 
 Ah no? Non hai un figlio con Lavanda Brown? Ora inizio a comprendere perché in piena notte hai bussato alla nostra porta senza nemmeno darci uno straccio di spiegazione. Immagino ti abbia sbattuto fuori di casa, ma, Ron, sarò sincero con te, sono pienamente d’accordo con lei 
 
Incassò quelle accuse, ma, nonostante il discorso di Arthur fosse piuttosto concitato, lui riusciva solo a pensare quanto quella giornata di lavoro sarebbe stata complicata per entrambi. Si riaccomodò sconsolato, prendendo fra le mani quel giornale e leggendo il titolo di quell'articolo diffamatorio. 

 

Scandalo ai vertici del Ministero

​Il Vicecapo del Dipartimento Auror sembra essere stato avvistato mentre si aggirarava per i corridoi del Ministero in compagnia di una donna e di un bambino che aveva tutta l'aria di essere suo figlio.


 
​Il testo se lo risparmiò, visto che quelle poche righe sembrarono sufficientemente allusive circa il seguito. La rabbia non tardò ad arrivare, ma nel suo cuore quella provata per il direttore della Gazzetta fu minima, nonostante lo avesse infastidito quel pettegolezzo, perchè l'ira che provava verso la sua stessa ingenuità fu ben maggiore. Tornò poco dopo a rivolgersi al padre, che era rimasto in silenzio nella stanza con lui, forse per tentare con rassegnazione di giustificare il suo insensato comportamento. 

 Hermione non mi ha cacciato, me ne sono andato io, perché non voglio che soffra per colpa mia. Papà, ti posso garantire che non l’ho tradita e che nemmeno io sapevo dell’esistenza di quel bambino fino a qualche settimana fa. Lavanda non mi ha mai accennato ad una cosa simile … ed io ho sbagliato, lo so, ma un errore può capitare a tutti! Tu non hai mai sbagliato? 
 
​In quel modo non avrebbe mai placato l'ira di Arthur nei suoi confronti, anzi l'avrebbe solo alimentata, ma lui non riusciva a controllare le sue emozioni, specie in un simile momento.

 Non ho mai commesso errori così gravi, quello no di certo, Ron. Perché non ce l’hai detto prima? È nostro nipote 
 
 Non ho avuto il coraggio. Mi dispiace 
 
 Sei un irresponsabile! Ma chi ti ha insegnato a comportarti così?? 
 
​Lo guardò per l'ennesima volta con rimprovero e un pizzico di colpa per non essere evidentemente stato in grado di trasmettere la giusta educazione a suo figlio.
 
 Papà, ora sono grande e mi so prendere le mie responsabilità, anche senza il vostro aiuto 
 
 Ah sì? A me non risulta, quanti anni avevi quando hai messo incinta quella ragazza? Sedici? 
 
Non era semplice reggere le accuse di suo padre, specie se la consapevolezza della colpevolezza così vivida nella sua mente. Non poteva però mostrarsi debole davanti a lui, dandogli la percezione di non essere in grado di gestire la situazione da solo. 

 So di avere sbagliato, ma ora mi preme di più Hermione 
 
 Già, tua moglie. Cercavi per caso un modo per farti odiare di più da tua suocera? Bè, lo hai trovato 
 
 Intendo che non voglio più ferirla 
 
 Non c’è modo, lo hai già fatto. Hai pensato allo scandalo che hai creato al Ministero?! 
 
Si alzò dalla rabbia, sbattendo quel giornale a terra.

 Non mi importa di quello che diranno, che parlino! Sono solo pettegolezzi, loro non conoscono la verità 
 
 Forse ti sei dimenticato che tua moglie è il Ministro della Magia! 
 
 Lo so! Non l’ho dimenticato! 
 
Oltrepassò il padre e arrabbiato tentò di uscire dalla stanza. Quell'ira che all'improvviso si era impossessata di lui forse non era nemmeno dettata dalle accuse del padre, ma solo dall'impotenza davanti ad una situazione che ogni giorno precipitava di qualche metro più sotto.
 
 Ed ora dove vai? 
 
 Al Ministero. Voglio sistemare questo casino 
 
 E come, ritirando tutte le copie della Gazzetta? 
 
​Ron si bloccò sulla porta esasperato, non sapeva come agire e la paura di peggiorare quella drammatica situazione, facendola maggiormente soffrire, era tanta. Si voltò con uno scattò verso il padre e gli riversò tutta la sua frustrazione addosso.

 Ma dannazione, lo sanno tutti quanto la amo e che non le potrei mai fare una cosa simile! Non stavamo insieme sei anni fa. Non so come, ma devo fare qualcosa! 
 
Arthur non sapeva come aiutarlo e le sue sincere parole lo ammutolirono, tanto da non riuscire a fermarlo quando riprese il suo cammino. Il ragazzo scese con urgenza le scale, ma qualcun altro in quella casa trovò prontamente il coraggio di fare ciò in cui non era riuscito il padre. Molly bloccò i passi di Ron e con amorevolezza tentò di giustificare la durezza del marito, dato che le loro urla erano rimbombate per tutta la Tana.
 
 Figliolo, fermati, tuo padre non … 
 
 No, ha ragione, mamma. Me ne sono andato perché voglio provare a proteggerla. Lo so che aspetta nostro figlio ed è da idioti lasciarla sola in questo momento, ma sta succedendo tutto così in fretta, ci siamo sposati neanche un mese fa ed ora ho già due figli. Voglio almeno provare ad evitare di crearle problemi al Ministero 
 
La determinazione unita ad una tale autentica sofferenza l'avevano disarmata, tanto da non trovare più le parole per rivolgersi a lui. Lo lasciò passare senza opporre resistenza e nemmeno lui indugiò ad avviarsi verso la porta.
 

***

 
Un attacco d’ansia la colse di sorpresa quando si accorse che il lato del letto alla sua sinistra era vuoto. Lentamente la sua mente ripercorse le ultime ore e purtroppo si rese presto conto che non vi era nemmeno la più piccola possibilità che lui si trovasse in casa, magari per farle una dolce sorpresa. Si sentì terribilmente in colpa per aver reagito in quel modo al Ministero, lei avrebbe semplicemente dovuto comprenderlo, perché infondo al suo cuore sapeva quanto la sua coscienza fosse pulita, stava semplicemente conversando con suo figlio, nulla di più. Eppure vederli insieme come una normale famiglia l'aveva ferita nell'orgoglio più di quanto avrebbe desiderato, portandola probabilmente ad allontanarlo da lei, convinto che fosse la scelta migliore per tutti. Forse non l'avrebbe mai ammesso davanti a lui, ma si era davvero pentita di avergli tirato uno schiaffo nell'ultimo loro incontro prima di quella che lui aveva definito una piccola pausa.
 
Chissà perché, a distanza di ore ormai, l’istinto le dettò di alzarsi velocemente forse per fermarlo, come se lui stesse uscendo proprio in quel momento dalla porta di casa. Non appena i suoi piedi poggiarono a terra, lo sguardo cadde su quel foglio accartocciato e dovette seriamente faticare a mantenere la calma per non dare di nuovo inizio a quel pianto disperato ripensando a quelle tristi parole. Tentò di ignorarlo e si fiondò sull’armadio, lo aprì velocemente e il sollievo la invase quando si accorse che i vestiti erano ancora tutti lì. Solo un'insolita lettera infondo al guardaroba attirò la sua attenzione, si chinò sulle ginocchia per recuperarla e leggerla.

 

Hermione, tesoro mio, mi dispiace, non ho fatto alcun progresso, vorrei tanto dirti il contrario, ma mentirti non credo migliorerà la situazione.
Pensa che infondo sento la mancanza persino di quel bambino, credi mi stia affezionando a lui? Perdonami, forse non vorresti sentire da me queste parole, ma è mio figlio ed immagino che sia giusto così, tanto negarlo non cambia nulla.
Ho perlustrato Godric’s Hollow da cima a fondo, ma dei Mangiamorte nemmeno l’ombra. Forse se ne sono andati o forse attendono solo il momento giusto per attaccare. Non lo so, ma so che mi manchi da morire e solo quando penso a te mi sento veramente al sicuro.
Forse sto sbagliando a scriverti questa lettera, dopo una settimana aspetti sicuramente un altro tipo di notizie ed io forse non te la spedirò mai. Avevi ragione, tu hai bisogno di un marito che ti stia accanto, non di un Auror spericolato come me. Ho una paura terribile di perderti, perché ogni mossa che faccio sbaglio e tu sei la mia unica certezza. E rischio seriamente di perdermi anch'io in tutto questo senza di te.

 
Ebbe un tuffo al cuore, l’aveva scritta, ma da quella terribile missione non l’aveva mai spedita per non farla stare in pensiero. Quella lettera fu peggio del verbale che Ron le avrebbe presto spedito, raccontandole per filo e per segno i dettagli. Lei non poteva rischiare che lui si perdesse, voleva evitare di togliergli la sicurezza di cui necessitava e lei non voleva privarsi dell’aria che necessitava per vivere. Poteva percepire il dolore che lo aveva spinto a scriverle quelle parole e poi ad accantonare quel foglio bianco per provare a riferirle notizie più rincuoranti.

​Ron non riusciva a capire che lei non necessitava di essere protetta, si erano giurati di affrontare le difficoltà insieme e così sarebbe stato, poco importava che quelle stesse difficoltà le avesse create lui con le sue stesse mani. La rabbia che provava nel cuore era proprio dovuta a quello, lui si era dimenticato di quelle promesse e non aveva capito che un semplice bacio avrebbe placato ogni sua sofferenza e timore. Non era impossibile ciò che chiedeva a suo marito, solo di rispondere a quello schiaffo con un bacio. 

​Teneva gli occhi bassi su quella sentita lettera, con le ginocchia a contatto con il freddo pavimento e calde lacrime pronte a scorrere per poi posarsi su quelle righe, sbiadendo l'inchiostro ormai antico. Cosa di quelle tante sillabe la faceva piangere? Forse il fatto che fosse affezionato a quel bambino? Tanto lei lo sapeva già. O forse la responsabilità di valere così tanto per lui, di essere un appoggio quando lei non riusciva a sostenere nemmeno se stessa come avrebbe desiderato fare. 

​Non si prese nemmeno il disturbo di asciugarsi le guance, perché tanto quel sale così amaro ma allo stesso tempo così dolce continuava a rigarle il viso nell'esatto punto in cui la sua pelle teneva memoria di un ultimo suo bacio. Si rialzò, trovando il coraggio di cui evidentemente non solo lei necessitava e corse fuori dalla stanza con ancora quella lettera tra le mani.
 
Le aveva promesso che non avrebbero più sprecato un solo giorno lontani e così voleva che fosse.
 

***
 

Andò a colpo sicuro dai suoceri dove sapeva l’avrebbe trovato. Non sapeva se ritenersi fortunata quando la porta della Tana iniziò a cigolare nell'esatto istante in cui lei si era materializzata. Forse avrebbe necessitato di un istante per ricomporsi, schiarire la voce e mettere da parte la rabbia che magicamente era riaffiorata in quell'esatto istante. Non perse tempo, solo un istante per catturare un ultimo respiro e senza ripensamenti proferire qualche parola.
 
 Dov’è quello stronzo ...

Non ebbe il tempo di terminare la concitata frase, perché lui fu più veloce e non appena la vide si bloccò sulla soglia come se fosse stato colpito all'improvviso da un incantesimo.

... di mio marito 
 
​Era rimasta sorpresa per essersi imbattuta in lui con un tale tempismo, tanto che la rabbia non aveva influenzato quelle ultime parole, nonostante le sue intenzioni fossero differenti.

Hermione 

​Sussurrò il suo nome, non era così certo che manifestare la sua gioia nel vederla fosse una grande idea e conciliasse con la sua decisione. Il suo aspetto non era cambiato dall'ultima volta in cui l'aveva vista, tremante in quel suo sonno tormentato. Gli occhi del ragazzo scivolarono sulla lettera che lei teneva nella mano mancina e subito il suo cuore sussultò. Hermione si ridestò solo un attimo più tardi abbassando a sua volta lo sguardo su quelle parole.

L'ho trovata nel nostro armadio, deve esserti caduta dalla divisa 

​Gliela porse e fu allora che capì a cosa lei si stesse riferendo.

So perché non me l'hai spedita, Ron. Solo che non capisco perché tu mi stia lasciando 

​Il ragazzo alzò velocemente gli occhi dalla lettera per provare a correggerla.

Io non ti sto lasciando!

Ah no, scusa, è vero, ti stai prendendo solo una piccola pausa 

​Diventò presto sarcastica e quell'atteggiamento abbinato alle lacrime dissonava parecchio.

Tesoro, ti prego, cerca di capirmi. Io ti amo e non potrei mai immaginare la mia vita senza di te. Ora però ho bisogno di ...

... mettere ordine nella tua vita, sì, lo so, me lo hai già detto, Ronald, non ripeterti. No, anzi, per la precisione, me lo hai scritto, in una lettera, lasciata sul mio comodino in piena notte. Ero devastata quando sono tornata dal Ministero. Sconvolta per aver capito che la nostra vita non sarebbe mai potuta essere normale, che la nostra famiglia non sarebbe potuta essere serena. E sconvolta per averti tirato quello schiaffo, ma mi hai esasperata con il tuo comportamento 

​Voleva abbracciarla, stringerla a sé, ma qualcosa lo frenava, la coscienza gli suggeriva di non muovere alcun passo verso di lei, perché tanto era inevitabile, lui sarebbe uscito per un po' dalla sua vita e le avrebbe consentito di essere più serena lontana dai suoi casini. 

Per questo preferisco non rischiare più di ferirti. Non preoccuparti per lo schiaffo, me lo sono meritato, anzi me lo sarei tirato da solo nell'esatto istante in cui ho scoperto dell'esistenza di Sebastian 

Niente, non le venne in mente nulla da dire, da ribattere per provare a dissuaderlo. Ron non osava nemmeno alzare lo sguardo su di lei ed Hermione non trovò altra soluzione se non prendersi con la forza ciò che da ore ormai desiderava. Entrò e si fiondò sulle sue labbra, prendendolo totalmente alla sprovvista. Si accorse ben presto che lui non voleva ricambiare quel bacio, per quanto lei fosse determinata lui si ostinava a resistere, anzi, quando vide che l'insistenza di lei si prolungava, la afferrò dolcemente per le spalle e la allontanò da lui.

Hermione, ti prego 

Solo in quel momento la ragazza si accorse della presenza della suocera, ma era certa non fosse quello il motivo di tanto pudore. Ritornò a puntare gli occhi sul ragazzo con sofferenza, ma lui non riusciva a comunicargli che un loro dolce contatto avrebbe reso solo più drammatica quella separazione.

Hermione iniziò a sbattere gli occhi, iniziava a vedere offuscato e persino la presa di Ron su lei diventò presto lontana, quasi come se fosse diventata insensibile al tatto. Si spaventò quando le forze le vennero a mancare e una forte fitta al ventre le mozzò il fiato all'improvviso, vanificando ogni suo tentativo di reggersi sulle gambe. In quell'attimo di forte confusione, riuscì ad avere la premura di non cercare alcun sostegno nel marito, anzi se ne guardava bene dal sfiorarlo. Lui però aveva notato il suo stato e l'aveva soccorsa, prendendola in braccio e scortandola fino al divano. Non si oppose, non ne aveva la forza, così lo lasciò fare.

 Ron, non l-lasciarmi 
 
​Cercava di non perdere il contatto con i suoi occhi per non cedere definitivamente a quella debolezza. Poco dopo sentì dolci mani sfiorarla e comprese che dovevano appartenere a Molly che cercava di capire le sue condizioni. Lei però non distoglieva lo sguardo dal marito e lui, nonostante attendesse con impazienza il verdetto dalla madre, non mancava di rivolgerle qualche rincuorante occhiata, restando ai piedi del divano per lasciare spazio a Molly e stringendole forte la mano per farle percepire la sua presenza.

 Non ti lascio. Amore, non ti lascio, però tu resta sveglia
 
 La nostra bambina … Ron, ho paura 
 
 Sono qui con te 
 
Si sentiva mancare le forze e iniziò a percepire debole persino la stretta del ragazzo. Desiderava solo ritrovarlo al suo risveglio ed impiegò le sue ultime forze a supplicarlo.
 
 Non lasciarci … ti prego 
 
 No. Hermione, che hai? 
 
 Sento delle fitte al ventre. Mi sento ... debole 
 
Ron si voltò verso la madre in cerca di spiegazioni, ma lei era ancora intenta ad appurare attentamente le condizioni della nuora. Hermione attirò nuovamente la sua attenzione con un filo di voce e il battito accelerato.  
 
 Ti prego, salvala. Salva la nostra bambina 
 
 Tesoro, non le accadrà niente 
 
La ragazza tentò un leggero sorriso, un ricordo si intromise prepotentemente nella sua mente proprio nel momento meno opportuno, oppure nel momento migliore, proprio quando il suo stato le faceva morire le parole in gola e lei avrebbe voluto dirgli tante cose.
 
 R-Ron, come faccio a spiegarti quanto ti amo? 
 
Una lacrima non tardò a solcare il suo viso, non era riuscito a resistere, le condizioni di sua moglie non gli consentivano di mentire sul suo umore.
 
 Lo so già, amore. Ora riposa … non ti voglio perdere 
 
 E non vuoi nemmeno perderti, vero? 
 
 Esatto. Riposa, sono certo che starai meglio 
 
 Resta qui con me. Ti prego … torna a casa con me 
 
Le accarezzò i capelli, sperando che sua madre gli avrebbe presto comunicato una buona notizia.
 
 La nostra piccola, Ron, pensa a lei 
 
 Penso ad entrambe 
 
 Ho paura di perderla 
 
 Non accadrà niente di simile, non dopo tutta la fatica che ho fatto per non farti abortire 
 
Le lanciò un amorevole sguardo di rimprovero e lei tentò di ricambiare con un sorriso.

 Torna a casa 
 
Il ragazzo abbassò gli occhi a quella richiesta, non voleva illuderla, ma iniziava a comprendere quanto quel malessere fosse dovuto a semplice stress dall'atteggiamento calmo della madre.
 
 Promettimelo 
 
 Hermione, devi calmarti, respira, altrimenti non aiuti nostra figlia 
 
 Promettimelo! Ron, sei mio marito, non puoi tornare a casa in piena notte e decidere di andartene 
 
 Va bene, d’accordo, te lo prometto. Ora tu promettimi che ti calmi 
 
Gli fece cenno con la testa di essere intenzionata a seguire il suo consiglio, ma i suoi doveri non tardarono ad insinuarsi prepotentemente nella sua mente, spingendola a tentare di alzarsi. 
 
 Devo andare al Ministero 
 
 Stamattina è meglio di no … purtroppo la Gazzetta del Profeta non è stata molto clemente, ma indipendentemente da questo, hai bisogno di riposo 

Non ebbe la forza di ribattere, si accasciò nuovamente sul divano e ricominciò a parlare con lui per provare a non cedere alla debolezza.

Ron, tra una settimana ho l'ecografia 

 Ti accompagno all’ecografia, ma forse è meglio se l’anticipiamo per essere sicuri che vada tutto bene. Stai un po’ meglio? 
 
 Ora che sei qui con me sì 
 
Chiuse gli occhi dopo quella promessa, non riusciva più a combattere contro quel malessere, ma ora poteva permettersi di perdere​, perché sapeva che al suo risveglio lo avrebbe trovato accanto a lei.

 
 
 



Ciao ragazzi!

​Sono in super ritardo, scusatemi tanto, ho ricominciato le lezioni all'università e questo semestre è parecchio impegnativo :(

Ringrazio come sempre di cuore tutti coloro che mi seguono <3

​Alla prossima :)
Baci
​-Vale

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Capitolo 14
*** Insieme nelle difficoltà ***


Insieme nelle difficoltà


 
 
Percepì appena una leggera mano che la accarezzava, spostandole dolcemente i capelli in un gesto chiaramente materno, che gradì, ma che non fu sufficiente a placare i suoi profondi tormenti.
 
Aprì - apparentemente con serenità - gli occhi e vide Molly sorriderle, mentre le afferrava la mano sfiorandola evidentemente per provare a tranquillizzarla. Quell’amorevole sorriso contrastava con il suo sguardo mortificato. Hermione comprese quanto si dovesse sentire in colpa per qualcosa che non aveva nemmeno commesso, ma lo stato di sua nuora non poteva evitare di farle percepire il peso degli errori di suo figlio. La ragazza, accantonò il dolore - o forse la reazione di sua suocera lo accentuò - portandola a stringere più forte il contatto tra le loro mani per comunicarle quanto lei non avesse alcuna colpa. Riuscì persino ad accennarle un piccolo sorriso, ricambiando quello che Molly le aveva riservato al suo risveglio, ma non riuscì a placare allo stesso modo le lacrime che si staccarono impertinenti dalle sue stesse ciglia, spinte da un dolore che guidò il suo sguardo verso la porta.

Probabilmente Ron era appena fuori da quella stanza, che riconobbe essere semplicemente la vecchia camera di suo marito. Lo immaginava sconsolato ad attendere sue notizie, preoccupato per le loro condizioni, conscio di essere stato l’artefice di quel malessere, ma non solo di sua moglie, di tutta la sua famiglia. Sapeva quanto stava soffrendo anche lui, quanto quella situazione stesse sfuggendo ad entrambi dalle mani, ma affrontarla da soli non era la soluzione migliore e quella era l’unica certezza a lei concessa.
 
Richiuse gli occhi per tentare invano di contenere le lacrime, ma sgorgavano in autonomia, spinte da un malessere morale incontrollabile. Si rendeva conto quanto quella reazione avrebbe potuto nuocere alla sua bambina, ma, per quanto si sforzasse, non riusciva a controllarsi. Era evidente quanto lo sfogo della notte precedente non fosse stato sufficiente. Si portò le mani in volto, non era nemmeno giusto che quella donna così gentile, che per lei era più simile ad una madre che ad una suocera, assistesse ad una scena tanto penosa. Eppure Molly non era affatto intenzionata ad abbandonarla in una simile situazione e lo capì nell’esatto istante in un cui percepì nuovamente un dolce e caldo contatto sul braccio che la accarezzava e provava a rincuorarla. Accompagnava quelle accortezze con sussurrate parole come fosse sua figlia, ma le dava ugualmente modo di sfogarsi e se ne guardava bene dall’essere troppo invadente.
 
 Hermione, cara, stai tranquilla. Il vostro bambino sta bene. Si sistema tutto 
 
La giovane non riuscì a comprendere se quelle parole fossero dettate da una dolce bugia che aveva come unico scopo quello di sortire in lei un po’ di sollievo. Infondo era tipico di Molly proteggere coloro che amava, anche da pessime notizie, pur di non vederle soffrire, utilmente o inutilmente che fosse.
 
Sentì solo in quel momento un leggero e freddo spostamento d’aria, notevolmente in contrasto con il tepore delle attenzioni materne di sua suocera e delle calde lacrime che bagnavano le guance e i palmi a contatto con esse. A quel movimento, un singhiozzo di pianto le morì in gola, sorpreso quanto lei quando si accorse di chi potesse essere la presenza ancora in piedi sulla soglia. Lentamente fece scivolare le mani dal viso e si voltò verso di lui, incrociando il suo sguardo angosciato.
 
Molly, avendo seguito lo scambio di sguardi complice dei due ragazzi, sciolse silenziosamente il contatto con la nuora e si alzò per concedere loro di rimanere soli. Prima di uscire, raccomandò a suo figlio di essere delicato con una esplicita occhiata e, porgendogli una carezza sulla spalla, si congedò, non prima che Ron le sfiorasse la mano ancora sul suo petto per mostrarle gratitudine.
 
Solo quando furono rimasti soli, il giovane si avvicinò lentamente al letto sotto lo sguardo attento di sua moglie. E non appena si fu accomodato, Hermione gli si gettò fra le braccia, ma lo trovò tutt’altro che impreparato, anzi, come se non aspettasse di meglio, la strinse forte, potendo in quel modo percepire nitidi i singhiozzi provenienti dal petto della ragazza. Non l’avrebbe lasciata, ma che diavolo gli era saltato in mente con quella lettera? Quella mancata soluzione, che lui non aveva in quell’esatto momento, poteva attendere, grazie a quel contatto carico d'amore di cui necessitava ormai da qualche ora. Eppure, lui lo sapeva, non sarebbe mai stato in grado di prendersi quella pausa dopo averla guardata negli occhi. La strinse ancora più forte tentando di placare quel pianto sconsolato, ma lui non riusciva a prometterle che tutto si sarebbe sistemato quando tutto sembrava precipitare inesorabilmente ancora di più.
 
 Amore, non piangere, ti prego, non ce la faccio sapendo di averti causato io tutte queste lacrime 
 
Le accarezzò la schiena, si perse nel suo dolce profumo per farsi forza, quando avrebbe semplicemente dovuto infonderle coraggio con quell’abbraccio. Sciolse leggermente - dopo qualche reticenza di entrambi - quella stretta solo per avere la possibilità di incontrare i suoi occhi. Tentò di asciugarle il viso come meglio poteva, ma non aveva il potere di tornare a far splendere le sue iridi come avrebbe tanto desiderato. Con il suo viso tra le mani, avvicinò lentamente e con dispiacere il suo viso a quello della ragazza con l’intenzione di porgerle quel bacio che aveva respinto qualche tempo prima senza nemmeno volerlo veramente. Lei non si oppose, anzi accolse quel sobrio contatto cercando di trasmettergli la volontà di averlo accanto a sé. Quando fece scivolare le mani dal volto di Hermione, lei lo strinse nuovamente a sé per impedirgli di allontanare le labbra dalle sue e prolungare quel bacio qualche secondo in più, non così sicura di poter strappare nuove occasioni a quel loro destino così travagliato.
 
Dovettero allontanarsi, in quel momento il per sempre non era contemplato, ma la ragazza non perse tempo a sussurrare a pochi centimetri da lui.
 
 Ron, non prendiamoci alcuna pausa, non è necessario. Cosa ti fa pensare che lontano da te starei meglio? 
 
Distolse lo sguardo da lei, nell’esatto istante in cui si accorse di non sapere cosa risponderle o perlomeno ribattere in modo convincente.
 
 Hermione … 
 
Non lo fece proseguire, sapeva che non le sarebbe piaciuto ciò che gli stava per uscire dalla bocca, così gli posò una mano sulle labbra per zittirlo, attirando tutta la sua attenzione e perplessità.
 
 No, mi sembra che tu abbia già delineato il tuo pensiero fin troppo dettagliatamente. E, Ron, io non sono d’accordo, perché, se permetti, ci siamo sposati insieme ed insieme ci lasciamo. Se ci amiamo, non vedo alcuna ragione che giustifichi la nostra lontananza 
 
Il ragazzo l’ascoltò attentamente e l’ammirò fissandola negli occhi. Scostò, dopo aver assimilato quelle sentite parole, dolcemente la sua mano dalla bocca.
 
 Non ti ho detto tutto … al Ministero … forse è meglio se oggi non andiamo al lavoro 
 
 Ricordo che mi hai nominato la Gazzetta del Profeta prima. Che è successo? Ha sbandierato i fatti nostri ai quattro venti, vero? 
 
Hermione fu particolarmente convinta della sua ipotesi e Ron non riuscì nuovamente a darle conferma con tanta leggerezza.
 
 Mi dispiace 
 
 Che parlino, non mi importa. Loro sono l’ultimo dei miei problemi in questo momento 
 
 Davvero? Credo che cambierai idea quando entrerai al Ministero 
 
 No. Possono guardarci con sospetto e criticarci, senza che mi possano sfiorare 
 
Adorava la determinazione e la grinta di Hermione, ma ancora di più la dolcezza con cui si rivolgeva a lui, non prendendo in considerazione che era lui la causa di quel gigantesco casino.
 
 Ma tu sei il Ministro 

 
 E allora? Prima ancora di essere il Ministro, sono una donna. Sono tua moglie e questo lo sanno tutti. E poi non sanno tutto, ad esempio, ignorano che io sia incinta e forse potrebbe essere una notizia per allontanare l’attenzione da … Lavanda e Sebastian 
 
 Vuoi dare la notizia pubblicamente?? I tuoi non lo sanno 
 
 I miei non sanno tante cose e forse è ora che ne siano informati 

 
∞∞∞
 
 
Harry aveva dimostrato per l’ennesima volta di essere un buon amico, ma il suo intervento troppe volte si era reso necessario negli ultimi tempi. Alla fine Ron ed Hermione dovettero tornare a mettere piede al Ministero e prima di quanto sperassero, non se la sentivano di lasciare Harry nuovamente nei guai, anzi, in quella giornata i problemi sarebbero senz'altro stati accentuati da quella nefasta notizia che dilagava indisturbata tra tutti i loro colleghi.

​Hermione aveva esplicitamente dichiarato di voler ignorare ogni possibile sguardo o pettegolezzo sgradevole, ma lui non era abbastanza forte per riuscirci. Si vergognava per aver involontariamente rivelato quel loro segreto pubblicamente.

Eppure in quell'esatto istante, nonostante tutto, si sentì immensamente fortunato ad avere un amico simile, che da un giorno all'altro era diventato con immenso piacere suo cognato. Harry aveva avuto il potere di liberarlo da quegli sguardi - anche se inevitabilmente solo temporaneamente - senza nemmeno che lui glielo chiedesse esplicitamente, ordinandogli di accompagnarlo in un giro di pattuglia particolarmente lontano dal Ministero. Necessitava di quel momento per riprendere fiato e per provare a rielaborare ciò che teneva attanagliato il suo cuore da diversi giorni ormai. 

​Giovare di quell'aria primaverile insieme alle rincuoranti parole del suo migliore amico lo avrebbe sicuramente illuminato sul da farsi e lo avrebbe aiutato ad imboccare la direzione giusta a quel bivio particolarmente arduo e impervio. 

​Camminavano ormai da un paio d'ore senza alcuna fretta di fare rientro. Forse era Ron a dettare quel lento passo, ma ad Harry non dispiacque affatto, anzi passeggiavano tranquillamente, prestando attenzione all'ambiente che li circondava, ma senza alcuna tensione imposta dal loro lavoro. Harry non era affatto intenzionato ad iniziare lui per primo una conversazione, riempiendolo di domande, non che non le avesse, dopotutto nessuno dei suoi amici gli aveva spiegato cosa fosse successo per alimentare quel fermento al Ministero, ma, nonostante ciò, non se la sentiva di opprimerlo, riuscendo anche solo lontanamente ad immaginare cosa Ron potesse provare in quel dato momento. 

​Solo quando raggiunsero un giardino a loro particolarmente noto, entrambi si fermarono ad ammirare i segni inconfondibili della colorata rinascita della vegetazione. La mente di Ron, benché estasiato e piacevolmente incantato da quella visione, non riusciva ad estraniarsi del tutto dai suoi problemi ed Harry colse il suo stato, come anche il suo sguardo mortificato, sperando che fosse finalmente pronto a confidarsi con lui. 

​Non ci vide sbagliato, perché suo cognato si voltò sconsolato verso di lui, ignorando la vita nascente che lo circondava, quando lui aveva semplicemente la morte nel cuore.

Ron, vuoi sederti un momento? 

​Gli fece quella proposta indicandogli con un compresivo sguardo una panchina a pochi passi da loro, ma l'amico non gli rispose nemmeno, limitandosi ad esternare ciò che si era tenuto dentro dall'inizio di quella ronda.

 Grazie, Harry 
 
 Per cosa? 
 
 La pattuglia proprio oggi? Non ci vuole molto per capirne il motivo, non trovi? 
 
 Bé, con te sono riuscito a rimediare meglio, però non saprei come aiutare Hermione … mi dispiace abbia dovuto affrontare le malelingue 
 
​Poteva percepire il sincero dispiacere di Harry, come se quell'aiuto fosse dovuto e scontato da parte sua. 

 Secondo me se la cava 
 
Sorrise al pensiero della ragazza e della sua grinta, tornando a concentrarsi su quel prato fiorito, sperando prima o poi di esserne contagiato anche lui. 

 
∞∞∞

 
 
Ron e Molly le avevano consigliato di riposarsi, il malore che l'aveva sorpresa, benchè non avesse avuto gravi conseguenze, non sarebbe dovuto essere sottovalutato, dopotutto la sua gravidanza era ancora al principio e quello era sicuramente il periodo più delicato in cui si sarebbe dovuta riguardare maggiormente. Lei però non era solita tirarsi indietro e restare sotto le lenzuola ad autocommiserarsi più del dovuto. Perciò quella mattina si era asciugata gli occhi con l'unico desiderio di riprendere il suo lavoro come ogni giorno.

​Non aveva avuto nemmeno la più piccola speranza di attraversare quei corridoi passando inosservata. Gli sguardi di compatimento non tardarono a giungere, contrastando notevolmente con la fierezza incrollabile che mostrò a chiunque al suo passaggio. Salutò come di consueto tutti con autorevolezza e professionalità. Aveva deciso di non concedersi nemmeno un giorno di riposo, sentiva di potercela fare, anzi percepiva chiaramente la grinta che la sua bambina le infondeva e lei non la ignorò, anzi la sfruttò per mostrare a tutti quanto forti sarebbero stati per uscire insieme da quella situazione.

​Contrastava con determinazione quegli sguardi diffidenti, certo, non desiderava far finta di nulla, solo trasmettere quanto il loro matrimonio sarebbe stato indissolubile, nonostante Ron avesse scoperto di avere quel figlio, come tutto il Ministero ormai ne era conoscenza.


 
∞∞∞

 
Non poteva decisamente più attendere e la grinta di sua moglie lo aveva esattamente spinto davanti alla porta che più lo spaventava al mondo. Davanti a loro si ergeva casa Granger, Ron sapeva di non possedere il potere di evitarlo e il sorriso rincuorante di sua moglie lo aveva guidato fin lì, infondendogli una dolce perplessità su ciò che stavano per fare. Aveva lei al suo fianco, nulla sarebbe potuto andare storto, ed anche se niente sembrava andare dritto, aveva vicino la strega più brillante mai esistita, quindi perché quei terribili dubbi a stringergli lo stomaco? Se Hermione sosteneva che quella fosse una scelta giusta, doveva esserlo per forza, lei era sempre così ponderata e lungimirante, senz'altro anche stavolta aveva preso la decisione migliore. Aveva commesso fin troppi errori per avere diritto di parola e di testa sua erano arrivati a quel terribile punto, quindi doveva solo lasciarsi guidare da lei con fiducia.

​Per quanto la convinzione di assecondarla fosse radicata nel suo cuore, non riuscì proprio ad evitare di sussultare quando sua moglie suonò il campanello. Un leggero sollievo lo invase quando ad accoglierli fu suo suocero.

 Papà! 
 
 Hermione. Ron. Che ci fate qui, stasera? Vi aspettavamo? 
 
​La ragazza non smise di sorridergli, anzi assunse un'aria divertita per la sorpresa sortita in suo padre. Subito dopo però tornò seria, preparando il terreno alla conversazione che presto si sarebbe tenuta in quel soggiorno. 

 Possiamo entrare? Dobbiamo parlarvi 
 
Inevitabilmente un palese timore e soggezione invasero Ron al profondo e serio suono di quelle parole.
 
 Cosa dovete dirci? Tesoro, la mamma non c’è, ma dovrebbe tornare a minuti. Vi sedete nel frattempo? 
 
​Al signor Granger non sfuggì il repentino cambio d'umore della figlia, così, serio, fece attraversare ad entrambi la soglia. Parlarono del più e del meno ed Hermione, accortasi di aver gettato qualche sospetto sull'infausta notizia che avrebbero dovuto comunicare, tentò come poté di alleggerire la tensione, almeno fino al rientro di sua madre.

La signora Granger non tardò a rincasare. I tre dal soggiorno udirono distintamente la chiave girare nella serratura e i suoi inconfondibili passi avvicinarsi a loro, ignara di chi avrebbe trovato. Si bloccò stupita quando li vide e, benché davanti ai suoi occhi ci fosse la sua unica figlia, il suo volto si scurì, cercando comunque di camuffare un minimo il suo risentimento, a tratti ingiustificato, verso suo genero.
 
 S-salve, signora Granger 

​Ron, palesemente più a disagio di lei, si sentì in dovere di porgere un cordiale saluto alla padrona di casa, ma finì per ottenere solo indifferenza nei suoi confronti.
 
 Ciao, ragazzi. Cosa vi porta qui stasera? 
 
Hermione si voltò verso Ron, sperando di avere un minimo appoggio, essendo pienamente consapevole della tensione che già si respirava nell'aria, ma suo marito sembrava ammutolito più di quanto avesse previsto. Capì di poter auspicare poco supporto e, prendendo un respiro per farsi coraggio da sola, sperò almeno di partire con la notizia più lieta, anche se non era così sicura che sua madre avrebbe ugualmente gradito.
 
 Aspetto un bambino 
 
Il gelo cadde in quella stanza e come aveva previsto - ma sperato fino in ultimo di sbagliarsi - fu suo padre a reagire per primo con sincera gioia.
 
 Ragazzi, è una notizia bellissima! 
 
Hermione però non poté evitare di notare lo sforzo che fece sua madre per mostrarsi anche lei felice, per non contrastare troppo la gioia di suo marito. La figlia la richiamò con un semplice sussurro per farle notare quanto non servisse fingere il suo disappunto.
 
 Mamma 
 
 È un po’ presto, non me lo aspettavo 

​Ma quelle deboli scuse per non dire di non gradire che il padre di suo nipote fosse Ron non erano così efficaci. 

 Neanche noi … però abbiamo anche un’altra notizia da darvi. Ecco, Ron ha ... 
 
Hermione non voleva girarci intorno, anzi le sue intenzioni erano proprio quelle di essere il più diretta possibile. Il ragazzo in questione però, avendo notato la sua schiettezza, la prese in contropiede posandole una mano sulla gamba per zittirla e anticiparla velocemente.
 
 Signori Granger, io … se mi odierete, non vi biasimerò. So che dirvi che ne sono venuto a conoscenza anche io da poche settimane non mi giustifica, ma io non sapevo veramente di … di avere un figlio con un’altra donna 

Abbassò d'istinto gli occhi sussurrando appena quelle ultime parole - ma che per sua sfortuna vennero ben intese da tutti i presenti nonostante la sua titubanza -, aveva il timore di incontrare lo sguardo accusatorio dei suoi suoceri. Solo quando percepì dei passi allontanarsi, rialzò perplesso lo sguardo. Hermione vide sua madre lasciare la stanza, forse un atteggiamento nemmeno così tanto sbalorditivo, e si voltò verso suo padre, supplicandogli di concederle un minimo di comprensione e vicinanza.
 
 Papà, almeno tu dimmi qualcosa, ti prego 
 
 Hermione, ma cosa vi devo dire?! Prima mi comunichi che presto nascerà il mio nipotino e poi che tuo marito ha un figlio con un’altra donna?? Mettiti nei miei panni! 
 
 È una storia che risale alla scuola, quel bambino ha sei anni … e sto soffrendo anche io, non è facile nemmeno per me 
 
 Tesoro, non lo metto in discussione, ma … non puoi chiedermi di esserne felice e nemmeno comprensivo ... motivo in più se conosco il male che stai sopportando 
 
​Ron era certo di essere riuscito a farsi odiare anche da suo sucero, l'unico che in quella famiglia sembrava aver appoggiato quel matrimonio fin dall'inizio. Era sinceramente mortificato e lo sguardo deluso di quell'uomo che di tanto in tanto si posava su di lui per avvalorare le sue ragioni davanti alla figlia pesava più di mille macigni. Si sentì in dovere di scusarsi, ma sapeva anche quanto sarebbe stata talmente riduttiva qualsiasi parola uscita dalla sua bocca, che quasi avrebbe sfiorato il ridicolo e gettato ancora più odio sulla sua persona per essersi intromesso in quel dialogo tra i due.

 Mi dispiace, signor Granger, le avevo promesso che avrei protetto sua figlia e invece sono il primo a provocarle sofferenza 
 
 Già, Ron, sono d’accordo con te. Mi chiedo solo se mia moglie non avesse ragione 
 
 Papà! Ci amiamo ... nonostante tutto, io non ho smesso di a-amarlo 
 
La grinta che l'aveva caratterizzata nell'arco di quella difficile giornata era inevitabilmente scemata, quando si vide contrastata da coloro che più di tutti avrebbero dovuto appoggiarla senza alcuna condizione. Si alzò, sconvolta e con un nodo in gola ad impedirle di proseguire oltre quella conversazione, con l’intenzione di raggiungere sua madre. Aveva preso la direzione della cucina quando era scappata da quella notizia e lì Hermione la trovò intenta a preparare la cena. La ragazza si prese solo un momento per riuscire ad affrontare con successo quel nuovo confronto. 
 
 Mamma  lei in un primo momento fece finta di non udirla  Lo so, tu pensi che io non sia felice 
 
 Già, Hermione ... sei sempre stata molto perspicace 
 
 Lo amo davvero. E i sentimenti che provo per lui sono l'unica certezza che mi è rimasta 
 
 Chiaro, altrimenti non lo avresti mai sposato ed ora non saresti incinta, giusto?  si voltò verso di lei con enfasi, per poi abbassare subito dopo il tono e cambiare il registro  Bambina mia, tante volte ho provato a metterti in guardia, non ho mai creduto che fosse l’uomo giusto per te e se non sbaglio tua cognata era d’accordo con me 
 
 Ma né tu né Ginny potevate leggere cosa avevo nel cuore, mamma ... e forse non ne siete in grado nemmeno ora 
 
​Poteva leggere lo sguardo amorevole e preoccupato della donna che più la amava al mondo, ma l'amore che provava per Ron non la stava accecando facendole vedere oro dove non c'era, anzi, quando pensava a suo marito e alla loro vita insieme, lei era sempre stata molto razionale e convinta del passo che stava per compiere, sapendo quanto insieme sarebbero stati in grado di costruire la loro famiglia, riuscendo persino ad accantonare il fatto che lui fosse un Auror.

 E lo ami anche dopo quello che ti sta facendo? Come pensi di crescere un figlio in una situazione simile? 
 
 Mi ha impedito di abortire, lui desidera questo bambino, almeno tanto quanto lo voglio io 
 
​Non l'avrebbe convinta con la dolcezza e alla madre venne spontaneo tornare ad attaccare ogni sua convinzione e certezza, che aveva così faticato a costruire in quelle ultime settimane. 

 Siete degli incoscienti! Toglimi una curiosità, da quanto sei incinta? 
 
 Tranquilla, è successo dopo il matrimonio … e prima di scoprire dell’esistenza di quel bambino 
 
 Tranquilla? Sono tua madre e sai cosa dovrei consigliarti? 
 
 Di mollarlo e tornare a casa, perché a me e a mio figlio pensate voi? Non lo farò e tu lo sai 
 
 Noto che hai deciso di rovinarti la vita fino in fondo 
 
 Ron mi ama 
 
​Stava sprecando fiato, sua figlia era un muro che non sarebbe riuscita a far crollare con qualsiasi parola impiegata.

 Lo penso anche io, ma non è in grado di prendersi cura di te come vorrei che facesse con la mia unica figlia e questo l'ho sempre pensato, ora mi sta solo dando un motivo in più per crederlo  si avvicinò a lei  Tesoro, per favore, io sono preoccupata. Quel ragazzo non è pronto per costruire una famiglia. Ora, con le notizie che mi hai appena dato, ne sono certa ed ho paura per te e tuo figlio 
 
 Sono sua moglie! Di cosa dovrei temere? Mamma, questa fase l’ho già superata, lui per noi ci sarà 
 
 Non mi è mai piaciuto mio genero e non inizierà certo ora 
 
Dopo quella dura frase, che aveva tutta l'aria di non ammettere alcuna replica, le passò accanto per andarsene e proprio in quell'istante si imbatté in Ron, squadrandolo da cima a fondo con disprezzo.
 
 Signora Granger 
 
Non sarebbe rimasta ad ascoltare anche le ragioni di quel ragazzo, sarebbero state tutte scuse per provare a guadagnarsi disperatamente la sua fiducia e lei, che aveva qualche hanno in più, sapeva già a cosa avrebbe dovuto assistere, quindi preferì risparmiarsi quelle suppliche. 
 
 Ron, mi dispiace 
 
 Ora per colpa mia litighi anche con i tuoi genitori 
 
 Loro non capiscono 
 
 No, in realtà sono loro a capire. Mi ami ed è normale che tu non riesca ad essere razionale 
 
 Ron ... 
 
 Hermione, l’ultima cosa che voglio è che ti allontani dai tuoi genitori 
 
 Tu mi hai ascoltata stamattina, vero? 
 
Stavolta fu lui a cedere alla debolezza delle lacrime, troppe cose nella vita di Hermione aveva rovinato ed era davvero stanco di assistere a quel tetro spettacolo restando inerme.
 
 Sì, amore, ti ho ascoltata 
 
Ma non poteva più dare ascolto al loro cuore, il destino remava contro, così tentò con un dolore lancinante al cuore di togliersi la fede, ma lei lo fermò prontamente e allibita davanti a quel gesto.
 
 No! Ma sei impazzito?! Così poi sei libero di stare con Lavanda?? 
 
 Non accadrà niente di tutto questo 
 
 E nostro figlio? 
 
 Intendi la nostra bambina? 

​Tentò di porgerle un dolce sorriso, ma la tristezza che provava non gli consentì di essere pienamente convincente.
 
 No, nostro figlio, non sappiamo se sarà una bambina e pare che i miracoli non siano affar nostro 
 
 Non cambierà niente, noi siamo i suoi genitori e lei ci legherà per sempre ... a-anche se diversamente. Tu hai bisogno di qualcuno che ti renda felice e purtroppo l’amore che provo per te, se pur immenso, non è sufficiente 
 
Riprovò a togliersi la fede stavolta con un po' più di determinazione, ma la rabbia che aveva provocato in lei era difficile da vincere.
 
 Non osare farlo! Io te l’ho infilata ed ora tu la tieni. Sei mio marito 
 
 Sì, e quando lo sono diventato è stato il giorno più bello della mia vita 
 
 Ron ... 
 
Lui provò a baciarla per placare quell'ira, ma lei, come avrebbe dovuto immaginarsi, lo respinse e poté ritenersi fortunato se non gli era arrivato un nuovo schiaffo.
 
 È così che salvaguardi la vita di tua figlia?? Sei un bugiardo, mi avevi promesso che non mi avresti lasciata! Io non mi fido più di te 
 
Fu inaspettatamente lei a togliersi la fede con qualche difficoltà per la furia impiegata e gliela lanciò addosso, dritta tra le sue mani. Lo oltrepassò, la lui la afferrò per il braccio per bloccarle mesto il cammino per l'ennesima scelta sbagliata che aveva preso.
 
 Hermione! Aspetta! N-non volevo dire quello che hai sentito … scusami, non so perché l’ho detto 


​Fissando i sinceri occhi di Ron si calmò e stette a sentirlo in silenzio.

​ Posso affrontare i tuoi genitori, ma una vita senza di te non posso farcela 

​Si concentrò sulla fede di lei e se la fece girare tra le mani sotto lo sguardo attento di Hermione.

La rimetti, per favore? 


Impiegò qualche istante prima di reagire davanti al repentino cambio di idea di suo marito. Gli porse seria e provata la mano sinistra.

Rimettimela, ma non credo si possa escludere che sarà l'ultima volta che la tolgo 


 Perché? 

Perché tra qualche mese ingrasserò parecchio 

La tensione di entrambi si sciolse in un sincero sorriso, prima che Ron, ignorando quell'avvertimento, le rinfilò quell'anello con la stessa emozione con cui l'aveva fatto la prima volta. 

 
Ciao ragazzi!

​I miei soliti ritardi ... perdonatemi :(

​Devono affrontare mille difficoltà, ma pare che non le debbano affrontare proprio da soli :)

​Non posso fare altro che ringraziarvi di cuore per continuare a seguirmi e per attendere con pazienza i miei aggiornamenti! <3

​Alla prossima :)
Baci
​-Vale 


 

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Capitolo 15
*** Quel desiderio di verità ***


Quel desiderio di verità


 
 
Erano passati cinque mesi da quando Ron fu spronato dalla moglie a rivelare quel loro segreto ai signori Granger. Fu un periodo davvero pessimo per lui, i suoi suoceri non sembrarono propensi ad accettare di buon grado quella situazione e il ragazzo non riusciva a dare loro torto, si odiava da solo per aver minato l’armonia e l’equilibrio della sua famiglia, dato che sua suocera lo aveva sempre sopportato più che accettato.
 
Eppure, nonostante tutte le tensioni di quegli infiniti mesi, aveva trascorso anche dei bei momenti, sia in compagnia di Sebastian che di Hermione. Quel bambino, che gli aveva creato inconsciamente così tanti problemi, era entrato nel cuore come mai avrebbe pensato potesse accadere, una sensazione che lo spinse sempre più a credere veramente che fosse sangue del suo sangue, quanto meno non si era pentito di non aver fatto alcun accertamento circa la paternità. Sua moglie, l’unica donna che avesse mai amato, gli regalava una gioia immensa ogni volta che consentiva a lui di percepire i movimenti del nascituro. Ogni volta che lo sentiva scalciare, una lacrima faticava a non farlo cedere alla commozione, perché, per quanto affetto potesse provare per Sebastian, di quel loro bambino stava vivendo qualcosa di diverso, che non poteva evitargli di farlo sentire maggiormente coinvolto e piacevolmente parte di quella esperienza. Sentiva di essere nel posto giusto ed era proprio quello a fargli percepire spesso e volentieri un palese senso di colpa verso Sebastian, portandolo forse ad avere maggiore premure verso quel bambino, che infondo non aveva chiesto di nascere, qualunque fosse il padre. Desiderava essere un buon padre per i suoi figli, ma nonostante tutto non riusciva a placare la sua umanità, perché era umana la propensione che provava verso il loro nascituro, come era innegabile l’amore che provava per Hermione e la famiglia che stavano costruendo insieme.

Era riuscito a conciliare il tempo da dedicare a Sebastian con quello per sua famiglia, nonostante tutti i dubbi di sua moglie, si era davvero impegnato. Niente però riusciva a placare i tormenti dell’anima, quando i pensieri ritornavano ad affollare la sua mente. Hermione non capiva quanto fosse grande il desiderio di essere accettato da sua suocera e per quanto lei si sforzasse di colmare quel vuoto, credendo di avere successo, non riusciva del tutto a liberarlo da quel peso che premeva sul suo cuore. Eppure Ron tentava di non mostrarlo davanti alla ragazza, cercando di non aumentare una sofferenza e una lontananza dai suoi genitori che coinvolse inevitabilmente anche lei. Molly ed Arthur invece li affiancavano in quel delicato momento della loro vita, non avevano alcuna intenzione di abbandonarli, benché potessero comprendere le ragioni dei loro consuoceri, visto che loro per primi ovviamente non riuscivano a condividere l’errore del figlio.
 
Senza parlare di ciò che si diceva spesso e volentieri di lui tra le mura del Ministero. Fu sollevato del fatto che Hermione venne relativamente coinvolta in quello scandalo, visto che non perdevano occasione di accusare lui alle sue spalle di essere un marito indegno e di difendere lei come vittima inconsapevole del suo ignobile gesto. Ma infondo cosa ne sapevano gli altri di ciò che serbava nel cuore? Sua moglie non mancava occasione di difenderlo davanti a quelle malelingue e lui non era nemmeno così certo di meritarlo. La loro casa divenne il miglior rifugio da ciò che minacciava la loro unione, l’unico posto in cui poter vivere serenamente quell’immenso amore.
 
Aveva ritrovato qualche giorno prima quella breve letterina di suo figlio, conservata, forse inconsapevolmente, in uno scompartimento della cassettiera. Gli era ritornato in mente, di fronte a quel ritrovamento, quel fatidico giorno di mesi prima, quando Lavanda aveva sconvolto totalmente la sua vita. Dal giorno in cui quel foglio gli era ritornato tra le mani, o forse anche tempo prima di quell’episodio, non riusciva a smettere di pensare ad una soluzione per riportare una sincera e duratura serenità nella loro vita, senza quei mille contrasti, in cui erano senza volerlo immersi. Iniziarono persino a sorgergli dei dubbi sullo strano comportamento che Lavanda aveva sempre tenuto nei suoi confronti da quando gli aveva rivelato dell’esistenza di quel bambino. Ron voleva solo scoprire la verità, nulla di più, forse il motivo di tanto mistero non riguardava la paternità, visto che a lui era sempre sembrata molto sincera a riguardo. Ma allora cosa gli stava nascondendo, ammesso che lo stesse facendo? Probabilmente era solo condizionato dagli eventi e dall’egoistico desiderio che quel bambino uscisse velocemente, così come era entrato, dalla loro vita.
 
In quella nuvolosa mattina di agosto, Ron si stava preparando con abiti insolitamente eleganti per accogliere nel miglior modo possibile un ospite importante al Ministero. Era come sempre il solito tira tardi, si trovava ancora davanti allo specchio a lottare con quell’odiosa cravatta, la stessa contro cui aveva dovuto lottare il giorno del suo matrimonio, con l’unica differenza che in quel felice giorno l’ansia era dolce e non amara come in quei mesi. Non riusciva a portare a termine con semplicità un semplice gesto automatico che ormai compiva da una vita, perché quella dannata cravatta non rispondeva ai suoi comandi, o forse era semplicemente lui che non riusciva a mantenere nelle mani la giusta fermezza per portare a termine quel compito, spazientendosi con troppa facilità poiché già sufficientemente teso.
 
L’ombra di Hermione affacciata alla porta interruppe gesti e pensieri, dettati da frenesia e agitazione. Si voltò verso di lei con espressione rassegnata e non poté evitare di ammirare la serenità che invece lei sembrava provare accompagnata da quella giusta dose di dolce rimprovero verso il ragazzo. 
 
 Ron, non sei ancora pronto? 
 
 Hermione, non andava bene la mia divisa stamattina? Per quanto la trovi troppo formale, a volte la preferisco a questa stupida cravatta! 
 
La tolse con uno scatto per avvalorare il suo odio e la tensione che lo avevano accompagnato nell’arco di quei mesi e che parevano aver trovato il culmine in quell'esatto momento, nonostante fosse in compagnia della sua giovane sposa. Hermione si avvicinò a lui con dolcezza e recuperò la cravatta dal comò, a cui il ragazzo si era appoggiato per provare a placare quella impulsiva rabbia, fuori luogo in quel caso specifico, ma che la moglie riconobbe essere la manifestazione di un disagio ben più generalizzato della situazione in cui riversavano. Lo invitò a girarsi verso di lei e con un sorriso gli fece passare la cravatta sotto il collo della camicia, stando bene attenta che la stoffa fosse piegata nel modo corretto. Le carezze involontarie che lo sfioravano calmarono i suoi nervi.
 
 No, Ronald. Oggi ci viene a trovare il Primo Ministro e voglio che tutto sia perfetto 
 
 Ma cosa cambia come sono vestito?! 
 
 Cambia 
 
Gli sistemò con un grande sorriso il nodo della cravatta, i capricci del ragazzo non bastarono a spegnerlo, e Ron la ammirò in tutta la sua bellezza, raggiante come non mai, sfoggiando la grande pancia nel suo largo ed elegante vestito. Un sorriso sfuggì anche a lui e lei se ne accorse, non perdendo quella meravigliosa solarità che lui tanto amava e che gli infondeva tanta forza, dimostrandogli quanto amore serbasse per lui, nonostante i suoi genitori fossero contro la loro unione.
 
 Ridi poco, mio caro 
 
 Perché? 
 
La ragazza, con una certa nota di divertimento in volto, estrasse dal cassetto del comò accanto a loro una spilla, che Ron riconobbe subito con terrore.
 
 No, Hermione, ti prego 
 
Lei non lo ascoltò, non degnandolo nemmeno di uno sguardo, prese la sua giacca posata sul letto e appuntò con attenzione la spilla all'altezza del petto.
 
 Cos’hai sempre contro il tuo distintivo, Ronald? Non sei fiero di ciò che sei? 
 
 Sì, lo sono, ma … 
 
Solo davanti alla titubanza del marito, il sorriso di Hermione si affievolì.
 
 Lo so, Ron, al Ministero è un periodaccio, ma sono certa che andrà meglio 
 
 È il nostro bambino ad infonderti tutto questo ottimismo? 
 
 Probabile 
 
Gli porse la giacca con risolutezza e con un nuovo sorriso confermò i sospetti del giovane. Ron la afferrò, rincuorato dalla positività della moglie e la infilò. La ragazza fece per uscire, ma Ron la richiamò velocemente indietro, appena prima che varcasse la soglia della stanza.
 
 Ah, Hermione, quasi dimenticavo, mi concederesti qualche ora libera oggi pomeriggio? 
 
A quella richiesta la moglie si rattristò e insospettì su quale potesse essere la ragione che aveva mosso quell'urgenza.

 Per fare cosa?  lui non rispose subito e la ragazza iniziò a preoccuparsi davanti a quella reazione  Ronald, non posso concederti ore libere se non mi dici a cosa ti servono, anche se sei mio marito. Anzi motivo in più che sei mio marito 
 
 Ho bisogno di parlare con Lavanda 
 
 Di Sebastian? 
 
 Quella ragazza continua a non convincermi ... il tempismo con cui è ricomparsa nella mia vita non mi convince ed io per lei sto rischiando parecchio, quindi credo abbia il diritto di avere delle spiegazioni plausibili 
 
​Non riusciva a dargli torto, la determinazione e la motivazione che mostrava nel voler ardentemente scoprire una verità che sembrava essere stata ben nascosta era davvero ammirevole e lei non era nessuno per impedirglielo, anzi il suo cuore lo appoggiava.

 Ed a che ora devi andare? 
 
 Metà pomeriggio, così sono sicuro di trovarla a casa 
 
 M-metà pomeriggio? 
 
​Hermione tentò di mascherare la sua tristezza e il suo malumore, ma lui invece sembrò abilmente e inaspettatamente coglierlo.

 Sì. Ho qualcosa da fare a quell’ora?  Hermione non gli rispose, anzi abbassò lo sguardo, conscia del fatto che lui avesse notato la sua reazione  Tesoro, ho dimenticato qualcosa di importante? 
 
 No, vai tranquillo 
 

 
   ∞ ∞ ∞

 
 
Non lo aveva convinto la reazione di sua moglie, eppure non lo aveva nemmeno fermato. Bussò con titubanza alla porta di quella casa che ormai da diversi mesi fu tenuto a frequentare se voleva mantenere un rapporto con quel bambino, ma con Lavanda vi era più di un semplice rapporto di circostanza, non erano di certo diventati amici. Fu per questo che piombare lì per avere insolite informazioni gli sembrò fuori luogo e complesso da sostenere. Allo stesso tempo temeva davvero ciò che avrebbe potuto scoprire. Fu Sebastian ad aprirgli e ciò lo calmò un po’.
 
 Papà! 
 
 Ciao, tesoro mio. C’è la mamma? 
 
​Il padre gli sorrise dolcemente e il piccolo ne fu contagiato.

 No, ma … 
 
Il bambino si bloccò quando la vide dietro Ron sulla soglia, appena ritornata a casa.
 
 Mamma! 
 
La voce entusiasta di suo figlio lo fece bloccare e girare titubante verso Lavanda.
 
 Ron, ciao 
 
 Ciao, Lavanda. Possiamo parlare un momento, se hai tempo? In privato 
 
Abbassò la voce per non farsi sentire da Sebastian e la ragazza, dopo un istante di sorpresa, gli fece segno di seguirla al piano superiore, dove le orecchie del bambino difficilmente sarebbero arrivate, se impegnato com'era a tentare di manifestare la sua magia con grande entusiasmo. La seguì fino alla soglia della sua stanza e si bloccò, non molto convinto che quello fosse il luogo adatto per conversare. Lavanda però non sembrò farci molto caso, entrò ed iniziò tranquillamente a riordinare dei vestiti che erano sparpagliati sul letto. 
 
 Ron, pensavo fossi passato per Sebastian 
 
 Ti devo parlare 
 
 Di cosa? C’è qualche problema? 
 
​La ragazza proseguiva nelle sue faccende e non incontrava il suo sguardo, ciò poteva solo che aiutarlo ad affrontare quell'argomento. 

 No, non … solo una cosa, Lavanda, una cosa che non ho mai capito. Perché mi hai parlato di nostro figlio solo dopo sei anni e non al termine della Guerra? 
 
 Stavi con Hermione, no? 

 Sì, ma non eravamo sposati 
 
Lei capì che la stava mettendo alla prova, si interruppe con una gonna a mezz'aria e alzò gli occhi su di lui, nonostante il suo palese sguardo interrogatorio.
 
 Volevi che ti separassi da lei? 
 
 No, non ci saresti riuscita, ma avrei gradito la verità 
 
​Con sorpresa Lavanda iniziò ad azzardare ipotesi.

 Non sapevo avessi una così grande propensione alla responsabilità, Ron 
 
 Non mi hai detto che avevo un figlio, perché temevi che non fossi sufficientemente maturo??  
 
 Ha contribuito 
 
 Che cosa?? Lavanda, non è un gioco! Se me la volevi far pagare per averti lasciato hai usato le modalità sbagliate, perché c’è andato di mezzo anche quel bambino 
 
​Si stava spazientendo almeno tanto quanto lui e Ron lo capì nell'esatto istante in cui gettò gli indumenti che aveva in mano con uno scatto sul letto.

 Concordo, Ron, non è un gioco! Credimi se ti dico che … 
 
La sua furia però venne sorpresa da inaspettate lacrime, tanto che dovette sedersi e riprendere il respiro per proseguire quella conversazione, che fosse stato per lei non sarebbe mai iniziata.
 
 … c-che non è facile nemmeno per me 
 
 Lavanda? Cosa non è facile? 
 
Si portò le mani sul viso per negargli la risposta e Ron d'istinto entrò nella stanza, chinandosi ai suoi piedi per provare a calmarla e tentare di capire cosa l'aveva sconvolta tanto.
 
 Ehi, cos’ è successo? 
 
Lavanda, ignorando il ragazzo a pochi centimetri da lei, gettò un’occhiata alla porta per il timore di essersi fatta sentire da Sebastian.
 
 N-niente, Ron 
 
 Se piangi, ci sarà un motivo 
 
 Sì, ma nulla che ti possa interessare 
 
​Cercò di mantenere un tono risoluto per farlo desistere, ma quell'atteggiamento sortì l'effetto contrario, facendolo preoccupare maggiormente.

 C’entra qualcuno? 
 
 Mi vuoi far credere di essere geloso?! 
 
 Non sono geloso, Lavanda, penso solo a mio figlio e mi preoccupo per chi lo frequenta 
 
 Puoi stare tranquillo, sono la prima a pensare a Sebastian 
 
​Forse aveva esagerato ad accusarla in quel modo, così tentò di recuperare.

 Lavanda, non volevo metterlo in dubbio 
 
 Lo so. Mi hai chiesto perché non ti ho parlato prima del nostro bambino 
 
 C’è un motivo in particolare? 
 
 Sì, ma dirtelo presuppone altro ed io non lo voglio, o almeno non più 
 
 Cosa non vuoi dirmi? 
 
 Niente 
 
Tentò di alzarsi, ma Ron le posò le mani sulle gambe per impedirle di muoversi, senza nemmeno accorgersi dell'effetto che su di lei aveva sortito quel tocco.
 
 Ora me lo dici però 
 
 Ron, ti prego 
 
 No, voglio la verità, qualunque essa sia 
 
 Non ti piacerà 
 
 Non importa 
 
 Ron 
 
 Se c’entra con mio figlio, ho il diritto di sapere 
 
​Sembrava davvero pronto per sopportare quella notizia, o forse era troppo ingenuo da credere che ci sarebbe riuscito. Lei però non riusciva più a portare quel peso sul cuore da sola e non c'era persona migliore del padre di suo figlio con cui condividela.

 Non sta bene, Ron 
 
 Cos’ha? 
 
Ricominciò a piangere, lei non riusciva più ad essere forte.
 
 Lavanda! 
 
 Nulla di curabile. Alla sua nascita ho scoperto della sua malattia. Deve averla ereditata, non lo so, fatto sta che me lo sta portando via 
 
​Notò l'espressione sconvolta di Ron e poteva comprendere la sua reazione. Sentì le sue mani scivolare incredule dalle gambe e capì di aver rotto irrimediabilmente un equilibrio. Tentò di rimediare, ma non era così sicura di riuscirci.

Ron, volevo solo che conoscesse suo padre. Io ... 

 Me lo hai fatto conoscere nonostante sapessi e senza nemmeno accennarmi ad una cosa simile?! Io mi sono affezionato a quel bambino, dannazione! 
 
​Con uno scatto tentò di alzarsi da quella posizione, ma Lavanda glielo impedì afferrandolo per le braccia.

 Ron, volevo solo esaudire un suo ultimo desiderio, non volevo ferire nessuno 

​ Ecco perché eri strana, non volevi trascorressi troppo tempo con lui perché non stava bene ... forse temevi di perderlo ed anche per te il tempo è contato 

​Non sapeva cosa dirgli per giustificarsi, nonostante continuassse a ritenere di aver agito nel modo migliore per tutti.

 Avresti trascorso con lui questi ultimi momenti in serenità 

Per poi perderlo, giusto? Magari senza nemmeno avermi dato la possibilità di dirgli addio 

​Sentirono in lontananza dei piccoli passi avvicinarsi e Lavanda si asciugò velocemente gli occhi, appena in tempo per sfoggiare un grande sorriso alla vista del bambino affacciato alla porta della camera.

Amore mio 

Papà! Guarda! 
 
​Gli mostrò un piccolo cigno di carta che sulla sua mano muoveva le ali. Ron non riuscì a fiatare, ma solo ad accennare un mezzo sorriso. Lavanda cercò di nascondere la loro tristezza nel migliore dei modi.

Tesoro, fanne uno anche per papà 

Sebastian si concedò con entusiasmo facendo piombare nuovamente la stanza nello sconforto. 

 

 È malato per colpa mia, vero? Se sono io il padre probabilmente è colpa mia. Lo posso aiutare? 


Non lo so 

 
∞ ∞ ∞

 
Si ritrovò da sola in quella grande sala d'aspetto. Per tutto il giorno Hermione, nonostante fosse stata particolarmente impegnata nell'arco di quella giornata al Ministero, non aveva smesso di sperare che lui si ricordasse di quell'appuntamento e li raggiungesse. Il tempo però scorreva inesorabile e di lui non vi era nemmeno l'ombra. 

​Non aveva di proposito ricordato a Ron dell'ecografia, perchè sapeva quanto fosse in importante e fondamentale per lui quel colloquio per rasserenarlo. Gli avrebbe senz'altro perdonato quella dimenticanza, che era stato mossa, oltre che dalla sua sbadattaggine, anche dagli eventi che li avevano trovolti. Eppure, nonostante tutti i suoi buoni propositi lei non poteva evitare di sentirsi immensamente sola senza di lui al suo fianco, perché quello che si apprestava a fare non era un semplice controllo di routine, avrebbero finalmente scoperto se quel piccolo desiderio di sarebbe realizzato, lui voleva una bambina e nemmeno si era ricordato del suo stesso impaziente desiderio.

​Gettava di tanto in tanto occhiate al corridoio, sperando con tutta se stessa di vederlo comparire all'inizio di quel lungo corrodoio del reparto di maternità del San Mungo, dove qualche mese prima si era ritrovata per altri tristi motivi. Anche stavolta era sola, benché sarebbe dovuto essere un momento di gioia per entrambi.

Eppure, nonostante tutto, non riusciva ad essere arrabbiata con lui.

 
∞ ∞ ∞

 
Uscì sconvolto da quella casa, con un pensiero terribile che gli ronzava in testa, visto che non aveva la più pallida idea di quanto tempo fosse concesso a lui e a quel bambino ancora da trascorrere insieme. Lo aveva salutato con un grande abbraccio cercando in tutti i modi di soffocare il dolore per quella notizia. Forse Lavanda aveva avuto ragione, non dicendoglielo aveva risparmiato tanta sofferenza e lo sforzo di mostrarsi sereno quando di serenità, quella che aveva così faticato a riscoprire in quei difficili mesi, non ve ne era più nemmeno l'ombra.

​Persino quella dannata cravatta iniziò a soffocarlo e dovette allentarla per non minacciare seriamente mancamenti.

​Voleva però, desiderava salvare suo figlio, ma non sapeva ancora il modo. In quel momento però voleva solo fuggire da tutta quella sofferenza, perché il cuore non era così sicuro avrebbe retto. Provava l'esatto dolore di quando Hermione gli comunicò di voler abortire. Era sbagliato, si disse, sua moglie era il suo grande amore, mentre quel bambino era il frutto di una relazione affatto basata su un sentimento così forte, eppure l'affetto che provava per Sebastian, riscoperto proprio in quella tragicità, era immenso e non poteva negarlo nemmeno a se stesso senza tradirsi.

​Fu davvero un'amara consolazione scoprire di amare i suoi figli allo stesso identico modo, seppur nati in circostanze ben diverse, perché, nonostante quella scoperta, Sebastian non sarebbe affatto guarito. Una malattia ereditata, gli aveva detto Lavanda, ma lui stava bene, forse l'aveva ereditata dalla sua famiglia. Quel pensiero fece viaggiare inevitabilmente e con terrore la mente su quel bambino non ancora nato, probabilmente anche lui avrebbe potuto mostrare i segni di quella malattia. Il panico si impossessò di lui, almeno fino a quando la sua mente non fece ulteriori collegamenti, non lasciandogli nemmeno un istante di respiro.

L'ECOGRAFIA! 

Si smaterializzò in fretta e furia, bloccando persino il fiume di pensieri che si era impossessato di lui. 
 
∞ ∞ ∞

 
 Signora Weasley 
 
Una voce la riscosse dai suoi pensieri, portandola a rivolgere un leggero e dispiaciuto sorriso all'infermiera che aveva appena pronunciato il suo nome. Hermione si alzò lentamente, lanciando un'ultima occhiata verso il corridoio, sperando anche solo di udire un impercettibile rumore dei suoi passi. Ma nulla ed iniziò anche ad essere seriamente preoccupata per il risvolto di quell'incontro.

​Si rassegnò, quel momento così importante avrebbe dovuto viverlo da sola. Conosceva la procedura, non era certo la prima ecografia che faceva, specie dopo quel mancamento che aveva avuto, Ron aveva insistito fino allo sfinimento di tenersi monitorata e così aveva fatto. In quei controlli però erano insieme, lui era proprio accanto a lei e in silenzio seguiva ogni gesto del medimago attendendo con impazienza il verdetto per sciogliere la tensione e appurare che il loro bambino stesse bene. Gli occhi di Hermione diventarono inevitabilmente lucidi ricordando la loro emozione la prima volta che udirono quel piccolo cuoricino battere. Esattamente con quell'ultimo ricordo voleva affrontare quel momento di solitudine, come se lui fosse davvero stato accanto a loro ad ascoltare quell'importante notizia.

​Quando il medimago entrò, Hermione tentò un minimo di ricomporsi, anche se lui, dopo un cordiale saluto, si concentrò subito sul suo lavoro senza badare troppo all'umore della ragazza. 

​ Ministro, non ricordo, desidera sapere se sarà un maschio o una femmina? 

Certo 

​Il suo cuore accelerò quando il medimago gettò con la bacchetta qualche scintilla contro la sua pancia. Trattenne il respiro in attesa di quella risposta.

 Ha qualche preferenza? 

Desidero che stia bene 

​Il dottore le sorrise cordialmente, ma, nonostante ciò, non fu in grado di sciogliere la tensione che in lei si era accumulata.

Credo potrà iniziare ad acquistare corredini rosa 

​Non riuscì davvero più a trattenere le lacrime, accompagnate da qualche triste pensiero.

​'Ron, saresti davvero felice. Avrei voluto condividere con te questa gioia'
 
∞ ∞ ∞

 
Si smaterializzò velocemente, proprio mentre lei stava uscendo dal San Mungo. Aveva passato almeno mezz'ora ad attenderlo invano e, quando finalmente se lo ritrovò davanti, ormai convinta che se ne fosse dimenticato, non sapeva nemmeno lei come reagire. Ron si avvicinò lentamente, posando sulla ragazza uno sguardo mortificato. Qualche goccia di pioggia si frappose tra i loro occhi che si fissavano silenziosamente. Ron sussurrò esternando quel già palese dispiacere per non essersi presentato ad un appuntamento tanto importante, forse uno dei loro appuntamenti più importanti.
 
 Non era alle quattro e mezza, vero? 
 
 Alle quattro 
 
 Amore, perdonami 
 
Lei gli passò accanto, posandogli delicatamente sul petto l'ecografia, che si era fatta stampare appositamente per lui, proprio all'altezza della spilla che scintillava sul suo cuore. Lui prese in mano quella fotografia ed iniziò ad ammirarla, con il grande timore di chiedere informazioni a riguardo.
 
 Hermione … sta bene? 
 
La ragazza si voltò di scatto verso di lui, ma era pervasa più da rassegnazione che da rabbia.
 
 Sta bene ed è una bambina, Ron ... la nostra bambina 
 
Decisamente troppe emozioni lo invasero nell'arco di poche ore. Le lacrime amare che lo avevano colto a seguito di quella devastante notizia ora si mischiavano a del sale più dolce, che però non riuscì a coprire del tutto il dolore che premeva sul suo petto. Si avvicinò rapidamente a lei e la abbracciò forte. Non diede a vedere quella forte ambiguità che dentro di lui lottava per non emergere, ma di quel contatto necessitava proprio per riuscire a sostenere tutte quelle contrastanti sensazioni. La sollevò persino da terra tale fu la foga con cui l’abbracciò.
 
 Ron, mettimi giù, sei impazzito?! 
 
L’ascoltò e sciolse quell'abbraccio. Era davvero felice per la notizia che gli aveva appena dato e tentò di comunicarlo a lei attraverso un grande sorrio, che, nonostante tutto, riuscì ad esternare.
 
 Hermione, è una bambina! Ma ci pensi? 
 
La gioia del marito la fece commuovere, ma comprese che qualcosa non andava, quella gioia, benché sincera, nascondeva altro che i suoi occhi comunicavano con facilità.
 
 H-Ho detto qualcosa di sbagliato? 
 
 No 
 
Gli posò una mano sul viso sfiorandolo e asciugando qualche lacrima per placare non solo i suoi dubbi, ma anche ciò che evidentemente lo tormentava.
 
 Hai scoperto qualcosa da Lavanda? 
 
 Nulla di importante 
 
​Sviò lo suardo per risponderle e quell'atteggiamento poté solo che confermarle i suoi spospetti.

 Ron 
 
 Amore, stai tranquilla. Ti va se pensiamo alla nostra bambina ora? 
 
 Prima dimmi cosa ti ha detto 
 
​Era davvero stato imprudente a non prendere in considerazione la perspicacia di sua moglie ed ora non sapeva più come rimediare. Non voleva dirle la verità, visto che nemmeno lui sapeva cosa avrebbe comportato.

 Hermione, voglio solo pensare alla nostra famiglia ora. I tuoi genitori mi accusano di non essere in grado di prendermi cura di te e della nostra bambina, ma io voglio esserne all’altezza, quindi dammi la possibilità di pensare a voi 
 
La prese per mano e la tirò verso l'auto con cui Hermione era giunta al San Mungo, parcheggiata poco distante da loro, ma lei oppose resistenza.
 
 Ron, ti prego, dimmi la verità, qualunque essa sia 
 
 Non ti piacerà ed io voglio prendermi ancora un po’ di tempo di serenità. Per favore 
 
 Mi stai spaventando  
 
Sciolse le loro mani, che ancora erano congiunte, e la afferrò dolcemente per le spalle per avvalorare meglio per sue parole.
 
 Tesoro, ascoltami, l’unica cosa che devi sapere è che ti amo, il resto è superfluo 
 
 Sei spaventato tu per primo, come posso stare tranquilla 
 
 Hai ragione, ma dovrai fidarti di me 
 
 Ron? Non ti perderò, vero? 
 
 Tu non mi perderai mai. Ti sarò sempre accanto 
 
L’abbracciò nuovamente d’istinto e lei poteva percepire l’ansia del marito. Lo strinse ancora più forte per provare a placare non solo l'ansia del marito ma anche la sua, che con tutto quel mistero era aumentata. Sussurrò al suo orecchio, non voleva separarsi da lui, iniziava seriamente ad avere un brutto presentimento e se non riguardava la loro bambina, temeva riguardasse proprio lui. 
 
 Ron, promettimi che non ci lascerai ... Ron?  
 
Si limitò a stringerla, anzi a stringerle, non sapeva quanto tempo avesse ancora a disposizione e non voleva perdere nemmeno un istante.
 
 Hermione, se ti chiedessi, non so, di prenderci qualche periodo per noi, tu cosa mi diresti? 
 
 Vuoi prenderti una vacanza? 
 
​Solo in quel momento dalla sorpresa Hermione sciolse con risolutezza il loro contatto. 

 Sarebbe il nostro viaggio di nozze 
 
 Ron, se non te ne fossi accorto, sono incinta 
 
 Non è un problema. Andiamo in un posto tranquillo, solo io, te e la nostra bambina 
 
​La rabbia repressa fino a quel momento iniziò seriamente a riaffiorare, si stava spazientendo.

 Perché quest’ansia di allontanarti da Lavanda e Sebastian? 
 
 Ti ho dato questa impressione? No, non è così, voglio solo trascorrere del tempo con la mia famiglia 
 
 Ron, mi dici la verità? 
 
 Va tutto bene. Tu piuttosto, ti va di fare un viaggio con me? 
 
​Hermione non era affatto sicura dell'idea di suo marito.

 Sei strano 
 
 Sono solo stanco di non poterti regalare la vita che hai sempre sognato 
 
 Ma io ho tutto ciò che ho sempre sognato, non ho bisogno di altro 
 
 Vieni in vacanza con me? 
 
 Ron 
 
 Ti prego rispondimi, ora non riesco a parlarne 
 
 È così grave? 
 
  No, Hermione, ascoltami una buona volta e rilassati 
 
 Non possiamo assentarci dal Ministero per tanto tempo 
 
 Ma puoi andare in maternità prima e non lavorare fino all’ultimo mese come avevi deciso 
 
 E vai anche tu in maternità? 
 
Sorrise inevitabilmente davanti alle parole di lei, anche se le intenzioni di Hermione erano quelle di rimproverarlo.
 
 Non ti chiederò più ferie per i prossimi tre anni 
 
 Ronald, c’è poco da ridere, qualsiasi cosa ti abbia detto Lavanda non lo cancelli con un viaggio 
 
 Lo so, ma voglio trascorrere del tempo con te. Tutto il tempo che mi è possibile 
 
Lei era titubante, lui voleva davvero fuggire da quel gigantesco dolore e se lo avesse detto a sua moglie non riusciva a immaginare come avrebbe reagito. Forse lo avrebbe rimproverato, nonostante stesse fuggendo da quella sofferenza, aveva delle responsabilità nei confronti di quel bambino e scappare non avrebbe risolto nulla, anzi Sebastian necessitava di lui ora più che mai oppure si sarebbe immensamente preoccupata per il suo grande desiderio di salvarlo in qualunque modo possibile.
 
 Va bene, Ron, io non ti metto pressione per ora e ti do retta, ma prima o poi dovrai parlarmi 
 
 Grazie, tesoro 
 
Le diede solo un bacio sulla guancia per interrompere la conversazione.


 

Ciao ragazzi!

Lo so, la verità è davvero molto triste, ma vi prometto che ci sarà un lieto fine :)

Scusatemi tantissimo per il ritardo e grazie di cuore per continuare a seguirmi! <3

Alla prossima :)
​Baci
​-Vale 
 

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Capitolo 16
*** Lontano da tutto ... ma non da noi ***


Lontano da tutto … ma non da noi


 
Erano trascorsi due mesi strani da quando Ron aveva parlato con Lavanda ed aveva deciso in modo del tutto sconnesso dalla realtà di partire per un viaggio nel momento meno opportuno possibile. Hermione fece di tutto per ritardare quel momento, convinta fosse semplicemente una soluzione del marito per fuggire da una situazione che lo faceva soffrire, ma più di due mesi non era riuscita a guadagnare trovando ogni genere di scusa e impegno lavorativo, dopotutto Ron desiderava davvero trascorrere qualche giorno di serenità e riposo in un luogo tranquillo. A nulla valsero nemmeno i tentativi di Harry di provare a convincerlo quanto fosse inopportuno per Hermione quel viaggio, necessitava di riposo ma a casa propria o al massimo stando seduta alla scrivania del suo ufficio. Nessuno riusciva a spegnere l’insensata euforia del Vicecapo degli Auror per quella rimandata luna di miele e nemmeno le dicerie, che, seppur si fossero affievolite, continuavano ad aleggiare sulla nuova famiglia Weasley che presto si sarebbe allargata.
 
Dal canto suo Ron pareva davvero vivere in un universo parallelo, la sua mente rigettava ogni possibile risvolto negativo che la tragica situazione sembrava aver assunto e forse non era nemmeno solo il suo corpo a voler sfuggire da quell’amarezza, perché anche la sua mente aveva tutta l’aria di aver imboccato tutt’altri sentieri, o almeno così si raccontava. Negare e discostarsi dall’evidenza come se non fosse affar suo lo faceva sentire apparentemente meno male, ma non gli consentiva di considerare il dolore che dilagava intorno a lui. La sofferenza che suo figlio stava vivendo, o che avrebbe vissuto sicuramente a breve, in quel modo passava in secondo piano. Persino ciò che provava Lavanda avrebbe dovuto importargli, dopotutto era questione di sensibilità e umana vicinanza, eppure Ron aveva deciso la strada dell'egoismo, voleva pensare solo ed esclusivamente alla famiglia che stava costruendo con Hermione e a nulla di più.
 
Il ragazzo era perfettamente a conoscenza del fatto che la sua famiglia avesse compreso la sua finzione, ma poco importava se non sospettavano del motivo che avrebbe senza ombra di dubbio scosso anche loro. Quindi lo faceva anche per loro, proteggeva le persone a lui più care da quella terribile notizia e infondo il pensiero del loro viaggio di nozze mancato non sarebbe potuto essere una distrazione migliore.

Per l’ennesima volta, in quella caotica mattinata di metà ottobre, al Ministero Ron aveva sfilato davanti a suo cognato con un’insolita gioia, che contrastava notevolmente con la difficile situazione in cui riversavano. Harry però non riuscì più a far finta di nulla, quell’improvvisa spensieratezza lo insospettì  e con spontanea preoccupazione, nel bel mezzo delle scale che collegavano il secondo al terzo piano, lo chiamò.
 
 Ron 

​Il ragazzo aveva interrotto il suo cammino con disinvoltura all'udire quella familiare voce e si era voltato verso il cognato con una certa fretta.
 
 Harry, scusami, devo portare urgentemente questi documenti in tribunale 
 
Il giovane Vicecapo tentò di riprendere il suo cammino, ma l’amico lo richiamò nuovamente e insistentemente, anche perchè il tribunale si trovava otto piani sopra di loro e lui stava minacciando di farsi tutte quelle rampe di scale a piedi. C'era decisamente qualcosa che non andava, perchè non era proprio da lui intraprendere simili temerarie missioni.
 
 Ron, aspetta, se Hermione inizia l’udienza qualche minuto più tardi non è un dramma. Dimmi piuttosto che ti prende 
 
 Come che mi prende? Nulla 
 
 Sicuro? 
 
Ron lo guardò stranito, o forse voleva camuffare la sorpresa per l’interesse e il sospetto che l’amico sembrava mostrare nei suoi confronti. Harry, per essere il più allusivo possibile a cosa si stesse riferendo, alzò gli occhi al cielo come a volergli lasciare intendere il suo strano comportamento.
 
 Certo, anzi, se non arrivo in tempo mia moglie mi uccide, sai come è fatta 
 
Non fece in tempo a fermarlo ulteriormente, perché spedito si diresse verso la sua destinazione. Alle spalle di Harry una voce lo distrasse da preoccupati pensieri.
 
 Dove sta andando con tutta quella fretta? 
 
Hermione lo affiancò, guardando perplessa il marito allontanarsi.
 
 Ti sta raggiungendo in tribunale 
 
​Anche lei sembrò rimanere palesemente scioccata da quella notizia.

 Per farsi otto piani a piedi deve stare veramente male ... e trasmetteva anche un'euforia strana, sembrava stesse andando ad una festa, non ad un’udienza 
 
 Già  … tu sai che gli prende? 
 
 Non si vuole confidare con me, sono mesi che è euforico per quel viaggio … continua a dire finalmente avremo la nostra luna di miele, trova un periodo che non sia troppo impegnativo al Ministero! Facile per lui parlare, non è il Ministro della Magia 
 
 ... nonostante ciò è sempre molto indaffarato anche lui, Hermione. Trovo solo che siate incoscienti a partire proprio ora, da lui me lo posso anche aspettare, ma da te proprio no 
 
Stava per rispondergli a tono, difendendo il suo orgoglio da quelle infondante allusioni, ma non fece in tempo a proferire nemmeno una sillaba, perché l'incoscente in questione ritornò proprio in quel momento con la solita aria sbarazzina che lo aveva caratterizzato in quei giorni.
 
 Sei qui! Pensavo fossi già in Aula, non è da te tardare 
 
Con un sorriso, cercando di ignorare il fiato corto e prendendola alla sprovvista, le schioccò un sonoro bacio sulle labbra.
 
 Ti stavo portando i documenti che mi hai chiesto. Fortuna che circa al quinto piano mi è stato detto che ti hanno vista scendere 
 
Lei impiegò qualche istante ad afferrare quei fogli e a comprendere ciò che serenamente e quasi giocosamente il marito le aveva appena riferito. Si voltò perplessa verso Harry come a dargli ragione su ciò di cui parlavano qualche istante prima, ma a Ron non sfuggì la complicità tra i due.
 
 Che c’è? Che avete? 
 
 Noi?? Ron, non ci scambiamo mai effusioni nei corridoi del Ministero 
 
 Lo so, ma non c’è nulla di male, siamo sposati 
 
Fu proprio quell'appunto a spegnere il sorriso sul viso di Ron. Hermione continuava a mostrare una certa diffidenza nei confronti di quell’atteggiamento, che era sempre più convinta fosse stato messo in piedi per non alimentare ulteriori sospetti in lei e per troncare ogni eventuale domanda su quel benedetto incontro tra Lavanda e suo marito, che ormai da tempo le stava dando il tormento.
 
 Ne riparliamo più tardi, Ronald, ora abbiamo un’udienza e rischiamo di arrivare sul serio in ritardo 
 
Lo prese per un braccio e lo tirò cercando di mostrare convinzione verso l'ascensore, perché, per quanto fossero entrambi giovani, lei continuava ad essere incinta e poco euforica al contrario del marito.

 
∞ ∞ ∞
 
 
​Dopo quella lunga ed estenuante udienza aveva cercato di congedarsi il più velocemente possibile con una scusa forse banale e poco realistica, ma tutto ciò che desiderava in quel momento era ritirarsi in un luogo in cui non era costretto a fingere. Il suo ufficio insieme a quel marasma di scartoffie era diventato ultimamente più gradevole del solito, immergere la mente in verbali e documenti di ogni genere di cui, in qualità di Vicecapo del Dipartimento, doveva occuparsi lo aiutavano a ridurre al minimo qualsiasi tipo di divagazione dal suo lavoro. Forse era sospettoso da parte sua essere diventato ad un tratto particolarmente ligio a scandenze e puntualità e l'interrogatorio di Harry di qualche ora prima gli aveva dato la triste conferma.

​Era concentrato da almeno un quarto d'ora su un verbale che lo stava letteralmente mandando in crisi, lo aveva rimandato almeno un centinaio di volte perché tanto la memoria su quanto successo non si sarebbe cancellata tanto facilmente. Pensava davanti a quel foglio, perchè per sua grande sfortuna quegli specifici documenti riferiti a quello specifico giorno e a quella specifica missione non avevano il potere di distrarlo, anzi, tutto il contrario, gli suscitavano pensieri poco felici. Tutto ciò che ne era seguito lo aveva portato sempre di più sul baratro e solo il pensiero di quella bambina non ancora nata sembrava avergli donato la forza di reagire. Perché proprio in quei momenti tutto avrebbe voluto tranne di essere uscito vivo da quella missione tanto rischiosa. Era forse un viagliacco a pensarla così? Probabilmente lo era sul serio, ma non poteva evitare di immaginare quanto sarebbe stata più serena Hermione senza di lui, o perlomeno senza tutti i guai in cui l'aveva coinvolta. 

​Il rumore di una porta lo riscosse. Proprio perché la delicatezza con cui l'antico cigolio dell'uscio si mosse gli era familiare, trovò conveniente spostare velocemente quel verbale sotto ad altri fogli e fingere di concentrarsi su argomenti differenti, decisamente più leggeri che non l'avrebbero turbata più di quanto non lo avesse già fatto in passato. 

 Ron? 
 
Il ragazzo non la degnò nemmeno di uno sguardo, ma continuò a lavorare come probabilmente non lo aveva mai visto fare in vita sua tra quelle carte. Hermione tentò di pazientare e di richiamarlo con dolcezza. Non riusciva ancora ad immaginare cosa potesse averlo scosso in quel modo mesi prima, ma dal suo repentino comportamento poteva immaginare fosse grave.
 
 Amore? 
 
Solo a quel piacevole richiamo l’indaffarato Auror alzò gli occhi sulla sua giovane consorte e le esternò un grande sorriso che ad Hermione non poté non sembrare una gigantesca finzione, perché i suoi occhi comunicavano tutt’altro che gioia.
 
 Ehy, tesoro! Avevi bisogno di me?  
 
Con titubanza e cercando di mantenere serenità, il Ministro entrò richiudendo la porta alle sue spalle. In poche falcate, sotto gli occhi attenti del marito, specie a tentare di non rivleare i suoi reali tormenti, si accomodò sulla sedia davanti alla scrivania ed iniziò a scrutarlo, osservando perplessa il leggero sorriso che ancora era rimasto sul volto del ragazzo.
 
 Ron …
 
 Ah, già, Hermione, sei pronta per la nostra luna di miele
 
 Cosa?? Pensavo fosse uno scherzo! 
 
 Preparo le valige e il volo e secondo te scherzo? 
 
 Il volo? Io dovrei prendere un aereo?? Te lo scordi, Ronald … è sconsigliato in gravidanza 
 
 E questo chi lo ha detto? Non l’ho mai sentito e poi è molto più sicuro che Smaterializzarsi nel tuo stato 
 
 Consentimi di saperne più di te a riguardo, ti ricordo che tra noi due sono io quella ad essere cresciuta tra i babbani 
 
Ron la osservò ammaliato mentre offesa aveva spostato lo sguardo e incrociato le braccia al petto per enfatizzare il suo disappunto. Non lo poteva negare e forse nessun lo avrebbe mai fatto, nel suo stato se possibile era ancora più bella. Ecco cosa gli serviva per riacquistare il buon umore, altro che il lavoro per dimenticare, a donargli di nuovo il sorriso ci riusciva benissimo la sua giovane consorte.
 
 Ed ora che hai? 
 
 Niente, è solo che … sei particolarmente bella quando ti arrabbi 

 Pensavo odiassi vedermi arrabbiata  lei però pareva essere poco incline alla spensieratezza e, per sfortuna del ragazzo, non venne contagiata da quell'istante di serenità  Ron, cosa ti turba? A me non puoi dare a bere questo tuo repentino cambio di umore, lo sai, vero? Senti, mi hai detto di non preoccuparmi, ma tu me lo dici sempre anche quando la situazione è catastrofica, quindi consentimi di dubitare che questa non sia da meno 
 
Allungò  una mano verso quella di Ron e la strinse forte per incoraggiarlo a confidarsi, sortendo in lui un istintivo riflesso che lo portò a stringere le affusolate dita di sua moglie. Quel contatto lo scosse dentro, come se quella vicinanza lo avesse toccato proprio dove il dolore batteva più prepotentemente. 
 
 È-è una sorpresa la nostra destinazione, non te la svelo neanche se mi supplichi 
 
Cercava di concentrarsi su pensieri felici, sulla sua famiglia, ma in quella circostanza, con gli occhi compassionevoli di Hermione addosso, non riusciva più a nascondere il suo reale stato d’animo. Uscì solo un sussurro dalla bocca della ragazza, un timido tentativo di supporto senza aggredirlo, ma solo mostrandogli che su lei poteva contare indipendentemente da tutto e da tutti. 
 
 Ron. Consentimi di aiutarti 
 
 Tu non puoi aiutarmi 
 
 Da quando hai così poca fiducia in me? 
 
 No, Hermione, tu non capisci! 
 
 Allora aiutami a capire 
 
Non fece caso al tono elevato e irritato del marito, ma cercò davvero di essergli accanto come poteva per confortarlo. Sapeva che quello scatto di nervi non era rivolto a lei, ma a qualcosa che gli stava attanagliando l'anima e si rendeva conto che l'unico modo che aveva per farlo stare meglio era indurlo a confidarsi e consentirle di condividere con lui quel dolore per renderlo meno pesante.
 
 Avrai un mucchio di faccende da sbrigare, non hai tempo di stare dietro a me 
 
 Ron, ho tutto il tempo che ti serve per raccontarmi con calma cosa ti ha detto Lavanda e perché sei così turbato. Stai male, si vede ed io non riesco a vederti in queste condizioni 
 
 Sei incinta e non è proprio il caso di darti cattive notizie 
 
 Sto male comunque se non parli ... cattive notizie? Su chi? Su di te?  stavolta fu lui a sviare prudentemente lo sguardo della moglie, ma proprio non riusciva a far scivolare le dita dalle sue, anzi le strinse maggiormente la mano perché sentiva che, anche con quel semplice gesto, Hermione riusciva a sortire in lui l'effetto che sperava senza ricevere alcuna parola  Ron, ti prego, mi sto seriamente preoccupando 
 
Alla ragazza non sfuggì quel disperato gesto.
 
 Se ti dicessi che fai già tanto standomi accanto, a te non sarebbe sufficiente, vero? 
 
 Certo che no! Parla 
 
 Se te lo dico, poi prendi comunque quell’aereo con me? 
 
​La guardò speranzoso, tutto ciò che desiderava era allontanarsi da tutto il casino che volontariamente o meno aveva combinato. Hermione però non riusciva più ad assecondarlo ed era impaziente più che mai di conoscere la verità.

 Ronald! 
 
 Va bene, te lo dico. Tu però mi assicuri sempre che la nostra bambina sta bene, vero? 
 
 Ron, che c’entra nostra figlia con Lavanda? 
 
​Quella domanda fu del tutto inaspettata per lei e, se possibile, le trasmise maggiore ansia. Ron però proseguì, incurante della titubanza della moglie, voleva la verità e lui le la stava dando.

 Nessuna malattia ereditata, vero? Niente di niente? 
 
 Nostra figlia è sanissima 
 
 E c’è la possibilità che si scopra dopo la nascita? 
 
 Ron, ma che accidenti dovrebbe scoprirsi dopo la nascita?? 
 
 Qualche malattia ereditata da me 
 
Lei lo guardò perplessa e il suo stato d'animo fu talmente accentuato da indurla ad allentare la presa sulla mano del marito.
 
 Una malattia ereditata da te? Ron, tu stai benissimo 
 
 A quanto pare non l’ho manifestata, ma la posso trasmettere … ed è ciò che ho fatto con quel bambino. Ecco cosa nascondeva Lavanda 
 
​Solo in quel momento Hermione riuscì a completare il suo collegamento logico, forse un po' più tardi rispetto alle sue tempistiche, ma dopotutto era comprensibile nel suo stato e a quel livello di coinvolgimento. 

 Sebastian è malato?? N-no, Ron, inizio a non capire, tuo figlio è malato e a me proponi il viaggio di nozze?! 
 
​Si era alzata con uno scatto, fulminandolo dall'alto verso il basso e Ron non era nemmeno così sicuro di possedere le giuste argomentazioni per poterle dare torto. 

 Avevi ragione, Hermione, tipico di me fuggire dalle situazioni difficili  continuava a fissarlo sconvolta, ma non si decideva a proferire alcuna parola  Hermione, ti prego, però, dimmi qualcosa … probabilmente ora pensi che tua madre abbia ragione, che io sia un irresponsabile 
 
 No, non penso che tu sia un irresponsabile, Ronald 
 
 A-allora cosa pensi che io sia? 
 
 Lo vuoi davvero sapere? Perché non ti piacerà 
 
 Lo so, ho sbagliato e continuo a commettere errori 
 
 Esatto, perché non impari un accidente dai tuoi sbagli, ecco perché, Ron! 
 
Forse non era esattamente ciò che aveva promesso di fare se si fosse confidato con lei, ma ripensare a tutta la sofferenza che stava portando quell'errore del passato non contribuiva ad infonderle calma. Senza contare ciò che le aveva appena riferito e che poteva ricadere anche sulla loro bambina.
 
 Hermione, abbassa la voce, siamo già sulla bocca di tutti, non diamo loro un nuovo motivo per parlare di noi 
 
 Sei già bravissimo da solo a metterti in cattiva luce, non hai bisogno che sparlino di te 
 
Si apprestò ad uscire, ma nemmeno lei riuscì a comprendere cosa la spinse a muovere quei passi traditori​ lontano dall'uomo che aveva promesso di amare nella buona e nella cattiva sorte e a cui aveva ricordato quelle promesse appena qualche istante prima.
 
 Hermione, per favore, non riesco a litigare anche con te ... non di nuovo! 
 
 Bè, Ron, non è una novità che le cose tra me e te in questo periodo non vanno come vorremmo 
 
 Lo so ed è colpa mia, solo colpa mia 
 
Una leggera smorfia di dolore si dipinse sul volto Hermione e il cuore di Ron perse un colpo, perché il terrore di aver inferto altro male alla sua famiglia, fisico e morale, iniziava seriamente a destabilizzarlo.
 
 Che hai? 
 
 Niente, solo la bambina che ogni tanto si fa sentire 
 
 Probabilmente non è d’accordo sui nostri litigi 
 
Quella considerazione, se pur malinconica, la intenerì.
 
 Ron, vorrei solo essere felice insieme a te e a nostra figlia 
 
 Lo vorrei anche io, tesoro, non immagini quanto, ma questa situazione mi sta sfuggendo di mano ed io non ho trovato altre soluzioni che andarmene insieme a te 
 
 E ti sembra una soluzione questa?? 
 
 Di certo non è la migliore, ma io non sono geniale come te a risolvere i problemi 
 
Lo guardò pensierosa e tristemente rassegnata. Si accorse ben presto di averlo accusato ingiustamente.
 
 Nemmeno io ho la soluzione stavolta, Ron 
 
Inevitabili lacrime le solcarono il viso, era affranta come mai prima di allora.
 
 Forse non c’è o perlomeno quella che vorremmo 
 
 Come?? 
 
 Forse io posso aiutarlo e posso anche evitare di farti vergognare di tuo marito 
 
Si alzò dalla sedia e si diresse spedito verso la porta, ma nel tragitto incrociò inevitabilmente la ragazza, che bloccò il suo cammino posandogli con fermezza una mano sul petto.
 
 Dove stai andando? Ron, che ti sei messo in testa adesso? Mi fanno paura le tue idee 
 
Le sorrise asciugandole dolcemente una piccola lacrima rimasta all’altezza del mento.
 
 Tranquilla, cerco di non fare nulla di stupido e avventato, però se dovesse accadere ed io mi veda costretto a farlo … 
 
 Ron, ma di cosa accidenti stai parlando? 
 
Estrasse dalla tasca della sua divisa un piccolo sonaglino a forma di orsacchiotto e lo porse all’incredula ragazza che non era mai stata così stranita in vita sua.
 
 Di questo. Oggi mentre venivo al Ministero stavo pensando a cosa avrei potuto regalare a nostra figlia per la sua nascita. Hermione, le lo dai tu, se io non ci sono? 
 
 Di questo passo tua figlia non nascerà nemmeno, mi stai facendo sentire male 
 
Sapeva anche lui di infliggerle un dolore insopportabile, ma non sapeva più che fare, se fuggire era sbagliato, forse assumersi ogni genere di responsabilità era la sola soluzione possibile, che, ovviamente, Hermione non aveva nemmeno avuto il lontano pensiero di prendere in considerazione. Gli sfiorava ancora distrattamente il petto e lui prudentemente le sfiorò dolcemente un fianco per paura che nel suo stato non riuscisse a reggere una simile notizia.
 
 Amore, cerco di essere responsabile ed ora è quel bambino ad avere bisogno di me 
 
 Pensa a noi, Ron, ti prego, come faccio io senza di te? 
 
Estrasse dalla tasca un nuovo oggetto e stavolta ciò che rivelò fu quella ecografia a cui era giunto troppo tardi, ma Hermione era riuscita come al solito a rimediare alle sue mancanze.
 
 La porto sempre con me, mi fa sentire protetto … a casa. Spero abbia lo stesso effetto anche stavolta 
 
Non aveva alcuna argomentazione convincente per provare a fermarlo, perché era suo figlio e non aveva il diritto di impedirgli di aiutarlo. Ma le lacrime quelle sincere non poteva impedire di lasciarle scorrere per tentare anche solo un minimo di placare l’immenso dolore che premeva all’altezza del cuore.
 
 C-come … come la chiamiamo? 
 
​Non ci aveva ancora pensato, non avevano ancora avuto modo di soffermare i loro pensieri sul nome che avrebbero potuto dare alla loro adorata bambina. Perché lei agli occhi di Ron restava il bene più prezioso che avesse e il dono più grande che Hermione potesse offrirgli. Ma, per quanto il suo cuore provasse un amore del tutto unico e inimitabile verso sua figlia, anche Sebastian era sangue e del suo sangue e aveva il dovere di non abbandonarlo a quel suo triste destino restando inerme. Dopotutto era un Auror, il coraggio era parte di lui, quindi qualunque soluzione il San Mungo avesse trovato, Ron l'avrebbe accettata da valoroso Grifondoro quale era. Ma anche il più valoroso degli Auror e dei Grifondoro possedeva un cuore che palpitava e cedeva davanti all'amore più puro e sincero. 

 Aspetta 
 
Si avvicinò al suo viso con un sorriso commosso e subito il suo respiro le sfiorò il collo, provocandole un brivido che non sarebbe mai dovuto essere di dolore, come invece fu. 
 
 Rose … come il profumo della sua mamma 
 
 Amore, io … 
 
Non appena gli occhi del marito si posarono nuovamente su di lei, sì fiondò tra le sue braccia per provare a nascondere quello spettacolo che si stava dipingendo sulle sue guance, quando un dolore lancinante e più forte del dovuto la colpì al ventre prendendola totalmente alla sprovvista, mozzandole il fiato e allontanando momentaneamente quei nefasti pensieri. Sciolse d’istinto l’abbraccio con il marito e abbassò lo sguardo sulla fonte di quel dolore. Ron, non comprendendo ancora, la lasciò fare e seguì attentamente con lo sguardo i suoi movimenti.
 
 Ron, credo stia per nascere 
 
 T-ti stai sbagliando, è troppo presto, sei al settimo mese 
 
​Il terrore che si dipinse sul volto di Ron non si era ancora manifestato fino a quel momento.

 Lo so, ma credo che Rose sia troppo impaziente per rispettare le scadenze 
 
 Non è che per caso sei tu a non volermi lasciare andare, vero? 
 
 Ron, non ti Schianto per le tue insinuazioni solo perché non ne ho la for ... 
 
Un nuovo dolore la portò a reggersi maggiormente a lui e le mozzò conseguentemente il fiato.
 
 R-Ron! Devo andare al San Mungo … ti prego non lasciarmi, ho paura, nostra figlia sta nascendo troppo presto 
 
Sul volto del ragazzo si dipinse il terrore più sincero, iniziava davvero a temere che Sebastian non fosse l’ultima e l'unica preoccupazione da sostenere.


Ciao ragazzi!

​Sono in un imperdonabile ritardo, scusatemi tanto! :(

​Ho pure il brutto vizio di lasciarvi sulle spine ... se mi odierete non vi biasimerò ... io vi ringrazio di cuore per continuare a pazientare i miei aggiornamenti, siete gentilissimi! <3

Alla prossima :)
Baci

-Vale 

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Capitolo 17
*** Ti prego, resta con me ***


Ti prego, resta con me

 


Suo marito non poteva comprendere la sofferenza che stava patendo in quel momento a causa di quei forti dolori al ventre e nemmeno aveva la forza di spiegarglielo. Ma lui era lì con lei, Rose era stata provvidenziale, almeno quello. In tutta la sofferenza fisica che stava patendo, doveva riconoscere quel barlume di gioia, perché Ron in quello stato non si sarebbe di certo allontanato da loro.
 
La accompagnò con cura fuori dal Ministero, ma, appena all’uscita, si rese conto che non potevano Smaterializzarsi per raggiungere il Ministero, non certo con Hermione in procinto di dare alla luce la loro bambina.
 
 Tesoro, attendi un momento, volo un istante nel tuo ufficio a prendere le chiavi dell’auto 
 
La ragazza però non sembrava così propensa a lasciarlo andare, teneva ben salda la presa sulla sua divisa, aumentando in quel momento l'ansia in lui. 
 
 R-Ron, non mi lasciare, sto troppo male 
 
 Hermione, ci impiego un attimo, altrimenti non possiamo raggiungere il San Mungo 
 
 N-non c’è tempo per le chiavi, dovremo rischiare Smaterializzandoci 
 
 Hermione, sono troppo nervoso, non mi posso Smaterializzare 
 
A lei però in quel momento importava ben poco della titubanza del ragazzo e nemmeno aveva il tempo per colmarla.
 
 Ron, concentrati e sbrigati! 
 
Gli aveva gridato quelle parole tra gemiti di sofferenza e aveva accentuato la presa su di lui per incoraggiarlo a darsi una mossa. Gli lanciava qualche faticosa occhiata di incoraggiamento, benché il dolore che provava fosse lancinante.
 
 Ok, va bene, ho capito 
 
Chiuse gli occhi per essere sicuro di non sbagliare nulla in quell’urgente teletrasporto, Hermione gli stava mettendo una responsabilità enorme sulle spalle, ma di certo non poteva abbandonarla e deluderla quando aveva più bisogno di lui. Strinse la mano che lei teneva posata sul suo petto e tentò di visualizzare nella mente la loro destinazione, ma non era per nulla semplice mantenere invariata la concentrazione con i fremiti della ragazza al suo fianco. Pregò di riuscirci, non gli era mai sembrata più difficile una Smaterializzazione in vita sua, quando invece era un’abitudine giornaliera.
 
Si ripromise di non aprire gli occhi finché non fossero giunti in ospedale, non era così smanioso di scoprire i danni che la sua agitazione aveva causato. La sua mano, intrecciata a quella della moglie, tremava ancora e solo la voce di Hermione, benché flebile, riuscì a far diminuire quegli involontari tremori.
 
 Ron, ci sei riuscito 
 
Ma lui non fece in tempo ad aprire gli occhi, che lo stesso contatto che lo aveva rincuorato ora si stava allentando. Il ragazzo si spaventò, Hermione stava perdendo le forze, ma lui riuscì prontamente a reggerla.
 
 Tesoro! 
 
 R-Ron, sta per nascere, ma temo non stia bene 
 
Lo sguardo della ragazza rivolto verso il basso preannunciava il parto imminente. Ron, anche se era inesperto, interpretò correttamente ciò che Hermione voleva lasciargli intendere, visto che il lago ai suoi piedi era inequivocabile. Lui però diede la precedenza allo stato di salute della moglie.
 
 Neanche tu se è per questo 
 
Una guaritrice la soccorse, la ragazza non riusciva a reggersi in piedi, così decise di accompagnarla in sala parto servendosi di un lettino. Hermione si tirò dietro anche il ragazzo, non aveva alcuna intenzione di lasciare la sua mano, la paura di svenire e non ritrovarlo al suo fianco era grande, almeno tanto quanto il timore di perdere la loro bambina. La guaritrice proseguì nel suo cammino senza badare alla presenza di Ron.

Le loro mani intrecciate si allentarono improvvisamente ed Hermione ebbe un nuovo sussulto al cuore. Intuì le intenzioni del marito, ma non aveva la facoltà di trattenerlo ancora a lungo, lui le stava inesorabilmente scivolando dalle mani.
 
 Ron, non … no, ti prego 
 
Lo guardava tra i pochi spiragli di lucidità supplicandolo di non farlo, di non lasciarla. Non le offriva nemmeno la possibilità di trattenerlo, in altre circostanze lo avrebbe sicuramente stretto a sé, così forte da impedirgli di muovere un solo passo lontano da lei. Evidentemente questo Ron lo sapeva e sapeva anche che avrebbe ceduto alle sue amorevoli braccia, perché l’aveva presa totalmente alla sprovvista, proprio quando quell’ultimo tentativo le era tristemente precluso.
 
 Mi dispiace. Dì a Rose che mi dispiace tanto, quando sarà abbastanza grande per capirlo. Hermione, starete bene entrambe … tesoro, credo in te 
 
 Ron, non lasciarmi, abbiamo bisogno di te 
 
Le porse un ultimo bacio sulla mano, prima di arrestare il suo passo nel mezzo del corridoio e sciogliere quel dolce contatto. La guaritrice non poteva attendere e cessare il cammino, così la ragazza non poté fermarlo e subito un terribile senso di impotenza la pervase.
 
 La prego, aspetti un istante 
 
 Mi dispiace, Ministro, ma deve raggiungere urgentemente la sala parto. Vedrà dopo suo marito 
 
 Non c’è un dopo per noi … Ron! 
 
Era inutile divincolarsi per cercarlo con gli occhi, sapeva già che non l’avrebbe ascoltata, nonostante le sue grida di rabbia e di dolore fossero rimbombate per tutto l’edificio, aveva preso la sua decisione e niente avrebbe potuto fargli cambiare idea. Le sue lacrime di dolore fisico si mischiarono a quelle dell’anima … l’aveva ferita, delusa e abbandonata con quel gesto, non credeva che sarebbe arrivato a tanto, a lasciarla da sola in quello stato.
 
Ed ora lei dove avrebbe potuto mai trovare la forza per far nascere Rose? Solo le mani potevano coprire il suo amareggiato volto e tentare di donarle l’incentivo necessario per riuscirci.
 
∞∞∞
 
 
 Perdonami, Hermione 
 
Solo un ultimo sussurro rivolse a sua moglie, mentre disperata si allontanava. Non era stato per nulla facile nemmeno per lui prendere una simile drastica decisione, sicuramente le aveva inferto una pugnalata dritta al cuore con quel gesto. Sapeva però che erano in buone mani ora, le aveva affidate ai medici del San Mungo, quindi, anche senza di lui, tutto sarebbe andato per il meglio.
 
Era stato un vigliacco a volersi allontanare da quel bambino, proprio quando sapeva che salvarlo sarebbe stata la scelta migliore. Eppure quella scelta faceva mancare le forze anche a lui, tanto che dovette sedersi e riprendere il poco fiato che gli era rimasto.
 
In tutto quello, lui per primo era diventato vittima inconsapevole, perché ogni passo mosso da ora in poi lo avrebbe sicuramente ferito. Hermione non poteva comprendere, non riusciva ad essere più felice con lei sapendo che quel bambino rischiava di morire a causa sua, si sentiva maledettamente responsabile per le sue sorti. Eppure la sofferenza che stava provando per la sua famiglia era indescrivibile, probabilmente non avrebbe mai visto Rose, perché, fosse stato necessario avrebbe rischiato la vita per Sebastian e in automatico avrebbe anche rinunciato alla sua famiglia.
 
Sperare e pregare però gli era ancora concesso. Pregò che stessero bene, confidava nella forza di Hermione, e sperò che quella bambina assomigliasse a sua madre, perché, anche se lui non l’avrebbe vista nascere e crescere, era un desiderio che serbava nel cuore prima ancora che sua moglie gli comunicasse quella lieta notizia.
 
Aveva ancora in tasca quell’ecografia che la ragazza gli aveva donato, la prese tra le mani un po’ stropicciata per via delle innumerevoli ore di lavoro in cui l'aveva custodita nella sua divisa. Eppure gli era sempre parso di averle accanto a sé, anche quando chilometri lo dividevano da loro, perché forse in fondo era il cuore a renderli così vicini. Era esattamente ciò che provava in quel momento, da solo su quella triste e scomoda sedia d’ospedale – o forse era la sua posizione ad essere scomoda? -, le sentiva accanto, gli parve di essere accanto ad Hermione, mentre metteva al mondo la loro bambina. Non avrebbe mai creduto un giorno che quel suo sogno si sarebbe realizzato, sposarla era stata la scelta migliore della sua vita e Rose era semplicemente la prova concreta dell’amore che si professavano. Amarla fu tutto tranne che uno sbaglio.
 
Quell’ecografia era l’unica cosa che poteva permettersi di sua figlia, perché anche prendendosi un solo istante per vederla, non sarebbe poi riuscito a dirle addio, con il rischio di non rivederla mai più. Preferì congedarsi così, non concedendo a sua moglie la facoltà di fermarlo, anche se le preghiere di non abbandonarla continuavano a rimbombargli nella mente.  
 
Guardava l’ecografia di Rose e non poté evitare di maledirsi, se solo avesse respinto Lavanda, la sua bambina avrebbe avuto un padre. La sua stupidità lo aveva portato a quel punto, ma, forse, sua figlia se ne faceva poco di un padre come lui, di uno propenso a commettere uno sbaglio così grande.
 
Un’ultima cosa per lei poteva ancora farla però. Prese il telefono e compose il numero del suo migliore amico, schiarendosi prudentemente la voce. Furono infiniti quegli squilli e lui non aveva tempo di attendere così a lungo. Quando cessarono anticipò il suo interlocutore.
 
 Harry 
 
 Ron. Dove sei? Tu ed Hermione siete spariti, dove siete? 
 
 Al San Mungo, Hermione sta per partorire … puoi liberarti e raggiungerla, per favore? 
 
Harry sentiva la voce nervosa del cognato, ma attribuì quel comportamento alle tempistiche del parto.
 
 R-Ron, non capisco … non può già partorire … e poi tu sei più che sufficiente. Non dirmi che hai paura di assistere al parto, forza, amico, non è così terribile. Raggiungila, altrimenti non vorrei essere in te quando uscirà da quella sala 
 
 Harry, credimi, non te lo chiederei se non fossi veramente impossibilitato ad esserci 
 
Le leggere battute del ragazzo non sortirono in lui alcun effetto, anzi la voce di Ron continuava ad essere profonda e grave.
 
 Ron, che succede? 
 
 Non ho tempo di spiegarti e nemmeno Hermione può aspettare. Ti prego, ti chiedo solo quest’ultimo favore. Sei un buon amico, Harry, sta loro accanto  
 
 Ron, aspetta, dimmi … 
 
Riattaccò senza nemmeno dargli il tempo di ribattere.
 
 
∞∞∞
 
 
Era entrata in travaglio, ma sua figlia non ne voleva proprio sapere di nascere. Le era rimasto tra le mani il regalo di Ron per la loro bambina e lo stringeva forte, sperando che da un momento all’altro, come in uno dei suoi sogni migliori, suo marito entrasse dalla porta incoraggiandola in quell’importante momento per la loro famiglia.
 
Quel sonaglino scandiva il ritmo delle sue spinte, ma non riusciva a placare la sua ansia, benché non la lasciasse del tutto indifferente quel dolce suono. Non sapeva come definire ciò che aveva fatto loro, ma si ritrovò a stringere gelosamente quell’ultimo pensiero del ragazzo per Rose per trovare la forza di sopportare il dolore. Non riusciva a credere che aveva fatto sul serio ciò che lei mai si sarebbe aspettata, non riusciva a giustificarlo e la sua lucidità, compromessa in un momento tanto doloroso, non voleva proprio saperne di comprendere le ragioni che lo avevano spinto ad un tale gesto.
 
 Signora Weasley, deve spingere più forte, altrimenti la bambina non nasce e dovremo optare per il cesareo 
 
 P-preferisco che nasca naturalmente 
 
 Allora si deve concentrare. Coraggio, sua figlia è pronta per nascere 
 
Non riusciva a non essere preoccupata per Ron. Proprio in quel momento, quando lo stava intensamente pensando, la porta della sala si spalancò ed Hermione sperò in un miracolo. Con quel poco fiato che le era rimasto riuscì a gridare quel nome che le era rimasto fisso all’altezza del cuore, appena prima che l’identità di quell’ospite fosse del tutto svelata.
 
 Ron! 
 
 Sono io, Hermione 
 
Harry entrò nella sala parto con aria mortificata, dispiaciuto per non aver potuto realizzare il desiderio dell’amica.
 
 D-dov’è quell’idiota? 
 
La ragazza tentò di riconcentrarsi su quelle spinte e sulla sua respirazione per lenire le sofferenze.
 
 Non lo so, mi ha solo detto di raggiungerti in ospedale … Hermione, stai tranquilla presto starai meglio 
 
 Harry, sta nascendo troppo presto … e Ron non è qui con me 
 
Il ragazzo non sapeva perché Ron l’avesse abbandonata proprio in quel momento, ma sicuramente non poteva trattarsi di una cosa di poco conto, tanto da perdersi la nascita di sua figlia. L’affiancò e le strinse la mano con un sorriso.
 
 Ma ci sono io e Ginny mi dice sempre che sono bravo a sostenerla in questi momenti. Così faccio un po’ di pratica anche per la prossima volta 
 
 Prossima volta? 
 
 Eh già, Ginny aspetta il nostro secondogenito 
 
 Non state correndo un po’ troppo? James è ancora piccolo 
 
 Lo so, è stato un piccolo incidente … ma Hermione, non parlare e spingi, altrimenti la bambina non nasce 
 
Lo ascoltò, lasciando cadere il discorso con grande sollievo dell’amico, e diede una forte spinta, stringendogli la mano.
 
 H-Harry, lo devi fermare, io me la cavo. Ron vuole fare una follia 
 
 Che cosa vuole fare? 
 
 Sebastian è malato e lo vuole salvare. Cercalo, Harry … ti prego 
 
 
∞∞∞
 
 
Non poteva più aspettare, doveva riscoprire tutto il suo coraggio per affrontare quella decisione. Si alzò da quel suo angolo di meditazione, ripose l’ecografia della sua bambina nella tasca della divisa e si avviò verso l’uscita del San Mungo.
 
Dovette fermarsi però quando un acuto suono preannunciò un codice rosso dirigersi verso di lui. La barella con un familiare bambino gli frecciò accanto, seguita da una giovane ragazza in lacrime.
 
 Lavanda 
 
All’udire la sorpresa voce di Ron si bloccò e voltò verso di lui. Probabilmente era la provvidenza che gli voleva far sapere di stare compiendo la scelta giusta.
 
 R-Ron 
 
 Lavanda, che ci fate qui? 
 
 Sebastian … è stato male all’improvviso, sta peggiorando. Ron … non so se ce la farà stavolta 
 
Era disperata e inaspettatamente fu lui a tentare di consolarla, attirando verso sé per abbracciarla.
 
 Stai tranquilla, non lascerò che muoia 
 
A quelle parole i singhiozzi della ragazza si affievolirono e si staccò da lui per poterlo guardare negli occhi.
 
 Cos’hai intenzione di fare? 
 
 È colpa mia se sta male, quindi significa che io posso aiutarlo 

Fece tutti gli esami possibili e immaginabili per ricevere quell’impaziente verdetto, ma evidentemente anche con la magia i tempi di attesa erano piuttosto lunghi. La magia non sarebbe nemmeno riuscita a rendere meno rischiosa quell’operazione, motivo per cui il San Mungo si sgravò da ogni possibile responsabilità e la fece ricadere totalmente su Ron per qualsiasi drammatica eventualità, ma date le sue continue insistenze, era almeno riuscito a giungere a quel compromesso.
 
Chissà se la sua bambina era già nata e stava bene, dopotutto stava nascendo due mesi prima rispetto alla scadenza. Sperò non fosse dovuta a quella sconosciuta malattia ereditaria, perché lui non se lo sarebbe mai perdonato, ma forse nemmeno avrebbe avuto il tempo di sentirsi in colpa.
 
Un medimago interruppe i suoi pensieri, facendo il suo ingresso con l’esito delle analisi tra le mani. Ron trattenne il respiro in attese che il medico aprisse bocca.
 
 Signor Weasley? 
 
 Sì. La prego, mi dica che posso aiutarlo 
 
 Ci dispiace comunicarle che Sebastian non è suo figlio 
 
 Come?? 
 
Ron si sentì mancare la terra sotto i piedi. Tutte le sue accortezze per non ferire quel bambino si stavano disintegrando. Non seppe valutare se fosse una bella o una brutta notizia.
 
 Non c’è ombra di compatibilità, siete totalmente estranei, quindi lei non può aiutarlo. Mi dispiace 
 
Il medimago gli porse il foglio come prova e il ragazzo, dopo qualche istante di titubanza, lo lesse sconvolto. Il pensiero di sua moglie gli diede la grinta necessaria per alzarsi da quella sedia e correre verso il reparto maternità.
 
 Hermione! 
 
Lasciò il dottore confuso davanti alla sua reazione. Appena fuori dalla stanza incrociò Lavanda, ma non la degnò nemmeno di uno sguardo, la sua mente era concentrata su altro.
 
 Ron. Dove stai andando? 
 
Forse però un minuto poteva dedicarlo alla donna che negli ultimi mesi aveva reso un inferno la sua vita.
 
 Lavanda, non credevo potessi essere così perfida 
 
 Ma di cosa stai parlando? Dove stai andando, hai cambiato idea? Ron, non ti biasimo se così fosse, hai la tua famiglia e ... 
 
 Di questo! Avrei dato la mia vita per quel bambino, ma non è mio figlio, io non lo posso aiutare, anche volendo 
 
Le lanciò il foglio con rabbia e lei lo legge allibita, risedendosi lentamente. Ogni singola parola di quelle analisi era totalmente assurda per lei e ogni speranza di poter salvare Sebastian volò via come cenere al vento.
 
 C-che significa che non è tuo figlio? 
 
 Perché non me lo dici tu, piuttosto? 
 
 Ron, devi credermi, io ero convinta che lo fosse. Non ti avrei mai coinvolto in tutto questo, se solo avessi saputo e ti ero davvero grata per aver deciso di salvarlo 
 
 Sei una bugiarda, Lavanda, ma ora non ho proprio tempo di stare dietro a te e alle tue bugie, mia figlia sta nascendo 
 
Lavanda non sapeva in che altre parole spiegarglielo che quella era stata una terribile sorpresa anche per lei, ma forse la mente del ragazzo in quel momento era impegnata su altro.
 
 Ma non è un po’ troppo presto? 
 
 Già, e indovina di chi è la colpa 
 
∞∞∞
 
 
Rose non ne voleva proprio sapere di nascere, Hermione era troppo tesa e quel suo stato non le conferiva la giusta forza.
 
 Signora Weasley, noi non la possiamo aiutare se non spinge più forte 
 
 Harry, non ci riesco 
 
La ragazza era sfinita fisicamente e psicologicamente, ma l’amico non sapeva come aiutarla. Hermione si irrigidì improvvisamente, stringendogli più forte la mano senza un apparente motivo.
 
 Harry! 
 
 Che c’è? Hermione, non mollare, ci sei quasi, dai 
 
Si voltò verso di lui, ma il suo sguardo non era affatto concentrato sul ragazzo. Lascò Harry totalmente disorientato, quando, in silenzio e trattenendo il fiato, spostò gli occhi verso la porta.
 
 Ron è qui fuori 
 
 Io non … 

 Harry, ti dico che sento la voce di Ron qui fuori e non la confonderei con nient’altro 
 
L’amico la guardò confuso per un istante, ma lei sembrava piuttosto convinta di ciò che affermava, così l’assecondò e andò a vedere. Appena spalancata la porta, vide sul serio Ron, mentre tentava di spiegare che dentro la sala parto c’era sua moglie. Peccato però che la guaritrice continuasse a negargli l’ingresso.
 
 Signor Weasley, la sala parto non è un porto di mare, non si può entrare e uscire quando se ne ha voglia 
 
 Ma se io non ci ho ancora messo piede … lì dentro c’è mio cognato e … Harry 
 
Quando si accorse della presenza dell’amico, bloccò quella piccola discussione iniziata con l’infermeria.
 
 Datti una mossa, Ron, tua figlia non vuole nascere senza di te 
 
Il ragazzo si voltò verso la levatrice, pregandola di avere il suo permesso e l’anziana signora alzò gli occhi al cielo per la sua insistenza.
 
 Eh va bene 
 
Ron le rivolse un grande sorriso e si affrettò ad entrare prima che lei cambiasse idea. Harry gli cedette volentieri il posto, sapeva quanto Hermione necessitasse della presenza di suo marito.
 
Lei non si era affatto sbagliata, la sua sensazione, prima che il suo udito, non l’aveva affatto tradita. Il sollievo che la invase quando lo vide entrare le dipinse sul viso un enorme sorriso. Lo chiamò con un filo di voce per la commozione che le aveva provocato quell’incontro.
 
 Ron 
 
Lui ricambiò subito quella gioia e si avvicinò alla ragazza, porgendole un dolce bacio tra i capelli, per poi scostarglieli dalla fronte imperlata di sudore.
 
 Hermione, sono qui. Forza, non è nella tua natura mollare 
 
La sussurrata voce di Ron che la incoraggiava le infuse la forza necessaria per prendere un respiro e tornare a spingere più forte che potesse, afferrando velocemente la mano del marito. Anche la levatrice sembrava entusiasta dei risultati.
 
 Grazie al cielo è arrivato, signor Weasley, pare che senza di lei qui non si vada proprio da nessuna parte 
 
 Mi hai aspettato? 
 
Hermione gli sorrise, senza nemmeno degnarlo di uno sguardo.

 Ti piacerebbe essere indispensabile, vero, Ronald? 
 
Ricambiò quel sorriso per nulla offeso dalle giocose parole della moglie, poteva intuire il motivo che l’aveva impedita e aveva ritardato la nascita di Rose.
 
 Ora sono qui, amore, quindi concentrati sulla nostra bambina 
 
Il ragazzo le strinse la mano per incoraggiarla, anticipandola. Hermione chiuse gli occhi e diede un’altra forte spinta. Aveva ancora il fiato corto per quell’ulteriore sforzo, ma non attese molto a cercare di dissipare i suoi dubbi.
 
 R-Ron, perché sei qui? 
 
 Non è il momento, pensa solo a spingere 
 
 Ron 
 
Non sapeva fosse il momento migliore per darle la notizia, ma infondo per loro era una lieta notizia.
 
 Tesoro, non è mio figlio … Sebastian non è mio figlio 
 
Hermione si voltò di scatto verso di lui perplessa.
 
 Cosa? 
 
 Signora Weasley, non manca molto, spinga, altrimenti, se la distrae, dovrò fare uscire suo marito 
 
 Hermione, spingi, non mi voglio perdere la nascita di Rose 
 
La ragazza lo ascoltò e, nonostante le mille domande che le frullavano per la mente, diede un’altra forte spinta.
 
 R-Ron, devi scoprire chi è il padre di Sebastian, devi aiutarlo 
 
 Ora non è il momento. Hermione, la mia famiglia ha la precedenza 
 
L’euforica voce dell’ostetrica le annunciò la notizia più bella dopo tutta quella fatica.
 
 È quasi fatta! 
 
Un’ultima spinta e un pianto non le diedero modo di ribattere all’insistenza del marito. Ron trattenne il fiato ed Hermione non dovette nemmeno, tanto lo aveva esaurito tutto per partorire.
 
 Ron, dimmi come sta  quando vide che il ragazzo non la degnava di uno sguardo, ma continuava a fissare le levatrici indaffarate, gli strinse più forte la mano per attirare la sua attenzione  Ron! 
 
Il marito si era incantato a guardare la piccola bambolina che ora le ostetriche si stavano impegnando a soccorrere, ma quella pressione lo disincantò.
 
 H-ha … ha qualche capello rossiccio 
 
 Che grande novità, Ron, è tua figlia. Mi dici qualcosa che non so? Io da qua non la vedo 
 
 Sembra stare bene 
 
Sicuramente non aveva alcuna malattia ereditaria e benché fosse nata in anticipo sembrava respirare bene. Hermione tirò un sospiro di sollievo e le lacrime non tardarono a scendere nuovamente, quando una delle levatrici si avvicinò a lei con un fagottino avvolto in una coperta bianca.
 
 Ministro, la tenga un istante, le prepariamo l’incubatrice, necessita di cure, ma potrete portarla presto a casa, non presenta problemi rilevanti 
 
La ragazza non indugiò e accolse la sua bambina tra le braccia, era piccola, ma sembrava davvero stare bene. La ammirò con orgoglio e commozione.
 
 Ron 
 
Quando si girò verso di lui, anche suo marito sembrava essere stato ammaliato dalla loro figlia.
 
 È bellissima, tesoro. Sei stata bravissima 
 
Le accarezzò delicatamente una manina e Hermione non poté proprio evitare di intenerirsi davanti a quella scena.
 
 Ron, vai da Sebastian, noi stiamo bene 
 
 Lasciami godere questo momento 
 
 Ronald, anche Rose te lo sta dicendo … forza papà ora vai, tua figlia te la godi dopo 
 
Gli sorrise, ma lui non sembrava così convinto di volersi allontanare dalla sua famiglia di nuovo e continuava a guardare Rose, scrutando ogni suo più piccolo dettaglio.
 
 Ron, non ci stiamo dicendo addio. Amore, vai, stiamo bene, trova il padre di Sebastian, puoi ancora salvarlo 
 
 Hermione, lo hanno ricoverato d’urgenza, non sono sicuro di fare in tempo 
 
Ricordare quel bambino, a cui davvero si era affezionato, lo rattristò.
 
 Tesoro, ce la fai. Io credo in te 
 
 Hermione, ti amo, lo sai? Mi dispiace di aver preso quella decisione pr … 
 
Lo zittì velocemente con un leggero bacio per non sentire quelle scuse, di cui in quel momento proprio non necessitava.
 
 Ti amo anch’io e ti sei già fatto perdonare donandomi Rose 
 
Porse un piccolo bacio alla manina della sua piccola ancora tra le sue dita. Stava per andare, quando la voce di Hermione lo richiamò indietro.
 
 Ron. Alla fine siamo diventati genitori insieme 
 
 Sei stata tu a rendermi padre, sì, amore 
 
∞∞∞
 
Ascoltò sua moglie, ma dopo quello che aveva urlato contro Lavanda e la furia con cui l’aveva abbandonata al suo dolore, non sapeva proprio come affrontarla. La raggiunse, ma come era prevedibile, la trovò accanto a Sebastian a piangere per la sua triste sorte. Ron temeva di essere indelicato, così entrò in punta di piedi e la chiamò con un filo di voce.
 
 Lavanda 
 
La ragazza si voltò lentamente con lo sguardo rigato da abbondanti lacrime.
 
 C-come sta tua figlia? 
 
Ron non sapeva cosa rispondere davanti ad un tale dolore, il bambino era immobile e il sonno in cui era sprofondato era davvero molto pesante, lui aveva paura a chiedere se si sarebbe mai risvegliato. Anche i suoi occhi iniziarono a pizzicare davanti a quella scena, così si avvicinò alla ragazza e tentò di concentrarsi solo su di lei.
 
 Lavanda … chi è il padre di Sebastian? 
 
 Ron, mi dispiace, io non volevo fare del male a nessuno 
 
 Lavanda, stai tranquilla, Rose ed Hermione stanno bene. Tu ora calmati, perché Sebastian lo possiamo ancora salvare, devi solo dirmi chi è suo padre 
 
 Non ti piacerà saperlo … a lui non ci ho nemmeno più pensato, non mi è passato nemmeno un istante per la mente che potesse essere suo figlio 
 
 Lavanda, chiunque sia non mi importa se mi hai tradito, voglio solo salvare Sebastian … mi sono affezionato a lui 
 
La ragazza avrebbe davvero voluto fosse suo figlio, ma, ora che guardava bene Sebastian, da Ron aveva ereditato ben poco.
 
 Cormac … Cormac McLaggen 
 
 McLaggen?? Lo stesso che voleva portarmi via Hermione? Vado a cercarlo 
 
 Per fare che? Ron … 
 
 Lavanda, lo convinco solo ad aiutare Sebastian … perché mai dovrei avercela con lui? Dopotutto ha solo messo incinta la mia fidanzata e voleva soffiarmi Hermione da sotto il naso 
 
Lo bloccò d’istinto per un braccio, si sentì in dovere di metterlo in guardia, di certo non lo avrebbe fatto finire nei guai a causa dei suoi errori.
 
 Ricordati che sei un Auror e hai una figlia 
 
 Non lo dimentico, tranquilla. Testo solo il suo coraggio e vedo se ha il fegato di aiutare quel bambino 
 
Stava per uscire rapidamente dalla stanza, sapeva che il tempo a sua disposizione stava esaurendo, ma la ragazza lo richiamò un istante indietro.
 
 Ron! Non ti ho tradito … è successo dopo che mi hai lasciata, per questo ho creduto fosse tuo 
 
 Tranquilla, ora pensiamo solo a salvarlo, ok? 
 
 Grazie 
 
Sapeva che era riduttivo ringraziarlo per ciò che stava facendo per loro, ma forse un sorriso di gratitudine lo avrebbe avvalorato. Ron ricambiò e si avviò velocemente verso quella ricerca, che sapeva già sarebbe stata ardua.


 
 
Ciao ragazzi!
 
Come sempre il mio ritardo è immenso, ma almeno ho potuto pubblicare, per cercare di farmi perdonare, un capitolo per certi versi un po’ più lieto del solito 😊
 
Non so se il colpo di scena ci sia stato, ma qualcuno di voi aveva già intuito qualcosa 😉
 
Vi ringrazio di cuore per continuare a seguirmi e per pazientare i miei aggiornamenti! <3
 
Alla prossima 😊
Baci
-Vale

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Capitolo 18
*** Sensazioni già provate ***


Sensazioni già provate

 

Era assurdo come in quel tragitto non riuscisse a pensare ad altro tranne che alla sua consorte. Quando le aveva riferito la verità, benché il momento non fosse dei migliori, non aveva avuto nemmeno per un istante pensato che Lavanda avesse loro mentito, ma si era preoccupata semplicemente della salute di quel bambino. Forse era stata troppo altruista e probabilmente quel difficile parto aveva accentuato quella sua qualità, il punto era che lui la amava proprio per quello.
 
Era riuscito a rimediare a fatica l’indirizzo di quella villa, anche se infondo era scontato si trovasse proprio in uno dei quartieri più ricchi di Londra. I McLaggen era risaputo fossero una benestante famiglia di alto rango, persino simpatica, se non fosse stato per qualche irritante trascorso ai tempi della scuola … ma era giusto quel tanto per desiderare di disintegrarlo non appena gli si fosse parato davanti, gli unici pensieri che lo avrebbero trattenuto sarebbero stati quelli di Sebastian e le parole di Lavanda che gli ricordavano chi fosse e quanto avrebbe avuto da perdere. In particolare il pensiero della sua piccola Rosie gli avrebbe consentito di mettere a tacere la sua impulsività e provare a ragionare in modo civile. Desiderava solo concludere velocemente quella questione e dedicarsi finalmente e totalmente alla sua famiglia, per troppo tempo e in troppe occasioni trascurata da quando insieme ad Hermione aveva deciso di costruirla.
 
Però sentiva quel nuovo dovere nascere nel cuore e, esattamente come sua moglie gli aveva suggerito di fare, non poteva abbandonare quel bambino a quella triste sorte solo perché era stato un incidente di percorso. Provò ad immaginare, mettendo da parte ogni sorta di astio, cosa avrebbe potuto provare Cormac a quella notizia, probabilmente avrebbe avuto una reazione simile alla sua, si sarebbe sentito mancare la terra sotto i piedi e con essa ogni sorta di certezza, ma contava quantomeno sul suo coraggio, che, essendo un Grifondoro, avrebbe dovuto averne abbastanza da venderlo. Aveva scoperto anche che non era sposato, risultava celibe e … sì, aveva trasgredito qualche regola per avere informazioni su di lui, ma quello era il vantaggio di lavorare al Ministero e di essere sposato con il Ministro della Magia, infondo nessuno a parte lei avrebbe messo mano a quei registri e il beneplacito di Hermione lo aveva garantito.
 
Arrivò con il cuore in gola davanti a quella gigantesca porta, non era per nulla sicuro di riuscire a portare a termine quell’impresa, forse una delle missioni più difficili della sua vita. Era curioso come tra tutti quei ricconi Hermione avesse scelto proprio lui … ma ancora se lo domandava? Non ce n’era proprio bisogno dopo tutto quello che avevano trascorso insieme e le mille dimostrazioni d’amore che gli aveva dato, il resto poco importava purché insieme. Bussò con un mezzo sorriso per quei pensieri e quasi subito un ragazzo biondo e particolarmente euforico si decise di aprire la porta.
 
Vedendolo in uno stato piuttosto alterato, era decisamente l’ultimo suo desiderio iniziare quel discorso, ma non poteva consentire, nonostante non fosse stato lui a metterlo al mondo, che Sebastian morisse. Cormac rimase sulla porta socchiusa e Ron poté notare il delirio che in quel momento stava prendendo piede in quella casa. Il giovane McLaggen non si accorse nemmeno dello sguardo perplesso di Ron e, per la verità, nemmeno gli fu chiaro chi fosse stato ad interrompere la sua festa.
 
 Sì? 
 
 Cormac … ma come accidenti … 
 
 Weasley? 
 
Lo aveva riconosciuto anche se con una certa fatica, ma quantomeno era riuscito in quello stato a mettere insieme tutti i tratti fondamentali. Continuava a non quadrargli come fosse possibile la sua presenza, non si vedevano da qualche anno e il loro ultimo incontro, come tutti gli altri d’altronde, non fu nemmeno così piacevole.
 
 Già 
 
 Perché sei qui? Scusa, non ricordo di averti invitato alla festa. Anzi, per la verità, ora faccio fatica persino a ricordarmi come mi chiamo. Ti ho invitato, vero? Devo aver delirato tanto però in quel momento 
 
E a parere di Ron quel delirio non era nemmeno terminato. Lo stato precario del ragazzo di fronte a lui frenò ogni sorta di istinto aggressivo, un’eventualità che di certo non aveva previsto, ma in quel modo l’importante e vitale impresa diventava ancora più ardua.
 
 Tranquillo che, nel caso, non sarei comunque venuto 
 
 Perché sei qui, allora? 
 
 Possiamo parlare in un posto tranquillo? È una questione seria e molto urgente 
 
Cormac si stava allarmando, quelle parole, a lui totalmente insensate, diedero uno scrollone alla sua coscienza, diventando a sua volta particolarmente serio. Uscì e richiuse la porta alle sue spalle con prudenza, senza farsi sentire da coloro che parevano continuare a divertirsi senza aver notato quella visita.
 
 C’entra con Hermione? So che state insieme 
 
 Veramente siamo sposati e abbiamo anche una figlia 
 
 Davvero?? Già? 
 
Non conveniva a Cormac continuare a trattare quell’argomento, la temerarietà era sicuramente appurata, perché non aveva nemmeno la più pallida idea di quanto avrebbe desiderato mettergli le mani per averla anche solo nominata. Prese un respiro profondo, non ci sarebbe riuscito a fargli perdere la pazienza, se lo era ripromesso … non gli avrebbe lanciato un Anatema Che Uccide solo perché era uno schifosissimo donnaiolo che ogni ragazza che ruotava intorno a Ron doveva essere sua a tutti i costi, non lo avrebbe fatto, perché avrebbe pensato alla sua famiglia prima di agire in un qualsiasi modo, avrebbe pensato a sua moglie che nonostante tutti gli errori commessi aveva scelto sempre e solo lui.
 
 McLaggen, la questione non è Hermione 
 
 E chi allora? Perché a parte lei non abbiamo altro in comune 
 
 Veramente non abbiamo nemmeno lei in comune! E ti sei ridotto in questo stato per lei?? 
 
Il potere di fargli perdere la pazienza però l’aveva ancora e lui non sapeva nemmeno quanto stava rischiando, probabilmente teneva poco alla sua vita.
 
 Mi chiedo come abbia fatto a preferire te 
 
 Certe volte me lo chiedo anche io, ma, ti ripeto, l’argomento non è mia moglie 
 
Sottolineò lo status della ragazza per fargli intendere che su quel punto c’era poco di cui discutere.
 
 Continuo a non capire perché sei qui. E sinceramente mi hai preso in un brutto momento 
 
 Anche tuo figlio sta attraversando un brutto momento, razza di idiota! 
 
Lo aveva totalmente spiazzato e zittito con poche parole, che a Cormac parvero incomprensibili. Gli avrebbe voluto dire benvenuto tra quelli che da un giorno all’altro si vedono la loro vita sconvolta, ma molto probabilmente a lui quel bambino avrebbe solo potuto migliorare la vita e non certo peggiorarla. Infondo gli stava facendo un favore, no?
 
 C-cosa?? Puoi ripetere? Io non ho figli … o-o almeno non credo, li ho? E tu come fai a saperlo? Non capisco però chi … 
 
 Frena, McLaggen. Poco importa chi sia la madre o come io lo abbia saputo. Quel bambino sta male e solo tu puoi aiutarlo 
 
Si sedette sconvolto sugli scalini di casa e rifletté su quell’ultima e totalmente inaspettata notizia. Consolarlo però per Ron non era contemplato e tanto meno gradito.
 
 Che significa che sta male? Weasley, chi è la madre di quel bambino? Io non sapevo nulla 
 
Il ragazzo era estremamente sincero e a tratti impaurito. Ron non fece affatto fatica a credergli, se lui per primo, che Lavanda credeva essere il padre, non era stato informato prima.
 
 Lavanda Brown. Credeva fosse mio figlio, volevo aiutarlo, ma ho scoperto che non sono io suo padre 
 
Forse in circostanze così delicate Hermione sarebbe stata sicuramente più indicata, ma la ragazza non era lì con loro e il tempo residuo era sempre minore. Si sedette accanto a lui e provò, nel limite delle sue capacità empatiche, di spiegargli quella delicata situazione.
 
 Cormac, ascolta, so che è difficile, mi ero appena sposato con Hermione quando Lavanda ha bussato alla mia porta parlandomi di Sebastian. È un bambino adorabile, sai? Merita un sacrificio per lui e il tuo compito è proteggerlo 
 
 Sacrificio? 
 
 Già, dovrai rischiare la tua vita per salvarlo 
 
Cormac cercò di assimilare tutte quelle notizie, ma non fu per nulla semplice riscoprire così rapidamente e lucidamente il suo coraggio.
 
 Hai detto di avere una figlia, tu lo faresti per lei? 
 
 Mi butterei nel fuoco per la mia bambina senza nemmeno pensare un secondo e la stessa cosa farei per Hermione 
 
Cormac lo guardò sorpreso, mentre dichiarava un così grande affetto per la sua famiglia. Era assurdo che stesse seriamente rivalutando un Weasley.
 
 Ora ho capito perché ha scelto te, non so in quanti darebbero la vita per la propria famiglia 
 
 E tu sei disposto per quel bambino? 
 
 Non l’ho nemmeno conosciuto 
 
 Mia figlia è nata neanche un’ora fa, ma mi è bastato sapere che Hermione la stesse aspettando per desiderare di proteggerla 
 
Cormac nemmeno si immaginava quanto aveva lottato per proteggerla persino da sua moglie stessa.
 
 Nel mio caso è diverso, io non l’ho visto nascere … ti stavi sacrificando per lui, ho capito bene prima? 
 
 È uguale, tu resti suo padre. Ho provato la stessa cosa anche io, non è facile diventare padre di un bambino di sei anni, ma alla fine ti affezioni a lui senza nemmeno accorgertene. Se fossi stato il padre di Sebastian a quest’ora starebbe già meglio 
 
 E avresti lasciato da sole tua figlia e tua moglie per salvarlo? 
 
Stava per ribattere, ma quelle parole lo spiazzarono. Aveva ragione, lo stava per fare, stava dando la precedenza a lui perché era Sebastian a richiedere maggiore attenzione in quel momento, sapeva, o almeno sperava, che Rose se la cavasse, tanto lui non avrebbe potuto fare nulla per aiutarla in caso contrario. Si alzò scocciato per quell’ultima invadente domanda e puntò lo sguardo su Cormac.
 
 Allora per fortuna che non sono il padre, così a sacrificarti sarai tu che una famiglia non l’hai 
 

∞∞∞

 
Tornò al San Mungo, Sebastian infondo era in buone mani, Cormac lo avrebbe salvato, benché tutte le titubanze, e lui voleva solo vedere la sua famiglia, dopo una giornata parecchio difficile. Le parole di McLaggen non riuscivano però ad uscire dalla sua testa, non aveva risposto a quella vigliacca domanda, ma infondo sapeva che aveva ragione, lui le stava abbandonando senza troppi indugi.
 
Con quei pensieri e profondi sensi di colpa, nonostante Hermione gli avesse chiaramente detto di averlo perdonato, si informò della stanza dove avrebbe potuto trovare la ragazza e si avviò a passo deciso. Quando però la raggiunse, ricomparve anche quell’incertezza sulla bontà delle sue ultime azioni. Perché quel timore proprio in quel momento? Non era proprio il caso che quei dubbi sorgessero, quando il suo più grande desiderio era solo quello di riabbracciarla. Infondo cos’altro avrebbe potuto frapporsi tra loro e la felicità, cos’altro avrebbe potuto fare per deluderla. Sperò nulla, o almeno non avrebbe sicuramente fatto niente in pieno possesso di tutte le sue facoltà mentali per perderla o rischiare di farla soffrire o, peggio, lasciarla sola a crescere la loro bambina.
 
Si fece forza ed entrò con cautela nella stanza della moglie, trovandola appisolata. Di Rose non vi era nemmeno l’ombra, ma probabilmente la piccola era già stata portata nell’incubatrice e avrebbe potuto farle visita più tardi.
 
Hermione non si era nemmeno accorta che lui si fosse fermato sulla soglia fissandola talmente aveva fatto piano. Era tranquilla, forse sfinita per il parto, ma era comunque bellissima. Teneva gli occhi rivolti alla finestra, ma non guardava realmente il cielo, anzi era quasi certo che le sue palpebre fossero socchiuse. Gli sarebbe piaciuto sapere a cosa stesse pensato, ma conoscendola la sua mente sicuramente saltava dall’ansia per quel bambino e il sollievo per avere nuovamente suo marito accanto e per la riuscita del parto. Quando però si voltò con un gesto spontaneo dalla parte opposta e lo vide sulla soglia ad ammirarla, un grande sorriso si dipinse sul suo volto.
 
 Ron 
 
Ricambiò a sua volta con gioia, tentando di camuffare dubbi e perplessità, ma probabilmente il sorriso che gli aveva regalato Hermione aveva avuto il potere di svuotare la mente da ogni pensiero negativo.
 
 Ciao, tesoro 
 
Si sedette al suo fianco, ma non fece in tempo ad esaminare meglio e più da vicino le condizioni della moglie, che fu preso totalmente alla sprovvista dal caloroso abbraccio della ragazza. Lui non sembrò affatto reticente, anzi sentirla nuovamente tra le sue braccia dopo gli ultimi eventi fu la migliore cura a cui la sua ansia potesse aspirare.
 
Fu la prima a sciogliere quel contatto, ma, prima di farlo, gli lasciò un grande bacio sulla guancia.
 
 Non ho ancora avuto occasione di abbracciarti per dirti quanto sono contenta che tu stia bene 
 
 Sono io felice che stiate bene tu e Rose, nonostante sia nata troppo presto 
 
Il sorriso di Hermione si spense poco più tardi, quando un pensiero tornò ad occupare la sua mente.
 
 Stiamo bene tutti, ma non quel bambino. Hai trovato il padre di Sebastian? Dimmi che ha accettato di aiutarlo, ti prego 
 
 Sì, l’ho trovato 
 
Le sorrise nuovamente per tentare di stemperare la tensione che si era impossessata improvvisamente della moglie. Cercò di farle capire che c’erano buone possibilità che Sebastian stesse bene e sperò infondo che anche Cormac se la cavasse.
 
 E  chi è? 
 
 Ti stupirai, mia cara 
 
La fece stare sulle spine per qualche secondo, ma forse gli stava sfuggendo la poca pazienza della ragazza, specie in momenti come quelli successivi al parto ... avrebbe sicuramente dovuto ricordarsi quel dettaglio nel caso di una nuova possibile occasione, o almeno Hermione gli aveva promesso che ci sarebbe stata prima che Lavanda bussasse alla loro porta mesi prima. Gli arrivò una manata in pieno petto per incitarlo a parlare e a finirla di fare l’idiota, era totalmente fuori luogo. Fece una leggera smorfia di dolore, più per mostrarle disappunto per quel gesto che per reale dolore.
 
 McLaggen 
 
 Cormac?? 
 
Fu una notizia totalmente inattesa, lo fissò con sincero stupore, appena prima di scoppiare a ridere e lasciarlo totalmente perplesso davanti a quel repentino cambio di umore.
 
 È assurdo, Ron 
 
 Già, però ha accettato di aiutare Sebastian 
 
Probabilmente però quell’umore ballerino non aveva ancora esaurito i suoi effetti, perché Hermione tornò inspiegabilmente per il marito seria e a tratti spaventata e malinconica.
 
 Chissà quante cose sarebbero cambiate se tu fossi rimasto con Lavanda ed io mi fossi messa con Cormac, Ron 
 
Era davvero quello che la rattristava? Lui però seppe come colmare efficacemente quei dubbi.
 
 Rose sarebbe nata ugualmente, tesoro 
 
Hermione non capiva cosa intendesse.
 
 Dici? 
 
 Dico che sarebbe stato molto difficile separarci, io direi impossibile 
 
 Allora per fortuna abbiamo avuto il coraggio di rivelare i nostri sentimenti prima di fare qualche sciocchezza 
 
 Io la sciocchezza l’ho sfiorata 
 
Stavolta fu lui a rattristarsi abbassando colpevole gli occhi al solo pensiero di tutti i guai che aveva combinato o stava per combinare, ma prontamente la ragazza lo invitò ad alzare lo sguardo su di lei, posandogli una mano sulla guancia per rasserenarlo.
 
 Ma il destino ci ha aiutati e … 
 
 … e ci ha fatti innamorare? 
 
Gli sorrise, era proprio quello che intendeva.
 
 Ron, da quando sei così romantico? 
 
Hermione aveva davvero avuto il potere di fargli riacquistare il buon umore. Si avvicinò deciso alle labbra della ragazza, ma dei gentili colpi alla porta lo bloccarono un centimetro da lei.
 
 Hermione, ti disturbiamo? 
 
Si voltarono entrambi nella direzione di quella familiare voce ed entrambi avrebbero preferito qualche altro minuto di tranquillità prima di essere inondati da parenti ed amici.
 
 È tua madre, Ron 
 
 E addio privacy, Hermione 
 
Il ragazzo andò ad aprire controvoglia e subito Molly gli si lanciò felice al collo, stringendolo a sé come mai aveva fatto prima, con maggiore enfasi del solito.
 
 Mamma, così mi soffochi 
 
 Congratulazioni, tesoro, abbiamo visto la nostra nipotina ed è davvero graziosa 
 
 Grazie, mamma, ma è tutto merito di Hermione 
 
 Infatti ci sono degli abbracci anche per lei 
 
La donna gli diede un leggero e affettuoso buffetto, prima di dirigersi verso il letto e abbracciare la nuora. Il ragazzo non fece in tempo a chiudere la porta che anche Arthur, inaspettatamente per Ron, comparve sulla soglia.
 
 Ciao, papà 
 
Rimasero in silenzio qualche secondo, prima che l’uomo lo attirò a sé e lo abbracciò, lasciando Ron totalmente spiazzato.
 
 Harry mi ha detto tutto 
 
 Sai che … 

 So che sono orgoglioso di mio figlio 
 
Gli fecero molto piacere le parole del padre, specie dopo il terribile dubbio in quei mesi di averlo profondamente deluso, ma non riuscì a convenire così facilmente con lui, certo non dopo le riflessioni che Cormac gli aveva fatto sorgere.
 
 Io avrei abbandonato la mia famiglia per aiutare quel bambino, non credo di … 
 
 Avrei preso la stessa decisione, quel bambino stava male ed era tua responsabilità aiutarlo. Ron, non sarebbe stato semplice per nessuno una scelta simile e sono sicuro che anche Hermione sia d’accordo con me. Non fraintendermi però, sono felice che non sia tuo e di non aver rischiato di perdere un altro figlio 
 
Le parole del padre furono inaspettate, ma in quel momento di titubanza estremamente gradite e incoraggianti.
 
 



Ciao ragazzi!
 
Prometto che in questa storia da ora in poi sarà tutto in discesa, niente più guai in vista 😊
 
Grazie di cuore a tutti coloro che mi hanno seguita fin qui e hanno atteso i miei aggiornamenti nonostante gli infiniti ritardi <3
 
Alla prossima 😊
Baci
-Vale

 

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Capitolo 19
*** Due nuovi nipoti ***


 

Due nuovi nipoti

 

Era passato appena un mese dal giorno della nascita della piccola Rose. Eppure erano trascorse solo un paio di settimane da quando Ron ed Hermione avevano avuto la fortuna di portare finalmente a casa la loro bambina. Quel parto prematuro sembrava non aver causato grossi danni alla piccola e i medici del San Mungo trovarono opportuno che fossero i suoi genitori ad occuparsi di lei.
 
Rose non era l’unica ad essere uscita indenne da quella disavventura, perché anche Sebastian era finalmente guarito da quella terribile malattia che aveva rischiato di strapparlo dalle amorevoli braccia della sua mamma. Ron ed Hermione avevano fatto a lui visita quando era ancora ricoverato al San Mungo e per quella ragione non avevano potuto incontrarlo, ma avevano saputo che l’operazione era riuscita ed infondo era ciò che contava.

Alla fine i piccoli e grandi sogni dei coniugi Weasley si erano realizzati. Hermione desiderava che diventassero genitori insieme e così era stato. Ora finalmente, dopo mesi di tensione, potevano iniziare quella loro nuova vita insieme, anche se inaspettatamente con un nuovo componente in più. Rose non era stata certo cercata così presto, almeno non da lei, eppure era stato il più bel dono che la ragazza potesse ricevere.

Un senso di pace sembrava essere sceso su quella neofamiglia, anche se la classica ansia di una giovane madre premurosa non sarebbe potuta di certo mancare. Hermione infatti quella notte fino all’alba non riuscì a riposare serenamente, come al contrario stava beatamente facendo suo marito. Ecco che per l’ennesima volta si era svegliata spaventata e di soprassalto, credendo di sentire le urla della sua bambina che richiamavano la sua attenzione. Probabilmente non era passata nemmeno un’ora dall’ultima volta che si era alzata per controllarla, o almeno così declamava l’orologio sul suo comodino. Si girò verso Ron per chiedere conferma di ciò che aveva appena udito, ma lui, anche se Rose avesse effettivamente iniziato a piangere, non sembrava essersi svegliato. Così allungò una mano ed ancora scossa, da chissà cosa poi, iniziò a scrollarlo.
 
 Ron, la bambina piange! 
 
Era impossibile non svegliarsi dalla veemenza con cui sua moglie lo stava chiamando, ma, ormai abituato, non si allarmò a sua volta.
 
 Hermione, dormi, nessuno sta piangendo 
 
Le rispose tranquillamente senza nemmeno aprire gli occhi, come a lasciarle intendere che nuovamente si era immaginata un’emergenza che non sussisteva. La ragazza però continuava ad essere agitata e perplessa.
 
 Eppure ho sentito chiaramente che … 
 
Stavolta Ron aprì gli occhi assonnati per cercare di essere il più convincente possibile.
 
 Hermione, ogni quarto d’ora vai a vedere se sta bene, non le dai nemmeno il tempo di piangere. Riposa un po’ e lascia riposare un po’ anche me, Rose sta meglio di noi 
 
Di lui sicuro, visto che non faceva in tempo a riaddormentarsi, che Hermione allarmata lo svegliava nuovamente. Suo marito aveva ragione, ma lei non riusciva a placare quella tensione.
 
 È così piccola, penso sempre abbia bisogno di protezione … ma sto esagerando, vero? 
 
Si voltò verso di lui ed incontrò un’espressione piuttosto allusiva e stanca. Ron ebbe fin troppa pazienza con lei, ma poteva comprendere l’ansia per Rose e così cercò di rivolgersi alla moglie dolcemente per non alimentare quella preoccupazione.
 
 Senti, tesoro, rilassati. Se Rose ha bisogno, trova il modo di chiamarti. Appena inizia a piangere, corriamo da lei 
 
 Hai ragione 
 
Era davvero in preda all'agitazione e quell’aria così dolce e sconsolata per la sua bambina la rendeva ancora più bella di quanto non fosse normalmente. Le si avvicinò e, spezzando i pensieri della ragazza, si immerse nei suoi capelli profumati porgendole un bacio sul collo e abbracciandola. Sorrise per quel gesto di affetto, stringendolo a sé e lui da quella posizione colse l’occasione per sussurrarle.
 
 Da quando mi dai ragione? 
 
 Perché, non ti do mai ragione? 
 
Lo guardò sinceramente perplessa, ma lui fece davvero fatica a trattenere un sorriso.
 
 Raramente … molto raramente 
 
 Allora è il tuo giorno fortunato 
 
 Lo penso anche io, sai, amore? 
 
Si avvicinò al suo viso con la chiara intenzione di baciarla, ma la ragazza lo bloccò prontamente posandogli due dita sulla bocca.
 
 Ridillo un’altra volta 
 
 Che cosa? Amore? 
 
 E’ così bello sentirtelo dire 
 
 E’ così bello che tu lo sia 
 
Non le diede il tempo di ribattere che subito le labbra della ragazza furono catturate in un dolce bacio, un contatto che ebbe il potere di distendere la tensione che si era impossessata di lei. Si allontanò leggermente da lui un po’ perplessa.
 
 Ma tu non eri stanco? Dicevi che continuavo a svegliarti per la bambina, o sbaglio? 
 
 Difficile dormire con te accanto 
 
Stava per baciarla nuovamente per avvalorare il suo pensiero, quando un flebile pianto invase la casa bloccandolo. Hermione subito tornò ad allarmarsi, rendendo così inutili gli sforzi di suo marito.
 
 Rose! 
 
 Amore, stai sognando ancora 
 
Non le diede modo di alzarsi, non si mosse di un solo millimetro da lei. Anche lui la sentiva stavolta, ma non sembrava fosse un’urgenza. Se sua moglie avesse continuato in quel modo, avrebbe rischiato seriamente di viziarla e Ron era cresciuto sicuramente con un altro stile in mezzo a sei fratelli. In poco più di un quarto d’ora che era rimasta sola nella sua cameretta la situazione di Rose non poteva essere precipitata.
 
 Stavolta piange sul serio. Hai voluto quella bambina e adesso dobbiamo pensare a lei 
 
 Tu pensi solo a lei, per me il tempo non c’è mai 
 
Lo fulminò con un accentuato disappunto. Si divincolò con convinzione dall’abbraccio del marito e si diresse a passo veloce verso la cameretta della sua bambina. Non colse affatto ciò che Ron cercava di farle intendere, aveva un unico pensiero nella mente. Percorse velocemente i pochi metri che la dividevano da Rose e si precipitò verso la culla. Tirò un sospiro di sollievo, quando sentì nitido il respiro regolare della piccola, benché fosse disperata e bisognosa di rassicurazione. Le accarezzò il viso e la pancina sotto il pigiamino che la nonna Molly le aveva amorevolmente confezionato. Hermione credeva che qualche male la stesse facendo soffrire e lei voleva alleviare quel dolore in qualche modo.
 
 Tesoro, la mamma è qui, stai tranquilla, ora passa tutto 
 
Delicatamente la prese in braccio e subito Rose si calmò tra le braccia di Hermione. I singhiozzi del pianto affievolirono grazie al contatto con il petto della sua mamma. Capì che stava bene, non aveva alcun dolore, necessitava solo di qualche dimostrazione di affetto, così le passò delicatamente le dita sulle guance per asciugarle le lacrime. La cullò per aiutarla a riaddormentarsi e le lasciò qualche piccolo bacio sulla fronte per conciliare il suo sonno. Era talmente concentrata su sua figlia che nemmeno si accorse di Ron intento ad osservarla sul ciglio della porta. Il ragazzo si schiarì la voce per rivelare la sua presenza senza spaventarla.
 
 Sta bene? 
 
 Sì, Ron, si era solo svegliata, ora però si è calmata
 
Si avvicinò alle due e dolcemente provò nuovamente a tranquillizzarla.
 
T esoro, capisco che tu sia in ansia per nostra figlia, ma al San Mungo hanno detto che non è in pericolo, crescerà senza alcun problema 
 
 È nata troppo presto, Ron, e questo non può averle fatto bene 
 
 Lo so, Hermione, c’ero anche io quando è nata. Però Rose è forte, probabilmente aveva solo voglia di nascere e farsi coccolare 
 
Rose non voleva saperne di addormentarsi e Ron si avvicinò a lei sorridendole. Prese una manina tra le sue dita ed iniziò ad accarezzarla.
 
 Ciao, piccola mia. Vero che volevi solo farti coccolare? 
 
Si rivolse un po’ titubante ad Hermione, che seguiva attenta i dolci gesti del marito.
 
 Tesoro, posso prenderla in braccio? 
 
 Sì, certo 
 
La ragazza gli porse delicatamente la bambina tra le braccia e la lasciò solo dopo essere sicura che Ron la tenesse ben salda a sé.
 
 Hermione, torna a dormire, a lei penso io. Stanotte hai riposato pochissimo e non ti fa bene, specie se devi anche prenderti cura di Rose 
 
 Non sono stanca, Ron 
 
Si soffermò ad ammirare quella scena e si sedette sulla sedia accanto alla culla. Il ragazzo, convinto di non riuscire a contrastare la testardaggine di sua moglie nonostante gli evidenti segni di spossatezza sul suo volto, prese dal lettino della bimba il ciucco e lo offrì a Rose, la quale non indugiò. Tra le coccole di Ron e il suo ciuccio la piccola si assopì, socchiudendo le palpebre e nascondendo le piccole iridi già di un azzurro intenso.
 
 Sai, Ron, sei un bravo papà 
 
 Ci provo 
 
Lo imbarazzò quella considerazione così spontanea da parte di Hermione. Lei però non badò all’evidente imbarazzo del marito, dovuto sicuramente alla sua poca esperienza in quel campo.
 
 E ci riesci. Guarda, in meno di cinque minuti si è addormentata, sente che tra le tue braccia è al sicuro, sente che le vuoi bene 
 
 Come potrei non volerle bene, anzi volervi bene … e spero che anche tu ti senta al sicuro con me 
 
Gli occhi di Hermione divennero lucidi, ma cercò invano di nasconderlo. Non bastò nemmeno il suo solito orgoglio per camuffare quel triste umore.
 
 Come se io avessi bisogno di protezione, Ronald 
 
 Ehy, tesoro, che hai? Perché ora piangi? Pensavo fosse passato il tempo delle lacrime e potevamo finalmente goderci un po’ di serenità insieme
 
Le si avvicinò e, stando attento alla piccola, flesse le gambe per arrivare alla sua altezza e posare una mano sulla sua per rincuorarla. Lei si asciugò velocemente le guance con l’altra mano e tentò di sforzare un sorriso.
 
 N-niente … niente, scusami, piango perché sono felice 
 
 Spero che siano lacrime di gioia 
 
 Lo sono, tranquillo 
 
Cercò lei per prima di tranquillizzarlo per quel suo cedimento emotivo e gli strinse più forte la mano ancora nella sua.
 
 Dai, Ron, alzati, altrimenti rischi di svegliare Rose 
 
Ma, nonostante le premure di Hermione, la bambina dormiva tranquillamente tra le braccia del suo papà. Ron non fece in tempo a comunicarlo a lei, perché il telefono squillò. Il ragazzo si precipitò per primo ad affermarlo con in sottofondo i vani tentativi di Hermione per avvertirlo di non correre con Rose in braccio. Non la ascoltò, ma era assurdo, sarebbe potuta succedere qualunque cosa e la serenità di Rose non venire incrinata, contrastando notevolmente con l’ansia della sua mamma. Era chiaro che Ron avesse una sorta di potere su di lei, forse il medesimo che aveva sulla stessa Hermione.
 
 Pronto 
 
 Ciao, Ron 
 
Benché fosse ancora decisamente presto per le chiamate, la voce della sorella non sembrava essere ambasciatrice di qualche pena.
 
 Ginny, ciao 
 
 Mi passi mia cognata per favore? Sai, visto che lei ci è appena passata, avrei bisogno di qualche consiglio 
 
La ragazza formulò serenamente quella richiesta, senza prendere minimamente in considerazione la reazione che il fratello potesse avere dall’altra parte della linea.
 
 Un momento, Ginny, mi stai dicendo che … 
 
 Che cosa dovrei dirti? Tanto che sono incinta lo sai già, no? 
 
 No, che non lo sapevo! Ginny, non puoi darmi queste notizie quando ho Rose in braccio 
 
 Pensavo lo sapessi, ormai lo sanno tutti, ma pare che tu non sia ‘tutti’. La mia nipotina è lì? Dai un bacio al mio tesoro da parte della zia 
 
 Ginny … 
 
Ron non fece in tempo a rivolgerle tutti i rimproveri che aveva in mente, perché Hermione lo aveva raggiunto e gli aveva strappato la cornetta dalle mani. Tanto a sgridare lei ed Harry ci aveva già pensato in prima persona.
 
 Ginny, dimmi 
 
 Riesci a passare da me in giornata? 
 
 Sì, più tardi vengo. A dopo 
 
 Grazie, Hermione, a dopo 
 
Mise giù e subito lo sguardo diffidente di Ron si posò su di lei.
 
 Ron, che c’è? 
 
 Sapevi che mia sorella era incinta e non mi hai detto nulla? 
 
 Perché, tu non lo sapevi? 
 
 Evidentemente no. Ma che avete voi due? Sapete, la maternità vi crea qualche squilibrio mentale 
 
 Me lo ha detto Harry durante il parto, quando me lo hai mandato al tuo posto, ricordi? 
 
Forse quel rimprovero era fuori luogo, infondo avevano già chiarito, ma le venne tristemente spontaneo dopo le chiare provocazioni del marito. Ron invece lo ignorò abilmente, l’ultima cosa che voleva era alimentare una nuova lite.
 
 Sono degli incoscienti! 
 
 Perché? 
 
 Bé, perché James è piccolo e il nostro lavoro non è tra i più sicuri 
 
Hermione lo guardò perplessa, non si aspettava una simile reazione a quella notizia.
 
 Ron, io avevo capito che volessi altri figli 
 
 Certo che li voglio, ma … 
 
Abbassò lo sguardo sulla sua bambina che riposava ancora tranquilla tra le sue braccia, nemmeno quella nuova agitazione, stavolta da parte del padre, sembrava averla scossa.
 
 … penso solo che non voglio che soffra a causa mia 
 
 Allora dovrai essere prudente, non cacciarti nei guai ed evitare di fare l’eroe. Pensi di farcela? 
 
 Penso a voi e ci provo. A proposito del Ministero, Hermione, pensavo, posso presentare Rose ai miei colleghi? 
 
 Come, scusa? 
 
Lo fissò sorpresa per quell’idea decisamente pessima.
 
 E dai, Hermione, è così bella e per una volta che ho fatto qualcosa di cui posso vantarmi, lasciamelo fare 
 
 Tu hai bisogno di una bella dormita, Ron, non ragioni per nulla, fa niente se arrivi qualche ora più tardi al lavoro, ti giustifico io 
 
Prese la piccola con diffidenza dalle braccia del marito e si avviò nuovamente nella cameretta della figlia per posarla nella sua culla.
 
 Ti prego, Hermione, il Ministero è un posto sicuro, cosa vuoi che le capiti? Con me poi non le capiterà proprio nulla 
 
 Ronald, non è un posto per bambini! E finiscila di urlare che la svegli di nuovo! 
 
 Urlare? L’unica ad urlare sei tu, io sto sussurrando 
 
Hermione non lo ascoltò e uscì arrabbiata dalla stanza, per poi dirigersi verso la cucina, seguita dal marito.
 
 Tesoro, si può sapere che stai facendo? 
 
 Sto preparando il latte per Rose 
 
 Il latte? Non sono un grande intenditore di bambini, ma non dovresti darglielo tu? 
 
 Non ne ho abbastanza e rischia di rimanere affamata 
 
Non lo guardava nemmeno e trafficava indaffarata con il biberon. Forse un pochino era ancora arrabbiata per l’assurda idea di Ron, ma soprattutto aveva chiaramente scelto il momento sbagliato per condividerla con lei.
 
 E perché non me lo hai detto? 
 
 Perché pensavo non ti importasse nulla di simili argomenti 
 
 Hermione, ogni cosa che riguarda mia moglie e mia figlia mi importa. È per colpa del parto prematuro? 
 
 Sì 
 
 Ed è per questo che sei così in pensiero per lei? 
 
 Anche. È molto piccola e ha bisogno di nutrimento, però io non posso aiutarla 
 
Si avvicinò a lei e per l’ennesima volta in quella mattina nascente cercò di contenere quell’ansia. Ora iniziava a comprendere meglio cosa la stesse affliggendo, probabilmente si sentiva impotente, ma lui poteva aiutarle ancor meno.
 
 Hermione, dai, non è così grave 
 
 Ron, che ne sai se è grave o no, tu non te ne intendi 
 
 Ma puoi chiedere a mia madre, lei è sicuramente più esperta 
 
Le tolse il biberon dalle mani per invitarla a calmarsi, ma lei non sembrava essere dello stesso avviso.
 
 Ron 
 
 Hermione, voglio vederti felice 
 
 La sono 
 
 Non la sei … e non capisco perché. Se è per Rose, sono sicuro che lei starà ugualmente bene, vedrai 
 
Incontrò poco dopo gli occhi preoccupati di suo marito e si rese conto di aver esternato troppo le sue emozioni per poterle ancora nascondere.
 
 Avevi ragione, prima, quando mi parlavi del tuo lavoro, della paura di lasciare Rose. Ron, ti supplico, devi essere davvero prudente, non mi puoi lasciare da sola con la nostra bambina 
 
 Tesoro, calmati, non c’è alcuna missione in programma 
 
 Ron, io sono seria 
 
Lo sapeva, ma non era semplice nemmeno per lui reggere la tensione dovuta a quell’argomento, se lui per primo temeva quell’eventualità.
 
 Sì, tesoro, abbi fiducia in me, sarò prudente 
 
 Io ho sempre fiducia in te, ti affiderei la mia vita e so che la proteggeresti a scapito della tua. È di questo che ho paura, Ron, del tuo coraggio. È anche per questo che non riesco a dormire. Lo so che ti avevo detto che nostra figlia sarebbe stata orgogliosa di te, che infondo lo fai anche per lei, ma ora, ripensandoci, lei ha bisogno di te e poco importa se c’è ancora qualche Mangiamorte che gira indisturbato. Rose ha bisogno di un padre che le sia accanto, non del ricordo di un eroe 
 
L’aveva ascoltata attentamente, lui però non poteva prometterle nulla con certezza, solo sperare insieme a lei.
 
 Non smettere di avere fiducia in me, abbila però che penserò a voi, alla mia bambina e al fatto che voglio vederla crescere. Sono proprio curioso di sapere se sarà un genio come la sua mamma o una pasticciona come il suo papà, ma spero tanto che da me abbia preso solo qualche tratto estetico 
 
Lei se l’era immaginata esattamente così fin dal primo istante che aveva scoperto di aspettarla. Sorrise alle considerazioni del marito e si lasciò abbracciare da lui senza opporre alcuna resistenza. Non sapevano più cosa dire e forse nemmeno c’era più bisogno di altre parole. Pianse sulla sua spalla per sfogare tutta la tensione accumulata, evidentemente a lei gli ormoni giocavano un brutto tiro.
 
 Ti amo, Ron… ti amo tanto 
 
 Sapessi io, Hermione 
 
Le diede un bacio sulla guancia, dopo averle sussurrato dolcemente vicino all’orecchio, e sciolse l’abbraccio.
 
 Che ne dici, torniamo a dormire ancora qualche minuto, la mia sveglia non è ancora suonata
 
Era d’accordo, forse un po’ di riposo avrebbe giovato all’umore di entrambi, e si lasciò prendere per mano, ma il campanello disattese le loro intenzioni. Si voltò spaventata verso di lui.
 
 Hermione, è solo il campanello 
 
 L’ultima volta che hanno suonato al nostro campanello a quest’ora della mattina era Lavanda 
 
Ciò che visse in quei terribili istanti di qualche mese prima le ritornò prepotentemente in memoria.
 
 Tranquilla che non posso avere altri possibili figli illegittimi … Amore, calmati, andiamo insieme ad aprire? 
 
Le strinse più forte la mano per infonderle coraggio e pregò che non ci fossero nuovi guai da affrontare. Cambiò direzione e, trascinandosela dietro, sì avviò verso la porta cercando di mostrare decisione.
 
Aprì, ma non c’era nessuno. Quando abbassò però lo sguardo per richiudere la porta, una busta ,posata accuratamente sullo zerbino, attirò la sua attenzione. La afferrò, sciogliendo il contatto con la moglie ed iniziò ad esaminarla.
 
 E’ di Lavanda 
 
 Ron non attese la reazione di Hermione ed iniziò a leggere ad alta voce.
 

Ciao Ron,

Stavolta non ti allarmare, non ho alcuna inaspettata sorpresa per te, solo tanta gratitudine.
Sebastian sta bene e gli manchi tanto, ogni giorno mi chiede di te, anzi di voi. Siete spariti da un giorno all’altro e Cormac è entrato all’improvviso nella sua vita. Forse è ancora troppo piccolo per spiegargli il motivo di un simile cambiamento, anche se sa già che non sei suo padre e ne è dispiaciuto. Almeno questo sono stata costretta a dirglielo. Mi farebbe piacere se ci veniste a trovare, infondo senza il tuo coraggio e la pazienza di Hermione Sebastian non sarebbe più tra noi e mi piacerebbe anche che non usciste dalla sua vita, vi vuole bene e siete entrambi importanti per lui. So che non è giusto che io lo dica per tutto ciò che vi ho fatto passare in questi mesi, ma sono contenta che tu sia entrato nella sua vita. Hai totalmente stravolto le nostre vite. E pensare che temevi che noi sconvolgessimo la tua!
Ah, quasi dimenticavo, io e Cormac stiamo insieme e, prima che ti allarmi, dicendomi che è un uomo inaffidabile e un pessimo padre, sappi che mi ha chiesto di sposarlo, credo che la paternità gli abbia giovato. Non so se lo amo davvero, ma credo di poter concedere una possibilità al padre di mio figlio. Tanto so di non potermi più innamorare.
Ora ti lascio ai tuoi impegni, sicuramente sarai incasinato con un neonato in casa, ne so qualcosa. Auguro per la vostra bellissima bimba tanta salute, dalle un bacio da parte mia. Salutami tanto Hermione. Sarai un ottimo padre, con Sebastian lo sei stato, tua moglie è molto fortunata ad averti accanto.
Spero di vedervi presto.
La vostra amica
Lavanda

 
Ron alzò gli occhi su Hermione e incontrò la sua espressione incredula. Si avvicinò al marito per esaminare meglio la lettera che teneva tra le mani.
 
 E’ davvero di Lavanda … ha ragione però, io sono molto fortunata 
 
Le sorrise e riuscì a donare un sorriso anche a lei.  
 
 Andiamo a trovare Sebastian? Che ne dici, tesoro? 
 
 Certo che sì, Ron 
 
Le stava rispondendo con un leggero bacio, ma stavolta fu la sveglia a disattendere le sue intenzioni.
 
 Ronald, la bam … 
 
Ma Hermione non fece in tempo a terminare la frase che un pianto si fece nuovamente largo tra le mura di quella casa.
 
 Quella sveglia va cambiata, Ron, è troppo forte 
 
 Lo so, ma altrimenti non mi sveglio 
 
 Ron, sinceramente sono stanca e preferisco che dormi qualche minuto in più tu, piuttosto che qualche minuto in meno nostra figlia 
 
 Agli ordini, Ministro 
 

∞∞∞

 
Quella limpida alba aveva già fatto presagire che sarebbe stata una chiara giornata di fine ottobre. Il sole era alto in cielo e rendeva ancora più vivi i caldi colori autunnali. Era una di quelle mattine in cui non si faceva alcuna fatica ad uscire di casa, perché si sapeva già che ci sarebbe stata una tiepida brezza. Hermione però non lo aveva accompagnato come promesso in quella visita a Sebastian, era sommersa da mille faccende e preoccupazioni che doveva assolutamente sciogliere.
 
Ron era passato prima a casa, ma aveva solo trovato Cormac. Il giovane McLaggen lo aveva informato che avrebbe trovato Lavanda e Sebastian ai giardinetti ad appena qualche isolato da lì. Così si era messo in cammino e a pochi passi da quel campo aveva intravisto Sebastian giocare sereno con altri bambini. Non fece neanche un metro che anche Lavanda comparve alla sua vista, intenta a leggere.
 
 Ehy, sono interessanti le riviste babbane? 
 
 Ron. Ciao, non mi aspettavo saresti passato così presto. Deduco tu abbia ricevuto la mia lettera 
 
 Sì, ma potevi anche chiamarmi, hai il mio numero 
 
Si sedette gioviale accanto a lei e la ragazza per prima si mise a suo agio dopo quell'inaspettata sorpresa.

 Non volevo disturbarvi più del necessario. Rose come sta? Immagino non vi faccia dormire 
 
 In realtà Rose è un angioletto, è Hermione a non farmi dormire con l’ansia per la bambina. N-non dirle però che te l’ho detto 
 
Quell'ultima richiesta la fece sorridere.

 A proposito, dov’è? 
 
 È andata da mia sorella con la piccola e poi passava da sua madre. È preoccupata perché dice che non ha abbastanza latte per Rose, ma io non me ne intendo non so come tranquillizzarla 
 
 Dille che non c’è nulla di cui preoccuparsi, è successo anche a me con Sebastian, ma è cresciuto comunque 
 
Entrambi si soffermarono a guardare il piccolo, mentre si dondolava sull'altalena.
 
 Come se la sta cavando Cormac? 
 
 Si impegna. Mi ha addirittura obbligata a lasciare il lavoro, perché tanto la sua famiglia può mantenerci tutti. Sembra sia stato colpito da un potente incantesimo 
 
 Qualcosa ci hai guadagnato, pare ti ami davvero e rivedendoti ha riscoperto quell’amore 
 
 Già, così sembra. Ma per me sarà più difficile riscoprire qualcosa di inesistente. Lui per me è stato solo un'insignificante debolezza dopo che mi hai lasciata 
 
Quella rivelazione spense ogni traccia di sorriso sulle labbra di Ron e si voltò serio verso di lei.

 Lavanda, se non lo ami, non sei costretta a stare con lui, anche se è il padre di tuo figlio 
 
 Ron, nella lettera ti ho scritto che … 
 
 Sì, lo so, che non ti saresti più innamorata di nessuno e immagino di essere io il colpevole 
 
 Colpevole? 
 
 Non avrei dovuto assecondarti, io sapevo di non amarti come invece avrei dovuto 
 
 Ho sempre saputo di essere un rimpiazzo, Ron, non è una novità. Eppure mi è stato sufficiente averti accanto. Mi auguro che questo basti anche a Cormac 
 
Ron non seppe cosa dire. Possibile che quando aveva bisogno di Hermione con tutta la sua sensibilità lei non c’era mai?
 
 Mi dispiace, Lavanda 
 
 Per cosa? 
 
 Per essere stato così poco sensibile con te. Per aver giocato con i tuoi sentimenti. Per essere stato egoista e aver pensato solo ed esclusivamente a quanto mi servisse una distrazione per dimenticare Hermione 
 
 Ron, tu hai sbagliato solo una cosa 
 
 Quale? 
 
 Non hai capito che l’amore vero non lo puoi dimenticare nemmeno se lo desideri con forza. Lo so, perché io non ti dimenticherò mai e non sai quanto avrei voluto che fosse tuo figlio, ma tu saresti stato infelice con me. Quindi se il prezzo da pagare per amarti sarebbe stata la tua infelicità, allora rinuncio volentieri a te. Il destino ha voluto te ed Hermione insieme e non sarò certo io a sfidarlo 
 
Sebastian non gli diede nemmeno il tempo di stupirsi per quelle parole, perché non appena lo vide gli si lanciò al collo. Ron ci mise qualche istante per realizzare chi lo stesse stringendo in quel modo e anche lui non tardò a ricambiare quell'abbraccio.
 
 Sebastian, lascialo respirare 
 
Il bambino ascoltò la madre e sciolse l’abbraccio con Ron. La sua espressione era triste e il ragazzo tentò di riportare il buon umore sul suo viso, poteva immaginare a cosa fosse dovuta tutta quella malinconia.
 
 Piccolo, dai, fammi un sorriso 
 
Sebastian però non sembrava volerlo accontentare, così Ron gli schioccò un grosso bacio sulla guancia.
 
 Questo era da parte di Hermione, non mi ha raccomandato altro appena prima di uscire di casa. Mi ha proprio detto dai un bacio al mio piccolino e digli che mi manca tanto 
 
 Mi mancate tanto anche voi. Volevo te come papà 
 
Quell'innocente e spontaneo desiderio commosse inevitabilmente Ron.

 Cormac ti vuole bene almeno tanto quanto me ed è giusto che tu gli dia una possibilità. Me lo prometti? Noi rimarremo sempre amici e tu potrai chiamarmi ogni volta che vorrai 
 
 Come uno zio? 
 
 Sì, Sebastian, come uno zio 
 
Lo aveva reso felice e dopo un secondo inaspettato abbraccio tornò a giocare con i suoi amici.
 
 Grazie, Ron, sai sempre come renderlo felice 
 
 Io non faccio proprio nulla, è Sebastian ad essere un bambino facilmente accontentabile 
 
Si alzò, lanciando un’ultima dolce occhiata al bambino.
 
 Vai già? 
 
 Credimi se dico che preferirei restare, mi aspetta il secondo round con mia suocera 
 
 Avete litigato? 
 
 Normale amministrazione. Non le sono mai andato a genio e con questa storia ho dato il colpo di grazia al nostro rapporto. Hermione vuole che le parli 
 
 Mi dispiace, è colpa mia 
 
 Ma no, tranquilla, forse è la volta buona che risolviamo i nostri disaccordi. Solo che mi spaventa un po’ quella donna 
 
 È normale avere paura della suocera, Ron, non sarai né il primo né l’ultimo 
 
Infondo tutto quel coraggio non lo possedeva, sua moglie aveva avuto torto.

 

∞∞∞


Bussò a quella porta titubante, non si era preparato alcun discorso per farsi perdonare e non aveva, come sempre, motivazioni più solide che potessero farle cambiare idea nei suoi confronti. Il fatto che fu sua moglie ad aprirgli non migliorò affatto il suo umore, perché in quel modo l'inevitabile veniva solo tardato di una manciata di minuti.
 
 Ron. Finalmente! 
 
Se ne stava appoggiato allo stipite della porta, sottolineando la sua poca voglia di iniziare quel confronto. Ma la ragazza era già tesa per il ritardo che suo marito aveva fatto e contraddirla iniziava ad essere poco conveniente.
 
 Hermione, devo proprio? Non possiamo rimandare? 
 
 I miei genitori ci hanno invitati a cena, davvero vuoi rimanere qui fuori quando in tavola mia madre sta per servire qualcosa che sicuramente ti piacerà? 
 
 Che cosa? 
 
 Prima entri e le parli 
 
Aveva sicuramente attirato la sua curiosità con l'annuncio della cena, così colse l'occasione di quella sorpresa per afferrarlo per un braccio e invitarlo ad entrare senza ulteriori discussioni. Il primo ad accoglierlo fu suo suocero.
 
 Buonasera, Ron, dove ti eri cacciato? 
 
 Ero … 
 
 … al Ministero, papà, aveva delle pratiche da sbrigare 
 
Hermione, dopo averlo prontamente interrotto, gli indicò con lo sguardo la cucina, sperando che lui cogliesse l’antifona e non la ignorasse furbamente. Il ragazzo però non osò sfidarla e seguì il suo consiglio. Si avviò a passo lento in quella direzione e quando, per sua sfortuna troppo presto, raggiunse la stanza, si affacciò un po' titubante.
 
 Signora Granger? Se la disturbo, torno più tardi 
 
 Ron. Non mi disturbi, entra 
 
Stava togliendo con prudenza delle teglie dal forno e il ragazzo dal profumo capì a cosa Hermione si stesse riferendo poco prima.
 
 Ron, gentilmente, chiuderesti il forno, per favore? 
 
Non se lo fece ripetere e si affrettò a fare ciò che gli era stato chiesto. Il coraggio però di affrontare quel discorso non voleva proprio trovarlo.
 
 S-signora Granger? 
 
 Sì? 
 
 Grazie per l’invito a cena 
 
 Io vi inviterei più spesso, se sapessi che verresti volentieri 
 
La suocera gli lanciò un’occhiata gioviale mentre continuava ad impiattare, convinta di averlo messo ancora più a disagio.
 
 I-io non … 
 
 Lo so, Ron, che non abbiamo iniziato nel migliore dei modi io e te, quindi è normale. E, tranquillo, non è stata Hermione a dirmelo, l'ho capito da sola che la mia presenza ti mette a disagio 
 
 Mi dispiace, signora Granger … mi dispiace per tutto ciò che di me non gradisce 
 
 Intendi il fatto che vorrei per la mia unica figlia un uomo affidabile e per mia nipote un padre presente? Un Auror non può esserlo 
 
 È solo questo il problema? 
 
 Solo? 
 
 C-cioè, volevo dire, per come sono io non cambierebbe niente? Mi creda, ci sto provando a dare il meglio di me per la mia famiglia 
 
La donna continuava nelle sue faccende, titubante sulle parole da impiegare.
 
 Ron, non ho nulla contro di te, Molly e Arthur sono miei amici, la tua è una famiglia per bene. Probabilmente sono io e mi comporterei così con qualunque genero 
 
 Ho la sua benedizione? 
 
La suocera gli rivolse un sorriso inaspettato.
 
 Al momento avrai solo la cena. Hermione mi ha detto che è il tuo piatto preferito 
 
 Lo è, sì! Grazie 
 
 Allora aiutami a portare i piatti in tavola 
 
Forse poteva ancora sperava di entrare nelle grazie di quella donna.

 


 

Ciao ragazzi!


Eccoci arrivati al penultimo capitolo e gli ultimi conti in sospeso si sono risolti finalmente :)

Vi ringrazio come sempre tantissimo per la pazienza che avete con i miei ritardi e vi do appuntamento all'ultimo capitolo <3

Baci
-Vale

 

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Capitolo 20
*** Viaggio di nozze ***


 
 

Viaggio di nozze

 





                                                                                                               


 
Il freddo pungente di fine dicembre non aveva affatto fermato Ron, il mare in inverno era troppo bello per non pensare di trascorrere gli ultimi giorni di quel tormentato 2003 su quella calma riva. Le voleva regalare quella luna di miele, che mille vicissitudini non avevano ancora acconsentito. Si meritava molto di più per tutta la pazienza che aveva avuto e per aver creduto fino in fondo nel loro amore, ma Villa Conchiglia restava come sempre la migliore scelta, la pace e la tranquillità regnavano sovrane e l’unico rumore che si sentiva nei paraggi era il pianto della sua bambina che rivendicava le dovute attenzioni. Era esattamente ciò di cui entrambi necessitavano, quella quiete dopo la tempesta li avrebbe aiutati a lasciarsi quel sofferto passato alle spalle per pensare solo al meraviglioso futuro insieme che li attendeva. Mentre tutta la famiglia Weasley era riunita a Londra per dare insieme il benvenuto al nuovo anno, Ron ed Hermione avevano deciso che quella adorata confusione potesse aspettare, avevano qualche mese da recuperare in serenità e volevano cominciare finalmente la loro vita insieme come si conveniva con la piccola Rose.

Se ne stava beatamente sulla riva a giocare agli Scacchi dei Maghi e gli sfuggiva un sorriso ogni volta che la sua piccola Rose lanciava qualche gridolino, che non lo deconcentrava affatto, anzi tutto il contrario. Avrebbe desiderato trascorrere così ogni singolo istante della sua vita, godere di ogni singolo attimo della crescita della sua bambina e di ogni singolo secondo condiviso con la sua giovane sposa. Per colpa sua Hermione aveva trascorso dei momenti orribili, si sentiva in colpa e per qualche giorno desiderava portarla lontana da Londra e da tutti i casini che in quei mesi aveva sfiorato. Forse non avrebbero salutato l’anno ormai terminato insieme alla grande famiglia Weasley, ma loro necessitavano solo di qualche attimo dedicato a loro e alla loro neofamiglia e di salutare insieme e per sempre quell’anno che li aveva messi così tanto alla prova. Allo stesso tempo però quella disavventura aveva sicuramente insegnato loro più di quanto avrebbero sperato, il loro amore era decisamente più forte di qualsiasi incomprensione e di qualsiasi errore.
 
Il tramonto era ormai prossimo a scendere. La tipica luce rossiccia donava ai capelli di Ron sfumature più chiare e ignorando totalmente il gelo di quella sera, che, essendo inverno, scendeva prima del tempo, proseguiva concentrato la sua solitaria partita. Era quella la scena che la ragazza si trovò davanti agli occhi non appena ebbe varcato la soglia di casa. Sapere che suo marito era solamente a qualche passo da lei la rasserenava, sicuramente qualche mese prima non ci avrebbe mai creduto e tanto meno sperato. Era così gradevole la sensazione che provava, talmente tanto che, nonostante il flebile sole di dicembre non battesse più sulla piccola spiaggetta, lei avvertiva un’aria mite accarezzarla e cullarla, l’aria del mare contribuiva a mitigare il clima e a farla sentire a casa propria anche se erano distanti da essa svariati chilometri. Avvolse le spalle in un pesante scialle per evitare di ammalarsi e si avviò verso di lui a passo deciso.
 
Un dolce contatto sulla schiena attirò l’attenzione di Ron e subito dopo sentì una stoffa morbida infondergli calore. Gli venne spontaneo afferrare la mano della ragazza che giaceva ancora sulla sua spalla, allo stesso modo in cui ad Hermione veniva spontaneo prendersi cura di lui. Alzò lo sguardo sulla ragazza in piedi accanto a sé e le sorrise per ringraziarla.
 
“Hai intenzione di ammalarti proprio l’ultimo dell’anno?”
 
“Per poi restare ammalato tutto l’anno? Non ci tengo, grazie per la coperta”
 
Hermione accolse la battuta del marito con un sorriso, per poi lanciare uno sguardo serio alla scacchiera.
 
“Ti sfido, Weasley. Se vinco, rientriamo al caldo”
 
“Allora hai voglia di rimanere ancora qua fuori, perché è chiaro che vincerò io”
 
Si sedette di fronte a lui con risolutezza, quella provocazione la rese ancora più determinata sul suo obiettivo. Hermione diede le spalle al mare e cercò di ignorare la brezza gelida che ne proveniva.
 
“Hermione, ma fai sul serio? Non ricordo nemmeno l’ultima volta che hai preso in mano una pedina. E poi, tesoro, ti ricordo che gli scacchi sono i miei, da chi credi che prenderanno ordini?”
 
“Zitto e gioca, Ronald” osservò concentrata la scacchiera e fece la sua mossa “Pedone in D2”
 
Il pedone si mosse di un paio di caselle, lasciando il ragazzo diffidente sulle reali intenzioni della moglie. Voleva forse prendersi la rivincita su di lui per qualche ragione? Le ragioni di certo non le mancavano e questo lo preoccupò parecchio.
 
“E ci dovevi anche pensare? Era la prima mossa, Hermione, era del tutto scontata, una valeva l’altra”
 
Alzò lo sguardo su di lui solo per rimproverarlo e avvertirlo.
 
“Se il tuo scopo è quello di deconcentrarmi, non ci riuscirai”
 
Poche volte l’aveva vista così agguerrita e guarda caso lo diventava sempre con lui, così preferì fare la sua mossa senza aggiungere altro.
 
“Pedone in H7”
 
Hermione tornò seria a concentrarsi sulla scacchiera e osservò con attenzione la pedina muoversi verso di lei. Si strinse maggiormente lo scialle attorno alle spalle e tentò di riflettere lucidamente sulla sua prossima mossa, nonostante il freddo le stesse attraversando le ossa, di certo però l’orgoglio le dettava di non gettare la spugna prima del tempo e lasciare cadere quella scommessa. Era diventata improvvisamente molto seria e lo diventava sempre di più ad ogni turno, tanto che Ron iniziò a preoccuparsi che gli scacchi non fossero gli unici suoi pensieri
 
“Amore, sei sicura di stare bene?”
 
L’evidente preoccupazione del marito la portò ad alzare lo sguardo su di lui e subito un sorriso si dipinse sul suo volto per stemperare la tensione che involontariamente aveva creato.
 
“Benissimo, Ron, non avrei potuto chiedere di meglio da questo ultimo dell’anno, anzi da questo primo ultimo dell’anno in cui siamo sposati” non perdendo il suo spensierato sorriso tornò con lo sguardo alla sua strategia di gioco “Pedone in B2”
 
Faceva una certa fatica a concentrarsi sugli scacchi, quando di fronte a lui c’era proprio sua moglie, bellissima con i capelli inondati dalle sfumature vermiglie del cielo. Attese qualche istante per poi alzare perplessa lo sguardo sul ragazzo.
 
“Ron, tocca a te”
 
“Sì, scusa”
 
Si sbrigò a fare la sua mossa, provocandole un ennesimo sorriso causato dall’imbarazzo del marito per essere stato sorpreso ad ammirarla con amore. Di quel passo, Ron ne era sicuro, lei, con la sua sola presenza, lo avrebbe deconcentrato provocando la sua sconfitta.
 
Continuarono a giocare per almeno un quarto d’ora. Come aveva previsto, la ragazza gli stava dando del filo da torcere e lui di certo non si sarebbe mai aspettato di non avere in mano la vittoria sicura proprio contro lei che aveva sempre odiato gli Scacchi dei Maghi. La prossima mossa di Hermione era piuttosto delicata, la partita ormai era giunta alle ultime battute e lei, prima di annunciare le coordinate, ci rifletté qualche secondo in più del normale.
 
“Hermione, qualcosa ti preoccupa?”
 
A quelle parole la ragazza sfoggiò un grande sorriso soddisfatto.
 
“Dovresti essere tu preoccupato. Torre in C4” entrambi osservarono la pedina avvicinarsi pericolosamente al re, appena prima che Hermione annunciasse trionfale la sua vittoria “Scacco”
 
Ron guardò perplesso la partita concludersi con la sua sconfitta.
 
“Come accidenti hai fatto a battermi?”
 
“Mai sottovalutare l’avversario, tesoro, specie se quell’avversario è tua moglie”
 
“Quindi mi stai dicendo che hai stregato gli scacchi per vincere, giusto? Ti prego dimmi di sì, sarebbe meno umiliante”
 
“Umiliante, Ron, sarebbe se io prendessi in mano una scopa e ti battessi a Quidditch”
 
Il ragazzo la fissò spaventato, sperando di aver capito male.
 
“Ma a te non piace volare, giusto?”
 
Hermione rise, sapeva di aver toccato le giuste argomentazioni.
 
“Potrebbe essere una delle tante voglie che mi sono venute in gravidanza e che non ho potuto soddisfare per ovvie ragioni”
 
“Stai scherzando, vero? Io sono certo che hai sempre odiato volare”
 
Si sporse in avanti oltre la scacchiera per provare a dare qualche spiegazione a Ron, divertita per il risvolto che aveva preso la conversazione.
 
“Ecco, vedi, Ron, una cosa che non conosci delle donne è che molto spesso in gravidanza finiscono per amare o odiare cose che prima non amavano o odiavano. E se queste voglie non vengono soddisfatte finisce che rimangono e potrebbero ricadere anche sui figli”
 
Il marito la fissò spaventato, quella rivelazione lo aveva palesemente scioccato.
 
“Che altro non ho soddisfatto quand’eri incinta?”
 
Aveva solo un modo per non scoppiargli a ridere in faccia, lo baciò riuscendo così a soffocare le risate. Ron non aspettava altro da quando quella partita era iniziata. Peccato che Rose con il suo esigente pianto pensò di rompere quella romantica atmosfera.
 
“Non è normale portarsi dietro i figli in luna di miele, Hermione”
 
“È tutta colpa tua, Ronald, tua figlia è un pozzo senza fondo come te”
 
Si alzò, avviandosi decisa verso la porta, ma il ragazzo fu più veloce, la prese per la vita e la costrinse a sedersi sulle sue gambe.
 
“Ronald, tua figlia piange, finiscila”
 
“Io non sento più nulla, credo abbia smesso”
 
Nemmeno Hermione sentiva più la sua bambina piangere, ma ciò contribuì solo ad allarmarla, non a rasserenarla, quindi i tentativi di baciarla di nuovo furono bloccati prontamente da lei.
 
“Ron, invece di fare l’idiota, ti consiglio di rientrare, abbiamo preso anche troppo freddo e non credo tu voglia passare il resto della luna di miele a letto”
 
“Dici a letto?! Tesoro, sarebbe una splendida idea! Purché insieme, s’intende”
 
Hermione alzò gli occhi al cielo esausta, mentre stavolta fu Ron a divertirsi.
 
“Io ho sposato un bambino, vero? Perché in questo momento sei più infantile di tua figlia che non ha nemmeno 4 mesi”
 
All’improvviso Ron cessò le risate e lanciò lo sguardo meravigliato oltre la ragazza, che lo fissò perplessa.
 
“Hai ragione, Hermione, Rose è molto più matura di me”
 
“Cosa??”
 
Anche la ragazza si voltò nella stessa direzione del marito e ciò che vide sorprese lei stessa.
 
“Rose!”
 
Si alzò allarmata senza che lui la fermasse per andare a recuperare la figlia che era uscita in autonomia e stava gattonando spensierata sulla spiaggia. Quando la raggiunse la bambina era impegnata ad accarezzare con la piccola manina una tomba a loro familiare. Hermione indugiò qualche istante a prenderla in braccio, anzi si chinò sulle ginocchia e si tolse lo scialle dalle spalle per coprire Rose.
 
“Piccola, hai intenzione di ammalarti?!”
 
Non l’aveva però lasciata indifferente il punto della spiaggia in cui si trovavano, il marmo freddo su cui le manine di Rose scivolavano l’avevano commossa. Probabilmente se non fosse stato per Dobby, che riposava su quella spiaggia ormai da qualche anno, loro non si sarebbero mai sposati e la loro bambina non sarebbe mai nata. Hermione la prese in braccio e Rose le sorrise spensierata, ignorando gli occhi lucidi della ragazza, la quale ricambiò il sorriso della sua piccola. La gioia di Rose si allargò quando anche Ron le raggiunse e porse alla moglie anche la sua coperta per tenere maggiormente al caldo la bambina. Anche lui lanciò un’occhiata alla lapide e mille emozioni gli invasero il cuore, probabilmente le stesse che avevano sfiorato sua moglie. La voce rotta di Hermione riportò la sua attenzione su di lei.
 
“Sarà meglio rientrare, Ron”
 
Poteva leggere negli occhi del ragazzo i pensieri che gli erano passati per la mente, allo stesso in modo in cui lui riuscì a comprendere la sua comprensione.
 
“Non aspettiamo la mezzanotte?”
 
“Sì, ma al caldo”
 
Si avviò verso la porta di casa senza concedergli il tempo di ribattere e a lui non rimase che prendere gli scacchi e seguirla dentro la Villa. Una volta dentro, Ron chiuse la porta alle sue spalle, posò la scacchiera, entrasse la bacchetta e la puntò contro il caminetto.
 
“Incendio”
 
Subito la legna iniziò ad ardere con un’unica fiammata, dopodiché posò la bacchetta e si avvicinò al camino per scaldarsi le mani. Non si era accorto quanto effettivamente facesse freddo sulla spiaggia prima che quel piacevole calore lo invadesse.
 
“Hai ragione, Hermione, c’è un gelo là fuori”
 
La ragazza però non gli rispose, era troppo concentrata sulla piccola che teneva stretta tra le braccia e osservava le sue palpebre calare, probabilmente quell’ambiente riscaldato conciliava il suo sonno.
 
“Hermione, mi hai sentito?”
 
“Fa’ silenzio, Ron, Rose si sta addormentando”
 
Il marito si sedette al loro fianco per nulla offeso ed iniziò a scrutare la bambina, mentre lentamente entrava nel mondo dei sogni, facendosi cullare dalle braccia della sua mamma e da quelle di Morfeo. Stringeva involontariamente le manine, una vicina al petto della ragazza e l’altra abbandonata nell’aria, così Ron d’istinto avvicinò le sue dita a quelle della figlia. Rose subito strinse l’indice del ragazzo.
 
“Sa che sono il suo papà e che le voglio bene, secondo te?”
 
“Sarebbe difficile il contrario, Ron, visto che le lo ripeti più volte al giorno da quando è nata”
 
“Già, è vero”
 
Ron sorrise imbarazzato allo sguardo di finto rimprovero della moglie.
 
∞∞∞
 
Le prime ore del 2004 non tardarono a trascorrere e la mattina giunse rapidamente. I coniugi Weasley però non si accorsero nemmeno dello scorrere del tempo e dell’arrivo del nuovo anno, perché quel piacevole clima caldo aveva favorito anche il loro inaspettato riposo. Quella quiete però cessò presto, perché il pianto di Rose svegliò di soprassalto Ron, che impiegò qualche istante per realizzare che fossero rimasti sul divano del soggiorno, visto che le finestre illuminate annunciavano l’imminente alba. Indugiò a muoversi quando si accorse che Hermione si era addormentata sulla sua spalla e la bambina piangeva disperata tra le braccia della ragazza. Provò a calmarla sussurrandole attentamente.
 
“Piccola, va tutto bene, non piangere”
 
Era ancora addormentato e non riusciva nemmeno a mettere bene a fuoco la figura di Rose che si divincolava, minacciando così di svegliare la madre. Non riuscendo nel suo intento, Ron tentò di non disturbare la moglie, recuperando delicatamente la bambina e iniziando a ninnarla.
 
“Dai, Rose, basta piangere, altrimenti svegli la mamma”
 
Hermione però si svegliò ugualmente al semplice tocco di Ron sulle sue braccia.
 
“Ha fame, Ron, è per quello che piange”
 
La ragazza si rivolse a lui flebilmente e delicatamente si alzò dalla spalla del marito invitandolo a passarle Rose. Ron indugiò per un istante.
 
“Tesoro, che aspetti, le do latte”
 
Il ragazzo continuò ad essere misteriosamente titubante.
 
“Non le puoi dare il latte con il biberon?”
 
“Perché, le vuoi dare tu il latte?”
 
“Posso?”
 
Hermione sorrise a quella amorevole richiesta e si alzò per accoglierla.
 
“Va bene, Ron, vado a prendere il biberon”
 
Il ragazzo rimase solo con la figlia, che nel frattempo aveva smesso di piangere e lo fissava con i suoi grandi occhi azzurri. Ron rimase ad ammirarla e a stringerla a sé nell’attesa della moglie. Era talmente piccola che si ripromise di proteggerla da qualsiasi genere di sofferenza possibile e immaginabile, anche dalle sue stesse assenze. Hermione non tardò a tornare e con un sorriso gli porse il biberon con del latte caldo, ma lui tardò qualche instante prima di afferrarlo.
 
“Tesoro, hai cambiato idea?”
 
“No, certo che no … scusa, stavo pensando”
 
Ron afferrò il biberon e la ragazza si risedette al suo fianco.
 
“A cosa pensavi?”
 
“Niente di importante”
 
Avvicinò il biberon a Rose e subito la bambina iniziò a succhiare il latte, allungando le braccine con l’illusione di riuscire reggere da sola il biberon. Hermione alzò leggermente il biberon per agevolare la bambina, quando notò che il marito era chiaramente distratto.
 
“Ron, così fa fatica”
 
“Sì, scusa, ci sono”
 
“Se vuoi le do io il latte, non è un problema”
 
“Continuo io, tranquilla, ora mi concentro”
 
La ragazza sorrise dolcemente davanti alla sua ostinazione, ma avvertì che qualcosa lo turbava.
 
“Ron, me ne vuoi parlare?”
 
“Di cosa?”
 
“Di quello a cui stavi pensando”
 
Di certo non le avrebbe dato altre preoccupazioni, ansie o nuovi motivi per pensare, voleva solo donarle una vita serena.
 
“Bè, tanto per iniziare ci siamo addormentati prima della mezzanotte”
 
“Vero, ma c’è dell’altro”
 
“Vorrei tanto che tutte le mattine fossero come questa, senza alcuna fretta di correre al Ministero e poter trascorrere qualche minuto in più con la mia famiglia”
 
“Ma se ci vediamo ogni giorno al Ministero!”
 
Si voltò verso di lei come se non avesse colto il reale significato delle sue parole, ma allo stesso tempo era riuscita a non toccare argomenti che ancora gli provocavano una certa agitazione per il futuro che li attendeva.
 
“Come se fosse la stessa cosa, vero, Hermione?”
 
“No, non è la stessa cosa, però ti ricordo che hai insistito tu che diventassi Ministro, quindi le responsabilità per me sono aumentate e questo toglie di conseguenza tempo alla nostra famiglia”
 
“Io però non sapevo fossi incinta!”
 
“Quando ho firmato quei documenti neppure io, ma, infondo, cosa sarebbe cambiato? Non mi avresti comunque incoraggiata ad accettare quella promozione?”
 
Ron rifletté qualche secondo prima di risponderle. Nello stesso istante Rose con la sua leggera forza spinse via il biberon per comunicare al padre di essere sazia. Ribatté alla ragazza gesticolando con il biberon in mano per essere ancora più convincente.
 
“Si, Hermione, ti avrei incoraggiata ugualmente, perché sapevo quanto fossi perfetta per quel ruolo e infatti ora a capo del Ministero c’è la strega più brillante della sua età e noi non potremmo chiedere di meglio. Grazie a te il Ministero della Magia è diventato una fortezza inespugnabile, non c’è un’irregolarità neppure per sbaglio”
 
“Hai finito di adularmi?” gli strappò divertita il biberon dalle mani “Pensa piuttosto a te e al tuo ruolo di padre”
 
“Perché, ho sbagliato qualcosa? Rose sembra felice”
 
“Hai solo rischiato di ustionarla, Ron. Non hai controllato che il latte non fosse bollente”
 
Il ragazzo tentò di ricordare, ma effettivamente sua moglie aveva ragione, peccato che però non lo avrebbe mai ammesso.
 
“Ho dato per scontato che lo avessi fatto tu, visto che mi conosci e sai che spesso, ma non sempre, sono distratto … questa comunque era una di quelle rare volte in cui non sarei stato distratto”
 
“Ed io dovrei crederti vero?”
 
Hermione lo guardò diffidente, convinta che gli stesse spudoratamente mentendo.
 
“Eh va bene, d’accordo, lo avrei dimenticato”
 
“Ah ecco, ora sei decisamente più credibile”
 
Appoggiò il biberon sul tavolino di fronte al divano e tirò su Rose dalle braccia di Ron per cullarla e favorire il suo sonno, visto che era appena giunta l’alba ed era decisamente troppo presto per i suoi poveri genitori iniziare a sfinirli con la sua vivacità.
 
“Porto Rose nella culla e poi ci mettiamo sotto le coperte” fece per andarsene, ma il pensiero di essere stata ambigua la riportò sui suoi passi “Per dormire, s’intende, è ancora presto e un letto è sicuramente più comodo di un divano”
 
“Certamente, lo avevo capito … però se nel caso dovesse succedere altro a me non dispiacerebbe affatto”
 
Sapeva di averla provocata, quindi come minimo si aspettava un qualsiasi rimprovero.
 
“So dove vuoi andare a parare, Ronald, e no, Rose è piccola e dopo quello che ho passato per averla, se permetti, mi prendo una pausa”
 
“Però avevi promesso, Hermione. Eravamo giunti ad un compromesso e avevamo parlato di due”
 
“Per l’amor del cielo, Ronald! Non siamo sposati nemmeno da un anno, ma che fretta hai?!”
 
Ron le sorrise quando vide che lei si stava chiaramente innervosendo. Si avvicinò a sua moglie e a sua figlia con spensieratezza e sfiorò le labbra della ragazza con un leggero bacio.
 
“Assolutamente nessuna, abbiamo tutta la vita davanti a noi”



 

Ciao ragazzi!
 
Scusatemi tanto se vi ho fatto attendere anche per questo ultimo capitolo ☹
 
Stavolta sono anche riuscita ad abbinare una piccola immagine al capitolo, anche per rendere un pochino più leggera una storia che in svariate occasioni è stata drammatica.
 
Con la speranza che abbiate apprezzato questa conclusione, vi ringrazio immensamente per aver seguito questa infinita storia, più per il tempo da me impiegato a scriverla che per il numero di capitoli. In particolar modo ringrazio coloro che l’hanno commentata, HarryPotter394, Longriffiths e Inzaghina, che con le loro gentilissime parole mi hanno incentivata a proseguirla e tutti coloro che l’hanno inserita nelle preferite, ricordate e seguite.
 
Un sincero grazie di cuore a tutti! <3
 
Baci
-Vale

 

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