The Flower and the Snowflake

di Onceuponatime_agirl
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prefazione ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Prefazione ***


Prefazione


«Sono arrivati i risultati?»

«Sì. Solo in quattordici hanno superato i parametri richiesti.»

«Grazie Jane, lascia pure qui i fascicoli dei ragazzi.»

Non appena restò sola nel suo ufficio fece un grosso sospiro e iniziò a leggere i nomi dei Privilegiati.Scorse le schede e trovò gli unici due nomi che non avrebbe voluto vedere: Alexandra Drew e Lily Hopgens. Prese il telefono e compose la chiamata.

«Sono passate.» iniziò asciutta. «Non posso mandarle via... Farò in modo che non creino problemi. Certo, ti terrò aggiornato... Ciao.»

Ellison aveva l'aria stanca di chi non si ferma mai un attimo. Risolveva problemi. Lo aveva sempre fatto e continuava incessante, anche quando non sembravano esserci soluzioni.

Prese a massaggiarsi il collo, sistemò una ciocca color miele scappata all'austera acconciatura e lesse le lettere che sarebbero state mandate.

Gentile signor ***,

Le comunichiamo che è stato scelto per far parte del gruppo di Privilegiati di quest'anno.

In questa lettera le daremo le informazioni basilari, il resto lo approfondirà al suo arrivo a Ditru.

Nel giorno 13 gennaio dovrà recarsi presso la capitale. Alle ore 16:30 è previsto il benvenuto ai Privilegiati nella Sala Principale dove saranno riferite maggiori informazioni.

Per quanto riguarda il piano di studi ogni Privilegiato potrà scegliere il percorso da intraprendere. Da gennaio a giugno seguirà i vari corsi che fungeranno da orientamento e a settembre potrà fare la sua scelta. Durante gli studi sarà nostra premura farla soggiornare presso la P-House, la parte di Campus riservata ai Privilegiati, alla quale lei contribuirà tramite una delle attività lavorative a sua scelta.

Le nostre più sincere congratulazioni e i nostri più cordiali saluti.

Direttrice Ellison Ribs,

Ocklan University. 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Lily

 

La luce inondava la sua stanza. Le avrebbe dato fastidio se stesse ancora dormendo. Se.

"Dovrei essere elettrizzata" continuava a ripetersi"felicissima perché la notte è finita ed è iniziato un altro giorno. E questo non è un giorno qualsiasi."

Guardandola dalla finestra, Floan sembrava così tranquilla: i raggi del sole illuminavano il piccolo giardino di casa, l'aria era tiepida, gli alberi iniziavano a colorarsi di verde e la pace pareva aver abbracciato tutta la campagna. Era come se tutto fosse sospeso e Lily si sentiva come una bambina sott'acqua che trattiene il fiato. Sul letto c'erano una camicetta bianca e una gonna azzurra come le ortensie che aveva piantato, curato e visto sbocciare. "Chissà se ne vedrò anche a Ditru" si chiedeva. Si vestì, si pettinò i lunghi capelli castani e ne fece un piccolo chignon di lato, infilò le scarpe e andò in cucina dove c'era il nonno ad aspettarla. Era lì, a sorseggiare una tisana, gelsomino forse, ma il suo sguardo era lontano, non c'era quella luce allegra che lo contraddistingueva.

«Sei già pronta piccola?» alzò gli occhi grigi e li puntò su Lily.

«Sì, nonno» gli sorrise con dolcezza.

«Manca ancora un po', andiamo in giardino?»

«Certo.»

Le porse il braccio e camminarono tra i fiori, quei preziosi gioielli di cui si prendevano cura ogni giorno. Si fermò davanti ai bulbi piantati la settimana prima e restò immobile.

«Il giorno in cui ti presi in braccio per la prima volta avevi una settimana. Pensai 'Questo è il bocciolo più dolce e delicato che abbia mai visto'. Quel giorno piantai dei bulbi come questi.»

«Gigli » sorrise.

«Lily mi mancherai.»

«Anche tu.»

Dopo la Grande Guerra, Agape venne divisa in sette regioni. A nord le fredde Gurion e Batron, a est Floan con le sue campagne e le sue distese pianeggianti, a ovest Teneife e Heilbe piene di boschi, a sud l'assolata Eliene. Al centro c'era Ditru, la vincitrice della guerra, che governava su tutte.

Per far sì che non ci fossero più ribellioni Ditru impose la pace e, per accertarsi della lealtà di tutti, istituì un consiglio formato da un capo per ogni regione, ma l'ultima parola spettava al Console Supremo, che ovviamente apparteneva alla regione vincitrice. Agli abitanti delle altre sei regioni fu concesso il perdono e ottennero la libertà, con alcune limitazioni. I loro figli avrebbero avuto il diritto all'istruzione, ma solo fino ai 18 anni, cosa che ovviamente precludeva molte carriere lavorative, le più proficue, che, di conseguenza, divenivano privilegio degli abitanti di Ditru. Tuttavia ciò avrebbe potuto comportare sommosse, così il Console decise che ogni anno i ragazzi più meritevoli – che però non sarebbero potuti essere più di quattro per ciascuna regione -avrebbero potuto recarsi nella regione centrale, Ditru, per avere la possibilità di divenire medici, architetti, ambasciatori e via dicendo. Questi ragazzi sono chiamati "Privilegiati"e non possono sottrarsi dall'onore ricevuto, altrimenti ciò sarebbe potuto essere considerato come un tradimento alla benevolenza di Ditru.

Lily era stata l'unica in tutta Floan a raggiungere i requisiti fissati per quest'anno – di gran lunga più alti degli altri anni – per cui adesso doveva recarsi a Tralion, la capitale di Ditru, per prender parte all'iniziazione dei Privilegiati.

«Cara non dimenticarti la valigia, con quel che ci è costata!» trillò la nonna affacciandosi alla finestra. «Forza tornate dentro che è ora di partire!»

La nonna era molto più felice sia della nipote sia del marito, non perché non le sarebbe mancata, semplicemente sapeva che in quel modo Lily avrebbe avuto la possibilità di vivere una vita migliore. Purtroppo il resto della gente – quelli che non hanno avuto né la fortuna di essere Privilegiati né di possedere un'attività commerciale – si arrangiava come poteva. Era dura ma si andava avanti.

I nonni la accompagnarono in stazione. Si voltò, diede un bacio ad entrambi e salì sul treno.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Alex

 

"Domani è il grande giorno finalmente. Me ne andrò da questo posto, da questi corridoi di nulla, da questi anni di amarezza. Sono felice, felice che tutti i miei sforzi mi abbiano portata al traguardo: potermene andare dall'Istituto per orfani. Mi dispiace solo lasciare Bay qui. Ecco spuntare le sue trecce dorate." sbirciò con la coda dell'occhio.

«Alex... Dormiresti con me stasera?»

Bay era una marmocchietta di due anni quando cinque anni prima arrivò all'Istituto: non si faceva avvicinare da nessuno, era diffidente, denutrita e portava i segni della violenza addosso. Stranamente si affezionò a lei, e Alex non poté proprio non voler bene a quegli occhioni blu così scuri e così brillanti di vita.

«Certo scimmietta!» si sistemò accanto a lei e le accarezzò il viso.

«Verrai a trovarmi?» sussurrò la bambina, fissando i piccoli cerchi invisibili che tracciava sulle coperte.

«Appena potrò ti porterò via con me.» la strinse forte «Te lo prometto Bay.»

La piccola scivolò nel mondo dei sogni poco dopo, mentre Alex le raccontava di come sarebbe stato il loro futuro assieme. Sapeva benissimo che sarebbe stato difficile. Solo persone molto facoltose potevano avanzare richieste tali in mancanza di requisiti: per adottare un bambino si doveva essere sposati, con un alto reddito e con l'impossibilità di concepire, ossia se uno dei due consorti fosse stato sterile. Eppure il suo unico pensiero era "Devo mettercela tutta per amor suo."

Si addormentò con questi pensieri e si svegliò alle prime luci dell'alba. Fece molta attenzione a non svegliare nessuno, si preparò e prese il borsone dove c'erano quelle poche cose che aveva: qualche vestito, qualche foto, i suoi pattini e i pochi libri che possedeva. Svegliò Bay perché si preparasse ad andare a scuola,"ho ancora un'oretta prima che il treno parta" pensò. Si sedette sul letto e sfregò le mani sulle gambe, lo faceva sempre quando era nervosa. Sul letto c'era la sciarpa di Bay, uno dei pochi regali che aveva potuto farle. Aveva imparato a lavorare a maglia durante un gelido inverno: i soldi erano un problema all'Orfanotrofio, e non potevano permettersi di comprare maglioni, sciarpe, cappelli: dovevano accontentarsi di quelli usati che però erano davvero ridotti male. Aveva otto anni quando imparò a cucire. Nell'anno in cui arrivò Bay ci fu la grande gelata, la temperatura arrivava a -15°; purtroppo aveva da parte soltanto quei pochi soldi che bastavano per comprare alcuni gomitoli, così ne fece quattro maglioni, due per Bay e due per lei, un cappellino ciascuno, e per Natale riuscì a comprare altra lana per fare una bella sciarpa rossa per la piccola. Ora chi avrebbe badato a lei? Fortunatamente le aveva insegnato a cucire, rattoppare e lavorare a maglia, altrimenti avrebbe dovuto indossare vecchi vestiti strappati, con buchi grandi quanto una mela.

«Tieni» disse porgendole la sua collana, una semplice catenina d'argento con un rettangolo trasparente incorniciato da bordi più opachi.

«No Alex, a me non serve.  Usala come promemoria, usala per tornare da me.» e la abbracciò.

"Questa ragazzina non smette mai di sorprendermi."

«Ti voglio bene scimmietta.»

Fu dura per Bay staccarsi da lei ma non poteva farle perdere il treno, così prese coraggio e la lasciò andare. I cuori di entrambe battevano all'unisono e ben presto una distanza immane li avrebbe separati. Per due anni l'una era stata la roccia dell'altra, impedendosi a vicenda di sprofondare in una solitudine claustrofobica e opprimente. Essere orfane di sentimenti non aveva reso la vita facile a nessuna delle due, ma il solo sapere di poter stare insieme le faceva andare avanti anche nei momenti più difficili.

Alex mise il borsone in spalla e iniziò a correre verso la stazione. Volando sulla neve fresca iniziò a fiorire in lei il pensiero che forse tutto questo le sarebbe mancato più di quel che voleva ammettere a se stessa.

Bay che si arrampica sugli alberi.

Il laghetto ghiacciato dove vado a pattinare.

I dolcetti che a volte mi porta Mag, la vecchia bibliotecaria, quando resto a studiare fino a tardi.

La neve, il ghiaccio, i pini.

Il treno arrivò. Alex si voltò a guardare ancora una volta Batron e salì su.

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Lily

 

Il viaggio in treno sarebbe durato circa dieci ore. Guardando fuori dal finestrino vedeva solo una scia confusa di erba e cielo, ed era proprio così che si sentiva. Passò le prime ore a leggere un libro, poi sgranocchiò qualche biscotto che la nonna le aveva messo nella borsa. Trascorse il resto del viaggio sonnecchiando, poi si rese conto di non sapere cosa fare una volta arrivata: avrebbe dovuto recarsi da sola all'Ocklan University o ci sarebbe stato qualcuno che l'avrebbe accompagnata? Scesa dal treno Lily vide qualcosa di straordinario. La stazione era completamente en plein air e pioveva. Perché non aveva pensato di portare con sé un ombrello? Fece un grosso respiro e aggrottò la fronte, poi prese la valigia e si preparò a correre sotto la pioggia. Dopo qualche passo si rese conto che non si stava affatto bagnando, anzi, a dire il vero non si era proprio accorta che tutti intorno a lei camminavano tranquillamente senza scomporsi. Possibile che fosse così sovrappensiero da non rendersene conto? Ora si trovava imbambolata sotto una falsa pioggia, chiedendosi perché la gente la stesse fissando.

«Tu devi essere Lily Hopgens presumo» si presentò un ragazzo.

«Ehm sì, come fai a saperlo?»

«Sono Ace Tunk, faccio parte del comitato di benvenuto dell'Ocklan.» rispose quello «Vieni, gli altri ci stanno aspettando.» disse e prese la valigia di Lily.

«Oh no, non preoccuparti. Ce la faccio da sola» gli sorrise.

«Perché credi che sia qui?» la guardò gelido.

«Ehm... allora grazie. Non hai risposto alla mia domanda però.»

«Sei l'unica persona che è rimasta imbambolata nel vedere la stazione. Mi pareva abbastanza ovvio, non credi?»

«Penso di sì. Potresti spiegarmi perché non mi sto inzuppando d'acqua?» disse cercando di toccare le finte gocce di pioggia.

«È un effetto ottico. Le nostre stazioni sono molto più uhm... pittoresche delle vostre» le sorrise di sbieco.

«Capisco. E il meteo è sempre lo stesso?»

«Oh no, ogni giorno è diverso. Persino il paesaggio cambia.»

«Beh potrei passare un sacco di tempo in stazione allora» rise.

«Perché mai dovresti?» la squadrò, come se stesse parlando con una folle psicopatica.

"Perché sarebbe carino vedere ogni giorno cose simili" avrebbe voluto rispondergli, ma per evitare di sembrare ancora più strana rispose semplicemente «Stavo scherzando.»

Continuarono a camminare in silenzio e Lily sperò con tutto il cuore di incontrare qualcun altro di più cordiale.

«Ciao! Tu devi essere Lily! Io sono Sondra Blanche.» si presentò allegramente una ragazza «Spero che Ace non ti abbia spaventata.» lanciò uno sguardo inquisitore al ragazzo che ricambiò borbottando qualcosa che la fece ridacchiare. Lily invece tirò un sospiro di sollievo.

Sondra le spiegò che a breve sarebbero arrivati alla P-House dove avrebbe diviso la camera con altre due ragazze, Zelda Whikwith e Alexandra Drew. Le disse poi che stavano aspettando gli studenti di Eliene e Heilbe per partire, mentre gli altri erano già a Ditru.

«Oh eccoli lì! Devono essere loro!» cinguettò Sondra.

Erano in quattro, due ragazze e due ragazzi. Tre di loro avevano una carnagione ambrata, molto belli a dire il vero, tuttavia era l'altra a saltare all'occhio: carnagione diafana, lentiggini, vaporosi riccioli rossi e occhi di un verde molto intenso.

«Dunque voi dovete essere di Eliene! Siete stati il gruppo più numeroso.» gli sorrise Sondra. «Vediamo... chi di voi è Zelda?»

«Io» rispose decisa la ragazza dai capelli rossi.

«Lily lei è la ragazza di cui ti parlavo. Sarete compagne di stanza. Non è stupendo?»

«Io pensavo saremmo state in stanza insieme visto che siamo entrambe di Eliene» disse l'altra ragazza dai lunghi capelli neri.

«Oh no cara, altrimenti non socializzereste bene con gli altri» la guardò comprensiva «Tu devi essere Alma Hidalgo, giusto?»

«Sì»

«Bene, una delle tue compagne di stanza arriverà a breve da Heilbe. Si chiama Sienna. L'altra invece è Emma Danilova. Voi due invece siete Liam Collins...»

«Io»

«...e Fabio Nieto.»

«Eccomi»

«Oh ecco che arrivano i due di Heilbe! Piacere sono Sondra Blanche!»

«Peter Mazur.» si presentò un ragazzo alto e biondo

«Sì, lo so. Tu invece sei Sienna Cundari.» sorrise a entrambi, poi si rivolse a tutti leggendo dal suo block-notes «Ecco come sarete sistemati per stanze. Alexandra Drew, Lily Hopgens, Zelda Whickwith. Alma Hidalgo, Emma Danilova e Sienna Cundari. David Owen, Fabio Nieto, Peter Mazur e Tomàs Mikhailov. Erik Jensen, Liam Collins, Killian O'Bien e Roy Shaw. Bene, ora possiamo partire, gli altri sono già arrivati a Ditru.»

Si sistemarono in un piccolo pulmino con il logo dell'Ocklan University, un lupo grigio con dei ghirigori argentati. Sondra continuava a chiacchierare allegramente con Ace e ogni tanto spiegava agli altri cos'era questo o quel monumento, quali erano il tribunale, l'ospedale o il Centro di Ricerca Hulm.

«Cosa sarebbe?» le chiese uno dei ragazzi di Heilbe.

«Ditru deve le sue avanzate tecnologie all'Hulm. Per non parlare del programma di ricerche scientifiche. Lavorare lì sarebbe un onore per chiunque».

Lily si era seduta da sola. Si sentiva in soggezione: tutti conoscevano almeno un'altra persona tranne lei, l'unica di Floan.

«Allora saremo compagne di stanza, eh?» era Zelda che, dal sedile davanti a quello di Lily, si era girata e la osservava. Ora che la guardava meglio vedeva che aveva anche trucco impeccabile.

«Lily» si presentò offrendole la mano.

«Zelda» ricambiò quella «Lui è Liam, veniamo entrambi da Badrola» e il ragazzo a fianco a lei le fece un cenno di saluto. Aveva capelli biondi e occhi molto scuri.

«Beh sono contenta che mi sia capitata tu. Sembri un tipo a posto.»

«Grazie, anche tu» sorrise.

«Tesoro ti spiace se mi siedo un po' dietro?» Liam rise e le rispose di no.

Parlottarono per tutto il viaggio. Zelda era una ragazza bellissima e molto curata: niente era fuori posto, nemmeno una singola ciocca di capelli. Portava un pantalone nero alto in vita, una camicetta di seta bianca con una giacchetta dello stesso verde smeraldo delle decolté. Creavano una buffa coppia insieme.

Arrivarono davanti ad una piccola cabina che ospitava un uomo grassoccio con i baffi. Sondra gli fece un cenno e lui aprì il grande cancello bianco con rifiniture dorate semplicemente premendo un pulsante.

«Quello è un cancello automatico.» le indicò Ace mentre Sondra lo guardava interrogativa. «Che c'è? Era rimasta imbambolata vedendo la stazione, ho pensato che anche questo fosse troppo da sopportare» spiegò sorridendo.

«A dire il vero i cancelli automatici esistono persino dal villaggio da dove provengo io. Abbiamo da poco scoperto l'acqua corrente ma il fuoco c'era già da prima che io nascessi» rispose lei fingendo innocenza. Ace Tunk iniziava a starle leggermente antipatico.

«Te la sei cercata» rise Sondra «Sono felice che il suo tentativo di terrorizzare le matricole sia un flop.» aggiunse guardando allegra Lily.

Poi continuò «Ace credo tu sia d'accordo con me se faccio io da cicerone. Dunque l'intero campus è a pianta esagonale, non a caso è diviso in sei settori, uno per ogni polo: tecnologico, giuridico, medico, scientifico, artistico ed economico. Come potete vedere l'Ocklan University è un paesello in miniatura, questo perché non solo ospita tutte le strutture universitarie e i laboratori, ma anche gli alloggi di tutti gli studenti e del personale. Alla mia destra potete vedere il settore delle matricole, a sinistra quello degli studenti al secondo anno. Ovviamente ogni settore ha un edificio esclusivamente riservato a voi privilegiati, è quello con il p sulla facciata. Voi matricole avrete l'alloggio vicino a quello del personale di primo livello, custodi, giardinieri, coloro che si occupano della caffetteria, della mensa.»

Lily ascoltava distrattamente Sondra. Più che altro era occupata ad ammirare quella che sarebbe diventata la sua nuova casa. Tutti i settori erano divisi da prati curati da professionisti, non un filo d'erba era fuori posto. Persino tra i fiori non sembrava essercene uno meno perfetto dell'altro. Arrivati all'edificio principale posto al centro del campus, vide una fontana monumentale.

«Questa è la fontana in onore di Agape.» spiegò Sondra «Come potete vedere ci sono sette statue, quella al centro rappresenta Ditru, le altre sei attorno le altre regioni. Bella vero?»

«Quello laggiù è l'edificio principale del Campus ed è lì che avrà luogo il benvenuto per voi. Mi raccomando ragazza di Floan, non restare imbambolata anche lì!» le disse Ace a mo' di sfida.

«Farò del mio meglio.»

Il benvenuto durò poco: la direttrice, Ellison Ribs, aveva spiegato tutto nei minimi dettagli senza troppi giri di parole, infatti dopo mezz'ora furono liberi di andare a sistemarsi nei propri alloggi. Lily prese la valigia e si avviò con Zelda che chiacchierava allegramente con Liam della loro città e degli amici rimasti lì. Arrivarono finalmente allo stabile riservato ai Privilegiati e si divisero in due gruppi, i ragazzi con Ace e le ragazze con Sondra.

«Alexandra, Lily e Zelda stanza 4. Divertitevi!» disse la ragazza indicando una porta bianca. Diede a ognuna di loro una chiave e gridò «Mi raccomando, non perdetela!» mentre andava via.

Fu Zelda ad entrare per prima e si mise a sedere su un letto. 

«Io mi sistemo qui, per voi va bene?» esordì.

«Certo» rispose Lily, mentre l'altra ragazza fece un semplice gesto affermativo e andò a sistemarsi nel letto opposto. 

«Io comunque sono Zelda e lei è Lily. Tu devi essere Alexandra.»

La ragazza la guardò per alcuni secondi, poi tornò a disfare la sua valigia.

«Guarda che sto parlando con te.» disse contrariata, poi si rivolse a Lily «Sarà per caso sordomuta?»

«Ci sento benissimo e come puoi notare so anche parlare.»

«Allora perché non mi hai risposta?»

«Perché la tua era una domanda stupida.»

«Come scusa?» la faccia di Zelda era diventata rossa quasi quanto i suoi capelli.

«Quella che sembrava un'esaltata ha detto il mio nome poco prima di darci le chiavi. A meno che tu non sia sorda dubito che non l'abbia sentito.»

Zelda era talmente furiosa che Lily dovette portarla fuori a sbollire, ma al loro ritorno l'atmosfera non era affatto cambiata. Alexandra sembrava tutto fuorché interessata a fare amicizia, o quantomeno ad avere un rapporto cordiale con loro. Pensò che molto probabilmente era una semplice difesa la sua, bastava solo darle tempo. O almeno lo sperava.

L'indomani sarebbero iniziate le lezioni e l'unica cosa che desiderava era che tutto andasse bene. Avrebbe pensato poi a come rendere la convivenza tranquilla, per ora voleva solo dormire e tornare nei sogni a casa sua.

"Casa. Chissà quando potrò tornarci?"

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