Missione LxL: distruzione della coppia MxM di madychan (/viewuser.php?uid=72275)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1.Mello ***
Capitolo 2: *** 2.Matt ***
Capitolo 3: *** 3. L e Misa ***
Capitolo 4: *** 4.Aiber e Sayu ***
Capitolo 5: *** 5. Light (e Near) ***
Capitolo 6: *** 6. Giornata tipo di un giornalista troppo fiducioso nel destino ***
Capitolo 7: *** Cena... di famiglia? ***
Capitolo 8: *** Serata indimenticabile ***
Capitolo 9: *** Risveglio ***
Capitolo 10: *** Non c'è colpo che non renda ***
Capitolo 11: *** Tutto può succedere...nel giorno del trasloco ***
Capitolo 12: *** Fino a data da destinarsi ***
Capitolo 13: *** Due più due fa quattro. Sempre. ***
Capitolo 14: *** Mai cantare vittoria troppo presto... ***
Capitolo 1 *** 1.Mello ***
Missione
LxL : distruzione della coppia MxM
Salve
a tutti! Questa è la primissima fanfiction che
pubblico... Vi prego soltanto di essere clementi, perchè
è nata in un momento di sfaso e non so che ne
verrà
fuori! Detto questo, vi invito a
leggere e a commentare! XXX by madychan
Disclaimer: i personaggi di questa fanfiction sono di
proprietà di Tsugumi Obha e Takeshi Obata, che hanno creato
quel manga fantastico che è Death Note. Questa storia non
è stata scritta a scopo di lucro.
Capitolo primo: MELLO
È la città di notte, quella che adoro
più di tutte.
Le luci in particolare, che illuminano la nera oscurità,
rendendo l’atmosfera delle strade misteriosa e, a mio parere,
invitante.
Ovviamente, i lati che preferisco della notte rispetto al giorno sono
tanti. La tranquillità è la prima,
però, specie quando, dopo la mia estenuante giornata tipo da
giornalista, mi ritrovo a gustarmi una buona serata di film o
videogiochi a casa, comodamente stravaccato sul mio divano, la testa su
un bracciolo e i piedi su quello opposto, circondato dal disordine del
mio caotico bilocale in un anonimo condominio di un comunissimo
quartiere della grande Tokyo.
Non amo vivere nel mondo notturno; ma non disdegno conoscere gente,
magari abbastanza invitante per quanto riguarda l’aspetto
fisico. E il posto migliore in cui fare questo tipo di conoscenze
è, senza dubbio, una discoteca.
Sono appunto qui, che ammiro le luci psichedeliche che fanno luce nel
locale, abbagliato da quella luminosità a intermittenza che
non vedo ormai da tanto tempo, dato che per parecchio sono stato
impegnato con il lavoro, e la sera spesso mi sono addormentato sul
divano, completamente stravolto.
Ma questa sera ho trovato la voglia di uscire, tratta fuori da
chissà quale recondito angolo del mio corpo;
perciò, mi sono deciso ad andare in qualche locale giusto
per bermi qualcosa e, se fortuna vuole, incontrare qualcuno che mi
faccia divertire un po’.
Il rumore della musica assordante si sente anche da fuori, ma entro
comunque, ormai abituato, dato che sono stato fuori per qualche minuto
per assuefarmi un attimo al suono. Il locale, come vedevo da fuori,
è a stento illuminato in luoghi che non sono i cubi o i
pali; proprio sopra uno di essi vedo una bassa e provocante ragazza
bionda, vestita con dei pantaloni neri e una canotta, altrettanto nera
– entrambi i capi sembrano di pelle. È poco munita
di seno, ma ha un sex appeal e un magnetismo che sfocia quasi nella
libidine – particolarmente evidente nei suoi occhi marroni.
Davvero pazzesco.
Mi imbambolo per un po’ a guardarla, catturato da
quegli occhi, fermo poco lontano dalla soglia. I suoi occhi sono
tremendamente accattivanti. I suoi movimenti sono fluidi e provocanti.
I suoi capelli biondi – che non possono essere altro che
tinti – scendono sulle sue spalle. Le sue gambe e le sue mani
si avvinghiano abilmente intorno al palo, per poi lasciarsi andare in
un morbido movimento, una mano e una gamba ancora ad affidarsi al palo,
mentre l’altro braccio e l’altra gamba si lasciano
andare giù.
Nonostante intorno a lei si sia creata una piccola folla, quella mossa,
chissà perché, fa finire i suoi occhi incatenati
ai miei, per un lunghissimo e interminabile attimo.
Mi metto a osservarla, esaminando ogni punto di quelle iridi che, lo
so, sebbene così lontano da lì mi hanno visto. Il
mio sguardo scorre sul suo viso, vedendo che le sopracciglia sono
leggermente inarcate, e che il suo volto è e permeato da una
sottile espressione sorpresa, messa in risalto, dalla bocca lievemente
aperta.
Quella stessa bocca che, qualche attimo dopo, si increspa in un sorriso
sarcastico e provocante, mentre le iridi tornano maliziose e saccenti,
e la padrona di tutto quello torna su a danzare, come se fosse
tutt’uno con il palo.
Rimango per un breve istante a fissarla, stupito; poi, mi dirigo verso
uno dei divanetti, sistemandomi gli occhiali sul naso. Mi stravacco,
metto le braccia sullo schienale e reclino la testa
all’indietro, allargando leggermente le gambe, rilassandomi,
mentre il rumore della musica, strano a dirsi ma vero, mi accompagna in
quel relax.
Diamine, se volevo riposare potevo starmene a casa…
Ma questo, in linea di massima, è un buon posto per
rimorchiare e sfogarsi come si deve. I miei capelli rossi e i miei
occhi dorati attirano ancora le ragazze, anche se nessuna, per il
momento, sembra volersi avvicinare. Ma non è che
m’interessi molto, dopotutto; una serata in discoteca senza
una ragazza si può fare, basta che non diventi un vizio.
Cazzo, dopotutto ho solo ventidue anni, avrò un
po’ di diritto di divertirmi, no?
Sento qualcosa sfiorare con leggerezza il mio bacino, mentre
qualcos’altro mi stringe lievemente i fianchi. Una mano
delicata mi sfila gli occhiali dal viso, per poi salire verso i miei
capelli, e scendere lentamente verso il collo, il petto…
l’addome…
Apro gli occhi, scuotendomi da quella trance e rendendomi conto di
quella situazione.
Mi trovo davanti, comodamente seduta sulle mie gambe, la ragazza bionda
del palo.
Manco a farlo apposta, guardo verso il mio bacino, intercettando,
ovviamente per la posizione equivoca in cui era seduta – e di
cui non sembrava vergognarsi più di tanto – il
suo. Perché sento qualcosa di strano lì
dove…?
Alzo gli occhi, esterrefatto.
Quello schianto è…
…un ragazzo?!
Lui avvicina il suo volto al mio, con una strana espressione
contemplativa e, al contempo, lasciva, negli occhi.
« Allora sei sveglio… » commenta.
« Sai che sei molto meglio, senza occhiali? »
Lo guardo per qualche secondo: in effetti, ha un corpo maschile, per
quanto androgino. È magro, basso, ha dei lineamenti,
facciali e non, molto fini, e ha i capelli biondi che gli arrivano fino
alle spalle. Ma la sua voce e la presenza al suo cavallo mi danno la
conferma che quello che ho davanti non è per niente una
ragazza.
« Potresti toglierti? » domando, quasi seccato.
Il biondo sorride, malizioso, per poi alzarsi – stranamente
senza fare storie. Strano, avrei giurato che uno con quella faccia si
sarebbe quantomeno lamentato, essendo gay – sicuramente
– ed essendo – teoricamente – appena
stato respinto. Ma lui non sembra del mio stesso avviso.
« Un eterosessuale? » domanda. « Mi
dispiace. »
Non è dispiaciuto. Per niente. La frase che aveva detto
l’aveva detta con sarcasmo e con una punta di perversione.
« Le mie tendenze non ti devono interessare. »
replico, scocciato.
Lui inarca per un attimo il sopracciglio, per poi voltarsi e lasciarsi
andare seduto sul divano, accanto a me, appoggiandosi allo schienale e
incrociando le braccia. Lo guardo accavallare le gambe con fare
sensuale, tentatore, quasi femminile.
« Chi sei? » domando, vedendo che lui non parla,
anzi, che si è rilassato, reclinando la testa
all’indietro come io ho fatto prima. Al sentire la mia
domanda, però, alza immediatamente il volto e apre gli
occhi, puntandomi contro il dito.
« Che razza di gentiluomo sei?! Nessuno ti ha detto che ci si
deve presentare, prima di chiedere il nome a qualcuno che non conosci?!
» esclama, esterrefatto.
Lo guardo, un po’ stranito da quel comportamento. «
Nessuno ha detto che sono un gentiluomo. » replico, ironico.
Lui sbuffa, ritrae il dito e mi guarda, seccato. « Immagino
che tu non hai molto successo con le donne. »
« Immagino che tu non abbia…
»
sottolineo.
Ops. La solita deformazione professionale.
« Che cazzo stai dicendo?! » esclama lui, furioso
oserei dire.
« Nulla. Deformazione professionale. » dico. Poi,
però, noto che il suo sguardo furibondo per essere stato
preso in giro ora esige delle spiegazioni. Perciò gliele do.
« Nella frase che hai detto ci va il congiuntivo con la sua
probabilità, e non l’indicativo che ci hai messo
tu, perché è il modo della certezza. »
« No! » ribatte lui, seccato. « Tu non
hai successo con le donne! È assolutamente certo,
se parli
in questo modo per rimorchiare! Che cazzo sei, un verginello di merda
che viene in discoteca per la prima volta?! »
« No… E poi non parlo così per
rimorchiare… »
« Ah… Quindi mi stai dicendo che non ti interesso
e che non mi vuoi rimorchiare? »
Lo guardo, senza capire più niente di quella situazione
assurda. « Non ho mai detto di volerti rimorchiare. E poi, te
l’ho detto, è solo una deformazione professionale.
Mi è venuto spontaneo correggerti, è una cosa che
nemmeno penso più, ormai. »
« Che rompicazzo. » commenta lui. «
Comunque, mister gentiluomo, il mio nome è Mello, visto che
prima me l’hai chiesto. Ma per te sono semplicemente Mihael.
»
« Mihael? E perché non Mello? » domando,
curioso.
« Perché Mello è per gli amici, e tu
non sei mio amico. » replica lui, con un ghigno. «
Hai intenzione di presentarti? »
« Mail Jeevas. » dico, un po’ seccato.
« Mail? » chiede, guardandomi. « Non mi
piace. Ti facevo più con un nome diverso… tipo
Matt. »
« E invece mi chiamo Mail. » rispondo. «
E sarei contento se anche tu mi chiam… Che stai facendo?!
»
Mello si mette di nuovo a cavalcioni su di me, in un modo identico a
quello in cui era quando me lo sono trovato davanti. Nelle sue iridi,
sarcasmo, ironia, malizia e libidine. Mi prende delicatamente il volto
con le mani.
« Tu non sei etero. » dice. « Un etero
normale se ne sarebbe andato appena mi sono seduto di fianco a te e
sono stato zitto. »
Quella frase non può fare a meno di farmi arrossire un
po’, ma sostengo il suo sguardo, deciso e fermo.
« Nessuno ha detto che sono etero. » dico,
sarcastico. « E nessuno ha detto che non lo sono. »
« Mmmmh… » Mello avvicina il suo volto
al mio. « Questo “nessuno” parla un
po’ troppo per i miei gusti… Matt. »
Sento il suo respiro sulla mia bocca, mescolato al mio. Il suo petto
aderisce sensualmente al mio.
« Ti ho detto che mi chia… »
La mia protesta viene immediatamente stroncata dalle sue labbra, che
veloci si posano sulle mie, iniziando praticamente dopo un nanosecondo
a leccare e succhiare. Sapientemente e tremendamente, terribilmente
sensuali. La sua lingua accarezza le mie labbra con tanta voglia che
subito apro la bocca, per sentire la sua lingua iniziare un atto di
vorace lotta contro la mia. Le sue mani scendono verso il mio addome,
si introducono sotto la maglia a righe bianche e nere, accarezzandomi
il petto con movimenti lenti e lascivi, circolari e rilassanti. Mi
rendo conto di non poter fare lo stesso con Mello, perché il
suo giubbottino a forma di canotta aderisce alla sua pelle come una
seconda rivestitura.
Poi, una consapevolezza. Il nanetto mi vuole far fare la parte passiva.
Mi stacco improvvisamente dal bacio, con un suo mugugno di dissenso. Ma
cambia subito espressione quando vede i miei occhi: la voglia di sesso
che ho dentro e che sto liberando deve essere veramente evidente, per
stupirlo.
« Spostati. » dico. Mello sembra non voler
obbedire. Mette su il broncio – adorabile, lo ammetto
– e incrocia le braccia, seccato.
Lo prendo su di peso e lo sposto sul divano, sbattendolo sdraiato; il
suo sguardo si è fatto più serio e stupito,
mentre mi alzo.
« Ehiehiehiehi!!! » esclama, alzandosi a sedere.
« Dove credi di andare, tu?! »
Sorrido, sarcastico, soddisfatto della riuscita provocazione. Gli porgo
una mano che lui guarda, per poi guardarmi negli occhi, perplesso da
questo gesto.
« Prendila. » dico. « Andiamo.
Che hai, paura? »
Mello mi fissa, senza parole, inarcando sarcasticamente un sopracciglio.
« E dove andremmo, scusa? » domanda.
« A casa mia. »
Un’idea impulsiva, un’azione non premeditata. Non
è da me, che di solito sono riflessivo e tranquillo. Ma,
primo, questa idea mi balenava già da un po’ in
testa; secondo, questo biondino casinista e volgare non mi dispiace, e
questo non è da me: di solito preferisco le persone simili a
me, o che non attirino troppo l’attenzione. Cosa che Mello
sicuramente non è. Perciò voglio capire
perché mi intriga così tanto pur essendo
così fuori dai miei standard.
Mello si mette a ridere, divertito, abbandonando la testa
all’indietro. Una risata che mi sembra stranamente
cristallina, su un viso che, improvvisamente, sembra illuminarsi,
incantandomi.
« A casa tua? » chiede, smettendo di ridere e
guardandomi, ma rimanendo comunque con
un’espressione ironica e divertita stampata in faccia.
« Non ti facevo così audace, a prima vista.
»
Già. Nemmeno io.
« Vuoi venire o no? » insisto.
Lui inclina la testa di lato. « Quanto offri? »
Rimango per un attimo basito. « Come, scusa? »
« Quanto mi dai? Perché vuoi scopare, no?
»
E lui perché sembra così intrigante anche quando
parla così, dannazione?
« Sei stato tu il primo ad avvicinarti. » replico,
sulla difensiva. Intrigato sì, ma fesso no. «
Teoricamente saresti tu quello che per primo vuole scopare. Io non ho
fatto nulla. »
« Pronto? Secondo te come mi guadagnerei da vivere, se non
facessi io la prima mossa? » fa lui. « Oltretutto,
non hai rifiutato nemmeno il bacio. E poi, perché saresti
qua, se non per trovare qualcuno con cui scopare? »
« Va bene, va bene, ho capito! » ribatto, seccato.
« Se vuoi soldi te li do, ok? Quanto vuoi, si può
sapere? »
Mello si alza, mi sfiora il mento con un dito.
« Niente. Stavo scherzando. » dice, a pochi
millimetri dal mio viso, la voce bassissima. Riesco a sentire il suo
alito, il suo respiro caldo, quasi le sue labbra che sfiorano le mie.
« Vuoi venire, allora? » chiedo, in un sussurro.
« Come? Non ho sentito… » replica lui,
rompendo quell’attimo di incanto. Si allontana da me,
rimanendo più distante si qualche attimo fa, dalle mie
labbra, ma non troppo. Lo fisso, seccato da
quell’interruzione.
« Ti ho chiesto se vuoi venire! » esclamo,
perdendo, per la prima volta in vita mia, le staffe.
Lui ride, divertito. Che cazzo hai da ridere?!
« Devi vederti! Hai la faccia tutta rossa! »
esclama, puntandomi.
Adesso però mi stanno proprio girando le palle. Cazzo,
è stato lui a provocarmi apposta, a interrompere quel
quasi-bacio di poco fa di proposito (perché era lampante che
l’avesse fatto di proposito), e ora se la rideva pure?!
Lo afferro per il polso e lo scaravento sul divano su cui eravamo
seduti, con violenza. Mi metto sopra di lui come lui prima era sopra di
me, e lo bacio di sorpresa, brusco, e quasi presuntuoso.
Sento i muscoli del suo polso irrigidirsi leggermente, prima di
rilassarsi; ma lui ancora non accenna ad aprire le labbra. La mia
lingua diventa più vogliosa e sensuale ogni secondo che
passa, in una libidinosa attesa.
Mello mi afferra per la nuca con la mano libera, e mi attrae a
sé; è forte, per essere così
piccolino. Apre la bocca, facendomi sprofondare in un bacio che ha ben
poco di non erotico; la sua lingua lotta con la mia, passionale, e i
suoi denti mordicchiano e succhiano sensualmente le mie labbra, lievi
ma vogliose. Sento la mia mano allentare la presa sul suo polso, mentre
il mio corpo si rilassa, abbandonandosi a quel biondo che ho sotto di
me.
La mancanza d’aria si fa sentire improvvisamente;
è come qualcosa che mi fa girare la testa, inibendomi i
sensi. Non so se Mello se n’è accorto o ha bisogno
di ossigeno come me, ma è lui il primo a rallentare,
mollando la presa sulla mia testa e chiudendo la bocca, mentre il
nostro bacio diventa semplicemente uno sfiorarsi di labbra, che a
rilento si separano, in definitiva.
« È vicina casa tua? » domanda lui,
ansante. Sento un qualcosa di leggermente duro al suo cavallo. Ma,
dopotutto, non gli posso dare torto: è stato tremendamente
eccitante. E poi, dovevo aspettarmelo: ha una faccia che lo fa sembrare
la personificazione del desiderio sessuale.
« Non tanto. » replico, alzandomi e permettendogli
di fare lo stesso. « Ma sono qua in moto. »
Mello sogghigna. « Comincio a rivalutarti. »
commenta, restituendomi gli occhiali che mi ha fregato prima.
« Dài, andiamo? »
Lo seguo mentre usciamo dal locale. Non posso fare a meno di notare i
bracciali tintinnanti al suo polso, che prima non avevo notato, e che
lo fanno sembrare ancora più femminile. A differenza invece
della sua camminata, decisa e perfettamente maschile.
L’aria fredda della notte ci accoglie con una sferzata di
vento. Osservo Mello, che ha la pelle d’oca e trema
convulsamente, in preda, ovviamente, al gelo.
« Non hai niente per coprirti? Guarda che in moto fa ancora
più freddo. » lo ammonisco.
Lui mi guarda, rabbioso. Ma che cazzo ho detto, ora?!
« Ho una giacca dentro. » risponde, battendo i
denti. « Me l’ero dimenticata. Vado a prenderla.
»
Sorrido mentre lui torna dentro. Allora non era incazzato. Stava solo
cercando di non battere i denti in mia presenza.
Entro anche io, seguendo la sua inconfondibile chioma bionda. Lui ha
già fatto, perché mi nota e viene verso di me,
infilandosi un giubbotto di pelle nera. Mi precede di nuovo fuori, e io
lo seguo, con un mezzo sospiro, chiedendomi perché quel
ragazzo sia così incazzoso e perché, di tutta la
gente che potevo incontrare stasera, ho dovuto incontrare proprio lui.
Lo vedo rabbrividire di nuovo, strofinarsi le braccia con forza, per
trovare un po’ di calore. Sospiro, non potendone fare a meno.
Mi avvicino a lui e lo stringo a me, abbracciandolo con una mano sulla
spalla. Come risultato, ottengo che lui mi guarda, smarrito.
« Va meglio, così? » domando.
« Ma… che…? » replica lui,
allibito, guardando il braccio, per poi tornare a guardare me.
« Perché? »
« Stai morendo di freddo. Ora va meglio? »
« Io non sto morendo di freddo! »
Lo fisso per qualche attimo negli occhi. « Smettila di
negare. Hai freddo. Ti ho solo chiesto se va meglio, non di
ringraziarmi. » dico, intuendo subito la preoccupazione
dettata dal suo orgoglio.
Lui mi guarda, a dir poco irritato. Sospiro di nuovo, non aspettandomi
una risposta da lui. Lo spingo con me verso il posto dove ho
parcheggiato la moto, pazientemente.
La mia moto è una delle poche cose di cui vado fiero e che
tratto con tanta, tanta cura. È di color nero, come la
notte, semplice ma allo stesso tempo molto potente; vanta una potenza
che esplode nel giro di pochi attimi. La cosa che più adoro,
oltre ai videogiochi, è andare in giro ad alta
velocità sulla mia adorata moto.
Lascio andare Mello, che è rimasto a fissare il mio veicolo,
imbambolato. Con un sorrisino orgoglioso, mi avvio a rovistare nella
sella, sotto la quale sono conservati il mio casco e il giubbotto che
indosso per non prendere freddo. Li tiro fuori, guardando
Mello, pensieroso, mentre lui continua a guardare la moto.
Sospiro. Spero di non prendermi un accidente.
Gli infilo il casco in testa e glielo allaccio, mentre lui mi rivolge
uno sguardo sorpreso.
« Togliti il giubbotto. » dico.
« Eh?! » esclama lui, sconcertato. « Ma
che stai facendo, si può sapere?! »
Lo guardo per qualche attimo, quasi senza sentirlo. Poi gli porgo il
giubbotto, sospirando. Il suo giubbottino di pelle è troppo
piccolo, di certo non mi va.
« Niente. Metti questo, altrimenti ti pigli qualcosa.
» lo invito. Lui mi osserva, sbalordito.
« Che… Perché? »
« Perché sennò prendi freddo.
»
« Guarda che anche te potresti prendere freddo! Non sei molto
più coperto di me, Matt! »
Sbuffo. Per tre motivi.
« Uno: sono molto più coperto di te,
perché, anche se non sembra, la mia maglia è
calda. » replico. « Due: ti ho già detto
che mi chiamo Mail, non Matt. Tre: se proprio vuoi chiamarmi con quel
nomignolo, almeno pronuncialo giusto. »
Mello mi prende il giubbotto di mano e se lo infila, guardandomi
snervato.
« Che rompicoglioni! » esclama, con fare saccente e
seccato. « Io ti ho dato il soprannome, e io lo pronuncio
come voglio! Capito, Matt? »
Assottiglio gli occhi, irritato. Dannazione, quella
“a” di Matt è troppo aperta.
Però, alla fine della fiera, non mi dispiace.
« Per il casco e il giubbotto potresti anche ringraziarmi,
invece di darmi del rompicoglioni. » lo provoco, sentendo
l’impellente bisogno di rispondergli a tono. «
Andiamo, ora? »
Lui annuisce, sprezzante. Si dirige verso la moto, ma gli passo davanti
e salgo prima io. Lui sale dietro di me, mentre io accendo il motore, e
lui aggrappa alle maniglie ai lati della sella.
Mi scappa un leggero ghigno. Mi tolgo gli occhiali e mi metto la
visiera legata al manubrio, e i guanti che ho tenuto in tasca.
Accelero di botto, partendo con una sgommata. Mello, preso sicuramente
alla sprovvista, si avvinghia all’istante ai miei fianchi,
stringendomi con forza. Sento il casco sbattere leggermente contro la
mia schiena, ma non mi dà fastidio; giro a destra, entrando
in una via larga e non trafficata. Non c’è
praticamente nessuno, in strada.
Getto un’occhiata a Mello, che si stringe a me; ha un lieve
rossore sulle guance, vedo alla luce di un palo, anche se lui tenat
sicuramente di nasconderlo coprendomi la visuale con il casco. Mi
volto, mettendomi a ridere. Non lo facevo per niente un tipo timido.
Il nostro viaggio prosegue in silenzio, con il solo rumore della moto a
farci da sottofondo e il vento a trapassarci le orecchie. Sento
l’aria sferzarmi il viso, e un leggero brivido percorrermi le
mera da cima a fondo. Le mani di Mello, intanto, mi stringono la
maglia, gelide. Guardo per un istante verso il basso; in effetti le sue
mani sono scoperte, e sono strette spasmodicamente al mio addome,
tremanti per il freddo autunnale.
Accelero, arrivando velocemente a casa. Parcheggio la moto nel cortile
del condominio, per poi spegnerla. Sento Mello rabbrividire, contro la
mia schiena. Mi stringe di più, le mani congelate.
« Mihael, tutto bene? » domando, preoccupandomi.
« Siamo arrivati. »
Mello alza lo sguardo, dando un’occhiata intorno.
« Abiti qui? » chiede, a voce bassa.
« Beh, non in cortile. È un po’ scomodo,
ti pare? »
Mi lancia un’occhiataccia. « Il tuo umorismo fa
davvero cagare. »
« Il tuo invece è inconsapevole ma esilarante.
» replico, sardonico. « Mi stai stritolando come
una ragazzina terrorizzata. »
Mi guarda, notando le proprie braccia attorno al mio busto, e avvampa.
Si scosta immediatamente da me, distogliendo lo sguardo. Mi permetto
una risatina divertita ma silenziosa, mentre lui non mi guarda.
Mi alzo, mentre lui si sbilancia leggermente una volta che la moto non
ha più il mio appoggio. Lo afferro per la vita, stringendolo
a me.
« Forse è meglio se scendi. » dico, con
un sorriso e un tono che, lo so, sono tremendamente sarcastici e, di
conseguenza, irritanti.
E infatti, Mello mi guarda, per poi infuriarsi, scostarmi e alzarsi.
Sorrido, e incateno la moto in modo che non la rubino.
Dopodiché, mi volto verso di lui e lo precedo verso il
condominio. Apro il portone e salgo le scale, sentendo le sue scarpe
fare rumore, sui gradini dietro di me.
La mia casa è al secondo piano. Apro la porta, accendendo la
luce e il riscaldamento.
C’è solo un’espressione precisa per
descriverla, ed il primo a usarla, tra noi due appena
arrivati, è Mello.
« Che casino… »
Ci sono giornali e riviste dappertutto. Il pavimento è
tappezzato di fogli, bozze accartocciate di alcuni miei articoli,
penne, vestiti, e addirittura una coperta sfatta. L’altra
coperta è sul divano, anch’essa messa del tutto in
disordine. Di sicuro la mia casa necessita di un po’
d’ordine e di pulizie. Ma, tra una cosa e l’altra,
non ho mai né la voglia né la forza di fare
né una cosa né l’altra.
« Però è carina… La mia
è fin troppo ordinata. » dice Mello, entrando e
mettendosi a perlustrare il tutto. Lo seguo, a ruota, chiudendo la
porta dietro di me.
« Il mio coinquilino è fin troppo
meticoloso… È uno scassa coglioni peggio di te.
» continua, proseguendo con il suo interessante – e
infamante – monologo. « Da me non ci può
essere una cosa fuori posto. Almeno qua è un po’
diverso. »
Mi avvicino alla zona che sta perlustrando, inseguendolo e togliendogli
il casco. Mello mi guarda, intensamente.
« Non hai la faccia di uno che vuole farlo. »
commenta, con un sorrisino ironico che gli increspa le labbra.
« In effetti sono un po’ stanco. »
ammetto, mettendo il casco da parte, sul tavolo.
« Non sei abituato a fare le ore piccole, eh? » mi
provoca lui, ghignando.
« Sei tu che mi hai scandalizzato! » protesto,
puntandolo. « Nessuno ci aveva mai provato così
spudoratamente con me! »
Mello ride. « Ah sì? » mi chiede, con un
sorrisetto divertito. « Strano… »
Mi sento avvampare. Mello invece se la ghigna, divertito –
oserei quasi dire esilarato – e si toglie il giubbotto che
gli dato in prestito per non fargli prendere freddo sulla moto.
« A dirla tutta… » azzarda,
avvicinandosi a me e mettendo il giubbotto sullo schienale di una sedia
del tavolo del salotto. « …ho un po’ di
sonno pure io. Non so se chiederti di stare qua o riaccompagnarmi a
casa, però… »
Sorrido. Non me lo immaginavo uno che si faceva così tanti
problemi.
« Stai qua. Per me non c’è problema.
» dico, prendendo il pacchetto delle sigarette e estraendone
una, per poi metterla in bocca e accenderla.
« Davvero? » chiede, guardandomi sorpreso.
Guardo l’orologio. Le tre di notte. Merda…
« Davvero. Anche perché io domani ho da lavorare e
devo alzarmi un po’ presto. Non mi va di riaccompagnarti a
casa, e poi rischieresti di prendere di nuovo freddo. »
« Che lavoro fai? » domanda lui, incuriosito
all’improvviso.
« Giornalista. » replico io, indifferente.
Lui si mette a ridere. « Cazzo, allora è vero che
il lavoro di giornalista non ha più l’importanza
che aveva una volta! Se danno un posto persino a uno come
te… »
Sorvolo su cosa vuole dire con quel “persino a uno come
te”, ma gli getto comunque un’occhiataccia.
« Mio padre era giornalista. » ribatto, tra il
seccato e il fiero. « Ce l’ho nel sangue.
»
« Ah sì? » fa lui. « Quindi,
tipo, se mia sorella fosse un’attrice, dovrei farlo pure io
solo perché è una cosa genetica? »
« Non sto dicendo questo. Sto dicendo che non sono un
novellino perché, avendo il padre giornalista, so come ci si
deve comportare e so il mestiere. » replico, annoiato.
Intanto, osservo Mello che si siede sul divano, la gambe leggermente
divaricate, la testa reclinata all’indietro, sullo schienale.
Vado verso di lui, colto da un’improvvisa provocazione che
Mello m’ispira di nuovo. Mi metto a cavalcioni su di lui,
com’eravamo in quella discoteca, bloccandolo da entrambi i
lati con le braccia puntellate sullo schienale – tenute
lì anche per non cadergli rovinosamente sopra.
« Non ti ci vedrei male, come attore, però.
» commento. « Che fai nella vita? »
Mi guadagno una sua occhiata sarcastica, e un sorriso altrettanto
sornione.
« Studio all’università. »
replica, strafottente.
Soffoco una risata. Poi era con me che il mondo cadeva in basso.
« Ma davvero? » domando. « Hai la faccia
di uno che fa tutto tranne che studiare. Avrei detto che recitavi in
dei film vietati ai minori… »
Mello non s’incazza minimamente per
quell’osservazione. Anzi, se la ride beatamente.
« Non ho bisogno di recitare. » replica, tenendo il
gioco. « O meglio, diciamo che la dose dal vivo mi
è sufficiente. »
Non posso fare a meno di ridacchiare. Mi alzo, per poi prendere la
sigaretta, trarla fuori dalla bocca e soffiare un po’ di
fumo. Mello si stravacca ancora meglio sul divano, proprio come di
solito faccio io.
« Non avrai intenzione di dormire lì, vero?
» domando.
« Non mi vorrai far dormire sul pavimento? » chiede
lui di rimando, con un tono preoccupato e uno sguardo allegro. Mi sta
prendendo di nuovo per il culo, in sintesi.
Spengo la sigaretta nel posacenere sul tavolo. Poi, vado in mia
e rovisto tra le mie cose, cercando qualcosa di simile a una tuta per
lui. La trovo, anche abbastanza facilmente; perciò, prendo
la mia, mi svesto e la indosso, per poi portare a Mello i vestiti che
ho trovato per lui.
È sul divano, sdraiato, gli occhi già semichiusi
per la stanchezza. Lo osservo per qualche istante, pensieroso: la sua
bocca semiaperta è invitante, ma non mi sembra proprio il
caso di darci dentro ora.
« Mihael… metti questi. » dico,
scuotendolo lievemente. Lui apre di più gli occhi,
incontrando la tuta con lo sguardo; la fissa, per qualche istante, per
poi rivolgersi a me, e fissarmi; poi guarda ancora la tuta, e infine me.
Alla fine, si alza a sedere, allibito.
« Che cosa?! » esclama, fissandomi, allibito.
« Metti questi. » dico di nuovo, porgendogli i
vestiti. « Magari non sono di tuo gusto e sono un
po’ larghi, ma immagino sia meglio che dormire con dei
vestiti di pelle. »
« Ma, Mail… »
Spalanco gli occhi, esterrefatto. Perché non mi piace,
quando mi chiama con il mio vero nome? Eppure, mi sono lamentato tutta
la sera, per quella storia.
« Non posso approfittare! È già tanto
che mi ospiti! » esclama lui, curandosi di far trasparire non
poco orgoglio nella voce.
Lo guardo male per quella tracotanza. « Beh…
» dico, additando i suoi vestiti. « …sul
letto non ci dormi, con quelli. »
E mi ottengo di nuovo una sua occhiata stupita. «
Sul… sul letto? »
« Dove credevi che ti avrei fatto dormire, scusa? »
«Ma… neanche mi conosci! »
Sbuffo. Diamine, quanto sei complicato, Mello. « Mettiamola
così. Non mi piace scopare sul divano, perciò se
avessimo scopato, come avremmo dovuto fare in origine, tu avresti
dormito sul letto. Quindi, non fare storie e mettiti questi, per
favore. »
Mello guarda un po’ la tuta, perplesso. Poi la prende,
leggermente rosso in viso per quella gentilezza.
« Grazie… Mail. »
Sbuffo. Non mi piace come pronuncia il mio nome.
« Se vuoi cambiarti, vai pure in bagno. » dico,
additando la porta. « È di fianco alla mia camera.
Fai pure con comodo. »
Lui si alza, ancora imbarazzato, e va in bagno, chiudendosi dentro. Io,
invece, mi stravacco sul divano, e mi metto ad ammirare il casino che
c’è in casa mia. Forse andrebbe un po’
messo a posto, ‘sto bilocale. Ma a Mello non dà
fastidio, il disordine, e io ormai ci sono abituato. Diciamo che mi ci
ritrovo pure bene. Perciò, perché farsi tanti
problemi?
« Matt, è comodissima! »
Mi volto verso la voce entusiasta; Mello è appena uscito dal
bagno, vestito con la mia tuta, un po’ troppo grande per lui,
forse, dato che amo indossare vestiti comodi. Ma non è
eccessivamente lunga. Gli sta bene, alla fine.
« Cazzo, grazie! » esclama, entusiasta.
«Davvero posso dormire con questi? »
« Mi pare ovvio. ». Vado in bagno e prendo i suoi
vestiti, portandoli poi in salotto, e appoggiandoli sul tavolo.
« Perché, scusa, di solito come dormi? »
« Di fianco al mio ragazzo. Ti lascio immaginare dopo cosa e
come. » dice lui, incurante, rimirandosi nello specchio sulla
porta del bagno.
Io invece mi blocco, spaesato, e sempre spaesato mi volto verso di lui.
Ha il ragazzo?
Non è tanto il fatto che uno libertino, come mi è
sembrato lui, abbia il ragazzo, a infastidirmi. Cioè, non
è che mi infastidisce perché ha il ragazzo ed
è libertino… Oh, insomma. Sono infastidito
perché ha il ragazzo e basta.
« Ma cazzo, mica è premuroso come te! »
esclama Mello, di nuovo, senza incrociare la mia espressione
– davanti alla quale, ne sono certo, perderebbe tutto
quell’entusiasmo. « A volte prendo pure
freddo… Invece con questa di sicuro non ne prendo!
»
« Hai il ragazzo, quindi? ». Non posso fare a meno
di chiederglielo.
Mello si blocca e mi guarda, smarrito. Poi, arrossisce, imbarazzato.
« Beh… sì. »
« È il tuo coinquilino? »
« …Sì… »
Mi avvicino a lui. « Fammi capire. Hai il ragazzo e lo
tradisci? »
Non mi è mai piaciuto che una persona sia legata ad
un’altra e se ne sbatta, del legame che ha con lei. Non
riesco a concepirlo.
« Beh… Non proprio. » replica lui.
« Ma stasera abbiamo litigato, così me ne sono
andato di casa, e per sfogarmi sono andato lì dove ci siamo
visti. »
« Per cercare una scopata consolatoria? » domando,
irritato.
Lui abbassa lo sguardo. « Più o meno era quello
che cercavo, sì. »
« È per questo che mi sei saltato addosso?
»
Mello mi getta un’occhiata sarcastica. « Credimi.
Se avessi voluto saltarti veramente addosso, l’avrei fatto in
tutt’altro modo. »
Non mi soffermo a pensare a quello che vuole dire, con quella frase. Mi
sento improvvisamente raddolcito, nei suoi confronti. In fondo, se
avessi avuto un ragazzo e avessi litigato con lui, forse mi sarei
comportato allo stesso modo di Mello.
« Hai litigato col tuo ragazzo, quindi? » domando.
« Ti va di dirmi come mai? »
Lui mi guarda, stupito, prima di abbassare lo sguardo.
« È geloso. »
« Beh, non posso dargli torto. »
Mi fulmina con lo sguardo. Mi giustifico con una mezza risata, dicendo
che stavo scherzando, prima che lui prosegua.
« È geloso del mio migliore amico. »
continua. « Che, poi, è anche il mio rivale. Crede
che ci sia qualcosa… mentre è più che
normale che ci comportiamo da amici. Ci conosciamo da quando eravamo
alle medie… »
« È da molto che state insieme? »
« Poco dopo che abbiamo affittato lo stesso appartamento.
» dice lui. « Quindi… quasi un anno.
Circa più o meno. E ogni due per tre salta fuori questa
storia del cazzo… Sinceramente, non ne posso più.
Sto seriamente pensando di lasciarlo… »
Sospiro. « Beh, stanotte puoi dormire con me. Non
c’è problema. » dico. « Vai
pure sul letto, ti raggiungo tra un attimo. »
Annuisce, leggermente rosso in viso. Io mi dirigo verso il bagno, per
prepararmi prima di andare a dormire.
Cazzo, ma perché sento questa cosa allo stomaco, quando
penso che ha il ragazzo? Va bene che sono bisessuale, ma cazzo, Mello
l’ho conosciuto solo stasera, porca miseria! E poi, non credo
all’amore a prima vista. Per niente.
Però, devo ammettere che, per quanto con un carattere
irascibile e discutibilmente libertino, almeno per i miei gusti, Mello
alla fine non mi dispiace come persona, nel complesso.
Sento il suo telefonino suonare, nella stanza accanto. Mello risponde,
svogliatamente, borbottando parole che non riesco a recepire. Per un
po’ non sento altro che i suoi mugugni incomprensibili.
« Cazzo, Light, lasciami in pace, almeno per una volta!
». Salto, colto alla sprovvista, voltandomi verso il muro,
come se potessi vedere al di là. « Non sono da
lui, che immagino che sia impegnato a fare ben altro! Lasciami dormire,
cazzo, che sono le tre del mattino! »
Esco dal bagno, stupito. Probabilmente era il ragazzo di
Mello. Che cosa si erano detti, esattamente?
« Ah… Scusa il casino, Matt…
» dice lui, appena compaio sulla soglia della camera. Lo
scruto per qualche attimo, prima di spegnere la luce del salotto e
della camera, e andare verso il letto, per accendere la luce del
comodino e sdraiarmi sotto le coperte, insieme a lui. Mi sdraio,
condividendo con il biondino metà – e anche meno
– del mio letto a una piazza e mezza.
« Non importa. » dico. « Era il tuo
ragazzo che ti cercava, immagino. »
Mello annuisce. « Sì… Anche se
più che altro credo che volesse sapere se ero dal mio
amico… »
« Nh. » commento, laconico. «
Beh… Forse ora è meglio se ti riposi un
po’, Mihael. »
Mello annuisce, accoccolandosi meglio accanto a me. « Grazie
di tutto… Mail. »
Spalanco gli occhi chiusi da un solo attimo, improvvisamente irritato.
Scosto le coperte e mi piazzo cavalcioni sopra di lui, il mio viso a
pochi centimetri dal suo. Mello mi fissa, sconvolto.
« Smettila di chiamarmi Mail. » dico, anticipando
la sua domanda. « Chiamami Matt. »
Mello mi guarda per un attimo, incredulo, a bocca aperta. Poi sorride.
« Ma tu guarda questo… Mi hai rotto le palle tutta
la sera, perché volevi che ti chiamassi Mail! »
esclama, portandomi le braccia ad avvolgermi il collo. «
Comunque… va bene, Matt. »
Si avvicina lentamente a me, sfiorandomi con le labbra con le proprie.
Però non si decide a baciarmi. Di sicuro ora ha degli
scrupoli.
« Mihael… Posso…? » domando,
incerto.
« Chiamami Mello. » mi interrompe lui, baciandomi
subito dopo, delicatamente. Mi attira verso di sé con tanta
forza che cado sopra di lui. Preso dalla voglia, e dal fatto, non poco
eccitante, che Mello ha cominciato a leccarmi le labbra per far entrare
la sua lingua nella mia bocca, lo attiro a me per la nuca e,
contemporaneamente, apro leggermente le labbra, introducendo la mia
lingua nel suo anfratto, facendolo sprofondare in un bacio
piacevolmente lussurioso, di cui lui ricambia
l’intensità. Alla fine, come prima, annego nella
voglia carnale di quel bacio, soprattutto quando Mello struscia il
proprio bacino contro il mio, facendomi sentire che è
tremendamente eccitato. Lo sento gemere nel bacio, stringendo di
più la presa sul mio collo. Mi stacco, lasciandogli prendere
un po’ d’aria. Sotto di me, appena mi sono separato
da lui, Mello ansima, accaldato nonostante il freddo della temperatura
esterna, ed eccitato. Avvicino di nuovo il mio bacino, meno eccitato,
al suo; lui geme di nuovo, gli occhi chiuse, le guance rosse.
« Così non puoi dormire… »
commento. « Te le vai a cercare, eh? »
« Sta’ zitto, che sei eccitato pure te…
» replica lui, ansimando.
Vorrei fare qualcosa di più, con lui, ma la consapevolezza
che a casa ha qualcuno che lo aspetta mi blocca.
Però, alla fine, decido che non posso nemmeno lasciarlo
così: non dormirebbe.
Faccio scendere la mano sinistra sul suo addome, alzando la maglia e
accarezzandogli la pelle, lentamente; le mie dita scendono con calma
quasi snervante, arrivando a toccare l’elastico dei
pantaloni. Vanno poi ad accarezzare la sua erezione, attraverso la
stoffa. Lo sento ansimare di piacere, la sua voce farsi roca.
« Matt… »
Entrambe le mie mani salgono fino a sfiorare l’elastico dei
pantaloni di Mello, per poi abbassarglieli fino alle ginocchia. Senza
aspettare, gli abbasso anche i boxer, ammirando la sua eccitazione
nella sua interezza.
« Matt, che fai? » domanda lui, gli occhi liquidi.
Alzo la testa, distogliendo lo sguardo dalla mia contemplazione.
È mezzo rincoglionito, dal sonno e
dall’eccitazione.
« Rilassati. » replico, accarezzandolo dolcemente
sulle gambe. Lo sento mormorare lievi suoni di consenso a come lo
tocco. Le mie mani si spostano sempre di più verso
l’interno coscia, salendo fino al suo bacino, fino ad
accarezzare la sua erezione.
« Mmmmh… Matt… ». Geme, di
piacere. Si contorce leggermente, spinge di più il suo
bacino verso di me. « Più veloce…
»
Obbedisco, sentendo Mello gemere più forte sin da subito, e
miagolare il mio nome, in mezzo al piacere. Le mie mani sono sempre
più veloci, finché non raggiungo il risultato di
farlo gemere spasmodicamente, facendolo venire tra le mie mani.
« Matt… » sussurra, portando la punta
del naso ad accarezzarmi lievemente il collo. Le sue mani si
avvinghiano di più poco sotto la mia nuca, e lui mi avvicina
a sé, per poi schioccarmi un bacio sulle labbra, in cui,
anche se per poco, mi concedo di sprofondare. Quando sento che,
però, la sua presa si fa più debole, mi stacco,
facendogli riprendere fiato.
« Matt… dormiamo insieme, vero? »
domanda, mezzo addormentato.
Gli sfioro il viso con le labbra. « Sì, Mello. Ora
arrivo. Se vuoi nel frattempo puoi addormentarti. »
« Mh… Va bene… » mormora lui,
lasciandomi andare.
Un attimo dopo è già nel mondo dei sogni.
Sorrido, rassegnato, e gli tiro su pantaloni e boxer. Ci conosciamo da
neanche tre ore, eppure mi pare che ci comportiamo come se ci
conoscessimo da una vita intera.
Mi alzo dal letto, muovendomi con una leggera difficoltà per
via dell’eccitazione che ho in mezzo alle gambe. Quel
biondino mi ha eccitato talmente tanto che, a momenti, venivo solo
guardandolo mentre godeva. Mi sembrava la lussuria più pura
del mondo, mentre lo toccavo.
Vado in bagno e, invidiando il ragazzo di Mello – di cui
nemmeno ricordo il nome – mi sfogo da solo, pensando al
biondino che c’è al di là del muro, e a
quello che potrei fargli se non fosse impegnato. E la cosa mi fa
provare un piacere indescrivibile, tanto è eccitante.
Ansimando ancora, mi lavo le mani e mi do una sciacquata al viso con
dell’acqua fredda, giusto per sembrare un po’ meno
eccitato e per placare i bollenti spiriti.
Uscito dal bagno, mi affaccio alla soglia della mia camera.
Mello ha preso completamente possesso del mio letto.
Entro, sospirando, e lo copro.
Mi tocca dormire sul divano.
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Capitolo 2 *** 2.Matt ***
Rieccomi, con un nuovo capitolo! Siccome non avevo molto da fare oggi,
mi sono messa a scrivere il secondo! Spero vi piaccia anche questo! E
ovviamente sono graditissime anche le recensioni, sempre se avete
voglia!
Ma prima i ringraziamenti!
x aiko neko black: grazie mille per la tua
recensione, mi ha fatto davvero molto
piacere! Comunque, non ti voglio anticipare niente, ma la Light x L
arriverà, forse, molto più avanti…
Purtroppo non so ancora come andrà a finire, ho il brutto
vizio di lasciare le mie storie in balia del destino…
Comunque sia, i primi a lasciar perdere i propri “interessi
sentimentali” saranno proprio Matt e Mello, Light
arriverà solo dopo! Spero di averti incuriosito e che
continuerai a seguire! xxx
x MARIKO UCHIHA: wow, grazie mille!
Sinceramente non ci
speravo a dei ringraziamenti per il mio stile, sono sempre stata
dell'idea che fosse da migliorare... Beh, Mello cucciolo mi
è sempre piaciuto, d'altronde non a caso è il mio
personaggio preferito! ^^ Comunque, credo proprio che Matty si sia
accorto di qualcosa, anche se non lo dà molto a vedere...
Ah, e sono d'accordo con te sul fatto che odi Light! Concordo
pienamente!
Spero che continuerai a seguire! xxx
Capitolo
secondo: MATT
Mi sveglio in un letto che non conosco, e la prima cosa che mi viene da
pensare è che non c’è nessuno a dormire
di fianco a me.
Nemmeno quel bastardo erotomane maniaco del mio ragazzo.
Beh, non che io sia un esempio di castità tale da poterlo
criticare – e non che mi dispiaccia che sia un maniaco
perverso, il più delle volte; ma su questo sorvoliamo.
Mugugno, aprendo gli occhi – pesantissimi: cazzo, sono stanco
morto… – per via del rumore che un cellulare che
non è il mio fa, mentre squilla, oltre la porta di questa
camera che fatico a focalizzare.
« Pronto? » Una voce assonnata. « Ah,
ciao, fratellone… »
Mi alzo a sedere, a metà tra il curioso e il fatto che mi
sento in dovere di alzarmi, ora che sono sveglio.
« Eh? Ieri notte? » domanda la stessa voce.
Mi metto una mano sulla fronte, stanco. Mi ricordo a malapena quello
che è successo ieri. E sì che non ero ubriaco
perché, non so come faccio a saperlo ma lo so, non ho
toccato nemmeno un bicchiere di birra.
Aspetta, però che è successo? Ho litigato con
Light, e fin qui ci sono. Sono scappato di casa, e questa non
è una novità. Sono andato nella prima discoteca
che mi è capitata… E lì mi sono messo
a ballare sul palo come una puttana, per trovare qualcuno con cui avere
una piccola e innocente scopata consolatoria… E ho
incontrato un rossino niente male… Che mi pare ci sia
stato… Porca puttana, che cazzo ho combinato?! Non mi
ricordo niente, porcaccia!
« Non ho ricevuto niente. » continua la voce.
Maschile. Cazzo, e questo chi è? Perché sono a
casa sua?
« No, ma anche se avessi sentito non avrei potuto
risponderti… No, ero fuori… Sì, in
discoteca… Ma ti pare? Vabbè, ok, va
bene… però non ci ho combinato niente…
»
Pausa di silenzio.
« Non è pigrizia, in quel senso! »
esclama. « No… Non ho combinato niente,
però… No, l’ho solo portato a casa
mia… Sì… No, ti ho già
detto che non ci ho combinato niente…! Non mi pare il caso
che vieni qua adesso, tanto più che… Ma non hai
da lavorare, tu?! »
Aspetta… Comincia a ricordarmi di questa voce…
« Ok… ». Sento il tizio di là
ridere. « Ma no, è già
impegnato… Me l’ha detto quando eravamo
già a casa… Sì, va bene…
Sì… Sì… Senti, vuoi che
riattacco?! Lo so! Sì, d’accordo…
ciao… buona giornata! »
Mi alzo in piedi, dirigendomi verso la porta. Comincio a ricordare che
cazzo ho combinato.
Apro la porta con più discrezione possibile, sbirciando
attraverso lo spiraglio.
Allora, prima cosa: la casa è incasinatissima.
Secondo: la cosa è resa ancora più strabiliante
dal fatto che è un semplicissimo bilocale.
La camera è solo un appendice del salotto, in cui regna un
caos totale. Il divano, al centro è ricoperto da una coperta
messa lì alla bell’e meglio, ed è
circondato da vestiti, riviste e giornali. Davanti al divano, un
televisore. Dietro, al di là di un muretto divisorio, che
dà proprio davanti alla camera, la cucina.
Dove sta trafficando lui.
Improvvisi flash di ieri notte mi si affacciano in testa.
Ora ricordo tutto. Anche quello che mi ha fatto quando ero nel suo
letto, mezzo rincoglionito dal sonno e dall’estasi che mi
stava regalando.
Mi viene spontaneo mettermi una mano sulla bocca. Io l’ho
baciato, e io volevo sfogarmi. Lui ha fatto solo in modo di farmi
sfogare decentemente… La colpa, alla fine, è
stata mia.
Alzo lo sguardo, sbirciandolo.
Ha i capelli rosso scuro, corti e un po’ scompigliati in
testa. È magro, si vede, nonostante la maglia larga a righe
nere e rosse che indossa. Ha su dei jeans chiari un po’
strappati, non troppo larghi ma nemmeno troppo stretti. Le sue mani si
muovono velocemente e abilmente mentre prepara il caffè.
È un pochino più alto di me, ma non troppo. Sta
canticchiando una canzone che probabilmente sente dall’i-pod
che ha nelle orecchie. È pure bravo, a cantare.
All’improvviso, si volta nel prendere le tazze. E mi nota. Ha
una faccia quasi infantile, accentuata da quegli occhioni dorati, in
questo momento spalancati a fissarmi.
Cazzo, di te mi ricordo.
Eccome se mi ricordo.
« Buongiorno… Ti ho svegliato? »
domanda, apprensivo.
Ma che cazzo hai da essere così preoccupato?! Nemmeno ci
conosciamo, porca puttana! Perché fai così, che
non ottieni altro risultato se non quello di farmi arrossire?! Lo fai
apposta, bastardo!
« No. Mi sono svegliato da solo. » replico.
« Nh. » replica, laconico. « Beh,
buongiorno. »
« Buongiorno. » replico io, sedendomi al tavolo
della cucina senza nemmeno chiedere il permesso, quasi fosse casa mia.
Lui non obietta minimamente; si rimette ai fornelli, mentre io lo
osservo. È molto abile a cucinare, come testimoniano la sua
velocità e la sua prontezza a prendere le cose in cucina.
Evidentemente vive qui da solo. Altrimenti, se solo avesse una donna,
non ci sarebbe tutto ‘sto casino.
Però, è anche vero che uno che ha una donna non
si va a portare un uomo a casa per scoparci.
Cala il silenzio. Che per me è imbarazzante. Per lui non lo
so, ma per me sì. Ma che cazzo, tra tutti quelli loquaci che
c’erano in quel locale, proprio lui mi dovevo andare a
beccare?! E oltretutto non è mica l’unico che mi
becco, porca miseria! Il mio ragazzo non è loquace se non
quando si mette a fare il megalomane, ragionando su problemi che a lui
sembrano complessissimi ad alta voce, e poi atteggiandosi a gran dio
quando li ha risolti. Altra occasione in cui è loquace
è quando lo facciamo, se si possono annoverare tra le parole
anche gli ansiti e i gemiti. Come se non bastasse, pure il mio migliore
amico è un apatico mica da ridere, non parla praticamente
mai. E questo qua… nemmeno. Sembro una calamita per gli
elementi laconici del mondo, cazzo.
« Caffè? » domanda, interrompendo le mie
elucubrazioni mentali.
« Con tre zollette di zucchero. » replico, tentando
di provocarlo con un ordine.
Niente. Mi risponde con un “Nh, proprio come
lui…” appena borbottato, e poi riparte a preparare
il caffè. E mi poggia la tazzina davanti, sul tavolo.
È solo un attimo, perché si volta immediatamente
per prendere il suo, di caffè, ma lo vedo benissimo:
è completamente rosso in faccia.
Starnutisce. E impreca poco elegantemente.
« Merda! »
Colgo al volo l’opportunità.
« Raffreddato? » domando.
« Nh. »
« Ieri non lo eri… »
« Ho dormito sul divano… »
« Eh?! Ma avevi detto che dormivi con me! »
Lui si volta verso di me, scazzato. « Tralasciando il fatto
che mi meraviglia non poco che tu te lo ricordi… »
dice. « …sono andato un attimo in bagno e, quando
sono tornato, avevi preso completo possesso del mio letto, e io non ci
stavo, a dormire lì. »
« Stai dando la colpa a me del fatto che tu sia raffreddato?
»
« Ma no… Tu che dici? »
« Che avresti potuto anche dormire sopra di me. »
Lo vedo avvampare, di botto. Mi scappa un ghigno.
« Ma che minchiate dici?! » replica, irritato.
« Non mi sembrava ti dispiacesse più di tanto,
ieri notte. » commento, prendendo il cucchiaino e iniziando a
mescolare il caffè.
« Non sparare cazzate. »
« Lo neghi? »
« Quello che ansimava, gemeva e miagolava il mio nome, fino a
prova contraria, eri te. Di certo io non mi metto a miagolare il mio
nome, o soprannome che sia. »
Ridacchio. « Sì, ma quello che invocava il mio
nome facendosi una sega in bagno eri te. » dico, con un
ghigno sardonico. Lui diventa completamente rosso, e non cerca nemmeno
di nascondersi dietro la tazzina di caffè che ha in mano.
« Credevi che stessi dormendo, vero? » domando, il
ghigno sarcastico che si fa sempre più grande e bastardo.
« Beh, in effetti era così, ma nella prima
mezz’ora di dormita ho il sonno leggero, perciò ti
ho sentito. ». E sorseggio il caffè, guardandolo,
divertito dalla sua espressione. Non è niente male, in fin
dei conti. È piuttosto carino.
« Se vuoi… » comincio, alzandomi e
andando verso di lui. « …potremmo approfondire ora
l’esperienza di ieri sera, prima che tu vada al
lavoro… »
Mi avvicino con la bocca alla sua, scostando la tazza da
caffè che ha in mano. Cazzo, questo ragazzo è
tremendamente eccitante. Con lui potrei tranquillamente tradire Light.
« M-Mello… » mormora lui. Gli alzo la
maglia, andando ad accarezzargli l’addome; sotto i miei
polpastrelli sento la sua pelle calda, i suoi muscoli non troppo
sviluppati né appena accennati, il suo diaframma che si alza
e si abbassa, sempre più velocemente. Gli prendo la tazza
del caffè, per evitare che gli cada di mano, e
l’appoggio sopra il mobile dietro di lui. L’altra
mia mano scende verso la sua cintura, seguita dalla sua gemella.
« Mello… » mormora Matt. Sorrido
soddisfatto, notando che ha la voce roca dal piacere.
« Mh? » chiedo, azzardandomi a slacciargli la
cintura.
« Il tuo ragazzo…? »
« Non importa. » replico, prontamente.
«Voglio finire quello che abbiamo iniziato ieri notte.
Così avrà un vero motivo per essere
geloso… »
Mi blocca le mani, all’improvviso, con una
velocità che mi sorprende, in una persona stanca morta come
lui. Alzo gli occhi, esterrefatto.
« Lo fai solo perché vuoi farlo ingelosire?
»
Il suo tono e il suo sguardo sono serissimi, quasi offesi. È
talmente arrabbiato che mi passa subito quella voglia che avevo. Tolgo
le mani, di scatto.
« Non avevo intenzione di dirglielo. » replico,
tenendo la testa bassa. « Se lo sapesse, ti spaccherebbe la
faccia… E chiuderebbe me in casa. Perciò, no, non
lo faccio per far ingelosire lui. »
Lui sospira, forse rassegnato al mio comportamento ambiguo. Si stacca
dal mobile e mi getta le braccia al collo, attraendomi a sé,
stringendomi contro il suo petto.
Spalanco gli occhi, stupito da quel gesto. Il suo corpo è
talmente caldo che mi abbandono a quell’abbraccio, dolcissimo.
« Sei solo confuso. » mi dice, piano. «
Lascia perdere. Non credo che si meriti un tradimento, anche se
è geloso oltre ogni dire. In fondo, se lo fa è
perché ci tiene a te, no? »
Eccola, maledizione. La verità che ho sempre cercato di
negare, giusto per non credere che qualcuno sia innamorato a tal punto
di me. Non voglio legarmi troppo a una persona… Nonostante
tanto tempo con Light, mi sembra ancora troppo impegnativo.
Mormoro il nome di Matt, quasi sollevato. E lui non replica. Si limita
ad accarezzarmi i capelli, con una calma e una dolcezza che mi fanno
quasi sprofondare in un sonno da cui, mi sembra, non vorrei svegliarmi
se non abbracciato a questo rossino che ho conosciuto per caso.
Quest’atmosfera praticamente perfetta viene interrotta da un
cellulare che suona. Il mio.
Matt rovista nella tasca dei suoi pantaloni, mentre io mi stacco,
stupito dal suo gesto. Estrae il mio cellulare dalla tasca,
porgendomelo. Non posso fare a meno di inarcare un sopracciglio, in
un’espressione che richiede chiaramente spiegazioni.
« Dormivi e non volevo ti svegliasse questo. » dice
lui, facendo spallucce, per poi guardare il display. « Near.
» annuncia, porgendomi il ricevitore.
Sbuffo, seccato. Eccola lì, l’origine di tutto
questo casino.
Prendo il telefono dalle mani di Matt, lanciandogli
un’occhiataccia che, in realtà, nasconde tutta la
mi gratitudine per la sua gentilezza. E lui sembra capirlo,
perché continua a tenermi un braccio sulle spalle, mentre
con l’altra mano riprende la tazza di caffè lo
sorseggia lentamente.
Rispondo alla chiamata.
« Mello! Si può sapere dove sei?! Le lezioni
iniziano tra cinque minuti, non vorrai arrivare in ritardo? »
Sogghigno. A prima vista non si direbbe, ma Near – alias,
Nate River, il mio migliore amico e peggior rivale – non
è per niente una brava persona. Sotto quei boccoli bianchi
dei suoi capelli albini, dietro a quegli occhi chiari e quel viso
infantile che farebbero pensare a chiunque – chiunque
– che Near è una bravissima persona, si nasconde
un apatico e cinico ventiduenne. E io sono uno dei pochi ad aver capito
come Near è fatto davvero.
« Ehi, Near… da dove mi stai telefonando?
» chiedo, divertito.
Attimo di silenzio. Non so se ridere o scandalizzarmi, dato che
è la prova che i miei sospetti sono pienamente fondati.
« Non mi dirai che l’impareggiabile e impeccabile
Near si è nascosto in bagno, a telefonare al suo migliore
amico, rischiando di arrivare in ritardo alle lezioni? »
domando, sarcastico.
« Sta’ zitto. Sai benissimo che non lo farei mai.
» replica lui, con tono annoiato. Dopo un attimo di silenzio
– in cui me la sto ghignando beatamente, divertito dalla
situazione, lui parla di nuovo, in un debole mormorio.
« E comunque non sono fatti tuoi. »
Scoppio a ridere, esilarato. Davvero, non ci posso credere. In tanti
anni Near non ha mai rischiato tanto per me, anche se ero il suo
migliore – e oserei dire unico – amico. In fondo,
eravamo pur sempre rivali, no?
« Near… oggi non vengo a scuola. » dico,
raddolcendomi a quel suo gesto gentile. A volte è veramente
sensibile, anche se si nasconde dietro una maschera di costante
impassibilità e a un tono perennemente saccente.
« Perché? » domanda. Il suo tono
è calmo, ma la sua stessa domanda rivela preoccupazione per
me.
« Non mi va di vederlo… »
Sa bene a chi mi riferisco.
« Parli di Light. »
« Mh… »
« E non vuoi vederlo perché avete litigato ancora.
»
« Sì… »
« Per me. »
« Beh… sì. »
Cazzo, non sono mai stato così laconico. Di solito quella
è una prerogativa di Near o Light, porca miseria.
« Mihael, non so che dirti. » replica Near. Il
fatto che mi abbia chiamato per nome è la prova lampante che
è preoccupato. « Che non puoi continuare
così lo sai benissimo anche tu, no? »
« Lo so, ma… » Ma cosa?! Non
c’è niente da dire, cazzo!
« Hai detto che non vuoi vederlo? » domanda lui.
« Vuol dire che non sei a casa. »
« Ieri sera sono uscito mentre litigavamo. »
spiego. « Sono andato in un locale per sfogarmi… E
lì ho incontrato un ragazzo. Sono a casa sua, ora.
»
« Mihael… ». Il suo tono è
esasperato. « Non avrai tradito Light? »
« No… Beh, a dire il vero stavo per farlo, ma lui
mi ha bloccato. » dico. « Near… Non ho
nemmeno io idea di che cazzo abbia adesso… Mi sento
strano… »
Lui sospira. Comprensivo. « Sei solo un po’
confuso. Passerà, non ti preoccupare. » mi
rassicura. « Avverto Light, che è tutta la notte
che ti sta cercando e ha chiesto pure a me dov’eri, quando
sono arrivato a scuola. »
Spalanco gli occhi. Light era preoccupato al punto da parlare con
Near?! Ma se lo odia e per principio non ci parla mai!
« È preoccupato fino a questo punto?! »
esclamo, allibito.
« Ti ha chiamato tutta la notte, almeno a quanto mi ha detto.
» replica lui, tranquillo. « E poi, ha parlato con
me. No, non direi che è preoccupato. Secondo me è
proprio in preda al panico. »
All’improvviso, mi sento tremendamente in colpa, per averlo
fatto preoccupare così tanto e averlo quasi tradito. Sento
Matt che mormora un “io te l’avevo
detto”, mentre sorseggia il caffè, quasi
indifferente alla conversazione. Dentro di me, solo tanta gratitudine
verso di lui, che mi ha impedito di fare le corna a Light.
« Pff. » ridacchia Near. « In fin dei
conti, se la meritava tutta questa preoccupazione per te.
Così impara a essere geloso. Stava quasi per pestarmi,
stamattina. Non so perché è sempre convinto che
vieni solo a casa mia, quando litigate. Quasi non potessi vietarti di
entrare… »
Non si era mai avvicinato a Near, Light. Nemmeno con
l’obiettivo di pestarlo per la gelosia.
« Scusami. Non volevo. » mi scuso.
« Tanto saprei tenergli testa. E almeno stavolta si
è preoccupato per qualcosa che non è la sua
gelosia per me… Più o meno. » replica
Near. « Sai, mi viene voglia di pestarlo io, o quantomeno di
non dirgli dove sei, giusto per farlo star male come lui fa star male
te. Ricordati che non lo faccio solo perché è il
tuo ragazzo e so che ci tieni a lui. » Piccola pausa. Mi
blocca ancora prima che lo possa ringraziare per quella premura.
« Mel, ora devo andare. La campana è suonata da un
minuto. »
« Ma non eri in classe? » lo prendo in giro.
Lo sento sbuffare. « ‘Fanculo. » replica,
in una delle sue rare asserzioni volgari. Non posso fare a meno di
ridere. « Comunque, Mello… Hai intenzione di
venire a casa mia, oggi? »
« Mh? » chiedo, ancora con il sorriso sulle labbra.
« Non mi sembra il caso… »
Attimo di silenzio. « Capisco. Beh, allora vado, al limite ci
vediamo domani. »
« Buona giornata! »
Quando Near chiude la comunicazione, guardo il display, più
per abitudine che per reale intenzione.
E vedo un numero. E tre parole.
« 127 CHIAMATE
SENZA RISPOSTA?! »
Matt si stacca da me, rintronato. Tira fuori una sigaretta da
chissà dove e se l’accende, comportandosi quasi
come se la cosa non lo riguardasse.
Oddio, in effetti non lo riguarda più di tanto,
ma…
« Perché non me l’hai detto?!
» esclamo, sconvolto.
Matt si volta verso di me, lentamente. Mi fissa, mentre io ansimo per
il fatto di aver appena urlato.
« Dormivi così bene che non me la sono sentita di
svegliarti. » si giustifica, tranquillissimo.
Davanti alla sua calma, persino io mi rassegno. Indietreggio fino alla
sedia, accasciandomi sopra di essa, mettendomi una mano sulla fronte.
« E perché non me l’avresti detto quando
mi sono svegliato? » domando, un po’ irritato per
quella storia.
Matt si volta verso di me, fissandomi, la sigaretta in mano. Prende il
posacenere e ci lascia cadere dentro un po’ di cenere.
« Vuoi sapere perché? » domanda,
grattandosi la nuca, non so se per la stanchezza o per
l’imbarazzo, visto che ha le guance leggermente colorate di
rosso. « Perché mi metteva a disagio il fatto che
ieri notte avessi quasi tradito questo Light con me. »
spiega. « E poi, ultimo ma non meno importante, siccome il
tuo cellulare ce l’avevo io, sono rimasto sveglio tutta la
notte, dato che il tuo adorato Light chiamava ogni due minuti.
Sarà pure geloso, ma cazzo se è
testardo… Mi ha rincoglionito completamente. »
Lo fisso, sbalordito.
« Sei… sei stato sveglio… per Light?
» chiedo, facendo fatica ad articolare le parole. Alla fine,
sono talmente fuori di me dalla sorpresa che mi alzo dalla sedia.
« Ma lo vedi che sei un cretino?! » urlo.
« Perché l’hai fatto?! Non potevi
spegnerlo questo cazzo di cellulare?! E poi, si può sapere
perché, dato che nemmeno ci…! »
Prima di poter finire la frase, sento le sue labbra sulle mie, che mi
tappano la bocca. Spalanco ancora di più gli occhi,
soprattutto quando mi rendo conto che il bacio che questo rossino mi ha
dato, per quanto casto e stanco possa essere, non mi dispiace per
niente.
Si stacca, fissandomi negli occhi che ho ancora spalancati, dopo quel
breve attimo.
« Scusami. » dice, apatico. « Ma mi stavi
rincoglionendo ancora di più del tuo ragazzo. »
Mi sento avvampare, imbarazzatissimo. Non riesco nemmeno a parlare,
porca miseria.
« E comunque… » prosegue lui,
rimettendosi la sigaretta in bocca. « …non ho
spento il cellulare perché era troppo lontano dalla mia
mano. Non avevo voglia di alzarmi a spegnerlo. E se l’avessi
fatto, oltretutto, Light si sarebbe insospettito e sarebbe diventato
ancora più geloso. Forse il fatto che tu non abbia risposto
l’ha fatto preoccupare, più che ingelosirlo.
» Tira fuori la sigaretta di bocca, soffiando un
po’ di fumo. « Certo che, se immaginavo che mi
avrebbe tenuto sveglio tutta la notte, l’avrei spento a
priori… »
Lo guardo, incredulo. « Hai… Hai messo un
indicativo al posto di un congiuntivo… » osservo,
esterrefatto. Poi mi viene da ridere, per
l’assurdità della situazione, forse. «
Cazzo, sei proprio rincoglionito forte, allora! »
« Non c’è niente da ridere. »
protesta lui, scostandosi la frangia dalla fronte. « Non so
nemmeno che cazzo combinerò al lavoro, oggi… E di
certo non è stata la nottata che speravo. »
Smetto di ridere, colto alla sprovvista. Cazzo, a volte sono davvero
insopportabile, e nemmeno me ne rendo conto.
« Scusa… » mi scuso, imbarazzato.
Fa una piccola pausa, per poi reprimere una risatina.
« Non fa niente. » dice, spegnendo la sigaretta nel
posacenere. « Prima stavi dicendo che non ci conoscevamo,
vero? Prima che… ti bloccassi… ». Lo
guardo, annuendo. Il ripensare a quell’istante sconvolge
persino me, ma preferisco mettere da parte quella sensazione, per un
momento. « Non dire che non ci conosciamo. In fondo, ti sono
bastati cinque minuti di presentazioni, per darmi un soprannome.
È come se ci conoscessimo da un po’, ti pare?
»
Mi atteggio con un sguardo seccato. Fintamente seccato, ma non importa.
« Senti un po’, rossino. » dico, andando
verso di lui e puntandolo. « Adesso non montarti la testa. So
benissimo che vorresti essere amico mio, ma non a tutti è
concesso questo privilegio, chiaro? »
Lui non fa una piega. Inarca un sopracciglio, sarcastico.
« E poi era il mio, di umorismo, che faceva cagare?
» replica, andando verso il divano. « Chi ti dice
che voglio essere amico tuo, Mello? »
Lo guardo, stizzito dall’uso di quel soprannome che solo i
miei amici – anzi, solo Light e Near – sono
autorizzati ad usare con me.
« Ehi, questo è uso improprio del mio soprannome!
» esclamo, seccato.
Lui si sdraia sul divano, a pancia in giù. «
Megalomane del cazzo… Cos’è, hai il
copyright, sul tuo soprannome? »
« Ovviamente! » proferisco, mettendomi le mani sui
fianchi. « E se vuoi saperlo, il copyright ce l’ho
anche sul tuo, di soprannome, visto che l’ho inventato io!
»
« See, see… Come se il nome
“Matt” non esistesse… »
Lo osservo, mentre lui appoggia il braccio sul bracciolo del divano, e
la fronte sul braccio.
« Matt, stai bene? » domando. « Ma non
dovevi andare a lavorare? »
« Inizio alle nove e mezza. » replica lui, in un
mugugno infastidito. « Lasciami riposare, che tra il tuo
ragazzo e il divano stanotte ho passato una nottata di
merda… »
Vado verso di lui, chinandomi alla sua altezza. «
Cioè inizi tra mezz’ora? » chiedo. In
risposta, un altro mugugno infastidito, ma di assenso. « E
quanto ci metti ad arrivare lì? »
« Lo stesso tempo che ci metti tu a stare zitto per un
po’. » replica lui, seccato, fissandomi con
un’espressione quanto mai irritata. « Circa un
quarto d’ora. Se va bene e non c’è
traffico, dieci minuti, ma non ci conterei troppo. »
Annuisco, mentre un’idea mi balena in testa.
« Perché tutte queste domande? » domanda
lui.
Mi alzo in piedi. « Per sapere se il tempo bastava.
» replico.
Lui mi guarda, con un’espressione esausta e, al contempo,
dubbiosa.
E la cosa di certo non migliora, quando un ghigno si profila sulle mie
labbra.
« Finalmente ho un’occasione per sfoggiare le mie
capacità. Light non me lo faceva fare da tanto…
» commento, divertendomi alla faccia sconvolta che fa Matt.
« Sfo… Sfoggiare le tue capacità?
» fa lui, rabbrividendo. « Mello, non
vorrai…? No, vero? »
Senza nemmeno dargli ascolto, quasi, mi metto sopra di lui, a
cavalcioni.
Non so se questo gesto è stato frainteso altamente, ma lui
inizia a dimenarsi, anche se debolmente.
Poveraccio, alla fine non posso biasimarlo. Se è stato
sveglio tutta la notte, è ovvio che sia così
stanco.
« Mello, dài, davvero, non vorrai
veramente…? » mi chiede lui, agitato.
Mi protendo sopra di lui, arrivando con la bocca a sfiorare il suo
orecchio. Che, noto, è completamente rosso, e bollente.
Ridacchio, divertito dalla sua reazione, oltremodo esagerata.
« Rilassati. » dico, per poi alzarmi sopra di lui.
« Ri-rilassarmi? » chiede lui. Ormai mi sembra in
preda al panico.
Sospiro, per poi alzargli la maglia.
« M-Mello?! »
Fa per dimenarsi, ma lo blocco, afferrandolo per le spalle. Le mie mani
percepiscono la sua pelle morbida, sotto la quale i muscoli sono
pronti, eppure tremanti, per la stanchezza, e per i nervi tesi per la
mancanza di riposo notturno.
Le dita si muovono in automatica, iniziando a massaggiargli lentamente
le spalle, con più decisione e delicatezza possibili. Lo
sento stupirsi un attimo, irrigidirsi ancora di più di
quanto non fosse prima, e poi rilassarsi, abbandonandosi al mio
massaggio che, di erotico, non ha proprio nulla.
« È il mio ringraziamento per quello che hai fatto
per me stanotte. » spiego. « E comunque, se avessi
voluto rilassarti come hai fatto tu ieri sera con me, ti avrei
abbassato i pantaloni, non ti avrei alzato la maglia. »
Il mio commento è quanto mai ironico, ma lui non ci fa
minimamente caso. Anzi, mugola di soddisfazione, piacevolmente preso e
rilassato.
« Con te non si può mai sapere…
» replica lui, mentre noto che ha addirittura chiuso gli
occhi, per godersela appieno. « Un po’
più giù… »
« Lo so io quello che devo fare. » ribatto.
« Non darmi ordini. »
Osservo l’orologio, pensieroso. Ho solo dieci minuti, e
un’intera schiena da liberare da nervi incriccati e muscoli
tesi. È meglio fare in fretta, se Matt vuole arrivare in
orario al lavoro.
« Matt? » lo chiamo. « Devo fare un
po’ più in fretta, se vuoi arrivare in tempo al
lavoro. Farà un po’ male… Pensi di
riuscire a resistere? »
« Se mi prometti che poi la mia schiena starà
meglio… »
« Su questo puoi stare certo. » replico, sicuro di
me. « Allora vado, eh? Non metterti a urlare. »
Lo vedo aprire gli occhi, sorpreso. « In che senso
urlAHIAAAAAAA!»
« Scusa. È che sei più incriccato di
quanto pensassi. » mi giustifico, dopo avergli liberato da
una tensione appena sotto il collo. « Se senti dolore, sono i
nervi che si liberano e i muscoli che si rilassano. » spiego,
proseguendo a liberarlo. Lo sento gemere di dolore per un paio di
muscoli e nervi.
Poi, più niente per qualche attimo. Fino a quando riprende a
gemere leggermente, stavolta con una leggera nota erotica nella voce.
« Mh… Vai avanti… »
Incredibile. Mi stupisco di me stesso, cazzo. Sono io che
l’ho fatto rilassare così tanto, oppure
è lui che è masochista?
Ancora sbalordito, ma conscio del mio compito, continuo a scendere,
sentendo la sua pelle sotto le mie dita. I suoi muscoli sono
più tonici di quanto pensassi, e glielo faccio notare.
« Ho fatto tirocinio per un anno. » spiega lui.
« Sai, sono uno di quei giornalisti che va sul luogo a
reperire le notizie. Praticamente andavo a destra e a manca, tra i miei
compiti di giornalista e il fatto di dover soddisfare i desideri
assurdi del mio capo. Hai presente quel film… "Il diavolo
veste Prada"? » Annuisco. « Beh, il mio capo
è uno un po’ così. Oddio, non
così bastardo o tirannico, ma è molto
capriccioso. E, a dover correre da un posto all’altro, sono
dimagrito di cinque chili nel giro di due mesi. Però almeno
dopo quei due mesi assurdi ho guadagnato la sua più completa
fiducia. E una linea pressoché perfetta, ovviamente.
»
« Corri ancora ovunque? » domando, curioso.
« Beh… Sono ancora uno di quelli che va sul posto,
sì. » replica. « Ma almeno ora il mio
capo si fa portare i dolci dal nuovo apprendista. L’unico
capriccio che ancora mi chiede sono delle tavolette di cioccolato
praticamente introvabili che ho grazie a dei contatti di mio zio. Gli
piacciono da morire, quelle. »
Mi costringo a sopprimere una risata. « Scusa, fammi
capire… Stai dicendo che i suoi capricci consistono in
dolci? »
« Diciamo nei cibi più svariati. »
spiega lui. « Ma soprattutto in dolci. E tè e
caffè. E il caffè deve essere con tre zollette di
zucchero, minimo, proprio come il tuo. Diciamo che non ha
un’alimentazione equilibratissima, ma la cosa bella
è che, nonostante tutto, non ingrassa mai. »
« Mh, senti… e che cioccolato è?
»
« Non lo so, non mi ricordo la marca… »
dice, annoiato.
Sacrilegiooooooooooo! Insomma, come puoi essere annoiato quando si
parla di cioccolato?!
« Comunque, se ne vuoi, prendine pure. » continua
lui, intuendo dalla mia domanda quello che voglio. « Ho una
fornitura nel frigorifero. Per una o due tavolette non farà
storie, anche se è stato talmente abile da capire
esattamente quante tavolette ho in casa, con un calcolo matematico che
poi mi ha fatto sembrare semplicissimo… Prendine pure una o
due, al limite se mi scopre gli dico che avevo la tentazione e le ho
mangiate io. »
« Davvero?! Grazie, Matt! » esclamo, abbracciandolo
da dietro, entusiasta.
« Mello… la schiena… »
biascica lui.
« Mh? » dico, alzandomi e guardandola. «
Ah, ho finito! Due minuti e puoi alzarti! »
Io invece mi alzo subito, trotterellando verso il frigorifero, come un
bambino cui hanno appena regalato delle caramelle. Vado verso la cucina
e spalanco il frigorifero, trovando, sullo scaffale più in
alto, la mia visione paradisiaca.
Torno in salotto che Matt sta mettendosi gli stivali.
« Ehi, avevo detto due minuti! » esclamo, scartando
la tavoletta che ho preso.
« Non importa. Se sto ancora qua, rischio di fare tardi.
» replica lui, guardandomi e sorridendo. « Sei
sempre così, quando hai del cioccolato in mano? Sembri un
bambino. »
« Non osare darmi del bambino, Matt! » ribatto,
colto nel vivo.
Lui ride, e si alza. « Ok… » dice,
scompigliandomi i capelli. « Senti, resti qua o cosa? Devo
portarti a casa? »
« Vai pure tranquillo. » replico. « A che
ora torni, piuttosto? »
« Beh, se tutto va come prevedo, ne ho fino alle cinque di
oggi pomeriggio. Dovrei tornare per le cinque e mezzo, massimo.
»
« Allora non ti preoccupare. » dico. Poi, mentre si
mette il giubbotto, mi coglie un dubbio, e lo fisso, stupito.
« Ma, scusa… ti fidi di me? »
Lui si volta, e ride di nuovo. « Perché non
dovrei? »
« Perché sono uno sconosciuto e potrei rubarti
qualcosa? » dico, come se fosse la cosa più ovvia
del mondo.
E lui ride di nuovo. « Non credo. La porta sarà
chiusa a chiave, e non credo che ti butterai dalla finestra. Siamo in
alto, anche se siamo al secondo piano. » commenta.
« E poi, smettila di dire che non ci conosciamo. Non sei uno
sconosciuto, e io mi fido di te. Non ti atteggiare troppo a cattivone,
che cattivo non sei. »
« Ma che stai dicendo?! » esclamo, imbarazzato.
« Io non mi atteggio a cattivo! »
Lui mi sorride di nuovo, passandomi davanti e aprendo la porta.
« Piuttosto, vedi di non ammazzarti dalla noia. Ah, e per
qualsiasi cosa, hai il mio numero memorizzato sul tuo cellulare.
Chiamami, se hai bisogno. » Guarda l’orologio, e
sbarra gli occhi, sconvolto.
« Cazzo! Sono in ritardo! E se il capo scopre che la ragione
del mio ritardo gli ha pure fregato il cioccolato, mi lincia! Porca
puttana, devo andare! Buona giornata! »
Lo osservo scappare fuori di casa, stupito. La porta viene chiusa con
quattro mandate veloci. I suoi passi si dileguano velocemente,
giù per le scale.
Addento la tavoletta, perplesso, guardandomi intorno. Questa casa
è un vero casino… Anche se non mi dispiace, mi
viene da chiedermi come faccia Matt a vivere in un caos del genere.
Potrebbe essere un’idea mettergli a posto un po’ la
casa… Dopotutto, non ho niente da fare per la bellezza di
otto ore. E mettere a posto qua mi sembra una bella impresa…
Sempre che non gli dispiaccia. Magari gli piace vivere in questo
disordine.
Sogghigno, divertito dal pensare che, se Light vedesse questa casa,
diventerebbe matto all’istante.
Prima di poter decidere come agire nelle prossime otto ore, il
cellulare mi suona di nuovo, vibrando sul tavolo della cucina.
Guardo il display, riconoscendo il numero di mia sorella maggiore.
« Sì? » rispondo, facendo il finto
tonto. Tanto, so già quello che vuole chiedermi.
« Mihael, dove diamine sei? » mi domanda lei, in
tono neutro. Ma so benissimo che, proprio come Near, quando Halle fa
così vuol dire che è incazzata nera.
« A casa di un ragazzo che ho incontrato ieri
notte… » replico, reprimendo un ghigno divertito.
« Ti ha chiamato Near? »
« A dirla tutta, mi ha chiamato il tuo adoratissimo Light
alle cinque del mattino, dicendomi che eri sparito e che non rispondevi
al cellulare. » dice lei, irritatissima. « Mi hai
fatto preoccupare, Mihael. Non avrai tradito Light, vero? »
« Ma chi? Io? » ribatto, facendo il finto
santarellino. « Beh, l’idea iniziale era quella
ma… non l’ho tradito, tranquilla. »
« Avete litigato di nuovo? »
« Sì. Il solito motivo. »
« Ancora Nate? Ma non si è ancora stufato?
» domanda lei, seccata. « Con questa
sarebbero… quante volte? »
« Boh… Ho perso il conto. » replico io.
« Però… è la prima volta che
mi tartassa tutta la notte. Stamattina ho visto che mi ha fatto la
bellezza di centoventisette chiamate. »
« Che?! Centoventisette?! » fa lei, allibita.
« Era così preoccupato? »
« A detta di Near, è completamente in preda al
panico. » dico. « Pensa che è persino
andato a parlare con lui, stamattina. E il ragazzo che mi ha ospitato
stanotte mi ha detto che Light chiamava ogni due minuti. Praticamente
non hanno dormito né Light né lui. »
« Wow… ». Pausa di silenzio. «
E, scusa… Quando hai intenzione di tornare a casa?
»
« Quando torna il ragazzo che mi ospita. Ora è a
lavorare. »
« Ti fai venire a prendere da Light, immagino. »
« Sarebbe un’idea, ma… ho paura che poi
pesti il ragazzo che mi ha ospitato… »
« Non mi pare il caso di scomodare ancora quel ragazzo. Ha
già fatto abbastanza, non ti pare? »
« Già… Pensa che mi ha pure regalato
del cioccolato rarissimo! »
La sento sospirare, con rassegnazione. «
Fratellino… a volte sei davvero infantile. »
« Uffa! Sei tu che sei talmente acida che non ti piacciono
nemmeno i dolci, sorellina Halle! » mi lamento io,
scherzosamente.
Altro sospiro da parte sua. « Beh, se è tutto a
posto, io ora vado. Mi raccomando, non combinare casini, ok? »
« E tu non trattarmi come un bambino! Lo so! »
ribatto. « Ciao ciao, sorellina! »
« Ciao, Mihael… »
Chiude la comunicazione, e io riappoggio il telefonino sul tavolo.
Nel frattempo, mi guardo intorno, la mia tavoletta di cioccolato ormai
agli sgoccioli.
Sono un po’ indeciso sul da farsi.
Però questa casa ha proprio bisogno di un po’ di
pulizia…
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Capitolo 3 *** 3. L e Misa ***
Rieccomi qua!!! Avevo troppa voglia di andare avanti a scrivere, e devo
dire che anche le vostre recensioni mi hanno dato un bell'incentivo!
Grazie mille a tutti quanti!
Prima di rispondere alle recensioni, però, avrei un piccolo
avviso: probabilmente l'aggiornamento alla fanfic d'ora in poi
sarà un po' più lento, dato che, mentre i primi
tre capitoli erano già buttati giù almeno in
brutta, dal quarto in poi dovrò scriverli io di sana pianta.
Comunque, prometto che mi impegnerò per aggiornare il prima
possibile, e spero che sarete pazienti! Un grazie mille a tutti quanti
in anticipo!
Colgo l'occasione per ringraziare Ruin No Yuki, che mi ha dato
l'ispirazione per il titolo, che mi fa da pazientissima lettrice di
tutte le storie che scrivo, anche le più insignificanti, e
che sa darmi consigli su consigli senza incazzarsi mai
perchè a volte so essere un' indecisa cronica! Grazie mille
Jo, non so che farei senza di te!
E ora, le risposte alle recensioni!
x Myrose: cavoli, grazie mille! Sono contenta di
divertirti con quello
che scrivo! Soprattutto Light che muore di gelosia è troppo
divertente, su questo concordo! Comunque, vedrai che non
sarà l'unico a morire di gelosia in questa storia, anche se
sarà quello che, forse, impazzirà di
più (ma, d'altronde, chi non ha visto Light impazzire, anche
se non per gelosia?)! A proposito dell'idea del giornalista
purosangue... Beh, devo dire che quella è un po' una
costante nelle mie storie, una cosa che mi piace scrivere.
C'è spesso qualcuno che è stato, o è,
giornalista. Ed è perchè la figura del
giornalista mi affascina parecchio, alla fine. Oltretutto,
chissà perchè, ma Matt come giornalista ce lo
vedo bene... Spero che il nuovo capitolo ti piaccia come i precedenti!
Un bacio!
x MellosBarOfChocolate: beh, devo dire che la
recensione iniziata con
un "ohibò" mi ha lasciato un po' così, ma non in
senso negativo, anzi! Devo dire che mi è stata molto utile e
che mi hanno fatto molto piacere sia i tuoi complimenti sia,
soprattutto devo dire, i tuoi consigli. Sinceramente, sono anche io una
maniaca delle ripetizioni, e cerco sempre di metterne il meno
possibile, ma a volte non riesco proprio a trovare sinonimi che possano
fare da sostituti.... Anche a me piace molto la Light x Mello, devo
dire che come coppia mi sembra molto particolare, e io adoro le cose
inusuali ^^! Ancora un grazie per i complimenti! Spero che continuerai
a seguire! xxx!
x aiko neko black: già già,
nemmeno io ce lo vedo
Light geloso, ma proprio una delle cose che mi divertono di questa
storia è proprio quella, dopotutto! Solo, povero Matt per le
telefonate... Le perversioni a letto di Light e Mello, dici? Mh, ci
devo pensare... Forse nei prossimi due capitoli riesco a darne qualche
cenno! (comunque sia, è sempre colpa di Light, che anche se
non sembra è un pervertito!) Un bacione anche a te, spero
che continuerai a seguire!
x _Kira94_: ahia, mi devo preoccupare se metto un
po' in ridicolo Light
in questa storia? Mi sa che devo stare attenta, anche perchè
credo proprio che sarà uno di quelli che
impazzirà di più in questa storiella! Comunque mi
fa molto piacere che la storia ti piaccia... Eh, sì, Mello e
Light sono dei pervertiti, soprattutto Light. Spero che
continuerai a seguire nonostante i cattivi pronostici per Light! Kiss!
x MARIKO UCHIHA: wowowowow, ancora grazie infinite!
Mi fa davvero molto
piacere che la fanfiction ti abbia preso così tanto! E
ancora grazie per i complimenti sullo stile, come sempre mi fanno
davvero molto piacere! Prometto che mi impegnerò per
aggiornare il prima possibile, d'ora in poi, dovrai solo avere un po'
di pazienza in più! Spero che continuerai a seguire! Un
bacione!
Ultimo ma non meno importante, uno STRAGRAZIEMILLEMILLISSIME a tutti
coloro che hanno messo la ff nei preferiti o nei seguiti, o che leggono
e basta! Grazie mille!
3. L e
Misa
Spalanco la porta dell’ufficio del mio capo, stravolto.
Cazzo, ho corso come un dannato, rischiato di fare un incidente,
sorpassato due semafori rossi ad alta velocità, e sono pure
stato capace di arrivare in ritardo nonostante tutti i miei sforzi!
Appoggio le mani sulle ginocchia, esausto, mentre la sedia del mio capo
ruota, facendolo voltare verso di me.
Vedo il mio redattore, di nuovo, come tutte le mattine: un uomo dai
capelli neri totalmente scompigliati, gli occhi scuri, la pelle che
sembra di cera, e vestito con i suoi impeccabili maglia bianca e jeans
azzurri. E, come sempre, è appollaiato sulla sedia dietro la
scrivania, alla stregua di un gufo-pipistrello – un
soprannome che si è guadagnato da tutti i dipendenti di
questa redazione.
Mi fissa intensamente con i suoi occhi dalle iridi scure, con
un’espressione in viso che una persona normale definirebbe
stralunata.
Non così quelli che lo conoscono, che sanno perfettamente
che L ti fissa in quel modo prima di esprimere la propria sentenza.
Come mi succede sin dai primi mesi di lavoro, il mio sguardo si
sofferma sui suoi vestiti; ma, da tempo, ho smesso di chiedermi se
abbia solo quelli. La mia conclusione è che abbia il
guardaroba strapieno di maglie bianche e jeans azzurri perfettamente
identici. Anche perché nessuno l’ha mai visto
abbigliato in maniera diversa.
Dopo la mia solita occhiata ai suoi vestiti, lo fisso negli occhi,
già esausto di prima mattina, attendendo il suo
insindacabile giudizio.
Lui mi osserva, come sempre impassibile.
« Due minuti e ventinove secondi di ritardo. »
sentenzia.
Mi accascio, sconvolto. Cazzo, mi ero pure applicato…!
« Posso sapere il motivo di questo ritardo? »
“Sinceramente no, perché se sapessi il motivo di
questo ritardo sapresti anche che ti ha rubato il cioccolato, e questo,
ne sono convintissimo, non ti piacerebbe.”
Mh, mi sa che come scusa non gli piace. Soprattutto la parte del
cioccolato. No no.
Però nemmeno la storia del traffico regge più.
Resta solo da dirgli la verità, dato che non mi è
venuta in mente una balla decente in tempo utile.
« Ho avuto dei problemi con il ragazzo del mio nuovo
coinquilino provvisorio. » spiego. « Mi ha tenuto
sveglio tutta la notte. »
L’ho incuriosito? Quando inclina la testa di lato come un
gufo, di solito vuol dire che è incuriosito da qualcosa!
« La porta. » si limita a dire lui, prendendo la
tazza di tè che ha sul tavolo, e bevendone un sorso. Come
sempre, obbedisco ai suoi laconici ordini, e chiudo la porta, in modo
che nessuno possa entrare. Dopodiché, mi tolgo le scarpe;
salvo rare eccezioni, le scarpe nel Mondo di L (il nome che tutti danno
all’ufficio di L) non sono ammesse. Le calze sì.
Ma le scarpe sono severamente bandite.
« Scusami il ritardo, L. » mi scuso. Il fatto che
gli dia molta confidenza non è poi una novità,
dato che quando dovevo correre a destra e a manca, obbedendo ai suoi
ordini e ai suoi capricci, stavo più vicino a lui che a
qualsiasi altro essere vivente nel mondo.
« Siediti e racconta. » dice lui, sorseggiando il
tè come se niente fosse.
Obbedisco, sedendomi sulla sedia, ma esitando a iniziare. Lo sguardo mi
cade, non so perché, sulla teiera che ha sul tavolo, ancora
fumante e probabilmente piena. Sorrido all’idea che si sia
fatto preparare il tè – che poi, molto
probabilmente, non berrà – per un po’. E
che, di fianco (e questa è la realtà, non un mio
pensiero), abbia una fornitura colossale di dolcetti da tè.
Il nuovo apprendista, Matsuda, sta facendo proprio un ottimo lavoro.
Ma mai eccellente come il mio.
« Mail… » mi richiama pazientemente L.
Mi volto verso di lui, accorgendomi che sta affogando, nel
tè, qualcosa come quattro o cinque zollette di zucchero.
Cazzo, la quantità di zuccheri che quest’uomo
ingerisce è inversamente proporzionale alla sua glicemia!
Insomma, più L mangia dolci, e meno sembra soffrire di
disturbi di tipo diabetico o simili… Anzi, sembra che
ingerisca sempre più dolci, ogni giorno che passa.
« Ok, L. Scusa. » dico, un po’
imbarazzato. « Vuoi che ti dica cos’è
successo, se non ho capito male… »
« Innanzitutto… » dice, senza guardarmi;
il suo sguardo è tutto incentrato sul limone dentro il
tè, con cui sta giocherellando. « …
dimmi chi è, e come vi siete conosciuti. »
Ormai abituato alle sue stranezze e al fatto che, spesso, quando
ascolta una persona o ragiona, nel frattempo gioca col cibo
(l’aveva fatto anche indovinando quante tavolette di
cioccolato ho in casa), inizio a raccontare.
« È un ragazzo che ho incontrato ieri notte in
discoteca. » spiego. « Ha tentato di rimorchiarmi,
e io inizialmente ci sono stato… così me lo sono
portato a casa. Alla fine, però, non abbiamo fatto
nulla… Lui ha il ragazzo e io ero stanco. Così,
abbiamo parlato un po’, e mi ha raccontato che aveva litigato
con questo qui… »
Vedo L ridacchiare. Mi blocco, stupito.
« Che c’è? » domando.
« No, niente. Vai avanti. » replica lui, senza
nemmeno degnarmi di un’occhiata.
Non posso fare a meno di accigliarmi un attimo, ma poi sospiro,
interpretando quella ghignata come un’altra delle sue
stranezze – l’ennesima.
« Insomma, alla fine l’ho fatto dormire da me, e io
me ne sono andato sul divano a dormire, col suo cellulare. »
proseguo. « Non volevo che si svegliasse, stava dormendo
così tranquillamente… Però il suo
ragazzo ha tenuto sveglio me, stanotte, dato che lo continuava a
chiamare. Cazzo, ha fatto 127, dico, 127 chiamate! Praticamente
chiamava ogni due minuti, porca miseria! Così io ora sono
mezzo rincoglionito, dato che quello là
mi ha tenuto
sveglio, e come se non bastasse ho pure prestato il giubbotto a Mello,
per non fargli prendere freddo, però il freddo
l’ho preso io! E il fatto che ho dormito sul divano non ha
certo contribuito a migliorare la situazione, così ora mi
sono pure preso il raffreddore. Insomma, sono totalmente sfinito, e
sono solo le nove del mattino… L’unica cosa
positiva è che Mello mi ha liberato i muscoli della schiena
con un massaggio fenomenale… »
L ridacchia di nuovo, stavolta più vistosamente. Avvampo
all’istante, accorgendomi della frase fraintendibilissima che
ho appena detto.
« N-Non nel senso che pensi tu! » esclamo.
« Insomma, se mi avesse fatto quel tipo
di massaggio, ora la
schiena starebbe peggio! »
« Ma io non ho detto niente. »
« Ma l’hai pensato! Non negarlo, si vedeva lontano
un chilometro! »
« Ok, ok… » acconsente lui, tranquillo.
« Così si chiama Mello, nh? Che nome strano.
»
« A dir la verità si chiama Mihael. »
spiego. « Ma ha il vizio di appioppare soprannomi a chiunque
incontri. Insomma, ne ha dato uno persino al suo migliore amico! E
pensa che io per lui mi chiamo Matt. »
L sta per qualche attimo in silenzio, contemplando la fettina di limone
nella tazza da tè.
« E così non ci hai combinato niente, nonostante
tu sia andato in discoteca per trovare qualcuno con cui passare una
bella serata… » osserva alla
fine.
« Beh… Non è proprio
così… » ammetto.
« AH-HA! Lo sapevo! Racconta! »
Lo fisso, sconvolto, mentre lui mi punta il dito contro.
Ma perché, dico, perché uno dei giornalisti di
punta della rivista doveva essere così pazzo?
Perché doveva farmi saltare a quel modo, con le sue
esclamazioni al limite dell’infantile, facendomi rischiare la
tachicardia?
Ma soprattutto, perché gli ero stato affidato proprio io?!
« L… sei così curioso? »
domando, una volta che il cuore ha rallentato un po’.
« Diciamo che mi interesso del motivo per cui sei stato
sveglio stanotte. Puro interesse lavorativo. » replica lui,
negando anche l’evidenza, e tornando pseudo-serio. Pseudo.
Perché lui non è mai serio del tutto.
« L, sei curioso, punto e basta. » ribadisco,
convinto.
« Mmmh… Punti di vista. » commenta lui,
riprendendo a sorseggiare il tè. È lampante, che
sta tentando di nascondere il fatto che ho ragione. « Allora?
Che è successo? »
Sospiro, raccontandogli quello che è successo ieri notte,
nel dettaglio. Di come io e Mello ci siamo baciati tre volte, di come
l’ho fatto “rilassare”, di come Mello ha
reagito. L sembra interessato: anche se mantiene la sua solita
espressione da pipistrello-gufo, ha la testa leggermente inclinata.
« Scusa… E tu quello lo chiami
“rilassare”? » domanda, fissandomi con
uno sguardo insieme interessato e sarcastico.
« Beh, no… Però… »
ribatto, imbarazzato, senza sapere che dire. «
Insomma… si è addormentato subito
dopo… »
« E vi siete baciati tre volte. » riassume lui,
senza fare una piega. « Due per colpa di uno dei due, e una
per comune accordo… »
Sento le orecchie caldissime. Cazzo, sono sicuro che ora la mia faccia
è di un colore riconducibile a quello dei miei capelli. Come
se non bastasse, il nervosismo la fa da padrone, e il fatto che
continuo a tormentarmi la maglia per il nervosismo non fa che aumentare
il nervosismo stesso, in un maledettissimo circolo vizioso…
Porca miseriaaaaaaa!
« Mail… Per caso quel ragazzo ti piace?
» domanda L, invadente.
« No… Beh… È carino,
insomma… ma… »
“…ma cazzo, se mi piace!” mi si profila
come risposta nella testa, prepotentemente. La scaccio via, ribadendomi
che non credo all’amore a prima vista e che, dopotutto, un
maniaco come Mello non è il mio tipo.
L si alza – una di quelle poche volte che si alza dalla sedia
– e mi si avvicina. Alzo lo sguardo, più o meno
intimorito. Lui si abbassa un pochino verso di me, inclinando
leggermente la testa di lato e abbozzando un sorriso.
« A volte… dici che cerchi qualcuno per farci
qualcosa, ma… alla fine non combini mai niente, con la scusa
che sei troppo stanco. » mi dice, togliendomi gli occhiali.
« Ma questa… è la prima volta che mi
viene da chiederti se devo essere geloso, sai? »
Mi sento avvampare ancora di più, e abbasso lo sguardo,
mentre lui si china verso di me e mi sfiora la fronte con le labbra. La
sua mano passa attraverso i miei capelli, arrivando a tormentarmi i
ciuffi alla base del collo.
Sorrido, timidamente, e alzo di nuovo la testa, gettando le braccia al
suo collo a attraendolo più giù, verso di me,
ridendo, divertito e compiaciuto di quella dolcezza che L è
spesso in grado di regalarmi.
« Non devi essere geloso! » esclamo, sorridendo.
E vedo che lui ricambia, prima di scoccarmi un leggero bacio sulle
labbra.
Lo sento prendermi in braccio, mentre apro le labbra per approfondire
il bacio, facendo lottare le nostre lingue, e sentendo che lui mi
stuzzica piacevolmente il labbro. Mi porta sul divano, placcandomici
sopra e mettendosi carponi sopra di me.
Sorrido nel bacio, tenendolo avvinghiato a me, petto contro petto. Quel
divano l’ha comprato lui quando mi ha conosciuto, due anni
fa, dopo essersi accorto che mi ero preso una cotta per lui, a prima
vista. L mi è sempre piaciuto, sin da quando l’ho
visto al nostro primo giorno di lavoro insieme. E lui, come scoprii
poco tempo dopo, mi contraccambiava.
Si stacca da me, riprendendo fiato. Ridacchio un attimo, divertito,
mentre lui scende a soffiarmi sul collo.
« Non ti soddisfo più abbastanza… Matt?
» mi domanda, la voce quasi roca.
Sebbene leggermente stupito per come mi ha chiamato, mi metto a ridere,
esilarato.
« Sei scemo? Come puoi non soddisfarmi? » replico,
divertito. « Non sarai veramente geloso di Mello, L?
»
« Beh, ti ha dato un soprannome carino… In fondo,
forse… un po’ geloso lo dovrei essere…
» commenta lui, pensieroso.
« Nah, tranquillo! » lo rassicuro io, sfiorando i
suoi capelli e arricciandone una ciocca su una delle mie dita. Lo bacio
sulle labbra, per poi mettergli una mano dietro la nuca, una dietro la
schiena, e ribaltarlo a terra, facendo in modo che non si faccia male.
Mi metto sopra di lui, ridacchiando.
« Stavolta però ti soddisfo io! »
esclamo, sorridendo. L mi sorride in risposta, prima di mettermi le
mani sotto la maglia e accarezzarmi lentamente. Scendo a baciarlo sul
collo, delicatamente, senza morderlo, giusto succhiando un
po’. Lo sento sospirare, e gemere, senza fare troppo rumore,
come suo solito. Le sue mani e il suo corpo si rilassano, e lui reclina
la testa all’indietro per facilitarmi il compito.
« Ehi, Mail… sei dimagrito di nuovo? »
mi domanda, in un sospiro, continuando ad accarezzarmi
l’addome.
« Non lo so… Forse… » replico
io, troppo impegnato a bearmi del sapore – dolce,
chissà perché – della sua pelle.
« Dovresti mangiare un po’ più dolci.
» mi suggerisce, prima di sospirare di nuovo. «
Almeno hai più energie la mattina. »
L’immagine di Mello che si mangia una tavoletta di cioccolata
– che teoricamente dovrebbe essere di L – mi viene
in mente all’improvviso, prima che possa prevederla e
scacciarla.
Ridacchio. « Non ho la glicemia alternativa come la tua.
» ribatto.
« Mh… » mormora lui. Poi abbassa le
mani, prende l’orlo della mia maglia e lo tira su, fino a
togliermela. E lo stesso fa con i pantaloni, quasi a voler definire,
con quei gesti, che sono suo, e solamente suo.
Sorrido di nuovo. Chissà perché mi vengono questi
pensieri in testa.
Come un velocissimo gatto, L sfugge alla mia presa e ribalta le nostre
posizioni, facendomi finire di nuovo sotto di lui.
« Ehiehi! E questo? » domando, sorpreso.
L mi bacia di nuovo sulle labbra, senza andare oltre. Lento e casto.
A differenza dei movimenti del suo bacino che, invece, si muove
lentamente e lascivamente sopra il mio, facendomi eccitare
più di quanto io non sia già.
Si stacca dalla mia bocca, rimanendovi però poco distante.
« Ho cambiato idea. » dice, in un sussurro al mio
orecchio. « Dopotutto, quello che deve soddisfarti sono io,
dato che rischio la competizione con quel biondino. »
Scende a baciarmi sul collo prima che io possa proferire anche solo una
parola.
« L, non rischi niente… » sospiro.
Le sue labbra si fanno più fameliche, scendono a baciarmi
sul resto del corpo, facendomi gemere, e spingendomi ad inarcare il
corpo verso di lui, all’eccitata ricerca di più
attenzioni.
E lui, chiaramente ben felice e soddisfatto del risultato ottenuto, mi
accontenta.
Si sveste anche lui, per poi denudarmi completamente. Le nostre
erezioni entrano in leggero contatto, facendo gemere entrambi. L
comincia a farmi impazzire, succhiandomi il collo, facendomi gemere per
la scarica di piacere che quel gesto mi provoca, tanto che le mie mani,
già strette alla base della sua nuca, tirano leggermente i
suoi capelli.
Avvicino la bocca alla sua, mentre lui, ormai stanco dei preliminari,
entra nel vivo del nostro fugace rapporto.
Inarco la schiena, preda del piacere mentre lui entra dentro di me, e
la mia presa sui suoi capelli si fa sempre più forte.
Urla eccitate trattenute, le nostre labbra che si mordono cercando di
sfogarsi almeno un po’, mentre entrambi finiamo preda
dell’orgasmo.
Alla fine, si accascia sopra di me, ancora ansante, forse un
po’ stanco. Ma non abbastanza da baciarmi di nuovo sulla
guancia.
« Ti ho mai detto che sei veramente un bel ragazzo, senza
occhiali? » mi chiede, in un soffio, dritto dritto nel mio
orecchio. « Si può sapere perché ti
ostini a metterli? »
Apro gli occhi, guardando, con vacuo interesse, il soffitto, e
cingendogli i fianchi con un braccio. L si distanzia leggermente da me,
intromettendosi nel mio campo visivo.
Sospiro.
« Così… » dico, accennando un
sorriso. « Devo darmi un’aria da intellettuale,
dato che lavoro per te. Sei uno dei migliori redattori di questa
rivista, no? Il tuo apprendista deve essere all’altezza. E io
non ho la faccia di uno che è all’altezza, senza
occhiali. »
Ridacchia un attimo, per poi scoccarmi un bacio sulla fronte.
« Che scemo che sei, Matt. »
A mia volta, trattengo una risata divertita.
« Com’è che adesso mi chiami
così? » domando. « Quello è
il nome che mi ha dato il tuo… rivale.
»
Nonostante l’enfasi messa apposta sull’ultima
parola, giusto per vedere che reazione avrebbe avuto, L si limita a
sorridermi, quasi malizioso.
« Stai dicendo che dopo questa ho ancora qualcosa da temere?
»
Stavolta non posso trattenermi dallo scoppiare a ridere. «
Non hai mai avuto niente da temere, L. Ma si può sapere
perché mi chiami così? »
Lui sposta l’attenzione delle sue mani sui miei capelli,
giocandoci distrattamente.
« Beh, potrebbe essere il tuo nuovo nome. »
commenta. « Una specie di pseudonimo, per il mio assistente.
»
« Eh?! » esclamo, esterrefatto.
Non ho capito bene. Anzi, sì, ho capito bene, ma mi sembra
troppo strano per essere vero… troppo bello!
« Assistente. » ripete lui, lentamente, sillabando
quella celestiale parola che volevo sentire. Spalanco gli occhi,
estasiato. E noto benissimo che, al vedere la mia espressione, non
può fare a meno di sorridermi, dolcemente.
« Ho… ho capito bene? » chiedo.
« Davvero ha intenzione di…? »
« …di promuoverti, sì. »
conferma lui. « In parte scriverai gli articoli per me, e in
parte potrai anche scrivere delle bozze tutte tue. Tra non molto,
potresti riuscire a diventare un giornalista effettivo… Mio
socio, se vuoi. Anche se a quanto ho sempre capito, non ti…
»
Gli salto al collo prima che possa finire, entusiasta come non sono mai
stato. L mi cade addosso, mentre io rido, impazzito dalla
felicità.
« Grazie, L! » esclamo. « Grazie, grazie,
grazie! Sei il migliore, te l’ho mai detto? »
Lo sento ridacchiare. « Beh… te lo meriti.
» mi dice. « Comunque, sono contento che la notizia
ti piaccia. »
« Scherzi?! È la migliore che mi potessi dare
oggi! »
Mi sorride di nuovo, staccandosi da me. Lo vedo assumere
un’espressione malinconica, però, mentre mi
osserva.
« L… Tutto bene? » domando, preoccupato.
Si riscuote all’improvviso. « Sì, tutto
ok. Perché? »
Inarco un sopracciglio, perplesso. « Non so… Mi
sembrava che… »
Quando vedo la sua espressione incuriosita, però, capisco
che forse è stata solo una mia impressione. O forse sta
facendo finta di niente, e in quel caso non gli si strappa una
confessione nemmeno tartassandolo di domande o dati di fatto.
« Niente. Lascia perdere, sarà stata una mia
impressione. » lo tranquillizzo, anche se non posso fare a
meno di chiedermi che diavolo gli sia passato per la testa a fare
quella faccia. In fondo, non è da lui.
Alla fine, però, sembra che non abbia avuto niente. Riprende
a coccolarmi, cullandomi e baciandomi affettuosamente sulla fronte. Non
posso fare a meno di attrarre verso di me il suo corpo caldo, a cui mi
abbandono, in un tepore che somiglia a quello di quando mi addormento.
Lo abbraccio, piacevolmente rilassato.
Le sue mani mi accarezzano i capelli, lentamente.
« L… così mi addor…
»
« L! Sei lì dentro? »
Spalanchiamo contemporaneamente gli occhi che avevamo chiuso, guardando
verso la porta. Sentendo che qualcuno – la cui voce abbiamo
riconosciuto tutti e due – sta bussando, anche abbastanza
insistentemente, L si stacca, alzandosi e riacchiappando i propri
vestiti, e lanciandomi i miei ogni volta che li trova sulla propria
strada. Inizio a rivestirmi, rimanendo a torso nudo. Non faccio in
tempo a riacchiappare la maglia e a rimetterla, che starnutisco,
improvvisamente.
« Sei così raffreddato? » domanda L,
voltandosi verso di me.
« Pensavo che fosse solo la solita sindrome di raffreddore
passeggero… A volte mi viene, quando non dormo abbastanza.
» commento. « Mi sa che ho veramente preso troppo
freddo… »
Rimetto la maglia, sentendo immediatamente più caldo.
Non faccio in tempo ad alzare la testa, che L mi avvolge una sciarpa
attorno al collo, coprendomelo per bene.
« Evita di andare in moto troppo scoperto. » si
raccomanda, sorridendo dolcemente, per poi avvicinarsi a parlarmi
nell’orecchio. « È anche per coprirti il
succhiotto che ti ho fatto prima. Scusa. »
Arrossisco leggermente, portandomi una mano al collo. «
Non… non importa. Figurati. » dico, imbarazzato,
sia dalla sua preoccupazione, sia dalla situazione. «
Grazie… per la sciarpa. »
Mi stampa un veloce bacio sulle labbra. Dopodiché, si
rimette sulla sedia, accucciato nella sua solita posizione stile
pipistrello. Io invece mi alzo, e vado ad aprire la porta.
Una ragazza – una delle modelle che lavora per la nostra
rivista – quasi mi travolge, facendo il suo ingresso
nell’ufficio e abbracciandomi.
« Maiiiiiil! Finalmente! » esclama, stringendo di
più la presa.
La guardo, ancora salvo, almeno per quel momento, dal solito tentativo
di soffocamento che mi somministra ogni volta che mi vede. Ha i capelli
biondi, ed è piuttosto bassa e magrissima; so benissimo che
ha venticinque anni – d’altronde, come si fa a non
conoscerla? –, ma la prima volta che la vidi, due anni fa,
ricordo che la scambiai per la sorella minore della famosa modella,
dandole al massimo sedici anni. Invece, all’epoca, ne aveva
già ventitré.
Noto con sorpresa che il suo solito abbigliamento, in genere
completamente nero, oggi ha tracce di bianco.
« Vi ho disturbato? » domanda lei,
spensieratamente, lasciandomi andare e guardando L.
Arrossisco, colto alla sprovvista.
« Insomma, Misa, non è che ogni volta che tardiamo
un po’ ad aprire vuol dire che ci interrompi! »
replico, controllando che non ci siano persone nei dintorni –
ergo, in quella stanza e in quella adiacente, che altro non
è che il mio regno: la segreteria.
« Ah sì, eh? Ma se ci avete messo dieci minuti, ad
aprirmi! » replica lei, puntandomi al petto.
Sospiro, rassegnato. Misa è l’unica che sa di me e
L, e anche da parecchio tempo: ci ha sentito per caso poco dopo
l’inizio della nostra relazione, intuendo al volo cosa stesse
succedendo nello studio di L.
« E poi, scusa, cos’è quella sciarpa?
» mi chiede, mettendosi le mani sui fianchi, esasperata.
Fingo un colpo di tosse, giustificandomi dicendo che sono raffreddato.
« Se, se, certo! Tu non me la racconti giusta, Mail!
» fa lei, frugando nella borsa. « Insomma, io ho
accettato tranquillamente di fingere di stare con te per mascherare la
vostra relazione, ma con quest’aria da dopo-sesso sei
veramente anti-sgamo, Mail! Ed è assolutamente chiaro che tu
non hai fatto niente di niente, con me, dato che sono stata fuori fino
a tre secondi fa! »
Trae fuori un pettine, tentando di sistemarmi i capelli alla
bell’e meglio, con una certa frenesia nei movimenti.
« Aaaah, cazzo! Ricomponiti! » protesta, contro i
miei capelli. « L, dammi i suoi occhiali! Come al solito vi
dimenticate di rimetterglieli! Siete due incoscienti, che fareste senza
di me? »
Sorrido alla sua esuberanza, mentre L le lancia i miei occhiali, e lei
li acchiappa al volo.
Mi viene da inveire contro L, ma alla fine mi trattengo. Tanto, sono
occhiali finti.
Osservo Misa che, concentratissima, cerca di rimettermi in sesto. In
fondo non posso darle tutti i torti. È lei che spesso copre
me e L, dopo che abbiamo fatto qualcosa. Senza di
lei, saremmo stati
scoperti già da un bel pezzo. Soprattutto io, che devo avere
molto più ordine del mio capo.
« Ecco fatto…! » esclama lei, mettendomi
gli occhiali. « Almeno ora sei decente… »
Sbuffo alla sua pseudo-critica, mentre lei ride, divertita. Poi, fa
capolino dall’ufficio, sporgendosi nella segreteria.
« Matsu! Hanno finito! » esclama, agitando una mano.
Per poco non mi va la saliva di traverso.
Come cazzo la saliva possa andare di traverso, poi, non lo so, ma
questo non importa.
« Misa, non gli avrai detto che…? »
« Ma và! » replica lei, intuendo al
volo. Mi fa cenno di abbassarsi alla sua altezza.
« Gli ho detto che stavate parlando, probabilmente, di una
questione di lavoro. » mi spiega, a bassa voce. «
Perciò vedi di reggere il gioco e di non combinare casini!
»
Mi scosto da lei, gettando un’occhiata a L. Lui mi guarda,
con la sua solita espressione che dice tutto e niente. Faccio
spallucce, tornando a guardare Matsuda, che sta arrivando, a capo di un
gruppetto composto da lui e da due donne.
« Appena in tempo, eh? » mi mormora Misa,
abbastanza piano perché sentiamo solo noi due. «
Sennò, come ti saresti presentato alla nuova modella?
»
« La nuova modella? » domando, perplesso. Lei
sogghigna, accennando con la testa al gruppetto.
Guardo di nuovo, vedendo due ragazze dai capelli neri. Una è
alta, dagli occhi verdi e una giacca di pelle nera sopra la maglia
bianca e i pantaloni neri. È altera, ha un portamento
elegante e sicuro.
L’altra è più bassa, e i capelli sono
più sul castano scuro, che sul nero. È
decisamente più giovane e timida, con degli occhioni scuri,
una lunga maglia blu sopra i jeans bianchi e un giubbotto di jeans
sopra la maglia.
Arrossisco, ricordandomi della faccenda. Certo che se non ci fosse Misa
a volte sarei proprio perso.
« Lei è la nuova modella? » domando a
Misa, esterrefatto da quanto è carina.
« Sì, è lei. Quella che mi
farà da compagna al posto di Naomi. » fa lei,
gongolante. « Carina, eh? »
« Beh, sì… È
carina… »
Misa ridacchia, gettando un’occhiata dentro
l’ufficio. La vedo ghignare, quando si rivolge di nuovo a me.
« L la sta già guardando male! » esclama
a bassa voce.
Sbircio dentro l’ufficio, verso L. Effettivamente ha
assottigliato leggermente gli occhi, ma talmente poco che solo io e
Misa ce ne possiamo accorgere, dato che lo conosciamo da un bel
po’.
L mi rivolge una lunga occhiata, leggermente accigliato. Non posso fare
altro che stringermi nelle spalle, come per dire “in fondo
è carina, obiettivamente, che ci vuoi fare?”.
L spalanca gli occhi, per poi ridurli a due fessure.
Cazzo, è una sorta di condanna a morte, quella? Mi sa che
non ha colto l’ “obiettivamente”, cazzo!
Come se non bastasse, Misa mi dà delle leggere gomitate
nelle costole, non so se per farmi ripigliare dalla conversazione a
sguardi con L, o per dirmi “è geloso, è
geloso!”.
Ok, la seconda. Dalle sue gomitate continue è facilmente
comprensibile, dopotutto.
Ma che cazzo, come se non lo sapessi da solo, che è geloso!
Mi vuole ammazzare!
Cerco di scacciare i cattivi pensieri, facendo leva sul fatto che,
dopotutto, io sono un aiutante perfetto, che L farebbe fatica a
rimpiazzarmi, che alla fine mi vuole bene, e che non è un
capo così bastardo… forse.
Ritorno a guardare Matsuda, Naomi e la ragazza nuova, cercando di
trattenermi dal sudare freddo e dal deglutire a vuoto.
« Buongiorno, Mail! » mi saluta Matsuda, con la
stessa allegria di Misa – un po’ meno soffocante,
fortunatamente. « Misa, sei riuscita a farli uscire allora,
eh? »
« Bando alle ciance, Matsu! » esclama lei, andando
dietro Naomi e la novellina e prendendole a braccetto, per condurle
dentro. « Entrate, entrate! L sarà felicissimo
di
vedervi! »
Ma perché deve continuamente girare il dito nella piaga,
quella lì? Cazzo, quello altro che felice, quello tra poco
mi ammazza!
Sospiro, rassegnato al peggio. Entro, per poi chiudermi la porta alle
spalle.
« Da oggi Mail si chiama Matt. » esordisce L,
mentre mi volto. « Sarà il suo nome da mio
assistente. »
« Assistente?! » esclamano Misa e Matsuda,
all’unisono, voltandosi verso di me. Sospiro, seccato da
tutte quelle urla. Quei due quando sono insieme sono peggio di una
coppia di pazzi, quasi.
Ma mai peggio di L.
« Fai carriera, eh? » fa Matsuda, con fare
complice. « Quand’è che sei stato
promosso? »
« Non è stato ancora promosso. » mi
anticipa L. « Ma lo sarà entro la settimana.
»
Se sopravvivo…
« Wow! » prorompe Misa, lasciando Naomi e la
novellina. « Non manca molto che diventi un giornalista a
tutti gli effetti, eh, Matt? »
« Eh già… » commento, poco
interessato a dire il vero. Sono più interessato a cercare
di capire quanto L mi sta guardando male, in questo momento. E quanto
sta guardando male la ragazza nuova.
Ma, più che altro, vedo uno sguardo seccato e sfuggente.
Forse anche un pochino deluso.
Perché non posso chiarire una situazione come questa?
« Come mai questa visita? » domanda L, dopo avermi
gettato un’occhiata fugace e velocissima.
« Siamo venuti per presentarti la nuova modella che
sostituirà Naomi! » esclama Misa, elettrizzata.
« Ma come, L, te l’eri dimenticato? »
« Mh… A dire il vero mi era passato di mente,
sì. » replica lui.
Cazzo, L, che indelicatezza! Non è da te!
« L, gliel’avevo ricordato ieri, prima di
andarmene. » intervengo, parlandogli formalmente –
come si addice al suo apprendista, dopotutto. Lui mi guarda, fingendosi
pensieroso.
Dài, lo so benissimo che te ne ricordavi! Piantala di fare
il finto tonto! Non puoi essere geloso di qualunque persona si avvicini
a me!
Sospiro, rassegnato. « L, lei è Sayu Yagami, la
modella che sostituirà Naomi tra due settimane. Naomi si
sposa tra un mese, e ha deciso di terminare la sua carriera da modella.
»
L fissa prima Sayu, poi Naomi, con la sua immancabile espressione da
gufo stampata in faccia. Mi viene quasi da sbuffare, notando che il mio
capo è tutto fuorché interessato, riguardo a Sayu.
Lei però, cosa di cui mi posso compiacere parecchio,
reagisce meglio del previsto.
« Molto piacere, signor L. » dice, inchinandosi
leggermente. Ha una voce timida, gentilissima. « È
un vero piacere conoscerla. »
A questo punto, ci si aspetterebbe che L risponda “Il piacere
è tutto mio, Sayu.” No?
« Il piacere è mio, signorina Yagami. »
replica L, tranquillamente.
Sì, certo, come no. Il piacere è tuo. Bella
cazzata…
« Mi dispiace di averla interrotta mentre era impegnato col
lavoro. » si scusa Sayu, sempre più gentilmente.
Mi viene voglia di dare una pedata negli stinchi a Misa, per il fatto
che si sta trattenendo dal ridere.
Ma, in fondo, non posso certo darle torto. Dopotutto, sia io che L
eravamo impegnati a fare ben altra cosa. Di certo non a lavorare.
Però, non posso fare a meno di accorgermi che L è
quanto mai stupito, dalla gentilezza della nuova arrivata.
« Oh, beh… Nessun problema, tranquilla.
» dice. « Mi fa molto piacere che tu ora sia del
gruppo. »
Sembra un pochino sincero, ma non giurerei che quello che ha detto
corrisponda totalmente a verità. Insomma, dopotutto L
è un bravo attore, è risaputo.
« Ehi, ragazzi, che ne dite se facciamo vedere a Sayu il
resto dello staff? » s’intromette Misa,
allegramente. Anche lei è una brava attrice, dato che so che
è preoccupata per me e L.
Un momento. Che cazzo sto pensando? Misa non è mai
preoccupata. Una persona normale si preoccuperebbe, ma lei no. Lei, al
contrario di qualunque persona normale, non fa altro che divertirsi, a
vedere la nostra storia.
Se “storia” si può chiamare…
« Giusto, giusto! » approva Matsuda, condividendo
l’allegria di Misa. « Dopotutto, qui è
grandissimo, ora che le presentiamo tutti passa la mattinata! A te va
bene, Sayu? »
Lei annuisce, timidamente.
« Mail… cioè, Matt, vieni anche tu?
» mi chiede Matsuda.
L mi anticipa prima che io possa anche solo aprir bocca.
« Matt rimane qua. » dice, tranquillissimo.
« Dobbiamo parlare di una faccenda. »
Tento di non farmi vedere, mentre sospiro, rassegnato. Tentativo di
fuga fallito.
Andiamo, Mail – o Matt che sia… In fondo lo
sapevi, che sarebbe finita così.
Misa mi getta un’occhiata divertita, davanti alla quale non
posso fare a meno di tentare di fulminarla col solo sguardo.
Ottenendo solo il risultato di farla ghignare ancora di più.
Cazzo.
« Allora noi andiamo! » esclama alla fine,
prendendo a braccetto Naomi e Sayu. « Ci vediamo
più tardi, Matt! »
Li guardo andarsene, accigliato. Dal fatto che L mi ha trattenuto, in
parte, ma soprattutto dal fatto che mi ritrovi solamente Misa, come
amica disposta ad ascoltarmi.
Che poi, definirla amica è
già tanto. Insomma,
diciamo che me la sono ritrovata tra capo e collo, dato che era
l’unica che sapeva di questa storia.
« Matt… » mi richiama L.
Mi gratto la nuca, irritato. « Cazzo, L, non è
possibile. » dico, rimanendogli di spalle. « Prima
eri geloso di Misa perché mi stava sempre appiccicata, poi
di Mello, adesso di Sayu… Non puoi essere geloso di chiunque
mi stia vicino! Dopotutto, non stiamo nemmeno insieme! »
« Ed era proprio di questo che ti volevo parlare.
» replica L, tranquillissimo.
Mi volto, spiazzato.
« Della tua gelosia? »
« No. Del fatto che non stiamo insieme. »
Oh cazzo, no. Dimmi che non è vero.
L si alza. La cosa è seria, dannazione.
« Perché? » domando. «
Insomma, sei stato tu a proporre l’idea della storia non
impegnativa, quando ti avevo chiesto di metterti con me. Hai
detto che non volevi mischiare il privato col lavoro, e che la storia
senza impegno sarebbe stata l’ideale… »
« Non immaginavo che sarebbe durata così a lungo.
» replica lui. « Pensavo che sarebbe stata una
cosa… poco impegnativa, diciamo. »
« Non lo è? »
« Per me no. » spiega lui. «
Perché, per te lo è, Matt? Non sei andato con
nessun altro, in quest’anno che siamo stati insieme.
Perché, alla fine, se guardi bene, è come se
fossimo stati insieme. »
Mi gratto la nuca. È vero, è come se fossimo
stati insieme. Insomma, anche se è da un po’ che
non sono più innamorato di lui, come fa a non piacermi? Alla
fine, non si può dire che non abbia fascino, carisma, o robe
simili.
« Sì, beh… Effettivamente è
così… » commento. « Ma come
mai te ne salti fuori con questa storia, proprio ora? »
« È già da un po’ che ci
stavo pensando, a dire il vero. » osserva lui. «
Immagino che per te non ci sia problema, se stiamo effettivamente
insieme, no? »
“No, effettivamente di problema non ce
n’è, ma…” Ma cazzo,
perché mi viene da pensare a Mello, in questo momento?!
Porca puttana, Mello non è il mio tipo, dannazione! E poi,
è pure impegnato!
« C’è qualche problema, Mail?
» mi domanda.
Cazzo, se ce n’è. Combinazione, te ne sei uscito
con questa storia proprio dopo che ti ho raccontato di Mello, eh? Che
strane, le coincidenze della vita…
Però non resisto, quando mi guarda così.
Insomma… è così figo!
« N-no… Non c’è
problema… In fondo l’hai detto anche tu, che
è come se fossimo insieme da un anno e passa…
» replico.
Sorride. E gli sorrido pure io.
Nervosamente, ma gli sorrido, cercando di non dare a vedere il mio
nervosismo.
Mi schiocca un bacio sulle labbra, che dura giusto un secondo.
« Grazie, Mail. » mi sussurra, una volta che si
è staccato. « Ora sono molto più
tranquillo. »
« Ma ti pare… » replico, nervosamente,
abbassando lo sguardo. « Però ora è
meglio che vada a lavorare, mh? »
« D’accordo… » mi consente
lui, staccandosi completamente e indietreggiando fino alla scrivania.
Mi gratto la nuca con una mano, di nuovo, di nuovo nervosamente. Mi
volto, andando verso la porta. Senza dire una parola, la apro. Rivolgo
giusto un’occhiata a L, e al vedere che lo guardo ancora lui
sorride.
Sorrido a mia volta – quasi per accontentarlo – ed
esco dal suo ufficio.
Mi dirigo verso la mia sedia, e mi ci accascio sopra, le mie forze
prosciugate da quella tensione.
Una voce dentro di me mi dà del pirla.
Un’altra mi chiede perché abbia accettato, senza
avere il coraggio di negare.
Un’altra ancora non fa che ripetere
“Mello”.
L’ultima, la simpaticissima vocina della verità,
mi fa capire che sono davvero nei casini, stavolta.
« Come se non lo sapessi. » le rispondo a bassa
voce, esasperato.
E la cosa peggiore è che, nei casini, mi ci sono buttato io,
cazzo!
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Capitolo 4 *** 4.Aiber e Sayu ***
Eccomi qua di nuovo! Altro capitolo, un po' di transizione e non molto
attivo, ma spero vi piaccia! Leggete e recensite, se vi va!
Colgo l'occasione per indire un piccolo sondaggio: secondo voi qual
è il/la compagno/a perfetto/a per Near? Giusto per
sapere con chi ce lo vedreste e per vedere se l'idea che ho avuto
è condivisa o no... Accetto sia etero che yaoi! (non
è detto che quello che dite poi sarà in coppia
con Near in questa ff, anche perchè non so nemmeno se
mettere Near con qualcuno qui....) Se avete
voglia rispondete! Un bacio!
E ora le risposte alle recensioni!
x aiko neko black: beh, mi piacciono le coppie
strambe, che vuoi farci?
Però sono contenta che non sia l'unica a cui piacciono ^^!
Per Mello e Light mi sa che dovrai aspettare il prossimo capitolo...
Però spero che ti piaccia anche questo! Un bacio e grazie
mille per la recensione!
x Chasy: ohi, grazie mille per i complimenti! Anche
a te piace il mio
stile... Pazzesco, non pensavo che sarebbe piaciuto così
tanto! Mi fa davvero molto molto piacere! Spero che continuerai a
seguire! Un bacione!
x MellosBarOfChocolate: noooo, mi mancheranno le tue
recensioni! Spero
che tu sia riuscita a leggere il capitolo prima di partire...
Comunque sia, anche io ho un po' tentennato sull'audacia di L (tra
parentesi, nemmeno a me la coppia L x Matt mi convince molto, ma adoro
le coppie strane!) ma poi ho deciso che di certo non si sarebbe fatto
avanti l'indeciso Matt, che è in bilico tra Mello e L, no?
Poi, a proposito di Misa... ecco, forse lei è un po' OOC,
per come è sveglia. Certo che è felice che Matt e
L stiano insieme, ma chi non si divertirebbe a vedere due uomini che
fanno una specie di tira e molla? ;) Ad ogni modo, anche a me lascia un
po' perplessa che Mello e L siano spesso caratterizzati come delle
ragazzine innocenti (L potrebbe ancora passare un pochino per via del
fatto che è un po' dolce... ma, Mello innocente?! O_O) . Tra
l'altro, spesso anche Matt, che è uno dei personaggi forse
più virile di tutta la serie, spesso viene caratterizzato
come una persona timida *_*... Non è che non mi piaccia, ma
non ci vedo nè Mello, nè Matt, nè
tantomeno L in quei ruoli da femmine. Insomma, per me gay è
completamente diverso da donna... Ma lasciamo perdere. Mi fa piacere
che ti sia piaciuta questa caratterizzazione, anche perchè
non speravo di esserci riuscita molto ( a volte sia Mel che Matt mi
sembrano troppo pucci)... Per la lemon tra Light e Mello...
probabilmente la metterò nel prossimo chappy. Spero che
continuerai a seguire! Kiss ^^
x _Kira94_: ahah, la la cosa di Matsu che apre la
porta era venuta in
mente anche a me, ma anche se avesse solo sentito da fuori non credo
che non sarebbe rimasto sconvolto... ^^ Comunque, è molto
meglio che abbia aperto la mitica fangirl, almeno per Matt! Altrimenti
poveraccio, che giornata che avrebbe dovuto passare! (tra parentesi, la
giornata del povero Matt ancora non è finita e deve ancora
incontrare Light, fai un po' te... Porello!) Chissà se Light
e L si troveranno.... Speriamo di sì, ma alla fine, come ho
già detto in precedenza, ho il brutto vizio di lasciare
tutto al caso.... Chissà? ^^ Spero che continuerai a
seguire, e grazie mille per la recensione! xxx!
x Myrose: wowowowow! Che recensione fantastica,
davvero bella, grazie
mille! Povero Matt, lo sto facendo impazzire, lo so, ma ho il brutto
vizio di torturare i protagonisti delle mie storie... Mai uno a cui
gliene vada bene una al primo colpo.... (Matt mi sta guardando con aria
omicida e il lanciarazzi dietro la schiena pronto a colpire... help!
O_O) Comunque sia, come può Matsuda essere diverso da quello
che è? Adoro quel personaggio proprio per la sua
ingenuità... E anche per il fatto che uno "sciacquino" serve
sempre! Passano a Misa, come ho già detto anche a
MellosBarOfChocolate, devo dire che lei mi sembra un po' OOC, ma tutto
sommato mi piace così come l'ho dipinta (non posso
sopportare come l'hanno caratterizzata nella storia originale, anche
perchè all'inizio non l'hanno fatta sembrare così
scema! Dattebayo!) Perciò l'ho fatta un po' più
intelligente - e anche un po' più infame, diciamocelo.
Quanto a L... ahah! anche a me ha divertito moltissimo lo scambio di
sguardi tra lui e Matt (Matt in questa fanfiction prima o poi mi
uccide, per tutto quello che gli sto facendo passare!) Diciamocelo:
anche a me piace molto un L dolce, ma tutto questo non farà
che renderlo ancora più geloso... Ma a questo penseremo poi!
A proposito del "copione"... Beh, sarebbe una bella idea! Insomma,
dopotutto L che sta alle calcagna di Light è ormai la
norma... Ma se capovolgessimo le parti? Tu che dici?
Spero che ti piaccia anche questo capitolo, e di averti fatto un bel
regalo per il tuo compleanno (o al limite di averti rilassato!)! Un
bacione, spero che continuerai a seguire!
x RuinNoYuki: MatMatMat!!!! Oddio, con quella storia
quanto siamo
andate avanti?! Comunque visto che ora lo pronuncio giusto (guarda che
mi incazzo se non te ne sei accorta!). E anche Mel sembra che abbia
capito come si pronuncia (dopo due mesi...! Lo sai che è
testardo, no?^^). Ahah, comunque è stato divertente tenerti
sulle spine! Ora hai capito come vanno le cose, no? E che il povero
Matt ne passerà di ogni (ti prego non mi uccidere!!!!). E
smettila di atteggiarti a Dio! Lo vedi che ho continuato la fic? Adesso
voglio vedere quando c'è la tua prossima recensione e quante
cazzate spari! (Evita le minacce di morte, Mello si potrebbe arrabbiare
tanto da rompere qualche PSP e cancellarti tutti i dati dei Pokemon!^^)
Un bacio anche da Mello! Grazie per la recensione!
Ancora GRAZIE a tutti quelli che hanno messo questa fanfiction nei
preferiti o nei seguiti! Vi voglio bene! Un bacione da madychan!
4.
Aiber e Sayu
Ammiro le pile di cose ammassate sopra il divano, compiaciuto del mio
lavoro.
Insomma… quanto meno, il pavimento è libero.
Dopo due ore di lavoraccio dentro questa casa, sono alfine giunto al
risultato di aver raccolto da terra qualcosa come quattro coperte, tre
maglie, due paia di pantaloni, un giubbotto, una borsa, un numero
incalcolabile di riviste e un numero altrettanto incalcolabile di
scritti. E il tutto è, ovviamente, ammassato sul divano
della casa di Matt, in attesa di essere messo a posto.
Certo che l’ordine non è proprio il suo
forte…
Ma io, vivendo con quel pazzo maniaco dell’ordine –
e non solo – di Light, ormai sono abituato a mettere a posto
qualunque cosa. Persino i granelli di polvere si autosistemano, quando
vedono Light Yagami.
Dopotutto, l’unica volta che ho fatto un po’ di
casino nella mia stanza, mi ha urlato contro proprio come avrebbe fatto
una checca isterica. E lui di solito è quello più
virile nella nostra coppia, lo ammetto pure io.
Ridacchio al ricordo. Quella era stata veramente esilarante.
Gliel’avevo rinfacciata per un bel po’ di tempo, da
vero bastardo. Vabbè, c’è anche da dire
che quelle provocazioni più che altro erano spinte a farlo
vendicare dei torti subiti – insomma, mai insultare la
virilità di Light Yagami: è un sacrilegio, per
lui! – e che, quindi, alla fine non è che mi
dispiacessero le punizioni che mi infliggeva quando lo pungolavo. Ma su
questo si può anche sorvolare, no?
Sospiro, mettendomi le mani sui fianchi, e osservando quelle pile che,
per Light, sarebbero ancora il caos, nonostante siano ordinate.
Contemplo il resto della casa, pensieroso.
Cazzo, però anche il pavimento è un vero
macello…
E la cucina non è da meno…
Lasciamo perdere il bagno, che nella cesta dei panni sporchi ho
raccolto tante di quelle paia di calzini sporchi che ci si potrebbe
andare avanti due o tre settimane.
Mi metto una mano sulla fronte, sconsolato.
Qua altro che otto ore, ci vorrebbe una giornata intera…
Ma Mello non si arrende mai!
Prendo i vestiti, portandoli al cesto dei panni sporchi e lasciandoceli
cadere dentro. Ammiro di nuovo, ma solo per un attimo, la
quantità di abiti sporchi da tempo che sono raccolti
lì. Non sembra uno che si cambia molto spesso
d’abito, ma in compenso non lava quasi mai.
Comunque, la quantità di maglie a righe e jeans
lì dentro è veramente strabiliante. Mai viste
tante maglie a righe tutte insieme. E, quanto ai pantaloni, sembra non
averne un solo paio elegante. Tutti jeans, dal primo
all’ultimo.
Sbuffo, decidendo che lavare quel macello sarà
un’impresa che mi riserverò dopo, se mi
avanzerà tempo. In fondo, non è che mi metta in
visibilio, l’idea di mettere le mani nei suoi panni
sporchi…
Torno in salotto, prendo le riviste, i giornali e le bozze, e li porto
sulla scrivania che ha in camera sua. Quelli li lascio lì,
anche perché non voglio impicciarmi dei suoi affari
personali, e perché se li può mettere
tranquillamente a posto lui. E poi, se glieli metto a posto io e sono
cose che poi gli servono, come le trova, se non sa dove sono?
Faccio di nuovo tappa in salotto, osservando il macello restante. Non
c’è molto da sistemare ancora – rispetto
alle condizioni in cui si trovava fino a prima che ci mettessi mano, si
può dire ordinatissima –, ma da brava persona
precisa quale sono non posso permettere che la casa rimanga in questo
stato.
« Va bene. » commento, suggellando una specie di
patto con il salotto. « Ti pulirò io. »
Ignorando il fatto che qualunque persona normale direbbe che sono un
pazzo, a parlare con il salotto, vado alla ricerca del ripostiglio in
cui tiene il materiale per pulire casa.
Appena lo trovo – dietro una porticina appena accanto alla
cucina; anche il ripostiglio è, tra l’altro, in
preda al caos più totale –, torno in cucina,
osservando i piatti accatastati nel lavandino, probabilmente rimasti
non lavati da un paio di giorni.
Sbuffo di nuovo, rimboccandomi le maniche e aprendo l’acqua
calda.
Sto per mettere mano alla spugna per lavarli, quando sento una chiave
girare nella serratura.
Mi volto, sorpreso. Matt non dovrebbe essere qui prima delle cinque e
mezzo.
Non penso all’opportunità che possa aver fatto
prima. Non è da una persona normale fare meno di due ore di
lavoro.
La serratura scatta.
La porta si socchiude.
Mi preparo a lanciare all’arrivato indesiderato la prima cosa
che mi capiti in mano, guardingo.
La porta si spalanca, rivelando un uomo che, mi basta catalogarlo
così, non è Matt.
Faccio per prendere un piatto e lanciarglielo, d’istinto,
ma…
« Maaaail! Sei in casa? »
Inarco un sopracciglio, il piatto ancora nella mano sospesa a
mezz’aria.
Chi cazzo è questo?
Lo fisso, sorpreso. Ha i capelli biondi, non troppo lunghi ma mossi, e
gli occhi azzurri. È alto, e non sembra giovanissimo. Ha
anche un lieve accenno di barba sul mento.
« Mh? » fa lui, notandomi.
Abbasso il piatto, imbarazzato, ma ancora guardingo, mentre lui mi
osserva.
« Ah! » prorompe, puntandomi il dito contro
– e facendomi saltare, dannazione. Porca miseria, doveva
proprio?!
Chiudo gli occhi, inspirando a fondo per non lanciargli il piatto
contro.
« Tu sei la nuova ragazza di Mail! »
È un attimo. Riapro gli occhi e faccio per lanciargli il
piatto contro.
Mi trattengo solo perché il piatto è di Mail, e
non mio.
Ma comunque, non posso fare a meno di fulminarlo con lo sguardo, tanto
che lui indietreggia, chiaramente spaventato.
« Ohi ohi, che caratterino… »
« Non sono una ragazza. » sibilo, velenosissimo.
Non è la prima volta che qualcuno mi scambia per una ragazza
e la cosa, dignità e virilità permettendo, mi fa
un po’ incazzare.
Ciononostante, lui non si cura minimamente di nascondere la propria
sorpresa a quella dichiarazione, guadandomi con
un’espressione sbigottita in faccia.
Mi sto trattenendo con molta difficoltà
dal lanciargli
addosso questo maledettissimo piatto che ho in mano, cazzo.
« Di grazia, potrei sapere lei chi è? »
domando, cercando di essere il più educato possibile.
« Io? » fa lui, puntandosi.
No, guarda, quell’idiota di fianco a te.
« Io sono il fratellone di Mail. » replica lui,
entrando e chiudendo la porta, tranquillamente. « Tierri
Morrello, molto piacere. Ma puoi chiamarmi Aiber, se vuoi. »
Morrello, Jeevas. Capelli biondi, capelli rossi. Occhi azzurri, occhi
marroni. Alto, non altissimo. Robusto, magrissimo. Abbastanza elegante,
per niente raffinato. Non troppo figo, molto figo.
Insomma, non si somigliano per niente e sono fratelli?!
« Tu saresti il fratello di Matt… cioè,
di Mail? » domando, puntandolo. « Ma… vi
chiamate pure in modi diversi, come fate a…? »
« Storia lunga. » taglia corto lui, togliendosi il
giubbotto e appendendolo all’appendiabiti che
c’è all’ingresso. « Tu invece
saresti…? »
« Mihael Kheel. » mi presento. « Ma puoi
chiamarmi Mello. »
Insomma, il fratello di Matt è pure amico mio, no?
« Mello…? » chiede lui, guardandomi di
nuovo, attentamente. Resta per qualche attimo a contemplarmi, come
perdendosi in qualcosa. Poi, alla fine, sembra avere
un’illuminazione.
« Ah, ho capito! Tu sei il nuovo ragazzo di mio fratello!
»
Inarco il sopracciglio, perplesso.
« Eh? »
« Massì! » continua lui, venendo verso
di me e iniziando a osservarmi più da vicino. Addirittura,
comincia a girarmi intorno, manco fosse un avvoltoio. « Hai i
capelli biondi, gli occhi scuri, dei lineamenti effeminati…
». Stringo di più il piatto, a
quell’affermazione, tentando di non dare origine
all’omicidio del fratello di Matt. « … e
non sei troppo alto. Non sei quello che ha conosciuto ieri notte in
quel locale? Mi ha parlato di te stamattina al telefono…
»
Alzo lo sguardo verso di lui, sorpreso.
« Matt… Mail ti ha parlato di me? »
domando, stralunato.
« Sì, mi ha detto che ti ha incontrato e ti ha
portato a casa sua senza fare niente con te. » ribadisce lui.
« Per quanto Mail possa essere pigro, a volte rasenta proprio
il disumano, ma… stavolta devo dire che si è
scelto proprio un bel partito. »
Inarco un sopracciglio, sarcastico.
« Oh, beh, obiettivamente parlando. » dice Aiber,
alzando le mani. « Io ho altre tendenze, e poi non vado certo
a rubargli il ragazzo… »
« Ehiehiehi, frena. » lo blocco, spazientito.
« Guarda che io non sono il ragazzo di Mail. »
Lui mi fissa, confuso. « Ah no? »
« No. »
« E allora com’è che stai mettendo a
posto casa sua, come se fossi il suo ragazzo? »
Vedo che punta il piatto che ho in mano. Lo guardo, per poi rimetterlo
nel lavello.
« Diciamola così: lui mi ha fatto un favore,
permettendomi di rimanere in casa sua stanotte, e io sto cercando di
ripagarglielo. » spiego.
Aiber ridacchia. « Mettendogli a posto la casa? Mi sa che di
favore non ti ha fatto solo quello di farti rimanere in casa sua,
allora. » commenta.
Non so se la sua frase voglia essere fraintendibile o meno; ma so che
mi viene in mente quello che mi ha fatto stanotte, nel suo letto.
Mi volto, diventando rosso.
« Beh, su una cosa siete molto simili. » commento,
dopo essermi schiarito la voce. « Siete pervertiti uguali. Ha
preso da te, vero? »
Aiber ride, divertito. « Per dire che Mail è un
pervertito, o lo conosci bene, o ti ha fatto qualcosa di sconcio. E io
opterei per la seconda, conoscendolo… »
« Si vede lontano un miglio che è un pervertito,
quello. » replico, prendendo la spugna e imbevendola di
detersivo, per poi iniziare a ripulire un piatto. « Non
c’è bisogno che mi faccia nulla, anche
perché non mi ha fatto nulla. »
« Oh, beh, se lo dici te… » replica lui,
arrendevole. « Ma la domanda rimane: come mai gli stai
mettendo a posto la casa con tanto impegno? »
« Il fatto che mi abbia ospitato e il disordine di questa
casa sono due motivi più che sufficienti. »
ribatto, mettendo particolare energia nel ripulire il piatto che ho in
mano. « E poi, io ho il ragazzo. Dovrebbe averti detto anche
questo, o sbaglio? »
Lui ride, divertito. « Allora hai sentito la nostra
telefonata, stamattina… »
« Un pezzo, quando mi sono svegliato. » dico,
sciacquando i tre piatti che ho lavato nel frattempo e mettendoli nello
scolapiatti sopra il lavabo. Prendo a lavare anche i bicchieri, tutto
intento nella mia missione di mettere a posto questa casa entro le otto
ore di tempo.
« Mi ha detto che gli hai dato un soprannome, adesso che ci
penso… » osserva Aiber, distraendomi ancora.
« Matt, giusto? »
« Mh. » replico, laconico. « Mail non
mi piaceva, come nome. ». Lo guardo, pensieroso. «
E se devo essere sincero, non mi piace nemmeno Tierri. Credo che ti
chiamerò Aiber. »
Lui ride, prendendo una spugna di quelle più sottili e
iniziando a pulire i fornelli e il mobile della cucina. « Fai
come vuoi. Tanto ormai mi conoscono tutti come “Aiber, il
miglior conduttore radiofonico di Tokyo”! Uno in
più non farà differenza. Soprattutto se
è il ragazz… ehm, un amico di Matt. »
Si blocca, pensieroso. « Però devo dire che
chiamarlo Matt è molto meglio. Gli dà un
po’ più di virilità, in fin dei conti.
» commenta, riprendendo il suo lavoro.
Lo guardo, tra il perplesso, il rassegnato e il sarcastico.
Com’è che suo fratello gli dà del
“poco virile”?
« Perché? » domando. « Non
è molto virile? »
Dài, lo so che vorresti rispondere “Mai quanto
te”. Provaci, che stavolta è la volta buona che ti
spacco un po’ di piatti sulla testa…
« Oh, beh. » replica lui. « Diciamo che
il fatto che è gay non gli dà molti punti in
virilità, ecco. »
Wow, il peggio del peggio…
Mai insultare la razza gay davanti a Mello. Peggio ancora se la razza
gay viene insultata parlando con Mello.
« Hai qualcosa contro i gay? » chiedo, con una
calma glaciale.
Lo vedo rabbrividire. Sogghigno, premeditando già la mia
vendetta.
« Ah, ehm… Non fraintendere, io non ho niente
contro gay, bisessuali o simili…! » dice lui,
continuando, chissà perché, a ripulire i
fornelli, senza guardarmi. « È che,
insomma… La cosa non è molto gradita a chi gli
sta vicino ed è un uomo, ecco. Insomma, non ha mai avuto
amici maschi, o meglio, li ha avuti quando non rivelava la sua natura,
perché appena rivelava di avere tendenze diverse gli amici
svanivano nel nulla, sai com’è…
»
« Ah… » commento riprendendo a pulire il
bicchiere che ho in mano. « Quindi tu non hai niente contro i
gay… »
« Ma ti pare? Perché dovrei avere qualcosa contro
i gay, quando ce ne ho uno in casa? »
Sciacquo via il sapone dal bicchiere, e lo metto nello scolapiatti
insieme alle altre stoviglie. « Meglio per te. »
dico. « Mai insultare i gay davanti a me. È la
volta buona che ammazzo qualcuno. »
« Mh. Credo che lo terrò a mente…
» mi assicura lui, non senza un sospiro di sollievo per il
mancato omicidio. « Comunque, dato che il lavoraccio di
mettere a posto la casa di Matt è piuttosto lungo da fare da
solo, ti darò una mano. Ti va? »
Lo guardo, stupito. Matt ha preso anche la gentilezza, da lui?
« Va bene. Se non mi insulti gay o cioccolata, e non mi dai
della ragazza, dovremmo riuscire ad avere una convivenza pacifica.
» acconsento, terminando di lavare i bicchieri e prendendo a
pulire le posate.
Ed effettivamente, è quello che facciamo. Aiber prende a
mettere a posto le coperte sul divano, e sistemare la camera di Matt
– che, per quanto spoglia, riesce comunque a essere
disordinata – e a tirare su sedie e simili, per pulire il
pavimento. Io finisco di lavare posate e pentole, per poi contemplare
il lavoro fatto dal fratellone del rossino.
« Ok. » dico, andando verso il ripostiglio,
prendendo scopa e paletta e dando la paletta in mano ad Aiber.
« Diamoci da fare. »
Lui si mette sull’attenti, per poi prendere la paletta e
consentirmi di iniziare a pulire. Intanto che io pulisco per terra, lui
si mette a pulire il bagno – non che fosse sporco, ma una
pulitina ogni tanto non fa mai male – e, alla fine, quando ho
bisogno di un aiuto per prelevare la polvere da terra con la paletta,
lui mi dà una mano.
« Hai detto che sei conduttore radiofonico? »
domando, appoggiato allo stipite della porta del bagno, mentre lo
osservo riempire un secchio d’acqua tiepida.
« Il migliore di Tokyo, a quanto dicono in giro. »
conferma lui. « E come pseudonimo mi hanno dato
“Aiber”. Non chiedermi che c’entra col
mio nome, perché nemmeno io lo so. Mi sa che mi hanno dato
il primo che gli è venuto in mente al mio capo. »
Si gira verso di me, il secchio ormai pieno. Prendo il disinfettante
per i pavimenti dalla sua postazione sulla lavatrice, e ne verso un
po’ dentro l’acqua.
« Tu invece? Come mai proprio “Mello”,
come soprannome? » mi chiede.
« Così. Riconduceva al cioccolato, forse.
» dico, mentre chiudo il contenitore di disinfettante e lo
rimetto al suo posto. « È il primo soprannome che
mi è venuto guardandomi allo specchio, una mattina. E poi,
mi è sempre piaciuto dare soprannomi alla gente. »
« Mhmh… Questo l’avevo capito, hai dato
un soprannome a Mail dopo soli cinque minuti. » osserva lui,
mentre io prendo lo straccio e lo spazzolone. « E che fai
nella vita? »
Ma i cazzi tuoi no, eh?
« Studio all’università. »
rispondo, seccato, immergendo lo straccio nell’acqua.
« Oh… Non lavori? »
« No, per ora mi mantengono i miei. »
Lascio cadere lo straccio a terra, davanti alla porta
d’ingresso della casa, e inizio a pulire. Sento Aiber
ridacchiare, sulla soglia del bagno.
« Che hai da ridere? » domando.
« No, niente… » commenta lui.
« È che, per essere un ragazzo, per di
più mantenuto, devo dire che le pulizie le fai
bene… »
Gli getto un’occhiataccia. « Merito del mio
ragazzo. » dico, evitando di incazzarmi troppo per quella
che, sono sicuro, è l’ennesima offesa –
molto velata, ma sono convinto che lo sia – alla mia
virilità. « È un maniaco della pulizia
e dell’ordine. »
« Oh. » replica lui, senza dire altro per un
po’.
« E il tuo ragazzo non è geloso, con quel bel
corpicino che ti ritrovi? »
Mi fermo, sbuffando esasperato, alzandomi dalla mia posizione un
po’ chinata, e appoggiandomi allo spazzolone, guardandolo
storto.
« Sicuro di non essere gay? » domando.
« Al cento per cento. »
« E allora che cazzo di commenti fai?! »
Lui ride. Aiber, stai mettendo a dura prova la mia pazienza, ti avverto.
« Era sempre in senso obiettivo… »
spiega lui. « Insomma, per i ragazzi che ho visto insieme a
mio fratello, posso dire che tu gli piaceresti parecchio. Sicuro che
non avete fatto niente, ieri notte? »
Grugnisco, voltandomi e riprendendo a pulire per terra. « Non
abbiamo fatto nulla. » riaffermo. « E comunque, mi
pare che te l’abbia detto, che sono impegnato. Matt mi ha
detto chiaramente che non vuole fare nulla, con una persona
già impegnata. »
« Mh. » commenta lui. « Tipico di mio
fratello. Ma se sei impegnato, com’è che stanotte
eri con lui e non con il tuo bello? »
« Abbiamo litigato. » replico. Ma perché
te lo sto raccontando, se sono cazzi miei?! Bah… «
È geloso del mio migliore amico. »
« Mh. E tu hai pensato bene di farlo preoccupare un
po’. »
« Guarda che è colpa di tuo fratello se non gli ho
risposto al telefono stanotte. » replico io, passando a
pulire la camera di Matt. « Ce l’aveva lui il mio
cellulare… E poi, prima di addormentarmi il mio ragazzo mi
ha chiamato, e io gli ho risposto. Solo che, siccome non aveva
voglia di ragionare, gli ho urlato contro e gli ho sbattuto il telefono
in faccia. »
« Massì, di che ti preoccupi? Era solo per dire!
» fa lui, mentre io passo a strofinare il pavimento della
cucina. « Di certo ci avrà pensato L, a tirargli
su il morale e a svegliarlo, stamattina. »
Alzo lo sguardo, sorpreso. « L? E chi è?
»
« Non conosci L? » domanda lui. « Ma
come, è uno dei migliori giornalisti del Giappone! Oserei
pure dire del mondo! »
« Mh. » commento, poco interessato. « E
che rapporto ha con Matt? »
Ridacchia di nuovo. Quest’uomo finirà ucciso se
continua così, davvero.
« Geloso? » domanda.
Mi blocco di nuovo, voltandomi verso di lui e inarcando un
sopracciglio. « Ti sembra? »
« Beh, mi fai domande del genere… »
« Era solo curiosità. » replico,
riprendendo il mio lavoro. « Dato che stavi parlando di Matt
e poi sei passato a questo L, mi chiedevo che rapporto
c’è tra loro due, e perché il
“miglior giornalista del mondo” dovrebbe
“risollevare il morale” a tuo fratello che, senza
offesa, ma mi sembra un novellino, almeno per
l’età. »
Lui ride di nuovo. « A parte che Matt non è quello
che si può chiamare un novellino… »
esordisce. « …dato che, sin da piccolo, scrive, e
scrive pure bene… Matt lavora per L. L è il suo
principale. »
Spalanco gli occhi, sorpreso. Poi, distolgo lo sguardo, a disagio,
senza sapere nemmeno perché.
« Hai capito… » commento, riprendendo a
pulire per terra. « Si tratta bene, il tuo
fratellino… »
« Ah, non avrei dovuto dirtelo. » dichiara lui.
« Non dovevo saperlo nemmeno io… Pensare che Misa
me l’aveva detto di non dirlo in giro… »
Mi volto, stavolta continuando a pulire. « Misa? Parli di
Misa Amane? »
« Sì. È una modella che lavora per la
stessa rivista di L e Matt. » spiega lui. « Li ha
sgamati in pieno mentre lo facevano, ma non ha mai detto niente a
nessuno, tranne che a me. Ha detto che, essendo suo fratello, dovevo
saperlo, almeno io. »
Finisco di pulire il pavimento della cucina, e gli faccio cenno di
scostarsi, per passare al bagno. « Beh, in fondo
c’era da aspettarselo, da quella lì. Non ha la
faccia di una persona molto intelligente, men che meno discreta.
»
Lui ridacchia di nuovo, mentre io termino anche il bagno.
« Quindi… » osservo io, mettendo a posto
lo spazzolone e il secchio, nel ripostiglio. « Se io sono un
mantenuto, Matt è un raccomandato. »
« Naaah. » replica Aiber, aiutandomi a tirare
giù le sedie della cucina. « Matt scrive
benissimo. Altrimenti non sarebbe stato affidato a L. Che poi tra loro
due ci sia qualcosa, beh, questo non è nemmeno
certissimo… Quando ne ho parlato con Matt, lui mi ha detto
che non c’era niente di serio, tra loro due. »
« Cioè, fammi capire… Matt si riduce a
essere… il “divertimento” del suo capo?
»
L’idea mi disgusta parecchio, a dirla tutta.
« Non proprio. » replica lui. «
All’inizio Matt era innamorato, ma poi ha detto che non
c’era niente altro che un po’ di sano sesso, tra
loro due. Che, alla fine, fa sempre bene, no? »
« Ah. ». Una sorta di “coppia
aperta”, quindi. Beh, devo dire che l’idea che non
sia un raccomandato mi rassicura parecchio. Sinceramente, non ce lo
vedo proprio, Matt che si riduce a tanto.
Finiamo di risistemare la casa, mettendo a posto sedie, tavolo, camera
e divano. Aiber propone di fare un po’ di macchinate coi
panni sporchi di Matt, e io non posso fare a meno di essere
d’accordo, ma lascio a lui l’arduo compito. Finisco
in camera di Matt – o meglio, sulla sua soglia – a
contemplare la pila di riviste e fogli che ho appoggiato sul tavolo
prima che arrivasse Aiber.
Mi avvicino, curioso. Magari, tra quei fogli, c’è
pure qualche scritto di Matt.
In fondo, se lavora per quel giornalista così famoso e
bravo, un minimo di bravura dovrà pur averla, no?
Scruto uno a uno i fogli, cercando uno qualsiasi dei suoi scritti, il
primo che mi capita tra le mani.
La scelta, casuale, ricade su quella che sembra essere una pagina di
diario. La tiro fuori dal cumulo, iniziando a notare che il foglio
è un po’ stropicciato, e la scrittura un
po’ frettolosa, quasi fosse agitato, quando aveva scritto.
Non c’è data, né intestazione. Inizio a
leggere, curioso.
Primo giorno di lavoro come apprendista, e mi sono
già
invaghito del mio capo, cazzo.
Dio, ma come si fa? D’accordo, è un giornalista,
ma quell’uomo potrebbe fare davvero di tutto.
Non l’avevo incontrato, al colloquio, perché avevo
parlato con un suo sostituto – non ricordo come si chiamasse.
La prima volta che l’ho incontrato è stato oggi,
ma…
Cazzo, è troppo un figo! Non so nemmeno descriverlo!
Insomma, ora mi sembra di essere alle prese con la mia prima cotta,
come se fossi una ragazzina innamorata. Già Tierri mi dice
che devo sembrare un po’ più virile, se poi mi
metto pure a fare così, addio mondo…
Però, dài, sul serio…! Insomma,
è particolare, va bene, a certa gente potrebbe sembrare
persino anormale – cosa che, sinceramente, non capisco, ma
lui me l’ha detto in tutta sincerità, che molta
gente la pensa in questo modo, di lui –, ma io non riesco a
togliermelo dalla testa, davvero.
Com’è? Beh, la prima cosa che mi è
saltata all’occhio è che è strano. Di
certo, se lo vedessi così, non diresti che è uno
dei migliori giornalisti del mondo. Ha la pelle chiara e gli occhi
scurissimi, e questo passi, ma… insomma, ha due occhiaie
piuttosto pesanti sotto gli occhi, come se non dormisse. E poi, ha i
capelli neri, tutti disordinati. A prima vista ti viene da chiederti da
quanto non si pettini.
La cosa che più mi ha stupito è che, poi, mi ha
chiesto di togliermi le scarpe, quando sono entrato nel suo studio. Lui
stesso andava in giro a piedi nudi, pazzesco. E poi, ha addosso una
maglia bianca e un paio di jeans. Sì, tutto qua. Una maglia
bianca e un paio di jeans. La persona più normale di questo
mondo, diresti tu…
Beh, no. Non è normale. Beve tè o
caffè dalla mattina alla sera, primo. E poi, sta seduto in
un modo stranissimo sulla sedia. Mi hanno detto che chiamano quella
posa “la posa del gufo-pipistrello”… In
effetti, è come se stesse appollaiato, sulla sedia.
Ma la cosa più pazzesca è che sa di
tutto. Giuro, tu gli chiedi qualunque cosa… lui la sa. Gli
fai una domanda a caso, lui ti risponde. Mi hanno detto che ti sa
risolvere un problema a mente, senza nemmeno fare disegni o cose
simili…
« Che leggi? »
Sobbalzo, colto alla sprovvista. Mi volto, notando che Aiber
è dietro di me, e si sta sporgendo per vedere che cosa leggo.
« Ah, una parte del suo diario… »
commenta. « Effettivamente, Matt ha il vizio di usare fogli a
caso, invece di un diario vero e proprio. Che dice lì?
»
« Parla di quando ha incontrato L. » spiego,
tornando a guardare il foglio.
Devo ammettere che scrive dannatamente bene, cazzo. Era come se stesse
parlando con me, mentre scriveva. Era come se mi stesse raccontando
quello che gli era successo, come se fossi amico suo e lui si stesse
confidando con me.
« Scrive bene. » commento, rimettendo il foglio in
un posto a caso nella pila di riviste e fogli. « Mi aveva
preso. »
Aiber fa spallucce, come per dire “Io te l’avevo
detto”. Effettivamente, se quello è solo il
diario, e per di più di due anni fa, quando ha iniziato a
lavorare per L, chissà quanto è migliorato, ora.
Sorrido, al guardare quel foglio che sporge un po’. Certo che
è proprio innamorato di questo tipo.
« Non ti conviene rovistare troppo tra le cose di Matt. Non
lo sopporta. »
Guardo Aiber, inarcando di nuovo il sopracciglio, perplesso.
« Detto da uno che sta rovistando tra le sue cose…
» commento, acido.
Aiber si volta verso di me, come colto in fallo. « Ah,
beh… Io sono suo fratello. »
« E che vuol dire? Questa è comunque casa
sua… »
« Sì, ma ha un giochino per il Nintendo che
è mio, e non suo. » replica lui, serissimo.
Non posso fare a meno di fissarlo, allibito. « Cosa?!
»
« A Matt piacciono i videogiochi. » spiega Aiber,
come se fosse la cosa più normale del mondo. « Ci
passa la maggior parte del suo tempo libero, se non sta scrivendo
qualcosa o non sta fumando. »
Mi metto una mano sulla fronte, esasperato.
Un bambino. Ecco perché Matt mi è sembrato
così giovane e infantile, stamattina. Perché ho a
che fare con un bambino.
« E immagino piacciano anche a te, giusto? »
domando, guardando il biondo, che è tutto intento a cercare
qualcosa di non meglio identificato in uno dei cassetti della
scrivania. « Ma scusa, non sei un po’ troppo
grande, per queste cose? »
« Non si è mai troppo grandi per giocare ai
Pokemon. » replica lui, serissimo, rischiando di rimettere
casino nella stanza che abbiamo messo a posto da nemmeno
mezz’ora. « Ma dove l’ha messo? Cazzo,
non lo trovo! »
I Pokemon. Questi due giocano veramente a cose del genere?!
Oddio.
« Va bene… » commento io, incrociando le
braccia, paziente. Lui non sembra nemmeno sentirmi, tanto è
indaffarato a cercare quella schedina.
Mi metto a guardare il plico di fogli sul tavolo, incuriosito da quello
che Matt potrebbe scrivere su quei semplici pezzi di carta.
« TROVATO! » esulta lui, dopo qualche attimo.
Sobbalzo, sconvolto, e guardo il biondo, che intanto sta reggendo tra
le mani una schedina grande quanto un chip. Possibile che una cosina
del genere sia di così vitale importanza per questo tizio?
Mi trattengo dal chiedergli se è del tutto rincoglionito
– non tanto per non offenderlo, ma più che altro
perché la risposta si dà già da sola
– e lo fisso per un attimo, mentre è alle prese
col cercare qualcos’altro, borbottando delle frasi del tipo
“se questa era qua, vuol dire che anche quello non
è lontano”, e simili.
Riprendo a osservare i fogli, sempre più interessato.
Forse, se Matt mi scoprisse, non la prenderebbe molto bene,
ma…
… Cazzo, quel rossino mi ha incuriosito!
Mi viene un’illuminazione improvvisa. Guardo Aiber, che
intanto sta quasi entrando in crisi per trovare la fantomatica
“altra cosa”.
« Aiber… » inizio, con un mezzo ghigno
dipinto in faccia. « Per caso stai cercando qualcosa che
somiglia a un game boy? »
So più o meno di cosa si tratta, per svariati motivi
– tra cui il fratello di una persona che conosco molto
bene e
le pubblicità in TV. Non l’ho mai usato, ma
immagino che per quella schedina ci voglia un game boy… o un
suo simile, per me sono più o meno tutti uguali.
« Sai dov’è? » domanda lui. Un
lupo affamato che vede un gregge di pecore, questo il primo paragone
che mi viene in testa. Ridacchio un attimo alla cazzata che ho appena
pensato, e mi chino verso di lui.
« Credo di averlo visto mentre mettevo a posto la casa,
prima. » dico. « Però dobbiamo fare un
patto. »
« Un patto? »
« Immagino che Matt volesse nasconderlo da te, se
l’ha messo in un posto così improbabile.
» commento. « Quindi vuol dire che non vuole che tu
usi il suo… coso, giusto? »
Non sembra prendersela per il commento fatto al
“coso”. « Beh, in effetti…
»
« Ok. Facciamo così. » dico. «
Io ti dico dov’è il coso. In cambio, tu
fai… diciamo, finta di non vedere, se prendo qualche foglio
di Matt e lo leggo, ok? »
Aiber alza lo sguardo verso i fogli sulla scrivania. « Ti ha
incuriosito così tanto? »
« Nah… giusto un modo divertente per passare il
tempo… »
Cazzo, se mi ha incuriosito! Ma mica posso dirglielo…
« Vabbè, se lo dici tu… »
acconsente lui. « Non dirò niente. »
Ghigno. Annuisco e vado verso il letto, alzando coperte, lenzuola e,
infine, il materasso nell’angolo più vicino alla
porta.
Il Nintendo è proprio lì.
Lo prendo e lo do in mano ad Aiber, che mi guarda, sconvolto. Beh,
effettivamente nascondere sotto il materasso un videogioco forse
è un po’ eccessivo, ma con questo capisco
finalmente che Matt è proprio capace di tutto…
Prendo i fogli e mi dirigo, soddisfatto, verso il salotto, impaziente
di immergermi nella lettura.
I fogli di Matt trattano degli argomenti più svariati. Ci
sono descrizioni di L, descrizioni di Misa Amane, bozze di articoli
sugli argomenti più disparati, dalla moda al cibo, commenti
sui fatti di cronaca che hanno colpito la città di Tokyo da
due anni a questa parte, commenti su argomenti di interesse mondiale,
commenti sui vicini. Commenta tutto, scrive di tutto e di
più.
Ed è dannatamente bravo.
Il pezzo di diario di due anni fa su L è stato solo un
assaggio di una ragazzino innamorato; nel corso di due anni, Matt ha
saputo sviluppare una capacità di scrivere che non ho mai
visto prima. Nemmeno i temi di Light o i miei, o quelli di Near
– che è il migliore del nostro corso –
sono paragonabili agli articoli di Matt. Non che quelli di Near non
siano buoni in forma, ma quelli di Matt sono spettacolari in contenuto.
Che decisamente è molto più importante della
forma.
Però, anche la forma degli scritti di Matt è
fantastica. Ha uno stile concreto, si sofferma molto sulle cose
pratiche e arriva dritto al punto.
Mi viene da chiedere ad Aiber da quanto Matt scrive cose simili, ma
quel biondo è troppo impegnato a giocare ai Pokemon per
degnarmi di una sola occhiata che sprigioni un minimo di interesse.
Persino quando abbiamo mangiato – ho cucinato io, dato che
lui non si voleva staccare da quel cazzo di videogioco –
Aiber ha usato una mano per tenere la forchetta, e l’altra
per manovrare il game boy.
Assurdo. Spero che Matt non sia così…
Il telefonino suona mentre sono intento a stendere i panni di Matt,
dopo che ho deciso di interrompere per un po’ la mia seppur
interessante lettura.
Guardo il display, curioso. Appena riconosco il numero, esito a
rispondere, incerto se volermi beccare un’altra paternale o
meno.
Vabbè che non sarà certo come quella di Light nei
confronti di Matt…
Rispondo.
« Mello! Come stai? »
Inarco un sopracciglio, sorpreso. Va bene che è piuttosto
gentile, ma di certo non mi aspettavo quel tono così allegro.
« Bene… » rispondo, reggendo il gioco.
« E tu, Sayu? »
Insomma, dalla sorella del mio ragazzo mi aspettavo come minimo una
strigliata per tutto quello che il suo fratellone è stato
costretto a passare stanotte, a causa mia – più o
meno, dato che la colpa della litigata è stata tutta
fuorché mia. Di certo, non un tono così felice e
spensierato.
Ma siamo sicuri che lo sappia?
« Ah, bene, bene! » esclama lei. « Sono
qua alla redazione per la presentazione al mio nuovo capo…
»
Ah, già, ecco perché non lo sa. Oggi è
il primo giorno che passa alla redazione per cui lavorerà
come modella. Evidentemente Light non ha voluto dirle niente per non
farla agitare.
« Indovina! Sarò la compagna di Misa! Misa Amane,
ti rendi conto? » esclama lei.
Misa Amane? Aspetta, ma lei non lavorava per…?
No, dài, figurati se lavora solo per la redazione di Matt e
L. Avrà un sacco di proposte di lavoro, mica
lavorerà solo lì, no?
« E, sai oggi ho incontrato il caporedattore della sezione in
cui lavoro! » prosegue lei, entusiasta. «
È un po’ strano… Sai che mi sembra mi
abbia pure guardato male? Mi ero preoccupata di non piacergli, ma poi
il suo assistente mi ha detto che non è niente, che a volte
è un po’ preso col lavoro e guarda male un
po’ tutti… »
« Ah sì? E com’è? »
« Il capo o l’assistente? »
« Tutti e due. »
« Beh, il capo è un po’ strano, devo
dirlo… » dice lei, a bassa voce. E certo, meno
male che almeno lei un po’ di buonsenso ce l’ha, a
non insultare il suo capo il primo giorno di lavoro – anche
se non effettivo. « Sta sempre seduto in un modo strano sulla
sedia, e poi ha di quelle occhiaie! Sembra che non dorma, ma dicono che
è fatto così… E poi sai che va in giro
a piedi nudi? E ti guarda fisso… A dire il vero mi fa un
po’ impressione, ma Misamisa mi ha detto che mi ci
abituerò, che qua tutti si abituano… »
Spalanco gli occhi. Dire che sono a dir poco sorpreso è un
eufemismo.
« Ma dài? » faccio, facendo buon viso
– o meglio, buona voce, ma non importa – a cattivo
gioco.
Cazzo, non ci posso credere! Di tutti, proprio lui?
« E l’assistente che ti ha tranquillizzata?
» domando.
« Oddio, Mel, lui sì che è carino!
» esclama lei. « Persino più di te,
pensa un po’! »
« Ah, davvero? Grazie del complimento… »
commento, fintamente offeso. Sto sempre reggendo il gioco, ma lo
scoprire che Sayu, che mi adora – nonostante mi addossi tutta
la colpa dei litigi con Light – ritiene che ci sia qualcuno
più carino di me, mi fa un po’ pensare che si sia
invaghita dell’affascinante assistente di L. Spero solo che
non sia chi penso io…
« Beh, a dire il vero ho sentito che non è ancora
effettivamente l’assistente di L, ma che lo
diventerà entro la settimana, perciò, va bene lo
stesso se lo chiamo assistente… » commenta lei.
« Cooomunque… Mel, è troppo un figo!
Non avrei mai detto che il ragazzo tipo avesse gli occhiali e i capelli
rossi, ma è così gentileeee! »
Non so se trattenermi dal ridere o mettermi a piangere per
l’assurdità della situazione – e per il
fatto che, povera Sayu, non credo che verrà ricambiata.
Sospiro, cercando di non farmi sentire da lei.
« Allora, ti dico com’è…
» continua lei. « Ha i capelli rossi, un
po’ spettinati, e gli occhiali. Gli occhi dorati, e poi
è magrissimo, e non molto alto… Oggi aveva
addosso una maglia a righe nere e blu e un paio di jeans chiarissimi.
Che dici, prova a immaginartelo! Non è carino?! »
Mi viene voglia di dirle che non ho bisogno di immaginarmelo,
perché è proprio la persona con cui ho passato la
notte… Ma mi trattengo, giusto per non smorzare in partenza
il suo entusiasmo.
« Oh, sì. Molto. » dico.
« Non lo stai dicendo solo per darmi ragione, vero, Mel?
» domanda lei.
« Ma chi, io? Ma figurati! » dico, divertito.
« Anzi, te lo dico perché mi sembra di conoscere
una persona molto simile a quella che mi hai detto…
»
« Maddài! Davvero? » domanda lei. Senza
però darmi possibilità di risposta, prosegue,
imperterrita. « Oh, scusa, ma ti ho interrotto? Eri con
Light? »
« Mh? No, no, non sono con lui. » dico. «
Light è all’università. »
« E tu dove sei, scusa? »
« Non mi andava di andare, oggi… Non stavo molto
bene. » Che gran ballista che sono. Ma mica posso dirle che
sono stato con quell’assistente, stanotte, al posto che con
Light. No?
« Ah, ho capito! » esclama lei. « Ohi,
Mel! Ora devo proprio andare, mi sta chiamando Misa! Salutami Light,
nh? »
« Va bene… » dico, sorridendo, un
po’ rassegnato al suo entusiasmo. « Buon lavoro.
»
« Grazie mille! Ciao ciao! »
Chiude la comunicazione prima che possa rispondere al suo saluto.
Oddio, paradossale. La sorella di Light innamorata persa di Matt. A
prima vista, poi. Insomma, non la facevo così facile a
innamorarsi.
Torno a stendere i panni, pensando all’assurdità
di quella nuova situazione.
Beh, magari Matt non è del tutto gay. Forse è
bisessuale… Magari Sayu gli potrebbe piacere.
Guardo Aiber, ancora intento a giocare con il game boy.
Sospiro, pensando che è già stato un miracolo se
Matt è uscito ieri sera, se somiglia al fratello.
Finisco di stendere i panni, per poi tornare sul divano a leggere gli
scritti di Matt. Lo sguardo mi cade su un commento particolarmente
lungo su un argomento non meglio identificato. Lo guardo, curioso, e
inizio a leggere.
Rimango per un po’ a leggerlo, ancora poco cosciente di
quello che l’articolo sta dicendo.
Realizzo solo dopo che sta esprimendo le sue considerazioni su un fatto
di cronaca accaduto un po’ di tempo fa – circa
quindici anni fa –, dicendo esplicitamente che non sopporta
che non sia stato scovato il responsabile di una bomba, che esplodendo
ha ucciso due coniugi. Mi sorprendo a vedere che, allegata
all’articolo, c’è anche la pagina di
giornale che parla della caduta in prescrizione del caso. In poche
parole, mistero non risolto e bombarolo a piede libero per quindici
anni.
Rileggo le prime righe del commento, sorpreso. Sembra che in quel
momento Matt fosse particolarmente agitato. Forse arrabbiato, o nervoso.
Così è uno che crede nella giustizia, dopotutto.
O meglio, che, evidentemente, ne è stato deluso.
Non faccio in tempo a guardare l’articolo, che la serratura
scatta, e la porta si apre, cogliendo me e Aiber di sorpresa.
« Sono a casa… »
Oh, cazzo.
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Capitolo 5 *** 5. Light (e Near) ***
Eccomi qua di nuovo!!!! Finalmente avrete il misteriosissimo (?)
personaggio che dall'inizio della storia viene nominato ma non
è mai comparso!
Avete capito di chi parlo, vero?! Ebbene sì, in questo
capitolo apparirà finalmente LIGHT YAGAMI!
Nel frattempo, continua il sondaggio sull'anima gemella di Near: chi ci
vedete bene con lui? Se avete voglia rispondete!
Un paio di note utili alla lettura, prima di tutto:
1) Camilla, di cui Matt e Aiber parleranno poi, è la
campionessa del gioco dei Pokemon, nelle versioni Perla e Diamante (le
ultime uscite che io so)
2) Solo per chi non lo sapesse e non capisse: la parola "dandy", che
Misa e Matt dicono a fine capitolo, non è altro che un
sinonimo di "damerino".
Detto questo, vi lascio leggere (e commentare, se avete voglia!)! Un
bacione da madychan!!!
Ma prima, le risposte alle recensioni!
x Bimba127: grazie mille per i complimenti!!! Mi fa
piacere che ti
piaccia anche se le coppie sono un po' strane... Adoro le cose fuori
dalla norma! Riguardo ad Aiber... Ahahah! Sai, sinceramente il
riferimento al fatto che lui gioca al Nintendo mi è venuto
per mio padre, che quando ero piccolo giocava alla Play con i miei
stessi giochi (peraltro senza troppo successo nella maggior parte,
eheheh!) Riguardo a Sayu... Beh poveraccia davvero! Chissà
che fine farà in questa ff ^^... Un bacione anche a te,
spero che continuerai a seguire! xxx!
x Puce16: Noooooo! Non ci credo, che storia! A te e
a Sayu tutta la mia
comprensione, mi dispiace tantissimo!
Grazie mille per i complimenti sullo stile, davvero! Mi fanno molto
piacere! Tra l'altro, Matt quando ha scritto la pagina su L aveva
appena cominciato a scrivere come giornalista, perciò
immagina come può essere migliorato nel frattempo^^! Anche
la trama... strana, è vero! A dire il vero, volevo
semplicemente fare una one-shot, all'inizio, ma come al solito i
personaggi hanno fatto i capricci ed è venuta fuori questa
storia dalla trama stranissima... Comunque sono molto contenta che ti
piaccia! Spero che l'aggiornare celere continui...prometto ce la
metterò tutta! Un bacione anche a te, e spero che
continuerai a seguire! xxx!
x Whattina: stragraziemillemillissime per i
complimenti sullo stile! Mi
fa piacere che non sia troppo pesante, anche perchè il tema
è piuttosto leggero... Eccoti il quinto capitolo, spero di
non averti fatto aspettare troppo ^^! Però...
dài, Matsuda e Pikachu insieme? Potrebbe essere un'idea,
quella di convertire Matsu a un fanatico dei Pokemon! Magari potrei far
portare a Matt il Nintendo al lavoro...
AhAh, anche io Aiber lo adoro in questa ff, è troppo
simpatico! Così come adoro Matt giornalista... Diciamo che
in questa ff è il personaggio che adoro caratterizzare di
più simile a me, dato che praticamente è il
protagonista principale! Cmq, riguardo agli occhiali... Quelli che
indossa normalmente sono dei semplicissimi occhiali pseudo-finti (nel
senso che servirebbero a correggere una leggerissima miopia che ha, ma
talmente lieve che è come se non ce l'avesse). Gli
occhialini da aviatore li mette nel primo chappy, quando porta Mello a
casa sua in moto.... E per ora solo lì!
Un bacione mega, spero che continuerai a seguire! xxx!
x Sydelle: grazie mille anche a te, sono contenta
che la ff ti piaccia!
Lo so che dal titolo sembrava demeziale (lo sembrava anche a me, pensa
un po'!) ma mi sa che non sono tagliata per fare robe troppo sceme,
tendo sempre a metterci un po' di serio... Cmq grazie mille per i
suggerimenti per Near, li terrò da conto! E, sì,
molto molto molto probabilmente Teru comparirà,
anche se temo dovrai aspettare un po' (come potrei non far comparire
LUI?) Un bacione e spero che seguirai ancora! xxx!
x Mirokia: sniff.... me commossaaaaaaaaaaaa!!!!!
Davvero, non credevo che la ff potesse piacere a tal punto, non sai
quanto mi sono commossa a leggere la tua recensione! Mi fa un
enormissimo piacere che lo stile ti piaccia, e anche
l'originalità! Gli imparentamenti e le coppie crack... Beh,
come già detto fino a forse la nausea, adoro le cose
inusuali!
Davvero, il fatto che tu abbia definito la mia ff la più
bella degli ultimi dodici mesi mi ha davvero resa felicissima! Mi
impegnerò per mantenere sia stile sia originalità
della storia, promesso!
Anche a me Matt e Aiber piacciono un casino, se poi si mettono pure a
essere fratelli sono una delle cose più divertenti di questo
mondo, almeno per me!
Oddio, non so più che dire... Spero che il capitolo ti
piaccia! E poi, mi metterò d'impegno per pubblicare almeno
un altro capitolo prima del 5 (forse il 4, se riesco addirittura
prima!)
Un megasuperipergrazie anche per avermi messa tra i tuoi autori
preferiti! Un bacione, spero che seguirai ancora! xxx!
x _Kira_94: ehm... innanzitutto, mi scuso
immensamente per aver scritto
il tuo nome in modo sbagliato negli scorsi capitoli! Non immagini che
imbarazzo quando me ne sono accorta, grazie mille per non avermi tirato
un piatto!
Cmq... Il mondo è davvero piccolo, ma sto anche programmando
di chiudere il cerchio^^... Cmq, Teru entrerà in scena con
altissima probabilità, mentre a Takki devo ancora dare un
ruolo preciso... sto programmando di farla entrare in scena, cmq! Mi fa
piacerissimo che la ff ti piaccia! E... ehm, Light. Ma
dài... Era solo un banalissimo scherzo! (Cmq è
tutta colpa di Mello, mi ha manovrato perchè lo scrivessi
assolutamente!) E poi, Aiber... Beh, non è proprio sulla
quarantina, ma avrà anche lui la sua età... Ma
come dice lui, "non c'è età per giocare ai
Pokemon"!(anche mio padre gioca ancora alla play, nonostante abbia
quasi cinquant'anni!) Un bacione anche a te, spero che il capitolo ti
piaccia! xxx
x MARIKO UCHIHA: ma ciao!!!! Mi sei mancata
lo scorso capitolo! Grazie millissime ancora per i complimenti, mi fa
sempre piacere sapere che ti piace come scrivo! Quanto ai tuoi
suggerimenti riguardo a Near... Tranquilla, non avevo la minima
intenzione di metterlo con un personaggio inventato! Beh, purtroppo
Mello mi sa che non si può fare (in questo momento Light e
Matt si stanno, e mi stanno, guardando in cagnesco, perciò,
no, mi sa che c'è un po' di coda...^^) ma vedremo come si
mettono le cose! Cmq sono d'accordo con te e Sayu: io adoro Matt! E
poi, la versione prima cotta mi rispecchia molto quando ero incasinata
con il mio ex... Beh, ma non parliamo di me! Spero che ti piaccia il
capitolo e che continuerai a seguire! Un bacione! xxx!
x Myrose: O_O... Me sconvolta dalla tua recensione,
troppo bella! Ma
addirittura divina propinatrice di storie?! Dài,
così mi metti in imbarazzo! Cmq, Light Yagami
apparirà finalmente, dopo be quattro capitoli di attesa...
Ma sono contenta che ti sia piaciuto l'espediente narrativo
(così come la checca isterica... XDXD) Così come
sono contenta che "Mel-colf-a-mezzo-servizio" ti piaccia semppre di
più... E poi, la caratterizzazione di Matt: adoro
descriverlo! Mi somiglia troppo, me ne rendo conto, nelle sue paranoie
mentali! Aiber... beh, diciamo che Mello non poteva fare lo scemo da
solo, nel quarto capitolo! E poi, beh, sì, fa da personaggio
interlocutorio, non ha molto un ruolo narrativo per ora... Ma non si sa
mai!
Parlando del bombarolo... Possiamo definirlo un altro espediente
narrativo, forse. Giusto per far capire la mentalità di
Matt, forse. Ma perchè lo ricolleghi a L (almeno,
così mi è sembrato)? A proposito della dolcezza
bastarda nel legare Matt... Beh, devo dichiararlo apertamente, almeno a
te: io e L abbiamo stipulato un contratto ai danni di Matt! Mi
pagherà una cospicua cifra se alla fine della storia
avrà sofferto moltissimo (il motivo credo si capisca
dall'intro della storia), ma la realtà è che non
riesce a capire come lui, un semplicissimo fanatico di videogiochi
(semplicissimo fanatico di videgiochi?! ndMatt) sia stato scelto come
suo successoro dopo Near e Mello! Davvero, non riesce a capacitarsi di
questa cosa! (in realtà è solo invidioso
perchè lui con i videogiochi non ci sa molto fare...^^)
*coff*. Ma smettendo di sfasare come mio solito... Sono contenta di
averti fatto un regalo per il compleanno! E grazie mille per la granita
virtuale! Un bacione, spero che seguirai ancora! xxx!
x aiko neko black: Wedy sorella di Mello? Beh, devo
dire che Halle l'ho
scelta in virtù del fatto che si vede che è molto
affezionata a Mello, nella storia originale ma, siccome è
lampante che non si metteranno mai insieme, le ho concesso di essere
sua sorella maggiore (mi ha quasi supplicato in ginocchio per avere
quel ruolo, quasi insignificante, ma contenta lei...^^) . A Wedy non ci
avevo davvero pensato, sinceramente... Cmq Aiber che gioca coi Pokemon
è una cosa quanto mai fantastica, lo adoro (tra parentesi,
il bello è che il gioco è pure suo, non di Matt,
che però l'ha finito nel giro di una settimana, lavorando
anche!) Gli istinti omicidi di Mello... Eheh, questo mi sa che non
è niente... Un bacione, spero ti piaccia anche il nuovo
capitolo e che seguirai ancora! xxx!
Un grazie ENORME a tutti coloro che hanno messo questa storia tra i
seguiti e i preferiti! Un bacione enorme a tutti quanti! xxx by
madychan!
5.
Light (e Near)
« River! »
O Dio, ti prego, no. Ti prego, fai che non sia lui. Ti prego,
no…
« River! »
Ma perché, la maggioranza delle volte che prego, Dio mi
ignora così spudoratamente?!
« Yagami, che piacere rivederti. »
« Si può sapere dov’è Mello?
»
Lo guardo, mettendo i quaderni degli appunti a posto.
Oddio, non che sia brutto, anzi, oggettivamente è bello,
ma…
…cazzo, Mello, ma proprio uno geloso fino a questo punto
dovevi andarti a pescare?!
« Yagami, ti ho già detto stamattina che te lo
dirò solo alla fine della giornata. » replico,
mettendo via i quaderni e l’astuccio. « Mello sta
bene, sta’ tranquillo. Mi ha chiesto di farti finire la
giornata di scuola, giusto per non farti perdere lezioni importanti.
»
« River, la giornata di scuola è finita.
» replica Light, mettendo le mani sul mio banco. «
E ora, tu mi dirai dov’è Mello, e verrai anche con
me. »
« Che cosa?! No che non vengo con… con te!
»
Stavo per dire “con un pazzo furioso come te”, ma
meglio non esagerare. Light è perfettamente uguale a Mello,
se viene insultato quando è particolarmente incazzato
è capace di tutto.
Cazzo, e pensare che contavo di scappare prima che arrivasse…
« Certo che verrai con me, River! » fa lui,
prendendomi per il polso e trascinandomi fuori dalla classe. Faccio
appena in tempo a prendere la cartella, che lui mi scarrozza
già fuori dalla scuola, verso la sua macchina.
« Yagami, ma io non so dove può essere
Mello… Stamattina mi ha detto che era a casa di un ragazzo e
che stava bene, ma niente di più… »
Light si blocca, si volta verso di me.
Aria assassina negli occhi.
Aiuto.
« A casa di un ragazzo? »
Oh, merda.
« Ah, ehm, sì… » dico,
tentando di riparare il possibile. « Un ragazzo perfettamente
etero con cui Mello ha fatto amicizia ieri sera, in un
locale… Visto che Mello non aveva dove andare, questo
ragazzo l’ha invitato a casa sua… »
Meglio non dirgli che questo ragazzo ha quasi accettato le avances di
Mello.
« Nh. » fa lui, poco convinto. « E sai
dove si trova? »
« Ti ho detto di no! » ripeto, seccato. «
Mel non mi ha detto niente! »
Light mi guarda, fisso, probabilmente pensando al da farsi.
« Sali in macchina. » ordina, lasciandomi e andando
verso la portiera opposta, quella del guidatore.
« Non ci penso nemmeno! Io non vengo in macchina con te!
» ribatto.
Lui si blocca. Mi guarda, per poi venire verso di me, fronteggiandomi.
Di certo non mi fa sentire più sicuro di me stesso, il fatto
che Mello, come ragazzo, si sia scelto uno di trenta centimetri
più alto di me. Cazzo, già sono basso, pure uno
troppo alto si doveva scegliere, quello lì?!
« Tu verrai con me, River. » ripete lui.
« Dato che è proprio perché tu stai
troppo vicino a Mello che abbiamo litigato. Perciò ora
salirai in macchina, che tu lo voglia o no. »
Evito di ribattergli che la colpa non è propriamente mia, ma
più che altro della sua inguaribile gelosia. Sarebbe
controproducente, e non ho voglia di fare a botte con uno che
è troppo più alto di me.
Che poi sia il fidanzato di Mel, beh, questa è
un’altra questione.
« Va bene, va bene! » acconsento, prendendo il
cellulare dalla tasca. « Fammi telefonare al tuo ragazzo, che
così scopro dov’è. »
Mentre compongo il numero, però, mi sovvengono alle orecchie
delle voci.
« Oh, oh, non sapevo che River avesse cambiato
sponda… »
« Mh, sarà per questo che Kheel non è
venuto, oggi? »
« Ma dài, io ero sempre stata convinta che River
fosse etero convinto! »
« In effetti, per stare sempre vicino a Kheel, non
è che può essere perfettamente etero…
»
« Sì, ma da qua a pensare che Yagami tradisca
Kheel con River… »
Se non fossi troppo incazzato per il fatto che adesso mi considerano
pure gay, chiederei a quei tipi che cazzo ho da invidiare a Mel, per
non piacere a Light.
Oh cazzo, ma che cazzo vado a pensare ora?!
« Perché? »
« Beh, Yagami mi sembra uno piuttosto rigido, non credo che
tradirebbe mai Kheel… Men che meno con uno come
River… »
Chi è quella divina che mi sta difendendo (anche se con
affermazioni un po’ infamanti)?
« Ma no, io credo che più che altro Yagami non
tradirebbe Kheel con River perché è risaputo che
Yagami e River si odiano… »
Ehi, un momento, io non lo odio! Se lo odiassi lo avrei già
accoppato da un pezzo!
« Ah sì? »
« Beh, sono i due migliori della scuola, e per di
più sembra che Yagami sia geloso di River perché
è il migliore amico di Kheel… »
« Ma dài! »
“Ma dài”?! Lo sa tutta la scuola, cazzo!
Non è che Light ci metta molto del suo, a nasconderlo!
Guardo Light, un po’ incazzato per quella storia.
Sembra non essersi accorto di niente.
E intanto, al telefono non risponde nessuno.
Sospiro, per poi salire in macchina, al posto del passeggero.
Chiamerò dopo Mello; magari ora è impegnato.
Speriamo che non sia impegnato a tradire Light…
« Hai trovato Mello? » mi domanda lui, salendo in
macchina, di fianco a me.
« No… Provo dopo a chiamarlo. » replico,
voltandomi verso di lui.
Mette in moto. Lo vedo partire, per poi lasciare che un ghigno gli
compaia in faccia.
« E così… Hai perso la tua fama di
etero, nh? »
Spalanco gli occhi.
Il mettere in moto…
… e il ghigno che è comparso subito
dopo…
…così non lo posso strozzare mentre
guida…
Era tutto calcolato.
Questo bastardo mi ha fregato!
« Sai, Yagami. » dico, giusto per vendicarmi un
po’ del torto subito. « Se quel ragazzo, pur
essendo etero, ha accettato le avances di Mello, io sarò il
primo a godere nel vedere la tua faccia quando lo scoprirai. »
La faccia di Yagami dopo quell’affermazione?
Impagabile.
Muah. Muah. Muah.
« Ed eccoci a casa! »
Mi guardo intorno, stralunato.
Ma è davvero casa mia, questa?!
Insomma… C’è Mello, seduto sul divano,
con ancora in mano un foglio che stava leggendo.
E c’è Aiber, che si è fermato dal
giocare col mio Nintendo – sicuramente ai
Pokemon –
giusto per guardarmi.
E poi, beh, l’indirizzo è mio, e la serratura
è scattata quando ho girato la chiave…
Ma, ripeto, questa è veramente casa mia?!
Insomma… è innaturalmente in ordine!
« Mh? Matt, l’ultima volta che sono venuta casa tua
non era così in ordine… » commenta
Misa, al mio fianco.
La motivazione per cui è venuta?
Beh, gli ho raccontato di L, di Mello, di un po’ di cose. In
sintesi, è venuta per vedere Mello.
« È quello che dico anche io…
» commento. « Si può sapere che avete
combinato, voi due? »
Aiber, con tutta la tranquillità di questo mondo, riprende a
giocare col mio Nintendo. « Il tuo ragazzo ha avuto la
brillante idea di rimetterti a posto la casa. » mi spiega,
tutto preso da quel cazzo di gioco – che sta continuando da
circa due mesi, senza peraltro molti risultati.
« Non è il mio ragazzo… »
replico, seccato, guardando Mello. « Come mai questa balzana
idea? »
Faccio in tempo a guardarlo per un attimo, togliermi le scarpe,
appendere il giubbotto e la borsa all’appendiabiti, e poi
fare lo stesso anche con il cappotto di Misa, che lui non ha ancora
risposto, evidentemente troppo preso a sentirsi in colpa per i fogli
che ha di fianco.
Sospiro, andando a cercare qualche traccia di disordine, qualche
rimasuglio di caos.
Niente. La casa è dannatamente ordinata.
Fino allo
sfinimento. Non c’è un solo granello di polvere, o
qualcosa fuori posto. Niente. Ordine. Ordine maniacale.
« Ah, ma tu saresti Mello?! » fa Misa, entusiasta,
saltellando verso di lui. Il biondino sembra riscuotersi solo in quel
momento dalla trance in cui era caduto.
« Eh? Ah, sì… » risponde lui,
alzandosi. « Mihael Kheel. Tu devi essere Misa Amane, invece.
»
« In persona! » replica lei, stringendo la mano che
Mello le sta porgendo. Poi, si volta verso di me, ancora intento a
cercare tracce di disordine nel salotto. « Matt, davvero
è il tuo ragazzo?! È troppo carino! »
« Misa, lo sai anche te che non è il mio ragazzo.
» replico, seccato, rassegnandomi all’evidenza. Di
disordine non c’è la minima traccia.
Vado verso il divano, osservando per l’ennesima volta la pila
di fogli che Mello ha di fianco.
Prendo, senza nemmeno guardarlo, il Nintendo DS dalle mani di Aiber, e
lo chiudo.
« Matt! » protesta lui. « Stavo per
vincere contro Camilla! »
« Aiber, sei troppo vecchio per giocare con questi giochini.
» replico. « Mi domando come faccia la tua
fidanzata a sopportarti. »
« Perché sono troppo simpatico! »
replica lui, alzandosi e puntandomi, alla stregua di un esaltato.
« E non darmi del vecchio! Non si è mai abbastanza
vecchi per giocare ai Pokemon! »
« See, see, va bene. Smettila di esaltarti, ora. »
dico, seccato, riconsegnandogli il Nintendo. « Ti concedo di
battere Camilla, ma poi spegni. »
E Aiber ci abbandona di nuovo, mettendosi a giocare a Pokemon Perla.
A volte mi chiedo che ho fatto di male, per avere un fratellastro di
trenta e passa anni che ancora gioca ai Pokemon.
Bah… Però, dacché mi ricordi, Aiber
è sempre stato un po’ bambino. In fondo, ho preso
da lui.
« Tornando a noi… » dico, riscuotendo
l’attenzione di Mello, mentre Misa si è messa a
guardare con non poco interesse Aiber che gioca. Mello mi guarda,
mentre io cerco di ignorare il fatto che una modella simile possa
provare interesse per una cosa del genere.
« …Si può sapere che hai combinato?
Perché mi hai messo a posto la casa? » domando,
rivolto al biondino.
« Beh, mi sembrava un buon modo per sdebitarmi per stanotte.
» replica lui. « Insomma, non puoi dire che la casa
non abbia un aspetto completamente diverso da ieri sera, no? »
« Vedi, Mello, è proprio il completamente
che mi
ha lasciato un po’ sorpreso. » ribatto, seccato,
guardando i fogli sul divano. « Li stavi leggendo? »
« Eh? » fa lui, non so se sorpreso dal cambio di
argomento o dal fatto che l’ho praticamente colto con le mani
nel sacco. « Ah… sì, stavo leggendo.
Scrivi davvero bene… »
« Se questo è un modo per ottenere la grazia dopo
che hai ficcato il naso nelle mie cose, sappi che non funziona.
» replico, gettandogli un’occhiata. « E,
dimmi, Mello… Per caso, nelle tue letture, sei capitato in
una pagina in cui parlavo del mio primo incontro con L, il mio capo?
»
« Sì… Perché? »
« Trovami quella pagina. » dico. « Poi
vedrai. »
Mello rimane per un attimo stupito per la mancata sfuriata, ma poi si
mette subito a cercare quel fantomatico foglio.
Io, intanto, vado verso la cucina e mi accascio su una delle sedie,
esausto.
Che giornata di merda.
No, davvero, dico quel serio. Che. Giornata. Di. Merda.
E il peggio è che non è ancora finita…
Cazzo.
Sono troppo ridotto a uno straccio, per incazzarmi anche per
l’ordine di questa casa.
« Trovata! » esclama Mello, entusiasta. Lo guardo,
stupito da tutto quell’allegria.
« Eccola qua! » fa lui, portandomela al tavolo.
« Cazzo, ma sei ridotto proprio a uno straccio, o sbaglio?
È andata così male? »
« Peggio. » replico, prendendo il foglio.
« Ti piaceva questa, per caso? » domando,
riferendomi alla pagina di “diario”.
« Beh, era carina. » dice lui, stringendosi nelle
spalle. « È divertente vedere che ti sei
innamorato del tuo capo. »
Inarco un sopracciglio, guardandolo. Lo sta dicendo con uno strano
ghigno in faccia. Come se sapesse tutto.
« Aiber, non è che gli hai detto come stanno le
cose, vero? » domando, dondolandomi con la sedia per guardare
meglio i piedi di mio fratello, che sporgono dalla visuale che il
divano mi blocca.
« Gliel’ho solo accennato… »
replica lui, troppo concentrato per formulare una frase più
complessa.
« Cazzo, Aiber! Ti avevo detto di non dire niente a nessuno!
» ribatto, seccato.
Niente. Quello stronzo di mio fratello mica mi ascolta. Mi rimetto in
equilibrio su tutte e quattro le gambe della sedia, e guardo il foglio.
« Beh, Mello, mi dispiace moltissimo. Non volermene, eh?
»
« Eh? » fa lui, chiaramente senza capire.
Tiro fuori un accendino e faccio partire la fiamma, avvicinandola al
foglio, che subito prende fuoco.
« Ma che cazzo fai?! » esclama Mello, sconvolto.
« Non ce n’è più bisogno.
» dico, come unica giustificazione che mi viene per questo
gesto. Lascio che il foglio crepiti un po’, tra il mio indice
e il mio pollice, per poi andare a buttarlo nel posacenere, quando
è diventato abbastanza spiegazzato.
« Perché non ce n’è
più bisogno? » domanda Mello.
Sento Misa ridere, divertita. E non dal Nintendo.
« Matt, ti ha fatto così tanto girare le palle?
» chiede, alzandosi e andando a scrutare il foglio, ormai
quasi cenere.
« No, tu che dici? » replico, seccato, grattandomi
la nuca. « Merda… »
Vado verso il divano, guardando la pila di fogli che
c’è sopra.
Poi il pavimento.
Poi, ancora, la pila di fogli.
Prendo la pila di fogli e la lascio cadere a terra, proprio accanto ad
Aiber.
« Ora va meglio. » commento, sollevato.
Guardo Mello, come colto da un presentimento.
E infatti… Ops.
Mi sa che è leggermente incazzato.
« Che cazzo fai?! » esclama, saltandomi addosso e
mandandomi a terra. « Hai idea di quanto ci abbia messo a
raccogliere tutti quei cazzo di fogli che tu spargi per terra?! Ci ho
messo un’intera mattinata per mettere a posto questa casa che
era un casino assurdo, come puoi adesso…! »
Lo interrompo. Allo stesso modo di stamattina, più o meno.
Beh, non più o meno. Lo interrompo e basta.
Insomma, quella bocca che sa di cioccolato, così vicina a
me, è stata irresistibile, cazzo!
« Wow! » esclama Misa, battendo le mani, e
facendomi ricordare che abbiamo degli spettatori. « Che
audacia! »
Mello si stacca da me, completamente rosso in viso.
Nonostante sia stanco morto, non posso fare a meno di ridere, per la
sua faccia.
« Tu, bastardo, che cazzo ti ridi?! » urla lui,
mettendomi le mani al collo. « Perché cazzo
l’hai fatto un’altra volta?! »
« Ohi, questa mi era sfuggita… Un’altra
volta? » fa Aiber.
« Ha cominciato lui… » dico, divertito,
nonostante Mello stia tentando di uccidermi. «
Eddài, mi stavi rincoglionendo! Lo stesso motivo di
stamattina! »
« Non puoi tapparmi la bocca in un altro modo?! »
esclama lui, lasciandomi andare, scocciato.
« Beh, la posizione in cui ti trovi non aiuta…
» dico, indicando le sue gambe.
Mello guarda dove sto indicando, per poi mormorare
un’imprecazione tra i denti, e alzarsi di scatto.
Mi alzo anche io, leccandomi le labbra, divertito.
« Eddài, non dirmi che ti è
dispiaciuto! » dico, ridacchiando.
« Sì che mi è dispiaciuto! Mi
è dispiaciuto tantissimo! » replica lui.
Mi metto un po’ a ridere, cercando di trattenermi, per non
cadere in altri suoi tentativi di omicidio.
« Matt, l’hai baciato così male?
» domanda Misa, maliziosamente. « Non mi pareva
fossi così scarso… »
No, dài, Misa, non ti ci mettere pure te! Questo qua mi
ammazza, se mi metto a ridere troppo!
« “Non ti pareva”? » fa Mello,
alternando lo sguardo tra me e Misa. « Ma tu che ne sai?
»
« Ma come, Matt non te l’ha detto, che è
stato insieme a una modella del mio calibro? » domanda Misa,
facendo la finta offesa e incrociando le braccia.
« EH?! »
« Misa, dài… Basta. » dico,
per poi guardare Mello. Lui mi sta guardando, sconvolto.
Faccio spallucce. « Beh, mica è colpa mia se sono
irresistibile. »
« E pure modesto! » replica lui, irritato, per poi
darmi le spalle. « E comunque sia, sì, mi ha
baciato malissimo! Light bacia diecimila volte meglio! E non mi
dà del “ragazzo dai lineamenti
effeminati”! »
« Non ti ho mai dato del “ragazzo dai lineamenti
effeminati”. » replico, sorpreso.
« Con me no! » ribatte lui, incazzatissimo.
« Ma con tuo fratello sì, dato che mi hai
descritto così! »
Guardo verso Aiber, che non si sente minimamente chiamato in causa.
Gli prendo il Nintendo di mano, guardandolo.
« Hai battuto Camilla! Ti avevo detto di spegnere!
» lo sgrido, per poi spegnere la consolle.
« Noooo! Volevo andare avanti! » esclama lui.
« Piantala! » ribatto, buttando il videogioco sul
divano, lontano dalla sua portata. « Mi spieghi
cos’è questa storia che ti ho detto che Mello ha i
lineamenti effeminati? »
« Ah, un semplice scherzo… » replica
lui. « Insomma, a te sono sempre piaciuti i ragazzi
effeminati, no? »
« Non dire cazzate, non è vero! »
rispondo io, irritato.
« Già… E poi L non mi sembra tutto
‘sto effeminato, neh, Matt? »
s’intromette Misa.
« Non nominarmi L, per favore! » dico, puntandola.
Poi torno ad Aiber. « Razza di fratello degenere, che cazzo
vai a sparare in giro?! Non ci provare mai più, altrimenti
dico alla tua ragazza che vieni qua per giocare coi Pokemon, e poi
chissà come la prende lei! »
« Beh, fai pure. » replica lui, tentando di
ripescare il Nintendo. « Tanto lo sa già.
»
« Che cosa?! » esclamo, sconvolto. « Lo
sa e non dice niente?! »
Aiber riesce nel suo intento di riprendere il Nintendo – sono
troppo sbalordito per impedirglielo – , e ricomincia a
giocare. « Certo, che credevi? »
« Io prima o poi voglio vederla, questa fantomatica fidanzata
di Aiber! » esclama Misa, entusiasta. « Da come ne
parlate, dev’essere una grande! »
« Già, soprattutto per il fatto che sopporta uno
che a trenta e passa anni gioca ancora ai Pokemon. E la cosa bella
è che hanno intenzione di sposarsi, giusto, fratellone?
» replico, guardando storto mio fratello – che,
logicamente, non si accorge di niente, o se, si accorge, mi ignora
deliberatamente. E, ovviamente, non risponde alla domanda che gli ho
fatto – che, comunque, era una domanda retorica.
« Ma tornando a noi, Mello. » dico, voltandomi
verso il biondino, con un leggero ghigno bastardo dipinto in faccia.
« Davvero il tuo ragazzo bacia diecimila volte meglio di me?
Se è così mi viene voglia di provarlo, sai?
»
« Non ti azzardare! » esclama lui, incazzandosi
all’istante. « Light è mio, non si
to… »
Squillo di cellulare.
No, davvero, stavolta non l’ho interrotto io.
Stavolta è stato un cellulare. Il suo, per la precisione.
Mello va a rispondere, troncando la scenata di gelosia nei confronti di
Light – certo che, tra lui e il suo ragazzo, non riesco a
capire chi sia il più possessivo… Ma se lui
è già così e si lamenta
perché il suo ragazzo è troppo geloso, quanto
sarà geloso questo Light?
« Light! » esclama Mello, con un tono che non so se
definire sollevato o agitato.
Cazzo, però. Parli del diavolo e spuntano le
corna…
« No, no, tutto bene! » continua Mello. «
Sì, stavamo giusto parlando di te… »
Si volta verso di me, con uno sguardo beffardo. Mi fa la linguaccia,
per poi tornare alla telefonata.
« L’indirizzo? Beh, non lo so, il ragazzo che mi ha
ospitato mi ha portato qua in moto… Aspetta che glielo
chiedo… »
Si volta verso di me ma, prima ancora che possa farmi la domanda,
rispondo già, dandogli l’indirizzo nei dettagli.
Lo sento ripeterlo a Light, per poi salutarlo e darsi appuntamento a
dopo – non senza un paio di smancerie, come “ti amo
tanto” detto con un tono mielosissimo. Dio, mi chiedo che
tipo sia questo qua, perché Mello, che è
così incazzoso, diventi tutto d’un botto
così sdolcinato.
« Stanno venendo qua! » esclama Mello,
allegramente. « Light e Near! »
Devo dire un “Oh, bene, ma come sono contento”? No,
perché mi sembra un po’ eccessivo, dato che il
suddetto Light mi ha scassato i coglioni tutta la notte, mi ha tenuto
sveglio, ed è stato, forse, la motivazione, anche se
indiretta, del mio fidanzamento con L.
Oddio, non che stare con L mi dispiaccia, beninteso: ha tutte le
qualità di un perfetto fidanzato. Ma una relazione fissa,
ora, non è che mi andasse tanto, sinceramente.
« Oh. Bene. » commento, laconico, guardando Mello.
« Allora sarà il caso che ti vesti. »
Mello guarda un attimo i vestiti che ha addosso, per poi rialzare lo
sguardo verso di me e sorridermi. « D’accordo!
»
Sospiro, lo prendo per mano e lo porto in camera mia, per poi aprire
l’armadio sopra il letto e rovistare tra i miei vestiti.
« Che fai, Matt? » mi domanda Mello,
incuriosito, contemplando il mio operare.
« Non ti vorrai mettere i vestiti di pelle che avevi ieri
sera, vero? » domando, seccato. « Non mi sembra il
caso di andare in giro così di pomeriggio, Mello. »
« E perché? »
« Perché no. Sei… » Lo
guardo, seccato. Vorrei dire che è troppo provocante, ma
sarebbe provocante con qualsiasi cosa addosso. «
…troppo scoperto. Posso capire che in una discoteca tu abbia
caldo, ma in giro no, e quelli non sono vestiti adatti per andare in
giro a novembre. Capito? »
« Uffa… Ma non hai vestiti che mi possano andare,
i tuoi sono troppo grandi! » esclama lui.
« Li ho, li ho. Alcuni vestiti un po’ smessi, ma li
ho. » lo rassicuro, trovando, proprio in quel momento, quello
che fa al caso mio.
Il motivo per cui tengo dei vestiti che mettevo quando avevo
sedici-diciassette anni? Non lo so nemmeno io.
Ma è un bene che li abbia tenuti, a quanto pare.
« Ma non posso approfittare ancora! » protesta
Mello, lamentoso.
Salto giù dal letto, reggendo in mano un paio di jeans
scuri, e una maglia a tinta unita – sacrilegio! –;
una delle poche che mi sono rimaste.
« Eddài, che palle, te li presto volentieri!
» dico, confrontando la mia maglia con la sua corporatura,
per vedere se gli andrà bene. « E poi non mi vanno
nemmeno più, se vuoi li puoi pure tenere! »
Mello mi guarda, gli occhioni diventati improvvisamente più
grandi di prima.
Lo vedo abbassare lo sguardo, imbarazzato; ma io non sono di certo meno
imbarazzato di lui, perché gli porgo i vestiti senza
guardarlo.
« Dài, vestiti. » dico, voltandomi di
spalle una volta che lui ha preso i vestiti. « Light e Near
erano vicini? »
« Sì, abbastanza… » replica
lui, ridacchiando.
« Che c’è? »
« No, niente… È che mi sembri a
disagio. Perché ti sei girato? »
« Perché esiste una cosa chiamata
“privacy”… » obietto.
« Ma non pretendo che tu la conosci. »
« Non mi pareva che ti importasse molto della privacy, ieri
sera… »
« Ah, cazzo, devi continuare a rivangare questa storia?!
» esclamo, voltandomi. « E poi, non mi pare che ti
fosse nemmeno dispiaciuto, come ti ho baciato! »
Mello ride di nuovo, divertito, sfilandosi la maglia. « Non
l’avrai presa sul serio? »
« Scusa se mi fa un po’ incazzare, che uno che ieri
sera ha goduto sotto di me mi dice che bacio male! » esclamo.
« Maddài, era per non mettere i manifesti su
quello che abbiamo fatto ieri! » replica lui. «
Cosa che invece stai facendo tu ora… Vuoi veramente che
tutti sappiano quello che abbiamo combinato? »
« N-No! » esclamo, sconvolto dalla sua schiettezza.
E, sì, devo dirlo, anche un po’ messo in imbarazzo
dal fatto che è a petto nudo davanti a me.
Beh… Diciamo che ha un bel corpo, giusto per usare un
eufemismo.
Il campanello mi distoglie dalla mia contemplazione, come se fosse una
scossa elettrica.
Meno male, perché altrimenti, ne sono sicuro, ne sarei
uscito con un’eccessiva salivazione. E la cosa non sarebbe
stata molto gradevole, dato che avevo Mello davanti che mi stava
guardando.
Mi sporgo dall’uscio della mia camera, guardando Misa.
« Misa, puoi aprire, per favore? » domando,
costretto ad ammettere che, tra lei e Aiber, Misa è quella
che mi degna sicuramente di più attenzione.
La vedo trotterellare verso il citofono, per poi rispondere a nome mio.
Torno in camera, per fare in tempo a notare che Mello è
praticamente con solo i boxer addosso.
« Mello! Potevi avvertire! » esclamo, voltandomi
all’improvviso, completamente rosso.
« Ops… Scusa… » fa lui, con
una piccola risata divertita. « Non pensavo che ti saresti
scandalizzato… »
« Muoviti a vestirti! » replico, imbarazzato,
più che seccato, come invece cerco di far trasparire dalla
voce. « Light è qua sotto, non vorrai veramente
andare da lui mezzo nudo?! »
« Ok, ok… » acconsente lui, con una
risatina. « Comunque, tornando al discorso di prima, guarda
che non baci affatto male. Certo, Light bacia sicuramente meglio di te,
ma devo dire che non sei male neanche tu. »
Incrocio le braccia, seccato da quel commento. « Voglio
proprio vederlo, questo Light. » commento, un po’
irritato. « Chissà che tipo è, per
baciare così bene. »
Mello ride, divertito dalla mia osservazione, probabilmente.
Proprio in quel momento, il campanello di casa mia suona. Sento Misa
zompettare per andare ad aprire, e poi salutare i nuovi arrivati.
Prima ancora che possa sporgermi dalla camera per vedere questi due,
Mello mi saetta di fianco, correndo difilato verso quello che
– lo vedo subito dopo – è il
più alto dei due, e saltandogli praticamente addosso.
« LIIIIIIGHT! » esclama, abbracciandolo
strettissimo e avvinghiandosi a lui, manco fosse una piovra.
Vedo il ragazzo tentennare un po’, probabilmente per la
simpatica iniziativa di Mello di piombargli addosso in quel modo.
Ma è solo un attimo. Immediatamente, attira a sé
Mello e lo bacia, cogliendo di sorpresa tutti i presenti.
Quindi, quello è Light. Un ragazzo dai lineamenti piuttosto
normali, però messi talmente bene da risultare veramente
bello. Capelli castani, non troppo lunghi, e, da quello che ho potuto
vedere solo per un attimo, occhi più o meno dello stesso
colore dei capelli. Un bel fisico, alto e atletico.
Il fatto che mi sia sembrato un po’ un damerino, a prima
vista, devo rimangiarmelo, al vedere il bacio passionale che si stanno
scambiando quei due.
Insomma: Light non è quello che si dice “un figlio
di papà”, questo è certo.
L’unico che non sembra stupito da quella cosa è il
ragazzo di fianco a Light, bassissimo in confronto a lui. Ha i capelli
bianchi e gli occhi di un colore tendente all’azzurro-grigio,
e indossa dei vestiti piuttosto larghi – una felpa e un paio
di pantaloni simili ai jeans, direi. A prima vista sembrerebbe un
albino, anche a giudicare dalla carnagione chiarissima.
E l’unica cosa che fa, in questo frangente – mentre
persino Aiber si è fermato dal giocare ai Pokemon, Misa ha
la realizzazione della sua seconda vita, quella di fan girl, e io
osservo quei due, un po’ stupito dal colpo di scena del
damerino trasformatosi improvvisamente in un ragazzo che non ha paura
di mostrare la propria omosessualità – dicevo,
l’unica cosa che quel ragazzo fa in questo frangente,
è rigirarsi una ciocca di capelli sul dito, osservando Light
e Mello che si baciano appassionatamente.
Come se l’albino fosse abituato a tutto ciò.
« Mello, Yagami, vi ricordo che non siete a casa vostra.
» commenta lui, con un tono a dir poco flemmatico.
Ok. Mi sa che lui è il famoso migliore amico per cui Mello
ha litigato con Light.
Ergo, Near.
Mello e Light, alla sua voce, si staccano subito.
« Nooooo! Perché?! A me piaceva! »
prorompe Misa, distolta da quell’interessante
spettacolino.
« Guastafeste! » esclama, rivolta a Near.
« Ma che vuoi? » replica lui, a voce non troppo
alta ma, sicuramente, svogliata.
Posso quasi sentire il sospiro di sollievo di Aiber, al vedere che
quella scena è finita.
Beh, poveraccio, non posso dargli torto: nemmeno io gli ho mai regalato
uno show del genere. Un po’ sconvolto ci sarà
rimasto di certo.
Mello salta giù dalle braccia di Light, osservando
chiaramente nella mia direzione, con un ghigno divertito in faccia.
Per tutta risposta, gli rivolgo un’espressione quanto mai
seccata.
Cazzo, ecco dimostrato che bacia meglio di me, quel bastardo.
« Credevo che la casa fosse di un ragazzo. »
commenta Near, come sempre tranquillo. « Mel, non mi avevi
detto così? Non pensavo che la proprietaria fosse una
ragazza. »
Non posso fare a meno di ridacchiare, al vedere Misa che avvampa di
rabbia, al sentirsi chiamare “una ragazza”. Come se
fosse una qualunque.
Ma apprezzo il suo autocontrollo. Quando era successo che io
l’avevo scambiata per una sedicenne, aveva rischiato di
pestarmi a sangue; ora sembra trattenersi molto più di
quella volta.
« Difatti non è Misa la mia ospite. »
risponde Mello, anche lui ridacchiando leggermente, al vedere la
reazione di Misa. « Matt, hai intenzione di uscire o vuoi
stare lì ancora per molto? »
Sbuffo, per poi uscire dal mio (finto) nascondiglio, mentre Misa,
lanciando occhiatacce all’indirizzo di Near, chiude la porta.
« Non è meglio se finisci di vestirti? »
replico io, guardandolo. « Rischi di prendere freddo.
»
Mello si getta un’occhiata, per poi ridacchiare. «
Oh, già. » commenta, laconico. « Arrivo
subito! Scusate! »
E ritorna nella stanza da cui io sono appena uscito, sempre felicissimo.
Vado verso Light e Near, rassegnato al fatto che Mello sia
così felice perché Light è venuto a
prenderlo.
« Piacere. » dico, tendendo una mano verso Light.
« Mail Jeeva… »
Ops.
Stavolta che ho fatto, per vedere un’espressione
così incazzata sulla faccia di Light?!
Non faccio nemmeno in tempo a ripercorrere i momenti che hanno seguito
la sua entrata in scena – in casa mia –, che lui
non esita un attimo a strattonarmi per la maglia.
Cazzo, se è alto… Porca miseria!
« Posso sapere che ci facevi in camera con Mello, mentre lui
si vestiva? » domanda lui, quasi ringhiando.
Aaaaah…
Era per quello?
« Ah… Ehm… Niente, che vuoi che
facessi? » dico, lievemente (ma solo lievemente, eh?)
intimidito da quello sguardo
truce. « Gli stavo… ehm… dando i
vestiti per cambiarsi… Niente di che, davvero…
»
Risatina di circostanza? Beh, non lo so, ma di sicuro mi viene da
ridere per il nervosismo.
« Yagami, ti ho già detto, mentre eravamo in
macchina, che questo ragazzo non ha alcun interesse per Mello, dato che
è etero. » s’intromette Near.
« Lascialo andare, su. »
« River, non dirmi quello che devo fare! » replica
Light, furioso. « Questo ragazzo etero
era in camera con
Mello, e se permetti la cosa mi dà un po’
fastidio! »
« Sì, ma dato che te ne dà solo
un
po’ , di fastidio… » ribatte
Near, come
sempre tranquillissimo, mettendo una mano sul pugno di Light che mi
stringe la maglia. « …non ti pare che, forse,
sarebbe meglio che lo lasciassi andare, dato che questo ragazzo ha
ospitato Mello, evitando che finisse nei casini ieri sera? »
Light mi fissa, ancora incazzato nero.
E io sorrido, cercando di ingraziarmelo. Dopotutto, un nervosissimo
sorriso di circostanza non può farmi cadere in una
situazione peggiore, no?
Light mi fissa ancora, senza accennare a muoversi.
« Eddài, Light, lascialo andare! »
interviene Mello, arrivando da noi. « Gli ho chiesto io di
rimanere in con me, e poi la camera è sua! »
Light lancia un’occhiata a Mello, per poi obbedirgli e
lasciarmi andare, anche se con un leggero spintone.
Ok. È decisamente asfissiante. Non posso
biasimare
Mello per essere scappato, se è sempre così.
« Scusa. » si scusa Light.
« Tranquillo, tesoro! Lo sa già che sei
gelosissimo! » fa Mello, avvolgendogli un braccio dietro la
schiena. « Matt, ti presento il mio ragazzo, Light Yagami!
»
Ci si aspetterebbe che io risponda “molto piacere”?
No, perché tra quello strattone, che mi ha fatto tutto
fuorché piacere, e il mielosissimo
“tesoro” di Mello rivolto a Light… Non
so quanto mi possa aggradare, conoscere Light.
« Scusami, davvero. » ripete Light, porgendomi la
mano. « È che quando si tratta di Mello faccio
fatica a ragionare. »
Ridacchio nervosamente, prendendo la sua mano nella mia. « Me
ne sono accorto. » commento. « Mail Jeevas. Se vuoi
chiamami pure “Matt”, il tuo ragazzo mi ha
ribattezzato così. »
« Ancora con questa storia dei soprannomi, Mello? »
fa Light, guardando Mello, un po’ rassegnato.
« Lo sai che è una mia fissa! » replica
Mello, ridendo. « Matt, lui invece è Near,
l’amico di cui ti ho parlato! »
« Sì… L’avevo capito.
» dico io, salutando anche Near con una stretta di mano.
« Nate River, per le persone che non sono Mello. »
commenta lui, apatico. « Ma chiamami come vuoi. »
« A questo punto mi presento anche io, ti pare, Matt?
» s’intromette Misa.
« Mh… Già. » commento io.
Cazzo, mi ero dimenticato di lei. « Misa Amane, una mia
collega. »
« E sua migliore amica. » sottolinea lei.
« Molto piacere! »
« Misa Amane? La modella? » interviene Light.
« Davvero lavorate insieme? »
« Ehi, Light, non mi dirai che preferisci lei a me?
» si lamenta Mello.
« Ma no… È che è una
celebrità, di questi tempi! » fa Light.
« Ma che lavoro fai, Matt? »
« Giornalista. » dico, laconico. « Per la
rivista per cui lavora anche Misa. Sono il quasi-assistente di L.
»
« Lavori per L?! » fa Light, esterrefatto.
Faccio spallucce. Prima la cosa mi entusiasmava, ma ormai ci ho fatto
quasi l’abitudine.
« Mia sorella stravederebbe per te! » commenta
Light. « Adora sia Misa che L! »
« Beh, portala qua, un giorno. » dico, apatico.
« Così le faccio conoscere almeno Misa. »
Perché mi vado sempre a ficcare nei casini, cazzo?! Come se
volessi rivedere questo qua…!
Beh, la cosa positiva è che non sono l’unico, a
essere incazzato. Anche Misa è un po’ alterata,
per il fatto che si parla di lei in terza persona anche se lei
è qui con noi. L’unico che la degna un
po’ di attenzione è Near, che la sta scrutando da
cima a fondo con uno sguardo a dir poco impassibile.
« Yagami… Mello. Forse è meglio se
andiamo. » osserva poi l’albino, riscuotendosi dal
suo esame di Misa. « Matt sarà stanco per il
lavoro, e Misa anche. È meglio se togliamo il disturbo.
»
Mello e Light guardano sia me che Misa.
« Hai ragione, Near. » commenta Mello, sorridendo
al mio indirizzo.
« Beh, Matt… Grazie per esserti preso cura di
Mello. » mi ringrazia Light.
Uff… Se sapessi cosa volevo fargli ieri sera, e come sto
adesso, non mi ringrazieresti, credimi.
« È vero, Matt. » gli fa eco Mello.
« Grazie mille di tutto. »
« Di niente. È stato un vero piacere. »
dico, stancamente.
Cazzo, come sono falso, a volte… Però mi riesce
bene!
« Beh, togliamo il disturbo. » fa Near. «
È stato un vero piacere conoscervi. »
« Mello, hai preso le tue cose? » domando,
ricordandomi improvvisamente che ho i suoi vestiti in casa mia.
Mello solleva un sacchetto, mostrandomelo. « È
tutto qua. Grazie mille anche per i vestiti, Matt. »
« Di niente. » dico, sorridendo. «
Aspetta, ti prendo il… »
« …giubbotto. Eccolo qua. » dice Misa,
porgendo il giubbotto a Mello.
Lo osservo mentre lo indossa, con un leggero sospiro rassegnato
all’evidenza. Lui è con Light, e io con L.
Aaaaah, ma che palle! Possibile che mi stia facendo così
tante paranoie mentali per uno come lui?! Ripeto, non è
nemmeno il mio tipo!
« Noi andiamo! » esclama Mello, allegro.
« Grazie mille di tutto, Matt! »
Li guardo andarsene, accennando un saluto con la mano.
Mentre sono sui gradini, richiamo Light, facendolo voltare.
« Fammi sapere per tua sorella! » dico, in un
impeto di voglia masochista. « Sai dove lavoriamo, no? Basta
che chiami lì e chiedi di me! »
« D’accordo! » acconsente Light.
« Grazie mille! »
Accenno un sorriso, per poi chiudere la porta quando il trio scompare
dietro l’angolo per passare alla scala successiva.
Mi stravacco sul divano, come faccio di solito, guardando
distrattamente Aiber mentre gioca con il mio Nintendo.
« Ahhhhh! Che rabbia! »
Guardo Misa, un po’ sorpreso da quell’uscita. Ero
talmente concentrato su me stesso che mi ero dimenticato di lei,
effettivamente.
« Quel maledetto omino bianco!
» protesta, furiosa.
« Ha interrotto uno degli spettacoli più belli
della mia vita! Due ragazzi che si baciavano in quel modo, ti rendi
conto?! E poi mi dice pure “che vuoi” con quella
faccia! Come se non mi conoscesse! Come se fossi una qualunque! Cazzo,
maledetto omino! »
Nonostante la situazione, non posso trattenermi dal ridere. Misa che
s’incazza per Near è veramente imperdibile.
« È possibile che non ti conosca. »
osservo. « Magari non è interessato a cose come le
celebrità, o la moda. Ti pare? »
« Non è possibile che non mi conosca! »
ribatte lei, incazzatissima. « Insomma, le mie foto e i
cartelloni pubblicitari con me sono ovunque, in questa cazzo di
città! Com’è possibile che non mi
conosca, quell’omino?! Con tutte le foto
che quei dannati
fotografi mi costringono a fare! Maledizioneeeeeee! »
« Misa, calmati, che ti vengono le rughe…
» commenta Aiber, continuando nel suo piacevolissimo
passatempo.
« Aiber, non girare il coltello nella piaga…
» lo ammonisco, esausto.
« Ma passiamo a te! » prorompe Misa, puntandomi.
« Insomma, possibile che ti fai mettere i piedi in testa da
quel dandy?! »
« Dandy? Andiamo, Misa, non mi pareva proprio. Lo hai visto
anche te come ha baciato Mello, no? »
« E tu ti vuoi far mettere i piedi in testa da uno
così solo perché ha fatto una scena del genere?!
Dov’è la tua virilità?! »
« Più che virilità, a mancargli
è la voglia di fare. » commenta Aiber. «
Ma quella non ce l’ha mai avuta, Misamisa. »
« Oh, che palle! » replico, seccato. « E
poi, perché mi dovrei far mettere i piedi in testa da Light?
»
« E me lo chiedi pure?! Hai passato tutta la mattina a
lamentarti per il fatto che Mello aveva il ragazzo, per il fatto che ti
piaceva un casino e per il fatto che ora sei pure te impegnato e quindi
non ci puoi nemmeno fare niente, neanche se lo volessi! »
protesta Misa.
« Impegnato? E con chi? » domanda Aiber, curioso,
distogliendo per un attimo lo sguardo dal gioco.
« Con L. » dico, sospirando. « Mi ha
chiesto oggi di mettermi con lui, e io ho accettato. »
Silenzio di tomba.
« E perché, se ti piace Mello? » domanda
Aiber.
« Ancora?! Non mi piace Mello! » replico, seccato.
« E, no Misa, non ho passato tutta la mattina a parlare di
quelle cose che hai detto! La tua è
un’esagerazione! »
« Esagerazione la mia?! Ti ho cronometrato, non hai fatto
altro che parlare dalle undici di stamattina fino a mezzogiorno e
mezzo, quando per fortuna ti sei zittito perché ti ho
portato a mangiare! »
« E poi, Matt, si vede lontano un chilometro che Mello ti
piace. » osserva Aiber. « Si può sapere
perché hai accettato di metterti con L? »
Sbuffo. « Non lo so. Forse perché non mi piace
Mello, o forse perché mi piace di più L. Che
dici? »
Misa mi guarda per un attimo, per poi sedersi accanto a me, incrociando
le braccia, e probabilmente ricominciando a rimuginare sul
comportamento di Near, lasciando perdere i miei problemi.
Aiber riprende a giocare col Nintendo, senza dire più nulla.
Silenzio più totale.
Decido di accendermi una sigaretta, giusto per smorzare un
po’ la tensione che mi ha colto a quel silenzio improvviso.
Mentre tiro la prima boccata, mi rendo conto che è la prima
volta in vita mia che mi trovo a disagio, quando
c’è silenzio intorno a me.
E, chissà perché, mi torna in mente il casino che
faceva Mello, una volta arrivato a casa mia, ieri sera.
Guardo Misa. Poi Aiber.
Beh… Mi sa che la loro risposta è stata
più che eloquente, per quanto silenziosa.
“Ti sei ficcato di nuovo in un casino.”
Cazzo, ma tutte a me capitano?!
Ultime note dell'autrice
Chiedo un enorme scusa alle fan della LightxMello cui avevo promesso
una lemon in questo capitolo, ma davvero non sono riuscita a
mettercela! Comunque, credo (leggere: spero di riuscirci) che nei
prossimi capitoli vedrete qualcosa! Un bacione a tutte, spero che il
capitolo vi sia piaciuto! XXX by madychan, a presto (spero)!
|
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Capitolo 6 *** 6. Giornata tipo di un giornalista troppo fiducioso nel destino ***
Eccola di nuovo!!!
Capitolo un po' idiota, credo, ma mi sono divertita a scriverlo!
Non mi dilungo tanto che l'ho pubblicato di notte tarda... Dico solo
che c'è una lemon forse un po' più esplicita di
quella nel terzo capitolo, tra L e Matt. Spero vi piaccia...
Mi auguro che il capitolo vi piaccia! Un bacione e aspetto commenti con
impazienza, sempre se ne avete voglia! xxx by madychan!
Ma prima le risposte alle recensioni (scusate se sono un po' brevi)!
x Isuzu: grazie mille per i complimenti, mi fa
piacere che la ff ti
piaccia e ti interessi! E anche che sia riuscita a farti provare
simpatia per Near! Un bacio, spero che continuerai a seguire! xxx!
x Whattina: ehm, beh... Le risposte in questo
capitolo! Riguardo a
Mello, ovviamento lo faceva per far ingelosire Matt! (scusa la lemon
che non volevi, ma per favore, leggila, che servirà anche
dopo per capire i pensieri di Mello... Se proprio non ti va, leggi
anche solo le ultime tre righe del primo paragrafo...^^) Un bacio,
spero che continuerai a seguire! xxx!
x aiko neko black: beh, anche a me Mello quando
è con Light
mi ricorda Misa... Diciamo che l'ho fatto un po' scemo^^. Riguardo alle
altezze, Matt ha circa quindici centimetri di differenza con Light e
dieci con L... E poi, più che altro la differenza di altezza
era sentita per la situazione^^. Grazie per i suggerimenti x il piccolo
Near! Un bacio e spero che seguirai ancora! xxx!
x _Kira_94: ohi, grazie mille per i complimenti
sullo stile! E poi,
beh... Oggettivamente, a me Light di aspetto piaca molto. peccato sia
un po' pazzo! Comunque, non mi sembra più di tanto geloso
nel capitolo che segue... Guarda un po^^. Decisamente Misa che se la
prende con Near è divertensissima, ma... beh, leggi! Mi
auguro che il chappy ti piaccia! Un bacione! xxx!
x ladyElric92: sono contentissima che ti piaccia
come scrivo e la
velocità con cui aggiorno! io ce la metto davvero tutta...^^
Comunque, riguardo alla tua dipendenza alla LxMatt... Stavo pensando
proprio qualcosa in proposito. Se riesco a cominciare quello che ho in
mente ti avverto! Un bacio e spero che seguirai ancora! xxx!
x Mirokia: Aiber che gioca ai Pokemon te lo sogni?!
Oddio, che robe!
Come sempre grazie millissime per i complimenti sul mio stile, sul
fatto che il capitolo è... un momento, ho letto bene?!
è addirittura PERFETTO?! Mio Dio, così finirai
per lusingarmi davvero troppo! Grazie mille per scrivermi la divina
commedia nei commenti, ne sono davvero davvero davvero lusingata!
Comunque, adoro i ruoli di tutti i personaggi, ma questo capitolo forse
ti stupirà per come hai azzeccato qualcosina... forse... ^^
Un bacio e spero che seguirai ancora! xxx!
x Puce16: ohi, davvero tantissime grazie! Beh, qua
Matt non si
caverà per niente dai casini, anzi, mi sa che cresceranno...
Ma a te il giudizio! E Mello forse comincia a capirci qualcosina...
Meraviglia, anche tu forse hai azzeccato qualcosa! Spero che il
capitolo ti piaccia come ti aspettavi e che continuerai a seguire! Un
bacione! xxx!
x Bimba127: beh beh beh. Nate è
decisamente un guastafeste
ma, capiscilo, è un uomo! Insomma, va bene che è
abituato, ma dopo un po' il troppo stroppia...! Comunque a Matt sulle
prime non era venuta in mente la cosa degli Yagami... Beh, ora
sì. Poveraccio, quante gliene faccio passare! Spero che
continuerai a seguire! Un bacione! xxx!
x Myrose: oh, capisco... Beh, la cosa della
megainchiesta di Matt e L
è poco fattibile, mi sa, ma ci starebbe bene! Passando a
Light... Beh, mi diverte tantissimo descriverlo così, giusto
per farlo un po' diverso dal solito... Ma mai del tutto! E Near, beh...
Lo adoro anche io, ma chissà che combinerà pure
lui^^! Ah, per inciso, nel numero tredici di DN c'è scritto
che Near è alto 1 metro e 55... Insomma, è
piuttosto basso, già già. La cosa che
più mi ha divertito è quando Mello salta addosso
a Light o quando gli dà del "tesoro": come si vede che vuol
far ingelosire Matt! Davvero, per quella mielosità mi
stupisco che nè lui, nè L, con cui ho stipulato
un contratto ai danni di Matt, siano svenuti per diabete improvviso! Ad
ogni modo, eccoti il nuovo capitolo! (ps: cos'è il
genetliaco? Sono un po' un'ingnorante a volte...!) La cosa bella
è che Matt non ha nemmeno finito di farsi incastrare!
Comunque, grazie mille ancora per i complimenti e spero ti piaccia il
nuovo capitolo! Un bacione! xxx
x MARIKO UCHIHA: ehm ehm... non mi ammazzare alla
fine di questo chappy
ti prego...! Dài, Misa veramente mi fa piacere che piaccia,
ho cercato di renderla un po' più intelligente ma con lo
stesso carattere! Near... Lo adoro anche io! Ma il tuo accenno al
decimo di DN mi ha depresso: l'ho prestato a una mia amica e ora non ce
l'ho! (L'ho fregato ieri dalle mani di RuinNoYuki, l'altra mia amica, e
rischiava di non averlo più!) Comunque, spero che il nuovo
capitolo ti piaccia (ripeto, non uccidermi, ti prego!) e grazie ancora
per i complimenti! Un bacione! xxx
Ringrazio tantissimo anche tutti coloro che hanno letto, messo la
storia nei preferiti o nei seguiti! Un bacione a tutti! xxx!
6.
Giornata tipo di un giornalista troppo fiducioso nel destino
Come si dice in certi casi, quando torni a casa tua dopo tanto tempo
che sei mancato, e ti senti finalmente a tuo perfetto agio?
Casa dolce casa.
« Finalmente a casa! » esclamo, stiracchiandomi,
dopo il viaggio che abbiamo fatto io e Light per portare a casa Near.
La sua casa non è per niente vicina e, per un patito del
movimento come me, stare troppo tempo in macchina a volte è
davvero asfissiante. Specie se ho passato una giornata in casa.
Contemplo il nostro appartamento, gongolante. Di certo è
più grande del bilocale di Matt, forse perché
è stato proprio pensato per viverci in più di una
persona. È un tre locali decisamente niente male.
Personalmente, lo adoro alla follia.
Insomma: salotto ampio a sinistra dell’ingresso, con accanto
la cucina, e un piccolo corridoio che porta alla camera mia e di Light,
alla camera che usiamo come biblioteca – originariamente
camera mia – e al bagno. Grande e spaziosa, ma non al punto
da perderti dentro. Adoro questa casa.
Mi tolgo le scarpe e il giubbotto, gettandoli sul primo divano che
capita sulla mia strada – quello più piccolo,
più vicino all’ingresso – e buttandomi
quello più grande, ad angolo con l’altro. Mi
stiracchio di nuovo, assaporando l’odore di una casa a me
familiare.
« Stanco? » mi domanda Light, togliendosi con
più calma il cappotto e appendendolo
all’appendiabiti nell’ingresso, per poi fare lo
stesso con il mio giubbotto.
« Un po’… Non ho dormito moltissimo,
ieri sera. » dico, rilassandomi e chiudendo gli occhi.
« Come mai? »
Non è possibile, cazzo! Il suo tono è ancora
sospettoso?!
« Light, non ti puoi ingelosire di chiunque. » mi
lamento, aprendo un occhio, annoiato. « Siamo arrivati a casa
di Matt alle tre di notte, ecco perché. E poi lo sai che ci
metto un po’ a prendere sonno, anche se sono stanco.
Soprattutto se non sono a casa nostra. »
« E perché dici che sono geloso? »
chiede lui, ridacchiando mentre si toglie le scarpe.
« Perché ti conosco. E so che quando usi quel tono
stai sospettando di qualcuno. » dico, chiudendo di nuovo gli
occhi.
« Quale tono? » mi domanda lui, divertito.
« Il tono da sospet…! »
Non riesco a completare la frase.
Cazzo, ultimamente sta diventando un vizio, bloccarmi in questo modo!
Però, non è che mi dispiaccia, in fondo.
Allungo le braccia per attrarlo di più a me, stringendolo
alla base del collo. Light si sistema meglio sopra di me, sovrastandomi
completamente mentre la sua lingua scende più a fondo nella
mia bocca, facendomi eccitare più di quanto pensassi. Mi
viene da gemere nel bacio, strappandogli – me ne accorgo
senza grandi difficoltà – un sorriso che ha
più l’aspetto di un ghigno. Per di più,
pure un po’ bastardo.
Light si stacca dalla mia bocca, per andare a torturarmi il collo, la
sua bocca che lavora piacevolmente, anche se mi morde la pelle,
lasciandomi evidentissimi segni rossi – da bastardo, appunto;
lo sa che domani sarò io a dovermi coprire per non dire al
mondo intero quello che facciamo a casa.
Tuttavia, non posso fare a meno di gemere e sospirare, a quei contatti
decisamente eccitanti. Le mie mani salgono quasi da sole, a sbottonare
la camicia di Light, chiusa impeccabilmente fino all’ultimo
bottone del colletto. Porca miseria, a volte sembra quasi che voglia
sminuirmi e farmi fare brutta figura, facendo sempre il perfettino. Per
fortuna, come lui stesso mi ha assicurato, non lo fa per quel motivo.
« Mi hai fatto preoccupare, Mello. » mi sussurra
Light, mentre passa a mordermi le spalle. « Ti meriti una
punizione. Lo sai questo, vero? »
Ridacchio, divertito ed eccitato da quella semplice frase. «
Oh, sì, lo so… » replico, quasi
tranquillo. «Ma, sai, stavo pensando… Stavolta
l’ho fatta davvero grossa, non credi? Immagino che dovrai
punirmi molto duramente, Light. »
Lo vedo bloccarsi improvvisamente e staccarsi dalla mia spalla
sinistra, stupito. Ghigno, mentre lui mi guarda negli occhi, e gli
tolgo la camicia, buttandola a terra, passando poi immediatamente alla
cintura dei suoi pantaloni e slacciandogliela.
La mia mano scende lascivamente sotto i suoi boxer, andando a toccargli
l’intimità.
« E immagino che la tua punizione sarà molto dura
e severa, da quel che sento… » dico, sarcastico,
toccando la sua erezione, già piuttosto consistente.
Dopotutto, so bene come eccitarlo. «
D’altronde… » continuo, togliendogli
lentamente i pantaloni e i boxer, senza che quasi lui se ne accorga
– dato che il suo sguardo è fisso nel mio.
« …com’è che si dice? Quando
il gioco si fa duro…
i duri cominciano a giocare…
Era così? »
Butto a terra pantaloni, boxer e calzini proprio un attimo prima che
Light sbarri gli occhi, prima che lui mi alzi la maglia e me la tolga,
quasi con ferocia – e sicuramente con una voglia di sesso
che, chissà come mai, mi sembra essere
stata un
po’ repressa, in queste ore –, per poi passare
anche al resto dei miei vestiti.
« Vuoi giocare? » mi domanda, ansimando sopra di
me, poco distante dal mio viso.
Sogghigno, divertito. A volte è davvero divertente, usare
questi piccoli doppi sensi per farlo impazzire. E la cosa
più spassosa è che gli basta davvero poco.
« Non so… Vuoi giocare o vuoi punirmi? »
domando, malizioso.
Light non mi risponde. O meglio, mi risponde non con le parole, ma coi
fatti.
Si spinge dentro di me, senza nemmeno avvisarmi o prepararmi, e
strappandomi un urlo di sorpresa. Lo stringo di più a me,
mentre lui rimane fermo, completamente dentro di me.
« Cazzo, muoviti però… »
gemo, mentre sento i miei sensi inibirsi piano piano, a quel contatto
estremamente piacevole.
Evidentemente, Light decide che il momento di punirmi
è
finito, e che è arrivato il momento di giocare.
Lo sento uscire, per poi entrare di nuovo dentro di me, rendendo il
ritmo dei nostri corpi sempre più veloce, e strappandomi
urla di piacere che, lo so, si sentono anche a due piani di sopra e di
sotto. Ma di cui me ne sbatto altamente, alla fine.
Urlo più forte, quando mi sento pervadere
dall’orgasmo. E sento immediatamente un’esplosione
calda dentro di me, dovuta a Light, che intanto soffoca un gemito
più forte degli altri contro la mia spalla.
Esce subito da me e rimane per un attimo carponi, mentre io ansimo,
ancora spossato da questa cosa un po’ improvvisa. Apro gli
occhi, e lo vedo respirare con un po’ di affanno, ma con un
sorriso stampato in volto, tremendamente soddisfatto e, a suo modo,
anche tremendamente dolce.
Sono io ad attirarlo su di me, e ad abbracciarlo stretto, senza dire
una sola parola.
Light mi stringe a sé, con la sua solita
possessività.
Con mia enorme sorpresa, mi ritrovo a pensare che le altre volte questa
sua gelosia mi confortava, mi rilassava quasi.
Ora, invece, il suo abbraccio non mi sembra abbastanza caldo,
nonostante il suo corpo sia ancora bollente.
E la sua gelosia mi dà solo un enorme fastidio.
Ok, passi per la nottata strana, in cui, sebbene stanchissimo, non ho
dormito.
E, no. A casa mia non c’era L. Ero completamente da solo.
No, non ho dormito perché la giornata mi aveva scosso
talmente tanto che, sebbene stanco, non sono riuscito a prendere sonno.
Sono stato sveglio tutta la notte a pensare a Mello, a L, a Mello, a
Light, a Mello, a Near e Misa, a Mello, ad Aiber che giocava ai
Pokemon, e… a Mello.
Ok, mi sa che è diventata un po’
un’ossessione.
Ma passi per questo mio sfaso mentale temporaneo –
perché è uno sfaso mentale
temporaneo, su questo
non ho il minimo dubbio.
Passi per questo.
Passi anche per il fatto che Misa si è lamentata tutta, ma
tutta, la mattina, per il fatto che era uscita
offesa
dall’incontro con quel Near, dicendomi che se
l’avesse rincontrato gli avrebbe spaccato la faccia, lo
avrebbe chiamato in tutti i modi possibili per offendere un nano come
lui – non che lei sia molto diversa, ma questo ho preferito
non farglielo notare –, e gli avrebbe buttato addosso un
sacco di farina per renderlo ancora più bianco… E
poi non ricordo che altro ha minacciato di fargli, mi aveva
rincitrullito troppo già alle prime tre punizioni. Di sicuro
ne ha dette almeno altre venti, a giudicare dal tempo e dalla
velocità con cui parlava – roba che la gente si
girava allibita e mi compativa appena mi notava; insomma, circa
un’ora e mezzo a parlarmi delle punizioni che avrebbe
inflitto a Near, a velocità supersonica. Una cosa veramente
assurda, come assurda è la quantità di
malvagità che Misa a volte sa escogitare…
Ma passi anche per Misa.
Passi anche per Matsuda, che stamattina è arrivato bello
allegro, e ha avuto pure il coraggio di chiedermi come mai fossi
così depresso, in una bella giornata come quella.
Insomma, bella giornata…? Oggi piove a
dirotto e mi sono
pure inzuppato, andando in giro con la moto.
Ma passi anche Matsuda, che però ho provvisto a fulminare
con un’occhiataccia molto significativa.
Passi anche per L, che con tutta quella storia di ieri mi ha fatto
passare la notte in bianco. Oggi L non ha fatto assolutamente
niente
che una persona possa giudicare malevolo, e non ha nemmeno guardato
male Sayu – anzi, l’ha trattata molto, molto, molto
gentilmente. Ma è bastato quello che L ha fatto ieri, e mi
sa che lui si è reso conto che mi ha scombussolato un
po’, che non ho dormito e che non deve rompere troppo, almeno
oggi.
Ma passi anche per la nottataccia che L ha contribuito molto
gentilmente a farmi passare.
Passi per tutto quello che è successo stamattina.
Ma trovarmi, dopo una chiacchierata di lavoro durata almeno
un’ora con Naomi, quell’individuo
in ufficio,
è stato davvero il colmo.
No, sul serio.
Cazzo, Light Yagami nel mio ufficio, adesso,
NO!
Merda, non so se deprimermi o sparare insulti a destra e a manca, senza
nemmeno guardare a chi sono rivolti.
« Matt… Che piacere rivederti. » mi
saluta lui, tendendomi la mano.
Ecco, bravo. Il piacere è solo tuo, però.
« Light… » ricambio, stringendogli la
mano – e cercando di non stringergliela troppo forte, tipo
quei film in cui ci si stringe la mano nel tentativo di bloccare la
circolazione all’altro.
« Speravo proprio di vederti di nuovo. » mi dice
lui, quando lo lascio andare. Mi sorride, non so se con un sorriso
sincero, o solo di circostanza. « Dopo quello che mi hai
detto ieri… »
« Nh. » commento, laconico. « Avete messo
le cose a posto, tu e Mello? »
« Come? Ah, sì, certo. Tutto perfettamente a
posto, ora. » dice lui, allegramente.
Evito di immaginarmi cosa avete fatto dopo esservi riappacificati, che
è meglio.
« Scusa se ti ho tenuto sveglio, l’altra notte.
» continua lui. « Mello mi ha raccontato quello che
hai fatto per lui. È stato davvero molto gentile da parte
tua. »
Starnutisco di nuovo, quasi per combinazione. Stavolta, è
colpa della pioggia e della nottata insonne, direi.
« Non c’è problema. Sono abituato
a
passare le notti sveglio. » replico, seccato. « Il
lavoro, sai. »
Light forse non sembra molto convinto, ma ad ogni modo devio
immediatamente l’argomento del discorso.
« Comunque… come mai sei qua? » domando.
« Ah, già… Sono venuto a vedere come si
sta ambientando mia sorella nell’ambiente. » mi
spiega lui. « Ma, a dirla tutta, mi ha invitato lei
qua… »
Perché ho la sensazione che non so qualcosa che dovrei
assolutamente sapere?
« Tua sorella? »
« Sì… Ma posso immaginare che non te la
ricordi. Sarai molto impegnato. » osserva lui, accennando con
uno sguardo alla mia scrivania, e alle scartoffie che ci sono sopra.
Fortunatamente ho nascosto il Nintendo nel cassetto, altrimenti non
penseresti che sto lavorando, Light…
Ma questi sono dettagli, no? Insomma, avrò pure bisogno di
svagarmi, in giornate come questa.
Va bene, lo so che per svagarmi ci sono anche altri modi, inclusa una
riappacificazione con L, ma…
Lasciamo perdere, che è meglio.
« Si è presentata qui appena ieri. »
prosegue Light, senza dare cenno di essersi accorto del mio ennesimo
sfaso mentale. « Sayu Yagami… Inizierà
a lavorare qua tra un mese, più o meno. »
Alt.
Il cervello mi si è momentaneamente bloccato.
E ci mette un tempo infinito a ricollegare tutto, cazzo.
Yagami. Sayu Yagami, Light Yagami. Si sono presentati tutti e due ieri,
ovvio che un minimo di parentela c’è, dato che
è un cognome un po’ inusuale.
Come cazzo ho fatto a non collegarli?!
Ok, meglio lasciare a dopo le mie paranoie.
Forse sarà stato che, dopo che Sayu si era presentata, L mi
ha chiesto di mettermi con lui…
E, forse, sarà stato che Light, appena
è arrivato
a casa mia si è messo a limonare con Mello senza un minimo
di ritegno.
Forse ‘sti due eventi mi hanno un po’ sorpreso.
Un po’.
Forse.
« Ah… Quindi Sayu è tua sorella?
» chiedo, stupito. « No, è
che… Non è che mi non mi ricordo di lei, solo che
non vi avevo collegato… Scusa, è che in questi
giorni faccio un po’ fatica a collegare il tutto. Stanno
succedendo un po’ di cose che mi hanno lasciato un
po’… Come dire? Sorpreso, ecco. » mi
giustifico. Ma poi, perché mi sto a giustificare con te?!
È colpa tua se sono così rincoglionito, sei stato
tu a farmi passare una giornataccia ieri e oggi!
« Un po’ di cose? » mi domanda lui,
incuriosito.
“Sì, un po’ di cose. Cazzi miei, non
rompere le palle.”
« Beh, sì. Per esempio L mi sta per promuovere
come suo assistente, e questo è davvero un bel traguardo
lavorativo, devo dire… Dopo due anni che lavoro per
lui… »
« Oh, complimenti! » si congratula lui,
stringendomi calorosamente la mano. « Ma dovevo immaginarlo,
dato che Sayu mi ha parlato benissimo di te! Gli sei piaciuto sin dal
primo giorno che ti ha visto, pensa un po’! »
Mi lascio sballottolare un po’ da lui, che mi stringe la mano
con decisamente troppa forza, per uno come me, che non dorme da due
giorni.
Un momento.
Le sono piaciuto?
Solo come persona, vero?
Vero?
« Matt… Hai finito con Naomi? »
Mi volto, riconoscendo la voce di L che, chissà in
virtù di cosa, si è alzato dalla sedia su cui
passa praticamente tutta la giornata, ed è addirittura
venuto alla porta del suo ufficio.
Mi accorgo che il suo sguardo ha qualcosa che non va solo quando mi
rendo conto che sta fissando Light molto intensamente.
Arrossisco, togliendo la mano da quella di Light, imbarazzato per
quella situazione.
« Sì, ho finito… Ho qui
l’intervista con lei, registrata e stenografata. La devo solo
trascrivere… » dico, tenendo la testa bassa.
« Bene. Prenditi un attimo di pausa, ora, mi hanno detto che
Misa ti ha assillato tutta la mattina. » mi consiglia lui,
quasi premurosamente. « Quel ragazzo… Pare proprio
che l’abbia fatta arrabbiare sul serio. Non l’avevo
mai vista così arrabbiata da quando l’hai
scambiata per una sedicenne. »
Avvampo di nuovo, sempre più imbarazzato.
« Non è niente… » dico,
ridacchiando nervosamente. « Ha solo ipotizzato almeno una
ventina di modi per vendicarsi. Ma non mi ricordo molto bene, mi sono
fermato ai primi tre. »
Incontro lo sguardo di L, che è fisso su Light. Solo dopo
passa a guardare me.
« Non me lo presenti, Matt? » mi domanda.
« È un tuo conoscente? »
Mi volto verso Light, che è rimasto, evidentemente, senza
parole, al vedere L.
Beh, tipica sindrome post-prima-vista-di-L.
« Beh, ti ho parlato ieri di lui. » dico, tentando
di darmi un minimo di contegno. « Lui è il ragazzo
del famoso Mello, e… pensa un po’? È
pure il fratello maggiore di Sayu! »
La ragazza che ti ha fatto rodere per la gelosia ieri. Te la ricordi,
vero?
« Oh… Ma pensa un po’
com’è piccolo il mondo. » fa L,
incuriosito.
« Ah… » Light si riscuote dalla trance,
come preso da una scossa elettrica. « Light Yagami.
È un immenso piacere conoscerla. »
Prima che si possa inchinare leggermente, come so che vorrebbe fare, L
va a stringergli la mano, affabilmente.
« L Lawliet. Il piacere è mio. » dice,
tranquillamente. « Beh, dato che sei il fratello maggiore di
una ragazza carina come Sayu, mi piacerebbe parlare con te. Ma prima,
tu e Mello avete fatto pace? »
Light guarda L, confuso, per poi poggiare lo sguardo su di me.
E il peggio è che anche L continua a gettarmi occhiate,
anche se più o meno nascoste.
Insomma, non ci vuole un genio per capire che vuole sapere se Mello
è ancora a casa mia o no.
« Siccome ieri mattina sono arrivato in ritardo ed ero un
po’ stanco… » dico, rivolgendomi a
Light. « …gli ho raccontato tutta la storia. Mello
e te inclusi. Per questo sa che avete… avuto delle
divergenze. »
Divergenze? È così che si chiamano, adesso?
« Oh, capisco. » fa Light, tornando a rivolgersi a
L. « Mi dispiace che Matt sia dovuto rimanere sveglio per
colpa mia. Ma con Mello ora è tutto a posto, può
stare tranquillo. E grazie dell’interessamento. »
« Di nulla. » replica L, tornando a guardare fisso
Light. « Beh, entriamo… Ti offro un tè,
Light. Matt, ti unisci a noi? In virtù di quella pausa di
cui ti parlavo prima. »
Beh, anche se non volessi ritrovarmi insieme a dei pazzi come loro due,
quello di L mi sembra tanto un ordine…
« Volentieri. Grazie, L. » accetto, tentando di non
far trasparire la rassegnazione nella mia voce.
Insomma, non ci posso credere.
Non ci posso credere, cazzo.
Allora non sono l’unico che sta impazzendo.
« Insomma, ti rendi conto? Come ho fatto a non riconoscerla?
Che figura di merda ho fatto… »
Beh, su questo concordo pienamente.
Situazione? Io e Near, da soli, senza Light che ci assilla con la sua
gelosia. Ha detto che aveva delle faccende importanti da
sbrigare… Mah.
Comunque, da quando siamo arrivati in questo cazzo di bar, e abbiamo
ordinato, Near non ha fatto altro che stupirmi sempre di
più, ogni secondo che passava.
Insomma, pazzesco. Sta parlando di chi?
Dopo mezz’ora di questa discussione a senso unico, in cui
sembra che Near stia cercando di battere il numero di righe del
monologo di Amleto, ancora mi sembra di non aver capito bene.
Insomma. Mi è sembrato che stesse parlando di Misa, quella
Misa che era a casa di Matt ieri, ma non ne sono perfettamente
convinto, dato che non l’ha ancora nominata esplicitamente.
Insomma, sta parlando di una ragazza in generale, come può
essere solo Misa? Possibile? Nah, dài…
« Quella adesso mi ammazza. » continua Near
– che, tra parentesi, non ha ancora toccato un goccio del
caffè che si è preso. E, sempre tra parentesi,
l’unica volta che l’ho visto prendere il
caffè è stato quando era davvero nervoso.
« Sì, sono sicuro che se mi rivede mi ammazza.
» prosegue lui. « Ma, insomma, non mi sembrava
lei… O meglio, mi sembrava lei, ma non immaginavo che fosse
davvero lei. Insomma chi si aspetterebbe di trovare Misa Amane
a casa
insieme a un ragazzo normalissimo, a un fanatico dei videogiochi e a
te? »
Ok, l’ha nominata. Ma ancora non ci credo.
« Mello, mi stai ascoltando? » mi interpella lui,
alzando la testa per la prima volta.
“Mh… no, non ti stavo ascoltando. O meglio, non
attivamente, ti stavo ascoltando solo passivamente perché
stavo pensando a ieri sera con Light…”
« Near, ti sto ascoltando. » replico,
sorseggiandomi beatamente – ma non troppo – la mia
tazzona di cioccolata. « Ma, davvero, non posso credere che
tu ti stia facendo tutti questi problemi per una ragazza. »
« Scusa? Che c’è di male? » mi
domanda lui, più incuriosito che seccato.
Piccolo lui. A ventidue anni ancora nessuna ragazza un vista, ed
è un perfetto ignorante del mondo femminile. I suoi ormai si
sono rassegnati e hanno riposto tutte le loro speranze in quel bastardo
del suo fratellastro maggiore, acquisito e non so che altro.
« Di male niente. Ma è la prima volta che ti vedo
così, e se permetti sei stranissimo. » commento
io, lanciandogli un ghigno malefico. « Insomma,
l’impareggiabile e impeccabile Near che si abbassa a farsi
paranoie mentali per il fatto che ha fatto una figuraccia con una
ragazza? »
« E piantala con questa storia dell’
“impareggiabile e impeccabile”. » mi
intima lui, annoiato. « E comunque, mi ha lasciato un
po’, quella Misa. Insomma, tu che faresti se non riconoscessi
una celebrità? »
« Lascerei correre. O direi che era talmente improbabile che
la incontrassi per strada, che credevo fosse una sua sosia, e quindi
non mi sono fermato a parlarle. » dico, semplicemente,
facendo spallucce.
Near spalanca un po’ gli occhi, forse un po’
stupito. « Diresti davvero così? »
« Beh, che c’è di male? Secondo me, se
la rivedi, ti perdona se le aggiungi anche che la ritieni
più carina di qualunque sua sosia, e ti dai dello scemo per
non aver pensato che lei, dato che è così carina,
potesse non essere Misa Amane. Insomma tutto ruota intorno al fatto che
le dovresti dire che è più carina di qualunque
altra ragazza che possa somigliarle, perché nessuna
potrà essere così carina come è lei, e
quindi nessuna potrà mai somigliarle abbastanza…
Eccetera. Insomma, smancerie del genere. Immagino che a ragazze come
lei piacciano. » dico, con tono annoiato.
Near mi guarda, decisamente poco convinto. « Sei serio?
»
« Assolutamente sì. » replico,
addentando un pezzo della tavoletta di cioccolato che ho appena tirato
fuori.
« Non credo che sia così scema da credere a una
cosa del genere. » obietta lui.
« Andiamo, quanto vuoi che possa essere intelligente una
modella? » commento, annoiato.
« Non è detto che le modelle debbano essere per
forza sceme come credi te. »
Lo guardo, sorpreso.
No, non posso ancora crederci.
Scoppio a ridere, esilarato da quella situazione, veramente assurda.
« Near…! Oddio, non posso crederci! Ti sei
innamorato di lei! » esclamo, ridendo e puntandolo.
Lo vedo arrossire di botto, probabilmente colto alla sprovvista.
« Ma che stai dicendo, Mello? Io non sono innamorato di lei.
» replica lui, seccato, attorcigliandosi una ciocca di
capelli sul dito.
« Ah sì?! E quello che hai detto fino ad adesso,
allora?! » dico, decisamente divertito. «
Dimenticatela, Near. Dopo quello che le hai fatto ieri, hai davvero
poche possibilità di conquistarla. Magari con ventimila
mazzi di rose rosse… »
« Non la voglio conquistare. » ribatte lui,
muovendo la mano come se stesse scacciando un insetto fastidioso.
« Ti pare che una fanatica delle yaoi possa piacermi? Mi
bastate già tu e Light. »
« Guarda che a tutte le ragazze, bene o male, piacciono le
yaoi. » replico io, ancora divertito. « La cosa non
è normale se piacciono a un ragazzo etero, ma per le ragazze
è normalissimo. »
« Insomma… Ti ripeto che non mi piace.
È troppo casinista per i miei gusti. E comunque, troppo
fanatica della yaoi. Ti ripeto, mi bastate già tu e il tuo
ragazzo, dannazione a lui. »
« Perché dannazione a Light? »
« Perché mi sta rompendo le palle, con questa
storia della gelosia, eccetera. » replica lui, seccato,
rigirando lo zucchero nel caffè – per quella che
dovrebbe essere la ventitreesima volta. « Insomma, non
capisco proprio perché debba rompere a me. Non
l’ha ancora capito che sono etero? E tu
non glielo puoi
spiegare, maledizione? »
« Ma io gliel’ho detto… Non sai quante
volte. » spiego, facendo spallucce e addentando un altro
pezzo di cioccolato. « Ma, sai… Beh, lo sai che
è geloso. Hai visto quello che ha fatto a Matt ieri, no?
Insomma, lui è fatto così. Glielo posso dire
quante volte vuoi, ma stai pur certo che secondo me è geloso
persino della nostra amicizia. Fosse per lui staremmo sempre in casa a
fare… le yaoi, e io non avrei un minimo di vita sociale.
Oddio, non che l’idea della yaoi mi dispiaccia,
ma… »
« Va bene, va bene, ho capito, Mello. » mi blocca
Near. « Stai diventando assillante. Anche tu, non
è che hai parlato molto, oggi. Che è successo, si
sono invertiti i ruoli? »
« Mh? »
« Beh, di solito quello che non parla sono io, e tu sei
quello che dà aria alla bocca. »
Lo guardo male, ma poi addento un altro pezzo di cioccolato,
nervosamente.
« No… Tutto bene. »
Near sospira, rassegnato.
Beh, mica ti posso dire quello che ho provato ieri sera. Insomma,
è talmente strano che ha sorpreso persino me… Non
oso immaginare cosa diresti te, Near.
« Lo vedi perché dico che non sono innamorato di
nessuna, men che meno di Misa? » mi dice alla fine.
« Ne ho già abbastanza dei tuoi problemi, senza
doverne avere anche io. Per ora mi sono sufficienti i tuoi, e avanzano
anche. »
Near rimescola di nuovo il caffè, lasciandomi pensare.
Evidentemente si accorge che quel caffè, dato che
è rimasto lì per più di
mezz’ora, è imbevibile, perché si
limita a rigirarlo, anche lui pensieroso.
« Se ti va di parlarne, magari omettendo i
particolari delle
vostre yaoi, parlane. » mi dice lui, alzando lo
sguardo e
guardandomi. Intercetta il mio, e rimane per un attimo in silenzio a
fissarmi, prima di ritornare al caffè. « Ho
capito, lasciamo perdere. Mi sa che qua quello innamorato sei tu, non
io. »
« Beh, non per niente ho il ragazzo, Near. »
ribatto, addentando, stavolta sicuro di me, un altro pezzo di
cioccolato.
Near alza lo sguardo, fissandomi con la sua solita aria imperturbabile.
« Ma io non mi riferivo a Light. »
Sbarro gli occhi, colto alla sprovvista.
« In che senso? » domando.
Near mi guarda intensamente per un po’.
Poi, sospira.
« Lascia perdere. Forse è solo una mia
impressione. » commenta alla fine.
Cazzo, non ottiene altro risultato che confondermi di più
porca miseria.
« Una tua impressione? »
Near guarda dentro la propria tazza, lo sguardo perso nella
contemplazione di quel freddo liquido nero che sta continuando a
mescolare.
« Mello… »
« Mh? » domando, interessato.
« …secondo te… »
Near fa una pausa, prima di continuare. E facendomi rodere dalla
curiosità, lo ammetto.
« Che cosa? » chiedo, insistente.
Altra piccola pausa, prima che finisca.
« Secondo te Misa quanti modi avrà escogitato, per
vendicarsi? »
Il pezzo di tavoletta di cioccolato che ho appena addentato rischia di
cadermi di bocca.
Cazzo. E poi l’innamorato ero io, eh?
Non so perché, ma il panico mi invade appena entro
nell’ufficio di L.
Il motivo? Semplicissimo.
Dove cazzo mi siedo?!
No, perché c’è, manco a farlo apposta,
una sola sedia oltre a quella di L, in tutto l’ufficio, e su
quella si siederà sicuramente Light, no?
« Ehm, L… A pensarci bene, di pause ne ho fatte
abbastanza, oggi… meglio che mi rimetta a
lavorare… » dico, indietreggiando verso la porta
prima che avvenga qualche cataclisma.
« Perché? » mi domanda.
Siamo entrambi sulla porta, mentre Light è entrato e sta
curiosando un pochino in giro.
« Vuoi rifiutare il mio invito al tè? Lo sai che
per gli inglesi come me è molto maleducato,
questo… » mi rimprovera, sussurrandomi le parole
all’orecchio.
« Cause di forza maggiore, credimi. » replico, con
lo stesso tono di voce.
« Forza maggiore… Maggiore anche di me?
» mi chiede lui.
Guardo di nuovo la stanza, un po’ in preda al panico.
« L… Il fatto che non ci siano abbastanza sedie
per tutti è sufficiente, come causa di forza
maggiore?
» domando, un po’ seccato.
L guarda verso la scrivania, un po’ sorpreso. Poi torna a
guardarmi.
« Beh, e che problema c’è? Basta che ti
siedi sulle mie gambe, no? »
Oddio.
Mi sento morire. Voglio sprofondare, cazzo.
« L, ma sei impazzito? Non siamo mica da soli! »
replico, in un sibilo a dir poco agitato.
L guarda Light, che sta ancora curiosando tra le sue cose –
senza toccare, ovviamente.
« Beh, un conto è se fosse un cliente,
ma… » azzarda lui. « Direi che non si
scandalizzerà. Dopotutto, è omosessuale anche
lui, no? Basta che non lo dica a sua sorella… ma da quanto
ho sentito non lo farà, dato che tu piaci a Sayu. Immagino
che non voglia farla star male. E non credo che conosca gente di qua a
cui poterlo dire, a parte Misa. E Misa sa già della nostra
relazione, no? »
Beh, il ragionamento non fa una grinza.
« L… è imbarazzante. »
replico, avvampando.
« Eddài… Se sa che stai con me, non
sarà più geloso di te, no? Avrai fugato
completamente i suoi dubbi su te e Mello. »
Ammetto che a volte propone motivazioni molto convincenti. Di questo
gli devo dare atto.
« Non vorrai rifiutare il mio invito? » mi chiede
lui, all’orecchio, quasi supplichevole.
Sospiro.
« Ok. Hai vinto. » acconsento. « Ma che
non si ripeta, per favore. »
Mi bacia sulla guancia, lontano dalle occhiate di Light.
« Grazie. »
O cazzo… Non posso fare a meno di sciogliermi, quando lo
sento parlare così.
« L, stavo pensando… Non ci sono abbastanza sedie
per tutti. » osserva Light, voltandosi non appena L chiude la
porta.
Il mio capo si volta verso di lui, il solito sguardo da gufo stampato
in faccia.
« Non c’è problema. » replica,
andando verso la sedia dietro la scrivania e sedendosi. «
Siediti pure, Light. »
Light mi guarda, incerto. « E Matt? »
Posso rimanere in piedi, scomparire, buttarmi dalla finestra?! Tutto ma
non questo, per favore…
Ma perché cazzo ho accettato, poi?! Sono troppo buono,
dannazione a me.
« Non… Non c’è problema,
Light. » dico, esitando.
Cazzo, di problemi ce ne sono, eccome.
Primo tra tutti, L ha chiuso la porta a chiave perché
nessuno ci disturbasse.
La cosa sarebbe buona e giusta se stessimo io e lui, in questa stanza,
potenzialmente in procinto di fare cose non proprio consone al luogo di
lavoro.
Ma ora no.
Non ho vie di fuga, cazzo!
Light mi guarda, giustamente, con un sguardo a dir poco perplesso.
Forse sta aspettando che faccia qualcosa.
Il problema è che non riesco a muovermi, cazzo!
E ci pensa L, a venirmi in soccorso. Se “soccorso”
si può chiamare. Si alza e mi prende per un polso,
portandomi con lui fino alla sedia, sedendosi e facendomi accomodare
sulle sue gambe.
Light, logicamente, spalanca bocca e occhi. Dire che è
sbalordito è un enorme eufemismo.
Sconcertato, sconvolto, sbigottito, attonito, di sasso. Insomma,
evidentemente non sa che dire, e non posso certo biasimarlo.
Mi passo una mano sulla faccia, diventata caldissima, lo sento.
« Ma… » riesce a dire Light, prima di
collassare sulla sedia, ancora a bocca aperta.
« Ti prego di non fraintendere la cosa. » lo
anticipa L. « Io e Matt di norma non mischiamo lavoro e
privato. Stavolta abbiamo fatto un’eccezione per colpa delle
sedie, ma… Ti chiedo di non dirlo a nessuno, per favore. La
reputazione di Matt ne risentirebbe molto, e a torto. »
Light passa lo sguardo da me a L, alternatamente. Io preferisco evitare
di guardarlo, troppo imbarazzato da quella situazione per riuscire a
lanciargli anche solo un’occhiata veloce.
« Non capisco. » dice Light. «
Tu… avevi detto di essere etero, e invece ora ti ritrovo
con…? »
« Io non ho mai detto di essere etero. » replico,
seccato da quel fraintendimento. « Quello l’ha
detto Near, perché probabilmente Mello gli ha fatto capire
così. In realtà direi che sono bisessuale.
»
Light mi fissa, stralunato.
« Bi… bisessuale? »
« Le mie vedute si estendono sia a uomini che a donne.
» dico, in una seccata spiegazione. Poi, mi viene in mente
che sembra alquanto ambiguo, detto davanti al mio fidanzato.
« O meglio, si estendevano, fino a che ho incontrato lui.
»
« Ci siamo conosciuti addirittura prima che lui iniziasse a
lavorare qua. » mente L. « Tre anni fa, per
l’esattezza. Stiamo insieme da allora, ma non abbiamo mai
mischiato privato e lavoro. Non lo riteniamo corretto. »
Light mi fissa, ancora sconcertato.
« Beh… Devo ammettere che la cosa mi ha lasciato
un po’ sorpreso. » ammette, passandosi una mano tra
i capelli. « Mi fa piacere per voi, ma a mia sorella
dovrò dare una brutta notizia, immagino. »
« Light, per favore! Non vorrai davvero dirglielo?!
» esclamo, spazientito.
Light mi guarda, sorpreso.
« Ah… Beh, di certo non gli racconterò
i dettagli. Dirò solo che sei impegnato, e che la cosa
è uscita mentre eravamo qua a parlare tranquillamente.
Però, L, posso permettermi di consigliarle una cosa?
»
L ridacchia, ma acconsente.
« Sarebbe? »
« Beh… Sarebbe meglio comprare una sedia anche per
Matt. Insomma, metta che capitano altre situazioni simili…
»
Come se L non lo sapesse. Non posso crederci, davvero lo ritiene
così poco intelligente?
L continua a ridacchiare, prima di rispondere.
« Immagino di sì. » asserisce.
« Ma, Light, devi capire che qua non passa mai molta gente, e
se lo fa sta in piedi. Quando devo firmare i contratti, o ascoltare i
resoconti di Matt, mi basta una sedia. Di solito, se ho bisogno di
Matt, non è mai per incontri che non siano di lavoro. E
durante quelli, lui sta in piedi. Il problema non si è mai
posto. »
Light mi guarda, per poi guardare L.
« Beh… Il ragionamento non fa una grinza, devo
dire. » commenta alla fine, con un sospiro leggermente
rassegnato alla sconfitta.
« Sono contento che tu lo pensi. » replica L,
prendendo la teiera e le tazze – ecco, di quelle ne ha sempre
in abbondanza, cazzo! « Beviamo questo tè, allora?
»
Mi stravacco sulla sedia, di nuovo esausto.
Cazzo, in questi due giorni mi sono esaurito troppo, ho bisogno di una
vacanza.
Light è appena andato via, e L è chiuso nel suo
ufficio. Mi sa che ha capito che ha un po’ esagerato,
perché mi ha salutato con un bacio sulle labbra non troppo
invadente e mi ha assicurato che non mi avrebbe più
infastidito, per oggi. Mi ha persino concesso di riposarmi e di fare il
lavoro domani.
Come avevo detto prima che arrivasse Light? Che L si era comportato
bene, che non aveva fatto assolutamente niente di malevolo durante la
giornata, eccetera?
Guardo il cellulare, tentato di chiamare Misa. Ma poi, mi astengo dal
farlo; dopotutto, viene stasera a casa mia, a cena, e potrò
raccontarle tutto più tardi.
Per ora, solo un pensiero mi frulla per la testa.
“La prossima volta, il resoconto è meglio se lo
fai a fine giornata, e non a metà.”
Cazzo, niente di più vero.
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Capitolo 7 *** Cena... di famiglia? ***
E rieccomi con l'ennesimo capitolo!!!
Che è decisamente un capitolo un po' scemo, un po' di
transizione, un po' inutile e un po' noioso, mi pare.
Beh, dopo questa premessa siete liberi di insultarmi se il capitolo non
vi piace (e anche se vi piace e credete che la mia autostima sia troppa
poca).
Solo una piccola nota per capire, durante la lettura: l'altezza di
Near, già definito come un nanerottolo bianco da un bel po'
di gente, è esattamente 1.55 m, a quanto dice il DN 13.
Quest'altezza, tuttavia, è ancora alta, rispetto a quella di
Misa che invece è di statura pari a 1.52m... Ricordatevelo,
perchè Mello girerà il coltello nella piaga su
ciò, anche se leggermente, in questo capitolo.
Detto ciò... Mi fa molto piacere che la coppia Near x Misa
sia piaciuta in generale, ma ancora non si vede nulla, in
realtà, all'orizzonte, per questi due. Diciamo che,
più che per metterceli insieme, c'è un motivo
particolare per cui li ho dipinti così in questa ff...
Motivo che scoprirete in questo capitolo. (Ho scoperto che si
somigliano più di quanto mi fossi immaginata in partenza^^).
Perciò, non date troppo ascolto a Mello e a Matt, che loro
sono innamorati e vedono amore e relazioni da tutte le parti. Per ora
la coppia Misa x Near è certa solo per un'associazione a
delinquere... Cioè, ehm, scoprirete in questo capitolo^^.
Detto ciò, rispondo alle recensioni!
x Whattina: sono felicissima che tu abbia letto la
lemon anche se non
ti piaceva la MelloxLight :). Comunque non ti preoccupare, direi che il
prossimo capitolo è un chappy decisivo (spero!) per Mello e
Matt! E comunque... Beh, i doppisensi erano un po' per far capire
quanto erano perversi quei due^^! Non so perchè, ma Mello e
Light ce li vedo mooooolto pervertiti... Però sono contenta
che ti siano piaciuti anche quelli! Riguardo al PoV dei personaggi...
Beh, quale gratificazione migliore dei tuoi complimenti, considerando
che era uno stile di prova che non ho mai sperimentato prima? Me
felicissima che ti piaccia^^! Quanto alla coppia Near x Misa,
evidentemente non c'è ancora nulla di certo, anche se forse,
in futuro... Bah, dimmi te. Io trovo che stiano bene insieme, forse per
i motivi elencati a fine capitolo dagli stessi interessati! Ma
vedremo... è ancora tutto lasciato al caso! Comunque sia,
sono molto contenta che ti piacciano entrambi i personaggi che ho
dipinto (temevo di aver fatto Near un po' troppo OOC...XD)
Un bacione e spero che seguirai ancora! xxx!
x Sydelle: mi fa piacere che ti piaccia la Near x
Misa^^. Per quanto
riguarda Teru Mikami... Mah, chissà! In questo capitolo il
fratello appare, ma... Chissà chi sarà!
(l'autrice è bastarda e non ve lo vuole rivelare!
ndMello)(ma no, che dici? e poi, tu mica ce l'avevi con lui? meglio che
lo faccio comparire il più tardi possibile per te, tesoro!
ndme). *ehm*, scusa lo sclero... Comunque tra qualche capitolo Teru
apparirà (sto programmando una scena un po' demenziale per
lui, mi perdonerai, vero?^^)... E potrai vedere se è vero o
falso quello che hai detto! Un bacione e spero che seguirai ancora!!!
xxx!
x Mirokia: beh, immagino che per un po' non
recensirai.... mi
mancherai!!!! No, davvero! Comunque, ancora stragraziemillemillissime
per i tuoi commenti sullo stile, e mi fa molto piacere che il chappy ti
sia piaciuto (spero che ti piaccia anche questo!^^). Riguardo a Near x
Misa... beh, mi fa piacere che non ti dispiaccia, adoro questo fatto
che le mie coppie megaipercrack piacciano!
Quanto a Matt e Mello... beh, eccoli qua! Devo dire che i loro incontri
avvengono anche abbastanza spesso, e che questi incontri, di certo, non
fanno per niente piacere a Light (che sta cercando di scrivere il mio
nome sul falso DN che Near gli ha dato^^). Aiber... beh, lo adoro. Non
c'è niente da fare, è troppo scemo, ma io lo
adoro per questo! però, non so... giocare a cooking mama...
Deve ancora finire i Pokemon XD! Comunque, grazie mille per tutti i
complimenti (davvero, mi riempi troppo^^ ma grazie mille!) e spero che
riuscirai a fare una capatina a leggere la ff prima di settembre! Un
bacione e spero che seguirai! xxx!
x ladyElric92: wowowow! mi fa piacere che il
capitolo ti sia piaciuto!
Anche io ho adorato le riflessioni di Matt sulle tazzine (non aveva
tutti i torti, povero lui! XD), ma che ti piacesse la lemon non me
l'aspettavo... temevo di averla fatta troppo corta e tagliata...^^ Me
felice! Riguardo alla LxLight... beh beh, vedremo... Ecco qua un nuovo
aggiornamento! Un bacione spero che continuerai a seguire! xxx!
x _Kira_94: deheheheh, devo ammettere che per quella
frase mi hai dato
l'ispirazione proprio tu! Near e Misa... chissà?^^ Ma come
si fa a non trovare carino l'albino? Quanto alla Light x Mello... beh,
mi fa piacere che ti sia piaciuta e mi dispiace tantissimo che sia
durata poco! Diciamo che non era una cosa proprio previstissima, l'ho
scritta di getto, mi spiace! Ma mi fa piacere che ti abbia fatto
piacere! Riguardo alla giornata di Matt... beh, forse lui è
uno sfigato cronico, perchè gliele faccio capitare tutte a
lui! (e la colpa di chi sarebbe?! ndMatt)(ehm... di Mello! ndme)(ma che
stai dicendo?! io che cazzo c'entro?! ndMel)(è da quando
Matt ti ha incontrato che gli va male tutto^^ ndme). Mikami... boh? Di
sicuro avrà un ruolo non molto importante, ma
sarà un personaggio un po' bastardo... (ma in fondo chi non
lo è nella ff? forse solo Matt...^^) Ecco qua il nuovo
chappy! un bacio e spero che il chappy ti piaccia! xxx!
x Myrose: mi fa davvero piacere che consideri la ff
molto divertente^^!
(me contentissima!) erm... Beh, devo dire che anche io mi riconosco in
diversi personaggi, soprattutto in quelli che stanno avendo pensieri
sui loro innamoramente improvvisi (Mello e Matt, in sintesi). Pensare
che sto scrivendo questa ff senza nemmeno essere innamorata di nessuno!
Però ricordo benissimo le sensazioni... Forse un po'
innamorata lo sono ancora^^ Ma non parliamo di me: adoro dipingere Matt
nei suoi scervellamenti, nonostante abbia già capito da un
pezzo come stanno le cose... La palla ora è passata a Mello,
che poveraccio non ci capisce più niente! XD Dici che in
amore bisogna essere bastardi? Mmmmh... effettivamente, niente di
più vero. A essere troppo gentili ci si rimette e basta
(parlo x esperienza personale, dannazione a me che sono gentile tanto
quanto Matt!) Sicuramente bisogna essere un po' gelosi. Io non lo ero e
mi sono resa conto che avrei dovuto esserlo di più.
(ridannazione a meeeeeee!!!) ma sto parlando troppo di me: è
che nel tuo commento mi ci rivedo abbastanza, però, come sto
riversando una parte di me in questa ff, diversa per ogni personaggio.
Comunque... anche io mi sento vicinissima al tappetto
(sìsì, 155cm XDXDXD). Mi fa piacere che il
capitolo ti sia arrivato il giorno del tuo compleanno (e scusa ancora
la mia ignoranza^^') e che ti abbia fatto piacere! Un bacione e spero
continuerai a seguire! Tanti auguri in ritardo! xxx!
x Sakura_sun: °O° addirittura tua
dea?! Oddio, ma che
piacere sapere che la mia prima ff ti piaccia così tanto!
Un'altra adoratrice della coppia LxMatt... Beh, devo ammettere che col
tempo ha cominciato a piacermi molto (prima non ce li vedevo troppo^^,
ma ora sì). Riguardo a Near... sarà veramente
innamorato? Mah... Tutto può succedere! Un bacio e spero che
seguirai ancora! xxx!
x aiko neko black: davvero ti è piaciuta
la LightxMello? Mi
sembrava troppo corta... Mi fa piacere! beh, immagina Light e L se
Light non fosse stato Kira (lo so che è stranissimo, fa
impressione anche a me, ma un po' della pazzia di Kira forse l'ha
conservata XD). Matt mi sta puntando il lanciarazzi contro per fare in
modo che non approfitti della sua gentilezza (decisamente troppa!) e
che non gli faccia fare troppo una figura di merda... però
quella parte mi è piaciuta! Insomma, mi sono divertita a
scriverla...^^(me bastardissima!) Sono contenta che anche a te piaccia
la Near x Misa! Un bacione e spero che continuerai a seguire! xxx!
x Bimba127: beh mi fa piacere che anche a te sia
piaciuta la yaoi (non
pensavo sarebbe stata così gradita^^!) Povero Matt
davvero... e il brutto è che mi sa che è solo
l'inizio delle sue disavventure...! Near x Misa piace anche a te...
Bene! Vedremo poi in seguito! Ecco qua il nuovo chappy! un bacione e
spero continuerai a seguire! xxx!
x MellosBarOfChocolate: rieccotiiiii! Mi fa
piacerissimo che tu sia
tornata! E grazie millemillissime per i complimenti! Mi fa piacere che
la Misa x Near ti piaccia, ma bisognerà vedere cosa
combineranno questi due pazzi (perchè, sì, sono
dei pazzi furiosi) durante la storia^^ (sto deludendo un sacco di gente
a dire che la Misa x Near ancora non è decisa? Mi sa di
sì...) In Matt... devo dire che mi ci rispecchio un po', con
in complessi. Non sullo stesso argomento, ma sono un po' complicata
anche io^^. Riguardo alla Light x Mello... Beh, non so. Decisamente
sarà un po' improbabile qua... Ma non temere! Sto
già elaborando una soluzione^^ che spero
piacerà... Devo solo arrivare al prossimo capitolo e poi
potrò iniziare! Altri personaggi secondari... Beh, Teru
Mikami è ormai una presenza certa ;), mentre per Takki,
Jevanni, Rester, ecc... Dovrò vedere se riuscirò
ad assegnare loro un ruolo! (a questo proposito, Hall forse
ricomparirà: so che le ho dato una parte un po'
insignificante, come sorella di Mello, ma credo proprio che
ricomparirà...) Comunque mi fa piacere che ti sia piaciuto
Aiber XD Io lo adoro! Ecco qui il nuovo aggiornamento! Spero ti piaccia!
Un bacione e spero che seguirai ancora! xxx!
Ringrazio ancora enormemente tutti coloro che hanno messo la fic nei
preferiti o nei seguiti, o che leggono e basta! Vi voglio bene! Un
bacione e spero che continuerete a leggere! xxx da madychan!
7.
Cena di… famiglia?
« …e Sayu mi ha detto che le piaci. Da morire. Non
fa che parlare della tua gentilezza il primo giorno, di come sei
carino, di come ti trova affascinante, eccetera. Insomma, le stesse
cose che tu mi dicevi di Mello, in sintesi. »
Sbuffo, seccato, guardando Misa, che invece sembra tutta gongolante.
« Beh, io non me la sono sentita di dirle che non sei
propriamente etero, ma prima o poi glielo dovrai dire, non credi? Come
minimo devi dirle che sei impegnato… »
Ma perché glielo devo dire io, poi?
Dannazione alla mia gentilezza, mi porta solo un casino dopo
l’altro.
Prima L, poi Sayu. Poi pure Light, che mi sono comportato fin troppo
bene con lui quando è venuto in ufficio, qualche giorno fa.
Cazzo, allora non gliel’ha detto che sono impegnato, a Sayu.
Ecco perché quella poveraccia si illude ancora.
« Ma perché glielo devo dire io, poi? »
domando, annoiato.
Guardo Misa – o meglio, i suoi capelli; è seduta
sul divano di casa mia, tra le mie gambe, la schiena appoggiata al mio
petto, ed è intenta a giocare con il Nintendo, mentre mi
parla.
A cosa? Beh, non serve un genio per capirlo.
A Pokemon Diamante.
Aiber l’ha contagiata.
« Ma perché sei tu quello che le piace, Matt!
» esclama lei, senza degnarmi di un’occhiata.
« Ho capito, ma mica me l’ha detto! »
replico, facendo cadere un po’ di cenere della sigaretta che
sto fumando nel posacenere, accanto a me. « Non puoi
dirglielo tu, per esempio? Insomma, sei sua amica, no? Vi conoscete da
qualche giorno, ormai, e ti ha pure confidato ‘sta
cosa… Sei l’unica che glielo può
dire… »
Misa ridacchia, malignamente.
Dannazione… So benissimo cosa vuol dire quella risata.
Per inciso, l’ha usata anche quando ha sgamato me e L la
prima volta, in ufficio, a fare cose che lei ha definito “non
consone al luogo di lavoro e, quindi, molto compromettenti”.
« Misa, davvero… Non ti starai divertendo?
» domando.
Misa ride di più, divertita.
« Oh, credimi, Matt! Mi sto divertendo davvero su tutti i
fronti! » replica, eccitata, senza distogliere lo sguardo
dallo schermo. « Insomma, ci siete te e L con la vostra
storia diventata improvvisamente seria per colpa di Mello, poi ci sei
tu che ti sei preso una cotta per un ragazzo che è
già fidanzato con qualcun altro, e poi
c’è Sayu che è innamorata persa di
te… E, come se non bastasse, ci sono pure i Pokemon!
» mi dice, sventolando il Nintendo davanti al mio naso e
sollevando lo sguardo, fino a incontrare il mio – anche se di
me ha un’immagine capovolta. « Come potrei
non divertirmi? Ora il mio unico guasto è il nanetto bianco.
Quando avrò finito con lui, allora potrò davvero
dire di essere la donna più felice di questo mondo!
»
Pazzesco. Il suo cinismo non ha fine, cazzo.
E dire che, da quando la conosco, è sempre
stata
così.
La malvagità fatta persona.
« Non posso credere che tu sia così perfida.
» commento, rimettendo la sigaretta in bocca. «
Seriamente, non ho mai conosciuto una persona che si diverte ai danni
degli altri quanto te. »
Misa ridacchia di nuovo. « Sai, da piccola adoravo la strega
cattiva di Biancaneve… E poi, anche
Crudelia Demon, quella della “Carica dei 101”. Era
il mio idolo. »
E non ne ho il minimo dubbio, con una mente perversa come la tua.
« Ma che ti davano a colazione i tuoi, per farti diventare
così perversa? »
« Niente di che. Forse il fatto che beva caffè da
quando avevo otto anni deve aver influito, ma non credo che abbia
influito troppo. » commenta lei.
« Ah, no? ». Davvero, beve caffè da
quando aveva otto anni?! Ma a che cazzo pensavano i suoi?!
« Insomma, vuoi mettere? Tutti ad adorare i protagonisti. La
strega cattiva era decisamente meglio! In fondo, Biancaneve mica era
così forte, doveva arrivare il principe azzurro per
svegliare quella cozza! Invece la strega cattiva faceva tutto da sola,
mela compresa! »
« Sì, ma… Insomma, era il personaggio
cattivo… »
« Punti di vista. » dice lei. « Insomma,
l’invidia per la bellezza altrui è una
caratteristica propria delle donne… Mah, ma non posso
pretendere che un ragazzo la capisca. Ma io capivo benissimo quella
strega. Insomma, era gelosa, che ci sarà mai stato di male?
»
« Magari che ha tentato di ucciderla? » osservo,
sarcastico.
« Naaaah… Poi Biancaneve si è salvata e
vissero per sempre felici e contenti, no? L’ha solamente
fatta svenire, mica era morta. Semmai i nani hanno tentato di
ucciderla, dato che l’hanno chiusa in quella bara senza
nemmeno vedere se era ancora viva… »
Oddio.
Lo so che sono sfasato completamente, ma mi è appena venuta
un’illuminazione.
Non sarà che odia i nani come Near solo per Biancaneve, vero?
No, perché lei sarebbe capace di questo e altro.
« Ah, non li sopporto, i nani. » commenta lei.
« Insomma, una modella dovrebbe essere alta, e invece sono
bassissima, primo punto. E poi, i nani di Biancaneve che quasi uccidono
la protagonista… Due volte ci hanno provato! Quando
l’hanno trovata nei loro letti, e quando l’hanno
chiusa nella bara! Se non sono i cattivi loro… »
Tira un sospirone, lasciandomi leggermente allibito
ad ascoltarla.
« E poi, quel principe azzurro… Fosse questo
granché! Insomma, i principi devono essere fighi, invece
persino quel nano bianco è più carino del
principe… Oggettivamente parlando, ovviamente. »
No.
Dài, non ci credo.
Non lei.
Miss Perfidia…
…innamorata di Near?
« Misa… Non sarà che ti piace Near?
» considero.
Misa si blocca dal suo gioco, voltandosi verso di me, scioccata.
« Che cazzo dici, Matt?! Ma sei impazzito, per caso?!
» esclama, stordendomi.
Guardo il Nintendo dopo essermi ripreso un po’ dallo
stordimento.
« Misa, guarda… sei stata sfidata da uno sulla
discesa. » commento.
Come previsto, Misa guarda il Nintendo, per poi rimettersi a giocare,
agitatissima.
« Aaaah! Dannazione a te, Matt! » esclama,
incazzatissima. « Non credere di averla fatta franca!
Insomma, ti sembra che lo vorrei ammazzare, se mi piacesse?! »
Sogghigno. Stavolta il gioco lo conduco io, almeno per una volta.
« Non so… Magari lo vedi come una
minaccia… Forse stai negando a te stessa che ti piace solo
perché non ti aspettavi di innamorarti di un tizio del
genere… »
« Non dire cazzate! » esclama lei, muovendo con
più frenesia, intanto, i pollici sui tasti del Nintendo.
« Ti pare che mi innamoro dopo così poco?! Quel
nano non è il mio tipo, e mi ha pure offesa, non
riconoscendomi! Ficcati in quella testa che lo voglio solo ammazzare,
non sono per niente innamorata di lui! »
« Se lo dici te… » commento, sarcastico.
« Matt, odio quando fai quel tono, perciò ti
avverto, evita di irritarmi! Le punizioni per te potrebbero essere
anche peggiori di quelle del nano, se continui! » mi avvisa
lei.
« Lo vedi che allora ci ho azzeccato? » replico,
divertito.
Misa mi rivolge un’occhiata di fuoco, prima di gettare da
parte il Nintendo – sul divano, fortunatamente – e
placcarmi dalla parte opposta a quella in cui ha buttato il mio
videogioco, per poi tentare di soffocarmi – anche poco
scherzosamente, visto che effettivamente l’aria mi manca un
po’…
« Brutto idiota che non sei altro, Matt! » urla
Misa. « Il mio ragazzo deve essere alto come minimo come te,
non come quel nano! E poi ha i capelli bianchi, sembra un vecchio, o un
bambino che pensa troppo! È apatico, stronzo, odia le yaoi,
e ha interrotto un appassionato bacio tra due ragazzi fighi come Light
e Mello! »
E meno male, che lo ha interrotto…
« Ultimo ma non meno importante, non mi ha riconosciuta,
quando mi ha vista, e non pensare che l’abbia presa bene!
Ficcati bene in quella testa che quel nano non mi piace, né
mi piacerà mai! Chiaro?! »
Alzo le braccia, in segno di resa, e annuisco, incapace di parlare.
Misa mi toglie subito le mani dal collo, spazientita, per poi sedersi a
gambe e braccia incrociate dall’altra parte del divano.
Nonostante il suo tentato omicidio, non posso fare a meno di mettermi a
ridacchiare.
Non che sia masochista, ma la situazione è davvero troppo
divertente.
« Che hai da ridere? » mi chiede lei, rivolgendomi
un’occhiataccia.
« Niente… È solo che con il tuo sfogo
mi sembra che tu sia proprio cotta di questo qua. » dico.
Prima che lei possa fare qualunque cosa, alzo le mani di nuovo, in
segno – di nuovo – di resa. « Ma
ovviamente è solo una mia impressione. Non farci troppo
caso. »
« Ah, ecco. » fa lei, riprendendo il Nintendo.
« No, perché, sai, mi irriterebbe moltissimo che
tu pensassi che io sono innamorata di quel nano. Lo sai che non mi
innamoro molto facilmente, no? »
Come no. Misa preferisce stare a guardare le storie d’amore
degli altri, non averne di proprie.
« Lo so, ma… Hai venticinque anni,
insomma… » commento.
« E allora? » replica lei, guardandomi di nuovo
storto.
Cazzo, mai fare commenti sull’età di una
donna…
« Beh, niente. » dico, facendo spallucce e
soffiando fuori del fumo, dalla sigaretta che ho appena tolto di bocca.
Cerco, tentoni con la mano, il posacenere, trovandolo a pochi
millimetri dal mio fianco sinistro, miracolosamente non rovesciato e
intatto. Ci butto dentro un po’ di cenere, prima di
proseguire. « Hai venticinque anni, sei una ragazza
bellissima, e non capisco come mai non hai ancora un ragazzo. Ormai
dovrebbe essere ora di cercarlo, non ti pare? »
Misa arrossisce lievemente.
Per poi sorridermi, un po’ malignamente.
Oh, dannazione. Eppure l’avrei dovuto sapere, che lei non
arrossisce mai timidamente.
Non è mica timida, cazzo!
« Perché dovrei cercarmi un ragazzo, quando ci sei
tu a farmi compagnia? » dice, prendendomi il naso e
tirandomelo un po’. « Cosa posso volere di
più dalla vita, se non un lavoro come modella e attrice,
essere bellissima, un sacco di soldi, e un migliore amico gay che ha
una vita sentimentale incasinatissima? »
“Un fidanzato?” mi ripeto mentalmente.
« Beh… » commento io, incerto.
Misa lascia la presa sul mio naso, concentrandosi su sé
stessa.
« Forse ci sono. » commenta. « Tu non sei
sufficiente. Insomma, tu sei il mio divertimento, ma devo trovare
qualcun altro con cui divertirmi… Qualcuno che sia bastardo
tanto quanto me. Che si diverta a mettere a disagio la gente e che
abbia interesse nel seguire questa storia nei minimi particolari, te
innamorato di Mello incluso. »
« Beh, allora se avevo pensato a L ritiro la mia proposta.
» dico, tra lo spiazzato e l’annoiato.
« Mettere in imbarazzo la gente è, effettivamente,
un po’ una prerogativa di L. » asserisce lei.
« Ma, no… Insomma, mica possiamo dire a L che ti
piace Mello, dato che ti sei messo con lui, no? Quindi Light, Sayu,
Mello e L sono esclusi… Ma chi potrebbe essere? »
La guardo, sconvolto. Non oso immaginare cosa ne salterebbe fuori, se
lei si mettesse in società con qualcuno bastardo come lei.
« Ho deciso! » esclama, facendomi saltare. Porca
miseria, doveva proprio?! « D’ora in poi la mia
missione sarà trovare qualcuno che sia bastardo tanto quanto
me, e collaborare con lui perché voi non vi sentiate mai
tranquilli! »
Sospiro. « Ma perché? » chiedo, con tono
lamentoso.
« Come, “perché”? Se siete
tranquilli e felici, mi spieghi che divertimento
c’è? »
Sbuffo, rassegnato.
Beh, dopotutto era una fanatica di Crudelia Demon.
Bisogna assolutamente trovarle un principe azzurro.
Altrimenti, addio vita tranquilla.
Come se di casini non ne avessi già abbastanza per conto
mio. Ora devo risolvere pure il problema del ragazzo di Misa.
Che. Due. Palle.
Beh.
Non so definire queste ultime due settimane, ora come ora.
Insomma. Prima Misa che mi fa quelle dichiarazioni sulla strega
cattiva, giocando al Nintendo.
E questo solo sabato scorso.
Poi, Near che mi chiama, dopo aver avuto il mio numero di Mello.
Tanto impaurito – o almeno così mi è
sembrato – da Misa, da chiedermi se lei avesse già
preparato qualche tentativo di omicidio nei suoi confronti. Con Mello
che, in sottofondo, gli urlava che era solo un moccioso spaventato, che
non si poteva far spaventare da una donna addirittura più
bassa di lui, e che se fosse stato un vero uomo l’avrebbe
affrontata faccia a faccia.
Beh, io Near lo potevo capire, tutto sommato. Il tentativo di omicidio
di qualche giorno prima, da parte di Misa al mio indirizzo, era stato
piuttosto eloquente.
Perciò, gli ho risposto in tutta sincerità che
Misa aveva già in serbo per lui qualche
piccola vendetta,
nel caso l’avesse rivisto.
Non mi sembrava il caso di impaurirlo ancora di più di
quanto non fosse, dicendogli che nel frattempo i progetti di vendetta
erano arrivati a quota trentasette circa – come aveva
provveduto a informarmi Misa stessa –, e che solo una piccola
percentuale di questi constavano in insulti alla sua bassezza o scherzi
di poco conto, come tirargli addosso un sacco di farina.
Insomma, quando Misa viene insultata, o si abusa della sua pazienza,
è sempre così.
Ma non è finita qua.
Dopo Misa e Near, c’è stato L, che si è
praticamente trasferito a casa mia, da una settimana a questa parte.
Beh, più semplicemente, passiamo la notte insieme, oltre che
il resto della giornata.
E invece di fare “cose poco consone all’ambiente di
lavoro, e quindi molto compromettenti” in ufficio, le
facciamo a casa mia.
…Ora che ci penso, poi, non ho mai visto casa sua,
effettivamente.
Ma lasciamo perdere.
Il bello è che questo non è tutto.
No, perché oltre a lui ci si è messo pure Mello,
a incasinare le cose. Spesso mi è piombato in casa, negli
ultimi giorni, senza quasi avvisare, subito dopo che avevo terminato il
mio turno di lavoro.
Non che mi dispiaccia vederlo, ovvio; ma, insomma, se Light si
può definire tremendamente geloso, L non è che
sia proprio da meno. E insieme non so che potrebbero combinare, quei
due, dato che mi sembrano gelosi fino allo sfinimento, e addirittura
amici a prima vista!
O, dannazione.
Insomma, se arrivasse L non so che potrei fare. Di sicuro, non
è che io abbia molta voglia di assistere a un omicidio in
casa mia.
Insomma, poi ci sarebbe decisamente troppo sangue da pulire…
Ma è stato così che, giovedì,
è saltata fuori la questione tra me e Mello.
No, non ci siamo dichiarati a vicenda i nostri sentimenti, come nei
più strappalacrime film d’amore – poco
realistici, bisogna dirlo.
No, una questione che, a ben guardare, non riguardava per niente lui, e
c’entrava con me solo parzialmente.
« Voglio venire anche io. »
Mi volto a guardarlo, mentre preparo il nostro solito caffè.
L oggi non c’è, è ancora al lavoro e ne
avrà per molto, probabilmente fino a sera tardi.
Perciò Mello, oltre a essersi preso la libertà di
stare a casa mia più del normalmente concesso, si
è pure seduto sul tavolo della cucina, dondolando ora le
gambe avanti e indietro, e scrutando la mia schiena, con la solita
tavoletta di cioccolato in mano.
« Scusa? » domando, certo di aver capito male.
« Voglio venire anche io. » ripete. « A
quella cena di cui stai parlando. Insomma, credo che sarà
divertente. »
« Ah sì? » chiedo, lasciando perdere per
un attimo la caffettiera. « E, scusa, potrei sapere in base a
cosa credi che tu sia anche lontanamente invitato? »
« Eddài, Matt… Sono o no amico tuo?
» fa lui, annoiato.
“Beh, no. Non si può proprio dire che tu per me
sia un amico.”
« Comunque, ho un asso nella manica. » continua
lui. « Hai detto che alla cena verrà anche Misa,
vero? »
« E quindi? »
« Semplice. » dice lui, addentando il cioccolato.
« Ho la netta impressione che Near sia cotto e stracotto di
Misa. Se magari li facessimo incontrare, potrebbero fare pace per quel
piccolo… disguido che hanno avuto un
paio di settimane fa.
Near da allora non fa che avere paura di rivedere Misa,
perché teme di venire ammazzato da lei. »
Mi volto, riprendendo a trafficare con la caffettiera. « Non
a torto, comunque. » commento io. « Stavolta
l’ha fatta veramente incazzare. Pensa che è
arrivata a quota quaranta, con i progetti di vendetta nei suoi
confronti. »
Mello sta zitto per un attimo.
« Quaranta?! » esclama, sconcertato.
Gli porgo la tazza col caffè, tranquillissimo. «
Esattamente. Se si rivedessero, Near rischierebbe la vita, fidati.
»
« Eppure ci deve essere un modo… »
« Anche io credo che a Misa interessi Near, almeno un
po’. » commento io. « Forse, dato che non
saremo a casa mia, lei potrebbe evitare di ucciderlo, e potrebbero
conoscersi meglio… Il problema sarà convincere
Near. »
« Beh, a questo ci penserò io. »
« Va bene, ma dammi una buona ragione per cui, a una cena del
genere, intima e tutto, praticamente di famiglia, dovrebbe venire Near.
»
« Perché è l’unica occasione
che abbiamo per farli riappacificare. »
Sbuffo, per poi bermi un sorso del caffè. « Ok,
passi per questo. Ma perché dovresti venire pure te?
»
« Per fare da guardia del corpo a Near, mi sembra ovvio.
» replica lui, sorseggiando il caffè a propria
volta. « Tu non sei abbastanza forte. Quando ho fatto per
soffocarti scherzosamente, la prima volta che ero a casa tua, hai
opposto una resistenza scarsissima. Fai veramente pena, in difesa.
»
« Ti ricordo che non ero molto in forze, quella sera!
» obietto, scocciato che mi ripresenti
quell’episodio.
« Comunque… Voglio venire anche io. »
ripete lui, per la terza volta.
Sbuffo, esasperato. « E immagino che, se ci sarai te, ci
sarà anche Light, nh? »
« Beh, è ovvio. »
« Dannazione! » esclamo, seccato. « Dammi
una buona ragione per cui dovrei invitare due hentai come voi a una
cena del genere! Mi mettereste solo in imbarazzo! »
Lui mi guarda, con un ghigno decisamente poco rassicurante.
« Eddài, Matt… Se ti prometto che non
faremo niente di niente che possa metterti in imbarazzo? Ce ne staremo
buoni buoni a mangiare tranquillamente e a interloquire con gli altri
presenti, tentando di far riappacificare Misa e Near. »
« Da quando usi parole sofisticate come
“interloquire”? » chiedo, sarcastico.
Mello sbuffa, seccato. « Sì o no? »
Sbuffo anche io, quasi in risposta. « Guai a voi se fate
qualcosa di sconcio. È una cena seria, perciò se
rompete troppo le palle vi caccio fuori di casa, lo giuro. »
lo avviso, puntandolo. « Perciò, niente mani che
vanno in luoghi oscuri, niente baci, niente pomiciare, carezze spinte,
o anche solo carezze tranquille. »
« Ehi… di respirare ce lo permetti, o non possiamo
fare nemmeno quello? » domanda lui, ironico.
Mi avvicino a lui, piazzando le mani sul tavolo, accanto ai suoi
fianchi, e avvicinando il viso al suo.
« Non se è a una distanza inferiore ai quindici
centimetri, tra di voi. » dico, a bassa voce. «
Chiaro? »
Mello ride, con quel sorriso che mi fa andare in visibilio.
« Va bene, Matt. Dopotutto, la famiglia è tua, non
mia o di Light. Non faremo nulla di compromettente, ce ne staremo buoni
buoni e saremo due agnellini. Ci sfogheremo a casa dopo. »
Mi stacco, seccato da quell’osservazione, e mi riprendo la
tazza di caffè che avevo appoggiato al mobile della cucina.
Cazzo, a volte me le vado proprio a cercare.
« Non mi interessa se vi sfogherete a casa dopo. »
replico, prendendo il cellulare nell’altra mano e componendo
un numero. « Basta solo che non lo facciate durante la cena.
E, no, non vale andare in bagno, o in qualsiasi altra stanza della
casa, per sfogare i propri istinti animali, chiaro, Mello? »
Lui sbuffa di nuovo, con un mezzo sorriso, divertito. « Che
palle… Non crederai davvero che siamo così
perversi? »
« Non dovrei, con due che si sono messi a limonare senza
ritegno sulla porta ancora aperta di casa
mia, due settimane fa?
» replico, avvicinando il cellulare all’orecchio.
Lo vedo farmi una linguaccia, prima che la linea mi dia il primo
segnale che la chiamata sta per essere inoltrata.
Sento una voce, un po’ anziana, che mi risponde.
« Mail? » mi chiama, un po’ sorpreso.
« Come mai mi chiami proprio oggi? »
« Zio, scusa se ti disturbo. » dico, gettando
un’occhiataccia a Mello. « Ma qua
c’è un mio amico che mi sta chiedendo se
può venire anche lui alla cena di domani sera…
Sì… Beh, no, lui e altri due miei
amici… »
Ovvio che mio zio sia un po’ sospettoso. Sa benissimo delle
mie tendenze, ma non è quello a preoccuparlo.
Gli spiego la situazione, con la dovuta calma – e diplomazia
nei confronti di Mello, che sta ghignando a tutto spiano, tentando in
tutti i modi di farmi incazzare e farmi perdere le staffe.
Alla fine, fortunatamente, mio zio capisce. E dice che va bene, che
preparerà altri tre posti, di cui uno per Near, di fronte a
Misa.
Adoro mio zio, quando è di mentalità
così aperta e pronta.
Non si direbbe che abbia più di sessant’anni,
quando reagisce così prontamente.
« Sì, zio, mi ricordo
dell’orario… » dico, tranquillo.
« Dillo, ai tuoi amici, di essere puntuali. Lo sai che il
nostro maggiordomo è severo, odia i ritardatari. »
mi ricorda lui.
« Va bene, zio, glielo dirò… Grazie
mille, zio! » esclamo, allegramente. « Allora ci
vediamo domani, eh? Ciao! »
E con un breve saluto, mi chiude la comunicazione, riprendendo,
all’altro capo, a sistemare la casa per la cena di domani
sera.
Appoggio il telefono sul mobile della cucina, trionfante. Per non
essermi incazzato con Mello nonostante tutti i suoi sforzi, e per avere
uno zio così fantastico.
« Domani sera, ore sette e mezza davanti a casa mia.
Puntuali. » dico, con un ghigno. « Vestiti non
eleganti, è una normalissima cena informale prima del
matrimonio di Aiber. Portate la macchina, dato che io ho solo la moto e
vado con quella.
E, tu… » dico, puntandolo. «
…niente vestiti di pelle, per favore. »
« Light, ti vuoi muovere?! Matt non ci aspetta per tutta la
vita, se non arriviamo puntuali ci lascia lì! »
« Non oserebbe mai farlo, abbiamo noi la macchina e Near sta
aspettando a casa sua. »
Sospiro, spazientito. A volte Light è davvero testardo.
« Light, piantala, non è possibile che senti il
bisogno di fare il perfettino ogni secondo! » protesto,
mettendomi le mani sui fianchi, e guardandolo, seccato, mentre si sta
allacciando i bottoni della camicia – come sempre fino
all’ultimo, e come sempre con una lentezza esasperante.
Gira la faccia verso di me, anche se non completamente, e mi guarda,
con un leggero ghigno dipinto sulle labbra.
« Mi pare che questo perfettino ti sia sempre piaciuto, da
quando l’hai visto la prima volta, e proprio
perché è perfettino. » commenta,
sarcasticamente ma neanche troppo. « Mi sbaglio, forse? Non
sei stato tu a venirmi a salutare per primo quando ci siamo incontrati,
la prima volta? »
Oddio, che nervi quando rinfaccia gli oscuri trascorsi…
« Solo perché tu mi avevi insultato e mi avevi
offeso nell’orgoglio! » esclamo io, puntandolo,
spazientito. « E poi quello che si è preso una
cotta a prima vista sei tu, non io! L’hai detto tu stesso!
»
Stavolta si gira completamente verso di me, venendomi incontro,
tranquillamente. Ritraggo il dito, un po’ a disagio.
« È vero. Non lo nego. » dice lui, a
pochi centimetri dalla mia bocca. « Ma anche tu non
scherzavi, quella volta. Avevi il preciso scopo di conquistarmi, e
questo presumo fosse solo perché ti eri, come minimo, preso
una cotta per me. »
Oh, dannazione. Non posso dargli torto.
« Sarà come dici tu. » replico, evasivo.
« Se ne sei convinto, non posso mica convincerti del
contrario, ti pare? »
Lo guardo per un attimo, pensieroso, scendendo con lo sguardo fino ai
suoi pantaloni, ancora slacciati.
Mancanza imperdonabile da parte di Light Yagami… Questa me
la devo segnare.
« Light… » dico, evitando il bacio che
sta per darmi e, di conseguenza, la cosa in cui, molto verosimilmente,
potrebbe sfociare. Siamo già in ritardo – per
colpa sua – e non mi sembra il caso di esagerare troppo.
« Dimmi. » mi fa lui.
« Hai i pantaloni slacciati. » gli dico, indicando
i suoi pantaloni.
Alzo lo sguardo verso di lui, incontrando un sorrisetto sarcastico
davanti a me.
Oh, cazzo.
Eppure dovevo aspettarmelo, da lui, no?
« Light, se stavi pensando di combinare qualcosa prima di
andare via, scordatelo. » lo avverto, incrociando le braccia.
« Siamo in ritardo per colpa tua, perciò
allacciati quei pantaloni e muoviti con quella camicia. »
Light sbuffa visibilmente, obbedendomi e facendo in fretta.
Talmente in fretta che non faccio in tempo ad accorgermi del bacio che
mi scocca sulle labbra.
Leggero e veloce, è vero.
Ma mi ha pur sempre fregato un’altra volta, dannazione.
« Andiamo? » mi domanda, con un ghigno sulle
labbra, avviandosi verso la porta della camera.
« Andiamo?! “Andiamo” lo dovrei dire io,
maledetto! Possibile che debba sempre averla vinta te, cazzo?!
» protesto, seguendolo.
« Sono troppo furbo per te, Mel. » replica,
prendendo il cappotto e porgendomi il mio giubbotto. Lo prendo con
stizza, prima di mettermelo e uscire con lui.
Mi sorprende pensare che, cazzo, quel bacio non lo volevo.
Ma che cazzo mi sta pigliando, in questo periodo?!
Oddio.
No, sul serio, non trovo altre parole per descrivere la mia situazione,
in questo momento.
« TU! » esclama lei, sconvolta, puntandomi.
« MELLO! » urlo io, voltandomi, scandalizzato,
verso quello che, fino a un secondo fa, ritenevo il mio migliore amico,
con tutta la convinzione di questo mondo.
Il suddetto “migliore amico”, però, sta
tranquillamente andando verso l’ingresso di questa villa
enorme, dietro di me, e mi degna solo di un’occhiata
sfuggente.
« Beh? Che c’è? » domanda,
indifferente.
Scusa, ma qua l’indifferente dovrei essere io, cazzo!
« “Che c’è”?! Hai
anche il coraggio di chiedermelo?! » esclamo, mentre anche
Matt e Light mi passano accanto, tranquillissimi, e raggiungono il
biondo. « Mi hai attirato in una trappola! Mi vuoi morto, per
caso?! »
Vedo Mello guardare Misa, davanti a me, per poi ridacchiare; allo
stesso modo, Matt sembra trattenere una risatina.
« Io no, sinceramente. » dice il biondo, per poi
puntare un dito verso Misa, indicandomela. « Ma, a giudicare
dalle occhiate che ti sta lanciando, direi che lei, sì, ti
vuole morto. »
Mi volto verso Misa, terrorizzato. La sua espressione è a
dir poco furiosa.
Oddio.
Aiutoooooo!
« Quello che Mello vuole dire in realtà,
Misamisa… » s’intromette Matt.
« …è che Near è arrivato qua
con la precisa intenzione di fare pace con te. L’abbiamo
invitato apposta, e apposta ti ha portato quelle rose rosse, solo per
te. »
Io e Misa guardiamo le rose rosse che ho in mano, entrambi allibiti.
Ah, quindi Mello…
…mi ha obbligato a comprarle per lei?
Cerco di ricompormi, mentre Misa mi guarda ancora, allibito.
« Davvero sono per me? » chiede lei.
Beh, io pensavo che fossero per la futura sposa del fratellastro di
Matt, ma a ben vedere anche il rossino ha dei fiori in mano. Rose
bianche, per la precisione. Le rose che Mello mi ha fatto comprare non
possono che essere per lei.
Gliele porgo, un po’ timidamente. Cazzo, questa qua mi
spaventa non poco, chissà che mi vuole fare ora. Magari le
rose non sono abbastanza per lei, o magari non le piacciono…
Aiuto, sono sicuro che ora mi ammazza. Perché ne sono
così sicuro? Aiuto. Aiuto. Sono in preda al panico.
Aaaaaaaaaaah! Ma che due palle!
Contro ogni previsione, Misa mi salta al collo, abbracciandomi stretto.
« Non ci posso credere! Non ci posso credere! Ah, che bello!
Grazie mille! » esclama lei, felicissima, saltellando
allegramente.
Oddio, sto per svenire.
No, seriamente: è che non ho mai avuto un contatto
così ravvicinato con una donna in vita mia, mia madre
inclusa.
In lontananza, quasi come un’eco, sento Mello che si lamenta,
per il fatto che le è bastato un mazzo di rose rosse per
farsi passare tutta la fantomatica rabbia che aveva avuto nei miei
confronti fino a qualche secondo prima.
Beh, ciò che è certo è che
è una ragazza molto, molto semplice.
La facevo più complicata, devo dirlo.
Mi prende i fiori di mano, entusiasta, scoccandomi un bacio sulla
guancia.
« Grazie mille! Ne sono davvero felice! » esclama
di nuovo, ribadendo il concetto.
Quasi non la sento, dannazione. La mia mente è completamente
partita, cazzo.
« Misamisa, non esagerare, che così me lo fai
svenire davanti alla porta di casa. » commenta Mello,
sorreggendomi con una mano dietro la mia schiena. « Non
è abituato a contatti umani così ravvicinati.
»
Se possibile, avvampo ancora di più.
Cazzo, Mello, dovevi proprio mettermi in imbarazzo, eh?!
Dannazione a te…
« E così è questa la casa di Aiber.
» commenta Mello, alzando la testa. « Beh, devo
dire che si tratta bene… »
Come se fossimo stati invitati da quell’affermazione, alziamo
tutti la testa, per vedere appieno la casa.
Beh, non c’è che dire: grande è grande.
È a dir poco enorme, a dirla tutta. E poi, è pure
bella, e in stile occidentale. Decisamente quel fanatico di
videogiochi, per essere quello che mi è sembrato uno
pseudo-nullafacente, si tratta piuttosto bene.
« Non è proprio vero. » commenta Matt,
tranquillo, tirando fuori delle chiavi. « Questa casa
è di mio zio, e io e Aiber vivevamo qui con lui, prima che
io andassi a vivere da solo. Aiber ci vive ancora, e credo che
rimarrà qua con sua moglie, ma per ora la
proprietà della casa è ancora di mio zio.
»
« Oh. » commenta Light. « E che lavoro fa
tuo zio, per essere così ricco? »
« Faceva. » precisa lui.
« Era un
avvocato, in America, dove viveva prima di trasferirsi qui in Giappone.
Si era guadagnato molta fama, ma siccome ne era stufo è
venuto qua e da allora è noto con un pseudonimo. Sembra che
avere soprannomi sia un po’ un vizio di famiglia…
»
Effettivamente. Prima lo zio, poi il fratellastro nullafacente, e poi
pure lui, per ultimo.
Matt sblocca la porta, facendo scattare la serratura.
Ma la porta viene accompagnata, nella sua apertura, da una mano che
proviene dall’interno.
Il fratello biondo compare sull’ingresso,
insieme a una donna mora
– probabilmente
la sua fantomatica fidanzata.
« Ehi, Matt! » esclama Aiber, entusiasta. Poi,
guarda dietro di me.
« Siamo puntuali, visto? » osservo io, soddisfatto.
Di solito sono quello che arriva sempre in ritardo, a questo tipo di
cene.
« Ah, ma ci siete tutti! » commenta Aiber,
allegramente, rivolgendosi agli altri. Mi volto, vedendo che, a parte
Misa, gli altri sono piuttosto tranquilli, e ricambiano il saluto chi
con calmo quasi-formalismo (Near e Light), chi
con la sua solita allegria (e chi se non Mello?).
Ma torniamo a Misa, che sta guardando la ragazza di Aiber, sconvolta.
« Ah, Misa… Non sapevo ci saresti stata anche te.
» commenta lei, gentilmente.
« Naomi?! Ma che storia è questa?! »
esclama Misa, esterrefatta. Si volta verso di me, allibita. «
Matt! Naomi era la fidanzata e futura moglie di Aiber e tu non mi hai
detto nulla?! »
« Non te l’avevo detto? » domando io,
pensieroso. « Ero convinto di sì…
»
« Secondo te se me l’avessi detto adesso sarei
così sconvolta?! » esclama lei. « Cazzo,
è lo scoop del secolo! Naomi Misora, la famosissima modella
che era candidata a diventare la principale compagna di Misa Amane, nel
prossimo film che lei avrebbe girato, si ritira per sposarsi con il
fratellastro dell’assistente del loro capo! »
Ridacchio, mentre vedo Mello e Light, lì dietro, cercare di
ricollegare le parentele e i rapporti relazionali vari.
« Naomi era la compagna di Misa, fino a qualche giorno fa.
» spiego. « E lavorava, ovviamente, anche per L, di
cui io sono l’assistente. »
« Ok, Matt, ma a dopo le presentazioni. » commenta
Aiber. « Non vorrete rimanere fuori con questo freddo, vero?
Forza, entrate. »
Faccio cenno a tutti di entrare prima di me, per poi chiudermi la porta
alle spalle. Aiber ha già preso i giubbotti di tutti, tranne
che di Misa, che è ancora troppo sconvolta per pronunciare
parole che siano diverse da “Naomi” e
“scoop”, e pochi annessi per connettere le due idee.
« Zio dov’è? » domando,
curioso, togliendomi il giubbotto e prendendo anche quello di Misa, che
si è risvegliata dopo qualche secondo dallo stato catatonico.
« A preparare la cena insieme a Roger. » dice
Naomi, allegramente. « Quei due si stanno sfidando per
preparare i piatti migliori, come al solito. E noi come al solito
dovremo fare da giuria. »
« Non è una novità. »
commento. « Beh, almeno stavolta Roger non potrà
lamentarsi del fatto che lo zio ha vinto solo perché io e
Aiber parteggiamo per lui… La giuria sarà molto
più varia. Ragazzi, da questa parte, la sala da pranzo
è di qua… » dico, sospingendo tutto il
gruppetto verso la sala da pranzo, a sinistra dell’ingresso,
e consegnando, contemporaneamente, i giubbotti mio e di Misa ad Aiber,
perché li porti di sopra.
« Ah, già, Naomi… queste sono per te.
» dico, porgendole le rose che ho ancora in mano. Cazzo, sono
talmente sfasato che me le ero dimenticate…
Naomi le guarda, prima di prenderle in mano e sorridermi, affabilmente.
« Grazie mille, Matt. Sei sempre gentilissimo. »
Eh già. Dannazione a me, perché lo sono sempre?
Beh, stavolta sembra che non ci siano guai in vista, a causa della mia
gentilezza.
« Di niente… Figurati. » dico.
« Era per farti il solito pensiero… Non
è niente di che. »
Lei mette i fiori dentro il vaso del tavolo da pranzo, mentre gli altri
si accomodano alle sedie, e Aiber torna giù.
« Sarà, ma stanno benissimo con
l’arredamento. » commenta lei, con un sorrisone.
« E poi, ti saranno costate un po’… Mica
sono margherite. »
« Ah, sempre a preoccuparti del prezzo…
» commento, annoiato.
« Non è quello. Mi fa piacere che tu mi faccia dei
regali come i fiori, perché tuo fratello di fiori me ne
regala molto raramente. »
« Aiber! Vergognati! » esclama Misa – che
ovviamente ha sentito l’ultima parte della conversazione
–, puntando Aiber con il classico dito accusatorio.
« Non regali fiori alla tua fidanzata?! Che razza di
gentiluomo sei?! »
« Tale e quale al suo fratellino, direi. » commenta
Mello, sarcastico, fissandomi.
E tutti si voltano verso Mello, sorpresi.
« Perché dici così? » chiede
Misa, curiosa, per poi voltarsi verso di me. « Matt, che gli
hai fatto? »
« Ma niente… » dico io, cogliendo il
riferimento alla sera in cui ci siamo conosciuti.
« È stato lui stesso a dire che non è
un gentiluomo. » commenta Mello. « Io sto solo
ripetendo quello che ha detto lui. »
« Beh, comunque, tornando a me… »
s’intromette Aiber. « Perché regalarle
fiori, quando lo è già lei? »
Vedo Misa che spalanca degli occhi sbrilluccicanti.
Near, invece, rimane impassibile ad ascoltare – pazzesco, si
è davvero seduto di fianco a Misa senza temere niente da
lei? – e arrotolandosi i capelli sul dito.
Personalmente, credo di condividere più l’idea di
Mello e Light: la faccia un po’ schifata.
« Aiber, sei così romantico! » esclama
Misa, in estasi. « Questo è quello che anche il
tuo adorato fratellino dovrebbe saper dire!
»
« E a chi, scusa?! » esclamo, seccato.
« In generale! » esclama lei, allegramente.
« Per imparare a comportarti come un perfetto gentiluomo!
Dovresti prendere lezioni, da tuo fratello! »
Un campanello suona prima che possa rispondere a Misa. Sbuffo,
gettandole un’occhiataccia, per poi sedermi accanto a lei,
opposto a Near, mentre Aiber e Naomi si siedono l’una accanto
a Mello, e l’altro a capotavola.
Roger, il migliore amico di nostro zio – nonché
maggiordomo di casa – entra nella sala, portando un vassoio
con degli antipasti.
« La cena è servita. Signorino Mail, sono lieto di
rivederla qui, insieme ai suoi amici. »
Avvampo, imbarazzato.
Odio quel titolo, cazzo.
E sì che Aiber si avvale del titolo di
“signore” senza essersi nemmeno sposato! Solo
perché è il maggiore, dannazione!
Dall’altra parte del tavolo, Mello scoppia a ridere
sguaiatamente.
« Non ci posso credere! Signorino!
» esclama,
puntandomi.
« Che cazzo hai da ridere?! » esclamo, seccato.
« Ehi, signorino, sta’ attento
alle parole che usi,
che poi lo zio ti rimprovera! Non sono consone all’ambiente
aristocratico! » esclama Mello.
« Mello, smettila. » lo interrompe Near.
« E perché? È così
divertente dirlo a qualcuno che non sia tu, Near! » replica
lui, divertito.
« Oh, ma io non mi scandalizzo per le parole che usa Mail.
Per me sono delle parole come tutte le altre, e poi Mail è
giovane, è normalissimo che le usi. »
Mello smette all’istante di ridere, guardando nella direzione
mia, di Misa e di Near. Ci voltiamo, vedendo lo zio arrivare con un
vassoio in mano.
Come sempre, sorrido: lo zio ha sempre avuto un atteggiamento molto
aperto, nei confronti di tutto quello che io e Aiber facevamo e
facciamo tuttora. Dietro quei baffoni e quegli occhialetti, si nasconde
un ex-avvocato versatilissimo che ha la passione per la cucina, per i
fucili e per le gare con Roger, il suo migliore amico.
« Ragazzi, vi presento mio zio. » dico, sorridendo.
« Quillsh Wammy, qui conosciuto semplicemente come Watari.
»
« Molto piacere, ragazzi. Beh, Naomi e Misa, ho
già avuto il piacere di conoscervi. » commenta lo
zio. « Mi presenteresti gli altri, Mail? »
« Mello, il ragazzo biondo. » Chissà
perché ho iniziato proprio da lui? Bah…
« Light Yagami, di fianco a Mello, e Near, di fianco a Misa.
»
« Piacere! » esclama Mello. Seguito da Near, con un
tono un po’ più tranquillo.
« Molto piacere. » fa Light. Dannazione, sempre il
perfettino, lui.
« Bene. » replica zio Watari, con un piccolissimo
inchino. « Spero che la cena sia di vostro gradimento.
L’abbiamo preparata io e Roger. Mi dileguo con lui in cucina
a ultimare alcuni piatti. Roger? »
Roger e lo zio vanno in cucina, lasciandoci a parlare.
« Tuo zio è Quillsh Wammy?! » esclama
Light, senza alzare troppo la voce.
Osservo Aiber mentre si serve la prima portata, servendo anche Naomi
allo stesso tempo. «Evidentemente. » confermo,
annoiato.
« Lo conosci? » domanda Mello.
« Certo! Mio padre lavora per la polizia, perciò
lo conosco di fama! Non posso credere che tu abbia a che fare con
persone così famose, Matt! » commenta Light.
« Insomma, lavori per L, sul luogo di lavoro hai conosciuto
Misa Amane e Naomi Misora sarà tua cognata, e tuo zio
è il famosissimo Quillsh Wammy! »
« Ehi, e io non conto niente? »
s’intromette Aiber, puntandosi.
« Non sei famoso come lo zio, fratellone. Arrenditi.
» dico, annoiato.
« Mello, lo sapevi che Wammy, una volta arrivato qui in
Giappone, quindici anni fa, è diventato un famoso inventore,
e lo è tuttora? » prosegue Light, intento nel suo
sproloquio.
« Oh… Davvero? » fa Mello, di certo non
entusiasta come Light.
Forse ha notato che non ho molta voglia di parlarne?
Mah, Mello… Vedi di calmare il tuo ragazzo, va’,
se mi hai notato. Te lo chiedo per favore.
Sento il suo sguardo addosso, un po’ pensieroso, come me.
« Cambiamo argomento, vi va? » ci interrompe Misa,
rivolgendosi poi a Naomi. « Ma scusa, Naomi, da
quand’è che tu e Aiber vi conoscete? »
« Da quando ho iniziato a lavorare alla redazione come
apprendista. » rispondo io per loro. « Li ho fatti
conoscere io, praticamente. »
« E perché non mi hai mai detto niente?!
» esclama Misa.
« Ti ho già detto che mi pareva di avertelo
detto… » replico, annoiato, rigirando le bacchette
nell’antipasto di involtini di sushi.
« Comunque, Naomi… Ti sei resa conto che Aiber
passa un sacco di tempo a giocare ai Pokemon a casa di Matt, vero?
» continua Misa, tornando a rivolgersi a Naomi.
Ma che è, devi fare la guastafeste?
…Ah, già. Mi dimenticavo di Crudelia Demon.
« Lo so. » replica Naomi. « Ma Aiber
è sempre stato così. Diciamo che è un
vizio di famiglia, quello di rimanere un po’ bambini anche da
adulti. Vero, Matt? »
« Può darsi… Aiber però
supera me e lo zio messi insieme, cazzo… »
commento, seccato.
Dopo quell’affermazione, sento la conversazione proseguire
senza di me.
Near e Misa che parlano di tutto e di più.
Light, Aiber e Naomi che parlano di mio zio, della professione di
Aiber, della prossima carriera come stilista di Naomi presso la stessa
redazione di L, solo in un altro settore.
Zio Watari e Roger che chiedono quali piatti siano stati preparati
meglio.
Alzo lo sguardo, perplesso.
Che io sia tranquillo e silenzioso, di poche parole, lo sanno tutti.
Ma possibile che nessuno abbia notato che anche quel casinista
rompipalle di Mello, che dà sempre aria inutile alla bocca,
stavolta mantiene costantemente il silenzio?!
E di certo non sono solo le pietanze di zio Watari e Roger, a farlo
stare zitto.
Lui parlerebbe anche con la bocca stracolma.
No.
Ora non sta parlando.
E sta pure guardando me, anche se di sottecchi.
Anche se, una volta sgamato in pieno la prima volta, mi fa una
linguaccia poco educata, dopo qualche secondo è ancora
lì che mi sta gettando strane occhiate.
Ma perché tutte a me?!
Ora pure il mutismo di Mello dovevo beccarmi?!
Dannazione!
Oddio, ma che cazzo sto facendo?!
Sono stato in silenzio per quasi tutta la durata della cena, e la mia
attenzione è stata tutta, solo e soltanto per Matt.
Oddio, va bene che mi ha detto di contenermi con Light, ma questo forse
è un po’ troppo.
Forse.
Insomma: niente battutine sarcastiche, niente ironia, niente umorismo.
Sono stato fermo, immobile, a mangiarmi le pietanze – beh,
ottime, devo dire – cucinate dallo zio di Matt e dal
maggiordomo – perché quel Roger era
il
maggiordomo, no?
Però, da quando ha iniziato a parlare di suo zio e si
è rabbuiato, mi sono bloccato anche io.
Per tutta la cena non ho fatto altro che chiedermi che diavolo avesse
avuto da deprimersi in quel modo, e tutto d’un botto.
Ah, ma che cazzo! Ma perché mi sta tanto a cuore?!
Insomma, saranno cazzi suoi, no?!
Mi accomiato fingendo la mia solita allegria, per poi vedere che Misa
è un po’ brilla.
Beh, forse un po’ brilla è un eufemismo, dato che
sta raccontando la sua vita al povero malcapitato che la sta
sorreggendo.
Chi è? Beh, chi può essere il “povero
malcapitato”?
Ovvio che è Matt, no?
« Maaaaaatt! » esclama Misa, avvinghiandosi al suo
braccio. « Lo sai, ho proprio trovato… »
singhiozzo « …il ragazzo che stavo
cercando… » altro singhiozzo «
…e che mi potrà aiutare a divertirmi…!
».
Altro singhiozzo.
Quella è pazza, senza alcun dubbio.
Improvvisamente capisco perché Near ha avuto paura di lei.
Vedo Matt fare una faccia a dir poco sconsolata, come se sapesse di che
cazzo sta parlando quella tipa.
« Ma poi… » continua Misa, sempre
più rincoglionita. « …
quand’è che vi mettete insieme, tu e Mel?
»
Vedo Matt sbarrare gli occhi, terrorizzato.
Beh, non posso dargli torto, dato che li ho sbarrati anche io.
Entrambi ci voltiamo verso Light, che si è pericolosamente
incazzato.
Ahia.
« Yagami, non prenderla troppo sul serio. »
s’intromette Near, tranquillamente. « Non lo vedi
che è ubriaca? »
« Come osi?! Io non sono ubriacaaaaaa! » esclama
Misa, facendo un tono indignato che mi fa solo ridere.
Ma forse è meglio rimanere seri, data la
situazione…
« Sei sempre il solito rompipalle, Near! » continua
Misa. « L’altra volta hai interrotto lo
spettacolino tra Mello e Light, e stavolta dici che sono ubriaca solo
perché sto dicendo la verità…! Ah, ma
forse hai fatto bene a interrompere lo spettacolo dell’altra
volta… A me piaceva, ma ho l’impressione che Matt
stesse morendo di crepacuore, quella volta, dietro la porta…
». Altro singhiozzo.
« Cosa?! » esclama Light, guardando malissimo Matt.
« Lo vedi, Yagami? » fa Near. « Cosa ti
puoi aspettare da una fanatica delle yaoi? Non può che dire
cazzate, una dietro l’altra… »
« Io non sono una fanatica delle… Ah, beh,
sì… le yaoi mi piacciono, sì.
Soprattutto se è il mio amico Matt a esserne coinvolto,
magari insieme a un figo come Mello, che so che gli piace tanto tanto
tanto… »
Appena Matt mi getta un’occhiata un po’
più lunga delle altre – ma non per questo non in
preda al panico – mi passo l’indice sul collo, come
a dirgli di farla stare zitta.
Però mi sa che Matt ha interpretato male i miei segnali a
gesti, perché sembra rispondermi qualcosa come
“non ho armi per ucciderla”.
Prima che Light mi guardi di nuovo, stringo a pugno una mano e la metto
sull’altra, come a dirgli di farla stare zitta, senza
ucciderla.
« Forse è meglio che mi faccia venire a prendere e
porti a casa Misa. » commenta Near, apatico come sempre.
« Dato che Matt è venuto in moto, se andasse con
lui rischierebbe di cadere, nelle condizioni in cui è. Ed
è meglio che non stia in macchina con Light e Mello.
Finirebbe solo per rincarare la dose di dubbi di Yagami. Ora chiamo a
casa.
»
« Di’ la verità, è solo un
metodo per avermi tutta per te, dato che sei cotto e stracotto di me!
» esclama Misa.
Sia io che Matt tiriamo un sospiro di sollievo.
« Non sono cotto e stracotto di te. » replica Near,
tranquillissimo. « Semmai, il contrario. »
« Ma che stai dicendo, maledetto nanerottolo bianco?! Come
potrei io essere innamorata di te?! »
Light, fortunatamente, ha smesso di gettare occhiatacce a Matt, e io
posso tirare un vero e proprio sospirone di sollievo.
Ma, alt.
Perché provo sollievo?
… Beh, forse perché è meglio che non
scopra quello che abbiamo fatto la notte che siamo stati insieme.
… Sì.
Dev’essere così, sì sì.
« Tu sei una pazza furiosa. »
Guardo Misa, seccatissimo. Siamo in macchina, sui sedili posteriori,
mentre mio fratello sta guidando per portarci a casa di Misa.
« Ti sbagli! Io sono solo un’attrice perfetta!
» esclama lei. « La mia interpretazione
è strabiliante, il mio immedesimarmi è realistico
più di quello di ogni altro attore o attrice, e il mio charm
è sconvolgente! Avanti, dillo che è
così! »
Sbuffo, seccato.
Questa stronza non era per niente ubriaca.
Ed è stata proprio lei a farmi cenno di fare in modo di
farci venire a prendere.
« Va bene. Ammetto che sei stata brava. » affermo,
scocciato.
« Vero? » ribadisce lei, incrociando le braccia,
allegramente. « Sì, lo so che sono
fenomenale… È una delle mie caratteristiche
principali. »
« Una delle qualità che ha di meno, invece,
è la modestia. » osservo,
gettandole
un’occhiataccia.
« Vuoi scherzare?! » fa lei, quasi scandalizzata.
Ma che ho detto di male?! Io ho solamente detto la
verità…
Ok, va bene che Mello mi ha sempre detto che ho poca diplomazia, ma una
come lei dovrebbe essere abituata alla mancanza di complimenti da parte
mia, ormai, no?
« Il semplice fatto di autodefinirmi solo
fenomenale
è già un atto di modestia, di per sé.
» continua lei.
La guardo, stranito, mentre lei prende a elencare i suoi infiniti
pregi.
« Già, la usi proprio con parsimonia, questa
modestia. » commento, interrompendo la lista. «
Così come con parsimonia usi anche la tua
malvagità, nh? »
Misa si volt verso di me, con un ghigno.
« Diciamo che mi diverto a mettere in difficoltà
la relazione tra Mello e Light. » replica. «
Insomma, io parteggio per Matt che è il mio migliore amico,
non so se mi spiego… »
« Ti spieghi benissimo. » dico. « Ma
potevi evitare tutte quelle rivelazioni davanti a Light. »
« Perché? » E mi dà una
gomitata non troppo forte nelle costole. « Ammettilo che ti
sei divertito. »
“Cazzo, non è vero che mi sono
divertito…”
« Una mossa bastarda. » affermo. « Ma
divertente, ad ogni modo. »
« La faccia di Light era impagabile, nh? » fa lei,
eccitata. « E comunque, non venire tanto a parlarmi di
malvagità tu, che con quella storia
dell’interruzione del bacio non so quanto ti ha maledetto
Light, quella sera! Non si vedevano né sentivano da quasi
una giornata, Mello era a casa di un ragazzo che non era il suo
fidanzato, e tu, mentre si ritrovano e si baciano appassionatamente, li
interrompi come se niente fosse! Devo dirlo, sei stato veramente
fenomenale! »
« Ma sei prima mi odiavi, per quello… »
dico, senza risparmiarmi un mentale “Maledetta fanatica delle
yaoi”.
« Ti ho rivalutato. » replica lei, divertita.
« Insomma, ci ho pensato su tutta la serata. Avevi qualcosa
che non andava, ma solo alla fine l’ho capita e ho elaborato
questo trucchetto per Light. Tu sei un bastardo al mio pari, o mi
sbaglio? »
Mi lascio sfuggire un ghigno appena accennato.
Effettivamente, è così, in parte.
« Io e te abbiamo lo stesso obiettivo, a quanto ho capito.
» prosegue Misa, convinta. « Entrambi vogliamo che
Mello e Matt si mettano insieme, no? Tu perché non reggi
più Light che è geloso di te, e io
perché parteggio per il mio adorato Matt. »
« Sarebbe una situazione tragica per loro due,
però. » commento. « Immagino che Light
s’ingelosirebbe da morire e li tormenterebbe fino allo
sfinimento… »
La vedo ghignare. « Oh, beh, se è per questo anche
il ragazzo di Matt lo farebbe. » dice lei. Fa una piccola
pausa, inarcando un sopracciglio.
« Che dici? » conclude lei, con un sorrisetto
sarcastico. « Non credi che sarà divertente,
vedere come finiscono le cose tra quei quattro? »
Il mio ghigno diventa sempre più affermato.
E per lei è già una risposta sufficiente.
Insomma…
Non me ne vogliano Mello e gli altri, ma dovrò pur avere i
miei divertimenti anche io, nella vita, no?
Ultime note dell'autrice
Dimenticavo una cosa... Volevo rendere noti i risultati del sondaggio
"L'anima gemella di Near" - che comunque, per motivi spiegati
nell'introduzione a inizio capitolo,
continua tuttora, se avete voglia di aggiungere personaggi o votare
quelli che sono già stati detti!
Misa Amane : 2 voti
Stephen Loud - Jevanni: 2 voti
Tota Matsuda: 1 voto
Sayu Yagami: 1 voto
Teru Mikami: 1 voto
Halle Bulloock - Lidner: 1 voto
Ovviamente potete aggiungere anche altri personaggi, inclusi quelli
già apparsi!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto! Un bacione e alla prossima
(spero!^^)!
xxx by madychan!
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Capitolo 8 *** Serata indimenticabile ***
Ed ecco l'aggiornamento mega di due capitoli! Una decisione un po'
affrettata, ma spero che vi piacciano entrambi i capitoli che ho
pubblicato! (io mi sono applicata tantissimo, e per di più
mi sono divertita moltissimo a scrivere tutti e due!^^ a voi i
commenti, poi!)
Giusto per fare un po' la guastafeste: questo è un capitolo
un po' più serioso degli altri. Non sono riuscita a trattare
la cosa con più ilarità di quanta ce ne ho messa
dentro, ma spero che vi piaccia lo stesso^^! Comunque, dal
prossimo capitolo torneranno i personaggi un po' scemi che avete visto
nei chappy precedenti, promesso (forse saranno anche peggio di prima
=.=")!
Alcune note che servono alla lettura, prima di tutto.
1) "More Brain Training" è il giochino che misura
l'età cerebrale di una persona attraverso test (inventato
dal dr Kawashima). Il giochino denominato "Sterminavirus" cui Matt
accenna all'inizio è una specie di tetris, mi dicono dalla
regia che c'era un gioco simile che si chiamava "Dottorello", o
giù di lì. Comunque sia, come dice appunto il
nome, ci sono dei virus che bisogna sterminare, di tre tipi. Per
sterminarli, bisogna allineare un tot di pillole accanto al virus,
dello stesso colore del virus (se i virus sono due attaccati bastano
due pillole, se è uno solo ne servono tre, eccetera...
Insomma, una specie di "Forza 4".) Nel "More Brain Training" questo
gioco ha tre livelli di difficoltà: facile, normale e
difficile
(e ovviamente Matt non si abbassa a fare i primi due, dall'alto del suo
ego infinto quando si tratta di videogiochi^^). Ah, per inciso, non ce
l'ho
assolutamente con il Dottor Kawashima (esimio genio): è Matt
che
è incazzato e nervoso, se ve lo chiedete durante la lettura.
2) Mello in questo capitolo accennerà al sistema scolastico
giapponese. Per chi non lo sapesse, le elementari in Giappone vanno dai
sette ai dodici anni (ci sono sei anni invece che i cinque italiani);
le medie sono dai tredici ai quindici anni (tre anni di medie) e il
liceo va dai sedici ai diciotto anni (tre anni di liceo). Ah, per
inciso, ad un certo punto viene detto che Light aveva diciannove anni.
Beh, se vi interessa, lì andava ancora al liceo, stava
finendo l'ultimo anno. Spero di essere stata comprensibile^^!
3) Tanto per fare un po' di disclaimer: "More Brain
Training", l'immagine del dottor Kawashima, "Sterminavirus", e le due
versioni dei Pokemon nominate nei capitoli precendenti non
mi appartengono, e non sono stati usati a scopo di
pubblicità
occulta in questa ff, ma semplicemente per far capire gli interessi di
Matt, Aiber e, perchè no, anche Misamisa. Peccato per la
mancata
appartenenza, perchè tra tutti e due forse ci
avrei fatto un sacco di soldi, ma non sono un genio come quelli che li
hanno inventati e non si può avere tutto dalla vita^^.
Ringrazio ancora tutti coloro che hanno messo la mia storia nei
preferiti (23! Il mio numero preferito e fortunato^^), nei seguiti
(16!!!) e che leggono la storia, che la recensiscono e la commentano!
Un bacione a tutti quanti e un ENORMISSIMO GRAZIE a tutti! Spero che
anche questo capitolo vi piaccia e che continuerete a seguire!
xxx by madychan!
8.
Serata indimenticabile
Giornata del cazzo anche oggi.
Insomma, meteorologicamente parlando. Odio la pioggia, cazzo, e qui si
sta scatenando a dir poco il diluvio universale.
Ma di solito, gli stereotipi non vanno come minimo rispettati? Insomma,
se ci sono gli stereotipi, un minimo di verità ci
sarà, no?
E allora perché cazzo non c’è una
silenziosissima neve, a inizio gennaio?!
Insomma… Persino L è rimasto a casa sua. E non a
torto, perché sfido chiunque ad uscire con un diluvio del
genere.
Mi stravacco sul divano, tutto preso dalla mia sigaretta post-cena
delle nove di sera – non sono uno che mangia troppo presto,
decisamente – e dal More Brain Training
che L mi ha regalato
a Natale. Avevo già la prima versione, ma devo dire che
questa qua è anche un pochino più…
interessante. Non so se definirla divertente. Insomma, si
può
definire divertente una faccina che ti sorride sempre mentre tu sei
nervosissimo,
e che ti propina, come test per l'età cerebrale, venti volte
su ventuno quel cavolo di memory delle cifre?!
No, non ce l’ho con Kawashima, davvero. È solo che
mi sento un po’ uno schifo, in questo periodo, e mi sfogo col
Brain Training. La gente normale si sfoga fumando, annegando i propri
dispiaceri nell’alcol, facendo a pugni con la casa, o
trattando male chiunque incontri sul proprio cammino. Io mi sfogo col
Brain Training. E mi fumo venti sigarette al giorno come minimo, ma
questo è un dettaglio trascurabile, soprattutto considerando
che di solito ne fumo tre o quattro al giorno. No?
Il motivo di ‘sto nervosismo? Beh, ce ne sono due.
Uno ha il nome di L.
E l’altro il nome di Mello.
Immagino che non ci voglia poi molto per collegare le due cose, no?
No, è che, per inciso, io e L siamo stati insieme
– sorvoliamo su cosa abbiamo fatto mentre
eravamo insieme
– per tutte le vacanze di Natale. La Vigilia, cena dai miei.
Poi mi ha portato a casa sua, e a Natale pranzone con i suoi e i miei a
casa dei suoi. Poi, tutta la settimana dopo, siamo stati nel mio
adorato appartamentino, da soli. Come se fossimo due sposini. Mi
preparava addirittura la colazione – con troppi zuccheri,
dannazione! E sbagliava sempre le dosi dello zucchero nel mio
caffè, esagerava sempre! – la maggioranza delle
mattine, prima che io mi svegliassi.
Poi? Beh, la notte di Capodanno l’abbiamo passata io e lui,
da soli, in casa mia – per inciso, L non ha una casa propria,
ma vive in un appartamento con un altro ragazzo; che, seppur sia una
sottospecie di attico, è sempre con l’affitto
condiviso, un po’ come Mello e Light –: spumante,
fragole, dolci, lenticchie, uva, insomma, un po’ di tutto, e
soprattutto molto, molto alcol, soprattutto da parte mia. Lascio
all’immaginazione che cos’abbiamo fatto, dopo che
io avevo ingerito tutto quell’alcol. Insomma, una notte da
urlo, in virtù del proverbio “se fai qualcosa a
Capodanno, lo fai tutto l’anno”. Ecco, io per
quest’anno sono veramente assicurato, da quel punto di vista.
Insomma, comunque, dopo la nottata da urlo di Capodanno, L è
tornato a casa, dicendo che non voleva abusare fin troppo della mia
ospitalità.
Devo dirlo, mi sono sentito sollevato.
Sia per le zollette di zucchero nel caffè, tornate a essere
normali e come dico io.
Sia per il fatto che, finalmente, posso pensare a Mello senza sentirmi
troppo uno schifo, per quello che penso. Se lo penso mentre L non
c’è, non mi sento troppo in colpa, anche se forse
è un po’ paradossale.
Così, mentre gioco a Sterminavirus col
More Brain Training,
e mi fumo la ventesima sigaretta della giornata, ascoltando spazientito
la pioggia cadere fuori di casa, penso a Mello.
Chissà che starà facendo ora.
Beh, essendo in compagnia di Light, immagino che, probabilmente, stiano
facendo qualcosa di molto sconcio, a giudicare anche
dall’ora. Insomma, dopotutto le scuole sono chiuse fino al 7
di gennaio, e oggi è solo il 3.
Finisco senza difficoltà il sesto livello della selezione
difficile di questo di giochino.
Insomma, servirà pure a rilassare il cervello come dice
Kawashima, ma mi sa che lo rilassa troppo.
Cazzo, sto tergiversando mentre sto giocando ai videogiochi…
Pazzesco. Kawashima, cazzo, i giochi devono tenere impegnata la mente,
non farla
sfasare! Cazzo cazzo cazzo!
Sono ancora impegnato ad inveire contro la troppa rilassatezza e la
troppa facilità di questo giochino, che intanto sono
arrivato all’ottavo livello.
Poi non ho ragione a dire che mi sto rilassando troppo a giocare, cazzo.
Sto ponderando la possibilità di cambiare gioco, mentre
finisco velocemente anche l’ottavo livello, che
improvvisamente sento il campanello suonare.
Mi volto verso la porta, sorpreso.
Chi cazzo può essere, a quest’ora e con questo
diluvio universale?
Faccio appena in tempo a voltarmi verso il Nintendo, che vedo che mi si
è impilata una miriade di pillole una sopra
l’altra, e Kawashima, sullo schermo sinistro, mi fa segno di
no con la testa, deluso da me e dalla mia prestazione.
« Cazzo, ho fatto 847 punti e ti lamenti pure, Kawashima?!
»
Beh, in fondo, non ha tutti i torti. Il mio record è di 916
punti…
Al secondo posto 902, e al terzo 893.
Insomma, ha ragione a dire che è stata una prestazione un
po’ del cazzo, ma sono stato distratto da cause di forza
maggiore.
Spengo la consolle, per poi andare alla porta, spazientito.
A quanto pare basta riprendere la vita normale, per innervosirsi
ancora, e addio relax del cervello.
Apro la porta, chiedendomi chi può essere. Magari uno dei
vicini…
Invece, quello che mi trovo davanti mi paralizza.
Mello.
Bagnato fradicio, con un cappotto di pelle troppo grande per lui, e
rosso in faccia.
Ansima. Probabilmente ha corso.
Prima che possa dire qualunque cosa, mi si getta addosso, nascondendo
la faccia contro il mio petto.
Oddio.
Ma che è successo?!
Sono talmente sconvolto che non ho nemmeno la forza di chiudere la
porta…
Insomma… In quel brevissimo lasso di tempo in cui ho aperto
la porta e l’ho guardato…
No, dài, non è possibile.
Insomma… Mello che piange?
Eppure, lo sento singhiozzare debolmente, nascondendosi alla mia vista.
Ma che caspita ha?!
« Mello, che…? »
Decido di lasciar perdere le spiegazioni, finché non si sia
calmato, decretando che sono un po’ troppo invadente. Mollo
un calcio alla porta per chiuderla, e poi abbraccio Mello, lasciandolo
fare.
Lentamente, Mello sembra calmarsi, e si limita ad ansimare un pochino,
e a essere scosso da qualche debole singhiozzo.
Beh, prima delle spiegazioni, le cose da fare sono altre.
« Mello… » dico, scostandolo un
po’ da me.
Cazzo, ha proprio pianto. Ha ancora i segni delle lacrime…
« Prima di… ehm, prima di dirmi qualsiasi cosa,
vatti a fare una doccia calda, altrimenti ti prendi qualcosa.
» gli consiglio, un po’ titubante al vedere la sua
faccia rossa e i suoi capelli bagnati che gli ricadono sulle spalle.
« Ti do subito gli asciugamani… Vuoi stare qua,
stanotte? »
Mello arrossisce un pochino, forse per la mia troppa premura.
« Se non disturbo… »
« Se te lo chiedo vuol dire che non disturbi, no? »
faccio io, lasciandolo e andando a recuperare, nell’armadio
in camera, un accappatoio – quello che ho di riserva
– e un asciugamano.
Mi viene un flash.
Cazzo, è ovvio il motivo per cui è qui, non serve
nemmeno chiederglielo.
Se vedo Light giuro che lo ammazzo, dannazione a lui!
Gli prendo le cose che gli servono, e poi torno all’ingresso,
notando che si è già tolto il cappotto e gli
stivali. Mi guarda, per poi darmi il cellulare e prendere le cose che
ho in mano, dirigendosi verso il bagno, senza dire nulla.
Però era completamente rosso in faccia, e dubito fosse solo
per la pioggia.
Lo sguardo mi cade sul cellulare, quasi per caso.
Spento.
Beh, almeno stavolta non sto sveglio tutta la notte per colpa di Light.
Altre 200 chiamate perse, ma alla fine sono cazzi suoi.
Il mio udito percepisce, in mezzo a quella tempesta invernale,
l’acqua della doccia che, al di là della porta del
bagno, sta scorrendo.
Per precauzione, spengo anche il mio, di cellulare. Se Mello non vuole
farsi rintracciare, non vorrà nemmeno che sia rintracciato
io, probabilmente. E, soprattutto, non ho voglia di parlare con Light o
di stare a sorbirmi i suoi infiniti squilli, nel caso abbia il mio
numero.
Vado in cucina, mettendomi a preparare una cioccolata per Mello. So
bene che è il modo migliore per tirarlo su e,
chissà come mai, ne ho fatto una scorta, da quando
l’ho conosciuto. Ogni tanto viene a casa mia,
perciò, sapendo che adorava quella ancora di più
del caffè, gliel’ho presa per fargli piacere.
E magari anche per farlo venire più spesso, sì.
Insomma, non nego che mi facesse piacere averlo qui. Ma questo
è solo un dettaglio secondario, ovviamente.
Chissà quanto hanno litigato, però. Mi vado a
sedere sul letto in camera, aspettando che la cioccolata si prepari.
Insomma, non avevo mai visto Mello irrompere in casa di qualcuno in
quel modo, senza dire niente, e… piangendo,
addirittura. Che
poi, per cosa? Light se la potrebbe anche far passare un pochino,
‘sta cazzo di gelosia. Insomma, come si fa ad avere un
ragazzo come Mello, che parla benissimo di lui, e a trattarlo
così?!
Cazzo, giuro. Appena vedo Light, quando viene a prendere di nuovo
Mello, come minimo gli faccio un bel discorsino. E se si mette pure a
limonare con lui, di nuovo, sulla porta di casa mia, arrivo anche a
pestarlo, mi sa.
A stento sento una voce che fa da sottofondo alle mie paranoie mentali,
finché la stessa non mi richiama apertamente.
« Matt…! »
Alzo lo sguardo.
Mello è sulla porta, in accappatoio e con
l’asciugamano in testa.
Mi sento avvampare immediatamente.
Insomma… Per rendere l’idea, basti sapere che
sarebbe un invito allo stupro per qualunque gay o bisessuale. Non che
sia provocante in quei vestiti – anzi, si è
coperto il più possibile, probabilmente per il freddo
–, ma è talmente bello e indifeso che…
beh, insomma, non so descriverlo. Mettendomi nei panni di qualche
ragazza fanatica dei personaggi kawaii, direi che lui è
tremendamente kawaii. Ma, mettendomi nei miei
panni, pure definirlo
bellissimo mi sembra sminuirlo.
E chissà che corpo divino ha sotto
quell’accappatoio, dannazione.
Oh…
Cazzo.
Sono andato troppo oltre col pensiero, porca miseria!
« Matt, stai bene? » chiede lui, avvicinandosi con
una mano tesa, probabilmente per toccarmi la fronte.
Che cazzo fai?! Dannazione, no! Non ti avvicinare!
Mi alzo talmente velocemente che lui indietreggia, probabilmente preso
alla sprovvista da quella mia rapidità. Filo in bagno prima
che lui possa chiedermi qualunque cosa, e chiudo la porta a chiave, per
poi accasciarmici contro, seduto sul pavimento del bagno, ansimante.
E non per la corsa. Non ho così poca resistenza.
Sento lui che, da dietro la porta, mi bussa un paio di volte.
« Matt? Stai bene? » mi domanda, apprensivo.
No, dài! La cosa bella è che hai pure il coraggio
di chiedermelo!
“No che non sto bene, cazzo! Anzi, sì, sto
benissimo ma non sto bene! Insomma, vedila come vuoi, ma è
veramente una situazione del cazzo! Nel senso della parola
più letterale! Ma di certo non posso dirti che mi fai
eccitare solo guardandoti, va contro il mio orgoglio virile!”
« Sto bene! Benissimo! » urlo, negando come sempre
l’evidenza. « Solo che… ho un bisogno
molto urgente da sbrigare! Se vuoi i vestiti, sono
nell’armadio, e la biancheria è nel primo cassetto
del mobile di fianco al letto! Ah, e c’è della
cioccolata sul fornello… controllala, per favore! »
Merda. Merda. Merda.
No, insomma. Non ho idea se il tono che ho usato era più
disperato o snervato. Ma di certo non era virile.
Per niente.
Dannazione, tanto valeva dirgli che mi aveva fatto eccitare, cazzo.
« Ok… » acconsente lui, da dietro la
porta, un po’ sconvolto. « Vestiti, biancheria e
cioccolata… Ma è una cosa così lunga?
»
Mello, cazzo! Ma lo fai apposta?!
« Non lo so! » replico, stavolta decisamente
esasperato. « Ma nel caso non faccia troppo in fretta,
occupati tu della cioccolata! »
Lo sento ridacchiare sommessamente.
Dannazione. Ma perché mi ostino a negare
l’evidenza? Insomma, è evidente che ha capito
tutto!
« Va bene… Ti lascio stare. » acconsente
lui.
Sospiro, aprendomi i pantaloni e liberando la mia già
consistente eccitazione.
Soffoco i gemiti che mi escono a quella semi-soddisfazione di me
stesso, in un vano tentativo di non farmi sentire da Mello come
l’altra volta.
E, ovviamente, maledicendo nella mia mente Light Yagami,
perché lascia andare via di casa una creatura come Mello
senza tenerla minimamente in considerazione.
Oddio.
No, davvero. Una delle prime parole che penso è proprio
questa.
E intanto, molto silenziosamente, mi sto rotolando
sul letto per le
risate.
Non ce la faccio più. Mi sto tenendo addirittura la pancia,
ed è la prima volta che rischio di soffocarmi per delle
risate.
Cazzo, dài, però! Non è possibile che
sia così un impiastro, a fingere!
E poi, solamente guardandomi, si è
eccitato?! No, qui o sono
io che sono troppo irresistibile e figo, o è lui che ha
decisamente poca resistenza! È assurdo, dài!
Diciamocelo. Stava vagando con la fantasia.
Su di me.
Altro “Oddio”.
Ma non vantava una relazione perfetta con il suo capo? Con quel
fantomatico L?
Pazzesco.
Mi obbligo a bloccarmi dal ridere – anche se qualche residuo
c’è ancora – e mi alzo in piedi sul
letto, rovistando nell’armadio in cerca della tuta che mi
aveva prestato l’altra volta.
I pantaloni li trovo subito e, se devo dirlo, anche la felpa,
ma… Nel frattempo trovo anche un’altra maglia a
righe rosse e nere.
Lascio da parte la felpona che mi ha prestato al nostro primo incontro,
e prendo la maglia a righe.
Prendo anche i miei boxer, che ho messo nella tasca
dell’accappatoio. Sono puliti, li ho praticamente appena
messi, perciò perché metterli da lavare?
Mi vesto e, mentre aspetto che Matt abbia finito con il suo servizietto
fai-da-te, vado a dare un’occhiata alla cioccolata.
Spengo il fuoco e la verso in due tazzone diverse prese dalla credenza,
portandole in camera. Lascio che si raffreddino un po’, e
intanto piego l’accappatoio e lo metto sopra la cassettiera
accanto al letto. L’asciugamano me lo tengo in testa, giusto
per tenere caldi appena un po’ i capelli.
Mi metto a sedere a gambe incrociate sul letto, prendendo la mia tazza
di cioccolata e iniziando a sorseggiarla tranquillamente.
Matt mi trova con due piccoli baffi di cioccolata sopra il labbro
superiore, quando esce dal bagno.
Gli sorrido, sarcastico e decisissimo a sfotterlo un po’.
« Non ti puoi proprio trattenere, eh? » domando,
divertito.
Matt mi guarda, stralunato. Piccolo lui, ha ancora il rossore sulla
faccia.
« Che… che stai dicendo? » replica,
diventando rossissimo.
Ma che cazzo, possibile che tu debba sempre negare l’evidenza?
« Guarda che quello che hai fatto era più che
chiaro. » dico, sorseggiandomi tranquillamente la mia
cioccolata calda.
Si può diventare più rossi, dopo essere
completamente avvampati?
No, perché Matt c’è riuscito…
Anche se il suo colore attuale tende pericolosamente al violaceo.
« Che cazzo stai…?! » ribatte lui.
« Non negare l’evidenza! » dico io,
sorridendo, falsamente affabile. « Guarda che mi lusinga
questo fatto! Ma, siccome l’altra volta era successo dopo un
bacio appassionato, e stavolta solo guardandomi, mi chiedevo che razza
di resistenza avessi! »
Ridacchio, divertito dalla sua faccia, completamente sconvolta.
« Non dire cazzate…! » ribadisce molto
cortesemente, per poi gettarmi un’occhiataccia. « E
poi, che cazzo ci fai con quella maglia? È la mia preferita,
non la darei mai a nessuno! Toglitela subito! »
Che carino… Sta cercando di sviare l’argomento!
Che cucciolo!
Beh, il cucciolo tra noi due è lui, però.
Io sono il bastardo.
« Beh, se vuoi me la tolgo… » dico,
appoggiando la tazza sul copriletto, tranquillamente. «
…Basta che non ti ecciti di nuovo. Insomma, non sono certo
venuto qua per farti passare tutta la serata in bagno…
»
Vedo i suoi occhi spalancarsi, a dir poco esterrefatti.
« Ok, ok, me la tolgo! Dopotutto, se me l’hai detto
tu vuol dire che non c’è pericolo, no? »
acconsento fintamente, azzardandomi a togliere la maglia dopo averla
presa per l’orlo.
Mi è davanti in meno di un secondo, per trattenermi le mani.
Ed è completamente rosso in faccia.
« No… Ho cambiato idea. » afferma.
« Lascia perdere, puoi tenerla. »
Sorrido, stavolta sinceramente.
« Grazie. » dico, con un sorrisone, riprendendo la
cioccolata.
Lo vedo scostarsi, stizzito. « Non fraintendere. È
che se l’avessi tolta avresti rischiato di prendere freddo.
» replica lui, stoico. « E lo so che qui il
riscaldamento non è molto alto. Dopo tutta l’acqua
che hai preso, rischieresti di prenderti qualcosa, e…
»
« Va bene, Matt, ho capito. » lo blocco. Cavolo, di
solito non parla, ma quando deve giustificarsi parte con quei monologhi
così assurdi che sembra una macchinetta…!
Mi guarda un attimo, pensieroso.
« Vado a prendere il phon. » mi avvisa, facendo per
dirigersi verso il bagno.
Ghigno. « Perché? Troppo affascinante? »
domando, sarcastico.
Lui si volta di nuovo verso di me, ancora completamente rosso.
« Troppo… » esita, mi guarda prima di
concludere. « …bagnato! »
Beh.
Con quell’attimo di esitazione, una parola diversa te la
potevi trovare.
Si sta dirigendo in bagno, di nuovo.
« Non ho mica la tua poca resistenza… »
dico, inarcando un sopracciglio.
Si volta di nuovo. « Mello…! » esclama.
Scoppio a ridere, esilarato. La sua espressione sconvolta e imbarazzata
è davvero impagabile.
« Vabbè, ma te le vai a cercare! » mi
giustifico, facendo spallucce, con le lacrime agli occhi per il troppo
ridere.
Sbuffa. Senza rispondermi, se ne va in bagno, per poi tornare con un
phon e un pettine.
« Aspetta, dài! » dico, prendendolo per
un polso e trascinandolo seduto accanto a me, sul letto. «
Beviti la cioccolata, che altrimenti si raffredda e poi fa schifo!
»
Lo vedo sospirare, per poi appoggiare tutto il materiale che ha in mano
sul piumone, e prendere la tazza di cioccolata, quasi stancamente.
Mi viene in mente che non ho ancora detto perché cazzo sono
qui. Nonostante tutto, gli devo una spiegazione. Magari gli sto pure
rompendo le palle, e lo sto disturbando.
« Matt… Sei sicuro che non sia un problema se sto
qua, stanotte? » domando, esitando un po’.
Cazzo, ma da quando sono così insicuro?!
« Non lo è. » replica lui, sorseggiando
la cioccolata a sua volta. « Sta’ tranquillo. Puoi
stare qua quanto vuoi. »
« E L? » chiedo.
« Siamo stati qui insieme fino a ieri. » replica
lui. « Abbiamo passato tutte le vacanze insieme. Non si
farà vivo per un po’, credo. Anche per lasciarmi
un po’ tranquillo. »
Com’è che hanno passato le feste insieme e non mi
sembra così entusiasta?
Bah. Chi lo capisce è bravo.
« Ma… Non disturbo? E il lavoro? »
domando.
« Ricominciamo l’8. » dice lui, annoiato.
« Stai tranquillo, non disturbi per niente. »
Beh, sarà anche complicato, ma è tremendamente
gentile.
« Grazie. » lo ringrazio, tornando a guardare la
cioccolata. « Scusa se ti sono piombato in casa
così all’improvviso. »
« Non importa. » mi tranquillizza lui. «
Solo, forse avresti potuto coprirti un po’ di più.
L’ultima cosa che voglio è che ti pigli
un’influenza, o qualcosa di più serio. »
« Lo so, ma… » azzardo, prima di
bloccarmi. Alzo lo sguardo per osservarlo un attimo, prima di
riabbassarlo. « È che… è
successo come l’altra volta. Sono scappato di casa. Il solito
motivo. »
« Lo avevo immaginato, anche dal cellulare spento.
» replica lui.
« Sì, solo che… stavolta
l’argomento della nostra litigata non era Near. »
dico, alzando lo sguardo e guardandolo, mordendomi leggermente il
labbro.
« Ah no? » chiede lui, poco interessato.
« E chi, allora? »
“Non lo conosci… Uno che ha tentato di
rimorchiarmi un po’ di tempo fa, per cui Light si
è incazzato. È tornato a farsi vivo, e Light si
è incazzato di nuovo…”
Giustificazione del cazzo, lo so. E pure falsa, ovviamente.
« Per te. » ammetto. « Stavolta la
litigata è stata perché è geloso di
te. »
Alza lo sguardo, sorpreso. La tazza con la cioccolata gli cade quasi di
mano.
« Come? »
« Beh… dice che non vede di buon occhio il fatto
che io venga così spesso a casa tua. » spiego.
« Dice che non gli piaci, che uno che la prima sera mi ha
portato subito a casa sua l’ha fatto solo perché
voleva scopare con me, e che prima o poi mi potresti fare qualcosa, se
continuo a venire qua. E che a lui questa storia non piace per niente.
»
Sento Matt soffocare una risata. Mi blocco, sorpreso.
« Perché ridi? » chiedo, sorpreso.
Insomma, ti sto raccontando una cosa seria che interessa anche te, ti
pare il momento di metterti a ridere?!
« Non lo so con precisione. » replica lui, con un
sorrisetto sarcastico sulle labbra. « Insomma, per vari
motivi. Per il fatto che, effettivamente, è iniziata
così, ma alla fine non abbiamo fatto niente di niente. Per
il fatto che ha proprio un bel coraggio a dire una cosa del genere?
Beh, anche per quello. E poi, perché Light è un
idiota, a lasciarti andare in continuazione in questo modo. Mi
dà fastidio che ti faccia stare così male.
»
A me dà fastidio stare così male per lui, pensa
un po’…
« E poi… » conclude. «
…anche perché, se venisse a sapere che sei venuto
qua dopo una litigata con lui su di me, le cose si farebbero ancora
più complicate, non ti pare? Chissà che potrebbe
saltarne fuori… »
« Non me ne frega un cazzo. » replico, seccato.
« Vuole continuare a essere geloso? Lo faccia pure, ma questo
vuol dire che non si fida di me, cazzo. Mi dà fastidio, mi
dà molto fastidio. Insomma, stiamo
insieme da quanto? E lui
ancora non si fida di me, cazzo! »
Matt ridacchia un po’, forse per sbeffeggiare Light.
« Ma poi, la cosa bella è che sa che sto con L.
Non capisco il motivo di tutta questa gelosia… »
« Ma che ne so! Ma ti pare normale che è geloso
pure di Near, che è etero convinto? » faccio io,
terminando la mia cioccolata.
Matt sogghigna di nuovo, forse un po’ divertito
dall’assurdo comportamento di Light. Finisce anche lui la sua
cioccolata, mentre io parlo.
« Guarda che non è divertente! Prova a viverlo te,
cazzo! » dico, seccato. « Insomma,
quell’… idiota di Light non fa
altro che essere
geloso di qualunque essere umano esistente sulla faccia della Terra,
donne comprese quasi! Mancava poco che pestasse pure Near, una volta,
solo perché stavamo parlando, di lui tra l’altro!
Maledetto geloso del cazzo, a volte non lo sopporto proprio! »
Ultimamente più del solito, tra l’altro, a quanto
pare…
« Ma se lo fa è perché ci tiene a te,
no? » mi fa Matt, appoggiando la tazza sul comodino e
prendendo a pettinarmi. « Insomma… Anche L
è piuttosto geloso, perciò posso dirti che quando
una persona fa così lo fa perché ti ama veramente
tanto. »
« Sarà come dici te, ma a me sembra solo che non
si fidi di me. » replico, incrociando le braccia.
Matt soffoca un suono a metà tra uno sbuffo e una risata.
« Può darsi. » commenta. Rimane in
silenzio per un po’, per poi farmi di nuovo una domanda.
« Senti… Posso chiederti qualcosa di un
po’ personale? Se non hai voglia di rispondere dimmelo.
»
« Sentiamo. »
Tira un debole sospiro, prima di parlare. « Come vi siete
conosciuti tu e Light? Insomma, è strano che due talmente
diversi come voi stiano così bene insieme.
Com’è che vi siete fidanzati? »
« Beh, sullo stare bene insieme sorvolerei…
» commento, seccato. « Ad ogni modo, ci sono due
versioni, di questa storia. Quale vuoi sentire? »
« Due versioni? » chiede lui, spaesato. «
In che senso? »
« C’è una versione ufficiale, che
è quella che conoscono un po’ tutti. »
dico io. « E poi c’è la versione reale,
che è quella che conosciamo bene solo io, Near, Light, Sayu,
e Halle, mia sorella maggiore. »
« E come mai? »
« Semplice. Perché non è una storia
simpatica, quella vera. » Lo guardo, anche se solo con la
coda dell’occhio. « Ma immagino che tu voglia
sapere quella vera, nh? »
Sembra pensarci su un attimo, per poi annuire.
« Visto che dovrai fare un minimo di confronto, te le
racconto tutte e due comunque. » acconsento. «
Ufficialmente, io e Light ci siamo conosciuti quando abbiamo affittato
un appartamento insieme, al primo anno di università. Io per
avere la mia privacy, lui per essere un po’ più
vicino all’università. Abbiamo avuto un
po’ di divergenze, certo, all’inizio, ma poi
abbiamo deciso di metterci insieme, dopo circa un anno di litigi e
piatti volanti in casa. Stiamo bene insieme e abbiamo il benestare
delle nostre due famiglie. »
« E invece…? » domanda Matt, curioso.
« Invece, io e Light ci conosciamo da quando io avevo
diciotto anni e lui ne aveva appena compiuti diciannove. »
spiego io. « Ci siamo conosciuti in una discoteca della
periferia della città, ma per sapere il motivo per cui ero
lì bisogna risalire a circa un anno prima che ci
conoscessimo. ». Mi interrompo un attimo. « O
meglio, a dirla tutta bisogna risalire a Near, dato che è
stato lui la causa di tutto. »
« Near? È stato la causa di che? »
« Io e Near ci conosciamo da quando avevamo quattordici anni.
» dico. « Siamo capitati insieme nelle ultime due
classi delle medie, e poi per tutti e tre gli anni del liceo. I
professori ci vedevano bene insieme, perché sostenevano che
la nostra rivalità e la nostra bravura fosse di buon esempio
agli altri studenti. » Mi fermo un attimo, esito, prima di
proseguire. « Sta di fatto che diventammo prima rivali, poi
anche amici. All’inizio mi ero pure un po’ preso
una cotta per lui, ma era solamente una cosa passeggera. Fu tutto
dovuto al fatto che lui fosse stato uno dei pochi, in tanti anni, ad
accettare il fatto che fossi omosessuale, senza fare una piega. Solo,
pregandomi di non corteggiarlo, perché lui era etero
convinto. Comunque sia, l’ultimo anno delle medie, per una
ricerca di cui lui aveva la maggior parte del materiale che dovevamo
usare, andai per la prima volta a casa sua. E lì incontrai
suo fratello maggiore. »
« Suo fratello? »
« Esatto. A dirla tutta, è suo fratellastro
acquisito. È venuto a vivere con loro, pur essendo il figlio
del primo marito della madre di Near. » spiego. «
Ad ogni modo, mi innamorai di lui a prima vista. Per due anni rimasi
cotto, con Near che mi diceva di evitare di dirgli qualcosa,
perché sosteneva che avrei avuto una delusione troppo
grande. Io per due anni me ne sono stato buono, ma poi non ce
l’ho più fatta e gliel’ho detto.
» Mi viene quasi da ridere, al ricordo pazzesco di quella
storia. « Lui ovviamente mi ha rifiutato. E non solo, mi ha
pure preso in giro davanti ad alcuni suoi amici. Una cosa davvero
allucinante… Near stava per fare a pugni con loro, ma poi ha
preferito evitare e venire dietro a me. » Getto
un’occhiata a Matt, che sta ascoltando la storia, quasi
tranquillo. Solo qualche fremito gli fa tremare la mano.
« Beh, non è stato proprio un bel periodo. Mio
padre aveva sempre accettato, anche se controvoglia, il fatto che fossi
gay, ma quella storia gli dette molto fastidio. Litigavamo spesso, e
spesso me ne andavo a casa di Near. In quel periodo fumavo molto, e
andavo spesso in quelle discoteche della periferia… Una di
quelle era quella in cui ci siamo incontrati. » dico,
accennando al luogo in cui io e Matt ci siamo conosciuti. «
Andavo aletto con gente che mi aggradava abbastanza. Poi, una sera,
ho incontrato Light insieme a due suoi amici. Erano venuti
lì perché volevano fargli conoscere un
po’ di ragazzi, dato che lui non era mai stato con nessuno,
per timore di rivelare la sua omosessualità. Lo provocai un
po’, e poi successe il fattaccio. »
« Il… fattaccio? »
« Mh. Near mi aveva seguito, perché era
preoccupato per me. Era l’unico che sapeva dove andavo la
sera, e non era per niente d’accordo su questa cosa. Solo che
quella volta ha rischiato di finire male. Sono intervenuto io, appena
in tempo per toglierlo da una situazione pericolosa. Però,
è successo che ho attaccato rissa con quelli lì.
» proseguo. « Light è intervenuto appena
in tempo per aiutarmi; lui e i suoi amici erano bravi, nel
combattimento, e perciò ce la siamo cavata bene. Per le
botte ricevute prima che arrivasse lui, però, sono svenuto.
» Vedo Matt rabbrividire un pochino. « Non era
nulla di grave. » lo tranquillizzo. « Ma per quel
motivo mi sono ritrovato a casa di Light per la prima volta. Insieme a
me c’erano lui, ovviamente, e poi Near, Sayu e i due amici di
Light. »
« Quindi Sayu sapeva di questa storia? »
« Era l’unica a sapere che Light fosse gay, nella
sua famiglia. » dico. « Light mi ha aiutato molto,
in quel periodo. Mi ha dato una mano a smettere di fumare, anche se
questo ha causato… un’eccessiva dipendenza alla
cioccolata, che prima avevo di meno. » commento, ridacchiando
un attimo. « Ma poi, comunque, mi ha aiutato a dimenticare il
fratello di Near. Dopo qualche tempo che ci conoscevamo, mi
dichiarò quello che provava per me, e io non potei fare a
meno che accettare. Mi ero innamorato di tutte le sue cure premurose,
della sua dolcezza, e anche della sua forza. Ci mettemmo insieme
qualche settimana dopo esserci conosciuti, anche se lui, fino a due
anni fa, ha tenuto nascosta la nostra storia ai suoi, perché
aveva paura della reazione di suo padre. Solo due anni fa, ha deciso di
dire tutto apertamente. » Sospiro, ricordando quella scena.
« Immaginati il casino che è saltato fuori. Suo
padre non accettò quella situazione, sulle prime. Light fu
costretto ad andarsene di casa, e stette da me per qualche mese, prima
che i miei decidessero di affittare un appartamento per tutti e due,
giusto per lasciarci tranquilli. » spiegai. « Da
quando abbiamo cominciato a convivere nella stessa casa,
però, ha iniziato a essere geloso oltre ogni misura.
Litigavamo spesso, perché lui aveva paura che qualcuno mi
potesse portare via da lì. E tutte le volte io scappavo da
Near, tanto che cominciò a sospettare che ci fosse qualcosa,
tra me e lui. Motivo per il quale è diventato geloso anche
di lui, eccetera. »
Rimango in silenzio, aspettando che Matt parli. La mia storia
è finita così. Non c’è molto
da dire sul presente: della situazione attuale sa già
abbastanza anche lui.
« Forse… fa così perché ha
paura. » osserva lui, riprendendo a pettinarmi i capelli
– che, me ne accorgo solo ora, aveva smesso di pettinarmi.
« Insomma, forse il fatto che suo padre non ha preso bene
tutta la storia l’ha scosso molto. Una delle poche persone
che ha sei te, perciò ha paura che tu possa andartene. Forse
farei anche io lo stesso… Non so, a dirla tutta. Non sono
mai stato particolarmente geloso, e di certo non come Light. »
Spalanco gli occhi, colpito da quella costatazione. Near ci era
arrivato, ma solo dopo molte visite a casa sua.
Sembra che Matt sia un esperto, dei problemi di questo tipo.
« Può darsi. » ammetto. « Ma
credo che si dovrebbe fidare di me. Insomma, dopotutto ci conosciamo da
anni, se continua a fare così vuol dire che non si sforza
minimamente di conoscermi decentemente. Almeno un minimo, dico! E poi,
alla fine questa storia non regge molto. Ha riallacciato i rapporti con
suo padre più di un anno fa. »
« Mello… Non lo so, davvero. » replica
lui. « Non so che cosa possa passare per la testa di quel
pazzo del tuo ragazzo – senza offesa, eh? – e non
so immedesimarmi nemmeno in situazioni come questa. Non sono una
persona troppo gelosa, io. Sono abituato a lasciare libertà
al mio compagno. »
Sospiro.
« Forse dovresti dirigere la rubrica delle lettere
d’amore, per il tuo giornale, Matt. » commento,
sarcastico. « Sembri ferrato in queste cose. »
Lui ridacchia. « Può darsi. Ma a frequentare una
pazza come Misa, che ha avuto un po’ di storie e che si
interessa sempre dei fattacci sentimentali altrui, è normale
diventare così, credo. » commenta. « Ad
ogni modo, Mello… Tu sei ancora innamorato di Light?
»
Esito. Non so che rispondere.
Insomma, la frase che Near mi ha detto, davanti a quel caffè
ghiacciato, mi è ancora impressa.
“Ma io non parlavo di Light.”
Sempre a confondere le idee e mai a chiarirle, quel dannato nano!
Cazzo, a volte lo lincerei!
« Non lo so. » rispondo, pensieroso. « A
volte non lo sopporto davvero. E poi, Near sostiene che io sia
innamorato di qualcun altro. » Mi volto verso Matt, esitante.
« Perché mi hai fatto questa domanda? »
Matt arrossisce un po’. « Niente di speciale. Te
l’avrebbe fatta qualunque rubrica del cuore. »
replica lui, grattandosi la nuca, imbarazzato. « E
tu… insomma, che ne pensi di quell’osservazione di
Near? »
« Beh, non saprei. » dico. «
Può darsi, ma… Se fosse
così… »
Mi blocco, come fulminato. Guardo Matt, allibito da quello che ho
appena realizzato.
Come cazzo ho fatto a non accorgermene prima?!
« Che c’è? » chiede lui,
sorpreso. « Ho qualcosa che non va? »
« No… » Ma che cazzo di domande fai,
ora?! « No, non è quello. È che ho
capito di chi parlava Near. »
« Ah sì? » domanda Matt, stupito
– e anche un po’ titubante, noto.
Annuisco. E mi maledico per essere stato così cieco, in
tutto questo tempo.
Persino Light se n’è accorto prima di me.
E poi… Ecco perché quel suo abbraccio, quella
sera, mi sembrava così strano. Così freddo.
Perché volevo un abbraccio da lui.
Da Matt.
« Parlava di te. » dico, serissimo.
Matt spalanca gli occhi, sconvolto. Lo vedo impallidire di colpo.
« Co-cosa?! » esclama, indietreggiando sul letto.
« Co-come “parlava di me”?!
Che… che c’entro io, adesso?! »
« Credo che sia come dice Near. » commento, serio.
« È un po’ strano detto così,
però… Beh, mi sa che ci ha azzeccato. »
« M-Mello! Stai scherzando, vero?! » esclama lui,
ansimando per la sorpresa. « Non sarai davvero…
No, vero? »
Ci penso, per un po’, rimanendo in silenzio.
Ho sempre avuto Light. Nonostante la sua incurabile gelosia, lui mi
è sempre andato bene. Sono sempre stato innamorato di lui,
fin da quando ci siamo conosciuti, e non l’ho mai tradito
prima, nemmeno baciando qualcuno dopo qualche nostro litigio. Non ho
mai accettato inviti da parte di qualcuno che voleva portarmi a casa, e
ogni volta che tornavo nel nostro appartamento, e facevo
l’amore con lui, mi sentivo sempre bene, sempre appagato.
Sempre completo. Il suo abbraccio mi è sempre risultato
caldo, accogliente. Mi è sempre piaciuto stare tra le sue
braccia calde, corpo contro corpo. E i suoi baci non mi hanno mai dato
fastidio.
Fino a che non è arrivato Matt.
Con lui, ho stravolto tutto. Ci ho provato, ho accettato il suo invito
ad andare a casa sua, ho quasi tradito Light, e di certo non mi sono
fermato per mia iniziativa. Quasi non mi sono fatto problemi, ad andare
con Matt. Sono tornato a casa, e dopo aver fatto l’amore con
Light mi sono sentito strano. Il suo abbraccio di colpo non era
più caldo. Non mi piaceva più. La sua gelosia ha
iniziato ad irritarmi, cosa che prima, nonostante le avvertenze di
Near, non aveva mai fatto. I suoi baci hanno iniziato a non significare
quasi niente, per me. Mi danno quasi fastidio.
Possibile che se ne siano accorti persino Light, che nemmeno questa
idea la accetta, Near, che non è mai stato esperto in
questioni sentimentali, e Misa, che mi conosce a malapena? Persino
Aiber mi è sembrato accorgersene.
« Sì. » dico, sicuro. « Sono
successe troppe cose strane, da quando ti ho incontrato. Ho iniziato a
non stare più bene con Light, e la cosa non era mai successa
prima, nonostante tutte le litigate che abbiamo fatto. Mi sembra quasi
come se… come se fossi a casa solo quando sono con te.
»
Vedo i suoi occhi aprirsi di più, allibiti.
« Ma… Mello… » azzarda.
Probabilmente senza sapere cosa dire.
« Misa, la sera che siamo andati a casa tua a
cenare… » dico, ricordandomi la scena. «
…ha chiesto, quando era ubriaca, quando ci saremmo messi
insieme. Secondo te perché ha detto una cosa del genere?
»
« Perché era ubriaca… Insomma, lo sai
che è un po’ pazzoide, quando alza il gomito
è sempre un po’ così… E poi,
che ti puoi aspettare da una ragazza maniaca delle yaoi, che
è la mia migliore amica e che adora te sin da quando ti ha
visto? Era ovvio che prima o poi se ne sarebbe uscita con qualcosa del
genere…! »
Sospiro. Sono ancora più confuso di prima,
dannazione… Però alcune cose le ho ben chiare.
« Diciamoci le cose come stanno. » dico,
seriamente. « Tu mi piaci, Matt. Sei stato il primo con cui
avrei tradito tranquillamente Light, questo te lo devo confessare. Mi
piace stare con te, parlarti, tutto. Di te mi piace tutto quanto. Ma tu
che ne pensi? »
Matt mi fissa, sconvolto. Sta tremando leggermente, addirittura.
Distoglie lo sguardo, senza sapere che dire.
« Mello… Forse sei solo confuso. »
osserva. « Hai litigato con Light, e magari sei stato
influenzato anche da Misa e da Near… »
« Non sono confuso. » ribatto, calmo come non sono
mai stato. « Near e Misa mi hanno solo aiutato a capire la
situazione. Sei stato il primo con cui ho quasi tradito Light, e quando
sono tornato a casa nostra, dopo essere stato a dormire da te, fare
l’amore con lui… non è stato come al
solito. Mi sono chiesto perché, in questo periodo. Non mi
piacevano più le sue attenzioni, la sua gelosia. Li ritenevo
asfissianti, cosa che prima non era mai successa. Ed è
successo tutto dopo che ho conosciuto te. Ora ho capito
perché. »
Non alzi lo sguardo. Evidentemente non sai nemmeno tu che cosa pensare.
« Matt… io ti piaccio? » domando,
diretto, tentando di farlo svegliare un po’.
Sospiri, quasi rassegnato. Annuisci, anche se debolmente.
« Non è che mi piaci e basta. » replica,
tornando a guardarmi. « Tu… mi stai facendo
proprio impazzire. Non so più che cosa pensare…
Ti giuro che non mi è mai successa una cosa del genere,
prima. »
Sorrido, contento.
Il mio miglior regalo di Natale, anche se un po’ in ritardo.
Mi avvicino a lui, stringendomi al suo corpo caldo e rassicurante.
« Il miglior regalo di Natale è stato questo.
» confesso, mentre anche lui mi stringe a sé,
anche se un po’ incerto. Mi sento al caldo, riparato da
queste braccia, esili eppure forti, che mi abbracciano. Un abbraccio
come non ne ho mai sperimentati, nemmeno con Light.
E un batticuore che è da tanto tempo che non provo;
l’ho provato per il fratello di Near, e l’ho
provato per Light.
Ma mi rendo conto che non erano niente, in confronto a questo.
Cazzo, mi sento sempre più una ragazzina alle prese con la
sua prima cotta.
Alzo lo sguardo, un po’ esitante, vista la situazione.
Matt percepisce il mio movimento, perché si volta verso di
me.
Però, sono io il primo a far incontrare le nostre labbra,
preso da una voglia che non si può appagare solo attraverso
lo sguardo.
Il nostro bacio è tranquillo, sulle prime: un semplice
sfiorarsi di labbra, umide e in cerca di un semplice contatto.
Basta poco, però, perché la nostra voglia diventi
più grande.
La lingua di Matt passa lentamente sulla mia bocca, invitandomi ad
aprirla; e io acconsento, facendo incontrare le nostre lingue che,
ricolme di desiderio represso, iniziano una lotta lenta e dolce. I
nostri corpi si fanno più caldi, si cercano, bramosi di
contatto.
Ci stacchiamo, cercando aria e uno sguardo che trovi il consenso
dell’altro.
Ci guardiamo entrambi negli occhi, quasi in un muto accordo.
Beh, il consenso c’è. Eccome, se
c’è.
Le nostre labbra si incontrano di nuovo, le nostre lingue riprendono a
lottare. I nostri corpi finiscono distesi sul piumone di Matt,
abbracciati l’uno all’altro, accarezzandosi e
cercandosi.
I nostri vestiti si staccano dai nostri corpi ormai bollenti, finendo a
terra o sparsi sul letto. Ritrovarsi nudi l’uno sopra
l’altro ci sembra una cosa quasi naturale, quasi dannatamente
cercata da tempo.
Matt si abbassa a vezzeggiare delicatamente il mio collo, per poi
accarezzarmi lentamente l’addome e far scendere le mani fino
alla mia intimità.
Gemo. Adoro quelle mani calde non appena mi toccano.
Chiamo il suo nome, in bassi mormorii e sospiri eccitati.
Le sue mani scorrono giù; un dito della sua mano mi penetra
delicatamente, muovendosi piano al mio interno, e facendomi ansimare
per il piacere di sentirlo dentro di me.
Non ci vuole molto, perché lo senta togliere il dito ed
entrare
completamente dentro di me, con una sola spinta, scivolando,
praticamente perfettamente, all'interno del mio corpo.
Urlo di piacere, mentre lui geme, mormorando eccitati assensi al caldo
in cui si trova.
Le sue spinte si fanno lentamente più veloci, alternandosi
con le mie, in una sincronia praticamente perfetta.
I suoi gemiti si fanno più forti, le mie urla più
lussuriose.
Sento il suo respiro affannato sulla pelle del mio collo, a pochi
centimetri dall’orecchio, trasformarsi in un grido soffocato
in cui chiama il mio nome, quando il suo orgasmo mi pervade
completamente, mandandomi in visibilio ancora di più delle
sue spinte.
Vengo tra il calore delle sue mani, preso dal troppo piacere, urlando
il suo nome.
Le sue spinte rallentano, permettendogli di uscire. Si accascia su di
me subito dopo, ancora ansante e rosso in faccia per
l’eccitazione.
Apro gli occhi, guardandolo, anche io ancora spossato, per quella cosa
così dolce che non ho mai sperimentato in tutta la mia vita.
Mi sorride, prima di affondare il viso nell’incavo del mio
collo.
Non c’è bisogno di parole.
Anche perché descrivere quello che è appena
successo è impossibile, da tanto è stato perfetto.
Lo sento muovere la mano, prendendo le coperte che prima aveva scostato
– azione di cui non mi ero accorto –, per poi
coprire entrambi i nostri corpi.
I miei sensi si inibiscono immediatamente dopo, facendomi cadere
nell’oblio più profondo, tra le sue braccia ancora
calde e rassicuranti.
Ultime note dell'autrice
Ok, spero che la lemon vi sia piaciuta... Per inciso, nella scena del
bacio ho messo praticamente la mia esperienza personale^^... Spero che
vi sia piaciuta e che non vi abbia annoiato! Un bacione a tutti quanti,
alla prossima (spero^^!)! xxx by madychan!
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Capitolo 9 *** Risveglio ***
Helloooooo! Rieccomi di nuovo qua con un nuovo capitolo!
Allora, come prima cosa, avviso che i personaggi non sono ancora
tornati esattamente con la loro solita demezialità,
perciò questo capitolo potrà risultare non molto
comico... Ma spero che dal punto di vista sentimentale vi piaccia!
A questo proposito: Mello in questo capitolo mi sembra piuttosto OOC
(di più nella prima parte, meno nella seconda). Ma non
è diventato perennemente OOC, lo è per un motivo
ben preciso...
comunque, dovrebbe tornare piuttosto "normale" dalla seconda
metà del capitolo prossimo, credo... Al massino tra un paio
di capitoli. Comunque, se volevate qualcosa di comico, dovete
prendervela con i personaggi che, come sospettavo, hanno fatto i bravi
bravi all'inizio, e ora cominciano a muoversi come gli pare a loro! Se
trovate scene OOC è essenzialmente per questo
motivo... (ma comunque vi avverto!) Spero che comunque
gradirete il capitolo (e i capitoli successivi!) e che continuerete a
leggere nonostante gli sfasi mentali dei personaggi^^. Un bacione da
madychan!
E ora, le risposte alle recensioni!
x MellosBarOfChocolate: beh, sono contenta che ti
piaccia^^! Anche a me
la coppia di Misa e Near piace moltissimo, quei due mi somigliano
abbastanza in quanto a bastardaggine... Così come mi
piacciono Mello e Matt... Anche a me è piaciuto tantissimo
descrivere la scena lemon, devo dire che mi sono sentita come
realizzata...^^ Riguardo al sondaggio, beh... direi che
valuterò tutti e due i tuoi voti. Non ti dispiace vero?
Però sinceramente Near e Mikami non ce li vedo...O_O. Non
solo in questa fic, ma in generale... Ma potrebbe essere uno spunto per
un'altra coppia strana supercrack, perciò grazie
mille! E non ti preoccupare per la recensione corta: mi fa piacere
anche solo che passi il tuo tempo a lasciarmela! Grazie mille per i
complimenti... e spero che il nuovo chappy ti piaccia! Kiss!
x Sydelle: grazie per i complimenti per la lemon... e anche
per la scena del bacio... beh, devo dire che mi è piaciuto
rivangare nel passato^^! Mi sembrava di averla fatta troppo melensa, ma
invece scopro che è piaciuta... E la cosa non può
che farmi piacere! Mikami... beh, vedremo! Effettivamente è
vero ciò che dici, però. Su questo non posso
darti torto U.U. Ah, piccola parentesi: fino all'anno scorso il 23 era
il mio numero di registro, perciò non mi beccavano mai
perchè era un numero primo e per beccarlo dovevano fare la
somma tra numeri come 599 (e di libri con così tante pagine
non ne siamo pieni) o estrarre il mio numero dall'agenda...
perciò è il mio numero fortunato! Ma mi fa
piacere che tu mi abbia stravolto le cose! (comunque anche il 24 mi
piace^^!) Spero che il nuovo capitolo ti piaccia! Un bacio e grazie
mille per tutti i complimenti!
x RuinNoYuki: allora: sono andata da uno stato di incazzatura
quando
non avevo visto la tua recensione (per il semplice fatto che, arrivata
al capitolo 8, non ho pensato che tu me la mettessi nel capitolo 1^^!)
a
uno stato di sollievo misto a felicità misto ad impazienza
quando ho visto la tua recensione... Che dire? intanto sono contenta
che ti piacciano tutti i capitoli che finora ho scritto, otouto! Ma non
mi puoi insultare Misa e Near, in quei due ci sto riversando tutta la
mia parte bastarda (e questo sarebbe un buon motivo per insultarli, ma
l'otouto non insulterebbe mai il niisan, VERO? ^^ scherzo... ) Riguardo
al Brain Training... Ma dài, è divertente! E non
sarò mai ai livelli di Aiber (o a quelli di Matt^^) in
quanto a dipendenza... Ma
perchè risvolti negativi riguardo alle vicende sentimentali?
(me ha uno sguardo sfuggente....)
insomma, è una commedia (o almeno sto cercando di farla
sembrare tale)! Non sto mica mettendo temi negativi, no? Riguardo al
tuo voto su Teru, lo metterò nel sondaggio... vedremo! E
Misa tocca il giochino dei Pokemon di Matt sotto suo consenso,
perciò non è lecito che si lamenti (l'ha finito
quante volte?! ancora si lamenta?!) Comunque, mi fa piacere che ti sia
piaciuta... ecco il nuovo capitolo! aspetterò con molta
impazienza le tue recensioni! Un bacio anche dal niisan! xxx!
x aiko neko black: Mello in lacrime è solo un
anticipo di
quello che avverà in questo capitolo (e per cui Mel ha
tentato di minacciarmi^^)... Comunque, poverino! Anzi, poverini tutti e
due, perchè i casini verrano proprio da L e Light (altra
società a delinquere, peggio di Near e Misa forse^^)...
Riguardo alla strega... Devo dire che il principe di Biancaneve non mi
è mai piaciuto, ma cionostante il ragionamento su
Biancaneve, i nani-killer e la strega cattiva mi sono venuti proprio
mentre scrivevo... A volte mi vengono cose così, ma mi fa
piacere che risultino divertenti! Spero che anche il resto diverta, ma
devo dire che Misa e Near ora che si sono alleati ne spareranno di ogni
senza fare praticamente altro che stare a guardare^^! Mi auguro che il
capitolo nuovo ti piaccia! Un bacio!
x Puce16: felice che tu sia ritornata! e felicissima che ti
siano
piaciuti i capitoli! cominciamo dal principio... beh, devo darti atto,
il computer che ci mette ore a connettersi è anche un mio
problema, ogni tanto (motivo per il quale aggiorno sempre a notte
tarda, dato che c'è più campo e non spreco troppo
tempo)... perciò ti capisco! Beh, riguardo a Matt che pensa
tutta la notte a Mello, il rossino mi ha commissionato un'osservazione:
non che non ne sia felicissimo, oltre ogni dire, per carità
(diciamo che per dire questo l'abbiamo minacciato io, Light e Mello in
contemporanea, perchè lui aveva semplicemente detto che "gli
aveva fatto piacere"!), ma avrebbe... come dire? gradito una serata di
dormita, dopo quella devastante avuta per colpa di Light!
Però pazienza... Ah, altro messaggio da parte di Matt (ma
che sono, il tuo portavoce? ndme) : sei felice della conoscenza di
Light e L... ma anche del fatto che Matt fosse seduto sulle gambe di L?
No, perchè Matt dice che è stato imbarazzante...
Chissà come mai^^. Comunque, passando a non dare
più i messaggi di Matt... Sono contenta che ti sia piaciuta
la MelloxLight (temevo di averla fatta troppo corta!) e che la Near
& Misa Spa ti sia piaciuta...! Hai visto che Mello non era
così indifferente a Matt come credevi? Mi fa piacere che ti
sia piaciuta anche la lemon tra di loro...! E anche che tu abbia
rischiato coi tuoi per leggere la mia fic! Me felicissima! Grazie mille
x tutti i complimenti e un bacione! Spero che continuerai a seguire e
che il capitolo ti piaccia!
x Bimba127: Misa è quella che più
rispecchia me,
in questa fic... Ma non potevo fargli ammazzare il nano bianco! (era
utile allo scopo della fic? No, beh, semplicemente adoro il piccolo
nano^^). Sono contenta che la Near&Misa spa sia piaciuta anche
a te^^^! Ma mi sa che in un primo momento i due non faranno altro che
stare a guardare come vanno le cose... Saranno un po' la mia voce
all'interno della fic (come vorrei essere al posto di Misamisa!)...
Comunque, devo darti ragione riguardo a Mello: le fortune vanno sempre
agli altri! Ma che ce possiamo fare? Ah, a te è piaciuta
anche la NaomixAiber.... Bene! Forse potrei farla ricomparire... Devo
vedere se e dove! Ah, e sei stata la prima a dispiacerti x Light e L (o
almeno a scrivermelo...)... beh, anche a me è dispiaciuto.
Per L, soprattutto.... Light a volte non lo sopporto nella sua gelosia
(è sovrumano!), ma stavolta mi fa un po' pena...
Mah...Comunque è ovvio che non la prenderanno per niente
bene... Anche se x L non ho ancora deciso che cosa farà (per
Light sì, ovviamente...)! Beh, resta in ascolto (o in
lettura!)! Un bacio e grazie per i complimenti, spero che il nuovo
chappy ti piaccia!
x Myrose: allora... cominciamo dalla recensione sul cap7. Non
so
esattamente perchè non ho messo L, a dirti la
verità... Forse perchè non ce lo vedevo bene
lì? Boh. Se avesse saputo che c'era anche L, forse Mello non
avrebbe insistito tanto per andare, e addio casino successivo... Ma mi
sa che non c'è una ragione ben precisa, alla fine (mi spiace
di averti sottoposto a questa obbrobriosità,
però!) Riguardo alla perla di Misa... mi è venuta
durante la scrittura, devo dirlo. non era qualcosa di premeditato. Ma
mi fa piacere che tu la condividi... Anche io condivido il tuo punto di
vista sul cattivo (insomma, il buono non mi ha mai attirato troppo!),
oltretutto! I nani-killers... Oddio, mi è venuta
così, ma effettivamente ora che ci pensavo... non ho mai
capito se Biancaneve era morta o no. Insomma, se era morta non aveva
bisogno di respirare, però, no? ma se fosse solo svenuta...
Bah, le trame dei Grimm! Circa la Near&Misa spa (ormai sono
stati ribattezzati così^^), devo dire che anche io li
adoro... perchè mi rispecchiano perfettamente nella mia
infamia! AhAh, comunque bella la storia sull'avvocato inventore, non ci
avevo pensato ma in effetti ha ragione!
Passando all'ottavo capitolo...beh, mi fa piacere che tu abbia gradito
il passato di Mello... ce lo vedo molto così! Anche se mi
spiace per Light, che dovrà rendersi conto che era solo
qualcuno che l'aveva salvato dalla perdizione (possiamo chiamarla
così?) e di cui Mello si era invaghito piuttosto
temporaneamente! Che dire? Mello vuole bene a Light, e Matt a L... Ma
non provano di certo i sentimenti che provavano prima per loro (a
proposito, mi fa piacere che ti sia piaciuta la scena d'amore!^^)... Ma
circa la reazione di L e Light, ti rimando al titolo di questa fic:
diciamo che è piuttosto esauriente per capire la loro
reazione! L non lo farò troppo permissivo, tranquilla (a
proposito, mi dispiace per te... diciamo che anche io ho vissuto lo
stesso, più o meno. e ci sono rimasta malissimo!) ma
Light... insomma, non me lo immagino di certo a brandire un bastone
nodoso (anche se l'idea ci starebbe, eh... ndLight), ma geloso al punto
giusto direi proprio di sì! Beh, vedrai...Spero che ti
piaccia d'ora in poi! Un bacione granitoso anche a te! (e, infine, mi
fa piacere che la mia fic ti abbia reso le serate meno pesanti!^^) !
xxx spero che continuerai a seguire!
x _Kira_94: Misa e Near piacciono davvero tanto! beh, sono
contenta di
questo! Quanto alla lemon... Beh, sono contentissima che ti sia
piaciuta!^^^^^^^ Quanto a Light e L... beh, lo scopriranno,
altrimenti non ci sarebbe tutto questo casino! Però hai
ragione: MxM forever! Ma sto ancora ponderando una LxL... mah, vedremo.
Comunque Light se si mettesse con L credo proprio che rivedrebbe i
propri errori fatti con Mello e sarebbe moooooolto meno geloso... ma
sei Light non fosse geloso non ci sarebbe tutto il casino che d'ora in
poi scaturirà! Comunque, riguardo agli insulti su Light (ah,
preparati anche in questo capitolo...non mi uccidere ti prego!)
è tutta colpa di Mello, te lo posso assicurare.ti spiego:
dato il loro odio per Kira, Mello mi ha minacciato che se non avessi
scritto quelle cose mi avrebbe tolto il diritto per scrivere yaoi su
lui e Matt... (non mi chiedere perchè il contratto riporti
la mia firma, io non l'ho firmato!). Ora ti sto scrivendo
ciò perchè si è distratto un attimo
(poco furbo il ragazzo... prima si distrae con Takki, ora con me!).
Beh, se volete meditare vendetta, fatelo contro di lui. Ma, vi prego,
solo dopo che avrò finito questa fic (vabbè che
è già morto... ma questi sono dettagli, no?).
Scherzi a parte, mi scuso per gli insulti a Light, ma sono solo insulti
alla sua gelosia, non alla sua persona (almeno da parte mia, poi per il
resto chiedete a Mello e Matt^^). Spero che continuerai a seguire e che
il nuovo chappy ti piaccia! Un bacione!
x FEDELLE: Ahahah, quella è una delle cose che mi
è piaciuto molto scrivere! Spero che anche il resto della
fanfiction ti piaccia e che continuerai a seguire! Un bacione!
x MARIKO UCHIHA: Hola! Mi sei mancata! Allora, grazie per non
avermi
ucciso per la LightxMello innanzitutto^^! Ma... le grida per i
capitoli? Beh, non posso che averne piacere, se la mia fic ti piace
così tanto! Non fa nulla se non hai commentato gli ultimi
capitoli, ma mi fa piacerissimo che tu abbia commentato questo con
tanto entusiasmo! Beh, anche a me il progredire dei sentimenti di Mello
è piaciuto molto... Insomma, molto realistico, mi
è parso! Beh, ecco il nuovo capitolo! Un bacione (alla Near?
Ma com'è ? °_°) e spero che ti piaccia anche
il capitolo seguente! xxx!
Per finire, un ENORME GRAZIE di nuovo a tutti coloro che
recensiscono, che hanno messo la mia storia tra i preferiti, tra i
seguiti, o che la leggono soltanto! Spero che continuerete a seguire e
che la fic continui a piacervi! Un bacione da madychan!
9.
Risveglio
Mi sveglio di colpo, come se fossi stato colpito da qualcosa di
velocissimo.
Sento immediatamente il mio respiro affannato e stanco.
Che si blocca immediatamente, al vedere il magnifico corpo sotto di me,
che ancora sta riposando tranquillamente.
Oddio.
Non so se essere più felice o sconvolto.
Resto lì a fissare Mello, il cervello completamente in tilt.
Abbasso la testa solo dopo un po’, sconsolato.
Lo devo ammettere: è stato stupendo. Sublime. Magnifico.
Meraviglioso. Splendido.
E mi sa che è proprio per questo che è un casino
colossale, adesso.
Sospiro, per poi scostare le coperte e alzarmi con calma, cercando di
non svegliare Mello. Lo copro di nuovo, delicatamente, guardandolo in
faccia. Ha le guance leggermente rosse, e un’espressione
soddisfatta in viso, completata da un sorriso appena accennato che
viene mascherato di poco dai suoi capelli biondi. Sta respirando
tranquillamente, a quanto mi sembra di vedere.
Ma la cosa che mi lascia un po’ è il sorriso.
Cazzo… Quanto è bello, quando dorme e ha quel
sorriso in faccia.
Mi scosto, interrompendo la mia contemplazione. Mi alzo, e mi dirigo
verso il bagno, acchiappando l’accappatoio per mettermelo
addosso. Adesso che sono uscito da sotto le coperte, andare in giro per
la casa è un suicidio: fa un freddo boia, cazzo.
Vado in camera, prendendo i miei vestiti e guardando, in contemporanea,
l’orologio sulla scrivania.
Le quattro e mezzo del mattino.
Ma che cazzo ci faccio sveglio a quest’ora, dannazione?!
Mi rinfilo dentro il bagno – decisamente il luogo
più caldo di tutta la casa – e mi rimetto i
vestiti. Rimetto l’accappatoio a posto e vado per la seconda
volta in camera, prendendo il pacchetto di sigarette e
l’accendino, dalla tasca dei miei pantaloni – che
sono, senza alcuna pietà, a terra – e afferrando
due coperte da mettere addosso a Mello, sopra il piumone, in modo che
si scaldi meglio. Ne prendo una anche per me, e me ne vado in salotto,
accucciandomi sul divano e accendendomi la sigaretta. Il posacenere,
mio fidato compagno fino alla sera prima, fino al momento in cui era
arrivato Mello, è ancora sul divano, pieno di sigarette
fumate ieri per il nervosismo.
Non che ora sia molto tranquillo, ovviamente. Ma il posacenere non ho
proprio voglia di svuotarlo.
Rimugino su quello che è successo.
Allora, ricapitoliamo: Mello è venuto a casa mia
perché aveva litigato con Light. E avevano litigato per me.
Mi ha sconvolto un po’, abbiamo un po’ scherzato, e
poi lui si è messo a raccontarmi di Light, della sua storia
con lui.
Poi, gli ho fatto quella fatidica domanda che ha sconvolto tutto.
“Tu sei ancora innamorato di Light?”
Ma dico, che cazzo mi è venuto in mente di dire, porca
miseria?! Insomma, che cazzo di domande fai?!
Tolgo la sigaretta di bocca, prima di mettermi a sbattere la testa
contro le ginocchia, insultandomi apertamente per la mia
stupidità.
« Ma che cazzo ti viene in mente di dire, Matt? A che cazzo
pensavi? »
Beh, la risposta è più che ovvia, anche se mi
sconvolge un po’.
Effettivamente, però, devo ammetterlo. Io in quel momento,
semplicemente,
non pensavo.
Insomma, avere Mello di fianco a te, in quelle condizioni,
così dolce… Come facevo a pensare?! Dannazione a
me e ai miei istinti animali intrattenibili, cazzo!
Rimango per un po’ a pensare a ieri sera, ancora facendomi i
complessi.
Che è successo dopo? Ah, sì, Mello mi ha detto
che gli piacevo io. Mi ha spiegato il motivo. E io gli ho detto che mi
piaceva anche lui. Mi ha abbracciato e mi ha detto che quello era il
miglior regalo di Natale che avesse ricevuto.
Già, il regalo di Natale… effettivamente non
gliel’avevo fatto. Non avevo idea di cosa potesse piacergli.
Uffa, non è il momento di stare a rimuginare sul regalo di
Natale, dannazione!
Beh, ma in fondo… a che altro posso pensare?
Poi, dopo quelle parole, non ci siamo detti più niente.
Abbiamo agito e basta.
Eppure, è stata una cosa piuttosto tranquilla. Non
l’ho aggredito o cosa. Se non avesse voluto avrebbe potuto
dirmelo tranquillamente, e io mi sarei fermato.
Prendo il posacenere quasi automaticamente e ci lascio cadere dentro un
po’ di cenere della sigaretta, senza nemmeno guardare quello
che sto facendo.
Va bene, riordiniamo le idee. A me Mello piace. Piace da impazzire. E
Mello ha detto che anche io gli piaccio.
Due problemi ci sono, ora.
Anzi, per la verità, tre, se vogliamo proprio contarli tutti
quanti.
Problema numero uno. A Mello piaccio veramente, o ha detto quelle cose
solo perché era depresso ieri sera?
E questo potrei risolverlo quando lui si sveglia, direi…
Problema numero due: Light. Come cazzo faccio a risolvere la questione
con lui?! No, perché, primo, Mello è qui, a casa
mia, dopo che loro due hanno litigato per me. E,
secondo, la
motivazione della litigata non si è rivelata neanche troppo
falsa, come invece credevo. Dannazione, non ho scusanti.
Beh, per ora meglio accantonare anche il problema numero due.
Problema numero tre: L.
E adesso che cazzo gli dico, a lui?! No, perché anche lui
non è che non sia geloso… Magari non lo
è ai livelli di Light, ma cazzo, direi che siamo
lì! Se gli dico quello che ho fatto con Mello quello mi
uccide, e stavolta per davvero!
Che faccio ora? Dannazione, non lo so… Cazzo, ma possibile
che non abbia uno straccio di idea?
Ok, ok, calmiamoci. Una cosa per volta. Con calma.
Nella mia mente cominciano a profilarsi delle parole.
“L, senti… Volevo dirti che… Beh,
insomma. A dirla tutta, mi piace Mello. Mi piace da impazzire. E ho
scoperto di piacere anche io a lui, perciò… Beh,
aveva litigato con Light, ed era venuto a casa mia, e
quindi… Ci siamo dichiarati a vicenda
e…”
Ok, lasciamo perdere questa. L odia i giri di parole e gli insicuri.
Qualcos’altro?
“L, devo dirti una cosa. Mello mi piace. E ho scoperto che
anche io piaccio a lui. E quindi, insomma… Siamo stati a
letto insieme. Lui aveva litigato con Light ed era venuto a casa mia, e
ci siamo dichiarati quello che provavamo.”
No, non ci siamo. Così è troppo diretto,
dannazione… Va bene tutto, ma L non ha un cuore di ghiaccio.
Non reggerebbe a qualcosa di troppo diretto.
Oddio, non che con questo voglia dire che gli verrebbe qualcosa tipo un
colpo al cuore, o giù di lì. Semplicemente,
tenterebbe in tutti i modi di ammazzarmi. Tutto qua.
Perciò… Altro modo di dirglielo?
“L, devo parlarti un attimo… So che non ti
piacerà, ma mi sono reso conto che sono innamorato di Mello.
Lo so che ho deciso di mettermi con te, ma mi sono accorto che a me
piace lui. E quindi, alla fine, gliel’ho detto. Insomma, era
venuto a casa mia dopo aver litigato con Light per me, e alla fine
è saltato fuori che gli piaccio anche io.
Così… beh, siamo andati a letto
insieme.”
Forse questa già è un po’
più decente, ma ci devo ancora lavorare.
Aaaah, cazzo! Che palle! Insomma, ma perché capitano tutte a
me?!
Lo sguardo, manco a farlo apposta, mi cade sul cellulare che ho buttato
sul divano ieri sera.
Forse c’è una persona che potrebbe aiutarmi, e
dirmi quello che devo fare.
Accendo il telefonino, aspettando che registri la rubrica, inizializzi
il servizio sms e quant’altro. Appena vedo che è
pronto, vado sull’elenco delle persone di cui ho il numero e
cerco quello di Misa.
Un messaggio interrompe la mia ricerca di colpo.
Memoria sms esaurita.
Ma come “memoria sms esaurita”?! La svuoto sempre,
e può tenere qualcosa come un centinaio e passa di messaggi!
Vado sulla posta in arrivo, curioso di sapere il fautore di quello
scempio.
Ah, beh.
Ero talmente rincoglionito e concentrato sulla situazione che non ho
collegato.
Chi altri poteva essere, d’altronde, se non Light?
Centocinquanta messaggi di chiamate perse. Solo di
Light.
Sbuffo. Se sono così tante già sul mio,
figuriamoci su quello di Mello e su quello di Near. Sarà una
catastrofe…
Svuoto velocemente la memoria dei messaggi ricevuti e ritorno sulla
rubrica, cercando di nuovo – grazie a
Light – il
numero di Misa. Stavolta la chiamo, prima che mi arrivi qualche
chiamata non desiderata da Light.
Aspetto che risponda, senza connettere, sulle prime, che una persona
normale, di solito, alle cinque del mattino dorme.
Lo realizzo solo quando finisce il settimo squillo.
E all’ottavo sento che la chiamata viene accettata da Misa.
« Matt? Ma che cazzo mi chiami alle cinque del mattino?
» chiede lei, mugugnando. Poveraccia, l’ho
svegliata.
« Misa, scusami, davvero. Ma ho bisogno di parlarti
urgentemente. » replico, dando almeno un motivo decente a
quella telefonata che, lo so, mi rinfaccerà per parecchio
tempo.
« E non potevi chiamare il tuo fidanzato, se dovevi
parlargli? Quello sta sempre sveglio, non potevi parlarne con lui?
» si lamenta lei.
« Non posso parlargliene. È una cosa seria, Misa.
» dico.
Sembra svegliarsi all’improvviso, dal tono che adotta subito
dopo: decisamente, più padrona della situazione.
« Che è successo? » mi chiede.
Tiro un lungo respiro, prima di sbatterle in faccia la
verità.
« Sono stato a letto con Mello. »
Silenzio. Soffocante silenzio.
« CHE COSA?! »
« Misa, ma che ti urli? »
Spalanco gli occhi, sentendo l’altra voce all’altro
capo del telefono.
Mi sembra terribilmente familiare. Ma dove…?
« Misa, chi c’è lì con te?
» domando, curioso nonostante la situazione.
« Ah, nono, nessuno! » fa lei, agitata. «
Aspetta un attimo solo, Matt! Arrivo subito! »
La sento allontanare il telefono da sé, per poi captare
brevi brani di una conversazione. Ma chi cazzo c’è
lì con lei?!
« Matt, scusa, puoi ripetere quello che hai detto?
» mi domanda lei, tornando alla nostra conversazione.
Sospiro di nuovo. Che tortura. Ma perché tutte a me?!
« Sono stato a letto con Mello. » ripeto, con una
calma che non mi si addice, in una situazione come questa.
Ancora silenzio. Di nuovo soffocante, asfissiante, assillante silenzio.
« Ma perché? Che è successo?
» domanda lei, più curiosa che veramente
preoccupata per la situazione.
« È venuto a casa mia, ieri sera. »
spiego. « Aveva litigato con Light e si era preso un sacco di
pioggia, così l’ho fatto rimanere qua. Ci siamo
messi a parlare, e durante il discorso è venuto fuori che io
gli piaccio, e che lui piace a me. Diciamo che, beh… il dopo
è venuto spontaneo. »
La sento di nuovo stare zitta.
Ma che cazzo! Quando ho bisogno che parli, sta zitta! E quando ho
bisogno che stia zitta, parla! Mi ci devo mettere d’accordo,
con ‘sta ragazza…
« Quindi né Light né L sanno niente?
» mi domanda lei.
Ma che cazzo di domande sono?! « No. Non sanno niente.
»
« E Mello che dice? » mi chiede lei.
« Che vuol dire “Mello che dice”? A parte
il fatto che sta dormendo, è stato lui il primo a
dichiararsi! »
« Non sto dicendo questo. » replica lei.
« Che sia stato il primo a dichiararsi non ne avevo il minimo
dubbio, dato che tu sei troppo timido, anche se vuoi fare il duro.
» Mi acciglio leggermente a quella costatazione, ma devo
ammettere che non ha poi tutti i torti. « Il problema ora
è dirglielo a Light e L, e se quei due lo vengono a sapere
c’è un’alta probabilità che
tu non sopravviva per vedere l’alba del giorno dopo.
»
« Grazie per l’ottimistica previsione, Misa. Ora
sono molto più tranquillo, sai? » replico, seccato.
« Ah, andiamo, smettila! Il problema ora è che
glielo dovete dire per forza, a quei due! Lo sai, vero? Non avrete
intenzione di andare avanti con una relazione clandestina? »
« No, ma… ». Sospiro, rassegnato.
È ovvio che dobbiamo dirglielo, ma come?!
Di certo non la
prenderanno bene… « Misa, se ti ho chiamato
è perché volevo che mi dessi un consiglio su come
dirglielo. Insomma, tu non sei esperta di queste cose? »
« Esperta io? Beh, magari un po’, ma non ho mai
avuto ragazzi troppo gelosi… O meglio, io non ho il vostro
stesso carattere. Li mollavo senza problemi, se non mi andavano
più a genio. Voi due, invece, avete il doppio problema del
vostro carattere, e della gelosia dei vostri ragazzi. » La
sento sospirare. « Siete proprio nei casini, ragazzi.
Soprattutto te, Matt. »
Come se non l’avessi capito. Questo era scontato.
« Beh, augurami una morte veloce e indolore, in questo caso.
» commento. Non posso fare altro che prenderla sullo scherzo.
La sento ridere. « Eddài, non essere
così tragico! Magari ti torturano e basta! »
replica lei. « Però, sinceramente. Sono contenta
che finalmente vi siate dichiarati. Io vi vedevo benissimo insieme,
sai? »
« Misa, tu vedi bene chiunque sia piuttosto figo, con me.
» replico, seccato.
« Ma no, non è vero! Beh, magari Mello ce lo
vedevo bene con Light, ma te l’ho detto che quel dandy non
poteva reggere il confronto con te! Visto che avevo ragione? »
Sospiro, rassegnato all’indole da fan girl di Misa. Prima
Crudelia Demon, poi la fan girl… E poi la gente si
sorprendeva se, a parlarmi di Misa Amane, a volte me ne uscivo con
frasi tipo “Ah, sì, quella pazza”. A
bassa voce, ovviamente, ma a volte mi capitava. E decisamente non a
torto, no no.
« Dài, Matt, ora ti lascio tornare a coccolare il
tuo Mello! Mi raccomando, trattalo bene, ok? » fa Misa,
allegramente. « Ciao ciao! »
Sbuffo, mentre Misa chiude la chiamata. Spengo la sigaretta –
ormai un mozzicone che quasi non ho fumato – e la butto ne
posacenere, intenzionato a fare quello che mi ha consigliato Misa per
il futuro prossimo – e cioè, andare di nuovo a
coccolare Mello, ovviamente senza andare oltre le
coccole, stavolta: non mi sembra proprio il caso.
Non faccio in tempo ad alzarmi, che, voltandomi di un po’,
vedo Mello, accanto al divano, avvolto nelle due coperte che gli ho
messo sopra il piumone.
Cazzo, poco mancava che mi venisse un colpo.
Però, dannazione… Non sono pronto!
Ma pronto per che, poi? Bah, ma che cazzo vado a pensare a
volte…!
« Matt… posso stare qua con te? » mi
domanda lui, con un leggero rossore in viso.
Non ci credo. Tutto, ma Mello imbarazzato no, per
favore!
« S-sì… vieni. »
Si avvicina, barcollando un po’. Sembra che sia ancora stanco
morto, perché mi pare quasi che inciampi e cada proprio
addosso a me, investendomi. Lo afferro al volo, stringendolo a me e
aiutandolo ad accomodarsi meglio sul divano.
« Scusa. » si scusa lui. « È
che… mi sono svegliato e non c’eri, nel letto.
Volevo parlarti. »
“Anche io.”
« Parlarmi? Di cosa? » gli chiedo, tentando di
dominare la curiosità.
Lui mantiene lo sguardo basso, il viso accostato alla mia spalla.
« Ti sei pentito di quello che abbiamo fatto? »
La sua voce è a malapena udibile, soprattutto nel diluvio
che – me ne rendo conto solo ora – imperversa
ancora.
Non so che rispondere, dannazione.
Non mi sono pentito. Mi è piaciuto, anzi. Ma non avremmo
dovuto farlo.
Beh, lo so che non è educato rispondere a una domanda con
un’altra domanda, ma mi serve per capire che cosa ne pensa
lui.
« Perché me lo chiedi? » domando a mia
volta.
« Rispondimi. Guarda che lo so, che stai cercando di capire
cosa voglio sentirmi dire. » replica lui, inflessibile.
Ahia. Beccato in pieno, maledizione.
« Va bene. » acconsento. « Non me ne sono
pentito. Però… Non avremmo dovuto farlo. O
meglio, avremmo dovuto farlo solo dopo che avevamo chiarito le cose con
Light e L. »
Lo sento sospirare, senza dire nulla per un po’.
Probabilmente sta analizzando la mia risposta.
« Te l’ho chiesto perché ho sentito la
telefonata. » spiega lui, rispondendo alla mia domanda di
prima. « L’ho sentita tutta. E ho visto anche che
stavi pensando, prima di telefonare. E ho sentito quello che hai detto,
anche se era a bassa voce. »
Spalanco gli occhi. Cioè, praticamente si è
alzato dopo che mi sono alzato io! Quindi l’ho svegliato?!
« Che ho detto? » domando, non ricordandomi quello
che avevo detto in quel frangente.
« Le tue parole sono state, più o meno,
“che cazzo ti viene da dire, Matt? A che cazzo stavi
pensando?”. » replica lui, atono. «
Immagino ti riferissi a quando mi hai chiesto se ero ancora innamorato
di Light. »
Ma come cazzo fa a saperlo?!
« Non stupirti. Non sono secondo solo a Near per niente.
» mi anticipa lui, con un mezzo sorriso, per poi tornare
serio. « Ho ragione? »
Come negarlo?
« Beh, sì. Stavo pensando a quello. »
dico.
Il suo sguardo di fa un po’ più severo.
« Perché hai detto una cosa del genere? »
Ma che ho fatto per farti incazzare così, piuttosto!
« Perché… Beh, temevo che tu potessi
avermi detto che ti piaccio solo perché eri un po’
scosso. Insomma, posso essere sicuro dei miei sentimenti, ma non dei
tuoi, soprattutto dato che eri stravolto, e… »
Non faccio in tempo a finire.
Mi attira a sé e mi preme le labbra sulle mie, con forza.
Solo che, a differenza delle volte in cui io
l’ho interrotto
in quel modo, lui decide di andare oltre il semplice contatto delle
labbra.
La sua lingua passa sopra le mie labbra, invitandomi ad aprirla. Lo
lascio fare, ben deciso, però, a non subire passivamente. La
mia voglia di esplorare quel corpo è ancora tanta,
perciò lascio che le mie mani scendano giù, per
alzargli la maglia e accarezzarlo…
Spalanco gli occhi, esterrefatto.
Mello sembra accorgersene, perché si stacca immediatamente.
« Che c’è? » mi domanda.
Come se nulla fosse, cazzo!
« Mello, ma tu scotti! » esclamo, lasciando perdere
la sua pancia e salendo con le mani a toccargli la fronte.
Decisamente bollente. Deve essersi preso qualcosa ieri sera, correndo
sotto la pioggia.
E, dannazione, siamo pure stati scoperti con la temperatura di questa
casa, e non ho nemmeno fatto in tempo ad asciugargli i capelli,
che…!
« Lascia perdere, non è niente. »
replica lui, avvicinandosi di più a me. « Non
agitarti. Va tutto bene. »
Un improvviso accesso di tosse subito dopo quell’affermazione
– tipica coincidenza bastarda – mi fa capire che,
no, non va tutto bene.
« Mello, hai la febbre alta… » ribatto,
cogliendo finalmente il motivo delle sue guance rosse quando
è venuto qua. Non era imbarazzo, era febbre, dannazione.
Faccio per scostarlo, per andare a prendergli qualcosa che possa
aiutare la febbre a scendere.
Ma lui non me lo permette. Mi stringe forte, attaccandosi a me,
ansimando leggermente per le sue condizioni.
« Resta qua. » mi dice, a bassa voce. Mi rendo
conto che non può parlare a voce più alta.
« Resta qua, per favore. Non è niente di grave,
sta’ tranquillo. Se ti sto vicino, al caldo, mi passa, sono
sicuro. »
Esito un attimo, colto alla sprovvista da quel suo tono quasi
supplichevole. Sorpreso da quella sua richiesta, così
insistente.
« Mello, non basta un abbraccio, per farti passare la febbre.
» osservo.
« Se è il tuo, sì. » replica
lui. « Mi piace stare abbracciato a te, Matt. Sei
così caldo… »
Non posso fare a meno di arrossire, per quella dichiarazione. E non
posso nemmeno negargli il mio abbraccio, visto che si sente
così bene, tra le mie braccia.
« Matt… Lo so che potrà sembrare
strano, detto dopo una litigata con Light, ma… »
inizia lui, a voce bassa. « Insomma, quando sto con
te… mi sento il cuore battere a mille. Sul serio, non ti sto
prendendo in giro. Ed è una cosa che non ho mai provato
né per Light, né per il fratello di
Near… È la prima volta che provo una cosa del
genere. Davvero. Perciò, per favore, non dire che non ti
fidi di me. Mi sono bastati solo cinque minuti per darti un soprannome,
dopotutto, no? »
Spalanco gli occhi, cogliendo il nesso con quello che avevo detto io,
quando ci eravamo conosciuti.
Lo vedo tenere gli occhi chiusi, ansimando per il caldo.
Cazzo… Giuro che, appena lo becco, Light mi sente. Eccome se
mi sente.
« Va bene, Mello. Mi fido di te, tranquillo. »
dico, stringendolo di più a me.
Non posso vederlo perché gli ho lasciato appoggiare il mento
sulla mia spalla sinistra. Ma sono sicuro che stia sorridendo.
« Grazie. » mormora.
Lo sento lasciarsi andare al sonno poco dopo.
Quasi inconsciamente, lo seguo nel mondo dei sogni, ancora abbracciato
a lui e al suo corpo caldo.
« Aaaaah! Poco mancava che capisse chi eri, dannazione!
»
« Ma scusa, tu ti metti a urlare mentre sto
dormendo… »
« E va bene, scusami, ma era una cosa seria! Mi ha colto di
sorpresa! »
Sospiro, vedendola saltellare, prima su un piede e poi
sull’altro, agitatissima. E dire che al telefono ha risposto
con il tono di una mummia che è appena uscita
dall’oltretomba…
« Near, stai ancora pensando a strani paragoni su di me,
vero?! » esclama lei, incazzandosi.
Scaccio via immediatamente la mummia dalla mia testa. « No.
Ho di meglio da fare. Tipo cercare di non rincitrullirmi alle tue
continue grida, Misamisa. » replico, arrotolandomi la solita
ciocca di capelli sul dito.
Misa mette il broncio, seccata. Sbuffo, annoiato.
« Misa, va bene che siamo a casa tua, ma abiti comunque in un
condominio in cui le pareti non sono insonorizzate. » dico,
tentando di calmare la rabbia che, lo so, la sta già
spingendo a trovare mille vendette da regalarmi al mio prossimo
risveglio. « Se continui ad urlare alle cinque del mattino,
rischi qualcosa per inquinamento acustico e disturbo della quiete, lo
sai? »
Lei incrocia le braccia, irritata.
« È una cosa seria, Nate. » dice, con
un’espressione arrabbiata in viso.
Ok. Quando mi chiama per nome, vuol dire che la cosa è
seria. Un po’ come io con Mello, insomma.
« Sentiamo. Ti ascolto. » acconsento, sedendomi a
gambe incrociate sul letto in cui stavamo beatamente dormendo.
Lei mi guarda, un po’ accigliata, per poi sedersi di fronte a
me, nella mia stessa posizione.
« Mello e Matt. » dice lei, come se bastassero tre
parole a spiegare tutto.
E, beh, in effetti bastano.
« Mello e Matt? » domando, anche se ho
già capito tutto. Nel poco tempo che abbiamo passato
insieme, da quando ci siamo riappacificati, ho imparato a capirla
questa ragazza. E so benissimo che muore dalla voglia di spettegolare.
Fortuna per lei che ci sono io che l'ascolto. Mannaggia a me
perché mi imbarco sempre nei casini.
« Light e Mello hanno litigato di nuovo e Mello è
andato a casa di Matt. Si sono dichiarati ed è andata a
finire che sono andati a letto insieme. »
Però. Non è mai stata così sintetica,
quando si trattava di parlare dei fatti altrui.
Non posso fare a meno di farglielo notare.
« Di solito non sei così sintetica. »
replico, per nulla sorpreso da quella rivelazione. Avevo già
capito tutto dalla telefonata.
« Ooooh, Near, uffa! » fa lei, agitandosi.
« È che Matt è il mio migliore amico, e
io vorrei almeno che non fosse ammazzato da Light e L per questo!
Perché, lo so, Light lo ammazzerebbe perché e
geloso di Mello, e L ucciderebbe sia Matt che Mello, per questo!
Però non so nemmeno come aiutare Matt per risolvere la
questione! Oddio, che devo fare? Non so che fare! Neaaaaar! »
La osservo, mentre si agita. Ad un certo punto, stanco di sentire le
sue urla – come stanchi saranno di certo anche i vicini di
casa, a sentirla; poveracci loro – la interrompo.
« Misa. » la chiamo, annoiato. Lei si blocca di
colpo. « Se stai facendo tutto questo putiferio
perché vuoi che ti blocchi come Matt ha fatto con Mello
quella volta, mettiti il cuore in pace. »
“Quella volta” è praticamente quando
Matt ha bloccato, una volta tornato a casa, la sfuriata di Mello. Misa,
da perfetta fan girl adoratrice di yaoi, non ha potuto fare a meno di
raccontarmi quell’episodio, anche se me lo sarei volentieri
risparmiato.
Insomma. Essere suo socio in questa sua assurda “ricerca di
divertimento ai danni sentimentali altrui” – come
l’ha chiamata lei –, per ora, ha portato
più vantaggi che svantaggi. Almeno per me. Perché
sentire parlare di yaoi a manetta, di relazioni assurde, e soprattutto
sentire le urla di Misa ogniqualvolta che si agita, per me non
è un vantaggio. È un vero e proprio
incubo.
« Ma sei scemo?! Io non mi faccio baciare da un nano come te!
» esclama lei, indignata.
Sono quasi sul punto di chiederle che cos’abbia il nano
che
non va per lei. Ma mi trattengo, facendo appello alla mia
pressoché infinita pazienza. Che quella stessa pazienza
pressoché infinita si stia esaurendo,
beh… questo
è un fatto secondario.
« Se non è per questo, che stai dando
aria alla
bocca… » esordisco, divertendomi in
particolar
modo a infierire sul suo sproloquiare assolutamente inutile.
« …allora dillo apertamente, che non vuoi che
ammazzino Matt solo perché così ti vedresti tolto
il tuo divertimento principale. »
« Non è vero! Matt è mio amico!
»
« Ma sei stata proprio tu a dirmi che sei diventata amica sua
perché ti divertivi a vedere la sua vita sentimentale
incasinatissima, no? » chiedo io, pacatamente.
Lei sbuffa, colta con le mani nel sacco. « E va bene. Ma non
toglie che è mio amico e ci tengo a lui! »
« E non toglie che devi smetterla di urlare, scema.
» ribatto, tranquillo.
Lei incrocia di nuovo le braccia, infuriata. « Sai, sarebbe
un buon motivo per lasciarti. Così almeno la finiremmo, con
tutta questa cazzo di farsa davanti ai tuoi. »
« Vuoi scherzare? Ora che hanno trovato una ragazza come te,
persino più bassa di me, non ti
lasceranno andare per un
motivo stupido come il fatto che ti rimprovero perché urli
troppo alle cinque del mattino del 4 di gennaio,
quando tutti sono in
vacanza e dormono. Come avremmo teoricamente
dovuto fare noi, se solo
tu non ti fossi messa a urlare e avessi svegliato
anche me. »
La vedo gonfiare le guance per la rabbia e l’imbarazzo.
« Non osare parlarmi in questo modo, Nate River detto Near!
» esclama lei, puntandomi.
Sospiro. È proprio irrecuperabile.
Ma, dannazione, almeno se ne stesse un po’ zitta…
Invece no. Nemmeno nel sonno sta in silenzio. Parla sempre, cavolaccio.
E a volte non la sopporto proprio.
Di nuovo mi sveglio di colpo, stavolta per colpa di un rumore che mi
sta perforando il cranio.
Il cellulare.
Cazzo, mi ero dimenticato di spegnerlo…
Abbracciato a me, Mello sta mugugnando, infastidito, ma senza aprire
gli occhi.
Sbuffo, per poi prendere il telefono e prepararmi a maledire
l’intelligente che ci sveglia alle… sei meno un
quarto del mattino?! Ma chi è il pazzoide visionario che
sveglia la gente a quest’ora?!
E fa niente se anche io ho fatto la stessa cosa. Quelli sono dettagli
irrilevanti, no?
Beh, però la persona è perfetta per essere
maledetta.
« Calmati, Matt. Usa prima la diplomazia, poi al massimo lo
insulti. » mi dico, a bassa voce. Con una mano stringo di
più Mello contro il mio corpo, mentre con l’altra
avvio la chiamata con Light.
« Ma si può sapere che cazzo ti viene in testa, di
chiamare alle sei del mattino? Che vuoi? »
Questa è la mia risposta. Diplomatica, no?
« Matt, Mello è lì con te? È
tutta la notte che lo cerco, ma ha spento il cellulare e…
»
« Beh, prima di litigare con lui, potresti pensarci, a queste
cose. » replico, seccato.
Light si blocca, evidentemente sorpreso da quella mia osservazione.
« È qui con me, adesso. » lo anticipo,
rispondendo alla sua domanda ancor prima che me la ponga. «
Ma, dato che ha corso sotto la pioggia per venire qui, si è
preso una brutta influenza, e ora sta dormendo. Perciò,
evita di chiamare un’altra volta, altrimenti lo svegli. Ti
saluto… »
« Aspetta, Matt! Vengo a prenderlo e lo porto a casa subito!
»
Guardo Mello, che ha gli occhi semiaperti. Ha capito subito il mittente
di quella chiamata, il motivo e quello che ci stiamo dicendo.
« Scordatelo. Mello qua non disturba, e poi mi ha detto che
per un po’ non vuole vederti. » ribatto, stringendo
Mello di più, quasi inconsciamente. « Anche se tu
vieni qua, non ti aprirei. Perciò evita di disturbarti, ti
chiamo io quando mi dice che puoi venire. Ti saluto. »
E stavolta chiudo davvero la comunicazione, senza aspettare una sua
risposta.
Butto il cellulare sul divano e stringo di più Mello a me,
con entrambe le braccia, affondando il naso nei suoi capelli. Che sanno
del mio shampoo.
« Ancora un po’ che mi stringi, bastava che mi
soffocassi direttamente. » commenta lui, soffocando una
risatina.
Mi stacco, lasciandolo respirare un po’ meglio. «
Ma non eri te che volevi che ti tenessi al caldo? »
« No… te lo sarai sognato. » commenta
lui, appoggiandosi alla mia spalla.
« Sì, certo. E allora perché mi stai
appiccicato? » domando, sarcastico.
« Non montarti la testa, Matt. È che sei caldo,
effettivamente. Ma immagino sia tutto merito delle coperte. »
ribatte lui, tranquillamente.
Sospiro, per poi allentare un po’ la presa, giusto per non
soffocarlo.
« Era Light, al telefono? » mi chiede lui.
Ovviamente è una domanda retorica. Lo sa già.
Ma allora perché sta aspettando una risposta?
« Il tuo ragazzo non la smette mai, di rompere le palle.
» commento, sollevando la testa e guardando in alto, verso il
soffitto – che non riesco a vedere per via del buio della
casa. « Che vuoi fare? Se lo vuoi vedere, lo
richiamo… »
« No. Per ora no. » replica lui, senza fare un
minimo di movimento. « Per ora voglio solo stare un
po’ tranquillo. E voglio dormire. »
« Dormi. » acconsento, come se fosse una cosa
ovvia.
Lo vedo imbronciarsi un po’. « Non ci riesco.
»
Lo guardo per un attimo, sorpreso. Poi, però, capisco.
« Per lui? » domando.
« No. » mugugna lui.
Ok, allora non ho capito proprio un cazzo.
« Perché quel cazzo di trillo del tuo cellulare mi
ha svegliato talmente male che ora non riesco più a prendere
sonno… Che palle, stavo dormendo così bene!
» si lamenta Mello, annoiato e irritato.
Ridacchio, divertito dalle proteste di Mello. Quando fa così
sembra un bambino…
No, ma che cazzo vado a pensare?! Mello un bambino?! Certo,
sarò stato bambino anche lui, ma di sicuro non era il
bambino gentile e carino che mi sto immaginando io!
« Ma sono così comodo? » domando,
cercando di sviare i pensieri malsani che mi stanno occupando la mente
– Mello imbarazzato, Mello febbricitante,
Mello
bambino… Oddio, basta! Sto sfasando
troppo!
« No. » ribatte lui, seccato. « No che
non sei comodo. Non come il letto, almeno. Ma direi che a tuo vantaggio
c’è che sei praticamente un termosifone
vivente… »
Altra immagine folle che mi si presenta nella mente.
Me sotto forma di calorifero. O meglio, un calorifero con la mia testa,
le mie braccia e le mia gambe che spuntano dai lati. Marca Jeevas,
ovviamente.
Mi metto a ridere, non trovando altro da fare: dopotutto, che bisogna
fare, quando si sta impazzendo?
« Ma che hai da ridere adesso? » mi chiede Mello,
alzando la testa, seccato.
« No, è che… Mi stavo immaginando come
termosifone… » confesso, divertito.
Mello non può fare a meno di spalancare gli occhi.
È a dir poco sconvolto.
« Che cosa?! Ma sei scemo?! » esclama –
sempre con la voce roca, ovviamente. Affonda di più la testa
nella mia maglia, sbuffando sonoramente. « Ma guarda te se
uno così me lo dovevo trovare proprio io! »
Rido, divertito, dalle sue lamentele.
Beh, alla fine gli piaccio per come sono, a quanto vedo.
No, ora sono sicuro. Non mi pento per niente di quello che abbiamo
fatto. Certo, mi dispiace per L, ma… beh, le cose con lui
dovrò chiarirle. So che ci starà male, so che
nella migliore delle ipotesi rischierò di perdere il lavoro,
ma non posso farci niente. Spero solo che non la prenda male al punto
da volermi uccidere… Forse, portando Misa in ufficio con me
potrei evitare una catastrofe simile, dato che poi ci sarebbe un
testimone… Bah, forse meglio di no. Eddài, L
potrà anche essere tutto quello che vuoi, fino anche ai
limiti della gelosia – perché Light non
è ai limiti della gelosia, lui è già oltre
–, ma non tenterà di ammazzarmi…
forse.
Vabbè che, al momento opportuno, credo che ci
proverà Light.
Bah, alla fine mi sto comportando da egoista? Può
darsi… Ma che ci posso fare? Voglio bene a L, ma non come ne
voglio a Mello.
« Sei preoccupato per come reagirà L? »
mi domanda Mello, intuendo i miei pensieri.
« Maddài, non pensavo fossi anche
telepatico…! » commento, allegramente. Che posso
fare, se non prenderla con filosofia?
« Te lo si legge in faccia. » replica lui,
guardandomi, sarcastico. Un debole sorrisetto ironico gli si profila
sul volto. « Rischi di perdere il lavoro, per quello che hai
fatto… vero? »
« Nella migliore delle ipotesi, direi di sì.
» replico. Ma si può sapere che cazzo hai da
sorridere così?! « Ma immagino che sia una cosa
che potrei risolvere… Certo, il fatto che mi stai pigliando
un po’ per il culo sorridendo a quel modo non mi aiuta a
calmarmi, però. »
Lo so che sei fatto così. Lo so che sfotti sempre. E mi
piace anche questo di te.
Ma a volte fai leggermente incazzare, se permetti!
« Hai detto che rischi di essere licenziato… nella
migliore delle ipotesi? » mi chiede lui, sempre con quel
mezzo ghigno in faccia. « E nella peggiore? »
« Nella peggiore, L mi ammazzerebbe, direi. »
replico, cercando di darmi una calmata. « Ma siccome non
credo che sia così pazzo, credo che si divertirà
a torturarmi vita natural durante per quello che gli ho fatto.
»
« Immaginavo. » replica lui. « Scusa il
mio solito sorrisetto strafottente… ma
avevo intuito che L, nella peggiore
delle ipotesi, avrebbe tentato di ammazzarti, e mi è venuto
da pensare che… »
Si interrompe, lasciandomi in sospeso. « Che cosa?
» domando, curioso.
« Beh… che Light ti ammazzerebbe in una delle
migliori, di ipotesi. Che farebbe L, se tu venissi
ammazzato da Light?
»
« E io che ne so? Una volta morto non credo che mi
interesserebbe, tra l’altro… » ribatto,
seccato, accendendomi un’altra sigaretta. «
Comunque, bel modo di scherzarci su! Io rischio la morte, e tu ci
scherzi su! »
« Ma no, ci sto scherzando perché so che non ti
uccideranno… » dice lui, appoggiando di nuovo la
fronte alla mia spalla. « L non è geloso a tal
punto. E Light… beh, vedrò di trattenerlo io.
»
« Con la febbre? Non so quanto potrai trattenerlo,
Mel… »
« Ehi, quel soprannome me lo può dare solo Near!
» esclama Mello, puntandomi contro un dito accusatorio
– che di accusatorio, però, ha ben poco:
piuttosto, ha qualcosa di scherzoso. « Per te sono ancora
“Mello”, ricordatelo! »
Uffa. « Va bene, Mel. »
Mette su il broncio – veramente adorabile, devo dirlo
– e si rimette comodo tra le mie braccia.
Che, credo, così scomode poi non saranno, dato che ci si
trova tanto
bene.
« Light non ti ucciderà. » ribadisce,
sbadigliando. « Ti stai facendo troppi problemi. »
« E fa molto bene a farseli. »
La luce si accende prima che possiamo identificare il proprietario
della voce che ci ha sorpresi.
Perché, no, la voce non era di nessuno di noi due.
Guardo la lampada appesa al soffitto, sorpreso, per poi ricordarmi
della voce e guardare, insieme a Mello, la porta aperta di casa mia.
Non mi soffermo a pensare per quale assurdo motivo la porta sia aperta.
Al fatto che era rimasta aperta dalla sera prima, perché mi
ero dimenticato di chiuderla in mezzo a tutto il trambusto, ci arrivo
solo in un secondo momento.
No, non è quello che penso sulle prime.
Anche se, devo dirlo, il pensiero mi sfiora.
Ma subito viene soppiantato da un altro.
“Oh, cazzo.”
Seguito subito da un “Non pensavo che il momento
appropriato
arrivasse così presto.”
|
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Capitolo 10 *** Non c'è colpo che non renda ***
Yoh di nuovo a tutti!!!!
Allora, in anticipo, mi scuso se questo capitolo potrebbe risultare non
troppo comico...Non lo so, poi magari lo è (e io
ne
sono anche mooooolto felice), ma siccome ho un'autostima che va sotto
la suola
delle scarpe vi avviso. Potete linciarmi a parole (solo a parole, vi
prego!^^) se questo capitolo non vi è piaciuto..^^. Se vi
è piaciuto, non fateci caso, sono io che ho poca autostima e
in questo periodo sto pure sfasando tantissimo (peggio di Matt^^).
A proposito di autostima, però, ho da fare un ringraziamento
a tutte coloro che hanno recensito: grazie mille! No,
perchè, vi spiego: mi avete fatto i complimenti per vari
pezzi che io consideravo non riusciti bene... Sono andata a rileggerli
e grazie a voi li ho rivalutati. Un esempio per questa cosa, riguardo
al capitolo precedente, sono i
pensieri di Matt, pezzo che non consideravo molto riuscito bene,
inizialmente... Stasera, dopo aver letto i commenti, sono andata a
rileggerlo, e sono riuscita a rivalutarlo^^. Perciò, un mega
GRAZIE a tutte coloro che hanno contribuito ad innalzare un po' la mia
autostima (me si inchina profondamente^^)! Grazie mille!!!^^
Ah, tra l'altro. Dato che Mello ha letto il capitolo e si è
lamentato per l'ennesima volta che lo sto rendendo troppo donna, vi
avviso che in questo capitolo ha degli aspetti a mio parere un po'
troppo poco virili (vabbè che tutta la persona di Mello
viene considerata dai più non troppo virile, ma su questo
sorvoliamo...XD). Comunque è tutta colpa dell'infuenza^^. A
breve credo che tornerà normale... credo. Se mai
è stato normale in questa fanfiction...^^.
Piccola nota per la lettura: L verso la fine nominerà la
parola "ai", che altro non significa che "amore". Se non lo sapevate,
tenetelo a mente, mi raccomando, anche solo per la lettura di questo
capitolo.
Avviso tra l'altro che sabato 18 partirò per le vacanze con
mio
padre. Starò via due settimane, perciò, siccome
non avrò computer disponibili
nè internet, per due settimane non ci saranno
aggiornamenti... Cercherò di aggiornare con un altro
capitolo prima di sabato, comunque^^!
E ora le risposte alle recensioni!!!
x Isuzu: beh, ora vedrai! Diciamo che la cosa
è un po' ovvia
e un po' no... Ma non anticipo niente! Comunque sono contenta che ti
piaccia Matt! Anche io mi diverto a scrivere dal suo punto di
vista^^... Devo dirgli che il fatto che l'ho reso così non
è per niente sconveniente (spesso è venuto a
lamentarsi perchè l'ho fatto troppo complessato...^^).
Grazie mille per i complimenti, e spero che il capitolo ti piaccia! Un
bacio!
x aiko neko black: ed ecco qua l'aggiornamento!
contenta? Spero che ti
piaccia, perchè praticamente è quasi tutto sotto
il punto di vista di Matt! (a proposito, anche io mi diverto a narrare
dal suo punto di vista, è troppo divertente farlo
complessato^^!) Mello con la febbre lo adoro... e poi è
spunto per diverse scene un po' imbarazzanti per lui (mi ha minacciato
diverse volte, ma sapendo che piace anche con la febbre forse non
farà più storie! XD) Spero che il chappy ti
piaccia! Un bacio!
x Bimba127: Grazie mille per i complimenti sul
capitolo! Misa e Near li
adoro anche io, sono troppo divertenti (praticamente sono gli autori di
quasi tutte le gag della fic, senza di loro non sarebbe la stessa!^^)
Beh, Matt che si fa seghe mentali nel capitolo 9 era solo un
assaggio... Anche qua secondo me non scherza mica! E poi x quanto
riguarda L... alla fine mi sa che non gli farà un
discorso...^^ Ma ho come l'impressione che tu stia dalla parte di Light
e L (chissà perchè? XD) ? Se ti vengono in mente
idee di tortura accetto suggerimenti (anche se un paio in mente ce li
ho già, di più non guastano mai!^^)!!! Un bacio e
spero che il capitolo ti piaccia! xxx!
x MellosBarOfChocolate: ecco qua il chappy! prima di
domenica, visto?
(sabato parto anche io ç_ç... non è
che mi vada tanto, dato che starò in un villaggio
probabilmente enorme e io faccio fatica a fare conoscenza...non mi
trovo in ambienti troppo grandi... bah, ma
non ti parlo di me!) Beh, che dire? sono VERAMENTE contentissima che la
mia fic ti piaccia così tanto (addirittura un genio? Beh,
dài, non esageriamo, faccio del mio meglio...^^ Oddio, mi
imbarazzo a troppi complimenti! Grazie mille!!!^^) Riguardo a Near e
Misa... beh, credo che in questo capitolo lo spiegheranno abbastanza
chiaramente... se non hai capito anche alla fine, chiedi! Ad ogni modo,
spero di riuscire ad aggiornare con un capitolo 11 prima di sabato (ho
ancora quattro gionri... No, aspetta, ora sono tre! Yeah! ce la posso
fare!^^) Spero che il
capitolo ti piaccia! Ah, e aspetto con impazienza la storia di Near e
Mikami! Mi mancheranno le tue recensioni...
ç_____ç Un bacione e grazie mille ancora per i
complimenti! xxx!
x Myrose: me ti ringrazia per l'accenno alla
capoeira perchè
in questo capitolo mi è venuto da accennarla solo per merito
tuo... Altrimenti me la sarei dimenticata!^^ Beh, L non fa nulla di
spettacolare in questo capitolo... O forse sì? Niente calci
alla capoeira, purtroppo per le fan dell' L combattivo ^^ ma secondo me
la sua reazione è peggio di un calcio di arti marziali! Bah,
comunque valuta tu...^^ Aggiungerei nella lista anche il
Death Note... peccato che questa sia un' AU, altrimenti ci sarebbe
stato bene! Però devo dirlo, la tua lista di accessori di
Light è stata troppo bella! Ma passiamo ai due miniesseri
(CHI SAREBBERO I DUE MINIESSERI?! ndMisa&Near)(scusali...
complesso d'inferiorità^^ ndme)... Ora, in questo capitolo,
avrai dei chiarimenti anche su di loro (se non ti è chiaro,
chiedi!^^) I dubbi su Matt sono piaciuti anche a me, devo dirlo.
Inizialmente non li ritenevo così belli, ma poi, dopo tanti
complimenti su quelli, sono andata a rileggerli... Li ho rivalutati!
Più che belli, mi sono sembrati piuttosto realistici^^...
Perciò, grazie mille per i complimenti su quelli.
Aiutano ad alzare di un pochino la mia autostima^^! Riguardo a Mel e
Matt, anche a me piacciono molto come personaggi (sarà
perchè sono i miei preferiti? ma noooooo!) Comunque...
grazie mille per i complimenti! Mi hanno fatto davvero moltissimo
piacere! E poi, soo molto contenta di essere stata capace di rilassarti
in queste serate!^^ Peccato per la Near&Misa Spa all'esame
XD... Me si inchina profondissimamente per il fatto che stai
convincendo i tuoi amici a leggere la mia storia (me in commossissima
mode *-*)... Grazie mille!!!!!! Ah, dimenticavo: diciamo che, spinta un
po' dal tuo entusiasmo per il personaggio di L, ho messo da questo
chappy anche il suo punto di vista... Spero che gradirai!^^ Un bacione
anche a te e spero che il nuovo chappy ti piaccia !
xxx!
x Sydelle: a te il piacere di scoprire chi
è entrato e come
reagirà (poi dimmi se rispecchiava la tua idea!) Ecco qua il
chappy! xxx spero che ti piaccia!
x Puce16: no, beh, anche io.... Ma Matt mi ha
comunicato che si
riferiva alla seconda notte passata insonne dall'inizio della fic (per
intenderci, quella in cui, mentre Mello e Light si davano a quella che
possiamo definire pazza gioia, lui rimaneva sveglio perchè
pensava a Mel, a Light, a L, ad Aiber, a Near, a Misa... insomma, a Mel
alternato a tutti gli altri^^) e in cui avrebbe piacevolmente
dormito^^... Ma tranquilla, gli ho già detto che pensare a
Mello è un motivo più che valido per non dormire
XD Riguardo a Matt seduto su L... beh, ti ringrazia per la
comprensione. Adesso è inginocchiato sulla mia scrivania di
fianco a me e sta ancora tirando testate al muro perchè non
ci ha pensato lui a lasciare L dopo quell'episodio... (ma tanto
l'autrice è bastarda e non gliel'avrebbe fatto fare... o
forse sì?^^) Per passare al capitolo 9: grazie mille anche a
te per i complimenti per i pensieri di Matt! mi fa piacere di essere
riuscita a renderli così realistici^^... E, beh, Mello
è troppo figo, almeno per me, in qualsiasi situazione! XD
peccato che non sia io Matt^^... Riguardo a Near e Misa... beh,
chiariranno, chiariranno^^ Se non hai capito il loro rapporto alla fine
del chappy, chiedi, mi raccomando! Grazie mille per i
complimenti,davvero! Un bacione e spero che il chappy nuovo ti piaccia!
xxx!
x _Kira_94: la risposta in questo capitolo XD!!!!
Eheh, mi sa che sto
diventando malvagia nei confronti di Matt (Mello non conta tanto mi sa,
chissà perchè ma ho l'impressione che sia L che
Light si accaniscono contro Matt e non con Mello...^^) Comunque,
sarebbe stato troppo semplice che L e Light si mettessero insieme...^^
Sennò che sadica autrice bastarda sarei XD (Mello e Matt mi
stanno puntando addosso pistole su pistole ma io non demordo! Yeah!!!)
Misa e Near... anche questo c'è nel capitolo^^ (se non
capisci chiedi!)... E x Light... beh, digli che comunque è
in buona compagnia per la sua gelosia (grazie per il supporto che mi
dai tu, invece... almeno è solo Light che vuole ammazzarmi,
per ora^^) Comunque, grazie mille per i complimenti!!! Ecco qua il
nuovo chappy!!!! Spero ti piaccia! Un bacione!
x MARIKO UCHIHA: maddài, commentini
idioti?! Mi piacciono
tantissimo! L'entusiasmo che dimostri sempre mi fa moltissimo piacere,
davvero ^^. Niente problemi per la volgarità (insomma,
quanta ne metto io x ogni capitolo^^?)... beh, però hai
ragione a maledire tutti... Vedi un po' ora che succede? Mello
decisamente è troppo ottimista e non si smuove...
Però Matt distratto è molto IC secondo me (non
dimentichiamoci che nel manga stava sorvegliando Misa e Mogi e si
è distratto x i videogiochi^^) Beh... che dire? Grazie
millissime per i complimenti (mi fanno sempre piacere^^) e mi fa
piacere che ti piaccia anche il lato sentimentale... Riguardo a Near e
Misa... beh, la risposta in questo capitolo!!!(se non hai capito alla
fine, sei liberissima di chiedere spiegazioni!) Un bacione e spero che
il nuovo capitolo ti piaccia! Kiss!
Per concludere, ringrazio ancora ENORMEMENTE tutti coloro che hanno
messo la fic nei preferiti, nei seguiti, che la leggono e che la
recensiscono! Un bacione a tutti e spero che continuerete a seguire!
xxx da madychan!
10.
Non c’è colpo che non renda
« Cazzocazzocazzocazzo! »
« Misa, vedi di darti una calmata… »
« Ma Near, ti rendi conto che Matt è in pericolo
di vita?! »
« Stai calma. Non morirà nessuno. »
Bel modo di tranquillizzarla. La cosa bella è che nemmeno io
sono convinto di quello che ho detto.
Sto guidando la sua macchina – quella con cui siamo arrivati,
da casa mia, nel suo appartamento – alla velocità
più alta che mi consentono l’ora e il codice della
strada.
Non tanto per la paura di multe, punti tolti dalla patente, o cosa.
Incidenti, nemmeno.
No. È che, se ci fermassero, perderemmo tempo.
E qui, decisamente, non c’è tempo da perdere.
Che situazione folle. Cazzo, ma perché tutte a me?!
« Non morirà nessuno… dici? »
mi domanda lei, tremando.
Ah, già. Un motivo per cui non l’ho fatta guidare
è la sua pazzia assoluta al volante.
Insomma… Nel tentativo di schivare una bicicletta ha
spostato la macchina nella corsia opposta, rischiando di finire con
un’altra macchina addosso, e tornando, non so come
– dato che avevo chiuso gli occhi per la paura e mi ero messo
a inveirle contro per la sua pazzia –, nella corsia dove
dovevamo essere, per riprendere a guidare nella giusta direzione senza
beccare nessuno.
Beh, brava a far manovra, è brava.
Ma ho perso dieci anni di vita.
Non ho intenzione di perderne altri. Ho solo ventidue anni, che cazzo!
« Non morirà nessuno. » ripeto.
In un attimo di silenzio, in cui recupero leggermente la mia
lucidità mentale, mi viene da aggiungere anche un:
« O almeno credo… »
Mi rendo conto solo dopo che forse quella non era
proprio
lucidità mentale. Più probabilmente, era il
contrario.
« Neaaaaar! Ti sembra il modo di tranquillizzare una
persona?! »
« E che ti devo dire?! Mica posso prevedere che cazzo
farà Light a Matt! » ribatto, seccato.
Ma in che cazzo di situazione di merda mi sono andato a ficcare?!
Porca miseria!
Ma io non potevo stare a casa tranquillo, senza trovarmi una
pseudo-ragazza pazzoide come Misa, a studiare e a vivermi la mia vita
tranquilla?! Tanto le speranze della famiglia sono riposte nei miei
fratelli maggiori! Perché devo essere io quello che ci
rimette sempre, dannazione?!
« Siamo arrivati… » osservo, vedendo una
palazzina simile a quella di Matt.
« Sì, ma per arrivare lì dobbiamo fare
tutto il giro, perché è strada a senso unico!
» esclama Misa.
O santa pazienza, che palle!
La prossima volta altro che Misa, me ne sto a casa!
A vedere quella scena, la prima cosa che mi viene in mente è
una delle tipiche scene apocalittiche dei film, in cui il cattivo, i
cui soli occhi rifulgono nell’oscurità, si
presenta alla porta in una notte di pioggia, armato di coltello e con
tanto di fulmini e tuoni a fargli da colonna sonora di sottofondo.
Immancabilmente, il cattivo è vestito di un cappotto lungo,
e di lui si vede la sola ombra, illuminata dai fulmini del diluvio
universale che gli sta appresso.
A momenti, ci si mette anche la musichetta apocalittica.
Ecco, insomma. A vedere quei film mi è sempre venuto da
ridere, perché erano veramente troppo surreali. Al limite
della realtà, davvero.
Ora, ripensando a quei film in un momento del genere, per quanto
catartico e catastrofico possa essere per la mia incolumità,
mi viene quasi da ridere. Sono costretto a trattenermi per non fare
figuracce o per non sembrare impertinente.
Vabbè che non sembrare impertinente è veramente
inutile. Insomma, sono abbracciato a Mello, stiamo praticamente
appiccicati… È a dir poco ovvio che io sembri
davvero troppo impertinente.
Però, devo dire che la scena non è come quella
dei film; almeno mi aiuta a non ridere, questo.
Insomma, la luce accesa, e l’assenza di coltelli alla mano
contribuiscono a rendere questa scena un pochino più seria.
Non per me, che anche in momenti simili mi metto a pensare a film
apocalittici. Ma per gli altri presenti forse sì.
« Ehilà, Light… » li saluto.
« L, come va? »
Mello mi guarda come se fossi impazzito completamente. Light e L anche.
« Beh, che c’è? Stavo solo cercando di
essere ospitale! » replico io, come se fosse la cosa
più ovvia di questo mondo.
Mello mi guarda male, come per dire “non è il
caso”. E io lo guardo come per dire “lasciami
divertire almeno negli ultimi momenti della mia vita.”
Beh, non so se ha recepito il messaggio. Fatto sta che Light interrompe
la nostra conversazione a base di occhiate.
« Matt… »
Guardo Light, curioso.
Lo so, sto impazzendo. Ma non credo mi si possa dar torto, con tutto
quello che sto passando, al limite della realtà.
« Stai. lontano. da. Mello. » replica lui, cercando
di darsi un’aria tranquilla.
Beh, l’unica cosa che riesce a fare è sputare
quelle tre parole fra i denti, nulla di più.
« Ha la febbre alta, gli sto solo tenendo caldo. »
ribatto, tranquillamente.
« Non ha bisogno del tuo, di caldo. » interviene L.
« A sentire lui, sono una specie di termosifone
vivente… » replico, calmissimo. « Magari
ha davvero bisogno del mio caldo… »
L assottiglia gli occhi, furioso.
Light invece la prende molto meno sul diplomatico.
Prima che possa fare anche solo qualsiasi mossa, mi strattona via da
Mello e mi attira verso di sé, mettendomi in condizioni che
la mia faccia sia a pochissima distanza dalla sua.
Non reagisco. Sinceramente, non ne ho voglia.
« Non pigliarmi per il culo, Matt! » urla,
stordendomi.
Dopo l’attimo di stordimento, lo guardo, tranquillo. Sento
Mello fare qualcosa per muoversi, ma gli getto un’occhiata,
come per dirgli “stai fermo e lascia fare a me.” E
stavolta il messaggio lo recepisce.
Però devo ammettere che sono scomodo. Insomma, sono in una
posizione schifosa, almeno per la sanità della mia colonna
vertebrale. Sono piegato all’indietro, con Light che mi
trattiene dal cadere, ma che ha avuto la brillante idea di pensare che,
per essere più vicino a me, fosse utile piegarsi
spropositatamente verso di me.
Insomma, come se non bastasse il fatto che già mi sentivo
più basso di lui. Ora ci mette pure con le sue manie di
predominio.
« Light… » lo chiamo. « Mi
lasceresti andare? Mi si sta spaccando la spina dorsale…
»
« E credi che a me importi qualcosa?! » esclama
Light, furioso.
Sbuffo. Che due palle, situazioni del genere.
Gli metto una mano sulla spalla, prima che lui possa partire nei suoi
soliti sproloqui di cui Mello mi ha accennato. E lo spingo via,
facendolo quasi finire a terra – e liberandomi della sua
presa, finalmente.
« Credo di sì. » commento, ai limiti
dello scazzamento. « Insomma, rischi di ingobbirti, se stai
troppo piegato in avanti… »
Light non prende bene nemmeno questa. Beh, non che fosse una presa in
giro, più che altro era una costatazione… Ma la
prende comunque male.
Mi sento la guancia bruciare, per il pugno che mi tira immediatamente
dopo. E, dato che per quello mi sono sbilanciato, finisco sul divano.
« Ti ho detto di non pigliarmi per il culo, Matt! »
urla di nuovo Light, furibondo.
« In effetti, queste prese per il culo te le puoi anche
evitare, in un momento come questo, Matt… »
commenta Mello, di fianco a me.
« Sto semplicemente cercando di prenderla con filosofia.
» replico, rivolgendogli un’intensa occhiata
seccata. « E poi, si può sapere da che cazzo di
parte stai, tu? »
Mello inarca un sopracciglio; poi sbuffa.
Prima che possa dire qualcosa, Light interviene di nuovo –
sbraitando, ovviamente.
« Ti ho detto di stare lontano da Mello! »
Al che, non posso fare a meno di incazzarmi e alzarmi.
« Che due palle! Irrompi in casa mia, urli alle sei del
mattino con tutto il condominio che dorme, mi prendi pure a pugni! Mi
hai rotto i coglioni! È stata colpa tua se Mello
è venuto qua, tu hai rotto perché eri geloso di
me, tu l’hai fatto scappare di casa per l’ennesima
volta e gli hai fatto prendere un casino di acqua, e tutto solo per la
tua cazzo di gelosia! Io stavo solo cercando di rimediare alla febbre
che ha preso per colpa tua! »
« Standogli appiccicato? » domanda L, sarcastico.
« Gliel’ho chiesto io. » replica Mello,
prima che possa guardarlo per capire cosa devo dire, giusto per non
metterci ulteriormente nei casini. « Non mi piacciono le
medicine. Gli ho chiesto io di non prendermi nulla, e io gli ho chiesto
se potevo stare con lui. »
L mi guarda, sorpreso. Non so se è per il fatto che io abbia
accettato, o per il fatto che sia stato Mello a farmi una richiesta del
genere, e non io a prendere l’iniziativa.
Cazzo, sono così poco affidabile?
E la cosa bella è che queste sono solo congetture che mi sto
facendo io, cazzo! Andiamo bene! Mi sto dicendo da solo che sono poco
affidabile!
« Sta di fatto che non avrebbe dovuto accettare! »
esclama Light, furioso. « Sa benissimo che stai insieme a me,
Mello! E sa benissimo che non mi fido di lui, immagino che tu
gliel’abbia detto! »
E, beh, su questo non posso dargli torto.
Mi volto verso Mello, stavolta incerto sul serio su cosa dire.
Incontro il suo sguardo, indeciso come il mio.
Annuisce leggermente, tanto che mi sembra che ad essermene accorto sia
stato solo io.
Però non dice niente.
Sbuffo di nuovo. Cazzo, mi ero pure preso la sigaretta per stare
tranquillo. Ma sembra davvero chiedere troppo, con questi qua.
Ovviamente devo essere io a dire tutto, neh, Mello?
Altro che kamikaze, qua. Si tratta di trovare le parole giuste nel giro
di qualche nanosecondo, il tutto in un’atmosfera che dirla di
piombo è poco, e con davanti non o solo Light o
solo L, ma
tutti e due.
« Beh? » fa L. Giusto per aggiungere un
po’ di tensione in più, perché no?
Insomma, quasi mi volesse ammazzare a parole.
Sospiro di nuovo. Qui non vale il detto “o la va o la
spacca”, tanto. Qui, comunque vada, sono io che vengo
spaccato.
« Beh. » ripeto, facendo quasi il verso a L.
« Direi che Light fa bene a non fidarsi di me, ecco tutto.
»
L spalanca gli occhi, sbalordito. Light si zittisce immediatamente.
Sento Mello, dietro di me, trattenere il fiato.
È un attimo. Light mi scaraventa con un pugno in faccia
contro il divano, di nuovo. Il dolore si fa sentire – senza
contare che, quasi con una precisione millimetrica che non so dove
cazzo abbia trovato in un momento simile, mi ha colpito esattamente
lo
stesso punto che mi aveva colpito anche prima –, ma non
faccio quasi in tempo ad accorgermene, che Light mi afferra per la
maglia e mi strattona di nuovo verso di lui. Quando alzo gli occhi,
noto che ha uno sguardo a dir poco indemoniato per la rabbia.
« Tu, maledetto! Che cazzo hai fatto a Mello?! »
urla.
Ok, e con questa ha svegliato tutti i vicini. Fortuna che L, non so
perché, ma prima si era degnato di chiudere almeno la porta.
È lo stesso L che, con una calma invidiabile –
mentre Mello cerca di togliermi, invano, Light di dosso, e Light stesso
urla frasi sconnesse che fatico a capire da tanto sono stordito
– mi libera dalla presa di Light, strattonandolo via da me.
« Vedi di darti una calmata, Light. » dice, con un
tono a dir poco apatico.
Devo dirlo, in momenti come questi ammiro la sua calma.
E, allo stesso tempo, la detesto.
Per puro altruismo nei suoi confronti, oltretutto: potrebbe urlarmi
addosso come sta facendo Light, potrebbe sgridarmi, schiaffeggiarmi,
incazzarsi. Invece no. Se ne sta calmo e tranquillo a cercare di
placare l’ira di Light.
Il problema è che fa irritare sia me che, ancora peggio,
Light.
Mi guarda, con gli occhi freddi di chi aveva già previsto
tutto dall’inizio.
E la cosa non può non farmi male.
Tanto che abbasso lo sguardo, vergognandomi di quello che gli ho fatto.
« Stai bene, Matt? » mi domanda Mello.
Annuisco, senza parlare. Mello probabilmente capisce, perché
preferisce non andare oltre, e non dice altro.
« Ho come l’impressione che Matt non abbia fatto
nulla a Mello. » commenta L, tranquillamente. La cosa mi fa
sollevare la testa per lo stupore.
Davvero si fida di me anche in questo momento?
« O almeno, nulla che Mello non volesse. » prosegue
L.
Arrossisco. Non posso farne a meno.
Beh, L sa usare bene le parole.
Non per niente, il suo motto è “la penna
è più forte della spada”.
« Mi sbaglio? » domanda, più rivolto a
Mello che a me.
Vedo con la coda dell’occhio Mello guardare Light. Lo guardo
anche io, preferendo guardare qualunque cosa che non siano gli occhi
gelidamente penetranti di L.
Light, logicamente, trema. Per la rabbia, per l’impazienza di
sentire la risposta. Forse anche un po’ per la paura di
sentire quello che Mello dirà.
« È stata colpa mia. »
m’intrometto, attirando lo sguardo di Light su di me. E anche
quello di L, dannazione a me.
Ma continuo. « Sono stato io a dichiararmi per primo. Se la
storia non fosse cominciata da me, probabilmente non sarebbe nemmeno
mai saltata fuori… Non in questo modo, almeno. È
stata colpa mia. »
Mello capisce che non deve parlare. Sta in silenzio, senza sapere che
dire.
Abbasso lo sguardo, non riuscendo a sostenere quello di L. E nemmeno
quello di Light, se è per questo.
Non mi pento di quello che ho fatto. Mi pento di quello che non
ho
fatto prima.
« Alza la testa. »
Sussulto, riconoscendo la voce di L. Obbedisco, anche se titubante a
guardarlo.
Incontro i suoi occhi. Freddi, penetranti. Tanto da fare malissimo.
Ma se sto io così, chissà come sta lui.
La mia guancia percepisce di nuovo il dolore prima che i miei occhi
vedano la sua mano arrivare.
Il suo schiaffo, devo dirlo, mi ha fatto più male dei due
pugni di Light. E non perché me l’ha tirato nello
stesso, identico punto.
« Due cose. » mi fa L, gelido. « Primo:
non prenderti la colpa di tutto. Se Mello l’ha voluto quanto
te, la colpa è di tutti e due. »
E so che quello è solo il suo modo per farmi capire che sa
che non sono stato io a iniziare.
Beh, se contiamo la domanda che ho fatto a Mello, in questo caso sono
stato proprio io a iniziare, ma non fa niente.
« Secondo: sappi che questo schiaffo è solo un
assaggio. Per ora non ti faccio nulla, perché sono le sei di
mattina, e perché né te né Mello state
bene. » prosegue L. « Ma questa me la paghi. Te lo
giuro. »
Tengo lo sguardo basso, sentendo L allontanarsi da me.
« Light, andiamo. Abbiamo già fatto abbastanza
confusione. »
« Non ho intenzione di lasciare Mello insieme a…
quello lì! » esclama Light,
furioso.
Alzo lo sguardo, pronto a rispondergli.
« Quello lì, come lo chiami
tu, è
ancora il mio ragazzo, fino a prova contraria. » mi anticipa
L. « Non gradisco che qualcuno lo picchi o si astenga a
malapena dall’insultarlo, come immagino che stessi per fare
tu. Posso capire la tua rabbia, ma davvero non mi sembra il caso di
fare tutta questa confusione a quest’ora. Ci penseremo in un
altro momento a chiarire. »
Lo osservo, a dir poco sbalordito.
Ma come fa a stare così tranquillo?!
« Andiamo. » ripete L, trascinando fuori di casa
Light.
Non ci guarda. Né me, né Mello. Non getta la
stessa occhiataccia che Light regala a me. Non si volta minimamente.
Si limita a sbattere la porta, quasi spaccandomela.
Poi, il silenzio.
Pioggia assordante che riempie le mie orecchie, prima della voce di
Mello.
« Matt… »
Mi volto verso di lui, abbozzando un sorriso. Stentato, falso, amaro.
Ma pur sempre un sorriso.
« Sto bene. Tranquillo. » dico, in un tentativo di
calmare la sua ansia.
Mello mi guarda, chiaramente preoccupato. Fa per toccarmi la guancia,
un po’ esitante.
« È così grave il livido? »
domando.
Lo vedo sogghignare un po’. « Sembra che sei stato
il pungiball di qualcuno. » commenta, sarcastico. «
No, dài, sul serio. È un po’ nero. Non
è molto carino da vedere. »
Sbuffo, concedendomi finalmente la mia sigaretta, in pace. Alzo lo
sguardo verso il soffitto, riflettendo su quello che è
successo.
« La risolveremo. » mi dice Mello, quasi leggendomi
nella mente. Lo guardo, incuriosito da quella sparata. « Io
con Light, e tu con L. Andrà tutto a posto. »
« Mello, magari tu e Light e tu ed L andrete a posto.
» replico io. « Ma io e quei due pazzi no. Non so
se hai notato che Light mi voleva ammazzare a pugni, e L a parole.
»
« Andrà tutto a posto. » ripete lui,
convinto.
Inarco un sopracciglio, senza sapere che cosa pensare.
« Se ne sei convinto… » commento,
ritornando a guardare il soffitto.
« Ehi, bella fiducia che hai in me! » ribatte
Mello, irritato.
Lo guardo di nuovo, un po’ annoiato.
Però, per la sua espressione, non posso fare a meno di
mettermi a ridere.
Non so se sto impazzendo. Ma di sicuro l’espressione
imbronciata di Mello, che ora più che mai
mi sembra un
bambino, non contribuisce a farmi recuperare la mia sanità
mentale.
« Che cazzo hai da ridere?! » sbraita Mello.
Mi trattengo dal ridere ulteriormente, giusto per non farlo sentire
offeso. « La tua espressione… » dico.
« Sei strano, quando sei imbronciato. Sembri un bambino.
» aggiungo, prima che possa linciarmi al posto di Light o L.
« Io non ero…! » Mello
s’interrompe, sedendosi a gambe incrociate sul divano e
incrociando anche le braccia. « Idiota! »
Ridacchio un po’, divertito anche dalla sua reazione.
« Immagino che stai sfasando perché hai la febbre.
» commento. « Ma non preoccuparti, quando ti
passerà non farai più espressioni da bambino. E
io non riderò più di te. »
Mi fa una linguaccia, che ottiene il solo risultato di farmi divertire
ancora di più.
Prima che possiamo, io o lui, dire qualcosa d’altro, la porta
si spalanca di botto, facendoci saltare per la sorpresa.
« MAAAAATT! »
Prima ancora di capire chi sia entrato visualmente,
la riconosco
dall’urlo.
Misa mi si butta addosso, abbracciandomi stretto. Quasi soffocandomi,
come al solito.
« MATT, ERO COSÌ PREOCCUPATA! » urla.
« Evita di urlare, Misa. Anche Matt abita in un condominio,
scema. »
Mentre Mello si riprende dal gettare occhiate omicide a Misa per il
fatto di avermi abbracciato, e io riesco a guadagnare un po’
d’aria in quella morsa, Misa si stacca da me, voltandosi
verso la porta.
Ma il primo che chiarisce la persona che c’è con
Misa è Mello.
« Near? » chiama, guardando verso la porta. Mi
sporgo dalla figura di Misa che ancora mi copre, per vedere meglio.
Effettivamente, Near è proprio addossato alla porta chiusa,
una mano in una tasca dei pantaloni, e l’altra alla testa,
mentre un dito è impegnato a rigirare i capelli.
« Ti ho già detto di non parlarmi così
e di non darmi della “scema”, nano! »
esclama Misa, furiosa.
« Scusa, tu puoi darmi del “nano” e io
non della “scema”? » replica Near.
« Io ti do del “nano” perché
tu mi dai della “scema”! » protesta Misa.
« E io ti do della “scema”
perché urli, perciò smettila di urlare, se vuoi
che io la smetta. » ribatte Near, tranquillissimo.
Io e Mello non possiamo non scambiarci un’occhiata.
Guardiamo di nuovo Misa e Near, sconvolti da quello che abbiamo
realizzato.
O meglio, io sono sconvolto; Mello sembra tornato con la sua stessa
espressione sadica e bastarda.
« Near, ti sei trovato la…? »
« Non dire quella parola. »
Near rivolge
un’occhiataccia a Mello, che ha il solo scopo di farlo
rabbrividire. Peccato che Mello sembri abituato a cose simili,
perché non fa una minima piega al riguardo.
« Non è la mia ragazza. » ci tiene ad
aggiungere l’albino, capendo che la strategia delle
occhiatacce con Mello non funziona. « Se senti mio padre o
mia madre dire cose simili, è solo perché quello
scemo di Teru, quando è venuto a prenderci, ha spiattellato
tutto come voleva lui. »
Mello scoppia a ridere, incapace di trattenersi.
« Beh, Near, se è così non te la
staccherai di dosso per un po’! » esclama,
divertito.
« Evita di girare il coltello nella piaga, per
favore.
» replica Near. « Hai idea di cosa voglia dire
stare con una come lei? »
Ops. Hai fatto l’ennesima cazzata, Near.
Misa si gira verso di lui, gli occhi illuminati di aria omicida.
E Near sembra accorgersene. Peccato che sia troppo tardi.
« Che cos’hai detto?! » urla, facendo per
buttarsi addosso a lui. Mi alzo in tempo per trattenerla, anche se la
sua forza non è da sottovalutare.
« Misa, siamo a casa mia. Cerca di non urlare e di stare
tranquilla, per favore. » le ricordo.
« Ma Maaaaaatt! Il nano mi ha insultatooooooo! »
protesta lei, incazzatissima.
« Piuttosto, come mai siete qui? » domando,
rivolgendomi a Near, mentre Misa si agita ancora.
« E come mai insieme? » mi
segue a ruota Mello.
« Non osare fraintendere, biondino cioccolatomane!
» esclama Misa, voltandosi verso Mello.
La faccia stravolta di Mello è davvero impagabile. Devo
trattenermi da ridere.
« Come mi hai chiamato? » replica, facendo per
alzarsi.
« Mello, non ti ricordi che hai la febbre?! Non vorrai
aggravare la tue condizioni, vero? » chiedo.
Mello alza lo sguardo verso di me, pronto a replicare.
« Vero? » ripeto, in una sorta
di velato avvertimento a non esagerare.
Mello sbuffa, per poi rimettersi a braccia incrociate come prima.
« Ero a casa di Misa. » spiega Near.
« COSA?! » esclamiamo io e Mello
all’unisono.
Cazzo, manco facciamo in tempo a riprenderci, che Near se ne esce con
questa?!
« Non fraintendete. » replica lui. «
È che i miei, convinti di essere in dovere di lasciarci un
po’ i nostri spazi, mi mandano a casa di Misa, a volte. Le
altre volte è lei a venire da me. La sera, per una cosa o
per l’altra, siamo quasi sempre insieme, anche
perché la sua famiglia abita a Kyoto e lei non va quasi mai
da loro. »
« Hai capito Near… » commenta Mello.
« Mello, ti avevo detto di non fraintendere. » lo
rimbecca Near.
« Io non ho detto niente. »
« Ad ogni modo, perché diavolo siete qua?
» domando, leggermente seccato che la mia domanda sia stata
ignorata – mentre a quella di Mello hanno risposto subito.
« Eravamo preoccupati per te! » esclama Misa
– finalmente calma. « Near e io abbiamo collegato
che Light o L avrebbero potuto chiamarti, e che se avessero saputo che
Mello era qua si sarebbero incazzati, e che uno di loro due,
più probabilmente Light, sarebbe potuto venire qua, e che
avrebbe potuto farti una scenata… »
« …o pestarti, che rientra più nel suo
stile… » precisa Near.
« …e quindi siamo venuti a vedere come andava, se
era già arrivato, a vedere come stavi insomma! »
fa Misa.
« Però, complimenti. » mi fa Near.
« Sei riuscito ad attirarli tutti e due… Una
specie di record. »
« Mi auguro che tu non creda che ne vado fiero, di questo
record. » replico, massaggiandomi la guancia con il livido.
« No, immagino di no. » asserisce Near. «
Ma immagino che quella sia opera di Light. Da come me l’ha
descritto Misa, direi che L non farebbe mai una cosa del genere.
»
« Però quando l’abbiamo incrociato per
strada era incazzatissimo lo stesso! » osserva Misa.
« Ma che vi siete detti? »
« Niente di speciale. » spiego, sedendomi accanto a
Mello. « Semplicemente, quello che avevamo fatto. Beh, non
nei dettagli, ma comunque L ha dovuto fare un po’ di fatica
per trattenere Light dal pestarmi. »
« A quanto pare L è forte… »
commenta Near. « Riuscire a trattenere Light non è
da tutti, specie se è incazzato. »
Stringo Mello a me, sospirando. « Beh, sì.
È esperto di capoeira, non so se la conoscete.
Quell’arte marziale sudamericana che… »
« Matt. » mi interrompe Mello.
Lo guardo, sorpreso per il fatto che abbia parlato. Effettivamente,
Mello non è così laconico, di solito.
È strano che sia stato così zitto durante il
discorso… Forse sarà l’influenza.
« Mh? Che c’è? » domando.
« Si può sapere che cazzo stai facendo?
» ribatte lui, guardandomi male.
Mi stupisco, sinceramente. Non sto facendo niente!
O magari c’è qualcosa che avrei dovuto fare e che
non ho fatto?
Ma se glielo chiedo e poi lui si offende?
Ah, basta! Che palle ‘ste paranoie!
« Di che parli? » chiedo.
« Magari del fatto che mi hai abbracciato? »
replica lui, irritato.
Guardo il mio braccio che è avvolto intorno ai suoi fianchi.
Davvero, non capisco.
« E… quindi? » domando.
« Come “e quindi”?! Non farlo davanti ad
altri! » esclama lui, scocciato all’inverosimile.
Guardo Misa, che ci sta guardando con la faccia di una che –
la conosco bene – vorrebbe avere una macchina fotografica
lì appresso per fotografarci seduta stante. Poi guardo Near,
che sembrava tanto interessato alla capoeira, più che al
fatto che avevo abbracciato Mello. E, di certo, ora che si parla di
quello, non è per niente sconvolto. Se lo è non
lo dà a vedere, ma ho come l’impressione che abbia
assistito a scene più traumatizzanti per un etero; quando
Light e Mello sono insieme, probabilmente gliene fanno passare di ogni.
« Hai ancora la febbre. » replico, tornando a
guardare Mello. « Dato che non vuoi prendere medicine, dovrai
guarire in un altro modo. Pensavo che stare abbracciato a me, come
prima, andasse bene… Ma se ti dà fastidio mi
tolgo. »
Faccio per togliere il braccio, ma Mello me lo blocca e lo rimette
dov’era.
« Se è solo per quello, va bene. »
acconsente, facendo il sostenuto.
Trattengo una risata, così come sento Misa fare lo stesso.
Near, invece, decide di sfotterlo apertamente, facendo incazzare Mello
e ottenendo il risultato che io lo devo trattenere dal pestare
l’albino per aver osato troppo.
« Comunque sia, non so se è un bene o un male, che
L e Light vi abbiano scoperto subito. » commenta Misa, dopo
che la scena di tentato pestaggio è finita.
« È un bene perché si sono tolti il
pensiero. » commenta Near. « E sarà un
male in ogni caso, comunque. Che gliel’abbiano detto ora, o
che glielo avessero detto poi, non sarebbe cambiato niente. Light
questa non se la dimentica. »
« Near, davvero… » replica Mello.
« …adesso siamo molto più tranquilli.
Grazie per averci illuminato. »
« Quando posso aiutare… » fa lui,
indifferente.
« Non solo Light, comunque. » precisa Misa.
« Anche L è vendicativo. Non sembra, ma
è vendicativo… E per di più,
è un genio. Temo che ne inventerà di ogni per
farvela pagare… »
Io e Mello ci scambiamo un’occhiata.
E, all’improvviso, quasi che quei due aspettino un nostro
responso, c’è un lungo e asfissiante silenzio.
È Mello a prendere parola per primo.
Ma non con la frase che vorrei sentire.
« Tranquillizzanti queste notizie. » commenta.
Forse non avrei dovuto prenderla con troppo filosofia, prima…
Light si aggira nella mia casa come se fosse una tigre in gabbia.
Dal canto mio, io sono tranquillamente seduto sulla sedia della cucina
o, come direbbe qualunque membro della redazione, sono appollaiato.
Insomma, che diavolo hanno contro la mia posizione sulla sedia devo
ancora capirlo. Addirittura soprannominarmi pipistrello-gufo!
È una cosa che mi caratterizza e che mi ha fatto diventare
famoso tanto quanto i miei articoli, maledizione!
Il mio coinquilino, Shuichi Aizawa – da me detto
“Shu”, tanto per risparmiare;
“ai” ho preferito evitarlo, dato che è
etero – è fuori casa, verosimilmente in un nuovo
tentativo di sistemare le cose con la sua ragazza, che continua a
ripetergli fino alla nausea che non è sufficientemente
presente, che dovrebbe occuparsi di più di lei se vogliono
sposarsi, eccetera. È normale che sia fuori la sera per
queste questioni, ma questa è la prima volta che Shu sta
fuori così tanto. Forse qualcosa si è risolto e
io potrò vivere finalmente da solo. Alleluia.
Osservo Light che continua a camminare avanti e indietro da
più di mezz’ora. Non si è dato pace da
quando siamo arrivati a casa. Continua a dire qualcosa che non ascolto,
divagando sul senso dell’amore, sull’importanza di
una relazione, eccetera.
Cazzo, quando comincia a parlare, chi lo ferma più questo
ragazzo.
E il bello è che se continua a camminare così
rischia di crearmi dei solchi nel pavimento che non vanno
più via, dannazione.
Vabbè, ma alla fine chi se ne frega.
Rigiro lo zucchero che ho messo nel mio caffè, ripensando a
Matt.
Avevo come l’impressione che si fosse preso una cotta per
Mello. Sin da quando me ne ha parlato la prima volta, me
n’ero accorto. Da come ne parlava, da come lo descriveva, da
quello che gli aveva fatto – cosa che è
meglio non
riferire a Light, altrimenti è capace di scassarmi la
macchina facendo incidenti su incidenti, per tornare da Matt
– avevo capito, bene o male, che gli piaceva.
Ma pensavo che fosse solo una cosa temporanea.
Insomma, a quanto Matt mi ha detto, la sua prima volta è
stata con me.
Possibile che questo non fosse così importante?
Era come se stessimo insieme, da un anno a questa parte. Non avevamo
detto nulla, non lo ritenevamo opportuno. O almeno, io
non lo ritenevo
opportuno. Mi bastava il fatto che lui non andasse apposta con nessuno
che non fossi io, a darmi la certezza che io fossi abbastanza, per lui.
Era quello, che dava importanza alla nostra relazione. Lui era libero,
eppure si teneva legato a me. Avrebbe potuto andare con chiunque,
eppure io rimanevo per lui l’unica persona con cui lui
volesse stare. E non perché non ne trovasse, ma
perché non voleva.
È bastato un biondino comparso dal nulla, incontrato in una
notte di discoteca, a sballargli tutto.
E io questo non lo accetto.
La nostra relazione di un anno e passa non può
essere
soppiantata da un biondino cioccolatomane che per vari litigi col suo
ragazzo si è svagato col mio Matt.
Non esiste.
« Light. »
Light si blocca, guardandomi. Effettivamente, è la prima
volta che parlo in tutta la serata.
« Ho in mente un paio di cose per rendergli la vita un
po’ impossibile. » dico, voltandomi verso di lui.
Light mi guarda, perplesso. Poi, però, sembra afferrare al
volo la cosa.
« In modo che…? »
« In modo che capiscano che stare insieme non
è
quello che vogliono. » completo. « Potremmo fare in
modo di riportarli sulla retta via… con discrezione.
Tu che
dici? »
Lo vedo ghignare, un po’ sadicamente.
« Una specie di vendetta che possa riportarli a noi?
» domanda.
« Esattamente. » replico io, ritornando a
sorseggiare il mio caffè. Stavolta più
tranquillamente. « Ci stai? »
« Potrebbe essere efficace. » commenta Light.
« Ci sto. »
Un sorrisetto forse un po’ sadico mi spunta sul viso.
Matt conosce il mio motto numero uno: La penna è
più forte della spada.
Ma non sa che ho anche un motto numero due.
Che è quello dettato dal mio carattere tremendamente
vendicativo.
“Non c’è colpo che non renda.”
E presto anche loro se ne renderanno conto.
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Capitolo 11 *** Tutto può succedere...nel giorno del trasloco ***
Ni-hao di nuovo a tutti!!!!
Ed eccola qua con un altro capitolo!
Mi sembrava che nella ff mancasse qualcosa, e ora mi sono accorta di
cosa: dov'erano finiti i nostri cari amici Shinigami? Beh, dato che
è un AU, direi che gli Shinigami non saranno veri e propri
Shinigami, ma persone normali... Forse un po' folli! Vedete voi e
divertitevi!
Note ad uso e consumo dei lettori:
1)"Yatta", per chi non lo sapesse vuol dire "evviva"
2) Sneasel, Pachirisu, e Lapras sono tre Pokemon, per chi non fosse
pratico. Pachirisu, essendo un Pokemon elettrico, è
avvantaggiato rispetto a Lapras, che è di acqua, per il
semplice motivo che l'acqua conduce l'elettricità...^^
Avviso: causa vacanze imminenti,
combinate con i simpaticissimi 17
libri che i
miei simpaticissimi prof mi hanno dato simpaticissimamente da leggere
durante le vacanze, gli aggiornamenti per 2 settimane, come ho
già detto, non ci saranno, e poi credo che andranno
mooooooolto
a rilento... Io faccio del mio meglio per finire i libri che posso
durante il mio periodo al campeggio, ma se non vedete arrivare capitoli
per un po' ringraziate i miei carissimi professori (io e la mia classe
li abbiamo già ringraziati moooolto calorosamente... No,
beh,
niente atti vandalici, ma gli abbiamo fatto notare
l'impossibilità di leggere tale mole di libri in 3 mesi...
ovviamente se ne sono fregati, che vi aspettavate?)... Un bacione e
spero che capirete^^! (io i prof continuo a non capirli, ma fa niente^^)
Ed ora le risposte alle recensioni!!!
x MellosBarOfChocolate: O_O Che dire? Me
commossaaaaaaa!
No, dai, davvero. Me s'inchina per il fatto che mi consideri un genio,
veramente non me l'aspettavo!^^ Light e L insieme... Beh, devo dire che
è una decisione dell'ultimo momento. Avevo già
iniziato a
scrivere il capitolo con solo Light, però poi la mia mente
ha
azionato i meccanismi perversi della malvagità e li ha messi
tutti e due^^! Povero Matt, si deve ancora riprendere... E la sua
sincerità... beh, l'ho apprezzata anche io. devo dire che
anche
io sono una persona sincera di solito e, quando scrivo metto una parte
di me in ogni personaggio, il più delle volte... a Matt
è
capitata la parte sincera e sfigata (poveraccio^^!) ...
Però...
non mi aspettavo fossi anti-L (io lo adoro come personaggio, ma mi
piacciono di più Matt e Mello...^^)... Anche a me Near e
Misa piacciono da morire insieme^^ Non
è ancora chiaro nemmeno a me se sono cotti l'uno dell'altra
o
meno, ma per ora direi che sono due amici pazzoidi che per strane
circostanze si sono ritrovati a dormire insieme! XD Povero Near, anche
lui non è che se la passa bene a quanto pare...
Però devo
dirlo. Near in questa ff mi sembra davvero più umano (gli
altri
sto cercando di farli più o meno normali, come nel
fumetto... ci
sto riuscendo?)... non sopportavo molto il carattere che aveva nel
fumetto^^ Un ragazzo della mia età non può essere
così apatico!!!! Molto meglio Mello, lui sì che
è
un figo (e non solo caratterialmente!). comunque, questo è
il
motivo per cui ho messo Near un po' più umano^^. A proposito
di personaggi umani... Ma tu per caso hai letto Another
Note?! No, perchè è da quando ne sono venuta a
conoscenza
che sto cercando di reperirlo...^^ Mi dici dove l'hai trovato, se l'hai
letto? (sono un ignorante a volte, lo so, vi prego sopportatemi!!)
Mikami... Beh, mi sembra ormai logico che è il fratello di
Near,
ma non è l'unico! La sua entrata in scena sarà un
po'
scema... Non farci troppo caso se adori il personaggio, mi piace
prenderli un po' in giro (vedi Light geloso^^)! Comunque... Beh, devo
vederle, le tendenze di Mika... Magari alla fine faccio un'altra coppia
crack supersecondaria che influirà (positivamente o
negativamente?) sulla storia...^^ Mah, tutto al destino (o alle mie
mani, che ormai scrivono da sole^^)! Grazie per avermi illuminato sulla
storia di Mikami...^^ è carino da mettere con Near, ora che
ci
penso (forse un po' troppo dislivello di altezza, ma l'amore di certo
non guarda queste cose, no^^) peccato che a me Mikami non piaccia molto
come personaggio...^^ Però mi fa piacere che la ff ti
piaccia
così tanto!!! Davvero, è un vero piacere avere
dei
complimenti!!^^ Me felicissima! Bene, spero che il nuovo capitolo ti
piaccia! Comunque, lascia perdere per il pc in vacanza,
perchè
tanto per 2 settimane non pubblico, e poi credo che
pubblicherò
mooooolto a rilento... causa i quei maledetti 17 libri di cui sopra!
Mannaggia a loro...
Credo che per un po' mi farò sentire molto raramente
perchè sarò alle prese con quelli^^
Stragraziemillemillissime ancora per i tuoi complimenti!!!! Un bacione
e spero che il nuovo capitolo ti piaccia! xxx!
x _Kira_94: invece il prossimo capitolo è
un po' di
transizione^^ Beh, spero che gradirai comunque... chissà se
è veramente di transizione?Mah... A te il giudizio! Misa la
adoro tantissimo anche
io, davvero! è troppo scema! E Matt... beh, gli è
capitato il ruolo dello sfigato (è qui dietro che, come
sempre,
mi sta insultando^^) Ma non picchiare Mello che ha la febbre, poverino!
No, vabbè, se vuoi picchialo, ma a tuo rischio e pericolo
(io ci
ho provato ma mi ha minacciato come al solito con la
pistola...Com'è fantasioso il ragazzo^^!) Ahahahahah! Light
ha
finalmente ammesso di essere geloso del cioccolatomane! Basta, sta
sfasando anche lui^^! Riguardo a Light e L... beh, vedremo. Direi che
in questo senso sto progettando una complicità sulla cosa
tra
Misa e Near... Beh, poi si vedrà!^^ Però voglio
sapere
esattamente com'è L per Light! (me in *curiosa mode*^^) Ecco
qua
per l'aggiornamento, spero vi piaccia! E grazie per i complimenti e per
gli auguri di buone vacanze (speriamo siano così!) xxx by
madychan un bacione!
x Sydelle: ecco qua il capitolo! Mi sono messa
d'impegno, stavolta!
Comunque, genio che avevi indovinato che erano tutti e due! Mi sa che
sei stata l'unica^^! Comunque... beh, sì, parto e purtroppo
la ff è rallentata per quei libri... Comunque spero che ti
piaccia questo chappy, l'ho fatto un po' più lungo apposta
perchè vado via! (in realtà, come sempre, le dita
andavano da sole e non riuscivo più a smettere di
scrivere!^^) Grazie per le buone vacanze, speriamo siano
così! xxx buone vacanze anche a te!
x Bimba127: Cioè, no, non ho capito...
cade dalla sedia e si
fa male al naso?! -_-"" Mah, i misteri della vita! Ma non
c'è colpo che non renda! XD Cooooomunque... addirittura
l'altare?! Ma dài, qua mi metti troppo in imbarazzo!
Comunque stragraziemillemillissimissime, davvero, non pensavo che ti
sarebbe piaciuto tanto il chappy! La mia mente sadica e perversa ha
appena iniziato a lavorare... Ma io sto dalla parte di Mello e Matt
(anche perchè altrimenti da L e Light non si salverebbero...
serve qualcuno che controbilanci quei due folli, ora che sono entrati
in azione!^^) Beh, comunque sia, stavo progettando una vendetta
personale unita al tentativo di riconquistare Matt e Mello... Tutto
insieme, mica quei due si fermano alle cose semplici! XD Misa e la
patente... Mah? Qualche folle? O magari Misa faceva solo finta di
essere brava e carina? Teru... ahem, non so. Le tendenze di Teru le
devo vedere^^ Ma apparirà in questo capitolo, anche se in un
modo un po' scemo^^ Io mi sono divertita tantissimo a scrivere di lui^^
Beh, dài, si vedrà, magari avrà un
ruolo rilevantissimo! Devo fare brainstorming queste due settimane per
decidere che punizioni infliggere a Matt e Mello (e poi tu saresti
dalla nostra parte??! =_="" ndMatt&Mello), ma spero che
piaceranno le due che ho già deciso! Un bacio e spero che
anche il capitolo nuovo ti piaccia! xxx!
x lightblack: beh, non che Light non avesse
ponderato l'idea di buttare
davvero Matt giù dalla finestra, ma per non macchiarsi le
mani ha voluto usare il DN... scoprendo poi che era quello falso di
Mikami^^ Quindi ha dovuto arrangiarsi da solo, e Mello lo ha minacciato
che se buttava giù dalla finestra Matt poi ci finiva anche
lui giù... E quindi, vedasi megalomania di Light, il fatto
che non può morire perchè deve diventare il dio
di un nuovo mondo, eccetera, insomma... Light non se l'è
sentita di rischiare, anche perchè l'autrice non gli avrebbe
mai permesso di buttare già dalla finestra Matt (non che mi
interessi molto dell'incolumità di Light, più che
altro di quella di Matt^^), ed ora eccoli tutti e due qua...^^ Ok,
perdona lo sfaso, impazzisco quando scrivo di notte^^ Guarda
un po' che saranno capaci di combinare L e Light e dimmi se ti piace!
xxx spero che il chappy ti piaccia!
x MARIKO UCHIHA: Oddio scusascusascusascusa!!!!! Non
sono riuscita a
postare prima di adesso!
ç_________ç
Mi dispiace tantissimo!!!! Comunque mi fa molto piacere che ti piaccia
la mia fic...^^ Me felice!!!! Ad ogni modo, non so se sarà
un bene o un male se non leggi il capitolo prima del 18,
perchè mi sa che questo finisce con più suspance
di quello prima O_O... Guarda un po'! Beh, che dire? anche io ho amato
L quando ha detto quella frase (anche se non ho mai capito cosa
c'entrasse nel contesto... Se era una delle solite cose retoriche di
Ryuzaki o era semplicemente una vendetta per il pugno di Light... Boh!)
Anche le uscite di Matt^^ Mi sono divertita un casino a farlo
così scazzato! Ma Light lì... Beh, aveva ragione,
ma ha picchiato troppo Matt per i miei gusti (l'ho picchiato ancora
poco! ndLight)(forse non hai capito che tu le mani addosso a Matt non
ce le dovevi proprio mettere.... ndme&Mello)! Grazie mille per
i complimenti per il capitolo, davvero! (me si inchina) e mi fa piacere
che ti abbia divertito! Un bacione e spero che anche questo ti piaccia!
xxx!
x Puce16: deheheheh, che dire? Grazie mille per i
complimenti per il
capitolo, mi fanno davvero piacere! L che dà lo schiaffo a
Matt... Beh, non ce lo vedevo a fargli dare un pugno, ma anche secondo
me lo schiaffo ci stava benissimo! (Matt ti sta chiedendo come hai
potuto adorare quel punto... tre volte nello stesso punto lo hanno
colpito, eccetera... ma lascialo perdere!) Near e Misa non sono solo
migliori amici: sono un'associazione a delinquere! Beh, dài,
effettivamente sono amici, ed è come hai detto te, ma
secondo me sono pericolosi insieme... Chissà che
combineranno? ^^ Comunque, riguardo alla LxLight... Mah!
chissà! Forse un intervento della NearxMisa spa potrebbe
risolvere la situazione? o forse si innamoreranno da soli? Ancora tutto
da scoprire (per ora L e Light si limitano a stare chiusi in casa di L,
con tutte le finestre chiuse e le veneziane abbassate, con i soli occhi
che riluccicano, per cercare di incutere timore... Bah!) Ecco qua
l'aggiornamento, spero ti piaccia! xxx un bacioooo!
x Sakura_sun: ma
daaaaaaaaaaaaaaiiiiiiiiiiiiiiii!
Mi fa piacere che ti piaccia la mia ff! Addirittura stupenda... Me
felicissima! ^^ La LxLight... Beh, vedremo! Dopotutto quei due si
dovranno sistemare prima o poi, no?^^ E per quanto riguarda la
LxMatt... beh, effettivamente, per quanto possa essere impossibile una
nuova lemon tra loro due ora come ora, sto ponderando da
un po' una cosetta in proposito! Quando l'avrò messa in moto
ti dirò di più! Spero che il capitolo ti piaccia!
xxx!
x Myrose: ebbra per tre giorni?! Ma dài,
che combini? XD Mi
fa piacere che ti sia piaciuta la scena apocalittico-demenziale
all'inizio XD (mi stavo rotolando dalle risate anche io a scriverla...
che autrice poco seria che sono!^^) I Microesseri...Semplicemente, li
adoro. Fanno la parte dell'autrice, nella ff, in quanto a
bastardaggine! Ma i BullsBoys... No, dài, quella sono stata
la cosa più divertente della tua recensione! XDXDXD Mi
dispiace per il randello nodoso, ma Light ha obiettato che non poteva
trovare una cosa del genere in mezzo a quel casino di situazione, e che
non si sarebbe nemmeno fermato a cercarlo, insomma... Tutta colpa di
Light, diciamocelo! Ed L... Tornerà in questo capitolo! Alla
carica bello e pronto con uno dei suoi piani assurdi (quello si capisce
che non è di L ma mio... è proprio assurdo!^^) Il
restyling... Mah? Io ci sono affezionata allo stile di L! Insomma, chi
mai direbbe che uno che si veste così è una
geniale mente perversa del male? Però ci si potrebbe mettere
un po' di nero!!! Grazie per i complimenti per il capitolo ed ecco qua
il nuovo chappy, e spero ti piaccia! xxx un bacione!
Come sempre, un GRAZIE enorme a chi ha messo la fic nei preferiti, nei
seguiti o ha solo letto! Vi voglio bene! Un bacione e spero che il
nuovo capitolo vi piaccia! xxx by madychan!
11. Tutto può succedere… nel giorno del trasloco
« Sei sicuro di volerlo affrontare ora? »
« Se non lo affronto ora mi spieghi quando lo affronto?
»
« Beh, non lo so. » Pausa. « Vuoi che
venga con te? »
« Meglio di no. Hai ancora il livido della settimana scorsa.
»
Matt si accende una sigaretta, appoggiando l’altra mano
libera sul volante. Beh, poco male, tanto siamo fermi. Sotto casa mia e
di Light, tra l’altro.
Stranamente, quei due dopo la settimana scorsa non si sono
più fatti sentire. Io non me la sentivo di andare
all’università oggi che è ricominciata,
ma immaginando che Light – da maledetto perfettino qual
è – ci sia andato puntualmente, forse nel
tentativo di trovarmi e parlarmi, ho aspettato che fossero le sei di
sera, per arrivare qua.
Per Matt il problema non c’è stato. Ricomincia il
lavoro domani e deve per forza rivedere L.
Chissà che
cazziatone gli farà il suo adorato capo…
Però, dato che devo prendere le mie cose e portarle a casa
di Matt, Light lo dovrò pur affrontare, no?
« Forza e coraggio. » mi esorto da solo, sospirando.
« Se, certo. Come no. » commenta Matt.
« Senti, non rigirare il coltello nella piaga, per
favore.
» ribatto, scoccandogli un’occhiataccia.
Lui si mette a ridere. « Sei in crisi d’astinenza?
»
« Colpa tua! »
« Tu non ci hai messo molto a darmi ragione. Era la cosa
giusta da fare, e lo sai anche te. » replica lui, gettando la
testa all’indietro sul sedile, e guardandomi con un
sorrisetto divertito.
Insomma, il fatto è questo: abbiamo deciso che,
finché non lasciamo ufficialmente Light e L, non facciamo
niente di niente. Il che è anche giusto,
dopotutto.
Già abbiamo fatto casino quando lo abbiamo fatto la prima
volta, e Matt mi ha detto piuttosto esplicitamente che non aveva voglia
di andare ulteriormente nei casini con Light – con L ci
è già a priori –, almeno se i casini si
potevano evitare. E io ho accettato di buon grado. Stavo male, non
volevo contagiarlo troppo, ed ero troppo stanco, effettivamente. Ma
è frustrante, quando guarisci e non puoi fare niente
comunque, anche se hai praticamente appiccicata a te la persona di cui
sei innamorato, e che è la tua più ricorrente
fantasia erotica da mesi a questa parte.
Ma possibile che lui non faccia una piega, dannazione?!
« Non è che mi tradisci di già ancora
prima di stare insieme a me? »
Lui ride di nuovo. Bastardo…!
« Avrò anche poca resistenza quando mi eccito, ma
ne ho di sicuro più di te quando sono in astinenza.
» replica lui. « Non sono un erotomane. Ho anche
altri interessi nella vita. »
« Stai insinuando che io non ho altri interessi?! »
« Naaaah. Sto insinuando che stai solo tergiversando per non
andare da Light. »
« Io non sto tergiversando! » esclamo, incrociando
le braccia, irritato dalla sua tranquillità.
A sorpresa, mi poggia le labbra sulle mie, interrompendo lo sproloquio
che stavo per iniziare.
Dannazione, questo ragazzo mi conosce già troppo bene.
Prevede troppo facilmente le mie mosse.
La sua lingua accarezza il profilo delle mie labbra; subito dopo, lui
si stacca, rimettendosi la sigaretta in bocca e riprendendo a fumare.
« Scusa, ma non avevamo detto niente di niente?
»
domando, guardandolo male.
« Quante storie. Le promesse si possono anche non mantenere.
» replica lui, indifferente.
Lo guardo ancora peggio. « Bastardo. Sei un bastardo,
dannazione. » commento, aprendo la portiera. « Ma
tutti io me li vado a trovare, cazzo? »
Lo sento ridacchiare prima che io esca. Gli lancio
un’occhiataccia, ben sapendo che, comunque, sarà
inutile. Matt è un po’ come Near: le occhiatacce
non gli fanno effetto. Forse è già assuefatto a
quelle di L.
Scendo dalla macchina, guardando il condominio dove io e Light abitiamo
– o meglio, dove abitavamo.
È un peccato doverla lasciare. Ero affezionato a
quell’appartamento. Ma giungo alla conclusione che stare con
Matt è più importante di un appartamento.
E poi, quello di Matt non mi dispiace. Ci possiamo stare
tranquillamente, in due.
Sospiro di nuovo, per poi incamminarmi verso la portineria.
Osservo Mello allontanarsi verso la portineria. Il suo profilo
androgino mi cattura lo sguardo e ha il potere di farmelo incantare,
anche se il biondino è sparito dalla portineria da non so
quanto, ormai.
Penso. Penso al fatto che Mello ha voluto subito venire a vivere con
me. Penso al fatto che abbiamo deciso di non fare nulla
finché non avremo lasciato definitivamente L e Light. Penso
al fatto che quei due ce la faranno pagare sicuramente.
Dannazione, come al solito mi sono ficcato nei casini.
Oltretutto, Misa e Near non sono di grandissimo aiuto: quei due
sembrano divertirsi per la situazione, invece che essere disposti ad
aiutarci – come qualunque buon amico farebbe… Ma,
un momento, quei due si possono definire “buoni
amici”? Non so cosa pensare di quei due, davvero.
Prima sembrano avere una cotta l’uno per l’altra,
poi dicono che non è niente e che sono solo amici, poi
scopro che dormono insieme praticamente tutte le sere…
Ma che cazzo combinano?!
Sospiro, rassegnato all’evidenza. Insomma, non posso
pretendere niente. Sto già vivendo una situazione
incasinatissima io, e sembra che io sia una calamita per i
casini… Ma a quanto pare anche quei due non se la passano
meglio, quanto a casini non voluti. Perché non
possono
averlo voluto, no.
Beh, mi consolo. Almeno domani sera, dato che avremo finalmente
lasciato sia L che Light, io e Mello potremo darci alla pazza gioia.
Non sembra, ma non sono molto resistente all’astinenza.
« Sei in astinenza? »
Mi volto, sorpreso di sentire quella voce lì.
È vestito con un cappotto non troppo lungo, e come al solito
ha i capelli scompigliati e le occhiaie sotto gli occhi. Il freddo gli
ha fatto leggermente arrossare la punta del naso, dato che non ha una
sciarpa per coprirlo. Anche le guance sono un po’ rosse per
la bassa temperatura, contrastando con il suo colorito perennemente
pallido.
« L… » lo saluto, ritornando a guardare
avanti. « Come mai qua? »
« Puro caso. Sono stato fino a poco fa a parlare con Light.
Sono sceso proprio prima che arrivaste voi. » spiega lui,
tranquillo, guardando nella mia stessa direzione.
Non è chiaro nemmeno a me perché tenga il
finestrino aperto a gennaio; forse soffro semplicemente il caldo della
macchina, tutto qui. Fatto sta che posso sentire le sue parole proprio
grazie al fatto che il finestrino è aperto anche in un mese
come questo.
« Non dovresti fumare troppo. Lo sai che non fa bene.
» continua lui.
Sbuffo fuori del fumo, seccato da quel dialogo imbarazzante.
« È la prima che fumo, oggi. »
Lui si sporge leggermente per guardare nell’abitacolo.
« Certo. » acconsente. « Dopo le
altre… beh, io ne ho contate nove. »
Sbuffo di nuovo, guardandolo. Lui accenna un sorrisetto sarcastico.
« Quando fumi troppo, vuol dire che sei in astinenza.
» prosegue. « E se ne hai fumate già
dieci in macchina, non oso immaginare quante ne hai fumate a casa.
Mello non si intossica? »
« Prima di incontrare Light fumava anche lui. »
replico, annoiato. « E comunque, mica fumo di fianco a lui.
»
L ride leggermente. « Io parlavo di quando vi baciate, o
simili. »
Bastardo. È un bastardo, lo sapevo. Lo sapevo che questo
incontro aveva un doppio fine. Altrimenti non sarebbe rimasto ad
aspettare, dopo essere uscito dalla palazzina, che Mello scendesse e
che io rimanessi solo in macchina. L’ha fatto apposta, cazzo.
« Non ci baciamo. » confesso. «
Né facciamo niente altro. »
« Ah no? Pensavo che due che vivono insieme facessero questo
e altro. » commenta lui.
Vabbè, rigiriamo le carte in tavola…
« Perché? Tu e il tuo coinquilino lo fate?
» domando, sarcastico.
L si stupisce un po’, ma neanche tanto. « Che
c’entra? Lui è etero… »
« Beh, io e Mello siamo ancora impegnati, a quanto mi
risulta. » ribatto. « Perciò abbiamo
deciso di non fare nulla, per ora. »
L ridacchia un po’. « Una premura che, tutto
sommato, potevate evitarvi. »
Mugugno una risposta che non è né affermativa
né negativa. « Beh, ci sembrava giusto
così. » replico, spegnendo la sigaretta, ormai
finita, nel posacenere che ho di fianco a me. « Ma
forse… Devo dedurre qualcosa dal fatto che tu e Light
eravate a casa insieme fino a poco fa? » chiedo, con una
sorta di malizia.
L mi guarda, con il solito sguardo da gufo. « Non
è perché due si incontrano devono per forza
combinare qualcosa. » commenta.
Dopodiché, fa il giro della macchina e sale al posto di
Mello, sedendosi accanto a me.
Non obietto. Sapevo che l’avrebbe fatto.
« Immagino che tu volessi chiudere con me. »
commenta L, dopo un po’ di silenzio. « Magari
domani, quando ci saremmo rivisti al lavoro… Ho indovinato?
»
« Hai qualche altra idea? » domando, senza
guardarlo. Improvvisamente, quella scalinata che porta alla portineria
del condominio di Mello e Light mi sembra talmente interessante che mi
metto a esaminarla in tutti i suoi particolari.
« No. » replica lui, tranquillamente. «
Ma voglio che tu sappia che non influirà sul tuo lavoro. Sei
il mio assistente, e rimarrai il mio assistente. »
Sbuffo, soffocando una risata amara. « Perché il
lavoro non va mischiato col privato… Giusto? »
domando.
« No. Non per quello. »
Lo guardo, sorpreso. Lui guarda avanti, mordicchiandosi il dito, come
fa spesso quando pensa.
« Non per quello? » domando, confuso. « E
allora perché? »
L fa una breve pausa, guardandomi con il suo sguardo fisso. Dannazione,
mi sta facendo andare ancora di più in confusione!
« Credo di provare interesse per un’altra persona.
»
E torna a guardare fuori.
« COSA?! » esclamo, sconvolto.
« Eddài, Matt, non urlare… »
replica lui, tranquillo.
« Ma-ma scusa! Mi hai detto che me l’avresti fatta
pagare solo tre giorni fa, e ora mi dici che ti interessa qualcun
altro?! » esclamo di nuovo, sempre più sconvolto.
« Cose che capitano. » risponde lui,
tranquillissimo. « Mai sentito parlare di “colpo di
fulmine”? Mi pare che Mello ti abbia fatto lo stesso effetto.
»
« Ma… » Niente da fare. Non ci posso
credere. Non ci posso credere! Davvero si risolve tutto così
facilmente?!
Però è strano. Non è da L essere il
tipo da colpo di fulmine. Io mi posso salvare perché, sia
con lui, sia con Mello, ne ho avuto uno, ma lui…
dacché mi risulti, non ha mai avuto colpi di fulmine di
sorta. E io non credo proprio di essere stato un colpo di fulmine, per
lui.
Vabbè che, anche se lo sono stato, lo maschera
bene…
Ma mi sembra troppo strano. Sia perché se ne salta fuori
proprio tre giorni dopo che io e lui abbiamo
litigato per Mello, sia
perché lui non è tipo da colpo di fulmine.
« E chi sarebbe? » domando.
« Mh? » domanda lui, facendo il finto tonto e
riprendendo a guardarmi.
Un’idea mi balena in testa. E non è nemmeno troppo
malsana: è piuttosto logica, invece.
« No, perché, sai… » dico.
« …se fosse Light, Misa farebbe i salti di gioia,
al saperlo. Vi ha sempre visti bene insieme. »
Tralasciamo il fatto che lei mi ha detto che li vede bene solo come
associazione a delinquere… Questi sono i
soliti dettagli, no?
« Beh… » fa L, tranquillamente.
« Allora dille che può cominciare a rallegrarsi.
»
« CHE COSA HAI DETTO?! »
La barretta di cioccolato che avevo prelevato dal frigorifero e che
stavo tranquillamente – ma neanche tanto – gustando
mentre parlavo con Light mi cade di mano, facendo un sonoro schiocco
quando incontra il pavimento.
Ma sono talmente sconvolto che della barretta non me ne frega un cazzo.
Insomma.
Cazzo. Cazzo, cazzo, cazzo. E ancora cazzo.
Ma perché il mondo si sta capovolgendo in questo modo?!
« Mello, calmati e non urlare, per favore. »
replica Light, calmissimo.
Ma dico io! Che cazzo hai da essere così calmo, si
può sapere?!
« NO CHE NON MI CALMO! » urlo di nuovo, sconvolto.
« HAI PESTATO MATT TRE GIORNI FA PER ME, E ORA VENGO A SAPERE
CHE TI INTERESSA QUALCUN ALTRO?! »
« Andiamo, ora non sarai geloso, spero. » replica
lui, raccogliendo la tavoletta di cioccolato, con una calma che mi fa
quasi venire i nervi.
« NO, DICO! IO NON HO FATTO NIENTE, PER TUO RISPETTO, MI SONO
LASCIATO ANDARE SOLO UNA VOLTA, ME NE SONO PENTITO, MI SONO VISTO MATT
PESTATO DA TE, E ORA MI DICI CHE ANCHE SE L’HAI FATTO TI
INTERESSAVA QUALCUN ALTRO?! »
« Io non mi sono lasciato andare. » ribatte Light,
seccato. « E poi, sono cose che capitano. »
« COSE CHE CAPITANO?! MI HAI TARTASSATO PER UN ANNO, CON LA
STORIA DELLA TUA GELOSIA E TUTTO IL RESTO! E ORA SCOPRO QUESTA! DA
QUANT’È CHE VA AVANTI, SI PUÒ SAPERE?!
»
« Veramente non è nemmeno cominciata. »
replica lui. « Comunque, se vuoi saperlo, va avanti solo da
pochi giorni. Due o tre, se proprio devo dirlo. »
Pazzesco. Pazzesco, pazzesco, pazzesco.
E ‘mo cos’è pure ‘sta mania di
ripetere venti volte lo stesso concetto?!
Porca miseria!
« Cioè. Fammi capire un po’. »
dico, mettendomi le mani sui fianchi e inspirando aria, tentando di
darmi una calmata. « Tu hai pestato Matt per me, ok? Fin qui
ci siamo. Poi che cazzo è successo? Chi hai incontrato, per
prenderti ‘sta cotta improvvisa e lasciar perdere di botto
me? »
« Non l’ho incontrato proprio dopo che è
successa quella cosa a casa di Matt. » replica Light,
tranquillamente. « Lo conoscevo già. »
Realizzazione improvvisa che si profila nella mia mente.
« L? » domando, incredulo. « Ti piace L?
»
« Andiamo, non è che mi piaccia…
» replica lui, imbarazzato. « Diciamo
che… mi interessa. Tutto qua. »
« Ti interessa L. » ripeto. «
E… quand’è che è scattata
‘sta cosa, se è lecito sapere? »
Light sembra pensarci su un attimo. « Tre giorni fa, credo.
Quando ci siamo consolati per la storia tra te e Matt…
»
« CONSOLATI?! » esclamo, scandalizzato. E poi non
si era lasciato andare?!
Light fa una mossa con la mano, come se volesse scacciare un insetto
molesto da vicino a sé. « Non nel senso che
intendi tu, Mello. Ti ho detto che non ci siamo lasciati andare, e che
non è nemmeno cominciata. »
« Oh, scusa tanto… E allora che intendi per
“consolati” ? »
replico, con un tono
acido che corroderebbe qualunque cosa.
Light mi guarda, con un sorrisetto quasi malizioso. «
Mello… Non sarai geloso, vero? »
Avvampo. Ma questo qua che cazzo sta capendo, si può sapere?!
« NON SONO GELOSO! » urlo.
« E allora perché ti lamenti tanto? »
domanda lui, tranquillissimo.
Maledetto…!
« Vuoi sapere perché? » chiedo,
incrociando le braccia. « Perché tu mi hai rotto
le palle tanto su Matt, e invece adesso scopro che ti interessa qualcun
altro, come se niente fosse successo! Mettiti un po’ nei miei
panni! »
Light ridacchia un po’. E, non so perché, ma ho
l’impressione che quel maledetto bastardo stia ridacchiando
fin troppo sadicamente, per i miei gusti.
« Guarda il lato positivo. » osserva lui.
« Ora puoi stare con Matt senza farti più
problemi, no? »
“Ah sì? E perché questa tua
osservazione mi puzza di bruciato?”
Sbuffo. Non vale la pena di farglielo notare. Dopotutto, Light si era
preso una cotta anche per me, appena mi ha visto. È proprio
il tipo, di colpi di fulmine. Non è per niente strano che si
sia invaghito di L anche a prima vista.
Però, la scenata a casa di Matt… Mi puzza. Mi
puzza tutto. C’è qualcosa che non quadra,
dannazione.
Sbuffo di nuovo, riprendendo la tavoletta di cioccolato dalle sue mani.
« L che dice? » domando, addentando un pezzo che
era rimasto tra la carta stagnola e che, quindi, non si è
sporcato quando la tavoletta è caduta.
« Beh, nulla di speciale. » risponde Light,
tranquillamente. « Aspettavo un po’, a dirglielo.
Preferisco smaltire un po’ quello che ho passato con
te… Dammi un po’ di tempo, no? »
Puzza sempre di più… Quando Light vuole qualcosa,
la vuole subito, e non è un tipo troppo paziente.
È possessivo e geloso. E non si fa stravolgere da traumi
adolescenziali come quello del “mi ha lasciato, ora dammi un
po’ di tempo per riprendermi e poi mi butto in
un’altra storia”. Non è il tipo, cazzo.
E qui c’è dannatamente qualcosa che non va.
Ma cosa, dannazione?
Sospiro. Tanto, è inutile pensarci ora. Rivolgere queste
domande a Light sarebbe completamente inutile.
« Come ti pare. » replico, seccato. « Ad
ogni modo, si può sapere dove sono le mie cose? »
Insomma, tralasciando la bella notizia che Light si
poteva anche
risparmiare, è un po’ stressante arrivare a casa
tua e non trovare le tue cose.
È dannatamente seccante.
« Le ho portate da Near. » spiega lui. «
Mi ha chiesto lui di fare così. Ha detto che, per ogni
evenienza, le teneva lui… In caso scoppiassimo a litigare
non appena ci vedevamo e tu scappassi di nuovo di casa. Pensavo ti
avesse avvertito. »
Quella mente malata di Near! Voleva farmi affrontare Light, prima di
dirmelo!
« Non me l’ha detto, ma immagino di sapere il
motivo. » replico io, un po’ irritato per
quell’iniziativa del nano.
Guardo di nuovo Light, un po’ sorpreso che sia andata a
finire così.
« Allora… Tra noi due è finita?
» domando.
Light mi guarda a sua volta, un po’ sorpreso e un
po’ serio.
« Beh… Pare di sì. »
commenta, sospirando.
Non sta dimostrando l’amarezza che pensavo. È
tranquillo… Troppo tranquillo.
Ma devo stare tranquillo anche io. Magari è tutta una sua
tattica per fare in modo di farmi incazzare e poi sostenere che ero
geloso di lui, e poi quindi rompere con ‘sta storia del
tradimento, eccetera…
Mi abbraccia, stringendomi a sé.
Ok. Devo fare un po’ di autogestione sul mio autocontrollo
per non cedere alla sua tattica, sempre che sia quella di farmi
innervosire.
« Niente rancori, nh? » mi domanda.
« No… Niente rancori. » dico, tranquillo
– falsamente tranquillo, ma fortunatamente so fingere bene.
Mi bacia sulla guancia, facendomi avvampare.
Mi allontano. Cazzo, maledetto…! Ma lo fa apposta?!
« Light! » esclamo, seccato.
Lui mi fissa, stupito. « Che c’è?
» chiede lui, con fare innocente.
« Evita questo tipo di contatti, per favore! » lo
rimbecco, mettendomi le mani sui fianchi.
Lui ridacchia, tranquillissimo, come non lo è mai stato.
« Va bene… Ma era solo un bacio senza pretese, che
credi? »
Sospiro dalle narici. « Ok… Se lo dici te.
»
« Ci vediamo domani all’università, ok?
» cambia argomento lui. « Vieni, vero? »
« Mmmmh… » replico io. «
Sì, pensavo di venire. Allora, a domani. »
Mi volto e apro la porta, senza che lui dica una sola parola.
Non dice niente.
Mi volto, e lo vedo che mi saluta con la mano, tranquillissimo.
Sbuffo, per poi uscire e scendere le scale.
Qui c’è assolutamente qualcosa
che non va.
« … e poi mi ha baciato. »
Mi distraggo per un attimo dallo schermo, sconvolto.
« YATTA! HO VINTO! »
Ancora più sconvolto, guardo lo schermo del Nintendo,
notando che il mio Pokemon è andato k.o.
« MELLO, BASTARDO! » urlo, spiazzato, fissando lo
schermo. Le mani mi stanno tremando per la rabbia e per la frustrazione.
Insomma, non è mica da tutti i giorni sconfiggere il mio
Sneasel al livello 72!
« Ma che hai capito? Parlavo di un bacio sulla
guancia… » replica Mello, ridacchiandomi in
faccia. « Ti sei distratto per quello? »
Mugugno tutto il mio dissenso a quella cosa. « Abbiamo ancora
tre Pokemon te e cinque io. Non cantare vittoria troppo presto.
»
Situazione? Beh, dopo essermi sentito dire che le cose di Mello erano
da Near – il motivo non l’ho capito, ma non importa
– e dopo che Mello si è imposto per andare a
trovare Near dopo cena – sembra che lo faccia praticamente
sempre –, perché doveva sbollire la rabbia per il
fatto che Near l’aveva manipolato perché
incontrasse Light – e a quel punto non ha capito molto, ma
non importa lo stesso –, siamo tornati a casa.
Pazza gioia? No. Direi proprio di no.
Mello mi ha proposto una partita ai Pokemon.
Sono rimasto sconvolto al sapere che Aiber, non so bene quando
– forse alla cena a casa dello zio? – gli ha
spiegato per filo e per segno il mondo dei Pokemon, e che a lui sia
venuta in mente una cosa del genere quando siamo tornati a casa. Sapeva
pure dei combattimenti tra allenatori di due Nintendo diversi. E, dato
che mi aveva sgamato in pieno l’altro Nintendo che tenevo in
casa – per quando ne avevo assoluto bisogno, in
caso il mio fosse stato trafugato a tempo indeterminato da Aiber
–, quando stava rovistando in casa mia, ho accettato.
La motivazione che mi ha dato perché voleva giocare ai
Pokemon invece che darci alla “pazza gioia”? Ce ne
sono ben due.
Motivo numero uno: il sole è ancora alto per
“certe cose”, come le ha chiamate lui.
Motivo numero due: voleva assolutamente dimostrarmi che non era un
maniaco e che il suo pensiero non andava solo al sesso.
Motivazione del cazzo la seconda, ma lui si è imposto
così tanto che a quel punto non ho proprio potuto rifiutare.
Mi sa che questa se l’è legata al dito.
Quindi, ora siamo sdraiati sul mio letto, io sotto e lui sopra di me,
entrambi presi dalla battaglia coi mostriciattoli delle sfere
Pokè.
« E va bene! Let’s fight! » esclama
Mello, esaltatissimo perché mi ha fatto fuori un Pokemon; io
mi premuro di non fargli notare che gliene ho già fatti
fuori tre. « Dài, metti in
campo il prossimo!
»
« Va bene… » sospiro, rassegnato. Anche
giocare ai Pokemon è divertente, ma Mello non mi sembra
molto pratico… Riesce a battermi solo se mi fa distrarre,
come prima.
Metto in campo Pachirisu, al modico livello 68.
« Cosa credi, di battermi con quel topo?
» fa
Mello, esaltato. Peccato che non sappia che un Lapras, per quanto al
livello 70, è debole contro un Pokemon di fulmine, essendo
Lapras un Pokemon d’acqua.
« Ti ha baciato sulla guancia? » domando,
regalandogli una Tuononda che gli paralizza il Lapras.
« Bast…! Sì, mi ha baciato sulla
guancia. » replica lui, facendo strani movimenti con le
braccia, come se stesse affrontando una gara di corsa in moto. Col
Nintendo. Vabbè…
« Però, devo dirtelo, mi è sembrato
strano. » continua Mello, attaccandomi con
un’Idropompa. « Insomma, non ha fatto una piega,
cazzo! Ha scassato le palle per anni con ‘sta storia della
gelosia, e adesso non mi dice niente se me ne voglio andare! Anzi, mi
dice pure che ora posso stare più tranquillo, che posso
tranquillamente vivere con te, eccetera! »
« E ti ha spiegato perché non era geloso?
» domando, stufandomi di quella tartaruga enorme e
attaccandola con Scarica. Peccato che Lapras abbia tanti punti vita e
non muoia subito…!
« Ha detto che gli piaceva L… » replica
lui, distogliendo lo sguardo per un attimo dallo schermo e guardandomi.
Io lo sto già guardando, allibito. « Non ti pare
strano? »
« E me lo chiedi? L mi ha detto la stessa cosa! »
esclamo io, a dir poco esterrefatto.
« Te l’ha detto? E quando? » domanda
Mello, sospettoso.
« Quando tu sei andato su da Light, L si è
presentato alla macchina e mi ha parlato un po’. »
spiego, fugando i suoi dubbi. « Insomma, è venuto
fuori che non rischio niente al lavoro se ci lasciamo, e non
perché non abbiamo mai mischiato lavoro e privato, ma
perché ha interesse per un’altra
persona… Che si è rivelata essere Light, in poche
parole. »
Mello guarda di nuovo lo schermo, decidendo di attaccare Pachirisu con
Surf. E l’attacco fallisce perché Lapras
è paralizzato.
« Merda! » esclama, frustrato. «
Comunque, mi pare strano. Qui c’è qualcosa che non
va. »
Sconfiggo Lapras con un’altra Scarica, guadagnandomi
un’altra imprecazione di Mello. « Tra
l’altro… Anche L mi ha baciato sulla guancia.
Proprio come Light ha fatto con te. Ha detto che era una specie di
bacio d’arrivederci… Bah, non l’ho
capita molto. »
Mello mugugna, pensieroso. « Non quadra. Secondo me quei due
ci stanno nascondendo qualcosa. » ribatte, chiudendo il
Nintendo con uno scatto. « Basta, mi sono stufato. Con te non
c’è verso di vincere…! »
Ridacchio, spegnendo il mio Nintendo e il suo, e mettendoli sul
comodino. « Alla buonora. » commento, cingendogli i
fianchi con le braccia. « Non ne potevo più di
continuare a vincere con te sopra, sai? »
Mi allungo verso di lui e lo bacio, con una voglia tremenda di sentire
quella bocca unita alla mia. Cazzo, avere nella stessa casa, per tre
giorni, Mello, senza poterci fare niente, per un patto che io e lui
abbiamo stipulato, è dannatamente frustrante. Avevo una
voglia pazzesca di sentirlo, e il non poterlo toccare mi faceva
impazzire ancora di più.
Mello si allunga sopra di me, permettendomi di accarezzargli le labbra
con la lingua. Lui apre la bocca – oserei dire che
è quasi divertito – e fa iniziare per primo la
nostra lotta, vorace e bisognosa. Dopotutto, anche lui era in astinenza.
Azzardo lentamente a far scorrere le mie mani sotto la sua maglia, per
tentare di andare oltre; ma Mello mi blocca, staccandosi leggermente da
me, e rimanendo a pochissima distanza dal mio viso.
« Aspetta… » dice, piano. «
Aspetta. Non voglio farlo di fretta, e prima dobbiamo andare da Near.
»
Sospiro, rassegnato. « Vuoi fermarti, allora? »
domando, un po’ sconsolato.
Lui mi sfiora una guancia con le labbra, pensieroso. Poi mi lancia uno
dei suoi soliti ghigni beffardi.
« E poi ero io quello che non pensava ad altro, eh?
» mi provoca, ridendo.
Per tutta risposta, lo stringo di più addosso a me.
« Scusa, se il fatto che mi sei stato
vicino per tre giorni
senza che io potessi fare niente con te, e che ora mi stai sopra non
aiuti di certo a farmi passare la voglia. » osservo, andando
piano a toccargli la schiena con le mani.
Lo sento sospirare di piacere. « Smettila…
» replica, con una voce ben poco convinta e autoritaria, come
invece è di solito. « Matt…
Dobbiamo andare da Near… »
« Non me ne frega un cazzo. » replico a bassa voce,
alzandogli la maglia. « Ti voglio… adesso.
Near e
Misa possono anche aspettare. Non ti pare? »
Mello mi fissa, con i suoi occhi semi-nascosti dai capelli. Il suo
sguardo è un po’ tentato, lo noto chiaramente.
« Per favore. » rincaro la dose, baciandogli
lievemente l’addome.
Mello sospira di nuovo per il piacere. Il suo volto è
contratto in un’espressione a metà tra il
libidinoso e il semi-contrariato.
Quando lo bacio ancora, però, le sue difese calano, di
nuovo.
E stavolta del tutto.
Guardo la casa di Light, curioso. Ci sono già stato, ma
è sempre un po’ particolare vedere un appartamento
del genere.
Non che io non sia abituato ad appartamenti grandi; ci vivo io stesso
in uno del genere, potendomi permettere qualcosa di leggermente
superiore alla media. Anche se la maggioranza del denaro che ho
preferisco devolverlo in beneficenza, a volte un po’ di
comodità in più non guasta, e me la voglio
permettere.
Light, invece, vive in un appartamento che altro non può
essere se non un progetto dell’illustre architetto Kheel. Su
questo non c’è alcun dubbio. Probabilmente, ha
mandato qua Light e Mello, in modo che non avessero nemmeno troppi
problemi a pagare per vivere qua, dato che l’architetto
è il padre di Mello.
Sì, non c’è dubbio. Piccoli particolari
che lo confermano, come dei semplicissimi segni distintivi incisi sui
muri, o degli oggetti che sono di chiara firma di Kheel: un paio di
lampade, o le finestre, delle particolari arcate che in una casa
normale non si troverebbero. Kheel non si smentisce mai: lascia segni
indelebili della propria presenza, ovunque. Evidentemente, è
da lui che ha preso Mello: anche lui ha lasciato un segno indelebile in
Matt.
Nel mio Matt.
« Allora, L? Ci ha creduto? » domanda Light,
sedendosi al tavolo.
« Tanto quanto ci ha creduto Mello, immagino. »
replico io, accostandomi a lui e sedendomi nella mia solita posizione
“strana”.
« Non sembrava molto convinto, effettivamente. »
commenta Light, storcendo un po’ il naso. «
Mmmmh… Ma se capiscono che vogliamo progettare qualcosa
contro il loro rapporto, non credi che staranno in allerta? »
« Lo scoprirebbero comunque, quando inizieremo. »
osservo, traendo fuori dalla tasca dei jeans un lecca-lecca alla
fragola e iniziando a scartarlo. « Te l’ho
spiegato, no? Tutto questo serviva solo a far abbassare loro la
guardia. Ora che credono che li abbiamo lasciati, non si faranno troppi
problemi. E noi aspetteremo che abbiano la guardia abbassata. Non
servirà molto. Basterà comportarci come se io e
te ci stessimo veramente frequentando per metterci insieme, e loro si
tranquillizzeranno. E allora, inizieremo con il nostro piano.
»
Light ridacchia, come al solito un po’ sadicamente.
« Non pensavo che potessi essere così vendicativo.
» commenta, alzando sarcasticamente un sopracciglio.
« Così come io non pensavo che potesse esistere
una persona gelosa come te. » replico io, iniziando a
gustarmi il mio lecca-lecca. « E comunque, non sono
vendicativo. Sono solo particolarmente geloso di Matt. »
« E allora perché te la prendi con lui? »
« Anche se me la prendessi contemporaneamente con lui e
Mello, a te non verrei certo a dire che me la sto prendendo con Mello,
ti pare? » replico io, inclinando la testa, come se la cosa
fosse ovvia.
Insomma: questo qua, anche se sono piuttosto bravo nella capoeira,
è capace di stendermi, quando si tratta di Mello. Magari non
troppo, ma credo proprio che sarebbe capace di stendermi.
« No… Tu non te la stai prendendo con Mello.
» commenta Light. « Ma devo ancora capire come mai
ce l’hai tanto a morte con Matt. »
Do un’altra leccatina al mio lecca-lecca, prima di rispondere.
« Perché ci tengo a fargli capire che, anche se
ora vuole stare con Mello, il suo è solo un capriccio
temporaneo. » dico. « E, credimi, Light. Ci
riuscirò, dovessi impiegarci anche tutti i miei sforzi.
»
Osservo la casa di Near, ammirato.
Ma cazzo, sono tutti ricconi, tra le file di Mello & Co.?!
La casa è piuttosto grande: niente a che vedere con la mia
che, seppur essendo una villetta carina in stile occidentale,
è pur sempre piccola, in confronto a questa. Near vive in
una casa davvero grande, e in pieno stile giapponese. Ha un giardino
che circonda la tenuta, e un piano rialzato che funge da corridoio
esterno, che percorre l’intero perimetro
dell’abitazione. Insomma, una di quelle case belle e di stile
giapponese che si vedono ovunque, e che altro non possono essere se non
di famiglie perlomeno molto abbienti.
« Ma Near abita qui? » domando, stravolto, mentre
Mello suona il campanello con tutta la tranquillità di una
persona che, praticamente, vive lì.
« Lui, sua madre, il padre di Near, i due fratelli acquisiti
di Near e i due nonni di Near. I genitori di sua madre. »
spiega Mello, contando le persone sulle dita. « In tutto,
sono sette persone. La casa è di proprietà della
madre di Near, che però ha lasciato il nome ai suoi due
figli maggiori, ma siccome era molto innamorata del suo secondo marito
ha dato a Near il cognome del padre. Per questo i due fratelli maggiori
si chiamano “Mikami”, e Near invece fa
“River”, di cognome. »
Collego un attimo le parentele, che Mello mi ha elencato un
po’ troppo velocemente, per i miei gusti. Dopo averlo fatto
con lui, devo dire che non sono molto sveglio. Non ho potuto fare a
meno di darci dentro più che potevo e, anche se Mello non
sembrava dispiaciuto, io ora sono stanco morto.
« Stanco? » mi sbeffeggia Mello, ridacchiando.
Gli rivolgo un’occhiata più che eloquente.
« Non dirmi che tu non lo sei, perché non ci
credo. » replico.
Mello ridacchia di nuovo. « Stavolta l’hai voluta
tu, però. » ribatte, guardando avanti. «
Io te l’avevo detto, di fermarti. »
« Due volte, e senza nemmeno troppa convinzione? »
ribatto io, acidamente sarcastico. « E poi, da come hai
reagito, direi proprio che non ti dispiaceva per niente, o sbaglio?
»
« Non ho detto che mi è dispiaciuto. »
ribatte lui. « Solo, se sei stanco, la colpa è tua
stavolta, e non mia. »
Sbuffo. Pratico a rigirare le carte in tavola, il ragazzo.
« Mello? Sei tu? »
La voce metallica del citofono ci fa riemergere dalla nostra
conversazione. Riconosciamo il tono atono di Near.
« In persona, nano! » esclama Mello, entusiasta
– chissà perché? « Aprici,
che fa un freddo boia e siamo qua in due a congelarci! »
Near sospira – si sente chiaramente – e fa scattare
il cancello, permettendoci di entrare.
Mello mi fa strada fino alla porta, dove Near ci apre, tutto
imbacuccato in una tuta che sembra piuttosto pesante. In quei panni,
sembra ancora più piccolo di quanto in realtà non
sia.
« Buonasera. » ci saluta. « Avete fatto
tardi… Sareste dovuti arrivare un paio d’ore fa.
»
Distolgo lo sguardo, tossicchiando, in un tentativo non so quanto
efficace per sviare l’attenzione. Mello invece ghigna,
divertito.
« Colpa sua! » mi accusa, puntandomi un dito contro.
« Mello! » esclamo, sconvolto.
Mello mi guarda, con il suo ghigno malefico dipinto sulle labbra.
« Non lo è? »
Lo guardo malissimo, per poi distogliere lo sguardo. «
‘Fanculo. »
« Non senza di te. »
« Risparmiatemi i dettagli, vi prego. »
s’intromette Near.
« Ah, il solito rompiballe! Invece io voglio saperli, i
dettagli! » esclama una voce femminile dietro di lui.
Sbuffo. Ci mancava solo Misa, cazzo!
« Vuoi sapere i dettagli? » fa Mello, entrando e
passandole un braccio intorno alle spalle. « Dài,
vieni che ti racconto… »
« MELLO, NON TI AZZARDARE! » urlo, entrando e
tirandolo via da Misa, che già era pronta ad ascoltare,
tutta interessata.
« Ma insomma! » si lamenta lei.
La porta si chiude con uno scatto secco che ci fa sobbalzare tutti. Ci
voltiamo, vedendo che Near sembra parecchio incazzato.
« Risparmiatemi i dettagli. »
ripete, fissando
Mello negli occhi.
Oddio, perché quando fa quel tono ti sembra che ti voglia
ammazzare da un momento all’altro?!
Aiuto.
Near mi fa paura in certi casi…
Ma come cazzo fa Mello a stare così tranquillo, a
sgranocchiarsi quella cazzo di cioccolata tirata fuori da
chissà dove?!
Near non dice una parola, e si avvia verso sinistra, sorpassandoci
tutti. Mello ridacchia, continuando imperterrito a crogiolarsi nella
sua adorata cioccolata.
« Ehi! Near! » lo chiama, facendolo voltare.
« Ci fai della cioccolata? »
Near sbuffa, seccato. Poi, senza dire nulla, si avvia dove era diretto
anche prima, seguito da Misa, che attesta come pretesto per seguirlo il
fatto che un nano bianco di certo non sa fare una cioccolata decente.
Perché lei invece sì? Dacché la
conosco, ha sempre dichiarato apertamente – e con il totale
sprezzo del pericolo, l’ha dichiarato persino davanti a L
– di rifuggire il più possibile i dolci,
sostenendo che fanno ingrassare.
Beh. L mi ha sempre dato la prova contraria, e ora anche Mello, ma
questi due devono sicuramente avere un metabolismo un po’
particolare.
Ma Misa che sa preparare la cioccolata? Ne dubito.
« Come fai a non impaurirti davanti a quelle occhiatacce di
Near? » domando, seguendo Mello, che ne frattempo si
è avviato verso destra – evidentemente conosce
bene la casa; ma, dopotutto, veniva qua praticamente sempre, quando
litigava con Light, e anche prima.
« Perché Near non farebbe male a una mosca.
» replica Mello, tranquillamente. « E di certo non
riuscirebbe a fare del male a me. Sono troppo forte per lui. »
« Una cosa in cui di sicuro sei forte è la
modestia, senza dubbio. » replico, sarcastico.
Si volta verso di me, con un ghigno in faccia. « Modestia?
Non ne ho bisogno, grazie. »
Ridacchio, divertito. E costatando, poi, che effettivamente non ne ha
bisogno. La modestia non gli serve.
Mello spalanca una porta, sicuro di quello che fa.
« ELIMINATO! ELIMINATO! ELIMINATO! ELIMINATO! »
« MALEDETTO BASTARDO! PRENDI QUESTA! »
« ELIMINATO! AHAHAHAH! »
E una risata simil-satanica investe il silenzio, facendomi
rabbrividire. Guardo Mello che, invece, si mastica, tranquillissimo, il
pezzo di cioccolato che ha addentato.
Mi sporgo per guardare dentro, come lui sta già facendo.
Due figure di pazzi visionari mi si presentano davanti agli occhi.
La prima, un ragazzo che sta ridendo sguaiatamente, esaltatissimo
– più di Mello quando giocava ai Pokemon. Ha i
capelli neri, piuttosto lunghi – fino alle spalle –
e porta un paio di occhiali, da cui si intravedono due occhi che
rivelano un’aria da pazzoide. Il suo sguardo è
illuminato, esaltato, e sta ridendo come un folle, con un joystick nero
di una Play-Station in mano.
L’altro… Non so se definirlo peggio.
Un fricchettone, il primo aggettivo che mi viene in mente. Ha i capelli
sparati in aria, non troppo lunghi ma neri. Ha una faccia strana: non
so se definirla bella o brutta, ma è…particolare,
direi. E poi, ha un orecchino a forma di catena, che termina in un
cuore, all’orecchio destro. E porta degli stranissimi vestiti
di pelle – neri ovviamente – con indosso almeno tre
cinture, tutte borchiate, e una terminante anche
con una
catena… Beh, non so che pensare. Soprattutto per il fatto
che un tipo del genere sta guardando con degli occhi da fattone lo
schermo della TV, evidentemente sconvolto da qualcosa.
« I fratelli di Near. » me li presenta Mello,
tranquillamente. « Teru quello che ride come un pazzo, e Ryuk
quello che si sta deprimendo perché ha perso. »
« Ah. » commento, tornando a guardare dentro, dopo
aver costatato che Mello si sta degustando la sua tavoletta come se
niente fosse. « Cioè… Si sta
deprimendo? A me sembra che stia solo guardando lo schermo…
» osservo, guardando Ryuk.
Che poi, che nome è Ryuk? Ma uno
migliore non se lo poteva
trovare, la madre di Near?
« Non crogiolarti. » replica Mello. «
Ryuk è un soprannome, non è il suo vero nome. A
oggi, non so nemmeno io quale sia. Lo chiamano tutti così. E
poi, sì, in realtà si sta deprimendo, e non sai
quanto. »
Torno a guardare Teru e Ryuk.
Che coppia di pazzi.
E Teru sta ancora ridendo!
« Toh, guarda chi si rivede! La checca! »
Mi acciglio, al sentire quella voce, per poi rendermi conto che
è stato Ryuk a parlare. Non faccio nemmeno in tempo a
realizzare, che Mello parte alla carica, facendo per menare Ryuk.
Lo trattengo appena in tempo, bloccandolo sotto le ascelle
perché non faccia danni.
« TU, MALEDETTO STRONZO! » esclama Mello,
incazzatissimo. « MALEDETTO FRICCHETTONE CHE NON SA FARE
ALTRO CHE STARE DAVANTI AI VIDEOGIOCHI! MATT, LASCIAMI, LO VOGLIO
MENARE! »
« Male non farà. » commenta una voce
dietro di me, mentre vedo Ryuk ridacchiare. Mi volto, notando Near che
regge in mano un vassoio con quattro tazze di cioccolata. «
Ma la cioccolata si raffredda. »
Mello si volta, con un’espressione assatanata in faccia. Lo
lascio andare di scatto, quasi spaventato da
quell’espressione che ha assunto al semplice sentire la
parola “cioccolata”.
Si gira verso Ryuk, mostrandogli il dito medio. « Non sei
degno di sorpassare nemmeno la cioccolata! Tiè! »
Rimango immobile a fissare la scena, mentre Mello prende il vassoio e
se lo porta via, diretto spedito verso una stanza ancora più
a destra. Guardo per un attimo Near andare nella stanza e togliere di
mano i joystick ai fratelli, dicendo che era abbastanza quella sera,
che avevano giocato anche troppo, e che stare troppo davanti a quelle
cose rincitrulliva.
Evidentemente non gliela faceva tutte le sere, ‘sta
predica…
E non solo per il fatto che avessi trovato uno a ridere come un pazzo,
e l’altro con gli occhi da fattone.
No, non solo per quello. Quando Near ha spento la TV, rimbeccandoli
tranquillamente, Ryuk si è addirittura messo a fare le moine
per riconquistare il joystick.
No, dico! Le moine!
Teru, invece, si è ricomposto improvvisamente e se
n’è andato, obbedendo al fratellino minore.
Ora, da che mondo è mondo, di solito è il
maggiore che detta legge… O sbaglio? Insomma, almeno un
minimo!
Forse mi sono perso qualcosa…
Guardo Teru che, impeccabile, passa accanto a me e Misa, ci saluta con
un educato “Buonasera” e se ne va.
No, forse non sono io a essermi perso qualcosa.
Forse sono questi due qua a non avere tutte le rotelle a posto.
Ma solo forse, eh?
« Una bella cioccolata ci voleva, altroché!
»
Mi stiracchio, entusiasta del fatto che sono riuscito a sbollire la
rabbia per il fratello bastardo di Near grazie a quella bevanda dal
gusto estatico: la cioccolata calma tutti i mali, sì
sì.
« Potevi evitare di bere anche la mia… »
commenta Matt, accanto a me, seccato.
Siamo seduti sul pavimento della camera di Near: il nano mi sta di
fronte, Matt a sinistra e Misa a destra. L’albino si sta
ancora bevendo la cioccolata, mentre Misa e Matt stanno guardando me.
« Beh? Puoi berti quella di Misa, tanto lei non la beve!
» replico, puntando la tazza di Misa e guardando
contemporaneamente Matt.
« Ma se hai bevuto anche la sua! » ribatte Matt,
scocciato. « Sei senza fondo, quando si tratta di cioccolata!
Ti sei pure strafocato una barretta intera, dannazione! »
Guardo la tazza di Misa, sorpreso. Non mi ero nemmeno reso conto, di
aver bevuto anche la sua.
Torno a guardare Matt, che intanto ha incrociato le braccia, e ha
un’espressione imbronciata in faccia. Ridacchio, per poi
picchiettargli sul braccio, attirando la sua attenzione. Non fa nemmeno
in tempo a dire “Che c’è?” che
gli poggio le mie labbra, ancora un po’ bagnate di
cioccolata, sulle sue, cogliendolo chiaramente di sorpresa.
La mia lingua va, impertinente, a infilarsi nella sua bocca, e si mette
a litigare con la sua, facendogli assaggiare la cioccolata –
ben accetta, a quanto sembra, dal rossino.
Poco mi importa del grido esagitato di Misa per il fatto che sta
assistendo a un bacio tra due uomini dal vivo – cosa che
dovrebbe farmi ricordare che abbiamo un pubblico; ma, dato che tanto
ormai quei due sanno che stiamo insieme, la cosa non mi tocca
più tanto.
Almeno, non quanto mi tocca il cuscino subito dopo, lanciato a una
velocità tale da farmi scostare la bocca da quella di Matt.
« Guastafesteeeeeeee! » urla Misa, disperata.
Mi volto verso Near, che mi sta fissando con un’espressione
furiosa in viso.
« Mello… »
Ahia. Stavolta l’ho combinata grossa…
Eppure, Near me lo diceva sempre: niente baci o effusioni in casa sua.
Peccato che con Light abbia abilmente evitato di venire con lui in casa
di Near – causa l’ovvio rischio di
scannamento tra
i due – e, col tempo, mi sia dimenticato lievemente
di questa
piccolissima regolina.
« Gli stavo solo facendo assaggiare la cioccolata, visto che
non l’ha bevuta. » replico, facendo il finto tonto
davanti a quell’espressione.
Near mi guarda per un attimo, per poi sbuffare e mettere la tazza di
cioccolata sul vassoio a terra.
« La prossima volta evita di bergliela, mi faresti un
grandissimo favore. » replica, tornato tranquillo.
« Guastafeste! Sei un guastafeste! » esclama Misa,
contrariata, additando Near.
« Non sono un guastafeste, è Mello che continua a
dare spettacolo. » ribatte Near, fissandomi, apparentemente
apatico. Ma, come al solito, so capire quelle occhiate che mi riserva,
e capisco che il suo sguardo vuol dire “dài
tu una
spiegazione veloce e non imbarazzante, palesemente falsa per noi due ma
che possa risultare credibile a loro”.
E tutto questo solo da un’occhiata.
O sono io un genio, o Near è una specie di telepatico.
Ma dato che i telepatici non dovrebbero esistere…
…propenderei per la prima.
« Misa, lascia perdere. » dico, bloccando la sua
crisi. « Near mi aveva accennato al fatto che non dovevo dare
spettacolo a casa sua. Lui mi aveva avvisato… E poi, il
perché è una storia lunga da raccontare.
»
« Beh, io ho tempo! » esclama Misa. «
Tanto sto sempre qua, che problema potrà mai esserci?
»
Getto un’occhiata a Near che, ovviamente,
non ha intenzione
di aiutarmi. Ma la sua occhiata stavolta vuol dire “muoviti
a
chiudere la questione e spiegami perché diavolo mi hai fatto
fare la cioccolata se dovevi prendere solo le tue cose”.
Ma come siamo scortesi! Lo sai che fuori fa freddo, nano?
« Misa, noi non ce l’abbiamo tutto il tempo,
però. » replico. « Fa freddo, ed
è meglio se torniamo a casa, prima che rischiamo di
diventare dei ghiaccioli. Magari Matt poi ti racconta come abbiamo
passato la serata… »
« Mello! Io non le racconto proprio niente! »
esclama Matt al mio fianco.
« Oh, andiamo! Che problema ti dà? »
replico, voltandomi verso di lui.
« Infatti, Matt! Non mi hai mai raccontato niente!
» mi dà corda Misa.
« E non ho intenzione di iniziare! Sono fattacci nostri!
» esclama Matt, completamente rosso in faccia.
« Che sarà mai… »
« Sarà che se continui così noi la
serata la passiamo…! »
« Non voglio sentire i dettagli.
»
Ci blocchiamo tutti e tre dalla litigata, guardando Near, che ci sta
guardando. A occhio nudo non si vede, ma sono convinto che se fosse un
cartone animato si vedrebbe anche l’aura nera di morte dietro
di lui.
Fortuna che Near ha dei solidi valori di giustizia…
« Mello. » mi chiama, tranquillissimo. «
Potresti spiegarmi perché, dato che non volete raffreddarvi
troppo, siete rimasti qua? »
Io e Matt ci gettiamo un’occhiata veloce, per poi annuire
concordi.
Io gli racconto di Light, riassumendo quanto c’è
di riassumibile, fermandomi sui punti che ritengo importanti; Matt fa
lo stesso, parlando di L e di quello che è
successo con lui.
Near e Misa ci guardano, ascoltando attentamente le nostre descrizioni
dei fatti.
Alla fine, rimangono per un attimo in silenzio – cosa strana
a dirsi per Misa, ma non tanto per Near. Misa rimane persino ferma.
« Non mi viene in mente altro se non che abbiano mentito
spudoratamente. Tutti e due. » commenta Near. « E
lo hanno fatto di proposito. Light chiaramente non rinuncerebbe mai a
te per L, almeno non nel giro di tre giorni. »
« E L non è tipo da innamorarsi così
facilmente! No no! » si intromette Misa, agitando una mano.
« Ne sei sicura, Misa? » domanda Matt.
« Certo! Lo conosco da quando avevo diciassette anni!
» replica lei. « E ti posso assicurare che non
l’ho mai visto con qualcuno per tanto
tempo quanto
è stato con te! A dire il vero, non l’ho mai visto
con nessuno, uomo o donna, sinceramente… »
« Lo stesso dicasi per Light. » osserva Near,
guardandomi. « E poi, non è il tipo da buttare una
relazione di quattro anni in questo modo. Lo sai quanto è
orgoglioso e geloso, no? »
« Ma allora perché lasciarci tranquilli?
» domanda Matt, perplesso quanto me. « Insomma,
Light avrebbe potuto tentare di convincere Mello a rimanere con lui, e
invece gli ha addirittura detto che poteva stare tranquillamente con
me! »
Near rimane per qualche attimo pensieroso, scrutando le tazze di
cioccolata vuote.
Poi, si alza in piedi.
« È tardi. » commenta, illuminandoci
tutti.
« Ma va’? » replico io, seccato da
quell’interruzione del discorso.
« Intendo dire che con della cioccolata calda nello stomaco
non si riesce a ragionare bene, soprattutto di sera tardi come ora.
» continua Near. « È meglio che torniate
a casa, e poi avete ancora parecchi scatoloni e borse da raccattare. Se
non vi sbrigate, rischiate di fare notte. È meglio se io e
Mello ne parliamo domani all’università, e Matt e
Misa al lavoro. »
Matt mi guarda, perplesso da quella reazione.
Ma è strana anche per me.
Insomma. L’unica volta che Near ha avuto una reazione del
genere…
…poi mi ha confessato che non sapeva cosa pensare della
situazione che gli avevo presentato davanti.
Possibile che anche stavolta…?
Cazzo.
Sarebbe una dannatissima occasione per sfotterlo apertamente…
Peccato che nemmeno io sappia cosa devo pensare!
Cazzo cazzo cazzo!
Aspetto che Mello e Matt siano partiti, dopo aver caricato
l’ultimo scatolone nel bagagliaio della macchina.
Misa è di fianco a me, quando ce ne torniamo silenziosamente
in camera mia, dopo aver fatto tappa in cucina e aver messo le tazze di
cioccolata nel lavandino.
Entrambi stiamo pensando alla situazione che si è venuta a
creare tra quei quattro.
Estremamente divertente, devo ammetterlo.
Complicata, certo. Ma più è complicata,
più è divertente.
E il ghigno di Misa accanto a me mi fa pensare la stessa cosa.
« Che facciamo? Li aiutiamo o li lasciamo in balia degli
eventi? » domando, curioso di sentire la sua opinione.
Misa si siede teatralmente sul mio letto, accavallando le gambe.
« Dunque… Secondo il mio modesto parere, tu hai
già capito tutto, nh? » commenta, fissandomi
dritto negli occhi.
« È semplice. » replico. « Ma
l’hai capita anche tu, no? »
« Che Light e L vogliono vendicarsi e, nel contempo, far
tornare Mello e Matt con loro? » replica Misa, confermando le
mie aspettative. « Ma tu guarda… Ma non era quello
che avevamo previsto un mese e mezzo fa? »
Effettivamente, è divertente vedere come siamo avanti,
rispetto a loro.
« E cosa avevamo concordato? » fa Misa. «
Te lo ricordi, no? »
« Di restare a guardare. » replico, accucciandomi
nella mia solita posizione a terra, piegando una gamba verso di me e
lasciando inerte l’altra, al mio fianco.
« Perciò? » mi domanda Misa.
La guardo negli occhi, notandole una strana luce. Reprimo una risata,
per poi fare un gesto con la mano.
« Direi di aspettare ancora un po’, a entrare in
azione. Prima divertiamoci un po’. »
La vedo alzare un pugno in aria, esultante.
E poi, un’esclamazione.
« Yatta! Ora sì che la faccenda si fa
interessante! »
Proprio con una pazza del genere dovevo mettermi in società,
cavolaccio?
…
Però è divertente stare con lei!
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Capitolo 12 *** Fino a data da destinarsi ***
Hello di nuovo a tutti quanti!!!
Dunque... Mi inchino profondamente per l'enorme ritardo. Chiedo scusa a
tutti coloro che hanno letto, recensito, e che hanno aspettato invano
per due settimane in più questo nuovo capitolo. Ma,
ahimè, tra libri per la scuola, vacanze poco ispiratrici e
quant'altro, più il fatto che ho avuto problemi con la
connessione a Internet e il computer, non sono riuscita a venire a capo
di niente per un mese.
Colgo l'occasione per ringraziare RuinNoYuki che, durante
una passeggiata al mercato del giovedì, mi ha dato le idee
per andare avanti con questa ff. Insomma, la ringrazio per tutto.
Perchè se non facessimo le nostre lunghissime chiacchierate
che molte persone giudicherebbero prive di senso logico (e in effetti
forse lo sono anche, ma sono divertenti^^), le idee non verrebbero
fuori. Perchè lei è un'appassionata di lettura, e
io di scrittura, e in un certo senso ci aiutiamo per questo.
Perchè se lei all'inizio non avesse parteggiato per
l'eterosessualità di Matt (anche se in realtà
sapeva benissimo che Matt poteva stare solo insieme a Mello, ma
è una storia lunga^^), questa ff non sarebbe nata.
Perchè, sì, inizialmente questa ff era per fare
dispetto a questa sua assurdissima teoria. Perchè se lei non
mi facesse da beta personale, assillandomi per farmi andare avanti con
le mie storie perchè vuole sapere il seguito e vedere
l'(happy) ending, io spesso perderei la fiducia in quello che scrivo, o
perderei l'ispirazione. Perciò, inchino e grazie, Ruin.
Passando ad altro... Beh, devo ringraziare anche tutti coloro che mi
hanno messo tra i preferiti e i seguiti, o che hanno letto e basta, o
che hanno addiritura recensito!^^ Mi fa molto piacere, come sempre...
Perciò, un ENORME GRAZIE anche a voi che mi sostenete
sempre, e che mi date la voglia di proseguire e di andare avanti^^!
Ed ora, le risposte alle recensioni!
x Bimba127: cccciiiiaaaaoooo! Grazie mille per la
recensione! Sono
contenta di averti fatto ridere così tanto^^! Beh, che dire?
L'ispirazione per la comunella di L e Light e il far abbassare la
guardia me l'hai data proprio te^^. Visto quanto sono utili le vostre
recensioni? No, perchè mi aveva sorpreso la storia della
sedia (quella sedia mi è rimasta impressa, sì
sì^^), e allora ho deciso di prendere spunto... In fondo
sarebbe stato più divertente. Ryuk e Teru... in molti mi
dicono che non hanno le rotelle a posto. Ebbene sì, non
hanno le rotelle a posto. Ma, domanda: Ryuk le ha mai avute, le rotelle
a posto? E Teru? Mmmmhhh.... Mah. Mello che si finisce tutte le
cioccolate... beh, è da lui. E anche da me, che una volta mi
sono finita una barretta di cioccolato nel giro di cinque minuti
(giuro!)^^... Misa e Nate... FBI (full bastard inside). Insomma, ma
entreranno in azione quei due? No perchè... se la stanno
godendo, chi li schioda più dai sedili del cinema ormai? XD
Mah... forse un modo per farli entrare in scena c'è... Ma mi
sa che ci metteranno moooooolto tempo ad aiutare Mello e Matt (se li
aiutano)... Grazie per i 17 libri (non ho voglia di leggerli e non li
ho letti molto... però ti capisco, anche io ho un libro di
inglese da leggere piuttosto pesante... dopotutto, è in
inglese...-_-"). Un bacione e spero che anche questo capitolo sia
divertente! xxx!
x Sakura_sun: My God, grazie mille! Anche a me Teru
e Ryuk piacciono un
casino... Beh, mi spiace di non aver aggiornato presto, ma spero che
comunque il capitolo ti piaccia e che continuerai a seguire nonostante
i miei alti e bassi... Un bacio! xxx!
x ottasama: Una new entry nelle recensioni! Wow,
all'undicesimo
capitolo^^ Fa sempre piacere! Beh, che dire? Mi inchino profondamente
davanti ai tuoi complimenti... Davvero, mi fanno davvero molto, molto,
molto piacere! Come mi fa piacere che ti piacciano i personaggi, la
storia, e come scrivo (me commossaaaaaaa!!!!) Teru e Ryuk... beh, che
dire? La scena l'avevo immaginata quasi all'inizio della ff (beh, non
proprio, diciamo verso giugno, ma non fa niente), e al pensarla ho
rischiato una crisi isterica di risate in mezzo alla strada... Poi a
scriverla finalmente mi sono sfogata....XDXDXD L e Light... Beh, eccoli
qua. Light oggi fa un po' la figura dell'ingenuo, ma ancora non si
è reso conto che L è un mostro geniale...
Ovviamente sì, comunque, sono tutti e due mentalmente
instabili. Come lo sono Teru e Ryuk, e come lo sono Near e Misa
(soprattutto Misa... ma a volte cosa mi esce con lei! Crudelia Demon e
la strega di Biancaneve non erano contemplate nel progetto originale,
nonono.... Ma qui i personaggi fanno un po' quello che gli pare...)...
L'eterosessualità di Near... Mhmhmhmh... Insomma, ancora non
ho deciso con chi metterlo, alla fine della fiera... Vedremo,
è ancora tutto da decidere... Anche se Jevanni lo volevo
usare per un altro scopo... Un momento, rimane anche Raye Penber per
quello stesso scopo da poter sfruutare... Mh. Anche se Misa credo
approverebbe un Near che cambia sponda... Già
già^^. Beh, vedremo! Comunque grazie mille per le buone
vacanze (che buonissime non sono state, ma fa niente, lo sapevo), e
grazie per il buona fortuna (i professori capire che le vacanze sono
fatte per riposarsi? Non dirlo davanti a loro, è
un'eresia!!!!!)... Grazie mille ancora per i complimenti! Recensirai
ancora dopo questo mio ritardo immane? Spero di sì! Un bacio
e spero che il capitolo ti piaccia! xxx!
x _Kira_94: Wow!!! Grazie mille, sono contenta che
il
capitolo ti sia piaciuto! Sai, sto progettando qualcosina su Light, se
tutto va bene dovrebbe essere il primo a svegliarsi su una certa
cosa... Vedremo se chi prenderà il sopravvento tra i
personaggi e me^^ (perchè qui ora stanno vincendo i
personaggi 32 a 3...)... Beh, ora le cose carine me le sono fatte
venire in mente, spero che piacciano anche a te! Anche se sono arrivate
con due settimane di ritardo... Mi perdoni? Un bacione e spero che il
chappy ti piaccia! xxx!
x MARIKO UCHIHA: tranquilla, solo a un liceo
scientifico con la sezione
sperimentale di matematica, e solo dove abito io sono così
folli da darti 17 libri per le vacanze... Solo per la mia classe, tra
l'altro, mi pare di aver capito... e alcuni li reputo perfettamente
inutili perchè sono su argomenti che abbiamo fatto
quest'anno... -_-"""...Comunque! Tralasciando i libri, sono
sorpresa al vedere che questo capitolo ti sia piaciuto tanto... Mi fa
davvero piacere^^! Matt non si tocca, sì sì...
Mello diventa geloso...XD Beh, non ho aggiornato per un mese, mi
perdoni...? Pleaseeeeee! I particolari li vorrei anche io raccontati
dal vero, ma Near si ficca sempre in mezzo accidenti a lui...
Però non posso farlo morire, è un personaggio che
mi sta abbastanza simpatico (e Misa poi chi potrebbe avere come spalla
se non lui?) Non so se il tuo campeggio sia stato bello (me lo auguro
vivamente), ma il mio quasi per niente... Vabbè, ma tanto
era partita premunita, anche se con tutta la buona
volontà... Anche a te un bacione alla Ryuk (ma
com'è?) e spero che il capitolo ti piaccia! xxx!
x RuinNoYuki: Yeeeeeeh! Il "commentino"!allora
allora allora.... cambio
di personalità! Perciò ti chiamo Matt! Dunque,
Near al volante... bah. in effetti nemmeno io ce lo vedo molto
(sarà per la sua assoluta incapacità di vivere
nel mondo?) ma il destino dei River non credo sia seriamente in mano a
Teru e Ryuk... O quanto meno non a Ryuk, forse a Teru che è
una persona un po' più seria (anche se non sembra....).
Poi... sì, se la prendono tutti con Matt e, sì,
sono di parte, non solo perchè questo mese interpreto Mello,
ma anche perchè Mello è il mio personaggio
preferito, ma immagino tu questo lo sappia... Comunque, indirettamente
cercheranno di torturare anche lui, come scoprirai in questa chappy^^
La scena del L-Light vs Matt-scazzato... Beh, lì sono
semplicemente morta dal ridere a rileggerla... Matt è troppo
scemo....^^ Ma Misa si preoccupa per Matt (ricordati che Misa
è la trasposizione dell'anima bastarda dell'Autrice
Maledetta, perciò, siccome l'autrice maledetta ha in
sè anche Mello, e per questo si preoccupa di Matt, anche
Misa si preoccupa di Matt... bah, chissà se si è
capito?)... Light e L... bah, invece a me piacciono^^ Teru
effettivamente è un po' pazzoide, ma Ryuk... normale?! Ryuk
non è normale! Ti sembra normale uno che mangia solo mele e
fa le moine al fratello minore per riavere il joystick?! Misa e Near
non hanno capito tutto, non ho capito tutto nemmeno io
perciò come fanno ad averlo capito loro?! Però
anche Mello e Matt hanno capito, tranqui... SìSì,
anche Matt (non è così scemo,
dài...)... Riguardo al mex ti ribadisco solo: caccashi non
muore ma si sposa! Kiss spero di ricevere un altro commentino presto!
xxx by Mello!
x Myrose: Hello!!!!! (incipit all'inglese
più banale, ma si
accontentino!)... Allora! I miniesseri guidano...? Beh, questo
è un dubbio che non troverà risposta: magari
facevano solo finta di guidare e in realtà avevano messo il
pilota automatico... Scherzo! Bah, non lo so, Near al volante mi
serviva nella storia e Misa era troppo instabile per metterla a
guidare...^^ Comunque i due non sono i soli ad aver capito (chiunque lo
capirebbe, credo), difatti anche i due piccioncini della MxM hanno
capito subito... Non è che L e Light siano discretissimi
neh? Il problema è che non sanno che gli riserveranno...
Nemmeno Near e Misa lo sanno, già già. ^^ Per
quanto riguarda Teru e Ryuk... mi sa che hai frainteso:
vabbè che poi forse lo spiego, ma siccome non ne sono sicura
te lo dico ora: Mello era innamorato perso di Ryuk, non di Teru... Gli
piacevano i truzzi fricchettoni, già già (ma che
gusti avevi? ndme)(ma se hai scritto tu!!! ndMello)^^
Comunque, Teru è abbastanza normale in
realtà, anche se in casa non lo sembra (fuori di casa
è normale, dentro no... proprio come nel fumetto^^) Grazie
per i complimenti sul bacino sulla guancia... E quello era solo un
inizio... Circa il restyling, beh, devo dire che ho una buona idea su
come farlo...
direi che il restyling si potrebbe fare... Spero che l'idea
ti piaccia ancora e grazie per avermela data! Un bacione e grazie per
la recensione! Spero che il chappy ti piaccia! xxx!
x lightblack: Noooo, Near e Misa cattivi? quando
mai? Mello e Matt...
beh, si cavano sempre d'impiccio in un modo o nell'altro,
facendo sfumare tutte le teorie di L (vedi capitolo seguente)... ma una
cosa è certa, non sarà facile per loro, fino a
quando, forse... beh, non spoilero, va'. La storia del defenestramento
è stata presa sul serio sia da me che da Mello... Matt non
si tocca, ed è una cosa che forse Light non ha ancora
capito...^^ Comunque,
questa storia l'abbiamo presa molto seriamente... No, dài,
la verità è che era quasi l'alba quando ho
pubblicato il capitolo, e io dopo le due di notte sfaso... Quindi ho
sfasato e ho scritto quelle cose^^ Tutto qua... Ecco il nuovo capitolo,
spero ti piaccia! Un bacione! xxx!
x EnnyGio: yeeeeeeh! Altra new entry!!!! Che bello!
Ecco
l'aggiornamento che aspettavi, spero ti piaccia! Un bacio! xxx!
x Sydelle: mi spiace averne pubblicato solo uno...
Mancanza
d'ispirazione... Mi perdoni? Dài, diciamo che le vacanze
nonostante i pronostici non sono state troppo disastrose, anche se non
sono state molto rilassanti... Però grazie comunque! Grazie
mille per i complimenti e spero che il chappy ti piaccia! Un bacione!
xxx!
x Puce16: No problem, la recensione è
arrivata lo stesso in
tempo, tranquilla... Sono io che sono in ritardo pazzesco! Perdonata?
Spero di sì... L e Light... chissà se si
interesseranno l'uno all'altro? Secondo me sì, ma poi
bisogna vedere cosa vogliono sti due folli...^^ Perchè qua
non comando io, no, comandano i personaggi!!!! Cavolo, spadroneggiano e
mi cambiano la scena come vogliono oppure compaiono alla cavolo... Vedi
lo Shinigami del capitolo che segue... Comunque sì, la
storia che Mello e Matt sono il numero 2 e il numero 3 della Wammy's
House conta anche qua... Insomma, non sono scemi^^ Anzi, sfatano molto
le previsioni di L.... Misa e Near... chissà se verranno in
aiuto a M e M? Anche solo i due piccioncini se la cavano piuttosto
bene, fidati... Almeno per ora^^! Teru e Ryuk... beh, io sono
semplicemente morta dal ridere al descriverli, già da quando
mi immaginavo solo la scena XD...Grazie per i capitoli capolavori
(spero che questo lo sia^^)... Un bacio e spero che il chappy ti
piaccia! xxx!
12.Fino
a data da destinarsi
L’accoglienza all’università oggi
è… strana.
Come se tutti sapessero che io e Light ci siamo lasciati proprio ieri.
Il problema tattico è: se ci siamo lasciati ieri
(pomeriggio) come cazzo fanno a saperlo già tutti?!
Poi magari sono io che mi faccio troppe seghe mentali, boh…
Però mi sembra che tutti mi guardino un po’
strano, a parte Near, che ovviamente sa già tutto, e
ovviamente non si è degnato di dirmi che gli era venuto in
mente su Light e L.
Perché lo so che qualcosa gli è venuto: non
può averci detto di andarsene senza che gli sia venuto in
mente nulla. È venuto in mente pure a me, figuriamoci a lui
se non è venuto.
Forse non lo dice perché sa che lo so?
Effettivamente, è talmente ovvio che chiunque, anche uno
scemo, l’avrebbe capito.
Light e L ci hanno lasciato troppo tranquillamente.
Ergo, stanno tramando qualcosa.
Il problema è: cosa?!
Anche Matt concorda con me su questo punto, ma nemmeno lui, sebbene
conosca L da un paio d’anni, sa cosa aspettarsi. A quanto
pare, L e Light sono fatti della stessa pasta: imprevedibili.
E bastardi, ma questo è un altro paio di maniche.
Sbuffo, puntellando il quaderno che ho sul banco con la punta della
matita, sporcandolo leggermente di un puntino grigio scuro.
Perché cazzo mi guardano tutti così?! Insomma,
che ho fatto di male?! Possibile che tutti sappiano già
tutto?! Va bene che abbiamo sbandierato la nostra relazione ai quattro
venti – la colpa iniziale è stata mia, che
l’ho baciato in mezzo a tutte quelle che gli andavano
spudoratamente dietro, ma anche lui non ci è andato leggero,
col fatto di dimostrare la sua gelosia nei miei confronti subito dopo
–, ma mi sembra leggermente eccessivo che
tutti mi guardino
come se fossi un extraterrestre.
Sono ancora immerso nei miei pensieri, che Near ovviamente tralascia di
interrompere – mai che parli se non per interrompere le mie
scene amorose, lui… – quando la causa,
più o meno, di tutti questi malevoli sguardi entra
nell’aula.
Silenzio di tomba, attesa del bacio che siamo soliti scambiarci.
Il pubblico è in attesa.
Oh, yeah. Che due palle.
Sbatto la testa contro il banco, rimpiangendo di non essere stato a
casa a fare le yaoi con Matt, stamattina. Rimpiango di non averlo
legato al letto per impedirgli di andare a lavorare da quel pazzo del
suo capo, come invece mi suggeriva il mio istinto appena mi sono
svegliato. Rimpiango il fatto di essere venuto qui,
e per di
più in anticipo sulla mia tabella di marcia solita.
«Mello, tutto bene?» mi domanda lui, innocentemente.
Mi volto verso Light, che mi guarda tranquillamente, la testa
leggermente inclinata verso il basso per guardarmi meglio. Non si
scompone nemmeno alla mia occhiata che lo vuole incenerire seduta
stante. Dannazione, è abituato anche lui.
“No che non va tutto bene. E lo sai benissimo anche
tu.”
«Assolutamente sì.» replico invece,
alzando la testa, con una vena bastarda nella voce. «Sono
solo un po’ stanco per la nottata, sai
com’è… Piacevole, ma abbiamo dormito
poco.»
Near tossicchia un po’, evidentemente per dirmi di non
sparare cazzate del genere in mezzo a un pubblico di… venti,
trenta persone? Delle quali la maggioranza sono ragazze. Yaoiste
incallite come Misa? No, direi proprio di no. Più che altro,
spasimanti di Light che attendevano da tempo il giorno di giubilo, in
cui si sarebbe liberato e avrebbero potuto dimostrargli la sua assoluta
e certissima eterosessualità.
Donne, gioite. Light Yagami si è liberato.
Ma il suo cuore appartiene già a un altro uomo.
…
Ma che grandissima palla che mi ha sparato ieri!
«Oh, meno male…» fa lui, sorridendo e
sedendosi accanto a me. «Pensavo avessi ancora la
febbre… Allora tra te e Matt va tutto bene.»
«Altroché.» replico io, bastardamente.
«Tutto a dir poco perfettamente.»
«Se hai bisogno di qualcosa, sai che ci sono,
vero?» domanda lui.
Lo percepisco vivamente: Near è sul punto di rompere la sua
maschera di impassibilità e mettersi a ridere sguaiatamente.
Beh, una persona normale direbbe sommessamente, ma
per Near
“sommessamente” è uguale a
“sguaiatamente”.
E di solito, Near si mette a ridere “sguaiatamente”
solo in una particolare occasione.
Cioè, quella in cui io perdo le staffe con Light.
«Oh, certo che lo so, tesoruccio mio.»
replico,
destando una sua occhiata sorpresa. «Ma per ora non
c’è problema e, se dovesse mai succedere che
avrò bisogno, non ti preoccupare, verrò
subitissimo da te, amoruccio mio.»
Riprendo a guardare le pagine del mio libro di storia
dell’arte, scazzato, percependo lo sguardo di Near
– divertito? – e quello di Light –
sorpreso – su di me. Oltre, ovviamente, a quelli di tutti gli
altri astanti.
Forse è meglio chiarire un po’ le idee a tutti
quanti.
«Mello, non fare cose avventate.» mi suggerisce
Near, dietro di me.
«Tipo?»
«Tipo rivelare a tutti che tu e Light non state
più insieme. Sarebbe troppo spudorato.»
Cazzo, questo nano albino mi conosce troppo bene, accidenti a lui.
Sento un urlo provenire dalla mia destra. Io e Near ci voltiamo,
sorpresi al sentirlo.
Una ragazza. In visibilio.
«Kheel… Kheel e Yagami…!»
Fatica a mettere insieme le parole. Guardo Light, che fa spallucce,
come a dire che non ci ha capito niente nemmeno lui.
«Kheel e Yagami si sono lasciati!!!!!» esclama la
tipa, scatenando le urla eccitate di almeno altre dieci o quindici
ragazze.
Oh, grandioso.
Guardo Near, seccato. Lui però sta già guardando
da un’altra parte.
«Nano, l’hai fatto apposta per caso?»
domando.
Near non risponde, intento a osservare il libro di storia
dell’arte. Glielo levo da sotto il naso, seccato.
«Mi hai tolto il divertimento!» esclamo,
spazientito. «Maledetto nano guastafeste! Misa aveva proprio
ragione!»
Near mi sorride, sarcastico. Gli butto il libro sul tavolo, alzandomi e
fronteggiando l’orda di ragazze che stanno già
accalcandosi contro il banco di Light.
Non per altro, ma il posto di Light e il mio sono attaccati,
perciò mi dà un po’ fastidio vedere
tanta gente di sesso femminile attorno, soprattutto se reclamano quello
che è più che certamente un ragazzo che con loro
non ci starà mai.
Acchiappo per il retro del colletto della camicia una tipa che
è riuscita a sfuggire alla mia barriera umana.
«Ferma, ferma tutte quante.» ordino, seccato.
«Yagami e io ci siamo lasciati, è vero, ma
ciò non toglie che ci sia già un altro uomo che
interessa a Yagami.»
«E che questo uomo abbia una telefonata in serbo per
lui.»
Ci voltiamo tutti quanti verso la porta, stupiti tutti da quella frase
e io, per di più, da quella voce. Quella voce che ho sentito
solo mezz’ora fa, prima di uscire di casa.
Matt è appoggiato allo stipite della porta
d’ingresso, con un cellulare in mano, e sta osservando
divertito la scena. Sta osservando me.
Lascio la tipa di malo modo, per andare verso di lui, ancora sorpreso.
«Ma che cazzo ci fai te qua?!» esclamo,
esterrefatto.
Matt ridacchia, per poi rivolgersi a Light. «Light, il tuo
amoruccio, è atteso in una chiamata con una
persona che
conosciamo bene.» dice, facendomi arrossire leggermente per
l’espressione che ho usato nei confronti di Light e che lui
ha sentito. «Muoviti Light, sta aspettando di parlare con
te.»
Light si alza e viene verso di noi, gettando un’occhiata alle
ancora immobili ragazze, che stanno fissando un po’ lui, un
po’ Matt. Non appena è vicino, Matt gli consegna
in mano il cellulare, con un sorrisetto sarcastico sulle labbra.
«L.» dice, semplicemente.
«Mh…» fa Light, prendendo il cellulare.
Poi, sorride sarcasticamente anche lui. «Matt, vedi di non
stancare troppo Mello, la notte, che sennò poi non
è in grado di studiare.»
«Ehi, è colpa sua!» esclama Matt,
ridendo, mentre lui se ne va. Lo guardo, sorpreso di vederlo
lì tanto quanto le tipe che lo stanno ancora guardando.
Che stanno guardando il mio Matt.
Lo prendo per mano e lo porto fuori dalla classe, un po’
seccato che quelle arrapate posino gli occhi su ogni uomo esistente
sulla Terra che sta con me. Non tanto Light, che può fare
quello che vuole… Ma Matt non si tocca.
«Ehi, come siamo possessivi…» osserva
Matt, divertito, seguendomi senza fare resistenza verso i bagni.
«Non mi starai portando verso i bagni, vero?»
Cazzo, ma sono io troppo esplicito, o sono lui e Near che mi conoscono
troppo bene?!
Mi fermo, imbarazzato.
«Ehm… Assolutamente no.» replico.
«Brutto scemo, perché dovrei portarti in
bagno?»
Matt mi sfiora il collo da dietro, lentamente, facendomi rabbrividire.
Ha le mani fredde.
«Due motivi.» risponde lui, divertito.
«Fa freddo… E tu hai pensato a un modo perverso
per scaldarci tutti e due.»
Arrossisco, spiazzato da quanto pensi che io sia pervertito.
«Maniaco… Se me l’hai detto vuol dire
che l’hai pensato prima tu…»
Matt si mette a ridere, di nuovo. Strano che sia così di
buonumore…
«Come mai così di buonumore?» domando,
voltandomi verso di lui.
«È divertente vederti mentre cerchi di difendere
Light.» replica lui, con un sorrisone.
«Io non lo stavo…!» faccio per
esclamare, ma Matt mi blocca e mi bacia a sorpresa, sbattendomi contro
il muro – fortunatamente prima si premura di mettermi una
mano dietro la testa in modo che io non mi faccia male, altrimenti vedi
dove gliela ficcavo, la presa irruenta.
«Toh, ma tu guarda… Cambiato ragazzo,
Kheel?»
Ma perché?! Perché qualcuno deve sempre,
costantemente, interrompermi, mentre sto col mio
ragazzo?! È
così tanto chiedere di stare un po’ tranquilli,
cazzo?! Perché le coppie etero non le interrompe nessuno e
io invece sono sempre interrotto sul più bello?!
Matt si stacca, voltandosi verso una ragazza che io conosco bene. Non
è bella, almeno, non è il tipo di ragazza che io
definirei bella; in effetti, è un po’ inquietante.
Ha la pelle un po’ troppo bianca per essere perfettamente
normale, i capelli biondissimi, quasi bianchi, e gli occhi quasi fissi,
chiari. E indossa sempre, costantemente, vestiti chiari. Bianchi o
grigio chiaro. Chiunque la conosce, qui
all’università.
«Rem…» la chiamo, sorpreso.
Insomma, di solito Rem è una che si fa gli emeriti fattacci
propri. Una dei pochi, alla fine…
«Ma che culo, Mel! Hai un’amica che non
è una yaoista incallita?» fa Matt, staccandosi da
me.
«Matt, non essere volgare!» replico io, seccato.
«Manco la conosci!»
Matt arrossisce un pochino. «Oh… scusa, hai
ragione. Non volevo… Rem, giusto?»
Rem annuisce, un po’ sorpresa che qualcuno le rivolga
così la parola.
Effettivamente, non ci ho mai parlato. Era troppo inquietante per me,
questa qua…
«È simpatico il tuo nuovo ragazzo,
Kheel.» commenta lei, accennando un sorriso –
mooooolto accennato. «Niente a che vedere con
Yagami.»
«Oh, grazie!» risponde Matt per me – sono
ancora troppo sorpreso dal fatto che una come lei non solo parli, ma
addirittura sorrida, anche se solo leggermente.
E si presentano, tranquillamente, come se fossero amici fin da subito.
Ma la domanda rimane: dato che io e Rem non siamo amici, per quanto
Matt possa pensare il contrario, perché lei è qui?
«Come mai sei qui?» domando, curioso.
«Passavo.» risponde Rem, guardando interessata
Matt. «E sono rimasta un po’ sorpresa a vedere che
la coppia del secolo, la Kheel-Yagami, si è sciolta
così all’improvviso… Però
devo dirlo, Mail è molto più carino di Yagami.
Anche se non mi sembra un partito troppo ricco…»
«Ah!» esclamo, fermandola. «Ma quello non
importa assolutamente ai miei! Lo sai, no?»
Rem mi guarda, ma recepisce abbastanza in fretta il messaggio.
«Ma sì, certo che lo so. Stavo solo notando che
è molto meno perfettino di Yagami… Per questo non
è male. Yagami come l’ha presa?»
Rivolgo un’occhiata a Matt. «Beh…
sembrerebbe abbastanza bene.» dico, notando che Rem sta
compiendo un giro di perlustrazione intorno a Matt, guardandolo da
tutti i lati. Matt non sa più che fare, giustamente.
«Rem, che stai facendo?»
Rem si blocca, di nuovo davanti a Matt, tranquillamente.
«Nulla. Stavo solo guardando Mail.»
Non è che questa ha delle mire sul mio,
e ripeto, mio
ragazzo? No, perché ora rischio seriamente di
incazzarmi…
«A dire il vero, stavo cercando di capire che cosa fa nella
vita.» prosegue Rem. «Direi che sei un
giornalista.»
Matt e io spalanchiamo gli occhi. Rem inclina un attimo la testa,
guardandoci.
«Perché così sorpresi?»
domanda.
No, cioè, sono domande da fare?! Ha azzeccato il lavoro di
Matt praticamente subito!
«Come hai fatto?» domanda Matt, dando voce ai dubbi
di entrambi.
«Hai un’agenda nella tasca del giubbotto, con una
biro e un registratore, e una macchina fotografica al collo. Chiunque
direbbe che sei un giornalista.» replica lei.
Ah, beh.
Ovvio, effettivamente.
«Con indizi del genere, effettivamente chiunque lo capirebbe,
già già.» le do ragione, guardando la
sua macchina fotografica. «Però quella non te
l’avevo mai vista…»
«Non la uso molto.» spiega Matt. «Di
solito delle foto si occupa Matsuda.»
Noto che Rem sta guardando l’orologio. «Io devo
andare. Molto piacere di avervi conosciuto, Kheel, Jeevas.»
E con un inchino frettoloso se ne va, lasciandoci in corridoio da soli.
Matt mi guarda, sorpreso.
«Ma… non ti conosceva mica?» domanda.
«No. Non ci eravamo mai parlati prima.» spiego,
guardando indietro, e vedendo la sua figura allontanarsi. Torno a
guardare la macchina fotografica, incuriosito. «Come mai oggi
usi te quella, se di solito le foto sono affidate a Matsuda?»
Matt sfiora la macchina fotografica, sospirando. «Beh, oggi L
mi ha affidato un articolo su una modella piuttosto famosa, e devo
anche farle delle foto, a quanto ha detto. Primo lavoro di assistente,
ha detto lui… Ma mi sa che è solo un modo per
iniziare la sua vendetta contro di me e iniziare a tartassarmi di
lavoro.»
Ridacchio. «Beh, non è molto originale tartassarti
sul luogo di lavoro. Mi aspettavo qualcosa di più strano, da
lui.»
Matt mi guarda con aria rassegnata. «Se sapessi cosa vuol
dire essere tartassato sul lavoro da L, non saresti
della stessa
opinione.» commenta, sbuffando. «Quando L decide di
tartassarti, lo fa con tutta la passione che gli è
possibile. E non dire che non è originale, perché
il luogo di lavoro è l’unico in cui può
tartassarmi senza passare guai.»
«Oh, beh… Che ci sarà mai di tanto
male? Non sei abituato ai ritmi di lavoro massacranti?»
domando, sorridendo sarcasticamente. La domanda ha un doppio senso, ma
non riesco a capire se l’ha colto o no fino alla sua risposta.
«Mel, sappi solo una cosa.» dice lui, mettendosi le
mani in tasca. «Se è come dico io, stasera
sarò talmente distrutto da questo lavoro che non so se
sarò in grado di reggere un altro tipo di lavoro.»
Rimango a bocca aperta per qualche attimo, mentre lui sembra lamentarsi
a bassa voce del fatto che in un ambiente chiuso come il corridoio di
università in cui ci troviamo non si possa fumare.
«Scusa?!» faccio io, risvegliandomi dalla
catalessi. «Mi stai dicendo che mi potresti lasciare in
bianco?!»
Matt sbuffa. «Stasera e fino a data da destinarsi.
Sì.» risponde, laconico.
«CHE COSA?!» esclamo io, sconvolto al solo
pensiero. «Ma stiamo scherzando?!»
«Su cosa?» domanda una voce alle nostre spalle. Mi
volto, riconoscendola.
«TU!» esclamo, puntando il dito contro Light.
«VOI!»
Light si indica, perplesso. «Io? Non pensavo di essere
argomento dei vostri scherzi…»
«Eh… Non sono proprio
scherzi…» commenta Matt, tappandomi la bocca e
propinando a Light un sorrisone di quelli megagalatticamente falsi.
«È complicato. Lascia perdere, non importa. E tu,
Mello, non metterti a urlare per i corridoi, non siete mica in un posto
dove si può urlare…»
Lo guardo malissimo per avermi detto quello che devo fare, ma poi
preferisco guardare Light, con tutta la furia di cui sono capace.
Light, da bravo bastardo qual è, mi guarda, per poi farmi un
sorrisino malvagio.
«No, dài, sono curioso…»
dice, rivolgendosi a Matt, mentre io avvampo di rabbia. «Su
cosa stavate scherzando? Dato che Mel ha puntato me appena sono
arrivato, ne deduco che c’entro anche io… O per
caso quel voi include nello scherzo anche L?»
Matt sbuffa, mentre io mi lamento mentalmente del fatto che il mio
dannatissimo ex-ragazzo abbia un acume così spiccato, e che
Matt sia così stoico da tenermi saldamente la bocca
sigillata. Dannazione, così non posso nemmeno insultare
Light!
«Light, avvicinati.» dice Matt, facendogli cenno di
avvicinarsi a lui. Light, un po’ sorpreso per quella
tranquillità di Matt – era ovvio che tentasse di
far incazzare anche lui… Ma forse non ha capito che Matt
è la scazzatura fatta persona? – si avvicina,
arrivando vicinissimo alla bocca di Matt, con l’orecchio.
Matt gli sussurra qualcosa all’orecchio, senza che io possa
sentire nulla. Però, dopo quella, Light sembra sorprendersi
un po’, per poi annuire un paio di volte, prima di
allontanarsi di nuovo da Matt, guardandolo con un mezzo sorriso.
«Beh, in effetti hai ragione.» commenta.
Ragione?! Light da ragione a Matt?! E su cosa?!
«Passando ad altro…» Ma a altro da
cosa?! «Hai finito la tua telefonata con L, vedo.»
osserva Matt.
Light guarda il cellulare che ha in mano. «Oh, sì.
Davvero illuminante.» commenta, porgendo il cellulare a Matt.
Poi, vedendo che Matt ha tutte e due le mani impegnate a tenermi la
bocca a freno, glielo mette nel taschino interno del giubbotto, con un
sorrisetto sarcastico.
«Beh, vi auguro buon divertimento.» dice,
voltandosi. «Mello, forse è meglio se torniamo in
classe, tra poco iniziano le lezioni. Alla prossima, Matt.»
Matt lo saluta con un cenno della testa un po’ seccato. Io
con il dito medio, ancora incazzato per il fatto che sono bloccato dal
parlare da quella che dovrebbe essere la persona che mi supporta in
tutto e per tutto, dato che è il mio ragazzo.
Matt mi molla, sbuffando.
«Che gli hai detto? Che gli hai detto?» domando,
puntando dietro di noi, verso Light.
«Nulla di particolare.» replica lui, sospirando.
«Ma si può sapere perché mi hai
bloccato?! Lo sai che quando fa così mi viene voglia di
ammazzarlo, perché non me l’hai permesso?! Un
problema in meno, no?!»
«Appunto.» commenta Matt. «Era proprio
per fare in modo che non lo ammazzassi che ti ho bloccato.»
Sbuffo, incrociando le braccia e mettendo il broncio. Matt si mette a
ridere, baciandomi velocemente sulle labbra.
«Dài, che almeno stasera, dato che sono fresco di
vacanza, vedo di non lasciarti in bianco, ok?» mi dice,
facendomi arrossire un po’.
Inarco un sopracciglio, sarcastico, concedendomi un piccolo ghigno.
«Se vuoi il grosso lo posso fare io…»
Lui ride di nuovo. «Per ora non ho ancora intenzione di fare
l’uke. Mi dispiace, Mel, ma dovrai aspettare.»
«Mph. Nulla in contrario.» replico, alzando le
mani, rassegnato – beh, non che la situazione mi dispiaccia.
«Quante storie, però… Non mi dirai che
con L hai sempre fatto il seme? Perché non ci credo
mica…»
Matt non arrossisce. Ridacchia. «Beh, no. Ho fatto anche
l’uke con lui. Ma con te è molto più
divertente fare il seme, amoruccio mio.»
Avvampo per la cosa. «Dimmi la verità…
Per quanto tempo rigirerai il coltello nella piaga, ora?»
«Io rigirare il coltello nella piaga? Ma ti pare che potrei
mai fare una cosa simile, tesorino mio adorato?»
fa lui,
fingendosi scandalizzato anche al solo pensiero. Sbuffo, dandogli una
lieve spinta. Lui si mette a ridere, divertito.
Il suo cellulare si mette di nuovo a squillare, interrompendo questo
momento abbastanza tranquillo.
Matt sbuffa e tira il cellulare fuori dal taschino, rispondendo.
Qualche mugugno, qualche “sì” smorzato,
qualche affermazione ridotta alla sintesi della sintesi, mi fanno
capire che all’altro capo c’è L.
Matt riattacca nel giro di poco, per poi sospirare.
«L chiama Matt alla base.» commenta, mettendosi
sull’attenti un po’ svogliatamente. «E il
soldato Matt deve obbedire… Mi sa che è meglio se
vai anche te, Mel, che le lezioni cominciano tra
poco…»
Sbuffo, annoiato dal “capo”. Matt ridacchia un
attimo, per poi stamparmi un bacio sulle labbra, augurandomi buona
giornata prima di andarsene. Lo guardo un attimo mentre cammina per il
corridoio – ma la conosce la strada?! –, per poi
voltarmi a mia volta e andare verso la classe. Se non conosce la strada
chiederà in giro, tanto l’università
non è complicata… Almeno credo.
Ma che bella giornata.
No, sul serio, sto parlando davvero seriamente.
Arrivo in ufficio,
pronto per un assurdo esercizio da tirocinante che L mi ha affidato
– perché scattare foto a una modella quando gliele
scattano anche i professionisti è un lavoro da tirocinante,
è solo per farti imparare all’inizio, e per di
più di solito è un lavoro inutile –,
per scoprire che l’appuntamento con la modella in questione
è cinque minuti dopo il mio arrivo, nel
bar
all’inizio della strada – mentre il palazzo della
nostra redazione è alla fine della
strada – , e
che io sono ancora completamente scombussolato dalla moto, sono
completamente in disordine e devo farmi la strada che di solito una
persona normale impiega dieci minuti a percorrere in cinque…
no, quattro minuti.
Sorvolando sul “contrattempo” – tradotto
in corsa a perdifiato per arrivare in orario, quando poi la modella
è arrivata con un quarto d’ora di ritardo
– mattutino, sull’intervista alla modella per
quanto riguarda la sua vita sentimentale – cosa di cui me ne
può fregare meno di zero, ma vabbè…
–, e sul fatto che sono stato tutta la mattina a lavorare su
questo diamine di articolo, con il risultato di ottenere da L un
“non va bene, devi rifarlo daccapo” –
modo carino per dire che l’articolo per lui faceva
letteralmente schifo –, la mattinata è volata via.
Riguardo all’articolo sofferto, tra l’altro, Misa
ha contestato L mentre lo leggeva, durante la nostra pausa pranzo
– passata nel mio ufficio per poter consegnare
l’articolo entro i termini, quindi le quattro e mezzo di oggi
pomeriggio –, dicendo che l’articolo era bello,
scritto bene e le foto fatte piuttosto bene, considerando che non ho
mai avuto molta esperienza in quel campo. Poi, però,
è sembrata rassegnata all’idea che L mi abbia
detto che dovevo rifarlo: anche lei sa che è il suo modo di
vendicarsi nei miei confronti.
Quando però, dopo un pomeriggio intero passato a guardare i
minimi dettagli di questo maledettissimo articolo –
punteggiatura, accenti, ideogrammi, sinonimi, e chi più ne
ha più ne metta –, mi sento dire, proprio da L,
che l’articolo è appena passabile, non riesco a
resistere.
«Appena passabile?!» esclamo,
nel suo studio, con
voce velenosissima. «Ci ho passato quattro ore, L, quattro
ore per un articolo di due pagine che non era altro che la
trascrizione
di quello che la modella e io ci siamo detti durante
l’intervista!»
L guarda l’articolo, stringendo gli angoli superiori del
foglio nel suo solito modo, come se al posto della dita avesse delle
pinze.
«Beh, Matt, la trasposizione delle tue domande e delle sue
risposte forse dovrebbe essere più…
intellettuale, capisci?»
«Intellettuale?! Sta parlando della sua vita sentimentale che
stava andando da schifo prima che incontrasse quello che dichiara
l’amore della sua vita, che sappiamo tutti che questa qua
lascerà non appena se ne sarà trovata uno
più figo!» protesto, sconcertato
dall’intellettualità che L
desidera.
«È un’intervista, L! Che diamine ci
dovrei scrivere?!»
L mi guarda, con la sua solita espressione da gufo. «Beh,
Matt.» commenta, appoggiando l’articolo sul tavolo.
«È proprio questo quello che dico, capisci? Devi
far trasparire il passaggio… come dire? Da uno stato di
irrequietezza sentimentale, e quindi di disordine, a uno stato di
ordine, di tranquillità. Deve intravedersi, attraverso le
parole. Se questo significa modificare un po’ le parole della
modella per fare in modo che l’articolo risulti
più interessante, guarda che non c’è
problema. Abbiamo la sua autorizzazione, basta che non cambiamo i
concetti.»
Tiro un luuuungo sospiro prima di guardarlo di nuovo. «Devo
far passare le parole da disordinate a ordinate.» ripeto,
intimandomi di darmi una calmata.
«Esattamente. È quello che ti ho detto di fare
stamattina.» dice lui, prendendo a guardare le foto.
«Ed è esattamente quello che io ho
fatto!» replico. «Ma, come ti ho detto anche questa
mattina, non stiamo parlando di un’opera di letteratura, in
cui percepisci queste sottigliezze! Stiamo parlando di gossip! Storie
che interessano alle donne! Per quanto le donne possano leggere, a
leggere gossip dubito che si accorgano di quanto un articolo sia
scritto tentando di ostentare queste sottigliezze o no! A loro
interessano le notizie, non il modo in cui è scritto
l’articolo!»
L alza di nuovo lo sguardo verso di me. «Vedi, Matt,
è proprio qui che sta il vedere quanto sei cresciuto. Ora
sei un assistente, non più un apprendista. Cose come queste
dovresti saperle scrivere.»
«L, ti ripeto che stiamo parlando di un articolo, non di
un’opera letteraria!» esclamo, esasperato.
«Se la trasformo in un libro classico, chi la legge,
poi?!»
«È proprio questo il bello di noi
giornalisti.» replica L, tutto preso dalla sua contemplazione
estatica del giornalismo. «Il connubio tra sintesi e
letteratura. Tra popolare e aulico.»
Sospiro. Quando L si getta in queste discussioni non
c’è modo di farlo ragionare. Me l’ha
detto Misa, che conosceva anche il primo assistente di L. Il poverino,
il giorno dopo aver sentito le storie sul connubio, il popolare e
l’aulico, ha voluto a tutti i costi cambiare settore.
«Ad ogni modo, Matt.» mi richiama L.
«L’articolo è passabile, se magari lo
riscrivessi e ci provassi un’altra volta a farlo meglio
potremmo anche andare su un livello un pochino più
alto…»
Sospiro di nuovo, affondando di più sulla sedia, esausto.
«… Ma, tralasciando questo…»
L alza le foto che ho scattato. «Hai intenzione di presentare
queste foto?»
E mi fa vedere le foto, come a voler dire “sei veramente
sicuro di voler mettere accanto all’articolo queste foto da
schifo?”
«L, lo sai anche tu che con le foto non sono un
granché…» mi lamento. «Ma
Misa ha detto che dopotutto non sono male, considerando che sono solo
un assistente…»
«Matt, Misa è di parte.» replica L.
«Forse non voleva dirti che anche un bambino saprebbe fare
meglio di questo.»
Sbuffo. Siamo arrivati a tanto?
«Siamo arrivati a tanto?» domando, sconsolato.
«Davvero, non pensavo di fare così schifo sia con
le foto che con gli articoli.»
L mi guarda un attimo, mentre io mi passo una mano sulla fronte,
rassegnato al fatto che dovrò stare qua rinchiuso, fino a
tardi, per lavorare su questo diamine di articolo e ritoccare le foto
al computer. Che palle, dannazione.
Lo vedo appoggiare le foto alla scrivania e alzarsi, per poi venirmi
incontro e mettermi una mano sulla spalla.
«Suvvia, Matt, non sono così male.»
commenta, per cercare di ritirarmi un po’ su. «Sono
abbastanza buoni, per essere i tuoi primi articoli e foto. Dovresti
lavorare un po’ sulle foto, ma per il resto direi che ci
può stare anche abbastanza…»
Alzo lo sguardo, internamente sorpreso.
La tattica non l’avevo capita, all’inizio.
Insomma, mirava a farmi faticare, a infierire, per poi deprimermi e
fare in modo di consolarmi. Pazzesco.
Insomma, solo a L può venire un’idea del genere!
Allora, calmiamoci un attimo. Devo rimanere calmo.
«Grazie, L.» dico, tranquillamente – o
meglio, ostentando finta tranquillità.
«Di niente, guarda che è vero.» mi
risponde lui, accennando un sorriso. «Dopotutto, a che
servono gli amici, sennò?»
Seeeee, certo… Gli amici. Va
bene…
«L, pensa se Light entrasse proprio in questo momento e ci
vedesse…» commento io, con un ghigno divertito.
«Pensi che se la prenderebbe a male?»
«Mh? E perché?» domanda lui, sorpreso.
«Beh…» Abbasso la voce, con fare
cospiratore. «Non dovrei dirtelo, forse, ma Mello me
l’ha rivelato proprio ieri, dato che l’ha saputo da
Light stesso… Sembra che Light abbia qualche interesse per
te.»
Il suo viso è piuttosto vicino al mio, per sentirmi meglio
mentre parlo a voce bassa.
«Davvero?» domanda lui, stupito.
«Pare di sì.» commento io.
«Pensa se adesso Light entrasse… Credo che sarebbe
geloso, se ci vedesse così…»
«Così come? Ho solo una mano appoggiata alla tua
spalla…»
«Sì, ma siamo abbastanza…»
«Che cazzo state facendo voi due?!»
Mi volto, sorpreso. Non è la voce che avrei desiderato
sentire in questo momento, giusto per rendere pseudo-veritiera la mia
versione – anche se lo so che Light non ha alcun interesse
per L, in realtà.
Mello è sulla porta, la mano ancora sulla maniglia e
un’espressione incazzatissima stampata in viso, a guardare la
scena. Al suo fianco effettivamente c’è Light, che
ci sta guardando, un po’ sorpreso. Ma a parlare è
stato Mello, ovviamente.
Ops. E adesso?
L ha la decenza di staccarsi – anche se sono sicuro che, pur
di fare dispetto a Mello e farlo ingelosire un po’, terrebbe
volentieri la mano sulla mia spalla –, e io mi alzo, sorpreso.
«Che ci fate qua?» domando, stupito.
Mello punta Light con il pollice. «Mi ha chiesto di
accompagnarlo.» replica.
«Accompagnarlo?» domando, guardando Light, senza
capire.
«Toh, guarda… Sono già le cinque e un
quarto? Che maleducato, ti sto facendo aspettare…»
osserva L, dirigendosi verso l’appendiabiti vicino alla porta
e prendendo il cappotto. «Mi dispiace, ero impegnato con una
discussione di lavoro…»
Non capisco. Sinceramente, non capisco.
«Una discussione di lavoro?»
domanda Mello,
incrociando le braccia, seccato. «Hai la vaga idea che di
solito una discussione di lavoro si svolge uno da un lato, e
l’altro dall’altro lato del tavolo?»
«Oh, certo che lo so.» commenta L. «Ma, a
parte il fatto che io non posso essere considerato prettamente normale,
mio caro Mihael… Quella troppa vicinanza
che forse ti
può aver infastidito è stata tutta colpa di
Matt.»
Mello mi guarda, fulminandomi con lo sguardo, come per dire
“ora facciamo i conti”.
Oh, cazzo. Ma perché tutte a me?!
«Ad ogni modo, perché ti stai vestendo,
L?» domando, evitando accuratamente lo sguardo omicida di
Mello, e tornando a guardare L, che ha finito di mettersi il cappotto e
si sta mettendo anche le scarpe – senza calzini, ovviamente.
L si volta verso di me. «Uh, già, me
n’ero dimenticato…» commenta, sollevando
gli occhi al soffitto. «Oggi io e Light abbiamo un
appuntamento.»
Doccia fredda che mi cade da sopra il soffitto.
…
Eh?!
Non credo di aver capito bene…
«Co… Come?» domanda Mello, chiaramente
della mia stessa opinione.
«Beh, che c’è di male?»
domanda Light. «Stamattina la telefonata era per
quello… Voleva dirmi che voleva uscire con me.»
Spalanco gli occhi, allibito.
«L!» esclamo, puntando Light. «La
telefonata era per quello?! Per una tua questione personale?!»
L mi guarda, con la faccia più innocente di questo mondo.
«Beh… sì.»
«Hai sempre detto di non mischiare il lavoro col
privato!» protesto.
«Suvvia, Matt, il fatto che ti abbia chiamato sul cellulare
che usi per il lavoro non è un’infrazione
così grave… Dopotutto, su quel cellulare ti
chiamo solo io.»
«Non è solo il fatto di avermi chiamato
sul…!»
«Light, forse è ora che andiamo.»
commenta L, sorridendogli e ignorandomi spudoratamente. «Il
film non inizia alle sei meno un quarto?»
Light annuisce. «Sì, forse è veramente
meglio che andiamo…»
«Beh, Matt, Mello, vi saluto.» fa L, voltandosi
verso di me. «Matt, mi raccomando, metti a posto
quell’articolo e quelle foto… Mi aspetto molto da
te. Mello, vuoi unirti a noi?»
«No, grazie.» replica Mello, acidamente.
«Non faccio il terzo incomodo, io.»
«Oh, grazie.» fa L, sorridendo tranquillamente.
«Beh, in tal caso, potete restare qua nel mio ufficio. Ve lo
lascio… Puoi usare le mie cose, Matt. Buon
divertimento.»
E L e Light se ne vanno, salutandoci allegramente e avviandosi verso il
corridoio di fronte al mio ufficio, come se fossero veramente intenti
in un appuntamento romantico al cinema. Li guardo finché
Mello non chiude la porta – a chiave, noto subito –
e si appoggia al legno, le braccia incrociate, e le gambe anche. E mi
guarda con un’espressione seria.
«Mi spieghi perché eravate così vicini
e perché L ha detto che è stata colpa
tua?» domanda, con un sorrisetto sarcastico.
Sono un po’ basito da quel sorrisetto sarcastico, e glielo
faccio notare. «Mello, perché mi fai quella
domanda con quel sorrisetto?»
«Non lo sai che non si risponde a una domanda con
un’altra domanda?» replica lui. «Ad ogni
modo, non pensavo che tu fossi il tipo da coppia aperta, tutto
qua.»
Faccio rotolare gli occhi, esasperato. «Non sono da coppia
aperta… Non con te, almeno.»
«Ah no?»
Pianto di nuovo gli occhi su di lui. «No. Lo stavo solo
provocando.» replico, con un sorrisetto sarcastico.
«L’ho fatto avvicinare per vedere come avrebbe
reagito, quando gli avrei detto che se Light ci avesse visti in quella
posizione, come se ci stessimo baciando, si sarebbe ingelosito. Mi hai
interrotto il divertimento…»
«Ah, davvero?» replica lui, divertito. Si stacca
dalla porta e si avvicina a me, con uno sguardo che capisco subito che
cosa significa. Dopotutto, è brutalmente ovvio.
«E devi ancora lavorare?» domanda lui, vicinissimo
con le labbra alle mie.
«Beh, sì…» rispondo, reggendo
il gioco. «Perché?»
«No, perché stavo pensando che quel divano era
comodo, che tu eri ancora abbastanza fresco, e che mi sarei potuto far
perdonare per averti interrotto il divertimento con un altro
divertimento…» ribatte lui, accennando
al divano
con uno sguardo. «Era quello su cui tu e L lo facevate, per
caso? Sul luogo di lavoro, neh? Audaci…»
Ridacchio, divertito. «Fresco? Fresco in che senso?»
Mello torna a guardare me. «Nel senso che potremmo rimediare
ora alla tua stanchezza di stasera…» commenta lui.
E poi eravamo io e L gli audaci?
Beh, però come offerta è irresistibile.
Lo bacio, non riuscendo a farmela scappare.
Magari il lavoro lo faccio dopo.
E arriviamo di nuovo a casa di Light, per l’ennesima volta,
in questi giorni.
Mi stiracchio, appena sceso dalla macchina. Non sono abituato alle
macchine, non sono il mio mezzo di trasporto preferito. Se devo andare
in giro, preferisco le biciclette.
Saliamo a casa di Light. Mi sono già accorto che sembra
pensieroso ma, se vorrà parlarne, lo farà da
solo. Ormai ho capito come pensa… Siamo sulla stessa
lunghezza d’onda.
«L.» mi chiama infatti, quando siamo entrati in
casa e ci siamo tolti scarpe e cappotti. «Non è un
po’ azzardato quello che hai fatto?»
Lo guardo, curioso. «In che senso?»
«Stavi per baciare Matt, quando siamo arrivati.»
replica lui. «Non eri stato tu a dire di essere discreti,
almeno le prime volte, e di fingere che ci stessimo frequentando? La
cosa non ha veridicità, se poi ti becchiamo sul punto di
baciare Matt.»
«Vedi, Light, è proprio per questo che stamattina
ti ho chiesto di portare anche Mello.» replico, con un
sorrisetto divertito. «Volevo che assistesse a quella scena,
e che Matt la provocasse di propria spontanea
volontà.»
«Cioè avevi previsto che…?»
«… Che il discorso sarebbe caduto su di te, e
tutto il resto che ne sarebbe derivato? Beh, più o
meno.» replico io, accucciandomi sul divano. «Se
non fosse andata così, come avevo previsto, avevo in mente
mille altri modi per fare una cosa del genere e finire vicino a lui per
colpa sua.»
«E tutto questo per far ingelosire Mello?»
«Beh, Matt non può negare di aver provocato lui
quell’avvicinamento di proposito.» spiego.
«E Mello è geloso. Un po’ come me e te,
direi… Perciò, ora che li abbiamo lasciati da
soli lì dentro, staranno sicuramente litigando, se Mello
è isterico come dici te.»
Light si siede sul divano, accanto a me. «Tutto questo
è geniale, L, ma…» si blocca per un
attimo, perplesso. «… se non stesse andando come
dici tu?»
«Prego?»
«Beh… Conoscendo Mello, quando intravede il
rischio di astinenza da sesso cerca subito di scongiurarlo in tutti i
modi.» spiega Light. «E quei due devono averlo
intuito che con tutto quel lavoro il rischio di astinenza
c’è eccome… E se invece stessero
sfruttando il divano che c’è nel tuo studio, per
scongiurare questo rischio?»
Ridacchio. «Beh, potrebbe anche darsi.» commento.
«Ma sarebbe solo perché sono innamorati
persi… È solo l’inizio. Vedrai che a
continuare così, con una discussione di qua e una divergenza
di là, tutti i santissimo giorni, si molleranno presto. E
allora tutto tornerà a posto.» Faccio una pausa,
grattandomi leggermente il ginocchio destro. «E comunque,
vedrai che sarà andata come dico io. Sono riuscito a
prevedere quello che avrebbe detto Matt, dopotutto.»
Light prende il telecomando e accende la TV. «Anche questo
è vero.» commenta, per poi accendere anche il dvd.
Sprofondiamo subito nella visione di Il diavolo veste Prada.
In
assoluto il nostro film preferito.
«Scusa, Matt, ma mi spieghi perché devi rifare
tutto l’articolo?» mi chiede Mello, lamentandosi,
mentre io lavoro come un forsennato per cercare di recuperare tempo.
Insomma, tra preliminari, coccole, baci, abbracci, atto vero e proprio,
abbiocco finale e tutto il resto, abbiamo cominciato alle cinque e
venti e abbiamo finito alle sette meno un quarto. Sette meno
un quarto!
«Mello, te l’ho già detto. È
uno dei capricci di L, il primo di tanti presumo.» spiego,
pazientemente. «Ha detto che l’articolo non va
bene, che… non so, ha blaterato qualcosa su un certo
connubio, ma non lo stavo ascoltando molto…»
Mello si mette a leggere l’articolo, pensieroso, mentre io
lavoro sulle foto – diamine! Ancora non capisco che cazzo
devo rifare, di queste dannatissime foto! A me sembrano buone!
Mentre lavoracchio un po’ di qua e un po’ di
là, annullando i nove decimi delle modifiche effettuate
sulla foto numero uno, Mello ha finito l’articolo –
di nuovo.
«Sai una cosa?» mi dice, dondolandosi sulle gambe
posteriori della sedia. «Prendilo come un parere di uno che
legge abbastanza spesso, ma… Ho notato una cosa.»
«E sarebbe?» replico, chiedendomi se davvero Mello
legge così tanto. Non per altro, ma in casa mia non ci sono
molti libri…
«Sembra quasi che…» incomincia lui,
pensieroso. «… che questa modella prima avesse una
vita sentimentale disordinata, caotica… Si capisce che era
confusa. Ora che invece ha trovato questo qua, sembra che tutto sia
tornato in ordine. Che tutto si sia rimesso a posto nella sua
vita.» Mello si ferma.
E anche io, perché mi giro a guardarlo. Dire che sono
allibito è un eufemismo.
«Beh, è una cosa che notano spesso quelli che
leggono storie di letteratura, ma…» prosegue
Mello, senza degnarmi troppo, concentrato a esprimere la sua opinione.
«… Insomma. Il modo con cui l’hai
scritto te non è da letteratura. Si può leggere
tranquillamente, è scorrevole… Insomma, non
è pesante, ma si riesce a capire cosa c’era prima
e cosa dopo… Che c’è?»
Lo fisso ancora, sconcertato.
«Tu… Tu sei riuscito a vedere una cosa del
genere?» domando, puntando lui, e poi l’articolo.
Mello scrolla le spalle. «Sì. Per uno che legge
abbastanza, è piuttosto evidente.»
Sospiro, rassegnato. Sento lo sguardo di Mello fisso su di me, ma non
dico nulla, premurandomi però di battere la testa contro la
scrivania, piano.
«Matt? Sicuro di sentirti bene?» mi domanda.
«Sto benissimo.» replico.
Ed è vero, sto benissimo.
D’altronde, chi potrebbe stare male, ad avere la conferma che
il tuo capo ti tormenterà col lavoro fino a data da
destinarsi?
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Capitolo 13 *** Due più due fa quattro. Sempre. ***
E salve di nuovo a tutti quanti!
Mi scuso di nuovo... Per l'ennesima volta mi sono dilungata un po'
troppo con i tempi soliti... Possiamo dare la metà della
colpa ai libri che ancora devo leggere per la scuola? L'altra
metà della colpa sta nel fatto che riesco a scrivere
cavolate solo la notte e sotto ispirazione... Ah, e poi sono piena di
nuove idee per altre fanfiction e non so più come
districarmi, e in più sono un po' in ballo con i corsi per
la patente... Abbiate pietà^^ Probabilmente per questi
motivi per un po' ci metterò più tempo del solito
ad aggiornare... Mi scuso in anticipo se i tempi magari saranno un po'
troppo lunghi... Mi scusate vero? Please!
Ps: comunque il ritorno di Gossip Girl mi ha dato un input in
più per scrivere la fine di questo capitolo... Lo so che
Gossip Girl non c'entra quasi niente con questa storia, ma
tant'è... Vabbè, lasciamo perdere^^...
Ok, piccoli avvisi: non ho idea di come sia venuto fuori questo
capitolo. Il titolo gliel'ho dato ieri, e so che potrebbe non avere
senso, ma mi sembrava carino ed era strettamente legato alla fine (che
ovviamente, essendo legata al titolo, non ha molto senso... Vi prego,
abbonatemela stavolta!^^)
Ringrazio ancora tutti coloro che
hanno messo nei preferiti, nei
seguiti, che leggono e basta e che commentano! Un bacione e GRAZIE
MILLE!
Ed ora le risposte alle recensioni!
x Puce16: Ehi! Come va? Grazie mille per il capitolo 12, mi ha fatto
veramente piacere che ti sia piaciuto! E poi Matt... Beh, le sue
disavventure lì erano solo all'inizio...^^ Poveraccio, mi sa
che quello che uscirà più traumatizzato da questa
ff sarà lui... Fortunatamente L ha toppato (Mello e Matt non
sono stupidi come possono sembrare...^^)... Light invece è
molto più realista... Lo sto facendo troppo tranquillo in
questa ff? Mmmmhh... Ma perderà la testa per L poi? (tra
parentesi, L è bruttino? Io lo trovo affascinante... Che poi
non sia bellissimo, vabbè^^) Misa e Near non hanno avuto
tanta parte ma non ne avranno per un po'... Ma non ti preoccupare,
torneranno presto alla carica anche loro! A dirla tutta non sono loro i
protagonisti, quindi non hanno un ruolo molto importante (se non per i
siparietti pseudo-comici^^) almeno all'inizio... Riguardo a Rem che
somiglia a Luna Lovegood di HP... sai che mi ero quasi dimenticata di
quel personaggio? A dirla tutta sono anni che non leggo HP, non ho
nemmeno letto il 7... Ma devo dire che Luna mi ha affascinato molto,
probabilmente ho preso spunto da lei inconsciamente...^^ Mi fa piacere
che ti sia piaciuta... Non so però che ruolo le
farò avere, è comparsa un po' così...
Comunque, grazie mille per i complimenti^^ e grazie anche per la doppia
recensione (non ti devi scusare, anzi!^^)! Spero che anche questo
capitolo ti piaccia... Un bacio e alla prossima!
x Bimba127: Grazie per l'avermi capito per l'estate stressante... Mi ha
fatto piacere che ti sia piaciuto il capitolo^^! La storia della
sedia... Come fa a non rimanere impressa? XD Ti ringrazio ancora per lo
spunto^^ Mi fa piacere che ti sia piaciuta Rem...^^ Ryuk e Rem che
entrano in azione? Mh... Potrei pensarci...^^ Quanto a L e Light...
bastardi dentro, già già^^ Soprattutto L,
perchè per ora Light è entrato poco in scena (io
l'ho detto che lo sto facendo troppo tranquillo)...Chissà
che combineranno adesso?^^ Anche io adoro Il Diavolo veste Prada,
è decisamente uno dei miei film preferiti... Mi sono
sganasciata dal ridere quando l'ho visto... E l'idea dell'assistente
tuttofare mi è piaciuta veramente tantissimo....XD Per
disgrazia di Matt^^....Se L diventa così... Beh, leggi il
capitolo che segue e poi dimmi che ne pensi... Secondo me a Miranda
Priestly ci può somigliare un pochino, qua...Ma temo proprio
che diventerà anche peggio di com'è adesso, dal
prossimo capitolo^^ Un bacio e spero che il capitolo ti piaccia! Alla
prossima!
x RuinNoYuki: otoutooooooooo!!! Grazie mille per il commento^^!
Sissì, Light era molto richiesto...^^ Ma diciamo che siamo
in due a essere di parte (o forse con Mello ci avevano rinunciato
perchè ce l'aveva scritto in fronte, che non è
etero^^), comunque è verosimile, molto verosimile...Insomma,
come nel fumetto, in un certo senso^^Matt sfrontato? Sai che non ci ho
fatto quasi caso? Sarà perchè di solito con L lo
era, sfrontato, e non si faceva problemi a parlargli... Stavolta
però ha esagerato un pochino^^...L alle previsioni del
tempo...XDXDXDXD! Da morire! Cista bene, direi, ma ho semplicemente
preso la parte ragionativa di L e l'ho un po' esasperata (contando che,
come hai detto te, il caso Kira poteva essere risolto grazie al consumo
di MELE di una famiglia...^^), mentre Light è rimasto
abbastanza con i piedi per terra ed è rimasto
tranquillo...^^ E i commenti di L sulla scrittura di Matt e sulle foto
sono semplicemente dettati dalla sua voglia di vendicarsi sul suo
assistente^^ E comunque non è un episodio isolato, come
potrai vedere^^ Matt comunque le foto le fa bene, diciamo che il fatto
di fare bene delle foto ce l'ha nel sangue (padre giornalista e
fotografo), è L che vuole fare lo stronzo! Quanto agli
stronzi repressi... Quale poteva essere il loro film preferito se non
quello? Dopotutto è quello da cui ho preso la mia
ispirazione per la storia^^... E Matt che sfotte Mello è una
sorta di classico (insomma, si sfottono sempre, che ci vuoi fare?^^
Come me e te, insomma...^^). Bene, sono contenta che un altro pezzo
della mia follia ti sia piaciuto, comunque! Firmo con le solite
considerazioni: grazie per l'autrice maledetta (non posso ricambiare
perchè non hai ancora fatto troppe cose brutte... Anzi,
sì che posso! Con il tuo personaggio da cui hai preso il nome, e con il suo ragazzo, come la mettiamo?!), non posso
dire che fine farà caccashi sennò spoilero (chi
l'ha detto che non muore? Oddio, mo metto i tarli... che autrice
maledetta che sono, sìsì =3), ed ecco qua il
nuovo chappy! Un bacio e Mello e Itachi ricambiano i tat tanto tanto
per Matt e Sasu! xxx e spero che anche questo capitolo ti piaccia!
x _Kira_94: grazie per avermi perdonata per il ritardo *me s'inchina*,
davvero, che pazienza che ci vuole con me! Grazie mille per il fatto
che ti piace il mio stile, mi fa davvero molto piacere che piaccia come
scrivo perchè di solito non scrivo così (di
solito faccio tutt'altra cosa, in effetti... POV e tempi completamente
diversi), perciò il fatto che ti piaccia e che io riesca a
essere scorrevole mi fa davver piacere, è uno dei migliori
complimenti che possa ricevere^^. Grazie! Matt lo sfigato di turno...
beh, mi minaccia sempre, ma si consola col fatto che gli ho spolireato
un po' la fine della ff e gli ho detto che non soffrirà
troppo... Ma sarà vero? Beh, se è bastato a
convincere lui, per me...^^ Rem in effetti è un po'...
particolare, sìsì. Questo bisogna dirlo.
Inquietante non lo so (diciamo che la ammiro molto per il fatto che se
ne frega di tutto e di tutti, ecco^^) Quanto a Light... Mah?
Chissà? Sì, comunque, credo proprio che
sarà lui il primo ad accorgersi di qualcosa... Che poi non
è detto che questa cosa sia buona..^^ Ok, non voglio fare
spoiler, ti basti sapere che Mello avrà quasi un infarto
quando lo saprà (una morte un po' diversa no, eh?
ndMello)... Beata te che di tempo ne hai! Spero che invece saprai
aspettare i miei di tempi, e saprai pazientare un po'^^ Un bacio e
ancora grazie! Spero che il capitolo ti piaccia! Alla prossima!
13. Uno + uno + uno
+ uno = quattro. Sempre.
Sono passate quasi due settimane da quando ho cominciato a subire le
vendette di L.
E, se mi è concesso, la cosa mi sta innervosendo non poco.
Dopotutto, è quanto mai lampante che L e
Light
stanno escogitando tutto questo casino per farci cadere
nell’astinenza da sesso, a me e a Mello.
Come se ci cascassimo.
Insomma, stiamo parlando dell’assistente di L
Lawliet, il
redattore più capriccioso di tutta la redazione: questo
poveraccio di assistente (me stesso medesimo, insomma) ha dovuto
passare fin troppo tempo della sua vita come apprendista, a rincorrere
i capricci di L, per essere stanco dopo una sola giornata di lavoro
pesantissimo che, perché mi sono alzato
di grado, non va mai
bene. Sono troppo allenato.
E Mello… Beh, Mello è Mello. Insomma, a lui non
hanno ancora fatto niente. Su di lui ancora non si è alzata
la nuvola di vendetta di L e Light. E Mello torna sempre fresco come
una rosa dall’università. Dopotutto, dice lui, non
deve fare altro che prendere appunti e ascoltare lezioni.
Risultato: niente astinenza da sesso.
Anzi, se per caso capita che rimaniamo fino a sera tardi in ufficio,
approfittiamo dell’occasione e usiamo il nostro adorato
divano nella studio di L (tanto lui continua a fingere di frequentare
Light e continuano ad uscire insieme…).
«Notte brava anche questa, nh, Matt?»
Oddio, i segni si vedono. Dopotutto, tutte le sante sere, dopo una
giornata di lavoro, a notte fonda, lascia dei segni anche al mitico e
inoppugnabile Mail Jeevas.
Guardo Misa, distogliendo per un attimo l’attenzione dal
Nintendo e dal Brain Training – una di quelle poche pause che
L mi lascia dal lavoro, a metà pomeriggio; ne approfitto per
giocare al Nintendo e fumarmi una sigaretta.
«Può darsi.» rispondo, tranquillamente,
ritornando a Kawashima.
Misa si siede sulla sedia dall’altro lato della scrivania.
«Hai fumato solo tre sigarette, per ora.» commenta,
come se ci fosse bisogno di farmelo notare; perché non lo so
da solo, no, che ho fumato solo tre sigarette?! «È
stata una notte brava, già già.»
Ma va?
«Misa, che ci fai qua? Di solito a quest’ora non
dovresti prendere il tè con Near?» domando,
decidendo di sfotterla.
E infatti Misa mi guarda male. «‘Fanculo,
Matt.» replica, seccata.
Distolgo finalmente lo sguardo dal Nintendo – stavolta
definitivamente, perché lo spengo. «Misa, che
c’è?» domando.
Insomma, di solito non è così remissiva quando si
parla di Near e della sua “relazione” –
ma si può chiamare così? – con lui. Di
solito mi salta addosso e mi urla contro, altroché.
«Takki.» dice lei.
Oh.
Beh.
Wow.
Ora sì che è tutto più chiaro,
sì sì.
«Takki.» ripeto, inarcando un sopracciglio.
«Chi è? Un sosia di Near?»
Misa mi guarda talmente male che, se poteva anche solo esserci un
sorrisetto sarcastico sul mio volto, si leva immediatamente.
«Kiyomi Takada!» esclama. «Cazzo, Matt,
possibile che tu non la conosca? Lavora a qualche ufficio di distanza
da qui! Ed è la peggior rivale di L! Possibile che lui non
te ne abbia mai parlato?!»
Inarco di più il suddetto sopracciglio.
«No, scusa.» replico. «L ha
rivali?»
«Non ci credo!» esclama Misa, mettendosi una mano
sulla fronte.
«Senti, Misa, posso capire che la cosa ti sconvolga, ma che
io sappia L non ha mai avuto rivali nel suo campo. Mi ha sempre fatto
credere di essere il migliore… Beh, che poi lo voglia far
credere è normale, ma in due anni che lavoro qua non ho mai
conosciuto nessuna Takki, o Takada che sia.» spiego.
«Quindi, per favore, ti sarei grato se mi spiegassi chi cazzo
è questa qua che è saltata fuori solo
ora.»
«Solo ora?!» esclama Misa,
sconvolta.
«Kiyomi Takada lavorava come modella qualche anno fa, poi ha
cambiato ed è diventata una dei giornalisti di punta della
nostra rivista! Come cazzo è anche solo lontanamente
possibile che tu non la conosca?! La conoscono tutti, qua!»
«Beh, adesso direi di sì.» commento io,
facendo spallucce. «Forse fino a qualche attimo fa non la
conoscevano proprio tutti, ti pare? Ma grazie per avermi
illuminato.»
Misa sbuffa, seccata. «Sul serio, Matt. Davvero non
la
conosci?»
«Sul serio, Misa. Davvero non la conosco.» replico
io, tranquillamente, buttando un po’ di cenere nel posacenere
che c’è sulla mia scrivania. «Ma, ad
ogni modo, posso sapere perché questa Takki è
così terribile da far deprimere persino te?»
Misa sospira, rassegnata.
«Takki, come ti ho già detto, faceva la
modella.» replica. «Lavorava insieme a me, quando
abbiamo debuttato tutt’e due.»
Annuisco. «Quindi dovreste essere amiche.»
Gli occhi di Misa sono più che eloquenti.
E dicono: Matt, non sparare coscientemente stronzate. Non è
il caso.
«Va bene. Continua.» dico, annuendo.
«Io e Takada non siamo amiche.»
replica Misa.
«Quella stronza, per usare un eufemismo,
mi ha tradito per
scalare le vette del successo.»
«Wow.» commento. «E che avrebbe fatto di
così… stronzo?» domando.
Misa mi guarda, solenne e allo stesso tempo incazzata.
Sono tentato di tirare fuori la macchina fotografica e ritrarre
quell’espressione così controversa – poi
L dice che sono negato con le foto –, ma alla fine decido che
non è il caso. E rimango ad ascoltare.
«Si è fatta il fotografo.» replica Misa,
con un sorrisetto sarcastico.
Dov’è la macchina fotografica, cazzo?!
«Ah. Il fotografo.» ripeto, tentatissimo di
dimostrare a L che sono bravo anche con le foto.
«Maddài, Misa, che ci sarà di
così tragico? Insomma, mica sarà stata
l’unica…»
«Tragico?» ripete Misa,
assottigliando gli occhi.
Macchina fotograficaaaaaa!
«Il fotografo era il mio ragazzo! Dai
tempi del liceo!»
No, ho cambiato idea. La videocamera sarebbe stata molto meglio.
Ma dove sono quegli aggeggi quando servono, cazzo?!
«Il tuo ragazzo?» chiedo, sorpreso che –
com’è che si chiama? Ah, sì, Takki
– che Takki le abbia fatto una cosa tanto atroce.
«Il mio ragazzo!» ribadisce Misa. «E
quella stronza ci è andata! E lui
ha ceduto come se niente
fosse! E adesso stanno insieme, ti rendi conto?! Quella lì e
il
mio ragazzo!»
«Ex-ragazzo…» precisa
una voce alle
spalle di Misa.
Non era necessaria una precisazione del genere, effettivamente. Ma
d’altronde che ci si può aspettare da Near?
Lui e Mello sono sulla soglia della porta, appoggiati come se fossero
due gangster.
Mello ce lo vedo, un pochino, come gangster.
Near assolutamente no.
Ma difatti lui è appoggiato in un modo un po’
più tranquillo.
«Non c’era bisogno di precisare, nano!»
esclama Misa, furiosa.
«No, era solo per domandare implicitamente come mai ci
tenessi tanto, dato che quel fattaccio è successo un paio
d’anni fa.» replica Near, facendo spallucce.
«Non potevi domandarglielo esplicitamente, Near?»
ribatte Mello, annoiato.
«Così è più
stimolante.» risponde Near, annuendo.
«Tu come fai a sapere che la storia è successa un
paio d’anni fa?» domando, sorpreso che Near si
interessi ai gossip.
Mello si stacca dalla porta, per avvicinarsi a me e sedersi sulle mie
gambe – con molta, molta, moooolta delicatezza.
In pratica, ci si butta sopra.
«Veramente, è sorprendente che proprio tu,
l’assistente di L Lawliet, non sappia una cosa del genere,
Matt.» commenta, appoggiandosi svogliatamente alla scrivania.
«Era su tutti i giornali e le riviste di moda. E poi
è stato in quel periodo che Takki è diventata una
redattrice. Era già stata una brillante giornalista, allieva
di L… Ma poi è passata al suo stesso livello, e
ha cominciato a dargli contro e ha rubargli le idee.»
Near si siede accanto a Misa, tranquillamente.
«Simpatica, questa Takada.» commento,
sarcasticamente. «Immagino che molti la adorino, qua nel
nostro gruppo.»
Misa sbuffa, abbastanza eloquentemente.
«Ma comunque, non capisco ancora che c’entri col
tuo malumore, Misamisa.» continuo. «Quel fattaccio
è successo un paio d’anni fa… E poi tu
hai avuto un sacco di ragazzi da allora.»
Misa sbuffa di nuovo. «L’ho incontrata per caso,
stamattina.» spiega. «E ho avuto la bellissima
notizia che molto verosimilmente la vedrò tutte le mattine,
tra una settimana.»
«Tutte le mattine?» domando, confuso.
«Trasferimento d’ufficio esplicitamente
richiesto
da lei.» spiega. «Voleva essere
più
vicina a L, per discutere direttamente con lui di eventuali
problemi
sulla direzione e sugli articoli della rivista.»
Mello sembra molto più interessato alla cosa di me, a quanto
mi sembra.
«Secondo me quella ha manie suicide.» commenta.
«Prima fregarti il ragazzo e farti incazzare, poi trasferirsi
di fianco all’ufficio del suo mentore a cui periodicamente
ruba le idee… Che sia una kamikaze in incognito?»
«Sono d’accordo.» osserva Near.
«Mia madre non faceva altro che parlare di come fosse stata
stronza Takki, al tempo. Guardava ogni rivista di moda per sapere come
saresti stata te.»
«Chi l’avrebbe mai immaginato che quella ragazza di
cui si preoccupava così tanto avrebbe finito per diventare
la fidanzata di suo figlio minore…» commento io,
pensieroso.
Mi riscuoto quando tre paia di occhi sono su di me. Tutti e tre
incazzati.
Ok, Misa e Near li posso capire.
Ma Mello?!
Bah, chi lo capisce, a volte, è bravo.
Alzo le mani, in segno di resa. «Scherzavo.» dico.
«Prendetelo come uno sfogo per lo stress da
superlavoro.»
«Perché, non ti sfoghi già abbastanza
la notte?» replica Mello, inarcando un sopracciglio e
sorridendo, sarcastico.
Avvampo. «Mello, anche tu hai manie suicide, o sbaglio? Vuoi
farti ammazzare da Near?» replico.
«Non ha manie suicide. Sono io che mi sono
rassegnato.» replica Near. «Non fa altro che
parlarmi di come sei bravo a letto, che sei molto meglio di Light,
eccetera eccetera. Se mi puoi fare un favore, potresti stancarlo
talmente tanto che alla fine non riesce più nemmeno a
parlare, Matt…»
Ridacchio. Near in questo stato è impagabile.
«E la cosa peggiore è che lo fa solo per far
ingelosire Light…» commenta Near.
Stavolta guardo Mello, irritato. «Per far ingelosire
Light?»
Mello sbuffa, seccato. «Non per far ingelosire Light.
Non
stare ad ascoltare Near.» spiega. «Lo faccio
semplicemente per dimostrargli che il piccolo incompetente
assistente
giornalista di L che non andrà mai da nessuna parte
né con uomini, né con donne, né con
lavoro, di cui parla sempre, è molto
più bravo di
lui, e che lui non è il dio che si credeva. Soprattutto a
letto.»
«Ah.» replico. «Cioè,
è questa l’opinione che ha di me?»
«Che ti aspettavi, scusa? Tra lui e L non so chi ti odi di
più.» ribatte Mello, appoggiando tutti e due i
gomiti sul tavolo, e appoggiando il viso sulle mani.
Strano. Sembra annoiatissimo…
Bella come atmosfera, però.
Misa avvilita e pseudo-depressa.
Mello annoiato e pseudo-depresso anche lui – ma che
avrà per essere tanto depresso?
Near…
Beh, Near è il solito.
È l’atmosfera che è irreale.
«Mello, scusa? Devo alzarmi un attimo.» dico,
prendendo l’occasione al volo.
Mello sbuffa, per poi alzarsi e consentirmi di alzarmi. Prima che gli
possa dire qualunque cosa, lui si risiede, nella stessa posizione di
prima.
La macchina fotografica è dentro l’armadietto.
Armeggio un attimo, in modo che loro non si accorgano che sto per fare
una foto a tutti quanti loro.
E questa non è per L: questa me la conservo per ricordo.
Una cosa così è più unica che rara.
E scatto la foto istantanea.
Questa finisce come sfondo al computer di lavoro, sì
sì.
«Matt! Che cazzo fai?!» esclama Mello, voltandosi,
furioso.
«Dài, era troppo bello per perdermelo!»
ribatto, ridacchiando. «Eravate troppo strani! Questa
è una data da ricordare, altroché!»
«Ma te sei scemo!» esclama Mello, mandandomi a quel
paese con il braccio e ritornando nella posizione di prima –
solo, più incazzato che annoiato, stavolta.
Ridacchio, un po’ perplesso però. Metto la
macchina fotografica sul tavolo e la spengo, per poi prendere in
braccio Mello e risiedermi, e farlo sedere sulle mie gambe.
Lui non oppone resistenza.
Solo, rimane incazzato.
E questo è decisamente strano, perché normalmente
mi avrebbe urlato contro un “che cazzo stai
facendo?!” correlato di tanto di opposizione a essere preso
in braccio, in modo da rendermi difficile il compito – quasi
impossibile, in effetti.
«Che c’è?» domando, curioso
– senza stringerlo troppo al fianco, perché
altrimenti rischio che esploda; e di segni agli occhi ne ho
già abbastanza, mi bastano.
«È in astinenza.» spiega Near.
Guardo Mello, sconvolto. «Astinenza?! Hai
un bel
coraggio!» esclamo.
«Ma non di quello.» ribatte
Near, mentre Mello mi
fulmina con un’occhiataccia. «È in
astinenza di cioccolato. È tutto il giorno che non ne
mangia.»
Ah.
Beh, naturale, alla fine.
Conoscendo Mello, è una cosa del tutto naturale.
Fisiologica, veramente.
Sospiro, per poi aprire il cassetto e tirare fuori una borsa termica
chiusa, dove c’è dentro quel che so io.
Ne traggo fuori una tavoletta di cioccolata e gliela porgo.
E gli occhi di Mello si illuminano come quelli di un bambino.
Mi si getta addosso, abbracciandomi stretto al collo – sto
quasi per soffocare, in effetti, mentre lui urla in continuazione
“Matt ti amo, ti amo, ti amo!…”. Mi sto
anche stordendo un po’, in effetti.
«Mello, piglia questa tavoletta e lasciami, che mi stai
soffocando…» biascico, sventolandogli davanti la
tavoletta.
Mello ride e si stacca, stampandomi un bacio sulle labbra e prendendosi
la tavoletta di cioccolata. E comincia a scartarla, mentre io mi
riprendo aria per i polmoni.
«Si può sapere perché non hai mangiato
cioccolato per tutto il giorno?» domando, prendendo la
sigaretta, che ormai è un mozzicone, e schiacciandola dentro
il posacenere.
«È rimasto talmente sconvolto dal fatto che il suo
professore preferito se ne va tra una settimana, che non è
più riuscito ad alzarsi e ad andare a prendere la cioccolata
al distributore.» spiega Near. «Ah, già.
E poi aveva dimenticato i soldi per prenderla, perciò si
è depresso ancora di più.»
«E sapendo che avevo come migliore amico
un nano bianco che
non mi avrebbe mai, e poi mai, offerto i soldi per la mia fonte di
sostentamento, che potevo fare?!» esclama Mello, distogliendo
per un attimo l’attenzione dalla tavoletta di cioccolata.
«Non me li avresti mai ridati, Mel.» replica Near,
tranquillissimo.
«E che ti costava prestarmi cento yen?! Non sono niente, e tu
sei un riccone!» esclama Mello, infuriato.
«Bell’amico che ho! Misa, trovati in fretta un
altro fidanzato, neh!»
Solo a quella Near assottiglia gli occhi.
Devo dire che ammiro Mello. È una delle poche persone che
sono in grado di far incazzare uno come Near.
L’altro è Light, ma questi sono
dettagli… Lui farebbe incazzare chiunque.
Misa, invece, che ha capito lo scherzo, si mette a ridere.
«Cos’è questa storia del tuo professore
preferito che se ne va?» domando, curioso.
Mello sbuffa, riaccostandosi alla tavoletta. «Il prof di
letteratura contemporanea.» spiega. «Se ne va tra
una settimana… Viene trasferito. Solo che è il
mio professore preferito, spiega troppo bene… È
l’unico che mi piaccia, in effetti.»
«Vabbè, dài… Vedrai che ne
arriverà uno bravo comunque.» dico, dandogli una
piccola pacca sulla schiena. «Magari quello che arriva
è anche meglio di questo…»
«Difficile.» commenta Near, tranquillamente.
«Devo dire che anche secondo me questo professore spiega
molto, molto bene.»
Mello dà un morso più forte alla tavoletta.
«Sempre a sminuirlo, tu.»
«Sminuirlo? Se gli ha fatto un complimento!»
esclama Misa.
«Lo sta sminuendo. Lo sta sminuendo!» esclama
Mello. «Quello quando parla è
più che molto, molto bravo. È
un genio,
è eccezionale! È l’unico professore in
vita mia che abbia mai saputo farmi piacere la scuola!»
«Queste sono solo opinioni soggettive, Mel.»
replica Near.
«Opinioni soggettive?! Sono opinioni obiettive e lampanti,
caro mio! Non soggettive!»
«Va bene, Mello, abbiamo capito.» lo blocco io
– in effetti, Mello è sul punto di scatenare un
Nearicidio nel mio studio da assistente. E sinceramente non
è che voglia tanto avere morti per lo studio…
«Tra una settimana vedremo se il nuovo professore regge il
confronto con quello che se ne sta andando, o meno.» dico.
Mello lancia un’occhiataccia a Near. «Certo.
Vedremo.»
Il 24 di gennaio, all’indomani della discussione su
professori vari e rivali di L, me ne sto ancora nel mio ufficio a
lavorare, alle cinque e venti del pomeriggio, come sempre.
L’unica cosa un po’ cambiata rispetto a ieri
è lo sfondo del computer: ci ho messo la foto di Misa e
Mello che ho scattato ieri.
Insomma, era troppo bella per non metterla!
Sono giusto alle prese con un articolo che L mi ha ordinato di mettere
un po’ a punto – le foto, soprattutto: pare essere
particolarmente assennato che le mie foto, no, non fanno schifo,
“vanno solo messe a punto perché un bambino
saprebbe fare meglio” –, quando sento dei passi
avvicinarsi alla mia scrivania.
Beh, le mansioni di segretario di L e suo usciere personale non
rientrano tra quelle dell’assistente, credo. Ma alzo comunque
la testa, incuriosito da una visita a quest’ora.
Una donna dai capelli corti, neri, e gli occhi azzurri è
appena entrata nella stanza, e si guarda intorno, incuriosita.
Non sembra del posto.
A essere sinceri, non l’ho ma vista qua. E poi, dal modo con
cui si guarda in giro, è lampante che non è mai
stata qua.
«Ha bisogno di qualcuno?» domando, cercando di
essere gentile – non per impicciarmi; in realtà me
ne sarei tornato tranquillamente al mio lavoro. Ma questa qua mi ha
guardato non appena ho alzato la testa…
Lei sorride leggermente, inclinando la testa di lato. «Avrei
un appuntamento con L alle cinque e mezza.» replica.
«Ma credo di essere arrivata un po’ in
anticipo…»
Magnifico, ora mi tocca pure sopportare che questa qua mi osservi
finché non sono le cinque e mezza. Dieci minuti di totale
relax.
«Già…» commento, contrariato
– ma cercando di non far notare troppo il fatto che lo sono.
«Il signor L purtroppo non sopporta che si arrivi in anticipo
agli appuntamenti, o in ritardo che sia. Ma intanto che aspetta si
può sedere lì, se vuole.» dico,
puntando una sedia vicino alla porta dell’ingresso nel mio
ufficio.
Lei sorride di nuovo, per poi sedersi tranquillamente dove le ho
indicato.
Io mi appresto a riprendere il mio lavoro, buttandomici a capofitto
come non ho mai fatto.
Non ho voglia di intrattenere questa tipa. Odio dover intrattenere
persone che devono incontrare L.
Ma i miei desideri, ovviamente, non vengono
esauditi, perché
la tipa si mette a fissarmi, tanto che sento i suoi occhi sulla nuca,
come se mi dovessero perforare il cranio.
Sospiro, quasi certo che questo sia l’ennesimo tiro mancino
di L.
Poi però mi dico che persone che vogliono incontrare L ci
sono spesso: non è una novità. Insomma, va bene
che si deve vendicare, ma non è che organizza appuntamenti
di lavoro apposta per vendicarsi di me.
Alzo la testa, incontrando i suoi occhi azzurri.
«Qualcosa non va?» domando, imponendomi di restare
calmo.
Lei inclina di nuovo la testa, un po’ incuriosita. Poi
sorride di nuovo.
«No, nulla.» replica. «Stavo solo
costatando che sei molto carino, per essere solo il segretario di
L.»
Campanello d’allarme.
‘Sta tipa ci sta veramente provando con me?!
Faccio un rapido brainstorming, cercando qualcosa per controbattere a
quell’affermazione.
«Beh, non sono proprio il suo
segretario…» commento, non trovando niente altro
da dire. «Sono il suo assistente, a dire il vero.»
Lei ridacchia. «Assistente, eh?» replica lei.
«Cioè, sarebbe come essere un tuttofare,
per
lui.»
E mi guarda con uno sguardo che vuole essere candido, ma che in
realtà nasconde solo tanta, ma tanta malizia.
Oh, cazzo!
Misa è niente, al confronto. Insomma, almeno lei le
esplicita, le sue osservazioni!
Mi sento sudare leggermente.
«Non capisco che cosa intende, signorina.» replico,
cercando di continuare a guardarla negli occhi. «Sono solo il
suo assistente… Non il suo tuttofare.»
Eppure, c’è qualcosa che mi sfugge…
Perché ho la sensazione che questa tipa la dovrei conoscere?
«Oh, ma certo.» replica lei, tranquillamente.
«Infatti io non insinuavo proprio niente. Ma immagino che tu
sia quello di cui si è parlato tanto in giro… Che
ha resistito due anni come apprendista di L e poi è stato
promosso ad assistente. E siccome lui ha l’abitudine di
scaricare i suoi capricci sugli apprendisti, immagino che tu sia
abituato a fargli da tuttofare.»
«Conosce molto bene L, lei?» domando, perplesso.
Che cazzo è la cosa che mi sfugge? Come se ce
l’avessi sulla punta della lingua… Cazzo, odio
questa sensazione!
«Direi di sì.» commenta lei.
«Ma più che altro conosco i metodi che adotta con
i suoi apprendisti…»
Due più due, mi dice il cervello. Fai due
più due.
Quattro, no?
«Ah sì?» domando, cercando di capire che
cosa mi sta inviando il mio subconscio, come messaggio subliminale,
continuando a indirizzarmi gli occhi alla foto sul desktop del
computer. «E come mai?»
«Semplice!» replica lei, ridendo divertita.
«Perché lo sono stata anche io!»
Misa con i suoi sguardi maliziosi non è niente.
Uno.
La tipa mi reputa tuttofare di L.
Altro uno.
E uno più uno fa due.
La tipa mi dice che conosce bene le abitudini di L nei
confronti degli
apprendisti (che cosa abbia voluto dire con questo non voglio
saperlo) perché lo è stato anche lei.
Altro uno.
Il subconscio mi indirizza alla foto sul desktop che ho
scattato ieri,
più precisamente all’immagine di Misa, che ieri
era avvilita perché stava parlando della rivale di L che
è stata sua nemica quando erano modelle.
Altro uno.
Altro due.
Ora, due più due fa quattro, senza dubbio.
Magnifico.
A meno che Dio non abbia voluto stravolgere le regole della matematica
solo per me, e tutto d’un botto, quella che mi trovo davanti
è nientepocodimeno che…
«Kiyomi Takada?!» esclamo, alzandomi
all’improvviso dalla sedia.
Lei ride di nuovo, divertita.
«Ah, ci sei arrivato!» commenta.
Perfetto, senza dubbio.
Nemica a ore dodici, che tenta di adescarmi, e che è pure
narcisista ed egocentrica.
Senza contare che mi reputa il “tuttofare” di L.
Meraviglioso.
Si può desiderare di più dalla vita, di un
allarme rosso del genere?
«Mi dispiace… È che L non mi aveva
avvisato della sua visita, e io non l’avevo
riconosciuta…» mi giustifico, fintamente
dispiaciuto. «Lo sa che è talmente bella, dal
vivo, che mi sembrava quasi di non riconoscerla?» dico,
sparando la prima cazzata che mi viene in testa.
Palle. Perché io non ho mai visto Kiyomi Takada, nemmeno in
foto. E se è apparsa in tele, io non l’ho mai
vista a nessun notiziario.
In compenso, ringrazio Dio che Mello non sia qua, perché
altrimenti mi ucciderebbe.
O ucciderebbe lei, e poi mi toccherebbe pulire, il che sarebbe ancora
peggio.
Però magari potrei dirgli di pulire lui, dato che
è lui il colpevole e in più gli piace pulire casa
mia, a quanto ho capito da quella volta che mi ha pulito la casa con
Aiber…
La voce di Takki mi distrae dall’immagine di Mello in
grembiulino con in mano uno straccio e uno spazzolone, mentre pulisce
il pavimento del mio ufficio dal sangue di una Kiyomi Takada decapitata
con un coltello che c’è ma non si sa da dove sia
saltato fuori. Il corpo è svanito nel nulla, non si sa dove
sia.
Un’immagine decisamente poco consona al luogo di lavoro,
già già. Soprattutto se l’assassinata
è davanti a me.
«Sei molto gentile… Matt, giusto?»
domanda, sorridendo.
Oddio, si è pure informata su di me?! Qui si mette
male…
«Avevo sentito parlare, del fatto che sei molto
gentile.» prosegue lei, alzandosi e porgendomi una mano per
stringerla. «Certo che ne devi avere avuta di pazienza, per
stare con una vivace come Misa…»
Cazzo ne sa ‘sta qua di che rapporto abbiamo io e Misa?
Ah, già, era di dominio pubblico. Misa Amane
“stava insieme” all’assistente di L
Lawliet. Avevo sempre avuto la fortuna di non finire mai su qualche
testata di qualche giornale scandalistico. Non per dire, ma non sono
molto fotogenico.
«Misa mi ha parlato di lei, signorina Takada.»
replico, stringendole la mano. «Ho saputo che non scorre
molto buon sangue, tra di voi…»
Ok, forse non era il miglior modo di esordire, ma
tant’è…
«Abbiamo avuto qualche… divergenza
d’opinioni.» commenta lei, sorridendo
sempre.
«Qualche tempo fa, in effetti. Ma i giornali scandalistici ne
hanno parlato come se fosse la fine del mondo… In
realtà era solo un piccolo litigio tra me e lei.»
Certo, certo. Divergenza d’opinioni.
Anche io, Light e L
abbiamo avuto qualche “divergenza
d’opinioni”. Piccola piccola,
ovviamente. Un
litigio tra me e loro due… Niente di catastrofico.
«Capisco…» commento, lasciandole la
mano.
«Ho saputo che vi siete lasciati poco tempo fa.»
continua lei, imperterrita.
Sono gay, e in realtà non siamo mai stati insieme. Ok?
«Sì… Poco prima delle vacanze di
Natale.» confermo. «Abbiamo avuto
qualche… “divergenza di opinioni” anche
noi. Un po’ troppo grande, forse.»
Sì, sì, certo. Infatti è sempre qua e
mi adora… Le divergenze di opinioni le ho avute con qualcun
altro…
«Oh, mi dispiace.» si esprime lei, atteggiando
un’espressione un po’ triste – finta, e
lei lo sa che lo so. «Non sa cosa si è persa,
comunque…»
Perché, tu sì?
Takki aggira il tavolo, venendo vicino a me – sorridendo,
sempre.
«Devo ammettere che però Misa ha sempre avuto buon
gusto, a scegliere i ragazzi.» commenta, continuando a
sorridermi. «Soprattutto con te, ha fatto davvero
un’ottima scelta.»
Più spudorata no, eh?
«La… la ringrazio, signorina
Takada…» dico, sorridendo e allontanandomi quasi
impercettibilmente da lei – non tanto perché
voglio allontanarmi, quanto perché è lei che si
sta avvicinando impercettibilmente e io voglio tenere le distanze.
Tenere le distanze… Beh, in un certo
senso è come
allontanarmi.
«Oh, ti prego! Chiamami pure Takki, mi chiamano tutti
così!» esclama lei, ridacchiando.
Dubito che ti chiamino tutti così, Takki…
«Signorina Takada, sono solo un assistente, mica mi posso
permettere tanta confidenza con lei.» replico, cercando di
salvare il salvabile della situazione.
«Certo che te la puoi permettere! Anche perché se
non lo fai mi offendo!» replica lei, sorridendo.
Oooook… Con calma. Molta calma.
«Va bene, allora…» replico, cercando di
rimanere il più calmo possibile. «Se rischio di
offenderla, preferisco darle confidenza.»
«Perfetto.» commenta lei, annuendo.
«Posso chiamarti Matt, vero?»
«Certamente.» replico.
«E invece no.»
Sbarro gli occhi, sconvolto.
Primo pensiero: merda.
Secondo pensiero: ma perché proprio a me?!
Terzo pensiero: adesso che ci penso, ma proprio ora doveva capitare qui
questa qua?!
Takki – cioè, Kiyomi Takada, neh – si
volta verso la porta, sorpresa.
Io non ne ho bisogno. Riconoscerei quella voce tra mille. Soprattutto,
lo riconosco mentre sta masticando un pezzo di cioccolato ed
è incazzato nero.
«Mi dispiace tantissimo, signorina Takada, ma il suo
soprannome è copyright mio.» prosegue Mello,
entrando nell’ufficio a grandi passi e avvicinandosi a me.
«Ma se vuole può sempre chiamarlo Mail, che
è il suo vero nome. Ad ogni modo, credo di aver visto dalla
porta che L la sta aspettando. Immagino che lei fosse qui per
lui.»
Sia io che Takada ci voltiamo verso la porta dell’ufficio di
L, che è lì sulla soglia, a guardarci.
«Mi stavo chiedendo quando uno di voi due se ne sarebbe
accorto…» commenta.
«Se non ti fai vedere né sentire, è
ovvio che nessuno dei due si accorgerà mai di te.»
osserva Mello, sporgendosi leggermente per vederlo meglio.
«Ma erano così impegnati a
parlare…» replica L, sorridendo. «Non me
la sono sentita di interromperli, dài.»
Mello gli lancia un’occhiataccia, ma si limita a stare zitto.
«Mi perdonerai se ti porto via la signorina Takada per un
po’, Mail?» fa L, inarcando un
sopracciglio al mio
indirizzo.
«Oh, beh, certo. Era qui per parlare con lei, in
fondo.» commento.
Takada con quella sembra capire che è stata liquidata. Ma
sembra prenderla piuttosto bene.
«È stato un vero piacere conoscerti,
Mail.» mi saluta, andando verso L. «Spero che ci
rivedremo.»
Mentre chiude la porta dietro di sé, sento Mello al mio
fianco che borbotta un “non contarci”. Ed
è proprio quello, che mi spinge a evitare di guardarlo. Per
l’imbarazzo, alla fine. Dopotutto, la situazione non era
delle migliori…
«Io e te dobbiamo fare un bel discorsetto.»
esordisce infatti Mello, addentando ancora del cioccolato.
Sospiro. «Senti, credo che tu abbia frainteso
la…»
«Non qui.» mi interrompe lui, senza badare alla mia
frase. Mi prende per un polso, trascinandomi fuori
dall’ufficio e camminando nella direzione a sinistra della
porta.
Sono talmente sorpreso che mi rendo conto solo dopo di dove stiamo
andando.
«È una tua abitudine portarmi in bagno, quando sei
incazzato per qualcosa?» domando, perplesso. Vabbè
che all’università non era propri
incazzato… Insomma, gli è passata subito. Ma
adesso sembra incazzato nero…
«È una tua abitudine parlare troppo, quando non
devi?» replica lui, scocciato. «E sì che
pensavo che fossi uno che se ne sta sempre zitto.»
«L’apparenza inganna, Mel.»
«Allora te lo dico esplicitamente: stai zitto e
seguimi.»
«Agli ordini, capo.»
Dopotutto, se tentassi di ribellarmi e scappare via, dovrei comunque
affrontarlo solo qualche secondo più tardi. O peggio,
stasera a casa. Il che non è proprio una bella
prospettiva…
Mi lascio trascinare in bagno, seguendolo con fare fin troppo remissivo
a quello che sono abituato ad usare. Mello però non sembra
accorgersene. Mi porta in bagno e chiude entrambi dentro uno dei
gabinetti.
Poi, si accuccia a terra.
Lo guardo, sconcertato.
«Vieni giù anche te.» dice, in tono
decisamente più tranquillo.
Chiedendomi quale sia stata la catena di pensieri che ha portato Mello
da incazzato nero ad accucciato contro la porta del wc, obbedisco,
trovandomi faccia a faccia con lui, che si sta ancora masticando il
pezzo di cioccolato che ha appena addentato.
Inarco un sopracciglio, chiedendo implicitamente spiegazioni.
Mello sospira.
«Sei più ingenuo di quanto pensassi,
Matt.» commenta. «Davvero pensavi che fossi
incazzato?»
Inarco ancora di più il sopracciglio, perplesso.
«Vuoi la verità?» chiedo.
«Veramente a me non sembravi incazzato. Mi sembravi incazzato
nero.»
Mello ridacchia, divertito. «Allora non ho ancora perso il
mio smalto di attore…»
«Lo vedi che allora avevo ragione?» replico io,
memore della prima volta che ci siamo visti – quando gli ho
detto che poteva fare l’attore di film vietati ai minori.
«Lo vedi allora che fai l’attore?»
«Diciamo che ho una sottospecie di talento naturale a
fingere.» replica lui, sorridendo sarcasticamente.
Inarco un sopracciglio. «Non lo fai anche con me,
vero?»
Lui mi guarda, inarcando un sopracciglio, confuso. Poi, sorride di
nuovo, sarcasticamente.
«Secondo te?»
«Mah, dalla situazione e da come sei stanco dopo direi di
no.» replico. «Ma con te non si può mai
sapere. In fondo, mica facevi l’attore di film vietati ai
minori?»
«Non ho mai fatto l’attore di film vietati ai
minori.» replica lui. «E comunque con te, in
quelle
situazioni, non fingo.»
«Con Light fingevi?»
«Che palle! Che c’entra Light adesso?»
«Ti ricordo che prima stavi con lui, Mello.»
«E quindi?» replica lui. Inarco tutte e due le
sopracciglia, stavolta in modo molto eloquente – tanto che
lui rotea gli occhi, esasperato. «Senti, siamo stati insieme
quattro anni. Non era mica solo pane, amore e fantasia, no? La
mettevamo anche in pratica, la fantasia.»
«Fingevi di più con Light o fingi di
più con me?»
«Matt!» replica lui, esasperato.
«Insomma, dobbiamo stare qui a sindacare su chi è
meglio a letto tra i due?»
Sto zitto. Ma chi tace acconsente, e Mello lo sa.
Difatti, sbuffa, addentando di nuovo la cioccolata e guardando da
un’altra parte.
«Tu.» replica.
Ridacchio, divertito. «Quindi ti sei messo con me
perché sono meglio a letto di Light?»
«È uno dei motivi, sì.»
replica lui.
«E gli altri?» domando, curioso come un bambino che
fa le domande dei “perché” infiniti ai
genitori.
«Matt, ti avviso.» ribatte lui. «Se prima
non ero incazzato, ora sto cominciando ad esserlo.»
Rido, divertito. «Adoro questo lato permaloso del tuo
carattere.» commento.
«Non pensavo che fossi masochista.»
«Un po’. Di certo non come te.» replico,
sorridendo angelicamente. Lui sospira, addentando di nuovo il
cioccolato – sembra una tavoletta infinita, cazzo.
«Ritornando a prima… Perché mi hai
portato qua?» domando, curioso.
Mello si prende il tempo di rimuginare un po’ sulla domanda
mentre mastica il pezzo di cioccolato, e mentre mi fissa negli occhi.
«Niente di che.» commenta poi. «Ti
chiederei solo di non cadere in trappole così
ovvie.»
«Quali trappole?»
Mello sbuffa. «Matt. Takada è un’altra
trovata di L per farmi ingelosire. Pensi davvero che sia stato un caso,
se è venuta lì nel tuo ufficio e ha tentato di
rimorchiarti nei dieci, quindici minuti che precedevano il mio
arrivo?»
«Tu dici che è una trovata di L?»
domando, perplesso. «Ma Misa ha detto che Takada e L si
odiano…»
«Ha detto che L la odia, non che l’odio era
ricambiato.» precisa lui. «E Near ha parlato con
Misa poco fa, quando ho telefonato per dirgli… la scena che
avevo visto. Siccome era con Misa, lei ha subito detto che L sarebbe
capace anche di sotterrare l’ascia di guerra con Takada per
un po’, pur di vendicarsi di me e te.»
«Mh… In effetti potrebbe
essere…» confermo. «L ne sarebbe capace,
probabilmente.»
Mello si rialza in piedi. «Che facciamo? Fingiamo che ci
siamo cascati?»
«Giusto per dargli una soddisfazione? Vorrai scherzare, mi
auguro.» replico, alzandomi a mia volta. «Abbiamo
fatto pace. Dopotutto, tra e me Takki non
c’è
niente, no?»
«Lo spero per te.» replica lui, aprendo la porta
del bagno e avviandosi fuori, con me alle calcagna.
«Ahn, Mello…» lo chiamo, mentre stiamo
precorrendo il corridoio verso il mio ufficio.
«Che c’è?» domanda lui, ancora
alle prese con la tavoletta di cioccolato.
Ragiono un attimo sulla domanda che voglio fargli. Poi però
concludo che ho bisogno di una certezza in più. Si sa mai
che Dio ha proprio voluto cambiare le regole della matematica proprio
per me, oggi.
«Uno più uno fa due, vero?» chiedo.
Mello si volta, guardandomi un po’ strano.
«…Sssssì. Perché?»
«No, stavo ragionando. Perché se uno
più uno fa due, due più due fa quattro,
no?» domando.
«Sì… Se la matematica non è
un’opinione…»
«Mh.» replico. «Ok. Grazie.»
Si sa mai che la matematica diventi un’opinione tutto
d’un botto.
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Capitolo 14 *** Mai cantare vittoria troppo presto... ***
Ciao a tutti!!!
Allora, lo so che il mio ritardo è assolutamente
imperdonabile, ma... Vi prego, perdonatemi!
Non dirò che ho avuto lo studio di mezzo o
sparerò scuse sul fatto che ho la patente da fare (anche se,
in effetti, sto studiando abbastanza e sono abbastanza sommersa, con la
storia della patente, che ho l'esame di teoria all'inizio di
novembre...). La realtà dei fatti è questa: non
avevo molta ispirazione. Cioè, mi spiego, l'idea di cosa
fare con questa fic c'era, in effetti, ma non sapevo come andare avanti
e non mi veniva molta voglia di scriverla.
Poi, venerdì è successa una cosa: ho incontrato
una persona che mi ha messo di un buonumore che non mi aspettavo,
sinceramente, e mi è tornata la voglia di scrivere questa
fanfic.
Anche se so che non sta leggendo, ringrazio mille volte questa
persona^^.
Comunque, avverto: ora ho abbastanza l'ispirazione, ma se non vedete
capitoli a breve è per vari motivi: studio, patente, impegni
con la famiglia, e probabilmente un po' un calo d'sipirazione...
Comunque pazientate, per favore. Anche se la mia beta mi rimprovera
sempre per lasciare le storie a metà e non finirle mai, io
odio categoricamente lasciare le storie a metà. E
soprattutto, ora che ho ripreso un po' la voglia di scrivere di Matt e
Mello, credo proprio che m'impegnerò a scrivere
più possibile. Per il resto, siate clementi, che sto anche
mandando avanti un'altra fic originale e in effetti devo confessare che
sono un po' più ispirata con quella che con questa, in
questo periodo...
Vi chiedo ancora di perdonarmi... Spero che continuerete a seguire
nonostante i tempi un po' lunghi. E scusatemi ancora per il ritardo di
un mese e mezzo, per favore.
XXX by madychan!
Ci vediamo in fondo con i commenti e le risposte alle recensioni! Un
bacione e un grazie a tutte le 38 persone che mi hanno messo tra i
preferiti, le 22 che mi hanno messo tra i seguiti, le 5 persone che mi
hanno messo come autrice preferita, tutti quelli che hanno commentato,
e anche coloro che hanno letto e basta! Un bacione! Vi voglio bene!
NB: in questo capitolo sono presenti comportamenti un po' OOC da parte
di Near... Perdonatelo, a volte esce davvero dai gangheri per colpa di
"qualcuno"...
14.
Mai cantar vittoria troppo presto…
Ed arrivò il gran giorno.
Beh, “grande” è una parola grossa.
Meglio dire il tragico giorno,
sì sì.
Perché oggi conoscerò il nuovo professore di
letteratura.
«Mel, ma si può sapere perché
è così tragica per te? Magari è anche
meglio di quello di prima…»
Near, il mio adorabile ingenuo amico che ora si trova al mio fianco in
questa fase tragica della mia vita, mi guarda da oltre
l’ingresso della classe, con la testa leggermente inclinata,
perplesso.
Lui il passo fatidico l’ha già fatto.
Io sono ancora a guardare la classe
dell’università in cui avremo, da qui a due
minuti, la lezione di letteratura moderna – e non ho ancora
fatto il mio fantomatico ingresso.
«Ma che è successo?» domanda Light,
arrivando proprio in quel momento – e oltrepassando, anche
lui, la soglia della classe senza farsi tanti problemi, per poi andare
al fianco di Near e guardarmi, perplesso tanto quanto il mio adorabile
amico albino che non mi ha aspettato e, senza un minimo di tatto, ha
oltrepassato la soglia.
«La storia del professore di letteratura.» replica
Near, esasperato. «È da una settimana che ne sta
facendo una tragedia solo perché è
cambiato.»
«È una tragedia, Cristo Santissimo!»
esclamo, punto sul vivo. «L’unico professore che mi
sia mai piaciuto in quasi vent’anni di onorata carriera
scolastica è andato in pensione, ora, lasciandomi in
balìa di chissà chi!»
Near sospira, ancora esasperato. «Credo che se il professore
ci fosse stato, alle sue avances, Mello ti avrebbe messo le corna da un
bel po’ di tempo, Yagami.» dice, rivolgendosi a
Light.
«Il mio era un amore diverso! Io provavo una vera
ammirazione, per quel professore, un… un amore
platonico,
ecco!» esclamo, convintissimo – e sempre senza
oltrepassare la soglia.
«Secondo me era solo perché non potevi provare un
amore di tipo diverso, sennò altro che amore
platonico…» commenta Near, sbuffando. Poi, sbuffa
di nuovo, mettendosi una mano sulla fronte. «Mio Dio, ma che
diavolo sto dicendo? Devo smetterla di frequentare quella
lì…»
«Io non provavo un amore di quel tipo,
per il
professore!» esclamo io, incrociando le braccia, piccato.
«Va beh, Mello, ma io credo che non dovresti fare tutte
queste scene, magari il nuovo professore non è
così male…» commenta Near,
letteralmente esausto – e non gli posso dare torto, dato che
sono cinque minuti buoni che sta cercando di smuovermi da qua, e le mie
gambe e tutto il resto del mio corpo invece decidono di rimanere
immobili.
«Io… Io credo che mi darò per malato,
per questa lezione.» replico, convinto.
Near si schiaffa una mano sulla fronte, palesemente irritato.
Probabilmente, se avesse un muro, ci sbatterebbe la testa contro.
«Mel, non fare il cretino e muoviti da
lì.» ordina, prendendomi per un braccio e cercando
di trascinarmi dentro.
«No! Non voglio! Io mi do per malato!» esclamo,
dimenandomi per cercare di liberarmi e per non oltrepassare la soglia
di quell’aula – maledetta, in questo momento.
«Mello… Non fare il bambino, per
favore…» prosegue Near, tirandomi.
Light non si intromette in quella scena – quasi patetica,
devo dire: io che vengo tirato e punto i piedi per non entrare
assolutamente, e Near, in piena parità di forze con me, che
mi ha fatto oltrepassare la soglia con solo il braccio che mi sta
tirando per cercare di farmi entrare interamente.
Ovviamente – ma è inutile dirlo –
abbiamo attirato l’attenzione di tutta la classe.
Probabilmente Light non vuole passare per malato mentale.
Io e Near, invece, ormai ci siamo abituati, a passare per dei
deficienti.
«Yagami, potresti smuovere quel tuo sacerrimo
deretano e
aiutarmi a spostare il tuo ex da qui, per
carità?» domanda Near, esasperato,
voltandosi verso Light.
Light inarca le sopracciglia, rivolgendo poi uno sguardo a me.
«Non ti azzardare!» esclamo, puntandolo con la mano
del braccio libero dalla presa di Near. «Giuro che se hai
anche un’infinitesimalissima
possibilità di
tornare con me in futuro, se aiuti Near adesso te la giochi per sempre,
Light!»
«Ma che cazzo dici?! Questa la riferisco, a Matt!»
esclama Near, sconvolto.
«Non tirare in mezzo Light, due contro uno non è
leale!» esclamo io, puntando Near, con fare accusatorio.
«Mello, porca miseria, muoviti e non fare storie!
È di una lezione di letteratura che si sta
parlando!»
«Io non mi muovo da qua! E non è solo di una
lezione di letteratura, che si sta parlando, lo sai
benissimo!»
«Sì, invece!» esclama Near, tirandomi
più forte – ma senza riuscire a smuovermi.
«Mello! Per favore, entra e non fare il bambino!»
Light fa per dire qualcosa.
«Non dire niente.» sibilo,
furioso. «E
non osare aiutare Near, Light! Giuro che te la faccio pagare, se lo
aiuti!»
«Mello…» replica Light pazientemente.
«Secondo me, il tuo comportamento…»
«…è perfettamente giustificabile,
giusto?» completo, prima che lui possa dire altro.
Light mi guarda, esitando.
«Giusto?» incalzo, gettandogli
un’occhiata di fuoco.
Light sospira, facendo spallucce e rivolgendosi a Near.
«Io ci ho provato.»
Near si volta verso di lui, sconcertato.
«Scusa?! Hai provato a fare cosa,
esattamente?! Illuminami,
ti prego, perché non mi sembra che tu abbia fatto molto per
darmi una mano!»
«Che ti aspettavi? Fino a neanche un mese fa era geloso, di
te!» esclamo io!
«Ma che c’entra questo con la lezione di
letteratura?!» esclama Near, guardando di nuovo me.
«Propriamente non c’entra!» esclamo io,
contrapponendomi a uno sforzo particolarmente forte di Near per
strattonarmi dentro. «Ma quando gli chiedi di aiutarti contro
di me, credo proprio che tu non possa aspettarti
diversamente!»
Near getta un’occhiataccia a Light, furioso.
«Grazie infinite, Yagami, ora puoi anche andare a sederti,
non scomodarti ad aiutarmi oltre!» esclama, in un
sarcasticissimo ringraziamento.
Sebbene io non lo dimostri, adoro queste occasioni.
Sono le uniche in cui Near tira fuori una parte incazzosa e umana
– ed è divertente soprattutto vedere come e quanto
s’incazza con Light, più che con me.
Però, è strano che l’abbia tirata fuori
per così tanto, stavolta… Di solito la tira fuori
per una volta soltanto, il tempo di un’esclamazione
sconcertata o esasperata – e poi ritorna al suo sconfortante
razionalismo che lo porta ad essere uno pseudo-vegetale albino. A volte
mi è seriamente venuta voglia di soprannominarlo
“betulla”, per questo.
«Kheel, mi chiedevo se ti potrebbe andare una tavoletta di
cioccolato.»
Mi volto – ma non faccio in tempo a vedere chi mi ha parlato
di cioccolato alle spalle, che cado addosso a Near,
e roviniamo
entrambi a terra. Io sopra e Near sotto.
Rem ci guarda dall’alto, sbattendo per un attimo le
sopracciglia – con una tavoletta di cioccolato nella mano
destra.
E sorride.
Per l’ennesima, memorabile volta, Rem sorride.
Queste sono le occasioni in cui servirebbe la foto di Matt –
altro che ritrarre me, Near e Misa qualche giorno fa per poi mettere la
foto come sfondo del computer.
«Deve proprio mancarti tanto, fare il seme.»
commenta, con tono divertito.
Ok, ritiro la storia delle foto.
Avvampo, togliendomi immediatamente da Near, sedendomi di fianco a lui
e mettendomi una mano a coprirmi la faccia, esasperato e
imbarazzatissimo.
Con la coda dell’occhio, vedo Near rialzarsi a sedere, rosso
in faccia tanto quanto me.
«Rem, potresti risparmiarti questi commenti, per
favore?» domanda, alzandosi in piedi e guardando a terra, per
poi scuotersi i vestiti dalla polvere.
«Beh, almeno l’abbiamo fatto entrare, no? Se
aspettavi Yagami, avremmo fatto notte e sareste stati ancora qua a
litigare.» replica Rem, porgendomi una mano e aiutandomi ad
alzarmi, per poi porgermi la tavoletta di cioccolato che ha in mano.
«Un regalo per te, Kheel.»
«Perché tanta gentilezza?» domando io,
accettando la tavoletta ma guardandola con sospetto –
dopotutto, ha pur sempre aiutato Near a farmi fallire nel mio intento
di non entrare in classe.
«È semplicemente un regalo per congratularmi del
tuo nuovo fidanzamento, Kheel.» replica Rem, sorridendo
– di nuovo?!
Sogghigno – e anche Near fa un sorrisetto sarcastico, mentre
entrambi guardiamo Light.
Che, per inciso, sta guardando male Rem.
Che, sempre per inciso, se ne frega altamente degli sguardi omicidi di
Light.
«Quando mi ero messo con Light non mi avevi fatto
niente.» ribatto, scartando la tavoletta e tornando a
guardare Rem.
«Vi siete messi insieme quando eravate all’ultimo
anno di superiori.» obietta Rem. «Io ancora non vi
avevo visti.»
«Giusto, giusto.» commento, annuendo e addentando
la tavoletta. Poi, guardo a terra, realizzando solo in questo momento
che Near a Rem, con la loro collaborazione, sono riusciti a farmi
entrare in aula.
Sbuffo, scocciato.
Near, invece, abbandona la puerilità che
l’aveva
contraddistinto nel litigio con me, e ritorna serio com’era
prima di cominciare. Di nuovo betulla.
«Andiamo, non è la fine del mondo, te
l’hanno detto anche Matt e Misa.» commenta,
pulendomi i vestiti dalla poca polvere che hanno preso quando sono
caduto addosso a lui. «Magari davvero non è
così male. Probabilmente non sarà come quello di
prima, ma se parti prevenuto poi come fai a fartelo piacere, me lo
spieghi?»
Sbuffo – in modo quasi infantile, lo so benissimo. Near
sospira, rassegnandosi all’evidenza.
«Avanti, andiamo a sederci.» dice alla fine,
precedendo me, Light e Rem.
Sbuffo di nuovo, addentando di nuovo del cioccolato e andandogli
dietro, per poi andare a sedermi nel solito banco davanti a Near, con
alla mia destra Light e alla mia sinistra Rem.
«Rem, come mai sei qui, te?» domanda Near,
sporgendosi un po’. «Di solito non fai i nostri
stessi corsi.»
«Ero venuta a vedere il nuovo professore di
letteratura.» spiega Rem, cordialmente. «Ero
curiosa di vedere chi fosse. Magari sono ancora in tempo ad iscrivermi
al suo corso.»
«Mh…» commenta Near, guardando verso la
cattedra, mentre io mi rilasso sulla sedia.
La porta si apre poco dopo – rivelando che il nuovo
professore non è di certo un asso nella
puntualità; ma questo si era già capito dal fatto
che io e Near abbiamo fatto in tempo a fare quella scenata e a finirla,
e ci è voluto come minimo un quarto d’ora,
ingresso di Rem escluso.
Nella classe entra un uomo giovane, sulla trentina, dai capelli neri
tutti scompigliati e dalla pelle chiara, con indosso solo un maglione
bianco per via delle temperature basse, e un paio di jeans sbiaditi.
La tavoletta mi cade di mano nello stesso istante in cui lo vedo,
atterrando sulle mie gambe.
Con il poco raziocinio che mi rimane dopo aver visto una cosa del
genere, riprendo la tavoletta e la metto sul banco, per poi sporgermi a
guardare meglio.
L’uomo appoggia il registro sulla cattedra, gettando
un’occhiata sommaria alla classe con i suoi occhi scurissimi.
Si sofferma in particolar modo sul nostro quartetto, per poi tornare a
guardare la classe in generale e schiarirsi la voce.
«Buongiorno a tutti.» dice.
E il primo pensiero che mi viene in testa è:
“buongiorno ‘sti cazzi!”.
«Come già saprete, il vostro precedente professore
di letteratura giapponese è andato in pensione giusto questo
weekend…» continua lui, completamente ignaro dei
miei pensieri – anche se non credo sia più di
tanto ignaro, alla fine. «Siccome il collegio docenti cercava
come minimo un sostituto, in attesa di trovare un nuovo professore di
ruolo che sostituisse più degnamente il vostro
ex-insegnante, mi sono offerto io.»
Adesso pure il modesto fa. Maledetto ipocrita…
Però, no, dài, magari è uno che gli
somiglia… Uno suo sosia…
«Il mio nome…» continua lui –
sempre in qualche modo estraneo e non estraneo ai miei pensieri.
«…è L Lawliet, e nei prossimi mesi
sarò il vostro docente di letteratura giapponese. Molto
piacere di conoscervi.
Sbatto la testa sul banco, istantaneamente – provocando un
sonoro “bonk” nella classe silenziosa.
Il mio era un gesto di disperazione, però, che cazzo.
Non volevo mica gli occhi di tutti addosso!
«Qualcosa non va?» domanda L, rivolgendosi a me
dopo che ho alzato la testa.
Avvampo, sudo freddo e per questo gli getto pure
un’occhiataccia che lo fulminerebbe, se solo ne fossi capace.
«No… Assolutamente niente. Mi scusi.»
dico, ostentando un sorriso forzatissimo.
Ora gli devo pure dare del lei. È il mio nemico numero uno,
e io gli devo pure dare del lei e portargli rispetto.
Quando L si volta verso il resto della classe, indifferente alla mia
scena, io getto un’occhiataccia anche a Light –
che, per inciso, è rimasto tutto il tempo a fissarmi con un
sorrisetto sarcastico e divertito stampato su quelle labbra odiose.
«Bastardo…» sibilo. «Tu lo
sapevi, bastardo… Anzi, no, tu l’hai progettato,
hai progettato tutto… Bastardo…»
«Sei ripetitivo, Mello.» commenta Light, inarcando
un sopracciglio e tornando a guardare il professore, tranquillamente
– e palesemente soddisfatto, cazzo. Palesemente e
visibilmente, soddisfatto.
Mi volto, gettando un’occhiata a Near – che subito
ricambia, sorpreso tanto quanto me, anche se solo io posso vedere
sorpresa in quegli occhi grigio-azzurri che a tutti sembrano
così apatici.
È sorpreso, l’albino. E si sente anche un
po’ in colpa.
E a sentirsi in colpa fa più che bene, garantito.
Però, non posso fare a meno di precisare una cosa,
sibilandogliela spudoratamente in faccia.
«E poi ero io a partire prevenuto, nh?»
Sono appena arrivato nel mio piccolo ufficio davanti a quello di L,
dopo una mattinata fatta, come al solito, di un risveglio stupendo dopo
una magnifica nottata insieme a Mello, di un
caffè non
troppo zuccherato proprio come piace a me… Insomma,
vabbè, non sto a soffermarmi su quello che faccio il
mattino, ma è stata una mattinata meravigliosa, come tutte
del resto.
E mi trovo Misa davanti, con una faccia da funerale – che mi
smorza tutta la felicità con cui ero entrato, tutto
baldanzoso, nel mio piccolo e confortevole ufficio da assistente.
«Misa?» la chiamo, perplesso da quella faccia.
Insomma, Misa la yaoista, che ogni santissima
mattina mi tempesta di
domande su cosa abbiamo fatto di sconcio la notte prima io e Mello
(domande a cui ovviamente io rispondo semplicemente che lei deve farsi
i fatti suoi). Misa la colonna portante della
felicità del
nostro reparto. Misa, che è sempre allegra e maliziosa,
sempre esaltata e sempre saltellante, che abbraccia una sacco di gente
appena la vede.
Misa ora è con una faccia da funerale.
«Che è successo?» domando, inarcando un
sopracciglio e cominciando a preoccuparmi.
Misa mi appoggia una mano sulla spalla, chiudendo gli occhi e facendo
un’espressione come quella di una che ha capito tutto quanto.
Ma che cazzo ha capito, si può sapere?!
«Condoglianze, Mail.» dice, battendomi la mano
sulla spalla.
«Eh?»
Insomma… Condoglianze?! Che cazzo
è successo?!
«Chi… chi è morto?» domando,
ansioso.
Misa batte di nuovo la mano sulla mia spalla, quasi con fare
comprensivo.
«Non in quel senso.» dice.
«“Condoglianze” perché mi sa
che per un po’ dovrai rinunciare alle tue splendide nottate
con Mello…»
Se possibile, la cosa mi sconvolge ancora di più del fatto
che sia morto qualcuno.
«Perché?!» esclamo, sconvolto.
Insomma, abbiamo resistito al “regime L” come
l’abbiamo rinominato io e Mello, e siamo riusciti a far
funzionare tutto quanto tranquillamente, senza che L riuscisse a
scoraggiarci o a farci litigare… Perché ora
dovrebbe finire?
«Prova a passare questa giornata, e poi vediamo se riesci a
fare qualcosa con Mello.» dice Misa, battendomi ancora la
mano sulla spalla. «Se ci riesci, hai tutto il mio rispetto e
tutta la mia ammirazione.»
Inarco un sopracciglio, perplesso.
«Ma che…?»
«Comunque, ha detto di entrare.» dice Misa, non
lasciandomi finire. «Meglio che ti muovi.»
«Ok…» replico, sempre più
confuso. «Ci vediamo più tardi, allora?»
«Se ti rimane tempo di pranzare…»
Inarco ancora di più le sopracciglia – ovviamente
non smettendo nemmeno un attimo di essere confuso. Misa scuote la
testa, toglie la mano dalla mia spalla e se ne va, lasciandomi
lì da solo.
Guardo la porta, esterrefatto dal fatto che L abbia saputo deprimerla
così tanto già di prima mattina.
Beh, tanto vale entrare e parlare con L.
Sospiro, preparandomi mentalmente – che poi, non so cosa ci
può essere, da prepararsi mentalmente. L è sempre
L, no? Magari Misa era già depressa di suo,
stamattina…
Che sia successo qualcosa con Near?
Mannò, aveva detto che non stanno insieme…
Però quei due stanno sempre insieme,
possibile che non
abbiano qualcosa di più?
Mah, chi li capisce è bravo…
Sospiro di nuovo, andando verso la porta e abbassando la maniglia e
aprendo la porta, per poi sporgermi leggermente e guardare dentro.
Quello che c’è dentro…
…non è L?!
«Mail, sei tu. Entra pure, ho giusto del lavoro da farti
fare.»
Deglutisco, e entro nell’ufficio, senza distogliere un attimo
lo sguardo da Takada.
Lei è seduta tranquillamente al posto di L, senza battere
minimamente ciglio, e sta consultando dei fogli e delle foto
– in modo terribilmente spocchioso e professionale. Almeno L
lo faceva in modo particolare, come se avesse delle pinze al posto
delle dita, e sembrava quantomeno interessante, o comunque divertente
da guardare – almeno quando non ti criticava. Takada
è noiosamente professionale.
Ok, ok. Mi avrà anche rotto le palle in una maniera assurda,
ma sento già la mancanza di…
No, aspetta, ma che cazzo sto pensando?!
…Sento la mancanza di L?!
Come capo, certo, ovviamente, ma…
Insomma. Sento la mancanza di L?!
Forse perché qualcosa mi dice che il fatto che L non ci sia
può significare solo guai…
Come avevo detto?
Ah, sì: uno più uno fa due.
Quindi, ricapitoliamo: se Takada è qua è
perché L l’ha chiamata, e se Misa mi ha fatto le
“condoglianze”… può voler
dire solo una cosa.
Takada è peggio di L.
Oh, mio Dio. Ma perché tutte a me?!
«Buongiorno, Mail.» mi saluta lei, per niente
partecipe alle mia paranoie mentali su quanto lei possa essere peggio
di L. «Chiudi pure la porta, ti devo parlare un
attimo.»
Obbedisco, per poi andarle incontro alla scrivania, perplesso.
No, dài… L veramente ha assoldato persino la sua
peggior nemica per mettere i bastoni tra le ruote a me e Mel?
Quell’uomo è davvero capace di tutto, di questo si
deve prendere atto.
«Buongiorno, signorina Takada.» la saluto, cercando
di apparire il più convinto possibile di volerle veramente
augurare una buona giornata.
«Immagino che tu ti stia chiedendo dove sia L.»
commenta lei, senza distogliere lo sguardo dai fogli e dalle foto che
sta esaminando.
«In effetti…» replico, rimanendo in
piedi.
«Una settimana fa, L mi ha convocato per chiedermi di
prendere il suo posto durante l’orario mattutino.»
spiega Takada. «Questo perché lui, la mattina, ha
optato per fare un altro lavoro, quello dell’insegnante
universitario. Tornerà qui questo pomeriggio, verso le due.
Nel frattempo, tu dovrai obbedire ai miei ordini. Ti è
chiara la cosa?»
Veramente mi sono fermato un attimo all’
“insegnante universitario”…
Aspetta: uno più uno fa due.
Quindi… L si è messo a fare il professore
universitario perché…?
Oddio. Questo è un attacco su due fronti, porca miseria!
«S-sì… Direi che mi è
chiara…» replico.
«Perfetto.» ribatte Takada, alzando finalmente lo
sguardo verso di me, e porgendomi due fogli stampati.
«Perché ho subito del lavoro da farti fare. Devi
correggere questi articoli, e poi andare al servizio cui sta assistendo
anche Misa e fare delle foto che possano dirsi quantomeno decenti, e un
servizio anche su quello. Voglio i tre articoli e le foto sulla mia
scrivania entro l’una e quarantacinque. E che siano
presentabili, che non abbiamo un’infinità di
tempo, per correggere le bozze da pubblicare.»
Ma quanto ti paga L per essere così tirannica, si
può sapere?!
«C’è altro?» domando,
sarcasticamente.
«Se proprio vuoi altro lavoro.» ribatte Takada
– non cogliendo minimamente il tono sarcastico.
«Voglio un caffè espresso del bar qui di fronte
alla redazione, con una bustina di zucchero. E che mi porti il solito
pranzo all’una e trenta esatta. Basta che tu dica che la
signorina Takada vuole il solito, al bar sui di fronte, e
sarà subito pronta. Puntuale, mi raccomando. Una e trenta
precise. E hai sette minuti per il caffè, che poi vado in
riunione.»
E io la prossima volta me ne sto zitto, che questa non sa nemmeno
scherzare…
Decisamente peggio di L, cavolo!
«Va bene.» replico. «Allora
vado…»
Takada torna a guardare altri fogli, mentre io prendo i miei e
indietreggio di un passo, prima di voltarmi e fare per andarmene.
La voce di Takada mi blocca sulla porta.
«Mail?»
Mi volto, sospirando. «Sì?»
Lei invece non fa una piega. Continua a guardare i fogli sparsi sul
tavolo, e le foto, senza degnarmi di uno sguardo. ‘Sta
stronza.
«Bello sfondo, al computer.»
Cioè, mi ha bloccato per dirmi questo?! E io che pensavo
fosse chissà che di importante!
Sbuffo silenziosamente, rassegnato a passare del tempo con questa pazza
visionaria che vuole caffè entro sette minuti
e
l’insalatina a pranzo all’una e mezza in
punto.
Fortunatamente, ho i miei metodi per essere sempre in orario, non mi
frega con così poco.
Faccio un piccolissimo inchino, ringrazio e apro la porta
dell’ufficio, per poi chiuderla ed andare nel mio, di ufficio.
Mi siedo e accendo il computer, per poi mettere i due fogli degli
articoli sul tavolo e guardarli per un attimo.
Sospiro, prendo il telefono in mano e digito un numero che, a furia di
dover accontentare i capricci di L senza allontanarmi
dall’ufficio, ho imparato a memoria la bellezza di due anni
fa.
Ordino il caffè che la Takada mi ha richiesto e mi alzo, per
andare a prenderlo, mentre il computer si aziona.
Uno a zero per me.
Sono le nove di sera, quando torno a casa.
Le nove di sera, cazzo. Se io mi ero aggiudicato il primo round, in un
certo senso, Takada e L si sono aggiudicati gli altri
trenta… quaranta… boh, ho perso il conto. Il
problema è che sono stati tutti in una giornata,
cazzo.
E per di più, sono le nove di sera. Mello mi
ucciderà per aver fatto così tardi, questo
è certo. Di solito, ritorno al massimo alle sette e mezza,
le otto, oppure viene lui in ufficio con me e stiamo insieme.
A proposito, tra l’altro: oggi pomeriggio Mello non
è venuto in ufficio, come fa di solito. Che strano. Di
solito viene per controllare che tutto vada bene e che L (o Takada,
nell’ultima settimana) non ci provi con me. Oggi invece non
è venuto.
Ok, non è il momento di pensare a questo. Ora è
il momento di pensare a cosa dirgli, una volta entrato, giusto per
reagire un minimo alla sua probabilissima sfuriata.
Probabilmente sarebbe meglio dirgli la verità, ma siamo
sicuri che non lincerà nessuno, al saperla?
Mah… Comunque, sempre meglio essere sinceri. Anche
perché non mi viene nessuna giustificazione, per essere
stato fuori così tanto e non aver risposto alle sue
chiamate. Ma quella stronza di una Takada mi ha fatto spegnere il
cellulare personale dopo che le ho portato il caffè
stamattina – caffè che peraltro quella stronza non
ha bevuto, perché ha detto che era troppo amaro!
Nonostante
il fatto che io sia andato a prenderglielo e mi sia fatto
l’ascensore su e giù per uno suo capriccio!
–, perché diceva che interferiva con il lavoro. Mi
ha fatto tenere acceso solo il cellulare che io e L – e
adesso anche io e lei – usiamo per tenerci in contatto
durante il lavoro.
Apro la porta, sbirciando dentro.
Mi sorprendo non poco, al vedere che la casa è letteralmente
deserta.
Non c’è anima viva in giro. E soprattutto, non
c’è Mello.
Entro, chiudendomi la porta alle spalle, e guardandomi in giro.
C’è solo la cena sul tavolo della cucina, e il suo
cappotto appeso all’appendiabiti nell’ingresso. Ma
in casa c’è un silenzio innaturale – non
può essere nemmeno in doccia, perché il rumore
non si sente.
Tolgo le scarpe, guardandomi ancora intorno, perplesso. Poi, convinto
che così non lo troverò mai, vado verso il
tavolo, a guardare che cosa mi ha preparato – non per dire,
ma ho una fame che non ci vedo più. E sto pure morendo dal
sonno.
Beh, mi ha preparato del ramen. Non è poi così
male – anche se ho il sospetto che l’abbia ordinato
al takeaway qui vicino a casa.
È solo in quel momento, che mi volto un pochino per andare
in bagno a lavarmi le mani, e vedo che in camera nostra
c’è il buio più assoluto.
In effetti, ora che ci penso, quando sono entrato le luci erano
accese…
Ma questo vuol dire che…?
Sbircio dentro la camera, notando che c’è
qualcosa, steso sul letto.
E ho anche il presentimento di sapere cosa sia – o meglio,
chi sia.
Prendo il cellulare dalla tasca e faccio accendere la luce sullo
schermo, per guardare dentro. E, in effetti, Mello è steso
sul letto, addormentato, in tuta e senza nemmeno essersi coperto, con
la testa appoggiata a qualche strano foglio.
Inarco il sopracciglio, chiedendomi per quale diavolo di motivo Mello
abbia la testa appoggiata a dei fogli invece che a un normalissimo
cuscino – e vado verso il fondo del letto, per prendere una
coperta.
Il mio piede inciampa improvvisamente in qualcosa di duro che si trova
a terra, senza che io lo riesca a vedere – e io lancio un
mezzo urlo di dolore, tenendomi il piede con una mano e il cellulare
con l’altra, e mettendomi a saltellare sul posto.
«Ahia, cazzo!»
Sento Mello mugugnare, e lo vedo con la lucetta del cellulare mentre si
alza in ginocchio sul letto, spaesato, grattandosi la testa.
Quando si volta verso di me, deve ovviamente coprirsi gli occhi, per
via della luce.
«Matt, la luce del cellulare!» esclama, scocciato.
«Cazzo! Scusa!» esclamo io, mettendomi il cellulare
in tasca. «Eh, però accendi tu la luce, che
sennò mica ci vedo!»
Lo sento sbuffare nell’oscurità, per poi sentire
qualcosa prendere il mio giubbotto – che non mi sono tolto,
per via del fatto che ero talmente sconvolto che non ci fosse casino in
casa.
«Non mi va… Vieni tu da me.» ribatte,
con il tono impastato dal sonno.
Sospiro, per poi andargli incontro, incappare con le ginocchia nel
bordo del letto e fermarmi davanti a lui – anche se lo vedo
ben poco, per via del fatto che la luce in salotto non aiuta molto, a
vedere lì, e io non ho avuto la brillante idea di accendere
quella della cucina… Cazzo, sono troppo sfasato.
«Ciao…» lo saluto, stancamente.
«Bentornato…» replica lui, ancora
più stanco di me. «Che ore sono?»
Cazzo, pure le ore gli devo dire?! «Le nove e un quarto,
credo…»
Mello rimane in silenzio per un attimo, prima di toccarmi sul petto,
forse in cerca di qualcosa.
«Mel?»
«Hai ancora il giubbotto addosso?» domanda lui,
stupito. «Almeno quello potresti toglierlo, quando entri in
casa…»
«Veramente ero rimasto talmente sconvolto dal fatto che non
ci fossi, ad accogliermi, e che non fossi nemmeno venuto in ufficio,
che me ne sono dimenticato.» spiego. «Eri nella tua
mezz’ora di dormiveglia prima di addormentarti
completamente?»
«Mhmh… Scusa…» replica lui,
togliendomi il giubbotto. «Ho dovuto fare un tema per il tuo
simpaticissimo capo, e mi sono dannato tutto il giorno… Tu
invece come mai sei arrivato così tardi?»
Ma come? Niente sfuriata?
«Ero al lavoro… Scusa se non ho risposto alle tue
chiamate, ma avevo il cellulare spento…»
«Non importa… Immagino.» replica lui.
Che strano. Non mi aspettavo un qualcosa di così tranquillo.
Piuttosto, una scenata di gelosia bella e buona.
Mello ride, senza che io capisca veramente il motivo. Lo guardo
– più o meno –
nell’oscurità, perplesso da quella risata
divertita.
«Che c’è?» domando.
«Ti aspettavi una scenata di gelosia, vero?»
replica lui, divertito.
Beh, in effetti… «Ti offendi, se ti dico di
sì?»
Mello ride di nuovo. «Non mi chiamo mica Light
Yagami, o L
Lawliet!» esclama. «Non sono geloso!
Cioè, sì, se qualcuno o qualcuna ti mette gli
occhi addosso sono gelosissimo, ma se tu tardi al lavoro senza
rispondere alle mie chiamate non più di tanto… Lo
so che stai lavorando per quel pazzo del tuo capo. E poi, io mi fido di
te.»
Spalanco gli occhi, esterrefatto da quella costatazione. Una cosa del
genere, quando Mello si è appena svegliato e ha passato
tutta la giornata su un tema per L, proprio non me la sarei mai
aspettata. Men che meno, al buio, e in una situazione come questa.
«Grazie.» replico, sorridendo. «Mi fa
piacere. Almeno non ho cataclismi, dalla tua parte.»
«Ehi! Di norma si dovrebbe dire “anche io mi fido
di te”!» replica Mello, ridendo di nuovo.
«Oh, certo, dimenticavo. Ma se lo dico adesso non ha
più lo stesso valore, no?»
«Bravo, bravo, dimentica cose fondamentali come
questa!» ribatte lui, tirandomi la maglia.
«‘Sto stronzo!»
Sbuffo, spingendolo sul letto, sotto di me. «Vedo che anche
se hai lavorato tutto il santo giorno per quello stronzo del mio capo,
sei ancora bello pimpante.» commento.
«Che c’è, Matt? Vuoi fare qualcosa di
sconcio solo alle nove di sera?» domanda lui, divertito.
«Di solito non cominciavamo alle undici, o verso
mezzanotte?»
Sbuffo, esasperato. «Sinceramente, sono un po’
stanco.» replico. «Takada mi ha letteralmente
annientato, questa mattina, e L mi ha devastato questo pomeriggio. Non
so che cosa riesco a combinare.»
Sento le labbra di Mello che mi sfiorano il collo, delicatamente.
«Sei così stanco?» domanda.
«Decisamente.»
Lui sorride – anche se non lo vedo, lo sento chiaramente, che
sorride nel buio. «Va bene. Vorrà dire che per
stasera mi sacrificherò e farò io il
seme…»
«Non intendevo quello, Mel!» esclamo io, alzando la
testa dal suo petto, dove l’avevo appoggiata e mi ero
rilassato – per un attimo, perché sia mai chiedere
a Mello di rilassarsi un po’ troppo.
«Perché?» domanda lui, in tono
capriccioso.
«Perché se devi fare questo sacrificio,
non
c’è bisogno che lo fai stasera, tesoro.»
replico, ironicamente. «Preparati mentalmente per
un’altra volta, ok? Stasera ci riposiamo e basta.»
«Eh già, che lui deve ingranare la
marcia…» commenta Mello.
Arrossisco, imbarazzato. «E smettila!»
«Che c’è? È la
verità, no?» replica lui, ridendo.
«Sarà anche la verità, ma non detta con
quel tono! E poi, hai detto tu stesso di essere stanco, si
può sapere come cazzo fai ad avere l’energia di
fare qualcosa?!»
«Perché io sono giovane, Matt.» replica
lui, divertito. «A differenza di te, che sei vecchio e
già non reggi più certi
ritmi…»
«Aspetta soltanto che ingrani la marcia,
poi te li faccio
vedere io i ritmi!»
«Bene, perché non vedo l’ora!»
replica lui, ridacchiando.
Sbuffo, riappoggiandomi al suo petto caldo, e guardando
l’oscurità che alberga nella nostra camera.
«Hai mangiato?» domando, un po’ assonnato.
«Un po’ di cioccolato, verso le
otto…» replica lui – e, malgrado tutto
il discorso che ha fatto prima, anche lui è stanchissimo, si
sente chiaramente dal tono di voce.
«Mangiare qualcosa di diverso, ogni tanto?»
«Io non parlo di alimentazione, con qualcuno che non capisce
che il cioccolato è una filosofia di vita.»
«Allora aspetta e spera…»
«Tu hai mangiato? C’era del ramen, sul
tavolo…»
«L’ho visto. Me l’hai preparato
tu?»
«Ma va’… L’ho preso al
takeaway qua vicino, io non sono capace di fare bene il
ramen.»
Chissà perché, me
l’aspettavo…
«Sai, Mel? Non saper fare il ramen è un difetto
imperdonabile, per una mogliettina che si rispetti.»
«Peccato che io non sia tua moglie…»
replica lui, sarcasticamente. «O devo mostrarti che sono un
uomo?»
Ridacchio, divertito. «No, no, lo so.» replico.
«Ma un giorno mi piacerebbe assaggiare il ramen che fai
te.»
«Se vuoi avvelenarti ti accontento, anche se non sono molto
esaltato all’idea di dover assecondare il mio ragazzo nel suo
progetto suicida.»
«Eddài… Tanto male non sarà,
no?»
«Credimi. Near una volta l’ha assaggiato
perché volevo farlo per Light, e mi ha detto senza mezzi
termini che faceva letteralmente schifo, e che avrei rischiato di
avvelenare Light, se l’avessi preparato per lui.»
«Nooooo… Perché non gliel’hai
preparato?»
Mello ridacchia. «Eddài, che
stronzo…!»
«Ma io sono serissimo! E poi, come mai Near è
sopravvissuto al tuo ramen?»
«Ma perché Near è abituato, alle
stronzate che cucino! Lui ha una specie di antidoto innato nel
corpo…» esclama, sempre ridacchiando.
«L’hai mangiato il ramen che c’era,
sì o no?»
«No… Sono venuto a vedere che cavolo stavi facendo
al buio, in camera.»
«Male! Dovresti mangiare, invece di spiare quello che
faccio!»
«Non c’era niente da spiare…»
replico, sarcasticamente. «E poi, non mi faccio dare lezioni
di alimentazione da uno che vive a acqua e cioccolata, anche se
è il mio ragazzo.»
«Uffa…! È che sei così
magro!» replica lui, stringendomi ai fianchi.
«Sembri tutto pelle e ossa!»
«Ha parlato l’altro…» obietto.
«Sei addirittura più magro di me. Non hai molta
voce in capitolo.»
Lui sbuffa, stringendomi di più. «Una cosa
positiva in te però c’è.»
commenta.
«Tesoro, io ho ben più di una cosa
positiva, mi
aspettavo che l’avessi già capito da
tempo.» replico, ironicamente.
«Intendevo che, nonostante il fatto che sembri quasi pelle e
ossa… sei caldo. Hai un corpo caldo.»
Ridacchio, ricordando la storia del termosifone marca Jeevas.
«Che sembro un termosifone non è la prima volta
che me lo dici…»
«Però è vero… Sei davvero
caldissimo.» commenta lui, convintissimo. «Sei
meglio di una coperta.»
«Grazie, che bel complimento…»
«Prego, tesoro, non c’è di
che.»
Sorrido, accucciandomi meglio contro il suo petto – caldo
probabilmente tanto quanto il mio corpo. Appoggio una mano su ciascuno
dei suoi fianchi, stringendoli dolcemente, senza troppa forza.
Non ho nemmeno voglia di alzarmi per andare a mangiare: di botto mi
è passata tutta la fame. Sto bene così, grazie.
Respiro profondamente il suo odore, sorridendo.
«Mello?» lo chiamo, a bassa voce.
«Mh?»
«C’è una cosa che in tutto questo tempo
che stiamo insieme non ti ho mai detto.» osservo.
«E cioè?» domanda lui.
Lo stringo di più ai fianchi, per poi accucciarmi meglio tra
le sue braccia, che mi stringono alla schiena, senza troppa forza.
«Ti amo.»
È la prima volta che lo dico a qualcuno, e la cosa mi
spaventa un po’, sinceramente. Ma sento che a lui posso
dirlo, senza tanti problemi.
Mello allenta leggermente la presa sui miei fianchi, esterrefatto
– lo sento, il suo cuore che si è messo a battere
all’impazzata, per quello che ho detto. E sorrido, intenerito
da quel suo atteggiamento.
«Davvero?» domanda, a bassa voce.
Sorrido. Non mi importa nemmeno che lui non me l’abbia detto.
L’importante è che sappia quello che io provo per
lui. Non servirebbe a niente forzarlo.
«Davvero.» replico. «Ma tu puoi anche non
dirlo, se non senti la stessa cosa per me.»
«Non dire stronzate!» esclama lui – e io
alzo lo sguardo, stupito, notando che è un po’
arrossito, grazie al fatto che ora ci vedo un po’ meglio, nel
buio. «È che… non mi aspettavo che me
lo dicessi così presto…»
Rido, divertito. «E quando avrei dovuto dirtelo,
scusa?»
«Non lo so…! Cazzo, hai la capacità
innata di farmi sentire in imbarazzo, e la cosa non è da
tutti, te lo assicuro!»
«Beh, ma tanto io al buio non ti vedo… Non lo vedo
mica, anche se diventi completamente rosso per
l’imbarazzo!» replico, ridacchiando. «E
comunque, sono lusingato di avere una simile capacità,
Mel.»
Mello sbuffa leggermente, scocciato. «Non so che
dire… Se te lo dico adesso sembrerebbe che lo faccio solo
per circostanza…»
Ridacchio di nuovo, portandogli una mano alla guancia e accarezzandolo,
dolcemente.
«Mi ami?» domando, a bassa voce, con la bocca
contro la sua fronte.
«Sì…»
Sorrido, baciandolo sulla bocca, delicatamente e senza soffermarmi ad
approfondire. «E allora va bene così.»
commento, sorridendo. «Grazie, Mel.»
«Grazie di che?»
Rido di nuovo. «Di amarmi. E di esserci. E di essere qua con
me.»
Lo vedo sorridere leggermente. «Diciamo che siamo pari,
perciò non mi devi ringraziare.»
Ridacchio di nuovo, per poi appoggiarmi al suo petto un’altra
volta.
«Domani voglio che mi prepari il ramen e che lo mangiamo
insieme.» dico, convinto.
«Ma vuoi veramente morire?!» esclama lui, ridendo.
Rido di nuovo. «Beh, al massimo lo puoi prendere dal takeaway
e spacciarlo per tuo, no?»
Lui ride a propria volta, divertito.
«Visto che mi hai dato il permesso, credo proprio che lo
farò.»
Note dell'autrice
Ok,ok, lo so che questo capitolo nella parte finale è un po'
melenso e magari non è divertentissimo, però...
Vabbè, per stavolta prendetela così.
Comunque, giusto venerdì stavo ragionando sulle vostre
recensioni e mi stavo dando ad una rapida rilettura di alcuni capitoli
della ff... E in effetti mi sono accorta che molte di voi propendono
tantissimo per una LxLight, ma che ancora non c'è niente di
certo... Beh, gente, io non so che dire... Sappiate solo che questa
è una produzione "madychan", e mi sa che vi potete aspettare
di tutto tranne che la norma. Tra parentesi, la stessa coppia "normale"
MattxMello è nata non tanto perchè io adoro le
coppie "normali" (anche se io adoro Matt e Mello insieme, ma questo
è uno dei pochi casi), ma più che altro per il
fatto che volevo fare una vendetta alla mia beta... Che poi, 'sta
vendetta non è mica riuscita tanto bene, perchè
lei non se l'è proprio presa per niente, anzi...^^
Vabbè!
Comunque, tenete a mente che io sono più persona da crack
pairing, piuttosto che da pairing normali... Non potete dare niente per
scontato finché non arriveremo alla fine...^^ Un bacio!
Risposte alle recensioni! (scusate se non mi dilungo molto^^)
x Bimba127: beh, direi che la risposta sul professore
all'università è stata più che
eloquente...^^ E anche Takada, non la vedremo molto ma fa tanto la
parte della bastarda in questa fic... Comunque non ce la vedo molto a
provarci con Near... Mah, chissà! Poi vedremo! Comunque
eccoti accontentata su Light, ovviamente lui non può mancare
tra i banchi di scuola... Anche se Light professore ci stava, ma non
credo che in molti lo avrebbero ascoltato, più che altro si
sarebbero imbambolati a guardarlo...^^ Un bacio e alla prossima! xxx!
x Sibil_Vane: allora, innanzitutto grazie mille per avermi messo tra i
tuoi autori preferiti, è un vero traguardo per me (tra
l'altro, wow, al primo colpo!) Comunque, grazie mille per i complimenti
(ma... l'hai letta tutta d'un botto?! Non ci credo!)... Mi fa piacere
che apprezzi trama, personaggi e scrittura, perchè molte
volte non sono convinta di aver scritto qualcosa di decente. Quanto a
Matt e Mello, devo dire che io li adoro (adoro in particolare Matt per
l'aspetto, ma Mello è il mio idolo personale in quanto vive
di cioccolata...^^) Quanto a L e Light... Beh, anche loro sono
divertenti come personaggi, mi piacciono molto. Ecco qua il
prossimo capitolo, spero ti sia piaciuto! un bacione e alla prossima!
xxx!
x _Kira_94: E non è ancora finita, mancano ancora un paio di
personaggi a comparire, mi sa... Uno di certo. Comunque non sei l'unica
ad odiare Takki, io la detesto per il semplice fatto di aver ucciso
Mello... Matt sarà sfigato ma anche Mello adesso ci si sta
mettendo, con L... E comunque anche io ci vedo bene Mel in
film vietati ai minori (anche se Matt non approva^^). Grazie per la tua
enorme pazienza, comunque, ne sono commossa! Un bacio e alla prossima!
xxx!
x SillySuper: perchè non saresti brava a recensire?! A me la
tua recensione è piaciuta! Grazie mille per i complimenti,
mi fa piacere che la fic ti piaccia così tanto e che ti
piacciano tutte le situazioni e i legami... Quanto a Wedy, lei
comparirà, credo proprio... Mentre i tizi della Yotusba non
ce li avevo in programma, ma forse potrei farci un pensierino...
Mmmmhhh... Ecco qua il nuovo capitolo, spero che ti sia piaciuto e che
continuerai a seguire! Un bacio e grazie mille di nuovo! xxx!
x Puce16: uddio, scusa il nuovo catastrofico ritardo... Spero mi
capirai. Comunque, se ti può consolare, non ti perdi niente
a non aver fatto ancora la patente... Un casino megagalattico, davvero.
Per quando la farai, meglio se riesci a fare l'esame tipo a settembre,
che non si hanno tante verifiche di solito (almeno, parlo per me)... Io
quando dovrò farlo sarò uscita da una situazione
a dir poco tragica, da scuola... Coooooomunque! Grazie mille
per i complimenti sui capitoli, mi fanno piacere lo sai! Takki
probabilmente l'ho dipinta così perchè la odio
spassionatamente (non si era capito, vero?^^), mentre Mello... beh, lo
posso anche capire, ma forse lui ha esagerato un po'... Ha fatto
persino disperare Near! Comunque, Matt e Mello non sono stupidi, ma a
volte L e Light hanno di quegli assi nella manica che sono totalmente
inevitabili... Ecco qua il nuovo capitolo, spero ti sia piaciuto! Un
bacio e alla prossima! xxx!
x silviotta: ma dài, la recensione non fa affatto schifo,
anzi! Grazie mille per i complimenti, intanto; mi fa piacere che la fic
ti piaccia e che Misa abbia riuscito nell'impresa di starti simpatica
(le famolto piacere, dato che non sei nemmeno l'unica che me lo
dice^^!). Light e L sono campioni di bastardaggine (ps: non so se la
parola esiste nel vocabolario, ma io la uso spesso), ma purtroppo i
protagonisti sono Matt e Mello, per ora... Però,
chissà, in futuro potrebbero avere più spazio i
tuoi beniamini, tutto può succedere^^ Quanto alla questione
dell'uke tra Light e L, direi che potrebbero scambiarsi i ruoli...
Anche perchè io non mi ci vedo nè Light
nè L come uke... Forse per un doujinshi che ho visto su
internet mi riesco a immaginare un po' di più un Light,
comunque...^^ Rem ti ringrazia per i complimenti^^! Un bacio e alla
prossima, spero che il capitolo ti sia piaciuto! xxx!
x lain87: beh, ecco qua il nuovo capitolo! Grazie mille per i
complimenti! Spero di non deluderti nemmeno in futuro... Un bacio e
alla prossima! xxx!
x BloodNyar: la prima cosa che ho pensato, quando ho letto la tua
recensione, è stata: o Mio Dio.
Allora, comincio con il ringraziarti sia per la recensione sia per la
mail. Il tuo interesse e la tua pazienza per la mia fic mi commuovono,
davvero *o*! I tuoi complimenti mi lusingano, davvero: non mi aspettavo
di essere così coinvolgente nella storia, tanto da riuscire
a farti addirittura vivere le situazioni che si vedono. E mi fa anche
molto piacere che tu apprezzi la prima persona in cui narro... Anche
perchè così mi fai capire che sono riuscita nel
mio intento, siccome non sono motlo abituata alla prima persona e di
solito uso la terza... Mi fa piacere aver reso bene la storia, quindi,
e i tuoi complimenti in proposito mi hanno fatto molto piacere,
davvero. Così come mi lusingano anche i tuoi complimenti
sullo scorrimento della storia... Strano a dirsi, perchè di
solito io adoro i flashback, ma stavolta non li ho usati, e il fatto
che sia riuscita a non incasinare la storia mi fa molto piacere...^^
Anche per la storia dei personaggi IC, i tuoi complimenti mi hanno
fatto molto piacere, perchè sono sempre convinta di non
rendere bene il fatto che lo siano... Insomma, a volte tendo a farli
impazzire un po'^^ Ma mi consola che tu non ti dispiaccia per la
cosa^^.
Quanto a Matt e L, e a Light e Mello, anche a me piacevano molto come
coppie...Tanto che stavo progettando una cosa su di loro... Bah,
vedrò che riesco a combinare, comunque, perchè
come ho già detto nell'introduzione non ho molta ispirazione
in questo periodo...Comunque mi fa molto piacere che le coppie ti siano
piaciute (compresi Near e Misa, anche se ripeto che non c'è
niente di certo fino alla fine... Resta a guardare che combino!^^)
Quanto al crack... Beh, credo proprio che ci troveremo d'accordo su
questo punto, perchè anche io adoro il crack^^!
Quanto ai personaggi secondari. Mi fa piacere che Mikami e Ryuk ti
siano piaciuti (anche io sono morta dal ridere a rileggere quel pezzo
XD), mentre Rem... dunque... in effetti prima era apparsa come
personaggio secondario, ma poi in seguito alla tua recensione ho deciso
di farle assumere un ruolo un po' più importante... In
effetti mi dispiace anche mettere personaggi così alla
cavolo e poi non farli apparire più... Insomma, avevo dato
persino a Takada, che io odio, un ruolo più importante di
quello di Rem! Anche a Rem dovevo dare importanza, senza dubbio. e tu
me ne hai fatto prendere coscienza... Grazie! Comunque ti anticipo che
per un certo periodo non avrà un ruolo
definito,sarà solo dopo che diventerà una specie
di personaggio onniscente...proprio come nel manga^^
Quanto ai ruoli di L e Matt, posso solo dire che mi fa piacere che ti
siano piaciuti: io personalmente li adoro, in quei ruoli.
Comunque non lusingarmi troppo, che poi mi esalto troppo e non
è mai un bene! Ma mi fa piacere che tu mi ritenga davvero
brava, sul serio, perchè è un traguardo per me
che tu ti sia letta tredici capitoli senza morire prima e anzi
addirittura apprezzandoli, soprattutto perchè io non sono
molto il tipo da storie comiche... Perciò, non scusarti per
essere logorroica (non ti preoccupare, anche io lo sono^^) e, anzi,
sono io che devo solo ringraziarti per avermi fatto
quest'infinità di complimenti e di avermi messo tra i tuoi
autori preferiti!
Ultima cosa, la tua curiosità: non sono fiorentina, ma
milanese, con origini palermitane da parte di padre. Se vedi magari
qualche termine che ti ricorda il tuo dialetto è
perchè io ho viaggiato in mille posti diversi durante le
vacanze estive, e un paio di anni fa sono stata anche lì a
Firenze... Siccome tendo a prendere un po' dai dialetti di qualunque
posto in cui mi trovo, magari inconsciamente ho usato qualcosa del
tuo... O magari sono solo somiglianze con qualcosa del mio!
ps: ho letto adesso che hai modificato la recensione...
cioè, l'avevo letta, ma mi ero dimenticata di salvarla...
Comunque, bisognerà vedere che combinano L e Light... Quei
due sono dei pazzi, potrebbero cambiare le carte in tavola e io nemmeno
me ne accorgo!^^ Comunque mi fa piacere che ti sia piaciuto, invece, il
rapporto di Matt e Mello...Personalmente, come coppia li adoro^^
Grazie mille ancora per la recensione e per la mail... Spero che il
capitolo ti sia piaciuto e scusa per il ritardo astronomico, per
favore... Appena rivedo la persona che venerdì mi ha ridato
l'ispirazione la ringrazio infinitamente, e intanto ne approfitto per
ringraziare te che mi hai dato un input con la tua mail. Un bacione e
alla prossima! xxx!
x EnnyGio: Grazie mille per i complimenti!!! Mi fa piacere che la
storia ti piaccia tanto! Scusa il ritardo dell'aggiornamento, spero che
il capitolo sia abbastanza lungo... Un bacione anche a te e alla
prossima! xxx!
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