Sono
felicissima che questa mia nuova storia vi piaccia! Come ce lo vedete
il nostro Edward nella parte dello spirito? XD
Prima di
lasciarvi ad un altro capitolo vi comunico che probabilmente dopo
questo capitolo fermerò entrambe le mie fanfiction, ma solo
per il tempo degli
esami orali e visto che sono l’ultima della mia classe (la
lettera che è uscita
è la I io sono la F…) dovrete aspettare un
po’. Voi però continuate a seguire
le mie storie e commentare
Marylilith.
Capitolo
3. Mele a volontà
Non
avrei
mai immaginato che per uno spirito la mia vita potesse cambiare cosi.
Erano
passati appena tre giorni da quando Edward possedeva il mio corpo ma la
mia
vita era diventata un disastro. A casa mio padre mi aveva
più volte trovato a
parlare da sola ed era ancora convinto che fosse per lo stress delle
gare.
Quando dovevo vestirmi ero costretta a bendarmi gli occhi per evitare
che
Edward potesse vedere qualcosa mentre mi spogliavo, dovevo tenere la
benda
anche quando mi facevo la doccia e questo aveva comportato diversi
scivoloni
sul pavimento del bagno. Allenarmi per le gare era diventato quasi
impossibile
con Edward che continuava a distrarmi. La cosa peggiore però
era il non poter
andare in bagno, non avrei mai avuto il coraggio di condividere una
cosa come quella
con lui, era già abbastanza dover condividere tutto il resto.
“
Buongiorno Bella!” venni svegliata dalla voce di Edward
-Non
c’è
niente di buono in questo giorno…- risposi sospirando.
Mi
strinsi la pancia con le mani, avevo delle fitte continue per non
essere più
andata al bagno, ma dovevo resistere.
“ascolta,
capisco come ti senti, anche senza che tu lo dica so che stai male,
trattenerla
ancora a lungo nuocerà al tuo corpo”
Strinsi
le mani a pugno cosi forte da farmi diventare le nocche bianche, poi
afferrai
il cuscino e mi colpii la testa con forza
-che
stai dicendo?! Non condividerò mai quello con te! Mai! Sono
una donna
femminile! Sarebbe troppo imbarazzante per me!- gli urlai contro
continuando a
colpirmi con il cuscino la testa mettendoci sempre più forza
“ahi!
Basta ahia! Smettila! ti prego! Ahi”
Mi
stavo
ancora prendendo a cuscinate quando mio padre entrò nella
stanza
-emh…mi
spiace interromperti…ma la colazione è
pronta…- disse fissandomi preoccupato.
-eh…si…ora
scendo- risposi imbarazzata rimettendo a posto il cuscino.
Non
potevo andare avanti cosi, rischiavo di farmi male sul serio, dovevo
trovare il
modo di arrecare danno solo a lui. Era a questo che pensavo mentre
seduta al
tavolo della cucina consumavo la mia colazione. Mio padre mi aveva
preparato un
toast, un succo alla pesca e una mela già sbucciata e
tagliata a spicchi.
-come
ti
senti?- chiese mio padre evidentemente ancora preoccupato per quello
che era
successo poco prima
-benissimo
tranquillo- risposi mettendo in bocca uno spicchio di mela. Mi
sembrò di
sentire Edward emettere un verso di disgusto. Mangiai un altro spicchio
e
questa volta lo sentii chiaramente. Un ghigno si dipinse sul mio volto
mentre
mi alzavo da tavola
-dimmi
un po’ Edward…non ti piacciono le mele?-
“non
so
di cosa stai parlando” rispose ma sentivo la sua voce tremare
Andai
vicino al frigo, lo aprii ed estrassi il cassetto della frutta, dentro
traboccava di tante grosse mele rosse. Dentro di me sentii Edward
deglutire
-ti
conviene parlare ora…- dissi prendendo una mela e
rigirandomela tra le mani
“sono
soltanto mele…” rispose Edward
-in
questo caso…- attesi ancora qualche secondo poi addentai la
mela
“bleah!
Che schifo!” esclamò Edward.
Iniziai
a mangiare una mela dopo l’altra ad ogni morso Edward mi
implorava di smettere,
forse avevo trovato il modo di fare male solo a lui.
-Bella?-
mi bloccai all’istante non appena mi accorsi di mio padre che
mi guardava,
dovevo trovare una scusa e veloce anche.
-Non
so
perché ma mi è venuta un improvvisa voglia di
mangiare mele!- dissi
ridacchiando imbarazzata richiudendo il frigo.
-non
importa…comunque volevo dirti che domani si terrà
una conferenza stampa- disse
mio padre.
Guardai
mio padre sorpresa, non sapevo che fosse in programma una conferenza,
mi ero
illusa di poter stare lontano dai giornalisti ancora per un
po’, ma la mia pace
sembrava essere finita.
Dopo
colazione ero uscita per recarmi alla pista di pattinaggio per
allenarmi. Mio
padre si era offerto di accompagnarmi ma io avevo preferito fare un po’ di
corsa ascoltando musica con
l’ipod
“Bella?...Bella?......Bella!”
Sbuffai
togliendomi una cuffia, ignorarlo era impossibile
“sei
preoccupata per la conferenza di domani?”
-no
ormai ci sono abituata- risposi mentre correvo
“da
cosa
è causato il tuo cattivo rapporto con i
giornalisti?” mi chiese Edward
-va
bene
te lo dirò…è iniziato tutto circa un
anno fa. Era marzo e si stavano svolgendo
i campionati mondiali…-
“campionati
mondiali?”
-è
una
gara importante che permette di accumulare punti per le Olimpiadi
invernali. A
rappresentare gli USA eravamo state chiamate io e Kate Brown. Purtroppo
qualche
giorno prima della gara Kate si infortunò e non
poté partecipare, di
conseguenza ero rimasta solo io a rappresentare gli USA -
“e
cosa
è successo dopo?”
-durante
una conferenza alcuni giornalisti mi accusarono di non essere
all’altezza per
partecipare alle Olimpiadi invernali. Io risposi che non ne capivano
nulla di
pattinaggio e che erano degli incapaci, li avevo offesi proprio durante
la
diretta. Iniziarono cosi a parlare di Kate come la povera ragazza a cui
era
stato privato di realizzare un sogno e di me come la causa per la quale
lei non
poteva partecipare alle Olimpiadi-
“chi
è
Kate Brown?” chiese Edward
-è
una
pattinatrice come me, è fantastica, quando pattina nessuna
può eguagliare il
suo stile elegante ed aggraziato, però se mi impegno sono
anche migliore di
lei- risposi.
Eravamo
arrivati alla palestra, infilai i pattini e senza perdere tempo iniziai
gli
allenamenti.
“si!
Fantastico
non ho mai pattinato così!”
-guarda
che non sei tu che pattini…- gli feci notare mentre eseguivo
una giravolta all’indietro
“ma
è
come se lo fosse!”
-domani
alla conferenza farò vedere a tutti quei giornalisti chi
è Isabella Swan!, e
alla prossima gara gli farò mangiare la polvere!-
“d’accordo
ma cerca di non cadere prima della fine
dell’esibizione”
Cosa?
Adesso
rigirava pure il coltello nella piaga? Questo non doveva
farlo…
Smisi
di
pattinare e andai verso la mia borsa
“che
fai?”
-adesso
vedrai…- aprii la borsa estraendo una mela
-la
prossima volta attento a quello che dici…- lo avvertii prima
di dare un morso
alla mela
“noooooooooo!”.
La
conferenza arrivò prestò. Ad accompagnarmi
c’erano mio padre in veste di
manager e la presidentessa dell’associazione di pattinaggio
artistico su
ghiaccio, una signora che proprio non sopportavo e che non perdeva
occasione
per stuzzicarmi.
-Sei
pronta?- chiese Charlie mentre dietro le quinte aspettavamo di salire
sul palco
-quando
vuoi…- risposi
-bene,
allora andiamo-
Feci
qualche passo verso l’uscita, ma una fitta allo stomaco mi
bloccò, era
terribile non riuscivo quasi a respirare
-ti
senti bene?- domandò mio padre.
“Bella,
forse prima di iniziare la conferenza dovresti…”
-non
lo
dire! Se ti ho detto che sto bene, sto bene! Capito? Stai zitto!-
Urlai
infuriata
-va
bene…scusa
ero solo preoccupato, sono pur sempre tuo padre…-
-eh…scusa,
beh adesso andiamo!-
Fuori
c’erano
tantissimi giornalisti, presi posto dietro il tavolo, al centro, ai
miei
fianchi sedettero Charlie e la presidentessa.
-la
conferenza può iniziare, una domanda alla volta- disse la
donna.
Un
giornalista alzò la mano -riguardo alla gara svoltasi a
Montreal può dirci i
dettagli?-
-Non
c’è
nessun dettaglio, come già sapete è stata una
spiacevole sconfitta, non ho
altro da aggiungere-
-e
riguardo allo svenimento in pista?- chiese un altro giornalista
-queste
sono cose personali, comunque la mia è la stessa risposta
della domanda
precedente-
Un
altro
giornalista alzò la mano -pensa che la sua esibizione in
Canada possa influire
sui risultati per essere ammessa alle Olimpiadi?-
-indubbiamente,
ma farò sempre del mio meglio…-
-non
le
sembra strano che dopo quanto è successo lei è
ancora candidata? Proprio come
era successo a marzo, molte persone si sono lamentate…-
Riconobbi
quel giornalista, era uno di quelli che dubitava della mia candidatura
alle
Olimpiadi
-Questa
domanda va oltre a quelle consentite, la scelta delle rappresentanti
è decisa
dall’organizzazione- intervenne mio padre
-d’accordo,
ritiro la domanda, mi permetta di riformularla…-
“accidenti
a questi reporter, sembra che ti stiano
stuzzicando…”
-è
tutto
a posto, so cosa vogliono, per loro qualcosa che non diventi scandalo
non
merita la prima pagina…-
-le
porgo un'altra domanda, ha saputo che Kate è di nuovo in
gara per le olimpiadi?
Forse questo le crea qualche fastidio?-
-si
ero
già al correnti di questo-
-lei
e
Kate competerete presto una contro l’altra, pensa di essere
all’altezza?-
-farò
solo del mio meglio, non mi preoccupo di Kate-
-questa
è una menzogna, Kate è la sua rivale nella
rappresentanza, non può non
disprezzarla-
-ho
già
detto…-
-basta
così la conferenza è terminata- disse la
presidentessa.
Per
la
prima volta mi trovai a ringraziarla. I giornalisti fecero qualche foto
poi
lasciarono la sala.
Quella
notte dormii malissimo, continuavo a pensare a quello che avevano detto
i
giornalisti, e lo stomaco mi faceva sempre più male, non
sapevo per quanto
avrei resistito.
La
mattina dopo mi svegliò il telefono, mio padre non era in
casa così dovetti
rispondere io
-Pronto?-
chiesi con la voce impastata dal sonno
-ciao
Bella, sono Jacob-
Mi
sorpresi
sentendo pronunciare quel nome, Jacob era un mio amico, era un reporter
uno dei
pochi che fosse dalla mia parte.
-che
c’è?-
chiesi sedendomi sul letto
-possiamo
vederci tra due ore al bar della biblioteca a Port Angels, vorrei farti
un
intervista?-
-Jacob
non so, sono molto stanca…
-andiamo,
solo qualche domanda, e poi ho anche una sorpresa-
Una
sorpresa?
Chissà di cosa si trattava
-va
bene, ci vediamo tra due ore li- risposi riattaccando.
Mi
alzai
dal letto e mi preparai velocemente, o almeno per quanto me lo
consentisse una
benda sugli occhi
“chi
è
questo Jacob?”
-è
un
amico, è giovane ma è già un ottimo
reporter-.
Presi
la
macchina e raggiunsi Port Angels, l’appuntamento era al bar
della biblioteca.
-sono
curiosa di vedere questa sorpresa- dissi mentre entravo nel bar.
Vidi
subito Jacob in piedi che parlava con una ragazza, non mi ci volle
molto per
capire che si trattava di Kate
“allora
è questa la sorpresa”
-mi
chiedo cosa abbia in mente-
Mi
avvicinai a loro, Jacob si accorse di me e mi venne in contro sorridendo
-ben
arrivata Bella, a questo punto possiamo accomodarci-
Dopo
esserci seduta una cameriera venne a prendere le ordinazioni
Jacob
ordinò un cappuccino, Kate un tè verde e io un
frullato di mele
“povero
me…”.
-Allora
Jacob, perché ci hai fatto venire qui entrambe?- chiese Kate
-volevo
farvi qualche domanda, in un posto tranquillo senza essere disturbati-
-Potevi
venire alla conferenza di ieri avrei risposto a tutte le tue domande-
gli feci
notare
-non
hai
capito io volevo assistere ad un confronto tra voi due, vedere se
eravate
pronte ad affrontarvi almeno a parole-
Non
riuscivo a capire a che gioco stesse giocando, io non avevo proprio
nulla da
dire Kate, cosa si aspettava Jacob?
-prendetevi
il tempo che volete- disse lasciando sul tavolo un biglietto con il suo
numero e
allontanandosi.
Rimanemmo
io e Kate a fissarci entrambe piuttosto confuse.
Poi
anche Kate si alzò
-a
questo punto posso anche andarmene-
-no
aspetta!-
-mi
spiace, ma non proprio nulla da dirti…-
-cosa?
Non
vuoi approfittarne ora che siamo sole?-
“giusto!
Per gente malvagia come Bella non bisogna tenersi nulla dentro nemmeno
le
offese!”
Afferrai
il mio frullato di mele mandandolo giù tutto in pochi sorsi
“qualcuno
mi aiuti!”
-no,
mi
spiace per te per quello che è successo con i media, ma
davvero non ho nulla da
dirti, nella prossima competizione quando ci scontreremo
farò del mio meglio
non importa che sia tu la mia rivale, questo è tutto-
Le
sue
parole non erano altro che una gentile proclamazione di guerra
-facciamo
entrambe del nostro meglio- disse Kate porgendomi la mano
-aspetta,
ho ancora qualcosa da dirti-
-cosa?-
-Kate,
farò sicuramente del….-
Non
ce
la facevo più, avevo fortissimi crampi allo stomaco
-mele…-
-mele?-
-ho
mangiato troppe mele!- urlai correndo via.
Dovevo
trovare un bagno, mentre correvo aprii la borsa e tirai fuori
l’ipod mi infilai
le cuffie e misi la musica a massimo volume almeno avrei distratto
Edward. Mi
infilai nel primo bagno disponibile e chiusi la porta a chiave. In quel
momento, io Isabella Swan, promessa del pattinaggio artistico su
ghiaccio,
avevo perso qualcosa di importante…il mio orgoglio.
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