Burning flame

di adorvlou
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Londra, 15 maggio 1922 

Gli occhi di lui non le erano mai parsi privi di luce. Non erano occhi comuni, ma non era per il loro colore che li aveva trovati sempre così dannatamente ipnotici e affascinanti.
Sapeva bene che lui non l'aveva mai notata, o perlomeno, non come l'aveva fatto lei. 
Non era un tipo che passava inosservato. Ovunque Elèna si trovasse riusciva sempre a percepirne la presenza. Sapeva che lui era lì ma sapeva anche che nemmeno quella volta le avrebbe rivolto la parola. 
Camminava come se non ci fosse alcuna forza di gravità a tenerlo attaccato al suolo: era delicato ed elegante. Le gambe lunghe e snelle erano in totale armonia con il resto del corpo. 
La ragazza conosceva a memoria ogni suo lineamento e a volte questo la terrorizzava. Non voleva che la gente attorno notasse quanto stravedesse per quel ragazzo, lo stesso che amava un'altra donna. Aveva occhi solo per quella fanciulla con i capelli color oro che gli sedeva sempre di fronte o con la quale faceva lunghe passeggiate. 
Non guardava nessun'altra se non lei, ed Elèna questo lo sapeva ed era ciò che più la faceva soffrire. 
Non importava quanto cercasse di farsi notare, lui non l'avrebbe mai vista, non come vedeva la ragazza dai lunghi capelli dorati. 
Elèna lo avrebbe trovato anche in mezzo ad una moltitudine di gente tanto ne era attratta. Un'attrazione che andava oltre al piacere estetico. 
Sentiva qualcosa bruciarle dentro, nel profondo del petto, come un fuoco che solo lui sapeva accendere e del quale solo lui, probabilmente, sarebbe riuscito ad alleviarne il dolore. Ma più il tempo passava, più lei si convinceva che quel fuoco non si sarebbe mai spento, arrivando a bruciare anche la parte più profonda che rimaneva della sua anima.

Quella mattina di primavera lui indossava un completo che Elèna non aveva mai visto: era più pretenzioso del solito, ma non per questo meno bello degli altri. Amava lo stile di quel gentiluomo, che sapeva sempre come distinguersi da chiunque altro. Portava una giacca di un verde acqua con dei ricami floreali che spaziavano dal giallo al rosa e all'arancione. C'era anche il tocco del marrone dei ramoscelli e del verde delle foglioline. I pantaloni, che segnavano ogni forma delle sue gambe, richiamavano gli stessi colori e motivi della giacca. Sotto portava una camicia bianca che alla luce del sole lasciava intravedere un leggero strato di pelle. I suoi capelli erano perfetti come sempre, incorniciavano il suo viso risaltandone ogni particolare. 
Il cielo di Londra era azzurro e privo di nuvole. L'estate stava per arrivare anche in quella città da tutti considerata  grigia, triste e piovosa. 
Gli occhi del ragazzo sembravano risplendere ogniqualvolta incontravano i raggi del sole, che brillava in alto. Verdi, come la pietra che la madre di Elèna portava al dito regalate dal marito il giorno del suo trentesimo compleanno.
Al fianco di lui, camminava una delle più facoltose ragazze londinesi, Miss Adeline Robinson. Una fanciulla bellissima, gentile ed educata. 
Una leggenda narrava che i suoi capelli fossero stati intinti nell'oro tanto risplendevano. Usava tenerli sciolti, lasciandoli ricadere lungo la schiena. 
Il suo abito era molto pregiato, di un rosa antico che si fondeva perfettamente con il colorito e i delicati tratti del suo volto. 
Le abbracciava ogni curva del corpo e le maniche velate le ricoprivano le braccia fin lungo i polsi. Sulla testa portava un cappello che richiamava il colore dell'abito e al collo una lunga collana di perle che le arrivava di poco al di sotto del seno. 
Elèna la guardava e si rendeva conto di quanto meravigliosa fosse e del perché Mr. Styles avesse occhi solo per lei. 
Era impossibile non notare una fanciulla come Adeline. 
La mano di lui poggiava delicatamente su quella di Miss Robinson mentre ridevano passeggiando nel viale alberato dove ogni domenica Elèna si fermava a leggere un libro. E dove per la prima volta vide Harry. 
Era così innamorato che la ragazza era quasi gelosa di non poter avere qualcuno al suo fianco che la guardasse come Harry guardava Adeline, con occhi che bruciavano d'amore e di passione per la sola donna che avesse mai amato. 
Erano ormai diversi mesi che i due si frequentavano e in città correva voce che di lì a poco sarebbe arrivato anche un matrimonio, ma nessuna delle due famiglie aveva mai dato una conferma.
Harry Styles era l'unico uomo per il quale Elèna aveva mai provato un sentimento così forte senza averlo mai conosciuto davvero. 
Non aveva mai avuto una storia, nonostante anche lei fosse una fra le più belle fanciulle di tutta Londra e appartenesse ad una famiglia benestante. 
"Aspetto il grande amore. Quello che mi faccia tremare le gambe e bruciare il cuore." rispondeva ogniqualvolta le si chiedeva perché non avesse ancora trovato un compagno. 
Era stata da sola per così tanto tempo e aveva visto finire tante storie, che oramai sapeva bene chi voleva e chi non voleva al suo fianco. Mr. Styles era sicuramente ciò che più desiderava dal primo momento in cui i suoi occhi lo videro camminare lungo il viale alberato. 
Tutto ciò che provava per quel giovane lo annotava su di un diario, per non dimenticare mai le sensazioni che provava quando lo vedeva passeggiare per le strade della città. 
"So che è sbagliato amare qualcuno che non si conosce. 
So che è sbagliato desiderare l'uomo di un'altra donna, ma io provo per lui ciò che i poeti hanno sempre scritto nelle loro poesie: quel sentimento di appartenenza incondizionata, quella fiamma che arde dentro, senza mai spegnersi. 
Ogniqualvolta i miei occhi incontrano il suo viso, il mio cuore accelera e sento il fuoco ardere sempre di più dentro me. 
Non so se questo sia amore, ma so che è ciò che più ci si avvicina."

—————

N.B. Tutti i soggetti, luoghi e tempi sono frutto della mia invenzione o si avvicinano leggermente alla realtà

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Ogni volta che Harry sorrideva si formavano delle fossette agli angoli della bocca ed erano la cosa più dolce e bella che Eléna avesse mai visto. 
Poteva notarle dall'altro lato della strada e non riusciva a smettere di farsi contagiare da quel sorriso. -Mr. Styles, cosa mi avete fatto? Non riesco a non pensarvi.- Disse sottovoce sorseggiando del the caldo. 
Lo guardava e sentiva le gambe tremare. Era bello come nessun altro, bello come il sole di mezzogiorno che illumina le strade di Londra, bello come le foglie che formano un tappeto marrone in autunno. Bello come le stelle che brillano in cielo nelle notti d'estate. Bello come la neve, dolce e candida. Le aveva rapito il cuore ma non sentiva nessun vuoto nel petto, forse perché era nelle mani della persona giusta. 
Eléna prese il diario e vi annotò quel momento, mentre il sole disegnava la sagoma del giovane sul muro di un vecchio edificio.
Non riusciva smettere di pensare a quanto Adeline fosse fortunata ad avere al suo fianco Mr. Styles e provò ad immaginare per un attimo cosa significasse essere la sua fidanzata. Pensò alle lunghe passeggiate che avrebbero potuto fare al chiaro di luna, a tutte le poesie che lui le avrebbe letto, sdraiati all'ombra di uno dei suoi alberi preferiti. A tutti i sorrisi che solo lei avrebbe causato, quelli veri e sinceri e ai suoi baci, morbidi e delicati ma pieni di passione. Tornare a casa e trovarlo seduto sulla poltrona intento a leggere un romanzo o a suonare il pianoforte, sì, perché fra i suoi numerosi pregi c'era anche questo. A quanto pare Mr. Styles era bravo a suonare la chitarra e il piano e si vociferava avesse anche una voce angelica, inconfondibile, di quelle che ti fanno venire la pelle d'oca e tremare il cuore. 
Eléna la immaginava così la vita insieme a lui. Ma non poteva fare altro che questo, perché al suo posto c'era Adeline e lei non avrebbe mai provato la sensazione di essere stretta fra le braccia dell'uomo di cui era di era follemente innamorata.
-Eléna cara.- Una voce squillante la distrasse dai suoi pensieri. La ragazza si voltò: era Miss Margaret Harrington, l'amica più stretta della giovane. Una ragazza semplice ma bella. Sembrava quasi una bambola di porcellana tanto rosea era la sua carnagione. I capelli biondi le incorniciavano il viso dove risplendevano due occhi meravigliosi, un misto di azzurro e verde che cambiava in base alla luce. Portamento impeccabile e un sorriso capace di alleviare qualsiasi pena. -Come stai? Sempre assorta nei tuoi più profondi pensieri?
Eléna si alzò e la abbracciò. -Margaret cara, ti sapevo fuori città, altrimenti ti avrei invitata a prendere un the con me.- rispose la ragazza accomodandosi nuovamente al tavolo.
Miss Margaret apparteneva ad una delle famiglie più antiche di Londra. Lei ed Elèna si conoscevano sin da bambine ed erano sempre andate molto d'accordo. Margaret vantava una lunga lista di pretendenti che spesso cercava di far conoscere anche alla sua amica tanto le dispiaceva vederla sempre in solitudine. 
-Abbiamo dovuto rimandare il viaggio alla prossima settimana a causa delle condizioni di salute di mio padre.- Rispose accomodandosi di fronte Elena. -Fortunatamente non è nulla di preoccupante, ma abbiamo preferito non rischiare.
-Oh, mi dispiace così tanto per il signor Harrington. Passerò a fare visita nei prossimi giorni.- Rispose accennando un sorriso all'amica. Poi si voltò verso il lato opposto della strada, dove fino a pochi minuti prima si trovavano Harry e Adeline ma constatò che i due non erano più lì. Cercò Mr. Styles con lo sguardo ma non v'era più l'ombra né di lui né della sua compagna. 
-Elèna, ti vedo distratta. C'è qualcosa che non va?- Margaret sapeva bene quali erano i sentimenti dell'amica nei confronti del giovane Styles e più volte aveva tentato nel dissuaderla presentandole altri giovani, ma il suo cuore continuava ad appartenere ad Harry pur non avendolo mai conosciuto. -Si tratta di Mr. Styles? È lui che cerchi tra la folla?- Gli occhi di Margaret fissavano Elèna che a sua volta teneva lo sguardo basso, guardando la tazza del the. 
-So che i miei sentimenti sono infondati e sbagliati, ma non c'è ragione o uomo che riesca a togliere Mr. Styles dai miei pensieri e dal mio cuore. Vederlo provoca sempre un milione di emozioni dentro di me.- Ed era vero. Ogni volta era come se un uragano la travolgesse, scombussolandola completamente. Ma cosa aveva di così speciale quel giovane? Non gli aveva mai rivolto la parola né un semplice cenno, non si erano mai guardati negli occhi. Da cosa nascevano tutti quei sentimenti e come si poteva reprimerli senza soffrire?
-So bene cosa provi e nonostante io non approvi questo tuo comportamento così immaturo mi sento di doverti dire una cosa che potrebbe renderti felice.- Le parole di Margaret attirarono l'attenzione di Elèna che smise di guardarsi attorno e si voltò verso l'amica con un'espressione piena di speranza. -Ho sentito dire che a breve i Robinson daranno una grande festa in onore del compleanno di Miss Adeline. Questo mese compirà ventunanni e a quanto pare vi saranno dei grandi festeggiamenti. Forse avrai l'occasione di incontrare finalmente il tuo misterioso Mr. Styles. 
Elèna non poté nascondere il pizzico di delusione che le portò tale notizia. Per quanto fosse felice di poter incontrare Harry era ben consapevole che lui non avrebbe avuto occhi se non per Adeline, soprattutto nel giorno del suo ventunesimo compleanno. -Questa notizia mi rende molto felice.- Mentì. -Ma devo ricordarti, mia cara Margaret, che fu proprio ad uno di questi balli che Mr. Styles incontrò per la prima volta Miss Robinson e di lì furono inseparabili. Non avrò mai alcuna chance e per quanto possa essere attratta da quel giovane uomo, sono una ragazza con dei valori e non farei mai un tale torto a Miss Adeline. Come potrei mai dissuadere Mr. Styles dallo stare con lei? Non ne sarei mai capace.- Elèna tirò un grande sospiro. -Amica mia, perdonami ma temo di dover tornare a casa. Ho troppi pensieri per la testa e ho bisogno di chiarire i miei dubbi.- Le due amiche si salutarono senza troppi convenevoli ed Elèna prese la via di ritorno. 

Era quasi arrivata quando una leggera brezza fece volare via il suo cappello lasciando che i capelli castani le ricadessero lungo la schiena. 
-Ecco a lei.- Quando Elèna si chinò per raccoglierlo qualcuno l'aveva già preceduta. Era il giovane Elijah Harvey, un ragazzo che faceva parlare molto di sé in città per tutte le donne con cui era stato nonostante la sua giovane età. Chiunque e qualunque cosa volesse, riusciva sempre ad ottenerla. D'altronde, per quanto scortese potesse essere, il suo aspetto estetico lo avvantaggiava con le donne di tutte le età. Era alto, snello, capelli biondi e pettinati in modo impeccabile. Due occhi azzurri e freddi come il mare che non lasciavano trapelare alcun tipo di emozione. La sua voce era sensuale, così come i suoi modi di fare. Ma nonostante tutto Eléna non lo aveva mai visto di buon occhio, si conoscevano a malapena, era il tipo di persona da cui cercava di mantenere sempre una certa distanza. 
-Dovrebbe stare più attenta al suo cappello, Miss Collins.- Il giovane sorrise e scostò il ciuffo biondo lasciando che i suoi occhi azzurri incontrassero quelli color nocciola di Elèna. 
La ragazza si sentì a disagio. Schiarì la voce e riprese il cappello. -Grazie molte, Mr. Harvey. 
-Si figuri. È il mio compito aiutare chi è in difficoltà, soprattutto se ha degli occhi belli come i suoi.- Disse con un sorriso pieno di malizia. Era così dannatamente pieno di sé che faceva andare fuori di testa la giovane ragazza. Come poteva essere così spudorato? -Se posso permettermi...- Elèna lo interruppe prima che potesse dire qualsiasi altra cosa.
-Mi scusi se posso sembrarle scortese ma vado molto di fretta. Potremmo rimandare questa chiacchierata ad un'altra volta, magari. La ringrazio ancora e le auguro una buona giornata.- La ragazza cercò di essere il più gentile possibile nel liquidare quella che si sarebbe potuta trasformare in una discussione a lei poco gradita, raccolse i capelli in una crocchia sopra la testa, si rimise il cappello e si allontanò.  
Mr. Harvey rimase a guardarla senza dire una parola mentre velocemente scompariva dalla sua vista. -Elèna Collins, un giorno cadrai ai miei piedi. È solo questione di tempo. 

La finestra della camera di Elèna dava su uno dei viali più trafficati di Londra. 
La domenica in particolare era uno dei suoi giorni preferiti perché poteva osservare chiunque senza mai essere vista. 
Quel giorno, però, sedersi vicino la finestra non era ciò che più desiderava fare. 
Era sdraiata sul letto e continuava a pensare all'unico uomo che era riuscito a non abbandonare mai i suoi desideri. 
L'immagine che aveva del giovane Styles era talmente nitida e precisa che le bastò chiudere gli occhi per immaginarlo davanti a sé. 
Era in un completo blu notte. La giacca gli si stringeva perfettamente sui fianchi, ricadendo poi morbida verso la fine. Aveva una leggera barba incolta che lo rendeva ancora più affascinante e misterioso. I capelli erano ordinati, ma allo stesso tempo aveva un ciuffo che gli ricadeva lungo la fronte. Gli occhi verde smeraldo riflettevano l'immagine di Elèna che sorrideva mentre insieme ballavano sulle note di una dolce musica suonata al pianoforte. 
La mano di lui teneva delicatamente le sua mentre con l'altra cingeva la sottile vita della giovane. I capelli di lei ondeggiavano ad ogni giravolta. Si sentiva cullare come fosse su di una barca. E poi lui la stringeva a sé ancora e ancora mentre tutti li guardavano, ammiravano quanto belli fossero insieme. Invidiavano il loro amore, l'armonia dei loro corpi che danzavano insieme, la sintonia dei movimenti. Erano perfetti tutti e due ed Eléna non aveva alcuna intenzione di riaprire gli occhi. Le piaceva vivere in quella realtà, dove lei era con il ragazzo che aveva sempre desiderato e tutto era perfetto, proprio come in una di quelle favole che sua madre le raccontava quando era una bambina. 
Nel suo sogno rimasero tutta la notte a danzare, come se non ci fosse nessun altro al dì fuori di loro due. Lei, Harry e la musica del pianoforte.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


È probabile ci siano errori di battitura o altro, nella fretta non sono arrivata a ricontrollare. Nel caso doveste trovarli, segnalateli e li correggerò il prima possibile 😘
Buona lettura 

Londra, 18 giugno 1922

Erano passati tre giorni da quella domenica ed Elèna non aveva più visto Mr. Styles in città.
Quella mattina sarebbe dovuta arrivare la posta e questo implicava ricevere l'invito alla festa di Miss Robinson. 
La ragazza sperava vivamente che anche la sua famiglia potesse prendere parte al grande evento, sarebbe stata l'occasione giusta per provare a dialogare con quel giovane da cui era tanto attratta. 
Era rintanata nella sua stanzetta, in attesa di veder arrivare quella busta che tanto l'avrebbe resa felice, ma più il tempo passava, più le sue speranze di poter prendere parte alla festa svanivano. 
Lei e Miss Adeline non si erano mai presentate nonostante le famiglie si conoscessero. Certo, era una conoscenza molto lontana dall'amicizia, ma i Robinson sapevano molto bene chi fossero i Collins e viceversa.
-Che sciocca sei.- Elèna si allontanò dalla finestra rattristata. -Passi il tuo tempo aspettando una stupida busta nella speranza di poter vedere Mr. Styles, pur sapendo che lui non avrà occhi se non per Miss Adeline.- Non era raro che la giovane parlasse da sola ad alta voce. L'aiutava a realizzare il concetto e metabolizzarlo più velocemente, soprattutto quando si trattava di questioni di cuore che tanto le erano difficili da accettare. 
Si sedette sul letto sconfortata e prese il suo diario.
"Caro diario, 
più i giorni passano, più mi rendo conto di quanto io mi senta sciocca. Non faccio altro che sperare in un incontro con Mr. Styles, un incontro che possa cambiare del tutto la mia vita. 
Ogni mio sogno è dedicato a lui, non posso smettere di pensarvi. È così affascinante che solo immaginarlo mi fa tremare le gambe. 
È normale provare queste emozioni per una persona che non si conosce, della quale non si sa nulla? 
Tutti ne parlano bene in città, ma nessuno, a parte Miss Adeline, lo conosce realmente. 
Sono seduta nella mia stanza ormai da troppe ore aspettando un qualcosa che non mi verrà mai recapitato. Se mai dovessi ricevere quella lettera non riesco a pensare a quale potrebbe essere la mia reazione. Ne sarei felice? 
So che la mia timidezza mi impedirebbe di avere un semplice dialogo con Mr. Styles, diverrei tutta rossa in viso e comincerei a balbettare. Non voglio che lui abbia un tale ricordo di me. 
Non è un miracolo quello che desidero, ma vorrei semplicemente poter essere visibile ai suoi occhi color smeraldo. 
La scorsa notte ho sognato di danzare con lui, è stato meraviglioso. Ma quando mi sono svegliata, il mio mondo, le mie fantasie, era tutto scomparso. 
Non posso aspettare per tutta la vita che quel giovane mi noti. Prima o poi dovrò dimenticarlo e trovare un altro uomo da guardare con così tanta ammirazione. 
Ma se anche convincessi il mio cervello, il mio cuore cosa farebbe? 
Sono così confusa e sconfortata."
Elena ripose il diario sul comodino al lato del letto e si distese fissando il soffitto.
Pensò a quando riteneva sciocche tutte quelle ragazze che correvano per le strade della città alla ricerca dell'uomo perfetto da sposare, o le sue coetanee che si struggevano per amore con tanta facilità. 
Al tempo non comprendeva quella sofferenza, quel continuo bisogno di vedere la persona per la quale si provava un così forte sentimento, ma adesso non poteva che biasimarle. 
Era divenuta come loro, a volte anche peggio e non riusciva a riconoscersi in quelle vesti. 
Era sempre stata una donna indipendente, non aveva mai avuto il bisogno necessario di una presenza al suo fianco. Sapeva badare a se stessa senza sentirsi mai sola. 
Ma da quando i suoi occhi avevano visto il giovane Styles, tutto era cambiato.
-Elèna, posso entrare.- Una voce leggera parlò da dietro la porta della camera della ragazza. 
-Sì madre, entrate pure.- Si alzò dal letto mettendosi seduta sul bordo mentre la madre faceva ingresso nella stanza con una busta bianca fra le mani. 
Che bella donna era Mrs. Collins. Così delicata e solare. Trasmetteva sempre una tale calma che era impossibile essere arrabbiati con lei. 
-Cos'avete fra le mani? È ciò che penso sia?- La ragazza, piena d'euforia si alzò con uno scatto veloce. Era arrivata. La lettera tanto attesa era finalmente stata recapitata nella dimora dei Collins ed Elèna si sentiva sempre più vicina a quel concetto che lei aveva di felicità. 
-Fra due giorni Miss Robinson festeggerà il suo ventunesimo compleanno e siamo stati invitati nella loro villa qui a Londra.- Disse la madre sorridendo alla vista della felicità sul volto della figlia. -Ma dalla tua reazione deduco che tu ne fossi già al corrente.- Come poteva non esserlo? Era l'unico evento che le interessasse realmente. L'unico a cui aveva una voglia matta di partecipare, senza alcuna incertezza. 
Prese la lettera dalle mani della madre e la aprì per leggerla: "In onore del ventunesimo compleanno di nostra figlia Miss Adeline Robinson, siamo lieti di invitarvi giorno 20 di questo mese alle ore 20:00 per festeggiare insieme il compimento dei suoi anni. 
Il ricevimento si terrà nella nostra villa in città. 
Saremo ben lieti di avervi con noi. 
I nostri cordiali saluti, 
La famiglia Robinson."
Elèna quasi non poteva crederci. Fra esattamente due giorni avrebbe avuto la possibilità di parlare per la prima volta con l'uomo che occupava la maggior parte dei suoi pensieri. 
-Madre!- esclamò mentre la donna scendeva le scale per tornare in salotto. -Madre, che vestito indosserò quella sera?- Come ogni festa o ricevimento che si rispetti, ciò che più doveva essere importante era l'abito. Per Elèna era sempre un'ardua scelta, soprattutto dal momento che proprio quella sera sarebbe stato presente anche l'uomo del quale cercava di attirare l'attenzione. 
-Nel primo pomeriggio andremo a far visita a Rosaline nel nuovo negozio. Vedremo se ci sarà l'abito adatto alla serata.- Le parole della donna furono come musica per le orecchie di Elèna. La giovane sapeva bene che lo scopo della madre era ben diverso dal suo. Jocelyn, così si chiama la donna, voleva solo che la figlia trovasse marito al più presto per sposarsi in giovane età, proprio come aveva fatto lei. 
Elèna voleva incontrare l'uomo dei suoi sogni, non le importava di tutti gli altri pretendenti, esisteva solo Mr. Styles. 
Più felice che mai prese un quaderno di appunti e vi scarabocchiò sopra il tipo di vestito che aveva in mente per la grande festa. 
Lo voleva lungo, che aderisse perfettamente ad ogni curva del suo corpo. Sulla parte posteriore doveva esserci un leggero taglio a V, così da lasciare leggermente scoperta la schiena. Sul davanti non voleva nulla di eccessivo. Le spalline dovevano essere sottili ma non troppo. I ricami dovevano essere dorati, così che risaltassero sul tessuto dell'abito. 
Non era bravissima a disegnare, ma credeva che quella bozza avrebbe dato più o meno un'idea su ciò che desiderava indossare. 

-Ti ho vista molto felice prima.- Elèna e la madre erano da poco uscite di casa per dirigersi verso il negozio di Rosaline Hutch. I suoi vestiti erano fra i più belli di tutta Londra e le famiglie più facoltose usavano comprare lì per le occorrenze più importanti. 
-È da molto che non vado ad una festa e sono molto felice di poter prendere parte a questa.
Margaret mi ha detto che sarà qualcosa di strabiliante.- Elèna cercò di nascondere il vero motivo per cui non vedeva l'ora di prendere parte all'evento dei Robinson. Sua madre era brava a capire quando le veniva detta una bugia, ma ormai la ragazza aveva trovato il modo di nascondere i sentimenti che provava verso Styles a chiunque non fosse Margaret. 
-Quindi non c'è altro motivo per cui tu voglia così tanto partecipare ai festeggiamenti di Miss Adeline.- Jocelyn conosceva bene i punti deboli della figlia e cercava di carpirle informazioni per mezzo di quella semplice chiacchierata. 
-Sai, mi hanno riferito che qualche giorno fa ti hanno vista scambiare delle parole con Mr. Harvey. Sarà per caso lui l'oggetto di tanta felicità?- La donna continuava a scrutarla in viso, soprattutto dopo aver pronunciato quel nome, ma non riusciva a capire se le stesse mentendo o meno. Era la prima volta che accadeva una cosa simile.
-Madre, ma cosa dite!- esclamò mentre sul viso le apparve un'espressione carica di disgusto. Come poteva mai pensare ad Elena interessasse una persona viscida come Mr. Harvey? -Mai, nemmeno se dovessi rimanere l'unica donna su questa terra e lui dovesse essere l'unico uomo. È così meschino e viscido. Dovreste sapere bene quali sono le mie opinioni verso di lui. 
Jocelyn tirò un sospiro di sollievo. Non riusciva ad immaginare che la sua unica figlia potesse essere attratta da un giovane così privo di valori, ma d'altro canto si struggeva nel vederla così poco interessata a trovare marito. -Figlia mia, non desidero vederti al fianco di una persona come Mr. Harvey, ma il tempo passa e la bellezza svanisce.- Quelle parole ferirono molto Elèna. Sapeva di avere un certo fascino e che invecchiando il suo viso e il suo corpo l'avrebbero fatto con lei, ma tutte quelle pressioni da parte della madre e quelle parole dette con tanta schiettezza l'avevano colta alla sprovvista. 
-Lo so bene, madre, ma come ho sempre detto, non sposerò mai un uomo che non amo o che non ricambia il mio amore.- Fortunatamente la discussione poteva dirsi terminata. Le due donne erano appena arrivati di fronte il negozio di Miss Rosalie. 
Jocelyn non replicò, si limitò a sospirare, tormentata da mille pensieri. 

Elèna aveva mostrato il modello che desiderava a Miss Hutch e le aveva fatto provare una decina di vestiti, ma nessuno somigliava lontanamente a quello che aveva disegnato sul suo quaderno. -Mi dispiace Miss Collins, non credo di aver nulla di simile a ciò che cerca. Potrei mostrarle altri modelli se lo desidera.
La ragazza era sconfortata, sperava davvero di poter indossare quell'abito, ci aveva persino fantasticato su per tutto il tempo. 
-È sicura di aver controllato bene?- Jocelyn notava la profonda tristezza nel volto della figlia ma non riusciva a trovare una soluzione al problema. 
-No, mi dispiace Mrs. Collins. Potreste provare a farlo fare su misura ma non basterebbe il tempo.- Era un'idea che aveva già attraversato la testa di Elèna, ma i tempi erano troppo corti e non voleva rischiare di arrivare al giorno della festa senza nulla da indossare. -A meno che... Aspettatemi qui!- Rosaline scomparve dietro la tenda del negozio. 
Quando fece ritorno gli occhi della ragazza di illuminarono alla vista di quell'abito. Era ancora più bello di come l'aveva immaginato: i ricami in oro erano meravigliosi, come non ne aveva mai visti. Lo spacco sulla schiena era perfetto ed era seguito da un altro spacco verso la fine dell'abito così da lasciare scoperte le gambe dal polpaccio in giù. Sul davanti un leggero scollo a V era ornato dagli stessi ricami in oro presenti sulla parte posteriore. -Era questo il vestito che cercavi?- Elèna non riusciva a rendersi conto come fosse possibile che Rosaline avesse un abito così simile a quello da lei tanto desiderato. 
-È perfetto... Posso provarlo?- La donna le porse l'abito e Elèna corse nel camerino. 
Quando uscì da dietro la tenda la reazione delle due donne le fece capire quanto bene le stesse quel vestito. Stretto sui fianchi e sul seno, fasciava perfettamente il corpo della ragazza, esaltando ogni curva del suo corpo. -È quello giusto.- Disse Elèna guardandosi allo specchio e passando la mano sul morbido tessuto. Poi si voltò verso la madre che sorrideva compiaciuta. Fece un semplice cenno di assenso alla figlia, che la abbracciò per quanto era felice.-Grazie madre, grazie davvero.

I due giorni successivi passarono velocemente. Elèna cercò di preparare ogni minimo dettaglio per quella sera. Scarpe perfette, capelli perfetti, gioielli abbinati con i dettagli in oro del vestito, e ovviamente, l'abito perfetto. -Mi sembra quasi impossibile.- Disse all'amica mostrandole il vestito. Margaret era andata a farle visita per vederlo in anteprima e quando Elèna lo provò, l'espressione di stupore dell'amica rese ancor più felice la ragazza. -Sembra fatto su misura per te. Domani sera sarai tu la protagonista della festa, ne sono certa.- Le disse con totale sincerità. Nella sua testa pensò a quanto bella fosse quella ragazza e a quanto poco valorizzasse se stessa. Poteva avere tutto ciò che desiderava, sarebbe stata capace di avere tutti i ragazzi ai suoi piedi se solo avesse permesso al suo cuore di provare sentimenti per altri uomini al di fuori di Mr. Styles. 

Il giorno della festa arrivò senza che Elèna ci facesse caso. I due giorni che aveva a disposizione per far sì che tutto fosse perfetto, erano scaduti. Mancavano oramai meno di due ore al grande evento e non riusciva a contenere l'emozione. 
-Elèna, sei pronta? Fra pochi minuti dovremmo partire.- Jocelyn bussò ed entrò nella stanza della figlia. Vedendola rimase immobile sulla soglia della porta. Aveva sempre riconosciuto la bellezza di Elèna, bellezza che lei non tendeva a valorizzare spesso. -Sei bellissima.- Disse cercando di soffocare le varie emozioni che provò nel vederla in quell'abito dorato. 

Nonostante ci avesse fantasticato su per così tanto tempo, una volta arrivata di fronte la dimora dei Robinson sentì il cuore bloccarsi in gola. I piedi e le gambe le tremavano e sentiva lo stomaco contorcersi. "Puoi farcela. Devi farcela. Adesso scendi e goditi la serata." continuava a ripetere nella sua testa. 
Scese dalla vettura e si guardò attorno. Sembrava di essere in un regno incantato. Era tutto così bello e pieni di luci e di gente che rideva e correva verso l'entrata. 
La ragazza fece un profondo respiro e raggiunse i suoi in fondo alla scalinata. 

Quando entrò nella sala principale della villa dei Robinson, rimase a bocca aperta. Era enorme e decorata come un vero e proprio castello degno di una principessa. 
Dal soffitto pendevano dei lampadari enormi che illuminavano le grandi scalinate ad entrambi i lati della sala. Sul corrimano in marmo delle scale erano appesi dei lunghi drappeggi bianchi con dei fiori intrecciati tra essi. La musica risuonava da quello che doveva essere il salone dove tenevano i balli e tra camerieri che sfrecciavano trasportando vassoi con flûte di champagne si udivano le risate e le espressioni di stupore degli invitati. 
-Elèna.- Una voce femminile risuonò alla sue spalle, era Miss Margaret in un vestito blu notte di lunghezza poco più su del ginocchio e pieno di frange che si muovevano ad ogni suo passo. 
-Sei bellissima, amica mia.- Disse Elèna abbracciandola. -E devo ammettere che i capelli raccolti ti donano molto, evidenziano i tratti delicati del tuo viso.
-Grazie Elèna cara, tu anche sei splendida. Fra tutte le ragazze che ho visto finora, sei senza alcun dubbio la più bella ed elegante.
Le due amiche, dopo essersi complimentate l'una con l'altra per l'ottima scelta nel vestirsi, si allontanarono dalle rispettive famiglie e andarono a fare un giro. Entrambe rimasero stupite da quanto bella fosse la villa dei Robinson. Si posero diverse domande su quanto fossero venuti a costare tutti gli addobbi, più che una villa sembrava una reggia. -Lo hai già visto?- Margaret era curiosa di sapere se la sua amica e Mr. Styles si fossero già incrociati, ma dall'espressione della ragazza evidentemente non v'era nemmeno l'ombra del giovane. -Tranquilla, sarà qui da qualche parte.
-Beh, nonostante io non veda l'ora di incontrare Mr. Styles, non posso nasconderti che questa musica mi fa venire una voglia matta di andare a ballare. Che ne dici?- Elèna guardò l'amica cercando di convincerla e Miss Margaret non se lo fece chiedere due volte. Si presero per mano e corsero verso il salone da dove proveniva la musica. 

Ballarono tre, quattro, cinque canzoni senza mai fermarsi, con i piedi doloranti ma i sorrisi che risplendevano sui loro volti, finché Elèna non lo vide. 
La porta del grande salone si aprì e vi fece ingresso Mr. Styles. Aveva uno dei completi più belli che la ragazza gli avesse mai visto indosso. La camicia nera era abbottonata fino al penultimo bottone e sopra indossava una giacca dello stesso colore ma con un tocco d'oro dato da alcuni ghirigori che partivano dal colletto della giacca e arrivavano fino alla fine di essa. Anche i pantaloni e le scarpe erano dello stesso colore. Elèna si rese conto di quanto gli donasse il nero, lo rendeva così misterioso e attraente allo stesso tempo. 
Passò una mano fra i capelli, perfetti come sempre e cordialmente ricambiò il saluto di tutti coloro che lo avevano fermato. 
La giovane lo guardava con occhi affascinati e pieni di stupore mentre camminava lungo la stanza, con passo deciso verso Miss Adeline. 
Lei era bellissima, una vera dea. Il vestito bianco latte che indossava faceva risaltare sempre di più il colore dei suoi occhi e dei capelli. Aveva delle spalline finissime. La seta del vestito si adattava perfettamente ai fianchi stretti di Adeline per poi ricadere morbidamente lungo le gambe. I suoi capelli erano raccolti in uno chignon impeccabile che faceva risaltare il collo magro ed elegante dal quale pendeva una collana nera lunga quasi fino l'ombelico. Harry le prese le mano e le diede un leggero bacio. -Siete bellissima. I miei più cari auguri, Adeline.- Sussurrò al suo orecchio affinché solo lei potesse sentire quelle parole. 
Elèna, dall'altro lato della sala desiderò di poter essere al suo posto, di sentire anche lei la voce di quel giovane, quelle parole che sarebbero rimaste fra lei e Mr. Styles.
-Non potrei mai competere con lei, è... è perfetta.- Sconfortata si mise a sedere lasciando che la tristezza prendesse spazio sul suo volto. Margaret si avvicinò tentando di consolarla, ma Elèna non voleva sentir ragione. Forse non era stata una così buona idea presentarsi a quel ricevimento. 
As un tratto la musica terminò e un tintinnio di bicchieri attirò l'attenzione di tutte le persone presenti nella sala. -Buonasera a tutti. Io e la mia famiglia siamo lieti di darvi il benvenuto in casa nostra.- Era il signor Robinson a parlare. Al suo fianco si trovavano la moglie, il fratello minore di Adeline e Adeline. -È una così bella sensazione avervi tutti qui a questa festa in onore del compleanno di mia figlia. Proporrei quindi di alzare i calici e brindare a lei.- Tutti presero un bicchiere, Elèna compresa, e lo sollevarono in alto. -A mia figlia, Adeline. Che possa questo essere il primo di tanti altri giorni felici. Auguri a te!- Esclamò l'uomo guardandola e sorridendo soddisfatto. 
-Tanti auguri Miss Robinson.- Un coro di voci si sollevò mentre i bicchieri tintinnavano l'uno contro l'altro.
Lo sguardo di Elèna corse verso Harry che stava brindando con tutta la famiglia Robinson. Guardava Adeline come si guarda un qualcosa che non si vorrebbe mai dimenticare e alla giovane Miss Collins si strinse il petto. 
La musica ripartì, era un lento ed Elèna sapeva bene che non sarebbe riuscita a sopportare la vista di Mr. Styles e Miss Robison mentre danzavano su una delle melodie di cui lei era più innamorata. -Penso che andrò a prendere una boccata d'aria.- Non aspettò nemmeno la riposta dell'amica, si alzò e uscì fuori nel grande balcone che dava sul giardino anteriore. Al centro vi era una fontana; l'acqua zampillava da ogni parte con eleganza. 

L'aria non era fredda, c'era solo una leggera brezza che spostava delicatamente il vestito di Elèna. 
La ragazza alzò gli occhi verso il cielo e cominciò a fissare le stelle. Erano infinite e brillavano come non le aveva mai viste prima. La brezza trasportava la musica all'esterno della sala ed Elèna chiuse gli occhi lasciandosi trasportare. Ma quel momento durò solo qualche secondo. -Perchè una così bella ragazze è sola su questo balcone mentre dentro c'è una grande festa?- Quella voce la fece tremare. Ogni singola parte del suo corpo gelò, come se d'un tratto si fosse alzato il vento. Elèna quasi non poteva crederci. Si voltò lentamente e lo guardò. L'abito nero si confondeva nell'ombra ma potè vedere i suoi occhi, che brillavano sotto la luce delle stelle. 
Il giovane fece un passo più avanti e fu lì che Elèna lo vide chiaramente. 
Non riusciva a smettere di guardarlo. Con un filo di voce pronunciò le uniche parole che riuscì a formulare nella testa: -Siete voi...

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Bene, bene. Il terzo capitolo finisce qui! Prima di tutto vorrei ringraziare i lettori che stanno seguendo questa storia da poco pubblicata. So che ancora i personaggi e la trama in generale possono sembrare vuoti, ma siamo solo all'inizio, tutto si sta ancora sviluppando. 

Forse avrete notato che questo capitolo è molto più lungo del solito, questo perché nei giorni successivi non so se riuscirò a scrivere per via dello studio e quindi ho pensato di scrivere un po' di più questa volta. Ebbene sì, dovrete aspettare qualche giorno per sapere come continuerà la storia. Per ora spero vi stia piacendo e attirando. Se vi va di farmi sapere cosa ne pensate, fatelo pure, ne sarei ben felice.

Detto questo vi auguro una buona serata. A presto con il prossimo capitolo xx

-Vals🌻

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


La gente rideva e ballava a ritmo di musica. Giovani ragazze che si agitavano nei loro vestiti dai colori sgargianti e altre che cercavano disperatamente di attrarre l'attenzione di qualche facoltoso giovane all'interno della sala. Camerieri che si destreggiavano nella pista da ballo mentre portavano vassoi pieni di flûte ormai vuote. 
Miss Margaret stava danzando con uno dei tanti pretendenti. A guardarla in volto era impossibile non notarne la felicità. Si stava divertendo come non faceva da tempo, tanto da non accorgersi che la sua amica non aveva ancora fatto ritorno in sala.

-Vi ho detto che non sono dell'umore di ballare con voi, Mr. Harvey.- Su quel balcone, ormai da diversi minuti, Elèna stava discutendo con Elijah. Le era piombato alle spalle per invitarla a ballare, quando tutto ciò che desiderava lei era rimanere da sola. 
Udire quella voce profonda le aveva fatto accapponare la pelle. Non sapeva chi fosse realmente il tanto chiacchierato Mr. Elijah Harvey, ma le voci che circolavano su di lui in città avevano fatto sì che Elèna non potesse che averne una pessima opinione. 
-Preferisce davvero rimanere su questo balcone tutta sola?- La sua voce risuonò nelle orecchie della ragazza che tentava di cacciarlo via senza essere scortese. -Da come mi avete guardato pochi minuti fa sembrava spaventata nel trovarsi qui fuori da sola.- Scostò il ciuffo che gli era ricaduto davanti gli occhi e si avvicinò sempre di più ad Elèna. La ragazza sentì il corpo irrigidirsi. Era lontana da tutto e tutti, non l'avrebbero mai potuta aiutare, qualsiasi cosa fosse successa. 
Mr. Harvey allungò una mano e le carezzò delicatamente il volto. Elèna non riusciva a muoversi e voleva maledirsi in quel preciso istante. -È solo un ballo, Miss Collins, non si faccia pregare.- Il ragazzo era fin troppo sicuro di sé per lasciarsi scappare nuovamente l'occasione di passare del tempo con Miss Collins. Ne era sempre stato attratto, ma ogniqualvolta la incrociava per strada, lei trovava sempre il modo di evitarlo. Ma nel momento in cui l'aveva vista uscire su quel balcone, non aveva perso nemmeno un attimo del suo tempo. Con qualsiasi donna si stesse intrattenendo, nessuna era all'altezza di Miss Collins. 
Era sempre stato affascinato dalla sua bellezza, ma quella sera, in quell'abito dorato, aveva catturato la sua attenzione ancora di più, tanto da spingerlo a seguirla su quel balcone. Ma probabilmente, ciò che stuzzicava di più l'interesse di Harvey era questo continuo disinteresse da parte di Elèna nei suoi confronti. Non riusciva a spiegarsi come potesse essere l'unica donna che riuscisse a resistere al suo fascino da bello e dannato. Perché sì, Mr. Harvey era ben consapevole di essere un giovane affascinante, di una bellezza che andasse al di là dei canoni di quel tempo. Ma ad Elèna questo non importava, anzi, la terrorizzava e lui non riusciva a darsi pace per questo. 
-Vi prego, lasciatemi andare.- Con voce flebile Miss Collins chiese di essere lasciata in pace. Non ne poteva più di quella situazione. Presto non sarebbe più riuscita a mantenere un comportamento cortese con quel giovane tanto impertinente, ma Mr. Harvey non voleva sentir ragione. 
Quando Elèna cercò di scostarlo lui le bloccò i polsi e la spinse contrò la ringhiera in marmo del balcone. 
-Non so quali storie siano giunte alle vostre orecchie, ma le assicuro non sono chi crediate io sia, Miss Collins.- Disse con un tono quasi minaccioso.- Sto solo cercando di passare una bella serata con una bella ragazza.- Lentamente si avvicinò al volto pallido di Elèna, che intanto continuava a dimenarsi per liberarsi dalla forte presa di Elijah, ma era impossibile, lui era troppo forte e lei troppo spaventata.
Una lacrima le scese lungo la guancia. Voleva urlare ma non ne aveva la forza. -Per favore, lasciatemi, lasciatemi.- Disse tra un singhiozzo e l'altro sperando che qualcuno arrivasse a salvarla da quella situazione per niente piacevole. -Aiuto! Aiut...- La mano di lui le lasciò il polso per coprirle la bocca, ma nonostante il braccio libero, Elèna non riuscì a fare molto. Era agitata e terrorizzata da quella situazione, da quel giovane così insistente. Pensò rapidamente e con un movimento veloce gli morse la mano e lo spinse il più lontano possibile. Harvey cacciò un urlo maledicendo la ragazza, che intanto si stava avvicinando all'entrata della sala. 
Nel momento in cui aprí la porta, una mano la prese per il braccio trascinandola nuovamente contro la ringhiera. -Non è certo questo il modo di trattare un gentiluomo.- Elèna piangeva. Non sapeva più cosa fare mentre il corpo snello e altro di Elijah le si avvicinava sempre di più. 
-Mr. Harvey!- Qualcuno da dietro le spalle di Elijah lo richiamò furiosamente ed Elèna ringraziò il cielo. In un istante due mani presero Mr. Harvey dalle spalle e lo lanciarono verso il pavimento. 
Elijah si rialzò subito mentre il ragazzo gli andava incontro furioso. -Cosa avevate in mente di fare?- Le mani del giovane presero il colletto di Mr. Harvey che continuava a strabuzzare gli occhi tanto incredulo da ciò che stava accadendo.
-Vi prego, lasciatelo andare.- Urlò Elèna in preda al panico. -Basta! Voglio solo che vada via e mi lasci in pace.- Il tono della ragazza era straziato. 
Il giovane guardò Miss Collins che ancora piangeva poggiata alla ringhiera e mollò la presa sul colletto della camicia di Mr. Harvey. Gli occhi di Elijah erano carichi di rabbia. Non poteva credere di essere stato umiliato così davanti a Miss Collins. 
-Siete così fortunata che sia arrivato il cavaliere a salvarvi.- Disse sistemandosi la giacca e i capelli. Poi si voltò verso il ragazzo che continuava a guardarlo con occhi furiosi. -E voi, godetevela pure, è solo una sciocca ragazzina.- Senza dire altro entrò nella sala scomparendo dalla vista dei due ragazzi.
Il ragazzo corse incontro ad Elèna. -State bene?- Il corpo le tremava ancora. Non poteva credere a ciò che aveva passato pochi istanti prima su quel balcone tanto quanto le risultò impossibile credere alla visione che le si presentò davanti gli occhi. 
A guardarla in volto era evidente che non stesse bene, per niente. 
Alla domanda del giovane fece segno di "no" con la testa tanto era spaventata. -Come vi chiamate?- Elèna lo guardò e con un filo di voce pronunciò il suo nome: -Elèna, Elèna Collins.- Il ragazzo sorrise e lei sentí il cuore accelerare.
-Piacere di conoscerla Miss Collins, io sono Harry Styles.-La sua voce, constatò Elèna, era più profonda di quanto l'avesse immaginata nei suoi sogni e lui da vicino era ancora più bello. 
I suoi occhi erano davvero dello stesso colore di uno smeraldo e non riusciva a distogliere lo sguardo tanto belli erano. 
Mr. Styles non aveva idea dei sentimenti che provava la giovane nei suoi confronti, ma in quel momento il cuore di Elèna stava battendo talmente forte da aver paura che lui potesse sentirlo. Non riusciva a credere a ciò che stava succedendo. Lui era lì. Mr. Styles era di fronte a lei e la guardava e per una volta erano solo loro due, Elèna era certa che gli occhi di lui stessero guardando solo i suoi. 
Troppe emozioni erano arrivate tutte insieme tanto che non riuscì a sopportarne il peso e scoppiò in lacrime. -Miss Collins, non pianga, è tutto finito.- Il gesto inaspettato di Styles le fece mancare l'aria. Non era possibile stesse succedendo a lei. La strinse contro il suo petto carezzandole i capelli delicatamente, come si fa con qualcosa che si ha paura di rompere. 
Non la conosceva nemmeno ma si preoccupava per lei a tal punto. -Adesso ci sono io con lei, andrà tutto bene.

-State meglio adesso?- La ragazza aveva pianto ancora un po' tanto era confusa e scossa da tutto quello che era accaduto. 
Un attimo prima chiedeva aiuto mentre quel viscido di Mr. Harvey la teneva bloccata contro il marmo della ringhiera, e un attimo dopo 
Mr. Styles la stringeva al suo petto. 
Elèna non riusciva a togliersi dalla testa il profumo di Harry. Un misto di menta e limone, pungente ma delicato allo stesso tempo.
-Sì, grazie a lei. Se non fosse arrivato...- Sentì che le lacrime stavano nuovamente per uscire ma non voleva che il primo ricordo che Harry avesse di lei fosse quello di una ragazza che non faceva altro che piangersi addosso, così trattenne il respiro e si morse il labbro.
-Non deve più pensarci. So bene che tipo di persona è Mr. Harvey.- Disse il giovane aggrottando la fronte. -Solo che, se posso permettermi, non capisco cosa ci facesse una ragazza come lei con una persona viscida come lui.- Quella domanda non avrebbe mai ricevuto una vera risposta, Elèna lo sapeva. Non poteva certo dire che si trovava lì fuori perché non poteva sopportare la vista di lui e Miss Adeline che ballavano insieme felici, non poteva certo dirgli che provava dei sentimenti indefiniti per la sua persona nonostante non l'avesse mai visto prima di quel momento.
-Io e lui non ci siamo mai conosciuti davvero e ho sempre cercato di tenermene alla larga, ma da tempo non fa altro che avvicinarsi e cercare di intrattenere una discussione che io non vorrei mai iniziare.- Fu l'unica risposta sensata che riuscì ad elaborare in quel momento di confusione, sperando di non far trapelare alcuna emozione. -Non provo alcun interesse per Mr. Harvey e mai lo proverò.- E di questo ne era certa, il suo cuore apparteneva solo al giovane che sedeva di fronte a lei, su quel balcone, sotto quel cielo stellato. 
Ma si rese conto che quel sogno di lì a poco avrebbe trovato una fine. Adeline lo stava sicuramente cercando e lei non voleva rischiare. -Mr. Styles, la ringrazio molto per il suo aiuto e la sua pazienza, ma credo di dover rientrare in sala. La mia amica mi starà cercando, e probabilmente anche lei sarà richiesto.- Aveva passato così tanto tempo sperando di poterlo incontrare e adesso che si trovava da sola con lui, era stata costretta a dover mentire. Non voleva di certo che lui tornasse fra le braccia di Miss Robinson, ma cos'altro poteva fare? Era erta che dentro nessuno la stesse cercando o aspettando, ma di lì a poco qualcuno avrebbe cercato Harry ed Elèna non poteva permettersi di farsi trovare da sola con lui, non quando Mr. Styles era impegnato con un'altra.
-Oh, ma certo. Forse dovrei rientrare anche io, ha ragione.- La ragazza sperava di ricevere una risposta diversa, ma nel profondo sapeva che non sarebbe mai successo. -Lei è sicura di star meglio?- I suoi occhi la fissavano ma non in modo ossessivo, erano dolci e la facevano sentire al sicuro.
Era così? Stava meglio? Forse sì, i forse aveva bisogno di essere ancora guardata da quegli occhi che tanto amava. -Sì, adesso va decisamente meglio.- Rispose Elèna senza divagarsi troppo. Lui le sorrise e come sempre, agli angoli della bocca comparvero quelle fossette che tanto facevano sciogliere il cuore della ragazza. 
Per la prima volta, come tutto quello che era successo quella sera, le aveva viste da vicino e lui aveva sorriso per lei. Era come vivere in uno dei suoi sogni, ma la pecca di tutto quanto era avere la consapevolezza che, come tutti i sogni che faceva, anche quello sarebbe finito di lì a poco. -È stato un piacere conoscerla Mr. Styles e non potrei mai ringraziarla abbastanza per ciò che ha fatto stasera.- Elèna si alzò sistemando le pieghe che si erano formate sul vestito.
-Il piacere è stato mio Miss Collins.- Le prese le mano delicatamente e vi poggiò le labbra sopra. Erano morbide, come le aveva sempre immaginate. Desiderò poter congelare il tempo a quell'istante. -Oh, e potete anche chiamarmi Harry.- Le sorrise nuovamente ed Elèna non poté evitare di arrossire. Cercò di nascondere le guance rosse dietro ai capelli, ma probabilmente era troppo tardi, l'aveva già notata.
-Buona serata, Harry.- Lo guardò per un'ultima volta, come se volesse fissare quell'immagine perfetta nella sua memoria, per sempre, per poterla riguardare ogniqualvolta ne sentiva il bisogno. Quella sagoma perfetta che risplendeva sotto la luce della luna, con le stelle che vi facevano da contorno. Poi girò le spalle e andò via continuando a pensare al volto del giovane e a quanto quella serata fosse terminata nel miglior modo possibile.
Harry rimase a guardare Elèna mentre lentamente rientrava in sala. Non l'aveva mai vista prima di quella sera, ma aveva l'impressione di averla sempre conosciuta. 
Era una bella ragazza, pensò fra sé e sé, quel tipo di bellezza che non poteva di certo passare inosservata. Si chiese se anche lei avesse qualcuno da amare come lui amava la sua Adeline e sperò per lei il meglio. 
Aveva pianto davanti ai suoi occhi, ma si rese conto che nessuna avrebbe mai avuto il suo coraggio. L'aveva vista dalla porta a vetri mentre mordeva la mano di Harvey e lo colpiva per scappare. L'aveva vista mentre si difendeva da quel ragazzo così rude poco prima che lui arrivasse in soccorso. Era convinto che fosse fragile ma anche molto coraggiosa, qualsiasi altra ragazza non avrebbe avuto la forza che aveva dimostrato lei e di questo ne era rimasto affascinato. 

Al rientro in sala nessuno dei suoi parenti sembrava essersi accorto della sua assenza. 
Elèna, perciò, decise di mettersi a sedere mentre tutti attorno a lei continuavano a danzare senza mai fermarsi a prendere fiato. 
Proprio di fronte a lei, accanto al tavolo dove poche ore prima si trovavano delle bevande, c'era Mr. Harvey intento a chiacchierare con due ragazze come se nulla fosse accaduto. Che persona insulsa, pensò Elèna. Come potevano tutte cadere ai piedi di un giovane come lui? Poteva anche essere bellissimo, ma il fascino non bastava a conquistare una donna, o perlomeno non bastava per conquistare lei. 
Con lo sguardo perso nel vuoto non si accorse che una figura si stava avvicinando sempre di più al tavolo dove era seduta. -Buonasera.- Un ragazzo dall'aria familiare le si avvicinò sorridendo. Dove l'aveva visto prima? -Non vorrei sembrarle inopportuno ma mi chiedevo se le andasse di ballare con me.- Il colore dei suoi occhi, in netto contrasto con il castano dei capelli, era indefinito: un miscuglio tra il verde e l'azzurro. Elèna notò che cambiavano rispetto alla luce e li trovava davvero belli e rari. Indossava un semplice smoking nero con una camicia bianca e un farfallino ma era ugualmente affascinante. 
-Ecco, io...- Non era certa di ciò che volesse fare. In parte avrebbe voluto ballare, le sarebbe servito per distogliere la mente da tutti i pensieri che continuavano a tormentarla e non voleva nemmeno passare tutta la sera seduta a guardare gli altri divertirsi, ma allo stesso tempo stava ancora cercando di metabolizzare quello che era successo. 
Con lo sguardo cercò Harry e dopo qualche secondo lo vide. Era al centro della sala e stava ballando con Adeline. Il suo viso era investito dalla luce e stava sorridendo come quella domenica mattina quando lo vide mentre si trovava seduta a prendere un the con Miss Margaret. Pensó che forse era il momento di guardare avanti e dare una possibilità ad altri giovani di avvicinarsi al suo cuore. Mr. Styles non avrebbe mai lasciato Adeline, poteva vederlo in ogni sguardo o gesto che rivolgeva nei suoi confronti. Guardó nuovamente il ragazzo di fronte. -Sì, mi piacerebbe molto.- Si alzò dalla sedia sistemando il vestito e afferrò la mano del giovane sfoggiando uno dei suoi più bei sorrisi. 
-Oh e giusto perché lei lo sappia, il mio nome è Gabriel Lewis e per me è un piacere poter ballare con lei, signorina.- Anche il ragazzo le sorrise ed Elèna trovò che aveva davvero molto fascino, ma continuava a chiedersi dove l'avesse già visto. 
-Mr. Lewis, io sono Elèna Collins e il piacere è mio.- Disse mentre si avviavano verso la pista da ballo. -Se non le sembro troppo invadente, lei ha sempre vissuto qui a Londra? Sa, ho come l'impressione di averla già conosciuta ma non ricordo né dove né come.
Il ragazzo fece un cenno di assenso con la testa. -Sì, non si sbaglia, non è la prima volta che mi vede in città. Siamo venuti a Londra un anno fa e siamo stati vostri vicini di casa per qualche tempo prima di trasferirci nei pressi di Covent Garden.- Era così buffo. Erano sempre stati l'uno a pochi passi dall'altra ma non si erano mai rivolti la parola. 
-Adesso ricordo bene! Mia madre vi preparò un dolce di benvenuto. Disse la ragazza pensandoci su. -Mi chiese di portarvelo il prima possibile ma io me ne dimenticai totalmente e lei si arrabbiò a dal punto che non mi parlò per due interi giorni. Sosteneva che le avessi fatto fare una brutta figura con i nuovi vicini.- Solo dopo qualche minuto si accorse che stava ballando ed era felice. Intrattenere un discorso con quel giovane le fece dimenticare tutto ciò che di brutto le era successo su quel balcone. 
-Io mi ricordo molto bene di lei. Se non sembro troppo sfacciato, oserei dire che la prima volta che vi vidi rimasi incantato dalla vostra bellezza.- Mr. Lewis parlò con una tale naturalezza che quasi sconvolse Elèna che invece era diventata tutta rossa in viso. 
Non era abituata a ricevere dei complimenti e quelle volte in cui succedeva, non poteva evitare di sentirsi in imbarazzo e non sapere mai come rispondere. 
-La ringrazio Mr. Lewis.- Il ragazzo sorrise a quelle parole e continuò a muoversi a ritmo di musica. 

I due ballarono e risero e si divertirono per tutta la durata della canzone e anche di quella successiva. Elèna era felice e avrebbe voluto ringraziare Gabriel per avere salvata da quella che sarebbe stata una serata di noia e solitudine seduta ad un tavolo a guardare gli altri divertirsi e ballare sulle note delle sue canzoni preferite. 
Più passava il tempo più il volume si alzava e la musica accelerava. Era tutto così inaspettatamente divertente. Non sentiva più dolore ai piedi, oramai si muovevano da soli seguendo il ritmo. -Ballate meravigliosamente Miss Collins.- Ulrò il ragazzo mentre le faceva fare una giravolta. 
-Grazie molte Mr. Lewis.- Lo guardò negli occhi ringraziandolo. -E potete anche chiamami Elèna. Abbiamo ballato abbastanza da poter mettere da parte tutta questa formalità.- La ragazza non riusciva quasi a riconoscere questa sfrontatezza nel tono della sua voce e nel suo carattere. Era sempre stata molto timida e riservata con chi conosceva da così poco tempo, ma con Gabriel era diverso, non sapeva perché, ma le sembrava di poter essere chi più desiderasse.
Elèna fece un'altra giravolta ma sentì la presa del giovane allentarsi sulla sua mano e un attimo dopo si ritrovò di fronte ad una figura imponente: Mr. Styles. -Buonasera Miss Collins,di nuovo.- Il ragazzo le sorrise e gli occhi di lei quasi uscirono dalle orbite. -Vedo che adesso si sta divertendo, sono molto felice per lei.
Se prima con Gabriel i suoi movimenti erano fluidi e spontanei, adesso si sentiva totalmente impacciata. Mr. Styles aveva questo effetto su di lei che proprio non riusciva ad evitare. -Sì, mi sto divertendo molto e in parte è anche grazie a lei.- Non voleva apparire stupida davanti ai suoi occhi e cercò di mantenere la calma il più possibile mente le mani di lui sfiorano ogni centimetro della pelle che non era ricoperto dal tessuto del vestito. 
Sotto la luce di quei lampadari era ancora più bello di quanto ricordasse. Quasi non poteva crederci. Una volta sì, ma ben due nella stessa sera era quasi impossibile. -Noto che anche lei ama ballare e devo farle i miei più sinceri complimenti.- Aveva ormai capito che rimanere in silenzio e farsi prendere dal panico non le sarebbe stato d'aiuto, quindi tanto valeva continuare a seguire il ritmo della musica e far sì che fosse questa a sciogliere i suoi nervi. 
-Anche lei è molto brava, fra le migliori ragazze con cui io abbia mai ballato.- Il giovane sorrise ed Elèna si chiese come fosse possibile che il sorriso di quel ragazzo fosse così dannatamente bello pur essendo semplice e naturale. -Ho notato che avete ballato diverse canzoni con lo stesso ragazzo, Mr. Lewis se non ricordo male.- Harry l'aveva osservata? Era questo quello che le aveva appena fatto intendere. Ma no, non era possibile, lui era stato tutta la sera con Miss Adeline, come poteva averla notata anche solo per un attimo?
-Sì, fino a poco tempo fa eravamo vicini di casa anche se non ci eravamo mai incontrati. È un vero gentiluomo.- Non poteva andare nel panico, non in quel momento. Doveva dimostrarsi il più rilassata possibile, ma Harry la metteva a dura prova. 
-A vedervi da lontano sembravate davvero una bella coppia, ho notato un certo intendimento fra voi e Mr. Lewis e come me, anche Adeline l'ha notato.- Sentir pronunciare quel nome dalla sua bocca era così strano. Come se un macigno le cadesse sul petto, schiacciandola al suolo e impedendole di respirare. 
Elèna sorrise. Non sapeva più cosa dire o come rispondere. -Anche voi e Miss Robinson sembrate avere un'ottima sintonia. Dovete tenere molto l'uno all'altra.- Che idiota era stata. Si era pentita di quelle parole un attimo dopo averle pronunciate. Sapeva che qualsiasi fosse stata la risposta di Mr. Styles, lei ne avrebbe sofferto. 
Lui si voltò verso Miss Adeline e sorrise per poi voltarsi tornare a guardare Elèna. -Sì, credo di aver trovato la mia anima gemella. Sono proprio innamorato di quella donna. A tal punto che sarei capace di commettere anche la più folle tra le pazzie.- Ed eccolo lì. Il macigno si era fatto sempre più pesante tanto che Elèna sentì davvero di non poter respirare. 
Quando la musica terminò e Mr. Styles la salutò, la ragazza corse via, il più lontano possibile da quella sala. 
Avrebbe pianto di lì a poco e non voleva assolutamente che qualcuno la vedesse. 

Arrivò in un lungo corridoio dove vi erano una moltitudine di porte. Aprì la prima: era un bagno. Vi si infilò dentro e a quel punto nulla riuscì a fermare le lacrime che cominciarono a scendere. 
Con Mr. Lewis si era divertita a tal punto da dimenticare ogni brutta cosa, ma nel momento in cui le sue mani avevano sfiorato quelle del dolce Mr. Styles, nulla aveva più avuto senso. Sentir pronunciare quella parola, avere la certezza di quanto profondo e forte fosse l'amore che il ragazzo provava verso Miss Robinson, fece crollare ogni castello che Elèna aveva costruito. Ogni speranza, ogni sogno e desiderio, nulla aveva più senso d'esistere.
Alzò gli occhi e si guardò allo specchio. Vide riflessa l'immagine di una ragazza devastata, così chiuse gli occhi ma fu la scelta peggiore che potesse fare perché davanti a sé rivide l'immagine di Harry. 
Continuava a rivederlo in quel suo completo nero, e immaginava ancora di trovarsi riflessa nei suoi occhi, ripensando a quel momento in cui i loro corpi si erano stretti l'un l'altro. La sensazione che aveva provato non era descrivibile in alcun modo. Era stato come bruciare dentro ma senza provare alcun dolore. Come se il contatto con la sua pelle avesse risanato ogni suo graffio e ogni sua crepa. 
Com'era possibile tutto ciò che le stava accadendo? Non riusciva a spiegarselo. 
Una sola cosa era certa: dal momento che i suoi occhi avevano incrociato quelli di Mr. Styles non avrebbero visto nient'altro se non quel giovane su quella pista da ballo che la faceva piroettare mentre continuava a sorridere; non riusciva a dimenticare quelle mani ruvide al tatto, come di chi suona con passione un strumento da troppo tempo. 
Se prima credeva di provare dei sentimenti per Mr. Styles, adesso ne aveva la piena certezza e non sapeva come spiegare al suo cuore che innamorandosi di quel giovane avrebbe sofferto per l'eternità.

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Ecco a voi il quarto capitolo della storia. Spero vi sia piaciuto. 
Il prossimo capitolo è quasi terminato e credo di postarlo già da domani.
Vi auguro una buona giornata 🌹

-Vals 🌻

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


I raggi del primo sole estivo entravano dalla finestra, colpendo il viso stanco della ragazza. Era ancora distesa a letto, senza alcuna voglia di uscire da sotto le coperte per cominciare una nuova giornata.
Come poteva riuscirci se continuava a rivivere quella precedente? 
Elèna si svegliò con un terribile mal di testa, dovuto probabilmente a tutto lo stress e ai lunghi pianti.
La serata era finita con un altro grande brindisi e il taglio della torta. 
Gli ospiti applaudirono Miss Adeline mentre soffiava sulle ventuno candeline che riuscì a spegnere in una sola volta, o almeno così dissero i genitori di Elèna mentre parlavano di quanto fosse stata bella quella festa. 
La ragazza era rimasta chiusa in quel bagno senza riuscire a fare rientro in sala. 
Detestava sentirsi in quel modo. Detestava sentirsi così fragile a causa di un ragazzo che conosceva a malapena e con il quale aveva ballato per soli due minuti. Ma intanto nella sua testa continuavano a ripetersi le stesse immagini di sempre: lui che entrava con il suo vestito, che spostava i suoi capelli e sorrideva a tutti. Lui che la salvava da quell'uomo sul balcone e che la stringeva al petto carezzandole delicatamente i capelli. Ricordava le sue mani che le cingevano i fianchi o che la facevano piroettare come aveva sognato per mille notti. Sentiva ancora la sua voce pronunciare il suo nome: roca, ma dolce e sensuale. Le sue narici percepivano ancora il profumo di Mr. Styles, impossibile da dimenticare. Ma a quel punto arrivavano anche i ricordi brutti e da lì era tutto un piangersi addosso e commiserarsi ed era quella la parte che odiava di più: la commiserazione. Lei non era così, non lo era mai stata e non sopportava che qualcuno, chiunque esso fosse, anche quel giovane affascinante di Mr. Styles, potesse avere questo potere su di lei e sui suoi sentimenti. Le cose dovevano cominciare a cambiare, ma per essere possibile era lei stessa a doversi convincere di tale cambiamento. 
Il suo cuore non poteva più appartenere ad un uomo che non l'avrebbe mai guardata, mai desiderata, mai amata. 
Scostò le coperte e si allungò verso il comodino di legno lucido per prendere il diario che si trovava lì sopra da molte notti, ormai. Lo sfogliò e si rese conto che la maggior parte della pagine parlavano di lui, di quel giovane londinese che le aveva rubato cuore e anima e che continuava a farla soffrire, anche se inconsapevolmente. Poi vide quella frase, quella che scrisse quando cominciò a sognarlo notte dopo notte: «Tutti i giorni son notti per me, finché io non ti vedo, e giorni luminosi son le notti quando mi appari in sogno.»
Elèna amava la letteratura, la musica e la poesia, e per lei quel ragazzo era questo. Arte. 
Tutto ciò che Mr. Styles era, lei poteva riassumerlo in una sola parola. Avrebbe potuto rivederlo in mille sonetti, in mille citazioni, in mille libri e musiche. Lo avrebbe visto in ogni quadro che le ispirasse sentimenti profondi. Lei lo avrebbe visto dove nessuno poteva arrivare. 
Non riusciva a vedere in lui nient'altro che luce e colore. Le ombre non facevano parte della sua persona, non era minimamente possibile, pensò Elèna, ma si rese conto che se era davvero l'amore quello che più desiderava avere nella sua vita, Mr. Styles non poteva più fare parte dei suoi giorni e delle sue notti. 
Prese ogni pagina in cui compariva anche solo per una volta il suo nome e la strappò via da quel diario. Non riuscì a distruggerle in mille pezzi, non era ancora pronta a buttar via i suoi ricordi, a cancellarli del tutto. Era anche grazie a quelli se si era resa conto che la sua vita doveva andare avanti senza Mr. Styles al suo fianco. Così li piegò e li chiuse dentro una scatola che ripose sul fondo del grande armadio dello stesso legno del comodino. -È giusto così, Elèna.- Disse ad alta voce per convincersi di non tornare indietro sui suoi passi. -Non puoi continuare a desiderare qualcuno che non avrà mai occhi per te.- Posò la chiave dentro il cassetto del comodino ed uscì dalla stanza. 
Quando scese le scale sentì la voce di sua mamma prevenire dall'ingresso. Stava ringraziando qualcuno ma non riuscì a capire chi fosse. Poi la porta si chiuse e i passi della donna si fecero sempre più vicini a lei. -Buongiorno.- Jocelyn le sorrise mentre portava un mazzo di fiori in mano. Erano bellissimi, di mille colori. Talmente belli che Elèna strabuzzò gli occhi quando li vide. -Per...per chi sono?- Scese le scale e raggiunse la madre che si era avviata verso la cucina per riporli in un vaso pieno d'acqua. 
-Per te, figlia mia.- Nel suo tono di voce v'era una felicità che Elèna trovò inaspettata. -Li ha portati un giovane stamattina. Ha chiesto di te ma non eri ancora venuta a far colazione e non sapevo se fossi sveglia o meno.- Ciò che udì la ragazza furono solo le prime parole. Il tempo si fermò nell'istante in cui la madre disse che fu un giovane a portare quei fiori per lei. 
Guardò la madre perplessa e poi si avvicinò al mazzo che era già stato riposto in un vaso pieno di decorazioni. -Chi era questo giovane? Che aspetto aveva?- I suoi pensieri corsero subito verso l'unica persona che il suo cuore desiderava, anche se nel profondo sapeva non poter essere lui.
-Aveva i capelli scuri e degli occhi meravigliosi, oserei dire. Un contrasto talmente evidente che all'inizio non riuscivo a non guardarli. Erano verdi o forse...- Elèna non la lasciò continuare. Prese quei fiori con sé e li portò in camera per poggiarli sul davanzale della finestra. -Elèna!- Urlò la madre dal piano di sotto. -Ma cosa ti prende?- Jocelyn rimase incredula. Non si aspettava una tale reazione da parte della figlia. Lei, che non aveva mai mostrato interesse per nessun ragazzo, era appena corsa al piano di sopra stringendo un vaso pieno di quei fiori che le erano stati recapitati.
La ragazza notò che fra di essi vi era una busta bianca. La prese e la girò. Sulla parte posteriore c'era scritto qualcosa: Per Miss Collins, affiinchè non dimentichi la meravigliosa serata.
Aprì la busta e prese la lettera che si trovava al suo interno. Trovò che la calligrafia del giovane era molto elegante. 
"Cara Miss Collins, le scrivo questa breve lettera per ringraziarla della sua compagnia. Ieri ho passato una delle notti più belle danzando con lei e spero che ciò sia reciproco. Non ho avuto modo di salutarla dopo la festa tanta era la confusione, ma spero di poterla incontrare per le strade di Londra. 
Purtroppo sono dovuto partire questa mattina per un impegno inaspettato. 
Non spero in una vostra risposta immediata, ma se doveste cambiare idea fra una settimana farò ritorno a Londra e potremmo incontrarci nel bar vicino casa sua per poter prendere un the insieme. Se dovesse accettare il mio invito, la mattina di sabato prossimo alle undici in punto sarò seduto lì ad aspettarla. 

La ringrazio ancora per avermi tenuto compagnia e le porgo i miei più cari saluti nella speranza che questi fiori siano di suo gradimento.

Con affetto,
Mr. Gabriel Lewis."

Elèna lasciò cadere la lettera sul pavimento e vi si accasciò. Per un attimo, un solo attimo aveva creduto che fosse stato Mr. Styles a regalarle quei fiori e scriverle quella lettera. Era stata così affretta nel pensarlo. Era davvero arrivato il momento di cancellare ogni traccia di quel giovane che tanto la faceva soffrire. Forse Mr. Lewis l'avrebbe fatta felice. Con lui non era stato difficile divertirsi, sorridere e dimenticare tutto ciò che di brutto le era accaduto. Decise che era il momento di dare la possibilità a qualcun altro di entrare a fare parte della sua vita, decise che nel suo cuore doveva esserci abbastanza spazio per provare affetto per un'altra persona che non fosse Mr. Styles. 
Si rialzò dal pavimento e raccolse la lettera riponendola nella busta. La mise dentro il suo diario che poggiò nuovamente sul comodino.
Scalino dopo scalino si rese conto che sua madre era presente qualche minuto prima, quando aveva reagito in quel modo, e che senza alcun dubbio le avrebbe fatto domande che sarebbero risultate scomode alla ragazza.

Sentiva il rumore delle tazzine poggiate sui piattini da caffè e lo stomacò le brontolò quando il dolce profumo della colazione che si trovava in cucina le arrivò come una ventata d'aria fresca. Non poteva evitare sua madre per sempre, meglio dirle la verità il prima possibile. Si fece coraggio ed entrò nella cucina dove Jocelyn e suo marito stavano facendo colazione. 
Intenti, lui nel leggere il giornale e lei nel versare il caffè nelle tazzine, non si accorsero della presenza della ragazza che era entrata in cucina in punta di piedi. Elèna schiarì la voce e a quel punto i genitori alzarono gli occhi e le sorrisero. -Finalmente puoi unirti a noi.- Suo padre, Mark, spostò la sedia e le fece segno di avvicinarsi. -Buongiorno Elèna.- La ragazza lo guardò e scoppiò a ridere. Il padre non capì il perché di quella risata e la guardò perplessa. I baffi dell'uomo erano pieni di molliche e lui non ci aveva fatto completamente caso. Elèna non riusciva a smettere di ridere, così Mark si rivolse a Jocelyn che accennò anch'ella una risata. 
Senza dire una parola prese un tovagliolo e tolse le briciole dai baffi. -Ecco, adesso va sicuramente meglio.- Jocelyn rise nuovamente e con lei anche suo marito che aveva appena compreso il perché della reazione delle due donne. 
Si allungò e le carezzò il volto -Come farei senza di voi, mia cara Jocelyn?- La donna scosse la testa e lo guardò sorridendo mentre Mark le si avvicinò per darle un leggero bacio. -Vi amo così tanto.- Disse successivamente mentre Elèna si sedeva a tavola. 
Rimase a guardarli mentre si sorridevano a vicenda e si accorse che non erano semplici sorrisi, ma sguardi complici. Come di chi si ama da tanto tempo e continua a farlo giorno dopo giorno. La ragazza notava sempre i piccoli gesti d'affetto che si scambiavano i genitori e spesso desiderava di poter vivere una storia come la loro, che dopo anni continuava ad essere vera e piena d'amore. -Elèna cara, c'è qualcosa che vorresti dirci?- La domanda che pensava di aver evitato era appena stata posta dalla madre, che la guardava senza distogliere lo sguardo. -Da parte di chi erano quei meravigliosi fiori? Qualcuno di speciale?- Era così? Gabriel era una persona speciale? Come poteva descriverlo se lo aveva visto solo qualche minuto mentre ballavano insieme? 
-Il suo nome è Gabriel Lewis, probabilmente vi ricorderete di lui. Un anno fa si sono trasferiti qui a Londra e sono stati nostri vicini per qualche tempo.- Elèna ricordò alla madre di quando preparò la torta per loro, torta che però non venne mai recapitata a causa di una sua dimenticanza. -Non ci parlammo per due giorni interi.- Jocelyn ricordava bene di quella brutta figura che le aveva fatto fare la figlia. Chissà che tipo di vicina pensavano fosse. -Abbiamo ballato qualche canzone insieme ieri sera, ma niente di più. Non avevo mai parlato con Mr. Lewis.- Disse la giovane fissando qualsiasi cosa tranne gli occhi dei genitori. -Questa mattina, a causa di un impegno inaspettato, si è dovuto allontanare da Londra e conta di farvi ritorno fra una settimana. Mi ha anche chiesto di andare a prendere un the insieme ma...- A quelle parole la madre esultò di gioia. Mr. Lewis era un ottimo partito, pensò subito Jocelyn. Un ragazzo gentile ed elegante. Anche se conosceva appena la famiglia, la loro presenza alla festa significava sicuramente che erano benestanti. La donna non riuscì a trattenere la felicità. Finalmente sua figlia, la sua unica figlia, aveva trovato un uomo che sarebbe potuto divenire suo marito. 
-Sono così felice. Ovviamente dovresti accettare l'invito. Mr. Lewis sembra un così caro ragazzo e appartiene anche ad un'ottima famiglia.- Elèna fissò la madre sconvolta. Non si aspettava certo una reazione del genere da parte sua. Era certa che la donna stesse già immaginandola con un abito da sposa che procedeva verso l'altare mentre Mr. Lewis l'attendeva in smoking. 
Cercò conforto nello sguardo del padre, il quale aveva deciso di estraniarsi dalla discussione. Conosceva molto bene il carattere di sua figlia e di sua moglie e non voleva intromettersi in quella che dì lì a poco sarebbe divenuta una discussione molto accesa. -Non so ancora se accetterò, ma ho preso l'invito in considerazione. Adesso, se mi volete scusare, preferirei tornare nella mia stanza.- La ragazza si alzò bruscamente da tavola senza attendere una riposta da parte dei genitori. Non le importava minimamente il parere di sua madre riguardo gli uomini. Lei era stata molto fortunata ad aver incontrato Mark quando era ancora una ragazzina, ma questo non voleva significare che anche Elèna avrebbe seguito i suoi passi. 
Jocelyn rimase sconvolta dalla reazione della figlia. -Mark, voi cosa ne pensate?- La donna poggiò la mano su quella del marito e lo guardò preoccupata. -Elèna continua a non voler parlare dell'argomento, ma tra pochi mesi sarà il suo ventunesimo compleanno e più lascerà passare il tempo, più nessuno la prenderà in moglie. È bella, senza alcun dubbio ma la bellezza non rimarrà per sempre. È spiritosa e molto intelligente, ma gli uomini d'ora non guardano più queste qualità.- Jocelyn era davvero combattuta. Non voleva certo spingere la figlia tra le braccia del primo uomo che le si presentasse sulla soglia della porta con un mazzo di fiori, ma allo stesso tempo non voleva che Elèna si sentisse sola per il resto della vita.
-Nostra figlia sa bene ciò che fa. Conosco il suo carattere ed entrambi sappiamo bene che spingerla a fare ciò che non vuole non farà altro che allontanarla da noi e non è ciò che desidero. Se dovesse sbagliare, che lo faccia pure. Nella vita servono anche i passi falsi per poter crescere e rendersi conto di cosa è giusto o non è giusto fare. Non preoccupatevi così, amore mio, tutto si risolverà.- Mark Collins non era un uomo burbero che desiderava solo vedere la propria figlia accasata con un uomo facoltoso e senza un briciolo di cuore. Quando guardava Elèna vedeva ancora quella bimba che con i suoi occhioni curiosi lo spiava da dietro l'angolo mentre lui si trovava a lavorare nel suo studio, credendo che lui non la potesse vederla. 
Non riusciva ad immaginarla infelice con un uomo che sapeva non avrebbe mai potuto amare. Non che Jocelyn volesse questo per lei, ma aveva i soliti timori che ogni madre aveva a quel tempo. 

Mentre i genitori al piano di sotto discutevano della situazione, Elèna pensò che non voleva stare un minuto di più rinchiusa in camera sua o sotto lo stesso tetto della madre. Voleva uscire e sfogare altrove la sua rabbia. Era stanca di sentirsi ripetere ancora una volta quanto importante fosse per lei trovare marito. Che la bellezza è un qualcosa di temporaneo. Che a nessun uomo importano le qualità che lei aveva da offrire. 
Senza che i suoi genitori se ne accorgessero, sgattaiolò fuori casa e si diresse nell'unico posto dove sapeva potesse rimanere da sola a pensare.

Quando arrivò nei pressi di Buckingham Palace notò subito che il viale era quasi desolato. C'era solo qualche persona seduta a leggere il giornale o a chiacchierare tranquillamente. 
Si diresse verso la sua panchina, quella in fondo al viale, attorniata da tre alberi, protetta, solitaria. 
Prese il diario e cominciò a scrivere e a sfogare tutti i sentimenti contrastanti che provava in quel momento. La luce del sole le illuminava il viso mentre la sua mano scorreva veloce riempiendo pagina dopo pagina di quel diario. Ogni pensiero, positivo o meno, erano tutti su quei fogli una volta bianchi. 
Ad un certo punto la luce scomparì, come se il sole venisse coperto da una nuvola gigante. Elèna alzò lo sguardo e il tempo le sembrò fermarsi in quel preciso istante. -Miss Collins.- La voce roca del ragazzo pronunciò il suo nome con la stessa intensità della sera prima. -Che piacere incontrarla qui.
Elèna non riusciva reagire, si sentiva come pietrificata. -Mr. Styles.- Disse recuperando fiato. -Il piacere è mio.- Si chiese se era davvero un piacere averlo lì davanti a sé. Si era ripromessa di cancellarlo per sempre da ogni ricordo, ma lui non le aveva dato nemmeno un attimo di respiro. Era ripiombato fra i suoi pensieri. 
-Siete da sola?- Il suo abito brillava sotto i raggi del sole. Elèna amava il fatto che Mr. Styles fosse sempre elegante, anche quando non ve n'era di bisogno. La camicia bianca era abbottonata fino al penultimo bottone, come sempre, e la giacca, che riprendeva lo stesso colore azzurro cielo del pantalone, metteva in risalto il colore dei suoi occhi e della sua carnagione e i pantaloni abbottonati quasi fino all'ombelico segnavano la sua vita sottile.
Il ragazzo continuava a fissarla, come se volesse essere invitato a sederlesi accanto. -Sì, sono sola.- Rispose Elèna imbarazzata. -Non so perché ma è già la seconda volta che ci incontriamo ed io sono in totale solitudine. Spero che lei non stia pensando che io sia una di quelle persone che non amano il contatto con altra gente.- Parlò prima ancora che Styles potesse dire qualsiasi cosa. Voleva smettere di essere timida ai suoi occhi. 
-Potrebbe sembrarle strano, ma la comprendo. A volte tutti abbiamo bisogno di stare soli con noi stessi per...pensare.- Rispose facendo un breve pausa. Harry continuava a guardarla sperando che la ragazza lo invitasse a sedersi con lei su quella panchina. Sentiva come il bisogno di starle accanto.
Elèna notò che la sua bocca diceva una cosa, ma i suoi occhi ne stavano dicendo tutt'altra. La guardavano come se volessero domandarle qualcosa. Poi si rese conto. -Vuole...vuole unirsi a me?- Indicò il posto libero sulla panchina e si scostò leggermente per permettere a Mr. Styles di sedersi comodamente. 
Lui le sorrise. Fu felice che la ragazza capì ciò che desiderava guardando solo i suoi occhi, come se lo comprendesse senza bisogno di alcuna parola. -Volentieri.- Quando si scostò il sole tornò ad illuminare la panchina. Gli occhi del ragazzo si spostarono subito sul diario che Elèna teneva fra le mani, ancora aperto su quelle pagine piene di parole. -Ho interrotto qualcosa?- La ragazza chiuse subito il diario con la paura che Harry potesse leggere ciò che aveva scritto. 
-No, nulla di importante. Stavo solo scrivendo i miei pensieri. Tutto quello che non mi sento di raccontare, lo riporto qui.- Fu sorpresa della risposta che riuscì a dare. E si sorprese anche del comportamento che stava tenendo alla presenza di Harry. Erano così vicini, stretti su quella panchina di legno. Poteva sentire il profumo del giovane senza nemmeno avvicinarsi. 
-E sono belli o brutti, i pensieri intendo?- Mr. Styles non riusciva a distogliere lo sguardo dal volto di Elèna. Come se qualcosa più forte di lui lo attirasse verso quelle guance rosee e quello sguardo così innocente e bisognoso d'amore. 
-Per lo più sono brutti. Ultimamente stanno accadendo diverse cose nella mia vita che non posso spiegare a parole, o forse non ho il coraggio di pronunciarle a voce alta, e quindi mi rifugio in queste pagine. Probabilmente la paura di essere giudicata mi ferma dal raccontare ciò che mi viene così semplice e naturale scrive qui.- Non aveva mai immaginato di poter intrattenere un discorso simile proprio con l'uomo che più causava i suoi tormenti, eppure ci stava riuscendo con una naturalezza che non credeva di possedere. 
Sentendo quelle parole, Mr. Styles non poté evitare di pensare alla sera precedente. -Sa, Miss Collins, per quanto possa contare, io la ammiro molto.- Disse pietrificando Elèna. -Quello che per lei potrebbe rappresentare una debolezza è ciò che più la rende forte. Avrei voluto dirglielo ieri sera su quel balcone, ma non ero certo fosse il momento adatto.- Ammise aggrottando la fronte e ripensando a quegli attimi. -Potrebbe sembrarle una cosa da niente, ma ha avuto il coraggio e la forza di difendersi da quell'uomo, se così può essere chiamato. Per questo io l'ammiro. È una donna forte, con del carattere.- Le parole uscirono dalla bocca di Styles senza che nemmeno se ne accorgesse. Non pensava sarebbe mai stato capace di esprimere l'ammirazione che provava nei suoi confronti, forse perché temeva di poter mettere in imbarazzo Miss Collins ed era l'ultima cosa che desiderava fare. 
Il viso di Elèna era diventato rosso ed era impossibile che Harry non lo notasse, ma per qualche strana ragione, non le importava. Fra tutto quello che stava succedendo, questo era ciò che meno le interessava. -La ringrazio, Mr. Styles, nessuno mi aveva mai detto una cosa simile e se devo essere sincera, non avevo mai pensato di poter apparire così agli occhi di qualcuno. Fino a questo momento mi vergognavo profondamente nei suoi confronti per averle pianto davanti senza alcun ritegno.- Ed era vero. Elèna non aveva mai pensato che Mr. Styles potesse pensare che lei fosse coraggiosa. Aveva detto che la ammirava, ammirava la sua tenacia e la sua forza d'animo e nulla l'avrebbe potuta rendere così felice. 
-Non avrebbe dovuto vergognarsi per una simile cosa. Ciò che ha passato durante quei minuti non si dovrebbe mai sottovalutare. Aveva il pieno diritto di piangere.- Rispose sporgendosi per poterla guardare meglio. Si accorse solo in quel momento che il viso della ragazza era divenuto tutto rosso e sorrise per la semplicità e la genuinità di Miss Collins. 
-Se posso permettermi, come mai si trova a passeggiare da solo in piena mattina?- Sperava che quella domanda non rovinasse l'atmosfera che si stava creando poco a poco. Se avesse pronunciato il nome di Miss Robinson, Elèna sarebbe ripiombata in quel silenzio timido che aveva cercato di superare da quando il ragazzo si era avvicinato a lei. -Da quello che ho sentito dire in città, questo non è uno dei posti che è solito frequentare.

*Da qui vi consiglierei di leggere ascoltando "Never say never" dei The Fray e "Kiss me" di Ed Sheeran. Sono le canzoni che ho ascoltato io stessa scrivendo e che mi hanno ispirato molto.*

Mr. Styles non trovò insolito che la ragazza sapesse una cosa del genere. Era a conoscenza ormai da tempo di essere uno degli uomini più chiacchierati di tutta Londra e all'inizio era un qualcosa che lo metteva in soggezione, ma con il passare del tempo non vi faceva più caso. -Devo ammettere che le voci che le sono giunte sono corrette. Non abito molto distante da questo posto, ma è raro che io venga qui.- I suoi occhi diventarono più cupi, come quelli di chi ripensava qualcosa che lo faceva soffrire nonostante fosse passato molto tempo. -I miei genitori portavano me e mia sorella Gemma a giocare qui ogni domenica quando eravamo ancora dei bambini. Passavamo lunghe giornate a rincorrerci fra gli alberi di questo parco, a scovare nuovi nascondigli.- Harry si rese conto che stava raccontando quella storia ad un'estranea e che quelle parole erano uscite di getto dalla bocca, come se lei lo conoscesse da tempo e sapesse ciò che era accaduto. Gli sembrò che quella discussione era già stata intrapresa più di una volta. Pensò che probabilmente Miss Collins non avesse alcuna voglia di ascoltarlo, ma allo stesso tempo era come se si fosse confidato con lei dieci, cento, mille volte. Come se quegli occhi che lo guardavano con tale attenzione, l'avessero sempre ascoltato. -Una domenica, mi svegliai felice sapendo che a breve saremmo usciti per andare a giocare, ma trovai i miei genitori in lacrime vicino il letto di mia sorella.- La voce gli si ruppe in gola. Gli occhi di Elèna lo fissavano, e la ragazza notò che quelli di Mr. Style erano lucidi. -Quando mi videro asciugarono le lacrime e mi dissero che non saremmo potuti uscire perché Gemma era molto malata e doveva riposare. Io non capii il perché di quelle lacrime, non era la prima volta che a uno di noi veniva la febbre. Ma ogni giorno che passava mi rendeva sempre più consapevole. Quella di Gemma non era una semplice febbre che sarebbe passata con qualche medicina e molto riposo.- Il giovane si interruppe ed Elèna capì quella che sarebbe stata la fine della storia ancora prima che finisse di raccontarla. -Una sera, quando feci ritorno a casa da un'uscita con mio padre, andai da mia sorella per portarle il regalo che le avevo comprato. Era una collana con le nostre iniziali incise. Quando la vide sorrise. Ricordo ancora quali furono le mie parole. Le dissi che con quella collana saremmo rimasti per sempre vicini e collegati l'uno all'altra. Lei mi carezzò il viso e con le forze che aveva ancora in corpo mi diede un bacio sulla testa. Io scoppiai in lacrime dicendole che non volevo mi abbandonasse, che non avrei sopportato nemmeno un giorno senza la sua presenza al mio fianco, ma lei mi rassicurò dicendomi che stava migliorando e che presto saremmo tornati a rincorrerci in quel viale che tanto amavamo. Mi addormentai sul pavimento tenendo stretta la sua mano che a sua volta stringeva la collana che le avevo regalato. La mattina successiva mi sveglia nel mio letto. Mi alzai e come sempre, andai nella sua stanza. Stavo con lei intere ore a raccontarle i miei sogni e tutti i giochi che avremmo potuto fare una volta guarita. Quando aprii la porta della sua stanza gli occhi di Gemma erano ancora chiusi e la sua mano pendeva lungo il bordo del letto. La collana era sul pavimento. Mi avvicinai lentamente e la guardai. Le lacrime cominciarono a scendere lungo le mie guance mentre un urlo straziante uscì dalla mia bocca. 
Dormii nella sua stanza ogni notte, per un interno anno, su quel pavimento, stringendo la nostra collana. Da quel giorno non tornai più in questo posto.- Gli occhi di Harry, prima lucidi, cominciarono a lacrimare ma lui non intendeva asciugarli. -Che lei mi creda o no, sono tornato qui solo due volte: la prima fu qualche mese fa, ma non riuscii a sopportare la visuale di questo posto. Immaginavo Gemma correre fra gli alberi, come quando facevamo da bambini. La seconda fu con Miss Robinson, ma neanche la sua compagnia mi aiutó. Fu talmente difficile che andai via dopo pochi minuti e lei non ne capì mai il perché. 
Questa è la prima volta che riesco a stare seduto su queste panchine per più di cinque minuti senza fuggire via, ed è anche la prima persona a cui racconto questa storia. In questo momento starà pensando: "Perché l'ha fatto se nemmeno mi conosce?" e mi creda, è esattamente ciò che mi stavo chiedendo anch'io, ma più guardo i suoi occhi più sento di poterle raccontare qualsiasi cosa ed essere chiunque io voglia essere. Mi fa uno strano effetto, Miss Collins, ma non posso nasconderle che mi piace.- Il giovane si accorse che anche Elèna aveva pianto e non aveva asciugato le lacrime, così lo fece al posto suo. Allungò la mano verso il viso della ragazza e con il pollice le asciugò come aveva fatto anche la sera precedente.
Elèna non lo fermò anche se in quel momento ogni cellula del suo corpo le stesse dicendo che era sbagliato, che doveva andare via prima di soffrire ancora di più, ma lei non ci riusciva. Non poteva farlo, non dopo ciò che lui le aveva raccontato. -Prima mi ha detto che sono una persona coraggiosa, che ammira la mia forza d'animo, ma vuole sapere cosa penso? Penso che lei sia una delle persone più forti che io abbia mai avuto l'onore di conoscere, e questo, Mr. Styles, non deve mai dimenticarlo. Ha avuto il coraggio di tornare qui dopo tutto quello che ha passato da bambino e sono io a provare una profonda ammirazione nei suoi confronti.- Elèna aveva sempre saputo che Mr. Styles non era come tutti gli altri, che aveva qualcosa in più e adesso ne aveva avuto la riprova. Inoltre, si rese conto di un particolare importante. Harry aveva detto di essere tornato in quel posto solo mesi fa, dopo anni. Il giorno in cui lui vi fece ritorno, fu lo stesso in cui lei lo vide per la prima volta, lo stesso giorno in cui Mr. Styles fece ingresso nella sua vita, stravolgendola completamente. 
-Sa, Miss Collins, c'è una cosa che mi sento di doverle dire in questo momento.- Gli occhi del ragazzo erano ancora lucidi, ma sempre dello stesso affascinante verde. La guardavano intensamente mentre quelli di Miss Collins non riuscivano a reggere tale confronto tanto si sentiva strana.
-Mi dica pure, la ascolto.- Smise di spostare lo sguardo ovunque tranne che verso i suoi occhi e si impose di guardarli. Sentiva che quelle parole avrebbero del tutto cambiato quella giornata, non sapeva se in bene o in male, ma voleva sentirsele dire e voleva guardare i suoi occhi color smeraldo mentre le pronunciava. Si ritrovò a pensare al giorno in cui l'aveva visto passeggiare in quel viale alberato mentre lei era seduta sulla stessa panchina in cui si trovavano loro due in quel momento. Da quel giorno aveva sognato ogni notte il volto di quello sconosciuto, lo stesso sconosciuto che le aveva asciugato le lacrime ancora una volta e che, in quel momento, le stringeva la mano fra le sue.

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


Il sole  illuminava una buona parte degli alberi di quel viale. 
Quasi tutte le panchine erano occupate da gente che leggeva, che pitturava o che si stava semplicemente rilassando dopo una lunga passeggiata, chiacchierando con un amico. 
Poi, su quella panchina in fondo al viale, quella più nascosta e tranquilla, c'erano seduti due giovani. Lei aveva l'aria di chi attendeva qualcosa con ansia, lo si poteva notare dal continuo tremolio del piede, insistente e nervoso. Lui teneva le mani della ragazza strette fra le sue. Sul volto aveva un sorriso incerto, come se volesse dire ciò che sentiva ma non fosse certo che quello fosse il momento adatto. 
Entrambi avevano gli occhi lucidi e rossi, come di chi aveva pianto fin troppo ma non voleva nasconderlo. Erano un quadro perfetto, un immagine ben precisa. Due ragazzi che non sapevano bene cosa provassero in quel momento, mentre gli alberi ed il paesaggio facevano da cornice a quell'attimo che sarebbe potuto rimanere congelato nel tempo se solo i due l'avessero desiderato. 
Elèna non riusciva a tenere a bada i movimenti nervosi del suo piede. L'ansia e la curiosità di sapere cosa voleva dire Harry la stavano logorando dentro, pian piano. Aveva cercato più volte di guardare i suoi occhi per capire cosa gli stesse accadendo, ma Mr. Styles continuava a tenere lo sguardo basso, mentre stringeva la mano di Elèna fra le sue. 
Miss Collins sapeva bene che se avesse detto una sola parola avrebbe rovinato quel momento e che, probabilmente, Harry sarebbe andato via, scusandosi per il comportamento e per averle rubato del tempo prezioso. Perciò rimase in silenzio, ad aspettare una risposta. 
In quel frangente le sembrò che il tempo non passasse mai e fu quasi straziante, poi Harry alzò lo sguardo e fissò i suoi occhi in quelli di Elèna che si illuminarono di speranza. -È difficile per me trovare le parole adatte e non so il perché. Non mi sono mai trovato in una situazione come questa dove non sapevo come comportarmi.- Harry tirò un grande sospiro. Sentiva un peso sul petto, come se dovesse liberarsi di qualcosa. 
Guardò Miss Collins e si accorse che i suoi occhi erano ancora lucidi come prima, ma sembravano brillare sotto la luce del sole che passava attraverso la chioma degli alberi attorno a loro. -Confidarle questo triste avvenimento della mia vita mi ha reso debole davanti ai suoi occhi, ma non me ne vergogno di certo. Non so cosa sia che mi spinge ad essere così sincero e diretto con lei, Miss Collins. Ci conosciamo appena, eppure sento di potermi fidare ciecamente di lei. Saranno i suoi occhi sinceri o il suo sorriso così genuino.- Harry non riusciva a capire cosa gli stesse accadendo. Perché quella giovane ragazza gli faceva un effetto così strano? -La scorsa notte, quando ci siamo incontrati su quel balcone ero ben certo di non averla mai vista, ma c'era qualcosa dentro di me che mi faceva sembrare di conoscerla da sempre. Come se i miei occhi l'avessero vista in un tempo diverso da questo. Come se il mio cuore l'avesse sempre conosciuta.- Il ragazzo notò che Miss Collins assunse una strana espressione, era confusa o forse incredula. Non riusciva a capirlo. 
-C'è...c'è qualcosa che la turba?- Chiese schiarendosi a voce. 
Elèna non riusciva a rendersi conto di ciò che stesse succedendo. Cosa voleva dire Mr. Styles con quelle parole? Cosa cercava di farle intendere? -Vede, Mr. Styles, che lei trovi così semplice confidarsi con me, può solo rendermi felice, ma non comprendo una sola cosa.- A quel punto il cuore di Elèna cominciò a battere in modo irregolare. La sua mano era ancora stretta fra quelle di Harry e stranamente desiderava che lui la lasciasse, ma non disse nulla. Avrebbe voluto dirgli che quegli stessi sentimenti, contrastanti e sconosciuti, li provava anche lei, ma non poteva farlo. Ciò che più la turbava era il comportamento che Mr. Styles stava avendo nei suoi confronti. Le parole che aveva pronunciato pochi istanti prima erano le stesse che Elèna avrebbe voluto rivelargli ogni volta in cui lo incrociava per le strade di Londra, con la differenza che lei non era innamorata di un altro uomo. Harry amava Adeline, perciò, come poteva minimamente pensare a lei in quel modo? -Perchè era così ansioso di dirmi queste cose?- La domande che pose non era minimamente vicina a ciò che avrebbe voluto chiedergli, ma si rese conto che non poteva farlo, che lo avrebbe solo fatto allontanare. Era ingiusto sperare che lui provasse dei sentimenti nei suoi confronti, che passasse del tempo con lei invece che con Miss Robinson, ma egoisticamente avrebbe voluto rimandare il più tardi possibile il loro saluto. 
Harry sembrò sollevato. Il lungo silenzio di Miss Collins lo aveva messo in agitazione. Si aspettava una domanda molto più profonda e alla quale non sarebbe riuscito a dare una riposta certa, che potesse soddisfare ogni sua perplessità. -Non lo so, gliel'ho detto, con lei mi sento diverso.- La risposta di Harry non fu del tutto veritiera, ma non perché volesse mentire a quella ragazza, ma perché non sapeva nemmeno lui quale fosse il vero motivo di tutte le sue preoccupazioni. Solo in quel momento si accorse che le sue mani stavano stringendo quella piccola ed esile della ragazza e delicatamente la lasciò andare. -Miss Collins, passare del tempo con lei mi ha fatto molto piacere, è un'ottima ascoltatrice, ma adesso devo proprio andare via. Mi dispiace.- Non stava mentendo. In cuor suo sarebbe voluto poter rimanere ancora del tempo con Miss Collins, ma i suoi genitori e la famiglia Robinson lo attendevano a casa e non poteva ritardare. -Spero di poter ancora avere il piacere di parlare con lei. Le auguro una buona giornata.- Le sorrise, ma fu un sorriso confuso e ancora carico d'ansia.
Quando Elèna vide la reazione di Mr. Styles si sentì come accoltellare più e più volte nel petto. Il modo in cui aveva guardato le loro mani e la velocità con cui aveva liquidato l'intera discussione, la fece soffrire. In cuor suo era certa che Mr. Styles avesse un appuntamento con Miss Robinson, ma cercò di non darvi troppo peso. Voleva sembrare indifferente a quella situazione. -Buona giornata Mr. Styles. La ringrazio per la sua compagnia.- A quella risposta, forse troppo fredda, vide l'espressione del ragazzo mutare ma abbassò velocemente lo sguardo sul suo diario. Harry la guardò ancora per qualche secondo prima di allontanarsi e scomparire dalla visuale di Elèna. 

Tornata a casa, dopo quello strano incontro avuto con Harry, la ragazza decise di accettare l'invito fattole da Mr. Lewis. Più passava del tempo accanto al giovane Styles, più si rendeva conto che lui sarebbe sempre rimasto al fianco di Miss Adeline e che lei non avrebbe mai trovato la felicità se fosse rimasta ad aspettarlo. 
Nonostante si fosse imposta di non pensare più a lui, non riusciva a non rimuginare sul fatto che quel discorso fosse rimasto sospeso in aria, senza una vera fine, con troppe frasi lasciate a metà. Da qualche parte, nel profondo del suo cuore, Elèna sentiva che ciò che Mr. Styles voleva dirle era molto di più, ma qualcosa di troppo grande lo turbava e gli impediva di esternare tutti i suoi pensieri. 

Durante il tragitto verso casa, Harry non aveva fatto altro se non pensare alle parole di Miss Collins. Dall'espressione dei suoi occhi sembrò che volessero dire più di quanto lei aveva pronunciato a parole. Come se avesse paura di poter sbagliare, di poterlo mettere in difficoltà o di creare una situazione imbarazzante che nessuno dei sue sarebbe stato in grado di sostenere e dalla quale non ne sarebbero usciti facilmente. 
Poco prima di andare via, anche se era ben consapevole che c'era la sua Adeline ad attenderlo, qualcosa continuava a volerlo trattenere su quella panchina, al fianco di quella ragazza che così tanto stuzzicava i suoi pensieri. Era ben consapevole di aver lasciato il discorso a metà, di non averle detto tutto ciò che sentiva in quel momento, ma aveva paura di rovinare quella strana connessione che si era creata fra lui e la giovane Elèna. 

Arrivato davanti il portico di casa si accorse che i Robinson l'avevano preceduto e si affrettò ad entrare. 
Sentii le voci provenire dal salotto: erano quella di Mr. Robinson e suo padre, John. 
-Buongiorno, perdonatemi per il mio ritardo.- Quando fece ingresso nella stanza tutti si girarono a guardarlo, tutti tranne la sua Adeline, lei non era presente in quel bel quadretto familiare.-Miss Adeline non è ancora arrivata?- L'assenza della ragazza gli parve strana. Di solito amava intrattenersi con i suoi genitori e quelli di Harry.
Sua madre, Pearl, lo guardò indicando con il dito verso il giardino. -È uscita pochi minuti fa, ha detto che aveva bisogno di assaporare l'aria estiva.
Harry, salutando nuovamente tutti e ringraziando la madre, si diresse in giardino che si trovava sul lato posteriore della casa. Dalla finestra vide la sagoma di Adeline. Era seduta sul dondolo in legno bianco che era appeso ad un ramo di uno dei tanti alberi che circondava l'intera villa degli Styles. 
Si dondolava lentamente e con lei i suoi capelli che seguivano lo stesso movimento del dondolo. 
Il sole, ormai altro in cielo, illuminava la chioma dorata facendola risplendere come mai aveva fatto. Harry sorrise a quella visione e pensò a quanto fosse fortunato ad aver trovato una ragazza come Miss Adeline. 
Aprì la porta e le andò incontro. -Il primo giorno d'estate è sempre il più bello, non trovate?- La voce di Harry la fece sobbalzare. Era talmente immersa nei suoi pensieri da non accorgersi nemmeno dell'arrivo del ragazzo alle sue spalle. -Perdonatemi, non volevo spaventarla.
Adeline lo guardò, aveva uno sguardo malinconico. -Va tutto bene, stavo solo pensando e non l'ho sentita arrivare. Sedetevi pure.- Si scostò per far posto a Mr. Styles che la raggiunse e le diede un leggero bacio. 
Gli occhi verdi di Harry scrutarono attentamente il suo volto roseo. -C'è qualcosa che vi preoccupa?- Chiese notando la sua espressione persa nel vuoto. Sembrava avesse la testa altrove, come se il suo corpo fosse lì fisicamente ma non mentalmente. -Io sono qui per qualsiasi cosa. Potete parlarmi di tutto, lo sapete questo, vero?- Il ragazzo non tollerava veder tristi le persone che amava, e quando sul volto della sua amata scorgeva appena un'espressione di profonda tristezza, desiderava solo starle vicino e farla sorridere. 
Lei non rispose, continuò a fissare il paesaggio davanti a sé. Harry sospirò e non la spinse a parlare, sapeva bene che non l'avrebbe aiutata con la sua insistenza. A quel punto Adeline si voltò per guardarlo e lui fece lo stesso. 
Quando incontrò i suoi occhi non riuscì a mantenere il contatto e tornò a guardare di fronte a sé. -Avete mai la sensazione che ciò che possedete non vi renda felici come speravate di essere?- Sul voltò di Harry comparve un'espressione che era un misto tra la confusione e l'incertezza e quando Adeline se ne accorse provò a riformulare la domanda. -Vi siete mai chiesto se ciò che avete è ciò che vi rende felice? Se tutto quello che possedete è ciò che pensavate di volere quando da bambino vi chiedevano cosa per voi rappresentasse la felicità?- La ragazza si rese conto che forse Harry aveva compreso solo in parte ciò che voleva intendere, ma non disse nulla, lasciò che fosse lui a pronunciarsi.
Mr. Styles si sentì investito da un'ondata di domande. Cosa voleva dirgli Miss Adeline? Cosa stava succedendo nella sua testa? -Sono più che sicuro di poter affermare che tutto ciò che ho, tutto quello che riempie i miei giorni, mi renda una persona felice.- Rispose lui in totale sincerità, senza fermarsi a ragionarci su. -Ma forse non era questa la risposta che sperate di ricevere.- Disse accorgendosi dell'espressione sul viso di Miss Adeline. 
-Non volevo rattristarla con questa mia domanda, ma spesso mi fermo a pensare alla mia vita e alle persone che ne fanno parte e mi chiedo se è questo quello che desidero. Mi chiedo se era questo quello che speravo di avere quando ero solo una bambina.- La verità era che nemmeno lei sapeva bene la risposta che voleva ricevere da parte di Harry. Era confusa e non sapeva come sentirsi a riguardo. 
Harry forse aveva intuito cosa voleva dire Adeline con quel discorso, ma sperava di sbagliarsi, lo sperava con tutto il cuore. -E c'è qualcuno in particolare che vorrebbe facesse parte della sua vita? O meglio, c'è qualcuno che impedisce che questo avvenga?- Il cuore del ragazzo batteva troppo forte che chiunque l'avrebbe potuto sentire. Più Miss Adeline parlava, più Harry sentiva che nulla di buono stava per accadere. 
-Non vorrei fraintendesse le mie parole, Harry. È ormai da diverso tempo che io e lei ci frequentiamo e la sua compagnia mi piace. È un ottimo ascoltatore, sa farmi ridere e la sua bellezza mi incanta ogniqualvolta la vedo arrivare, ma ultimamente qualcosa sta cambiando in me, non mi riconosco più e non so più se ciò che ho è ciò che vorrei avere. Mi comprende?- Adeline sentì che il peso che portava dentro cominciò ad alleggerirsi. Non era del tutto svanito, ma non faceva più male come prima. -Avrà notato da un paio di giorni che non sono più la stessa di prima, che ho sempre la testa da tutt'altra parte, ma non se ne faccia una colpa.
Harry non poteva credere alle sue orecchie. Miss Adeline lo stava lasciando? -Io non riesco a capire cosa stia accadendo...- Disse con un filo di voce. -Ho notato che spesso si rifugia altrove, ma non pensavo di certo che al mio fianco non fosse più felice. È questo ciò che mi ha fatto intendere finora.- Harry capì che c'era qualcun altro che aveva preso il suo posto nel cuore della sua amata e questo lo stava distruggendo, bruciando l'ultimo briciolo di cuore. -I suoi occhi e il suo cuore appartengono ad un altro uomo, dico bene?
Posta quella domanda attorno ai due giovani si stese un velo di silenzio che stava logorando Harry. Finché non udì la voce di Adeline. -Non era mia intenzione ferire i suoi sentimenti. Avrei voluto parlargliene prima, ma non trovavo il modo per farlo. Sapevo che né voi né i miei genitori avreste capito e ho atteso e atteso, finché non ne ho potuto più.- Gli occhi della ragazza erano lucidi. Mr. Styles aveva fatto parte della sua vita per molto tempo e condividevano ricordi profondi, ma i sentimenti che provava nei suoi confronti non erano più quelli di un tempo e lo stimava troppo per continuare a fingere e fargli del male. Non ricevendo alcuna risposta lo guardò. Non stava piangendo e non era nemmeno arrabbiato. I suoi occhi erano vuoti, per la prima volta dopo mesi vide il vuoto in quelli che le erano sempre sembrati due smeraldi lucenti. 
-Perdonatemi, ma ho bisogno di passare del tempo da solo.- Non la guardò nemmeno in volto per un'ultima volta, ne avrebbe solo sofferto. Si alzò da quel dondolo e fece rientro in casa, lasciando Miss Adeline da sola con i suoi pensieri.

Era da quando aveva conosciuto Miss Robinson che non era più entrato in quella che una volta era la stanza di sua sorella Gemma. Era come se in Adeline avesse trovato una parte del pezzo che mancava al suo cuore. Per quanto speciale fosse, la ragazza non avrebbe mai potuto colmare il vuoto che aveva lasciato la sorella, ma poteva provare in parte a riempirlo. Ma adesso che anche lei aveva deciso di uscire dalla sua vita, Harry si sentiva perso. 
Aprì lentamente quella porta cigolante e rimase a fissare la stanza per qualche secondo. Tutto era come se lo ricordava, esattamente al suo posto. Il letto era rifatto perfettamente, il tappeto su cui aveva dormito tutte le notti per un interno anno era ancora lì, così come i libri e tutto quello che apparteneva a Gemma. 
Sul comodino, accanto alla lampada, in una cornice d'argento c'era una delle ultime foto che lui e sua sorella avevano scattato prima che lei morisse. 
Harry varcò la soglia della porta e si diresse verso il letto, accasciandosi come aveva fatto l'ultima notte che passò con lei. Poggiò la testa sul letto e chiuse gli occhi. In mente gli tornarono tutti i ricordi che aveva cercato di mettere da parte, ma non perché non volesse ricordare, ma perché tutto ciò che sua sorella avrebbe voluto era vederlo felice e ogni volta che quelle memorie riaffioravano, Harry ricadeva nel buio totale. 
Non si preoccupò se qualcuno potesse sentirlo e scoppiò in lacrime. Non sapeva esattamente perché avesse deciso di entrare in quella stanza, forse si sentiva più vicino a quella che era una delle persone più importanti della sua vita. Quella che aveva perso quando era solo un bambino che aveva bisogno di tutto l'amore del mondo. 
-Mi manchi così tanto.- Disse ad alta voce pensando alla sorella. -In momenti del genere avrei così tanto bisogno della tua presenza al mio fianco. Sapresti consolarmi e consigliarmi.- Non riusciva ancora a metabolizzare ciò che era successo con Miss Adeline. Credeva che un giorno avrebbero vissuto nella villa che sorgeva vicino ad un lago e che la loro camera avrebbe avuto la vista proprio sulle sue sponde. Aveva immaginato la sua intera vita al fianco della stessa donna che da tempo non provava più alcun sentimento per lui. Pensava che il loro amore sarebbe durato per sempre, ma aveva sognato troppo in grande per la sua età. Miss Adeline era solo due anni più piccola di lui, ma la differenza d'età non era mai stata sentita da Harry, gli era sempre parso di avere al suo fianco una donna adulta. 
Adesso, tutto ciò che gli rimaneva erano i sogni andati in frantumi di una vita insieme alla persona che amava più di qualsiasi altra cosa al mondo, per la quale sarebbe stato disposto a fare di tutto. 
Doveva essere quella la sensazione che si provava quando si veniva feriti per la prima volta, perché sì, Miss Adeline era stato il suo primo vero amore e ora l'aveva persa per sempre. 
Decise che però quello non era il momento adatto per annunciare a tutti ciò che era accaduto, così asciugò le lacrime, si alzò dal pavimento e come se niente fosse, chiuse la porta alle sue spalle e raggiunse gli ospiti al piano di sotto.
Quando scese non sentì nessuno parlare, come se tutti fossero seduti in silenzio ad attendere solo lui, e forse era ciò che stava accadendo. 
Ma quando scese non trovó davanti ai suoi occhi una scena simile e senza pensarci più di tanto si diresse in cucina. 
Quando entrò le uniche due persone presenti erano i suoi genitori. -Harry, figliolo, ti stavamo aspettando.- Disse la madre invitandolo a sedersi e mangiare con loro. -Ti abbiamo cercato ma non sapevamo dove fossi. I Robinson sono dovuti andare via perché Miss Adeline non stava tanto bene. Ti porgono i loro saluti.- Quando Pearl terminó di parlare fece un cenno alla domestica che portò le pietanze in tavola. 
Harry non voleva causare dispiaceri ai genitori e soprattutto alla madre, che tanto si era affezionata alla giovane Adeline, e così finse di non aver avvertito niente di strano quando era andato a salutare la ragazza. 

Elèna non aveva appetito. Dopo quello che era accaduto la mattina le si era chiuso lo stomaco, un po' per rabbia, un po' per il dispiacere causatole dalla reazione del giovane Styles. 
La madre la guardò perplessa mentre la ragazza rigirava i piselli nel piatto con fare del tutto distratto. -Elèna, il cibo non è di tuo gradimento?- Chiese la madre stranita dal suo comportamento. 
La ragazza si rese conto solo in quel momento di ciò che stava facendo e smise subito. -No, assolutamente, è tutto buonissimo. È solo che non ho molta fame.- Rispose in totale sincerità. -Oggi è stata una giornata strana e vorrei solo...- le sue parole furono interrotte da qualcuno che bussó alla porta. -Vado io. Voi continuate pure a mangiare.- Disse ai suoi genitori alzandosi da tavola. 
Attraversó il lungo corridoio che portava dalla cucina sino all'ingresso mentre qualcuno continuava a battere contro la porta. -Eccomi, sto arrivando. Non c'è motivo di essere così...insistenti.- Ciò che videro i suoi occhi una volta aperta la porta pietrificarono Elèna sulla soglia di casa.

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


Mr. Styles notò che gli occhi della ragazza non smettevano di fissarlo. Andavano su e giù lungo la sua figura snella, mentre con una mano si sorreggeva alla porta in legno bianco di casa Collins.
Elèna stava ansimando, il petto si alzava ed abbassava troppo velocemente tanto che Harry stesso si spaventò. -Ero seduto a tavola con i miei genitori quando mi sono accorto che non era quello il posto in cui volevo trovarmi.- Il tragitto che divideva le case dei due giovani non distava molto, ma a vedere l'aspetto di Mr. Styles e a sentirne la voce, Elèna capí subito che era arrivato a piedi. -Ho corso fin qui senza fermarmi nemmeno un attimo. Ho chiesto a più di dieci passanti e tre negozianti dove potessi trovarla. Tutti mi hanno guardato come se fossi matto e probabilmente è ciò che pensa anche lei in questo momento, ma non mi importa.- La camicia bianca di Harry era in parte uscita dai pantaloni, tanto aveva corso, ma a lui non interessava apparire perfetto agli occhi di Elèna, sapeva che lei non lo avrebbe giudicato, e forse era quello il motivo per cui era stata proprio lei la prima persona che aveva sfiorato i suoi pensieri ripensando alla discussione con Adeline. -Non so come nè perché, ma ho sentito questo forte bisogno di vederla nuovamente e di parlarle, perché lei, Miss Collins, è l'unica con cui mi sento di poterlo fare ed è anche l'unica con cui vorrei stare in questo preciso istante.- Quando finì di parlare vide cambiare repentinamente l'espressione sul volto di Miss Collins, come se quelle parole l'avessero colpita particolarmente, come se fosse rimasta stupita dalla semplicità e dalla sincerità con cui erano state pronunciate. 
-Elèna, tutto bene?- Dal lungo corridoio che portava all'entrata principale si udì la voce di Mrs. Collins che non vedendo tornare la figlia, si era affrettata nell'andare a controllare la situazione. -Ele...- Non appena vide Mr. Styles poggiato allo stipite della porta, ansimate e la figlia immobile sull'uscio di casa si bloccò e sorrise. -Oh, scusatemi, non volevo interrompere.- Disse guardando la figlia che continuava a tenere lo sguardo fisso sulla figura del giovane. -Pensavo fosse successo qualcosa ma vedo che va tutto bene. Torno in cucina, buona giornata Mr. Styles.- La donna saluto Harry con un caldo sorriso e spostò lo sguardo sulla figlia sperando di poter incontrare i suoi occhi, ma non accadde. 
Harry ricambiò educatamente il saluto e Jocelyn scomparve fra i corridoi della casa.
Mr. Styles non sapeva cosa fare in quel momento. Elèna continuava a guardarlo quasi sconvolta, come se non potesse credere che tutto ciò che aveva davanti fosse reale. -Non era mia intenzione turbarla con le mie stupide parole, Miss Collins. Speravo solo potesse ascoltarmi e consigliarmi.- Ammise senza proferire altre parola ma continuando a cercare gli occhi della ragazza. 
Elèna si rese conto che non era educato lasciare un gentiluomo sulla soglia della porta e per di più senza proferire parola per tutto il tempo, ma le sembrava tutto così surreale. -Io...io non mi aspettavo una visita del genere.- Disse schiarendosi la voce. -Non vorrei sembrarle scortese, ma per quale motivo è qui?- Forse nel tentativo di non voler risultare scortese, lo fu ugualmente, ma in quel momento non riusciva a pensare ad altro se non alle parole del giovane e a ciò che aveva fatto per raggiungerla. 
-Se non è un momento adatto posso anche andare via e passare un'altra volta.- Rispose Harry sentendosi in imbarazzo. 
-No!- Esclamò a voce fin troppo alta. -No, non vada via.- Ripetè abbassando il tono di voce. 
-Se avete bisogno di parlare, la ascolto volentieri.- Concluse la frase con un sorriso cercando di recuperare il gesto scortese di prima. -Entri pure, potremmo metterci in salone.- Disse poi Elèna scostandosi dall'entrata e facendo spazio al ragazzo. 
Il volto di Harry si illuminò quando vide che Miss Collins si era mostrata disponibile ad ascoltare le sue parole. Da come lo aveva guardato tutto il tempo, aveva creduto che lo avrebbe cacciato via, sbattendogli la porta in faccia. -Siete molto gentile e mi dispiace essere venuto qui senza alcun preavviso. Non era mia intenzione disturbare il suo pranzo.- Si scusò mentre la ragazza lo accompagnava verso il grande salone.

Non era mai stato nella casa dei Collins, ma aveva provato ad immaginare come potesse essere. D'altronde erano una famiglia facoltosa e la loro dimora ne era la prova. 
Superato il lungo corridoio, la ragazza si fermò sulla destra di fronte ad una porta di legno intarsiato. Mr. Styles rimase affascinato dall'attenzione con cui erano stati riportati i dettagli sul legno. Elèna aprì la porta e la luce investì i volti di entrambi. Le grandi finestre che circondavano la sala lasciavano entrare la luce del sole, facendo sì che illuminasse tutta la stanza senza bisogno di dover accendere i lampadari, mentre le tende ricadevano morbide lungo i lati delle vetrate. Su tutta la parete di destra era incastonata una bellissima libreria contenete migliaia di libri. Era talmente alta che vi era la necessità di una scala per arrivare a prendere alcuni dei volumi presenti. Sulla sinistra, vi erano dei quadri; alcuni erano ritratti di famiglia, altri riproduzioni di dipinti famosi e, infine, un grande camino sopra al quale vi erano dei vasi pieni di bellissimi fiori. 
Al centro della stanza vi era un tavolino, anche quello di legno pregiato e due divani di un bellissimo bianco perla. Il pavimento in marmo e le pareti bianche rendevano la stanza ancora più spaziosa e luminosa.
Dal soffitto pendevano due lampadari che facevano luce anche da spenti tanto brillavano, e in fondo alla sala Harry non poté non notare un bellissimo pianoforte nero lucido. -È meraviglioso.- Il ragazzo stava ammirando lo strumento con degli occhi sognanti, tanto che Elèna riuscì ad immaginarlo seduto lì a suonare qualcosa per lei, mentre lo guardava appoggiata su una poltrona o sul pianoforte stesso. -Sapete suonarlo?- Chiese la sua voce calda interrompendo i pensieri di Miss Collins. 
La ragazza scosse la testa. -Non molto bene, ma mia madre è davvero brava. Ha provato più volte ad insegnarmi ma ho sempre dimenticato tutto troppo velocemente.- In cuor suo sperava che Harry le chiedesse di poter suonare qualcosa, ma sapeva che lui non era lì per dedicarle una canzone ma solo per il semplice bisogno di confidarle ciò che lo turbava tanto. 
-Io amo suonare. Ho imparato in così poco tempo che tutti sono rimasti sbalorditi. Hanno sempre creduto che io fossi un prodigio della musica, ma credo si sbaglino. I veri talenti sono altri.- Ammise dirigendosi verso quel pianoforte. -Suono anche la chitarra, ma il piano mi da emozioni del tutto diverse.- Harry ricordò quella volta in cui lui e Miss Adeline fecero un pezzo a quattro mani. Erano in perfetta sintonia, come se si trovassero in un corpo solo, come se le mani di lei appartenessero alle sue da sempre. 
-Qualcosa non va?- Elèna non poté non notare lo sguardo malinconico del giovane Styles. Si chiese a cosa stesse pensando e per quale motivo fosse così triste. -Se avete qualcosa di cui volete parlarmi, fatelo pure, non preoccupatevi.- Cercò di smorzare quell'aria tesa che si stava cominciando a creare e che detestava con tutta se stessa. Le cose con Mr. Styles cominciavano l a prendere una piega diversa e desiderava che non tornasse ad essere per lui una perfetta sconosciuta. 
Gli occhi malinconici di Harry si fissarono in quelli di Elèna che si impose di non abbassare lo sguardo e continuare a mantenere il contatto visivo. -Le va se suono qualcosa? Mi aiuta a distendere i nervi.- Harry sapeva bene che suonare il piano in quel momento non lo avrebbe aiutato a dimenticare ciò che era accaduto con Miss Adeline, ma sperò di poter smettere di pensare almeno per un attimo a tutte le cose tristi, sperava di perdersi nella musica. 
Elèna non poteva quasi crederci. Lui avrebbe suonato davanti ai suoi occhi, e anche se non avrebbe mai dedicato a lei quella canzone, poco le importava. -Sì, mi farebbe piacere ascoltarla suonare, Mr. Styles.
Il ragazzo sorrise e si adagiò sul seggiolino del pianoforte, chiuse gli occhi e le sue mani cominciarono a sfiorare delicatamente i tasti dello strumento. Erano movimenti dolci, come se stesse sfiorando il viso di qualcuno con la costante paura di poter fare del male a quella persona. La musica si disperse nella stanza, creando un'atmosfera magica. 
Elèna chiuse gli occhi e si lasciò cadere su di una poltrona, mentre la musica la trasportava ovunque. In quel momento era come se tutto il resto attorno a lei fosse scomparso, lasciando solo che i suoi occhi potessero vedere il piano e un giovane ragazzo intento a suonarlo con una passione che non aveva mai visto prima d'ora. Era come vedere un angelo. Le lunghe dita si muovevano rapidamente e il cuore di Elèna batteva forte, quasi come se volesse uscirle dal petto. Era questa l'emozione che aveva immaginato di poter provare sentendo quel ragazzo suonare. 
Quando Harry chiuse gli occhi, fu come se la mani sapessero già dove andare senza il bisogno di vedere i tasti. Quella melodia era già nella sua mente ancora prima che potesse guardare lo spartito. Suonava e suonava senza mai fermarsi, come se facendolo avrebbe rivissuto quei momenti felici che riempivano il suo cuore di luce. Ma tutto ciò che vedeva attorno a sé era il buio e così continuava ad accarezzare quei tasti come faceva con il viso della sua amata. 
Poi successe una cosa che lo lasciò stupito. Mentre la musica si disperdeva ancora in quella stanza piena di luce, Harry aprì gli occhi e la vide: Elèna era seduta sulla poltrona e ad occhi chiusi e con un leggero sorriso sul volto, lo ascoltava suonare. Un raggio di sole illuminava il suo volto appagato da quella dolce melodia. Il giovane sorrise al pensiero che ciò che stava facendo potesse far sentire bene qualcuno, così chiuse nuovamente gli occhi e continuò a suonare finché attorno a sé non vide più solo il buio, ma un piccolo spiraglio di luce.

Dopo aver terminato di suonare Harry ed Elèna parlano molto. Lui le raccontò ciò che era successo con Miss Adeline, riportando tutte le parole da lei pronunciate e spiegandole cosa avesse provato in quel momento. 
Elèna soffriva nel sentire quello che il giovane Styles aveva bisogno di raccontare, ma allo stesso tempo non riusciva a non pensare che Miss Adeline aveva deciso di non fare più parte della vita di Harry e che forse, in un giorno molto lontano, lui avrebbe finalmente avuto occhi abbastanza grandi per poter vedere anche lei. 
-Siete una persona meravigliosa.- Disse sinceramente Elèna guardandolo. -Non meritavate di soffrire così e vorrei potervi dire che con il tempo queste ferite si saneranno, ma chi sono io per darvi una simile certezza?- Non aveva mai provato i sentimenti che Harry aveva nei confronti di Miss Adeline e di conseguenza non poteva assicurargli che tutto sarebbe stato solo un ricordo con il passare del tempo. -Non ho mai amato nessuno come ha fatto lei con Miss Robinson e di conseguenza non posso dirvi che tutto passerà, che non soffrirà più ripensando a quei momenti, ma posso dirvi che l'amore fa soffrire, molto, ma se è vero troverà il modo di tornare, nonostante tutto.- Elèna rimase quasi sconvolta dalle sue parole. Non credeva di poter mai dare consigli sull'amore, proprio lei che non era mai stata innamorata e che provava dei sentimenti verso il ragazzo sedutole di fronte e al quale non riusciva a confessare ciò che sentiva nei suoi confronti. 
Gli occhi di lei corsero subito verso le fossette che comparvero agli angoli della bocca del giovane Styles. -Parlare con lei mi è sempre d'aiuto, anche quando l'argomento è difficile da affrontare. È l'unica persona con la quale riesco a parlare di tutto quello che mi passa per la testa senza dovermi sentire giudicato o in imbarazzo. È come se lei capisse tutto ciò che provo ancor prima che io gliene parli. Riesce a prendere i miei problemi e trasformarli in sorrisi e non potrò mai esserle abbastanza grato per questo.- Harry era felice di aver trovato qualcuno come Miss Collins. Sentiva che quella giovane ragazza era diversa da tutte le altre, aveva qualcosa in più, ma non riusciva a capire cosa. Non aveva mai incontrato qualcuno come lei, qualcuno che lo facesse sentire sempre nel posto giusto. Nemmeno con Miss Adeline riusciva a sentirsi così per tutto il tempo. Fra lui e Miss Collins si era creata un'intesa che lo meravigliava sempre di più e gli faceva piacere sapere di poter contrae sempre su qualcuno. 
I suoi occhi continuavano a guardare il viso dolce e sincero di Elèna mentre la sua bocca era rimasta incurvata in un sorriso che solo con lei era in grado di far nascere. 
Elèna Collins: estranea ma sempre così presente nei suoi pensieri. -Mi chiedevo se uno di questi giorni le andrebbe di pranzare insieme? Solo io e lei. Oggi sono arrivato qui in un momento inopportuno e vorrei scusarmi per come mi sono comportato. Non è stato corretto da parte mia disturbarla durante l'ora di pranzo.
Elèna era certa di quale risposta dare, ma sapeva bene che gli interessi di Mr. Styles non era uguali ai suoi. Lui voleva un'amica, una confidente con cui sentirsi al sicuro e poter parlare di tutto, ma la ragazza non era in grado di poter sentire ogni giorno ciò che Harry voleva raccontarle riguardo Miss Adeline. Era stato già difficile sopportare quelle parole. 
Lei non voleva la sua amicizia, ma il suo amore, e quello non lo avrebbe mai ottenuto. -Sarei molto felice di poter pranzare in sua compagnia, ma purtroppo questa settimana ho già degli impegni con la famiglia, probabilmente non saremo in città.- Era una bugia, un'enorme bugia, ma era anche l'unico modo che Elèna aveva per declinare quell'invito che tanto aveva desiderato ricevere, ma in circostanze del tutto diverse da quella. 
-Oh, è un vero peccato...- Rispose il giovane corrucciandosi in viso. -Beh, allora quando farà ritorno a Londra, se ne avrà voglia, la aspetterò per pranzare insieme.- Harry non poté nascondere a se stesso la delusione che provava in quel momento. Desiderava davvero passare un'intera giornata con Miss Collins, senza parlare di problemi di cuore o altro. Voleva solo conoscerla meglio e ringraziarla per tutto quello che aveva fatto per lui in così poco tempo. 
Non poteva inventare altre scuse, prima o poi sarebbe dovuta andare a pranzo con il giovane Styles e si sarebbe dovuta far forza. -Al mio rientro verrò di persona per confermare la mia presenza.- Finse un sorriso e sperò che Mr. Styles non si accorgesse che non aveva fatto altro se non mentire spudoratamente. 
I due giovani rimasero a parlare per qualche minuto finché Harry non fu costretto a dover andare via. I suoi genitori lo stavano sicuramente cercando preoccupati dal momento che non avevano idea del perché fosse fuggito di casa senza dare spiegazioni. -La ringrazio ancora per la sua gentilezza e la sua disponibilità, Miss Collins, e non le nascondo che non vedo l'ora di poterla incontrare la prossima settimana. Con lei il tempo sembra non bastare mai.- Prese la mano della ragazza e vi poggiò le labbra. -A presto.- Sorrise e andò via lasciando Elèna sulla soglia della porta. 
Gli occhi di lei continuavano a guadare la figura del giovane Styles allontanarsi lentamente mentre nella sua testa riecheggiavano le ultime parole da lui pronunciate: "Con lei il tempo sembra non bastare mai."
Quando gli occhi di Elèna non furono più in grado di vedere il giovane, chiuse la porta e si diresse nuovamente verso il salone.

Entrandovi si rese conto di quanto fosse diversa quella stanza senza la presenza di Mr. Styles. Senza la musica del piano, senza la sua voce. Così si diresse verso lo strumento e sedendosi provò a riprodurre la melodia che le era rimasta nella testa. -È molto bella.- La voce della madre interruppe Elèna che si voltò per guardarla. -Oh, non volevo farti smettere. È la prima volta che ti sento suonare davvero e con questa passione.- La ragazza in parte aveva mentito. Non era brava a suonare il piano come lo era il giovane Styles, ma nemmeno così pessima come gli aveva fatto credere. 
-Continua a passarmi per la testa e non riesco a dimenticarla.- Rispose Elèna sospirando. Ripensò alle mani del giovane che correvano da un tasto all'altro riproducendo la stessa melodia che lei stava suonando pochi secondi prima. 
Jocelyn si avvicinò alla figlia e le carezzò la testa con fare materno. -È quella che ha suonato Mr. Styles?- La donna non aveva mai visto quello sguardo perso sul volto della figlia prima di quel momento. Capì che qualcosa non andava quando l'aveva vista fissare Harry sull'uscio di casa. I suoi occhi dicevano tutto quello che la sua bocca non aveva il coraggio di pronunciare. -È per lui che rifiuti qualsiasi gentiluomo che mostri dei sentimenti verso te?
Elèna non sapeva se rispondere o meno alle domande della madre. Aveva paura di poter essere giudicata o non compresa. La sua amica le aveva dato più volte il suo parere e non aveva fatto altro che ferirla, nonostante cercasse di nasconderlo. -No, io e Mr. Styles siamo solo conoscenti. Ci siamo incontrati per la prima volta al compleanno di Miss Robinson.- Era già la seconda volta che mentiva a qualcuno nello stesso giorno e questo la faceva star male. -Poi ci siamo visti in altre occasioni, ma per pura casualità. Stiamo diventando amici, ma è tutto qui.- Pronunciò quelle ultime parole con una triste consapevolezza. Quella, forse, era l'unica cosa vera di tutto quello che aveva raccontato. Loro non erano nient'altro se non conoscenti. 
Jocelyn la guardò rattristata. Sua figlia le stava mentendo ma non aveva alcuna voglia di forzarla a dire la verità. Se avesse voluto raccontarle cosa stava accadendo veramente, lo avrebbe fatto di sua spontanea volontà, quando avrebbe trovato le parole giuste e quando avrebbe chiarito la natura dei suoi sentimenti. -Va bene, tesoro mio. Sono felice che tu abbia trovato qualcun altro con cui passare il tuo tempo.- Sorridendo le diede un bacio sulla testa e andò via, lasciando Elèna seduta davanti a quel pianoforte. 

Non appena Harry fece rientro a casa i suoi genitori lo tempestarono di domande alle quali preferì non rispondere. -Harry!- La voce della madre rimbombò fra le pareti della cucina. -Non puoi pensare di alzarti nel bel mezzo del pranzo, correre via senza spiegazioni per poi tornare e non rispondere alle domande che io e tuo padre continuiamo a porti.- Non fu solo la sua voce ad esprimere il disappunto. La sua espressione ferma, decisa e contrariata fecero capire al giovane Styles che non poteva semplicemente andare via ignorando tutti. 
-Va bene!- Esclamò lui andandole incontro. -Vuoi delle spiegazioni? Vuoi sapere perché mi comporto in modo così strano?- Fece un profondo respiro e sputò la verità in faccia alla madre senza fare giri di parole. -Io e Adeline ci siamo lasciati. Ha deciso di troncare la nostra relazione perché i suoi sentimenti non erano più gli stessi di prima.- Solo in quel momento Harry si rese davvero conto che tutto quello che aveva costruito con Adeline era finito per sempre. Prima era solo un'idea, come se non fosse successo realmente. Come se fosse divenuto realtà solo dopo averlo urlato in faccia alla madre, quella di cui più temeva la reazione. E nello stesso momento si rese conto che non faceva così male come credeva. Soffriva, senza dubbio. Fino a poche ore prima era certo di voler passare la sua intera vita al fianco di Miss Adeline, ma ora non ne era più così certo. Forse ciò che lo induceva a credere che fosse lei la donna della sua vita era il fatto che ormai era già stato deciso tutto dalle famiglie, senza lasciare ai due la libertà di scegliere chi amare. 
La donna era sconvolta, non poteva credere alle parole appena pronunciate dal figlio -Com'è possibile? Sembravate così innamorati.- Rispose continuando a fissare Harry incredula. 
Il ragazzo sorrise scuotendo la testa. Non fu un sorriso di gioia, ma di rassegnazione, di consapevolezza. -Hai detto bene, sembravamo. Evidentemente fra i due ero io quello innamorato a tal punto da poter amare per due, facendoci sembrare una coppia inseparabile, felice. Ho sempre dato tutto me stesso ad una ragazza che non provava nemmeno la metà di ciò che sentivo io per lei.- I suoi occhi erano lucidi. Ripensare ad Adeline lo fece arrabbiare. Era stato così cieco da non accorgersi che la donna con la quale passava la maggior parte del suo tempo, non era mai stata innamorata come lo era lui. Le aveva dato così tanto e in cambio aveva ricevuto solo delusioni e tristezza e ricordi che lo avrebbero accompagnato per sempre, facendolo soffrire. 
-Non riesco a capire il perché del suo comportamento. C'è qualche altro giovane nella sua vita?- Domandò Pearl non riuscendo ad accettare l'idea che qualcuno potesse spezzare il cuore del suo amato figlio. 
Harry non rispose a parole, limitandosi ad accennare un 'sì' deluso con il capo. La madre sospirò e gli andò incontro stringendolo fra le sua braccia, o almeno tentò di farlo. Harry era troppo alto perché lei riuscisse ad abbracciarlo. -Mi dispiace così tanto, ma vedrai che troverai anche tu il vero amore e capirai che sarà quella giusta quando i tuoi occhi e il tuo cuore non potranno che pensare a lei.- Le parole di Pearl non riuscirono a risanare le ferite di Harry, ma lo convinsero che avrebbe amato ancora e che quella volta sarebbe stato per sempre. 

28 giugno 1922

Il tempo era volato senza che Elèna se ne rendesse conto.
Lei ed Harry non si erano incontrati più dopo quella visita inaspettata a casa Collins.
Dopo aver declinato l'invito di Mr. Styles con una bugia, aveva dovuto trovare una soluzione. Non poteva certo farsi vedere in giro, ma allo stesso tempo non poteva dire ai genitori che non aveva alcuna voglia di uscire di casa per un'intera settimana, così mentì anche a loro fingendo di essersi ammalata. 
Sapeva bene che il suo piano faceva acqua da tutte le parti, ma era la prima idea sensata che aveva avuto. 

Quella mattina si era alzata dal letto ed era scesa a fare colazione. Aveva detto di stare molto meglio e che la febbre era passata. I genitori le avevano creduto dal momento che non mostrava alcun segno di malessere. 
-Domani Mr. Lewis farà rientro in città. Sei felice?- Jocelyn le era seduta di fronte e poté vedere la reazione della figlia a quella domanda. Elèna strabuzzò gli occhi. Non ricordava dell'imminente arrivo del giovane Gabriel in città ma aveva informato la madre che avrebbe accettato l'invito e questa volta non poteva inventarsi alcuna scusa. 
Elèna si ricompose e si accorse che gli occhi della madre continuavano a fissarla in attesa di una risposta. -Sì, sono molto felice. Non vedo l'ora di incontrarlo e passare del tempo insieme.- Mentì spudoratamente, di nuovo. Dopo quelle poche ore passate con Harry, aveva pensato più volte di declinare l'invito diMr. Lewis, ma era troppo tardi. 

Era primo pomeriggio ed Elèna e i suoi genitori si trovavano sulla veranda a prendere un po' di sole quando qualcuno bussò alla porta d'ingresso.
Dei passi si fecero sempre più vicini: era la domestica. -Signorina Elèna, c'è un giovane che chiede di lei.- Disse la donna sorridendo e tornando dentro casa. 
La mente della ragazza corse subito verso Harry. Doveva sicuramente essere lui. Ma poi si ricordò della bugia che gli aveva detto. Lui sapeva che tutta la famiglia si trovava fuori città. Senza pensarci troppo si alzò e si diresse verso l'entrata. 
Il giovane la stava attendendo davanti la porta di casa. Quando la vide le sorrise e lei ricambiò. -Mr. Lewis.- Esordì lei confusa. -Non mi aspettavo di trovarla qui. Non doveva rientrare domani in città?
Il ragazzo mosse il capo in cenno di assenso. -Siamo riusciti a fare rientro un giorno prima e ci tenevo a farle una sorpresa. Spero di non averla disturbata.
Non l'aveva disturbata, le fece piacere vedere il giovane Gabriel, ricordava ancora di quanto si fosse divertita in sua compagnia e senza di lui quella serata sarebbe stata un disastro. -Sono molto felice di vederla e ci tengo a ringraziarla personalmente per i bellissimi fiori.- La mattina in cui li aveva portati lei dormiva ancora e ringraziarlo in quel momento le sembrava il minimo. Era stato davvero un bel pensiero da parte del ragazzo. -E le volevo anche dire che accetto volentieri il suo invito.
Sul volto del ragazzo apparve un'espressione piena di felicità. Forse credeva che Miss Collins avrebbe declinato l'invito inventassi qualche sciocca scusa, ma era andata diversamente. -Beh, se non le sembra troppo affrettata come proposta, potremmo andare anche adesso. Cosa ne pensa?- Propose il giovane felice di poter passare del tempo insieme alla bellissima Elèna.
La ragazza non sapeva cosa fare. Avrebbe preferito uscire con Mr. Lewis il giorno successivo ma allo stesso temp non voleva inventare l'ennesima bugia e così accettò l'invito. 
Elèna avvertì o genitori e in pochi minuti raggiunse Gabriel che la attendeva sul portico di casa. -Eccomi!- Esclamò sorridendo. Il ragazzo le porse il braccio e lei lo prese senza esitare. 
I due scesero le scale e si avviarono verso il bar. 

Harry non vedeva Elèna da una settimana e più passavano i giorni più sentiva la necessità di trascorrere del tempo con lei, ma purtroppo i Collins non si trovavano in città. 
Decise ugualmente di uscire e fare una passeggiata da solo, aveva bisogno di schiarirsi le idee. 
Prese la strada che una settimana prima aveva percorso correndo per arrivare da Elèna nella speranza che fossero tornati qualche giorno prima del previsto. Desiderava vederla con ogni cellula del suo corpo e questa sensazione non lo faceva stare male, per niente, anzi, gli procurava uno strano senso di gioia. 

Quando arrivò davanti casa dei Collins qualcosa attirò la sua attenzione; l'auto della famiglia era parcheggiata e le tende erano aperte abbastanza da lasciar intravedere l'interno della casa. Si fermò ad osservare bene e pensò che forse avevano fatto ritorno qualche giorno prima proprio come aveva desiderato.
Mentre tentava di capire se i Collins fossero o meno in casa udì delle voci e delle risate. Quando si voltò li vide: Elèna stringeva il braccio di un giovane ragazzo. A guardarlo meglio Harry si accorse che era proprio Mr. Lewis, lo stesso ragazzo con cui Elèna aveva ballato il giorno del compleanno di Miss Adeline. Si ricordò di averla guardata per qualche minuto quella sera. La vide sorridere e divertirsi e fu felice per lei. Ricordò anche di averle parlato poco dopo, esprimendo un ottimo parere verso Mr. Lewis, li trovava davvero perfetti insieme. Adesso, però, a vederli così vicini in un contesto completamente diverso e in una situazione differente, Harry sentiva qualcosa crescergli dentro: gelosia.
I due ragazzi stavano uscendo di casa e lei sembrava piuttosto felice. La vedeva ridere come non aveva mai fatto con lui. In quel momento sentì il cuore rompersi in mille pezzi e non ne capì il motivo o forse lo sapeva bene e cercava solo di ignorarlo perché non voleva soffrire, non era ancora pronto. Il ricordo di Adeline bruciava ancora dentro di lui, ma c'era qualcosa che lo spingeva a volersi trovare al posto del giovane Lewis. 
Per sua fortuna, Elèna non lo vide. Sarebbe stata una situazione imbarazzante e sarebbe sicuramente riuscita a notare che qualcosa in lui non andava. Miss Collins aveva questo strano potere di riuscire a capire qualsiasi cosa passasse per la mente di Harry solo guardando i suoi occhi. 
Era strano per lui sentirsi così, soprattutto dopo aver chiuso una storia che riteneva molto importante, eppure, Elèna era sempre il suo primo pensiero e ciò che lo faceva soffrire era avere la certezza che lui non avrebbe mai occupato un posto così importante nella vita di quella dolce ragazza. Lei non lo avrebbe mai guardato con occhi diversi da quelli che aveva con chiunque altro ragazzo, non avrebbe mai riso come faceva con Mr. Lewis, lui non avrebbe mai avuto l'onore e la possibilità di poter portare Elèna in giro per le strade di Londra in un contesto diverso da quello dell'amicizia. E si rattristò ancora di più quando gli tornarono alla mente le parole di Miss Collins. Il giorno in cui era stato a trovarla gli aveva promesso che al suo rientro sarebbe andata di persona a confermare la presenza all'invito da lui fattole, ma evidentemente preferiva passare del tempo con il giovane Gabriel che con lui.  
Furono proprio questi pensieri a far capire al giovane Styles che i suoi sentimenti per quella ragazza, fino a poco tempo prima estranea a lui, stavano mutando e che di lì a poco, se non li avesse controllati, lo avrebbero scottato.
Fu una voce a distrarlo dai suoi pensieri e a farlo sentire in totale imbarazzo: -Mr. Styles, cosa ci fate qui?

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


Harry era completamente assente in quel momento. I suoi occhi non facevano altro se non continuare a guardare Elèna allontanarsi con un altro uomo, lo stesso con cui aveva ballato tutta la notte al compleanno di Miss Robinson. 
Vedendo la mano di lei attorno al braccio di Mr. Lewis si chiese perché sentisse tutti quei sentimenti venir fuori in una volta sola. Aveva il fuoco dentro ed era stata Miss Collins ad accenderlo pochi attimi prima. 
Quando sentì una voce chiamarlo si voltò subito con la paura che qualcuno potesse averlo visto guardare quella bellissima ragazza, con lo sguardo carico di tristezza. 
Gli occhi di Harry incrociarono quelli azzurro ghiaccio di Miss Harrington. 
-Buongiorno...- Pronunciò quelle parole tentennando. Non aveva mai visto la ragazza che si trovava in piedi di fronte a lui e si senti in imbarazzo quando un pensiero gli sfiorò la mente: forse si era già presentato a quella giovane ma non lo ricordava. Il suo volto si colorò di un leggero rosso misto ad imbarazzo e senso di colpa.
Margaret, vedendo come aveva reagito il giovane Styles, si affrettò a tranquillizzarlo. -Non mi guardi in quel modo.- Rispose lei in una risata. -So bene ciò che sta pensando. Stia tranquillo, Mr. Styles, noi non ci conosciamo, sono Margaret Harrington, la migliore amica di Miss Elèna.- Appena pronunciò quel nome, Margaret si rese subito conto di come l'espressione di Harry cambiò. -Mi ha parlato molto di voi. Vi ammira e stima come nessun altro.
Elèna e Margaret non si erano viste per quasi una settimana dal momento che quest'ultima era partita, ma avevano avuto modo di scambiarsi delle lettere in cui Miss Collins aveva raccontato tutto all'amica. 
Il ragazzo dentro di sé tirò un sospiro di sollievo, dovuto sia al fatto che quello fra i due era il loro primo incontro e anche per le parole pronunciate da Margaret riguardo Miss Collins. Allo stesso tempo, però, continuava a sentirsi in imbarazzo al solo pensiero che Miss Harrington si fosse resa conto di tutto. -Oh...- La sua risposta fu un misto di sorpresa e incertezza. Harry non poteva credere a ciò che aveva appena sentito. Miss Collins aveva parlato di lui alla sua migliore amica. Doveva significare qualcosa. -È un piacere fare la vostra conoscenza, Miss Harrington. 
Margaret si accorse con un solo sguardo che qualcosa in lui non andava. Sembrava triste, ma soprattutto, cosa ci faceva vicino casa di Elèna? Era venuto a trovarla? 
Sperando di non risultare invadente chiese: -Se posso permettermi, come mai vi trovate da queste parti? Stavate per caso cercando Miss Elèna?
Harry avrebbe tanto voluto rispondere di sì. Lui era lì solo per la bellissima Miss Collins, la donna che pian piano stava rubando il suo cuore senza nemmeno accorgersene. Probabilmente Harry stesso non si era reso conto di ciò che gli stava accadendo, se non fino a quel momento, quando aveva visto Elèna in compagnia di un altro uomo che non era lui. E ciò che più lo struggeva era il fatto di non poter odiare Mr. Lewis, era un giovane intelligente ed educato. Non aveva alcun elemento sul quale poter basare teorie che affermassero che quello non era l'uomo adatto a Miss Collins. -No!- esclamò Harry. Tossì quando si accorse di essere stato troppo impulsivo. -No, non sono qui per la vostra amica. Stavo facendo una delle mie solite passeggiate e mi sono ritrovato da queste parti.- Sorrise per non risultare strano o scortese, non voleva che Miss Harrington pensasse questo di lui. Il pensiero che fosse un giovane un po' strano le aveva indubbiamente sfiorato la mente, pensò Mr.Styles, ma al momento non era un qualcosa di rilevante. 
La giovane Margaret sembrò essere convinta dalle parole di Harry, ma aveva ancora un leggero sguardo perplesso sul volto. -Se è così mi scuso per avervi interrotto. La lascio alla sua passeggiata.- rispose Margaret con un sorriso. -È stato un piacere poter fare finalmente la vostra conoscenza. Spero di potervi rivedere in altre occasioni. Buona giornata Mr. Styles.
Harry e Margaret si salutarono e quando la ragazza si allontanò abbastanza da non poterlo più vedere, lui tirò un sospiro di sollievo. Era stato così vicino a farsi scoprire dall'amica della giovane alla quale si stava affezionando ogni giorno di più. 

Elèna e Mr. Lewis stavano passeggiando tranquillamente mentre lui le raccontava dei giorni passati fuori città. -Non ho mai smesso di pensarvi neanche per un attimo, Miss Collins.- Le aveva detto. Ogni giorno sperava fosse l'ultimo per poter tornare a Londra solo per vederla nuovamente e poter spendere del tempo insieme. 
La giovane era in imbarazzo, ma cercava di non darlo a vedere. Mentre sentiva parlare Gabriel, la sua mente non faceva altro se non pensare a Mr. Styles. 
Non voleva che i suoi pensieri risultassero cattivi o scortesi, ma tutto ciò che desiderava in quel momento era vedere il ragazzo che le aveva rubato il cuore. Sperava di potersi girare e trovare Harry al suo fianco, ma non era possibile perché lui non provava alcun sentimento nei suoi confronti.

Harry non aveva accettato l'idea di Miss Elèna insieme a Mr. Lewis. 
Non riusciva ad accantonare i mille pensieri che continuavano a girare per la sua testa. Doveva parlare con lei, doveva parlare con Elèna e lo avrebbe fatto quel giorno stesso, non poteva più permettersi di rimandare quel momento. 
Ripercorse la strada al contrario e tornò a casa Collins. 
Sapeva bene che la ragazza non aveva ancora fatto rientro, ma l'avrebbe aspettata sulla soglia di casa, anche per una, due, tre ore. L'avrebbe aspettata anche al calar del sole, seduto su quei gradini. 

-Oh, come è volato il tempo in vostra compagnia.- Esordì Mr. Lewis notando l'orario. 
Era quasi ora di cena ed era meglio che i due si incamminassero verso casa. Gabriel era sincero nel dire che il tempo in compagnia di Miss Elèna era volato. Non si era nemmeno reso conto di che ore fossero o di quanto i due avessero camminato senza una meta. L'avrebbe ascoltata parlare o ridere anche per tutto il giorno tanto lo faceva star bene, ma non era possibile. 
La ragazza sospirò e concordò con il giovane Gabriel. -Come darle torto, Mr. Lewis!- Esclamò. -Se non foste arrivato oggi, sarei rimasta chiusa in casa ad annoiarmi e invece avete stravolto il mio pomeriggio.- Le sue parole erano sincere, non stava mentendo, però non poteva nemmeno dire che il tempo era volato. Per quanto si fosse divertita, il più delle volte aveva desiderato di essere da tutt'altra parte o con qualcun altro. 
Erano quasi arrivati a casa Collins quando Mr. Lewis si fermò. -Passare del tempo insieme mi ha fatto molto piacere e non le nascondo che vorrei potervi vedere ancora in questi giorni. Siete capace di farmi ridere come nessuna prima d'ora e in sua compagnia non ci si annoia mai, è sempre in grado di far sorridere tutti, anche quando hanno tutte le ragioni di questo mondo per non farlo.- Gabriel stava parlando con il cuore in mano, e anche se era leggermente imbarazzato, voleva che Elèna sapesse cosa pensava di lei. -Spero che anche per voi sia così, in caso contrario, cercherò di farvi cambiare idea.- Disse ridendo e facendo ridere anche lei. 
-Siete un giovane molto ostinato.- Rispose lei non trovando altre parole. -È stata una bella giornata anche per me e mi farebbe piacere rivederla, ma negli ultimi giorni non ho avuto occasione di incontrare la mia amica più stretta e avevamo in mente di passare del tempo insieme.- In parte era una scusa, ma non poteva dire altro se non quello. Con Mr. Lewis si era divertita, aveva riso ed era stata bene, ma non era ancora pronta a passare un'altra giornata insieme a lui. Doveva prima capire come far uscire Harry dai suoi pensieri e dal suo cuore. Inizialmente pensava che passare del tempo con Gabriel poteva essere la miglior soluzione per dimenticare Mr. Styles, ma dopo quel pomeriggio era certa che non era quella non poteva più essere un'opzione. 
Non voleva ferire il giovane che le si trovava davanti, non voleva mentirgli o fingere di provare qualcosa che in realtà non provava. 
Il ragazzo la guardò con gli occhi che brillavano sotto la luce delle lanterne. -Non preoccupatevi, quando avrete recuperato il tempo perso con la sua amica, sarò ben lieto di vedervi.- Con un movimento veloce prese la mano della giovane e le diede un bacio. -Aspetto una vostra lettera, Miss Collins.
I due si salutarono e nonostante Gabriel avesse tanto insistito nel volerla accompagnare fin sotto casa, la ragazza disse che non c'era alcun bisogno perché sarebbe arrivata nel giro di pochi secondi. Aveva voglia di rimanere da sola a pensare almeno per quel breve tragitto. 
Le strade dei giovani si separarono lì, con gli occhi di Mr. Lewis che guardavano Miss Collins allontanarsi. 

Il sole era ormai tramontato e di Elèna non v'era nemmeno l'ombra. Harry si preoccupò nel non vederla tornare, ma non voleva allarmarsi. Probabilmente aveva perso la cognizione del tempo e avrebbe fatto rientro di lì a poco. 
Mentre ripassava tutto ciò che voleva dirle una volta arrivata, sentì dei rumori provenire dal giardinetto di casa Collins. Una figura minuta stava facendo ingresso. Era lei. Il cuore di Harry cominciò a battere più forte e tutto il discorso che aveva in mente da ore, era svanito nel secondo in cui Elèna aveva pronunciato il suo nome. -Mr. Styles...

La ragazza era felice di vedere le luci di casa. Era stata un lunga giornata e tutto quello che desiderava fare era togliersi quei vestiti di dosso e fare un bel bagno caldo. 
Non appena si trovò di fronte casa, vide una figura alta seduta sugli scalini di casa sua. Teneva la testa fra le mani e sembrava stesse parlando da solo. Inizialmente si spaventò, ma poi la figura diventò più nitida. Era lui. Il cuore di Elèna cominciò a battere più forte man mano che si avvicinava alla porta di casa e in un attimo pensò a tutti i motivi possibili per cui Harry fosse seduto sulla veranda di casa sua ad attenderla con aria alquanto agitata. 
Quando fu abbastanza vicina affinché lui potesse sentirla, pronunciò il suo nome quasi come un sussurro: -Mr Styles...
Il ragazzo balzò in piedi e fissò i suoi occhi in quelli della ragazza. Era così bella, bella da togliere il fiato. Così semplice eppure così complessa. 
-Miss Collins, finalmente siete rientrata.- Sorrise e le si avvicinò. -Lo so, l'ho fatto di nuovo. È una mia strana abitudine presentarmi a casa sua senza il minimo preavviso, ma avevo bisogno di vedervi.
Elèna non era per niente dispiaciuta da quella visita, anzi, era molto curiosa di sapere il perché di quell'inaspettata sorpresa. -Sono felice siate qui.- Esordì cercando di tranquillizzare il giovane che risultava abbastanza agitato. -A cosa devo il piacere di questa sua visita?
Harry si calmò nel sentirsi dire quelle parole. Lei era felice di vederlo. -Vede, oggi mi trovavo a fare una delle mie solite passeggiate, e senza rendermene conto mi sono ritrovato di fronte casa vostra. Vedendo le tende aperte e l'auto parcheggiata qui fuori ho subito pensato in un vostro rientro anticipato e così volevo venire a salutarvi, ma vi ho vista uscire di casa con Mr. Lewis e ho pensato che forse non era il momento opportuno. Sembravate così felice e non volevo intromettermi.- Non era quello il tipo di discorso che aveva preparato pochi minuti prima, ma ormai le parole stavano uscendo dalla sua bocca senza che lui potesse impedirlo. -Così ho deciso di fare rientro a casa, ma sulla strada di ritorno mi sono reso conto che se non vi avessi vista oggi, se non vi avessi detto tutto quello che sento dentro di me, avrei perso un'altra occasione e avrei perso voi.- Harry vedeva che lo sguardo di Elèna mutava ad ogni sua parola. -Quando vi ho vista uscire di casa mentre tenevate il braccio di Mr. Lewis, dentro di me si è come accesa una fiamma, una fiamma che ha cominciato ad ardere e non capivo cosa fosse finché non vi ho vista ridere con lui come non avete mai fatto con me. Era gelosia. So che può sembrare strano, ci conosciamo da poco tempo, ma a me sembra di conoscervi da una vita, Miss Collins.
Il cuore di Elèna non aveva smesso di accelerare nemmeno per un secondo. Stava accadendo davvero? Non era un sogno? Harry Styles era sul portico di casa sua a confessarle di provare gelosia nei confronti di Mr. Lewis. Non poteva crederci ed era sicura che le sue espressioni facciali stessero trasmettendo tutto quello che non riusciva a dire a parole. 
-Voi...voi siete la prima persona da cui correrei per raccontare ciò che mi è successo, bello o brutto che sia. Mi sento diverso in vostra presenza, mi sento al sicuro, compreso. Mi sento come mai prima d'ora, e questo mi rende felice. Ma allo stesso tempo so che voi non provate per me ciò che provo io.- Harry continuava a parlare senza distaccare lo sguardo dal viso candido di Miss Collins. Lei continuava a non esprimersi e questo strano silenzio lo rendeva sempre più nervoso. -Voi non avete idea di come io mi senta in vostra presenza. È come se il mio corpo fosse attratto verso il vostro da una sorta di magnetismo che nessuno dei due riesce a spiegare. L'unica certezza che posso darle è che dal primo giorno in cui l'ho vista, ha sempre fatto parte dei miei pensieri.
Elèna continuava ad ascoltare silenziosa ed incredula le parole del giovane Styles. Avrebbe voluto interromperlo e dirgli che anche lei si sentiva così, e che i sentimenti che provava lui, lei li aveva già vissuti mesi prima ed era stata costretta a convivere con un simile peso per molto tempo, senza mai poterglielo confessare. Ma forse quello era il momento adatto per farlo. Finalmente poteva essere felice con l'unica persona che aveva mai desiderato. -Io...io non so davvero cosa dire, Mr. Styles.- Si morse la lingua non appena pronunciò quella frase. Perché l'aveva fatto? Perché aveva mentito? Sapeva bene cosa dire, sapeva esattamente quali parole pronunciare per far sì che quella situazione si ribaltasse completamente. Lo sapeva ma non l'aveva fatto. Nell'istante in cui era sicura di voler raccontare la verità ad Harry, qualcosa l'aveva fermata. Forse la paura. 
Quelle parole colpirono il giovane. Non desiderava certo che ricambiasse i sentimenti, ma sperava in una risposta leggermente diversa da un semplice "Non so cosa dire" . -Non deve dire niente, Miss Collins. Ero venuto qui solo perché ci tenevo a confessarvi ciò che avevo cominciato a provare per voi in questi giorni, volevo dirle quanto la vostra presenza nella mia vita sia stata importante in questo periodo difficile per me.- Harry dovette rimediare al disastro che aveva combinato dichiarando i suoi sentimenti ad una persona che non li avrebbe mai ricambiati. -Mi dispiace se vi ho fatto perdere tempo prezioso, sarete stanca e vorrete tornare in casa.- Disse sospirando e cercando gli occhi di Elèna, che si erano distaccati dai suoi tanto era l'imbarazzo. -Vi auguro una buona serata, mi scusi ancora Miss Collins.- Completamente a pezzi, Harry salutò la giovane e scese gli scalini deluso da come erano andate le cose. 
Gli occhi di Elèna divennero lucidi quando lo vide allontanarsi, distrutto e deluso. Pensò alle parole da lui dette, pensò al tempo passato insieme e si rese conto che se non l'avesse fermato, l'avrebbe perso per sempre. -Era una mattina di febbraio quando vi vidi per la prima volta.- La voce di Elèna ruppe il silenzio che si era venuto a creare fra i due mentre Harry lentamente si dirigeva verso l'uscita di casa Collins. -Rimasi affascinata dalla vostra bellezza ed eleganza. Da quel momento non feci altro che sognare di potervi conoscere un giorno. Quando accadde, la sera del compleanno di Miss Robinson, mi resi conto che tutto ciò che dicevano sul vostro conto era totalmente sbagliato. Voi non eravate solo bellezza e gentilezza, eravate molto di più, ma nessuno sembrava riuscire a farci caso.- Continuò lei mentre Harry risaliva le scale guardandola sbalordito. -La sera della festa di Miss Robinson, quando vi incontrai su quella terrazza, desiderai con tutta me stessa di poter rimanere con voi per sempre, ma i vostri occhi, a differenza dei miei che non facevano altro se non cercare i suoi, guardavano un'altra persona. Stare in vostra presenza mi agita perché ho sempre il costante timore che possiate accorgervi dei miei sentimenti nei vostri confronti. La scorsa settimana, quando siete venuto a trovarmi senza preavviso, mi avete regalato un'immensa gioia. Mai mi sarei aspettata una vostra visita. E quando avete cominciato a suonare il piano, il mio cuore tremava al solo pensiero di ciò che stava accadendo. Quel momento era uno dei tanti che avevo sognato di vivere con voi dal primo giorno in cui i miei occhi vi avevano notato. Non posso dirvi di essere innamorata di voi, perché non avrebbe alcun senso, ma posso assicurarvi che da quando vi conosco, sento sempre qualcosa bruciare dentro, qualcosa che si infiamma sempre di più quando mi siete vicino. Ho provato ad accantonare i miei sentimenti. Credevo che frequentando Mr. Lewis le cose avrebbero preso una piega diversa, credevo che vi avrei dimenticato, ma non è successo. Oggi, mentre ero insieme al giovane Lewis, non facevo altro che pensare a voi. Ai vostri occhi, al vostro sorriso. Desideravo di potermi voltare e trovarvi al mio fianco. E adesso voi siete qui e mi state confessando tutto ciò che provate e mi sembra tutto così surreale. Non so come spiegare tutti questi sentimenti, ma so che mi fate stare bene, come mai prima d'ora.- Quando Elèna terminò di parlare, si sentì leggere, libera. Aveva finalmente confessato tutto ciò che provava nei confronti di Harry. 
Lui era arrivato nuovamente sul portico e li separavano solo pochi centimetri. -A volte vorrei non provare tutto questo, ma poi mi ricordo quanto voi mi facciate sentire viva e allora tutto perde senso. Esistete solo voi, voi e nessun altro. 
Fu tutto così rapido che Elèna non se ne rese nemmeno conto. Le labbra del giovane Styles erano dolcemente premute sulle sue, mentre le mani di lui le reggevano il viso. Non c'era più nemmeno un centimetro di distanza a separarli. 
In quel momento sentì il fuoco divampare dentro il suo cuore, ma non le faceva male, la faceva sentire viva. 
Più Miss Collins parlava, più Harry sentiva qualcosa crescere dentro il suo petto. Non avrebbe mai immaginato di poter provare quella sensazione sentendo parlare una persona che conosceva da così poco tempo, ma con Miss Collins era tutto diverso, tutto perdeva un senso e qualsiasi cosa, anche quella più sbagliata, sembrava dannatamente giusta.
Quando smise di parlare, Harry si accorse di essere ritornato sul portico e che i loro occhi non avevano fatto altro se non fissarsi tutto il tempo. A dividerli erano pochissimi centimetri. Il giovane si rese conto che se non l'avesse baciata in quel momento, non l'avrebbe più fatto. Desiderava baciarla con ogni cellula del suo corpo e lo fece. Le si avvicinò con un rapido movimento, senza darle il tempo di capire cosa stesse scucendo. Prese il delicato viso fra le mani e la baciò con dolcezza e lei fece lo stesso. Entrambi si lasciarono tutti i problemi, le insicurezze e le incertezze alle spalle, perdendosi in quel bacio che entrambi avevano tanto desiderato da tempo. E rimasero lì, su quel portico, illuminati dalle lanterne e dalla luce delle stelle.

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


ll termine rimembranza significa letteralmente il ricordare associato, nell'uso poetico, alla capacità di risuscitare nella coscienza immagini e soprattutto sentimenti remoti.
Perché sì, è proprio vero ed è meraviglioso come esistano cose nella vita impossibili da dimenticare; la prima parola, le prime amicizie, i primi amori, la prima uscita, il primo bacio e persino il primo cuore spezzato. Le delusioni, gli attimi di gioia, quelli capaci di riempire il cuore fino a scaldarlo.
Ci sono cose impossibili da dimenticare, luoghi che rimarranno per sempre scolpiti nella mente delle persone. Ricordi che sfioreranno i pensieri alla vista di un oggetto, un edificio, una persona. 
È difficile dimenticare alcuni dettagli, anche i più piccoli, soprattutto se hanno fatto parte di un qualcosa di davvero grande. 
A volte ciò che più si desidera è riuscire a dimenticare esperienze passate. Altre volte, invece, si è felici di poterli ricordare per non commettere nuovamente gli stessi passi falsi. Ma i ricordi fanno male, anche quelli belli, forse sono quelli che feriscono maggiormente perché ricordano che quei momenti non torneranno più. Ci sono stati e sono volati via senza che nessuno se ne accorgesse. Un attimo prima erano lì e rendevano le persone felici, le facevano sentire vive, e un attimo dopo, il vuoto. 

Il sole non era ancora sorto, ma Elèna era già sveglia da un paio d'ore. Aveva passato tutta la notte a rigirarsi nel letto cercando di addormentarsi, e ci era quasi riuscita, finché il ricordo di Mr. Styles e di quei baci dati di nascosto, delle frasi sussurrate all'orecchio e dei sorrisi che riservava solo a lei non le avevano sfiorato i pensieri, come ogni notte da quando gli aveva detto addio. Erano passati quasi due mesi dall'ultima volta che i due avevano parlato o si erano visti e non c'era giorno in cui Elèna non pensasse a lui e a tutto quello che era accaduto dopo quel bacio. Avevano deciso di nascondersi da occhi indiscreti, volevano che quell'amore fosse solo loro e di nessun altro. Un segreto che solo loro due conoscevano e che avrebbero custodito per sempre. 
Ma poi quella bolla di sapone in cui si erano rinchiusi, lontano dal mondo che li circondava, era scoppiata e la realtà li aveva soffocati e allontanati l'uno dell'altra. Per le prime due settimane Elèna aveva pianto, molto. Poi, con il passare del tempo, era riuscita a controllare le lacrime, o forse, semplicemente, non ne aveva più. Si limitava a soffrire nel silenzio e nel buio della sua camera, mentre il mondo che si trovava al di fuori di quelle quattro mura continuava ad andare avanti senza fermarsi ad aspettarla.
Nonostante la lunga discussione che avevano avuto, con il passare del tempo Mr. Styles non era divenuto uno sconosciuto per Elèna. Continuava a far parte di ogni suo più vivido ricordo e le bastava così poco affinché tornasse a far parte della sua quotidianità, e questa era la cosa che probabilmente più la distruggeva. Per quanto la sua presenza, breve e precaria, nella vita di Miss Collins l'avesse resa felice, era finito tutto talmente in fretta che la giovane ragazza non faceva che chiedersi se fosse realmente esistito un qualcosa. Non sapeva se lo avrebbe incontrato ancora o se ne avrebbe sentito parlare per un'ultima volta, ma sapeva che finché il ricordo di quel giovane dalla bellezza disarmante avrebbe fatto parte di ogni suo giorno, finché sarebbe rimasta traccia di ciò che erano stati un tempo, ci sarebbe stata una parte di lui che non l'avrebbe mai abbandonata.
Ma nel momento in cui i sentimenti verso quel giovane riaffioravano, la ragazza ripensava a quella sera d'estate. Mr. Styles l'aveva raggiunta nel loro "posto segreto", dove si incontravano lontano da tutto e tutti. Era una piccolo angolo di paradiso nella parte più nascosta del viale alberato che lei era solita frequentare. Diversi alberi e cespugli erano disposti a cerchio, creando uno spazio segreto che nessuno a parte loro poteva trovare. La notte, alzando gli occhi verso il cielo, potevano vedere le stelle splendere insieme alla luna. Passavano ore a confidarsi, parlare, baciarsi, amarsi. Spesso lui le leggeva delle poesie mentre lei lo guardava con gli occhi lucidi ma pieni di gioia.
Se solo Miss Collin avesse saputo che quella sarebbe stata l'ultima volta che si sarebbero trovati in quel posto, forse sarebbe stato diverso. Quella sera lui la guardava, ma non come le altre volte. Nel suo sguardo c'era qualcosa di diverso. Paura? Pentimento? Elèna non lo capì mai. 
Lei gli sfiorò il viso e in quel momento Mr. Styles sentì qualcosa stingergli il petto. Non poteva dirle la verità, ma se avesse mentito lei lo avrebbe odiato per sempre. La amava, non aveva alcun dubbio a riguardo, e per questo dovette essere sincero con lei. Le disse che lui e i suoi genitori avevano avuto modo di parlare con i Robinson e in particolare con Miss Robinson la quale aveva espresso tutto il dispiacere che provava per averlo lasciato senza dare spiegazioni sufficienti. Delle notti insonni passate a ricordare i giorni con lui, i sorrisi e le emozioni che solo lui riusciva a provocare nel suo cuore. 
-Cosa state cercando di dirmi, Harry?- Aveva chiesto Elèna confusa e quasi terrorizzata da quella che sarebbe potuta essere la risposta del giovane. 
-Miss Adeline mi ha detto di provare ancora dei forti sentimenti nei miei confronti.- Harry aveva visto le lacrime cominciare a formarsi agli angoli degli occhi della giovane davanti a lui. -Ma io amo voi ed è voi che voglio avere al mio fianco per il resto dei miei giorni.- a quelle parole Elèna aveva tirato un piccolo sospiro di sollievo, ma sapeva che ancora non era finita ed Harry lo aveva notato e non aveva il coraggio di andare avanti perché sapeva quanto questa notizia l'avrebbe distrutta. -Ma non potendo rivelare la nostra storia, ho detto a Miss Adeline che avevo bisogno di prendere del tempo per pensare perché ciò che aveva fatto era stato terribile per me.
La ragazza aveva continuato a fissarlo. Sapeva che Mr.Styles non aveva ancora terminato, ma sperava il contrario, lo sperava con tutto il cuore. -So che avete dell'altro da dirmi, Parlate, vi prego.
Harry non voleva più andare avanti, il solo pensiero di pronunciare quelle ultime parole gli faceva mancare l'aria. Pensare a quanto Elèna avrebbe sofferto, lo distruggeva. La ragazza non aveva distolto lo sguardo in attesa di una sua risposta. -Quando i Robinson sono andati via i miei genitori mi hanno fatto sedere di fronte a loro e mi hanno parlato di tante cose, forse anche troppe e ancor prima che loro cominciassero a parlare sapevo già cosa volessero dirmi.- Harry aveva fatto un lungo sospiro e con il cuore in gola aveva pronunciato le parole che nessuno dei due avrebbe voluto dire o sentire dire dal primo momento in cui si erano guardati negli occhi quella sera. -Dovrò sposare Miss Adeline, che io lo voglia o meno. Non posso decidere, hanno già scelto loro per me...- Il ragazzo aveva visto le lacrime cominciare a scendere senza sosta dagli occhi di Miss Collins e quella visione lo aveva fatto soffrire. Ed era stato in quel momento che si era realmente reso che non poteva arrendersi, non poteva perderla. Così, senza pensarci più di un minuto le aveva chiesto di scappare via con lui. Lasciare tutto e tutti e cominciare insieme una vita altrove, dove nessuno li avrebbe giudicati, guardati con disprezzo. Dove sarebbero potuti essere felici. Elèna aveva riso, ma non era stata una risata di gioia. Ma una di quelle risate nervose, di chi non aveva parole sufficienti per esprimersi, di chi non voleva arrendersi davanti all'evidenza, di chi sapeva come sarebbe andata a finire. 
-Non posso fuggire con voi. Non chiedetemelo, vi prego. Spo...- quando aveva pronunciato quelle parole le si era rotta la voce in gola. Aveva fatto un lungo sospiro per poi riprendere a parlare -...sposate Miss Adeline e dimenticatevi di me. Non cercatemi, non scrivetemi, cancellate ogni traccia di me dai vostri ricordi. E adesso lasciatemi andare via, ve ne prego. Non posso più sopportare di trovarmi in questo posto e in vostra presenza. Vi ho amato, molto, ma non è mai stato tempo per noi. La nostra storia era destinata ad essere solo questo, nostra.- Dopo quelle parole Miss Collins era fuggita, lasciandosi il giovane Styles alle spalle. Non si era più voltata per guardarlo. Quello era stato l'ultimo giorno in cui l'aveva visto. 

Quel lungo periodo di tristezza aveva fatto comprendere a Miss Collins quanto l'amore, seppur bello, pieno di emozioni indimenticabili, di attimi di pura felicità, fosse anche ciò che più faceva male. Era come se fosse stata risucchiata in un buco nero. Non aveva via d'uscita e questo le faceva mancare l'aria. 

Quando comprese che non avrebbe più ripreso sonno, Elèna si alzò dal letto e scese al piano di sotto. Mentre percorreva il lungo corridoio si fermò per un istante davanti alle porte del grande salone, quello in cui non era più entrata dopo quella notte, uno dei posti che più le ricordava Mr.Styles. Quella era divenuta la stanza della casa che Elèna avrebbe evitato fino alla fine dei suoi giorni. Aprì una porta ed entrò in una piccola stanza piena di quadri che le davano un tocco di luce e di vivacità. Era uno dei suoi posti preferiti della casa, quello dove sua madre era solita dipingere. Sin da quando Elèna era una bambina, Jocelyn aveva provato a trasmettere la stessa passione per il disegno e la pittura, ma lei all'arte preferiva la poesia o la musica. Così, quando espresse il desiderio di avere una grande libreria, il padre fece costruire quella che adesso si trovava nel salone principale della casa e spesso Elèna si richiudeva lì per intere giornate, perdendosi tra le pagine dei libri che i suoi genitori le avevano regalato nel corso degli anni. 
Con il tempo aveva imparato a leggere anche fuori da quello che sembrava essere divenuto il suo guscio. Si fermava sotto i viali alberati, nei piccoli bar vicino casa, a volte anche sui gradini di casa. Era riuscita a creare un mondo tutto suo, al quale solo lei poteva avere accesso. Era l'unico posto dove sapeva non avrebbe mai sofferto. 
Ma nel momento in cui Mr.Styles era entrato a far parte della sua vita, era come se avesse fatto ingresso anche in quel piccolo angolo di "mondo" che Elèna aveva riservato solo a se stessa, portando luci e sensazioni nuove, colori brillanti e nell'esatto istante in cui aveva smesso di farne parte, c'era solo il buio.
Si sedette su di uno sgabello che si trovava di fronte ad una tela bianca come il latte e rimase a fissarla per un paio di minuti. Sognò di potervi dipingere tutto quello che non riusciva ad esprimere a parole. Per un attimo si pentì di non aver mai imparato a dipingere, magari l'avrebbe liberata dal peso che gravava continuamente sul suo petto, e anche se solo per qualche minuto, l'avrebbe fatta sentire più leggera. 
Allungò una mano e prese un pennello. Era nuovo, probabilmente la madre aveva intenzione di usarlo di lì a poco. Lo fece passare fra le dita, chiuse gli occhi e delicatamente cominciò a farlo scorrere sulla tela. Sapeva bene che non le avrebbe dato alcun colore, ma nella sua testa tutto era ben definito. 
C'era un immagine di una giovane ragazza con un libro in mano. Stava leggendo con passione e accanto a lei era seduto un giovane dagli occhi verde smeraldo. Era elegante, posato e dalla bellezza disarmante. I due non si guardavano né si parlavano, ma anche il più ingenuo tra gli osservatori sarebbe riuscito a capire tra quei due giovani c'era qualcosa. I loro corpi dicevano tutto quello che le loro bocche ed i loro occhi continuavano a tacere.
Ma tutto d'un tratto quell'immagine scomparve. Elèna fu distratta da una voce che la riportò alla realtà. Quando si girò una figura si trovava appoggiata ad un alto della porta. -Troppi pensieri?
Suo padre la guardava con un leggero sorriso in volto. -Nulla di particolarmente importante.- Rispose Elèna ricambiando il sorriso. -Avevo poco sonno e mi sono ritrovata a girovagare per i corridoi, un po' come quando ero piccola.
Il padre allungò una dito nella sua direzione. -Sai, sono quasi sicuro che quello non sia il modo adatto di dipingere.- Indicò il pennello e gli occhi di Elèna si spostarono velocemente sulla mano che continuava a stringerlo come fosse una bacchetta magica, una di quelle in grado di cambiare ogni cosa. Lo posò dove lo aveva preso e si alzò dallo sgabello.
-Sì, ecco io...- Lei e suo padre avevano un rapporto molto speciale, una stupenda complicità e in quel momento era terrorizzata dall'idea che lui potesse leggere attraverso i suoi occhi tutto ciò che la turbava -...forse è meglio che torni in camera, magari riuscirò a riposare ancora per qualche ora.- Sorrise e cercò di sorpassare la figura del padre, ma lui le prese delicatamente il braccio fermandola.
Elèna cercò di distogliere lo sguardo, non era ancora pronta ad affrontare nessun discorso che potesse ricondursi al giovane Styles. -Figlia mia, con molte probabilità ti conosco più di quanto possa conoscere me stesso e so bene che ultimamente c'è qualcosa che ti turba, ma sono anche certo del fatto che se dovessi chiederti cosa stia accadendo nella tua vita in questi ultimi mesi, non riceverei alcuna risposta se non il silenzio da parte tua. Perciò, voglio che tu sappia che in qualsiasi momento io sarò qui per te. Quando ti sentirai pronta di affrontare ciò che più ti sta facendo soffrire, sarò pronto a condividere le tue sofferenze e ad alleggerire il tuo cuore.
Elèna non rispose alle parole del padre, ma ne fu profondamente commossa. Lo abbracciò, fu uno di quegli abbracci che sembrano durare anni e che racchiudono tutte le insicurezze, i dolori e i pesi che chiunque porta dentro di sé. Il padre la avvolse tra le sua braccia, nel tentativo di proteggerla dal mondo che la circondava e la feriva giorno dopo giorno. E come quando era solo una bambina spaventata dal buio, rimase in quell'abbraccio caldo, rassicurante e pieno d'amore.

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


Le parole del padre erano state molto belle, ma confortarono Elèna solo per il breve tragitto fino alla sua camera. Quando si ritrovò da sola tutti i pensieri la travolsero facendola sentire piccola e debole di fronte a tutto ciò che stava accadendo nella sua vita. Così fece l'unica cosa che riusciva a fare negli ultimi due mesi: piangere. E così pianse fino ad addormentarsi, ricordando quei momenti felici che oramai non c'erano più.

Quando i primi raggi del sole le colpirono il viso, la ragazza si rese conto di aver dormito per qualche ora e di essere anche molto affamata. 
Nonostante gli occhi gonfi e la poca voglia di abbandonare il letto, decise di unirsi ai genitori per la colazione. Si sciacquò il viso e scese al piano di sotto. 

Quando entrò in cucina sul tavolo vide un grande mazzo di fiori dai colori accesi. -Wow!- Un verso di stupore uscì dalla sua bocca mentre i suoi genitori la guardavano con un grande sorriso. -Mi sono dimenticata qualcosa? C'è qualche ricorrenza speciale?- Elèna aveva paura di aver dimenticato un evento importante, non sarebbe di certo stata la prima volta e dati tutti i pensieri che occupavano la sua testa negli ultimi mesi, lo riteneva possibile.
La madre si alzò andandole incontro -Questi sono per te da una persona speciale.- sussurrò continuando a sorridere. In quel momento il cuore di Elèna fece un balzo, lo senti arrivare fino in gola e nella sua mente apparve un unica parola, un nome di cinque lettere: Harry.
La ragazza si avvicinò al mazzo di fiori e prese il bigliettino che vi era adagiato. Le tremavano le mani perchè si rese conto che non poteva che essere il suo Harry, solo lui era a conoscenza di quali fossero i suoi fiori preferiti. Ma i castelli che aveva costruito in una frazione di secondo, divennero macerie quando lesse quelle iniziali: G.L
Elèna fece cadere il piccolo foglio sul tavolo accanto al vaso dove la madre aveva accuratamente sistemato i fiori e lasciò sala senza dire una parola, lasciando che la sua espressione e le sue azioni parlassero per lei. 

Una parte di sé, quella che non era ancora pronta a parlare di tutto quello che era successo, sperava che nessuno andasse a cercarla, ma l'altra parte, quella che aveva un bisogno matto di confessare ciò che la opprimeva e di sentirsi dire che non era colpa sua, che non si sceglie di chi innamorarsi, lo voleva con ogni fibra del suo corpo. 
Era seduta sullo sgabello del pianoforte e fissava lo strumento come chi desidera di tornare indietro nel tempo e rivivere un determinato momento, uno di quelli che non potranno più essere vissuti. 
-Dovevo immaginare che fosse lui la causa di questa tua sofferenza.- La voce della madre risuonò nella grande stanza. 
La ragazza non si voltò a guardala. Continuò a fissare un punto davanti a sé e si limitò a scuotere la testa sorridendo leggermente come se volesse dirle che in realtà non aveva capito assolutamente nulla. -Mr. Lewis non ha niente a che fare con tutto questo. Non potrei mai soffrire così per qualcuno che a malapena conosco. -Elèna non riusciva a capire per quale motivo Mr. Lewis le avesse mandato quei fiori. Credeva di essere stata chiara con lui, credeva di avergli fatto capire che non ci sarebbe mai potuto essere nulla fra loro, non finché la speranza di un futuro con Harry era ancora viva dentro lei. 
La madre le passo delicatamente una mano fra i capelli. -Figlia mia, anche se pensi il contrario, ti conosco, tu sei molto simile a me e per questo motivo so bene che non si tratta di Mr. Lewis.- Disse la donna con voce gentile, come a voler rassicurare la figlia. -Non appena hai letto quel biglietto il sorriso è svanito dal tuo volto perché il nome che speravi di trovare non era quello di Mr. Lewis ma quello di Mr. Styles.
La giovane non si scompose, rimase immobile come se fosse stata pietrificata. Non si aspettava di sentire tali parole, non capiva come la madre se ne fosse resa conto. -Non volevo, non era mia intenzione, è successo tutto così velocemente che non ho avuto modo di rendermene conto o di porre fine a tutto prima ancora che cominciasse. -I sensi di colpa cominciavano a riaffiorare. Dentro di sé sapeva che non aveva mia fatto nulla di male, ma una piccola, minuscola parte, la faceva sentire tremendamente in colpa a tal punto da farle provare uno strano senso di vergogna. 
-Elèna, guardami.- La madre prese il viso della famiglia fra le mani e asciugò le lacrime che rigavano le sue guance. -Non hai alcuna colpa. L'amore è così: non scegli di chi innamorarti, succede e basta. Uno sguardo, un sorriso, un semplice gesto. Basta così poco per innamorarsi di qualcuno. Non puoi e non devi vergognarti dei tuoi sentimenti, soprattutto quando sono ricambiati.
La giovane non capiva. Come faceva la madre a sapere queste cose. -Non ho mai detto che lui ricambiasse.
Con un sorriso genuino Mrs. Collins si sedette accanto alla figlia. -Come ho detto prima, l'amore nasce anche dai piccoli gesti e non a caso tu sei in questa stanza, davanti a questo pianoforte. Quel giorno c'ero anche io e ho visto come ti guardavano i suoi occhi: lui si stava innamorando di te. 
Sentire quelle parole provenire dalla bocca di un'altra persona, e soprattutto da quella di sua madre, la fecero calmare e pian piano smise di piangere. Ricordava tutto di quel giorno ma non si era mai resa conto di come gli occhi di Harry la guardassero, non aveva mai pensato che già in quel momento lui si stesse innamorando.-Non so nemmeno perchè sono in questa stanza. Tutto ciò che mi circonda non fa altro che ricordarmi Harry. È finita, è finita per sempre. Ma ciò che più mi spaventa e che più mi fa soffrire è il pensiero che forse non riuscirò mai a dimenticare ciò che c'è stato fra noi mentre lui andrà avanti con la sua vita, amerà un'altra donna e la sposerà. Vivrà con lei ciò che io avevo sognato di vivere insieme a lui. Sarà con lei che si addormenterà ogni notte e con lei che si sveglierà ogni mattina. Con lei, non con me.- Elèna mise da parte la vergogna e i sensi di colpa e cominciò a confidarsi con la madre. Sapeva che tenere dentro di sé tutte quelle cose la feriva solamente. Ma ogni parola che usciva dalla sua bocca la feriva e le lacrime si fece nuovamente strada sulle sue guance. 
-Sposerà Miss Robinson e non c'è nulla che io possa fare per cambiare le cose.
La madre non l'aveva ia vista così. Prima di quel momento Elèna non aveva mai sofferto per amore, o almeno non in quel modo. Delicatamente le mise due dita sotto il mento per farsi sì che i loro occhi potessero incrociarsi. -Figlia mia, vederti così non fa altro che distruggere il mio cuore. Sei ciò che di più importante io abbia in questa vita. Non ti ho mai vista soffrire così tanto, o forse non ti ho mai vista soffrire. So che ciò che dirò non farà tornare Mr. Styles qui da te, ma voglio che tu sappia che l'amore è anche questo: tristezza, sofferenza, ricordi che fanno male al cuore. Ma dopo tutto questo arriverà di nuovo la luce, posso affermarlo con certezza.- Con una mano asciugò nuovamente le lacrime sul viso della giovane che intano non riusciva più a smettere di piangere e ricordò quando anche lei soffrì in quel modo. Ricordò la sua gioventù, il primo ragazzo per il quale aveva provato un sentimento così forte e così bello. Ma ricordò anche il giorno in cui lui le spesso il cuore. -So bene come ci si sente quando un luogo o un odore ti ricordano qualcuno che hai amato con tutta te stessa e che ora non c'è più, ed è per questo che voglio che tu sappia che un giorno troverai anche tu qualcuno che ti amerà così tanto, qualcuno che ti renderà felice come meriti, qualcuno con il quale passerai il resto della tua vita e che arricchirà ogni tuo giorno. E se così non fosse, non devi abbatterti perchè non hai bisogno che nessuno ti completi, sei già perfetta così: sei una giovane donna, intelligente, sensibile, matura, forte, bella dentro e fuori. Devi solo aprire gli occhi e accorgerti di tutto questo e solo così capirai che si può guarire da un cuore spezzato. 
Dopo quelle parole Elèna fece dei lunghi respiri per cercare di fermare le lacrime ed i singhiozzi. Asciugò con le mani il viso bagnato e si allungò verso la madre per stringerla forte tra le sue braccia. -E se ti dicessi che l'unico motivo per cui sposerà un'altra donna sono i suoi genitori? In questo caso come posso andare avanti? Come posso dimenticarmi di lui e di ciò che c'è stato fra noi se so che ciò che provo io nei suoi confronti lo prova anche lui nei miei? 
-Continui a ripetere di dover dimenticare tutto, ma perchè vuoi farlo? Tutto ciò che accade durante questo lungo percorso che è la vita è un continuo insegnamento ed un formarsi di esperienze e di ricordi, brutti o belli che siano. Solo perchè qualcosa ti ha fatto star male non significa che tu debba cancellarla dalla tua memoria, anzi, sono proprio queste cose che ci fanno apprezzare i bei momenti, i piccoli gesti. E se ciò che dici riguardo il suo matrimonio è vero, allora prima o poi le cose si sistemeranno.- Mrs. Collins sorrise alla figlia che continuava a guardarla con gli occhi lucidi e gonfi a causa del pianto. Si alzò lentamente e diede un bacio sulla fronte di Elèna che rimase incredula e confusa da quelle ultime parole.
-Non capisco cosa tu voglia dire con "le cose si sistemeranno". In che senso si sistemeranno?- La giovane cercava una risposta a quella frase che tanto l'aveva confusa ma la madre si limitò a sorriderle ed uscire dalla stanza. 

Dopo quella confessione e tutte quelle lacrime, Elèna decise di lavarsi e riprendersi. Si mise un bel vestito, sistemò i capelli ed uscì. Continuare e rimanere rinchiusa in casa le provocava ancora più sofferenza. Prese una borsa e vi mise dentro il diario e un libro e si diresse verso l'ingresso. 
Ma non appena aprì la porta, lo vide. Era a pochi metri dal suo giardino. Il suo cuore cominciò a battere sempre più veloce a tal punto che aveva paura che persino lui riuscisse a sentirlo. E quando i loro sguardi si incrociarono e lui la salutò con un cenno della mano, lei rimase immobile senza sapere cosa fare.

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