L’altra faccia di Hulk: Bruce Banner di kamy (/viewuser.php?uid=60751)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap.1 L’ex-colonia indiana ***
Capitolo 2: *** Cap. Suicide ***
Capitolo 3: *** Cap.3 I vaccini ***
Capitolo 4: *** Cap.4 Un medico fantasioso ***
Capitolo 5: *** Cap.5 Intervista ***
Capitolo 6: *** Cap.6 Natasha Romanoff ***
Capitolo 7: *** Cap.7 Minacce ***
Capitolo 8: *** Cap.8 Salvataggio ***
Capitolo 9: *** Cap.9 A casa di Clint ***
Capitolo 10: *** Cap.10 Anastasia ***
Capitolo 11: *** Cap.11 Lezioni di morte ***
Capitolo 12: *** Cap. 12 In giro per la città ***
Capitolo 13: *** Cap.13 Steven Rogers ***
Capitolo 14: *** Cap.14 Falco pellegrino ***
Capitolo 15: *** Cap.15 Corteggiamento ***
Capitolo 16: *** Cap.16 La rabbia del capitano ***
Capitolo 17: *** Cap.17 Non colpevolizzarti ***
Capitolo 18: *** Cap.18 Strani incontri ***
Capitolo 19: *** Cap.19 Le sofferenze di Thor ***
Capitolo 20: *** Cap.20 La nuova fidanzata di Thor ***
Capitolo 21: *** Cap.21 Steve incontra Darcy ***
Capitolo 22: *** Cap.22 I consigli di Thor ***
Capitolo 23: *** Cap.23 Richard ***
Capitolo 24: *** Cap.24 Ultron inizia a dare problemi ***
Capitolo 25: *** Cap.25 Hulk salva Natasha ***
Capitolo 26: *** Cap.26 Hulk e Natasha ***
Capitolo 27: *** Cap.27 Thor scopre di Loki e Jane ***
Capitolo 28: *** Cap.28 Bruce capisce che Banner è l’altra metà di lui ***
Capitolo 1 *** Cap.1 L’ex-colonia indiana ***
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Prompt: Centro di gravità permanente Battiato
Cap.1 L’ex-colonia indiana
Una vecchia bretone
con un cappello e un ombrello di carta di riso e canna di bambù[1].
Bruce tamponò le pustole sul fianco della bambina con lo straccio umido, l’acqua di cui era imbevuto scivolò lungo la pelle rossastra della piccola. Si sentivano una serie di colpi di tosse provenire da vari punti della stanza. Bruce si leccò le labbra spaccate, il viso era madido di sudore e ventate d’aria calda entravano dalla finestra colpendogli il volto accaldato. Sbatté ripetutamente gli occhi arrossati, il battito cardiaco era irregolare e le orecchie gli fischiavano. Una serie di bolle giallastra, rosso-violacee alla base si aprirono creando delle piaghe e la giovinetta strillò. Udì nel brusio di termini indiani dei toni di veemenza.
“Qui si stava bene, quando c’erano gli inglesi, dovevano rimanere colonie” si lamentò una donna. Strinse con entrambe le mani il manico in canna di bambù di un ombrello in carta di riso traforato, la pelle raggrinzita era abbronzata. Banner sospirò, accarezzando il volto della malata e passandole le dita tra i capelli neri.
[1] Centro di gravità permanente Battiato
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Capitolo 2 *** Cap. Suicide ***
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Prompt:
Cap.2 Suicide
We’re gonna die young
We’re gonna die young
Moriremo giovani
Moriremo giovani[1]
Bruce accarezzò il ferro della pistola, osservò la canna luccicare alla luce del sole che entrava dalla finestra. Un odore di spezie e di qualcosa di rancido gli punsero le narici, allungò le gambe sulla stuoia traforata sotto di lui, caricò i proiettili. Socchiuse gli occhi arrossati, i capelli gli aderivano al viso sudato e il battito era irregolare. Incrociò le gambe e tolse la sicura alla pistola. Se la appoggiò contro la fronte madida, sporcando di sudore la parte finale della canna della pistola. Inspirò ed espirò rumorosamente.
“Moriremo giovani, altro … moriremo …” bisbigliò. Abbassò la pistola e si mise la canna in bocca, sentì un sapore metallico e la lingua batté un paio di volte sull’oggetto estraneo. Premette il grilletto, il suo corpo si gonfiò, le vesti si strapparono e la cute gli divenne verde. Una mano sproporzionata accartocciò la pistola e Hulk piegò il titanico capo, aprì la gigantesca bocca e sputò il proiettile ammaccato.
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Capitolo 3 *** Cap.3 I vaccini ***
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Prompt: Regno del prete Gianni
Cap.3 I vaccini
“Perciò, a chi mi devo rivolgere per avere i vaccini?!” domandò Bruce. La sua domanda fu quasi del tutto coperta dal rumore, dalle grida e dal brusio della gente in strada intorno a lui. L’indiano davanti a lui masticò rumorosamente il tabacco e allungò le gambe sulla stuoia su cui era sistemato. Si sentì il muggito di una mucca, due risate e un salmodiare ripetuto.
“Per i vaccini a chi?!” gridò Banner. Le iridi gli si tinsero di verde e sentì le tempie pulsare, ansimò stringendo i pugni. Le mani gli gonfiarono, l’uomo soffiò ripetutamente e gli arti tornarono normali.
“Qui sono i gesuiti a comandare!” gridò l’indiano. Bruce si mordicchiò il labbro, fu colpito ai reni da una gomitata, si scansò evitando due donne e si sentirono dei clacson di biciclette.
“E’ il regno del prete Gianni, chiedi a lui!” spiegò l’indiano.
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Capitolo 4 *** Cap.4 Un medico fantasioso ***
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Prompt: http://images7.alphacoders.com/435/435218.jpg
Cap.4 Un medico fantasioso
“Dove sei stato?” domandò il bambino in indiano. Guardò Bruce muovere il ventaglio di carta davanti al fuoco, si sporse e osservò l’acqua marroncina bollire dentro una tanica arrugginita. Banner si voltò, prese una decina di coltelli, tre bisturi e un seghetto, si girò e li mise dentro l’acqua.
“Su un treno volante da cui cade tanta luce” spiegò nella stessa lingua. Il ragazzino ridacchiò, negò con il capo e fece la linguaccia. Le iridi nere liquide gli brillarono, sorrise accentuando gli zigomi sporgenti e le guance incavate.
“Bugiardo” disse. Bruce negò con il capo e ravvivò nuovamente il fuoco.
“No, è vero. Era comandato da un ciclope dalla pelle nera e tra maghi, dei e alieni si chiedeva all’altro che vive in me di salvare il mondo” ribatté. Il giovane scoppiò a ridere, saltò giù dal muretto semi-distrutto su cui era seduto e passò accanto alla tanica.
“Tu inventi cose davvero bizzarre” ribatté. |
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Capitolo 5 *** Cap.5 Intervista ***
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Prompt:Gog e Magog
Cap.5 Intervista
“I chitauri non erano peggio dei Gog e Magog delle leggende, mentre a comandarli era un dio gracilino” spiegò Bruce. Afferrò una bottiglia d’acqua, se la portò alle labbra e diede un paio di sorsate. La giornalista si morse l’interno della guancia e corrugò la fronte.
“Sicuro che non vuole dirmi niente di più sensazionale? Se vuole che le faccia un articolo …” borbottò. La tenda intorno a loro tremò, Banner si sedette per terra e incrociò le gambe.
“Io le ho chiesto se può mettere una buona parola per farmi avere quei nuovi macchinari per i test contro l’HIV, non di far sapere dove sono al generale e men che meno di pubblicizzarmi come avengers” spiegò. La giovane ticchettò con la penna sul block notes e sbuffò.
“Ci proverò, ma le giuro che quando non sarà più ricercato esigerò la mia intervista” borbottò. |
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Capitolo 6 *** Cap.6 Natasha Romanoff ***
Partecipa alla fanfiction challenge:
Personaggi: Bruce Banner, Natasha Romanoff
Prompt: Alla fine era un mostro anche lei, era solo vestita molto meglio.
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Prompt: http://static.zerochan.net/MYAI.full.1587769.jpg
Cap. 6 Natasha Romanoff
Natasha si sedette sul bordo della finestra, il legno sotto di lei scricchiolò e il vento le fece sbattere i corti capelli rosso sangue contro il viso pallido.
“Mi dispiace, ma se vuole che lo Shield le trovi una cura, lei ci deve venire incontro” spiegò Natasha. Accavallò le gambe affusolate strette dalla tuta nera aderente e sporse le labbra carnose. Osservò Bruce massaggiarsi il collo, chinare il capo e sospirare.
“L’ultima volta l’altro ha cercato di ucciderla” ribatté. La donna ghignò, mostrando i denti bianchi.
“Non sono un mostro meno pericoloso di Hulk, sono solo vestita meglio” sussurrò. Banner ridacchiò, si voltò sentendo un tonfo e guardò Iron Man affacciarsi alla finestra.
“Ice queen mi ha detto che passava green brother. Sono in tempo per vedere la venere verde inca***ta?” domandò. Natasha gettò indietro la testa, facendo oscillare i boccoli vermigli.
“La prossima volta verrò sola” mormorò. Bruce negò con il capo.
“No, non lo farà” ribatté. |
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Capitolo 7 *** Cap.7 Minacce ***
Partecipa alla fanfiction challenge:
Personaggi: Bruce Banner, Natasha Romanoff
Prompt: “Io non posso farmi del male” “Se vuole provvedo io”.
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Prompt 8: Insofferenza
Cap. 7 Minacce
Bruce avanzò lungo la terra battuta della tenda, si fermò al limitare e si voltò indietro; dei rivoli di sudore gli scesero lungo il viso sudato e dimenò le braccia. Il rumore delle gip in sottofondo era quasi del tutto coperto da un brusio di voci che provenivano dall’esterno, la luce filtrava biancastra attraverso la plastica verdognola intorno a loro.
“Lo Shield non può piombare qui nei momenti meno opportuni o almeno può far fare qualcosa di utile ai suoi uomini. Ho tredici partorienti che non sanno nemmeno quello che devono fare per evitare che accada qualcosa ai loro bambini e hanno delle idee assurde! Se, invece di portare medicinali quelli del governo, non facessero fallire le farmacie e i prodotti farmaceutici locali sarebbe una gran cosa! Dovrebbero evitare che queste donne arrivino a diventare madri analfabete e senza uno straccio d’idea delle minime norme per evitare il peggio …” si lamentò parlando velocemente. Natasha si massaggiò le tempie con una mano, si piegò e mise le provette con il sangue dell’uomo dentro la valigetta frigorifera con l’altra.
“La vedo insofferente dottore. Si dia una calmata o finirà per farsi del male” disse gelida. L’uomo si voltò verso di lei, corrugò la fronte e strinse le labbra.
“Io non posso farmi del male” sibilò. La donna chiuse la valigetta, la sollevò e si voltò, avanzò ancheggiando.
“Se vuole provvedo io, perché mi sta portando alquanto noia questa sua febbricitante lamentela” minacciò. Bruce ghignò, le iridi gli brillarono di verde e strinse un pugno che gli divenne due volte più grande il normale.
“L’altro la sta accettando solo perché l’ha convinto il signor Stark, non rovini tutto” sussurrò e l’ultima parte la ringhiò.
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Capitolo 8 *** Cap.8 Salvataggio ***
Partecipa alla fanfiction challenge:
Personaggi: Natasha Romanoff/Black Widow, Bruce Banner/Hulk
Prompt: andrà tutto bene, te lo prometto!
Partecipa alla challenge Challenge- roulette: fate la vostra storia!
Prompt: 7 http://s1.zerochan.net/Cotta.600.1588609.jpg
Cap.8 Salvataggio
Bruce sgranò gli occhi e indietreggiò, le gambe gli tremavano. Il vetro del Lockheed Martin F-35 Lightning II davanti a lui era in frantumi, il posto del passeggero mancava, il terreno ricopriva un’ala e il metallo grigio lucido era scrostato, graffiato e ammaccato in più punti. Le iridi gli brillarono di verde, ansimava e il viso era madido di sudore. Si voltò e si mise a correre, sentì degli spari e delle grida in sottofondo. Alzò il capo e vide una serie di altri caccia americani sorvolare la zona, sopra la radura si sentiva il rombo dei motori, chinò il capo, le gonfie vene del collo gli pulsavano. Sentì il rumore di una gip, si voltò sgranando gli occhi e vide Clint alla guida del mezzo senza il tettuccio. Corse in quella direzione e saltò su, ansimando, il battito cardiaco accelerato gli rimbombava nelle orecchie. Natasha lo abbracciò e lo scienziato alzò il capo, guardando il viso pallido della russa.
“Andrà tutto bene, te lo prometto” rassicurò con tono gelido. |
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Capitolo 9 *** Cap.9 A casa di Clint ***
Ringrazio anche solo chi
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Partecipa alla fanfiction
challenge II:
Personaggi: Bruce, Clint
Prompt:
Visibilità
Cap.9 A casa delle spie
“Puoi rimanere
con me in questa casa. In fondo adesso anche
io sono un ricercato” spiegò Clint. Si
portò la lattina di birra alle labbra e
la sorseggiò. Accavallò le gambe appoggiando i
piedi su un tavolinetto e alzò
il capo, facendo mulinare i corti capelli castani. Due ciocche gli finirono sulla guancia rosata e una davanti all'occhio dall'iride azzurra-grigiastra. Bruce si tolse gli occhiali, li
pulì con
la stoffa della maglietta. Ripeté il gesto ritmicamente per
sei volte, deglutì
e strinse le gambe. Arcuò la schiena e fece cigolare il
divano sotto di lui.
“Questa casa
è piccola. L’altro potrebbe non
gradirla”
spiegò. Rimise gli occhiali e li sollevò con
l’indice. Si leccò le labbra
ripetutamente e si massaggiò il collo.
Clint si alzò
in piedi e appoggiò la lattina vuota sul
tavolinetto.
“Preferirei
cambiasse prospettiva. Se lei si trasforma qui
potrebbe diventare un leggero problema” spiegò.
Indietreggiò di una decina di
passi e montò l’arco legato alla sua cintura.
Tolse i pezzi di una freccia
dalla faretra e montò anch’essa.
Incoccò la freccia e socchiuse gli occhi.
“Qui non ci
troverebbero mai, ma ….” Spiegò.
Scoccò la
freccia, questa infilzò la lattina e cadde di lato con un
tintinnio.
“ …
un mostro verde ci darebbe una certa visibilità. Lei non
crede?” domandò. Bruce sorrise, ispessendo le
occhiaie e le rughe sul suo viso.
“E lei
è uno che s’intende di ciò che
è ben visibile. Vero?”
domandò. Clint piegò di lato il capo e sorrise.
“Solo quando le
cose sono sufficientemente lontane” rispose.
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Capitolo 10 *** Cap.10 Anastasia ***
Ringrazio anche solo chi
legge.
Partecipa alla fanfiction
challenge II:
Personaggi:Bruce
Banner/Hulk,Natasha Romanoff
Prompt: conosci la
leggenda di Anastasia?
Cap.10 Anastasia
“Non
è pericoloso per lei continuare a lavorare nello
S.H.I.E.L.D.?” domandò Bruce. Un rivolo di sudore
gli scese lungo la guancia
ossuta, finendo nella barba rada che gli copriva guance e mento.
Raggiunse la
finestra coperta da delle tapparelle bianche, allargò due
listelli con indice e
pollice. Guardò il cielo azzurro oltre il vetro,
sbatté un paio di volte gli
occhi accecato dalla luce.
“Io non
rischio” spiegò con voce sensuale. Si
voltò, i
lunghi capelli vermigli le ondeggiarono intorno al viso. Si
voltò e guardò la
camera da letto attraverso la porta aperta. Clint aveva il petto nudo,
le
cicatrici pallide sulle sue spalle erano rigate dal sudore.
L’agente tirò una
serie di calci alti, girò su se stesso e saltò.
Atterrò sul bordo della sedia,
questa ondeggiò, lui piegò le gambe,
arcuò la schiena e allargò le braccia. La
sedia si rimise ritta e lui rimase lì appollaiato.
-Rimane sempre
l’acrobata da circo che ho conosciuto da
ragazzina- pensò. Si voltò, raggiunse uno
stipetto e ne tirò fuori un
contenitore di metallo.
“Vuole del
caffè dottore?” domandò. Banner si
voltò di
scatto verso di lei e le iridi gli brillarono di verde.
“Preferisco
della camomilla” spiegò. La russa
annuì, strinse
le piene labbra vermiglie e accese il gas. Una ciocca vermiglia le
finì tra i
candidi seni sodi.
“E’ da
un po’ che me lo chiedo. Lei …”
mormorò. Natasha
sorrise e aprì il rubinetto, mettendovi di sotto un
pentolino.
“Diamoci del tu,
viviamo insieme” rispose gentilmente. Bruce
deglutì, i nervi del collo si gonfiarono, la mano divenne
verde e grande due
volte il normale.
“Conosci la
leggenda di Anastasia?” chiese. Natasha digrignò
i denti, lasciò cadere il pentolino nel lavandino e
ansimò. I denti le si
allungarono, si voltò, le iridi azzurre brillavano.
“Non sei
l’unico che combatte con i suoi demoni. Evita
simili domande” sibilò. Bruce sorrise e le iridi
brillarono nuovamente di
verde.
“Come
desideri” disse. Natasha si voltò,
inspirò ed espirò
ripetutamente. Bruce
si voltò, le iridi
tornarono verdi e la mano normale. Il battito cardiaco era irregolare e
gli
risuonava nelle orecchie.
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Capitolo 11 *** Cap.11 Lezioni di morte ***
Ringrazio anche solo chi
legge.
SCUSATE PER L'OOC, scritto
a lezione!
Partecipa all'Easter Egg
Days:
Prompt:
Domanda fondamentale sulla vita, sull'universo e su tutto quanto
Cap.11 Lezioni di morte
Bruce incrociò
le gambe sul divano.
“Quindi questo
appartamento è suo?” chiese.
“La ragnetta
aveva qualche informazione da far sparire e una
casa da trovare” rispose Tony. Si portò il termos
di caffè alle labbra.
“Questo non
spiega perché sta ospitando me e Clint”
borbottò
Bruce. Si passò l’indice sotto il colletto
strofinandolo sulla pelle umida.
“Caffè?”
gli rispose Tony. Bruce osservò le sue iridi color
cioccolato e abbassò lo sguardo fissando il suo pizzetto. Un
rivolo di sudore
gli scese lungo la fronte.
“E’
un’eccitante” ribatté.
Allungò la mano e spostò il tappo
del termos colmo di caffè che Stark gli porgeva. Tony si leccò
le labbra e osservò i segni
bianchi sui polsi dell’altro.
“Stai imparando
il disagio dalle onedirectionine, science
bro?” domandò. Le iridi di Banner brillarono di
riflessi verdi. Bruce
abbassò il capo e i capelli gli
aderirono al viso ingrigito e madido di sudore.
“Me lo ha
insegnato un vecchio indiano di oltre duecento
anni. Lo faceva per cercare di ricordare alla morte la propria
esistenza. Lo
aveva dimenticato quando era passata a prendere i suoi
pronipoti” sussurrò con
voce rauca. Tony si sporse, gli prese la mano e gli mise il tappo sul
palmo.
“Smettila di
fare finta che si tratti di domande sull’universo,
sulla vita e su tutto quanto. Non accetti l’amico in verde
solo perché hai
paura di non essere all’altezza” disse sicuro. Si
tolse gli occhiali da sole da
sopra il capo e li indossò.
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Capitolo 12 *** Cap. 12 In giro per la città ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Partecipa alla challenge roulette: fate la vostra storia.
Prompt 17: http://www.zerochan.net/1588056
Cap. 12 In giro
per la città
Bruce socchiuse gli occhi,
sentendoli bruciare per la luce
solare e le sue rughe d’espressione s’ispessirono.
Una ciocca ingrigita nei
capelli sporchi e arruffati gli aderì alla fronte sudata. La
pelle era
grigiastra e pallida, nonostante alcuni punti fossero scottati dal
sole.
Osservò la bambina dai capelli biondi stringere uno scudo in
plastica di
Capitan America. La guardò saltellare sul posto, il vestito
arancione a un
pezzo che indossava aveva un girasole sul petto. Si leccò le
labbra e si voltò.
Un altro bambino all’interno del negozio dimenare un pugno di
Hulk di
gommapiuma grande quanto il suo braccio. Il dottore strinse a
sé la cartellina
e si voltò. Passò oltre una fontana, dai getti
d’acqua si staccavano delle
gocce che spruzzarono l’uomo inumidendogli l’abito.
“Molti
considerano come un premio o un gioco la mia
dannazione” bisbigliò. Si grattò il
collo, un rivolo di sudore gli scese lungo
la guancia e sentì pizzicare all’attaccatura dei
capelli.
“Il consumismo
la rende roba per bambini”. Aggiunse sempre
con voce roca bassissima. Schivò una donna con un
passeggino, passò oltre un
uomo in sedia a rotelle e fece lo slalom tra una decina di uomini in
giacca e
cravatta.
“Mr. Stark,
invece, dice addirittura che è un dono come
un’armatura
per aiutare gente” borbottò. Alzò gli
occhi verso l’alto e osservò il cielo
azzurro.
“Per me resta una maledizione” mormorò a voce
inudibile.
Le sue parole erano coperte dal brusio di voci tutt’intorno e
dai clacson degli
autoveicoli.
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Capitolo 13 *** Cap.13 Steven Rogers ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Partecipa alla fanfiction challenge II:
Personaggi: StevexTony
Prompt: strudel e mirtilli
Cap. 13 Steven Rogers
Tony tagliò una fetta di strudel, succo di mirtilli misto a
ciliege colò sul vassoio macchiandolo di cremisi. L'uomo
portò alla bocca la fetta di dolce; lo zucchero a velo si
era attaccato alle dita sporcandole di bianco. Diede un morso,
socchiuse gli occhi e piegò il capo in avanti porgendo la
fetta di dolce verso Steve; sogghignò piegando la testa
verso destra.
"Strudel ai mirtilli?" chiese.
"Non si faceva alle mele, Stark?" domandò Steve redendo roco
il tono.
Strinse a sé lo scudo e corrugò la fronte.
"Spiegami inoltre perché hai ospitato Bruce, Natasha e Clint
in questo appartamento".
Aggiunse, indurendo la voce. Tony scrollò le spalle, diede
un altro morso al dolce e dimenò in aria una mano facendo
spargere lo zucchero a velo. Deglutì, inarcò un
sopracciglio e spostò il peso sul piede destro.
"Forse nel paleolitico" rispose.
Prese lo strudel con la sinistra, indicò la stanza con la
destra e sogghignò.
"Inoltre, spiegami perché dovrei dirti chi ospito, dove e
perché".
Bruce si pulì gli occhiali sopra la maglietta e
abbassò lo sguardò, i capelli ingrigiti gli
finirono davanti al viso.
"Posso averla io una fetta del dolce?" domandò, sentendo
l'addome gorgogliare.
Steve si voltò verso di lui e lo guardò avanzare,
le spalle curve erano gonfie e premevano contro la stoffa della
camicia. Tony sorrise, si voltò e gli porse quella che aveva
in mano; fece l'occhiolino afferrandone una seconda.
"A te ne servono due, o la mia enorme bestia verde preferita
resterà a digiuno".
Sventolò le due fette di dolce, annuì.
"Chiunque dovrebbe assaggiare lo strudel ai mirtilli. Non come certi
dinosauri che mangiano solo ciò che è approvato".
"Mr Stark" si lamentò Bruce.
Sentì Steve sbuffare e abbassò lo sguardo
fissando il pavimento.
"La ringrazio, non sapevo che ospitarmi fosse un'idea sua"
sussurrò Bruce con voce rauca.
Tony accentuò il sorriso, gli occhi gli brillarono e
allargò le braccia.
"Adoro le cose in grande".
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Capitolo 14 *** Cap.14 Falco pellegrino ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Partecipa alla fanfiction challenge II:
Prompt: Falco pellegrino
Cap.14 Falco pellegrino
"Credevo di essere io il falco pellegrino, ma a quanto pare
è Stark. Non fa altro che andare e venire"
mormorò Clint. Grattucciò la superfice delle
carote, tenendo gli occhi socchiusi.
"Tra lui e Steve le cose vanno sempre peggio, mi sento in colpa"
mormorò Banner. Mise i gomiti sul tavolo, si tolse gli
occhiali appoggiandoli sul ripiano di legno e affondò il
viso tra le mani.
"Per il fatto che ci ospitano?" domandò Clint. Bruce
sospirò rumorosamente dal naso, il suo viso si
riempì di rughe.
"No, è stata una mia idea recuperare i rottami dei
Chitauriani" brontolò.
"Sei uno scienziato, è ovvio che tu voglia studiarli. E
anche Tony si era ormai ossessionato che voleva capirci qualcosa"
ribatté Clint. Mise un'altra carota sotto l'acqua,
leccandosi le labbra. La mise in un piatto accanto a un coltello, sopra
le rondelle di un'altra carota affettata.
"Ed inoltre Steve stesso ha detto che non potevamo lasciare quella roba
in mano all'Hydra" ribatté Clint. Bruce abbassò
le mani, le mise sul tavolo e sospirò nuovamente in modo
rumoroso.
"Ho solo paura che il nostro falco
pellegrino venga abbattuto dallo scudo di Capitan America"
brontolò.
"Fidati, è più probabile che Stark becchi a morte
Steve" ribatté Clint, chiudendo il rubinetto.
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Capitolo 15 *** Cap.15 Corteggiamento ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Scritta sentendo:
Thirty Seconds To Mars - Hurricane (Censored
Version)
Partecipa alla fanfiction challenge II:
Prompt: Silenzio
Cap.15 Corteggiamento
"Tra te e Clint c'è spesso un silenzio prolungato"
mormorò Bruce. Si pulì gli occhiali sulla camicia
spiegazzata, guardando Natasha ai suoi piedi fare una serie di
flessioni. Si rimise gli occhiali e avvampò, osservando i sodi
glutei di lei ben definiti stretti dai pantaloni di pelle nera.
"Non abbiamo bisogno di parlare, è così nelle
squadre di agenti ben addestrati" rispose la rossa. Ad ogni
flessione i suoi boccoli vermigli oscillavano, la luce solare li faceva
splenderi di riflessi aranciati. Bruce si passò il dito
sotto il naso e alzò lo sguardo, osservando il soffitto.
"E voi siete solo questo?" chiese con voce rauca.
Natasha allargò le gambe ed iniziò a fare una
serie di flessioni sostenendosi con una mano sola.
"Andiamo a letto insieme, se è questo che chiedi"
ribatté. Bruce si grattò la punta dell'orecchio e
sospirò.
"Si vede che siete una coppia" biascicò. Natasha gemette ed
i capelli rossi le finirono davanti al viso.
"Clint è sposato e non con me. E non sono l'unica assassina
che si porta a letto" sibilò. Bruce sgranò gli
occhi e le sue iridi si tinsero di verde. Scosse il capo e
riabbassò lo sguardo.
"Non state insieme?" domandò. Natasha si sedette sul
pavimento, si voltò e alzò lo sguardo fissandolo
negli occhi.
"Rifiuta categoricamente di mettersi con gente come me. Troppo giovane
e troppo spaventata dai propri demoni" ribatté. Bruce
s'inginocchiò davanti a lei e le prese la mano nella propria.
"Permettimi allora di riempire io quei silenzi" mormorò.
Natasha guardò la mano di lui, osservò la pelle
abbronzata e i peli che vi risaltavano di sopra.
"Vedremo se mi darai motivo di accettare" ribatté.
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Capitolo 16 *** Cap.16 La rabbia del capitano ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Scritta sentendo:
Thirty Seconds To Mars - Hurricane
Partecipa alla fanfiction challenge II:
Prompt: possessione
demoniaca,| controllo totale, stai esagerando!|
Cap.16 La rabbia del capitano
"Stark è impazzito!" gridò Steve.
Afferrò un bicchiere e lo lanciò contro la
parete, mandandolo in frantumi. Bruce impallidì e
guardò il capitano in viso, osservò la sua fronte
corrugata, le iridi azzurre brillanti e intravide i denti tra le labbra
socchiuse.
"Tu non sembri messo meglio. Tutto questo macismo tra voi
finirà per scatenare l'altro" ringhiò Banner.
Steve incassò il capo tra le spalle e strinse i pugni, fino
a far sbiancare le nocche.
"E' sotto una possessione demoniaca o non mi spiego" sibilò.
Bruce sospirò, raggiunse il divano e vi si sedette,
affondandoci.
"Vedi di non distruggere tu l'appartamento" biascicò. Steve
avanzò con un paio di passi cadenzati, a gamba tesa con la
schiena rigida. Arrivò fino alla parete e tornò
indietro, Bruce lo guardò ripetere l'avanti e indietro un
paio di volte.
"Prima dice che non vuole più fare armi e cose che
esplodono; ed ora sta creando un vero e proprio esercito preventivo. Ha
difeso Hulk in tutti i modi, ed ora lo hanno visto con il generale Ross
a parlare di registrazione" ringhiò Steve.
"Stai esagerando! Sono solo voci e tu già lo accusi come se
fosse sotto un qualche controllo totale! Piantala prima che Clint ti
senta, lui sì che ne ha passati di problemi simili!"
ruggì Banner. Il suo collo s'ingrossò e il suo
viso si tinse di verde. Steve si voltò verso di lui ed
indietreggiò. Bruce inspirò ed espirò
un paio di volte, massaggiandosi il collo.
"Forse ha capito anche lui quanto è pericoloso l'Altro"
borbottò. Steve lo indicò con l'indice e
socchiuse gli occhi.
"Non dirlo neanche per scherzo" lo rimproverò con voce dura.
Bruce sorrise e piegò il capo.
"Faresti prima ad ammettere che non vuoi accettare che Stark possa
crescere e fare i discorsi che ci si aspetta da uno nella sua
posizione" ribatté. Steve abbassò il braccio e
gli diede le spalle.
"Ho già perso suo padre, non permetterò a un
altro Stark di tradire se stesso" sibilò.
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Capitolo 17 *** Cap.17 Non colpevolizzarti ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Scritta sentendo:
Thirty Seconds To Mars - Hurricane
Partecipa alla fanfiction challenge II:
Prompt: ho
visto cosa facevi l'altra notte con quel bisturi
Cap.17 Non colpevolizzarti
Tony avanzò, tenendo le mani in tasca e la schiena curva.
"Sai, i tuoi modi di passare le notti sono sempre troppo da ragazzina
di tumblr" si lamentò Tony. Bruce si appoggiò al
ripiano di metallo accanto alla carcassa di Ultron con la schiena e
fece oscillare una penna.
"Alle volte sei incomprensibile" ribatté Tony
alzò le mani tenendo le braccia piegate.
"Cosa ci vuoi fare, un genio come me deve neccessariamente essere
incomprenso" ribatté. Afferrò la maschera da
saldatore e se la passò da una mano all'altra. Bruce
sospirò e allargò a sua volta le braccia.
"Cerca di spiegarti allora" ribatté. Le sue spalle si
gonfiarono sotto la camicia assumendo sfumature verdi. Stark si mise la
maschera e la figura di Hulk si rifletté nel vetro di essa.
"Non riesci proprio ad accettare il ragazzone, vero? Eppure mi ha
salvato la vita" ribatté. Banner gli diede le spalle e
strinse con entrambe le mani il ripiano metallico, abbassando lo
sguardo e fissando Ultron.
"Se nemmeno tu riesci ad accettarlo, adesso" ringhiò. Tony
si tolse la maschera e la appoggiò su un ripiano metallico.
"Un uomo di scienza come te che crede nelle voci non comprovate? Mi
deludi science bro, pensavo parlassimo la stessa lingua"
ribatté lo Stark. Le spalle di Bruce tornarono normali e lo
scenziato gemette. Tony lo raggiunse e si appoggiò con le
mani sullo stesso ripiano, fianco a fianco con l'altro.
"Ho visto cosa facevi l'altra notte con quel bisturi. C'è
differenza tra tentare di uccidersi e seviziarsi. Non devi punirti per
qualche cosa" ribatté. Bruce si voltò e lo
guardò.
"Vale anche per te. Non devi caricarti del peso del mondo"
ringhiò. Stark gli sorrise e socchiuse gli occhi, dandogli
una pacca sulla spalla.
"Non è colpa tua se
mamma e papà litigano" ribatté.
Bruce sbuffò.
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Capitolo 18 *** Cap.18 Strani incontri ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Partecipa alla fanfiction challenge II:
Prompt: fast
food
Cap.18 Strani incontri
"Forse non è stata una buona idea venire a mangiare qui"
sussurrò Bruce. Clint parcheggiò e Banner
rabbrividì guardando passare una macchina militare. Clint
spense il motore ed osservò i fanali di altre macchine in
lontananza.
"Non mi va di essere in mezzo a una guerra civile in casa"
borbottò. Bruce si tolse gli occhiali e se li
pulì contro la camicia.
"Tony si comporta come se fosse un normale litigio tra amici o una lite
matrimoniale. Ed io che pensavo stesse finalmente maturando".
Sospirò e guardò Clint aprire il cruscotto. Lo
osservò tastare e inarcò un sopracciglio.
"La vista da vicino è proprio un problema"
borbottò. Clint ridacchiò e annuì.
"Cosa ti serve? Il portafoglio?" chiese. Barton negò con il
capo, facendo ondeggiare le piastrine militari che portava al collo.
"I fazzolettini" ribatté. Bruce si sporse, si rimise gli
occhiali e prese un pacchetto di fazzoletti mettendolo in mano a Clint.
Il soldato lo aprì, ne tirò fuori il primo e si
soffiò il naso.
"Dai è un fast food, non moriremo" ribatté. Bruce
sospirò e aprì lo sportello.
"Sarà pieno di gente" borbottò. Entrambi scesero
e Clint chiuse a chiave la macchina. Si diressero verso il fast food,
passarono di fianco a una serie di macchine parcheggiate, superarono
due camionisti intenti a fumare una sigaretta e si fermarono di scatto.
Bruce sgranò gli occhi, spalancando la bocca, il battito
cardiaco gli accelerò e la pelle gli divenne verdastra.
Clint ridacchiò e allargò le braccia.
"Thor, non era in New Mexico? Stark ha invitato anche te?" chiese. Thor
si passò una mano tra i capelli biondi e sbatté
gli occhi.
"Midgard è piccolo" brontolò.
"Vieni, mangiamo insieme. Così ti raccontiamo
dell'esperimento scientifico di Stark e Bruce". Propose Clint,
assumendo un tono ironico alla fine.
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Capitolo 19 *** Cap.19 Le sofferenze di Thor ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Partecipa alla fanfiction challenge II:
Prompt: hamburger
a poco prezzo
Cap.19 Le sofferenze di Thor
Thor si portò una lattina alle labbra, il suo viso era
oscurato da una trentina di lattine vuote accatastate, teneva il mento
appoggiato contro il tavolino di plastica rossa e sospirava.
"Sei veramente lontano da dove ti pensavamo" disse Clint. Banner
scostò un paio di lattine e vide la faccia della
semidivinità coperta dai lunghi capelli biondi.
"Clint ... non credo voglia parlare ..." mormorò.
Arrossì e chinò il capo, i piedi gli divennero
verdi e si gonfiarono premendo contro le scarpe.
"Noi siamo venuti qui perché fanno ottimi hamburger a poco
prezzo" spiegò Barton. Thor finì il contenuto
della lattina e sbuffò, sporgendo il labbro in fuori.
"Dai Bruce, prova a coinvolgerlo anche tu nella discussione".
Incitò Barton, sorridendo. Bruce si grattò il
collo fino ad arrossarlo.
"Hai qualche problema con la ragazza, vero? Io anche ero depresso
quando mi ha lasciato" farfugliò.
"Lady Jane ha trovato un compagno più degno di me"
brontolò Thor. Clint addentò il panino e
masticò rumorosamente, Bruce gli tirò un calcio
facendolo gemere.
"Guarda che è dura quando sai che la tua ragazza 'sta con
qualcuno meno problematico di te e non puoi neanche essere geloso"
ringhiò. Clint leccò un po' di ketchup dal suo
hambuger.
"Si trova di meglio. Tu, sbaglio, o ci provi con Nath?" chiese. Bruce
grugnì, divenendo totalmente rosso.
"Capirai allora la terribile sofferenza di non poter sfiorare una
delicata creatura, perché la tua forza brutale potrebbe
spezzarla. E semplici baci e carezza ad una donna mal si abbinano"
biascicò Thor. Si alzò, raggiunse un piano frigo
e prese altre quattro lattine, abbracciandole. Di sottofondo si sentiva
una musica provenire dagli altoparlanti dell'autogrill e il brusio di
voci di altre persone.
"Non farci caso. La sua ragazza lo ha mollato sicuramente
perché passa il tempo su Asgard e non sulla Terra"
spiegò Clint. Si sporse e diede una pacca sulla spalla a
Bruce.
"Sarà meglio parlargli di Ultron e dell'aria che tira,
affrontare i problemi personali tra noi significa dar fuoco alla
mistura esplosiva che siamo" brontolò lo scienziato.
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Capitolo 20 *** Cap.20 La nuova fidanzata di Thor ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Partecipa alla fanfiction challenge II:
Prompt:
Supermercato
Cap.20 La nuova fidanzata di Thor
"Quindi i tuoi amici ti hanno invitato a stare da loro?"
domandò Darcy. Thor annuì, afferrò un
paio di lattine di birra e le gettò dentro il carrello. La
giovane si raddrizzò gli occhiali e si mordicchiò
il labbro.
"Non so se riuscirei a studiare in un appartamento così
popolato" sussurrò. Il semidio sospirò, tenendo
il capo incassato tra le spalle. Darcy si mise a correre,
superò un commesso e raggiunse il ripiano dei cereali. Prese
una decina di scatole colorate, si voltò, corse fino al
carrello e ve le gettò dentro.
"Eppure stai prendendo ciò di cui ti sostenti"
mormorò con voce roca Thor. Darcy annuì e si
massaggiò il collo.
"Non posso lasciarti solo. Insomma, siete super-eroi super fighi e
forzuti e poi non sapete fare la spesa al supermercato"
ribatté. Thor sospirò, roteando gli occhi e
sentì la mora cingergli il braccio muscoloso.
"Non temo la solitudine e la tua mancanza. Con me ho Mjolnir"
ribatté. Darcy batté un paio di volte le palpebre
e si staccò.
"Te lo devo chiedere da una vita. Cos’è Myeu-muh?"
chiese. Thor sbuffò, si mise la mano al fianco cingendo il
manico di legno del martello e lo sollevò.
"M-j-o-l-n-i-r" sancì. La luce di alcune lampadine
tremò. Darcy sorrise, batté le mani tra loro
facendo vedere lo smalto viola che si era messa e facendo ondeggiare i
suoi seni sodi.
"Oh Mjolnir. Parlavi del tuo martello!". Comprese. Thor
annuì, si rimise il martello al fianco e spinse il martello.
"Pensi che Jane continuerà a fare cose supersegrete?
Cioè quasi quasi era meglio quando la lasciavi tu, almeno si
metteva il pigiama. Non che fosse una cosa bella, ma da quando non ha
funzionato con quel Richard è impossibile farla uscire di
casa o farle svelare cosa sta facendo. Sai, quando abbiamo incontrato
te si era lasciata con il primo ragazzo ed era per questo che si era
buttata così tanto nel lavoro. Perciò per lei
andava anche bene morire sul lavoro, ma non per me. Al diavolo, morire
per soli tre crediti? Vogliamo scherzare". Darcy si mise a parlare
velocemente. Thor la guardò gesticolare, osservò le
sue gote rosate e le sue labbra rosse muoversi rapidamente.
"Mi innamoro sempre di chi prima odiavo, donna dal fulmine in
scatoletta" sussurrò. Darcy avvampò, si
voltò di scatto e gli diede un paio di colpi sul braccio
muscoloso.
"Vedi di riprenderti, cavernicolo dalla voce orrenda. Già
non si capisce niente quando parli e sei allegro, figuriamoci quando
brontoli perché sei triste" lo rimproverò. Thor
annuì.
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Capitolo 21 *** Cap.21 Steve incontra Darcy ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Partecipa alla fanfiction challenge II:
Prompt:
spazzatura
Cap.21 Steve incontra Darcy
Darcy stringeva al petto un peluche di Stich, la cui testa blu era
grande due volte quella della proprietaria. Si sporse in avanti,
facendo ondeggiare la vestaglia rosa che indossava.
"Salve" salutò. Steve sbatté un paio di volte gli
occhi, si alzò in piedi stringendo la tazza di
caffé al petto e si voltò.
"E lei chi sarebbe?" domandò e la voce gli tremò.
"Credo che sia andata così: Clint ha detto a Thor che poteva
rimanere, Thor però non resta senza di me, allora sono
restata anche io. La signorina Natasha ha detto che è felice
di avere un'altra donna con cui parlare, le manca la Hill, sa? Io con
Maria ho parlato, è stata l'unica a rispondermi dello
stupido S.H.I.E.L.D.. Venendo a noi, comunque, ho conosciuto il Signor
Stark! Capisce, TONY STARK!" strillò. Steve
mugolò, si coprì un'orecchio con la mano e mise
il viso dietro la tazza.
"Il padrone di casa le ha detto che può rimanere,
signorina?" chiese. Gemette di dolore sentendo quella strilla.
"Sì!" strepitò. Steve sorseggiò il
caffé, stringendo gli occhi e corrugando la fronte. Darcy
ticchettò sui pettorali di Steve, sbatté un paio
di volte gli occhi e avvicinò il suo viso a quello di lui.
"E’ vero che hai la supersobrietà? No,
perché ad un paio di feste al college mi sarebbe servita"
sussurrò. Steve espirò rumorosamente dal naso ed
abbassò la tazza.
"Mi dica signorina, lei che rapporti ha con Thor?" chiese. Darcy
sorrise, stringendo Stich al petto con entrambe le braccia.
"Siamo fidanzati ... almeno finché lui non
sparirà per anni nello spazio o io non sarò morta
di vecchiaia perché lui sa, non lo fa" ribatté.
Steve deglutì a vuoto.
"Capisco" sussurrò, sentendo la gola secca.
Indietreggiò di un paio di passi.
"Io credo che ... andrò a buttare la spazzatura"
mormorò. Si voltò e si mise a correre.
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Capitolo 22 *** Cap.22 I consigli di Thor ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Partecipa alla fanfiction challenge II:
Prompt:
busta della spesa
Cap.22 I consigli di Thor
"Tony ha detto che ci farà trasverire in un posto
più grande, in questo appartamento non ci entriamo
più tra un po'" spiegò Bruce. Guardò
Thor appoggiare la busta della spesa sul tavolo e socchiuse gli occhi.
"Clint non mi aveva detto che veniva pure una ragazza. Potrei farle del
male" sussurrò. Thor crollò seduto sul divanetto
accanto a Bruce, facendolo tremare e provocando un tonfo sordo. Bruce
rabbrividì, il suo pugno divenne immenso e verde,
abbattendosi sulla semidivinità che rovinò al
suolo. Banner arrossì, il suo pugno tornò normale
e deglutì a vuoto"
"Scusa" sussurrò. Si alzò in piedi, si mise in
ginocchio accanto all'Asgardiano e gli porse una mano. Thor
l'afferrò e Bruce lo rimise in piedi, Thor gli diede qualche
leggera pacca sulla spalla.
"Non temere, la giovane che ho condotto con me sa quando essere
valorosi e quando correre per mettersi in salvo" ribatté.
Bruce si morse il labbro ed annuì, premendosi gli occhiali
contro il viso.
"Hai successo con le donne. E perché sei un guerriero?"
domandò. Thor si sedette nuovamente sul divanetto.
"Io credo che le donne trovino noi guerrieri patetici, è un
altro il motivo per cui sono attratte da noi: la nostra vicinanza alla
morte. Perché più sei vicino alla morte,
più ti senti vivo. E' questo loro lo vedono, lo sentono"
rispose. Bruce si sedette accanto a lui e deglutì.
"E' per questo che Natasha non apprezza quando le regalo fiori e
cioccolattini? E' una donna che ama la morte?" chiese. Thor
annuì ed accavallò le gambe.
"Milady Natasha è una guerriera a sua volta. E sono di
quelle donne che io non ho mai saputo compiacere" ribatté.
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Capitolo 23 *** Cap.23 Richard ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Scritta sentendo: Stia con noi.
Non vedo l'ora di vedere Tom fare Lumier.
Partecipa alla fanfiction challenge II:
Prompt:
-
E’ quel
qualcuno che è entrato nella mia vita dalla porta sul retro,
ci resterà sempre –
pensò.
Cap.23 Richard
Jane
chiuse le tende, si passò la mano tra i capelli e
sospirò. Si voltò e vide l’uomo nella
stanza avanzare, i suoi vestiti divennero
lunghi e neri, le sue vesti si tinsero di riflessi verde e oro. Loki
socchiuse
gli occhi, le sue iridi divennero verde smeraldo, raggiunse il divano
e si
sedette.
“Se
Thor scopre che in realtà Richard eri tu,
scoppierà
un gigantesco putiferio” si lamentò Jane. Loki
sorrise, socchiuse le labbra
rosee e mise le mani affusolate sopra le ginocchia.
“Io
glielo avevo detto che mi piacevi” sussurrò. Fece
un
occhiolino a Jane che arrossì, si portò una mano
alla bocca e tossì.
“Io
sono seria” si lamentò. Loki chiuse gli occhi,
reclinò il capo e questo gli affondò nello
schienale del divano.
“Thor
non si accorgerebbe neanche se un pentapalmo gli
salisse sulle spalle. E’ troppo intento a divertirsi con i
suoi nuovi amici”
sussurrò. Mise una mano sul sedile accanto a sé e
ci ticchettò di sopra.
“Che
ne diresti se ci divertissimo anche noi? Prima di
questa sera, sarà inutile utilizzare i telescopi,
no?” chiese con voce
seducente. Jane si sedette accanto a lui, con le gambe strette e
sospirò.
“Non
so fino a che punto sia giusto quello che stiamo
facendo. In fondo Thor è tuo fratello, tutta la tua
famiglia” mormorò. Loki le
passò il braccio intorno alle spalle e se la
avvicinò.
"La
famiglia
è proprio questo. Persone che ti odiano ma non ti uccidono
perché sarebbero le
prime a essere sospettate" rispose con voce calda.
Jane
chiuse gli
occhi e appoggiò la testa sulla spalla di Loki, mentre lui
le accarezzava i
capelli.
-
E’ quel
qualcuno che è entrato nella mia vita dalla porta sul retro,
ci resterà sempre –
pensò.
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Capitolo 24 *** Cap.24 Ultron inizia a dare problemi ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Scritta sentendo: Uno sguardo d'amore.
Partecipa alla fanfiction challenge II:
Prompt:
Ogni
volta che Bruce Banner le sorrideva, faceva un po' più caldo.
Cap.24 Ultron inizia a dare problemi
Bruce guardò lo schermo olografico, il sudore gli scendeva
lungo il viso e una serie di numeri bianchi lampeggiavano.
"Non ha
senso" mormorò con voce roca. Ci fu un fruscio alle sue
spalle, Natasha lo raggiunse e gli avvicinò le labbra
carnose all'orecchio.
"Cosa?" domandò. Bruce si voltò, saltando di
lato. Il battito cardiaco gli accelerò, abbassò
lo sguardo ed osservò i numeri del battito sopra lo schermo
dell'orologio.
"Ciao Natasha. Cosa ci fai qui?" domandò.
"Ti vedo allarmato. Cosa sta succedendo?" chiese Natasha. Mise una mano
sul calcio della pistola e piegò di lato il capo,
socchiudendo gli occhi. Bruce si tolse gli occhiali e se li
pulì sulla camicia, incassando il capo tra le spalle.
"Ultron, sta già reagendo e noi non abbiamo ancora fatto
nemmeno un interfaccia" spiegò. Indicò lo schermo
olografico con gli occhiali. Guardò il petto di Natasha e
avvertì una fitta al basso ventre, osservando la linea dei
suoi seni.
"Cioè?" chiese la spia. Bruce si rimise gli occhiali e
incrociò le braccia al petto.
"Mettiamola così. Sembra che stia prendendo vita, ed io e
Tony non abbiamo fatto niente" spiegò. Le iridi verdi di
Natasha brillarono di riflessi scuri.
"Dovresti avvertire Stark" ribatté. Banner la
guardò camminargli intorno e sorrise.
"Ci sto provando, ma sembra tranquillo. Forse non dovremmo giocare con
qualcosa di così pericoloso" rispose. Natasha
sfoderò la pistola e la caricò.
"Vado ad avvisare Tony" disse con tono deciso.
"Non che l'Altro sia a rischio" sussurrò Banner e le sue
iridi brillarono di verde. Natasha avvicinò al
viso.
"Dentro Hulk ci sei tu e non voglio ti succeda qualcosa"
sussurrò dolcemente. Le sue gote divennero rosate, guardando
il sorriso di Bruce.
- Perché ogni volta che mi sorride sento così
caldo? - pensò.
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Capitolo 25 *** Cap.25 Hulk salva Natasha ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Scritta sentendo: Uno sguardo d'amore.
Partecipa alla fanfiction challenge II:
Prompt: Giardino dell'Eden
Cap.25 Hulk salva Natasha
Natasha raggiunse la porta dell'abitazione, sentì una serie
di tonfi alle sue spalle. Socchiuse gli occhi avertendo Steve urlare,
gli strilli di Darcy e si voltò. Sgranò gli occhi
guardando Thor atterrare svenuto ai suoi piedi. Si voltò
nella direzione da cui era volato e vide Ultron avanzare, strisciava il
piede non completato, metà del suo corpo non era finito, gli
uscivano fili elettrici da più punti, i suoi occhi e la sua
bocca ricavati nel metallo con una serie di fessure storte brillavano
di luce blu elettrico.
"Tu ..." biascicò. Deglutì, alzò la
pistola e sparò una serie di colpi, i proiettili
rimbalzarono sulla corazza.
"Sono molto più di un tu. Sono l'armatura che protegge e
avvolge questo mondo" rispose Ultron. Allargò le braccia e
piegò di lato il capo. Steve cercò di colpirlo
con lo scudo al viso, Ultron lo afferrò con una mano e
utilizzò l'altra per spezzarlo a metà.
"Preferirei essere qualcosa più di un tu. Possiamo
conoscerci meglio. Creare un nostro giardino dell'Eden"
spiegò. Schioccò le dita e una serie di armature
abbatterono le pareti. Natasha le vide volare verso di lei con uno
scatto e si protesse il viso con un braccio. Il pavimento si
sfondò e Hulk balzò davanti a lei, la
afferrò stringendola al petto. I missili anticarro lanciati
dalle armature lo colpirono alla schiena ed esplosero, creando del
fumo. Hulk sfondò il tetto e proseguì il
balzò, atterrò sfondando il cemento e
continuò a saltare tra i palazzi.
"Dobbiamo tornare indietro! Gli altri sono in pericolo!"
gridò. Hulk proseguì a saltare, raggiunse una
foresta e la appoggiò su una roccia.
"Tu pericolo!" gridò. Indietreggiò e si
batté i pugni sul petto.
"Ti preoccupi e parli?" chiese Natasha, la sua voce tremò.
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Capitolo 26 *** Cap.26 Hulk e Natasha ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Scritta
sentendo: Uno sguardo d'amore.
L'immagine
è di Claudia Saini.
Partecipa
alla fanfiction challenge II:
Prompt: son
certo che, mi
sono illuso, lei non mi aveva mai guardato con quel viso
Cap.26
Hulk e Natasha
Son
certo che mi sono illuso. Lei non mi aveva mai guardato con quel viso.
Natasha
cadde in ginocchio, alzò il
capo e vide Hulk davanti a lei. Sentiva il bestione grugnire e sbuffare
dalle
narici dilatate.
La
rossa avvertì il proprio battito
cardiaco accelerare, socchiuse le labbra e lo vide avanzare. Vide il
proprio
riflesso nelle iridi verdi del gigante.
Hulk
allargò le braccia, si sporse
in avanti e ruggì.
Natasha
chiuse gli occhi, il fiato
dell'altro le investì il viso e le fece ondeggiare i boccoli.
"Tu... mi hai salvato?" domandò Natasha. Allungò
una mano e sorrise.
Hulk
abbassò il capo, guardò le dita
affusolate e pallide di lei. Allungò a sua volta la mano,
l’appoggiò su quella
di Natasha, piegò di lato il capo e socchiuse gli occhi.
Grugnì, corrugò la
fronte dalla pelle verde scuro e strinse i denti.
Romanoff
continuò a sorridere,
allungò l'altra mano e sfiorò quella di Hulk.
Il
gigante verde si scostò,
indietreggiando, si voltò e si mise a correre.
Balzò, i suoi piedi sfiorarono
le punte aguzze degli abeti della foresta e atterrò davanti
a un laghetto. Si
sporse, mettendosi in ginocchio e vide il riflesso di Banner deformato
dall'acqua.
"Lei gentile" brontolò Hulk.
Bruce
abbassò lo sguardo, dietro le
lenti.
"Ci saremo illusi, nessuno potrebbe mai amare un mostro"
mormorò.
Hulk
si voltò, piegò il capo e
sorrise.
"Lei gentile" ripeté.
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Capitolo 27 *** Cap.27 Thor scopre di Loki e Jane ***
Ringrazio
anche solo chi
legge.
Scritta
sulle note di: "Mystery"
by Brooke Fraser
Partecipa
alla fanfiction challenge II:
Prompt: "C'è
chi si
sente un dio e chi si accontenta di uccidere i propri sims"
Cap.27
Thor scopre di Loki e Jane
“Non
credi che sia un’occupazione futile, muovere
degli omini su uno schermo?” chiese Loki. Alzò la
mano facendo sollevare dal
tavolinetto davanti a loro un cioccolatino da una cornucopia dorata. Il
cioccolatino era avvolto da un pulviscolo verde e si scartò.
Jane
allungò le gambe oltre il bordo del divanetto,
sdraiandosi al contrario. Ticchettò un paio di volte sullo
schermo del tablet e
sbuffò. Osservò due uomini intenti a ballare in
una casa digitale, sulle loro
teste c’erano dei cristalli verdi.
"C'è
chi si sente un dio e chi si
accontenta di uccidere i propri sims" ribatté.
Loki
schioccò la lingua sul palato, si piegò in avanti
e le mise il cioccolatino in bocca, sporcandole le labbra di cioccolato.
“Io
non mi sento un dio, io lo sono” ribatté.
Jane
gli accarezzò il mento e gli sorrise.
“Io
non ti amo perché sei un dio, ma perché sei
l’unico di loro a sapere cosa vuol dire essere
emarginati” ribatté.
Loki
le baciò la fronte e socchiuse gli occhi.
“Sei
bella come una dea, ma non sei mai sbocciata, mia
mortale” sussurrò. La luce saltò e Jane
inarcò un sopracciglio. Si voltò
vedendo la figura di Ultron apparire sullo schermo spento del computer,
su
quello della televisione e abbassò lo sguardo vedendo la
faccia del robot anche
sul proprio tablet. Strillò e lo lanciò,
facendolo cadere per terra.
Loki
digrignò i denti e si alzò in piedi, allargando
le braccia.
“Percepisco
il potere del mio scettro… mi sa che non
sono l’unico che vuole giocare a fare il dio su
Midgard” sibilò.
Jane
si rizzò seduta, su piegò in avanti e lo
abbracciò da dietro.
“È
nella rete internet, sicuramente, la casa ha solo
quel sistema di collegamento unico a livello digitale”
spiegò.
Loki
chiuse gli occhi, alzò le braccia e gli apparve
una lunga tunica verde. Sul suo capo comparve un elmetto con delle
lunghe corna
dorate. Alzò le braccia e sgranò gli occhi,
brillavano di luce verde.
“Io
sono lo stregone più potente dei nove regni! Io,
in nome dell’energia nera, di colui che dovrà
arrivare, ti scaccio da questa
casa. Vattene, gemma traditrice del tuo signore!”
ululò. Ci fu un’esplosione di
luce verde.
Jane
chiuse gli occhi, la luce elettrica ritornò.
La
figura di Ultron scomparve dagli schermi.
Jane
mugolò, batté un paio di volte le palpebre,
vedendo l’ombra sfocata del fidanzato davanti a
sé. Loki espirò, abbassò le
braccia e sorrise.
“È
andato” disse.
La
luce saltò nuovamente e Jane inarcò un
sopracciglio.
La
stanza fu illuminata da dei bagliori azzurri.
“Non
lo avevi appena mandato via quello strano coso?”
chiese Jane.
Loki
si voltò verso la finestra e rabbrividì, vedendo
una serie di fulmini azzurrini. La pioggia iniziò a
ticchettare sui vetri e
sulle grondaie.
“Non
è lo stesso fenomeno di prima… credo che mio
fratello abbia scoperto che sono qui” spiegò. Jane
si voltò verso la finestra e
rabbrividì, vedendo comparire il viso di Thor dietro la
finestra.
Il
dio del tuono era in volo davanti all’appartamento.
I lampi illuminavano il suo viso, teneva le labbra strette e le gocce
di
pioggia scendevano sul suo viso. Jane chiuse gli occhi e nascose
nuovamente il
viso contro le spalle di Loki.
Thor
osservò in viso il fratello che socchiuse le
labbra.
“Thor”
bisbigliò Loki.
Thor
chiuse gli occhi, volò all’indietro facendo
ondeggiare il mantello rosso. Si girò e tornò a
solcare il cielo.
“Jane
sarà al sicuro, a quanto pare” si
sussurrò.
Avvertì una fitta al petto e aumentò la
velocità di volo.
“Devo
trovare risposte su Ultron… le posso trovare
solo al lago delle ninfe” si disse.
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Capitolo 28 *** Cap.28 Bruce capisce che Banner è l’altra metà di lui ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
★Autore:
Kamy
★Fandom:
Avengers.
★
Iniziativa: Questa storia partecipa allo “Sci-Fi
Fest” a cura di Torre di Carta e Fanwriter.it!
★
Numero Parole: 519.
★
Prompt Parole: 10. Codice criptato.
Cap.28
Bruce capisce che Banner è l’altra metà
di lui
<
Stark avrà anche scoperto il mio codice criptato
e avrà distrutto i miei innumerevoli corpi a Sokovia, ma
finché ce ne sarà uno
con il codice sorgente, io vivrò > pensò
Ultron. Era intento ad avanzare
lungo la foresta, una gamba fuori uso strisciava lungo il manto erboso,
lasciando un solco. Con una mano robotica si teneva la spalla, da cui
sprizzavano scintille e colava olio per motori.
<
Vision non si è accorto di me, faccio ancora in
tempo a scappare, a infettare nuovamente la rete > si disse.
Rischiò di
cadere in avanti, le sue giunture facevano scricchiolii metallici. I
suoi occhi
brillavano di un’intensa luce azzurra.
Raggiunse
un laghetto, rischiò di cadere in avanti e
vide un’ombra gigantesca riflettersi nell’acqua. Si
voltò di scatto e si trovò
davanti Hulk.
“Tu
disturbare tristezza di Hulk!” gridò
quest’ultimo.
“A-aspetta…
parliamone” disse Ultron, alzando le
braccia verso l’alto.
<
No! Non ora, non questa! Devo mettere al sicuro
il mio codice criptato! > gridò mentalmente.
Il
gigante digrignò i denti e ruggì.
“Tu
non capire il dolore di Hulk!” ululò.
Afferrò
Ultron e lo sbatté ripetutamente a terra un paio di volte,
ci furono scintille
bluastre che schizzarono tutt’intorno.
I
gemiti di Ultron si fecero sempre più soffocati.
Hulk
lo conficcò nel terreno e saltò sul posto.
“Distruggilo!
Le ninfe mi hanno svelato il futuro,
annientalo!” risuonò l’urlo di Thor.
Alcune
scintille fecero prendere fuoco agli alberi
intorno, il dio del tuono roteò il mantello creando un vento
che spense le
fiamme.
Hulk
pestò un paio di volte Ultron, immobilizzandolo
nel terreno.
“No,
non fermare l’Era del Metallo, stupido primate
verde!” ululò il cyborg.
Hulk
gli staccò la testa dal collo, gli occhi
lampeggiarono un paio di volte e Hulk la schiacciò tra
indice e pollice.
“Ben
fatto, amico mio” disse Thor, atterrando accanto
a Hulk.
*******
“Natasha,
io ti amo, ma io e ‘l’altro’ siamo
un’unica
realtà” disse Banner.
“Lo
so. Io l’ho sempre saputo” rispose Natasha,
appoggiando le mani su quelle dell’altro.
La
luce del sole filtrava dalle finestre del complesso
Avengers.
Bruce
e Romanoff erano l’uno di fronte all’altra nel
salone, davanti ai divanetti, illuminati dalla luce.
“Thor
mi ha proposto di fare un viaggio con lui nello
spazio. Andrà alla ricerca delle gemme, ma sarà
un ottimo modo per imparare a
controllare ‘l’altro’. Sembra che il
gigante ascolti il dio del tuono.
Inoltre
i poteri che Thor sta scoprendo di avere
sembrano aiutarmi a controllarlo.
Forse
è merito della pozza delle ninfe”
spiegò Banner.
“Tornerai?”
chiese Natasha.
Bruce
le accarezzò una guancia.
“Per
te, quando finalmente l’al… Hulk e Banner saranno
un’unica realtà” esalò.
Natasha
gli posò un bacio sulla guancia.
“Allora
ti aspetterò. Vedi di non tradirmi con qualche
sexy aliena” disse.
Banner
le sorrise.
“Non
troverò una più bella di te in tutto
l’universo”
ribatté.
“Ti
dico che l’ascensore non è degno”
risuonò la voce
di Tony.
“Però
l’attaccapanni lo è” si sentì
Steve scherzare.
“Mi
mancherete!” tuonò il vocione di Thor.
“Devi
andare” disse Natasha a Banner.
“Torneremo
e saremo una cosa sola, perché ti amiamo”
promise ancora una volta Bruce.
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