Natale a Baker Street di kamy (/viewuser.php?uid=60751)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap.1 Natale a Baker Street ***
Capitolo 2: *** Cap.2 Le prove di Thor ***
Capitolo 3: *** Cap.3 I° prova ***
Capitolo 4: *** Cap.4 II° prova ***
Capitolo 5: *** Cap.5 III° prova ***
Capitolo 6: *** Cap.6 La prova a sorpresa ***
Capitolo 7: *** Cap.7 La differenza tra me e te ***
Capitolo 1 *** Cap.1 Natale a Baker Street ***
Ringrazio
anche solo
chi legge.
Partecipa alla challenge: Christmas Challenge.
Natale.
Prompt: Canzone:
E non serve che sia Natale, Pooh
Natale a Baker Street
Se
vivessimo e
lasciassimo campare.
Sarebbe tutti i giorni
un po' Natale.
"Fratello, il tuo esilio
su Midgard è al suo albore,
non puoi giá richiamarmi" si lamentó Thor.
Passò accanto a
una midgardiana, le sorrise e le fece
l'occhiolino. La donna arrossì, ridacchiò e corse
via. I passi di entrambi
risuonava sui sampietrini umidi insieme ai passi degli altri londinesi,
coprendo il brusio di Baker Street. Loki gli sfiorò la mano
con la propria,
avanzò di tre passi superando due uomini in giacca e
cravatta e indicò con il
mento un lampione appeso sopra una porta; sul vetro spiccava il numero
122 b.
"Ho da mostrarti qualcosa
di assai esilarante, non
potevo attendere che tu venissi a prendermi per il pranzo" disse.
Thor dimenò il
capo e i lunghi cappelli biondi gli
sbatterono contro il viso e il cappello scuro a falde larghe che
indossava gli
scese di lato sul capo.
"Mi
hai
incuriosito fratello, spero solo sia un degno interesse del mio
stratega e non
il diletto del dio degli inganni" ribatté con tono possente.
Loki salì gli
scalini, toccò la porta facendola aprire ed
entrò nell'appartamento. Salì due scalini, si
voltò socchiudendo gli occhi e
rizzò la schiena alzando il mento.
"Ti ho chiamato come mio
generale, non come compagno di
malefatte. Non è forse una risposta sufficiente?" chiese.
Si girò,
finì di salire le scale e si fermò davanti la
porta
socchiusa. Thor salí le scale dietro di lui, gli stivaloni
marrone scuro che
indossava si abbattevano con forza sui gradini facendo rimbombare i
suoi passi.
Raggiunse il fratello e si piazzò alle sue spalle. "Lei non
può passare il
Natale rinchiuso qui dentro!" urlò la voce di un uomo.
Si udirono una serie di
tonfi, dei fruscii e qualche
grugnito ovattato.
"Le avevo detto di non
prendere le foglie di coca senza
il mio permesso". Aggiunse.
"Watson, io avrei evitato
di prendere le foglie di coca
senza il suo permesso, se lei avesse evitato di lasciarle in bella
vista sul
nostro comodino andandosene prima di avvisarmi di non toccarle" disse
la
voce posata di un secondo uomo.
"Quello è il
mio comodino. E le ho detto di non
toccarle almeno quindici volte negli ultimi tre giorni!"
esclamò la voce
di Watson.
Si sentirono dei tonfi,
Loki afferrò Thor e lo tirò contro
il muro facendo sparire entrambi con la magia. La porta
dell'appartamento si
aprì.
"Ma non sta
mattina"
specificò la seconda voce.
Watson sporse il capo
fuori dalla porta, si calò il cappello
e si voltò.
"Si prepari. Mangeremo
fuori, per il pranzo di
Natale".
Dimenò il
bastone, fece due passi indietro.
"La passo a prendere dopo
aver avvisato Mary. Si faccia
trovare pronto!" esclamò.
Si girò,
superò Thor e Loki e prese a scendere le scale a
passo di marcia. Thor sporse il labbro inferiore e allontanò
il fratello. Loki
lo lasciò, avanzò entrando nell'appartamento e si
voltò. Indicò verso di sé con
l'indice, sogghignò socchiudendo gli occhi verdi.
"Fratello,
perché mai il figlio di Odino dovrebbe
celarsi agli occhi di semplici Midgardiani?" domandò Thor
con tono duro.
Si girò e lo
seguí. L'uomo all'interno della stanza si
voltò, guardò le due divinità e
socchiuse gli occhi castano scuro.
"Si manifestino le
presenze che spiavano me e il buon
dottore, sono armato" disse.
Loki piegò il
capo di lato, guardò verso la scrivania e
sogghignò
scoprendo i denti.
"Perché i
mortali temono le apparizioni improvvise, e
lui è di mio interesse".
L'uomo inarcò
un sopracciglio, si poggiò con la schiena allo
schienale della sedia e si tolse la pipa dalla bocca.
"Non so chi lei sia, ma
ricambio il suo interesse,
purché eviti di utilizzare l'arma che nasconde nella manica
sinistra".
Thor digrignò i
denti e strinse con forza il manico del
martello, le nocche gli divennero bianche. L'uomo strinse le labbra
piegando il
capo di lato, aspirò una boccata dalla pipa e la
poggiò sulla scrivania.
"E... che dica al suo
amante di non utilizzare la
propria arma, di grazia. Gli alloggi non sono unicamente miei".
Loki guardò
verso Thor con gli occhi socchiusi sogghignando,
piegò il capo di lato.
"Che ti avevo detto?".
"Dimmi Midgardiano, come
ti é nota una simile
novella?" ringhiò il biondo.
I muscoli del suo petto si
gonfiarono e fremettero, la
camicia che indossava si strappò e le treccine gli
sbatterono contro
l'impermeabile. L'uomo sorrise, infilò un braccio tra il suo
corpo e il
bracciolo della sedia e mosse la mano in aria muovendo l'indice a
destra e
sinistra.
"Dall'evidente, e
quantomeno sgradevole, condiscendenza
di sua signoria nei confronti dell'altro. Tale atteggiamento
è riservato
unicamente a persone con le quali si intrattiene una relazione stabile,
di tipo
permanente e duraturo, il che mi fa presupporre che la vostra sia una
relazione
atipica che prosegue da innumerevole tempo".
Loki accentuò
il sogghigno, incrociò le braccia facendo tre
ampi passi di lato. L'uomo voltò il capo verso di lui,
strinse le labbra
sogghignando.
"Ma
a qualcuno
non piace si sappia dell'interesse che lei nutre nei suoi confronti in
quanto
potrebbe portarle degrado e disonore. Questo mi spinge a pensare che
lei sia un
militare, signore, e di alto rango".
"Noi, Midgardiano, siamo i
future re di Asgard!"
ululó Thor.
Il martello fu avvolto da
un fulmine scricchiolante. Loki
poggiò una mano sulla spalliera della sedia, l'uomo
scattò in piedi facendo tre
passi indietro e Loki sogghignò.
"Non è errato,
solo inesatto; Mr Holmes".
Holmes sorrise, il
sopracciglio gli tremò in una serie di
tic e afferrò la propria pipa.
"Siamo a Natale" disse.
Portò la pipa
alla bocca, si voltò socchiudendo gli occhi
alla vista del martello avvolto dai fulmini. Fece tre passi indietro,
raggiunse
un tavolinetto e prese la scatola di fiammiferi. Ne accese uno, diede
fuoco al
tabacco e aspirò allontanando la pipa dalla bocca.
"Ho pensato fosse meglio
essere... discreti".
Thor alzò un
sopracciglio dorato sgranando un occhio e
socchiuse l'altro.
"Non intendo"
ruggí.
Holmes ondeggiò
la pipa, avanzò e sogghignò alzando il capo
sporgendosi sulle punte. Avvicinò il volto all'orecchio di
Thor, socchiuse gli
occhi.
"Io non
chiederò come mai aromi non simili a quelli del
suo compagno impregnano le tue vesti, né il
perché la proporzione dei suoi arti
e dei suoi lineamenti sia errata, né domanderò
cos'è l'odore di bruciato che la
circonda. In cambio, gradirei eguale discrezione" sussurrò.
Thor avvampò e
deglutì a vuoto.
"Non vi sará
mai volta in cui mio fratello abbia
torto" balbettó.
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Capitolo 2 *** Cap.2 Le prove di Thor ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Buon Capodanno.
Cap.2 Le prove di Thor
Thor avvampò e deglutì a vuoto.
"Non vi sarà mai volta in cui mio fratello abbia torto"
balbettó.
Holmes aggrottò le sopracciglia, si voltò e
camminò fino a Loki. Gli girò attorno, Loki
inarcò un sopracciglio piegando il capo di lato osservando
l'uomo. Holmes si fermò, guardò Thor e
osservò di nuovo Loki. Scosse il capo, si passò
una mano tra i capelli scompigliati.
< Non solo la struttura fisica, ma anche i movimenti e il modo
di porsi è differente. Sono fratelli come potrebbero esserlo
due perfetti sconosciuti > pensò.
Si mise la pipa in bocca, la mordicchiò e
arricciò il labbro sorridendo.
"Chi ho l'onore di ospitare in casa?".
I due si voltarono all'unisono seguendo i suoi movimenti.
"Thor e Loki, figli di Odino, futuri re di Asgard" annunciò
Thor.
Loki sorrise, svanì riapparendo accanto a Thor e fece un
passo avanti.
"Nonché di tutti i nove regni". Aggiunse.
Holmes piegò il capo di lato socchiudendo gli occhi, si
tolse la pipa di bocca e annusò le foglie all'interno
sentendo l'odore della coca.
"Forse 'sta volta ho esagerato con le dosi" borbottò.
I vestiti di Thor divennero un'armatura e un mantello rosso gli
sventolò sulle spalle, strofinò i denti tra loro.
"Lo stordimento non ha provocato una visione. La vera follia sarebbe
non credere alla nostra presenza" sibilò.
La figura di Loki tremolò, una luce verdastra l'avvolse e
sul suo capo si formò l'elmo dorato con le due corna
allungate; il mantello strofinò in terra e Loki
allungò la mano prendendo la pipa di Holmes. Se
l'avvicinò al volto, sogghignò socchiudendo le
iridi verdi e ruotò la mano facendo sparire l'oggetto.
"Non credevo che i midgardiani fossero erbivori come vere capre" disse.
Holmes batté le palpebre, schioccò la lingua sul
palato abbassando il capo e si passò la mano sulla fronte.
Si sedette a gambe allargate sulla poltrona, ondeggiò la
mano in aria e scosse il capo.
"Tecnicamente è un oppiaceo. Voi stranieri, o alieni,
probabilmente non lo conoscete".
Loki sporse le labbra, piegò la schiena in avanti.
"Siamo dèi, non alieni" sussurrò con tono
mellifluo.
Holmes accennò un sogghigno.
"Le due cose non si escludono vicendevolmente, se provenite da tale
Asgard come affermate. Le vostre vesti, i vostri modi e le vostre
manifestazioni anormali confermano oltre ogni dubbio che la vostra, in
ogni caso, non è follia. Non solo".
Thor roteò il martello, sollevando un forte vento
tutt'intorno. Il suo mantello si gonfiò, un tavolinetto si
ribaltò facendo cadere a terra la fotografia di una donna in
bianco e nero. Un cane mugolò, si alzò e
avanzò con le corte zampe traballanti. Si nascose dietro una
cassapanca, si lasciò cadere a terra con un tonfo e si
addormentò.
"Parlavo della follia di voi miseri Midgardiani" ringhiò.
Holmes spalancò gli occhi afferrando i braccioli della
poltrona, si diede la spinta cadendo a gattoni e avanzò tra
alcuni fogli svolazzanti. Un cappotto gli cadde addosso, vi
gattonò sotto e raggiunse la foto. L'afferrò, la
voltò e osservò il vetro intatto.
Sospirò rilassando le spalle, alzò il capo e
strillò vedendo il volto di Loki. Strinse la foto,
saltò all'indietro cadendo sulla schiena. Loki
ridacchiò, si rizzò e piegò il capo di
lato.
"Non ho torto su di te. Dimmi, midgardiano, quale scopo hanno le tue
erbe?".
Holmes si rizzò, poggiò la foto su un comodino e
salì due gradini raggiungendo un paravento.
"Tra quelli che voi chiamate midgardiani, che presumo essere i
terrestri, io ho una particolarità che il tuo esimio
fratello armato ha già potuto notare" disse.
Lo sguardo si scurì, alzò il capo guardando Thor
con il mento sporto.
"Io vedo tutto".
"Ti metterò alla prova Migdardiano, allora. Andiamo
fratello, ho bisogno di meditarla" ribatté Thor.
Strofinò i denti tra loro fino a creare uno stridio. Le
iridi verdi di Loki brillarono, camminò in avanti e
poggiò la mano sulla spalla di Holmes. Si piegò
in avanti, gli avvicinò le labbra all'orecchio.
"Supera le prove di mio fratello e otterrai qualcosa di molto
divertente, mr Holmes" sussurrò.
Holmes voltò il capo, chiuse un occhio dilatando
completamente l'altro e guardò le iridi di Loki.
< Hanno riflessi cremisi. Il loro colore naturale è
rosso, ma non porta lenti per cambiare il colore, o avrebbe gli occhi
affativati > pensò.
Loki gli carezzò la spalla, scese gli scalini e raggiunse
Thor. Gli sfiorò il gomito, piegò il capo.
"Andiamo pure" disse.
"Ti auguro un buon proseguimento delle tue festività,
midgardiano" sibilò Thor.
Gonfiò il petto, fece girare nuovamente il martello alzando
il vento e lo sollevò. Spiccò il volo, fu avvolto
da un alone verde e sparì insieme a Loki.
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Capitolo 3 *** Cap.3 I° prova ***
Ringrazio anche solo chi
legge.
Cap.3 I° prova
Holmes strinse in mano il fazzoletto, ne carezzò
con il pollice il ricamo rosso macchiato di sangue e lo
avvicinò al naso inspirando; un lieve odore di chiuso misto
a rossetto e the gli punse le narici, chiuse gli occhi sentendo la
brezza marina scompigliargli i capelli e riaprì le palpebre.
Si avvicinò alla poppa della nave, guardò il mare
con gli occhi liquidi.
< L'inizio di un nuovo anno di avvicina >
pensò.
Lasciò andare il fazzoletto, lo osservò roteare
nell'aria e volare verso il mare sotto di lui. Udì dei passi
alle sue spalle, voltò il capo e Watson strinse le labbra.
Udì dei passi e si voltò. Watson si tolse il
cappello, piegò il giornale e lo mise accanto a
sé e vi appoggiò sopra il cappello sentendo la
gamba tirare.
"Vuole parlarne?" domandò e i baffi gli tremarono.
Holmes si poggiò al parapetto con la schiena,
guardò l'altro con gli occhi socchiusi e scosse il capo
rilassando le spalle.
"Avevo dimenticato di buttarlo. Ha inclinazioni naturalistiche? Non
volevo turbarla lasciandolo in mare".
Watson strinse la sciarpa fatta da Mary e corrugò la fronte.
"Ah, dimenticavo che lei può sabotare la mia privata, ma
sulla sua lascia cadere un velo di silenzio" ribatté a voce
bassa.
Holmes incrociò le braccia, piegò il capo verso
il basso.
"Si sta di nuovo lamentando dei miei metodi. E' la seconda volta in
meno di un mese".
Watson inarcò un sopracciglio e sporse il capo verso il
detective.
"Non può negare che quello sul treno fosse un travestimento
che ne lasciava sorgere parecchi" rispose alzando la voce.
Holmes indurì lo sguardo, sciolse le braccia incrociate e
tese la schiena.
"Mi sembrava fossimo d'accordo che la colpa fosse stata della sua
fretta di sposarsi".
Watson strinse le labbra.
"Sa che oggi è Capodanno e io avrei dovuto passarlo con
Mary?".
Holmes sogghignò, arricciò le sopracciglia verso
l'alto e fece tre passi di lato.
"Possibile che debba passare ogni festa con Mary?" domandò.
Watson sollevò il bastone, puntò il manico contro
l'altro e lo agitò.
"Mi ricordi quand'è che ho visto Mary, invece di seguire
lei!".
Sherlock sporse le labbra verso l'alto, inspirò
rumorosamente alzando gli occhi verso il cielo che scorreva lentamente.
Riabbassò lo sguardo, piegò il capo di lato.
"Un mese fa?".
Watson abbassò il bastone battendolo in terra.
"Appunto!" esclamò, a tono alto.
Holmes s'infilò le mani nelle tasche del lungo cappotto,
fece tre passi avanti e si girò. Watson si voltò
a sua volta, inarcò un sopracciglio e Holmes alzò
una mano, la girò in tondo.
"Vado a controllare la nave. Perché lei non manda un
telegramma a Miss Mary? Potrebbe dirle che torneremo entro l'anno
nuovo".
Watson sgranò gli occhi, fece due passi avanti ticchettando
con il bastone.
"Devo essere da Mary per il fine settimana!" urlò.
Holmes sogghignò, si voltò e affondò
maggiormente le mani nelle tasche; allontanandosi. La nave
tremò, le onde si fecero più alte e una di esse
s'infranse sul pontile della nave investendo Sherlock. Holmes fece una
serie di passi laterali verso sinistra, l'acqua gli colò
lungo i capelli facendoli aderire al volto abbronzato; i vestiti
aderirono alla pelle inumidendolo e lui sputò un po' d'acqua
battendo gli occhi. Li socchiuse, guardò a destra e
sinistra. Thor gli atterrò davanti, i lunghi capelli gli
sbattevano contro il viso abbronzato e i muscoli del viso erano
contratti. Teneva una gamba piegata e stringeva in una mano il
martello, alzò il capo e si rimise in piedi con il petto
gonfio. Fece l'occhiolino e ghignò.
"Te l'avevo detto che saremmo tornati, mortale" sancì.
Una risatina risuonò, Holmes aggrottò la fronte e
sporse il capo. Loki uscì da dietro le spalle di Thor, mosse
la mano in cerchio formando una barriera di un verde luminescente.
Holmes indietreggiò di tre passi, le dita sfiorarono la
sottile barriera e i polpastrelli gli pizzicarono. Loki
sogghignò socchiudendo le iridi verdi.
"Mio fratello ti aveva promesso delle prove" disse suadente.
Holmes si tolse la sciarpa dal collo, la mosse facendo gocciolare
l'acqua e la strizzò facendone cadere altra.
"Circa un anno e una settimana fa".
Loki piegò il capo di lato facendo strofinare le ciocche
nere contro il collo candido; alcuni ciuffi sfiorarono il colletto alto
della maglia. Sporse le labbra, guardò verso Thor e scosse
il capo.
"Non abbiamo tempo di cambiare l'abito che su Midgars trascorrono gli
anni. Temo dovremo fare le tue prove tutte oggi, fratello mio, se
vogliamo portarle a termine in tempi ragionevoli".
Thor si mise il martello alla cintola e porse il braccio muscolo verso
Holmes. Si grattò la barba dorata con l'altra mano e
corrugò la fronte.
"Tu impieghi troppo tempo in frivolezze fratello" borbottò.
Holmes guardò il braccio di Thor, inarcò un
sopracciglio aggrottando la fronte, osservò il volto del Dio
guardandone i capelli biondi contornare il volto abbronzato, si
voltò osservando Loki sorridere con la spalla a due dita da
quella dell'altro. Holmes guardò di nuovo il braccio,
socchiuse gli occhi.
"Cosa?".
Una nebbiolina verde li avvolse, un tunnel di luce dorata frammentata
di scintille bianche li avvolse e i loro corpi furono proiettati verso
l'alto. Thor abbracciò Sherlock sentendo il fratello
cingergli le spalle con le braccia sottili. Sporse il capo in avanti e
scoppiò a ridere. Sul ponte della nave rimase un simbolo
celtico a forma di cerchio, e delle assi di legno annerite. Thor chiuse
gli occhi e li riaprì davanti a un suolo roccioso.
Lasciò andare Holmes, smise di ridere, inspirò ed
espirò.
"Il mondo dei nani!" gridò.
La sua voce rimbombò e in lontananza una montagna
franò. Loki si sfiorò la decorazione dorata a
lato dei pantaloni aderenti verde scura e sorrise.
"Un tempo, regno degli elfi oscuri, sterminati dagli avi di nostro
padre" aggiunse.
Holmes guardò verso l'alto intravedendo una serie di
montagne grigiastre, voltò il capo verso destra osservando
dei rialzi di roccia grigio scura levarsi verso il cielo color piombo;
l'odore di zolfo gli punse le narici e mosse la testa a scatti a destra
e sinistra sentendo una serie di suoni ovattati. Le mani gli tremarono,
le tempie pulsarono e lui chiuse gli occhi. Inspirò,
espirò e riaprì gli occhi.
"Suppongo che gli alieni non usino chiedere, prima di sottoporre ad
esperimenti" disse, atono.
"Un vero Asgardiano dimostra il suo valore in battaglia. Nostro padre
vi paragona a biechi animaletti per la caducità della vostra
vita, dimostrami che siete, invece, anche più valorosi del
mio esercito!" urlò Thor e la sua voce sembrò un
tuono.
Una serie di fulmini bianchi e azzurri illuminarono il cielo nero e si
abbatterono sul terreno scuro facendolo tremare. Loki si
piegò di lato, avvicinò il volto a quello di
Holmes e socchiuse gli occhi.
"Ora guarda come il valente generale sa rendersi ridicolo"
sussurrò.
Mosse la mano a semicerchio due volte in senso anti-orario, il mantello
rosso di Thor brillò di verde, si ancorò al
terreno e strattonò il figlio di Odino verso il basso. Thor
sgranò gli occhi gridando, dimenò le braccia e
cadde a faccia in giù nel terreno aprendo delle crepe.
"Looookiiiiii!" ululò.
Loki rise, toccò la spalla di Holmes e gli
scivolò alle spalle sporgendo il capo da dietro di lui.
"Come vedi, midgardiano, nulla d'impossibile" sibilò.
Holmes voltò il capo con gli occhi sgranati, fece due passi
avanti e slacciò il cappotto. Lo tolse lasciandolo cadere
nella sabbia grigiastra, si passò le mani sulla camicia
umida.
"Un professore mi attende a Parigi" disse.
Si voltò verso Thor, sogghignò e le iridi castano
scuro brillarono.
"Una volta finiti i dispetti da fratelli fidanzati, sarebbe
così cortese da dirmi cosa devo fare? Ho una certa fretta".
Una delle rocce davanti a una grotta ostruita franò e
dall’oscurità uscirono tre dita a uncino verdi
fosforescenti dagli artigli grandi un indice. Una coda con un arpione
di ossi si abbatté contro altre pietre facendole schizzare
tutt’intorno e una fulmine mandò in frantumi le
altre. Dalla caverna uscì una creatura su quattro zampe, la
bestia spalancò le fauci e lanciò una serie di
fulmini bianco-azzurrini dalla bocca. Alzò il muso e
ruggì, le zampe dalle tre dita piegate a uncino grattarono
il terreno e il corpo era ricoperto di spuntoni di metallo nero. Holmes
sobbalzò, sgranò gli occhi e fece tre passi
indietro. Osservò la zampa destra della bestia guardandone
le tre dita a uncino verdi, si morse il labbro osservando la coda lunga
due volte la sua gamba ondeggiare a destra e sinistra; si
spostò di lato osservandone gli spuntoni di metallo nero.
Tese le braccia muovendo le dita, le sentiva intorpidite.
Guardò l'interno della bocca della creatura osservando i
fulmini bianco-azzurrini diramarsi fino alla lunghezza di
metà braccio.
< Niente pollice, tre dita, quattro zampe,
impossibilità di alzarsi in posizione eretta per
più di pochi secondi. Coda lunga, resistente,
presumibilmente usata come arma, il che implica una scarsa robustezza
delle zampe. Spuntoni di metallo nero, un palmo di distanza l'uno
dall'altro, corazza sottostante dello stesso materiale, nessun punto
scoperto. Fauci dentellate, fulmini presumibilmente eruttati dalla
trachea, raggio d'azione non oltre due braccia >
ragionò.
Si chinò, afferrò un ciottolo grande due volte la
sua mano e lo scagliò alla propria sinistra. Gli occhi dalla
creatura saettarono nella direzione del rumore, girarono su loro stessi
tre volte e si alzarono delle orecchie pelose dal suo muso. La bestia
si voltò ringhiando e frantumò il ciottolo con un
colpo di coda. Si voltò verso Holmes, si chinò
ruggendo e della saliva uscì dalla sua bocca. Holmes si
spostò superando Loki di lato. Loki lo guardò
avanzare verso una roccia alta il doppio di lui, si avvicinò
a Thor e sogghignò scoprendo i canini.
"Non credi di aver esagerato?" domandò.
Holmes voltò il capo guardandoli, lo scosse e
piegò le ginogghia.
< Scarsa intelligenza, istinto primitivo a seguire rumori forti,
buone possibilità di passare inosservati. Orecchie
retrattili, probabilmente sensibili, quasi sicuramente non abituate a
rumori forti. Occhi da insetto, rotazione a trecentosessanta gradi non
totalmente controllabile. Resta da verificare l'olfatto >
pensò.
Si sfilò il gilè, lo lanciò sulla
roccia e la superò correndo. Balzò sopra altre
due, rotolò verso il basso atterrando tra la cenere
grigiastra. Thor si passò le mani sopra i vestiti facendo
cadere la terra e sbuffò.
"La prossima la scegli tu, ma l'ultima è mia"
borbottò.
Loki ridacchiò, si voltò osservando la creatura
avanzare dimenando la coda; la punta d'osso faceva muovere la sabbia
grigiastra alzando della polvere. Holmes la guardò superare
il giacchetto, gli occhi ruotavano in tondo e i fulmini azzurrini
guizzavano ogni volta che apriva la bocca.
< Insensibile agli odori, confermato udito iper-sviluppato
> pensò.
Guardò in terra, osservò una serie di pietre e ne
prese una manciata.
< Primo, attiro l'attenzione del mostro. Secondo, evitare colpo
di coda. Terzo, utilizzare gli spuntoni come appiglio. Quarto,
raggiungere il bulbo oculare. Quinto, trapassare con la roccia >
si disse.
Strinse in pugno attorno alle pietre, inspirò.
< In sintesi; zampa rotta, intontimento, incapacità
di contrattacco e, se ha le stesse funzioni degli organismi normali,
decesso >.
Inspirò, espirò e si rizzò. Corse
verso il mostro, tirò un paio di pietre vicino alle sue
zampe provocando dei tonfi sordi. La creatura ruggì
emettendo altri fulmini azzurro-biancastri, abbassò gli
occhi osservando l'umano e tirò un colpo di coda verso di
lui. Holmes rotolò sotto il ventre della creatura, la punta
d'osso della coda colpì la zampa spezzandola e Holmes
rotolò oltre osservando l'essere cadere; della polvere
grigiastra si sollevò appannandogli la vista.
Saltò, afferrò uno degli spuntoni con una mano e
portò l'altra nella tasca; infilandoci le due pietre
rimanenti. La bestia emise un'altra serie di fulmini,
strisciò in avanti e Holmes ondeggiò sgranando
gli occhi. Fece leva, salì sullo spuntone e saltò
su quello di fianco di tre palmi più in alto.
Roteò le braccia, il mostro emise una serie di versi e fece
leva sulle altre tre zampe per alzarsi. Holmes saltò su un
altro spuntone, tese le braccia e ne afferrò un secondo;
fece leva rizzandosi e camminò in avanti sullo spuntone.
Vide le orecchie della bestia, la sentì cadere con un tonfo
e allargò le braccia tenendosi in equilibrio,
indietreggiò di tre passi. Strinse le labbra, socchiuse gli
occhi e balzò; si afferrò all'orecchio tirandolo
e la creatura alzò la testa eruttando fulmini azzurrini.
Holmes si issò, strinse la presa sul capo della creatura e
si mise la mano in tasca tirando fuori la pietra. La piantò
nell'occhio della creatura, questa uggiolò e Holmes spinse
più affondo; il bulbo bianco schizzò insieme a
del sangue verdastro che colpì l'uomo sulla guancia.
L'essere stramazzò in terra con un tonfo, Holmes
rotolò in terra cadendo sulla schiena con le braccia in
alto. Scosse il capo, ansimò e batté le palpebre.
Poggiò le mani sporche gi liquido biancastro in terra, si
diede la spinta e si alzò voltandosi. Loki sorrise,
socchiuse gli occhi e diede un pizzicotto al braccio di Thor. Si
sporse, soffiò.
"Ora è abbastanza interessante, non è vero?"
sussurrò.
Thor ghignò e annuì un paio di volte,
piegò di lato il capo e sfregò le mani tra loro.
"Sì, ora sì" disse con voce grossa.
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Capitolo 4 *** Cap.4 II° prova ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.4 II° prova
Loki indicò verso di sé, Holmes si
avvicinò e i tre vennero avvolti da una nebbioli a verde.
Sherlock scosse il capo battendo ripetutamente gli occhi,
osservò l'erba verde dai riflessi dorati e
aggrottò la fronte.
“Devo supporre non mi abbiate ricondotto nel mio
pianeta”. Loki mosse il dito in tondo a mezz'aria, l'acqua
argentea del fiume al suo fianco formò un vortice alto
quanto Thor e Loki sorrise.
“Voglio solo verificare fino a quale punto sei
speciale” disse. Thor conficcò il suo martello tra
due rocce, spostando del terreno e si sedette su un altro masso umido.
Sbadigliò spalancando la bocca e allungò le
gambe, socchiudendo un occhio.
“Temo che questa prova sarà noiosa”
borbottò. Sherlock spostò lo sguardo verso di
lui, arricciò il naso corrucciando la fronte.
“Quindi posso saltarla?” chiese. Guardò
verso il corso d'acqua che ruotava in aria attorno alle dita di Loki
socchiuse gli occhi.
< Non c'è nessun trucco. Nessun meccanismo,
né filo, né complice. Il corso del fiume non
è stato deviato, ha semplicemente spostato una porzione
d'acqua. A giudicare dal fiume, non è una caratteristica di
questo posto alieno, il liquido ha lo stesso odore della normale acqua
pura > rifletté. Loki ridacchiò, fece
tornare l'acqua al suo posto e si mise in ginocchio.
“Non ti sto chiedendo di capirlo. Solo di imitarlo.
È un incantesimo elementare”.
“No. Ogni parola è debito e tu tre provi dovrai
affrontare” ringhiò Thor. Si strinse nel mantello
rosso e schioccò la lingua sul palato. Loki si
voltò, sporse le labbra.
“E tu dovrai assistermi, visto che io ho assecondato la tua
stupida prova di forza”. Sherlock si chinò vicino
all'acqua, vi immerse la mano.
< È leggermente più solida di quella
normale, e la temperatura è tiepida >
rifletté. Loki incrociò le braccia.
“Inoltre sarebbe divertente vedere una capra consolidare
l'acqua”. Sherlock roteò gli occhi arricciando il
naso, bevve due sorsi dal fiume.
< Il sapore è leggermente più dolciastro,
ma nessuna delle caratteristiche di quest'acqua giustifica quello che
è accaduto >. Thor sporse il labbro inferiore e
tirò dei pugni sul terreno facendolo tremare.
“La magia è inutile e dannosa fratello. Ed un
umano, per quanto promettente, non credo ci possa riuscire!”
gridò. Holmes chiuse gli occhi poggiando le dita nell'acqua
con il resto delle mani fuori.
< Non dispongo dei materiali rituali, ma la diversità
del pianeta in cui mi trovo probabilmente funge da catalizzatore per
quella che chiamano magia > si disse. Loki si sedette accanto a
Thor, accavallò le gambe.
“A me sembra sulla buona strada” disse. Holmes fece
tamburellare le dita in acqua.
< Partendo dai dati. Il corso principale non viene modificato, e
i vortici che si creano hanno la stessa densità e direzione
del corso base. La natura della sostanza non viene cambiata, solo
indirizzata diversamente, e una volta rimessa al suo posto torna allo
stadio naturale. Questo vuol dire che esistono delle regole con cui
è possibile spiegare l'avvenimento, e se è
possibile spiegarlo, è possibile riprodurlo >.
“Fratello, la tua capra addestrata sarà anche
affascinante e capace di stupirmi, ma tu pretendi troppo” si
lamentò Thor. Alzò il capo piegando la schiena
all'indietro e osservò il cielo azzurro sopra di
sé. Loki gli poggiò il capo sulla spalla
socchiudendo gli occhi.
“Se ci riesce, non riuscirai a trovare una prova successiva
abbastanza complessa” disse, con tono divertito. Sherlock
chiuse gli occhi rilassando le spalle. Tamburellò
più velocemente con le dita nell'acqua, gli schizzi gli
bagnarono la camicia.
< Si tratta di far galleggiare l'acqua sull'aria. Il
più giovane dei due possiede il segreto di questa tecnica.
Se prendo dell'acqua e la avvicino a lui, è probabile che il
trucco si svelerà da solo >. Thor sbuffò
un paio di volte.
“Di sicuro farò qualcosa di meno noioso e
degno!”. Si vantò. Sherlock si alzò
tenendo tra le mani dell'acqua, si avvicinò ai due e
passò accanto a Loki. Osservò il liquido brillare
di verde, condensarsi e ruotare.
“Quindi è effettivamente opera tua”.
Loki si voltò, sgranò gli occhi e si
alzò di scatto allontanandosi. Sherlock tolse le mani, il
liquido ondeggiò e colò lentamente in terra.
“E più veloce, cortesemente. Il mio esimio
compagno mi attende”. Thor si strinse l'addome ed
iniziò a ridere fragorosamente.
“Ed io che pensavo fosse geniale nell'aver compreso che siamo
amanti!” urlò. Loki ridacchiò, strinse
le mani tra loro e sogghignò.
“E ora cosa inventerai, Thor?” domandò.
Sherlock alzò il mento socchiudendo gli occhi scuri.
< Potrebbe rivelarsi la prova più problematica,
considerando l'attuale situazione >.
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Capitolo 5 *** Cap.5 III° prova ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.5 III° prova
"Fratello" tuonò Thor. Si pulì il mantello con
l'acqua che aveva ricominciato a scorrere nella direzione giusta.
"Prima di poter passare alla mia degna prova, esigo che tu muti
l'aspetto apparente del midgardiano in qualcosa che più si
confà a noi divinità" spiegò a Loki.
Loki avvolse Sherlock in una nuvola verdastra, Holmes mosse di scatto
il capo e la chioma bionda gli sbatté contro il viso, si
sporse verso il fiume specchiandosi; le iridi erano azzurre ed era
aumentato di stazza. Loki ridacchiò, piegò il
capo di lato.
“Vogliamo andare?”.
Thor fece roteare il martello, afferrò il finto asgardiano e
Loki si aggrappò al suo collo affondando nel mantello umido.
Volarono fino al palazzo d'oro atterrando nel campo d'addestramento.
Sif si voltò di scatto, strinse l'arma e socchiuse gli occhi.
“Che fate di nuovo qui?”.
Sherlock si guardò intorno, strinse le labbra.
< Poche minacce sono più temibili di una donna
>.
Thor adagiò a terra Sherlock e lo indicò con la
mano, sorridendo a Sif.
"Ti ho potato un rivale" spiegò.
Sif roteò le armi, si voltò verso Sherlock e
sorrise.
“Vuoi sfidarmi?”.
Sherlock guardò Loki, Loki sorrise.
“Dopo ti riporterò alla tua dimora”
promise.
Sherlock aggrottò la fronte avanzando, spostò il
peso da un piede all'altro.
< Terreno sabbioso, instabile. Donna addestrata, utilizza arma a
due mani, probabilmente aliena, dalla struttura variabile.
Attaccherà giocando d'agilità, colpendo con le
parti laterali dell'arma > si disse.
Thor si sedette sopra un muretto di pietra, allontanandosi dai due
contendenti e li osservò.
"Vedi fratello? Questo sarà divertente!".
Loki roteò gli occhi, si sedette sotto di lui e stese le
gambe.
“Un mortale disarmato contro una dea guerriera?”
chiese.
Sif si scagliò su Sherlock, lui si spostò di lato
schivandola, lei ruotò cercando di colpirlo con il lato
dell'arma, Sherlock la bloccò con l'avambraccio e la spinse
al centro del petto, Sif fece per tirargli una ginocchiata e lui le
fece lo sgambetto, indietreggiò nella sabbia vedendola
rialzare il capo. Sif roteò l'arma, tramutandola in spada,
si scagliò nuovamente sull'uomo e lui sfilò la
giacca bloccando l'arma con quella, avvolse il capo d'abbigliamento
attorno alla lama e Sif gli tirò un calcio scostandosi,
Sherlock deglutì sputando sangue.
"E' sopravvissuto a un mostro" spiegò Thor.
Rabbrividì e sgranò gli occhi, le iridi azzurre
gli brillavano.
- E' eccitante - pensò.
Loki inarcò un sopracciglio, storse il labbro.
“Sif ne ha abbattuti centinaia, di quegli esseri, e lo
sai”.
Sherlock si abbassò evitando un colpo di Sif, le
tirò della sabbia negli occhi e la colpì
ripetutamente facendola indietreggiare, la donna dimenò la
spada e lo colpì alla guancia sfregiandolo, lui
sibilò di dolore e ansimò tirandosi indietro,
entrambi erano sudati.
Thor si sfregò le mani.
'' C'è molto in quel mortale, inizia a piacermi''.
Loki ticchetto sul ginocchio.
“Cosa vuoi fare? Non può battere Sif. Come
decidiamo quando la sfida è conclusa?”
domandò.
Sherlock rotolò in terra, Sif lo colpì al volto
più volte e lui le tirò una testata, la
sbatté in terra e lei cercò di colpirlo con la
parte appuntita dell'armatura che le copriva il gomito, lui la
bloccò e si rizzò indietreggiando.
Thor mise una mano sulla spalla del fratello. ''Non esserne
così sicuro''.
Loki sospirò sonoramente, guardò
Sherlock usare una manica della giacca per intrappolare
l'arma di Sif, i due tiravano da lati opposti. Sherlock
lasciò la presa di scatto, Sif barcollò e lui la
colpì ai fianchi e alle gambe scoperte, lei cadde in terra e
Sherlock afferrò l'arma, la roteò.
'' Basta così! '' tuonò Thor rizzandosi in piedi.
Raggiunse Sif e le porse la mano. '' Ti ringrazio per l'aiuto mia
fidata amica'' proclamò.
Sif si rialzò, scosse il capo e strappò l'arma di
mano a Sherlock.
“Dove l'hai trovato?” sibilò.
Sherlock si passò le mani sulla camicia bianca.
“Su una nave”, disse, “dove vorrei
tornare”.
''È una recluta, lo sto addestrando per la flotta''
mentì Thor
caricandosi il terrestre in spalla.
Si voltò verso Loki. '' Andiamo '' ordinò.
Loki li raggiunse, sorrise e avvolse tutti e tre in una nuvola verde
facendoli sparire.
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Capitolo 6 *** Cap.6 La prova a sorpresa ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.6 La prova a sorpresa
Le due divinità e Sherlock apparvero in una radura. Holmes si guardò intorno, ritrovandosi seduto sull'erba.
"Avevo supposto che quella prova non l'avresti considerata valida, perché deduco che questa non sia la mia nave" si lamentò.
"Quella prova era un'offesa a qualsiasi cervello, troppo ottusa perfino per mio fratello. Ora esigo una prova degna" disse Loki, intrecciando le dita.
Thor afferrò Sherlock per la collottola del vestito e se lo caricò in spalla. Si voltò verso Loki e gli puntò contro il martello.
"Portaci sul pianeta dei giganti di ghiaccio, fratello. Se supererà questa, ai miei occhi non sarà più un midgardiano, ma un mio degno compagno d'armi" ordinò.
Loki sogghignò socchiudendo le iridi verdi, che scintillarono di riflessi rossi.
"Oh, fratello, comprendo che le doti del midgardiano ti spaventino; ma questo è un po' esagerato" disse.
Holmes alzò il capo afferrandosi al mantello di Thor, inarcò un sopracciglio.
"Mi trovo d'accordo. Il mio medico sarebbe alquanto contrario" disse.
Thor saltellò sul posto facendo ondeggiare Sherlock sulla sua spalla.
"Fratello, sul mio onore, non lo farò andare dalle Valchirie troppo presto" promise.
Loki ridacchiò osservando il mortale oscillare sulla spalla muscolosa di Thor, avvolse tutti e tre con una nube verdastra e ricomparvero nel mezzo di una landa ghiacciata; neve bluastra scendeva fitta rendendo offuscata la visuale.
"Se Heimdall scopre che lo faccio, nostro padre ci punirà" disse.
Thor adagiò sul manto candido Holmes.
Lanciò in aria il martello e lo riprese al volo.
""Sarà una cosa molto breve" promise. Si piegò e colpì con il martello una lastra di ghiaccio, questa fu avvolta da fulmini. Il ghiaccio si squagliò per metà, lasciando intravedere metà di una lancia di ghiaccio blu.
"Midgardiano, trova il modo di prenderla" lo sfidò.
Holmes si mise in piedi, avanzò a passo cauto e si chinò sul ghiaccio e lo leccò. Loki inarcò un sopracciglio vedendo il midgardiano poggiare l'orecchio contro la superficie ghiacciata. Holmes si rizzò, ticchettò con le nocche sulla lastra.
< In quanto a solidità e consistenza è molto simile al ghiaccio terrestre, quindi reggerebbe il peso, ma sicuramente quell'arma sarà circondata da sistemi di difesa > pensò.
Thor si lasciò sfuggire una risata roca e alzò il proprio martello verso l'alto, creando una cupola elettrica intorno a tutti e tre, oltre che alla lancia.
"Così nessuno oserà disturbarci!" gridò con voce possente.
Rise più forte e si sedette per terra. Si piegò in avanti e appoggiò il martello sul ghiaccio, strofinando le mani tra loro.
Si voltò verso Loki e incrociò le braccia dietro la testa.
"Allora fratello, non è una prova ben più interessante della tua?" si vantò.
Loki osservò Holmes ondeggiare sulla lastra di ghiaccio facendola muovere su e giù, vide Mjolnir scivolare sulla superficie blu e sorrise mellifluo socchiudendo le iridi verdi.
"Interessante, dici? Perfino un bambino riuscirebbe in un simile intento".
Thor inarcò un sopracciglio e schioccò la lingua sul palato.
"Non dire sciocchezze. Eroi di ogni tempo hanno fallito finendo i loro giorni o in cenere, o tramutati in parte del ghiaccio circostante" ribatté e la sua voce rimbombò tutt'intorno, coprendo il crepitio dei fulmini protettivi.
"Non stai aiutando!" strillò Holmes.
Loki ridacchiò, l'uomo era in bilico sul ghiaccio e si muoveva in modo discontinuo scivolando su di esso; il martello di Thor sfiorò la lancia, la mancò di un palmo e tornò indietro mancandola di un pugno.
La lancia iniziò a emanare scaglie di ghiaccio, mentre dalla sua base si alzarono delle fiamme alte un braccio.
Le scaglie ghiacciarono le fiamme, scomparendo. Il ghiaccio, appesantito dalle nuove stalagmiti, si spezzò.
Il basamento su cui era appoggiata la lancia s'inabissò. iniziando a ondeggiare. La lancia si staccò e cadde sul ghiaccio davanti ai piedi di Holmes.
Thor riprese al volo il suo martello e si alzò in piedi scatto.
"Per la barba di Odino!" sbraitò, sgranando gli occhi.
Holmes chinò il capo sulla lancia, fece per toccarla e ritirò la mano prima di sfiorare l'oggetto; indietreggiò e guardò i due. Loki rise, si passò la mano tra i capelli neri lisciandoli e mise le mani sui fianchi.
"E ora che altre scuse vuoi inventare, fratello?".
Thor si mise il martello alla cintola, raggiunse Sherlocki e lo abbracciò. Lo sollevò e girò su se stesso.
"Ti sei meritato il tuo ritorno a casa, amico!" urlò.
Shelock alzò le mani dilatando gli occhi con le labbra arricciate in una smorfia, Loki scrollò le spalle sospirando e sorrise divertito.
"Ed il riconoscimento del dio più stupido di Asgard" scherzò.
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Capitolo 7 *** Cap.7 La differenza tra me e te ***
Ringrazio
anche solo
chi legge.
Scritta
sentendo:
https://www.youtube.com/watch?v=IkwjD4wTdnM.
Cap.7
La differenza tra
me e te
Watson
posò il libro sul letto e alzò lo sguardo,
osservando Holmes
entrare nella sua cabina.
"Temevo
che non l'avrei vista fino al
nostro arrivo a Parigi" disse. Si sedette sul letto, facendo ondeggiare
il
bastone appoggiato sul bordo di esso.
"Holmes,
davvero, sembra sconvolto.
Dovrebbe sedersi" disse.
Indicò
il letto davanti a sé socchiudendo gli
occhi.
"Anche
perché il tipo che ha affittato la
cabina della nave accanto alla nostra, è un tipo losco. Ha
due inquietanti
occhi verdi" si lamentò.
“La
differenza tra me e te, mio caro Watson, è che le cose
chiare per lei diventano
difficili” rispose Sherlock.
“Lei
è l’unica persona difficile”
ribatté John. Si
alzò in piedi e si appoggiò sul proprio bastone,
zoppicando. Raggiunse Holmes,
gli appoggiò la mano sulla spalla e lo obbligò a
sedersi. “Come suo medico, le
chiedo di dormire ogni tanto” ordinò.
“Io
non necessito di dormire, sono ore perse” borbottò
Sherlock.
<
Come posso dirle che ci sono due alieni convinti
di essere due divinità nordiche che mi hanno rapito? Dovrei
smettere di
torturarmi > pensò.
“Lo
faccia per me” ribatté John. Piegò le
labbra in un
sorriso, sotto i baffi.
<
Dannazione. Non mi sorrida! Quel dannato
sorrisetto stupendo è capace di spegnere le giuste domande
della mia mente!
> pensò Sherlock.
John
si sedette accanto a lui.
“Lei
dovrebbe dormire di meno e passare con me quel
tempo. Potrei insegnarle un intero mondo, ad esempio con il
pizzo…” disse
Sherlock.
Waston
strinse con forza il bastone fino a far
sbiancare le nocche.
“La
sua perversione continua a non avere limiti”
esalò.
“Stiamo
andando a Parigi. Lì ci si aspetta come minimo
un atteggiamento così da una coppia in luna di
miele” ribatté Holmes.
“Io
dovrei essere in luna di miele con Mary e le ho
detto mille volte di non considerarmi l’altra parte di una
coppia con lei”
brontolò Watson. Vide che Sherlock lo fissava ritto negli
occhi e avvampò,
facendo vibrare i baffi. “Leeeiii…
mi
farà impazzire”.
“Come
medico dovrebbe riguardarsi da possibili
attacchi di cuore dovuti a emozioni troppo forti”
ribatté Sherlock. Gli
accarezzò la guancia.
<
Ho paura di distruggervi, facendovi mio >
pensò.
“Io
vi ammazzo” ringhiò Watson.
“Presumo
di meritarmelo, ma perché volete uccidermi
questa volta?” chiese Holmes.
“Perché
non riesco a immaginare la mia vita senza di
lei, dannazione” esalò John, poggiandogli la testa
sulla spalla. “E sono
consapevole che lei ne è perfettamente a
conoscenza”. Aggiunse.
“Ovviamente,
mio caro Watson. Non potrebbe essere
altrimenti e non creda, non ho nessuna intenzione di uscire dalla sua
vita”
rispose Sherlock.
<
Se non fosse stato per lei non sarei tornato a
vivere dopo la guerra > pensò Watson, chiudendo gli
occhi.
Sherlock
appoggiò la testa su quella dell’altro e
chiuse gli occhi a sua volta.
<
Rimanga qui a spegnere i tormenti della mia
esistenza.
Se
mai mi lasciasse, le chiedo di mettere fine alla
mia vita. Perché non potrei affrontarli senza di
lei… non potrei affrontare me
stesso > rifletté.
Da
fuori l’oblò proveniva il rumore del mare.
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