Fafner in the Idiocy

di SiriusLoire
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Paradiso - L'inizio ***
Capitolo 2: *** Confezione - Viti ***
Capitolo 3: *** Labirintite - Virginita ***



Capitolo 1
*** Paradiso - L'inizio ***


Il sole splendeva nel cielo azzurro che sovrastava l’isola di Tatsumiya.
Quella mattina una barca stava raggiungendo il porto dell’isola, dolcemente accompagnata dalle onde.
Un giovane ragazzo… Ragazza? No, no, è un ragazzo, i capelli lunghi che fanno swish hanno confuso mezzo fandom… Comunque, un giovane ragazzo uscì dalla cabina di pilotaggio per…
“Cacchio, mal di mare!” Esclamò il baldo giovine prima di rimettere il pranzo di Natale del 1992 sul fianco della nave, accompagnato dal susseguirsi di parolacce da parte dello scafista.
Dopo questo macabro spettacolo, la barca giunse al porto.
“Giovane Soushi, non hai una bella cera!” Esclamò uno degli uomini presenti sulla passerella.
“Ascolta, eviti le sue battutine del cavolo e mi dia quel cavolo di pacco!” ribatté il ragazzo, porgendo la mano.
“Oh… se proprio insisti… Ma sappi che non ho quel genere di gusti, eh? Lo faccio solo perché sei il figlio del capo…”
“MA CHE CAVOLO FA’?! Dannazione, non QUEL pacco signor Kodate! Si riallacci i pantaloni e mi dia il pacchetto col fumetto per quel giappominchia di suo figlio!”
“Mamma mia, che permaloso!”
 
Tralasciando il giovane Soushi Minashiro che combatté per ottenere l’antico pacchetto che andava portato in salvo, spostiamoci al negozio di ceramiche Makabe, dove il proprietario si accinse a lavorare ai suoi vasi.
“Sono più di dieci anni che metto la canzone di Ghost come sottofondo mentre lavoro ai vasi e quella pazza di mia moglie non si è ancora fatta presente, neppure sotto forma di fantasma! Che triste vita! Vedovo e come figlio la copia intelligente di Shinn Asuka con i capelli e gli occhi castani!”
“Minchia, che padre deficiente che mi ritrovo…” Disse il ragazzino, scendendo le scale dopo essersi preparato per andare a scuola. “I fantasmi non esistono! Almeno, per questo primo episodio della serie… E non somiglio a quel cazzone di Shinn!”
“Sì che gli somigli! Vedrai nel film!”
“Film?! Ma di che film parli? Bah, lasciamo perdere, è già un inizio che non mi hai paragonato a quel coglione di Shinji… Dài, adesso vado a scuola, devo fare finta di essere istruito, ci vediamo dopo!”
“Ok, va beh, vai o farai tardi.”
Il giovane, di nome Kazuki Makabe, prima di uscire si voltò verso la foto della madre. Lei era sorridente e reggeva il bambino in braccio.
Dopo quella foto ha cercato di abbandonarmi sotto un ponte per tutta la cacca che ho fatto nel pannolino! Pensò, sorridendo e uscendo di casa.
Una volta presentati i protagonisti… No… Dalla regia mi dicono che ce n’è ancora una… Ew… Non possiamo saltarla a questa? No, sul serio, non la si regge… Gah, e va bene!
La giovane donzelletta si presentò a casa della sua cara ed unica amica malata.
“Shoooko!” Disse con la sua voce piacevole quanto un dito nell’orecchio, un riccio tra le chiappe e un mattoncino Lego nella pianta del piede. Tutti assieme, eh, non uno alla volta.
“Merdaya, ehm, Maya!” Rispose la giovane, fingendosi contenta della sua presenza.
“Oggi vieni a scuola?”
“Ma col cavolo che ci vado! Se non hai letto il copione, me ne devo stare a letto, stupida decerebrata!”
“Ow! Shoko! Sei sempre così simpatica! Usi gli stessi epiteti che usano mia madre, mia sorella, tutti i nostri compagni di classe… Mi chiedo come mai…”
“Forse perché sei una grandissima bambinetta scassa balle, appiccicosa come la colla più forte del mondo, fastidiosa e lagnosa? Comunque, resta qui con me, ci divertiremo! Giochiamo a “Tossisci in faccia” o…”
“Oh, no! Devo andare! Secondo il copione dovrei beccare Kassucchiai…”
“Si chiama Kasugai, ritardata!”
“Va beh, quello! Devo incontrarlo mentre vado a scuola! Ciao!”
“Se… se… ciao…” Ribatté Shoko, mentre Maya andò via, cadendo dalle scale ma sfortunatamente restando illesa. “Merda, se avessi avuto una malattia contagiosa avrei potuto farla fuori e diventare l’eroina della città… Che triste vita!”
La giovane se ne andò e in un battibaleno raggiunse il giovane Kouyou Kasugai.
“Ciao, Kassucchiai-kun!”
“Chiamami di nuovo così o ti cago in testa, tanto con quei capelli non si noterà differenza!” rispose lui, con un sorriso raggiante.
“Ow, ma che carino che sei! Comunque, secondo il copione dovrei dirti che Shoko non ci sarà neppure oggi e…”
“Lo so che per copione dovrebbe interessarmi di lei, ma… Con dei genitori di merda come i miei, una cagnolina che tengo di nascosto e la passione per la pesca pensi che mi debba importare di una cadaverina che ha comunque più carisma di te? Vattene via, prima che ti riempa di calci…”
Nel frattempo (no, Kouyou non l’ha poi presa a calci), il giovane Soushi raggiunse suo padre, Kouzo Minashiro, in presidenza.
“Allora, Soushi…” disse l’uomo, nascondendo oggetti di dubbio gusto nel cassetto della scrivania. “Hai visto il mondo esterno?”
“Sì…” Rispose il ragazzo, con tono serio.
“Hai qualche domanda da pormi?”
“Sì: perché cazzo sembri Gendo Ikari in sovrappeso? Perché stavi nascondendo le mie manette con la pelliccia nel tuo cassetto?”
“Per il mio aspetto, lamentati col character designer. Per le manette… è una faccenda personale…”
“Ti bombi la Kariya, non è vero?”
“Sgamato…”
“Ti prego, dimmi che non lo avete fatto in camera mia…”
Kouzo si voltò verso la finestra.
“Il nemico si avvicina…” Disse, con sguardo perso.
“… lo prendo per un sì… e mi sa tanto che dovrò bruciare le lenzuola e prenderne delle altre…”
Abbandonato l’ufficio del padre, il giovane Soushi raggiunse la sua classe. Probabilmente era l’ora di ricreazione, dato che erano tutti fuori posto e divisi in gruppetti, eccezione fatta per quello sgorbio di Maya, dato che non la vuole nessuno.
“Oh, e poi l’ho buttata giù dalle scale e non si è fatta nulla, è fatta di gomma!” Disse una ragazza occhialuta, andando a sbattere contro Soushi e facendogli cadere il pacchetto che aveva in mano. “Oh, Minashiro! Sei tornato!”
“Sembrerebbe di sì…” disse lui, raccogliendo il pacchetto.
“Quello avrei dovuto raccoglierlo io secondo il copione…”
“E io avrei dovuto dire qualcosa sul mio occhio sinistro, ma va beh, mi sono pure dimenticato di andare ad accarezzare l’albero… Cose che succedono…”
“Minashiro-kun!” Disse Maya, sovrastando il baccano della classe. “Come era Tokyo?”
“OH MIO DIO! FERMI TUTTI!”
Tutti stettero zitti, mentre il giovane andò in iperventilazione e inziò a sventolarsi il viso con le mani.
“Toumi mi ha rivolto la parola! Festa!” Esclamò, tirando fuori dalla tasca della giacca una trombetta.
“Seriamente Soushi!” Disse Mamoru, uno dei protagonisti della serie. “Prima di tutto la tua reazione è out of character… Seconda cosa… Mi spieghi come accidenti hai fatto a prenderti una cotta per il personaggio più infantile e cagacazzo della serie, che neppure l’autore le vuole bene tant’è che neppure nella seconda serie verrà sviluppata a dovere?”
“Aspetta, Mamoru!” Commentò Sakura, anche lei protagonista. “Non dirmi che hai letto i copioni?!”
“Sì, e ho visto cose che voi umani non potete neanche immaginare… Forza, Soushi, potresti darmi quel volumetto che hai nella bustina? Forse solo i manga saranno l’unica gioia in questo anime…”
“Oh… ok…” Rispose Soushi, consegnandogli la busta. “A proposito, dove è Kazuki?”
“Kazuki? Credo sia uscito a fare cose da uomini con Kenji.” Disse Sakura.
“Ah, stanno spiando i bagni delle ragazze.”
“No.”
“La Kariya che si sistema le tettone nel reggiseno.”
“No…”
“Ah, ho capito: una specie di lotta greco romana, wrestling e stronzate varie…”
“Già…”
E in effetti i due baldi giovini erano nel retro della scuola.
Il giovane Kenji cercò di colpire Kazuki più e più volte, ma non essendo il personaggio principale della serie, tutti i suoi colpi non andarono a segno.
“Dannazione, Kazuki!” Commentò dopo l’ennesimo fallimento. “Come fai ad evitare tutti i miei colpi?!”
“Ma è semplice: sono il protagonista!”
Nel frattempo, nell’ufficio del preside, la giovane professoressa Yukie Kariya aveva un colloquio con il preside Minashiro.
“Adesso che quel nerd di tuo figlio è tornato non possiamo più fare le cosacce…” Commentò, spiaccicandosi contro la schiena dell’uomo.
“Bah, a Soushi non importa, l’importante è non farlo nel suo letto…”
“Per caso non hai rimosso quella chiazza marrone dal lenzuolo, vero?”
“…”
“Immaginavo…”
Improvvisamente, tornando a Kazuki, qualcosa lo fece voltare di scatto.
“I miei poteri da protagonista si sono risvegliati!” Commentò, evitando altri attacchi di Kenji.
“Ma che stronzata è?!” disse Kenji, rialzandosi in piedi.
“Tu non puoi capire, comparsa!”
Il giovane si voltò e iniziò a correre via.
“Non so neppure io perché sto correndo!” Disse, voltandosi verso il ragazzo. “Ma credo arriverà qualche cosa di grande! Altrimenti questa serie non avrebbe senso di esistere!”
Pure Fumihiko lanciò un vaso in terra ed uscì di corsa dal negozio, guardando il cielo.
“Nessuno mi aveva accennato che essendo il padre del protagonista avrei avuto pure io i miei momenti di pazzia!” Disse con espressione accigliata.
Nella scuola, uno strano canto iniziò ad echeggiare attraverso gli altoparlanti.
“Oh, tempo di andare a sfasciare chiappe aliene!” esclamò la ragazza occhialuta. “Volevo dire… ragazzi, ricordatevi di mettervi in fila e raggiungere il rifugio sotterraneo che vi mostrerà la Kariya… e soprattutto, ricordatevi di lasciare indietro Toumi e di chiudere la porta a chiave, e lo stesso vale per le finestre… ah, no, quelle sono già chiuse… Magari questa è la volta buona che ce la leviamo dalle palle…”
Tutti i ragazzi si affrettarono a fare come la ragazza, Karin Kuramae, aveva consigliato e, assicuratisi del fatto che Maya fosse ancora dentro la classe, con sguardo perso e chiedendosi da dove venisse quella strana voce degli altoparlanti, chiusero la porta a chiave e per sicurezza ci piazzarono un armadio davanti.
Raggiunsero il rifugio, dove la Kariya stava controllando che ci fossero tutti.
“Allora… Mamoru Kodate c’è… Sakura Kaname… eccola lì, sta picchiando Kenji Kondo… Kazuki Makabe è appena entrato assieme a Kouyou Kasugai… Bene, manca solo la figlia della dottoressa Toumi, ma chi se ne frega di lei, meglio che non ci sia.”
“Professoressa, ma in che posto siamo?” Chiese Sakura, prima che la porta del rifugio si chiudesse.
“Alvis! Ci vediamo, bastardelli!” Esclamò la donna, raggiungendo gli altri adulti.
Soushi venne rapito dagli adulti e piazzato di fronte ad un computer in una strana sala chiamata CDC.
“Non ho idea di cosa stia facendo…” disse digitando parole e numeri a caso. “Ma se mi avete mandato qui significa che potrei servire a qualcosa…”
“Zitto, Soushi, papà sta lavorando!” Disse Kouzo sedendosi sulla poltrona. “Bene, Yumiko, signora Kaname, che abbiamo?”
“Uno di quei cosi alieni chiamati Festum. Ha iniziato a fare casino e…” disse la signora Kaname, strizzando gli occhi e fissando lo schermo. “Mannaggia la miseria! La mia macchina nuova!”
“Oh beh… Innalzate i muri difensivi e prepariamoci a mandare gli aerei.”
“Ma Kouzo…” Commentò Fumihiko. “Gli aerei non servono ad un cavolo, perché non mandiamo subito il robottone figo?”
“Perché quei personaggi di basso rango devono morire: altrimenti che cazzo di serie coi mecha sarebbe la nostra?”
“Signore, le ricordo che anche mio marito è tra chi sta combattendo!” esclamò la Kaname, stizzita.
“Taci, personaggio di basso rango!”
“Comandante, gli aerei sono stati fatti fuori e pure il pilota del Fafner è stato ucciso!”
“Ma come merda è possibile?! Porca puttana… e prima vengo sgamato da mio figlio mentre uso le manette pelose, la Kariya mi rimprovera per la macchia marrone nel letto e adesso arriva questo alieno a rompere le scatole?!”
“Significa una sola cosa!” Esclamò Soushi, alzandosi di tutta fretta. “Ciao povery, vado a pilotare il robottone!”
“Fermo lì!” Tuonò Kouzo. “Il robottone lo piloterà Kazuki!”
“Ma perché mio figlio?!” chiese Fumihiko.
“Perché è il protagonista, decerebrato!”
“Wow, che culo…”
“Ma allora io che faccio, pa’?!”
“Tu andrai prima di tutto a prendere quel marmocchio, poi lo fai infilare nel robottone convincendolo con qualche frase ad effetto e poi tu lo guiderai tramite il Sigfried System.”
“E anche oggi si diventa il protagonista domani…”
Il giovane Soushi fece come disse suo padre. Si presentò di fronte alla porta del rifugio e la aprì. Di fronte a lui si trovò Kazuki.
“Ma che ci fai di fronte alla porta?!”
“I miei sensi di protagonista mi hanno detto di piazzarmi qui davanti senza motivo apparente.” Rispose Kazuki. “Dove mi porterai, Soushi?”
“In paradiso.”
“Ma che cazzo di risposta è? In paradiso? Chi sei, Dante Alighieri?!”
“Prenditela con chi ha scritto il copione. Dài, andiamo.”
Nel frattempo, la giovane Maya riuscì ad uscire dalla scuola e a scappare verso casa di Shoko.
“Per fortuna sono abbastanza evoluta da rompere le finestre con la sedia! E forse dovrei farmi meno canne: il sole ha cambiato posizione AHAHAHAHAH LEVATEVI STRONZI!”
Raggiunse casa di Shoko e cercò di chiamarla.
“Toc toc toc! Shoko? Toc toc toc! Shoko? Toc toc toc! Shoko?”
“Porca miseria, che palle che sei!!!” Esclamò Shoko, aprendo la porta. “Forza, scappiamo da qui e andiamo a rifugiarci!”
Le due raggiunsero un ingresso speciale. Alcuni omini insignificanti cercarono di attirare la loro attenzione, ma dopo qualche secondo svanirono dopo la comparsa di una grande palla nera e viola.
“PORCO CANE!” esclamò Shoko. “LI HA… LI HA…”
“Ooooh! Adesso ho capito come funziona Pokémon GO!” commentò Maya, saltellando e battendo le mani. “Quella era di sicuro una Master Ball Shiny!”
In quel momento, Kazuki e Soushi raggiunsero una specie di hangar dove vi era un gigantesco robottone scuro.
“Figo! Un EVA!” esclamò Kazuki.
“Ma che cavolo dici?! Non è un EVA!” ribattè Soushi.
“Un… Gundam?”
“…”
“Il Gurren Lagann?”
“No, pezzo d’idiota! Questo è un Fafner!”
“Faf…ner? Che nome strano.”
“Va bene, devi pilotarlo.”
“COS- nessuno mi aveva detto che avrei dovuto pilotare un coso così!”
“Pilota il Fafner, Kazuki. O Ayanami dovrà farlo nuovamente.”
“Chi diamine è…”
“Ah merda… sbagliato citazione… Comunque, lo piloterei io, se solo qualche stronzo a nove anni non mi avesse ficcato un ramo nell’occhio sinistro!”
“Ah… capisco.”
Soushi afferrò Kazuki per le spalle e lo fece voltare verso di sé. “Kazuki, solo tu puoi farlo!”
“Stiamo… per baciarci?”
“COSA. NO!!! Senti, sali nel dannato robot e ti spiego tutto dopo, va bene?”
“Va bene… se lo dici tu…”
Soushi abbandonò la scena e Kazuki salì dentro una cabina di pilotaggio.
“Bene, Kazuki.” Disse Youko Hazama, una degli ingenieri e madre di Shoko. “Per oggi niente fanservice, potrai pilotare l’unità senza tuta!”
“Qualcosa non va?”
“Sì, non ricordo di aver chiuso il gas prima di uscire. Va beh, se non riuscirai a fare nulla non me ne dovrò preoccupare, visto che saremo tutti all’altro mondo!”
“COSA?!”
“Basta con le domande! Entra nel robottone e vai a sfasciare quel coso alieno!”
Kazuki fece spallucce e si sedette nella cabina. Si chiuse e venne spostata e inserita in un vano più grande.
“Kazuki, mi senti?”
“Mufasa?”
“Sono Soushi, cretino! Comunque sì, mi senti. Io gestirò le operazioni qui dal Siegfried System, adesso attiva il Fafner.”
“Boh, ok… Oh! Gelatina e anelli!”
Il ragazzo infilò le dita dentro gli anelli e delle placche con aghi andarono a sbattere contro parti del suo corpo.
“Kazuki? Kazuki!”
Kazuki riaprì gli occhi. “Ah merda… sono svenuto… sono troppo vecchio per certe cose…”
“Basta parlare.”
Al suo fianco apparve un ologramma di Soushi.
“Soushi… mi spieghi perché sei rosa?!”
“Rosa?! Quel bastardo di mio padre! Mi aveva detto che sarei stato rosso! Dannazione! Adesso apri gli occhi.”
“Sono già aperti, scemo.”
“Non i tuoi! Quelli del Fafner!”
“E come faccio?!”
“Sei il protagonista! Dovresti saperlo!”
Qualche secondo dopo, tutto divenne luminoso e Kazuki vide l’interno dell’hangar.
“Oh, ci sono riuscito! Troppo forte! Non so come, ma ce l’ho fatta! Bene! Adesso che si fa, Soushi?”
“Si combatte.”
“Cosa?!”
Qualche secondo dopo, il Fafner venne scaraventato nel cielo azzurro.
“Ma voi siete pazzi!” Commentò Kazuki, atterrando. “Non mi avete avvisato e…”
“Sei lì?”
Kazuki si voltò e vide un essere gigantesco color oro.
“PORCA PUZZOLA!” esclamò il ragazzo. “DEVO BATTERMI CONTRO… ‘STO COSO?!”
“Sì.”
“Oh beh… Fantastico! Ehi… ma… I titoli di coda?! Va beh, al prossimo episodio… Alienino bellino, nel frattempo ti va di giocare a briscola?”
“Volentieri!”
“I Festum non dovrebbero parlare… Fatemi andare al distributore automatico, ho bisogno di un caffè…” 

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Capitolo 2
*** Confezione - Viti ***


La battaglia tra Kazuki e il grande alieno giallo iniziò.
“Soushi! Dimmi che devo fare!”
“La spada, usa la spada!”
“Ma io non ho nessuna spada! Deciso, lo prendo a pugni!”
Il mecha sferrò un pugno al Festum.
“Prendi questo, bastardo!” Commentò il ragazzino, mentre l’alieno bloccò la testa del Fafner con una mano e iniziò ad ammirare le unghie inesistenti nell’altra. Nessuno dei suoi colpi andò a segno.
“Merda, mi serve un’arma!” Disse Kazuki. “Mollami, faccia d’uovo!”
Il Festum buttò a terra il Fafner e ci si sdraiò sopra.
“Ma io speravo che la mia prima volta fosse con una ragazza!”
“Kazuki, deficiente! Ti sta assimilando!” Esclamò Soushi. “Ti sono usciti i cristalli verdi sul robot!”
“AH! STO MORENDO! SONO SFIGATO QUANTO EREN!”
“Ok, ora mi sono rotto le scatole!” Disse Kouzo, alzandosi dalla sua poltrona. “I Fafner senza armi sono inutili!”
“Però, che intuito…” Commentò Fumihiko. “Che hai intenzione di fare?”
“Andrò a dare un bel fucilone a tuo figlio!”
“Dio mio! È un minorenne!”
“Ma che hai capito, coglione?! Gli faccio avere un Rail Gun in modo da distruggere il Festum!”
Tutte le persone presenti in sala tirarono un sospiro di sollievo.
“Comunque, quest’isola non può stare senza comandante… Makabe… pensaci t-”
“Sei ancora qui, palla di lardo?!” Commentò Fumihiko, sedendosi sulla poltrona. “Forza, muovi quelle chiappe e vai a renderti utile!”
“Hai… appena scoreggiato sulla mia poltrona, vero?”
“Probabile… adesso muoviti!”
Nel frattempo che Kazuki le prendeva dal grande alieno giallo, i ragazzi chiusi nel rifugio si chiedevano cosa stesse accadendo all’esterno.
“Dannazione, devo andare in bagno io!” Commentò Kouyou. “Per fortuna ho la borsa di quella scema di Toumi, ci farò pipì dentro… Ah, cavolo, è la mia!”
“Non possono lasciarci qui senza dirci nulla!”
“Io ho sonno, ma c’è troppo casino per dormire…”
“Ragazzi, vi prego!” Disse Kenji, mettendosi sopra una panchina. “Manteniamo la calma… MORIREMO TUTTI!”
“Non date retta a questo qui, ce la caveremo.” Commentò Sakura, tirando giù il ragazzo. “Bene, le nostre battute le abbiamo dette, adesso si può tornare agli avvenimenti principali!”
Nel frattempo, Kazuki non aveva ancora colpito l’avversario.
“Certo che siete stati proprio intelligenti a darmi un robottone senza darmi armi e simili!” commentò, ricadendo a terra.
“Kazuki! Soushi!”
Kazuki si voltò verso il mare e scorse una strana struttura.
“Preside Minashiro! Ma che…”
“Adesso ti lancerò l’arma, così gli romperai il culo!”
“Ma papà! Secondo il copione dovresti…”
Prima che Soushi potesse finire la frase, suo padre sparò un siluro sul petto del Festum. L’oggetto perse il suo involucro e mostrò il Rail Gun.
“Figo! Supposte assassine!” disse Kazuki.
“Bene! Il mio lavoro è terminato!” Commentò Kouzo. “Soushi… ti lascio in eredità la nostra villa, tutti i miei averi e i pornazzi sotto il letto!”
“Pornazzi?!”
“Ehi! Merdina gialla! Tua madre è così grassa che a confronto sembro un fuscello!”
Il Festum si girò verso la struttura e la… “divorò” con una palla nera e viola.
“MINCHIA, IO DI COGNOME DOVREI FARE MAI’NA GIOIA, NON MINASHIRO! KAZUKI! ROMPIGLI IL CULO!” strillò Soushi, strappandosi i capelli.
“Oh… ok…”
Kazuki afferrò l’arma e premette il grilletto. Il Festum scomparve e inghiottì parte del Fafner. Ma per fortuna il nostro protagonista venne eiettato prima di ciò. Tutto è bene quel che finisce bene!
“Ok, il Festum è stato sconfitto, i personaggi inutili hanno tirato le cuoia…” Commentò Fumihiko, stravaccandosi sulla sua nuova poltrona.
“Ehm… due sopravvissuti…” disse una degli operatori.
“Ti prego, fa che non sia quella piattola di mia sorella…” sussurrò Yumiko, incrociando le dita.
“Una è la figlia della dottoressa Toumi e l’altra è la figlia della professoressa Hazama!”
“MA CHE ROTTURA! NON CREPA MAI QUELLA?!” esclamò la ragazza, alzandosi e andandosene indispettita.
Tutto, o quasi, tornò alla calma. I ragazzi tornarono a casa. Tranne Kazuki, che venne preso in ostaggio dalla dottoressa Toumi.
“Dottoressa, la prego, metta giù quella canna e mi dica come sto!” Disse Kazuki, esortando la dottoressa a mettere giù la ventesima canna del giorno.
“Senti ciccio, con una figlia ritardata coi capelli color merda sciolta la mia unica gioia sono le canne, la partita, la frittata di cipolle, la birra ghiacciata e il rutto libero!” commentò la donna, spegnendo la canna. “Ma ti darò retta, solo perché sei il protagonista e sei carino. Comunque… mi sa che stai per morire, ma per qualche strano evento riuscirai a sopravvivere a questa serie, al film e pure alla seconda serie. Non chiedermi cosa accadrà di preciso nella seconda serie perché ho solo letto l’ultima pagina del copione e avrai un figlio…”
“Scommetto che lo avrò con una rossa, tettona e irlandese! Comunque… diceva?”
“Niente. Adesso via dalle palle, la mia canna mi sta aspettando!”
“Va bene…”
“Ciao, Kazuki, riguardati, eh?” Disse Yumiko.
“Ah… ok…”
Appena il ragazzino uscì, Chizuru crollò sulla scrivania.
“Devo… chiamare suo padre?”
“Sì, ma un attimo, devo solo finire ‘sta canna prima che arrivi qualcun altro a rompere le scatole…”
Soushi, nel frattempo, si trovava nella sala ristoro.
“Oh, ma guarda chi c’è?” Commentò la Kariya, apparendo dal nulla. “Non torni a casa?”
“Oggi l’ho persa.” Rispose lui, prendendo il caffè che la donna gli offrì.
“Ma che minchia dici? Tuo padre non ti ha smollato una mega villa a…”
“Prima di tutto, era una battuta del copione. Seconda cosa… non voglio mettere piede in una casa dove lei lo ha fatto con mio padre in tutti gli angoli e come gatti in calore! E datevi un po’ di contegno!”
“Va beh… comunque, cosa ne pensi del comandante Makabe?”
“Un bel uomo ma non la accetterà mai da lei.”
“Merda.”
La donna se ne andò e il giovane rovesciò il caffè per terra.
“Bene, almeno non correrò il rischio di sapere se mi aveva messo del lassativo al suo interno! AH HA! Soushi uno, Yukie Kariya zero!”
Nel frattempo, nella cittadina, quasi tutti i protagonisti riuscirono a tornare alla loro dimora.
“Shoko!”
“Hazama!”
“Mamma! Kasugai!” disse Shoko, buttando a terra Maya e facendola rotolare giù per la discesa. “Fila via, essere disgustoso! Non so neppure io il perché siamo amiche!”
“Shoko, stai bene?”
“Sono ancora viva ma mi sono dovuta sorbire quella rompicoglioni di Maya… Ehi, Kasugai! Hai visto come Kazuki ha rotto il culo a quell’alieno? Dovresti prendere esempio da lui!”
“Prima di tutto, è stato l’alieno a rompere il culo a Kazuki… seconda cosa sono contento che tu stia bene… Però, adesso, mi faresti il favore di staccarmi Coo dalle palle? Credo stia cercando di evirarmi…”
“Coo! Gatto cattivo! Perché attacchi Kasugai invece di sfregiare Maya? Ah, già, non vuole sporcarsi le zampette con la merda… Ok, ora rientro! Ci vediamo!”
“Ok, ci vediamo…” Ribattè Kouyou, andandosene. Raggiunta casa sua, andò dalla sua cagnolina.
“Ow, Chocolat!” disse, aprendo la scatola. “Stai bene! Grazie al cielo, l’unica gioia in ‘sto anime!”
“Mi sono perso… da dove sono uscite queste mura?” Commentò Mamoru, consultando il Tutto Città.
“Mamma! Sono a casa!” Commentò Sakura, rientrando.
“Bentornata, ma sappi che l’autore ha deciso che tuo padre era un personaggio di basso rango e lo hanno fatto fuori per motivi di trama.”
“Ah, wow, che fortuna… Promette bene ‘sta serie!”
Mentre il giovane Kenji, rientrato a casa, beccò sua madre mentre lavorava con dei computer all’avanguardia.
“Aspetta un attimo!” Disse, avvicinandosi a lei. “Hai sempre avuto questo bestione che ha un sacco di tera bytes di memoria e il 4k e io mi devo sorbire i pornazzi con la qualità scrausa del mio computerino?!”
“Dio, che figlio deficiente che sei…” Ribatté la donna. “Fila a letto, che qui ho da fare!”
“Sigh… ok…”
Nel mentre, Yumiko tornò a casa sua. “Sono a casa!”
“Oh, finalmente ti sei decisa a tornare sorellona!” Esclamò Maya, con espressione furiosa.
“Facciamo che ti ignoro anche oggi, eh? Lurida stronzetta ingrata…”
“Che cosa è successo? Cosa erano quei cosi?!”
“Aaaaah… Io lo avevo detto che avrei preferito un fratello anziché questo essere cerebroleso…”
Mentre tutte queste cose accadevano, il giovane Kazuki fece del suo meglio per raggiungere casa.
“Merda, le canne della dottoressa mi hanno fatto effetto per via del fumo passivo…” disse, poggiando la schiena contro la porta e ansimando. “ Per fortuna che quell’unicorno che si inchiappettava il drago mi ha indicato la strada per arrivare fin qua…”
Si voltò verso la sua sinistra e vide Soushi.
“Soushi? Che ci fai qui? Non ti sembra brutto approfittare di un cretino mezzo drogato?”
“COS- Ma perché tutti fanno riferimento al sesso e cazzate attinenti?” Commentò Soushi. “Salta su, perdente, si va a fare shopping! Ah, merda… Ho di nuovo sbagliato citazione… Dài, vieni con me, dobbiamo parlare.”
“Ok.”
I due raggiunsero il porto.
“Come ti sei sentito a pilotare quella macchina?” Chiese Soushi.
“Uno stallone!”
“Cos…”
“Senti, non ho voglia di ricordarmi le battute, ok?”
“Oh beh, allora sappi questo: il Giappone è distrutto! Non esiste più! E lo stesso vale per altri paesi eccetera, la nostra terra natia è stata distrutta circa trent’anni fa e…”
“Blah blah blah… Classico cliché della fantascienza nipponica: i giapponesi sono sempre i primi a venire inculati dagli alieni in modo da creare l’arma che salverà il mondo!”
“Ah… non pensavo lo capissi così in fretta… Sai, per via delle canne sniffate… Non so neppure quello che sto dicendo… Comunque, tagliamo corto. Vuoi combattere con me? Io… ho bisogno di qualcuno che sostituisca il mio occhio sinistro.”
“Ok, va bene.”
“Bene! Più semplice del previsto! Forza, ti riporto a casa prima che…”
A quelle parole, Kazuki saltò a cavalcioni sulla schiena di Soushi. “Al galoppo!”
“L’effetto delle canne non ti è ancora passato, eh?”
A suo malgrado, Soushi accompagnò Kazuki a casa.
“Pa’ sono a cas-OH MIO DIO!”
“KAZUKI!” Esclamò Fumihiko, chiudendo di scatto il portatile, sistemandosi mutande e pantaloni e lanciando nel corridoio il calzino e il lubrificante. “Ehm… ok, è stato imbarazzante, ma bentornato!”
“Oh… Grazie. Guarda! Me li ha dati la dottoressa Toumi! Puzzano di cannabis, ma ho finalmente i miei vestiti da prota-”
“Anche gli altri avranno quella stessa uniforme.”
“Ah… Bene! Scommetto che non  hai mangiato. Stavi aspettando a me?”
“Ma guarda che so cucinare!”
“Ma se l’ultima volta che hai cucinato mi è venuta una dissenteria tale che ho perso un chilo in una notte…”
“Lascia stare! Devo cucinare io: tu vai a cambiarti!”
“Ok! Va bene!”
Qualche minuto dopo, i due si trovarono a tavola.
“Bene, assaggia!” Disse Fumihiko.
“Ah… i miei poteri da protagonista mi dicono che non dovrei fidarmi… Ma tanto sono il protagonista, mi accadranno così tante sfighe che la dissenteria sarà l’ultimo dei miei problemi…”
“EH NO! Così no va bene!” Disse un losco figuro in abito. “Riso no è cotto bene! Signor Makabe, mi sta diludendo… Vuoi che muoro?!”
“CHI SEI TU E COME SEI ENTRATO IN CASA NOSTRA?!” esclamarono i due.
Dopo aver buttato fuori il tipo e consumato la cena, Fumihiko tornò a lavorare con l’argilla.
“Ho lavato i piatti e rimesso a posto.”
“Ok, Kazuki, adesso parti a letto che è tardi e hai bisogno di dormire.”
“Ok, a domani… Comunque, tu lo sapevi che l’isola era così?”
“Non chiedermi perché non te l’ho mai detto… Volevo…”
“E anche tu hai visto unicorni e draghi?”
“Senti! Vai a dormire e non rompere!”
Non appena Kazuki andò a dormire, nella mente dell’uomo partì un flashback mentre rivedeva le foto del figlio da piccolo.
“Bene, tagliamo corto…” Disse la dottoressa, porgendogli la canna.
“No no, grazie, non mi servono le canne…” Ribatté lui.
“Ok, come vuole. Comunque ho notato una mutazione nei cromosomi di Kazuki: se continuerà a combattere, morirà.”
“Nel senso… che non lo vedrò più?”
“MORIRE. Lo sa che significa?”
“…”
“Allora?”
“Potrei avere quella canna, adesso?”
“Iniziamo a ragionare…”
L’uomo guardò le foto del figlio e iniziò a piangere.
“Akane, scusa…” Disse, tirando su col naso. “Ma dopo aver fumato quella canna un unicorno ci ha provato con me prima di sodomizzare un drago e io non ho potuto fare niente!”
Il giorno dopo tutti si recarono al funerale di chi non ce l’aveva fatta.
“Quindi Karin doveva pilotare un robottone e l’alieno l’ha uccisa?” Disse Kenji. “Che sfiga, speravo ci fosse la piattola al suo posto, così ce la levavamo dalle palle…”
“E pure il padre di Soushi non ce l’ha fatta, poveraccio…”
“Ehi, ragazzi.” Disse Sakura, avvicinandosi a loro. “Ho saputo che quel coglione di Kazuki ha pilotato il robottone e…”
“Ah, ecco perché era vicino a Soushi, e io che pensavo fosse accanto a lui per puro fanservice da boys love…”
“Quello che voglio dire è che se pure Kazuki è potuto salire su un coso del genere… Lo voglio fare anche io! Devo vendicare mio padre!”
“Sakura, ma che dici? Potresti morire!”
“Kenji, sei un fifone! Poi ti chiedi perché non sei stato scelto come protagonista… Io, intanto, farò del mio meglio per diventare una protagonista femminile migliore di quella cogliona di Toumi, chiaro, puttanelle?”
Dopo un po’, Shoko cercò di buttare fuori Maya dalla sua stanza.
“Porco papero, perché non te ne sei andata al funerale, che magari cadevi in una fossa e ti levavi dalle palle per sempre?!” disse, spingendo via la ragazzina.
“Dài, Shooooko!” commentò Maya ridacchiando. “Ti ho portato le foto!”
“Non me ne frega un tubo delle foto, cogliona! Già mi sento male per il fatto di non poter andare a scuola, e tu rigiri il coltello nella piaga?! Sparisci, prima che chiami la polizia!”
“Ahahah! Ok, ci vediamo domani, ciao!” Disse, prima di cadere dalle scale e riuscirne illesa.
“Uffa…” Disse Shoko, rimettendosi a letto. “La prossima volta che si presenta a casa, chiedo a mamma se fa costruire una botola alla fine delle scale, così la prossima volta che ci cade la apro e la faccio cadere in un calderone pieno di acqua rovente!”
Il giorno successivo, Kazuki venne chiamato all’Alvis per il suo primo allenamento col Fafner Mark Elf.
“Bene, Kazuki.” Disse Youko Hazama, attraverso il monitor. “Adesso rimuovi i vestiti e mettili in quella specie di nicchia, faremo in modo di riconsegnarteli  puliti.”
“Oh… ok…” ribatté, spogliandosi e lanciando la divisa dove gli era stato detto. “Tutto tutto, anche le mutande?”
“Sì, devi essere nudo come un vermiciattolo!”
“Ok…”
“Bene, adesso dirigiti verso di me passando verso questa specie di tunnel…”
“Ehm…”
“Tranquillo, da qui non vedrò niente… SANTO CIELO, È COME VEDERE UN TREPPIEDI! Ma come fai a farcelo stare negli slip?!”
“EHI! Aveva promesso che non avrebbe guardato!”
“Sì, tesoro, ma con quella Luger Lance che hai in mezzo alle gambe è pressoché impossibile! Che imbarazzo… Forza, muoviti a camminare verso lo schermo, così ti vedrò dalla vita in su…”
Kazuki camminò velocemente e si piazzò di fronte allo schermo.
“Oh, bene…” Disse Youko, pulendosi il sangue che le colava dal naso. “Ora capisco perché piaci a Shoko… Comunque, adesso infilati quella tuta che vedi dietro quello sportellino.”
“Va bene…”
Kazuki indossò la tuta e si guardò.
“Un cosplay?” Commentò. “Ma… non è troppo succinto? Mi si vede il sedere e ho troppe parti scoperte…”
“Lamentati con chi le ha create! Bene, adesso dirigiti all’hangar e preparati alla simulazione.”
“Sentirò male come l’altra volta?”
“No, ‘sta volta di meno, non sverrai.”
“Wow, che bello…”
Kazuki fece come gli venne detto. Inserite le dita negli anelli nell’aggeggio conosciuto come Nibelung System, le placche gli si piazzarono addosso, sulle parti scoperte.
“Ahia, cazzo, che male!” disse. “Quindi questa tuta non è solo fanservice, ha uno scopo ben preciso! Eh?!... Che è ‘sta musichetta? Ah, i titoli di coda… Bene, vorrà dire che durante la simulazione posso dire tutte le parolacce che voglio senza traumatizzare i bambini… Al prossimo episodio, gente!”

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Capitolo 3
*** Labirintite - Virginita ***


“Bene comandante, questi sono i ragazzini che abbiamo scelto come canditati.”
“Ok…” Disse Fumihiko, analizzando la lista datagli dalla dottoressa Toumi. “Ma… non vedo quella cogliona di tua figlia…”
“Non parlarmene, ho fatto di tutto per ficcarla nella lista, ma i suoi dati sembrano protetti da un codice di blocco assurdo… ‘ca troia, e io che speravo di sbarazzarmene…”
“Dovremmo… avvisare i genitori di questi ragazzi.”
“Ok, vengo con lei a patto che mi prenda tre casse di birra e cipolle fresche!”
“Ugh… Va bene…”
I due si prepararono e andarono dalle famiglie dei piccoli disagiati, ehm, ragazzi.
“No! Non il mio Kenji!” Esclamò Ayano appena le diedero la scheda con i dati del figlio. “Non può, è ancora giovane per fare la porno star!”
“Ehm…” Disse Fumihiko. “Mi sa tanto che stai tenendo la scheda al contrario…”
La donna girò la scheda. “Oh… già… Che palle, già me lo avete fatto cretino, adesso pure pilota… Minimo per il prossimo compleanno mi chiederà la mega scatola di preservativi, convinto di rimorchiare…”
“Cos…”
“Credo di non aver capito…” Commentò Fumihiko.
“Beato lei che ha un figlio non ancora in piena tempesta ormonale! Uff… Vado a deprimermi, ci vediamo domani al lavoro…”
La donna entrò dentro casa, lasciando i due da soli.
“Ok, la prossima!” disse Chizuru. “Intanto, fammi accendere qualche canna, va’.”
Raggiunsero la casa della famiglia Kaname. Diedero a Kiyomi la scheda.
“Eh ma che culo… Vedova e mo’ con mia figlia che deve pilotare un robottone con i controcazzi, e che palle, dovevano dirmelo che per me sarebbe stato un mai una gioia continuo!”
“Beh, potevi essere la madre del protagonista…” commentò Fumihiko, stizzito.
“O avere Maya come figlia.” Aggiunse Chizuru, accendendosi la quinta canna.
“In effetti siete più sfigati voi… Ah… ok, me ne torno dentro, ci vediamo domani…”
“Ok, e anche questa è fatta…” Commentò Fumihiko. “Il prossimo è Kodate e l’ultima è Hazama…”
“Possiamo pure passare da Hazama… La scena con Kodate è pressoché inesistente, lasciamogli la scheda nella cassetta della posta…”
“Oh… Va bene.”
I due raggiunsero la casa dei Kodate e, appena Fumihiko mise la scheda nella cassetta, Chizuru suonò il campanello e scappò di corsa, ridendo come una pazza.
“Minchia, avere una figlia ritardata le ha mandato in pappa il cervello!” Commentò Fumihiko, correndo anche lui. “Dottoressa! Ma che fa?!”
Dopo un po’ raggiunsero la casa di Youko Hazama.
“Ma Shoko non può!” Commentò la donna, disperata. “Già è sfigata che l’hanno resa malata e che le ficcano quella ritardata di Maya ogni secondo… Senza offesa, Chizuru…”
“Non preoccuparti, ci ho fatto l’abitudine…” Commentò Chizuru, tirando  la canna.
“Ma che cazzo si fumano quelli che hanno scritto questa serie?!”
“Solo roba buona…” Commentò un giapponese apparso dal nulla. “Non preoccupatevi, sono il signor Ubu… Uwu… Va beh, il pirla che ha scritto ‘sta roba, apparirò ogni tanto per fare qualche battuta del cavolo e per fare gli sgambetti a Maya… Quanto la odio, ma che acidi mi sono calato quando l’ho ideata?!”
“Ooook…” Commentò Fumihiko non appena lo scrittore se ne andò. “Comunque, non ne abbiamo colpa, adesso ce ne andiamo, addio!”
I due camminarono da soli per un po’.
“Sa, dottoressa…” Disse lui, mentre una musica conosciuta ai più suonava in sottofondo. “Questo potrebbe essere un momento romantico… Siamo entrambi single… Io vedovo e suo marito è fuggito non appena quella deficiente di sua figlia ha iniziato a parlare… Careless Whisper in sottofondo… Che ne direbbe se…”
La donna si voltò. Entrambi si guardarono negli occhi. Senza accorgersene, erano così vicini da potersi sfiorare le labbra…
Fino a quando la donna non ribatté con un sonoro rutto in grado di far volare via gli uccelli negli alberi nelle vicinanze e due Festum che si stavano avvicinando all’isola.
“Per la miseria!” Esclamò Fumihiko, facendo qualche passo indietro.
“Scusi… Frittata di cipolle!” Si scusò la donna, terminando la frase con un altro rutto.
“Ew… Forza, torniamo a casa…”
“Ah no! Mancano i genitori di Kouyou! Ce ne siamo dimenticati…”
“Cavolo, è vero! Forza, andiamo…”
I due giunsero al ristorante gestito dalla famiglia Kasugai. Non appena diedero loro la scheda, l’uomo premette un pulsante e la stanza si riempì di coriandoli, alcolici e squillo.
“FESTA!” Gridarono i due, indossando degli occhiali da sole e una ghirlanda di fiori.
“Wow… questa è la migliore reazione che avrei potuto immaginare… Forza comandante, andia-COMANDANTE!”
La donna afferrò Fumihiko che si era messo a fare il trenino con i due e le persone lì presenti.
“Uffa, mi stavo divertendo!” Commentò l’uomo, gettando gli occhiali e la ghirlanda nel cassonetto. “Va bene, andiamo a casa… Ci vediamo domani a lavoro…”
Giunse la notte e a casa Toumi, mentre Chizuru si scolava la birra ghiacciata accompagnata da una grande frittata di cipolle, Yumiko sentì degli strani rumori venire da camera della sorella.
“Sai c’è qualcuno in soffitta…” Canticchiò, prendendo un piede di porco e avvicinandosi al vano con molta cautela. “Perché ho sentito un rumore… Sì, c’è qualcuno in soffitta! Adesso faccio un salto lassù, vieni anche tu… Che mi batte forte il cuore dopo quel rumoree!”
La ragazza entrò di scatto nella camera e iniziò a colpire la persona che c’era al suo interno.
“Ahi! Sorellona! Perché mi picchi?!” commentò Maya mentre veniva brutalmente colpita dalla sorella.
“Ah, cazzo, sei tu… Ci fossero state le luci spente avrei potuto ucciderti con la scusa che tu fossi un ladro… Comunque, che accidenti stai facendo?”
“Guarda!” disse la ritardata, mostrando alla sorella una fotocamera. “La fotocamera di papà!”
“Ah… bello…” Commentò Yumiko.
Non appena Maya le puntò contro l’oggetto, la ragazza le mostrò il dito medio e dopo venne abbagliata dal flash.
“Figo!” commentò la marmocchia, continuando a scattare a random. Improvvisamente si sfilò le mutande e fece una foto sotto la gonna, per poi vederla sullo schermino. “Non si sa mai, potrebbe servire una foto del genere… Wow! Fa le foto in HD!”
“Quelli… non saranno mica tarzanelli? Conosci il significato della parola lavarsi?! O…”
Prima che Yumiko potesse finire di porle la domanda, Maya andò in giro per la casa, fotografando la minima sciocchezza che le si parava davanti.
“Porca troia, non la sopporto più!” Disse Chizuru, afferrando una bottiglia di birra vuota e rompendola sulla testa della ragazza, che cadde come corpo morto cadde.
“MAMMA!” Esclamò Yumiko. “Ok, che prima l’ho quasi ammazzata col piede di porco… Ma non ti sembra di aver esagerato?”
“Nah… Con la sfiga che ci troviamo non si sarà fatta nulla!” Commentò Chizuru. “Forza, andiamo a dormire e lasciamola qui.”
“Ok.”
Il giorno dopo tutti i ragazzini erano nell’Alvis, pronti per affrontare la nuova avventura piena di sfortune.
“Wow, quindi questa cosa sta sotto l’isola! Ganzo!” Commentarono i ragazzi nell’ascensore, mentre Sakura limonava col muro, mormorando cose insensate.
“Vedremo Kazuki?” Chiese Shoko, tirando un calcio in faccia a Maya che, nella caduta, le fece una foto a ciò che aveva sotto la gonna.
“Le mutandine con i pois...” Mormorò Kouyou, fantasticando.
“Nah, per adesso no…” disse la Kariya. “Forse nel prossimo episodio… O in quello successivo ancora?”
Nel frattempo, Kazuki si trovava nell’hangar assieme alla professoressa Hazama.
“Va bene che sono il protagonista… Ma non le sembra stupido che sia io a sistemarmi il robot?” chiese Kazuki, non appena la donna gli diede le istruzioni.
“Non lo so, lamentati con l’autore della storia… Comunque, io sono qui alla consolle, se ti serve qualcosa batti un colpo!”
“Va bene…”
Kazuki si mise a smanettare  con i fili fin quando qualcosa non apparve di fronte a lui.
Era un esserino rosso e fluttuante e aveva le sembianze di una ragazzina.
“Sushi kosa ciera in cuel fanfer…” Commentò il ragazzo, sbalordito.
La ragazzina ridacchiò e gli fece cenno di seguirlo.
“Beh, chissene… sono il protagonista! Devo seguire la loli nuda!”
Kazuki scese dall’impalcatura e seguì la ragazzina fino a quando non giunse di fronte ad una grande porta. La porta si aprì, rivelando una strana stanza.
“Cavolo, con questi colori c’è il rischio di avere una crisi epilettica!” Commentò.
Nel frattempo, gli adulti iniziarono a smanettare in modo da far spostare l’isola.
“Facciamo così perché ci è stato detto di farlo!” disse Fumihiko. “A che punto siamo, signora Kondo?”
“Questa schifezza non si avvia!”
Tornando a Kazuki, il giovane entrò dentro la stanza e si fermò di fronte ad un grande tubo pieno di un liquido rosso, dentro il quale galleggiava una ragazzina.
La loli aprì gli occhi e guardò Kazuki. Sorrise e richiuse gli occhi.
“Non so cosa sia successo, ma l’isola è pronta a spostarsi!” Disse la signora Kondo.
“Ok, ma col culo che ci ritroviamo… Guardate un po’ lo schermo.” Aggiunse Fumihiko, indicando lo schermo. Due aerei delle Nuove Nazioni Unite stavano girando allegramente attorno all’isola e nel frattempo un Festum si stava avvicinando.
“Capo! Ho un’idea!” Disse Soushi. “Siccome nel copione c’è scritto che Kazuki non si trova al momento… Perché non usiamo quei due deficienti come esca? Così non dovremmo fare neppure casini per non farci scoprire.”
“Uhm… Dato che non ci ho pensato io, attueremo il piano di Soushi: intelligente e bastardo al punto giusto! Adesso ficcate Kazuki nel robot in modo da trollare quei due imbecilli.”
“Kazuki?”
Kazuki, che, non si sa come, era nell’ascensore, diretto all’hangar, alzò la testa.
“Soushi?”
“Preparati, usciremo col Fafner, userai il Lindwurm o come caspio si chiama, quindi sarà come un piccolo power up.”
“FIGO! Voglio dire, mi preparo subito!”
Il ragazzo in poco tempo salì a bordo della sua unità.
“Insieme possiamo volare.” Disse Soushi.
“Se proooviii a volareeee…”
“Ti accorgi che qualche stella…”
“Sta lì per noi!”
“Smettetela di cantare le canzoni di High School Musical e pensate a combattere!” Commentò Fumihiko, intercettando la discussione. “E adesso… EH? Già i titoli di coda? Ok… Vorrà dire che attenderemo il prossimo episodio per le botte e gli alieni che fanno ciao ciao…”

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