DemonDean e SoulessSam: una coppia esplosiva

di Spensieratezza
(/viewuser.php?uid=223962)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Colpo di fulmine ***
Capitolo 2: *** Cacciamo insieme? ***
Capitolo 3: *** I fratelli Padackles ***
Capitolo 4: *** Sono venuto per te ***
Capitolo 5: *** Cos'ha Sam che non va? ***
Capitolo 6: *** La Dea della verità ***
Capitolo 7: *** L'anima ritrovata ***
Capitolo 8: *** Un Sam nuovo ***
Capitolo 9: *** Il nonno di Jared. Samuel ***
Capitolo 10: *** Non rimpiango l'altro, Sam. ***
Capitolo 11: *** Dean si prende cura di Sam ***
Capitolo 12: *** L'appuntamento - prima parte ***
Capitolo 13: *** L'appuntamento - seconda parte - un fratello maggiore ***
Capitolo 14: *** L'appuntamento - terza parte - Ti amo ***
Capitolo 15: *** Il marchio ***
Capitolo 16: *** Preferisco scatenare l'oscurità sulla Terra, che vivere un'eternità senza di te ***
Capitolo 17: *** I fratelli in love ***



Capitolo 1
*** Colpo di fulmine ***


Dean Winchester era un cacciatore di mostri, che si era fatto mettere il marchio di Caino da Caino stesso in persona. Ucciso da un angelo di nome Metatron, ritornò come demone.

Adesso lavorava per Crowley , re dell’inferno, ma il rapporto di collaborazione era difficile, Crowley era un demone con tante situazioni di bisogno d'amore irrisolto e ultimamente le cose tra di loro non andavano più molto bene. Crowley stava perdendo lo smalto di un tempo.

Si ritrovò in un bar carino a bere della birra e i suoi occhi gli caddero su un bel ragazzotto pieno di muscoli, che la sua maglietta azzurra non riuscivano comunque a nascondere.

Non era un mistero che gli piacessero gli uomini, ma di rado provava un’attrazione così dirompente.
 


“Ehi, dico a te!”

Cosa? quel tipo stava parlando con lui?

“Sì, parlo di te. Vieni più vicino se vuoi, così puoi vedermi meglio. Non fare complimenti.”

“Come dici?”

Il ragazzo ridacchiò.

“Ho visto che mi stavi fissando.”

“Sei un po’ presuntuoso, non credi?”

“Non mi hai scollato gli occhi di dosso, da dieci minuti.”

“Ma davvero? Beh, EINSTEIN, hai da consigliarmi di guardare qualcos’altro?”

“Certo. Io per esempio se fossi TE, guarderei ME, allo specchio, per tutto il tempo.” Disse il ragazzo, trovandosi Dean ora davanti a lui a cinque centimetri.
 


Dean sorrise. Era soddisfatto del complimento, ma ancora non abbassava lo sguardo.

“Sono Dean Winchester

“Il ragazzo con il marchio di Caino, diventato demone.” disse la voce del ragazzo.

Dean annuì, compiaciuto. “E tu sei?”

Samuel Campbell.”

“Il tramite di Lucifero, finito nella fossa con lui e tornato indietro.”

“Sì.” Disse Sam ammiccando.

“Come hai fatto ad uscirne vivo?”

Sam roteò gli occhi con fare ammiccante.

“Non sono affari che ti riguardano.”
 


Dean a quelle parole, con un gesto della mano, lo spinse sul tavolo da biliardo.

Non credo che tu sappia che l’ultimo che si è rivolto con questo tono con me, si è ritrovato la faccia sanguinante.”

Sam rise, divertito, leccandosi le labbra. Con uno scatto fulmineo, lo attaccò al muro, tenendogli le mani sul collo, come se volesse strangolarlo.
 

“Vuoi farmi sanguinare o baciarmi? Perché ricevo segnali contrastanti!” disse Sam lascivo a due centimetri dalle sue labbra.

“Potrei fare entrambe le cose, ti piace il sadomaso?”

“Solo se lo pratico io!”

“Che peccato!”
 


Dean si liberò e lo attaccò al muro, questa volta dall’altra parte della stanza.

“Potrei farti perdere quest'aria da galletto saccente, prendendo ogni parte di te, mentre ti tengo legate le mani e non potresti neanche urlare.” Quella frase gliel’aveva detta tutta d’un fiato, mentre l’ultima parola gliel’aveva detta a bassa voce, con studiata lentezza.

“Sei sicuro di volere che resti legato? Queste mani possono fare dei gioielli.” Disse Sam sempre flirtando con lui.

“Se usi le mani come usi la bocca, non sei molto credibile.”

“Mettimi alla prova!”

“D’accordo!”
 


E dicendo così, il maggiore si avventò sulle sue labbra, infilandogli la lingua in bocca e producendo al minore un gemito di approvazione, di piacere, che assomigliava di più però a un gatto che faceva le fusa.

Sam andò subito incontro alla sua bocca, che sapeva di tequila, ma anche un po’ di menta, sapeva di maschio e di calore, caldo come l’inferno, sapeva di PASSIONE. Gli faceva girare la testa.

Dean da parte sua, esplorava la sua bocca con curiosità ed esaltazione. La bocca di Sam sapeva di cioccolato, sapeva di tenerezza selvaggia, era lascivo, era sexy, gli faceva girare la testa.

La sua lingua sapeva intrecciarsi molto bene con la sua.
 
“Sembra che non mentivi, bene, mi sarebbe seccato ucciderti.” Disse Dean, lasciandolo andare.

“Uccidermi? Non ti piacerebbe fare altro con questo bel corpo?”

“Credo di sì.” Disse Dean, sempre flirtando.
 
 

Dean seguì Sam, nella sua stanza al piano di sopra. Sam fu il primo a spogliarsi, dopodiché cominciò a calare i jeans di Dean. Lentamente.

“Quando finiamo questa cosa, io me ne andrò, non dormo qui.”

“Certo. Non ti tratterrò.” Disse Sam.
“Bene.”

Dean era in piedi davanti a lui e dopo averglieli sfilati, gli accarezzò il petto con le dita, cosa che lasciò un attimo disorientato il demone.

Quel ragazzo, aveva una lussuria e una lascivia che poteva vedere benissimo nei suoi occhi, diverso e contrastante era il modo in cui lo toccava. Le sue dita erano così delicate , come un cucciolo che è abituato a toccare le persone con gentilezza, ma questo contrastava con i suoi modi di fare.

Sam passò subito alle gambe, dove la presa era più possessiva e ardente e Dean lasciò andare quei pensieri.

“Vuoi che ti faccio vedere…come uso bene la bocca?” gli chiese.

“Muoviti.” Gli disse, provando una fitta di fastidio al pensiero che possa avere avuto un sacco di esperienza con gli altri.
 

Sam obbedì entusiasta e gli sfilò le mutande per prenderlo subito in bocca, Dean per l’eccitazione inaspettata gli strinse i capelli, forse un po’ troppo forte, perché vide Sam fare una smorfia come se stesse per soffocare quasi e rallentò subito la presa, preoccupato all’istante di fargli male.

Tornò a stringergli i capelli, ma più gentilmente.

Sentiva Sam gemere e la sua eccitazione salire, quindi lo fece tirare su.

“Non voglio venire così.” Disse Dean.

“Sembrava di sì.” Rise Sam.

“Beh, chiamami pure romantico.” Lo prese in giro Dean, facendolo alzare.

Sam rise ancora. “Vuoi che facciamo l’amore, guardandoci negli occhi?”

“Non esattamente.” Disse Dean, stringendo gli occhi, a quel punto lo fece salire sul letto, lo fece girare e cominciò a prepararlo.
 


Sam rise ancora. “Non hai bisogno di farlo, non sentirò dolore.”

Dean lo guardò, indeciso se stava scherzando.

“E in ogni caso, un demone che si preoccupa di farmi male? Non essere ridicolo.”

Dean lo guardò con una smorfia. “Se proprio insisti.” Disse, entrando dentro di lui con una sola spinta.
 

Sam gemette, ma non disse altro.

“Allora, grand’uomo?”

“Non..fermarti…continua..”

Dean lo fissò ancora, poi con la mano lo fece abbassare, con gentilezza.

Ancora quella gentilezza…

E cominciò a spingere.
 
Con passione, non con ferocia.

“AHHH..AHHH.AHHHH!”

Mentre Dean spingeva, chiudeva gli occhi, preda di un piacere e un’esaltazione, mai provata.
 
 

Quando finì tutto, i due crollarono sul letto, vicini. Sam aveva la faccia rivolta verso Dean e viceversa, ma Sam aveva gli occhi chiusi, con espressione beata.

Neanche Dean sapeva, come era arrivato a posargli una mano attorno alla vita, mentre lo guardava.
 






















Note dell'autrice: 

si lo so cosa state pensando, un'altra storiaaa!! Ma davvero, questa storia la stavo progettando da mesi, ho voluto aspettare di finirne una per cominciarla e SORPRESA, ho scritto "l'angelo della morte" xd se dovessi aspettare di finire tutte le storie che ho in corso, molte storie mie non vedrebbero mai la luce perchè fa in tempo a passarmi la voglia xd e voi fate in tempo a stancarvi di me ahha quindi, buona lettura :D

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Cacciamo insieme? ***


Dean aveva dormito nel letto di Sam, malgrado aveva detto a quest’ultimo che se ne sarebbe andato subito. si risvegliò, trovandolo appiccicato a lui.

“Ehi..ehi, sveglia.” Disse al suo indirizzo.

“Mmmm..? “ mugugnò Sam, poi sgranò gli occhi dalla sorpresa, appena vide Dean. “Oddio, questa..è una novità...qualcuno che dorme al mio fianco.” Disse incuriosito.

“Maledizione, avevo detto che volevo andare via subito e invece..mi sono addormentato!” disse Dean scocciato.

“Affari tuoi.” Rise Sam.

“Potevi svegliarmi.”

Sam rise. “Stai scherzando, vero? Se vuoi sgusciare via da una stanza da letto nel pieno della notte, almeno prenditi la briga di farlo da solo. Fai l’uomo.” Disse Sam ridacchiando divertito.

Dean lo guardò, incuriosito.

“Credevo di averlo fatto abbastanza ieri notte! O forse mi sbaglio?” gli chiese provocandolo.

Sam lo guardò, cercando di ricambiare l’occhiata di sfida.

“ Comunque, penso che ci rivedremo di sotto a fare colazione e se non c’è altro..è stato un piacere, è stato bello..qualunque cosa vorresti sentire, sarà quella giusta.” Disse Dean sorridendo.

“Va bene.”

Dean lo fissò un po’ stupito.

“D’accordo..allora..se non c’è altro..”

“Ci sarebbe in realtà. Se vuoi, puoi farti una doccia, prima di andare. Per…il servizio.” Disse Sam sempre con il sorriso.

Dean ridacchiò.

“Mi stai per caso dando della prostituta?”

“No, se avessi voluto darti della prostiututa..ti avrei pagato.”

Dean rise ancora.

“Sei fortunato che al mattino ho bisogno di due cose per riuscire a connettere: la prima è quella di una buona doccia e la seconda è quella di una buona colazione. Non necessariamente in quest’ordine. Altrimenti ti avrei già cambiato i connotati.” Disse entrando in bagno.

“Sì. Ti prego. Fallo di nuovo! Così faremo ancora sesso!” lo prese in giro Sam da fuori la porta.

“Assolutamente non ci sarà una seconda volta! Potresti rischiare di innamorarti di me!!”

“Fidati, io non mi innamoro!” disse Sam, più serio, stavolta.

Dean notò il cambiamento di tono. Gli sembrò strano, sì, ma sul momento non ci badò.
 
 

Mentre Dean stava facendo la doccia, entro Anne Marie, una delle fiamme recenti di Dean.

“Dean, scusami, ho dimenticato qui il mio nastro per cap-..ODDIO!” gridò, vedendo quel gran bel manzo di Sam, seminudo davanti a lei.

“Ah, scusa, è tuo?” gli chiese Sam, con i capelli fatti a mò di coda.

“P-perché hai il mio nastro per capelli?” chiese la ragazza.

Sam nel frattempo si era tolto il nastro, sventolando i capelli.

“Perdonami, bambola, credevo fosse diventato mio ora, un po’ come il fusto che si sta facendo la doccia nel bagno accanto.”

Una risata accompagnò le parole di Sam. Dean era tornato nella stanza con un accappatoio rosso cinto alla vita.

“Ciao bambola. Come stai?” Disse Dean.

“Non chiamarmi così. Quindi tu e lui…ho capito.  Potevi almeno dirmelo che eri…oddio, mi sento così una stupida!”

“Ehi, calmati, bambola. Non essere così..provinciale. A me piacciono maschi e femmine indistintamente. O meglio, è così da quando sono diventato un demone!”

“Mi hanno chiamato in tanti modi, ma provinciale? Addio, Dean, vai all’inferno. Andateci tutti e due!”

“Già fatto.” Disse Dean.

“Anch’io.” Disse Sam, proprio nel momento in cui veniva sbattuta la porta.

“Ehi, abbiamo qualcosa in comune! Ti va di fare colazione insieme?” chiese Dean.
 
 
 
 
 
 
*

“In realtà…non sono stato davvero all’inferno, voglio dire. Ci sono molti modi di andarci, no? Da morto e da vivo. Io non ci sono andato da morto, ma neanche l’ho visitato che ero del tutto vivo..Crowley me l’ha fatto visitare quando sono rinato demone, ma ora sono morto o sono vivo? Non riesco a capirlo.” Disse Dean, addentando una brioche.

“Credo che tu sia molto vivo o almeno questa è l’impressione che mi dai dal tuo..impeto.” sorrise Sam.

“Sai sempre cosa dire, Sam. Credo che mi piaci, lo sai?”

“Comunque credo che la peggiore esperienza la passi Jensen Padackles, lo conosci, no? Il ragazzo che è andato all’inferno per salvare il fratello minore e poi è ritornato.”

“Come potrei non sapere chi sia? Quel benedetto ragazzo è una mina vagante. I fratelli Padackles sono stati quelli che hanno iniziato e scatenato l’apocalisse! Il maggiore ha spezzato il primo sigillo e il minore ha spezzato l’ultimo! Che coppia!”

“Già, sai che ci sono delle dicerie? Molti dicono che se la fanno insieme..in tutti i sensi..”

Dean rise. “Lo so cosa si dice. Se vuoi il mio parere, fanno bene. Perché sprecare tutto quel bendidio, quando ce l’hai in casa tua?”

“Sono d’accordo!”

“Voglio dire, se sapessi che sei mio fratello, io non mi fermerei.”

“Ma che ragazzaccio..” disse Sam ammiccando e riprendendo a flirtare.

“Non immagini neanche quanto..” disse Dean, ma si interruppe dal flirtare con lui, quando notò che c’era Anne Marie che si lamentava fuori dal locale.

“Qualcuno crede di poter disturbare come se niente fosse, le nostre ragazze!” disse Dean, dirigendosi fuori.
 
 
 
Era finita a suon di pugni per il malcapitato che aveva osato infastidire la ragazza e quest’ultima non era stata contenta dell’intervento di Dean.

“Ehi!! Io volevo solo difendere il tuo onore…ma tu guarda. Donne! Chi le capisce è bravo.”

“Una volta, un uomo che stimo molto, mi ha detto che non ti dicono mai grazie dopo che li salvi.” Disse Sam.

“Che frase! Chi te l’ha detto?”

“Bobby Singer.”

“Uhhh. Lo conosco. È famoso. Non è una specie di mentore per i fratelli Padackles? Ha quasi rischiato di farsi ammazzare più di una volta, per loro. Chi è per te?”

“Un amico, o almeno credo.”

“Credi?”

“Sì, non ci vediamo da un po’. Dimmi una cosa: perché hai difeso quella ragazza? “

“Beh, che domande sono? È una mia vecchia fiamma, ci sono stato a letto l’altro ieri” rise, poi diventò serio. “E perché è una donna..è..era la cosa giusta da fare.”

“Ma tu sei un demone. Per te non dovrebbe essere la cosa giusta da fare.” Disse Sam scrutandolo.

Dean sembrò farsi pensieroso.

“Sono un demone, sì, ma non sono passato dall’inferno per diventarlo. La mia anima non si è macchiata per la permanenza laggiù. Sono diventato così per via del marchio.”

“Sembra una storia interessante. Mi piacerebbe sentirla, in macchina mentre guido mi annoio sempre molto. La musica non riesce a distrarmi del tutto.”

“Frena, di che cosa stai parlando? Storia? Macchina?”

“Che cosa non ti torna?”

“Io e te non faremo un viaggio in macchina insieme.”

"Perchè no?"

“Amico, io sono un demone..e tu sei Samuel Campbell, un cacciatore! Che cosa vorresti fare con me?“ disse Dean.

“Cacciare?” chiese Sam scrollando le spalle.

“Cacciare con me? Amico, te lo ripeto: IO – SONO – UN FOTTUTO DEMONE !”

“Ho capito, ho capito! Non sono mica scemo!”

“E mi vorresti comunque a cacciare con te? Sai quello che sono.”

“Ma sei così non per scelta tua, giusto? Hai difeso quella ragazza, i tuoi vecchi istinti non li hai persi. Sai ancora cosa è giusto e lotti per preservarlo. Non è per questo che sei ai ferri corti con Crowley?”

“E questo come lo sai?”

“La gente parla.”

“La gente non si fa mai i cavoli loro!”

“E poi detto fra noi…mi farebbe comodo avere dalla mia parte un tizio con tanta umanità ancora in corpo. Mi aiuta a ricordarmi cos'è giusto e cos'è sbagliato.”

Dean lo guardò circospetto.

“Perché, non lo sai?”

“Certo che lo so, ma è più una questione di..istinti..non so come dire.”

“Cavolo. Lucifero deve averti sbarellato per bene nella gabbia.” disse Dean, sgranando gli occhi.

“Chissà..meno male che ci sono stato là sotto solamente cinque minuti, altrimenti chissà come avrebbe potuto ridurmi. Sono stato fortunato in fin dei conti. Non mi lamento!”

“Avrebbe dovuto farlo Jared , era lui il suo tramite primario, ma ha il fratello maggiore che gli protegge il sedere tutte le volte, quindi ha deciso di virare su un altro bersaglio. Non hai mai pensato di volerti vendicare per quello? Se fossi in te l’avrei fatto. È colpa sua, se Lucifero ha poi scelto te.”
 
Sam scrollò le spalle. “ No, non mi interessa vendicarmi e parlare di Lucifero mi ha già stancato. È storia vecchia. Allora, cos’hai deciso? Vieni..o te ne vai?” chiese Sam, guardandolo malizioso.

Dean si leccò il labbro.

“Non sono l’unico che guardava un certo telefilm, vedo.”

“Apprendo con piacevolissima sorpresa, di non essere l’unico neanche io.”
 
I due ragazzi allora, presero le loro robe e si sistemarono entrambi nella macchina di Sam.

“Vuoi guidarla?” gli chiese Sam.
 
 
 
 
 






















Note dell'autrice: 

alcune precisazioni: siccome Sam e Dean in questa storia non si conoscono, ho dovuto stravolgere per forza la trama xd quindi i fratelli non sono i winchester, ma i j2 ahha xd e si chiamano Jared e Jensen Padackles xd Jensen è andato all'inferno per Jared, ma Jared non è mai caduto nel buco con lucifero xd

ora chiarisco solo un attimo l'età dei ragazzi: l'età di Sam dovrebbe essere quella di 27 anni, perchè dovete immaginarvi il Sam senz'anima della sesta serie, ora, anche se Dean deve avere qui l'aspetto di demondean, in realtà ha solo quattro anni più di Sam. Credo sia tutto.

anzi no xd questo capitolo e la relativa Anne Marie, è ispirato alla 10 x 1

ps il telefilm a cui fa riferimento Sam , è: queer as folk :ppp

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** I fratelli Padackles ***


Dean si era premurato di cercare informazioni su questo strano cacciatore che ora lavorava al suo fianco. Samuel Campbell, dopo Jared Padackles, era stata la seconda persona di cui Lucifero era ossessionato, fino al punto da volere a tutti i costi che fosse il suo tramite, una volta stabilito che Jared non era disponibile.

“Come ti sei sentito a sapere di essere la seconda scelta di Lucifero?” gli aveva chiesto Dean, per provocarlo.

Sam l’aveva però spiazzato. Non era offeso.

Fortunato? Nessuno vorrebbe essere la prima scelta del diavolo, no? Ma neanche l’ultima. Sono stato fortunato, ma non abbastanza.”

“Credi abbia scelto te, perché sei il sosia di questo tizio?” chiese Dean.
 
Erano stati i fratelli Padackles a scoprire questa cosa dei doppelgangher. Fino a prima di scoprire questa cosa, ciascuno dei quattro si faceva la loro vita. Dean e Sam conoscevano ovviamente i fratelli per fama, erano famosi, ma non conoscevano i loro volti, questo fino a quando Chuck cominciò a scrivere quei libri odiosi e a invitarli ad una convention con i fans. Fu lì che entrambi scoprirono che i fratelli erano praticamente identici a loro, beh QUASI del tutto identici. All'epoca ancora Dean e sam non si conoscevano.

“Non lo so, dude. E se devo essere completamente sincero, non mi interessa. Anche Bobby mi faceva una testa così su come fossi somigliante al suo figlio acquisito, ma non ci ho mai dato troppo peso. Non li ho mai incontrati. Ho pensato semplicemente che il vecchio dovesse avere delle paranoie da paternità irrisolta e stesse cercando un altro figlio, voleva anche presentarmeli, ma..passo.”

“Bobby…anche io lo conosco. Ci ho lavorato qualche volta insieme, ma i rapporti si sono interrotti quando non ha accettato la mia natura demoniaca.”

“Non sopporto le persone che non ti accettano per quello che sei.” Disse Sam, sarcastico.

“E tu lo fai, sì?” chiese Dean, toccandogli il mento con le dita..

“Se lo fai tu.” Disse Sam con un sorriso ambiguo.
 
 
 
 
*

Dean e Sam continuarono  a cacciare insieme, fino a quando, durante un’ispezione nei boschi, Dean non venne catturato proprio dai fratelli Padackles.

Sam era stato colpito e non aveva avuto modo di aiutare l’amico.

Il punto era che anche i fratelli volevano aiutare Dean.

Volevano curarlo.

Certo, lo facevano per Bobby, ma comunque volevano farlo.
 
 
 
 
*

“Sembra di guardare in uno specchio..” stava dicendo Jared.

“è davvero impressionante.” Diceva Jensen.

“Okay, adesso basta!” disse stavolta la voce di Bobby, gettandogli un secchio d’acqua fredda in faccia.

“Mmmm..non ce n’era bisogno. Mi stavo già svegliando! E comunque..avete bisogno di più acqua fredda per spegnere i miei bollori, to, guarda chi si vede. Bobby Singer. L’altro tuo figliastro acquisito ti manda i suoi saluti.” Disse Dean sarcastico.

Jared e Jensen lo guardarono stupiti.

“Bobby, di che cosa sta parlando?” chiese Jared all’uomo.

Oh, ciao, altro me!” disse Dean cominciando a ridere.

“Sta scherzando, ovviamente. Tu, hai poco da ridere. Lo sai cosa ti faremo adesso, sì?”

“Mi torturerete?” chiese Dean, tornando a ridere.

“No, ti cureremo.” Disse Bobby, con un’espressione dura.
 
 
 
 
 
*

La cura di Dean era ancora in atto e quest’ultimo si sentiva allo sbando. Si era rifiutato di dare qualsiasi informazione ai fratelli e a Bobby, su dove si trovasse Sam.

“Ragazzi, posso dirvi che la vostra ossessione per due tizi che vi assomigliano, è perlomeno insana? Insomma, la verità giova allo spirito come al corpo. Se divertirvi tra di voi non vi basta più e volete farvi anche noi, lasciatemi andare e vedrò di sentire Sam e accordarci su questo punto..” disse Dean ancora legato alla sedia.

Jared gli diede un pugno che gli fece girare la faccia dall’altra parte.

JARED!” Jensen era corso immediatamente a trattenerlo, così come Bobby.

“Quando riuscirò a liberarmi, io vi ucciderò tutti e tre! Sempre se non lo fa per primo il mio compagno AHHAH.”

“Credo davvero che Sam verrà qui per liberarti? Perché? Che cosa c’è tra di voi?” chiese Jared.

“Che c’è? Jaredino, piccolo? Sei geloso?”

“Ok, adesso basta con la violenza!” disse Bobby, trattenendo questa volta Jensen. “Vediamo di darci tutta una calmata. E tu, Dean, se fossi in te non conterei troppo sulla fedeltà di Sam. Non so cosa c’è davvero tra voi, ma a Sam non frega di nessuno ultimamente. È CAMBIATO. Se davvero ci tieni a lui, dicci dove si trova, così possiamo aiutare anche lui, come stiamo aiutando te.” Disse Bobby.

“Bobby..Bobby..Bobby..ti credevo un amico, invece mi stai usando solo per avere Sam, non è vero? È lui allora il tuo preferito? Non lo sono neanche i due bambocci qui?”

“Stammi a sentire, brutto figlio di puttana!” disse Bobby, alzando Dean per la collottola e facendo cadere la sedia a terra. “Loro due, tu e Sam, siete come dei figli per me e se devo riempirvi di mazzate per fare tornare te e quell’altro citrullo sulla retta via, LO FARò. E ora torna pure a piagnucolare, PRINCIPESSA!”
 
 
 
*
Qualche minuto dopo…

“Credi davvero che Sam cercherà di tirare fuori Dean da qui, Bobby?” chiese Jared, una volta usciti dalla stanza in cui era rinchiuso Dean.

“Non lo so. Ne dubito. Non ho voluto farlo stare peggio, ma come dicevo, Sam non è più sé stesso. Se sospetterà minimamente che Dean è stato curato, non gli sarà più di nessuna utilità. Non lo vorrà più con lui. Ad ogni modo, teniamoci pronti.”
 
 























 Note dell'autrice: 

ok lo so cosa state pensando ahha ma tranquilli, non incasino niente. Purtroppo la cosa dei fratelli Padackles sono stata quasi obbligata a inserirla, altrimenti chi avrebbe curato Dean?? xd non vi aspettavate mica che Sam senz'anima, si preoccupasse di farlo? xd ma non siate delusi, c'è ancora il capitolo successivo. Non posso ancora dirvi cosa succederà e mi dispiace tantissimo non aver concluso questa parte con il capitolo che verrà dopo, ma immaginavo già che dal secondo capitolo in poi sarebbe stato difficile scrivere i capitoli xd

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Sono venuto per te ***


Dean era ancora mezzo intontito nel letto di una delle stanze del bunker. All’improvviso sentì un gran trambusto nel bunker e dei passi in corridoio.

“DEEEEEEAN!”

No, non può essere lui.

SAAAM, Sono qui!”
 
Sam con un sorriso, lo aveva raggiunto con una velocità sorprendente.

“Salve compare.” Disse sorridendogli.

Dean si era ritrovato un giubbotto nero di pelle buttato sulla faccia.


“B-buongiorno anche a te. Ma questo cosa significa?”

“Oh, quello?” chiese Sam, indicando il giubbotto. “Credevo fosse bello un regalo per il nuovo TE, dopo la cura. Sta tranquillo, nessun disturbo. È stato divertente rubarlo e guarda qua. Uno uguale. Rubato anche questo.” disse Sam euforico, felice e ammiccante, toccandosi il suo giubbotto, uguale a quello lanciato da Dean.

“Non intendevo questo, stupido! Intendevo TE. Qui. Al bunker. Che significa?”

Sam l’aveva guardato arcuando le sopracciglia.

“Okay, dude, ho sempre saputo che eri stupido, ma davvero, la cura ti ha reso ancora più idiota , lo sai? Sono qui per te. SVEGLIA. Sei o non sei il mio socio? Pensavi davvero che ti avrei lasciato qui con LORO?”

“Ma..io sono umano adesso!”

“E allora? Anzi, un’ottima ragione in più per volerti con me. O pensavi che scherzassi quando ti dicevo che ti volevo per la tua umanità? Sei ancora più umano di prima, adesso, quindi, potrebbero essere le cose ancor più perfette di così? Dean?”

Sam era rimasto sorpreso di vedere il volto di Dean rigato dalle lacrime.

“Okay, o la cura ti ha fritto quel poco cervello che ti era rimasto..o hai cambiato idea e vuoi restare qui con i fratelli del destino. In tal caso dimmelo sub..”
 
Dean non aveva parlato. Lo aveva semplicemente abbracciato forte.



“Ma cosa..”

“Certo che anche io voglio andare via con te!”

“Bene! Sono contento che finalmente lo abbiamo chiarito! Ora lasciamo questa sottospecie di prigione sotterranea eh??”

“Aspetta…Jared e Jensen…come hai fatto a entrare? Non li avrai mica..” disse Dean intimorito.

Sam fece una smorfia.

“Non li ho uccisi, ma di certo non l’ho fatto per bontà, dude. Si aspettavano un mio attacco, quindi aggredirli avrebbe fatto solo il loro gioco e non so se sarei riuscito a metterli fuori gioco. Ho preferito ricorrere a mezzi più tradizionali e non so perché, non più in uso e davvero non so perchè, diavolo. Sono così efficaci... e buoni per tutte le stagioni!” Disse Sam, facendo vedere loro degli spray narcotizzanti.

“Amico, sei un fottuto genio!” disse Dean euforico.

“Ora diamocela a gambe, mannaggia a te, come sei diventato chiacchierone!!!”
 
 

Quando Sam e Dean uscirono dal bunker, quest’ultimo si mise a vedere le due sagome di Jared e Jensen distese a terra.

“Non sembrano due angioletti quando dormono?” chiese Sam dolcemente, buttando tra di loro le chiavi del bunker che gli aveva rubato, dopodiché gli indicò una Chevry Impala rossa luccicante.

Dude, non finisci di sorprendermi. Un’impala rossa?”

“Molto meglio di quella che hanno loro, eh? Vieni qui, sorridi all’obiettivo.” Disse tirando fuori una polaroid e facendosi un selfie con il suo compagno, appoggiati alla capote.
 
Pochi secondi più tardi, i due ragazzi erano spariti, così come l’impala rossa, ma avevano lasciato la foto appena sviluppata, accanto ai corpi svenuti dei due fratelli. La foto ritraeva Sam e Dean appoggiati a quel gioiello di macchina, che facevano loro il dito medio, mentre si infilavano la lingua in bocca. 






















Note dell'autrice: 

ve l'avevo detto che avrei aggiornato a brevissimo ahhah xd

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Cos'ha Sam che non va? ***


Dean si trovava bene con Sam, ma il fatto è che a volte Sam gli faceva paura.

Dean era stato un demone, ma ricordava di come, anche mentre lo fosse, qualcosa negli atteggiamenti di Sam, lo faceva rabbrividire.

Quando lo curarono, queste sensazioni erano ancora più accentuate.

“è un bambino, Sam! Non tortureremo un bambino per vedere se la sua anima è ancora sua!”

Ma Sam sembrava non darci peso e l’angelo Castiel, gli controllò l’anima, trapassandogli il petto con la mano, mentre Sam guardava come se la cosa non gli desse nessuna minima emozione.

I fratelli Padackles assistevano alla scena senza sapere cosa dire.
 
 
 
 
*

Un’altra volta, Dean fu rapito dalle fate e quando riuscì a scappare, aveva un bel paio di ali gigantesche brillanti e di tutti i colori.

“Dean! Ti ho cercato dappertutto!” disse Sam.”Wow, quanto sono belle!”

“Sono stato rapito. Dalle fate! Ehi, Sam, mi stai ascoltando, dannazione?”

“Certo. Certo. Quanto sono carine!” e aveva fatto per toccargliele.

“Ehi, la vuoi piantare!” disse Dean. Aveva avuto un brivido.

Sam lo guardò di sottecchi, sorridendo.

“è come il punto G, eH?”

“Che cosa? Sam, non dire cazzate! Piuttosto, aiutami a trovare una soluzione per levarmele di dosso!”

“Con calma, non c’è nessuna fretta!”

“Sam, cosa stai facendo? Sam BASTA, FERMATI!”
 
 
 
 
“A-AHHHH-AHHH- SAAAAAM!”

Erano i gemiti di Dean, mentre Sam si spingeva dentro di lui, divertendosi a toccargli quelle ali, mentre facevano sesso, perchè quando gliele toccava, finiva sempre con Dean sull'orlo dell'orgasmo.
 
 
Quando fu tutto finito, Sam fece per andare a farsi una doccia, ma Dean gli fermò un braccio.

“Sono appena stato rapito dalle FATE, dannazione. Non mi hai neanche chiesto come sto.”

“Amico, sei qui davanti a me, mi sembra OVVIO che stai bene.” disse Sam, scrollando le spalle. “E poi sono fate! Andiamo, che cosa possono farti?” e detto questo, si infilò dentro la doccia, canticchiando, lasciando Dean basito.
 
 
 
 
 
*

Dean e Sam stavano cominciando a cacciare con il nonno di Jared, con Dean che teneva sempre le orecchie aperte. Non gli piaceva quell'uomo. Gli sembrava come se nascondesse qualcosa.

Successe poi una cosa che lo sconvolse molto.

La storia di twilight e il vampiro che lo morse.

Sam non fece nulla per fermarlo, anzi, sorrise.
 
 
“Meno male che ho te a guardarmi le spalle, vero, Sam?”

“Sì, certo, Dean. “ aveva detto Sam, ma non era vero.

Non gli credeva più.
 
























Note dell'autrice: eccomi qui ragazzi! Sono tornata! Lo so, questo capitolo è un pò una mezza vergogna..ma io immaginavo già che sarebbe venuta una mezza schifezza, per questo temporeggiavo a scriverlo xd scusatemi, ma mi sono accorta di non riuscire a empatizzare molto con questi Sam e Dean xd sono troppo diversi e ooc ahha xd ma nonostante questo, farò il mio meglio per finirla <3

a presto! 

ps questo capitolo è ispirato alle prime puntate della sesta stagione, chi non le ha guardate, che le guardi, se no non capirà niente ahha xd

ps durante la parte delle fate ho voluto tagliare appositamente la scena in cui sam fa sesso con una. Essendo che in questa storia sta con Dean, non ho voluto metterlo perchè sarebbe sembrato come se lo tradisse, anche se, devo ammettere che sarebbe stato in linea cion la bastardaggine di Sam, farlo xd  

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** La Dea della verità ***


“Tu non sei umano.” Disse la dea della verità.

“Cosa?”

“Tu non lo sapevi? A Dean posso credere.” Disse la dea della verità.

Sam riuscì a liberarsi e ci fu una lotta tra i due ragazzi e la Dea.

Alla fine la Dea morì per merito di Sam, ma il dramma non era ancora finito.
 


Dean cominciò a guardare Sam con aria minacciosa e gli puntò un coltello contro.

“Dean…sono io..”

“La dea ha detto che tu non sei umano..che cosa sei??” disse Dean.

“Sono io! Dean, ascoltami,lascia che ti spieghi..”

“Perché dovrei credere a quello che dici?”

“Ok, ok, vuoi la verità? Ti accontento subito, te lo giuro. Aveva ragione lei, c’è qualcosa di strano in me, è vero. È già da un po’ che lo so. Ti ho mentito sì…e..ho lasciato che il vampiro ti trasformasse..perchè sapevo che c’era una cura! Tu ci servivi in quel nido. Ero certo che ce l’avresti fatta!”

“Ah davvero?? Potevo MORIRE!”

“Lo so…ed è…proprio questo il problema. Io non provo più niente.”

“Tu cosa?”

“Avverto che sono cambiato da quando sono uscito dalla gabbia. Mi sento pieno di energia e sono più bravo a cacciare. Non mi spaventa più nessuno, perché non sento più niente!”

Dean continuava ad annuire e Sam lentamente si avvicinò a lui.
 
 
Quando fu talmente vicino da prendergli la faccia e tirargli il mento verso l’alto, Dean non se l’aspettava ed era inerme.
“Ma non è anche questo che ti eccita di me? avanti Dean, ammettilo! Io sono il partner perfetto. Sono veloce, sono scaltro, sono furbo, sono ironico e sono un cacciatore perfetto. Non piagnucolo mai e in fondo il mio essere un po’ bastardo ti piace! Non è per questo che mi hai scelto al’inizio?”

“Tu…hai un problema!” disse Dean divincolandosi dalla sua presa e spingendolo via. “Hai ragione. Pensavo che fossimo  una coppia esplosiva e il sesso con te..è..stupefacente. è WOW. Sì, lo ammetto. Prima pensavo che fossi davvero cool, amico, ora invece penso che sei solo creepy.”

Sam lo guardò duramente.

“Non puoi scaricarmi dopo tutto quello che io ho fatto per te! IO CI SONO STATO QUANDO TU SEI STATO RAPITO. Io ho accettato la tua natura demoniaca e ora tu vorresti scaricarmi??”
 
Sam aveva gridato. Aveva perso il controllo e Dean lo guardava un po’ stranito.

“Hai detto che non ti importa di niente e nessuno, quindi perché ci tieni tanto a stare con me?”

“In effetti stento a capire anche io se la rabbia che sto provando in questo momento, sia solo orgoglio oppure una qualche dimostrazione che qualcosa del vecchio me è rimasta. Senti, non so cosa provo per te, non posso dirti quello che vorresti sentire, ma te l’ho già spiegato. Con te è tutto più facile. È irrazionale ma in fondo è la cosa più carina che sentirai dire da me, al momento. Ti basta?”
 
Dean l’aveva guardato come a sfidarlo. Si era avvicinato lentamente a due centimetri dal suo viso e gli aveva detto:

“No.”

E aveva fatto per voltarsi.



Ma Sam l’aveva fermato per il braccio, esigendo di trattenerlo ancora. Dean si era girato lentamente e poi con uno scatto repentino, lo aveva baciato con ferocia e passione e forse un misto di queste cose.
 
“Mmmmm..” Sam mugolò decisamente più contento, aggrappandosi alla sua maglietta, richiedendo maggiore vicinanza.

In men che non si dica, i loro vestiti volarono via.
 
“Ti voglio. ORA!”ruggì Sam.

E lo fecero sul pavimento. Senza preparazione.
Fu istinto e passione PURA.
 
 

Quando l’indomani mattina, si risvegliarono in un motel qualsiasi, dopo l’ennesimo round del sesso, Sam aveva una faccia pienamente soddisfatta.

“Noi ci completiamo, mon amour, siamo complici sotto OGNI PUNTO DI VISTA.” Ridacchiò, baciandolo ancora, prima di versarsi dell’altro caffè dalla caraffa sul tavolino.

“Già…lo penso anch’io..” sussurrò Dean più a sé stesso.
 
In quel momento qualcuno bussò alla loro porta.
 
“Ma chi…Bobby? Jared? Jensen? Che ci fate voi qui?” chiese aprendo la porta.

“Mi dispiace ragazzo.” disse Bobby.

“Cos..”

“Ma è per il tuo bene.” disse, iniettandogli una siringa di narcotico sul collo.
 
Sam collassò tra le braccia di Bobby, anche se prima di chiudere gli occhi, riuscì a intercettare lo sguardo di Dean, che lo guardò colpevole.
 
 
 
 






















Note dell'autrice: 

ringrazio tantissimo Teamfreewill per avermi avvertito che avevo fatto degli errori già nelle prime righe xd magari ci fossero più persone come te <3 purtroppo la stanchezza fa strani scherzi çç

pensavo che questo capitolo venisse peggio, invece dai, tutto sommato non è venuto poi così male aahha xd preciso che ovviamente dopo il sesso sono andati via dalla casa della Dea. Il capitolo è ispirato alla 6 x 6 quindi scusatemi le poche precisazioni xd

quindi è per questo che poi dico che sono in un motel..se fossero rimati tutta la notte in quel posto, non era credibile!

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** L'anima ritrovata ***


“Lurido figlio di puttana!! Razza di traditore! Bugiardo! Carogna!!!”

Dean ora che non era più un demone, era relativamente più tranquillo e più umano, ma aveva ancora il marchio, che lo rendeva irascibile al pari del Dio Thor.

Ecco come, all’ennesimo insulto a lui rivolto, volò un sonoro pugno sulla faccia di Sam.

“OUCH. “

Dean si risistemò la giacca dopo il pugno e sospirò.

“Ora va meglio. Per me, dico.”

“Io…IO TI UCCIDO. AAARGRRRGH!” aveva gridato Sam e lo aveva atterrato.

I due cominciarono  a fare cazzotti, fino a che Bobby, Jared e Jensen, non accorsero a separarli.

“STAI ALLA LARGA DA ME!” aveva urlato Sam, mentre veniva portato via da Bobby e Jensen.
 
 
Quando tornarono nella cucina di Bobby, quest’ultimo, dopo averlo legato al letto, disse:

“Mi dispiace per il suo comportamento.”

“Non scusarti, Bobby. È colpa mia. Sono stato io ad aggredirlo per primo. Non avrei dovuto.”

“Dean..ascolta..se può farti star meglio, il tuo amico non ce l’ha solo con te. A me per esempio ha cercato più di una volta di aggredirmi.”

“Non mi fa star meglio. Lui è senza l' anima e non è sé stesso. Il mio comportamento è imperdonabile, ma qualcosa forse posso fare per rimediare.”

“Aspetta, che cos’hai intenzione di fare?” chiese Jensen.

“Parlare con Morte” disse Dean.
 
 
 
 
*

Quando Sam aveva capito che Dean faceva sul serio, era tornato mansueto, ma anche terrorizzato.

Dean, ti prego. Io non voglioooo! Ti prego, non sai cosa mi succederà.”

Avevano dovuto legarlo, perché nella sua follia, Sam aveva detto che anche se era al completo oscuro di non avere più un’anima, non la rivoleva comunque indietro.
 
Dean fece un patto con Morte. Per una giornata intera, avrebbe dovuto prendere il posto del mietitore e se ce l’avesse fatta, gli avrebbe restituito l’anima del suo ragazzo.

O ex. Non sapeva se in realtà stavano ancora insieme o se l’aveva già scaricato.

Solamente per quella giornata, Morte aveva annullato gli effetti del marchio di Caino su Dean, per evitare che lo trasformassero in un feroce killer.
 
Alla fine Dean aveva fallito il test, ma fallendolo, lo aveva superato, dimostrando umanità e imparando la lezione che togliere la vita era un compito molto gravoso.

Morte decise quindi di andare a riprendere l’anima di Sam nella gabbia. Chissà come mai, Castiel lo aveva riportato indietro, senza l’anima!
 
 
Quando il mietitore gli rimise dentro l’anima – che aveva le sembianze di una luminosa sfera bianca – Sam gridò.

Poi si addormentò.

Dormì per dodici ore, poi ricomparve sulla soglia del salotto di Bobby.

Dean lo guardò a bocca aperta, mentre si avvicinava e d’istinto, andò ad abbracciarlo.

Lo abbracciò, ma Sam rimase fermo e rigido.

Ecco lo sapevo…mi odia.

“Sam..come stai?”

“Scusami, tu…chi sei??” gli chiese Sam, stupito e forse un po’ imbarazzato.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Un Sam nuovo ***


Dean rimase esterrefatto nel sentirsi dire una cosa simile da quello che da mesi ormai era il suo compagno e..insomma..una specie di fidanzato!

“Sam.” lo chiamò Bobby.

Sam, accorgendosi di Bobby, andò da lui ad abbracciarlo.

Bobby guardò a sua volta Dean, con uno sguardo di scuse.

“Sam..” disse Bobby guardandolo e indicando l’altro. “Lui è DEAN, il tuo..socio.” disse, dopo un’occhiata eloquente con Dean.

“Socio?” chiese Sam, guardandolo come se fosse un alieno. “Ma questo, quando lo abbiamo deciso?” chiese, totalmente stranito.

“Lo avete deciso insieme.” Disse Bobby.

“Cosa? Ma io sono stato nella gabbia…non ricordo di..a proposito, come ci sono uscito da lì?”

Bobby sospirò. “Sam,  è almeno UN ANNO che sei uscito dalla gabbia e che lavori con il tuo socio Dean.”

Sam a quelle parole, si sentì mancare.

“Ma com’è possibile? No..io non ric…”

“Sta avendo un attacco di panico, Bobby!” disse Dean e lui e Bobby gil andarono subito vicino per sostenerlo, prima che svenisse.
 
 
 
Quando Sam rinvenne, era ancora un po’ stordito.

“Che cosa…che cosa mi è successo davvero? Perché non ricordo niente?” chiese Sam, stordito, sul divano.

Dean e Bobby si guardarono.

“Come sono uscito dalla gabbia?”

“Sono stato io.” Disse Castiel, comparso in quel momento.

“Castiel..” disse Sam sorridendogli in un tono amorevole con cui non faceva più da almeno un anno.

“Perché non mi ricordo di essere uscito da almeno un anno? Perché non mi ricordo di…lui?” chiese Sam, guardandolo un po’ intimidito. Dean sentì una fitta al cuore a quello sguardo.

“Perché..” cominciò Castiel, ma Sam saltò su come se avesse appena subito una scarica elettrica.

“Perché assomiglia così tanto a Jensen?
 
Sam infatti aveva dimenticato i ricordi successivi a quando era uscito dalla gabbia, ma quelli antecedenti erano ancora perfettamente funzionanti.

“Mmm interessante..dunque conserva tutti i suoi ricordi antecedenti, ma nessun ricordo successivo al periodo post gabbia.” Disse Castiel con aria di grande riflessione.

“Non è il momento per fare dello studio sulla cosa, Cas.” disse Bobby burbero.
 
In quel momento, arrivarono anche i fratelli Jared e Jensen, chiamandolo. “Sam.” disse Jensen.

“Sei sveglio.” Fu il richiamo di Jared.
 
I fratelli non condividevano molto con Sam. una volta scoperto che era un sosia di Jared, avevano voluto un incontro, ma poi Sam aveva stabilito che era troppo inquietante cacciare tutti insieme. Jared gli assomigliava così tanto da sembrare quasi un suo gemello e considerato che i fratelli condividevano anche una relazione d’amore, Sam non si sentiva molto a suo agio a vederlo come un suo gemello.
 
Jared e Jensen andarono da Sam a dargli un veloce abbraccio, prima di guardarlo bene.



“Sembri diverso.” stabilì Jared.

“Perché tutti quanti continuate a guardarmi come se fossi un alieno o una sorta di bestia pericolosa? Mi fate allarmare ancora di più così!” disse Sam.

“Calma, figliolo.” Disse Bobby, mettendogli una mano sulla spalla. “Il ragazzo ha ragione, boys. Merita una spiegazione dettagliata, ma prima, sarà meglio fargli una camomilla per..”

“Hai camminato per un anno senz’anima.” Tagliò corto Castiel.
 
Sam si girò verso di lui a bocca aperta, rimanendoci un bel po’.

Tutti quanti lo guardarono male.

“è meglio per lui, saperlo subito, tagliamo la testa al toro.” Si giustificò Castiel.

“Credo..che accetterò quella camomilla.” Disse Sam, facendo fatica a parlare.
 
 
 
 
*

Tutti quanti raccontarono a Sam cosa gli era successo o meglio il poco che sapevano, anche perché nessuno aveva capito ancora bene il perché Castiel avesse deciso di riportarlo indietro senza l’anima, tuttavia sembrava che nessuno volesse inbastire una discussione con l’angelo, con Sam così in stato confusionale. A lui ci avrebbero pensato poi.

Gli raccontarono che  era fuori dalla gabbia da un anno e che sembrava diverso, ma nessuno poteva sospettare che..era senza l’anima! Soprattutto perché Sam aveva preso la scelta da molto tempo di cacciare da solo e quindi loro lo vedevano raramente.

Questo fino  a quando conobbe Dean. Chissà perché, il feeling era stato immediato.

“Ehi, io so essere un tipo molto affascinante!” rimbeccò Dean.

E insomma, i due ragazzi erano così complici, che Sam seppur senz’anima, era venuto addirittura a rapire Dean, al bunker, per riprenderlo  a cacciare con lui.

“Io non mi ricordo di niente..” disse Sam sotto shock.

Il racconto si concluse con la scoperta da parte di Dean, tramite la dea della verità, che non era umano. Ovviamente poi comprese meglio, che in realtà lo era, solo che in quel momento la sua anima era….altrove.
 
“Come facevo a camminare..a vivere senz’anima?” chiese Sam sotto shock.

“La tua anima era ancora viva, anche se separata da te, quindi era comunque collegata al tuo corpo, anche tramite un filo divisorio. È difficile da spiegare.” Disse Castiel.

“Ma comunque la differenza c’è, come testimonia il fatto che eri completamente diverso.” disse Bobby.

“Io..oddio..ho fatto qualcosa di brutto? Ho fatto del male a qualcuno?” chiese Sam preoccupato.
 
Tutti si guardarono,poi Dean disse:

“Naaaa. Eri solo un po’ scostante e freddo, un po’ apatico. Non preoccuparti. “ disse Dean, dandogli una pacca sulla spalla.

Sam si voltò a guardarlo con curiosità.
 
 
 
 
 
*

Erano passate alcune ore ed era ora di cena. Dean stabilì che era la situazione più assurda che gli era mai capitata. Non aveva mai pensato che lui, Sam, Bobby e i fratelli Padackles, sarebbero stati un giorno, tutti sotto lo stesso tetto, ma era successo anche questo.

E poi ovviamente c’era la situazione di Sam.
 
“D-Dean?” lo chiamò Sam, distraendolo.

“Cosa?” disse Dean, interrompendo le sue elucubrazioni e vedendolo con stupore, avvicinarsi con un piatto di pastina calda.
 
“L-la cena.” Disse Sam, attento a non far cadere il piatto.

Dean scrollò la testa. “Sam, avevo detto già  a Bobby che non volevo mangiare.” Disse aiutandolo a sistemare il piatto sul tavolino.

“L-lo so, ma…se dovesse venirti fame dopo, potresti non trovare più niente. I fratelli sono dei lupi e figurati Bobby.”

“Beh, se sono davvero dei lupi, dovremmo cacciarli.” Disse Dean, alzando lo sguardo per capire se Sam aveva colto la battuta.
Sam aveva sorriso timidamente.

“Comunque, grazie. Se devo dirti la verità, è che mi sentivo a disagio a…cenare tutti insieme.” Disse Dean.

Sam restò lì il tempo di finire la frase, per poi tornare in cucina, lasciando Dean con un punto interrogativo.



“Ma..”

Tornò subito dopo con una bottiglietta d’acqua e un bicchiere.

“Scusa, se avessi preso un vassoio, avrei fatto prima..ma..non mi trovo a mio agio con i vassoi..e poi a pensarci bene, per uno come te, una misera pastina è poco..c’è altro in frigo se tu..”

“Sam, va tutto bene, tranquillo.” Rise Dean. quella sua nuova versione gli faceva davvero tenerezza.
 
Sam rimase un attimo in silenzio, sembrava fosse arrossito.

“Ti..sentivi a disagio..a causa della nostra somiglianza..con LORO?” chiese Sam.

Dean rimase un attimo spiazzato dalla piega che stava prendendo quel discorso.

“Anche.” Ammise.

Sam si mise seduto sul divano vicino a Dean.
 
“è davvero incredibile, è vero? Naturalmente sapevo già di te. Voglio dire, sapevo che come c’ero io sosia di Jared, c’era anche il sosia di Jensen, ma non sapevo come rintracciarti e poi non volevo correre il rischio di sembrare…inopportuno. Non pensi che il fatto che alla fine ci siamo incontrati lo stesso, sia un segno del destino?” chiese Sam.

Dean lo guardò sorpreso. Sam era timido un momento prima e quello dopo era capace di parlare a macchinetta lasciandoti spiazzato e confuso.

“Io..suppongo di…sì…credo..”

“Spero che non ti..faccia sentire a disagio il fatto che…loro..sono..insomma..non so se tu sai…lascia perdere!” disse Sam, completamente paonazzo. Aveva cercato di capire dalla faccia di Dean, se sapeva del legame dei fratelli, ma lui non aveva detto niente e Sam imbarazzato pensò che non lo sapeva.

Dean a quel punto scoppiò a ridere.
 
“Se so che stanno insieme?”

Sam a quel punto diventò se possibile ancora più paonazzo.

“Per favore, non gridare così!” disse assicurandosi che loro non fossero nei paraggi.

 
 
“Amico, se c’è una cosa che ho imparato quando ero un demone, è che il modo migliore per non vergognarsi mai di sé stessi, è non far vergognare neanche gli altri, quindi il modo per farlo, è non farli sentire come dei diversi, come qualcosa da nascondere.”

Sam sorrise. Sembrava una persona davvero carina, questo Dean. Forse per questo lo aveva scelto come suo socio.

  “Sembra che essere demoni, ti umanizzi di più di quello che si crede. Non l’avrei mai detto.”
 
Dean restò un attimo incerto su cosa rispondere. Sam sembrava davvero così…kawai…che smontarlo facendogli presente che essere demoni era una cosa davvero molto brutta, proprio il giorno che aveva appena realizzato di aver camminato senz’anina per un anno intero, gli sembrava una cosa davvero crudele.

Prima che potesse trovare qualcosa da dire, però, Sam parlò di nuovo.
 
“Comunque…non ti mette a disagio? Voglio dire, non per quello che..fanno..ma per il fatto che..hanno quasi la nostra faccia? Per…insomma..IO non ti metto a disagio?” puntualizzò.

Dean capì quello che intendeva dire.

“No. altrimenti non saremmo soci.” Disse quella frase calcando sulla parola.

Sam annuì, mentre Dean continuava a mangiare la pastina.

“Che buona. Ci sono le carote, giusto?”

“S-sì. Adesso vado. È stato piacevole parlare con te.” Disse Sam, defilandosi.
 
 
Bobby aveva seguito tutta la scena, ridacchiando senza farsi sentire.
 
 






“Ti sei preso una cotta eh?”

“Cosa?? Per CHI?” chiese Sam, sentendo vampate di calde, sul letto, mentre faceva a pezzettini piccoli, quei fazzoletti di carta sul letto.

“Lascia stare quei poveri fazzoletti. Non è colpa loro se ti sei preso una cotta.” Disse Bobby, allontanando gli altri pacchetti.

Io non mi sono preso una cotta!”
 






















Note dell'autrice: 

ciao ragazziiii vi piace questo nuovo Sam?? Io vi dico soltanto che oggi mi sono sentita davvero bene a scrivere questo capitolo!! A quanto pare mi trovo meglio a scrivere di sentimenti ed emozioni ^^

ps kawai vuol dire carino in giapponese <333

ps grazie MILLE a Teamfreewill che mi ha indicato due errori da correggere ^^ e pensare che correggo più volte i capitoli dopo averli pubblicati ma riesco a tralasciarne qualcuno lo stesso ççç ci vuole talento per queste cose!! xd

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Il nonno di Jared. Samuel ***


“Dean, perché non fai vedere a Sam come lavoravate insieme durante i casi? Il modo di investigare, di fare le domande e tutto il resto.” Propose Bobby, ormai stanco di tutta quella tensione sessuale tra i due che sembravano studiarsi come animali in calore.

Sam diventò paonazzo.

“Se Sam vuole, per me va bene.” disse Dean sorridendo ammiccante.

“I-io…ero tanto diverso da adesso, Bobby?” chiese Sam.

“Mah, non saprei. Eri sempre con lui.” Disse Bobby scrollando le spalle e facendolo arrossire ancora di più.
 
 
Fu così che Sam e Dean decisero di cominciare un nuovo caso. A dire il vero, Dean temeva che sarebbe stato una tragedia, ma sorprendentemente, si rivelò molto piacevole, per la questione dei draghi.
 


“Sam, svegliati” disse Dean una mattina, sopprimendo l’idea di chiamarlo cucciolo o bestiola. “La colazione!!” disse aprendo la porta, dopo una passeggiata.

Nell’istante in cui guardò la stanza, capì che c’era qualcosa che davvero non quadrava.
 
Sam, il cucciolo in questione, stava tenendo in braccio quello che sembrava essere un altro cucciolo, ma non un cucciolo di cane o di gatto, ma un cucciolo di DRAGO.

“Sam, che..che cos’è quella cosa che tieni in braccio??” chiese Dean.

“Oh, Dean, non è adorabile? Gli piace quando gli faccio i grattini sotto il mento.”

“Non credo che quella COSA abbia un mento!”

“Beh, ti sbagli.”

“Dove l’hai trovato?”

“Era dietro la porta che…so che sembra assurdo, ma sembrava che MIAGOLASSE!”

“Miagolava??”
 
Sam senza dire una parola, si avvicinò a Dean.

Tieni quella cosa lont..” ma Sam gliel’aveva messo subito in braccio.

Dean guardò il draghetto terrorizzato e poi Sam.

“Sapevo che non l’avresti fatto cadere. “

“R-riprenditelo subito!”

“Dai, fate amicizia!”
 
 
 
 
Incredibilmente, fu Dean a insistere per andare a comprare del latte per la bestiola e un biberon, mentre il draghetto aspettava in macchina.

Seppur rischioso, Dean doveva ammettere che era dolcissimo vedere Sam nei sedili anteriori che dava da bere il latte al cucciolo con il biberon.
 
 
Quando tornarono da Bobby, esso non si aspettava di rivederli così presto, ma ancora più basito era, quando vide il drago.

“Numi del cielo!”
 
 
 
Dopo tanto indagare, scoprirono infine che il cucciolo di drago era il risultato di un embrione congelato di chissà quanto. Una combinazione tra un drago e probabilmente un..GATTO?

Mentre Jared e Jensen giocavano con il draghetto, facendogli il solletico e facendolo ridere, Sam guardava sul suo computer. In realtà notizie di un qualcosa che poteva sembrare un embrione sconosciuto, c’erano già da qualche anno, ma bloccato sul fondo del ghiaccio, sembrava impossibile da reperire, questo fino a quando un certo Samuel Smith, non pensò bene di tirarlo fuori da solo con la sua attrezzatura.
 
“Aspetta un attimo, noi conosciamo questo tizio.” Disse Dean.

“Lo CONOSCETE?” chiese Bobby allibito.

“Sì..è..” cominciò Sam, ma i fratelli lo interruppero.

“è nostro nonno.” Dissero in coro.

Dean si voltò a guardare interrogativo prima Sam, poi i fratelli.

“Abbiamo delle foto vecchie.” Spiegò Jensen.

“Voi come diavolo fate a conoscerlo?” chiese Jared.

“è un figlio di puttana senza precedenti. Con tutto il rispetto.” Disse Dean. “Abbiamo lavorato insieme.”

A quel punto cominciò a raccontargli la freddezza con cui accolse Dean e con cui trattava Sam, senza contare il menefreghismo apparente che cercava invano di celare, quando era stato trasformato in vampiro.
 
 
 
Tutti non capivano come fosse possibile che fosse ancora vivo, visto che in teoria loro sapevano che era morto. Non solo. Non sembrava invecchiato di un giorno.

Sam sentiva il bisogno di giustificarsi. Dopo che Dean affermò di non aver mai saputo che era in realtà il loro nonno, Sam asserì di non poter parlare di quello che sapeva per quando era senz’anima, nel caso lo avesse saputo, si scusava umilmente con loro.

“Siete sicuri che non si tratti di un altro sosia?” chiese Bobby, sentendo il bisogno di bere qualcosa di forte.

“ Sosia o non sosia, quel bastardo voleva usare  questo povero animale. Io vado lì e vostro nonno o no, lo pesto.” Disse Dean.

“Dean, vengo con te.” Disse Sam.

“Anche noi.” dissero in coro i fratelli, ma Dean e Sam dissentirono. Qualcuno doveva pur badare al cucciolo.

“Lo guarderò io. Questa storia del nonno tornato in vita, non mi piace per niente. Se è un uomo pericoloso, avete bisogno di tutto l’aiuto che vi serve.” Disse Bobby.

Dean annuì malcontento. Sperava di passare un po’ di tempo da solo con Sam.

“Andiamo, amico. Incuteremo ancora più timore se vedrà quattro di noi uguali.” Disse Jared.
 
 
 
“Non credo siamo proprio uguali. Vedendo Dean, ci sono delle differenze con Jensen.” disse Sam, in macchina, nel posto del passeggero.

Dean sentì qualcosa riscaldargli nel cuore, sentendo che Sam perdeva il suo tempo ad osservarlo.
 
 
 
 
Quando tutta la comitiva arrivò a destinazione, Dean fece subito al nonno, una domanda a bruciapelo, che vedendoseli arrivare, rimase costernato.

“Sai qualcosa a proposito del rapimento di un cucciolo di drago rinato a nuova vita?”

Che cosa??

Il pugno arrivò puntuale senza fargli aggiungere altro.

“MA SEI IMPAZZITO!”

“Sapevi che il sosia di tuo nipote, cammina senz’anima da circa un anno??”
 
Samuel guardò Sam sbalordito.

E come diavolo facevo a saperlo?”

Un altro pugnò arrivò. Stavolta per mano di Jensen.
 
Samuel cadde a muso duro contro la scrivania.

“Non sono a conoscenza dei fatti dall’inizio, direi, ma come ben saprai, in fondo lo sanno tutti, ho una predilezione per il mio fratellino qui vicino a me e sapere che hai lasciato al suo destino uno che ha più o meno la sua stessa faccia, non aiuta la mia irascibilità a restare trattenuta.” Disse Jensen.

“Lasciami, maledizione, io non so niente!” disse Samuel, scrollandoselo di dosso. “E va bene, avevo capito che era un po’ strano, ma pensavo fosse dovuto a quello che aveva passato con Lucifero! E poi avevo i miei problemi. Nessuno si è mai preoccupato di venirmi a chiedere come stessi dopo essere stato resuscitato!”

A quel punto avendo avuta la conferma definitiva che si trattava proprio di lui, venne aggredito nuovamente da Jared.

“Forse perché non sapevamo che nostro nonno fosse tornato in vita??”

Samuel si guardò intorno a disagio, mentre cercava di giustificarsi.

“Non l’ho detto neanche a Sam, a nessuno. Voi direste a degli sconosciuti che siete appena tornati dal mondo dei morti?”

Ma noi siamo i tuoi nipoti!”gridò Jensen.

Samuel sbuffò.

“ Voi non siete NIENTE per me! Come non è NIENTE Sam! Ho solo una famiglia, anzi l’avevo. La mia povera Mary…”
 
La comitiva non si lasciò commuovere dai suoi piagnistei sulla sua famiglia perduta. Alla fine prima che se ne stavano per andare, dopo aver fatto confessare Samuel che era stato lui che aveva cercato di prendere il cucciolo, ma poi era fuggito, cercarono anche di estorcergli la verità riguardo la sua misteriosa resurrezione.
 
“Io non ne so un tubo!! È un mistero anche per me, lo volete capire?? Perché non fate il terzo grado al caro SAM riguardo a come è uscito dalla gabbia?? E adesso FUORI, prima che prenda la pistola e vi SPARI.”

“Spareresti ai tuoi nipoti? Sei proprio un essere abbietto.” Disse Jensen.

“Mi vergogno di aver lavorato con te. È proprio vero che non ero me stesso.” disse Sam.

Samuel si mise a ridacchiare incontrollato.

“Credi di essere migliore di me? Perché non racconti a tutti quanti e al tuo prezioso DEAN, le cose che facevi quando cacciavamo?”
 
Un brivido percorse la spina dorsale di Sam, mentre questa volta Dean sembrava pronto a scattare, ma i fratelli lo fermarono.
 
“Non che non lo meriti, ma non ne vale la pena.” Disse Jared e tutti quanti uscirono subito da quel posto.






















Note dell'autrice

alla fine è proprio vero che quando scrivi, la storia prende tutta una piega come gli pare a lei -.- avevo in mente tutt'altro capitolo! xd vabbè..sarà per la prossima volta! Non mi sarei aspettata che parlassi così tanto dei fratelli, l'intenzione iniziale quando avevo iniziato questa storia, era quella di nominarli appena. xd

ps se trovare incongruenze con la storia di Samuel, per favore ditemelo, così sistemo :)

ps questo capitolo è ispirato alla 6 x 2 di spn

pps quando dean chiama sam per la colazione, non gliela sta portando in camera. Semplicemente vuole dirgli di andare a mangiarla di sotto. Ho capito che non era tanto chiaro

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Non rimpiango l'altro, Sam. ***


Dopo la frase infelice di nonno Samuel, Sam continuava a tormentarsi e a tormentare Dean su cosa avesse fatto, mentre lui con grande pazienza cercava di essere il più gentile possibile, minimizzando la cosa.

Poi Sam ricevette un messaggio con delle strane coordinate e insistette affinchè Dean lo accompagnasse in un posto.

Mentre in macchina si recavano in quel posto, Sam cominciò ad avere strani flashback di quando indagava su un caso, con nonno Samuel.

Ne parlò con Dean e insieme decisero di vederci chiaro.

In un bar incontrarono una ragazza che, toccando la spalla di Sam, gli fece riaffiorare i ricordi.

Lui con quella ragazza ci era stato!

Ne parlò anch’esso con Dean, che sembrò reagire con uno scatto di rabbia, perché dopo quello che è successo non dovrebbe forzarsi a ricordare.

A Sam però, sembrava di vederci anche qualcos’altro, che non riesciva a capire.
 
 
Una di quelle sere mentre Dean stava guidando e Sam era con lui, mentre tornano al loro motel, Sam ebbe un flashback violentissimo di lui che fa sesso con Dean.

“Ohhh..”

“Ehi, ehi, ehi, Sam.”

Dean frenò di colpo, cercando di tranquillizzarlo.

“Hai bisogno di vomitare? Respira.”

“Sto…sto bene. Sto bene.”

“Cosa ti è preso? Hai ricordato qualcos’altro?”

“Io..io..sì..mi prendono sempre all’improvviso, ma non era nulla di che.” mentì Sam.
 
 
 
Per i restanti giorni, Sam fece finta di niente, anche perché avevano un caso di cui occuparsi, ma dentro di sé, mentre guardava Dean, era ferito.

Dean gli aveva nascosto che erano stati insieme. Perché lo aveva fatto?

Forse amava di più l’altro??

Questa cosa lo faceva soffrire. Non ci aveva provato mai una volta da quando era..tornato.
 
 
 
Quando il caso finì, incapace di resistere oltre, preparò i suoi bagagli e il suo borsone e stava per andarsene, sperando di farlo prima che Dean sarebbe tornato, ma non fu così fortunato.

O forse lo era. Dipende dai punti di vista.

Quando Dean vide i borsoni, lo guardò di sottecchi.

“Non è un po’ presto per fare già i bagagli? E poi potevi aspettarmi.”

“Io…io vado da solo, Dean.”

Dean restò un attimo a bocca aperta senza dire una parola.

“Così dopo tutto quello che abbiamo passato insieme, mi abbandoni?”

“Credo di sì.”

“Perché? Cosa ti ho fatto?? Non sono stato abbastanza gentile?” gli chiese rabbioso.

Questo fu troppo. Sam scoppiò.

“Lo sei stato fin troppo con me! Non sono un vaso di cristallo che può andare in mille pezzi! Puoi dirmi la verità, sai, Dean?”
 
Quella scenata di Sam, lo colse del tutto impreparato.

“Sam, ti assicuro che io non sapevo quello che ti era successo con il nonno di Jared. è stato prima che io e te…”

“Certo!! Lo so benissimo che era prima CHE IO E TE FINISSIMO A LETTO INSIEME!”
 
La cruda verità cominciò a farsi strada in lui.

“Quindi è per questo che sei arrabbiato.”

“Ma no, ma figurati! Chiunque sarebbe felicissimo di sapere che la persona con cui stava prima, preferisce il suo alter ego bastardo, come no!”

“Come dici?” gli chiese Dean, ancora più stranito, strabuzzando gli occhi.

“Ammetti che ti piacevo di più quando ero senza l’anima!”

“Sam, ma di che cazzo stai parlando, si può sapere???”
 
Il solco del dubbio cominciò a farsi strada in Sam, ma lentamente.

“Quale altro motivo potrebbe esserci per il fatto che non me l’hai voluto dire? Non ci hai provato con me neanche una volta da quando sono…tornato..”

Certo,  prenditela pure con me perché ti ho mentito! Pensa pure che sono un mostro per questo, è una cosa orribile in fondo, perché provarci con te con il cervello in pappa e senza la benchè minima idea di cosa magari tu ora provi per me, sarebbe stato molto cavalleresco ed onorevole, non è vero, invece?”

“Io…”

“Sam, ma che cazzo dici!!”

Sam decise di stare zitto.

“Pensi che per me sia stato facile non dirti niente? Fingere che il fatto che non mi riconoscessi, non mi facesse male? Sam, io non preferivo l’altro. Se vuoi proprio che te lo dica, questa versione tua così cucciolosa e da orsetto, ho scoperto che mi piace da impazzire, beh, questo quando non mi urli contro. Se non mi fregasse di te, ti avrei schiaffeggiato, dopo certe accuse, non l’ho fatto, perché..beh..come dirtelo..amico..tu non ci stai ancora con la testa. Chi me lo dice che un semplice schiaffo non ti mandi in coma?”
 
Sam suo malgrado sorrise.

“Quando ho saputo che volevi andartene perché avevi scoperto questo, credevo che scoprirlo ti avrebbe fatto schifo. Non potevo immaginare una certa..beh..scenata di gelosia per te stesso. Non so se abbracciarti, sentirmi lusingato, scoppiare a ridere o scrivere una fanfiction.”

“Io…beh…credo che ora sistemerò questi.”

“Nahhh..lascia stare. In fondo tra qualche ora ce ne andiamo, no? Che razza di brutta avventura, Sam. Se vuoi proprio che te la dica tutta, continuo a pensare che è stato uno sbaglio venire qui. Ah, dimmi un po’, ma davvero sapere che abbiamo una storia, non ti crea nessun problema? Sam?”
 
Quando Sam non aveva risposto, Dean non poteva immaginare che sarebbe crollato di lì a poco.

Il rumore del tonfo che ne venne fuori, lo gelò.
 
“Sam?”
 
Quando lo vide per terra, si chinò subito su di lui.

“Oddio. No, no, no, no. Sam. Saaaaaam!”
 
In quel mentre, Sam con gli occhi aperti e preda delle convulsioni, stava rivivendo le immagini dell’inferno.
 
























Note dell'autrice: 

ciao ragazziiiii dovete portare pazienza. Per il fluff ci vorrà ancora un pò! questo capitolo è ispirato alla puntata 6 x 13! Nel prossimo vedremo Dean prendersi cura di Sam <3 Daisyyyyyyy  

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Dean si prende cura di Sam ***


“Sam! “Saaam!”finalmente Sam sembrò riprendersi da quella sorta di trance.

“D-Dean?”

“Ohh. Grazie a Dio. Stai bene?” dicendo così, premette la testa di Sam sul suo petto, proprio all’altezza del suo cuore.

Sam lo abbracciò, titubante.

Non ti sei mai lasciato abbracciare così da me, pensò Dean.
 
 
Purtroppo Non era finita. Nei giorni successivi, Sam continuava ad avere la febbre, a sudare, ad avere le allucinazioni di Lucifero, in giro per la stanza, che gli diceva che Dean non lo amava,
 
“BASTAAAAA. BASTAAAA.” Gridava Sam al motel. Teneva talmente forte un bicchiere che quello si ruppe nella sua mano.

“SAM!”

Dean era accorso immediatamente e aveva visto la mano insanguinata di Sam, piena di vetri.

“Sam cosa diavolo..”

“N-non lo vedo più. È scomparso. Lucifero è scomparso.”

Dean andò subito da lui, prendendogli la mano e analizzandola.

“Non lo fare mai più!” lo rimproverò.
Sam lo studiò con curiosità.
 
 
 
Poco dopo, Dean stava fasciando la mano di Sam, con delle garze e bende pulite, mentre lui era seduto sul divanetto.

Sam continuava a guardarlo, mentre gli aggiustava la mano, così delicato.

“Sei così delicato. Hai un tocco gentile.” Disse Sam.

“Non è quello che di solito mi dicono.” Scherzò Dean.

“È questo il segreto del tuo fascino sulle tue conquiste?” gli chiese Sam.

Dean fece una smorfia. “So bene come esercitare il mio fascino..ma di solito questo non implica..pulire delle ferite.” Disse Dean triste.

Sam lo guardò serio.

“Perché sei così gentile con me?” chiese Sam.

Dean pensava che qualunque cosa avesse detto, Sam l’avrebbe interpretata in maniera sbagliata, così non disse nulla. Scosse solo appena la testa.
 
 



Sam di notte, continuava ad avere la febbre. Dean si svegliava e cercava di distrarlo. Mai uno sbuffo o un rimprovero. Una notte dovette infilarlo in una vasca di ghiaccio per fargli scendere la febbre.
 
“BASTAAA. BASTAAA.” Gridava Sam, uscendo dalla vasca.

Dean gli porse subito un accappatoio.

“Ma sei impazzito???”

“Amico, sono andato a comprare frittelle e hamburger e ti ho trovato collassato per terra. Per fortuna avevo pensato anche a quest’evenienza. Vedrai che per un po’ starai meglio ora.”

Sam si era lanciato ad abbracciarlo, lasciando Dean basito.

“Sam…” disse quel nome con una dolcezza che Sam non gli aveva mai sentito.

“Non può durare, Dean. Io non starò mai bene. Mai più.”

“Sì, invece.” Disse Dean, accarezzandogli delicatamente la schiena.
 
 



Dean decise di interrompere momentaneamente la caccia, nell’attesa che Sam potesse guarire. Assieme a lui, andavano a trovare Bobby e insieme ai fratelli, facevano anche dei bei pranzi.

A Dean era presa la fissa di ricoprire Sam di dolcezza. Lo portava al parco acquatico con i delfini. Lo portava al parco giochi per cani e perfino nei saloni di bellezza per cani e gatti. Voleva che passasse del tempo con dei cuccioli.
 
E Sam guarì davvero. O almeno, sembrò stare un po’ meglio. Dean voleva solo guadagnare tempo per pensare a qualcosa.

“Dean? Dove stai andando a quest’ora di notte?” chiese Sam, sentendo che Dean stava per uscire.

“Schhh..dormi. Vado solo a prendere un po’ di latte.”

“A quest’ora? Ma Dean, sono le tre di notte!”

“Qui, Bobby l’ha finito. Se non vado adesso, niente colazione. So che ormai è diventato un vizietto a cui non vuoi rinunciare.”

Sam spalancò gli occhi.

“Lo fai davvero per me?”

“Sì.”

“Non stai andando da una donna, vero? O da un uomo?”

Dean lo guardò con una smorfia buffa e una risatina.

“Quanto sei scemo.” disse Dean, facendo per andarsene, ma Sam lo raggiunse in pochi passi e lo abbracciò.
 
“Grazie, Dean.”

“Ma grazie di che. Per un po’ di latte?”

“Grazie perché grazie a te non vedo più Lucifero. Ti preoccupi sempre per me, nonostante anche tu hai un problema. Il marchio. Grazie.”

"Il marchio non mi ha causato ancora problemi. Caino disse che la mia morte improvvisa, lo ha..spento provvisoriamente in un certo senso.

"Ad ogni modo, grazie."

Dean aveva perso le parole,si limitava solo a sorridere.

Sam a quel punto si sporse un po’ di più, alla ricerca forse di un bacio, ma Dean capendo le sue intenzioni, si spostò, sciogliendo l’abbraccio.
 
Sam rimase lì a guardarlo basito e ferito, ma prima che potesse dire qualcosa, Dean parlò.

“Sam, ti andrebbe….un appuntamento??
 






















Note dell'autrice: 

Sam si accorge che Dean se ne va, perchè dorme nel divano a letto di Bobby. Ho pensato che qualcuno se lo sarebbe chiesto ^^ alla prossima *_*

ps "perchè sei così gentile con me?" l'aveva detto Meg a Cas *_*

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** L'appuntamento - prima parte ***


Dean si sentiva un po’ sciocco. Insomma, stava sempre con Sam da molte settimane, ormai, se si escludevano i mesi passati insieme. Dividevano una camera, l’aveva visto ovviamente mezzo nudo.

Eppure gli sembrava una cosa carina da fare, quella di prepararsi divisi, quindi mentre uno si vestiva, l’altro andava fuori a fare altro.

Dean era già pronto, era fuori ad aspettare Sam in macchina. Voleva che sembrasse un vero appuntamento. Dopobarba, gel. Giacca blu. Voleva essere un principe.
 
 

Sam era uscito dalla doccia e si era appena asciugato i capelli, cercando di tenerseli lisci ma facendosi dei boccoli alla fine. Sperava che a Dean sarebbero piaciuti.

Poi si mise una maglia verde e dei jeans blu.

Sì, poteva andare!
 
Per l’ansia e l’eccitazione, con il gomito, sfiorò il borsone da viaggio di Dean, facendo cadere quello che sembrava un raccoglitore.

Nel prenderlo rimase di sasso.

Delle fotografie sue.
 
Okay, l’avrebbe trovato di certo inquietante, se non avesse vissuto a stretto contatto con Dean da settimane.

Anzi da mesi! Sì, perché negli ultimi giorni, aveva ricordato tutto di quando l’aveva conosciuto e anche dopo. Ma è che tutto sembrava diverso ora.
 
Si mise a guardare le foto. Alcune si riferivano ai momenti subito dopo che si era risvegliato con l’anima.

Oddio, in quella, stava mangiando una bistecca.

Come aveva fatto a fotografarlo senza farsi riprendere?

E poi chi faceva più le foto da una vera macchina ora?
 
Un’altra lo riprendeva mentre stava dormendo, con la testa su un braccio.

E tante, tante foto, in cui era sempre sorridente.
 
Che cosa dolce…
 
BEEEEEP

“Oddio!!” disse Sam sobbalzando.
Un clacson.

“Dean?”
 
 

Quando salì in macchina, lo guardò male e Dean sorrise, vedendo la sua solita espressione da bitchface.

“Hai finito di incipriarti il naso, principessa?”

“Dean, che figura! Ti avranno sentito tutti!”

“Volevo sentirmi un po’ uno degli anni 40! Ehi, che bei capelli..” disse Dean, sfiorandogli i boccoli e facendogli sentire un brivido attraverso la spina dorsale.
 
“Dean, dove andiamo?”

“Ti voglio portare in una trattoria in cui fanno della buonissima carne!”
 
 
 
*

La trattoria era carina, ma a Sam, quello che faceva battere il cuore di più, era stare con Dean, insomma, avere un appuntamento con lui.

Da quando era tornato con l’anima, avevano un rapporto quasi fraterno, ma con la consapevolezza che c’era stato qualcosa. Per Sam era difficile, razionalmente sapeva di aver avuto una storia appassionata con lui, ma allo stesso tempo, era come se l’avesse vissuta qualcun altro e non lui. Ricordava di averlo baciato, di aver fatto l’amore con lui, ma ora si sentiva così diverso. loro erano così diversi.

Non è che non gli piacesse Dean. Gli piaceva così tanto che era così timido, accidenti! Si vergognava!
 
“Senti, ti va di..tenerci per mano?” gli chiese Dean, mentre camminavano a piedi, fuori dalla trattoria, circondati dal verde.

Sam fece un sospiro così profondo che sembrava stesse per svenire.

“Veramente io..”

“Lascia stare.  È colpa mia, sono uno stupido.”

“Dean, tu non..”

“Devo aver interpretato male i segnali. Non volevo costringerti a uscire con me..o..”

“Non è per questo.”

“No? È per la gente? Non vuoi che ci vedano?”

“No. È che..non ho capito ancora bene..cosa siamo noi due. Tu mi piaci. Mi piaci davvero, altrimenti non avrei accettato di..venire qui, ad un appuntamento..” disse quelle parole sorridendo, imbarazzato. “Ma devo capire..”

Dean annuì, con l’ansia sempre più crescente.
 
 
 
 
Dopo la trattoria, Dean decise di guidare per portare Sam in un parco, che sembrava una bellezza della natura.

Lì, insieme a Sam, guardavano dal fiumiciattolo sul ponte.

era strano, pensava Sam. Sentiva una tensione tra lui e Dean, ma non era una tensione sessuale. Era una cosa più magica, più SPECIALE.
 
Poco dopo, Dean aveva preso una vaschetta di gelato. Non aveva optato né per il cono, né per la ciotolina, ma per una vaschetta.

Una vaschetta di gelato fiordilatte molto buono e ricoperto di glassa all’amarena, da mangiare in due.

La vaschetta era appoggiata sulle loro ginocchia, mentre erano seduti sulla panchina.

Dean era davvero un gentiluomo. Guardava dall’altra parte, i cigni nel fiume, per non imbarazzare Sam.

Sam, quando Dean non lo guardava, si perdeva a fissarlo. A fissare i suoi occhi, i sui lineamenti perfetti e quel verde brillante.

“Sai che questa maglietta ti sta proprio bene? Risalta i tuoi occhi.” Disse Dean, sorprendendolo all’improvviso e facendolo sorridere di gioia e poi buttando la sua bocca nel cucchiaino che Sam teneva ancora in mano e succhiando i residui di gelato, sempre guardandolo negli occhi.

Sam non aveva perso il sorriso. I suoi occhi ora brillavano, ma oltre che di gioia, di imbarazzo felice.

Sam avrebbe voluto dirgli che invece quella maglietta bianca a lui lo faceva sembrare un adone.
 
 






















Note dell'autrice: 

ragazzi giuro che ho cercato il più possibile di finirlo in questo capitolo ma non ce la posso fare xd sono stanca xd e le prossime scene devono essere molto intense, tra l'altro saranno anche TRE. E non posso dividerle se no si perde tutta la magia. Ci vediamo al prossimo xd

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** L'appuntamento - seconda parte - un fratello maggiore ***


L’appuntamento con Dean,  si trasformò inaspettatamente di qualcosa di completamente diverso, man mano che passavano i minuti e dopo che avevano finito di mangiare il gelato.

Avevano passeggiato ancora un po’, mirando gli alberi e poi si erano sdraiati vicini sul prato, in una zona un po’ isolata.
 
Sam non voleva spezzare l’atmosfera, ma aveva bisogno di chiarire delle cose e saperne altre.



“Dean, te l’avevo chiesto già l’altra volta, ma non mi hai risposto, voglio chiedertelo di nuovo. Perché sei così gentile con me?”

Dean restò zitto per qualche secondo, Sam sperò che Dean non avrebbe detto niente di banale del tipo: perché mi piaci, perché ti amo. E infatti non lo deluse.

“Perché ti vedo indifeso.” Disse.

Sam non sapeva se doveva ritenersi lusingato o offeso.

Dean chiarì meglio.



“Quando ti guardo, è come se sentissi che hai bisogno di me, che io ci sia. E io voglio esserci. Non lo faccio perché mi sento obbligato o perché abbiamo avuto una storia. Si tratta di un sentimento nuovo. Non so se è cominciato già quando non ero più un demone o da quando ho scoperto che avevi perso l’anima…ma io sento..di volerti proteggere.”

“Come un…fratello maggiore?” chiese Sam.

Dean si irrigidì un attimo. Aveva paura di dire qualcosa di sbagliato.

“Se pensi che io ti veda come un fratello…”

“Non è questo, ho capito quello che tu vuoi dire ed è proprio di questo che io volevo parlarti, che è anche al’apice della mia…confusione..”
 
A quelle parole, Dean si mise ad ascoltarlo attentamente con ansia crescente.



“Per me è…difficile..insomma, riacquistare tutti i ricordi di quello che ho fatto quando sono uscito dalla gabbia. Credevo che i ricordi mi avrebbero procurato solo dolore e sofferenza, ma poi sono arrivati i ricordi con..te e mi sono reso conto che qualcosa di bello c’era in fondo, il problema è..che più mi ricordavo di quel me stesso, che ero io..e più non mi riconoscevo. E adesso faccio fatica a riconoscere te, per come eri prima.”

“Sono cambiato anch’io, come sei cambiato te..” gli fece presente Dean.

“Certo, è naturale e non sto dicendo che è una brutta cosa, anzi, sei..una piacevole scoperta. Tu hai detto che ti piaccio di più di prima e io volevo dirti che..è ricambiata la cosa, Dean.”

Dean sentiva che sarebbe potuto scoppiare di gioia, ma sapeva anche che c’era un MA.
 


“Il modo in cui mi tratti però, da fratello, e non fraintendere, mi piace tantissimo, mi manda in confusione. Perché io so che tu non mi vedi così, ma il tuo modo così premuroso, gentile, protettivo con me, mi ricorda…il fratello maggiore che non ho mai avuto e che da tanto tempo desideravo..”
 
Dean, sentendosi con il cuore spezzato, si alzò dal prato.

“Okay, basta, ho capito. Non dire altro, per favore.”

“Dean, non hai capito. Lascia che finisca di parlare.” Cercò di fermarlo Sam, tenendogli la caviglia con una mano.

Dean annuì, con un gran respiro.
 


“Ho detto che tu mi ricordi il fratello che avrei voluto avere, perché io sono sempre stato solo, Dean. Da quando ti ho conosciuto, io non sono più…solo. E quello che provo per te, mi confonde, perché io sento di volerti bene e..di non voler lasciarti e di voler stare sempre con te..e…mi sento attratto da te..” disse Sam arrossendo.

Dean si voltò a guardarlo stranito. Questo non se l'aspettava.

“è solo che..non capisco..in quale forma..sfocia questa attrazione..tu hai ammesso di trattarmi come farebbe un fratello maggiore, ma di non vedermi così, io devo capire se..il mio attaccamento a te..è perché ti vedo come un fratello..o come..un fidanzato.”
 
Dean era spiazzato da quel discorso.
 
“Q-quando tu mi tocchi…io…avvampo… m-ma…devo ancora capire se io voglio…s-se me la sento di riprendere…insomma…”
 
Da una parte il cuore di Dean, esplodeva di gioia. Il suo SAMMY, avvampava quando lo toccava. Di fatto, non gli aveva chiarito un bel niente i suoi dubbi, anzi, l’unica cosa che aveva chiarito, era che Sam aveva ancora molti dubbi. Alla fine, Dean gli aveva sorriso e lo aveva abbracciato, lasciandolo spiazzato.

“Va tutto bene, Sammy. Grazie per essere stato sincero. Sai cosa penso? In fondo quello che mi hai detto non è poi così terribile.”

“N-no?”

Dean scosse la testa. “No. Penso che potrebbe piacermi, essere tuo fratello.”

Sam non aveva detto niente. Qualcosa si agitò dentro di lui.
 
“Che ne dici adesso se andiamo in un baretto a farci una partita a biliardino? Da buoni amici.”

“Io…s-sì. Va bene.” disse Sam.
 
Mentre camminavano, Sam sentiva qualcosa di nervoso, agitarsi dentro il suo stomaco.

Qualcosa di… arrabbiato.

Che gli suggeriva che Dean non aveva capito un cavolo.
 
 






















Daisyyyy non mi ammazzare Sam ahhahha xd allora ragazzi so che ora sarete tutti incavolati, ma già ieri vi avevo fatto capire che erano scene complicate, altrimenti non le avrei divise xd ora spero di aggiornare ancora oggi con l'ultimo capitolo di sto appuntamento xd (ma non della storia ) baci!

ps io ci tenevo a questa scena, perchè volevo giocare su questa cosa dell'essere fratelli, che però non lo sono! :))

ragazzi ho modificato mettendo l'avvertimento incest, non per dean e sam, ma per i fratelli !!! Jared e Jensen xd loro stanno insieme, non avevo pensato a loro xd anche perchè poi vorrò fare un capitolo anche su di loro!

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** L'appuntamento - terza parte - Ti amo ***


Dean e Sam andarono  in questo bar dove cominciarono a giocare a biliardo.

Sam non sapeva destreggiarsi molto bene, o almeno, credeva di saper giocare bene, ma Dean lo stracciò un paio di volte e alla fine rinunciò, rimanendo suo malgrado a guardare Dean giocare con altri giocatori.

Ci rimase male. Insomma, era il loro appuntamento o no? Credeva che sarebbero rimasti a bere qualcosa da soli, appartati.

Ma insomma, era stato lui a dire che erano come fratelli, no? Quindi cos’aveva da lamentarsi?

Ecco, forse vedere Dean dare attenzioni ad altre persone..

Ad altri uomini..

Gli dava alla testa, perché in fondo l’aveva sempre visto dare attenzioni solo a lui.

Sta dando attenzioni ad altri uomini..
 
Rimaneva a guardarlo, mentre si inarcava con la schiena, mentre prendeva la mira, puntando la palla. Oddio, come gli donava quella maglietta bianca.

Dean era un ammaliatore. Affascinava tutti. Non sapeva se era la sua bellezza, oppure il suo charme, il senso dell’umorismo o il fatto che sorrideva sempre o dava risposte sagaci, ma ammaliava donne e uomini.

Donne e…uomini…
 
 

“Vuoi qualcosa da bere, Sam?” gli chiese Dean ad un certo punto.

“Cos..c-certo che sì.” In fondo si era reso conto di avere la gola secca, sarà stato perché c’era un’oca giuliva che continuava a parlargli di cose inutili.

Ma in fondo a Dean piacevano i maschi, no?
 
 

“Dean, il mio amico qua, vuole farmi vedere le altre stanzette da giochi di questo bar. Arrivo subito.” gli disse.

A Sam montò la rabbia, ma fece finta di nulla.

“Okay, Dean.” Disse, mentre continuava a chiedersi quando cavolo erano diventati amici.

Insomma, l’aveva conosciuto oggi, tutt’alpiù.

Era talmente arrabbiato che non voleva neanche guardare in faccia il suddetto “amico.”
 
 
Aspettò e forse questo fu il suo errore.

Sam odiava l’attesa. Questo da sempre. Gli metteva un’ansia che la metà, sarebbe potuta bastare.

Dopo qualche minuto, sentendosi mangiare letteralmente vivo dall’ansia, si decise a scollarsi da quella sedia e andare a vedere che diavolo stava facendo Dean ai piani superiori.
 
Era il SUO appuntamento e l’aveva mollato come un cretino per andare a cazzeggiare con dei coglioncelli.

Il peggior appuntamento della sua vita. Questa gliel’avrebbe pagata.
 



Ma una volta arrivato in cima alle scale, poco mancò che non si sentì male.

Dalla porta semi chiusa, intravide una testa dorata, inconfondibile, che stava saggiando letteralmente il torace di un un altro uomo e sembrava voler scendere ancora più in basso, mentre quell’altro gemeva in maniera vergognosa, stringendogli quei capelli.
 
No…
 
Si sentì assurdamente TRADITO. Credeva che Dean fosse innamorato davvero di lui. Credeva che esistesse solo lui per lui, invece stava scoprendo che era solo uno dei tanti, abbandonato per una botta e via di sesso?

Si sentì girare la testa e cominciò a sudare, avvertendo grandi vampate di caldo attorno al collo e avvertì quasi istantaneamente la mancanza d’ossigeno.

Oddio. Mi..mi manca l’aria…
 
La stanza cominciò a girargli vertiginosamente, proprio come la sua pressione, si appoggiò alla scala, ben sapendo che sarebbe servito a poco.
 
“Sam! Che cosa ti sta succedendo??”
 
Alzò lo sguardo. Quella voce veniva di fronte a lui, com’era possibile?

Alzò lo sguardo e vide Dean, pallido come un cencio e con uno sguardo interrogativo, scrutarlo confuso, sopra la scala successiva, che si sbrigava a scendere da lui.



“D-Dean? Io pensavo che tu…eri..”

Quindi non era lui il biondo che stava facendo sesso lì dentro? Stupidamente, delle lacrime gli fuoriuscirono dagli occhi, forse per tutta la tensione accumulata.
 
“Sam, Sam, ehi, piano!! Vieni qui!” gli disse, precipitandosi da lui, mentre Sam, letteralmente crollava davanti a lui.
 
Il resto lo capì in maniera confusa.

Dean gridava, chiedeva dell’acqua, dei sali, un aiuto per sistemarlo in posizione orizzontale.
 
 
Sam non si era mai sentito così imbarazzato in vita sua.

Fu dura convincere Dean e gli altri, che stava bene, che era stato solo un capogiro.

Dean e la barista, continuavano a offrirgli cioccolatini e caramelle per farlo stare su.

Alla fine, Dean, sempre senza mollarlo, lo accompagnò fuori, mentre lasciavano il locale.
 
 
“Mi dispiace, Dean, il peggior appuntamento che potevamo avere. Ed è tutta colpa mia.” Disse Sam, fermandosi un attimo, mentre stavano passeggiando al di fuori dal locale, per prendere un po’ d’aria.

“Per me è stato bello. Eccetto il finale. Ma solo perché sei stato male.” disse Dean, sorridendogli teneramente.

“Io..uh….sì, anche io volevo dire così…cioè..”

Dean fece una risatina.

“Perdonami, sono davvero un disastro. Dico sempre la cosa sbagliata.” Disse Sam, abbracciandolo istintivamente. La testa sul suo stomaco.



Dean rimase spiazzato e poi intenerito, da quel gesto. Ricambiò dolcemente.

“Non è colpa tua. Dici quello che pensi.”

“A volte no, dico una cosa, ma voglio dirne un’altra.” Disse Sam.

“E ti è capitato spesso.?” Gli chiese Dean.

“Mi è capitato di recente.” Disse Sam, sentendosi in colpa.

Dean lo guardò sorpreso, ma non gli chiese nulla.
 
In quel momento due ragazzine passavano e li videro. Li indicarono e i commenti, furono subito susseguiti.

“Guardali. Sono così carini.”

“Secondo me sono una coppia. Sono così dolci.”
 
Dean si irrigidì.Chiaramente aveva sentito quei commenti. Stava per lasciarlo, ma Sam lo strinse un po’ di più, impedendogli di sciogliere l’abbraccio.

Non sapeva perché, ma era stato contento che loro pensavano che fossero una coppia.
 
 
 
 
 
 
Quella notte, Sam non riusciva a chiudere occhio. Continuava a pensare a quell’attacco di panico che aveva avuto quando credette che Dean stava andando con un altro.

Si era sentito così male.

E prima di quello, era stato GELOSO, nel pensare Dean con altre persone.

E quando quelle ragazzine avevano pensato fossero una coppia, si sentì assurdamente contento.

Ma forse non era così assurdo. Forse era lui che fino ad ora , si era comportato in modo assurdo.
 
 
Dopo queste riflessioni, fece qualcosa che forse aveva desiderato da tutto il giorno di fare.



Si avvicinò a Dean, salendo sul suo letto.
“Mmmm..Sam?”

Dean l’aveva sentito salire sul suo letto e si era stranito. “Cosa c’è? Stai ancora male?”

“No. A dire il vero, non mi sono mai sentito così lucido.” Rispose l’altro, avvicinandosi ancora di più.

Dean l’aveva fissato interrogativo.

Sam decise che aveva finito con le parole.
 
Prese l’iniziativa e lo baciò.



Dean rimase sorpreso del gesto, ma dopo un attimo di smarrimento, ricambiò con dolcezza, approfondendo il bacio.

Sam, una volta stabilito che l’aveva presa bene, approfondì il bacio in maniera più appassionata e Dean ricambiò contento, accarezzandogli la schiena.
 
Quando si staccarono, Sam volò tra le sue braccia.



“Sono innamorato di te.” Disse Sam a bruciapelo.
Dean lo guardò con tanto d’occhi.

“Calma, speedy. Fino a poche ore fa, hai detto che mi vedevi come un fratello.”

“Non era quello che intendevo dire. Intendevo che il tuo essere protettivo con me, mi ricordava quello che desideravo da un fratello, ma tu non sei mio fratello e non potrei mai vederti come un fratello. Ti vedo come un uomo, Dean. Mi piaci. Sei maschio, sei brillante, sei divertente, hai senso dell’umorismo, sei magnetico, bellissimo e poi…”

“E poi?”

“E poi quando prima pensavo che stessi facendo sesso con uno nella stanza accanto, mi sono sentito talmente male, che ho avuto un attacco di panico.” Rivelò.

“Cosa?è stato per quello che..” Dean si sentì subito dispiaciuto.

“Il solo pensarti con un altro, mi distrugge e non è semplice gelosia perché ho paura di rimanere da solo. Io voglio TE. Voglio che sia io quello che tocchi, accarezzi, baci, voglio essere io a toccarti, accarezzarti, baciarti. Voglio essere io quello che ti ama. Voglio essere io la persona amata da te.” Disse Sam.
 
Dopo una simile dichiarazione, a Dean brillavano decisamente gli occhi.

“Voglio essere io a renderti felice.” Disse Sam, piano.

Dean voleva già baciarlo, ma dopo quest’ennesima frase, il bacio si fece decisamente molto più appassionato e languido.
 


“Dean…” gemette Sam, appena sentì le mani calde e passionali di Dean, accarezzargli le cosce, sensuali e languide.

In men che non si dica, Dean l’aveva coperto con il suo corpo, tempestandolo di baci che lo facevano impazzire di piacere, dappertutto.
 
“Voglio fare l’amore con te.” Sussurrò, in mezzo ai gemiti, mentre Dean lo baciava sul collo.

“Ti amo.” Gli sussurrò di rimando Dean.
 
E poi fecero l’amore, con Sam aggrappato alla schiena di Dean, che gemeva di piacere e amore.























 Note dell'autrice: 

ciao ragazzi!! Vi anticipo già da subito che ho problemi famigliari, non so quindi quanto ancora potrò amdare avanti ad aggiornare prima di sparire per un pò. spero ovviamente di risolverli e che questo non mi impedisca di non poter aggiornare per vari giorni ma vorrei avvertirvi in caso non doveste più vedermi. Ci tenevo ad aggiornare questo capitolo e l'ho fatto nonostante per me oggi è una brutta giornata per i suddetti motivi. L'attacco di panico che ha avuto Sam, in realtà ho cercato di descriverlo, facendo conto sulle mie esperienze, visto che io ne soffro, per la mia ansia. Fortunatamente non mi prendono in maniera violenta. Ora non agitatevi per questo, non sto morendo xd qualcun altro magari si vergognerebbe a dirlo, io invece tifo per il fatto che la gente ammetta queste cose, perchè finchè andremo avanti a nascondere i nostri problemi, il mondo andrà sempre più in rovina. Detto questo, spero abbiate apprezzato il capitolo ^^

ps chi si chiederà magari perchè ho liquidato in fretta il malore di Sam, è proprio perchè ho esperienza di questi attacchi..e mentre pensavo invece che avendone esperienza sarebbe stato più facile per me scriverci su, in realtà è il contrario xd chi volesse sapere come ci si sente, comunque, mi sento di tranquillizzarli. NON SONO TUTTI UGUALI, non è vero che svieni per forza o che tutti hanno le convulsioni e cadono per terra, quando li hanno. Ci sono anche quegli attacchi lievi, dove per via di un'agitazione e un'ansia particolarmente forte, hai queste vampate di calore improvviso, questo abbassamento di pressione vertiginoso che ti fa venire il panico perchp ti senti debole e ti senti svenire, ma nel giro di tre o quattro minuti, PASSA TUTTO, è come un capogiro vero e proprio, solo che assieme a quello ti senti mancare l'aria per diversi secondi. Ma tranquilli, non morite di asfissia o chissà cosa, è una condizoone psicologica, determinata dall'ansia

pps volevo evitare di dare questi dettagli, ma so già che avendo scritto che ne soffro, ora tutti si staranno preoccupando..quindi volevo tranquillizare i lettori e anche dare una dritta in più a chi pensa di soffrirne. Spero di non aver turbato nessuno e ci sentiamo alla prossima <3

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Il marchio ***


“AHHH. Dean! Dean!! Deeean!”

Sam gemeva, mentre facevano l’amore sotto le stelle, in uno spiazzo erboso.



Una spinta un po’ più forte fece godere Sam di più, ma quando alzò lo sguardo per guardare Dean, non lo vide eccitato, ma rabbioso.

“D-Dean? Ma cosa…”

“Maledizione..” imprecò Dean, uscendo da lui, cercando di ricomporsi.

“Dean, aspetta..ma che fai, Dean, aspetta!!” disse Sam, fermandolo per un braccio.

Dean non si voltò.
 
“Perdonami, forse ho gridato troppo forte. Io non volevo..”

“Non è per quello, Sam.”

“Allora per che cosa? Qualsiasi cosa per cui tu sia arrabbiato con me, ti chiedo scusa..io..”

Dean a quel punto si voltò e guardò il minore. Sul viso una maschera di dolore.

“Non è qualcosa che hai fatto te, Sammy.”

Sam lo guardò stravolto.

“è per..qualcosa che hai fatto te?” gli chiese, tremando.

“NO. NON ANCORA!!”

“Dean..io non capisco..”
 
Dean si buttò tra le sue braccia, disperato, singhiozzando.

“è il marchio, Sam.”

“Che cosa?” chiese Sam, stringendolo teneramente a sé.


Mi fa male, brucia, provocandomi un dolore e una rabbia insopportabili. Lui vuole che io faccia delle cose..cose violente..omicidi!”

“Non capisco, Dean. Avevi detto che era spento. Caino aveva fatto questo per te.”

“Caino mi disse che non sarebbe stato spento per sempre, che era una cosa temporanea. Sarebbe tornato ad accendersi per prendere possesso del mio corpo e mi avrebbe annientato se non fossi stato in grado di controllarlo. Fino ad ora ero troppo impegnato a preoccuparmi per te e questo ha tenuto fuori la rabbia del marchio da me, ma ora che sono..sereno..e felice, con te, il marchio mi reclama. Lo sento.”

“Io non lo permetterò! Non lascerò che ti prenda. Tu sei MIO. Non suo. Mi hai sentito?”
 
Dean lo guardò in volto e un’aria dolce gli riempì quegli occhi languidi che Sam tanto amava.

“Se anche..dovessi morire, Sam… sono felice. Così felice di averti potuto amare, anche solo per un po’.”

“Non dire così, Dean. Tu non morirai. Non puoi lasciarmi. Non ora che finalmente siamo felici. Non ora che finalmente stiamo insieme, ti libererò da questo marchio. Te lo prometto. Oh, Caino. Che lui sia maledetto!” disse Sam, accecato dall’ira e dalla disperazione.

“Lo era già e solo per aver voluto salvare suo fratello Abele.”

“Non l’ha salvato. L’ha ucciso!” Sam sapeva già la storia. Gli era stata raccontata da Bobby e dai fratelli.

“Ma l’ha fatto per salvare la sua anima.”

“Io..io non l’avrei fatto…”

Dean ora lo guardò perplesso.

“Non l’avresti fatto per me?”

“NO! Sarei morto io stesso pur di non ucciderti!” disse Sam, accarezzandogli le guance.
 
Dean lo guardò serio, poi parlò.

“Sammy, voglio che tu mi prometta una cosa. Se dovessi diventare una bestia pericolosa, come era Caino prima che il marchio lo facesse impazzire, se dovessi arrivare a farti del male, tu devi fermarmi, anche a costo di uccidermi.”

Sam lo guardò, capendo già che Dean non avrebbe mollato fino a che non avrebbe ottenuto da lui una confessione.

“Va bene, Dean, ma io non permetterò che tu lo diventi. Ci sono io con te. Non ti lascio..e ti giuro che ti salverò. Come tu hai salvato me.” disse, riprendendo ad abbracciarlo.  






















Note dell'autrice: 

questo capitolo dove parlo di Caino, tiene conto (relativamente) di quello che accade nel telefim, MA NON della cronologia del telefilm. Tanto per intenderci, anche in questa storia Caino è finito male, ma non sono passati così tanti anni come nel telefilm. In questa storia tutti gli avvenimenti accadono in archi di tempi abbastanza brevi, infatti questa fanfiction è ambientata nella sesta stagione, anche la cosa del marchio.

A presto con quello che credo sarà l'ultimo capitolo!

ps non ricordo se l'ho già detto ma lo dico anche qui. L'avvertimento incest è per i fratelli pdackles, credo farò anche un capitolo dedicato a loro!

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Preferisco scatenare l'oscurità sulla Terra, che vivere un'eternità senza di te ***


“Dean…non posso lasciartelo fare! Non posso lasciare che tu ti sacrifichi. Se vuoi uccidermi, uccidimi, perché non posso io, finchè sarò in vita, permetterti di farlo. Non esiste, che io ti abbandoni, fintanto che io sarò in vita. Se questo è un problema per te, per il fottuto universo, allora uccidimi. Sarebbe preferibile questo, piuttosto che tutto il dolore che proverei, a saperti disperso nello spazio, per l'eternità."

“Sei egoista. Lo sai questo, vero?”

“è probabile, ma noi lo siamo sempre stati, ricordi?”

“Sammy..chiudi gli occhi..”

“Aspetta..prima aspetta..volevo che tu avessi queste foto..” disse Sam a quel punto, gettandogliele ai piedi.
 
Dean con lo sguardo smarrito, le guardò.
Erano foto di lui da bambino.

“Voglio che anche quando non ci sarò più, tu le guardi e trovi conforto in queste. Non importa quello che hai fatto, ma voglio che ti ricordi che sei una persona BUONA, Dean. Non dimenticarlo. E ricorda che io ti amo e che neanche uccidermi, potrà mai cambiare questo.”
 
Dean lo guardò totalmente perso.
Uccidilo! Oppure lo farò io.” Disse il cavaliere Morte. Per evitare che l’Oscurità venisse liberata sulla Terra, il marchio di Dean non doveva assolutamente essere tolto da lui.
 
Dean guardò Sam con durezza, poi gli disse di nuovo di chiudere gli occhi e Sam suo malgrado, lo fece.

Chiuse gli occhi, aspettando il colpo mortale, ma Dean fece girare la falce con un colpo vorticoso e non attaccò lui, ma il cavaliere Morte, che sgranò gli occhi nel vedersi colpito mortalmente dalla sua stessa arma.
 
Quando Sam non avvertì il colpo arrivare, aprì gli occhi e sgranò gli occhi a quella vista.

“Dean!! Cosa..cos’hai fatto??”

Dean andò da lui, inginochiandosi davanti a lui e mettendogli le mani sul viso.
 
“Preferirei morire, che ucciderti. E preferirei liberare l’apocalisse, piuttosto che vivere un’eternità da solo senza di te!”

“Oh, Dean..”

Sam aveva gli occhi brillanti di lacrime, per le parole dell'uomo che amava.
 
Entrambi erano in ginocchio, preda di un amore troppo potente, troppo più forte di loro, mentre l’oscurità piano stava avanzando.

Si baciarono appassionatamente, incuranti del vortice che stava avvolgendo la stanza. Un vortice di caos e di nebbia nerastra.
 
“Sammy, dobbiamo scappare. Dobbiamo andarcene!” disse Dean, acciuffando Sam per mano, per portarlo fuori di lì, prima che l’oscurità li inghiottisse.

“Dean, come faremo a scappare? È l’oscurità!”

“Tu continua a correre, Sammy!”
 
 
I ragazzi continuarono  a correre, fino  a rifugiarsi in macchina, che sfortunatamente si impantanò contro una palude e non riuscirono quindi a proseguire.

“Dean! Deeeeeeaaaan!”

“Ci sono qui io con te, Sammy. Non aver paura. Ci sono io a proteggerti!” gli diceva Dean, tenendogli la testa sul petto, come a proteggerlo.
 
“Deeeeaan! Deeeeaaan! Vieni da me! Vieni da meeee!”

“Cos’è??? Cos’è questa voce???” gridò Sam.
“Quale voce?”

“Come?? Non la senti??”
“Deeeeaan!”

“Ti sta chiamando! Dean, non andare!!”

“Non sento nessuna voce, Sammy!! Calmati!!”
 
 
Amara, delusa e arrabbiata perché Dean non aveva sentito il suo richiamo, si ritirò, permettendo ai due di continuare il loro cammino, ma dentro di sé continuava a dirsi che se lo sarebbe preso, il suo Dean, il suo cavaliere che l’aveva liberata!
 
“Dean, come hai fatto a non sentire quella voce raccapricciante chiamarti?” gli chiese Sam più tardi.

“Sentivo solo la tua voce, Sammy. È l’unica voce che vorrei sentire fino all’alba dei tempi.” Gli rispose Dean ed era vero. Era sincero.

Il potere dell’amore.
 
Chissà se Amara si sarebbe arresa a quel potere o avrebbe fatto l’impossibile per reclamare Dean a sé?






















Note dell'autrice: 

ragazzi eccomi!! il capitolo è ispirato alla 11 x 23. ci è voluto diverso tempo prima che decidessi di finalmente smuovere il didietro per terminare questa storia ahha e tuttavia quando davanti al punto interrogativo di storia completa, dovevo decidere di mettere la x o no, avrei preferito mettere il punto interrogativo xd questo perchè volevo tanto ancora mettere un altro capitolo dedicato ai fratelli Padackles, ve l'ho detto molte volte ma non sono riuscita a capire dove potevo collocarlo! Non basta questo, vi confesso che sono stata molto indecisa se terminarla o proseguirla, credevo fosse solo perchè non volevo io finirla o pronta per lasciarla andare, solamente una volta scritta questo capitolo, ho capito che forse è la storia stessa che non ha una fine decisiva e forse io ancora prima di scriverla, lo avevo anticipato/capito. Si, avete capito bene, potrebbe esserci un sequel, sento di non aver scritto tutto su questa storia..ci sono ancora diversi spunti che potrei trovare per continuarla e poi anche perchè non sono ancora disposta a lasciarli andare. Di sicuro scriverò un capitolo ulteriore dedicato ai fratelli, ma non so quando. Idem per il sequel. Scusatemi ma sono molto confusa in questo periodo :D 

ringrazio chi l'ha seguita <333 in particolare le ragazze che mi hanno recensita <3

ps la storia avrà la barra "completa" fino a quando non scriverò quel capitolo che vi ho detto perchè non so quando lo scriverò. Ormai il modus operandi è questo xd e l'avvertimento incest c'è per i fratelli Padackles..non ho scritto ancora nulla di slash tra di loro, ma lo farò, nella storia fino adesso è solo poco accennato, ma approfondirò

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** I fratelli in love ***


“Jensen....sei un’incosciente, non è vero? Sacrificarti per me. Perché l’hai fatto? Perché devi sempre mettere al primo posto ME?” gli aveva urlato contro Jared, arrabbiato che lui aveva fatto quel patto

“Perché io ti amo. Perché sei mio fratello e io ti amo.” Gli aveva detto Jensen, prima di baciarlo appassionatamente.

Jared aveva ricambiato con dolcezza. Jensen lo guardò e gli disse dolcemente: “Ricordi, Jared, il nostro primo bacio?”
Jared annuì.

“Mi chiedesti di aiutarti a trovare papà scomparso, ma io volevo tornare a casa da Jessica. Prima che lo feci però, ti baciai in macchina.”
“A-ah. IO ti ho dato il permesso di baciarmi.” Disse Jensen.
 
 
 
“Mmmmm..no, Jared, non possiamo.”

“Mi ameresti se non fossi tuo fratello?” gli chiese Jared, che era salito su di lui a cavalcioni.

“Tu mi ami più di Jessica?”

Jared non rispose e Jensen lo riaccompagnò a casa.
 
Pochi minuti dopo però, dovette tornare indietro per salvarlo dalle fiamme.
 
 
 
*
“Jared…”

Una volta fermati ad un motel, durante la notte, Jensen lo aveva sentito piangere ed era andato da lui ad accarezargli la schiena e ad abbracciarlo e coccolarlo.

“Jared, sfogati, sfogati pure con me.”

“è morta per colpa mia, Jensen. Dio mi ha voluto punire per averti baciato.”

“Non dire una cosa del genere.”

“Sono maledetto. Tutti quelli che mi stanno vicino, muoiono.”
 
 
 
 
“Mi tenesti abbracciato e mi coccolasti tutta la notte.” Disse Jared, mentre erano sul letto del motel quella notte.

“Ogni tua lacrima mi spezzava il cuore, avrei voluto fare di più..”

“Tu eri di più. Sei sempre stato di più per me.” disse Jared, accarezzandogli il viso con le dita e piangendo.

“Jared, non farlo..non piangere ancora..”

“Ero così contento quando ci scambiavano per una coppia..”

“Fino a che non lo siamo diventati davvero..”

“Non si può dire che abbiamo resistito molto!”
 
Jensen gli baciò la mano con devozione.

“Non posso perderti, Jensen. Non posso.”
“Jared..”

"Quel giorno..io non ti ho risposto.." "Cosa dici?" "Si. SI. Io ti amo più di Jessica, più di tutti!"

I fratelli si baciarono, avvinghiandosi ancora di più l’uno all’altro e nel giro di poco fecero l’amore.
 
 
 
*
Quando Jensen tornò dall’inferno
 
“Mi sei…mancato..tanto!”

“Anche…tu..” diceva Jensen mentre lo spogliava della maglietta.

“Ti amo. Ti amo. Ti amo.”sussurrava Jared.

“Dio, quanto ti amo anch’io..”
 
Era sensuale sentire ancora le dita di Jensen dentro di luii, dopo tutti quei mesi.

“Voglio sentirti dentro di me. “ sussurrava Jared.

“Si..si..si…”
 
“AHHH.”

Quando Jensen era entrato dentro di lui, era stato sensuale e appagante e diventò sempre più bello man mano che si spingeva dentro di lui.

“Continua..ahhh..continua..” diceva mentre, continuava a baciarlo. Non poteva farne a meno.

“Jared..Jared..”

“Nessuno…ahhh..nessuno ci dividerà mai!” disse Jared, mentre gli cingeva il collo con le mani dolcemente.






















ciaooo ragazzi, Finalmente sono riuscita a scrivere il capitolo sui fratelli!! Scusatemi ma è un periodo davvero brutto per me, scrivere di così tanta dolcezza però, mi ha fatto in qualche modo, sentire un pò meglio. Sento che non è del tutto finita così...quindi chissà..magari in futuro scriverò altro su di loro :)

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3728744