22/03.

di MidnightThinker
(/viewuser.php?uid=581756)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il Ragno - Parte I ***
Capitolo 2: *** La Crisalide - Parte II ***
Capitolo 3: *** La Falena - Parte III ***
Capitolo 4: *** L'Abisso - Parte IV ***
Capitolo 5: *** I Trapezisti - Parte V ***



Capitolo 1
*** Il Ragno - Parte I ***


Ti ho visto ridere a cena col tuo fidanzato,
Ma tu non stavi ridendo come ridi con me.
Ti ho visto per strada con una tua amica,
Ma non ti stringeva la mano come te la stringerei io.
Ti ho visto in bici davanti al bar dove lavoro
E facevi finta di non cercarmi tra la gente, sorridendo.
E sai che ogni volta che sorridi, io evaporo
E so che aspetti che io faccia il primo passo, il primo affondo.

Ah, ma lui sa che prima o poi vi lascerete?
No, perché con la coda dell'occhio guardavi me.
Sai, credo che ormai sia una questione di chimica
Ora che ti cerco con la coda dell'occhio nel buio
Ed io credo di essere sicuro tu stessi pensando a me,
Perché ti ho visto morderti le labbra
Mentre con lo sguardo cercavi la mia ombra.

E spero d'incrociare il tuo sguardo per eliminare ogni dubbio,
Dato che ogni giorno mi lanci segnali contrastanti
E non ho più voglia di dovermi accontentare di sogni infranti.
E passerò le notti a chiedermi che sapore ha la tua pelle
E se mai evaderò da quegli occhi che sembrano due celle.
Dopotutto cosa ci si può aspettare da un eterno secondo come me?
Avrei due domande da farti, sempre le stesse, sempre quelle:
Ci vieni in Islanda con me? Mi lasci baciare le tue tonsille?

E se accendo lo stereo per riempirmi la testa,
Sento i pugni su queste mie mura di cartapesta
Costruite dopo un tuo "no" al mio "Dai, resta".
Non mi resta che trovare un qualche pretesto
Per tenerti vicino, mentre cerco un tuo gesto
Che mi faccia capire, che mi dica "Sì, resto".

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** La Crisalide - Parte II ***


A volte mi sento come se fossi una crisalide,
immobile e quiescente nel mio bozzolo,
sull'orlo dell'abisso infinito nel mio petto.
Ma se dovessi rinascere con le ali già tarpate
cosa farei pur di volare per pochi secondi,
salterei nell'abisso di mia spontanea volontà.

Il vento rinfresca la mia pelle,
il sole riscalda le mie ossa,
ed il fuoco alimenta la mia anima,
ma io so che dove c'è più luce,
lì le ombre saranno più nere;
per questo ho paura del buio e della notte,
perché se il fuoco si affievolisce,
allora dovrò affrontarne le conseguenze.
Perché quando il fuoco si sarà spento,
allora non sarò nient'altro che cenere.

Tutte le mie paure, tutti i miei baci non dati,
tutto il mio amore, tutte le promesse non mantenute
tutte le nostre costanti incomprensioni,
tutte le nostre improvvisate soluzioni,
tutte le tue ansie, tutti i tuoi problemi,
tutto il tuo amore, tutte le carezze in sospeso
non sono che parole scritte sulla sabbia
che il mare cancella con le sue onde.
Sii mare calmo senza tempesta interiore
ed un verbo coniugato nel mio presente
e non un mio passato ormai assente.

Vorrei poter allungare le mani
e trovare le tue ad aspettarmi.

Sono le sette, la retromarcia del camion della spazzatura mi sveglia.
Ieri sera eri così vera vicino a me nel letto, nella mia dormiveglia.

Sono le sette, sono a letto e dopo mesi mi scrivi:
"Hey, che fai? Che mi dici di nuovo?"
Ascolto una tua registrazione dove dici di amarmi
e premo rewind e l'ascolto di nuovo.

Chissà dove sei,
chissà con chi sei
e chissà cosa fai
e se a me ci pensi mai.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** La Falena - Parte III ***


Una falena è rimasta intrappolata in una ragnatela
Ed io la fisso, affascinato, da vicino, avvicinandomi.
Si contorce e cerca di liberarsi, senza successo,
E più si muove e più il ragno si muove verso di lei.
Forse mi ha visto ed aspetta solo che io la salvi,
Ma non è triste dover sempre dipendere da qualcuno?

Il ragno, intanto, le è sempre più vicino;
La falena, ormai, ha accettato il suo destino.
Quanto stupore nello scoprire che ad ignorarla è il suo Dio
E quanto terrore provai nello scoprire che la falena ero io.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** L'Abisso - Parte IV ***


Ci sono stati giorni in cui ti ho amato,
Ma ci sono stati anche giorni in cui ti ho odiato.
Ci sono stati giorni in cui ho pianto
Perché sono stati giorni in cui ti ho rimpianto.
Sette anni di felicità e sette senza parlarmi
Ed ormai non so più di chi dovrei fidarmi.
Chi rinnega il proprio passato non avrà nessun futuro,
L'ho capito solo ora che sono un po' più maturo.
Facciamo finta di ignorarci come fossimo due sconosciuti,
Ma ci siamo guardati in faccia e ci siamo riconosciuti.
Perché siamo gli stessi,
Quelli un po' diversi,
Quanto bastava per fondersi
E fidarsi senza temersi.
Quelli con mille complessi
E forse un po' depressi,
Con troppi pensieri omessi
Ed mille sogni promessi.
Le foto, i video trasmessi
Con i tuoi "Se potessi..."
Ed i miei "Se sapessi..."
Taciuti e repressi
Per aversi
(Sempre di più)
Ed incidersi
(Sempre di più)
Su corpi tersi
(Sempre di più)
Senza scindersi
(Cosa volere di più?).
Ormai immersi
(Sempre di più)
In tempi persi
(Sempre di più)
Per distruggersi
(Sempre di più)
Senza riaversi
(Come vorresti tu).

Chissà come sarebbe la mia vita se tra di noi non fosse cambiato niente,
Forse più felice, meno complessa e saprei essere indifferente.
A volte vorrei ci riabbracciassimo per far ritornare tutto com'era prima,
Non posso, non vuoi, ma non lascerò che l'oscurità mi opprima.
Quello che abbiamo vissuto ci ha portato ad essere ciò che siamo ora,
E' per questo che tremo ogni volta che quel tuo ricordo mi sfiora.
Cosa si può dire a chi vuole solo sentire e non ascoltare?
Come si fa a far rimanere chi voleva partire e non restare?

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** I Trapezisti - Parte V ***


Paura di vivere e paura di mostrarsi
o, probabilmente, solo paura di soffrire.
Non dobbiamo vivere come mostri arsi
che sanno solo fare finta di sorridere.
La vita è fatta anche da delusioni e momenti tristi
da cui ci si allontana ed avvicina come trapezisti.
 
Non devo fare finta di essere un alternativo,
ma mi limito per paura d'un giudizio coercitivo.
Per essere davvero alternativo non mi resta che essere me stesso
ed è per questo che mi mostro a volte felice, più spesso depresso.
Facciamo a gara a chi sembra più perfetto, simpatico, interessante,
ma poi allontaniamo chiunque si avvicini ad essere un essere pensante.
 
Odio lo sdoganamento della tristezza
e la quotidianità della mia ansia;
amo il tocco gentile della brezza
e la personale ricerca dell'atarassia.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3729298