The Panther

di the winter soldier
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** La progenie dei falchi ***
Capitolo 3: *** Polso dritto ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


11 settembre 2001. Circa 7 ore prima della tragedia che ha cambiato la sua vita…..
Le auto vanno di corsa rischiando quasi di investire un giovane ragazzo mentre tenta di attraversare la strada. Da una delle vetture parte un clacson e un insulto al ragazzo
:”GUARDA PRIMA D'ATTRAVERSA' STRONZETTO!!!!!!!”: il ragazzo arrivato al marciapiede si gira di scatto col volto arrabbiato, ma non reagisce, non ne è in grado. E’ mingherlino, i capelli marrone scuri sono corti.
Sbuffa per il quasi incidente appena avvenuto. Decide di lasciar correre e cammina dritto per il marcia piede. Gli mancano solo poche decine di metri per arrivare alla sua edicola di fiducia. Sente delle urla, rumori di pugni e calci e…. e delle risate. Si gira verso la direzione dei rumori. Vede un ragazzo roscio steso a terra con dei lividi, una striscia di sangue scende dalla narice destra del suo naso. Prova a rialzarsi ma cade barcollante subito dopo. A pochi metri di distanza tre figure si allontanano ridacchiando e scherzando. Sicuramente stessi che fino a poco fa pestavano in ragazzo. Quello di destra lancia in aria e poi riprende un portafoglio, apparentemente quello del ragazzo. Il ragazzo castano si avvicina per aiutare la vittima, vorrebbe dare una lezione a quei malviventi ma non lo fa, non ne è in grado…. Mette il braccio sotto quello del ragazzo a terra per aiutarlo ma sente una botta che lo respinge in malo modo
:”Non mi serve il tuo cazzo di aiuto!!”: gli viene urlato dal giovane probabilmente sui 13 anni il quale poi si allontana zoppicando. Ancora una volta decide di lasciar stare.
Arriva finalmente all’edicola
:”Ohi ciao Lorenzo! Che ti serve oggi?”: lo accoglie l’edicolante
:”L’ultimo numero di “pantera nera” Pietro”: risponde Lorenzo con la sua marcata "r" moscia. Pietro da dietro il bancone annuisce per poi rintanarsi in un angolo del piccolo cabinato a frugare tra i prodotti. Riemerge poche decine di secondi dopo con in mano il numero del fumetto targato Marvel. Sulla copertina padroneggia l’immagine di T’challa fiero col suo costume sopra un albero con accanto una feroce pantera. Poco in basso la scritta del prezzo. Lorenzo paga il prezzo senza pensare, ormai è abituato. Erano circa 9 mesi che aveva scoperto i fumetti e se ne era innamorato. Ammirava le gesta di quegli eroi che combattevano fieramente il pericolo per proteggere coloro che ne avevano bisogno. Sognava pazzamente di  essere come loro. Sapeva bene però che non era minimamente in grado. Pietro conta le monete appena consegnate per assicurarsi che il compenso ricevuto sia giusto
:”Arrr non capisco perché sostituì le buone vecchie lire con gli “euro””: Lorenzo sorride
:”Dai è un bene cambiare”:
:”Eh eh dopo che usi le stesse monete da quarant’anni è difficile”:
Lorenzo saluta con un semplice gesto della mano. Un uomo si avvicina al bancone e prende una rivista poi va via senza pagare. Lorenzo lo nota
:”Ehi!!!!! Non hai pagato!”:
:”Non cagamme er cazzo”: l’uomo gli tira un pugno sul naso poi va via. Cade a terra, il fumetto vola via. Pietro si avvicina
:”Lascia perdere Lorenzo una rivista più una meno non fa differenza”:
:”Ma è la terza questa settimana. Se continua così ….”:
:”Lascia perde' e vai a casa”: Lorenzo riprende il fumetto e torna a casa.
Sull’ascensore si controlla il naso. Non sembra essere rotto ma esce comunque un poco di sangue, non si farà vedere finchè non si asciuga. Il macchinario si ferma al terzo piano permettendogli di aprire la porta e uscire. La chiave gira all’interno della serratura di casa
:”Ciao ma’!”: dice rientrato a casa
:”Ciao tesoro! Tutto bene? Trovato quello che cercavi?”:
:”Si tutto apposto”: gli mostra il fumetto. Non gli dice del pugno.
Si sdraia sul letto, si mette comodo e apre l’ultimo acquisto. Sopra un poster di “Star Wars” padroneggia sul muro. Hai piedi del letto un mobilino, pieno di cassette e di fumetti.
Nel fumetto appena comprato Pantera Nera combatte contro un gruppo di terroristi determinati togliergli il regno del Wakanda. Il tutto si preannuncia intenso.
Arrivato a circa metà del numero uno squillo del telefono distoglie la sua attenzione. Un piccolo cellulare sul suo mobile emette il rumore vibrando sul legno.
:”Pronto’”: chiede al ricevitore
:”Ohi Contuinooo!!!”: Lorenzo si lascia scappare un sorriso riconoscendo la voce dell’amico
:”Ciao Doc! Che c’è?”:
:”Senti volevo andare al cinema vedere qualcosa, ci stai?”:
:”Beh dipende Valerio. Che avevi in mente di andare a vedere?”: chiede curioso
:”Ero curioso di andare a vedere quel nuovo film con Vin Diesel…. Era…. Ah “Fast and Furious” ecco!! Magari chiediamo pure ad Alessandro”:
:”Beh non saprei dovrei chie -sente i pianti della madre nel soggiorno mentre al telegiornale si odono urla e rumori di distruzione- aspetta Valerio”: esce da camera sua e va nel soggiorno dai suoi genitori. Suo padre prova a dare conforto alla madre piangente. Alla tv una ripresa mostra New York, dalle due torri gemelle si alzano fiamme e fumi. Sul tg c’è riportata la terrificante notizia:
“ATTACCO TERRORISTICO ALLE TORRI DEL WORLD TRADE CENTER”
Il suo cuore si ferma dopo aver letto. Gli occhi si gonfiano e lacrimano. Lascia cadere il telefono
:”Lorenzo????? Che succe…. Oh Gesù…. No!!!”: anche lui scopre il terribile avvenimento.
Dopo oltre sei ore, quando finalmente la polvere e le macerie si sono assestate, le grida si sono fermate, quando ormai tutti quelli che potevano sopravvivere sono stati salvati, solo allora arriva il resoconto finale: 2 974 vittime totali. Un gruppo di terroristi al servizio di Al Qaeda ha dirottato quattro aerei di linea: due contro le torri; il terzo era diretto verso il pentagono; il quarto verso la casa bianca. I due aerei diretti contro le torri sono stati gli unici a completare la loro missione.
Quella notte Lorenzo prova a dormire ma non ci riesce. E’ triste ovviamente, immensamente, ma non è quello a togliergli il sonno, è l’odio, non quello contro i terroristi. Sente qualcosa dentro di sé, una strana sensazione, qualcosa che non riesce a descrivere, qualcosa che non riesce ad indentificare. Si avvicina alla finestra aperta. Senza essersene accorto il sole sta già sorgendo. Nel cielo ocra una sagoma cattura la sua attenzione, un piccolo uccello vola nell’aria quasi levitando a mezz’aria, un falco pellegrino. Neanche lui sa perché il piccolo volatile sia tanto affascinante. Decide di rimettersi nel letto, più che altro per arrivare ad un orario umano per alzarsi. Nella testa sopra il cuscino si mischiano pensieri e immagini tra cui spiccano le due torri e il falco. Non ne capisce il senso.

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Capitolo 2
*** La progenie dei falchi ***


Riesce a riposare per un paio d’ore prima di sentire il padre svegliarsi, decide comunque di restare un po’ nel letto finché il dopo aver svegliato la madre il padre va nella camera di Lorenzo
:”Che c’è papà?”: chiede curioso
:”Senti stavo guardando il TG, tra un paio d’ore si celebra una veglia in centro in onore dei morti di ieri, io e mamma ci andiamo, vieni con noi?”: il viso di Lorenzo si fa torvo e scuro, poi però annuisce al padre
:”Ok, allora mangia qualcosa”:
Lorenzo si alza dal letto, quella strana sensazione gli risale nel profondo. Aperta la dispensa si limita a prendere un pacchetto di biscotti, non ha appetito malgrado si senta vuoto.
Un’oretta dopo la famiglia è in macchina, pronta per la partenza. Nessuno di loro parla la tristezza permea l’aria più dell’ossigeno. In strada Lorenzo si affaccia dal finestrino e nel cielo rivede un falco librarsi nell’aria, esattamente come la notte precedente. Passano i minuti e lui continua ad ammirarlo quasi ipnotizzato finché non finisce spinto in avanti dalla frenata del padre
:”Che succede???”: chiede il ragazzo
:”Niente- risponde il padre- siamo arrivati, mi stavo preparando a parcheggiare”: Lorenzo in un primo momento non ci fa caso, poi pero si rende conto che quel falco ha volato vicino a loro per tutto tragitto.
Alla processione ci sono centinaia di persone, forse migliaia, tutte per lo stesso tremendo motivo…. La processione continua per svariate ore sino all’ora di pranzo quando Lorenzo e i suoi ritornano all’auto. Mentre cammina sul marciapiede un turista che non ha quasi certamente partecipato alla processione lascia scappare un commento
:”Che cazzo finalmente fare qualcosa oltre al sentire le lagne per gente di cui non ce ne dovrebbe fottere nulla”:
:”Porta rispetto per quella gente stronzo!”: le parole escono da sole dalla bocca di Lorenzo, un riflesso incondizionato, forse non pensando di essere udito. I genitori lo guardano con un misto di rimprovero e sorpresa, sino a quel momento Lorenzo non aveva mai avuto episodi come quello, anzi, si era sempre dimostrato molto educato e distaccato nei confronti degli sconosciuti, più che altro per la sua estrema timidezza
:”Che hai detto stronzetto????”: chiede visivamente infuriato il turista
:”Hai sentito bene…”: risponde con un misto di sfrontatezza e sorpresa Lorenzo, il turista si avvicina . il braccio parte per sferrare un pugno. L’arto viene bloccato dal padre che con una presa di judo scaraventa a terra l’uomo. Il padre, Isidoro, anche se ormai cinquantenne restava cintura nera di judo e come tale sapeva come difendere se stesso e la famiglia. Il turista si alza in piedi e poi corre via, in lontananza si riescono a sentire distintamente le sue imprecazioni e bestemmie
:”Che cosa diavolo di è saltato in mente cretinetti???”: chiede la madre. Eleonora era sempre stata la più protettiva tra i genitori di Lorenzo ma quando era il caso riusciva comunque ad essere autoritaria e severa, pur usando il soprannome che aveva dato a Lorenzo derivante dal personaggio di alcuni vecchi film
:”Scusatemi, mi è scappato…. Non capiterà più”: il padre si limita a guardare con lo sguardo arrabbiato
:”Andiamo a casa”: dice. Lungo il tragitto i genitori mostrano sia la rabbia che la sorpresa per ciò che è appena accaduto. Malgrado tutto però ritornati a casa la loro rabbia è scomparsa lasciando spazio al sollievo che nessuno si sia fatto male. Durante il tragitto Lorenzo risente la stessa sensazione indistinta dentro di sé.
Nel pomeriggio dopo aver letto altri fumetti Lorenzo esce per fare una passeggiata. Per strada rivede il ragazzo dai capelli rossi del giorno prima, alle sue spalle vede una figura. Pochi secondi dopo la figura esce allo scoperto tirando una spallata al giovane che cade rovinosamente a terra. Altri due loschi figuri arrivano dai lati, tutti alti, molto alti, probabilmente gli stessi del giorno prima. Vede le loro labbra muoversi ma è troppo lontano per sentire. Risente quell’odio dentro di sé. Lorenzo parte in una corsa rabbiosa, un urlo esce ricolmo di collera dalla sua bocca
.”NON STAVOLTA!!!!”: un pugno colpisce il viso del teppista
:”Stavolta non resterò a guardare!”: dice Lorenzo mettendosi tra gli aggressori e il ragazzo
:””Stavolta” una beneamata minchia figlio di troia, questi non sono affari tuoi, levati dai coglioni o riempiamo di botte anche te”: dice arrabbiato uno dei tre. Il teppista colpito in viso subentra
:”ME NE SBATTO ER CAZZO! Sia che tu vada via o meno te apro er culo stronzo!!!”: Lorenzo sarebbe tentato di andar via, ma la rabbia a questo punto è più forte del senso di autoconservazione
:”Ehi!”: prorompe il ragazzo roscio a terra :”non ti avevo detto già ieri di non intrometterti??”:
:”Cosa preferisci? Che io non ti dia retta o che di salva il culo??”: il ragazzo rimane interdetto. Lorenzo si rigira verso gli aggressori e tenta un altro corpo fortunato. Il pugno però viene parato con facilita, adesso la sua guardia è aperta, non fa in tempo ad accorgersene, un forte dolore parte dalla pancia quando un pugno dell’aggressore arriva, per un attimo gli manca il respiro. L’aggressore commenta
:”Non se pò esse sculati du' volte de seguito”: dopo un secondo pugno, con l’altra mano, stavolta colpisce Lorenzo in volto. Si sbilancia, indietreggia. Una goccia rossa cade sul terreno, seguita da altre tre, tutte provenienti dal suo naso. Cerca di pulire il sangue che sta arrivando alle labbra con la mano ma il rosso continua a sgorgare. Ora fa fatica a respirare dal naso. Nella sua mente inizia a presentarsi l’idea che potrebbe non essere stata la migliore delle idea immischiarsi in una rissa dato le sue doti non esattamente atletiche. La rabbia interiore continua a bruciare. Gli arriva un altro pugno da un altro degli aggressori, stavolta la guardia non era aperta, riesce a pararsi con le braccia appena in tempo. Sorride, ora è il suo turno. Con la mano destra blocca il braccio all’avversario poi gli tira una serie di pugni con la mano sinistra sul volto dell’avversario. Riescono a stordirlo ma non abbastanza, riesce a bloccare il quarto pugno. Si sporge leggermente prima di colpirlo col la testa, ancora, ancora e ancora. Dal naso esce sempre più sangue. L’avversario lo lascia, subentra il secondo del gruppo, un altro pugno alla pancia che Lorenzo non riesce a parare, questa volta riesce a farlo piegare a terra e gli impedisce di respirare per una ventina di secondi. Il primo del gruppo a cui Lorenzo aveva colpito il viso si avvicina. Il ragazzo roscio cerca di fermarlo
:”Levate dai coglioni!!”: gli urla l’aggressore mentre lo fa cadere con una gomitata in pieno petto. Arriva davanti a Lorenzo, lui prova a rialzarsi ma è troppo debole, non ci riesce. Una ginocchiata colpisce il lato destro del suo volto mandandolo completamente a terra. Solo ora capisce cos’è la rabbia che sente dentro, non contro chi fa del male, ma contro sé stesso, perché incapace di difendere le persone che gli stanno in torno, incapace di essere come quei personaggi dei fumetti, che lui tanto ammira. Vede con la coda dell’occhio il ragazzo che ha provato a difendere indietreggiare a fatica prima che i teppisti inizino a prenderlo a calci. Sente dolore ovunque, alla pancia, al viso, alle gambe, alle braccia…. In cielo poi lo rivede il piccolo falco che stavolta atterra sul ramo di un albero poco lontano scrutando senza ombra di dubbio la scena. Una mano si poggia sulla spalla del primo teppista, lui si gira per vedere, un pugno rapidissimo, dall’alto colpisce il suo volto, il naso si spezza rumorosamente. Lui si mette le mani sul naso, tra le dita il sangue scende copiosamente
:”ARRRR… FIGLIO DI PUTTANA!!!!!!”: gli altri lasciano perdere Lorenzo e si gettano contro l’uomo misterioso, ha una vestito strano, marrone e fatto con fasce di stoffa. Un pugno punta alla sua faccia, lui lo evita e tira una forte gomitata alla gola del teppista, lui si accascia cercando di riprendere fiato. Un altro pugno dall’ultimo, l’uomo prende il braccio e lo spezza, lui urla. Subito dopo i teppisti iniziano a correre. Lorenzo e il roscio iniziano ad alzarsi, anche se a fatica
:”Alberto Ionio e Lorenzo Contu…”: le loro facce impallidiscono
:”Co… Coom”: Lorenzo viene interrotto dall’uomo prima di poter finire la domanda
:”So i vostri nomi perché noi vi osservavamo da molto tempo”:
:”Voi?”: chiede confuso Ionio
:”Si giusto, quasi dimenticavo. Mi chiamo Francis e sono uno dei membri della progenie dei falchi”:
La faccia di Lorenzo è confusa come quella di Ionio. :”La… Progenie dei falchi??? Che cazzo? E’ una sorta di setta??”: Chiede Lorenzo con un misto di timore e curiosità
:”Setta non è un termine che si addice all’organizzazione di cui faccio parte, diciamo che siamo più che altro una società che punta a reclutare persone come voi”:
:”Come noi?”: continua a chiedere Lorenzo
:”Persone desiderose di fare la loro parte, di fare giustizia. Non ci si getta a capofitto contro dei teppisti per salvare qualcuno solo per educazione famigliare, c’è una forza dentro di te, lo sai anche tu, ribolle da quando sono cadute le torri a New York”: la frase colpisce Lorenzo come un fulmine a ciel sereno. Non fa in tempo a fare domande, l’uomo riprende la spiegazione
:”Anche tu Alberto, vuoi fare giustizia dalla morte dopo la morte di tuo padre”: Stavolta è Ionio a venir colto nel profondo, Lorenzo non fatica ad accorgersene
:”Io vi offro una possibilità”:
:”Per fare cosa??”: chiede Ionio
:”Giustizia. Nel corso dei decenni la progenie ha sempre avuto gli occhi su tutti i possibili membri e le orecchie pure. Voi siete stati selezionati”:
:”Volete renderci dei vigilantes??”: chiede Lorenzo
:”Vigilantes forse è una definizione un pelo troppo generalista ma… sostanzialmente si”: risponde Francis  con un lieve sorriso, Lorenzo e Alberto non riescono a trattenere lo stupore e lo scetticismo. Il primo inizia a parlare
:”Senti….. non che io non apprezzi che tu ci abbia appena salvato il culo ma….”:
:”Ma cosa? Un po’ di scetticismo?”: chiede il salvatore interrompendolo. Lorenzo risponde annuendo, si vede una certa ovvietà nel gesto
:”Comprendo bene, anche io ero scettico e scoraggiato all’inizio. Ma la progenie vi offrirà vitto, alloggio e soprattutto addestramento, per poter fare quello che dovete. Se volete rinunciare all’occasione ok, non siete obbligati, solo una cosa, rifletteteci bene”: Lorenzo è confuso e indeciso, glielo si legge in faccia, ma non Alberto, lui impiega molto poco a dare un responso
:”Accetto!!!”: la risposta è dura e decisa, malgrado il poco tempo impiegato per prendere la decisione, è evidentemente convinto di essa
:”Lorenzo?”: chiede Francis
:”Per quanto la proposta è interessante…. Declino l’invito”: Francis gli porge la mano destra, tiene un bigliettino con sopra scritta una via e un numero civico
:”Nel caso tu ci voglia ripensare”: non riesce a nascondere un po’ di amarezza nello sguardo :”Alberto, se vuoi seguimi adesso o preparati qualcosa a casa e poi vieni ti lascio un biglietto come il suo”:
:”No, non ho niente da prendere vengo direttamente con te”: lui annuisce, poi si dileguano salutando Lorenzo con un cenno della mano.
Lui impiega poco per tornare a casa, i suoi genitori si mostrano preoccupati sin dalla prima occhiata, lui impiega una mezzora circa per esporre gli eventi
:”Questa poi….”: commenta Isidoro
:”Tu che vorresti fare??”: chiede preoccupata Eleonora :”Credi davvero che noi ti lasceremmo andare con degli sconosciuti a fare chissa quale strano addestramento???”:
:”No e infatti non gli ho dato una risposta!!”:
:”Pero sei stato a sentire la proposta..”: commenta il padre
:”Si be’ lui mi ha aiutato, senza sarei finito sicuramente al pronto soccorso, ha steso quei tre come se niente fosse”:
:”Per quanto ne sai te potevano essere compici”: commenta Isidoro
:”Credimi no, quelli si sono ritrovati col naso che traboccava sangue e braccia piegate al rovescio”: entrambi i genitori sono visivamente amareggiati, non è difficile capire che il giovane è fortemente interessato. Si limitano a mandarlo in camera per il momento.
Un ora dopo essersi sdraiato squilla in suo cellulare, lui risponde
:”Ehi Lore sono Alessandro”:
 :”Ehi ciao; come va?”:
:”Tutto bene. Senti Valerio ti ha detto se volevi uscire oggi giusto? Soprattutto dopo ieri…”:
:”Si lo so ma… scusa Ale ma non…. Non sto proprio in vena di uscite oggi”:
:”Ok fa nulla, ti capisco, a presto”:
:”Si ciao… grazie comunque”: nella voce di entrambi c’è amarezza e tristezza, come nella voce di tutti dal giorno prima del resto.
Passa il tempo, ormai sono le undici di sera e in casa inizia a sentirsi aria di riposo. I suoi già dormono ma non Lorenzo, lui sta ancora guardando la tv, per la precisione il tg
:”… e ora le notizie di cronaca nera: oggi durante una rapina in una gioielleria sono morte 3 persone tra cui una delle guardie e uno dei proprietari del negozio, i ladri sono riusciti a rubare l’incasso della giornata ed alcuni gioielli per poi dileguarsi prima dell’arrivo della polizia…”: Lorenzo cerca di non ascoltare, prende il telecomando e mette un altro canale :”..la piccola Elisa stavo giocando al parco con i suoi genitori quando un gruppo di criminali è arrivato e….”: cambia ancora :”…ancora sconosciuta l’identità dell’assassino che ha ucciso la scorza settimana ……”. Cambia ancora :”…. Sei morti nell’incendio doloso appiccato..”: cambia ancora, ancora, ancora e ancora ma la sostanza non cambia. Un canale dopo l’altro sente ritornare la rabbia, sente di nuovo i calci e i pugni del pomeriggio. Il respiro si fa sempre più affannoso. Poi tutto finisce quando vede il bigliettino lasciatogli da Francis. Si avvicina al mobile dov’è poggiato, lo guarda, il suo sguardo è deciso, così come la sua mente … finalmente.
La mattina sua madre urla, Lorenzo non è nel suo letto, ne da nessun’altra parte della casa. Il padre arriva, poi nota un foglio poggiato in bella vista
“Mamma papà, ho preso la mia decisione, mi unirò alla progenie dei falchi.
Forse non sarete d’accordo con la mia decisione ma…. Sento dentro di me
Che lo devo fare, che è la cosa più giusta. Vi sentirò al telefono quanto più possibile
Vi voglio bene Lorenzo”
I due coniugi si guardano sconsolati. Ma finalmente, accettano.
Lorenzo intanto scende da un autobus, di fronte a lui una villa, vecchia e con caratteristiche giapponesi. Dei falchi di pietra sono messi quasi ovunque sulla costruzione. Il portone si apre, lui entra dentro, verso una nuova vita

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Capitolo 3
*** Polso dritto ***


Il portone si chiude fragorosamente dietro di lui inquietandolo leggermente, l’atmosfera alquanto cupa non aiuta di certo. Sui muri sono appollaiati dei falchi in pietra, gli ricordano i gargoyle della cattedrale di Notredame. Continua a camminare per una ventina di metri fino a trovarsi di fronte ad una scalinata che porta verso il basso. Gli scalini sono bianchi, limpidi, marmo forse.
Scalino dopo scalino inizia a scendere. Dopo alcune decine di secondi vede della luce sul fondo della scalinata. Finalmente i suoi piedi toccano il fondo, da lì fa solo un paio di passi in più. Si trova in una grande sala circolare circondata da colonne. Il pavimento è di un legno splendidamente lavorato, probabilmente molto antico. La sala non ha un soffitto ma da bensì su di un piano ulteriore. Sente un leggero tonfo dietro di lui, si gira di scatto. Un uomo con un costume grigio scuro lo scruta. Porta una maschera anch’essa grigia con sopra fissata una grossa decorazione di metallo molto simile alla testa del falco pellegrino. L’uomo scruta Lorenzo attraverso della strane ed alquanto inquietanti lenti giallastre. Una katana sta fissata alla sua schiena. Sente un altro tonfo, poi un altro ed un altro ancora finchè non si ritrova completamente accerchiato, saranno una quindicina di individui più o meno.
Il cuore di Lorenzo batte all’impazzata e proprio quando inizia a formarsi nella sua mente il dubbio che non sia stata un buona idea andare lì degli individui emergono dall’oscurità del piano superiore, solo una ringhiera in pietra li divide dal piano sottostante. Si tratta di dodici persone, sei maschi e sei femmine, alcuni hanno tratti chiaramente di origine asiatica, gli altri decisamente di origine mediterranea. Hanno tutti approssimativamente più di ottanta anni. Analizzano Lorenzo, lo studiano. Lui prova a prendere parola
:”Sa… Salve…. Iii… io sono..”: non lo fanno finire, uno degli anziani prende parola
:”Sappiamo bene chi sei, ti abbiamo osservato per settimane, te e molti altri”: la sua voce e profonda ed intimidatoria malgrado l’età. Una signora tra i suoi compagni prende la parola
.”Sì, ma ci era stato riferito che avevi declinato la nostra offerta..”: Lorenzo non riesce a trattenere la vergogna ma riesce comunque a rispondere
:”Ho cambiato idea. Mi è stato detto che qui verrò allenato a combattere, a diventare migliore, per poter fare la mia parte, per trovare un mio posto nel mondo… per non avere più paura”: il cuore gli batte forte e sente i vestiti inzupparsi di sudore, non si è mai trovato a suo agio a parlare difronte agli sconosciuti, non che la situazione di per sé aiuti oltretutto. Gli anziani si limitano a guardare, in silenzio. Senza preavviso i “falchi” si scansano lasciando libere le scale, tranne uno che si stanzia al lato di queste. Gli anziani prendono di nuovo la parola
:”Seguilo, lui ti mostrerà il tuo alloggio”: Lorenzo obbedisce senza obbiettare o fare domande, meglio non accaparrarsi l’antipatia di quelli ha già capito essere i grandi capi.
Per il tragitto sulle scale il falco resta muto solo arrivati in prossimità di alcune altre scale sul piano superiore parla
:”Sapevo che alla fine avresti cambiato idea, ne ero quasi sicuro”: la voce e famigliare, non ci mette molto a riconoscerla
:”Francis?”:  lui lo guarda pur non potendo vedergli la faccia è sicuro che sotto quella maschera stia sorridendo compiaciuto
:”Il tuo allenamento inizierà nel pomeriggio, per ora resta nel tuo alloggio, verrò io a chiamarti quando sarà il momento:”
:”Ok…. Tra quanto arriviamo al mio alloggio dato che l’hai nominato”: Francis si ferma, Lorenzo fa ancora un paio di passi prima di accorgersene. La sua guida indica la porta a fianco, non si era reso minimamente conto di aver percorso così tanto. Francis apre la porta per permettergli di entrare. La stanza è alquanto spartana, un letto, un armadio e un comodino, il bagno è dietro ad una porta difronte alla porta della stanza
:”Ti è concesso mantenere i contatti di qualunque tipo con amici e parenti. Per ora ambientati pure”: Lorenzo si limita ad annuire. Francis chiude la porta.
Lorenzo inizia ad ambientarsi, non molto facile data la situazione. Si siede sul letto grigio, vi poggia sopra lo zaino rosso che si è portato. Da dentro tira fuori il suo nokia, dalla rubrica trova il numero di casa sua, ci vuole un po’ la sua mano trema troppo. Parte la chiamata, la madre risponde, la sua voce è ansiosa
:”LORENZO!!! TESORO COME STAI????”: Lorenzo deve allontanare per un attimo il telefono dall’orecchio per quanto è alto il tono
:”Sto…. Sto bene mamma”: fa fatica a parlare :”Avete letto….. il messaggio?”:
:”Certo che si ma…. Tesoro, ti preghiamo… ritorna a casa!”:
:”Io…. Non…. Non posso proprio ora”: subentra il padre
:”Perché? Ti tengono lì con la forza??”:
:”No ma… ma lo devo fare, e sento nel mio cuore, che sto facendo la cosa giusta”: i genitori restano in silenzio per qualche secondo poi la madre risponde
:”OKKKKkkk ma… promettici che ci chiamerai ogni giorno, promettilo!!”:
:”Ve lo giuro… Ve lo giuro su ciò che ho di più caro al mondo”:
:”Ok….. allora per ora è tutto immagino. Ti vogliamo bene…. ricordalo sempre”:
:”Buona fortuna”: aggiunge il padre. Lorenzo li saluta poi chiude la chiamata. Resta immobile e senza che se ne accorga passano un paio d’ore. Francis, stavolta senza costume, apre la porta della stanza e gli lancia dei panni piegati
:”Indossali, quando hai fatto scendi nella stanza da cui ti ho accompagnato”: Lorenzo annuisce. In un paio di minuti indossa l’uniforme che gli è stata data. E’ grigia scura molto aderente, cosa che fa risaltare il suo fisico quasi scheletrico. Indossa le calzature che gli sono state lanciate insieme ai panni, gialle molto scure senza lacci, in stoffa flessibile ma resistente.
Mentre scende il respiro si fa affannoso, sempre di più. Infine piedi posano di nuovo sul pavimento in legno della sala incontrata poche ore prima dentro ci saranno una ventina di giovani. Uno lo riconosce in fretta Alberto coi suoi capelli rossi, gli altri non gli dicono nulla, solo uno ragazzo forse di un paio di anni più grande e una bella ragazza dai capelli castani attirano la sua attenzione, per il resto nulla. Poi pero nota qualcuno che conosce molto bene, un ragazzo alto dai capelli castani
:”Francesco!!”: esclama felice Lorenzo. L’altro si gira, stranito sulle prime, ma quando vede Lorenzo diventa improvvisamente euforico
:”Oh cazzo ciao Lo’!”: i due si abbracciano
:”Che cazzo ci fai anche tu qui??”: chiede perplesso Lorenzo
:”Ah boh, si vede che le mie doti atletiche abbiano attirato l’attenzione di questi cari signori”: risponde con un certo sarcasmo :”Tu invece? Come mai ti hanno “preso”?”:
:”Sinceramente? Sto ancora cercando di capirlo”:
:”Che minchia significa?”:
:”Non so, sento di dovermi trovare qui…. Ma un’altra parte di me dice il contrario”:
:”A quale parte vuoi dare ascolto?”:
:”Mi trovo qui no?”: accenna ad un sorriso, l’amico gli mette una mano sulla spalla e sorride a sua volta.
Le mura perimetrali scendono nel pavimento rivelando una zona nascosta. Inizialmente gli spazi liberati sono completamente avvolti dall’ombra poi un dopo l’altro dei neon si accendono rivelando armi da taglio vere e in legno, manichini e qualunque cosa adatta all’addestramento di combattenti. In mezzo alle varie aree i “falchi” tra cui Francis accolgono le nuove leve. Dopo qualche minuto inizia ufficialmente l’allenamento.
Gli allievi sono in piedi in cerchio, al centro Francis ed un altro falco danno una dimostrazione di lotta. Sono veloci, quasi impossibile seguirne i movimenti, i pugni sono rapidi e di inaudita precisione, tutti provenienti dall’alto, come l’attacco in picchiata di un falco pellegrino, alcuni esemplari di questa specie osservano la scena dai loro nidi, disposti intorno all’area di allenamento.
Lo scontro pur essendo di dimostrazione è intenso, tutti restano a bocca aperta. Dopo solo alcuni minuti lo scontro di dimostrazione finisce, Francis e il suo avversario sono del tutto incolumi, tranne per un paio di ematomi e il filo di sangue che esce dal naso di entrambi, se lo tolgono col dorso della mano. Francis inizia a parlare
:”Nello scontro che avete appena visto vi abbiamo mostrato pressoché tutte le mosse offensive e difensive dello stile del falco, ora vogliamo che facciate lo stesso contro i manichini, so bene che ancora non conoscete le varie tecniche, quindi per ora limitatevi a seguire queste direttive: i colpi devono partire dall’alto, devono essere i più rapidi possibili, i più precisi possibili e soprattutto, se puntate sulla vostra collera… non fatelo”: tutti i neofiti restano interdetti. Fioccano i commenti, nessuno comprende l’ultima direttiva. Alberto prende parola
:”La collera non dovrebbe farci dare colpi più forti?”:
:”Classico errore da rissa di strada. Sì; è  vero… se la si incanala, la collera se deve essere usata deve potenziare i colpi che vengono inflitti non farli partire. La collera non deve mai prendere il controllo dello scontro o gli attacchi saranno casuali, più potenti ma facili da schivare e vi faranno sprecare energie preziose. Ci vogliono anni per riuscire ad incanalare la rabbia nello scontro nel modo giusto. Per il momento limitatevi a seguire le direttive che vi ho dato”:
Gli allievi eseguono.
Lorenzo inizialmente fatica anche solo a colpire i manichini, non si era mai interessato prima d'ora al combattimento, e si vede. Il polso è tenuto nel modo sbagliato e dopo pochi colpi inizia a far male. Anche le nocche dopo un po’ risentono degli impatti e si arrossano. Guardandosi intorno nota di non essere l’unico ad avere difficoltà, anche Alberto sta visibilmente avendo dei problemi con la postura delle mani.
:”Tieni le mani nella maniera sbagliata”: dice una voce femminile dietro di lui. Girandosi vede la ragazza che aveva notato appena arrivato. Arrossisce un istante per il commento
:”Mai stato molto atletico”: risponde mentre si passa la mano sulla nuca imbarazzato. Lei accenna un sorriso mentre si avvicina al manichino
:”Il polso deve essere più duro e soprattutto dritto, così”: un destro colpisce il manichino molto più forte di quanto Lorenzo non sia riuscito a fare. La ragazza lo invita a riprovarci seguendo l’esempio, il pugno colpisce il manichino con più forza ma il polso si piega di nuovo all’impatto non cambiando la sostanza più di tanto. Lei gli prende il braccio. Tiene il suo polso ben dritto con la sua mano poi tira un pugno insieme a lui. Il risultato è molto meglio
:”Vedi? Ora si ragiona. Per altro quasi mi dimenticavo, io sono Erica”:
:”Lo-Lorenzo, cioè, m-m-m-mi chiamo Lorenzo”: da lontano Francesco li vede e sorride. Il volto di Lorenzo diventa rosso porpora quando se ne accorge.
Nel pomeriggio inoltrato la progenie tiene delle lezioni, come a scuola, queste si concentrano soprattutto su anatomia, chimica e investigazione. Lorenzo impara sin da subito a distinguere i vari tipi di droghe e veleni, le zone del corpo da colpire per causare maggior dolore, utile in combattimento o per ottenere informazioni, impara anche a distingue i tipi di schizzi di sangue.
Durante la lezione tutti stanno ad ascoltare attenti uno più di tutti, Alberto, lui appare più concentrato di tutti, assimila ogni singolo dettaglio. Anche Lorenzo fa lo stesso, anche se le mani tramano leggermente mentre scrive a causa dei pugni dati tempo a dietro, le nocche sono ancora rosse e infiammate, ma quasi non le sente, inizia a sentirsi bene finalmente.
La sensazione continua per tutta la sera, anche per i giorni seguenti e per quelli dopo ancora, man mano che il suo corpo si fortifica pur lentamente.
Dopo un mese le mani non fanno più male i pugni sono molto più potenti rispetto a prima, tanto che dal manichino si staccano dei pezzi ad ogni sessione. Alcuni suoi compagni iniziano a dire che dentro di lui lui si nasconda il diavolo per la violenza con cui colpisce il manichino e per l’espressione terribilmente sorridente che ha mentre lo fa, considerando soprattutto che le nocche grondino sempre sangue. Solo tre persone stanno tranquillamente vicino a lui allenandosi al suo fianco, Erica, Francesco e Alberto.
Per un anno, gli allenamenti corpo a corpo continuano durante i quali gli allievi imparano i vari pugni e parate che devono apprendere.
Alla soia dell’anniversario dell’inizio di questo viaggio, pur ben lontani dalla meta gli anziani decidono di fare un piccolo torneo, per la precisione una battle royal tutti contro tutti, per constatare quale allievo abbia imparato di più dagli insegnamenti dati sin ora.
 La sera prima dell’evento Lorenzo, dopo aver chiamato i suoi genitori come ogni giorno da quasi un anno si siede sul letto e guarda con sguardo tranquillo il muro beige della sua camera, sorride, sa che può farcela, gli basterà  solo tenere il polso dritto

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