The Rising Stars

di slenderguy93
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio ***
Capitolo 2: *** Buttare i fondamenti ***
Capitolo 3: *** Ferie movimentate ***
Capitolo 4: *** La fuggitiva della missione impossibile, parte 1 ***



Capitolo 1
*** L'inizio ***


 
 
Nel buio della notte, le fiamme che divorano il mastodontico castello gotico risplendono a leghe* di distanza. Da esso, risuonano formidabili onde d’urto che spazzano via bandiere, merli, ed anche pezzi interi di mura e torri.
La causa di tutti quei danni sono due individui, che stanno duellando l’uno con l’altro: un giovane armato di una katana splendente, ed un uomo robusto e muscoloso che lo fronteggia a mani nude. Il primo lancia fendenti  che causano intense distorsioni spaziali bloccate quasi svogliatamente dal secondo, che invece genera spessi raggi ed ondate di energia distruttiva con tale rapidità e precisione, da costringere l’altro a tenersi in costante movimento.
I movimenti dei due sono impossibili da seguire per un comune essere umano, difatti spesso lasciano dietro di sé molteplici immagini residue. Lo spadaccino cerca senza successo di portare a segno degli attacchi diretti, ma sta anche incredibilmente attento a non farsi neanche sfiorare: sa bene che subire anche solo un colpo porrebbe fine allo scontro.
Ad un certo punto il combattente più forte allarga le braccia ai lati del corpo, quasi ad invitare il nemico a farsi sotto. Questi assume una posizione difensiva per qualche secondo, mentre lancia alcune magie e viene ricoperto dalla stessa strana energia che rilasciava la sua arma… poi si scaglia in avanti ad una velocità doppia rispetto a quella tenuta fino a quel momento.
A quel punto un cerchio mistico si attiva al centro del cortile, e sopprime le distorsioni che permeano lo spadaccino rallentandolo. Allo stesso tempo, le mani del guerriero disarmato sbattono l’una sull’altra, generando una possente onda d’urto che indebolisce ulteriormente la carica nemica, e spazza via vaste porzioni delle mura danneggiate.
Quindi all’arrivo del giovane che ha a quel punto attivato gli incantesimi caricati, fa prima uno strano gesto, mormorando una singola parola… poi afferra fulmineamente il suo braccio bloccando la lama a pochi millimetri dalla propria gola, mentre ogni forma di magia da lui generata  viene disattivata.
“…basta così.” Con queste due parole, stringe la presa spezzando all’istante le ossa dell’avambraccio nemico, e lo lancia in aria centrandolo subito con un singolo pugno allo stomaco. Per qualche frazione di secondo il giovane rimane sospeso per aria… poi una mostruosa esplosione d’aria devasta ogni cosa scagliandolo a miglia di distanza, e facendo crollare su sé stesso quanto resta del castello.
Il muscoloso combattente lo osserva svanire in lontananza, quindi si gira verso i resti del complesso principale, e si avvicina esaminando le macerie. Con un cenno della mano varie tonnellate di pietra iniziano a levitare, fino a che non trova quanto sta cercando: una donna svenuta e coperta di ferite.
La osserva assorto per qualche istante, poi la solleva telecineticamente lasciando cadere intorno a loro l’ammasso roccioso levitante. Infine… la schiaffeggia con forza, a più riprese.   
“Svegliati. Voglio che tu sia cosciente, quanto ti spedirò a tenerle compagnia… così magari ti ricorderai di scusarti come si deve.” Lei apre lentamente gli occhi, mentre un rivolo di sangue inizia a fluirle dal labbro spaccato. Dopo alcuni secondi focalizza lo sguardo sull’uomo di fronte a lei.
“Di—“ lui le serra la bocca fissandola con freddezza, mentre nell’altra mano inizia ad addensarsi una sfera di puro potere distruttivo.
“—Non ho più interesse nell’ascoltare ciò che hai da dirmi. Questa storia si conclude qui, ____.” Mentre avvicina il colpo magico al suo petto però un lampo lo colpisce, tagliandogli un tendine e creando uno squarcio fumante sul suo gomito, facendogli inoltre perdere la concentrazione e l’incantesimo.
“…sarò io ed io soltanto, a decidere quando basta, ____.” Lo spadaccino è ritornato, ed ora impugna la katana con il braccio sinistro. Al suo fianco, una ragazza mora vestita di rosso sta guarendo il destro con un incantesimo curativo, e davanti a loro un altissimo cavaliere in armatura brandisce un’enorme lancia crociata ancora crepitante d’elettricità.
“____ vattene, ti prego!”
“…mai. Dovresti sapere bene che non posso farlo.” Il ragazzo però resta sordo alla supplica della donna. Ora il suo braccio è guarito, e lui impugna nuovamente la spada a due mani.
“Voi due statene fuori: questo è qualcosa che devo compiere da solo.” Alle sue parole il cavaliere e la ragazza si scambiano uno sguardo combattuto, ma si fanno ugualmente da parte. Il suo avversario invece scuote la testa un po’ dispiaciuto ed un po’ seccato.
“Avrei preferito risparmiarti, era la mia unica concessione a questa sgualdrina. Inoltre, insieme a _____, sei la giovane promessa che rispetto di più… ma visto che continui ad interferire, non mi lasci altra scelta.” la donna viene scagliata all’indietro, quindi con un immane rilascio di aure, i due  si lanciano nuovamente l’uno contro l’altro.
 
 
L’universo ha un inizio, ma non una fine.  E poi le stelle… anche loro hanno un inizio, ma periranno per via della loro stessa energia.
Si estingueranno.
Coloro che possiedono il dono dell’intelligenza, sono in verità i più sciocchi, è piuttosto evidente… basta osservare la storia.
In un certo senso, questo può essere considerato l’ultimo avvertimento di Dio a coloro che resistono.
(Rintaro Okabe, scienziato ‘pazzo’ freelance)
 

In un enorme sala da pranzo elegantemente arredata, quattro persone siedono attorno ad un tavolo lungo almeno una settantina di metri. Stanno consumando un abbondante pasto diviso in diverse portate, le quali vengono poste e rimosse da un paio di camerieri che attendono poco distanti.
Ciascuno dei commensali porta sugli abiti un marchio argentato, eccetto uno di loro che l’ha dorato; lo stesso si trova ricamato anche su un arazzo che occupa una vasta porzione di muro della sala.
“Congratulazioni tesoro! Sei già riuscita a classificarti seconda, nonostante tu abbia iniziato a partecipare seriamente da così poco…” una giovane donna dai lunghi e mossi capelli color ciliegia, sorride in risposta dei complimenti dell’uomo a capotavola. Anche lui ha lo stesso tipo di chioma, e un paio di piccoli corni che gli spuntano sulla parte superiore della fronte.
“…Ti ringrazio, padre. Pure io sono stupita di aver ottenuto una simile serie di successi… sembra che i Rating Games* siano quasi una mia seconda natura.” Replica lei con una risatina. Ciò porta la donna sedutale di fronte a scuotere lentamente il capo.
“…Roygun, dovresti assumere un atteggiamento un po’ più serio a riguardo. Aver raggiunto quella posizione in classifica ti porterà ovviamente a molti benefici… ma anche a degli oneri. Sii più consapevole delle tue azioni…” lo sguardo della donna scivola in modo appena percettibile sul ragazzino al suo fianco. Sembra avere circa dieci anni, ed ha i suoi stessi capelli color notte, ma alcune ciocche sono rosse come quelle di Roygun e del Capofamiglia; i suoi occhi sono invece di un lucente perlaceo e risplendono di entusiasmo e ammirazione mentre fissano la giovane all’altro lato del tavolo.   
“…e di ciò a cui potrebbero portare, ormai sei un’adulta da diversi secoli. Comunque… ben fatto, figlia mia.” Le ultime parole della donna lo fanno quasi scattare come una molla dalla sedia, neanche fosse il segnale che stava aspettando.
“La mamma ha ragione, sei fantastica sorellona! Inizierò subito ad allenarmi anche io!” l’interessata sente gli angoli della bocca piegarsi irrefrenabilmente verso l’alto, ed alla fine si mette a ridere ancor più di prima.
“…Grazie madre, terrò bene a mente le tue parole. E grazie, Regyl, ma fossi in te… cercherei di comunicare in modo un po’ più composto, a tavola.“ dice Roygun sforzandosi di tornare seria, mentre di fronte a lei il fratellino subiva una materna e micidiale tirata d’orecchio doppia per aver dimenticato le buone maniere(doppia in quanto sia metaforica che fisica).   
“Inoltre, devi assicurarti che questi allenamenti non interferiscano con i tuoi studi. Il nome dei Dantalion è sinonimo di suprema conoscenza tra noi diavoli… non è accettabile che uno dei nostri eredi, trascuri il proprio retaggio in favore di comuni allenamenti fisici.” Interviene il padre sorridendo bonariamente.
Il piccolo annuisce  piano, assumendo un’espressione contrita di circostanza. Il resto della cena prosegue in modo abbastanza tranquillo, ma lo sguardo del secondogenito è ormai più che determinato: ha trovato un nuovo obbiettivo da raggiungere.
Una volta concluso il pasto, i quattro si ritirano nelle rispettive stanze per sbrigare le ultime faccende prima di andare a letto; nel caso di Regyl… si tratta di una breve ricerca sui migliori stili di combattimento. Deviando prima nella colossale biblioteca del castello, recupera rapidamente alcuni libri sull’argomento, quindi raggiunge la camera riponendoli sulla scrivania. 
Non ha ancora un piano preciso in mente, tutto ciò che sa è che vuole diventare forte ed affidabile come la sorella… e il primo passo che ha deciso di compiere è aggiungere un addestramento marziale ai suoi studi generali e sulla magia. Apre uno dei libri, e con un intenso respiro, inizia a leggerlo.
 
Pochi giorni dopo, nella Marca dei Phenex
 
“Buon compleanno, Raiser.” Regyl porge telecinaticamente un pacchetto ad un ragazzino biondo dall’aria tronfia poco più grande di lui, facendogli inarcare le sopracciglia. Entrambi vestono in modo ancor più elegante del solito, sebbene per gli standard infernali quelli possano essere tranquillamente definiti semplici abiti da festa. 
“…ti dà così fastidio far lavorare un po’ i servitori? Non trovo usare la mente sia tanto diverso dal darmelo con le tue mani.” Il Dantalion ridacchia piano osservando una cameriera prendere il regalo riponendolo su un vassoio d’argento, per poi porlo davanti al suo padroncino.
“L’etichetta prevede solo che i nobili non consegnino qualcosa di persona… e la telecinesi non è una ‘persona’. Non ti facevo così rigido…” l’altro scuote le spalle, mentre scarta l’oggetto del discorso. Poco sorprendentemente il dono è…
“…un libro. Non me lo sarei mai aspettato, da parte di un membro del tuo casato.” Fa ironicamente il festeggiato. Si trovano nella sala banchetti del castello principale del Casato Phenex, insieme a numerosi domestici, ed a oltre un centinaio di ospiti tra giovani rampolli ed accompagnatori (parenti, e/o più frequentemente, altri servitori del loro casato).
Dopo aver scambiato qualche altra parola con il Phenex, Regyl lascia il posto ad un altro ragazzino dall’aspetto delicato, ed inizia ad esaminare l’ambiente. I suoi genitori si trovano entrambi vicini ai padroni di casa, e stanno discutendo amichevolmente con loro: i due clan hanno collaborato molto frequentemente in passato, e infatti sia loro quattro, che i loro primogeniti possono tranquillamente essere definiti in ottimi rapporti.
Raggiunge un tavolo carico di bevande dove recupera un bicchiere di succo d’uva, e prende a passeggiare lungo le pareti osservandole distrattamente. Su di esse sono appesi numerosi arazzi elaborati di cui ormai ricorda la trama a memoria, ed anche alcuni televisori ultrapiatti (aggiunta relativamente recente dell’erede) che hanno attirato alcuni osservatori, ma non sembra trovare nulla che attiri la sua attenzione.
L’unica cosa a smuoverlo un po’, è la vista di una coppia di bambine impegnate a discutere animatamente su chi delle due sarà il ‘Re’ migliore una volta ottenuta la scacchiera demoniaca*. Mostrano all’incirca otto anni, ed una ha dei lunghi capelli cremisi, occhi blu-verdi, ed un aria estremamente volitiva; l’altra invece ha un caschetto nero, occhi violetti sormontati da un paio d’occhiali, e un espressione calma e calcolatrice.
Il ragazzino passa oltre ridacchiando tra sé e sé: invidia un pochino il rapporto tra quelle due, visto che il giovane della sua età con cui interagisce più frequentemente, non ha carattere ed atteggiamento molto compatibili con lui. Proprio in quel momento sta ridendo compiaciuto alle adulazioni ricevute da colui a cui aveva lasciato posto poco prima, l’erede degli Astaroth.
Cercando di ignorare il piccolo galletto ed il suo viscido interlocutore, raggiunge uno dei tavoli adibiti alle cibarie, trovandoci in corso una seconda discussione molto meno amichevole rispetto a quella tra le due di prima. I due rampolli a generarla, che attualmente sembrano sul punto di saltarsi alla gola vicendevolmente, sono una ragazzina dai capelli biondo pallido e gli occhi rosa vestita in modo particolarmente raffinato, ed un piccolo teppista dalle orecchie appuntite ed i capelli verdi sparati.
“Non è che potresti fare un favore a tutti i presenti, e lavarti la bocca con qualche chilo di sapone, Zefordoll?! Stento a credere che ti considerino ancora il secondo in linea di successione… ogni volta che le dai fiato, porti vergogna al tuo casato!” alle parole della diavoletta, il punk tira un ‘eeehh?!’ e fa una faccia intimidatoria.
“…se ci presti così tanta attenzione, allora c’è qualcosa che ti interessa a riguardo. Troppo timida per chiedermelo direttamente, Agares? Ma io non sono sicuro di volermi slinguazzare una cagnetta così irrispettosa.” La sua brillante(per i suoi standard) replica, la fa arrossire dalla rabbia, e sembra quasi sul punto di gettargli in faccia il contenuto del bicchiere che ha in mano… ma l’arrivo di un altro giovane diavolo salva la situazione.
“Zefordoll, per l’amor di Satana, dacci un taglio! E Seekvaira, mi spiace per la scortesia di mio cugino… ti prego di soprassedere, per questa volta.” Il nuovo diavolo mostra un anno o due in più dei contendenti, ed ha un aspetto simile al teppista ma i tratti un po’ meno selvaggi, oltre ad emanare un’aura molto più calma di lui.
“…e sia, per stavolta passi. Dopotutto, sarebbe di cattivo gusto attaccare briga in questa situazione.” I due cugini si allontanano, e la bionda scuote la testa contrariata. Getta un occhiata disinteressata al cibo, e dopo aver riposto la bibita fa per allontanarsi.
“Seekvaira, è un piacere rivederti. Come vanno gli studi?” fa il Dantalion con un sorriso avvicinandosi a lei. Lascia anche lui il bicchiere vuoto ad un cameriere, e intanto si procura degli snack.
L’Agares sposta lo sguardo corrucciato su di lui, e subito si sforza di calmarsi.
“…Regyl. È un piacere anche per me. Gli studi procedono in modo soddisfacente, secondo mio padre dovrei essere in grado di assumere degli incarichi di prova entro pochi anni. I tuoi invece?” lui ridacchia.
“Anche i miei, tanto che stavo pensando di integrarli con qualcosa di mio interesse. Ti va di fare due passi fuori?” lei non esita un attimo, e si dirigono all’ingresso spiegando ai domestici di voler ammirare il giardino. Esso si estende per chilometri attorno a tutto il castello, ed ospita numerosissimi tipi di piante ed alberi.
Solo in pochi stazionano qui fuori, perciò trovare un luogo tranquillo non è affatto difficile. Quindi il ragazzino si concentra sulla coetanea… visto che ha un’attitudine insolita tra i diavoli, notoriamente egoisti, opportunisti, e tendenzialmente crudeli: il non sopportare l’ingiustificata sofferenza altrui.
“Dunque… ultimamente hai trovato qualche nuova aggiunta per la tua mech-ollezione?” lei arrossisce nuovamente, stavolta per l’imbarazzo. Però una luce entusiasta le si accende negli occhi, mentre fissa incuriosita l’interlocutore.
“…mi verrebbe da chiederti come hai scoperto del mio hobby, ma immagino già come mi risponderesti. Comunque sì, poco tempo fa ho ottenuto un modellino in edizione limitata di Gundam, e non hai idea di quanto sia meraviglioso! Ogni particolare, perfino le cromature—“ …e l’erede degli Agares parte per la tangente descrivendogli minuziosamente le innumerevoli qualità del suo ‘tesori’. Il ragazzino la ascolta divertito, pensando che effettivamente mettersi alla guida di un robot gigante potrebbe essere un’alternativa interessante al volo su ali o ai soliti cerchi di teletrasporto… ma il discorso che sente provenire da alcuni invitati giunti pochi minuti dopo, lo distrae completamente.
“…quindi ormai è ufficiale. Un vero schiaffo in faccia per il casato Vapula, ma conoscendo Lord Bael non mi sorprende più di tanto. Peccato per quel ragazzino però, aveva fegato e determinazione da vendere… un  vera sfortuna.” Il nobildiavolo che sta parlando scuote la testa, mentre i suoi accompagnatori sospirano. Tuttavia a Regyl è chiaro che come al solito, stanno semplicemente dando fiato alla bocca, e in realtà la cosa non li tocca minimamente.
Al suo fianco Seekvaira, che aveva smesso di parlare e si era messa pure lei ad origliare, assume un’aria un triste ed abbattuta.
“…quei tizi. Stavano parlando di Sairaorg, vero? Che accidenti sta succedendo?” le chiede lui scosso. Ha un gran brutto presentimento a riguardo.
“…tu sai che lui non ha mai fatto uso del potere del suo clan, vero?” il ragazzino annuisce seriamente.
“Il fatto è che… non può farlo: non ha ereditato quella capacità, ormai questo è un dato certo. Ed essendo il primogenito, figlio dell’attuale Gran Re… beh, credo che tu riesca ad immaginare come l’ha presa il padre. Ora il nuovo erede è il secondogenito Magdarian, e lui e sua madre invece—” lei, che man mano che procedeva col discorso si faceva sempre più cupa, si interrompe. Dopotutto, non ha bisogno di concluderlo: il resto è piuttosto facile da immaginare.
Per i diavoli le cose più importanti sono prestigio e potere. Ognuno dei clan dell’Inferno fa tutto il possibile per tenere alto l’onore della famiglia, e il nome di ciascuno di essi rappresenta una qualità o un potere specifico: i Phenex ad esempio hanno il dominio sul fuoco ed il vento, i Sitri sull’acqua, e i Dantalion sulla conoscenza ed i segreti, che per loro non possono essere considerati tali.
I Bael… sono il primo dei 72 Pilastri, i più antichi e potenti tra i casati, che sono stati creati da Lucifero in persona. Sono sempre stati un punto di riferimento tra essi, ed il loro marchio di nascita è il potere della Distruzione: la capacità di generare un aura che incarna la disintegrazione stessa.
Ma colui che avrebbe un giorno dovuto ereditare il titolo di Gran Re, ed assumere un ruolo di guida tra i diavoli, era qualcuno privo di questo retaggio. La nascita di bambini che non ereditano il potere specifico del  clan non è rarissima, sebbene sia poco comune… tuttavia sembra che l’orgoglioso capoclan dei Bael non abbia accettato la cosa, ritenendola un affronto al suo onore.
I due restano in silenzio per diversi minuti, persi nei loro pensieri. Poi il ragazzino si volge nuovamente verso l’Agares.
“…sai dirmi dove li ha spediti?” lei si morde piano le labbra, ma prima che riesca a rispondere…  
“PADRONCINA!!!” l’urlo terrorizzato di una domestica risuona innumerevoli metri sopra di loro, ed una piccola figura bionda che indossa un bianco vestito merlettato, piomba giù dal quinto piano del castello. Regyl e Seekvaira assumono un espressione incredula, ma subito lui si riprende e si alza in volo afferrando la mini-meteora qualche istante prima che si schianti.      
La cameriera, affacciatosi ad ali spiegate alla finestra da cui era caduta, tira un enorme sospiro di sollievo e ringrazia il Dantalion. La giovanissima praticante di balconing* invece, gli lancia uno sguardo sfrontato.
“Mi hai rovinato la scena. Guarda che avrei potuto benissimo potuto atterrare da sola, sai?” si tratta di una bambina sui cinque anni dai profondi occhi blu, i capelli color paglia, e un aria assurdamente impettita, per una che sta venendo tenuta in braccio dopo quella che sembrava una rovinosa caduta.
“…Ravel. Quale piacevole… sorpresa. Posso sapere perché ti dedichi ad attività così pericolose?” lei sorride ostentatamente.
“Perché voleva trascinarmi di sotto, e io invece volevo fare un altro po’ di pratica di volo.” Gli altri due inarcano le sopracciglia. I Phenex sono un po’ differenti rispetto agli altri diavoli, che nascono con delle ali da pipistrello già funzionanti attaccate alla schiena.
Per poter imparare a volare, devono prima raggiungere un certo controllo sulle loro fiamme naturali… un potere che hanno acquisito grazie ad un contratto stipulato da Lucifero con Bennu, l’antica e potentissima Araba Fenice. Difatti le loro ali sono composte da vero fuoco arcano, che viene influenzato dal potere e controllo di cui dispone il Phenex in questione.
“Quindi sei già in grado di usare le ali?” lei annuisce orgogliosamente, ed agitandosi forsennatamente, si gira tra le braccia di Regyl fino a sporgere la schiena verso l’esterno. A quel punto le spuntano un paio di scoppiettanti ali infuocate, e lei si lancia nuovamente nel vuoto iniziando a piroettare maldestramente ad un paio metri da terra.
Gli altri due intanto la tengono d’occhio, e Seekvaira cerca di restare sotto di lei in modo da afferrarla in caso di caduta… ma non c’è n’è bisogno: dopo neanche un paio di minuti di volteggi, la bambina atterra da sola. Ora ha il viso leggermente arrossato e sudato, e respira un po’ più pesantemente di prima.
Come si aspettavano, è ancora troppo piccola per poter reggere a lungo lo sforzo di voli così sfrenati. Dopotutto, anche se grazie al suo retaggio di sangue ha youki* in abbondanza, il suo piccolo corpo non è abbastanza allenato.
“…Va bene, direi che può bastare: è ora di tornare dentro.” Alle parole della ragazzina dagli occhi rosa, Ravel sbuffa stizzita, ma si lascia prendere per mano e trascinare di nuovo al castello.
“Certo che è una gran seccatura. Queste dovrebbero essere delle feste, non dei ricevimenti… e invece non si trova altro che gente che chiacchera, chiacchera, ed ancora chiacchera!” si lamenta la bambina. Regyl si gratta il capo in difficoltà, ma poi gli viene un’idea che gli fa balenare un ghigno diabolico sul volto.
“Sai Ravel, ci sarebbe un semplice trucchetto per poter sopportare più facilmente tutti questi eventi noiosi a cui ci troviamo costretti a partecipare… e direi che vale anche per adempiere a doveri come studio e simili. Ti interessa scoprirlo?” la piccola sgrana gli occhi e si mette a fissarlo cercando goffamente di nascondere il proprio entusiasmo. L’Agares invece gli punta addosso uno sguardo attento, insospettita dalla sua espressione.
“…E quale sarebbe questo trucchetto, di grazia?” fa la Phenex con aria credibilmente disinteressata.
“Concentrarti sul premio che ti attende dopo di essi: dopotutto sei una diavola, è normale essere ricompensati per lavori e disturbi. E se per caso si trattasse di un dovere richiesto come membro del casato, puoi considerare il tempo libero dopo l’impegno come la ricompensa… esso è fondamentale se ci si vuole dedicare ai propri hobby, vero Seek-chan?” la bambina sembra sia un po’ delusa che un po’ incuriosita, mentre l’altra bionda capisce finalmente dove voleva andare a parare, e cerca subito di correre ai ripari cambiando discorso. Ma è di un attimo troppo lenta.
“Che ne dici inve—“
“—Sorellona Seekvaira, tu che ricompense ricevi? E quali sono i tuoi hobby?” un espressione omicida si forma sul volto della giovane diavola, mentre lo scaricatore di patate bollenti fischietta allegramente guardando da tutt’altra parte.
I tre intanto hanno raggiunto nuovamente l’entrata del castello, dove incrociano Raiser accompagnato da un paio di domestiche, tra cui quella che si stava prendendo cura di Ravel.
“Grazie per aver recuperato la mia sorellina: alla sua tutrice è quasi venuto un infarto quando le è sfuggita. Siete dei veri amici!” l’altro ragazzino sogghigna.
“Prego. Curioso che te ne esca con discorsi del genere solo quando la gente fa qualcosa di utile per te, eh?” il Phenex assume un’aria ferita.
“…ma che stai dicendo, Regyl? Ci conosciamo da ancor prima che imparassimo a camminare, sai bene che ti considero DAVVERO un caro amico!” il Dantalion scambia un’occhiata esasperata con Seekvaira, sul cui viso si forma un sorrisetto appena percettibile. Intanto Lord e Lady Phenex arrivano a prendere in consegna la loro pestifera figliola, e ringraziano anche loro i due giovani diavoli.
Poi si allontanano, ed anche l’Agares se ne va lasciando i due ragazzini da soli.
“Raiser… ho sentito dire che pensavi di dedicarti ai Rating Games, in futuro. Hai già pensato a come prepararti a riguardo?” alla domanda di Regyl il biondo corruga la fronte.
“Beh, credo che per ora guarderò le riprese delle partite di qualche campione… giusto, porgi le mie congratulazioni a tua sorella per l’avanzamento in graduatoria.” L’altro annuisce, e butta lo sguardo su uno dei maxischermi: proprio in quel momento sta mostrando un Game tra uno dei team classificato tra la decima e la ventesima posizione, e l’ex numero due, Bedeze Abadhon. Sebbene non in maniera schiacciante, la partita si svolge in favore del secondo, che però ha un’espressione abbastanza cupa.
“Fossi in te consulterei anche dei testi e resoconti che ne trattino: dopotutto quello che trasmettono è uno show, l’obbiettivo principale è l’intrattenimento. Inoltre, credo sia meglio cominciare ad impratichirsi in combattimento… il fatto che anche il comandante sia un buon combattente, può fare la differenza in uno scontro.”  
“Uh, il primo consiglio non è malvagio… anche Ruval mi aveva già detto qualcosa di simile, ed in effetti il tuo dono è stato azzeccato. Il secondo… con calma, direi. I miei Evil Pieces non saranno pronti prima di due-tre anni, non ho tutta questa fretta.” Regyl fa un sorrisetto sarcastico, sapendo bene ciò che comporta il prendersela comoda nonostante si abbiano delle opportunità da sfruttare.
Butta un occhio a Seekvaira, ora completamente ripresasi ed impegnata a discutere insieme a Rias e Sona, le eredi dei casati Gremory e Sitri.
Ciò che hanno sentito in giardino però, continua a ritornargli in mente. Alla fine annuisce deciso: vuole seriamente confrontarsi con quel diavolo non appena possibile.
 
Un mese dopo.
 
Un ragazzino dai capelli neri sta facendo una serie di addominali appeso con le gambe al ramo di un albero. Indossa solo un paio di pantaloni della tuta, e rivoli di sudore gli scorrono lungo il corpo.
Poco dopo si ferma e scende a recuperare un asciugamano per ripulirsi, respirando in modo un po’ affannato.
“Però. Ti ho visto fare 30 trazioni in appena mezzo minuto…” il suo sguardo si posa su un giovane della sua età appena comparso: Regyl.
“…ho perso il ritmo. E dire che sono pure partito lento! Comunque, sono Sairaorg Bael.” Sbuffando insoddisfatto, si asciuga la mano destra e la porge all’altro. Lui la stringe sorridendo amichevolmente.
“Già, il sospetto ce l’avevo avuto… Regyl Dantalion, ci siamo incrociati in un paio di banchetti tempo fa.” Il Bael si siede su un masso lì vicino ed inizia a bere un po’ d’acqua da una borraccia. Dopodiché  fissa con attenzione il nuovo arrivato.
“…mi sembrava avessi una faccia familiare, in effetti. Posso sapere il motivo della tua visita?” il Dantalion annuisce, appoggiandosi all’albero e ricambiando lo sguardo concentrato.
“In verità è abbastanza semplice: avevo sentito dire che a differenza del resto di noi, tu ti sottoponevi già ad intensi esercizi fisici... ma devo dire che non mi aspettavo fossero così intensi. Comunque anche io stavo pensando di iniziare a fare dell’allenamento, perciò ho pensato di provare a consultare anche te, oltre a decine e decine di tomi polverosi.” I due si guardano negli occhi per un paio di minuti, poi Sairaorg si tira in piedi con uno sbuffo.
“Vediamo se indovino. Vorresti che ti aiutassi a buttar giù un programma di allenamento, e sfruttare l’opportunità per mettere a confronto i nostri risultati?” l’altro sorride ed annuisce soddisfatto.
“Direi di sì: ho già vagliato diverse opzioni e—“
“—va bene, combattiamo.” Il sorriso di Regyl si congela. Quindi sbatte le palpebre confuso.
“Ehh, ho capito bene?! Vuoi farlo qui… ed ora?” il moro annuisce seriamente, mentre si mette in posizione a pugni alzati. L’altro esita ancora un’istante, poi con un sospiro, si leva giacca e camicia e lo raggiunge.
I due si scambiano un’ultima occhiata, poi si lanciano uno contro l’altro. I loro movimenti sono un po’ goffi, ma hanno entrambi una buona velocità e dei riflessi discreti.
Il Bael ha anche una postura abbastanza salda, grazie a cui tira pugni che contengono buona parte della forza dell’intero corpo; per contro il Dantalion sfrutta il suo fisico slanciato e la sua agilità per evitare gli assalti nemici, non riuscendo però a piazzare contrattacchi efficaci a causa dell’eccessiva potenza dell’avversario. Il quale cerca di aumentare quindi il rateo dei colpi, ed aggiungendoci di tanto in tanto qualche calcio, sembra riuscire a metterlo alle strette… a quel punto, i movimenti di Regyl iniziano a farsi erratici.
Sairaorg sogghigna tra sé e sé, ormai certo di aver fatto perdere la calma all’avversario, e lo incalza con ancor maggiore intensità. Dopo alcuni minuti però, si rende conto che c’è qualcosa che non va: per quanto ogni suo colpo sembri sul punto di centrarlo, e lui si mostri sempre più sfinito col passare del tempo, in qualche modo riesce ancora a cavarsela.
Il fatto stesso che sia ancora in piedi lo sorprende: sebbene i diavoli abbiano molto più vigore degli umani, proporzionalmente la loro resistenza non è molto superiore… soprattutto se usano tutte le loro forze in modo prolungato come stanno facendo in questo momento. Si rende anche conto che lui stesso sta raggiungendo il suo limite, perciò decide di dare il tutto e per tutto.
I suoi attacchi si fanno ancora più rapidi e spericolati, quasi a voler invitare Regyl a colpirlo… ma quest’ultimo sembra ormai essere veramente allo stremo, e riesce a malapena a continuare a schivare. Questo fino a quando con un esasperato calcio al terreno, Sairaorg genera uno scoppio che solleva una nube di terra e polvere, ostruendogli la visuale.
Finalmente il Bael riesce a mettere a segno un colpo, un diretto al fianco che fa volare il Dantalion per diversi metri. Ma lo scontro non è ancora finito, dato che egli si rialza faticosamente in piedi.
Barcolla leggermente, ma sembra ancora pienamente cosciente e determinato a continuare. L’altro lo fissa con attenzione ancora una volta, poi sospira rassegnato.
“…direi che può bastare. Avrei sperato in uno scontro più appassionante, ma immagino che non si possa cavar sangue da una rapa… se non altro, i tuoi riflessi e la tua agilità sono buoni.” Regyl china il capo abbattuto, e cade a sedere ansimante.
“Mi spiace di aver deluso le tue aspettative, ma finora i soli esercizi che ho svolto miravano a migliorare la mia resistenza e il coordinamento motorio. Prima di passare direttamente al combattimento, pensavo di trovare uno stile adatto a me.” Sairaorg annuisce pensieroso.
“…capisco. Posso sapere quali sono e quante volte li fai al giorno?”
“Dunque, trenta flessioni ed addominali a mattino e sera, quaranta chilometri di corsa sostenuta, ed un quarto d’ora di schivate continue sul posto, davanti ad uno spara-palle da baseball regolate a 150 km/h… con un rateo di fuoco di 45 palle al minuto.”
“…ecco l’origine dei lividi che hai sul petto. Beh, come esercizi iniziali penso che non sono così male… se sono solo due o tre settimane che hai cominciato ad allenarti. Il programma che dovresti buttare giù deve aumentare progressivamente la loro difficoltà, durata, intensità.  L’idea dello spara-palle poi non è male, dovrei procurarmi anch’io qualcosa di simile…” un sorriso si forma sul volto di Regyl, mentre solleva la testa.
“…come pensavo, anche tu hai voluto iniziare da solo. Sebbene porsi sotto la tutela di combattenti esperti sia la scelta più ovvia e facile, hai ugualmente deciso di  cominciare da zero. Sei esattamente come mi aspettavo che fossi… ti ammiro veramente, sai.” Il Bael rimane senza parole per un po’, mentre cerca di inquadrare meglio il suo interlocutore. 
“…comunque, ti ribadisco che dovresti aumentare la difficoltà degli allenamenti, se vuoi ottenere risultati migliori. Se inizi ad abituarti agli esercizi vuol dire che devi assolutamente passare al livello successivo.” replica distrattamente alla fine.
“Okay. Per curiosità, i tuoi come sono?”
“50 flessioni ed addominali a mattino e sera, 50 trazioni alla sbarra che oggi ho voluto provare a fare a testa i giù, 80 km di corsa, e un’ ora di esercizi di boxe… stavo anche pensando di iniziare a fare il tutto portando dei pesi a polsi e caviglie, pensi che una ventina di chili ciascuno possano bastare come inizio?” A quelle parole Regyl sbianca completamente, e smette di dare segni di vita. Dopo un po’ Sairaorg si avvicina e gli dà qualche lieve pacca sulla spalla, per poi andare a rimettersi maglietta, felpa e scarpe e prepararsi all’esercizio successivo.
Mentre sta per cominciare però, una voce semisoffocata giunge alle sue orecchie.
“…credo …credo di riuscire a raggiungere quel livello nel giro di pochi mesi, forse ne basteranno due. Per allora… spero che riuscirò a darti una sfida degna di questo nome.” Un sorrisetto si forma lentamente sul volto del Bael.
“Lo spero anch’io. In effetti, avere un compagno di allenamenti su cui contare ogni tanto, potrebbe aiutarmi. Mi chiedo se riuscirai a diventare anche un degno rivale…” una risatina mostra che il Dantalion ha recuperato un po’ di vitalità.
“Non sono sicuro di riuscire a superarti, ma sta pur certo che farò ogni sforzo possibile per provarci. È una promessa!”
 
 
                                                                       
1 Lega: unità di lunghezza che esprime la distanza percorribile al passo in un ora, da un uomo od un cavallo (indicativamente tra i 4 ed i 6 chilometri).  
2 Rating Games: battaglie simulate tra possessori di scacchiere demoniache, in pratica una partita a scacchi viventi.
3 Scacchiera demoniaca, o Evil Pieces: set di artefatti che permette ai diavoli di reincarnare in propri simili delle creature viventi, riscrivendo anche il loro codice genetico. Viene usato per procurarsi servitori e guardie del corpo specifici.
4 Balconing: spericolata attività che consiste nel saltare da finestre e balconi, ed atterrare sull’obbiettivo evitando(troppi) danni.
5 Youki: aura demoniaca generata naturalmente dai demoni, consumata nell’utilizzo di capacità speciali e magia.
 
 
NdA
 
Salve a tutti!
Dopo molte riflessioni, ho deciso di scrivere uno spin-off della mia serie principale, in modo da poter suddividere meglio la storia ed i personaggi.
Il protagonista è ovviamente Regyl Dantalion, ma come avete notato durante questo cap compariranno diversi personaggi della novel, ed anche dei miei OC.
Il mio obbiettivo è preparare il terreno per la prossima fic principale ‘DxD Tales: Devils&Dragons’, presentando in anticipo l’ambiente in cui si svolgerà in buona parte, ed ovviamente i suoi abitanti.   
Detto  questo, non mi resta che augurarvi buone feste!
P.s. La citazione a Steins Gate ho sempre voluto inserirla in una mia storia, ma solo più avanti diverrà chiaro cosa centra con essa.
 
 

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Capitolo 2
*** Buttare i fondamenti ***


 
 
“Signorino, la sveglia è già suonata da cinque minuti. Rischia di fare tardi per l’allenamento.” Un diavolo dai capelli ingrigiti indossante un abito formale con il sigillo del clan, fissa pazientemente l’enorme letto a baldacchino al centro della stanza in cui si trova. Essa misura solo cento metri quadri, visto che il suo occupante non ama lo sfarzo e proporzioni  esagerate, ed ha le pareti ricoperte da numerose librerie riempite di volumi di ogni tipo ed argomento… eccetto uno spazio ritagliato per enorme televisore completo di lettore blu-ray, ed uno per una scrivania sopra cui è appeso un quadro che ospita un ritratto di famiglia.    
“Rumph… sì Watren, ora mi alzo.” Con una serie di grugniti tutt’altro che eleganti, Regyl Dantalion rotola fuori dal letto cadendo a braccia tese sul pavimento, dove inizia al volo una lunga serie di rapide flessioni. Terminatale alcuni minuti dopo, si alza ed indossa tuta e scarpe da ginnastica, dirigendosi di corsa alla porta.
“Stamattina mi andrebbero bacon e frittata con pane tostato e succo d’arancia rossa. Torno tra mezz’ora.” Facendo un cenno di saluto al suo maggiordomo personale, si getta nel corridoio che conduce alla sua camera.
Mentre attraversa il castello tenendo un ritmo lento (ovvero un quarantina di chilometri orari, per non rischiare incidenti di prima mattina), il giovane nobildiavolo saluta le cameriere e gli altri domestici che incrocia lungo la strada, fino a che, giunto finalmente all’ingresso, non inizia a fare sul serio.
Devia dal viale che conduce dal cancello al castello, e si immerge nel boschetto nella zona est. La sua velocità aumenta gradualmente, fino ad arrivare al doppio di quella iniziale… e continua a salire.
A poco a poco, il sonno svanisce mentre il giovane si riempie di energia ed inizia a carburare.
“…domani saranno esattamente tre anni. Oggi devo assolutamente batterlo!”
 
Hong Kong, stesso momento.
 
Un uomo in giacca e cravatta scende da una limousine, e scortato da una ventina di altri individui dall’aria intimidatoria che l’hanno seguito su altre auto, raggiunge l’ingresso di un anonimo fabbricato di periferia. Fa un cenno ad un membro della sua scorta che faticosamente apre il portone facendolo scorrere di lato, ed insieme agli altri osserva l’interno.
Buio. L’edificio è immerso da un’oscurità a malapena indebolita da i primi raggi del sole, e nessun suono è udibile eccetto il respiro dei nuovi arrivati.
“Bai Zhong. Prendi due compagni e vai a controllare gli interruttori… se sono ancora funzionanti, accendili.” Uno di loro annuisce, ed insieme ad un paio di colleghi accende una pila e si addentra nelle tenebre. Gli altri intanto attendono scambiandosi di tanto in tanto uno sguardo nervoso.
“Dici che è opera di un altro gruppo? O davvero Ye Naihei è così stupido da aver tradito il Boss?”
“…non ne ho proprio idea. Ye è una testa di cazzo, ma non credo lo sia così tanto da fare stronzate simili…”
i bisbigli degli uomini si interrompono allo sguardo freddo del loro capo, che poi torna a controllare irritato l’orologio.
Dopo cinque minuti di attesa però, non ricevendo notizie dai suoi sottoposti e restando le luci dello stabile spente, egli  impreca tra i denti ed estrae una pistola laccata d’oro dalla giacca, venendo imitato presto dagli altri.
“Entriamo: solito metodo, il primo obbiettivo sarà riaccendere le luci.” Detto ciò entra nello stabile preceduto da metà dei suoi uomini, mentre i rimanenti gli si posizionano ai fianchi e dietro, eccetto un paio di scagnozzi lasciati a controllare l’ingresso.
Il percorso è ben conosciuto dal gruppo, perciò anche se si muovono lentamente a causa della limitata luce prodotta dalle pile, lo fanno senza esitazione. Dopo neanche un paio di minuti raggiungono il loro obbiettivo, ma il non aver incontrato i tre compagni mandati in avanscoperta lungo il percorso li ha inquietati parecchio.
Non hanno udito alcun suono, e una volta schiacciati gli interruttori ed illuminato lo stabile, non trovano neanche traccia del loro passaggio. In compenso, notano che un macchinario presenta un danno piuttosto curioso a circa un metro e ottanta di altezza: un perfetto foro che lo attraversa da parte a parte.
“E questo cos’è? Cosa potrebbe trapassare così nettamente l’acciaio?” alcuni di loro si scambiano occhiate confuse, mentre il loro capo riflette nervosamente. Perfino un laser lascerebbe qualche traccia di fusione, ma i bordi del buco sembrano essere stati limati a livello molecolare.
Intanto gli altri si dividono in vari team ed esplorano l’area, trovando una altro paio di quei segni, ma non tracce dei loro compagni e di coloro che avrebbero dovuto essere al suo interno. Vari indizi indicano che fino ad al massimo un paio d’ore fa il luogo era frequentato, ma nulla che spieghi che fine hanno fatto quelle persone.
“Sembra che non ci sia nessuno: Ye, i suoi uomini, e la nostra nuova forza lavoro devono essersene già andati. Ma allora che fine hanno fatto Bai Zhong e gli altri?” il boss fa schioccare la lingua, e ordina a cinque dei suoi di controllare gli uffici, dopodiché estrae il cellulare ed effettua una chiamata. Mentre sta per iniziare la conversazione però qualcosa lo blocca, e dopo aver bruscamente riattaccato, egli inizia a fissare un certo punto insieme ai suoi sottoposti.
Dalla zona degli uffici si è udito un breve urlo sofferente, interrottosi tuttavia quasi istantaneamente. Poco dopo dalla porta che la collega con il capannone spunta uno degli uomini che si erano diretti lì, ma riesce a fare solo pochi passi prima di crollare a terra. 
A quel punto tutti i presenti avevano puntato le loro armi, le dita sul grilletto: la maggior parte di loro impugna una pistola come il loro capo, ma alcuni hanno anche dei fucili a pompa e delle mitragliette. Il bersaglio è la porta da cui è comparso il loro compagno, ma dopo un’attesa snervante, nulla esce da quel luogo.
“Siete dei dilettanti. Non valete davvero la fatica.” Una voce fredda risuona, e nell’stante successivo il pesantissimo portone del capannone viene chiuso. Di botto.
Gli uomini si sono subito girati verso l’origine di quei suoni: essa è una giovane ragazza occidentale dai corti capelli bruni, su cui spicca la frangia invece violetta. 
Ella ha posato i suoi profondi occhi blu su di loro, e li sta fissando in parte disinteressata, e in parte disgustata. I dilettanti in questione ovviamente non prendono bene né la sua presenza, né le sue parole.
“Certo che ne hai di palle per intrometterti negli affari dei Bloodrain Dragons! Ed ancora di più per sparare simili stronzate!” la maggior parte di loro si è infuriata e le ha scoccato occhiate minacciose, tuttavia alcuni hanno mantenuto un’aria guardinga, e il capo del gruppo in particolare si sta arrovellando sul come gestire la faccenda.
Costoro si sono resi conto che per eliminare senza lasciare tracce così tanti uomini armati, e per chiudere così bruscamente un portone industriale in metallo massiccio, deve avere un certo supporto alle spalle. Il leader prende fiato, e si rivolge a lei con espressione grave.
“Per quale motivo vi trovate qui?”
“…Semplice, soddisfare una richiesta fatta da un amico. Essa prevede che oltre a liberare i vostri ‘dipendenti’, garantisca la loro sicurezza… e il modo più sicuro per farlo, è eliminarvi tutti. Comunque sono da sola: come se mi servisse aiuto per sistemare degli inutili vermi come voi...” la rabbia degli altri non fa che crescere.
“Ma questa è pazza! Si rende conto contro chi si sta mettendo? Noi siamo la divisione migliore della Triade che domina Hong Kong! Noi—“ l’uomo che stava parlando si interrompe improvvisamente, e cade a terra di faccia iniziando a creare sotto di sé una piccola pozzanghera rossa. La ragazza ha puntato l’indice destro verso di lui, e un lieve scintillio viola è balenato tra esso ed il cranio dell’altro per qualche frazione di secondo.
Gli altri rimangono a fissare scioccati il loro compagno caduto, poi…
“Muori, puttanella!” ...cominciano tutti a sparare verso la giovane, che con uno scatto fulmineo si è messa al riparo dietro un cumulo di merce. Esso viene imbottito di piombo, ma è troppo spesso per venire penetrato completamente.
Intanto due gruppi di tiratori hanno eseguito una manovra a tenaglia cercando di intrappolare la ragazza, ma raggiunte le posizioni assegnate non ne trovano traccia. Si scambiano degli sguardi confusi, e fanno per iniziare una cauta esplorazione, quando una serie di tonfi iniziano a risuonare: uno dopo l’altro, ognuno di essi cade a terra senza vita.
“Ehi, che cazzo sta succedendo qui?! Ragazzi rispondete!!!” gli uomini rimasti sono ora abbastanza spaventati, è la prima volta che si trovano in una situazione simile… ma questo spavento è nulla se confrontato a quello che segue: la ragazza compare all’improvviso di fronte a loro, e puntando l’indice verso ciascuno di essi, una sottilissima scia violetta inizia a saettare verso i loro crani uccidendoli sul colpo. I superstiti replicano sparando all’impazzata verso di lei, ma i colpi rimbalzano senza danno sul sottile alone scuro comparso attorno al suo corpo.
“È… è un demone!” lei assume un’espressione irritata.
“…acqua. Se lo aveste detto ad un qualunque altro membro del popolo di mia madre, tra l’altro, avreste guadagnato una morte lenta e dolorosissima. Vediamo di chiuderla in fretta…”
 
Cinque minuti dopo.
 
La ragazza siede rilassata nella limousine del boss mafioso, mentre si serve dal suo minibar. Di lì a poco un ragazzino dai cortissimi capelli mori e l’aria energica bussa al finestrino, e dopo aver ricevuto un cenno, apre la portiera raggiungendola all’interno.  
“Ottimo lavoro sorellona Lucy, i miei amici sono ormai al sicuro. Grazie.” Lei agita distrattamente una mano ricoprendo i sedili tra di loro di briciole d’arachidi.
“Figurati, te lo dovevo. E comunque, lo ho fatto con piacere: lo schiavismo è qualcosa di inammissibile nella nostra epoca, soprattutto se coinvolge dei bambini. Toglimi una curiosità però, Bikou: come hai fatto a fare amicizia con così tanti umani?” il ragazzino sorride allegramente mentre stiracchiandosi, si sistema più comodamente.
“Beh, lo sai che per ora, durante le mie uscite nel mondo umano sono costretto ad accettare un sigillo che blocchi i miei poteri e camuffi il mio aspetto… per farla breve per arrivare qui ho scroccato un passaggio su un mercantile, ma annoiandomi mi sono messo ad esplorarlo; alla fine ho scoperto un container in cui erano imprigionati quei ragazzi. Ci siamo parlati un po’ ed ho deciso di salvarli: il problema è che per farlo avrei dovuto disattivare il sigillo, e il nonno se ne sarebbe sicuramente accorto, perciò—“
“—Hai deciso di chiedere a me, onde evitare un’altra scarica di bastonate. Capito, ti va un chinotto?” lui annuisce, e ricevuta e stappata la bottiglietta, inizia a scolarsela. Dopo aver finito di saccheggiare il minibar, i due lasciano la macchina.
Si incamminano verso la città, e appena raggiunto un luogo riparato, Lucy punta l’indice verso l’auto. La scia violetta saetta nuovamente, centrando il serbatoio e facendo esplodere la limousine.
Mentre stanno lasciando la zona sentono le sirene delle volanti, ma ovviamente nessuno fa caso a loro, presi a discutere sui loro allenamenti. I due si conoscono da oltre una anno, si sono incontrati durante la visita del maestro di Bikou al suo.
“Ah, dimenticavo: ho sentito dire che dei visitatori dall’Inferno giungeranno in città in tarda serata, pare debbano incontrarsi con i gestori dei Dojo migliori. Fai attenzione sorellona: per te sarebbe rischioso incrociare dei diavoli di alto livello, giusto?” l’improvviso avvertimento del moro la coglie di sorpresa, facendole assumere un espressione tesa e pensierosa.
“Ti ringrazio, ma in ogni caso avevo intenzione di tornare indietro subito dopo pranzo. Goditi pure la tua vacanza Bikou, dubito che incrocerò quei fastidiosi pipistrelli…”
 
In una radura del Bosco Gzaett, ai confini dei territori dei Bael.
 
Sul fondo di un piccolo cratere appena apertosi nel terreno, Regyl si tira lentamente in piedi puntellandosi ad un bokuto scuro, ripulendosi un po’ la tempia dal sangue che l’ha imbrattata.
“Avuto abbastanza?”
“…neanche lontanamente.” Impugnando l’arma di legno a due mani, si rimette in posizione di guardia mentre fissa attentamente il suo avversario. Sairaorg Bael.
Entrambi sono decisamente alti per i loro tredici anni, ed attraverso le loro tenute da allenamento, si inizia già notare la loro muscolatura. Nel Bael in particolar modo, mentre il rivale ha ancora un fisico longilineo, per quanto visibilmente rafforzatosi nell’ultimo periodo.
Egli rimane immobile ancora per qualche secondo, poi si fionda su Sairaorg iniziando a correre in cerchio intorno a lui in cerca di un apertura.
Riesce a trovarla quando eseguito un complicato gesto con una mano, e mormorando qualcosa… compaiono due suoi duplicati. A tempo stesso, dal cratere da lui lasciato risuona una forte esplosione che causa un ulteriore distrazione nell’avversario.
La combinazione di diversivi permette a due dei Regyl di giungere alle sue spalle, mentre il terzo lo fronteggia minacciosamente simulando alcune stoccate e tenendo a tempo stesso un po’ di distanza tra di loro. Il rumore dell’esplosione impedisce al Bael di capire quale dei nemici sia quello reale (cosa relativamente facile visto che le illusioni del suo avversario sono ancora di livello troppo basso per riprodurre anche i suoni), e decide di eseguire un calcio rotante che trapassa i due alle sue spalle… i quali svaniscono nel nulla.
L’originale di fronte a lui, dopo aver schivato il colpo ha approfittato del fianco esposto per rifilargli un forte fendente ascensionale che gli centra l’ascella sinistra, indebolendolo ed intorpidendogli il braccio. Subito Regyl esegue un balzo all’indietro evitando per un soffio il contrattacco: un bestiale gancio destro che lo avrebbe sicuramente disarmato (e probabilmente storto i polsi) se l’avesse parato, e messo KO se incassato.
I due riprendono fiato per qualche secondo, sogghignando l’uno all’altro.
“Non male, oggi potresti farcela Regyl…”
“Puoi giurarci, ho deciso di alzare come si deve la mia percentuale. Comunque, il mio consiglio di trovarti un’arma risulta sempre più valido: credo che con un’ascia o un martello ti troveresti bene.” Il motivo della determinazione del Dantalion, è che la sua media di vittorie è decisamente più bassa rispetto a quello del rivale: solo una su dieci. Quella del suo rivale è di sette, mentre le due rimanenti sono dei pareggi raggiunti in genere per time-out.   
“Per le armi ci penserò, per la percentuale… ah! Buona fortuna.” Fanno per lanciarsi nuovamente uno contro l’altro, ma una voce nota li blocca.
“Mi spiace interrompervi ragazzi, ma il tempo è scaduto.”
“Madre…”
“Lady Misla.” Una bellissima donna dagli occhi ed i capelli dorati, li ha raggiunti senza che se ne rendessero conto. I due si scambiano uno sguardo, e recuperano rapidamente le loro cose.
“Vedo che anche stavolta eravate belli carichi… ma temo che per oggi dovrete rimandare: la signorina Abadhon è già arrivata, e ha parecchi documenti con sé.”
“…allora è vero che hai intenzione di mettere su un dream team con i tuoi colleghi. Mi chiedo quanti compagni tu abbia già raccolto…” Sairaorg replica con un sorrisetto al commento di Regyl.
“…Oltre a lei, solo un altro paio. Ma sono sicuro che presto aumenteranno: ho già diversi altri candidati in mente. Comunque, che ne dici di fermarti da noi? Sono sicuro che Kuisha sarà felice di rivederti, e magari sarà un po’ meno severa ed esigente nel gestire quelle scartoffie.”
“Sono d’accordo, per stasera ho preparato la mia specialità, e saremmo più che felici di avere anche te a cena.” Aggiunge Misla.
“Vi ringrazio davvero molto, ma ho una riunione di famiglia a cui non posso mancare. Sarà per la prossima volta, promesso! Salutami la tua nuova socia e Beruka… è lui uno dei degli altri due, giusto?” il Bael annuisce, quindi i tre si salutano e il Dantalion si teleporta via.
Ricompare nel cortile del suo castello, dove affida l’attrezzatura da allenamento ad un paio di domestiche, per poi fiondarsi in bagno a farsi una doccia dopo aver raccomandato ad una di loro di portargli un cambio.
 
La doccia dura quasi una mezz’ora, e una volta lavatosi, si asciuga rapidamente e si toglie l’accappatoio per rivestirsi.
“Mmmh, stai iniziando a costruire un bel fisico, fratellino… sai, ora credo di capire un po’ meglio i sentimenti di Lady Serafall.” Regyl si irrigidisce un po’, per poi iniziare a vestirsi sotto lo sguardo divertito di Roygun, comparsa misteriosamente nella stanza.
“Grrrazie, sorellona. Ma sarei ancora più felice se evitassi certe battutacce…”
“…quali battutacce?” fa lei assumendo un espressione decisamente maliziosa, mentre si sposta una ciocca cremisi dalla fronte ad oltre il corno sinistro.
“…” avendo notato le orecchie del fratello arrossarsi leggermente, si avvicina e sussurra in una di esse.
“…che ne dici se la prossima volta facciamo il bagno insieme? Per qualche motivo, sono passati ormai diversi anni dall’ultima volta…”    
“Forse perché sono cresciuto? Ti sarei grato se ci dessi un taglio con i dileggi.” lei sembra mettere il broncio.
“Uff. Volevo solo dirti che alla riunione i nonni non ci saranno, perciò inizierà un po’ prima. Sembra che abbiano avuto alcuni contrattempi…” Regyl annuisce, e termina di rivestirsi. I due lasciano poi il bagno raggiungendo il salotto dove li attendono i genitori.    
“Eccoti qui. Data la situazione pensavamo di fare una cosa veloce ed informale, dopotutto non ci sono avvenimenti così importanti da riferire…” Lord Dantalion fa cenno ad entrambi i figli di accomodarsi su uno dei divani, quello esattamente di fronte a quello su cui si trovano lui e la moglie.
“…Com’è andato l’allenamento con Sairaorg?” chiede la seconda lievemente incuriosita.
“Un pareggio, anche se verso la fine ero riuscito a passare un po’ in vantaggio. Pare che lui e Kuisha stiano già sbrigando le pratiche per formare la sua [Scacchiera].”
“Determinati come sempre. Dovresti tenerti cari amici come loro, hanno ottime probabilità di arrivare  in alto, un giorno.”
“Sicuro, padre. Se però voglio tenere il passo con loro, dovrò trovarmi uno stile di combattimento appropriato. Immagino Watren abbia già riferito ad entrambi che dopo cena faremo un salto nel mondo umano…”
“Certamente, spero che troverai ciò che cerchi. Per quanto riguarda te, Roygun? Qualche novità interessante?” alla domanda del capofamiglia, la rossa sorride misteriosamente.
“Diciamo di sì.”
“E quale sarebbe?”
“Beh, vi avevo detto che ho un certo obbiettivo… pare lo abbia raggiunto: ho ricevuto l’approvazione degli Anziani.”
“…stai dicendo che finalmente ti hanno assegnato un territorio per le tue vittorie?”
È noto, che il metodo più comune per ottenere territori negli inferi è ereditarlo, o riceverli dai suoi proprietari come ricompensa per i lavori svolti. Ma alcuni di essi sono privi di legittimi governanti e sono amministrati dal regno: si tratta dei territori dei clan estinti. 
Dopo un certo periodo di attesa in cui si dà l’opportunità ad eventuali superstiti del casato di reclamare la loro eredità, essi vengono acquisiti dal governo, e possono essere utilizzati come ricompensa per diavoli che si sono distinti per le loro capacità. O semplicemente consegnati ad individui in gradi di sfruttarli in modo adeguato… che ovviamente, hanno filantropici motivi per richiederli.
“Esatto: in verità avrei già potuto scegliere alcuni di essi dopo aver raggiunto la Top 10, ma ho voluto puntare ad uno specifico tipo di territori…”
“Quali hai ottenuto, piccola?” fa Lord Dantalion.
“Quelli del clan Belphegor.” un silenzio attonito regna nella sala.
 “…ti hanno …davvero assegnato i possedimenti di uno dei Maou non rieletti? Ma questo vuol dire…”
“…già. A quanto pare hanno deciso ripristinare il loro numero originario, ed io e Diehauser siamo praticamente confermati!” gli altri tre quasi balzano sul posto, e si congratulano entusiasticamente con lei per i successivi cinque minuti.
Dopo essersi calmati, ed un rapido riepilogo delle più recenti attività del clan, la riunione si conclude ed i quattro si separano… le due donne però, si incontrano nuovamente nello studio personale di Lady Dantalion pochi minuti dopo.
“Eccomi qui, madre.” Lei fa cenno alla figlia di sistemarsi su una sedia.
“…immagino tu sappia per quale motivo ti ho chiamata qui.”
“…vuoi che accompagni Regyl e Watren, visto che ho il week-end libero, giusto?” lei annuisce.
“Il secondo è un esperto combattente, ma il suo potere è limitato… mentre Regyl, anche senza contare il suo status, ovviamente non è pronto per un vero combattimento. Potrebbero incrociare individui molto pericolosi, perciò spero potrai seguirli per tutta la durata dell’uscita. A distanza e senza farti notare da lui: sarebbe una buona cosa metterlo un po’ alla prova, se si presentasse l’occasione opportuna…” Roygun sospira dispiaciuta per non poter passare un po’ di tempo col fratello, ma accetta ugualmente la richiesta.
Le due rimangono in silenzio per qualche istante, poi la più giovane focalizza nervosamente lo sguardo verso l’altra. 
“…Madre, ora che ho raggiunto una certa posizione pensi di potermi parlare di… quei sei anni?” Lady Dantalion si blocca, lanciando un’occhiata meditabonda alla figlia.
“…preferirei aspettare che tu venga eletta ufficialmente prima di farlo. Ho esitato a lungo perfino sul parlarne con tuo padre, puoi immaginare quanto sia pericolosa quella questione…” Roygun annuisce piano, quindi dopo essersi congedata, si dirige in camera dove si cambia per l’escursione.
Fatto ciò, raggiunge il salone giusto in tempo per vedere un cerchio magico spegnersi dopo aver trasportato il fratello ed il suo maggiordomo.
“Bene, Regyl caro. Vediamo cosa riuscirai a combinare nel il tuo primo vero viaggio nel mondo umano…” mormora sovrappensiero. Dopodiché, scompare anche lei in un portale.
 
 
[Regyl]
 
 
Sta quasi albeggiando, e Watren ed io stiamo lasciando l’ultimo dei Dojo della lista. Sebbene a prima vista sembrassero delle normali scuole di arti marziali per umani, in realtà quella è solo una copertura: i livelli più profondi delle arti che insegnano sono riservate a coloro che hanno raggiunto una maestria nel Dao Marziale* che può essere solo definita sovraumana.
Difatti, molti dei loro praticanti non sono affatto umani… come alcuni dei maestri con cui abbiamo parlato.
“Che ne pensa signorino? Tra le Nove Vie,* ne ha trovata qualcuna che le interessa?”
“…direi le due che prevedono l’uso di una katana: la Diamond Mind e la Iron Heart. Però non ho ancora deciso quale preferisca, sembrano entrambe ottime.”
“Capisco. Trovato nient’altro di appassionante?” continua lui strizzandomi piano l’occhio. Distolgo lo sguardo un pelo imbarazzato.
Mentre visitavamo la scuola che insegna la Via del Tiger Claw, mi sono perso per diversi minuti ad osservare l’allenamento di una giovane sacerdotessa theravada. Sono riuscito a giustificare la cosa dicendo di essere rimasto incantato da quello stile, elegante e ferale a tempo stesso, ma era ovviamente una menzogna.
Era proprio la praticante ad avermi ammaliato. Per qualche strana ragione, aveva una corta chioma d’ebano (quando in teoria dovrebbe avere il cranio rasato), intensi occhi ambrati, ed attraverso la candida divisa da allenamento si notava il fisico perfettamente tonico e le sue curve ancora acerbe.
Ma ad avermi catturato più di ogni altra cosa è stata la sua espressione: era completamente dedita agli esercizi senza la minima traccia di distrazione, ed emanava una purezza tale, dal farmi scommettere che non avesse altro obbiettivo se non il padroneggiare l’arte marziale stessa. Io e Sairaorg prendiamo i nostri allenamenti sul serio, e ci mettiamo tutti noi stessi… però essi sono comunque un mezzo per raggiungere i nostri fini.
Lei invece, dà proprio l’impressione che la sua intera vita sia dedicata al Dao Marziale.
“Proprio nulla?” insiste con un lieve sogghigno.
“Lasciamo stare. Piuttosto, credi che riusciremo a raggiungere questo santone senza incappare in troppi problemi?” passa istantaneamente ad un espressione seria.
“Questo è difficile da dire. Dopo aver raggiunto la zona dove vive, dovremo applicare ulteriori incantesimi di camuffamento, e seguire attentamente le istruzioni che ci hanno dato… ed anche così persisterebbe comunque il rischio di fare qualche brutto incontro. Dopotutto è un area molto pericolosa. Sei sicuro voler incontrare quell’individuo? Anche se è il migliore, non è l’unico che possa aiutarti a trovare la tua via…”
“…Non è accettando il meno peggio a causa delle difficoltà incontrate, che intendo andare avanti. O tutto o niente.” Faccio deciso, mentre raggiungiamo il portale che porta al confine della zona che ci interessa. L’addetto ci fa un cenno di saluto, e dopo che ci siamo piazzati al suo centro, lo attiva.
Istantaneamente una nebbia misteriosa ci avvolge, riducendo la nostra visuale ad un raggio di soli sei metri nonostante la nostra vista da falco. Prendo un respiro profondo, e dopo le dovute preparazioni, ci incamminiamo all’interno di quella che ci hanno spiegato essere un’enorme e lunghissima valle.
La foschia che aleggia nell’aria è chiaramente di origine soprannaturale, originata dall’eremita che si è ritirato a vivere in questa zona, probabilmente per evitare di ricevere fastidiose visite di seccatori. Sia io che Watren teniamo i sensi tesi al massimo, visto anche la nostra percezione è limitata.
Ci inoltriamo sempre di più tra le montagne, continuando a camminare per ore ed ore: usando le nostre ali saremmo sicuramente più veloci, ma sarebbe una follia. Per quanto consumarmi le suole in questo biancore non sia tra le mie attività preferite, non sono tento stupido da ignorare i consigli datoci dai maestri dei Dojo.
Proseguiamo fino a mezzogiorno, quando ci fermiamo per consumare alcune razioni da viaggio (lui aveva proposto di far preparare qualcosa ai nostri cuochi, ma io ho insistito che ci portassimo del cibo semplice e facilmente consumabile e digeribile), poi ci prendiamo una breve pausa. Dopo aver scambiato qualche chiacchera e pareri sui luoghi visitati, ci rialziamo e rimettiamo in cammino: stando a quanto ci hanno detto, partendo dal punto d’arrivo del portale ci vuole circa un giorno e mezzo di cammino a buon passo, per arrivare all’abitazione del nostro obbiettivo.   
Il viaggio procede senza intoppi, ed arriviamo a metà percorso verso le tre di notte. Decidiamo di fermarci a riposare e stabiliamo dei turni di guardia: avrei voluto dividerli equamente ad un paio d’ore ciascuno, ma alla fine ho dovuto cedere davanti all’inflessibilità del mio maggiordomo ed accettare di fare la guardia dalle sei alle sette, mentre lui si è preso il primo turno più lungo.
Dopo tre ore di sonno gli do il cambio, e mi piazzo sul ramo di un albero vicino. Inizio a respirare profondamente, concentrandomi sull’ambiente circostante: rumori, sensazioni, ogni cosa che mi sembri discordare con il flusso naturale della zona. 
Ma per quando Watren si sveglia (o per meglio dire si alza, visto che sono quasi sicuro che in realtà non abbia chiuso occhio), non ho percepito nulla di insolito… eccetto forse lo scricchiolio di alcune foglie in lontananza dovuto suppongo a qualche animale del luogo. Ci rimettiamo quindi in cammino verso la nostra destinazione.
 
Anche oggi il viaggio è tranquillo, e non incontriamo alcuna minaccia; mi viene quasi da credere che i maestri esagerassero… magari il viaggio è pericoloso solo per gli esseri umani. In tarda mattinata e nel primo pomeriggio percepiamo in effetti alcune creature magiche che potrebbero papparsi tranquillamente degli umani, ma nessuno di loro osa avvicinarsi troppo a noi: probabilmente sono intimoriti dal nostro odore, o in qualche modo ci percepiscono come una minaccia.
Saggio da parte loro.
Verso il tramonto, inizio a provare la sensazione di essere vicino al nostro obbiettivo. Ma non è l’unica che provo: mi sembra anche di essere osservato…
La nebbia davanti a noi si sta assottigliando, ed in lontananza in cima ad un colle mi pare quasi di scorgere un piccola casa da cui filtra la luce di un focolare… quindi un’intensa sensazione di pericolo ci travolge, bloccandoci sul posto in posizione difensiva. Una sagoma inizia a delinearsi davanti a noi, avanzando fino ad una trentina di metri da noi.
Ancora non riusciamo a distinguere i suoi tratti, ma sono abbastanza sicuro che si tratti di una donna, e piuttosto giovane anche, a giudicare dalle sue proporzioni. Ci scambiamo uno sguardo: da quanto ne sappiamo, il santone a cui ci hanno indirizzato vive in isolamento… perciò chi è quella ragazza misteriosa?
“Chi osa presentarsi alla dimora del Maestro Xuanzang Sanzang*, senza alcun preavviso?!” la voce in effetti è giovane, ma secca e decisa come quella di un adulto. Trasuda sicurezza e determinazione, e questo mi preoccupa parecchio: questo non è certo un luogo in cui i ragazzini possano mettere su spettacolo.
“…qualcuno che ha intenzione di perseguire il Dao Marziale. I Maestri dei Dojo delle Nove Vie mi hanno consigliato di presentarmi qui, per poter ricevere i consigli di un vero Saggio.” La figura rimane in silenzio per un paio di minuti, poi scoppia in una breve risata.
“E tu vorresti farmi credere che impegnerai corpo, mente, e spirito, per raggiungere il pinnacolo delle Arti Marziali? Qualcuno che si nasconde dietro al proprio servitore anche solo per porgere una visita, non mi sembra un individuo adatto ad una simile vita.” Aggrotto la fronte di fronte al suo tono canzonatorio. Non è esattamente quello che mi aspettavo di trovare…
“Non credo che questo sia qualcosa che la riguarda, signorina. Dovrebbe essere il Maestro stesso a—“ Watren si interrompe quando sollevo un braccio davanti a lui. Quindi prendo ad avanzare verso la figura, cercando di distinguerne dei dettagli.
Arrivato ad una quindicina di metri, percepisco un aumento di tensione provenire da essa, e mi fermo. Ormai riesco ad avere un’idea abbastanza precisa di chi ho di fronte: una ragazza alta all’incirca quanto me, dai capelli corti… castani, credo; comunque i suoi lineamenti non sono del tutto visibili.
“Non ho intenzione di nascondermi dietro niente e nessuno, Ms. Nebulosa. Né di perdere tempo in futili giochetti: cosa hai intenzione di fare? Introdurci a Maestro Sanzang, od ostacolarci?” lei sembra rifletterci qualche secondo, poi scrolla le spalle.
“Vi introdurrò a lui—“ afferma girandomi le spalle, ed iniziando a farci strada. Tiro un sospiro sollevato, e faccio per seguirla.
“SIGNORINO!!” un filo di luce violaceo piomba dritto verso la mia fronte, raggiungendomi prima che riesca a reagire.
WWWZZP!
…schiantandosi sul mio scudo protettivo attivatosi subito prima dell’impatto. Dopodiché, Watren mi si piazza davanti a spada tratta, puntandola minacciosamente verso la ragazza.
“—se dimostrerai di esserne degno. E ciò a cui ho appena assistito non fa che confermare i miei sospetti.” Stringo i denti: quella tizia è… davvero irritante! Disattivo il sigillo che tiene attivo lo scudo, ed estraggo il mio bokuto.
“…e sia. Fatti avanti ed affrontami da guerriero: o il meglio che sai fare è nasconderti nella nebbia ed attaccare a tradimento?” lei rimane immobile per un altro po’, poi si gira nuovamente verso di me avvicinandosi lentamente: arrivata a meno di dieci metri, riesco finalmente a vederla chiaramente in faccia. Avrà al massimo un anno in più di me, capelli castani dalla viola, sprezzanti occhi blu oltremare, ed un fisico tonico e slanciato.
Con un sospiro esasperato il mio maggiordomo si fa da parte, lasciandoci uno di fronte all’altra a fissarci freddamente. L’avvertimento telepatico che mi lancia è assolutamente scontato: so bene che se le cose si dovessero mettere male interverrà, ma gli chiedo di farlo solo in caso di situazioni fatali.
“Molto bene. Cerca di non rimanerci secco… troppo facilmente.” Con un sorrisetto condiscendente, ed uno svogliato cenno della mano, mi attacca nuovamente con la stessa mossa di prima: un ago luminoso violetto che saetta intorno a me, cercando aperture nella mia guardia.
L’energia di cui è composto… per qualche motivo, mi mette intensamente a disagio. Non devo farmi assolutamente colpire da esso, ma il sigillo-scudo è un incantesimo salvavita donatomi da mia sorella, non posso attivarlo per questioni di così poco conto.
Lo youki fluisce nella mia arma, fortificandola ed affilandola, mentre la mulino intorno a me deflettendo i colpi in arrivo. La loro rapidità è sorprendente, e sono pure molto precisi: per poter sostenere un’offensiva simile deve avere una capacità di concentrazione eccezionale, tuttavia…
Uno dei miei fendenti, dopo aver respinto con forza l’ago, prosegue in sua direzione rilasciando un perforante dardo di aura compressa. Lei compie una balzo laterale evitandolo in stretta misura, per poi spedirmi contro il suo con velocità ancora maggiore.
Comunque, c’è stata una breve pausa nei suoi attacchi: durante la sua schivata l’ago è rallentato fin quasi a fermarsi, confermandomi che tenere un ritmo così intenso richiede molta della sua attenzione. Ed ora che mi sono fatto un idea dei pattern di movimento di quel coso, direi che posso assalirla direttamente.
Dopo aver trovato il momento giusto, scatto verso di lei chiudendo le distanze in pochi passi, ed eseguo un attacco diretto. Che viene nuovamente evitato all’ultimo istante, ma prima che possa contrattaccare, la presso con una granugola di colpi.
“Non male. Direi che vale la pena di affrontarti ‘seriamente’.” Detto ciò, blocca il mio assalto con un forte gancio ricoperto di touki, sbalzandomi all’indietro di un paio di passi. Quindi, estrae anche lei da una tasca spaziale una spada di legno: a differenza della mia, ha la foggia di una lama lunga occidentale.
“…posso sapere il tuo nome, signorina?” lei stringe gli occhi, ma dopo un sospiro, mi risponde. Ed attacca dopo aver rinforzato la sua arma con del touki.
“Lucy.”
Colpo, parata.
“Il tuo, diavoletto?”
Colpo, parata. Colpo, parata.
“Regyl.”
Colpo, parata. Colpo, parata. Colpo, parata. Colpo, parata.
“Tutto questo è davvero necessario?” Ci separiamo prendendo un attimo di pausa, studiandoci a vicenda.
“Dopotutto, presentarmi in un luogo pericoloso come questo con solo un accompagnatore simbolico, dovrebbe dirla lunga sulla mia determinazione. Ed a differenza di quel suo ex compagno di avventure, il Saggio Sanzang non persegue in modo particolarmente fervente il Dao Marziale. Quindi, mi spiegheresti il motivo di tutto questo?” lei si acciglia, e sembra immergersi nei suoi pensieri. Dopo neanche mezzo minuto però, si rimette in posizione di guardia.
“Io sono l’allieva del Maestro, è ovvio che controlli ed introduca i nuovi visitatori. E visto che non si è mai sentito di diavoli nobili che ricerchino arti come il Senjutsu o le Nove Vie, capirai la mia cautela, Signorino Cuor di Leone.” Finito di pronunciare l’ultima parola, l’ago ricompare di fronte a lei e si scaglia ancora una volta verso di me prima che possa controbattere. Stavolta però sono pronto, e seriamente irritato: con un fluido movimento, la mia lama lo colpisce a piena forza, splendendo di una misteriosa energia argentea.
Esso si frantuma in un piccolo scoppio di luce violetta, che indebolisce fin quasi esaurendolo il rinforzamento di youki e… qualunque cosa fosse quella cosa che ha illuminato la mia spada. Cala un silenzio sbigottito, interrotto poi da una lunga, secca risata.
Lucy scuote la testa e dopo aver ripreso fiato, mi punta una lama contro facendomi segno con l’altra mano di farmi sotto. Il sorrisetto strafottente che ha avuto stampato in viso per quasi tutta la durata dello scontro, ora sembra essersi ammorbidito, parendo quasi genuino.
Ma non ci metterei la mano sul fuoco.
Mi lancio ancora verso di lei, e riprendiamo ad incrociare le spade. Ogni mio colpo ora risulta molto più efficace: la luce argentea che si è mescolata allo youki nella mia spada sembra aver notevolmente aumentato affilatura la mia arma, ed ad ogni scambio lo strato rinforzante attorno alla sua si indebolisce visibilmente, costringendola ad alimentarlo costantemente.
“Non male per il tuo primo utilizzo. Vediamo se riesci a reggere anche questo…” al suo touki si unisce anche la luce violetta di cui era composto l’ago di prima, ricoprendolo con un alone evanescente. Questa dannatissima luce… perché la trovo così dannatamente minacciosa e… familiare?
I nostro duello riprende più intenso che mai, ed ora entrambi i nostri rinforzamenti si indeboliscono a vicenda: quella luce annienta letteralmente il mio youki, lasciando come potenziamento esclusivamente quella nuova aura misteriosa, che continua a fare il suo lavoro anche da solo. Non perfettamente però, visto che delle crepe hanno cominciato a comparire sul mio bokuto di sigurdazia*. 
Possibile che sia… che lei sia un—
…spiegherebbe il suo atteggiamento, ma in ogni caso devo chiudere questo scontro in fretta. Mi lancio contro di lei con forza, e dopo aver respinto brutalmente verso l’alto la sua arma, mi tuffo dietro di lei spalancando le mie ali.
Di norma esse sono del tutto inutili nel combattimento a corto raggio: non sono forti e robuste come quelle di draghi e gargoyle, e non sono veloci e manovrabili come quelle dei nostri nemici giurati. Tuttavia infondendole di youki, posso compensare tutto questo: è doloroso, ma quando esse si aprono con uno sbuffo di aura oscura… e colpiscono il retro del ginocchio di Lucy, fanno il loro lavoro.
Ora che una delle sue gambe ha ceduto, e con le sue braccia intorpidite dalla botta, non può né schivare appropriatamente, né riuscire a parare in modo stabile e preciso. Se le cose stanno come penso io, l’unica opzione sicura che le resta è—
FRUSH.
In un batter d’occhio ed una pioggia di piume nere, lei si ritrova a fluttuare a diversi metri da terra, su tre paia di ali ancor più nere delle mie. Come sospettavo, è un angelo caduto.
“…quindi alla fine ci sei arrivato. Trovo difficile credere che ai rampolli dell’Inferno, non venga mostrata il prima possibile la luce angelica. Ammetto che hai gli attributi, per andare dritto al sodo in questo modo…” inarco le sopracciglia, osservandola attentamente. Considerate le sue capacità ed il fatto che abbia già sei ali, sarebbe facile pensare che il suo aspetto fisico sia solo una facciata… ma in qualche modo, ho la sensazione che questa ragazza abbia davvero l’età che dimostra.
Mentre ero perso nelle riflessioni, quasi non mi ero reso conto che la misteriosa energia che stavo emanando, era scomparsa. Vedendo ciò, lei sbuffa leggermente, e ripone la sua arma.
“…e va bene, seguitemi: vi porterò dal Maestro.” Detto questo, si gira ed inizia a svolazzare verso la capanna in cima al colle. Dopo avermi raggiunto, anche Watren apre le ali, ed insieme la seguiamo in volo.
 


“Benvenuti, viaggiatori. Prego, accomodatevi.” Un uomo anziano che indossa una veste taoista ci indica con un cenno della mano dei semplici cuscini, sistemati attorno ad un basso tavolino su cui è appoggiata una teiera ed alcune tazze. Ci sediamo a gambe incrociate su di essi, mentre lui inizia a servire del tè.
Lucy si piazza invece contro una parete, tenendoci d’occhio. L’uomo, ovviamente Xuanzang Sanzang in persona, continua a riempire le tazze con aria tranquilla.
Ogni suo movimento ha una grazia ed una fluidità tale, dal risultare quasi etereo. Una volta finito, si siede anche lui e si volge verso di noi.
“La ringrazio per la sua ospitalità, Maestro Sanzang. Il motivo per cui siamo venuti a porgerle visita è che desideravo una consultazione riguardo quale via nelle arti marziali intraprendere. Ho deciso di perseguirne una in modo da poter percorrere la mia strada senza dover dipendere dall’aiuto e dalla protezione altrui, ed i maestri dei Dojo delle Nove Vie mi hanno indirizzato da lei. Accetterà di aiutarmi?” l’uomo si accarezza il lungo pizzo bianco pensierosamente, mentre mi scruta attentamente. Rimane a riflettere per circa un minuto, poi annuisce leggermente.
“…Molto bene, giovane. Nonostante dentro di te percepisca alcuni dei tratti e degli atteggiamenti meno… apprezzabili, della tua razza, senza dubbio il tuo desiderio è sincero. Perciò dimmi: una volta trovata la Via a te più adatta, cosa hai intenzione di fare?” sorrido in modo calmo. Mi è andata bene.
“Renderla una dei miei fondamenti. Ammiro coloro che perseguono il Dao Marziale, e desidero essere uno di loro… ma non intendo neanche farne la mia unica ragione di vita. Quindi una volta scoperta ed iniziata a praticarla, farò sì che quella Via coincida con i miei desideri ed ideali, guidandomi e sostenendomi. Ed un giorno, spero che quei ruoli si invertiranno.” Anche sul suo volto si forma un sorriso. Quindi fa un cenno a Lucy, la quale raggiunge un comodino ed estrae da esso una lucida pietra nera grossa quanto un pugno.
Gliela porge, e lui la prende con cautela con le punta delle dita, mormorando alcuni versi. Credo in sanscrito, ma il tono basso, il riverbero innaturale dovuto suppongo dalla pietra, e la mia scarsa conoscenza in quella lingua, mi rendono difficile stabilirlo con certezza.
Un fievole luce bianca inizia ad emanare da essa, quindi lui la lascia andare. Nonostante non abbia più alcun appoggio, rimane a fluttuare a mezz’aria.
“Questa pietra una volta attivata, analizza l’animo di chi la tocca. Fai fluire il tuo Ki in essa, e troverai ciò che cerchi.” Osservo l’artefatto ancora per un istante, poi allungo la mano e faccio quanto ha detto. In quest’ultimo anno ho seguito un corso presso uno dei clienti del nostro casato, che mi ha insegnato a sbloccare e controllare in modo accettabile la mia energia vitale… perciò questo compito non rappresenta alcuna difficoltà.
Appena tocco la sfera, essa inizia a pulsare ritmicamente, e la luce si tinge gradualmente di altri colori: prima rossa, poi arancio, quindi giallo, verde, azzurro, indaco e viola. Sanzang rimane in silenzio emanando come sempre la sua aura di tranquillità, ma quanto succede dopo gli fa aggrottare le sopracciglia, e strappa un’esclamazione sorpresa a Lucy.
Invece di fermarsi ad uno di quei sette, riprende a cambiare sempre più in fretta, iniziando ad assomigliare ad un caleidoscopio: tutti i colori immaginabili si manifestano senza soluzione di continuità, fino a che non assume una brillantezza simile ad un diamante, che sembra contenere tutto e nulla.  
È ipnotizzante. Sembra quasi… un richiamo.
“Può bastare.” Le parole di Sanzang mi riscuotono, ed allontano la mano. Tutti e quattro osserviamo la sfera, con vari livelli di stupore.
Poi il Saggio esegue un gesto complicato, e mormora una singola parola.
A quel punto il nero tinge nuovamente la pietra, su cui rimangono però numerosi simboli splendenti che non riconosco. Lui li esamina per un minuto buono, ed infine emette un lungo sospiro.
“…sarò sincero. Questa è uno dei risultati più sorprendenti che abbia mai trovato, ed immagino tu sappia che questo vuol dire qualcosa. Vorrei poterti dire esattamente quanto ho scoperto su di te, ma purtroppo non posso.” Aggrotto le sopracciglia. Che vuole dire?
“Innanzitutto perché neppure io sono sicuro del modo adatto per gestire correttamente la tua Origine*, e con essa, il tuo destino. Non ora almeno. Poi, perché avvertimenti parziali e non sicuri sono una ricetta per il disastro, è già successo molte volte in passato.” Quindi grazie a questa non solo può analizzare l’animo di chi lo attiva, ma anche ottenere informazioni sul suo futuro?! E poi… Origine?
Cosa intende con questo termine?
“Ciò che posso dirti è che… hai l’opportunità di raggiungere vette mai toccate da un membro della tua stirpe, e di giungere in luoghi che mai avresti potuto immaginare. Tuttavia se intraprenderai questa strada, temo affronterai sfide più ardue di quanto tu possa concepire.” Lui sospira nuovamente. Ora sono preoccupato… quali sfide possono essere considerate così difficili da qualcuno come lui?!
“Tornando al motivo per cui sei venuto qui, tra le Nove Vie non ce n’è una in cui tu sia particolarmente affine… ma due, oserei dire. Sei un ragazzo saggio ed intelligente, quindi credo tu abbia già intuito a quali mi sto riferendo.” Mi tornano in mente quegli stili. Ha ragione.
“…È possibile seguirne due allo stesso tempo?”
“Sì. I progressi saranno ovviamente più lenti e richiederà maggiore impegno, ma è assolutamente possibile. Ovviamente più avanti potrai decidere se focalizzarti su una delle due, ma mantenerle in equilibrio sarebbe l’ideale, a mio parere.” Annuisco distrattamente. In effetti speravo in qualche consiglio oltre che su quale stile marziale mi fosse più adatto, ma questo…
Scuoto leggermente la testa, quindi mi alzo insieme a Watren, per poi inchinarmi rispettosamente verso Sanzang.
“Maestro, le sono infinitamente grato per il suo aiuto: farò tesoro dei suoi consigli. Ora però credo sia ora che vada, o la mia famiglia inizierà a preoccuparsi.” Scambiamo un ultimo saluto con entrambi, quindi usciamo dalla capanna. Raggiungo il bordo più aspro del colle, che misura un dislivello del terreno di qualche centinaio di metri, e mi fermo a guardare metaforicamente l’orizzonte.
Metaforicamente perché ovviamente c’è ancora una nebbia fittissima, ma piazzarmi sul ciglio di punti particolarmente alti mi aiuta sia a rilassarmi, che a riflettere. Il mio sguardo spazia per tutto il panorama invisibile, mentre effettuo alcuni respiri profondi.
Sento una mano sulla spalla: Watren ha notato da un pezzo il mio turbamento, ed ancora una volta ha messo da parte le formalità che sa io detesti, per cercare di tranquillizzarmi un po’. Credo che farò meglio riflettere su tutto questo a casa, con calma, e davanti una bella tisana calda. 
Mi chiedo se sia il caso di parlare di tutto questo ai miei ed a mia sorella…
 
 
[Esterno]
 
 
“Fratello, pensi che questa demone spaventosa abbia abbassato sufficientemente la guardia?”
“Non ne sono sicuro fratello, a me se sembra completamente concentrata sulla casa del nostro nemico, ma ho una brutta sensazione. Come se la nostra vita dovesse terminare nel momento in cui cercheremo di liberarci…” due demoni youkai, identici tranne per la parola presente sulle loro armature (Kin e Gin, ovvero oro ed argento), giacciono a terra supini imprigionati in un sigillo magico. Hanno la taglia di un normale essere umano, ma hanno entrambi un corno che spunta dalla loro testa, lunghi artigli, e bocche ed occhi esageratamente grandi… sono inoltre ricoperti di tagli e ustioni.
Ad un paio di metri da loro, Roygun Dantalion siede su un masso osservando la cima del colle dove si trova il fratello, che proprio ora sta lasciando l’abitazione di Sanzang. Un sorriso comprensivo le si forma sul volto, percependo lo stato meditabondo di Regyl nonostante la nebbia mistica del luogo.
In quanto erede del casato Dantalion, percezione assoluta, e penetrazione di occultamenti mistici, sono tra le capacità minime richieste.
Grazie a secoli di duri studi e pratiche, adattare uno dei suoi incantesimi in modo da ‘hackerare’ la nebbia le ha richiesto poco più di un’ora. Chiaramente, esso da solo esso non sarebbe bastato per superare così in fretta una creazione di un essere del calibro di Sanzang… ma il fatto che sia una delle tre diavole più forti dell’Inferno, diciamo che ha aiutato a renderlo sufficientemente efficace.
“…Guardate che non sono mica sorda. Comunque ora me ne vado: l’obbiettivo è stato raggiunto. A titolo informativo, sappiate che se doveste mai considerare di nuovo di assalire MIO fratello, la prossima volta non sarò così gentile. Vi trascinerò nelle Malebolge con le mie mani, e mi assicurerò che possiate assaporare l’ospitalità dei carcerieri della vecchia guardia… quelli che ancora rimpiangono i vecchi tempi quando il nostro sport nazionale era torturare le anime.” I due youkai si lasciano sfuggire dei versi terrorizzati.
“F-f-f-fratello… non voglio più avere a che fare con i diavoli. Sono terribilmente permalosi e vendicativi…”
“N-n-n-nemmeno io, fratello…”
“Saggia decisione.” Sogghigna Roygun. Controlla gli spostamenti di Regyl e Watren, ed inizia a seguirli a debita distanza.
Prima di andarsene però, si volta verso i due youkai un’ultima volta, e fa un cenno con l’indice. Il cerchio magico e le restrizioni svaniscono liberandoli.
“Ricordate ciò che vi ho detto, Re Cornuti: questa nebbia è pessima per la mia acconciatura, odierei dover tornare qui…” i due tremano come foglie, mentre la guardano sparire nel biancore che li circonda.
Un silenzio surreale cala sul luogo, perdurando diversi minuti.
“Fratello, credo che dovremmo andare ad avvertire il Saggio della presenza di quel demone. Anche se è nostro nemico, nessuno dovrebbe affrontare una come lei.”
“Sono d’accordo fratello, dopotutto siamo noi quelli che lo sconfiggeranno, non ci servono degli im-im-impiccioni. E poi, magari ci offrirà del tè come le altre volte.”
“Hai ragione fratello, qualcosa di caldo servirebbe proprio…”
 
Alcune ore più tardi.
 
Lucy termina di sparecchiare, riponendo la tovaglia nel cassetto dopo averla sbattuta fuori dalla finestra rimuovendo le briciole, ed averla ripiegata. Butta un occhio al lavabo pieno di stoviglie: ce ne sono più del doppio del solito, per suo grande disappunto.
Ma non può certo biasimare il suo Maestro per aver offerto di rimanere a cena al Re Cornuto Dorato ed a quello Argentato. Sa che quei due poveretti erano spaventati a morte.
‘Pare che dopotutto il clan di Regyl non si fidasse abbastanza per lasciarlo andare da solo all’avventura, ed abbia chiesto nientemeno che alla sorella maggiore di proteggerlo. Forse inizio a capire un po’ meglio quel damerino di un pipistrello…’ riflette mentre controlla la sua spada da allenamento. È piena di intaccature, nonostante la avesse fortificata con il suo touki.
‘Sì, decisamente un tipetto interessante. Forse… forse, ho trovato la soluzione al mio problema.’
“Maestro, avrei un idea.” Sanzang interrompe la sua meditazione, e la guarda con aria neutra. Lei prende fiato… ed inizia a spiegarla.
 
Poco dopo.
 
“Sei davvero sicura di questo?”
“Sì. Non posso praticare quell’allenamento qui da lei, se uno qualunque delle sue vecchie conoscenze venisse a farle visita, verrei scoperta all’istante. Non posso certo ripagarla in questo modo dopo tutto ciò che ha fatto per me negli ultimi due anni…”
“…allora dovresti considerare l’idea di tornare a casa. I pochi visitatori che raggiungono i domini dei Grigori o entrano nei loro ranghi, o non lasciano più quel luogo, corretto?” i pugni della ragazza si stringono convulsamente.
“NO! E se qualcuno che sa di me venisse catturato ed i suoi ricordi estratti? È troppo rischioso per ora, devo prima imparare a gestire... quella cosa. I diavoli sono estremamente cauti nel trattare le informazioni importanti… ed il clan Dantalion più di tutti gli altri. Se non riuscissero a nascondermi loro, credo che nessun altro riuscirebbe a farlo.” Il maestro continua ad osservarla in modo neutro, mettendola a disagio.
“…Mi creda, comportarmi come quell’ingrata della Sacerdotessa del Fulmine mi fa male al cuore, ma non posso permettermi di tornare prima di aver sistemato questa faccenda. Per proteggermi mia madre sarebbe disposta a qualunque cosa, non posso rischiare di portare una simile catastrofe su di loro.” Lui annuisce gravemente e si dirige verso il reliquiario. Poco dopo è di nuovo di fronte a lei, e le porge una scatoletta di legno.
“Se è quello che ritieni giusto fare, allora procedi. In questi due anni sei maturata molto, e credo che sia ora che inizi a camminare da sola per davvero: sono sicuro che riuscirai a gestire il tuo futuro datore di lavoro in modo appropriato. Ricorda solo che anche i diavoli più retti ed onesti sono comunque guidati dalle loro brame, ancora più degli umani… ed anche se volessero evitare del tutto le menzogne, nulla li trattiene dall’avere fini o lati di loro ben nascosti. È la loro natura.” Lucy accetta il consiglio ed il dono, e dopo aver porto i suoi rispetti al suo Maestro, inizia a prepararsi per la partenza. Ha intenzione di battere il ferro finche è caldo… sa di aver maggiori possibilità di ottenere ciò che desidera da quel diavolo ora che gli eventi di oggi sono ancora freschi.
Una volta finito, si ferma ad osservare un oggetto che aveva tenuto da parte per tutta la durata del suo apprendistato: un bracciale tempestato di Lapislazzuli. Il dolore, la vergogna, ed il senso di colpa che prova ogni volta che pensa a ciò che ha fatto si fa sentire ancora, ma stavolta è meno intenso; dopotutto, il suo obbiettivo ormai non è più così lontano come le sembrava.
‘Sono all’atto finale. Se tutto va come previsto, ancora pochi anni e potrò tornare a casa.’
 
 
 
1 Dao Marziale: Dao è un termine chiave del pensiero cinese, paragonabile all’‘essere’ della nostra filosofia. In genere viene inteso come ‘via’, in pratica un cammino, percorso, o condotta. Quello marziale è perciò sinonimo di via del guerriero.
2 Le Nove Vie: in pratica, la mia versione adattata alla novel degli stili contenuti nel manuale di D&D Tome of Battle: The Book Of Nine Swords.
3 Xuanzang Sanzang: il monaco protagonista de Il Viaggio in Occidente.
4 Sigurdazia: legno di incredibile durezza dalle supposte capacità mistiche. Proviene dalla saga della Terra Nascosta di Markus Heitz.
5 Origine: è un termine proveniente dalle opere della Type-Moon (Fate, Tsukihime, ecc.), ed indica il punto d’inizio che definisce l’esistenza, e dirige le azioni di un individuo durante la sua vita. È una forza guida che in qualche modo può fuoriuscire dalla [Root], o Spirale dell’Origine, e che prende forma materiale. Le suddette azioni sono generate da delle compulsioni più che da decisioni coscienti, e se l’individuo in questione ha la propria Origine risvegliata (cosa che può accadere alla nascita, durante avvenimenti che definiscono la vita della persona, o anche in modo intenzionale ad esempio tramite la magia), diventa quasi impossibile opporsi ad esse.
 
 
 
NdA
 
Salve a tutti!
Dopo una marea di problemi e ritardi, ho finalmente terminato questo capitolo.
Uno dei problemi maggiori è stato programmare l’arco di tempo in cui la fic si svolgerà, e riuscire ad incastrare tutti gli avvenimenti nel numero prefissato di capitoli, senza rischiare di renderli esageratamente densi. Come avrete notato c’è stato un salto temporale, e ce ne saranno altri prima della sua fine, spero di riuscire a gestirli adeguatamente.
Oltre a quelli già introdotti, inserirò solo un altro OC rilevante ai fini della trama, quindi state tranquilli: già dal prossimo cap altri personaggi della novel (oltre Sairaorg) avranno il loro spazio. Ho modificato le origini di Roygun rendendola originaria del casato di Regyl, ed adattato per le mie esigenze la storia dei Maou… visto che non mi è chiaro il criterio con cui l’autore ha scelto i loro nomi escludendo Lucifer, Beelzebub, ed Asmodeus. Nel prossimo DxD Tales comunque verranno svelati maggiori dettagli su di essa.  
Se avete dubbi vi invito a recensire, e sarò più che felice di rispondervi. Per la cadenza, temo che a questo punto sia eccessivamente ottimistico pretendere di pubblicare un cap ogni due settimane, ma cercherò comunque di fare del mio meglio.
Saluti a tutti!

 
                                                                          

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Capitolo 3
*** Ferie movimentate ***


 
 
Il cinguettio degli uccelli si affievolisce fino a scomparire. Siamo ormai arrivati nel cuore del bosco, ed abbiamo quasi raggiunto la nostra area d’ispezione: un enorme ed antico mausoleo in stile gotico.
Ci troviamo in Francia, in una zona a sud-est vicina al confine italiano. La missione prevede che controlliamo questo sito, visto che abbiamo ricevuto una segnalazione dai nostri informatori secondo cui un individuo sospetto era comparso nella zona, esplorando giornalmente la foresta in cui si trova.
Un incarico semplice, che nel più probabile dei casi ci condurrà ad un appassionato di architetture antiche, o in alternativa ad un razziatore di tesori. In ogni caso, tutto ciò che dovremo fare è allontanare l’impiccione in questione, e controllare lo stato delle difese.
Il motivo per cui i nostri capi danno importanza a quella che a prima vista sembrerebbe quasi una vecchia rovina, è che all’interno di essa è sigillato qualcosa che dicono non debba assolutamente essere riportato alla luce. Per quale ragione abbiano scelto di nasconderla qui invece che all’interno di una delle nostre basi meglio difese, è un mistero anche per me.
L’unica conclusione a cui sono giunta è che i piani alti vogliano tenere l’oggetto in questione lontano anche da noi, oltre che dagli estranei…
“Bene, pare che al momento non ci sia nessuno. Ed a prima vista, anche lo stato delle difese sembra immutato.” Ad aver parlato, è il capomissione: un ragazzo sui quindici anni vestito da prete. In teoria avrei dovuto avere io quel ruolo, visto che sono la più esperta del gruppo… ma dato che questa sembra essere una missione semplice, hanno voluto lasciare il comando a lui in modo che faccia pratica.
Scelta che approvo, visto che in futuro questo giovane scalerà sicuramente i vertici della nostra organizzazione. Egli si avvicina al portone, e lo tocca concentrandosi sulle protezioni applicate all’edificio.
Dopo pochi istanti, si volta di scatto verso di noi, facendoci un segno inconfondibile. Io estraggo una pistola ed una spada di luce angelica, la nostra compagna una spada di ferrargento santificata.
“Pare che qualcuno sia già entrato, perciò si deve trattare di uno o più individui dotati di capacità od equipaggiamento soprannaturali, oltre ad ottime conoscenze sulla magia difensiva. Io entro a dare un’occhiata, voi informate subito il nostro supervisore.” Detto questo, si affretta all’interno.
“Aspetta, faremmo meglio a—“ prima che finisca di parlare, il portone si richiude dietro di lui, ed i potenti sigilli sacri di contenimento si riattivano bloccandolo all’interno.
La mia compagna si lancia verso di esso, ma riesco a trattenerla per il cappuccio della cappa.
“Sorella, lasciami andare, dobbiamo aiutarlo!” le do una leggera botta in testa, tenendo nel frattempo la guardia ben alzata.  
“…sa badare benissimo a se stesso, dobbiamo invece assicurarci di riferire tutto a sua Eminenza.“ lei si gira verso di me tenendosi il capo dolorante, ma prima che possiamo fare altro, un perfida risata ci fa scattare in posizione di guardia. Lei impugna la sua spada lunga con entrambe le mani, io punto la pistola verso l’origine di quel verso di scherno, che si trova esattamente sopra il portone del mausoleo.
Si tratta di una figura ammantata, che sotto una cappa indossa semplici abiti da viaggio dai colori scuri. Entrambe ci rendiamo subito conto di chi abbiamo di fronte: un diavolo, lo youki a malapena soppresso emanato dal suo corpo è inconfondibile.
“Vediamo un po’ chi abbiamo qui: un uccellino in gabbia, una Mamm— no, una Sorella Oca, ed una lupacchiotta affamata di gloria! Direi che è il mio giorno fortunato…” fa strofinandosi le mani mentre salta giù dalla sua postazione ad una decina di metri d’altezza. Il suo atterraggio è perfetto, ed i suoi movimenti sono decisamente fluidi e precisi: deve aver ricevuto anche lui un ottimo addestramento.
“Pagherai per ciò che hai fatto, demone! Nessuno può permettersi di dissacrare la nostra casa, e di dileggiarci in questo modo!” do una seconda bottarella sul cranio alla mia protetta, scompigliandole i lunghi capelli blu.
“…Xenovia. Smetti di dare inutilmente aria alla bocca, e resta dietro di me.”
“...ma Sorella Griselda—“
“Niente ma. Quello non sembra un comune randagio*.” Lei abbassa gli occhi contrariata, ma fa quanto le dico. Per tutto il tempo, non ho staccato lo sguardo dal nostro avversario.
Nonostante il pessimo camuffamento, sento un intensa sensazione di pericolo: la sua aura è limitata alla bassa classe, ma mi dà l’impressione di essere in realtà molto più forte… come se stesse in realtà cercando di sopprimere il suo potere, invece di celare la sua natura.
Se ciò fosse vero avrei di fronte un diavolo almeno di classe media, un avversario potenzialmente difficile da gestire in questa situazione, dovendo proteggere a tempo stesso anche Xenovia. Perché è dovuto spuntare proprio oggi che l’ho portata con me per fare un po’ di pratica sul campo?!
Porto la mano al talismano per contattare il nostro supervisore, ma presto mi rendo conto che non funziona: qualcosa blocca la sua attivazione.
“…State già chiamando i rinforzi? Che pena… ve la metto giù semplice: sconfiggetemi, e lo Spazio Separato* che ho eretto svanirà. Beh, che state aspettando?” stringo i denti. Pare che siamo davvero caduti in trappola come dei principianti.
Tutto questo è inaccettabile! Con un brusco strattone mi levo la cappa bianca che mi ricopriva, scoprendo la nera divisa da combattimento sottostante.
Nel frattempo ho tengo sotto tiro il nostro nemico, e mentre Xenovia mi imita, analizzo attentamente l’area in cerca del sigillo che origini lo Spazio.
“Dobbiamo abbatterlo, non c’è altra scelta. Se lo attacchiamo insieme non avrà scampo!”
“…no. Io mi occuperò di lui, tu invece ti terrai a distanza e dopo che l’avrò ingaggiato, controllerai l’area in cerca dell’origine dello Spazio. Non accetto discussioni.” Lei sbuffa irritata, ma segue il mio ordine. Una volta assicuratami abbia raggiunto la distanza di sicurezza, apro il fuoco.
I proiettili grandinano sul nemico, ma lui ha riflessi prodigiosi ed eccellenti capacità di reazione, che gli permettono di schivare e deflettere con quella che sembra essere una katana ricoperta di bende tutti i colpi del mio primo caricatore. Mentre lo lascio cadere e faccio per estrarne un altro, lui esegue uno scatto che gli permette di raggiungermi in un istante.
Si direbbe un [Cavallo] a giudicare dalla sua velocità, e la sicurezza con cui lancia il suo attacco dimostra che ha almeno un po’ di esperienza alle spalle. Ma ne ha chiaramente meno di me.
Il suo fendente orizzontale è deviato dalla mia lama di luce, che squarcia i bendaggi permettendomi di vedere la parte sottostante. Non si tratta di un fodero come mi aspettavo, ma invece di una lama composta da uno strano legno nero, ricoperta da un lieve velo argenteo.
Questo diavolo… ci sta affrontando con un’arma da allenamento?!
Leggermente irritata dalla sua palese mancanza di considerazione nei nostri riguardi, gli tiro una martellata verso la testa con l’impugnatura della pistola, ed alla sua schivata faccio subito seguire un calcio che gli centra il ginocchio spingendolo all’indietro.  Questo perché il colpo era diretto originariamente tra le sue gambe, ed è riuscito ad evitare di ritrovarsi gli attributi in gola solo unendo fulmineamente le proprie ginocchia.
Da qui la sua perdita di equilibrio che lo ha portato ad una sua rapida ritirata, durante la quale ho ricaricato la mia pistola. La punto nuovamente verso di lui, riflettendo sul momento adatto per fargli assaggiare il mio stile gun-kata*.
“Combatti in modo alquanto vergognoso, per una suora. O forse è un abitudine tra le esorciste prendere gli avversari a calci nei testicoli?”
“…solo quelli che se lo meritano.” Senza aggiungere altro, mi scaglio contro di lui. Mentre noi ci affrontiamo, noto con la coda dell’occhio la mia protetta esplorare l’area tenendosi a debita distanza.
Bene, sembra che per una volta non farà colpi di testa. Ora, come posso occuparmi di questo seccatore?
E c’è un’altra cosa che non posso fare a meno di chiedermi… che cosa vuole da noi?
 
 
[Regyl]
 
 
Devio a fatica l’ennesimo fendente di questa Griselda, che a quanto pare ha dato un taglio all’uso della pistola… per ora. Tuttavia, dal modo in cui la sta tenendo è ovvio che sta solo aspettando l’occasione giusta per sforacchiarmi.
Cliente difficile.
All’interno delle chiese, non ci saranno che una ventina di combattenti capaci di reggere uno scontro con un diavolo di alta classe come me. Questa giovane donna è sicuramente una di loro: nonostante stia anche tenendo d’occhio la ragazzina bluette, ha ribattuto colpo su colpo fin dall’inizio, ed in un paio di occasioni è anche riuscita a farmi sudare freddo.
Sicuro sto limitando la mia aura e la mia forza fisica… ma in quanto a velocità e riflessi, stiamo entrambi dando il massimo. La sua tecnica e la sua maestria con la spada, unite alla sua ovvia esperienza in combattimento, colmano abbondantemente il divario di forza tra di noi.
“Per quale motivo ci hai attaccati? Se sei già entrato nel mausoleo, perché approcciarci in questo modo? Se hai già ottenuto ciò per cui eri venuto, non vedo perché iniziare un combattimento correndo rischi inutili… mentre se non lo hai fatto, rinchiudere il nostro caposquadra nell’area-obbiettivo è stata un’idiozia: prima che tu riesca a sconfiggerci lui o il nostro supervisore ci raggiungeranno, ed allora per te sarà finita.” Afferma lei con sguardo freddo. Poi mi accorgo che la pistola è puntato alla mia gamba.
“Ammesso che non ti finisca prima io.” Esplode diversi colpi, ma eccetto il primo che mi squarcia i pantaloni ed ustiona superficialmente la coscia destra grazie alla luce angelica rilasciata, tutti gli altri vanno a vuoto. Cavolo, questo era dannatamente vicino…
Forse potrei buttarle un osso e vedere come reagisce. Non capita tutti i giorni di incrociare un’esorcista di alto livello, potrebbe essere un esperienza educativa anche per me, affrontarne uno che dia il 100%…
“L’obbiettivo prefissato è già stato raggiunto, questo è solo un extra…” sogghigno usando il mio migliore tono maligno.
“…non potevo lasciarmi sfuggire un’occasione simile.” Alle mie parole lei aggrotta le sopracciglia, per poi assumere un cupo cipiglio ed iniziare a combattere ancora più intensamente, emanando una rabbia piuttosto intensa. Sembra che si sia fatta una certa idea, e non credo sia una che le piaccia.
Beh, finche posso sperimentare un bel combattimento, direi che—
“—Prendi questo, porco rapitore!!!” un sibilo alle mie spalle segnala l’entrata in scena della seconda esorcista, la bluette che mostra all’incirca dodici-tredici anni. Le mandano sul campo belle giovani, eh?
Senza neanche guardarla balzo di lato ben al di fuori dalla sua portata, senza staccare lo sguardo dall’altra. Uhm, ha detto rapitore? Che cosa significa questo?
“Xenovia! Ti ho detto di stare lontana, parlo turco per caso?!” …apertura individuata. Le balzo addosso forzandola ad una parata dell’ultimo secondo, che si risolve in un suo volo all’indietro di oltre una ventina di metri quando rilascio un’ampia porzione della mia vera forza.
Non sarò un Mr. Body come Sairaorg, ma sono pur sempre un diavolo d’alta classe: non c’è modo che un umano possa sostenere la mia forza, non senza praticare il Senjutsu o affini. Ed ora, tocca alla piccola calunniatrice.
Girandomi verso di lei, la trovo ad un paio di metri scarsi da me, a spada levata. Prima che riesca a colpirmi comunque, la disarmo con una manata al polso, e le piazzo una gomitata ben misurata allo stomaco.
Lei si sgonfia come un sacco vuoto crollandomi quasi tra le braccia, e decido di afferrarla per il colletto sostenendola. La esamino attentamente: i suoi aggressivi occhi dorati si sono leggermente appannati, ma sta lottando intensamente per rimanere cosciente.
Mentre continua a fissarmi con ferocia e determinazione. Sì, ha proprio un bel caratterino… provo pietà per il poveretto con cui si accaserà.
Un momento… nomi italiani, dovrebbero essere della chiesa cattolica quindi…
“Metti giù quelle manacce da lei!” invece che provare a parare l’attacco di Griselda, replico lanciandole la ragazzina addosso. Mentre lo faccio, mi giro preparando il mio bokuto.
Potrei approfittare del fatto che ora la bionda stia reggendo la sua protetta, ed attaccarle mentre sono in svantaggio… ma non avrebbe senso farlo. Voglio una vera sfida, senza vantaggi esterni che lo influenzin—
BOOM.
In un lampo di luce che mi ferisce le retine, una granata esplode ai miei piedi. Per fortuna ho fatto in tempo a manifestare il mio Ki della Spada attorno al corpo similmente al touki, e tutto ciò che rimedio sono degli occhi lacrimanti ed iniettati di sangue.
Avrebbe potuto andare molto peggio, se ti esplode una bomba di luce angelica sotto il naso.
“Detto fatto. In cambio però avrei una curiosità che vorrei mi soddisfiate.” Le osservo seriamente, mentre si mettono nuovamente in posizione di guardia.
“Facciamola finita in fretta, diavolo. Che vuoi sapere?”
“…nella chiesa cattolica, il voto di castità si applica anche a voi esorcisti?” un lungo silenzio segue la mia domanda, durante il quale le due mi guardano con aria stupefatta. Poi il volto di Xenovia si arrossa di rabbia ed imbarazzo, e sembra lì lì sul riprendere ad imprecarmi contro.
Ma viene preceduta da Griselda.
“Questo sembra confermare i nostri sospetti. Non abbiamo intenzione di farci insultare oltre!” ora sono perplesso, si può sapere di cosa stanno parlando? Cosa le fa pensare che io sia un rapitore?
Prima che uno di noi tre possa dire altro, una potente esplosione distrugge il portone del mausoleo, scaraventando i suoi resti per tutta la radura antistante. Dopo esserci assicurati di schivare tutti i detriti volanti, ci giriamo verso la sua origine: il giovane ragazzo biondo, il capomissione.
“Scusate il ritardo Sorelle, la trappola era ben congegnata. Ora… credo sia giunto il momento che faccia ammenda per il mio errore. State indietro, mi sbarazzerò di lui il più in fretta possibile.” Alle sue parole le due si dirigono nella sua direzione, ma invece di fermarsi al suo fianco o subito dietro di lui, continuano fino a raggiungere l’ingresso dell’edificio.
Dopo essersi messe al riparo si voltano nuovamente verso di noi, sedendosi su un paio di massi neoformati. Nel frattempo, il cielo nel raggio di diversi chilometri si è ricoperto di nubi temporalesche… e l’esorcista ha iniziato a rilasciare un’aura potente e maestosa.
Deve trattarsi di un Sacred Gear, non c’è altra spiegazione. Quel tipo… chi diavolo è?!
“Non so quali siano le tue motivazioni, né cosa tu abbia cercato in quell’edificio, ma questo e l’aggressione nei confronti delle mie compagne sono sufficienti a giustificare la tua epurazione. Nel nome della Santa Chiesa, io, Dulio Gesualdo, porterò su di te il giudizio finale.” Le nubi sopra le nostre teste vengono pervase dai fulmini, ed un forte vento discende avvolgendo il mio nuovo avversario, rendendomi quasi impossibile avvicinarmi a lui. Un momento… il suo nome, questo tipo di abilità…
“Assaggia il potere dello Zenith Tempest!” …………..ah, ecco. Il portatore del secondo Longinus* più potente.
“Mi sa che ho combinato un gran casino…” Una dozzina di fulmini piovono dritti verso di me.
…e che sono un tantino fottuto.
 
 
[Esterno]
 
 
Una certa ragazza sta attraversando la foresta, lasciando dietro di sé il proprio capo che a quanto pare vuole menare un po’ le mani con i giovani esorcisti in arrivo. Normalmente lo rimprovererebbe dicendogli che è un’azione eccessivamente imprudente, affrontare un intero team di individui la cui intera vita verte del dare la caccia ad esseri come loro… ma in questo caso sarebbe ipocrita da parte sua, e probabilmente anche inutile.
Perché? A causa dell’uomo che le è appena comparso di fronte.
È chiaramente qui per tenere d’occhio i suddetti, che si può quindi intuire siano per la maggior parte delle nuove leve. Inoltre… lei si trova davanti a costui per fare esattamente la sua stessa cosa.
“È un onore incontrarla, Cardinale Diacono Ewald Cristaldi. Posso sapere le sue intenzioni? Perché ci sarebbe un nuovo acquisto che vorrei assolutamente provare, intende aiutarmi, o solo fare da balia?” egli inarca un sopracciglio, squadrandola attentamente.  
“Parole arroganti, da qualcuno così giovane. Immagino che per acquisto tu intenda l’artefatto che hai rubato dal mausoleo… se le cose stanno così, avrai il piacere di incrociare la lama con me.” Lei sogghigna, ed estrae dalla lunga custodia sulla sua schiena un grande spadone argenteo dalle eleganti decorazioni cremisi. Lo brandisce con risoluzione, puntandolo verso il suo avversario.
Egli replica estraendo una spada lunga dalla pronunciata dentellatura, che la fa assomigliare ad un enorme kriss. Entrambe le lame emanano un’intensa aura sacra: quella dell’esorcista dorata, l’altra di un bianco splendente… tuttavia dalla seconda viene rilasciata anche un’intensa negatività, che si manifesta sotto forma di scariche di lampi rosso sangue.
“…proprio come dicono i rapporti secretati. Una spada sia sacra che maledetta… quell’arma deve rimanere sigillata!” la ragazza scoppia a ridere, e si mette in posizione di guardia.  
“Che scortese! Non vedi che sta smaniando dal desiderio di salutare la sua vecchia amica? Anche se è un po’ malridotta… quasi a pezzi direi.” Dichiara con un sorriso impertinente. Cristaldi si chiude in un espressione di pura concentrazione, e inizia a caricare un colpo… per poi svanire l’istante successivo, ricomparendo dietro la ragazza nell’atto di tirarle un fendente alla schiena.
“Uff! Lei è decisamente all’altezza della sua fama. Mi chiedo però quanta della velocità che sta mostrando dipenda da lei, e quanta da quell’Excalibur Rapidly…” aggiunge evitando al pelo l’attacco, e replicando con una potente spazzata. Ma prima ancora che il colpo sia rilasciato del tutto, l’esorcista si è già spostato fuori portata.
“…un semplice consiglio, ragazza. In uno scontro all’ultimo sangue, riempirsi la testa e la bocca di discorsi inutili è il modo perfetto per distrarsi, e di conseguenza farsi ammazzare. Tutto ciò che conta una volta stabilito di dover abbattere il proprio avversario, è il metodo per farlo.” Lei sogghigna ulteriormente.
“…come ha ragione.” Lo spadone rilascia un fulmine che raggiunge l’uomo prima che riesca a spostarsi di nuovo. Perciò si limita ad intercettarlo con la propria arma.
Nel momento in cui l’energia rilasciata dalle due spade si incontra, avviene una strana reazione: l’Excalibur prende a emanare sempre più potere, rendendogli difficile utilizzarla. La ragazza annuisce soddisfatta, vedendo i suoi sospetti confermati.
“Che significa questo?! La maledizione rilasciata da quella spada dovrebbe danneggiare i legami, spingendo gli alleati li uni contro gli altri! Come può influenzare invece una arma sacra?!”
“…credeva stessi scherzando? Clarent* è veramente entusiasta di reincontrare Excalibur… sebbene le sue attuali condizioni la contrarino parecchio. Dovrebbe sapere che le armi magiche di un certo livello, sono dotate di coscienza propria!” Ewald sgrana gli occhi per un breve istante, poi annuisce con aria pensierosa. È il secondo spadaccino più forte e famoso delle chiese, ma le armi in cui è specializzato sono forgiate da dei frammenti dell’originale… e questo influenza pesantemente il livello di auto-consapevolezza di esse rispetto alle altre.
Nonostante le usi ormai da decenni, perfino per lui è quasi impossibile percepire una volontà provenire da queste spade, perciò in genere si limita ad assicurarsi il loro corretto funzionamento. E dopo tutto questo tempo in cui è arrivato a considerarle poco più che uno strumento per il proprio lavoro (per quanto le rispetti e sia loro grato), l’idea che le armi magiche possano reagire l’una all’altra oltre che al portatore, gli è quasi passata di mente.
“…vuoi manomettere la mia connessione con la spada, astuto. Così facendo, potrei ritrovarmi a sventolare nient’altro che un pezzo di metallo affilato… o in questo caso, un’arma fuori controllo.” Perfora con lo suo sguardo l’avversaria, ed ancora una volta la assale ad altissima velocità. Stavolta i suoi colpi sono un po’ più imprecisi, rendendo il combattimento più bilanciato… questo fino a quando con un sibilo ed saettio dorato, un taglio fumante non compare sul fianco di Lucy.
Il bracciale attorno all’avambraccio sinistro di Cristaldi si è trasformato in una spada segmentata che ora lui brandisce come una frusta. Emana un’aura quasi identica a quella dell’altra spada, la quale ora sta iniziando a normalizzare il proprio rilascio di potere.
Lei indietreggia rapidamente, ricoprendosi di uno scuro strato di touki, ed osservando nervosamente la seconda arma; l’altro invece assume una nuova postura che gli permetta di maneggiare entrambe al meglio.
“Ti presento una delle sorelle di Rapidly, Excalibur Mimic.” La ragazza si morde leggermente le labbra, osservando accigliata il suo avversario. Ora che ha estratto una seconda spada sacra, il gioco si è fatto molto più pericoloso: oltre a raddoppiare le possibilità di subire danni critici, la prima si sta stabilizzando, combattendo la maledizione di Clarent grazie all’influenza della ‘sorella’.
Tuttavia, se ha deciso di affrontare quest’uomo pur conoscendo la sua fama, è perché vuole un’opportunità di mettersi veramente alla prova. Se non può confrontarsi con lui in termini di abilità, tutto ciò che le resta da fare è…
“Scatenati, Clarent!” dallo spadone vengono emanate sempre più scariche, avviluppando esso e la sua detentrice di lampi cremisi. Poi lei carica il suo avversario, prendendo a bombardarlo di potenti e rapidi fendenti.
Entrambi ora stanno dando il massimo, attaccando e schivando con tutte loro forze. Lucy è ovviamente molto più potente di Ewald, ma lui sfrutta i poteri delle sue spade in modo impeccabile: si mantiene un passo avanti a lei, evitando e contrattaccando a tempo stesso ogni suo singolo colpo.
Di tanto in tanto Mimic supera la guardia della ragazza, ma il touki e l’elettricità che la ricoprono, respingono i suoi attacchi impedendo che venga ferita nuovamente. Il Cardinale si rende conto che questa è destinata a diventare una battaglia di logoramento, e sa che non può permettersi di assecondarla, visto che ha dei sottoposti a cui badare.
Decide dunque di dare un taglio allo scontro.
Lucy sta tirando l’ennesimo fendente, generando a tempo stesso svariati archi crepitanti, quando vede il suo avversario indietreggiare bruscamente. Mimic si avvolge nuovamente attorno al suo avambraccio, formando un corto bracciale da cui spunta una frusta che si muove di propria iniziativa, anche senza che Cristaldi la impugni.
Lui intanto ha riposto la mano in una tasca dimensionale, da cui emerge… un’altra spada sacra. Prima che possa brandirla, lei gli scatena addosso un flusso di fulmini, sperando di impedire la catastrofe incombente.  
Quando il polverone si dirada, davanti a lei si trovano ben sette Ewald Cristaldi, ciascuno dei quali brandisce tre Excalibur. E gli effetti della maledizione di Clarent sono ormai svaniti, visto che le tre spade sono in risonanza e si potenziano a vicenda.
“…vediamo se indovino. Excalibur Nightmare?” …Lucy troverebbe la cosa alquanto divertente, se non ci fosse in gioco la sua vita. In effetti questo sembra proprio un incubo.
‘Quante cavolo di spade si porta dietro?! Ed è pure in grado di usarle tutte insieme contemporaneamente?!’ impreca tra sé e sé, cercando febbrilmente un idea che le permetta di uscirne tutta d’un pezzo. Prima che riesca a venirne a capo però, i suoi nemici prendono l’iniziativa.
La circondano correndo intorno a lei, impedendole di tenere d’occhio più di due o tre di loro alla volta, ed alternano i loro attacchi puntando soprattutto alle sue spalle. Ognuno di loro è rapido quanto l’originale, e simula perfettamente i suoi movimenti… ciononostante, normalmente questo non sarebbe un problema per lei.
Si allena quasi giornalmente con Regyl, ed usare duplicati illusori è uno dei suoi trucchi preferiti, questa situazione non è certo una novità per lei. Il fatto è che ciascuna delle copie emana una forte aura sacra, perciò il suo solito metodo, ovvero l’affinare la percezione in modo da distinguere le proiezioni magiche dal corpo reale, non funziona al meglio.
La presenza di un essere umano sbiadisce in confronto al potere di una spada sacra, perciò per capire quale sia il suo obbiettivo non deve semplicemente percepire l’energia vitale del bersaglio, ma farlo filtrandola da esso. Ed eseguire una procedura simile, subendo costantemente innumerevoli attacchi ad alta velocità… si rende conto che è un impresa fuori dalla sua portata.
Il nervosismo che prima provava, e la sensazione di minaccia incombente, si sono ora tramutati in paura. È stata messa all’angolo.
“…suppongo che ormai sia troppo tardi per discutere sulla restituzione del maltolto, vero?” con suo grande sollievo, lo sfiancante assalto si interrompe.
“…se tu fossi una pecorella smarrita semplicemente desiderosa di toccare con mano un pezzo di leggenda, se ne sarebbe potuto parlare. Ma a quanto pare sei nostra nemica, e dopo ciò che tu ed i tuoi soci avete fatto, le tue uniche opzioni sono una morte rapida e misericordiosa, od una violenta e brutale.” Afferma uno dei Cristaldi con gli occhi fissi sulla sua ferita ancora fumante, mentre con un cenno della mano indica dietro di sé. Si sta ovviamente riferendo alla trappola tesa ad i suoi protetti, che intende raggiungere il prima possibile dopo aver recuperato l’artefatto. 
Lucy sospira. Lui ha capito che non è umana, ma non sa ancora per certo a quale razza appartenga, solo che è una ‘maligna’… e lei avrebbe preferito che le cose rimanessero così.
Nell’istante in cui il Cardinale fa per riprendere l’assalto, una luce violacea si manifesta su Clarent, potenziando ulteriormente la sua aura ed i lampi e tingendoli di porpora. Il potere rilasciato dalla ragazza e dallo spadone non fa che crescere, divampando irregolarmente, e spingendo immediatamente i suoi avversari ad attaccare tutti in una volta eccetto uno.
Ciò che segue è una potente esplosione luminosa che elimina tutte le figure attorno a lei meno una, che pare essere stata quasi strattonata bruscamente all’indietro da quella rimasta nelle retrovie. L’istante successivo essa viene trapassata da parte a parte dall’arma di Lucy, ma a differenza delle altre invece che svanire, si trasforma in una catena che cerca di avvolgerla.
Lei riesce a fatica ad evitarla, ma mentre cerca di prendere le distanze subisce una taglio alla schiena così forte, da superare la sua protezione. Finalmente è a distanza di sicurezza sia dal Cardinale, che dalla sua spada mutaforma… che si trasforma nuovamente in un’altra copia di Cristaldi.
Solo ora nota che la copia brandisce Excalibur Rapidly, fino a poco fa attaccata all’altro capo di Mimic… cosa che spiega la sua velocità negli attacchi che, muovendosi come entità separata dal suo detentore, non avrebbe dovuto beneficiare della velocizzazione  dovuta alla sorella. Ora sa che deve affrontare non uno, ma invece due avversari in carne, ossa, e metallo.
Vorrebbe verificare se ora che non impugna più direttamente Rapidly, lui mantenga ancora i suoi benefici, ma è consapevole che il rischio è troppo grande. Ormai che ha usato la sua luce, è quasi certa che lui abbia capito la sua natura, perciò non ha più senso rinunciare al suo più grande vantaggio.
Proprio mentre prepara un altro attacco ad ampio raggio per coprire la propria ritirata, Nightmare risplende minacciosamente, e ben 12 altri duplicati compaiono intorno a lei. Quasi in preda al panico, spalanca le ali e pianta rapidamente Clarent nel terreno e generando così una seconda esplosione.
Quando la luce ed i fulmini si estinguono, e la terra sollevata inizia a ricadere al suolo, l’esorcista nota che la ragazza è scomparsa, ed allo stesso tempo percepisce la sua aura sopra di lui. Subito tutte le sue immagini balzano verso il cielo a spade tratte, piombandole addosso da ogni lato prima che riesca ad uscire dalla loro portata.
Consapevole di non avere né il tempo né lo spazio per schivare, Lucy potenzia al massimo la propria protezione di touki continuando a tempo stesso a volare verso l’alto. Ognuna delle figure la trapassa, fino alla penultima che rivelandosi essere solida, la colpisce con Rapidly.
Percependo il movimento d’aria riesce miracolosamente ad intercettare il colpo con Clarent, ed a tempo stesso si tiene pronta per l’attacco di Nightmare… per poi rendersi conto che l’ultima immagine è anch’essa un illusione, che viene trapassata e dissolta dal suo pugno sinistro.
‘Dannazione, c’è un solo corpo fisico… ma allora dov’è Nightmare?!’ difatti, il Cristaldi rimasto sta impugnando solo una spada.
Lucy ha riportato la sua attenzione su di lui giusto in tempo per notare la spada mancante manifestarsi nella sua mano sinistra, e piantarsi sulla sua spalla arrivando quasi a tranciarle il bicipite. Uno sbuffo di fumo nero emana dallo squarcio, e lei non può trattenere un urlo sofferente sentendo l’aura sacra bruciare profondamente nella sua carne come vetriolo.
A tempo stesso la spada dentellata colpisce nuovamente, forzando la sua guardia ed aprendo la strada alla lama dell’illusione per il colpo di grazia.
‘No… NON PUO’ FINIRE COSI’!!!’
Un potente bagliore purpureo si origina da lei, mentre la sua luce ed i fulmini di Clarent si scatenano senza controllo formando una sfera di puro potere distruttivo. Ewald viene travolto da essa e scagliato a terra, crepando il terreno nello schianto.
A circa dodici metri da terra, Lucy può finalmente riprendere fiato, e dopo avergli lanciato un ultimo sguardo combattuto, vola via il più rapidamente possibile. Lui intanto si è già tirato in piedi, e sta esaminando i danni: qualche bruciatura al capo dove non è riuscito a coprirsi col braccio, ed un lieve indolenzimento dovuto all’impatto, ma nulla di rotto.
Questo ovviamente non è dovuto al solo addestramento che ha temprato il suo corpo allo stremo, ma alla malridotta armatura formatagli sotto i vestiti che ha assorbito gran parte dei danni… che proprio ora riassume la sua forma originale attorno al suo braccio. Excalibur Mimic. 
Prima che riprenda l’inseguimento, nota che il cielo si è fatto tempestoso, e lo Spazio Separato che ha intrappolato i suoi protetti viene attraversato da una dozzina di fulmini, indebolendosi consistentemente. Esita un istante, indeciso sul da farsi.
Normalmente inseguirebbe il proprio obbiettivo, soprattutto considerato che essendo ferito, il suo lavoro sarebbe più semplice… ma il suo compito è di assicurarsi l’incolumità dei membri del team. Dulio Gesualdo è troppo prezioso per la Chiesa, e non possono permettersi di correre il rischio di perderlo… per questo ancora per un paio d’anni avrà sempre un esorcista d’alto livello che lo tenga d’occhio durante le sue uscite.
Normalmente Griselda Quarta sarebbe stata più che sufficiente per il compito, visto anche che il ragazzo ormai sa cavarsela discretamente; tuttavia questa volta lei si è portata dietro la sorellina adottiva, ed in una situazione come questa, ciò le risulterebbe in un handicap non indifferente. Sapendo bene quale sia la scelta giusta, inizia a muoversi: una spada perduta può sempre essere recuperata, una vita no.
 
Davanti al Mausoleo
 
In questo momento, Regyl Dantalion sta correndo per la vita. Dopo aver a malapena evitato una tempesta di fulmini, ora sta schivando una serie di spuntoni di ghiaccio che fioccano a vista d’occhio dal terreno neanche fossero funghi.
Per sua fortuna non sono pericolosi quanto i colpi precedenti, ma se venisse colpito da essi perderebbe l’equilibrio, rimanendo in balia della furia dello Zenith Tempest… con risultati facilmente immaginabili. Il giovane esorcista non si sta proprio risparmiando, ed ora buona parte della radura è ricoperta di bruciature dovute ai lampi, o di ghiaccio, mentre il cielo ha assunto una preoccupante tinta rosseggiante.
“Stelle… CADETE!” da esso, diverse orbe infuocate iniziano gradualmente a discendere verso di lui, ingrandendosi ogni istante che si avvicinano al suolo.
‘Un momento. Quelle sono… METEORE?! Questo tipo è in grado di evocare un DANNATISSIMO SCIAME DI METEORE?!?!’ pensa Regyl esterrefatto, e per quanto non voglia ammetterlo neppure a se stesso, anche un pochino impaurito.
“Beh, a questo punto non resta che una cosa da fare…” afferma cupamente il giovane diavolo.
Gira istantaneamente i tacchi e taglia la corda, cercando di portarsi il più lontano possibile dal luogo in cui ha calcolato che quell’incandescente pioggia di morte si abbatterà. Nel momento stesso in cui ha notato quell’attacco, ha attivato nuovamente il potere dei Dantalion per prevedere la traiettoria e l’ordine dei colpi, ma a quanto pare a differenza dei precedenti, Gesualdo questa volta non è in grado di manipolarli: solo di decidere a grandi linee il punto di impatto.
In questo caso si parla dell’intera radura eccetto l’area occupata dal mausoleo, in cui l’esorcista si è rifugiato raggiungendo le compagne subito dopo aver lanciato l’attacco. Ora che ha al suo fianco le altre due, le possibilità di Regyl di sopraffarlo contando sulla propria superiorità nel combattimento ravvicinato, si sono azzerate.
Intorno a lui, iniziano a schiantarsi meteore dal diametro di sei metri ciascuna, facendo tremare il terreno e generando esplosioni di fuoco e terra. Grazie alla sua velocità però riesce a raggiungere il bosco pochi istanti dopo l’arrivo del bombardamento… volandoci letteralmente dentro per merito di un colpo che l’ha mancato di appena tre metri.
Fortunatamente la protezione del suo ki è sufficiente ad evitare troppi danni, al punto che neanche il suo sigillo-scudo d’emergenza si attiva. Rimedia comunque diverse bruciature ed un paio di leggere contusioni, però.
Dopo essersi rimesso in piedi, prosegue per un po’ cercando un punto sicuro in riprendere fiato e riordinare le idee. 
‘Lucy pare sia impegnata con il loro supervisore, ma conoscendola probabilmente non vorrà che mi intrometta, soprattutto considerato che intendeva provare la sua nuova arma.’ riflette gettando uno sguardo abbattuto ai resti fumanti del suo bokuto, che essendo già malridotto a causa di un fulmine che si è trovato costretto a deflettere, ha esalato il suo ultimo respiro con la meteora di prima. Quindi torna a fissare la radura, aggrottando le sopracciglia.
‘La domanda quindi è… cosa faccio ora? Con lo stile che ho tenuto ora non ho chance di batterli.’
 
 
[???]
 
 
Afferro per la gola la ragazzina dai capelli blu sollevandola da terra, evocandole attorno ai polsi delle catene magiche di youki. Lei mi fissa con il suoi fiammeggianti occhi dorati, mentre le stringo immobilizzandola del tutto.
Intanto la giovane donna, dopo aver scaricato la sua pistola contro alla barriera che ci circonda, cerca di abbatterla a colpi di spada. Che illusa: non ha minimamente un potere sufficiente a penetrare le mie difese… no, nemmeno usando tre di quelle granate di luce angelica in contemporanea.
La sua chioma bionda ondeggia in sincrono ai suoi movimenti, e la stessa cosa fanno i suoi grossi ed eleganti seni, strizzati nell’aderente divisa nera. È una vera bellezza, quasi non riesco a credere alla fortuna che ho avuto…
“Vedo che sei davvero ben ‘equipaggiata’… comunque, è meglio che tu ti dia una calmata, se non vuoi che qualcuno si faccia molto male...” indico con un cenno del capo il mio ostaggio, mentre trattengo a fatica un ghigno carico di aspettativa.
“Non dargli retta: abbattilo e basta!” nonostante la situazione in cui si trova, la ragazzina continua ad agitarsi ed a urlare idiozie. È il momento di darle una lezioncina…
La mia mano si stringe sempre più intorno al collo della piccola impertinente, avvicinando ogni istante che passa il colore del suo viso a quello dei suoi capelli. Intanto, inizio a percepire quella meravigliosa emozione nota come disperazione, farsi strada nel cuore dell’esorcista bionda.
“…fermati. È solo una bambina inesperta… perché stai perdendo tempo con lei?!” udendo ciò, sogghigno internamente. Ecco le parole che volevo sentire!
Di norma me la sarei giocata diversamente, manipolandola indirettamente dove volevo… ma stavolta, bisogna dare qualche spintarella in più. Non si parla solo di dedizione alla causa, questa Griselda è anche dannatamente sveglia; perciò per riuscire a farla mia…
“Beh, diciamo che anche le ragazzine hanno il loro fascino. Se però vuoi prendere il suo posto come membro della mia [Scacchiera], sono disposto a scendere ad un compromesso: dimmi, cosa sei disposta a fare per il suo bene?” la disperazione è finalmente visibile anche nei suoi magnifici occhi blu: ormai non ha più dubbi su cosa io voglia.
Non riesco a trattenermi ed inizio già a pregustare i modi in cui piegherò il suo spirito indomito ed inflessibile, costringendola a soddisfare ogni mio desiderio, fino a quando del suo orgoglio non ci sarà che un vago ricordo… per poi darle il colpo di grazia, mostrandole colei che stringo tra le mani nella sua stessa identica situazione.
Già, non ho certo intenzione di lasciarmi sfuggire l’occasione di avere a mia disposizione due Sorelle così affiatate, ciò che potrei fare con loro mi fa rabbrividire di piacere… 
 
O meglio, lo avrebbe fatto se questo piano fosse stato escogitato e diretto da me.
O anche se al posto di quel fastidioso biondino, fosse presente un qualunque altro giovane esorcista. Apro lentamente gli occhi, riemergendo dalle mie fantasie incazzato con il mondo.
Regyl Dantalion, sei un colossale coglione!
Le due ragazze stanno lasciando la radura che ospita il mausoleo, accompagnate dal detentore dello Zenith Tempest. In questo istante, la più grande dà una terza botta in testa alla compagna, che si stava lamentando del fatto che il loro ‘diabolico’ avversario, fosse riuscito a fuggire.
“Ahi! Sorella, mi hai colpito più tu di quanto abbia fatto quel diavolo!”
“Questo perché te le meriti tutte. Nonostante tutto quello che ti ho insegnato, hai dimostrato di avere le capacità di sopravvivenza di un dodo! Appena torniamo ti farò inginocchiare sui ceci e poi scrivere mille volte su una lavagna ‘Non affronterò incautamente un nemico, soprattutto se mi hanno ordinato di non farlo’.” La bluette geme disperatamente, mentre quel Gesualdo cerca di trattenersi dal scoppiare a ridere. Digrigno i denti.
Vedere un occasione così perfetta sfumarmi davanti al naso, mi fa venire il sangue amaro. Il fatto poi che qualcun altro abbia avuto l’opportunità di coglierla, e non l’abbia fatto… è dieci volte peggio: come cazzo fa a definire se stesso un diavolo, un individuo del genere???
Oltretutto ha pure il potere perfetto per lavori come questo… tch, se le mie capacità psioniche fossero al livello di quelle magiche, i miei ‘reclutamenti’ sarebbero molto più semplici.
Infine, la ciliegina sulla torta: al danno si aggiunge la beffa, visto che quei tre lo hanno pure scambiato per me. Come se un idiota come lui che passa il suo tempo a menarsi con quel bruto diseredato, fosse abbastanza sveglio da riuscire nelle imprese che svolgo.
“Signorino, abbiamo ricevuto la segnalazione: il suo bersaglio è appena partito per la sua missione, insieme al suo maestro ed a tre altri accoliti.” Parlando delle quali…
“Hai raccolto le informazioni anche su quel tipo, giusto?” il mio maggiordomo annuisce.
“Sissignore: si tratta di William Blackwood, esorcista veterano ed istruttore di prima categoria, è uno degli assi della Chiesa Protestante. Si è preso cura della giovane Elisabeth per quasi cinque anni.”
“Molto bene, andiamo a recuperarla: i nostri ‘ospiti’ sono stati già portati sul luogo, giusto?” vedendolo annuire, mi lascio scappare un breve sospiro.
Mi sono perso una coppia di diamanti, ma non per questo devo rinunciare ad una perla. Ne va del buon nome del Casato Astaroth, dopotutto…
 
 
[Esterno]
 
 
Regyl raggiunge finalmente il punto di ritrovo, ansimando lievemente. Sebbene brevi, gli scontri con Griselda e Dulio sono stati molto intensi… e la pioggia di meteore oltre a danneggiarlo, l’ha anche agitato al punto da scombinare completamente il suo ritmo di respirazione.
Da cui l’affaticamento susseguito alla maratona che l’ha portato fino a qui. Si guarda intorno cercando tracce della sua compagna, ma non ne trova alcuna.
Fino a che non riceve una pacca sulla nuca, cioè.
“…sei scoperto.” dichiara Lucy con il suo solito ghigno bastardo. Il diavolo si gira verso di lei irritato, ma poi nota un paio di cose.
“…e tu sei ferita. Dobbiamo tornare a casa subito. Comunque… congratulazioni.” Lei assume un espressione orgogliosa, facendo del suo meglio per nascondere il dolore dovuto ai tagli. I due inizializzano l’incantesimo abiuratore* precedentemente piazzato per eliminare le tracce del portale, ed attivano quest’ultimo teleportandosi in una base segreta nel ducato Dantalion.
“Grazie… Clarent è un vero gioiello, ed abbiamo già un discreto feeling.” Lui annuisce ammirando lo spadone, ma poi focalizza lo sguardo dietro le sue spalle.
“Mi fa piacere, ma io mi riferivo all’aver sbloccato quelle. Deve essere stata una diavolo di battaglia, se ti ha spinto oltre al limite fino a questo punto…” afferma indicandole il punto in questione: il quarto paio di ali piumate che ora le spunta dalla schiena insieme agli altri tre. Mentre lei osserva stupefatta le nuove appendici, lui si procura una cassetta del pronto soccorso, ed inizia a trattarle la ferite usando sia metodi convenzionali che incantesimi curativi.
“…non ci credo. Ero così presa dalla battaglia, che non me ne sono neanche accorta. E pensare che non vedevo l’ora di raggiungere la classe ultima…” all’altro sfugge una risatina, continuando a trattarle le ferite. Pochi minuti dopo, l’aura sacra è stata espulsa del tutto, e delle fasciature sono strette attorno ad esse.
A quel punto, è il turno dell’altra di prendersi cura delle sue ingiurie, che essendo molto meno gravi delle sue, vengono sistemate in breve tempo.
“Mi sa che abbiamo entrambi imparato una lezione importante, non è così?” Regyl annuisce alla sua constatazione.
“Mai sottovalutare i portatori di spade sacre…”
“…e MAI cazzeggiare con i detentori di Longinus.” Conclude lui.
“…temo di essere una pessima bodyguard. Mi dispiace, avrei dovuto—“ Regyl la blocca con un cenno della mano.
“Stop. Questo era il tuo giorno libero, accompagnarti è stata una mia scelta e pertanto ogni rischio e conseguenza riguardano me e me soltanto.” Lei annuisce piano.
“Riguardo invece alla spada… hai idea del perché tu sia riuscita a connetterti ed a sbloccare così tanto del suo potere poco dopo averla trovata?”
“…diciamo che fin dal momento in cui l’ho vista ho sentito un senso di familiarità, con essa. E quando mi sono trovata con le spalle al muro, lei ha reagito alle mie emozioni ed al mio desiderio di potere. Non sono certa di potermi definire la detentrice naturale, ma penso almeno di avere un elevata affinità con essa.”
“…uh, incoraggiante.” Alla distratta osservazione di Regyl, Lucy si rende conto delle implicazioni di ciò che ha detto, e si gratta nervosamente uno dei bendaggi.
“Non preoccuparti, il fatto che la spada del Cavaliere del Tradimento ti abbia preso in simpatia, non significa che tu seguirai le sue orme. Inoltre stando ai miei nonni, Mordred fu uno di quei tipi che più che essere propriamente malvagi, si ritrovarono a compiere malvagità spinti dagli eventi… e da certi individui.” La ragazza annuisce e si alza in piedi dirigendosi verso l’uscita della base, disattivando l’illusione che altera le sue sembianze. Anche il diavolo rimuove il travestimento e la segue all’esterno, e si dirigono perciò verso il castello desiderosi di rilassarsi un po’ e mettere qualcosa sotto i denti.
 
Castello di Mephisto Pheles
 
Un giovane diavolo sta lasciando l’enorme edificio, ed inizia a percorrere con aria assente un sentiero che devia dal viale principale che conduce ad esso. Cammina a lungo, fino a raggiungere la catena montuosa ad est del castello, e si infila in uno dei valichi uscendo dalla vista; a quel punto inizia a controllare dietro d sé eventuali inseguitori, fino a che raggiunto un certo punto, non si ferma sedendosi su un masso.
Ha lisci capelli viola scuro, occhi di un grigio così pallido da essere a malapena distinguibili dalla cornea su cui porta un paio di occhiali, e indossa abiti da scolare. Il suo sguardo è perso nel vuoto. Dopo pochi minuti di impasse sospira, ed estrae un quaderno su cui inizia a scrivere.
In esso sono riportate formule magiche, modelli di incantesimi, ed illustrazioni di quelli che sembrano essere diversi tipi di spiriti. Ma nel suo fondo sono presenti anche appunti e riflessioni, simili quelli che sta iniziando ad aggiungere in questo momento… fino alla sua improvvisa interruzione.
“Ho percepito la tua presenza. Chiunque tu sia, fatti vedere!” dichiara, girando leggermente il capo nella direzione in cui gli è sembrato di ‘sentire’ qualcosa. Dopo qualche secondo di immobilità, una figura compare ad alcuni metri da lui.
Anzi, sarebbe più corretto dire si palesa: il colore marrone scuro delle rocce che lo ricopriva come una specie di camaleonte gli scivola di dosso, mostrando una figura ricoperta da un lungo cappotto rosso dal cappuccio tirato. Questi alza le mani in segno di resa ridacchiando leggermente, e solleva il cappuccio rivelando un giovane dai lineamenti orientali dai capelli e gli occhi neri, dall’aria allegra e rilassata.
“Come vuoi, amico. Devo dire che hai dei sensi fini: me la cavo abbastanza bene nelle missioni stealth, e mi hai beccato non appena ho superato i dieci metri nonostante i camuffamenti.” Il diavolo assottiglia gli occhi, fissando lo sconosciuto con sospetto ed una punta d’irritazione.
“Cosa vuoi da me?” l’altro inarca un sopracciglio e sospira leggermente.
“Dritto al punto vedo… beh, è comprensibile direi. Orleim Ronové, sono venuto a darti un importante consiglio.” Non appena sente pronunciare il cognome, l’apprendista mago scatta in piedi e casta un incantesimo per mano: una nera sfera di pura energia negativa nella destra, uno scudo trasparente che gli copre l’intero corpo con la sinistra. L’altro ridacchia sollevando le mani in segno di resa.
“Via, cerchiamo almeno di essere civili; dopotutto è una questione di vita o di morte—“ l’istante successivo, accadono diverse cose quasi in contemporanea: la barriera di Orleim si infrange, lui lancia la sua sfera oscura che trapassa lo straniero… che si rivela essere un immagine residua, mentre l’originale è apparso dietro di lui puntandogli una pistola alla tempia.
“—la tua, per essere precisi.” Conclude l’aggressore con voce piatta. L’altro aggrotta le sopracciglia, ed osserva attentamente l’arma che lo sta minacciando: è una semiautomatica composta da un metallo grigio-verdastro, con diverse rune incise un po’ ovunque.
Alcune di esse stanno brillando, ma si disattivano quando il moro leva il dito dal grilletto, riassumendo un’espressione gioviale. Quindi la abbassa, e si siede sul masso precedentemente occupato dall’altro che si gira verso di lui con calma, deliberata lentezza.
“Arriva al punto.”
“Il punto è che, per quanto tenere il profilo basso ed addestrarti in segreto sia una buona idea, se vuoi raggiungere il tuo obbiettivo dovrai avere una tua rete di contatti ed alleati, e prima cominci a cercarli meglio sarà.” Al sentire ciò, Orleim sbuffa seccamente.
“…grazie per il saggio consiglio. Ma finché non sarò abbastanza forte da sapermi difendere da tradimenti e contrattazioni fallite, credo che—“
“—ed allora rivolgiti a qualcuno che non ti tradirà. Sai bene che c’è almeno una persona disposta ad aiutarti… anche se credo ti converrebbe rivolgerti a suo figlio. I vostri obbiettivi combaciano, e non solo quelli…” gli occhi del diavolo si spalancano, e lui scuote rapidamente il capo.
“Non ho intenzione di caricare il peso della mia situazione su qualcun altro, e non ho ancora abbastanza da offrire per una partnership…”
“Per questo ti ho detto che ti conviene puntare al ragazzo. Scoperta la tua situazione, sono certo che non ti tradirà mai, e neanche lui ha un così grande potere ed influenza al momento. Potrebbe essere la tua unica possibilità per realizzare quella che dentro di te, temi essere una missione impossibile… dopotutto, i legami e le amicizie strette in gioventù, sono quelli che perdurano più di tutti gli altri.” A queste parole Orleim inclina il capo, riflettendo attentamente sulla cosa. Quando si gira nuovamente verso il suo interlocutore però, si accorge che egli è scomparso.
Controlla rapidamente con un incantesimo che se ne sia effettivamente andato, e decide di fare ritorno anticipatamente al castello.
L’altro intanto, raggiunta una certa distanza ha aperto ed attraversato uno strano portale che lo trasporta in una sala sotterranea.
“Mi chiedo se abbiamo fatto bene a fidarci degli avvertimenti di quella tizia…” butta lì casualmente.
“Oh beh, immagino che per saperlo non ci resti che dare tempo al tempo, Crow.” Replica una figura nell’ombra. Lui allarga le braccia con teatrale frustrazione, mentre l’altra persona gli si avvicina lentamente.
“Dopotutto… se c’è una cosa in cui siamo specializzati, è l’aggiustare torti ed errori.”
 
 
 
1 Diavolo randagio: demone che ha tradito il suo signore, e su cui è stato emanato un mandato di cattura e/o eliminazione.
2 Spazio Separato: tipo di arte magica che consiste nel tessere una rete di energia magica e diffonderla in una certa area, per creare una linea di confine mistico che separa l’interno dall’esterno. Usato in genere dagli incantatori per ottenere un po’ di privacy, o per tendere delle trappole senza attirare l’attenzione di estranei al mondo soprannaturale.
3 Longinus: Sacred Gear (artefatti magici creati da Dio, donati ad alcuni umani alla loro nascita) con il potenziale necessario per uccidere entità divine.
4 Clarent: è una delle spade di Re Artù, rubata da Mordred durante la ribellione, e da lui usata per infliggere al padre un colpo mortale.
5 Gun-kata: stile di combattimento che mischia l’usa delle pistole con il corpo a corpo, credo possa essere usato anche per indicare la combo spada-pistola.
6 Abiurazione: le abiurazioni sono incantesimi protettivi e di annullamento. In genere consistono nel negare un certo effetto o magia interferendo con essi, tramite la creazione di barriere, Dispel, o simili.
 
 
NdA
 
Salve gente, eccomi di ritorno.
Questo capitolo originariamente avrebbe dovuto essere molto più lungo, ma alla fine ho deciso di dividerlo per poter pubblicare qualcosa in tempi più ragionevoli. Nel caso ve lo stiate chiedendo, sono passati altri due anni dal precedente, perciò Regyl, Sairaorg e Seekvaira sono ora quindicenni; come Orleim del resto.
La storia di questo discepolo (e [Pedone], come rivelato nella Newlife della mia ultima fic) di Mephisto verrà rivelata nei prossimi capitoli, per ora vi anticipo solo che come intuibile questo giovane diavolo ha dei conti in sospeso, e la sua presenza influenzerà diversi avvenimenti. Per quanto riguarda i tizi che lo hanno preso in interesse, bisognerà aspettare almeno fino alla fine della fic.
Il Ki della Spada è simile al touki, visto che mischia l’energia spirituale con lo spirito combattivo… ma è più specifico, ne parlerò più approfonditamente più avanti.
Una questione che ho vergognosamente rimandato finora sono le classi di potere: innanzitutto ricordo che sono separate dai ranghi demoniaci (un diavolo d’alta classe può avere un potere di classe ultima, ed uno di classe ultima averne uno di livello superiore; vedi Tannin che a mio parere è forte almeno quanto un Maou). Secondo, per amor di chiarezza nelle mie storie ho deciso di abolire la ‘Classe Maou’, che letteralmente vuol dire ‘Re Infernale’… e la sostituisco con la classe ‘Sovrano’, che può essere usata così per indicare anche Draghi (che dovrebbero essere ‘Re Draghi’, ma dubitando fortemente che ce ne siano solo cinque a quel livello, io lo interpreto come titolo per altri meriti), Arcangeli, eccetera, senza che suoni strano.
Stesso discorso vale per la classe divina: con i Superdiavoli ci sta, ma che per millenni siano stati riconosciuti solo due Draghi Celesti mi sa tanto di cazzata, e per fortuna che l’autore indica i draghi come la razza più potente della novel…
Conclusa questa chiarificazione, non mi resta che darvi appuntamento al prossimo cap, che spero di riuscire a pubblicare entro un mese.
Saluti!
 
 

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Capitolo 4
*** La fuggitiva della missione impossibile, parte 1 ***


 
 
Rursciù Vi Gallia osserva con un ghigno soddisfatto i suoi sottoposti prendere posizione. Divisi in piccole squadre, si dispongono attorno al valico montuoso in cui passa l’autostrada su cui transiterà il loro obbiettivo: un convoglio che trasporta il Roland, una potentissima arma sperimentale sviluppata dai migliori scienziati dell’Impero.
Sarà un duro colpo per loro, ed un diretto schiaffo in faccia a suo padre, l’Imperatore. Infatti l’uomo divenuto famoso con il nome di Cero, il terrorista il cui nome è conosciuto in tutto il mondo, non è altri che un principe rinnegato, scaricato come spazzatura in un paese nemico.
Ma oramai è giunto il momento della sua vendetta: il tiranno verrà deposto, e per il bene di tutti (ma soprattutto Suo e di Sua sorella), Lui prenderà ciò che gli spetta. La strada che Lo porterà al dominio del mondo è appena cominciat—
Tutu-tu-tuturu-tutu. Click.
“Regyl-kun, al momento sarei impegnata, possiamo sentirci più tardi?”
“…giusto Seek-chan, odi quando qualcuno ti interrompe mentre dai sfogo alla tua ispirazione. Beh, buona fortuna per la tua prossima fiction: magari otterrà più successo delle precedenti…”
…stavolta l’ha decisamente fatta fuori dal vaso.
“Regyl caro, due cose: 1, come accidenti fai sapere cosa sto facendo in questo momento, hai di nuovo nascosto una cimice in uno dei tuoi regali?! 2, non osare mai più prendere per i fondelli i miei scritti!!!” segue una breve pausa, che si conclude con un sospiro del suo interlocutore.
“…Seekvaira, stavi battendo alla tastiera quando hai risposto, e la tua espressione era quella di quando sei sopraffatta dalla verve creativa. È avvilente che tu pensi che voglia violare di nuovo il tuo spazio personale, quello di quattro anni fa era uno scherzo infantile… inoltre il mio era un augurio sincero.”  …….ok, forse ho esagerato. Saltare subito a conclusioni simili non va bene, ma dopo una settimana massacrante, disturbarmi durante il mio momento di relax è una pessima idea.
“…scusa, non avrei dovuto lanciare così certe accuse. Hai qualche motivo particolare per chiamarmi?” mentre parlo, clicco su un’icona ingrandendo la finestra sullo schermo del mio pc, che mostra il più irritante dei miei amici seduto dietro la scrivania in camera sua.
“Beh, diciamo che volevo scambiare due chiacchere con qualcuno senza dover organizzare un incontro, e su Hellype eri l’unica online. Però ora che ci penso, una cosa che vorrei chiederti ci sarebbe.” Inarco le sopracciglia invitandolo ad andare avanti.
“Nell’ultimo periodo, pare che almeno uno dei nostri compatriota abbia preso l’abitudine di insidiare le giovani collegate alle chiese. Ci sono già almeno quattro casi di sparizioni confermate, e gli interessati hanno iniziato a reagire: ti è capitato di trovare qualche riferimento a riguardo?” questa è davvero una pessima cosa. Sarà meglio che mi informi a dovere.
“No, ma ora che me l’hai detto terrò un occhio aperto. Piuttosto—” ora che lo osservo bene, ha anche lui un aria tirata, quasi sfinita direi.
“—fatto qualcosa di interessante ultimamente?”
“Puoi dirlo. Ma preferirei che ne parlassimo a tu per tu in un ambiente sicuro: sei impegnata questo week-end?” faccio mente locale. Direi che ho del tempo da impiegare.
“Domani ho una seduta da presiedere insieme a mio padre, ma domenica sono libera. A casa tua dopo pranzo?”
“Andata.”
 
Due giorni dopo.
 
Mi trovo nella stanza di Regyl, seduta su una poltrona mentre bevo una tazza di tè. Dall’altro lato del tavolino di fronte a me c’è il mio amico, ed alle mie spalle la mia nuova [Regina], Alivian.
Ho approfittato della visita per presentarlo al nostro ospite, e per fargli fare un giro visto che rimanere per la maggior parte del tempo nel nostro castello, gli risulta un tantino soffocante. Anche lui sta sorseggiando una bevanda calda con aria rilassata, e segue distrattamente i nostri discorsi.
Proprio ora Regyl ha finito di descrivermi la sua ultima avventura insieme alla sua body-guard, sebbene abbia l’impressione che abbia tralasciato qualcosa nel racconto. In particolar modo informazioni riguardanti quella ragazza, di cui non ha mai parlato molto.
Anzi, non ne mai parlato affatto.
“Uhm, hai avuto un Freaky Friday*, vedo. Quindi è così che hai scoperto di quei rapimenti… comunque, diciamo che sono stata fortunata: ieri sono riuscita a beccare il momento opportuno per spillare i fagioli a mio padre a quel riguardo.” Lui assume un aria concentrata, chiaramente ansioso di conoscere i dettagli.
“In effetti la cosa non è passata del tutto inosservata, e un rapporto è arrivato sulla sua scrivania. C’è un certo giovane diavolo che ultimamente viaggia in superficie tanto spesso quanto te, e la sua ultima escursione di ieri è corrisposta al tentativo di rapimento di una giovane esorcista nella periferia di Glasgow. Purtroppo per lui il superiore del suo obbiettivo, tale William Blackwood, è riuscito a fregarlo alla grande, e ne è uscito a mani vuote.”
“Il nome, Seekvaira.” …sembra averla presa davvero seriamente, questa faccenda.
“Diodora Astaroth. Essendo l’unico erede di un casato reale, ed il fratello di uno dei Maou, è incredibilmente difficile toccarlo: bisognerebbe raccogliere molte prove per intentare qualcosa, e considerati i suoi contatti, anche in quel caso sarà comunque problematico agire contro di lui. Il tutto senza contare il punto della questione… non molti di noi si disturberebbero per difendere delle suore o delle esorciste, e difficilmente il Paradiso solleverebbe un polverone rischiando la tregua solo per qualche ragazzina.” La sua espressione si fa torva, e si chiude in un silenzio sconfortevole, mentre fa spaziare lo sguardo fuori dalla finestra. Questa è nuova: Regyl Dantalion non è tipo da lasciar trasparire così le proprie emozioni.
Come me, è stato cresciuto per diventare un perfetto rampollo di uno dei Pilastri, ed a questo si aggiunge un duro addestramento extra. Nel mio caso in campo giuridico, nel suo nella gestione delle informazioni.
I Dantalion considerano la condivisione dei propri pensieri e pareri personali un estremo atto di fiducia, ancor più di tutti gli altri membri della nostra specie; per questo in genere la praticano solo con membri delle propria famiglia, e rarissime volte con i conoscenti più stretti dalla fiducia comprovata. Infatti la maggior parte delle volte parlano di argomenti mondani o di affari… a meno che ciò non serva per uno scambio di informazioni.
Per lasciar trasparire un espressione simile… deve essere veramente preso o preoccupato per qualcosa. Credo sia meglio cambiare discorso, se volesse parlarmene o dell’aiuto, sono sicura che non si farà problemi a dirmelo.
“Parlando d’altro, che ne diresti di rivelarmi una buona volta qualcosa su Lucy? Quella ragazza è davvero misteriosa, ed ha un’aria incredibilmente intimidatoria. Come l’hai incontrata?” lui sventola distrattamente una mano.
“…Durante la mia ricerca di uno stile di combattimento adatto, era l’apprendista di un Santone che mi ha fatto da consulente. Abbiamo avuto breve scontro ‘amichevole’, dopodiché mi ha chiesto di assumerla.” …Non sembra voler aggiungere altro.
“…Hai intenzione di reincarnarla?”
“No. È una delle condizioni accordate per i suoi servizi. Alivian invece, dove l’hai trovato?”
“Nel Piano Elementale della Terra, durante una caccia ad un Randagio. Il criminale in questione ha pensato che usare una faglia dimensionale sarebbe bastato a farlo sfuggire alla cattura… ma non aveva tenuto in conto dell’orgoglio di mio padre: la richiesta di catturarlo ci è giunta da Lord Zeckram in persona. Io ho chiesto di poter accompagnare la spedizione, e fortunatamente ha accettato. Durante il viaggio di ritorno abbiamo notato un gruppo di Illithid* attaccare Alivian, ed ho deciso di aiutarlo. Era ferito mortalmente, così l’ho portato con me al sicuro e l’ho curato… ed in segno di gratitudine, ha deciso di accettare la proposta di entrare nella mia [Scacchiera].” Lui lancia uno sguardo incuriosito alla mia [Regina], ed annuisce piano. Conoscendolo, si sarà già fatto un’idea di cosa sia.
Anche io gli lancio un breve sguardo pensieroso. Sono stata davvero fortunata: in circostanze normali, uno della sua razza non avrebbe mai accettato di sottomettersi ad un diavolo.
Comunque, la gratitudine per avergli salvato la vita è stata solo l’ultimo dei motivi che l’ha spinto ad accettare… i due principali sono vendetta e senso di colpa. Questo perché non era solo, quando quei succhia-cervelli lo hanno attaccato.
Quando io e mio zio siamo arrivati sul posto, la maggior parte dei loro schiavi combattenti e l’amica di Alivian erano già morti. E considerato che era stata una sua idea quella di uscire a cacciare quelle Aberrazioni, e lei aveva accettato soprattutto per assicurarsi che non si mettesse nei guai…
Quando ha ripreso conoscenza la prima cosa che mi ha chiesto è stata dove si trovassero gli Illithid, e ricevuto l’aggiornamento sulla situazione, ha subito proposto un contratto per rintracciarli permettendogli così di fargliela pagare. Ci è voluto un po’ perché si calmasse abbastanza per stabilire i termini e si riprendesse del tutto, ma dopo una settimana ci siamo messi in viaggio.
Il nostro casato ha il potere di rintracciare coloro che infrangono la legge, perciò è bastato farci delegare da lui il diritto di perseguire quei mostri che a quanto pare, per cercare nuovi schiavi avevano sconfinato nei territori della sua gente, e siamo riusciti a risalire fino a loro. Mio zio si è assicurato di mantenere l’area sgombra, io invece l’ho seguito nel loro covo supportandolo con la mia magia.  
Sufficientemente protetto dagli incantesimi (sono orgogliosa delle mie capacità nella scuola di Abiurazione), e naturalmente resistente agli attacchi mentali, non ci ha impiegato molto ad annientarli dal primo all’ultimo. Dopodiché, ha riportato alla sua famiglia il corpo della sua amica.
Volendo avrebbe potuto usare i suoi tesori per pagare i nostri servigi: pur essendo giovane per la sua specie, grazie all’abbondanza di gemme e metalli preziosi nella sua terra aveva già accumulato ricchezza sufficiente per ingaggiare un intero battaglione. Ma si è reso conto di essere troppo debole per nutrire le proprie ambizioni, ed ha deciso di farsi reincarnare pur di ripulire completamente i territori della sua gente dagli Illithid, e da altre empie creature.
Non che considerasse la nostra gente dei santi, ma ci ha ritenuti abbastanza civilizzati dal ritenere sufficientemente accettabile il diventare un mio sottoposto… in cambio della possibilità di realizzare il suo desiderio. Svuotata la tazza, lui risponde ai nostri sguardi con aria incuriosita.
“Alivian, ricordi che ti avevo detto che conoscevo un paio di persone che sarebbero state felici di confrontarsi con te? Beh, Regyl è una di loro, e credo che sia anche quello da cui otterresti maggiori benefici.” Lui sposta nuovamente lo sguardo sul padrone di casa, studiandolo attentamente.
“…quindi le voci sulle specialità del vostro clan sono corretti, Milord Dantalion?”
“Sì, e per favore… in privato chiamami Regyl. Come saprai tutti i diavoli hanno la possibilità di ottenere un certo grado di poteri psionici, ma il mio casato li sviluppa fin dalla nascita, e per noi è particolarmente facile raffinarli. Ho notato che anche tu pratichi quell’arte… se lo desideri, sarò più che felice di misurarmi con te. Inoltre se dimostrerai di avere il talento necessario, chiederò a mio padre di lasciarti consultare alcuni dei nostri manuali sull’argomento.” Alivian assume una aria dubbiosa.
“…Davvero? Lascereste consultare i vostri archivi ad uno sconosciuto?”
“Primo, dopo uno scontro sul piano psichico non credo che due persone possano definirsi sconosciute. Secondo, sei la [Regina] di una mia amica: se tu diventassi più forte, sarebbe un vantaggio per tutti. Terzo, per poter accedere alle nostre conoscenze più gelosamente custodite, bisogna firmare un contratto che impedisce ogni forma di fuga di informazioni… e fidati, la sua efficacia è garantita: per svilupparlo ci hanno lavorato insieme entrambi i nostri antenati, quello del casato Andromalius, e Lord Mephisto.” Lui annuisce, e fa una cosa che non ha mai fatto prima: ringrazia sinceramente. Uff… questo mi solleva e ferisce a tempo stesso.
Insieme a Sairaorg, Regyl è il solo giovane diavolo ad essere in grado di risultare sia onesto che cortese con chiunque, senza sfociare in untuosismi o mostrare segni di arroganza malcelata. Il tutto mantenendo un aura degna di un nobile, il che non è poco considerate le conversazioni in cui a volte ci ritroviamo con certa feccia, o idioti come quel tizio dei Glasya-Labolas.
Ah già, ci sarebbe anche l’erede dei Sitri… il che è un po’ deprimente, considerato che è pure più giovane di me. Poso ancora una volta lo sguardo su Alivian, che pur avendo nuovamente assunto un aria disinteressata, con la coda dell’occhio sembra osservare attentamente Regyl.
…devo trovare il tempo ed il modo di migliorare le mie doti sociali. Non ho intenzione— no, non POSSO permettermi di essere lasciata indietro.
Dopotutto, loro due… sono gli unici veri amici che ho.
 
 
[Regyl]
 
 
La brezza serale mi scivola tra i capelli scompigliandomeli gentilmente, mentre intorno a me risuona il frinire delle cicale. Riapro lentamente gli occhi, socchiudendoli subito quando vengono colpiti dagli ultimi raggi di sole della giornata.
Lascio andare il mio respiro, che avevo inconsciamente trattenuto da un po’ essendo completamente preso dalla prova che stavo svolgendo: trasferire il mio Ki della Spada in una foglia. L’obbiettivo che mi sono prefissato è riuscire ad innescarlo solo una volta che si sia distribuito uniformemente all’interno di essa, e tagliarla con precisione.
Normalmente questo tipo di energia è inerte, non dissimile al normale ki da cui deriva… ma se il suo creatore lo desidera, è possibile renderla incredibilmente solida ed affilata. Purtroppo, sono ancora lontano dal raggiungere il mio obbiettivo: al momento tutto ciò che riesco a fare è renderla distruttiva o abbastanza densa da ottenere un effetto simile al touki protettivo.
In altre parole, lo posso usare per potenziare le mie spade (unici oggetti tramite cui riesca a manipolarlo finora), rendendole falsamente affilate; oppure usarlo come strato difensivo per ridurre i danni da esse subite, e recentemente, anche dal mio stesso corpo. Se non fosse stato per esso, durante il mio scontro della settimana scorsa avrei dovuto contare ancora sul dono di Roygun.
Abbasso lo sguardo sulla foglia che reggo sul mio palmo, i cui canali linfatici ora rilucono argentei: nessun segno di ulteriori progressi. Beh, è comunque un passo in avanti, visto che in genere finisco per disintegrarle poco dopo aver iniziato l’infusione.
“Il tuo controllo è migliorato, Regyl.” Mi volto verso la voce che mi ha destato dalle mie riflessioni, con un morbido sorriso sulle labbra. A pochi metri da me, seduta a gambe incrociate ed occhi chiusi, si trova una certa ragazza dai capelli d’ebano.
È completamente assorbita dalla sua meditazione, e nonostante ciò (o forse proprio per questo?) è comunque riuscita a percepire il risultato dei miei tentativi. Come sempre non posso fare a meno di ammirarla… sia per la sua naturalezza e dedizione in questo genere di cose, che per la grazia che sembra emanare in ogni istante.
Hou Ye, la sacerdotessa-guerriera che ho incontrato in quella notte di due anni fa. Ci ho messo un po’ di tempo a rintracciarla, ed ancora di più per essere sicuro di avere il metodo perfetto per celare la mia vera natura; ma sei mesi fa ho finalmente trovato il coraggio di approcciarla, e da allora abbiamo iniziato ad incontrarci quasi ogni settimana.
Una parte di me vorrebbe bruciare le tappe e rivelarle la mia vera identità il prima possibile, ma so bene che è impossibile che mi accetti ora come ora. Anche se non sono un asura, appartengo ad una specie troppo simile alla loro perché non mi consideri un nemico, devo prima dimostrarle che sono una persona degna di fiducia.
Mi sono presentato a lei come un discepolo della spada errante, che ha lasciato la sua scuola per un viaggio introspettivo. Dopo aver ottenuto ed eseguito un dignitoso duello di prova con lei (Lucy docet), ha accettato di fare qualche ora di meditazione e brevi sparring match insieme.
Non parla mai molto, ormai sono quasi sicuro che faccia parte del suo carattere… ma le poche volte che lo fa, sia per scambiarci consigli o pareri sui nostri allenamenti, sia per complimentarci a vicenda, sento qualcosa che provo molto raramente: pace e sicurezza. Credo che dipenda dal fatto che a differenza di me, non ha altre responsabilità oltre alla routine al monastero e questi allenamenti solitari, cosa che le ha permesso di sviluppare la sua aura tranquilla ed ispirante.
Devo diventare più forte, non solo nel fisico, ma soprattutto nella mente e nello spirito. Continuo ad osservare assorto il suo viso per diversi minuti, fino a quando non mi rendo conto che uno dei miei canali di trasmissione d’emergenza è stato attivato.
Con un sospiro mi alzo in piedi e mi congedo da lei, ottenendo per qualche istante la visione dei suoi profondi occhi ambrati. Quindi mi incammino verso il punto di estrazione, raggiunto il quale apro il canale. 
Ascolto il messaggio di Seekvaira, a cui ho recentemente dato questo contatto, fino in fondo in completa calma. Poi, il messaggio viene finalmente recepito dal mio cervello.
[COME HAI DETTO?! Le tracce del bastardo portano verso una persona di interesse non solo della Chiesa, ma anche del PARADISO stesso?!?]
 
 
[Esterno]
 
 
Base segreta di Regyl
 
Lucy sta fissando intensamente la lama di luce violetta che fluttua davanti a lei. È larga e lunga quanto il suo indice, e sufficientemente solida, densa, ed affilata, da fare correttamente il suo lavoro.
Il problema, è che questo sia il massimo che riesca a creare e mantenere sotto il proprio controllo. Qualunque angelo riesce a creare e controllare almeno una spada od una lancia senza troppi problemi, e molti di essi riescono a controllarne diverse per volta anche con sole due ali, trovandosi cioè ancora nella bassa classe.
Il suo potere invece ha appena raggiunto la classe ultima (impresa mai riuscita a nessuno a soli 16 anni nei Grigori), ed ancora non riesce a forgiare una singola arma degna di questo nome. Dire che trova la cosa desolante è un eufemismo, ma ormai ha accettato i propri limiti, ed ora sta facendo del suo meglio per fare in modo che non la ostacolino.
Allunga una mano alla sua destra, ed estrae la sua nuova arma dal fodero incantato creato su misura per essa. Dopotutto, una spada sacra-maledetta non è esattamente qualcosa che passi inosservato.
Concentrandosi su di essa, in pochi secondi riesce a percepire la sua coscienza, e dopo essersi assicurata che la connessione sia stabile, inizia cautamente e gentilmente a prelevare la sua aura inviandola nel proprio nucleo. Clarent all’inizio sembra quasi guardinga nei suoi confronti, ma poi capisce le sue intenzioni e decide di lasciarla fare.
L’aura sacra dell’arma viene lentamente incanalata nel suo nucleo, che immediatamente inizia a pulsare dolorosamente. Dopotutto, con la caduta la Grazia Angelica* si degrada perdendo ampia parte del suo attributo sacro, diventando simile ai nuclei di altre creature come i diavoli.
Gli effetti visibili di ciò sono l’annerimento delle ali e la perdita dell’aureola, ma anche la luce prodotta dall’angelo in questione muta: il suo effetto distruttivo nei confronti delle creature oscure viene dimezzato, e risulta invece leggermente più dannosa nei confronti di ogni altra razza eccetto la loro. Gli scienziati dei Grigori ritengono che ciò sia dovuto alla corruzione insita in loro, che produce una sorta di radiazione dagli effetti ustionanti o/e necrotici: difatti, le armi di luce degli angeli bianchi hanno invece effetti aggiuntivi solo nelle creature del male, risultando identiche ad una qualunque altra arma se usata contro altri tipi di creature.
Tenendo conto di ciò, Lucy ha dedotto che le sue difficoltà avrebbero potute essere superate assorbendo potere da un artefatto sacro per contrastare la corruzione, ma essi riconoscendola come un nemico, hanno sempre reagito danneggiandola ancor prima che riuscisse ad aumentare il proprio attributo sacro. Perciò quando ha ricevuto una soffiata su una possibile arma, il cui stato sia simile a quello della propria gente, ha voluto scommettere su questa possibilità.
Ora… sente che l’enorme rischio che ha corso sia valso la candela. L’aura di Clarent sta fluendo nel suo nucleo regolarmente, e sebbene senta ancora un certo disagio, sembra che si stia adattando ad essa.
Come pensava, un aura sacra indebolita da una maledizione, le è molto più compatibile di una pura. Punta gli occhi sulla piccola lama di luce che fluttua sul suo palmo sinistro: il suo colore si sta schiarendo assumendo una tinta lavanda, e le sembra più facile controllarla.
Si concentra su di essa, provando ad aumentare le sue dimensioni. Lentamente, essa inizia a crescere, raggiungendo dopo neanche un minuto la taglia di un coltello da tavola.
“Sì! Ce l’ho fatta!” la ragazza esulta balzando in piedi, ed inizia a muovere intorno a sé la sua creazione. Il suo controllo su di essa è simile a quello che aveva fino ad un paio di anni fa sul suo ago standard, e che ha avuto fino a pochi minuti fa con la lama precedente.   
[Lucy, abbiamo una traccia, preparati per la caccia.]
I suoi festeggiamenti vengono interrotti dalla voce del suo capo, che risuona tramite il loro link mentale. Al momento c’è solo un obbiettivo per cui lui la disturberebbe durante i suoi allenamenti…
Un certo verme a cui bisognerebbe insegnare una lezione o due.
[Dammi cinque minuti ed arrivo.]
 
 
Boston, U.S.A.
 
 
La ragazza scende dalla corriera, ed inizia a camminare in direzione del motel più vicino. È incredibilmente stanca, visto che è tutto il giorno che si muove ininterrottamente cercando di sfuggire ai suoi inseguitori.
Diavoli, che probabilmente avendo percepito le sue emissioni di aura sacra, vogliono ucciderla o peggio. Ed i suoi protettori, gli esorcisti della Chiesa… che ritengono che i suoi doni debbano essere messi al servizio del Paradiso per il bene dell’umanità.
È stanca non solo fisicamente, ma soprattutto mentalmente: nonostante lei abbia ribadito più volte che non ne vuole sapere di una vita da reclusa sotto la loro sorveglianza, essi non fanno altro che ripeterle che è troppo pericoloso per lei andare in giro senza sorveglianza, e che non ha ancora imparato a gestire adeguatamente il suo potere. Ma ormai non ne può più, ed anche a costo della propria vita, ha deciso di assumere il controllo prendendo il primo volo per gli States, e lasciando il Vaticano per la prima volta da diversi anni.
Peccato che il suo piano non sia andato come desiderava… già il giorno successivo al suo arrivo a New York, se li è ritrovati alle calcagna. E non è ancora riuscita a scrollarseli di dosso, nonostante tutti i suoi tentativi durante il suo coast to coast.
Raggiunto il motel si prepara a registrarsi alla reception, quando percepisce in lontananza delle aure demoniache. Con un sospiro lancia un sorriso tirato all’uomo dietro al banco, e lascia nuovamente l’edificio occultando la propria presenza al meglio delle sue capacità.
Ha percorso a malapena un chilometro scarso, e già le emissioni negative dei suoi inseguitori sono così vicine, che il suo cervello le sta urlando di correre via il più velocemente possibile. Tuttavia se lo facesse attirerebbe la loro attenzione su di sé, dopotutto per ora hanno solo una vaga idea della sua zona.
Di tanto in tanto butta un occhio oltre le sue spalle in direzione della loro presenza, e dopo un paio di minuti li nota: un paio di diavoli vestiti con abiti scuri, ovviamente privi di stemmi o marchi riconoscibili.
Continuando a muoversi a passo sostenuto raggiunge finalmente un incrocio vicino al centro della città, dove la gente per strada inizia ad essere una folla. Si mescola a coloro che attendono davanti al semaforo, ed allo scattare del verde, svanisce tra essi mentre attraversa la strada.
Pochi minuti dopo, i due inseguitori raggiungono la stessa posizione in cui si trovava, e si fermano un istante a discutere.
“…quindi, da che parte dici che è andata? Le sue tracce da questo punto sembrano proseguire in entrambe le direzioni…” finora avevano seguito le leggere emissioni di aura sacra da lei rilasciate, ma da un po’ esse sono quasi scomparse, ed i suoi residui si dirigono verso entrambi i lati adiacenti all’angolo in cui si trovano.  
“Probabilmente ha infuso un po’ d’aura negli abiti di qualche passante per depistarci. Cerchiamo di percepire quale delle tracce è più pura.” Gli inseguitori si concentrano sul loro obbiettivo, ma prima che riescano ad ottenere qualcosa si rendono conto che qualcosa non va: un altra fonte di aura sacra, adeguatamente soppressa ma comunque percepibile perché dannatamente vicina, si trova alle loro spalle. Si girano lentamente, e ciò che si trovano di fronte li sorprende parecchio.
Essa è una giovane ragazza bionda dagli occhi celesti, dall’aria allegra ed a tratti, quasi infantile; di fianco a lei si trova un ragazzo albino dagli occhi seri ed il portamento da vero guerriero, cosa accentuata dalla mezza dozzina di spade che gli pendono dalla cintura e dallo spadone sulla sua schiena. Entrambi indossano vesti da clerici, e nonostante la giovane età attirano decisamente lo sguardo: la prima inizia già a mostrare i segni di una notevole e solare bellezza, il secondo di un aura non fuori luogo nella statua di un antico guerriero… fredda, ma comunque intensa e magnetica.
I diavoli notano anche un’altra cosa: esattamente come nel loro caso, i passanti non sembrano proprio notarli. Anzi, sembrano cambiare direzione al punto da arrivare anche a girare i tacchi e ritornare da dove sono venuti, pur di evitarli.
“Guarda Sieg! Pare che abbiamo trovato la concorrenza…” afferma la prima con un sorrisetto. L’altro replica sguainando una delle lame, e puntandola verso l’altra coppia.
“Tagliamo i convenevoli: voi due state inseguendo un membro della nostra organizzazione, e questo va contro i termini della tregua. Dichiarate nomi e provenienza, ed avrete la possibilità di uscirne tutti d’un pezzo.” I diavoli rimangono immobili per qualche secondo, impegnati in un rapido scambio telepatico. Poi corrono in direzioni diverse.
O almeno, è quello che provano a fare. Nello stesso istante in cui assumono la posizione di scatto, la voce della bionda risuona nuovamente, ed un doppio anello di lame scintillanti si forma intorno a loro.
“Blade Blacksmith!” in seguito alla sua dichiarazione, l’aura sacra da lei emessa aumenta di botto, ed inizia ad originarsi anche dalle sue creazioni. È il nome del suo Sacred Gear, che permette la creazione di infinite spade sacre.
I due riescono a bloccarsi prima di suicidarsi per auto-impalamento, ed invece spalancano le ali e balzano in aria. Ma ancora una volta è troppo tardi, visto che ‘Sieg’ ha già piantato la sua spada nel terreno facendola brillare di luce azzurra; intanto l’altra attiva una strana pergamena che delimita l’area con una cupola riflettente, nascondendoli dalla vista.
“Dàinself!” la stessa luce della sua lama circonda i suoi bersagli, ed in un istante si condensa formando un pilastro di ghiaccio. Le spade sacre della sua compagna svaniscono, permettendo ad i due giovani esorcisti di avvicinarsi per esaminare i loro prigionieri.
Li osservano con blanda curiosità per quasi un minuto, poi un altro paio di figure vestite come loro li raggiungono per prendere in consegna il carico. Dopo essersi scambiati un cenno d’intesa, i due ragazzi riprendono la loro ricerca puntando dritti nella direzione presa alcuni minuti prima dalla fuggitiva, l’albino in testa.
Si muove con sicurezza e grande concentrazione, e si ferma solo raramente per stabilire la rotta. La sua compagna per contro fa vagare lo sguardo un po’ ovunque, sia sulle persone che incontrano lunga la via, che sui vari negozi.
In particolar modo su quelli di vestiti, scarpe, e sulle gioiellerie.
“…Jeanne, potresti quantomeno provarci, a seguire anche tu le tracce. A parte il fatto che al momento Eileen sta rischiando la vita, se dovessimo venire separati, come pensi di riuscire a portare avanti missioni del genere se non fai pratica quando possibile?” il rimarco del ragazzo riporta la sua attenzione su di lui, ed assume un aria imbronciata.
“Ehi, Sieg. Questa è la prima volta che ci ritroviamo in una grande città all’infuori di Parigi, non trovi che per un volta possa ammirare la zona? E non uscirtene con la storia della sua sicurezza, Eil non è affatto indifesa: se la trovassero per primi loro, otterremo all’istante la sua esatta posizione, e non ci resterà che raggiungerla di corsa.” L’altro aggrotta le sopracciglia, ma decide di lasciar cadere il discorso. In pochi minuti si trovano nuovamente in un area periferica, e si inoltrano un dedalo di vie secondarie frequentato (scarsamente) da individui molto poco raccomandabili.
Ancora nessuno dà segno di notarli, nonostante stiano entrambi impugnando spade decorate con oro e argento. Questo fino a quando in uno spiazzo tra alcuni vecchi edifici, trovano ad aspettarli una donna in un elegante abito d’affari grigio.
È piuttosto alta, dalla costituzione ed i lineamenti eleganti e delicati, con una chioma castano-dorato liscia che le raggiunge le spalle. I suoi occhi sono azzurri ed a tratti, argentei, focalizzati sui ragazzi e sposati ad un espressione gentile e cordiale.
Tuttavia quando i due entrano nello spiazzo e la notano, entrambi scattano in allerta e si mettono all’istante in guardia. Il loro istinto sta gridando che l’individuo che hanno di fronte, è estremamente pericoloso.
Questo vale per ‘Sieg’ in particolar modo, che sente anche l’impulso di abbatterla ad ogni costo, ed uno strano senso di esaltazione a riguardo.
“I miei saluti, giovani. Ho la sensazione che stiate seguendo quella povera ragazza che ho incontrato poco fa… mi sbaglio, forse?” i due rimangono in silenzio per un po’, poi Jeanne prende l’iniziativa.
“Non sbaglia. Siamo dei suoi amici, e lei sta passando un periodo difficile… lasciare che vaghi da sola con tutte le creature oscure che ci sono in giro, è una cosa che non possiamo proprio lasciare accadere.” La donna annuisce con aria comprensiva.
“La vostra preoccupazione è toccante, ma dovete capire che a volte le persone possono avere bisogno di spazio. Per quanto riguarda la sua sicurezza, ve la posso garantire personalmente: questa città è sotto la mia protezione, e chiunque turbi la sua pace dovrà vedersela con me… posso assicurarvi che per la durata del suo soggiorno, nessuno le torcerà un capello. Tutto chiaro, bambini?” in contrasto al dolce sorriso della donna, i due hanno un espressione corrucciata. Per poter verificare le sue parole dovrebbero contattare il leader del team di ricerca, e nel frattempo rischierebbero di perdere le tracce della loro compagna.
Questo ammesso che il misterioso essere che hanno di fronte non salti loro alla gola non appena abbassano la guardia…
“La sua proposta è generosa, ma preferiremmo parlarne solo dopo averla trovata. Ogni istante che perdiamo, è uno in più per i diavoli per metterle le mani addosso. Si sposti e ci lasci passare, e potremo continuare più tardi.” Nonostante il suo tentativo di non suonare minaccioso, il ragazzo ha una voce fredda e tagliente, e la sua aggressività è quasi palpabile. Anche da due delle sue spade sembra emanarsi un aura ostile, e questo non passa certo inosservato alla donna.
Il cui sorriso si fa più affilato, predatorio. A dirla tutta, i suoi stessi denti sembrano diventare più affilati, le sue iridi tingersi completamente d’argento, e le sue pupille restringersi in una fessura verticale.
“Ultimo avviso, ragazzini. Usate i canali ufficiali, o sarò costretta a sculacciarvi a dovere.” La bionda percepito il cambio di atmosfera, inizia ad indietreggiare pensando a qualcosa per salvare la situazione, ma prima che riesca a spiaccicare parola il compagno mena un fendente con Dàinself, ed impugna lo spadone sulla sua schiena. Che una volta brandito, inizia a rilucere di aura verde, ed a rilasciare un intento omicida verso la donna.
“Dàinself, Balmung!” al suo comando, una prigione di ghiaccio si forma attorno alla donna immobilizzandola, e dalla seconda arma si origina un potente turbine che la centra infrangendola. Quando il vento si calma però, notano che non ci sono resti né tracce del suo bersaglio.
“Siegfrid!” il ragazzo viene afferrato dalla compagna, che lo trascina via con sé in un balzo fulmineo. Poche frazioni di secondi dopo, il tacco della loro avversaria si pianta nel terreno proprio dove si trovava il braccio che reggeva Balmung, sprofondando nel cemento e creandoci una profonda ragnatela di crepe.
Nel momento stesso in cui i due ragazzi riassumono una posizione stabile, Jeanne genera uno sbarramento di lame davanti a loro, ma la loro avversaria è già balzata in alto con un altro calcio pronto. Siegfried mena un fendente verso di lei, ma la luce della spada di ghiaccio stavolta viene respinta da un alone azzurrino che la ricopre.
Nuovamente i due cedono terreno per evitare il suo assalto, e stavolta lei non li incalza. Prende invece un breve respiro, e li fissa con aria mortalmente seria.
Poi apre la bocca, e rilascia un potente soffio che li respinge indietro di diversi passi. I ragazzi prendono ad indietreggiare ulteriormente, il loro istinto che gli urla più che mai di fuggire all’istante a gambe levate.
“Vi conviene ritirarvi, non solo state violando l’autorità di una forza straniera, ma non avete neppure le capacità per completare la missione.” I due giovani esorcisti riescono a fermarsi all’uscita dello spiazzo da cui sono arrivati, forzando le proprie membra riluttanti nuovamente in posizione di guardia.
“Non credere che siamo tipi da abbandonare così i propri doveri!” dichiara Siegfried rinfoderando Dàinself, chiaramente inutile contro quella donna, ed estraendo invece l’altra spada che reagisce alla presenza della loro avversaria tanto quanto Balmung. Nello specifico, quella che emana l’aura più potente ed inquietante di tutte.
“Gra-” prima che riesca a nominare l’arma in questione però, la donna rilascia fulmineamente un altro soffio, che stavolta consiste in un cono di puro gelo. Jeanne riesce a portarsi fuori dal suo raggio d’azione, l’altro spadaccino invece, impegnato a sbloccare il potere della nuova arma, si vede costretto a lanciare un affrettato colpo con Balmung per contrastarne gli effetti.
La localizzata bufera di ghiaccio che stava per colpirlo si indebolisce al suo centro, e pochi istanti dopo termina quando la donna richiude la bocca. Siegfried è ancora vivo e tutto d’un pezzo, ma le sue gambe, la vita, parte del busto, ed il braccio che impugna la sua nuova spada, sono ora congelati.
“Devo continuare ragazzino?”
“No, non è necessario! Ci assicureremo che i nostri superiori ricevano il suo messaggio!” replica precipitosamente la sua compagna. La donna lancia loro un ultimo sguardo glaciale, poi si gira e si incammina in direzione opposta da dove loro sono arrivati.
Dopo che la donna se ne è andata, i due si lasciano sfuggire un sospiro di sollievo. Jeanne si avvicina a Siegfried con aria preoccupata.
“…tutto bene Sieg?”
“…naturalmente. A parte essere diventato un ghiacciolo—“ lei subito crea una spada sacra di fuoco, e la usa per liberarlo.
“—sto una favola. Come non potrebbe essere così dopo che una tizia di passaggio mi ha schiacciato senza che riuscissi neanche a puntarle contro la più grande delle spade demoniache? Avrei anche dovuto usare il mio Sacred Gear fin dall’inizio, mi sento veramente un degno detentore di essa, ed un vero successore del mio antenato guarda…” lei si morde le labbra come se fosse indecisa sul dire qualcosa.
“…non essere così duro con te stesso. Quella creatura era sicuramente molto potente ed esperta, mentre noi abbiamo solo 14 anni. Inoltre, non sempre seguire le orme dei propri antenati è una buona cosa… per dirne una, sai quali effetti ha Gram se usata incautamente. Poi… ad esempio, la Pulzella di Orleàns è stata sicuramente una vera santa ed una grande donna ma—“ abbassa lo sguardo e si interrompe, lasciando le ciocche bionde coprirle gli occhi. La sua usuale aura allegra e spensierata, sembra essere ormai del tutto svanita.
“—il punto è, anche se abbiamo accettato di mettere la nostra vita a rischio per proteggere l’umanità, penso che dovremmo almeno venire riconosciuti e premiati per questo… invece di sentirci dire che è nostro dovere, che ciò sia dato per scontato. Davvero, a volte penso che… il nostro ‘retaggio’ sia più una maledizione, che una benedizione. Ancor più dei nostri Sacred Gear.” Entrambi sanno che i loro senior sono di solito persone che si preoccupano e prendono cura dei loro sottoposti ed apprendisti, ma purtroppo tra  i piani alti essi sono una minoranza, visto che in genere quest’ultimi sono vescovi e cardinali che puntano all’efficienza prima di tutto. Le loro menti richiamano un evento recente che li ha scossi nel profondo, il Progetto Spada Sacra.
L’ennesima prova che da quelli al comando, loro non vengono visti altro che come pedine sacrificabili, e questo anche senza considerare il Progetto Sigurd…
“Beh, la tua antenata almeno era una vera dritta, per quanto avesse un valore di sé insanamente basso. Il ‘mio’ invece, era un gran pezzo di merda entrato nelle leggende soprattutto per aver razziato una caverna, dopo aver assalito ed ucciso chiunque fosse sulla sua strada… e stendiamo un velo pietoso su tutto ciò che ha fatto per, e che riguarda, la famiglia a cui si è poi voluto legare, ed a cosa ciò abbia comportato.” Siegfried scuote la testa, e lancia un occhiata abbattuta nella direzione in cui la donna è scomparsa.
“Faremmo meglio a contattare sua Eminenza, muoviamoci.”
 
 
[Eileen]
 
 
È passata ormai mezz’ora da quando quella donna, Edel, mi ha promesso protezione. Ho passato questo tempo fortificando il vecchio edificio in cui mi ha detto di nascondermi, sarebbe stupido fidarmi ciecamente di una sconosciuta.
Attualmente sto ricontrollando una delle mie trappole all’ingresso per assicurarmi che sia tutto pronto nel caso qualcuno riesca ugualmente a rintracciarmi. Cosa che ultimamente sembra essere una costante.
Terminata la verifica faccio per fare lo stesso con un'altra, ma mi blocco improvvisamente. La barriera esterna sta venendo manomessa.
Mi ritiro in fretta più all’interno, dove mi collego ad uno dei miei famigli per osservare gli aspiranti infiltrati. Sono due giovani poco più vecchi di me: il maschio è un bel ragazzo dai capelli blu notte dalle diverse ciocche color ciliegia e le iridi perlacee… è lui che sta lavorandosi le mie difese, e considerata la velocità con cui le sta penetrando, direi che è sorprendentemente esperto ed abile.
L’altra invece è una ragazza (estremamente) sexy dalla corta chioma bruna con un singolo ciuffo violetto tra gli occhi, e dai determinati occhi blu; il suo compito sembra quello di guardare le spalle all’altro. Hanno entrambi un fisico ben allenato, e per quanto cerchino di celarlo, posso dire che sono entrambi estremamente potenti per la loro età.
E che entrambi amano le mesh. Comunque, a lasciarmi perplessa è il fatto che uno sia chiaramente un diavolo, l’altra invece... un angelo caduto, credo?
Bzzt.
Grandioso, mentre ero impegnata a riflettere sulla cosa, Mephisto junior è riuscito ad hackerare la barriera, ed ora stanno per entrare. Quel tipo o è un dannato genio, o conosce davvero molte cose sui campi protettivi.
Mentre mi allontano ulteriormente dall’ingresso, decido di attivare le trappole manualmente: se è un tale esperto di magia, o anche se ha semplicemente un bagaglio di conoscenze che sia solo la metà del mio, potrebbe riconoscerle e disattivarle facilmente. Soprattutto considerato che è stato abbastanza sveglio ed abile da riuscire a compiere l’irruzione senza danneggiare la barriera, che sta ancora schermando l’edificio da altre parti interessate.
I due si trovano esattamente tra il polveroso banco informazioni e la porta, proprio al centro della stanza. E proprio nel punto adatto per ricevere il mio regalo di benvenuto.
Un ronzio quasi impercettibile inizia a risuonare quando attivo la prima trappola, e gli intrusi si ritrovano a venire trascinati bruscamente verso al soffitto da una potente forza di attrazione. Soffitto dal quale, giunti a circa un metro da esso, vedono emergere degli affilatissimi spuntoni di diamante.
La combo manipolazione di gravità più trappola ambientale sarà pure semplice, ma se usata con criterio ed il giusto tempismo, risulta estremamente efficace. E giusto per andare sul sicuro attivo la seconda trappola, che ritaglia letteralmente il perimetro dell’area del pavimento sottostante agli spuntoni e la proietta verso l’alto con un esplosione controllata, con una notevole velocità aumentata ulteriormente dalla forza attrattiva.
Checkmate cari mie— come non detto. Oh beh, almeno avrò l’opportunità di testare sul campo le mie altre difese… la tipa comunque ha un gran bello spadone.
Bene, le prossime trappole sono—
 
Sette minuti dopo.
 
Non. Riesco. A. Crederci!
Sti tizi sono riusciti a superarle tutte quasi senza un graffio! Anche la mia adorata cisterna d’elio… e la cosa peggiore è che dopo esserne usciti, il tipo ha subito usato un incantesimo per risistemare le corde vocali, così non ho nemmeno potuto farmi quattro risate sulle loro voci…
Ormai mi resta solo il corridoio di fronte alla panic-room, tutto ciò che devo fare è murarmi dentro a quest’ultima, e bombardarli a nastro mentre superano le sorpresine di cui è costellato. Con un sospiro inserisco la password, e dopo la conferma del tastierino, inizio a girare la maniglia.
Che non si muove di un millimetro. Ricontrollo di aver inserito la combinazione giusta, e riprovo senza successo ad aprire la porta blindata.
Che sta succedendo?! Mi sono assicurata che questa stanza fosse impenetrabile per chiunque tranne che per me, tra barriere, sigilli, rinforzamenti in oricalco…
Il mio sguardo orripilato si focalizza sulla porta, ora ricoperta insieme all’interno della stanza da uno dei metalli più resistenti dei Nove Mondi. E pesanti.
Non ho tempo da perdere! Poso le mani su di essa, ed inizio a manipolarla cercando di rimuovere i rinforzamenti, che posso aggiungere nuovamente in seguito anche dall’interno.
Mentre il metallo inizia a svanire però, mi accorgo che quei due hanno raggiunto l’inizio del corridoio. Cosa faccio, cosa faccio…
Punto gli occhi ai cardini già indeboliti. Okay, forse questo può funzionare…
A mali estremi, estremi rimedi.
 
 
[Esterno] 
 
 
Regyl e Lucy non stanno avendo una buona giornata.
Si trovavano entrambi nel bel mezzo di un allenamento illuminante, quando hanno ricevuto la notizia che un certo maniaco rapitore di suore è rientrato in azione. E visto che a causa di una serie di circostanze (e della sua scarsa lungimiranza dovuta al suo bruciante desiderio di confrontarsi con un vero esorcista) il primo è attualmente sospettato dalla Chiesa per i suoi crimini, c’è la necessità di sistemare il problema il prima possibile e senza ulteriori incidenti.   
Cosa che si sta rivelando dannatamente difficile visto che hanno dovuto evitare sia gli scagnozzi di Astaroth, che gli esorcisti. Soprattutto considerata la new entry in campo…
Finalmente individuato il bersaglio, avevano intenzione di raggiungerla rapidamente e spiegarle la situazione, ma si è rivelata anche lei un discreto dito nel deretano. Il numero di difese da lei approntate, la loro qualità, e la loro imprevedibilità sono state tali, dal metterli in situazioni a dir poco spinose diverse volte.
Ed alcune di quelle trappole erano davvero assurde: piante stritolanti allucinogene, acido sparso dal sistema anti-incendio (come avesse evitato di sciogliere anche quello, è oltre la loro comprensione), e molto altro ancora… quella all’ingresso è stata davvero la più innocua e prevedibile. La peggiore invece, è stata indubbiamente stata quella che li ha sigillati in una stanza in uno Spazio Separato, e l’ha inondata di elio.
In una concentrazione tale da essere intollerabile perfino per i loro occhi, costringerli ad agire tenendoli chiusi ed a fiato tirato, considerati i suoi effetti collaterali. Quando Regyl ha fatto l’errore di darle istruzioni a voce infatti, Lucy per poco non è soffocata dal ridere nell’udire il suo falsetto.
Alla fine sono riusciti ad uscirne miracolosamente solo con qualche bruciatura sui vestiti, visto che ad un certo punto è stata ovviamente accesa una fiammella scatenando un vero e proprio inferno, e con molto poco fiato rimasto.
“Ehi boss, tutto questo non fa molto Tom Cruise? Ci mancherebbe giusto la musica di Mission Impossible.” Il diavolo guarda  la sua body-guard di traverso e sbuffa.
“…Io direi più che altro Leslie Nielsen*, considerate alcune di quelle trappole. Ma almeno pare che l’abbiamo trovata.” I due hanno raggiunto un lungo corridoio alla fine del quale si trova un portone blindato, davanti al quale si trova il loro obbiettivo. Eileen Legrenzi.
È una ragazza mora che indossa degli abiti anonimi e porta uno zaino sulla spalla destra, freneticamente impegnata ad… abbattere i cardini del portone con un’ascia?!
“…qui c’è decisamente qualcosa che non mi torna. Quella ragazza, è davvero la stessa che ha fortificato questo vecchio rudere?!” la domanda di Lucy esprime i dubbi anche del suo compagno, che osserva incredulo la giovane balzare maldestramente all’indietro, evitando al pelo di finire schiacciata dalla porta che aveva chiaramente lei stessa modificato. Con lo stesso metodo e materiale che ha usato per creare la sua arma suppone, l’oricalco e degli spuntoni di diamante, non si trovano esattamente per strada.
“Aspetta, abbiano solo intenzione di parlarti, non di farti del male. Mi chiamo Regyl Dantalion, piacere di conoscerti. So che non è la situazione più adatta per fare conversazione, ma potresti quantomeno ascoltarci?” Eileen si trova ora all’interno della camera, e sta osservando perplessa il portone mormorando qualcosa che suona molto come ‘ed ora come lo risistemo?’ All’udire la voce del diavolo, si riscuote e gli lancia uno sguardo teso.
Ma non è lei a rispondere alla sua domanda, bensì la donna comparsa alle loro spalle. La stessa donna che hanno individuato una decina di minuti prima, ed evitato come la peste lasciandola a prendersi cura di quei due giovani esorcisti che avevano sistemato alcuni dei servitori di Astaroth.
“Quindi sei tu il primo ad essersi presentato ufficialmente. Ironico, considerati i trascorsi tra la nostra gente. Comunque, io sono Ederia di Selgram, 1° rappresentante dei draghi d’argento all’Assemblea dei Clan. Quella ragazza è sotto la mia protezione, dammi un buon motivo per credere che eliminarvi sul posto, non sia la mia scelta migliore.” L’arrivo e la presentazione della neo-rivelata dragonessa fanno sbiancare Regyl come un lenzuolo, e fanno scattare Lucy in posizione di guardia, le mani strette intorno a Clarent leggermente tremanti. Cala un lungo silenzio che nessuno dei quattro sembra ansioso di interrompere.
“…non hai detto che ti chiamavi Edel? È un soprannome forse?” a farlo alla fine, è sorprendentemente Eileen, che si sta grattando il capo confusa.
“Mmmh? Sì, è così. Anche se al momento è pure il nome che uso nel mondo umano.” Replica leggermente la donna senza staccare lo sguardo dal diavolo. Che prende un profondo respiro, e lo incrocia per la prima volta dal suo arrivo.
“…magari non la è perché non siamo noi a darle la caccia, e siamo intervenuti invece per chiarire delle accuse infondate nei nostri confronti? E magari… anche per il fatto che il mio clan fosse stato contrario all’attacco di due secoli fa nei vostri confronti?” lei inarca un sopracciglio.
“Quindi affermi di essere stato accusato di quei crimini, ma di non averli compiuti, e che vuoi ripulire il tuo nome. Mi auguro che tu abbia una buona spiegazione sulla tua decisione di intervenire qui sulla Terra, invece che pulire i vostri panni sporchi in casa…”
“…semplicemente, ciò è fuori dalle mie possibilità. La posizione ed il rango del colpevole lo rendono estremamente difficile anche solo da perseguire senza prove consistenti o testimoni, perciò fare in modo che venga colto in flagrante è la nostra unica scelta.”
“Capisco. In tal caso non avrai nulla in contrario se intanto offro ospitalità ad Eileen, vero?”
“Assolutamente. Tutto ciò che desidero è la sua testimonianza sull’identità del vero colpevole.” Dragonessa e diavolo si fissano negli occhi per un intero minuto, poi la prima annuisce leggermente e fa un cenno ad Eileen, che si avvicina cautamente al gruppo.
“Credo che per cominciare sarebbe il caso di sapere il motivo per cui sia la Chiesa che quei diavoli ti stiano inseguendo. Immagino che tu sia così gentile da condividerlo, vero signorina?” la ragazza abbassa lo sguardo, ma poi sembra farsi forza.
“Il fatto è che io sono stata nelle cure della Chiesa sin dalla morte di mia madre, causata quattro anni fa da alcuni diavoli… fortunatamente mio padre, pur non essendosi mai preso il disturbo di mostrarsi fin dalla mia nascita a causa dei suoi impegni, è riuscito a mandare dei suoi fratelli abbastanza tempestivamente da salvarmi. Penso che il motivo del loro attacco sia dovuto al rilascio di potere avvenuto quando ho sbloccato il mio Sacred Gear, che ha indebolito il sigillo che avrebbe dovuto nascondere la mia vera natura.” Detto questo disattiva un sigillo sulla sua nuca che si illumina brevemente, e l’aura sacra che si emana naturalmente da lei aumenta in modo vertiginoso. Quindi dalla sua schiena si spalancano sei bianche ali piumate, facendo sobbalzare Regyl e Lucy, già a disagio dalla presenza di Ederia e dal rilascio di potere sacro della giovane.  
Cala un breve silenzio, mentre gli altri tre digeriscono la cosa, poi la donna sospira piano.
“Come pensavo, questa è una questione davvero spinosa. Posso capire che tu non voglia passare il resto della tua vita rinchiusa tra le mura del Vaticano, ma andartene a zonzo senza essere in grado di sopprimere i tuoi poteri, né saper gestire degli aggressori, è un invito al disastro… e purtroppo, la morte è davvero l’ultima cosa che dovresti temere se Astaroth ti dovesse mettere le mani addosso. Inoltre…”
“…il tuo status di nephilim* ti pone in una posizione particolare: la tua eredità paterna rende il Paradiso responsabile della tua sicurezza e delle tue azioni, ma a tempo stesso essendo tu per metà umana, non possono importi nulla. A conti fatti, che tu ti unisca almeno temporaneamente ad una fazione esterna a quelle bibliche, potrebbe davvero essere la soluzione migliore.” Interviene Regyl ripresosi dalla sorpresa causato dal nome appena pronunciato da Ederia.
“C-come?! Che vuoi dire, Miss. Edel si è solo offerta di ospitarmi per un po’!!!” esclama Eileen agitata.
“Vero, ma se ha fatto una cosa del genere pur conoscendo fin dall’inizio sia la tua natura che l’identità del tuo inseguitore, credo che l’unico modo che abbia per proteggerti è farti unire alla sua fazione prima di un incontro ufficiale. Il che probabilmente vuol dire, che tu ottenga quanto prima la cittadinanza… Selgramese?” la dragonessa annuisce confermando la correttezza dell’aggettivo.
“Io… sono fuggita proprio perché volevo essere lasciata in pace…non ho intenzione di lasciarmi manipolare da altri!” Regyl le replica con un sospiro.
“Mi spiace essere così brusco ma… pensi di essere in grado di sopravvivere da sola con tutta l’attenzione che attiri? L’unica scelta per individui come te, è trovare un luogo sicuro, e per ottenere un luogo sicuro, c’è bisogno che qualcuno lo renda tale, lo capisci?” la ragazza continua a scuotere la testa con aria sofferente, e si afferra il capo tra le mani. Il suo respiro è affannato, e strizza anche i suoi occhi sfuocati tentando di concentrarsi, mentre mormora alcuni versi che non sembrano provenire da Bibbia od altri libri sacri.
Lucy la osserva attentamente con palese preoccupazione: i dubbi sulle condizioni di Eileen non fanno che intensificarsi. Regyl si gira verso Ederia chiedendole silenziosamente spiegazioni.
Quest’ultima rimane ad ascoltare i borbotti della nephilim ancora per un po’, poi sospirando a sua volta, le si avvicina e le mormora qualcosa nell’orecchio. Quest’ultima si zittisce, e dopo averle lanciato una breve occhiata, annuisce ed unisce le mani a coppa.
Da lei si origina quindi una luce verde dalle sfumature iridescenti, e tra le sue mani inizia a crescere una minuscola pianticella, che lei controlla quasi languidamente. Ederia invece prende da parte gli altri due ragazzi, e li fissa con aria severa.
“Credo di sapere quale sia il problema di questa ragazza. Come potete notare, dispone di un Sacred Gear di tipo creazione, che è uno dei più impegnativi ed estenuanti a livello mentale tra quelli esistenti… soprattutto visto che per qualche motivo, non è stata istruita adeguatamente nell’utilizzarlo. Il fatto è però, che qualcosa sta interferendo con esso, e sembra che sia anche in risonanza. Penso che tutto questo abbia contribuito a causarle un qualche tipo di disordine, ma senza un telepate temo di non potervi dire molto altro…” il suo sguardo è bloccato su Regyl, il quale annuisce, e si gira verso Eileen. Quindi chiude gli occhi e si concentra su di lei.
La coscienza del diavolo si proietta cautamente verso quella della nephilim, ed inizia ad analizzarla il più delicatamente possibile. Le difese psichiche esterne sono soppresse, forse a causa dell’uso contemporaneo dell’SG e del potere misterioso, mentre quelle della ragazza sono abbassate, visto che è completamente concentrata sul suo lavoro.
Il diavolo inizia quindi a raccogliere prudentemente informazioni.

 

Regyl osserva la ragazza persa nei propri pensieri, mentre manipola distrattamente la pianticella controllando la sua crescita. Con l’ennesimo sospiro, disconnette la propria mente dalla sua rivolgendosi alla sua body-guard ed Ederia.
“…il problema è effettivamente quello che ha suggerito, e la mia analisi del suo stato mentale lo conferma: il misterioso potere che a quanto pare ha ereditato dal padre, è anch’esso particolarmente estenuante e per qualche motivo è perennemente attivo almeno in minima parte, interferendo con il suo cervello e di conseguenza con l’uso del suo SG. Il fatto che sia una nephilim non la rende forte a sufficienza per gestire entrambi, e temo di sapere almeno uno dei motivi.” Le altre due lo fissano seriamente, entrambe piuttosto tese.
“Non solo il suo potere è potente e profondamente radicato in lei, ma anche il SG lo è: credo si tratti del più grande tra quelli di tipo creazione… l’Innovate Clear, il tredicesimo Longinus.” Le mascelle di Lucy si spalancano, mentre digerisce il fatto che una nephilim abbia ottenuto alla nascita un arma ammazza-divinità; invece la dragonessa si limita a chiudere gli occhi con aria leggermente stressata. 
“Stando alle informazioni raccolte dalla Chiesa, con la dovuta conoscenza ed esperienza è in grado di creare e modellare praticamente qualunque cosa. Dopotutto, si dice che il nucleo usato da Dio per forgiarlo sia nientemeno che uno dei rami dell’Yrrdrasil, l’Albero della Vita.” Aggiunge Regyl.
“E di conseguenza ogni volta che lo usa, la sua stabilità e le sue facoltà mentali ne risentono. È un serpente che si morde la coda, visto che a causa della sua situazione non può fare a meno di utilizzarlo. Per l’SG non possiamo fare molto tranne cercare di sopprimere il suo output, visto che essendo connesso con il suo potere paterno è impossibile sigillarlo del tutto… ma per quest’ultimo? Se capissimo di che si tratta forse—“ Ederia lascia la frase in sospeso, insicura sulla sua idea. In effetti, questa sarebbe la soluzione migliore, ma…
‘Per poterci occupare di esso ,dovremmo capire di che cavolo si tratti.’ Pensano i tre all’unisono.
“Eileen, conosci il nome di tuo padre?” Lucy butta lì casualmente. Già, se rispondesse sarebbe un gran passo in avanti, però…
“Uhh… no, mi spiace. ” gli altri abbassano il capo abbattuti.
“…Però ora che ci penso ho sentito alcuni sacerdoti di alto rango nominare un angelo abbastanza spesso quando parlavano di me. Credo fosse… Raziel?” a quelle parole, ognuno di loro si congela sul posto, senza parole. Poi Regyl e Lucy si tirano un forte face-palm, mentre la donna sbuffa rassegnata.
“…avremmo dovuto arrivarci. In che altro modo qualcuno nel suo stato avrebbe avuto la possibilità di controllare senza il dovuto addestramento il più misterioso dei Longinus, imparare la magia pur essendo vissuta tra dei comuni umani prima, nel Vaticano poi, e riuscendo così a sfuggire sia alla Chiesa che a quel dannato porco? Nessuna sorpresa che le avessero mandato dietro così tanta gente: questa ragazza ha un valore inestimabile, e potrebbe diventare anche una minaccia ineguagliabile.” Mentre le altre stanno discutendo sulle conseguenze dello status di Eileen, Regyl è perso nei propri pensieri.
‘Il potere di creare ogni cosa… e la conoscenza, di ogni cosa. Esistono cinque esseri che è confermato abbiano accesso a quel luogo, così prezioso che in molti mondi è un obbiettivo sufficiente da giustificare una vita di infinite ricerche. Ed in alcun casi, anche al barattarla con un esistenza maledetta, in cambio di altro tempo per raggiungerlo. Essi sono il Dio biblico, uno dei suoi figli a cui ha trasferito questa capacità, e le Tre Sorelle del Destino, le Parche. Secondo alcuni anche Brahma dopo numerosi millenni di meditazione l’ha ottenuto. Tuttavia se esseri del genere possono sopportare intoccati la visita di quel luogo, è difficile pensare che una ‘normale’ figlia di un Arcangelo, sia pure esso ‘Il Custode dei Segreti’ a cui è stata data la chiave per raggiungerlo, sia in grado di farlo.’ Regyl rabbrividisce, la mente soverchiata da decine e decine di pensieri contrastanti.
“…questa ragazza… è connessa alla Spirale dell’Origine, esattamente agli Archivi di Akasha*.”
 
 
[Lilith, Capitale infernale]
 
 
Coriana Andrealphus sta provando serenità e soddisfazione senza precedenti nei suoi sedici anni di vita, che sono stati duri ed estenuanti. La causa di ciò, è il fatto che lei non sia una comune diavola di bassa o media classe, bensì l’ultima erede di uno dei Pilastri estinti.
Sembrerebbe una cosa ottima, essere colei che di diritto dovrebbe essere Marchesa del territorio degli Andrealphus… se non fosse che questo diritto derivi dalla morte di tutta la famiglia del padre, e sua madre fosse priva di titoli, e di basso rango. Quello che era uno dei pochi matrimoni d’amore avuti da un membro dei Pilastri, è ironicamente risultato nella formale estinzione di uno di essi.
Per gli Anziani, la figlia di un membro di un ramo secondario avuta da una plebea non è adatta a rappresentare una delle 72 famiglie originali. Il che si è tradotto con il rifiuto di riconoscerle il rango di diavola d’alta classe, che avrebbe dovuto ugualmente ricevere alla nascita grazie agli accordi stipulati da suo padre, che però sono risultati nulli per ‘problemi burocratici’.
E con la sua morte misteriosa avvenuta pochi anni dopo l’annientamento del resto degli altri Andrealphus, non c’è più modo di farne degli altri, visto che sua madre non ha i titoli necessari, né conosce qualcuno di abbastanza influente da aiutarle. In poche parole, le avrebbero incastrate per bene… se non fosse che alcuni degli Anziani meno stupidi ed avidi, abbiano proposto una scappatoia: se Coriana riuscisse a raggiungere con le proprie forze l’alta classe entro i vent’anni, sarebbe stata riconosciuta ufficialmente come erede.
Alcuni avrebbero ritenuto un traguardo simile impossibile, ma lei sa di doverlo fare. Lo deve ai suoi genitori ed antenati, non può permettere che la loro casa diventi uno dei tanti premi messi in gioco nei Rating.
E questo, sarebbe il secondo modo che ha di reclamarla: diventare un [Re] abbastanza forte ed abile da conquistarla, nel caso i suoi meriti nei prossimi quattro anni risultino insufficienti. Beh, lei dice a se stessa meriti, ma a meno che non decida di arruolarsi e pattugliare i confini esterni rischiando la vita ogni giorno, eliminando demoni randagi ed altre mostruosità, le sue scelte per avanzare sono ben limitate.
È un buona maga, ma non un genio capace di inventare e creare nuovi incantesimi ed artefatti regolarmente… il meglio che sia riuscita a fare per il momento, è modificare leggermente un incantesimo di        Ammaliamento rendendolo un po’ più efficace ed efficiente. Perciò, viste le insufficienti risorse da investire in operazioni commerciali, le era rimasta un'unica scelta: mettersi al servizio di qualcuno di potente che le spiani la strada.
Il fatto è che la sua razza non è nota per la sua filantropia, perciò sa bene che come comune segretaria, o guardia del corpo ancora solo di medio livello, non ha speranze di raggiungere il suo obbiettivo. Non senza aggiungere dei ‘servizi speciali’, almeno.
Ed è così che con la vergogna nel cuore, la settimana scorsa si è ritrovata davanti all’Ordine di Llilith, organizzazione fondata per l’appunto dalla moglie del loro creatore per celebrare la libertà di scegliersi un compagno senza conseguenze. In pratica sono delle sacerdotesse del sesso, che si prendono cura dei visitatori dividendoli a scelta tra di loro, ricevendo ovviamente delle donazioni… ma questo non è l’unico servizio che offrono.
Per le diavole che hanno necessità di imparare il loro lavoro, sono disposte a dischiudere parte dei loro segreti in cambio di un servizio al tempio della lunghezza corrispondente alle nozioni insegnate. Sperava che fossero disposte ad accettare una dilazione nel pagamento standard o uno sostitutivo in denaro, una volta spiegate le sue circostanze; l’Ordine è noto per essere comprensivo e persino compassionevole, alle volte.
Ma alla fine non ha ancora usufruito dei loro insegnamenti. Prima di raggiungere un accordo con le sacerdotesse, è stata contattata da un giovane uomo che aveva sentito la sua storia ed era rimasto interessato in lei.
Sairaorg Vapula. Quando ha sentito parlare per la prima volta di lui, ha pensato che fosse una persona ammirevole per la sua determinazione, ma non troppo sveglia.
La magia è tutto per i diavoli, ed a meno uno non sia un genio, il potere rilasciato dal loro nucleo è direttamente correlato al successo che avranno in futuro. E lui non solo non ha ereditato il potere del casato che lo ha disconosciuto, ma ha un nucleo che produce pochissimo youki.
Il fatto che pensasse comunque di poter diventare abbastanza forte da riconquistare ciò che aveva perso, sembrava uno scherzo alle sue orecchie come a quelle di chiunque altro. Questo fino al giorno in cui è stata invitata ad assistere uno dei suoi allenamenti con uno dei suoi pochissimi amici nell’alta classe, Regyl Dantalion.
Quest’ultimo è un ottimo combattente, estremamente abile e forte per la sua età: ha dimostrato grandi capacità nell’uso delle spade giapponesi, competenza in numerosi campi della magia ben complementati nella sua scherma, ed un corpo ed una mente sufficientemente allenati da applicare tutto questo in modo più che efficiente. Ma nonostante ciò, le sue prestazioni erano oscurate da quelle del suo avversario.
Il solo modo che ha trovato per definirlo durante il combattimento, è stato MOSTRO. La prestanza fisica di Sairaorg, già tale da fargli generare naturalmente del touki (ed a quanto ha sentito quel giorno, presto inizierà a seguire dei corsi per controllarlo al meglio), gli ha permesso di scrollarsi di dosso la maggior parte dei colpi del suo avversario, che avrebbero procurato invece seri danni alla quasi totalità dei loro rampolli coetanei.
La sua potenza invece, è oltre il terrificante… qualcosa da aspettarsi in un diavolo di classe ultima con qualche secolo di allenamento alle spalle, non certo in un ragazzo ancor più giovane di lei! Anzi, a dirla tutta, nel momento in cui lo ha visto spazzare via circa un chilometro cubo di montagna con un singolo pugno, le è sembrata quasi paragonabile a quella di un Maou…  
Dopo quello spettacolo, non ha più dubitato dei suoi proclami, ed ha prontamente accettato la sua offerta di diventare il suo primo [Alfiere].
Attualmente Coriana sta esaminando compiaciuta il piano d’azione redatto dalla loro [Regina], che bilancia intensi allenamenti, studi personalizzati, e scouting per possibili nuovi compagni ed appoggi. Non può davvero lamentarsi della professionalità di Kuisha Abbadon, che ha programmato obbiettivi ambiziosi ma raggiungibili con il giusto impiego di tempo, impegno, e supporto se necessario.
Solleva lo sguardo dal documento per puntarlo su di lei: la sua bionda collega al momento sta discutendo con il loro [Re] su possibili sponsor, e su eventuali Rating non ufficiali con cui mettersi in mostra. Una parte di lei la invidia: è chiaramente la persona di cui lui si fida di più, e bisognerebbe essere ciechi per non notare gli sguardi che i due di tanto in tanto si scambiano, mentre sono presi dai loro piani più ambiziosi.
Ma sa anche che a differenza loro, per raggiungere il suo obbiettivo ha i giorni contati; non ha tempo da perdere in storie e relazioni che non le assicureranno in breve tempo la raccomandazione necessaria. La scelta più sicura è collaborare con loro ottenendo così il potere, l’addestramento, e l’esperienza necessari per i propri scopi; prima che qualcun altro metta le mani sulla sua eredità. 
Mentre rimugina su queste cose, la porta della stanza viene spalancata, ed un diavolo con un uniforme da maggiordomo con lo stemma del casato Vapula irrompe agitatissimo.
“Signorino, deve tornare a casa il prima possibile, sua madre—” il servitore si ferma per riprendere fiato.
“…cosa è successo?” Sairaorg gli si avvicina con le sopracciglia aggrottate, chiaramente preoccupato.
“…sua madre sembra essere caduta in un coma profondo!”
 
 
 
1 Freaky Friday: Pazzo venerdì
2 Illithid: anche noti come Mind Flyers, sono aberranti creature grigie provviste di tentacoli sotto il mento e dotate di naturali poteri psionici, la cui società si basa sullo schiavismo di altre razze, ed il cui cibo preferito sono i cervelli.
3 Grazia: è il nucleo di potere degli angeli, un organo che produce aura sacra che fondendosi con l’energia nei loro corpi, forma la luce angelica.
4 Leslie Nielsen: attore comico che ha recitato nei famosi ‘Una pallottola spuntata’, ed anche nel ‘Il fuggitivo della missione impossibile’, parodia dei due film presenti nel titolo.
5 Nephilim: originario del Libro di Enoch, il termine viene usato per indicare i figli dei Grigori, descritti come dei giganti mangiauomini. Non è chiara la loro origine tranne l’identità di uno dei genitori, ma nelle mie storie invece questo termine sarà sinonimo di mezz’angelo.
6 Archivi di Akasha: sono degli archivi in cui sono registrate le informazioni di ogni individuo mai vissuto sulla Terra. Contiene ogni azione, parola, sentimento, pensiero e intenzione che sia mai avvenuto in qualsiasi momento della storia mondiale, ed al contrario di un semplice magazzino di memoria, questo Archivio Akashico è interattivo poiché può esercitare una grandissima influenza sulla vita di ogni giorno, le relazioni, i sentimenti, i sistemi di credenze e le realtà potenziali attirate sull’individuo. Nell’universo Type-Moon, è la meta finale delle ricerche di ogni Magus, e come già accennato per raggiungerli sarebbero disposti a qualunque cosa. Pare anche che coloro che riescano a dare uno sguardo ad essi, risvegli la propria Origine (per info su quest’ultima, consultate le NdA del 2° capitolo) visto che gli Archivi sono appunto situati all’interno della Spirale dell’Origine (o [Root]). Inutile dire che lo stato mentale degli umani che provano quest’esperienza, non trae beneficio dalla cosa… se siete interessati, vi consiglio di vedervi Kara no Kyoukai, serie di anime film in cui sia la protagonista che diversi altri personaggi, hanno l’Origine risvegliata.
 
 
NdA
 
Signori, sono tornato! Mi scuso per aver impiegato così tanto a rifarmi vivo, ma tra i problemi che ho avuto nell’ultimo periodo, e l’altra fiction che sto scrivendo, il tempo è volato.
Passando al capitolo, ho messo in gioco sia diversi personaggi dal canon, che alcuni OC della mia serie principale. Cominciamo da Alivian, di cui Ishibumi non ha rivelato molto: ho deciso di dargli un background e dei poteri specifici; ed ho fatto lo stesso con Coriana che a mio parere, nella storia originale avrebbe meritato qualcosa di più che essere spedita da sola a fare uno spogliarello in Infernovisione per Issei (e comunque mandare un altro che lo riempisse di legnate mentre era impegnato a sbavare no, eh?).
Ma questo vale per tutto il team Bael, che pur essendo più maturo e preparato di quello Gremory, è stato sconfitto un po’ troppo facilmente a mio avviso. Diamine, Sairaorg si è praticamente sconfitto da solo, visto che invece di combattere seriamente, non ha fatto altro che dare opportunità su opportunità ai suoi avversari… cosa che nella mia fic non farà, grazie all’influenza di Regyl.
Ricompare la cotta del protagonista, che avrà un ruolo fondamentale nel suo sviluppo, ed entra in scena il mio ultimo OC, che invece come avrete capito sta per scatenare un bel casino. Lei e la sua nuova protettrice (ve la ricordate?) avranno la loro parte nei prossimi cap, dove compariranno anche altri personaggi della serie.
Per quanto riguarda Jeanne e Siegfried invece, vi dico solo che pur non discostandosi completamente dal canon, si svilupperanno comunque in modo un po’ diverso.
Se avete dubbi o curiosità, o volete darmi pareri o consigli, recensite o mandatemi un M.P.
Saluti da Slenderguy!
 
 

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