A Tutto Reality: Blizzard Park

di edoardo811
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I concorrenti (pt1) ***
Capitolo 2: *** I concorrenti (pt2) ***
Capitolo 3: *** Il Doom Trap ***
Capitolo 4: *** Le squadre ***
Capitolo 5: *** La Giostrapulta (pt1) ***
Capitolo 6: *** La Giostrapulta (pt2) ***
Capitolo 7: *** La Giostrapulta (pt3) ***
Capitolo 8: *** Gara di abbuffata (pt1) ***
Capitolo 9: *** Gara di abbuffata (pt2) ***
Capitolo 10: *** Sfida a coppie (pt1) ***
Capitolo 11: *** Sfida a coppie (pt2) ***
Capitolo 12: *** Sfida a coppie (pt3) ***
Capitolo 13: *** Il Doposhow ***



Capitolo 1
*** I concorrenti (pt1) ***


Innanzi tutto, porgo un milione di scuse a tutti coloro che in passato avevano seguito questa storia e che se la sono vista svanire da sotto gli occhi. Ma purtroppo erano successi un po’ di casini ed ho dovuto eliminarla. Durante l’estate ho poi avuto un altro grosso progetto per un’altra storia e il tempo per questa fan fic si è affievolito, così ho semplicemente deciso di non ripubblicarla. Tuttavia, pochi giorni fa, ho visto che i capitoli che già avevo scritto su questa storia non erano andati perduti (ce li ho tutti salvati in una cartella) così ho deciso di ripubblicarla. I primi 5 capitoli sono sempre gli stessi (mi rivolgo a coloro che già l’hanno letta) ho solo cambiato alcune parti.

Questa storia si tratta semplicemente di una nuova edizione di A tutto reality con Chris McLean e con dei nuovi personaggi (ma non mancherà la presenza di alcune vecchie glorie). Gli OC presenti in questa storia sono quasi tutti di mia invenzione (quasi, perché per evitare di aggiungere qualche personaggio di troppo scopiazzato qua e là dagli altri, ho deciso di reclutare 5 OC creati da alcuni lettori che sono andati ad aggiungersi agli 11 che appartenevano a me). La scrivo semplicemente perché mi voglio esercitare nel gestire più personaggi tutti insieme e per cimentarmi un po’ nel genere verde comico, giusto per staccarmi un po’ dal mio classico arancione. So che vedere tanti OC possa far storcere il naso a molti, me compreso, ma confido nel fatto di riuscire ad intrattenere voi lettori e di scrivere qualcosa di decente.

Ultima cosa, la storia è stata scritta prima dell’arrivo di "Missione Cosmo Ridicola", pertanto non ci sarà alcun riferimento né a Don, né a quel reality in sé. Se siete fan di quest’ultimo prodotto, mi dispiace davvero (anche perché comunque a me non è affatto dispiaciuto, tolti i vincitori… senza fare spoiler, come diamine è possibile far vincere quei due? Grazie al cielo qui in Italia ha vinto l’altra coppia, però… brrr…)

 

 

 

I CONCORRENTI (pt1)

 

La stazione della metropolitana era deserta a quell’ora della notte. Non si vedeva anima viva, fuorché due persone. Una, molto più grossa dell’altra, era seduta comoda su uno dei tanti sedili di fredda plastica verde, l’altra invece andava avanti e indietro davanti ad essi senza sosta, borbottando parole incomprensibili e tormentandosi le mani. Sotto l’innaturale luce bianca dei neon sfarfallanti, aveva un’aria ancora più da fuori di testa di quanto non fosse in realtà.

Sentendo l’ennesimo brontolio lamentoso e sommesso, l’omaccione seduto sbuffò. «Piantala Chris, c’è ancora tempo...»

L’uomo bloccò il passo a mezz’aria e si voltò verso il compare guardandolo con una punta di follia negli occhi. «No, Chef, di tempo non ce n’è affatto!» esclamò mettendo da parte il broncio mantenuto fino a poco prima e rimpiazzandolo alla rabbia. «Maledizione, è passata più di un’ora! Se qualcuno fosse stato veramente interessato all’annuncio avremmo dovuto trovarlo qui prima ancora che noi fossimo arrivati!»

Chef roteò gli occhi, irritato dalla paranoia del celeberrimo collega. «Potresti spiegarmi di nuovo perché ci tieni così tanto che qualcuno venga?»

«Ma allora hai la testa di marmo!» ribatté Chris sempre più accigliato, nonché nervoso. «Se non arriva nessuno, possiamo dire addio al nostro lavoro!»

«Che tragedia...» borbottò Chef.

«Puoi dirlo forte!» rimarcò il conduttore, non cogliendo l’ironia nella voce del cuoco. Si voltò e procedette per la stazione semi abbandonata, mettendosi le mani nei capelli. «Io non vivo senza ragazzini da torturare, Chef, non vivo! Ho bisogno di questo lavoro!»

«Oh, sì, amico, mi stai proprio togliendo le parole di bocca...» L’altro ormai quasi non lo ascoltava più. Tirò fuori il cellulare di tasca e cominciò a smanettarci, sperando che la successiva ora e mezza passasse in fretta, così da potersene andare finalmente a casa. L’ultima cosa che voleva era che un’altra accozzaglia di mocciosi impertinenti entrasse in quella maledetta stazione, dicendo di aver visto l’annuncio su internet e...

«Salve!» Una voce ruppe quel silenzio misto tra ansia e menefreghismo. I due uomini drizzarono di scatto la testa e sui volti di entrambi si dipinsero espressioni del tutto nuove. Chef maledisse con tutto sé stesso il mondo per odiarlo così tanto, Chris sfoderò uno dei suoi meravigliosi sorrisi a trentadue denti, lo stesso tipo che rivolgeva ad una vittima prima di dirgli di dover saltare in un vulcano per conquistarsi l’agognata immunità.

In piedi, all’ingresso della stazione, si trovava un ragazzino intorno ai diciotto anni, con un sorrisetto smagliante e due occhietti vispi che fecero subito capire quanto piantagrane fosse. Entrò nell’edificio illuminato dai neon, guardandosi intorno quasi convulsivamente, come un animale entrato in un mondo a lui del tutto nuovo. Indossava dei jeans blu scuri, una maglietta nera piena di teschi, simboli di una band impronunciabile, scarpe da ginnastica e un cappellino di lana sempre nero, simile a quello indossato da uno dei vecchi concorrenti, Shawn.

Ciocche di capelli neri come il carbone sbucavano dal copricapo e si posavano sulla fronte sopra i due occhi marroni. Non appena lo sguardo cadde sui due uomini, il suo sorriso arrogante si ampliò. «Sono qui per...»

Chris si fiondò su di lui, interrompendolo e stritolandolo in un abbraccio. «Ah, lo sapevo, lo sapevo che prima o poi qualcuno sarebbe venuto!» esclamò sprizzando gioia da tutti i pori, per poi separarsi di colpo dal ragazzo e schiarirsi la voce. «Cioè, insomma, non che avessi poi così tanti dubbi...»

«Ehm...di che sta parlando, signore?» domandò il ragazzo confuso.

Chris corrucciò la fronte. «Come, "di che sto parlando"? Non sei qui perché hai letto l’annuncio?»

«Annuncio? Quale annuncio? Io sono qui per il treno!» replicò l’altro visibilmente perplesso.

Chris sentì il mondo crollargli addosso. Allora quella era davvero la fine per il conduttore migliore di tutto il mondo. Chef, invece, dovette trattenersi parecchio per il non scoppiare a ridere di trionfo. Per un momento aveva quasi temuto che...

«Fregati!» esclamò il ragazzino scoppiando a ridere come un pazzo, piegandosi letteralmente in due. «Ovvio che sono qui per l’annuncio!»

Chef per poco non gli faceva ingoiare il telefono. Bello scherzo, davvero. Gli aveva dato l’illusione di potersi finalmente liberare di quel manicomio camuffato a programma televisivo, per poi fregarlo in pieno. «Che simpatico...» brontolò rivolgendogli uno sguardo omicida.  

Chris, che per poco scoppiava a piangere, si ricompose e si schiarì di nuovo la voce. «Sì, lo avevo capito che scherzavi...non stavo certo per mettermi a piagnucolare, assolutamente...»

Il ragazzo smise di ridere e si raddrizzò, asciugandosi una lacrima. «Oh cavolo...» disse con ancora il fiatone e le guance arrossate, per poi porgere la mano al conduttore. «Comunque, io sono Travis, e voglio partecipare a questa nuova edizione!»

L’uomo gli strinse la mano, guardandolo ancora di traverso per via dello scherzetto precedente. «Bene, Travis, perché non ti accomodi qui da qualche parte? Così aspettiamo in compagnia tutti gli altri concorrenti.»

«Ok!» Il ragazzo andò quasi saltellando a sedersi, sempre con quel sorriso idiota stampato in faccia. Chef lo odiava sempre di più man mano che lo guardava. Travis si accorse di lui e lo salutò calorosamente. «Ciao Chef! Dal vivo sei ancora più bello!» Il cuoco grugnì di indignazione e lo ignorò.

«Ehi, ma perché ci siamo solo noi tre?» domandò quello dopo essersi accomodato, rendendosi conto solo dopo abbondanti minuti di essere il solo presente sotto i trent’anni.

Chris sbatteva nervosamente il piede sul pavimento, restando a braccia conserte davanti all’ingresso, aspettando altra carne fresc...concorrenti. Dopo l’arrivo di quel ragazzo, aveva cominciato a riavere un po’ di speranza e a darsi un contegno. «Perché tu sei il primo ad essere arrivato» rispose senza guardarlo.

Travis fece cenno di aver capito, assumendo un’espressione quasi orgogliosa. «Ahhh, tutto claro

Chris si aspettò altre domande. Perché reclutare concorrenti in quel luogo, in quel modo, a quell’ora, oppure perché non ci fossero ragazzi dei precedenti cast, ma il ragazzo tacque e rimase seduto a canticchiare e infilarsi le dita nel naso. L’uomo scosse la testa contrariato, maledicendo la produzione.

Dopo interi minuti passati ad odiare ogni secondo trascorso ascoltando Travis canticchiare, un’altra figura avanzò timidamente nella stazione. E a Chris tornò il sorriso smagliante.

Una ragazza piuttosto carina entrò nell’edificio, tenendosi le mani congiunte in grembo e guardandosi intorno quasi nervosamente. Aveva indosso un paio di pantaloni neri, scarpe da ginnastica e un anonimo pile azzurrino. I capelli erano color ebano e lunghi, ben pettinati e con la frangia riportata di lato, per impedirle di andare a coprire gli occhi azzurri. Le labbra piene erano tenute in un’espressione titubante, lo stesso si poteva vedere dagli occhi. Ma non appena si accorse di Chris un piccolo sorriso la illuminò. «Oh cavolo, Chris McLean! Ma allora stai veramente reclutando nuovi ragazzi!» disse avvicinandosi rallegrata.

Il conduttore ridacchiò, assumendo un’espressione di sufficienza. «Ma certo! Pensavi di no?»

«Beh...avevo un po’ di dubbi...» La ragazza gli porse la mano, ampliando il sorriso. «Io sono Ste...»

Travis sbucò all’improvviso, urtando Chris e spingendolo di lato. L’uomo fece dei versi di protesta, ma il ragazzo neanche ci fece caso. Afferrò la mano della ragazza e le si inginocchiò davanti, inclinando il capo verso di lei. «Era scritto nel destino che io e te saremmo stati i primi due ad arrivare...» Alzò la testa e le rivolse la migliore occhiata da rimorchiatore che sapesse fare. «...mon chéri!»

La ragazza lo guardò perplessa, inarcando un sopracciglio. «Ehm...ok...» Si divincolò lentamente dalla presa del ragazzo, poi si mise la mano in tasca, cercando di non far capire che se la stava ripulendo. «Comunque io sono Stephanie...» concluse rivolta a Chris.

L’uomo si massaggiò il fianco colpito da Travis, brontolando parole poco gentili rivolte a quest’ultimo. «Ok...vai pure a sederti...» rispose alla ragazza, che perlomeno sembrava in po’ più sveglia dell’altro neo concorrente.

Stephanie obbedì e andò dalle seggiole, con Travis che le ronzava intorno come un cagnolino. Salutò rapidamente Chef, sorridendo anche a lui. L’omaccione grugnì una seconda volta e riportò l’attenzione sul cellulare. Quella ragazza gli piaceva di più di Travis, ma era pur sempre una nuova concorrente, una che lo avrebbe costretto a lavorare per un’altra odiosa stagione.

«A proposito, gli altri dove sono?» domandò Stephanie, per poi ricordarsi delle parole di Travis. «Un momento...io sono la seconda ad essere arrivata?»

Chris, di nuovo davanti all’ingresso, annuì. La ragazza sorrise sollevata, sospirando e appoggiando la testa sulla punta dello schienale. «E io che temevo di essere l’ultima...»

«Sei bellissima quando sospiri» la elogiò Travis guardandola incantato, seduto di traverso, rivolto verso di lei.

La ragazza lo guardò di nuovo pensierosa. «Ehm...grazie?»

«Prego...» mormorò il ragazzo appoggiando la testa sul palmo della mano, estasiato.

«Dunque...» Stephanie cambiò argomento, allontanando lo sguardo sbigottito da Travis, per poi tornare a guardare le spalle di Chris. «Perché avete bisogno di un nuovo cast?»

«Troppo rischioso continuare ad usare sempre gli stessi volti. Sia dal punto di vista penale, visto che ci siamo beccati diverse denunce, non solo da Courtney, ma anche dal punto degli ascolti, visto che gli stessi volti rischiavano di stancare il pubblico sul lungo andare» rispose Chris voltandosi verso di lei.

«E perché mettere un annuncio su internet anziché farsi mandare i provini?»

«Una trovata dei produttori, volevano "dare un’opportunità a chiunque"» disse facendo le virgolette con le mani. «Se qualcuno avesse letto l’annuncio e fosse stato interessato a partecipare, gli sarebbe semplicemente bastato andare al ritrovo all’ora prestabilita per essere preso, che fosse un adulto, un bambino o un vecchio. Il tutto, ovviamente, entro certi limiti. Se dovessero arrivare cinquanta candidati dovremo per forza scartarne alcuni.»

Stephanie annuì. «Chiaro. E l’ora e il luogo li avete scelti in base a qualche criterio?»

«Sono una sorta di prima prova» spiegò Chris. «Se qualcuno fosse stato veramente interessato, allora sarebbe dovuto venire qui tra l’una e le quattro del mattino.»

«Ehi, io ho vinto la prima prova quindi??» si intromise Travis guardando Chris esuberante.

«Non è la prima prova!» rimarcò l’uomo. «Semplicemente, se uno che diceva di essere interessato avesse deciso di non venire per via della tarda ora, allora non lo era davvero.»

«Mh...astuto» commentò Stephanie prendendosi il mento.

Chris annuì, sorridendo compiaciuto. «Già, e...»

«Chris McLean!» gridò qualcuno con una poderosa voce da dietro di loro. L’uomo sobbalzò, poi si giro quasi con timore. Perfino Chef, Stephanie e Travis sentirono un brivido gelato salire lungo la schiena.

Questa volta, sull’ingresso, si trovava una ragazza afroamericana. Se Chef avesse avuto una figlia, sarebbe sicuramente stata lei. Era alta e robusta, uno schiaffo ricevuto da lei sarebbe valso come una cannonata. Aveva indosso dei pantaloni da ginnastica rossi e una giacca imbottita dello stesso colore, più degli spessi stivali neri contro i quali era raccomandabile non imbattersi mai. I capelli erano castani e raccolti in una lunga coda da cavallo, gli occhi invece neri e incastonati su un volto severo e dall’aria perennemente incavolata.

Chris si avvicinò quasi intimorito. Aveva avuto a che fare con ragazze dall’aria poco raccomandabile, tipo Jo o Eva, ma quella sembrava perfino più minacciosa. «S-Salve, sei qui per...»

«Sono qui perché voglio partecipare!» tuonò quella anticipandolo e facendo sobbalzare tutti i presenti. «Mi chiamo Tonya! E sarò io a vincere!»

«O-Ok, Tonya, perché non ti accomodi e non ti presenti agli altri due concorrenti?»

Tonya si avviò verso gli altri due ragazzi, grugnendo. «Lo faccio solo perché voglio conoscere meglio chi distruggerò, non perché me lo hai detto tu!»

Travis e Stephanie per poco non si abbracciavano per la paura, mentre la ragazzona si avvicinava a loro. Quella avrebbe potuto spezzare entrambi come grissini. Travis fu puntato per primo. Tonya si avvicinò con il volto a lui, scrutandolo meticolosamente. Il ragazzo perse ogni traccia di colore dalle guance lentigginose. L’afroamericana lo soppesò a lungo con lo sguardo, per poi esordire con la sua vociona pesante: «Tu non mi piaci per niente.» Lo afferrò per il colletto della maglietta e lo sollevò come un peso piuma, per poi avvicinarlo ulteriormente a sé e premergli la fronte sul cappellino. «Prova a mettermi i bastoni fra le ruote e ti spezzo in due, capito mozzarella?!» minacciò guardandolo con aria omicida.

Travis perse il dono della parola, oltre che quello della respirazione. La ragazza lo lasciò andare, facendolo cadere pesantemente sulla seggiola, poi si rivolse a Stephanie. «E tu...» Le puntò contro il dito. «...non pensare di potermi ingannare col tuo bel faccino, sai? Lo stesso discorso vale anche per te! Mettiti sulla mia strada e non la passerai liscia!»

Stephanie si era rannicchiata sul sedile senza neanche accorgersene, per il troppo timore. La sua voce si ridusse ad un sussurro appena impercettibile. «V-Va bene...»

Un'altra voce distolse l’attenzione generale. «N’giorno...»

Un’altra volta, i presenti si voltarono verso l’ingresso. Qui si trovava un ragazzo che si guardava intorno quasi con disinteresse, facendo vagare pigramente gli occhi lungo tutto l’ambiente a sé circostante.

Aveva indosso una t-shirt dei Blink182, jeans scuri come quelli di Travis e le solite scarpe da ginnastica. I capelli erano castani e mossi, gli occhi dello stesso colore e un filo di barba molto corta e curata. Come Travis, non era molto grosso fisicamente, ma nemmeno mingherlino.

«Sono Edward, bla bla bla, vorrei partecipare, bla bla bla...» cominciò a dire quello, massaggiandosi una tempia svogliatamente. Sembrava tutto fuorché felice di essere lì. Il che era un comportamento alquanto singolare. E non solo quello. Sembrava anche l’esatto opposto di tutti i concorrenti arrivati fino ad allora. Non era esuberante come Travis, non sembrava interessato come Stephanie e nemmeno determinato come Tonya. Semplicemente... era lì. Chris sorrise di nuovo accomodante e lo invitò a sedersi. Quel mix di ragazzi con caratteri così diversi cominciava a stuzzicarlo. Le cose si facevano interessanti. Dopodiché si sentì sollevato. Erano arrivati quattro candidati, la situazione si stava già risollevando. Per fare una stagione decente bastavano anche solo più dieci concorrenti, poteva farcela entro la fine dell’ora prestabilita.

«Tu non mi piaci!» esclamò Tonya quando vide Edward arrivare con le mani in tasca, rilassato come mai era stato. Il ragazzo scrollò le spalle, per nulla intimidito dalla robusta ragazza parata di fronte a lui, che lo superava in altezza di almeno dieci centimetri. «Non mi aspetto di piacere, ma di vincere» replicò in tutta tranquillità, fissando negli occhi quel toro imbufalito che stava diventando Tonya. Accanto a loro, Stephanie e Travis fissavano come in trance la scena.

La ragazzona lo guardò a lungo, ringhiando letteralmente. Non tollerava chi le rispondeva in quel modo. Edward mantenne lo sguardo svogliato e pigro, piegando anche la testa. Dopo minuti interminabili, Tonya sospirò esasperata e se ne andò. «Non ho alcuna intenzione di sprecare inutilmente energie con te.» Si sedette da un’altra parte della sala, guardandoli di traverso. Edward sorrise in segno di trionfo, ma quasi non si notò.

Stephanie riuscì finalmente a respirare di nuovo. Travis guardò convulsivamente prima l’altro ragazzo, poi Tonya, quasi incredulo. Po si alzò in piedi e scoppiò a ridere, dando una pacca sulla schiena di Edward, molto più forte di quanto si rese conto. «Lo sai bello, sento che diventeremo grandi amici!»

Il castano assottigliò le labbra dopo aver ricevuto quella sonora pacca così tanto indesiderata, ma si sforzò di non torcere il braccio a Travis. Si limitò a soppesarlo con i suoi occhi perennemente stanchi e a replicare con tono altrettanto incolore. «Anch’io lo credo...» rispose con zero convinzione nella voce.

Non l’avesse mai detto. Travis divenne dieci volte più esuberante ed irritante, cominciando a blaterare un sacco di cose a proposito l’andare a rimorchiare le ragazze insieme ed eccetera, poi accennò alla ragazza ancora seduta. «E lei e Stephanie, secondo me è una strega, perché mi ha stregato il cuore!» Ridacchiò. «Capito? Strega-stregare, non è divertente?»

Edward riconsiderò l’opzione del torcergli il braccio. Oppure dello strangolarlo con il primo oggetto capitato a tiro. Anche Stephanie si sbatté una mano sulla fronte, dopo aver sentito la pessima, davvero pessima battuta. Poi si sforzò di sorridere ed essere gentile. «Travis, ascolta, sei carino e tutt’un po’, ma io...ho già il ragazzo.»

«Tranquilla, non sono geloso» replicò il ragazzo ammiccando, per nulla abbattuto, anzi, tutt’altro.

Malgrado Travis fosse un completo idiota, Edward sorrise un’altra volta impercettibilmente dopo quell’altro scambio di battute. Soprattutto quando vide la faccia che fece Stephanie. Dire che si sentiva presa in giro era un eufemismo. Ed era proprio così che si sentiva la ragazza. Parlare con Travis era peggio che parlare ad un somaro. Nemmeno dirgli che era fidanzata era servito a farlo smettere. Poi si accorse del sorriso di Edward. Fino a pochi secondo prima le era parso che quel ragazzo fosse perennemente incazzato col mondo, ma a quanto pare era solo una maschera, la sua. «Ehi, ma allora sorridi anche tu» disse emulandolo.

Il ragazzo roteò gli occhi, piegando di nuovo le labbra verso il basso.

«E qui che si recluta?» domandò un altro ragazzo entrando nell’edificio, sorridendo smagliante. Quest’altro sembrava felice di essere lì, ma non euforico come Travis. Aveva l’aria di essere anche molto cordiale.

Indossava una giacca di pelle nera sbottonata, con sotto una t-shirt gialla con sopra ritratta una lisca di pesce azzurrina – gusti piuttosto bizzarri... – jeans blu scuri e le classiche scarpe. Aveva i capelli corti e biondi, tirati all’insù e gli occhi di un verde penetrante. Due lunghe e spesse basette solcavano lo spazio tra gli occhi e le orecchie.

«Io sono Paul, amico mio!» si presentò a Chris stringendogli la mano, per poi accorgersi di Chef e salutare anche lui con un cenno del capo e un altro sorriso, non venendo minimamente ricambiato. «Vorrei unirmi alla banda» spiegò riportando l’attenzione su Chris.

Il conduttore sorrise e ripeté l’antifona, calcolando mentalmente che bastavano solo più nove concorrenti.

Paul si integrò bene al gruppo formato da Travis, Stephanie ed Edward. Salutò la ragazza formando una V con l’indice e il medio, batté il pugno contro quello di Travis e si complimentò con Edward per la t-shirt e quindi per i suoi gusti musicali. Il castano sorrise di nuovo, pensando tuttavia che quel ragazzo fosse troppo gentile. Quello era un reality, tutti contro tutti, non c’era posto per essere carini con gli altri.

Cosa che né Travis né Stephanie pensavano, visto che stavano ridendo e scherzando allegramente con il nuovo arrivato.

«Mozzarella, qui si compete, non si fa amicizia!» esclamò Tonya dall’altra parte della stazione, vedendo come Paul si stesse comportando. Il biondo per tutta risposta sorrise e salutò anche lei con un ampio gesto della mano. La ragazza roteò gli occhi e grugnì contrariata un’altra volta.

«Salve.» Questa volta fu una voce molto fredda a pronunciare quelle parole. In piedi davanti a Chris era apparsa una ragazza, la cui espressione diceva chiaramente che non era lì per fare amicizia.

Indossava dei jeans talmente chiari da sembrare quasi bianchi, una t-shirt arancione e degli stivaletti neri. Come Stephanie, era piuttosto carina. Aveva i capelli biondi e piuttosto corti, con un taglio con riporto come quello dei ragazzi, che tuttavia le donava, e occhi azzurri. Occhi azzurri che emanavano freddezza a dismisura.

«Sono Kristy» si presentò al conduttore.

Chris ormai si muoveva autonomamente. Salutò e mandò a sedere la ragazza, pensando che era quasi vicino a metà. Kristy si avvicinò al gruppetto di ragazzi, ma non ebbe modo di fiatare che quella sanguisuga di Travis le aveva già preso una mano e si era inginocchiato davanti a lei. «Mon cherì, per caso hai il telepass? No, perché quando passi tu...»

«Lasciami la mano o ti arriva una vagonata di schiaffi!» esclamò Kristy interrompendolo bruscamente, pestando con rabbia il pavimento.

Purtroppo per lei, ancora non conosceva bene Travis. Il ragazzo alzò lo sguardo e le sorrise. «È una promessa o una minaccia?» domandò ammiccando con le sopracciglia.

La bionda non rispose nemmeno, si limitò a mantenere la promessa. Dopo un rumore improponibile, Travis si ritrovò a terra con le cinque dita della ragazza stampate sulla guancia. «Ahia...»

Dall’altra parte della sala, Tonya scoppiò in una risata fragorosa. Edward invece sorrise di nuovo, mentre Paul e Stephanie si davano da fare per aiutare il povero ragazzo a terra.

«Stai bene amico?» domandò il biondo aiutandolo a risistemarsi sulla seggiola.

«Ti fa male?» indagò anche Stephanie, sfiorandogli il segno rosso sulla guancia.

Ad entrambe le domande, il ragazzo rispose con dei gemiti incomprensibili.

«Io l’avevo avvertito...» brontolò Kristy, per poi pulirsi la mano che Travis le aveva toccato. Edward allargò il sorriso, mentre gli altri due ragazzi la guardarono male. Lei per tutta risposa sorrise altezzosa e se ne andò. Tuttavia, passando accanto al castano, rallentò il passo. Lo guardò per un momento, poi, quasi senza motivo, gli fece l’occhiolino e proseguì.

Edward la guardò allontanarsi muovendo i fianchi in maniera alquanto provocatoria ed inarcò un sopracciglio.

«Tsk, stronzetta...» commentò Paul da dietro di lui, a braccia conserte. Il castano si voltò e sorrise di nuovo. «Siamo su a Tutto Reality, amico, non pensare di incontrare solo persone per bene...»

«Come sei pessimista...» borbottò Stephanie dando delle pacche d’incoraggiamento a Travis, il quale era riuscito a riprendersi dalla sberla ricevuta.

«Chris e Chef?» Un’altra voce, questa volta maschile, profonda come quella di Tonya, che fece rabbrividire tutti i presenti. «Mi chiamo Seth. Vorrei partecipare.»

Dentro l’edificio era entrato un altro ragazzo. Edward era sembrato quello indecifrabile, all’inizio, ma il nuovo arrivato era perfino peggio.

Aveva indosso delle vecchie scarpe sgualcite, dei jeans strappati e rattoppati in più punti, una camicia a quadri beige con le maniche strappate e sbottonata, con sotto una canottiera grigia. Aveva i capelli lunghi e castani, che gli arrivavano alle spalle, occhi dello stesso colore e una barba molto più folta e trascurata di quella di Edward. Un piercing sul sopracciglio e un tatuaggio sul tricipite destro scoperto, raffigurante un serpente. Tutte caratteristiche che gli davano l’aria di uno decisamente poco raccomandabile. Se uno così in passato avesse mandato un provino, la produzione lo avrebbe preso ad occhi chiusi, oppure avrebbe chiamato la polizia. In quella circostanza, Chris non poteva fare altro che dirgli di accomodarsi.

Il ragazzo avanzò sotto gli sguardi attoniti di tutti, senza spicciare una parola e senza badare a nessuno. Andò a sedersi in un punto appartato e rimase lì, in religioso silenzio, a girarsi letteralmente i pollici e a guardarsi le stringhe delle scarpe.

Travis e Paul si guardarono bene dall’andare a fare amicizia con lui, perfino Tonya non ebbe nessun commento da fare. Tantomeno Edward, Kristy o Stephanie.

Un silenzio irreale calò in mezzo a tutti loro, nessuno trovò più la forza di chiacchierare. Gli unici suoni che si sentivano erano quelli che il cellulare di Chef emetteva mente l’uomo ci giocava, con un’espressione mai stata così concentrata. Sembrava quasi che, entrando lì dentro, Seth avesse portato con sé il silenzio tombale che lo caratterizzava e avesse contagiato tutti i presenti.

«NO! DANNAZIONE!» esclamò Chef quando il suo personaggio di Flappy Bird andò a schiantarsi contro il tubo verde. «Stavo per battere il mio record di sei!»

Nonostante la sua protesta, non riuscì comunque a spezzare la tensione che quel silenzio stava andando a creare.

Chris, dal canto suo, non si accorse di nulla. Sette concorrenti erano arrivati, ma ne mancavano altrettanti, perciò aveva ancora la pressione a mille. E il tempo stava scadendo. Poteva solo sperare che gli altri sette si sbrigassero, o addio reality, addio soldi e addio lavoro dei sogni.

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Capitolo 2
*** I concorrenti (pt2) ***


 

I CONCORRENTI (pt2)

 

 

Probabilmente sarebbero rimasti a mangiarsi le mani per la tensione per tutte le ore successive, fino a consumarsele del tutto, ma l’entrata in scena dell’ennesimo candidato riuscì a smorzare la tensione.

Questa volta fece il suo teatrale ingresso un’altra ragazza, la cui espressione incerta si trasformò in un sorriso a trentadue denti nel momento in cui si accorse del conduttore davanti a lei e il già piuttosto ingente numero di concorrenti dietro di lui.

Indossava dei leggins neri che le arrivavano alle ginocchia, scarpe da ginnastica e una t-shirt color lime. Aveva i capelli tinti di un arancione acceso che le arrivavano all’altezza del collo, con delle ciocche bionde sparpagliate qua e là – probabilmente quello era il loro colore naturale. Sembrava che un tornado fosse passato sopra di essi, o che lei si fosse svegliata da poco; dire che ce li aveva arruffati era riduttivo. I suoi occhi nascosti in parte da qualche ciuffo ribelle erano grossi e verdi brillanti, quasi impossibili da non notare vista la loro luminosità. Il naso piccolo e le labbra sottili erano incastonati su un volto alquanto grazioso. Anche lei era piuttosto carina, malgrado l’aria da scappata di casa.

«Oh cavolo, Chris McLean!» esclamò con voce stridula, congiungendo le mani e saltellando per l’emozione. «Ma allora vuoi davvero reclutare un nuovo cast!»

L’uomo sorrise sollevato, rincuorato dall’arrivo dell’ennesima pazzoide che voleva umiliarsi in diretta mondiale solo per cercare di vincere una valigetta che puntualmente andava perduta alla fine della stagione. «Certo che stiamo reclutando, mica abbiamo messo l’annuncio senza motiv...»

«Posso partecipare??» Quasi la urlò, quella frase, fissando l’uomo con le sue iridi verdi quasi ipnotizzanti e cariche di aspettativa. «Posso posso posso posso poss...»

«SÌ, SÌ!» la interruppe Chris tappandole la bocca con una mano, guardandola con sguardo esasperato. «Maledizione, sì! Basta che taci!» Staccò il palmo dalle labbra della ragazza, mettendola un’ultima volta in guardia: «Siediti qui da qualche parte e non rompermi più le scatole!»

La ragazza sorrise di nuovo smagliante ed annuì. «A proposito, io sono Rosa!»

«E io sono quello che non te l’ha chiesto» brontolò il conduttore distogliendo lo sguardo da lei e concentrandosi di nuovo sulla porta vetrata dell’ingresso.

Rosa non badò al sarcasmo tagliente dell’uomo. Procedette per la sala senza smettere si sorridere. Non fece caso a nessuno dei ragazzi che la guardavano perplessi, rimase isolata nel suo mondo, ad esultare in silenzio per essere stata presa nel reality più famoso del mondo. «Sì!» esclamò agitando un pugno in senso di trionfo, voltandosi di colpo e dando le spalle a tutti i presenti. «Finalmente ho un’opportunità per...»

Realizzando in quel momento di avere praticamente gli occhi di tutti su di sé, Rosa si voltò e lanciò un’occhiata truce a tutti i presenti. «Che cavolo avete da guardare?!»

I ragazzi la guardarono dieci volte più straniti, alcuni quasi spaventati dalla sua reazione aggressiva così improvvisa e inaspettata. Rosa mugugnò di rabbia e si allontanò da tutti loro, mettendosi in un punto appartato per poi riprendere i suoi festeggiamenti silenziosi.

Quando si fu allontanata, Edward, Paul e Stephanie si guardarono perplessi, Travis dischiuse le labbra e perfino Seth drizzò la testa ed inarcò un sopracciglio. Kristy si voltò verso di Tonya e roteò l’indice vicino alla tempia, fischiettando come un usignolo. L’afroamericana scoppiò in una sonora risata.

Rosa era di nuovo diventata talmente felice che non sembrò badare a nessuno di loro. Ancora non riusciva a credere di essere arrivata in tempo, aveva avuta davvero un gran bel colpo di fortuna.

Travis la fissò mentre era girata di spalle, dopodiché i suoi occhi scesero lentamente, quasi come se fossero calamitati ai suoi leggins neri. «Che culo...» commentò ad alta voce quando le iridi raggiunsero il loro obiettivo. Dio benedica i leggins, pensò.

«È vero, sono proprio stata fortunata ad arrivare in tempo!» rispose la ragazza voltandosi, sorridendo di nuovo di gioia.

Il ragazzo la guardò confuso, corrucciando la fronte. «Cosa? No, io intendevo...» Stephanie gli tappò la bocca prima che dicesse la cosa sbagliata al momento sbagliato. «Niente, non intendevi niente!» esclamò frettolosa, sorridendo accomodante a Rosa.

«Ma che...» cercò di dire quest’ultima.

«Non dovresti essere felice di aver fatto in tempo...» disse Tonya alzandosi, interrompendola. La guardò nello stesso modo con cui aveva guardato Edward, minacciosa, determinata, cattiva. «...perché tanto non arriverai alla prossima settimana!»

Ed ecco che ricominciava a fare la sgarbata. Gli altri ragazzi la fissarono quasi infastiditi dal suo comportamento.

Rosa la fissò stagliarsi in tutta la sua altezza, ma non si lasciò affatto intimidire. Viveva costantemente sotto la pressione di sua sorella maggiore, Miss Stronza, pertanto l’ennesima tipa altezzosa non la spaventava affatto. La risposta le arrivò rapidamente, concisa e letale: «Beh, sicuramente durerò molto di più di una tavoletta di cioccolato tra le tue mani...»

«COSA?!»

«Sei sorda? Cos’è, compensi i chili di troppo con lo scarso udito?»

Tonya dischiuse le labbra. Rosa sorrise compiaciuta. Colpita e affondata.

Vedendo l’espressione dell’afroamericana, Stephanie soffocò una risatina, imitata da Kristy che da dietro di Tonya era diventata quasi rossa per la troppa ilarità.

Edward non si preoccupò troppo di non farsi notare. Scoppiò letteralmente a ridere, piegandosi in due, venendo ben presto imitato da Paul. I due ebbero bisogno di reggersi in piedi con l’ausilio dell’altro, o avrebbero finito col rotolare per terra. Anche Seth, senza dare troppo nell’occhio, sorrise.

«Io non l’ho capita...» disse Travis grattandosi il cappellino.

Rosa allargò il suo sorriso compiaciuto. Quella tizia aveva cercato di metterle i piedi in testa, beh, lei le aveva subito fatto capire di che pasta era fatta.

«Oh cavolo...» Paul si raddrizzò asciugandosi una lacrima.

«Ti ha spenta!» esclamò Edward indicando Tonya.

L’afroamericana rimase come in trance, ad osservare la mezza bionda. Non riusciva a capacitarsi di come quella ragazza avesse osato risponderle. Una vena pulsò sul suo collo per la rabbia. Si piantò le unghie nei palmi e digrignò i denti talmente forte che quasi li ruppe. Avanzò contro quel cuor di leone di ragazza. L’avrebbe fatta a pezzi proprio lì, seduta stante, non avrebbe nemmeno aspettato l’inizio della stagione. 

O meglio, il suo proposito era quello, finché non andò a farsi benedire quando si accorse del ragazzo in piedi dietro di lei. Non riconoscendolo, si bloccò di colpo e inarcò un sopracciglio. «E tu chi diavolo sei?»

«Chi?» Rosa si voltò, per poi ritrovarsi di colpo il nuovo arrivato di fronte e sobbalzare per lo spavento. «OCCAVOLO!»

Quello sorrise arrogante alla ragazza spaventata, dopodiché gli sguardi di tutti si posarono su di lui.

Aveva dei jeans simili a quelli degli altri e una felpa bianca senza maniche, indossata sopra una camicia a quadri. La sua pelle era piuttosto abbronzata, con tuttavia i segni del suo lento schiarimento, i capelli erano neri con un ciuffo tinto di rosso, gli occhi erano nascosti da un paio di occhiali da sole Ray-Ban. «Sono Xander» si presentò. «Sono arrivato poco fa’, ma eravate tutti presi a guardare le micette che bisticciavano e non vi siete accorti di me...» Si rivolse a loro due. «A proposito, perché avete smesso? Continuate, su, su!»

Travis schioccò le dita. «Ora l’ho capita! Il cioccolato, HAHAHAHA» Si spanciò dal ridere, stravaccandosi sulla seggiola.

Xander lo soppesò con lo sguardo inarcando un sopracciglio. «Ma che problemi hai?»

«Faremmo prima a nominare quelli che non ha...» replicò Kristy, guardando quasi schifata il ragazzo che non accennava a smettere di ridere. E probabilmente non aveva nemmeno veramente capito la battuta di Rosa.

Il ragazzo nuovo rise di gusto, poi si rivolse a Kristy. «Sei forte!» Dopodiché si sedette pesantemente sulla seggiola accanto a quella di Stephanie, stravaccandosi e allungando le braccia sopra gli schienali delle sedie accanto alla sua, finendo con un braccio dietro le spalle della ragazza senza farci molto caso. «Allora, voi dei nomi ce li avete o devo inventarmeli io?»

Edward e Paul si scambiarono un’occhiata eloquente, meditando sul fatto di rivelare il loro nome o mandarlo a quel paese per quella sua strafottenza, ma alla fine optarono per la prima. 

Terminate le presentazioni, il ragazzo annuì. «Bene, cercherò di ricordarmeli, ma la vedo molto dura.»

«Perché hai gli occhiali da sole anche se ormai è notte fonda?» domandò Stephanie al nuovo arrivato, guardando nervosamente il suo braccio vicino alle spalle.

«Perché non ti fai i fatti tuoi?» domandò Xander a sua volta, emulando la stessa faccia perplessa della ragazza, avvicinando il volto a quello della ragazza per scrutarlo meglio. «...bellezza?» aggiunse con un altro sorriso schernitore.

Stephanie indietreggiò lentamente, in parte intimorita da lui, accantonando la sua altra curiosità riguardante il suo ciuffo tinto. «Scusa...»

Xander sogghignò e si allontanò da lei, per poi accennare a Seth con il pollice. «E quel tipo cordiale come la morte in persona come si chiama?»

«Seth» rispose Edward senza farsi sentire troppo. Non sia mai che quel tipo si arrabbiasse quando sentiva gli altri parlare di lui. «Si è seduto là quando è arrivato e non ha spiccicato una parola.»

Xander si prese il mento e rifletté. «Mh...» Alzò lo sguardo e sorrise ad Edward, questa volta però non c’era arroganza in esso. «Secondo me è solo un po’ timido, magari se andiamo da lui e ci parliamo un po’ riusciamo a convincerlo a venire qui, no?»

Si alzò in piedi e andò da Seth, senza nemmeno attendere la risposta degli altri. Edward lo guardò attonito, così come tutti gli altri. Un attimo prima quello era tutto fuorché gentile, e un attimo dopo voleva andare a fare amicizia con quel ragazzo che sembrava voler tutto meno che un amico.

Travis lo guardò inarcando un sopracciglio, pensando le stesse cose. «Ma che problemi ha?»

Nessuno seppe cosa rispondere. Xander raggiunse Seth e lo chiamò a gran voce: «Ehi, amico, perché non ti alzi e vieni a fare un po’ di amicizia? Chiacchieriamo un po’, ci facciamo due risate, ci...»

«Passo» replicò Seth senza guardarlo, facendo di nuovo udire a tutti la sua voce pesante. Tutti i presenti si irrigidirono, non appena lo sentirono parlare di nuovo.

«Cosa, perché?» domandò Xander, l’unico che invece non si era spaventato. «Che c’è di male, facciamo solo un po’ di conoscenz...»

«Forse non hai capito...» Seth drizzò la testa di colpo, raggelandolo con lo sguardo. Si alzò lentamente in piedi e lo fronteggiò, guardandolo dall’alto. Avvicinò il volto a quello del ragazzo, fissandolo dritto nelle lenti degli occhiali.

I presenti trattennero il fiato, mentre si preparavano psicologicamente a vedere Seth fare a pezzi quel poveretto. Il ragazzo si sgranchì le nocche e il collo, il tutto senza smettere di fissare gli occhiali neri di Xander, che dal canto suo era ammutolito e lo fissava con un’aria indecifrabile. Seth si avvicinò di colpo, alcuni chiusero gli occhi, altri ancora invece gli spalancarono.

«Ho detto che passo» ripeté Seth in tutta tranquillità, per poi dargli le spalle ed allontanarsi con le mani in tasca.

Tutti quanti ripresero a respirare, alcuni tirarono sospiri di sollievo, altri visibilmente delusi.  Xander fissò il ragazzo allontanarsi, poi si piantò le unghie nei palmi e sbottò riacquistando il caratteraccio di poco prima: «Sì, bravo, vattene!»

Si voltò e raggiunse i ragazzi, brontolando aggettivi poco carini nei confronti di Seth.

«Grandioso...» borbottò Kristy a bassa voce, guardando come cambiasse radicalmente carattere da un estremo all’altro. «Abbiamo un altro psicopatico...»

Mentre i ragazzi continuavano a discutere animatamente, Chris attendeva il prossimo candidato. Controllò l’ora e constatò con suo rammarico che non gli restava molto più tempo. Se altri cinque ragazzi non fossero entrati lì dentro nella successiva mezz’ora, addio show. Cominciò a divorarsi le unghie per la tensione, il tutto senza scollare gli occhi da quella porta vetrata che avrebbe sancito il proseguimento della sua sfavillante carriera o la sua tragica fine.

«Sicuro che sia qui?» Una voce giunse da fuori, facendo trasalire l’uomo.

«Fratello, ne sono sicuro al cento percento!» rispose un’altra.

«Bah, perché mai Chris dovrebbe...» Il ragazzo che stava parlando entrò nella stazione guardando alla sua destra, per poi sgranare gli occhi quando si accorse del conduttore intento a fissarlo con un sorriso sfavillante. «Oh...» biascicò interrompendo la sua precedente frase.

Accanto a lui apparve un altro ragazzo, che sorrise. «Visto fratello, te l’avevo detto che era qui!»

L’altro rimase a bocca aperta.

«Benvenuti!» esclamò Chris euforico, spalancando le braccia. «Siete qui per unirvi al cast!»

Il primo ragazzo annuì. Aveva indosso una maglietta blu scura delle maniche lunghe, con sopra diverse scritte bianche, pantaloni da ginnastica che arrivavano poco sotto al ginocchio e un cappello fedora sui capelli neri e lisci. Gli occhi erano grigi e l’espressione seria. «Io sono George.»

L’altro ragazzo aveva indosso una lunga felpa bianca chiusa, con il cappuccio alzato, i pantaloni lunghi erano dello stesso colore. La carnagione era scura, da afroamericano come Tonya, gli occhi nascosti da un paio di fatiscenti occhiali da sole con lenti azzurre. I capelli erano castani, nascosti dal cappuccio alzato, e aveva un corto pizzetto sempre dello stesso colore. Rivolse a Chris uno strano gesto delle dita, forse qualche bizzarro saluto, e si presentò a sua volta. «Io sono Jericho, fratello.»

Il conduttore sorrise accomodante e si fece da parte, mostrando loro la sala. «Prego, prego, accomodatevi!»

George sorrise e avanzò nella sala, Jericho si fermò per un altro rapido cenno di saluto, poi seguì il compare.

«Salve» salutò il primo raggiungendo il già cospicuo numero di ragazzi.

«Altri ragazzi?!» sbottò Kristy adirata quando si accorse di loro due, anziché ricambiare educatamente il saluto. «Accidenti, ci sono già sette ragazzi e noi ragazze siamo solo in quattro!»

George la guardò attonito, indietreggiando lievemente con la testa.

Tonya si sbatté le nocche contro il palmo. «Beh, saranno di più a soccombere!»

«Oh oh» borbottò Jericho avvicinandosi all’orecchio dell’amico. «Capto brutte vibrazioni, fratello...»

George lo spinse via facendo una smorfia, poi si sforzò di essere accomodante e sorrise. «Mi spiace di non essere ciò che vi aspettavate, ma chiunque può partecipare, non mi pare di aver letto restrizioni riguardo i limiti di ragazzi o ragazze. E comunque, io sono George.»

«E io Jericho!»

«E tu devi levarti subito quegli occhiali!» esclamò Xander alzandosi in piedi, per fronteggiare l’afroamericano. «Solo io posso portarli!»

Jericho fece cenno con le mani che ciò era fuori discussione. «Fratello, è meglio per te che tu non veda in che stato sono ridotti i miei occhi...ho fumato un casino di...»

«Per strada abbiamo visto altre due ragazze, poco fa’, che volevano partecipare» lo interruppe George tappandogli la bocca, prima che parlasse troppo. Si rivolse a Kristy. «Solo che hanno preso una strada diversa dalla nostra...»

«Oh davvero?» domandò la bionda, quasi rasserenata.

George annuì. «Sì, ma hanno visto Jericho e hanno preferito cercare questo posto senza di noi...» Guardò di traverso l’afroamericano. «E hanno fatto bene!»

«Cosa?» domandò l’altro quasi offeso. «Perché?»

«Le hai chiesto se avevano della "roba"!» esclamò George arrabbiandosi.

«Non è colpa mia se quelle due mi sembravano fatte!» si discolpò l’altro, incrociando le braccia.

«Ma se erano normalissime, sei tu che hai il cervello bruciato!»

«Ma quindi voi due vi conoscevate già?» interrogò Stephanie interrompendo la loro lite. George scosse la testa, girandosi verso di lei. «No, ci siamo incontrati sul pullman che da fuori città arrivava qui e abbiamo deciso di cercare questo posto insiem...»

«FINALMENTE!» sbraitò una voce femminile dall’altra parte della sala. I presenti si voltarono e videro sull’ingresso due ragazze.

La prima, che doveva essere quella che aveva urlato, teneva le mani sui fianchi, il cellulare chiuso in una di esse, e le gambe divaricate, con un’espressione incavolata nera sul volto. Aveva i capelli biondi ossigenati e lunghi, gli occhi marroni nocciola e una camicia azzurra, con un paio di shorts e sandali.

La seconda aveva i capelli neri e gli occhi dello stesso colore, con indosso una minigonna, vans blu e una maglietta verde. A differenza della prima, sembrava molto più tranquilla e rilassata.

Si avvicinarono al conduttore. «Io sono Light» disse la prima, con tono acido.

«Io Anna» si presentò la seconda. «Vorremmo partec...»

«Prese. Adesso sedevi e tappatevi la bocca» ordinò Chris indicando le sedie dietro di lui.

Anna ignorò il caratteraccio del conduttore. Chinò la testa e sorrise. «Grazie.»

«Se, se, grazie...» brontolò Light avvicinandosi al gruppo di ragazzi, per poi bloccarsi di colpo quando vide Jericho. A quel punto fece una smorfia. «Guarda chi si rivede...»

L’afroamericano sorrise e la salutò con quello strano cenno della mano. «Pace e amore, sorella!»

Light roteò gli occhi e ricacciò tutti gli insulti possibili immaginabili da rivolgere a quel beota.

«Sono loro le ragazze che avevate incontrato?» domandò Rosa a George. Il ragazzo annuì.

«Quindi, ricapitolando, sei ragazze e sette ragazzi.» Edward fece il punto della situazione, sedendosi su una seggiola.

«Quanti concorrenti ci saranno in totale?» domandò Paul guardando gli altri in cerca di risposte.

Tonya scrollò le spalle. «Non ha importanza, perché tanto...»

«E tappati quella dannata bocca!» esclamò Xander drizzando la schiena e guardandola. «Dio, sei peggio di un gatto attaccato ai...»

«Il limite è di ventidue concorrenti» disse Chef senza alzare lo sguardo dal telefono. Solo allora i ragazzi si resero conto della sua presenza. Era rimasto in silenzio e in disparte per tutto il tempo, proprio come Seth. «Il numero minimo accettabile è di quattordici» proseguì l’uomo, senza fare caso all’occhiata omicida che Tonya rivolse a Xander. «Perciò manca solo più un ragazzo o una ragazza e avrete la vostra maledetta stagione!» Dal suo tono di voce, fu ben evidente che avrebbe desiderato ogni cosa al mondo fuorché dover di nuovo fare il cuoco per un altro branco di ragazzi che avevano sempre solo e comunque da lamentarsi per il suo cibo.

Tutti i ragazzi, venuti a conoscenza di quella cosa, sorrisero raggianti. Perfino i più scontrosi, Light, Kristy, Tonya e Xander. L’unico che mantenne la sua espressione seria immutata fu Seth, che continuava a guardarsi la mano mentre la chiudeva a pugno e la riapriva. Gesto che lasciò alquanto perplessi tutti i presenti, eccetto Light che sorrise maliziosa. «E quel bell’imbusto chi è?»

«Seth» rispose Stephanie, guardando perplessa la ragazza dopo aver sentito l’appellativo affibbiato al ragazzo solitario.

Light si giocherellò distrattamente con una ciocca di capelli, guardandolo intensamente, concentrandosi sugli abiti trasandati, la barba e i capelli incolti, il tatuaggio e il piercing. «Mh...adoro i cattivi ragazzi...»

Stephanie inarcò un sopracciglio, scambiandosi un’occhiata perplessa con Anna, che da dietro di Light aveva sollevato le spalle.

«I gusti son gusti...» brontolò George, per poi ritrovarsi addosso la bionda, che cominciò a puntellarlo sul petto con l’indice. «Parli tu che hai in testa quel ridicolo cappello!»

«Ehi!» George si indicò il copricapo, guardando male la ragazza. «Guarda che questo è un cappello di alta classe!»

«Oh, ti prego! Sembri un pescatore!»

«Signori, per favore!» Jericho si frappose e li divise, per poi guardare prima l’uno e poi l’altra. «Mettete i fiori nei vostri cannoni!»

I due guardarono di traverso l’impiccione. Edward sospirò e scosse la testa. Ci mancava solo più quel mezzo hippie a rompere le scatole in quel cast.

«Ha ragione» disse Anna sorprendendo tutti i presenti, sorridendo a Jericho e venendo ricambiata quasi subito. «Litigare porta solo sofferenza!»

«Allora fareste meglio ad andarvene seduta stante, perché presto o tardi qui non si farà altro...» brontolò Kristy incrociando le braccia.

ROOOONFFF

I ragazzi sobbalzarono. «Che cavolo è stato?» domandò Rosa guardandosi intorno allarmata.

Paul sollevò le spalle. «Non lo so, sembrava un...»

«Un Travis addormentato» lo interruppe Edward indicando il ragazzo stravaccato sulla seggiola, con la bocca spalancata e uno schifoso rivolo di saliva che fuoriusciva da essa.

«Bleah!» Kristy fece una smorfia, notando la bava. «Ma dobbiamo proprio portarci dietro quel...quel...»

«Questo ragazzo che proprio come te vorrebbe vincere il reality e ha emozioni e sentimenti?» domandò Stephanie interrompendola e guardandola di traverso.

Kristy roteò gli occhi. «Ti prego! Quello lì non saprebbe nemmeno...»

«BASTA, STATE ZITTI!» urlò Chris voltandosi e guardandoli con sguardo incendiario. «TACETE, BRANCO DI COMARI!»

I ragazzi atterrirono. Guardarono uno più sbigottiti dell’altro il conduttore, alcuni quasi spaventati. Travis si svegliò perfino sentendo le urla e si guardò intorno spaesato. L’uomo sferzò l’aria con la mano, proseguendo: «Maledizione, il tempo sta per scadere e se non arriva un altro concorrente potete benissimo dire addio al reality! Per questo motivo sono già nervoso di mio e l’ultima cosa che voglio è farmi sanguinare i timpani ascoltando i vostri stupidi battibecchi, perciò ZITTI FINO A NUOVO ORDIN...»

«Sc-scusi...» Una voce, flebile come un soffio di vento, risuonò nell’aria.

Chris si interruppe seduta stante e si voltò, per poi ammutolire.

Una ragazza si trovava in piedi davanti all’ingresso, con la testa incassata nelle spalle e un’aria quasi impaurita. Batteva nervosamente le punte degli indici tra loro e tremava leggermente.

Indossava uno spesso cappotto nero, decisamente troppo grosso per lei, che le arrivava fino alle ginocchia, sbottonato, con sotto una maglietta sempre nera e jeans dello stesso colore. I capelli erano rossi, lunghi e disordinati, che le coprivano buona parte del volto talmente pallido da essere quasi bianco. Gli occhi, o meglio, l’occhio, visto che l’altro era nascosto dai capelli, era verde come quelli di Rosa, ma più piccolo.

«Ehm...ecco...io...» cercò di dire, ma anche la voce le tremava, ed era ridotta a poco più di un sussurro. Sembrò quasi voler sprofondare sotto gli sguardi di tutti. Le sue guancie assunsero un vivace color porpora quasi più intenso di quello dei capelli e abbassò lo sguardo. «Insomma...vorrei...»

«SÌ!» esclamò Chris sollevando i pugni in senso di trionfo, per poi agitarli come un ossesso. Stritolò la nuova arrivata in un abbraccio talmente forte che sembrò quasi spezzarla in due. «SÌ, SÌ, SÌ, SÌ!» Non aveva permesso alla ragazza di terminare la frase, ma era chiaro cosa volesse. Il conduttore sprizzava gioia da tutti i pori, finalmente il cast aveva raggiunto il numero necessario per la nuova stagione! Finalmente poteva di nuovo torturare quei poveri ingenui che avevano deciso di partecipare!

Chef ripose il telefono in tasca e maledisse a denti stretti qualunque cosa gli passasse per la mente, da Chris, alla produzione, a tutti i ragazzi lì presenti.

La nuova arrivata guardò attonita il conduttore, con le guance più rosse dei suoi capelli, fino a quando quello non smise di esultare e la lasciò andare: «Vuoi partecipare, giusto?»

Lei si limitò ad annuire, muovendo quasi impercettibilmente la testa. Chris sorrise a trentadue denti. «SPLENDIDO!» Si voltò e richiamò l’attenzione di Chef. «Chef! A quanto pare avremo ancora il nostro lavoro, non sei contento?»

L’omaccione digrignò i denti e grugnì di rabbia, evitando di rispondere per non dire parole spiacevoli. Chris mantenne il sorriso smagliante e controllò l’orologio. «Splendido! Sei arrivata in perfetto orario...ehm...com’è che ti chiami?»

«S-Sunry...»

«Sunry!» ripeté l’uomo schioccando le dita. «Giusto, sì, stavo per dirlo, perché non ti accomodi da qualche parte così faccio il resoconto della situazione?»

La rossa annuì di nuovo timidamente e si avvicinò al gruppo di ragazzi come un animaletto impaurito. Ricevette tante di quelle occhiate diverse che le fu impossibile memorizzarle tutte. Da quelle più comprensive a quelle più minacciose a quelle completamente apatiche.

Tonya la guardò con un sorriso cattivo, pensando a quanto sarebbe stato facile buttare fuori una così. Sarebbe bastato un soffio di vento per spezzarla letteralmente in due, gracile com’era.

Sunry cercò di parlare, ma Chris la stroncò sul nascere. «Bene!» esclamò battendo le mani. «Allora, ricapitoliamo. Abbiamo quattordici concorrenti: Travis, Stephanie, Tonya, Edward, Paul, Kristy, Seth, Rosa, Xander, George, Jericho, Light, Anna e Sunry!» Ridacchiò sfregandosi i palmi. «Magnifico! Magnifico! Ora, se volete cortesemente alzare le chiappette e seguirmi, ve ne sarei davvero grato!»

«E dov’è che andremmo?» domandò Light incrociando le braccia, mentre i ragazzi seduti obbedivano e si mettevano in piedi.

Il conduttore sorrise con aria di sufficienza. «Che domande, andremo alla location per il reality, ovviamente!» Si voltò e si incamminò verso l’ingresso, per poi fare cenno a tutti loro di seguirlo. «Forza, andiamo! Anche tu, Chef!»

L’omaccione grugnì per l’ennesima volta e si mise in piedi, lanciando occhiate omicide a chiunque capitasse a tiro.

I ragazzi si guardarono tra loro un’ultima volta, poi, chi scrollando le spalle e chi no, si affrettarono a seguire il conduttore.

Uscirono fuori, all’aria fredda della notte e al fioco bagliore della luna.

Camminarono sul marciapiede, costernando edifici addormentati e la strada deserta, ma non fecero molta strada prima di fermarsi. Due ragazzi arrivarono di corsa dal punto in cui si stava dirigendo il gruppo. Chris li notò e inarcò un sopracciglio. Quando arrivarono davanti a lui, si fermarono e tentarono di riprendere fiato dopo la stremante corsa.

Uno era un ragazzo, con maglietta azzurra, felpa, jeans e scarpe All Stars blu, più un braccialetto al polso. Aveva i capelli neri e lisci, gli occhi color oceano e la carnagione della pelle chiara.

L’altra era una ragazza, con indosso jeans strappati neri, converse dello stesso colore e una felpa verde senza maniche. I suoi capelli erano molto lunghi e castani, con ciocche bionde, gli occhi erano di un particolare colore verde tendente al giallo e anche la sua pelle era piuttosto chiara. Due orecchini, sempre di colore verde, le decoravano le orecchie, mentre un braccialetto color oro contornava il polso.

«Siamo...anf...siamo ancora in tempo?» domandò lei, ancora col fiatone e le mani appoggiate alle ginocchia.

Anche l’altro guardò inquisitore l’uomo, respirando rumorosamente dal naso per la fatica, dopo aver attraversato di corsa tutta la città per colpa di un taxista che aveva sbagliato strada.

Chris li guardò perplesso, poi un altro smagliante sorriso gli dipinse il volto. Di bene in meglio. «Ma certo!» Allargò le braccia, con fare amichevole. «Certo che siete in tempo! Più vittim-ehm-concorrenti ci sono e meglio è!»

«Ma anche no...» borbottò Chef, che ormai non sapeva più chi mandare a quel paese.

«Suvvia, Chef, sii cordiale!» disse Chris dandogli qualche pacca su una spalla, per poi guardare i nuovi arrivati. «Nomi, prego!»

La ragazza sorrise, tirando un sospiro di sollievo, grata per essere riuscita ad arrivare in tempo nonostante il colossale ritardo del suo treno. «Io sono Lucy.»

«Io Haru» si presentò l’altro, con tono di voce incolore e braccia conserte.

«Altri due?!» domandò Tonya alle spalle di tutti i presenti. «Maledizione, ma quanti cavolo...»

«Datti una calmata, caterpillar!» la interruppe Chris girandosi, facendole cenno con una mano di non scomporsi. «L’annuncio parlava chiaro, chiunque può partecipare.»

«Sì, ma doveva arrivare entro l’ora stabilita!» protestò Light, togliendo il naso dal cellulare, stringendo una mano a pugno.

«Giusto, ma – ahimé – l’ultima parola spetta a me, e io dico che possono partecipare!»

Lucy sorrise provocatoria all’altra ragazza. «Sentito? Ci sono anch’io in questa partita!»

Light digrignò i denti, ma la rabbia svanì in una nuvoletta di vapore quando si rese effettivamente conto dell’aspetto fisico dell’altro nuovo acquisto del cast. Non si accorse nemmeno del fatto che praticamente tutte le altre ragazze avevano avuto la sua stessa reazione. Ognuna di loro fissava Haru come in trance. Kristy, Stephanie, Rosa, Anna, perfino Tonya aveva le labbra dischiuse e gli occhi magnetizzati a lui. L’unica che invece non lo fece fu Sunry, la quale rimase rigorosamente con le iridi fisse a terra.

Pure i ragazzi si accorsero di tutti quegli sguardi e rotearono gli occhi.

«A me le ragazze non hanno mai guardato così...» biascicò Travis abbassando la testa sconsolato, per poi ricevere delle pacche di consolazione da Jericho., che cercò di rassicurarlo a parole: «La vita è dura, fratello, ma è come ti rialzi dopo essere caduto che ti...»

«E smettila di dire idiozie per almeno cinque minuti...» brontolò George, guardando quel mezzo asiatico con una punta di invidia.

Lucy intanto ridacchiò. «Fatevi sparire quelle facce da baccalà, Haru è fidanzato.»

Rosa batté le palpebre più volte, poi il suo cervello metabolizzò la frase e scrollò la testa. «C-Cosa?»

«Sta con te?» domandò Anna quasi con timore.

Lucy rise di nuovo. «No, non sta con me.» Guardò Haru con sguardo eloquente. «Magari.»

«Si chiama Helen» borbottò il ragazzo voltandosi e dando le spalle a tutti quanti. «E vi posso garantire che tutte voi messe insieme non valete la metà di lei.»

Diversi versi di protesta si sollevarono tra le ragazze, mentre i maschietti si facevano due risate guardandole civettare. Haru non badò a nessuno di loro e si incamminò con le mani in tasca, mettendosi a seguire Chris e Chef che nel frattempo avevano già ripreso la marcia e li stavano richiamando.

Xander, che si era messo a pulire le lenti dei suoi occhiali alitandoci sopra, rivelando così i suoi occhi marroni, li indossò di nuovo poi diede di gomito a Seth e sorrise provocatorio. «Hai visto? Quel tipo è peggio di te!»

Il castano non lo sentì nemmeno. Anche i suoi occhi erano fissi su di Haru, ma di certo non era per contemplarne il fascino, quanto più per osservare attentamente colui che avrebbe potuto rivelarsi il suo più grande avversario.

Nel giro di poco tempo tutti quanti ripresero a seguire quei due uomini e a chiacchierare del più e del meno, diretti verso quella stramba avventura che si sarebbe presto rivelata la loro fortuna o la loro rovina.






Come dissi già nel primo capitolo, alcuni personaggi non sono miei OC. 5 di loro mi sono stati inviati all’epoca in cui scrissi questa storia, e sono, per l’esattezza: Xander, Light, Anna, Haru e Lucy. Sfortunatamente non ricordo minimamente i nomi degli autori che me li inviarono, o meglio, ne ricordo 2 su 5, ma non voglio fare un torto ai tre che non ricordo, quindi non ne nominerò nessuno. Se siete lì e state leggendo, ne dubito, ma non si sa mai, fatemelo sapere e provvederò a menzionarvi in un prossimo capitolo. Light in origine si doveva chiamare Mary Anne Light, ma poi ho cambiato il suo nome per via della somiglianza con Anne Marie.
Grazie per la pazienza, alla prossima!

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Capitolo 3
*** Il Doom Trap ***


IL DOOM TRAP

 

 

«Basta camminare, basta, non ne posso più! Non mi sembra di fare altro da...da...»

«Da cinque minuti, Travis...» borbottò Edward roteando gli occhi, con le mani in tasca e l’andatura costante.

Il ragazzo con i capelli color carbone, che dapprima camminava ingobbito come se si trovasse sotto uno sforzo immane, si raddrizzò, apparendo sinceramente perplesso. «Davvero?»

«Davvero» confermò il castano, sospirando e scuotendo la testa.

Rosa, accanto a lui, ridacchiò, poi gli lanciò uno sguardo. «Ma come fai ad essere così paziente con lui? Io lo avrei già strangolato da un pezzo...»

«Credimi, anche io sono stato tentato dal farlo...più volte...»

Rosa ridacchiò di nuovo, per poi riportare l’attenzione sulla strada.

«Qualcuno sa dove stiamo andando?» domandò Paul in mezzo al gruppo, guardandosi intorno.

«Alla location, beota...» replicò Light con lo sguardo incollato sullo smartphone, l’espressione del volto scocciata.

«Questo lo sapevo, grazie!» Paul le scoccò un’occhiataccia. «Intendevo, dove sarà la location, secondo voi?»

«Giamaica!» annunciò Jericho con tono e sguardo sognanti, sollevando le mani davanti a sé come per cercare di percepire effettivamente quel luogo.

George, accanto a lui, scosse la testa sospirando esasperato. «Idiota...»

«A me non dispiacerebbe un set in stile a Tutto Reality Azione» disse Stephanie sorridendo.

«Azione è la tua stagione preferita?» domandò Lucy guardandola e alzando un sopracciglio. La mora annuì e la castana ridacchiò. «Ma se è la stagione che ha fatto più pena di tutte! Hai dei gusti proprio orrendi...» Stephanie squittì indignata, ma Lucy era solo all’inizio. La scrutò per bene, poi sorrise provocatoria. «Come quel pile che indossi. Cos’è, l’hai ereditato direttamente da tuo nonno?»    

Stephanie la fissò assottigliando le palpebre, poi schioccò la lingua adirata e distolse lo sguardo da lei, decidendo, saggiamente, di ignorare le sue provocazioni.

«Accidenti...sei crudele!» esclamò Kristy accanto a lei, sorridendole fredda. Lucy fece ondeggiare con fare altezzoso i suoi lunghi capelli, poi ricambiò il sorriso di Kristy. «Lo so.»

Stephanie si ritrovò presto accanto a Xander, che camminava senza occhiali. La ragazza, ancora adirata per lo scambio di battute avuto con Lucy, si accorse degli occhi castani del ragazzo e lo guardò perplessa. «Perché hai tolto gli occhiali?»

Il ragazzo, che in realtà li stava semplicemente pulendo una seconda volta, si voltò verso di lei sogghignando. Avvicinò di colpo il volto a quello della ragazza. «Ovvio, per guardarti meglio, raggio di luna!» rispose allargando il sorriso.

La ragazza indietreggiò in parte intimorita, deglutendo, domandandosi se sarebbe riuscita a trovare qualcuno sano di mente lì in mezzo. Xander ridacchiò e si rimise gli occhiali, per poi mettersi le mani in tasca e fischiettare.

«Secondo me sarebbe carina una nuova stagione in giro per il mondo!» disse Anna sorridendo estasiata. «Quanto mi piacerebbe visitare le meraviglie del globo!»

«Sì, può essere una bella idea...» commentò Tonya accanto a lei. La mora la guardò, meravigliata. «Davvero lo pensi??»

«Certo...» L’afroamericana si voltò verso di lei, guardandola truce e sollevando un minaccioso pugno. «Così posso gettarti fuori dall’aereo!»

Anna sbiancò e si guardò bene dall’aggiungere altro.

Seth camminava nel silenzio più completo, accanto a Sunry che dal canto suo non aveva ancora alzato la testa. Facevano un bel quadretto, loro due. Erano zitti come bare, anche se per motivi completamente opposti: Seth non parlava perché non aveva voglia di farlo, senza timore che gli altri potessero rompergli le scatole per quello, l’altra invece era talmente impaurita da come avrebbero potuto risponderle che preferiva tenere la bocca chiusa.

Haru era in testa al gruppo, altrettanto silenzioso, appena poco più indietro di Chris e Chef, che nel frattempo discutevano animatamente sui loro progetti per la stagione. Aveva esplicitamente evitato di parlare con chiunque.

E così l’allegro gruppetto proseguì la marcia, seguendo quel folle uomo che si sarebbe divertito fino all’ultimo a torturarli e il cuoco che avrebbe affogato la sua rabbia propinandoli cibo disgustoso.

 

***

 

«Molto bene, eccoci arrivati!» esclamò Chris fermandosi di fronte ad un enorme cancello di ferro, i cui due portoni erano sigillati insieme da una spessa catena. Un cartello sbiadito appeso sopra di esso recitava le parole "CHIUSO PER CESSATA ATTIVITÀ".

Delle mura imponenti impedivano di capire cosa ci fosse al di là dei portoni di ferro, ma si potevano comunque scorgere delle imponenti figure celate dietro di esse, anche se l’oscurità impediva di scorgerne i dettagli.

Erano usciti dalla città già da molto tempo, costeggiando la strada e ammattendo con le lamentele di Travis, che aveva passato ogni secondo a piagnucolare che non era abituato a camminare. Avevano poi svoltato a sinistra, prendendo una stradina circondata da una vasta prateria e infine avevano raggiunto quello strano luogo.

«Dove siamo?» domandò George guardandosi intorno.

«Mi sembra ovvio!» rispose Chris mentre Chef si sbarazzava delle catene aprendo il lucchetto con una chiave. Queste caddero a terra pesantemente, dopodiché l’omaccione, grugnendo per lo sforzo, spinse le porte, spalancandole.

Chris si infilò subito nel varco creato, svanendo nelle tenebre. Chef si passò una mano sulla fronte, grugnendo per l’ennesima volta, grato del generoso aiuto che gli avevano offerto per aprire le porte, e lo seguì. Dopo un attimo di esitazione, i ragazzi li imitarono, entrando tutti quanti in quel luogo.

Una volta all’interno, le porte si richiusero dietro di loro. Dai versi che sentirono, era chiaro che Chef le stesse spingendo di nuovo. Si guardarono intorno e poterono distinguere diverse imponenti figure, ma non poterono capire altro perché l’oscurità avvolgeva ogni cosa; c’era poca luce, quella notte.

Chris nel frattempo si avvicinò a quello che sembrava essere un quadro elettrico, situato dietro un edificio lì vicino. «Molto bene!» urlò appoggiando la mano sulla leva del salvavita, rigorosamente scattata verso il basso. «Concorrenti, vi do il benvenuto alla location!» Sollevò l’interruttore, che emise un sonoro scatto.

«Il benvenuto, certo...» brontolò Chef stringendosi i tricipiti per mantenere la calma.

Diverse luci si accesero di colpo, facendo sobbalzare i ragazzi e accecando i loro occhi abituati alla penombra. Nel giro di pochi attimi, gli edifici intorno a loro furono illuminati da potenti riflettori, simili a quelli degli stadi, e una miriade di altre luci si accese, illuminando quel luogo con ogni colore esistente.

Imponenti edifici dalle forme più stravaganti apparvero alla visuale, giganti costruzioni di ferro e quelle che avevano tutta l’aria di essere delle enormi montagne russe. Un’insegna sorretta da pali altissimi si accese, illuminandosi di rosso, giallo e arancione, recitando le parole: "Blizzard Park".

I ragazzi fissarono sbigottiti tutto l’ambiente loro circostante che cominciava a prendere vita, le luci che si accendevano, i motori che cominciavano a ronzare, diverse musichette che si diffondevano nell’aria.

«Ed è con grande onore che...» Chris apparve di fronte a tutti loro, con un sorriso smagliante e le braccia allargate, come ogni volta che annunciava qualcosa di importante. «...sancisco l’inizio di questa nuova stagione, A Tutto Reality: Blizzard Park!»

«Urrà...» borbottò Chef.

Stephanie fissava tutto lo spettacolo interdetta. «Ma...ma è...»

«Un parco dei divertimenti...» mormorò Rosa completando la frase.

«Wow...» commentò Travis con una faccia da baccalà. Anche tutti gli altri erano sorpresi. Si aspettavano isole piene di mostri, mutanti, aerei pericolanti, un campo minato, ma un luna-park? Neanche nei loro sogni.

Chris intanto fece la sua classica risata sadica. «Sì, ma non è esattamente il parco che vi immaginate...ma ci arriveremo! Ora, se volete seguirmi, vi porto a fare un tour del luogo.»

I ragazzi, ancora sbigottiti, cominciarono a seguire l’uomo in mezzo a quella miriade di attrazioni colorate.

 

***

 

«Molto bene!» esordì Chris fermando il tour alla prima tappa, una biglietteria chiusa e malconcia nei pressi di quello che sembrava essere un Cuba Libre senza sedili. «Questa biglietteria mezza distrutta e abitata dai topi sarà il vostro confessionale!»

Diversi gemiti si sollevarono tra i ragazzi, non appena udirono la parola "topi".

«Beh...» borbottò Edward grattandosi la barbetta. «...sempre meglio della latrina...»

Travis guardava il confessionale quasi abbagliato, con gli occhi che brillavano. «Wooow...»

 

_

 

Confessionale Travis:

«Questo posto è uno sballo!» esclamò il ragazzo seduto sulla sedia ergonomica completamente smangiucchiata, ammirando il bancone ricoperto da mozziconi di sigarette e gomme masticate, facendo vagare lo sguardo verso tutti i poster sconci che spopolavano nella cabina. Il suo sguardo si abbassò e si illuminò di nuovo. «Ehi, ciao piccolino!» Si abbassò svanendo dalla visuale, per poi risalire con un topo in braccio. «Ma come sei adorabile! Ti chiamerò Mickey! Chi è l’amore di papà? Chi è l’amore di papà?» Cominciò a dire con la voce alzata di un’ottava, strusciando il naso sul suo pelo lurido. «E sì che sei tu! E sì che sei tu! E sì che sei...ahia! Mickey mi ha morso! Cattivo Mickey, cattivo!»

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Confessionale Stephanie:

«Ok, finalmente posso dirlo» cominciò la ragazza prima di prendere una grossa boccata d’aria, per poi sporgersi verso la telecamera e cominciare a parlare a tutto spiano: «Travis è strano forte, Tonya mi fa paura, Edward è ok, Paul anche, Kristy è una stronzetta arrogante, Seth mi fa paura cento volte più di Tonya, Rosa è anche strana ma mi è simpatica, Xander mi inquieta parecchio, Jericho è perfino più strano di Travis, ma per ovvi motivi, George mi sembra ok, Light e Anna devo ancora inquadrarle bene, Sunry mi sembra una morta che cammina, Lucy è un’altra arrogante e Haru è così...così...» Sospirò estasiata, assumendo uno sguardo sognante, per poi scuotere la testa confusa. «Che...che stavo dicendo?»

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Confessionale Tonya:

«Quindi dovrei venire qui ogni volta che devo dire qualcosa?» domandò la ragazza a braccia conserte, per nulla entusiasta. «Che idiozia, non lo farò mai!»

«L’hai appena fatto!» le fece notare la voce fuoricampo di Chris. L’afroamericana sgranò gli occhi e si grattò una guancia perplessa. «Ehm...beh...ehm...ahm...»

 

_

 

«Ottimo, allora, riprendiamo il tour!» annunciò Chris ricominciando a camminare. I ragazzi guardarono un’ultima volta l’orrido confessionale e ripresero a seguirlo.

«Che cavolo hai fatto al naso, beota?» domandò Kristy accorgendosi del taglietto sul setto di Travis. Il ragazzo distolse lo sguardo da lei, grattandosi il cappellino imbarazzato. «Ahm...niente...»

«D’accordo ragazzi, questo è il Fast Food Hurricane!» Chris indicò un edificio squadrato e dipinto di grigio, con enormi vetrate, un’insegna gialla sull’ingresso, che recitava il nome e un paio di tavolini da caffè coperti da ombrelloni fuori da esso. Attraverso le vetrate, potevano scorgere al suo interno altri tavoli e un bancone per le ordinazioni. «Qui è dove Chef vi delizierà i palati con i suoi meravigliosi pasti!»

I ragazzi deglutirono quando si accorsero del sorriso maligno di Chef. «Oh, sì...» cominciò l’omaccione raschiandosi un orecchio col mignolo. «...vi delizierò eccome!»

Un brivido percorse la schiena di tutti i presenti, poi la marcia riprese.

Mentre camminavano, poterono notare senza troppe difficoltà che la maggior parte delle attrazioni era danneggiata irreparabilmente, alcune strutture erano tenute insieme solo grazie a pochi bulloni e moltissime luci erano bruciate. A quel punto, capirono senza molte difficoltà che quel luogo era molto più pericoloso di ciò che sembrava dall’ingresso. Ma d'altronde, il sadico cinismo di Chris McLean non si smentiva mai.

Raggiunsero altri due edifici squadrati e con un cartello che vietava l’accesso ai non dipendenti del parco, lontani dalle attrazioni e vicino ad una serie di bagni chimici. «Allora, quelli sono i bagni» spiegò Chris indicando le cabine. «E quelli sono gli spogliatoi in cui le mascotte del parco indossavano i loro costumi, riadattati a dormitori dalla produzione! Quello a sinistra è per una squadra, quello a destra per l’altra. Sono divisi in due settori ciascuno, uno per i maschi e uno per le femmine, perciò non dovrete preoccuparvi di sentire la puzza dei ragazzi o il civettare delle ragazze.»

Ricevette decine di occhiate omicide dopo aver pronunciato quelle parole, ma le ignorò. «Ci sarebbe ancora da mostrarvi il Tunnel della Vergogna e il luogo della famosa cerimonia d’eliminazione, ma a quello ci arriveremo più avanti.» Si voltò con un sorriso sadico stampato sul volto. «E adesso, se volete seguirmi, vi porto alla prima sfida!»

Quel sorriso non piacque per niente a diversi ragazzi, eccetto Tonya che esultò. «Finalmente!»

«Tra poco cambierai idea Tonya, vedrai...ehehehe...»

«Hai detto qualcosa, Chris?»

«No, no, niente... ehehehe…»

 

***

 

Pochi attimi dopo, si ritrovarono davanti ad un’atra attrazione, un’enorme edificio nero con il tetto a forma di cupola. Il fettucciato che si doveva attraversare normalmente per fare la coda era costituito da spesse catene grigie arrugginite e un’insegna con le lettere rosso sangue recitava sull’ingresso: "The Doom Trap".

«Eccoci arrivati! Quest’enorme edificio racchiude al suo interno uno dei luoghi più spaventosi ed inquietanti di sempre!» spiegò Chris indicandolo. «Al suo interno vi è un enorme labirinto, dotato di ogni qualsivoglia di trappola e trabocchetto. Tranquilli, sono innocue, servono solo per farvi prendere un bello spavento...o, perlomeno, la maggior parte lo erano, prima che la produzione ci mettesse le mani sopra...eheheheh...»

Anna deglutì. «E quindi...cosa dovremmo fare?»

«Semplice. Dovrete entrare lì dentro e riuscire ad arrivare alla fine entro le due ore di tempo che vi concederò. Chiunque rimarrà dentro allo scadere di queste ore sarà buttato fuori dal reality. Tutti gli altri potranno farvi ufficialmente parte e saranno divisi nelle due squadre.»

Sunry diventò bianca come un fantasma all’idea di entrare lì dentro. E anche molti altri rabbrividirono, eccetto Seth, Haru e Tonya, la quale però stava semplicemente fingendo di non essere spaventata.

«Ok, e quindi...» Anna cercò di parlare ancora, ma il conduttore la zittì esclamando a gran voce: «Pronti, partenza, via!»

I ragazzi rimasero fermi a fissarlo attoniti. L’uomo se ne accorse e si accigliò. «Che cavolo fate? Muovetevi!»

«Ma...è...è cominciata la sfida?» domandò Light.

«Certo che è cominciata! E avete già perso...» Il conduttore controllò l’orologio. «...circa trenta secondi, perciò datevi una mossa!»

«Ma...la sfida comincia così? Insomma...non c’è nemmeno...» Rosa provò ad esprimere i suoi dubbi, ma Chris la stroncò sul nascere: «MUOVETEVI!»

I ragazzi sobbalzarono e si decisero a procedere, scambiandosi occhiate preoccupate lungo tutto il tragitto.

Chris sospirò scuotendo la testa, guardando l’accozzaglia di ragazzi che correva come una mandria di bufali. «Accidenti, che teste dure...» Poi si voltò di scatto, allargando le braccia e sorridendo ad una telecamera. «La prima sfida di questa nuova edizione è iniziata! Chi arriverà vivo alla fine del labirinto? Chi verrà buttato fuori? Lo scoprirete solo qui, seguendo A Tutto Reality...» L’inquadratura si spostò, fornendo una ripresa aerea del parco. «...Blizzard Park!!»

 

***

 

Seth camminava per il corridoio buio, con le mani in tasca e con passo moderato. L’illuminazione era davvero scarsa, giusto qualche luce di un inquietante color rosso appesa al soffitto, eppure il ragazzo procedeva tranquillo, per nulla agitato o altro. Un’altra cosa particolare era che non c’era nessun’altro insieme a lui. Era completamente solo.

 

_

 

Confessionale Seth:

«Quando Chris ha annunciato il via, gli idioti sono rimasti fermi a guardarlo...» borbottò il ragazzo con la sua voce grave, osservandosi la mano mentre la apriva e la chiudeva, per poi spostare di colpo lo sguardo verso l’obiettivo e sorridere freddamente. «...e io ne ho approfittato per mettermi in vantaggio.»

 

_

 

Cominciò a fischiettare, procedendo quasi a casaccio dentro quell’edificio. Ad ogni bivio che incontrava prendeva una strada casuale e andava avanti senza mai fermarsi. Stava per domandarsi quali diamine di trappole ci fossero lì dentro, visto che non aveva incontrata nessuna, quando da uno scomparto nascosto del muro saltò fuori all’improvviso un omaccione mascherato armato di motosega. Urlò con quanto fiato avesse in corpo e sollevò l’attrezzo mortale.

«Ciao Chef...» salutò pigramente Seth girandogli intorno e andando avanti come se niente fosse.

L’omaccione abbassò la motosega e lo guardò ammutolito mentre si allontanava con le mani infilate nelle tasche dei jeans logori. Si tolse la maschera da hockey e sospirò. «Odio questo lavoro...»

Alcune voci lontane attirarono la sua attenzione. Drizzò la testa e aguzzò l’udito. Intuendo da dove provenissero, si rimise la maschera e si diresse verso di loro, continuando a maledire la produzione.

 

***

 

«Ok, se restiamo uniti non dovremmo correre alcun rischio...» mormorò Stephanie camminando ingobbita, guardandosi intorno in continuazione, per cercare di non farsi cogliere alla sprovvista da nessuna trappola.

«Già, peccato che ci siamo divisi da un pezzo...» brontolò Edward accanto a lei.

La mora sollevò la testa e si voltò verso il loro gruppo. Dei quindici ragazzi che erano, ne rimanevano solo più cinque: lei, Edward, Paul, Xander e Sunry.

«Cosa?! E gli altri dove cavolo sono?!»

«Allora Seth è stato il primo a sparire, Tonya nell’ingresso ha afferrato George e Travis e li ha trascinati con sé, diceva che le servivano dei "capri espiatori" o una roba del genere...» spiegò Paul, contando con le mani il numero dei ragazzi. «Haru è subito andato per conto suo, mentre Anna, Light, Lucy, Kristy, Rosa e Jericho si sono separati da noi al bivio, hanno preso il corridoio di destra e noi abbiamo preso quello a sinistra.»

«Però, Jericho sa il fatto suo...» commentò Xander sorridendo. «Ha deciso di restare con le pollastrelle...»

«Beh, potevi farlo anche tu...» sbottò Stephanie lanciandogli un’occhiataccia.

Il ragazzo col ciuffo rosso sghignazzò. «E separarmi da te, raggio di luna? Ma anche no...»

La mora roteò gli occhi, suscitando ulteriormente l’ilarità del ragazzo che poi si voltò verso di Sunry e la guardò di traverso. «E tu invece? Perché non parli?»

La rossa avvampò per l’imbarazzo, poi distolse lo sguardo da lui e mantenne il silenzio. «Ehi, parlo con te! Ehi!» Xander schioccò le dita per richiamare la sua attenzione, intimidendola sempre di più.

«Piantala, Xander» sbottò Paul facendogli abbassare il braccio. «Se non vuole parlare lasciala in pace. Ora come ora dobbiamo solo uscire da qui prima che scada il tempo e...»

Un sonoro clack riecheggiò per tutto l’ambiente, interrompendo il biondo. «Cos’è stato?» domandò, per poi ritrovarsi di colpo di fronte la sagoma di un mostro orrendo. Urlò per lo spavento e sobbalzò, venendo presto imitato da tutti gli altri.

Stephanie si avvinghiò a Xander, Sunry fece la stessa cosa con Paul, mentre Edward perdeva l’equilibrio e cadeva all’indietro. Sunry affondò il volto nel petto del biondo, che cercò di proteggerla con un braccio, mentre Xander e Stephanie facevano praticamente a gara a chi si sgolava di più – e anche a chi aveva la voce più effemminata – ma la paura durò poco; Edward si massaggiò la testa con una smorfia e ordinò agli altri di tacere. «Piantatela, non è un mostro vero!»

Si rialzò spolverandosi, brontolando parole incomprensibili, poi sferrò un calcio alla figura e la ruppe in due, rivelandola essere solo una sagoma di plastica. «È uno degli scherzi stupidi di cui parlava Chris...»

«Ehi, lo sai quanto costa quella sagoma?!» sbottò la voce di Chris da qualche altoparlante nascosto. Edward lo mandò al diavolo a denti stretti.

Gli altri lo guardarono sbigottiti, le ragazze ancora incollate ai ragazzi. Il castano se me accorse e roteò gli occhi. «Potete anche staccarvi adesso, piccioncini...»

Xander e Stephanie realizzarono di essere ancora abbracciati, con i volti molto più vicini di quanto avrebbero voluto; il ragazzo sogghignò e ammiccò con le sopracciglia, Stephanie, avvampando senza nemmeno volerlo, si staccò da lui con una smorfia.

 

_

 

Confessionale Xander:

Il ragazzo si sfregò una mano sul petto, compiaciuto. «Eh, sì, tanto così e me la limonavo!»

 

_

 

Sunry alzò lo sguardo e incrociò quello di Paul. Entrambi avvamparono e decisero di separarsi. Paul si grattò dietro la testa, imbarazzato e cercando di distogliere lo sguardo da lei. Anche la ragazza evitò i suoi occhi, fissandosi i piedi, arrossendo sempre di più. Ma dopo pochi secondi rimasti in quel modo, entrambi cercarono di nuovo i rispettivi sguardi e si sorrisero tenuamente.

«Ehm...gr-grazie...» mormorò la rossa.

«Nessun problema» rispose Paul ampliando il sorriso.

«Possiamo andare adesso? Voglio uscire e al più presto...» sbottò Edward voltandosi e ricominciando a camminare per il corridoio.

Gli altri, dopo un attimo di stordimento generale, si affrettarono a seguirlo.

 

_

 

Confessionale Edward:

«Probabilmente quel mostriciattolo è sbucato fuori premendo qualche pulsante nascosto nel pavimento e facendo scattare qualche meccanismo...» borbottò a braccia conserte, dondolandosi sulla sedia, per poi sorridere compiaciuto. «Spiacente Chris, dovrai fare molto di meglio se vuoi fregarmi...»

 

***

 

Chef proseguiva nel corridoio, la motosega finta in mano e la maschera da hockey calata sul volto. Continuava a borbottare parole sommesse, dirigendosi nel punto da cui provenivano le voci. Non appena girò l’angolo vide le sue vittime avvicinarsi nel corridoio; si nascose subito e attese che passassero di fronte a lui, cosicché potesse regalare loro un signor infarto.

«Ripetimi un’altra volta...» cominciò George massaggiandosi la fronte, per poi voltarsi verso di Tonya, dietro di lui. «Perché cavolo mi hai trascinato qui con te e con...» Guardò Travis saltellargli accanto, con stampata in faccia l’espressione più idiota che avesse mai avuto. «...con lui?»

«Perché così se si attiva qualche trappola voi ci finite dentro per primi» spiegò l’afroamericana in tutta tranquillità, per poi sbraitare: «E adesso sta zitto e vai avanti, mozzarella!»

George la guardò come se provenisse da un altro pianeta, poi si voltò e sospirò. «Seh, ok...»

 

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Confessionale George:

«Quella tipa, Tonya...» cominciò il ragazzo, per poi puntellarsi una tempia con l’indice. «...ha qualche problema qui dentro...»

 

_

 

«Ehi, io sono contento che Tonya ha scelto me!» esclamò Travis allegramente. «Significa che le sono diventato simpatico e si fida di me!»

«No, significa che ti odio e spero tu muoia in qualche trappola» sbottò lei, guardandolo di traverso.

George sgranò gli occhi, poi si voltò di nuovo, accigliato. «No, no, aspetta, vuoi dire che odi anche me?»

«Esatto.»

Il ragazzo spalancò la bocca incredulo. «E per quale diavolo di motivo mi odi? Ci siamo appena conosciuti!»

«Non lo so, ma c’è qualcosa nelle vostre facce che mi fa venire voglia di prendervi a pugni fino a quando nemmeno le vostre madri vi potranno riconoscere. Altro?»

George ammutolì e decise di non indagare ulteriormente. Travis sospirò e abbassò la testa. «Mia madre se n’è andata tanto tempo fa’...»

«Cosa?» domandò George guardandolo, credendo di aver capito male. Travis drizzò la testa e sgranò gli occhi. «Eh?»

«Che hai detto?»

«Io? Niente.»

«Come niente, hai appena detto...»

Per evitare l’argomento, Travis indicò un punto nel corridoio davanti a sé. «Ehi, guarda, un uomo con una motosega!»

L’altro corrucciò la fronte, poi roteò gli occhi. «Certo, e ti aspetti che io creda...» Guardò il corridoio e sbiancò. Travis cominciò ad urlare di terrore, rendendosi conto di cosa avesse appena visto.

«Oh mamma...» sussurrò George.

L’omaccione mascherato si avvicinò urlando e sollevando l’arma improvvisata. George e Travis si abbracciarono, gridando di terrore a loro volta e vedendosi la vita scorrere davanti ai loro occhi. L’assassino si faceva sempre più vicino. I due ragazzi stavano per mettersi a piangere, quando Tonya arrivò e sollevò George per la maglietta. Il ragazzo se ne accorse e la guardo atterrito. «Ma che cavolo stai...»

L’afroamericana urlò con quanto fiato aveva in corpo e scagliò il ragazzo contro l’omaccione mascherato. George sbraitò dieci volte più forte e cominciò a sbracciarsi. Chef se lo vide arrivare addosso e sbiancò. Poi fu cilindrato in pieno.

 

_

 

Confessionale Tonya:

«Ed è così che si stende un assassino armato di motosega, dalle mie parti!» esclamò l’afroamericana sorridendo di trionfo.

_

Confessionale George:

Il ragazzo si massaggiò la testa. «Ahia...»

_

Confessionale Travis:

Travis scoppiò a ridere, spanciandosi talmente tanto da cadere dalla sedia e ritrovarsi sul pavimento. «Oh, ciao Mickey! Vieni da-AHIA! Mi ha morso di nuovo!»

 

_

 

«Via, via!» urlò Tonya cominciando a correre, venendo subito seguita da Travis che si era appena ripreso dallo shock. Passando accanto a George, che era rimasto a terra a contorcersi dopo l’urto con l’uomo mascherato, l’afroamericana lo afferrò per una caviglia. «Tu puoi ancora servirmi, proiettile umano!»

«C-Cosa?» biascicò il ragazzo ancora mezzo intontito, con la schiena che strisciava sul pavimento mentre l’afroamericana lo trascinava via.

Lasciarono Chef steso sul pavimento, a lanciare maledizioni per la milionesima volta contro chiunque gli capitasse per la mente.

 

***

 

Accomodato su uno sdraio appena fuori dalla struttura, al traguardo, Chris osservava sopra un grosso televisore le riprese in diretta dei ragazzi all’interno del Trap Doom, spanciandosi spesso e volentieri dalle risate, godendosi anche la splendida performance del suo collega.

Si voltò verso una telecamera e sorrise, dopodiché si alzò in piedi ed allargò di nuovo le braccia. «La sfida è cominciata e possiamo già notare come alcuni dei nostri concorrenti se la stiano cavando! Se volete vedere come sei la stanno cavando anche tutti gli altri, non vi resta che restare sintonizzati qui, su A Tutto Reality...» Ripresa dall’alto. «...BLIZZARD PARK!»

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** Le squadre ***


Vorrei solamente ringraziare brevemente Anonimo_black_fire per avermi (involontariamente) suggerito i soprannomi per i vari concorrenti nelle sue recensioni, soprannomi che d’ora in poi utilizzerò nella storia di tanto in tanto. Mi saranno molto utili per scrivere. Grazie bello, mi hai fatto un gran favore!

 

 

 

LE SQUADRE

 

«E ditemi, adesso...» disse Light, lanciando occhiatine eloquenti alle ragazze insieme a lei, mentre camminavano nel corridoio semibuio. «...qual è il ragazzo che vi piace di più tra quelli del cast? A parte il bell’irraggiungibile Haru?»

Avevano praticamente trascorso tutto il tempo in quel tunnel parlando in quel modo. Avevano parlato di celebrità, film, musicisti, perfino spettegolato sulle altre ragazze del cast. Per loro, Stephanie era la classica ragazza tutta casa e chiesa che non sapeva minimamente come divertirsi, Sunry era come un cagnolino piccolo e impaurito che sarebbe presto stato azzannato da quelli più grossi e Tonya era la classica ragazza che, frustrata perché non sarebbe mai riuscita a trovare un fidanzato, si sfogava facendo la prepotente. E ovviamente le classiche risatine da oche non erano mancate. O meglio, per la maggior parte di loro. Anna, infatti, si era semplicemente limitata a sorridere, senza però pensare davvero le cose che dicevano, mentre Rosa non si era proprio fatta problemi. Dopo l’ennesima risata, aveva sbuffato e si era allontanata dal gruppo, mettendosi in testa ad esso e sperando di non sentire più quel civettare insistente che la stava mandando fuori di testa.

E non appena Light aveva tirato in ballo l’argomento ragazzi, Rosa aveva seriamente pensato di prendere la prima strada opposta alla loro e continuare per conto suo.  

 

_

Confessionale Rosa:

«Non sto dicendo che non mi piacciano i ragazzi, sia chiaro, però...odio le ragazze pettegole...le detesto proprio...» Sospirò. «Avrei dovuto andare con Stephanie e Sunry, lo sapevo...e la cosa peggiore è che se una tra Light, Kristy e Lucy fosse stata assente, le altre due avrebbero sicuramente sparlato anche di lei...»

_

 

«Anch’io devo rispondere?» domandò nel frattempo Jericho, a Light, confuso.

«Tu non dovresti nemmeno essere qui!» sbottò Kristy guardandolo di traverso, per poi sorridere maliziosa a Light. «Comunque, per me, Edward. Deve essere mio.»

Light ridacchiò. «Sì, non c’è male, ma per me Seth è di gran lunga meglio...»

«Neppure quel Paul era malaccio...» commentò Lucy, per poi sorridere a sua volta. «Oppure sì, Seth...»

«Jericho...» suggerì il ragazzo.

Lucy annuì. «Jeric...ehi!»

L’afroamericano si beccò tre occhiatacce e sollevò le mani in segno di resa. «Ok, ok, io ci ho provato!»

Anna trattenne a stento una risatina, poi toccò a lei essere puntata. «E tu invece? Chi preferisci?»

La ragazza arrossì e distolse lo sguardo da loro. «Beh, ecco...io...non saprei...»

«Andiamo, uno deve pur esserci!» incalzò Jericho, beccandosi questa volta ben cinque occhiate stranite, praticamente da tutte le presenti. Questa volta, lui sollevò le spalle. «Beh, che c’è? Non posso interessarmi anch’io in queste cose?»

«Ok...» mormorò Kristy guardando perplessa tutte le altre.

Anna nel frattempo arrossì di nuovo e distolse lo sguardo da lui. «È la verità, per me sono tutti carini...»

Kristy scoppiò in una risata glaciale. «Ma fammi il piacere! Travis è carino secondo te? E quello li?» disse indicando Jericho, il quale non perse molto tempo prima di protestare.

«Non si può dire che Travis sia brutto, è strano, sì, ma non è brutto...» proseguì Anna, beccandosi sempre più occhiate stralunate. Si sentì quasi fuoriposto lì in mezzo, ma non poté farci nulla.

 

_

Confessionale Anna:

«Mi guardavano come se fossi matta...» mormorò quasi tristemente, per poi sorridere. «Ma non posso farci niente. A me piace vedere il lato bello delle cose, non quello brutto.»

_

 

«Mh...quindi ad Anna piace Travis!» incalzò Light sogghignando.

La mora arrossì ulteriormente. «Cosa? No! Intendevo semplicemente dire che...»

«Ehi, ehi!» fece Jericho circondandole le spalle con un braccio, senza troppi complimenti e facendola avvampare dieci volte di più. «Non devi vergognarti di ciò che accade dentro il tuo cuore.» Tese l’altro braccio davanti a loro, per illustrarle una visione che solamente lui stava avendo. «Vedi, l’amore è come un grande oceano nel quale facciamo tutti il bagno. Possiamo galleggiare su di esso senza alcun problema, oppure potremmo venire travolti da un’onda troppo alta, e a quel punto verremmo sopraffatti da lui, senza più avere modo di salvarci...»

Mentre continuava a sproloquiare, le occhiate che ricevette furono da record. Pure Rosa smise di camminare per fissarlo come se provenisse da un altro pianeta. Tra Kristy, Light e Lucy calò un silenzio tombale.

 

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Confessionale Kristy:

«Ok, allora...» cominciò la ragazza massaggiandosi le tempie, per poi fissare la telecamera. «...ho detto che Travis è un beota? Beh, mi ricredo. Eccome che mi ricredo...»

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«Che c’è?» domandò l’afroamericano al termine del discorso, quando notò gli sguardi di tutte puntati su di lui, anche quello di Anna che tra l’altro stava ancora cingendo per le spalle.

«N-Niente...andiamo avanti, forza...» bisbigliò Rosa, voltandosi e ricominciando a camminare.

Dopo altre occhiate perplesse, le altre tre ragazze si affrettarono a seguirla, mentre Jericho e Anna rimasero al fondo della fila. Il ragazzo ancora non aveva lasciato andare la mora.

«Ehm...Jericho?» cominciò lei.

«Sì?»

«Non è che mi lasceresti le spalle?» domandò quasi con timidezza.

Il ragazzo sembrò accorgersi solo in quel momento di quello che stava facendo e la lasciò andare. «Ops, scusa sorella.»

Anna arrossì di nuovo. «Oh, beh...nessun problema...»

E senza aggiungere altro proseguirono la camminata nel buio.

 

***

 

L’ennesimo vicolo cieco. Haru stava cominciando a spazientirsi. Gli sembrava di brancolare nella penombra da secoli, schivando botole, figure di plastica, coltelli finti che volavano fuori dalle pareti e ogni altro marchingegno infernale che potesse esistere.

Fece dietrofront, ritornando sui suoi passi e prendendo il corridoio che aveva scartato al bivio che lo aveva portato nel vicolo cieco. Il lato positivo era che almeno era da solo, senza nessun rompiscatole o gallinella intorno.

 

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Confessionale Haru:

«Non appena ne ho avuta l’occasione, mi sono separato da tutti quanti, o avrei rischiato di dare i numeri...» cominciò a brontolare, senza guardare l’obiettivo. «Se penso che quando Chris farà le squadre mi ritroverò ad avere a che fare con sette di quei mentecatti ventiquattrore su ventiquattro...» Sospirò scuotendo la testa, lasciando ben intendere il continuo della frase.

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Proseguì nella penombra, sotto le fioche luci rosse, avanzando per i corridoi spogli, girando ai bivi, aguzzando la vista per trovare dettagli che gli permettessero di trovare la via giusta, ma sulle pareti o sul soffitto non c’era nulla di utile. Poteva solo andare avanti e sperare di trovare l’uscita prima dello scadere del tempo.

Girò l’ennesimo angolo, ormai prossimo a perdere le speranze, quando notò al fondo del corridoio una piccola insegna bianca e luminosa, con su scritto: "EXIT".

Sorrise per la prima volta da quando era approdato in quell’avventura, leggendo quelle lettere. E intorno a lui non si vedeva nemmeno l’ombra degli altri concorrenti. Era il primo ad averla trovata.

Non appena raggiunse la porta e la spinse, uscendo all’aria fredda della notte, poté di nuovo ammirare la penombra del cielo scuro, percependo il magnifico sapore della vittoria in tutto il suo splendore. Era salvo dall’eliminazione ed era uscito per primo, cosa voleva di più?

«Splendido, anche Haru è uscito!» esclamò Chris andandogli incontro, sorridendo accomodante.

Haru annuì, compiaciuto. «Sì, sono...ehi! Che significa "anche"?»

«Guarda tu stesso.» Chris si fece da parte, indicandogli una panchina poco lontana da lì, sulla via che portava ad altre attrazioni appena fuori dal Trap Doom. Seth era stravaccato la sopra, sorrideva beffardo e lo guardava dall’alto. «Spiacente amico, il primo sono io.»

Il moro assottigliò lo sguardo e lo fissò dritto negli occhi, accigliato. Seth ricambiò l’occhiata per nulla intimidito, accentuando il suo sorriso freddo. Non seppero quanto a lungo rimasero in quel modo, ma di una cosa entrambi erano certi: non distogliere lo sguardo, o l’altro avrebbe vinto.

Chris si accorse del comportamento di entrambi e si grattò il mento, perplesso ed incuriosito allo stesso tempo. Il suo cervello perverso cominciò subito a lavorare, man mano che osservava quei due e la loro occhiata cagnesca. Un sorriso quasi malefico gli apparve sul volto non appena capì cosa fare. Presto ci sarebbe davvero stato da divertirsi.

«Presto...» sibilò, per poi scoppiare in una folle risata, attirando su di sé le attenzioni di entrambi i ragazzi e lasciando la loro contesa senza vincitori. Haru e Seth lo fissarono corrucciando la fronte, per poi scambiarsi un’occhiata perplessa.

Delle urla terrorizzate fecero drizzare la testa ad entrambi. Si voltarono verso l’uscita del Trap Doom e poterono ammirare in pochi secondi Gorge, Tonya e Travis che si riversavano fuori da esso, il primo che veniva trascinato dalla seconda. Arrestarono di colpo la corsa, per poi ansimare pesantemente e cercare di riprendere fiato.

«Visto, anf, siamo usciti!» biascicò Tonya, per poi sorridere. «E siamo anche i...» Vide Seth e Haru che la guardavano incuriositi, e il suo sorriso si spense all’istante, trasformandosi in un ringhio rabbioso. «...terzi...»

Travis crollò a terra, accanto all’altro ragazzo. «L’importante...è che...quel tizio con la motosega non ci abbia sbudellati...» ansimò, accomodandosi meglio sul suolo.

«Quoto...» mormorò George, guardando le stelle, ignorando le fitte di dolore che circolavano in tutto il suo corpo.

«Un momento, io sono la prima ragazza!» esclamò Tonya dopo un attimo di riflessione, per poi sorridere di nuovo.

«No, tu sei il primo bufalo...» rantolò George rimettendosi a sedere, parlando a bassa voce per non farsi sentire. Peccato che dallo sguardo incendiario che ricevette, era ben chiaro che l’afroamericana l’avesse udito perfettamente. Si accorse dello sguardo e sbiancò. «Oh, oh...»

Tonya urlò di rabbia e si lanciò su di lui. Il ragazzo tentò di fuggire, ma la ragazza lo afferrò per un braccio e cominciò a torcerglielo dietro la schiena, facendolo sbraitare di dolore. «Chi è il bufalo, scusa?! Chi è?! Ripetilo se hai il coraggio!!» gridava Tonya aumentando sempre di più la presa su di lui.

Seth e Haru fissarono ad occhi sgranati la scena, mentre Travis si rimetteva in piedi e saltellava entusiasta e prendeva a pugni l’aria. «Oh, sì! Fagli la cross armbreacker! Spaccagli il braccio!»

«Con immenso piacere!» sbraitò la ragazza, per poi stringere ancora più forte.

«Cosa?!» trillò George per poi emettere urla ancora più strazianti di un paio di ottave più acuti. «AHH BASTA BASTA!»

«Devi toccare le corde George! Tocca le corde e poi è costretta a lasciarti andare!» suggerì Travis inginocchiandosi vicino a lui.

L’altro ormai aveva le lacrime agli occhi. «Ma che diavolo stai dicendo, quali corde?! Aiutami!»

 «Non posso interferire! O cedi, o raggiungi le corde!»

«Qualcuno dotato di cervello mi aiuti!»

Chris scoppiò a ridere guardandoli, nel frattempo il suo cervello elaborava l’ennesima diavoleria. Gli altri due ragazzi cominciarono a divertirsi a loro volta, guardando George che sbraitava come una ragazzina e Travis che si improvvisava arbitro di wrestling.

Nel frattempo un altro gruppo di ragazzi giunse all’uscita. Edward capitanò Stephanie, Sunry, Xander e Paul, mentre muovevano i primi passi oltre la porta e raggiungevano gli altri. Si fermarono poco lontani dal combattimento, il quale era stato a senso unico fin dall’inizio.

George, ormai più rosso dei capelli di Sunry, tese una mano verso di loro. «Almeno voi, vi prego, aiuta-te-mi...»

«Se intervenite devo squalificare George!» esclamò Travis parandosi fra loro, allargando le braccia.

Edward inarcò un sopracciglio, non sapendo nemmeno se per il fatto che Tonya stava uccidendo George, o per quello che Travis stava blaterando. «Cosa?»

Stephanie fissava atterrita la scena, Xander invece scoppiò a ridere, mentre Paul e Sunry si scambiarono un’occhiata perplessa.

Chris notò i nuovi arrivati e accolse anche loro. «Bene, anche voi siete salvi! Adesso mancano solo più...»

«Eccoci!» gridò Rosa correndo fuori dall’edificio, raggiunta poco dopo da tutti gli altri, che camminavano molto più tranquillamente di lei.

Con loro, i concorrenti erano tutti presenti. Chris batté le mani per attirare l’attenzione. «Bene allora, siete usciti in tempo e perciò siete tutti salvi!»

Vi furono diverse esultanze, battiti di cinque, perfino Tonya smise di uccidere George per alzarsi in piedi e sollevare un pugno vittoriosa.

«E adesso, se potete tutti radunarvi intorno a me...un momento!» Chris si guardò intorno allarmato. «E Chef dov’è? È ancora svenuto nel labirinto? Ah, chissenefrega!» Sorrise di nuovo accomodante, mentre i ragazzi si avvicinavano. «Dunque! Siccome siete tutti presenti, è ora di formare le squadre!»

I ragazzi si scambiarono diverse occhiate, ognuno domandandosi con chi degli altri si sarebbe ritrovato a collaborare.

L’espressione del conduttore diventò glaciale quando fece vagare lo sguardo sui presenti, per analizzarli meglio. «All’inizio avrei voluto creare le squadre in base al vostro ordine di arrivo al traguardo, ma dopo aver analizzato meglio i vostri comportamenti dentro e fuori il Trap Doom, ho deciso di creare le squadre mettendoci il mio zampino...» Ridacchiò sfregandosi le mani, cosa che non piacque per niente a nessuno dei ragazzi.

«Allora, Tonya la Schiaccianoci, Travis il Logorroico e George il Perdente, voi sarete nella squadra uno!»

«Cosa?» domandò George sbiancando di nuovo. «E come mi hai chiamato?»

«COSA?!» tuonò Tonya.

«Fico» commentò Travis sorridendo.

Chris ridacchiò di nuovo, poi si voltò verso di Edward, Sunry, Stephanie, Paul e Xander. «Edward l’Apatico e i piccioncini saranno nella squadra due!»

Il castano scrollò le spalle. «Ok.»

Stephanie, Xander, Sunry e Paul realizzarono di essere i piccioncini e sgranarono gli occhi. I primi due cercarono subito di far capire che tra loro non c’era assolutamente alcun interesse, gli altri si scambiarono un’altra occhiata perplessa, per poi ridacchiare.

«Sono contento di essere in squadra con te» bisbigliò il biondo.

Sunry lo guardò incredula. «D-Davvero?»

L’altro annuì, allargando il sorriso. «Ma certo, perché non dovrei?»

La rossa avvampò lievemente, poi sorrise, distogliendo imbarazzata lo sguardo da lui.

 

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Confessionale Paul:

«Sunry sarà anche timida, ma sono certo che nasconde un sacco di assi nelle maniche» cominciò a dire, appoggiandosi allo schienale e allargando le braccia. «Dopotutto ha avuto il coraggio di partecipare ad uno dei reality di Chris McLean, e non è certo una cosa da poco!»

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Confessionale Sunry:

«Paul è stato il più gentile di tutti con me, fino ad adesso» mormorò, con la testa bassa, prima di alzare lo sguardo e sorridere. «E anche se non glielo detto, anch’io sono felice di essere in squadra con lui.»

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«Adesso, per la squadra uno...» proseguì Chris studiando i ragazzi rimanenti uno per uno, per poi sogghignare. «Seth, il Silenzioso, e Haru, il Belloccio!»

«COSA?!» trillarono tutti quanti all’unisono, sbalorditi, perfino i soggetti interessati guardarono il conduttore atterriti.

«Fico!» ripeté Travis sorridendo.

Seth e Haru si guardarono sorpresi per un istante, poi scrollarono entrambi le spalle e si diressero verso gli altri tre concorrenti che avrebbero fatto parte della loro squadra.

 

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Confessionale Haru:

«D’accordo, se proprio devo essere onesto, Seth è probabilmente l’unico in gamba, tra tutti. So bene che più avanti questo si ritroverà ad essere uno svantaggio per me, ma ora come ora è meglio avercelo come amico che come nemico.» Sorrise freddamente. «Ciò non toglie il fatto che cercherò di disfarmi di lui alla prima occasione.»

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Confessionale Seth:

«Non potevo chiedere di meglio» disse giocherellando col piercing, per poi sogghignare. «Sbatterlo fuori dai giochi sarà uno scherzo.»

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«NO, NO, NO!» esclamò Xander adirato, per poi indicare Seth, Haru e Tonya. «Non puoi mettere quelle due versioni più giovani dell’Undertaker e la nipote di Rhyno nella stessa squadra, è assurdo!»

«Che c’è, hai paura di noi?» incalzò George, sorridendo provocatorio, con Travis che si metteva le dita nel naso accanto a lui. Probabilmente quelli erano gli unici concorrenti che nessuno temeva.

Xander digrignò i denti e fece per partire alla carica, ma Edward lo trattenne afferrandolo per una spalla e scuotendo la testa. «Lascia perdere.»

Il moro guardò prima il compagno di squadra, poi George, e decise di lasciar perdere sospirando. L’altro sogghignò beffardo.

 

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Confessionale George:

«Con Seth e Haru in squadra, vincere sarà una passeggiata. Non mi resta altro che mettermi in un angolo e osservarli mentre fanno tutto loro, per poi arrivare all’ultimo e prendermi tutta la gloria!» Scoppiò a ridere trionfante, stravaccandosi sulla sedia. «Oh sì, sono un genio, un gen-» Spostò troppo il peso all’indietro e la sedia si rovesciò, facendolo cadere pesantemente a terra. «OUCH!»

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Confessionale Edward:

«Seth e Haru non mi facevano paura prima e sicuramente non me ne faranno adesso» disse dondolandosi. «Sapevo fin dal principio che avrei potuto incontrare ossi duri sul mio cammino, quei due non mi hanno affatto sorpreso. Anzi, mi aspettavo molti più concorrenti come loro. Due sono ancora pochi.» Sorrise compiaciuto. «Meglio per me.»

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«Finito con le lamentele?» domandò Chris guardando di traverso Xander, mentre Seth e Haru raggiungevano Tonya e gli altri. L’afroamericana sorrise freddamente ad entrambi, senza venire ricambiata, ma poco le importò.

 

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Confessionale Tonya:

«Quei due si credono chissà chi...» cominciò a dire, seduta composta, a braccia conserte. «...farò capire ad entrambi di che pasta sono fatta!»

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«Adesso, di nuovo per la squadra due, Jericho, lo Hippie, e Anna la Rilassata» annunciò Chris.

I due ragazzi guardarono perplessi le quattro ragazze da cui si staccarono, poi andarono dalla loro squadra. Jericho cominciò a salutare tutti quanti con una scarica di "fratello" e "sorella", mentre Anna si avvicinò a Stephanie, sorridendole e venendo presto ricambiata.

Rosa, Light, Kristy e Lucy rimasero le ultime. Tre posti erano liberi per la squadra uno, uno solo per la due. Rosa non ci mise molto ad accorgersene e sgranò gli occhi. Le altre tre si scambiarono sguardi perplessi, perfino Light sollevò lo sguardo dal cellulare.

 

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Confessionale Rosa:

«Ti prego, ti prego, metti me nella due!» implorò guardando il soffitto, con le dita incrociate. «Ti prego, non voglio restare ancora insieme con due di quelle galline! Ti prego, ti prego, ti prego...»

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«Voi siete la scelta più difficile. Avrei voluto mettervi tutte e quattro nella stessa squadra, anche perché ho notato molto affiatamento tra voi...» disse Chris lanciando un’occhiata eloquente a Rosa, la quale era ignara del fatto che il conduttore avesse visto i suoi confessionali. «...ma, ahimé, mi tocca dividervi. Perciò, il nome che pronuncerò sarà quello di colei che andrà nella squadra due, le altre faranno parte della uno.»

Le studiò tutte e quattro, una per volta, senza badare troppo al tempo che stava sprecando e alla tensione che cresceva esponenzialmente dentro di Rosa. La mezza bionda si sarebbe divorata le unghie, se solo non lo avesse fatto già eoni prima. Le altre invece non sembravano minimamente preoccupate.

 

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Confessionale Light:

«Ho tre possibilità su quattro di finire in squadra con Seth, perciò sono abbastanza tranquilla...» disse compiaciuta l’ossigenata, pigiando le dita sullo schermo dello smartphone.

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Confessionale Kristy:

«Se mi va bene, finisco in squadra con Edward, se mi va divinamente, finisco con Seth, Haru e Tonya.» Sorrise freddamente. «Vinco in ogni caso.»

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Confessionale Rosa:

«Ti prego, ti prego, ti prego...»

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Dopo un secolo, Chris sorrise. «Lucy la Provocatrice! Sei nella due!»

Rosa spalancò la bocca, incredula. Le altre due scrollarono le spalle. Lucy, si voltò verso entrambe e sorrise molto poco sinceramente. «È stato un piacere chiacchierare con voi.»

«Anche per noi» rispose Light ricambiando con lo stesso finto sorriso, mentre Kristy le rivolgeva un cenno del capo.

La castana si voltò e raggiunse la sua nuova squadra.

 

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Confessionale Lucy:

«Presto o tardi me le sarei ritrovate contro comunque» disse la Provocatrice, guardandosi le unghie, per poi sorridere all’obiettivo. «E in ogni caso, non mi piacevano nemmeno quelle due...»

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Confessionale Travis:

«WO HOO!» esclamò sbracciandosi. «Ho tre ragazze supersexy in squadra con me! Evvai! Ah, e ovviamente ci sono anche Seth...e Haru...e Tonya...e George...» Si fece serio all’improvviso, scrollando le spalle. «Sì, insomma...urrà...» mormorò poco entusiasta, per poi sorridere di nuovo esuberante. «Ma ho le tre ragazze supersexy!!»

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Lucy si mise accanto ad Edward, a testa alta e braccia conserte. Le due squadre ora erano una alla destra, l’altra alla sinistra del conduttore, e si fissavano tra loro, analizzandosi.

La due aveva Edward, Paul l’Amicone, Xander il Lunatico, Jericho, Stephanie la Gentile, Sunry la Timidona, Anna e Lucy.

La uno Seth, Haru, Travis, George, Tonya, Kristy la Sgarbata, Rosa l’Iperattiva – la quale era rigorosamente a testa bassa – e Light la Social – che già scalpitava all’idea di essere con Seth.

«Molto bene!» esordì Chris in mezzo a loro, sorridendo. «Una nuova grande innovazione di questo reality, sarà che le squadre avranno modo di poter scegliere il nome dell’altra!»

Tra i ragazzi si levarono dei versi di sorpresa e anche alcuni sorrisi maliziosi, mentre pensavano al nome ridicolo da appioppare agli avversari.

«Domani mattina avrete modo di farmeli sapere, mi raccomando, date il peggio di voi, ma non siate volgari! Non troppo, perlomeno...» aggiunse Chris ridacchiando di nuovo e sfregandosi le mani. «Ora, vi lascio il resto della nottata libera. Fate cosa volete, siete grandi, non ho voglia di fare il babysitter. Visto che sono le quattro del mattino, la sveglia sarà alle dieci, perciò vi consiglio di andare nei dormitori e riposare. Domani ci sarà la prima sfida ad eliminazione.»

«Cosa? Di già?!» domandò Stephanie incredula, accompagnata da molte occhiate sbigottite degli altri ragazzi.

Chris annuì, con aria di sufficienza. «Già, domani. Perciò andate a nanna, che vi conviene. Ci vediamo» concluse, salutandoli con un cenno della mano ed andandosene, probabilmente diretto al suo alloggio, il quale era rimasto rigorosamente segreto ai ragazzi. «Ma dove diavolo è finito Chef?» borbottò quando fu già piuttosto lontano da tutti loro.

I concorrenti delle due squadre rimasero a fissare il conduttore, ancora piuttosto sorpresi, poi riportarono l’attenzione sugli altri.

Sedici ragazzi, otto schierati da un lato, otto dall’altro. Per il momento combattevano uniti contro un unico nemico, la squadra avversaria, ma nel giro di poco tempo ognuno avrebbe giocato per sé, ed infine ci sarebbe stato un solo vincitore.

Chris si allontanò da tutti loro, seguito dalle telecamere, per poi fermarsi e sorridere ad uno degli obiettivi. «La prima sfida è conclusa e le squadre si sono ufficialmente formate! Ora non resta che vederli all’opera nella sfida ad eliminazione! E se anche voi volete vedere come finirà, chi trionferà, chi porterà la sua squadra alla vittoria e chi invece sarà il primo ad essere buttato fuori, non vi resta che restare sintonizzati qui, su A Tutto Reality...» Ripresa aerea. «...Blizzard Park!»

 

 

 

 

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Capitolo 5
*** La Giostrapulta (pt1) ***


«Nell’ultima puntata...» cominciò a narrare la voce di Chris, mentre una telecamera mostrava l’inquadratura aerea dal parco, prima di cambiarla e mostrare diversi spezzoni della sfida nel Trap Doom.  «I nuovi membri del cast hanno dovuto superare un insidioso labirinto, pieno di mostri...» Apparve l’inquadratura della sagoma che aveva spaventato il gruppetto capitanato da Edward. «Assassini con la motosega e trappole.» Comparvero alcune immagini di Chef ed Haru che schivava diverse botole. «Alcuni sono stati capaci di ottime collaborazioni...» Si vide Tonya mentre lanciava George contro Chef.  «Altri non proprio, ma alla fine tutti i concorrenti sono arrivati al termine del Trap Doom, superando la prova. Due squadre sono state formate e abbiamo avuto modo di scoprire cosa alcuni concorrenti pensano degli altri. Quest’oggi ci sarà la prima sfida ad eliminazione!»

Le telecamere inquadrarono il conduttore, che sorrideva smagliante. «Chi trionferà? Chi invece sarà eliminato? Lo scoprirete continuando a seguirci qui, su A Tutto Reality...» Ripresa aerea. «Blizzard Park!»

 

Sigla "I wanna be famous" e dissolvenza.

 

LA GIOSTRAPULTA (pt1)

 

«Buon appetito!»

Chef sbatté con un mestolo una poltiglia marroncina sul vassoio di Paul. Il biondo la guardò schifato. Non aveva consistenza, ma non era nemmeno liquida. Era...nemmeno lui sapeva come definirla. Disgustosa di sicuro. «S-Senti, potresti dirmi che cosa c’è qui dentro, con esatt...» Si interruppe di colpo, diventando bianco come un lenzuolo, mentre Chef si metteva ad affilare due grossi coltelli davanti a lui.

«Come prego?» domandò il cuoco con i coltellacci nelle mani.

«N-Niente, tutto a posto.» Paul si affrettò a scappare da lì prima che le cose si mettessero male.

Fu il turno di Jericho quello di andare faccia a faccia col cuoco. «Pace e amore fratello!»

Chef sbatté la poltiglia anche sul suo vassoio e non rispose nemmeno.

Paul fece il giro dei tavoli e raggiunse l’enorme tavolata della sua squadra, la quale era ancora senza nome. Si accomodò sul bordo, con Edward alla sua sinistra e un posto vuoto alla sua destra.

Il castano era chinato sulla colazione e la stava rigirando con il cucchiaio da almeno un quarto d’ora, sembrava in trance. Anche Stephanie, Xander, Anna e Lucy non sembravano entusiasti di quel cibo.

«Scommetto che se uno di noi prova a mangiarlo ci rimane secco...» commentò Lucy ad alta voce, per farsi sentire dal cuoco. I suoi compagni tentarono subito di farla zittire scuotendo la testa convulsivamente, ma la ragazza non badò a nessuno di loro, anzi, gettò ulteriore benzina sul fuoco. «Finisce dritto all’ospedale e poi all’obitorio!»

Chef aveva appena finito di riempire il vassoio a Rosa, sbattendo la colazione talmente forte da schizzare la poveretta, poi lanciò un’occhiata furente a Lucy.

La castana lo fissò per nulla intimidita, poi Stephanie la tirò per la maglietta. «Ehm, Lucy? Forse non dovresti inimicartelo, o potrebbe rimetterci tutta la squadra...»

Lucy sbuffò, poi fissò la mora. «Ok mammina, come vuoi tu...»

«Non sono una mammin...»

«Tu non hai mai avuto un ragazzo, vero? No, certo che no, rompiscatole come sei...»

Stephanie squittì indignata. «Cos…»

«Ignorala raggio di luna» le disse Xander sogghignando. «Sei perfetta così come sei...»

La mora si sentì disperata.

 

_

Confessionale Stephanie:

«Tra Lucy che mi prende costantemente in giro e Xander che fa l’appiccicoso, io non so più dove guardare...»

_

 

«Spiacente deluderti, Lucy, ma Stephanie il ragazzo ce l’ha» si intromise Edward, sorridendo beffardo.

Xander sgranò gli occhi. «Cosa?!»

«Qui la zitella secondo me sei tu, visto che sei dolce come un’iniezione letale...» proseguì Edward indicandola con il cucchiaio.

Fu Lucy a sentirsi indignata. «Io zitella?! Ascoltami, sfigato dai gusti musicali alquanto discutibili, ti assicuro che i ragazzi fanno la fila per me!»

«Nei bagni delle discoteche quando sei ubriaca fradicia?» incalzò ancora Edward, sogghignando.

Lucy diventò più rossa di un pomodoro. «Muori!» Si alzò dal tavolo e se ne andò, sospirando esasperata.

Stephanie guardò incredula prima la ragazza, poi il castano. E dopo cominciò a ridere di gusto. «Cavolo! Sei...sei stato incredibile!»

Il ragazzo scrollò le spalle. «Odio i bulletti...» Sorrise alla ragazza. «...e comunque ha osato parlar male dei Blink...non potevo perdonarglielo...»

Stephanie addolcì lo sguardo, sentendosi davvero grata a lui. «In ogni caso, grazie di cuore...»

 

_

Confessionale Stephanie:

«Cavolo, per fortuna c’era Edward...» mormorò sollevata, per poi ridacchiare e scuotere la testa. «Mi ero perfino dimenticata di avergli raccontato la balla del fidanzato...»

_

 

«Nessun problema» rispose Edward tornando a rimestare la colazione. «Siamo in squadra insieme, dobbiamo coprirci le spalle a vicenda. Spero che anche Lucy lo capisca, prima o poi.»

Stephanie appoggiò il gomito al tavolo e la guancia su un palmo, continuando a guardarlo. «Lo spero anch’io.»

«Ehi, anch’io ti ho difesa!» protestò Xander osservando gli occhioni dolci che Stephanie rivolgeva ad Edward.

«No, tu hai fatto il viscido!» sbottò la ragazza guardandolo in cagnesco.

Il ragazzo cominciò a protestare e lei non si tirò certo indietro. Edward ridacchiò guardando quella scena. Sembravano due coniugi stanchi di vivere insieme.

Paul si mise un cucchiaio pieno in bocca, per poi strabuzzare gli occhi e sputare tutto quanto, disgustato.

«Ehi, posso sedermi qui?»

Il ragazzo si girò di scatto, per poi sorridere. «Certo, questo posto è proprio per te!»

Sunry arrossì leggermente. Ricambiò il sorriso e si sedette accanto a lui, posando il vassoio. «In tal caso, grazie mille.»

«Non c’è di che.»

Jericho nel frattempo era seduto accanto ad Anna, e discutevano allegramente. Il fatto che lei fosse una pacifista e lui un...beh... "lui", li faceva andare d’amore e d’accordo. Vedevano il mondo sotto molti aspetti uguali, tralasciando le visioni dell’afroamericano.

Nel frattempo al bancone venne il turno di Tonya, che scodellò il vassoio in faccia al cuoco, provocatoria. «Dammi le porcherie peggiori che tu possieda, tanto mangerò tutto quanto!»

Dietro di lei, George diede di gomito ad Haru e commentò a bassa voce: «Non l’avrei mai detto che mangiava di tutto...»

Ridacchiò della sua stessa battuta, il moro lo fissò apatico, per nulla divertito. George smise all’istante di ridere, quando si accorse che il suo tentativo di attaccare bottone era fallito miseramente.

 

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Confessionale George:

«Oh, andiamo!» esclamò adirato, fissando con odio un punto non precisato alla sua destra. «Adesso Mister Figo non parla nemmeno con i suoi compagni di squadra! Bah...»

_

 

«Muoviti, tocca a te» sbottò Haru, quando George rimase fermo dopo che Tonya se ne fu andata.

«Oh, sì, certo, scusa amico!» L’altro sorrise accomodante, ma da Haru non giunse alcun segno. A quel punto, George roteò gli occhi e si fece servire la colazione.

Dopo che anche lui fu servito, Haru andò dal suo tavolo. Qui trovò le quattro ragazze, Seth, Travis e naturalmente George, che si era appena seduto.

Quando si accomodò, si accorse che il vassoio di Seth era lindo e tinto, il ragazzo che si dondolava sulla sedia compiaciuto.

Haru lo fissò sbigottito. «Hai...hai mangiato tutto?»

Il castano annuì, cominciando a passarsi un’unghia tra i denti. «Di sicuro non mi metto a frignare per qualche miscuglio di latte andato a male e cereali...» Sogghignò, guardandolo con aria di sfida. «Tu sì?»

«Cereali e latte?» domandò Rosa, seduta accanto a Seth, guardandolo sorpresa.

Il castano scrollò le spalle. «Al collegio mi rifilavano una roba simile.»

Haru guardò Seth, poi l’intruglio.

 

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Confessionale Haru:

«Non ho alcuna intenzione di dargliela vinta! Mangerò anch’io quello schifo!»

_

 

Grugnendo, l’asiatico piantò il cucchiaio nella brodaglia, per poi vedersi la posata venire risucchiata via da essa e sparire al suo interno. Schiuse le labbra per lo stupore.

 

_

Confessionale Haru:

«Ok, forse no...»

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Travis teneva il cucchiaio sospeso a mezz’aria, sopra il vassoio, ciondolando con la testa. Era già da un po’ che andava avanti in quel modo, Kristy e Light avevano cominciato a guardarlo perplesse.

«Che cavolo stai facendo?» sbottò Kristy.

Il ragazzo ciondolò ancora per qualche secondo, poi si voltò verso di lei, fissandola come in trance. «...cosha

«Ma...ma...» Kristy osservò i suoi occhi rossi e le profonde occhiaie, più i capelli stropicciati che spuntavano da sotto il berretto. «...ma hai dormito un po’?»

«Ahm...no» replicò Travis, prima di crollare con la testa sulla poltiglia, insudiciandosi la faccia.

Kristy lo guardò schifata, poi scambiò un’occhiata con Light, la quale rise di gusto della figuraccia di Travis, un secondo prima di scattargli una foto con il cellulare. «Che beota...»

Rosa osservò quelle due, poi Tonya, che si stava tappando il naso mentre avvicinava il cucchiaio pieno alla bocca, comportandosi quasi come se stesse per disinnescare una bomba. E quando riuscì a mandare giù la poltiglia, per poco non vomitò l’anima. La mezza bionda posò la posata accanto al vassoio e chinò la testa, sospirando rumorosamente.

 

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Confessionale Rosa:

«Non è giusto, io avrei dovuto essere nell’altra squadra, con Stephanie, Sunry e Anna! Loro tre sì che sono ragazze a posto, non Tonya, Kristy e Light!» Scosse la testa, demoralizzata. «E anche i ragazzi non sono poi tutta questa meraviglia...Seth e Haru evitano gli altri come la peste, George è il classico ipermontato che si crede chissà chi e Travis...beh...è Travis.» Ridacchiò. «Almeno lui è simpatico...»

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Confessionale Travis:

«Ieri sera Chris ha detto che potevamo prenderci la notte libera...» cominciò a dire, per poi prostrarsi in un sonoro sbadiglio spacca mascella. «...ed è quello che ho fatto...ma forse avrei dovuto dormire, eh Mickey?» domandò al topo adagiato sulla sua spalla, un attimo prima che questo gli saltasse addosso e lo facesse rovesciare dalla sedia. «ARGH! Cattivo Mickey, cattivo!»

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La ragazza ridacchiò guardando Travis che si tirava su dal vassoio, con la faccia diventata un tutt’uno con la poltiglia. Il ragazzo si guardò intorno sorpreso, poi si ripulì con una mano. Assaggiò l’intruglio ripulendosi un angolo della bocca con la lingua, poi rabbrividì. «Accidenti che schifo...» Il suo sguardo cadde poi sulle ragazze davanti a lui, Kristy e Light. Fece un sorriso ebete. «Ma per fortuna vostra visione di voi due rende tutto più dolce...»

«Bleah!» esclamò Light alzandosi e andando a sedersi da qualche altra parte.

Anche Kristy fece una smorfia, ma rimase seduta al suo posto.

Rosa ridacchiò di nuovo, poi spinse il suo vassoio verso di Seth, schifata. «Vuoi favorire? Tanto io non ho fame...e non credo che ne avrò mai più...»

«Non conviene mangiarne due di fila di questa roba...a meno che tu non voglia dimagrire di venti chili vomitando anche il tacchino del ringraziamento di cinque anni fa’...» rispose lui continuando a dondolarsi, senza nemmeno guardarla.

Rosa lo fissò sorpresa, poi sorrise in parte divertita.

«CONCORRENTI!» esclamò Chris entrando all’improvviso nel locale, con un ingresso molto teatrale. Aveva un sorriso smagliante stampato in faccia, il che naturalmente non era un buon segno. «Pronti per la sfida?»

«No...» biascicò Travis crollando di nuovo sul tavolo con la testa.

«Splendido!» Chris passeggiò in mezzo ai tavoli, sorridendo a Chef. «Spero che la colazione sia stata di loro gradimento!»

Chef sogghignò. «Oh, sì che lo è stata!»

 

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Confessionale Chef:

«Soprattutto quella di Tonya...» borbottò sfregandosi le mani, ridacchiando cattivo. «...così la prossima volta ci pensa due volte prima di lanciarmi addosso uno di quei mocciosi!»

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Lo stomacò dell’afroamericana cominciò a brontolare in quello stesso momento, ma lei non gli diede importanza.

Chris nel frattempo proseguì: «Dunque, le squadre hanno scelto i nomi?»

I ragazzi annuirono, sorridendo meschini.

«Allora, scegliete un portavoce per ciascuna delle due. Scegliete quello di cui vi fidate di più e nel quale riponete maggior fiducia, perché avrà un ruolo molto importante, anche nelle prossime sfide.»

«Propongo Edward» disse Stephanie ai compagni.

Il castano la guardò stranito. «Cosa? Io?»

La mora annuì, sorridendo. «Sì, credo che tu sia quello più adatto per rappresentarci.»

«Già, nel Trap Doom sei stato il migliore» fece eco Paul dandogli di gomito.

«E anche adesso» aggiunse Stephanie guardandolo ancora riconoscente.

«Per me è ok» disse Anna. Jericho e Sunry annuirono.

Xander e Lucy non dissero niente, così da decisione fu presa. Edward scrollò le spalle. «Ok...» Si alzò in piedi e guardò il conduttore, che gli fece cenno di aspettare che anche l’altra squadra scegliesse il proprio portavoce.

«Seth!»

«Haru!»

Questi furono i nomi che uscirono nell’altra squadra. I diretti interessati si scambiarono un’occhiata perplessa, poi il castano protese un braccio verso l’asiatico. «Prego, fallo pure tu.»

Haru sorrise, poi scosse la testa. «Sei gentile, ma non mi va. Fallo tu.»

Seth ridacchiò. «Sono lusingato, ma davvero, no grazie. Non voglio avere il peso della squadra sulle spalle.»

«Neanche io, perciò, ti cedo volentieri il posto.»

«Ma allora non hai capito...» Lo sguardo di Seth si indurì. «Io non lo faccio, "amico".»

Anche Haru assottigliò le palpebre. «Io nemmeno, amico.»

Si fissarono in cagnesco per qualche istante, poi Tonya si alzò in piedi, evitando la catastrofe imminente. «Lo farò io! E se qualcuno ha qualcosa da ridire, allora dovrà parlare con i miei avvocati!» Sollevò entrambi i pugni, mostrandoli ai compagni di squadra. «Eccoli qui!»

Rosa si fece piccola piccola, abbassando la testa, Travis dormiva, George sicuramente non obiettò, o Tonya lo avrebbe distrutto, le ragazze scrollarono le spalle e Haru e Seth la ignorarono bellamente.

«D’accordo! Edward e Tonya! Adesso ditemi i nomi che avete scelto!»

Edward scrollò le spalle, poi osservò gli avversari e proclamò: «I Boxer macchiati.»

«I Taco ammuffiti!» sbottò Tonya guardandolo in cagnesco, per poi avvertire di nuovo quel brontolio dello stomaco, che ignorò nuovamente.

Risatine e versi indignati si sollevarono da entrambi i fronti, mentre Chris, nel mezzo, se la rideva e basta. «Fantastico! Abbiamo i Taco e i Boxer!» Due medaglioni apparvero in sovraimpressione, uno rosso, raffigurante un taco con delle mosche che ronzavano sopra, uno blu, raffigurante i boxer con delle vistose macchie su di esso.

 

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Confessionale Xander:

«Che bello, sono un taco...»

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Confessionale George:

«I Boxer? Sul serio?»

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«E adesso, alzate le chiappe, che vi porto a fare un giro!» Chris si avviò verso l’uscita, seguito poco per volta dai ragazzi che si alzavano dalle sedie.

 

***

 

Si fermarono nei paraggi di una gigantesca giostra a catene, con soli due seggiolini ancora attaccati alle catene arrugginite e prossime a sgretolarsi al primo soffio di vento. Vicino alle transenne protettive intorno ad essa, c’era un televisore a schermo piatto, spento.

«Cominciamo con l’illustrarvi la sfida!» annunciò il conduttore, estraendo dalla tasca un telecomando e accendendo lo schermo della TV. Sopra di esso, comparvero due quadrati neri, separati dalle lettere VS. Versus.

«Dunque, quest’oggi, nella vostra prima e ufficiale sfida ad eliminazione, vi affronterete in una gara formata da otto round diversi, ognuno delle quali vedrà impegnato un concorrente di entrambe le squadre. Vi affronterete su una delle giostre più pericolanti di questo parco, che ho ribattezzato la "Giostrapulta", perché… beh, immagino possiate capirlo da voi.» Il conduttore si interruppe, per ridacchiare flebilmente, gesto che sicuramente non rappresentava nulla di buono.  

 

_

 

Confessionale Jericho:

Il ragazzo sollevò una mano, per poi osservarsi il palmo. «Mezza giostra…» mormorò, per poi sollevare l’altra mano e ripetere il procedimento. «… e mezza catapulta… un solo oggetto… che ne racchiude due» Dischiuse le labbra, quando parve capire qualcosa che fino a quel momento gli era sfuggito. Drizzò la testa, puntando lo sguardo verso l’obiettivo della telecamera. «Wow…»

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«Ogni round potrà avere solamente un vincitore, ovvero colui che si dimostrerà più resistente, forte o scaltro. Il vincitore farà guadagnare un punto alla propria squadra. Al termine degli otto round la squadra con più punti vincerà. In caso di parità, quattro a quattro, si andrà allo spareggio, in una gara che vedrà protagonisti i portavoce che avete scelto.» Sogghignò. «Spero che i Taco si fidino di Edward e i Boxer di Tonya, perché in tal caso il destino delle squadre sarà nelle loro mani.»

Edward sentì tutti gli sguardi puntati su di lui e sbuffò.

 

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Confessionale Edward:

«Ecco perché odio essere il capitano negli sport in generale, tutti si aspettano il meglio da te...» brontolò a braccia conserte, per poi sospirare e abbassare la testa. «Ti senti in debito con la squadra e si costretto a dare sempre il massimo per non deluderli... fino a quando non ti infortuni e puoi dire addio alla tua carriera da calciatore, deludendo tutti quanti e rassegnandoti ad una vita piena zeppa di delusioni...»

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«Ora! La sfida vedrà due concorrenti alla volta salire su questa giostra! Il primo che sarà sbalzato via dai sedili senza cinture, farà vincere la manche alla squadra avversaria.»

Alle parole "senza" e "cintura", i ragazzi rabbrividirono.

«I fortunati eletti per il primo round sono...» Chris schiacciò un tasto sul telecomando e sullo schermo, ai posti dei quadrati neri, cominciarono a scorrere ad alta velocità una in fila all’altra le foto di tutti i ragazzi.

«E quelle foto dove cavolo le hai trovate?» domandò Light, sorpresa.

«Pronto, siete sotto le telecamere tutti i giorni! Avere immagini dei vostri volti è alquanto semplice...»

Sullo schermo, i due membri delle squadre apparvero: Sunry contro Tonya.

La rossa sbiancò e se Paul non l’avesse tenuta in piedi, sarebbe crollata a terra.

Tonya invece sogghignò e si sgranchì le nocche, guardando l’avversaria. «Ti farò a pezzi.»

«A dire la verità, devi restare seduta più lungo di lei...» suggerì George, per poi beccarsi un’occhiata omicida e decidere di tacere per sempre.

«Non preoccuparti, Sunry, devi solo reggerti alle catene, Tonya non ti farà nulla!» disse Anna, cercando di rincuorare la compagna.

Sunry deglutì, guardando la giostra. «È proprio la giostra a spaventarmi...»

«Ehi, Chris!» chiamò Paul, stringendo una mano intorno alla spalla di Sunry per rassicurarla. «Ci sono materassi o robe del genere per chi salvare viene scaraventato via dalla giostra, giusto?»

«Meglio ancora!» Il conduttore indicò un punto dietro la giostra. «Da quella parte c’è il laghetto delle canoe, da quell’altra parte c’è la piscina di palline, da quell’altra parte ancora ci sono i gonfiabili e per finire i tappeti elastici. Le vostre amichette saranno completamente al sicuro, se dovessero volare via come razzi.»

«Ehm, Chris, le aree che hai detto non coprono tutta...»

Stephanie e la sua riflessione furono subito messe a tacere dal conduttore. «E senza ulteriori indugi, via con la sfida!»

Sunry gemette, per poco non le venne da vomitare, ma Paul la strinse ancora di più per le spalle e la fece voltare verso di lui, guardandola con determinazione. «Ehi, puoi farcela. Io credo in te, tutti quanti crediamo in te. Scommetto che farai vedere a tutti di che pasta sei fatta!»

Le sorrise rassicurante. Sunry lo guardò pensierosa a lungo, sentendosi lo stomaco contorcersi, e non solo per la paura, poi trovò la forza di ricambiare il sorriso. Se credevano davvero in lei, si sarebbe impegnata al massimo per non deluderli. «Posso farcela.»

«Così ti voglio!» esclamò dandole un rapido abbraccio di buona fortuna, facendola diventare più rossa dei suoi capelli.

Una volta separati, la ragazza si allontanò, sentendosi più leggera dell’aria.

 

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Confessionale Sunry:

La ragazza sorrise calorosamente. «Sì. Sono davvero felice di essere in squadra con Paul.»

_

 

«Non auguratemi la buona fortuna, non mi serve!» esclamò Tonya guardando i suoi compagni di squadra, prima di allontanarsi con il petto gonfio di vanità e orgoglio.

«Non te l’avremmo augurata comunque» borbottò George, per poi beccarsi un’occhiata omicida dall’afroamericana.

«Dopo facciamo i conti» sibilò lei sgranchendosi le nocche. Il ragazzo impallidì.

 

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Confessionale George:

«Forse...» cominciò lui, guardandosi intorno furtivo, come se temesse che Tonya sbucasse fuori dal nulla all’improvviso. «...dovrei smetterla di provocarla...»

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«Accomodatevi, prego!» disse Chris facendo cenno alle due di sedersi, per poi ridacchiare. «E tenetevi forte.»

«Ti distruggo, mozzarella!» sussurrò Tonya a Sunry, mentre si accomodava sulla seggiola.

«Ma...veramente dobbiamo solo restare sedut-»

«Ti distruggo lo stesso!»

Sunry sobbalzò e decise di non dire altro. Si aggrappò alle catene e chiuse gli occhi, mormorando preghiere rivolte ad ogni dio che conoscesse.

«Restate dietro le barriere, non vorrei mai che qualcuno di beccasse una sedilata in faccia» suggerì Chris ai ragazzi, per poi entrare nella cabina della giostra ed avvicinarsi ad un pannello di controllo. «Ok, siete pronte?» gridò alle ragazze.

Sunry gemette, mentre Tonya gli urlò di dare il peggio di sé e che non aveva alcuna paura.

«Il mio peggio, dici?» Chris sogghignò e avvicinò la mano alla leva di avvio. «Accontentata!» Tirò la leva e la giostra cominciò a girare.

I ragazzi osservarono i seggiolini cominciare a girare lentamente, per poi aumentare poco per volta la loro velocità. Le ragazze cominciarono presto ad urlare, mentre i loro compagni le fissavano, chi più preoccupato chi meno.

Il mondo svanì intorno a Sunry. Non si sentì più gambe e braccia, le parve di non essere nemmeno più dentro il suo corpo. All’inizio, nella partenza, sentiva alla perfezione il metallo del seggiolino sotto il suo sedere, ma dopo che la giostra aveva aumentato la sua velocità, cominciò a fluttuare a mezz’aria, letteralmente. Stritolò talmente forte le catene per non cadere da farsi male alle mani e tenne gli occhi rigorosamente chiusi.

Non era mai stata dentro una centrifuga, ma, per come stavano le cose, probabilmente la sensazione che si provava era quella. Sentì lentamente la presa scivolare da intorno alla catena. Le mani cominciarono a sgusciare lentamente via dal metallo in cui erano avvolte, sentì il panico insinuarsi dentro di lei.

Il mondo era nero, visto che teneva chiusi gli occhi, e turbinava come un tornado. Sentì la colazione, non quella di quel giorno, bensì quella del mattino precedente, se non quella della settimana prima, salire dallo stomaco, attraversare l’esofago e avvicinarsi minacciosa alla gola. Tutto era così confuso intorno a lei che anche se si fosse trovata appesa a testa in giù non si sarebbe sorpresa. Sentì la presa divenire sempre meno e cominciò seriamente a credere che quella fosse la fine per lei, poi tutto smise di ruotare all’improvviso.

Il cambiamento di velocità fu minimo, ma Sunry ci mise niente per notarlo. Soprattutto per il fatto che la giostra rallentò, anziché accelerare.

Udì diverse grida sorprese, probabilmente dei ragazzi che sotto di lei si godevano lo spettacolo, ma erano offuscate dal suono dell’aria che sfrecciava accanto a lei.

La presa intorno alle catene si fece di nuovo più salda e nel giro di pochi attimi riuscì a percepire di nuovo il metallo del seggiolino. Tenne gli occhi rigorosamente chiusi, affinando gli altri sensi per poter capire cosa stesse accadendo. E poi la velocità diminuì ancora. E ancora.

E la giostra si fermò.

Sunry riaprì gli occhi e si guardò intorno spaesata. Vide i suoi compagni fissarla sbigottiti, mentre i Boxer sembravano più accigliati. Con il cuore che le stava per esplodere nel petto, osservò l’altro seggiolino, quello di Tonya, per poi trovarlo completamente vuoto.

La sua avversaria non c’era. Aveva vinto lei.

I Taco esplosero in festeggiamenti, correndo verso di lei.

Sunry scese con molta fatica, sentendo il mondo continuare a rotare intorno a lei, ma quando Paul arrivò e la stritolò in un abbraccio, le sembrò che tutto ciò non fosse poi tanto male.

«Ce l’hai fatta Sunry, ce l’hai fatta!» esclamavano i ragazzi, anche Lucy sembrava felice.

La rossa credette di trovarsi in un sogno, era la prima volta che qualcuno la elogiava in quel modo. E poi la colazione raggiunse la destinazione, rovinando tutto.

Si separò grossolanamente da Paul e si voltò, vomitando tutto ciò che aveva in corpo.

I Taco la osservarono sorpresi, poi la presero sul ridere.

I Boxer, nel frattempo, lanciavano maledizioni contro Tonya, in particolare riferendosi al momento in cui l’avevano vista schizzare via come un proiettile verso il punto in cui Chris aveva detto ci fosse il laghetto.

«Il primo punto va’ ai Taco!» esclamò Chris sbucando fuori dal nulla. Altri festeggiamenti tra i vincitori, altre maledizioni tra i vinti.

«Andate a cercare Tonya, per favore» ordinò Chris ad alcuni assistenti sbucati fuori dal nulla, che se ne andarono obbedienti.

E mentre i ragazzi festeggiavano o si lamentavano, il conduttore fissò una telecamera e sorrise. «Sunry ha portato un punto nelle tasche della sua squadra, ma è ancora molto presto per poter dire se i Taco vinceranno o se i Boxer recupereranno! Se volete sapere come proseguirà, come finirà, chi vincerà e chi invece sarà sbattuto fuori, non vi resta che continuare a seguire A Tutto Reality...» Spalancò le braccia e vi fu la classica ripresa aerea. «...Blizzard Park!»

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Capitolo 6
*** La Giostrapulta (pt2) ***


LA GIOSTRAPULTA (pt2)

 

 

Recuperata una Tonya non proprio entusiasta della sconfitta, la sfida poté proseguire. «Bene!» esclamò Chris, fregandosi le mani ridacchiando. «Vediamo a chi tocca ora!»

Sul televisore comparvero altre due foto: quella di Edward, e quella di Travis.

Diversi sospiri di sollievo si sollevarono, naturalmente non dalle bocche dei due diretti interessati. Anche se Edward non sembrava molto preoccupato. Di sicuro, più preoccupati di lui erano i Boxer, i quali avrebbero dovuto lascare tutto nelle mani di un concorrente tutto fuorché affidabile.

Travis nemmeno sembrava essersi accorto di quanto stesse accadendo, visto il suo stato semi comatoso. Fu Kristy ad aiutarlo a svegliarsi, tirandogli una sberla.

«AH! Sono sveglio, sono sveglio!» ululò il ragazzo, per poi guardarsi attorno sorpreso. «Dove sono? Come mi chiamo?»

La bionda evitò di rispondere, limitandosi a spintonarlo verso la giostra. «Sali e tappati la bocca!»

Sempre più perplesso, il moro obbedì, ritrovandosi sull’attrazione, inchiodato al sedile, con Edward seduto accanto a lui.

«Beh, buona fortuna amico!» esordì, porgendo la mano all’avversario.

Edward lo soppesò con lo sguardo per un momento, con espressione incolore, poi sospirò. Fece per stringere la mano, ma Chris fu più veloce di lui.

«Pronti? VIA!» gridò, tirando la leva dentro la biglietteria.

La centrifuga si azionò, subito seguita dalle urla disperate di Travis. I Boxer non ebbero nemmeno il tempo di sperare che il compagno di squadra potesse farcela, perché dopo soli sette secondi – contati – Travis era già scivolato fuori dalla sua seggiola per poi cadere pesantemente a terra.

Chris, con aria alquanto corrucciata, fermò la giostra. «Dannazione, Travis! Non mi hai nemmeno dato il tempo di fare qualche foto ricordo! Comunque, vince la seconda sfida Edward, portando la sua squadra ad un punteggio di due a zero!»

Il castano accolse con indifferenza la notizia. Non appena la giostra si fermò, si alzò dal suo sedile e scese dalla giostra, accolto come un eroe dai suoi compagni di squadra. Un altro destino toccò invece a Travis, che ricevette una sberla prima da Kristy, poi da Light.

«Forse con un bacio di incoraggiamento avrei potuto farcela!» protestò il moro, ricevendo due versi schifati dalle due ragazze bionde.

 

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Confessionale Kristy:

«Preferirei cambiare sponda piuttosto che baciare quel roito!» protestò la Sgarbata, incrociando le braccia.

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«Non disperate ragazzi, c’è ancora tempo per ribaltare la situazione! Prossima round!» annunciò Chris.

«Ottimo lavoro Edward!» asserì Stephanie, mostrando il pollice al castano, il quale scrollò le spalle.

«Avessi avuto almeno un avversario degno di questo nome...» borbottò, per poi scoccare un’occhiata a Seth, il quale, dal canto suo, di tanto in tanto sbirciava verso di lui a sua volta.

 

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Confessionale Seth:

Il Silenzioso sorrideva alla telecamera, con le braccia conserte. «Edward si crede tanto un duro... non ha la più pallida idea di chi si trova di fronte.»

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Confessionale Edward:

«Se quello scappato di casa pensa di potermi spaventare, si sbaglia di grosso» annunciò l’Apatico, stravaccandosi sulla sedia.

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Sullo schermo, nel frattempo, apparvero le immagini di Lucy e Kristy.

La mezza castana e mezza bionda sorrise, sgranchendosi le dita. Kristy incrociò le braccia, facendo un verso di sdegno.

 

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Confessionale Lucy:

«Un vero peccato essere nella stessa squadra di Stephanie…» commentò la ragazza, per poi sogghignare in maniera crudele. «Spingerla giù dal suo seggiolino sarebbe stato maledettamente divertente…»

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«Non provare a chiedermi un bacio di incoraggiamento, perché non te lo darò mai e poi mai!» esclamò Travis, con la guancia ancora rossastra, puntando l’indice contro la sua compagna di squadra.

Kristy represse un conato di vomito. «Non te l’avrei chiesto comunque…»

«Cos… perché?» Travis parve quasi offeso.

La bionda lo ignorò ed andò a sedersi sulla giostra, accanto a Lucy che si era appena accomodata. Le due si scambiarono uno sguardo, per poi sorridersi freddamente a vicenda.

«Siamo amiche, vero?» domandò la Provocatrice.

«Per la pelle» replicò l’altra.

Entrambe distolsero lo sguardo, contorcendo le loro espressioni in due più determinate. Le due ragazze, in quel momento, avevano una sola cosa in testa: la vittoria.

«VIA!»

Chris azionò la giostrapulta. Le due concorrenti cominciarono a volteggiare in aria a velocità incredibilmente alta, ma, questa volta, entrambe mantennero salda la presa. Lucy non era assolutamente intenzionata ad essere la prima della propria squadra a perdere, e Kristy non voleva in alcun modo lasciare che i suoi avversari aumentassero il loro distacco a tre a zero.

Edward si prese il mento, osservando la propria compagna di squadra. «Non se la sta cavando male.»

Accanto a lui, Stephanie fu costretta ad annuire.

 

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Confessionale Stephanie:

«Tra me e Lucy non correrà buon sangue, però bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare» annunciò la Gentile, con un cenno del capo rivolto verso l’obiettivo.

 

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«Mozzarella, se perdi giuro che te la farò pagare cara!» tuonò Tonya, unendo le mani a coppa di fronte alla bocca.

«Detto da te suona un po’ ipocrit…» George si interruppe, quando l’afroamericana lo sollevò di peso dal colletto della maglia, trucidandolo con lo sguardo.

«Prova a finire quella frase! PROVACI!»

George sentì la propria anima venire strappata via dal suo corpo.

Osservandoli, Haru scosse lentamente il capo.

 

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Confessionale Haru:

L’asiatico appoggiò le mani sulle ginocchia, per poi grugnire infastidito: «Io e Seth saremo anche in squadra insieme, ma questo non toglie il fatto che i nostri altri compagni siano degli emeriti buffoni…»

 

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Kristy e Lucy continuavano a tenere i denti stretti e la presa salda sulle catene. Erano ormai due minuti che andavano avanti in quel modo, ed avrebbero mentito se avessero detto di non sentirsi male, ma erano troppo determinate a vincere per pensarci.

Osservando la situazione che non sembrava per nulla intenta a sbloccarsi, Chris si prese il mento. «Beh, direi che qui è richiesto il mio zampino!» Sorrise, premendo un pulsante sulla consolle dei comandi. Un piccolo scompartimento si aprì dalla cima della giostrapulta, facendo scendere un piccolo drappo fucsia agganciato ad un filo di ferro.

«Cambio di programma!» esclamò il conduttore, con la voce amplificata dal microfono presente nel cabinato. «Vedete quel drappo? A vincere sarà la prima concorrente in grado di afferrarlo! Afferrate il drappo, oppure cadete provandoci!»

Lucy serrò i denti, osservando con odio Kristy, probabilmente domandandosi perché diavolo non fosse ancora caduta. La Boxer, dal canto suo, fece lo stesso con il drappo. Lo vide avvicinarsi sempre di più, man mano che la giostra ruotava, ed allungò una mano per prenderlo, ma era ancora troppo distante. Gli passò accanto senza nemmeno sfiorarlo, per poi rischiare di cadere dal seggiolino per aver allentato la presa dalle catene.

La Taco cercò di imitarla, ma anche lei per poco non rischiò di cadere rovinosamente. «Devo avvicinarmi» sibilò a denti stretti, mentre compiva un altro giro completo. Vide Kristy fallire nuovamente il proprio tentativo e diede un forte strattone alle catene, di lato, per potersi avvicinare di più al drappo. Vedendola compiere quel gesto entrambe le squadre gemettero, i Taco perché temettero che la ragazza potesse cadere, i Boxer, invece, perché temettero che potesse farcela.

Le dita di Lucy sfiorarono il drappo, mozzando il respiro dei Boxer, ma la ragazza non riuscì a strapparlo.

«Wow…» osservò Paul. «Per un pelo.»

Edward annuì, con le braccia conserte.

«Oh, non posso guardare!» gemette Anna, coprendosi gli occhi.

«Anche se non vuoi usare gli occhi, nulla può impedirti di guardare le cose con il cuore, sorella.» Jericho parve quasi rimproverarla, con quella frase. Per un momento i Taco distolsero l’attenzione dalla gara, per osservarlo basiti, pure Anna drizzò la testa verso di lui. L’afroamericano non parve nemmeno rendersene conto, perché rimase immobile a fissare il vuoto di fronte a sé.

Xander gli passò una mano di fronte agli occhi, senza ottenere nessuna reazione in cambio. Si abbassò gli occhiali, per scrutarlo con un’espressione di pura incredulità.

 

_

 

Confessionale Xander:

Il ragazzo si grattò il ciuffo rosso, perplesso. «Ma non si dovrebbero fare dei test, prima di partecipare ad un’edizione di A Tutto Reality? Che ne so, soffiare nel palloncino, la prova del capello, analisi del sangue…»

 

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«Kristy, fai come lei!» urlò Rosa. «Puoi farcela! Forza, forza! Facci vedere di che pasta sei fatta! Mostra a quella giostra chi comanda!»

Seth osservò la propria compagna sbraitare, dimenarsi, saltellare sul posto quasi come se fosse in eccesso di zuccheri, ed abbozzò un sorrisetto.

 

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Confessionale Seth:

«Rosa è una tipa molto energica.» Il Silenzioso si grattò la barba, pensieroso, per poi sogghignare. «Forse può tornarmi utile…»

 

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«Coraggio tesoro!» sbraitò pure Travis. «Io credo in te!»

Kristy per poco non vomitò anche l’anima, udendo l’appellativo con cui quello sgorbio l’aveva chiamata. Diede anche lei un forte strattone, ma non riuscì comunque ad arrivare al drappo. Imprecò sommessamente, mentre si voltava, per poi vedere Lucy prendere uno slancio molto più grande rispetto al precedente.

«Andiamo, Lucy!» gridò Paul, sollevando un pugno. «Afferra quello straccio!»

Lucy sorrise, vedendo il drappo farsi sempre più vicino. «Sei mio!» sussurrò, per poi allungare la mano.

«Vai Lucy!» Quella voce le fece sgranare gli occhi. Perse la concentrazione e allungò la mano troppo presto, arraffando il vuoto e per poco cadendo rovinosamente. Urlò, tornando a stringersi con forza alle catene, mentre l’aria le arruffava tutti i capelli e a malapena riusciva a vedere a causa della corrente che soffiava nei suoi occhi. Si voltò, osservando con odio Stephanie, la quale l’aveva appena chiamata distraendola in quel modo.

La mora si coprì la bocca, realizzando di aver commesso un madornale errore. Un istante dopo, grazie ad un altro lungo slancio, Kristy afferrò il drappo ridendo di gusto.

«E abbiamo la nostra vincitrice!» trillò Chris, gioioso, fermando la giostrapulta.

Kristy scese barcollando dal suo sedile, con un sorriso vittorioso stampato in faccia. Sollevò il drappo come un trofeo, mentre la sua squadra esplodeva in un boato. Travis e Rosa si abbracciarono e cominciarono a saltellare come pazzi, mentre Tonya sollevava un pugno in segno di trionfo e stritolava George per le spalle fino a fargli male. Light sorrise, mentre Haru e Seth rimasero come al solito impassibili.

Non appena Stephanie vide Lucy scendere, deglutì.

 

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Confessionale Stephanie:

«Ok, sono morta…»

 

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«TU!» ululò la mezza bionda e mezza castana, puntandole contro l’indice ed osservandola quasi come se avesse desiderato stringere una pistola tra le mani. «Cosa diavolo ti è saltato in mente?!»

Se Edward non si fosse frapposto tra loro, probabilmente Lucy l’avrebbe strangolata.

«Datti una calmata» esordì il capitano, sollevando una mano.

«Questa sciacquetta mi ha rovinato la gara, e tu mi dici di calmarmi?!»

«Non ha rovinato proprio un bel niente, stava solamente cercando di incoraggiarti.»

«E perché diamine dovrebbe incoraggiarmi dopo il modo in cui l’ho trattata?!»

«Perché magari siamo una squadra?» domandò Edward, calmo.

Lucy strinse le nocche, facendole sbiancare, osservando Stephanie, che dal canto suo non aveva il coraggio di spostarsi dal suo nascondiglio dietro le spalle di Edward.

«No, invece. L’ha fatto perché sapeva che io non me lo sarei mai aspettato. Mi ha sabotata! Vuole farmi eliminare!»

«Lucy, ti assicuro che io…»

«Non rivolgermi la parola!» urlò la Taco, zittendo Stephanie. «Forse puoi ingannare questi fessi con il tuo bel faccino…» proseguì, indicando Xander e Paul, che nel frattempo avevano affiancato Edward. «… ma non puoi ingannare me. Me la pagherai.»

E detto quello, diede le spalle a tutti loro per allontanarsi.

«Ehi, Lucy, guarda che la sfida non è ancora…»

Chris cercò di richiamarla, ma l’occhiataccia che quella gli lanciò gli fece ben intuire che era meglio lasciare che proseguisse per la sua strada. Il conduttore sollevò le mani. «Ok, ok, come non detto…» borbottò. «Santo cielo, che isterica…»

 

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Confessionale Stephanie:

«Volevo fare la cosa giusta, e invece ho combinato un casino ancora più grosso…» La mora sospirò, stringendosi nelle spalle. «Se non ci fosse stato Edward probabilmente ora non starei nemmeno respirando…»

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Confessionale Lucy:

«Ammetto di aver esagerato…» borbottò Lucy, con le braccia conserte, osservando il pavimento, per poi fare una smorfia. «… ma questo non toglie che se quell’oca proverà a parlarmi di nuovo, se ne pentirà amaramente. Ho detto che me la pagherà, ed è quello che farà. Oh, se lo farà…»

 

_

 

Sul televisore apparvero due nuovi volti: quelli di Stephanie e Light.

La mora sgranò gli occhi. Sicuramente, quello non era il momento migliore per costringere anche lei a scendere in campo. L’ossigenata, invece, sorrise. «Sei stata in gamba, Kristy, devo essere sincera, ma ora lascia che una vera professionista ti mostri come si fa…»

Kristy sorrise freddamente, prostrandosi in un inchino di falsa cortesia. «A te l’onore.»

La Sgarbata osservò la compagna accomodarsi sulla giostra, accanto a Stephanie, dopodiché spostò lo sguardo su Seth ed Haru. «Allora? Credo di meritare almeno un ringraziamento per aver risollevato la situazione…»

«Siamo ancora sotto di un punto, non montarti la testa» sbottò l’asiatico, senza nemmeno guardarla.

Il sorriso svanì dal volto di Kristy, rimpiazzato da una smorfia infastidita.

«Per me sei stata fantastica!» trillò Travis, parandosi di fronte a lei allargando le braccia, probabilmente aspettandosi un abbraccio.

«Sì, beh, per me puoi anche sparire dalla mia vista» replicò la ragazza, con freddezza, distogliendo lo sguardo. I suoi occhi si posarono su Edward, che nel frattempo era rimasto ad osservare, di nuovo, i Boxer. La bionda gli sorrise, ammiccando in maniera provocatoria. Il castano sollevò un sopracciglio, guardandola enigmatico, per poi riportare l’attenzione sulla giostra.

Travis nel frattempo chinò la testa, abbattuto, ma ci pensò Rosa a cercare di tirarlo su di morale con qualche pacca sulla schiena. Il ragazzo si animò in un solo istante, credendo che l’Iperattiva stesse flirtando con lui, cosa che, a malincuore, Rosa fu costretta a smentire, ottenendo come risultato l’avere un Travis depresso il doppio rispetto a come lo era prima.

 

_

 

Confessionale Rosa:

La ragazza si batté la mano sulla fronte, sospirando rumorosamente.

 

_

 

«Ignora quello che ha detto Lucy, Steph! Concentrati!» esclamò Edward, facendo drizzare il capo della mora, che arrossì senza nemmeno rendersene conto.

 

_

 

Confessionale Stephanie:

«Mi ha… mi ha davvero chiamata "Steph"?!»

 

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Osservando i due ragazzi, Xander grugnì infastidito.

 

_

 

Confessionale Xander:

Xander strinse i pugni, quasi ringhiando. «Cos’è, Edward sta cercando di fregarmi la ragazza?!» Intrecciò le mani e le avvicinò alla guancia, cominciando a recitare in falsetto: «"Puoi farcerla, Steph!". Patetico.»

 

_

 

«Sei tutti noi, Raggio di Luna!» urlò Xander, sbracciandosi.

Non appena lo udì, Stephanie rinvenne. Si sforzò di sorridere accomodante anche a Xander, ma probabilmente il suo sorriso fu più una smorfia che altro.

La giostra si avviò e Light sorrise determinata, pronta a dimostrare a tutti di che pasta era fatta… questo fino a quando non si accorse del cellulare che le stava scivolando fuori dalla tasca. Urlò per la sorpresa e cercò di afferrarlo, con conseguenze disastrose: si sbilanciò e cadde dalla giostra dopo neanche venti secondi. Il rumore di incitazione proveniente da entrambe le squadre si spense in un istante. Perfino Stephanie parve confusa. Poi, quando la verità apparve nitida di fronte agli occhi di tutti, un altro boato si sollevò tra i Taco.

Light si rialzò da terra mugugnando di dolore, per poi sussultare ed afferrare il cellullare che, fortunatamente, non era caduto. Un sospiro di sollievo uscì dalle sue labbra, mentre abbracciava l’oggetto.

 

_

 

Confessionale Light:

La Social sollevò il cellulare, con lo schermo nero, per mostrarlo alla telecamera. «Qui dentro ci sono tutti i miei social, ergo, c’è tutta la mia vita. Chissenefrega del reality, se perdessi, o rompessi questo cellulare non riuscirei più a dormire la notte.»

 

_

 

«Hai davvero preferito quel coso alla sfida?!» sbottò Tonya, mentre si sollevava le maniche. «Ma mi prendi in giro?!»

Light soffiò inviperita, alzandosi in piedi. «Sei solo gelosa del fatto che le mie foto su Instagram prendono 500 like ciascuna, mentre le tue a stento ne prenderanno tre!»

«Che cavolo è un Istagram?!» tuonò l’afroamericana, per poi chinare il capo verso di lei. «Prova ad inventarti ancora una volta delle parole solo per confondermi e ti gonfio di cazzotti!»

«Sono proprio curiosa di vedere come fai!»

Le due parvero davvero in procinto di passare alle mani, quando George si frappose tra loro due. «Signore, signore, vi preg…»

«Che cavolo vuoi tu?!» ululò Tonya, sferrandogli un cazzotto sulla testa, mandandolo al tappeto. Light, dal canto suo, concluse l’opera sferrandogli un calcio allo stomaco, poi entrambe le ragazze fecero un verso di disappunto e si allontanarono l’una dall’altra, lasciando il Boxer steso a terra, dolorante.

 

_

 

Confessionale George:

«Ora basta, sono stufo di essere trattato come uno zerbino da tutti!» George si alzò in piedi sulla sedia, sollevando un pugno. «Gli mostrerò io di che pasta sono fatt…»

«Mozzarella!» sbraitò Tonya dall’esterno, facendolo sobbalzare. «Hai finito o no?!»

George, che si era nascosto dietro la sedia, balbettò: «S-Sì, esco subito…»

 

_

 

Rosa scosse lentamente il capo, mentre osservava Light. Seth, osservando ancora una volta la compagna con la tinta di capelli color carota, sorrise in maniera più accentuata. Nel frattempo, Light si mise accanto a Kristy.

«Avevi ragione, bisogna proprio essere dei professionisti per perdere dopo soli quindici secondi» commentò la Sgarbata, tagliente. «Anche se pure in questo sei stata battuta da qualcuno…» ed indicò Travis, il quale parve offendersi: «Ehi! Non ero pronto!»

Kristy sghignazzò, mentre Light squittì indignata, spostando lo sguardo da un’altra parte.

Haru sospirò esasperato, scuotendo anche lui la testa.

«Visto? Come bere un bicchier d’acqua» commentò Edward, dando una pacca sulla spalla di Stephanie, che arrossì leggermente una seconda volta.

«Sì, sei stata eccezionale!» urlò Xander, afferrando la ragazza da dietro per stritolarla in un abbraccio, strappandole un urlo sorpreso.

«Tre ad uno, gente! Se i Taco dovessero vincere ancora una sfida, per i Boxer le cose potrebbero mettersi davvero male!» annunciò Chris, mentre sullo schermo apparivano i due che si sarebbero affrontati successivamente: Anna e George. La prima sfida tra generi differenti di quella giornata.

«Oh oh, le cose si fanno interessanti!» esclamò Chris, voltandosi verso una telecamera. «Non solo George ha una responsabilità enorme in questo momento, ma se dovesse perdere, perderebbe contro una ragazza, e la cosa sarebbe terribilmente più umiliante! Con quattro round fuori dai piedi, il destino dei Boxer pare appeso ad un filo, mentre i Taco serbano avere, ormai, la vittoria in tasca. Ma saranno davvero loro ad avere la meglio? C’è solo un modo per scoprirlo, cari spettatori: restate sintonizzati con noi!»

 

***

 

«Ti senti bene, sorella?» domandò Jericho ad Anna, che distolse lo sguardo timidamente.

«Sono un po’ nervosa per la sfida…»

«Sorella, non devi esserlo. Anche se perderai, noi non ci arrabbieremo con te, perché, vincenti o perdenti, tutte le persone hanno un cuore.» Jericho si posò una mano sul petto, per poi chinare leggermente il capo. «So che ci renderai orgogliosi di te.»

«Ehm… ok!» rispose Anna, sorridendo con gentilezza, in parte anche divertita.

 

_

 

Confessionale Anna:

La Taco si passò una mano tra i capelli, imbarazzata. «Jericho è strano, però… è simpatico.» Abbassò lo sguardo, mentre le sue guance si coloravano leggermente. «Ed è anche carino…»

 

_

 

Sunry le rivolse un cenno del capo, e se anche la silenziosa rossa le stava dicendo di non avere paura, allora di paura non doveva davvero averne. Sorrise anche alla compagna di squadra, per poi avviarsi verso la giostrapulta.

George, che si trovava ancora a terra dolorante dopo essere stato pestato dalle sue compagne, fu sollevato di peso e scaraventato sopra uno dei seggiolini da Tonya stessa.

«Se perdi ti uccido, mozzarella!»

«E-Eh? Cosa?» borbottò George, che nemmeno si era reso conto di dover partecipare a quel round. Solamente quando vide Anna sedersi accanto a lui, sgranò gli occhi. «Ehi, no! Un momento, aspettat…»

La sua richiesta di aiuto fu interrotta brutalmente, quando la giostra partì a tutto motore. Il suo urlo si riecheggiò in tutto il parco, mentre volava via come un razzo, scaraventato dalla giostrapulta dopo neanche cinque secondi.

«WOOOO! Qualcuno ha fatto peggio di me!» esultò Travis, saltando sul posto, mentre i suoi compagni, perfino i freddi Seth e Haru, osservavano basiti il luogo in cui il loro compagno era sparito.

E con George, era sparita anche la loro possibilità di vincere. L’unica cosa che restava loro, era la possibilità di arrivare ad uno spareggio.

 

_

 

Confessionale Tonya:

L’afroamericana ululò per la frustrazione, mentre ribaltava la sedia nel confessionale. «Quella mozzarella è morta stecchita!»

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Confessionale George:

Il Perdente si massaggiò le braccia e la testa fasciate. «Ahia…»

 

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Anna scese dalla giostra, non sapendo nemmeno cosa fosse successo con esattezza. Edward sollevò il pollice, strappandole un sorriso.

Dall’altra parte, Haru strinse i pugni, furibondo.

 

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Confessionale Haru:

«L’unica sfida davvero competitiva l’abbiamo vinta noi Boxer!» esclamò, adirato. «Travis è un idiota, Tonya è un’idiota, Light è un’idiota, George è un idiota! Non sono stati i Taco ad essere più bravi di noi, sono stati i miei compagni ad essere degli incapaci! Ma non intendo assolutamente fare la loro stessa fine. In gara ci siamo ancora io, Seth e Rosa. Se Seth è davvero così in gamba come vuole far credere, allora con lui non ci saranno problemi. L’unica incognita è Rosa.»

 

_

 

Kristy scosse il capo mentre alcuni assistenti rinvenivano il corpo di George. Tonya urlò furibonda, mentre Rosa e Travis sembravano quasi demoralizzati. Anche Light scosse il capo in segno di disappunto, ma la sua attenzione fu presto distolta quando il suo cellulare vibrò nella sua tasca.

«Prossima sfida! Rosa e Paul!» annunciò Chris, mentre i volti dei due ragazzi apparivano sullo schermo. «Dopo l’umiliazione pubblica subita da George, la sorte dei Boxer pare davvero appesa ad un filo! Riuscirà Rosa a mantenere a galla la situazione, o sarà proprio Paul a sancire la fine della squadra avversaria?»

«Sono pronta» borbottò Rosa, saltellando sul posto. «Non farò perdere la mia squadra.»

Mentre si sedeva su un seggiolino, Seth continuò a seguirla con lo sguardo, con un leggero sorriso ed uno strano luccichio negli occhi. Paul, dal canto suo, scambiò un cenno di intesa con Edward, Stephanie e Sunry, dopodiché si avvio verso la giostrapulta.

«Forza Paul! Lavorati quel suo bel sederino!» sbraitò Xander, per poi buttare l’occhio verso Edward. «Hai visto, capitano? È così che si incoraggia qualcuno!»

Il castano sollevò un sopracciglio, osservando perplesso il compagno di squadra. «M’beh? Vuoi una medaglia adesso?»

Xander spalancò la bocca per replicare, ma la voce di Chris risuonò a gran volume: «VIA!»

La giostra si azionò e Paul si strinse con forza alle catene, serrando le palpebre. Avrebbe resistito anche per un’ora intera, se necessario. Avrebbe vinto, e sarebbe stato l’eroe della squadra. Nulla sarebbe potuto andare storto.

Un urlo lo fece distogliere da quei pensieri. Si voltò verso di Rosa, credendo di aver appena vinto, salvo poi ricredersi quando vide la ragazza, accanto a lui, ridere divertita. «Questa cosa è fantastica!» gridò, spalancando le braccia come delle ali, mollando di conseguenza la presa dalle catene, per poi urlare con quanto fiato avesse in gola. «Più veloce Chris! WOOOOO!»

Non appena il biondo la vide separare le mani dall’unico punto a cui potessero stringersi, quasi gli venne un colpo. E non appena realizzò cosa la Boxer avesse appena detto, per poco non gliene venne un altro.

«Più veloce? Accontentata!» esclamò Chris nel frattempo, abbassando una delle molteplici leve presenti sulla consolle.

Paul per poco non venne strappato via con forza dal sedile, ma riuscì a tenersi stretto alle catene, stringendole talmente forte da farsi male alle mani.

«Tutto qui, McLean?» gridò ancora Rosa, cominciando ad ondeggiare sul seggiolino, facendogli compiere delle rotazioni di trecentosessanta gradi quasi come se si trovasse sopra un’altalena qualsiasi. «Non mi pare più veloce!»

«Ah sì?!» sbottò Chris, adirato. «Se volevi provocarmi, ci sei riuscita alla grande!» L’uomo abbassò la stessa leva, questa volta al massimo, ed una spia rossa di pericolo si accese sulla consolle. «Sappiate che se finite su Marte dovrete ritornare a piedi!»

Paul urlò terrorizzato quando cominciò a viaggiare talmente veloce da vedere le cose a rallentatore. Rosa, dal canto suo, non fece altro che gridare entusiasta ancora una volta: «Questo è il McLean che conosco!»

La ragazza allargò nuovamente le braccia, sollevando la testa e chiudendo gli occhi, mentre l’aria sferzava contro di lei ad incredibile velocità. «È la cosa più fica che abbia mai fatto!!!»

«Mi prendi in giro?!» gridò Paul, mentre la presa cominciava a mancargli. Urlò per la sorpresa, quando, come trascinate da una forza invisibile, le sue gambe cominciarono a slittare verso destra. «No, nonononono!» cominciò a piagnucolare, mentre Rosa continuava a ridere divertita.

«La vita è una sola, amico, bisogna viverla fino all’ultimo istant…» Paul non riuscì ad udire il termine di quella frase: fu scaraventato via dalla seggiola, urlando a perdifiato. Venne catapultato dall’altra parte del parco, dove si schiantò rovinosamente contro lo specchio d’acqua del laghetto delle canoe.

Sunry osservò il punto in cui il biondo era sparito e si coprì la bocca, gemendo spaventata, imitata da Anna e Stephanie. Accanto a lei, Jericho e Xander si tolsero gli occhiali per vedere meglio, mentre Edward sospirava e scuoteva lentamente la testa.

«E dopo una performance incredibile, Rosa riesce a tenere a galla le speranze della sua squadra!» annunciò Chris, mentre la giostrapulta si fermava e la ragazza dai capelli arancioni saltava giù dal seggiolino, ancora carica a mille dopo quanto appena accaduto.

«Porca vacca!» gridò, cominciando ad agitare le braccia e a saltare sul posto. Corse dal conduttore, sempre senza smettere di saltellare. «Accidenti, guarda le mie mani!» esordì, mostrandole all’uomo, entrambe ancora tremanti come foglie. «Posso rifarlo? Posso posso posso poss…»

«Assolutamente no» sbottò McLean, spingendola fuori dalla sua postazione molto poco garbatamente. «Torna dalla tua squadra e levati dai piedi!»

Nonostante il topo burbero del conducente, la ragazza continuò a sorridere entusiasta.

 

_

 

Confessionale Rosa:

«Era proprio questo quello che volevo!» gridò l’Iperattiva, sbracciandosi e facendo rotare la sedia girevole. «Questa sensazione di adrenalina è incredibile!»

 

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Paul si trascinò fuori dal laghetto, sputando almeno un litro d’acqua, per poi sdraiarsi a pancia in su e riprendere fiato.

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Confessionale Paul:

Ancora fradicio, il biondo osservò sconvolto la telecamera. «Quella tizia è fuori di testa!»

 

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Chris sospirò esausto, per poi tornare a sorridere alle telecamere. «E con un altro incredibile colpo di scena, Rosa è riuscita a mantenere a galla la propria squadra, ma riusciranno i Boxer a rimettersi in pari con i loro avversari, o saranno proprio loro a soccombere alla fine di questa sfida? La nostra unica certezza è che non ci sono certezze! L’unico modo che avrete per poter scoprire come finirà, è solamente uno, ossia restare sintonizzati con noi! Mi raccomando gente, non cambiate canale!»

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Capitolo 7
*** La Giostrapulta (pt3) ***


La Giostrapulta (pt3)

 

 

Rosa fu accolta con un boato dalla sua squadra.

«Ottimo lavoro, mozzarella!» urlò Tonya, dandole un cinque che avrebbe rotto la mano di qualsiasi persona normale – fortunatamente, Rosa non era assolutamente normale – mentre teneva George sottobraccio come se fosse stato un chihuahua. Il Perdente non sembrava molto entusiasta di trovarsi sotto l’ascella della Schiaccianoci.

«Sposami» sussurrò Travis, inginocchiandosi di fronte a lei. Rosa si sforzò di sorridere accomodante e sollevò le mani. «Ehm…»

«Sparisci, amante dei ratti!» sbottò Kristy, allontanandolo con una pedata e facendolo urlare per la sorpresa.

«Ehi! Anche Mickey ha delle emozioni!»

La bionda lo ignorò, rivolgendosi invece alla compagna, con un sorriso. «Niente male.»

Ancora con il fiatone, Rosa chinò il capo. «Grazie.» Dei complimenti erano sempre belli da ricevere, indipendentemente da chi era a farglieli.

«Sì, come ti pare…» mugugnò Light, con gli occhi fissi sullo smartphone.

Il sorriso vacillò dal volto di Rosa, mentre osservava la Social, fino a quando una mano si posò sulla sua spalla, facendola sussultare. Si voltò, credendo di trovare Travis che era ritornato all’attacco, ma con sua enorme sorpresa non trovò il moro, bensì Seth.

«Ottimo lavoro» esordì il castano, con la sua voce grave, guardandola quasi ammirato. Rosa dischiuse le labbra, sbigottita.  Si era… si era davvero complimentato con lei?!

 

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Confessionale Rosa:

«Wow...» bisbigliò la Boxer, chinando la testa e coprendosi un lato della bocca con una mano.

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Confessionale Seth:

Il Silenzioso si stravaccò sulla sedia, ridacchiando sommessamente. «Piccola, ingenua, Rosa… cadrai dritta dritta nella mia trappola.»

 

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«Non è ancora finita» osservò Haru, raggiungendoli in quel momento. «Siamo ancora sotto di due punti.»

«E allora?» domandò Seth, allontanando la mano dalla spalla di Rosa, che osservò i due ragazzi sorpresa. «Manchiamo solo più io e te. Credi di non farcela?»

«Al contrario» ribatté Haru, sorridendo freddamente. «Quello che mi preoccupa, qui, sei proprio tu.»

Seth sogghignò, un sorriso molto, molto diverso da quello che aveva rivolto a Rosa, e molto, molto più minaccioso, soprattutto se messo in contrasto con il piercing e il tatuaggio. «Staremo a vedere, amico.»

Light, che aveva osservato sconvolta la mano di Seth, il suo Seth, posata sulla spalla di Rosa, per poco non aveva rotto il telefono da quanto lo strinse.

 

_

 

Confessionale Light:

«Cosa crede di fare quell’oca con il mio Seth?!» gridò l’ossigenata, stringendo una mano a pugno e digrignando i denti.

 

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Alcuni assistenti scortarono Paul fino alla sua squadra, per poi farlo cadere a terra pesantemente. Sunry ed Anna corsero ad aiutarlo, la prima chiaramente preoccupata, mentre Xander grugnì, scuotendo il capo. «Amico, sei proprio patetico. Ti sei fatto battere da una ragazza!»

«Hai visto… almeno… a che velocità stavamo andando?!» sbraitò Paul, alterandosi. «Tu saresti stato risucchiato via dopo cinque secondi!»

«E poi cosa c’entra il fatto che Rosa è una ragazza?» si intromise Stephanie, incrociando le braccia. «Anche Anna prima ha battuto George! Credi che noi ragazze non possiamo essere migliori di voi?»

«Raggio di Luna, ti prego, non mettermi in bocca parole non mie.» Xander sollevò una mano, come per placarla. «Intendevo semplicemente dire che…»

«Wow, wow, wow…» Jericho si frappose, sollevando le mani, calmando gli animi. «Restate calmi, ragazzi. L’odio non farà altro che generare altro odio. Noi tutti siamo come gli ingranaggi di un grande orologio, solamente collaborando possiamo…»

«Jericho e Haru!» annunciò Chris, che nel frattempo aveva sorteggiato i successivi due concorrenti.

Jericho si interruppe, schiudendo le labbra. Si voltò verso l’asiatico, il quale lo stava osservando freddamente.

Osservando il televisore con il volto dell’afroamericano e del cupo e minaccioso Belloccio, Xander sospirò, scuotendo la testa. «Ecco, siamo fottuti…»

«Stai bene?» sussurrò Sunry, mentre aiutava Paul a reggersi in piedi. Il biondo annuì con espressione mesta. La rossa, accorgendosi della sua espressione, cercò di consolarlo: «Ehi, non essere triste. Hai fatto del tuo meglio. Chiunque, a quella velocità, non sarebbe riuscito a resistere. Non hai nulla di cui vergognarti.»

Paul osservò la giostrapulta rimettersi nuovamente in moto, e sospirò profondamente. «Sì, immagino tu abbia ragione.» Sorrise alla compagna. «Grazie Sunry.»

«F-Figurati…» mormorò lei, distogliendo lo sguardo ed affondando la testa nel giaccone, pregando che le sue guance arrossate non si fossero viste.

«VAI HARU!» urlò Rosa, agitando i pugni, presto imitata dai suoi compagni di squadra, specialmente le ragazze, che non persero occasione per riempirlo anche di complimenti per il suo aspetto.

Osservando le ragazze elogiare Haru per il suo aspetto, Anna si indispettì. Si voltò verso la giostrapulta, per poi gridare a sua volta: «Coraggio Jericho! Siamo tutti con te!»

Edward rimase in silenzio mentre scrutava il proprio compagno sulla giostra.

«Pensi che ce la farà?» gli domandò Stephanie, affiancandolo.

Il castano scosse il capo. «No.»

«Oh… beh… viva l’ottimismo…» borbottò la mora.

«Tranquilli, se anche Jericho non dovesse farcela, ci penserà Xander a salvare la situazione!» Il ragazzo con il ciuffo rosso si puntò il pollice al petto, sorridendo spavaldo.

«Contro Seth?» domandò Edward, scettico.

«Qual è il problema? Pensi che non ne sia in grado?» sbottò Xander, accigliandosi. «Guarda che io posso benissimo…» Il ragazzo si interruppe, quando l’urlo di Jericho si sollevò in aria all’improvviso, e l’afroamericano fu scaraventato via dalla giostrapulta.

I tre Taco sollevarono lo sguardo, seguendo basiti il loro compagno di squadra mentre volava via, dopodiché si voltarono all’unisono, mentre la giostra si fermava.

«Oh, no, Jericho!» esclamò Anna, mentre correva in soccorso del compagno di squadra.

«Che cavolo è successo?!» sbottò Xander, osservando Haru scendere in tutta tranquillità, spolverandosi.

«Cosa, non avete visto?» domandò Chris, sbucando fuori dalla sua postazione, sorpreso, mentre l’asiatico veniva accolto dai suoi compagni di squadra. Il conduttore sorrise, allargando le braccia. «Ma se è stata la sfida più epica del secolo! Come avete fatto a non vederla? È stata eccezionale, piena di colpi di scena, priva di…»

«Jericho ha creduto di aver visto un drago volare accanto a lui e si è sporto per accarezzarlo…» mugugnò Paul, che, invece, era rimasto ad osservare la sfida insieme a Sunry e Anna.

«Guastafeste…» borbottò Chris, ritornando con la testa sulla consolle dei comandi.

Edward sospirò, scuotendo il capo, mentre Stephanie si sbatteva una mano sul volto.

 

_

 

Confessionale Jericho:

«Era il drago più bello che io avessi mai visto…» mormorò l’afroamericano con la testa fasciata, chinando il capo, per poi singhiozzare sommessamente.

 

_

 

«Prego, tocca a te ora» esordì Haru, quando raggiunse i suoi compagni, rivolgendosi a Seth, mentre sullo schermo apparivano i volti degli ultimi due concorrenti rimasti e Chris sbraitava nel microfono come suo solito.

Il castano sorrise freddamente, per poi avviarsi verso la giostra senza rispondere. Rosa lo seguì con lo sguardo, continuando a domandarsi cosa passasse nella testa del suo compagno di squadra, mentre il resto dei suoi compagni cominciava a fare il tifo per lui.

«Smettila di dimenarti!» sbottò Tonya, mentre George cominciava a scalciare per liberarsi dalla morsa di ferro dell’afroamericana.

«Lasciami andare, psicopatica!»

«MAI! È solo colpa tua se ci troviamo sotto di un punto!»

«Ma anche tu…»

«TACI!»

Travis osservò i due e scoppiò a ridere, indicando George. «Amico, la tua faccia è troppo divertente!»

«Perché non mi aiuti a liberarmi anziché prendermi per i fondelli?!»

«Volete chiudere il becco, per favore?!» si intromise Haru, osservando quei tre con odio. «Se stiamo perdendo è colpa di tutti e tre! Ora fate silenzio!»

Il trio ammutolì, Tonya inclusa. Kristy sghignazzò osservando quella scena.

 

_

 

Confessionale Kristy:

«Di una cosa posso essere certa: anche se dovessimo perdere, io non verrò eliminata. Anzi…» La bionda si prese il mento, per poi ridacchiare freddamente. «… vorrei quasi che la mia squadra perda, così da avere una valida motivazione per sbattere fuori quell’ameba di Travis…»

 

_

 

«Forza Seth!» trillò Light, saltellando come una fangirl impazzita. «Ti ho fatto una foto e ho detto ai miei follower che sei il mio ragazzo, perciò non deludermi!»

Rosa la osservò quasi scioccata, venendo tuttavia bellamente ignorata.

Xander si sedette sul suo seggiolino, accanto a Seth, il quale sembrava parecchio, troppo, rilassato. Il Lunatico digrignò i denti.

«Ti credi migliore di me, vero?» sussurrò.

«Mh? Hai detto qualcosa?» borbottò Seth, osservandolo pigramente.

«Ti faccio vedere io!» esclamò Xander.

Per tutta risposta, Seth sorrise quasi intenerito da lui.

«Siamo arrivati al momento della verità! Pronti per l’ultimo round? Io certamente sì! VIA!» urlò McLean, azionando la giostra.

I due ragazzi cominciarono a girare ad alta velocità. Xander serrò i denti e le mani attorno alle catene. Anche lo sguardo di Seth si indurì, mentre stringeva le catene a sua volta.

La situazione rimase in fase di stallo per diversi momenti, mentre i rispettivi compagni di squadra dei due concorrenti osservavano con il fiato sospeso quella che, di fatto, avrebbe potuto essere l’ultimo round di quella giornata.

I Boxer potevano sentirsi tranquilli del fatto che Seth fosse il loro ultimo concorrente disponibile, ma Xander, dal canto suo, era molto desideroso di mostrare le sue capacità e di far ricredere i miscredenti.

Appostata in un luogo lontano, ma dal quale poteva comunque osservare chiaramente lo spettacolo, Lucy incrociò le braccia, con il volto contorto in una smorfia.

 «Forza, Xander!» esclamò Anna. «Noi crediamo in te! Vero ragazzi?»

Nessun Taco rispose. Paul la osservò brevemente, per poi distogliere lo sguardo, probabilmente ancora ripensando alla sfuriata ricevuta poco prima. Jericho non sembrava nemmeno capire dove si trovasse, mentre Edward, Stephanie e Sunry rimasero in silenzio, con gli occhi fissi sulla giostra.

«Ehm…» proseguì Anna, voltandosi di nuovo verso la giostrapulta. «Ok…»

Rendendosi conto di non aver ricevuto nemmeno mezzo incoraggiamento, eccetto quello di Anna, mentre i Boxer continuavano a gridare a Seth di distruggere il proprio avversario, Xander digrignò i denti.

«Coraggio Seth, fai fuori quel perdente!» urlò George.

«Non sono un perdente» rantolò Xander, mentre il mondo sfrecciava accanto a lui a grande velocità. Vide Seth comparire nel suo campo visivo, ed un moto di rabbia nacque dentro di lui. Urlò a pieni polmoni e separò una mano dalle catene, per poi cercare di sferrare un pugno al Boxer. «Vediamo se dopo farai ancora il duro!»

Per un attimo penso di averlo colpito, visto che la sua mano urtò qualcosa. Troppo tardi si rese conto che, quel qualcosa, in realtà altro non era che la mano dello stesso Seth, che aveva bloccato il pugno. I due incrociarono lo sguardo per un breve istante. Malgrado l’elevata velocità, Xander riuscì comunque a vedere il sorriso sadico di Seth stampato sul suo volto.

«Mossa sbagliata» rantolò il Boxer, per poi strattonare con forza il suo braccio. Xander fu trascinato di peso fuori dalla sua seggiola ed urlò a pieni polmoni, mentre precipitava rovinosamente a terra.

Stephanie inorridì, mentre Edward scuoteva lentamente il capo. Il Lunatico ruzzolò sul suolo.

«Oh no!» esclamò Anna, correndo a soccorrerlo.

Paul osservò il proprio compagno a terra con espressione indecifrabile. Sunry, invece, non sembrava certa su quale posizione prendere.

«Seth vince l’ottavo round, riportando il punteggio in parità!» annunciò Chris, mentre la giostrapulta rallentava. «Si andrà pertanto ad uno spareggio!»

«Stai… stai bene?» domandò Anna, aiutando Xander a rimettersi seduto. Il ragazzo non rispose, limitandosi a massaggiarsi le tempie, confuso.

Seth, sceso da poco, si avvicinò ai due Taco, osservando il ragazzo dall’alto, con un sorriso compiaciuto. «Ti consiglio di abbassare la cresta, la prossima volta, se non vuoi che finisca peggio.»

Anna esitò, mentre Xander spostò lo sguardo su di lui, con espressione indecifrabile. Si rialzò lentamente in piedi, mugugnando di dolore, per poi fronteggiare il Boxer. Barcollò per diversi istanti, mentre Anna, ancora inginocchiata, li osservava sbigottita, dopodiché si sfilò gli occhiali da sole. Osservò Seth con i suoi occhi scuri, privi di veli, reggendo il suo sguardo divertito senza alcun timore. Un sorriso nacque sul volto di Xander. «La prossima volta…» cominciò a dire, con tono, compostezza ed espressione facciale molto diversi rispetto a quelli a cui si erano abituati i suoi compagni. Sembrava quasi un altro Xander, uno molto più maturo, serio, severo e quasi… intimidatorio. Uno che era meglio non sottovalutare, in quanto sembrava credere davvero in quello che diceva. «… cadrai così rovinosamente che ti si cambieranno i connotati.»

L’espressione divertita svanì dal volto di Seth, mentre il sorriso si accentuò su quello di Xander. Il Lunatico, dopodiché, si rinfilò gli occhiali e si avviò verso la sua squadra, zoppicando, seguito da una Anna molto più esitante. Seth lo seguì con lo sguardo, incrociando le braccia, facendosi serio all’improvviso.

«SETH, TESORO!» urlò Light, gettandogli le braccia al collo. Il castano quasi urlò per la sorpresa, quando si ritrovò la bionda ossigenata avvinghiata al suo collo. «Sei stato fantastico! Ho ripreso tutto quanto, mostrerò questo video ai miei follower, diventerai una leggenda!»

«Oh… bello…» replicò il ragazzo, staccandosi da lei non molto delicatamente. «Peccato solo che siamo in diretta televisiva, e che mezza America ha appena visto quello che ho fatto…»

«Frivolezze.» Light liquidò quella faccenda con una mano, mentre tornava a smanettare con il suo smartphone.

Seth represse una smorfia infastidita. Non appena vide anche Rosa e Kristy avvicinarsi, tuttavia, abbozzò un altro sorrisetto.

«L’hai steso! Ben fatto!» esordì la bionda, sollevando un pollice. Rosa annuì, rimanendo in silenzio.

Il castano si esibì in un inchino. «Uno scherzetto, per me.»

«Io ci ho messo meno tempo per vincere» osservò Haru, con uno sguardo provocatorio.

«Ma io contro avevo un vero avversario.»

«Wohoho» commento George, nuovamente libero, indicato l’asiatico. «Ti ha freddato!»

«Lascia, faccio io per te» si intromise Travis, interrompendo Haru prima che questo potesse zittire George, per poi schiarirsi la gola. «Ehm ehm… chiudi il becco, sfigato!» urlò, puntando l’indice contro il compagno chiacchierone, ammutolendolo, per poi voltarsi verso Haru. «Com’era? Ti è piaciuta?»

Il Belloccio lo osservò perplesso, per poi lasciar perdere con un sospiro e allontanarsi da loro.

 

_

 

Confessionale Travis:

«Sono certo che gli è piaciuta…» borbottò il Logorroico, con il petto gonfio.

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«Mi dispiace» annunciò Xander, quando raggiunse la propria squadra. «Ho agito di impulso… e ho perso.»

I suoi compagni lo osservarono uno più scioccato dell’altro. Xander… si era appena scusato? Aveva appena ammesso di aver agito di impulso?!

«X-Xander? Stai bene?» domandò Stephanie, facendosi avanti, quasi intimidita da lui.

«Un po’ ammaccato, ma sto bene. Non preoccuparti per me, Stephanie.»

La mora spalancò la bocca, atterrita. «Mi… mi hai appena chiamata con il mio nome?»

«E come dovrei chiamarti, scusa?»

Sempre più atterrita, la ragazza domandò: «Hai… hai battuto la testa?»

«Beh… sì, ma non mi fa male, davver…»

«SPLENDIDO!» esclamò Chris. «Questa sfida al cardiopalma farà miracoli per gli ascolti! Capitani, vi prego, fatevi avanti.»

Edward scoccò un’ultima occhiata diffidente a Xander, poi si avvicinò a McLean. Tonya, d’altro canto, fece lo stesso.

I due si scambiarono un’occhiatina. Tonya sogghignò e fece sbattere con forza la mano chiusa a pugno sul palmo dell’altra. «Ti distruggo…» sussurrò.

Il castano la scrutò indifferente, per poi tornare ad osservare il conduttore.

«Ora tocca a voi! Questo round sarà quello decisivo, perché il vincitore farà ottenere l’immunità alla propria squadra! Lo sconfitto, invece, questa sera sarà costretto a salutare uno dei propri compagni, oppure sarà lui stesso a doverli salutare tutti quanti…» L’uomo ridacchiò, fregandosi le mani. «Bene, sulla giostrapulta, rapidi!»

Edward annuì, pronto per una nuova sfida. Tonya non lo spaventava. Le piaceva fare tanto rumore, ma alla fine lei era solo chiacchiere e poche azioni.

L’afroamericana sogghignò. Aveva perso il primo round, ma ora avrebbe fatto vedere a tutti di che pasta era fatta.

Fecero entrambi un passo avanti, verso i seggiolini, ma all’ultimo la ragazza si fermò, quando percepì qualcosa di anomalo accadere dentro di lei. Si piegò di scatto, per poi liberare lo stomaco esattamente addosso a Chris.

Il conduttore sgranò gli occhi. Edward, i Boxer, i Taco, tutti quanti osservarono la scena con le palpebre strabuzzate. Tonya stava vomitando addosso a Chris.

Mentre osservava la scena da un monitor nella sua cucina, Chef ridacchiò, stringendo in mano un barattolo contenente uno strano intruglio verdognolo, lo stesso che aveva usato per condire il piatto dell’afroamericana. «Hai fatto incavolare la persona sbagliata, Tonya…»

Quando Tonya si riprese, si raddrizzò ripulendosi le labbra. Non appena si accorse di ciò che aveva fatto, perfino lei rimase atterrita. Chris era di fronte a lei, ricoperto di vomito dalla cima dei suoi ordinati capelli fino alla punta delle sue costosissime scarpe.

«A… ahm…» Tonya deglutì, sbiancando. «I-Io…»

Chris la zittì con un cenno della mano. L’espressione sul suo volto valeva più di mille parole. «I Taco… vincono la sfida…» sussurrò flebilmente. «Ci vediamo questa sera al tunnel della vergogna…» bisbigliò ancora, per poi allontanarsi lentamente, quasi come uno zombie, probabilmente verso il suo alloggio per ripulirsi.

I ragazzi lo seguirono con lo sguardo, basiti. Un silenzio irreale calò tra tutti quanti loro, ancora troppo scossi dall’accaduto per metabolizzare a pieno le parole del conduttore. Questo fino a quando Xander non scoppiò a ridere grossolanamente. Indicò i Boxer, sfoggiando uno dei suoi classici ghigni, molto diversi dal sorriso determinato che aveva rivolto a Seth poco prima. «Alla faccia vostra! AH!» Fece il simbolo della L con le dita e se lo portò alla fronte. «Ci si becca, sfigati!»

Rosa, Kristy, Haru, George, perfino Travis e Seth si guardarono tra loro scioccati. L’unica che non parve prestare attenzione a tutti loro fu Light, che aveva ancora gli occhi attaccati al cellulare. «Dannazione, perché nessuno vuole credermi? Seth è il mio ragazzo!»

I Taco, nel frattempo, scoppiarono di gioia. Edward fece una smorfia, infastidito dal fatto di non essere ancora stato in grado di mostrare le sue capacità, ma ci mise poco a riacquistare il sorriso quando vide alcuni dei suoi compagni abbracciarsi perfino. Se non altro la vittoria doveva averli uniti molto di più.

Spostò ancora una volta lo sguardo verso Seth ed accentuò il sorriso provocatorio. Il Boxer si accorse di lui e resse lo sguardo, con espressione dura come la pietra. Il castano gli rivolse un cenno del capo, poi si allontanò con la sua squadra, unendosi ai festeggiamenti.

Seth strinse i pugni.

 

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Confessionale Seth:

Il Silenzioso osservò freddamente la telecamera e digrignò i denti per un breve istante, per poi mutare radicalmente la sua espressione e gettare la testa all’indietro, ridendo glaciale. «Oh, Edward, Edward, Edward…» Seth sorrise all’obiettivo. «Non hai idea di in che razza di guaio tu ti sia cacciato…»

 

_

 

Tonya osservò i propri compagni, con un’espressione terrorizzata sul volto. Kristy, Seth, Haru e Rosa la osservavano adirati, Travis teneva la testa abbassata, probabilmente abbattuto per la sconfitta, mentre George sogghignò e le fece un cenno di saluto con una mano. Perfino Light parve aver finalmente capito cosa stava succedendo, perché aveva alzato lo sguardo dal telefono per osservarla arrabbiata.

 

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Confessionale George:

«Cacciare quella culona sarà fantastico» sussurrò il Perdente, dondolandosi sulla sedia. «E smettetela di chiamarmi Perdente!»

 

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I Boxer si allontanarono dalla giostra tutti insieme, lasciando da sola l’afroamericana, che mai come in quel momento era sembrata così triste ed abbattuta.

 

***

 

Il tunnel della Vergogna altro non era che una di quelle attrazioni da visitare sulla canoa, tipo i classici tunnel degli innamorati, solo che non ci sarebbero stati né cuori, né angeli pronti a scoccare frecce di Cupido al suo interno. Solo una profonda, tremenda, amarezza.

I Boxer erano seduti su degli spalti di fronte al corso d’acqua, una barchetta solitaria galleggiava sullo specchio, ancorata a terra da una corda legata attorno ad un palo, il quale veniva presidiato da Chef, che sorrise freddamente ai concorrenti. In piedi, tra il ruscello e i ragazzi, si trovava Chris, vestito di tutto punto, con ancora un’espressione furibonda stampata in faccia, costantemente puntata su Tonya, che dal canto suo non aveva più aperto bocca ed era rimasta con la testa abbassata.

«Qui tra le mie mani» esordì il conduttore, attirando l’attenzione di tutti, per poi sollevare un plico di bigliettini. «Reggo i biglietti della Salvezza, quelli che vi permetteranno di rimanere al Blizzard Park. I concorrenti che nominerò adesso dovranno alzarsi e venire a prenderli. L’ultimo concorrente rimasto, invece, otterrà questo» e sollevò un altro biglietto, diverso dagli altri in quanto nero. «Questo, è un biglietto di sola andata per accedere al Tunnel della Vergogna. Chi lo riceverà, dovrà salire su quella barca, mentre il mio compare Chef provvederà a rimuovere gli ormeggi, ed entrare nel tunnel, il quale lo condurrà ad un’uscita che porta fuori dal parco. Una volta lì, non potrà mai, mai, più fare ritorno. So che è una frase che dico sempre, ma questa volta è vero: il nostro budget è limitato, pertanto non possiamo superare il numero di episodi stabilito per poter permettere a qualche concorrente di rientrare in gioco. Sono stato chiaro? Bene» asserì, senza nemmeno ottenere una risposta.

«I biglietti vanno a… Seth.» Il castano sorrise e si alzò in piedi. Andò a prendere il suo biglietto e tornò a sedersi accanto a Rosa, che sorrise felice per lui.

«Rosa.» La ragazza spalancò gli occhi. Seth le rivolse un cenno del capo, e l’Iperattiva corse a prendere il suo biglietto, sussurrando un milione di volte grazie a Chris.

«Pussa via» sbottò il conducente, cacciandola, per poi sollevare un altro biglietto. «Haru.»

L’asiatico recuperò il biglietto.

«Travis.»

Il Logorroico si alzò in piedi, urlando di gioia. «WOOOOO!»

Kristy lo osservò e fece una smorfia, domandandosi come fosse possibile che quel beota avesse ricevuto il biglietto prima di lei. Il suo nome fu quello chiamato immediatamente dopo, e la bionda si alzò in piedi sorridendo.

«E… George.» Il ragazzo sogghignò e, mentre andava a prendere il suo premio, salutò nuovamente Tonya con un cenno della mano. L’afroamericana sollevò lo sguardo, demoralizzata, e lo osservò gongolare e sculettarle di fronte mentre afferrava il suo biglietto.

Rimasero solamente più Light, che non sembrava minimamente preoccupata, e Tonya.

«Voi siete le due concorrenti che hanno dato più motivi per essere eliminate» annunciò Chris. «Vero, anche Travis e George hanno fatto pena, ma entrambi erano stati condizionati da eventi accaduti loro in precedenza. Light, tu eri in forma smagliante, ma hai preso troppo alla leggera la sfida, anteponendo la tua vita sociale alla vittoria, gesto molto sconsiderato se consideriamo che alcuni concorrenti, in passato, sono stati eliminati per molto meno.»

L’ossigenata sollevò le spalle, sempre con quel sorriso arrogante stampato sul volto.

«Tonya…» Chris spostò lo sguardo su di lei. «Non credo che serva dirti perché oggi rischi di essere eliminata. Hai fatto il passo più lungo della gamba, ti sei data delle arie, hai creduto di essere migliore degli altri, ed hai fallito per ben due volte. Se c’è qualcuno che può prendersi la colpa della sconfitta totale della tua squadra, oggi, quella sei proprio tu.»

Tonya annuì, mesta, senza rispondere. Non c’era più alcuna traccia della sua classica spavalderia. Era quasi triste vederla così. Quasi.

«Perciò, davvero, non riesco proprio a capacitarmi come la tua squadra possa aver deciso di tenerti.»

Sia Tonya che Light sgranarono gli occhi. «Che cosa?!» trillarono all’unisono.

Chris annuì. «Proprio così, l’ultimo biglietto della salvezza va a te, Tonya.»

La mascella della ragazzona per poco non si staccava dal resto della bocca.

«CHE COSA?!» urlò nuovamente Light, alzandosi in piedi. «Non è possibile! È solo colpa sua se abbiamo perso! Perché avrebbero dovuto votare per me?!»

«Perché…» annunciò Kristy, facendo da portavoce per gli altri, alzandosi in piedi. Puntò l’indice verso Tonya. «… l’ammasso di muscoli potrà tornarci utile, in futuro, a differenza di una viziatella, snob, che ritiene un dannato telefonino più importante della sua squadra!»

Light schiuse le labbra, sconvolta. «Kristy… credevo fossimo amiche…»

«Svegliati, siamo su A Tutto Reality, non esiste l’amicizia qui! E comunque, è stata una decisione unanime, la nostra. Abbiamo escluso solamente Travis, perché è un idiota e non avrebbe comunque capito niente, e George, perché sapevamo che lui avrebbe provocato Tonya e volevamo farci due risate quando avrebbe scoperto che lei non sarebbe stata eliminata.»

Il diretto interessato, infatti, era sbiancato dal primo momento in cui aveva scoperto che Tonya sarebbe rimasta ancora in squadra con lui. L’afroamericana, nel frattempo, si voltò verso il Perdente, per poi far scrocchiare le nocche. George roteò gli occhi e svenne.

Tonya ridacchiò, per poi osservare i suoi compagni. «Tranquilli, mozzarelle, non vi deluderò!»

«Sarà meglio» annunciò Haru, alzandosi a sua volta, per poi fissarla truce. «Perché se dovesse succedere ancora la prossima ad andarsene sarai tu.»

Il sorriso vacillò dal volto di Tonya, ma le urla di Light la costrinsero ben presto a togliere gli occhi di dosso l’asiatico.

«NO!!!» gridò la Social, alzandosi in piedi. «IO NON SARÒ LA PRIMA ELIMINATA! NON VERRÒ UMILIATA IN QUESTO MODO! NO NO E NO!»

L’ossigenata gridò nuovamente e corse via. Chef sospirò pesantemente e scosse la testa, per poi partire all’inseguimento.

«SMETTILA! SMETTILA DI INSEGUIRMI, MANIACO!»

«E torna qui!» sbottò l’omaccione di rimando.

«Accidenti, ho fatto un sogno stranissimo…» mugugnò George, mentre riprendeva lentamente i sensi. Si massaggiò una tempia. «Ho sognato che anziché quella psicopatica di Tonya avevamo eliminato Light. Non… non è assurdo?»

«Ma non era un sogno, amico» sussurrò Haru, chinandosi accanto a lui. Di fronte a loro, Tonya sogghignò nuovamente.

«C’è qualcosa che devi dirmi, mozzarella?»

George schiuse le labbra, osservando prima i propri compagni di squadra, ciascuno dei quali sorrideva diabolico, eccetto il buon Travis, che davvero ancora non aveva capito cosa fosse successo, poi l’afroamericana. Il ragazzo fece uno strano verso, poi perse nuovamente i sensi.

In lontananza, le urla di Light e le minacce di Chef continuavano a sentirsi chiare e tonde.

Osservando la scena, Chris sorrise, per poi voltarsi verso le telecamere. «Bene, gentili spettatori, siamo giunti alla fine della prima puntata di questa nuova edizione. I Taco hanno vinto la prima sfida, ed ora i Boxer saranno costretti a giocare in inferiorità numerica, ma sarà così ancora per molto? Chi vincerà la prossima sfida? Chi sarà il prossimo eliminato? Ma soprattutto… chi vincerà il tanto ambito milione di dollari? La risposta potete trovarla solamente qui, su A Tutto Reality…»

Ripresa aerea.

«BLIZZARD PA…»

«E TORNA QUI MALEDIZIONE!»

«MAI!!!!!»

«Accidenti Chef, acciuffa quella pazzoide!»

 

 

 

 

E siamo arrivati alla prima eliminazione della storia. Ve l’aspettavate? Spero di no, dai. Spero che il capitolo sia anche stato di vostro gradimento, ovviamente. Alla prossima!

 

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Capitolo 8
*** Gara di abbuffata (pt1) ***


«Nell’ultima puntata…» La voce fuori campo di Chris cominciò a parlare, mentre immagini provenienti direttamente dalla sfida sulla Giostrapulta iniziavano ad apparire sullo schermo. «I nostri sedici nuovi concorrenti hanno dovuto affrontarsi in una sfida a punteggio su una delle molte, mortali, attrazioni presenti nel parco, la Giostrapulta, in una sfida che inizialmente sembrava quasi a senso unico. Nonostante la piccola scaramuccia tra Lucy e Stephanie…» L’immagine di Lucy che abbandonava i propri compagni, lanciando un’occhiata omicida allo stesso Chris, apparve alla visuale.  

«… I Taco hanno proseguito a testa alta, fino a quando i Boxer non sono riusciti a redimersi grazie all’esuberanza di Rosa e la schiettezza di Seth ed Haru. Alla fine, si è giunti ad uno spareggio, dove ad affrontarsi avrebbero dovuto essere i capitani delle due squadre, Edward e Tonya. La vittoria è successivamente andata ad Edward, a causa di un… piccolo inconveniente.» Tonya che vomitava addosso a Chris fu l’immagine che apparve in quel momento, seguita da un verso disgustato dell’uomo.

«Bleah. Mi sono fatto tre docce ed ancora mi sembra di avere quello schifo addosso. In ogni caso, alla fine a salutarci è stata Light, la quale, forse, avrebbe fatto meglio a realizzare di trovarsi in un reality ad eliminazione, e non in un liceo.»

L’immagine seguente fu quella che raffigurava Light che fuggiva via terrorizzata da Chef.

«Ancora quindici concorrenti rimangono in partita, che cosa accadrà adesso? Lucy ha giurato vendetta a Stephanie, Xander si comporta in maniera strana, Seth ha mostrato una bizzarra simpatia nei confronti di Rosa, George probabilmente verrà ucciso da Tonya per colpa delle sue continue provocazioni e a noialtri non resta altro che metterci comodi ed assistere allo spettacolo. Quindici concorrenti, un solo campione. Questo è: A tutto Reality…»

Ripresa aerea.

«BLIZZARD PARK!»

 

Sigla I Wanna Be Famous e dissolvenza

 

 

Gara di abbuffata (pt1)

 

 

Nel dormitorio dei Boxer, dalla parte dei ragazzi, Travis sbadigliò sonoramente, mentre indossava il pigiama blu scuro con pantaloni lunghi e maglietta dalle maniche corte. Si passò una mano fra i capelli disordinati, senza berretto sopra ed afferrò la maniglia della porta del bagno. Tirò con forza per aprirla, ma questa non si smosse. Il ragazzo sollevò un sopracciglio, perplesso. Afferrò la maniglia una seconda volta, con entrambe le mani, e ci riprovò. Tirò talmente forte da diventare rosso, ma, di nuovo, la porta rimase sigillata.

«Ehi, li fuori! Non lo vedi che è occupato?!» sbottò una voce irritata proveniente da dentro il bagno.

«George?» domandò Travis, sorpreso.

«Travis? Ma certo, chi altri poteva provare ad aprire una dannata porta chiusa?!»

«Sei ancora lì dentro?» domandò ancora l’altro, ignorando il tono scontroso del compagno di squadra. «Sei lì da ieri sera! Che cavolo stai facendo?»

«Questo è l’unico posto in cui sono al sicuro da lei!»

Travis sollevò un sopracciglio. «Lei?»

«Tonya! Se quella mi vede mi uccide!»

 

_

 

Confessionale George:

George si abbracciò le ginocchia, accucciandosi sulla sedia, mentre si guardava attorno, tremante. «Mi sono chiuso in bagno nel momento stesso in cui abbiamo rimesso piede nel nostro dormitorio. Per quanto… mascolina, perfino Tonya si terrà alla larga dal cesso degli uomini… spero…»

 

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«Ohhh… ma a me scappa la pipì…» protestò ancora Travis, cominciando a saltellare sul posto mentre si copriva la zona delicata tra le sue gambe.

«Arrangiati!»

«Ehi, ma si può sapere che avete da urlare?» sbottò Haru, avvicinandosi alla porta. Perfino Seth, rimasto sdraiato sopra il suo letto con le braccia dietro il capo, sollevò un sopracciglio.

«George si è barricato dentro!» protestò Travis.

«George» sospirò l’asiatico, massaggiandosi le tempie. «Esci dal bagno.»

«Col cavolo! Qui c’è la mia vita di mezzo!»

«George» ripeté Haru, con tono di voce inquietantemente calmo. «Se non esci subito, sfondo la porta. Hai capito?»

«Cos… vorrai scherzare!»

«Ti assicuro che non sono mai stato così serio. Se non esci subito, giuro che Tonya si trasformerà nell’ultimo dei tuoi problemi.»

«AH! Se credi di farmi più paura di lei ti sbagli di grosso, amico!»

Haru sollevò tre dita. «Ok. Hai tre secondi. Tre…»

«Ma non ci sono altri bagni in questo parco?!»

«Due…»

«Oh, andiamo Haru! Perché devi comportarti così?»

«UNO!»

L’asiatico cominciò a riempire la porta di spallate, mentre George cominciava ad urlare come un pazzo dall’interno. «Oh cavolo ma lo stai facendo veramente! Ehi! Ehi! Smettila! Smettila subito! Io non uscirò mai da qui, hai capito?!»

Un verso soddisfatto provenne da Travis, il quale gettò la testa all’indietro, mentre una strana macchia appariva sui suoi pantaloni all’altezza del cavallo. «Ahhh… non mi scappa più…»

«Oh, dio…» mugugnò Haru, osservandolo disgustato. «Non posso credere che tu l’abbia fatto davvero…»

Nel suo giaciglio, Seth scosse lentamente il capo, sospirando. «Razza di idioti…»

 

***

 

Stephanie riaprì lentamente gli occhi, avvolta tra le coperte. Una figura apparve nel suo campo visivo, sfocata per via della stanchezza dei suoi occhi. Era alta, slanciata, con i capelli lunghi, e si trovava esattamente di fronte a lei. La mora strabuzzò le palpebre, svegliandosi di soprassalto e gridando.

Sunry stava rifacendo il letto quando sentì quell’urlo. Si voltò di colpo e gridò a sua volta per lo spavento.

«Che succede?!» Anna uscì dal bagno come un tornado, armata di spazzola per i capelli. Teneva indosso solamente l’accappatoio chiuso e aveva un asciugamano avvolto sulla testa. «Ci sono i ladri?»

Le due ragazze si voltarono verso di lei. Anna le osservò confusa, rendendosi conto di non trovarsi di fronte a nessun pericolo. «Ehm… va tutto bene?»

Stephanie batté le palpebre un paio di volte, ancora confusa, per poi arrossire imbarazzata quando si rese conto che quella di fronte a lei era Sunry, e non chi aveva creduto. «Ehm… ops…»

 

_

 

Confessionale Stephanie:

«Lucy mi ha detto che me l’avrebbe fatta pagare…» mugugnò la mora, sospirando. «Mi sorprende che non mi abbia uccisa durante il sonno…»

 

_

 

«Scusa, Sunry…» borbottò Stephanie, scendendo dal letto. «Ti ho scambiata per Lucy…»

«Oh. Non preoccuparti…» rispose la rossa, incassando la testa tra le spalle, gesto che avrebbe funzionato meglio se avesse avuto indosso il suo tradizionale giaccone, e non il pigiama nero.

«Pensi che davvero voglia ancora vendicarsi?» domandò Anna, togliendosi l’asciugamano da sopra i capelli, per poi iniziare a spazzolarseli.

«La sfida… l’abbiamo pure vinta…» mormorò Sunry, ad occhi bassi.

«Non… non lo so» ammise Stephanie. «Ma sinceramente preferirei non doverlo scoprire a mie spese…»

«Sono certa che non diceva sul serio. Dico bene Sunry?»

«Non saprei… a me era sembrata piuttosto incavolata…»

Anna schiuse le labbra, guardando la compagna quasi accigliata. Non parve gradire molto la schiettezza di Sunry, che dal canto suo arrossì imbarazzata. La Rilassata le rivolse un cenno del capo, probabilmente per incitarla a dire qualcosa di incoraggiante a Stephanie, e non l’esatto contrario come invece aveva appena fatto.

«Volevo dire… secondo me non ce l’ha più con te…» mormorò ancora la Timidona, massaggiandosi dietro il collo.

Stephanie incrociò le braccia, per poi sospirare rumorosamente. «Lo spero… grazie, ragazze.» Sorrise, venendo ricambiata immediatamente da Anna, e successivamente anche Sunry riuscì a sorridere debolmente.

Appoggiata contro la parete fuori dal dormitorio, vicino alla finestra dalla quale aveva appena udito tutto, Lucy fece schioccare la lingua, con un sorrisetto sadico stampato sul volto.

 

_

 

Confessionale Lucy:

«Mi dispiace, Steph» biasciò la Provocatrice, sogghignando freddamente. «Io sono una che serba parecchio rancore… ma non credere che io mi vendichi mentre dormi, oh no. Che gusto ci sarebbe altrimenti? Bisogna aspettare…» Lucy si inumidì le labbra. «… l’occasione giusta…»

 

_

 

«Squadre!» la voce di Chris trillò dagli altoparlanti sparpagliati per il parco. «Siete pregati di raggiungere il Fast Food Hurricane per la colazione e per alcune delucidazioni sulla prossima sfida! In marcia, su, hop hop!»

I concorrenti, chi più volenteroso e chi meno, cominciarono a marciare verso il luogo stabilito.

La colazione, come al solito, era terrificante.

Tonya continuava a rivolgere occhiatine e sorrisetti malvagi a George, il quale, dal canto suo, si era seduto esattamente tra Haru e Seth, pregando che quei due decidessero di intervenire se l’afroamericana avesse deciso di alzarsi e spezzargli il collo. Naturalmente, né il castano, né l’asiatico avrebbero mai mosso un dito per lui.

Rosa osservava Travis intento a mangiare la colazione, divertendosi un mondo ad osservare le sue reazioni disgustate ogni volta che si metteva il cucchiaino in bocca. La cosa ancora più divertente era che, malgrado fosse chiaramente schifato da essa, continuava a mangiarla imperterrito. Accanto a lei, Kristy fece schioccare la lingua, disgustata. «Avremmo dovuto liberarci di lui…»

«Perché?» Rosa sollevò un sopracciglio, divertita. «A me è simpatico.»

«Hai dei concetti piuttosto strani di simpatia…» mugugnò l’altra, puntellando la poltiglia biancastra di fronte a lei con il cucchiaino.

«Io trovo che quella strana sia tu» proseguì Rosa, ridacchiando. «Ad ogni minima occasione ti accanisci contro di lui. Secondo me sei un po’ ossessionata…»

Kristy fermò il cucchiaino a mezz’aria. Si voltò verso la compagna. «Cosa vorresti insinuare?»

«Ehm… niente» replicò l’Iperattiva, notando lo sguardo omicida dell’altra. Ma non appena la bionda grugnì di disappunto, per poi distogliere lo sguardo da lei, Rosa abbozzò un altro sorriso divertito.

Xander stava rimescolando svogliatamente il proprio pasto, mentre Edward e Paul, seduti di fronte a lui, lo scrutavano in silenzio. Non riuscivano ancora ad inquadrare quel tizio. Era evidente, ormai, che avesse qualche piccolo squilibrio, ma ancora dovevano capire in base a cosa il suo umore mutasse tanto radicalmente.

«Che c’è, volete un autografo?» sbottò il ragazzo all’improvviso, alzando lo sguardo verso di loro.

Paul sussultò e distolse lo sguardo, con una smorfia, mentre Edward lo mantenne saldo su di lui. «Va tutto bene, Xander?»

«Certo che va tutto bene! Perché non dovrebbe? Abbiamo vinto!»

«Lo so, ma…» Edward si sporse verso di lui, appoggiando i gomiti sul tavolo. «… vorrei assicurarmi che non accadano più inconvenienti come quello di ieri. Non dobbiamo più litigare tra di noi. Avremo anche vinto, ma dovresti saperlo meglio di me che è stato solo un colpo di fortuna. Dobbiamo restare uniti. Abbiamo già Lucy che fa di testa sua, non mettertici anche tu.»

Xander lasciò cadere il cucchiaio nella poltiglia con uno scatto secco. Si sporse sul tavolo, imitando Edward, arrivando ad una mezza dozzina di centimetri di distanza da lui. Lo scrutò per qualche istante, gli occhiali da sole impedirono al castano di poter decifrare meglio la sua espressione, dopodiché Xander sogghignò e si portò la mano verso la fronte, rivolgendogli un saluto militare. «Sissignore, signor capitano. Vedrò di non deluderla!» annunciò, con tono sarcastico.

Edward serrò la mascella, infastidito dal suo tono di voce. Paul scosse lentamente il capo.

 

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Confessionale Paul:

«Quell’idiota ci rovinerà…» mugugnò il biondo, con espressione infastidita.

 

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Una mano si posò sulla spalla dell’Amicone. Paul si voltò, per poi osservare Sunry rivolgergli un tenue sorriso. Dopo un attimo di stupore, il ragazzo riuscì a ricambiarlo, rivolgendole anche un cenno di gratitudine con il capo.

«Uhhh… capto delle strane vibrazioni…» osservò Jericho, seduto di fronte a loro, osservandoli e facendo vibrare le mani. Accanto a lui, Anna ridacchiò coprendosi leggermente la bocca.

Paul roteò gli occhi, mentre Sunry ritraeva la mano imbarazzata.

«Concorrenti!» esordì McLean, entrando di buona leva nel locale, spalancando le braccia. «Allora, come vi sentite questa mattina, il giorno dopo la prima sfida? Fantastico! Seguitemi, prego!»

I membri delle due squadre si scambiarono alcune occhiate perplesse, poi si accinsero a seguire il conduttore.

Raggiunsero una zona più in disparte del parco, più precisamente un grosso chiosco dei dolci. Il giorno precedente era chiuso e vuoto, ma ora era completamente imbandito. Di fronte ad esso, due grosse tavole piene zeppe di dolci: caramelle, torroncini, zucchero filato, lecca-lecca, marshmallow, bastoncini di zucchero, qualunque cosa possedesse del saccarosio al suo interno. L’incubo di ogni dentista, il sogno di ogni bambino. E di Travis. Il Logorroico fece un verso indescrivibile, per poi cadere in ginocchio, osservando ammaliato i dolci. «Zu…cchero…» sussurrò, come in trance.

«Ehm… sì, esatto!» esordì Chris, sorridendo. «Spero che non abbiate esagerato a colazione, perché quella di oggi sarà una gara di abbuffata!»

Kristy sollevò un sopracciglio, facendo una smorfia mentre osservava Travis. «Con dei dolci? Sul serio?»

«Già…» fece eco Stephanie. «… a tutti piacciono i dolci. Perché dovrebbe essere una sfida difficile?»

 «Inoltre loro sono in otto, noi invece in sette!» protestò Rosa. «Sono avvantaggiati!»

«Oh, ma davvero?» domandò Chris, lanciando un’occhiatina a Travis, il quale era tenuto fermo a stento da Haru per evitare che si fiondasse sul tavolo per spazzare via tutto quanto. «Io credo che l’assenza della vostra compagna sia ben compensata…»

«Mh… sì, forse hai ragione…» borbottò Rosa, osservando sbigottita il suo compagno.

«Non hai risposto alla domanda» proseguì Edward. «Qual è la fregatura, McLean? Perché vorresti propinarci roba… "buona"?»

«Beh…» L’uomo sollevò le spalle, con fare noncurante. «… potremmo aver nascosto qualche sorpresina dentro alcuni dolci. Inoltre, tutti i concorrenti che vomiteranno verranno eliminati dalla competizione e non potranno più aiutare la loro squadra. Se un’intera squadra viene eliminata, allora la vittoria andrà all’altra. Ingurgitare troppo zucchero tutto insieme, posso assicurarvi, non è molto benefico per lo stomaco.»

«Shì, shì…» biascicò Travis, con la voce storpiata dalla saliva che scivolava a fiotti dalla sua bocca. «Voglio zucchero…»

«Un’ultima cosa!» lo interruppe il conduttore. «Avrete due ore di tempo in totale. Alla fine di esse, se nessuna delle due squadre ha finito, sarà quella che ha mangiato di più a vincere! Potrete prendervi tutte le pause che volete durante la gara, ma sappiate che dovrete giocarvi bene le vostre carte. Non battete troppo la fiacca, o l’altra squadra potrebbe superarvi, ma allo stesso tempo non esagerate, o potreste essere eliminati! Bene, ho detto tutto, ora potete…»

Non riuscì nemmeno a finire la frase che Travis aveva urlato in maniera disumana, costringendo Haru a lasciarlo andare, per poi fiondarsi sul tavolo della sua squadra.

«… iniziare…» sussurrò Chris, per poi ridere di gusto osservando la voracità del Logorroico. «Accidenti, quel tizio è un Owen più magro!»

Travis aveva già ingurgitato una trentina di caramelle e aveva frantumato tre leccalecca insieme tra le proprie fauci, e non sembrava minimamente intenzionato a rallentare. Un tabellone sopra le loro teste, nel frattempo, aveva cominciato a segnare il tempo che diminuiva.

«Immagino che dovremmo fare come lui…» borbottò Paul, osservando Travis che, come un’aspirapolvere, stava spazzando via tutto quello che aveva la sventura di trovarsi a portata di mano.

«Oh, ma davvero? Dimmi qualcosa che non so!» replicò Xander, per poi avvicinarsi al tavolo dei Taco. Paul strinse i pugni, irritato dalla provocazione.

«Rilassati» lo calmò Edward, a bassa voce. «Gioco di squadra. Hai presente?»

Paul lo osservò per un breve momento, poi annuì.

«Bene. Forza, diamoci da fare» esordì Edward al resto della squadra. I Taco raggiunsero il loro compagno, imitati dal resto dei Boxer che invece raggiunsero Travis.

Mentre i ragazzi cominciavano a darsi da fare per ripulire i loro tavoli, Chris entrò nella stanza della produzione, con un sorriso smagliante rivolto verso le telecamere. «Molto bene, gentili spettatori, siamo finalmente arrivati alla seconda sfida ad eliminazione di questo reality! Chi vincerà la sfida? Chi sarà il migliore? Quale concorrente andrà a fare compagnia a Light nel tunnel della Vergogna? Chi vomiterà, o peggio?» Chris sghignazzò, interrompendosi per un istante. «Beh, c’è solo un modo per scoprirlo: restate qui, con noi, su A Tutto Reality Blizzard Park!»

 

***

 

«A… ahia…» mugugnò Travis, contorcendosi sul suolo, reggendosi la pancia con forza. «Fa… fa male…»

«Per forza!» sbottò Kristy. «Hai mangiato come un animale per un quarto d’ora di fila! Mi sorprende che tu non abbia ancora vomitato…»

«Ahia…»

«Ma dove diamine è finita quella mozzarella?!» sbottò Tonya, guardandosi attorno accigliata. «Se crede di poter scappare per sempre da me si sbaglia di grosso! Ehi, tu!» esclamò, indicando Haru. «Dov’è quel perdente?!»

Il Belloccio sollevò un sopracciglio, rendendosi conto solo in quel momento dell’assenza di George. Sospirò pesantemente, scuotendo il capo. «Non ne ho idea. So solo che se quell’imbecille ci farà perdere, il prossimo ad andarsene sarà lui.»

«Non prima che io gli possa mettere le mani addosso!» esclamò Tonya, per poi partire alla carica, allontanandosi dal tavolo.

«Ehi, dove diamine vai?!» esclamò Haru, venendo tuttavia ignorato. Il moro pensò di correrle dietro, ma decise di lasciar perdere con un grugnito infastidito. «Maledizione a loro…» mugugnò, infilandosi una caramella gommosa in bocca. Non appena lo fece, tuttavia, sgranò gli occhi. Diventò rosso come un peperone, mentre la "caramella" generosamente riempita di peperoncino gli mandava il cervello in fiamme. L’asiatico urlò e corse via, alla ricerca di acqua, mentre Chris si sbellicava dalle risate nella sua stanza.

Rosa si massaggiò la pancia, facendo un verso di dolore. Amava anche lei i dolci, non in maniera ossessiva come Travis, ma comunque li apprezzava, e nonostante questo non c’era voluto molto prima che anche lei iniziasse a sentirsi male. Quelli non erano dolci normali, erano delle vere e proprie bombe. Perfino dopo aver mangiato poco niente a colazione e anche il giorno prima, a causa dell’atroce cibo di Chef, si era sentita piena dopo pochi minuti. E il tavolo era ancora pieno zeppo. Dubitava davvero, a quel punto, che a vincere sarebbe stata la squadra che avrebbe finito più roba. Era chiaro che Chris volesse vederli tutti andare di stomaco.

«Ehi, Rosa.» La ragazza si voltò sorpresa. Accanto a lei, Seth stava esaminando una strana caramella gommosa. Spostò lo sguardo su di lei, sorridendo freddamente. «Stavo pensando ad una cosa, prima. Saprai meglio di me che queste squadre non dureranno per sempre, e che presto o tardi ognuno di noi dovrà giocare per sé. Ma… tu che ne diresti di continuare a giocare in squadra fino alla finale?»

Rosa spalancò la bocca, facendo cadere il dolcetto che teneva tra le mani, basita. «V-Vuoi… vuoi davvero… allearti con… con me?!»

 

_

 

Confessionale Rosa:

L’Iperattiva non disse nulla. Si limitò a spalancare la bocca oltre il limite umano conosciuto.

 

_

 

«Sì» annuì Seth. «Io ti guarderò le spalle. Farò in modo di farti arrivare fino alla fine insieme a me. Tu, però, in cambio dovrai fare quello che ti dico…» Le porse la caramella che stava esaminando, prima che lei potesse dire o fare qualsiasi cosa. «La vedi questa? Dobbiamo farla mangiare a lui…»

Seth indicò Edward con un impercettibile cenno del capo. Rosa sollevò un sopracciglio, osservando il capitano della squadra avversaria intento a ruminare svogliatamente i suoi dolci, capendoci sempre di meno. «Ehm… perché?»

«Perché, questa caramella qui, il buon McLean l’ha cosparsa con uno speciale lassativo che fa rigettare tutto il contenuto dello stomaco al primo contatto col palato. Se Edward dovesse mangiarla, finirebbe con l’essere immediatamente eliminato dalla gara, e la sua squadra perderebbe il suo prezioso capitano.»

«C-Cosa? Come fai a saperlo?»

«Riconosco questa viscosità» spiegò lui, passando il dito sulla superficie del dolcetto. «Anche io l’ho usato, una volta, per fare uno scherzetto nella mensa del collegio. È stata una ecatombe. La colpa di tutto è ricaduta poi sul cuoco. Il tizio usava comunque ingredienti scaduti da mesi, quindi nessuno ha sospettato di me. In ogni caso…» Seth agitò la caramella, sogghignando. «… questo è il nostro lasciapassare gratuito per la sfida di domani.»

L’Iperattiva batté le palpebre un paio di volte, prima di riuscire a realizzare quale piano avesse il suo compagno di squadra. «Vuoi… vuoi sabotarli?» domandò. «Ma… perché? Non è corretto!»

«Preferisci perdere un’altra sfida?» ribatté Seth, mentre il suo sorriso vacillava. «Lo sai meglio di me che non abbiamo speranze nemmeno questa volta. Non con loro» ed indicò la sua squadra, o meglio, quel poco che restava. Travis a terra dolorante con Kristy che sbottava contro di lui e Haru che svuotava la terza bottiglia d’acqua da un litro di fila a causa del bruciore dovuto alla caramella piccante. Di Tonya e George, nessuna traccia. «Io e te siamo gli unici con un cervello, qui dentro, gli unici che hanno una possibilità di sopravvivere in questa squadra da due soldi. Ma per farcela, dobbiamo collaborare.»

Rosa osservò i propri compagni, pensierosa. Non era corretto quello che Seth aveva intenzione di fare, però… aveva ragione. Con Travis fuori gioco, la loro unica speranza di vittoria era andata a farsi benedire. I Taco, mangiando con molta più calma del Logorroico, ormai stavano quasi per raggiungerli di nuovo, ed erano in otto, mentre loro solo in sei, sempre considerando il K.O di Travis. Anzi, quattro, escludendo pure Tonya e George. Non che Haru e Kristy si stessero comportando molto meglio, in quella sfida. La bionda mangiava sì e no una caramella al minuto, probabilmente per non manomettere la sua linea, mentre Haru ancora non si era ripreso dal peperoncino. 

L’iperattiva sospirò, tornando a guardare Seth. «Ok, hai vinto. E come vorresti fare per dargli quella caramella?»

«Io? Nulla. Dovrai essere tu a fargliela arrivare.»

«Cosa?!» sbottò Rosa, con voce molto più alta di quanto avrebbe voluto. Sbiancò, credendo di aver ottenuto l’attenzione di tutti, ma fortunatamente ognuno era troppo impegnato con i propri problemi per accorgersene. «Cosa?» ripeté, a voce più bassa. «E perché mai dovrei pensarci io?!»

«Credi che io riuscirei ad avvicinarmi a lui senza che senta puzza di bruciato? Quello non è stupido. Ma se lo fai tu, invece…» Seth sorrise nuovamente, volgendole un cenno del capo. «... non avrai alcun problema.»

Le porse il dolcetto. «Ecco a te. Ti sconsiglio di morderti le unghie dopo averlo toccato. Faresti meglio a lavarti le mani per bene.»

«Ma… e come dovrei fare?» mormorò ancora lei, sempre meno convinta.

«Qualcosa ti inventerai. Fallo, e avremo la nostra alleanza.»

L’Iperattiva prese la caramella, con un’espressione perplessa. Seth la incitò a proseguire, dopodiché si voltò, fingendo di concentrarsi di nuovo sui dolci.

Rosa lo osservò confusa ancora per un momento, dopodiché il suo sguardo cadde di nuovo su Edward ed i Taco. Ormai li avevano perfino superati, e continuando di quel passo avrebbero perfino potuto finire tutto quanto. La ragazza fece una smorfia infastidita. Non era finita in una squadra che non le piaceva solamente per perdere tutte le sfide in quel modo. Di quel passo avrebbe finito col diventare lo zimbello di tutti, e non era assolutamente ciò che voleva. Era lì per vincere, per dimostrare a tutti di cosa era capace, e lo avrebbe fatto, a qualsiasi costo. Prese coraggio, strinse la mano a pugno per nascondere la caramella, e si avviò verso il tavolo dei Taco.

Haru si accorse della propria compagna allontanarsi, diretta verso i loro avversari, e corrucciò la fronte. Fece per avviarsi verso di lei, ma Seth drizzò lo sguardo all’improvviso, folgorandolo. Malgrado non temesse minimamente il Silenzioso, quell’occhiata lo lasciò talmente perplesso che non pensò nemmeno più a Rosa.

Anche Kristy notò l’Iperattiva allontanarsi e sollevò un sopracciglio, ma non si mosse.

Edward aveva appena sollevato una caramella alla liquirizia quadrata nera, gialla e rosa, e la stava osservando perplesso, quando si accorse di Rosa avvicinarsi a lui. Spostò lo sguardo su di lei, assottigliandolo, credendo di vederci male, ma non appena la ragazza parlò, o meglio, gridò, come al suo solito, intuì di non starsi affatto sbagliando.

«Oh, cavolo!» esclamò Rosa, indicando la caramella del castano con la mano libera. «Non posso credere che tu abbia trovato una di quelle! Le adoro!»

«Ehm… cosa?» domandò Edward, perplesso.

Xander si sporse dalla sua postazione, udendo il baccano proveniente dalla Boxer. Si abbassò gli occhiali da sole, anche lui credendo di vederci male. «Ma che diavolo…?»

Il resto dei Taco non ci misero molto ad accorgersi di quella bizzarra situazione. Paul, Jericho, Stephanie, Anna, perfino Sunry osservarono confusi la nuova arrivata. L’unica che non badò minimamente a quella situazione fu Lucy, che continuò a masticare i suoi dolci incurante.

«Quelle caramelle! Sono fantastiche!» trillò ancora Rosa, sentendosi avvampare per l’imbarazzo. Ormai gli occhi di tutti quanti, perfino dei suoi stessi compagni di squadra, erano posati su di lei.

«Questa?» domandò ancora Edward, rigirandosi il dolcetto tra le mani. «Ma… ce ne sono un casino così. anche voi sicuramente ne avete qualcun…»

«No, no, tu non capisci, quella lì è… diversa! Sì, sì, diversa!» insistette Rosa, avvicinandosi ulteriormente a lui. Si ritrovarono faccia a faccia, un solo metro di distanza li separava.

«Ahm… no. Non credo proprio che sia diver…» L’Apatico si interruppe di colpo, sbigottito, quando l’Iperattiva gli strappo letteralmente la caramella di mano per ingurgitarla in un solo boccone.

Edward dischiuse le labbra. Lo stesso fecero praticamente tutti gli altri. Rosa si sentì morire sotto tutti quegli sguardi. Sentì le guance cominciare a bruciare terribilmente. All’inizio pensò che fosse per l’imbarazzo, ma ben presto scoprì che, in realtà, era per tutt’altro motivo.

Divenne rossa come un peperone, mentre il suo palato e la sua lingua cominciavano a bruciare terribilmente. A quel punto, sgranò gli occhi, realizzando di aver appena mangiato un’altra trappola piccante targata Chris McLean.

La ragazza cominciò a strillare e a saltare sul posto, tirando fuori la lingua e grondando di sudore come una fontana. «AHHHHH! Bruza! Bruza!» urlò, non riuscendo nemmeno a parlare correttamente a causa della lingua in fiamme. Cercò di farsi aria con la mano libera, mentre continuava a tenere la bocca aperta e a saltellare come una matta. «AHHH!!! Aliuto! Aliuto! Chiamae i pompievi

Il resto del cast la osservò basito, senza né dire, né fare, nulla. Pure Seth sembrava scioccato. L’iperattiva continuò a saltellare a disperarsi, implorando un aiuto che nessuno le avrebbe dato, anche perché nessuno riusciva a capire cosa diamine stesse dicendo, fino a quando l’espressione stupita di Edward non mutò radicalmente. Il freddo e distaccato Apatico si coprì la bocca con una mano, per cercare di soffocare una risata che fuoriuscì ugualmente dalle sue labbra. Il castano cominciò a ridere divertito, osservando il comportamento assurdo di Rosa.

L’Iperattiva si accorse della sua risata e si accigliò. Smise di saltellare e sbottò: «Ehi! Che hai da videve?! Non z’è niente di divevtente!»

Parlare con la sua voce storpiata non fece altro che aumentare ancora di più l’ilarità del castano, che finì col piegarsi in due. Rosa lo osservò infuriata, sempre tenendo la lingua, divenuta rossa come un pomodoro, fuori, anche se, poco a poco, sentì i propri nervi sciogliersi lentamente. Senza che nemmeno se ne rendesse conto, si ritrovò a ridere insieme all’avversario, dapprima in maniera leggera, poi sempre più sguaiatamente. I due ragazzi risero insieme, di gusto, sotto gli sguardi sempre più scioccati degli altri concorrenti.

Kristy era con la mascella spalancata, osservando Edward, il suo Edward, ridere con la sua compagna di squadra.

«Oh… cavolo…» sussurrò Edward, asciugandosi una lacrima, per poi drizzare lo sguardo verso di Rosa. Non appena i suoi occhi castani entrarono in contatto con quelli verdi di Rosa, l’Iperattiva provò un brivido salirle lungo la schiena, e la sua risata cessò quasi istantaneamente.

«Ehi, ti senti bene? Vuoi un po’ d’acqua?» domandò Edward, riprendendo fiato.

«E-Eh? N-No, va… va tutto bene…» mormorò lei, sempre con la voce leggermente storpiata. Si massaggiò dietro la testa, imbarazzata, distogliendo lo sguardo da lui. Sentì le guance colorarsi di nuovo, ma questa volta dubitava che si trattasse del peperoncino nella caramella. «Fcufa… fcufa fe ti ho difsturbato…»

«Ehi, non c’è problema. Mi hai salvato la vita, a dire il vero, visto che stavo per mangiare io quella roba.» Edward sorrise, volgendole un cenno di gratitudine con il capo. «Per mia fortuna hai degli strani gusti…»

«Ah-ah…» borbottò l’Iperattiva, strappando un'altra risatina al castano. Anche lei sorrise, riuscendo finalmente a chiudere di nuovo la bocca. «Beh… meglio che torni dalla mia fquadra…»

Edward annuì. «Certo. Buona fortuna.»

Rosa chinò il capo, sincera come mai lo era stata. «Anche a voi.»

Si voltò e si allontanò, ma nonostante questo riuscì perfettamente a sentire gli occhi di lui posati sulle sue spalle.

Tornò dalla sua squadra, sotto gli occhi inquisitori di tutti meno che Travis, che ancora era a terra dolorante. Cercò di fare finta di nulla e ritornò da Seth, il quale, di nuovo chino sulle caramelle, le scoccò un’occhiataccia furtiva. «Ti avevo detto di dargli la caramella, non di fare amicizia!» bisbigliò, con tono chiaramente infastidito.

Per tutta risposta, Rosa sorrise trionfante, mostrandogli entrambe le mani, ove non v’era più alcuna traccia della caramella contaminata. «Dizevi?»

Seth sgranò gli occhi. Si voltò di scatto, osservando la teglia dalla quale Edward stava mangiando, dove riuscì ad intravedere la caramella. Un sorriso cattivo prese lentamente forma sul volto del Silenzioso, che si voltò di nuovo verso la compagna. Doveva averla lanciata lì sopra mentre tutti erano distratti dalle sue urla. «Accidenti… ottimo lavoro!»

Rosa annuì, sorridendo soddisfatta. Ma la gioia durò ben poco. Kristy arrivò alle sue spalle come un tornado, afferrandola e costringendola a voltarsi di peso. Non appena si ritrovò di fronte agli occhi della Sgarbata, Rosa deglutì. «Perché diavolo stavi facendo la gatta morta con lui?!» sbottò la bionda, sempre indicando Edward. «Vorresti forse morire giovane?!»

L’Iperattiva sollevò le mani, cercando di farle capire che si trattava tutto di un malinteso, quando un verso orribile si sollevò in aria all’improvviso. Entrambe le ragazze sgranarono gli occhi, mentre il sorriso di Seth non fece altro che accentuarsi ulteriormente. Nello stesso momento, Edward si voltò e liberò lo stomaco sul suolo.

 

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Capitolo 9
*** Gara di abbuffata (pt2) ***


L'ultima volta ho fatto un po' di casino, e un pezzo di questo capitolo, che poi ho modificato, era rimasto insieme al capitolo precedente, per questo motivo si era interrotto in quella maniera così brusca, non era quello il punto in cui volevo finisse, spero che la cosa non abbia confuso e/o infastidito nessuno, c'è stato un piccolo disguido tecnico. Detto questo, buon proseguimento, e grazie anche per le nuove recensioni!





 

Gara di abbuffata (pt2)

 

 

Seth scoppiò a ridere, mentre i Taco si fermavano tutti quanti nello stesso momento, per osservare sconvolti il loro compagno.

L’Apatico si inginocchiò a terra e, una volta placatosi, sbatté un pugno frustrato sul pavimento. «Maledizione!» sbottò, per poi venire colto da un altro conato.

«Oh, no, Edward!» Stephanie si chinò accanto a lui, imitata da Paul e Anna.

La voce di Chris esplose da un altoparlante, il tono del conduttore decisamente divertito. «Ed Edward è il primo eliminato dalla gara! Che gran bel colpo di scena, farà miracoli per gli ascolti!»

L’Apatico si rimise in piedi, ripulendosi le labbra con la manica, allontanando da sé i propri compagni con dei gesti rabbiosi. «Sto bene, lasciatemi in pace! Sto be…» si interruppe di nuovo, colpito da un altro conato. Si inginocchio ancora una volta, tornando a liberare lo stomaco, per l’orrore dei suoi compagni che cominciarono perfino a temere per la sua salute.

Pure Rosa, accorgendosi della sua espressione sofferente, cominciò a sentirsi terribilmente a disagio. Anche Kristy pareva realmente scossa. L’unico che sembrava trovare divertente la scena era Seth, perfino Haru rimase serio di fronte a quella vista.

Alcuni assistenti giunsero poco dopo, per scortare Edward lontano dal resto dei ragazzi. L’Apatico tenne il capo chinato, sicuramente per non mostrare il proprio volto, mentre veniva portato via quasi di peso per subire qualche controllo medico.

«A quanto pare la dea bendata è dalla nostra, per una volta» borbottò Haru, mentre il castano svaniva dalla visuale.

«Dea bendata… certo…» gracchiò Seth, sogghignando, per poi dare di gomito a Rosa. «Hai visto? Ora abbiamo la vittoria in tasca!»

L’Iperattiva non lo sentì nemmeno. Rimase con lo sguardo interamente focalizzato sull’angolo dietro il quale Edward era stato scortato, con espressione mortificata.

 

_

 

Confessionale Rosa:

«Mi sento uno schifo…» mugugnò la ragazza, chinando la testa, per poi scuoterla. «Non avrei dovuto farlo… mi dispiace, Edward…»

 

_

 

Paul assottigliò le labbra, mentre osservava il ghigno divertito sul volto di Seth. «Che c’è di tanto di divertente?» sbottò, attirando la sua attenzione.

Il Silenzioso si voltò verso di lui, il sorriso vacillò dal suo volto, per poi riapparire rapido com’era scomparso. «Oh, ma allora parli anche tu? Sai, mi ero quasi dimenticato della tua esistenza, visto che l’ombra di Edward non ha fatto altro che coprirti per tutto questo tempo.»

A quella provocazione, Paul strinse i pugni fino a far sbiancare le nocche. Accorgendosene, Seth non fece altro che ingrandire il proprio sorriso. «Un consiglio, lascia fare a lui la parte del duro. A te non riesce affatto.»

 «Ah sì?!» L’Amicone fece per muoversi verso di lui, ma per lo stupore di tutti, fu Xander a fermarlo. Il Lunatico osservava Seth con sguardo indecifrabile.

«Lascialo perdere» lo ammonì. «Quel tizio è una serpe. Se ti lasci manipolare da lui per te è la fine.» Xander osservò il biondo, serio in volto. «Concentriamoci sulla gara e basta.»

Paul schiuse le labbra, colpito dalla maturità del suo normalmente immaturo compagno di squadra. Annuì lentamente, sciogliendo i pugni. «D’accordo. Pensiamo alla gar…»

Un urlo disumano lo costrinse ad interrompersi di colpo. Travis si rialzò con un impeto, gettando il capo all’indietro. «SECONDO ROUND!!!» E con un secondo urlo, si scagliò sul tavolo per poi riprendere a fare piazza pulita di dolci.

«Idiota, se continui così farai la stessa fine di Edward!» sbottò Kristy, venendo tuttavia ignorata.

«Ecco, appunto» annuì Xander, per poi voltarsi verso i propri compagni. «Forza gente! Diamoci da fare!»

Stephanie osservò sbigottita il Lunatico mentre incitava il proprio team. Era così… strano! Certo, il suo soprannome non era "Lunatico" per niente, però ancora non si era abituata a quei suoi sbalzi d’umore, e probabilmente non l’avrebbe mai fatto.

«Parla anche con te, Raggio di Luna» borbottò Lucy, adocchiandola appena. Non appena sentì la sua voce, Stephanie rabbrividì. «E-Ehm… sì, sì, certo…»

 

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Confessionale Stephanie:

La Gentile si strinse nelle spalle. «Anche se Lucy non ha davvero motivo di volermi morta… forse farei comunque meglio a non abbassare la guardia…»

 

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Lucy sogghignò appena, per poi concentrarsi a sua volta sulla sfida.

Da un’altra parte del parco, Tonya vagava senza meta, spostando lo sguardo in ogni direzione e perfino fiutando l’aria come un cane da tartufi.

 

_

 

Confessionale Tonya:

«Se c’è una cosa che ho imparato, nel mio vecchio quartiere…» cominciò la Schiaccianoci, sogghignando. «… è il riconoscere l’odore della paura…»

 

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L’afroamericana continuò a vagare, fino a quando non si fermò di scatto, spostando lo sguardo in maniera quasi meccanica verso il dormitorio della sua squadra, più precisamente verso la parte dei ragazzi. Le sue labbra si stirarono lentamente in un sorriso.

La ragazzona avanzò lentamente nel dormitorio degli uomini, osservando i vari letti ancora sfatti, muovendosi con una delicatezza al di fuori dal mondo per una come lei. Non si poteva nemmeno sentire una mosca volare, mentre avanzava lentamente verso il bagno, dove il tanfo di George poteva sentirsi da lontano un chilometro.

«O-Ok, George, rilassati…» mormorò il Perdente, abbracciandosi le ginocchia mentre era rannicchiato Nel suo nascondiglio. «C’è… c’è una sfida in corso, Tonya non può essere così sciocca da venire a cercarti proprio or…»

«MOZZARELLA!» tuonò l’afroamericana, sfondando la porta del bagno. «HAI FINITO DI SCAPPAR…» Tonya si interruppe, schiudendo le labbra, quando si rese conto del bagno vuoto. «Ma… ma cosa…» La ragazzona perlustrò il bagno da cima a fondo, trovando solamente un paio di calzini che emanavano un fetore talmente forte che avrebbero potuto stendere un bisonte. La Schiaccianoci grugnì, rendendosi conto di aver scambiato quella puzza per l’odore della paura di George.

Il Perdente si era tappato la bocca, rannicchiandosi ancora di più, mentre gocce di sudore gli imperlavano la fronte. Sentì di nuovo i passi pesanti della compagna di squadra e la porta del bagno richiudersi alle sue spalle. Vide la sua ombra muoversi per la stanza con una lentezza straziante e più i secondi passavano, più credeva che sarebbe potuto morire per infarto proprio lì, in quel luogo, in quel momento, avvolto dalla puzza dei vestiti di Travis. 

Tonya si fermò nel centro della stanza, mettendosi le mani sui fianchi e mugugnando infastidita. «Ma dove si è cacciato…?» Il suo sguardo cadde di sfuggita verso uno dei vari letti, le cui coperte pendevano di lato proprio per far sì che ne coprissero la parte sottostante. Un altro sorriso glaciale prese forma sul volto della Boxer, che ne afferrò l’orlo per poi sollevarlo di scatto. «AH-AH!» urlò, credendo di trovare ciò che stava cercando. Così non fu. L’unica cosa che trovò, fu uno strano barattolo con dentro un liquame verdognolo. La ragazza lo afferrò e lo osservò confusa. Lo aveva già visto da qualche parte, ne era sicura. Ma dove? E perché qualcuno lo aveva nascosto lì? Perplessa, Tonya lo aprì, per poi annusarne il contenuto. Non appena lo fece, le venne un conato di vomito. Lo allontanò istantaneamente dal naso, prima che fosse troppo tardi.

«Che stai facendo?» gracchiò una voce all’improvviso. La ragazza sussultò, per poi accorgersi di Seth sul ciglio della porta. «Questo è il dormitorio dei maschi.»

Tonya abbassò il barattolo, grugnendo. «Sto cercando quella mozzarella. Tu l’hai vista?»

«No, e sinceramente non me ne importa nulla. Posa quell’affare.» Il Silenzioso indicò il barattolino. «Immediatamente. Non è tuo.»

La Schiaccianoci osservò prima il recipiente, poi il suo compagno di squadra. «Sì, beh… non è nemmeno tuo. Ora mi ricordo dove l’ho visto, questo coso era nella cucina di Chef. Che ci fa qui, adesso?»

«Non sono affari tuoi» rantolò Seth, strappandoglielo di mano. «Sparisci immediatamente dalla mia vista. E se provi a parlare con qualcuno di questo» ed ondeggiò il barattolo. «Te ne pentirai amaramente.»

Tonya assottigliò le labbra, avvicinando il volto al suo. «Credi di farmi paura, moscerino?» sibilò, facendo sbiancare le nocche. «Potrai fingere di essere un duro quanto vuoi, ma sappi che a me non la dai a bere. Fingersi tosti è la prima tattica dei codardi.»

«Lo sai perché è la stessa cosa che fai anche tu?» ribatté Seth, drizzando lo sguardo e puntandolo su di lei. «Ti consiglio di raggiungere gli altri e di partecipare alla sfida. Sei sul filo del rasoio, capitano, l’hai dimenticato? Se perdiamo anche questa sfida, puoi essere certa che sarai tu quella spedita a casa.»

L’afroamericana digrignò i denti. Cominciò a sentire una forte puzza, e non era quella del contenuto del barattolo. Grugnì di disappunto e passò oltre Seth, dandogli una spallata. «Non so a che gioco tu stia giocando, mozzarella, ma sappi che non finisce qui.»

Il Silenzioso ridacchiò. «Sono terrorizzato.»

«E fai bene ad esserlo.» La Schiaccianoci uscì dal dormitorio. Seth la seguì con lo sguardo, per poi spostarlo sul barattolino. Ringhiò di rabbia, maledicendosi per non essersene sbarazzato prima, e andò in bagno, per poi svuotarne il contenuto nella tazza. Aprì la finestra e scaraventò fuori il contenitore ormai vuoto, dopodiché uscì a sua volta dal dormitorio.

Non appena il campo fu libero, la cesta con dentro i panni sporchi di Travis esplose, mentre George si trascinava fuori da essa boccheggiando disperato.

 

_

 

Confessionale George:

Il Perdente incrociò le braccia, sorridendo soddisfatto. «Eh sì. Alle volte si è disposti a tutto pur di sopravvivere. Avrò anche un odore rivoltante adesso, ma se non altro sono ancora vivo. Certo, è probabile che nessuna ragazza si avvicinerà a me per i prossimi… dieci anni, ma pazienza. Meglio essere soli e tristi piuttosto che morti, e tristi. E inoltre…» George sorrise meschino. «A quanto pare anche Seth è finito nel radar di Tonya. Chissà, magari sarò fortunato e quei due babbei si annienteranno a vicenda. Sarebbe bello.»

 

_

 

La sfida, nel frattempo, era proseguita, e le sfortune erano lungi dal finire. A circa mezz’ora dalla fine della gara, la situazione volgeva ancora in favore dei Boxer. Cercando di recuperare il passo, Sunry trovò un’altra trappola piccante che le mandò la lingua in fiamme, Xander ingurgitò una caramella talmente amara da fargli seccare la gola, mentre alcune fitte di dolore cominciarono a colpire lo stomaco di Paul.

Jericho sollevò una caramella e fece per inghiottirla, ma rimase immobile, quasi paralizzato, ad osservarla in trance. Vide il dolcetto cominciare a distorcersi, diventando prima più grande, poi più piccolo, il tutto mentre i colori della liquirizia si facevano sfocati. Lo Hippie ridacchiò, osservandola, per poi roteare gli occhi e crollare a terra. «Wow… questa sì che è roba forte…» mugugnò, con lo sguardo rivolto verso il cielo.

Anna si appoggiò al tavolo, stringendosi con forza la pancia. «Ragazzi… ho paura di non poter continuare…» mormorò, a denti stretti.

«Non… non poffiamo fermarzi…» mugugnò Xander, mentre, con le labbra prosciugate, cercava di addentare un’altra caramella, senza successo.

Dall’altra parte, Travis stava ripulendo tutto quanto, incurante del dolore allo stomaco, del bruciore al palato, della nausea, del mal di testa, di tutto quanto. Kristy era scioccata da lui, così come gli altri. Quel ragazzo non poteva essere umano, era impossibile.

Quando Haru vide Tonya ritornare, si incupì. «Gentile da parte tua farti rivedere. Del resto, ci hai solamente fatto perdere una sfida, quindi che motivo avevi di tornare ad aiutarci?»

«Chiudi il becco, o deformo quel tuo bel faccino» sibilò l’afroamericana, per poi allontanarsi da lui. Il Belloccio la osservò sorpreso, fino a quando un verso disumano, seguito da un grido molto acuto, non lo costrinse a spostare lo sguardo. Travis aveva appena vomitato addosso a Kristy, la quale stava strillando disgustata.

Il Logorroico ciondolò per un momento con la testa, per poi osservare la propria compagna di squadra. «Ehm… ops…»

La mano della Sgarbata si stampò immediatamente sulla guancia del compagno di squadra, che cadde a terra come un sacco di patate. «Tu… tu… razza di idiota… schifoso… babb… babb…» Kristy si interruppe, rigurgitando a sua volta sul suolo a causa dell’odore nauseabondo che l’aveva oppressa, causando un altro attacco di vomito anche al Logorroico.

Osservando i due compagni in preda alle loro crisi, pure Haru non riuscì più a trattenersi. Rosa corse via, mentre il pavimento, il tavolo dei dolci e i suoi tre compagni si inzuppavano a vicenda.

Dall’altra parte, i Taco, osservando la scena, non riuscirono più a trattenersi a loro volta. Anna, Xander, Paul e Sunry liberarono lo stomaco. Lucy e Stephanie strillarono si allontanarono seguendo l’esempio di Rosa, mentre Jericho rimase sdraiato nel bel mezzo del fuoco incrociato.

Seth ritornò in quel momento, trovandosi di fronte quello spettacolo desolante, mentre Tonya rideva sguaiatamente. Pure George strisciò lentamente tra alcuni cassonetti dei rifiuti in lontananza, per osservare la scena.

Le risate di Chris riecheggiarono tramite tutti gli altoparlanti del parco. «Accidenti, che razza di ecatombe! Travis, Kristy, Haru, Xander, Sunry, Anna e Paul, siete tutti eliminati dalla gara! I Boxer ora si trovano in vantaggio numerico, e hanno anche mangiato il maggior numero di dolci! Per i Taco si mette davvero male.»

Stephanie osservò il tabellone, che sanciva solamente più mezz’ora di tempo. Sbiancò.

 

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Confessionale Stephanie:

«Se solo Edward fosse ancora con noi…» mormorò la Gentile, premendosi le tempie. «Lui saprebbe cosa fare! Non abbiamo più tempo, i dolci sono ricoperti di vomito e siamo anche in inferiorità numerica! Temo… temo proprio che… sia giunta la fine.»

 

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«Non è ancora finita» sussurrò Lucy, anche lei con lo sguardo fisso sul tabellone. Stephanie si voltò verso di lei, sorpresa. La Provocatrice la ignorò e cose da Jericho, aiutandolo a rialzarsi malgrado fosse ricoperto dalla testa ai piedi di vomito. «Ehi, Hippie. Ce la fai?»

«Mi sento… contaminato…» sussurrò Jericho, tastandosi il petto.

«Ma non mi dire…» Lucy roteò gli occhi, per poi voltarsi verso la Gentile. «Tu. Muoviamoci. Abbiamo ancora tempo per recuperare.»

«Vuoi… vuoi davvero mangiare quella roba?!» Stephanie indicò il tavolo, atterrita.

«Abbiamo altra scelta?» rispose Lucy, seria in volto. La mora osservò la propria compagna stupita. Non credeva che lei avrebbe mai potuto dimostrare quel tipo di atteggiamento, non dopo quello che era successo. Forse… forse si era sbagliata, su di lei. Anche la Provocatrice era una che faceva gioco di squadra. E… e anche lei stessa, lo era.

Lucy, con una smorfia disgustata, raccolse una caramella e cercò di ripulirla come meglio poteva, per poi provare ad avvicinarla alla bocca. Tuttavia, quando se la ritrovò a pochi centimetri dalle labbra, distolse lo sguardo. «Maledizione, non ci riesco! È… è troppo disgustoso!»

Stephanie la osservò mentre si sforzava di mangiare quel dolcetto, tuttavia senza risultati, e realizzò cosa doveva essere fatto. «Lucy» la chiamò.

La Provocatrice si voltò verso di lei, sollevando un sopracciglio. «Che c’è ancora? Non abbiamo più tempo da perd…»

«Imboccami.»

«Cosa?!» esclamò Lucy, credendo di aver capito male.

Stephanie sospirò profondamente, stringendo i pugni. «Devi… devi imboccarmi con la forza. È l’unica possibilità che abbiamo. Io non riuscirò mai a mangiare quella roba di mia volontà.»

Lucy la osservò a bocca aperta. Scrutò prima lei, poi i dolcetti. «Ne sei… ne sei davvero sicura?»

Raccogliendo tutta la forza di volontà che le era rimasta, Stephanie annuì. «Sì. Jericho.»

Jericho, ancora intento a tastarsi il petto, si voltò verso di lei. «Mh? Sì sorella?»

«Tienimi ferma.»

«Perché?»

«Perché…» Stephanie volle quasi spiegargli il suo piano, ma dubitava altamente che quello avrebbe capito. «… devo liberarmi del male dentro di me» disse invece, sperando che parlando nella sua lingua, lo Hippie potesse essere più d’aiuto. E la cosa funzionò.

«Non dire altro.» Jericho le arrivò alle spalle e la afferrò per le braccia. «Da qui non scappi, sorella. Lascia che la mia energia positiva ti purifichi.»

«Ehm… grazie…»

La Provocatrice osservò la scena atterrita. «Ok. Voi due state davvero male…» Afferrò una manciata di dolcetti e si avvicinò a Stephanie, per poi sorriderle mentre cercava di ripulirli il più possibile. «Avventato da parte tua chiedere alla persona che ti ha giurato vendetta di propinarti dei dolcetti al vomito.»

«Beh… speravo anche di poter pareggiare i conti con te, in questo modo…» ammise la Gentile, ricambiando il sorriso.

«Oh, credimi. Se da qui ne usciamo vivi, non solo avrai pareggiato, ma sarò anche in debito con te.»

Stephanie annuì. «Bene allora. Diamoci dentr…» Non riuscì nemmeno a finire di parlare che Lucy le aveva già messo in bocca due dolcetti. La Gentile sgranò gli occhi, colta alla sprovvista. Fortunatamente, i dolci mantennero buona parte del loro sapore originale, anche se il retrogusto acido era comunque presente, e non era certo dei migliori.

La mora masticò e deglutì a fatica, mentre un saporaccio terribile prendeva vita nel suo palato, ma la sfida non era ancora finita. «Ecco che arriva l’aeroplano!» esclamò Lucy, propinandole altri dolcetti. Stephanie cominciò a dimenarsi, credendo che forse la sua non era stata una buona idea, ma Jericho tenne salda la presa.

«Il cammino per la pace interiore è molto lungo e tortuoso, sorella. Devi tenere duro.»

Stephanie volle quasi mandarlo al diavolo, in barba al suo soprannome della Gentile, ma Lucy non le concesse tale lusso e le fece mangiare altri dolcetti. Probabilmente la Provocatrice se la stava spassando in quel momento.

Osservando cosa stava accadendo, il resto dei Taco rimasero atterriti, e lo stesso fecero i Boxer. «Quelli ci raggiungono!» esclamò Rosa, indicandoli. «Dobbiamo aumentare il distacco!»

«Io non mangio quella roba» sbottò Seth, indicando i dolci avvelenati.

«Ma… Seth…» mormorò Rosa, osservandolo.

«E io nemmeno. Ne ho abbastanza di roba disgustosa» fece eco Tonya, per poi sorridere. «Però… potremmo trovare qualcuno da imboccare! Ed io ho già una mezza idea di chi potrebbe essere…»

Sentendosi chiamato in causa, George sussultò terrorizzato, per poi nascondersi dentro il cassonetto dei rifiuti.

«Non abbiamo tempo per metterci a cercare quel babbeo di George» sbottò Seth, adirato.

«Io veramente pensavo a te…» Tonya indicò il silenzioso, per poi sogghignare. «O hai forse paura?»

«Perché non lo fai tu allora, visto che ti credi tanto in gamba?»

«Ragazzi, vi prego…» mormorò Rosa, cercando di calmare le acque, ma i due ormai erano distanti anni luce da lei.

«Fallo tu.»

«No, tu.»

«No, tu!»

«No, TU!»

«Ok, cambio!» esclamò Lucy, smettendo di imboccare Stephanie, la quale stava quasi per svenire. La Gentile la osservò spaesata. «Ehm… c-cosa?»

«Non puoi continuare così, finirai col lasciarci lo stomaco, e inoltre non voglio lasciare tutta la gloria a te. Scambiamoci di ruolo.»

«Ne… ne sei sicura…?»

La Provocatrice sorrise determinata. «Sì.»

Un tenue sorriso nacque anche sul volto di Stephanie. «Va bene allora. E… grazie.»

«Meno chiacchiere e più azioni. Hippie. Ho un sacco di male dentro di me da scacciare.»

«Accidenti, le ombre sono molto più potenti di quello che pensassi! Non temere sorella, ti aiuterò io!»

Ora fu Stephanie quella a ritrovarsi i dolcetti in mano. «Ok, sei pronta?»

Lucy annuì. «Pronta.»

Stephanie cominciò ad imboccarla, ovviamente cercando di ripulire le caramelle il più possibile. Lucy fece immediatamente un verso disgustato. «Maledizione, ma questa roba è terribile!»

«Lo so» replicò la Gentile, sorridente, per poi propinarle altri dolcetti. «Scusami.»

«Non serve che ti scus…» Lucy sgranò gli occhi, mentre Stephanie la imboccava nuovamente, questa volta con una caramella piccante. Alcune lacrime scesero dagli occhi della Provocatrice, la cui faccia era diventata rossa come un peperone.

«Oh, no! Vuoi che mi fermo?» domandò Stephanie, osservandola preoccupata.

Lucy ciondolò con la testa per un istante, per poi sgranare gli occhi, rendendosi conto che il palato in fiamme le impediva di sentire altri gusti. «Continua!» gridò, facendo trasalire la Gentile.

«Ehm… ok.»

I Taco, osservando i loro rimanenti compagni darsi da fare, si riempirono di speranza e cominciarono a fare il tifo per loro. Osservando le due ragazze fare gioco di squadra in quel modo, malgrado i loro trascorsi, Anna e Sunry sorrisero.

 

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Confessionale Anna:

La Rilassata si asciugò alcune lacrime da sotto gli occhi. «Lucy e Stephanie, nemiche/amiche! Sono commossa…»

 

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«Mangiali tu!»

«TU!»

«TU!»

«Ragazzi…»

«TU!»

«TU!»

«Ragazzi vi prego…»

«TU!»

«TU!»

«RAGAZZI!»

Rosa era disperata. Si voltò verso il resto dei Boxer, per poi osservarli implorante. «Vi prego, datemi una mano…»

Kristy la trucidò con lo sguardo, mentre Haru la osservò con indifferenza. Travis era ancora a terra dolorante, probabilmente isolato nella sua dimensione.

L’Iperattiva sposto lo sguardo verso i Taco, amareggiata dal fatto che la sua squadra non fosse unita come la loro. Forse l’alleanza con Seth era davvero l’unica possibilità che aveva, anche se avrebbe preferito che il suo compagno si comportasse in maniera più matura in quel momento.

Una sirena trillò all’improvviso, facendo sussultare tutti i presenti. Il tempo segnato dal tabellone aveva raggiunto lo zero, il che significava solo una cosa: la sfida era giunta al termine.

«Concorrenti, basta ingozzarvi! La sfida è finita! Ma chi ha mangiato più dolcetti?»

«Mh? Dolcetti?» domandò Jericho, confuso, mentre Lucy si liberava da lui. «Quali dolcetti?»

«E con un incredibile colpo di scena, i Taco hanno recuperato l’irrecuperabile, vincendo la sfida!»

Lucy e Stephanie sgranarono gli occhi, per poi osservarsi sbigottite. Dopo diversi istanti, entrambe cominciarono ad urlare di gioia, stritolandosi in un abbraccio, che tuttavia durò ben poco. Le due ragazze si staccarono di colpo, giusto un secondo prima di vomitarsi addosso a vicenda. Tuttavia, neppure quello riuscì a interrompere la surrealità di quel momento, perché scoppiarono tutte e due a ridere. Il resto dei Taco arrivò esultando come non mai, e nel giro di poco tempo i tre superstiti della squadra furono travolti dal resto dei compagni.

«Siete state incredibili!» esclamò Paul, sollevando un pugno, mentre Sunry sorrideva entusiasta.

«Ottimo lavoro Raggio di Luna!» Xander sollevò entrambi i pollici.

Anna diede una pacca sulla spalla di Jericho. «Anche tu sei stato bravo.»

Lucy salutò i Boxer con un ghigno provocatorio, degno del suo soprannome, dopodiché il resto dei Taco si allontanarono continuando ad esultare

«Bene, cari Boxer. Ci vediamo più tardi per la vostra cerimonia di eliminazione! Mi raccomando, siate puntuali!»

I Boxer rimasero in silenzio, osservandosi tra loro. Perfino George tirò fuori la testa dal suo nascondiglio. Rosa cadde in ginocchio, disperata.

 

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Confessionale Rosa:

«Non… non è giusto...» mormorò l’Iperattiva, per poi sospirare. «Anche se forse… forse… è la nostra punizione per quello che abbiamo fatto ad Edward.»

 

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Confessionale Seth:

«Non sono sorpreso, a dire il vero» borbottò il Silenzioso, appoggiando i piedi sul ripiano della biglietteria. «Malgrado l’eliminazione di Edward, la mia squadra non è riuscita ad approfittarne. L’unico che si è davvero dato da fare, a conti fatti, è stato Travis. Per quello che mi riguarda potrebbero essere eliminati tutti quanti meno che lui, e Rosa ovviamente. Inoltre… Tonya ha scoperto il barattolo di lassativo. Potrebbe essere un problema, per me. Farei meglio a liberarmene subito, oppure…» Seth sogghignò. «Tieni vicino gli amici, e i nemici ancora più vicino. Credo proprio di sapere come potermi liberare da questo impiccio, e prendere anche due piccioni con una sola fava.»

 

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«Allora, Boxer, pare che abbiate preso questo posto in simpatia, eh?» domandò McLean, ridendo divertito, mentre osservava la squadra sconfitta per la seconda volta di fila seduta sugli spalti in riva al ruscello. George era l’unico seduto in prima fila, mentre tutti gli altri, pure Tonya, erano seduti a debita distanza da lui e dalla sua puzza.

Gli sguardi omicidi che alcuni concorrenti rivolsero al conduttore non furono sufficienti a farlo smettere di ridere. «D’accordo marmaglia, conoscete la prassi. La persona che chiamerò dovrà venire a prendere il biglietto della Salvezza, chi invece riceverà il biglietto nero si farà un viaggio di sola andata nel Tunnel della Vergogna. Dunque. Il primo biglietto non può non andare all’eroe della squadra, ossia Travis!»

Il Logorroico, sdraiato sugli spalti in stato semi cosciente, sollevò un braccio in segno di trionfo, per poi farlo di nuovo cadere a peso morto.

«Mh. Non sembra passarsela molto bene. Carissima Kristy, ti dispiace portargli il suo biglietto mentre vieni a prendere il tuo? Sei salva anche tu!»

«Perché sono stata di nuovo nominata dopo quell’ameba?» sbottò la Sgarbata, mentre andava a prendere entrambi i biglietti.

«Perché mi diverto di più così» spiegò McLean, ridacchiando di nuovo.

«Tieni, idiota» mugugnò Kristy, dando il biglietto a Travis.

«Grazie…»

«Rosa!» L’Iperattiva tirò un sospiro di sollievo ed andò a prendere il suo biglietto.

«Seth!» Il Silenzioso prese il proprio premio.

«E… Tonya!» L’afroamericana sorrise compiaciuta. Prima della cerimonia aveva creduto che anche quella volta avrebbe rischiato l’eliminazione, o peggio, ma si era sbagliata alla grande. Andò a prendere il biglietto, mentre Seth la seguiva con lo sguardo.

Haru, realizzando di essere a rischio eliminazione, sgranò gli occhi. Si voltò verso la propria squadra, in cerca di spiegazioni, ma fu bellamente ignorato. «George! Di ritorno dalla terra dei morti?» domandò Chris al Perdente.

«A dire il vero, ho fatto tutto quello che ho fatto proprio per non finirci, nella terra dei morti…» borbottò il Perdente.

«Certo, tuttavia la tua scelta è costata cara alla tua squadra, visto che hanno perso la sfida.»

George sollevò le spalle. L’unica cosa che gli importava, era che Tonya non lo voleva più morto.

«Haru.» Chris spostò lo sguardo sull’asiatico, che assottigliò le labbra. «Malgrado tu ci abbia provato, in questa sfida, rischi comunque l’eliminazione. Ti sei chiesto il perché?»

«Certo.»

«E hai qualche idea su cosa possa aver portato i tuoi compagni a volere la tua eliminazione?»

«A dire il vero, no. Non ne ho nessuna. Immagino che tu mi abbia tenuto per penultimo solamente per far salire gli ascolti. È palese che sarà George ad andarsene. Questo idiota non ha fatto altro che nascondersi per tutto il giorno.»

«Beh… sì, è vero.» Chris piegò il capo, con aria di sufficienza. «Ma… no. Non proprio. L’ultimo biglietto della salvezza va a George.»

Il Belloccio sgranò gli occhi, mentre il Perdente si alzava in piedi urlando a pieni polmoni. «ALLA FACCIA TUA!» urlò, per poi correre a prendere il biglietto, ridendo sguaiatamente. Sarebbe stato un bel momento per lui, se solo non fosse inciampato rovinosamente.

Haru osservò atterrito il conduttore, poi i propri compagni. «Ma… ma che diavolo?! Perché avete eliminato me?! Dopo tutto quello che ho fatto io, e dopo tutto quello che hanno fatto loro…» ed indicò Tonya e George. «… voi volete liberarvi di uno dei vostri compagni di squadra migliori?!»

«Sì» sorrise Seth, per poi salutarlo con una mano. «Ciao ciao, Belloccio. È stato un piacere.»

Haru fece vagare lo sguardo sui propri compagni, basito.

«Non guardare me» sbottò Kristy, indicando Travis con un pollice. «Io ho votato lui.»

«Ed io ho votato…» Travis sollevò un dito, per poi abbassarlo di nuovo. «… non mi ricordo. Non sono nemmeno sicuro di aver votato, a dire il vero…»

Rosa distolse lo sguardo dall’asiatico, facendo di tutto per non incrociarlo.

«Loro non c’entrano niente, Haru.» Seth si alzò in piedi. La sua espressione sembrava quella di un serpente. «Ho convinto io Tonya e George a votare per te.»

«Proprio così» annuì Tonya, sogghignando. «Hai finito di fare il duro, Belloccio

«Tornatene dalla tua Helen, ammesso e concesso che a quella vada ancora bene essere la fidanzata di un perdente» rincarò la dose George, di nuovo in piedi.

L’asiatico strinse i pugni. Osservò prima George, poi Tonya e poi, per finire, Seth. «L’hai fatto per sbarazzarti di me, vero? Avevi paura che potessi rappresentare un problema per te in futuro, una volta che le squadre si sarebbero sciolte, ho indovinato?»

Seth gettò il capo all’indietro, ridendo freddamente. «Amico, mi sa che ti stai sopravalutando un po’ troppo. Non sei mai stato un pensiero, per me. Semplicemente… ci eravamo stancati del tuo atteggiamento, del tuo modo di osservarci tutti dall’alto, quando in realtà perfino tu facevi ben poco per noi. Non sei mai stato indispensabile per la squadra, mai. Sei solo capace a far prendere aria alla bocca, senza tuttavia fare lo stesso con il cervello. Per tutto questo tempo ti sei creduto speciale, ma la realtà è ben diversa. Non sei molto diverso da quelli che tu ritieni siano la causa del declino della squadra. La verità, Haru, è che non vali niente di niente, né come concorrente, né come persona.»

L’espressione dura svanì ben presto dal volto di Haru, lasciando spazio ad una più sconfortata.

«Accidenti, Seth!» esclamò Chris, ridendo nuovamente. «A questo punto credo proprio che sia ora di modificarti il soprannome da Silenzioso a Serpe!»

Seth sogghignò, mentre George si voltò verso il conducente. «Ehi, potrei avere anche io un nuovo soprannom…»

«Assolutamente no. Chef, ti prego, accompagna il fu Belloccio al suo mezzo di trasporto.»

Il cuoco roteò gli occhi, per poi avvicinarsi ad Haru. L’asiatico osservò ancora una volta tutti i presenti, per poi sospirare e chinare il capo.

«Scusa Haru…» mormorò Rosa a bassa voce, per non farsi sentire. Perfino Kristy lo osservò dispiaciuta per lui. Malgrado tutto, era dura vedere il Belloccio così abbattuto. La Sgarbata spostò lo sguardo su Seth, per poi osservarlo quasi disgustata. Certo, quella era una competizione, ma il Silenzioso, o meglio, la Serpe aveva comunque esagerato con le sue parole.

Haru salì sulla barca e Chef sciolse gli ormeggi. Il Belloccio venne ben presto inghiottito dal tunnel. Seth, Tonya e George ridacchiarono, mentre Rosa si alzava e si allontanava quasi indispettita dal resto della squadra. Kristy si strinse nelle spalle e spostò lo sguardo su Travis, pensierosa.

Mentre Chris sproloquiava di fronte alla telecamera in merito alla sfida conclusa e al concorrente eliminato, l’iperattiva raggiunse una tenda situata in un angolo tranquillo del parco. Al suo interno trovò alcuni lettini di ospedale ed Edward in piedi, girato di spalle, rivolto verso un televisore ove era presente l’immagine di Chris.

«Ehi.» Rosa lo chiamò, facendolo voltare. Non appena si accorse di lei, l’Apatico sorrise. «Ehi. Che ci fai qui?»

«Volevo assicurarmi che tu stessi meglio. Sai, dopo averti visto star male in quel modo… mi sono preoccupata.»

«Tranquilla, ora è tutto ok.» Edward le rivolse un cenno del capo. «Grazie per il pensiero.»

Rosa si sentì avvampare. Spostò lo sguardo da lui. «F-Figurati…»

«Sono felice che tu sia ancora in gara» proseguì l’Apatico, avvicinandosi a lei ed incrociando le braccia.

«D-Davvero?» mormorò lei, sorpresa.

«Certo, perché non dovrei? Sei una in gamba, sento che in un futuro non troppo lontano potrai darmi parecchio filo da torcere. Sarà divertente, ed un privilegio, poter gareggiare con te.»

«Beh… anche Haru era un buon concorrente, ma è stato comunque eliminato.»

Edward sollevò le spalle. «Seth vuole sbarazzarsi di tutta la concorrenza il prima possibile. Ha detto di non temere Haru, ma sono certo che in realtà non fosse così.»

Rosa annuì, pensierosa. In effetti… Edward non aveva tutti i torti. Seth voleva sbarazzarsi di tutti i suoi possibili avversari più grandi, Haru era il primo, ed il secondo… poteva essere proprio lo stesso Edward. E quando ripensò alla famosa caramella mangiata dall'Apatico, Rosa sgranò gli occhi, realizzando qualcosa che fino a quel momento le era sfuggito.

«Tutto bene?» le domandò l’Apatico, notando la sua espressione.

La Boxer trasalì. «Ehm, sì, sì… grazie, comunque. Anche per me sarà un piacere gareggiare con te.»

Il castano sorrise ed annuì. I due ragazzi si osservarono negli occhi ancora per un breve momento, dopodiché l’Iperattiva si schiarì la gola. «B-Beh… meglio che vada ora. Non vorrei mai che la mia squadra cominciasse a cercarmi.»

«Ma certo. Anche io dovrei raggiungere i miei compagni, tra l’altro. So che non te ne importerà molto, ma… sono colpito da Lucy e Stephanie. Non credevo che avrebbero potuto fare gioco di squadra in quel modo.»

«Nemmeno io, ad essere sincera.» Rosa osservò Edward quasi ammirata. «Tutto merito del capitano.»

L’Apatico ridacchiò. «Può darsi...»

I due ragazzi uscirono insieme dalla tenda. «Buona notte allora» salutò Edward.

Rosa chinò il capo. «Buona notte.»

I concorrenti si separarono, prendendo direzioni opposte. Da dietro la tenda, poco dopo, sbucò fuori Seth, che aveva sentito ed osservato tutto quanto. La Serpe assottigliò le labbra, per poi prendere una terza direzione, svanendo nella notte.

 

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Confessionale Seth:

«Credo che Rosa stia cominciando a prendere Edward in simpatia… potrebbe essere un problema per me… o forse…» La Serpe sogghignò. «… esattamente quello di cui avevo bisogno.»

 

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Confessionale Rosa:

«Non voglio dirlo apertamente, ma…» L’Iperattiva sospirò. «… tutti quanti abbiamo mangiato tonnellate di caramelle, ma solamente Edward è stato male in quel modo. Credo… credo che la caramella che mi ha dato Seth non fosse davvero opera di Chris, ma di Seth stesso, e che... che lui mirasse a molto di più che farlo semplicemente eliminare dalla sfida. Lui lo voleva direttamente fuori dal reality. Ed ora che a quanto pare ha fatto amicizia con George e Tonya, potrebbe perfino non avere più bisogno di me. Devo fare attenzione, o potrei fare la stessa fine di Haru.»

 

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Il faccione sorridente di Chris McLean occupò lo schermo. «Oh oh, la situazione inizia a farsi davvero interessante! Alleanze, intrighi, misteri, pugnalate alle spalle! Sono proprio curioso di vedere cosa succederà adesso! Cosa accadrà adesso? Come si evolveranno le varie alleanze? I Taco rimarranno ancora imbattuti? L’amicizia tra Lucy e Stephanie esiste davvero? Chi sarà il prossimo eliminato? Chi vincerà il milione di dollari? Se volete scoprirlo, non vi resta che una cosa da fare, restate sintonizzati qui, con noi, su A tutto Reality…»

Ripresa aerea. «BLIZZARD PARK!»







Ammetto che forse l'eliminazione di Haru così presto è stata... esagerata? Molto inaspettata? Ma col senno di poi, non era un personaggio che sarei riuscito a sfruttare al meglio, complice anche il fatto che era un OC inviatomi da un'utente tanto tanto tempo fa, spero che, nel remoto caso in cui lei stia leggendo, non se la prenda a male.
A dire il vero, i due concorrenti che miravo ad eliminare per primi erano *rullo di tamburi* proprio George e Tonya, in quest'ordine, tuttavia ho scoperto di trovare divertente la scrittura di questi due personaggi, in particolare quella di George, il cattivo sfigato, che per ogni cosa figa che gli succede gliene capitano cinque brutte, un po' come Max di Pahkitew, insomma. Questo, naturalmente, non significa nulla. L'ho salvato per queste due sfide, vero, ma la prossima potrebbe proprio essere quella buona, e lo stesso vale per Tonya, chi può dirlo. Ci sono ancora parecchi concorrenti in gara, del resto, che potrebbero vincere.
Ora, ho notato che Edward è il preferito di diversi, mi piacerebbe sapere, oltre a lui, chi preferite, e chi pronosticate per la vittoria? Sono curioso! Bene, ho detto tutto, alla prossima!

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Capitolo 10
*** Sfida a coppie (pt1) ***


«Nell’ultima puntata…»

La voce fuoricampo di Chris cominciò a farsi udire, mentre il conduttore raccontava i fatti avvenuti la puntata precedente, ovviamente sempre cercando di rendere sé stesso lo show principale, usando un tono di voce che definire solenne sarebbe stato un eufemismo. Le immagini raffiguranti la gara di abbuffata cominciarono ad apparire sullo schermo, mentre l’uomo proseguiva: «Ci sono stati alcuni alti ed alcuni bassi tra i nostri concorrenti. I membri dei Boxer, la squadra che credevamo avrebbe dominato il reality, sembrano non riuscire affatto a trovare un punto in comune, mentre i loro avversari, malgrado la sparizione prematura del loro capitano, sono riusciti a strappare ancora una volta la vittoria, grazie ad un ottimo gioco di squadra che ha rafforzato ulteriormente il loro legame.»

I Taco che festeggiavano gioiosi, radunati attorno a Stephanie e Lucy rubarono la scena per un momento, per poi cederla ad Edward e Rosa, intenti a discutere nell’infermeria: «E mentre alcuni concorrenti sembrano essersi scordati di essere in squadre avversarie…» L’immagine cambiò nuovamente, mostrando Seth che, con un sorriso diabolico, dava l’ultimo saluto ad Haru. «… altri sembrano perfino essersi scordati di essere in una squadra.  Accidenti Seth, sei davvero stato crudele! È per questo che sei uno dei miei preferiti, del resto. E con l’eliminazione di Haru, i Boxer si trovano in una fase di netta inferiorità numerica. Saranno loro ad ottenere la vittoria questa volta, oppure cadranno di nuovo ai piedi dei Taco, venendo mutilati ulteriormente? Cosa succederà all’alleanza tra Seth e Rosa? L’amicizia tra Lucy e Stephanie, durerà fino alla fine del reality, o questo è solo un fuoco di paglia? Chi sarà il prossimo eliminato? Beh, non vi resta altro che rimanere sintonizzati a questa nuova, meravigliosa, puntata di A Tutto Reality Blizzard Park!»

Sigla I Wanna Be Famous e dissolvenza

 

 

Sfida a coppie (pt1)

 

 

«Allora!» Davanti ai dormitori, Chris allargò le braccia, con il suo classico sorriso smagliante stampato sul volto. «Vi starete chiedendo perché vi ho fatti riunire qui, ho ragione?»

I concorrenti, disposti lungo due file diverse l’una di fronte all’altra, una per squadra, mugugnarono in assenso.

 

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Confessionale Edward:

«Sarà meglio che non sia per qualche altra sfida a tema vomito» borbottò l’Apatico, appoggiando una gamba sul ripiano di fronte a lui. «O potrei incavolarmi.»

 

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Confessionale Rosa:

L’iperattiva sospirò pesantemente. «Dopo l’eliminazione di Light, credevo che la nostra squadra fosse diventata più unita. Ero perfino quasi riuscita ad andare d’accordo con Kristy. Ed invece abbiamo perso di nuovo, ed ora la situazione è perfino peggio di prima. Tutti quanti si guardano con diffidenza, non c’è più alcuna fiducia tra noi, e se Seth, Tonya e George hanno davvero deciso di unire le forze, allora per me, Travis e Kristy potrebbe mettersi davvero male.»

 

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Confessionale Jericho:

Lo Hippie si stiracchiò, sbadigliando sonoramente, senza portare, stranamente gli occhiali da sole. I suoi occhi castani erano completamente privi di protezione. «Sbaglio, o questa è davvero una splendida giornata? Ahhh. Mi sento davvero alla grande! … ehi ma… aspetta un attimo…»

 

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«Beh, sicuramente non è per invitarvi a prendere un caffè nella mia magione» stava dicendo nel frattempo Chris. «Per la sfida di oggi, sarete divisi in coppie.»

Diversi gemiti di sorpresa si sollevarono tra le squadre. «E, ovviamente, il tutto quanto sarà randomico! O quasi…» aggiunse Chris a bassa voce, per poi sghignazzare. Con un telecomando apparso dal nulla sulla propria mano, accese uno dei suoi fidati schermi sparpagliati per tutto il parco, sul quale cominciarono ad apparire i volti dei vari concorrenti.

Le coppie cominciarono lentamente a venire fuori: Paul e Stephanie, Xander e Lucy, Edward e Sunry, Jericho ed Anna dalla parte dei Taco.

Seth e Tonya, George e Kristy, Rosa e Travis dalla parte dei Boxer.

I membri di ciascuna coppia cominciarono a guardarsi tra loro, confusi. In particolare Sunry pareva piuttosto sconvolta.

 

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Confessionale Sunry:

«Sarò… in coppia con Edward?» domandò la Timidona, sorpresa.

 

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Confessionale George:

«Sono sorpreso di non essere finito in coppia con Tonya, ad essere sincero…» cominciò il Perdente, stranamente calmo. Fino a quando un sorrisetto cominciò a prendere lentamente forma sul suo volto. «SÌÌÌÌÌÌÌÌÌÌÌÌÌÌÌÌÌÌÌÌ! WOHOOOOOOO» urlò alzandosi in piedi sulla sedia e saltellando come un pazzo fino a quando la sedia non si rovesciò e il moro cadde rovinosamente a terra.

 

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«Per comodità assegnerò un nome ad ogni coppia: dalla parte dei Taco, Stephanie e Paul saranno i Garbati, Xander e Lucy gli Psicopatici, Edward e Sunry gli Asociali, Jericho ed Anna gli Inebetiti.» Diversi versi di disapprovazione si sollevarono tra i concorrenti chiamati in causa, esclusi Jericho, che continuava a guardarsi attorno confuso, quasi allarmato, e Sunry ed Edward che, come il loro soprannome suggeriva, non erano molto inclini all’interazione sociale.

 

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Confessionale Anna:

«Non è carino quello che Chris ha fatto!» protestò la Gentile, puntando le mani sui fianchi. «Io non sono un’ebete! Certo, magari Jericho, qualche volta, può essere un po’ lento di riflessi… ok, quasi sempre lo è, ma non è comunque una cosa di cui prendersi gioco!»

 

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«Dalla parte dei Boxer, Seth e Tonya saranno i Pestacarne, Travis e Rosa i Rompiscatole e Kristy e George i Piagnucoloni.»

«Cosa?!» sbottò Kristy, piantandosi le unghie nelle braccia da quanto le strinse. «Io non mi lamento mai!»

«Già, neanche i…»

Le risate sguaiate del conducente e di tutti gli altri concorrenti interruppero la protesta di George, che incassò la testa tra le spalle imbarazzato.

«Però è simpatico qualche volta» commentò Xander, sghignazzando.

«Grazie per il siparietto George, davvero gentile, ora se non vi dispiace, tornerei a spiegarvi la sfida, se non avete domande, naturalmente.»

«Sì» rispose ancora Kristy. «Visto che io sembro essere l’unica, qui, che cerca di usare il cervello, e se questo mi rende una "piagnucolona", allora aiutami cielo, vorrei che tu ti ricordassi che loro sono quattro coppie, mentre noi siamo tre.»

«Esatto Kristy. Non c’è di che» replicò il conducente, con un sorriso smagliante.

La Sgarbata sollevò un sopracciglio. «Ehm, cos…»

«Dunque, ogni coppia verrà indirizzata verso una differente attrazione, dove dovrà affrontare una determinata sfida, per ottenere…» Chris estrasse dalla tasca un plico di biglietti dorati. «… questi. Ciascun biglietto vi garantirà l’accesso nel salone multimediale, questa sera, dove avrete l’onore di assistere ad una prima cinematografica della mia autobiografia! Chi non si presenterà, naturalmente, causerà la sconfitta della propria squadra.

Altri mugugni infastiditi si sollevarono tra i concorrenti, probabilmente non molto entusiasti all’idea di guardare un film dedicato a McLean, quella sera.

«Quindi… essere in inferiorità numerica, per loro, è un vantaggio» osservò Stephanie. «Hanno meno biglietti di cui preoccuparsi.»

«Esatto Stephanie, vedo che non te ne scappa una!» replicò il conducente, sarcastico, strappando un’espressione offesa dalla mora. «Visto che i poveri Boxer sono degli incapaci totali, la direzione ha deciso di concedere loro un piccolo vantaggio durante questa sfida per tenere alti gli ascolti. Una partita dall’esito chiaro sin dall’inizio non è affatto interessante, voi non trovate?»

«Ma… ma non è giusto!» esclamò Lucy, pestando i piedi. «Noi abbiamo vinto giocando lealmente! Se loro sono delle schiappe non è colpa nostra!»

«A chi hai dato della schiappa, gallina?!» sbottò Kristy, puntandole contro un dito.

«Proprio a te!»

«Ok mozzarella!» Tonya sbatté la mano chiusa a pugno contro il palmo. «Hai chiuso!»

Chris, infastidito, sollevò entrambe le mani. «Datevi tutti una calmata, o vi trasformo tutti in assistenti, come dice il vostro contratto. Abbiamo sempre bisogno di assistenti, qui.»

L’idea di trasformarsi negli schiavi privati di McLean non parve piacere alle ragazze, perché smisero istantaneamente di litigare.

«Contratto? Quale contratto?» domandò Travis, confuso.

«Quello che vi ho fatto firmare subito dopo la formazione delle due squadre, non ricordi? Le telecamere erano spente, purtroppo, il nostro montatore ha fatto un disastro e sia quella parte che quella in cui i vostri conoscenti vi hanno portato bagagli e vestiti, sono andate perdute. Ma comunque…» Chris estrasse un contratto ancora arrolato dalla tasca dei pantaloni, per poi mostrarlo in tutto il suo splendore ai concorrenti. «… eccolo qui. Perciò vedete di tapparvi la bocca e di smettere di lamentarvi, o vi mando tutti sull’Isola a spalare rifiuti radioattivi.»

«Ehm… ma quante cose hai in tasca?» domandò Rosa, perplessa.

«Oh, un sacco! Caramella?» domandò il conduttore, estraendo un dolcetto gommoso sempre dalle tasche, per poi inghiottirlo, sghignazzando. Cambiò dopodiché canale sullo schermo, mostrando una mappa del parco, dove erano indicate tutte le zone in cui le varie coppie avrebbero dovuto dirigersi. «Ecco a voi le vostre mete. Ogni schermo del parco presenterà la stessa immagine, perciò non avrete problemi a trovare la vostra destinazione. La sfida si concluderà questo pomeriggio, perciò avete un paio d’ore di tempo. Non appena annuncerò la conclusione, dovrete presentarvi al salone, e chi sarà a mani vuote porterà la propria a squadra a rischio eliminazione. Nel caso coppie di entrambe le squadre falliscano le proprie sfide, allora a rischio eliminazione sarebbe la squadra dove più coppie hanno fallito. In caso di parità, toccherà ai capitani sbrigarsela.»

A quelle parole, Edward drizzò il capo, indirizzando lo sguardo verso di Tonya, che si trovava convenientemente vicino a Seth. Osservò entrambi, ed entrambi osservarono lui, con l’afroamericana che faceva segno di spezzargli le ossa, mentre Seth gli rivolgeva un sorrisetto provocatorio. Edward grugnì.

 

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Confessionale Edward:

«So perfettamente come ha reagito Seth dopo la mia eliminazione dalla scorsa sfida» borbottò il castano, osservando la telecamera serio in volto. «E so anche che non gliela farò assolutamente passare liscia, alla "Serpe".»

 

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«Beh, concorrenti, divertitevi!» esclamò Chris, poco prima che un suono di trombetta esplodesse dagli altoparlanti, costringendo i concorrenti a tapparsi le orecchie infastiditi. Un elicottero pilotato da Chef scese di quota sopra tutti loro all’improvviso, ed una scaletta di corda venne fatta scendere per permettere a McLean di arrampicarvisi sopra.

«Quanto lo odio…» mugugnò Tonya, osservando il velivolo allontanarsi per il parco.

Seth storse le labbra in un’espressione infastidita, ma non era dovuta al comportamento del conducente, bensì al fatto che fosse in coppia proprio con la Schiaccianoci.

«Beh, buona fortuna allora» disse Paul a bassa voce, rivolto a Sunry. La Timidona trasalì, accorgendosi solo in quel momento del fatto che Edward si stava già allontanando. Rantolò qualcosa in direzione dell’Amicone, forse dei ringraziamenti, e corse dietro all’Apatico.

Paul la seguì con lo sguardo, pensieroso, per poi venire affiancato da Stephanie, che gli sorrise.

«Li faremo a pezzi!» esclamò Xander, stringendo i pugni, con un sorriso sadico.

«Sì!» rispose Lucy, poco prima che i due corressero verso la loro destinazione.

 «Allora Jericho, sei pront…» Anna interruppe la propria domanda, quando si rese conto dell’aria smarrita del suo partner. «Ehm… Jericho? Tutto ok?»

Quello si voltò di scatto verso di lei, come un animale distratto da un rumore improvviso. La osservò con i suoi occhi privi di occhiali da sole, con lo sguardo sconvolto. L’afroamericano si avventò su di lei, afferrandola per le spalle, con una rapidità completamente inaudita da parte sua. «Anna?» domandò, sbigottito.

«Ahm… sì?»

«Sono le dieci del mattino?»

«Sì…»

«E il cielo è sereno??»

«S-Sì… perch…»

«E la tua pelle è pallida e i tuoi capelli sono neri???»

«S-Sì… c-che succede Jericho, mi stai spaventan…»

«Come sono i miei occhi?!» interrogò ancora lui, inquisitorio. «Sono rossi? Almeno un poco?»

«B-Beh…» La Rilassata scrutò gli occhi del compagno, per poi scuotere il capo. Doveva dire che i suoi occhi scuri sarebbero quasi stati belli, se solo non fossero sembrati così spiritati. «N-No, non sono rossi… sono normalissimi…»

«OH, NO!» gridò Jericho, separandosi da lei di colpo, per poi mettersi le mani tra i capelli. «Sono lucido! SONO LUCIDO! Vedo il mondo proprio come lo vedete voi! È… è orribile! È Terrificante! È MOSTRUOSO! MA come fate a vivere così?!»

Anna sollevò le mani, non avendo la minima idea di come reagire a quelle parole. «J-Jericho, per favore, devi calmart…»

«AAAAHHHHHH!» ululò lo Hippie, per poi correre via a tutta velocità verso quella che, fortuitamente, era la destinazione verso cui la coppia doveva dirigersi.

«Jericho!» lo chiamò lei, senza ottenere alcun risultato.

 

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Confessionale Anna:

La Rilassata osservò la telecamera, sconvolta. «Ma… ma cosa caspita…»

 

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I Boxer osservarono a loro volta la scena, senza parole, per poi scambiarsi tra loro alcune occhiatine perplesse.

«Muoviti, ameba…» sbottò Kristy all’improvviso, rivolta a George, che parve illuminarsi di luce propria. «Signorsì! Ehm… cioè, sissignora!» Il Perdente salutò Seth con un cenno delle dita ed un sorrisetto diabolico. «Divertiti con quel bisonte…» sussurrò, accennando a Tonya con il capo, per poi correre dietro alla bionda sghignazzando.

Seth fece una smorfia, un attimo prima che Tonya cominciasse a sbraitare al proprio partner di muoversi a raggiungere la loro destinazione. La Serpe abbassò il capo, cercando di celare il proprio sguardo omicida, e cominciò a seguire la Schiaccianoci.

«Beh, Travis, andiamo?» suggerì infine Rosa, con un sorriso un po’ impacciato, all’ingenuo compagno.

«Eh? Dove?» domandò il Logorroico, confuso. «E perché siamo rimasti solo noi due? Che sta…»

L’Iperattiva sospirò. Probabilmente non aveva ascoltato Chris, come al solito. Fece per spiegargli la situazione, quando un verso da lui emesso all’improvviso la costrinse a fermarsi di colpo.

«Aspetta! Mi stai… mi stai chiedendo di uscire con te?!» domandò lui, sbalordito.

«Eh?! Cosa?! N-No, no, io…»

«Beh, io sono già innamorato di Kristy ma… ma sì, accetto!» esclamò lui, saltellando sul posto. «Dove mi porti di bello?»

Rosa lo osservò sconvolta, senza parole. Cercò di raccogliere le idee e di trovare il modo migliore di spiegargli cosa, davvero, stesse succedendo, ma realizzando che sarebbe stato come parlare con un muro, lasciò perdere con un altro sospiro. «Forza, seguimi…» mugugnò, con il morale sotto terra.

Nel giro di pochi attimi, ogni coppia era già diretta verso la sua destinazione. Nella cabina di pilotaggio dell’elicottero, Chris, accanto a Chef, sghignazzò come suo solito alla telecamera. «A quanto pare i concorrenti sono tutti in marcia, splendido! Quali sfide attenderanno ciascuna coppia? Chi riuscirà ad ottenere i biglietti? I nostri beniamini riusciranno a collaborare, o nasceranno nuove frizioni tra loro? Restate sintonizzati, e lo scoprirete!»

 

***

 

PESTACARNE

Tonya continuava a blaterare di come avrebbero superato la loro prova grazie a lei e a come avrebbero distrutto i Taco e anche a come, quella, sarebbe stata la rinascita dei Boxer, ovviamente sempre grazie a lei, e Seth continuava a fare tutto il possibile per ignorarla.

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Confessionale Seth:

«Credo che Chris abbia formato le coppie in base ai caratteri di tutti noi, e che non ci sia stato nulla di casuale in tutto questo. Francamente, tra tutti i miei compagni credo che Tonya fosse la mia ultima scelta. Ma a quanto pare, non posso farci nulla. Se non altro, potrò approfittarne per tenerla d’occhio, ed assicurarmi di tenerla dalla mia parte, almeno fino a quando mi servirà. Sperando di non impazzire.» La Serpe assottigliò le labbra. «E sperando anche che, nel frattempo, Rosa non si ficchi in testa strane idee…»

 

_

 

«E comunque…» stava ancora dicendo Tonya. «… non pensare che tra noi si sia sistemato tutto, mozzarella. Solo perché ci siamo alleati per buttare fuori quel peso morto di Haru, non significa che siamo amici, adesso.»

«Oh, certo…» rispose Seth, roteando gli occhi. «Era Haru il peso morto…» La Serpe scosse impercettibilmente il capo, cercando di non farsi scorgere. Non perché avesse paura di lei, ma perché sapeva che se lei lo avesse visto avrebbe dato di matto e lui avrebbe potuto dire addio a quel poco di sanità mentale che ancora gli rimaneva. «Guarda, ci siamo…» Seth indicò il luogo verso cui erano diretti e, per la sorpresa di entrambi, quello era un posto che già conoscevano: il Doom Trap.

Seth sollevò un sopracciglio, perplesso, ma proseguì comunque verso l’attrazione. Sull’ingresso trovarono un monitor, spento, accanto alla porta. Non appena entrambi furono abbastanza vicini, questo si accese, rilevando il faccione sorridente di Chris.

«Bentornati al Doom Trap!» esordì, entusiasta.

Scettico, Seth fece per parlare, ma il conduttore lo interruppe: «Risparmiate il fiato, marmocchi, questo è un video preregistrato, preparato per l’occasione. Non ho alcun modo di sentire le vostre inutili chiacchiere. Però voi dovrete ascoltare me, molto attentamente, perché questo messaggio non verrà ripetuto. Dunque…» McLean parve controllare quelli che sembravano alcuni appunti. «… Pestacarne. Voi due vi siete creati l’alibi di quelli che non hanno assolutamente paura di nulla, sempre pronti a incutere timore e a rompere ossa. Beh, voglio proprio vedere se, dopo questa prova, avrete ancora il coraggio di continuare a fare i duri.»

«Ci siamo già stati lì dentro!» esclamò Tonya.

«Non può sentirti, è un video preregistrato…» mugugnò Seth, sospirando.

«E so cosa state pensando, avete già affrontato questa sfida, ma, vedete, alla luce degli ultimi eventi, abbiamo… come dire… deciso di "riaddobbare" gli interni. Sono certo che vi piaceranno da matti! Troverete i vostri biglietti all’uscita. Buona fortuna!»

Il monitor si spense. Seth osservò l’edificio spettrale, in silenzio. Non era affatto spaventato di entrare lì dentro. Non era sicuro, tuttavia, di poter dire lo stesso di Tonya, che spesso agiva in maniera opposta a come appariva. E se in quel momento voleva sembrare sicura di sé, allora le cose non si mettevano bene.

Seth sospirò nuovamente, poi si avviò verso l’ingresso. «Forza, andiamo.»

Tonya annuì, sorridente. «Sì, andiam… ehi! Chi ti ha detto che potevi darmi degli ordini?!»

La Serpe non rispose, svanendo dietro la soglia.

«Ehi! Ehi, mozzarella! Sto parlando con te! Ehi!» L’afroamericana grugnì di rabbia, per poi accorgersi di essere rimasta sola lì fuori. Si guardò un attimo attorno, quasi allarmata, per poi borbottare: «N-Non lasciarmi sola!» La Schiaccianoci corse dentro, svanendo a sua volta dalla visuale.

 

***

 

PIAGNUCOLONI

George doveva quasi correre per riuscire a stare al passo di Kristy. L’aveva chiamata almeno già dieci volte, chiedendole di rallentare, ma quella lo aveva bellamente ignorato per tutto il tempo.

La Sgarbata era furibonda, con tutto e tutti. Lo era con Chris, per aver rifilato loro quella sfida idiota, lo era con la sua squadra, per aver perso di nuovo, e lo era con Travis e Rosa, anche se senza motivo. Lo era e basta. Li odiava, tutti e due. Ed odiava anche l’idiota che le correva dietro. Ed odiava Tonya. E odiava anche Seth. E i Taco. Tranne Edward, che era troppo carino. Però forse un pochino odiava anche lui. In poche parole, voleva solo che quella giornata finisse ed al più presto, e se George avesse continuato a chiamarla e ad infastidirla, probabilmente per lui la giornata sarebbe finita parecchio prematuramente.  

Dopo quella che parve un’eternità, arrivarono alla loro destinazione, che però non pareva affatto un’attrazione. Sembrava più… un deposito di cianfrusaglie. Un piccolo casolare squadrato e grigio scuro, accanto al laghetto delle canoe. Kristy sollevò un sopracciglio, fermandosi, venendo finalmente raggiunta da George, che si piegò sulle ginocchia per riprendere fiato.

«Accidenti Kristy, perché non mi hai aspettat…»

«Sta zitto» lo liquidò lei, senza nemmeno voltarsi verso di lui, scrutando la baracca di fronte a lei, pensierosa. Credeva che ci fosse qualche errore, eppure, lo schermo accanto all’edificio non mentiva, quello era il luogo verso cui i "Piagnucoloni" dovevano dirigersi.

 

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Confessionale Kristy:

«Quanto odio il nostro soprannome…» mugugnò la Sgarbata, a denti stretti.

 

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Kristy sbuffò, spostando un ciuffo di capelli scivolato sopra i suoi occhi, per poi dirigersi verso la porta.

George la chiamò per la trilionesima volta, poi le corse dietro. «Non sono sicuro che questo sia…» Il Perdente si interruppe, quando si rese conto dell’interno dell’edificio. Era completamente spoglio, con pareti e pavimento grigie scure, completamente lisce. Solamente uno schermo appeso al muro di fronte a loro era presente.

La Sgarbata osservò il televisore perplessa, quando la porta si richiuse con un tonfo alle loro spalle, facendo sussultare George. Il Perdente cercò di riaprirla, sforzandosi e facendo dei versi a dir poco ridicoli, ma senza ottenere alcun risultato. «Dannazione, è sigillata!»

La bionda sollevò un sopracciglio, sempre più confusa, fino a quando il monitor si accese, mostrando il faccione perennemente sorridente di McLean. Non appena lo vide, Kristy si sentì di nuovo ribollire di rabbia. «McLean! Cosa diavolo sta…»

«Risparmiate il fiato, marmocchi, questo è un video preregistrato, preparato per l’occasione. Non ho alcun modo di sentire le vostre inutili chiacchiere. Però voi dovrete ascoltare me, molto attentamente, perché questo messaggio non verrà ripetuto. Dunque… Rompiscatole.»

George sgranò gli occhi, imitato da Kristy. «C-Cosa? Rompiscatole? Ma quelli non erano Rosa e Travis?»

Kristy scosse la testa, turbata quanto lui, mentre il video proseguiva. «La vostra sfida sarebbe molto semplice… se solo non foste voi due.» Un timer apparve sotto il volto di Chris, sancendo i trenta minuti. «Siccome entrambi avete la, fastidiosissima, abitudine di parlare sempre a sproposito e di irritarmi terribilmente, oggi dovrete fare qualcosa che, probabilmente, non avete mai fatto: dovete tenere le vostre maledettissime bocche chiuse per mezz’ora. Ogni volta che parlerete, dieci minuti verranno aggiunti al timer. Più parlerete, e più tempo trascorrerete qui dentro. Così imparerete quanto fastidiosi sapete essere certe volte.»

«Ehm…» cominciò George, un secondo prima che dieci minuti si aggiungessero al timer, facendolo salire a quaranta.

«Accidenti Travis, che cosa ti ho detto? Tappati la bocca!» esclamò McLean, per poi sghignazzare. «Non posso sapere per certo che tu abbia appena parlato, ma sono pronto a scommettere di sì.»

Kristy folgorò George con lo sguardo, che tuttavia insistette: «Ma questa sfida non è per noi! C’è stato uno sbaglio!»

Altri dieci minuti si aggiunsero al timer.

«E come diavolo facciamo ad uscire da qui?! La porta è bloccata!»

Altri dieci minuti. Più il timer si gonfiava e più Kristy pensava che avrebbe potuto compiere un omicidio proprio lì dentro.

«E poi…»

«GEORGE!» urlò Kristy, afferrandolo per il colletto e sbattendolo contro la parete. «CHIUDI LA BOCCA!»

Venti minuti si aggiunsero al timer, causando un urlo disperato da parte della Sgarbata, che non fece altro che aumentare ulteriormente il tempo. Da mezz’ora, erano passati ad un’ora e mezza. Kristy fu costretta a tapparsi la bocca da sola, prima di esplodere in un altro urlo che probabilmente avrebbe allungato il timer di qualche ora.

«Se riuscirete a completare la vostra prova, la porta si sbloccherà automaticamente ed otterrete i biglietti. Se invece doveste fallirla, e rimanere chiusi qua dentro fino al termine della sfida di oggi, la porta si sbloccherà ugualmente, ma non avrete alcun biglietto. Spero che sia tutto chiaro.»

George schiuse le labbra, ma Kristy lo folgorò nuovamente con lo sguardo, passandosi anche l’indice lungo il collo. Il Perdente deglutì, ma rimase in silenzio. Il volto di Chris svanì dal monitor, lasciando solo più il timer, che cominciò a scendere. Kristy sospirò pesantemente, poi si sedette contro una parete, ad attendere. George rimase in piedi ancora per un attimo, prima di imitarla, sedendosi accanto a lei. Non appena lo fece, tuttavia, la Sgarbata si alzò ed andò a sedersi da un’altra parte, lasciandolo di sasso.

 

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Confessionale George:

«Rettifico tutto quanto, Kristy è molto peggio di Tonya…» sbottò il Perdente, a braccia conserte.

 

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Confessionale Kristy:

«Ok, allora…» cominciò la Sgarbata, sospirando esasperata. «… il fatto che la nostra prova sia stata confusa con quella di Travis e Rosa è stato parecchio schifoso, ma da un lato sono felice che sia andata così: se ci fosse stato Travis, dentro quella stanza, avrebbe fatto salire il timer di qualche anno prima di capire di dover stare zitto… il che, non fa altro che farmi domandare quale sarebbe dovuta essere la sfida destinata a me e George…» Un sorrisetto nacque sul volto della bionda. «Beh, sicuramente non poteva essere molto peggiore di questa…»

 

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ROMPISCATOLE

Ci sarebbe voluta una gru per risollevare l’umore di Rosa. Travis continuava a farneticare su quanto entusiasta fosse all’idea di uscire con lei, su quanto lei fosse carina, su quanto lui fosse sorpreso da ciò che stava accadendo, e lei non avrebbe voluto altro che svanire sotto un metro di terra per il resto dell’eternità.

Poteva solo sperare che la storia dell’appuntamento emozionasse Travis al punto da poterle tornare utile in qualche modo durante la sfida. E poteva anche sperare che quella giornata finisse al più presto possibile. Quando, tuttavia, si accorse di quale fosse la giostra verso cui erano diretti, sbiancò. Si fermò di scatto, per poi cadere in ginocchio.

Dietro di lei, Travis la osservò confuso. «Rosa? Ehi, tutto ok? Anche io sono emozionato però le mie gambe funzionano ancora! Rosa? Rosa? Rosa! Ehi, ci sei? Rosa? Rosa?»

La voce di Travis era distante, ovattata, confusa, un eco smarrito in una gigantesca vallata, per le orecchie dell’Iperattiva. In quel momento, l’unica cosa che funzionava era la sua vista. E ciò che la vista le mostrava, sembrava quasi la prova materiale che qualche divinità l’avesse presa di mira per i propri scherzi.

Perché di fronte a loro, considerando anche la storia del loro "appuntamento", si trovava quella che era di gran lunga la peggiore di tutte le attrazioni possibili.

Un monitor si accese, mostrando il muso di Chris: «Benvenuti al Tunnel degli Innamorati! Siete pregati di entrare per avere ulteriori direttive sulla vostra prova!»

Un urlo sovrumano fuoriuscì dalle labbra di Rosa.  

 

 

 

 

 

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Capitolo 11
*** Sfida a coppie (pt2) ***


Sfida a coppie (pt2)

 

 

 

ASOCIALI

Sunry riusciva a stento a stare al passo di Edward. Per tutto il tempo l’Apatico aveva proceduto spedito, senza mai guardarsi alle spalle. Era quasi come se non si fosse nemmeno reso conto della sua presenza.

A quel pensiero, la Timidona si strinse nelle spalle.

 

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Confessionale Sunry:

«Non che sia una novità per me, essere ignorata…» mugugnò la rossa, affondando il collo nel cappotto.

 

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La ragazza continuò a camminare con la testa bassa, fino a quando non andò a sbattere proprio contro lo stesso Edward, che si era fermato. Sunry indietreggiò imbarazzata, temendo anche di avergli fatto male, ma quello si limitò ad osservarla con la coda dell’occhio, sollevando un sopracciglio. La rossa fece di tutto per non incrociare il suo sguardo, fino a quando l’Apatico non sospirò e riportò la propria attenzione di fronte a sé.

Sunry lo affiancò, continuando a fare di tutto per non guardarlo in faccia, e si concentrò a sua volta sull’attrazione dove si celava la sfida che li attendeva: un labirinto di specchi.

I due ragazzi osservarono confusi il locale per un breve istante, dopodiché Edward sollevò le spalle e si avviò verso l’ingresso senza proferire parola. Così, riluttante, Sunry lo seguì.

Varcata la soglia, si ritrovarono in una piccola stanza che dava verso gli intricati corridoi del labirinto. Uno schermo appeso alla parete si accese, producendo un rumore statico, e le luci si spensero di colpo facendo sussultare la rossa.

Chris McLean apparve sul televisore, sorridente: «Asociali! Benvenuti al labirinto degli specchi!» Dopo aver ripetuto che quello si trattasse solo di un messaggio preregistrato, il conduttore spiegò la sfida. «Questo labirinto è stato progettato ad hoc per la sfida che vi si pone davanti: potrete scegliere di attraversarlo, rischiando di rimanerci intrappolati a causa di tutti i vicoli ciechi presenti in esso, e vi assicuro che sono parecchi, uno dei nostri assistenti è rimasto qua dentro per sei ore, dopodiché siamo stati costretti a tirarlo fuori dall’esterno perché si era messo a piangere come un disperato!» Chris sghignazzò, per poi continuare.

«Oppure… potrete fare qualcosa che due persone come voi raramente fanno, ossia aprirvi agli altri. Se racconterete una verità imbarazzante su di voi, a testa, vi verrà segnato un percorso che vi condurrà ad un’altra stanza nascosta come questa, dove vi toccherà raccontare altre due verità. In totale ci sono dieci stanze. Se vi sbrigate, potrete concludere la sfida in appena mezz’ora. I biglietti vi attendono all’uscita. A voi la scelta, miei cari Asociali! Qualunque cosa deciderete di fare, io so già che me la riderò da matti!»

Lo schermo si spense e le luci si riaccesero. Sunry osservò i due corridoi che partivano da quella stanza, pensierosa. Edward si diresse verso uno dei due, senza proferire parola.

«E-Ehi, aspetta!» lo chiamò la Timidona, sorpresa. «Non… non vuoi prendere la scorciatoia?»

«Io non sbandiero la mia vita personale in diretta televisiva» sbottò l’Apatico, voltandosi a malapena verso di lei. «Abbiamo tutto il giorno per uscire da qui. Non sarà poi così difficile. Se vuoi venire con me, bene. Altrimenti puoi prendere l’altra strada. Non mi interessa.» E detto quello, il castano avanzò nel corridoio.

Sunry osservò sconvolta il compagno di squadra, per poi rendersi ben presto conto che egli non era affatto intenzionato a voltarsi verso di lei.

_

 

Confessionale Sunry:

«Ho un brutto presentimento…» commentò la rossa, stringendosi nelle spalle.

 

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Titubante, Sunry seguì l’Apatico, svanendo nei meandri del labirinto.

 

 

***

 

PSICOPATICI

Xander e Lucy non ci misero molto a raggiungere la loro destinazione, che però lasciò entrambi piuttosto perplessi: un tiro al bersaglio. Una cesta con delle palle era posizionata sopra al bancone, dietro al quale si trovava un ampio spazio, in cui erano stipati vari premi tra cui giocattoli e peluche, più naturalmente gli scaffali pieni dei barattoli e lattine da colpire. I due compagni di squadra si guardarono tra loro, perplessi, per poi avvicinarsi.

Uno schermo, dietro al bancone, si accese non appena furono abbastanza vicini.

«Molto bene… uhm…» Chris, dentro allo schermo, si infilò un paio di occhiali per leggere meglio su un foglietto. «Vediamo un po’, tiro al bersaglio 1… ah, sì. Benvenuti, Garbati!»

Xander sollevò un sopracciglio. «Garbati? Ma noi siamo…»

«Risparmiate il fiato, marmocchi, questo è un messaggio preregistrato…»

«Oh, grandioso…» mugugnò Lucy. «Questo idiota ha fatto casino con le sfide…»

«Dovremo cercare Paul e Stephanie e dirgli che la loro sfida è questa?» domandò il Lunatico, ignorando bellamente Chris che nel frattempo stava spiegando la sfida. «Probabilmente se la nostra è la loro, la loro sarà la nostra…»

«Non saprei…» borbottò Lucy, per poi sorridere meschina. «Potrebbe essere divertente vedere cosa succede se lasciamo tutto così com’è...»

«Uh… mi piace come ragioni» sghignazzò Xander.

«Bene, spero che sia tutto chiaro!» annunciò nel frattempo Chris. «Divertitevi, concorrenti!»

Rendendosi conto di essersi persi la spiegazione, i due ragazzi schiusero le labbra.

«Ehm… tu hai sentito che ha detto?» domandò il Lunatico, ottenendo una risposta negativa da parte della Provocatrice. «Non proprio…»

«Oh…» I due si osservarono per un istante, pensierosi.

«Beh…» proseguì la ragazza, osservando gli scaffali del tiro al bersaglio. «… suppongo che i biglietti siano nascosti qui da qualche parte…»

Due sorrisetti cominciarono a prendere forma sui volti degli Psicopatici. Un istante dopo, i due stavano già radendo al suolo il piccolo locale alla ricerca del loro premio. Lucy rovesciò gli scaffali dei barattoli, mentre Xander controllava tra i premi, aprendo scatole e squartando peluche.

«Adoro questa sfida!» esclamò Lucy, dando un calcio bancone di plastica, sfondandolo.

«A chi lo dici!» Xander prese un fucile giocattolo e lo schiantò sul suolo, mandandolo in mille pezzi.

Le risate dei due concorrenti si smarrirono lungo la strada da cui erano provenuti.

 

***

 

GARBATI

Anche Paul e Stephanie erano finiti di fronte ad un tiro al bersaglio, ma questa volta, entrambi rimasero ad ascoltare la sfida destinata ai loro due compagni:

«Per questa sfida, ciascun concorrente dovrà ricoprire un determinato ruolo, spetta a voi decidere quale. Sappiate solo che, una volta deciso, non si potrà più tornare indietro. Uno di voi dovrà posizionarsi dietro al bancone, sulla linea rossa…»

Paul allungò il collo, accorgendosi della suddetta linea disegnata esattamente a metà tra due scaffali pieni di bersagli. Un’idea su quello che stesse per succedere cominciò a prendere forma nella sua mente.

«… l’altro concorrente, invece, rimarrà di fronte al bancone. In parole povere, uno di voi sarà il bersaglio, l’altro il lanciatore.»

«C-Che cosa?» domandò Stephanie, sconvolta. «Ma… ma è orribile…»

Un contatore apparve sullo schermo, sotto al volto di Chris. «Una volta arrivati a venti lanci, la vostra sfida sarà completata. Oppure…»

I Garbati drizzarono le orecchie, realizzando che, forse, avevano una scappatoia da quell’obbrobrio di sfida. «… il lanciatore dovrà resistere alla tentazione di lanciare la palla a tutta potenza e fare qualcosa che raramente ha fatto, ossia dire qualcosa di carino al bersaglio. Qualsiasi cosa, non mi interessa. Da quel che ricordo, entrambi non vi siete mai comportati in maniera molto gentile, perciò sarà divertente vedere che cosa sceglierete. Ogni complimento equivarrà ad un lancio, ed il numero da raggiungere sarà sempre di venti. Potrete anche alternare le due cose, non mi interessa. Cosa scegliete, dunque? Vi imbarazzerete in diretta mondiale, oppure regalerete un bel paio di lividi ai vostri compagni, rischiando di rovinare il vostro rapporto futuro? In ogni caso, io sarò nella mia sala privata a ridermela di gusto! Divertitevi, concorrenti!»

Il monitor si spense. Paul e Stephanie si guardarono nuovamente.

«Beh…» cominciò il biondo. «… se questa è la sfida degli Psicopatici, immagino che a loro sia toccata la nostra…»

Stephanie annuì. «Probabile, sì.»

«Quindi…» continuò l’Amicone, abbozzando un sorriso. «… faccio io il lanciatore, oppure vuoi farlo tu?»

La Gentile fece un inchino. «A te l’onore. Io sarò il bersaglio. Ti prego, non farmi del male!»

Il biondo prese una palla di gomma, rigirandosela tra le mani, ridacchiando. «Non garantisco nulla!»

E mentre gli Psicopatici continuavano a ridersela di gusto, anche la loro coppia opposta fece la medesima cosa, alla prospettiva di completare quella sfida senza difficoltà.

 

***

 

INEBETITI

«Jericho! Jericho aspettami!» gridava Anna, mentre faceva del suo meglio per stare dietro allo Hippie, che stava mostrando un’incredibile velocità per i suoi standard.

«Vattene via, mostro!» urlò l’afroamericano. «Non sarò mai come voi!»

Anna rallentò, sentendosi leggermente offesa. «Mostro? Ma… Jericho…» sussurrò, mentre il suo compagno svaniva dalla visuale.

 

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Confessionale Anna:

La Rilassata incrociò le braccia, cupa in volto. «Non mi piace questo Jericho…»

 

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«Jericho…» continuava a chiamare la ragazza, sempre con meno insistenza. Quando ormai era pronta a gettare la spugna, credendo di averlo perso del tutto, lo vide nuovamente, inginocchiato sulla riva del laghetto delle canoe.

Anna sospirò profondamente. «Jericho…» ripeté, avvicinandosi a lui. «Forza, dobbiamo…» La ragazza si interruppe, realizzando che quello, il laghetto delle canoe, era proprio dove erano diretti. Sgranò gli occhi, illuminandosi, per poi sorridere nuovamente. Dovevano solamente fare il giro del laghetto, dove si trovava la biglietteria, ed il gioco era fatto.

«Che strano…» mormorò Jericho all’improvviso, attirando l’attenzione di Anna. La mora si voltò verso di lui incuriosita, per poi notare il suo sguardo assente. Osservava l’immagine di lui stagliata sullo specchio d’acqua e continuava a bagnare la punta dell’indice, generando quelle piccole onde che andavano a distorcere brevemente il suo riflesso. «… rimane sempre lo stesso…»

«Cosa?» Anna si inginocchiò accanto a lui, abbozzando un timido sorriso.

«Guarda.» Jericho diede un colpo più forte all’acqua, cancellando per un attimo il riflesso, che però ritornò poco dopo. «Continua a tornare…»

«Beh… è normale…» mormorò Anna, sempre più stranita. «L’acqua è così…»

Jericho si voltò verso di lei, sollevando un sopracciglio. «A… cqua…» ripeté, a stento.

Questa volta, una risatina uscì dalle labbra della Rilassata.

 

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Confessionale Anna:

«Ok, ora è quasi buffo…» commentò la ragazza, massaggiandosi dietro al collo con le guance leggermente arrossate.

 

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Anna sorrise, poi avvicinò la mano a quella del compagno, per stringergliela. «Forza Jericho, abbiamo una sfida da…»

Un istante prima che potesse sfiorare il dorso della sua mano, tuttavia, Jericho si ritrasse di scatto, alzandosi in piedi.

«No!» urlò lo Hippie. «Io non cadrò nella vostra trappola! Io non voglio vivere così! Voi non mi avrete! VOI NON MI AVRETE MAI!»

La Rilassata sollevò le mani. «Ti prego, Jericho, calmat…»

Fu tutto inutile: Jericho riprese a correre, seminando in ben che non si dica la ragazza, che rimase in riva al lago con la bocca spalancata.

«JERICH…» Anna si mise le mani nei capelli, per poi scuotere il capo. «… OOOOH!»

 

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Confessionale Anna:

«Dannazione!»

 

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La Rilassata si alzò in piedi e cominciò ad inseguire lo Hippie. «Ehi, aspettami! La sfida è qui! Torna indietro! JEEEERICHO!»

 

***

 

ROMPISCATOLE

«Carino qui!» commentò Travis, mentre lui e Rosa erano seduti uno a fianco all’altra sopra una gondola, all’interno del tunnel.

Rosa non replicò. Continuava a pensare a quanto sfortunata fosse stata.

 

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Confessionale Rosa:

«Questa sfida non era nemmeno per noi!» esclamò l’Iperattiva, battendo i pugni sul ripiano della biglietteria. «Era per George e Kristy! "Il potere dell’amore li avrebbe aiutati a frignare di meno", o qualcosa del genere, ho smesso di ascoltare Chris nel momento stesso in cui la porta alle nostre spalle si è sigillata e non c’è stato più verso di uscire!» Rosa sospirò profondamente, massaggiandosi le tempie. «Calma Rosa, calma. Ti basterà fingere non di sentire Travis per tutto il viaggio e andrà tutto bene. Andrà tutto bene.»

 

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Confessionale Travis:

«Ancora non ci credo che mi ha chiesto di uscire! È successo tutto così in fretta!» Il Logorroico si prese il mento, facendosi tutto ad un tratto pensieroso. «Beh… forse… troppo in fretta…»

 

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«Ah, l’amore! Che cosa meravigliosa! Non c’è niente di più forte, ed intenso, di questa emozione! Non vi sentite incredibilmente meglio? Più in pace con voi stessi?»

La voce preregistrata di Chris riecheggiava nel tunnel, illuminato da luci rosse e decorato in ogni dove da cuoricini e angoletti armati di frecce di cupido.

«Sentite la passione, il calore, inondare i vostri corpi? Non pensate che potreste smettere di lamentarvi, e di godervi il meraviglioso mondo in cui vivete?»

«Ma vai al diavolo…» borbottò Rosa, con lo sguardo smarrito sul corso d’acqua, l’unico punto che poteva osservare senza sentirsi pervasa dalla nausea di quel luogo.

«Ah, ti ho sentita Kristy! Non so per certo se sei stata tu a parlare, ma sono abbastanza sicuro di sì.»

«Kristy? Dov’è Kristy?» domandò Travis, confuso. «Credevo ci fossimo solo noi due.»

Rosa sospirò esausta, evitando di rispondere.

«Mancano 55 minuti al termine del tour. Vi ricordo che potete abbandonare il tunnel in qualsiasi momento, passando per le uscite di sicurezza, ma così facendo rinuncerete alla sfida e mettere la vostra squadra in condizione di perdere.»

Sentendo quanto tempo ancora mancasse, a Rosa venne quasi un infarto.

«Se vi va di accorciare il tempo, potreste raccontarvi un po’ la vostra vita a vicenda. Scommetto che George ha un sacco di avventure interessanti da condividere con il pubblico a casa!»

«George… non… è…» Rosa si alzò in piedi, ormai priva di ogni controllo, rivolgendosi al soffitto. «… QUI, RAZZA DI MENTECATTO! HAI SBAGLIATO AD ASSEGNARE LE SFIDE!»

«Perché urli contro la voce preregistrata?» domandò ancora Travis, riportandola alla realtà.

L’Iperattiva si voltò verso di lui, scioccata. «C-Cosa? Quindi hai capito che è una voce preregistrata?»

«Ah-ah» annuì Travis. «Tu no?»

Rosa rimase immobile ad osservarlo ancora per qualche istante, non capendoci più nulla. Quel tizio era intelligente, oppure era un idiota? Quella domanda probabilmente non avrebbe mai trovato risposta. La ragazza sospirò nuovamente, poi tornò a sedersi. «D’accordo allora, Travis. Proviamo a chiacchierare un po’, magari il tempo si abbasserà per davvero e potremo uscire da qui prima.»

«Chiacchierare? Perché?» interrogò ancora il Logorroico.

A quell’ennesima domanda, Rosa roteò gli occhi e si accasciò contro lo schienale della sua seggiola. Sarebbero stati i cinquanta minuti più lunghi della sua vita.

 

***

 

PESTACARNE

L’ennesimo cartonato di un mostro orribile venne distrutto da Seth, mentre lui e Tonya avanzavano nel corridoio scarsamente illuminato.

L’afroamericana diede un calcio a ciò che rimaneva della figura distrutta, facendo comunque attenzione a non guardarla più del dovuto. «Ah! Tutto qui, McLean? Io non ho paura di questo posto!»

Seth scosse lentamente il capo, evitando di ricordarle come avesse saltato terrorizzata le prime cinque volte che uno di quei cartonati era sbucato fuori.

«A proposito mozzarella, io ti ho seguito fino a qui per tutto questo tempo, ma almeno hai una vaga idea di dove stai andando?»

«Ricordo il percorso che ho fatto la prima volta che sono stato qui» spiegò Seth, girando l’ennesimo angolo senza la minima esitazione. «Non ci metteremo molto ad uscire. Stammi dietro e andrà tutto bene.»

Tonya grugnì. «Lo faccio solo perché non ho voglia di impegnarmi a trovare l’uscita da sola. Non ho davvero bisogno del tuo aiuto.»

«Sicuro, capitano. Sicuro» sbottò Seth. «In ogni caso, penso che potremmo approfittare di questo momento per parlare di strategia. Pensavo che se dovessimo perdere anche questa sfida, potremmo eliminare uno tra Travis e Kristy. George è sempre dalla nostra parte, giusto?»

«Certo che lo è. Quella mozzarella farà qualsiasi cosa io gli ordini. Ma perché proprio Travis o Kristy? Perché non Rosa?»

«Rosa no» asserì Seth, calmo. «Lei no. Non ancora, almeno. Può esserci utile.»

«Ma per favore! Cosa può fare quello stuzzicadenti che io non posso fare?»

«Pensare prima di parlare…» mugugnò la Serpe.

«Che cosa?!»

«Ho detto che lei mi ascolta, prima di agire. È dalla mia parte. Ci servirà per arrivare in finale.»

«Mh…» Tonya si prese il mento, per poi ridacchiare sommessamente. «Ma chi vuoi prendere in giro? Mi sembra palese che sei cotto di lei…»

Seth si voltò lentamente, sollevando un sopracciglio. «… eh?» domandò, perplesso. «Davvero credi che io…»

«Ma è ovvio! Ah! Guardati, la tua faccia dice tutto! Non riesci nemmeno a fare finta che non sia vero! Sei ridicolo… e hai anche dei pessimi gusti in fatto di ragazze…»

La Serpe ascoltò il discorso della Schiaccianoci quasi in trance, poi distolse lentamente lo sguardo da lei. Un lungo sospirò fuoriuscì dalle sue labbra, mentre si sforzava con tutto sé stesso di dimenticarsi ogni singola parola pronunciata dalla compagna di squadra.

 

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Confessionale Seth:

«Siccome l’argomento è stato tirato in ballo, è meglio che io chiarisca una cosa…» La Serpe si avvicinò alla telecamera, osservando dritto nell’obiettivo, serio in volto. «… trovo che tutti i concorrenti del passato che si siano fidanzati con altri concorrenti siano dei totali idioti. La gente non dovrebbe partecipare al Reality per fidanzarsi, ma per vincere. Vincere, qui, è l’unica cosa che conta. Per questo io rispetto concorrenti come Alejandro, o Heater, che pur di vincere si sono messi i bastoni tra le ruote a vicenda per tutte le stagioni in cui hanno gareggiato nonostante perfino loro fossero dei deboli innamorati.»

Seth si sistemò meglio sulla sedia, gesticolando con una mano. «Perché concorrenti promettenti come Duncan, o Gwen, o Courtney, o perfino Justin, hanno fallito miseramente? Perché sono stati distratti dalle loro ridicole cottarelle adolescenziali, proprio come sta succedendo a molti dei concorrenti di questo reality. Rosa, per me, non è altro che uno strumento per arrivare a ciò che più conta. Niente di più, niente di meno. E in ogni caso, Tonya dovrebbe guardarsi ad uno specchio…»

 

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«Seth e Rosa, seduti sul muretto, mano nella mano, si danno un bacetto!» cantilenava Tonya, ridendo sguaiatamente, mentre Seth era costretto a camminare con le mani premute sulle orecchie.

Girarono l’ennesimo angolo e Seth, troppo distratto dalla litania della Schiaccianoci, non si rese conto della presenza di qualcun altro, contro il quale andò a sbattere.

La Serpe indietreggiò, intontita, e Tonya smise di cantare all’improvviso. «Ma che…» cominciò il castano, per poi drizzare il capo ed accorgersi di chi aveva di fronte. Un enorme omaccione con indosso un grembiule, una maschera da hockey e un uncino al posto della mano.

Seth sollevò un sopracciglio, sogghignando. «Chef? Ancora tu? Lo capisci che questo trucco ha smesso di funzionare da un pezzo?»

«E-Eh?» mormorò Tonya, uscendo dal suo nascondiglio di fortuna dietro la schiena della Serpe. «Chef? Davvero? Accidenti, come ho fatto a non accorgermene subito! Ed io che avevo… ehm… quasi paura. Quasi, eh. Perché comunque sapevo che non eri nessuno di pericoloso…»

L’omaccione grugnì profondamente, per poi togliersi l’uncino, rivelando un moncherino putrefatto dove avrebbe dovuto trovarsi la mano. Non appena lo vide, Seth sgranò gli occhi. «O-Oh…» mormorò, sbiancando.

L’uomo si tolse anche la maschera, mostrando un volto ben diverso da quello di Chef. La sua pelle era pallida, la mascella squadrata, i capelli neri, corti. Lo avevano entrambi già visto in passato, ma non dal vivo, bensì nella prima stagione di A Tutto Reality. Quello non era affatto il burbero cuoco, quello era…

Tonya urlò a perdifiato. «QUELLO È IL VERO ASSASSINO CON L’UNCINO E LA MOTOSEGA!»

 

***

 

PIAGNUCOLONI

Il timer era l’unica cosa su cui gli occhi di Kristy erano rimasti incollati da mezz’ora a quella parte. Quell’ambiente stretto e chiuso la stava facendo uscire di testa. Grazie al cielo George non aveva più aperto bocca e, francamente, ormai aveva perfino dimenticato la sua esistenza. L’unica cosa che contava erano il timer ed il tempo che scendeva inesorabile verso lo 0.

Il silenzio era surreale, così pesante che lo si poteva quasi toccare. George credeva che avrebbe finito con il fossilizzarsi dentro quella stanza, e che le uniche notizie che si avrebbero avuto di lui dopo quel giorno sarebbero state quelle riportate dagli archeologhi, quando, finalmente, il timer arrivò alla fine.

«CONGRATULAZIONI, ROMPISCATOLE!» tuonò la voce di Chris, che i due concorrenti sentirono dieci volte più intensa a causa del silenzio a cui le loro orecchie si erano abituate. «Avete superato la sfida!»

La porta si sbloccò di colpo e, non appena sentì lo scatto metallico della serratura, Kristy si alzò in piedi e schizzò fuori dalla stanza, urlando al cielo in un misto di rabbia, frustrazione e soddisfazione. «LIBERTÀ! LIBERTÀ!! AAAAAHHHHHHHH!!!» La ragazza si inginocchiò, per poi baciare il terreno. «Oh! Oddio! Oddio! È delizioso! Ogni cosa è più deliziosa quando si è liberi!»

George, sul ciglio della porta, la osservò scioccato. Nel frattempo, uno scomparto segreto sulla porta si era aperto, rilevando i due biglietti per la prima cinematografica.

«Ma il sapore più delizioso…» La Sgarbata si alzò in piedi, andando a recuperare il proprio trofeo, per poi sollevarlo al cielo, sorridendo. «… è sicuramente quello della vittoria!»

«Mh… sì, ok, come dici tu…» mugugnò George, osservando il proprio biglietto a sua volta, per poi sorridere a sua volta. «Però è bello avere la certezza di non venire eliminati…» Il Perdente si voltò verso la propria compagna. «E ora che si fa?»

«Troviamo Lucy…» borbottò Kristy, sorridendo sadica. «Ho proprio voglia di sbatterle in faccia il mio successo…»

La bionda cominciò a camminare, altezzosa, senza nemmeno attendere una conferma da parte di George. «Ehm… ok…» rispose il ragazzo, per poi mettersi a seguirla.

 

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Confessionale George:

«La prossima volta che finirò in coppia con Kristy, penso proprio che passerò…» Il Perdente incrociò le braccia, per poi accigliarsi. «Basta, non sono un perdente! Smettetela con questa storia!»

 

***

 

Paul e Stephanie camminavano fianco a fianco, entrambi stringendo tra le mani i biglietti della prima.

«Cavolo, ancora non capisco come abbiamo fatto a superare quella sfida» cominciò la Gentile, sventolando il suo premio. «Era così difficile!»

«Hai ragione! Ho solamente dovuto dirti per venti volte che hai dei bei capelli» ribatté Paul. 

Stephanie fece sventolare i lunghi capelli mori, con falsa aria di superiorità. «Sei stato un po’ troppo ripetitivo, in effetti.»

L’Amicone abbassò il capo, prostrandosi in un inchino. «Chiedo venia, madame.»

I Garbati risero, poi si diedero un cinque. L’attenzione di entrambi cadde poi successivamente di fronte a loro, sul fondo della via, dove scorsero le loro controparti, gli Psicopatici. Non appena si resero bene conto di ciò che stavano vedendo, i due Taco schiusero le labbra.

Xander sollevò in aria il proprio biglietto, osservandolo dal basso. «Adoro vincere.»

«A chi lo dici.» Lucy, seduta accanto, lo imitò. Anche gli Psicopatici sghignazzarono, per poi battersi il pugno.

«Cosa… cavolo è successo, qui?!» domandò Stephanie, sconvolta, quando fu vicina ai due concorrenti.

«Oh, ciao Raggio di Luna» salutò Xander, per poi indicarle con un cenno della mano ciò che rimaneva del tiro al bersaglio, ossia un cumulo di macerie. «A quanto pare a noi è toccata la vostra sfida.»

«E consisteva nel distruggere questo posto?» interrogò Paul, sollevando un sopracciglio.

Il Lunatico sghignazzò nuovamente. «Uhm… non proprio, no.»

«Non abbiamo sentito la spiegazione di Chris» spiegò Lucy, con un sorriso soddisfatto. «Così abbiamo dovuto arrangiarci alla vecchia maniera.»

«Erano nascosti in uno scomparto segreto del soffitto!» esclamò Xander, sventolando il suo biglietto. «AH! È stato uno scherzetto trovarli.»

«Ma anche stancante, non trovi?» domandò la Provocatrice, appoggiando la testa sulla spalla del Lunatico. «Io sono esausta…»

Xander si puntò il pollice contro al petto. «Tranquilla, pupa, ci pensa Xander a tenerti su!»

Osservando la scena, Stephanie strabuzzò gli occhi. Perfino Paul parve piuttosto scosso. Ma prima che domande di varia natura potessero sollevarsi, qualcun altro raggiunse tutti loro, facendoli voltare.

Anna si fermò a pochi metri di distanza, mettendosi le mani sulle ginocchia e piegandosi per riprendere fiato dopo la lunga corsa appena fatta. «Ra… ragazzi… avete… avete… visto Jericho?»

«Ehm… no, perché?» domandò Stephanie.

«Perché è impazzito!» esclamò la Rilassata, che mai come in quel momento aveva dato l’aria di essere l’esatto opposto di ciò che il suo soprannome suggeriva. «Continua a scappare ogni volta che mi avvicino e cerco di farlo ragionare! È tutto il giorno che lo inseguo, non so più dove sia finito!»

«Ehi, ehi, rilassati» cercò di tranquillizzarla la Gentile, appoggiando le mani sulle sue spalle. «Lo ritroveremo, ok? Avete iniziato la vostra sfida?»

Anna scosse la testa. «Non ancora, mi spiace.»

«C’è ancora tempo, non preoccuparti.» Stephanie si voltò verso il resto dei Taco. «Andiamo, dobbiamo aiutarla!»

«Non è contro le regole interferire nella sfida di qualcun altro?» interrogò Xander, sollevando un sopracciglio.

«Non mi pare che Chris abbia detto qualcosa a riguardo…» rifletté Paul. «E comunque, non dobbiamo interferire nella sfida, ma solamente trovare Jericho.»

«Mh… e va bene.» Xander si alzò in piedi, assieme a Lucy, che domandò: «Da dove iniziamo?»

I concorrenti si guardarono tra loro, pensierosi.

«L’ho sentito blaterare che aveva bisogno "della sua roba", o qualcosa del genere…» disse Anna.

«La sua roba?» Paul sollevò un sopracciglio. «Non sono molto sicuro di cosa questo possa voler significare, ma se cerca qualcosa di suo, allora dovremmo andare al nostro dormitorio.»

Stephanie sorrise, annuendo. Gli diede un pugnetto alla spalla. «Buona idea! Forza, andiamo!»

Paul ricambiò il sorriso ed annuì. Lui, Stephanie ed Anna cominciarono a correre, mentre Xander rimase immobile, sconvolto dal sorriso che Raggio di Luna e l’Amicone si erano scambiati.

 

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Confessionale Xander:

«Che cavolo era, quello?! Da quanto tutta questa confidenza?!» sbottò il Lunatico, avvicinandosi all’obiettivo e puntandoci contro una lente degli occhiali. «Ti tengo d’occhio Paul, ti tengo d’occhio!»

 

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«Che fai, resti qui?» La voce di Lucy riportò il Lunatico alla realtà.

«E-Eh? No, no… muoviamoci!» Xander cominciò a correre, lasciando indietro una Lucy piuttosto perplessa. La Provocatrice sospirò, poi si mise a sua volta a correre.

 

***

 

In una stanza buia e piena di monitor raffiguranti i concorrenti di ciascuna squadra, Chris, stravaccato sulla sua sedia ergonomica, sghignazzò. Spostò lo sguardo su Kristy e George, intenti a camminare, successivamente sui Taco che avevano completato la sfida ed Anna e, per finire, sulle coppie che ancora dovevano concludere la loro sfida, ossia i Pestacarne, gli Asociali, i Rompiscatole e l’altra metà degli Inebetiti, Jericho, che stava rovistando tra i suoi vestiti nel dormitorio.

Un po’ lo aveva infastidito sapere di aver confuso le coppie a cui assegnare le sfide, ma notare i concorrenti agitarsi in merito alla faccenda lo aveva divertito al punto che aveva deciso di lasciar tutto così com’era, anche se la dirigenza non aveva apprezzato molto il gesto di Xander e Lucy.

Il conducente si voltò verso la telecamera, per poi sorridere come suo solito. «Bene, spettatori, sembra che siamo entrati nel vivo dell’azione! Tre coppie hanno già completato la loro sfida, ma ne rimangono ancora quattro, due per squadra, lasciando così per il momento la situazione in parità! Chi vincerà la sfida? Le coppie rimanenti riusciranno a trovare la giusta alchimia per arrivare alla vittoria, oppure ci saranno frizioni che costeranno loro caro? Se volete scoprirlo non vi resta altro che rimanere qui con noi su A Tutto Reality: Blizzard Park!»

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Capitolo 12
*** Sfida a coppie (pt3) ***


Sfida a coppie (pt3)

 

 

ASOCIALI

All’ennesimo vicolo cieco, Edward incrociò le braccia, sbuffando. «Dannazione…»

Sunry, rimasta dietro di lui, deglutì. Erano minuti interi che andavano avanti in quel modo, forse addirittura mezz’ora. Di quel passo non avrebbero mai trovato l’uscita.

L’Apatico si voltò e ritornò sui suoi passi, passandole accanto ed ignorandola per l’ennesima volta. Sunry lo vide proseguire e smarrirsi tra la miriade dei suoi riflessi. La ragazza chinò il capo, sospirando. La luce lì dentro era accecante e stava cominciando a morire di caldo in quell’ambiente così stretto ed angusto.

«E-Edward…» lo chiamò, con un filo di voce, quando lo raggiunse nuovamente.

«Mh?» Il castano si voltò appena. «Che vuoi?»

«Non pensi che dovremmo… usare le scorciatoie, ora?»

Edward sospirò. «Ho già detto che non ho alcuna intenzione di farlo. Non farò…»

«Perché no?!» sbottò Sunry, perdendo la pazienza. «Io non voglio rimanere bloccata qui dentro per colpa tua!»

Il ragazzo la guardò basito. E non appena anche lei si rese conto di come avesse appena sbottato, la Timidona sgranò gli occhi. Distolse immediatamente lo sguardo da lui, intimorita. «Cioè, voglio dire… ecco, io…»

«Ma allora un po’ di fegato ce l’hai» la interruppe Edward, abbozzando un sorriso. «Stavo quasi per rinunciare, sai?»

«C… Cosa?» domandò Sunry, confusa. «Che vuol dire che… stavi per rinunciare?»

«Volevo farti perdere la pazienza» spiegò il capitano. «Vedere quanto ci avresti messo per mandarmi a quel paese. Mi aspettavo di peggio, sinceramente.»

Sunry abbassò leggermente la testa, per poi appoggiarsi una mano sulla tempia, riflettendo sul significato di quelle parole. «Mi stavi… mi stavi mettendo alla prova?»

«Più o meno» annuì l’Apatico. «Insomma, nella nostra squadra, l’incognita più grande sei sempre stata tu. Non parli mai, non fai mai nulla di… fuori dall’ordinario, e sinceramente non capisco perché. Hai un bel caratterino, quando vuoi.»

«Beh… io…» Sunry si massaggiò dietro la testa, imbarazzata. «Non sono brava, a parlare... fin da bambina sono sempre rimasta sola.»

«Che c’è di male in questo? Anch’io non sono mai stato uno di molte parole.»

«Ma è diverso.» Sunry sospirò. «Anche se non parli mai, tutti quanti ti rispettano, o ti temono. Io invece… vengo ignorata e basta.»

«Io non parlo perché non me ne importa nulla di farlo» spiegò il castano, appoggiandosi contro uno specchio. «E gli altri, questo lo hanno capito. Tu invece non parli perché hai paura di cosa potrebbero pensare di te. Ho ragione?»

La Timidona annuì appena, sempre con il capo abbassato. «Lo so, ti sembrerò una stupida per questo…»

«Ed è qui che ti sbagli.» Edward le posò una mano sulla spalla, facendola sussultare. Sunry drizzò la testa, guardandolo in faccia, sorpresa. L’Apatico sorrise, volgendole un cenno del capo. «Qual è il più grosso errore che si possa fare durante una competizione?»

«Non… non saprei…»

«Sottovalutare l’avversario» disse lui. «E che cosa pensi che abbiano fatto tutti quanti, dal primo momento che ti hanno vista?»

Sunry cominciò a capire dove Edward stesse andando a parare. «Sottovalutarmi.»

«Esattamente.» L’Apatico annuì. «A furia di essere sottovalutata, tu stessa hai iniziato a sottovalutarti, e secondo me questo è un errore. È vero, nessuno punterebbe mai un centesimo su di te, ma è proprio per questo motivo che tu avrai sempre un vantaggio su chiunque affronterai durante questo reality. Pensa solo a quando tu e Tonya vi siete affrontate sulla Giostrapulta. Lei credeva di avere la vittoria in tasca, e invece ha avuto un’amara sorpresa. Tu non ti dai sufficiente credito per le tue capacita. Se solo sapessi giocare meglio le tue carte, credimi, saresti un’avversaria molto più pericolosa. E comunque…» Edward sorrise nuovamente, dandole di gomito. «… non mi pare che tutti ti stiano ignorando, in questo reality…»

Intuendo di cosa stesse parlando il capitano, Sunry avvampò lievemente. È vero, non tutti l’avevano ignorata, in quei giorni. Un piccolo sorriso illuminò anche il volto della rossa, che rivolse un cenno del capo al compagno di squadra. Quelle, erano esattamente le parole di cui aveva sempre avuto bisogno. Confidenza, fiducia in lei, ed Edward gliene aveva date a pacchi. «Grazie, Edward.»

«Figurati, sono il capitano, dopotutto.»

«E meno male che non volevi nemmeno farlo…» borbottò Sunry.

Edward ridacchiò. «Alla fine ho deciso di accettare questo fardello.» Accennò con il capo al corridoio. «Forza, torniamo alla stanza e prendiamo la scorciatoia. Non ne posso più di questo posto.»

«Siamo in due.»

E senza perdere altro tempo, i due Asociali ritornarono sui loro passi, verso la stanza che avevano trovato al loro ingresso nel labirinto. Una volta che si trovarono di nuovo al suo interno, si guardarono tra loro.

«Chi comincia?» domandò Sunry.

Edward scrollò le spalle, sospirando. «Beh… suppongo che l’onore vada al capitano…» Il castano drizzò il capo, per poi esordire: «Una volta, da bambino, ho visto la scena iniziale di un film dell’orrore… e non ho più dormito con la luce spenta per anni…»

«Anni?» domandò Sunry, sbigottita. «Quanti?»

«Troppi» sbottò Edward. «Ma ero solo un bambino!» protestò subito dopo. «Insomma… non c’è niente di male in questo…»

«Tranquillo, io non ti giudico» lo rassicurò la Timidona, per poi ridacchiare. «Ci penseranno già i milioni di telespettatori che ci stanno osservando a farlo…»

«Haha» mugugnò l’Apatico, per poi incrociare le braccia. «Tocca a te ora.»

La rossa si massaggiò dietro il capo, avvampando leggermente. «Allora… un paio di anni fa, al ballo della mia scuola… un ragazzo mi si è avvicinato e mi ha chiesto di ballare ed io… gli ho vomitato addosso e sono scappata…»

«Beh, non era mica un "no", quello…» commentò Edward, ridacchiando. «Almeno qualcuno ti ha chiesto di ballare…»

«Dopo quell’incidente, non mi si è più avvicinato nessuno per mesi…»

«Ouch.»

«Già.»

Le luci del labirinto si spensero nuovamente, ma questa volta non tutte. Un paio rimasero accese, illuminando un corridoio in particolare del labirinto.

I due compagni si scambiarono un cenno, poi attraversarono il percorso, arrivando poco dopo alla stanza nascosta successiva.

«Questa volta tocca a te iniziare» esordì Edward.

«Mh… non saprei…» mormorò Sunry, stringendosi un braccio. «Il… il primo giorno di scuola elementare non conoscevo nessuno, ed una bambina si è avvicinata a me per fare conversazione. Non appena mi ha rivolto la parola io… sono andata in crisi e… le ho vomitato addosso.»

«Tutte le tue disavventure hanno a che fare con il vomito?» domandò Edward, sollevando un sopracciglio.

La Timidona scosse la testa, con un sorriso imbarazzato. «No… solamente quelle meno imbarazzanti…»

«Oh...» l’Apatico sollevò le spalle. «Beh, una volta, a nove anni, durante la recita scolastica, ho… ho dimenticato la mia battuta, e il pubblico, vedendomi smarrito in mezzo al palco, è scoppiato a ridere… e di conseguenza io mi sono messo a piangere davanti a tutti…»

«Tutte le tue disavventure hanno a che fare con te da bambino?» Ora toccò a Sunry sollevare un sopracciglio, al che Edward scappò una risatina.

«Solo quelle meno imbarazzanti.»

Le luci si spensero di nuovo, rivelando un nuovo sentiero.

«State andando bene, Asociali! Sono certo che mi farò un sacco di grasse risate quando mi ascolterò le vostre mirabolanti storie in differita!»

Gli Asociali ignorarono la provocazione, per proseguire con la sfida. Tuttavia, man mano che avanzavano, un sorriso nasceva sul volto della Timidona, che mai come in quel momento, malgrado l’imbarazzo provocato dalle storie che stava raccontando, si era sentita più meglio e sicura di sé.

 

_

 

Confessionale Sunry:

La Timidona sorrise alla telecamera: «Edward ha ragione, forse mi sottovaluto troppo… sono grata delle sue parole, e felice di essere in squadra con lui. Se fossi stata tra i Boxer, probabilmente sarei stata spacciata fin dall’inizio. E poi…» La rossa avvampò leggermente. «… non ci sarebbe stato Paul…»

 

_

 

Otto storie di vomito più tardi, e otto disavventure di Edward da bambino, i due concorrenti si trovarono fuori dal labirinto, con i biglietti tra le mani.

«Non sei preoccupato che qualche concorrente possa scoprire quello che stiamo confessando?» domandò Sunry, mentre si allontanavano dall’attrazione, in cerca dei loro compagni.

Edward scosse il capo. «Nah… mi preoccupano di più gli spettatori a casa. I miei due fratelli, i miei amici, la mia ex fidanzata… che però sicuramente vorrà tornare con me quando vincerò il reality… e insomma, eccetera eccetera.»

«Parli come se già avessi la vittoria in tasca…» mugugnò Sunry.

Edward le lanciò un’occhiata di sufficienza. «Infatti è così.»

«Non credo proprio» ribatté la Timidona, sorridendo fieramente, puntandosi il pollice al petto. «Sarò io a vincere. Ma ti comprerò comunque un bel trofeo per aver partecipato.»

L’Apatico si voltò sorpreso verso di lei, dopo quell’affermazione, per poi ridacchiare. Annuì lentamente, per poi riportare la sua attenzione di fronte a sé. «Questo è lo spirito. Vedo che impari in fretta.»

«Merito dei tuoi insegnamenti.»

Gli Asociali si scambiarono un altro sorriso, dopodiché proseguirono nei meandri del Blizzard Park.

 

 

***

 

PESTACARNE

L’assassino sollevò le braccia per poi urlare a sua volta, minaccioso. Tonya abbracciò Seth, che dal canto suo era rimasto pietrificato. L’uomo si rimise l’uncino e cercò di infilzare i due compagni di squadra, ma la Serpe si riscosse giusto in tempo e spinse Tonya di lato, facendo sì che l’affondo andasse a vuoto. Si inginocchiò a terra e diede un calcio allo stinco dell’uomo, facendolo grugnire di dolore. Mentre l’assassino si accasciava per massaggiarsi il punto colpito, Seth cominciò a correre. «Muoviti!» urlò a Tonya, intimandole di fare lo stesso.

L’afroamericana non se lo fece ripetere due volte: partì a razzo, urtando l’assassino e mandandolo al tappeto senza nemmeno rendersene conto, continuando a sbraitare a squarciagola.  

Girarono diversi angoli, convinti di averlo seminato, ma il suo urlo di frustrazione non ci mise molto a farsi sentire in lontananza.

«CI STA INSEGUENDO!» urlò Tonya. «AAAHHHHH!!!»

«Se urli capirà dove siamo, idiota!» esclamò Seth. «Tappati la bocca!»

«NON DARMI DELL’IDIOTA, MOZZARELLA!»

«AHHH! FAI COME VUOI!» ululò Seth, perdendo la pazienza. «GIURO CHE SE PERDIAMO IL PROSSIMO ELIMINATO SARAI… AAAAHHHHH!»

La sua frase si interruppe con un urlo, accompagnato da quello di Tonya, quando una botola si aprì sotto ai loro piedi facendoli precipitare nell’oscurità. Non fu un atterraggio morbido, ma avrebbe potuto anche essere peggio. Seth si massaggiò la testa, stordito, mentre l’altra sua mano si appoggiò sopra qualcosa di duro e spigoloso. Il castano abbassò lo sguardo, per poi accorgersi della miriade di ragni, serpenti ed insetti di plastica di cui la fossa era stipata.

Una smorfia nacque sul suo volto. «Per favore, McLean, come se qualcuno possa cascare a…»

«SERPENTI!» urlò Tonya, alzandosi in piedi di scatto e cominciando a gridare come una disperata. «UCCIDILI! UCCIDILI!!»

«Sono finti!» esclamò Seth, dando un calcio ad uno di loro e facendolo sbattere contro la parete con un rumore sordo. «Datti una calmata!»

«A… Ah…» mormorò Tonya, tranquillizzandosi. «I-Io… l’avevo capito…»

«Sì, come no» sbottò Seth, per poi mettersi le mani sui fianchi ed osservare la botola. «Forza, fammi da scaletta e aiutami a salire.»

«Perché dovresti proprio essere tu a salire per primo?» domandò Tonya, incrociando le braccia.

Seth sospirò. Dirle che era larga il doppio di lui probabilmente non l’avrebbe mai convinta a fargli da scaletta. «Perché… tu sei più forte di me. Io sono troppo… debole, per riuscire a sollevarti.»

«Oh… beh, va bene. Tsk. Cosa farebbe una mozzarellina come te senza il mio aiuto?» La Schiaccianoci sollevò le braccia, flettendo i muscoli compiaciuta. La Serpe roteò gli occhi senza farsi vedere, mordendosi la lingua per non rispondere.

L’afroamericana si accovacciò di fronte a lui, congiungendo entrambe le mani. Seth posò un piede sopra di esse e la compagna diede uno slancio, aiutandolo ad arrivare al bordo della botola. Il castano si arrampicò facendo leva con i piedi sulla parete e si spinse fuori dalla fossa, ritrovandosi nel corridoio.

«Ora tira fuori anche me!» esclamò Tonya.

Seth si sporse verso la compagna, che lo osservava spazientita dal basso. Un sorrisetto scappò dalle sue labbra. «Mi spiace capitano, ma ho già detto che non sono abbastanza forte. Non preoccuparti, però, ora vado a cercare aiuto. Tu aspetta qui. Non andare da nessuna parte, mi raccomando!»

«Che cosa?! Non puoi lasciami qui! Ehi! Mozzarella! EHI!»

La Serpe ignorò le proteste della ragazza e riprese a correre, sghignazzando.

 

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Confessionale Seth:

Il castano sollevò le spalle, con falsa aria incurante. «Scusa tanto, Tonya, ma mi stavi facendo letteralmente impazzire. Spero solo che l’assassino non senta le tue urla e venga a conciarti per le feste…»

 

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La scritta "EXIT" finalmente apparve alla sua visuale. Seth sogghignò, grato che quell’agonia fosse finalmente finita. Uscì dal Doom Trap, accolto dall’accecante luce del sole e dall’afa di quella giornata. La Serpe socchiuse le palpebre, continuando a sorridere, fino a quando non scorse i biglietti destinati a lui e Tonya sopra un piedistallo, a qualche metro di distanza dall’uscita. Li prese entrambi, mentre una risatina scappava dalla sua gola. «Non preoccuparti Tonya, mi prenderò io cura del tuo biglietto. Tu prenditi pure una pausa. Te la meriti, dopotutto.»

E con un’altra risata, Seth si allontanò dal Doom Trap.

Nel frattempo, al di fuori della botola, la voce di Tonya continuava a riecheggiare nel corridoio. «Ehi? Ehiii? Mozzarella? Sei ancora lì? Mozzarella?»

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Confessionale Tonya:

Rimasta dentro la botola, la Schiaccianoci si guardò attorno, nervosa. «Sono certa che quella mozzarella tornerà presto…» mugugnò, stringendosi nelle spalle. «Tornerà presto…»

 

***

 

ROMPISCATOLE

Cominciò Rosa, mettendosi una mano sul petto. «Ho una sorella più grande, che è sempre stata una specie di dittatrice con me, e un fratello più piccolo, con il quale ho sempre fatto squadra contro mia sorella.» L’Iperattiva ridacchiò. «Da bambini eravamo instancabili. Mentre mia sorella chiacchierava al telefono o monopolizzava il bagno per truccarsi, io e mio fratello giocavamo a calcio in casa, o guardavamo la WWE e la UFC e dopo imitavamo ciò che vedevamo in camera dei miei genitori, sul lettone. Ho perso il conto di quanti vasi e mobili abbiamo rotto… tu, invece? Hai fratelli o sorelle?»

«No.» Travis scosse la testa. «Sono figlio unico.»

«Oh…» Chissà perché, la cosa non sorprendeva Rosa. «Beh… mio padre lavora in fabbrica, mentre mia madre fa la cameriera. Mi piacerebbe vincere anche per dare un piccolo contributo a loro, per ringraziarli per aver sopportato le pazzie mie e di mio fratello per tutto questo tempo.»

Il Logorroico annuì. «A me piacerebbe vincere per comprarmi una moto d’acqua.»

«Una… moto d’acqua?» domandò Rosa. «Ehm… perché?»

«Perché no?» Travis sorrise. «Hai mai visto una persona triste su una moto d’acqua? Io no.»

L’iperattiva decise di lasciar perdere l’argomento. Distolse lo sguardo da lui, appoggiandosi meglio contro la sua seggiola. «E che mi dici dei tuoi genitori?»

«Loro… beh…» Il ragazzo parve esitare. Il suo sorriso scomparve, mentre osservava con sguardo smarrito il canale d’acqua di fronte a sé. Accorgendosi di questo suo cambiamento repentino, Rosa tornò a guardarlo.

«E-Ehi? Tutto ok?» domandò, perplessa.

«Sì…» Travis annuì lentamente, per poi abbassare lo sguardo. «Mio padre lavora in banca…»

«Davvero? Forte!» esclamò Rosa. «E tua madre?»

«Lei se n’è andata quando ero bambino» mormorò il Logorroico, con un sospiro. «Non l’ho mai conosciuta.»

«Oh…» mormorò Rosa, genuinamente sorpresa e senza parole. Tutto si sarebbe potuta aspettare, meno che quello. «Mi dispiace» disse poi, non trovando altre parole adatte. Era strano, per lei, vedere Travis così abbattuto. Era un lato di lui che cozzava così tanto con quello che mostrava di solito che era quasi impossibile per lei, o anche per gli altri, immaginare che addirittura lo possedesse.

Travis scrollò le spalle. «Beh, se non altro non ha visto che razza di svitato sono diventato.» Il Logorroico abbozzò un sorrisetto amaro. «Meglio così, no?»

Rosa schiuse le labbra, per poi corrucciarsi. «Non sei uno svitato. Sei solo un po’… beh… particolare. Non c’è niente di male in questo.»

Il ragazzo si voltò verso di lei, sorpreso, per poi sorridere più sinceramente. «Grazie.»

«Preg…» La gondola andò a sbattere contro qualcosa all’improvviso, interrompendo la ragazza, che fu sbalzata in avanti. «Ah!»

«Ehi, ma che cosa…» mormorò Travis, per poi osservare di fronte a sé. Sollevò un sopracciglio, perplesso alla vista della saracinesca che bloccava il passaggio dell’imbarcazione.

La voce preregistrata di Chris esplose dagli altoparlanti. «Splendido, Piagnucoloni, siete arrivati alla fine del percorso!»

Rosa sollevò un sopracciglio. «Davvero? Di già?»

«O meglio, questa potrebbe essere la fine, se voi lo vorrete.» L’uomo ridacchiò, gesto che non tranquillizzò affatto l’Iperattiva. «Se volete azzerare il tempo che vi resta qui dentro ed ottenere subito i vostri biglietti, dovrete fare una semplicissima cosa, ossia ciò per cui il Tunnel degli Innamorati è stato costruito…»

«Oh… no…» mormorò la ragazza, mentre cominciava lentamente a capire cosa stesse succedendo.

«Eh? Cosa fa la gente nel Tunnel degli Innamorati?» domandò Travis nel frattempo.

«… spero che vi siate lavati i denti questa mattina, concorrenti, perché dovrete stamparvi il più grosso, bello ed appassionato bacio della vostra vita!»

La mascella di Rosa non si staccò per un millimetro.

«Ohh… questo fanno…» mormorò Travis, per poi voltarsi verso la compagna di squadra.

I due rimasero in silenzio per un istante, scrutandosi negli occhi a vicenda.

«Beh… ehm…» cominciò il Logorroico, per poi voltarsi lentamente. «Ehm… ahm…»

L’Iperattiva di mordicchiò il labbro inferiore, pensierosa.

«Avete trenta secondi per decidervi. Se non lo farete, vi toccherà rimanere dentro al tunnel per ancora un beeeeel po’ di tempo» canzonò Chris, fastidioso come non mai.

Rosa spostò lo sguardo verso il soffitto da cui la voce del conduttore proveniva, sbuffando. Dopodiché si concentrò nuovamente su Travis, il quale pareva dieci volte più imbarazzato di lei.

«Insomma…» stava borbottando più a sé stesso che a lei. «… non è che mi dispiaccia un bacio, però sta succedendo tutto troppo in fretta, io non credevo che questo primo appuntamento sarebbe finito in questo modo, non mi sono preparato psicologicamente, insomma, pensavo che prima di tutto avremmo dovuto conoscerci meglio e poi magari…»

Un sorriso scappò dalle labbra di Rosa, osservandolo. Forse non era molto sveglio, o particolarmente affascinante, ma durante la loro breve conversazione, aveva comunque dimostrato di avere un cuore, di essere una persona sensibile, di provare veri sentimenti. E poi, era innegabile, quando si cimentava in scene come quella sapeva anche essere molto divertente, anche se contro la sua volontà, probabilmente.

E comunque, era solo un bacio. Che cosa sarebbe potuto succedere di storto?

«E poi c’è Kristy, che cosa le dirò? Non posso spezzarle il cuore in questo modo, io…»

«Travis…»

«C-Che c…»

Rosa chiuse gli occhi e si fiondò con le labbra sulle sue, zittendolo. Gli occhi del Logorroico per poco non schizzarono fuori dalle orbite quando la ragazza compì quel gesto, anche se non ci mise molto ad abbassare le palpebre a sua volta e a lasciarsi trasportare dal momento.

 

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Confessionale Rosa:

«Beh…» l’Iperattiva si massaggiò dietro la testa, leggermente imbarazzata. «Non è stato poi così male, alla fine… si era perfino lavato i denti…»

 

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Confessionale Travis:

Il Logorroico si abbandonò contro lo schienale della sedia, con lo sguardo smarrito. «Woooow…»

 

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I due Rompiscatole si separarono, entrambi leggermente rossi in volto. Travis osservò Rosa quasi scioccato, mentre lei sorrise imbarazzata, massaggiandosi dietro al collo. «Beh…»

«SPLENDIDO!» la voce di Chris tuonò nuovamente, mentre la saracinesca si rialzava lentamente. «Cosa c’è di meglio di un bacio per placare le vostre futili lamentele? George e Kristy, seduti sul muretto, mano nella mano…»

«Ma sta zitto…» mugugnò Rosa, sospirando, per poi rendersi conto di come Travis la stesse guardando. Sollevò un sopracciglio. «Ehm… Travis? Va tutto bene?»

«Ah-ah…» mugugnò lui, annuendo quasi meccanicamente, continuando ad osservarla quasi ammaliato. «… una meraviglia…»

«O-Ok…»

La gondola si diresse verso l’uscita del tunnel, attraversando un passaggio che prima era rimasto bloccato per la sfida, e nel giro di poco tempo i due Boxer si ritrovarono al di fuori dell’attrazione, lontani da quei maledetti cuoricini e angioletti armati di frecce. I loro biglietti li attendevano dentro la macchinetta per le foto ricordo, dove trovarono anche due copie della fotografia in primo piano del loro bacio.

Rosa fece una smorfia quando le notò, ma Travis, rapido come una scheggia, ne afferrò una e se la nascose nella maglietta, ridacchiando come uno stupido. La ragazza lo osservò quasi impaurita.

 

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Confessionale Rosa:

«Finalmente è finita…» mormorò l’Iperattiva, esausta, per poi guardarsi attorno quasi furtiva. «… anche se… ho paura che, con quel bacio, io abbia scatenato qualcosa di ben peggiore del Tunnel degli Innamorati…»

 

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Confessioanle Travis:

Il logorroico sospirò estasiato, mentre strofinava la fotografia che aveva arraffato contro la guancia. «Oh, Rosa… non avrei mai pensato che avrei potuto innamorarmi anche di te…»

 

***

 

INEBETITI

Il gruppo di ragazzi raggiunse il dormitorio dei Taco, da dove provenivano urla e rumori assordanti, quasi come se l’edificio stesse venendo demolito dall’interno.

«Mi sa che avevi ragione, Paul…» mormorò Anna, riuscendo a percepire perfettamente la voce di Jericho come l’origine di quelle grida furibonde.

«Vuoi che io e Xander proviamo a farlo ragionare?» domandò l’Amicone, incrociando le braccia.

«Mi fareste un favore enorme…» mormorò ancora la Gentile, sconsolata. «Io non so più che pesci pigliare…»

«Ci pensiamo noi, non preoccuparti. Andiamo, Xander.» Paul si avviò verso la porta, mentre Xander lo seguiva, appoggiandosi le mani dietro il capo. «Ma chi me lo fa fare…?» mugugnò, con un sospiro.

Paul entrò nel dormitorio, non sapendo bene cosa aspettarsi e preparandosi al peggio. Trovò la stanza completamente a soqquadro, con i materassi dei letti ribaltati, i comodini aperti, molti privi dei cassetti, che erano stati tolti e rovesciati sul suolo, assieme a quasi tutte le valige e borsoni dei ragazzi. Il pavimento era disseminato di vestiti e scarpe, ed in mezzo a tutto questo sfacelo, Jericho scavava con le mani come un cane da tartufi, grugnendo e gridando. «DOV’È?! DOV’È?!?!»

«Ehm… Jericho?» domandò Paul, incerto. «Cosa… cosa stai…»

Lo Hippie si voltò verso di lui di scatto, zittendolo istantaneamente. Non appena l’Amicone vide i suoi occhi iniettati di sangue, le parole gli morirono in gola.

«Wow, amico, che cavolo ti prende?» sbottò Xander, nel frattempo. «Finiscila di fare lo stupido e rimetti a posto questo casino, hai una sfida da…»

«AHHHHHHH!!» ululò Jericho, alzandosi in piedi e fiondandosi su di loro a velocità stratosferica. L’Amicone e il Lunatico gridarono per la sorpresa, ma non poterono fare altro. In un secondo, lo Hippie raggiunse i ragazzi, placcandoli entrambi e spedendoli a terra come sacchi di patate. Il biondo sbatté la testa sul pavimento e gemette, accasciandosi sul suolo, mentre Xander rimase vigile, con un gran dolore dietro al cranio.

«Ah!» esclamò il Lunatico, massaggiandosi il punto ferito, per poi ringhiare di rabbia. «Razza di…»

Lo Hippie lo interruppe, attorcigliando le mani attorno al suo collo e cominciando a scuoterlo. «L’HAI PRESA TU?! PARLA!»

Xander non riuscì a rispondere, trovandosi a corto di fiato a causa della stretta molto più forte di quanto avrebbe potuto immaginare.

«NON VUOI PARLARE, EH?!» Jericho lo sollevò in piedi come se fosse stato un pupazzo. Il Lunatico emise un rantolio, cercando di dimenarsi, tuttavia senza successo.

Paul riaprì lentamente gli occhi, gemendo nuovamente. Non appena si rese conto di cosa diamine stesse succedendo, schiuse le labbra. Si rimise faticosamente in piedi, per poi correre verso i suoi due compagni. «Ehi, lascialo andare!»

Accorgendosi del nuovo impiccione, Jericho ululò di rabbia, per poi scaraventargli addosso il Lunatico. I due Taco gridarono e ruzzolarono di nuovo sul pavimento, mentre l’afroamericano si scagliava contro di loro. Le urla dei tre ragazzi si confusero tra loro, mentre Paul e Xander cercavano di sfuggire dall’ira dello Hippie, che stava mettendo a ferro e fuoco il dormitorio pur di mettere le sue mani su di loro.

«RESTITUITEMELA! RESTITUITEMELA SUBITO!» continuava ad urlare, mentre gli altri due continuavano a correre per la loro vita. 

«COSA DOBBIAMO RIDARTI?!» ululò Xander, disperato, un attimo prima che Jericho lo spedisse al tappeto per l’ennesima volta. «AAAAAAHHHHHH!!!!»

Nel frattempo, fuori dal dormitorio, le tre ragazze sentendo quel baccano infernale si guardarono tra loro. «Ma cosa caspita sta succedendo la dentro?» domandò Anna, quasi intimorita.

Lucy scosse la testa. «Non ne ho idea, ma non sembra che se la stiano spassando…»

«Dovremmo… dovremmo intervenire?» chiese Stephanie, la quale, per prima, non sembrava essere molto entusiasta all’idea di farlo.

La Provocatrice fece per rispondere, ma un’altra voce, proveniente dalle loro spalle, la anticipò: «Si può sapere cosa diamine succede qui?!»

Le tre ragazze si voltarono, per poi trovarsi di fronte il duo dei Rompiscatole. Kristy, colei che aveva parlato, teneva le mani sui fianchi ed osservava il trio quasi disgustata, mentre George, quasi nascosto dietro la schiena della Sgarbata, salutò le Taco con un sorrisetto imbarazzato.

«Jericho è impazzito…» mormorò Anna, prima che Lucy potesse mandare a quel paese la Boxer. «Xander e Paul sono andati a controllare cosa stesse facendo nel dormitorio, e dopo si sono messi tutti ad urlare come disperati…»

Un sorrisetto nacque sul volto di Kristy. «Oh, ma davvero?»

«Già che ci sei raccontale perfino del tuo primo ragazzo!» sbottò Lucy, afferrando Anna per una spalla e costringendola a voltarsi verso di lei. «Loro sono il nemico, l’hai dimenticato? Non devi parlarci!»

«Uh, siamo permalosetti, eh?» incalzò ancora la Provocatrice, sollevando le mani e ridacchiando, mentre si avvicinava ancora.

«Se non siete qui per aiutare, allora potete anche andarvene!» esclamò anche Stephanie, puntando il dito contro i Rompiscatole, rincarando la dose.

«Aiutare, eh?» domandò Kristy, prendendosi per il mento, riflettendo. Il suo sguardò si mosse lentamente, in automatico, verso il suo collega Rompiscatole. Le altre tre ragazze la imitarono quasi istantaneamente, senza neanche farlo apposta. George si ritrovò gli sguardi di tutte e quattro le ragazze puntati su di lui. Il Perdente deglutì. «E-Ehm…»

George fu spedito con una pedata dentro al dormitorio. Inciampò sull’ingresso, mugugnando infastidito: «Ah! Che modi!»

Il Perdente si rialzò in piedi, massaggiandosi la testa, per poi sgranare gli occhi quando vide Jericho, seduto a cavalcioni sopra Xander, intento a tenerlo sollevato per il colletto della maglietta. Il Lunatico aveva una lente dell’occhiale rotta e diversi lividi sulla faccia, mentre lo Hippie sembrava indemoniato. Smarrito tra la marea di vestiti, invece, Paul giaceva supino, immobile come un morto, un solo sporadico fremito delle dita lasciava intuire che fosse ancora nel mondo dei vivi.

Non appena Xander si accorse di lui, sollevò un dito verso la sua direzione. «E-Eccolo! È stato lui a prendere la tua roba!»

«CHE COSA?!» Jericho si voltò di scatto verso il nuovo arrivato, facendolo sussultare.

«E-Ehi, aspettate, quale roba?» domandò George, sollevando le mani. «Io non ho…»

Lo Hippie sbraitò nuovamente, lasciando la presa su Xander ed avventandosi verso il Perdente, che gridò terrorizzato.

Un secondo dopo, George era stato neutralizzato e legato ad una sedia, per la sua disperazione. «AH! AIUTO! QUALCUNO MI…»

«SILENZIO!» esclamò lo Hippie, mettendogli un calzino sporco in bocca. «PUOI PARLARE SOLO SE INTERPELLATO!»

Il cuore di George quasi si fermò quando quell’affare disgustoso gli fu cacciato in gola.

Anna, ancora in attesa fuori dal dormitorio, continuando a sentire le urla incessanti, si spazientì. «Ok, ora basta. Vado io a parlare con lui.»

«Ehm… ne sei sicura?» domandò Stephanie, osservando intimorita l’edificio.

La Rilassata non rispose nemmeno, si avviò direttamente verso i suoi compagni, e George.

«Questa non me la perdo!» asserì Kristy, seguendola.  

Le quattro ragazze entrarono nel dormitorio, trovandosi di fronte un desolante spettacolo: George legato, con Jericho che gli sbraitava in faccia, la stanza completamente messa a soqquadro, Xander con la testa piena di lividi stravaccato sul suolo e Paul, poco distante da lui, sepolto tra i vestiti sparsi ovunque.

«Oh, mamma…» mormorò Stephanie, posandosi una mano sulla fronte, mentre Kristy scoppiava a ridere.

«I vostri compagni sono patetici!» esclamò la Sgarbata, piegandosi in due.

«Perché il tuo è tanto meglio…» mugugnò Lucy, indicando il Perdente con ancora il calzino sporco in bocca.

«Dovremmo… dovremmo andare a cercare Edward?» mormorò la Gentile. «Magari lui riuscirebbe a far ragionare Jericho…»

Anna scosse la testa. «No, non c’è più tempo. Ci penso io.» La Rilassata si avvicinò allo Hippie, sotto gli sguardi atterriti delle sue compagne, e quello divertito di Kristy.

«J-Jericho?» domandò, incerta, quando fu alle sue spalle. Lo Hippie si voltò, squadrandola dalla testa ai piedi con i suoi occhi spiritati.

«Hai tu la mia roba?!» domandò, quasi sibilando.

«N-No, non ce l’ho io…» mormorò la Rilassata.

«E ALLORA LASCIAMI IN PACE!» esclamò l’afroamericano, dando un calcio alla sedia su cui George era legato e rovesciandolo sul fianco. «SMETTILA DI SEGUIRMI O IO…»

«Però…» Anna sollevò la mano, interrompendolo. «… ho… qualcosa di meglio…»

«Ah sì? E che cosa?»

«Beh…» La ragazza avvampò, per poi sorridere. «Questo.»

Anna azzerò la distanza tra loro due. Jericho spalancò gli occhi quando le labbra della Rilassata si posarono sulle sue.

Kristy, Lucy, Stephanie, perfino George osservarono la scena a metà tra i meravigliati e gli inorriditi. Sconvolti, quello era il termine più esatto. Quando i due ragazzi si separarono, Jericho barcollò per un istante, stordito, mentre Anna arrossì ulteriormente.

«Ora… ora verresti con me, per piacere?» domandò. «Possiamo concludere la nostra sfida?»

Dopo diversi istanti, lo Hippie riuscì ad annuire. «O-Ok…»

«Bene!» Anna prese Jericho per mano e lo trascinò fuori dal dormitorio di corsa, sempre sotto gli sguardi atterriti di tutti.

«Ma che…»

«… cosa…»

«… è successo?» domandarono Stephanie, Lucy e Kristy in seguito.

«MH! MH! MHHMHMHMH!» protestò George, ancora legato alla sedia.

Notandolo, Lucy sghignazzò, per poi indicarlo con un pollice a Kristy. «Quello credo sia tuo…»

La Sgarbata spostò lo sguardo sul Perdente, per poi fare una smorfia.

«Ok, abbiamo ancora tempo!» esclamò Anna, di nuovo fuori, per poi guardarsi attorno. «Dunque, il laghetto delle canoe era…»

«CONCORRENTI!» La voce di Chris esplose dagli altoparlanti all’improvviso, ammutolendola. «SIAMO ARRIVATI AL TERMINE DELLA SFIDA!» Il baccano frastornante di una trombetta accompagnò le sue parole, costringendo Anna a tapparsi le orecchie.

«Che… che cosa?!» domandò la Rilassata, scioccata. «Ma...»

«So bene che la sfida sarebbe dovuta finire più tardi, ma abbiamo girato abbastanza materiale per la puntata, se continuiamo di questo passo, rischiamo di non finire più. Mi dispiace per quelli che ancora non hanno finito – no, non è vero – ma ora siete pregati di raggiungermi al salone multimediale entro dieci minuti, o verrete tutti squalificati.»

George rotolò per terra fuori dal dormitorio, per poi mettersi a cavalcioni, con la lingua a penzoloni. «AH! AHHHHH!!! Oddio! ODDIO! Non respiro! Non respiro!!» Il Perdente cominciò a strofinarsi le mani sulla lingua, nel disperato tentativo di scacciare via il sapore nauseabondo di quel calzino.

«Ahia…» mugugnò Paul, seguendolo mentre si massaggiava un bernoccolo. «Ma che cavolo è successo?»

«Che ha detto Chris?» aggiunse Xander, affiancando il compagno di squadra.

«La sfida è finita.» Kristy uscì dal dormitorio a sua volta, assieme alle altre due ragazze. Incrociò le braccia, sorridendo. «E a quanto pare avete fallito la vostra prova.»

«E-Eh? C-Che… che cosa è successo?» domandò in quel momento Jericho, apparentemente ritornato normale. «Cosa mi sono perso?»

Nessuno rispose a lui. Xander si grattò la tempia, confuso, mentre Paul si guardò attorno in cerca di spiegazioni.

Infine, Anna abbassò il capo, sconsolata. Non tanto per aver perso la sfida, quanto più, perché, temeva per il destino della persona ancora confusa che si trovava accanto a lei.

 

***

 

Di fronte al salone multimediale, Chris accolse le coppie di concorrenti, con il suo classico sorrisone stampato in faccia.

«Bene, concorrenti, mi sono molto divertito ad osservare le vostre prove, soprattutto quelle di due coppie in particolare…» Il conduttore lanciò uno sguardo eloquente ai Rompiscatole e i Piagnucoloni. «… ma ora è giunto il momento di tirare le somme!» L’uomo congiunse le mani, per poi esordire: «Dalla parte dei Boxer, i Rompiscatole e i Piagnucoloni hanno completato la loro sfida con successo! E che successo…» McLean sghignazzò, per poi mostrare su un monitor il primo piano del bacio tra Rosa e Travis. «Guardate che roba! Non vi sembrano adorabili?»

Accorgendosi di quell’immagine, Rosa divenne più rossa dei capelli di Sunry, convenientemente situata accanto a lei, mentre Travis saltellò sul posto, indicando lo schermo. «Uh, guarda, sono in tv!»

I concorrenti lanciarono occhiate confuse alla coppia dei Rompiscatole. Xander e Lucy scoppiarono a ridere, ed anche Seth osservò l’alleata con un sorrisetto divertito, mentre Kristy parve più infastidita che altro.

La bionda, con ancora di fronte l’immagine sul monitor di quel bacio, osservando l’espressione rilassata di Rosa e quella sbalordita di Travis, distolse lo sguardo con una smorfia.

 

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Confessionale Kristy:

«Se penso che la loro sfida sarebbe dovuta toccare a me e George, mi si accappona la pelle…» mugugnò la Sgarbata, stringendosi nelle spalle. «… posso solo immaginare l’orrore al quale Rosa sia andata incontro. Io non sarei mai riuscita a baciare quel roito di Travis. Probabilmente non si era nemmeno lavato i denti. Bleah. Quel tipo è veramente, veramente, veramente disgustoso. Sì, assolutamente ripugnante. Non invidio Rosa per niente, assolutamente.» Kristy scosse freneticamente la testa. «Assolutamente per niente. Ho già detto che Travis è disgustoso? Come mai potrebbe una ragazza baciare di propria volontà uno così? Non potrebbe, ecco. Ripugnante, davvero, davvero, davvero…»

 

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«Mentre dalla parte dei Taco…»

«Ehi, un momento.» Seth interruppe Chris, accigliato. «Ed io e Tonya? Anche noi abbiamo i biglietti.»

«No, Seth. Tu, hai i biglietti.» McLean lo indicò, con un sorriso. «Sareste dovuti uscire insieme dal Doom Trap, invece qui vedo solamente te. Per quel che mi riguarda, la vostra prova è nulla, e siete entrambi squalificati.»

La Serpe sgranò gli occhi a quelle parole. I suoi compagni lo osservarono sbalorditi, accorgendosi solamente in quel momento di quanto, effettivamente, il gruppo fosse silenzioso senza la chiassosa Tonya.

 

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Confessionale Tonya:

«Ehi? Ehi? C’è nessuno? Ehi?» stava chiamando la Schiaccianoci, ancora rinchiusa nella botola semibuia. «Seth? Mozzarella? Ehiiii»

 

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«Beh, voi avreste fatto lo stesso se vi foste trovati nei miei panni…» sbottò Seth, cercando di liquidare la faccenda, anche se George non era affatto intenzionato a lasciar perdere.

«Beh, grazie tante amico!» esclamò il Perdente, puntando a sua volta l’indice contro di lui. «Per colpa tua rischiamo di perdere di nuovo!»

«Chiudi la bocca, prima che te la strappi» lo freddò la Serpe, osservandolo glaciale.

George deglutì, e si riguardò bene dall’aggiungere altro.

«Dalla parte dei Taco, invece, gli Asociali e i Garbati hanno completato la loro sfida con successo. A proposito, Edward, spero proprio per te che il tuo letto non si bagni come un paio di anni fa…»

«E io spero che una folata di vento non scopra il tuo bellissimo cranio lucente» replicò l’Apatico, incrociando le braccia.

Chris ammutolì, mentre alcune risate scappavano dai concorrenti.

«M… M-beh… andiamo avanti…» borbottò il conduttore.

«E io e Lucy?» domandò Xander, inarcando un sopracciglio. «Noi siamo entrambi qui! Anche noi abbiamo completato la…»

«Ci stavo arrivando!» protestò Chris. «Voi due non avete superato la prova, avete distrutto una proprietà del parco! Certo, ho riso un sacco guardandovi, ma temo che dovrò squalificare anche voi. E con la vostra squalifica, e il fallimento degli Inebetiti, la vostra squadra ha fallito due prove su quattro, pertanto, la vittoria va ai Boxer.»

A quelle parole, urla di giubilo nacquero tra i Boxer, con George, Travis, Rosa e Kristy che esultavano, mentre un sorriso beffardo comparve sul volto di Seth.

I Taco, invece, puntarono gli sguardi sul duo degli Psicopatici, che sorrisero con colpevolezza.

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Confessionale Xander e Lucy:

«Beh…» esordì il Lunatico, seduto accanto alla Provocatrice sulla stretta sedia. «… io mi sono divertito.»

«Quoto» annuì la ragazza, con un sorrisetto.

 

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Confessionale Jericho:

Lo Hippie, con di nuovo gli occhiali addosso, si massaggiò le tempie, mugugnando infastidito. «Non so perché… ma ho una strana impressione…»

 

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«Ci vediamo questa sera al Tunnel della Vergogna, cari Taco!» esclamò Chris. «Mi raccomando, siate puntua…»

Un urlo si sollevò in aria all’improvviso, quando un’imponente figura raggiunse il gruppo di persone, sollevando le braccia al cielo. Non appena lo vide, Seth sbiancò. Si era perfino dimenticato di quel tipo. «L’assassino!» esclamò, sollevando il dito verso di lui.

Il resto dei concorrenti osservarono l’uomo, alcuni perplessi, altri più intimoriti, ma nessuno perse la calma.

«Oh, eccoti!» lo salutò Chris, l’unico che continuò a sorridere incurante, avvicinandosi all’assassino. «Hai fatto un ottimo lavoro, prima. Ben fatto!»

L’uomo si tolse la maschera, grugnendo. Allungò la mano verso il conduttore, che vi posò sopra alcune banconote. «Ecco la tua parte. È stato un piacere collaborare con te, la dirigenza ti ringrazia. Spero che i tuoi guai con le autorità siano finiti…»

«Più o meno…» borbottò l’uomo con la sua voce bassa e roca, allontanandosi da tutti loro e svanendo nel parco. Seth lo seguì con lo sguardo, atterrito.

«Aspetta un secondo…» cominciò la Serpe, voltandosi lentamente verso il conduttore. «… vuoi dirmi che vi eravate messi d’accordo? Hai stretto un patto con un omicida?!»

Chris liquidò la faccenda con un gesto della mano. «Non ci sono prove che lui abbia davvero fatto a pezzi quelle persone… e comunque non è la cosa peggiore che io abbia mai fatto…»

Per la prima volta da quando lo avevano conosciuto, Seth parve davvero senza parole. McLean si allontanò, mentre i concorrenti rimasero fermi, a scambiarsi sguardi perplessi, in particolare i Boxer, che si soffermarono sopratutto su Jericho. Osservandoli, Anna sospirò profondamente.

 

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Confessionale Anna:

«Mi dispiace, Jericho…» mormorò la Rilassata, non riuscendo a guardare nell’obiettivo.

 

***

 

«Siccome è la prima volta per voi, qui, lasciate che vi spieghi come funzionano le cose.» Chris sollevò il plico di biglietti che stringeva in mano. «Questi sono i biglietti della salvezza. Chi li riceverà, avrà il diritto a rimanere qui al Blizzard Park. Chi invece riceverà questo…» McLean sollevò un altro biglietto, questo di colore nero. «… dovrà lasciare il parco, per poi non farvi mai più ritorno. Tutto chiaro? Ottimo! Il primo biglietto va a… Edward.»

Il capitano dei Taco si alzò dagli spalti e andò a prendere il biglietto.

«Sunry. Paul. Stephanie. Lucy e… Xander.»

A turno, tutti i concorrenti chiamati andarono a recuperare i loro biglietti. Come previsto, gli ultimi due rimasti furono Anna e Jericho.

«E l’ultimo biglietto va a…»

Anna chinò il capo, per non mostrare la lacrima che le rigava la guancia. «Mi dispiace Jericho…» sussurrò ancora.

«Anna!»

La Rilassata si alzò in piedi, trattenendo a stento un singhiozzo, mentre andava a recuperare il proprio biglietto.

Chris sollevò le spalle, voltandosi verso lo Hippie. «Mi spiace Jericho, hai scelto di impazzire nel momento meno opportuno.»

L’afroamericano si guardò attorno confuso, probabilmente con le idee ancora poco chiare, ma si alzò in piedi ugualmente, per poi rivolgersi ai propri compagni: «Non ho ben capito cosa sia successo in queste ore, ma credo… credo di dovere a tutti voi delle scuse. Non avrei dovuto… ehm… credo di aver torturato qualcuno, ora che ci penso…»

«Ah, nessun problema.» Xander, con un nuovo paio di occhiali, liquidò la faccenda con un gesto della mano. «Quello era George. A nessuno importa di lui.»

Jericho annuì. «Sì, beh… mi dispiace. È solo che… era da un po’ che… insomma… credo di essere andato in astinenza…»

Lucy grugnì. «Esistono alcuni centri, per persone che hanno di questi problemi. Forse dovresti visitarne uno…»

Lo Hippie si grattò la testa, imbarazzato. «Ehm… beh… forse hai ragione…» Lo sguardo dell’afroamericano cadde poi su Anna, che, malgrado tutto, era ancora piuttosto vicina a lui nonostante stesse facendo di tutto per non guardarlo. «A… Anna…» mormorò lui.

La ragazza si voltò, puntando gli occhi lucidi sui suoi. Jericho schiuse le labbra per parlare, ma lei fu più veloce e lo abbracciò con forza, strappandogli un verso sorpreso.

«Mi mancherai…» mormorò lei, con un singhiozzo.

Lo Hippie annuì lentamente, per poi ricambiare la stretta. «Anche tu…»

Si separarono e lui cercò di sorridere, dandole un colpetto alla spalla. «Fatti valere, sorella.»

Anna si asciugò le lacrime ed annuì, accennando un sorriso. «Lo farò.»

«Bene. Buona fortuna, compagni!» esclamò, separandosi dalla Rilassata, dirigendosi verso la barchetta a mollo nel canale. Si sedette e Chef sciolse gli ormeggi. Jericho salutò con un cenno della mano i Taco per l’ultima volta e questi ricambiarono, poco prima che lo Hippie venisse inghiottito dal Tunnel della Vergogna.

La Rilassata si strinse nelle spalle ed abbassò nuovamente la testa, sospirando pesantemente.

Sunry le posò una mano sulla spalla, facendola drizzare. La Timidona cercò di rassicurarla con un sorriso, mentre anche Stephanie e Paul le si avvicinavano per rincuorarla. Anna riuscì poco per volta a tranquillizzarsi, confortata dalla presenza di tutti loro.

Xander e Lucy rimasero distanti, ad osservarli, mentre qualcosa dietro agli spalti catturò l’attenzione di Edward, facendogli sollevare un sopracciglio.

Il capitano si allontanò dalla propria squadra, abbozzando un sorriso.

 

***

 

I Boxer, stipati sulle seggiole della sala multimediale, sembravano trovarsi in stato comatoso, mentre gli altoparlanti continuavano a vomitare parole su quanto fantastico Chris fosse stato nel corso della sua vita.

Travis si era addormentato, stringendo la fotografia del bacio con Rosa contro la guancia, George e Tonya – gentilmente recuperata da alcuni assistenti – erano accasciati sulle loro sedie, con occhi e bocche socchiusi, mentre Kristy e Seth faticavano a tenere la testa dritta. Quest’ultimo in particolare non ci mise molto ad accorgersi di una seggiola vuota. L’assenza di Rosa irritò la Serpe, e non di poco, soprattutto perché non ci mise molto a realizzare dove sarebbe potuta andare.

 

***

 

Dietro gli spalti, Edward esordì: «Non dovresti goderti un documentario, in questo momento?»

Rimasta nascosta nella penombra, Rosa sbucò fuori, con un sorrisetto di colpevolezza. «In teoria sì, ma… stavo letteralmente morendo dalla noia…»

L’Apatico ridacchiò, incrociando le braccia ed appoggiandosi contro le panche dietro di lui. «E a cosa devo questa visita? Credevo che oramai tu e Travis fosse convolati a nozze…»

«Non sei simpatico…» mugugnò l’Iperattiva, per poi puntellare il suolo con la punta del piede. «… comunque… volevo assicurarmi che fossi ancora in gara…»

«Davvero? Perché?»

«Beh…» Rosa si massaggiò il braccio, imbarazzata. «Tu mi dissi di essere felice del fatto che non fossi stata eliminata, ed io volevo solamente ricambiare il favore.» L’Iperattiva sorrise genuinamente. «Mi spiacerebbe vederti partire così presto. Anch’io voglio gareggiare con te, in futuro.»

Edward annuì lentamente, ricambiando il sorriso. «Non preoccuparti, io rimarrò qua ancora per un bel po’.»

«Lo spero bene, altrimenti chi mi porto in finale?»

Il ragazzo ridacchiò una seconda volta. «Sei confidente.»

Rosa non rispose, limitandosi a strizzargli l’occhio. Si voltò, accennando un saluto con la mano, per poi correre via. Edward la seguì con lo sguardo, distendendo il sorriso, per poi voltarsi con un sospiro e tornare dalla propria squadra.

«E con Jericho, siamo arrivati a tre concorrenti eliminati!» esclamò Chris, occupando il suo classico posto di fronte alla telecamera.

«Sono ancora tredici i concorrenti rimanenti! Chi sarà il prossimo eliminato? Quali sfide attendono ancora i nostri eroi? Chi sarà colui che arriverà fino alla fine per sollevare vittorioso la mitica valigetta piena zeppa di soldi? Chi salirà la scala del successo e chi, invece, rotolerà miseramente sopra i suoi scalini? Ormai lo sapete gente, avete un solo modo per scoprirlo: restate qui, con noi, su A Tutto Reality…»

La telecamera salì all’improvviso e lo schermo fu coperto dalla classica visuale del parco dall’alto: «… Blizzard Park!»

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Capitolo 13
*** Il Doposhow ***


Le luci si accesero all’improvviso, mostrando uno studio arancione, con un divanetto disposto al centro di esso, di fronte ad un tavolino bianco.

Una donna bionda vestita di rosso, seduta, si alzò in piedi con un sorriso smagliante, mandando la folla in visibilio. «Eccoci, finalmente, al Doposhow di questa nuova edizione di A Tutto Reality! Io sono Blaineley e sarò la vostra meravigliosa presentatrice!» Blaineley, altrettanto conosciuta come "La Falsa Diva" allargò le braccia, distendendo quel sorriso che avrebbe fatto invidia a quelli di Chris. «Ed è finalmente giunto il mio momento per brillare! Se dopo questa stagione non verrò promossa a conduttrice di reality al posto di quel fallito di McLean, allora…»

«EHHHHHI!!!» trillò una vocetta stridula, facendole piegare la testa con una smorfia infastidita. La donna si voltò verso alcuni divanetti alla sua sinistra, dove una ragazza con una lunga coda di capelli viola si stava sbracciando. «Ci sono anch’ioooo!! Come state? Vi sono mancata???»

«Sierra! Ti avevo detto di aspettare il tuo turno!» esclamò Blaineley, spazientita.

«Ops.» Sierra si coprì la bocca, mentre una lieve risatina fuoriusciva da essa. «Mi ero scordata.»

«Ma perché l’hanno richiamata, questa…» mugugnò la presentatrice, per poi sforzarsi di sorridere di nuovo alla telecamera. «Molto bene, cari telespettatori. Vi invitiamo a rimanere sintonizzati con noi, perché tra poco intervisteremo i tre concorrenti che sono stati eliminati finora, ossia Light, Haru e Jericho! Mi raccomando, non cambiate canale!»

 

A tutto Reality Blizzard Park presenta:

 

IL DOPOSHOW

(con Blaineley)

 

 

Sigla "I wanna be famous" e dissolvenza.

 

L’inquadratura ritornò su Blaineley, seduta con le gambe accavallate, intenta a scrutare Sierra diffidente. «Ripetimi perché sei qui, per piacere.»

«Io sono l’addetta alla parte social di questo reality!» esclamò la Fanatica, entusiasta. «Io mi occupo di seguire i blog e le pagine che i fan di questa stagione creano per discutere dei vari concorrenti! Chi meglio della fan numero uno di A Tutto Reality per svolgere questo incarico? Così nel frattempo posso guadagnare qualcosa per dare una mano al mio adorato Codychino! E poi ho una scusa valida per frequentare siti di fanfiction e fanart…» aggiunse, moderando il tono di voce, per poi ridacchiare. «Questa volta i fan si sono sbizzarriti! Hanno creato un sacco di ship e pairing così cariiiiiine! Non vedo l’ora di parlarvene!»

«Ship?» domandò Blaineley, confusa. «Ma cosa…»

«Le coppie, no? È così ormai che il mondo di internet le chiama! Devi aggiornarti, nonnina!»

La Falsa Diva squittì indignata a quell’appellativo. «Come osi chiamarmi così? Quanti anni pensi che io abbia?!»

«Troppi per questo lavoro» gongolò la Fanatica, dondolandosi sul divano.

Blaineley divenne rossa di rabbia, ma decise di lasciar perdere quando si rese conto di essere ritornata in onda. Si voltò di nuovo verso la telecamera, agitata. «Oh, salve! Ehm… beh, sì, direi che possiamo iniziare! Diamo tutti quanti il benvenuto alla prima concorrente eliminata di questo reality, ossia Light, la Social!»

Reazioni miste da parte del pubblico sopraggiunsero quando Light fece la sua apparizione nello studio, tra alcuni fischi e alcuni che, invece, davvero esultavano per lei. La ragazza osservò con sdegno l’ambiente attorno a lei, per poi andarsi a sedere sul divano alla destra della Falsa Diva.

«Light! Ti trovo bene!» salutò Blaineley, sghignazzando.

La Social incrociò le braccia, osservandola adirata, ma non disse nulla.

«Dunque, prima di iniziare, che ne dici di ripercorrere insieme i fatti che ti hanno portata fino a qui?» La conduttrice prese il telecomando posato sul tavolino, per poi premere un pulsante. Un gigantesco schermo venne calato sopra le loro teste, che si accese mostrando alcuni spezzoni del reality, in particolare della sfida della Giostrapulta.

Light che ci provava con Seth, senza risultato, lei che sbottava contro George e Jericho, lei che spettegolava con Kristy e Lucy nel Doom Trap e per finire lei che saltava giù dalla Giostrapulta, fallendo la sfida. Il filmato si concluse con Chef che la acciuffava, per la sua disperazione, e la sbatteva con forza sulla barchetta del Tunnel della Vergogna, per poi sciogliere gli ormeggi prima che lei potesse scappare di nuovo.

«Allora, com’è essere il primo concorrente eliminato?» la punzecchiò Blaineley, una volta concluso il video.

«Tsk. Credi che me ne importi qualcosa?» sbottò Light, aprendo finalmente bocca. «Se la mia squadra ha deciso di scavarsi la fossa eliminando me, non è un problema mio. Cadranno a pezzi in ben che non si dica.»

«Parole forti per una che ha ritenuto un telefonino più importante della propria sfida» ribatté la Falsa Diva, sogghignando.

«Chiudi il becco! Per tua informazione, tutti i miei follower hanno supportato la mia decisione!» Light estrasse il cellulare, per poi specchiarsi sullo schermo. «Come posso deliziare i miei fan senza il mio telefonino, del resto?»

«Magari usando le telecamere?» domandò Blaineley, indicando le cineprese sparpagliate ovunque attorno a loro.

«Ormai i social sono il futuro, nonna. La televisione è una barca che cola a picco!»

«Non chiamarmi nonna!» protestò la donna, accigliandosi, mentre Sierra sghignazzava sul suo divanetto.

Light fece sventolare i capelli biondi, con un sorrisetto di sufficienza. «Il mio scopo era quello di usare questo reality per farmi conoscere, e così è stato. Ora non mi resta che attendere le decine e decine di proposte che mi faranno. Diventerò una star del web, e sentirete ancora parlare di me!»

«A me sembra che qualcuno non sia in grado di accettare il proprio fallimento…» commentò Blaineley, riacquistando il suo sorrisetto provocatorio. «… e che stia accampando delle scuse all’aria per autoconvincersi che vincere il Reality non le serviva davvero…»

«Beh non è così!» gridò Light alzandosi in piedi, puntandole contro il dito. «E quando sarò famosa e in una settimana guadagnerò molto più di quello che guadagnerai tu nella tua intera, comprerò i diritti di A Tutto Reality e mi impadronirò di questo show solamente per il gusto di far radere al suolo questo studio davanti ai tuoi occhi e poi licenziarti!»

Un silenzio tombale scese nello studio non appena la Social finì di parlare. Blaineley la osservava sbigottita, pure Sierra aveva smesso di sghignazzare. Rendendosi conto di avere tutti gli sguardi puntati su di sé, ma non nel modo che le piaceva e a cui era abituata, Light deglutì. «Ehm… cioè…»

«Avete finito o no?» sbottò una terza persona, apparendo nello studio proprio in quel momento. Non appena fece la sua comparsa, il pubblico, in particolare la porzione femminile di esso, esplose in grida di giubilo.

Haru avanzò corrucciato verso il divanetto, incurante dell’ovazione appena ricevuta. «Sono stanco di aspettare lì dietro…»

«Ah-ah…» mormorò la Falsa Diva, osservandolo con gli occhi ammaliati.

«A dire il vero, prima di presentare il secondo concorrente avrei dovuto introdurre al pubblico la mia rubrica!» esclamò Sierra, l’unica che non sembrava davvero colpita dal fascino di Haru. Sicuramente non voleva che il suo Codychino si ingelosisse. Mentre Haru andava a sedersi accanto a Light, che se lo stava mangiando con gli occhi, la Fanatica si alzò in piedi, per poi sorridere alla telecamera. «Come ho già detto, io mi occupo della parte social del reality, e pertanto una volta alla settimana lancerò alcuni sondaggi ai quali i fan potranno rispondere! Nella mia rubrica parleremo proprio di questi sondaggi, e dei risultati che ho ottenuto!»

Sierra prese il tablet che solo in quel momento Light riuscì a vedere, rimasto nascosto dietro la Fanatica per tutto il tempo. L’addetta ai social si infilò un paio di occhiali da vista, per poi schiarirsi la gola. «Il primo sondaggio di cui voglio parlarvi è quello che riguarda il prossimo concorrente che verrà eliminato! Stando ai pareri dei nostri adorati fan, Tonya sembrerebbe la favorita ad andarsene nella prossima puntata, in caso di una sconfitta da parte dei Boxer – adoro i nomi che avete dato alle squadre, tra l’altro. A seguirla ci sono George e Kristy. Dalla parte dei Taco, invece, Lucy e Xander sembrerebbero i più probabili, con Sunry al terzo posto, anche se con il suo ritrovato spirito competitivo la percentuale che la riguardava è calata drasticamente.»

«Voi chi vorreste che vi raggiunga?» domandò Blaineley, lanciando una strana occhiata ai concorrenti già eliminati.

«Io voglio quella gallina di Kristy» gracchiò Light. «O anche quel peso morto di Tonya. Così da poter ridere di entrambe.»

«Seth…» rantolò Haru. «Così potrò dargli una bella lezione…»

«Uh, interessante…» commentò la Falsa Diva. «Speravo proprio che ne parlassi, caro Haru, perché ora tocca a te essere intervistato! Light, ti dispiacerebbe spostarti sul divano accanto a Sierra? Con te abbiamo finito.»

Light grugnì e si alzò in piedi, lasciando Haru da solo in balia della donna. «Bene, ora è giunto il momento di ripercorrere i tuoi, di passi. Vediamo un po’ che cosa ti ha condotto fino a qui.» Blaineley premette di nuovo un tasto sul telecomando, accendendo l’enorme schermo.

Le immagini riguardanti l’avventura di Haru cominciarono a scorrere di fronte agli occhi di tutti. Per prima cosa il suo arrivo e il suo far impazzire le ragazze per lui. La sua rivalità con Seth, nata dapprima nel Doom Trap, e successivamente la sua breve permanenza nello stesso team del Silenzioso, dove aveva subito preso in antipatia buona parte dei suoi compagni di squadra. Infine, le parole taglienti di Seth, ormai divenuto la Serpe, nei suoi confronti poco prima della sua eliminazione. Osservando quella scena, il Belloccio strinse i pugni con forza.

«Allora, Haru…» cominciò Blaineley, con un ambiguo tono di voce. «… cosa ne pensi di tutto questo? Cosa pensi del fatto di essere stato eliminato ingiustamente? Ti fa arrabbiare? Infuriare? Racconta.»

Il Belloccio fece sbiancare le nocche, per poi sospirare profondamente e rilassarsi di colpo. «Penso che sono stato uno stupido io a credere di essere al sicuro. Avrei dovuto prevedere una mossa simile da parte di Seth. Anzi, avrei dovuto essere più veloce di lui, e riservargli lo stesso trattamento.»

«Quindi… non sei arrabbiato?» domandò la conduttrice, quasi delusa.

«Certo che lo sono!» si infervorò il Belloccio. «Ma non per l’eliminazione, per quello che Seth mi ha detto! Mi ha mancato di rispetto!»

Blaineley sorrise, strofinandosi l’indice sotto il naso. «Però tu sei rimasto in silenzio, mentre ti mancava di rispetto. Sei stato tu a permettergli di farlo.»

«Perché in quel momento ero ancora stordito dall’eliminazione» spiegò Haru, incupendosi. «Ora, a mente fredda, posso dire che in circostanze diverse non glielo avrei mai permesso. Anzi, se lo facesse di nuovo, non avrebbe più una bocca con cui parlare.»

«Uhh…» commentò Blaineley, con un sorrisetto. «Parole forti anche le tue. Peccato che le parole di non ti riporteranno nel reality…»

La Falsa Diva si avvicinò a lui, quasi sussurrandogli nell’orecchio. «Eri partito con così tante promesse, Haru, avevi un supporto così grande da parte del pubblico… e guardati ora… sei caduto dalle grazie… come un angelo senza ali… hai sempre il tuo bel visino, certo, ma… ormai verrai universalmente riconosciuto come il concorrente più sprecato nella storia di A Tutto Reality… dimmi, ora, questo come ti fa sentire?»

Haru la osservò per un breve momento, le parole della donna sembravano davvero averlo toccato nel profondo. Il Belloccio parve incapace di pronunciare parola per un breve momento, fino a quando non si incupì di nuovo. «Dì un po’, essere un’autentica st%!#za è uno dei requisiti per fare il tuo lavoro?»

Blaineley ammutolì, assottigliando le labbra, mentre una risata generale si sollevava tra il pubblico. Si allontanò da Haru, tornando a sedersi composta sul suo divanetto, per poi accavallare le gambe e distogliendo lo sguardo da lui indignata. «Sappi che volevo invitarti a cena, più tardi, e magari farti una proposta di collaborazione, ma ti sei appena bruciato ogni tua possibilità.»

«Oh, che tragedia…» mugugnò l’asiatico, sprezzante.

Light sghignazzò, mentre osservava la scena divertita. «Adoro tutto questo…» commentò.

«Beh, con te ho finito» sbottò Blaineley, liquidando la faccenda con la mano. «Non ti meriti le mie attenzioni. Schizzata coi capelli viola, puoi parlare di nuovo della tua inutile rubrica.»

«Non è inutile!» protestò Sierra. «E se non fosse per i fan come noi, tu non avresti nemmeno il tuo lavoro!»

«Sì, come ti pare…» mugugnò la Falsa Diva, osservandosi le unghie corrucciata. «Ho proprio bisogno di una manicure…»

Sierra sbuffò indispettita, ma decise di tranquillizzarsi quando realizzò che le telecamere erano ora puntate su di lei. Sorrise e si schiarì la gola, per poi afferrare nuovamente il tablet. «Dunque, il secondo sondaggio che ho lanciato, riguardava le coppie preferite dai fan! Ne sono state suggerite diverse, che sono poi state successivamente votate, ed ora vi presenterò le dieci che hanno ottenuto più voti: al decimo posto, abbiamo Xander e Lucy. I due hanno dimostrato una buona alchimia durante l’ultima puntata, ma la loro ship ha comunque ricevuto meno voti rispetto ad altre coppie in quanto entrambi i concorrenti non sono molto graditi dalla maggior parte dei fan. Al nono posto, invece, abbiamo George e Tonya. Alcun fan ritengono che l’ossessione di Tonya nei confronti del Perdente sia dovuta al fatto che in realtà è innamorata persa di lui, ma non sono molti a credere in questa teoria, ragion per cui è solamente al nono posto.

«All’ottavo posto, abbiamo di nuovo Xander, questa volta con Stephanie. È innegabile l’interesse di Xander nei confronti della Gentile, e alcuni fan ritengono che prima o poi il Lunatico possa far breccia nel suo cuore, soprattutto durante una delle sue sporadiche "trasformazioni" da cascamorto a ragazzo per bene. Al settimo posto abbiamo Seth e Rosa, con i fan che ritengono che l’interesse di Seth nei suoi confronti non sia solo prettamente strategico, come lui invece vuole far credere. Personalmente, mi trovo contraria a questa coppia, per motivi di cui vi parlerò presto.

«Al sesto posto, Sunry ed Edward, che hanno conquistato i cuori di molti fan grazie alla loro prova nel labirinto, in cui lui ha mostrato di tenere a lei, a suo modo. Mi trovo contraria anche a questa coppia, perché al quinto posto abbiamo quella che sicuramente mi sembra funzionare di più, ossia Paul e la stessa Sunry. L’Amicone del resto è stato il primo a guardare oltre la timidezza della ragazza, riuscendo a scorgere qualcosa di buono in lei, ragion per cui questa è una delle coppie più popolari del momento. Al quarto posto, invece, non posso credere che sia vero, ma abbiamo Kristy e Travis. Proprio come con Tonya e George, molti pensano che la Sgarbata adori prendere di mira il povero Travis semplicemente perché innamorata persa di lui. Anche se fosse così, non riesco a spiegarmi l’incredibile popolarità di questa coppia, ma tant’è. Del resto, nel corso dei reality abbiamo avuto coppie decisamente più bizzarre di questa.

«Al terzo posto, abbiamo una ship che ha decisamente sciolto i cuori di molti fan, soprattutto durante la fine dello scorso episodio, ossia quella tra Jericho ed Anna. La povera Anna sembrava essere l’unica a trovare qualcosa di buono in Jericho, e non ha nascosto il suo dolore durante l’eliminazione dello Hippie. È sicuramente stata una scena toccante che fa meritare il terzo posto a questa adorabile coppia.

«La medaglia d’argento va a Rosa ed Edward, che da quando sono iniziate le scappatelle dell’Iperattiva per andare a trovare il capitano dei Taco, non hanno fatto altro che accumulare voti da parte dei fan, che adorano definirli i Romeo e Giulietta di questo reality. Due avversari, due membri di squadre diverse, che tuttavia se ne infischiano delle bandiere e degli schieramenti e che non vogliono altro che potersi vedere. Sicuramente, questa coppia suona molto meglio rispetto a quella tra Sunry e lo stesso Apatico, o a quella tra Rosa e Seth, anche se francamente l’idea di un triangolo amoroso tra Seth, Edward e Rosa, con loro due che combattono per avere il cuore della fanciulla, fa scalpitare la fangirl impazzita dentro di me!»

Sierra saltellò, facendo un verso estasiato, a dimostrazione di ciò che aveva appena detto. «Ma ora, è tempo della mia coppia preferita in assoluto… a dire la verità non ha ricevuto molti voti, ma non mi interessa, è la mia rubrica e perciò decido io che cosa va al primo posto!»

La Fanatica si schiarì la gola, per poi annunciare: «Una menzione d’onore va alla coppia formata da Travis e Rosa, soprattutto per via della loro conversazione nel tunnel degli Innamorati, ma ora, la coppia che si prende la medaglia d’oro è quella tra Seth e…»

Light incrociò le braccia con un sorriso soddisfatto. Sicuramente era lei l’altra persona. Non c’erano dubbi a riguardo.

Sierra posò il tablet, per poi sollevare le braccia al cielo entusiasta: «Edward!»

Blaineley per poco non cadde dal divanetto udendo quelle parole. Light ed Haru sgranarono gli occhi, osservandola atterriti, e diversi versi di sorpresa si sollevarono tra il pubblico.

La Fanatica sollevò un dito. «Sì, lo so, lo so, si è parlato poco in A Tutto Reality di coppie formate da soli maschi, ma lasciatemi spiegare: è da quando si sono conosciuti che continuano a lanciarsi strani sguardi, quei due. In molti potrebbero pensare che si tratti di semplice rivalità, ma secondo me è molto di più… è attrazione!»

«Sì, ma… e Rosa?» domandò Haru, sollevando un sopracciglio.

«Un triangolo amoroso, che tuttavia, questa volta, vedrà la ragazza rimanere a mani vuote.» Sierra sollevò le spalle, con una risatina. «Edward e Seth saranno la rivelazione del reality, vedrete!»

«Ma ti sei bevuta il cervello?!» tuonò Light, alzandosi in piedi e strattonandola. «Seth è innamorato di me! Di ME! Perché mai dovrebbe scegliere… Edward! Tra tutte le ragazze che ci sono, proprio un maschio?!»

«Non sei costretta a credermi, ti basterà vedere con i tuoi occhi!»

Haru scosse lentamente la testa, con un sospiro. Probabilmente sia Edward che Seth avrebbero dato di matto udendo tali parole. Però sicuramente lui avrebbe avuto un buon motivo per prendere entrambi in giro per il resto delle loro vite

«O-Ok, Sierra, perché non ti siedi di nuovo? È ora di presentare l’ultimo concorrente…» borbottò Blaineley, altrettanto sconvolta. «Cerchiamo di finire in fretta con questa buffonata, che sono esausta…» La Falsa Diva si voltò verso la sua destra, per poi sorridere. «Diamo un caldo benvenuto al terzo concorrente eliminato, ossia Jericho!»

Un ovato da parte del pubblico di sollevò, quando lo Hippie fece la sua comparsa, con le mani sollevate in cenno di saluto a tutti quanti. «Pace e amore fratelli! Pace e amore!»

«Fratello, come va?» domandò poi, quando raggiunse Haru. «Che gioia rincontrarti!»

«Il sentimento non è reciproco» sbottò l’asiatico, allontanandosi e lasciandogli il divanetto.

Jericho si accomodò, per poi rivolgersi a Blaineley: «Sono onorato di incontrarti, sorella.»

«Mh-mh» mugugnò la donna, per poi rivolgergli un sorriso freddo. «Non sei più fuori di testa, vedo…»

«No, no, no» rispose lui, scuotendo la testa. «Quel Jericho oramai non è più in questo mondo, sorella. Ora sono di nuovo in me. Non si verificherà mai più ciò che è successo.»

«Sì, beh, perdonami se fatico un po’ a crederci…» proseguì la donna, per poi afferrare il telecomando. «Ma prima di continuare, ecco qua i momenti più salienti della tua avventura nel Blizzard Park!»

Sullo schermo apparvero i momenti principali riguardanti Jericho: i suoi confessionali con le sue frasi bizzarre, il suo approcciarsi con i compagni, la sua avventura nel Doom Trap assieme alle ragazze, la sfida nella Giostrapulta, quando aiutò Lucy e Stephanie a vincere la sfida, il suo correre in giro disperato e, per finire, lui che pestava Xander, Paul e torturava George.

«Devo ammettere che hai riflessi ed agilità piuttosto alti, per essere… beh, tu» lo punzecchiò Blaineley. «Se solo avessi sfruttato meglio le tue vere capacità, probabilmente saresti potuto arrivare ben più avanti di dove, invece, sei arrivato. La cosa non ti infastidisce minimamente? Sapere di essere stato eliminato consapevole del fatto che sai essere molto di più di ciò che dimostri?»

Jericho sollevò le spalle. «Purtroppo, il mio destino è sempre stato questo. Non possiamo intralciare i piani del fato, sorella. Se il fato ha voluto che io venissi eliminato in questo modo, così sia. Accetterò di buon grado questo fardello.»

Blaineley si prese il mento. «Ma davvero? E non pensi alla persona che credeva in te e che tu hai tradito?» La Falsa Diva premette un altro tasto sul telecomando, mostrando un’immagine presa dal finale della puntata precedente, un’immagine raffigurante Anna, con gli occhi lucidi, intenta a salutarlo. Si sporse verso di lui, un po’ come aveva fatto con Haru. «Lei credeva in te, Jericho… e tu l’hai delusa… le hai spezzato il cuore… come ci si sente, Jericho, sapendo di aver tradito la fiducia di qualcuno che ne riponeva in te così tanta?»

Jericho storse le labbra, osservando l’immagine. «Anna…» mormorò, per poi sospirare profondamente. Si sfilò gli occhiali, per poi scuotere lentamente la testa. «Non avrei voluto che finisse così…»

«Ormai è troppo tardi, Jericho. Ma non temere, ti raggiungerà presto!»

«Cosa? Perché?» domandò lo Hippie, sorpreso.

«Tsk.» Blaineley fece schioccare la lingua. «Credi davvero che lei riuscirà a sopportare la tua mancanza, la prossima sfida? Ciò che è successo l’ha provata psicologicamente al punto che non riuscirà a gareggiare al meglio delle sue condizioni, al punto da portare la sua squadra alla sconfitta proprio come hai fatto tu! Anna verrà eliminata per colpa tua! Dimmi, Jericho, la cosa ti disturba? Ti logora dall’interno? Raccontaci come ti senti!»

Lo Hippie osservò lo schermo, rimirando i dettagli del volto di Anna. Un labbro gli tremolò. Accorgendosi di come, finalmente, fosse riuscita a turbare uno dei concorrenti, Blaineley si stravaccò sul divano incrociando le braccia soddisfatta, fino a quando Jericho non si incupì tutto ad un tratto. «No…» gracchiò, facendo drizzare la testa della conduttrice.

«Come?»

«No!» ripeté l’afroamericano, alzandosi in piedi, puntandole contro l’indice. «Non riuscirai ad avvelenarmi con le tue parole, vipera! Anna è molto di più forte di come credi tu! Lei resisterà fino alla fine, e sarà lei a vincere il reality, perché è una ragazza sveglia, abile ed intelligente, ed è anche bella come una fata! Lei non perderà per causa mia, perché anche se stesse davvero per accadere, giuro che mi metterei a correre fino al parco e sfonderei il cancello di ingresso solamente per andarle a dire tutte queste parole di persona!»

Un boato di versi inteneriti si sollevarono da parte del pubblico, e da Sierra, quando Jericho finì di parlare. La Falsa Diva rimase ad osservarlo, atterrita.

Jericho si sedette di nuovo, incrociando le braccia. «Hai altre domande, sorella, o posso tornare dal catering? Muoio di fame chimica, non metto qualcosa di decente sotto i denti da giorni.»

Blaineley batté le palpebre un paio di volte, confusa, per poi alzarsi e spostare lo sguardo su Sierra. «Se hai ancora qualcosa da dire, fa pure… io ho bisogno di stendermi un po’…» La Falsa Diva si allontanò, massaggiandosi le tempie. «Odio questo lavoro…» mugugnò, poco prima di svanire dalle telecamere.

«Uhm… beh…» mormorò Sierra, strofinandosi il mento. «Posso parlare dell’ultimo sondaggio che ho fatto, ossia quello sui concorrenti preferiti dai fan! Dunque, stando ai miei dati…»

«Ma chissenefrega?» sbottò Light, osservando ammaliata il divanetto abbandonato da Blaineley. Anche Haru lo stava osservando piuttosto concentrato.

Un sorrisetto nacque sul volto della Social, che si fiondò su di esso, esordendo: «Ora sarò io la presentatrice di questo show! Perciò, vi converrà fare esattamente tutto quello che vi dico!»

«Fammi un po’ di spazio» sbottò Haru, sedendosi accanto a lei. «Ci sono anch’io qui.»

L’asiatico si sedette accanto a Light, costringendola a scansarsi, abbozzando un sorrisetto. «Però… niente male…» commentò, osservando il vasto spazio di fronte a sé.

Sierra li osservò confusa, schiudendo le labbra. «Ehm…»

«Io torno dal catering…» mugugnò Jericho, rialzandosi in piedi ed allontanandosi dallo studio.

«E spostati!» esclamò Light, spintonando Haru per l’occupazione del divano.

«Spostati tu!» ribatté il Belloccio, rispondendo al fuoco.

La Fanatica rimase a guardarli, non sapendo molto bene come comportarsi, fino a quando non decise di girarsi nuovamente verso la telecamera. «Beh, questo era il primo episodio dedicato al Doposhow! Spero che vi siate divertiti, cari spettatori! Mi raccomando, continuate a seguirci per rimanere aggiornati sulle vicende dei nostri amati concorrenti, e soprattutto per scoprire chi riuscirà ad arrivare fino alla fine! E…»

«Togliti di mezzo!»

«Levati tu!»

«Avevi detto che a te la televisione nemmeno piace!»

«Ho detto che era fallimentare, ma anche che per cominciare la mia scalata verso il successo andava più che bene!»

«… e… auguratemi buona fortuna…»  mugugnò ancora Sierra, osservando demoralizzata i due ex concorrenti litigare tra loro come bambini per una caramella.

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