Good morning Snow White!

di Liveandlove
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I. ***
Capitolo 2: *** II. ***
Capitolo 3: *** III. ***
Capitolo 4: *** IV. ***
Capitolo 5: *** V. ***
Capitolo 7: *** VI. ***



Capitolo 1
*** I. ***


Good morning Snow White!


 

I.

L'orologio segna le 6:00 del mattino ed io sto già varcando la soglia di casa.
E' la prima volta in vita mia che mi ritrovo fuori di casa per quell'ora. La notte prima quando avevo impostato la sveglia per il mattino seguente, mi era quasi venuto un colpo. 
"La sveglia sarà attivata tra 5 ore".

Recentemente i miei genitori avevano deciso di traslocare nella provincia di Daegu per motivi di lavoro e così le opzioni erano: svegliarmi alle 5 del mattino per continuare a frequentare la scuola a Seoul o frequentare una scuola di provincia.
All'ultimo anno delle superiori, chi mai avrebbe deciso di cambiare scuola?

Nonostante fossi una ragazza socialmente selettiva, anche etichettata come introversa, solitaria o asociale, non avevo voglia di cambiare ambiente e ricominciare tutto da capo per un paio di mesi. Ormai finite le vacanze di Natale, dovevo iniziare ad adattarmi agli orari.

Per quanto Daegu possa essere fuori dalla civiltà, fortunatamente vi è un pullman che porta direttamente a Seoul e che casualmente mi porta a pochi chilometri dalla mia scuola. Una delle pecche, è che oltre ad essere ad un ora e mezza di viaggio, il pullman passa una volta ogni ora. 
Il primo pullman parte alle 6:10, così a 5 minuti dalla partenza prendo posto sui sedili posteriori vicino al finestrino, così da avere un bel paesaggio da ammirare durante il viaggio.

Nella vettura oltre all'autista, ci siamo io ed un vecchio anziano sulla sessantina seduto sui sedili anteriori. Suppongo che ogni mattina sarà questa la mia compagnia. Perlomeno potrò godermi un'ora e mezza di pace e relax ogni mattina.

6:10

Sento la vettura sbuffare, segno che le porte si stanno per chiudere. Preparo gli auricolari per ascoltare della musica e la colazione è lì pronta sul sedile al mio fianco. Improvvisamente le porte cigolano e si riaprono, e dalla porta che affianca l'autista, un ragazzo con i capelli neri sbuca ed entra nella vettura scusandosi con l'autista. Di statura media, ha una pelle così chiara che in confronto Biancaneve gli fa un baffo. Scuote la chioma per scacciare via le goccioline di sudore e lentamente si avvia verso la fine del pullman. Nel frattempo il veicolo è ripartito e questo non aiuta per niente il ragazzo stanco che cerca di raggiungere i sedili posteriori. Con espressione esausta ed infastidita, di tanto in tanto sbanda e nel frattempo lo sento imprecare a bassa voce.

Non lo biasimo. Avrei avuto la stessa reazione. Spero davvero che non decida di sedersi all'ultima fila, ma con tutte quelle sedie vuote dubito. Dubito bene poiché si siede a due file di distanza da me, ma prima di posare la sua roba mi guarda dritto negli occhi. Il suo sguardo è come un'incudine che mi piomba addosso. Capisco che non è decisamente contento della mia presenza e che probabilmente questo è il suo posto. Oltre alla ferocità nel suo sguardo, noto le iridi color nero pece che insieme ai suoi capelli creano un bellissimo contrasto con la sua pelle. E' un ragazzo oggettivamente di piacevole aspetto ma spero davvero anche che sia silenzioso.

Dopo aver posato la sua roba ed essersi seduto, piega un fazzoletto e se lo posa sulla fronte sudata. Lo vedo di spalle e lievemente anche di profilo. Mi accorgo che ho continuato ad osservarlo da quando è arrivato, così scuoto il capo e ritorno in me concentrandomi sulla mia musica e sulla mia colazione. Quando ho finalmente deciso la canzone con cui iniziare la mattinata, sento delle voci rumorose al di fuori dei miei auricolari. Mi accorgo che il ragazzo dai capelli neri ha deciso di ascoltare anche lui della musica, senza auricolari. Riconosco subito la canzone, "Fly" degli Epik High. Nonostante il buon gusto in musica non permetto a nessuno di rovinare il mio momento di pace e calma. Mi giro verso la sua direzione con un sopracciglio inarcato ed immagino di dar fuoco al dispositivo che emette la musica. Vedo leggermente di profilo, l'angolo della bocca inarcato in un ghigno e le spalle che si muovono a ritmo di musica. Nonostante i nervi che mi stanno per scoppiare dal nervosismo, cerco di non dargli corda ed ignoro il casino, aumentando il volume della canzone nei miei auricolari cercando di coprire l'altra canzone. Cerco di rimanere indifferente con la speranza che prima o poi si stufi, e cerco di gustarmi la colazione nel sacchetto.

Finalmente alle 7:42 il pullman arriva a capolinea ed ormai nella vettura siamo rimasti solo io ed il ragazzo. Il vecchio è sceso un paio di fermate prima.

Mi alzo e con la borsa in spalla lo supero e mi dirigo verso l'uscita, cercando di non lasciar trapelare il mio fastidio nei suoi confronti e mantengo un'espressione neutra.


Min Yoongi's POV

Come al solito mi sono svegliato tardi. Se le 5:40 si può definire tardi. Riesco a fermare il pullman per Seoul e l'autista con un sorriso mi apre la porta anteriore, come sempre. Per raggiungere la vettura ho fatto uno sprint che mi ha richiesto più energie di quante ne impiego per allenarmi con le coreografie. Già, le coreografie.

Saluto l'anziano che come ogni mattina mi sorride e mi saluta, e cerco di raggiungerei il mio solito posto. Purtroppo oggi non bastavano il fiatone, ne le scosse del pullman poiché vedo anche che la mia sedia è occupata. Vedo una ragazza con i capelli lunghi e scuri, seduta sul mio posto. E ora chi cavolo è quella? Con tutte le sedie esistenti in quel pullman, proprio lì doveva andarsi a sedere. Mentre per la prima volta da quando prendo quel pullman, analizzo dove sedermi, vedo con la coda dell'occhio che la ragazza mi osserva. In realtà è ciò che sto facendo anche io, ma lo faccio solo perché sono infastidito. E' una bella ragazza, potrei dire quasi che è diversa dalle solite ragazze che si vedono ogni giorno. Ma che importa. Irrilevante come il resto.

Prima di sedermi la fulmino con un'occhiataccia che anche lei ricambia, ma nonostante l'espressione risoluta e gli occhi infuocati, riaffermo la teoria che sembri davvero diversa dalle solite ragazze.

Mi levo questi pensieri dalla testa e finalmente mi siedo in una zona strategica dove il sole non colpisce e dove posso ammirare il panorama in pace. Solitamente ascolto la musica con i miei auricolari e mi immergo in questa totale sensazione che è la musica. A volte mi immergo nei rap degli Epik High e talvolta nelle note melodiche suonate al pianoforte di Chopin.

Ho deciso di far capire all'estranea che dalla prossima volta in poi sarà meglio sedersi altrove. Dalla playlist riproduco una delle canzoni per cui ho deciso di perseguire questa carriera e me la godo a volume abbastanza alto. Sicuramente l'anziano sordo non ne sarà disturbato.

Eppure la mia strategia non sembra scalfirla. La osservo con la coda dell'occhio e sembra sempre indifferente, concentrata sulle sue cose. Durante tutto il viaggio ascolta la sua musica e sembra vivere nel suo mondo, proprio come me. Sento il fastidio crescere dentro di me ma allo stesso tempo sono quasi incuriosito. Finalmente arriviamo e la mia schiena è a pezzi. L'istruttore mi ucciderà. Sono le 7:42, probabilmente mi prenderò il mio tempo per arrivare all'agenzia.

La ragazza mi passa davanti, diretta verso l'uscita. Rimane indifferente alla mia strategia e alla mia presenza, proprio come lo è stata per tutto il viaggio. Do' un'occhiata al sedile posteriore e vedo che ha dimenticato il cellulare sul sedile. Un ghigno mi nasce sul viso e lo prendo velocemente. "Ehy tu!" La ragazza si ferma sul posto evidentemente sorpresa, ma quando si gira verso di me inarca solo il sopracciglio "Hai qualcosa da dirmi?". Le sorrido in modo malefico e le mostro il telefono. Finalmente la sua espressione trapela della sorpresa ma in un millisecondo assume un'espressione stizzita e si avvicina lentamente. Tutto questo mi diverte e quando la sua espressione lascia trapelare un qualche sentimento la trovo quasi carina. Strano. La devo smettere di pensarci troppo.

"Ricorda che quel posto è occupato." Le dico, passandole il telefono. Le nostre mani si sfiorano e rabbrividìsco lievemente al contatto con le sue mani così gelide.

"Non più a partire da oggi." Mi sorride e scende dal pullman.

Non sono più infastidito, anzi sono quasi sono divertito. Involontariamente sul mio viso nasce un sorrisetto. Sento che le mie mattinate non saranno più le stesse.

E' la mia prima storia sui BTS, in particolare su Yoongi :) Spero vi piaccia!

 
 
 

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Capitolo 2
*** II. ***


II.

Fortunatamente la giornata è andata meglio di come è iniziata. Era tanto che non vedevo una delle poche persone di cui mi importa davvero qualcosa, Jeon Jungkook. Siamo cugini di terzo grado e sin da quando siamo piccoli è solito starmi sempre dietro e accinghiato come un koala. E' mio cugino lontano aka unica persona che io consideri famiglia aka compagno di classe. Per quanto odi ammetterlo, la vita è più difficile senza di lui a scuola. Da un paio di anni a questa parte è entrato come trainee in un'agenzia ed essendo sempre impegnato frequenta la scuola raramente. Nonostante l'eliminazione al contest a cui aveva partecipato anni fa, ha ricevuto molti biglietti da visita da molte compagnie di Idols e così ha deciso di perseguire il suo sogno. A mio parere è un sogno davvero irrealistico e difficile da perseguire, ma l'ho sentito cantare tutta la vita e cazzo se ha una bella voce. Cazzo se è fatto per cantare.

 

Yoongi's POV

Ogni mattina è più stancante dell'altra ma anche diversa. Ormai è un mese che facciamo a gara a chi arriva prima ed ancora una volta mi stupisco di me stesso. Qualcosa di diverso dalla musica ha catturato il mio interesse. Qualcosa capace di strapparmi anche dal mio amato sonno. Sono le 5:45, l'autista non è ancora arrivato eppure io sono già bello che assonnato di fronte al pullman. Immagino la sua espressione quando mi vedrà già qui e nascondo un sorriso. Sarà colta alla sprovvista ma come al solito proverà a nascondere le sue emozioni, quasi come se se ne vergognasse. Come se dovesse mostrare al mondo che non le frega di niente e di nessuno. E come biasimarla.

Questo mese è stato piuttosto divertente a mio parere. Molte volte è riuscita a battermi sul tempo e a rubarmi il posto, ed al mio arrivo sogghigna sempre vittoriosa. Inizialmente era un ghigno malefico, ma con il passare dei giorni quel ghigno è diventato sempre più dolce, ormai quasi un sorriso innocente. Ultimamente mi ritrovo spesso a pensare a lei, a come arrivare prima e soprattutto allo sguardo che mi lancia ad ogni perdita o sconfitta. E' tutto davvero molto stupido ed infantile, molto poco da me e spesso mi chiedevo cosa diavolo stavo facendo. Ah, se mi avessero visto gli altri, soprattutto i maknae. Mi avrebbero preso per il culo a non finire. Perché stavo sprecando così il mio tempo e le mie energie? Ma ogni volta quella ragazza mi incuriosiva e catturava la mia attenzione. Ancora non capivo se era lei, con il suo sguardo profondo e freddo come il ghiaccio ma con delle labbra piene ed un dolce sorriso che ti sciolgono in un millisecondo o se era la noia del momento.

Quelle poche volte in cui ero riuscito ad arrivare primo mi ripagava con la stessa moneta e metteva in play le sue playlist ad alto volume. Avevo capito i suoi gusti musicali e dovevo ammettere che di gusto ne aveva eccome. Ogni volta era come se lei mi stuzzicasse con un amo ed io ogni volta abboccavo come un pesce, ed ogni volta mi incuriosivo sempre di più. Volevo sapere di lei. Spesso quando toccava a me "fargliela pagare", anche se ormai ascoltavamo la musica insieme, mettevo nuove canzoni e la osservavo con la coda dell'occhio per vedere se erano di suo gradimento.

Sapevo il suo nome? Dove viveva? Cosa faceva nella vita? No.

Ormai sono le 6:10, io sono seduto al mio posto e di lei nemmeno una traccia. Potrebbe anche non venire. Mi sento uno stupido ad attendere con tale preoccupazione l'arrivo di un'estranea. Perché mi importa tanto? Farò meglio a concentrarmi sulla mia musica invece che su cose inutili. Sono anni che mi preparo per il mio debutto, il nostro, ma il direttore Bang Si-hyuk ancora non si da una mossa ed io mi chiedo se tutto questo accadrà mai. E' questo ciò di cui mi dovrei preoccupare, non di stronzate.

Il pullman sta partendo ed io mi infilo i miei auricolari e metto in play alcune canzoni che sto producendo da solo ma di cui nessuno sa niente. Chiudo gli occhi e vago con la mente in questo mondo che è la musica. In questo mondo che amo tanto ma che potrebbe non accettarmi costringendomi a lasciare il mio sogno.

Sento un improvviso tonfo al mio fianco e mi giro subito di scatto verso quella direzione. Mi ritrovo la ragazza seduta vicino a me, con un'espressione più vuota del solito, più corrucciata e forse triste. Indecifrabile come sempre. Non l'ho mai vista così da vicino, l'ho sempre vista a qualche fila di distanza ed ora è seduta vicina me. Non ha più un sorrisetto dolce ma solo uno sguardo spento. "Che hai da guardare?" Si gira verso di me e finalmente i nostri occhi si incrociano. Oggi non è in vena di sfide e probabilmente né di fingere indifferenza. Non le rispondo perché non so cosa dirle. Dovrei provare a consolarla? Con quale confidenza? Ma chi sono io per fare qualcosa?

Si accascia sul sedile e butta il capo all'indietro sullo schienale socchiudendo gli occhi. Il suo profumo mi invade le narici e finalmente so che profumo ha. E' piacevole. E' dolce al punto giusto e rinfrescante. Improvvisamente mi ruba un auricolare e se lo mette all'orecchio sinistro. Sto per protestare ma la vedo lì, distesa sullo schienale nel suo mondo e lascio perdere.

Il tempo sembra passare molto lentamente. Perso nel paesaggio vengo riscosso nuovamente quando sento un peso sulla spalla. Mi giro e vedo il suo capo poggiato su di essa, si è addormentata. Mi pietrifico indeciso sul da farmi. L'ultima ragazza con cui ho avuto contatto, oltre a mia sorella, è stato anni fa quando ancora andavo alle superiori. 
Cosa cavolo devo fare?! Mi mordo il labbro nervoso e cerco di lasciar perdere osservando ancora fuori dal vetro. Ci provo, ma niente. E' come se il suo contatto mi bruciasse la pelle attraverso i vestiti ed il suo respiro regolare ed il suo profumo fossero onnipresenti. 
Erano le uniche cose che sentivo. Magari potevo provare a spostarle la testa? Meglio di no, avrei rischiato di svegliarla. Non è che fosse spiacevole, anzi, ma aveva innescato in me sensazioni a cui non sapevo come reagire.
La osservo con la coda dell'occhio e finalmente posso annotare nella mente ogni suo piccolo dettaglio. Ha la bocca socchiusa ed ogni tanto noto il movimento delle pupille sotto le palpebre, ha le guance leggermente arrossate ed ogni tanto emette dei gemiti. Sembra quasi carina. 
Mette sempre su quella sceneggiata della ragazzina menefreghista e sarcastica ma l'ho smascherata sin da subito. In quel momento finalmente la posso osservare in tutta tranquillità nella sua vera natura,  davvero innocente e quasi tenera. Ha i capelli lisci, lunghi e neri. Davvero belli. Sono sparsi ovunque, sullo schienale, sulla mia spalla ed anche sul suo viso. Con i movimenti bruschi del veicolo le finiscono alcune ciocche in bocca ed io sono tentato dal spostarle i capelli. 
Ma se si svegliasse improvvisamente? Cosa dovrei dirle? 
"Ehm, scusa volevo solo aiutarti." 
Certo. Io?

Però anche lei è lì, sulla mia spalla che riposa con il mio auricolare, indisturbatamente.
Alla fine le sposto delicatamente le ciocche di capelli e faccio in modo che ognuna rimanga al proprio posto. 
Ma che cavolo sto facendo? Mi sa che sono impazzito.

"Che stai facendo?" Ecco, appunto.

Con voce impastata dal sonno, apre gli occhi e punta gli occhi dritti nei miei. "Tu, che stai facendo?" Cerco di risponderle a tono e cerco di farle capire che entrambi stiamo facendo cose strane.
"Io mi sto riposando. Non lo vedi?" "Sì, sulla mia spalla." Appena se ne rende conto si posiziona eretta sullo schienale e le guance si colorano di un rosso porpora. Ripeto, sembra quasi carina.

Faccio finta di massaggiarmi la spalla, "pensavo che prima o poi mi si sarebbe staccata la spalla per il peso". Sbuffa e mi ripete "Quindi tu che stavi facendo?" Evito il suo sguardo e spero con tutto il mio cuore di non essere arrossito. 
"Niente, - faccio le spallucce - avevi delle ciocche sul viso" "e volevi aiutarmi?" Lo dice quasi sorridendo e non capisco se mi sta prendendo per il culo. "Ehm, si?" rispondo incerto.
Si gira verso la parte opposta e fissa il vetro trattenendo un sorrisetto. Mi sta decisamente prendendo per il culo. Ed io sono davvero un deficiente che non si fa i cazzi suoi.

Arriviamo al capolinea ed il pullman si ferma. Lei si toglie l'auricolare ed inizia per prima a sistemare il suo bagaglio, mentre io come sempre mi prendo il mio tempo.

"Voglio aiutarti anche io allora" dice improvvisamente mentre si mette lo zaino in spalla. Le rispondo guardandola in modo interrogativo. "Le canzoni, che suppongo tu abbia prodotto, erano davvero belle e perfette musicalmente ma trattavano di cose astratte, cose lontane dalla tua realtà. Prova ad affrontare temi che ti interessano davvero, temi che ti riguardano. Non provare a compiacere gli altri, compiaci prima te stesso. Scrivi per te stesso." Scende velocemente senza nemmeno voltarsi e scompare subito dietro alle vie trafficate.

Cosa intendeva? Io già scrivo per me stesso, tanto che tengo tutto per me. Una parte di me però sapeva quanto aveva ragione. Quanto il disappunto della mia famiglia nei miei confronti influissero sulla mia musica e quanto volessi compiacerli e sentirli complimentarsi con me. Non ero ancora stato capace di ammetterlo. Volevo produrre musica e dimostrare alla mia famiglia, a tutti, che potevo farcela.

Aspetta un secondo. Porca merda. Le avevo fatto ascoltare la mia musica, le canzoni che producevo e di cui nessuno sapeva l'esistenza. Aspetta un secondo. Non ero stato io a fargliele ascoltare! Era lei che aveva invaso il mio spazio personale e mi aveva preso l'auricolare. Maledetta.

Secondo capitolo! Spero vi piaccia!

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Capitolo 3
*** III. ***


III.

Cerco sempre di evitare tutto e tutti e rimanere per gli affari miei, cerco sempre di innalzare le barriere
perché penso che quasi tutti siano degli essere disgustosi ed egoisti, compresa me stessa.
Ho mantenuto questa farsa per anni e anni eppure in un mese questo tizio è riuscito ad abbassare tutte le mie difese.
Ci provo davvero, fingo indifferenza e lo ignoro ma alla fine mi sto arrendendo anche io.
Siamo come due bambini e nonostante l'assurdità della situazione tutto questo mi piace.
Mi sento come una bimba che gioca indisturbatamente senza dover essere giudicata.
Sento di aver creato una nuova dimensione in cui ci siamo solo io e quel ragazzo ed occasionalmente il vecchio che ci osserva divertito.

Facciamo a gara, ascoltiamo musica ed in queste piccole cose mi sento me stessa.
Tutto questo dura solo un'ora e mezza al giorno ma tutto questo mi rende viva.
Lui è sempre lì per me, è competitivo quando serve e mi osserva sempre, ma non mi giudica.
Starò esagerando? Chissà. Magari per lui sono solo una stupida ragazzina che gioca a fare l'indifferente. Lo capirei.

E' la prima persona che mi piace genuinamente. Senza aver bisogno di conoscerlo, senza aver bisogno di tanto tempo da passare con lui, mi piace.
Da ciò che ho capito produce musica, canta, ed è davvero bravo ma ha così tanti complessi interiori che il complesso di Edipo e di Elettra gli fanno un baffo e vive in un mondo tutto suo.
E soprattutto lo trovo davvero... carino. In tutti i sensi.

Sì, l'altro giorno i miei mi avevano annunciato che mi avrebbero lasciato a Daegu
per un tempo indefinito e che loro si sarebbero nuovamente trasferiti, ma questa volta in America.
Ciò che mi faceva incavolare non era il fatto che mi avrebbero lasciata sola, anzi.
Ma il fatto che dopo avermi fatto trasferire in questa cittadina dimenticata dal mondo
se ne sarebbero di nuovo andati rendendo vani tutti questi sforzi.
Dico, ma scherziamo? Sola, dall'altra parte della Corea. Più sola di così si muore.

Avevo urlato loro e gridato incavolata per poi sbattere la porta ed andarmene a scuola.
Ancora non me ne rendevo conto ma probabilmente quella reazione esagerata era dovuta a tutta la rabbia accumulata negli anni,
a tutte le volte in cui avevo avuto bisogno di loro e loro non c'erano a stati e non c'era stato nessun altro.
Alcune volte c'era stato Jungkook, ma evitavo di aprirmi anche con lui. 
Ero corsa a prendere il mio pullman per Soeul sperando di dimenticare e calmarmi. E c'ero riuscita. 

Quel ragazzo come sempre mi aveva risucchiato nella sua dimensione.
Mi ero seduta lì alla fine perché non avevo voglia di battibeccare con lui, non avevo voglia di fare nulla.
Così gli ho rubato la cuffietta ma quello è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Mi aveva risucchiato nel suo mondo con la sua splendida voce e con la sua musica. Non dimentichiamo il fatto che era arrossito.
Non avrei mai pensato che quella pelle così chiara si sarebbe potuta colorare di un altro colore.
Nonostante mi avesse solo cercato di spostare i capelli per non sembrare una completa idiota,
mi sembrava che finalmente a qualcuno importasse davvero di me.
Quel piccolo gesto mi aveva fatto sorridere come una demente per tutto il resto del viaggio.
Ma quel piccolo viaggio aveva influenzato la mia decisione.
Quando stamattina i miei mi chiesero se avessi voluto ritrasferirmi a Seoul da sola, risposi loro di no.

 

Yoongi's POV

Come avevo perseguito la musica avevo deciso che avrei perseguito anche lei.
Avrei cercato di conoscerla. Perché? Perché avevo capito che proprio come la musica, mi faceva stare bene.

Ancora una volta ero arrivato all'agenzia con un sorriso smagliante tanto che ormai i miei compagni si erano quasi abituati.
"Hyunnggg! - appena arrivo, Jimin mi abbraccia ed ondeggia - Sei arrivato finalmente!"
La mia espressione muta in un secondo e con espressione stizzita lo fisso in malo modo
"Cosa ti fa pensare di potermi abbracciare, Jimin?"
Lui si stacca e mette su il broncio "sei sempre di buon umore ma con me sei sempre cattivo" "Ma quale buon umore, sono sempre lo stesso".
Il ragazzo biondo mette su un'espressione incredula e corre verso Jin, il più grande di tutti, e lo trascina verso di me.
"L'hai sentito? Hyung dice di essere sempre lo stesso e di non essere di buon umore!",
Jin come al solito reagisce in modo esagerato e spalanca bocca ed occhi
"Ehy tu! Smettila di dire bugie e dicci di chi ti sei innamorato! Ormai moriamo tutti dalla curiosità!"
Rimango di stucco e scuoto il capo mettendo su la mia espressione stufa. Da quel giorno avevo iniziato lentamente a riflettere.

Magari non era amore, magari era solo curiosità ma tutto quello mi faceva sentire vivo.
Ero così vivo che ormai sorridevo sempre, così vivo che ero capace di sorridere alle 6 del mattino solo osservando le sue spalle.

Chiesi al maknae, Jungkook, per che ore uscivano di solito alle superiori e lui mi aveva risposto tra le 13 e le 15.
Così dalle 13 ero lì fermo alla fermata per il pullman Seoul-Daegu. Un'altra cosa di cui ero certo era
che faceva ancora le superiori poiché indossava sempre la sua divisa.

In realtà non so cosa avrei potuto mai dirle una volta incontrata.

L'avrei dovuta salutare? E poi? 
Avrei dovuto cercare di fare conversazione? Oh mio dio. 
Non so proprio come si socializza con la gente. Inoltre mi avrebbe preso per strano o addirittura per stalker.

Sono già le 14:15 ed il pullman sta arrivando alla fermata. Lei ancora non si è presentata. Dopo un'ora di attesa decido di tornare a casa. 
E' stata davvero una pessima idea, e poi se l'avessi davvero incontrata non avrei saputo cosa dire o fare.

Salgo lentamente sul pullman che al contrario della mattina, ha più di un paio di persone.
Mi siedo velocemente quando vedo che uno dei posti che si libera ed il veicolo riparte sbuffando.
Guardo fuori dal vetro e mi do' ripetitivamente dello stupido. Pessima idea Min Yoongi. 

E poi quanti anni hai? 10? Ma come hai fatto a prenderti una "cotta" per un'estranea con cui hai scambiato a malapena un paio di parole? 
E poi aspettarla per un'ora, che cosa inquietante. 
Sono davvero stupido-
"Hai finito presto oggi, Biancaneve?" Ma chi si permette di chiamarmi Biancaneve?!
Mi giro subito con sguardo di fuoco ma mi ritrovo gli occhi sorridenti della ragazza e mi sembra di precipitare nelle sue iridi castano scuro con quelle pagliuzze che danno loro lucentezza. E' proprio lì seduta al mio fianco, ancora una volta. E' tutta sorridente. 
Ha un sorriso così dolce che mi sembra di perdere un battito cardiaco. Mi prende subito l'auricolare sinistro ma le blocco la mano per aria. 
"Biancaneve?!" Sorride ancora in modo scherzoso "Ma ti sei visto? Sei bianco come il latte." 
"Ma quale latte! Non mi chiamare più in quel modo." In risposta ridacchia, cosa che non le avevo mai visto fare e mi sembra ancora più... quasi carina.
Continuo a tenerle la mano ferma in aria e non so se concentrarmi sul suo sorriso o sul contatto che sembra quasi bruciarmi la pelle.
"D'ora in poi ti chiamerò Biancaneve." La squadro. "Bene, ed io ti chiamerò Samara."
"E perché mai?" Mette su un broncio troppo... quasi carino.
"Perchè con quei capelli lunghi e neri sembri Samara, sai la tipa del film horror." Continua a guardarmi male per un po e scuote il capo.
"Non sono d'accodo Biancaneve." Alzo gli occhi al cielo e la ignoro. Scuote la mia mano e si mette l'auricolare.

Aspetta. E' la prima volta che lascia cadere tranquillamente la sua maschera dell'indifferenza e devo dire che sembra quasi felice.

Il viaggio sembra durare molto meno di quanto è stato in realtà ed in un attimo siamo già a Daegu.

Mi preparo per scendere mettendo tutte le cose nella borsa ma sento il suo sguardo su di me. Alzo lo sguardo ed incrocio il suo.
Ancora questa calda sensazione. "Che c'è?" "Ho notato che hai questa tendenza a non rispondere alle mie domande."
"A quale domanda non ho risposto oggi?" Le chiedo corrugando la fronte cercando di ricordare. 
"Oh niente, inizialmente ti avevo chiesto se avevi finito presto, perché se invece mi avessi aspettato sarebbe stato molto inquietante." Fa finta di rabbrividire sorridendo. Rimango di pietra "Già..."
Osserva la mia reazione e scoppia a ridere "Beh, se è così allora è così aspettami anche la prossima volta Biancaneve."


Ecco il terzo capitolo! Non vedo l'ora che le cose inizino a svilupparsi e che gli altri membri inizino a comparire.

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Capitolo 4
*** IV. ***


IV.

"Come vi avevamo accennato il mese scorso, a breve faremo un viaggio anche per celebrare la fine di questi anni passati-"
la classe esulta con un boato "ora vi annuncerò tutti i dettagli."

Oggi Kookie è venuto. Almeno se non si è fatto vedere lui, si è fatto vedere l'altro. 
Si gira verso di me sorridendo. "Che hai? Va tutto bene?" "Certo che no, quand'è che va tutto bene?" Rispondo sarcastica.
Lui ridacchia come sempre "Sembri piuttosto pensierosa oggi. Sai che puoi sempre contare su di me, ciccia."
Certo, davvero posso dirti che sto così perché stamattina non l'ho visto?
"Ragazzino, ciccia a me non me lo dici." Mi fa la linguaccia e poi mi chiede "Hai intenzione di andarci?" Inarco un sopracciglio.
Davvero non mi conosce? 
"Mi prendi per il culo?" Mette su un broncio. "Dovresti approfittarne sai, dovresti andare anche per me."
"Appunto! Se non ci vai tu, perché dovrei?" Sbuffa ancora una volta e si rigira ad ascoltare l'insegnante con sguardo sognante. 
E' una cosa a cui lui parteciperebbe volentieri se non fosse un trainee.

Yoongi's POV

Oggi l'istruttore sarebbe venuto di pomeriggio, così stamattina purtroppo non sono riuscita ad incontrarla.
Sono il primo ad arrivare e mano a mano che i membri entrano sembrano quasi tutti stanchi e demotivati, soprattutto il maknae.
Il più giovane è quello di cui dovrei prendermi più cura, non immagino come si senta ad essere un trainee a quest'età. 
Lo prendo in disparte. "Tutto bene, Jungkook-ah?" Lui annuisce e mi sorride.
"E' solo che è dura non poter fare tutto ciò che che fanno tutti i miei coetanei." "Ad esempio?" So che c'è qualcosa.
"Mmh - esita nel dirmelo, probabilmente si vergogna - ad esempio non posso partecipare al viaggio organizzato dalla nostra classe,
evito anche di chiedere al direttore perché so che mi dirà di "no" per un migliaio di motivi."
Mi dispiace vedere il più giovane del gruppo stare più male.
Improvvisamente arriva Heoseok gridando "Fra un po è il mio compleanno!!" Ecco perché ho detto quasi tutti.
"Tanti auguri a me! Tanti auguri a me! Tanti auguri a J-Hope!! Tanti auguri a me!!" Canticchia ed applaude da solo sorridente come una foca.
Jungkook sorride e ridacchia unendosi all'applauso mentre io li osservo senza parole. 
Ripenso a tutto ciò che mi ha appena detto il più giovane e mi viene un'idea.
Fra poco sarà anche il mio compleanno e perché non festeggiare questa serie di eventi con un bel viaggio, tutti insieme?
Magari Jungkookie potrebbe sentirsi meglio.

Lascio i due ragazzini e mi vado a consultare con il leader, Kim Namjoon. "Cosa ne pensi? Potremmo organizzare qualcosa,
così magari possiamo stimolarli a lavorare meglio." Il leader annuisce e mi sorride
"Ma come siamo intraprendenti oggi, eh Suga?" Mi mette una mano sulla spalla.
Beh si, in effetti la cosa più strana è che sia venuta a me in mente un'idea simile. I
o che adoro dormire e che vorrei fare niente per il resto della mia vita. Ripeto, vorrei rinascere come pietra nella mia prossima vita.

"Comunque mi sembra una buona idea! Sarà meglio parlarne con il gruppo" e subito dopo batte le mani per avere l'attenzione di tutti ed il battito risuona in tutta la sala per gli allenamenti. "Ragazzi il nostro Yoongi ha avuto un'idea! - tutti sono sull'attenti - Siccome fra un po' sarà il compleanno di Hoseok e di Yoongi, potremmo fare un piccolo viaggio per festeggiare."
Gli occhi di Jungkook si illuminano e mi sorride felice, e gli altri iniziano ad esultare come ragazzini.
Jin hyung inizia a fare movenze strane e Hoseok gli va dietro. Non dubitavo del fatto che tutti sarebbero stati d'accordo.

"Ragazzi... - il maknae inizia incerto - posso portare una persona con me?"
Una persona? Perché dovrebbe? E' un viaggio di gruppo per festeggiare il mio compleanno e quello di Hoseok. 
"E chi sarebbe questa persona?" Chiede Namjoon. "Ehm... E' mia cugina ed anche la mia migliore amica.
La mia classe ha organizzato un viaggio di classe ma lei non partecipa anche perché io non ci vado. Lei è... particolare.
E' molto chiusa ed odia questo tipo di cose ma vorrei che facesse questo tipo di esperienze anche lei." 
Mi spiace Kookie, ma no. Non accetto estranei, può fare tutti i viaggi con tutte le persone che vuole,
non deve per forza venire con noi che possiamo fare una cosa del genere ogni morto del Papa.

"No." Affermo subito, deciso.
"Per me invece va bene, basta che non combini guai" dice il leader ed io lo guardo incredulo.
"Anche per me va bene, più gente c'è e più ci divertiamo!" esclama Hoseok. "Per me è indifferente" afferma Taehyung.
"Non fare così hyung, ci divertiremo comunque" mi dice Jiminie. E così tutti danno il proprio consenso. Mi sa che sono tutti impazziti.

"Che cosa ne pensi?" Dice il maknae al telefono. "Appunto, invece di stare da sola potresti venire con noi! Sono tutti molto simpatici!"
Beh, tutti tranne me immagino, perché io non sarò affatto simpatico con lei.
"Ti prego, vieni. Hai detto che non ci saresti andata perché io non venivo! Ti prego, ti prego!!"
Se proprio non vuole venire, perché forzarla? A me sta benissimo. "Sei la migliore ciccia!-"
"Ciccia lo dico proprio a te!" "Vabene, allora dopo ti faccio sapere!" Attacca al telefono e mi guarda sorridente.
"Saremo in 8!" Alzo gli occhi e sbuffo.
"Ripeto, non sono per niente d'accordo." "Siete molto simili hyung, penso proprio che potreste diventare amici." 
"Mai."


Siamo già al quarto episodio! Enjoy!


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Capitolo 5
*** V. ***





 

Good morning Snow white!


V.
 

Min Yoongi’s POV

Incredibile. “Mi prendi per il culo, vero?!” La famosa cugina di Jungkook  oltre ad essere un ospite indesiderato è in ritardo. “Dice che il suo pullman passa una volta ogni ora e che non è riuscita a prenderlo in tempo… - Il maknae mi guarda intimorito. - Fortunatamente però è gia su un taxi per l’aeroporto!” “Sai cosa me ne importa?! Anche io abito fuori città e guarda caso anche il mio pullman passa una volta ogni ora, ma come vedi sono puntualissimo come un orologio svizzero. L’aereo parte per le 10:00, vedi di esserci anche tu a bordo, noi iniziamo ad andare.” L’aereo non aspetta nessuno, e soprattutto io, non aspetto una sconosciuta.

Alla fine abbiamo tutti deciso di andare alle Jeju island. Avevamo organizzato tutto con precisione, saremmo arrivati lì il giorno prima del compleanno di J-Hope, avremmo festeggiato lì il compleanno ed avremmo passato quattro notti e cinque giorni. Avevamo affittato una casetta con due stanze ed un salotto con divano letto matrimoniale. Per convincere il nostro direttore ero addirittura arrivato a minacciare nuovamente di lasciare l’agenzia ma qualcuno aveva deciso di rovinare i piani. Speravo davvero che Jungkook salisse a bordo senza quella lì.

 

Your POV

Non ci credo. Non mi è suonata la sveglia ed ho perso il pullman. Abbiamo il volo per le 10:00. Gli amici di Jungkook mi uccideranno sicuramente. Ma chi me l’ha fatto fare?! Stupido Jungkook, poteva lasciarmi a casa tranquilla per i fatti miei.

Sono sul taxi per l’aeroporto di Soeul e sono gia le 9:20. In caso non dovessi fare in tempo non mi dispiacerebbe poi così tanto.

Le 9:40 e sto salendo le scale mobili per il check-in ed intravedo un viso famigliare. 

“Finalmente, eccoti!” Il moro davanti a me sorride con i suoi denti da coniglietto e mi aiuta prendendo la mia valigia. “Non mi è suonata la sveglia, scusami Kook-ah.” “Nessun problema per me, il vero problema è Suga hyung… Non ama il ritardo.”

Finalmente varchiamo il gate e siamo pronti per salire sull’aereo. Era tanto che non salivo su uno aereo. E’ tutto molto pulito e silenzioso e mi sento quasi eccitata alla sensazione dell’aereo che decolla da terra. Io e Jungkook siamo seduti vicini perciò cerchiamo insieme i nostri posti. Gli altri sono già seduti sui loro corrispettivi sedili tutti vicini. I sedili sono a paia di 3 e finalmente intravedo gli unici due posti liberi.

“Eccovi finalmente!” Un ragazzo castano con dei denti piccoli ci sorride e si alza dal suo posto per farci spazio. Fortunatamente Jungkookie è in mezzo per evitare l’imbarazzo. Ovviamente io sono vicino al finestrino. “Piacere! Io sono Kim Taehyung!” Nonostante la distanza il ragazzo mi porge la mano in modo amichevole. La raggiungo e stringo la mano calda. Il ragazzo prolunga la stretta di mano come se si aspettasse che io dica qualcosa. “Piacere.” Il ragazzo più piccolo interrompe la stretta con un colpo di karatè. “E-hey. Lei è la mia migliore amica! Non farti strane idee!” Scuoto il capo. Il solito. “Non si preoccupi signor gelosone.” Il ragazzo ridacchia e tira fuori la sua mascherina per gli occhi. “Anche tu prenditi cura di lei, è una ragazza molto introversa, ma non ti preoccupare - si gira verso di me - sarò presente quasi sempre.” Come si permette di fare il grand’uomo con me? Sono più grande di quasi un anno e di sicuro molto più indipendente di lui, non ho bisogno di nessuno che si prenda cura di me. Gli stringo con forza la guancia “Ma davvero piccolino? Non ti preoccupare per me e cerca di starci dietro e di non perderti da nessuna parte” gli rispondo con sarcasmo. Jungkook è noto per le sue capacità di adattamento, per la sua versatilità e la velocità con cui apprende le cose ma anche per il suo scarso senso d’orientamento. L’altro ragazzo scoppia a ridere e da una pacca a Kookie. “Mi piace, tua cugina.” “Non ci provare nemmeno” risponde il più piccolo fulminandolo mentre l’altro si mette finalmente la mascherina preparandosi per riposare. Gli altri membri del gruppo stanno tutti riposando e questo mi fa rendere conto di quanto sia faticosa la vita di un trainee. Non posso immaginare quanto sia dura per Kookie. “Dovresti dormire anche tu” gli dico mentre tira fuori un mazzo di carte con cui giocare. “Non ti preoccupare, sono ancora giovane ed ho un sacco di energie!” Flette il bicipite cercando di impressionarmi, su cui lancio uno schiaffetto. Prendo la mascherina per gli occhi e gliela metto in testa. “Giocheremo un'altra volta, Kookie.” Il più giovane fa un’espressione stizzita ed accetta il mio consiglio, come sempre del resto. Osservo fuori dal finestrino e vedo che l’aereo ha già cominciato a muoversi sulla pista. Gradualmente aumenta la velocità e sento la mano del ragazzo al mio fianco che ricerca la mia e la stringe forte. Anche se è un ragazzo molto coraggioso so che questo momento lo rende particolarmente nervoso. La prima volta che avevamo preso l’aereo vi erano stati subito dei problemi con il decollo. L’aereo dopo alcuni minuti che aveva lasciato il terreno, aveva manifestato delle malfunzioni ed era riatterrato bruscamente.

Questa volta però, dopo essersi innalzato aveva continuato il suo volo con tranquillità e questo rallentò la stretta del giovane.

“Allora io dormo, svegliami all’arrivo!” Nonostante la vista oscurata, si gira verso di me e mi sorride con quei destini da coniglio.

Il viaggio sarebbe durato un’oretta, d’altronde le Jeju island si trovavano ancora in Corea perciò probabilmente avrei fatto bene a riposare anche io. Dopo aver letto un paio di pagine del libro che mi ero portata appresso, mi addormentai guardando il il cielo celeste popolato di nuvole.

 

Min Yoongi’s POV

“Si pregano i passeggeri di allacciare bene le cinture, stiamo per iniziare l’atterraggio.” La voce femminile della hostess mi risvegliò lentamente dal profondo stato di coma in cui ero entrato. Mi ero addormentato ancor prima che l’aereo decollasse e non avevo nemmeno controllato se Kookie era salito a bordo. Cookie e sua cugina, già. Osservai i miei due membri al mio fianco dormire ancora beatamente, per poi girarmi verso il finestrino ed osservare il paesaggio che ci circondava rallentare. “Benvenuti alle Jeju island, sono le 11:15 e ci sono 20°C. Ora i passeggeri possono alzarsi dai sedili e slacciare le cinture. Si ricorda ai gentili passeggeri di controllare di non aver dimenticato nessun oggetto personale. Grazie per aver viaggiato con Ryanair, vi auguriamo un buon soggiorno.” Finalmente posso alzarmi e stiracchiarmi un po. I miei compagni cominciano a muoversi ed a stirarsi i muscoli anche loro. “Siamo arrivati?” mormora il più grande ed il mio compagno di stanza, Seokjin. “Si, hyung. Dobbiamo andare, alzatevi.” Mi alzo e cerco di passare fra le gambe di Jin e J-hope che si stanno ancora riprendendo. Uno sbadiglio mi scappa dalle labbra ed una volta stiracchiato per bene, apro il contenitore sopra le nostre teste e prendo la mia valigia. Mi giro verso il nostro leader che anche lui è gia in piedi e che senza fatica raggiunge il porta bagagli. Ha gli occhi gonfi e sono ancora mezzi aperti. “Certo che sei proprio brutto così” gli dico con un mezzo ghigno sul viso. Namjoon fa una smorfia e prende anche lui il suo bagaglio. “Su su è ora di alzarsi, dormiglioni! Siamo arrivati!” Il leader li sveglia battendo le mani e lentamente vedo che tutti iniziano a muoversi freneticamente. Più indietro ci sono Teahyun e Kookie che si svegliano dandosi pizzicotti a vicenda. Il posto del finestrino è vuoto, probabilmente la ragazza non è riuscita a salire in tempo. Meglio così. Lentamente mi sento anche di buon umore.

Ormai siamo tutti pronti e possiamo andare, sento proprio che sarà un bella vacanza. Era tanto che non mi prendevo una pausa.
“Jungkook-ah ma tua cugina?” Chiede Taehyung guardandosi in giro. “Sarà-“ “Mi prendi la valigia per piacere Kookie?” Una voce femminile lo interrompe. Vedo una ragazza uscire dal bagno ed avvicinarsi a noi. Quella ragazza. Che cosa ci fa qui?! “L’avevo gia presa per te. Ma quanto mi vuoi bene, eh?!”

Ci guardiamo negli occhi. Ha degli occhi stupendi.

Non ci posso credere.

 

Buona Vigilia a tutti!

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Capitolo 7
*** VI. ***


Good morning Snow white!



VI.

La voce della maledetta hostess mi aveva risvegliata e subito avevo percepito l'esigenza di darmi una rinfrescata in bagno. Facendomi spazio tra i due ragazzi che riposano beati, mi dirigo verso il bagno. Siamo quasi arrivati perciò devo essere sveglia ed attenta. Piuttosto è perché io devo prendermi cura del maknae, è sempre stato così. Mi do una rinfrescata e dopo un'ultimo sguardo allo specchio, torno ai sedili. "Mi prendi la valigia per piacere Kookie?” "L’avevo gia presa per te. Ma quanto mi vuoi bene, eh?!".

A poco distanza da me, un ragazzo è in piedi immobile, pietrificato.

Incontro il suo sguardo e ci fissiamo. Mi sembra di annegare ancora una volta nel suo sguardo, come se fosse la prima volta.
È lui. Che diamine ci fai lui quì?! Gli ultimi giorni non si era fatto vedere, mi sembrava di non vederlo da un'eternità. Sembra aprire bocca per dire qualcosa ma il più giovane lo interrompe. "Signori, questa è mia cugina, per favore non fate gli stronzi, soprattutto tu Suga hyung." Si interrompe e guarda con rimprovero il ragazzo di fronte a me. È lui Suga?! Cavolo. Il ragazzo capace di portarmi in uno stato agonizzante finalmente prende un nome, Suga. "Io sono J-Hope! Possiamo dire che sono l'angelo e rappresento la speranza di questo gruppo!" Un ragazzo con i capelli tendenti all'arancione mi saluta sorridente, fin troppo sorridente. "Io sono Namjoon, il leader. Piacere di conoscerti!" Un ragazzo castano ed alto mi sorride cordialmente e vedo spuntare una fossetta sulla sua guancia. "Piacere, Jimin!" Un biondo con un sorriso dolcissimo mi porge la mano che ormai stringo senza rilutto. Il ragazzo di fronte a me boccheggia mentre ormai tutti lo guardiamo. Anche io sono ancora stupita della scoperta. Cosa dovrei fare?! Dire a tutti che ci conosciamo già? Chiedergli perché non prende quello stupido pullman da giorni? "In realtà il mio nome è Min Yoongi, chiamami Yoongi e non Suga." Jungkook gli dà una pacca. "Non essere così scorbutico hyung, ti posso assicurare che andrete d'accordo!" Io e Yoongi continuiamo a guardarci incapaci di aprire bocca. "A proposito, entrambi vivete a Daegu, magari qualche volta vi sarete pure incontrati" dice Jungkook. Non mi piace questa situazione imbarazzante, sarà meglio svelare a tutti che già ci "conosciamo". "Lo so, ci siamo già incontrati un paio di volte." Affermo mantenendo il suo sguardo fisso. "Scusatemi ma vorrei pregarvi di scendere dall'aereo, dobbiamo prepararci per un altro volo." La hostess ci interrompe spazientita e tutti scattiamo sull'attenti dirigendoci verso l’uscita. Jungkook mi porge la mia valigia e mi avvio per prima verso la scritta “exit” facendo da capofila a quel gruppo che mi straniva sempre di più. Facciamo il check-out e fra me e Yoongi non vola una mosca. Anzi, è palpabile nell’aria un’atmosfera imbarazzante. Contrariamente a noi, durante il tragitto gli altri chiacchierano e scherzano fra loro, ed io ho la possibilità di scambiare qualche battuta con alcuni di loro che a prima impressione mi sembrano tutti tipi apposto. Sento il suo sguardo costantemente su di me ed io vorrei ricambiare e fare lo stesso, ma sicuramente se lo facessi arrossirei violentemente e tutti sospetterebbero… Aspetta. Cosa dovrebbero sospettare? Fra noi non c’è nulla…

Fortunatamente il nostro alloggio è ben collegato perciò decidiamo di prendere l’autobus per risparmiare un po di soldi, ci porterà direttamente di fronte all’alloggio. I sedili alle ultime file sono liberi ed una volta timbrato il biglietto mi ci catapulto senza pensarci. Mi volto verso l’estremo opposto dell’ultima fila e vedo il ragazzo con la pelle scarlatta ed i capelli neri, lì seduto ad osservarmi. Intravedo un sorrisetto ed anche io non posso che fare lo stesso. Mi ricorda proprio il nostro pullman, e come sempre io sono la prima ad arrivare e a batterlo sul tempo. “Certo che voi due siete proprio strani, eh? Entrambi siete fissati con questa cosa del sedervi all’ultimo posto, come se fossimo in un cinema.” Ci dice il maknae che si siede vicino a me ed il ragazzo che mi aveva detto chiamarsi Taehyung prende posto al suo fianco occupando tutta la fila.

L’autobus è perlopiù vuoto esattamente come il posto, essendo un’isola di pochi abitanti, eppure i pochi passeggeri sono tutti nella zona posteriore. Il paesaggio è mozzafiato. In pochi minuti siamo circondati dalla vista del mare che scintilla al contatto con la luce. Il cielo si sta lentamente oscurando ma il paesaggio invece di rattristarsi sembra farsi vivo. Mah, sarà il mare. O forse sarà che è la prima vacanza che faccio dopo tantissimo tempo. Dopo una ventina di minuti scendiamo alla fermata giusta e ci ritroviamo davanti ad un alloggio con vista direttamente sul mare. Appena scesa, inspiro profondamente la brezza marina e mi sento pervasa dall’odore e dal sapore di mare. La casa ha delle dimensioni medie e sembra avere molti anni alle spalle seppur confortevole, ed è recintata da una staccionata bianca di legno. A molti chilometri di distanza si possono notare altre case identiche a questa.

Il leader, Namjoon, ha le chiavi dell’alloggio e quando arriviamo sulla soglia della casa mette sotto sopra la valigia per ritrovarle. “Eccole!” Esclama sollevato dopo bene 5 minuti, mentre richiude la tasca della valigia dove le ripescate. “Sei il solito sbadato hyung! La prossima volta dovresti darle a Yoongi hyung o anche a mia cugina” dice guardandomi. Anche l’altro ragazzo nominato mi guarda, e per la seconda volta in questa giornata incontro il suo sguardo e vorrei non averlo mai fatto. Mi sembra di sprofondare nei suoi occhi così belli e così profondi. “Ehm… Per me è indifferente chi le tiene, basta che non si perdano…” cerco di non balbettare ma il più giovane se ne accorge e mi rivolge un’espressione stranita. “Non ti preoccupare, le posso tenere io.” Il ragazzo mi risponde con un mezzo sorriso e mi sembra di morire. Che cavolo, non lo vedo da una settimana e già soffro d’astinenza. Il maknae gli rivolge un’espressione ancor più stranita. “Et voilà!” Namjoon apre finalmente la porta di casa e tutti ci catapultiamo al suo interno con la voglia di coprirci dal vento si sta lentamente innalzando. Il suo interno è confortevole, è arredato in modo abbastanza moderno. Il salotto è spazioso e notiamo subito un divano grande che si può trasformare in un divano letto matrimoniale ed in posizione perpendicolare, c’è un divano più piccolo, con al centro un tavolino di vetro basso e di fronte una televisione di medie dimensioni. Nel salotto è presente anche una porta finestra a vetri che da sul mare, e penso che se potessi scegliere dormirei lì solo per ammirare le stelle prima di addormentarmi. Proprio al fianco del salone c’è una porta che da alla cucina e che contiene il minimo indispensabile, dal frigo ai fornelli, a piccole dispense fino ad un vecchio microonde ed infine un grande tavolo rettangolare su cui consumare i nostri pasti.

Dall’altra parte del salotto c’è un piccolo corridoio che da a due bagni e a due camere da letto ognuna con un letto matrimoniale. Avrei sicuramente dormito o nell’unico letto singolo o assieme a Jungkook, dopo tutti questi anni ormai eravamo come fratello e sorella.

Scrivemmo dei numeri su dei foglietti di carta assegnandoli a delle stanze e li mischiammo nel cappello di Namjoon, poi estraemmo.“Se capito in salotto il divano singolo è mio. Sapete tutti che non riesco a dormire con qualcuno, ragazzi…” dice Yoongi pregando mentre estrae il numeretto dal cappello.

1

Il numero 1 corrisponde al salone e pochi turni dopo quando apro il mio foglietto compare lo stesso numero. Io, Jungkook ed il pallido avremmo dormito nella stanza. Mi sembrava una transizione troppo affrettata. Dal vederci sul pullman al dormire nella stessa stanza, cavolo. Ma come avrei fatto ad addormentarmi?! Ancora una volta io e Yoongi ci guardiamo senza fiatare e sembriamo entrambi avere lo stesso pensiero.

“Preparati a farmi da peluche stanotte!” Il maknae con un attacco a sorpresa mi abbraccia da dietro ed io cerco di scuotermelo di dosso. “Non ci pensare nemmeno ragazzino. Lasciami dormire o ti calcio giù dal divano” rispondo stizzita, cercando di persuaderlo. Soffro d’insonnia e non ho bisogno che aggravi la situazione. “Sono uno freddoloso e lo sai, dormiamo insieme Jungkook.” Improvvisamente Yoongi si intromette nella conversazione e se ne va subito nell’altra stanza. Questa volta non solo il più giovane, ma tutti hanno un’espressione sconcertata. Maledetto, mi aveva lasciata lì da sola a subirmi quella situazione imbarazzante.
 

Come fa ad essere così carina sta palla de latte?!

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