Airplanes

di carrion
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** You are now leaving Beacon Hills ***
Capitolo 2: *** Call home. ***
Capitolo 3: *** Vegas Baby! ***
Capitolo 4: *** You have reached your destination ***
Capitolo 5: *** walking on air. ***
Capitolo 6: *** Summer lovin. ***
Capitolo 7: *** Star Light, Star Bright, Star Wars ***
Capitolo 8: *** back to sin city. ***
Capitolo 9: *** Boundaries ***
Capitolo 10: *** Water water everywhere ***
Capitolo 11: *** The end ***
Capitolo 12: *** If or When ***
Capitolo 13: *** Attack of the clones ***
Capitolo 14: *** The first rule of Fight Club ***
Capitolo 15: *** ten pin betting. ***
Capitolo 16: *** Pack of dogs. ***
Capitolo 17: *** 500 miles ***
Capitolo 18: *** Walking in a wolfy wonderland ***
Capitolo 19: *** Nature or norture ***
Capitolo 20: *** Confortably unconfortable. ***
Capitolo 21: *** Happy families. ***
Capitolo 22: *** Renegades ***
Capitolo 23: *** Run boy run. ***
Capitolo 24: *** The new normal. ***
Capitolo 25: *** Teachable moments. ***



Capitolo 1
*** You are now leaving Beacon Hills ***


Questa ff è la traduzione di 'Airplanes' di Captainmintyfresh.
vi lascio il Link della storia originale, se mai voleste leggerla :').
 
http://archiveofourown.org/works/12165924/chapters/27611925

 

 

 

Liam ricordava bene il suo quindicesimo compleanno,ricordava il momento in cui sua mamma aveva portato la torta nella stanza buia e il chiarore delle candele disegnava ombre inquietanti sul viso di Mason e su quello dei suoi genitori. Ricordava il modo in cui si era guardato attorno nella stanza quasi vuota pensando alla scuola dalla quale era appena stato espulso, agli amici che aveva perso quando aveva distrutto la macchina del coach con un piede di porco. Ricordava quanto era solo, quanto odiava se stesso e ricordava fin troppo bene l’etichetta da “ordigno esplosivo improvvisato” che gli era stata appioppata e che rendeva sua madre nervosa ogni volta che la partita di lacrosse che stava giocando diventava troppo violenta.

Ricordava cosa voleva dire sentirsi solo, perso, desideroso di un cambiamento, qualsiasi cambiamento.
Voleva ricordarsi cosa voleva dire sentirsi normale di nuovo.
Ricordava ancora il retrogusto di gesso in bocca lasciato dalle pillole che aveva preso poco prima e il modo in cui si sentiva sempre le viscere svuotate e gli sembrase di fluttuare su una nuvola, una nuvola pesante come quelle che ricoprono il cielo prima di una tempesta. Si sentiva incapace di fare qualsiasi cosa ma allo stess tempo era in costante attesa del fulmine che esplodesse e del tuono che rombasse, spaventando tutti, e della pioggia e del vento che facessero i loro disastri.

Ricordava il modo in cui sua madre lo aveva guardato con un piccolo sorriso, nervosa come sempre ma più calma, perchè vedeva negli occhi di Liam quell'annebbiamneto lasciato dai medicinali. 
Ricordava il modo in cui gli aveva detto “esprimi un desiderio”. E nonostante fosse troppo vecchio per esprimere un desiderio spegnendo delle candeline ci provò lo stesso, un ultimo tentativo, un’ ultima patetica e disperata preghiera.
chiuse gli occhi e soffiò, pensando “vorrei che tutto cambiasse”.

Il cambiamento che aveva sognato era quello di non rivedere più quello sguardo nervoso che vedeva sempre negli occhi di sua madre, quello di andare in una scuola nuova, diventare titolare nella squadra di lacrosse, di vedere il suo disturbo scomparire ed evitare di continuare a prendere medicine.

E così fu. Quando Scott lo morse, il suo desiderio si avverò. Tutto cambiò, ogni singola parte di Liam cambiò.

Ogni cosa, a parte la sua rabbia, che continuava ad ardere in lui, mangiandolo internamente. Quella rabbia che era in costante attesa che perdesse la calma da un momento all’altro.

Il problema era che ora la situazione era più pericolosa, lui era più pericoloso.

Ora aveva denti affilati e artigli e un ardente desiderio di sangue. Ora aveva nemici contro i quali doveva utilizzare queste nuove armi, per diventare più forte e poterli battere. Ma ora aveva anche la paura costante di non riuscirsi a controllare e di poter uccidere qualcuno.

Non sapeva esattamente quante volte l’anno dopo avesse riposato al suo desiderio, sapeva che non era stato quello a fare accadere il tutto, che anche se i licantropi e la caccia selvaggia e i dread doctors e i beserker erano reali, i desideri non lo erano. 

I desideri erano solo un gioco per bambini e che non si sarebbero mai avverati.
Il fatto è che nell'eventualità che si fossero avverati, avrebbero cercato in tutti i modi di rigirare le tue speranze finché non ti saresti sentito soffocare dalle tue stesse parole.

Tu non sei un mostro, sei un licantropo, come me.

Se i desideri fossero reali si sarebbe risvegliato nel letto d’ospedale prima che il wendigo lo attaccasse, prima che Scott lo mordesse.

Liam trattenne il respiro. Il sangue scendeva lentamente lungo il suo braccio.
Tutto era cambiato.


Era finita, i cacciatori se ne erano andati, l’anuk-ite era morto.

Allora perché si sentiva ancora una preda? Perché poteva ancora sentire la rabbia sotto pelle che gli faceva prudere gli artigli, che minacciavano di rispuntare da un momento all'altro?

“Stai bene?” gli chiese Scott. Liam annuì, spostando lo sguardo dal cadavere dell’anuk-ite ricordando a se stesso che il sangue che ricopriva le pareti non era colpa sua. Era colpa loro, dei suoi amici, il suo branco. Il braccio di Scott gocciolava ancora di liquido cremisi, ma lui continuava a muoversi da una parte all'altra per controllare tutti.

Avevano vinto. Il desiderio di Liam si era avverato e tutto era cambiato. 
Allora perché si sentiva così? Non aveva preso le sue medicine da più di un anno, allora perché si sentiva così stanco? Così spossato che era sicuro avrebbe potuto dormire per una settimana intera? Perché i suoi genitori avevano ricominciato a guardarlo con quello sguardo inquieto? Perché aveva smesso un’altra volta di ridere?
 

“Vieni?” Lo sguardo di Liam si mosse dall’anuk-ite e si rivolse a Theo che era appoggiato al muro e guardava Liam con uno sguardo vuoto, i suoi vestiti erano stracciati e insanguinati. La sua pelle si stava ancora ricucendo e le chiavi della sua macchina dondolavano tra le sue dita.
Liam si guardò intorno. Se ne erano andati tutti.
“Scott ha portato Stiles da Melissa, l’idiota si è stortato la caviglia.” sorrise Theo. “Gli ho detto che ti avrei potuto dare un passaggio”

“Va bene” annuì Liam.
Aveva senso che Scott l’avesse lasciato lì, la minaccia non era più imminente e il suo migliore amico era ferito. Ovviamente avrebbe abbandonato Liam quando l'unica cosa che quest'ultimo aveva fatto era fissare per one un cadavere steso sul pavimento.

Liam sussultò quando la mano di Theo gli strinse il polso e lo portò via. Non parlò quando Theo lo accompagnò alla sua macchina, né mentre saliva, nè mentre l’altro ragazzo accendeva la macchina.


“Stai bene?” Chiese Theo, uscendo dal parcheggio della scuola. Liam voleva rispondere di sì, avevano vinto, ovviamente stava bene.

“Sono stanco” Rispose, invece.

“Povero piccolo Beta, la lotta ti ha messo K.O.? non ti preoccupare, tornerai a dormire come al solito ora che..”

“No.” rispose Liam, scuotendo la testa con decisione. “sono stanco.” Liam sospirò. “Ho.. ho sedici anni, non dovrei essere stanco, no?”

“Questa sembra il tipo di conversazione che probabilmente dovresti fare con qualcun alt-“

“Non è quello che intendevo!” Liam sibilò istericamente. “Io non volevo tutto questo!  Volevo solo smettere di essere sempre così arrabbiato e invece sono diventato un licantropo. Noi abbiamo appena ucciso qualcuno e-“

“Qualcosa.” Corresse Theo. “ Era un mostro non era-“

“Anche noi siamo mostri!” Liam disse con un disperato bisogno che qualcuno capisse.” Forse noi combattiamo dalla parte dei buoni ma noi siamo comunque.. noi l’abbiamo comunque ucciso, noi spaventiamo le persone. Io non voglio che le persone abbiano paura di me. Non voglio più combattere, non voglio che bisogni dissuadermi ogni volta perchè cerco involontariamente di uccidere qualcuno perché sono troppo arrabbiato per controllarmi, non voglio che il destino di questa città gravi sulle mie spalle! La mia ragazza se ne è andata e i miei amici sono quasi morti e tante persone sono morte e io -“ Liam trattenne il respiro. “è come se da quando sono venuto a conoscenza del mio disturbo della rabbia non riesca più a controllarla e sono stanco. Vorrei che le cose cambiassero in meglio ma ogni volta che le cose mi sembrano andare per il verso giusto- “
pensò a Brett e Lori, a quanto si stavano avvicinando, a come aveva pensato che sarebbe riuscito a salvarli, per un secondo.

Scott se ne sarebbe andato, e Stiles, e Malia e anche Lydia. Sarebbe rimasto solo ancora. avrebbe dovuto occuparsi di tutto quello che non andava a Beacon Hills da solo. nessun rinforzo, nessun Alpha che sarebbe arrivato con un piano, nessun Theo che lo avrebbe trattenuto dall’uccidere qualcuno. “ So che devo rimanere qua, so che dovrei stare qua e che è mia responsabilità aiutare ma io ho solo.. ho bisogno di una pausa..” disse Liam con la voce spezzata mentre si guardava le mani sporche di sangue. Quanto tempo sarebbe passato prima di dover combattere ancora?
lo avrebbe fatto, ovviamente lo avrebbe fatto. Ma il sangue sulle sue mani sarà sempre privo di conseguenze? La prossima volta sarà il sangue del nemico, quello di un innocente o quello di qualcuno che si trovava nel posto sbagliato al momento sbagliato durante una delle sue crisi?

“Allora prenditi una pausa.” Disse con calma Theo, come se Liam non avesse passato l’intero viaggio verso casa sua delirando dopo aver passato venti minuti passati in silenzio a fissare un cadavere.

“Non posso!” Sospirò Liam, lasciando cadere la testa contro il cruscotto. “Nessuno si prende una pausa a Bracon Hills.”
Le dita di Theo picchiettarono sul volante, una volta, due.

“Allora parti” disse delicatamente Theo.

“Non posso semplicemente- “

“Non intendevo per sempre” lo derise Theo. “ Andiamo ancora a scuola, idiota, devi tornare a casa in ogni caso. Però potresti sempre andare via per un po’, non c’è nessuna minaccia che incombe sul tuo branco in questo momento, Scott ha Argent e gli Hale e Stilinki che lo aiuteranno a proteggerete la città per un po’.Se vuoi una pausa probabilmente ora è il momento migliore per prendersela.”
Liam rimase in silenzio, poteva sentire lo sguardo di Theo che lo fissava e pensò di andarsene davvero. pensò di correre via e prendersi un po’ di tempo senza doversi preoccupare di nulla, senza che nessuno sapesse cosa fosse e senza che le persone lo guardassero impaurite.
La rabbia che sentiva scorrere nelle vene pian piano svanì lasciando dietro di sé un sentimento di pace, ma questo durò solo per un momento, prima che la realtà ricominciasse a farsi sentire, ricordandogli le sue responsabilità, sussurrandogli i numerosi motivi per i quali sarebbe dovuto rimanere  a Beacon Hills. Aspettando per la prossima minaccia.
Theo sospirò.” Tu hai detto di volere un cambiamento. Scusami se te lo dico in questo modo ma se vuoi un cambiamento devi fare qualcosa. quindi falla. Impacchetta le tue cose, dì sayonara e Scott e-“

“Guida.” Disse Liam, con una voce che suonava leggermente dissonante e finalmente alzò lo sguardo e fissò Theo.

“Cosa?”

“Hai ragione.” Disse Liam. “ Per una volta.” Theo roteò gli occhi. “ Se voglio un cambiamento devo fare qualcosa, quindi guida.”

“Guarda che quello che stavo cercando di dirti non era che volevo propormi come tuo autista personale, era più un comprati un biglietto dell’autob-“

“Non posso entrarci.” Disse Liam.
Theo guardò verso la casa di Liam, la luce del salotto era accesa, sua madre e suo padre lo stavano sicuramente aspettando. 
Liam avrebbe potuto sgattaiolare dentro per cambiarsi e poi ri-entrare come se non avesse appena salvato la città di nuovo. Avrebbe potuto fingere che andava tutto bene, sarebbe tornato a giocare a lacrosse aspettando che accadesse il prossimo disastro, così avrebbe potuto risentire le stesse catene che lo imprigionavano come era successo quando Theo lo aveva portato fuori dalla scuola. Poteva ripetere quello che continuava a fare da mesi.

Ricordava di aver detto che Theo era una sua responsabilità e ora, in qualche modo, l’unica persona di cui non si sentiva responsabile era Theo. Theo che sarebbe potuto partire da un momento all’altro, che non aveva amici o famiglia che lo trattenevano. Theo che in qualche modo era riuscito ad tenere sotto controllo la sua rabbia anche mentre lo infastidiva continuamente.
Se fosse entrato in casa il senso del dovere, che la bolla creatasi nella macchina di Theo e la sua voce ovattata avevano attutito, sarebbe tornato più forte che prima. E la vacanza sarebbe tornata a essere un sogno troppo impossibile da realizzare. Non sarebbe più stata una cosa tangibile come  era apparsa qualche momento prima mentre pensava di farlo, di partire davvero.
La realtà stava cercando di opporsi a questa sua volontà, cercava di fargli guardare quella stupida luce gialla che illuminava il suo salotto ma allo stesso tempo era stanco e pensava che probabilmente lo era anche Theo.

Liam stava continuando a tormentarsicon questi pensieri quando la macchina ricominciò a muoversi, scivolando via nella strada scura.
I suoi occhi si mossero verso Theo che era concentrato sulla strada e le sue dita stavano ancora tamburellando sul volante. Una volta, due.

“Mi aspetto di essere pagato per essere diventato il tuo autista”. Disse Theo.

Il viaggio fu silenzioso, Liam si raggomitolò aspettando che qualcosa accadesse. Le dita di Theo continuavano a muoversi sul volante e finchè i fari dell’auto illuminarono un cartello a lato della strada.

“You are now leaving Beacon Hills” lesse Liam. La macchina avanzò lentamente ancora di qualche metro oltre al cartello, come se Theo stesse aspettando che qualcosa arrivasse e li facesse tornare indietro.

il ronzio della macchina era insistente sotto di loro e Theo si lasciò scappare un sospiro prima di rilassarsi contra lo schienale.

Appena superarono il cartello, le spalle di Liam si rilassarono immediatamente.
La sua mente si rinchiuse in uno stato di quiete che era sicuro non riuscisse a sentire da anni.

“Abbiamo appena lasciato Beacon Hills” Disse Theo con voce tranquilla. Liam sentì un sorriso apparire sul suo viso.
“Per andare dove?” chiese Theo.

 

“Ho sempre voluto vedere il grand canyon” Disse Liam con esitazione.
Theo non lo guardò ma anche sulle sue labbra apparve un sorriso e il suo piede premette sull’ acceleratore.
La macchina continuò il suo viaggio finchè la vista del cartello scomparse dallo specchietto retrovisore.




                                                                                                                                                                                  

Ciao ragazzi.
Non ho pubblicato mai nulla su efp quindi sono un po' impacciata però spero che possiate amare questa fanfiction tanto quanto la amo io.
Ho sempre amato la dinamica Liam/Theo perchè la vedo come un'ottima sostituta alla mia amata Sterek 

cercherò di aggiornare una volta a settimana. Promise.
Intanto mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate.


xxx
 

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Capitolo 2
*** Call home. ***


Liam si svegliò di soprassalto, la sua schiena faceva male e il suo telefono squillava.
Si sedette, guardò fuori dal finestrino e la confusione lo assalì mente si ritrovò a guardare una fila di alberi e una lunga strada vuota. 
Per un momento si sentì perso non sapendo dove si trovasse, il battito del suo cuore continuò ad accelerare mentre una serie di domande iniziarono a riempirgli la testa, dov’è l’anuk-ite? Dove sono i cacciatori? Dove sono io? Gli altri sono al sicuro? Poi iniziò a ricordare la sera precedente, il fatto che Theo aveva guidato portandoli entrambi lontano da Beacon Hills mentre la luna era l'unica spettatrice della loro fuga.
Liam si mosse sul sedile, prendendo il telefono dalla tasca dei pantaloni. Sbattè le palpebre e iniziò a sfregarsi gli occhi perchè l’illuminazione troppo forte del cellulare gli dava fastidio. 
cinque chiamare perse, quattro dei suoi genitori e una di Scott.
Aveva lasciato Beacon Hills nel mezzo della notte. Si era messo in un tremendo casino. Scott sarebbe stato sicuramente deluso e i suoi genitori ..

“buongiorno bell’addormentata” Liam saltò dallo spavento mentre un pugno picchiettava dei colpi sul finestrino e picchiò la testa conto il tettuccio della macchina. Si lasciò sfuggire un grugnito di dolore mentre sentì dei passi attorno alla macchina e poi la portiera del guidatore si aprì. La testa di Theo apparve e un ghigno gli illuminava il volto. 
“Uh, fatto male?” Disse, completamente indifferente. Liam lo gelò con lo sguardo ma si ammorbidì nel momento in cui Theo gli porse un vassoio con due bicchieri all’interno. “Spero che ti piaccia il caffè, ho preso anche dei mcmuffin” Liam prese il vassoio mentre Theo rientrò in macchina, sbattendo la portiera e buttando la borsa con il cibo caldo in grembo a Liam.

“ne ho preso uno per tipo” Disse Theo “quindi scegli quello che vuoi” Liam guardò nel sacchetto e vide quattro muffii impacchettati con cura.

“mi hai comprato la colazione?” chiese Liam.

“Mi sono comprato la colazione” Rispose Theo.

“Cosa? E per sbaglio ne hai comprati tre extra?” Lo prese in giro Liam

“Matematica non è mai stata la mia materia preferita” mormorò Theo.           
"Sbrigati a scegliere che sto morendo di fame” Liam prese il primo che si trovò tra le mani  prima di restituirgli il sacchetto e prendendo uno dei caffè dal vassoio.

“Dove sei andato a prenderli?”
“Mcdonalds”

“E mi hai semplicemente lasciato qui sul ciglio della strada?”
“Ho risparmiato benzina” mormorò Theo ticchettando sull’indicatore che mostrava che ne era rimasta meno di metà.

“E se qualcuno fosse-“ Il telefono di Liam squillò di nuovo. Liam sussultò quando vide la foto di Scott apparire sullo schermo. 
Cosa avrebbe dovuto dirgli?
Hey Scott, si sto bene, sto scappando con il tuo nemico ma nessun problema, sarò a casa per gli esami finali.

“Potremmo sempre tornare indietro” Disse Theo quando il telefono finì di suonare e un’altra notifica di chiamata persa apparve sullo schermo. “Ci metteremmo solo un paio di ore. Potresti dire che stavi facendo un ultimo controllo per sicurezza. Ti crederebbero.”

“Vuoi tornare?” Chiese Liam, rigirandosi il cibo tra le mani.

“Ho una scelta? Sei stato tu a decidere che saremmo partiti per un viaggio on the road.”

“Non è che ti ho costretto a venire!” ribatté Liam.

“No però hai dato per scontato che  a me sarebbe andato bene partire con te.” replicò Theo.

“Bè non è che tu avessi un altro posto dove andare !” Sbottò Liam. 
Gli occhi di Theo si assottigliarono.

“Vuoi che ti lasci qui? Perché non ho problemi a farlo”

“Intendevo che-“

“So cosa intendevi.” Tagliò corto Theo mentre riavvolgeva il cibo che aveva mangiato per metà rimettendolo nel sacchetto incupendosi. “Stavo solo cercando di essere carino con te, coglione. Dicendoti che non era troppo tardi per tornare a casa con la coda tra le gambe se sei troppo pollo per-“

“Non voglio tornare.”

“Bene. Allora non torneremo” Rispose Theo.

“Bene.” Gli fece eco Liam roteando gli occhi e tornando a fissare il telefono riaccendendolo quando lo schermo si oscurò per continuare a fissare le notifiche di chiamate perse.

“Bè, sara divertente” Sbuffò Theo.

“Stai zitto Theo”

“Come vuole, sua maestà” Rispose Theo, mettendo la marcia e partendo talmente bruscamente che Liam si spiaccicò il muffin in faccia.

Nonostante il suo solito atteggiamento, Theo era tranquillo, anche se continuò a guidare con lo sguardo accigliato mentre la sua colazione si raffreddava nel sacchetto riposto ai suoi piedi. Liam guardò il suo telefono, sorseggiando il suo caffè mentre le notifiche di chiamate perse continuavano a comparire sullo schermo del telefono ogni 5 minuti.

“Rispondi” Borbottò Theo dopo mezz’ora. “Se non lo farai, verrà a cercarti” Liam odiò il fatto che aveva ragione.

“Non so cosa dirgli”

“Digli che ti sei preso una vacanza”
“Ma-“
“è il tuo Alpha. Sei tu quello che ha persone a cui interessa qualcosa se non sei con loro, quindi fai qualcosa.” Ringhiò Theo. ”Fallo. Non voglio che pensino che ti ho rapito.” Liam passò altri 5 minuti buoni a guardare il paesaggio fuori dal finestrino finché un’altra chiamata arrivò. Guardò Theo in cerca di aiuto ma i suoi occhi rimasero fermi sulla strada. con un sospiro Liam rispose.

“Liam? Liam sei tu? stai be- “

“Hey Scott.” Disse Liam a bassa voce mentre giocava nervosamente con la carta che avvolgeva la tazza di caffè.

“Liam dove sei? Non hai risposo a nessuna delle mie chiamate e-“

“io ehm.. Me ne sono andato da Beacon Hills in realtà”

“Cosa?”

“Ecco, il fatto è questo..” rispose velocemente. “io ehm.. Volevo prendermi una pausa e poi sai, l’altra sera stavo tornando a casa ma poi non ci sono tornato e ora.. bè.. sto andando a vedere il grand canyon”

“Il grand canyon?”

“Si.” rispose piano Liam.”Tornerò” credo “Ho solo.. ho solo bisogno di un paio di giorni. Va bene, vero? Intendo, Derek e Stiles sono a casa e tu hai il branco al completo e-“

“Liam se vuoi andare via va bene” Disse dolcemente Scott “Lo capisco, ma non puoi semplicemente prendere e andare, eravamo preoccupati !”

“Mi dispiace.”

“Non ti preoccuapre.. stai bene vero?”

“Si.” Rispose Liam, ricacciando indietro una lacrima.

“Quindi.. il grand canyon eh?”

“Si”

“Bello” Disse Scott, Liam poté in pratica vedere il suo sorriso. “Vuoi compagnia? Potremmo venirti incontro. Abbiamo la jeep e sono tutti qua. Potremmo portare qualche snacks. Potrebbe essere più divertente che andare da soli.”

“Ehm..” Mormorò Liam, indugiando con lo sguardo su Theo. “ è che.. non vorrei compagnia sempre che non sia un problema. Volevo che fosse più una cosa tipo mi prendo un paio di giorni allontanandomi dal sovrannaturale piuttosto che il branco fa un viaggio in Arizona..”

“Liam, va bene” Rispose dolcemente Scott. “Era solo un suggerimento. Sei sicuro che starai bene da solo quindi?”

“Starò bene.” Promise Liam. “Ascolta, devo chiamare i miei genitori quindi ti chiamerò più tardi !”

“Ciao Liam”

“Ciao Scott”

“Manda delle foto!” Sentì Liam da una voce che era sicuro appartenesse a Mason mentre Scott riattaccava.

“C’è un motivo per cui non hai detto che sono con te?”

“Hai detto che non volevi pensassero che mi avessi rapito!” Disse Liam debolmente.
Theo finalmente distolse lo sguardo dalla strada e alzò un sopraciglio. 
“Non so perchè, si sarebbe solo preoccupato di più. Potrebbe non avermi lasciato andare se avesse saputo che sei con me. Non potevo semplicemente rifiutare la sua compagnia e poi dire ‘ah comunque sono con Theo’, no?”

“Avresti dovuto dirglielo”

“Non ha importanza”

“Se lo prendo nel culo per colpa tu-“

“é tutto ok.” Ribatté Liam, scrollando tra le chiamate perse cercando il numero di sua madre.

*

La chiamata ai suoi genitori non andò esattamente bene come quella a Scott. Innanzitutto c’era sua madre che piangeva, poi aveva iniziato ad urlare e il suo padre adottivo era in panico blaterando cose come ‘morto in un fosso’ e poi sua madre aveva ricominciato a piangere e Theo rideva nel sedile accanto al suo, almeno finché a Liam non fu ordinato di tornare a casa immediatamente allora sterzò per affiancarsi a margine della strada e fece cenno a Liam per passargli il telefono.

“No” sibilò Liam.

“So come con-“

“Theo smet-“

“Dammi il cazzo di tel-“

“Giuro che ti tiro un pugno se non- Ow” Liam si massaggiò il naso visto che Theo gli aveva ‘per sbaglio’ tirato una gomitata e gli aveva rubato di mano il telefono.

“Hey! Signora Dunbar?” Disse Theo, con una voce dolce come se non avesse appena menato suo figlio.

“E’ Geyer coglione, ridammi il telefono !” sibilò Liam, cercando di riprendere il cellulare. Theo lo tenne lontano con una mano.

“Signora Geyer” Lo corresse lei.

“Certo, mi scusi. Bene, signora Geyer, il mio nome è Theo. Liam stai tranqu-“ Liam urlò mentre Theo lo spinse verso il suo posto in modo non troppo gentile e Theo uscì dalla macchina. “Scusi, il mio nome è Theo. Sono amico di suo figlio” Liam sbuffò e Theo gli fece il medio attraverso il finestrino aperto. “E’ colpa mia se Liam non l’ha chiamata prima e capisco che lei voglia che torni a casa ma-“

“Ma niente lui torna a casa immed-“

“E’ l’anniversario della morte di mia sorella domani” Disse Theo. Liam sapeva che era una bugia ma comunque lo fermò dal cercare di uscire dal veicolo per riprendersi il telefono. “Abbiamo sempre parlato di andare insieme a vedere il grand canyon, ho pensato che potessi finalmente andare a vederlo e Liam si è offerto di accompagnarmi” Liam sentì sua madre fare una pausa. “Se torniamo indietro non riuscirò a fare in tempo. Glielo riporterò tra un paio di giorni, le manderemo tre foto al giorno, promesso ! ma io, ecco.. ho davvero bisogno di un amico con me in questo momento e ho bisogno di farlo, per Tara.”

“Sta bene?”

“Non per essere scortese ma sono abbastanza sicuro che più Liam si allontani da Beacon Hiil più starà bene”

“Ripassamelo per favore”

“Certo.” Theo gli passò il telefono dal finestrino. Liam ignorò il sopracciglio di Theo alzato che esprimeva compiacimento e riprese il telefono.

“Mamma..”

“Puoi andare, ma stai attento. Non bere, guidate 10 chilometri sotto il limite consentito e mangia le verdure. Scrivimi il numero di telefono di questo Theo, voglio essere sicura di potervi contattare entrambi. Se anche solo pensi di avvicinarti a Las Vegas ti veng-“

“Non lo faremo”

“Ok.. allora, state attenti e torna presto.”

“lo faremo”

“Ti voglio bene, Pumpkin”

“ti voglio bene anche io” mormorò Liam, riattaccò e con un gesto plateale gettò il cellulare per terra con un sospiro drammatico.
Sentì Theo trascinare i piedi mente risaliva in macchina.

“Dici mai la verità? O qualsiasi cosa che venga fuori dalla tua bocca è una cazzat-”

“Dico la verità quando serve” Disse Theo rimettendo in moto la macchina. “Pronto a ripartire, Pumpkin?”

“Ti odio.”

*

La giornata passò relativamente in silenzio, Theo accese la radio e lasciò che la musica filtrasse tra loro mentre Liam mandava a sua madre due selfie e una foto di Theo che fissava concentrato la strada davanti a sè allegandoci il suo numero di telefono.

“Perchè ci fermiamo?” Chiese Liam mentre Theo rallentava, fermandosi ad una stazione di servizio.

“Ho bisogno di fare benzina” Disse Theo “Se ti serve il bagno, usalo”

“Non posso entrare in questo stato!” Disse Liam

“in questo stato, come?” Chiese Theo, parcheggiando il pick up accanto a una delle pompe.

“Sembra che siamo appena usciti da un film di zombie” Sibilò Liam.
Theo guardò i vestiti che indossava, toccandosi la t-shirt strappata con due dita prima di guardare in direzione della stazione.

“Il bagno è là fuori. guarda-“ Indicò il lato dell’edificio, un piccolo segnale indicava che il bagno era nascosto dietro all’angolo. “Ti puoi cambiare lì e prendere del caffè mentre io-“

“Uhm.. Theo.. Non ho portato dei vestiti”

“Cosa?” Chiese Theo.

“Questo è tutto quello che ho.”

“Tu.. tu hai deciso che saremmo partiti per un viaggio on the road senza vestiti?” 

“E’ stata una decisione spontanea!”

“E’ stata stupida.” Sbuffò Theo. “Hai almeno dei soldi, vero?”

“Ho il mio portafoglio, probabilmente ci sono dei soldi all’i-“

“Probabilmente?”

“Bè non lo so! Non avevo pianificato tutto questo!”

“Cosa diavolo pensavi di mangiare mentre eravamo via?”

“Ehm-“

“o indossare?”

“Guarda-“ Theo sbuffò, saltò fuori dall’auto e sbatté la porta. Liam lo seguì, girando attorno alla macchina per raggiungere l’altro ragazzo che intanto stava infilando infastidito la bocchetta della benzina nella tanica.
“Cosa facciamo?” chiese pacatamente Liam.

“Niente.” Ribatté Theo. “Ora riempio la tanica e poi torniamo a casa. Grazie per avermi fatto sprecare tutti i miei soldi in benzina per vedere un’autostrada sporca. Mi ha fatto davvero piacere Liam.”

“Cosa? NO! Non possiamo tornare!” Disse Liam, sentendo lo stomaco contorcersi. Era libero finalmente. Beacon Hills era lontana, aveva il permesso di essere li. Nonostante Theo lo infastidisse per la maggior parte della giornata non parlando mai, Liam si sentiva più in pace che mai. Non controllava più lo specchietto con la paura che qualcuno li stesse seguendo e non stava più pensando a piani e strategie. Non voleva rinunciare a tutto questi dopo meno di 24h.

“Possiamo.” Disse Theo. “E lo fare-”

“NO!” Ringhiò Liam, Sentendo la rabbia riaffiorire. Theo alzò un sopracciglio al ringhio che proveniva dal petto di Liam e un ghigno si dipinse sulle sue labbra.

“Cosa? Hai intenzione di picchiarmi finché non acconsento ad accompagnarti in giro?”

“Questa è stata una tua idea! Tu hai detto che avevo bisogno di una pausa! Tu hai convinto mia mamma. Quindi non torniamo!”

“Non abbiamo soldi! Non hai vestiti, né uno spazzolino, né cibo. Continuare sarebb-“

“Io ho-“ Liam prese il portafoglio dalla tasca, lo aprì e contò i soldi. l’indicatore continuava a ticchettare mentre la tanica continuava a riempirsi. “ diciotto dollari e venti centesimi. Possiamo farcela!”

“Tu puoi. Mentre tu ti compri un happymeal io ho intenzione di tornare in quella direz-“

“Bene. Vattene”

“Cosa?”

“Vattene. Io camminerò”

“Hai intenzione di camminare fino all’Arizona?”

“Siamo quasi arrivati.”

“Liam non pui camminare fin-“

“Non torno indietro finché non ho visto il grand canyon quindi o vieni con me e speri nel meglio o puoi tornare e spiegare che la ragione per cui c’è il mio odore nella tua macchina è che mi hai portato nel mezzo del nulla, convincendo mia madre che ti saresti preso cura di me, e poi mi hai lasciato qui a morire.”

“Stai cercando di minacciarmi per venire con te?” Chiese Theo.

“Sta funzionando?”

“No.” Disse Theo sorridendo. Liam avvilito sentì un peso nel petto al pensiero di dover tornare a Beacon Hills.
 “Vuoi davvero fare questa cosa, vero?” Chiese Theo con un piccolo sospiro.

“Ovviamente. Non vuoi anche tu una pausa da tutto?”

“Non so se conti come una pausa quando la mia più grande spina nel fianco vive sul mio sedile accanto al mio. “ borbotto Theo. 
La pompa ticchettò per segnalare che la tanica era finalmente piena, Theo sfilò il bocchettone e la rimise a posto stringendo le labbra. Infine annuì.
“Va bene” Sospirò, e passando accanto a Liam aprì la porta dell’auto. Liam sbirciò oltre alla sua spalla mentre Theo sfilò una coperta e una sacca da viaggio da sotto il sedile di Liam.
Si mosse è aprì la sacca nel retro del pick up mentre ne spargeva il contenuto.
Un momento dopo Liam aveva tutto quello che gli seriviva. Rimase a bocca aperta mentre Theo gli mise tra le mani un cambio, uno spazzolino, ancora impacchettato, e un tubetto di dentifricio.

“Se rovini i miei vestiti, me li ripaghi.” Disse Theo “Ora vai a darti una lavata!”

“Perchè cazzo hai del dentifricio in macchina?” Borbottò Liam, guardando al piccolo assortimento di oggetti tra le sua braccia. I suoi occhi si mossero verso la coperta che era  appoggiata sui sedili sul retro “e una coper-“

“Liam, vai a cambiarti prima che ti metta al tappeto e ti riporti a Beacon Hills” Theo sospirò.
Liam annuì e si diresse verso il bagno mentre Theo roteava gli occhi.

Ci volle più o meno mezz’ora prima che entrambi si fossero dati una pulita nel bagno lurido.
Quando Theo riapparve, era come nuovo e sembrava più un modello appena uscito da uno shooting fotografico che dal bagno di una stazione di servizio, Liam intanto era intento a strattonare i suoi vestiti. Puzzavano di Theo, il che, onestamente, non era una sorpresa visto che erano suoi, ma era comunque strano, avere il suo odore sulla pelle e avvolto addosso ogni volta che si muoveva. Non che fosse un cattivo odore, Liam era convinto di quello che aveva detto un po' di tempo prima, Theo aveva un buon odore. 
Qualsiasi fosse il sapone che usava non l’aveva cambiato e Liam ne era felice. Amava Mason ma se fosse bloccato in un pick up insieme a lui, indossando i suoi vestiti probabilmente avrebbe pianto. Mason aveva un buon odore, per un naso umano, ma per quello di un lupo era un po’.. troppo. La sua colonia dava prurito a tutte le parti sbagliate del naso di Liam e anche se a volte riusciva bene a nasconderlo era sicuro che se fosse stato così immerso nel suo odore avrebbe voluto tagliarsi il naso.

“Sei pronto ad andare?” Chiese Theo, mentre raggiungeva la portiera del guidatore senza aspettare una risposta. 
Liam saltò in macchina prima che Theo l’accendesse e partisse senza di lui.



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I'm back.
Purtroppo non dovete abituarvi a tempistiche così brevi per la traduzione perchè i questi giorni non ho molto da fare ma tra qualche settimana sarò pienissima. :((
Anyway quanto è carino Theo che gli compra la colazione? E i pensieri super gay di Liam guardando Theo che esce dal bagno? ♡
ma secondo voi lo doveva dire a Scott??

Mi farebbe tanto piacere sapere cosa ne pensate
xxx

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Capitolo 3
*** Vegas Baby! ***


Liam si svegliò di soprassalto, ancora. Questa volta però il pugno non era contro il finestrino ma contro la sua spalla.

“Ow!” Liam borbottò, muovendosi sul suo sedile, il suo collo faceva male per via della posizione in cui stava dormendo.

“Giuro su Dio Liam, se continui a russare ti faccio dormire fuori.” Disse Theo, con la voce rauca per il sonno.

“Io non russo!” Disse Liam testardamente.

“Lo fai.” Disse Theo all’istante. “Non ho dormito la scorsa notte perché non riuscivi a stare zitto. Sai, sono andato al mcdonalds così almeno potevo allontanarmi da te per un secondo. Stavi facendo tremare i finestrini.”

“io non russo.”

“Davvero? Ok. Allora cosa è questo?” Disse Theo. Liam sbatte gli occhi perché la luce dello schermo del cellulare di Theo era accecante. Theo piantò il braccio in mezzo ai loro sedili.

Liam guardò il video. Era lui, la sua faccia macchiata di sangue, i suoi vestiti ancora strappati come lo erano la mattina prima. La sua testa era appoggiata all’indietro in una strana posizione e la sua bocca era aperta e russava allegramente.

“Mi hai fatto un video mentre dormivo?” Strillò Liam. “Ma che cazzo! Cancellalo immediatamente, è inquiet-“

“Sapevo che avresti provato a mentire dicendo che non russavi.” Disse Theo.

“Si be.. tu monopolizzi la coperta” disse fiaccamente Liam.

“C’è solo una coperta!”

“E non me l’hai nemmeno offerta.” Disse Liam. Theo alzò un sopracciglio.

“Mi stai trascinando a vedere il grand canyon, senza soldi, né cibo né dei cazzo di vestiti e tu pensi che io debba pure darti la mia coperta?”

“Bè io..”

“Dio Liam non avevo intenzione di iniziare a discutere. Volevo solo che smettessi di russare.” Grugnì Theo.

“Non sapevo nemmeno di russare come faccio a smettere?” ribatté Liam.

“Girati sul fianco” Ordinò Theo

“Siamo in una macchina, come faccio a girarmi?”

“E’ un pick up. E forse avresti dovuto pensarci prima di obbligarmi a venire con te in viaggio senza portare soldi.”

“Oddio, ho detto che mi dispiace!”

“No, non l’hai detto. Hai detto ‘possiamo vivere senza soldi, andrà bene.’ e ti sei lamentato da quel momento” Disse Theo. Liam ignorò il modo in cui Theo alzò la voce di qualche decibel mentre imitava la sua voce.

“Non è colpa mia, sono affamato”

“Sarà colpa tua quando ti menerò a sangue per avermi tenuto sveglio tutta notte.” Borbottò Theo.

“Ora stai zitto e gira-“

“Non mi posso girare, i miei fianchi non mi permettono di girarmi in quella posizione.” Liam sbottò. Theo alzò di scatto la mano e la sbatté sul lato del sedile di Liam che urlò quando improvvisamente si sentì cadere all’indietro, quasi andando a sbattere contro la gamba di Theo mentre quest’ultimo reclinava fino in fondo il suo sedile.

“Avresti potuto semplicemente dirmi che il sedile era reclinabile!”

“Pensavo non fossi così stupido come sembri. Almeno ora lo so per le prossime volte.”

“sei proprio uno stronzo.” Sospirò Liam

“Almeno non russo.” Disse pacatamente Theo. Liam inclinò la testa per guardare Theo e quest’ultimo con un ghigno alzò il ginocchio dando un calciò al poggiatesta di Liam “Non guardarmi così solo perché sai che ho ragione!”

“Hayden non si è mai lamentata del russare.”

“Bè se mi dessi degli orgasmi penso che non mi lamenterei nemmeno io.”

*

Theo non russava, però sbavava. O almeno lo fece quella notte, Liam non era sicuro se era una cosa che faceva solitamente o era una reazione del suo corpo visto che non aveva ancora dormito decentemente dopo aver combattuto e guidato per centinaia di km ed era bloccato in auto con qualcuno che apparentemente russava, qualcosa per la quale Liam si sarebbe sentito i colpa se  Theo non avesse fatto quello stupido video.

Ma lo aveva fatto, quindi, onestamente, era giusto che Liam avesse la possibilità di pararsi il culo e ricambiare il favore e l’occasione venne quando allontanò il suo sguardo dal telefono, dopo quattro ore, e vide Theo che era ancora rannicchiato sul suo sedile, dormendo profondamente con una piccola pozza di bava sul braccio che stava usando come cuscino.

Liam non poté proprio non fare una foto.

Theo si svegliò quando scattò la foto. Liam velocemente si rigirò sul sedile, nascondendo il cellulare sul petto e ascoltò Theo mentre si svegliava. Sentì il movimento veloce del braccio mentre si puliva la bava.

“Perchè fingi di dormire?” Chiese Theo con la voce roca.

“Um” Mormorò Liam, rigirandosi lentamente sul suo sedile. Theo si era alzato, la coperta ancora attorno alla vita mentre sgranchiva le gambe sul sedile posteriore, ruotando il collo “Non sapevo che altro fare.”

“Dire buongiorno potrebbe essere un buon inizio” Borbottò Theo, sfregandosi le mani sulla faccia.

Un principio di barba iniziava a farsi vedere.

“Dovresti raderti” Disse Liam. Theo sbatté gli occhi, lanciando cadere le mani.

“Bè, buongiorno anche a te.” disse Theo lentamente

“Intendo, lo devo fare anche io!.” Si corresse Liam, sfregando la mano sulla sua mascella e sentendo i paletti che spuntavano. “Ho pensato solo ora che dovremmo raderci e non abbiamo rasoi.”

“Potrebbe avere qualcosa a che fare con il fatto che mi hai portato in viaggio nel bel mezzo della notte completamente impre-“

“Si, ho capito pensi che io sia un idiota per non aver pianificato nulla ma vedi, è proprio il concetto di spontaneo che non comprendi. Inoltre sono stato sveglio tutta notte pensando a un piano per guadagnare qualche soldo” Disse Liam

“Davvero?” Chiese Theo scettico. Liam ghignò, saltellando sul sedile. Era un piano grandioso.

“mh-hmm.” Si schiarì la voce. “Andiamo a Las Vegas!!”

“Vegas?” Ripeté Theo. “Tua madre non ti ha detto che non avremmo dovuto assolutamente andare a-“ Liam gli fece cenno con la mano di star zitto.

“C’è un casting per delle comparse! Prendiamo tipo ottanta dollari a testa. Ho già chiamato e hanno detto che dobbiamo solo presentarci e poi-“

“Liam. Se finiamo in un film porno giuro che-“

“Ok. che schifo.” Disse Liam. “Ascolta, è un giorno solo. In più è di strada-”

“Non è di strada.”

“E poi avremo dei soldi. Mia madre ha detto di non andare a Las Vegas perché non voleva che ci ubriacassimo e che giocassimo d’azzardo ma non lo faremo. Faremo gli attori.”

“Sai recitare?” chiese Theo

“E tu?” Rispose Liam

“Sono entrato nel vostro branco e l’ho distrutto dall’interno. Sì, Liam, so recitare.. e cosa mi dici delle foto che dovremmo mandare a tua mamma? Sai, le tre al giorno che le mostrano dove siamo?”

“Ci ho già pensato.” Disse Liam, tirando fuori il telefono e mostrandolo a Theo.

“E’ una foto photoshoppata di te con il grand canyon?”

“Sì, ho trovato questa app che-“

“Sei un’idiota.” Disse duramente Theo. “Pensi che non capirà che la foto è palesemente presa da google?”

“Mia madre non sa nemmeno cosa è google. Andrà bene.” Insistette Liam.

Theo sospirò. “Ascolta, tutti i siti dicono che vedere il grand canyon all’alba è.. il miglior momento per andarci. Quindi andiamo a Las Vegas, prendiamo i nostri soldi e poi corriamo in Ariziona!”

Le dita di Theo ticchettarono sul volante un paio di volte prima che annuì velocemente.

“A che ora dobbiamo essere lì?”

“9.30, così abbiamo più di due ore per-“

Theo partì mentre Liam strillava di lasciargli almeno il tempo di allacciarsi la cintura.

*

“Pacchiano.” disse Theo schiettamente mentre guidava tra le strade di Las Vegas cercando la strada indicata sull’indirizzo che gli aveva dato Liam “Perchè è tutto così grande? e rumoroso”

“Davvero? Non ti piace Vegas?” Chiese Liam, mettendo la testa fuori dal finestrino come un cane per guardare i palazzi e le luci.

“Perchè ne sei così sorpreso?”

“E’ la città del peccato, ho pensato che ti sentissi a casa qui”

“Sei esilarante.” Sbuffò Theo. “Quindi cosa è sta cosa che dobbiamo fare?”

“Non ne ho idea” Rispose Liam. Poteva sentire lo sguardo di Theo addosso. “L’avviso non diceva molto. era su Craigslist”

“E ci pagano ottanta dollari per fare le comparse? Non sembra per nulla fake.”

“Andrà bene.”

“Ci faranno balzare.” Sospirò Theo.

*

Non furono balzati. Liam però sperò quasi che lo fossero perché nonostante non fosse un porno la situazione era molto strana.

Un tizio di nome rocket era il ‘regista’. Un tizio che guardando una volta Theo aveva deciso che nonostante stessero girando la scena di un matrimonio Theo dovesse togliersi la maglietta. Il che, onestamente, a quel punto era esilarante perché a Theo veniva ordinato di togliersi la maglia in una cappella da un tipo che puzzava di erba e avrebbe pure dovuto andare alla postazione trucco e parrucco dove sarebbe stato cosparso di olio così avrebbe brillato, questa era diventata la cosa più divertente che Liam avesse visto in tutta la sua vita.

Specialmente quando Theo aveva acconsentito e aveva ricevuto venti dollari extra.

Tutta la situazione era ridicola finché a Theo seduto cosparso di olio con Rocket che gli massaggiava il petto furono offerti altri cento dollari per andare con lui nello stanzino sul retro per un paio di minuti e Liam gli suggerì di andare. Theo gli tirò un pugno dritto sulla mascella tanto forte da romperla e lo spintonò fuori dalla cappella. Spiegandogli, urlando, mentre uscivano che non aveva intenzione di dormire con nessuno per soldi.

“Ho detto che mi dispiace!” Disse un’altra volta Liam e Theo si lasciò scappare un’altra sfilza di bestemmie dal bagno. La cosa buona era che gli avevano dato i soldi prima, quella cattiva era però che apparentemente l’olio non era facile da pulire anche con una vera doccia. Non che fosse una gran somma, 180 dollari andavano bene, ma non erano esattamente tanti. Theo uscì dal bagno con i capelli bagnati e un asciugamano avvolto intorno alla faccia e il petto che brillava di uno strano mix di olio e acqua.

“Hai del bagnoschiuma?”

“Ovvio, sai, non ho portato i vestiti, né uno spazzolino né i soldi però ho ricordato di portare il mio bagnoschiuma.” Disse Liam. Theo assottigliò pericolosamente gli occhi e Liam sorrise debolmente. “Dai. Non è così male.”

“Mi hai quasi venduto come una puttana!” Urlò Theo.

“Non avevo capito cosa intendesse con quel ‘andiamo nella stanza sul retro’.” Sibilò Liam. “Pensavo volesse solo mostrarti qualcosa! Non volevo fare intendere che eri un gigolò.”

“E cosa pensavi stesse facendo mentre mi accarezzava il petto?”

“Mi dispiace! Ok! Prometto che non cercherò più di venderti accidentalmente per favori sessuali. Felice?” Urlò Liam

“Estasiato.” rispose Theo buttandosi sul letto seccato. Le sue dita spalmavano l’olio sulla sua pelle con uno sguardo accigliato. Liam lo guardò. Si chiese quanto sarebbe stata dolorosa la sua morte se avesse raccontato a Mason quello che era successo quando sarebbero tornati a casa. Si mangiò le unghie, cercando di pensare a qualcosa da dire che non fossero delle scuse.

“Sai.” Iniziò Liam. Theo alzò lo sguardo. “Sto iniziando a capire perché mia madre non voleva che venissi a Las Vegas.” Le labbra di Theo si incresparono e rise fragorosamente con la testa alzata e  con le spalle che non smettevano di sussultare.

“Sei un idiota.” Disse Theo e Liam non poté non notare quanto era contento.

“Penso che dovremmo fare un patto.”

“Un patto?” chieste Theo

“Da ora in poi non litighiamo più, né ci insultiamo più. Nè riparliamo di cose vecchie. noi siamo solo.. due amici in viaggio !”

“Five feet apart coz they’re not gay:”

“Cosa?”

“Scusa, mi hai fatto ricordare un Vine!”

“Sai cosa è vine?”

“Ho diciott’anni Liam.” Sbuffò Theo. “Ovviamente so cosa è vine. Ora, vai a prendermi un cazzo di bagnoschiuma così posso lavarmi. “ Disse Theo, ritornando nel bagno.

“E’ un si per il patto?”

“Io non ti insulto mai in  ogni caso!” Urlò Theo. Liam sbuffò.

“Bugiardo!”

“Sei durato meno di un minuto senza insultarmi, bravo Dunbar!” Gli rispose Theo. “Ora vai a pren-“

“Si, sto andando!”

Se qualcuno avesse chiesto a Liam qualche mese fa cosa avrebbe fatto se si fosse trovato a Las Vegas con Theo Reaken probabilmente avrebbe risposto. “Lo avrei ucciso”. Non avrebbe mai immaginato che sarebbe rimasto seduto nascondendo le risate, mentre Theo borbottava bestemmie cercando di lavarsi via dell’olio dal petto, a 5 metri dall’odore di limone che proveniva dal bagno che stava usando Theo mentre si insaponava con il bagnoschiuma.

E decisamente, non avrebbe immaginato che una volta asciutto e vestito avrebbe fatto la lotta con lui finché non furono cacciati dal motel perché gli aveva mandato due messaggi, dei quali uno era una sua foto mente sbavava scattata quella mattina e l’altra era Theo in piedi con una faccia inespressiva mentre delle persone gli spalmavano dell’olio sugli addominali, un prete vestito da Elvis dietro di lui. Theo cercò in tutti i modi di fargliele cancellare.

Theo non riuscì a fargliene cancellare nessuno però aveva ancora il video di Liam che russava quindi Liam non era esattamente sicuro di chi avesse vinto.

Entrambi se ne dimenticarono appena si trovarono fuori dal motel con il proprietario incazzato nero dopo averli sgridati come due bambini per aver ‘svegliato i clienti’.

“Sono le 3 del pomeriggio!” Ribatté Theo. “Chi dorme a quest’ora?”

“Siamo a Las Vegas! Chiunque sia in un motel ora è collassato dopo una sbronza, testa di cazzo!” Gli rispose il proprietario. Liam rimase a bocca aperta.

“Bè ottimo allora! La vostra pressione dell’acqua fa cagare!” Sbottò Theo.

“Ti vuoi aggrappare su questo? La pressione dell’acqua?” Chiese Liam. Theo lo spinse.

“Zitto” Disse Theo sorridendo. “Dove andiamo ora? E se mi dici che hai trovato un altro lavoro come attore io ti-“

“Potremmo andare a vedere la città, o a mangiare. Sto morendo di fame.”

“Abbiamo appena sprecato quarta dollari per una stanza di un motel e ci siamo rimasti due ore. pensi che ci possiamo permettere del cibo?”

“Ho visto un mc sulla strada!”

“Ok.”

*

Mangiare con Theo era strano, ovviamente non era una cena elegante ma era più.. intimo dei mcmuffin e del pacchettino di patatine che avevano mangiato fino ad ora. Principalmente perché erano davvero seduti ad un tavolo e Theo non stava cercando di mangiare mentre guidava.

Seduto dall’altro lato del tavolo Liam non poté far a meno di notare che Theo mangiava in modo strano. Innanzitutto mangiava prima la fine delle patatine, mordeva un lato e poi la rigirava e morsicava l’altra fine per poi mangiare il resto in un solo boccone. E dall’hamburger prendeva il cetriolino al centro, come faceva Mason, ma non lo lasciava nel contenitore per buttarlo una volta che avevano finito, lo mangiava da solo. Inoltre mangiava solo metà hamburger, rincartando l’altra metà ‘per dopo’. Liam non capiva perché qualcuno avrebbe voluto tener via metà hamburger per dopo ma non aveva intenzione di chiederglielo, infatti mangiò il suo cibo ignorando lo sguardo disgustato di Theo mentre intingeva le sue patatine nella salsa barbecue.

“E ora?” Chiese Theo quando Liam aveva finito di leccarsi le dita dal sale delle patatine.

“Voglio un mcflurry.” Disse Liam

“Intendevo, dove andiamo ?”

“Potremmo fare un giro. Andiamo ad esplorare Vegas “

“Siamo troppo giovani per andare nella maggior parte dei posti.” Disse Theo con un ghigno compiaciuto.

“Non intendevo giocare d’azzardo, solo.. visitare la città.”

“Hai intenzione di farmi diventare un turista? Devo prenderti un marsupio e dei pantaloncini a vita al-“

“Stai dicendo che non vuoi fare un giro?”

“Possiamo dare un’occhiata.”

“Ok.”

“Vai a prendere il gelato, Liam.”

Venti minuti dopo Liam si era già annoiato, non è che camminare per Las Vegas non fosse divertente, perché lo era, ma c’erano palazzi e luci e.. sai.. altri palazzi e luci.

A Parte quando vide le fontane che sparavano acqua illuminata come se fossero delle fiamme e si sentì come un bambino in un negozio di caramelle, senza soldi.

Ogni cosa figa che vedevano era o troppo cara per entrambi o era troppo cara. punto.

Theo dovette trascinare via Liam da uno stand di tattoo temporanei spiegandogli questa cosa. Liam finì il suo mcflurry e ora stava ascoltando Theo che risucchiava la fine del suo milkshake che aveva comprato facendo dei rumori orrendi. Gli era anche stato impedito di fare foto dopo che il suo telefono era quasi finito in una delle fontane.

“Facciamo qualcosa.” Si lamentò Liam.

“Siamo comunque poveri.” Gli ricordò Theo.

“Dev’esserci qualcosa di economico da fare per-“

“Sei bravo ad air hockey?”

“Cosa?” chiese Liam, Theo indicò con la testa una sala giochi. “Davvero? Vuoi giocare ad air hockey?” Theo fece spallucce.

“Se ti fa stare zitto per 5 minuti, si”

“Non è ‘troppo caro’?”

“Vuoi giocare o no?”

“Ovvio che voglio.” borbottò Liam, dirigendosi verso la porta.

Theo era brutale ad air hockey. Liam era sicuro che li avrebbero cacciati fuori da un momento all’altro per tutte le bestemmie che urlava continuamente. Theo colpiva forte e con abbastanza forza che face volare il dischetto fuori dal tavolo più di una volta quando Liam cercava di parare i suoi colpi.

Anche quando Liam riusciva a fare un bel colpo, Theo riusciva a pararlo. Liam non era mai stato così incazzato mentre giocava contro qualcuno con i riflessi di un lupo, ed era frustrante perché ci voleva troppo per entrambi per far punto e quando succedeva era sempre in favore di Theo.

Liam aveva anche provato a barare per fare punto. Theo era andato a prendere un drink mentre Liam stava raccogliendo il dischetto dopo che Theo aveva fatto il suo terzo punto e cercò di tirarlo velocemente nella porta di Theo mentre era distratto. Non funzionò. Theo l’aveva parato e lanciato dall’altra parte del tavolo continuando a sorseggiare la bevanda che aveva comprato e il dischetto era finito dritto nella porta di Liam.

Quando il giocò finì, il dischetto rimbalzò nella porta di Liam un’altra volta e le mani di Liam stavano tremando, non per la rabbia, il che era un cambiamento sorprendente, ma per l’adrenalina e non l’adrenalina del ‘sto per morire’ ma quella dovuta alla sana competizione, che amava.

Theo stava ghignando da orecchio a orecchio, compiaciuto più che mai e a Liam non fregava nemmeno che il gioco fosse finito 7 a 0 perché aveva fatto la migliore giocata di sempre, anche se era finita con una schiacciante sconfitta.

“Come cavolo hai fatto?” Chiese Liam, alzando lo sguardo dal tavolo shoccato. “è stato pazzesco.”

“La porta sarà 10 cm non è così difficile fare punto.” Disse Theo.

“Si ma-“

“Pensavo fossi bravo negli sport.”

“E’ air hockey, non è uno sport.”

“Detto da un perdente..” mormorò Theo, spostandosi dal tavolo. Liam odiò la risata che gli scappò.

“Sei un vincitore che si vanta, vero?” chiese Liam seguendolo nella sala giochi mentre guardava gli altri giochi.

“Qual è il bello di giocare se non puoi vincere e vantartene?”

“Penso che il bello di giocare sia partecipare. “ Disse Liam

“Sei quel tipo di bambino che era felice della ‘medaglia di partecipazione’ durante la giornata dello sport?”

“No, di solito vincevo sempre. Ti avrei sicuramente battuto una volta. Sono sempre stato bravo negli sport, non avevo bisogno dei sensi da lupo.”

“Cosa ti fa pensare che non fossi bravo negli sport?”

“Avevi l’asma ed eri amico di Scott e Stiles.” Disse Liam. Theo rise.

“Giusta osservazione. Dai, andiamo. Abbiamo già speso abbastanza qua.”

“Abbiamo speso un dollaro Theo.” Disse Liam, seguendo comunque Theo alla porta. Appena uscirono però senti un urlò provenire da sopra di loro. Alzò la testa e guardò le persone che urlavano mentre sfrecciavano sulla teleferica. I due li guardarono finché per persone diventarono puntini il lontananza.

“Woah.” Sospirò Liam, guardando il punto da cui partiva la teleferica, seguendo con lo sguardo la fune che attraversava la via.

“Sembra fantastico.” disse Liam senza respiro, il suo sguardo cadde su Theo che stava ancora guardando al soffitto a cupola e alla fune sopra di loro. L’altro mormorò acconsentendo.

“hey, so che non abbiamo molti soldi ma-“ Un ghigno si formò sulla faccia di Theo.

“Andiamo!” Disse Theo velocemente mentre si incamminava, seguendo la fune.

“Davvero?” Chiese Liam. Theo non rispose, continuò solo a camminare tra le persone, scomparendo tra la folla. “Wow, allora sei serio.” Disse Liam. un’altra persona passò urlando mentre stava camminando. “Theo! Aspettami!” Liam iniziò a correre per raggiungerlo, si lanciò tra la folla mentre cercava di superare le persone sulla promenade.

*

“Non ci credo che hai buttato 5 dollari per comprare un bastone selfie!!” Sbuffò Theo. Liam lo guardò fiero del suo acquisto.

“Se abbiamo intenzione di farlo davvero, voglio fare un video!” Disse Liam serio. Theo rise.

Liam si dimenò nella sua imbracatura, una mano che premeva sul tappetino sotto di lui mentre l’addetto controllava la sua imbracatura un’altra volta.

“Se lo fai cadere sai tu ad essere denunciato!” Mormorò il tizio.

“Se rompi il telefono e passi il resto del viaggio a lamentartene chiamerò tua madre e le dirò che mi hai trascinato a Las Vegas.” Disse Theo.

“Se dici a mia madre che siamo venuti a Vegas dirò a tutti che ti sei fatto oliare tutto per un film!”

“Spero che la tua imbracatura si rompa.” Disse sorridendo Theo. Liam spalancò gli occhi quando si avvicinarono la margine della piattaforma, rivelando la caduta da dodici piani sotto di loro.

“Quindi.. forse non è il momento migliore per dirtelo, però ho qualche problemino con l’altezza.” Disse Liam.

“Hai ragione. Non è il momento migliore per dirlo.” Disse Theo. La teleferica scivolò in avanti. Liam guardò giù quando si mossero oltre il limite della piattaforma.

“PORCA TROIA!” urlò Liam.

“CAZZOOO!”  gridò Theo.

Il vento sfregava sulle orecchie di Liam mentre continuavano a cadere, correndo lungo la corda abbastanza velocemente da fargli lacrimare gli occhi e urlare dal fondo della gola  solo per irrompere in una risata isterica quando cercò di guardare in basso.

Le persone per strada si guardavano attorno.

La funicolare li portò a downtown Vegas, videro una serie di luci che provenivano da un enorme cartellone e dai casinò e loro erano legati in modo da rimanere in posizione orizzontale, come superman.

Le urla eccitate di Theo facevano eco a quelle di Liam ma erano decisamente meno spaventate.

Anche se il corpo di Liam esprimeva terrore ogni secondo che passava la sua risata diventava più fragorosa. Non era lo stesso tipo di paura che portava l’anuk-ite. era.. adrenalina, pura e divertente che portava quel tipo di paura che in qualche modo riusciva a farti sentire senza paura.

Liam faceva oscillare il baston selfie da una parte all’altra, sperando che fosse riuscito a filmare la vista visto che Theo la bloccava con le braccia, che teneva spalancate come un uccello in quota.

*

Liam  cadde di peso quando fu liberato dall’imbracatura. Theo era già in piedi, senza l’imbracatura, appoggiato contro la barriera. Liam incespicò, con il cuore che batteva all’impazzata e le gambe che tremavano abbastanza da farlo camminare come bambi sul ghiaccio. Si aggrappò alla barriera, usandola come supporto mentre alzava nuovamente il baston selfie, Theo rimase a guardarlo, visibile nell’angolo della ripresa, con le braccia incrociate, i capelli piegati dal vento e le guance arrossate dalla corsa mentre sorrideva sfacciatamente.

“Siamo sopravvissuti.” Sospirò Liam. “E’ stato..fantastico. E terrificante.”

“Aww, piccolo pumpkin. Ti sei bagnato?” Lo prese in giro Theo.

“E Theo è ancora un noioso coglione anche dopo un’esperienza vicina alla morte.” Disse Liam prima di spegnere la telecamera.

 

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Volevo aspettare un po’ a pubblicare questo capitolo ma non stavo più nella pelle so here I am.
Visto che quest’anno è stata una merda e mi sono rifiutata di festeggiare capodanno, ho passato la serata a tradurre airplanes.
how lameeeee.
Comunque, amo questo capitolo e amo Theo ricoperto di olio. L’idea mi fa morire dal ridere, giuro.
E btw anche io mangio l’hamburger del mc come Theo mangiando prima il cetriolino..
soul mates??
ah e sto solo aspettando il momento in cui Theo non si lamenterà più del russare di Liam .....


P.S. se non conoscete il vine che citava Theo vi metto il link :*
https://www.youtube.com/watch?v=EwAajOtfNT8

 

P.P.S. Buon anno, non ho molta fiducia nel 2018 ma whatevah :’))

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Capitolo 4
*** You have reached your destination ***


Liam iniziava a stancarsi del fatto che Theo continuasse a svegliarlo, a difesa di Theo però possiamo dire che non lo aveva fatto apposta, questa volta, visto che la radio era spenta e non aveva ancora detto un sarcastico ‘buongiorno’. 
Il suo corpo era indolenzito per aver dormito accovacciato contro la portiera ma era al caldo, una coperta consumata era avvolta attorno alle sue spalle per coprirlo.

L’odore di caffè di stava diffondendo nella macchina mentre sentiva Theo che faceva il giro della macchina, sentii il rumore di un sacchetto accartocciarsi prima di sentire il suono di una portiera sbattuta.

“Non fai mai nulla piano?” chiese Liam con voce rauca.

“Torna a dormire.” mormorò Theo. Liam, come al solito non lo ascoltò. Girò la testa allontanandola dal finestrino e si girò a guardare Theo mentre sorseggiava il suo caffè e riaccendeva la macchina. 

“Dove siamo?”

“Arizona” rispose.

“Siamo quasi arrivati?” indagò Liam, un brivido di eccitazione lo attraversò mentre guardava la strada buia davanti a sé come se il grand canyon potesse apparire magicamente davanti a loro.

“Quasi.” rispose Theo, sorseggiando un’altra volta il suo caffè. Liam si accigliò quando notò le occhiaie sotto gli occhi di Theo.

“Hai dormito?”

“No Liam. Di solito bisogna essere svegli per guidare.” rispose Theo. “E qualcuno voleva arrivare per vedere l’alba.”

“Possiamo prendere un motel, puoi dormire mentre vado ad esplorare.”

“Ho preso un caffè, sto bene.” disse Theo, ponendo fine alla conversazione. Liam si lasciò andare sul sedile, coprendosi meglio con la coperta nonostante il caldo dell’Arizona iniziava a diffondersi in macchina, cercò di raggiungere la radio con le dita finché riuscii ad accenderla.

Il resto del viaggio passò in silenzio, mezz’ora in cui entrambi guardavano la strada buia aspettando che il grand canyon apparisse, e alla fine successe. Liam premette la faccia contro il finestrino come un bambino piccolo cercando di scrutare nell’oscurità della notte uno scorcio di roccia.

Non ci volle molto prima prima che Theo potesse trovare un posto decente dove parcheggiare, un posticino tranquillo da dove si poteva vedere bene la vallata, lontani dalla vista della piattaforma di osservazione e dalle altre persone che cercavano di trovare un posto da dove osservare il sole sorgere.

“Sei arrivato a destinazione” disse Theo. “Questo ti costerà come minimo un centinaio di dollari per il taxista.” Liam sbuffò, togliendosi la coperta e lanciandosi fuori dalla macchina. Si avvicinò alla scarpata, fermandosi poco prima, gli occhi scrutavano l’orizzonte. poteva vedere meglio di un umano ma era ancora troppo buio per vedere bene.

“Quando sorge il sole?”

“Google dice verso le 5.40 Am” disse Theo, raggiungendo Liam, strizzando gli occhi per guardare l’abisso nero davanti a loro “Wow, è bellissimo.” disse con la voce incrinata da un sottile sarcasmo, non che Liam non se l'aspettasse. 

“Aspetta l’alba!” disse Liam “Dicono sia mozza fiato”

“Bè, non so te ma non starò qua in piedi per i prossimi venti minuti.” disse Theo. Allontanandosi, Liam roteò gli occhi, guardando la vallata scura aspettando il sorgere del sole mentre Theo faceva casino nella macchina. Liam infine si girò quando senti l’auto muoversi. Theo si stava avvicinando sempre di più al margine.

“Stai per ammazzarti?” chiese Liam mentre il pick up si avvicinava pericolosamente. Theo non rispose. Quando Liam iniziò seriamente a preoccuparsi che Theo stesse davvero per lanciarsi con la macchina giù dal dirupo, questa si fermò.  Theo saltò giù un momento dopo con la coperta e un cuscino sotto al braccio mentre teneva un sacchetto con il cibo e un Termos nell’altra mano. Liam lo guardò mentre lanciò la coperta sul retro del pick up prima di arrampicarsi sopra, appoggiò il termos delicatamente prima di sedersi, appoggiando la schiena contro il retro dell’auto, guardando la vallata.

“Hai intenzione di star lì o?” Theo alzò un sopracciglio. Liam saltò sul retro della macchina velocemente e sedendosi vicino a Theo, i gomiti picchiarono contro il retro facendo un rumore metallico. Theo sogghignò, appoggiando il cuscino sotto la testa e tirando su la coperta.

“Posso-“

“no” lo interruppe Theo.

“Ma-“

“Avresti dovuto portare la tua.”

“Dove hai preso il cuscino?”

“Da sotto il sedile.” rispose Theo come se fosse una cosa ovvia da tenere in macchina. Liam afferrò la coperta e si coprì le gambe. Theo si accigliò ma non disse nulla, incrociando le braccia e girandosi a guardare il canyon.

Insieme riuscirono a star zitti circa 40 secondi. 

“Puoi passarmi-“ iniziò Liam

“Vuoi-“ iniziò. “da mangiare.” finì Liam.
Liam sorrise indicando il sacchetto appoggiato accanto a Theo.

“Yep” mormorò Liam.

“prendi del caffè” disse Theo, affondando il braccio nel sacchetto del cibo. Liam fece come gli era stato detto girando il tappo finché non si aprì e prendendo una tazza di plastica si versò il caffè.

“Prendi.” disse Theo passandogli un mcmuffin.

“Grazie, vuoi dell’altro caffè?” Theo non rispose prendendo il termos dalle mani di Liam e bevendo un sorso. Liam roteò gli occhi, prendendo il cibo dalla mano ancora distesa di Theo, lascnadosi andare contro il retro della macchina mentre cercava di scartare la colazione.

“Potevi dire di no”

“E tu potevi smettere di fare domande stupide.” disse Theo prima che il silenzio calasse ancora, entrambi mangiavano e sorseggiavano il caffè.

“E’ come un picnic !” disse Liam con un piccolo sorriso mentre Theo rincarava il suo metà mcmuffin e lo rimetteva nel sacchetto.
 
“Sono abbastanza sicuro che i picnic si facciano alla luce del sole” disse Theo, indicando con la testa il cielo.
“si Bé. da quando sono diventato un lupo sono abbastanza sicuro che sono più un animale notturno.”

“Penso che sia più giusto dire crepuscolare.”

“quello che è.” disse Liam. Theo rise.

“Non sai nulla di biologia vero?”

“Non è che sia una materia importante.”

“E’ una delle più importan-“

“E’ noiosa.”

“Spiega il funzionamento di ogni essere vivente.” sospirò Theo, sembrano ridicolmente offeso dal fatto che Liam disdegnasse la materia. “Biologia è la comprensione di ogni essere vivente, come fa a essere noiosa?”
 
“Gli esperimenti di biologia consistono nel guardare il muschio crescere! Almeno in chimica, facciamo esplodere le cose.” disse Liam e Theo fece una smorfia di dolore come se ascoltare Liam lo stesse facendo soffrire fisicamente, il che fece sorridere Liam. “E intendo, a meno che tu non sia un dottore o un biologo non ti sarà utile nella vita.”

“Oh, e storia allora è utile!”

“Ovvio.”

“Più utile si sapere come funzionano gli esseri viventi?”

“Non serve sapere come una cosa funziona se non riesci a capirla! Nella storia puoi capire la natura umana, impari le strategie di battaglia e che sbagli sono stati già fatti così, facendo attenzione, si può evitare di commetterli ancora.”

“Ammetto che la storia possa aiutare, i micenei erano intelligenti!” Liam si sentì orgoglioso della lode per quello che aveva detto e ricordò il sorriso di Theo quando glielo aveva spiegato la prima volta e il fatto che avesse mormorato ‘sono colpito’. 
“Ma-“ disse Theo “ Tu non puoi dire che storia si una materia più utile di biologia.. perché ami storia così tanto poi?”

“Ho bisogno di un motivo?”

“No. Solo che la maggior parte delle persona ha una motivazione, è per una storia che hai sentito quando eri piccolo? Ti piacevano gli dei greci e ti sei invasato di cose più serie o-“

“Perchè me lo chiedi?”

“Ho bisogno di un motivo?” chiese Theo, sorridendo debolmente. Era un bel sorriso, beffardo e arrogante ma vero in un modo che fece sorridere anche Liam.

“Ho visto un documentario che parlava di Pompei quando ero piccolo. Era figo, pauroso, ma figo. Intendo, tutta la città, tutte quelle persone, tutte le loro vite e le cose del loro passato che si sono conservate. Dopodiché ho sempicemente.. guardato documentari. Ho imparato più cose, quando mi hanno comprato il mio primo computer e potevo cercare ovunque sul web e informarmi anche su cose che non facevamo a scuola. Tutte le mille sfaccettature delle cose che imparavamo.”

“Sai che la maggior parte dei ragazzini quando riceve un computer, cerca porno, non eventi storici?” disse Theo.

“E’ quello che facevi tu?”

“Non ho mai avuto un computer.” disse Theo con un’alzata di spalle. ”E potrei anche sembrare un po’ pudico ma menarmelo in una biblioteca pubblica significherebbe cadere troppo in basso, anche per un tipo come me” Liam rise.

“E tu? Perché sei così interessato nella biologia?”

“Sono un esperimento genetico tra un essere umano e uno sovrannaturale. Volevo imparare tutto quello che potevo.” Disse in modo indifferente. “E’ interessante, c’è un sacco di roba da imparare.”

“E’ quello che stai facendo ora?”

“Cosa?”

“Tipo, al college? Stai studiando biologia o qualcosa del genere?”

“Non mi sono diplomato. Non posso andare al college.”

“Non ti sei diplomato?”

“Ero morto.” disse Theo, con la voce incrinata per far capire a Liam che era il momento di finire la conversazione prima di essere preso a pugni.

“Quindi cosa fai? Intendo, nessuno ti ha visto per mesi prima di tutta sta storia dei cacciatori. Stavi lavorando o che?”

“Sto cercando lavoro.” disse Theo “Magari diventerò un fotografo.”

“Cosa?”

“Si, ho fatto delle belle foto prima.” Theo si mosse prendendo il telefono dalla tasca e scrivendo qualcosa, un momento dopo il cellulare di Liam vibrò. Una notifica da Theo.

Liam non sapeva se ridere o colpire Theo quando vide la foto che gli aveva mandato. Era stata fatta da fuori, la portiera del passeggero era aperta e si vedeva Liam, addormentato, con la bocca aperta e avvolto nella coperta di Theo mentre sicuramente stava russando come un trattore, la sua face era pallidissima per colpa del flash che Theo aveva apparentemente imparato ad usare. E comunque Theo era riuscito ad uscire bene nella foto, tutto abbronzato e con i capelli soffici mentre era appoggiato alla portiera con un sopracciglio alzato mentre indicava il cartello ‘Welcome to Arizona’ dietro di loro.

Il suo telefono vibrò di nuovo e Liam chiuse la foto per guardare il nuove messaggio, era ancora di Theo, ma questa volta era un video. Borbottò e schiaccio il pulsante ‘play’, ignorando la risata di Liam accanto a lui mentre il Theo sullo schermo sbuffava drammaticamente mentre si sentiva chiaramente il russare di Liam in sottofondo.

“Benvenuto in Arizona, Liam. Sono quasi le 4 e ci sono già 26°. Ti sto ascoltando russare da circa due ore e mezza.” fece una pausa per un momento e il russare di Liam era l’unico suono che si sentiva, il che lo imbarazzò tremendamente. “Sai potrei essere incazzato ora, ma una mosca ti è entrata in bocca quando ci siamo fermati e sono felice di aver potuto assistere.” disse Theo e il video finì.

“Ti odio” borbottò Liam. Theo rise. “Avevo davvero una mosca in bocca?”

“L’hai ingoiata.” disse Theo, fin troppo felice.

“Sei uno stronzo.”

“Sai che fai davvero schifo a mantenere questo patto del non insul-“

“Zitto Theo.” mormorò Liam.

Rimasero così, fianco a fianco per un sacco di tempo prima che Liam si alzasse per scattare una foto, o meglio, un’infinità di foto, passando da scatti ‘artistici’ dove si sporgeva oltre il margine a  stupidi selfie da mandare  a Mason. Riusciva a sentire lo sguardo di Theo addosso per tutto il tempo, e una risatina gli scappava ogni volta che si metteva in una strana posizione per scattare la foto più bella possibile.
“Theo vieni qui.” gliordinò Liam. Theo non ribatté, si mosse solo dal retro dell’auto e si avvicinò a Liam, Liam alzò il suo bastone selfie. “Ok, dì cheese.”

“Che cazzo stai facendo?” borbottò Theo, spostandosi dall’inquadratura

“Mando una foto a mia mamma.”

“Perchè de-“

“Amico una sola foto, dai.”Liam sbuffò prendendo Theo per la maglia con la mano libera e riportandolo vicino a sé, Theo sospirò, assottigliando gli occhi, Liam annuì verso il telefono, e si preoccupò per un attimo che gli occhi di Theo gli uscissero dalle orbite visto la forza che ci aveva messo nel rotearli prima di girarsi verso il telefono. “Sai che dovresti sorridere, vero?”

“Fai la foto e basta.” E Liam la fece, sorridendo allegramente, mentre Theo con un sopracciglio alzato aveva alzato il suo dito medio con orgoglio.
“Davvero?”

“La mia mano ha avuto uno spasmo.” Mentii Theo. Prima di tornare sul retro del pick up e ributtandosi nel posto che aveva lasciato poco prima. Liam si girò verso la vallato con gli occhi che ammiravano il panorama.

Liam non era sicuro di quando tempo passò lì, in quella posizione, guardando i picchi rilassando le spalle come se finalmente qualcuno avesse tolto il peso di Beacon Hills dalle sue spalle. Come se il pensiero di Brett e Lori e di tutti quelli che aveva perso fosse stato lavato via dalla sua testa, cullato via dalla gentile brezza del vento.

Il mondo era tranquillo, il sole stava ancora sorgendo nel cielo facendo risplendere di un rosso acceso le rocce torreggianti e Liam per la prima volta non associò il colore rosso al sangue ma alle discese del canyon, alle luci al neon di Las Vegas e al rosso vivido dell’insegna del mcdonalds.

Era stupendo. Era bello, si sentiva più in pace di quanto si fosse sentito da chissà quanto. voleva dire qualcosa.

“Cazzo. E’ enorme.” disse. Ovviamente, non riuscì a riassumere la bellezza della situazione ma bè, nonostante fosse chiamato il Grand Canyon non aveva mai pensato che fosse così grande.

Quando Liam si rigirò verso Theo vide che l’altro ragazzo stava dormendo, con le braccia incrociate e con la testa portata indietro mente respirava lentamente. Si mosse lentamente, sedendosi alla fine del cassone, con gli occhi che scrutavano il canyon, il battito del cuore di Theo era un ritmo leggero che ticchettava nelle sue orecchie.


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Ciao bellissimi :)
i nostri amichetti sono finalmente arrivati al Grand Canyon ! E Theo ha mollato l'osso e ha ceduto la sua coperta a Liam ;)
E anche se Theo finge di no, sono sicura che non vorrebbe essere in nessun posto se non lì, con lui. 
E ora cosa succederà? 🤷🏻‍♀
see ya soon.

xxx

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Capitolo 5
*** walking on air. ***


Non intendeva andare a girovagare lasciando Theo addormentato e indifeso. Era rimasto felicemente seduto nel retro del pick up per quasi un’ora e mezza quando i suoi piedi iniziarono a scalpitare pregandolo di andare ad esplorare il luogo e bè, Theo sembrava abbastanza tranquillo e aveva bisogno di dormire. Quindi Liam pensò che sarebbe stato ok se se ne fosse andato per un giretto veloce. Aveva anche lasciato un bigliettino, o meglio, un messaggio e aveva coperto Theo con la coperta tutta consumata prima di andare verso la discesa al canyon, cercando un posto dove andare.

Aveva trovato un posto, non troppo dopo aver lasciato Theo.  Una piattaforma con vista dove un sacco di persone scrutavano il paesaggio. Liam si fece strada per arrivare davanti, avvicinandosi al margine per guardare giù verso il fondo del canyon, era così lontano che un brivido lo percorse, si allontanò velocemente. una risata risuonò accanto a lui.

“Non ti piace l’altezza?” Liam si girò e trovo una donna che lo guardava con un piccolo sorriso.

“Non ho problemi con l’altezza.” mentii Liam. “E’ solo.. un bel po’ di strada per arrivare in fondo.”

“Prima volta qui?”

“Si.” annuì Liam. “Tu?”

“Oh no. Ci vengo una volta l’anno. Questo è l’anno ventitré! Quanto rimani qua?”

“Solo un giorno.” disse Liam

“Dovresti darti una mossa allora, ci sono un sacco di cose che puoi vedere in un giorno.” disse lei, Liam rise. “Oh! Sai cosa dovresti fare? Andare sulla skywalk. Mio marito l’amava.”

“Sembra.. alto.”

“Pensavo non avessi problemi con l’altezza,” disse la donna con un sorriso. “Se non è di tuo gradimento allora ho un paio di altri posti da consigliarti. Se ti va!” Liam annuì.

Non era sicuro di quanto tempo avesse passato lì, ascoltando la donna parlare mentre gli indicava dei posti da visitare, poi iniziò a raccontare della sua vita, le mancava un po’ il fiato per via dell’età mentre gli passava una toffee che aveva appena preso dalla borsa e continuava a raccontare storie sul suo ultimo marito.

“Sei qua-“ Liam piegò la testa dopo aver sentito qualcosa che sembrava un urlò che fluttuava nella sua testa “- con qualcuno di speciale?”

“Certo.” mormorò Liam mentre scrutava la vallata cercando di capire perché il rumore gli sembrasse così famigliare. Saltò in piedi quando sentii l’eco dell’urlo tra il canyon, un urlo molto famigliare. La sua testa scattò di lato.

“Theo?” disse Liam, con gli occhi che cercavano all’orizzonte la macchina che si era lasciato alle spalle. Un altro eco. Liam se ne andò, ignorando la vecchia signora che lo richiamava confusa mentre correva ripercorrendo il margine del canyon. Il viaggio che prima gli era sembrato passare in un batter d’occhio ora sembrava durare anni.

Liam scavalcava le rocce mentre cercava delle possibili ragioni per le quali Theo stesse urlando, uno scenario plausibile iniziò a farsi strada nella sua testa.

Un cacciatore poteva averli trovati, potevano essere stati seguiti sin da Beacon Hills. Potevano aver aspettato un momento in cui li avessero trovati vulnerabili.

perché cazzo l’ho lasciato da solo mentre dormiva? Pensò Liam, con il sapore di bile in bocca mentre pensava che una volta tornato all’auto avrebbe trovato Theo ricoperto di sangue con gli occhi aperti rivolti verso il cielo.

Liam scivolò ad uno stop finché finalmente arrivò nel punto in cui avevano parcheggiato. Vide Theo immediatamente. Non c’erano minacce all’orizzonte, solo Theo seduto, raggomitolato su se stesso sul terreno polveroso mentre scrutava il canyon, la macchina abbandonata a pochi passi da lui. Liam si avvicinò, annusò l’aria e storse il naso al pungente odore di paura. poteva sentire i respiri irregolari di Theo, mente sussultava.

“Theo?” chiese Liam. Theo non rispose. Le sue spalle si strinsero solo mentre Liam si avvicinava, con il naso che si contorceva mentre cercava di catturare un altro odore, un cacciatore o un mostro o il sangue di Theo. Diede una leggera spinta a Theo, non curante del fatto che la sua maglietta fosse madida di sudore.

“Stai bene? Cosa è suc-“ Liam si lasciò scappare un urlo quando Theo lo spinse via malamente e con forza facendolo cadere e picchiare i gomiti contro una roccia.

“Cosa cazzo stai facendo?” Ringhiò Theo.

“Cosa cazzo sto facendo? Cosa cazzo stai facendo? Ti ho sentito urlare.” rispose Liam ansimando.

“Sto bene.” disse Theo alzandosi. “Oh, quindi ora senti le cose? Buono a sapersi.”

Theo girò i tacchi e si diresse verso il pick up. Liam sbatté gli occhi quando prese il borsone e lo lanciò sui sedili posteriori dell’auto con fin troppa forza. Lentamente, prese un altro respiro, annusando l’aria.

“Senti di Paur-“

“Sto bene.” sbottò Theo. Sfilandosi la maglia inzuppata dalla testa e lanciandola vicino alla borsa con un' occhiata omicida come se stessa cercando di ucciderlo. Liam lentamente si alzò avvicinandosi a Theo che stava ancora fissando l’indumento. Più si avvicinava più l’odore diventava pungente, la paura era diventata terrore come se l’odore di fosse infiltrato nel metallo del retro del pick up e non avesse la più pallida idea di andarsene. Liam si affacciò e vide la coperta ammassata in modo disordinato in un lato del retro come se fosse stata calciata via di fretta.

“Cosa è-“

“Niente! Ho dormito per tutto il tempo, non capisco cosa stai continuando a farfugliare . Dove diavolo eri comunque?”

“Uhm.. stavo esplorando.” disse Liam esitante. I gomiti gli facevano ancora male.

“Hai trovato qualcosa che valga la pena vedere?” chiese infine Theo cercando di prendere l’ultima maglietta pulita nel borsone, bè, pulita era un parolone, Liam riconobbe il piccolo buco nel braccio di una pallottola mentre Theo se la infilava. Il cuore di Theo stava ancora battendo all’impazzata, era cosi forte che Liam si sentiva stordito. Il braccio di Theo toccò il metallo dell’auto e lo allontanò velocemente come se bruciasse. Spostandosi di quale passo dal veicolo. Quando Theo capì che Liam non aveva intenzione di rispondergli alzò lo sguardo, i suoi occhi erano stranamente distanti.

“Me lo puoi almeno dire se stai bene?” disse Liam testardamente incrociando le braccia e alzando il mento. Aspettando una risposta. Gli occhi di Theo si abbassarono sulle sue braccia, le sue narici tramarono finché annuì lentamente. “Ok. Allora cosa è successo?”

“Nien-”

“Theo ti ho sentito urlare.” Due volte. Quindi se -“

“Ho fatto un incubo.” sibilò Theo. “Sei felice ora?”

“Vuoi -“

“No.” Questo non rese Liam meno preoccupato. E Theo lo notò infatti la sua espressione  si addolcì un poco. “Sto bene.” disse Theo. Le parole avevano ancora un retrogusto strano come se Theo avrebbe preferito fare qualsiasi altra cosa piuttosto che spiegare a Liam che stava bene.Lim sconfitto annuì debolmente, soddidfatto, per ora.

“Allora.. hai trovato qualcosa da fare?”

“Oh, si, più o meno. C’è questo punto di osservazione là in fondo.” Fece un cenno verso un punto dietro di se “E lì una donna mi ha mostrato un po' di posti da visitare. Perchè? Ci vuoi andare?”

“Si.” disse Theo all’istante. “Era questa l’idea, no? Andare a visitare il Gran Canyon, fare i turisti.” Theo tornò alla macchina, prendendo la maglietta sudata di prima e avvicinandosi a Liam. Liam non ebbe ila tempo di domandarsi cosa stesse facendo prima che Theo gli prese il braccio, lo girò finché il gomito era visibile e ci sfregò la maglia sudata.“Hey, che schi-“ Theo lasciò il braccio e si allontanò lasciandolo imbambolato. Liam lo guardò mentre la appallottolava, un odore intenso si diffondeva dalla maglietta, un odore di sangue fresco misto a sudore.
“Non voglio che le persone si chiedano perché sei ricoperto di sangue ma non sei ferito, no?” mormorò Theo. Lanciando le loro cose nella macchina e chiudendola. “Andiamo.” decise Theo, passando accanto a Liam, il suo battito era ancora un po’ troppo veloce per potersi considerare normale.

Liam aveva avuto degli incubi prima, un sacco. Cavolo, erano stati una delle ragioni per cui se ne era voluto andare da Beacon Hils. Ricordava quando da bambino gli incubi consistevano in mostri nascosti sotto il letto, quelle erano situazioni bizzarre quando si svegliava e riusciva a rassicurare se stesso che sarebbe andato tutto bene ma dopo il morso tutto era cambiato.  Era diventato più paranoico, con tutte le ragioni per esserlo. I suoi incubi avevano smesso di essere stupide fantasie dell’immaginazione di un bambino e iniziarono ad essere reali, rappresentavano le situazioni che aveva vissuto. Erano i berserkers, e Kate, erano occhi che luccicavano e mani insanguinate. I suoi occhi schizzarono su Theo che era davanti a lui. E per un periodo, erano Theo.

Era lui che rimaneva in piedi senza far nulla a guardare Theo che uccideva Scott, o Theo felice come se l’avesse fatto lui. Era stata anche Tara per un momento, o meglio, Theo trascinato via da Tara. Sognava il modo in cui aveva urlato il nome di Scott e si era artigliato al pavimento finché le sue unghie non si erano rotte. Quelli lo lasciavano sempre ansimante nel letto finché non si ricordava che erano davvero successi. Aveva davvero guardato Theo morire, e si era sentito felice, sollevato, quando il pavimento si era richiuso sopra di lui. Non era triste per la morte di Theo, non si era sentito in colpa e quello era la cosa che lo terrorizzava, aveva guardato Theo urlare aiuto, la prima vera emozione che avesse mai visto sul suo volto e aveva pensato ben gli sta. Aveva pensato che se lo meritasse, ed era vero. Ma questo non lo rendeva meno terrorizzato di sapere che la morte di una persona era successa anche per colpa sua ed aveva ringrazioato il cielo quando era successo.

Lo stomaco di Liam si strinse sentendosi colpevole. Era quello che Theo stava sognando? Stava ricordando come si era sentito quando Liam e gli altri lo avevano guardato venir trascinato via, o era qualcos’altro? Magari qualcosa che c’entrava con l’Anuk-ite. O forse qualcosa che era successo prima, con i dread doctors, qualcosa che era successo molto prima che Liam fosse venuto a conoscenza di Theo Reaken.

Quel mondo sembrava così lontano ora, sembrava una vita fa, prima di quando era diventato un lupo. Prima di Scott. Theo avrebbe dovuto portarlo più a fitto in quel mondo fatto di cose sovrannaturali. Avrebbe dovuto oscurare il significato di ‘vita normale’ ancora di più ma in qualche modo Theo, lo faceva sentire più umano. Theo aveva portato i due mondi a convivere, come aveva detto quella mattina, era un esperimento tra il naturale e il sovrannaturale e quella spiegazione gli calzava a pennello.

perché Theo era umano, forse anche più di Stiles alle volte. Tutti gli altri cercavano di comportarsi da supereroi, di arrivare sempre alla battaglia finale tra bene e male ma Theo, Theo non era un eroe, era egoista e arrogante e imperfetto, aveva un esercito di errori accatastati dietro di lui. Quando c’era da combattere era quello che suggeriva di non combattere, quello che diceva che non era loro compito farlo. Aveva visto Theo perdere il controllo delle emozioni, l’aveva visto urlargli contro, con la rabbia pulsare fuori dalle vene quando il suo piano non andò come sperava, lo aveva visto terrorizzato e aveva visto il sorriso mozzafiato che faceva tutte le volte che scampava alla morte. Theo non era lì per salvare il mondo, era lì per salvare se stesso.

E forse questo era il motivo per cui era più facile stare con Theo perché Liam stava cercando di fare lo stesso, tutto quello che voleva era trovare un posto nel mezzo, un equilibrio tra umano e sovrannaturale e Theo sembrava stesse facendo lo stesso. Forse era inconscio perché non sembrava gli piacesse quando gli si ricordava il suo essere umano, quando diventava troppo vulnerabile, troppo umano, i muri che si era costruito attorno si rialzavano. Ma continuava a cercarlo comunque, lasciava che i frammenti della sua armatura si staccassero pian piano facendo in modo che questa si aprisse pezzo per pezzo. Lasciava scivolare il fango e lo sporco e la polvere da sé aggrappandosi a quell’umanità che aveva nascosto tanto tempo fa.

Quando arrivarono al punto di osservazione Theo aveva rallentato abbastanza da considerarsi insieme a Liam, camminando fianco a fianco e osservando il paesaggio tranquillo con le mani che si muovevano sulla sua gamba e che ticchettavano, una volta, due. Liam osservò lo schema del suo movimento, un tocco, e un secondo, poi Theo di fermò, poi ancora, una volta, due. Liam si accigliò e poi finalmente capì che il movimento delle sue dita seguiva il battito del suo cuore, come se stesse contando ogni battito.

Theo aveva delle abitudini strane che potevano solo considerarsi umane.

“Quindi sei con qualcuno!” Liam spostò l’attenzione dalle dita di Theo alla voce famigliare, sforzandosi di sorridere alla donna.

“Uhm, si. Theo lei è-“

“Evelyn” disse la donna, scavando nella sua borsa. “Toffee?” Liam sbuffò alla faccia scontenta di Theo quando una toffee fu sventolata sotto il suo naso.

“Sono buone.” disse Liam. Gli occhi d Theo passarono da Evelyn a lui prima di prendere la caramella.

“Grazie.” mormorò Theo, scartandola.

“Liam ha detto che rimarrete tutto il giorno.” Theo annuì, lanciando la caramella in bocca. “Tu hai problemi con l’altezza?”

“No” disse Theo.

“Allora doveva assolutamente fare lo skywalking!”

“Ma io-“

“Oh sarà bello.” disse Evelyn “specialmente con lui qua, non lo farai cadere no?” Theo si girò lentamente verso Liam, con un ghigno dipinto in volto.

“Dipende, spingerlo conta come farlo cadere?” chiese Theo e Liam gli pestò il piede.

“Sta scherzando.” borbottò Liam. Evelyn rise.

“Puoi tenere la mano del tuo ragazzo se hai troppa paura.”

“Ragazzo?!” chiese Theo, la voce assurdamente acuta.

“Noi non stiamo-“

“Grazie. Ascoltala pumpkin.” Liam urlò quando Theo gli tirò una pacca sul culo. “siamo una coppia adorabile.” Theo sospirò, praticamente in estasi.

“Cosa stai-“

“Dove è esattamente questo skywalk?” Theo pensò subdolamente come il perfetto cattivo di un cartone animato

*

“Questa è la vendetta per aver provato a salvarti dal tuo incubo, vero?” chiese Liam.

“Cosa pensi?” lo prese in giro Theo con un ampio sorriso in faccia mentre prendeva Liam per mano, serrata fermamente nella sua. Liam guardò Evelyn con un sorriso forzato.

“Sai che non devi pagare per noi per-“ provò.

“Io e mio marito venivamo qua ogni anno.” sospirò Evelyn. Liam si pentì di aver parlato. “Sarebbe carino avere qualcuno che mi accompagni ancora.”

“Hai intenzione di farla saltare ora? Con il fantasma del suo defunto marito che ci guarda? Cosa penserebbe Scott?” bisbigliò Theo, portandosi un’altra caramella scroccata in bocca. La donna gli sorrise, con gli occhi a cuoricino aspettandosi che Theo stesse bisbigliando cose dolci nell’orecchio di Liam. Liam sorrise, guardando Theo.

“Spero ti strozzi.” disse dolcemente Liam. Non fermò il ghigno di Theo.

Amiamo poterti accompagnare Evelyn.” disse educatamentee Theo, portandosi dietro Liam mentre si riavvicinavano a lei per andare alla biglietteria. “vero pumpkin?”chiese Theo, la mano colpì ancor una volta il sedere di Liam con uno schiocco veloce, Liam si morse la lingua per non insultarlo davanti a quella dolce e sola vecchietta a cui mancava il marito.

“Sono felicissimo!” ribatté Liam. Evelyn sorrise, raggiungendo la biglietteria. Liam aspettò finché si fu allontanata abbastanza prima di girarsi e tirare un bel destro sulla mascella di Theo. Theo inciampò all’indietro lamentandosi.

“per che cazzo era quello?”

“Toccami ancora il culo e giuro che-“

"Ragazzi!” li richiamò la donna. Liam ringhiò a Theo prima di raggiungerla e Theo lo seguì come un cane al guinzaglio per via delle loro mani ancora intrecciate.

*

“Se lasci la mia mano giuro su dio che ti spingo già da questo cavolo di ponte.” sibilò Liam mentre Theo si avvicinava al bordo della passerella a forma di ferro di cavallo e la sua mano provò a liberarsi da quella di Liam. Evelyn rise.

“Sei davvero così spaventato? Non c’è nulla di cui avere paura.”

“Siamo a 4’000 metri da terra e c’è un pavimento di vetro Theo.” sibilò Liam. “Non essere spaventati sarebbe stupido. Il vetro si rompe.”

“Non questo.” disse Evelyn saggiamente come se stesse facendo il medio al destino.

“Bè potrebbe se iniziassi a saltare abbastanza forte” pensò Theo.

“Theo non-“ Theo si staccò dal pavimento e riatterrò sul vetro con un forte colpo che fece tuffare Liam per afferrare la ringhiera. Fu ritirato indietro prima che potesse afferrarla dalla mano che, sfortunatamente, aveva costretto Theo a stringere. “Sei un cog-“

“Scusa, cosa dici? Prova a saltare più in alto?”

“Non provar-“

“Non spaventare il tuo ragazzo.” disse Evelyn, guardando contrariata Theo che le restituì lo sguardo pensando che fosse stupida.

“credimi Evelyn, se non fosse per l’occasione di spaventarlo non starei nemmeno uscendo con lui.” disse seriamente Theo, Liam avrebbe riso alla strana verità in quella stupida bugia se Theo non avesse saltato ancora.

“Liam, mi aiuteresti a camminare, le mie ginocchia iniziano a farmi un po’ male.” disse Evelyn, Liam sapeva che era una scusa per non prendere a calci il suo ‘ragazzo’ e spingerlo dal bordo e salvare la sua dignità mentre si aggrappava a una vecchietta per supportarla ma era più che felice di farlo. Staccò la mano da quella di Theo gelandolo con lo sguardo prima di afferrare il gomito che la donna gli stava offredno.

Theo non sembrava per nulla infastidito dal modo in cui si erano rivoltate le cose. Invece continuava a camminare vicino al bordo e sporgersi finché Liam iniziò a preoccuparsi seriamente che avesse intenzione di lanciarsi oltre la barriera e cadere incontro alla morte.

*

Evelyn li lasciò dopo la passeggiata con ben più di una manciata di caramelle, ricordi e una foto memorabile che Theo aveva scattato di Liam aggrappato al braccio della vecchietta come se la sua vita dipendesse da lei.

Theo si risedette nel retro del pick up quando tornarono indietro, Liam non sprecò tempo a seguirlo, i suoi occhi scrutavano l’orizzonte mentre il sole iniziava a tramontare. L’aria attorno alla macchina non sentiva più di paura, una cosa che Liam apprezzò tantissimo, ne aveva già avuta abbastanza per quella giornata, con Theo che non voleva parlare dei suoi incubi e il suo mini esaurimento sul ponte.

Theo rimase silenzioso finché il sole non fu svanito completamente dal cielo, Liam era abbastanza sicuro che era perché quel giorno aveva largamente superato la quota giornaliera del fare incazzare Liam mentre erano con Evelyn.

“Quindi.. Siamo ufficialmente stati al grand canyon.” disse lentamente.

“Si” disse Theo

“E ora torniamo a Beacon Hills.”

“Yep.” disse Theo, facendo schioccare la P. Liam si mosse, non contento all’idea di tornare già a casa.
Sembrava troppo presto. Era a mala pena andato via. Vegas era stato divertente, il Grand Canyon stupendo, a parte quel piccolo inghippo quella mattina e la mano di Theo che aveva trovato una casa sulla sua chiappa per ben due volte, ma Liam sentiva ancora le problematiche che si portava dietro da quel posto. Voleva scappare, davvero, solo per un po’ ancora. Non aveva avuto ancora occasione di pensare che gli mancasse qualcuno. Non gli sembrava giusto, tornare indietro quando finalmente sentiva che le macchie stavano per essere lavate via.

“Non è giusto.” disse infine.

“Cosa non è giusto?”

Che io abbia avuto l’occasione di poter fare il ragazzino stupido e ora devo tornare già indietro alla mia vita e alle responsabilità. Liam pensò.

“io ho deciso di andare in un posto. Due posti se conti Las Vegas. Ora dovremmo andare da qualche parte che suggerisci tu.” fu quello che disse, invece.

“Dovremmo?” chiese Theo.

“Dovremmo.” disse Liam. “Intendo, che sarà mai un altro giorno?” chiese Liam, lo sguardo di Theo si spostò dalla vallata a Liam. “Se potessi scegliere un altro posto dove andare, qualsiasi cosa che vorresti-“

“Parco acquatico.” disse Theo senza pensarci. Liam sbatté gli occhi, guardando Theo.

“Vuoi andare ad un parco acquatico?” chiese Liam, sentii Theo irrigidirsi di fianco a lui e il sorriso che si era dipingento le sue labbra iniziò a svanire.

“Hai detto qualsiasi cosa.” disse Theo duramente.

“Non sto dicendo di no!” disse velocemente Liam. “Sono solo.. sorpreso, non sembri il tipo da parco acquatico.”

“Davvero? E cosa ti aspettavi? Una lotta tra cani?” sbuffò Theo.

“Non era un insulto.” ribatté Liam “Non tutti sono insulti, lo sai? Semplicemente non è quello che mi aspettavo.”

“Bè non è che tu sappia molto di me.” disse Theo.

“Si, invece.” disse Liam e Theo scosse le spalle prima di lanciare la testa all’indietro e scoppiare in una risata fragorosa “Hey! Io so cose di te.”

“Certo, ovvio che le sai.” disse Theo, riguardando dritto davanti a sè, le labbra erano una linea dritta ora ma i suoi occhi erano divertiti. “Dinne una a parte il fatto che sono una chimera.”

“Il tuo cognome è Reaken” provò Liam. Theo sbuffò. “Tu.. sei cresciuto con i dread doctors.” Theo si mosse inquieto. Liam lo sentì deglutire. “Sei ateo.” Un sorriso apparve sul viso di Theo, i suoi occhi si spostarono ancora sul canyon.

“fuoco a volontà.” disse dolcemente Theo.

“Sai. Se non fossi un tale coglione avrei pensato che quella sarebbe stata una cosa carina da dire.” disse Liam.

“Buono a sapersi. Ora dai, fai una lista di cose che sai su di me perché pensi di conoscermi. cosa che non è vera.”

“Invece si.”

“Provami che sbaglio.”

“Tu-“ Liam si fermò prima di dire ‘avevi una sorella’. “Um.. ti piacciono i videogame?”

“Quali?”

“Quelli divertenti” disse seccato Liam. Theo rise, un sorriso apparve ancora sul suo viso mentre scuoteva la testa, girandosi verso Liam con un sopracciglio alzato come per dire ‘ sei un idiota ma sfortunatamente penso che sia divertente’. “Ok, allora cosa sai tu su di me?” Theo sogghignò, aprì la bocca e prese un lungo respiro come se fosse pronto a lanciarsi in una spiegazione dettagliata della vita di Liam.

“Dimentica quello che ti ho chiesto.” disse velocemente Liam. “E non dovresti atteggiarti così da superiore riguardo al fatto che non so delle cose. Non è che tu mi semplifichi le cose, non è facile scoprire cose su di te.”

“Sono un libro aperto, basta chiedere.”

“Davvero?”

“Davvero.”

“Perchè tieni sempre via metà del cibo che stai mangiando?” chiese Liam. Theo sollevò le sopracciglia stupido come sei non si aspettasse che Liam gli chiedesse davvero qualcosa o forse non si aspettava quella domanda, “E perché mangi prima la fine delle patatine?”

“Non abbiamo soldi, ha senso tener via del cibo per mangiarlo dopo se non ci possiamo permettere un altro pasto” rispose Theo. “E non ho idea di cosa tu intenda per la cosa delle patatine.”

“Le mangi in modo strano.”

“Non è vero.”

“Invece si.”

“Se non torniamo indietro dobbiamo trovare dei soldi.” disse Theo.” Soprattutto se andiamo ad un parco acquatico, Abbiamo bisogno di costumi.”

“Potrei trovare un altro lavoro da att-“

“No.” sbottò Theo. Liam sorrise.

“Allora come suggerisci di trovare i soldi?” chiese, sentendosi leggermente offeso per la sua idea scartata.

“Ci penseremo domani. Per ora, dobbiamo fare ancora una cosa.”

“Dobbiamo?”

“Dobbiamo.” disse Theo saggiamente, saltando giù dal retro della macchina. “Sali.”

“Dove stiamo andando?”

“E’ una sorpresa.”


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Eccomi ! :)
purtroppo ora ricomincio l'università e quindi non avrò molto tempo e i capitoli non usciranno veloci come questi primi 5 ma cercherò di farne comunque uscire uno a settimana, magari anche di più quando riesco ! ((:
Comunque il viaggio continua, yay thank u Theo, ma quale sarà il posto a sorpresa?
P.S. ma quanto sono carini da 'finti fidanzati' ?? sarebbero davvero una coppia adorabile.

xx

 

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Capitolo 6
*** Summer lovin. ***


“E’ una sorpresa bruttissima.” borbottò Liam. Theo rise, spingendo Liam nella lavanderia.

“E’ necessaria.” ribatté Theo appoggiando la sua sacca sopra ad una lavatrice ed iniziando a togliere i vestiti che erano riposti all’interno.

“Non hai intenzione di dividere i bianchi dai colorati?” chiese Liam.

“Sono stati lavati insieme così tante volte che ormai non fa più alcuna differenza” disse Theo facendo cadere la coperta nella lavatrice accanto.

“Ma la coperta ha bisogno di una lavatrice tutta sua?”

“E’ delicata.” disse Theo infastidito. “Ed è l'unica che ho, quindi non ho intenzione di rovinarla.”
Poi prese del detersivo dalla borsa.

“Sul serio, cosa sei, Mary Poppins? Perché mai hai-“

“Zitto e spogliati Liam.” Theo sbuffò, versando un po’ di detergente sopra alla coperta e chiudendo la lavatrice.

“Aspetta, cosa?” chiese Liam, Theo impostò per la coperta il lavaggio veloce, aspettando che la lavatrice partisse prima che si preoccupasse di guardare nuovamente Liam.

“Hai sentito. Spogliati.”

“Ma-“

“I tuoi vestiti sono sudici.” sbottò Theo, togliendosi la canottiera e lanciandola nella lavatrice come se fosse del tutto normale spogliarsi in una lavanderia. Liam fissò alla pelle esposta di Theo, la bocca stranamente gli si seccò  mentre guardava la pelle abbronzata e i muscoli definiti, mentre Theo era intento a togliersi le scarpe. Si piegò, togliendosi i calzini e lanciandoli insieme alla canotta. Liam aveva lo strano presentimento di non aver mai visto Theo a piedi nudi prima d’ora, i suoi occhi si fermarono sui suoi piedi, che spuntavano alla fine dei jeans.

“Davvero? Ti stai davvero spogliando in una-“ iniziò Liam.

“Si, ci stiamo davvero spogliando. Non ho intenzione di lasciarti impuzzolentire la mia macchina o i miei vestiti, più di quanto lo siano già” disse Theo.
Gli occhi di Liam si sposarono dai piedi di Theo quando sentì il suono di una zip che si apriva. Theo si sfilò i pantaloni senza tante cerimonie lasciando Liam imbambolato mentre lui era in piedi, calmo, indossando solo un paio di boxer stretti. Qualcuno fischiò, Liam spostò lo sguardo dal corpo mezzo nudo di Theo, voltandosi verso un gruppo di ragazzi seduti nell’angolo in fondo alla stanza che stavano guardando Theo ridendo.
“Dai, sbrigati.” disse Theo. Liam si sforzò di guardare Theo in faccia, non il suo petto, o le cosce, o i piedi nudi che lo facevano sentire stranamente vulnerabile. Camminare a piedi nudi era una cosa che si faceva a casa, quando ti sentivi al sicuro. Non quando ti trovavi in una lavanderia a caso nel mezzo dell’Arizona.
O forse Liam aveva più preconcetti rispetto all’indossare delle scarpe e dei calzini rispetto a quelli che aveva Theo.

“Non mi spoglierò” disse testardamente Liam. Theo lanciò i suoi pantaloni nella lavatrice, guardando Liam con provocazione.

“O ti spogli tu o ti terrò fermo e ti spoglierò io.”disse Theo. Liam rise e l’altro sollevò un sopracciglio.

“Stai scherzando, spero.” sibilò Liam. Theo si avvicinò, le mani cercarono di prendere la maglietta di Liam.
“Ok! OK!” urlò Liam, scacciando la mano di Theo che iniziava ad afferrarlo.
“Ok! Lo faccio, fermati.” borbottò Liam. Theo si fermò, incrociando le bracci a e fissandolo.

“Hai intenzione di stare lì a fissarmi?”

“Si.” disse fermamente Theo. Liam si girò, dando una veloce occhiata alla lavanderia, tutti in quel posto lo stavano fissando. Liam sentì le guance avvampare.

“Fanculo.” borbottò, sfilandosi la maglietta dalla testa, ignorando il fatto che iniziava a sentirsi avvampare perfino sul petto e buttandola nella lavatrice aperta. Infilò i pollici nei pantaloni della tuta e li sfilò. Theo fischiò. “Ti odio.” Liam si sentiva pronto a prendere fuoco visto il calore che emanava per colpa dell’imbarazzo visto che le persone nell’angolo risero quando iniziò a saltellare cercando di sfilare i pantaloni indossando ancora le scarpe.
Non ebbe un grande successo. La mano di Theo improvvisamente picchiò sul suo petto e lo spinse a sedere su una delle poche sedie all’interno della lavanderia.

Liam guardò Theo mentre si metteva in ginocchio davanti a lui per slacciargli le scarpe.

“Posso farlo da solo!” sibilò Liam cercando di tirargli un calcio. Theo afferrò la sua gamba per fermarlo, togliendogli le scarpe e facendole cadere sul pavimento.

“Evidentemente no. Le scarpe van tolte prima dei pantaloni, idiota.” borbottò Theo. “ci stai mettendo in imbarazzo.”

“Perchè tu che mi togli i pantaloni non è imbarazzante?” sibilò Liam. Theo non rispose, gli sfilò solo i pantaloni dalle caviglie e li buttò nella lavatrice. Liam si lasciò sprofondare sulla sedia, coprendosi la faccia diventata bordeaux con le mani, mentre Theo gli toglieva anche i calzini. 
“Ti odio troppo.” borbottò Liam.

“Perfetto, ora i boxer!” Liam urlò quando sentì le mani di Theo sui suoi fianchi.

“COSA!?” urlò Liam, riuscendo finalmente a spingere via Theo, un forte calcio sul petto lo aveva fatto inciampare all’indietro e un segno rosso era iniziato a spuntare in quel punto. Theo iniziò a ridere di gusto, buttando indietro la testa.

“Il tuo battito-“ ridacchiò Theo. Liam sbatté una mano sul suo petto, sentendo il suo cuore martellare sotto il suo palmo ad una velocità imbarazzante.

“Sei un coglione.” disse, Theo continuò a ridere.

“Hai quasi avuto un infarto. O mio d-“

“Ti meno.” sibilò Liam. Theo cercò di ricomporsi, al meglio che poteva, le sue spalle tremavano ancora per colpa delle risate anche se si era girato per far partire la lavatrice. Non ci volle molto prima che Theo tornasse da lui, lasciandosi cadere sulla sedia accanto con un ghigno di merda ancora disegnato in faccia.

“Sorridi Liam-“

“Cos-“ Liam sentì il click della fotocamera di Theo. Liam guardò il telefono mentre Theo rise ancora.

“Sai che dovresti sorridere nelle foto, vero?” lo prese in giro Theo, inclinando il telefono cosìcchè anche Liam potesse vedere lo scatto. Probabilmente era l’espressione più felice che Theo avesse mostrato in una foto fino a quel momento, sfoggiava un sorriso accecante mentre Liam era seduto, con le guance rosse e la bocca aperta accanto a lui. Le loro spalle nude in bella mostra.

“Penso che dovremmo mandare questa a tua mamma.” disse Theo.

“Non sei divertente.” sbottò Liam. “L’umorismo è soggettivo Liam. Loro pensano che sia simpatico.” disse Theo, indicando i ragazzini di prima. Liam piegò la testa mentre loro gli sorrisero.

“Come avresti reagito se avessi cercato di toglierti i boxer?” borbottò Liam.

“Se fossimo stati in una lavanderia? Probabilmente ti avrei tirato un pugno, non vorrei essere arrestato per atti osceni in luogo pubblico.” disse Theo “Andiamo a farci qualche amico.”

“Cosa?” Theo non aspettò una risposta e semplicemente si alzò in piedi, avvicinandosi al gruppo di ragazzi, mentre li salutava già. Liam incrociò le braccia, guardando la sua schiena mentre si sedeva su una sedia. Prese il telefono dalla sacca di Theo e aprì un gioco.

Dopo un’ora Theo era ritornato solo per buttare la coperta nell’asciugatrice, i vestiti si stavano ancora lavando, girando e girando nella lavatrice.

Liam si mosse sulla sedia, forzando un sorriso a una donna dall’altra parte della sala che lo stava fissando come se fosse un bocconcino di carne. Sussultò quando lei gli fece l’occhiolino, cercando con gli occhi Theo che era appoggiato all’asciugatrice dove aveva infilato la coperta, apparentemente felice di star lì mezzo nudo nel mezzo di una lavanderia parlando con uno dei ragazzi, un ragazzo che sembrava appena uscito da una boyband, con il ciuffo, i jeans stretti e via dicendo.

“Ci-“ iniziò la donna, Liam saltò in pedi raggiungendo Theo prima che potesse finire di salutarlo. Theo lo ignorò quando arrivò vicino a lui, dando ancora attenzioni alla brutta copia di Joe Jonas che stava dicendo qualcosa riguardo a degli ostelli e zaini in spalla.

“Theo” bisbigliò

“In pratica c’era questa donna no, tipo, una donna di 50 anni ubriaca come la merda che cercava di rimorchiare Josh-“ indicò uno dei suoi amici nell’angolo del negozio. “-mentre suo marito era praticamente a 2 passi da noi che la guardava e se ne frega-“

“Theo.” sibilò Liam, aggrappandosi al suo braccio, Theo lo scacciò velocemente. Liam lo afferrò ancora.

“Cosa?” sbuffò Theo, non guardandolo nemmeno. Alzò le sopracciglia verso Joe Jonas e roteò esageratamente gli occhi come se Liam fosse un enorme guastafeste.

“Possiamo andarcene?” chiese Liam.

“I nostri vestiti sono pronti?”

“No.”

“Allora no.”

“Ma-“

“Liam.”

“Non smette di fissarmi!” sibilò Liam. Theo finalmente si girò, fissando Liam. Lui fece un cenno indicando dietro di sè. Theo sbuffò prima di guardare verso la donna, assottigliando lo sguardo.

“Sembra che voglia mangiarti.” disse Theo rigirandosi con un piccolo ghigno come se la situazione fosse divertente.

“L’avevo capito quindi possiamo-“

“No. ignorala e basta.” disse Theo.

“Theo-”

“Mi hai quasi venduto come una puttana e l’ho accettato, puoi passare ancora venti minuti venendo scopato con gli occhi.”

“Ma-“

“Liam.” ringhiò Theo.”Dille di lasciarti stare se ti da fastidio.”

“Non posso far-“

“Allora siediti e stai zitto.” Liam lo fissò ma quando gli fu restituito uno sguardo di ghiaccio decise finalmente di girare i tacchi e risedersi sulla sua sedia, lasciandosi sprofondare, incrociando le braccia per cercare di nascondere un po' il suo corpo dalla vista della tizia, e fissando lo sguardo sui suoi piedi.

“Vai avanti.” sentì mormorare Theo.

“Hai detto che ti ha quasi venduto come-“

“E’ una lunga storia.” borbottò Theo e Liam sogghignò. “Quindi cosa è successo con la tipa ubriaca?”

“Oh si, in pratica ci stava provando con Josh e lui stava cercando di cucinare e.. uh sai che dovresti aspettare che l’asciugatrice finisca prima di aprirla-“

“Aspetta un attimo.” borbottò Theo. Liam alzò lo sguardo quando sentii i suoi passi avvicinarsi. Lo sguardo di Theo era fisso sulla donna, con un’occhiata di ghiaccio che gli aveva fatto tornare alla mentre il Theo dei dottori del terrore. Il tipo di ragazzo che era pronto a farli a pezzi senza pensarci due volte. In qualche strano modo, dimostrava di avere la stessa cattiveria di un tempo nonostante fosse in boxer con una coperta stretta in una mano.

“Hey” ringhiò Theo. “Alza lo sguardo e vatti a fare una doccia fredda.” Liam spalancò gli occhi, guardando prima la donna shoccata, che aveva finalmente spostato lo sguardo, e  poi Theo.

“Scusami?” chiese.

“Mi hai sentito. Questa non è la città delle cougar e anche se lo fosse lui ha sedici anni, quindi non saresti nemmeno una cougar ma una pedof-“

“Come ti perm-“

“Disse la sessantenne che fissava il sedicenne” rispose Theo.

“Ho quarantas-“

“Non mi interessa.” disse Theo. “Fissalo ancora e ti cavo gli occhi.” Theo finì la frase coprendo Liam con la coperta. Liam alzò un sopracciglio mentre lui lo rimboccava finchè Liam era coperto dalle spalle alle ginocchia e si buttò sulla sedia accanto a lui, con le braccia incrociate e gli occhi che erano ancora infuocati e fissi sulla testa della donna.

“Uhm.. grazie?” disse Liam, Theo si lasciò scappare una risatina di scherno.

“Potevo sentire la sua libidine da là” borbottò Theo facendo un cenno con la testa verso il fratello Jonas e i suoi amici che li stavano guardando confusi. “Mi stava dando la nausea.”

Theo rimase tranquillo dopo di ciò, guardando male la donna di tanto in tanto e ticchettando con le dita sulla coscia mentre Liam era imbacuccato nella coperta. Il suo odore sembrava.. sbagliato, l’odore di Theo era stato lavato via e ne erano rimaste solo leggere tracce tra il pungente odore di detersivo. Era un buon detersivo ma, non era l’odore giusto per quella coperta. Era sicuro che non avrebbe nemmeno dovuto notarlo quando Theo era seduto a pochi centimetri da lui ma in qualche modo poteva e questo lo fece avvicinare un po’ di più all’altro ragazzo così da potersi riempire i polmoni con l’odore famigliare di Theo piuttosto che quello del detersivo e della soffocante libidine della donna.

Lo stomaco di Liam borbottò, pure la fame ci si metteva nella sua giornata di merda. Theo sospirò, prendendo la borsa quasi vuota per poi frugarci all’interno prima di far penzolare le chiavi della macchina davanti alla sua faccia.

“Puoi aspettare in macchina se vuoi, c’è ancora mezzo mcmuffin nel cassetto del cruscotto.” Liam arricciò le labbra all’idea di mangiare mezzo mcmuffin che era rimasto nel cassetto per più di 13 ore. “Non possiamo andare a mangiare finché non riavremo i nostri vestiti.” sbuffò Theo. “Almeno chiuderà il buco nello stomaco finché non troveremo un posto economico.” Liam sbatté gli occhi quando le chiavi tintinnarono davanti alla sua faccia ancora “Sarai lontano da lei.”

“Va bene.” disse Liam, afferrando le chiavi e sistemandosi la coperta sulle palle come un mantello mentre rinfilava le scarpe e uscì dalla lavanderia.

Nonostante le sue riserve per il cibo Liam prese il sacchetto di carta velocemente tirandolo fuori dal cruscotto e lo lanciò sui sedili posteriori. si lasciò andare sul cuscino, rimboccandosi le coperte e tirò fuori il cibo. mangiò la mezza porzione in due bocconi. Aspettò all’incirca venti secondi e poi prese il cellulare dal sedile davanti, dove l’aveva lasciato cadere poco prima e cercò il numero di Theo.

“Sei via da meno di due minuti Liam, cosa vuoi?”

“I vestiti hanno quasi finito?”

“La lavatrice è appena finita, li stavo mettendo nell’asciugatrice prima che tu decidessi di fare l'impaziente.”

“Quanto ci vuole prima che asciughino?”

“Mezz’ora, un’ora al massimo” disse Theo. Liam si accigliò, sbirciando nella lavanderia in fondo alla strada. Il gruppo di ragazzi se ne stava andando, con gli zaini pieni di vestiti appena asciugati mentre entravano in un furgoncino mezzo scassato.

“E’ un’eternità!” sospirò Liam. “Cosa dovrei fare fino ad allora?”

“Mi hai davvero chiamato per lamentarti di essere annoiato dopo due minuti da solo?” chiese Theo. Liam poté immaginarsi il ghigno sul suo viso.

“Non mi sto lamentando” borbottò Lim. “Ti sto solo.. chiedendo-“

“Ti stai lamentando. ascolta la radio o gioca al telefono, non lo so!” sbottò Theo. “Non ci vorrà così tanto, son sicuro che potrai soppravvivere.”

“Ma-“ Liam sbuffò quando sentì il tono definitivo di Theo. Con un sospirò tornò sui sedili posteriori, mettendosi comodo e raggomitolandosi nella coperta. “Theo mi senti?” chiese Liam.

“Sai che ho riattaccato per un motivo, vero?” la voce di Theo arrivò un momento dopo, tranquilla ed esasperata.

“Volevo solo dirti che se un coglione.” disse Liam,

“Uh oh, ho appena, accidentalmente, impostato i vestiti sull’asciugatura lenta. Sembra che ci vorranno ancora un paio di ore.” Liam righiò e Theo rise.

“Stronzo.” replicò Liam.

“Fatti un pisolino musone.” mormorò Theo. Liam appoggiò la testa sul cuscino, odiando il fatto che quella fosse probabilmente una buona idea, ma quello che gli dava più  fastidio in quel momento era il modo in cui i suoi muscoli si rilassarono appena l’odore di Theo riempì i suoi polmoni, nascondendo l’odore di detersivo della coperta.


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Ce l'ho fatta !
Pensavo davvero di non farcela sta settimana e invece :')
Mi scuso a nome di Tagan se siete rimasti delusi come Liam dalla sorpresa ahah 
Anche se l'overprotective Theo è adorabile e anche Liam tutto imbarazzato :)
Spero sarete pazienti con questa fic perchè ne vale davvero la pena, alla prossima settimana! (almeno spero!)

xx

 

  

 

 

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Capitolo 7
*** Star Light, Star Bright, Star Wars ***


Liam non poté fare a meno di sentirsi un pochino confuso quando si svegliò senza Theo, gli occhi scrutarono attorno alla macchina ancora assonnati, era ancora avvolto nella coperta, con la faccia premuta contro il cuscino morbido che gli permetteva di guardare il retro del sedile del guidatore. Si concentrò sull'udito ma non riuscì a sentire una singola macchina, anche quella in cui si ritrovava era tranquilla, il motore spento e la radio morta.

Il leggero pat pat pat del cuore di Theo risuonava attraverso il metallo. Liam si mise a sedere lentamente, tenendo la coperta avvinghiata attorno al corpo mentre usciva dalla portiera nella notte scura solo per ritrovarsi in un campo aperto, la strada era che una linea sottile a qualche centinaia di metri, ed era visibile solo grazie alle linee bianche dipinte nel mezzo. Liam si lanciò fuori dalla macchina, l’aria gelida era pungente e gli fece venire la pelle d’oca sulle braccia. Si strinse la coperta attorno alle spalle e si incamminò sul terreno duro del campo, dove c’erano dei mucchi di terra sparsi che si sgretolavano ad ogni passo per colpa della mancanza di pioggia.

Riusciva a vedere i piedi di Theo, le Converse bianche brillavano al chiaro di luna sbucando dal retro del pick up. Liam avanzò lentamente verso il retro della macchina, sbucando dietro langolo. Theo stava già guardando in quella direzione, con gli occhi socchiusi e stanchi, sulle sue labbra apparve un  piccolo sorriso.

“I vestiti sono asciutti.” disse Theo, con la voce roca, indicò con il pollice la sacca che stava usando come cuscino come se Liam non l’avesse notato visto che in quel momento si trovavano piuttosto lontani dalla lavanderia e Theo era completamente vestito. “Li vuoi?” Liam scosse la testa, arrampicandosi sul retro. Theo non si mosse per fare posto a Liam e rimase disteso in diagonale sul pavimento, lasciando l’altro a rannicchiarsi in un angolo, facendo scivolare le gambe sotto a quelle di Theo. Il metallo era freddo sulle gambe di Liam e la sua schiena. Theo si mosse e gli porse il termos.

“Caffè?” offrì. “E’ ancora caldo.”

“E’ tardi. Non dovresti dormire invece che bere caffè?”

“Mancano solo un paio di ore a Vegas. Avevo solo bisogno di una pausa veloce, torneremo in viaggio tra poco.” mormorò Theo, sbattendo le palpebre lentamente.

“Possiamo aspettare fino a domani per arrivare a Vegas. Se sei stanco puoi-“

“Hai ancora fame? Ho preso del cibo.” Theo gli passò il sacchetto prima di infilarsi il braccio sotto la testa. Liam sospirò ma non commentò il repentino cambio di argomento concentrandosi sul sacchetto di cibo nelle sue mani. Superò il panino lasciato a metà e prese quello intero. “Non ti ho preso le patatine fritte. Fanno schifo fredde, però ci sono quelle confezionate.”

“Grazie.” Liam mangiò in silenzio, guardando Theo che aveva gli occhi fissi in cielo ma che si chiudevano ogni 5 secondi, o almeno così fecero prima che si shottasse una tazza di caffè. Quando Liam ebbe finito, l’assillante buco nello stomaco dovuto alla fame in qualche modo scomparve, per quel momento. Seguì lo sguardo di Theo in cielo, era costellato di stelle luminose e dalla luna crescente.

“conosci qualche costellazione?” chiese Liam a bassa voce.

“Non proprio.” ammise Theo “Qualcuna ma niente di che. tu?”

“Quelle vere? per nulla. Io e Mason da piccoli ce le inventavamo però”

“Come facevate a inventarvi le costellazioni?”

“Cosa intendi per come?? Devi solo.. Cercare un disegno e dire cosa ti ricorda o inventare uno stupidissimo nome scientifico. E’ come guardare le nuvole.”

“guardare le nuvole?”

“Sai, quando guardi le nuvole passare nel cielo e dici l’animale a cui assomigliano.”

“Sembra noioso.” lo prese in giro Theo.

“Non l’hai mai fatto?” Theo scosse la testa lentamente. “Ma cosa facevi con i tuoi amici quando eri piccolo?” chiese Liam. Non aspettandosi una risposta.

“Maratone di Star Wars con Stiles.” disse a bassa voce Theo. “Siamo andati a vedere l’attacco dei cloni al cinema. Lui si è vestito da Han Solo. Io da Chewy. Mi sono dovuto cambiare però, il pelo del costume mi ha fatto quasi venire un attacco di asma. Stiles aveva pregato Scott di venire, voleva che si vestisse da Luke. Tara aveva detto che sarebbe venuta se lo avesse fatto anche Scott e che si sarebbe vestita da Leila. Aveva il vestito bianco pronto prima che Scott ci balzasse. Si rifiutò di venire.” A Liam faceva male la schiena per la posizione ma non si mosse.

Gli occhi di Theo erano chiusi, un piccolo sorriso dipingeva il suo viso e le occhiaie erano sempre più profonde. Liam si chiese se si ricordasse che era lì anche lui, o se Theo stesse semplicemente pensando di parlare tra sé e sé. Borbottando ricordi inconscio nel fatto che Liam fosse lì a sentirli. “Avevano promesso che sarebbero venuti a vedere il prossimo con noi.”Gli occhi di Theo si spalancarono ancora con quello che sembrò uno sforzo enorme, il suo sguardo incontrò quello di Liam. “Non sono rimasto abbastanza per vederlo.”

“Dovresti dormire.”

“Non ti piace l'ora della storie?” chiese Theo increspando le labbra in un ghigno. Liam si morse la lingua per non rispondere il ‘no’ che voleva tanto dire, perché nonostante non sapesse molto di Theo queste erano delle cose che preferiva non sapere. Erano cose che gli facevano contorcere lo stomaco, il pensiero di come Theo fosse passato da bambino che si travestiva da Star Wars a un ragazzo che ha ucciso la sua stessa sorella e ha lavorato per i dottori del terrore. Il ghigno cadde nel momento in cui gli occhi di Liam si fermarono sul petto di Theo, sul punto in cui riusciva ancora a sentire il suo cuore battere. Theo alzò la mano, appoggiando il palmo sull’avambraccio, le sue dita ticchettarono, una volta, due. “Mi dissero che lei voleva che lo prendessi.” una volta, due. “Volevo credergli.”

“L’hai fatto? intendo, gli hai creduto?”

“Non lo so.” gli occhi di Theo vagarono nel cielo stellato, il suo respiro usciva in piccoli sbuffi. “Penso di averlo fatto. E’ difficile ricordare.” Theo rise debolmente, le sue dita si avvolsero attorno alla maglietta. “E’ successo un cuore e una vita fa.” la sua mano lasciò il tessuto ma non si mosse dal petto, coprendo protettiva il suo cuore.

“Lo rimpiangi?” Le parole uscirono dalla bocca di Liam prima che potesse fermarle. Le dita di Theo fecero una pausa,  penzolando a un centimetro dal petto.

“Il rimpianto non cambia quello che è successo.”

“Potrebbe.”

“Non questa volta.” disse Theo. Fece schioccare la lingua e i suoi occhi si fissarono ancora una volta sulle stelle. “E tu? Rimpiangi di avermi portato indietro?” chiese Theo, la sua voce tremò leggermente, fu così lieve che Liam si sorprese perfino di averlo colto, ma il suo cuore era stabile, le sue dita si muovevano ancora sul suo petto, ticchettando il battito del cuore. Liam non sapeva come riusciva a farlo, a tenere il suo battito normale chiedendo una cosa del genere. Liam riusciva a malapena a ordinare un caffè senza che il suo cuore accelerasse e invece Theo riusciva a dire qualsiasi cosa e continuare a mantenere la sua compostezza.

Theo si mosse leggermente, abbastanza per piegare la testa e incontrare lo sguardo di Liam. Liam deglutì, il cuore gli martellava nel petto. La risposta immediata che gli avrebbe voluto dare era No. Ovviamente non lo rimpiangeva, perché Theo gli aveva salvato il culo innumerevoli volte, perchè aveva visto Theo cambiare, perché aveva visto come Theo era quando era davvero felice e sicuramente una persona che sorrideva in quel modo non poteva essere cattiva. Ma le parole gli rimasero bloccate in gola perché nonostante fosse la verità, gli sembrava.. sbagliato rispondere così. Come se fosse un tradimento nei confronti di Scott e del branco e delle persone che Theo aveva ferito. Theo serrò la mascella, il suo cuore infine saltò un battito. Gli occhi si chiusero e un ghigno famigliare apparve sulle sue labbra, falso e pieno di arroganza. Liam sentì la bile in bocca al pensiero che Theo credesse che lo rimpiangeva.

“Dipende.” disse Liam.

“Da cosa?” chiese Theo, nascondendo ancora le sue emozioni. Le dita di Liam si aggrapparono alla coperta e la mano di Theo ticchettò sul suo petto, una volta, due.

“Se cancellerai il video in cui russo oppure no.” disse Liam. Theo chiuse gli occhi nel momento in cui la tensione si spezzò, e si ruppe come un elastico tirato troppo, alzò un sopracciglio e arricciò il naso quando scosse la testa e un sorriso apparve sul suo viso prima di ridere, radioso. Aprì gli occhi e incontrò quelli di Liam che non riuscì a far altro se non ridere quando vide gli occhi di Theo brillare, e il modo in cui il suo corpo si rilassò ancora di più sul retro del pick up come se gli fosse stato tolto un peso dal petto e poteva finalmente lasciarsi andare. Era la cosa più vicina a un no che potesse ottenere senza dirlo davvero, senza sentire di aver tradito la fiducia di Scott, fidandosi di Theo. Theo si leccò le labbra, la lingua riportò la risata nella sua bocca ma il sorriso rimase, fisso sulle sue labbra come se non sapesse come sbarazzarsene.

“Va bene para culo. Come si inventano le costellazioni, allora?”

“Se ti fai più in là, te lo mostro.” Theo si spostò leggermente, strisciando finché ci fu posto per Liam accanto a lui. Liam si lasciò cadere, la sua testa sbatté contro il metallo con un tintinnio che fece sogghignare Theo. “Ouch”

“Delicato!” disse Theo ironico. “Tieni.” Theo non aspettò che Liam si muovesse e posizionò la borsa accanto alla sua testa finché la sollevò abbastanza per farcela scivolare sotto. Liam sistemò la testa contro la sacca, la tempia picchiò leggermente contro quella di Theo mentre si metteva comodo scavandosi un buco tra i vestiti. “Ok, allora.. fondamentalmente devi semplicemente fissare le stelle finché ci vedi qualcosa. “ Liam assottigliò gli occhi guardando il cielo. “Tipo.. Uhm.. Ok, tipo là c’è.. um..”

“Wow, sei bravissimo.”

“Zitto. ci sono meno stelle a Beacon Hills.” borbottò Liam, esaminando l’oscurità sopra di loro, saltando di stella in stella.

“Più stelle significano più scelta.”

“lo pensi tu.”disse Liam. “ma è che.. ce ne sono troppe. Non riesco a trovare nessuna forma”

“Bè è divertente.”

“Smettila di fare lo stronzo.”

“Non penso sia possibile.” mormorò Theo. Liam sbuffò.

“Va bene, dammi il tuo telefono.”

“Perchè?”

“Perchè lo dico io.” sbottò Liam, porgendogli la mano. Theo rimase fermo per un momento prima di sospirare e muoversi, un secondo dopo il suo telefono fu sbattuto in mano a Liam, sbloccato e pronto all’uso. Liam iniziò a digitare.

“Cosa stai facendo?”

“C’è una app che mi ha fatto vedere Corey.” mormorò Liam. “Ti fa vedere le stelle e altra roba.”

“Puoi sempre guardare in alto.”

“stai zitto per un attimo?” disse Liam ridendo. Theo fece come gli fu ordinato. ci volle solo un minuto a Liam per trovare la app giusta e scaricarla. Alzò il telefono e lo puntò in cielo. “Ok, allora a quanto pare Marte è là” mormorò puntando il dito in alto a sinistra. I capelli di Theo gli solleticarono la guancia quando si girò per guardare dove stava indicando.

“Vedo solo delle stelle.”

“Bè è così che si vede, no? E’ solo tipo.. più rosso.” disse Liam, facendo cadere il telefono sul suo petto mentre cercava di trovarlo.

“Lo so ma non vedo un stella rossa!” Nemmeno Liam la vedeva, riprese il telefono e esaminò il cielo un’altra volta.

“Bè.. c’è.. da qualche parte, e quindi ok. Quindi uhm Pegaso è proprio sopra di noi. E marte è alla nostra destra.”

“Pensavo che Marte fosse di là.” disse Theo, indicando a sinistra. Liam riguardò lo schermo, girandolo a destra e a sinistra e guardando entrambi i pianeti apparire.

“Mi sa che non prende bene qua. Oppure Marte ha un gemello.”

“Bè, la seconda opzione è la più plausibile.” disse Theo strascicando le parole. Liam picchiettò sul telefono cercando di far ricaricare la pagina. “dovremmo tornare a guidare.” sospirò Theo, Liam si girò a guardarlo, tirandosi indietro quando il suo naso toccò la guancia di Theo. Non riuscì a far a meno di accigliarsi quando vide le occhiaie sotto agli occhi di Theo.

Non aveva alcun dubbio che se avesse detto a Theo che era troppo stanco per guidare, lui l’avrebbe presa come una sfida.

“Dobbiamo?” chiese Liam, spostandosi per guardare le stelle. “Non ho voglia di tornare già in macchina.” Il che, tecnicamente, non era una bugia, non era necessario che Theo lo sapesse perché era preoccupato che avrebbe finito per portarli a una morte certa nel momento in cui si sarebbe addormentato al volante.

“Tecnicamente siamo già in macchina. Ma va bene.”

“Tecnicamente tu sei uno stronzo. Ma grazie.” I due rimasero in silenzio. “I spy with my Little -“

“No.”

“E’ una cosa difficile.” provò Liam.

“Ok.”

“I spy with my little eye, qualcosa che inizia con S.”

“Se è stella, ti lascio qua.”

“Non lo è.” mentii

“Posso sentire il tuo cuore, idiota.”

“Se mi lasci qua, per piacere lasciami le scarpe.”

“Bè ma così mi togli tutto il divertimento.” mormorò Theo. I due tornarono in silenzio ma questa volta Liam non cerò di romperlo, i suoi occhi vagavano fiaccamente nel cielo mentre ascoltava il ticchettio leggero delle dita di Theo sul suo petto. Delle ondate costanti di calore provenivano dal punto in cui la sua spalla era premuta contro quella di Theo. Liam chiuse gli occhi, respirando profondamente. L’aria era tiepida e granulosa per via delle strade sabbiose attorno a loro.

Un tuono schioccò, in lontananza e per la prima volta dalla caccia selvaggia, Liam non penso ai ghost riders al suono  ma semplicemente sperò che il bel tempo tenesse finché non fossero arrivati al parco acquatico.

*

Liam si svegliò di soprassalto per colpa di un forte schiarimento di gola, il gomito di Theo si infilò nel suo fianco bruscamente mentre incespicarono per sedersi, Liam strizzò gli occhi per colpa del sole accecante mentre cercava di mettere a fuoco la persona in piedi di fronte a loro. Theo sembrò essere molto più veloce nello svegliarsi.

“stiamo andando” dise Theo, con voce roca, la sua mano stava già cercando le chiavi in tasca quando Liam riuscì finalmente a vedere attraverso gli occhi assonnati. Si trovò davanti l’espressione dura di un poliziotto, in piedi accanto al veicolo.

“E’ tutto apposto?”chiese. Liam annuì. Usando la mano per coprire gli occhi dai raggi accecanti del sole del Nevada.

“Sapete che non potete dormire qui, vero? Dovete-“

“Ho detto che ce ne stiamo andando” disse Theo in un tono che non era sicuro potesse usare con un ufficiale di polizia. L’uomo sembro ignorarlo, concentrando lo sguardo completamente su Theo.

“Sarò là. Se non ve ne sarete andati tra 10 minuti-“

“Lo saremo.” sbuffò Theo, alzandosi, portando la coperta con sé.

“Ok.” mormorò annuendo. “dieci minuti. Non fatemi tornare.” I suoi occhi si risposarono su Liam. “E ragazzo, mettiti qualche vestito addosso.” Sospirò, guardando con disapprovazione i due prima di tornare sui suoi passi attraversando il campo. Liam si guardò per un attimo, le sue guance avvamparono quando guardò la pelle nuda, indossava ancora solo i suoi boxer. Theo rise di gusto, lanciando la testa all’indietro, Liam gli colpì il braccio, spingendo Theo abbastanza forte da farlo cadere oltre la fine del retro del pick up e facendolo cadere a terra con un colpo sorto e un gemito di dolore.

“Ti farò il culo per avermi spinto.” ansimò Theo.


_______________________________________________________________________________________________________________

Son tornata, di nuovo, il tempo vola e questa cosa mi terrorizza mi sembrava fosse ieri domenica scorsa aiuto. 
Questo capitolo è dolcissimo, amo come i stanno avvicinando ma mantenendo le distanze perchè sono perfettamente IC 
Liam è sempre super goofy, lo adoro. E vorrei tanto vedere Theo vestito da Chewy :)) 
Btw volevo ringraziare tutte le persone che stanno leggendo, silenziosi o no (: 
fate sentire il mio lavoro più apprezzato ♡

xx

 

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Capitolo 8
*** back to sin city. ***


“Davvero. Questo è il tuo piano per trovare i soldi?” chiese Liam, guardando nervosamente l’edificio.

“E’ meglio che recitare.” disse Theo, incrociando le braccia e sfidando Liam a controbattere.

“Sicuro?” lo derise Liam. “Almeno non c’era la possibilità di perdere soldi dal momento che-“

“Liam. Riesco a capire quando le persone mentono. Riesco a percepire le loro emozioni. Posso vincere dei soldi.”

“E se ti sbagliassi?”

“Allora potrai cercarci un nuovo lavoro come attori.” disse Theo.

“Ok. Ok, facciamolo.” disse Liam, gonfiando il petto e facendo un passo verso la porta, o almeno, ci provò. La mano di Theo lo afferrò, premendo contro il suo petto e spingendolo lentamente indietro.

“Liam. Mio piccolo Pumpkin.” Liam roteò gli occhi, e sbuffò infastidito al continuo utilizzo di ‘pumpkin’. “Sei troppo giovane per entrare.”

“Cosa?”

“E’ solo per chi ha più di diciotto anni, mi sa.” disse Theo, sembrando davvero poco dispiaciuto. Liam assottigliò lo sguardo al sorriso di Theo.

“E cosa ti aspetti che faccia mentre tu entri e bari a poker?” sbottò Liam.
Theo sospirò, dando una leggera pacca al petto di Liam prima di rimuoverla e infilarsela in tasca, prendendo delle monete.

“Prenditi un succo.” disse Theo, mettendo le monete in mano a Liam. “C’è un negozio di giocattoli là, quindi..”

“Sei un cazzo di-“

“Parole. Ora stai qui e fai il bravo bambino, ok?” Theo non aspettò la risposta e se ne andò, mostrando la sua carta d’identità alla guardia, Liam lo seguì. A Theo fu concesso di passare.

“Carta d’identità.” chiese il buttafuori.

“Sono con lui.” disse Liam, indicando Theo, che era in piedi appoggiato alla porta e sembrava fin troppo compiaciuto.

“Buon per te. Ma non posso comunque farti entrare senza carta d’identità.”

“Non ho nemmeno intenzione di giocare, voglio solo-“

“Scusa ragazzo. Se non hai la carta non puoi entrare.”

“Non ti scusare. Tanto per lui è ora di andare a dormire.” disse Theo strascicando le parole, Liam aprì la bocca pronto a rispondergli ma Theo entrò, e il ticchettio delle monete e le voci soffocarono qualsiasi cosa gli volesse dire. La porta si chiuse sbattendo, lasciando Liam a fissarla furioso.

“Mi faresti entrare così gli posso tirare un pugno? Poi me ne vado subito.” chiese Liam.
Il buttafuori arricciò le labbra.

“Ho paura di non poterlo fare.”

“Va bene.”sbuffò Liam e si voltò, dirigendosi verso la macchina e strattonò la maniglia con un gesto plateale. Quella non si mosse. Buttò la testa all’indietro lentamente lasciandosi scappare un grugnito quando realizzò che Theo aveva le chiavi con sè. Ovviamente Theo l’avrebbe chiuso fuori dalla macchina mentre lui andava a giocare d’azzardo.

Si arrampicò sul retro del pick up lasciandosi cadere nell’angolo con un altro gemito drammatico. Si rigirò, assicurandosi di poter ancora vedere la porta del casinò. Il buttafuori sollevò un sopracciglio nella sua direzione. Liam sollevò una mano salutandolo scocciato. Quanto ci sarebbe voluto per giocare d’azzardo? Dieci minuti? Quindici? di più?

Liam sospirò. Theo che lo lasciava chiuso fuori dalla macchina era solo un’altra cosa da aggiungere alla lista delle cose stranamente normali successe nelle passate dodici ore. Aveva ascoltato Theo parlare della sua vita prima dei dottori del terrore, ammettendo, in un modo contorto che no, non aveva rimpianto il fatto di averlo riportato indietro dall’inferno e poi si era addormentato accanto alla suddetta chimera mentre ascoltava il suono di una tempesta in lontananza e sentendosi stranamente in pace solo per poi essere stato svegliato ore dopo da un poliziotto e aver dovuto guidare per due ore sotto il solo di mezzogiorno, il che non era esattamente l’inizio di una giornata che Liam avrebbe definito normale, ma in qualche maniera, in un certo senso lo era. Theo gli aveva tirato un pugno sul braccio abbastanza forte da lasciarlo li morto per cinque minuti quando Liam era rientrato in macchina dopo essersi vestito e poi aveva acceso la radio e ordinato dei mcmuffins e del caffè nel mcdrive più vicino e le cose erano state le stesse come tutti gli altri giorni, Theo faceva un po’ lo stronzo, e Liam faceva un po’ lo stronzo anche lui. Bisticciarono per la musica e Theo lo zittì al primo tentativo di giocare a ‘i spy with my eye’. Come se non fosse cambiato nulla dopo che Theo gli aveva fatto intravedere un pezzettino della sua vita. Come se condividere informazioni su loro stessi fosse qualcosa che facevano e basta.

Ma poi, forse era così. Dopo tutto Liam gli aveva detto quanto amava la storia. Era stato il primo a cui aveva confidato quanto fosse stanco, e quello con cui aveva lasciato Beacon Hills. Forse parlare era qualcosa che già facevano semplicemente non l’aveva notato perché fino a quel momento aveva parlato solo lui.

Liam si girò. Ripensò ai giorni prima, in qualche modo gli sembrava passato un’infinità di tempo da quando avevano aspettato l’alba, Theo seduto accanto a lui parlando di storia e biologia e litigando  su quale fosse più utile. Theo aveva detto di essere un libro aperto, che Liam non aveva provato a conoscerlo e che se Liam avesse voluto sapere qualcosa avrebbe semplicemente dovuto chiederglielo.

Quella volta Liam pensò che stesse mentendo, ma in verità Theo aveva spesso risposto alle sue domande ultimamente, sempre in effetti, se Liam non lo zittiva prima almeno. Sicuramente le risposte non erano sempre quello che avrebbe voluto sentire ma c’erano, rigirate in una maniera che era difficile capire ma c’era comunque una risposta.

Perché continui a cercare di salvarmi? Liam lo aveva zittito prima che potesse effettivamente rispondere, buttando fuori parole come se conoscesse Theo abbastanza da sapere già la risposta ma forse non era così. Forse se fosse stato zitto per qualche secondo in più Theo avrebbe detto qualcosa. Forse sarebbe stato diverso da quello che Liam si aspettava, dopotutto, non si era aspettato che Theo volesse andare ad un parco acquatico. O che Theo gli dicesse che guardava sempre Star Wars con Stiles.

Liam fu interrotto dai suoi pensieri dallo squillo del telefono, Rispose rapidamente.

“Quindi sei vivo” lo salutò Mason.

“Hey Mason.”

“Sai quando hai detto a Scott che aveva intenzione di fare un viaggio alla Little Miss Sunshine pensavo che almeno avresti mandato al tuo migliore amico delle foto, o non lo so, almeno dei messaggi.”

“Scusa. Sono stato.. impegnato.” mormorò Liam, il che doveva sicuramente sembrare una bugia, perché lo era. Sicuramente c’erano stati dei momenti impegnati, come la skywalk o la funicolare ma la maggior parte del tempo.. bè la maggior parte del tempo l’aveva passata a dormire o seduto in vari punti del pick-up parlando o venendo infastidito da Theo. Non lo era però, in un certo senso sentiva che era la verità perché a parte mandare a sua madre delle foto con allegato il messaggio ‘non siamo morti in un fosso’ e occasionalmente giocare al telefono non gli sembrava di avere il tempo per sedersi e mandare messaggi a qualcuno. “Allora, come stai?”

“Fanculo quello, come era il Grand Canyon? Ci sei già andato? Non hai intenzione di scalarlo vero?”

“E’ stato bellissimo. Ti racconterò tutto quando torno.” mormorò Liam. “Come stai? Come sta Corey?”

“Stiamo bene.” disse Mason. “Onestamente stiamo tutti bene, siamo ancora tutti qua, è un po’ strano, come una convention di licantropi. Dovresti tornare alla svelta, lo ameresti. Jackson è fantastico a lacrosse, ieri hanno giocato per tipo 5 ore. Tutti erano incazzati con te perchè non eri qui. Erano dispari e han provato a farmi giocare..”

“Tu fai schifo a lacrosse.”

“Lo so. Gliel’ho detto ma gli serviva un giocatore in più, e insomma, alla fine mi hanno fatto rimanere in panchina perché continuavo a essere tra i piedi-“ Liam nascose una risata tossendo. “-E poi c’è stata una discussione sul chiamare Theo e farlo giocare con loro e-“

“Perchè dovreste chiamare Theo? Non è nemmeno lì.” Disse Liam senza pensare.

“Ah no?” chiese Mason. Liam non rispose. “Bè penso che questo spieghi perché non si fa più vedere in giro. Come fai a sapere che non è qua?”

“Lui uh.. mi ha scritto.”mormorò Liam, il che era vero, Mason non doveva necessariamente sapere che i loro messaggi consistevano in stupide fotografie di Liam che gli mandava quando erano seduti uno accanto all’altro. “Mi ha detto che non sarebbe tornato a Beacon Hills per un po’.”

“Ti ha scritto?” chiese Mason, sembrando fin troppo sorpreso. “Di sua iniziativa?”

“Cosa vorrebbe dire?” chiese Liam

“Niente, è che Theo non dice cose alle persone, di sua spontanea volonta poi.” disse Mason. Liam spostò lo sguardo sul casinò.

“Forse.” mormorò. Theo gli avevo detto delle cose, piccole cose, ma comunque informazioni su sé stesso, delle informazioncine che era sicuro nessun altro nel branco conosceva. Cazzo, gli altri del branco non sapevano nemmeno che Theo non era a Beacon Hills ed era passata quasi una settimana. Ripensò a quello che aveva in testa prima che Mason chiamasse, a Theo e alle domande e alla possibilità che lui avrebbe risposto.

La testa di Liam stilò una lista improvvisa di stupide domande che voleva fare a Theo, una piccola, confusa parte di sé gliele voleva chiedere, per dimostrare a Mason che si sbagliava e mostrargli che Theo dava volontariamente informazioni su di sé se tu eri disposto a superare le cazzate per arrivare alla risposta.

Liam strinse i denti e spostò lo sguardo dal casinò, arrabbiandosi con sé stesso al pensiero che lui voleva davvero superare le cazzate e conoscere meglio Theo.

“Quindi quando torni?”

“Non ancora.” disse Liam, la voce sembrava lontano perfino a se stesso. Scosse la testa vietandosi di pensare a Theo.

“Sai che non è una risposta, vero?” disse Mason e Liam rise.

“Si lo so. Ma non ne sono ancora sicuro. Ci sono ancora cose che devo fare.”

“Tipo cosa?”

“Parco acquatico.”

“Parco acquatico? Stai andando ad un Parco acquatico?”

“Si.. ne conosci qualcuno di bello vicino a Las Vegas?”

“Sei a Vegas?!” urlò Mason. “Come? Quando? Perchè? Perché non sono con te?” sbraitò. Liam sentii crescere una bolla di divertimento dentro sè. “Ai tuoi genitori sta bene che tu sia a Vegas?”. La bolla scoppiò e l’ansia crebbe lasciando senza fiato.

Non gli aveva ancora detto che non stava tornando a Beacon Hills.

“Devo andare.” disse Liam.

“Cosa? Ma-“

“Non gliel’ho ancora detto.” ammise Liam a bassa voce. “Dovrei chiamarli? E dir loro che non sarò a casa ancora per un po’”

“Non gliel’hai ancora detto?”

“Pensi che saranno incazzati?”

“Se non sarai in punizione fino ai trent’anni, rischierò io stesso una punizione a vita per aver organizzato una festa tema ‘E’ un miracolo’.”

“Sei di grande aiuto.” borbottò Liam.

“Vai a chiamarli.” disse Mason. “E questa volta scrivimi, ok? Anzi, sai cosa, ti aggiungo al gruppo whatsapp del branco.”

“C’è un gruppo whatsapp del branco?”

“Si, Stiles l’ha fatto Martedì.” disse Mason. “Fondamentalmente scrivono solo lui e Jackson per litigare ma comunque, è divertente.”

Dopo qualche minuto Liam finalmente riattaccò. E il suo sguardo ricadde ancora sul casinò. Forse avrebbe potuto aspettare, almeno finché Theo fosse tornato, per chiamare i suoi genitori. Se avessero fallito il tentativo di recuperare dei soldi, cosa del quale Liam era abbastanza sicuro, allora avrebbero dovuto trovare una nuova soluzione per trovare i soldi o decidersi a tornare a casa.

Esitò guardando il telefono e le luci al neon della città prima di sospirare lentamente. Anche se Theo non fosse tornato con i soldi non sarebbero tornati a Beacon Hills quella notte, dubitava anche del fatto che avessero abbastanza soldi per andare alla stazione di servizio e fare il pieno per il viaggio. Liam si morse il labbro mentre fissava lo schermo, stava rimandando quello che doveva fare da troppo tempo, li avrebbe dovuti chiamare la sera prima, nel momento in cui Theo aveva acconsentito a continuare il viaggio. Premette la cornetta prima che potesse convincere se stesso che poteva aspettare ancora un paio di ore.

“Hey..” disse esitante Liam quando la chiamata fu accettata.

“Liam.” disse il dr Geyer, Liam riusciva a percepire il suo sorriso dal telefono. “Come stai? Tu e Theo siete quasi arrivati? A che ora dovremmo-“

“No.” disse velocemente Liam.

“No?”

“Io.. Theo ha detto una bugia.”

“Okay.” disse lentamente il dottor Geyer. Liam si passò una mano tra i capelli, saltando giù dal pick up così da poter camminare lungo il marciapiede. “Esattamente cosa significa?”

“Non era l’anniversario della morte di sua sorella. Intendo, lei è davvero morta!” una donna che passava di lì lo guardò incuriosita. Liam tornò verso la macchina, appoggiando l’avambraccio sul metallo del retro e piegando la testa. “Ma è.. non è che tra un paio di mesi mi pare.. ma non sapevo come dire alla mamma che non potevo ancora tornare a casa e poi lui mi ha rubato il telefono e ha detto quella cosa  lei ha detto che potevo andare e io non volevo che cambiasse idea ma- bè.. non ho ancora intenzione di tornare.”

“Liam.” iniziò il dr. Geyer

“Sto bene!” disse velocemente Liam. “Non sono ferito e non sto scappando e non è successo niente di male. Ho solo.. bisogno di una pausa. Dopo tutto quello che è successo con Brett e Lori.” Liam sussultò ricordandosi i loro ultimi momenti di vita. “Ne ho bisogno.” disse “Ho bisogno di essere qui o quello che è, solo.. mi basta non essere li. Non ora.”

“Liam cosa-“

“Per piacere non essere arrabbiato.” sussurrò.

“Hey, non sono arrabbiato.” disse dolcemente. “Speravo solo che mi dicessi cosa-“

“Sto bene.” disse Liam. “Davvero. Ma ho solo..” Liam si morse il labbro, cercando di pensare a come spiegarlo. “Ne ho bisogno.” disse ancora. “Mi sta aiutando. E non stiamo facendo nulla di illegale.”

“Non lo pensavo nemmeno lontamentente, ma ora mi viene da chiederti perché sentivi il bisogno di puntualizzarlo.” disse il dr Geyer con una risatina. “Allora se non state tornando a casa quando pensate di farlo?”

“non lo so.”

“Liam. Ho bisogno di qualcosa di più specifico.”

“Sto bene, non è abbastanza?”

“no.”

“Non ne sono sicuro. E’ che.. non ne abbiamo ancora parlato. Abbiamo intenzione di andare ad un parco acquatico ad un certo punto e poi-“ bè, poi Theo probabilmente avrebbe deciso che era finalmente arrivato il momento di tornare a Becon Hills e liberarsi del lupo arrabbiato che occupava il sedile passeggero del suo pick-up. “Poi penseremo a qualcosa.”

“E dove siete ora?”

“Uh.. al Grand Canyon.”

“Vuoi riprovare, questa volta senza mentire?”

“Non esattamente.”

“Li-“

“Giuro. Vi dirò tutto quando tornerò a casa perchè se te lo dico potresti dire che dovrei tornare immediatamente a casa e-“

“Sei a Las Vegas vero?” sospirò il Dr Geyer.

“Cosa? No!”

“Non bere, non giocare d’azzardo e per l’amor del cielo non tornare a casa sposato.”

“Ti prometto che non berrò, né giocherò né sposerò nessuno.”

“E Theo?”

“Non penso stia uscendo con qualcuno, quindi dubito che finirebbe per spos-“

“Liam.”

“Non beve.” disse Liam. “ E non mi hanno nemmeno fatto entrare in un casinò. Pensi davvero che avrebbe guidato fino a qua solo per piantarmi fuori da un casinò?”

“Penso di no. Sarebbe un amico di merda altrimenti.” Liam guardò verso le porte del casinò.

“Sì. Decisamente.” rispose Liam. “Pensi di poterlo dire alla mamma?”

“Vuoi che sia io a subire la sua ira?” chiese il dr Geyer

“Be-“

“Va bene, ma farai bene a portarmi a casa un souvenir. Ascolta, odio doverlo dire ma devo tornare al lavoro quindi-“

“Lo so.” mormorò Liam. “Ci sentiamo dopo.”

“Questo è sicuro, se tua madre non mi ammazzerà per averti lasciato girovagare per l’America. Divertiti, stai attento. Ti voglio bene.”

“Ti voglio bene anche io.”

*

Liam stava pensado di farsi un pisolino quando sentii il casino, la sua testa scattò verso il casinò quando le porte furono spalancate e sbatterono forte contro i muri mentre Theo procedeva a grandi falcate verso l’auto. Gli scendeva il sangue dal naso e un livido stava apparendo sul suo viso.

“Theo?”

“Sali!” urlò Theo, correndo verso il lato del guidatore. Liam saltò giù dal retro del pick-up e corsero via per la strada. Le porte del casinò sbatterono ancora un a volta e un gruppo di uomini incazzati si riversò per strada nel momento i cui loro stavano girando l’angolo. Liam spostò lo sguardo su Theo.

“Cosa diavolo era-“

“Bè.. a quanto pare.” iniziò Theo, mentre si passò la mano sul sangue che gli scendeva dal naso. Liam scavò nel cassetto del cruscotto, tirando fuori il mucchietto di fazzoletti che aveva lentamente accumulato dall’inizio del loro viaggio, li porse a Theo che li prese senza staccare lo sguardo dalla strada, infilandosi sotto al naso, ci volevo solo pochi secondi prima che il sangue smettesse di collare, dopodichè Theo tolse i fazzoletti insanguinati dalla sua faccia. “Quindi.. a quanto pare-“ ricominciò. “Se vinci abbastanza soldi da dei giocatori di poker incazzati vieni invitato a una partita privata con giocatori di poker ancora più incazzati che cercheranno di ammazzarti se vincerai.” Liam era sicuro che avrebbe dovuto chiedere a Theo se stava bene , o almeno sentirsi leggermente preoccupare per l’attentato alla sua vita ma, bè, Theo era una chimera che sapeva prendersi cura di se e se l’era cavata solo con un po’ di sangue dal naso e in più il suo odore sapeva più di eccitazione che di dolore o paura allora Liam decise che non c’era esattamente qualcosa di cui preoccuparsi.

“Quinndi se qualcuno  ha cercato di menarti a sangue è un buon segno per dirmi che hai vinto dei soldi, vero? Significa che abbiamo davvero vinto qualcosa?”

“Esatto.” disse Theo.

“Allora quanto abbiamo? Cento? Duecento?”

“Tremila.”

“Tre cosa?” Liam rimase a bocca aperta. Un sorriso apparve sul volto di Theo mentre annuì.

“tre mila dollari.” disse scandendo ogni parola. Liam sgranò gli occhi senza parole. Il sorriso di Theo si allargò ancora di più quando si mosse per lanciare i fazzoletti insanguinati sulla cruscotto e mettendosi la mano in tasca per togliere la mazzetta di soldi. I suoi occhi lasciarono la strada e incontrarono quelli di Liam. “Hai fame Liam?”

“Se ci porti al mc giuro che-“

“Fanculo ma Mcdonands!” disse Theo felice. “Mangeremo del cibo vero. Un cazzo di caffè nero e fanculo alla mia stupida macchina.” Liam tornò in sé mentre Theo rideva da solo. “Dormiremo in una vera stanza con dei veri letti e berremo qualcosa di buono e mangeremo del cibo che non ci lascia più affamati di quanto lo eravamo prima di mangiarlo e mangerò un’intera cazzo di porzione anche se dopo vomiterò.” continuò Theo.

“Stai bene?” chiese Liam mentre Theo in pratica tremava sul suo sedile, come un bambino che aveva appena saputo che sarebbe andato a Disneyland.

“Sto benissimo.” disse onestamente Theo. “Quindi andiamo-“ Liam sussultò quando Theo gli diede una pacca amichevole sulla coscia, come le pacche sulla schiena che di solito gli tirava Stiles quando era eccitato. “Cosa vuoi mangiare? Qualsiasi cosa tu voglia.”

“Possiamo mangiare un’aragosta? Ho sempre voluto provarla,” disse esitante Liam.

"Te ne puoi anche prendere cinque per quello che mi importa.” disse Theo, con il sorriso ancora stampato in faccia. “ Siamo ricchi sfondati.”

“Sai che i soldi non sono tutto vero?” scherzò Liam.

“Detto da qualcuno che ha i soldi.” lo derise Theo con il sorriso che continuava a rimanere sul suo viso. “Andiamo a mangiare dell’aragosta.” Theo gli rivolse il suo sorriso ancora una volta e Liam non poté far a meno di sorridere di rimando, L’odore di Theo dimostrava la sua eccitazione e felicità.

*

“Ok allora abbiamo il middle melt burger, con patatine e milkshake al cioccolato” Disse la cameriera, mettendo il cibo di fronte a Liam. “E un sin city burger con patatine e un milshake al cioccolato grande con extra panna, una torre di anelli di cipolle, mozzarella impannata e arrivo subito con il pollo.” disse la cameriera, appoggiando il piatto di Theo sul tavolo.

“Grazie.” disse Theo, guardando al cibo come un bambino a Natale.

“Qualcos’altro?” chiese la cameriera. Theo rise alla domanda, era sicuro di aver già sul tavolo abbastanza cibo per sfamare un piccolo esercito.

“Non ancora.” Liam la riassicurò. Lei annuì e lasciò il tavolo velocemente.

“Sai che probabilmente hai appena speso più per il tuo cibo di quanto avresti speso per prendere l’aragosta per entrambi?” disse Liam. Liam gesticolò verso di lui con una patatina.

“Sei tu che hai dato fuori di matto nel momento in cui le hai viste.” gli ricordò Theo, riportando la patatina a sé e mangiandone una fine.

“Hanno ancora le gambe! E gli occhi. Non mangio cose con gli occhi. Non riesco nemmeno a  mangiare i gamberetti.” disse Liam sulla difensiva. " E poi sai che ha turbato anche te.” Theo fece spallucce in modo evasivo, girò la patatina e mangiò l’altra fine. Liam scosse la testa sorridendo al gesto.

“Zitto e mangia.” rise Theo e mangiarono. Il pollo di Theo arrivò qualche minuto dopo.

La tavola calda in cui erano finiti dopo il fallito tentativo dell’aragosta era piccolo, un buco in un muro, ma Liam non aveva nulla da ridire sul cibo e a giudicare da come Theo divorò il suo hamburger e le patatine prima di iniziare a rallentare, pensò che Theo fosse d’accordo con lui.

Si erano seduti in fondo alla stanza, un posticino nascosto nell’angolo con delle sedie appiccicose in vinile rosso. Theo gli avvicinò la torre di anelli di cipolla.

“Mangia.”

“Pensavo avessi intenzione di mangiare una porzione intera?” lo mimò Liam.

“Ho preso molto più che una porzione Liam.” disse Theo. Spingendo anche il pollo e la mozzarella verso di lui. “Dai, sono buone.” Non c’era bisogno di dirglielo una terza volta, agguantò una mozzarella dalla pila mordendone la fine e guardando Theo mentre continuava a passare di piatto in piatto.

La sua eccitazione si era affievolita in qualche modo, era meno tangibile ora ma Liam la poteva ancora vedere, riusciva a sentirla perfino nel suo stomaco, come un nodo che lo riscaldava dall’interno, come l’inizio di un’avventura. Continuare non era più un forse ora, solo un quando e dove. Avevano i soldi per il parco acquatico e per la macchina. Liam lo aveva detto a suo padre e aveva avuto l’ok, un intero branco stava proteggendo Beacon Hills. Non aveva niente per cui agitarsi. Poteva solo.. godersi qualsiasi cosa il parco acquatico avrebbe portato.

“Qual è il tuo cibo preferito?” chiese Liam all’improvviso.

“Qui? o in generale?”

“In generale. Tipo cosa ti piace?” insistette Liam. Theo piegò la testa, guardando un anello di cipolla mente aggrottava le sopracciglia.

“I churros.” disse dopo un po’.

“Davvero? Pensavo fosse tipo la bistecca, o coniglio selvatico.” Theo roteò gli occhi lanciando il resto della cipolla in bocca e masticandola facendo esageratamente rumore con i denti.

“E quello che ti piace di meno?”

“Fegato.” Disse immediatamente Theo, non preoccuparsi di parlare con la bocca piena. “O i reni. Non li ho mai trovati ma non mi piace l’idea di nessuno dei due.”

“E da bere?”

“Milkshake. Ti riempiono di più di qualsiasi altra cosa.” disse Theo. Il che, Liam non poté fare a meno di pensare fosse una strana ragione per una bevanda preferita.

“E che ti piace di meno?”

“Limonata. Hai intenzione di spiegarmi il perché dell’interrogatorio sul cibo o continuerai semplicemente a chiedere?” chiese Theo. Liam fece spallucce, strappando il suo tovagliolo.

“Sono solo curioso.” ammise Liam.

“Sul cibo che mi piace?”

“Su di te.” disse Liam, prima di rendersi conto di quello che stava dicendo. Theo alzò le sopracciglia e incrociò le braccia sopra al tavolo mentre di avvicinava alla metà di Liam.

“Stai cercando un legame con me Liam?” disse Liam, con un ghigno in volto.

“No.” disse con veemenza. Non lo stava facendo voleva solo.. tipo conoscere gli stupidi dettagli. Gli piaceva il fatto che Theo li rivelasse volontariamente.

Alla faccia tua Mason. Il suo cervello saltò di gioia.

Non era nemmeno una sfida, rispose un’altra voce, che suonava stranamente simile a quella di Mason. Liam per un momento si poté immaginare Mason, vestito come un angelo seduto sulla sua spalla che roteava gli occhi nella sua direzione.

“Sembrava che lo stessi facendo” lo canzonò Theo.

“Zitto Theo.”

“Il prossimo passo sono i braccialetti dell’amicizia?” Liam gli lanciò un anello di cipolla. Theo non sembrò infastidito, anzi spostandosi all’indietro lo afferrò con i denti. Liam sgranò gli occhi, l’anello di cipolla penzolò tra i denti di Theo prima che se lo infilasse in bocca e lo mangiasse.

“mm. Grazie.” mormorò Theo.

“E’ stato davvero notevole.” disse infastidito Liam.

“Davvero? Credevo che combattere contro i cavalieri fantasma e l’Anuk-ite e i cacciatori lo fosse ma è il fatto che io sappia prendere il cibo al volo la cosa che ti colpisce di più?”

*

“Abbiamo la lista per un motivo Liam.” borbottò Theo, agitando la lista della spesa in faccia a Liam. Liam la scacciò.

“L’hai scritta in venti secondi.” disse testardamente Liam. “ Sono sicuro che avrai dimenticato qualcosa.”

“Nel caso torneremo indietro a prenderlo un’altra volta perchè-“

“E’ uno spreco di tempo.”

“E fare tutto le corsie non lo è?” sbottò Theo. Liam non era esattamente sicuro del perché si stesse lamentando. La cena era andata bene. Theo aveva mangiato una quantità assurda di cibo e aveva finito tre milkshake prima di scarabocchiare una lista della spesa su un fazzoletto e avere detto a Liam che avrebbero comprato ‘le cose essenziali’. Le cose essenziali erano un bagnoschiuma, un pacchetto di rasoi, un deodorante per la macchina, e costumi. Liam era sicuro al 100% che c’erano altre cose di cui avevano bisogno, anche se non riusciva a pensare a cosa quindi suggerì di passare tutti i corridoi e Theo non era stato zitto un secondo da quel momento.

“Potemmo vedere qualcosa che ci serve!” disse Liam, grattandosi il naso.

“Davvero? Troveremo qualcosa qua?” chiese Theo indicando le mensole attorno a loro. Liam si girò solo per vedere gli articoli per l’igiene personale da donna e arrossii, l’esasperazione diventò imbarazzo. Va bene, forse non ci aveva pensato poi così bene come avrebbe voluto quando aveva suggerito di passare in ogni corridoio- perché non si sa mai. E forse c’erano stati un paio di corridoi che avrebbero potuto saltare.

Ma non l’avrebbe ammesso in ogni caso.

“Si! Troveremo qualcosa qua.” disse Liam.

“O certo, naturalmente. Perché ho davvero bisogno di un pacco di assorbenti.”

“Spiegherebbe molte cose, anche Hayden era una stronza quando era in preciclo.” mormorò Liam e non si stupì nemmeno quando un pacco di assorbenti lo colpì in testa con fin troppa forza.



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My boys are back 
Adoro come stanno lentamente diventando amici attraverso le piccole cose.
I mini dialoghi che rivelano i dettagli stupidi sono i mie preferiti!
Non vedo l'ora di arrivare al parco :)

xx

 

 

 

 

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Capitolo 9
*** Boundaries ***


Dopo essere stato cacciato da scuola Liam aveva promesso a se stesso che non sarebbe più stato cacciato da nessun altro posto. Non un’altra scuola né un cinema o un ristorante o niente. Sarebbe stato bravo, si sarebbe controllato e se avesse avuto bisogno di andarsene allora l’avrebbe fatto quando lo decideva lui, non perché era costretto a farlo.

Non aveva messo in conto però il viaggio con Theo e l’essere cacciato da due posti in tre giorni.

Nonostante la cosa fosse estremamente imbarazzante, visto che vennero scortati fuori da Walmart dalla sicurezza dopo essere stati beccati a litigare su una pila di scatole di assorbenti decisamente schiacciati, non era lo stesso tipo di imbarazzo dell'altra volta. Non lasciò Liam con lo stomaco rivoltato e con un odio profondo per se stesso, era più come la sensazione che ti lasciava il rimprovero della maestra quando eri piccolo e avevi detto una parolaccia. Avevano piegato entrambi la testa, accettando il fatto di essere rimproverati e poi nel momento in cui la guardia si era voltata si erano guardati con un ghigno sfacciato che diceva ‘ooh, sei nei guai’.

Si affrettarono a risalire in macchina sotto lo sguardo di disapprovazione della guardia e rimasero zitti fino a che fu scomparsa dallo specchietto retrovisore. Theo ruppe il silenzio, facendo una leggera risata, Liam si unì a lui, con un sorriso che andava da orecchio a orecchio ed una risata  che proveniva da lui come l'aria calda che entrava dal finestrino aperto; dopodiché caddero in silenzio .

Durò poco però, solo il viaggio tra il parcheggio di Walmart a quello dell'obbiettivo successivo.

“Tentativo 2.” disse Liam, muovendosi per saltare fuori dalla macchina solo per venir fermato dalla mano di Theo sulla sua spalla che lo trattenne sul sedile. Liam arrossendo si schiacciò contro il sedile mentre Theo si sdraiava su di lui per chiudere di nuovo la sua portiera.

“Non ancora, abbiamo bisogno di una lista.” disse Theo, una volta tornato sul suo sedile.

“La tua lista fa schifo” disse seriamente Liam.

“Allora perché non mi aiuti a scriverne una nuova? In modo che possiamo prendere tutto quello che ci serve senza che tu abbia un attacco isterico e inizi a lanciare assorb-“

“Sei stato tu a lanciarli per primo!”

“Non è questo il punto!” sbuffò Theo. “Quindi. Aiutami solo con la lista. Così sappiamo cosa prendere e quanto costerà e-“

“Abbiamo tremila dollari, il prezzo non è il vero problema”

“Ok. Sai cosa—“ sospiro Theo. Liam lo guardò mentre prendeva dei soldi dalla tasca e gliene sbatteva una piccola mazzetta in faccia.”—tu vai a comprare quello che ti serve lì—“ Theo indicò l’insegna del supermercato fuori dal quale avevano parcheggiato. “ E io andrò in un altro negozio così non verremo arrestati per-“

“Va bene, faremo la tua stupida lista!” borbottò Liam, affondando nel sedile.

“Ho appena detto che posso andare e-“

“Ho detto che faremo quella stupida lista quindi trova qualcosa su cui scriverla che non sia una ricevuta, ok?”

“Ok.” disse Theo, prendendo il telefono “Allora cosa ci serve?”

“Non lo so, per questo dovremmo girare per il negozio per non-“ Liam mormorò a bassa voce sussultando quando Theo gli schiaffeggiò il braccio. “Rasoi.” disse Liam. “Non lo so, bagnoschiuma, dentifricio..uh.. bottiglie d’acqua? E tipo patatine o qualcosa del genere da lasciare in macchina?” elencò Liam, cercando id pensare a qualsiasi cosa gli fosse servita nei giorni precedenti. “Calzini, un sacco di calzini e boxer. Oh e magari un pigiama.”

Liam fece una pausa quando notò che lo sguardo di Theo si era spostato dal telefono e si era fissato su di lui.

“Liam stiamo comprando cose che ci serviranno per un paio di giorni non stiamo facendo provviste per Natale quindi-“

“Sono cose necessarie!”

“Concordo, Boxer e calzini ci servono sicuramente ma i pigiama? Davvero?”

“E’ più comodo dormirci.”

“Hai indossato il mio pigiama per giorni!” sbottò Theo, pizzicando il tessuto sulla coscia di Liam. “Non mi sono lamentato di aver indossato jeans per quasi una settimana. Puoi tranquillamente mettere la tut—“

“Ok allora abbiamo entrambi bisogno di un pigiama e un paio di jeans che mi vadano bene sarebbe bello. Forse anche un paio di magliette sarebbero perfette.” continuò Liam, allontanando la mano di Theo dalla coscia e prendendo il telefono. Aggiunse le nuove cose sulla piccola lista.

“Cosa, adesso anche tutti i miei vestiti sono un problema?” Borbottò Theo petulante. “Puzzo?” disse, sentendosi insultato.

“Oh dio, siamo in due a dormire in una cazzo di macchina facendoci girare gli stessi 3 vestiti. Hai un buon odore ma chiunque fosse forzato a convivere in questo buco con questo caldo sarebbe costretto a comprare dei nuovi vestiti.” sospirò Liam.

“Pensi che abbia un buon odore?” lo canzonò Theo. Liam Borbottò, scivolando ancora una volta sul suo sedile vedendo il ghigno di Theo. “Vuoi che mi strofini su tutti i vestiti nuovi prima che li indossi?”

“Ok. Primo, sembrava molto più malizioso di quanto intendessi, quello oppure dovrai portarmi alla stazione di polizia più vicina  così posso fare un ordine restrittivo tipo ora—“

“Sei tu quello che mi annusa—”

“Non ti annuso-“ iniziò Liam, con la voce abbastanza alta da attirare l’attenzione delle persona che camminavano nel parcheggio. Inspirò profondamente. “Pensiamo a cosa altro ci serve per la lista, ok?” Theo sospirò come se Liam gli avesse rovinato tutto il divertimento non controbattendo sulla cosa dell’annusarsi.

“Segna i costumi.” Borbottò Theo, girandosi per guardare fuori dalla finestra ticchettando con le dita sul volante. “Potremmo prendere anche una coperta. E forse anche quelle strisce per il naso che fanno smettere di russare.”

“Ti odio.”

“Sai nuotare? O dobbiamo prendere dei braccioli?”

“Ovviamente so nuotare.”

“Perchè è ovvio? Un sacco di persona non sanno nuotare.”

“Sai nuotare?”

“No, pensavo sarebbe stato divertente andare ad annegare. Sono davvero interessato alle morti bagnate.” disse seccamente Theo. “E’ tutto quello che ci serve o-“

“Penso, dovremmo prendere qualcosa a Mason però.” disse Liam. Theo alzò un sopracciglio. “Tipo un souvenir.”

“Hai cinque anni?”

“E’ il mio migliore amico e sto facendo questo viaggio senza di lui. Devo portargli almeno un regalo.” Theo si riprese il telefono dalle mani di Liam.

“Va bene. Segnerò delle calamite pacchiane sulla lista.” Liam si riprese il telefono come se stessero giocando a passarsi la palla e sapeva che la musica stava per finire.

“Non prenderò una calamita.” borbottò Liam cancellando l’ultima cosa scritta sulla lista. “Gli prenderò qualcosa di bello. qualcosa di figo.”

“Sei un bambino”

“Oh dai, come se tu non prenderai nulla per il tuo migliore amico.”

“Io non ho amici, Liam.” lo derise Theo, scendendo dalla macchina. “Dai finiamo sta cosa così possiamo trovare un motel.”Liam seguì Theo fuori dalla macchina, tenendo il suo telefono in mano e affrettandosi per stare al suo passo mentre avanzava verso il negozio.

“Hai mai avuto amici?”

“Sai che ero amico di Scott e Stil-“

“Intendo, da allora.”

“Non avevo tempo per gli amici.” disse Theo con nonchalance. Prese un cestino mentre entrava nel negozio, rallentando abbastanza per permettere a Liam di raggiungerlo per poi riprendersi i cellulare. Liam glielo lasciò prendere. Guardandolo con curiosità.

“Tipo.. mai? Solo loro sono stati tuoi amici. Solo Scott e Stiles?”

“Stai ancora cercando di conoscermi?” chiese Theo, non spostando gli occhi dallo schermo.

“Davvero Theo, hai avuto soltando due amici?” gli occhi di Theo finalmente si spostarono per incontrare quelli di Liam. Si sentiva nel giusto, almeno finché non vide lo sguardo di Theo assottigliarsi, mettendosi sulla difensiva.

“Avevo otto anni. Non ho avuto poi chissà quanto tempo per conoscere gente.”

“Lo capisco, solo.. intendo con chi parlavi delle ragazza e cose così?”

“Cosa?”

“Intendo, quando eri con i dottori del terrore. Con chi parlavi delle cose che ti succedevano?”

“Non avevo cose che mi succedevano di cui parlare.” disse Theo, corrucciando le sopracciglia come se parlare con Liam gli stesse causando del male fisico. “Cosa cavolo pensi stessi facendo con i dottori del terrore?”

“Non lo so. Tipo.. andare a scuola, seguendo le lezioni di come essere un coglione con loro di notte.” suggerii Liam, facendo scivolare le dita sulle mensole mentre camminava.

“Pensi che sia andato a scuola?”

“Non l’hai fatto?”

“Ovviamente no. I dottori del terrore non si sono scomodati a iscrivermi e a dovermi trasferire tutte le volte che cambiavamo città”

“Allora cosa facevi?”

“Qualsiasi cosa mi dicessero di fare.”

“Cosa vuol dire?” Theo sbuffò, aumentando il passo per non rispondere. Liam lo rincorse velocemente. “Hai detti che saresti stato un libro aperto.” puntualizzò.

“Lo sono.”

“A parte il fatto che eviti sempre di rispondere alle domande difficili.” disse Liam.

“Invece rispondo.” rise Theo. “Solo perché non ti piace quello che dico non significa che non sia la storia vera.”

“Cosa?” chiese Liam, arricciando le labbra e corrucciando le sopracciglia. Theo non aveva risposto, aveva semplicemente continuato a camminare nel negozio facendo dondolare il cestino e lasciando Liam a rincorrerlo ancora una volta. “Quindi non risponderai alla mia domanda?” Theo face un verso infantile.

“Ho risposto alla tua domanda” sospirò Theo.

“No, hai evitato di rispondere alla mia domanda!” disse Liam. Theo roteò gli occhi, prendendo un pacco di rasoi usa e getta dalla mensola e lanciandoli nel cestino con un po’ troppa forza. Liam sbuffò. “Se rispondo a una tua domanda risponderai a una delle mie?”

“Cosa ti fa pensare che io voglia chiederti qualcosa?”

“Mi hai chiesto perché mi piaceva la storia.” disse Liam. “Non sarebbe la prima volta che tu-“

“Liam, stiamo facendo la spesa non giocando alle venti domande.” sospirò Theo.

“Va bene.” borbottò Liam. Le labbra di Theo si incresparono i un sorriso che fece assottigliare lo sguardo a Liam. “Posso solo chiedere una cosa?” Liam rise con autocompiacimento quando Theo alzò gli occhi al cielo, guardando il soffitto come per cercare un dio che lo colpisse per levarlo da quella conversazione.

“Non stai mai—“

“Se non sei andato a scuola e non hai un lavoro allora cosa fai quando non ci sono minacce sovrannaturali?” chiese Liam prima che Theo potesse finire di lamentarsii. Theo si fermò, girandosi verso Liam.

“A quanto pare scarrozzo ragazzini fastidiosi per l’America.” rispose.

“Sono serio. Intendo, come fai a recuperare dei soldi?” Theo sospirò, passandosi una mano tra i capelli. Liam alzò il mento, cercando di mostrare che sarebbe stato uno stronzo testardo e che non avrebbe smesso finché non sarebbe riuscito a tirar fuori ua buona risposta da Theo. Theo sembrò capirlo, rilassò le spalle, gli occhi si spostarono sul pavimento mentre deglutiva.

“Sono uno spacciatore.” disse Theo. Liam restò di sasso. Sapeva che non aveva capito male ma..

“Cosa?” rantolò Liam.

“Non ho nessuna qualifica, era l’unico lavoro che potessi fare!” sibilò Theo. “Bè e il lavoro da gigolò, è per quello che mi sono arrabbiato così tanto quando hai cercato di vendermi per favori sessuali.. ho pensato lo sapessi, ero imbarazzato.” Liam era consapevole di quanto la sua mascella toccasse quasi terra ed era anche sicuro al 90 percento che il suo cuore si era fermato. “Mettere insieme i due stipendi mi faceva andare avanti. e sai, i miei fornitori mi facevano tenere un po’ di roba. L’alcool può non funzionare sui lupi ma il crack si, rimarresti sorpreso di quanto sia facile scopare qualcuno per soldi quando sei fatto come la merda.”

“Theo-“ iniziò Liam con voce roca, sentendo la bile in bocca. Theo increspò le labbra e la fotocamera fece click nel momento i cui scattò la foto. Liam sentì il suo cuore cadere dalla gola di nuovo al suo posto. “Sati scherzando, vero?”

“Si, ma questa foto è decisamente da incorniciare.” mormorò Theo guardando allo schermo del suo telefono con un ghigno radioso che fece diventare Liam solo più arrabbiato visto il modo in cui aveva fatto tornare a battere il suo cuore. Theo girò sui tacchi, proseguendo per il corridoio.

“Sei un cazzo di stronzo.” borbottò Liam. Theo sparì dietro l’angolo gettando la testa indietro ridendo.

*

Liam lanciò la borsa della spesa nella camera del motel guardando Theo che lasciava cadere la sua sacca e si stendeva a stella marina sul letto più vicino alla porta sospirando di gioia.

“Non preoccuparti. Non sono pesanti ne nulla.” borbottò Liam, appoggiando i sacchetti  sul vecchio tavolo all’angolo.

“Sei un lui mannaro Liam. Dubito che un paio di sacchetti siano un grande problema.” Liam roteò le spalle, non essendo per nulla d’accordo, forse prendere 22 bottiglie di acqua era stato un po' eccessivo.

“Ti spiace se faccio la doccia per primo?”

“Prego. Puzzi.” disse Theo schiettamente, sfregando il viso sul cuscino come un gatto.

“Ti avevo detto che ci servivano dei vestiti nuovi.”

“I tuoi vestiti non sono il problema” ghignò Theo. Liam sbuffò, scavando nella borsa per prendere quello che gli serviva. Si spostò nella stanza piccola. Theo si rannicchiò meglio nel letto come un gatto al sole.

Il bagno non era esattamente bello ma non era nemmeno tremendo. Sicuramente la serratura non funzionava e c’era un vago odore di muffa che veniva da qualche parte ma sembrava abbastanza pulito se ignorava le macchie sotto al lavandino. La pressione dell’acqua era piuttosto bassa, era più un triste gocciolio piuttosto che la cascata che avrebbe desiderato Liam ma era calda e abbastanza per lavare lo strato di sporco che la sua pelle aveva apparentemente accumulato nei giorni precedenti. Aspettò che la sabbia rossa fosse lavata via dalla sua pelle e scendesse dallo scarico prima di lavarsi davvero con il sapone che Liam riconobbe come la solita marca di Theo, un misto tra Limone e abete.

Liam imparò anche che lui e Theo erano a quel livello della conoscenza nella quale Theo pensava fosse totalmente ok entrare in bagno senza bussare per fare pipì mentre Liam si stava facendo la doccia. E no, non gli importava quello che aveva detto Theo, il fatto che lui fosse dall’altra parte della tenda non significava che fossero in due stanze differenti.

Liam uscì 5 minuti dopo, immacolato e con la faccia appena rasata borbottando seccato mentre si strofinava l’asciugamano tra i capelli pronto a ricominciare la discussione, ora che stava di nuovo indossando dei vestiti, ritguardo a quanto non fosse un comportamento da coinquilino accettabile e che almeno avrebbe potuto avvisarlo prima di intrufolarsi nel bagno, solo per trovare Theo a un passo dal dormire, rannicchiato sotto un bruttissimo copripiumino arancione. La rabbia di Liam sparì in un istante nel momento in cui gli occhi di Theo incontrarono i suoi, stanchi e offuscati dal sonno.

“Ho trovato un parco acquatico.” mormorò Theo. “E’ solo a mezz’ora da qua, potremmo andare domani se vuoi.”

“Va bene.” disse Liam. Theo annuì debolmente, sorridendo prima di sistemarsi nel letto come un uccellino che cercava di mettersi comodo nel suo nido. “Sei comodo?” lo derise Liam.

Theo annuì debolmente.

“Mi mancava un letto” mormorò Theo. Liam non era esattamente pronto a dargli ragione. Sicuramente la macchina non era un posto molto confortevole ma non era poi così male ed era stato solo per un paio di giorni. “Non mi interessa nemmeno la puzza di sperma su queste coperte.” sospirò felicemente Theo.

“Ok, questo fa schifo.” Liam si irrigidì. “Perchè ti stai sdraiando in quelle poi?”

“Perchè sono abbastanza sicuro che qualcuno abbia pisciato nel tuo letto a una certa.” indicando con un dito verso il letto di Liam. “E sperma o no, è comodo.” Liam pensava fosse una frase che non avrebbe mai pensato avrebbe sentito da Theo.

“Non ho intenzione di dormire su un letto pisciato.” rispose Liam.

*

Liam sbucò nell’oscurità girandosi verso il letto di Theo. La chimera era accucciata sul fianco con gli occhi chiusi e con un respiro leggero. Guardò male quella fastidiosa espressione di pace sul suo viso, arricciando il naso con disgusto mentre si rigirava lentamente e la puzza del letto venne sollevata ancora.

Sapeva che era pulito, l’odore era semplicemente filtrato nel materasso ma questo non migliorava la stuazione. Aveva provato a coprirsi i naso con la maglietta ma puzzava solo delle troppe mani che l’avevano toccata nel negozio nel quale l’aveva comprata qualche ora prima.

Theo si era addormentato da un’ora, rannicchiato su se stesso sembrando morto e Liam odiava questa cosa. Voleva tirargli un  calcio per svegliarlo così avrebbe dovuto soffrire la puzza insieme a Liam. Ma non lo fece, solo perché le occhiaie sotto gli occhi di Theo erano troppo evidenti anche con la poca luce filtrata dalle schifose tendine della stanza.

Liam si girò ancora solo per portarsi la mano sulla bocca e sul naso un secondo dopo quando la puzza lo colpì ancora una volta.

“Ok no.” borbottò Liam, scivolando fuori dalle coperte e dirigendosi verso il letto di Theo. Ci fu un momento in cui guardò il posto accanto a Theo, corrucciando le sopracciglia cercando di capire esattamente quanta merda gli avrebbe tirato contro se si fosse messo nel suo letto. Probabilmente troppa. Se Liam aveva fatto lo stronzo e aveva sfasato contro Theo per essere entrato in bagno mentre si stava lavando allora Theo ne avrebbe avuto per anni se si fosse svegliato con Liam che invadeva il suo letto.

Quindi, Liam prese la sacca di Theo, frugando all’interno finché trovò la sua coperta. Tornò al suo letto, sdraiandosi sopra, sobbalzando ad ogni cigolio di assi finché si fu sistemato di nuovo, lasciando il copriletto sotto di sè mentre si sistemava la coperta addosso come se fosse il mantello di Dacula, annusò il tessuto, prendendo lunghe boccate di abete e limone mentre chiudeva gli occhi e  cercava di forzarsi a dormire.



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Bonjour,
Ok a questo punto probabilmente abbiamo capito tutti che non è una slow burn ma the slowest burn everr !!
Ma vi posso assicurare che l'attesa verrà completamente ripagata eheh e giuro che finalmente siamo arrivati al parco acquatico :')

P.S, Io credo che Liam si faccia troppi problemi e che Theo non farebbe per nulla lo stronzo se lo trovasse nel suo letto C:

xx

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Capitolo 10
*** Water water everywhere ***


Liam si svegliò per colpa di raggi di sole che si stavano impegnando fin troppo per accecarlo. La coperta di Theo era ancora attorcigliata attorno al suo corpo, coprendolo fino alla parte inferiore del suo viso. Theo si era tirato le coperte sopra la testa sull’altro letto, lasciando solo un paio di ciuffi di capelli castani spuntare.

Si stiracchiò, scrocchiandosi la schiena con un leggero grugnito di piacere. Liam non poteva esattamente dire che preferiva il letto pisciato alla macchina di Theo, la sua auto era piuttosto comoda, in effetti, ma avere la possibilità di stiracchiarsi era qualcosa che gli era mancata la scorsa settimana.

Liam si avvinghiò ancora una volta alla coperta, nascondendoci ancora una volta la testa sospirando di sollievo quando la vista del sole fu finalmente impedita ai suoi occhi.

“Dovrei lasciarvi due minuti da soli?” chiese Theo, con la voce roca dal sonno. La testa di Liam sbucò dalle coperte, incontrando lo sguardo di Theo mentre abbassava le coperte sul suo petto. Gli occhi di Theo erano ancora assonnati, le labbra arricciate in quello che Liam era sicuro sarebbe dovuto essere un ghigno ma uscì più che altro come un sorriso confuso. Metà dei suoi capelli erano schiacciati, l’altra metà era un groviglio disordinato. “Non stavi scherzando quando hai detto che ho un buon odore, eh?”

“Zitto, stavo solo cercando di coprirmi dal sole” disse Liam e il sorriso di Theo si allargò solo di più.

“Quindi hai preso la mia coperta solo ora? Non hai dormito abbracciandola?”

“Non la stavo abbracciando.”

“Mi sono svegliato prima di te Liam”

“..il letto puzzava di piscio, ok? Non riuscivo a dormire quindi ho dovuto usare qualcosa per bloccare la puzza.”

“Giusto.” mormorò Theo. Liam assottigliò lo sguardo ma Theo non insistette, si stiracchio solo nel suo letto. “Hai fame?”

“Certo.”

“Allora preparati, il parco apre presto. Mi faccio una doccia veloce ma poi dobbiamo andare.” disse Theo, saltando giù dal letto e dirigendosi verso il bagno. Liam rimase dov’era, con lo sguardo fisso sul letto di Theo mentre cercava di convincere se stesso che muoversi era una buona idea. “Liam prendi-“ Liam riuscì a mala pena a girarsi in tempo e prenderlo. Sbatté gli occhi alla vista del tessuto che aveva afferrato, spostando lo sguardo su un Theo a torso nudo. “In caso ti servisse qualcosa per ‘bloccare la puzza’ mentre non ci sono.” disse Theo. Liam appallottolò la maglietta, rilanciandogliela mentre le sue guance avvamparono, Theo la schivò con un lento passo verso sinistra. Colpì il muro con un suono soffocato.

“Fottiti! Non tutti amano dormire soffocati dalla puzza dei fluidi corporei di altre persone!”

“Probabilmente non vorresti abbracciare la mia coperta allora.” disse Theo.

“Cos-“ Theo gli fece l’occhiolino. “Che schifo.” Liam urlò, cercando di levarsi la coperta di dosso che riuscì solo a farlo cadere dal letto. Theo entrò in bagno ridendo.

Liam fu dolorosamente tentato di tracannarsi un paio di bottigliette d’acqua solo per far assaggiare a Theo un po’ della sua stessa medicina facendogli provare cosa voleva dire quando qualcuno che necessitava di fare pipì lo interompreva improvvisamente mentre cercava di farsi la doccia. Probabilmente l’avrebbe fatto se non fosse assolutamente sicuro che non aveva sentito Theo chiudere le tendine della doccia.

Quindi  Liam utilizzò il tempo nel quale Theo si stava facendo la doccia per sedersi su una delle sedie scricchiolanti e leggere la chat del branco nel quale Mason l’aveva aggiunto. Aveva ragione, c’erano più che altro Jackson e Stiles che bisticciavano, mandandosi piccoli messaggi qua e là anche mentre Liam cercava di tenersi al passo.

Ce ne era uno anche da parte del suo patrigno, diceva solo ‘ L’ho detto a mamma, stai attento’ e uno da parte della mamma che diceva ‘mangia verdure’

*

“avete qualcosa con le verdure?” chiese Liam cupamente guardando il cameriere. Le dita di Theo tamburellavano a ritmo sul tavolo.

“Abbiamo i pancake ai mirtilli.” rispose lui.

“Ottimo, allora prendo quelli, grazie.”

“A posto?” Liam non ebbe nemmeno il tempo di rispondere che il cameriere si stava allontanando. “Sembrava amichevole.”  disse Liam sarcastico. Le labbra di Theo si arricciarono in un piccolo sorriso.

“Sai che i mirtilli sono un frutto, vero?” chiese Theo.

“Si, ma sono abbastanza salutari e sono buoni.” Liam fece spallucce. Theo corrucciò le sopracciglia. “I mirtilli sono salutari e non c’è nulla di male nei pancake.. e sai, lo sciroppo viene dalla linfa degli alberi e la linfa degli alberi non fa male.”

“.. ti prego dimmi che non pensi davvero che lo sciroppo sia salutare” disse Theo. Liam fece spallucce di nuovo. “Come hai fatto a sopravvivere da umano?”

“Disse il ragazzo che ama i churros.”

“Non ho mai affermato che siano salutari” disse Theo.

“sono comunque meno salutari dei pancake.”

“Qual è il tuo cibo preferito allora?”

“Non lo so.. la nonna di Mason faceva dei brownies da paura.”

“Oh perché quelli sono molto meglio!”

“Non ho mai affermato che siano salutari” lo imitò Liam, facendo cenno di no con la testa. Theo gli lanciò un fazzoletto appallottolato.

“ma davvero. I pancake non sono salutari”

“tu non sei salutare”

“Bella risposta” ribatté Theo e Liam gli tirò un calcio sulla tibia, Theo lo ricambiò velocemente. Liam era sicuro che glielo aveva tirato giù forte. Liam imprecò per il dolore alla tibia e velocemente allungò la gamba per tirargliene un altro ma i suoi piedi calciarono a vuoto sotto la sua sedia.

“Figlio di p-“ Le gambe di Theo si chiusero a scatto, imprigionando le caviglie di Liam con le sue.

“Dare calci non è carino.” disse pacatamente Theo. Liam cercò di liberare le sue caviglie ma Theo strinse la morsa tenendolo intrappolato in quella posizione.

“Levati”

“Mi leverò quando imparerai a essere carino.” disse semplicemente Theo. “Dobbiamo mangiare velocemente. Il parco apre in meno di un’ora e ce ne vuole mezza per arrivare lì.”

“Sai che non dobbiamo per forza arrivare nel momento in cui aprono le porte, vero?” disse Liam, muovendo il piede. Theo non mollò la presa.

“Ci hai fatto andare al grand canyon all’alba.” disse Theo. “L’orario di apertura non è esattamente una richiesta insensata.”

*

Liam uscì dalla cabina, con i vestiti sotto braccio e il telefono in mano. Scosse la testa alla vista della foto di lui rannicchiato nella coperta di Theo un paio di ore prima.

“Secondo me è una bella foto.” lo prese in giro Theo. Liam però pensava avesse ragione, era uscito bene. Non aveva la bocca aperta mentre russava, non stava sbavando né facendo nulla di strano, se si ignorava il fatto che aveva la coperta incastrata sotto al naso. Theo ci aveva semplicemente allegato un ‘inquietante’ che dava l’impressione alla foto di essere molto meno dolce e molto più fastidiosa.

Liam era sicuro che Theo con addosso solo un paio di boxer in una lavanderia sarebbe dovuto risultare più strano che vedere Theo in costume da bagno in un parco acquatico, almeno era molto più lungo dei boxer, e largo, e comunque Liam se la prese ma l’insulto di rimando gli rimase fermo in gola mentre guardava Theo vestito solo con i pantaloncini. Forse era perché Theo non gli stava ordinando di spogliarsi e quindi era più consapevole della situazione, o forse era il fatto che Theo sembrava.. felice. Innocuo. Normale.

Le sue labbra erano inclinate in un sorriso, la sacca pendeva dalla sua spalla libera dalla tensione che avevano portato per la maggior parte delle volte che si eran parlati quando erano ancora a Beacon Hills. Theo si scansò per far passare tre bambini che correvano nel corridoio prima di raggiungere Liam. Si accostò a Lui, le loro spalle si toccavano mentre guardava la foto con un ghigno compiaciuto.

“Sai, continuare a darmi prova che sei semplicemente inquietante.” disse infine Liam, ignorando il calore che la spalla di Theo appoggiata alla sua irradiava. “E il fatto che tu l’abbia mandata quando eri nudo.. ancora più strano.”

“L’ho mandato tipo un’ora fa Liam” mormorò Theo. “Il fatto che tu abbia implicato immediatamente che abbia dovuto aspettare di cambiarmi per mandartela è la parte stra-“

“zitto.” borbottò Liam, lanciando i suoi vestiti nella sacca di Theo. “Andiamo su quegli stupidi scivoli.” Liam si girò e si diresse verso l’uscita dello spogliatoio. Theo trovò l’armadietto subito, aprendone uno e lanciandoci la sacca. Liam si diresse all’arcata che segnava l’ingresso principale del parco. Scivoli colorati e acqua blu scintillante si espandevano davanti a lui. Il forte odore di cloro lo colpì per un minuto buono prima che fosse in grado di non farci caso per non influenzarlo troppo. Il telefono di Liam vibrò nella sua mano.

“Liam, hai qualcos’altro da lasciare giù?” gli chiese Theo, avvicinandosi. Gli occhi di Theo passano da Liam al parco dietro di lui e Liam non riuscì a trattenere un ghigno guardando Theo sbarrare gli occhi. Prese il telefono, scattando una foto nel momento giusto,  catturando la meraviglia di Theo mentre guardava gli scivoli e le piscine enormi.

“Dobbiamo salire su quello là” disse Theo, non riuscendo a staccare lo sguardo, un sorriso crebbe sulla sua faccia come se avesse appena trovato dell’oro. Liam sentii il suo cuore vacillare, quante persone avevano avuto l’occasione di vedere Theo così senza pensieri?

“Certo.” mormorò Liam, guardando il telefono e sorridendo nel vedere la gioia pura che la telecamera era riuscita a catturare nell’espressione di Theo.

“Liam metti via il telefono e andiamo.” ordinò Theo.

“Si, ok.” borbottò Liam, aggiungendo la frase ‘che bambino’ alla foto e copiandola nella conversazione più recente, continuando a controllare Theo con lo sguardo ogni due secondi.

“Liam!” ringhiò Theo.

“Arrivo!” rise Liam, correndo verso gli armadietti e lanciandoci il cellulare, chiudendolo e togliendo la chiave. Si girò e non vide più Theo così tornò all’arco, appendendo la chiave al polso attaccandola a uno scomodo braccialetto di plastica. Vide Theo dopo qualche secondo. Era in mezzo al corridoio pieno di persone, gli occhi che si guardavano intorno come se volesse avere tre teste in più per guardare il tutto contemporaneamente. Liam rise quando vide due bambini che non avevano più di cinque anni fare la stessa cosa a pochi metri da Theo. lo sguardo di Theo incontrò il suo.

“potresti essere più lento?”

“potrei decisamente provarci.” disse correndo verso Theo. “Cosa facciamo per primo?” chiese Liam, Theo non rispose. Prese il braccio di Liam e iniziò a correre come se l’anuk-ite fosse in coda per lo scivolo più grande del parco.

Liam non era mai stato più felice di essere un licantropo quando dovette correre per quelli che sembravano un milione di scalini per arrivare in cima allo scivolo. I due aspettarono il loro turno, Theo si affacciò per le scale mentre Liam rimaneva tranquillamente nel centro. Un urlo lacerò l’aria mentre un bambino scendeva dallo scivolo, la coda avanzò. Liam guardò mentre un’altra persona entrava il quel sarcofago di plastica, incrociando le mani sul petto, il pavimento sotto i suoi piedi si aprì e cadde nel vuoto con un urlo. Lo stomaco di Liam si contorse.

“Perchè ogni cosa che vuoi fare finisce per essere troppo in alto?” chiese aspramente Liam.

“Questo non è così alto. E’ più basso della funicolare e della skywalk.” mormorò Theo, sporgendosi oltre il margine un'altra volta finchè i suoi piedi sbucavano dal pavimento. Liam afferrò il suo braccio spingendolo indietro.

“Stai attendo idiota.” borbottò Liam. “E è alto. E' un salto nel vuoto.” disse Liam. “Quello scivolo è letteralmente verticale.”

“Solo per un secondo.” disse Theo, scacciando la preoccupazione di Liam, e la sua mano, e incrociando le braccia mentre spingeva Liam davanti a lui. “dovresti andare per primo.”

“cosa?”

“Non voglio che tu ti tiri indietro mentre non sono qua.” mormorò Theo. Un altro urlo e la ragazza davanti a Liam stava entrando nel tubo.

“Non mi tirerò indietro!” sbottò Liam. La ragazza urlò di gioia mentre cadeva.

“Allora provalo” disse Theo. Liam avanzò mentre l’assistente lo richiamò. Theo lo seguiva poco dietro, Liam guardò lo scivolo aperto, con lo sguardo fisso sul pavimento che sapeva si sarebbe aperto una volta lui fosse entrato all’interno facendolo cadere nel vuoto.

“Gli dia un minuto. E’ spaventao.”

“Non sono spaventato.” ringhiò Liam, entrando nel tubo e appoggiando la schiena al muro rosso. Il pavimento vibrò quando entrò. I suoi occhi fissarono l’assistente vicino a lui dall’interno del tubo. Theo era in piedi davanti al vetro con un sorriso.

“Tieni  i gomiti attaccati al corpo.” disse il tizio. “Pronto?” Liam annuì. Il pavimento tremò un’altra volta e lui si dondolò sui piedi. Sarebbe caduto nel vuoto.

“Ok no non penso di potercela fare!” ammise Liam, lo sguardo scattò in direzione di Theo. Il suo viso si addolcì all’istante. Liam era sicuro che se non fosse intrappolato in un sarcofago di plastica avrebbe potuto sentire l’odore della preoccupazione di Theo. Theo alzò una mano, appoggiandola alla parete trasparente come se fosse una prigione di vetro.

“Va tutto bene.” disse dolcemente, la voce era affievolita dalla plastica. “I'll never let go jack.” mormorò Theo. Liam sbatte gli occhi confuso. “Vai!” La testa di Liam scattò verso il tizio che era tornato alla sua postazione. Questo schiacciò il bottone, Il pavimento improvvisamente scomparve e Liam cadde, si lasciò scappare un urlò terrorizzato  che lasciò Theo a ridere fino a non riuscire a respirare.

Lo scivolo si rivelò abbastanza divertente una volta che Liam non tralasciava il terrore che aveva provato dopo che il suolo si era aperto sotto i suoi piedi e aveva sentito la plastica dello scivolo sulla schiena. L’acqua aveva iniziato a scorrere rumorosa accanto alle sue orecchie rimbombando attraverso il tubo. Ma il tutto era finito prima che se ne potesse rendere conto, facendolo fermare con un' onda. Dopodichè Liam si alzò, con il cuore che martellava mentre con fatica cercava di raggiungere la fine della piscinetta e finalmente poteva camminare sul terreno asciutto.

Inspirò tremando, alzando gli occhi al cielo, la piattaforma era lontana e sapeva che Theo era su in quel momento. Liam aveva sentito quando Theo era entrato nello scivolo, il suo urlo all’uscita, la risata che rimbalzava sui muri dello scivolo. Mentre sentiva Theo che si avvicinava, vide la sua ombra sulle pareti opache allo scivolo mentre sbandava e si avvicinava sempre di più alla fine. L’acqua spruzzò ovunque quando Theo rallentò fino a fermarsi.

“I'll never let go jack?” sibilò Liam. “Sei un caglio-“ A Liam morirono le parole in gola mentre Theo si alzava, con gli occhi pieni di gioia mentre rideva per Liam, goccioline d’acqua scivolavano sul petto baciato dal sole e si passò una mano tra i capelli per levarli dal viso. Per un momento Liam sperò di avere il telefono per scattargli un’altra foto. Si chiese quando aveva iniziato a volere fotodii Theo mentre si divertiva oltre a quelle imbarazzanti che avrebbe potuto usare per ricatti futuri.

“Sono un caglione? Bè questa è nuova” disse Theo, camminando verso l’uscita dello scivolo.

“Sai cosa intendevo.” borbottò Liam. “Gli hai detto di farmi cadere!”

“E’ uno scivolo Liam. Bisogna divertirsi e tu ti sei divertito, no? a parte quegli urlati da ragazzina.”

“Non erano da raga-“

“Sembravi Lydia mentre predice una morte.” lo schernì Theo.

“Andiamo.”

“c’è lo  scivolo per bambini là se vuoi-“

“Ti affogo.” disse Liam infastidito. Theo non cercò nemmeno di nascondere il sorriso.

*

Liam era sicuro che sarebbe dovuto essere più infastidito dal fatto di essere trascinato in giro per ore da Theo ma onestamente, non lo era. Era più che felice di lasciare a Theo il controllo e guardarlo mentre cercava di capire quale era il prossimo scivolo da provare. Su alcuni erano saliti solo una volta, ma altri nel momento in cui erano arrivati alla fine avevano iniziavano una gara di corsa verso la fine della fila, spingendosi a vicenda nel tentativo di arrivare alla coda per primi.

Fecero una gara anche per il Fiume e cercarono di capire chi avrebbe fatto la posa migliore una volta arrivati nella space bowl. Theo aveva vinto quando era caduto dopo essersi messo in piedi con le gambe aperte, dopodiché gli era stato detto che non avevano più il permesso di salirci perché avevano infranto fin troppe regole.

Le ore passarono fin troppo in fretta. Gli scivoli iniziarono a fondersi uno con l’altro. All’ora di pranzo, i due si sdraiarono vicino alla piscina delle onde mangiando pretzels mentre guardavano i bambini che si facevano fare il culo dalle onde. Liam era sicuro che non avrebbe dovuto ridere per un gruppo di bambini di otto anni che venivano fatti cadere da delle onde artificiali ma, be, a quanto pareva Theo aveva una brutta influenza su di lui.

“Allora, cosa facciamo ora?” chiese Theo lanciando le cartacce nel cestino più vicino.

“Mi prenderesti in giro se dicessi che rimarrei seduto qua ancora un po’?” chiese Liam. Poteva anche essere un lupo ma l’enorme numero di scalini che avevano dovuto salire per fare gli scivoli erano vicini all’astronomico. Non riusciva a capacitarsi di come dei normali umani riuscivano a fare una cosa del genere.

“Per una volta, no.” disse Theo. “Dovrebbero mettere degli ascensori. Sembra che le mie gambe si possano staccare da un momento all’altro.”

“Potremmo andare sul Lazy River” suggerì Liam.

“Il Lazy River?”

“Sì, è la in fondo. E’ simile alle rapide ma tu ti siedi semplicemente su delle ciambelle di gomma e lasci che la corrente ti trasporti piuttosto che dover nuotare.”

“Direi che ci sta.”

*

Liam immerse le braccia in acqua, remando fino a che ebbe raggiunto Theo. Il Lazy River era stata una bellissima idea se avrebbe dovuto ammetterlo a se stesso. Il lento flusso dell'acqua li trascinava in lenti cerchi attorno al parco.

“ti sta piacendo la tua prima esperienza in un acquapark?” chiese Liam.

“E’ ok. Spero che nella prossima avrò una compagnia migliore.” mormorò Theo, chiudendo gli occhi inclinando la sua testa all’indietroo bagnando i capelli nell’acqua.

“Ha ha, sei esilarante.”

“Felice tu l’abbia notato.” disse Theo, aprendo gli occhi. “Senza offesa al grand canyon, questo è stato molto meglio.”

“Il grand canyon è una delle meraviglie del mondo.”

“E’ un buco nella terra.”

“Mi spiace che le mie scelte non siano fighe come le tue.”

“Ti perdonerò se ammetti che i pancakes non sono salutari.” rise Theo.

“Stai mai zitto?” sbottò Liam.

“Sei tu che sei venuto qua a parlarmi.” disse Theo, schizzando Liam con un po’ d’acqua. Liam sospirò rilassandosi contro la ciambella e ascoltando il flusso dell’acqua mentre la corrente li trascinava lentamente.

“Qual è la cosa che ti irrita di più?”

“Sei tu che giochi alle venti domande ora?”

“Sei tu che hai iniziato con la domanda sul parco. Ora tocca a me.”

“Non mi hai risposto davvero, però.” disse Liam.

“Sì Liam, mi sta piacendo.”

“E la compagnia?”

“Non c’è nessun altro con cui vorrei essere.” disse Theo tranquillamente. Liam sbarrò gli occhi. “Ancora una volta, ti ho già detto che avevo solo due amici e ora mi odiano entrambi quindi non ho esattamente molto gente tra cui scegliere ma-“ fu Liam che schizzò Theo questa volta.

“E’ stato rinfrescante, grazie.” disse Theo, spostando i capelli che gli coprivano gli occhi.
“Dai, ho rispetto alla tua domanda ora rispondi alla mia. Era questo l’accordo.” Liam fece spallucce. Theo diede un calcio alla ciambella di Liam che iniziò a roteare lentamente.

“ sto pensando.” sbuffò Liam, immergendo le mani nell’acqua per fermare il movimento circolare.

“pensa più in fretta.” sbottò Theo.

“ viaggiare nel tempo”

“Perchè l’hai fatto molte volte?” lo derise Theo.

“Intendo nei film e cose simili cazzone.” rispose Liam.

“Perchè?”

“Mi confondono.”

“E’ troppo per un cervello così piccolo da capire?”

“Si.” disse Liam seriamente. “Lo sono per tutti. Intendo, pensaci per una volta, non funzionano mai. Mason mi hai fatto vedere sto film una volta, ‘triangle’ e abbiamo litigato tipo per quattro ore dopo che era finito e non farmi nemmeno iniziare a parlare di Flash perché nulla ha senso. E Harry Potter. Intendo, Voldemort è tornato per un anno e non ha nemmeno pensato di andare a recuperare un giratempo e uccidere Lily prima che Harry nascesse? Ma anche se avesse pensato di farlo non avrebbe funzionato, perché una volta che tu torni indietro nel tempo e cambi qualcosa nel passato poi il futuro dove tu hai deciso di farlo non esisterebbe più, sarebbe solo.. semplicemente cesserebbe di esistere, quindi tu non potresti tornare indietro nel tempo ma-“ Le parole smisero di uscire dalla bocca di Liam nel momento in cui vide il sorriso divertito sul viso di Theo. “Sei tu quello che me lo ha chiesto!”

“Lo so. Semplicemente mi aspettavo qualcosa tipo masticare rumorosamente. Non i viaggi nel tempo” disse Theo. “Quindi non torneresti mai indietro nel tempo?”

“Penso che chiunque vorrebbe tornare indietro nel tempo.” disse Liam, schizzando acqua a caso. “Penso solo che non funzioni”

“Dove andresti?”

“Dipende, stiamo parlando di viaggi nel tempo tipo tornare negli anni ’50 o cambiare qualcosa nella tua vita?”

“Entrambi.”

“Non penso che potrei” disse Liam. “Non senza incasinare il futuro.”

“Facciamo finta che pestare una farfalla non cambierebbe il futuro.”

“Non intendevo quello” sbuffò Liam. “Intendo grandi cambiamenti. Se tu avessi la possibilità di andare indietro nel tempo come potresti non cercare di evitare le cose brutte che sono successe? Come potresti camminare a Pompei e non avvisare tutti che se ne dovrebbero andare? O sparare a Hitler prima che prenda il potere, o liberare gli schiavi o-“

“Perchè, se tu facessi una cosa del genere la storia cambierebbe e tu non saresti mai nato per evitare che accadesse in primo luogo.”

“Vedi i viaggi nel tempo sono confusionari.” disse seriamente Liam. Theo rise.

“Avrei dovuto immaginare che avresti usato i viaggi nel tempo per salvare vite piuttosto che fare cose divertenti.” disse.

“Cosa faresti tu allora?”

“Antica Roma, diventerei un gladiatore e diventerei ricco combattendo contro le tigri.”

“La maggior parte dei gladiatori erano schiavi, non guadagnavano molto, morivano giovani e pochissime volte combattevano contro animali, in più se dovevamo combattere con dei grandi gatti era più probabile che fossero leoni non tigri.” disse Liam.

“Guarda il piccolo storico che mi rovina tutto il divertimento.” lo prese in giro Theo.

“E’ comunque più interessante di biologia.” borbottò Liam. Aveva appena finito di parlare quando Theo calciò la sua ciambella forte, facendola rovesciare e lui con essa. Liam cadde sott’acqua con un urlo strozzato. Riemerse sputacchiando acqua, con la risata di Theo nelle orecchie. Liam spostò i capelli dagli occhi guardando Theo che scompariva nella curva successiva.

*

“Non credo che le mie gambe riescano a camminare fino alla macchina.” borbottò Liam, lasciandosi andare contro gli armadietti mentre Theo cercava di staccare la chiave dal suo polso.

“Tipo, non credo nemmeno di riuscire ad alzare la gamba abbastanza per mettermi i pantaloni in questo momento.”

“Bè, dovrai farlo. Non entrerai in macchina con i pantaloncini bagnati.” disse Theo. Un bambino corse accanto a loro scivolando sul pavimento bagnato e finendo contro uno dei muri dello spogliatoio, si riprese velocemente, correndo nella direzione opposta. “Come fanno ad avere ancora energia?” chiese Theo.

“I bambini sono pazzi.” ammise Liam. “La scora estate ho dovuto fare da baby sitter alla cugina di Mason e ci siamo addormentati entrambi prima di lei. Aveva quattro anni.”

“Probabilmente non riusciva a dormire con il tuo russare nelle orecchie.” mormorò Theo.

“La finirai mai?”

“Probabilente no.” ammise seriamente Theo, riuscendo finalmente a far entrare la chiave nella serratura e tirano fuori la loro roba. Lanciò un asciugamano sula spalla di Liam e gli porse il suo telefono prima di cercare nella sacca i suoi vestiti, cha alla fine mise in braccio a Liam. “ci vediamo alla macchina?” Liam annuì, girandosi e dirigendosi verso uno dei camerini.

Come aveva detto prima ci mise un po’ a sfilarsi i pantaloncini, si sedette sulla piccola panchina avvolto nell’asciugamano e sognando a occhi aperti il momento in cui si sarebbe addormentato sul sedile passeggeri del pick up. Ci voleva mezz’ora per tornare al motel. Era sicuro che a Theo non sarebbe importato.

Liam fece roteare le spalle, muovendosi finalmente per asciugarsi e vestirsi. Il suo stomaco borbottò. Liam era esausto.

E si sentiva benissimo. Non aveva nulla a che fare con quella fatica che sentiva nelle ossa a Beacon Hills era stanco come lo era da piccolo quando giocava tutto il giorno. Quel tipo di stanchezza che ti lasciava gli arti molli e un sorriso stampato in faccia. Era la stessa sensazione che provava dopo che vinceva una partita di lacrosse, quando tutto gli faceva male ma non era una cosa brutta, gli ricordava soltanto che era stato bravo. Che era stato divertente.

Liam ebbe qualche problema a infilarsi la maglietta ridendo al ricordo di Theo spaventato che insultava Liam quando lo aveva spinto nella piscina delle onde mentre si sfidavano a chi arrivasse prima ad uno degli scivoli. Il suo telefono vibrò sulla panchina. Liam sospirò sollevandolo e sgranò gli occhi guardando lo schermo, aveva ricevuto un’infinità di messaggi. Liam aprì l’ultimo, era un messaggio sulla sereteria lasciato da Stiles, tenendo il telefono all’orecchio lo ascoltò mentre avvolgeva i pantaloncini bagnati nell’asciugamano.

“Ascoltami nanetto!” sibilò la voce di Stiles. Liam alzò un sopracciglio “Chiamami entro la prossima ora o giuro su Dio che vengo a cercarti e riporto il tuo cazzo di culo da lupo mannaro a Becon Hills tirandoti per le orecchie. Quindi rispondi al telefono e spiegaci perché sei con Theo o giuro su Dio che ti-“ Il messaggio era finito, aveva raggiunto il limite.

Liam allontanò il telefono dall’orecchio, scrollando tra i messaggi.

“No, no no no no” continuò a ripetere Liam, il pollice scorreva sugli innumerevoli messaggi nella chat del branco. Leggendone terrorizzato alcuni tipo il ‘ma che cazzo’ di Malia o Mason che diceva ‘amico?????’ per tipo venti volte. Si fermò quando vide una foto mandata da lui, ore prima, una foto che pensava di aver mandato a Theo. Fece una smorfia guardando la foto di Theo che guardava il parco per la prima volta sentendosi fin troppo sveglio.

 

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Eccomii, son un pochino in ritardo ma sono stata pienissima in questi giorni ! 
E l'acquapark è andato :)) vorrei vedere anche io un Theo così felice ! e ADORO quando si prendono in giro, i miei cuori.
E la parte finale mi ammazza sempre, perchè Liam è davvero tonto quanto Scott ..
In verità potrei dire troppe cose su questo capitolo ma vorrei piuttosto sapere cosa ne pensate voi 

xx

 

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Capitolo 11
*** The end ***


Il viaggio verso acquapark all’andata non era sembrato troppo lungo. Mezz’ora non era nulla comparato ai giorni precedenti. Liam sapeva che aveva passato più tempo in macchina che fuori. Il sedile del passeggero doveva avere ormai la forma del suo sedere viste le ore che ci aveva passato seduto. Quindi trenta minuti, trenta minuti non erano nulla, specialmente non quando era assorto e felice e anche Theo era felice, tanto da avere le labbra arricciate in un piccolo sorriso.Il silenzio era coperto dal leggero picchiettare della musica in radio ed era un silenzio privo di imbarazzo quello che li circondava, con il rumore di sottofondo dell’auto e il vento che entrava dal finestrino. Sembrava sicuro, bello.

Il viaggio di ritorno, d’altra parte, sembrò fin troppo lungo, i trenta minuti erano diventati un’agonizzante eternità. Il silenzio era teso in un modo che faceva rizzare i peli dietro alla nuca di Liam. La radio era spenta, Theo aveva cercato di accenderla ma Liam aveva spento il bottone il secondo immediatamente successivo quando il leggero canticchiare di Theo gli aveva fatto venire voglia di strapparsi le orecchie con gli artigli. Il suo cellulare squillava in un crescendo nella sua tasca e lui continuava ad ignorarlo non facendo caso al fatto che ogni vibrazione sembrava bruciargli un buco nella pelle della coscia, concentrandosi invece a mantenere un  respiro costante, Le dita di Theo ticchettavano il solito battito cardiaco sul volante che era quasi diventato insopportabile e l’odore di cloro e il suo confuso mix di emozioni gli facevano venire voglia di strangolarsi.

“Quindi.. hai intenzione di dirmi cosa c’è che non va o hai intenzione di passare la notte in questo silenzio imbarazzante?” chiese Theo mentre la macchina scorreva nel traffico. Liam non rispose, i suoi occhi vagavano senza meta al di fuori del finestrino. ”Grande” sbuffò Theo. Le sue dita ticchettarono più forte sul volante, una volta, due. La macchina avanzava sulla strada, le ruote finirono in un buco nell’asfalto e l’auto sobbalzò e così fecero anche loro due sui sedili.

“Quella sembra una papera.” disse Theo all’improvviso.

“Cosa?” chiese Liam, spostando finalmente lo sguardo dal finestrino.

“La nuvola”. mormorò Theo, togliendo una mano dal volante mentre indicava il cielo. “Sembra una papera.” Liam sapeva che Theo stava cercando di distrarlo da qualsiasi cosa stesse pensando e onestamente, era un buono sforzo, tanto da staccare Liam per un momento dal flusso di pensieri che aveva in testa e fargli fissare la nuvola papera ma poi ricordò il perché Theo lo aveva detto. Ricordò di essersi seduto insieme a lui nel retro del pick up ed aver parlato del guardare le nuvole quando era più piccolo. Con Mason, che era parte del branco, il branco a cui aveva mentito e non aveva ancora richiamato. Il branco che Theo aveva distrutto.

Liam digrignò i denti, scivolando di più sul suo sedile cercando di ignorare il modo in cui il battito del cuore di Theo sembrava echeggiare nelle sue orecchie.

“Quella sembra un ombrello.” Liam chiuse gli occhi, respirando con il naso mentre il suo petto si stringeva. E se Scott l’avesse odiato? E se non si fosse più fidato di lui? E se-
“E quella sembra come una coppia di vecchi in un matrimonio senza amore che stanno cenando e sperano che uno muoia così uno dei due possa vivere gli ultimi anni della propria esistenza in pace.” disse Theo, rimettendo la mano sul volante.

“Puoi stare zitto?” ringhiò Liam. Theo non rispose, fece semplicemente schioccare la lingua. Le dita ticchettarono sul volante. Una volta, due.

Liam gli schiaffeggiò la mano prima che potesse pensare a quello che stava facendo. Theo riuscì a malapena a imperire all’auto di sbandare finendo fuori strada.

“Stai cercando di ucciderci?” sibilò Theo, scacciando la mano di Liam.

“Ti ho chiesto di stare zitto!”

“Non stavo dicendo nulla!”

“No ma continuavi a ticchettare con le dita. Cosa cazzo è sto stupido ticchettio poi? Sei peggio di Stiles—“ Stiles che stava per disconoscerlo da un momento all’altro. Theo schiacciò il piede sul freno, inchiodando nel bel mezzo della strada. La macchina dietro di loro inchiodò a sua volta, suonando il clacson.

“Ok davver-“

“Il nostro motel è letteralmente là! Guida idiota.” ringhiò Liam. “Non puoi fermarti in mezzo alla strada!”

“Posso quando fai lo stron-“ inizio Theo. Liam non lo lasciò finire, strappandosi la cintura e lanciandosi fuori dall’auto. Camminò verso il motel. Sentii Theo inveire dietro di lui, lo strombettio del clacson continuava a martellargli in testa.

inspira.. espira.. Liam corse verso la loro porta pescando la chiava dalla tasca mentre cercava di respirare.

Avrebbero pensato che li aveva traditi.

Lo avrebbero odiato perché era stato così egoista da correre via nel bel mezzo della notte con il loro nemico.

Liam scosse le mani lungo i fianchi, sentii il sangue ronzargli nelle vene, rimbombava nelle sue orecchie. Se almeno riuscisse a entrare nella camera potrebbe riuscire a calmarsi. Forse buttarsi sotto la doccia come Scott e Stiles lo costringevano a fare quando perdeva il controllo a scuola lo poteva aiutare. Se solo riuscisse a entrare, starebbe meglio.

Il suo cellulare vibrò in tasca. Trattenne il respiro, gli artigli minacciavano già di sfuggire dal suo controllo.

Liam sbatté la porta mentre entrava nella camera del motel, un’ondata di calore e puzza di vecchio lo colpì in pieno. Il suo cuore gli martellava nel petto.

Inspira, espira.

La porta sbatté dietro di lui e Liam si girò per guardare Theo, le sue guance erano arrossata per la rabbia e la mascella tesa.

“Che cazzo di problemi hai?”

“niente!”

“Si, certo perché ci devo credere.” rise Theo.

“Tu sei il mio problema!”

“Cos-“

“Ho detto che sei tu il mio problema!” urlò Liam. Prendendo il telefono dalla tasca. “ Tu hai ucciso Scott! Tu hai manipolato delle persone! Tu hai manipolato me! E ora il mio branco mi odierò per essere qua con te e dovrebbero farlo! Perché questo è probabilmente solo.. un piano per farmi fidare di te così ci puoi fottere un’altra volta. E’ questo che sei bravo a fare no? Non sarebbe la prima volta che fingi di essere un amico solo per poi riuscire a-“ le parole si riversarono dalla bocca di Liam in uno sbuffo agitato. Pensava troppo in fretta per focalizzassi davvero sulle parole che stava dicendo.

“Cosa sta succedendo?” chiese Theo ridendo sorpreso. “Tu stavi bene mezz’ora fa perché ora stai dando fuori di mat-“

“Perchè mi sono ricordato di chi sei davvero!” urlò Liam. Notò a malapena il fatto che il corpo di Theo iniziò a retrocedere per fermarsi solo una volta che aveva colpito il muro. “E ora il branco sa che io sono qua con te e non la smettono di chiamarmi cazzo!” Liam lanciò il telefono sul letto di Theo, guardandolo saltellare sul materasso con lo schermo acceso per colpa di un’altra chiamata di Scott. “Mi odieranno, Scott mi odierà. Ancora. Grazie a te.”

“Sei stato tu a dirmi di guidare! Tu mi hai detto di venire. Tu mi hai chiesto di prolungare il viaggio. Io ti ho detto di dire a Scott che c’ero anche io. Non puoi dare la colpa a me!”

“Posso dare la colpa a te! Sei tu che li hai feriti. Sei tu che ci hai traditi! Sei tu il cattivo. Non io! Non è giusto che io venga cacciato perchè-“

“Questa è stata tutta una tua scelta! Io non ti ho chiesto di venire! Io non volevo nemmeno venire! Tu hai mentito, tu ci hai fatti continuare senza soldi. Tu hai mandato tutto a puttane. Non io.”

“Tu hai ucciso tua sorella!” gli occhi di Theo brillarono mentre avanzava di due passi verso Liam. Liam rimase immobile fissandolo ignorando gli artigli che gli si stavano conficcando nelle mani.

“Cosa e tu saresti così un santo?” sibilò Theo.

“Rispetto a te sì. Tara è stata solo l’inizio della tua frenesia da psycho killer! Tu sei un assassino. Un assassino bugiardo e manipo-“

“E tu e il tuo branco avete fatto un patto con Deucalion per convincermi a uccidere il mio branco..” ringhiò Theo, spingendo Liam e facendolo inciampare all’inidietro. “tu mi hai ucciso. Scott mi ha ucciso. Ma suppongo che questo non conti vero? Perché Scott è bravo, perché mandare un diciottenne all’inferno per quella che voi avevate sperato fosse l’eternità era un male necessario, perché se sua sorella era quella che lo portava via avrebbe lasciato le vostre mani pulite.”

“TE LO SEI MERITATO! Tutto quello che ti è successo! Non è giusto che qualcuno come te possa essere ancora qua e qualcuno come Brett no! Tu non dovresti essere qua. Tu non dovresti mandare a puttane la mia vita.”

“Non mi vuoi qui? Bene.” ringhiò Theo, prendendo il suo telefono dal letto “Prendi” Liam riuscì a malapena a prendere il suo telefono che gli fu lanciato a un’incredibile velocità verso la testa. “Chiama Scott, digli che hai cacciato il cattivo Theo e sono sicuro che perdonerà i tuoi peccati. Puoi prendere un pullman per tornare a Beacon Hills.” Il tavolo tremò quando Theo ci sbatté sopra una mazzetta di dollari e si allontanò verso la porta.

“Dove cazzo stai andando?” Theo non rispose, la porta sbatté con un forte schioccò dietro di lui. Liam lasciò che un ringhio gli facesse tremare il petto mentre lo seguiva, lasciando la porta aperta e guardando Theo che raggiungeva il pick-up lanciandosi all’interno. “Theo! Ho detto dove-“

Theo sfrecciò via dal parcheggio senza degnare Liam di uno sguardo, il che, onestamente, lo fece rimanere male, poteva almeno fargli il medio.


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Here I am.
Questo capitolo nonostante mi spezzi il cuore ogni vola che lo leggo è suuuper corto quindi credo che tra un paio di giorni farò uscire il 12 :))
Cooomunque io capisco Liam, capisco perchè dia fuori di matto ma .. me lo ammazza se gli dice quelle cose. Ora. Dopo una giornata così bella. In quel modo. njcbhsadgvbwSN Cioè posso senitre da qua il suono del cuore di Theo (anche se tecnicamente non è suo ma..) che si spezza. 

ps. So che il titolo può sembrare forviante ma non è la fine, non ancora :) 

 

 

 

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Capitolo 12
*** If or When ***


Il problema di avere l’IED, pensò Liam, mentre sedeva completamente vestita sul piccolo fondo bagnato della basca da bagno, non era l’arrabbiarsi di per sè, certo, quella era una rottura, ma era ricordarsi la rabbia provata. Quando gli era stato diagnosticato aveva a volte casualmente letto cose riguardo al Disturbo Esplosivo Intermittente, con le luci spente e nel bel mezzo della notte mentre una vergogna crescente si insidiava nel suo petto, per poi portarlo a cancellare la cronologia internet come se stesse guardando un porno.

Era diventata una specie di ossessione. Andava a letto presto, aspettava finché non sentiva più i suoi genitori prendersela comoda nell’ingresso o che la porta si chiudesse quando il suo patrigno andava a lavoro e poi tirava fuori il suo portatile e cercava in google articoli su articoli. La piccola bolla di vergogna diventava più grande ogni volta che leggeva la parole imprevedibile, o pericoloso, o che sua madre e suo padre gli davano una veloce occhiata nervosa come se si aspettassero che da un momento all’altro avesse uno dei suoi ‘episodi’.

E odiava il fatto che sapeva perfettamente quello che aveva detto o il danno che aveva fatto nel momento in cui era esploso. Sperava fosse più una sorta di via di fuga dalla quale una volta tornato si sarebbe sentito confuso e disorientato e non avrebbe rocordato completamente nulla perché almeno avrebbe potuto sentirsi meno in colpa. Avrebbe potuto dire non sapevo cosa stavo facendo e non l’avrebbe reso meno difficile ma almeno forse il senso di colpa sarebbe stato minore.

Ma non poteva, perché sapeva sempre quello che stava facendo. Si sentiva in un qualche modo giustificato nel farlo, come se dovesse urlare e rompere le cose per impedire al suo sangue di ribollire fuori dalla venne. Non sembrava una reazione esagerata. Non finché passava almeno, quando si calmava e ci ripensava e ritornava agli sguardi nervosi e poi non riusciva più a guardarsi indietro con rabbia ma con un nodo stretto alla lingua mentre cercava di impedire al senso di colpa di consumarlo dall’interno.

Liam spostò i capelli bagnati dal viso, facendo un lungo sospiro, L’acqua spruzzò dalle sue labbra visto che era sotto il costante getto della doccia.

Non era giusto che riuscisse ricordare cosa lo avesse portato lì, che ricordasse tutti i piccoli opprimenti pensieri  che aveva fatto il suo cervello e che si erano scontrati uno con l’altro nella sua testa prima di averli urlati tutti. Non era giusto che quella che era sembrata una reazione perfettamente giustificabile venti minuti prima improvvisamente gli facesse contorcere lo stomaco quando venne costretto a realizzare che per chiunque altro non lo era.

Sentii il suo telefono vibrare nella stanza accanto ma appoggiò la testa tra le ginocchia respirando piano e profondamente. Non c’era più bisogno di stabilizzarlo. Era calmo, così calmo da far male. Ma forse, forse se fosse stato seduto lì abbastanza a lungo, e fosse stato tranquillo, l’acqua avrebbe semplicemente lavato via l’ora precedente. Forse un minuto dopo avrebbe sbattuto gli occhi e si sarebbe ritrovato sul lazy river con Theo che galleggiava vicino a lui felice e senza pensieri e non con la testa di cazzo che Liam aveva conosciuto mesi prima.

Se Liam avesse dovuto pensare a chi dei due avesse potuto tirare fuori l’argomento e dar fuori di matto andandosene era sicuro che sarebbe stato lui. Ovviamente sarebbe stata una brutta mossa, Theo aveva tutti i loro soldi e avrebbe dovuto vagare per Las Vegas cercando di trovare un modo per colmare le miglia che lo separavano da Beacon Hills me, bè, doveva essere lui. Aveva pensato che sarebbe stato lui.

Invece era stato Theo. Theo che aveva sbattuto la mazzetta di dollari sul tavolo prima di farlo perché a quanto pareva Theo aveva pensato all’andarsene incazzato meglio di come l’aveva fatto lui. Era sicuro che avrebbe dovuto sentirsi felice del fatto che Theo gli aveva lasciato dei soldi, del fatto che almeno aveva un modo per tornare a casa. Avrebbe dovuto, se avesse voluto tornare a casa, ma non voleva farlo.

Liam lasciò cadere la testa tra le ginocchia un’altra volta lasciandosi scappare un leggero sospiro e tenendo gli occhi chiusi. passandosi le mani sulle gambe ingoiando la bile che minacciava di risalirgli in bocca.

Theo se ne era andato.

E Liam continuava a cercare di dire a se stesso che sarebbe stato ok, che Theo sarebbe tornato indietro perché non lo faceva sempre? Ma poi perché avrebbe dovuto farlo quando tutto quello che lo aspettava era solo Liam. Anche se lo avesse fatto, cosa avrebbe dovuto fare Liam? Theo sarebbe tornato, lo stesso Theo che Liam aveva iniziato a conoscere, quello con cui aveva discusso di storia e biologia e gli aveva ammesso che voleva andare ad un parco acquatico o sarebbe stato il Theo con cui aveva avuto a che fare il resto del branco? Il Theo le quali labbra si tiravano solo in sorrisi sarcastici e che nessuno davvero conosceva, se non per il suo nome.

Liam non era sicuro che avrebbe voluto stare vicino a un Theo che non voleva stare vicino a lui. Perché sicuramente Theo voleva stare vicino a lui, non sarebbe rimasto così a lungo se così non fosse, ma se fosse tornato? Bè a quel punto o Liam gli avrebbe chiesto scusa o era sicuro che sarebbe rimasto incastrato con un Theo chiuso in se stesso.

Come poteva chiedergli scusa però? Non poteva dirgli ‘non pensavo le cose che ti ho detto’ perché sarebbe stata una bugia, una bugia che Theo avrebbe scoperto subito. Molte delle cose che aveva detto erano vere, erano qualcosa che pensava ma erano semplicemente fuori contesto. Erano cose che semplicemente gli facevano paura, quando si arrabbiava. Erano cose che pensava prima di conoscere davvero Theo. Erano cose che pensava seguite da un ma.

Theo si era meritato quello che gli era successo ma non meritava di soffrire ancora.

Non era giusto che Brett non avesse avuto una seconda occasione per vivere e Theo sì ma non significava che Theo non ne meritasse una, non significava che Liam avrebbe invertito le loro posizioni se ne avesse avuto l’occasione, perché Theo era uno di loro ora. Forse non parte del branco McCall ma era comunque uno di loro, in qualche modo. Liam non sapeva ancora definirlo esattamente.

Mi sono ricordato di chi sei davvero -  questa era l’unica cosa che Liam poteva dire in modo credibile che non intendeva quello che aveva detto, perché era tutto l’opposto di quello, Liam stava iniziando a vedere chi era davvero Theo adesso, senza l’influenza dei dottori del terrore, quello che c’era sotto la ricerca del potere. Si era semplicemente ricordato di chi fosse Theo per tutti gli altri. Per gli altri non era lo strambo che mangiava prima la fine delle sue patatine, quello era il ragazzo che li aveva traditi. Il ragazzo che era ancora in giro perché così li avrebbe potuti ferire di nuovo.

Liam era sicuro che Theo non fosse un attore abbastanza bravo da fare in modo che Liam si affezionasse un'altra volta quando era ancora un pezzo di merda. Liam ricordava i sorrisi di Theo prima dell’inferno, ricordava come erano tirati e sinistri se ci facevi davvero caso, ricordava come Theo era diverso rispetto a quando era davvero felice, come il suo viso si illuminava con un lieve brillare di pura gioia. Era cambiato, l’inferno l’aveva cambiato, non abbastanza da impedirgli di essere uno stronzo ma abbastanza per far ammettere a Liam di odiare se stesso per avergli fatto credere che non lo fosse, anche solo durante una discussione.

Forse non si sarebbe dovuto scusare. Forse quando - perché Liam si rifiutava di dire, anche solo nella sua testa, che sarebbe potuto essere un se - Theo sarebbe tornato avrebbe semplicemente potuto dire le cose che erano vere. Poteva dire che sapeva che Theo era cambiato, che era felice che fosse cambiato, che forse Theo stava scherzando quando aveva detto che non voleva essere lì con nessun altro se non lui ma Liam lo poteva dire onestamente, perché forse picchiarsi tra gli assorbenti e ridere per i bambini che cadevano per colpa delle onde artificiali all’acquapark non erano attività normali per un viaggio on the road ma in un certo senso erano cose perfette e certamente, non era quello che aveva pensato sarebbe successo quando aveva deciso di andarsene da Beacon Hill ma era comunque quello di cui aveva avuto bisogno.

Avrebbe potuto dire.. qualcosa, per fare capire a Theo che Liam lo voleva lì, nonostante tutto quello che aveva detto. Perché dire ti voglio qua sembra un po’.. troppo, come se lo lasciasse troppo interpretabile.

Liam aprì gli occhi di scatto, strizzandoli attraverso il flusso acqua che schizzava sulle piastrelle scheggiate sul muro. L’acqua era diventata fredda facendogli cresce la pelle d’oca sulle braccia.

Il telefono vibrò nell’altra stanza e Liam emise un grugnito spostando la mano sulla testa. Doveva parlare con Scott. Scott al quale non piaceva Theo, che gli avrebbe chiesto di prendere i stupidi soldi che Theo gli aveva lasciato e tornare a Beacon Hills. Di lasciare Theo e tornare.

Theo sarebbe tornato, doveva, l’unica cosa che importava era come sarebbe tornato, e quando, e cosa lo avrebbe aspetta quando l’avrebbe fatto.

Liam si trascinò fuori dalla vasca, ignorando le pozzanghere di acqua che aveva lasciato per tornare nella stanza principale. Prese il telefono dal letto nel momento in cui iniziò a suonare di nuovo. Rispose e lo lanciò, lo mise in vivavoce e lo lanciò di nuovo sul letto prima di camminare avanti e indietro per la stanza mentre i suoi piedi stavano inzuppando il tappeto.

“Liam! Finamente, nessuno ti ha sentito per tutt-“

“Ok innanzitutto!” sbottò Liam, interrompendo Scott. “Mi spiace di non averti detto che ero con Theo ma in mia difesa sapevo che se l’avessi saputo non mi avresti lasciato andare e mi avresti detto di tornare indietro e io non volevo tornare indietro quindi.. non ti ho detto che lui era qui, non è come se avessi mentito o nulla-“

“Liam-“

“E lui mi ha anche detto di dirti che era con me così tu non avresti pensato che ci stava fottendo un’altra volta. Quindi non ti puoi incazzare con lui per questo. e’ colpa mia. Non voleva nemmeno venire, gli ho tipo detto io che doveva venire. Non era una cosa pianificata, volevo solo andarmene da Beacon Hills e lui era lì e aveva una macchina. Non avrei mai pianificato intenzionalmente di fare un viaggio on the road con theo. Ma..” Liam sbuffò passandosi una mano tra i capelli. “Non voglio deluderti.” ammise Liam. “Non voglio che tu sia arrabbiato con me, ma lo capirei se lo fossi. So di aver mandato tutto a puttane ma devi sapere che non sono qua perché Theo voleva che io fossi qua. Sono qua perché ne avevo bisogno. Ero così stanco e tutti voi ve ne stavate per andare, state per andare al college e io rimarrò lì e avevo bisogno di andarmene, solo per un po’.” Liam si lasciò scivolare sul pavimento appoggiandola testa sul letto. La stanchezza lo stava artigliando un’altra volta. “Hai tutte le ragioni per essere incazzato, Non ti biasimerei. Mi farò prendere a pugni da te per ogni giorno che me ne sono andato ma per piacere non chiedermi di tornare già.”

“Hai finito?” chiese Scott.

“Penso di sì.” sospirò Liam.

“Ok.. stai bene?”

“Lo vorrei.”

“Sai, è difficile essere incazzati con te quando mi fai quasi pena.” disse dolcemente Scott.

Liam rise. “Non stavo per chiederti di tornare a casa.”

“No??”

“No. Stavo per rimproverarti però.” disse Scott. “Ma era principalmente perché Stiles e Malia stavano minacciando di partire a cercarti e ho pensato che avrei potuto calmarli dicendo loro che non ero esattamente contento che tu fossi con Theo.”

“E’ diverso.” borbottò Liam petulante. “So che voi non riuscite a vederlo ma-“

“Lo vedo.” disse dolcemente Scott. “E’ il motivo per cui non sono saltato in macchina nel momento in cui ho visto la foto. Puoi fare le tue scelte Liam, e puoi andare a fare un viaggio on the road con un tuo amico.”

“Anche se quell’amico è Theo?”

“Anche se è lui.. ma me lo dovevi dire.” disse Scott. “Non possiamo non parlarci, la non comunicazione e nasconderci le cose è stato il modo in cui Theo ci ha ingannati l’ultima volta. Quindi semplicemente.. parlaci, fidati di noi. Se avessi pensato che non saresti riuscito a tenergli testa ti avrei rubato la spada e l’avrei rimandato indietro nel momento in cui l’ho visto.”

“L’hai quasi fatto.”

“E tu mi hai convinto a non farlo. Mi son fidato di te e hai ragione, Theo ci ha aiutati. Non sarà mai mio amico, o parte del mio branco, ma è un alleato.” Scott lo disse lentamente come se stesse scegliendo con cura la parole. “Ma questo non significa che non possa essere tuo amico. E’ diverso, da quando l’hai portato indietro è-“

“Meno stronzo?”

“Stavo per dire che era più umano ma va bene anche la tua.” disse Scott, Liam riuscì a vedere il suo sorriso. “solo d’ora in poi, per quanto riguarda Theo voglio piena trasparenza, se non puoi tornare ancora a casa allora non farlo. Come ho detto, capisco la necessità di una pausa, ma fammi sapere dove sei e se stai bene.”

“Piena trasparenza?”

“S-“

“Mangia per prima la fine delle patatine, odia la limonata e il fegato. Ama i milkshake e li beve in modo esageratamente rumoroso. Canticchia le canzoni a volte. Ama Star Wars, ma questo lo sapevi già. E’ abbastanza bravo a rispettare il limite di velocità. E’ preso benissimo per biologia e pensa che sia più importante di storia il che è ridic-“

“Ok.. forse un po’ meno trasparenza? Intendo di più, quando fa qualcosa che non va e quello che fate ogni giorno, non le sue abitudini alimentari.”

“Oh.. si giusto, ovvio.” mormorò Liam, battendo la testa contro il letto, ovviamente, Scott non era interessato ai piccoli dettagli della vita di Theo. Fece una smorfia per le gocce d’acqua che scendevano ancora sul suo viso. “Devo andare. Ti scriverò.”

“Ok.. ci manchi."

“Mi mancate anche voi, di a tutti che li saluto, e che sto bene e per piacere impedisci a Stiles di-“

“Non ti preoccupare. Io e Lydia ci siamo messi d’accordo che Stiles e Malia non partiranno per una caccia selvaggia alla ricerca del beta.” Liam salutò velocemente prima di riattaccare. Si spostò per la stanza mettendosi dei vestiti nuovi e lanciando quelli bagnati nel lavandino.

Liam fu ancora più sicuro quando face la sua ricerca di vestiti che non puzzavano di negozio attraverso la stanza che Theo sarebbe tornato, ogni cosa, anche il suo spazzolino, erano ancora sparsi in giro da dove erano volati dopo che la mattina Theo aveva rovesciato il contenuto della sacca per riempirla con gli asciugamani e i costumi. Se Theo avesse rivoluto indietro e sue cose sarebbe dovuto tornare e Liam avrebbe aspettato finche non lo avesse fatto.

*

Forse sarebbe stata una brutta idea, ma quando Theo sarebbe tornato Liam aveva bisogno di qualcosa per allentare la tensione e quindi durante la seconda ora della vacanza della rabbia di Theo lontano da Liam quest’ultimo aveva deciso di camminare fino al negozio più vicino.

Quando tornò erano già passate quasi tre ore. Le cose di Theo erano ancora lì, la stanza intoccata da come l’aveva lasciata. Liam si lanciò sulla fine del letto, senza scomodarsi ad accendere la luce mentre ticchettava le dita sulle cosce.

Una volta, due.

Liam scosse la testa, di sicuro non aveva bisogno di imparare il tic nervoso di Theo. Lui stava tornando.

*

Alla quarta ora Liam mandò un semplice messaggio a Theo scrivendo ‘non me ne vado finché non torni indietro’. Sperò di sentire il telefono di Theo vibrare da fuori la porta da dove stava ritornando ma non successe. Il parcheggio era ancora tranquillo, la luna era fissa nel cielo.

Non era molto, ma forse sarebbe stata la spintarella che avrebbe portato Theo a tornare indietro, stava probabilmente aspettano finché fosse stato sicuro che Liam si fosse calmato.

Era tutto qua. Theo stava tornando.

*

Liam guardò i soldi che erano sempre meno con terrore. Se Theo non fosse tornato era abbastanza sicuro che non sarebbero stati abbastanza per tornare a Beacon Hill. Liam scosse la testa.

Non era importante che fossero passate cinque ore. Theo stava tornando. Liam si contorse nella stanza buia. Fin troppo consapevole dell’odore della sua stessa ansia soffocante nella stanza.

*

Quando erano passate quasi sei ore Liam sentii lo scricchiolio dei pneumatici nel parcheggio, il rumore di un’auto famigliare che lo lasciò senza fiato.

Sapeva che sarebbe tornato.

La porta della macchina fu sbattuta così forte che Liam sobbalzò. A quanto pareva, Theo non era felice di essere tornato. Liam guardò il letto, chiedendosi se aveva abbastanza tempo per tuffarcisi e fare finta di dormire, avrebbero potuto parlare la mattina dopo quando Theo sarebbe stato meno incazzato.

Il ricordo di quello che aveva detto stava tornando e Liam trattenne un lamento. Perché cazzo Theo si era disturbato per tornare indietro da lui.

Theo non bussò prima di entrare, Liam sentii la chiave scivolare nella porta prima di essere aperta. Non era sicuro di quanto aprire una porta lentamente potesse essere un gesto passivo aggressivo ma in qualche modo Theo era riuscito a farlo risultare tale. Liam era tranquillo quando Theo entrò nella stanza, lasciando la porta aperta, l’umida aria del Nevada entrava lentamente, liberando finalmente la stanza dalla puzza di ansia. Liam si leccò le labbra, guardando nervosamente Theo cercando di capire come iniziare un’imbarazzante scusa.

“Ero già in Arizona quando mi sono ricordato che testarda testa di cazzo sei.” disse Theo, incrociando le braccia, fissando lo sguardo appena sopra le spalle di Liam. “E non ho intenzione di farmi inseguire da Scott &co perché ho abbandonato il loro cucciolo a Las Vegas.”

“Quindi sei tornato?” chiese Liam. gli occhi di Theo finalmente incontrarono i suoi, erano neri, sulla faccia aveva un’espressione indecifrabile e il battito del cuore era calmo. Liam lo odiava. Un Theo arrabbiato sarebbe stato meglio. Avrebbe potuto confrontarsi con un Theo arrabbiato. Capiva la rabbia. Le cazzo di emozioni represse di Theo invece no.

“Qualcuno doveva assicurarsi che tu tornassi a Beacon Hills. Raccogli la tua merda. Sarò in macchina .” disse Theo calmo.

“Non puoi essere ancora arrabbiato.” Rise Liam, sfidando Theo ad arrabbiarsi, sperandoci, aspettando che la facciata finalmente cedesse e le emozioni ne uscissero così Liam avrebbe potuto fare una vera conversazione con Theo invece che con il muto impassibile che stava imitando.

“Perchè dovrei essere arrabbiato? Me lo merito, no?” chiese Theo, con una voce dolce e di seta. Il viso ancora privo di emozioni, Liam digrignò i denti, non doveva andare così, Theo avrebbe dovuto scoppiare, doveva mostrare le sue emozioni così Liam avrebbe saputo cosa fare per farsi perdonare per quello che aveva detto. “Prendi le tue cose.” disse Theo, girandosi.

“No.” disse Liam. Non avevaa aspettato sei ore al buio per far andare via Theo.

“Liam.” disse Theo. Lo stomaco di Liam si  contorse al tono della sua voce. Non era arrabbiato o offeso, nessuna delle emozioni che Liam si aspettava di sentire. Era stanco, esausto. Quel tipo di fatica che senti nelle ossa, quella che gli aveva fatto ordinare Theo di lasciare Beacon Hills con lui.

Erano arrivati fin lì per scappare da quella fatica, non per forzare Theo a sentirla più forte di prima.

“Mi dispiace, è questo che vuoi? Perché lo dirò, ok, mi dispiace per quello che ho detto, non meriti tutto quello sono andato nel panico, non voglio deludere Scott e tu lo ha letteralmente ucciso quindi ovviamente ho pensato che sarebbe stato arrabbiato e quindi mi sono ricordato di tutte le cose che hai fatto e non penso davvero che tu sia ancora quella persona è che l'ho sentito così forte nella mia testa e mi sono arrabbiato e tu non hai migliorato la cosa arrabbiandoti e poi te ne sei andato e Scott ha chiamato e non era nemmeno incazzato per il fatto che io fossi qua con te  voleva solo sapere se stessi bene ed era deluso per il fatto che non gli avessi detto con chi fossi dall’inizio e quindi anche Scott ha capito che non sei più la stessa persona di prima e quindi mi sono reso conto di essere stato un coglione ma tu te ne eri andato e possiamo essere entrambi eccessivamente drammatici ma l’Arizona? Davvero? Non è nemmeno nella direzione giusta per tornare a casa cretino e quindi sono rimasto qua seduto per ore aspettando che tu tornassi e poi lo hai fatto e non vuoi nemmeno ascoltare quello che ho da dire. No, ok questa è una stronzata, ascolta non so nemmeno io perché voglio stare qua con te perché sei un rompi cazzo ma so di volerlo e non voglio tornare già a casa, non riesco a sopportare nemmeno il pensiero di tornare già a casa, specialmente ora perché ora stiamo iniziando a divertirci e non voglio che finisca così quindi fai quello che devi fare ok? Urla e prendimi a pugni se devi, lo capisco e me lo lo merito ma smettila di far finta che non te ne freghi un cazzo e fai qualcosa e cercheremo sistemare la situazione e poi ti siederai e starai zitto e guarderemo l’intera serie di Star Wars perchè non riesco a smettere di pensare che non sei mai riuscito a guardare l’ultimo, poi salteremo sul tuo stupido pick-up e andremo a dormire in qualche campo perché non ho intenzione di dormire su delle lenzuola pisciate per un’altra notte.” Liam finì prendendo una grande boccata d’aria, il petto gli faceva male come se avesse appena corso una maratona mentre Theo lo guardava senza battere ciglio.

“Hai almeno respirato una volta mentre dicevi tutta quella roba?”

“Forse una volta sì.” ansimò Liam, si lasciò cadere sul letto e mise la testa tra le gambe mentre dei puntini neri gli offuscavano la vista.

“Se svieni perch hai parlato troppo te lo rinfaccerò per sempre.” disse delicatamente Theo. Liam lo guardò, era ancora appoggiato sulla porta ma sulle sue labbra era stampato un leggero sorriso.

“se vuoi usarlo contro di me allora devi restare.” disse Liam.

“Sei stato un cazzone prima.” disse Theo.

“Un enorme cazzone.” acconsentì Liam, fanculo all’orgoglio, aveva fatto ridere Theo.

“Un cazzone colossale.” mormorò Theo, chiudendo la porta dietro di sè. Lo stomaco di Liam fece un patetico salto di gioia. La porta era chiusa, Theo era tornato. Ora Liam doveva solo farlo restare.

“Per caso sono un cazzone colossale con cui sei interessato a guardare Star Wars?”

Theo prese la scatola cautamente, gli occhi scattarono su Liam prima di aprirla, guardando tra i dvd.

“Dobbiamo iniziare dall’inizio. Non ne ho visto nemmeno uno, tutto quello che so è che il tizio robot è il padre di qualcuno, un lumacone ciccione fa mettere una ragazza in bikini e c’è un tizio che odia la sabbia.” Theo chinò la testa, ma non abbastanza in fretta per nascondere il sorriso che stava lottando per affiorare sul suo viso.

“Sai che ci sono tipo 12 ore di film qua dentro, vero?” mentre parlava Theo prese un dvd. Liam lo guardò mentre si spostava per inserirlo nella tv, prendendo il telecomando posto al suo fianco.

“Ci darà il tempo per capire dove andare dopo.” Disse Liam esitante. Theo annuì evasivo avvicinandosi al letto, vi girò attorno e si sedette dall’altro lato nella stessa posizione di Liam mezzo su e mezzo giù. “Se vuoi andare da qualche altra parte.” le parole erano roche e orribilmente speranzose.

“Mi dispiace.” mormorò Theo. Liam ignorò la sensazione allo stomaco, come se stesse sprofondano e annuì serimamente.

“va bene.” mentii Liam, non andava bene. Non voleva tornare a casa, non voleva che Theo tornasse già a casa ma non voleva nemmeno forzarlo a restare. Almeno poteva cercare di salvare la strana amicizia che stavano costruendo anche se non riuscivano a sistemare il viaggio. “non ho intenzione di andarmene prima di aver guardato Star Wars però perché ero serio prima. Il fatto che tu non l’abbia finito mi da fastidio da-“

“no.” sbuffò Theo. “Non è..Io.” Theo sbuffò frustrato un’altra volta anche se suonò più come un ringhio. Una volta, due. “Per quello che è successo, quello che ti ho fatto la prima volta che sono venuto a Beacon Hills.” Liam alzò lo sguardo per incontrare il suo. Theo deglutì, spostando lo sguardo da Liam per un momento, fece schioccare la mascella prima di guardarlo di nuovo. “So di non averlo detto prima. Avrei dovuto ma non volevo davvero farlo.” Le labbra di Theo si stirarono in un debole sorriso. “Mi dispiace Liam, per tutto.” Disse Theo con voce ferma e inflessibile.

“Ti dispiace?” chiese Liam mentre il suo cuore batteva rapidamente nel suo petto. Theo lo aveva sorpreso in molti modi negli scorsi giorni, con le sue stupide abitudine alimentari e la gioia infantile, ma niente lo aveva sorpreso tanto quanto quel chiedere scusa. Non era chissà che, non avrebbe cambiato il passato ma lasciò comunque Liam senza fiato. sapeva che Theo glielo doveva, doveva delle scuse a tutti, ma Theo era testardo e arrogante e Liam non si sarebbe mai aspettato che Theo sarebbe stato in grado di ingoiare l’orgoglio abbastanza per farlo.

L’aria tra di loro era gelata quando Theo chinò la testa in un cenno. Non era molto, non era un gran discorso o chissachè ma c’era, era schioccato nella stanza come un fulmine, veloce e bello ed era scomparso subito dopo lasciando un lampo di un ricordo e un prurito sulla pelle di quelli che ne erano stati testimoni. Theo non aveva pianto, o implorato il perdono di Liam, non cercò nemmeno di proseguire con le sue scuse. Era silenzioso, guardava Liam aspettando una risposta.

Le dita ticchettavano sulla scatola, una volta, due.

Liam sentii le emozioni turbinare dentro di sé, rotte e dolorose. Il dolore del tradimento di Theo, l’odio per averlo manipolato, il sollievo per il suo ritorno e l’innegabile affetto per tutte le sue stupide stranezze.

Una volta, due.

Liam era una nuvola di tempesta, era il battere rabbioso della pioggia su un tetto sottile e l’ululare del vento, era la fretta imprevedibile, incapace di controllare quello che gli sarebbe accaduto dopo, il rombo di un tuono. Ma, tutti sapevano che non era il tuono di cui si doveva avere paura, perché nonostante fosse rumoroso e terrificante era solo un rumore, era solo un urlo al vento, era il fulmine al quale dovevi stare attento, perché nonostante fosse bello e illuminava la tempesta era letale.

Liam era il tuono, che risuonò nelle sue vene, e Theo era il fulmine, che illuminava la sua lingua.

Una volta, due.

“Grazie.” disse Liam, con la voce roca ma onesta. Theo annuì di nuovo. Con le dita schiacciò il pulsante pausa sul telecomando. Liam annuì con lui, un sorriso apparve sul suo volto mentre le sue emozioni si risistemavano. Theo era tornato, Theo era tornato e aveva chiesto scusa. “Anche a me. Di tutto io-“

“Lo so.” borbottò Theo. “Non parliamone.”

“Mi sta benissimo non parlarne.” sospirò Liam felice. “Non posso crederci che sei andato nella direzione sbagliata.” disse cercando disperatamente di alleggerire la conversazione.

“Non posso credere che hai comprato tutti i dvd di star Wars.” disse Theo, cogliendo felicemente il suo tentativo. “Quando l’hai comprato? non c’era quando siamo andati nel negozio ieri.”

“Sono uscito e l’ho preso con i soldi che mi hai lasciato per il bus.” disse Liam. Theo girò la scatola guardando la figura, Liam era sicuro dal modo in cui la sua mascella era tesa che si stava sforzando di non ridere.

“Vergona, ero abbastanza felice all’idea che fossi stato qua a piangerti addosso al buio per ore aspettando che tornassi.”

“Sono rimasto seduto qua al buio per la maggior parte di quel tempo.” borbottò Liam aspramente. Le labbra di Theo si allargarono in un pieno sorriso, Liam lo guardò mentre piegava la testa per nasconderlo, sentii saltare il cuore nel petto.

“Non dovevi ammetterlo, idiota.” ghignò Theo. Si lasciò andare contro la testata del letto mentre appoggiava la scatola. “E cosa avresti fatto se non fossi tornato e avevi speso tutti i soldi del bus per Star Wars?”

“Tu torni sempre.” disse Liam sghignazzando.”Come l’herpes o qualcosa di simile.”

“Stai già camminando sul filo del rasoio sicuro di volermi dare della malattia sessualmente trasmettibile?” disse Theo. Liam fece spallucce. “Bè, almeno tu sei sempre uno stronzo. Se devi pisciare fallo ora, non metterò in pausa una volta iniziato.” Theo indicò il teelcomando.

“Sto bene così.” disse Liam. Si sedette anche con le gambe sul letto e strisciò all’indietro finché fu vicino a Theo, con la schiena appoggiata al poggiatesta mentre si metteva comodo. La spalla di Theo era premuta contro la sua. “Ok. Teletrasportaci, Scotty.” dichiarò Liam mentre Theo schiacciava play.

“Quello è Star Trek, idiota.”


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Eccomi, ci ho messo un po' più del previsto ma l'ho fatto uscire prima. 
coomunque nonostante io ami l'angst e avrei preferito che il litigio durasse un po' di più, son felice che sia tonrato tutto ok tra di loro :))
Ah volevo anche dire che Star Wars è un argomento suuper ricorrente e io non so davvero nulla, zero, ne so meno di Liam quindi se scriverò qualche cazzata in futuro perchè non so cogliarla fino in fondo ditemelo ahahah


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 13
*** Attack of the clones ***


“Sono strano se dico di volerlo prendere a sberle?” chiese Liam. Theo scoppió in una risata roca.

“no” mormorò, schiarendosi la voce e girandosi nel letto. Lo sguardo di Liam volò su di lui.

“ti stai addormentando?”

“no.” borbottò Theo, anche se i suoi occhi si stavano chiudendo di nuovo.

“Ti stai decisamente addormentando.”

“Zitto e guarda il film.” Disse Theo, aprendo gli occhi di nuovo. Liam rise, girandosi verso il film. Non poteva biasimare Theo per essere stanco. Avevano già guardato due film, fino a ‘Luke, io sono tuo padre’ prima che Theo insistesse che guardassero il prequel prima di finire gli originali ed era stata pure una lunga giornata, aggiungendoci cinque ore e mezza di film, Liam era sorpreso che nessuno dei due si fosse già addormentato.

“Ma davvero, l’anatra nuda con le orecchie mi sta sul cazzo.”

“Si chiama Jar Jar Binks.” lo corresse Theo. “E’ un Gungan, non un’anatra nuda con le orecchie e ovviamente è fastidioso, è in pratica lo Stiles dello spazio” Liam si fece scappare degli schiamazzi poco attraenti che dovevano sembrare una risata.

“Cazzo è davvero- Hey! Apri gli occhi! Lo stiamo guardando per te!”

“Ho guidato per tipo otto ore oggi. Ai miei occhi serve una pausa”

“Se i tuoi occhi vanno in pausa ti addormenterai. Dai amico, devi spiegarmi alcune cose. Tipo perché Mason continua a dire che Anakin è figo quando sembra che abbia tipo tre anni.” sbottò Liam. Gli occhi di Theo finalmente si aprirono e un sorriso assonnato comprarve sulle sue labbra.

“E’ molto più vecchio nel prossimo film.” disse Theo, passandosi una mano sugli occhi. “Ok, metti in pausa.” sospirò Theo, scendendo dal letto. “Ordiniamo del cibo. Devo farmi una doccia.”

“Ho usato tutta l’acqua calda.” disse timidamente Liam.

“Non importa. Pensavo di farmi una doccia fredda in ogni caso”

“doccia fredda? C’è qualcosa che devi dirmi sulla tua relazione con Jar Jar Binks?”

“Cosa posso dire, l’anatra nuda con le orecchie mi eccita.” mormorò Theo, camminando verso il bagno.

“Theo, se devi davvero dormire possiamo guardarlo domani”

“Dopo la doccia ce la posso fare.” disse Theo. “Prendi del cibo.”

*

Quarantacinque minuti dopo erano entrambi tornati a sedersi sul letto di Theo, con i gomiti che si toccavano mentre si ingozzavano di cibo. La minaccia fantasma stava ancora andando in sottofondo. I capelli di Theo erano ancora umidi per la doccia, e gocciolavano lentamente sulle sue spalle rendendo la sua maglietta, e il letto, bagnati ma sembrava molto più sveglio di prima. Liam non si vergognava di dire che si era divertito a sentire la voce di Theo, alta e squillante mentre lanciava insulti e ascoltare il suo battito cardiaco che aveva tremato quando il getto di acqua gelida l’aveva colpito. L’unica cosa di cui si vergognava della situazione era che non aveva avuto il telefono alla mano e non era riuscito a catturare i versi drammatici che arrivavano dal bagno.

“Deaton è Yoda.” Borbottò Liam tra il cibo. Theo mormorò, facendo dondolare la testa da lato a lato.

“O Lydia.” Disse pensierono. “Poteri da banshee, riesce a percepire un’interferenza nella forza. E’ in pratica la stessa cosa.”

“Ti ucciderebbe se sentisse che la stai paragonando a una piccola rana verde aliena.” disse Liam, Theo fece spallucce, lanciando una quantità incredibile di cibo nella sua bocca.  Liam prese un cracker con i gamberi. Spostò lo sguardo sullo schermo mentre la scena continuava. “Va bene ok. Quindi Derek è quello con il codino-“ Liam indicò la televisione con il craker.

“Intendi Qui-gon Jinn?”

“Si Qui-gon Jinn.” Annuì Liam, Theo rise e dei noodles gli caddero dalla bocca. “Che schifo.” Theo si ripulì il mento, guardando Liam mentre pensava se ingoiare il cibo che era ancora nella sua bocca. “E Scott è Obi-Wan” disse Liam. “Malia è sicuramente Leila.”

“Perchè Malia è Leila?”

“Bè è figa-“ Theo mise il broncio. “Oh dai, so che ti odia ma non c’è motivo per dire che non è figa.”

“Non è il mio tipo onestamente.” disse Theo, ributtandosi nel cibo.

“Bè lo è ed è cazzuta, tipo, anche lei avrebbe sicuramente strangolato la lumaca cicciona. E’ diretta, sfacciata e pronta a lottare contro tutti anche se sembra che non possa far male a una mosca, figurati un esercito, ma puoi scommetterci il culo che sarebbe quella che ti salva dutante una battaglia.”

“Penso di vedercela.” Mormorò Theo, anche se non sembrava poi così convinto.

“Perchè ho ragione.” disse Liam. “E poi io sono-”

“Jabba the Hutt ?” suggerì Theo.

“Ok, inannzitutto, fottiti.” disse Liam facendo comparire un ghigno sul viso di Theo. “E secondo, io ovviamente sono Han.”

“Pensi di essere come Han Solo?”

“be si, è il più figo quindi ovviamente io sono Han.”

“Che caratteristiche condividi con Han?”

“Sono il più figo in pratica ovunque?”

“Discutibile.” sbuffò Theo. “Sei più tipo Anakin. Problemi di rabbia, tendente la lato oscuro ma il tuo Obi-Wan ti ha riportato sulla retta via.”

“Sono Han.”

“E’ solo il tuo preferito, vero?”

“Abbastanza.”

“Bene. Allora sei Han Solo.” disse Theo roteando teatralmente gli occhi. “E chi sono io?”

“Chewie.” disse Liam all’istante. “Facevi gli stessi versi sotto la doccia.”

“Era fredda.” borbottò Theo.

“E’ il risultato di fare una doccia fredda.” disse Liam. Theo si girò verso la TV ignorando Liam.

*

Smisero di parlare durante la vendetta dei Sith. Liam non era nemmeno sicuro che Theo stesse respirando durante tutto il film. Sapeva che era impossibile che Theo avesse trattenuto il respiro per tutto quel tempo ma era completamente zitto, con gli occhi incollati allo schermo, socchiusi per la concentrazione. Liam non poté esattamente biasimarlo, il ragazzo aveva aspettato dieci anni per scoprire come alla fine Anakin aveva finito la sua discesa verso il lato oscuro. Era abbastanza sicuro che guardare la reazione di Theo al film era più divertente del film stesso. Il modo in cui la sua maschella si irrigidiva durante le scene di tensione o il modo in cui sbarrava gli occhi quando veniva rivelato il punto focale della trama. Liam dovette trattenere una risata quando Theo iniziò a borbottare quando Anakin si era arreso al lato oscuro.

“Stai per piangere?” chiese Liam quando i titoli di coda iniziarono a scorrere. Theo mise il broncio ricacciando indietro le lacrime.

“Ovviamente no.”

“Sembra che tu stia per piangere.” disse Liam, con un ghigno malefico in faccia. “Per piacere piangi per Star Wars. Morirò felice se ti vedrò piangere per Star Wars.”

“Fottiti.” disse Theo arricciando le labbra. Liam aspettò, guardando Theo che fissava la televisione e prese un lungo respiro. Le sue dita ticchettarono contro il lenzuolo una volta, due. “E’ che è una cazzata!” sbottò Theo, Liam trattenne una risata al tono veemente. “Voleva solo salvare le persone che amava e lo Jedi continuava a dirgli che non poteva amare le persone, o avere sentimenti. Intendo, sua madre è morta ed erano tutti ‘non essere in lutto o andrai verso il lato oscuro’ che cavolo di insegnamento è quello?? hey so che stai soffrendo ma fattene una ragione stronzetto.” Liam nascose la faccia nel cucino ridendo. “Sono serio! E’ un casino. Ovviamente, sarebbe diventato la persona che - Liam smetti di ridere!” Liam rise ancora nel cuscino mentre Theo si lamentava.

“Posso letteralmente fiutare la tua rabbia.” disse Liam guardando Theo che lo stava guardando duramente.

“E’ perché sono arrabbiato! Hanno in pratica cementato il suo destino. L’hanno ostracizzato e-“ Liam lo guardò mentre Theo continuava a rantolare, muovendo le mani e con in faccia un espressione fusiosa.

“dio, sei adorabile.” disse Liam. Theo si fermò, con il petto pesante per l’ammasso di parole che aveva vomitato e le sue sopracciglia volarono verso la sua fronte mentre si gelò sul posto, con le mani ancora a mezz’aria. Liam sbarrò gli occhi quando si rese conto di quello che aveva detto.

“Cosa hai detto?” chiese Theo. Liam sbatté le palpebre.

“Ho detto che sei deplorabile.” rispose Liam. “Seduto qua a difendere Anakin quando lui è letteralmente Darth Vader.”

“Sono abbastanza sicuro che non è quello che hai detto.” lo prese in giro Theo, con un ghigno maligno in faccia.

“E’ esattamente quello che ho detto, dovresti fare un controllo alle orecchie.” disse Liam.

“E tu dovresti ricordarti che riesco a capire quando menti.”

“Theo-“ Lo avvisò Liam con un ruggito che proveniva dal profondo della sua gola.

“Va bene, lascio perdere. Ma solo perché tu pensi che io sia ador-“ Liam spinse Theo giù dal letto prima che potesse finire di parlare. La sua testa apparve ancora, aveva il mento appoggiato al materasso e le labbra dipingevano un piccolo sorriso sul suo viso che spiegava decisamente l’’adorabile’ che Liam aveva detto prima. “Tu-“

“Metti su lo stupido film.” borbottò Liam.

“Certo, Pumpkin”

“Ti tiro un pugno.”

“E feriresti la mia faccia adora-“ Theo gridò quando il pugno di Liam raggiunse la sua faccia. “Tu-“

“Ti avevo avvertito.” disse Liam con un’alzata di spalle.

*

Theo si addormentò a metà dell’ultimo film. Liam cercò di svegliarlo ma aveva ricevuto in risposta solo un grugnito e un veloce ‘l’ho già visto, lasciarmi stare’. Quindi era rimasto a guardare l’ultima ora da solo, Theo respirava tranquillo e fermo vicino a lui. Liam si distese sul letto, appoggiando la testa sui cuscini e guardando lo schermo con occhi assonnati mentre la pesantezza del giorno passato lo travolse e fece affondare i suoi arti nel letto.

Aveva detto che non avrebbe dormito in un letto pisciato per un altra notte, ma quando il film era arrivato all’ultima scena Liam non era sicuro che sarebbe stato capace di camminare fino alla macchina per dormire e uno sguardo al viso rilassato di Theo gli disse che Theo non si sarebbe alzato per guidare per circa un’ora per trovare un posto tranquillo dove dormire. Liam penso che si sarebbe dovuto muovere una volta che il film fosse finito e pregò che fosse una sorta di signore degli anelli-edizione allungata così non avrebbe dovuto affrontare il viaggio verso il suo letto, che onestamente era a due passi.

Alla fine non si dovette nemmeno preoccupare. Quando finalmente gli eroi i furono riuniti per quella che pensava fosse l’ultima volta gli occhi di Liam si chiusero, il suo respiro si fece pesante, lento e fermo mentre si lasciava curare dal sonno. Con immagini di battaglie con spade laser che coloravano le sue palpebre.

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Mi scuso per il ritardo ma mi si stanno accavallando un po' di cose, mi dispiace anche per questo capitolo un po' cortino ma fondamentalmente è una specie di tributo a Star Wars :) 
coomunque parlando di cose serie quanto è adorabile davvero Theo?? OMG. Plus Liam don't lie che sei antisgamo come pochi.. <3
btw spero di fare uscire il 14 al più presto, spero che fino ad ora vi stia piacendo. 

P.S. lo so che probabilemente è la slow burn più slow burn del mondo maaa io adoro.

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Capitolo 14
*** The first rule of Fight Club ***


Liam si svegliò con l’odore di pino che gli riempiva i polmoni e sentendo del calore che lla frondate si irradiava fin sotto alla sua pelle. Tenne gli occhi chiusi, seppellendo la testa nel cuscino, arricciò il naso quando sentì dei capelli solleticarglielo. A parte i capelli contro il naso che gli fecero pensare che forse era arrivato il momento di tagliarli non riusciva a capire perché si fosse svegliato. Era ancora troppo stanco e non doveva aprire gli occhi per sapere che il sole era ancora alto, vedeva rosso attraverso le palpebre per colpa dei raggi che entravano nella stanza. Sentì una vibrazione in tasca che risolse il mistero del risveglio. Sospirò leggermente.

Almeno per una volta gli sarebbe piaciuto svegliarsi da solo, senza che qualcun’altro lo facesse per lui. Il suo telefono vibrò un' altra volta contro la sua gamba. Liam sospirò ancora, stringendo la mano contro la coperta di Theo pronto a tirarsela sopra la testa e cercando di ignorare il telefono. Il suo piano andò in fumo quando le sue nocche toccarono della pelle e fu forzato a realizzare che con il suo braccio non stava abbracciando la coperta come pensava. Liam inspirò lentamente.

Stava sognando. Un sogno davvero strano, ecco cosa era.

Liam aprì lentamente un occhio e vide una faccia piena di capelli marroni. ingoiò il groppo che sentiva in gola prima di aprire l’altro occhio. Guardò il retro della testa piena di capelli nei quali era infilato il suo naso. Mosse le dita nel punto in cui erano ancora strette alla maglietta. Liam alzò la testa, abbastanza per capire che stava abbracciando Theo.

Liam aprì la bocca per far uscire quello che indubbiamente doveva essere un urlo abbastanza forte da sembrare quello di Lydia ma si trovò la bocca piena di capelli di Theo, e il suo urlò diventò solo uno borbottio mentre cercava di sputarli, sembrando un gatto con una palla di pelo in bocca. Si allontanò, togliendo il braccio dalla vita di Theo e rotolando giù dal letto. Cadde e atterrò sul pavimento con un colpo sordo.

Theo fece una piccola risata nel sonno. Liam evitò a malapena uno schiaffo in faccia quando si girò quasi come se stesse cercando Liam. Liam lo guardò con il fiato sospeso mentre Theo rimaneva ancora fermo e ascoltò il suo respiro ancora tranquillo. Le sue spalle si rilassarono mentre sospirava. Theo dormiva. Theo non sapeva nulla. Andava tutto bene.

Non era il fatto che avesse condiviso il letto con un ragazzo, aveva fatto fin troppi pigiama party con Mason dove finivano entrambi addormentati nel letto di Liam. E non era nemmeno Theo il problema, perché, bè, aveva dormito nella sua auto a nemmeno un piede di distanza abbastanza volte negli scorsi giorni che non gli sembrava chissà che dramma.

Il problema però era che Liam sapeva, senza ombra di dubbio, che se Theo si fosse svegliato e avesse trovato Liam abbracciato a lui come un cazzo di polipo completamente all’oscuro del concetto di spazio personale non se lo sarebbe mai dimenticato, specialmente non dopo la discussione sulla coperta del giorno prima.

Liam tremò al pensiero di Theo sveglio, che avrebbe probabilmente fatto  una foto da usare per prenderlo in giro, e poi, bè, poi Liam lo avrebbe preso in giro per essere quello abbracciato il che sarebbe finito con una vera discussione dopo che Theo gli avrebbe risposto di stare zitto in modo brusco.

Crisi evitata pensò Liam felicemente guardando il viso addormentato di Theo. Il telefono di Liam vibrò ancora. Liam si alzò velocemente dal pavimento, prendendo il telefono dalla sua tasca e premette il tasto rosso prima che potesse fare altro rumore.

E se Theo si fosse svegliato e fosse riuscito a sentire l’odore di Liam nel letto e capire cosa era successo? O se il posto di Liam sul letto fosse ancora caldo e gli avesse rivelato il suo segreto e imbarazzante.. strangolamento. Perché non era un abbraccio. Non abbraccerebbe Theo. Era una lotta nel sonno.

Liam scrisse un messaggio veloce a Mason dicendo che lo avrebbe chiamato un minuto dopo, prima di prendere il resto dei soldi che Theo gli aveva lasciato il giorno prima sul tavolo e sgattaiolare fuori dalla stanza, immensamente grato che si fosse addormentato completamente vestito così non aveva dovuto camminare di qua e di là in punta di piedi per cambiarsi, l’unica cosa che dovette fare fu prendere le scarpe prima di uscire.

Corse attraverso il parcheggio più lontano possibile dal motel, con il telefono stretto in mano, aspettando che Theo comparisse e iniziasse a ridere di lui. Quando fu abbastanza lontano da non sentire più il rumore del battito tranquillo del cuore di Theo tra i rumori della città e il senso di ansia al pensiero di Theo che si svegliasse e capisse dalla faccia colpevole di Liam con uno sguardo cosa fosse successo era diminuito, scrisse il numero di Mason.

“Hey, scusa ero-“ iniziò Liam

“Sei un miglior amico terribile” disse duramente Mason. Liam si fermò bruscamente, improvvisamente decisamente sveglio.

“cosa?”

“Intendo, amico, vai a Las Vegas con Theo, Theo??” Liam si rilassò di nuovo, sentendo il tono derisorio di Mason. Quello che diceva ‘si sono incazzato con te per aver mangiato l’ultima patatina piuttosto del ‘cancella il mio numero’ che si era aspettato Liam. “E poi! Quando hai lanciato la ‘Theo bomb’ non mi hai nemmeno chiamato, o mandato un messaggio per dirmi che cavolo stava succedendo. Ho dovuto venirlo a sapere da Scott. Dai, amico, mi sento ferito. Theo sta prendendo il mio posto? E’ questo che sta succedendo?” chiese Mason mentre Liam ricominciava a camminare scuotendo la testa con una piccola risata.

“Si. Theo è il mio migliore amico ora.” disse seccato Liam. “Ci facciamo le treccine ai capelli e facciamo le battaglie con i cuscini. Ah e poi ci piace spettegolare su quanto tu sia sfigato.”

“So che stai scherzando ma onestamente, tu hai i capelli abbastanza lunghi per le trecce, e credo anche Theo, quindi ora me lo sto decisamente immaginando.”

“Bene, non farlo.” rise Liam. “Nessuno sta facendo trecce ai capelli di nessuno.”

“Allora perché ci hai messo così tanto a rispondere?”

“Stavo dormendo.” disse Liam, ignorando la bolla d’imbarazzo tra le sue parole. “Theo sta ancora dormendo e quindi me ne sono dovuto andare per non svelgiarlo-“ perché altrimenti avrebbe guardato la mia faccia colpevole da ‘potrei averti strangolato nel sonno’ e condannarmi ad un enorme presa in giro per l’eternità pensò Liam.

“Ti sei appena svegliato?” chiese Mason. “Amico, sono le 5 del pomeriggio”

“Abbiamo fatto tardi ieri.”

“Facendo cosa?”

“Sai, cose.” Liam fece spallucce e con gli occhi iniziò a cercare di capire dove andare per trovare un posto dove comprare del cibo.

“Cose?”

“Mh-mh” mormorò Liam, rinunciò a guardarsi intorno e inspirò profondamente sperando di sentire dell’odore di cibo vicino.

“Ok amico. Sai che cose a Las Vegas vogliono di solito dire, una di quattro. Sbronza, gioco d’azzardo, sposarsi o scopare. A volte tutte e quattro e so che non puoi bere quindi per piacere dimmi che hai una dipendenza per il gioco d’azzardo.”

“Non ho una dipendenza per il gioco d’azzardo.” sbuffò Liam. “Non mi fanno nemmeno entrare nei casinò senza carta d’identità.”

“Ok..bene.. allora dimmi che hai sposato una spogliarellista perché non voglio nemmeno pensare all’altra-“

“Non mi sono sposato.” disse velocemente Liam, sentì Mason trattenere il respiro. “E non ho scopato! amico smettila di pensare con il cazzo, è Theo.”

“Si, che è tipo.. figo da paura quando ignori la sua personalità” disse Mason, Liam si morse la lingua per non rispondere che la personalità di Theo era una delle cose migliori di lui perchè era un coglione, e anche li era divertente finché non diventava un coglione psicotico.

“Farò finta di non aver sentito che hai detto Theo e Figo nella stessa frase perché è fin troppo disturbante anche solo pensarci.” disse Liam, decidendo di girare a sinistra, iniziò a camminare.“E abbiamo guardato Star Wars, ok?”

“Star Wars?” gli fece eco Mason.

“Star Wars” ripeté Liam. “Li abbiamo guardati tutti.. è stata una cosa lunga.”

“Quindi.. piuttosto che chiamarmi e spiegarmi la situazione Theo voi due avete fatto una maratona di una serie che io e Stiles stiamo cercando di farti vedere da circa un anno e mezzo?” chiese Mason. “Penso che mi sentirei meno insultato se tu avessi davvero scop-“

“Ti avrei chiamato” disse Liam velocemente, interrompendo la fine della frase di Mason.”Ma tipo.. ieri notte è stato strano ok? Ho dato fuori di matto quando ho visto messaggi di tutti e poi ho detto delle cose e Theo se ne è andato. E’ stato-“

“Stavo scheerzando” sospirò Mason. “Avresti dovuto dirmelo però”

“Si, sto sentendo quella frase spesso.”

“Sono il tuo migliore amico. Va bene? Se sta facendo cose stupide me lo devi dire così ti posso difendere e non è che avrei detto a tutti che eri con Theo se non volevi che lo facessi.”

“Lo so.”

“Allora perché non me lo hai detto?”

“Non lo so.” disse onestamente Liam. “Ho solo.. non volevo tornare a casa e non volevo che nessuno mi desse una ragione per farlo.” Mason rimase in silenzio per un momento, Liam diede un calcio al marciapiede mentre camminava. “Sei vicino al computer?”

“Si, perché?”

“Se ti dico dove sono puoi guardare dove posso comprare del cibo? Questa città puzza.”

“Di cosa?”

“Peccato.” borbottò Liam. Mason rise piano.

“Ok amico. Accendo il computer dammi un minuto.”

“Tranquillo, devo trovare il nome di una via in goni caso.. quindi.. come stai? Com’è la vita a Beacon Hills?”

“Amico fanculo Beacon Hils.” la voce di Mason era ovattata, Liam era abbastanza sicuro che il suo telefono fosse incastrato tra la sua spalla e la guancia mentre  armeggiava con il computer. “Voglio sentire qualcosa sulla vita on the road. Tu e Theo vi siete già picchiati?”

“Non proprio.” disse Liam. “Intendo, ci siamo colpiti un paio di volte e poi c’è stato l’episodio degli assorbenti ma-“

“L’episodio degli assorbenti?”

“Oh..noi.. potremmo essere stati cacciati da Walmart dopo una lotta nel.. ehm.. reparto per l’igiene femminile.”

“Ok voglio sapere tutta la storia ma prima, dove sei e che cibo stai cercando?”

“Sono a Marion Street” Liam sentì Mason digitare il nome.

“Ok.. bene.. c’è un diner anni 50’ vicino. Ti dico la strada se mi racconti della lotta con gli assorbenti.”

“Ci sto”

*

Alla fine Liam terminò la chiamata con Mason portando una scatola takeaway piene di pancakes sotto braccio e promettendo di mandare a Mason video di lui e Theo sulla teleferica. Il resto gli aveva promesso che glielo avrebbe fatto vedere una volta tornato.

Il suo telefono vibrò un’altra volta, era un messaggio di Theo che gli chiedeva dove fosse. Liam rispose velocemente, preoccupandosi irrazionalmente che Theo avrebbe usata come scusa il fatto che non fosse lì per lasciare lo stato.  Liam alzò un sopracciglio verso il telefono quando Theo rispose, né grazie per essere uscito a prendere la colazione alle cinque del pomeriggio né so quello che hai fatto nel sonno ma un semplice ‘prendi del caffè’ che fece accigliare Liam.

Però, si fermò comunque da Starbucks, sorridendo a 32 denti nonostante la rabbia che ribolliva dentro di lui al pensiero del prezzo esagerato e mormorando un amaro grazie prima di uscire e tornare al motel.

Liam rientrò nel motel è trovò Theo che faceva i bagagli, buttando le loro cose nella sacco con gran poca finezza e sentì la puzza di terrore nell’aria che minacciava di soffocarlo. Fece una smorfia per l'odore sgradeovole, lasciando la porta aperta mentre entrava, gli occhi volarono verso il letto, il piumino era appallottolato alla fine del letto come se fosse stato calciato via. I capelli di Theo erano ancora arruffati. Le sue spalle erano tese mentre cercava di chiudere la sacca troppo piena.

“Ho preso la colazione.. e il caffè” disse Liam esitante. Theo borbottò riconoscente, tirando la zip un’altra volta. “Theo stai-“

“Vado a metterla in macchina.” disse Theo, con la voce leggermente più alta del solito. “Le chiavi sono lì.”

“Dove stiamo andando?”

“Volevi trovare un posto dove dormire, no?” disse Theo, apparentemente rinunciando a chiudere la borsa. Se la lanciò sulle spalle e prese il sacchetto di plastica con il cibo e l’acqua del giorno prima girandosi finalmente a guardare Liam.

A primo impatto sembrava stesse bene, normale, ma Liam non riuscì ad evitare di notale la tensione delle sue spalle e della sua mascella.

“Andiamo” sbottò Theo.

“Posso fare la pipì prima?” chiese Liam. Theo fece un sospiro arrogante prima di passare dando una spallata a Liam, nonostante i suoi riflessi Liam riuscì a malapena ad evitare che la colazione finisse dritta sul pavimento.

“Fai veloce” borbottò Theo. Liam si affrettò dentro la stanza, lasciando il cibo e il caffè di Theo sul tavolo prima di andare in bagno. Arricciò il naso alla puzza di vomito all’interno.

*

Liam gonfiò le guance, facendo rimbalzare la lingua tra il palato e la parte sotto la lingua mentre Theo guidava in silenzio, a parte il ticchettio, mentre irradiava vibrazioni che dicevano ‘fanculo’, Guardò lentamente tra il continuo movimento delle dita di Theo e il suo viso, lentamente fece uscire l’aria dalla sua bocca che sembrò vibrare nella macchina. Le dita di Theo ticchettarono più forte, Liam si chiese se avrebbe potuto rompere il volante con un solo dito.

“Sai avremmo dovuto comprare un finger spinner o qualcosa del genere quando siamo andati a fare la spesa” mormorò Liam. Theo non rispose. Liam si mosse sul suo posto le sue gambe lo imploravano di muoversi in qualche modo. Il loro cibo era rimasto sul cruscotto, la scatola di pancake si era lentamente inzuppata. Liam aprì la bocca, pronto a provarci ancora ma la mano di Theo si mosse dal volante, smettendo di ticchettare per prendere il caffè dal porta bicchieri.

Liam non riuscì ad evitare di notare il modo in cui le labbra di Theo si arricciavano dopo ogni sorso, il suo naso si riempiva di rughe schifato. Quando avevano inizialmente lasciato Beacon Hills, aveva pensato che a Theo piacesse il caffè. L’aveva sempre ordinato nero, ingoiandolo come se fosse la cosa migliore della sua vita ma ora Liam era fin troppo consapevole delle smorfie. E del Theo eccitato che aveva detto ‘fanculo il caffè’ quando avevano vinto al casinò. E di come era Theo quando si godeva davvero quello che stava bevendo.

“Sai, la caffeina non va bene per gli incubi.”

“Liam-“

“E lo so perché ne ho avuti un sacco la prima volta che sono diventato un licantropo.” si affrettò a dire Liam, afferrando la sua maglietta, guardando fuori dal finestrino. “C’erano questi cosi, i beserkers, loro erano tipo-“

“So cosa sono i beserkers” sbottò Theo.

“Giusto..ovviamente. Bè, intendo, è stata la mia prima lotta sovrannaturale. Intendo, sono stato pugnalato con lo strozza lupo giallo ma era per colpa dei cacciatori e insomma, non mi piacciono più i pozzi ma i beserkers davvero.. non lo so. Mi hanno lasciato qualcosa e continuavo a vederli, anche quando era sveglio. Mi svegliavo urlando e-“

“Liam. Non mi interessa dei tuoi incubi.” sospirò Theo.

“Non c’entrano i miei incubi.” disse Liam duramente, girandosi finalmente verso Theo che aveva gli occhi ancora fissi sulla strada, la mascella tesa e la mano stretta sul volante così forte che le sue nocche erano bianche. “C’entrano i tuoi-“

“Io non-“

“Posso fiutare la paura.” disse Liam. Il volante cigolò sotto la stretta di Theo. “E visto che ho fatto un sacco di incubi anche io, ne so qualcosa. Ho cercato cose e ho chiesto a mio padre, che è un medico professionista, tra l’altro, e la caffeina, non è una buona idea.”

“Non ne parleremo.”

“Puoi parlarne con me.”

“Mi farai anche un braccialetto dell’amicizia e mi farai le trecce?” chiese Theo. A Liam venne in mentre l’immagine che sicuramente anche Mason si era immaginato qualche ora prima. Di lui e Theo seduti sul pavimento, con le dita di Liam intrecciate ai capelli di Theo mentre li tirava in una bella treccia.

“Sono serio.” disse Liam, scuotendo la testa, allontanando le trecce dalla mente. “Io non ne parlavo perché ero.. non lo so.. imbarazzato? Credo?”Liam fece spallucce. “Ma penso che mi sarebbe stato d’aiuto un pochino parlarne con qualcuno.”

“Cosa, così puoi dirmi ancora che me lo merito?” chiese Theo con una risata amara. Liam fu improvvisamente contentissimo che Theo avesse iniziato a guidare verso lo Utah, perché era abbastanza sicuro che se non fossero incastrati su una strada con un solo senso di marcia avrebbe girato la macchina e sarebbe ripartito in direzione Beacon Hills. Ingoiò il senso di colpa.

“Io non-“

“No. Vuoi parlarne? va bene.” ringhiò Theo. “Grazie, per avermi ricordato che me lo sono meritato. Grazie per aver rovinato quello che probabilmente è stato il più bel giorno della mia cazzo di vita ricordandomi che stronzo sono.” Liam scivolò nel suo sedile. Theo non si scomodò neppure a guardarlo mentre lo rimproverava. “grazie per aver riportato alla luce tutta la merda che pensavo fossimo qua per dimenticare.”

“Mi-“

“Non osare.” sibilò Theo. “Non ti scusare, porca troia, perché non dovresti pensarlo davvero e se lo dicessi e non stessi mentendo ti spingerei giù dalla macchina per essere stato un coglione. Non ne voglio parlare, non ho bisogno di parlarne.” Liam fece una smorfia  mentre una folata dell’odore pungente di imbarazzo capiva il suo naso. Le dita di Theo stavano ticchettando ancora sul volante, una volta, due. “Solo.. pensa solo a cosa vuoi fare dopo.” Finì Theo, con voce roca.

Liam si morse il labbro.

“Non gioco a bowling da un po’” offrì Liam. Theo roteò le spalle, Liam poté letteralmente vedere il peso che cadeva da esse mentre si rilassa al cambio di argomento.

“Hai tutto lo Utah a disposizione e vuoi andare al bowling?” rise Theo, nella sua voce mancava il marchio del suo solito sarcasmo, ma il tentativo c’era.

“Bè, dopo che mi hai battuto ad air hockey ho pensato che fosse giusto che io ti battessi in qualcosa.” disse Liam. Il lato delle labbra di Theo si alzò in un mezzo sorriso.

“Possiamo andare al bowling se mi prometti che non piangerai quando perderai.” disse Theo.

“Ti sei perso la parte in cui ti dicevo che ti batterò?”

“Ti sei perso la parte in cui io sono fantastico?” disse Theo sarcastico.

*

“Possiamo fermarci tra un po’?” chiese Liam, gli occhi scrutarono la superstrada buia prima di ritornare su Theo. Nonostante sembrasse più calmo rispetto alla mattina, con le spalle meno tese, Liam poteva ancora notare le borse che si stavano formando sotto i suoi occhi un’altra volta. “Abbiamo guidato per ore!”

“deve essere davvero stancante per te che sei seduto lì a non fare nulla.” biascicò Theo.

“E’ noioso” si lamentò Liam.

“Dovresti fare la patente.”

“non posso, i mie genitori non mi fanno guidare.” ammise Liam, giocando con le unghie.

“Perchè no?”

“Per l’IED.” mormorò Liam. “Pensano che sia pericoloso avermi alla guida.”

“La tua rabbia da strada sarebbe davvero epica.” disse Theo con un piccolo cenno. Liam sbuffò e guardò di nuovo fuori dal finestrino sprofondando nel sedile.

“Grazie.” Theo rimase in silenzio per un momento, le sue dita ticchettavano sul volante. Gli occhi di Liam tornarono su di lui in tempo per vedere che lo stava guardando con un espressione accigliata.

“Vuoi imparare?”

“Cosa?”

“A guidare. Vuoi imparare? Non hai bisogno del permesso dei tuoi genitori per fare pratica.”

“mi servirebbero dei soldi per prendere una macchina.”

“Non so se l’hai notato. Ma io ho una macchina.”

“Pensavo fosse un pick-up.” mormorò Liam. Theo roteò gli occhi e si fermò nel bel mezzo della strada per la seconda volta nel giro di pochi  giorni.

“Se vuoi iniziare a imparare allora devi provarci.” disse Theo, indicando il volante. Gli occhi di Liam passarono velocemente dal volante a Theo.

“sei serio? Mi lasci guidare?”

“mi stai chiedendo se mi piacerebbe stare seduto a fare niente mentre tu ti devi concentrare per un po’? Si. decisamente.”

“Ma non dovrei-“

“Ti sembro tua madre?” sbuffò Theo. Liam scosse la testa, nonostante sapesse che era probabilmente una domanda retorica. “Siamo su una strada dritta e non c’è nessun’altra macchina in giro. Cosa mai potresti fare?”

“vuoi davvero sfidare il destino in questo modo?”

“Vuoi una lezione di guida o no?”

“Sei davvero serio quindi?” chiese Liam esitante. Theo grugnì non rispondendogli, scese dalla macchina e arrivò alla portiera di Liam. Liam sentiva l’eccitazione sfrecciare nel suo petto, un’ondata di aria calda lo coccolò quando la portiera fu aperta.

“Lezione uno.” disse Theo, sporgendosi per slacciare la cintura di Liam, poi lo guardò con un ghigno sulle labbra. “Devi sederti sull’altro sedile per guidare.” Theo finì la rase spingendo malamente le spalle di Liam. Si arrampicò sull’altro sedile e infine si sedette, le mani leggere come una piuma sul volante mentre abbassava il finestrino.

*

“Ascolta se solo-“ iniziò Theo.

“Non so come farlo!” disse Liam, con voce tesa.

“Bè ovviamente altrimenti ci staremmo muovendo.”

“ci potrei riuscire se tu stessi zitto per un minuto.” sbottò Liam. Theo rise. “Ok allora, giro la chiave e premo il bottone e-“

“E sei bloccato. Di nuovo.” disse Theo. “fantastico, cosa è l’ottava volta o-“

“Zitto Theo!” un ringhio rombò profondo nella gola di Liam. Sulle labbra di Theo si dipinse un  sorriso felice.

“Ed ecco al rabbia da strada che i tuoi genitori temevano.” mormorò Theo.

“Ti butto fuori dalla macchina.” disse Liam.

“Sai potrebbe essere davvero una minaccia spaventosa.. se solo ti stessi muovendo.” disse Theo.

“Fottiti, è difficile.” borbottò Liam.

“Aww, povero piccolo beta. Vuoi sederti in bracco così posso tenere i pedali mentre su impari a tenere il volante?” lo prese in giro Theo. Liam fu quasi tentato di risponder di sì, solo per vedere la faccia di Theo ma poi era abbastanza sicuro che il suo bluff si sarebbe ritorto contro di lui e sarebbe finito a sedere in grembo a Theo per le sue ‘lezioni di guida’ o sottomettersi alla sconfitta e Liam non era felice di nessun dei due scenari. Era finito a coccolare Theo abbastanza per quel giorno.

“Voglio che tu stia zitto così possa davvero pensare.” disse Liam.

“Devi solo spingere dei pedali Liam. Non è ingegneria aerospaziale!”

*

Liam fu abbastanza imbarazzato nel dire che gli ci vollero altri dieci minuti buoni per far partire la macchina, ma una volta che ce la fece stava andando abbastanza bene.. Bè, Theo gli aveva strappato il volante di mano solo una volta, quindi stava andando molto meglio di come era sicuro entrambi pensassero dopo il migliaio di false partenze. Theo si era girato sul sedile, appoggiando la schiena alla portiera e appoggiando le gambe sul grembo di Liam, con i talloni immersi nelle sue cosce. Aveva detto che era perché così poteva calciare via Liam dal cambio se ce ne fosse stato il bisogno, Liam era abbastanza sicuro che era solo uno stronzo che invadeva il suo spazio.

Theo masticò una patatina, colpendo il finestrino con la testa. Lo stomaco di Liam brontolò. Theo non disse nulla, si mosse un’altra volta, i talloni affondarono di più nelle  cosce di Liam mentre si sporgeva in avanti e teneva il pacchetto vicino a lui muovendolo. Gli occhi di Liam fissarono il pacchetto, finché i suoi occhi non riscattarono sulla strada e le sue mani si strinsero sul volante.

“Sto bene.” mentì Liam. Il suo stomaco dimostrava il contrario, brontolando ancora.

“Condividiamo i boxer. Possiamo condividere anche un pacchetto di patatine.” rise Theo, muovendo ancora il pacchetto. “Prendi una pat-“

“non toglierò le mani dal volante.” disse velocemente Liam. “E’ pericoloso.” Theo ricadde contro la portiera alzando le sopracciglia.

“Davvero?” disse.

“Davvero. Non hai nemmeno la cintura, se facciamo un incidente potresti volare fuori dal finestrino e-“

“Liam stiamo andando a quindici chilometri orari e io ho riflessi sovrannaturali, anche se dovessi volare fuori dal finestrino penso proprio che atterrerei sui miei piedi.” disse Theo con un accenno di divertimento.

“Forse, ma mi faresti il culo per aver distrutto la tua macchina.”

“Prendi una cazzo di pat-“

“No. Te l’ho detto, non mi stacco dal volant-“ Theo sbuffò, infilando una mano nel pacchetto e prendendo un’altra patatina. Un momento dopo era ancora piegato verso di lui.

“Apri.” ordinò Theo, spingendo un patatina vicino alla bocca di Liam. Spostò la sua testa verso il finestino.

“Stai scherzando?” sbottò Liam, resistendo a malapena all’impulso di staccare le mani dal volante e scacciare la mano di Theo e la patatina.

“Il prossimo diner è a un’ora di distanza. Cinque se continuiamo a questa velocità.” Liam assottigliò le labbra, non era colpa sua se Theo non gli lasciava cambiare la marcia per andare più veloce. Non che non capisse le motivazioni di Theo. Quando gli aveva lasciato raggiungere il limite di velocità, Liam aveva iniziato a urlare che stavano andando troppo veloce il secondo in cui era arrivato a trenta e li aveva quasi fatti uscire fuori strada nel panico. Theo aveva dovuto afferrare il volante e mantenere la macchina in carreggiata finché Liam aveva frenato bruscamente.”Non ho intenzione di stare seduto qui ad ascoltare te che ti lamenti perché hai fame quando sei tu che hai voluto comprare ste cose per i momenti come questi. Quindi aprì e prendi la cazzo di patatina.” La patatina fu premuta di nuovo sulla sua faccia. La testa di Liam colpì il finestrino mentre cercava di allontanarsi ancora. “Non ho intenzione di fare l’aereoplanino che fai ai bambini se è questo che stiamo facendo.” Liam.. bè Liam non aveva dubbi su quello, lo stronzo avrebbe probabilmente fatto un video ricordo. lentamente Liam raddrizzò il collo, riportando la testa a portata di Theo. Guardò velocemente Theo, che aveva le sopracciglia che gli sfioravano l’attaccatura dei capelli mentre aspettava impaziente. Liam aprì la bocca, Theo ci sbatté dentro la patatina prima di prenderne un’altra per sè. Liam masticò velocemente la patatina e quando la stava mandando giù  Theo ne stava prendendo un’altra per avvicinarla alla sua faccia.

“E’ ridicolo.” Liam sbuffò anche se aprì la bocca obbediente e lasciò Theo appoggiare una patatina sulla sua lingua.

“Sei tu che ti sei rifiutato di mangiare come una persona normale.” disse Theo.

“Mi rifiuto di mettere in pericolo le nostre vite per-“ Theo lo zittì mettendogli altro cibo in bocca. Liam masticò velocemente.

“Sai.” mormorò Theo, cinque minuti dopo che aveva portato l’ultima patatina in bocca a Liam. “Ora mi aspetto decisamente che la prossima volta che guido tu mi dia da mangiare.”

“Sogna, stronzo.” rise Liam.

“Pensavo all’uva.”

“Non accadrà.”

“Facciamo così, se io ti batto a bowling tu mi devi dare da mangiare mentre guido.”

“E cosa otterrò quando vincerò io?”

“Ti parlerò degli incubi.” disse lentamente Theo. Liam si girò di scatto verso Theo con gli occhi spalancati.

“Davvero?”

“Liam, la strada.”

“Me ne parlerai quando vincerò?”

SE.” lo corresse Theo petulante. Un sorriso si dipinse sulla faccia di Liam. “Liam guarda la strada!” sibilò Theo, prendendo in mano il volante un’altra volta. Liam tornò a guardare la strada, aggiustando velocemente il volante prima farli finire fuori strada.

“Affare fatto.”

“Bene. Sei pronto per mettere la terza?”

“Starai zitto?”

“Cercherai di ucciderci?”

“Dipende da quanto sarai fastidioso.” disse Liam. Theo rise, prendendolo in giro.

“Sei così divertente.” rise Theo annoiato. “Accelera così posso cambiare marcia. Se siamo fortunati arriveremo alla tavola calda tra quattro ore.” Liam accelerò.

“Ti odio.” borbottò Liam. Theo piegò la testa. Liam era sicuro che sarebbe dovuto essere più concentrato sulla strada piuttosto che guardare il modo i cui Theo non era riuscito a nascondere la leggera arricciatura delle sue labbra e il modo in cui aveva strizzato gli occhi quando aveva cambiato marcia. Liam deglutì, sforzandosi di non sorridere mentre si rigirava verso la strada.

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Eccomii
con un capitolo decisamente più lungo :'))
ok ci sono 4 cose che amo di questo capitolo, come le 4 cose di Vegas eheh.
1. Io adoro Mason in questa fic sempre e per sempre mi ammazza tutte le volte.
2. Theo che non riesce a rimanere arrabbiato con Liam nemmeno per un giorno intero.
3. Theo che fa guidare a Liam, LIAMSONOUNAPARANOIAUNICADUNBAR, la sua macchina, chè è tutto quello che ha. Non aggiungo altro adieu.
4. Theo che gli appoggia i piedi sulle gambe e gli da da mangiare. LO AMO.
cose che non mi piacciono: Perchè Liam non gli hai risposto che volevi andargli in braccio che ci saremmo fatti du risate??
Penso di aver detto quello che dovevo dire ok bye ((:

xxx

 

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Capitolo 15
*** ten pin betting. ***


“Faceva molto meno schifo quando non ero un lupo.” borbottò Liam, arricciando il naso mentre guardava le scarpe davanti a lui.

“Mettile e basta.” rise Theo, indossando le sue scarpe a noleggio senza fare scenate.

“Puzzano.” disse Liam, picchiando un piede contro il tappeto morbido.

“Smetti mai di lamentati?”

“Lo farei se le persone la smettessero di lasciare liquidi corporei sulle cose che devo usare.” disse Liam.

“E’ solo sudore, Liam.”

“E’ sudore di piedi” disse Liam. “E’ il sudore peggiore.” Theo non gli rispose nemmeno, spostò solo lo sguardo sulle persone che camminavano per il corridoio della sala giochi. Liam sospirò e infilò il piede dentro le stupide e puzzolenti scarpe a noleggio. “Dovrò lavarmi i piedi nella candeggina.”

“Bevila piuttosto. Così non ti lamenterai più del sudore dei piedi.” mormorò Theo, guardando il piccolo ristorante accanto alle piste da bowling. “Vuoi mangiare qualcosa prima o dopo aver giocato?”

“Così morirei” borbottò Liam.

“Non cambia il concetto.” disse Theo scendendo dalla sedia. Liam si spostò per allacciarsi le scarpe. “Quindi cibo o-“

“Dopo, se per te va bene. Voglio giocare.” disse Liam, spostando lo sguardo verso la pista dietro di loro, il suono dei birilli che cadevano e delle famiglie che ridevano echeggiavano in tutto l’ambiente. Era un suono che in qualche modo, nonostante la sua generale avversione verso il bowling, lo facevano sorridere. Gli ricordava l’infanzia, le feste passate con tutti i parenti. Theo prese il braccio di Liam nel momento in cui aveva finito di scrutare la pista, spingendolo verso la loro. Le scarpe da bowling di Liam scivolavano facilmente sul pavimento così si lasciò trascinare da Theo come un cane al guinzaglio. “Su che pista siamo?” chiese Liam, iniziano finalmente a caminare da solo. Theo lasciò il suo braccio. Infilò la mano in tasca e con gli occhi scrutò i numeri segnati sopra alle piste.

“Quindici.” disse Theo, girandosi verso la pista giusta. Liam scivolò giù dal piccolo gradino dietro di lui, le scarpe ticchettarono a contatto con il pavimento scintillante. “Vuoi iniziare o-“

“Dobbiamo preparare il tabellone prima.” disse Liam, spingendo Theo e muovendosi verso il piccolo display. Iniziò a scrivere, aggiungendo Theo come primo giocatore. Liam soffocò una risata, ma a quanto pare non abbastanza visto che improvvisamente Theo era dietro di lui. Guardando oltre la sua spalla verso il piccolo schermo. Liam sentì lo sbuffare infastidito di Theo sulla nuca.

“Theodork, davvero?”

“E’ tipo Theodore ma-“

“Sì. Ho capito. Non è esattamente intelligente.” disse Theo. “Cambialo.”

“Non posso, l’ho già salvato.” disse Liam felice. Le mani di Theo si appoggiarono sulla sua vita, spostandolo bruscamente. Nel momento in cui Liam si rigirò le mani di Theo si stavano già muovendo sullo schermo. Gli occhi di Liam si spostarono sullo schermo sopra alla pista.

“Non-“

“Troppo tardi.” cinguettò Theo. “L’ho salvato.” Liam digrignò i denti. Guardando verso lo schermo.

“Lascerai mai perdere?” ringhiò Liam.

“Sogna pure, Pumpkin.” rispose Theo. Liam guardò lo schermo mettendo il muso. Theodore VS Pumpkin. Sembrava il titolo di un osceno film di Disney Channel. Guardò verso Theo che si stava sedendo su un' economica sedia di plastica, prima che potesse sistemarsi bene Liam lo stava strattonando.

“Devi andare tu per primo, idiota.”

“Lo so.” Theo rise, spingendo Liam e dirigendosi verso le palle. Prese la prima che gli capitò a tiro, una rosa brillantinata che Liam era sicuro fosse per bambini. “Quindi.. quali sono le regole?” chiese calmo, lanciando la palla su e giù in una mano come se fosse una pallina da tennis.

“Le regole?” fece eco Liam, alzando le sopracciglia. Theo fece spallucce.

“Si, le regole.”

“E’ il bowliing.”

“Grazie per l’affermazione illuminante.” rispose Theo. “Questo non mi spiega le regole.”

“Amico. Non ci sono regole nel bowling.” disse piano Liam. Gli occhi di Theo si spostarono verso la palla nella sua mano. “Quand’è ultima volta che hai giocato a bowling?”

“Qualche anno fa.” disse Theo.

“Quanti sono qualche?”

“non lo so.. tipo diciotto.”

“Di.. non hai mai giocato a bowling?”

“Direi di no.” mormorò Theo. Facendo girare la palla sul dito come se fosse una palla da basket.

“Perchè ci hai scommesso allora?”

“Perchè nel momento in cui saprò le regole sono sicuro di poterti battere.” disse Theo rivolgendo un ghigno arrogante a Liam. “Quindi muoviti.” Liam resistette a malapena nel dirgli che doveva superare la linea all’inizio della pista.

“ok, bene. Puoi tirare due volte per ogni turno.” disse Liam. “a meno che fai strike, che è quando butti giù tutti i birilli in una volta. Quindi semplicemente prendi una palla. Tirala sulla pista e cerca di colpire pù birilli che riesci. Però non superare la linea.” disse Liam indicando la linea rossa che segnava l’inizio della pista.

“Cosa succede se supero la linea?”

“Un allarme inizia a suonare dicendoti che il tiro è nullo e quindi ottieni zero punti. E’ davvero semplice.”

“Giusto.” disse Theo. “Quindi devo solo.. tirarla.”

“Si” disse Liam, Theo annuì, lanciandosi la palla tra le mani un’altra volta, si avvicinò di più alla linea, soppesando la palla tra le mani, Liam lo guardò mentre la sollevava. “NO! SOTTOBRACCIO THEO!” Urlò Liam. Theo velocemente evitò il lancio e strinse la palla al petto girandosi verso Liam con gli occhi spalancati. Liam mimò il movimento senza nemmeno cercare di nascondere il sorrisetto divertito sulla sua faccia.

“Lo sapevo.” disse Theo. “Stavo scherzando.” Liam sollevò un sopracciglio. “Zitto.” sospirò Theo.

“I buchi sono lì per infilarci e dita.” disse Liam. “In caso tu non stessi scherzando.” Liam lo guardò mentre Theo riposizionava la mano sulla palla, ridendo contento alle sue spalle.

“Smettila di sorridere, idiota.” borbottò Theo.

“Non sono io che non so come si gioca.” borbottò piano Liam.

“Ti ho sentito.” disse Theo, lanciando la palla sulla pista. Liam la guardò mentre colpiva con un rimbalzo la pista prima di continuare a rotolare verso i birilli. Curvò drasticamente verso la fine. Liam era sicuro che non avrebbe dovuto sperare nel fallimento del tiro di Theo ma si sentì di nuovo ridere perché vedeva le possibilità che fosse un bel tiro diminuire sempre più. Sfortunatamente, colpì comunque un paio di birilli, facendone cadere tre dal lato con uno schiocco.

“Quello era.. decente.” mentì Liam.

“Mi stavo solo riscaldando.” rise Theo, perdendo una nuova palla e dirigendosi verso la linea di nuovo.

“Vuoi che ti alzi le barriere?” chiese Liam, Theo non rispose, lanciò solo la palla. Liam alzò un sopracciglio quando rimbalzò ancora .

“Forse l’hai lanciata troppo forte. “ disse Liam. La palla virò di nuovo, curvando verso lo stesso angolo. Liam rise mentre passava tra il buco che avevano lasciato i birilli prima.

Sarà facile pensò felice Liam.

“Sono sicuro che migliorerai con un po’ di pratica.” mormorò Liam, dando una pacca sulla schiena di Theo mentre si lasciava andare contro al sedie un’altra volta. Prese una palla e si mosse verso la linea, lanciando la palla e guardandola con un sorriso mentre correva veloce nel mezzo della pista.

Il sorriso cadde nel momento in cui la palla decise di virare come aveva fatto quella di Theo, colpendo un paio di birilli a lato.

“Vuoi che ti alzi le barriere?” chiese Theo, praticamente trasudando autocompiacimento.

“Ci sto andando piano con te” borbottò Liam, andando a recuperare una nuova palla.

“Lo apprezzo.” disse Theo con un cenno.

C’era un motivo per cui Liam non era andato a giocare a bowling per un po’ di anni. Il motivo era che non era molto bravo a giocare, anche se, certo, non faceva schifo. Di solito faceva un paio di strike durante la partita ma non eccelleva. Era un principiante.

E Liam.. bè.. era competitivo. Non era solo il fatto che gli piacesse vincere, il fatto era che odiava perdere. Forse era un po’ esageratamente drammatico ma perdere lo faceva stare davvero male la maggior parte delle volte. Come se fosse un fallimento. Aveva dovuto smettere di giocare a candy crush dopo aver lanciato il suo cellulare contro il muro dopo che aveva fallito un livello per l’ennesima volta.

Liam ci aveva scommesso sul fatto che Theo non avesse giocato a bowling con i dottori del terrore, aveva solo immaginato che Theo avesse giocato almeno una volta prima che andasse con loro. Pensò che forse avrebbe dovuto andarci piano con Theo, ma.. è che.. non gli piaceva perdere. Ed era bowling, qualcosa in cui di solito non vinceva e ora, bè ora non doveva esse un magnifico giocatore di bowling, doveva essere solo migliore di qualcuno che non aveva mai giocato in vita sua.

Avrebbe dovuto abbassare il prezzo della vittoria? probabilmente.

Lo avrebbe fatto? Per nulla al mondo.

Liam avrebbe sfruttato l’inesperienza di Theo perché ne valeva la pena e poi avrebbe parlato con Theo dei suoi incubi e poi, bè poi Liam avrebbe spinto il culo di Theo in macchina e si sarebbe assicurato che Theo dormisse almeno quindici ore o qualcosa di simile e si sarebbe finalmente sbarazzato delle occhiaie sotto agli occhi.

*

“Ok, mi stai prendendo per il culo?!” sibilò liam guardando lo schermo. Il loro punteggio finale stava lampeggiando, entrambi avevano totalizzato 117 punti. Theo si lasciò scappare una risata vicino a Liam, i capelli gli ricaddero sugli occhi mentre piegava la testa. “Non è divertente! E’ tipo.. impossibile.” Liam ringhiò. Gli ultimi tre tiri di Theo erano stati strike. Liam stava per vincere prima che Theo barasse.

“Ovviamente non lo è.”

“Parità, amico.” esclamò Liam. “Non è normale! E’ che- c'e un creatura sovrannaturale qui? Siamo i bersagli di qualcuno?” perché no, Liam non stava pensando che un essere sovrannaturale fosse il motivo per cui lui non aveva vinto.

“Si, perché delle creature maligne sono conosciute per mandare a puttane partite di bowling.” disse Theo, con la voce alleggerita dal divertimento mentre scattava una foto al tabellone del punteggio. “Liam, è solo una coincidenza” disse Theo cercando di calmare Liam.

“Stiles dice che non esistono le coincidenze.”

“Stiles pensava che Jar Jar Binks fosse un signore dei Sith. Cedimi, le sue opinioni non sono sempre giuste. “mormorò Theo.

“Pensava che-“

“Non importa. Dai and-“

“No. Giochiamo ancora.”

“Cosa?”

“Hai barato. Avrei vinto. Stavo per vincere e poi tu hai iniziato a barare.”

“Come fai a barare nel bowling, pensavo che non ci fossero regole.”

“Ho visto i tuoi occhi brillare! Quegli strike sono finti. Giochiamo ancora e questa volta ti farò il culo.”

“Davvero?”

“davvero.” insistette Liam. “ Se avessi saputo che potevamo usare i nostri poteri avrei ripulito la pista come te.” Theo incrociò le braccia, guardando Liam per un momento, passandosi la lingua sule labbra.

“Ok.” disse Theo, facendo un ghigno. “Sono pronto a batterti ancora.”

“Abbiamo fatto patta! Non hai vint-“

“non ho mai giocato prima, penso che conti come vittoria del princ-“ Liam lo ignorò.

Avvicinandosi allo schermo per una nuova partita.

*

Liam guardò male la folla di persone che festeggiava attorno a lui. Theo si girò, facendo un piccolo inchino alla folla urlante. I suoi occhi incontrarono quelli di Liam, le labbra arricciate in un ghigno arrogante mentre gli fece l’occhiolino. Liam gli fece il medio in risposta.

“Divertiti a battermi ora.” disse Theo, pavoneggiandosi. Liam prese una palla, Tirò una spallata a Theo mentre passava e si avvicinava al corridoio. Lanciò la palla. Gli occhi si illuminarono a malapena.

Guardò la palla che rotolava con un sospiro triste mentre colpiva il centro dei birilli facendoli cadere tutti. Gli schiamazzi si alzarono dalla folla un’altra volta. Liam fece ricadere le spalle, che erano in tensione ancora. Un forte botto risuonò nella stanza mentre un cameriere fece volare dei coriandoli. Theo lo prese, facendolo girare e facendogli fissare l' uomo vestito in un uniforme rossa che stava sorreggendo il telefono di Theo.

“Sorridi Pumpkin.” disse Theo. Liam guardò il suo viso, o almeno, ci provò, ma i suoi occhi videro i coriandoli cadere in testa a Theo e il modo in cui le borse sotto ai suoi occhi sembravano sparire quando rideva , orgoglioso e fiero. Liam odiò il sorriso che si fece strada sulla sua faccia.

Ovviamente Theoaveva accettato, così Liam non sarebbe stato felice di fare un punteggio perfetto perché lo avrebbe fatto un secondo dopo di lui. E ovviamente avrebbe fatto in questo modo perché così Liam non avrebbe potuto essere incazzato con lui per questo, non quando stava sorridendo  ed era felice e stava chiedendo a qualcuno di fare loro un stupida foto come se fosse una cazzo di laurea o qualcosa di simile. Liam non riusciva nemmeno ad essere infastidito del fatto che le persone gli stavano urlando ‘bel lavoro pumpkin’, perché c’era un altro gruppo che faceva la stessa cosa con Theodork.

*

“E’ stato divertente.” mormorò Theo, stiracchiandosi sul sedile posteriore, con ancora dei coriandoli  colorati tra i capelli.

“abbiamo pareggiato. Due volte”disse Liam guardando fuori dal finestrino.

“Abbiamo giocato una partita perfetta e ci hanno regalato la cena”disse Theo, Liam sentì i sedili che scricchiolavano mentre si muoveva. “quindi smettila di brontolare” Liam ignorò i calci di Theo al poggiatesta del suo sedile. “Liam, davvero che problemi-“

“E’ stato uno spreco di tempo” sospirò Liam.  Theo rimase zitto, il suo piede fermò l’assalto al sedile di Liam.

“Uno spreco di tempo?” disse Theo dopo qualche secondo, la voce bassa ma ferma, accusatoria. Tracciata di odio. “Scusa di averti fatto perdere del tempo cercando di divertirci. Sai benissimo che non dobbiamo continuare questi salti di stato in stato. Possiamo tornare a Beacon Hills se è diventato troppo noio-“

“Non voglio tornare a beacon Hills.” ribatte Liam. “Solo che.. avevamo una scommessa. E ora quella scommessa non ha più senso.

“Davvero?” chiese Theo. “E’ per questo che hai messo il muso per tutta la serata? Perché nessuno ha vinto una stupida scommessa?”

“No. Perché io non ho vinto la stupida scommessa!” sibilò Liam.

“non sai proprio perdere Liam.”

“Hai delle occhiaie grandi che il Texas” sbottò Liam, girandosi per guardare Theo. La testa di Theo era appoggiata alla portiera della macchina, con le mani intrecciate dietro di essa. Alzò un sopracciglio sardonico guardando Liam “hai passato tutta la scorsa notte a camminare avanti e indietro vicino alla macchina bevendo caffè.”

“No non è-“

“Si. E’ vero, ti sentivo ed era davvero snervante. Quindi si, posso anche essere un pessimo perdente ma non è questo il punto. Il punto è che tu fai schifo nel prenderti cura di te stesso. Non voglio passare un’altra notte ad ascoltarti mentre cerchi di morire di sonno perché sei troppo spaventato per dormire-“

“Non ho paura di dormire.” sibilò Theo, mettendosi seduto e guardandolo in cagnesco. “non ho paura di niente. Mi metto a dormire adesso.” disse Theo minaccioso, il che, onestamente, era probabilmente la cosa più strana con cui Liam fosse mai stato inacciato. Theo sembrò capirlo e le sue spalle si rilassarono di nuovo, le sue mani si spostarono dalla sua testa alla faccia.

“Cosa?” chiese Liam.

“Solo.. stai zitto e ammetti che ti sei divertito oggi."

“Come posso fare entrambe le cose allo stesso tempo?” Theo fece ricadere la mani in grembo. “Voglio solo aiutarti è così brutto?”

“No. “ disse Theo, la sua espressione divenne stranamente dolce. “Ma non ho bisogno del tuo aiuto.”

“Se non ti serviva il mio aiuto allora perché ti sei offerto di dirmelo?”

“Perchè, pensavo che avrei vinto e tu avresti dovuto imboccarmi:” Ammise Theo con ua scrollata di spalle e un sorriso.

“Sei un idiota.”

“Sono un gran giocatore di bowling però:”

“Si.. quando bari.”borbottò Liam. Theo ricominciò a prendere a calci il suo sedile  e Liam lo schiaffeggiò via. “ Se non ti serve il mio aiuto dormirai sta notte?”

“Lo farei se tu smettessi di borbottare.” disse Theo. “Sai quanto è difficile cercare di dormire quando hai il muso? Fai puzzare tutta la macchina di adolescente arrabbiato”

*

Mantenendo la parola Theo dormì. Liam era abbastanza sicuro che non voleva farlo davvero, che stava solo aspettando che Liam si addormentasse per poi uscire dalla macchina e camminare verso il bar che avevano passato sulla strada prima che si fossero fermati per la notte. Ma liam aveva dormito molto di più di Theo ultimamente e si stava ancora facendo passare il fastidio bruciante di non aver vinto. Quindi fu più che felice di distrarsi tranquillamente con il telefono finché  lo sbuffare infastidito di Theo era cessato ed era diventato un respiro pesante come se avesse forzato i suoi occhi a chiudersi e a cedere al sonno.

Quando Theo si addormento Liam era passato da ‘cose da fare in Utah’ a cose da fare in Europa’. Certo, nessuna di quelle sarebbe stata utile per il loro viaggio, ma bè, lo doveva a Mason per essere scappato con Theo e bè, ora che poteva davvero dire di conoscere qualcuno che viveva in Europa ci sarebbe stata la possibilità che sua madre l’avrebbe lasciato andare. Specialmente se fosse tornato a casa sano e salvo dal viaggio on the road. Liam aveva cercato dall’Inghilterra alla Croazia, facendo una lista delle cose che voleva fare e mandandola a Mason in un infinito messaggio del quale era sicuro che Mason si sarebbe lamentato la mattina seguente. Quando sentì la pelle d’oca crescere sulla sua pelle e il naso arricciassi per il forte odore di paura.

Le dita di Liam si gelarono, fermandosi sopra allo schermo quando sentì un lamento. I suoi occhi saettarono verso Theo, il sudore stava già iniziando a formarsi sulla sua fronte, il suo respiro era affannato e il suo cuore batteva velocissimo.

Liam lo guardò, abbandonando il cellulare a lato mentre Theo si rigirava sul sedile. In viso aveva un espressione corrucciata come se stesse soffrendo. Un altro grugnito povenì da Theo, un sussurro del nome di sua sorella che fece corrucciare il viso di Liam allo stesso modo.

I suoi occhi caddero sulla mano di Theo, che era stretta a pugno attorno alla coperta mentre emetteva un altro gemito. Liam non aveva mai pensato che avrebbe guardato Theo gemere nel sonno e sperato con tutto se stesso che stesse avendo un sogno erotico. E invece, eccolo lì, bloccato nella macchina di Theo, sperando davvero che fosse un sogno erotico. Avrebbe saputo come affrontare un sogno erotico, si sarebbe seduto e avrebbe riso di come Theo si era scaldato e lo avrebbe preso in giro la mattina seguente.

Ma un incubo, bè, quella era tutta un’altra storia. Principalmente perché sapeva che Theo avrebbe trovato molto più imbarazzante sapere che Liam sapeva che stava avendo un incubo piuttosto che sapere del sogno erotico. Theo lo avrebbe ignorato, sicuramente sarebbe arrossito ma poi avrebbe rigirato il tutto e avrebbe fatto imbarazzare Liam per essere stato testimone di un Theo accaldato, anche solo in sogno, piuttosto che imbarazzarsi perché aveva fatto lui quel sogno. Ma un incubo. Un incubo avrebbe messo Theo di cattivo umore e avrebbe lasciato nella macchina quel forte odore di terrore che nessuno dei due sarebbe stato capace di ignorare. Un incubo faceva male da ascoltare, perché Theo non doveva aver paura. Non doveva rimanere colpito dale cose che aveva fatto. Doveva essere inscalfibile. Theo doveva essere il protagonista degli incubi di qualcuno, doveva essere il mostro sotto al letto e tutti sapevano che i mostri non avevano paura.

Theo gemette ancora, il suo cuore iniziò a battere ancora più forte, e l’odore di panico iniziò a impestare tutta la macchina. Liam si avvicinò prima di riuscire a fermarsi, con le mani delicatamente staccò la mano di Theo dalla coperta. La mano di Theo era sudata quando Liam la prese nella sua, il braccio in una posizione scomoda sopra al sedile per cercare di tenere Theo il più fermo possibile. La cosa peggiore di Theo che si risvegliava dall’incubo davanti a Liam sarebbe stata Theo che si svegliava dall’incubo davanti a Liam mentre Liam gli stava stringendo di nascosto la mano cercando di dargli conforto.

Gli artigli gli infilzarono la mano e si trattenne per non urlare, stringendo la presa, si mosse, lasciando l’altra mano libera di infilarsi nella mischia e coprendo la mano di Theo tra le sue. Liam si leccò le labbra, sforzandosi di ignorare il dolore dovuto agli artigli. Iniziò a ticchettare le dita sul dorso della mano di Theo, una volta, due. Ricreando il suo battito cardiaco sulla pelle di Theo. Calmo e stabile.

Forse aveva perso l’occasione di farsi raccontare da Theo dei suoi incubi, per aiutarlo mentre era cosciente. Forse Theo era così testardo che non avrebbe mantenuto la promessa nemmeno se Liam avesse vinto e Liam non avrebbe potuto fare nulla di più che chiedere di poterlo aiutare. Ma questo, questo lo poteva fare. Quindi ignorò il fatto che il palmo di Theo era troppo caldo contro il suo, ignoro gli artigli nella pelle e si concentrò sul ticchettio delle sue dita sulla pelle di Theo. Una volta, due.

Guardò le ultime tracce dell’incubo scomparire. Mentre gli artigli si ritraevano e il sudore sulla sua fronte si asciugava. Ascoltò il battito cardiaco di Theo rallentare un’altra volta e il suo respiro diminuire fino ad andare ritmo con quello di Liam prima che quello di Theo divenne più pacato, il suo corpo si rilassò contro il sedile. La mano un peso morto in quella di Liam.

Aspettò finché era sicuro che Theo non servisse più il delicato ticchettio delle sue dita contro la pelle che lo teneva ancorato alla realtà prima che ritraesse la sua mano sinistra. Lasciò quella destra, girandosi piano finché non trovò una posizione comoda per sdraiarsi senza mollare la presa. Intrecciò le dita con quelle di Theo, ticchettando con il pollice sul dorso della sua mano, un movimento che si trasformò fin troppo presto in piccoli cerchi disegnati sulla sua pelle.

“Sarebbe molto più facile se me ne parlassi” sospirò Liam. Le dita di Theo si mossero ma rimase addormentato. Così rilassato e a proprio agio in un modo che fece sentire Liam stranamente felice a guardarlo dormire così beatamente, dei coriandoli erano ancora incastrati nei suoi capelli scuri e in qualsiasi altro momento Liam sarebbe stato felice di distruggere quella tranquillità scattando una foto così avrebbe potuto prendere in giro Theo il giorno dopo, ma in quel momento a Lima non poteva importare di meno che sembrasse come se un unicorno gli avesse vomitato addosso, non quando dormiva così e sentiva il suo palmo caldo nel suo.


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My HEART.
non so cosa altro dire. Adoro Liam anche se è tonto e adoro i piccoli passi di Theo nelle piccole cose di cui non ha mai potuto fare esperienza.
AAAAh idk amo troppo questa ff e amo loro.

 

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Capitolo 16
*** Pack of dogs. ***


Liam si svegliò prima di Theo. Pensò che non aveva ragione di essere troppo sorpreso, Theo non aveva dormito molto nell’ultima settimana, le poche volte che l’aveva fatto era stato svegliato da un incubo, Liam, o in un’occasione, un poliziotto ma comunque, nonostante tutto era strano pensare che non solo Theo aveva dormito una notte intera ma che era anche rimasto tanto tranquillo da non staccare la sua mano da quella di Liam.

Liam guardò fuori dal finestrino. Non era ancora pronto a muoversi nonostante la pressione scomoda della sua vescica. La coperta in cui era avvolto era soffice e nonostante Theo gli avesse rubato malamente la sua, quella nuova di Liam non aveva un cattivo odore. I loro odori si erano impressi anche in quella visto che la infilavano nella sacca con le altre loro cose e Liam ci aveva dormito per una notte intera mascherando la puzza di borsa della spesa e nonostante avesse le formiche nel braccio per lo strano angolo in cui lo aveva non voleva staccare la sua mano da quella di Theo.

Lo aiuta a dormire pensò Liam con un piccolo cenno del capo e un veloce sospiro. Non c’è nulla di strano e riusciva persino a credere a se stesso, almeno finché non pensava troppo al fatto che loro avevano.. dormito abbracciati.. solo due giorni prima.

Le dita di Theo iniziarono a muoversi proprio nel momento in cui Liam iniziava a preoccuparsi che se la sarebbe fatta addosso. Liam fece scivolare la sua mano da quella di Theo e lui strinse la sua a pugno, cercando di bloccare l’improvvisa aria fredda contro la sua pelle. Theo emise un  grugnito ovattato che Liam pensò significasse una sorta di ‘buongiorno’. Lo guardò mentre Theo lentamente apriva gli occhi, strizzandoli per il sole che entrava dal finestrino. Liam spinse via la sua coperta e aprì velocemente la portiera ignorando il ‘cazzo di freddo’ sibilato da Theo mentre si addentrava nel campo per cercare un posto un po’ nascosto dove poter fare la pipì.

Quando tornò alla macchina Theo era seduto sul retro del pick-up, con la coperta volta attorno alle spalle e il mento appoggiato alle ginocchia portate al petto.

“Stai bene?” chiese Liam, Theo annuì. “Sei davvero sveglio in questo momento o il sonnambulismo è qualcosa a cui mi devo preparare?” Theo grugnì ancora. Liam non riuscì a trattenere una risata quando Theo si girò verso di lui, con i capelli piatti e gli occhi assonnati. “Dormito bene?” le labbra di Theo si arricciarono in un sorriso, o era troppo stanco per evitarlo o non gli importava che Liam lo vedesse felice. Liam non era sicuro di quale delle due fosse quella giusta. Annuì con la testa e Liam resistette all’impulso di dirgli come lo aveva aiutato.

“Dove adesso?” chiese Theo con voce rauca. Liam fece spallucce, guardando la strada principale.

“Potremmo solo guidare? Vedere dove arriviamo.”

“guidi tu.”

“ma è giorno.”

“Capitan ovvio.” mormorò Theo, lanciando le chiavi a Liam. Liam lo guardò mentre praticamente rotolò giù dal pick up e si lanciò nel sedile passeggero ancora reclinato.

“Sai, aver dormito bene dovrebbe significare che tu sia meno stanco.” disse Liam. Theo si coprì con la coperta fino alle orecchie, solo i suoi occhi spuntavano, con delle rughine ai lati come se stesse ridendo.

“Ne avevo bisogno dopo tutto quel russare.”

“La smetterai mai con sta storia del russare? Non scherzo costantemente riguardo al fatto che sbavi!”

“Sai cosa? Se fai partire la macchina al primo tentativo non scherzerò mai più sul russare.”

“Affare fatto.”

*

“Cristo, questo è anche più fastidioso del tuo russare.” rise Theo, Liam fissò la strada di fronte a loro. Il suo telefono continuava a vibrare sul cruscotto mentre entrambi i ragazzi lo fissavano.

“Allora rispondi-“

“Rispondi tu, è il tuo telefono.”

“Sto guidando, non posso staccare le mani per guardare chi è!” il cellulare vibrò ancora. “Dai Theo, per-“ Theo si lanciò in avanti borbottando lanciando via la sua coperta sul sedile posteriore lasciando una scia di pino e limone nell’aria. “Grazie.” sospirò. “Chi è?”

“E’ una video chiamata. Da Stiles.” disse Theo, facendo una smorfia.

“Rispondi.” rispose Liam, sicuramente se Stiles lo stava chiamando c’era un buon motivo.

“Davvero? non vuoi staccare le mani dal volante ma una video chiamata mentre guidi va bene?” disse Theo indifferente.

“Theo Dai. Continuerà a rompere se ignoro la sua chiamata.” disse Liam. Theo sospirò ma fece scivolare il suo dito, accettando la chiamata. Alzò il telefono così che fosse appoggiato tra il finestrino e il cruscotto e inquadrasse Liam. Liam poté dire che si vedeva anche Theo nell’inquadratura visto il broncio sulla faccia di Stiles nel momento in cui apparve.

“Hai guardato Star Wars senza di me?!” urlò Stiles. “Amico, questo è.. è una coltellata alle spalle. Perché io e Mason non andavamo bene?”

“Perchè le persone lo stanno prendendo così sul personale?”

“E’ Star Wars. Ovviante lo prendono sul personale. “ rise Theo scuotendo la testa come se Liam fosse un idiota. Stiles sembrava pronto a svenire davanti allo schermo.

“Sai  che mi fa ancora star male il pensiero che ho guardato lo stesso film che ha guardato Theo?” esse Stiles.

“Ha avuto un’erezione guardandolo.” disse Liam con una piccola risata.

“Non ho avuto un’erezione.” sbuffò Theo.

“Amico, conosci i nomi di tutti i personaggi e sapevi dirmi cosa erano persino tutti gli alieni sullo sfondo. Per non citare il fatto che hai parlato per venti minuti di come Anakin fosse stato manipolato e del fatto che fosse una vittima.”

Hey, non usare quel tono giudicatorio.” lo sgridò Stiles. “Anakin è stato fottuto. Non fraintendermi amo Star Wars e adorerei essere un Jedi ma i Jedi sono delle persone incasinate, amico mio. Lui era una persona decente, provato dal fatto che Darth Vader si è redento alla fine, Anakin ha solo fatto delle scelte sbagliate. Se non riesci a capirlo allora-“

“Se lo pensi davvero allora perché non riesci ad accettare che a me sia successa la stessa cosa?” Liam si girò di scatto, in tempo per notare gli occhi sbarrati di Theo e le labbra socchiuse come se non avesse mai voluto dire quella frase ad alta voce.

“Cosa?” chiese Stiles. Liam spostò lo sguardo tra lo schermo e Theo. Sbatté gli occhi quando le dita di Theo iniziarono a ticchettare sul sedile, la sua espressione era tornata ad essere una maschera inespressiva che era riuscito a non indossare per tutta la mattinata.

Stavo solo dicendo..” mormorò Theo, con voce strascicata che fece venire la pelle d’oca a Liam quando un ghigno di disegnò sulla sua faccia. “Anakin aveva nove anni quando incontrò lo Jedi, gli è stato detto che poteva diventare potente, avere una vita migliore, che sarebbe potuto diventare qualcuno, se solo fosse andato con loro. Doveva solo lasciare la sua famiglia. Ti sembra famigliare?” Stiles farfugliò qualcosa.

“Questo non è.. io non-“

“O cosa dici del fatto che hanno passato i dieci anni seguenti a prepararlo, a insegnargli a non sentire nulla.” disse Theo, continuando a ticchettare con le dita. Una volta, due. Per una volta Stiles era in silenzio, con gli occhi strabuzzati fuori dalle orbite come se il suo mondo fosse appena stato rovesciato. Liam guardò tra i due, leccandosi le labbra. L’inquietudine gorgogliava nel suo petto. “Vuoi odiarmi? Bene. Fallo. Ma non stare lì seduto a  dirmi che Anakin è una vittima e io sono cattivo quando ho in pratica vissuto le stesse cose. Solo meglio.” Stiles continuò a fissarlo, boccheggiando. Le dita di Theo continuavano a ticchettare. A quanto pareva stava aspettando una risposta. I secondi sembravano durare un’eternità prima che Liam si mosse, una mano si staccò dal volante e schiacciò il bottone rosso. La faccia di Stiles sparì all’istante. Gli occhi di Liam si spostarono su Theo, che lo stava già guardando, con un sopracciglio alzato in una domanda silenziosa.

“Mi sembrava il momento giusto per riattaccare in modo drammatico.” spiegò Liam. il sopracciglio di Theo si alzò ancora di più. “O ho sbagliato a capire?” Theo arricciò le labbra e spostò lo sguardo sulla strada. Liam fece lo stesso, rimettendo velocemente la macchina al centro della carreggiata.

“Era il momento perfetto.” acconsentì Theo.

“Bene.” Il telefono vibrò ancora sul cruscotto mentre Stiles cercava di richiamarli. “Vuoi andare a Salt Lake?” chiese Liam. Theo annuì, mettendo un braccio fuori dal finestrino e godendosi l’aria.

“Perchè no. Non vedo l’ora di vedere una grande piscina di sale.” disse Theo. “Sicuramente non sarà noioso.”

“Sarà divertente, coglione.” rise Liam, premendo il piede sull’acceleratore.

“Woha, non pensi di stare andando un po’ tropo veloce? Hai quasi superato quella lumaca!”

“Fottiti.” sbuffò Liam.

*

“wow” disse Theo senza fiato. Liam strizzò gli occhi per l’aria salata, era come se potesse sentire il sale cristallizzarsi sulle sue palpebre. Si strofinò un occhio con una mano, aspettandosi di vedere dei granelli di sale cadere. Non successe nulla. “Questo è.. guarda quanto è bella quella roccia! C’è del sale sopra.”

“Puzza.” borbottò Liam. “Ti dispiace se aspetto in macchina?”

“Oh grazie a dio.” disse Theo lasciandosi scappare un sospiro di sollievo, l’eccitazione scomparve dalla sua faccia mentre si girava e tornava verso la macchina, fondamentalmente correndo lungo la spiaggia cristallizzata. Liam lo seguì a ruota. “ Riesci a sentirlo sulle sopracciglia? Io riesco a sentirlo sulle mie sopracciglia.” borbottò Theo, passandoci sopra una mano come aveva fatto poco prima Liam.

“Pensavo ti piacesse?”

“E’ un lago salato Liam, non ci piacciono ste cose a meno che sia il mare e quello è decisamente più grande e non puzza di strano.”

“hai vissuto nelle fogne ma te la dai a gambe levate per una salina?”

*

“Hey Scott.” disse Liam sorridendo in modo innocente alla telecamera. Scott si sporse in avanti sulla scrivania sorridendo mentre Stiles era seduto a fissare un poster di Star Wars dietro di lui.

“Hey Liam.. posso parlare con Theo?” chiese Scott. Liam si voltò verso Theo.

“Cosa vuoi?” chiese Theo con un sospiro annoiato, Liam girò la telecamera verso di lui, fissando le sue dita che avevano iniziato a ticchettare sul volante. Gliele avrebbe tagliate prima o poi.

“Liam ha detto che eravate a Las Vegas. Siete ancora lì?” chiese Scott.

“No.”

“Oh.. bene, dove siete?”

“Perchè ti-“ iniziò Liam. Aveva detto che era ok, aveva detto che Liam poteva rimanere perché avrebbe dovut-

“Utah.” rispose semplicemente Theo come se non fosse poi così preoccupato che il branco di Liam arrivasse incazzato per portare via Liam.

“Utah?” chiese Scott. “quindi uh.. pensi che potreste arrivare in Idaho per domani?”

“Dipende dal perché tu ci vuoi in Idaho.” disse lentamente Theo.

“Lo avresti saputo se non avessi attaccato il telefono in faccia a Stiles prima che potesse arrivare al punto.”

“tecnicamente Liam ha attaccato il telefono in faccia a Stiles.” disse Theo arricciando soddisfatto le labbra. “E’ per la luna piena vero?”

“La luna piena?” fece eco Liam. “Perchè? quando è?”

“Domani.” disse Scott.

“Sei un licantropo Liam. Devi imparare il cazzo di ciclo lunare.” lo schernì Theo. “Quindi cosa c’è in Idaho?”

“Io-“

“C’è un branco. Derek conosce l’alpha, ha detto che puoi rimanere per la luna piena quindi-“

“Io non ci voglio andare.” disse testardamente Liam.

“Liam.” disse dolcemente Scott. “Devi ancora lavorare sul tuo autocontrollo e .. bè.. da quando Haydn se ne è andata è solo peggiorato. Non puoi semplicemente rimanere in hotel senza restrizioni, potresti fare del male a qualcuno.”

“E’ una buona idea, avere qualcuno che ti impedisce di diventare un lupo assassino.” disse dolcemente Theo. Liam si lasciò scappare un lamento tradito che sembrò solo divertire Theo. “ E’ la prima luna piena dall’anuk-ite, la tua ancora se ne è andata-“

“Hayden-“

“Scott e Mason sono in un altro stato. Quello nel quale tu non vuoi tornare. Allontanarsi degli umani potrebbe essere un buon piano. Se perdi il controllo-“

“Ho te.” rise Liam. Theo sgranò gli occhi, socchiuse le labbra ma non disse nulla. “Quindi starò-“

“Non hai esattamente i sentimenti più amichevoli verso di me.” rispose Theo con voce roca.

“Cosa?”

“Quella cosa che hai detto l’altra sera.” mormorò Theo, schiarendosi la voce e mettendosi a sedere diritto. “Vuoi ovviamente farmi ancora il culo-“ Liam aprì la bocca per ribattere. “ Il che lo capisco. Ma non sono fan dell’idea di essere l’unico tra te e la tua sete di sangue.”

“Hai chiesto scusa.” Disse duramente Liam. “Siamo a posto.”

“Liam-“

“Sono serio. Noi siamo.. sai.. più amici.”

“va bene.. ok.. allora..” disse lentamente Scott. Liam si girò di scatto verso il telefono dove Scott li stava guardando in modo torvo. “Voglio comunque  che tu ci vada ok? Derek si fida di loro-“

“Derek non si fida-“

“Esattamente.” Disse Scott. “ Ma si fida di loro, o meglio, ha promesso che non ti uccideranno quindi-“

“Non voglio comunque andarci.” borbottò Liam. Stava facendo quel viaggio per allontanarsi dai drammi sovrannaturali, non per incontrare un gruppo di lupi a caso.

“Liam dai. E’ solo per un notte e poi voi due potete andare a Disneyland o ovunque voi stiate andando.”

“Stiamo andando a-“ iniziò a chiedere Theo.

“No.” disse velocemente Liam. “ Non stiamo andando a Disneyland e non andremo in Idaho!”

“Pensaci-“

“Mason?”

“Tu vai in Idaho, Theo ti lascia lì. Lui si prende un po’ di tempo per fare.. qualsiasi cosa faccia quando non è in giro e tu ti prendi una notte senza di lui e il giorno dopo vi incontrate e bona Disneyland-“

“Perchè dovremmo incontrarci il giorno dopo? Lui sarebbe con me-“

“Bè-“

“Non penso di essere invitato al party della luna piena.” disse Theo co un sorriso tirando mordendosi il labbro. Gli occhi di Liam ricaddero sullo schermo con le sopracciglia aggrottate mentre Scott e Mason si scambiavano una sguardo stupito. Stiles rise.

“Tu hai il controllo.” disse Scott dopo un momento, esitante. “Non hai bisogno di andare, Liam si, abbiamo pensato che ti avrebbe fatto piacere una notte senza-“

“Non sono scemo.” rise Theo. “Sei un vero Alpha, abbi almeno le palle di essere onesto con me McCall.” Scott rilassò le sopracciglia e alzò il mento.

“Non posso rischiare che tu gli faccia del male.” disse calmo. Liam trattenne il respiro, aspettando una discussione, aspettando la rabbia.

“Dimmi solo dove devo lasciare Liam e lui riuscirà a trovare la strada.” disse Theo a bassa voce. Le spalle di Scott si rilassarono immediatamente.

“Aspetta, cosa?” chiese Liam.

“Grazie. Ok se andate in Idaho allora-“

“no.” sbottò Liam “Non ci vado. Non sono d’accordo! Non puoi abbandonarmi a un pigiama party di lupi sol perché vuoi la serata libera. Non è giusto. Se devo andare a sta cagata allora viene anche Theo.”

“Ascolta ti conosco-“

“Liam ha ragione.”

“Cosa?”

“Davvero amico. Ti avevo detto che il tuo piano faceva schifo.” disse Stiles con una piccola risata. “Sarebbe dovuto tornare per la luna piena-“

“Non voglio-“

“Ma-“ disse Stiles ad alta voce interrompendo Liam. “visto che sta facendo questa cosa alla little miss sunshine-“ Theo rise.”-e non vuole farlo, allora, come ho detto io, questo è un piano stupido.”

“Non è-“

“Vuoi trascinare il piccolo lupo-Hulk da solo nel mezzo della natura contro la sua volontà e allontanarlo dall’unica persona nell’intero stato che lo conosce quando la sua sete di sangue è al suo massimo??”

“io-“

“Scusa Scotty ma questo è un modo sicuro per avere l’ennesimo branco di lupi contro di te perché Liam ha mangiato tutti i loro bambini mannari nel momento in cui ha dato di matto per essere in mezzo a un gruppo di sconosciuti sovrannaturali.”

“Quindi cosa vuoi che facciano?”

“Mi sa che farlo svenire con il cloroformio e lanciarlo nel lago è ancora fuori questione, vero?”

“Si!”

“Cosa?” urlò Liam.

“Siamo giusto vicino a un lago.” mormorò Theo. Liam gli tirò un rovescio.

“Era per dire!”

“Nessuno verrà drogato.” tagliò corto Scott.

“Ok, allora penso, e credimi odio dirlo, ma Theo è il migliore a far mantenere a Liam il controllo.”

“Grazie.” sospirò Liam. “Andremo avanti tranquillamente e-“

“No-oh anche Scott ha ragione sul fatto di stare lontano dagli umani. Tipo, molto lontano, non voglio che tu torni a casa con dei nuovi occhi blu perché Theo era troppo distratto dal suo riflesso per notarti mentre uccidevi qualcuno. Dovrebbero andare entrambi dal branco.”

“Ma-“

“Theo non gli farà del male.” disse Stiles, facendo un smorfia come se quelle parole gli causassero del dolore fisico.

“Stai-“

“Sei stato tu due giorni fa a dirmi che non sarei dovuto andare a prendere Liam per riportarlo qui, e che sarebbe stato al sicuro con Theo. Non sto dicendo che non sia più un coglione, o che mi fido di lui perché mi piacerebbe tanto che mandasse tutto a puttane così avremmo una buona scusa per rimetterlo sottoterra ma è.. è tipo, intendo guardalo. Ha dei cazzo di coriandoli tra i capelli.” sbottò Stiles. Liam rise mentre gli occhi di Theo sfrecciarono sullo specchietto cercando di controllare se avesse davvero ancora dei coriandoli incastrati tra i capelli. “il tizio si è rammolito. é andato ad un parco acquatico Scott. E intendo.. Derek ci ha dato le informazioni. Ci fidiamo di Dere-“

“Si. Stiles. Ovviamente ci fidiamo di Derek.”

“Fammi finire. Ci fidiamo davvero del giudizio di Derek quando si tratta di gente non assassina?” chiese Stiles, Scott fece una pausa, aprendo e chiudendo la bocca senza emettere suono. “Intendo. Non ha esattamente il miglior curriculum di gente di cui si-“

“Theo andrà con lui.” disse velocemente Scott. Stiles gli diede una pacca sulla schiena.

“Esattamente, e poi, se sono davvero assassini Theo ne stenderà un paio prima di morire, mentre Liam può correre nella direzione opposta e tornare a casa sano e salvo. é come, due piccioni con una fava.”

“é stato quasi toccante.” rise Theo.

“Zitto, Darth Vader, questa conversazione non ti interessa.”

“Posso mandarti le coordinate. Dovrete camminare un pochino, sarete abbastanza immersi nel bosco ma Derek ha detto che si sta bene lì e-“

“Non andrò i Idaho.”

*

Stavano andando in Idaho.

Liam non aveva avuto parola sull’argomento. Non quando Theo aveva il volante e Scott usava la sua voce da Alpha, quindi, alla fine, aveva dovuto accettare a malincuore, anche solo perché Stiles aveva riportato la discussione a Star Wars  e le stupide dita di Theo avevano iniziato a ticchettare come un orologio. Aveva considerato di cambiare idea dopo essersi fermato ad una tavola calda dopo la quale Theo aveva lanciato le chiavi a Liam e gli aveva ordinato di trovare un posto dove dormire. Avevano guidato in silenzio, mentre calava la notte e Theo cercava su una mappa dove sarebbero dovuti andar la notte dopo. Liam sapeva che non stava facendo attenzione a quello che stava facendo nel momento in cui Liam si era dovuto fermare per fare pipì e Theo non era sbottato dicendo che sarebbe dovuto andare prima quando erano a cena.

Liam aveva guardato le uscite sulla strada mordendosi il labbro. Avrebbe potuto invertire la marcia, lasciando l’Idaho lontano. Forse nel momento in cui Theo se ne fosse accorto e avesse sistemato la rotta sarebbe stato troppo tardi per arrivare in tempo.

Avrebbero potuto comprare altri film. Passare un’altra notte a guardare roba e mangiare schifezze mentre cercavano di pensare a dove andare dopo.

Prima che potesse convincersi che sarebbe stato disposto a rischiare la sua vita per evitare una notte imbarazzante bloccato con un gruppo di creature sovrannaturali lo vide. Un piccolo sentiero che portava a un viale alberato che brillava alla luce della luna. Da lì riuscivano a vedere gli alti e bassi della città e le luci dietro la collina. Non sembrava un posto squallido dove dormire. Più carino di un campo o del ciglio di una strada dove di solito Theo parcheggiava.

Liam fermò la macchina, un paio di altre macchine erano ferme nella radura Theo continuò a guardare la mappa, con le dita che tracciavano una strada invisibile tra la massa verde disegnata che indicava una foresta nella quale sarebbero rimasti bloccati la sera seguente. Con un sospiro Liam prese il telefono, pronto ad ascoltare della musica quando lo sentì. Un gemito e un imbarazzante schiaffo sulla pelle che fece sollevare la testa ad entrambi. La mappa ricadde dimenticata in grembo a Theo mente guardava fuori dal finestrino.

“Um- stanno-“

“Liam dove siamo?” chiese Theo, strizzando gli occhi fuori dal finestrino.

“Ho trovato un poto dove dormire.” disse lentamente Liam. Si sentì un altro gemito. Theo arricciò le labbra, sentì il divertimento di Theo che lo fece avvampare.

“Quindi.. la prima opzione, è che tu mi stia dando un indizio non così velato.”

“Cosa?” chiese Liam, sussultando all’ennesimo gemito.

“la seconda è che sei un guardone e speravi che io stessi dormendo” continuò Theo.

“Aspetta cos-“

“O la terza. Che onestamente sto sperando sia la ragione per cui siamo qua. Sei un cazzo di idiota.”

“Cosa c’è di sbagliato-“

“.. hai parcheggiato in camporella.”

“cosa?”

“E’ tutto quello he riesci a dire?”

“Nessuno sta scopando.” sibilò Liam. Il rumore della pelle schiaffeggiata continuò. I gemiti riempivano l’aria notturna. Le sopracciglia di Theo si sollevarono. Liam si morse il labbro, cercando di pensare se sarebbe valsa la pena ascoltare persone che scopavano tutta la notte piuttosto che ammettere che aveva sbagliato. Un gemito particolarmente forte risuonò nell’aria facendo sobbalzare Liam. “Alcune persone forse stanno scopando.” disse amaramente Liam. Un gemito seguì le sue parole. Theo rise, lasciandosi andare sul sedile e chiudendo gli occhi.

“Bè penso che dormiremo qui allora se sono io che sento cose che non ci sono.”

“Bene.”

“Ottimo.” mormorò Theo.

“Oddio sì più forte- cazzo si si si-“ Liam girò la chiave cercando di far patire la macchina, il motore rombò e poi si spense. Theo aprì gli occhi, un ghigno malefico si stava formando sul suo viso.

“Cosa c’è Liam? Pensavo non stesse succedendo niente di strano qua.”

“strangolami-“ Liam girò la testa inorridito in direzione della voce mente Theo rideva talmente forte da far smettere ad alcune delle coppie quello che stavano facendo.

“Theo! Portaci via di qui.”

“Ok, ok.” rise Theo. Liam roteò gli occhi alle lacrime di gioia che riempivano gli occhi di Theo. Ovviamente aveva trovato la situazione esilarante. “Dai, muoviti.” disse.

I due si scambiarono di posto, gomiti che colpivano mascelle e ginocchia che si scalciavano. Nel modo in cui i due cercano di scambiarsi i sedili senza uscire fecero oscillare la macchina a tal punto che Liam era sicuro che se qualcuno fosse passato di Lì avrebbe pensato che fosse il luogo era perfetto anche per loro.

“Lo sai che dirò a tutti che mi hai portato in campanella contro la mia volontà vero?” disse Theo facendo partire la macchina al primo tentativo. Il suo braccio si legò al sedile di Liam mente faceva la retro e li riportava sulla strada principale. Liam lo ignorò.

Una volta che Theo ebbe trovato un nuovo posto dove dormire Liam fece lo stesso della sera prima, prese il suo telefono e scrollò pigramente tra i messaggi, rispondendo a Mason e al branco.

Si Scott, stiamo andando in Idaho. No Stiles, non fermerò una ‘licantropa carina’ dicendogli ‘Idarealho’. Si Mason, gli chiederò come conoscono Derek visto che lui è troppo ‘incazzoso per chiederglielo’.

Finalmente mise via il telefono una volta che Theo aveva iniziato a sbavare sul sedile dietro, giradosi, portandosi la coperta fino al mento prima di prendere per mano Theo. Sicuro, aveva già dormito tranquillamente ma non sapeva dire quanto sarebbe dorato. Sa avesse dovuto rimanere bloccato con Theo durante la luna piena non voleva esattamente vederlo di cattivo umore.

*

Liam si svegliò con la sensazione di una mano calda nella sua e la pressione di una penna che disegnava sul suo polso. Liam aprì un occhio lentamente, strizzando gli occhi per la luce del mattino, fin troppo luminosa se poteva aggiungerlo, che filtrava dal finestino. Theo era appoggiato su un gomito, con la mano stretta ancora quella di Lima, una cosa che Liam pensava non lo stesse infastidendo, anche se il modo in cui il pollice di Theo stava accarezzando le sue nocche lentamente era una cosa che gli dava da pensare.

Comunque, guardando la faccia di Theo gli fece pensare che probabilmente di era anche dimenticato di star stringendo la sua mano. I suoi occhi stanno fissando la penna che scivolava sulla pelle di Liam, con la lingua tra i denti come un bambino concentrato su un problema di matematica. I suoi capelli erano ancora spettinati dal sonno, e sparavano in tutte le direzioni. La parola adorabile apparì nella testa di Liam, questa volta riuscì a  non dirla però.

“Cosa stai facendo?” chiese invece Liam, la voce era roca dal sonno. Theo sobbalzò, gli occhi sfociarono in alto incontrando quelli di Liam. Lo stupore sparì il secondo dopo e Theo ricominciò a disegnare come se fosse una cosa normale da fare.

“Lo vedrai in un minuto, ho quasi finito.” mormorò Theo.

“Se avrò un intossicazione da inchiostro ti farò il culo.” rispose Liam, grattandosi la testa sul sedile come un gatto mentre richiedeva gli occhi. Theo non gli rispose nemmeno così Liam rimase così, chiudendo gli occhi e chiedendosi se sarebbe stata una cattiva idea tornare a dormire.

“Ok, ho finito.” disse Theo, dopo quello che gli era sembrato un secondo, Liam realizzò velocemente che non era passato così poco e che si era riaddormentato. Lo colpì quanto Theo sembrava sveglio, con la elle che risplendeva come se le due notti di sonno lo avesse ringiovanito, le occhiaie perenni erano quei scomparse, ora Liam era abbastanza sicuro che riusciva a vederle perché era abituato a guardare gli occhi di Theo per controllare se avesse dormito oppure no. Theo sorrise mentre richiudeva la penna e alzava un sopracciglio come per dire ‘bè ora puoi guardare’

Liam riavvicinò il braccio, guardando i sogni della penna.

“Amico che cazzo-“ borbottò Liam “Davvero?” Liam mise guardò male il suo braccio, dove un fumetto abbastanza insegnato era stato disegnato di lui in un abito da Cenerentola prima che la ‘fata madrina’ che in questo caso sembrava una versione cartoon di Scott lo trasformasse in una zucca con le zanne.

“Cosa ne pensi?”

“Penso che tu abbia fin troppo tempo libero.” sbuffò Liam.

“Pensò che dovresti tatuartelo. Ho un accendino potremmo-“

“No.” rise Liam. “Se mi farò un tatuaggio non sarà un cazzo-“

“Significa che ti farai un tatuaggio?” chiese curioso Theo.

“Bè, si , forse, un giorno. Forse?”

“Sembri abbastanza sicuro.” lo rese in giro Theo. “Quindi cosa ti faresti?”

“penso che scriverei Theodork in comic sans sul petto.” mormorò Liam. Theo scosse la testa sorridendo.

“Era un insulto o una dichiarazione d’amore?”

“Insulto, ovviamente.” rise Liam. Theo sollevò un soppracciglio.

“Insulto? giusto, perché tatuarsi il nome di un tizio sul tuo cuore è davvero cattivo.”

“Io..” Liam sbatte le palpebre, mettendo il muso mentre realizzava che aveva ragione.

“Prima cerchi di scoparmi e poi vuoi tatuarti il mio nome -“

“Ok zitto!” borbottò Liam. “Mi sono appena svegliato. Non sono ancora a cento.”

“Lo sei mai?”

“Fottiti. Non è che tu possa parlare, hai passato cosa, tipo tre ore tenendomi la mano e disegnandomi sul braccio! Non è esattamente il grande e cattivo Theo.” La mano di Theo scomparve dalla sua all’istante, il sorriso gli cadde dal viso e fece una strana espressione come se stesse cercando di capire che espressione scegliere.

“Io non stavo.. Tu mi stavi tenendo per mano.” sbuffò Theo, come se facesse differenza. “Mentre dormivo, come un pervertito e quando ho cercato di staccarmi hai ringhiato.”

“Non ho-“ iniziò Liam.

“Vuoi scommettere? Ricordi come è finita la volta che hai detto che non russavi? Cosa cavolo stavi facendo poi? Perché avresti dovuto-“

“Ti stavo aiutando.”

“Aiutando? Tenendomi per mano?”

“Oh non fare il cazzone. Si, ti stavo aiutando. Stavi avendo un incubo e visto che non me ne vuoi parlare ho cercato di fare qualcosa e così io.. io ho usato una tecnica di prevenzione dagli incubi.”

“Prevenzione da-“

“Si. Prevenzione dagli incubi. E’ una cosa vera. Hai dormito bene, no? Niente incubi-“ Theo aprì la bocca. “Esatto, quindi un grazie andrebbe bene.”

Liam ignorò il calore che sentiva nel petto, guardando fuori dal finestrino. Theo fece schioccare la lingua e sospirando.

“Non ti ringrazierò.”

“Non ti ho chiesto di farlo. Non volevo che lo sapessi-“

“E’ inquietante.” disse Theo. Liam si girò verso di lui, la rabbia gli riempiva il petto, forse Scott aveva avuto ragione sulla luna piena, solo che Theo stava sorridendo, pronto a stuzzicarlo, con gli occhi che brillavano. “Intendo, il toccarsi nel sonno è già inquietante ma farlo volontariamente in segreto, stiamo entrando in territorio stalker pum-“

“Preferiresti che ti tenga la mano quando sei sveglio?” chiese Liam con un tono di sfida. Theo arricciò le labbra, gli occhi fissi sul viso di Liam.

“Puoi provare se vuoi, vediamo se ti colpirà un pugno in faccia o no.” disse Theo, con i denti stretti in un ghigno minaccioso. Quando Liam non rispose il ghigno diventò solo più largo. “Lo sapevo. Dovremmo andare.” Theo strisciò verso il sedile dati, lanciando nel sedile del guidatore e accendendo la macchina mentre Liam lo guardava esitante.

La macchina rimase tranquilla finchè Liam si stancò. Si girò, copiando il movimento di Theo di qualche giorno prima e mettendo le sue gambe sul suo grembo. Theo alzò un sopracciglio, guardando le gambe di Liam. Liam le lasciò lì.

“Quindi cosa ti faresti?” chiese, sistemandosi finché trovò una posizione comoda contro la portiera.

“Cosa?” chiese Theo, finalmente spostato lo sguardo dalle gambe di Liam e riportandolo sulla strada.

“Tatuaggio. Cosa ti faresti?”

“Non ci ho mai pensato.” disse Theo con un’alzata di spalle. “E tu?” Liam alzò le spalle, come aveva fatto Theo, aveva già pensato di farsi un tatuaggio, una volta o due, ma non aveva mai deciso niente voleva solo farlo, aveva solo delle idee a caso in testa ogni tanto. Più che altro più per scherzo.

“Potresti tatuarti il testo di Highgway to hell-“ disse Liam ridendo e Theo strattonò la sua caviglia talmente forte che Liam scivolò di qualche centimetro in avanti sul suo sedile. La sua testa colpì la portiera con un tonfo. La mano di Theo rimase lì, con  le dita attorno alla caviglia senza stringerle.

“Non sei per niente divertente.” mormorò.

“suggerirei il testo di hells bells allora?” Theo roteò gli occhi, dando alla sua gamba un altro strattone “O, potresti farti una zucca per fare coppia con il mio tatuaggio Theodork.”La chimera rise, sposando gli occhi dalla strada. Liam era sicuro he sarebbe dovuto essere più preoccupato di un Theo che guidava senza guardare la strada e con una sola mano sul volante.

“Spero che tu sappia che un giorno ti farò ubriacare e ti convincerò a farlo.” disse Theo con un ghigno. Liam alzò il medio felice. Theo strinse il suo piede. “fai il bravo.” lo rimproverò. “ Sai cosa dovresti fare?”

“Cosa?” chiese Liam.

“Un tatuaggio sulle nocche.”

“Un tatuaggio sulle nocche?” rise Liam.

“Si, Baby Wolf, no aspetta, Hulk Wolf. No! Beta Life. lettera per lettera sulle nocche.” Liam rise.

“Bell’idea. Ma no stai contando lo spazio. Beta Life sulle nocche e poi Baby Wolf sulle nocche dei piedi.”

“Hai davvero detto nocche dei piedi?”

“Zitto.” sbuffò Liam. “Pensaci però, se prendo a pugni qualcuno con la mia mano sinistra li prenderei a pugni con la vita.”

“Profondo.” disse Theo, con voce roca che fece ridere Liam. Liam non era sorpreso di trovare un Theo abbastanza riposato. “E tipo-“ Theo mantenne la voce rauca. “- se prendessi a calci qualcuno lo faresti con baby. “ Liam rise, sputando sul finestrino. Lo pulì velocemente con le maniche guardando il ghigno divertito sulla faccia di Theo. Guardò il cartello ‘welcome to Idaho’ mentre ci passavano accanto.

*

Theo scese dalla macchina chiudendo la portiera con un tonfo rumoroso. Liam sospirò, guardando il cielo, era solo qualche sfumatura più chiaro del pick-up di Theo, pieno di nuvola bianche all’orizzonte.

“Se pioverà ti farò il culo.”

“Annotato.” mormorò Theo.

“Dai Theo. Non puoi davvero volere camminare nel nulla per trovare-“

“Non voglio. Ma Scott vuoi che tu lo faccia. Quindi fattelo andare bene e camminiamo.”

“Ma-“

“Pensalo come andare a campeggio” dire Theo.

“Odio il campeggio.”

“E’ solo una notte.” sospirò Theo. “Una notte e poi Scott e non ti starà più addosso finche non torneremo a Beacon Hills.”

“Ma pensaci-“ disse Liam, Theo roteò gli occhi in modo drammatico, Liam lo ignorò. “Risaliamo in macchina e andiamo a disneyland. Poi tipo.. casta del Niagara” E uh New York! Sai, intendo, ho smentito che è una città con i fiocchi!” Theo rise rumorosamente e spinse Liam verso il sentiero.

“Sembra un paio grandioso per un altro giorno. Ma ora come ora ci assicureremo che tutto quello che ucciderai sta notte saranno poche creature dei boschi.”

“Amico dai-“

“Scott ha ragione Liam. Se vuoi uccidere qualcuno allora va bene. Troveremo un motel, o un campo, e aspetteremo che la luna piena sorga ma non rimanere sorpreso quando ti veglierai domani mattina coperto di sangue con gli occhi blu e io sarò a tre stati di distanza.”

“Non ucciderò nessuno!”

“Non rischierò di essere rimandato là perché tu ti senti troppo sicuro delle tue capacità di controllo.” disse Theo, girandosi e incamminandosi lasciando indietro Liam. Liam riguardò verso la macchina, con nostalgia. Perché non potevano passare la notte in un campo a caso discutendo di cose stupide. Liam era stato a contatto con il mondo sovrannaturale abbastanza  lungo per imparare che incontrare altre creature generalmente finiva in disastro. “dai Pumpkin, scattante.” Liam grugnì, sfregando i piedi mentre raggiungeva Theo.



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Heilà bellissimi.
Mi dispiace essere stata assente per così tanto tempo è che purtroppo in questo periodo sono davvero pienissima di cose da fare, ma continuerò non vi preoccupate ;)
P.S. spero che mi perdionate visto che è un capitolo abbstanza lunghino non finiva più !!
Stiles-Theo best scmbio di battute ever.
Adoro la confidenza che questi due idioti stanno prendendo nel tempo <3

P.P.S. per chi non fosse così familiarizzante con l'inglese, ho voluto lasciare la battuta di Stiles così com'era perchè non avrei saputo come tradurla però 'Idarealho' sarebbe I'd a real ho= sarei una vera puttanella una cosa del genere comunque ;)

spero di aggiornare il prima possibile, sono stanca non so nemmeno cosa sto scrivendo quindi 

hope u liked it xx

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Capitolo 17
*** 500 miles ***


“Stiamo camminando da ore." Sbuffò Liam e la testa di Theo scattò indietro in un grugnito silenzioso. “Siamo quasi arrivati?” Liam strizzò gli occhi per vedere se oltre agli alberi ricoperti di muschio riuscisse a vedere una casa così avrebbero finalmente potuto smettere di camminare.

“No Liam” sospirò Theo. “Per la milionesima volta, non siamo quasi arrivati.”

“Ma abbiamo-“

“Camminato per ore. Si, lo so. Sono stato con te tutto il tempo, ascoltandoti mentre continuavi a rompere il cazzo.” disse scocciato Theo. “Sai, forse, se mettessi più impegno nel camminare piuttosto che nel lamentarti forse saremmo già arrivati, no?”

“Vuol dire che siamo vicini?” suggerì Liam. Il grugnito di Theo questa volta fu molto più evidente e si sentì attraverso la foresta. Un uccello prese il volo dall’albero sopra di loro, stridendo indignato mentre volava via. “Stavo solo chiedendo-“

“Lo vedi quel ramo?” disse Theo, indicando un ramo mezzo rotto davanti a loro. Liam annuì divertito. “Ti picchierò a morte con quello se mi chiederai ancora se siamo vicini.” disse Theo, con una voce dolce come lo zucchero.

“Volevo solo una stima approssimativa di quanto-“

“Ancora un paio di ore rompi coglioni!”

“Ore?!” urlò Liam.

“Sì. Liam. Ore. Vedi questo punto-“ Theo mise la mappa sotto il naso di Liam, un piccolo puntino rosso indicava un punto in mezzo al nulla dell’Idaho. “Qui è dove stiamo andando e qui-“ indicò un punto in fondo alla mappa. “E’ dove siamo.”

“Bè, non sembra poi così lontano.” disse Liam, una bolla di speranza si iniziò a formare nel suo petto. Theo rise senza entusiasmo.

“Qui è dove abbiamo iniziato a camminare.”  mosse il dito, di nemmeno un centimetro dove la macchia verde di alberi diventava grigia, per indicare, almeno Liam suppose, un parcheggio.

“Ma questo.. questo significa che siamo a metà strada.”

“Penso anche un po’ di meno onestamente.” disse calmo Theo. Liam si lasciò scappare un lamento, lasciandosi cadere seduto su un tronco caduto.

“Sai cosa, picchiami a morte. Sarebbe più facile che camminare fino a-“ Theo non lo lasciò finire, lo prese per il collo e lo tirò in piedi. Liam si lasciò trascinare da Theo, con la testa chinata e il broncio.

*

“Sai. Sto iniziando a chiedermi se lì ci sia davvero qualcuno.” Theo sbuffò, guardando verso il sole mentre il sudore gli imperlava la fronte. Non faceva poi così caldo, ma dopo ore di camminata in salita attraverso un sentiero non livellato in mezzo ad un bosco erano entrambi madidi di sudore. Theo di più, anche perché aveva trascinato Liam per un terzo della strada. Liam emise una piccola risata, sarebbe stato ridicolo se avessero dovuto camminare per ore per incontrare un branco che non era nemmeno lì.

“magari non ci sono.” disse Liam toccando la sua maglia appiccicaticcia con una smorfia. “magari ti sto solo portando in una trappola. il branco è qua e pronto per-“

“Non è divertente Liam.” disse Theo e il suo tono non ammetteva repliche.

“Giusto.” annuì Liam schiarendosi la voce mentre trotterellava verso Theo, che si spinse tra le foglie con maggior vigore. “Scusa, mi sa che il mio senso dell’umorismo sia stato danneggiato dal sole.” Theo sospirò lentamente, tenendo il passo di Liam mentre cercava di non sorridere.

“Dovresti avere senso dell’umorismo tanto per iniziare.”

“Hey! io sono esilarante.” disse Liam.

“Te l’ha detto tua madre?”

“Sai che nemmeno tu sei divertente vero?”

“Più di te.” lo stuzzicò Theo. Liam si pulì il sudore dalla fronte cercando di scrutare l’orizzonte ma tutto quello che riuscì a vedere furono degli alberi.

“Forse dovremmo ululare?”

“Non ne abbiamo bisogno. Abbiamo le coordinate.” disse Theo scuotendo la mappa infastidito.

“Siamo tipo vicino alle coordinate e non riesco a sentire nessuno attorno. E men che meno dei lupi mannari.” specificò Liam. “E se Scott non gli ha detto che stiamo arrivando?”

“Ha detto di averglielo detto.” sospirò Theo.

“L’ultima volta l’ho sentito dire che io sarei andato. E se non ti avesse menzionato?”

“Allora gli diremo chi sono. Il babysitter del branco di McCall.” Liam iniziò a pensare che la maggior parte del tempo che aveva passato con Theo lui aveva roteato gli occhi. “Glielo avrebbe detto. Non si fida abbastanza di me per non averli avvisati esattamente su chi sono.”

“Non gli direbbe tutto.”

“Gli avrà detto abbastanza. Dubito che avrò il più caloroso dei benvenuti.”

“Allora perché siamo qua?” sbottò Liam. “Perchè dovresti andare in mezzo a un branco di sconosciuti visto che ti aspetti già che ti odieranno?”

“Penso di amare le attenzioni.”

“Theo!” sibilò Liam. Liam sospirò con il naso.

“Un minuto fa volevi ululare per farti trovare e adesso te ne vuoi andare?”

“Bè non è che io volessi essere qua! Se non riusciamo nemmeno a trovarli non c’è bisogno di essere qua quindi potremmo anche girare i tacchi e-“

“Abbiamo detto a Scott che ci saremmo andati. Se lo scopre non potremo-“

“Allora gli diremo che ci abbiamo provato ma non siamo riusciti a trovarli. Ora che torneremo alla macchina e lo chiamerò sarà troppo tardi per ritornare qua così potremo passare la notte come volevo io-“ Theo emise uno sbuffo teatrale, passandosi una mano tra i capelli sudati.

“é un’idea meravigliosa Liam. Se non pensiamo al momento in cui tu perderai il controllo e ucciderai qualcuno.”

“Ho il controllo!” disse Liam, forzando la sua voce a rimanere ferma e tranquilla.

“per ora. Ovvio, e quando sorgerà la luna? Siamo forti quando siamo arrabbiati e una rottura di coglioni da gestire quando è il nostro giorno buono pensa che oggi sarai pure affamato di sangue. Non ho intenzione di farmi distruggere i sedili della macchina o vederti uccidere qualcuno perché volevi dimostrarmi che sei un bambino cresciuto.” sbottò Theo. Liam sentì un rametto spezzarsi, i suoi occhi si spostarono dietro a Theo.

“Theo-“

“No. Liam! Abbiamo camminato per sei cazzo di ore non giro i tacchi e torno indietro solo per far pensare a Scott che gli ho mentito, perché sappiamo entrambi che direbbe che è colpa mia-“ Liam sgranò gli occhi quando un lupo uscì dai cespugli, un manto grigio ricopriva il suo corpo.

“THEO!”

“STO PARLANDO! - Perché tu hai un problema a stare con un cazzo di branco di eremiti per una cazzo di notte-“

“BE’ STAI ZITTO PERCHè C’è UN LUPO DIETRO DI TE!” urlò Liam. Le parole di Theo gli morirono in gola. Si girò lentamente. Il lupo grigio si fermò, con gli occhi fissi su Theo.

“Quindi eccoci.” mormorò Theo delicatamente. Il Lupo si trasformò, le sue ossa scrocchiarono mentre diventava una donna sulla quarantina. I suoi occhi marroni diventarono rossi. “Sei Sammy o stiamo per combattere?” La donna sorrise in un modo che fece sperare a Liam che lei fosse l’alpha che stava cercando.

“Ciao.” disse Liam, alzando la mano per accennare un saluto. Gli occhi della donna si spostarono su di lui, chinò la testa lentamente come se fosse un robot.

“Tu devi essere Liam.” disse, Liam fu felicemente sorpreso che lei non parlasse come C3PO, invece la sua voce era dolce e calma.

“Devi avere freddo.” mormorò Theo guardando Liam. Liam corrucciò le sopracciglia confuso. Non aveva fatto nulla.

“Il che fa di te Theo.” disse lei, Liam poteva anche credere che lei non avesse sentito il commento di Theo se non fosse per le rughettine che si erano create ai lati dei suoi occhi. “Temo di aver interrotto una conversazione. Cosa stavi dicendo riguardo al ‘cazzo di branco di eremiti?’ non ti volevo interrompere.” Liam sbarrò gli occhi ma Theo si limitò a ridere.

“Mi scuserei ma sono abbastanza sicuro che Scott non ti ha promesso che sarei stato educato quando ti ha detto che sarei venuto anche io.” mormorò, facendo spallucce. Liam si aspettava un litigio, o almeno un ringhio, non si aspettava di certo il sorriso della donna, che invece allungò una mano.

“Il mio nome è Sammy. Siamo grati che abbiate scelto di rimanere con noi nel vostro viaggio.” Theo prese la sua mano e la strinse velocemente. Liam si avvicinò lentamente e la accettò allo stesso modo stringendola imbarazzato.

“Cosa sei un motel?” rise Theo.

“preferisco pensare che siamo una sorta di casa di accoglienza.” Sammy disse arricciando ancora il naso mentre sorrideva mentre faceva un passo indietro, verso gli alberi.

“Bè Theo avrebbe trovarsi bene allora.”

“Cosa ti ho detto prima riguardo al fatto che non sei simpatico?”

“Ragazzi” li richiamò, attirando la loro attenzione. “Seguitemi. Sembra che abbiate bisogno di sedervi un attimo” Liam guardò i suoi vestiti sudati e appiccicaticci e non poté far a meno che essere d’accordo. “Cercate di stare al passo ok?” mormorò Sammy. Liam la guardò mentre si ritrasformava in un lupo e si incamminò. Liam incrociò lo sguardo di Theo prima di iniziare a rincorrerla.

*

La ‘casa di accoglienza’ si rivelò essere uno spiazzo con tende e sacchi a  pelo. C’erano anche un paio di sedie da campeggio blu messe in cerchio e fin troppi refrigeratori per poterli contare. Liam si fermò alla linea degli alberi guardando la piccola folla di persone che erano nell’area. La maggior parte di loro sembrava impegnata a montare le tende che mancavano ma un uomo vecchio era seduto accovacciato su una sedia da campeggio mezzo addormentato mentre dei bambini piccoli stavano impilando delle foglie sul suo grembo e cercavano di soffocare le loro risate.

“Dai” disse Theo, notando il modo in cui Liam si era fermato e si mosse per trascinarlo per le maniche. Sammy passò accanto ad un uomo, solo un po’ più grande di loro, che aveva una folta barba nera e un sorriso meschino. Fece un piccolo cenno a Sammy prima di avvicinarsi a loro due. Liam guardò Sammy che scompariva in un tepee, giuro su dio.

“Yo come va?” disse l’uomo fermandosi di fronte a loro. “La gente sta ancora arrivando e Marc è arrivato con le tende solo.. mezz’ora fa tipo quindi nessuno le ha ancora messe in piedi il che probabilmente significa che ci dovremmo allontanare prima che qualcuno ci chieda una mano. Vi va bene un piccolo tour?” disse girandosi verso il campo. Non dando loro nemmeno il tempo di rispondere si incamminò. Theo lo seguì, Liam venne trascinato come un cane al guinzaglio.  “bene, quindi, qui è dove dormiamo, mangiamo e usciamo con gli adulti.” disse facendo un cenno verso la massa di tende e tepee attorno a loro. “il bagno è in quegli alberi, camminate fino a che trovate il buco.”indicando con il pollice verso la sinistra del campo. “camminate verso sud dalla parte di Dodo per tipo mezzo miglio e c’è un lago che è dove andremo noi. Per il resto, sono solo alberi. Questo conclude il nostro tour. Domande?”

“Si. chi sei?” chiese Theo.

“Sono Eric. Sono il figlio di Sammy.” disse Eric.

“Cos’è Dodo?” chiese Liam. Eric indicò l’uomo sulla sedia, non si riusciva neancora a contare quante foglie avessero impilato sulle sue gambe.

“Sarò sincero con voi. Probabilmente ci sarà un momento in cui penserete che è morto-“ Liam alzò le sopracciglia. “-ma non vi preoccupate, non lo è mai. E’ solo stupidamente vecchio, per questo il suo soprannome è ‘Dodo’”.

“E non gli interessa?” chiese Liam.

“Ci ha fatto l’abitudine. Mi ha perfino detto di non chiamarlo più nonno. Ora andiamo, veloci prima che qualcuno capisca che ce ne stiamo andando.” Eric si incamminò correndo e i due ragazzi lo seguirono.    

Il lago, quando ci arrivarono, era una cosa come fastidiosamente bello, si allungava sul versante della montagna fino ad arrivare a una piccola scogliera, dove una piccola cascata si riversava nell’acqua rivelando una piccola insenatura dove c’era un gruppo di ragazzi, le loro voci erano ovattate dal rumore dell’acqua e  un piccolo fuoco scoppiettava illuminando la parete grigia di roccia attorno alla quale erano seduti. Eric si incamminò seguendo la riva finché arrivò vicino alla scogliera prima che saltasse su un sasso ricoperto di muschio che sbucava dall’acqua. I due lo guardarono saltare su altre rocce prima di entrare attraverso un buco della cascata. Liam fece cenno a Theo di andare per primo. Non si sarebbe mai fidato di andare prima di Theo perché era sicuro che lo avrebbe spinto. Theo rise, come se sapesse perché Liam era stato così gentile ma non disse nulla e replicò i movimenti di Eric, saltando sulle rocce. Liam lo seguì.

Il secondo in cui Liam mise il piede sul pavimento di roccia della piccola insenatura una birra gli fu messa in mano.

“Ragazzi questi sono Theo e Liam. Ragazzi, loro sono gli altri.” disse Eric, indicando con un cenno i ragazzi che li stavano guardando.

“Scommetto che ora è come se ci conoscessero.” disse una ragazza ridendo, portò una birra alla bocca, lo sguardo di Liam cadde sul tatuaggio di un serpente che aveva sul braccio, che si attorcigliava prima di scomparire sotto la manica. “Io sono Sara. Quello è Moe-“ disse indicando un ragazzo che aveva una sigaretta che dondolava tra le sue labbra. “Guns-“ la ragazza accanto a Moe mosse le dita in segno di saluto. “Maria-“ la ragazza che sembrava essere la più giovane di tutti loro, con delle guance piene e un sorriso nervoso. “E’ la prima volta  a casa de cool anche per lei-”  spiegò.

“casa de cool?” rise Theo.

“Colpa della mamma, ha dato lei questo nome.” disse Eric, lasciandosi cadere accanto a Moe e prendendo una sigaretta. “Sedetevi.” Liam si lasciò cadere obbediente. Il suono della cascata scorreva nelle sue orecchie mentre Theo si sedeva accanto a lui. Il gruppo continuò a fissarli anche dopo che si furono seduti, gli occhi sgranati come se si aspettassero dell’altro. Liam si tenne impegnato aprendo la birra che gli era stato dato prima e prenderne un lungo sorso. Quando lo abbassò li stavano ancora fissando, Theo stava ticchettando con le dita sul pavimento.

“Quindi-“ disse Theo, dopo che il silenzio era diventato insopportabilmente imbarazzante. “ vi state tutti nascondendo dai vostri doveri?”

“Circa.” mormorò Sara, appoggiandosi ai gomiti guardando Theo, dopo un momento passò lo sguardo su Liam, lo scansionò lentamente come se stesse cercando di analizzare la sua anima.

“C’è qualche problema o siete sempre così strani?” sbuffò Theo.

“Chi dei due è un assassino e chi ha i problemi di rabbia ?” chiese Guns. Le dita di Theo si fermarono all’istante.

“Cristo Guns, non hai mai sentito parlare del tatto? Non ti avevo detto di non dire nulla?” sbottò sara.

“In sua difesa.” mormorò Moe, passando la sigaretta a Eric. “Non avresti dovuto dircelo se non avessi voluto che lei glielo chiedesse. Lo sai che lei è-“

“Cosa avete sentito su di noi?” chiese Theo, gli occhi di Sara scattarono nuovamente su di lui mentre fece leggermente spallucce

“Quello che la mamma ci ha detto-“ disse.

“- che un paio di ragazzi sarebbero venuti alla festa della luna piena e che avevano una macchina pieno di bagagli. Che uno aveva dei problemi di rabbia e che l’altro avrei solo dovuto ‘tenerlo d’occhio’. E questa cosa significa solo assassino qui.”

“Ci sono molti assassini che stanno qua con voi?”

“Direi che un terzo di noi ha gli occhi blu.” disse Sara con un’alzata di spalle come se stessero discutendo del tempo.

“Sembra sicuro.” mormorò Liam. Theo rise, a bassa voce. Sara assottigliò le labbra.

“Molti branchi sono pronti a cacciarti se hai gli occhi blu, altri non ti accettando nemmeno.” sbottò lei. “Mamma sa che a volte delle cose possono accadere, specialmente quando un lupo è appena stato morso e deve imparare a controllare la sua trasformazione. Dovresti pensare, dato che uno di voi due è un assassino, di giudicare un po’ meno.” Liam indietreggiò sentendosi colpevole. “chiunque non voglia far del male al branco è benvenuto qua. Se hai dei problemi con questo allora-“

“Rilassati-“ rise Theo. “é un piccolo lupo nel branco di un vero alpha. Gli occhi blu lo spaventano.”

“Non mi spaventano” sibilò Liam.

“Quindi questo significa che sei tu l’assassino?” chiese Guns, puntando gli occhi su Theo.

“Cosa ho appena detto riguardo a-“

“Lo sono.” disse Theo. “chiedi sempre ai tuoi ospiti delle domande così personali la prima volta che li incontri?”

“Oh decisamente.” disse Eric con un cenno del capo. “rompe il ghiaccio, sai?”

“Significa che vi possiamo chiedere strane domande personali?”

“No.” canticchiò Moe, sbuffando il fumo. “Quindi cucciolo arr-“ Theo rise al nomignolo. Liam roteò gli occhi. “Quand’è l’ultima volta che te la sei fatta addosso?” Liam spalancò la bocca e si lasciò scappare un verso soffocato prima che Moe iniziasse a ridere. “Ti sto solo prendendo in giro. Quindi, questa è la tua prima volta in Idaho?”

La conversazione divenne scorrevole dopo l’intoppo iniziale, i due raccontarono il loro viaggio fino a quel momento o almeno Liam cercava di parlare mentre Theo si introduceva nella frasi e rompeva i coglioni. Altri ragazzi arrivano nella caverna nelle ore seguenti.

Liam appoggiò la schiena contro la parete della caverna guardando attraverso il buco nella cascata verso i ragazzi che stavano giocando nell’acqua, Maria era sulle spalle di Eric e stavano facendo la lotta contro Sara e un ragazzo di nome Jesus. Guns stava galleggiando sulla schiena, sputando acqua come una fontana. Theo diede un calcetto al piede di Liam con la sua scarpa.

“Vedi, non è così male.” mormorò.

“Avrei preferito comunque stare in macchina” disse Liam. “Non avevo bisogno di venire.”

“Vedremo. La luna non è nemmeno sorta.” Theo gli ridiede un calcio, Liam rispose al calcio.

“Se starò bene mi aspetterò delle scuse per tutte le patronali che ho dovuto ascoltare nelle ultime ventiquattro ore.” disse. “E alla prossima luna piena faremo quello che voglio io.”

“la prossima luna piena.. quanto hai intenzione di far durare questo viaggio?”

“Bè potremo andare da qualche parte anche se torneremo.” disse Liam. “Non voglio che Scott mi incateni di nuovo ad un albero.”

“Ti ha incatenato ad un albero?” chiese Theo, Liam annuì. “perverso.” Liam gli tirò un calcio più forte da farlo sibilare di dolore. “smettila di fare il bambino.” sbuffò Theo. “Almeno è carino qua. La vista è migliore di quella che avremmo avuto stando in macchina tutta la notte.”

“Non esattamente. Intendo, c’era una vista mozzafiato al grand canyon.” puntualizzò Liam.

“Vero, ma c’erano anche delle persone che avresti potuto mangiare là quindi-“

“Ci sono persone che potrei mangiare anche qui.”

“Si ma ci sono anche molti più lupi mannari che ti possono impedire di farlo.” disse Theo logicamente. Liam lo odiò. Theo si alzò dal terreno e camminò fino al margine della caverna, affacciandosi nel buco della cascata impedendo la vista a Liam. La luce del sole lo avvolgeva e si intravedeva solo l’ombra scura di Theo. Liam prese il telefono, ignorando il fatto che la sua batteria stesse per morire  scattò una foto veloce. Dopo un momento Theo si girò, affondando la mano nella sua tasca mentre camminava verso Liam. Si tolse le scarpe e ci fece cadere il telefono all’interno.

“Andiamo a nuotare” disse Theo, porgendogli una mano. Liam la prese  e si lasciò tirare su e insieme si avvicinarono all’acqua nonostante sapesse che non sarebbe entrato nel lago.

“Ho lasciato la borsa in macchina” disse Liam, l’aveva notato circa un’ora dopo che erano partiti ma non aveva voluto dire nulla. Theo rise, lasciando andare la mano di Liam e spostandosi dietro di lui, prese tra le dita il tessuto della maglietta di Liam come per non farlo muovere.

“Si, l’avevo capito.” ammise. “Era troppo tardi per tornare indietro e sicuramente non andremo a prenderla ora se è quello che stai pensando quindi dovremo arrangiarci così senza avere nessuna delle tue magliette per la notte.”

“Intendevo che non possiamo nuotare. Non abbiamo niente da mettere.”

“vero.” mormorò Theo. “Ma puzzi quindi-“ Liam non urlò nemmeno quando Theo usò la mano che era appoggiata sulla sua schiena per spingerlo in acqua, lo accettò semplicemente.

“Avrei dovuto aspettarmelo vero?” chiese Liam quando riemerse, Theo si accovacciò, abbastanza lontano perché Liam non riuscisse a restituirgli il favore.

“Probabilmente.” disse Theo.

“Ho ancora su le scarpe” borbottò Liam, gli occhi di Theo si illuminarono.

“lo so”

“Sei proprio uno stronzo.”

“Ancora, lo so.” Disse Theo piegando la testa in un piccolo inchino. Si rimise in piedi, avvicinandosi al bordo. Prima che Liam potesse sfruttare la nuova posizione a suo favore Theo si tuffò, accanto alla testa di Liam nell’acqua. Liam si girò guardandolo risalire un momento dopo, spostando i capelli dagli occhi.

“Davvero? Non hai pensato di toglierti i vestiti prima?”

“Mi stai chiedendo di spogliarmi Pumpkin?” lo stuzzicò Theo.

“Nuota e basta coglione” rise Liam, schizzandolo.


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lo so questo capitolo è un po' lame, e non succede nulla di che i know ma tra poco c'è uno dei miei capitoli preferiti in assoluto e il prossimo è decisamente più corposo i swear mi farò sentire al più presto.
mi scuso per la sofferenza dell'attesa
xxx

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Capitolo 18
*** Walking in a wolfy wonderland ***


Fu solo quando Sara ed Eric furono abbastanza sicuri che era passato abbastanza tempo e che tutte le tende fossero già state montate che iniziarono ad uscire dall’acqua. Il gruppo era cresciuto nel corso della giornata e quando Liam stava camminando nelle sue scarpe zuppe di acqua attraverso la foresta nell’iridescente luce rosa del tramonto si sentì come in gita scolastica.

Sara era l’insegnante e la folla di ragazzini attorno a lei erano i secchioni che raccontavano storie di cose che lei avrebbe dovuto vedere, non che a lei sembrasse interessare però, ridendo alle storie raccontate nel pomeriggio come se non le avesse mai sentite.

Dietro di loro c’era una massa di persone, stanche e pronte a tornare a casa, fare un bagno caldo  e mangiare un po’ di cibo vero perché il pane con il burro di arachidi che i loro genitori avevano preparato non era stato abbastanza. Alla fine del gruppo c’erano i casinisti, quelli che in qualche modo avevano ancora l’energia di lanciarsi addosso bottiglie e aeroplanini di carta.

Liam, bè Liam non stava in nessun gruppo, si era ritrovato bloccato tra la massa generale e i ‘bambini cattivi’ ad incespicare continuamente nei suoi jeans fastidiosamente appiccicaticci e le sue scarpe zuppe di acqua.

Theo si lasciò scappare una risata di seta dietro di lui facendo roteare gli occhi a Liam per la decima volta quel giorno. Però, si girò comunque per guardarsi indietro, la testa chinata quel tanto che bastava per vedere con la coda dell’occhio il gruppetto dietro di lui attraverso i suoi capelli. Theo, ovviamente, era perfettamente al centro, con i vestiti bagnati che si appiccicavano al corpo in un modo che avrebbe dovuto infastidirlo, ma non lo mostrava. Continuava solo a darsi delle arie con loro, sorridendo e parlando con Eric, Guns e Moe come se fossero amici da anni. Il suo sguardo finì su Liam.

Il broncio di Liam si fece più accentuato, e ritornò a guadare davanti a sé mentre un sentimento fastidioso si insediava nel suo petto e Liam sapeva che non poteva dar la colpa di quello alla luna. Infilò le mani nelle tasche bagnate e arrancò stanco per la strada, guardando il terreno con uno sguardo serio.

Non è che voleva che le persone odiassero Theo e non pensava nemmeno che Theo avesse dovuto escludere tutti e comportarsi come un bravo e normale lupo. Solo che non si era aspettato che Theo si aprisse così tanto con loro.

Theo rise ancora e Liam combattè il bisogno di ringhiare. Era una risata vera, genuina, era lo stesso tipo di risata che aveva fatto quando Liam aveva dato fuori di matto sulla skywalk e questo era il problema. Theo non stava fingendo, non stava facendo conversazioni educate e non si stava nascondendo dietro a sorrisi finti e certo, forse era stato evasivo su tutte le domande che riguardassero la sua vita privata, non aveva detto a nessuno che era metà coyote nonostante gli avessero chiesto cosa significasse che fosse una chimera, ma stava comunque ridendo sinceramente alle loro battute stupide e sembrava essere parte del gruppo da sempre.

Sapeva che era stupido, ma bè, ci aveva messo tanto a far ridere Theo insieme a lui in quel modo, avevano dovuto letteralmente attraversare lo stato per far in modo che Theo iniziasse ad aprirsi un pochino e ora dopo poche ore con questo nuovo branco era un amicone con tutti loro e aveva lasciato il suo posto al fianco di Liam per questo motivo.

Non che dovesse per forza stare al fianco di Liam però era.. sconcertante vedere come avesse lasciato velocemente il suo posto nel momento in cui altre persone erano in giro.

Liam comprendeva l’attrattiva del gruppo dietro di lui, erano gentili e al contrario di tutti gli altri di Beacon Hills non si percepiva quella tensione nell’aria nel parlare con Theo e se Liam non fosse stato così irrazionalmente sulle sue era sicuro che sarebbe stato esattamente lì con loro. Liam non aveva intenzione di umiliarsi per un po’ di attenzioni. Era rimasto bloccato con nulla se non lui per circa due settimane. Poteva sopravvivere per un paio di ore con un Theo distratto.

Continuò in silenzio. digrignando i denti al suono della voce di Theo.

Theo l’aveva obbligato a venire dal branco. L’aveva spinto in acqua. Era il suo compito fargli da babysitter e assicurarsi che non perdesse il controllo. Era totalmente comprensibile che Liam si sentisse pateticamente messo da parte non essendo il centro delle attenzioni di Theo. Cazzo, era da irresponsabili non tenerlo d’occhio.

Liam si lasciò scappare un verso sorpreso quando improvvisamente si sentì tirare all’indietro.

“Perchè mi stai ignorando?” chiese improvvisamente Theo.

“Non ti sto ignorando.” mentì Liam.

“Ok.” disse lentamente Theo. “Camminerai un po’ più lentamente e ti unirai a noi allora?” Liam guardò davanti a sé per nascondere il sorriso che stava prendendo forma sul suo viso.

“Potresti sempre aumentare il passo.” Theo, a quanto pareva, non era d’accordo. Prese la spalla di Liam e lo forzò a fermarsi finché gli altri tre non li ebbero raggiunti.

“Felice di vedere ancora la tua faccia, mi stavo abituando ai tuoi capelli.”

“Guardavi i suoi capelli? Con quei jeans?” mormorò Guns.

“Allora Guns, perché ti chiamano così?” chiese Theo con un tono di voce leggermente troppo alto per essere considerato normale.

“Sara mi chiamava così per infastidire Eric quando si era accorta che avevo più muscoli di lui.” disse Guns con un sorriso a trentadue denti. “è rimasto da allora.”

“Si, in ogni caso, tu sei fondamentalmente un ramoscello.” rise Eric.

“E’ migliore di te in qualsiasi cosa!” disse una voce dall’inizio del gruppo che assomigliava molto a quella di Sara. Eric roteò gli occhi.

“Onestamente, non permettere mai ai tuoi fratelli e ai tuoi amici di uscire insieme. Farebbero sicuramente comunella contro di te.” borbottò amareggiato Eric. “Ti ricordi quando la odiavi?”

“E’ stato prima che ci permettesse di entrare a Casa del cool.” disse Guns.

*

la radura sembrava molto più piena di quando se ne erano andati. Si sentivano come le prime persone che arrivavano a un festival, super energici e frementi, un mare di tende riposte una vicina all’altra.

Liam e Theo si sedettero su un tronco di fronte a Dodo, che dormiva ancora, le foglie impilate gli toccavano il mento, un paio volavano via ad ogni respiro. Gli altri erano spariti a cambiarsi i vestiti bagnati. Theo stava strizzando la sua maglietta mentre Liam aveva sistemato le sue scarpe vicino al piccolo fuoco che stava scoppiettando tra loro e Dodo.

“Voi due siete fortunati che i lupi non possono prendere l’influenza” disse Sammy, camminando verso di loro con il vestito che ondeggiava al vento. “Eric ha detto che non avete una tende, né nulla da mangiare.”

“Non abbiamo portato nulla” corresse Theo.

“Bè, sfortunatamente, non posso fare nulla per la tende, tutti portano la propria ma c’è del cibo.”

“Cibo?” chiese Liam. Sammy rise.

“Si. Nella tenda principale, ognuno ha portato qualcosa da mangiare. Servitevi pure, faremo una vera cena più tardi ma sarà tra un bel po’ quindi sentitevi liberi di prendere qualcosa. Se vi serve qualcos’altro chiedete a Eric e vi aiuterà.”

“Perchè? Dove sarai tu?” chiese Theo.

“Quelli di noi che sanno trasformarsi completamente vanno a correre”

“Trasformarsi completamente?” chiese Liam.

“Metamorfosi.” mormorò Theo. “Come Malia quando si trasforma in un coyote. Cosa intendi per andare a correre?”

“Esattamente quello che sembra.” disse Sammy. “Passiamo la maggior parte della notte insieme, mangiando, bevendo qualcosa ma bè, non c’è niente di più bello che correre con la luna piena.” Liam guardò Theo tamburellare il piede per terra come se se lo stesse immaginando. Anche Sammy guardò la scena. “Puoi venire se vuoi.” suggerì

“Liam non si può trasformare.” disse Theo.

“Ma tu si?” chiese Liam. Theo si girò verso di lui con le sopracciglia aggrottate.

“Si. Non o sapevi?”

“No. Com’è?”

“Stupendo.” disse Theo.

“Vuoi venire?”

“No.” disse Theo. Nonostante il suo battito fosse regolare Liam sapeva che stava mentendo. Sammy si accigliò, voltando lo sguardo verso Liam.

“Starà bene qui. Nemmeno Eric sa trasformarsi quindi ci sarà qualcuno che conosce e non vado mai così lontana da non sentire cosa sta succedendo qui.”

“Dovresti andare.” disse Liam.

“Cosa?” chiese Theo, accigliandosi. Liam fece spallucce.

“Sembra divertente. E sai, possiamo stare a più di un metro di distanza ogni tanto.” disse Liam. Perché onestamente, non poteva scoprire che Theo era in grado di trasformarsi in un vero lupo e non vederlo.

“Ti sei già stancato di me, Pumpkin?” chiese Theo.

“No, sto solo cercando un modo di scappare. Il secondo dopo che te ne sarai andato correrò alla macchina.”

“bè, almeno mi libererò finalmente di te. State andando adesso?” Sammy annuì, facendo cenno a Theo di seguirla mentre si allontanava. “Non uccidere nessuno mentre non ci sono. Stai vicino ad Eric e ulula se hai bisogno di me. “ mormorò Theo, dando una pacca leggere alla coscia di Liam prima di seguire Sammy tra gli alberi. Liam osservò come delle persone li seguirono, si spinsero nella foresta fino che non si videro più, Guns e Sara erano con loro. Girò lo sguardo verso l’accampamento, Moe e Eric erano in piedi davanti al grande tepee con dei piatti di plastica in mano. Eric stava gesticolando mentre parlava e si fermava solo per mettersi del cibo in bocca. Moe stava ascoltando, senza mai staccare lo sguardo da Eric mentre si alternava tra sbafare il cibo dal suo piatto e fumare. La pila di foglie su Dodo era finalmente caduta dalle sue ginocchia e si era sparpagliata per terra e i bambini erano tornati al lavoro, piccole manine che le prendevano e le rimettevano al loro posto. Lasciò i suoi occhi vagare fino alle sue scarpe. Le macchie di bagnato stavano lentamente asciugando.

Rialzò lo sguardo quando dei versi eccitati provennero da qualche parte dell’accampamento. I bambini si unirono urlando. Tutti si erano girati, dimenticandosi delle loro conversazioni mentre guardavano verso gli alberi. Liam si girò e vide dei grossi lupi grigi sbucare dal bosco. Guardò come alcuni lupi permisero ai bambini di immergere le loro dita nella loro pelliccia. Uno si stava rigirando nel fango, alcuni facevano dei salti, altri si addentrarono nella radura e si fermarono ad aspettare dall’altra parte.

Vide Theo nel momento in cui non fu più nascosto da un albero. La pelliccia nera era in netto contrasto con quella grigia del resto dei lupi attorno a lui. Camminò lentamente, le zampe pestavano leggiadre l’erba, occhi blu e freddi attraversavano la radura. Un ghigno si disegnò sulla faccia di Liam mentre guardava Theo. La sua pelliccia sembrava ingiustamente setosa, con una piccola macchia bianca sul petto, Liam si ritrovò a voler fare la stessa cosa che stavano facendo i bambini e toccarlo.

“Woah” disse Liam, la voce un sussurro. Gli occhi di Theo rimasero fermi su Liam dal momento in cui quelle parole sussurrate lasciarono le sue labbra. Liam non sapeva che i lupi potevano pavoneggiarsi ma in quel momento apprese che a quanto pareva, potevano. la coda di Theo ondeggiava ed era bene eretta mentre passeggiava al fianco di Liam cercando di sembrare compiaciuto.

Liam ringraziò la sua parte meschina quando la usò per distogliere lo sguardo da Theo, fingendo di essere interessato agli altri lupi. Se Theo aveva intenzione di fare il bastardo compiaciuto allora Liam glielo avrebbe reso complicato. Si assicurò di poter ancora vedere Theo con la coda dell’occhio, quest'ultimo si era seduto accanto a Liam e lo stava fissando intensamente aspettando le sue attenzioni. Dopo qualche secondo, quando si rese conto che non ne avrebbe ricevute si spostò di qualche centimetro a destra per entrare nella visuale di Liam. Liam girò ancora di più la testa in modo petulante, guardando un lupo grigio che stava leccando la guancia di una bambina. Si sentiva vendicato sapendo che non era il solo ad aver un problema con l’essere al centro dell’attenzione di qualcuno.

Sentì il debole lamento di Theo. Un’altra cosa che Liam non sapeva che i lupi potessero fare. Si rifiutò di guardarlo. Non voleva dare la soddisfazione a Theo. Un ghigno si formò sul suo viso quando Theo si mosse ancora. Avvicinandosi ancora alla sua visuale. Liam girò la schiena, incurante del fatto che ora stava fissando un muro di alberi quando Theo si lasciò scappare un grugnito infastidito. Liam iniziò a ridere quando il grugnito si trasformò in un lamento. Theo si avvicinò un’altra volta ma prima che Liam si potesse muovere ancora lasciò cadere il suo muso sul ginocchio di Liam, guardandolo con occhi da cucciolo. Liam provò a guardarlo ma era sicuro che il fatto che le sue labbra erano incurvata in un sorriso avrebbero fatto cadere tutto il loro gioco.

“va bene, sei proprio un bel lupo.” sbuffò Liam. Theo si lasciò scappare un altro sospiro come per dire ‘ovvio che si’. Liam alzò un mano per arruffare il pelo sulla testa di Theo. “Sembri una nuvola” mormorò Liam, infilando le dita nella pelliccia setosa. “vai dal parrucchiera una volta al mese?” Theo roteò gli occhi e si mosse leggermente per far capire a Liam che non aveva apprezzato il suo commento ma era comunque abbastanza vicino da permettere a Liam di avvicinarsi per immergere ancora una volta le dita nella sua pelliccia. Theo guardò verso l’accampamento, muovendo le orecchie e gli occhi tra la folla.

Passarono un po’ di minuti prima che Sammy ululò, per annunciare senza dubbio che era ora di andare. il lupo grigio scattò, affrettandosi nel bosco, Theo chinò la testa  seguendoli ma si fermò al confine della radura, guardò Liam e agitò la coda dando un’ultima occhiata al campeggio per poi voltarsi e finalmente seguire gli altri.

Liam guardò verso gli alberi per un po’ anche dopo che Theo se ne era andato. Riusciva a sentirli, se non faceva caso all’attività frenetica di chi era rimasto. Lo zampettio e i latrati occasionali.

“mangia.” Liam saltò sul posto quando gli fu messo un piatto in mano e Moe e Eric si sedettero sul tronco accanto a lui, forzandolo a distrarsi dai lupi. “veloce, dobbiamo accendere il falò”

“Il fuoco sta già-“

“Quello è un  braciere.” disse Moe, prendendo una sigaretta da una tasca. passò il pacchetto a Liam dopo averne messa una tra le labbra.

“Io uh.. sto bene così” disse Liam, guardando il piatto di plastica che aveva in grembo, pieno di quelli che sembravano maccheroni al formaggio. “Non fumo”

“Perchè?” chiese Moe.

“uccide, ha un cattivo odore e gioco a lacrosse quindi mi servono i polmoni”

“Siamo licantropi, Liam” disse Moe, con la voce soffocata per via della sigaretta che stava tenendo tra le labbra. “Guariamo prima che possa fare qualche danno.”

“Devi concedergli la cosa della puzza però.” disse Eric, rubando un pezzo di pasta dal piatto di Liam come se fosse una cosa accettabile da fare. Liam si cacciò tutto il resto del cibo in bocca prima che Eric potesse rifarlo.

“non ti ho mai sentito lamentarti”

“colpo basso amico”

“Eric non sente niente” disse Moe, passando la sigaretta a Eric che la prese felicemente. “Sara gli ha rotto il naso quando avevamo tipo.. quindici anni? e amico, ha davvero fatto un casino. Sembrava un carlino, ed è rimasto così per almeno 3 anni.”

“E in ogni caso ero comunque più carino di te.” mormorò Eric. “hai finito di mangiare?” un’altra volta Eric non aspettò una risposta da Liam. “Bene, andiamo. Dobbiamo accendere il fuoco.”

“Il fuoco è già acceso.” disse Liam.

“Per piacere, quello non è un fuoco.” disse Eric, alzandosi e scrocchiandosi le ossa. “Sto parlando di un fuoco serio. Leggendario.”

“L’anno scorso ha provato a costruire un’enorme testa di lupo di legno da bruciare. Quante persone sono quasi morte quando ha ceduto? Tre o quattro?”

“Stai mai zitto?”

“Si, abbastanza spesso. Di solito non mi fai nemmeno iniziare.”

“Quindi il fuoco?” propose Liam. Eric riportò l’attenzione su di lui, con un sorriso che andava da un orecchio all’altro come quello di Sammy.

“Fuoco.” esclamò. “Andiamo!” Liam guardò per l’ultima volta il confine con la foresta prima di seguire Eric e Moe attraverso il labirinto di tende. Si fermarono nemmeno un minuto dopo, ad un tepee che rimaneva coperto dal resto delle tende, all’ombra degli alberi. I tre ragazzi vi entrarono.

Il tepee puzzava di legno e marcio, il pavimento era ricoperto di assi e rami accatastati.

“Bene, prendetene un po’ e andiamo.” disse Eric, immergendosi nel casino di legnetti.

“Fai sempre fare ai tuoi ospiti lavori manuali?”

“Di solito sì” disse Moe, prendendo un solo amo ricurvo e uscendo. “fai solo finta di star aiutando, è quello che faccio da anni.”

Costruirlo fu in realtà abbastanza.. bè, divertente non era esattamente la parola giusta, ma era stato interessante. La luna si stava alzando sempre di più in cielo e Liam, nonostante non lo volesse ammettere, riusciva a sentire una spinta sotto la pelle che aumentava ogni volta che qualcuno gli passava davanti mentre stava trasportando tronchi per il falò. Non era sicuro se fosse il fatto di aiutare o il costante lavoro di braccia che stava facendo ma in ogni caso il costruire il falò lo stava aiutando abbastanza a distrarsi dalla luna.

Era riconoscente del fatto che gli altri sembravano non averlo notato, o almeno, non lo conoscevano abbastanza bene da fare sorrisi tirati mentre la tensione nelle loro spalle era palese a metri di distanza. Moe e Eric mantennero il flusso della conversazione costante, anche quando erano in parti opposte del campo, riusciva a sentire Eric borbottare da solo, continuando la conversazione che stavano avendo con Moe prima che scomparisse con una misera quantità di ciocchi.

Quando ebbero finito di creare lo scheletro del falò che era abbastanza alto, anche se non più alto di Liam, il cielo era diventato una distesa nera, interrotta solo dalle stelle e dal brillare della luna. L’odore di carne fresca sul fuoco si stava diffondendo nell’accampamento e il rumore delle bottiglie e delle lattine che venivano aperte si poteva sentire da tutte le direzioni.

Anche Dodo si era svegliato e alzato dalla sedia togliendosi le foglie di dosso. Fece tre colpi di tosse che fecero preoccupare Liam che si potesse rompere una costola, prima di dirigersi verso di loro. Si fermò una volta che si trovò tra Liam e Eric.

“E’ ora.” borbottò. “Prendi la benzina così iniziamo, va bene Moe?”

“Vado signore.” disse Moe, con la schiena dritta, le mani incrociate dietro la schiena e il mento all’insù come se stesse parlando con un generale dell’esercito. Se ne andò, completando il tutto con un saluto che fece ridere Liam. Dodo si girò verso di lui, alzando un sopracciglio.

“Sei nuovo.” Liam ebbe un momento per pensare che non sembrava troppo diverso da un bassotto. Specialmente quando si avvicinò e lo annusò.

“Dodo, non annusare le persone.” sbuffò Eric.

“levati dalle palle.” borbottò Dodo girandosi verso il falò non ancora acceso. “dire a un licantropo di non annusare le persone è come dire a un gatto di non pisciare su un divano di pelle.”

“Non ho letteralmente idea di cosa significhi.” disse Eric ridendo e prima che qualcun altro potesse parlare Moe era tornato, portando taniche di benzina con un sorriso, ne passò una ad ognuno dei tre uomini che stavano aspettando. Liam era in piedi, tenendo la sua ben stretta la petto guardando gli altri tre bagnare allegramente il legno mentre delle persone iniziavano  radunarsi intorno.

“Dai Liam.” lo canzonò Moe.

“Uh.. tre taniche mi sembrano abbastanza. Intendo, mi sembra un po’ pericoloso?” disse Liam, guardando i bambini che erano abbastanza vicini da poter essere bagnati da spruzzi di benzina prima che le loro mamme li potessero allontanare.

“Nessuno ha chiesto la tua opinione ragazzo di chiesa.” rise Dodo. Liam digrignò i denti.

“Stavo solo dicendo-“

“ragazzo. faccio questa cosa da anni. Butta su la benzina.” disse Dodo. “Op Op” Liam mise il broncio ma fece come gli era stato ordinato, stappando la tanica. Una mano improvvisamente gli pese una spalla e lo spinse indietro.

“Davvero? Ti lascio da solo per un’ora e mi diventi un piromane?” disse Theo. Liam sentì le sue spalle abbassarsi , anche quando Theo gli strappò di mano la benzina come se avesse colto Liam con le mani nel sacco.

“Papà, cosa ti ho detto riguardo alla benzina?” sospirò Sammy, facendosi strada tra la folla. “Su cosa abbiamo concordato?”

“Una tanica.” disse Dodo con un sospiro. Theo strinse la tanica rubata a Liam tra le braccia incrociate.

“Andiamo a mangiare, sto morendo di fame.” Liam si lasciò trascinare da Theo alla tenda, era più carina della tenda di legno, con decisamente meno ragni, tratteneva una vaga puzza di umido, abbastanza coperta dall’assortimento di cibo che era steso sopra a un tavolino. Theo prese per sé un piatto e iniziò ad impilarci del cibo, passando da un piatto all’altro come un bambino in un negozio di giocattoli. Il sudore scintillava sulla sua fronte, macchie di fango coloravano le sue guance e delle foglie erano attaccate alla sua maglietta che senza dubbio aveva lasciato per terra nella foresta mentre era andato a correre.

“stai bene?” chiese Theo.

“Cos-“ Il cervello di Liam ci mise un attimo prima di ricominciare a parlare, per registrare le parole di Theo mentre spostava lo sguardo dal ricciolo delicato che cadeva vicino alla bocca di Theo. “Sto bene.” borbottò.

“Tu-“

“Come è stato gironzolare nel bosco?”

“Stancante.” sbuffò Theo, nonostante il sorriso che stava prendendo forma sul suo viso.

“Quindi ti sei divertito?”

“Si.” mormorò Theo, dirigendosi all’uscita del tepee. Liam seguì Theo verso il tronco dove si erano seduti prima dove quest’ultimo si tenne impegnato abbuffandosi di cibo mentre Liam osservava Sammy e Dodo litigare sulla giusta quantità di benzina.

“Rispetta gli anziani!” ringhiò Dodo, a voce alta. Liam lo guardò mentre si riempiva la bocca di benzina.

“Papà!” sibilò Sammy.

“Fallo Dodo!” gridarono Eric e Moe. Dodo si mosse, prese un ramo infuocato dal piccolo focolare dove Liam aveva messo le sue scarpe ad asciugare.

“Per l’amor di Dio Papà dev-“. Dodo tornò al falò e sputò la benzina sul ramo. Liam osservò come la benzina prendeva fuoco e ricadeva sui rami madidi di gasolio. Vide come la torre di legno prese fuoco mentre tutta la folla attorno indietreggiava e Dodo rideva con la benzina che gli gocciolava ancora dalla bocca. Alcune persone urlarono di paura, altre di gioia.

“Ora capiscono perché lo chiamano Dodo.” borbottò Theo. “Facendo ste cazzate si estinguerà sicuramente a breve.”

*

La luna piena con ‘lo stupido branco di eremiti’ si rivelò molto simile a quando lui e Mason erano andati in campeggio insieme e i loro genitori si erano ubriacati troppo ed erano caduti sulle tende, che era onestamente l’ultima cosa che si era aspettato.

Per un momento Liam si era preoccupato che avrebbero fatto un sacrificio di una vergine o qualcosa di strano perchè l’intera radura era calma e il fuoco scoppiettava al centro, ma poi tutto ricominciò di nuovo, spostò gli occhi dal fuoco quando le voci ricominciarono ad urlare una sull’altra.

Non c’era niente di.. licantropesco. I bambini si erano fatti da parte, lontani dal fuoco facendo le capriole sul prato e ridendo del fatto che potevano stare svegli fino a tardi. Gli adulti parlavano, con le guance arrossate sia per il fuoco che per l’alcool per lupi che si erano portati da casa.

Sembrava un barbecue. Soprattutto perché c’era davvero un barbecue, o meglio, all’improvviso erano apparse delle teglie piene di hamburger e spiedini appena cotti.

I due si erano spostati, prendendo posto vicino al fuoco più grande ignorando il fatto che il fuoco faceva loro arrossare le guance e gli pizzicava la pelle. Moe li raggiunse dopo cinque minuti, lasciandosi cadere accanto a Theo e accendendosi una sigaretta, dieci minuti dopo tutti i giovani si erano radunati attorno al fuoco e li avevano trascinati nella conversazione.

*

“E’ stato quasi deludente.” sospirò Liam, girandosi sul terreno duro, con gli occhi fissi in cielo. Le ultime persone si erano trascinate a letto circa mezz’ora prima e anche se c’era stata una mezza rissa, non era stata colpa di Liam. “Ti avevo detto che sarebbe andata bene.”

“Vuoi una pacca sulla schiena per non aver ucciso nessuno?” chiese Theo.

“No.” disse Liam. “Voglio che tu ammetta che avevi torto. Non ho nemmeno cercato di mordere qualcuno. Non c’era nemmeno bisogno di venire qua.”

“Smettila di fare il testardo. Ti sei divertito.”

“Insomma..si, credo. Eric sembra a posto, ma eravamo molto più comodi in macchina.”

“Ne dubito.” mormorò Theo. “Almeno qua possiamo allungare le gambe.”

“Si ma siamo sdraiati per terra. Probabilmente siamo circondati da lumache.”

“fai sul serio?” chiese Theo.

“Era per dire. Sto usando una roccia come cuscino, e fa freddo.” Theo non rispose ma si avvicinò,  coprendo le loro gambe con la sua felpa come se aver coperto il 5% del suo corpo sarebbe stato abbastanza per far dimenticare a Liam che stavano dormendo per terra in una foresta. Liam girò la testa, Theo stava fissando il cielo, un braccio dietro la testa e lo sguardo che vagava nel cielo, le labbra erano increspate in un sorriso delicato. “la terra è comunque scomoda.” mormorò Liam. Una folata di vento scompigliò i capelli di Theo e li fece ricadere sulla sua fronte. “Non puoi davvero dirmi che non sei scomodo.”

“Mi piace.” mormorò Theo. “Devi ammettere che c’è qualcosa di rilassante nello stare qua.”

“Rilassante. Quale parte di sto quasi morendo di freddo sul suolo gelato nel bel mezzo dell’Idaho è rilassante per te?”

“Non fa così freddo Liam.” disse Theo con una piccola risata.

“Onestamente, come fa ad essere rilassante?”

“Ascolta.” ordinò Theo. Liam non fece domande, sospirò leggermente e fece come gli era stato detto.

“Non sento nulla. Siamo lontani miglia dal mondo. E’ stranamente.. tranquillo.”

“Concentrati su quello che riesci a sentire. Le piccole cose che di solito blocchi per non farti dar fuori di matto.” rise Theo. Liam sbuffò ma lo fece chiudendo gli occhi. Riusciva a sentire il battito regolare del cuore di Theo e il suo respiro, lento e calmo.

Riusciva a sentire il terreno duro sotto di sé, il solletichio dell’erba sotto il suo palmo e lo sporco sotto le sue unghie. Riusciva a sentire il vento che gli scompigliava i capelli e il freddo che portava con sé. Riusciva a sentire il suo stesso battito del cuore. Il braccio di Theo era caldo a contatto con il suo, passando quel calore fino alle sue ossa, immaginò di riuscire a sentire il battito di Theo attraverso quel contatto, il debole tum tum. Riusciva a sentire il suo mignolo premuto contro il polso di Theo per la vicinanza, il modo in cui la pelle di Theo bruciava come un fuoco caldo in una giornata fredda, allontanando il freddo e lasciandoti la sensazione di casa. Riusciva sentire il respiro di Theo che danzava sul suo viso, solleticandogli la pelle.

Liam inspirò tremante. Riusciva a sentire l’odore della terra, del muschio e del fumo del falò che si stava affievolendo. Riusciva a sentire l’odore della pioggia che minacciava di cadere dal cielo, un sentore metallico che era troppo lieve per essere preoccupante. Ma soprattutto riusciva a sentire il profumo di abete e limone. Riempiva i suoi polmoni, lo circondava e faceva rilassare le sue spalle mentre sospirava piano.

“Non ci sono macchine.” disse Theo, con voce roca. Liam aprì gli occhi, girò la testa lentamente. Theo stava spostando lo sguardo dal suo viso al cielo, un sorriso era stampato sulla sua faccia mentre scrutava il cielo. “Non c’è il rumore delle macchine, né muri. C’è solo questo..noi.” I suoi occhi brillavano e la luna piena era riflessa in essi, la luce argentata illuminava le sue guance, i suoi capelli erano costantemente mossi dal vento. C’era una minuscola macchia di fango sulla sua mascella ma non rovinava l’eterea immagine del suo viso.

Liam pensò a Theo, agli anni passati nascosto in un laboratorio senza amici con cui parlare, ai mesi di tormento all’inferno solo per poi essere trascinato fuori in una nuova battaglia. Combattendo incubi su incubi. Una vita passata pensando a come sopravvivere.

Lo sguardo sul suo viso non era come quello da bambino che gli aveva visto al parco acquatico. Non stava scrutando il cielo impaziente, era tranquillo, presente, come se non ci fosse bisogno per lui di pensare a cosa fare dopo, nessun piano per farla finita, nessuna guerra da combattere e anche il passato non era più importante. C’era solo quel momento. Il cielo sopra loro e la terra sotto. C’era solo la brezza del vento e il battito di cuori. Era una sguardo di calma e sollievo. Di libertà.

E Liam riusciva a percepirlo, riusciva a percepire la terra che si distendeva sotto di lui. Riusciva a percepire le innumerevoli opzioni davanti a sé, la leggera aurea di serenità che li circondava. Riusciva a sentire il peso sulle spalle scomparire definitivamente. La calma lo invase come la prima pioggia dopo la siccità, passando attraverso i suoi pori e lasciandogli il petto più leggero. Non c’erano battaglie all’orizzonte, né responsabilità da affrontare.

Liam era partito per allontanarsi dal sovrannaturale e forse non lo aveva fatto. Dopotutto era a venti metri di distanza da un branco di strani licantropi e aveva una chimera al suo fianco, ma si sentiva umano. Si sentiva un sedicenne normale. La luna piena splendeva sopra di loro e Liam sentiva la spinta che gli dava, sentiva il calore della pelle di Theo sotto le dita, sentiva il  battito del suo cuore e sentiva l’odore di pino e sentiva il sapore di limone in bocca. Si sentiva in controllo.

La realizzazione di tutto cioè l’avrebbe dovuto lasciare senza parole perché sapeva cosa significava. Sapeva che si era dimenticato della luna piena nell’istante in cui Theo era tornato nella radura e se ne era ricordato solo quando Theo gli aveva chiesto come stava. Liam guardò Theo con le sopracciglia aggrottate.

“Penso sia abbastanza rilassante.” borbottò Liam. Theo rise, una risata rauca che li lasciò nel silenzio. Liam ispezionò il volto di Theo cercando di capire quando fosse successo. Quale era stato il momento in cui Theo era passato dall’essere una palla al piede al diventare la sua ancora anche se in realtà non gli interessava davvero. “Hey Theo.”

“Mh” mormorò Theo.

“grazie per essere venuto.” disse Liam, Theo aprì gli occhi e guardò Liam accigliato.

“Stiles ha deciso di farmi venire”

“Intendo per il viaggio. So che probabilmente avevi cose da fare quindi.. sai.. grazie per essere venuto con me.”

“Qualcuno doveva farlo. Anche se mi meriterei una cazzo di medaglia.”

“Sto cercando di essere sincero.” borbottò Liam.

“Non dovresti, sembra che tu sia costipato.”

“Sei un coglione.” borbottò Liam. Rigirandosi verso le stelle togliendosi definitivamente dalla testa l’idea di dire a Mason che Theo ora era da considerare un amico. Non sarebbe riuscito a reggere le prese in giro. Theo aveva riso per mezzo miglio riguardo al commento ‘amichevole’ del giorno prima.

Liam non fece scivolare la sua mano in quella di Theo ma piuttosto fece schioccare i loro palmi insieme. Theo non disse nulla, si mosse a malapena, lasciò solo che Liam congiungesse le loro mani. Pensò, per un minuto, che l’avrebbe scampata ma Theo girò la testa con un sopracciglio alzato.

“Preventiva prevenzione agli incubi.” disse. Theo rise e tornò pigramente a guardare il cielo. Liam era sicuro che aveva passato abbastanza tempo con un bugiardo professionista come Theo che era quasi riuscito a credere a se stesso. Si schiarì la gola, copiando il movimento di Theo e guardò il cielo. “Quindi, quanti marte credi che ci siano in cielo oggi?”

“In una notte così limpida? Almeno tre.”

 

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Ciao a tutti bellissimi.

Mi scuso profondamente per questa lunghissima attesa ma dall’ultima pubblicazione sono successe diverse cose. Anyway I’m back. Giuro che non importa a che costo ma la finirò, non ho intenzione di lasciarla a metà anche se ora dovrei trovarmi un lavoro eheh.
Spero di non farvi più soffrire così a lungo anche perché io per prima non mi ricordo già più la storia OMYGAD
mi farò perdonare anche perché fra poco arriva un capitolo bellissimo e non so se il mio cuore reggerà. Spero seguirete ancora la storia e mi perdonerete

p.s. quanto sono carini? eh? quanto??
p.p.s. se voleste mai insultarmi perchè sono in ritardo con le pubblicazioni o whatever this is mah twittah

xoxo

 

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Capitolo 19
*** Nature or norture ***


Liam sapeva che non era stata colpa di Theo se era rimasto incastrato con i bambini mentre quest’ultimo rideva vicino al falò bevendo coca cola ma, bè, era più divertente incolpare Theo che ammettere che il diventare un babysitter era stata colpa sua quando aveva tentato di porre fine a una lotta tra due bambini di otto anni mentre Theo aveva continuato a camminare senza nemmeno voltarsi  e quando aveva accettato di aiutare una bambina a finire il braccialetto che stava facendo. Dopo tutto ciò era finito in trappola e Theo non aveva fatto nulla per salvarlo. Semplicemente lo guardava occasionalmente con un ghigno sul viso.

Non riusciva davvero a credere che qual coglione fosse la sua ancora. Theo che era la sua ancora era una farsa, perché Theo era una testa di cazzo e poi chi voleva prendere in giro? Loro non erano nemmeno amici. Era solo che.. i suoi standard si erano abbassati nei mesi precedenti. Era stato costretto a passare tanto tempo con Theo e aveva ingannato se stesso pensando che fosse sopportabile solo per la sua sanità mentale. Era come a scuola, quando i compagni di classe diventavano attraenti durante le lezioni ma quando la campanella suonava ritornavano a essere persone normali e capivi che non erano per niente belli è che avevi solo scelte limitate.

O forse era solo rancoroso perché si era svegliato da solo e umidiccio all’alba e non era riuscito a trovare Theo per circa un’ora e si era quasi preoccupato chiedendosi cose tipo:

E se il branco li avesse ingannati con un falso senso di sicurezza e poi avessero fatto del male a Theo mentre stava dormendo?

E se la Monroe li avesse fatti seguire da qualcuno per tutto il viaggio e lo avessero ucciso e avessero intenzione di uccidere anche tutti gli altri?

E se fosse andato a camminare e si fosse perso e fosse morto di freddo?

E se fosse andato a camminare e un orso lo avesse attaccato?

E se fosse ferito? E se avesse davvero odiato il loro viaggio e Liam e avesse trovato il posto giusto per abbandonarlo? E se stesse già sfrecciando per il paese picchiettando con le sue stupide dita sul volante mentre rideva pensando a come fosse riuscito ad ingannare Liam prima di lasciarlo letteralmente nella merda?

Forse la felpa che aveva lasciato sul corpo di Liam mentre dormiva era davvero un regalo d’addio, un ‘non mi vedrai mai più ma tieni, goditi il mio odore coglioncello’.

Solo per poi rivedere Theo riapparire nella radura con Guns e Sara e mormorare un semplice “rilassati Pumpkin” quando aveva dato fuori di matto dicendogli che avrebbe almeno potuto lasciare un messaggio.

Quindi vedere il coglione seduto a parlare amabilmente con Sara e gli altri mentre lui era bloccato con i marmocchi non era affatto giusto. Era lui che aveva passato la mattina a dar fuori di matto, era lui che doveva sedersi a bere qualcosa e non rimanere bloccato con dei bambini che lo comandavano a bacchetta e gli facevano le treccine ai capelli.

“Smettila di muoverti!” sibilò Penny, tirando i capelli a Liam. Liam grugnì di dolore. L’attenzione di Theo si spostò su di lui quando sentì il rumore, incrociando lo sguardo di Liam prima di guardare Penny, in piedi dietro di lui, e vedere la piccola bambina che gli intrecciava i capelli in treccine disordinate e il sorriso di Theo divenne un ghigno. Liam gli fece il medio e si girò dall’altra parte. Penny gli tirò ancora una volta i capelli. “Ti ho detto di smetterla di muoverti! Le rovinerai”

“Scusa.”

“Dimmi?” disse Liam facendo attenzione a muovere solo gli occhi in direzione della vocina che richiamava la sua attenzione. Un bambino era in piedi davanti a lui e stava strisciando i piedi nell’erba con un braccialetto in mano. “Puoi legarmelo per favore?” chiese. “Non riesco a legarmelo da solo e-“

“Si, certo.” disse Liam dolcemente. “Devi venire un po’ più vicino però, altrimenti quest’altra finirà per strapparmi tutti i capelli!” disse indicando con il pollice Penny, che gli tirò addosso un lampone. Il bambino si avvicinò con un sorriso sdentato che gli illuminava il viso e gli passò il braccialetto. “Ok campione, su che braccio lo vuoi?” chiese Liam. Il bambino alzò il suo braccio sinistro e Liam cercò di legarglielo. “E’ davvero bello. Mi piacciono i colori” mentì guardando le perline gialle.

“L’ho fatto io.” disse il bambino, come se Liam non lo avesse capito visto che aveva legato orribili braccialetti ai polsi dei bambini per le due ore precedenti, oltre a tagliare fili e qualche voglia scegliere i colori prima che Penny si annoiasse e decidesse di usarlo come una bambola.

“Davvero?” chiese Liam fingendosi stupito. Il bambino annuì orgoglioso. “Bè hai fatto davvero un bel lavoro, vorrei averne uno anche io. Tieni, fatto.” Il bambino ispezionò il suo polso.

“Grazie.”

“Nessun problema amico.” Liam lo guardò mentre trotterellava via, tornando dal suo gruppo di amici che stavano ancora spulciando tra le perline per fare nuovi braccialetti. Dietro a loro c’erano altri bambini con le pistole ad acqua che urlavano e saettavano da una parte all’altra.

“Hey! Devi girarla!” sbottò Dorian. Liam guardò i pochi bambini che stavano giocando a twister e che lo stavano fissando impazienti.

“Si si!” sospirò Liam, facendo girare la lancetta e guadagnandosi un’altra tirata di capelli da Penny.

“mano destra verde.” disse Liam. Avrebbero dovuto farlo i genitori questa cosa del babysitting, anche se aveva fatto un ottimo lavoro a distrarre i bambini mentre loro sistemavano le loro cose. L’unica cosa che aveva sperato era di non rimanere troppo coinvolto nel ditrarli. Si chiese se era così che si sentiva Dodo tutte le volte che si svegliava ricoperto di foglie.

Liam sospirò, guardando Dorian che appoggiava la mano sul verde e girò di nuovo la freccia. Dorian vinse, non si stupì molto di questa cosa perché il bambino imbrogliava un po’ tirando gomitate agli altri mentre cercavano di fare le loro mosse. Liam aveva cercato di richiamarlo ma fu insultato e chiamato testa di cacca.

“Te ne ho fatto uno” Liam guardò in basso e vide il bambino di prima. Con il mento all’insù mentre stringeva un nuovo braccialetto.

“Cosa?” chiese Liam stancamente.

“Hai detto che ti piaceva. Quindi te ne ho fatto uno. Ho pensato che ti sarebbe piaciuto.”

“Sei stato molto carino.” disse Liam, con un sorriso sul viso. Forse i bambini non erano poi così male.

“Che polso?” Liam alzò il suo polso destro. Il bambino sorrise, allacciando il braccialetto con le ditine. “ci ho pure messo il tuo nome.” disse, facendo sentire Liam un po’ in colpa perché sapeva solo il nome di tre bambini e solo perché lo avevano insultato.

“Davvero? ma che bel-“ A Liam morirono le parole in bocca quando il bambino girò il braccialetto sul suo polso mostrandoglielo. “..grazie, lo adoro.” mentì Liam guardando le piccole lettere sulle perline.

Pumpkin.

Aveva accettato un cazzo di braccialetto con scritto Pumpkin. Un bambino pensava che si chiamasse Pumpkin.

“Come fai a sapere il mio  nome?”

“Il tuo amico l’ha detto prima quando eri arrabbiato.” disse innocentemente.

Liam odiava Theo.

*

Liam si incamminò verso il falò con le treccine che ondeggiavano ad ogni passo, arrossendo sentendo i ragazzini che ridevano di lui. Si lasciò cadere accanto a Theo con un grugnito cercando di infilarsi le dita nelle treccine per disfarle. La mamma di Penny l’aveva portata via cinque minuti prima di iniziare a camminare verso la loro macchina quindi non stava ferendo i suo sentimenti cercando di rovinare il suo ‘lavoro’.

“Amo il tuo nuovo look.” mormorò Moe.

“La tua testa sembra un polipo.” disse Guns.

“Puoi andare benissimo a farti fottere” disse Liam, cercando di tirare gli elastici ma finì solo per annodare i capelli ancora di più.

“Liam.. Liam, dai guardami. Liam-“

“Cosa?” sbottò Liam girandosi verso Theo. Grugnì al suono della fotocamera quando si accorse che aveva scattato una foto.

“Sei un coglione.”

“Aw, dai Pumpkin, non fare così. Sono belle.” disse Theo con un ghigno sulle labbra mentre litigava con i capelli di Liam come un gatto con un filo. Liam schiaffeggiò via la sua mano e continuò a lavorare sui suoi capelli cercando di liberarli. Liam si trattenne dal dire qualcosa sul soprannome. preferiva che Theo non notasse il braccialetto sul suo polso.

“Zitto Theo” sospirò Liam. “Non riesco a credere che mi hai lasciato con i bambini per ore.”

“Insomma, visto che l’ultima volta che sono rimasto vicino a una bambina di quell’età l’ho uccisa ho pensato che non mi volessi lì vicino.” disse Theo. Guns rise di gusto.

“E poi dici che non sono divertente? Guns pensa che sia divertente.”

“La chiamano Guns, quanto può essere divert-?” borbottò Liam.

“Hey!” ringhiò Guns mentre Moe e Eric ridevano.

“Sai che la luna piena era ieri, vero? Il tuo pass gratis per fare lo stronzo è finito.” affermò Theo.

“davvero? E qual è la tua scusa?”

“Essere bloccato qua con te mi mette di malumore.” rispose semplicemente Theo.

“Sei un cogl-“

“Ragazzi” chiamò Sammy. “Non rimanete lì seduti a far nulla. Aiutate a portare le cose degli altri a-“

“Maaaaamma.” grugnì Eric.

“Ora, Eric.” Eric di lasciò scappare un altro grugnito esagerato prima di mettersi in piedi, dirigendosi verso le famiglie in partenza. “Anche voi tre, sapete?” disse Sammy, Moe e Guns seguirono Eric con grugniti drammatici. Sara, però, rimase dov’era, Sammy alzò un sopracciglio.

“Cosa? Tecnicamente tu hai detto ragazzi, io ho venticinque anni, non sono più una ragazza-“

“Tecnicamente anche tuo fratello è un adulto.”

“Tecnicamente ma ha la maturità di un bambino di 6 anni quindi..”

“allora per piacere vai a tenere la mano a tuo fratello. Non ho intenzione di lasciare un bambino di 6 anni a camminare per il bosco da solo. se non avessi voluto aiutare ti saresti dovuta nascondere a casa del cool come hai fatto ieri.”

“Non so di cosa tu stia parlando, non mi nasconderei mai per non aiutare delle persone.”

“Allora provamelo.” disse Sammy con tono definitivo. Sara annuì e se ne andrò con le spalle basse. “Voi due volete qualcosa da mangiare?”

“Liam può aiutare gli altri se vuoi-“ iniziò Theo.

“Siete ospiti. Non dovete pulire niente. Che bei capelli Liam. Sembri un po’.. Medusa.” disse Sammy, prima di andarsene facendo un cenno di saluto e facendo ridere Theo.

“Se mi aiuti a togliermi queste cose dai capelli non dirò a Scott che mi hai abbandonato con un branco di lupi con gli occhi blu per un’ora mentre io dormivo indifeso.”

“Per piacere, il tuo russare avrebbe rotto le loro orecchie prima che si fossero azzardati ad avvicinarsi a te.” sbuffò Theo anche se iniziò ad aiutare Liam a districarsi i capelli.

*

“Ok, quindi questa è la mia proposta.” disse Eric sedendosi davanti a Liam, seduto per terra tra le gambe di Theo mentre il più grande borbottava e bestemmiava mentre cercava di snodare il casino nei capelli di Liam. “Dite a mia mamma che vi serve aiuto con quei capelli così non devo più aiutare gli altri e vi farò dormire nella mia tenda sta notte.”

“Cosa?”

“Quando tutti loro-“ disse Eric accennando alle persone che stavano camminando nella radura, con le sacche sulle spalle mentre prendevano in sentiero verso la civiltà. “se ne andranno, noi faremo una festa. Ora, di solito le persone nuove non vengono invitate per almeno.. un paio di mesi, ma voi siete ragazzi a posto. Quindi aiutatemi e sarete cordialmente invitati ad unirvi a me e agli altri a rubare l’alcool dei vecchi e ubriacarci in Casa del cool. E, come ho detto, vi farò poi dormire nella mia tenda.”

“Non me ne frega niente della festa, fallo te prima che gli tagli tutti i capelli.” disse Theo frustrato.

“Non ci prov-“

“E’ come se quella bambina ci avesse messo la colla-“

“Sono solo elasticini.” rise Eric, infilando le mani nei capelli di Liam. Liam lo lasciò fare. “Non puoi tirarli come fai con gli elastici normali o si annodano ancora di più.. che ovviamente è quello che stavi facendo.”

“Come fai a saperlo?” chiese Liam. Che si sentiva come una scimmia dal parrucchiere mentre Theo e Eric spulciavano tra i suoi capelli.

“avevo i capelli come Raperonzolo, lunghi fino a qua” disse indicandosi la vita con un ghigno.

“Perchè li hai tagliati?”

“Ero troppo vicino a Dodo quando ha acceso il fuoco una volta.” mimò un’esplosione. “Non è stato molto bello.”

“Eric! Cosa ti ho detto riguardo all’aiutare-“ sbuffò Sammy.

“Scusa Sammy, avevamo bisogno di aiuto qua.” disse Theo. “Fa niente?”

“Non servono tre persone per disfare delle trecce. Quindi, Theo, o Eric torna ad aiutare le persone a portare le loro cose o la farai tu.”

“Pensavo che fossi un ospite e non dovessi fare nulla?”

“Sentiti onorato, ti sto invitando in famiglia.” disse seccamente Sammy. Theo sospirò, alzandosi e arruffando i capelli di Liam prima di andarsene.

“Se dovrai tagliarli ti prego fagli un video.” disse Theo.

“Ovvio amico. Pensi che piangerebbe?” chiese Eric.

“Nessuno mi taglierà i capelli.” disse Liam.

*

Alla fine le forbici di Sammy non servirono e Liam era sicuro di aver imparato vita, morte e miracoli di tutti i membri del branco visto che Eric non aveva smesso di parlare un secondo mentre scioglieva le infinite treccine nei capelli di Liam.

“I tuoi capelli sono stati liberati.” disse Eric, lasciando cadere l’ultimo elasticino nella pila accanto ai suoi piedi. “Vuoi una birra mentre aspettiamo che gli altri ritornino?”

“Um-“

“Dodo ce ne farà prendere una ma dovremo aspettare per bere davvero finché tutti gli anziani saranno andati a letto.”

“Perchè bevete? Non possiamo ubriacarci-“ Eric sgranò gli occhi e un sorriso da maniaco si disegnò sul suo volto.

“Non hai mai provato la birra modificata?”

“um-“

“amico andiamo a farci una birra.” Eric aiutò Liam ad alzarsi e si diressero verso un Dodo addormentato. “Vecchio.” gridò Eric. Dodo aprì un occhio pigramente.

“Cosa” suonò molto più come una minaccia che come una domanda.

“Liam non ha mai provato la birra modificata-“

“Ovviamente. La faccio apposta per il branco-“ rise Dodo, come se Eric fosse un’idiota.

“Quindi stavo pensando-“

“Quanti anni hai?”

“Io?”

“No, ho dimenticato l’età di mio nipote.” disse seccamente Dodo. Liam si fermò, non convinto se fosse uno scherzo o no. Guardò Eric in cerca di un aiuto.

“Dodo ho vent-“

“So quanti anni hai.” sbuffò Dodo. “Dai ragazzo di chiesa, età.”

“Uhh. Sedici.”

“Bene. Vai a prendere tre birre, ragazzo di chiesa, siediti.” Dodo non aspettò Liam, afferrò la sua felpa e lo fece sedere per terra vicino a lui, un minuto dopo una bottiglia aperta gli venne messa in mano.

“sapete.” disse Liam piano mentre Eric e Dodo bevevano a grandi sorsi le loro birre. “Mio padre mi ha sempre detto che se è già aperta o non ha un etichetta non la dovrei bere.”

“Questo è perché potrebbe essere drogata.” disse calmo Dodo. “Ti tolgo il disturbo di chiedermelo, ovviamente è drogata. E’ l’unico modo per far ubriacare un licantropo.”

“Dovrebbe rassicurarmi?” chiese Liam, Dodo fece spallucce, facendo un altro grande sorso. Liam guardò la bottiglia marrone scettico per un momento prima di seguire l’esempio dell’anziano.

*

La prima metà della serata fu molto simile a quella precedente. Theo era tornato solo per poi farsi trascinare via per una corsetta notturna nel bosco mentre Liam aiutava con il falò, questa volta non ci furono discussioni sulla benzina. Anche se Dodo lo accese ancora sputando il fuoco. Un qualcosa che Liam non aveva ancora capito se fosse figo o completamente stupido. Pensò che probabilmente era entrambe le cose. L’unica differenza con la sera precedente era che gli adulti stavano bevendo il che li rendeva un pochino più chiassosi. Dodo prese il comando, raccontando storie di lupi del branco prima che diventasse quello di sua figlia.

I pochi bambini rimasti si raccontavano storie di paura e i ragazzini cercavano di rubare di soppiatto tutto l’alcool che riuscivano.

“Se qualcuno tira fuori una chitarra e inizia a cantare canzoni country avete il permesso di uccidermi” borbottò Liam. Le labbra di Theo si arricciarono in un sorriso.

“Well I've been through the desert on a horse with no name it felt good to be out of the rain.” cantò Eric, con voce profonda. Gli occhi puntati su di loro e un ghigno sul viso.

“Penso ti abbia sentito.” disse Theo.

“Tesoro quella non è country” disse Sammy.

“IN THE DESERT!” gridò Eric, ignorandola. “You can’t remember your name coz-“

“Ti prego basta.” sospirò Liam.

“There ain’t no one to give you no pain-“ Si unirono Guns e Moe completamente stonati e fecero sobbalzare tutti. A parte Dodo che li ascoltava felicemente ticchettando il piede a tempo.

“Ok! basta.” rise Sammy. “Andate a fare la vostra festa segreta di cui facciamo finta di non sapere nulla.”

“Non so di cosa tu stia parlando madre.” disse innocentemente Eric. “Non mi sognerei mai di fare una festa. Comunque, una pisciatina comune sembra un’idea fantastica. “Moe, Guns, novellini, andiamo al bagno insieme.”

“é una scusa orrible.” sospirò Sammy. Sara le si avvicinò e le diede un bacio sulla guancia.

“Non ti preoccupare terrò d’occhio sti idioti.” disse.

“Meglio prendere uno specchio allora.” disse Eric, correndo verso la fine della radura.

*

La ‘festa’ si rivelò essere un assortimento di alcolici per lupimannari e della musica trash a Casa del cool. Fu probabilmente la festa più tranquilla a cui Liam avesse mai partecipato nonostante la musica dei Backstreet Boys che riecheggiava, La cascata che si riversava nel lago e le urla degli altri che parlavano uno sull’altro.

Guns stava sfoggiando orgogliosa il suo serpente tatuato, senza aver problemi nel doversi spogliare in mutande e reggiseno per metterlo in mostra mentre faceva un giro su se stessa per far vedere il serpente che si attorcigliava sul suo corpo dal polso alla caviglia.

“Dove l’hai fatto?” chiese Liam. “Ho sentito che devi tipo.. bruciare il tatuaggio, non riesco a pensare a tanti tatuatori che siano disposti a bruciare i loro clienti.”

“L’ho fatto io.” disse Sara, Gus si rimise i jeans con la consapevolezza che tutti avevano apprezzato il suo tatuaggio. “Sto pensando di aprire il mio studio l’anno prossimo, ora sto lavorando in uno in città da tre anni ormai. Ho fatto un paio di tatuaggi per il branco. Mamma, Guns, Moe-“ Moe alzò la sua maglietta per mostrare un piccolo smiley con le zanne sulle sue costole. “Ho fatto tre tatuaggi oggi mentre tu giocavi con Penny. Ci provo ad essere modesta ma sono troppo brava.”

“Certo che lo sei!” disse Guns battendole il cinque.

“Ti farai il tatuaggio con scritto Theodork?” chiese Theo, sorridendo appoggiando le labbra alla bottiglia di birra che aveva in mano.

“Non sono abbastanza ubriaco per quello.”

“Bevi allora.” mormorò Theo. Eric gli fu accanto in un secondo porgendogli una bottiglia.

“Sai che lo farei.” mentì Liam. “Ma non sono sicuro che fare un tatuaggio in un bosco sia molto igienico.”

“Siamo Licantropi. Non possiamo prendere malattie.”

“Fa comunque un po’ schifo.”

“Rompe le palle così per tutto?” chiese Sara.

“Più o meno si.” disse Theo.

“Sto solo dicendo che ci sono certe cose che è meglio non fare. Tipo permettere a una persona ubriaca di farti un tatuaggio con un ago non pulito a dovere.”

“Questo è vero.” disse Theo. “ma tua mamma ti ha anche detto di non bere e stai infrangendo quella regola.” e fece cincin con la bottiglia di Liam per sottolineare il tutto. “E le hai detto che avresti mangiato verdure e rispettato i limiti di velocità e che saresti stato lontano da Las Vegas. Non hai esattamente ascoltato tua madre fin ora.”

“Non farò comunque il tatuaggio.”

“Come vuoi.”

“Ok, giochiamo a un gioco alcolico.” decise Guns. “Tutte le volte che dico bevete. Bevete.”

“Sembra un pessimo gioco alc-“ iniziò Theo.

“Bevete!”

*

“Sei serio?” Chiese Liam ridendo. Riusciva a vedere Theo a malapena da dove si stava sporgendo dallo scoglio nel buio della notte, vedeva solo dei riflessi sulla sua pelle.

“Hai detto che volevi nuotare!” gli rispose Theo.

“E’ uno di quei momenti da ‘ragazzo ubriaco che crede di essere Superman’?”

“Sono una chimera, onestamente, sono superman.” disse Theo. Liam avrebbe davvero voluto non essere già in acqua per poter filmare tutta la scena.

“Hai davvero intenzione di saltare dallo scoglio?”

“L’ha fatto anche Guns. Starò bene.” disse Theo, affacciandosi. Tutti gli altri se ne erano andati mezz’ora prima per andare a letto. A quanto pareva, non avevano capito cosa significava bere piano. Liam e Theo si erano proposti di finire di bere le poche birre risate prima di tornare alla radura e poi Liam aveva suggerito di fare una nuotata. La sua unica condizione era che questa volta non doveva essere spinto in acqua completamente vestito. Theo aveva acconsentito, dandogli abbastanza tempo per spogliarsi prima di buttarlo in acqua con solo i boxer e poi, bè poi aveva scalato lo scoglio con l’intenzione di lanciarsi. “Se sopravvivo lo fai anche tu?”

“no.” disse Liam.

“sono sicuro che è divertente. Tua madre sarebbe così orgogliosa, ti butti dallo scoglio perché anche il tuo amico si è buttato.”

“E chi ha detto che siamo amici?” chiese Liam, Theo si portò una mano al petto, facendo un sospiro drammatico mentre ‘moriva’ e si buttava dallo scoglio. Scomparve nell’acqua schizzando dappertutto. Liam non ebbe nemmeno il tempo di preoccuparsi che forse il salto lo aveva ucciso davvero che la sua testa stava già tornando a galla. “Ti dovrebbero dare l’oscar per quello.” disse Liam seccato.

“Bè grazie, l’ho pensato anche io.” mormorò Theo nuotando verso di lui finché non riuscì a poggiare i piedi sul fondo.

“Non posso credere che tu mi abbia davvero chiamato drama- cos’è quello?” Liam sbatté le palpebre guardando il segno nero sulla clavicola di Theo. “Hai.. è un tatuaggio quello?” gli occhi di Theo ricaddero sul suo petto.

“Oh si” disse Theo.

“Quando?”

“Questa mattina” disse Theo con un’alzata di spalle. “Sara aveva la macchinetta e sai, ne avevamo parlato e ho pensato che-“

“Cosa è?” chiese Liam muovendosi verso di lui. Theo rimase dov’era permettendo a Liam di avvicinarsi. Liam si fermò a pochi centimetri davanti a lui. La luce che si rifletteva nell’acqua del lago brillava sul petto di Theo e il tatuaggio sembrava muoversi. “DNA”. Liam rimase fermo. Era piccolo e attraversava tutta la sua clavicola proprio come un filo di DNA. Liam vide una piccola interruzione nella catena come se un pezzo mancasse. “Perchè il DNA?”

“Bè lo sai, mi piace biologia.” disse Theo con un’altra alzata di spalle, facendo dondolare le dita sull’acqua attorno a loro e facendola schizzare leggermente. “E sai, sono una chimera genetica. Non puoi dire che non sono riuscito a far risultare un fallimento bello.”

Liam si avvicinò senza pensarci troppo. La mano di Theo gli prese il polso nel momento in cui le dita di Liam si avvicinarono al tatto forzandolo a fermarsi, il pollice era fermo sul primo filo di inchiostro nero. Aspettò che Theo lo spingesse via, ch'egli allontanasse il braccio e facesse qualche stupido commento sullo spazio personale come se non avesse passato la maggior parte delle notti precedenti appiccicato al fianco di Liam. Ma non lo fece, le sue dita tremarono sul polso di Liam, gocce fredde di acqua lasciavano un percorso bagnato sul braccio di Liam.

“Ti fa male?” chiese Liam.

“Guarisco in fretta,” mormorò Theo.

“Tecnicamente io guarisco più velocemente.” disse Liam. Theo sbuffò e Liam era sicuro che se non fosse stato così impegnato a guardare la goccia d’acqua che scivolava sulla clavicola di Theo e che lentamente cadeva sul tatuaggio avrebbe visto Theo roteare gli occhi. In ogni caso la presa di Theo sul suo polso si allentò, senza staccarsi del tutto ma senza allontanare Liam. Liam pensò che significasse che a Theo non sarebbe importato se lo avesse toccato.

Passò il pollice sulla clavicola di Theo, come se riuscisse a sentire l’inchiostro in rilievo sulla sua pelle, come se fosse in braille, non riusciva, era liscio, caldo al tatto, la sua pelle era così calda che Liam si chiese come facesse l’acqua a non bollire al contatto. La mano attorno al suo polso gli dava la stessa sensazione, la sua pelle bruciava sotto alla stretta di Theo.

Arrivò alla fine del tattoo e ci ripassò un’altra volta il pollice, premendo un po’ di più, guardando come la pelle si increspava mentre la spingeva. Le sue dita si fermarono un’altra volta, il pollice fermo nell’incavo della gola.

Sentì i muscoli muoversi mentre Theo deglutiva, e seguì con gli occhi il movimento del suo pomo d’adamo. Fece un grande sforzo di volontà, più di quanto pensasse, per non seguire il movimento con il dito.

Spontaneamente gli occhi di Liam continuarono a salire, superando il collo e il mento coperto dalla barbetta che stava crescendo, superarono le labbra fino ad incontrare i suoi occhi. Trattenne il respiro in quel momento. I capelli di Theo ricadevano sul suo viso, proiettando ombre e facendo sembrare i suoi occhi più scuri del normale mentre il suo sguardo bruciava in quello di Liam.

Si ricordò di quello che Malia aveva detto sull’Anuk-ite, sul fatto che quando incrociavi il suo sguardo era impossibile distoglierlo anche quando sapevi che avresti dovuto. Come quello sguardo ti catturasse e ti facesse rimanere immobile e senza fiato.

Le dita di Theo si strinsero attorno al suo polso. Le sue dita iniziarono a ticchettare sul suo polso, una volta, due, proprio dove riusciva a sentire meglio il polso di Liam mentre si ritrovò irrazionalmente preoccupato che forse Theo riuscisse a sentire il suo battito da lì quando sapeva per certo che il ragazzo poteva in ogni caso sentirlo. Riusciva a sentire quello di Theo, battere sopra il suo, delicato e stabile il che rendeva il suo battito ridicolo. Guardò Theo che si leccava le labbra, la sua lingua tornò lentamente nella sua bocca così lentamene che Liam riuscì a notare il modo in cui il suo labbro inferiore si increspò a quel movimento. Era sicuro che fossero più vicini di quello che ricordava e ne ebbe la prova quando Theo espirò lentamente e lo sentì sulla guancia il che gli fece rizzare i capelli sulla nuca. Il suo corpo inconsciamente di avvicinò ancora.

“Ti piace allora?” chiese Theo con voce roca.

“Si.” disse Liam, senza fiato guardando come gli occhi di Theo osservarono il movimento delle sue labbra come se quelle fossero le parole più importanti che Liam avesse mai pronunciato. Liam passò il pollice sul DNA nuovamente, sorridendo mentre il respirò di Theo tremò. La sua mano si spostò più in alto sul polso di Liam, avvicinandosi alla sua mano. Si fermò, le dita impigliate nello stupido braccialetto con scritto Pumpkin che era stato regalato a Liam quella mattina.

“Liam, cosa stai facendo?” chiese Theo, la voce quasi disperata mentre aggrottava le sopracciglia. Il suo battito ora era veloce quasi quanto quello di Liam. Liam gli avrebbe anche risposto, se solo ne avesse avuto una minima idea lui stesso. Invece, ripercosse il tatuaggio con il pollice una volta ancora, guardando le labbra di Theo e ascoltando il suo battito che aveva finalmente raggiunto la velocità imbarazzante di quello di Liam. Liam abbassò la mano lentamente, le dita ancora incollate alla pelle di Theo. Poteva anche non sapere che diavolo stava combinando ma sapeva che non si voleva fermare ora. Theo lasciò andare il braccialetto, permettendo alla mano di Liam di andare dove voleva, tracciando un percorso dal suo torso alla sua vita.

O almeno, era quello che aveva intenzione di fare. Invece, si abbassò solo di un paio di centimetri prima di riuscire a sentire il battito furioso del cuore di Theo e poi Theo arretrò, Il battito del cuore aumentò ancora, tanto da sembrare un martello pneumatico. La mano di Liam cadde in acqua, gli faceva male il petto e finalmente espirò. Da quanto stava trattenendo il respiro?

L’odore di paura lo investì come un camion in corsa e guardò Theo che si allontanava di qualche passo, con una mano sul petto dove poco prima c’era quella di Liam e stava ticchettando con le dita il battito come se la sua vita dipendesse da quel gesto mentre tratteneva il respiro.

“Ho bisogno di bere ancora.” disse Theo prima di girarsi e uscire dall’acqua.

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What can i say??? nothing.

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Capitolo 20
*** Confortably unconfortable. ***


Liam si sentiva a disagio e si morse le labbra mentre spostava lo sguardo su Theo. Non stava parlando. Non aveva parlato per più di un’ora. A Liam era stato bene per i primi minuti, mentre Theo tornava alle poche bottiglie che erano rimaste con una smorfia dipinta in viso e entrambi si erano rimessi i vestiti evitando il contatto visivo, perché preferiva che Theo stesse zitto piuttosto che lo prendesse in giro per la cosa del tatuaggio di poco prima.

Ma ormai era successo un secolo fa. Liam era riuscito a cacciarsi l’incidente in un angolino della memoria e ad ignorare l’imbarazzo che aveva provato, e quando aveva ripensato a quanto strana fosse dovuta sembrare tutta la situazione a Theo visto che aveva continuato a passargli un dito sulla clavicola sfregandola come il genio della lampada. Ma ora era completamente pronto per dimenticare il momento o almeno ad accettare le prese in giro di Theo. Aveva già pronte un paio di frasi per ribattere e  aveva preparato una scusa che avrebbe perfino convinto se stesso che stesse dicendo la verità. Era prontissimo all’attacco di Theo.

Theo, comunque, non sembrava essere sulla sua stessa lunghezza d’onda. Liam era anche abbastanza sicuro che non fosse nemmeno nello stesso mare.

La chimera era accucciata su se stessa. Non troppo, in realtà, perché le sue gambe dondolavano nell’acqua dalla lingua di roccia nella caverna ma Liam riusciva a vedere le sue spalle che gli arrivavano alle orecchie e riusciva a sentire lo stupido ticchettio tap, tap, delle dita di Theo sulla bottiglia che aveva stretta in mano. Liam era abbastanza sicuro che Theo avesse dimenticato che ci fosse anche lui. Stava fissando l’acqua, senza guardarla davvero. Il suo respiro era stabile a parte dei sospiri occasionali come se avesse dimenticato come si facesse a respirare.

In ogni caso Liam rimase confuso perché non riusciva a capire cosa stesse tormentando Theo. Era come se quando avesse guardato Liam avesse davvero visto l’anuk-ite. E Liam, bè Liam si sentiva inutile perché non sapeva cosa fare. Non sapeva nemmeno da che parte iniziare. Il momento era stato sicuramente strano, ma non spaventoso. Avrebbe dovuto essere solo stata una cosa divertente su cui farci una risata dopo un po’ aggiungendo un ‘amico, mi sa che l’alcool mi sta prendendo’. Non avrebbe dovuto lasciare Theo in uno stato catatonico.

Liam si alzò lentamente, avvicinandosi a Theo, le scarpe facevano fin troppo rumore sulla roccia ma Theo non batté ciglio. Il Beta si dondolò un po’ sui piedi, seguendo lo sguardo di Theo sul lago come per trovare una risposta a cosa cazzo stava succedendo sotto l’acqua di così interessante. Guardò nuovamente Theo.

Era pronto a litigare, a forzare Theo a parlare di qualsiasi cazzo di cosa gli stesse succedendo, aprì anche la bocca con l’intenzione di farlo ma poi ingoiò tutto e gli uscì solo un piccolo gemito smorzato quando entrò nel campo visivo di Theo. Aveva gli occhi umidi e la luna vi si rifletteva all’interno. La sua mano tremava attorno alla bottiglia mentre ticchettava, una volta, due.

“Theo.” disse Liam, delicatamente ma anche in questo modo Theo sobbalzò, il suo sguardo schizzò su Liam e si irrigidì. E davvero, Liam conosceva solo un modo per far rilassare Theo quando era in paranoia. Liam si rannicchiò vicino a Theo, sorridendo nervosamente. “Hai bisogno della tecnica di prevenzione dagli incubi?” scherzò cercando la mano di Theo, ma nel momento in cui le sue dita sfiorarono la pelle di Theo, quest’ultimo la spostò in un batter d’occhio.

“Non toccarmi.” righiò. Liam lasciò ricadere la mano per la seconda volta quella sera, mentre l’umiliazione iniziava a farsi strada dentro di lui mentre fissava il posto vuoto dove poco prima era seduto Theo. Quello non era assolutamente la reazione che Liam si aspettava. “Vado a letto.”

“Ok” mormorò Liam chinando la testa per nascondere le sue guance bordeaux mentre sentiva Theo allontanarsi.

“Vieni? O hai intenzione di dormire qua?” chiese Theo e onestamente, l’idea non era poi così male. Sembrava molto meno imbarazzante che raccogliere l’orgoglio e seguire Theo alla radura. Ma comunque, l’idea di far credere a Theo che si stesse nascondendo da lui nelle cave come un vero eremita non lo allettava affatto quindi Liam si alzò e seguì Theo sul sentiero di sassi.

Il ritorno fu tranquillo, i due entrarono nella tenda di Eric lasciandolo nel mezzo. Liam fu deluso di scoprire che usare Eric letteralmente come barriera tra lui e Theo non serviva a smorzare l’umiliazione che provava. Si girò dalla parte della tenda mentre sentiva Eric russare nel sonno.

Liam cercò di stare fermo, di convincere se stesso ad addormentarsi ma non cambiava nulla, soprattutto vsto che Theo continuava a muoversi ogni due secondi e le sue stupide dita non la smettevano un attimo di ticchettare da quando si erano sdraiati, era stupito dell’abilità di Eric di dormire con tutto quel rumore. Quando passò mezz’ora Liam sentì Theo muoversi ancora e il rumore delle coperte mentre si alzava. Liam sospirò di sollievo quando realizzò che Theo stava uscendo dalla tenda per passare la notte a camminare su e giù. Un qualcosa a cui Liam era abituato prima di aver iniziato la questione del tenersi per mano. Sapeva come trattare il Theo del ‘dormire è per i deboli’.

Era molto più semplice per Liam spegnere la mente, o almeno calmarsi sapendo che Theo tra non molto sarebbe stato lontano dalla sua vista. Il fatto era che Theo stava bene fino a quando Liam aveva mosso la mano, certo sembrava un po’ confuso ma non era una cosa inaspettata, nemmeno Liam aveva la minima idea su cosa stesse facendo. Ma il fatto che Liam avesse mosso la mano aveva cambiato qualcosa.. innescato qualcosa.

La conseguente reazione di Theo probabilmente aveva avuto molto meno a che fare con Liam e molto più con qualsiasi cosa avesse provocato in lui quel sentore di paura che aveva percepito anche Liam.

“stai bene?” chiese Liam prima di riuscire a fermarsi. Theo si immobilizzò. “Intendo..”

“Starò bene.”

“E, noi siamo a posto, vero?”

“Si Liam, siamo a posto.” disse dolcemente Theo.

“Ok.. bene.” decise Liam, arrossendo.

“Dormi un po’ ora, Pumpkin.”

*

Liam era felice di trovare Theo più di buon umore quella mattina, ovviamente le borse sotto gli occhi stavano tornando ma era seduto vicino a Liam e aveva intrapreso una discussione con Guns come se nulla fosse successo.

Dopo una colazione veloce fatta con quello che era rimasto del cibo che Sammy e il branco avevano portato iniziarono ad aiutare a preparare i bagagli e a ripulire la radura. Sacchetti della spazzatura pronti per accogliere le cartacce che potevano aver lasciato in giro.

Dopo un ultimo controllo della radura e di Casa del cool partirono. Sammy guidava il gruppo mentre si inoltravano nel bosco con le borse in mano.

“Hey Theo, non siamo arrivati dall’altra parte?” chiese Liam. Theo arrossì quando Moe rise.

“Sì” disse lentamente Theo.

“Quindi.. perché andiamo da questa parte?”

“Perchè Theo non sa leggere le mappe.” disse Moe. “C’è un parcheggio a due ore da qua.”

“Due ore?” chiese Liam. “Ci hai fatto camminare per sei ore e mezza quando c’era un-“

“Sono cresciuto in una fogna, non ho avuto molto tempo per capire come leggere una mappa.”

“E’ la tua scusa per ogni cosa?”

“Più o meno.” disse Theo sistemandosi meglio un sacchetto della spazzatura sulla spalla.

“ok, ma comunque la nostra macchina è dall’altra parte.”

“Le macchine sono più veloci dei piedi.” disse Moe.

“Devo già lasciare giù questi due.” disse Sammy indicando Moe e Eric. “Passeremo vicino a dove siete parcheggiati quindi vi lascerò alla vostra macchina.”

“Oh bè, alllora grazie.”

“Non ringraziarmi ancora.” disse Sammy. “Amo i miei figli ma credimi, fagli fare quindici minuti di camminata e poi vorrai fare le sei ore da solo.”

“Non so di cosa tu stia parlando. Siamo deliziosi.”

“Ovviamente tesoro.” disse Sammy.

Dieci minuti dopo Guns aveva iniziato il gioco del vedo con il mio occhio.

Cinque minuti dopo la parola albero era stata la risposta per ventisette volte.

“La smetteranno?” chiese Liam speranzoso, Sammy alzò le spalle.

“Forse.”

“Vedo con il mio occhietto, qualcosa che inizia per A-“ disse Eric.

“E’ albero?” chiese Sara.

“Come hai fatto ad indovinare?”

“Sono stata molto fortunata.. ok, vedo con il mio occhietto.. qualcosa che inizia peeeeer.. A:” Moe rise sentendo Theo che bestemmiava sottovoce.

*

Raggiungere il parcheggio fu come cercare l’acqua nel deserto. I ragazzi avevano finalmente finito di fare i loro giochi stupidi che avevano fatto per tutta l’ora e mezza precedente e corsero verso i rispettivi veicoli.

I sacchi della spazzatura furono lasciati in un bidone lì vicino fino a farlo straboccare e poi le persone pian piano scomparvero dal parcheggio finché rimasero solo quelli che Liam conosceva per nome. Guns e Theo erano piegati sul tetto di una mini rosa big babool mentre si scambiavano i numeri di telefono su dei foglietti di carta, visto che i cellulari di tutti erano scarichi da un po’. Eric e Moe stanno aiutando Sammy a caricare tantissimi bagagli nel retro della station wagon.

“Ragazzo di chiesa!” La testa di Liam spuntò da dove stava osservando Sara scalare la spazzatura cercando di incastrare gli ultimi sacchi nel bidone. Dodo marciò verso di lui con una bottiglia sotto al braccio. “Tieni.” disse facendo donolare la bottiglia sotto al naso di Liam. “Non berla tutta insieme, vomiteresti.”

“Um-“ Liam rispose prendendola e guardando la bottiglia di sprite senza etichetta.

“La prossimaa volta porta più vestiti. Stai davvero iniziando a puzzare.” Liam lo guardò divertito mentre Dodo gli dava della pacche sulle spalle e salutava gli altri con un cenno veloce prima di salire sulla sua vecchia Harley e partire con il borbottio del motore.

“Sembra che ti sia fatto un amico.” disse Sammy. “A mio padre non piacciono tutti, dovresti esserne felice.”

“Perchè gli piaccio?”

“Lo vorrei sapere anche io.” disse Theo, camminando verso di loro e mettendosi il pezzo di carta con i nuovi numeri di telefono appena presi in tasca. “Sei una rottura di coglioni.” Liam era abbastanza sicuro che ridere quando qualcuno ti chiamava una rottura di coglioni era da considerare un pochino strano ma le sue labbra si arricciarono lo stesso. Era stato preoccupato che Theo avesse mentito quando gli aveva detto che tra di loro era ok. Non era esattamente sicuro del perché l’insulto lo avesse assicurato del fatto che stesse dicendo a verità o che qualsiasi cosa fosse successa, a parte il fatto che aveva fatto perdere un po’ di sonno a Theo, non avrebbe lasciato del fastidio latente nei giorni a venire.

Quando Sara finì la sua lotto con il cestino, le macchine erano cariche e gli altri erano pronti per partire. Moe aveva già rivendicato il posto davanti. Lanciandosi sul sedile. Eric era scivolato sui sedili posteriori infastidito con un piccolo borbottio e facendo il medio a sua sorella dal finestrino.

Liam venne trascinato in un abbraccio da Guns.

“Theo ti darà i nostri numeri. Mi aspetto almeno un messaggio al giorno. Sarai sempre il benvenuto a casa del Cool. Sarai anche una merdina imbronciata ma mi piaci lo stesso.” disse lasciandolo andare con un ghigno in viso. Sara prese il suo posto, arruffandogli i capelli invece che abbracciarlo.

“Se volessi mai farti un tatuaggio chiamami. Puoi anche venire a trovarci così non sarà fatto in una ‘foresta sporca’.” disse prima di girarsi e portarsi via Guns che stava cercando di soffocare un Theo con gli occhi spalancati con un abbraccio.

Sara salutò velocemente Theo prima di salire sulla mini e Liam e Theo raggiunsero Sammy e i ragazzi sulla station wagon. Le due macchine uscirono dal parcheggio. Dalla mini si sentiva della musica rock a paletta mentre le due ragazze mostravano i loro diti medi ai ragazzi che risposero con la stessa maturità. Sammy girò a sinistra, Guns girò a destra e poi seguirono a strada. Eric  stava blaterando qualcosa riguardo alla ‘prossima luna piena’ mentre Moe abbassò il finestrino e accese una sigaretta. Sammy guardò i ragazzi attraverso lo specchietto retrovisore e roteò gli occhi.

Forse Liam non si era inserito nel branco tanto quanto Theo ma non poteva negare che erano decisamente un gruppo interessante.

“Hey Sammy.” disse Liam. “Grazie per averci invitato alla vostra cosa della luna piena.”

“Non è stato un problema.” disse Sammy con lo stesso sorriso che le faceva arricciare il naso come quello che aveva sfoggiato quando li aveva incontrati.

“Se ti servono dei consigli per migliorare il tutto, dei veri bagni e una doccia non sarebbero male” disse Theo.

“E letti” sospirò Eric. “Non vedo l’ora di infilarmi nel mio letto.”

“Nemmeno internet sarebbe male.” aggiunse Moe

“E’ una notte da passare in mezzo alla natura.” disse Sammy roteando gli occhi. “Abbiamo solo quello che serve.”

“E un vecchio che sputa fuoco è quello he vi serve?” chiese Theo.

La macchina si riempì di un’amichevole discussione urlata tra Moe e Eric che davano suggerimenti su come si potrebbe migliorare Casa del Cool con dei veri mobili e Sammy che ribatteva che i tepee erano più che abbastanza invece che delle vere e proprie strutture nel bel mezzo della foresta.

“Liam, tu cosa pensi?” chiese Sammy quando la discussione fu abbastanza morta perché riuscisse a dire qualcosa a qualcunaltro.

“Penso che un campo di lacrosse potrebbe davvero rallegrare il tutto.” disse Liam.

“AMICO! Giochi a lacrosse?!” urlo Eric. “Come mai non lo so, bene quindi-“ il viaggio passò alla svelta dopo ciò. Liam era preso in un dibattito su quale sport fosse il migliore, lacrosse o hockey mentre Moe e Theo si guardavano in cerca di aiuto, ignoranti allo stesso modo riguardo allo sport.

Quando finalmente girarono l’angolo ed entrarono nel parcheggio dove lui e Theo avevano lasciato l’auto Liam stava davvero considerando di accettare la proposta di Eric di andare al campo in città per giocare un po’. Almeno fino a quando guardò fuori dal finestrino e vide perché stavano rallentando, c'era un auto, una jeep blu piuttosto famigliare che era parcheggiata vicino a loro, con il cofano fumante e tutto i branco radunato attorno. Fu abbastanza snervante il modo in cui la testa di Scott e quella di tutti gli altri si girarono nella loro direzione all’unisono.

“Chi sono?”

“Il mio branco.” Rispose Liam. La testa di Theo picchio contro il poggia testa, mentre bestemmiava a bassa voce.
 

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Yep, That’s it. Non chiedetemi cosa sia successo a Theo perché raga sono clueless anche io. Forse sono stupida ma non riesco a capire, se avete suggerimenti please send help
In ogni caso quei gran simpaticoni sono arrivati eheh
and now???

P.S. a volte penso di essere totalmente negata nell'usare i verbi, ne sbaglio tanti? Mi sento super ignorante ma a volta non ci faccio caso e mischio i tempi verbali me ne rendo conto. è fastdioso? datemi feedback pls

 

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Capitolo 21
*** Happy families. ***


“Non vivete in California?” chiese Eric, spingendo Liam per avere una visuale migliore sul branco.

“Si.”

“Allora perché sono qui?” borbottò mentre muoveva le dita in un accenno di saluto. Scott chinò la testa confuso ma poi ritornò il saluto con un sorriso.

“non lo so” disse Liam calmo. Il suo primo pensiero fu che qualcuno era morto ma erano tutti lì a controllare la macchina fumante e guardandolo con gli occhi sbarrati come se trovare Liam in Idaho, dove aveva detto sarebbe stato, era un assurdo plot twist.

“Hey! Perché siete qui?” chiese Moe, affacciandosi dal finestrino tanto che Sammy dovette velocemente prenderlo per la cintura per impedire che cadesse fuori.

“Intendo, nessuno è morto quindi..” a Liam morirono le parole in bocca quando pensò all’altro motivo per il quale potessero essere lì.

Erano venuti per portarlo a casa.

Spiegherebbe perché erano stati così ragionevoli sul fatto che era in viaggio con Theo. In questo modo sarebbero riusciti a trascinarlo a casa piuttosto che dover litigare con lui al telefono.

“Siamo il pesce rosso alieno” sospirò Liam. Quattro paia di occhi si girarono a fissarlo confuso.

“Cosa?”

“E’ una trappola.” disse Liam.

“Intendi l’ammiraglio-“ Liam non fece finire a Theo la frase lanciandosi verso la portiera. “Liam, aspetta..”

“Che cazzo di problemi avete?” ringhiò Liam. Sbatté la portiera dietro di sé prima che anche Theo potesse uscire dalla macchina e si diresse verso il branco. L’avevano costretto ad andare con un branco totalmente a caso durante la luna piena così sarebbero riusciti a trovarlo.

“Noi?” rise Stiles. “Sei tu che-“

“Io starei zitta.” disse Lydia, dando una pacca sul braccio a Stiles. Liam si girò verso Scott.

“Ti ho detto che mi serviva del tempo e tu mi tendi un tranello e mi dici di venire in Idaho così puoi venire a riprendermi?”

“Cosa, no-“ disse Scott spalancando gli occhi.

“Ti rendi conto di quanto sia una cosa malata? Mi fidavo di te e tu-“

“Liam stai zitto.”

“Scusami-“ sibilò Liam, girandosi verso Theo, giusto in tempo per vedere Sammy che usciva dal parcheggio, Eric e Moe li stavano guardado dal finestrino senza la minima discrezione.

“Ho detto zitto. Non saltare a conclusioni affrettate. Sono sicuro che hanno un ottima spiegazione per stalkerarti per tre strati. vero?” Theo si girò verso Scott alzando un sopracciglio.

“Eravamo preoccupati.” disse Scott.

“Preoccupati?” chiese seccamente Liam.

“Si, tu e Theo avreste dovuto-“

“Non tornerò a casa.” sbottò Liam.

“Ok” disse calmo Scott. “Ma avreste dovuto chiamare ieri. E quando non lo avete fatto-“

“Abbiamo pensato che Theo ti avesse ammazzato.” disse Malia.

“Theo, entra in macchina ce ne andiamo” ringhiò Liam.

“Sì caro.” rispose Theo senza muoversi dal suo posto.

“O che avessi ucciso qualcuno e che ti stesse aiutando a seppellire il cadavere e scappare.” aggiunse Mason.

“O che l’abilità di Derek di conoscere persone affidabili si fosse rivelata una cazzata come al solito e il branco vi avesse ammazzati.” mormorò Stiles, Derek finalmente alzò lo sguardo da dove era appoggiato alla sua camaro, con gli occhiali da sole e l’espressione di qualcuno che avrebbe voluto essere in qualsiasi altro posto se non li a guardare male Stiles.

“Ci siamo decisamente fatti il culo per venire a salvarti amico.” lo rassicurò Mason.

“Salvarmi?” rise Liam. “Perchè avrei dovuto aver bisogno di aiut-“

“I vostri telefoni erano spenti. Non riuscivamo a chiamare Sammy, ho pensato che ti avessero rapito.” disse seriamente Scott. “O che la Monroe ti avesse trovato, non lo so, ero preoccupato e-“

“Sei venuto solo per assicurarti che stavamo bene?” chiese esitante Liam, decisamente sconfitto. Il branco che si preoccupava per lui era una cosa gestibile.

“Sì.” disse Scott.

“Ovviamente speravamo che Theo non ti avesse già ucciso.” disse scherzando Stiles. Liam digrignò i denti e si morse la lingua per non rispondere.

“Per quanto questo possa essere stato divertente-“ rise Theo, finalmente muovendosi verso l’auto senza guardare il branco. “Abbiamo un viaggio da completare quindi..”

“No.” disse Mason afferrando il braccio di Liam quando si mosse per raggiungere Theo. “Amico, abbiamo guidato per tipo quindici ore non te ne puoi andare due secondi dopo che sei arrivato!”

“Onestamente può.” borbottò Theo.

“Hai fame?” chiese Scott prendendo l'altro braccio di Liam. “Possiamo andare a mangiare? Così ci racconti del tuo viaggio.” Liam guardò Theo, preoccupandosi che anche lui avrebbe iniziato a strattonarlo e Liam sarebbe finito come una corda in un orribile guerra di tiro alla fune. Invece, Theo rimase fermo vicino al pick up, con le braccia appoggiate al retro guardando Liam con un sopracciglio alzato in un modo che Liam sapeva significasse ‘Sta a te ma se scegli quello che penso sceglierai ti romperò il cazzo per la prossima metà del viaggio’. Liam alzò le sopracciglia, una mossa che fece roteare gli occhi a Theo.

“Va bene” borbottò “Siamo passati vicino a una tavola calda tornando dal campeggio. Girate a destra e guidate per quindici minuti.”

“Ok, ok” disse Scott, sorridendo come se Natale fosse arrivato prima. “Perfetto. Vi fa niente dare un passaggio a qualcuno? Solo tre di noi stanno nella macchina di Derek-“

“Uh Scotty. Penso che ti stia dimenticando di qualcuno.” disse Stiles.

“Amico la jeep può aspettare.” iniziò Scott.

“Non la lascio qua.”

“Torneremo e la metteremo a posto dopo ma-“

“Scott!”

“Tecnicamente ora è mia quindi..”

“Liam andiamo” interruppe Theo. Liam si avviò verso la macchina di Theo ma prima che ci potesse arrivare Lydia salì sul sedile davanti. I due ragazzi si immobilizzarono vicino alla macchina, il loro sguardo si incontrò oltre al pick up.

“Uh, Lydia-“ iniziò Liam.

“Sono passate dieci ore da quando ci siamo fermati in un bagno.” disse calmamente Lydia.  “Non intendo aspettare che finiscano di litigare prima di trovarne uno.”

“C’è un bosco l-“ iniziò Theo. Liam non riuscì a vedere lo sguardo che gli rivolse Lydia ma gli basto vedere la sua bocca chiudersi di scatto. “Andiamo allora.” Decise, sedendosi sul suo sedile. Liam si sedette sul sedile posteriore sbuffando. Prima di chiudere la portiera Mason e Corey si tuffarono in macchina spingendolo più in là così tutti si sarebbero potuti sedere comodi. Theo accese la macchina prima che chiunque potesse allacciarsi la cintura o, nel caso di Corey, chiudere la portiera.  Liam sperò che fosse per evitare che qualcun altro ospite inatteso entrasse in macchina e non perchè aveva intenzione di farli finire tutti in una tomba così non avrebbe dovuto passare una giornata con il branco di McCall.

Liam poteva dire con certezza che dopo aver passato due settimana a vivere nel pick up, aveva imparato a stare con Theo e tutto quello che comportava. Le domande idiote, le conversazioni stupide, le discussioni ancora più stupide, le sessioni di karaoke (non che l’avrebbe mai ammesso ad alta voce) occasionali, che la maggior parte delle volte consistevano in uno di loro che cantava solo per far innervosire l’altro, si era anche abituato al silenzio, c’era il silenzio teso dopo una discussione, quando nessuno dei due si sarebbe azzardato ad accendere la musica come se entrambi volessero rimanere seduti e affogare nell’amarezza del momento o il silenzio esasperato quando la conversazione moriva dopo una battuta di cattivo gusto. Il silenzio stanco, quando Theo era alla sua quarta tazza di caffè e Liam era abbastanza sicuro che non avrebbe capito una sola parola di quelle che avrebbe detto con tutta quella caffeina che gli pompava nel sangue, licantropo o no. C’era il silenzio ‘profondo e pensieroso’, il silenzio pacifico quando Liam guardava fuori dal finestrino o guardava la luce della luna che illuminava il viso di Theo quando era così buio che non riusciva a vedere nient’altro, e infine c’era il silenzio imbarazzante, quello che, sorprendentemente, non si sentiva troppo spesso.

E Liam era anche abbastanza sicuro che aveva immaginato qualsiasi scenario possibile mentre Theo guidava. Ma ovviamente era una cazzata perché essere bloccato in macchina con Theo, Mason, Corey e Lydia era sicuramente diverso da qualsiasi cosa gli fosse passata per la testa prima di quel momento.

Per non parlare del fatto che era l’unico a non essere a disagio nella macchina. Le mani di Theo erano avvolte al voltante così strette che lo facevano scricchiolare e le sue dita ticchettavano inesorabili. Lydia di muoveva ogni due secondi giocherellando con le mani che aveva in grembo. Corey era un pochino troppo pallido e sembrava vagamente malato e Mason. Bè, Mason era seduto con le guance gonfie che giocava facendo passare l’aria da una guancia all’altra con un piccolo ticchettio come se fosse un orologio.

Quando finalmente si intravide la tavola calda all’orizzonte dieci minuti dopo Liam era pronto a lanciarsi fuori dalla macchina e correre verso l’accampamento di licantropi e non si preoccupò di far notare che Theo doveva aver guidato un po’ troppo veloce per essere già arrivati. Lydia si lanciò fuori dalla portiera prima che Theo aveva anche solo iniziato a parcheggiare, spalancando le porte della tavola calda con sorprendente agilità per qualcuno che portava i tacchi.

I tre nel sedile posteriore aspettarono che Theo si fermasse prima di scendere. Theo li seguì riluttante. Mason e Corey si affrettarono nella tavola calda e Liam camminava dietro di loro.

“Liam” Liam si girò quando Theo chiamò il suo nome, la chimera era ferma appoggiata al pick up, la portiera ancora aperta. “Ti vengo a prendere tra un paio di ore, prendimi qualcosa prima di andartene.”

“O potresti venire a mangiare con noi come una persona normale?”

“Non mi pesa scomparire per un pa-“

“Bè a me si.” sbottò Liam. “Non mi abbandonerai per andare a riflettere in un prato. Io ho dovuto avere a che fare con il branco di eremiti, quindi tu puoi rimanere con il mio branco.” per fortuna Theo non si fermò a sottolineare che la cricca di eremiti e Liam non avevano la stessa storia complicata che Theo aveva con il branco di McCall. Invece si lasciò scappare un sospiro mentre chiudeva la portiera con un piede e si inaccamminò verso di lui.

“Ti rendi conto che nessun altro mi vuole lì vero?” chiese Theo. Liam lo ignorò, girandosi e entrando nella tavola calda.

Il silenzio imbarazzante continuò all’interno. Corey e Mason da una parte del tavolo e Theo e Liam dall’altra. Liam era impegnato a strappare piano piano un fazzoletto mentre Corey fissava impassibile il suo menu e Mason stava cercando di trovare lo sguardo di Theo per fare una gara di sguardi che Theo stava allegramente evitando guardando il viso di Liam con un' espressione  che diceva ‘vedi, sei felice adesso? Sono venuto e ora sono tutti a disagio’. Il telefono di Theo era sul tavolo, collegato alla presa del muro, lo schermo che vibrava ogni due secondi per le chiamate perse di Scott dei giorni precedenti.

Lydia si unì al silenzio quando tornò dal bagno. Si sedette e iniziò a controllarsi le unghie con perfetta nonchalance.

Liam pregò che la cameriera arrivasse e prendesse i loro ordini perché almeno sarebbero stati costretti a parlare. Invece la cameriera si tenne alla larga dal tavolo, senza dubbio sentendo la tensione che proveniva dalla loro direzione. Si scervellò per trovare qualsiasi cosa da dire.

“Theo si è rifiutato di scopare per fare un po’ di soldi.” disse Liam. Gli occhi di tutti e quattro lo fissarono all’istante, Lydia abbassò le mani lentamente. Spostando lo sguardo su Theo per poi ritornare su Liam.

“Penso che il contesto qua sia fondamentale.” disse. Liam quasi fece festa, non importava quanto fosse imbarazzante l'argomento o il fatto che Theo stesse dicendo ‘Cristo Dio’ sotto voce ma almeno quella era una conversazione.

“Ho accidentalmente provato a venderlo per un po’ di soldi.” spiegò Liam. Il che non sembrava migliorare la situazione per i tre.

“Come hai fatto accidentalmente-“ iniziò Corey.

“Hai provato a pagarlo per fare sesso con te?” squittì Mason. Theo rise così forte che attirò l’attenzione di tutti nella tavola calda.

“Cosa? No! No, non è andata così, non lo pagherei per fare sesso! Ho solo accidentalmente acconsentito a prostituirlo non ho-“

“Perchè qualcuno dovrebbe pensare che tu sia il suo pappone? Ti vesti come se fossi povero.” disse Lydia. Liam si preoccupò che Theo morisse soffocato per il modo in cui stava ridendo se non fosse stato così infastidito dalle sue risate.

“Non è andata così-“ sbuffò Liam, perché aveva voluto fare conversazione? “-allora, stavamo aspettando di girare un film e hanno inizia a riempire Theo di olio-“

“Olio?” chiese Corey.

“Ho una foto-“

“Hai una foto di un Theo tutto oliato? Perché?”

“Io non.. ascolta solo la storia ok?”

“Di cosa stavamo parlando?” chiese Stiles, sedendosi accanto a Lydia.

“Non ne siamo più molto sicuri.” disse Lydia. “Theo non è un gigolò. Liam potrebbe essere il suo pappone pure no e Theo era ricoperto di olio. Liam ha una foto per provarlo.” Stiles si girò verso Scott mentre prendeva una sedia.

“Se fossimo rimasti a sistemare la jeep come avevo suggerito non avremmo dovuto far parte di questa conversazione.”

Cinque minuti dopo e Liam era riuscito a finire la storia del loro primo tentativo di fare dei soldi durante il viaggio. Liam era abbastanza contento di essere riuscito a rompere il ghiaccio. Abbastanza almeno da fare in modo che la cameriera si facesse coraggio e venisse a prendere le ordinazioni. Qualcosa che era sicuro avesse rimpianto quando dovette scrivere un’infinità di ordinazioni che le fecero. L’atmosfera non era ancora delle migliori ma almeno era civile.

“Amico fammi vedere le foto.” disse Mason. “Come è stato il Gran Canyon? Com’era Las Vegas? Cosa avete fatto? Dove avete dormito? Siete-“

“Una domanda alla volta.” rise Liam. “Ti ho mandato delle foto.”

“Tipo tre.” rise Mason. “E una di quelle l’hai fatto per sbaglio.” Il telefono di Theo colpì il tavolo con un tonfo.

“Questa è di ieri.” disse Theo lanciando il telefono verso Mason. Mason lo prese con cautela. Il suo viso si illuminò con un sorriso quando guardò la foto. “Liam è rimasto incastrato a fare il babysitter, hanno deciso che aveva bisogno di capelli nuovi quindi-“

“Davvero?” sospirò Liam quando Mason girò il telefono per fargli vedere la sua foto con una massa di treccine in testa. Scott gli rubò il telefono, ridendo quando vide la foto.

“Amico ti devi tagliare i capelli” disse. “E’ l’unica che hai?” Theo spostò lo sguardo su Liam prima di fare spallucce.

“Ce ne sono un paio ma Liam ne ha la maggior-“ Scott guardò le altre foto, sorridendo a qualsiasi cose stesse guardando. “O puoi invadere la mia privacy, ovvio.” disse Theo.

“Siete andati a giocare a bowling?” chiese Scott con una piccola risata. Theo ricambiò il sorriso, non si lamentò nemmeno quando Stiles rubò il suo telefono a Scott, tirando il caricatore, quasi staccandolo prima di buttarsi sul tavolo così da poter guardare tutte le foto senza staccarlo.

“Amico comunque hai fin troppe foto di Liam sul telefono, cosa sei uno stalker?” rise Stiles, facendole passare velocemente. Il sorriso cadde dal viso di Theo quando tirò il filo e face scivolare il telefono dalle mani di Stiles.

“Sai tutto riguardo all’essere uno stalker vero? Insomma, per quanto tempo hai seguito Lydia prima che ti calcolasse anche solo un minimo?”

“Sei proporio uno stro-“

“Chi ha ordinato il bacon cheeseburger?”

“Oh grazie a dio.” sospirò Mason.

Liam si lasciò cadere nel suo posto mentre Theo e Stiles si fissavano in cagnesco. Sarebbe stato un lungo pranzo.

 

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Ok, sto postando super velocemente ultimamente.
Ma non vi abituate troppo bene eheh, ora ho ancora un bel po’ di tempo libero ma spero che non sarà ancora così per molto :((
plus il prossimo capitolo è lunghissimo send help ahah

anyway non smetterò mai di dire quanto amo Mason in questa fic mi fa sempre morire dal ridere e amo quanto Stiles sia fedele al vero S ma odio quanto tratti male Theo jdsvbhvcinsx

Comunque anche noi ce la meritiamo una foto di Theo piena di olio no?

P.S. Forse dovrei iniziare a guardare Star Wars perchè io tutte le citazioni che fa non le capisco lol

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 22
*** Renegades ***


 

“E’ tutto troppo strano.” disse Mason a bassa voce.

“Cosa è strano?” chiese Liam, guardando Scott e gli altri che stavano discutendo sul prato artificiale.

“Sto solo dicendo che andare al Laser game è molto meglio del minigolf!” sibilò Stiles.

“Sono d’accordo con lui!”

“Laser game costava tipo dieci dollari di più e l’ultima volta che siamo andati hai fatto piangere una bambina.” disse scott.

“Hai fatto piangere una bambina?” chiese Lydia.

“Ok, è stato un incidente e-“

“Amico.” sbuffò Mason, tirandogli una pacca sul braccio per richiamare la sua attenzione. “Guardali e dimmi se non è strano.”

“Guardare cosa?”

“Quello-“ disse Mason facendo un cenno con il capo verso un piccolo edificio verde alla fine del prato. Theo e Corey erano in piedi là davanti. Corey si dondolava a disagio, con due mazze da golf in mano mentre Theo dava dei soldi alla ragazza dietro al bancone.

“Cosa, Theo?” chiese Liam, piegando la testa cercando di capire cosa c’era di così strano riguardo a Theo che Mason sentiva la necessità di sottolineare.

“Si amico, Theo. Lui è.. insomma ha cercato di ucciderci e stiamo per giocare a mini golf con lui, come fai a non trovarlo strano?” rise Mason.

“Non lo è.” disse Liam con un’alzata di spalle. “Ho detto di volermi allontanare dal sovrannaturale ed è questo che stiamo facendo. Cazzate umane, come il bowling. Questo è solo.. un altro giorno. Non è la persona che tu pensi sia ok? Le cose strane riguardo a Theo sono il modo in cui mangia o il lago. Non il golf.”

“Il lago?” chiese Mason.

“Cosa? Niente? Non lo so. Sto solo dicendo che non è strano. La cosa strana è che stiamo per giocarci con Derek” si affrettò a dire Liam. “Sai che una volta ho quasi ucciso lui e Stiles nel retro di un furgone?” Mason aggrottò le sopracciglia confuso. “Ascolta, se pensi che non sia strano non lo sarà. Theo in realtà è divertente.”

“E’ divertente?” gli fece eco Mason incredulo.

“Si amico.” disse Liam, incapace di fermare il sorriso alla vista della faccia schifata di Mason all’idea di un Theo divertente. “Fidati di me ok? Trattalo come una persona normale e si comporterà come tale. Forse è un po’ uno stronzo ma-“

“Si.. si. Un Theo normale. Ce la posso fare.” mormorò Mason. “No, non è vero.” aggiunse un momento dopo, scuotendo la testa con efansi. “Ha cercato di ucciderti-“

“Mason, fidati di me. Per piacere.”

“Ma-“

“Io ci ho provato con Corey. Tu ci puoi provare con Theo.”

“Vuoi che ignori il fatto che hai paragonato il mio andare d’accordo con Theo con te che vai d’accordo con il mio ragazzo o-“

“Zitto. Intendevo.. avevamo tutte le ragioni per non fidarci di Corey, ma tu l’hai fatto, quindi anche io-“

“Alla fine..“

“Ed è stata una buona idea. Quindi, fidati e basta. E’ diverso.”

“Se prova a fare qualcosa di cattivo lo picchierò con la mazza da golf.”

“Amico, se prova a fare qualcosa di cattivo ti aiuterò ad ucciderlo ma sono tipo.. sicuro al novanta percento che la sua cattiveria si sia assopita e sia diventato più che altro solo un po' fastidioso.”

“Novanta percento? Dovrebbe farmi sentire meglio?”

“Decisamente. Sono sempre sicuro al settanta percento che Stiles non diventerà un serial killer quindi-“ i due ragazzi si girarono guardando Stiles che sbraitava.

“Derek giuro su dio. Sono orgoglioso del fatto che tu abbia imparato il senso dell’umorismo ma se fai un’altra battuta su di me ti caccio la mia mazza nel culo e te la faccio arrivare in gola.”

“Abbiamo capito, vuoi giocare al laser game, magari ci possiamo giocare dopo o-“

“Hai mai pensato che ci servirebbero più amici normali?” borbottò Liam.

“Ogni giorno amico.” mormorò Mason. “Non puoi davvero parlare però. Mi sono girato un attimo e sei diventato il migliore amico di uno psicopatico-“

“Non siamo migliori amici.” sbuffò Liam. “Non siamo nemmeno amici onestamente.”borbottò Liam giocando con l’erba del prato.

“Sta per giocare a mini golf solo perché glielo hai chiesto tu.”

“Sta giocando a mini golf perché ci serve un passaggio.”

“Certo. Come è venuto a fare colazione solo perché aveva fame? Cosa è che dice Stiles, uno è un incidente, due è una coinc-“

“Te l’ho già detto al telefono, Theo non ti sta rubando il posto di migliore amico.”

“Hai anche detto che non vi stavate facendo le trecce a vicenda-“

“Me le ha fatte una bambina non Theo.”

“Theo che ruba la mia posizione di migliore amico non è quello che mi preoccupa.”

“Cosa dovrebbe significare?”

“Stanno arrivando. Fai come se niente fosse.” sibilò Mason.

“Pensavo ci stessimo comportando normalmente? Non è così?” Mason lo ignorò e prese la mazza che gli stava offrendo Corey con un sorriso.

“Tieni-“ disse Theo, passando a Liam una mazza con una pallina.

“Quindi.” disse Mason “Tu uh.. ti piace il golf?” gli occhi di Theo scattarono su Liam, assottigliandoli come se fosse colpa sua il fatto che Mason stesse cercando di essere gentile, il che era vero, ma Liam non si sarebbe scusato per questo. Anzi avrebbe anche abbracciato Mason se non fosse stato così strano abbracciare qualcuno perché avevano chiesto a qualcuno se gli piacesse il golf.

“No.” rispose secco Theo.

“Figo.” mormorò Mason. Liam guardò male Theo che roteò gli occhi in risposta.

“E tu? Ti piace il golf?” chiese Theo. Guardando Liam come per dire ‘sei felice ora?”

Liam lo era.

“Uh.. non molto.” ammise Mason.

“Figo.” lo copiò Theo. “Allora prima iniziamo prima finiamo.” disse avviandosi verso gli altri che stavano aspettando vicino alla prima buca.

Bè è andata bene. pensò Liam.

“Davvero per te non è strano?” sussurrò Mason. Liam guardò ancora Theo quando si fermò, abbastanza vicino agli altri da potersi considerare insieme a loro, con una pallina da golf in mano. E onestamente, era strano, ma non il fatto che Theo fosse con loro, la cosa strana era vedere Theo fare un qualcosa di infantile e non esserne troppo felice.

“Non nel modo in cui pensi tu.” disse Liam con un sospiro. “Andiamo”

“Dovremmo dividerci in due squadre-“ stava dicendo Lydia quando arrivarono gli altri due.

“Io sicuramente non nella squadra di Theo!” disse Styles urlando. E anche dal suo posto accanto a Theo Liam riuscì a vedere le spalle di Theo irrigidirsi.

“Ma la smetti di fare così la merda!?” ringhiò Liam e tutti gli occhi si voltarono verso di lui, Stiles spalancò gli occhi come un cervo di fronte ai fari di una macchina. “Davvero, se non ti piace non gli devi parlare ma smettila di fare questi stupidi commenti come una stronzet-“

“Fa schifo a giocare a golf.” disse Stiles.

“Cosa?” chiese Liam.

“Stavi per chiamarmi stronzetta?” chiese Stiles.

“Come sai che faccio schifo a golf?” chiese Theo. “Potrei essere bravissimo.”

“Ottavo compleanno di Scott. Siamo andati a giocare a golf.. hai quasi rotto il naso di una bambina quando hai lanciato la mazza dietro di te.” disse lentamente Stiles. “E poi ti sei rotto il naso quando te la sei tirata in faccia.” finì sorridendo. Liam vide la punta delle orecchie di Theo diventare rosse.

“Ti sei rotto il naso giocando a golf?” chiese Liam.

“No.”

“Si.” disse Scott. “Mia mamma ti ha dovuto portare all’ospedale.”

“Vedi. Non voglio stare nella squadra di Theo perché fa schifo, non perché è un pezzo di merda bug-“

“Io andrò in squadra con Theo.” disse Derek, a voce abbastanza alta da coprire quella di Stiles, un qualcosa che Stiles non sembrò apprezzare visto lo sguardo tradito nella sua direzione.

“Amico!”

“Non chiamarmi amico.” sospirò Derek.

“La mia squadra è decisamente la scelta migliore, perché non dov-“

“Così ti posso battere.” disse velocemente Derek.

“E tu che mi hai chiamato stronzetta.” rise Stiles guardando Liam. “Andiamo facciamogli vedere come-“

“Io vado con Derek.” disse Liam. “Mase?”

“Si. Ovvio, anche noi.” disse Mason riluttante.

“Scotty?” pregò Stiles.

“Si, starò con te.” disse Scott con un sorriso.

“Ahah! Ho il vero alpha!”

“Stiles, il resto di noi deve stare con te.” disse Lydia. “Siamo già cinque contro quattro.”

“Sareste venuti con me comunque vero? Anche se non foste stati costretti?” chiese Stiles.

“..certo.” mormorò Lydia.

“Possiamo iniziare?” chiese Malia. “Derek. Giochiamo.” Derek e Malia si fecero avanti, pronti per tirare per primi. Liam giocherellò con la sua mazza avvicinandosi a Theo che stava guardando gli altri golfisti concentrato, come se stesse cercando di catalogare tutte le loro mosse così le avrebbe potute ripetere.

“Quindi.. ti sei rotto il naso giocando a golf?” mormorò. Theo si lasciò scappare un sospiro.

“Zitto.” disse Theo, guardando Mason che si preparava per tirare.

“Facevi davvero schifo come umano vero?” disse Liam, sorridendo a Theo. Theo incontrò il suo sguardo per un momento, Liam era sicuro che l’avesse fatto solo per assicurarsi che Liam notasse il roteare degli occhi. “Seriamente, come ti sei rotto il naso?”

“Avevo otto anni ok? La mazza era davvero grande- smettila di ridere” borbottò Theo.

“Scusa me lo sto imaginando.” rise Liam.

“Sai cosa mi sto immaginando? Tu che piangi e ti aggrappi a Evelyn perché devi attraversare un ponte.”

“Non ho pianto.”

“Puoi raccontarti questa versione se ti aiuta a dormire la notte.”

“Theo. Vuoi andare tu?” chiese Mason. Le dita di Theo ticchettarono sulla mazza.

“Certo.”

“Ricorda. Tienila stretta e colpisci la pallina con questa fine.” disse Liam, indicando la fine della mazza. “Cerca di non romperti il naso, o almeno avvisami che ti filmo-“ Theo mosse la mazza e colpìLiam tra la gambe lasciando Liam a terra mentre Theo si allontanava.

“Non ti preoccupare Pumpkin, penso di potercela fare.” disse girato di spalle, con un ghigno in viso passando accanto a Mason che si stava affrettando per aiutare Liam ad alzarsi.

“Questo è normale per te?” chiese Mason, Liam si fece passare le lacrime di dolore.

“Sfortunatamente si.” disse Liam. Guardò Theo mentre faceva il suo tiro, la pallina volò in aria e passò le piccole barriere della prima buca e atterrò a venti centimetri nella seconda area. Tutti e nove la guardarono rimbalzare sull’erba finta e rotolare nella buca, cadendoci con un tonfo.

“Non so se dovrei esserne colpito.” disse Derek.

“forse prova a colpirla un po’ meno forte?” suggerì Lydia. Theo si allontanò per recuperare la pallina, borbottando qualcosa che sembrava tanto un ‘ma va’. Liam non riuscì proprio ad evitare una risatina.

Liam avrebbe amato poter dire che le capacità di Theo migliorarono andando avanti con il gioco ma sarebbe stata un’enorme bugia. Dopo tre buche Liam era abbastanza sicuro che gli strike di Theo fossero maggiori di quelli di tutti gli altri messi insieme e la situazione diventava sempre peggio con il complicarsi delle buche. Al contrario del bowling in questo caso le sue abilità di chimera non sembravano per niente aiutarlo. Anzi se fosse possibile peggioravano solo la situazione.

“Ascolta amico, rilassati o fra poco piegherai la mazza.” disse Mason.

“Colpiscila più forte che puoi”

“Zitto Stiles.” disse Theo, colpendo la pallina viola per l’ennesima volta. Liam sussultò quando la pallina colpì ancora l’elica del mulino e tornò indietro facendo illuminare gli occhi di Theo pericolosamente e facendolo ringhiare. Stiles rise come un pazzo dietro di lui.

“Sta diventando imbarazzante.” sospirò Derek mentre Theo faceva un altro tiro e successe la stessa cosa.

“Zitto!” sbuffò Theo.

“Sono abbastanza sicuro che tu abbia superato i nove tiri amico.” disse Mason.

“Potremmo girarci mentre la porti al di là del mulino se vuoi?” suggerì Liam, Theo lo fissò con uno sguardo di ghiaccio.

“Ce la faccio.” disse Theo, colpendo ancora la palla da golf, Stiles iniziò a rantolare mentre la palla ritornava indietro.

“Decisamente no” disse Malia. Theo portò indietro le braccia e colpì un’altra volta la pallina, che rotolò sul pavimento e colpì il mulino con un rumore sordo prima di tornare indietro verso la faccia di Theo. Liam avrebbe riso per il modo in cui Theo aveva lasciato andare la mazza e aveva colpito la pedana se non fosse stato troppo impegnato a vedere la pallina che proseguiva in aria e andava a colpire in pieno la faccia sorridente di Scott. Scott cadde a terrà con un urlo, l’odore di sangue riempì l’aria mentre la sua mano andava a coprire la guancia insanguinata.

La risata di Stiles gli si strozzò in gola e tutti iniziarono a guardare tra Theo e Scott, che era ancora sdraiato a terra guardando Theo shockato mentre il sangue gli sporcava le dita e la pallina da golf rotolava per terra tra di loro. Theo interruppe il momento, con una risata che minacciava di scappargli dalle labbra, quando si sbatté una mano sulla bocca per cercare di trattenerla.

“Penso che tu mi abbia rotto una guancia..” mormorò Scott. Stile rise talmente forte che coprì la risata trattenuta di Theo. Liam guardò come l’espressione di Theo cambiò di nuovo in non divertita affatto.

“Guarirai presto.” disse Theo, muovendosi verso Scott. Allungò una mano verso di lui per aiutarlo ad alzarsi. Liam vide Scott irrigidirsi, il modo in cui chiuse i pugni per un momento e gli occhi di Theo che si spalancarono quando vide la reazione di Scott e il modo in cui lasciò ricadere lentamente la mano sul fianco. Prima che la potesse abbassare completamente Scott si mosse, afferrandola. Theo si gelò sul posto per mezzo secondo prima di aiutare Scott ad alzarsi dal pavimento in una scena imbarazzante di cui nessuno sembrava voler far parte.

“E’ stato un incidente.” disse Theo, ogni traccia di divertimento era scomparsa dal suo viso.

“Lo so.” disse Scott con un cenno veloce, le pelle si stava già ricucendo da sola. I due si trattennero a disagio. “Insomma, non sei abbastanza bravo per pianificare un tiro del genere, no?” disse accennando un sorriso.

“Esatto.” disse Theo, ticchettando con le dita sulla mazza, una volta, due. “Sai, penso di aver giocato abbastanza a golf per oggi.”

“Non è un pro-“

“Sarò in macchina quando hai finito. Fagli il culo.” disse Theo, incrociando lo sguardo di Liam prima di rigirarsi verso Scott, facendogli un cenno con il capo prima di girarsi e ritornare alla prima piattaforma. Il branco rimase in silenzio per un attimo, guardando Theo che se ne andava prima che Mason diede una pacca sulla schiena a Liam.

“Ok amico. L’hai sentito. Fai buca al primo colpo e potremmo avere una chance.” disse Mason, spingendo Liam verso la piattaforma costringendolo a spostare la sua attenzione da Theo alla mazza.

*

Liam aveva pensato che il branco sarebbe ritornato a Beacon Hills dopo la partita di golf quindi non si lamentò quando lui e Theo dovettero aspettare mezz’ora nel parcheggio a guardare Scott e Stiles che cercavano di sistemare la jeep con il nastro adesivo, o i cinque minuti che ci vollero a Derek per sistemarla davvero dopo aver spinto via i due ragazzini.

Quando la macchina finalmente tornò in vita Liam era sceso dal retro del pick up, pronto a dire un veloce arrivederci al resto del branco così lui e Theo potevano tornare al loro viaggio.

Non si era aspettato però che Stiles desse le direzioni per arrivare a un motel mentre saltava sulla jeep con la promessa che avrebbe fatto svegliare tutti all’alba la mattina dopo per farli giocare al laser game prima di lasciare la città quindi aveva stupidamente acconsentito prima di averci pensato bene e se ne rese conto solo quando si girò a guardare un Theo con le sopracciglia aggrottate mentre Stiles usciva dal parcheggio con la jeep.

*

“Odio i motel” sospirò Liam affacciandosi dal finestrino per vedere meglio l’edificio sudicio.

“E’ colpa tua se siamo qui. Fattene una ragione.”

“Ma puzzano.” si lamentò Liam.

“Tu puzzi.”

“Maturo.”

“No davvero.” disse Theo. “Non capisco come nessuno ti abbia ancora consigliato di fare una doccia, puzzi tantissimo.” Liam aprì la bocca pronto a replicare. “Calmati. Anche io puzzo.” lo placò Theo. “Siamo stati negli stessi vestiti per tre giorni. E’ passato un bel po’ da quando ci siamo fermati in un motel e abbiamo fatto una doccia.” Liam, sfortunatamente, non poté dargli torto perché aveva decisamente ragione. Il bagno nel lago non aveva pulito i loro vestiti, anzi gli aveva conferito un po’ di odore di fogna misto a sudore. “E visto che ti ho appena pagato il pranzo, portato a giocare a golf e dovrò pagare per la stanza. Direi che la prima doccia è mia di diritto.”

“Non è affatto giusto! Non mi hai dato nemmeno una parte dei soldi!” disse Liam.

“Ti ho dato dei soldi. Non è colpa mia se li hai spesi per comprare dvd di Star Wars e un souvenir pacchianissimo per Mason.”

“Quella non era decisamente metà di tremil-“

“Non lo era, ma sei in debito con me perché ti sto facendo da babysitter quindi il resto è mio. Sei fortunato che te ne abbia dato una parte.” disse Theo, mettendosi in spalla la sacca e uscendo dalla macchina. Liam lo seguì attraverso il parcheggio e verso la reception.

“Sai, se davvero fossi il mio babysitter mi dovresti far usare la doccia per primo.”

“E perché mai?”

“Sai, per il benessere del bambino e quella roba lì. Bisogna metterli prima di te stesso e-“

“Ti darò un’importante lezione di vita.” rise Theo.

“Oh davvero, e quale sarebbe?”

“I soldi comprano la felicità. O in questo caso, la prima doccia.”

“Sei così strano..

“Liam!” Liam guardò in direzione di Mason e Corey mentre lasciavano la reception, Mason stava sorridendo facendo dondolare le chiavi di una stanza. “Amico, tempismo perfetto, ci ho appena preso una stanza.”

“Ci hai preso una stanza?” ripeté Liam.

“Sì, dai, hai davvero bisogno di una doccia-“

“Te l’ho detto.” mormorò Theo.

“Pensavo di..”

“Divertiti al pigiama party.” mormorò Theo, entrando nella porta prima che Liam potesse finire la frase.

“Pensavi cosa?” chiese Mason. Liam guardò Theo al banco d’ingresso attraverso il vetro.

“Niente, andiamo.”

*

Fu solo dopo che Liam fu uscito dalla doccia che realizzò che Theo aveva tutte le sue cose, inclusi i vestiti e Theo aveva avuto fastidiosamente ragione su quanto lui e i vestiti puzzassero. Liam non poteva rimetterseli. Non se non si voleva rifare un’altra doccia.

“Dai Mason..” lo pregò Liam.

“Liam, non ha risposto alla porta.” disse Mason con un sospiro.

“Forse non ti ha sentito.” insistette Liam.

“Amico, no. Riuscivo a sentirlo ridere dalla porta.”

“Ho bisogno dei vestiti.”

“Allora vai a prenderteli. Non farò irruzione in camera di Theo, mi ucciderebbe.”

“Non posso andare! Sono in asciugamano.”

“Non penso che a qualcuno importerebbe.”

“Amico..”

“Ti accompagno alla porta.” sospirò Corey.

“Cosa di ‘sono in asciugamano’ non ti è chiaro?”

“Nessuno ti vedrà.” Corey prese la mano di Liam e sentì il brivido famigliare attraversarlo mentre entrambi diventavano invisibili.

“..ok, grazie.” i due lasciano la camera e attraversarono il parcheggio verso la camera di Theo. Tenne una mano stretta all’asciugamano, invisibile o no l’idea che il suo asciugamano cadesse e lo lasciasse nudo in pubblico non era esattamente bella. Entro un minuto erano arrivati alla porta di Theo. Liam picchiò forte il suo pugno.

“Cosa?”

“Fammi entrare!” sibilò Liam. Sentì Theo ridere prima di sentire dei passi avvicinarsi alla porta.

“Ci vediamo tra un minuto” disse Corey, lasciando la mano di Liam e andandosene appena prima che Theo aprisse la porta. I suoi occhi passarono da Corey che si stava allontanando a Liam che dondolava sui piedi sull’uscio della porta.

“Non mi ero accorto che fosse il mio compleanno..” disse Theo, appoggiandosi alla porta con un ghigno guardando il petto di Liam. Liam capì a malapena le parole, troppo impegnato a spingere Theo mormorando un ‘coglione’ sperando che nessuno fosse stato lì intorno e l’avesse visto nei pochi secondi che era stato alla porta di Theo. La sacca era appoggiata al letto, dei vestiti spuntavano dalla zip aperta come se Theo avesse preso i vestiti di fretta. Liam prese dei vestiti puliti e lasciò cadere quelli sporchi.

“Sai che è da maleducati imbucarsi nelle stanze degli altri?” disse Theo chiudendo la porta con un calcio.

“Avresti potuto dare i miei vestiti a Mason quando è venuto a chiederli.”

“Come facevo a sapere che era sincero?” borbottò Theo. Liam gli fece il dito medio e corse verso il bagno per cambiarsi.

Liam si appoggiò alla porta del bagno guardando Theo che sembrava ignorarlo allegramente, impegnato a scrivere sul suo telefono. Si mosse, picchiando la spalla contro lo stipite mentre cercava di pensare a qualcosa da dire. Non è che non volesse tornare da Mason e dal branco ma era rimasto con Theo per quello che era sembrato un anno e le cose erano un po’ cambiate. Liam aveva capito che Theo era la sua ancora, il che, pensandoci era probabilmente una delle cose che avrebbe dovuto dire a Scott quando gli aveva chiesto completa onestà, non che Liam fosse già pronto a rivelare questa cosa. Lo avrebbe fatto quando sarebbero tornati dal viaggio. E poi c’era il lago e il ‘non toccarmi’ di Theo che faceva ancora un po’ male. Le cose non erano esattamente strane tra di loro ma Liam non era ancora sicuro che fossero ok. Certo, era stato abbastanza amichevole nonostante la solita stronzaggine ma Liam era anche fin troppo consapevole della mancanza di contatto fisico. Non sapeva quando esattamente si fosse abituato al fatto che Theo lo trascinava ovunque. O meglio, lo spingeva gentilmente per fargli aumentare il passo. Gli toccava il fianco per attirare la sua attenzione o gli dava una pacca sulla coscia mentre guidava quando si emozionava per qualcosa, certo, la maggior parte delle volte era per qualche battuta stupida che doveva fare su Liam ma, insomma, era diventata una cosa normale, bè quel giorno Liam non riusciva a ricordare un solo momento nel quale Theo avesse anche solo provato a fare una di quelle cose, a meno che dovesse contare il momento in cui lo aveva colpito nelle palle con la mazza da golf, ma non gi sembrava il caso.

Aveva pensato che sarebbero finalmente tornati ad essere semplicemente loro, che sarebbero tornati sul pick up e le cose sarebbero tornate come prima e se non l’avessero fatto, bè, allora Liam avrebbe potuto provare a convincere Theo a fare una scommessa stupida così avrebbe avuto l’occasione di chiedere a Theo quale cazzo fosse il suo problema.

Gli sembrava normale, essere nella stanza di Theo e nonostante sapesse che avrebbe dovuto tornare nella camera di Mason, non voleva farlo. Quello che voleva fare era discutere con Theo sul fatto che fosse stato un idiota e che sarebbe finito con un Liam in asciugamano che attraversava a grandi falcate il parcheggio, o ridere di Theo perché faceva schifo a golf, o..

“Perchè stai perdendo tempo qui?” gli occhi di Liam scattarono dal telefono di Theo che stava fissando da un bel po’ al suo viso, incontrando il suo sguardo con occhi sorpresi.

“Non sto perdendo tempo.” disse Liam scaldandosi.

“Certo.” annuì Theo. “Quindi stai esitando sulla porta di proposito?”

“Io non esito un bel niente.” sbottò Liam, spostandosi dalla porta. “E mi stavo vestendo. Una motivazione abbastanza valida.”

“Ti sei finito di vestire due minuti fa. Hai fatto quello che dovevi fare, ora stai perdendo tempo.”

“Stai cercando di liberarti di me?” chiese Liam. Forse Theo era contento di fare una pausa, forse era corso via così di fretta quando Mason aveva accennato al fatto che Liam avrebbe condiviso la camera con lui perché non voleva che Liam lo correggesse dicendo che pensava di dividere la stanza con Theo.

“Ti stavo invitando a dire cosa ti sta frullando in quel piccolo cervello che ti ritrovi.”

“Il mio cervello non è piccolo.” disse Liam. Theo sbatté le ciglia espasperato.

“Certo..” sospirò, in un tono che Liam era sicuro significasse ‘chissenefrega, te ne puoi andare ora’. Liam però pensò che non se ne voleva ancora andare.

“Odio i motel.” disse Liam.

“Lo so. L’hai già detto un paio di volt-“

“Le liste della spesa sono stupide.” disse Liam. Il tono un pochino troppo acuto. Theo alzò le sopracciglia.

smetti di parlare pensò Liam.

“Mason sa fare il giocoliere.”

“Bello..?” disse lentamente Theo, spostando lo sguardo sulla porta come se stesse considerando di scappare, o forse chiamare aiuto visto che a quanto pareva, Liam stava per avere un esaurimento nervoso mentre cercava di iniziare una conversazione.

“Io no.” continuò Liam. “Non so fare giocoleria, intendo.” chiarì. “Però so andare sul monociclo. Bè, più o meno.. riesco a stare in equilibrio per circa tre secondi, il che non è male visto che è più di quello che riesce a fare Mason.”

Per piacere, non dire nient’altro.

“Però sono molto bravo negli scioglilingua. Sopra la panca la capra campa, sotto la panca-“

“Stai per avere un ictus?”

“Buonanotte Theo.”

*

Corey resse un’ora prima di addormentarsi nel suo letto. Mason e Liam erano sdraiati ai piedi del letto di Liam, rimpinzandosi di caramelle della macchinetta e lamentandosi del fatto che non avevano la playstation per farsi il culo a vicenda.

“Quindi.. stavo pensando, sai il fatto che non vuoi tornare a casa?” disse Mason, Liam cercò di non irrigidirsi visibilmente ma fallì miseramente. “E insomma, se è quello che ti serve in questo momento lo capisco. Va bene-“ aggiunse velocemente. “Stavo solo per dire che potremmo andare insieme. In qualsiasi altro posto tu voglia andare.”

“Vuoi venire con me e Theo?” chiese Liam.

“Uh..no.” disse Mason. “Stavo pensando più che altro.. ho abbastanza soldi per noleggiare una macchina. Potremmo andare avanti noi due. So che hai detto che non è strano ma ti sarai anche stufato di stare sempre con Theo, no?” Liam si morse il labbro. “E tu volevi allontanarti dal sovrannaturale e io sono umano, sarei perfetto. Potremmo andare a Yellowstone e ..”

“E Theo?” chiese Liam. “Vuoi che lo abbandoni, insomma.”

“Stavo solo facendo una proposta.” disse Mason. “Pensavo sarebbe stato divertente. Noi due on the road. E poi Theo potrebbe tornare a.. qualsiasi cosa facesse prima che tu lo rapissi per fare questa cosa.”

“Si.. forse.” disse Liam. “Vado a dormire.” Liam si sdraiò sul letto, tirandosi le coperte fin sopra la testa e borbottando una buonanotte a Mason. Puzzavano di sudore, il che era un gradino sopra al motel precedente che aveva le coperte che puzzavano di piscio, ma non era comunque un buon odore. Ricordò l’ultima volte che era stato in un motel. Ricordò quello che aveva detto a Theo e il modo in cui aveva dormito abbracciato alle coperte di Theo per non sentire la puzza.

“Stai bene?” chiese Mason. “Era solo una proposta non devi..”

“Sto bene.” disse Liam. “Sembra divertente.” e lo sembrava davvero, un viaggio con il suo migliore amico era una cosa stupenda. Ma abbandonare Theo per farlo gli lasciava una strana sensazione allo stomaco. Soprattutto quando non riusciva a smettere di chiedersi se a Theo sarebbe importato o meno.

Theo non gli aveva mai chiesto di partire. Magari non si stava divertendo con Liam. Si era trovato fin troppo bene con il branco di eremiti, forse era solo disperato di trovare una compagnia che non fosse quella di Liam. E se Theo non avesse mai voluto fare quel viaggio. Liam scacciò le coperte.

“Devo parlare con Theo.” borbottò Liam. “Dormi tu.” Liam si era alzato ed era uscito dalla stanza prima che Mason potesse fermarlo. I talloni gli sbucavano dalle scarpe perché non aveva avuto il tempo di indossarle nel modo giusto.

Liam non si preoccupò di bussare, forzò la maniglia finché non si ruppe e aprì la porta. Entrò nella stanza in punta di piedi e appoggiò la maniglia rotta sul tavolino prima di spostarlo davanti alla porta per chiuderla. Incrociò lo sguardo di Theo che era seduto sul letto con le lenzuola che lo coprivano fino alla vita mentre si appoggiava sui gomiti con le sopracciglia alzate. Liam si immobilizzò.

“Sai che avresti potuto semplicemente bussare?” disse Theo.

“Uh.. non pensavo fossi sveglio.” ammise Liam timidamente mentre raggiungeva la fine del letto.

“Sai, giuro di ricordare di averti già detto che fare cose quando sono addormentato così che non me ne accorga è inquietante.” mormorò Theo.

“Zitto.” rise Liam. “Volevo..” iniziò Liam. Cosa avrebbe dovuto dire. Ho fatto irruzione in camera tua così potevo rimanere nascosto fino a quando avrei trovato il coraggio per chiederti se siamo amici?

“Volevi?” gli suggerì Theo.

“Il mio letto puzza ed è imbarazzante dormire nella stessa stanza di una coppia.” disse Liam, togliendosi le scarpe e mettendosi sotto alle coperte. Theo sbatté le palpebre dall’altra parte del letto. Liam si lasciò affondare nel materasso immobilizzandosi sotto lo sguardo incredulo di Theo cercando di capire perché avesse pensato che mettersi nel letto con Theo sarebbe stato meno imbarazzante che ammettere il motivo per cui era lì. Riuscì a respingere l’impulso di coprirsi interamente con le lenzuola e fingere di non essere presente, o peggio, andarsene borbottando un casino di scuse. Invece, incrociò lo sguardo di Theo cercando di trasudare sicurezza mentre più che altro si sentiva come se avesse appena messo piede in un campo minato e stava sperando che se fosse rimasto completamente immobile e avesse detto a se stesso che andava tutto bene non sarebbe esploso in mille pezzi.

Theo alzò un sopracciglio lentamente. Liam ne alzò uno a sua volta con il cuore che gli martellava nel petto. Perché cazzo lo aveva fatto? E se Theo lo avesse cacciato, e se fosse dovuto tornare in camera da Mason sapendo che era appena stato cacciato dal letto da Theo. Liam si sforzò di guardare il soffitto con sguardo inespressivo, sperando che il suo cuore rallentasse.

“Se russi, ti do un calcio e ti sbatto per terra.” disse Theo. Le spalle di Liam si rilassarono un po’, sentì la tensione allontanarsi da lui mentre sentiva Theo sdraiarsi nel letto, voltare le spalle a Liam e tirarsi le coperte fin sopra alle orecchie.

Liam valutò se sarebbe stato considerato infantile costruire un muro di cuscini tra loro. Non dovrebbe essere strano. Aveva dormito nel pick up con Theo tutte le notti, non molto più distanti di come erano adesso. Avevano dormito condividendo una felpa come coperta in una foresta, tenendosi per mano. Avevano persino dormito nello stesso letto nell’ultimo motel. Ma quella volta non era stato intenzionale. Bè, forse la foreste era un po’ più intenzionale, ma era una necessità, non è che.. avessero voluto farlo.

respirò lentamente, forzando il suo cervello di smettere di urlare che stava dividendo il letto con Theo e cercando di dire a se stesso che anche questa era una necessità. Chiaramente, visto che era imbarazzante dividere la stanza con una coppietta ed era sicuro che Mason e Corey avrebbero preferito rimanere soli, e il suo letto puzzava quindi andare a dormire vicino a Theo era solo una mossa intelligente.

Non è che sarebbe stata una cosa ricorrente, solo una volta, una situazione da tu hai un letto grande e a me serve un posto per dormire. Poteva anche non esserci la possibilità che diventasse una cosa ricorrente. Se il cambio di comportamenti di Theo si fosse rivelato con la dimostrazione che a lui Liam non piaceva sarebbe potuto benissimo andare con Mason. Non era sicuro che il suo orgoglio sarebbe riuscito a continuare il viaggio della pietà con Theo.

“Mason vuole che vada con lui.” disse Liam, forse non aveva esattamente strappato tutto il cerotto ma sperava fosse abbastanza. Stava dando a Theo una via di uscita se ne avesse voluta una. Avrebbe potuto dire ‘finalmente sono libero’ e tornare ballando a Beacon Hills per fare qualsiasi cosa facesse nel suo tempo libero tra una lotta di mostri e l’altra, o avrebbe potuto avere la stessa reazione che aveva avuto Liam alla proposta e Liam avrebbe saputo che non gli dava fastidio la sua presenza. Seguì l’ombra sul soffitto con lo sguardo mentre si spostava, i fanali di una macchina che passava sulla strada illuminarono il soffitto di arancione prima che l’ombra ricomparisse. Liam aspettò la risposta di Theo. Le lenzuola si mossero mentre Theo si spostava, mettendosi sulla schiena, le loro spalle si stavano toccando ma Liam si rifiutò di togliere lo sguardo dal soffitto, con il cuore in gola.

“Quindi stanno cercando di riportarti a Beacon Hills?” chiese Theo.

“No. Insomma.. ha parlato di noleggiare una macchina, di levarti dai doveri di babysitter.” disse Liam. Liam vide Theo girarsi con la coda dell’occhio, fermandosi solo quando iniziò a fissare il profilo di Liam.

“Quindi questo cosa significa?” chiese Theo.

“Significa che potrei andare con lui o continuare con te.” Liam sentì Theo trattenere il respiro come se si stesse preparando per soffiare.

“Ok.” disse lentamente Theo. “Vuoi andare con lui?” Il cuore di Liam barcollò in modo imbarazzante. Non era un immediato grazie a Dio mi posso sbarazzare di te. Non si avvicinava nemmeno lontanamente a quello, era controllato, come se in realtà non volesse nemmeno fare quella domanda.

“Vuoi.. insomma, vuoi che vada con lui?” sussurrò Liam. Theo non rispose, Liam si girò per guardare Theo. I loro nasi erano fin troppo vicini, le coperte alzate fino al mento, mentre sussurravano come due bambini ad un pigiama party. “Theo?” lo incoraggiò Liam, con il cuore che gli martellava nel petto. Theo si lasciò scappare un sospiro, il suo respiro sfiorò il viso di Liam mentre faceva spallucce, le lenzuola lasciarono scoperta la sua spalla, gli occhi di Liam fissarono il tatuaggio a malapena visibile nell’oscurità.

Forse Theo voleva rimanere tanto quanto lo voleva Liam.

Lo sguardo di Liam ritornò su Theo. L’aria sembrava fin troppo calda, come se fossero in una sauna e non importava quanto profondamente inspirasse sembrava sempre che l’aria rimanesse incastrata in gola, lasciando il petto in tensione e i nervi tintinnanti.

“Non è una risposta.” le parole arrivarono in un sussurro, era sicuro che un minuscolo rumore del letto le avrebbe coperte ma Theo sentì. Sentì Theo deglutire. Liam si chiese se fosse nervoso tanto quanto lui.

“Tu cosa vuoi?” chiese Theo.

“Voglio te.” disse Liam. Theo spalancò gli occhi, schiuse le labbra mentre l’aria si affrettò a uscire dai polmoni come se gli avessero tirato un pugno. La tensione scoppiò nel momento in cui il respiro di Theo colpì Liam in volto e gli fece realizzare finalmente quello che aveva detto. “Per accompagnarmi. Voglio che tu mi accompagni.” si affrettò Liam. Non era religioso ma ringraziò Dio che la stanza era così scura che Theo non avrebbe notato il rossore delle sue guance mentre cercava di scusarsi. “Volevo.. insomma, è il nostro viaggio no? E tu hai i soldi, quindi non è che io abbia i soldi per fare le cose se andassi con Mason.”

“Certo.” mormorò Theo, con un sorriso divertito in volto. Più divertito di qualsiasi sorriso che avesse visto quel giorno. “Bè allora sono con te. Non è che io abbia molto altro da fare.” disse Theo. Liam era sicuro che non sarebbe dovuto essere così felice, ma accennò un sorriso assonnato.

“Ok. Bene.” disse Liam con un cenno entusiasta che fece ridere stupidamente Theo. “Lo dirò a Mason domani mattina e poi possiamo-“ Liam si interruppe con gli occhi spalancati. “Oddio,devo dirlo a Mason.” mugugnò Liam. 

Il letto scricchiolò quando Theo si mosse, scendendo. prese la sua maglietta dal retro di una sedia e se la mise mentre cercava di camminare nella stanza buia cercando le sue scarpe. “Cosa..” la domanda di Liam gli morì in gola quando Theo lo zittì mettendogli un dito sulla bocca. Liam si accigliò quando riuscì finalmente a sedersi e indossare le scarpe, ingoiando un infinità di domande che stavano per uscirgli dalla bocca. Dopo che Theo si fu infilato le scarpe si alzò di nuovo.

“Dai” mimò con la bocca mentre prendeva lo zaino, Liam rimase seduto sul letto evidentemente confuso.

“Cosa?” mimò a sua volta. La chimera sbuffò, roteando gli occhi mentre ritornava vicino al letto. Theo gli tese la mano, con il palmo rivolto verso l’altro muovendo le dita in maniera invitante. Liam sbatté le palpebre guardando la mano e poi Theo. Theo fece un cenno verso la sua mano, decisamente esasperato. Liam la prese cautamente, le dita che sfioravano quelle di Theo.

Theo a quanto pare ne aveva avuto abbastanda, e strinse la mano per riuscire a trascinare Liam di peso dal letto e lo spinse fuori dalla stanza, fermandosi solo per permettere a Liam di prendere le scarpe.

“Cosa stiamo facendo?” mormorò liam.

“Non d dirgli niente se non saremo qua domani mattina.” disse Theo, spostando il tavolo dalla porta. La porta si aprì, Theo si fermò quando fu a malapena aperta. Si affacciò dall’aprtura.

“Stiamo scappando?”

“E’ una ritirata strategica.” lo corresse Theo. Si girò, Liam si ritrovò piuttosto deluso che non proseguì la frase con un ‘libero’ invece stava ridendo. “Sei pronto Pumpkin?”

“Sei ridicolo.” disse Liam. Theo strinse ancora di più la mano prima di aprire completamente la porta e uscire dalla stanza, Liam era mezzo passo dietro di lui.

Si sentiva come se avesse cinque anni e stesse giocando a nascondino. La scossa di adrenalina e il disperato bisogno di ridere mentre correvano sul marciapiede verso la prima macchina come se qualcuno stesse per apparire dal nulla e scoprirli. La trattenne, morsicandosi il labbro per cercare di tenere la risata in gola. Theo non era messo tanto meglio, le sue spalle stavano tremando dalla risate quando si nascosero dietro alla fiancata di un macchina e la circumnavigavano, piegati come dei pessimi attori in un film di spionaggio.

Theo prese le chiavi dalla tasca mentre camminava di soppiatto verso la macchina e poi aprì la portiera del guidatore, facendo entrare Liam per primo. Liam era sicuro che non si fosse mai sentito così ridicolo in tutta la sua vita, scivolando nel pick up, con la mano sudata ancora intrecciata in quella di Theo, la faccia arrossata per la risata sorpresa e i capelli arruffati dal sonno e le pieghe del cuscino sulla guancia. La maglietta di Theo era al contrario e le scarpe slacciate. Almeno lui se le era messe, non come Liam che le teneva ancora in mano.

Liam si sedette sul suo sedile con un sospiro imbarazzante. I suoi occhi si spostarono su Theo che stava chiudendo la portiera e poi sul parcheggio prima di incontrare lo sguardo di Derek. Era in piedi vicino alla macchinetta, con il braccio alzato per metà pronto a inserire una moneta e immobile a fissare la macchina di Theo, con le sopracciglia alzate in una domanda silenziosa.

“Vai vai vai!” urlò Liam. Theo girò la chiave e mise in moto. La macchina prese vita e corse fuori dal parcheggio come una macchina da corsa. Liam ebbe abbastanza tempo per vedere Derek roteare gli occhi prima di rigirarsi verso la macchinetta prima che i freni stridessero mentre Theo curvava per andare sulla strada principale e se ne erano andati in un rombo decisamente eccessivo.

 

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Ci ho messo un’eternità, ma spero che la lunghezza mi perdoni, d’ora in poi sono un po’ tutti così ! Se Liam la smettesse di fare il paranoico di merda, dudeee è venuto a giocare a golf solo per te, PER TE.
e il ‘voglio te’ mi uccidere sempre, Liam ti amo sei super imbarazzante  ♡ kissy

 

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Capitolo 23
*** Run boy run. ***


In un certo senso, era come la prima volta che erano partiti insieme. Una città diversa, uno stato diverso, ma sempre solo loro due, una scintilla di energia riempiva ancora la macchina, l’unico suono era quello dei loro cuori e del motore. Le labbra strette, gli occhi fissi sulla strada mentre aspettavano che qualcosa accadesse, che qualcuno li riportasse indietro.

Era anche diverso però. Più facile, perché Liam non sentiva il peso del mondo sulle spalle. Non indossava vestiti insanguinati e non era stanco fino dentro alle ossa come era stato a Beacon Hills. Non era preoccupato per una nuova battaglia da combattere. Il nervosismo non era lo stesso, non sentiva quella strana ansia che lo faceva soffocare mentre proseguivano il viaggio, ma sentiva una bolla di eccitazione.

Come se anche se non sapevano cosa avrebbero fatto dopo, o dove sarebbero andati esattamente, sapevano entrambi che ne sarebbe valsa la pena.

Era lo stesso eccitamento che faceva sentire ubriaco Liam, con il sangue che gli ribolliva nelle orecchie e il sorriso che minacciava di apparire sul suo viso. La luce della strada passava fin troppo veloce per far credere a Liam che Theo stesse rispettando il limite di velocità, la strada buia si allungava davanti a loro, la luna calante stava davanti alla macchina come un faro, allontanandosi sempre di più nonostante loro la seguissero. Come se fosse un faro che illuminava il loro cammino.

“Stiamo entrando nel Wyoming” disse Theo superando il segnale in una scintilla di blu metallico. Liam rise, senza dubbio stupidamente ma Theo stava facendo la stessa cosa, anche con le borse sotto agli occhi sembrava felice, tranquillo.

“Pensi che ci abbiano seguito?” chiese Liam, guardando dallo specchietto retrovisore come se potesse vedere la jeep di Stiles rombare dietro di loro, con il fumo che usciva dal cofano e un branco incazzato che si sbracciava dai finestrini con le forche.

“Forse.” disse Theo. “Ma possiamo comunque scappare ancora.”

“Pensavo che stessimo facendo una tirata strategica?” disse Liam.

“Mi sa che l’abbiamo rovinata quando abbiamo iniziato a correre verso la macchina.” disse Theo con una risata.

“Bene. Dove stiamo correndo allora?” chiese Liam. Theo fece spallucce, spostando lo sguardo dalla strada verso Liam.

“Mi sembra di ricordare che tu volessi andare a Disney World.”

“Vuoi davvero andare a Disney World?”

“Insomma.. già che stiamo scappando potremmo andare nel posto più felice sulla faccia della terra..” mormorò Theo. “In più-“ Un sorriso di beffa illuminò il viso di Theo mentre tornava a guardare la strada. “guardarti dare fuori di matto sulle montagne russe sembra un bel modo per passare una giornata.”

“E’ dall’altra parte del paese.” notò Liam.

“Se abbiamo intenzione di scappare dovremmo farlo nel modo giusto.” disse Theo.

“Vuoi solo vedere Topolino, vero?”

“Ovviamente no. Pippo però..” Liam rise, rilassandosi sul sedile guardando le linee bianche sulla strada mentre gli sfrecciavano a fianco.

Sapeva che si sarebbe dovuto preoccupare del branco, di cosa sarebbe successo quando Derek avrebbe detto loro che lui e Theo erano sgattaiolati nel bel mezzo della notte, se non lo aveva già fatto ma non riusciva a preoccuparsene davvero. La sua mentre era piena di idee su quello che avrebbero potuto fare, si stava chiedendo se sarebbe riuscito a mettere a forza un cappellino con le orecchie di topolino a Theo e riuscire a fargli una foto. Era abbastanza sicuro che ci sarebbe riuscito, aveva una foto di Theo coperto di olio, qualche minuto prima di essere quasi venduto come gigolò, le orecchie di topolino non sarebbero state così difficili in confronto.

“Sarà divertente” disse Liam, guardando Theo sorridere con la coda dell’occhio.

“Dovrò prenderti uno di quei guinzagli per bambini vero?” Liam ignorò il commento felice di tornare a guardare fuori dal finestrino.

*

“La finisci?” sbottò Theo.

“La finisco di fare cosa? Non sto facendo niente.” borbottò Liam, guardando Theo continuando a strizzare gli occhi nel buio dell’autostrada.

“Mi stai guardando.” disse Theo, togliendo finalmente l’attenzione dalla strada.Liam intensificò lo sguardo quando Theo lo incrociò. Theo gli restituì uno dei suoi sguardi di ghiaccio. “Non è colpa mia.”

“Si, certo.” rise amaramente Liam. Theo sospirò, con il braccio appoggiato alla macchina. Liam si mosse dall’angolo del retro del pick-up dove si era messo mentre Theo lo giudicava in silenzio.

“Ok Liam, perché non mi dici perché dovrebbe essere colpa mia?”

“Tu stavi guidando”

“E’ esplosa e basta Liam. Non c’è nient’altro da dire. Non è che abbiamo forato o..”

“si perché tu guidi perfettamente.”

“Guido meglio di te.”

“Bè non è esattamente difficile, no?” rise Liam. Le labbra di Theo si arricciarono in un sorriso di scherno. “Oh stai zitto!”

“L’hai detto tu, non io.” disse Theo, alzando le mani in segno di resa. Liam si lasciò scappare un grugnito infantile, e fece ricadere il capo contro il metallo della macchina con un tonfo sordo. “Dai Liam. E’ scoppiata una gomma non è successo niente di che, non mettere il broncio.”

“Siamo nel bel mezzo del nulla di notte.” disse Liam. “E tu sei così stupido da non avere una gomma di scorta quindi..”

“Ce l’avevo.” borbottò Theo. “L’ho usata qualche settimana fa.”

“E non hai pensato di prenderne un’altra?”

“Sai quanto costa una ruota?”

“SI, non so nemmeno guidare ma amo guardare i prezzi delle gomme.” sbuffò Liam. “Allora? Ovviamente, una ruota di ricambio è necessaria.”

“Chissene frega se è necessaria! Non me la potevo permettere. Dovevo mangiare e riempire il cazzo di serbatoio, cazzate inutile come le ruote di scorta non sono importanti.”

“Non sembra così inutile in questo momento.” mormorò Liam. Theo sospirò. Liam lo guardò mentre si allontanava dalla macchina e si avvicinò al ciglio della strada, guardò all’orizzonte come se potesse far comparire una macchina solo con la forza del pensiero.

“Sii paziente. Qualcuno arriverà presto.”

“Non possiamo semplicemente chiamare un carroattrezzi e-“

“no.”

“Ma-“

“Anche quello costa.”

“Abbiamo i soldi.”

“Che non spenderemo in strozzate che possiamo benissimo risolvere da soli.” sospirò Theo. “Saremmo già sulla via del ritorno ora se solo avessi voluto camminare fino alla città e-“

“No, non è vero! Te l’ho detto, ci sarebbero volute come minimo due ore per arriv-“

“Allora stai zitto e aspettiamo che qualcuno passi.”

“Oh dio sei impossibile!” sibilò Liam, trattenendo un urlo di frustrazione. Le cose erano andate benissimo per un’ora intera quando erano entrati nel Wyoming prima che la ruota anteriore scoppiasse e loro rimasero bloccati sul ciglio di una strada buia e circondata da alberi per minimo 40 minuti, mandandosi frecciatine perché Theo si rifiutava di chiamare un rimorchio e Liam si rifiutava di camminare per ore per arrivare al primo negozio di auto.

“Non lo sarei se mi avessi lasciato andare e-“

“Non mi lascerai da solo su una strada a caso!” disse Liam, scendendo dal pick up e iniziando a camminare sulla via alberata.

“Ci vorranno dieci minuti-“

“Si, se fossi Flash. Saremo anche più veloci degli umani ma-“

“Sai, sto iniziando a sperare che il branco ci stia seguendo così ti possono portare via e così a avranno loro a che fare con i tuoi capricci.”

“Non sto facendo i capricci!” ringhiò Liam, sbattendo il piede a terra.

“Hai appena sbattuto il piede a terra?” chiese Theo, girandosi con un sorriso incredulo in viso.

“No.”

“Hai letteralmente cinque anni, lo sai vero?” disse, sembrando molto più tranquillo di quello che era stato per i venti minuti precedenti, da quando avevano avuto la prima discussione su ‘carrotrezzi, autostop o camminata’.

“Stai davvero sorridendo perché sono incazzato?”

“Bè, quello e perché una macchina sta arrivando.” disse Theo. Liam si affacciò, gli occhi che scrutavano la strada con le orecchie tese. Riusciva a sentirlo, il rombo di un motore vecchio. “Vieni qua e alza il pollice” disse Theo, spostandosi da un piede all’altro sul ciglio della strada mentre aspettava che la macchina apparisse all’orizzonte.

“E se fossero degli assassini?” chiese Liam, raggiungendo Theo.

“E anche se lo fossero? A questo punto stare in macchina con un assassino non dovrebbe più essere un problema per te.”

“Davvero Theo.” replicò Liam. “Mio padre ha dovuto curare un ragazzo che è stato pugnalato dopo aver fatto l’autostop e-“

“Ci sono anche delle persone che sono affogate nelle pozzanghere.” disse Theo con un sospiro sofferente. “Solo perché è successo una volta non è detto che debba succedere a te”

“Ma non significa che non mi potrebbe succedere.”

“Sei un licantropo Liam. Se qualcuno ti pugnala guarirai.”

“Non mi fa sentire meglio!” disse Liam. Theo arricciò le labbra divertito. Un furgoncino bianco apparve all’orizzonte, cigolando verso di loro sinistramente. Theo alzò a mano, con il pollice alzato orgogliosamente. “Io non-“

“Se continui finirò ad essere io quello che ti accoltella.” lo interruppe Theo. Liam grugnì, guardando il furgoncino avvicinarsi. Un uomo con la barba era appena visibile dietro al forte bagliore dei fanali nell’oscurità. Il furgoncino si fermò a pochi passi da loro.

“Theo non penso che sia-“ Theo lo zittì avvicinandosi al finestrino.

“State bene ragazzi?”

“Ci è esplosa una gomma.” spiegò Theo, appoggiandosi al finestrino con un sorriso ammagliante che fece roteare gli occhi a Liam. “Per caso si sta dirigendo a Dubois? Ci farebbe comodo un passaggio ad un’officina.” L’uomo ci pensò per un attimo, scrutandoli. Liam cercò di sorridere ma era sicuro che più che altro aveva fatto una smorfia.

“Mi avvicino abbastanza..” disse, riguardando Theo. “Ho paura che dobbiate sedervi dietro però.”

“Va bene.”

“Allora saltate su”

“Andiamo” disse Theo, spingendo Liam verso il retro del furgone e aprì la portiera con un gesto plateale.

“Dimmi che non stai davvero pensando di entrare in un furgone bianco con uno sconosciuto.” bisbigliò Liam.

“Non ci sto pensando. Lo sto facendo.” disse Theo, saltando sul furgone come se non fosse una palese sentenza di morte.

“Non hai mai visto un film horror?”

“No ma sono abbastanza sicuro che non sia poi così importante quando ne hai vissuto uno.” disse Theo. “Ora muoviti. Sali sul furgone.”

“Amico.” si lamentò Liam.

“Wow guarda, ci sono cuccioli e caramelle quad dentro..” disse teatralmente Theo.

“Sei un idiota.” disse Liam, maledicendo il tono affezionato e il sorriso che si stava formando sul suo viso mentre infilava la testa nel retro del furgone e controllava che non ci fossero state vittime precedenti. Era buio e sudicio e Liam era abbastanza sicuro che ci fosse a malapena spazio per tutti e due per via di tutto lo spazio occupato da pacchetti con forme imbarazzanti coperti da teli bianchi. Annusò piano l’aria, cercando di capire cosa fosse quello strano odore che impregnava il furgone.

“forse.. chiedigli cosa fa per vivere.”

“Ci sta dando un passaggio Liam. Non siamo ad un appuntamento al buio.” disse Theo. Liam arricciò le labbra per niente divertito. Se Theo pensava che avrebbero rischiato di venire pugnalati il minimo che poteva fare era fare una semplice domanda. Liam non era sicuro quanto quella domanda potesse aiutarlo, perché sicuramente il tizio non avrebbe risposto ‘sono un assassino’ ma forse avrebbe avuto una buona spiegazione per guidare nel bel mezzo del nulla in un sinistro furgoncino bianco alle tre del mattino. “Che cazz- va bene. OK.” sibilò Theo prima di alzare la voce per farsi sentire dal guidatore. “Allora, cosa ti porta in giro a quest’ora? Lavori come una specie di camionista o qualcosa del genere?”

“Questo non è un camion ragazzo.” rise il guidatore. “C’è una scuola che ha richiesto un paio dei miei pezzi..”

“Pezzi?” chiese Liam lentamente. “Sei un’artista?” Quello.. non sembrava pericoloso.

“In un certo senso.” mormorò facendo irrigidire nuovamente Liam. Quella più una frase da ‘serial killer’ che da artista.

“Cosa significa?” insistette Theo. Liam si sarebbe sentito compiaciuto dal modo in cui le sue spalle si erano tese alla risposta criptica se non fosse stato impegnato a pensare a quanto avrebbe fatto schifo venire pugnalato da un uomo a caso sul ciglio della strada perché Theo non aveva voluto spendere i soldi per chiamare un carro attrezzi.

“Sono un imbalsamatore.” Lo sguardo di Theo incontrò quello di Liam, con gli occhi spalancati. I due si girarono all’unisono per guardare i pacchi coperti. Theo si avvicinò, alzando un po’ un telo scoprendo una volpe morta che li fissava con degli occhi di vetro e la mascella leggermente asimmetrica.

“No. Assolutamente no.” disse velocemente Liam. Si avvicinò a Theo pronto a trascinarlo fuori dal furgone ma lo trovò già pronto per spingerlo fuori, tuffandosi anche lui poco dopo e chiudendo le portiere. Bloccando la volpe imbalsamata dalla vista.

“Sai cosa, siamo a posto!” chiese Theo, spingendo di peso Liam verso il pick-up, ancora parcheggiato sul ciglio della strada.

“Siete sicuri che non volete un passaggio?” chiese l’uomo affacciandosi dal finestrino con le sopracciglia aggrottate mentre guardava tra loro due. Liam si spostò dietro a Theo.

“Chiamerò un carroattrezzi.” disse Theo. “Sarà più semplice così.” Ci fu una pausa sgradevole quando l’uomo li guardò. Le spalle di Theo erano dritte, le sue dita si aprivano e chiudevano come se fosse pronto a lottare.

“Come volete.” disse l’uomo, pochi secondi dopo il furgoncino stava proseguendo per la sua strada lasciando i due ragazzi da soli accanto agli alberi, con gli occhi che seguivano la scia di luce finché lentamente svanì nel buio della notte.

“O mio dio.” sibilò Liam.

“Devo ammetterlo..” disse lentamente Theo. “E’ stato un po’ strano”

“Un po’ stra.. amico quello aveva un sacco di animali morti nel retro di un cazzo di furg-“

“Sono sicuro che non li abbia uccisi.”

“Davvero?” Theo fece spallucce.”Scommetto che la sua casa è decorata con i corpi degli autostoppisti che ha fatto salire. Dio, chiama un carroattrezzi..”

“No.”

“Cosa?”

“Aspetteremo qualcun altro.”

“Non puoi fare sul serio. Siamo quasi morti!”

“Non fare il drammatico. Sono sicuro che era una persona normale.”

“Allora perché sei corso fuori dal furgoncino come un-“

“Perchè è strano! Chi attraversa lo stato con animali di posti lontani morti e imbalsamati nel retro della macchina? Basta, fatti una dormita ok? Ti sveglierò quando arriva qualcuno.”

“Vuoi che mi metta a dormire quando siamo sul cig-“

“Liam, abbiamo passato metà del nostro viaggio a dormire accanto a delle strade. Non è niente di che.”

“Dovremmo attraversare il paese. Non dormire su una strada a poche ore dal branco che mi ha già trovato una volta.”

“Sono abbastanza sicuro che abbiano colto il messaggio.” disse Theo. “E’ stata una giornata lunga Liam.” Voleva protestare, ma sinceramente, era stata una giornata lunga. Solo la mattina prima Liam si era svegliato non sapendo se Theo gli avrebbe ancora voluto parlare e ora erano lì, in un altro stato avendo abbandonato non uno ma ben due branchi quel giorno. Anche il motel sembrava essere successo un secolo fa. “Dormi un po’” disse Theo dandogli una gomitata leggera. “Puoi andare sul sedile posteriore.”

“Stai solo cercando di sbarazzarti di me, vero?”

“Bè il tuo russare è meno fastidioso dei tuoi lamenti quindi..” Liam aprì la portiera e si arrampicò dentro, rispondendo a Theo solo con un dito medio.

*

Liam si alzò lentamente, avvolto nella coperta di Theo, i suoi piedi erano fuori dal finestrino aperto in quella che era sicuro non fosse una posizione estremamente comoda se solo fosse stato abbastanza sveglio da farci caso. La luce del sole entrava dalla fessura facendolo brontolare. Perché le macchine non hanno le tende? Sicuramente quella sarebbe stata una bella idea.

“Theo?” disse Liam, con la voce roca per via del sonno, pronto per dire a Theo la sua brillante idea. Solo per vedere un sedile anteriore vuoto. “Hey, Theo?” sbraitò Liam alzando la voce. Non ci fu risposta. Chiuse gli occhi, cercando il battito cardiaco famigliare per scoprire che semplicemente non era lì. Riusciva a sentire il cinguettare degli uccellini, il suono lontano di un motore che andava sulla strada e il fischiare del vento tra gli alberi dall’altra parte della strada, ma niente Theo.

Colpì il pavimento della macchina con un piccolo grugnito e in qualche modo rotolò fuori dal pick up. Scansionò con gli occhi la strada, strizzandoli per la luce troppo forte, aspettandosi che Theo saltasse fuori da dietro un albero. Liam ritornò a guardare la macchina, la ruota anteriore era bucata e completamente a terra.

“THEO?” Liam urlò, mettendosi le mani ai lati della bocca. Aspettò che Theo gli rispondesse qualcosa riguardo al non potere nemmeno pisciare in pace. Silenzio. Liam spalancò la portiera un’altra volta, prendendo il telefono da dove l’aveva messo in mezzo ai due sedili. Fece il numero di Theo solo per sentire il cruscotto tremare perché il suo cellulare era lì.

“Davvero?” borbottò Liam, guardando il telefono di Theo. L’unica cosa he Theo avrebbe dovuto fare se avesse avuto intenzione di abbandonarlo nel bel mezzo della notte era prendere il telefono. A meno che non aveva avuto scelta. Liam guardò l’ora. Erano appena passate le sette, aveva dormito più o meno quattro ore.

Liam non riuscì a fare a meno di pensare che forse il loro amico imbalsamatore fosse tornato indietro e avesse rapito Theo per aggiungerlo alla sua collezione. Con la mente che vagava tra le immagini di un lupo nero peloso con gli occhi di vetro con una piccola macchia bianca di pelliccia messo tra un esercito di scoiattoli imbalsamati e Theo come un normale essere umano seduto come ad una macabra cena di cadaveri, riusciva a vedere l’attrattiva di entrambi, Theo come lupo era stupendo con una pelliccia ingiustamente soffice, sarebbe stato come avere un peluche di un lupo e Theo.. bè Theo era oggettivamente bello.

Guardò il suo telefono, chiedendosi come avrebbe fatto a chiamare il branco e dir loro che Theo era stato rapito da un imbalsamatore umano per aggiungerlo al suo museo inquietante delle cose morte. I suoi occhi tornarono sulla strada.

Quanto vantaggio potevano avere su di lui? Forse se Liam avesse iniziato a correre li avrebbe raggiunti o-

Cosa se ne sarebbero fatti poi di un Theo imbalsamato? Avrebbero dovuto seppellirlo? Stiles avrebbe probabilmente suggerito di usarlo come appendiabiti. O un bersaglio. Forse sarebbe diventato il Rowdy suo e di Mason. Anche se, Turk e JD avevano un cane imbalsamato ed abbastanza inquietante così, il pensiero di tenere un Theo imbalsamato come se fosse ancora parte della famiglia sarebbe probabilmente stato abbastanza per guadagnarsi una valutazione psichiatrica.

Era davvero troppo presto perché Liam passasse tutti i suoi weekend in un istituto psichiatrico.

Prima che Liam potesse iniziare ad andare davvero in panico sentì dei passi sull’asfalto. I suoi occhi scattarono verso l’orizzonte. La piccola bolla di preoccupazione che era cresciuta nel suo stomaco scoppiò nel momento in cui vide Theo che camminava all’orizzonte come se non avesse lasciato Liam a pensare a una vita passata a spiegare perché avesse un ragazzino imbalsamato in un angolo del salotto. Liam assottigliò gli occhi quando Theo si avvicinò, con una grande tazza in mano che Liam suppose potesse solo essere caffè e facendo rotolare accanto a sé con l’altra mano la ruota.

“I tuoi capelli sono ridicoli.” disse Theo avvicinandosi e portandosi la tazza alle labbra con un sorriso divertito come se lui fosse messo meglio avendo passato la notte in bianco.

“Dove cazzo sei stato?” ringhiò Liam.

“Hai tre tentativi per indovinare.” disse Theo dando un’ultima spinta alla ruota. Liam la guardò mentre rotolava verso di lui, rimbalzando sulla strada leggermente dissestata. Nonostante si allontanò abbastanza cadde a circa cinque metri da Liam con un forte tonfo.

“Pensavo che mi avresti svegliato.” disse Liam guardando Theo che raggiungeva la ruota e la sollevava facendola rotolare per gli ultimi metri.

“Ho mentito” disse seccamente Theo, anche se il suo tono fu rovinato dallo sbadiglio che seguì. Liam guardò le borse sotto che aveva sotto agli occhi.

“Sono abbastanza sicuro che tu non abbia bisogno di caffè ora.”

“No, avevo bisogno di pace e tranquillità ed è quello che ho avuto.” disse Theo con un ghigno. Liam assottigliò gli occhi. “Oh dai, ti ho lasciato il finestrino aperto e avevi un casino di acqua-“

“Non sono un cane.” sbottò Liam.

“Hai intenzione di lamentarti perché ho fatto io il lavoro duro e ho camminato fino in città per prendere una ruota o vuoi montare la gomma così possiamo continuare il viaggio?”

“Sinceramente? Lamentarmi mi sta bene.” borbottò Liam. Le labbra di Theo si arricciano in un sorriso divertito. “Non sapevo dove fossi.”

“Eri preoccupato?” chiese Theo sembrando fin troppo compiaciuto.

“E se l’imbalsamatore di volpi fosse tornato indietro? Sarei potuto diventare io l’animale morto.”

“Almeno saresti stato zitto.” mormorò Theo con gli occhi luminosi che significavano che voleva che Liam lo sentisse.

“Almeno hai preso anche a me qualcosa da bere?”

“Ti sembra che io abbia un’altra tazza?” rise Theo. “Puoi bere dalla mia.” disse alzandola. Liam fece un sorso del liquido tiepido accigliandosi.

“Avresti potuto prenderne una per me.”

“Ti piace a malapena il caffè.” disse Theo, appoggiandosi alla macchina con le spalle cadenti mentre si passava una mano sugli occhi.

“A te non piace il caffè.” ribatté Liam. Theo non rispose nemmeno, sollevò solo lo sguardo, roteando le spalle come se stesse fisicamente provando a scrollarsi di dosso la fatica e allungando una mano per recuperare la tazza.

Non ci volle molto per i due a finire il loro caffè continuando a passarselo come se fosse una sigaretta. Una volta che fu finito Theo fece cadere la tazza vuota nel retro del pick up, quasi schiacciandola un momento dopo quando lanciò una manciata di attrezzi contro il metallo con uno schianto assordante e si mosse per dare un’occhiata alla ruota.

“Hai bisogno che ti aiuti o-“

“Passami il cric.” disse Theo, picchiettando contro lo squarcio nella vecchia ruota.

“é.. uh.. è il coso a croce vero?” chiese Liam, osservando la varietà di attrezzi oliati.

“Cosa?” Liam lo alzò. “No quella è una chiave inglese. E’ l’altro- no Liam quello- ok siediti e- Non nella macchina!”

Liam si lasciò andare contro l’asfalto sporco con un sospiro. Theo si mosse, prendendo tutti gli attrezzi e spostandoli per terra vicino alla macchina.

“Se volessi mai imparare a sistemare una macchina per piacere non andare da Stiles.”

“E’ un modo per dirmi che stai per insegnarmi a cambiare una ruota?”

“Non ora, no. Ho intenzione di lasciare questa strada in giornata.” Liam non si preoccupò di ribattere, non aveva particolarmente voglia di imparare a cambiare una ruota e Theo sembrava sapere a malapena quello che stava facendo.

“Come fai a sapere come si fa? Intendo, come fai anche solo a saper guidare?” chiese Liam, affondando le dita in un buco dell’asfalto mentre guardava Theo girare il cric. “Tipo.. ti hanno insegnato i dottori del terrore o-“

“Pensi che i dottori del terrore mi abbiano fatto lezioni di guida?” chiese Theo con una risata.

“Non lo so. E’ il motivo per cui ho chiesto.”

“No Liam, i dottori del terrore non mi hanno fatto lezioni di guida.”

“Quindi..”

“Ho imparato da solo.” disse Theo.

“Hai imparato da solo?” Theo fece un piccolo cenno con la testa.

“Se dovevo sembrare un adolescente normale dovevo imparare a fare le cose che un normale adolescente fa. Mi hanno dato tutti i documenti che mi servivano ho solo dovuto imparare come fare la mia parte.”

“Questo non spiega-“

“Ho rubato un paio di macchina e ho guidato finché ho imparato a farlo.” disse con nonchalance. Le dita di Liam smisero di assaltare l’asfalto.

“Hai rubato delle macchine?” disse Liam guardando con la bocca aperta. “E’ un altro dei tuoi scherzi strani?”

“No.” disse Theo.

“Amico.”

“Cosa? Le ho restituite! Quando non le ho rotte.” aggiunse in un sussurro.

“Mi hai dato lezioni di guida!” sibilò Liam.

“E tu sei migliorato.” disse Theo fin troppo felice.

“Non ci credo che hai rubato delle macchine.”

“Solo tipo..cinque.” disse Theo. “Non è niente di che..”

“Amico non siamo in Grand Theft Auto. Questa macchina è rubata?”

“non esattamente.”

“Non esattamente? Cosa vuol dire?”

“Significa che l’ho comprata con dei soldi rubati.”

“Come hai fatto ad aver abbastanza soldi per comprare-”

“Mi hanno dato dei soldi.” disse con voce dura, come se volesse che quella conversazione finisse. Liam era sorpreso anche solo che fosse durata così a lungo. Di solito Theo preferiva zittirlo prima che finisse le parole dottori del terrore.

“Quindi erano tipo i tuoi sugar daddies?” Theo rise sorpreso, prendendo la scusa della battuta squallida per porre fine alla discussione.

“Va bene, vieni qui.”

“Cosa?”

“Come cambiare una ruota 2.0” disse Theo, facendo cenno a Liam di avvicinarsi. Liam si affrettò al suo fianco. Non che sistemare una ruota sembrasse divertente ma insomma, era sempre meglio che non far nulla.

“Ora, sai dirmi cosa è questo?” chiese Theo indicando la ruota nuova, aspettando.

“Fottiti.”

“Sbagliato. Si chiama ruota e-“ Liam non era sicuro se volesse ridere o lo volesse picchiare.

*

Durante la giornata non successe nulla di che ignorando la prima lezione di Liam di ‘meccanica per ignoranti’ come l’aveva chiamata Theo. Theo non si era nemmeno preoccupato di prendere un altro caffè dopo aver bevuto il primo. Sorseggiando semplicemente dell’acqua quando un paio di volte si erano fermati per mangiare o andare in bagno come se non riuscisse a sopportare ancora il gusto amaro del caffè.

Nonostante si fossero fatti il culo per accumulare un bel po’ di distanza tra loro e il branco, al branco non sembrava davvero importare. Liam aveva ricevuto solo tre messaggi da loro in tutta la giornata. Uno da Scott che la mattina gli aveva scritto ‘state attenti in macchina’. Uno da Stiles un minuto esatto dopo che aveva citato la lettera della signora Weasley ‘Nessun biglietto, auto scomparsa’, e l’ultimo era da parte di Malia che gli aveva mandato una foto su Snapchat di lei che sparava a Stiles durante una partita di lasergame.

Quando finalmente si fermarono in un campo random per dormire Liam era abbastanza sicuro che erano arrivati in Kansas, Theo diceva di no, ma Liam lo aveva anche svegliato un paio di volte quando si era addormentato alla guida nell’ultima ora quindi non era molto convinto che quello che dicesse fosse attendibile.

E a confermare quanto Theo fosse stanco fu il fatto che si buttò letteralmente sui sedili posteriori per dormire senza lamentarsi o borbottando che avrebbe chiuso gli occhi solo per un po’ e poi sarebbe tornato a guidare qualche minuto dopo. E a confermare quanto Theo sembrasse stanco fu anche il fatto che Liam non si lamentò del fatto che avesse preso il cuscino. Cazzo, glielo aveva letteralmente lanciato lui tra le braccia.

Theo si rannicchio lontano da Liam, affondando la testa nel sedile mentre Liam digitava sul suo telefono, cercando di capire come passare le più di venti ore che li separavano dalla Florida, cercando qualcosa che potessero fare in giornata. Il senso di colpa lo stava attanagliando mentre pensava al fatto che Theo probabilmente sarebbe stato più che felice di dormire in motel prima che Liam si fosse catapultato nella sua stanza e ne avesse chiesta metà.

E come entrambi avrebbero potuto dormire se Liam non fosse stato così petulante sul fare l’autostop o camminare verso un negozio di gomme.

Theo is addormentò circa un secondo dopo che la sua testa colpì il cuscino. Liam, d’altro canto, era troppo impegnato a chiedersi se avesse preso la decisione sbagliata. Sarebbero potuti rimanere in Idaho, almeno per la notte. Liam sarebbe dovuto rimanere nella sua stanza e dire davvero arrivederci la mattina o, almeno, sarebbe potuto andare a dormire dopo aver raggiunto Theo e Liam si sarebbe potuto preoccupare di dire a Mason che non voleva andare con lui dopo che Theo si fosse riposato decentemente almeno una volta.

Le sue dita erano sospese sul telefono, guardando le sue vecchie conversazioni con Mason cercando di ricordare quando fosse stata l’ultima volte che era passato un giorno prima che si scrivessero, perché, lo sapeva che non aveva creato problemi solo a Theo con il pigiama party improvvisato ma anche a Mason.

Mason che voleva solo dargli una mano e che aveva lasciato lì come se fosse una sposa in fuga e non gli aveva scritto da quel momento.

Liam scese dalla macchina, chiudendo la portiera piano per non svegliare Theo. Camminò per il campo, finché non trovò un punto in cui poté sedersi e parlare senza disturbare Theo.

Si passò il telefono da una mano all’altra, sedendosi nell’erba e guardando come veniva mossa dal vento. Doveva scusarsi. Giusto? O forse non doveva, forse Mason non era nemmeno arrabbiato. Forse il suo telefono si era solo scaricato. Forse Liam era solo bisognoso di attenzioni e si stava impacciando per niente. Liam sospirò, guardando il campo e chiedendosi pigramente se Theo avesse parcheggiato in una proprietà privata prima di decidere che non gli interessava poi molto.

Non è arrabbiato, ci stai pensando troppo. Liam si decise, fece un lungo sospiro e compose il numero di Mason.

Il telefono squillò tre volte prima che Mason finalmente rispose.

“Cosa?” chiese Mason.

“Felice di sentirti.” disse Liam con una risatina. “Sai bene? Non mi hai scrit-“

“Mi hai scaricato.” disse Mason, con voce tagliente.

“um..”

“Sai che ero davvero preoccupato che ti avessero rapito?” Liam si fece scappare una piccola risata. “Non è divertente amico. La porta di Theo era rotta, la maniglia era tipo, letteralmente scardinata e eravate entrambi spariti! Eravamo pronti per venirvi a cercare per tutto il cazzo di paese quando Derek ci ha detto che siete scappati sghignazzando e-“

“Non stavamo sghignazzando.” disse Liam velocemente.

“Ti rendi conto che è la seconda volta adesso che scappi via al tramonto con Theo-“

“Tecnicamente il solo era già tramontato.” scherzò Liam dondolandosi e chiedendosi se forse non sarebbe stata un’idea migliore aver lasciato Mason sbollire la rabbia da solo. Mason trattenne il respiro come se stesse cercando di impedire a se stesso di mandarlo a fanculo. “scusa.” mormorò Liam. “Non volevo-“

“No. No, non ti scusare. Dimmi come queste cose sono successe tecnicamente perché mi piacerebbe avere delle risposte.”

“Amico-“

“Se ti serve altro tempo per esplorare questo strano corteggiamento che stai facendo con Theo allora va bene ma-“

“Ehi, aspetta cosa- No, non è così. No.” sibilò Liam, guardando la macchia scura in lontananza che sapeva essere la macchina come se Theo fosse riuscito a sentire la voce di Mason. “Non è.. non è come credi!”

“Allora com’è? Perché davvero non lo capisco.” sospirò Mason. “Voglio solo aiutarti e se io non posso farlo ma Theo si allora sai.. insomma va bene, è ok, son felice che ci sia lui..” Liam dovette concedergli il fatto di essere riuscito a dire quella frase senza sembrare troppo afflitto.

“Avrei dovuto dirti che me ne stavo andando.”

“Dici?”

“E’ che.. non sapevo come farlo e poi Theo ha detto che avremmo potuto fare una ritirata strategica..”

“Davvero amico?” rise Mason.

“E in quel momento sembrava la scelta giusta. Tu avevi il branco con te e.. mi spiace, correre via è stato da cazzoni.”

“Esattamente.”

“Non sapevo come dirtelo..”

“Hey amico, grazie per l’offerta ma preferisco stare con Theo per ora- sarebbe stato un buon inizio.” disse Mason.

“Non volevo ferire i tuoi sentimenti.”

“I miei sentimenti sarebbero a posto se non fossi scappato come in Gone Girl.”

“E’ un anime?”

“Dio a volte mi chiedo come facciamo ad essere amici.” sospirò Mason.

“Non venire in viaggio con te.. andare con Theo non significa che.. non è colpa tua io volevo.. tu sei il mio migliore amico e avremo un milione di possibilità per fare cose stupide insieme ma Theo.. non sono nemmeno sicuro che mi consideri suo amico ma per ora gli sta bene che io sia con lui quindi..”

“Amico, anche io riesco a vedere che ti considera suo amico” disse Mason.

“Davvero?” chiese speranzoso Liam.

“Si. Insomma, nessuno si imbarazzerebbe in quel modo giocando a golf per qualcuno che non considera suo amico.”

“Era osceno vero?” disse Liam, sforzandosi di scacciare il ghigno che si stava formando sul suo viso come se Mason potesse vederlo e rimproverarlo.

“Amico, era una sofferenza guardarlo.” rispose Mason ridendo. Anche Liam rise, lasciando che la conversazione lo cullasse guardando le nuvole in cielo che coprivano le stelle.

“Sarò a casa presto.” promise Liam. “Poi la prossima estate possiamo fare un viaggio. Stavo pensando all’Europa.”

“Hai intenzione di corteggiarmi a Parigi?” mormorò Mason.

“Ti prego no.” Liam sentì un assonnato Corey borbottare.

“Sai, mi dispiace davvero di averti scaricato. E’ stato stupido.”

“Si be.. conosco la maggior parte dei tuoi impulsi quindi non sono sorpreso.” disse dolcemente Mason. “dimmi solo una cosa.”

“Quello che vuoi.”

“Davvero Theo ride?”

“Amico si. E solitamente alle battute che fa lui stesso.” disse Liam.

“Fa delle battute?”

“Non molto belle.”

“Qualsiasi cosa è meglio del tuo senso dell’umorismo.”

“hey, io sono divertente.”

“Ovvio che sì.” mormorò Mason tranquillizzando Liam. “Devo andare. Dobbiamo svegliarci presto per andare a casa.”

“Siete ancora in Idaho?”

“Non molto lontani, abbiamo guidato solo un paio di ore oggi.” disse Mason. “Dove siete voi?”

“Credo in Kansas? Non sono sicuro, abbiamo guidato tipo nove ore oggi quindi..”

“Cosa cazzo fate in Kansas?”

“Ora? Dormendo. Bè, Theo sta dormendo. Ovviamente io no.”

“Ovviamente.” rise Mason.

“Ti chiamo domani? E ti mando tipo.. tutte le foto che ho.”

“Sarà meglio.” disse Mason. “O convincerò Theo a mandarmi foto tue imbarazzanti.”

“Non credo che tu lo debba convincere. Imbarazzarmi è tipo, uno dei suoi passatempo preferiti, insieme all’infastidirmi.”

“E comunque tu sei andato volontariamente con lui.”

“Siamo a posto?”

“Si amico.” sospirò Mason. “Ma mi aspetto tipo.. otto souvenir.”

“Ti aspetti che mi compri il tuo perdono?”

“Ovviamente si.” disse Mason. “Ok, ora riattacco davvero, ci sentiamo”

“Ciao, Mase.” mormorò Liam, attaccando sentendo il nodo d’ansia allo stomaco sciogliersi mentre si rilassava contro il terreno. Mason non lo odiava. Tutto sarebbe andato per il meglio.

*

Davvero, Liam avrebbe dovuto aspettare prima di dire che sarebbe andato tutto bene ma si ritrovò davvero sorpreso quando tornò al pick up e non trovò più Theo sdraiato sui sedili posteriori dove lo aveva lasciato.

Liam sapeva che c’era qualcosa che non andava ancora prima di vedere Theo, se non per il battito irregolare del suo cuore allora per l’acuta puzza di terrore che sembrava coprire tutto il resto e il suono del suo respiro affannato.

Girò attorno alla macchina lentamente, assicurandosi che Theo lo sentisse avvicinarsi. L’odore delle lacrime salate fecero immobilizzare Liam a un passo dal retro del pick up, rimase lì fermo a guardare Theo con la testa tra le gambe singhiozzare. Una parte di lui se ne voleva andare, voleva girarsi e camminare dalla parte opposta lasciando Theo solo.

“Theo?” un’altra parte di lui, chiamata la sua bocca, non era così felice al pensiero di scappare via come un codardo.

Il cuore di Liam tremò quando Theo alzò lo sguardo. I suoi occhi erano bagnati di lacrime e teneva le ginocchia strette al petto in modo protettivo. Sembrava un bimbo spaventato. Liam aveva chiesto a Theo di parlargli dei suoi incubi. Aveva aspettato sicuro che quando Theo avesse trovato la forza di parlargliene lui avrebbe trovato qualche parola di conforto. Voleva che Theo glielo dicesse perché era stato così ignorante da pensare che avrebbe saputo esattamente come rispondergli, o cosa fare per scacciarli una volta per tutte.

Ma in quel momento, in piedi, guardando Theo con le mani tremanti e il petto scosso da respiri strozzati Liam fu colto dalla consapevolezza che non aveva idea di come farlo sentire meglio. Era stato a malapena capace di  affrontare i suoi di incubi. Come avrebbe fatto ad affrontare quelli di Theo?

Era come guardare qualcuno dopo un incidente stradale, quando sai che non dovresti guardare, che guardare ti farebbe solo star male e rimpiangere di aver visto quella scena per anni ma non riesci comunque a distogliere lo sguardo.

Si chiese cosa fosse, la cosa che attirava gli esseri umani verso il dolore. Era empatia? Non ci si riesce a voltare perché le persone si sentono come in bisogno di aiutare in qualche modo, era come se bisognasse notarlo perché qualsiasi cosa brutta deve essere notata? O forse era egoismo, un modo perché la gente si ricordi che potrebbe andare peggio, almeno non è successo a te? Almeno tu stai solo guardando?

O era solo una sorta di malata attrazione? La stessa che spinge a toccare un livido anche se si ha la consapevolezza che farà male. La stessa che fa sentire le persone potenti.

Le spalle di Theo si irrigidirono, mettendosi in guardia da Liam anche se era rimasto fermo nel suo angolo, le labbra pronte a ringhiare come se si stesse preparando a combattere. Liam era in allerta, era pronto ad un esplosione come se Theo avesse potuto sfogare la sua frustrazione su di lui nello stesso modo in cui Liam avrebbe fatto se i loro ruoli fossero stati invertiti.

“Sei qua per tenermi per mano e dirmi che andrà tutto bene?” sibilò Theo. Liam si arrampicò sul retro del pick up, sedendosi di fronte a Theo cercando di ignorare quanto forte stesse battendo il suo cuore, sembrava quasi che fosse stato lui a fare l’incubo.

“Aiuterebbe?” chiese Liam, Theo sbatté le palpebre, nei suoi occhi passarono così tante emozioni che Liam non riuscì a riconoscerle se non la frustrazione e una pietosa mancanza di speranze come se tutto quello che volesse fare in quel momento fosse litigare per dimenticare quello che lo stava infastidendo. Liam guardò una grossa lacrima che scorreva lungo la sua guancia.

“Cazzo.” sospirò Theo, sfregandosi il viso con le mani per scacciare le lacrime così forte che probabilmente fece male. Ma nel momento in cui fece ricadere le mani in grembo ricominciarono a sgorgare, quindi abbassò le spalle sconfitto. “Volevi saperlo no?” chiese Theo con voce vuota. Liam socchiuse la labbra ma non ne uscì nessuna parola, aveva un groppo in gola e niente, nemmeno l’aria, riusciva a superarlo. Un sorriso triste apparve sul viso di Theo. “Volevi sapere cosa sogno?”

E ora che glielo stava per dire Liam pensò che non voleva davvero saperlo, perché qualsiasi cosa che potesse ridurre così Theo non doveva essere di certo bella.

“Ho preso il suo cuore.” disse Theo. “Ho preso il suo cuore e quando mi hai mandato all’inferno lei se lo è ripreso. Lei continua a riprenderselo. E non riesco nemmeno a odiarla perché è il suo, loro mi hanno detto che lei voleva che lo avessi io e io.. non sono nemmeno sicuro di avergli creduto.” Theo si interruppe con una risata amara, il suo corpo stava tremando mentre si stingeva su se stesso.

Dal momento in cui Liam fu trasformato aveva sempre pensato a quanto fosse giovane, gli era costantemente stato ripetuto da Scott e Stiles e da tutti gli altri membri del branco quando lo trattavano come un bambino, come qualcuno da proteggere e curare. Aveva sentito Melissa e lo sceriffo dire ‘sono solo dei bambini’ tantissime volte come se non fossero ancora pronti ad affrontare il mondo e non potessero aver fiducia in loro, perché erano ancora ragazzini. Si sarebbero dovuti preoccupare di cotte stupide e della scuola non di salvare la vita delle persone. Aveva sempre saputo che era troppo giovane per aver visto quello che aveva visto. Era troppo giovane per aver sanguinato così tante volte.

Ma Theo, Theo era sempre sembrato più grande. Ancora immaturo alle volte ma era sempre andato a spasso con il sovrannaturale. Era facile dimenticare che anche Theo era solo un ragazzo, che aveva a malapena due anni in più di Liam, ma al contrario di lui i suoi problemi non erano iniziati con un morso quando aveva quindici anni, non erano iniziati con qualcuno come Scott McCall che aveva cercato di salvargli la vita, non erano iniziati con un branco che voleva solo aiutare le persone. Erano iniziati con i dottori del terrore che lo avevano convinto ad uccidere sua sorella, erano iniziati con la promessa di una nuova vita, una vita migliore.

Dieci anni, più di metà della sua vita Theo l’aveva passata immerso nel sovrannaturale. Ripensò a se stesso a otto anni. A sua madre che gli lasciava baci delicati suoi capelli e sulla fronte quando andava a letto, alle ore passate a giocare con Mason. Mentre agli altri bambini veniva ancora insegnato a leggere Theo era stato preparato per uccidere sua sorella.

Liam ingoiò la bile che si sentiva in gola.

Theo era così giovane.

E avrebbe dovuto capirlo prima. Perché a Theo piacevano i curros e i milkshake. Quando ne aveva avuto l’opportunità era voluto andare ad un parco acquatico. Quando aveva avuto dei soldi si era comprato così tanto cibo che avrebbe potuto far star male anche un licantropo.

Theo si era perso metà della sua vita perché era stato costretto a crescere troppo in fretta.

“dovrei voler morire” La voce di Theo si spezzò. “Merito di morire.” disse. Se Liam fosse riuscito a respirare con il groppo che si sentiva in gola avrebbe urlato a Theo che era un’idiota, se fosse riuscito a muoversi avrebbe fermato le sue dita che continuavano a ticchettare una volta, due. Il battito del suo cuore, era un rumore che d’un tratto faceva star male Liam. “Ma non posso. Non posso tornare da lei. Lo so che è suo ma non posso, non ancora, non voglio morire.” La disperazione nel tono di voce di Theo face male a Liam, il ragazzo si ingarbugliava con le parole e le sputava in sospiri smorzati che rendeva difficile sentire chiaramente cosa dicesse. “E quando la sogno, quando viene a prenderselo ancora e mi sveglio con il mio cuore in macchina riesco a sentire quel sapore metallico del sangue e sono solo e insomma..è come se fossi tornato lì e non me ne volessi andare ma so che dovrei farlo ma non riesco a scappare, anche se ci provo non ci riesco, ma come dovrei fare a scappare? Come posso scappare sapendo che lei vuole solo riprendersi ciò che è suo? Ho rubato il suo cuore Liam e non posso impedirle di riprenderselo.”

“Non è suo.” disse Liam. Cercando disperatamente di impedire a Theo di parlare prima che finisse davvero per vomitare. Sapeva che Theo era tornato indietro diverso, che dopo l’inferno Theo provava rimorso, che si sentiva davvero colpevole per le cose che aveva fatto ma non fino a quel punto. Non aveva mai pensato che Theo avrebbe mai pensato di dover morire. Che pensasse di meritarselo. “Non è suo Theo. Non più. Ora è tuo.”

“No, io-“

“Riesci a sentirlo no? Ora, riesci a sentire quella.. quella sensazione allo stomaco, quel dolore perché stai soffrendo.” si affrettò a dire Liam. Con la mano aperta sul suo petto, che sfioravano la maglia per sentire il suo stesso cuore. Le parole gli uscivano dalla bocca senza che ci avesse riflettuto troppo. “E quando sei spaventato, lo senti accelerare, senti che batte così forte e hai una sensazione di nausea. E l’altro giorno, quando stavamo scappando, l’hai sentito correre come se non potessi trattenere la felicità, come se stesse per scoppiarti nel petto. L’ho sentito saltare un battito quando ridi, e l’ho sentito al lago e batteva come il mio, così forte che quasi faceva male ma in un modo positivo. L’hai sentito vero?” gli occhi di Theo incontrarono i suoi, il suo mento ricadde in un cenno di assenso.

“Ma non è questo il pun-“

“E’ l’unico punto! E’ il tuo sangue quello che ci scorre attraverso, sei tu che continui a farlo battere. Questo-“ Liam posizionò il suo palmo sul petto di Theo, sentendo il suo cuore battere forte sotto la sua mano. La mano di Theo scattò sul suo polso, stringendolo forte tanto che le ossa scricchiolarono. Liam ignorò il dolore. “Questo è il tuo cuore. Sono le tue emozioni che ci scorrono attraverso. Theo, è tuo e nessuno può prenderselo.”

“Io merito-“

“No. Non dire più che meriti di morire. Non più” ringhiò Liam. “Io non sarei qui se tu lo meritassi. Mi hai salvato la vita un centinaio di volte, hai salvato il mio migliore amico e il mio branco. Hai preso il dolore di Gabe. Non sei più la stessa persona che eri sotto l’influenza dei dottori del terrore.” Theo scosse la testa e Liam si trattenne dal schiaffeggiarlo, ovviamente Theo era un coglione testardo e nel momento in cui Liam cercava di consolarlo, non poteva rendere niente facile. “Cazzo Theo! Questo è il tuo cuore e anche se pensi di meritartelo, se pensi che lei dovrebbe riaverlo, se no vuoi correre allora io giuro su dio che ti costringerò a farlo. Se lei vuole prenderti il cuore e tu non combatterai lo farò io!” ringhiò Liam.

Le parole sembrarono riecheggiare tra di loro. Entrambi respiravano pesantemente, gli occhi di Liam passarono dalla maglia di Theo al suo viso mentre l’altro ragazzo evitava di incrociare il suo sguardo. Liam digrignò i denti.

Theo iniziò ad allontanare la mano di Liam dal suo petto. E Liam lo lasciò fare, con una scusa sulla punta della lingua. Perché cazzo aveva pensato che toccare Theo fosse una buona idea? Ma Theo fermò la ritirata e incrociò le loro dita lentamente. Guardando il modo in cui si incastravano perfettamente come se fosse una cosa affascinante.

“Combatteresti per me?” chiese Theo, con gli occhi ancora incollati alle loro mani. Liam riuscì a ingoiare l’istintiva negazione come se non avesse appena detto quelle parole.

“Amico, ero pronto ad attaccare Stiles perché non voleva essere in squadra con te giocando a golf. penso che se qualcuno cercasse davvero di ferirti diventerei una specie di Hulk.” Le labbra di Theo si arricciarono in un flebile sorriso. Liam usò il pollice per asciugare una lacrima dalla mandibola di Theo. “Ho combattuto i beserkers, l’anuk-ite, i cacciatori e la caccia selvaggia per le persone a cui tengo. Se pensi che non combatterei una bambina per te allora sei un’idiota.”

“Significa che tieni a me?”

“Sei un babysitter davvero bravo. Mi fai sempre stare sveglio fino a tardi e non mi fai mai mangiare le verdure.” deviò l’argomento Liam, chiedendosi se fosse una brutta persona per non voler ammettere a Theo che pensava che fossero amici. Theo rise. La sua testa ricadde e appoggiò la sua fronte alla spalla di Liam e si fermò così. La mano libera di Liam rimase a mezz’aria per colpa del quasi-abbraccio improvvisato.

Dopo qualche secondo si riprese e iniziò ad accarezzare piano i capelli di Theo, lentamente come aveva fatto quando si era trasformato in lupo. Carezze lente e delicate. Riusciva a sentire il respiro di Theo sulla clavicola e i singhiozzi dovuti al pianto che diminuivano sempre più. Forse sarebbe stato ok se non avesse ammesso a Theo che fossero amici, almeno fino a quando riusciva a dimostrarglielo. Nel suo modo contorto.

“Non voglio che tu combatta per me” disse Theo. Liam fermò la mano.

“Non ti lascerò morire, se questa è una cazzata s-“

“Non ti lascerò combattere da solo. Combatterò con te, la caccia selvaggia, i cacciatori, l’anuk-ite e anche Tara. Combatterò con te e..” Theo si interruppe, facendo un sospiro, Liam sentì la sua mano stringersi attorno alla sua, il suo palmo stava sudando. “.. morirei per te e questo mi spaventa ancora di più di lei.” La presa di Liam si strinse attorno ai suoi capelli, tirandoli in un modo in cui sicuramente gli stava facendo male ma Theo non si lamentò, non si mosse nemmeno, la sua testa rimase ferma sulla spalla di Liam, il suo respiro era una brezza calda sulla pelle di Liam. Ovviamente Theo non sarebbe stato d’accordo con l’idea di Liam del ‘non diciamoci che siamo davvero amici’.

Lentamente, Liam rilassò la sua mano nei capelli di Theo, appoggiando il naso alle sue tempie, con il cuore che batteva all’impazzata nel suo petto. Riusciva a sentire il cuore di Theo fare lo stesso. Se avesse avuto una mano libera l’avrebbe appoggiata ancora sul petto di Theo, avrebbe ascoltato il suo cuore sotto al suo palmo e lo avrebbe usato per ricordare a entrambi che era suo. Non importava come l’aveva ottenuto, era suo. Forse le emozioni erano legate al cervello ma Liam non era mai stato bravo in biologia. Sapeva solo che riusciva a percepirle tutte nel suo cuore e sapeva anche che per Theo era lo stesso.  Il battito di Theo era intossicante. Liam era sicuro che sarebbe riuscito a riconoscere il suo battito in mezzo a una folla di mille persone se avesse dovuto perché nessuno sapeva farlo battere nello stesso modo. Forse non era stato il suo inizialmente, ma ora lo era.

“Bè allora per fortuna che non ti lascerò morire.” mormorò Liam, immergendo le dita nei capelli di Theo aspettando che il mondo implodesse all’implicita ammissione di amicizia. “Stronzo.” aggiunse, come se potesse nascondere tutto il resto. Theo rise contro la sua spalla.

 

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I’M BACK I’M BACK I’M SORRY

io cerco anche di essere costante ma non è mica facile quando i capitoli sono lunghi 3 km, ma a parte questo, sappiate che non la lascerò mai a metà giurin giurello.
ma ora vorrei passare alle cose importanti

QUESTI DUE SCEMI MI FANNO STARE DI MERDA TUTTE LE VOLTE INSOMMA TUTTA QUESTA TENSIONE SESSUALE LA SENTITE? PERCHè A ME FA IMPAZZIRE MA SONO DUE SCEMI E INSOMMA MA è POSSIBILE? IO NON CREDO.

CIOE’ LA MANCANZA DI UN BACIO QUA MI DEVASTA IL CUORE.

 

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Capitolo 24
*** The new normal. ***


Liam non era esattamente sicuro di quanto fossero rimasti seduti lì, sapeva solo che aveva le gambe intorpidite e gli formicolavano le dita per il freddo e che sarebbe rimasto felicemente seduto lì fin quando le spalle di Theo si sarebbero rilassate e si sarebbe addormentato. Liam guardò le stelle ascoltando il respiro di Theo che si calmava sempre più, quest’ultimo era ancora immobile, con la fronte premuta contro la sua spalla senza lamentarsi mentre Liam continuava a passargli le dita tra i capelli.

Era quasi riuscito a raggiungere il suo obbiettivo perché la mano di Theo si stava lentamente rilassando nella sua mentre si lasciava cullare dal richiamo di morfeo, quando arrivò un poliziotto avanzando con un espressione severa che fece saltare sul posto Theo, il quale allertato immediatamente mentre alzò una mano e disse che se ne sarebbero andati.

“Dammi le chiavi, guido io.” sospirò Liam, ignorando il bisogno di dormire. Theo non provò nemmeno a lamentarsi, le sue spalle ricaddero sconfitte mentre passava le chiavi in mano a Liam e si lasciava cadere sul sedile del passeggero.

Il poliziotto li osservò finché Liam fece manovra con l’auto - con molta attenzione - per uscire dal campo pregando che nessuno gli chiedesse la sua patente inesistente.

“Dovresti provare a dormire. Troverò un posto dove parcheggiare.” disse Liam. Le labbra di Theo si arricciarono in un sorriso amareggiato.

“Non pensò che dormirò ancora sta notte.” mormorò.

“Provaci e basta. Ok?” disse Liam, con tono disperato.

“Non penso che sia una buona idea lasciarti cercare un parcheggio da solo. L’altra volta mi hai portato in camporel-“

“Amico è successo solo una volta!” borbottò Liam.

“Ti ho lasciato parcheggiare solo una volta. Per ora c’è una possibilità del 100% che tu parcheggi ancora in camporella.”

“C’è una possibilità del 100% che tu sia uno stronzo invece. Ora smettila di cercare di cambiare argomento. Devi dormire. Altrimenti, non ti porterò a Disney World.”

“Sarò io a pagare l’entrata a Disney World.” mormorò Theo. Ma comunque appoggiò con riluttanza la testa contro il finestrino facendo finire la conversazione mettendosi comodo. Le gambe si avvicinarono silenziosamente al grembo di Liam. Liam riusciva a percepire il suo sguardo che gli bruciava il lato destro del viso per quella che sembrò un’eternità. Senza dubbio sperava che Liam si lamentasse del fatto che venisse usato come un poggiapiedi un’altra volta, in modo tale che Theo riuscisse a dormire ancora un po’. Liam, però, per una volta, si rifiutò di iniziare una discussione e alla fine Theo chiuse gli occhi e ascoltò davvero il consiglio di Liam.

O ci provò. Ma il problema di far dormire Theo non era il farlo star zitto, ma far star zitto il suo cervello. Liam ricordava quando i suoi incubi erano al loro picco, quando ogni piccolo rumore in casa o spiffero di vento contro la finestra lo facevano irrigidire nel sonno. La sua testa gli urlava di aprire gli occhi, di muoversi, di prepararsi a lottare qualsiasi cosa fosse lì ad aspettarlo quella volta.

La macchina era ventimila volte peggio della camera di Liam ovviamente. Piuttosto che i rumori occasionali delle tubature che sgocciolavano lì c’era il costante rumore del motore. Anche ignorando il modo in cui entrambi cercavano costantemente di schivare buche nell’asfalto non era esattamente un luogo tranquillo dove dormire.

La mano di Liam si strinse al volante quando Theo si mosse per la diciottesima volta nel giro di quaranta secondi. Aveva le braccia incrociate al petto e aveva aperto leggermente le palpebre come un bambino che cercava di dare una sbirciatina a Babbo Natale. Le sue dita ticchettarono una volta, due. Emise un sospiro irritato.

“Non sono nemmeno stan-“

Liam fece ricadere la mano dal volante e la posò sulla caviglia di Theo. Il dito della chimera si fermò all’istante, rimase sospeso per aria per un momento come un fiocco di neve nell’aria. Infine ricadde e strinse la mano a pugno mentre si rigirava sul sedile un’altra volta.

“Ti sveglio se succede qualcosa” promise Liam. Theo aprì un occhio scettico.”devi chiudere gli occhi per dormire” disse Liam, con un sorriso divertito in viso. Theo roteò gli occhi in modo teatrale, sbuffando prima di richiuderli.

“Si… ok, ci proverò” disse Theo mentendo spudorata, cosa davvero strana per una persona che diceva bugie facilmente.

Nonostante sapesse che stava mentendo Liam non ribatté, si concentrò solo sulla strada e si rifiutò di pensare a quante leggi stava probabilmente infrangendo guidando senza patente e non facendolo nemmeno con attenzione. Nonostante ciò, non smise di guidare, guidò finché non sentì le gambe indolenzite per colpa del peso dei piedi di Theo che vi erano appoggiati sopra, finché i suoi occhi non minacciavano di chiudersi e le mani non erano più ben salde sul volante, chiedendosi come fosse possibile che inizialmente avesse avuto paura di guidare. Guidò finché quella patetica bugia diventò realtà e la testa di Theo continuava a picchiare contro il finestrino ogni volta che Liam beccava una buca sulla strada mentre dormiva.

La cosa fastidiosa era che anche se Theo aveva mentito Liam no. Era stato sincero quando gli aveva detto che lo avrebbe svegliato se avesse percepito anche il minimo cambiamento di battito cardiaco o di ciglia. Non era un idiota, aveva capito che Theo non aveva mai incubi quando era con lui, o, una volta iniziato Liam aveva la capacità di scacciarlo con il suo metodo del tenersi per mano. Sapeva benissimo che si sarebbe potuto addormentare e Theo non avrebbe avuto problemi fino alla mattina, il che, data l’estrema oscurità che li avvolgeva, non doveva essere molto lontana.

A meno che il fatto che l’ora più buia fosse quella prima dell’alba fosse solo una leggenda, bè Liam non aveva mai fatto troppa attenzione alle fasi della notte.

Leggenda o no non era importante. Non importava se l’alba fosse stata dopo 30 minuti o 30 ore, non quando Liam aveva promesso a Theo di svegliarlo se ce ne fosse stato il bisogno. Non importava che Liam avesse solo una minima certezza che forse solo il fatto che lui fosse lì sarebbe servito per tenere a bada gli incubi di Theo, che fosse perché Theo inconsciamente facesse affidamento ad un altro battito cardiaco, una cosa che onestamente Liam non era sicuro che Tara avesse pensato quando aveva trascinato Theo nel sottosuolo. O perchè, come Liam, Theo aveva trovato la sua ancora, forse non per i suoi poteri ma che lo tenesse lontano dai suoi brutti ricordi. Liam comunque non voleva rischiare.

Perchè, sia che Theo lo ammettesse o no la mattina dopo, aveva scelto di accettare Liam nella sua vita. Aveva potuto scegliere se mandarlo a fanculo o andarsene nel momento in cui Liam si fosse intestardito ma non l’aveva fatto. Aveva potuto scegliere la notte prima di lasciar continuare il viaggio a Mason. Aveva avuto l’opportunità di lasciarlo a Las Vegas.

Nessuno dei due poteva più credibilmente dire che erano dove erano per necessità, o perché non avevano niente di meglio da fare. Si fidavano l’un l’altro, e non semplicemente in un modo da ‘combatterei con te’ ma molto di più.

Era molto più di quello. Era probabilmente diventato molto più di quello dalla volta in cui Theo aveva aperto la sua stupida bocca e aveva raccontato a Liam di quella volta in cui era andato al cinema con Stiles vestito da Chewbacca e non c’erano dubbi su quello.

Theo si era fidato di lui dicendogli quella che era la sua discutibile paura più grande e tutte le volte in cui intenzionalmente o no si era addormentato fidandosi del fatto che Liam lo avrebbe tenuto lontano da sua sorella.

Forse Liam non era in grado di combattere i demoni che affollavano la mente di Theo, non poteva tirare un pugno a un fantasma che in teoria era ancora intrappolato nell’inferno, ma poteva certamente assicurarsi che Theo non venisse perseguitato dai ricordi per qualche ora.

E quindi quando finalmente parcheggiò, nascondendosi sotto ad un salice piangente per far in modo che non venissero visti dai poliziotti ficcanaso che sembravano sempre più interessati a cacciarli via piuttosto che chiedersi perché due ragazzini stessero dormendo in macchina nel bel mezzo del nulla, si sistemò meglio sul sedile del guidatore e usò la mano libera per frugare nel cassetto del cruscotto, prendendo un quaderno e una penna.

Liam girò piano le pagine, scorrendo le poche liste della spesa che consistevano fondamentalmente in parole sbarrate e da una scrittura da zampe di gallina che diceva ‘non hai i soldi coglione’ piuttosto che aver scritto cose utili.

Tenere in equilibrio il quaderno per iniziare a scrivere una sua lista non era affatto facile, le sue dita erano ancora ferme sulla caviglia di Theo e si rifiutava di spostarle per non svegliarlo e cercare di tenerlo tranquillo per evitare di fargli rivivere l’ennesimo incubo.

Liam voleva rimanere sveglio nel caso Theo ne avesse avuto bisogno ma non per questo voleva svegliarlo. Era abbastanza sicuro che se Theo avesse avuto voce in capitolo lo avrebbe obbligato a svegliarlo appena avesse fermato la macchina ma fortunatamente Theo non aveva potuto dir nulla e quindi Liam fece di testa sua, tenendo in equilibrio precario il quaderno sulla coscia e cercando di scrivere con la mano sinistra parole che erano praticamente illeggibili .

*

“Cosa stai facendo?” Liam avrebbe voluto dire che non si spaventò quando la voce roca di Theo interruppe l’annebbiamento della sua mente dovuto al sonno ma quella sarebbe stata una bugia. Liam si costrinse a battere le palpebre, pensando a quanto fossero secchi i suoi occhi, poi si girò per guardare Theo. Gli occhi di Theo erano ancora assonnati mentre lentamente cambiava posizione, spostando finalmente le gambe dal grembo di Liam. Liam sentì le gambe formicolare mentre il sangue ritornava a scorrere normalmente.

“Hai dormito.” rispose Liam con voce roca.

“Tu no.” disse Theo fissando Liam con sguardo accusatorio. Come se il fatto che Liam avesse passato una notte insonne fosse un peccato inaccettabile.

“Avevo detto che ti avrei svegliato se ne avessi avuto bisogno.” Mormorò Liam, cogliendo l’occasione per stiracchiarsi anche lui. Non era sicuro di quanto tempo avesse passato seduto nella stessa posizione, scarabocchiando idee sicuramente stupide ma il sole si era finalmente alzato in cielo. Splendendo decisamente troppo intensamente per gli occhi privati di sonno di Liam.

Liam riconsiderò di dire a Theo la sua idea delle tende.

“Avresti dovuto svegliarmi.” borbottò Theo, passandosi una mano sul viso mentre cercava di svegliarsi da quello che Liam avrebbe felicemente definito un sonno ristoratore. Liam non sottolineò il fatto che a Theo serviva molto di più dormire rispetto a lui. “Cosa stavi scrivendo?”

“Oh si.. Io stavo.. stavo facendo una lista.” disse Liam. L’ansia gli iniziò a scorrere nelle vene. Era sembrata un’idea geniale quando aveva iniziato. Cazzo, pensava fosse ancora un’idea geniale, solo che.. non era sicuro di come avrebbe reagito Theo. Se l’avrebbe preso i giro o si sarebbe arrabbiato o gli avrebbe rivolto quello stupido sguardo felicemente impressionato che gli si dipingeva in viso ogni volta che Liam faceva qualcosa di carino per lui perché sembrava non capire il motivo per cui Liam avrebbe dovuto fare una cosa simile.

“una lista? Pensavo che odiassi le liste:” Liam spostò la lista dalla vista di Theo quando la chimera si sporse per dare una sbirciatina.

“Le odio. Sono stupide, ma tu hai tutta sta cosa del ‘rispetta le liste’ quindi ho pensato che saresti stato meno infastidito quando avessi deciso di dirti il contenuto della lista.” ammise Liam, ticchettando con la penna sul quaderno, guardando fuori dal finestrino. Il cruscotto era letteralmente pieno di piccole foglioline che erano cadute dal salice durante la notte.

“E cosa c’è nella lista?” chiese Theo, facendo un movimento della mano per sottolineare il fatto che voleva vederla senza davvero spostare il braccio. Liam sapeva che Theo si aspettava che gliela porgesse ma a quel punto tutto quello a cui riusciva a pensare era che forse stava cercando di usare la forza per prendere il quaderno. Un sorriso apparse sul viso di Liam mentre scarabocchiò un ‘usare la Forza’ alla fine della lista. “Liam.” Theo diede un colpetto con il piede a Liam.

“Cose.”

“Molto utile.”

“Com’è che sei sveglio da tre secondi e sei già riuscito a fare lo stronzo?”

“E’ un talento.” disse calmo Theo. “Se tu non-“

“E’ una lista di Theo.” lo interruppe Liam, prima che Theo fosse abbastanza sveglio per usare completamente il suo sarcasmo.

“Una lista di Theo.” ripeté Theo. Si sedette lentamente con occhi attenti.

“SI. Insomma.. ascolta, è che tipo.. la scorsa notte-“ le spalle di Theo si irrigidirono.

“Possiamo evitare di parlare-“ iniziò Theo.

“- non ho mai pensato a te come una persona.” si affrettò Liam.

“Bè questa è una cosa che tutti amerebbero sentire.” disse seccamente Theo.

“Ok è uscito male.” disse Liam. “Insomma, so che hai avuto una.. crescita difficile?” Theo rise a quella che forse era stata la frase del secolo. “Ma non ho mai davvero messo le due cose insieme. Io.. insomma tu ti sei comportato in modo normale per la maggior parte del tempo.”

“Grazie.”

“Puoi per piacere abbassare quel sopracciglio e lasciarmi parlare?” sbuffò Liam. Theo alzò il sopracciglio ancora di più. “So che ti sei perso delle cose per colpa di.. tutto, ma non ho mai davvero realizzato quanto tu ti fossi perso fino all’altra sera quando-“

“Non ne voglio parlare.” disse Theo.

“Hai un sacco di brutti ricordi e immagino di non sapere nemmeno la metà delle cose che ti sono successe ma so che l’età tra gli otto e i diciotto sono tipo.. importanti, sono gli anni della formazione.”

“No, non è vero. Gli anni della formazione sono di solito considerati quelli prima dei-“

“Va bene allora la tua adolescenza.” sbuffò Liam. “Non è quello l’importante, la cosa importante è che tu non hai nemmeno idea di come si giochi a bowling ok? e solo dio sa quante altre cose ti sei perso durante la tua fase emo.”

“Fase em-“ iniziò Theo.

“Il fatto è! E potrei sbagliarmi di grosso perché insomma non ho dormito ma, tutte le cazzate che le persone fanno da bambini o adolescenti sono.. importanti e poi con i tuoi incubi-“ Theo serrò la mascella ma rimase in silenzio. “ti sei perso tipo.. tutte le cose belle di essere un adolescente e immagino che quando tu vada a dormire tu abbia forse una manciata di bei ricordi risalenti a prima dei dottori del terrore che però saranno contaminati da quello che è successo dopo quindi dovremmo crearci dei nuovi bei ricordi. Dei veri ricordi.. penso che ti potrebbero aiutare.”

“Non ho idea di cosa tu stia parlando.”

“Ho scritto una lista di cose da fare. Ma non è come una lista di cose da fare prima di morire, è più un ‘tieni Pinocchio, vuoi imparare ad essere un bambino vero allora segui questi semplici punti.”

“non sono Pinocchio.”

“Allora, c’è sgattaiolare fuori casa-“ iniziò Liam con il primo punto della lista. “il che , insomma non è che tu possa davvero sgattaiolare fuori casa quando vivi da solo. Ma, siamo scappati dal motel in Idaho quindi lo conto come fatto. Poi c’è fare after, cosa che insomma, sei molto bravo a fare-“ Theo si lasciò scappare una risata esasperata. “Maratona di film, che abbiamo fatto con Star Wars e- ok l’abbiamo fatta- giusto! Andare a un concerto.”

“Liam questo non-“

“Suonare fra martino con il flauto dolce e odiarlo. Tingerti i capelli-“

“Scordatelo.”

“Ballo scolastico, o qualcosa del genere, visto che hai finito la scuola e non sono sicuro di come tu possa fare-“

“E’ ridic-“

“Ma lasciami pensare e troveremo un modo. Oh e ti devo insegnare a giocare a mini golf perché anche se l’hai già fatto nessuno dovrebbe giocare così male. Andare a una festa di compleanno, fare la propria festa di compleanno, come festeggiavi il tuo compleanno quando eri come i dottori del terrore? Ti facevano una torta? Sai almeno quando compi gli anni? E Natale, devi andare a una festa di Natale, o qualsiasi cosa tu festeggi in quel periodo non so se tu sia interessato a tutte le cose di Natale. Solo insomma, qualche festa d’inverno perché sono divertenti. Anche Halloween ovviamente, perché ti devi per forza mettere un costume imbarazzante e andare a fare dolcetto o scherzetto.”

“Sono un po’ troppo grande per andare a fare dolcetto o scherzetto.”

“Stiamo letteralmente andando a Disney Word. Non è una scusa valida in questo momento. Ma parlando di vecchiaia. Ho segnato anche le cose più infantili che probabilmente hai fatto ma che non ricordi, o che non potevi fare per via dei.. tuoi attacchi di asma. Tipo fare una parete da scalata. Fare un fortino con le coperte, fare un picnic, e una battaglia a palle di neve, oh e fare un angelo nella neve e- perché mi guardi così?”

“Quanto è lunga questa lista?”

“Per ora solo tre pagine-“

“Per ora? Pensi di scrivere altre?”

“Bè si. Hai bisogno di un’esperienza completa. Hai detto che non hai un lavoro no? Quindi quando torneremo a Beacon Hills puoi completare la lista e io ti posso aiutare con alcuni punti. Sarò tipo il tuo Obi-wan per le esperienze da normale adolescente.”

“Lascia perdere Liam. Non è-“

“No. Non è questo che le persone sane fanno con i problemi psicologici e quindi dovrai affrontare questa lista iniziando da stanotte visto che berremo come delle merde finché non ricorderemo nemmeno i nostri nomi, quindi nemmeno i problemi.”

“Non mi sembra un’opzione molto sana.” disse calmo Theo.

“Amico sono un licantropo adolescente con un problema di IED e parecchi anni di traumi alle spalle. Se vuoi fare cose sane vai da uno psicologo.” rise Liam. Theo arricciò le labbra in un sorriso mentre chinava la testa cercando di nasconderlo.

“Quindi è tipo lo zoppo che insegna a camminare?” chiese Theo.

“Più o meno si.” Liam si leccò le labbra, sentendo l’ansia farsi strada di nuovo nella sua mente. “Quindi.. uhm.. cosa ne pensi?”

“Penso che diventi strano quando non dormi.” disse Theo.

“E’ un no per il bere?”

“No. Quella parte sembra abbastanza allettante.”

“Quella parte? Che parte non va bene?”

“La parte in cui pensi di essere in grado di potermi insegnare ad essere più o meno normale.”

“Io sono completamente normale!”

“Hai appena passato la maggior parte della notte a scrivere una lista su come essere normale, per me.”

“Questo dimostra solo che tu non sei normale.”

“Si, giusto. Penso che tu sia normale allora, solo con un disturbo di IED e anni di traumi alle spalle e cosa stavi dicendo l’altro giorno? Che hai quasi ucciso Stiles e De-“

“Ok. Ti sei fatto capire.”

“Davvero? Perché ho oltre altre ragioni val-“

“Vuoi il mio aiuto o no?”

“Mi stai chiedendo se voglio essere il tuo strano atto di beneficenza? No. Non molto.”

“Ok. Lezione numero uno di come far diventare Theodork un ragazzo normale-“

“Fott-“

“Quando qualcuno sta in piedi tutta la notte per assicurarsi che tu stia bene e pensa di distrarsi scrivendo una lista piena di esperienze che pensa tu possa esserti perso nella tua vita, è chiamata amicizia. Non beneficenza.”

“Siamo amici?” disse Theo, questa volta Liam non si sforzò di nascondere il suo sorriso. Anche se non era completamente sicuro che Theo sapesse che stava sorridendo. Non era smagliante, era solo una piccola incurvatura nelle sue labbra.”

“Ovviamente.” rise Liam, facendo finta che il suo cuore non stesse battendo come le ali di un colibrì. “Non avrei dato buca a Mason per chiunque. Quindi fai in modo che ne sia valsa la pena ok? Il che significa, bere, Disney World e forse anche fare un castello di sabbia quando arriviamo in Florida.”

“Non hai mai pensato che forse io non voglio essere tuo amico? chiese Theo, allargando il sorriso.

“No. Sono fantastico.” disse seriamente Liam.

“Levati dal mio sedile Liam.” rise Theo, spingendolo contro la portiera. Liam non si lamentò, a parte qualche bestemmia sottovoce, saltò giù per permettere a Theo di sedersi sul sedile del guidatore. Un secondo dopo era in macchina, accovacciandosi sul suo sedile mentre Theo metteva in moto e si allontanava dall’albero. “Sai che mi aspetto un braccialetto dell’amicizia vero?”

“Rimpiango all’istante di averti detto che siamo amici.”

“Sicuro.” rise Theo. “Dormi un po’ Pumpkin. Ti sveglio per la colazione.”

*

Per Liam la giornata passò in un batter d’occhio. Principalmente perché dormì la maggior parte del tempo. Theo lo svegliò solo per trascinarlo dentro e fuori dai diner per la colazione e il pranzo. Quando l’ora di cena si stava avvicinando Liam rimase nel mondo dei viventi per non più di un piatto di patatine mentre Theo stava passando il cartello ‘welcome to Arkansas’.

Theo portò Liam la cena del McDonald visto che ne era particolarmente nostalgico. I due erano seduti nel retro del pick-up, con le gambe a penzoloni mentre mangiavano. Il telefono di Liam era appoggiato alle sue gambe mentre continuava a scorrere pagine dopo pagine troppo occupato a guardare lo schermo per accorgersi che Theo stava rubando metà delle sue patatine. Non che gli sarebbero mancate, era troppo impegnato a pianificare Disney World per ricordarsi delle patatine fritte.

“- ma se iniziamo da adventureland finiremo fradici dopo l’attrazione di Pirati dei Caraibi e dovremo camminare fradici tutto il giorno. Quindi forse dovremmo iniziare da tomorrowland dopo tutto.” borbottò Liam, controllando il piccolo schermo. “E andremo anche a Animal Kingdom? Perché se andiamo dobbiamo salire su tutto. Insomma costa un casino quindi dobbiamo andare ovunque no?” Theo era in silenzio. “Theo?” provò di nuovo Liam, girandosi verso di lui. “Cosa stai-“ Gli occhi di Liam scattarono sulla bottiglia che Theo teneva in mano mentre la portava alla bocca e ne faceva un piccolo sorso, facendo una smorfia subito dopo. “Hai iniziato a bere senza di me?”

“No.” disse Theo.

“Amico!”

“Hai continuato a parlare di Disney world per un’ora.” disse Theo offrendo la bottiglia a Liam. “Ovviamente vuoi andare prima a tomorrowland, per questo continui a tornarci. Scelta fatta, ora stai zitto e bevi.”

“Sei un ubriacone cattivo.” disse Liam rubandogli la bottiglia di mano e facendo un lungo sorso. Se ne pentì il secondo dopo quando il liquido gli colpì la lingua. Aveva un sapore pungente che lo lasciò con le lacrime agli occhi mentre si sforzava di deglutire. Theo guardò Liam e rise fin troppo divertito, con gli occhi che brillavano. “Avresti potuto avvertirmi.” sibilò Liam.

“Ho pensato che sarebbe stato più divertente se non l’avessi fatto.” disse Theo. “Ovviamente avevo ragione. Sembrava che ti fossi cagato dentro per un momento.”

“Oh perché a te piace il sapore di questo acido?” chiese Liam, Theo non rispose, si riprese solo la bottiglia dalle mani di Liam così forte che Liam perse l’equilibrio accanto a lui.

“Attento.” disse Theo, fece un altro sorso, un sibilò fuoriuscì dai suoi denti mentre cercava di deglutire. Liam doveva dar ragione a Theo, guardare la razione dell’altro dopo aver bevuto era abbastanza divertente. Theo si sdraiò, appoggiandosi solo con un gomito mente passava la bottiglia in mano a Liam.

“Quindi, cosa implica l’ubriacarci fino a non ricordarci i nostri nomi?” chiese Theo. Liam fece una piccola alzata di spalle, guardando il liquido con una smorfia che sicuramente era simile allo sguardo tradito sul viso di Theo. Fece un piccolo respiro per prendere coraggio,  che Theo trovò esilarante, e fece un altro sorso.

Liam fu felice di scoprire che la seconda volta era un po’ più semplice, forse perché il primo sorso gli avevo già bruciato le viscere. Comunque, non era una bella sensazione. Era come un mix di vodka, vernice e benzina. Il che, pensandoci, Liam non sarebbe rimasto sorpreso se Dodo ci avesse messo dentro un po’ di benzina.

“Beviamo e basta.” disse pigramente Liam. Sentì le parole calde sulla lingua, l’alcool lasciava dei baci bollenti sulle sue labbra, Liam le fece scoccare sperando che avrebbe risolto un pochino la situazione. Ovviamente non fu così.

“Sembra divertente.” disse Theo. Liam era felice del fatto che Theo avesse iniziato a bere prima che glielo dicesse quindi per il calore che sentiva nascere nel petto poteva decisamente incolpare il fatto che Theo avesse contraddetto il suo tono disinteressato con la gioia che gli occhi per il bruciore dell’alcool.
 

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ok capitolo di passaggio ma insomma, ora possiamo dire che sono AMICI.direi che è un traguardo importante dopo settimane di road trip.

vi anticipo già che il prossimo capitolo è infinito ma ho già iniziato a tradurlo, spero di non farvi aspettare troppo ma il lavoro mi toglie un sacco di tempo.

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Capitolo 25
*** Teachable moments. ***


Liam tastò la coperta numerose volte alla ricerca del suo cellulare mentre Theo gemeva di dolore ogni volta che Liam lo colpiva sulle gambe. Quando finalmente lo trovò vide la faccia di Mason che lo fissava.

“Mason ci sta chiamando!” esclamò Liam. “Ora, ora rispondo.”

“Non dirgli che stiamo bevendo.” biascicò Theo.

“Perchè?”

“Scott non sarebbe felice di sapere che sto facendo ubriacare il suo piccolo beta.”

“Non sono io che ti sto facendo ubriacare? Questo era.. non ti sto facendo ubriacare? Non sto rispettando la lista?”

“No, stai facendo-“ disse Theo fin troppo sincero. “Stai facendo davvero un ottimo lavoro nel farmi ubriacare ma vedi..mi stai facendo ubriacare perché ti ho portato sulla brutta strada.” disse Theo e poi continuò piegando la testa e abbassando il tono di qualche decibel mentre respirava profondamente cercando di imitare Darth Vader. “Benvenuto nel lato oscuro, mio giovane Padawan Pumpkin.”

“Il nome Theodork ti calza a pennello in questo momento.” disse Liam il più seriamente possibile, il che era abbastanza difficile visto che Theo aveva lasciato ricadere la testa all’indietro ed aveva iniziato a ridere fragorosamente dalla prima parola e con la testa aveva colpito il pick up così forte che probabilmente gli aveva fatto male.

“E’ Darth Theodork per te.” rise Theo.

“Io preferisco Master Theodork.” disse Liam.

“Bè questo è abbastanza da pervertiti.” lo canzonò Theo. “Forse è meglio se tieni le tue fantasie per te e rispondi al tel-“

“Ok innanzitutto ew, che schifo e secondo-“ Liam rispose al telefono con tono drammatico e fece ridere ancora Theo.

“Hey- Theo zitto -Heyy!” disse Liam portandosi il telefono all’orecchio.

“E’ una videochiamata amico.” disse Mason.

“Giusto.” mormorò Liam, spostando il telefono dall’orecchio e tenendolo davanti al suo viso. “Eccoti!” rise Liam, salutandolo con la mano. “Hey- hey. amico, saluta.” disse con il broncio, Theo semplicemente alzò un sopracciglio.

“Pensavo dovessi star zitto.”

“Oh mio.. dì solo ciao, stronzo.”

“Ciao stronzo.” ripeté Theo calmo, con il labbro che tremava mentre cercava di trattenere una risata, Liam guardandolo si dovette coprire la bocca con la mano per nascondere la sua di risata.

“Siete ubriachi?” squittì Mason. Liam sentì le voci sommesse del branco e uno scalpitio di passi mentre si muovevano per dare al telefono, e a Liam, la loro attenzione. Liam spalancò gli occhi, girandosi verso Theo, con le sopracciglia alzate in una domanda silenziosa. Theo gonfiò le guance facendo una strana smorfia mentre scuoteva la testa. Liam rigirò lo sguardo verso il telefono.

“no.” disse serio, mimando la smorfia di Theo e scuotendo la testa.

“Bravo.” lo lodò Theo, dandogli una pacca sulla spalla.

“Pensi che ci abbia creduto?” sussurrò Liam. O meglio, ci provò, perché onestamente quello che uscì dalla sua bocca era più simile ad un urlo rauco.

“E’ un umano. Gli umani credono a tutto.” disse Theo.

“Si.. voi due siete sicuramente sobri.” disse Mason. Theo fece un gesto verso il telefono come per dire ‘vedi, te l’ho detto’ ma finì per far caderlo cadere. Il cellulare scivolò dalle sue mani, colpendo il metallo con un tonfo. Quando Liam lo riprese tutto il branco era radunato attorno allo schermo e li stavano guardando curiosi come se lui e Theo fossero un documentario estremamente interessante. Derek, per una volta, era l’unico a non essere accigliato, invece, stava sorridendo divertito.

“Significa che Dodo è ancora vivo?”

“Ha rinominato Liam ragazzo di chiesa.” disse Theo, con un ghigno.

“Oh wow.” fece Stiles e in qualche modo, anche con la bocca spalancata sembrava comunque che stesse sorridendo alla vista di un Theo ubriaco. “Qualcuno deve fare un video per futuri ricat-“

“Come fai a far ubriacare dei licantropi?” chiese Mason, girandosi verso Derek. Liam salutò Scott, mentre le sopracciglia di quest’ultimo facevano una strana danza, una sembrava divertita e l’altra preoccupata. Liam non era sicuro di come fosse possibile che le sopracciglia di Scott dicessero cose diverse ma, insomma, Scott aveva sempre avuto delle sopracciglia molto espressive.

“Non berrei mai.” disse Liam.

“Fermentazione.” disse Theo, risucchiando le guance e Liam pensò che stesse cercando di far capire che ‘non sentiva nulla’ ma la faccia che fece sembrava più una stupida imitazione della Blue Steel.

“Fermentazione?” ripeté Scott.

“Fermentazione. Stavo cercando di dargli da mangiare cinque volte al giorno come il bravo babysitter che sono, ma accidentalmente ha mangiato delle mele andate a male invece che delle mele normali e sai.. la biologia.. fermentazione.. ora è ubriaco.” finì Theo. Un’altra volta con un’espressione seria come se non stesse dicendo la cazzata più grande del secolo. Scott sembrò finalmente decidere di essere divertito,

“Quindi le mele fanno questo effetto?” chiese. Theo annuì.

“E’ che.. io amo un sacco le mele.” disse Liam.

“E’ vero.” disse Theo. “Ed è per questo che gli do un sacco di mele, tipo un orto intero, perché non sono un signore dei Sith.”

“Cosa sta succedendo?” chiese Stiles, ridendo istericamente. Liam pensò di aver sentito Derek dire qualcosa tipo ‘ davvero, è questo il tizio che vi ha quasi ucciso?’ in un sussurro.

“Hey! Può succedere. sai, gli scoiattoli, si ubriacano con le ghiande e una volta io ho trovato un procione ubriaco in giardino.”

“Come fai a sapere che era ubriaco?” chiese Theo. “hai tirato fuori l’etilometro?”

“Non essere stupido. Stava mandando un messaggio da ubriaco alla sua ex.” disse Liam. I due iniziarono a ridere contemporaneamente, con la testa all’indietro mentre ridevano.

“Pensi che sappiano che non sono simpatici?” chiese Lydia.

“Lui non è simpatico.” disse Liam indicando con il pollice Theo, quasi mettendoglielo nell’occhio nel farlo. “Ma io sono esilarante. Insomma, una volta ho incontrato un procione ubriaco.”

“del quale non ci hai ancora detto nulla.” disse Malia.

“Giusto! Niente quindi, una settimana dopo Halloween non avevamo ancora buttato via la zucca, ed era una zucca davvero bella, sono riuscito a farne una in cui riuscivi a vedere attraverso, no? Tipo quelle che scavi ma non troppo quindi sono super sottili ma non sono davvero tagliate e quindi sono ancora più inquietanti no? E- Amico sai cosa dovremmo fare per il tuo dolcetto o scherzetto? Dovremmo andare vestiti da Star Wars e dovrebbero venire tutti così ci possiamo travestire tutti. Potremmo comprare tipo della cera prostatica e far diventare Stiles davvero Jar Jar Binks.”

“Avete intenzione di andare a fare dolcetto o scherzetto?” chiese Corey.

“Pensaci, il procione fa quel verso come Jar Jar, sai quando fa quell’urletto, aspetta, no quello è il robot giusto? R23po.”

“Quello non.. come fai a sbagliare quel nome?” sospirò Mason. “C3PO e R2D2. Non è difficile amico.”

“A parte Star wars-“ disse Scott, ignorando lo sguardo offeso di Stiles. “Hai intenzione di dirci cosa è successo con la zucca?”

“Niente? Era davvero una bella zucca.” disse Liam.

“Cosa?”

“Sta parlando del procione ubriaco coglione.” rise Theo.

“Il proc..? Oh! Si! Ok quindi è successo dopo Halloween e la zucca era ancora fuori perché mia mamma voleva che papà la buttasse perché aveva promesso che l’avrebbe fatto ma continuava a dimenticarsi quando tornava dal lavoro e io non.. non la volevo toccare, insomma era diventata tutta molle e rugosa e puzzava un sacco quindi-“

Theo si alzò improvvisamente. Liam interruppe il raccontò e guardò Theo che sia girava sul posto, con le mani sui fianchi come se stesse camminando su una fune.

“Stai bene?” chiese Liam avvicinandosi. Theo mosse la mano in un modo che Liam interpretò come un ‘sto bene’ finché Theo non saltò giù dal pick-up con un salto sgraziato. Si raddrizzò e iniziò a camminare.

“Dove stai andando?” chiese Liam rincorrendolo, con il telefono tenuto precariamente tra le dita. “Theo, dove stai andando? Dove sta andando? Perché te ne vai?”

“Vado a pisciare, smettila di seguirmi!” urlò Theo, correndo tra gli alberi con rinnovato vigore. Liam si bloccò sul posto.

“Oh.. divertiti.”

“Amico-no.” rise Mason.

“Non pensavo nemmeno che il diavolo in persona pisciasse..”

“Cosa stai dic-“

“E poi è arrivato il procione.” disse Liam, girando sui tacchi. Qualche secondo dopo si era riseduto sul retro del pick up, cercando con fatica di rimettersi la coperta sulle gambe mentre parlava. “E quindi la zucca era ancora lì e il procione era affamato e la spazzatura era stata portata via tipo il giorno prima quindi non c’era nient’altro da mangiare quindi ha mangiato la zucca e- Aspetta dove è andato Theo?”

“Dio è un pesce rosso.”

“Non sono un pesce rosso! Non ho le branchie.” borbottò Liam. “Ma vi immaginate se le avessi? Potrei nuotare per sempre.”

“Si.. sicuro amico, sarebbe molto figo.” lo calmò Mason. “quindi hai intenzione di dirci perché tu e Theo vi state ubriacando o..”

“ma il proc-“ iniziò Scott.

“Niente ha zampettato un po’ in giro e alla fine è svenuto, mi ha mandato il video. Te lo faccio vedere dopo, ok? Quindi Li-“

“Sembrava divertente.” disse Liam, prendendo la bottiglia e prendendone un altro sorso, il liquido gli bruciò la gola. “Penso che le mie pupille gustative siano morte.”

“Vedrai domani!” disse Derek. “Dodo non usa esattamente alcool di qualità.”

“Come fai a conoscere Dodo?” chiese Liam.

“Cosa o chi è Dodo?” chiese Stiles.

“Un nonno del fuoco pazzo.” disse Liam.

“Pumpkin!” Liam alzò la testa al richiamo, con un sorriso in viso mentre guardava Theo avvicinarsi.

“Dove eri andato?”

“Sono abbastanza sicura che gli stia ammazzando i neuroni non le papille gustative.” mormorò Malia.

“Ti ha appena chiamato-“ iniziò Mason.

“Dì ciao. Dobbiamo andare, ho appena trovato un’amica“

“Ha trovato un’amica mentre pisciava?” chiese Corey confuso. Liam girò la testa verso la linea di alberi quando Theo la indicò, guardando la ragazza che si affacciava all’inizio della radura.

“Come fai a-“

“Si è persa mentre faceva la pipì, ci siamo conosciuti così.”

“Cosa-“

“Si, ho sentito.” disse Stiles.

“Andiamo.” disse Theo, ignorando la domanda mentre si avvicinava alla macchina. Tornò un momento dopo con due bottiglie di acqua vuote. Liam lo guardò mentre divideva l’alcool restante nelle bottigliette, o almeno, quello che ci stava. “Se vogliamo fare davvero sta cosa del bere la dovremmo fare in un bar.”

“Se? Pensavo che stessimo già facendo la cosa del bere?”

“Emmie ha detto che non conta finché uno dei due non farà qualcosa di così imbarazzante da farci venire voglia di vomitare tutte le volte che ci si ripenseremo per il resto della vita.”

“Chi è Emmie?”

“La mia amica di pipì.” disse Theo, in un tono da capitan Ovvio. Girò sui tacchi, con le bottigliette piene di alcool in mano mentre si allontanava.

“Sto iniziando a pensare che mi spaventa molto di più ora che non è più cattivo.” borbottò Stiles. “Insomma, amica di pipì? Chi cazzo-“

“PUMPKIN! DATTI UNA MOSSA!”

“ok, devo andare..”

“Vedi, l’ha fatto ancora! Non è tua mamma che ti chiama Pum-“

“Buona serata ! Vi chiamerò ragazzi!” si affrettò Liam.

“Buona fortuna per domani!” disse Derek. Liam riattaccò, facendo scivolare il cellulare in tasca e saltò giù dal pick-up inciampando solo un pochino.

*

Dopo che Mason era venuto a sapere del sovrannaturale e le cose si erano calmate un po’ aveva iniziato a fare un sacco di domande. Aveva chiesto se le sirene fossero vere, se i vampiri assomigliassero di più a quelli di Buffy o a quelli di Twilight e se fosse vero che i troll vivevano sotto ai ponti. Quando Liam aveva risposto a tutte queste domande con un ‘non lo so’ Mason aveva deciso che si sarebbe risposto da solo per informare anche Liam sul sovrannaturale  e per le settimane seguenti sia lui che Corey lo trovarono sempre con il naso immerso nel bestiario che teneva sul telefono o intento a spiegare loro una qualsiasi cosa sovrannaturale che aveva appena scoperto.

Le sirene erano vere ma di solito di trovavano nel mar Ionio. I vampiri erano veri ma erano più simili a delle zanzare che altro che pungevano e ti succhiavano un po’ di sangue lasciandoti del prurito per giorni ma senza prenderti mai abbastanza sangue da poterti uccidere. I troll invece si erano estinti negli anni ’60.

Mason aveva passato tre giorni sulle fate. Facendo sanguinare le orecchie di Liam a furia di fargli ascoltare storie su magia e inganni e bellezze eteree che ammaliavano le persone.

La prima volta che Emmie gli sorrise, Liam pensò subito che doveva essere stata una Fata che li avrebbe portati in un’avventura divertente. Non era bella, ma a renderla affascinante era il modo in cui la luna illuminava la sua pelle candida e si specchiava nei suoi occhi scuri, facendo sembrare le sue iridi carboni ardenti mentre le sue labbra erano arricciate in un sorriso che diceva ‘ Farò un sacco di casini e me li godrò tutti’. Si era accesa una sigaretta, si era girata e poi era inciampata su una radice. Aveva colpito il terreno con un tonfo e aveva riso così forte che gli uccelli che erano appollaiati sugli alberi erano volai via spaventati.

“Credeteci o no-“ disse, con un accento inglese che la faceva sembrare fin troppo elegante per una che cadeva su dei rami e aveva conosciuto Theo mentre pisciava. “Sarei caduta anche se non fossi stata ubriaca.” Liam la guardò mentre si ripuliva e raccoglieva la sigaretta dal terreno. “Comunque.. andiamo al bar?” non aspettò una risposta prima di iniziare a saltellare tra gli alberi come un cucciolo fin troppo felice.

Liam l’aveva seguita chiedendosi se le fate ti incantassero per farsi seguire mascherandosi da adolescenti ubriache che stavano per sbronzarsi nel bosco. I due le corsero dietro, soprattutto Liam che la seguiva come una nonna apprensiva pronto a prenderla al volo se fosse inciampata di nuovo. Parlarono e basta, di frivolezze come del fatto che poco prima fosse andata in panico nel momento in cui aveva visto Theo e quindi gli aveva chiesto se la avesse sentita pisciare piuttosto che urlare come qualsiasi persona normale avrebbe fatto.

“La prossima volta, quando un ragazzo si avvicina al buio con il cazzo di fuori, corri, non invitarlo a bere qualcosa.”

“decisamente appuntato.” disse Emmie.

Emmie li portò ad una vecchia macchina dove due ragazzi la stavano aspettando e sembravano completamente impassibili al loro arrivo nonostante probabilmente fossero passati quindici minuti buoni da quando si era allontanata per andare in bagno e ora aveva portato due sconosciuti con sè. Li avevano semplicemente fatti entrare in macchina e avevano iniziato a guidare, con le gomme che stridevano sullo sterrato.

Liam era schiacciato contro la portiera, Emmie era seduta tra lui  e Theo, sporgendosi nello spazio tra i sedili anteriori parlando a raffica mentre percorrevano la strada principale e si dirigevano verso le luci della città.

Il guidatore lasciò i quattro al primo bar che si vedeva dalla strada e sparì in uno stridio di gomme urlando un ‘non chiamatemi per venirvi a prendere’ al quale Emmie e il suo amico, Marty, risero per poi dirigersi all’interno del bar che aveva un’insegna al neon che crepitava come se stesse per esplodere da un momento all’altro.

Theo spinse Liam all’interno, i tre uomini si diressero al bar mentre Emmie si affrettò verso il bagno nel retro.

“Piscia come se fosse una donna incinta.” disse Marty. “Vi ci abituerete.”

Il bar era piccolo, sudicio , con delle lampade che pendevano dal soffitto e emettevano una luce giallognola e all’interno vi era una manciata di persone, uno strano mix di camionisti, uomini anziani e uomini poco raccomandabili. In un angolo c’era un tavolo da bigliardo e un biliardino dall’altra parte della stanza.

Il barista rimase concentrato ad asciugare dei bicchieri con un asciugamano sudicio finché Emmie si infilò tra Marty e Liam con un sorriso malizioso.

“Non avete ancora preso da bere?” mormorò Emmie guardando il bancone vuoto e il barista che lasciava cadere l’asciugamano e iniziava a spazzare.

“Vuoi da bere?”

“Oh, sempre.” disse Emmie. “Posso avere-“

“Di dove siete?” chiese il barista, appoggiandosi al bancone in un modo decisamente inquietante. Liam guardò Emmie fare mezzo passo indietro.

“Inghilterra.” disse

“Galles.” la corresse Marty.

“Io non sono gallese.”

“Ma abiti in Galles.”

“Mi sono trasferita in Galles due mesi fa quindi non sono-“ iniziò.

“Tua madre è letteralmente una pecora.” disse seccamente Marty. Emmie rise, forte e beffarda mentre alzava il medio.

“Hai intenzione di ordinare dolcezza?” chiese il barista.

“Non sono una fan dei dolci.” disse Emmie.

“Cos-“

“Mi fai due vodka e coca, per piacere?”  continuò mentre gli occhi del barista scansionarono il bar e poi finirono su Theo e Liam, rimasero su quest'ultimo per un momento, poi alzò le sopracciglia mentre rivolgeva nuovamente l’attenzione a Emmie.

“Sono abbastanza sicuro che i tuoi piccoli amici non abbiano l’età giusta.”

“Invece si, giuro. O almeno, noi siamo inglesi e sai, là l’età legale per alcune cose è diversa rispetto a qua. “

“E quanti anni avete allora?”

“Io sono decisamente legale.” disse Emmie con una voce dolce come il miele. Dopo un momento il barista sorrise, girandosi e iniziando a preparare i loro drink.

“A volte sono molto geloso delle tue tette.” sospirò Marty.

“Tu puoi pisciare in piedi, le tette non hanno niente in confronto.”

“Pisciare in piedi non mi procura drink.”

*

Per Liam, Marty e Emmie erano il tipo di persona con cui ci si poteva parlare solo da sbronzi. Non perché la loro compagnia non fosse piacevole, ma perché bisognava almeno essere alticci per comprendere anche solo qualcosa della conversazione. Emmie parlava talmente veloce che a volte si chiedeva onestamente se fosse dotata di super velocità e in più rideva in un modo strano, facendo lo stesso verso delle foche quando applaudono. Marty era più tranquillo, rispondeva a monosillabi e aveva costantemente in viso uno sguardo giudicatorio e Liam si chiese come fosse possibile che i due avessero parlato abbastanza da diventare amici.

Non era sicuro del fatto che bere lo aiutasse a comprendere meglio la conversazione o se semplicemente non gli interessava più molto perché il tutto creava in lui un senso di affetto nei loro confronti. osservava il modo in cui lo sguardo di Emmie si addolciva e come chiudeva la bocca immediatamente tutte le volte che Marty iniziava a parlare dicendo più di due parole e poi iniziava a ridere così forte che Liam era sicuro che anche le persone che abitavano a qualche città di distanza potevano sentirla.

Si erano imboscati nel fondo del bar, così vicini al tavolo da biliardo che Emmie e Marty lasciarono subito i loro drink a Liam e Theo e non fecero nemmeno due passi per raggiungerlo. E in più erano così nascosti che Theo riusciva tranquillamente ad aggiungere l’alcool di Dodo ai loro bicchieri.

Liam continuò ad osservare Theo che diventava sempre più allegro mentre svuotava un bicchiere dietro l’altro. Ad un certo punto si lasciò scivolare sulla sedia come un serpente finché i suoi piedi erano appoggiati sulla sedia davanti a lui e aveva il mento all’altezza del tavolo, non sapeva nemmeno a chi dare attenzione, un po’ ascoltava Emmie e Mary che spiegavano il motivo per cui erano negli States - il matrimonio di un cugino- e chiedere a Liam tutte le domande stupide che Liam gli aveva fatto durante le prime settimane del viaggio. Cibo preferito, bevanda preferita, cani o gatti? E aveva riso così forte che la vodka gli era uscita da naso quando Liam aveva risposto che a lui piacevano molto i gatti ma erano i gatti ad odiarlo da quando era diventato un licantropo.

“Ok, la prossima che vinco gioco contro uno di voi!” disse Emmie preparando il tavolo per l’ennesima volta nonostante avessero iniziato la partita al meglio di tre e fossero finiti a fare al meglio di sette.

“Se vinci mi taglio la gamba e te la regalo.” disse Marty, appoggiando il mento all’asta dove un piccolo rimasuglio di gesso gli stava macchiando la pelle.

“Non mi piace il biliardo.” disse Theo. “E’ come il golf. Ci sono solo più buchi ma se qualcuno vuole giocare al piccolo calcio da tavolo io gioco.”

“Oh mio dio, amico, è il biliardino.” borbottò Marty. “scommetto che dici anche erba, vero?”

“Perchè tu come la chiami?”

“Ganja.” disse Emmie.

“sembri una sfattona.” disse Liam.

“Fottiti.”

“non mi interessa quello che pensi intanto in Inghilterra abbiamo le cure mediche gratuite.” disse Marty.

“Anche noi le abbiamo.” rise Theo. “Si chiama non ammalarsi.”

“Sono sicura che sia una strategia brillante.”

“Dai.” disse Theo, alzandosi e dirigendosi verso il biliardino nell’angolo opposto della sala. “Spero che tu giochi meglio a questo rispetto ad air hockey.”

“Ok, non hai il diritto di prendermi in giro per l‘air hockey visto che te ne sei andato durante la partita di golf perché facevi cagare.” disse Liam, finendo il drink prima di seguirlo.

“Potremmo farlo diventare un gioco alcolico.” disse Emmie.

“Dobbiamo..” iniziò Marty.

“A cosa stai pensando?” chiese Theo.

“Ad ogni gol che ti fa, bevi, e ogni gol che tu fai a lui, lui beve.”

“Per piacere smettila di convincere ragazzini a bere.” sospirò Marty.

“Sono più vecchi di quando noi abbiamo iniziato a bere!”

“Io ci sto per il gioco alcolico.” disse Liam. “Così quando avrai perso sarai troppo sbronzo per renderti conto dei video che ti farò per ricattarti.”

“Sono abbastanza sicuro che tu ne abbia già in quantità.” disse Theo “Emmie vacci a prendere degli shot.”

*

“Lasciala Liam!” sibilò Theo tirando l’asta ma Liam la fermò nuovamente con una mano impedendogli di farla girare.

“No! non finché la smetti di barare!” ringhiò Liam.

“Non sto barando!” sibilò Theo. Liam usò la mano libera per far calciare a uno dei suoi giocatori la pallina verso la porta di Theo.”Sono solo più bravo di te! Sei tu che stai barando, levati dal cazzo-“ disse tirando un calcio sotto il tavolo che sfiorò a malapena la gamba di Liam.

“Continui a rollare! Non lo puoi fare-“

“E allora perché possono girare di 360°?”

“Perchè possono! Ciò non significa che tu li possa far girare! I giocatori di calcio non fanno costantemente rovesciate cazzo!”

“Bè, qualcuno..”

“Zitta Emmie!”

“LASCIA. ANDARE!” ringhiò Theo, facendo girare la manopola, Liam iniziò a sentirla girare e sentì lo schiocco di un calciatore che colpiva la palla e strinse la presa facendo fermare l’asta.

I due si immobilizzarono nel momento in cui sentirono uno strano rumore, la palla intanto rotolò nella porta di Liam. Anche se lentamente Liam passò lo sguardo da Theo alla maniglia rotta che aveva in mano. Liam guardò il tavolo, tre piccoli calciatori erano sdraiati sul tavolo, alzò lo sguardo verso Theo che aveva in mano l’altra parte dell’asta, piegata e rotta come quella di Liam.

“Oh merda.” bisbigliò Emmie. Gli occhi di Theo incontrarono quelli di Liam prima che si avvicinasse lentamente. Liam aspettò mentre si affacciava oltre la sua spalla e scrutava il bar prima di fare un piccolo cenno con la testa e appoggiare la maniglia sul tavolo facendo meno rumore possibile e allungare il braccio per prendere il drink. Liam fissò ammaliato la sua gola mentre ingoiava il liquido. Dopo un momento di esitazione, Liam lo imitò, appoggiando la maniglia e cercando di non attirare l’attenzione, finì il suo drink e quando ebbe riappoggiato i bicchieri, con i polmoni che bruciavano perché stava trattenendo il respiro, Theo era al suo fianco, gli prese la maglia e iniziò a trascinarlo verso la porta d’ingresso marciando velocemente.

Liam inciampò quando Theo lo spinse in strada, ma le sue mani erano tornate su di lui un momento dopo, aiutando Liam ad attraversare la strada. Liam riusciva a sentire la risata di Marty dietro di loro mentre camminavano velocemente finché il bar scomparve dalla vista.

Quando finalmente Theo rallentò il passo erano in un altro quartiere. Liam si girò verso Theo, pronto a urlargli contro per aver rotto il tavolo, cosa che non sarebbe successa se non avesse imbrogliato, ma si trovò davanti un Theo sorridente, con le guance arrossate per l’alcool e i capelli arruffati come se si fosse appena svegliato. Liam si chiese quante volte Theo si fosse passato la mano nei capelli quella sera e ripensandoci probabilmente minimo un centinaio solo mentre giocavano a biliardino per tenerli lontani dagli occhi. In quel preciso istante Theo si passò una mano tra i capelli, il sorriso di Liam si fece solo più largo mentre iniziava a ridere.

“E’ stata colpa tua.” provò Liam,  ma le parole uscirono meno accusatorie e più divertite di quanto aveva pensato.

*

Marty trovò un altro bar usando google maps e i quattro si diressero lì. Emmie e Marty si passarono una sigaretta mentre camminavano e si lamentavano del fatto che non sarebbero riusciti a passare in un negozio di patatine quando sarebbero dovuti tornati a casa ubriachi.

Nel primo bar che trovarono non lasciarono entrare Theo e Liam, nel secondo credevano che solo Theo avesse l’età giusta per entrare. Nel terzo Marty e Emmie chiesero al buttafuori dove potevano trovare la casa bianca per far sgattaiolare dentro Theo e Liam.

Era più incasinato dell’altro bar e le persone erano vestite meglio non come i camionisti dell’altro posto, e cosa più importante non c’erano biliardini da rompere.

Emmie posò un grande vassoio sul tavolo pieno di shottini e Marty appoggiò due boccali lì vicino.

“Forse un gioco alcolico che è un po’ meno competitivo è una buona idea, cosa dite?” chiese Emmie, scivolando sulla panca di fronte a loro, Marty si sedette nel posto libero accanto a lei giocando con i bicchieri.

“Vuole provarmi che riesce a bere di più di un americano.” disse Marty. “Quindi vi farà bere finché sboccate.”

“Sembri un gran bell’esempio da seguire.” disse Theo e Emmie rispose alzando il medio.

“Avete mai giocato a ‘Io non ho mai’?” chiese.

“Si-“ disse Liam.

“Non ho idea di che cosa sia.” ammise Theo, lasciando cadere il braccio sul poggia schiena, ma sbagliò la mira e colpì la testa di Liam. “Scusa.” mormorò Theo, non spostando il braccio. “Quindi come si gioca?”

“Qualcuno dice ‘io non ho mai’ fatto questa cosa, quindi tipo.. io non ho mai copiato durante una verifica. E quelli che lo hanno fatto devono bere.”

“Sembra divertente.” disse Theo, prendendo uno shot. “Chi inizia?”

“Io ne ho uno.” disse Marty guardando Emmie con un ghigno malefico. “Io non ho mai fatto a botte.” Emmie roteò gli occhi, bevendo. Liam fece un cenno a Theo.

“Mi sa che noi due dovremmo berli tutti per questa.” mormorò. Theo rise e finì il suo shot.

“Io non ho mai rubato i soldi a qualcuno.” disse Emmie. Marty borbottò qualcosa.

“Non ho rubato i tuoi soldi!”

“Invece si.”

“Erano dieci pence e avevamo sei anni, te ne dimenticherai mai?” sbottò Marty prendendo uno shot. Anche Theo ne bevve uno.

“Ok, tocca a me.” disse Liam, sedendosi dritto. “Io non ho mai rubato una macchina.” disse guardando Theo che era raggiante mentre prendeva il suo terzo shot.

“Vuoi giocare in questo modo?” chiese Theo, portando indietro la testa mentre finiva il bicchierino. Ne prese un altro immediatamente porgendolo a Liam e Liam lo prese esitante. “Io non ho mai distrutta la macchina di un mio professore.”

“Non è divertente stronzo.” sbottò Liam, Theo avvicinò il bicchiere alla sua faccia.

“Hai iniziato tu.” disse calmo Theo. Liam bevve, sbattendolo sul tavolo con un po’ troppa forza.

“Io non ho mai limonato qualcuno nell’ufficio del rettore.” disse velocemente Marty.

“rettore?” chiese Theo.

“Il preside.” chiarì Marty. Liam prese un altro shot. Theo si mosse, facendo scivolare il suo bicchiere vuoto sul tavolo.

“Ok umm.. non ho mai fatto vedere a un estraneo il mio cazzo.” disse Emmie. Theo rise fragorosamente mentre lei gli porgeva un bicchiere.

“Scusa.” rise lui. “Non sei la prima, se ti può far sentire meglio.”

“In realtà no. Non ho mai pensato che fosse una cosa strana, ma ora si.”

“Aspetta, a che sconosciuti hai fatto vedere il tuo cazzo?” chiese Liam.

“Per ora, Sammy, Guns, Sara, più o meno tutti quelli con cui sono andato a correre. E ovviamente Malia-“

“Quand’è che Malia-“ Liam indicò con una mano il cavallo di Theo. “E perchè? Pensavo non fosse il tuo tipo?”

“Non lo è. E’ stata più che altro una coincidenza.” disse Theo con un’alzata di spalle. “Prossima domanda? Io non ho mai-“

“L’hai già detto anche un’altra volta ma comunque ti ha visto il cazzo. Qual è poi il tuo tipo?”

“Io non ho mai!” disse Theo con voce abbastanza alta da zittire Liam. “fatto un gioco alcolico prima di stanotte.” Liam sbuffò ma bevve, come Emmie e Marty.

“Davvero non lo hai mai fatto?” chiese Marty guardando Theo leggermente shoccata.

“no.”

“Hai rubato una macchina ma non hai mai fatto un gioco alcolico.”

“Ho avuto un infanzia un po’ strana.” disse Theo con una piccola alzata di spalle.”E’ per questo che stiamo bevendo stasera. Liam sta cercando di farmi vivere tutte le esperienze che mi sono perso o qualche cazzata del genere.”

“Davvero?” chiese Emmie. “Che carino.”

“ok tocca a me.” sbuffò Liam. “Io non ho mai-“

*

Rimasero nel secondo bar un po’ di più rispetto al primo. Io non ho mai cambiò velocemente in ‘fuzzy duck’ che fece morire Liam dalle risate sulla spalla di Theo, ma la chimera non era messa troppo meglio di lui, soprattutto quando Marty urlò ‘Does he fuck!” così forte che nel bar calò un silenzio imbarazzante per qualche secondo.

Liam rimase sempre più convinto della sua teoria che Emmie fosse una fata visto che era sicuro che nessun essere umano poteva essere in grado di bere così tanto, e Marty, nonostante pesasse più o meno come uno stuzzicadenti le era poco dietro. Theo aveva quasi lanciato il suo bicchiere verso qualcuno mentre gesticolava per descrivere a Emmie il parco acquatico, e per fortuna, non se ne rese nemmeno conto e perfino la ragazza che si era bagnata completamente gli credette quando le disse che non sapeva chi fosse stato.

E Liam, bè Liam pensava di star reggendo l’alcol piuttosto bene finché non provò ad andare in bagno e finì per usare il water piuttosto che l’orinatoio solo per potersi appoggiare con una spalla al muro. Quando però uscì non vide più Theo, Emmie e Marty al tavolo dove li aveva lasciati.

Non era esattamene sicuro di come fosse iniziata la lite, sapeva solo che un minuto prima stava dando delle gomitate nella folla cercando di trovare Theo e quello dopo si stava tuffando sul pavimento per placcare il coglione che gli aveva dato un pugno sul naso, Liam ebbe il tempo di dargli solo un vero pugno prima di venir strattonato via dal buttafuori, che non si era accorto che erano sgattaiolati dentro qualche ora prima.

“Hey! Lasciami cazzo!” ringhiò Liam, sbucando da sotto il braccio del buttafuori, o almeno provandoci. Il tizio lo prese per il colletto prima che potesse entrare ancora e lo spinse verso la porta. “Sono, sono un cazzo di licantropo potrei mangiarti!” urlò Liam, muovendosi verso di lui.

“Liam?” Liam si fermò sentendo la voce di Theo, la sua testa scattò di lato con il sorriso che già si stava formando sul suo viso.

“Theo! Ti ho trovato.”

“E’ con te?” Theo annuì alla domanda del buttafuori. Liam inciampò sui suoi piedi quando il buttafuori lo spinse ancora, e finì con un tonfo contro il torace di Theo. Le mani di Theo erano sulla sua vita un secondo dopo per non farlo cadere. Liam fece un passo indietro ma gli vennero le vertigini.

“No.” mormorò Liam, nascondendo il viso nella spalla di Theo.

“Siete entrambi troppo giovani per stare qua. Tornate a casa.”

“Ci hai fatti entrare prima.”

“Pensi che sia un idiota?”

“Vuoi davvero che ti risponda?” mormorò Theo.

“Non vi farò rientrare.”

“Stai bene pumpkin?” mormorò Theo spingendo il fianco di Liam finché indietreggiò un po’. Theo gli prese il viso tra le mani prima che si potesse allontanare troppo, arrotolando la manica con le dita e usandola per pulire il sangue sotto il naso di Liam.

“Dove eri finito?”

“Mi hanno pressato per uscire a fumare.” disse Theo facendo un cenno verso Emmie e Marty che erano appoggiati al muro dell’edificio. “Cosa cazzo è successo?”

“Ho fatto a botte.”

“..hai vinto?” chiese Theo, fermandosi dal ripulire il viso di Liam.

“Si.” mormorò Liam. Un sorriso smagliante e bellissimo apparve sul viso di Theo e Liam sentì il bisogno di affondare un’altra volta il viso nella sua spalla. Theo felice ispirava decisamente molti abbracci. “Penso di aver bevuto un po’ troppo.”

“So che hai bevuto troppo.” disse Theo. “Cambiamo bar?”

“Cambiamo bar.” acconsentì Liam. Theo rise facendo scivolare la sua mano in quella di Liam e trascinandolo verso Marty e Emmie. Marty stava già camminando con il telefono in mano e borbottando qualcosa del tipo ‘ il locale è da questa parte’. Emmie era tornata a parlare del negozio di patatine. Theo e Liam li seguivano con le mani che dondolavano.

*

La terza fermata della serata era un locale, Liam riuscì a sentire la musica a 100 metri di distanza e sapeva che sarebbe stato troppo rumoroso anche solo il fuori ma onestamente non gliene fregava poi molto. Muoveva la testa a ritmo come un gallo agitato, con gli occhi incollati alla pista da ballo. Emmie e Marty li avevano lasciati soli poco dopo essere entrati nel posto, erano rimasti giusto per lanciare in mano a Theo un’altra vodka e un’acqua in quella di Liam prima di immergersi nella folla e iniziare a ballare in un modo osceno che fece pensare a Liam che forse Stiles poteva considerarsi coordinato se lo avesse visto accanto a loro due.

Una ragazza apparve davanti a lui, bloccandogli la visuale, aveva gli occhi fissi su Theo e iniziò ad avanzare finché fu abbastanza vicina per infilare un dito tra i passanti dei pantaloni di Theo. Theo sbatte le palpebre confuso.

“Balla con me.” disse lei, allontanando Theo dal muro. Liam si sforzò di non afferrare Theo e riportarlo nel posto accanto a lui. Se voleva ballare poteva farlo. Theo allontanò le mani della ragazza. Finì il drink e le porse il bicchiere, lei lo prese con le sopracciglia aggrottate.

“Sto bene così, ma grazie.” mormorò Theo, girando sui tacchi e guardando Liam. “Vuoi ballare?”

“cosa?” rispose Liam. Theo afferrò la sua mano, spingendolo verso la pista da ballo. Liam lo seguì ridendo.

“Tu vuoi ballare?”

“Perchè no? Volevi insegnarmi a essere un bambino vero no?” mormorò Theo, con la voce così bassa che Liam era sicuro che non sarebbe riuscito a sentirlo se non fosse stato un licantropo. Theo tirò ancora la mano di Liam, un po’ troppo forte per essere considerato umano. Liam cadde su di lui gridando. “Ballare ubriachi fa parte della lista no?” continuò, con la mano che scivolava dalla mano di Liam e finiva sul suo fianco, si guardò attorno nella sala e quasi si perse la ragazza che aveva lasciato da sola poco prima che mandava occhiaie infuocate a entrambi. Liam mise una mano sul petto di Theo, facendo un piccolo cenno con la testa quando Theo riportò la sua attenzione su di lui. Liam si pentì di aver risposto alla domanda quando vide il sorriso di Theo diventare un ghigno e i suoi occhi illuminarsi vedendo una sfida all’orizzonte. Theo si avvicinò a lui “Avanti allora Liam, insegnami” gli bisbigliò, solleticandogli l‘orecchio con il suo respiro caldo. Si allontanò un secondo dopo, qual che bastava perché Liam potesse vedere il sorriso impertinente un’altra volta e sentire l’arroganza uscirgli da tutti i pori mentre il suo cuore sembrava vicino a saltargli fuori dal petto visto che non aveva più aria nei polmoni.

“Io uh-“ balbettò Liam, spalancando gli occhi. Si chiese se stava per scoprire come si sentiva Theo quando realizzava di non aver più un cuore perché Tara era venuta a riprenderselo.

Si sentiva come al lago. Con il corpo di Theo premuto contro il suo e la sua pelle che scottava contro quella di Liam nel punto in cui il suo mignolo toccava il suo fianco. Anche la musica non riusciva a nascondere il battere del cuore di Liam.

Liam face un passo indietro e le mani di Theo ricaddero all’istante.

“Meglio che tu faccia attenzione allora giovane Padawan.” disse Liam, le parole gli uscirono di bocca in un gracchio forzato. Portò le mani all’altezza degli occhi facendo il simbolo della pace. Lui e Theo erano ancora abbastanza vicini che quasi gli diede un pugno in faccia quando si mosse ma a Theo non sembrava essere importato, aveva un sorriso divertito in viso mentre la tensione del suo corpo svaniva guardando Liam ‘ballare’.

“Dai Theo, balla.” lo incalzò Liam, passando a una sorta di voguing, Theo fece cadere la testa all’indietro e iniziò a ridere forte attirando l’attenzione delle altre persone. “ amico! Dai, copia il maestro!”

“Sei ridicolo!” disse Theo, con il sorriso sempre stampato in faccia. “Chi ti ha insegnato a ballare?”

“Mia mamma.” disse sincero Liam. Iniziò a scuotere le spalle, facendo ridere Theo un’altra volta, quest’ultimo iniziò a scuotere la testa mentre Liam iniziò a fare un tentativo con la disco dance.

Liam si preoccupò per un momento di morire soffocato dalle risate alla vista di un Theo ubriaco che cercava di cambiare le sue mosse disco in quelle dubstep. Anche se ripensandoci, rispetto ad altri, poteva essere un bel modo per morire.

Emmie e Marty festeggiarono quando li videro sulla pista, facendosi strada verso di loro alzando i drink sopra la testa. Theo no si preoccupò di andarne a prendere un altro, fece solo dei gran sorsi da quello che era rimasto della bottiglia come se stesse per morire di sete. Liam era abbastanza sicuro che era una buona cosa che il posto fosse così pieno che letteralmente non potevano cadere per terra perché non c’era spazio.

Non capirono se passarono ore o minuti ma la nottate finì senza che se ne rendessero conto. Passarono dalla disco dance a saltare in cerchio con le braccia in alto senza preoccuparsi delle loro magliette che rimanevano appicciate alla pelle bagnata di sudore, Theo cantò tutte le canzoni che passarono urlando finché la sua voce divenne roca.

*

“amico sei stra fuori.” rise Liam, con un braccio attorno alla vita di Theo mentre i due camminavano per le strade deserte. Emmie e marty se ne erano andati quando Marty aveva risputato lo shot appena bevuto nel bicchierino ed erano scomparsi in uno sciame di risate e parolacce mentre Emmie cercava di portarlo in spalla.

In quel momento Liam aveva pensato che rifiutare l’offerta di Marty di dormire sul divano fosse una buona idea. Aveva pensato che sarebbe stato meglio svegliarsi in macchina piuttosto che nella casa di una nonna. Non era sicuro se si stava pentendo o stava rimpiangendo di non avere i soldi per pagare un taxi che li riportasse nel campo dove avevano parcheggiato perché visto che era passato all’acqua da due ore, nonostante continuasse a inciampare era sicuro di essersi ripreso un pochino. Theo sicuramente no e continuò ad avere dei tira e molla con l’asfalto prima che Liam iniziasse davvero ad aiutarlo a camminare.

“era questo il piano, no?” sbiascicò Theo.

“Si amico, era questo il piano.” rise Liam. Theo rise a sua volta. Spalancò gli occhi un secondo dopo guardando dietro a Liam.

“Liam, Liam guarda!” sibilò Theo, scappando dalla stretta di Liam e incespicando come Bambi sul ghiaccio. Liam guardò Theo che iniziava ad arrampicarsi, con una destrezza sorprendente per qualcuno che non riusciva a stare in piedi dritto venti minuti prima, sul cancello di un parco e si dirigeva verso i giochi.

“Sono sicuro che bere e l’arrampicata non siano un’accoppiata vincente.” disse Liam, aprendo il cancello e guardando Theo che si aggrappava al primo sasso , senza nemmeno allungare completamente il braccio per arrivarci.

“E’ solo una parete-“ disse Theo, spostandosi e sorreggendo il suo peso con le braccia mentre staccava i piedi dal terreno. Liam si affrettò ad avvicinarsi per evitargli continuare.

“Amico no-“ Theo si accigliò, riscendendo a terra. “Sei ubriaco, non ti porterò alla macchia in groppa perché ti sei rotto l’osso del collo.”

“Ma è bassissimo.” rise Theo. “Pensavo che fossi tu a volermi fare l’esperienza completa, no?”

“In questo momento voglio che tu vada a dormire.”

“Non mi compri la cena prima?” chiese Theo, arrampicandosi ancora, le braccia gli ressero per un secondo prima che la mano gli scivolasse e iniziò a cadere. Liam si spostò velocemente per non venire colpito in pieno petto da Theo. E Theo colpì il terreno con un gemito.

“Stai bene?” chiese Liam guardando Theo che si contorceva per terra come un lumacotto.

“Quello è stato un pessimo esercizio di fiducia.” mormorò Theo. “Possiamo dormire qui?”

“No, non possiamo dormire qui.” rise Liam. “Dai Dork. Andiamo a letto.” Liam alzò Theo da terra con un piccolo aiuto di Theo stesso e marciarono fuori dal parco.

*

Liam aveva lasciato Theo mezzo secondo per chiedere a un passante dove fosse il bosco più vicino sperando che fosse quello dove avevano parcheggiato e quando girò lo sguardo verso Theo stava scavalcando la recinzione di un motel.

“Theo!” sibilò Liam, correndogli incontro. Theo lo ignorò, lanciandosi oltre la recinzione e camminando verso le sdraio che erano vicino alla piscina. Vi ci si sdraiò sopra, con gli occhi fissi in cielo.

“Non la troveremo mai Liam.” mormorò Theo. “Dormiamo qua.”

“Non possiamo dormire qua.” sbuffò Lim, controllando che nessuno lo stesse guardando prima di seguire Theo. “Siamo vicini ora.” Liam insistette, cercando la mano di Theo e dandogli uno strattone per cercare di alzarlo. Theo al contrario lo spinse verso il suo petto, facendo quasi cadere Liam su di sè. Riuscì a malapena a sorreggersi con i braccioli della sdraio. “Amico. Giuro che ti pentirai di aver dormito qua domani mattina.”

“Bè, Emmie ha detto che non è una bella serata se non finisci a fare qualcosa che domani ti penti di aver fatto.” disse piano Theo, con un sorriso canzonatore.

“qualcosa mi dice che non è la miglior persona da ascoltare.” mormorò Liam prima di allontanarsi cercando di alzarsi. Theo prese la sua maglia, tenendolo fermo. Liam non cercò di opporsi, mise solo il ginocchio tra le gambe di Theo per restate in equilibrio.

“Dai Pumpkin. Fai qualcosa che ti pentirai di aver fatto.” sussurrò Theo.

“Hey!” Liam sobbalzò e Theo lo spinse indietro. Liam stava cadendo all’indietro a rallentatore e vide Theo cercare di alzarsi per affrontare la minaccia imminente solo per cadere con il culo a terra prima che il piede di Liam toccasse l’inizio della piscina e cadesse in acqua.

Quando Liam riemerse Theo stava ridendo appoggiato alla sdraio.

“Hey stronzo!” ringhiò Liam.

“Stai bene?” la testa di Liam scattò verso la donna che si stava avvicinando alla piscina, stava allungando una mano per aiutare Liam e il suo distintivo era illuminato dalla luce. “Non volevo spaventarvi così tanto.”

“Non fa niente” disse Liam, lasciandosi aiutare per uscire dalla piscina.

“Sapete, non potete usare la piscina a quest’ora.” disse, accovacciandosi di fronte a Liam con le sopracciglia corrucciate.

“Si be. Stavamo solo..”

“Quanti anni avete?”

“Abbastanza.” ribatté Liam.

“OK..Quanto avete bevuto?”

“Niente. Non ber-“

“Sono state quelle cazzo di mele.” disse Theo. La poliziotta guardò entrambi sollevando le sopracciglia.

“stavamo tornando alla macchina e voleva sedersi, non volevamo-“

“Non vi lascerò assolutamente salire in una macchina conciati così.”

“Non ci mettiamo a guidare!” disse velocemente Liam. “Non pensavamo nemmeno di farlo. Volevamo solo dormire.”

“Dormire nella vostra macchina?”

“Stiamo facendo una viaggio on the road. Non è un senzatetto.” disse Theo, arrampicandosi sulla sdraio e accovacciandosi. La poliziotta guardò Theo.

“Ok, venite.” sbuffò alzandosi e incamminandosi verso l’edificio principale. “Ora.” Liam si alzò da terra, trascinando Theo con sè.

“Smettila di ridere. Mia mamma ci farà il culo se veniamo arrestati.” sibilò Liam.

Li guidò nella reception, facendo sedere Theo su una sedia e mettendogli in mano un bicchiere d’acqua mentre Liam rimase fermo sull’uscio. Theo bevve e seguì con gli occhi i movimenti dell’agente che andò dietro al bancone e prese una chiave.

“Restate qui finché non vi siete ripresi.” disse, lanciando le chiavi a Liam. “Ci sono degli asciugamani nel bagno. Non rompete nulla e se mio padre chiede qualcosa dite che avete pagato.”

*

Liam spinse leggermente Theo, per farlo cadere sul letto e si mise in ginocchio per slacciargli i lacci delle scarpe mentre Theo si sdraiava. Quando Liam riuscì a togliere sia le scarpe che i calzini a Theo, quest’ultimo stava fissando mezzo addormentato il soffitto.

“Non ci credo ancora che mi hai spinto in piscina.” disse Liam. Theo non sembrò provare empatia per lui, anzi le sue labbra si arricciarono in un sorriso. “Non provare a ridere ancora.”

“Non sto ridendo.” disse Theo. “Sono solo felice.”

“Si?”

“Si.” disse Theo, con un cenno sincero. Alzò una mano e accarezzò  la testa di Liam e quest’ultimo faticò per trattenere il sorriso che gli stava nascendo in viso.

“Vai a dormire, vado a prendere un asciugamano.” disse Liam, entrando nel piccolo bagno sul lato della stanza. Liam si asciugò velocemente, appendendo i vestiti fradici sull’asta della tenda della doccia e cercando di tamponare i boxer prima di tornare in stanza.

La maglia di Theo era stata lanciata sulla TV, come se l’avesse fatta volare lanciandola più forte che poteva, i suoi jeans invece erano ancora incastrati in una caviglia ma non sembravano dargli troppo fastidio, era sdraiato a stella marina sul letto con i capelli sudati appiccicati alla fronte.

Liam rise, si fermò prima di raggiungere il letto per toglierglieli dalla caviglia e Theo borbottò un grazie.

“Notte Theo.” disse Liam, arrampicandosi sul suo letto. Sentì Theo sbuffare e poi il suo letto scricchiolare. Liam non ebbe il tempo di girarsi e chiedergli cosa stesse facendo, perché sentì il suo letto piegarsi quando Theo si mise sotto le coperte insieme a lui. Una mano calda si avvolse attorno alla sua vita. Liam fissò il muro mentre il respiro caldo di Theo gli riscaldava la nuca.

“Cosa stai facendo?”

“Non voglio fare altri incubi.” disse Theo  a bassa voce come se si aspettasse che Liam lo interrompesse nonostante continuasse a rimanere attaccato alla sua schiena. Il suo naso solleticò la schiena di Liam. un brivido passo per la spina dorsale di Liam per via del suo respiro caldo che lo sfiorava.

Liam non avrebbe saputo rispondere se gli avessero chiesto di che cosa puzzasse il letto , riusciva solo a sentire il cloro sulla sua pelle e il profumo di limone sporcato con quello del fumo che emanava Theo.

Fai qualcosa di cui poi ti pentirai pensò Liam e mosse la mano verso quella di Theo, gli accarezzò le nocche con le dita, poi Liam afferrò il suo polso, spostandolo dalla sua pelle. Sentì Theo irrigidirsi dietro di lui, e iniziò a spostare il braccio per andarsene. Liam si girò prima che avesse l’occasione di farlo, spingendogli le spalle non troppo delicatamente per farlo sdraiare sulla schiena per poi appoggiare la testa sotto il suo mento, allungando la mano fermandosi all’altezza del cuore.

Sentì Theo sobbalzare, le sue dita erano a pochi centimetri dalla mano di Liam ma si fermarono sul suo sterno.

“Non sono io quello da abbracciare.” disse Liam. Theo inspirò ed espirò lentamente, iniziò a ticchettare con le dita una volta, due, prima di poggiare la sua mano sopra quella di Liam e usando l’altro braccio per avvicinarlo a sé come se Liam non fosse già abbastanza appiccicato a lui.

“Sei comunque quello che viene abbracciato.” mormorò Theo affondando il viso nei capelli di Liam.

“Zitto e dormi.” sbuffò Liam, sentì i capelli muoversi quando le labbra di Theo si stirarono in un sorriso.

“Notte Pumpkin.”

 

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Ok ci ho messo molto di più di quello che pensavo, ma insomma ce l’ho fatta e qua iniziamo ad avere qualche gioia, si stanno avvicinando e io inizio ad avere gli occhi super a cuoricino perché insomma li amo, non ho nient’altro da aggiungere.

E comunque buon’ anno speriamo che questo sia quello giusto per finire questa storia!Non ci credo che è da un anno che la sto traducendo, vero che è lunghissima e non ho scelto uno dei periodi migliori della mia vita but still..

sorry e godiamoci il thiam post di cody christian su instagram thx

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