An Other French Mistake

di nattini1
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Questi personaggi non mi appartengono; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

 

 

L'idea di Dean era entrare nel covo con Sam e Cas (perché quei bastardi succhiasangue erano troppi e gli serviva tutto l'aiuto possibile) e fare piazza pulita di tutti i vampiri presenti a colpi di machete in perfetto stile di improvvisazione Winchester; appiccare un incendio rovesciando sbadatamente una candela nel trambusto della lotta non faceva parte del piano, ma la piccola stronza, una volta urtata (e sicuramente non da lui), aveva cocciutamente rifiutato di spegnersi ed era rotolata accanto a una tenda mandandola in breve in fiamme. Dopo un minuto, ogni cosa sembrava essere stata avviluppata dal fuoco e Dean si portò accanto a Sam, che già tossiva per il fumo, cercando con gli occhi una possibile via d'uscita, ma le pareti erano di solido cemento e le finestre erano tutte sbarrate da assi di legno. Maledetti i vampiri e il loro odio per il sole!

Cas barcollò accanto a loro e urlò sovrastando il crepitio dell'incendio: «Dean, vi trasporterò fuori di qui! Mi servirà tutta la mia energia, ci vediamo quando avrò recuperato le forze!» e senza attendere oltre posò le mani sulle teste dei due cacciatori.

Per un momento i due furono accecati da una luce bianca… «Stop! Jared, Jensen siete stati eccezionali! E voi, togliete immediatamente il faretto da lì, non vedete che li state accecando?» stava sbraitando un vecchietto con i baffi bianchi contro un addetto alle luci. Un vecchietto che avevano già visto tempo prima in circostanze assai curiose e che stava discutendo con altri due a proposito di fermo immagine e inquadrature. Guardandosi attorno i due cacciatori scorsero macchine da presa e un sacco di gente che andava avanti e indietro con quelli che sembravano copioni, ordini del giorno e oggetti di scena tra cui spiccava un vistoso medaglione con una grossa e pacchiana pietra verde.

Il primo pensiero di Dean fu: «Appena ritorno, se è ancora vivo, uccido Cas». Il secondo fu: «Porca puttana, adesso non riuscirò ad andare in bagno per una settimana, di nuovo!». Sam invece cercò di restare calmo: «Non un'altra volta! Ma perché proprio qui doveva mandarci?! Quanto tempo passerà prima che gli tornino le forze?».

Dean fece cenno a Sam di seguirlo «Dai, togliamoci di torno e cerchiamo la mia roulotte per parlare in pace» sbuffò a mezza voce e, zigzagando tra i vari membri dello staff, cercò di allontanarsi. Ma venne bloccato dal regista che era tutto sorrisi: «Siete stati fantastici ragazzi! Ah, non so dirvi quanto sia orgoglioso di voi! Anche quest'anno ci è arrivata una valanga di candidature all'Emmy! Dopo tutto questo tempo siete ormai la mia famiglia! Riposatevi e tra mezz'ora giriamo la scena con Misha e poi vi lascio liberi così potrete arrivare belli riposati per domani!». Abbracciò prima Dean e poi Sam e ritornò a dare indicazioni allo staff.

Sam guardò Dean perplesso: «Ma non diceva che non avevamo nessun talento per la recitazione e facevamo schifo?». Dean fece spallucce e, scorgendo il profilo di un gruppo di roulotte, si diresse speranzoso verso quelle. Sulla porta della seconda c'era un cartello che recitava: «J. Ackles – J. Padalecki» e una mano ignota, ma che a Sam sembrava vagamente familiare, aveva disegnato tanti cuoricini con un pennarello rosso attorno al primo nome.

Dean fece un piccolo sorriso di sghembo: «Guarda Sammy, questa volta c'è una sola roulotte per entrambi, dici che ci hanno ridotto il budget? Eri tu con il nome polacco ridicolo e impronunciabile, vero? Mi sa che i cuori sono un messaggio di qualche mia ammiratrice!». Entrando per primo buttò lo sguardo a destra: «Non c'era un acquario da 1000 litri? Sarò diventato davvero povero… Allora Sammy, qualche idea su cosa fare genio?». E si buttò sulla poltrona più vicina acchiappando una rivista che era lì accanto e aprendola sfogliandola a caso.

Sam si passò una ciocca di capelli dietro un orecchio: «Dunque, pare che siamo di nuovo su quello stupido set, qui non c'è magia, quindi l'unica cosa che possiamo fare è aspettare che Cas torni a prenderci». Poi si fermò un momento a riflettere: «Ma il regista non ha parlato di una scena con Misha… non era quello che faceva Castiel? Quel tizio sempre attaccato a Twitter che scriveva anche quando andava in bagno… ma non era stato ucciso?».

Ma Dean aveva smesso di ascoltarlo al «qui non c'è magia»; aveva chiuso di scatto la rivista con gli occhi fuori dalle orbite e poi l'aveva riaperta sperando di aver avuto un'allucinazione e infine l'aveva gettata lontano come fosse avvelenata e aveva sputato fuori: «Sam, io mi do malato, mi chiudo qui dentro finché Cas non torna a prenderci!».

Sam rimaste di stucco dalla reazione del fratello e prese la rivista cominciando a girare le pagine. «Cosa può esserci di così terribile? Segni di una nuova Apocalisse?» chiese preoccupato.

«Peggio…» biascicò Dean passandosi una mano sugli occhi. Arrivato all'inserto speciale, Sam avrebbe preferito mille vedere dei modelli figli di puttana con la tipica posa da blue steel piuttosto che loro due… che si baciavano! E no, non c'era la possibilità che fosse un semplice bacio tra fratelli (non che a lui fosse mai e poi mai passata nemmeno per l'anticamera del cervello l'idea di baciare Dean). La didascalia sotto la foto recitava: «Tornano a colorare di arcobaleno i nostri pomeriggi Jensen e Jared, i protagonisti della pluripremiata serie tv Supernatural, in questa scena tratta da un loro momento intimo, come praticamente tutti quelli che hanno insieme fuori dal set!». Sam era sconvolto, ma la curiosità fu più forte di lui, dopotutto era cresciuto leggendo avidamente ogni cosa scritta che restava sotto il suo naso abbastanza a lungo da essere letta e si concentrò sul trafiletto a fianco, si schiarì la voce e incominciò: «Come ci hanno raccontato durante l'intervista rilasciata al nostro settimanale Slash demands to be shipped, Jensen e Jared si sono conosciti più di sei anni fa sul set e hanno subito legato, instaurando un rapporto di reciproca fiducia e collaborazione. Ci confessa Jensen: Tra due amici la dimensione fisica ha un’importanza molto grande, perché serve a comunicare il sentimento che provano l’uno per l’altro. Capita di abbracciarsi, di volere stare vicini, di esprimere con una carezza un sentimento di affetto profondo e continua Jared: Tra una abbraccio e l'altro ci siamo trovati, ancora coi vestiti di scena, a baciarci sotto le stelle».

«Basta, Sammy! Troppi dettagli!» interruppe Dean scattando in piedi.

Sam arrivò in fretta alla fine dell'articolo: «Quanto sono belle le otp che si sposano! E con Jared e Jensen che festeggeranno il 1º ottobre cinque anni di matrimonio, non potevamo non fare un punto della situazione e congratularci per il rinnovo delle loro promesse».

«Che diavolo è questo “otp”? No, non me lo spiegare!» disse Dean sgomento.

Sam scrollò le spalle e buttò il giornale, colto da un improvviso e terrorizzante sospetto: «Devo assolutamente scoprire che giorno è oggi!». Cercò in giro per la roulotte e trovò due cellulari, ne sbloccò uno, cercando di sorvolare sull'immagine dello sfondo che ritraeva loro due che si baciavano di nuovo, e i suoi oscuri presagi si trasformarono in certezza: erano le 10 del mattino di venerdì 30 settembre. Quindi, ricapitolando, erano sposati, il giorno dopo avrebbero festeggiato cinque anni di matrimonio e non c'era traccia della morte di quel russo. Non che Dean fosse stupido, ma Sam fu più rapido ad arrivare al punto: «Non è lo stesso universo dell'altra volta!».

Furono interrotti da un discreto bussare alla porta: «In scena tra cinque minuti!». Dean si sistemò la giacca e fissò il fratello: «Ok Sammy, nuovo piano: adesso usciamo e improvvisiamo, poi cerchiamo di non fare casini e di scoprire tutto di questo cazzo di posto. Cas tornerà a prenderci e ci deve trovare qui». Sam annuì.

Uscendo, si scontrarono con un tizio grande e grosso che portava una cassetta degli attrezzi che si rovesciò a terra con tutto il suo contenuto. «Attento amico!» disse in fretta Sam e Dean nemmeno ci fece molto caso, ma quello rispose con astio: «Siete voi che dovreste stare attenti!». A quel punto, i due fratelli si chinarono ad aiutarlo a raccogliere le sue cose, ma lui scacciò la mano tesa di Sam con uno schiaffo. «Che diavolo ti passa per la testa?» gridò Dean. Il tizio rispose malignamente: «Come ti agiti! Ho notato subito dal vostro atteggiamento che eravate isterici, pardon isteriche. Mi chiedo sempre cosa ci trovino in voi, depravati! E tu spilungone, toglimi una curiosità: cosa porti in testa al posto dei capelli, un cesso per uccelli?».

La rissa fu evitata solo dall'arrivo di un ragazzo con un block notes che li esortava recarsi sul set. Cercò anche di placarli: «Non date retta a Morgan, è uno stronzo omofobo, ma sfortunatamente è l'unico che riesce a riparare qualunque cosa, ovviamente, se ne ha voglia…non è stato carino a lasciarvi la perdita d'acqua nella roulotte per due giorni. So che vi sta dando fastidio, ma vi prego di ignorarlo».

La scena da girare si rivelò inaspettatamente calzante all'umore di Dean: secondo il copione, il personaggio di Castiel, messo abilmente nel sacco dal personaggio di Sam, nella sua ingenuità aveva confessato tutta la storia del periodo in cui il cacciatore era vissuto senz'anima. E il personaggio di Dean, arrabbiato per questo, doveva «prendere a calci il suo culo angelico». Il personaggio di Sam doveva cercare di sedare la lite separando di forza i due. Dean non poteva chiedere di meglio: arrabbiato com'era con l'angelo per averlo trasportato in quell'universo assurdo (e in effetti anche per aver spiattellato al suo fratellino cose che non avrebbe mai voluto sapesse), sfogarsi contro l'alter ego di Cas sembrava una buona terapia, soprattutto dopo il recente alterco con Mr. Morgan Macho Bigotto.

Dopo svariate prove, una breve pausa pranzo, e un paio di riprese il regista era davvero molto soddisfatto, soprattutto della loro capacità di improvvisazione rispetto alle mosse che aveva insegnato loro l'istruttore degli stuntman: «È elettrizzante vedere voi ragazzi che collaborate in modo così creativo, il vostro entusiasmo mi conforta e sopratutto per una volta Jensen sei riuscito a tenere le mani a posto durante la scena. Ah, sono stato giovane anche io e capisco che voi ragazzi cogliete al volo l'occasione di un contatto fisico… ma non possiamo certo trasformare un telefilm di successo in un porno. Anche se credo che i fan apprezzerebbero un montaggio sperimentale…».

Fu strappato dalle sue fantasie perverse da un grido di dolore; si girarono tutti verso la fonte del rumore e fecero appena in tempo a vedere Morgan, che stava controllando un pannello elettrico, fare un volo a due metri da terra e ricadere in malo modo contro alcuni bagni chimici. Il tonfo non riuscì a celare del tutto il rumore delle ossa del cranio che si rompevano con un inquietante scricchiolio.

Tutti corsero a vedere come stava il malcapitato, ma Sam si avvicinò al punto di partenza del volo e gli sembrò di cogliere un fruscio e qualcosa di lungo e verde sul pavimento che spariva. «Direi che è quasi giustizia divina: – borbottò il ragazzo col bolck notes a Dean – ogni volta che qualcuno vi insulta, finisce male! Certo, a Todd è andata anche peggio…».

«Come sta Todd ora?» si informò Dean ricordandosi all'ultimo istante che non poteva chiedere cosa gli fosse successo, visto che in teoria si supponeva avrebbe dovuto esserne al corrente.

Il ragazzo sopirò: «È ancora ricoverato con ustioni di terzo grado! Ironico eh, ritrovarsi in quell'incendio divampato dal nulla dopo che vi aveva strattonati urlandovi contro che sareste bruciati tra le fiamme dell'Inferno peri vostri peccati carnali!».

Le riprese furono sospese dopo l'incidente e tutti furono congedati. Per fortuna anche in quell'universo c'era il loro autista, Clint o Cliff, come diavolo si chiamava, che conosceva perfettamente la strada per portarli a casa dopo il lavoro. La villa era davvero bella, circondata da un giardino pieno di alberi e il salotto era la cosa più simile al Paradiso che Dean avesse mai visto: un angolo bar fornito di ogni tipo di liquore, un divano formato portaerei e una tv con lo schermo a tutta parete. Dean per prima cosa prese un paio di birre, poi si lasciò cadere sul divano e appoggiò i piedi sul tavolino di fronte, afferrando il telecomando con l'intenzione di cercare i canali porno.

Sam si sedette accanto a lui: «Dobbiamo parlare».

Dean lo ignorò e continuò ad avanzare coi canali: «Non ci pensare nemmeno, per quanto mi riguarda ho intenzione di chiudermi in questa reggia fino a domani…». Sam si spazientì e cercò di strappargli il telecomando di mano, il fratello si ribellò e finirono avvinghiati in una sorta di wrestling orizzontale.

Una voce falsamente irritata li richiamò: «Avevamo un accordo per cui non dovreste fare certe cose mentre io sono ancora in casa!». Una donna di mezza età dallo sguardo materno e divertito li fissava scuotendo il capo: «Siete tornati presto, vedo! Vi ho lasciato la cena in cucina e vi ho preparato i vestiti stirati sul divanetto della cabina armadio. Auguri per domani mattina per il rinnovo delle promesse! Ricordatevi che Cliff passerà a prendervi alle 10. Ci vediamo lunedì. Non lasciate schifezze in giro per la casa, Dio solo sa cosa riuscite a combinare in un week end! E prima di ricominciare, aspettate che io sia uscita». E con un gesto della mano li salutò.

Prima di sentire la porta chiudersi, Sam approfittò del momento di distrazione fornito dalla loro probabile governante per strappare il telecomando dalle mani del fratello, gettarlo lontano e fare il punto della situazione: «Non è andata così male oggi. E, senti, se è un universo diverso dall'altro, qui potrebbe esserci della magia, potremmo cercare di uscire con quell'incantesimo di Balthazar…».

«Certo, recuperiamo del sale del Mar Morto, del sangue d'agnello e la reliquia di un santo. Oh, aspetta, l'altra volta hanno pensato che contrabbandassimo organi!» si intromise Dean cercando di divincolarsi dalla stretta delle braccia del fratello.

Sam proseguì: «…oppure potremmo tentare di capire cosa sta succedendo sul set. Mi sembrava di aver visto qualcosa di strano».

«Strano in che senso?» domandò Dean.

«Mi è sembrato di vedere una lunga cosa verde dopo che Morgan aveva avuto l'incidente» ammise Sam. Il senso del dovere di Dean risvegliò il cacciatore che era in lui e raccontò al fratello che, a quanto pareva, non era la sola bizzarra tragedia capitata a qualcuno che ce l'aveva con loro. Poi concluse: «Senti Sam, è tardi. Magari sono solo coincidenze e tu non sei nemmeno sicuro di quello che hai visto. Domani ci tocca quella cosa e poi dopo potremmo passare in pace il resto del tempo a fare ricerche, dopotutto la caccia è l'unica normalità che conosco. Sarà meglio mangiare e poi farci una bella dormita». Sam fu d'accordo.

Al piano superiore c'erano tre camere da letto, di cui due semplici matrimoniali e una immensa con un king size e con bagno comunicante (presumibilmente la camera padronale, Sam si rifiutò di pensare «la loro camera») e una capiente cabina armadio. Si scambiarono uno sguardo e, senza bisogno di aggiungere parole, aprirono la mano sinistra e batterono per due volte il pugno destro chiuso sopra, e alla terza Sam aprì la mano e Dean strinse ancora di più il pugno. Dean sbuffò contrariato borbottando un «È stupido che la carta batta il sasso!» ed entrò in una delle camere più piccole e Sam prese possesso della più grande. C'erano due comodini di fianco al letto, una cassettiera e svariati quadri alle pareti, quasi tutte foto di loro due in vari luoghi: Parigi, Roma, una non meglio identificata spiaggia bianca. Per fortuna, in tutte le foto erano vicini, si tenevano la mano o si abbracciavano, ma non c'era traccia di baci, sembravano loro due come erano di solito. Il letto era maestoso, una nuvola di cuscini e soffici coltri. Sam si sbarazzò di tutti i cuscini tranne uno: abituato com'era ai materassi dei motel, non sarebbe mai riuscito a dormire con tutta quella roba, si sarebbe sentito soffocare. Provò a guardarsi in giro: di fronte al letto c'era una parete a specchio decorata ai bordi con motivi floreali; distolse lo sguardo e scacciò qualsiasi idea che potesse in qualche modo ricordargli suo fratello, un letto e uno specchio nello stesso pensiero e controllò dentro i cassetti. Di sicuro i loro alter ego avevano gusti raffinati: la biancheria di Armani sembrava costosa e chic. Quando aprì il primo cassetto del comodino fu sicuro che questa volta fosse stato Dean quello più fortunato: doveva razionalmente aspettarsi di trovare preservativi (ai frutti rossi, seriamente?) e lubrificante (alla menta? Chissà se insieme stavano bene?), ma per poco non gli venne un infarto quando scorse una benda nera, due paia di manette (le avrebbe aperte anche un bambino, non erano affatto robuste) e alcuni toys colorati. Preferì non aprire gli altri cassetti.

Imputò allo shock di quelle scoperte la difficoltà ad addormentarsi, ma in realtà gli mancava il familiare respiro del fratello che di solito dormiva a fianco a lui ogni notte.

 

 

NdA

 

Ciao a tutti! Questa fanfiction è pensata come se fosse una puntata di Supernatural e sarà divisa per comodità dei lettori in due capitoli. Slash demands to be shipped è una famosa pagina Facebook che magari già qualcuno di voi conosce e le citazioni relative sono riprese da un paio di post. Anche gli insulti omofobi sono, purtroppo, reali e tratti dal web (doverli cercare è stata la parte più difficile del lavoro).

Il prossimo e ultimo aggiornamento tra una settimana. Grazie a chi legge e a chi mi lascia un commento, la vostra opinione è molto importante per me!

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


 

Il mattino dopo, per una volta, Sam e Dean poterono dormire a lungo e non dovettero fare turni in bagno. Dean aveva preparato il caffè per entrambi e si era industriato per cuocere bacon e uova che aveva trovato nel frigo. Dopo colazione entrarono nella cabina armadio e si decisero a indossare i due completi eleganti: Sam aveva un vestito e giacca con gilet nero e una cravatta bianca, Dean un completo grigio antracite e un papillon (per sua fortuna una delle mille ragazze con cui era uscito aveva insistito perché la accompagnasse a una festa indossando uno di quei farfallini, quindi sapeva come allacciarlo). Sam si sentiva un po' a disagio così elegante e continuava ad asciugarsi le mani sudate sui pantaloni, ma Dean invece trovava la cosa divertente e si pavoneggiava davanti allo specchio, aggiustandosi il papillon: «Awesome!». Poi aggiunse, sistemando la cravatta di Sam: «Ma anche tu non sei niente male Sammy!» e gli fece l'occhiolino.

Quando l'autista Cliff li venne a prendere, i due Winchester furono un po' sorpresi nello scoprire che la location scelta per il rinnovo delle loro promesse era il set in cui lavoravano ogni giorno (ma meglio così: se Cas fosse tornato li avrebbe subito individuati), dove era stato allestito per l'occasione un baldacchino di fiori sotto cui un pastore li attendeva.

A Dean servì uno sforzo sovrumano per non alzare gli occhi al cielo e bisbigliò all'orecchio di Sam: «Dio è sparito chissà dove e qui siamo pure religiosi!».

Il pastore li invitò a mettersi uno di fronte all'altro e a prendersi le mani e, sorridente, iniziò a parlare con clama: «Questo giorno è un dono e siamo qui perché in questo luogo Dio ha fatto incontrare questi due giovani. L’amore nasce solo dall’amore. Solo chi è amato può amare. Dio desidera, sopra ogni altra cosa, che noi scopriamo quanto siamo amati da Lui e che restiamo fedeli a questo amore. Quando l’uomo scopre che l’universo gli viene affidato, e che Dio si prende cura di lui, sente che il mondo è la sua casa e la libertà d'agire rende gustoso ciò che fa. L’amore umano unisce e trascende, gratifica e impegna, dona e riceve, unisce l’io al tu e consente che entrambi gli sposi crescano verso il noi. Scambiatevi ora le vostre promesse!».

Dean e Sam si guardarono incerti su cosa fare. Come se non fosse già abbastanza imbarazzante stare di fronte a tutti, mani nelle mani e occhi negli occhi, perché mai oserebbero guardare in giro i volti dei presenti divisi tra sorrisi pieni di felicità e pianti di commozione rischiando di avere un crollo nervoso, adesso dovevano pure dire qualcosa!

Sam spezzò il silenzio: «Comincio io». Prese un respiro e si schiarì la voce: «Non farei tutto questo senza di te. Mi hai sempre coperto le spalle, in ogni occasione, anche quando ti ho deluso. Tu sei… la mia famiglia e lo sarai sempre».

Sospiri sognanti arrivarono alle orecchie di Dean, che non sapeva davvero che pesci pigliare perché, a dirla tutta, le parole di suo fratello l'avevano toccato più profondamente di quanto avrebbe mai ammesso; l'unico discorso che conosceva era quello nel film di Braveheart, ma non gli sembrava adatto al momento, quindi fece del suo meglio e improvvisò: «Ci sono le macchine. Guidando si pensa. E si ricorda. Tutto. Ci sono le marce. C’è anche il folle e la retromarcia. E si percorre la strada. C’è la discesa e la salita. Qualche volta solo la salita. Spesso nella nostra vita. Una vita difficile, chiaro. Le salite si affrontano e noi le abbiamo affrontate. Ci sono poi le forature. E anche quelle le abbiamo risolte. E adesso siamo qui. Insieme».

Una giovane donna scoppiò in un pianto dirotto e tutti i presenti applaudirono con entusiasmo. Sam ringraziò mentalmente il cielo per la straordinaria capacità della gente di interpretare i discorsi nella propria mente in chiave romantica, ma un angolino del suo cuore fu grato al fratello perché sapeva che credeva in quello che aveva detto e, per un momento, gli strinse forte le mani.

«E ora lo sposo può baciare lo sposo!» proclamò il pastore.

Stavolta, visto che Sam sembrava avere tutte le intenzioni di restare fermo con la bocca spalancata, fu Dean a prendere il coraggio a due mani e a farsi avanti. Dovette alzarsi sulle punte dei piedi (perché cazzo quel moccioso era cresciuto così tanto più di lui, era ingiusto!) per arrivare con le proprie labbra a sfiorare quelle del fratello. Fu un tocco fugace e delicato, che non incontrò nessuna ritrosia e che riuscì a strappare un altro applauso e a colorare di rosso le guance di Sam.

Passarono le ore seguenti al buffet che era stato organizzato dopo la cerimonia, sorridendo e ringraziando amici e parenti di cui non conoscevano i nomi, Dean cercando soprattutto di evitare qualsiasi discorso compromettente riempiendosi continuamente la bocca di cibo; almeno quello era decisamente ottimo, uno dei pochi lati positivi dell'essere bloccati in quell'universo. Scoprirono che il tizio che interpretava Crowley (un certo Mark Qualcosa, forse Pellegrino, o forse quello era il nome del tizio che vestiva i panni di Lucifer? Avevano una gran confusione di nomi in testa) e quello che faceva Chuck (non ce la potevano fare a ricordare come si chiamava) sembravano essere dei musicisti anche abbastanza dotati. Fortunatamente, nessuno pretese di vederli ballare un lento, dopotutto era un rinnovo delle promesse da festeggiare con gli amici senza troppe formalità, ma chiesero a Dean di cantare. Lui, dopo aver bevuto parecchi drink, decise di accontentarli e Sam si ritrovò a ridere come faceva poche volte, mentre il fratello dissacrava alcuni classici del rock che gli dedicava, sussurrandogli poi all'orecchio che dovevano continuare con la storia della coppietta felice.

A un certo momento, capitò qualcosa di curioso: una cameriera che stava servendo del punch si ritrovò inspiegabilmente a cadere nella ciotola davanti a lei in cui intingeva il mestolo. Sam si avvicinò per fare alcune domande a un'altra cameriera che era accanto alla prima al momento dell'incidente: «Mi scusi, signorina, può dirmi cos'è successo?».

La ragazza sembrava davvero stupita: «Sally e io stavamo chiacchierando e il momento dopo lei era ricoperta di punch!».

Sam cercò di essere il più gentile possibile: «Potrei saper l'argomento della conversazione?».

La cameriera si torse le mani: «Deve cercare di capirla, non è colpa sua, è che è tanto giovane ancora ed è cresciuta in una famiglia molto tradizionalista, le hanno inculcato loro certe idee. Diceva che non ha nulla contro di voi, ma che l'orientamento sessuale secondo lei dovrebbe essere una legge naturale, come la forza di gravità, e quella che si celebrava oggi non era una cosa naturale e che domani avrebbe pregato per voi a una specie di raduno… Non la faccia licenziare, per favore!».

Dopo aver rassicurato la ragazza che non ci sarebbero state conseguenze, Sam si fece un appunto mentale di riferire al fratello quanto aveva scoperto.

Alla fine, riuscirono a lasciare la festa senza particolare fatica: a quanto sembrava i loro intenti di voler trascorrere un po' di tempo da soli erano assolutamente chiari (ma non per il motivo giusto) a tutti gli invitati che non risparmiarono loro battutine sconce.

Purtroppo a casa non avevano a disposizione la biblioteca di Bobby o il diario del loro padre, ma anche internet poteva essere una straordinaria fonte di informazioni relative al soprannaturale, se si sapeva dove indagare. Dopo qualche ora di ricerche inutili e fuorvianti, alla fine Sam richiamò l'attenzione di Dean, che nel frattempo era riuscito a finire il secondo pacchetto di patatine e a iniziare la quarta birra: «Forse ci sono. Credo che potremmo avere a che fare con un lillend» e mostrò al fratello l'immagine di una creatura che per metà era una donna dai tratti appuntiti (Sam li avrebbe definiti «elfici») e con la parte inferiore del corpo simile a un serpente multicolore; è dotata enormi ali, straordinariamente decorate, simili a quelle di un uccello.

«Belle tette» commentò Dean bevendo l'ultimo sorso di birra.

Sam sbuffò contrariato e lesse: «I lillend sono visitatori misteriosi provenienti dal piano astrale, in grado di rendersi invisibili a loro piacimento e di lanciare svariati incantesimi relativa alla sfera del charme e dell'innamoramento; molti sono abili in una o più forme di espressione artistica. Amano la musica e ogni forma d'arte. La ricchezza significa poco per loro, mentre le canzoni, i racconti e gli oggetti d'arte sono molto importanti. Sono normalmente pacifici, ma la distruzione dell'arte e il maltrattamento degli artisti li fa infuriare. Il rancore che sono in grado di provare è tristemente famoso e spesso vengono incontrati mentre impongono violente punizioni ai nemici delle loro arti o artisti favoriti».

«Quindi noi dovremmo andare a caccia di un mostro che sta cercando di proteggerci?» chiese Dean dubbioso.

«Sta facendo del male a delle persone! Magari questi tizi sono degli stronzi, ma non meritano di farsi così male! Potremmo cercare di calmarla, pare sia un essere pacifico» ribatté Sam.

Dean fu costretto a riconoscere la ragionevolezza dietro quel pensiero: «Ok. E come facciamo a beccare questo lillend?».

Sam si morse un labbro: «Beh, appare quando qualcuno ci insulta, quindi l'idea è di fare qualcosa per cui qualcuno potrebbe insultarci…».

Dean si rifiutò di capire dove voleva andare a parare: «Definisci “qualcosa”».

Sam era visibilmente imbarazzato: «Ho scoperto che domani sera c'è una manifestazione pacifica, una sorta di veglia di preghiera in riparazione dei peccati degli omosessuali. Chi parteciperà dovrebbe essere tranquillo e sembra che le punizioni del lillend siano proporzionate alla gravità dell'offesa, quindi non dovrebbero correre serio pericolo. Potremmo fare un incantesimo che ci permetta di vederla, andare là e comportarci in modo, ehm, affettuoso e vedere se a qualcuno dà fastidio…».

«O magari potremmo recitare talmente male da farla arrabbiare con noi, questo dovrebbe essere più semplice!» suggerì Dean speranzoso.

«Il regista mi ha detto che le riprese ricominceranno solo lunedì e nel frattempo potrebbero ferirsi altre persone» obiettò Sam.

Dean sperò con tutte le sue forze che Cas si riprendesse in fretta, perché questa cosa lo avrebbe ucciso.

Dopo una notte ristoratrice e una colazione corroborante sempre preparata da Dean per entrambi, iniziarono a cercare gli ingredienti per l'incantesimo che avrebbe permesso loro di vedere il lillend. Fortunatamente non c'era nulla che fosse davvero impossibile da trovare, ma dovettero girare per tutta Vancouver. Per recuperare alcune penne colorate si recarono in un negozio di animali; mentre Dean fingeva di voler comprare un carinissimo cucciolo di bradipo che diceva gli ricordava tanto Sam, quest'ultimo girava per le gabbie raccogliendo le piume cadute sul fondo per non far male agli animali strappandole. Poi dovettero cercare delle scaglie di serpente; Sam propose di andare allo zoo, mentre Dean insisté per fermarsi in uno strip club che pubblicizzava un numero con una ragazza, una certa Selene, che si esibiva in un bikini di pelle di serpente e con un pitone. Sam protestò inutilmente: «Ti ricordo che non dovrebbero interessarti questo genere di spettacoli!».

Entrati nel locale chiesero di poter avere uno spettacolo privato con Selene; in questo universo i soldi per loro non erano un problema. Furono fatti accomodare in un piccolo salotto con un divano in pelle rossa davanti a una piattaforma, in attesa della ragazza.

Selene non si fece attendere, ma quando arrivò e li vide, fece un versetto eccitato e squittì: «Oh mio Dio, non ci posso credere! Ma voi siete Jensen e Jared! Sono una vostra grandissima fan!». Poi rimase un momento interdetta: «Ma voi due non siete… Non pensavo vi piacesse… Cioè… Insomma…».

Sam rispose pronto: «Siamo facendo una ricerca sul campo per una scena che dovremo girare a breve, in cui Dean deve fare un numero di spogliarello con un pitone!».

L'espressione di Dean fu impagabile.

Selene era fuori di sé per la gioia: «Oh, ma è fantastico! E prenderete me come modello, sono così onorata! E anche il mio piccolo Rupert è entusiasta, vero tesoro?». E così dicendo carezzò il serpente e lo avvicinò ai due fratelli.

Guardando malissimo Sam, Dean allungò la mano e toccò il pitone: «Speriamo che mi capiti un serpente simpatico come Rupert!».

In un altro momento Dean si sarebbe divertito parecchio guardando lo spettacolo, ma non riusciva a scacciare la sensazione che le risatine non troppo trattenute di Sam derivassero dal fatto che lo stava sicuramente immaginando al posto della spogliarellista. Alla fine dello show la ragazza fu più che contenta di lasciare loro come souvenir il reggiseno di pelle in cambio dei loro autografi.

Comprarono in fretta un anello con diamante (il gioielliere fece un gran sorriso, augurando loro una felice vita insieme) e per ultimo raccolsero foglie di acero (erano in Canada ed era autunno, fu semplicissimo); giunti a casa mescolarono tutti gli ingredienti e pronunciarono le parole dell'incantesimo che per 24 ore avrebbe permesso loro di vedere i lillend.

Verso sera andarono alla stupida funzione. Alla fine la poca gente raccolta in preghiera in una piazza era, fortunatamente, davvero pacifica: c'era un pastore con una croce di legno tra le mani che invocava Dio affinché salvassero tutte le anime dalle tentazioni: «Preghiamo perché cessi l'ostentazione e la nobilitazione di atti che costituiscono una degradazione della creatura umana e perché svanisca la promozione di una visione erronea dell'uomo e di un uso distorto della sessualità. Preghiamo per tutte le anime confuse!»

Stavolta Dean non si trattenne dall'alzare gli occhi al cielo: «Sammy, mi spieghi come si fa a credere cose del genere? Chiaro, a me piacciono le donne, ma ognuno può fare ciò che vuole col suo culo e il suo pene. A Dio non frega un cazzo di chi va a letto con chi e noi lo sappiamo bene».

Sam sorrise impercettibilmente: «Sono persone che hanno il vizio di parlare a sproposito e la legge glielo consente, ma l'amore è sempre lo stesso. Sai, hanno fatto un recente studio scientifico per cui le mappature cerebrale di persone che guardano le foto delle persone di cui sono innamorate sono uguali, indipendentemente dalle differenze di sesso, età oppure orientamento sessuale».

«Ti vedo ferrato sull'argomento, Sam, sicuro che non c'è qualcosa che mi devi dire, non so, roba che è successa quando eri al college…» domandò Dean dando una pacca sul culo di Sam.

«Va bene che ti stai immedesimando nella parte, ma non esagerare!» protestò Sam, ma col sorriso sulle labbra.

«Guarda che è stata una tua idea!» puntualizzò Dean abbracciandolo da dietro con le labbra che gli sfioravano il collo e facendolo sussultare.

Il pastore li vide e li additò: «Ecco due che hanno bisogno di vedere la luce!».

Aveva appena finito di parlare che si portò prima le mani agli occhi e poi le mosse in avanti e gridò: «Oh mio Dio! Non ci vedo più! Non ci vedo più!». Scoppiò il panico tra i fedeli che si assieparono attorno alla loro guida spirituale e Sam e Dean videro poco lontano una figura, che se ne stava appartata, molto simile a quella dell'immagine del lillend che guardava compiaciuta il finimondo che si era creato.

Le andarono vicino e la fissarono. Inizialmente, accorgendosi di essere vista, la sua reazione fu di sorpresa, ma poi fece loro un caldo sorriso e parlò: «Chi l'avrebbe detto che oltre che belli e pieni di talento artistico foste anche versati nella magia! Eccomi qui, mi vedete, sono felice di incontrarvi! Quel pastore ha avuto quello che meritava; nessuno deve fare del male ai miei preziosi tesori, io vi proteggerò!» disse la creatura sollevando il mento dei due fratelli con dolcezza.

Una parte di Dean desiderava portarsi questa versione potenziata di cane da guardia nel suo universo, ma sospettava che vivesse per la fantasia e l'arte e non avrebbe apprezzato la cruda realtà. Sam cercò di essere diplomatico: «Ti siamo molto grati per l'affetto che ci dimostri; posso farti una domanda? Perché proprio Supernatural, perché proprio noi?».

Il sorriso del lillend si fece sognante: «Quando Jensen nei panni di Dean ha detto: “Papà è andato a caccia e manca da casa da alcuni giorni” ho capito che Supernatural era qualcosa di speciale. La storia ispira tante persone e ha tutto: vita, morte resurrezione, redenzione, ma soprattutto famiglia. Il tutto condito da una musica che ti rimane proprio in testa. Non è una penosa imitazione di un genere contorto, è epico. E sono assolutamente d'accordo col regista: un montaggio sperimentale a questo punto sarebbe davvero l'ideale! Siete così innamorati e passionali nella vita, dovreste esserlo anche nella serie!».

«Ma siamo fratelli! Nella serie, ovviamente» si giustificò Dean.

Il lillend liquidò la questione: «Oh, certo, ma chi bada davvero a questo?».

Sam riprese: «Anche se quelle persone sono state offensive, forse non meritavano di essere ferite per la loro ristrettezza mentale. Quell'uomo nella piazza, per quanto abbia una visione limitata della realtà, non aveva di sicuro cattive intenzioni…».

Il lillend, incrociando le braccia con disappunto, lo interruppe: «L'incantesimo non è permanente, presto tornerà a vedere, speriamo in modo più chiaro! Siete davvero di animo generoso, ma secondo voi dovrei lasciare impuniti coloro che vi offendono?».

A Dean venne un lampo di genio: «Potresti vendicarci in altro modo: che ne dici di far innamorare tutti quelli che ci offendono di una persona del loro stesso sesso?».

Il lillend proruppe in un'allegra risata argentina e svanì.

A Dean non restò che fissare lo spazio vuoto dove un attimo prima c'era la creatura: «Mi pare l'abbia presa bene, tu che dici Sammy?».

Quella notte nessuno dei due riuscì a dormire bene: erano agitati dall'idea di dover recitare il giorno dopo e avrebbero preferito mille volte imbarcarsi nella caccia di qualsiasi schifezza sovrannaturale piuttosto che affrontare il regista.

Sul set li attendeva una sorpresa al di là delle loro più nefaste previsioni: il regista, che stava parlando con un'entusiasta Selene, quasi irriconoscibile con dei vestiti addosso, li vide e fece cenno loro di avvicinarsi: «Ah, ragazzi! Ieri la nostra adorabile ospite Selene, che voi già conoscete, ha postato sul suo profilo Facebook il resoconto del vostro incontro e uno dei nostri writers l'ha letto. Non avevo idea che aveste delle iniziative così creative, ma dobbiamo assolutamente sfruttarle e abbiamo modificato il copione dell'episodio che gireremo oggi. Per raccogliere informazioni nello strip club dove probabilmente una sirena abborda i clienti, Dean si farà assumere come spogliarellista! Su Jensen, va a prepararti, i truccatori ti sistemeranno e poi Selena ci presterà il piccolo Rupert, mi ha detto che avete già fatto amicizia!».

Dean rimase piuttosto scosso e diventò rosso in faccia, incapace di proferire verbo mentre i truccatori lo sequestravano; invece Sam pensò a come procurarsi dei pop corn da mangiare per gustarsi meglio la scena. In quel momento, arrivò una ragazza con dei vestiti piegati in mano; aveva un viso familiare e Sam si rese conto che era Sally, la cameriera che era era caduta nel punch.

La ragazza si rivolse a un membro dello staff spiegando che era venuta a restituire gli abiti che le avevano prestato per sostituire i suoi bagnati. Alzò un istante lo sguardo e incontrò gli occhi di Selene. Le due si sorrisero e si avvicinarono, attratte l'una dall'altra come due calamite; Sally tese la mano per presentarsi e Sam avrebbe giurato di aver sentito una risata argentina in sottofondo.

Dean ritornò poco dopo con una vestaglia che teneva ostentatamente chiusa, piuttosto teso. Fu salvato in extremis da un angelo in trench che piombò agitato sul set. Il regista avanzò perplesso: «Misha, guarda che ti sei sbagliato, oggi tu non sei previsto in scaletta!».

Castiel lo ignorò e si rivolse ai Winchester con solennità: «Dean. Sam. Sono tornato a prendervi».

Dean quasi gli corse incontro, indeciso tra il ringraziarlo per essere arrivato e l'insultarlo per averli lasciati in quell'universo assurdo per tre giorni e scegliendo alla fine di tacere, mentre Sam li raggiunse con più calma salutando l'amico. Castiel posò le mani sulle loro spalle e l'attimo dopo erano seduti dentro l'Impala con le loro solite camicie di flanella addosso. Dean accarezzò il volante della sua piccola e il cruscotto per assicurarsi che fosse davvero reale.

Castiel si congedò: «Devo andare, ci sono affari urgenti che richiedono la mia attenzione». Sam e Dean lo salutarono e lui sparì. Sam non poté fare a meno di rammaricarsi dell'inesistente senso dell'umorismo dell'angelo: se avesse avuto un briciolo di spirito avrebbe lasciato a Dean la vestaglia e quello che indossava sotto!

Mentre partivano per una nuova avventura, il rassicurante rumore del motore di Baby in sottofondo e Bon Jovi che cantava Bed of Roses, Dean girò la testa verso Sam pensieroso: «Sammy, sono certo che sarei un marito adorabile, ma mi resta un dubbio: a quanto pare ci davamo parecchio da fare, ma secondo te chi dei due stava sopra?».

 

 

 

 

 

 

 

NdA

 

Ciao a tutti! Spero che vi siate divertiti a leggere questa piccola fic quanto io mi sono divertita a scriverla; se sono riuscita a regalarvi un bel momento e un sorriso potrò essere soddisfatta! Sam e Dean sono vestiti come Jared e Jensen ai loro rispettivi matrimoni, non ho resistito a giocare con questa cosa! Il lillend (che in pratica è la fangirl della situazione!) è una creatura dell'universo di D&D e le sue caratteristiche si adattavano perfettamente alla storia, ho solo leggermente rimaneggiato le sue capacità magiche. Nei manuali si parla di questo mostro sempre al maschile, anche se ha torso femminile, e ho mantenuto questo uso.

Grazie a chi ha letto e a chi mi lascia un commento!

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