Ricomincio da me.

di virginautamari
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


PROLOGO

 

Un giorno un grande saggio disse che la speranza è l’ultima a morire e che solo chi sogna può volare ed in questi anni, MESIA non ha mai smesso di farlo, non ha mai smesso di sognare e di sperare che al di fuori di quelle pareti bianche, ci fosse un posto per lei in questo mondo, un posto in cui poter essere se stessa, un posto in cui finalmente poter esprimere la vera lei.

E magari chissà, trovare quell'amore di cui ha letto innumerevoli vicende, innumerevoli storie, immaginando, la sua di storia d'amore, indecisa se volere una storia tutta rosa e fiori, come quella narrata nei Disney Channel Original Movie, che continuamente guarda, attravero i dvd che suo fratello o le sue care amiche, ogni giorno le portavano, nonostante la sua età sia un po' troppo elevata per quella tipologia di film.

O volere una storia d'amore tutta passione e mistero, come quella che ha imparato ad amare attraverso i libri, di cui non può più fare a meno, manco se le regalassero la nuova reflex ultimo modello, rinuncerebbe a nutrirsi di una nuova storia.

Sono come una droga per lei, ma dopotutto quando la tua vita non è altro che, radiografie e prelievi, penso che non ci sia altro da fare che rifuggiarsi in un libro o guardare un cartone, per poter evadere un pò.

Perchè la vita di MESIA, è questa: un continuo analisi del sangue e radiografie ai polmoni e al cuore. Diciamo che, se la si volesse paragonare ad un film, di certo non sarebbe un Disney Channel Original Movie, più una nuova puntata di Grey's Anatomy, forse la rispecchierebbe di più.

Ma da quel giorno, tutto sarebbe cambiato: il male che portava dentro di lei finalmente è passato e quella vita che tanto ha agognato e sognato è a due passi da lei, al di fuori di quella porta, pronta per essere vissuta e lei non è mai stata più pronta di cosi.

Fuori da quella porta porterà con se tutte le gioie e tutti i dolori di questi anni, le persone che l'hanno accompagnata ed anche quelle persone che l'hanno lasciata per passare a miglior vita, non dimenticherà nulla di quel posto perché se oggi, lei è quello che è, lo deve anche a loro.

Le sue gambe forse non reggeranno ancora il peso di tutte le novità che l'attendono ed i suoi polmoni forse non sopporteranno tutto lo smog di città ma lei è sicura di farcela, dopotutto ce l’ha fatta fino e adesso, ha sopportato mali peggiori, un po’ di smog ed un po’ di novità, non le impediranno di vivere, perché quella di vivere è sempre stata l’unica cosa che l'ha accompagnata in tutti quei anni.

La voglia di conoscere gente nuova, di innamorarsi, di essere finalmente felice, serena.

Se la merita anche lei un pò di felicità e di serenità, dopotutto, come tutti, a questo mondo






 




Ehilà, I'm back!!!
Allora premetto che, è passato un bel po' di tempo da quando ho pubblicato l'ultimo capitolo della mia precedente storia “Sei il paradiso al centro esatto dell'inferno” (presente nella mia pagina efp) quindi sono un arruginita spero siate clementi.
Ritornando alla storia in questione, è un bel pò diversa dalla mia storia precedente, nessun blog segreto aleggia intorno alla vita della protagonista e dei suoi amici, se non il ricordo di una malattia che, da sempre, ha accompagnato la sua vita.
Una malattia che sembra essere andata via, che sembra essersi fatta da parte, lasciando che la protagonista ricominci da se stessa, ricominci a vivere.
In questi capitoli vi porterò nel mondo di Mesia,  la quale in compagnia di suo fratello Louis, di Maggie e Bianca, di Harry e di tutto il gruppo, scoprirà che cosa vuol dire essere, un adolescente normale, con le gioie ed i dolori che l'adolescenza comporta.
Con questo prologo spero di avervi incuriosito e che la storia vi piaccia.
Un bacio ed a presto..molto presto.
Ps: Se qualcuno volesse lasciare un parere al riguardo, è sempre ben accetto.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


CAPITOLO UNO

 

"Drinn Drinn", il telefono suonava incessantemente sulla scrivania.

Era iniziato un nuovo giorno in quel dì di Londra, la città era sveglia già da un pò ma in uno degli ospedali nella zona di Westmister Bridge , una ragazza era ancora nel suo letto a sonnecchiare.

La notte era stata per lei al quanto difficile, si era immersa completamente nella lettura di un nuovo libro, troppo eccitata per mettersi a dormire, perdendo completamente la cognizione del tempo.

Quella notte, Mesia, la ragazza in questione, non era a Londra, o meglio con il corpo era nel suo letto, nella stanza dell'ospedale nella quale alloggiava, ma con la mente viaggiava per le strade di Bayview, in compagnia di Ella e Callum Royal.

E cosi come le pagine del libro svolazzavano tra le mani della ragazza, cosi le ore passavano, lasciando che la sera accogliesse la notte e dopo un pò l'alba di un nuovo giorno.

Erano esattamente le 04:00, quando gli occhi hanno cominciato a pizzicarle per il troppo sonno e le sue braccia hanno ceduto alle milioni di chiamate di Morfeo, il quale la invitava gentilmente a posare quel libro, che stringeva gelosamente tra le sue mani, e a lasciarsi andare ad una bella dormita.

Ma la persona che in quel momento la chiamava non era Morfeo, bensì la sua amica Maggie, la quale non la invitava gentilmente ad abbandonarsi ad una bella dormita, ma voleva espressamente augurargli una buona giornata, essendo quello un grande giorno per la bella addormentata.

Mesia, finalmente, sarebbe tornata a casa, dopo 4 anni di analisi del sangue e radiografie al cuore, sarebbe finalmente tornata a vivere, come una persona normale, senza nessuno intoppo o ostacolo a barrare il suo cammino.

Sono passati anni, eppure Mesia, ricorda quel giorno, quel maledetto giorno, come fosse ieri: è entrata in quell'ospedale, una mattina di 4 anni fa, un arresto cardiaco aveva messo fine per un attimo alla sua vita, ricorda ancora il viso di sua madre, in ginocchio davanti al suo corpo, quel corpo di una piccola bambina di 15 anni, una bambina felice che non aveva nulla da rimproverare alla vita.

Aveva due genitori che l’amavano, un fratello che viveva per lei, due amiche senza la quale non poter restare e tanti altri amici ma, il destino gioca brutti scherzi talvolta proprio a quelle persone che non hanno problemi.

Le è stato detto che tutto quello che accade nella vita, accade per un suo perché e per un suo per come, come un ostacolo posto sul cammino per testare la forza ed il coraggio di una persona e lei di coraggio e forza ne ha da vendere.

Ovviamente quella mattina, sembrò tutto un grande incubo, sua madre che piangeva, suo padre che chiamava il pronto soccorso alla ricerca di un autobulanza e suo fratello, beh lui era li, alla destra del suo corpo, con il viso tra le mani ed urlava.

Urlava al cielo la sua tristezza, urlava al cielo la sua infelicità, si chiedeva perché tutto stava accadendo a lui, alla sua famiglia, alla sua sorellina, all'altra parte di se stesso.

Perchè Mesia e Louis sono gemelli, nonostante il dottore tiene sempre a precisare che, i due siano fratelli, non essendo nati all'interno della stessa sacca ed essendo una, una ragazza e l'altro un ragazzo.

Ma questa differenza, sembrano notarla solo gli altri, per i due, non esistono sacche diverse o sesso diverso, sono nati lo stesso giorno, sono cresciuti insieme, un anima sola divisa in due corpi.

L’ultimo istante prima che cadesse in uno stato comato, gli ha rivolto un sorriso, uno sguardo carico di forza, la sua forza che in quel momento imprimeva a lui, affinchè potesse salvare quello che rimaneva della loro famiglia, affinchè potesse rialzare quella piccola donnina che giaceva alla sinistra del suo corpo.

E’ come se legati da una sottile telepatia, Louis si alza dal pavimento, tira con tutta la forza che ha nel corpo, sua madre dal corpo della sorella e la trascina in cucina.

Di quello che è accaduto dopo, Mesia ne sa poco quanto nulla, sa solo che dopo un paio di giorni, si è risvegliata in una stanza di ospedale ma la scena che le si è presentata davanti è stata la stessa di quando perse i sensi.

Sua madre era alla sua destra e suo fratello alla sinistra, suo padre si accingeva a chiamare la dottoressa affinchè potesse vedere che finalmente dopo giorni, la sua bambina aveva finalmente aperto gli occhi.

Quegli occhi azzurri, colmi di gioia e allegria che nemmeno un arresto cardiaco aveva portato via e lui era orgoglioso di lei, era orgoglioso della sua piccola stella senza cielo, della sua piccola guerriera.

All’arrivo dei medici, la sua famiglia si era fatta da parte ed una serie di persone alla ragazza sconosciute si sono avvicinate al suo corpo e proprio come quel giorno, si sono prese cure di lei.

I suoi genitori le hanno raccontato cosa fosse accaduto e cosa avrebbe dovuto aspettarsi da quel male grande che, a quanto pare fin dalla nascita le era stato accanto.

Un cuore troppo piccolo e fragile per il suo corpo, un cuore che ancora non si sapeva cosa aveva di preciso ma che avrebbero dovuto operare con urgenza affinchè potesse tornare a funzionare correntamente e da quel giorno sono passati esattamente 4 anni.

4 anni in cui, ha sognato e sperato di poter tornare finalmente a vivere, di tornare a passeggiare per le strade della sua bella Londra, di tornare a ridere e giocare con i suoi amici, quegli amici che, comprese Maggie e Bianca, a quest’ora si saranno diplomati e avranno ognuno di loro preso la loro strada, quella strada che avrebbe percorso anche lei se non fosse stata bloccata tra quelle mura.

Con la differenza che, Maggie e Bianca, non l'hanno mai abbandonata, le sono state accanto per tutti quegli anni, portantole un pò di vita al di fuori, all'interno dell'ospedale.

Ogni pomeriggio dopo università e lavoro, le facevano visita, Bianca le portava quei cioccolatini che tanto le piacciono, e Maggie le portava ogni giorno un libro nuovo.

Maggie, più di Bianca, la passava a trovare tutti i giorni, non c'era un giorno in cui non le andava a far visita ed ogni giorno le portava quell'aria di novità e di freschezza, che servivano da toccasana per i momenti di nostalgia della ragazza ricoverata.

Le raccontava delle sue giornate universitarie, degli esami che avrebbe dovuto preparare e di quanto fossero stronzi i professori ed i ragazzi in generale.

E di stronzi Maggie, ne aveva conosciuto tanti, soprattutto sul fronte amoroso, ma nonostante questo, continua credere nell'amore, nell'amore quello vero.

Ma da oggi, quelle che erano solo storie, adesso Mesia, le potrà vivere in prima persona, ed è per questo che, eccitata dal fatto di dover uscire e respirare aria nuova, non fosse riuscita a dormire nemmeno un attimo, lasciando che fosse il suo nuovo libro a contenere il suo entusiasmo.

Mesia non rimpiange nulla di quello che è stato, pensa solo che se è andata in questo modo vuoldire che cosi doveva andare, che Dio voleva testare la forza ed il coraggio della sua famiglia, quella famiglia che quella mattina sarebbe venuta a prenderla per portarla, finalmente, a casa con loro.

Hanno combattuto contro un male che forse non se ne è del tutto andato, dovrà continuare a fare cure ma fortunatamente l’ha sfangata, l’operazione andò benissimo quel giorno e gli anni sotto controllo sono stati solo una precauzione affinchè i medici potessero essere sicuri che realmente il suo cuore sarebbe sopravvissuto.

C’è anche da dire che, non l'hanno operata subito, la ragazza è stata sottoposta a decine di analisi prima della fatitica operazione, ha dovuto aspettare che un donatore le donasse un cuore nuovo ed ecco qui la spiegazione di tutti quegli anni tra le mura bianche.

"Buongiorno", aveva appena annunciato il suo arrivo in ospedale, Maggie.

La ragazza scocciata dalle non risposte da parte dell'amica, e troppo emozionata per il suo ritorno a casa, aveva deciso di andare direttamente all'ospedale, consapevole del fatto che, l'amica stesse ancora dormendo.

"Ciao Maggie, di buon ora oggi, niente corsi o mattinate di studio?", le aveva chiesto Elisabeth, caposala del reparto nella quale era ricoverata, Mesia.

Se per Mesia, quelle sale fossero un pò come una sua seconda casa, di certo non si può dire il contrario di Maggie o della sua famiglia, avendo passato li, gran parte delle loro giornate.

"No Ely, questa mattina passo, sono troppo emozionata per il ritorno a casa di Mesia, non avrei dato il massimo in nessuna materia e non sarei riuscita a seguire nessun corso.", sostenne la ragazza, con il sorriso a mille, al sol pensiero che l'amica sarebbe tornata a casa.

"Sei davvero un ottima amica, Mesia è fortunata ad averti", le sorrise l'infermiera.

"Grazie Ely, ma quella che è fortunata sono io. Ad avercela la forza che ha lei", sostenne la ragazza.

"Mesia è una vera e propria guerriera, non è ho viste molte di ragazze con la sua stessa forza, ma non si può dire il contrario di te. Le sei stata accanto in tutti questi anni, deve anche a te, gran parte della sua forza.", le disse carezzandole il braccio, l'infermiera.

Ed era la verità, se Mesia ce l'aveva fatta, lo doveva anche a Maggie, e a Bianca, oltre che alla sua famiglia, per esserle stati accanto, quando il mondo sembrava averla abbandonata.

"Ti ringrazio per le belle parole Ely, ora vorrei andare da lei, pensi che sia possibbile oppure no?"

"Vai pure tranquilla, è ancora troppo presto per la visita di dimissione, penso che la tua amica stia ancora nel mondo dei sogni", le sorrise allontandosi Elisabeth, lasciando alla ragazza la possibilità di raggiungere la sua amica.

E proprio come aveva preannunciato la caposala, la ragazza era ancora nel mondo dei sogni, aggrovigliata tra le coperte e le lenzuola, con ancora il libro nella mano destra, segno che quella notte, i suoi occhi si fossero chiusi prima che, la ragazza potesse poggiare il libro, sul comodino al suo fianco.

"Mesy, ehi, svegliati", le sussurrò Maggie, accomodandosi sulla sedia vicino al letto dell'amica.

"mmm, un altro pò Ely, altri 5 minuti dai", le chiese la bella addormentata, ipotizzando che a chiamarla fosse la caposala, abituè di ogni mattina.

"Mesy, sono Maggie, svegliati dai", le disse la rossa, alzando di un quarto il suo tono di voce e scuotendole un braccio.

Ma pur alzando di un quarto il suo tono di voce e scuotendole un braccio, la rossa non ottenne nulla dalla sua amica, che troppo stanca, rifiutava di svegliarsi.

"Penso che nemmeno se le promettessi di regalarle una reflex nuova, riusciresti a svegliarla, in questo momento.", sostenne ridendo una voce, al di là della porta d'entrata, annuciando l'arrivo di una nuova persona nella stanza.

Ma Maggie non ebbe bisogno di girarsi per poter riconoscere quella voce nuova, solo una persona avrebbe potuto fare quei determinati paragoni, perchè solo una persona, a parte lei e qualcun altro, conosceva cosi bene Mesia, da sapere che, oltre alla lettura, la fotografia, fosse il suo secondo hobbie.

"Ciao Lou, sono contenta e felice di vederti questa mattina, ma se tu la smettessi di ridere e mi aiutassi a svegliare, questa pigrona di tua sorella, te ne sarei molto grata.", gli sorrise ironica la ragazza.

Maggie e Louis, erano ottimi amici, pure se all'apparenza poteva sembrare il contrario, si conoscevano da bambini, erano cresciuti insieme, essendo la rossa intima amica della sorella del ragazzo, avevano passato insieme molteplici momenti.

Si stuzzicavano continuamente e continuamente si prendevano in giro, ma mai avevano litigato, era una bella amicizia la loro.

"Dai Margareth, non te la prendere, dovresti saperlo ormai che solo io sono in grado di svegliare mia sorella e nessun altro, è inutile provarci", la spintonò il ragazzo.

"Si si, perchè tu sei l'altra metà di lei e quindi la conosci a memoria, solita e noiosa storia Louis risparmiela, la conosco già"

"E non chiamarmi Margareth, sai quanto lo odio.", lo spintonò di rimando, la ragazza.

"Guardate che io sono già sveglia, non sono mica dall'altra parte del mondo, smettetela di litigare",sostenne Mesia, svegliata, finalmente, dalle chiacchiere continue da parte di suo fratello e della sua amica.

"Ma buongiorno sorellina, sei contenta di tornare a casa?", le urlò suo fratello, lanciandosi direttamente su di lei, al di sopra del letto.

"Sisi, ma adesso spostati Louis, che non sei per niente leggero", lo spintonò la bionda.

Il ragazzo le liberò le braccia ed il corpo dal peso eccessivo del suo di corpo ma non le lasciò di certo tutto lo spazio all'interno del letto, anzi le si accomodò al fianco, togliendosi addirittura le scarpe per stare più comodo.

"Ma si Lou prenditi pure tutto il letto, e poi sono io la pigrona della famiglia", gli disse la ragazza spingendolo all'angolo del letto per ritrovare il suo spazio perduto dall'intrusione di suo fratello.

"Ciao Maggie", seguitò Mesia, salutando l'amica, divertita dal battibecco dei fratelli.

"Ciao, finalmente ti sei svegliata, stavo per riempirti di acqua gelata, se non ti fossi svegliata da qui ad un ora, ti ho addirittura chiamata al cellulare", le disse l'amica, allungandosi su di lei per poterle dare due baci sulle guance.

"Scusami e che non ho proprio dormito questa notte, ero troppo eccitata dal fatto che oggi finalmente lascerò questo posto che, ho finito per leggere tutto il libro e perdere completamente la cognizione del tempo", Mesia.

"Me ne sono accorta, quando sono entrata nella stanza, avevi ancora il libro fra le mani", Maggie.

"Davvero? Non me ne sono accorta, devo essermi addormentata senza nemmeno rendermene conto, ma tu a che ora sei arrivata, da quanto tempo siete qui?", disse la bionda, rivolgendosi ad entrambi i suoi visitatori.

"Io sono appena arrivato, lei non so da quanto tempo è qua", rispose Louis, accoccolandosi tra le braccia della sorella.

"Io sono arrivata 10 minuti fa, questa mattina non ce l'ho fatta a studiare, sapendo che tu saresti uscita e quando ho visto che non mi hai risposto, ho deciso di venire. Ho chiamato anche Bianca ma, non ha potuto lasciare il lavoro, doveva sostituire Allie, in ludoteca. Ha detto però che ti avrebbe scritto.", Maggie.

"E' possibile, non ho ancora controllato il cellulare, dopo controllo e le rispondo se realmente mi ha scritto.", rispose la ragazza accarezzando i capelli del fratello.

"Non ci posso ancora credere che, da qui ad un ora, uscirai finalmente da questo posto. Sono contento, Mesy, l'hai sfangata del tutto.", sostenne il ragazzo, emozionato dal fatto di riavere sua sorella a casa.

La ragazza gli sorrise emozionata, suo fratello aveva ragione, quello sarebbe stato l'ultimo giorno in cui si sarebbe svegliata in quel letto, da domani sarebbe iniziata finalmente la sua vita, la sua nuova vita.








Ehilà I'm Back!!
Ciao belli, ecco a voi un nuovo capitolo fresco di stampa tutto per voi.
Scusate il ritardo ma tra un festa ed un altra, non ho avuto il tempo di aggiornare ma, eccomi di nuovo qui per voi.
Questo capitolo vede l'uscita di Mesia dall'ospedale in compagnia del suo caro fratello gemello, Louis e la sua migliore amica Maggie, che cosa le aspetta una volta uscita da quel luogo per lei ormai una seconda casa?
Chissà.. Abbiate pazienza e lo scoprirete....molto presto.
Un bacioooo.
Ps: Una recensione è sempre ben accetta, giusto per capire che cosa pensate della storia.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


CAPITOLO DUE

 

Ecco qui, signorina, è pronta per tornare a casa”, la salutò la dottoressa Stuart.

Grazie mille, per tutto, dottoressa, non so realmente cosa avrei fatto se non ci fosse stata lei ed il suo staff”.

Ed è la verità, Mesia deve tanto a questa donna, che quel giorno si avvicinò al suo corpo e che da allora non ha mai abbandonato la speranza che un giorno lei potesse uscire finalmente da li.

Se la sono vista brutta e lei insieme a loro, la ragazza la considera come un vero e proprio miracolo che ha preso tra le mani il suo corpo e come una fata, gli ha dato la vita.

Non devi ringraziarmi Mesia, io ho fatto solo il mio dovere, mi sono presa cura di te come da copione, ora sta a te prenderti cura di te. Abbi cura di splendere Mesia, perché se c’è una cosa che ho capito di te in tutti questi anni è proprio questo, brilli di una luce propria. Non lasciare mai che questa luce si spenga.”

E lei ha intenzione di mantenere salda quella promessa, non lascerà mai che la vita la travolga un'altra volta, avrà la forza giusta ed il coraggio giusto affinchè sia lei a dominarla.

Lo prometto. Ci si vede in giro dottoressa”, e dopo un ultimo sorriso, accompagnata dalle braccia di sua madre, abbandonò per sempre l’ospedale.

Quello che l'aspetta al di fuori di quelle mura ancora non lo sa ma una cosa la sa di sicuro, Mesia è pronta a vivere qualsiasi esperienza, la vita ha in servo per lei.

Allora sorellina, sei pronta ad iniziare una nuova vita?”, le sorride fiero Louis.

Si, non sono mai stata cosi pronta”, gli sorrise di rimando la ragazza, prendendo sottobraccio l'amica Maggie, la quale era rimasta tutto il giorno ad aspettare la sua dimissione.

Ne abbiamo passate tanto tesoro ma come dice il detto, l’importante è finire bene”, sostenne sua madre, da poco arrivata insieme a suo marito, nonchè padre della ragazza.

E Mesia non può non essere d’accordo con lei, non importa quanto sia lunga e faticosa la salita, l’importa è riuscire a salire fino alla cima del monte.

Ah Mesia, volevo annunciarti che ti ho riscritto a scuola”, annunciò suo padre.

Ma come papà, ho studiato tutti questi anni in ospedale, perché devo andare a scuola”, si lamentò la ragazza.

All’ospedale c’erano dei medici che si sono occupati della sua educazione, della sua istruzione e alla fine dell’anno c’era un professore che veniva a verificare come era andato l’anno, come una sorte di insegnamento privato.

Mesia pensava che una volta uscita dall’ospedale, non avrebbe dovuto frequentare la scuola, dopotutto è arrivata al 4 anno, visto che un anno l'ha perso per via dei vari controlli, a cosa le serviva un diploma.

Ma suo padre non era del suo stesso parere, Jacob Tomlinson, era convinto che un diploma di scuola superiore servisse almeno a darti una buona base per poter frequentare un buon college e trovare un lavoro che si rispetti, quindi nessuna insistenza da parte della figlia, sarebbe riuscita a fargli cambiare idea al riguardo.

Mesia avrebbe frequentato la scuola superiore, come tutte le persone delle sua età, non importa se le sue amiche non sarebbero state con lei, visto che loro il diploma lo hanno già preso, sarebbe andata in quella scuola scuola, e avrebbe preso il diploma, a costo di trascinarla con la forza, parola del signor Tomlinson.

Mesy, lo so che per te tutti questi anni di studio possano bastare ma in realtà non è cosi, hai 20 anni e per entrare nel mondo del lavoro, ti serve almeno un diploma. Quindi frequenterai il 5 anno, come una ragazza della tua età, non hai desiderato questo per tutta la vita?”, le chiese suo padre.

La ragazza aveva desiderato per tutta la sua vita di essere una persona normale, di fare le stesse esperienze dei suoi coetanei ma, una nuova scuola non sarebbe stata di certo la scelta giusta per riprendere in mano la sua vita, anzi per ricominciare a vivere.

E per di più non avrebbe avuto al suo fianco ne Maggie e ne Bianca, e neppure suo fratello Louis, sarebbe stata da sola, in un posto nuovo, in una classe già sicuramente formata, si sarebbe sentita un pesce fuor d'acqua, questo era poco ma sicuro.

Dai Mesy, vedrai che non sarà cosi male, tornare tra i banchi di scuola, pensala come un modo per poter fare nuove amicizie”, sostenne suo fratello.

"E poi sarai nella nostra vecchia scuola, e sia io che Maggie eravamo piccole leggende ai nostri tempi, vedrai che appena nominerai il mio nome o il suo nome, tutto ti sarà dovuto, te lo assicuro.", la incoraggiò Louis.

"Parla per te, io ho sempre odiato quella scuola, ero considerata una nerd, più che una leggenda", sostenne Maggie, ricordando i suoi anni di scuola.

Ed era la verità, Louis Tommilinson era ricordato nell'HIGH SCHOOL, come una vera e propria leggenda, ovviamente non per i professori, i quali non vedevano l'ora che il moretto prendesse il diploma pur di toglierselo dai piedi, ma per il resto del corpo studentesco.

Louis era ed è, il re degli scherzi, nononstante i suoi voti non scendessero dal 8, capitano della squadra di basket della scuola ed essere umano maschile più desiderato da tutta la fauna femminile.

I ragazzi sognavano di essere come lui, e le ragazze sognavano di stare con lui.

Mesia si divertiva ad ascoltare i racconti di suo fratello, su quelle ochette che gli correvano dietro, ogni giorno all'ospedale, Louis gliene presentava una, ovviamente solo tramite foto su facebook.

A nessuno dei suoi compagni, Louis aveva parlato della malattia della sorella, certo tutti quanti sapevano di lei, perchè Louis non poteva non nominarla, ma nessuno sapeva dov'è che fosse, tutti erano convinti che studiasse fuori, a parte qualcuno.

Quindi per lui è facile parlare, la stessa con non valeva per Maggie però, la quale come aveva anticipato lei stessa, non era di certo una leggenda a scuola, anzi era sempre sola, circondata da quelle poche amiche, che volevano starle accanto o per copiare i compiti o per ottenere un uscita con Louis, essendo a conoscenza dell'amicizia che da sempre legava i due.

Ma a Maggie non era mai importato, c'era Mesia ad aspettarla ogni pomeriggio in ospedale e c'era Bianca con la quale condivideva le sue serate, non frequentando la sua stessa scuola ed avendo due anni di differenza, non le importava di nulla più.

"Devo dire che in questo modo, invece di incoraggiarla, la spaventi Margareth", la accusò Louis.

"Non la spavento, la metto solo al corrente dei fatti, fatti di cui, lei già sa.", Maggie.

"E per la millesima volta, non chiamarmi cosi.", seguitò la rossa.

Smettetela di litigare voi due, e Mesia non fare storie, ormai ti ho già iscritto”, chiuse il discorso suo padre.

A quanto pare, era tutto già deciso, l'unica cosa da fare, era sperare che tutto sarebbe andato per il verso giusto.

"Vedrai che andrà tutto per il meglio", le sussurrò sua madre, ottendendo un cosenso anche da parte di Maggie e Louis, che la guardarono sorridendole.

Ok, non discuto, posso almeno sapere che indirizzo scolastico frequenterò?”, chiedo ormai affranta da quel discorso.

La scuola è quella li, frequenterai un indirizzo letterario-artistico”, le spiegò suo padre.

Un enorme palazzo antico si affacciava alla loro sinistra, una scuola immersa nel verde della città.

La “High school ”, è il liceo artistico e sportivo più in voga della città, sono sicuro che ti troverai bene”

E poi amore, hai sempre amato l’arte no?”, chiese sua madre.

Si ma non so se sarò in grado di reggere tutta quell’arte e poi io amo la fotografia è diverso.”

Una cosa che in tutti questi anni non è mai cambiato era proprio il suo amore per la fotografia, oltre che per i libri, l’ospedale si affacciava su un enorme prato ed ogni qualvolta poteva, la ragazza si affacciava dalla finestra e scattava infinite fotografie.

Questa sua passione gliela aveva trasmessa suo nonno, il buon nonno William, il padre di suo padre, amava la fotografia come se fosse la sua stessa vita, Mesia ricorda ancora le estati passate a Brighton insieme, passavamo intere giornata a fotografare il tramonto che si espandeva sul mare, purtroppo il nonno è andato via un anno dopo il suo internamento in ospedale, ha sofferto tanto la sua scomparsa ma non si è mai abbattuta, il nonno è con lei, in tutto e per tutto.

Mesia, sono sicura che ti troverai bene, sei forte tesoro.”, conclude mia madre con un bacio sulla fronte ed un sorriso carico di speranza.

L'unica cosa, che la ragazza si era sempre detta, "io sono forte e la sfangherò sempre", era il suo matra, le parole che si ripeteva dopo ogni analisi o prelievo, dopo ogni radiografia ed anche questa volta, quelle parole le avrebbero portato fortuna, almeno lo sperava.

"Siamo quasi arrivati a casa, Maggie pranzi da noi o hai bisogno di un passaggio a casa?", sostenne il signor Tommlinson, rivolgendosi alla ragazza dai capelli rossi, l'amica di sua figlia.

"Tornerò a casa, ma non si preoccupi signor Tommlinson, può lasciarmi fuori casa sua, devo passare un attimo in biblioteca a consegnare un libro", rispose la ragazza.

L'uomo annui con il capo, continuando a guidare verso casa.

"Passi in biblioteca, mi prenderesti un nuovo libro?", chiese speranzosa Mesia alla sua amica.

"Certo, ma potresti venire con me, che ne dici?", le chiese Maggie.

La proposta di Maggie, era di certo una proposta allettante per la bella Mesia, avrebbe voluto tanto entrare di nuovo in una biblioteca e cuoriosare tra quelle pareti pieni di libri, ma le sue gambe non erano ancora pronte a camminare per le strade della città, e la sua testa girava ancora un pò per la mancanza di sonno di quella notte, quindi si convinse a non accettare, per quello momento, ma ci sarebbe andata, in quei giorni.

"Penso che sarebbe una bella idea ma, ho troppo sonno per fare solo un passo che non sia all'interno di un auto, quindi penso che me ne andrò a casa e mi farò una bella dormita. In questi giorni però ci andiamo, promesso", Mesia.

La rossa annuii preoccupata, ce l'avrebbe mai fatta Mesia, a tornare a vivere in maniera normale? Se lo augurarono tutti.

Arrivati a casa Tommlinson, le due ragazze si salutarono, la rossa le promise che quella sera le avrebbe portato un nuovo libro e che avrebbero passato la serata insieme, in compagnia anche di Bianca, se non avesse da lavorare, e dopo i saluti, si divisero, ognuna per la sua strada.

 

E' passata una settimana dal ritorno a casa di Mesia, settimana in cui ha visitato tutta la città, emozionandosi come se fosse la prima volta che mettesse piede su di un suolo londinese.

Era stata con Maggie, alla sua università, aveva seguito con lei i suoi corsi ed aveva assaggiato nuovamente quel cappuccio di Sturbuck che tanto amava da bambina.

L'amica l'aveva portata in giro, aiutandola a scegliere nuovi outfit da sfoggiare in vista del rietro a scuola e per le serate che ci sarebbero state in giro per Londra.

Avevano svaligiato mezzo Covent Garden e Oxford street, non si erano fatte mancare nulla in quei giorni, nemmeno un giro sul London Eye, nonostante la temperatura non fosse delle migliori, l'estate stava per andare via, dando spazio all'autunno di arrivare.

Mesia si era divertita come non mai, ma quella mattina sembrava che uno zombie fosse venuto a prenderla per portarla all'al di là, era cosi che si sentiva, quando la sveglia era suonata e aveva messo a fuoco che quel giorno, sarebbe stato per lei, l'inizio di un nuovo anno scolastico.

Le ci sono voluti esattamente 5 minuti per prepararsi, non mantenendo fede alle promesse che aveva fatto alle amiche quella sera, durante la cena che avevano organizzato pre-scuola.

Ma lei non aveva intenzione di mettersi in mostra fin dal primo giorno, voleva iniziare con il piede giusto almeno oggi, cercando il più possibile di mimetizzarsi, non era pronta a raccontare a degli estranei la sua vita privata.

Non che se ne vergognasse, anzi, pensava che ciò che era oggi fosse frutto di quello che aveva vissuto e di quello che ha dovuto fare, in quegli anni per poter restare in vita e solo che non era ancora pronta.

Quella notte non aveva chiuso occhio, a furia di pensare a come sarebbe andata quella giornata, a quanto sarebbe difficile per lei integrarsi in un nuovo gruppo, soprattutto un gruppo già formato come lo sarà la sua nuova classe ed infatti il peso di quella notte insonne era tutto attorno ai suoi occhi, le ci sono volute quantità infinite di correttore affinchè potesse almeno un po’ nascondersi.

Il suo corpo, risente ancora il peso di quello che ha subito, delle varie analisi e dell’operazione ma giorno dopo giorno, inizia a guarire del tutto, le cicatrici delle flebo sono quasi del tutto sparite ed il suo corpicino magro sta prendendo una forma almeno un po’ accettabile.

Con le amiche aveva deciso di iscriversi in palestra o ad un corso di danza, magari nella stessa scuola frequentata da loro, almeno per rafforzare il suo corpo magro, non pu. fare ancora tanti sforzi ma la dottoressa le ha assicurato che un po’ di attività sportiva non può che farle bene, quindi perché non provarci, dopotutto deve e vuole essere normale.

Mesy, sei pronta? Papà e Louis sono giu che aspettano solo te”, le chiese sua madre, attraversando la sua stanza, in direzione del bagno in cui lei era nascosta.

"Si", le risponde la ragazza, continuando a specchiarsi nello specchio del bagno.

C’è qualche problema tesoro? Ti vedo al quanto scossa? Forse sarà l’ansia da primo giorno?”.

Era sul punto di raccontarle tutti i drammi ed i conflitti interiori che aveva, ma si disse che per una volta poteva evitare di farla preoccupare, dopotutto quegli anni erano già bastati a farla sentire in colpa, non bisognava mettere altra carne a cuocere.

Quindi si convinse a metter su un sorriso, cercando di mascherare almeno un pò la sua preoccupazione, cercando di convincere sua madre del fatto che, fosse contenta di fare ciò che da li a poco avrebbe fatto, ovvero frequentare una nuova scuola.

"Non c'è nessun problema mamma, un pò di ansia da primo giorno ma penso che sia normale, però per il resto va tutto bene.", le rispose.

"Sicura? Lo sai che con me, puoi parlare di tutto.", le rispose sua madre carezzandole con un braccio la spalla scoperta dalla canotta.

"Sicura, non ti devi preoccupare di nulla. Anzi, solo di una cosa, puoi dire a papà e Louis di andare? Questa mattina Maggie si è impuntata, ha deciso di accompagnarmi lei a scuola, perchè vuole farmi provare delle ciambelle -epiche-, a detta sua", Mesia.

"Sempre la solita Margareth, va bene tesoro, avviso io tuo padre e tuo fratello, tu nel frattempo finisci di prepararti in tempo. Non vorremmo far aspettare queste ciambelle epiche no.", le sorrise sua madre, dirigendosi al di fuori della stanza.

"Ah tesoro", la richiamò la donna.

"Si mamma?", le rispose cacciando la testa tra la porta del bagno e la sua stanza.

"Sei bellissima, non dimenticarlo mai", ed abbandonò la stanza.

Dopo quelle parole, il sorriso che aveva cercato di tirare su, divenne vero e sincero, e promise a se stessa che niente, e nessuno, glielo avrebbe tolto.

Lo doveva a se stessa ma soprattutto a sua madre.









Ehilà, I'm back!!!
Ecco per voi un nuovo capitolo fresco fresco.
Mesia è uscita dall'ospedale, è passata una settimana dal suo ritorno a casa, ha fatto shopping con le amiche e si è divertita un sacco.
Suo padre però, l'ha riscritta a scuola, un accademia d'arte e letteratura, la vecchia scuola di suo fratello e della sua amica Maggie.
Cosa succederà una volta arrivata lì? il cognome Tomlinson l'ha aiuterà in qualche modo?
Tutto alla prossima puntata....Un besooooo!
Ps: Una recensione per piacere, cosi almeno so se vi piace. 



 

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


CAPITOLO 3

 

Maggie arrivò con un anticipo di 10 minuti, quando ancora Mesia era in balia dei suoi complessi, la ragazza era riuscita a prepararsi in 5 minuti, ma nel momento in cui era scesa in cucina a salutare suo padre e suo fratello che uscivano per andare chi al college e chi al lavoro, non si era accorta del fatto che, Louis stesse uscendo dalla cucina proprio nell'esatto momento in cui la ragazza stava varcando la porta, con un libro in una mano ed un bicchiere di caffèlatte in un altra.

Conclusione? La canotta bianca che aveva indossato quella mattina, non era più bianca ma di un colore più simile al beige e non odorava più di nuovo ma di caffèlatte appena preparato.

Quindi per non essere scambiata per un cappuccino, il suo primo giorno di scuola, si era dovuta recare nuovamente in camera, per potersi cambiare la maglia.

"Sorellina, mi dispiace, non ti avevo proprio visto, questa mattina ho un esame e stavo ripassando.", le disse il ragazzo colpevole di aver sporcato la maglia a sua sorella.

"Non ti preoccupare, non fa niente, spera sia per te che per me, che non venga in questo momento, Maggie o sarebbe capace di uccidere entrambi, pur di avere le sue ciambelle", gli rispose sorridendo la ragazza carezzandogli una guancia, prima di dirigersi al piano di sopra.

Il ragazzo la lasciò andare senza replicare, perchè si sa che quando Maggie vuole qualcosa, nessuno e dico nessuno deve mettersi sul suo cammino, o sarebbe in grado di uccidere chiunque.

E poi chi si farebbe mai sfuggire le ciambelle glassate di Sturbucks appena sfornate, solo un pazzo.

Ma la fortuna, quella mattina sembrava non girare dalla parte dei fratelli Tommlinson, perchè nel momento in cui, Louis aprì la porta per poter recuperare l'auto ed andare all'univeristà, la rossa e la sua macchina nera lucida, si fermarono fuori al portone di casa loro.

Louis si lanciò ad una risata isterica, immaginando il volto della sorella e dell'amica, nel momento in cui si sarebbero rese conto di non farcela ad avere le famigerate ciambelle ed ancora una volta, anche se solo nella sua mente, chiese scusa a sua sorella.

"Hola Margareth", salutò Louis la nuova arrivata.

"Hola coglione e non chiamarmi cosi, lo sai quanto lo odio. Tua sorella è pronta?", gli chiese scazzata la ragazza.

Questa mattina non era di certo un buongiorno per la cara Maggie, si era svegliata con un ora di anticipo apposta per andare a prendere le ciambelle e magari fare un giro in compagnia della sua amica, prima di accompagnarla a scuola, per la seconda ora.

Ma il fato non era dalla sua parte, si era sveglia due ore prima ma aveva anticipato il corso di filosofia che si doveva tenere alle 10, alle 8:30, ed essendo le 7, se Mesia fosse stata pronta, avrebbero avuto solo il tempo di far colazione e poi avrebbe dovuto accompagnarla a scuola, per non rischiare un ritardo al corso di filosofia.

Quindi di certo non avrebbe voluto perdere altro tempo a parlare con Louis, infatti non gli diede manco il tempo di rispondere che si avviò verso la porta di casa.

Mesia nel frattempo era riuscita a trovare un altra maglia che quella mattina potesse andare bene, tra le innumerevoli cose che aveva comprato al centro commerciale con Maggie, e nonotante non fosse del tutto convinta, si decise a scendere e a lasciare finalmente la sua camera.

"Ah sei pronta, menomale, pensavo di dover venire a prenderti a cuscinate", le disse la rossa appena entrata in casa.

"No, sono pronta da mezz'ora, pensa che mi sono anche cambiata la maglia che avevo indossato, quindi potrai immaginare di quanto anticipo ero", le rispose la bionda raggiungendola sull'uscio della porta.

"Ciao mamma, noi andiamo", seguitò la bionda e dopo aver udito la voce di sua madre dalla cucina, uscì di casa, pronta a cominciare quella nuova avventura.

 

Eccoci arrivati amica, vuoi che ti accompagni in segreteria?”, le chiese Maggie.

Non ce ne bisogno amica, vedrai riuscirò a cavarmela. Poi questa sera vi racconterò com'è andata, quindi non prendere impegni, mangiate da me, dopo avviso anche Bianca.”, sostenne la ragazza prima di scendere dall'auto.

"Va bene ma, perchè non usciamo invece che restare da te? Potremmo andare da Nando's, che ne dici?", propose la rossa.

"Per me va bene, dopo scrivo a Bianca in modo da sapere anche lei cosa ne pensa ma penso che non ci siano problemi. Prenoti tu?", Mesia.

"Nahh, prenota Bianca", le rispose sorridendo.

"Come sempre, ci vediamo stasera."

"Ciao bella", le urlò Maggie, prima di lasciarla in balia delle novità.

 

Arrivata al cancello della scuola, Mesia si rese conto del fatto che fosse ancora più bella che da lontano, le pareti dei corridoio erano piene di quadri astratti e fotografie, sembrava quasi un museo. Era rimasta talmente affascinata da quei quadri che perse almeno 10 minuti solo ad osservarli, chiedendosi chi fosse l'artista che li avesse dipinti, e se solo quella parte della scuola li mostrasse.

"Belli vero?", le chiese ad un tratto una voce sconosciuta.

"Si", sussurrò flebilmente la ragazza, girandosi lentamente verso la parte da cui proveniva quella nuova voce.

"Si", annunciò con più voce, dopo aver visualizzato chi fosse l'interlocutore sconosciuto.

La voce apparteneva ad una ragazza, una ragazza minuta dai capelli ricci, riccissimi direi, una criniera di un leone sembrava aver intesta, la quale la osservava attentamente, chiedendosi chi fosse quella nuova ragazza e che cosa ci facesse nella sua scuola.

"Sono Mesia, piacere, li hai dipinti tu?", le chiese la bionda.

"Ma magari, no, non li ho dipinti io ma mio fratello. Piacere, sono Gemma.", si presentò la ragazza.

"Piacere Gemma, allora di a tuo fratello che i quadri sono davvero belli.", Mesia.

Mesia, si chiese da dove avesse preso tutto quel coraggio, una frase di senso compiuto le era uscita naturale dalla bocca, come se conoscesse da sempre quella ragazza.

Saranno stati i suoi occhi, verde giada ad averla ispirata, ma una tranquillità immane, le era entrata nel corpo, mandando via tutta quell'ansia che da quella mattina l'aveva accompagnata fino a li.

"Certo, glielo dirò senz'altro. Ma ora devo andare, stanno per iniziare le lezioni. E' stato un piacere per me conoscerti, Mizzy, ci vediamo in giro.", le sorrise dirigendosi lungo il corridoio che portava alle classi.

Mesia annuii e dopo aver visto la ragazza girare la soglia del lungo corridoio, si diresse alla ricerca della segreteria per ritirare i suoi orari e la combinazione del suo armadietto.

La ricerca si rivelò più difficile del previsto, quella scuola sembrava essere un vero e proprio labirinto, tutti i corridoi sembravano essere uguali a tal punto che maledisse se stessa per aver rifiutato l'aiuto di Maggie, lei di sicuro avrebbe saputo dove andare, o di non averlo chiesto a Gemma, ma aver perso tempo a parlare dei quadri di suo fratello.

Ed ora come avrebbe trovato, tutta da sola la segreteria, avrebbe fatto di certo tardi alle lezioni, il suo primo giorno di scuola. Si faceva i complimenti da sola.

A quanto pare però, la fortuna sembrava essere dalla sua parte in quel momento infatti, dopo aver girato in lungo e largo la scuola, trovò finalmente il sacro graal, o meglio la segreteria.

Ma nel momento in cui fece per aprire la porta e entrare, andò a finire distrattamente tra le braccia di qualcuno, qualcuno che aveva avuto la sua stessa intenzione, quella di aprire la porta, dall'interno però, ed uscire dalla stanza.

Aia”, mormora la persona al di sotto del suo corpo.

Stai un po’ più attenta, non ci vedi per caso?”, seguita lo sconosciuto.

La ragazza si accinse a riprendere le sue cose dal pavimento, maledicendo se stessa per la figura appena fatta, con un forse nuovo compagno.

Devi scusare il mio essere maldestra ma, non mi sono accorta del fatto che tu avessi aperto la porta e stessi uscendo, nello stesso momento in cui, io stessi entrando.", si scusò del suo comportamento, accompagnando il suo gesto ad una scrollata di spalle ed un abbassamento del capo.

Maldestra dici? Più che altro sembri venuta da un’ altro pianeta, tesoro mio e poi ,perché non mi guardi? Che c’è ti sembro un mostro per caso?”, le chiese lo sconosciuto.

Mesia alza cautamente il suo sguardo per guardare finalmente chi fosse il suo interlocutore, scoprendo con piacere che si trattasse di un bellissimo ragazzo dagli occhi blu come il mare, di una tonalità forse più scura dei suoi ma, quasi uguali.

Dal suo atteggiamento, dall’abbigliamento e dal tono di voce, ipotizzò fosse omosessuale ma non accennò nulla al riguardo, non che lei fosse omofoba anzi, le piacerebbe avere nuovamente un amico gay, sarebbe figo.

In quel momento infatti, si ricordò che un anno fa, in ospedale, arrivò un ragazzo, un bel ragazzo, uno di quelli che con un solo sguardo ti sciolgono letteralmente come un ghiacciolo, lo incontrò mentre faceva l’ennesima elettrocardiogramma della giornata e come se non fosse nulla, lui si sedette accanto a lei, mentre attendeva che anche il suo cuore venisse monitorato.

Ricordò che fecero subito amicizia e nei mesi che ha passato all’ospedale, non si divisero nemmeno per un attimo, si chiamava Daniel ed era di origini tedesche, i suoi lo avevano adottato all’età di 5 anni, era simpaticissimo.

Purtroppo però Daniel non l’ha sfangata e durante l’operazione, la stessa operazione di Mesia, un arresto cardiaco, ha messo fine alla sua vita.

Dopo la morte di Daniel, la ragazza è stata male, molto male ma poi si promise di farcela, anche per lui, dopotutto lui se lo aspettava, infatti prima di entrare nella sala operatoria, le aveva fatto promettere che se lui non l’avesse sfangata, lei doveva farcela e vivere anche per lui.

Tesoro, ti sei per caso imbambolata o non hai la lingua? Mi metti quasi paura”, la richiamò lo sconosciuto.

No no, parlo, la lingua ce l’ho e solo che mi ricordi tanto un mio amico, per questo ti guardavo.”

Il tuo amico è figo?”, le chiese malizioso.

Lo era, ti giuro che lo era”,Mesia.

Ah, scusa la mia indiscrezione, non volevo farti rattristare”, si scusò il ragazzo vedendola scuotere il capo malinconica.

Non ti preoccupare. Sono Mesia.”,gli allungò la sua mano per potersi presentare.

Piacere Mesia, io sono Jack, sei nuova?”, le chiese.

Quella domanda, l'aveva tenuta sveglia tutta la notte, si era chiese che cosa avesse dovuto rispondere nel momento in cui qualcuno le avrbbe chiesto, che cosa avesse fatto tutto quel tempo e perchè fosse arrivata proprio in quel preciso momento dell'anno.

Aveva ipotizzato innumerevoli risposte ma nessuno le sembrava quella giusta, nessuna scusa avrebbe retto, ma nemmeno avrebbe potuto sbandierare cosi al mondo la sua vita privata.

Promise a se stessa di improvvisare, una risposta le sarebbe venuta al momento e quello che le sarebbe uscito, quella sarebbe stata la sua motivazione al riguardo.

Si, sono arrivata oggi, si nota tanto?”, chiedo mostrandomi sicura di me.

No e solo che conosco tutti in questa scuola, io sono gli occhi e le orecchie di questo posto, chiedimi quello che vuoi, i gossip, i ragazzi belli ed io ti informo. Sono una sorta di gossip boy”

Sei un pettegolo in pratica.”

"In pratica, si ma, amo definirmi: amante del gossip", dichiarò il ragazzo fiero del suo appellativo.

"Ok, amante del gossip, che ne dici se ne parliamo più tardi, ora avrei assolutamente bisogno degli orari, non vorrei arrivare tardi il mio primo giorno.", Mesia.

Le piaceva la compagnia di Jack, ma se avessero continuato di questo passo non sarebbe di certo arrivata a lezione nemmeno per la fine della giornata, si pentì nello stesso momento in cui pronciò quella frase, della sua scelta, ma se davvero avesse voluto cominciare al meglio quella giornata, doveva interrompere quella chiacchierata ed andare a prendere, i suoi orari.

"In effetti mancano 10 minuti all'inizio della seconda ora, e se non ti sbrighi arriverai sicuramente in ritardo. A proposito, in che classe sei?", le chiese il ragazzo costatando solo in quel momento di non averle posto quella utile domanda.

"Eh infatti, sono al 5 e tu?", Mesia.

"Anche io, allora ti faccio compagnia mentre aspetti i tuoi orari, chissà che magari non sei nella mia sezione, almeno ti evito un gironzolamento a vuoto", le sorrise Jack.

La ragazza annuii ed insieme entrarono finalmente nella stanza fatale del loro incontro.

Salve signora Paolini”, saluta Jack la segretaria.

Ciao Jack, vedo che non perdi le buone abitudini di gironzolare per i corridoi, ma quand'e che metterai la testa a posto? Sei al quinto anno ormai.”, chiede la donna.

La signora Paolini era una donna abbastanza grossa, sembrava l’allenatrice di basket nella serie televisiva “Glee”, con la stessa voce e lo stesso viso, chissà se anche lei vuol diventare uomo.

Vedo che lei non ha perso il suo senso dell’umorismo invece, comunque se non fosse per me, un sacco di nuove leve si sarebbero perse in questo caotico circo Signora Paul”, sentenziò dispettoso il ragazzo.

Giacomo ti ho detto mille volte che il mio cognome è Paolini, comunque quale piccola pecorella hai accompagnato oggi?”, chiese la donna.

Giacomo si arpionò al braccio della ragazza, spingendola in avanti verso il bancone della segreteria, affinchè la donna potesse notare chi fosse la nuova arrivata.

Ciao, tu sei?”, chiese cordialmente la donna.

Mi chiamo Mesia Tomlinson”, le rispose nervosa, la bionda.

"Tomlinson? Non dirmi che sei una parente di Louis Tomlinson, perchè potrei morire in questo preciso istante.", sentenziò con fare teatrale il ragazzo.

A quanto pare Jack, era una tante vittime di cui il fratello di Mesia, le aveva tanto raccontato ma quando le ripeteva di essere una vera e propria leggenda e che tutti, una volta uscito da scuola, ne avrebbero continuato a parlare, la ragazza aveva pensato che il fratello fosse solo uno sbruffone ed invece la realtà dei fatti e che, aveva ragione: ancora lo ricordavano.

"A dir la verità, sono sua sorella, sua sorella gemella", si vantò la ragazza.

Ed era la verità, per lei era un vanto essere la sorella di Louis, non per il fatto che lui fosse una leggenda, per il fatto che, oltre al suo essere sbruffone e pazzoide, Louis era la quinta essenza della perfezione, non c'era niente in lui che non andasse, e per lei che, era tutt'altro che la quinta essenza della perfezione, era un onore solo portare il suo stesso cognome.

"Oh mio dio, la sorella gemella di Tomlison davanti a me, Pollicina io e te diventeremo grandi amici, sappilo.", l'abbracciò il ragazzo.

"Se fossi in lei, scapperei via subito da questo ragazzo, se vuole almeno avere un grammo della carriera di suo fratello. Quanto mi manca quel ragazzo, nessuno di questi scalmanati avrà mai il suo posto. Suo fratello era una peste, questo penso le lo sappia meglio di me ma, era bravo, il primo della classe", sentenziò la segretaria.

La ragazza annuii, suo fratello era ed è una peste ma è un bravo fratello, una grande persona.

Allora signorina Tomlinson, la sua classe è la 5B, infondo al corridoio ma penso che non avrà bisogno di indicazioni, è la stessa dell’individuo che balla alle sue spalle.”

La ragazza si girò verso il suo nuovo amico e come annunciatole dalla segretaria, aveva messo in scena alle sue spalle un balletto improvvisato senza la presenza della musica.

Non potè fare a meno di ridere, era cosi buffo e simpatico he vorrei avere almeno un minimo della sua spigliatezza, a quest’ora non sarei qui a farmi mille paranoie ma a ballare con lui.

Signor Lanfranchi, Jack, è pregato di smetterla. Invece di comportarsi come un pagliaccio, accompagni la sua amica nella vostra aula, le lezioni stanno per cominciare.”

Jack, continuò ancora per un po’ il suo spettacolo, trascinando Mesia nella sua ilarità, quando si accorse della mandria di persone che si facevano spazio tra i corridoi, capiì che forse le parole della segretaria non fossero cosi sbagliate, che non fosse un pretesto per toglierselo di torno, le lezioni stavano davvero cominciando.

“Andiamo pollicina, non vorrei portarti per la cattiva strada già il primo giorno di scuola, a quello ci penserò nei giorni seguenti.”, sorride trascinandomi verso la classe in fondo al corridoio opposto alla segreteria.








Ehilà I'm back!!!
Nuovo capitolo, nuovo personaggio: Jack.
Mesia è appena arrivata a scuola, il suo cognome è influente a quanto pare, il suo nuovo amico ha una cotta per suo fratello.
Ma chi è veramente Jack? Solo un ragazzo snob e pettegolo? O altro?
Tutto alla prossima puntata....Baciiii!!!
Ps: Una recensione, pleaseee!!

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


CAPITOLO 4

 

La prima ora di scuola era ormai passata già da un pezzo, e tutto sommato era andato tutto nel verso giusto. La classe l'aveva accolta senza nessun problema, anzi, appena conosciuto il suo cognome le si erano tutti avvicinati a chiedere se fosse qualche parente del famigerato Louis Tomlinson e dopo aver saputo che non fosse un parente alla lontana ma addirittura la sorella, tutti le avevano sorriso meravigliati e soprattutto sorpresi del fatto che, finalmente avevano conosciuto la famigerata Mesia, materia di tanti racconti da parte di Louis.

Mesia infatti, si appuntò mentalmente di chiedere al fratello che cosa avesse raccontato all'intero corpo studentesco di lei, visto che tutti erano a conoscenza del fatto che lui avesse una sorella della sua età, di avere una sorella "figa", com'era stata definita da un paio di suoi compagni, che l'avevano fermata per il corridoio.

Maledetto Louis ed il suo amore per lei, era stata l'oggetto e la notizia di dolci racconti quella giornata, sottoposta a decine di domande, un interrogazione a sorpresa in pratica.

"Ma com'è che, tu hai lasciato New York per venire a studiare nuovamente a Londra, sei pazza o cosa?", le chiese ad un tratto Jack.

La ragazza mise su un espressione al quanto sorpresa, una espressione che di finto non aveva nulla, Mesia davvero non si aspettava una domanda del genere.

"New York?", chiese confusa.

"Si, New York, non era li che studiavi?", sostenne certo delle sue parole, il ragazzo.

Mesia era sempre più confusa, lei non aveva mai studiato a New York, anzi non aveva mai nemmeno lasciato il continente, l'unica volta nella sua vita che aveva fatto un viaggio, era stato a Brighton, e si trova a pochi chilometri da Londra, figurati se fosse stata a New York, forse nei suoi sogni, o nei vari libri che aveva letto durante la permanenza all'ospedale, ma mai in carne ed ossa.

"Perchè mi guardi cosi stupita, Louis ha sempre detto questo di te.", Jack.

Ed a quel punto, tutto le fu più chiaro: Louis, aveva raccontato a tutti di avere una sorella gemella, non potendo fare a meno di escluderla dalla sua vita o dai racconti riguardanti la sua famiglia, un sorella che però viveva a New York, perchè frequentava una scuola li.

L'aveva protetta da tutti e tutto.

"Ed ora perchè sorridi?", le chiese Jack.

"Tu sei tutta matta, dovevo capirlo prima, quando mi hai detto di essere la sorella gemella di Tomlinson. A parte che, finchè non porterai Louis qui in carne ed ossa, non ti crederò mai", sostenne sospettoso il ragazzo.

A quel punto Mesia non potè fare altro che, scoppiare in una fragorosa risata, il suo nuovo amico era un personaggio davvero buffo e soprattutto necessitava di una bella visita agli occhi, perchè qualsiasi persona dotata di una buona vista e soprattutto conoscendo suo fratello, avrebbe notato la somiglianza tra i due fratelli, forse ingannava il colore dei capelli diverso, ma il viso era quello.

"Jack sei davvero buffo, ma certo che siamo fratelli, abbiamo il colore di capelli diverso ma il viso è quello.", sostenne non potendo fare a meno di ridere, la ragazza.

"Provamelo, io continuo a non crederci", sostenne indignato, il moro.

"E va bene, adesso ti mostro la prova che, io e Louis siamo davvero fratelli, però scordati che te lo farò conoscere, assolutamente non se ne parla.", Mesia.

Eh si, doveva ammetterlo, era gelosa di suo fratello, ma solo perchè pensava che, Louis meritasse il meglio dalla vita, quindi finchè avrebbe potuto, avrebbe evitato di presentargli qualsiasi ragazza, non reputasse alla sua altezza.

E poi suo fratello era eterno fino al midollo osseo, Jack si sarebbe solo illuso se avesse continuato a pensare di aver una speranza con Louis, e per quel poco che aveva notato del suo nuovo amico, era una persona che viveva molto di fantasia.

"Non ce ne è bisogno, tesoro. Conosco già quel bonazzo di tuo fratello. L'anno scorso frequentavo il suo stesso comitato di accoglienza. Tieni a bada gli artigli e mostrami questa benedetta prova o chiederò direttamente a lui", sostenne fiero di se, il moretto.

La ragazza seguitò a sorridere alla buffa espressione del ragazzo e incitata dalle continue insistenze del moro, si decise a mostrargli la foto che certificava, la sorellanza con il famigerato Louis Tomlinson.

"Ecco, adesso mi credi o pensi ancora che io sia pazza?", le chiese divertita, Mesia.

"Si, adesso ti credo e posso dire che, tu abbia una fortuna sfacciata, cara mia. Non sai che darei per vivere, anche per una volta all'anno con Louis. Comunque, non mi hai ancora raccontato del perchè tu sia tornata qui a Londra, ogni volta che Louis diceva che tu saresti tornata a studiare qui prima o poi, ho sempre pensato che fosse uno stupido, come si fa a lasciare New York per Londra.", Jack.

E cosi Louis aveva messo in piedi un bel teatrino per giustificare al mondo la sua assenza, avrebbe però potuta avvertirla, almeno si sarebbe preparata per bene, quella sera avrebbe dovuto chiedergli più dettagli riguardo quella storia, per trovarsi con le stesse parole almeno.

"Non dubito nemmeno un secondo della tua parola Jack, ma lo so da me di essere fortunata ad avere come fratello Louis. Ma adesso dimmi, cos'è che ha detto su di me, quello scalmanato, manco mi ha avvertito di aver parlato di me.", sostenne la ragazza, curiosa di scoprire che cosa avesse detto all'interno corpo studentesco suo fratello, in modo tale da non raccontare una versione diversa da quella da lui raccontata.

Jack scosse la testa divertito e prese a raccontare, come un telegiornale, le informazioni che , il fratello di Mesia, gli aveva fornito tutti quegli anni, dando una buona descrizione di quella che, secondo lui, era la vita fantomatica della piccola Tomlinson.

"Ma niente di che, ha solo raccontato di non essere figlio unico, di avere una sorella della sua stessa età che viveva e studiava nella grande mela, a causa di una borsa di studio che aveva vinto. Tutto qua. Però nessuno gli ha mai creduto, fino a questo momento, Louis era molto riservato riguardo alla vostra famiglia.", sostenne il ragazzo.

In pratica, il fratello di Mesia, l'aveva descritta come un vero e proprio genio, la quale grazie alle sue abilità intellettive, aveva ottenuto una borsa di studio per una scuola a New York, praticamente un qualcosa che solo nei sogni sarebbe mai accaduto, visto che la bionda e la scuola non erano mai andate d'accordo, cosi tanto.

Anche all'ospedale, la ragazza aveva fatto i salti mortali per passare gli esami finali, e li i professori non sono professori normali, tendono ad essere più flessibili, avendo a che fare con ragazzini malati.

Eppure, Mesia, era riuscita a trovare delle difficoltà anche in quella caso.

La verità è che, la ragazza amava studiare, ma solo le materie letterarie, quelle che comprendevano lo studio dei poeti e dei loro drammi, o le letture cavalleresche.

In pratica, tutto ciò che andava fuori il canone letteraio, o anche artistico, non faceva per lei, e come se avesse un rigetto per tutto ciò che comprendeva i numeri o altro.

La prima domanda che si fece, infatti, appena messo piede nell'aula 5B, e dopo la prima lezione di matemati, fu: Ce l'avrebbe mai fatta a prendere quel fottuto diploma a cui suo padre tanto ambiva?

Aveva dei seri dubbi al riguardo.

"Io ti ho raccontato quello che so, adesso tu mi spieghi il perchè sei tornata?", le chiese il ragazzo trascinandola via dai suoi pensieri riguardo le sue carenze scolastiche.

Maledisse mentalmente suo fratello, poteva inventare una scusa migliore, lo avrebbe decapitato quella sera a casa, questo era poco ma sicuro.

"Sono tornata perchè ero stanca di stare a New York e vedere la mia famiglia una volta all'anno, e poi si sa, i gemelli non riescono mai a star lontano l'uno dall'altro, per tanto tempo", Mesia.

"Soprattutto se uno dei due gemelli è un figo esagerato, niente da togliere a te mia cara ma, tuo fratello è un bonazzo assurdo. Anche io, se fossi stato al tuo posto, lo avrei voluto sempre accanto.", sghignazzò il ragazzo.

La ragazza sorrise divertita, non le era mai capitato di pensare che esistesse una persona pazza di suo fratello a tal punto, nemmeno dopotutti i racconti che lui le aveva rifilato i pomeriggi all'ospedale, eppure se ne doveva fare una ragione però: suo fratello era perfetto.

"Ritorniamo in classe va, che sta per iniziare l'ultima ora, a mio fratello ci pensiamo più tardi.", Mesia.

"Ti seguo ma, è impossibile non pensare a tuo fratello. I-M-P-O-S-S-I-B-I-L-E.", scandì bene le parole, Jack.

Mesia si avviò verso l'entrata della classe, non potendo fare a meno di continuare a ridere, la situazione era del tutto comica.

 

L'ultima ora di lezione, comprendeva un entusiasmante lezione di letteratura, entusiasmante a detta di Jack, il quale non faceva altro che fissare la porta d'ingresso dell'aula, alla ricerca di qualcuno o di qualcosa.

Mesia non ci fece cosi tanto caso, in quell'esatto momento suo fratello e le sue migliori amiche le avevano appena inviato un messaggio per sapere come fosse andata quella prima giornata di scuola e la ragazza, non aveva potuto fare a meno di raccontare ai tre, che personaggio incredibele e che cotta stratosferica per suo fratello, avesse e fosse il suo nuovo amico.

Dal loro canto le ragazze, avevano iniziato a sghignazzare e ad ipotizzare, tutte le volte in cui il ragazzo si sarebbe fatto trovare a casa di Mesia, pur di incontrare Louis.

Louis invece, se ne era uscito con una battuta delle sue, come suo solito.

-Ti ci devi abituare sorellina, tuo fratello è perfetto, sarebbe capace di rendere anche un etero, omosessuale.

Sempre il solito buffone, ma Mesia lo adorava proprio per questo: per la sua incredibile allegria.

Non avrebbe mai immagitano un mondo senza suo fratello, una vita senza di lui, sarebbe stato come morire nuovamente ma, questa volta senza nessuna via d'uscita.

Perchè Louis, era questo per lei: Una nota di colore, in una vita in bianco e nero.

Benvenuta signorina Tomlinson, le diamo il benvenuto nella nostra scuola ma soprattutto nella nostra classe di letteratura, le auguro di mettersi al passo con gli altri e per qualsiasi cosa, non esiti a contattarmi, sarò a sua disposizione, in caso io non sia disponibile, può rivolgersi alla signorina Malik.”, le disse ad un tratto la professoressa, appena arrivata in aula.

Mesia annuiì, seguendo con lo sguardo, lo sguardo della professoressa, in modo tale da capire a chi si riferisse, quando aveva pronunciato il cognome Malik.

La professoressa le indica una ragazzina minuta, con grossi occhiali sul naso ed una chioma di capelli neri come la pece, le scivolano giù per la schiena.

La ragazza chiamata in causa si alza ed annuisce alle parole della professoressa.

Safa sarà ben felice di farti da guida in questo percorso”

Mesia annuiì alle parole della professoressa, rivolgendo un sorriso di intesa alla ragazza, Safa, che avrebbe dovuto farle da guida.

Aveva un viso simpatico, chissà che non fossero diventate buone amiche, Mesia un pò lo sperava.

Avrebbe voluto avere una persona a cui far riferimento, a parte Jack, all'interno di quel nuovo ambiente.

Aveva già conosciuto Gemma, la ragazza dei quadri, ma non l'aveva più rivista durante quella giornata, evidentemente non frequentava la sua stessa classe o i suoi stessi corsi, quindi le serviva una spalla, oltre che un amante del gossip, soprattutto nelle materie in cui era carente, ovvero tutte tranne letteratura.

Mi dispiace per te”, le sussurrò ad un tratto Jack.

Incuriosita dalle parole del ragazzo, Mesia, gli rivolse uno sguardo interrogativo a cui, il guro del gossip, non risparmiò nessun dettaglio al riguardo.

Mi dispiace per te, nel senso che, la professoressa ti ha affibbiato quella palla al piede della Malik, non sai che noia che è, la classica secchiona, non la sopporto.”, sussurrò scocciato il ragazzo.

"Eppure, mi fa strano che tu non la conosca, suo fratello ed il tuo, sono ottimi amici. Continuano a vedersi nonostante la scuola sia finita da un pezzo.", Jack.

Non è di certo un caso se, Mesia non conosca gli amici di suo fratello, il ragazzo le aveva parlato di un gruppo con la quale passava gran parte delle sue giornate, oltre ai pomeriggi passati con lei in ospedale, ma mai aveva portato qualcuno di loro con se, quando andava a trovarla.

Non perchè si vergognasse della situazione in cui la sua gemella si trovava, semplicemente perchè quelli erano i loro momenti, suoi e di Mesia, nessuno doveva starci, nemmeno i loro genitori.

Diventava un pazzo se, Meggie o Bianca, o i suoi genitori, decidevano di passare in quei giorni, sbraitava a destra e a manca, il martedi ed il giovedi erano loro, nessun dubbio o discussione al riguardo.

"Dimenti che, io ho vissuto a New York fino a poco fa, non è un caso se io non sappia di cosa o di chi tu stia parlando. So che mio fratello è legato ad un gruppo di amici, ma non li ho mai conosciuti", sostenne la ragazza, sperando di aver almeno un pò attutito la curiosità del ragazzo e soprattutto sperando che, quella che era una scusa, non fosse scoperta cosi a primo acchitto.

"Si lo so ma, sembra strano che Louis, almeno quelle poche volte che sei stata qua, non te li abbia presentati.", Jack.

"E invece no, non è strano. Le volte che tornavo a Londra, le volevo passare in famiglia, nessun intrusione estranea", rispose sicura la ragazza.

Il ragazzo annuiì e per un attimo, quello che era sembrata un interrogazione a sopresa, si placò e Mesia sospirò contenta, iniziando a prendere appunti riguardante la lezione corrente.

Ad un tratto, una bussata di porta si eleva nell’aula, si innalza nell'aula, bloccando la lezione appena iniziata e distogliendo gran parte della classe, dal loro compito.

E’ l’orario, è lui”, mormarò eccitato, Jack.

Mesia lo guardò stranita ed anche divertita, il suo nuovo amico era omosessuale fino al midollo, e le sue movenze le ricordavano sempre di più, il suo amico di ospedale, il bellissimo Daniel.

A quel punto però incuriosita dall'atteggiamento dell'amico e di gran parte della fauna femminile della classe, volle sapere il perchè di tanta agitazione e soprattutto a chi si riferisse Jack, con è lui.

Lui? Lui chi?”, gli chiese la ragazza.

I dubbi della ragazza, vengono risolti nel momento in cui, una chioma color castano scuro con dei ricci, sbucò dall'uscio della classe, chiendondo il permesso alla professoressa di entrare.

E' permesso professoressa, posso entrare? Mi scusi per il ritardo ma sono stato dal preside per parlare di alcuni miei quadri da appendere alle pareti della scuola, sa per il museo che si terrà alla fine del mese.”, spiegò il ragazzo.

E quindi era l'autore dei bellissimi quadri di cui Mesia si era innamorata, a prima vista, una volta entrata all'interno dell'edificio scolastico, il fratello di Gemma.

"Si figuri signor Styles, si accomodi pure.", gli rispose gentile la professoressa.

Il ragazzo annuii cordialmente e con passo felpato si diresse al suo banco, affiacco ad un ragazzo dai capelli biondi, sicuramente tinti, e gli occhi di un azzurro mare, simile a quelli della ragazza e del suo amico Jack.

Il signorino Styles, non si accorse di Mesia, troppo preso a seguire la lezione per potersi guardare attorno ma, la ragazza era rimasta prettamente affascinata da lui, come del resto gran parte della classe, che lo osservava come fosse un dio appena sceso in terra.

Mesia era rimasta affascinata, si dal suo fisico, ma prima di tutto dai suoi occhi, quegli occhi che ora che ci pensava, le ricordavano tanto Gemma, la ragazza di quella mattina ed infatti si chiese se i loro occhi fossero una qualità di famiglia o gli fossero capitati a caso.

"Quello è Harry Styles, il ragazzo che dopo tuo fratello, si può considerare l'ottava meraviglia dell'universo. Ha preso il posto di Louis, sai in questa scuola?", la informò Jack, ancora imbambolato dal ragazzo appena entrato.

"E' lui l'autore dei quadri presenti nel corridoio?", gli chiese curiosa la ragazza.

"Si, Harry è un vero genio in fatto di arte. Non a caso, ha vinto una borsa di studio per il Royal College of Arts", le spiegò il ragazzo.

E cosi si trattava di un vero e proprio genio dell'arte, le sarebbe piaciuto vedere qualche altra sua creazione, l'arte e la fotografia l'avevano sempre appassionata tanto, oltre la lettura sia chiaro.










Ehilà, I'm back!!!
Salve ragazzuoli, scusatemi per l'assenza ma con il doposcuola è un pò scrivere e pubblicare un capitolo decente, quei bambini mi prendono tempo.
Comunque rieccomi con un nuovo capitolo: A quanto pare, Louis non potendo fare a meno di parlare di sua sorella, ha raccontato tutta una storia su di lei e con l'aiuto di Jack, Mesia è riuscita a cavarsela.
Ed ecco arrivare in classe, il bell'Harry, l'autore dei quadri di cui la nostra protagonista è rimasta affascinata.
Cosa succederà da ora in poi? Harry che ruolo avrà nella storia?
Tutto alla prossima puntata.
Ps: Una recensione, please :P

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5

"Ti dico che i quadri appesi alle pareti sono bellissimi, il modo in cui quelle figure sono rappresentate sulla tela è eccezionale. Vorrei avere io un minimo del suo talento.", sostenne Mesia, al telefono con la sua amica Meggie.

La prima giornata scolastica era andata al quanto bene, più di quanto la ragazza si aspettasse, era riuscita a conoscere un pò di gente, i professori le erano sembrati al quanto gentile e alla fine della lezione era riuscita anche ad ottenere il numero di alcuni suoi compagni, tra cui Jack e Safa, la ragazza che le era stata affidata come guida in quel percorso scolastico, al fine di farla mettere al pari con gli altri.

Non era riuscita a vedere ne Gemma, ne suo fratello Harry, l'autore dei bellissimi quadri di cui si era innamorata a prima vista, non appena aveva messo piede all'interno della scuola.

Il ragazzo infatti, alla fine della lezione era scappato senza rivolgerle nemmeno uno sguardo e ne tanto meno presentarsi, andava talmente di fretta che non appena Mesia aveva messo piede al di fuori dell'aula, già non c'era più.

Jack le aveva raccontato degli innumerevoli impegni del ragazzo, il quale oltre ad essere l'artista della scuola, si occupava anche del comitato studentesco e dell'organizzazione di un museo delle arti che si sarebbe tenuto a scuola, alla fine di quel mese.

Un vero e proprio studente modello, lo si poteva considerare, non solo bello e talentuoso, anche diligente, un vero e proprio principe delle favole.

Per questo, quando la sua amica Maggie, l'aveva chiamata per informarla che, quella sera si sarebbero viste con 10 minuti di ritardo, per via dell'auto che faceva i capricci, la ragazza non aveva potuto fare a meno di nominarle il ragazzo in questione e la sua incredibile bravura sulla tela.

"In pratica, mi stai dicendo che, ti sei presa una cotta per l'artista alias studente modello, della scuola? Già il primo giorno? Manco io le faccio queste cose, amica mia.", sostenne la rossa al telefono.

"Non mi sono presa una cotta, come la chiami te, ho solo ammirato la sua bravura sulla tela, tutto qua, non penso di aver detto qualcosa di cosi scandaloso.", replicò la ragazza mentre con un braccio si accingeva a chiamare un taxi per poter tornare a casa.

"Si va bene, ne riparleremo tra una settimana di questa faccenda, quando verrai a raccontarmi con occhi sognanti che il bel riccioluto, ti ha parlato.", la prese in giro l'amica.

Mesia alzò gli occhi al cielo, Maggie era impossibile quando si trattava di ragazzi ma, soprattutto aveva un fiuto fine quasi quanto quello di un lupo, non le si poteva nascondere nulla.

E' vero, Harry le era piaciuto appena lo aveva visto, appena aveva messo piede all'interno dell'aula ed il fatto che fosse lui l'autore di quei meravigliosi quadri, gli aveva fatto acquisire ancora più punti agli occhi della ragazza ma da li a dire che, se ne fosse infatuata, ne passa di mare.

C'è anche da dire che, Mesia non fosse cosi esperta, quanto la sua amica, infatto di ragazzi, non aveva avuto di certo una vita alla Gossip Girl o una vita come quella che vedeva nei Disney Channel Original Movie, la sua era stata una vita più alla Dottor House o Grey's Anatomy ma, era sicura che quella per Harry, fosse solo ammirazione, tutto qua.

Eppure aveva la sensazione che pur di convincere Maggie, la sua fosse una auto convinzione, cercava di convincere se stessa al riguardo ma, nonostante ci provasse, quegli occhi verdi le erano entrati dentro e non riusciva a dimenticarli, per quanto ci provasse.

 

Un ora dopo, era nella sua stanza, alla ricerca di un qualcosa da mettere per la serata con le amiche, Bianca l'aveva chiamata ed aveva confermato la sua disponibilità, quella sera sarebbero state tutte e tre, come sempre, ma questa volta sarebbero state all'interno di un ristorante, un vero ristorante, non quello dell'ospedale.

La settimana pre-scuola, Mesia era uscita, ma mai si era femata all'interno di un ristorante a mangiare una vera pizza, aveva evitato qualsiasi cibo che non fosse un pò di brodo, dando tempo al suo corpo di abituarsi a quei nuovi sapori.

Sua mamma e suo padre erano contenti per lei, finalmente la loro bambina era tornata a vivere e le auguravano il meglio, tutto ciò che di più bello quella vita avesse da dargli, perchè se lo meritava.

E mentre la ragazza era alla ricerca dell'outifit giusto, un paio di occhi azzurri, simili ai suoi, la osservavano felici dalla porta del bagno.

Louis era appena tornato dai suoi allenamenti di basket, era passato fuori scuola della sorella sperando di trovarla ancora li, magari in attesa di un pullman che la riportasse a casa o al bar con qualche amico appena conosciuto ma, non l'aveva trovata.

Aveva però incontrato Jack, uno dei nuovi amici della sorella, nonchè sua vecchia conoscenza, il quale lo aveva informato che, la ragazza fosse andata via da più di un ora, che non si fosse fermata al bar con lui e gli altri della loro classe, ma aveva preferito far ritorno a casa.

Ed ora era li che la guardava estasiato, la guardava passare le mani all'interno dell'armadio alla ricerca del vestito perfetto, della maglia perfetta.

Eppure Louis era sicuro che a Mesia non servisse tutto quel ambaradan per essere perfetta, sua sorella già lo era di suo.

Mesia evanava una luce talmente forte che , fosse in grado di illuminare una stanza al buio, l'aveva sempre considerata una piccola stella senza cielo ma, adesso quella stella se lo poteva guadagnare un proprio cielo perchè di qualità ne aveva da vendere.

E lui sarebbe stato sempre li, accanto a lei, come aveva sempre fatto, l'avrebbe guardata brillare come solo lei sa fare, e l'avrebbe protetta da tutti e tutto, a costo della sua stessa vita.

Era sua sorella, la sua gemella, la parte migliore di se stesso, l'altra metà di lui e nessuno l'avrebbe fatta soffrire, o sarebbero dovuti passare su di lui, prima di farlo.

"Ehi fratellone, cosa ci fai li? Perchè non entri?", gli chiese la ragazza tirando fuori la testa dagli innumerevoli vestiti appena localizzati.

"Ti guardavo e pensavo", sostenne il ragazzo, entrando all'interno della stanza ed accomodandosi sul letto della sorella.

"A cosa pensavi?", gli chiese stupita, Mesia.

"A quanto tu sia bella sorellina", Louis.

"Ma cosa dici, sono tutto fuorchè bella, tu sei bello e le infinite ammiratrici di questa mattina me l'hanno confermato.", lo spintonò la ragazza accomodandosi al fianco del fratello sul letto.

"Si è vero, ma anche tu lo sei. Siamo gemelli dopotutto", la stuzzicò il moro.

"Sempre il solito buffone. Approposito mister io sono bellissimo, come ti è passato per la mente di raccontare all'intero corpo studentesco che, io studiassi a New York. E non solo, non mi hai anche avvertito del misfatto. Non sapevo cosa dire quando Jack mi ha chiesto il perchè io avessi preferito Londra a New York. Mi sono sentita a disagio.", Mesia.

"Hai ragione Mesy e solo che, tutti mi chiedevano il perchè io non avessi mai portato mia sorella a scuola o a qualche partita di basket, nonostante mi vantassi del fatto che fosse bellissima, nonchè mia gemella e ho dovuto inventare qualcosa. Avresti voluto sapessero tutti del ospedale?", le chiese Louis stiracchiandosi sul letto e tirando con se anche sua sorella al fine di farla accoccolare accanto a lui.

"No, non avrei voluto di certo che tu raccontassi questo e non te ne sto facendo una colpa anzi, ti ringrazio perchè hai certato di proteggermi però, avresti potuto dirmelo, almeno avrei saputo cosa dire a primo acchitto.", rispose accoccolandosi sul petto del fratello, Mesia.

"Lo so, questo avrei voluto farlo ma non ci ho pensato, ero troppo contento del fatto che finalmente saresti andata a scuola come tutti gli altri che, non ci ho pensato. Mi dispiace ma sei riuscita a cavartela no?", le rispose Louis, carezzandole i capelli.

"Si, solo perchè ho conosciuto Jack, il quale essendo un grande pettegolo, mi ha raccontato tutta la storia. La prossima volta però che decidi di mentire, almeno avvertivi, cosi ci evitiamo tutto questo disagio.", Mesia.

Il ragazzo annuii contento, cambiando completamente discorso.

"A parte questo, com'è andato il primo giorno di scuola? Nel messaggio mi hai raccontato solo di Jack. A proposito, sapevo già della sua cotta per me, me ne sono accorto l'anno scorso quando si è iscritto nel mio comitato nonostante non gli interessasse minimamente il basket.", Louis.

"Non sai che strazio che è stato sentirlo parlare continuamente di te, è stato come parlare con te, solo in terza persona. Comunque per il resto è andato tutto bene, il tuo cognome ha influito tanto per quanto riguarda i compagni. Per quanto riguarda i professori, sono simpatici, mi hanno affidato ad una ragazza per fami recuperare al meglio e farmi essere al pari con gli altri. Dovresti conoscerla, Jack mi ha detto che è la sorella di uno dei tuoi amici.", lo informò la ragazza.

Louis, a primo impatto, sembrò confuso, non gli veniva in mente nessuna sorella dei suoi amici ma poi come un lampo di genio, una lampadina si accese nella sua testa.

L'unico suo amico ad avere una sorella di un anno più piccola di lui e che frequentava la classe di Jack, era Zayn, di sicurò era Safa, la ragazza di cui la sorella stava parlando.

"Se ho capito a chi ti riferisci, si tratta della sorella del mio amico Zayn, Safa.", Louis.

"Si proprio lei, è carina e sembra simpatica, spero di andarci d'accordo. Tu che dici?", gli chiese sospettosa la ragazza.

"Si è ok, penso andrete molto d'accordo, anzi lo spero.", sostenne il ragazzo.

"Perchè lo speri? E' per caso una tua fiamma?", gli chiese curiosa e sospettosa, Mesia.

"Ma no che dici, è solo che suo fratello e uno dei miei più cari amici, non vorrei che tu e la sorella non andaste d'accordo.", dichiarò il ragazzo.

"Ok, mi hai convinto ma sappi che se stai mentendo, lo scoprirò presto. Sono la tua gemella, niente bugie con me.", Mesia.

"E poi, a proprosito dei tuoi amici, perchè non me li fai conoscere? Oggi mi sono sentita nuovamente a disagio quando Jack mi ha detto di loro. Perchè non li hai mai portati da me? Non ti fidi di loro?", seguitò la ragazza.

Una piccola parte della ragazza, pensava che il fratello si vergognasse di lei ma nel stesso momento in cui quella parola si materializzò all'interno della sua mente, la ragazza maledisse se stessa per averlo pensato.

Era praticamente impossibile che Louis si vergognasse di lei, lui l'adorava, era solo protettivo, almeno era quello che aveva sempre pensato.

"So cosa stai pensando Mesy, e non pensarlo nemmeno per un secondo. Non mi vergognavo assolutamente della tua situazione, ai miei amici l'ho detto, perchè mi fido di loro, sono quello che ho di più caro al mondo, oltre te ed i nostri genitori. Solo che i momenti che passavo con te, all'ospedale erano nostri, solo nostri. Ma adesso tu sei qui e nessuno mi vieta di farteli conoscere.", le sorrise il ragazzo.

Mesia gli si lanciò praticamente tra le braccia, accoccolandosi ancor di più sul corpo del ragazzo, non avrebbe dovuto pensare nemmeno per un secondo che, Louis si vergognasse di lei, era suo fratello e questo bastava.

"Ottimo, allora domani invitali a casa per cena, so che mamma e papà non ci sono, potremmo cenare tutti insieme. Io inviterò anche le ragazze, che ne pensi?", gli chiese la ragazza rialzandosi dal corpo del ragazzo.

"Per me va bene, e penso che per i ragazzi non ci sia nessun problema", sostenne contento, il moro.

Mesia era contenta, finalmente avrebbe conosciuto gli amici di suo fratello, altre nuove persone, ma avrebbe voluto sapere qualcos'altro di loro e non esitò a chiederlo al fratello.

"Ottimo, adesso però voglio sapere qualcos'altro su di loro, su racconta.", chiese curiosa Mesia.

"Cosa vuoi sapere, sono 4 ragazzi come tutti gli altri, 3 hanno la mia stessa età, l'altro invece è più piccolo. Il piccolo frequenta la tua scuola, è strano che tu non l'abbia ancora conosciuto, incontrato. E' molto famoso a scuola, ha preso il mio posto si può dire.", sostenne Louis.

La ragazza era sicura del fatto che, il ragazzo di cui parlasse Louis, fosse Harry, lo aveva capito nel momento in cui, il moro le aveva detto che fosse al quanto famoso a scuola e che avesse preso il suo posto.

In pratica Louis aveva ripetuto le stesse parole che le aveva detto quella mattina il suo amico Jack e se davvero avesse ragione lei, avrebbe avuto la possibilità di rivedere quegli occhi non solo a scuola, ma anche a casa sua o con suo fratello.

Una sorta di uragano le si formò all'interno dello stomaco al sol pensiero di rivederlo anche al di fuori delle mura scolastiche, quel ragazzo ed i suoi occhi, le avrebbero portato seri problemi se non si fosse data una controllata.

"Cosa c'è Mesy, perchè sorridi inispiegabilmente?", le chiese ad un tratto il fratello riprendendola dai suoi pensieri riguardanti quegli occhi talmente belli da essere quasi finti.

"Nulla, pensavo solo a quello che mi hai detto e sono sicura che il ragazzo in questione fosse il mio compagno di classe, Styles. E' lui vero?", gli chiese la ragazza in modo tale da essere sicura delle sue ipotesi.

"Si è lui, allora l'hai conosciuto. Io lo conosco da poco, rispetto agli altri ma, lo considero una delle persone più importanti, al pari degli altri.", sostenne Louis.

Quante qualità nascoste ancora, avesse quel ragazzo, Mesia doveva ancora scoprirlo ma, dagli occhi di suo fratello, poteva sol capire che, fossero davvero tante le sue qualità o non l'avrebbe definito in quel modo.

E Mesia era contenta di questo, del fatto che i due fossero amici, eppure l'uragano di felicità che le si era formata poco fa, al sol pensiero di rivedere quegli occhi al di fuori della scuola, si dissolse nello stesso momento in cui, un pensiero le balenò nella mente.

Se i due ragazzi erano cosi amici, ed il fratello aveva raccontato ai suoi 4 amici la sua storia, nulla avrebbe vietato ad Harry di farle domande al riguardo e lei non si sentiva del tutto pronta ad affrontare quella parte della sua vita, ormai del tutto passata ma ancora vivida al suo interno.

"Ehi, posso immaginare tu a cosa stai pensando e non ti devi preoccupare, Harry o gli altri non ti faranno domande riguardo il periodo ospedale. Soprattutto Harry. E nessuno ti tratterà come se tu non fossi normale, ci divertiremo, ti divertirai con loro vedrai. E poi Harry lo hai già conosciuto no?", cercò di consolarla il moro.

"Cosa vuoldire soprattutto Harry?No, non l'ho conosciuto. Questa mattina in classe non si è accorto di me, è entrato in ritardo e alla fine della lezione è scappato subito dopo il suono della campanella. Ma ho conosciuto sua sorella, Gemma. E' più piccola di lui?", chiese la bionda, cercando in qualche modo di scacciare la preoccupazione che era andata a farle visita.

"E' strano, non è da lui. Avrà avuto qualcosa da fare, Harry è molto preso dall'organizzazione del museo scolastico, vedrai che domani si scuserà per non essersi presentato e si presenterà. E' speciale Harry. E poi hai già conosciuto Gemma, non ti ha parlato di suo fratello? Si è più piccola di molto, è una primina, infatti quando mi hai parlato della sorella di un mio amico, l'ho esclusa a prescindere dalla cerchia.", sostenne il ragazzo tralasciando la prima domanda della sorella.

"Non ti devi preoccupare Mesy, andrà tutto bene e poi ci sono io con te. Sempre e comunque, lo sai.", continuò Louis.

La ragazza si era accorta del fatto che, suo fratello, avesse completamente escluso la sua prima domanda ma cercò di non farci caso abbastanza, Louis gliene avrebbe parlato prima o poi.

Comunque, nonostante le rassicurazioni di Louis, Mesia non riusciva a restare tranquilla, se c'era una cosa che tanto la preoccupava, era proprio la paura di far pena a qualcuno, quella non l'avrebbe mai sopportata.

Aveva passato tutta la sua vita, a scappare da quelle persone che, le rivolgevano sguardi carichi di compassione, dai i portantini dell'ospedale ai signori che venivano a fare solo qualche visita di controllo.

Mesia non li sopportava, lei era una persona normale, era stata solo un pò sfortunata ma era normale, non aveva niente fuori posto, apparte il suo cuore.

E non avrebbe di certo cominciato adesso a sopportare quelle determinate persone, se avessero voluto iniziare una relazione d'amicizia con lei, avrebbero dovuto tralasciare il suo periodo buio, o non se ne sarebbe fatto nulla.

Era stanca di ricever pietà.

"Va bene ma, al primo sguardo o alla prima domanda, carica di compassione e pietà da uno dei tuoi amici e, dichiaro conclusa tale relazione prima ancora che vi nasca un qualcosa.", dichiarò la ragazza abbandonando il fratello sul suo letto ed iniziando seriamente a prepararsi per l'arrivo delle sue amiche.






Ehilà, I'm back!!!
A quanto pare la nostra bella Mesia si è presa un bella cotta per Harry o sbaglio? 
Cosa succederà fra i due? Harry si accorgerà di Mesia?
Inoltre la ragazza ha deciso di invitare gli amici di suo fratello a cena, come si evolverà la situazione?
Tutto alla prossima puntata...Un beso muy grande!!
Ps: Una recensione eres muy agradecita. (Scusate il mio spagnolo pessimo, una recensione è molto gradita)
Ciauuuu.

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6

 

La giornata seguente non iniziò nel migliore dei modi, per la bella Mesia, la ragazza infatti non aveva sentito la sveglia e questo aveva ritardato di almeno 10 minuti, la sua entrata a scuola.

Menomale che c'era Jack ad aspettarla, il ragazzo infatti le aveva conservato il posto accanto a lui ed aveva finto una convocazione dal preside, per giustificare il suo ritardo.

"Mi devi un favore, Pollicina. Il prof Martin non si è accorto che la mia fosse una bugia ed ha lasciato correre il tuo ritardo. La prossima volta però, avvisami prima, almeno mi invento una bugia più credibile di una convocazione per consulenza da parte della preside", sostenne il ragazzo.

Mesia aveva appena messo piede nell'aula quando Jack non aveva potuto fare a meno di rimproverarla, per la mancaza di preavviso relativa al suo ritardo.

La ragazza però, lo aveva trovato al quanto buffo nelle vesti di accusatore seriale, non era da lui interpretare quel ruolo, e proprio per questo, non aveva potuto fare a meno di ridere, essendo cosi ripresa dal professore che l'aveva guardata di sott'occhi appena entrata.

Si affrettò a prendere posto accanto all'amico, quando dalla porta di ingresso vi entrò Harry, il ragazzo dagli occhi penetranti, l'artista della scuola, nonchè uno dei migliori amici di suo fratello.

Il ragazzo questa volta, si accorse di lei infatti, le riservò un occhiata al quanto confusa e sorpresa, non si sarebbe mai aspettato un viso nuovo nella sua classe ma, soprattutto non poteva credere che proprio la sorella di uno dei suoi migliori amici, perchè era sicuro che fosse lei, stesso taglio d'occhi del fratello, di cui aveva tanto sentito parlare, fosse quella che in quel momento lo stava osservando.

Harry aveva sentito tanto parlare di Mesia, Louis non faceva altro che nominare sua sorella, in un primo momento il ragazzo era diventato anche un pò monotono, Mesia di qua e Mesia di là, ma dopo aver saputo il reale motivo che c'era dietro a tanta ammirazione, non aveva potuto fare altro che concordare con il moretto, quella ragazza meritava di certo i suoi complimenti.

Era rimasto talmente rapito dalla sua storia che aveva cercato in tutti modi di convincere Louis a fargliela conoscere ma, il moro era stato implacabile al riguardo ed un pò lo capiva.

Quei momenti per Louis erano sacri, era talmente legato alla sorella che non avrebbe permesso a nessuno di rovinargli le giornate in sua compagnia, nemmeno ad uno dei suoi più cari amici.

E per questo che, dopo la terza volta in cui glielo aveva proposto, il ragazzo aveva desistito, perchè capiva il legame tra i due fratelli e la paura del moro di poter perdere sua sorella.

Lo capiva, dopotutto, quando si ha paura di perdere una persona cara, ogni momento in sua compagnia diventa prezioso, anche solo 5 minuti sono essenziali.

Ed Harry questo lo sapeva bene.

"Signor Styles, si è imbambolato per caso? Si accomodi al suo banco.", lo distolse dai suoi pensieri, il professore.

Il ragazzo si accomodò al suo banco, ma non potè fare a meno di continuare ad osservarla, Mesia era bellissima, Louis aveva ragione.

"A quanto pare hai attirato l'attenzione del bellissimo Styles, piccola pollicina", sussurrò alla ragazza, Jack.

Jack aveva ragione, Harry aveva tenuto d'occhio la ragazza per tutta la durata della lezione del professor Martin e Mesia se ne era accorta, infatti, aveva abbassato il capo verso il suo quaderno pur di non far notare al ragazzo le sue gote divenute rosse come un pomodoro sotto la sua continua osservazione.

La ragazza era curiosa di sapere a che cosa fossero dovuti tutte quelle occhiate, chissà che cosa passasse per la mente del ragazzo da spingerlo ad osservarla in quel modo, eppure Mesia sembrava essersene fatta un idea di che cosa potesse passare per la mente del bellissimo Harry e maledisse suo fratello per avere la bocca cosi larga.

Non voleva far pietà a nessuno lei, voleva essere trattata come tutti gli altri, perchè era ed è sempre stata normale.

Ed invece i pensieri di Mesia avevano toppato del tutto, quello che Harry pensava della ragazza non fosse compassione, bensì ammirazione.

Era convinto del fatto che, la ragazza avesse una grande forza d'animo nonchè forza combattiva, qualcun altro al suo posto non avrebbe di certo resistito a tanti anni di clausura, sarebbe impazzito pur di non passare un altro giorno in ospedale ed un esempio al riguardo, Harry lo aveva nella sua famiglia.

Quindi di certo non le aveva mostrato uno sguardo di compassione ma, questo la ragazza non poteva saperlo ed è per questo, aveva lasciato che la sua mente girovaggasse verso ipotesi infinite.

 

La campanella era suona da un paio di minuti quando Harry si avvicinò al banco di Mesia, la ragazza stava raccogliendo le sue cose dal banco per poter seguire il suo amico Jack nella mensa della scuola, il quale si era già incamminato per paura di non trovare più disponibile, il piatto della giornata ovvero la pizza alla marinara, suo piatto preferito.

Quando Harry le si era avvicinato infatti, la ragazza era talmente frettolosa di uscir dall'aula che quasi non lo aveva visto arrivare ed aveva rischiato completamente un corpo a corpo con il ragazzo.

"Scusami, non ti avevo visto", sussurrò la ragazza raccogliendo le cose finite sul pavimento a causa del loro mezzo scontro.

"Non ti preoccupare, mi chiamo Harry. Ieri non abbiamo avuto modo di presentarci. Tu devi essere Mesia, la sorella di Louis", le disse il ragazzo, porgendole la sua mano destra che la ragazza fece combaciare con la sua.

"Si sono io, e tu devi essere Harry Styles, il pittore della scuola.", gli chiese lei, riprendendo il fiato perduto dal precedente scontro.

"Si, sono io.", sussurrò il ragazzo aprendo il viso in un largo sorriso con tanto di fossette ai lati della bocca.

Era talmente bello quando sorrideva che a Mesia venne voglia di stringergli le guancia, non si sa perchè le fosse venuta in mente quell'azione, sapeva solo che si trattasse di una voglia interiore che le era venuta direttamente dall'istinto.

Per un attimo, nessuno dei due ragazzi parlò, la ragazza sembrò bloccata tra i suoi pensieri e lo stesso valeva per Harry, il quale non poteva fare a meno di guardarla e maledirsi mentalmente per non saper che cosa dire in quella occasione.

"Sono belli i tuoi quadri, hai davvero un grande talento.", dichiarò ad un tratto la ragazza, a disagio in quella del tutto strana situazione, rompendo cosi, quella bolla che momentaneamente si era creata intorno a loro.

"Grazie, anche se non sono completamente d'accordo con ciò che hai detto.", sostenne il ragazzo risvegliandosi dalla breve tranche in cui era entrato.

Mesia corrucciò il viso confusa e sorpresa.

Quando aveva visto quei quadri, aveva subito pensato che, l'autore avesse un grande talento e che una persona cosi brava doveva avere una personalità al quanto modesta, visto l'affluenza con la quale i suoi lavori venissero esposti sulle pareti della scuola.

Invece a quanto pare, si era sbagliata.

Al moro piacevano i suoi lavori, dopotutto erano sue creazioni ma, non era tanto convinto di avere questo eccellente talento di cui tutti parlavano, infatti si mostrava sempre titubante ogni qualvolta in cui il preside, gli chiedeva di esporre un suo lavoro.

In quel periodo gli aveva addirittura commissionato di mettere insieme un paio di lavori suoi e di altri studenti promettenti del corso d'arte, e creare un museo d'arte da mostrare all'intero corpo studentesco compreso le loro famiglie.

Il ragazzo ne era assolutamente onorato ma questo non gli impediva di non sentirsi all'altezza del compito che gli era stato affibbiato.

"In che cosa non sei d'accordo? Non credi di avere talento?", sostenne la ragazza, confusa e sorpresa dalla precedente affermazione del ragazzo davanti a lei.

"Non è questo, è solo che non sono davvero sicuro di avere tutto questo talento di cui tutti parlano", sostenne il ragazzo, carezzandosi con una mano i ricci come gesto di imbarazzo totale.

E se Harry in quel momento si sentiva in imbarazzo, lo stesso non si poteva dire della ragazza, la quale era al quanto determinata a scoprire il mistero che si celava dietro a tanto pessimismo.

"Io penso che se tutti ti attribuiscano del talento, tu questo talento lo abbia davvero. E vedendo i tuoi quadri, posso affermare anche io la stessa cosa: hai del talento ed anche tanto.", sostenne Mesia, mostrando al ragazzo un sorriso d'incoraggiamento.

Il ragazzo ricambiò il suo sorriso, permettendole di ammirare nuovamente quelle dolci fossette che aveva tanto adorato in precedenza.

"Ti ringrazio ma sono al quanto critico riguardo i miei lavori. Chiedi pure a Louis, ti dirà la stessa cosa anche lui.", sostenne divertito Harry.

"Chiederò senz'altro, ma non dovresti farti questi problemi, hai vinto una borsa di studio d'arte se non sbaglio, giusto?", chiese la ragazza, acquisendo sempre di più sicurezza nel parlare.

Mesia, infatti, era al quanto a suo agio in quel momento, non si sarebbe mai aspettata una conversazione di questo tipo con Harry o con qualsiasi altra persona che conoscesse la sua storia.

Aveva passato l'intera serata di ieri con le amiche ad esporre loro i suoi dubbi riguardo il voler conoscere gli amici di suo fratello, tanto che non si era goduta nemmeno un attimo la serata in loro compagnia.

Quindi trovarsi cosi a suo agio in quella situazione, per lei era un'assurda novità.

"Giusto, ma questo non vuoldire che io, debba montarmi la testa. Ho ancora tanto da studiare, ci sono persone più brave di me, al mondo, non sono il solo capace di dipingere una tela. E dipingere le pareti della scuola superiore non fa di me un artista completo.", affermò con durezza il ragazzo.

La ragazza restò al quanto sorpresa dal tono di voce che Harry aveva appena usato, non aveva di certo pensato a lui come ad un esaltato o un artista completo come lui stesso aveva appena affermato.

Forse, appena vista la vastità dei quadri appesi, lo aveva pensato ma, sentendolo parlare aveva del tutto cambiato la sua idea al riguardo.

Mesia voleva fargli solo un complimento, fargli capire che aveva apprezzato la bellezza dei suoi quadri, tutto qua, niente di più niente di meno.

Eppure il ragazzo non ha aveva di certo percepito questo visto come si era particolarmente arrabbiato a detta dal tono di voce che aveva usato.

"Guarda che io non volevo insinuare proprio nulla, non ho pensato a te come un esaltato o altro, forse all'inizio l'ho pensato ma, in questo momento posso dire di aver cambiato idea, al riguardo." , sostenne la ragazza cercando di far capire al moro il suo pensiero riguardo la situazione corrente.

A salvarli da quella strana situazione ci pensò però, Jack, il quale annoiato e preoccupato del fatto che l'amica non si fosse ancora fatta viva, era venuto a cercarla ed rimasto al quanto sorpreso nel vederla in compagnia del bel moretto.

"Mmm, disturbo? Ero alla ricerca della mia amica, scusaci Harry ma una fetta di pizza calda, ci aspetta in mensa. Non possiamo mica farla aspettare, no Mesia? Che ne pensi?", le chiese il moro, rompendo definitivamente quella bolla fatta di sguardi appena iniziata.

"Si, Jack ha ragione, vi conviene andare. E' stato un piacere conoscerti Mesia. Sono sicuro che avremmo modo di conoscerci meglio.", sostenne il ragazzo, cambiando del tutto la conversazione.

"Ehmm si sicuramente.", sostenne perplessa la ragazza.

"Ora vi lascio alla vostra pizza. Ci vediamo.", seguitò Harry, lasciando i due amici soli ad osservarsi nel bel mezzo dell'aula vuota.

Proprio come aveva detto Louis, il ragazzo dagli occhi verdi non aveva perso l'occasione per venirsi a presentare, non avendo potuto farlo ieri insieme a tutta la classe, dando la possibilità alla ragazza di notare quegli occhi verdi, che tanto l'avevano scioccata il giorno prima, da vicino.

Bisogna ammettere che, da vicino fossero ancora più belli di quanto, la ragazza aveva potuto notare guardandoli da lontano.

E nonostante la conversazione non si fosse conclusa nel migliore dei modi, Mesia poteva fare i complimenti a se stessa per essere riuscita ad articolare una serie di frasi di senso compiuto, una dietro l'altra.

Poteva essere fiera di se stessa.

"Ma fammi sentire un pò, cos'è che ci facevi tu in compagnia del bell'Harry?", le chiese ad un tratto Jack, dopo essersi accomodati in uno dei tavoli della mensa.

"Assolutamente nulla, si è solo presentato, nulla di più.", sostenne la ragazza adentando un pezzo della pizza che aveva appena comperato al bar della mensa.

E bisognava dire che, Jack aveva assolutamente ragione a non voler perdere nemmeno una fetta, era buonissima, niente a che vedere con quelle che vendevano nel bar dell'ospedale: pizze sempre fredde e mozzarella che sa di colla, uno schifo in pratica.

Non a caso, ogni qualvolta le veniva voglia di pizza, costringeva suo fratello o chiunque le venisse a far visita ad andare da Nando's a prendergli una delle sue favolose pizze, a cui non sapeva dir di no.

Ormai Louis non se lo faceva dire nemmeno più, il venerdi era lui a portargliela, senza che lei glielo chiedesse, conoscendo ormai alla perfezione le voglie continue di pizza, della sorella.

"E ci credo che non vi siate detti nulla, quando sono entrato sembravate imbambolati e non solo tu, anche lui lo era. In pratica eravate due statue, di marmo.", sostenne il ragazzo trascinandola al di fuori dei suoi ricordi.

Diciamo che, i due non si erano detti proprio nulla, anzi la loro conversazione era proseguita per un pò tralasciando il finale spiacevole ma, questo a Jack, Mesia non poteva proprio dirlo, o sarebbe stato materia di gossip per tutto il corpo studentesco e non era proprio il caso di farlo.

"Diciamo che ti devo un favore..bello grosso.", sostenne la ragazza continuando a degustare la sua pizza.

"Me ne sono accorto. Non ti preoccupare mi farò venire qualcosa in mente.", sostenne malizioso il ragazzo.

"Niente che comprenda mio fratello o sarò felice di non prenderlo in considerazione", lo minacciò, Mesia, mettendo su un'espressione che avrebbe dovuto spaventare il ragazzo, il quale invece aveva iniziato a ridere senza freno, accompagnando la sua risata con una mano sulla pancia, per dar più enfasi al suo gesto.

"E' inutile che ridi divertito, non ti farò avvicinare a mio fratello nemmeno a due metri di distanza.", seguitò con le sue minacce, la ragazza.

Jack continuò a ridere di lei, fino a che nella mensa non si elevò un grido disperato, qualcuno a pochi metri di distanza dai due ragazzi, stava gridando disperato, come se le avessero appena tirato tutti i capelli o addirittura tirato uno schiaffo.

Il moretto, amante del gossip qual'era, si era subito alzato, trascinando con se la stessa Mesia, la quale incuriosita dalla situazione corrente, si era lasciata trascinare senza nemmeno far sprecare al ragazzo, un minimo di forza.

Arrivati nel punto della stanza dalla quale provenivano le urla, la scena che si presentò agli occhi dei ragazzi, fu al quanto scioccante.

Una moretta dai capelli chilometrici, urlava come un anatra pazza contro quello che doveva essere il suo ragazzo, visto come la ragazza si affannava nel cercare di trattenerlo al suo fianco.

"Non puoi farmi questo Darling, non a due settimane dal ballo di inizio anno. Noi dobbiamo andarci insieme, è obbligo farlo", gridava la ragazza in preda ad una crisi isterica.

Il suo ragazzo dal suo canto non le prestava minimamente attenzione, infatti seguitava nell'acquisto del suo pranzo al bancone del bar.

"La solita scenetta patetica alla Ambar, era ora che quell'idiota si decidesse a lasciarla", sussurrò una voce sconosciuta ed al quanto annoiata dalla scena corrente, posta dietro alle spalle di Mesia e Jack.

La prima a girarsi fu Mesia, la quale rimase al quanto contenta nel rivedere il viso conosciuto di Gemma, la ragazza che aveva conosciuto non appena aveva messo piede in quella scuola, nonchè sorella di Harry, la quale le sorrise amichevole.

"Ciao Gemma", decretò la ragazza ricambiando il sorriso della mora alle sue spalle.

"Ciao Mesia, come va? Anche tu rapita da questa scenetta patetica?", le chiese la ragazza.

"Tutto bene a te? A dir la verità non so nemmeno di chi si tratta, quella ragazza non l'ho mai vista, prima d'ora.", decretò Mesia.

"Non ti sei persa nulla. Ciao Gemma, finalmente tuo fratello si è deciso a lasciarla, quell'ochetta.", decretò Jack, distogliendo completamente l'attenzione dalla moretta ed il suo ex ragazzo.

A quanto pare il ragazzo che la moretta cercava in tutti modi di convincere a non lasciarla era Harry, il ragazzo dagli occhi verdi, il fratello di Gemma, nonchè amico di suo fratello.








Ehilà, I'm back!!!
Scusate in primis per l'immenso ritardo ma, questo periodo non è stato uno dei più belli, comunque bando alle ciance, ecco a voi, un nuovo ed entusiasmante capitolo:
La nostra Mesia ha finalmente fatto la conoscenza del bel Harry,la quale è andata un pò maluccia, ma il ragazzo è rimasto incantato dalla fanciulla,  il suo sguardo è stato però al quanto travisato dalla ragazza, lui l'avrà osservata per pietà o per altro?
E riecco Gemma, la ragazza dei quadri e il solito e sprizzante Jack, ma un nuovo personaggio è entrato in scena: Ambar.
Ambar è niente popo di meno che, la ragazza di Harry o ex ragazza, visto com'e andata a finire, ma perchè il moro l'avrà lasciata?
Tutto alla prossima puntata.
Un beso muy fuerte.
Ps: Una recensione è sempre gradita.

 

 

 

 

 

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7

 

Qualche ora dopo, Mesia e la sua nuova amica Gemma, si erano ritrovate all'uscita della scuola poiche, dopo la scenetta a cui avevano assistito a pranzo, i tre ragazzi si erano accordati di vedersi all'uscita di scuola in modo tale da scambiare due chiacchiere prima di far ritorno a casa.

Ma se le due ragazze erano state al quanto puntuali, poichè alla fine della lezione si erano dileguate ognuna dalle proprie classi e si erano dirette al luogo dell'appuntamento, lo stesso non si poteva dire di Jack, il quale alla fine della lezione aveva avvisato Mesia del fatto che, avesse da sbrigare alcune cosine top secret, a detta sua, prima di abbandonare almeno per quella giornata, l'edificio scolastico.

Era però più di mezz'ora e del ragazzo non si vedeva nemmeno l'ombra, le ragazze non sapevano più che fare, di cosa parlare, si erano dette tutto ciò che bisognava sapere l'una dell'altra.

Avevano addirittura parlato di Harry e della sua ex ragazza, di quanto la moretta fosse una tipetta al quanto possessiva oltre che un ochetta di quelle leggermente pesanti.

Gemma infatti non riusciva a non essere contenta del fatto che, suo fratello, si fosse deciso finalmente a lasciarla.

"Non l'ho mai sopportata, e non capisco come abbia fatto Harry a sopportarla per tutto questo tempo", sostenne Gemma.

Mesia sorrise per l'evidente fastidio della sua amica verso l'ormai ex di suo fratello.

"Erano insieme da tempo?", seguitò la ragazza, curiosa di scoprire un qualcosa in più sul ragazzo dagli occhi verdi.

"Più o meno, un anno quasi, un anno in cui ho faticato tanto nel far capire ad Harry che quell'ochetta senza cervello non fosse la ragazza giusta per lui.", rispose la ragazza.

"Perchè pensi si siano lasciati?", insistette sull'argomento, la bionda.

"Evidentemente sono riuscita nel mio intento. Harry può sembrare anche il ragazzo più intelligente della scuola ma sul versante amoroso, diventa un vero stupido.", sostenne la ragazza.

Mesia non poteva fare a meno di sorridere alle espressioni dell'amica, Gemma cambiava espressione a seconda delle risposte che dava.

Se parlava di suo fratello assumeva un espressione al quanto incazzata nel ricordare la stupidità di suo fratello sul versante amoroso.

Se invece parlava della moretta della mensa, Ambar, l'ex ragazza di Harry, assumeva un espressione tipica di chi considera la persona di cui si sta parlando, senza valore, senza charm, una nullità in pratica.

Ed era quella l'espressione che la ragazza riservava alla moretta.

"Quindi pensi che si siano lasciati definitivamente?", chiese nuovamente Mesia.

"Lo spero per lui, merita di più di una moretta 100 % tette e 0 cervello.", decretò la ragazza.

"Ma Jack dove cazzo è? E' passata mezz'ora dalla fine dei corsi.", sbottò stizzita Gemma, mettendo cosi fine alla discussione su Harry ed Ambar, la moretta della mensa.

Peccato che la ragazza avesse messo fine alla conversazione sul suo fratello e la sua ormai ex ragazza, perchè a Mesia erano venute in mente altre curiosità al riguardo.

Quel ragazzo dagli occhi verdi la intrigava parecchio, erano come criptonite quegli occhi, impossibili da guardare ma allo stesso tempo, era difficile non guardarli: troppo belli ed intensi.

Racchiudevano un mondo, dietro di essi, un mondo in cui la ragazza voleva entrare a tutti i costi, non sapeva esattamente quale fosse il motivo che l'ha ispirava tanto interesse però vi era, anche se si convinceva che non fosse cosi.

"Io vado a cercarlo, sicuramente si sarà perso dietro a qualche ragazzo o a qualche gossip di cui tanto parla e a cui pone tanto ma tanto interesse. Tu, che fai invece? Vai a casa Mesia?", sostenne Gemma, trasportando i pensieri della bionda alla situazione corrente e distogliendola dal pensare a quegli occhi verdi che tanto la intrigavano.

"Si Gemma, torno a casa. Mi dispiace di lasciarti sola nella ricerca di Jack ma, questa sera ho degli amici a cena, compreso tuo fratello e non so davvero che cosa preparare. Non posso lasciare di certo che sia Louis a fare tutto il lavoro o per domani non avrei più una casa.", sostenne la ragazza immaginando suo fratello alle prese con i fornelli.

I loro genitori quella sera non ci sarebbero stati, troppo impegnati in una delle loro cene di lavoro, il signor Tomlinson era un avvocato e quindi le cene aziendali erano all'ordine del giorno in casa loro, soprattutto dopo il ritorno a casa di Mesia.

Jacob Tomlinson infatti, aveva accantonato per tutti quegli anni il suo lavoro, pur di stare accanto alla sua famiglia durante quella spiacevole situazione, partecipava ad una o due cene ma nessuna durava più di un paio d'ore, l'uomo voleva avere la possibilità di passare quanto più tempo possibile con sua figlia, quindi il lavoro poteva essere accantonato.

Ma adesso che, la sua piccola bambina, era finalmente guarita e soggiornava sotto il suo stesso tetto, nulla gli vietava di riprendere in mano quella che era la sua routine, ovvero casi e cene aziendali da risolvere in continuazione.

E questo ai due ragazzi non pesava di certo, anzi, Mesia era contenta che finalmente la sua famiglia potesse riprendere in mano ognuno la propria vita, si erano sacrificati per tanti anni, era il momento di andare avanti.

E poi, più cene aziendali venissero organizzate, più volte la casa sarebbe stata libera e quindi molto più spesso, Mesia e suo fratello, potevano organizzare cene con gli amici.

Quando il gatto non c'è, i topi ballano, si sa da una vita questo no?

"Capisco che cosa intendi per non avrei più una casa domani, è un rischio che ho corso anche io, molteplici volte. Ovviamente non perchè sia stato Harry a bruciare un pasto, lui è uno chef in cucina, sono io quella meno capace.", sorrise la ragazza.

Mesia non potè fare a meno di sghignazzare, Gemma era davvero uno spasso, si chiese infatti, se anche il bel moretto fosse simpatico come la sorella, ma quella domanda non sarebbe rimasta senza risposta per molto tempo, lo avrebbe scoperto quella sera se Harry fosse simpatico o no.

Da quello che aveva notato la mattina, sembrava essere molto suscettibile riguardo l'arte ma, chissà se lo fosse anche per quanto riguarda il resto, lo avrebbe scoperto questo era poco ma sicuro.

"Ma ho capito male o, hai detto che mio fratello sarà a cena da voi", sostenne Gemma, distogliendo Mesia, nuovamente dai suoi pensieri.

Era diventata ormai un'abitudine, quella di perdersi nei suoi pensieri, quella di Mesia, ma avrebbe dovuto farsela passare o un giorno di questi, l'avrebbero presa per pazza.

"Non hai capito male, questa sera tuo fratello e gli altri amici, saranno a cena da me. Louis ci tiene tanto che io conosca i suoi amici ed io sono più che felice di farlo.", sostenne Mesia, maledicendosi un secondo dopo per le parole appena pronunciate.

Lei per tutto il mondo era stata a New York a studiare, però qualche volta era tornata a fare visita alla sua famiglia, come avrebbe spiegato adesso a Gemma il perchè non avesse mai conosciuto gli amici del fratello, essendo quei 5 tanto uniti?

Si ricordò solo un secondo dopo, che quella stessa domanda che, adesso vedeva espressa negli occhi di Gemma, gliel'aveva posta Jack, il giorno prima, quindi la scusa che aveva usato in quel momento, valeva anche in quello di momento.

"So cosa stai pensando, come mai io non li abbia mai conosciuti, nonostante sia ritornata almeno per le feste da New York", sostenne Mesia, precedendo la mora, non lasciandole il tempo di formulare la frase per bene.

"Eh si, infatti, è strano che tu non li abbia mai incontrati. Louis e mio fratello sono praticamente fratelli come anche con il resto del gruppo. Passano più tempo insieme che separati, mio fratello praticamente ci vive a casa tua.", sostenne la ragazza.

Mesia non pensava che il legame tra Louis ed Harry fosse cosi forte, suo fratello le aveva raccontato di avere 4 amici a cui raccontava ogni cosa della sua vita ma non pensava, fosse cosi intensa quell'amicizia.

Si impose quindi di cercare di farsi piacere ciascuno di quei ragazzi, al fine di non dare nessun dispiacere a Louis, se quei ragazzi fossero cosi importanti per lui, lo sarebbero stati anche per lei.

"A dir la verità non li ho mai incontrati perchè quei giorni in cui facevo ritorno a casa, io preferivo restare con la mia famiglia, passare del tempo con loro e con le mie due amiche. Quindi in quei momenti nessun altro, veniva a casa, pensa che perfino le mie due amiche, dormivano a casa mia.", sostenne Mesia, rendendo credibile quella che ad un occhi ben attento, sarebbe sicuramente stata etichettata come bugia, quale era in realtà.

"Ah ho capito. Va bè, avrai modo di conoscerli, oltre a questa sera", sorrise la ragazza dagli occhi verdi.

"Lo spero, mi farebbe piacere entrare nelle loro grazie, dopotutto sono gli amici di mio fratello, non vorrei fare brutta figura.", sostenne preoccupata la ragazza.

"Non ti preoccupare, vedrai che ti divertirai, sanno essere dei veri casinari quando ci si mettono.", Gemma.

"Davvero? Tu li conosci bene?", chiese curiosa la bionda.

"Si, oltre a passare del tempo a casa tua, quei 5 passano molto tempo anche a casa mia. E ti posso dire che, quando ci sono loro, la casa diventa un vero e proprio macello. Io però li adoro, mi mantengono in armonia ed anche i miei genitori li adorano. Ormai sono diventati parte della mia famiglia.", sostenne sorridendo, Gemma.

"Allora mi sa che, devo proprio conoscerli questi fantomatici ragazzi.", Mesia.

"Eh si, devi proprio. E poi conosci già mio fratello no? Siete in classe insieme.", chiese Gemma, sperando di non aver sbagliato la sezione della ragazza.

"Eh, a proposito di tuo fratello, credo di aver urtato i suoi nervi, questa mattina", sostenne leggemente imbarazzata, Mesia.

"Perchè dici cosi?", chiese curiosa Gemma.

Mesia allora raccontò alla ragazza di come Harry si fosse alterato davanti ai continui complimenti della ragazza, riguardo alla sua arte e di come se ne fosse andatato cosi di fretta, una volta che fosse venuto Jack, ad interrompere la loro conversazione.

Gemma rispose al racconto dell'amica con una grossa risata, la quale lasciò Mesia al quanto scioccata dall'atteggiamento della ragazza.

"Gemma perchè ridi?", le chiese curiosa la bionda.

"Rido perchè penso che tu sia una stupida a pensare che mio fratello si sia alternato per dei complimenti.", sostenne continuando a ridere, Gemma.

"Ma il suo tono di voce, non era per niente calmo.", Mesia.

"Il suo tono di voce, appunto. Harry è abituato a parlare in questo modo, non sai mai se scherza o è serio ma fa parte di lui. E ti posso assicurare che non si è per niente alterato.", Gemma.

"Se lo dici tu. A me non sembrava.", sostenne dubbiosa la ragazza.

"E' cosi Mesia, Harry non è il tipo da arrabbiarsi per cosi poco. E' solo molto scettico riguardo i suoi lavori ma ti assicuro che, i tuoi complimenti gli hanno fatto piacere, posso persino giurarti che sia cosi.", sostenne la ragazza.

"Ora però vado a cercare Jack o non andrò via da qui prima di domani mattina.", seguitò la ragazza, lasciando un bacio sulla guancia a Mesia ed allontanandosi verso l'entrata della scuola alla ricerca di Jack.

Mesia non era al quanto convinta delle parole di Gemma, quella sera avrebbe chiesto scusa al ragazzo, questo era poco ma sicuro.

 

Un ora dopo, la ragazza era in cucina, intenta a sperimentare piatti per quella sera, non avrebbe di certo voluto sfigurare davanti agli occhi degli amici di suo fratello e per questo aveva chiamato a raccolta le sue amiche, Maggie e Bianca, al fine di farsi dare una mano a preparare il tutto.

"Io non capisco perchè, sei cosi ostinata nel voler cucinare tu. Possiamo ordinare qualcosa d'asporto, perchè farsi troppi problemi.", sostenne Bianca, incapace di mettere persino un solo dito su di una cucina.

"Perchè non voglio che la mia prima cena in amicizia sia fatta di fast food o cinese. Voglio che sia una vera e propria cena.", sostenne la ragazza al quanto ostinata al riguardo.

"E poi non posso ancora ingozzarmi di fast food, ti ricordo che non è passata manco una settimana dal mio ritorno a casa ed io non sono di certo ritornata da un viaggio, anche se tutti credono il contrario.", seguitò la ragazza.

Quando parlava di tutti, la ragazza si riferiva all'intero corpo studentesco dell'High School, a cui suo fratello, Louis, aveva gentilmente raccontato di avere una sorella che vivesse a New York, argomento su cui Mesia aveva dovuto inventare una storia al riguardo per giustificare la menzogna di cui suo fratello, non le aveva parlato.

E cosi, tra una bugia ed un altra, si è ritrovata a viaggiare fra le strade di New York, senza esserci mai andata e senza aver visitato nulla di quello di cui aveva parlato.

"Lo so che non puoi ancora ingozzardi di fast food, ma avremmo potuto mangiare italiano questa sera, avremmo chiamato mio zio, di sicuro qualcosa di poco calorico vi è nel cibo italiano.", sostenne Bianca, cercando di convincere l'amica a tralasciare andare la sua idea di voler cucinare.

"No, ho deciso che cucinerò io e cucino io questa sera. Arrenditi Bianca, mangerai un piatto cucinato da me questa sera, che tu lo voglia o no", decretò Mesia, mettendo fine a quell'assurda discussione.

"Uffà, quando vuoi sai essere una vera stronza. Abbi pietà per me, per noi. Maggie aiutami tu.", piagnucolò la mora, tirando in causa l'altra ragazza che per tutta la discussione sul cibo, era stata in disparte, troppo presa dal suo cellulare per poter dare ascolto alle chiacchiere delle amiche.

La rossa infatti, era stata tutto il tempo con il cellulare in mano, talvolta sorrideva ad un messaggio che le arrivava, ma mai aveva alzato la testa da quel aggeggio e aveva dato ascolto alle chiacchiere che le ruotavano intorno, in quel momento per lei, non esisteva nulla al di fuori del suo cellulare.

"Terra chiama Maggie, dove sei finita amica. Salvaci almeno tu.", insistette Bianca.

Mesia sbuffò lanciando un occhiata al quanto minacciosa alla moretta, la quale alzò le mani in segno di resa, questa sera avrebbe mangiato cibo alla Tomlinson, non vi erano santi che potevano aiutarla.

"Keep calm baby, mi arrendo.", sostenne Bianca.

"Questo era ovvio B, o questa sera avresti digiunato.", Mesia.

"Maggie, cosa ti prende?", chiese la ragazza, distogliendo l'attenzione da Bianca e rivolgendola all'altra sua amica, imbambolata sul telefono.

"Margareth!", decretò Mesia.

"Cosa c'è?", chiese Maggie, risvegliatasi momentaneamente dal suo stato di tranche.

"Lo sai che odio quando mi chiamate in questo modo.", seguitò la rossa.

"Sembrava essere l'unico modo per risvegliarti dallo stato comatoso in cui eri, cosa è successo?", le chiese Mesia, mettendo per un attimo da parte, i suoi attrezzi da cucina.

"Non ero in uno stato comatoso e non è successo nulla, anzi ho ascoltato tutta la vostra conversazione.", decretò la ragazza poco convinta delle sue stesse parole.

"Davvero? A me sembrava che tu fossi in un altro mondo, magari in un mondo chiamato Liampoly, chissà", la sfottè la bionda.

"Concordo con Mesia, sei talmente impegnata a conquistare questo nuovo mondo che manco ti sei accorta che, ad un certo punto hai cominciato a ridere da sola davanti al telefono.", concordò con la bionda, Bianca.

Maggie sbuffò, non poteva di certo negare che la sua assenza mentale in quel momento fosse dovuta ad un ragazzo, un ragazzo che conosceva da un bel pò, dai tempi della scuola superiore, ma a cui non aveva mai prestato attenzione fino ad un paio di giorni fa, quando per casualità lo aveva incontrato uscendo dall'università ed il ragazzo, contento di vederla, l'aveva invitata a prendere un caffè.

Bisogna dire che, da quel giorno, si sono sentiti tutti i giorni, anche solo per chiedersi come va, ma la ragazza non voleva di certo dare troppo peso ad una cosa appena cominciata e di cui non si avevano certezze al riguardo.

"E va bene, messaggiavo con Liam ma, non desidero conquistarlo o altro, solo conoscerlo.", Maggie.

"Per adesso.", sostenne Mesia.

"Si per adesso, voglio questo, poi si vedrà. Adesso basta parlare e mettiamoci all'opera o questa sera non digiunerà solo Bianca ma tutti noi, compreso Liam", decretò la rossa.

"Liam? E cosa centra nella nostra cena, il tuo conoscente?", chiese curiosa Mesia.

Maggie sospirò ed in fine decretò: "E' un amico di Louis."

 

 

 







Ehilà, I'm back!!
Volevo in primis scusarmi per l'assenza di questi giorni, cercherò di pubblicare più spesso, ma ho avuto un momentaneo blocco, spero di recuperare.
Ma adesso ritorniamo alla nostra storia: Mesia ha avuto la possibilità di conoscere un pò meglio Gemma, la sorella di Harry, la quale ha mostrato una grande antipatia nei confronti dell'ex fidanzata del fratello. La nostra bella ha cercato di mascherare la sua curiosità riguardo il ricciolino dagli occhi verdi, ci sarà riuscita?
Inoltre è arrivato il momento della cena con gli amici di Louis, Mesia è in ansia, cerca aiuto, ma nessuno sembra darle le direttive giuste. Per di più scopre che Liam, il ragazzo con la quale si sta sentendo Maggie, è l'amico di  Louis. Come reagirà la nostra amata Mesia? e sopratutto cosa succederà alla cena.
Lo scoprirete solo alla prossima puntataaa!! Un bacioooo!!
Ps: Una recensione, pleaseee!!

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