Essence of love

di Felicitywolverine
(/viewuser.php?uid=1045197)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


POV FELICITY
***
5 mesi prima
<< Oliver io non voglio!!>> urlo
<< Perchè no? Saremo felici>> mi urla di rimando lui
Siamo alla festa pre-matrimoniale di Iris e Barry, dovrebbe essere un momento felice unico invece è una catastrofe per colma mia e di Oliver che ci stiamo sbraitando contro
<< Oliver! Solo tu saresti felice.....o detto no non ti voglio sposare>> mi sto sgolando,sono così arrabbiata e frustata mi volto ed esco ho bisogno di allontanarmi, mi sento male e umiliata, tutti ci stanno fissando e questo mi imbarazza ancora di più..

***

Oggi Appena metto piede fuori dall’aeroporto, con la borsa in spalla, la valigia al seguito , e i postumi di tredici ore di volo, realizzo di essere tornata a casa. Faccio segno al primo tassista libero, che sorridendo mi corre incontro, per prendere la valigia e riporla nel portabagagli. Salgo e chiudo la portiera in modo poco convincente. Ripeto due volte al tassista il mio indirizzo e mi sistemo sul sedile, guardando New York che scorre sotto i miei occhi da dietro il finestrino.

Sono stata 5 mesi a Las Vegas dopo la mia rottura con Oliver alla festa di Iris e Barry, quella sera ero così distrutta che dopo la litigata sono tornata nel mio appartamento ho fatto una valigia e me la sono andata via. Quando entro in casa, il silenzio mi avvolge, accendo la luce e mi guardo intorno. Niente è cambiato. Ma lui non c’è perché è tornato nel suo vecchio appartamento. Poso borsa e valigia in camera da letto, senza soffermarmi su niente, e torno in salotto. Il led verde del telefono segna due messaggi, il primo messaggio è di mia madre, vuole che la richiami appena ne ho l’occasione. Il secondo è di Curtis, mi ricorda che si sta trasferendo nella casa accanto,dopo il divorzio con Paul e che fra due giorni i miei giorni di ferie finiscono e devo tornare alla Queen Consolidated, fantastico. Come se potessi dimenticarlo.

Mi spoglio al volo e mi infilo sotto la doccia, il getto caldo mi rilassa i muscoli tesi. Mi avvolgo nel mio asciugamano di spugna preferito, e torno in camera da letto. Disfo la valigia, sistemo le ultime cose, e quando ho finito, l’orologio segna le undici passate. Vado in cucina a prendere un bicchiere d’acqua, e noto qualcosa di informe appeso alla maniglia della lavanderia, una maglietta grigia. La prendo esitante. E’ sottile, a maniche corte, è di John Diggle. Un profumo inconfondibile mi si attacca addosso.
Il suo profumo.
****
5 mesi fa
<< Ahhh lasciami, lasciami! >> Continuo ad urlare, cercando di spostare le mani di Oliver da sopra i miei fianchi, con le lacrime agli occhi per il troppo ridere. << Smettila! Lo sai che odio il solletico! >> Lui continua imperterrito, non prestandomi ascolto, sogghignando divertito.
Mi prende sulle spalle e mi scarica sul divano, mentre gli tiro forte la maglietta.
Mi blocca le mani sopra la testa. << Ehi signorina questa maglietta è di John, cosa pensi di fare?! >>
<< Così impari, ad approfittare di una povera ragazza indifesa. >> Con una risata mi lascia andare, mi avvolge tra le braccia, e mi stampa un bacio sulle labbra.
Gli prendo il viso tra le mani e lo trattengo, per baciarlo più a lungo.

***

Una lacrima mi scende sulla guancia, prima che riesca a fermarla e cade sul tessuto di cotone. Ritorno in camera e mi infilo sotto le coperte che profumano di bucato, mi stendo sul fianco e mi stringo al petto la maglietta, ne ispiro il profumo, e mentre mi addormento, immagino di essere stretta a lui.

POV OLIVER

Il rumore delle chiavi nella toppa, mi risveglia da una brusca notte. Mi alzo di scatto e mi infilo al volo un pantalone preso da sopra la poltrona. C’è solo una persona che ha le chiavi di questa casa. Quasi corro verso l’ingresso, completamente sveglio, e già la immagino con i capelli biondi raccolti nella solita coda di cavallo e un sorriso timido capace di farmi sciogliere il cuore… Ma quando arrivo davanti alla porta, mi accorgo che si tratta solo di Raisa con in mano una busta della spesa. Il mio sguardo deluso deve notarsi molto perché la vedo sorridere timidamente. Non dice una parola, posa la busta sul tavolo della cucina e mi fa un cenno con la testa ed esce così com’è entrata, lasciando le chiavi accanto alla porta. Scivolo lungo la parete del corridoio, troppo stanco anche solo per arrivare al letto.
Pieno di frustrazione e rabbia verso me stesso.
Come ho potuto permettere tutto questo? Felicity se né andata 5 mesi fa lasciando solo un biglietto
‘Non cercarmi, starò ben non ti preoccupare ‘
Ci siamo rivisti 2 mesi fa all’apertura del locale di Thea e nessuno mi aveva detto che ci sarebbe stata anche lei
***
2 mesi fa
Quando entro al Verdant, sono tutti intenti a ballare o chiacchierare negli angoli in penombra. Saluto qualcuno, scambio qualche parola con Barry e Robbie. Ma senza rendermene conto, i miei occhi la stanno cercando. Scrutano la sala alla ricerca,la individuo in mezzo alla sala, muove ondeggiando i fianchi, sorride divertita in mezzo alle sue amiche, e il cuore mi inizia a battere più forte. Mi avvicino lentamente, alle sue spalle, le ragazze mi notano e mi indicano. Quando si volta per guardarmi, i nostri sguardi si incrociano, il suo sorriso scompare, e capisco che tutta quell’apparire felice è solo un modo per tenermi lontano. Più la guardo, più noto i segni evidenti delle notti insonni sotto il trucco, noto gli occhi leggermente lucidi come se avesse smesso da poco di piangere. Le ragazze si allontanano e ci lasciano da soli. Le sorrido e mi avvicino a lei, posandole una mano sul fianco. Mi avvicino al suo orecchio.
<< Hai dimenticato di dirmi che saresti venuta>> Le do un bacetto casto sulla guancia e mi scosto per guardala meglio. Mi sorride, mi stringe la mano, intreccia le sue dita alle mie. Come se niente fosse cambiato. Mi avvicino ancora di più, il mio corpo contro il suo, le avvolgo le braccia intorno alla vita.
<< Oliver… >> La sua voce è decisa e un po’ malinconica. Non è una richiesta, ne una supplica, ma un avvertimento.
<< Cosa? Non sto facendo niente. Stiamo solo ballando. >> Mi guarda storto.
<< Perché vuoi complicare le cose? >> Mi sembrava troppo bello per essere vero. Mi allontano un po’ da lei. Le do spazio. Non voglio imporre la mia presenza.
<< Non sto complicando niente. Voglio solo stringerti. >>
<< Ne abbiamo già parlato … Ti prego. >>
<< No Felicity, tu ne hai parlato io sono stato ad ascoltare>> Mi allontano del tutto da lei. La guardo negli occhi per capire se è quello che vuole davvero. Il suo sguardo è tranquillo, come se niente potesse scalfirla. Si è barricata dietro la sua corazza. Non c’è bisogno che mi dica altro. Mi avvicino di nuovo, per l’ultima volta, le sfioro la guancia con un bacio.
<< Questo non cambierà niente. Ti amerò lo stesso. >> La guardo per l’ultima volta, mi giro e lentamente mi allontano da lei.
Da noi. Da tutto.

***

Il suono del telefono mi riporta alla realtà. Corro a rispondere, cercando di non pensare, di tornare lucido. << Pronto? >>
<< Oliver! Sono io John>> << Oh, John. >>
John e Layla aspettano il secondo figlio dopo Sara e tra poco nascerà. << Oh, ma certo. Perché no? >>
<< Ah! Perfetto. Ti faccio sapere luogo e ora, a domani! >>
<< Grazie,a presto >> Domani sera. Domani sera la rivedrò.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


POV FELICITY

Mentre vado in cucina per fare colazione, Rex reclama la mia attenzione, lo accarezzo il pelo morbido, mentre mi lecca le caviglie
<< Ehi, piccolo. Ti ha trattato bene Curtis in questi mesi? >>

***
2 anni fa
È tardi sono le 23 passate, mentre tornavo a casa ho incontrato la mia vecchia vicina di casa, la signora Rodriguez e ci siamo messe a chiacchierare. Quella donna smarriva sempre il gatto, ma ora da quello che mi ha raccontato è passata ai cani. Mi ha detto che la sua cagnolina ha fatto dei cuccioli e li vuole vendere. Me li ha fatti vedere in foto sono adorabili.

Arrivo a casa di corsa, è tutto buio Oliver deve essere in camera a riposare. Butto il cappotto e la borsa sul divano,appoggio gli occhiali sul tavolino del salotto, mi levo i tacchi e mentre faccio le scale per andare da Oliver mi tolgo anche il vestito e sciolgo la coda.
Apro la porta della camera, la chiudo silenziosamente e poi in punta di piedi corro verso il nostro letto lanciandomi su un Oliver, addormentato in pancia in giù, facendo finta che sia una specie di cuscino.
"Oww" dice quando gli finisco addosso "Ciao amore....ho deciso una cosa,voglio un cucciolo" dico dandogli un bacio sulla spalla "Un bambino?" All'improvviso capovolge la situazione facendomi trovare con la schiena contro il materasso e lui sopra di me. " Non un bambino Oliver, un cucciolo,un cane" sorriso a trentadue denti dice sorridendomi "Okay,tutto quello che vuoi" mi bacia "Tutto?" chiedo sensualmente " Cosa vuoi?" "Fare l'amore" Per la prima volta quella sera distoglie lo sguardo dal mio viso per posarlo sul mio corpo. Nota che sono in intimo,sorride. "Si,si può fare" dice prima di divorarmi la faccia di baci ***

Rex mi fissa con i suoi occhi e mi abbaia contro. Quando passo di nuovo davanti ad una stanza che pensavo fosse chiusa da due mesi, mi accorgo che in realtà è leggermente aperta. Esito per un paio di secondi, prima di spalancare del tutto la porta. La stanza è identica a come l’ha lasciata. Pile e pile di fogli con il logo della QC ammassati sulla scrivania d’acciaio. Tutto perfettamente in ordine

 ***
<< Oliver? Sei ancora qui? Hai visto che ore sono? >> Sono poggiata allo stipite della porta, mentre lo guardo chino sul computer.
Lui si volta per guardarmi e fa un giro completo sulla sua nuova sedia. I capelli scompigliati, l’espressione soddisfatta, e i suo occhi azzurri riescono a svegliarmi del tutto. << Il mondo non aspetta nessuno tesoro. Dove dovrei essere? >>
Un sorriso stanco gli illumina il viso. Mi avvicino a lui lentamente, mentre continua a fissarmi, come incantato, soffermandosi sulle mie gambe nude che spuntano da sotto la maglietta. << Dovresti essere a letto,insieme a me.>>
Mi prende al volo la mano e mi tira su di lui, facendomi sedere sulle sue gambe. Mi sfiora le braccia e mi da un leggero bacio sulle labbra, sorridendo malizioso.
<< Hai ragione, ma devo finire di mandare delle mail. Poi sarò tutto tuo. >>
I suoi occhi sono fissi nei miei, mi scosta i capelli dal viso, e continua a sfiorarmi come se fossi la cosa più preziosa al mondo. Come se io fossi il premio e lui il vincitore. << Non ho intenzione di aspettare un minuto di più. >>

Mi alzo al volo e metto il broncio, incrociando le braccia al petto. Lui mi guarda divertito. Fissa la mia maglietta. << Sbaglio o quella è la mia maglietta? >>
Guardo la maglietta che ho trovato in camera, appesa dietro la porta. << Si. E se non si era notato, la sto usando come pigiama. Ti piace? >>
Si alza al volo anche lui e mi prende per i fianchi, mi alza leggermente per baciarmi meglio. << Si, mi piace. E pure tanto. >>
Gli getto le braccia al collo e lo stringo di più a me. Come se qualcuno potesse portarmelo via. E per gioco, fingo di morderlo al collo. Scoppia a ridere, e in un secondo mi prende in braccio e mi mette in spalla, come se fossi un sacco di patate.
<< Sai cosa? Le mail possono aspettare fino a domani. E’ ora di andare a dormire! >> Ride divertito mentre inizio a colpirgli le spalle.
<< Mettimi giù! >> Senza darmi ascolto, con presa più salda, mi trascina via.
Mentre guardo la sedia che continua a girare, ormai vuota.
***


Il mio cellulare inizia a suonare insistente.
Alzo gli occhi al cielo e rispondo senza nemmeno guardare il display .
<< Pronto? >> La mia voce, risulta scocciata e irritata.
<< Ohoh sembra che tu abbia bisogno di altro mare e altre vacanze! >> Riconosco immediatamente la voce dolce e squillante.
<< Sara! Proprio la persona che avevo bisogno di sentire. Ti prego, dimmi che non hai niente da fare in questo momento.
Ti vengo a prendere e andiamo a fare shopping! >> Ho bisogno di vestiti e della risata leggera di Sara per poter sopprimere tutto il resto.
<< In realtà avrei una proposta migliore. Tu, io… E Ray Palmer >> Sgrano gli occhi per la sorpresa.
E sorrido come non ho mai fatto in questi due giorni. Una proposta. Una via di fuga da una casa piena di ricordi. Da dei pensieri troppo opprimenti.
<< Perché devi sempre mettere in mezzo Ray Pamer? Non possiamo fare una cosa solo donne? >>
Una risatina mi esce dalle lebbra, mentre sento Sara ridere insieme a me. << Perché è uno di noi Felicity. Su dai, ci divertiamo! Prepara la borsa! >>
<< D’accordo. Mi hai salvata. Come al solito. >> Quanto attacco sta ancora ridacchiando contenta.



POV OLIVER
<< Allora? Raccontami … Come sono stati questi mesi ad Aspen? >>
<< Niente da ridire. Mi sono divertito. >> Il sorriso familiare di Thea riesce sempre a tranquillizzarmi.
<< Ollie? >> Torno a guardarla, e noto che ha posato la forchetta e mi fissa con sguardo curioso. La guardo interrogativo.
<< Ascolta… ho visto qualche giorno fa eri con la vipera >>
<< Susan >>
<< È la stessa cosa, comunque è successo qualcosa? >> E’ successo che stasera la rivedrò e non riesco a pensare ad altro.
<< No, non è successo nulla. Ma raccontami di te.. Roy come sta? E il Verdant.>>
<< Non provare a cambiare discorso. C’entra Felicity? >> Il suo nome è come un pugno nello stomaco. Sembra che tutto il mondo voglia parlare di lei. Continuo a guardarla cercando di non far trasparire il mio stato d’animo. << Io … Sono solo stanco. Sai, il fuso orario. Non ho dormito molto. >>
<< Sei andato a casa almeno? >>
<< Certo.>>
<< No Ollie.. Intendo la tua vera casa. >> I suoi occhi si addolciscono, e mi sorride teneramente.
<< No. Lo sai. E … >>
<< Non hai intenzione di farlo. Giusto? >>
<< E’ meglio così. Non voglio creare problemi. >> Thea sospira e alza gli occhi al cielo.
<< Ollie non puoi andare avanti in questo modo. E in quella casa hai tutte le tue cose… >>
<< Sai che non ne abbiamo bisogno. Stai solo cercando di convincermi a rientrare in quella casa. >>
<< Sto cercando di convincerti a prendere in mano questa situazione! Non puoi aspettare che sia lei a farlo. >> Come se fosse facile. Come se davvero un pensiero del genere mi avesse sfiorato.
<< Non sto aspettando nulla Speedy. Non mi aspetto nulla. >>
<< E invece è esattamente quello che stai facendo. Ed è quello che sta facendo anche lei. Siete stati mesi lontani. Hai lavorato come non mai, e tutto per distrarti dal pensarci. Idem lei. Non è rimasta in quella casa per più di 24 ore. Te ne rendi conto? >> L’ultima frase mi colpisce un po’ di più.
<< Cosa vuoi dire ? Non è qui a NY? >> Thea resta in silenzio per un paio di secondi e mi guarda interrogativa.
<< E’ partita di nuovo con Sara. Pensavo lo sapessi. >> No. Non lo sapevo. Ma dovevo aspettarmelo.
Ha trovato anche il modo perfetto per rinunciare alla cena di stasera. << Ollie… da quanto non parli con lei? >>

Sembra tutto così facile per gli altri. Ogni giorno aspettavo con impazienza la sua chiamata… O aspettavo il momento adatto per poterla chiamare. Ma sono 5 fottutissimi mesi che non la sento. Inizialmente era così facile, sentirci prima di andare a dormire, ovunque mi trovassi, per sapere come stava, se si stava divertendo… Se sentiva la mia mancanza, se era cambiato qualcosa. Ma più i giorni passavano, più mi rendevo conto che era inutile. Importava davvero ? Importava … Se non era accanto a me? Sapevo fin troppo bene com’era fatta. Sapevo che dietro ai suoi silenzi si nascondeva un turbamento più profondo. Sapevo quello che voleva. E lei sapeva quello che volevo io.
<< Non lo so… Un po’. >> mormoro mentre la cameriera ci porta i caffè che abbiamo ordinato


 ***
<< Vuoi qualcosa da bere? Caffè? >> Osservo Felicity seduta sul bancone della mia nuova cucina.
Dondola le lunghe gambe avanti e indietro e mi sorride ammiccante. << Si, grazie. >>
I lunghi capelli biondi le scendono sulle spalle, perfettamente lisci , come se fossero di seta. Più di una volta mi sono ritrovato con il desiderio di poterli sfiorare. Le porgo una tazza già piena, e quando le nostre dita si sfiorano, un brivido mi scende lungo la schiena.
Mi appoggio al ripiano di fronte al suo, portando la mia tazza alle labbra, beviamo contemporaneamente, continuando a guardarci. << Oliver sembri… Nervoso. >> Sorrido, cercando di riprendere il controllo della situazione.
<< Nervoso? Non sono mai nervoso. Stavo pensando che questa è la prima volta che vieni a casa mia. >> Incrocio le braccia sul petto. E inclino leggermente la testa per osservare la sua reazione, ma continua a sembrare perfettamente a suo agio. Posa la tazza poco più in la, accanto a se.
<< Hai ragione. Non ci avevo pensato. >> Più la guardo, più mi sembra così giovane e fragile, ma allo stesso tempo così forte e determinata. I suoi vent’anni brillano nei suoi occhi pieni di vita. Pieni di calore. Il silenzio non è imbarazzante. Ma c’è elettricità nell’aria. Come se da un momento all’altro tutto dovesse scoppiare.
Non si guarda intorno, non abbassa lo sguardo. Continua soltanto a sostenere il mio. Come a sfidarmi.

Prima che me ne possa rendere conto, mi scosto dal ripiano e mi avvicino a lei. Mi posa le mani sul petto, le fa scivolare sopra le mie spalle e le unisce dietro il mio collo. Mi sfiora i capelli, il collo, le scapole. Le mie dita si muovono piano sui suoi fianchi, sulla sua schiena, finalmente accarezzo i suoi capelli, e mi rendo che ogni centimetro del suo corpo è perfetto. Mi avvicino alle sue labbra per poterle sfiorare con le mie, una volta, due, tre... In quel momento un lampo di lucidità mi prende. Mi scosto da lei e sciolgo il nostro abbraccio.
<< Felicity… Noi non… >> Si sporge sul bancone, mi prende il viso tra le mani e porta le mie labbra sulle sue. Ci baciamo,sto baciando la mia migliore amica. Ed è così vero, così sorprendente… Con così tanta passione, trepidazione… Amore…

***

Dio non è possibile…..tutto mi ricorda lei. Dobbiamo risolvere questa cosa al più presto.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


POV OLIVER
La doccia calda mi schiarisce i pensieri, mi fa tornare lucido. Mi friziono i capelli con l’asciugamano. Mi infilo al volo un pantalone e una camicia. Prendo le chiavi di casa e della macchina e mi chiudo la porta alla spalle. Scendo veloce le scale ma il “bip-bip” dell’iphone mi avvisa di un messaggio. E’ Thea.
Penso che sia tornata.
Spengo del tutto l’iphone e lo getto sul sedile del passeggero accanto al mio. Metto in moto e punto verso il lato est della città, diretto a casa di John. E’ tornata. Ma scommetto che non si presenterà lo stesso alla cena. Continuiamo a scappare entrambi. L’una dall’altro. Ma sono stanco di tutto questo. Faccio inversione velocemente e punto dal lato opposto.
Devo tornare a casa. Devo tornare da lei.

Quando arrivo sotto casa, la nostalgia inizia a farsi strada dentro di me. E’ una sensazione strana. Ho sempre pensato che la mia vera e unica casa sarebbe sempre stata quella in cui sono cresciuto, quella in cui ho passato l’infanzia… Ma mentre salgo le scale mi rendo conto che sono legato a questo posto molto più di quanto immaginassi.
Proprio mentre sto per bussare il campanello, l’iphone che ho riacceso per scrupolo inizia a suonare insistentemente. Lo prendo da dentro la tasca di dietro del pantalone.
Speedy. Di nuovo. “ Non preoccuparti sono fuori la sua porta, cioè la mia porta e… “ La voce di Thea è dispiaciuta, come se si sentisse in colpa.
“ Ollie. Scusami, è stato un falso allarme. Lei… Non torna prima di domani mattina… “
“ Domani? Ma le ferie per i dipendenti della QC terminano domani! “ Attacco senza pensarci due volte.
La speranza di rivederla mi aveva dato il coraggio necessario per affrontare tutto quello che sarebbe successo quando i nostri occhi si sarebbero incrociati di nuovo. Dopo quasi due mesi. Il lasso di tempo più lungo che abbia mai passato lontano da lei in questi quattro anni. Non mi sarebbe importato di nient’altro. Resto per qualche minuto incerto sul da farsi… Ma poi penso che quella è casa mia. Che non ne varco la soglia da troppo tempo. Quando sono dentro vengo avvolto dall’odore familiare e dal buio, premo l’interruttore accanto alla porta e in un secondo, tutto l’ambiente è completamente illuminato. Mi guardo intorno e noto che niente è cambiato…

***
“ Non la trovi stupenda? Guarda che luce! “ Felicity spalanca le braccia e fa una mezza giravolta su se stessa.
Mi mostra la sua camera da letto. Come se non la conoscessi. Come se non avessi passato lì diverso tempo.
Le sorrido completamente rapito dal suo entusiasmo, dalla sua felicità. Una mezza risata mi esce dalle labbra, e lei cambia espressione in un lampo. Incrocia le braccia al petto e mi guarda “ Mi stai prendendo in giro. “
La sua espressione tradisce un piccolo risentimento di fondo. Risentimento nato dai dieci anni di differenza che ci dividono. Pensa continuamente che la consideri una ragazzina, quando in realtà vorrei spiegarla che quello è uno dei lati di lei che mi ha portato ad amarla così follemente.
La sua allegria, il suo modo di vedere la vita, il suo essere sempre al massimo.
“ Non ti sto prendendo in giro. Ridacchiavo perché penso che orma conosco ogni centimetro di questa stanza, visto tutto il tempo che ci passiamo insieme… “
Mi avvicino a lei e l’avvolgo tra le mie braccia, mentre continua a fare la finta offesa, porto la bocca vicino al suo orecchio. “ Come conosco ogni centimetro di te”
“ Dimmi la verità. Non ti piace l’idea di venire a vivere qua? Possiamo … Andare da te se ti va, ma questa è più grande e praticame… “
Non la faccio finire di parlare e la bacio all’improvviso per interromperla.
“ Fe-li-ci-ty “ Mentre pronuncio il suo nome, la sento tremare tra le mie braccia.
“ Ascoltami. Ti sto supplicando non so da quanto tempo per avere… "
Mi guardo intorno, e guardo lei… Continuo prima che lo faccia lei. “ Amo questo posto, amo… Tutto. Ma non importa dove decidiamo di sistemarci. Mi basti tu. “
Un sorriso enorme le illumina il viso. “ Magari possiamo ridipingerla di verde colore che piace tanto. “
Continua a parlare, mentre annuisco convinto, pensando solo al fatto che vorrei alzarla da terra e baciarla fino a toglierle il fiato.
Ovviamente si accorge della mia scarsa attenzione.
“ Oliver! Mi stai ascoltando? “ Le sorrido con aria innocente. “ Ti sto guardando. “
Continuo a fissarla e lei arrossisce vistosamente e so che la cosa non le piace, odia sentirsi vulnerabile. “ Smettila! Idiota! “
Mi copre gli occhi con entrambe le mani, spingendomi leggermente. Si alza sulle punte dei piedi e si aggrappa a me.
“ Ti amo… Decisamente troppo. “ mi sussurra sulle labbra prima di darmi un bacio per niente casto.

***

Mi siedo sul divano, e il nostro cane si accuccia accanto a me. Devo essergli mancato molto. Mentre continuo ad accarezzarlo, sento le palpebre e il corpo pesanti, e mi rendo conto di essere stanchissimo, di non essermi fermato un attimo. Mi adagio sui cuscini, e lentamente scivolo tra le braccia di Morfeo.

POV FELICITY
Quando entro nell’immenso edificio, guardandomi intorno, mi rendo totalmente conto che ormai le vacanze sono finite. Oggi c’è la riunione del consiglio con tutti i direttori dei vari reparti della QC. Sono nervosa. Rivedrò tutti. Lui
“ Felicity! Tesoro! “
“ Signor Queen “ fantastico.
Si stacca da me dopo un abbraccio, ed è a metà tra un sorriso e uno sguardo offeso.
“ Sei totalmente scomparsa”
“Ci siamo inviati delle email.....per lavoro” Ribatto, anche se so che in realtà ha ragione.
“ Si, ma non è la stessa cosa,cara “ Mi stringe la mano, e cerco di guardarlo senza scoppiare a piangere. “Possiamo iniziare, ci siamo tutti?” chiede Robert guardandosi intorno. No non ci sono tutti.
Manca lui.
“ Si ci siamo tutti! “ Una voce, la sua voce, interrompe tutto.
Nostalgia, malinconia, ansia, paura, gioia, dolore… Tutti sentimenti che si impadroniscono di me nel giro di due secondi.
Quando volto lo sguardo verso la porta, lo ritrovo lì. Oliver. Il mio Oliver.
I suoi occhi vagano per la stanza, ma sembrano non vedermi. Abbasso lo sguardo, cercando di darmi un contegno. John,che si occupa della sicurezza della famiglia Queen, si alza di scatto avanza verso la porta e lo avvolge in un grande abbraccio dandogli delle pacche sulle spalle. Senza che possa rendermene conto, senza che possa obbiettare o fare qualsiasi altra cosa.
All’improvviso non sento più niente, ne le voci degli altri, ne il suono del mio cuore. Niente. Le sue braccia familiari mi stringono, sempre più forte. Lo sento respirare tra i miei capelli. Inconsapevolmente le mie mani si stringono sulla sua schiena, trattengo la giacca. Mi trattengo a lui come se fosse un porto sicuro, un porto in cui faccio ritorno dopo tanto tempo. Capisco che niente vale più di questo. Quando si scosta da me, e i suoi occhi sembrano più chiari, più grandi, più luminosi. Mi sorride ma non dice nulla. Ci sediamo e la riunione inizia.

POV OLIVER
La stringo a me più forte di quanto dovrei, e per pochi secondi la sento quasi trattenere il respiro, poi si lascia andare e mi stringe a sua volta. Quando sento il suo profumo familiare mischiarsi al mio, capisco che è arrivato il momento di lasciarla. Mi stacco da lei e torno al mio posto, guardando altrove. Non come ieri mattina… Ieri mattina non riuscivo a staccarle gli occhi di dosso..

***
24 Ore prima.
Qualcosa si muove sul mio braccio, apro lentamente gli occhi, sbattendo le palpebre per mettere a fuoco quello che mi circonda. Sono seduto sul divano di casa con Rex in braccio. Realizzo di essermi addormentato, mi alzo passandomi una mano tra i capelli, guardo l’orologio che segna le 10:45 … Erano mesi che non dormivo così tanto. Continuo a guardarmi intorno, ma non mi sento spaesato o spossato. Sorrido pensando che questa è ancora casa mia. Nonostante tutto.

Vado in bagno e mi sfilo i vestiti velocemente. Entro nella doccia a apro il getto caldo, che mi tamburella sulla pelle e la schiena. Pochi minuti dopo sono in camera a rovistare nell’armadio. Niente è stato toccato o spostato. Prendo una maglietta bianca e un pantalone nero. Vado in salotto e la vedo,ferma sulla porta di casa che piange,con lo sguardo puntato nel mio. Ha i capelli raccolti, la borsa in spalla, e la pelle è leggermente più abbronzata. E’ fin troppo bella. Più bella di quanto ricordassi.

Però piange, perchè sta piangendo? Cos'è successo? Abbassata testa, la scuote, come a non voler credere a quello che sta guardando.
“ Felicity … “ Quando il suo nome i esce dalle labbra, lei alza di scatto la testa .Scuote la testa, alza la mano come a intimarmi di fermarmi, di non parlare, di non avvicinarmi. Ma non le do ascolto, come al solito.
Avanzo verso di lei, sorrido come un bambino perchè sono dannatamente felice di vederla. Lascia cadere la borsa di scatto e in due falcate è fra le mie braccia. La sollevo leggermente da terra, respiro il suo profumo, e lei mi posa leggere le labbra sul collo, accarezzando i miei capelli ancora umidi. Quando poso le mie labbra sulle sue, mi beo del suo respiro, la stringo più forte, la bacio con più passione, le sue labbra sono morbide e fresche, un po salate come le lacrime che le scendono sul viso. Capisco che è felice di vedermi, tanto quanto lo sono io. Si scosta da me, sbatte le palpebre più volte, e indietreggia di qualche passo. Vorrei allungare le braccia, riportarla tra le mie. Ma le do il suo spazio.
“ Cosa ci fai qua? “ La sua voce trema leggermente. Alzo le spalle. “ Volevo rivederti. “ E’ così ovvio. Così normale.
“Non dovevi venire”
“ Felicity… Mi hai appena baciato. Come se, non vedessi l’ora di rivedermi. Ti prego… “ Cerco di avvicinarmi, ma lei indietreggia. Abbassa lo sguardo colpevole, scuote la testa. “ E’ stato… Un momento. Noi non... “ Le sue parole mi fanno più male di uno schiaffo. Prendo fiato.
“ Possiamo risolvere tutto, possiamo ritornare ad essere quello che eravamo… “ Il suo sguardo vacilla per qualche secondo, come se volesse credermi.
E sono quei pochi secondi a darmi la speranza. “ I nostri problemi sono sempre gli stessi. Sono sempre qui tra di noi. Ci dividono. “
Mi avvicino e le prendo il viso tra le mani, punto il suo sguardo nel mio. Le sfioro le guance con le dita. E lei mi lascia fare.
“ Non è cambiato niente. Niente. Due mesi… guardaci. Siamo ancora qui, sono ancora qui… “
“ Ti sto pregando io ora, non posso, non posso ancora farlo…Oliver “ Si allontana da me. Di nuovo. E non posso sopportarlo. Non più. Mi passo una mano tra i capelli, cerco di calmarmi, di non farmi sopraffare dai sentimenti.

***

Due ore dopo, siamo fuori dalla stanza. Mio padre si allontana accompagnato da John lasciando soli me e Felicity
“ Beh… Allora mi sa che vado anche io. In bocca al lupo per tutto “ La mia voce non è molto convincente, ma meglio di niente. Mentre sto per voltarmi lei mi afferra la manica della giacca. Il suo sguardo è severo, ma anche profondamente triste.
“ Non trattarmi in questo modo. Non lo sopporto. Non comportarti come se non mi conoscessi “ Sorrido ironico.
“ L’hai voluto tu piccola. Sto solo facendo quello che mi hai chiesto. “ Faccio per voltarmi definitivamente, ma mi trattiene ancora una volta.
“ Perchè ieri,quando sei tornata a casa piangevi? E non dire per me perchè so che non è vero” dico 

Deglutisce rumorosamente, abbassa lo sguardo e prende fiato “Per una cosa che è successa con Ray ma..” non la lascio continuare mi avvicino pericolosamente a lai e le prendo il viso tra le mani “Ray ti ha fatto qualcosa? Ti ha toccato? Ti ha dato fastidio? Devo pestarlo? “
Ho voglia di pestare Ray Palmer da quando lo conosco perchè ci ha sempre provato spudoratamente con Felicity. “No no Oliver non è successo niente” mormora posando le sue mani sulle mie “E solo che mi ha fatto riflettere”
“Riflettere? Su cosa?” chiedo curioso
“Su di te,su di me,su di noi” dice spiazzandomi
Ci ha provato con lei. Di nuovo. Ogni volta che io e Felicity litigavamo scappava da Sara e Ray 'il trio d'oro' e il signor Palmer ci provava con lei dicendole che si meritava di meglio di me. E ovviamente per meglio intendeva dire se stesso.
Pallone Gonfiato
“Devi ascoltare te stessa Felicity, non quel coglione di Palmer” dico arrabbiato
“La mia testa mi sta dicendo che quello che mi ha detto Ray forse è vero...”
“ Felicity! Ray ti dice quelle cose perchè vuole farti aprire le gambe ed entrarti nelle mutandine” dico furioso
“Non è vero...” dice allontanandosi da me 
“Vuoi dirmi che Sara non ti ha mai detto che Ray ha una cotta per te, non ti ha mai messo un guardia?”
Oh si che lo ha fatto. Sara me lo ha raccontato.
“Io...io devo andare” dice allontanandosi sempre di più La lascio andare.
Ho voglia di prendere a pugni Palmer.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


POV FELICITY
***
6 mesi fa 
Mi sistemo i capelli, la porta si apre e alle mie spalle, mi volto per trovarmi di fronte un perfetto Oliver Queen.
- Hai sbagliato ufficio piccola? - Il suo solito sorriso sghembo, riesce a togliermi la forza, il fiato, le parole.
Si avvicina e mi fa alzare dalla sedia per stringermi la vita. Mi bacia piano, e mi sfiora i capelli. - Perché non usiamo uno ufficio? Visto che sei sempre nel mio? -
Sorride divertito. Le sue mani scivolano sui miei fianchi, su e giù, ritmicamente. Come se conoscesse il mio corpo a memoria.
- Perché … - intreccio le mie mani alle sue - altrimenti finiremo con il distrarci troppo spesso…-
Mi guarda meglio, percorrendo tutto il mio corpo, soffermandosi sui capelli e sul vestito.
- Sei bellissima. Come posso non distrarmi? Io sono pazzo di te.-
- Non eri tu quello che non volevi mischiare vita privata e lavoro? Che la nostra vita doveva rimanere fuori dalla QC?- Alza gli occhi al cielo e sbuffa.
-Si ma… forse ho cambiato idea.. - Si abbassa al volo e mi ruba un bacio, cerco di scostarmi, ma trattiene il mio viso, e tutta la mia forza di volontà si annulla, mentre prende a sfiorarmi con le dita lunghe, la schiena e il giro vita.
Quando mi stacco da lui, punto le mani sul suo petto per scostarlo.. - Oliver.....Abbiamo una riunione fra poco..-
- Felicity… Prima o poi, mi farai uscire fuori di testa. - Mi sussurra tra un bacio e l’altro.
E io vorrei dirgli che sono già completamente pazza di lui. Un rumore ci fa sobbalzare contro la porta. - Ehi piccioncini, riunione!-
La voce divertita di Curtis risuona da dietro la porta. Oliver sospira rasseganto. - Curtis è possibile che riesci a rovinare tutto?! -
Scoppio a ridere, mentre mi ricompongo e mi aggiusto il vestito. Lui mi sistema i capelli, e io gli aggiusto la cravatta.
- Andiamo?- Mi porge la mano che prendo senza esitazione. Mi guarda di sottecchi, e sorride ironicamente.
- Guarda che riprenderemo da dove ci siamo fermati. - Specifica divertito.
E mentre stringo le sue dita, come se fossero tutto quello che possiedo, penso che niente potrebbe andare meglio.
***

Ho appena finito di parlare con Ray al telefono ricordando le giornate passate insieme a lui e a Sara.
- Avrei dovuto saperlo. -
Oliver.
- Cosa intendi dire?- Mi fissa, completamente serio, gli occhi pieni di risentimento o delusione.
Alza leggermente la voce. -Che ti saresti divertita senza di me...che ti saresti comportata come una ragazzina!- Mi avvicino di più, colpita da quell’affermazione.
- E’ sempre questo il punto vero? Sono una ragazzina! Ma eri tu quello sulle pagine di gossip, con altre donne, non io! -
- Non posso controllare i giornalisti! Ne le storie che montano! E lo sai meglio di me!-
Abbasso la testa, guardo il pavimento, mi sento sconfitta. In un secondo lui mi avvolge tra le braccia, mi stringe forte al petto. Ma non posso sentire il suo profumo così vicino, non posso sentire il suo cuore battere così forte.

Mi allontano, lo spingo via. E all’improvviso mi ritrovo con le spalle al muro, di nuovo. Oliver ha le braccia puntate ai lati della mia testa, contro la parete. I suoi occhi ardono.
Sembra quasi sul punto di piangere anche lui. - Non farmi questo.- La sua voce è quasi supplichevole.
Sgrano gli occhi, e tento di distogliere lo sguardo, ma lui non me lo permette. -Basta una tua parola Felicity. Una sola.-
Resto con lo sguardo perso nel suo, sto per dire qualcosa… Ma una voce esterna ci interrompe. Curtis che mi chiama,che mi salva
- Ne riparliamo dopo. A casa.-
Vorrei obbiettare, dirgli che non è il caso. Ma mi ritornano in mente i suoi occhi di pochi istanti prima e annuisco. Per il momento non posso fare altro.

POV OLIVER
Quando arrivo in ufficio ho tanta voglia di strozzare qualcuno. O qualcuna. Ma ripensandoci il suo comportamento è stato fin troppo normale. Aspettarla a casa, e infine addormentarmi su quel letto con il nostro cane sono cose talmente familiari da far male.
Di solito però, la mattina dopo, me la ritrovavo rannicchiata sul mio petto, con i capelli aperti a ventaglio sul cuscino, e le labbra perfettamente piegate in un broncio perfetto. Ma non questa mattina. No.
Questa mattina mi sono ritrovato completamente vestito, con il braccio che tastava la parte vuota del letto, cercandola, ma non trovandola. Devo averla colta del tutto impreparata quando ieri le ho detto che ci saremmo rivisti a casa.
Probabilmente me lo sarei dovuto tenere per me, e farmi trovare direttamente seduto sul divano ad accoglierla, come facevo un tempo. Ma una piccola parte di me sperava, desiderava, che potesse capire e accettare il mio comportamento.

  POV FELICITY
Mi guardo intorno, cercando di non far trasparire il mio disagio.
Cammino per i corridoi, chi avrebbe mai detto che mi sarei ritrovata a cercare di evitare l’uomo con cui ho condiviso praticamente tutto negli ultimi tre anni? Sospiro.
Sarei dovuta tornare a casa come mi aveva chiesto.
Mi sarei dovuta comportare da adulta, invece di scappare a casa di Caitlin per la notte, spegnendo il telefono. Perché adesso sarà tutto molto più difficile. Adesso dovrò subirmi i suoi sguardi accusatori per tutto il tempo, a lavoro.
A meno che non decida di mettere fine a tutto questo. E sarebbe così facile… Così semplice tornare tra le sue braccia. Questi mesi sono stati così insopportabili sotto un punto di vista. Non poterlo vedere, e nonostante tutto subirmi le novità che arrivavano alle mie orecchie e ai miei occhi.
La sua presunta relazione con Susan Williams, mi aveva distrutto.
Senza rendermene conto inizio a piangere, come siamo finiti in questa situazione? Perché devo essere così complicata?
Arrivo nel mio ufficio e mi siedo per terra,levandomi le scarpe con il tacco gettandole lontano. Epiango,sperando che nessuno mi veda o senta.

  POV OLIVER
Sono sulla porta del suo ufficio e la guardo mentre le lacrime le rigano il volto mentre le sue spalle tremano. E penso che anche in questo stato è tremendamente bella. Non posso farle questo. Non posso continuare a farla soffrire, a provocarla, se lei non lo vuole davvero.

Mi avvicino di più, invado il suo spazio inginocchiandomi davanti a lei. - Felicity ascoltami… Guardami…-
I suoi occhi lucidi incontrano i miei, e per un secondo, sento qualcosa rompersi dentro di me.
- Se vuoi davvero che ti stia lontano… Se vuoi che mi comporti come un normale collega, se vuoi solo essermi amica davanti al resto del mondo. D’accordo. Ma non chiedermi di non amarti. Non chiedermi qualcosa che non posso darti -
La sua espressione cambia, sgrana leggermente gli occhi, le ciglia sono imperlate di lacrime. Ne raccolgo due con le dita, sfiorandola appena. Non le do il tempo di parlare, di rispondere. Non sopporterei un ennesimo rifiuto. E non sopporterei di guardarla ancora in quello stato, soprattutto sapendo che è colpa mia e che non posso fare nulla per aiutarla.

Mi avvio verso la porta, ma prima di uscire mi volto un’ultima volta. - Io ti amo, ricordatelo -
- Oliver- Si alza, la sua voce trema, ha una mano quasi protesa verso di me.
Come se non volesse lasciarmi andare via. Probabilmente questo semplice gesto è tutto quello che voglio.
Richiudo la porta senza pensarci due volte, e in tre passi sono di nuovo di fronte a lei. Come se fosse il magnete e io la calamita. Non trova la forza di allontanarmi, me nemmeno di tenermi così vicino.
Le prendo il viso tra le mani, le sfioro il collo, i capelli... La sento quiasi trasalire, ma non mi allontana. No.
Preme il suo viso contro il mio petto, sul mio collo, mi avvolge con le braccia magre, sento il suo profumo sfiorarmi, e non riesco a trattenermi. La bacio all'improvviso.
La bacio sospingendola contro di me. La bacio stringendola forte. La bacio mentre il mondo inzia a rallentare, a girare normalmente, mentre lei si lascia andare tra le mie braccia. Labbra e lacrime.
- Non.. Non lasciarmi.- Le sue parole si confondo tra i nostri baci, vagano per la stanza, e ritornano a colpirmi, mentre lei continua ad avvolgermi con le braccia.
-Andiamo a casa-

Quando entriamo in casa insieme, una sensazione di leggerezza mi prende. Come se nulla fosse cambiato.
Lei inizia a vagare per la casa come al solito, cercando di comportarsi normalmente. La intravedo riflessa nello specchio della camera mentre si sfila i vestiti. Il profilo perfetto della sua schiena nuda, riesce a confondermi i pensieri. Distolgo lo sguardo.

Pochi istanti dopo sento il rumore dell’acqua della doccia. Sta cercando di prendere tempo. E io la lascio fare. Inizio a girovagare per casa, controllando delle carte ormai inutili nel mio studio, ma quando arrivo in camera da letto quasi spazientito, la vedo uscire dal bagno. Ha un asciugamano rosso avvolto intorno al corpo, e i capelli raccolti sulla nuca. Sembra faccia finta di non vedermi, mentre si avvicina al grosso armadio.
Lascia cadere l’asciugamano sul pavimento, e mi ci vuole tutta la forza di volontà del mondo per non prenderla di peso e trascinarla sul letto.
-Cosa c’è? Non è niente che tu non abbia già visto. -
- Divertente. –
- Ok, hai vinto. Siamo a casa. C’è questa tensione incredibile e continui a fissarmi! Sei contento ora?-
- Decisamente contento a pensarci. - Continuo a sfiorarla con gli occhi, cercando di non perdermi ogni sua più piccola reazione
. Incrocia le braccia sul petto. Nervosa, pronta a scoppiare da un momento all’altro.
- Cosa pensi di ottenere? - Cerco di non prestare troppa attenzione al suono tagliente che sta usando.
Mi avvicino di più a lei. Molto vicino.
-E tu? Cosa pensi di ottenere comportandoti in questo modo?- Non risponde continua a fissarmi in silenzio.
- Continui ad allontanarmi, a non sapere quello che vuoi, a comportati come una ragazzina. E sappiamo entrambi che non lo sei.-
I suoi occhi si accendono, si avvicina ancora di più a me quasi con rabbia.
- E se lo fossi? Ho ventiquattro anni Oliver! E abbiamo già avuto una discussione del genere. Te ne sei dimenticato? Pensi che per me sia facile? Pensi che io voglia.. Comportarmi così?-

I suoi occhi iniziano a farsi lucidi . E il mio cuore inizia a riempirsi di tristezza, dolore. Continua a parlare trattenendo le lacrime. Non importa se mi allontana, la stringo lo stesso anche se cerca di dibattersi. Lentamente si rilassa tra le mie braccia. Sento le sue mani stringersi alla mia maglietta.
Le bacio i capelli, la fronte, le sfioro le guance. - Shh… piccola calmati. Ti prego. Smettila di piangere. Piccola-
- E tu smettila di farmi sentire in questo modo…. -    - Non posso farne a meno. Non posso starti lontano. Non voglio. -
-Tu vuoi sposarti, vuoi una famiglia.. sistemarti.. A volte, vorrei solo essere ciò di cui hai bisogno.. Ma a quel punto, non sarei più me stessa.-
Il cuore mi si stringe, lo stomaco si contrae. Ci stiamo lasciando definitivamente?
- No. Non dirlo nemmeno. Non voglio questo… -
- Allora cosa vuoi ? Perché io… Non riesco a vedere una soluzione. -
-Voglio solo te. Non importa tutto il resto.-
I suoi occhi mi fissano interrogativi. Ma non le do il tempo di parlare, di pensare.

La bacio e basta. Le faccio scivolare le mani dietro la schiena. Lei inizia a sfiorarmi i capelli, continua a stringermi, ricambia i miei baci senza esitazione.
Quasi la sollevo da terra. La sento sorridere e piangere sulle mie labbra. E mi sento leggero, amato, felice. E penso che niente è meglio di questo. Niente potrà mai separarmi da lei.
Ci spogliamo velocemente. Le mie mani finiscono sui suoi glutei, per facilitare la penetrazione
-Bentornato a casa, piccolo- mormora dolcemente contro le mie labbra. Entro ed esco dolcemente dentro di lei, osservandola ha gli occhi aperti, la bocca leggermente schiusa.. mi guarda come se fossi l’unico uomo sulla faccia della terra. Nei suoi occhi leggo desiderio, lussuria, malizia, eccitazione… fiducia. Lei si fida di me. Sa che non le farei mai del male. Sto facendo l'amore con la donna che amo. Aumento di poco il ritmo, poggiando i gomiti ai lati della sua testa imprigionandola tra il mio corpo e il materasso.
Quando inizia ad irrigidirsi capisco che è arrivata al culmine. La giro, facendola mettere a quattro zampe e la prendo da dietro senza neanche darle il tempo di riprendersi. Mi attacco alla testata del letto su cui stiamo facendo l'amore continuando a spingere in lei con un ritmo sfiancante.

Il sole filtra attraverso le tapparelle semi aperte, un raggio di luce scivola nella camera attraversando il pavimento, illumina i vestiti sparsi intorno al letto. Mi appoggio lentamente sul gomito destro, cercando di non muovermi troppo, e di non scostarle il lenzuolo che ci copre. Percorro tutta la linea del suo viso, giù fino al collo e le spalle e poi di nuovo su, lentamente.
Ha la mano destra completamente nel mio lato del letto, poco prima era sul mio petto. E il braccio sinistro piegato sotto il cuscino. Guardo la sveglia sopra il comodino e mi rendo conto che il tempo passa sempre troppo velocemente quando si sta in paradiso. Mi avvicino al suo viso, le do un leggero bacio sulle labbra. Strofino il mio naso contro il suo.
- Sveglia piccola… - Si raggomitola di più su se stessa, emette qualche suono incomprensibile e inizia a sbattere le palpebre.
Quando i suoi occhi incontrano i miei non c’è traccia di sorpresa in essi, ne rimorso. - Da quanto sei sveglio? -
- Abbastanza da potermi godere il momento… - Ridacchia contro il mio collo.
- Dobbiamo andare a lavoro… -
- Lo so.. - Le bacio la spalla a pochi centimetri dal mio viso, e la stringo di più a me.
Continuo a baciarla su fino al collo e più su sulle labbra.
- Oliver... - Sospira dolcemente e si allontana per guardarmi negli occhi. - Dobbiamo andare.. -

***
3 anni fa
- Oliver vieni un qui per favore? - I miei genitori sono uno accanto all’altra, di fronte a loro c’è qualcuno, intravedo dei lunghi capelli biondi.
I miei occhi ritornano su mio padre che mi sorride incitandomi ad avvicinarmi.
- Oliver possiamo presentarti Felicity Smoak, una nuova socia della QC -
La ragazza che ho davanti sembra incredibilmente giovane, ha un leggero sorriso sul viso. Lei mi tende la mano e sorride. Dei denti candidi e perfetti fanno capolino da delle labbra lisce e piene, perfette anche queste.
- Ciao, io sono Felicity.- Vorrei dirle che so perfettamente chi è… ho sentito il suo nome da diverse persone. Le stringo piano la mano.
-Piacere mio Felicity, ho sentito molto parlare di te. Finalmente posso conoscerti.-
Quell'incontro cambiò la mia vita
***



 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


POV FELICITY

Ho il viso poggiato sul petto di Oliver. Sento il suo cuore battere. Sono per metà distesa sopra di lui. La sua mano percorre la mia schiena, su e giù, fino a sfiorarmi i capelli. Mi stampa un leggero bacio sulla fronte, stringendomi ancora più forte. - Dobbiamo andare.. - Sussurro piano.
-Perché?- Sento il suo sorriso allargarsi.
Punto il gomito sul suo petto per alzarmi e guardarlo meglio in viso. Ha tutti i capelli stravolti, perfettamente scompigliati. Con l’altra mano accarezzo piano le linee della sua mascella, del naso, delle labbra, gli sfioro la cicatrice sul mento. Interrompo questo silenzio perfetto.
- Resterei qui con te per sempre. - Le parole mi escono fuori dalle labbra, talmente leggere e sussurrate che mi chiedo se le ho dette davvero.
Abbasso lo sguardo, quasi imbarazzata. - Ehi… - mi mette un dito sotto al mento, per alzarmi il visto e far incrociare di nuovo i nostri occhi.
-Dov’è il problema?- Abbasso di nuovo la testa per poggiarla sul suo petto. Lui mi lascia fare, non mi trattiene.
- Questo è il momento in cui mi dici che non è cambiato nulla, che i nostri problemi ci sono sempre, e che dovremo semplicemente lasciarci tutto questo alle spalle e andare avanti, giusto?- La sua voce è rassegnata e triste.
Resto in silenzio, facendo aleggiare questa crudele verità sopra di noi.
-Non avrei dovuto lasciarti… Non avrei dovuto permettere tutto questo.- Il senso di colpa mi stringe lo stomaco.
-E’ una decisione che abbiamo preso entrambi. Una giusta decisione…- Puntualizzo.
Lo sento irrigidirsi al suono di queste parole. -Giusta? Cosa c’è di giusto in tutto questo?!-
Scioglie il nostro abbraccio, si passa le mani tra i capelli. Nervoso. Ferito. Bastano solo poche parole per rovinare tutto.
E’ proprio questo il problema. Siamo diventati talmente fragili…
-Non so cosa pensi tu.. Ma io trovo questa situazione incoerente, tremenda, dolorosa … Ma non giusta.-
Prende i vestiti sparsi per terra e si riveste velocemente.
-Oliver...- Cerco di richiamarlo, di spiegargli cosa intendevo, ma in realtà capisco che non ci sono spiegazioni adatte.
- Rivestiti, ti aspetto fuori e ti accompagno a casa.-
Mentre pronuncia queste parole, non riesce nemmeno a guardarmi.

***

1 anno fa

-Oliver! Se non vieni subito qua, vengo a prenderti di peso! - Urlo, aggiustandomi il pezzo di sopra del bikini nero.
L’acqua salata e cristallina mi arriva appena sotto il seno. Oliver è accovacciato a riva, in equilibrio come un bambino, ha l’iphone in mano e fotografa qualcosa,come al solito. Quando alza il viso verso di me ha un enorme sorriso.
-Dammi cinque minuti!-
Mi raccolgo i capelli e li lego con un elastico, che avevo intorno al polso. Lo vedo correre verso il nostro bungalow per posare il cellulare e gli occhiali da sole.
Cammino sulla sabbia soffice, mi tuffo sott’acqua con gli occhi chiusi, per provare al sensazione di essere sospesa nel nulla. Quando riaffioro, aggiustandomi nuovamente i capelli e strizzando gli occhi, vedo di nuovo Oliver a riva.

Prima che possa urlargli qualcosa, noto che ha tra le mani un pallone, di quelli gonfiabili colorati. Lui è inclinato in avanti e lo sta porgendo ad un bambino piccolo, con i capelli neri. Il bimbo allunga le manine, ma il pallone sembra anche troppo grande per lui.
Oliver si accovaccia alla sua altezza e non lascia il pallone fino a quando non lo vede saldo tra le braccia del piccolo. Gli dice qualcosa sorridendo e gli scompiglia i capelli.Quando alzo lo sguardo, noto Oliver che avanza in acqua. Il bermuda blu gli sta perfetto sui fianchi, mettendo in risalto la V del bacino.

Si tuffa e riemerge subito dopo, di fronte a me. Mi tiene per i fianchi. Le sue mani calde sono a contatto con la mia pelle più fresca.
Mi prendo qualche altro minuto per contemplarlo, poi lo stringo a me e appoggio il viso sulla sua spalla bagnata. Gli lascio un leggero bacio dietro il collo.
Allaccio braccia e gambe intorno a lui, come un piccolo koala. La sua risatina mi arriva all’orecchio. -Siamo molto affettuose oggi..-
Mi stacco leggermente per guardarlo negli occhi.
-Cosa vorresti dire? Sono sempre affettuosa.- Mi sfiora il naso con il suo. Mi bacia piano.
- Oggi lo sei particolarmente.- Mi tiene sospesa contro di lui, e continuiamo a galleggiare nell’acqua.
-Ti amo…- Gli sussurro piano in un orecchio, mentre il rumore del mare intorno a noi si confonde con il suono delle mie parole.
Mi stringe ancora più forte, mentre lentamente si avvia verso la riva. Mi fa scivolare dietro le sue spalle, sorrido aggrappandomi a lui, legando le mani intorno al suo collo. I suoi capelli mi sfiorano il viso.
Mi mantiene le gambe mentre l’acqua si fa sempre più bassa. Si alza del tutto, e cammina verso il nostro bungalow continuando a portarmi sulle spalle.

***


- Quel giorno… - Le parole mi escono dalle labbra, quasi in un urlo di disperazione.
Una lacrima mi scivola sulla guancia. -Quel giorno… -ripeto -una parte di me… Avrebbe solo voluto dirti “si”. -
Non so cosa mi stia passando per la testa. Non so perché gli sto confessando una cosa così importante che non ero nemmeno riuscita a confessare a me stessa. Si volta completamente per guardarmi.

Aspetta che continui. -Avrei voluto dirti si… Avrei voluto abbracciarti, baciarti e renderti felice. Anche se sapevi che non volevo, anche se non era il momento adatto.-
La voce mi si spezza in gola, asciugo le lacrime sulle guance. Lui avanza verso di me.
-Vorrei essere la donna che meriti. Ma non lo sono… Vorrei non essere così spaventata da tutto questo. Vorrei averti conosciuto fra qualche anno, quando sarei stata pronta.- I suoi occhi sono così azzurri e profondi in questo momento.
Mi prende il viso fra mani. Appoggia la sua guancia accanto alla mia.
-Shh… Non piangere. Ti prego. Non piangere più.. - Mi sfiora la guancia con le labbra.
Mentre io mi aggrappo a lui, alla sua maglietta, alle sue spalle. E mi lascio cullare dal suo abbraccio, dal suo amore, dai suoi “ti amo” sussurrati al mio orecchio. E riesco solo a pensare che tutto questo è totalmente giusto.
Totalmente mio..


***

3 anni fa
-Quindi sei quel tipo d’uomo.. - Aggrotta le sopracciglia mentre posa le mani sui miei fianchi, stringendomi più vicina a lui.
Mi da un leggero bacio sulle labbra, soffermandosi qualche secondo in più del necessario. E adoro il modo in cui lo fa. Le mie mani finiscono sul suo petto nudo, e un calore familiare mi attraversa il corpo.
-Sarebbe? - Mi chiede sorridendo, alzando solo un angolo delle labbra.
- Oh sai.. il tipo d’uomo che lascia la ragazza da sola, nel letto, la mattina dopo.. - Alza la testa e la riabbassa ridacchiando.
-Mmh.. Diciamo più che sono il tipo d’uomo che si alza per preparare la colazione alla ragazza in questione.- Si volta leggermente indicando con la testa il vassoio sul bancone della cucina.
-Sarei salito a portartela, ma mi hai preceduto... - Si abbassa verso di me per strapparmi un altro bacio, che gli concedo volentieri.
Abbasso lo sguardo imbarazzata. Dovevo aspettarmi una cosa del genere da lui.
Che sciocca.

Sciolgo il nostro abbraccio per andare verso il bancone. Ma prima che possa fare anche solo due passi, sento la sua mano trattenermi, stringendo un angolo della maglietta.
-Cos’è quello sguardo?- Ovviamente, non gli sfugge nulla.
-Quale sguardo?- Sorrido innocente. Mi tira di nuovo contro di lui.
-Sei a disagio?- E’ attento e perplesso. Le sopracciglia aggrottate. Gli occhi leggermente socchiusi.
-Non sono a disagio.- Mi scruta per qualche secondo di troppo e arrossisco. Accidenti. Mi circonda il viso con le mani, accarezzandomi le guance in fiamme.
-Sei… imbarazzata. E non sono nemmeno del tutto nudo!- Scoppio a ridere insieme a lui. -Felicity...Non puoi essere imbarazzata.-
Gli sfioro il viso con le dita. -E’ per quello che ti ho detto stanotte?-
Cerco di ricordare qualcosa in particolare che possa avermi messo a disagio. Ma non trovo nulla. Nulla.
La parola “perfetta” non è abbastanza per definire la notte appena trascorsa.
Il suo viso si rilassa leggermente rendendosi conto che non ricordo niente di così allarmante. Afferra il bordo della maglietta e me la sfila velocemente.
La luce invade la stanza, e automaticamente il mio corpo seminudo. Sono quasi tentata di coprirmi il petto con le braccia. Ma non lo faccio.
Mi sento così esposta, così vulnerabile. Ma non per il mio corpo. E’ il mio cuore il problema.
-Oliver...- Il suo nome mi esce in un sussurro smorzato e lo sento quasi tremare tra le mie braccia, mentre il suo sguardo trasparente incontra il mio. -Cosa mi hai detto stanotte, che non ho sentito?- Sorride e mi bacia di nuovo.
-Chiedimelo fra qualche anno.-

***


- Ricordi la prima mattina dopo che noi… sai.. -
-Dopo la prima volta che siamo andati a letto? -
-Si.. -
- La ricordo.- Si avvicina pericolosamente a me.
-Parlasti di qualcosa che mi avevi detto durante la notte… E mi dicesti che avrei dovuto chiedertelo qualche anno dopo. Gli anni sono passati…- -Davvero non ne hai idea? Pensavo che dopo tutto questo tempo tu ci fossi arrivata da sola..- Mi avvicino a lui quasi inconsapevolmente.
-Ti dissi che ti amavo. Non è ovvio? Mentre ti stringevo a me, mentre sospiravi contro di me, mentre di donavi completamente a me..-
-Okay! Ho capito- dico allontanandomi.
Scappando da lui,di nuovo

Qualche giorno dopo

l’iPhone mi vibra nella tasca posteriore dei pantaloni, lo prendo al volo e sullo schermo appare la foto di Ray.
-Ehi!- Cerco di controllare il suono della mia voce.
-Ciao piccola! Finalmente…Sto provando a chiamarti da ieri ma..- Lo interrompo prima che continui. -Si, hai ragione. Scusami. Ero impegnata.-
Parliamo del più e le meno per qualche minuto, mi racconta della Palmer Tech e mi dice che non vede l’ora che venga sabato per rivedermi.
Lo saluto promettendogli di richiamarlo appena possibile.
Quando mi volto vedo Oliver, al che mi fissa. Sorride non è il tipo di sorriso che dice “ops scusa, ti stavo fissando”.
No. Lui sorride e basta.
E non abbassa lo sguardo.
Non che sia mai stato quel tipo di persona.
Ha sempre camminato a testa alta.

POV OLIVER
I suoi occhi mi fissano -Era Ray?- chiedo secco
-Si, voleva sapere....-
La interrompo subito -Sei andata avanti?-
-Oliver cosa..-
-Hai fatto l’amore con lui?-
- Non sono cose che ti riguardano.- risponde arrabbiata
-Non ti ho chiesto se ci sei andata a letto. Ti ho chiesto sei hai fatto l’amore con lui. E’ diverso.- puntualizzo
-Come puoi chiedermi una cosa del genere?- risponde scioccata
Mi avvicino velocemente a lei -Solo il pensiero che ti possa sfiorare mi manda fuori di testa!-
-No! Ok? No! Non ho fatto l’amore con lui. E solo il fatto che tu l’abbia pensato mi sta distruggendo! Mi stai distruggendo!- mi urla contro con le lacrime agli occhi. Tiro un sospiro di sollievo -Felicity...-
. -Felicity, niente Oliver. Continuando così ci distruggiamo e basta. Vai avanti esci con qualcuna. Vai avanti- dice prima di lasciarmi da solo nel corridoio.

POV FELICITY

5 mesi dopo

Sono passati 5 mesi e siamo andati avanti,sia con il lavoro che con la vita privata... In questo periodo ho incontrato un ragazzo Max Fuller ci sono uscita un paio di volte ma non è successo niente,soprattutto dopo aver scoperto dei suoi trascorsi, non del tutto belli, con Tommy e Oliver ho quindi ho dato forfait. Ora siamo tutti al gala di beneficenza di Moira Queen...una noia mortale.
Per carità è per una buona causa ma.. dio sono noiosi.
-Buonasera- Oliver con un sorriso affascinante sulle labbra.
-Thea ti ricordi di lei? Susan Williams.-
Boom....lui è andato avanti e ci è riuscito alla grande.
-Si certo,la vipera- risponde Thea, facendo diventare rossa dalla rabbia Susan, questa ragazza mi farà morire dalle risate.
-E, Susan, lei è un’amica di famiglia, Felicity Smoak-
Oliver mi presenta, Amica di famiglia. Non ex ragazza. Non ex migliore amica. Non ex amante. Amica di famiglia.

-Già vai via?- Oliver.
Quest'uomo è un ninja o cosa? Mi giro, le mani strette a pugno.
-Dov’è la Susan?- replico -Dentro con mio padre-
-Ah. A quando il matrimonio?-
-La gelosia non ti dona Felicity- dice avvicinandosi -Non sono gelosa- dico schietta Dio quanto mi fa incazzare quando fa così. - Sei andato avanti...-
-Me lo hai chiesto tu, ora accetta la cosa,piccola- dice scherzosamente

Sono arrabbiata,mi sta prendendo in giro?
Vuoi giocare Oliver?
Va bene,ma sappi che perderai.
-Oliver scusa ma devo andare....Max Fuller mi sta aspettando a casa, ciao Oliver-
Mi guarda, come un cane bastonato, triste. Fa un sorriso tirato, falsissimo. -Divertiti Felicity- mormora amareggiato.

Un'ora dopo mi trovo fuori ad un appartamento.
Non il mio.
Non quello di Max Fuller.
Ma in quello di Oliver.
-Cosa ci fai qui?- dice facendomi entrare
-Dobbiamo parlare.- dico sicura di me
- Di cosa? Di me? Di te?-
-Di noi- puntualizzo ma lui sembra ignorarmi e continua a parlare
-Di cosa dobbiamo parlare? Eh Felicity? Di Susan? O di Cooper? O di Ray? O di Max Fuller? E di come ti sarai fatta scopare da quest'ultimo poco fa-
La mano parte da sola, come se il cervello avesse mandato l’impulso prima che potessi anche solo pensarla una cosa del genere.
La mano parte, e colpisce la guancia di Oliver cosi forte da fargli seguire la traiettoria del colpo. Oliver mi fissa, perplesso e incredulo per il gesto che ho appena fatto.
Come si permette di parlarmi cosi?
-Sei uno stronzo Oliver Queen-

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


POV OLIVER

Mi ha tirato uno schiaffo, sono incredulo non pensavo che lo avrebbe mai fatto.
Le afferro con forza un braccio tanto da immobilizzarla nel bel mezzo del corridoio.
Il mio tono è stato duro, accusatorio, pronunciato a denti stretti, senza alcuna premura o tatto.
- Oliver, lasciami!-
Cerca di ribellarsi, chiama il mio nome, ma sono il più forte e non può fare nulla per fermarmi.
-Dimmi la verità Felicity. Ti ha toccata? Mh?- sputo furioso
-Ti ha toccato nello stesso modo in cui ti ho toccata io? Fai così con tutti tu?-
Altra guancia, altro schiaffo. -Con quale coraggio vieni qui ad accusami?- mi urla contro, con la voce rotta dal pianto
-Perché tu mi vuoi dire che Susan Williams non te la sei sbattuta per bene ? Eh Oliver? Infondo è la tua ragazza-
-NO- sto urlando
-Lei non è la mia ragazza...non ho fatto niente con lei! Non ho fatto niente con nessuna! Dio...io non faccio niente con nessuna da più di 10 mesi perchè tu sei l'unica- urlo. urlo. urlo.
È paralizzata, con gli occhi spalancati e pieni di lacrime, la bocca è leggermente socchiusa. -Nessuno mi ha toccata-
Dice come se stesse pronunciando una sentenza
-Ne Ray,ne Max, nessuno. Ci hanno provato, cioè ci ha provato solo Max anche perché Ray non lo farebbe mai, insomma Ray è Ray, Max e Max, tu sei tu e non voglio che nessuno mi tocchi tranne te.-
-Felicity......dicendo così mi torturi- Mormoro avvicinando il mio viso al suo
-Questa non è tortura Oliver è la pura verità-
-Siamo un casino- dico sorridendo
-No, io lo sono Oliver...perchè se non fosse stato per me tutto questo ora non sarebbe mai successo-


POV FELICITY

-Felicity non sei un casino....- dice mollando la presa sul mio braccio posando le mani su i miei fianchi per poi spingermi contro il suo petto e dandomi un bacio non del tutto casto.
Si stacca e mi guarda negli occhi.
-Non sei un casino Felicity....sei adorabile- sussurra facendomi ridere
-No! Sono arrabbiata!- dico facendo la seria.
Scuoto la testa, avvicinandomi di nuovo a lui. Mi sfiora il mento con un bacio. -No… Sei adorabile.- Mi sciolgo tra le sue braccia.
Perché noi siamo fatti così, prima litighiamo come matti e poi facciamo la pace e ci dimentichiamo tutto, e solitamente il nostro modo di fare la pace non prevede vestiti.

Si abbassa velocemente per rubarmi un'altro bacio.
Mi stringe il viso tra le mani, mentre tiene la sua bocca premuta contro la mia. La sua mano finisce sull’apertura del mio vestito, e lascia scivolare la cerniera fino alla fine. Il tessuto morbido cade ai miei piedi, mentre continuo a tenere le labbra serrate.
Punto le mani sul suo petto e lo scosto, allontanandolo. Scavalco il vestito, sfilandomi le scarpe, e mi allontano ancora di più.
Sento gli occhi di Oliver seguirmi, mentre vago in biancheria intima per il suo salotto.
-Niente baci, per stasera. Non te li meriti, sei stato cattivo-
Inarca un sopracciglio, e alza la testa, passandosi una mano fra i capelli. Si sfila velocemente la camicia dal pantalone, e poi se la sfila del tutto gettandola accanto al mio vestito.
-E poi hai anche il coraggio di dire che non mi torturi…-
In due passi riesce a prendermi, e le mie mani finiscono sui suoi fianchi stretti. Mi bacia di nuovo, e questa volta, non trovo la forza di oppormi.
Mi spingo verso di lui, facendo scontrare i nostri bacini, e lo sento trasalire mentre un sospiro smorzato gli esce dalla bocca.
-Questa è tortura...- Mi sussurra tra un bacio e l’altro, mentre mi trascina verso la sua camera.
Gli bacio il collo e la spalla, mentre le sue mani, ormai totalmente familiari, vagano per il mio corpo
 Finiamo sul letto, e finalmente riesce a liberarsi dei pantaloni, punta le mani sul materasso mentre si distende sopra di me.
Sento i suoi muscoli contratti scontrarsi con la mia pelle. Ci incastriamo in modo perfetto. Sospiro contro la sua spalla e lentamente scende a baciarmi il solco dei seni e poi più giù la pancia, e risale lentamente, fino a toccare di nuovo le mie labbra.

Il suo nome mi sfugge dalla bocca.
Perché si, è il nome che vorrei pronunciare per il resto della mia vita. Stringo le braccia dietro alla sua schiena, spingendolo contro di me.
Sorrido e gli mordicchio piano il labbro mentre le mie mani scendono sulla sua vita.
-No Oliver, questa non è tortura. Questo è il mio amore per te-
Il resto poi è tutto da copione..


- Quindi possiamo restarcene tranquilli in questo letto per tutto il giorno?-
Il petto di Oliver si alza e si abbassa sotto il mio viso, mentre con le dita gli sfioro la pancia e i fianchi. Alzo lo sguardo per incrociare il suo, azzurro e limpido.
Non so da quanto tempo siamo intrecciati in questo letto, sotto un ammasso di coperte scomposte, incuranti di tutto quello che succede fuori da questa casa.
Ma non importa. -Tutto il giorno? Piccola forse non te ne sei resa conto, ma è già pomeriggio inoltrato. -
Punto un gomito sul suo petto sporgendomi per guardare l’orologio. E mi sorprendo nel vedere i numeri analogici che segnano le sei passate.
Mi scappa una leggera risata mentre mi stringo di più contro di lui, per prenderne tutto il calore. La sua mano vaga sulla mia schiena nuda, accarezzandomi piano.
-Sono felice- mi sussurra
-Anche io-
-Oliver?-
-Mm?-
-Ti amo- dico baciando il suo petto muscoloso
-Ti amo anche io piccola. Riprendiamoci la nostra vita, ricominciamo tutto da capo, non ho bisogno del matrimonio ho bisogno di te-
Annuisco semplicemente.


Due settimane dopo

-Oliver!!!- urlo cercando di farmi sentire da Oliver che si trova al piano di sopra del mio appartamento, voglio dire del nostro appartamento, perchè sì, da quella nottata sono passate quasi due settimane e Oliver è tornato a casa, la nostra casa.
-Siamo in ritardo!- Oggi è il compleanno di Thea e stiamo andando a festeggiare al Verdant. -Si si ci sono- urla scendendo le scale di corsa
-Andiamo-

Siamo al Verdant e c'è un casino allucinante, mai visto così tanta gente. Sono con le ragazze e stiamo chiaccherando fino quando non sento qualcuno alle mie spalle che si schiarisce la voce.
Mi giro e mi trovo davanti Max Fuller.
Che ci fa lui qui?
-Max- sorriso falsissimo
-Felicity- mi da un bacio sulla guancia
-Che ci fai qui?- chiedo curiosa -Sono venuto a studiare la concorrenza, a fare gli auguri alla piccola Queen e poi...volevo parlarti-
-Davvero?- chiedo sorpresa
-Si, sai non mi è piaciuto come abbiamo chiuso la nostra storia-
Storia? Fra noi non c'è stata nessuna storia.
Nada de Nada.
-Max...- cerco di dire ma mi mette un dito sulle labbra facendomi stare zitta
-No lasciami finire Felicity, so che sei tornata con Queen ma andiamo. Puoi fare molto meglio di Oliver e tesoro, se vuoi di meglio, io sono il tuo meglio- dice mettendomi le mani sui fianchi e portandomi contro il muro.

Stessa posizione che avevo con Oliver la sera in cui siamo tornati insieme, stessa pozione, uomo diverso però.
Uomo che non è il mio di uomo.
-Max io...-
- No Felicity io sono il meglio per te e...- Max non ha neanche il tempo di terminare la frase, perché Oliver lo tira con forza via da me e lo spinge contro il muro più vicino, afferrandolo dalla camicia, lo sguardo incazzato, incazzato nero. -Cosa diavolo ti credi di fare?- grugnisce Oliver, sembrando più animale che umano.
-Non. Osare. Toccarla. Mai. Più.-
-Ciao Ollie- dice Max facendo lo spiritoso ma facendo arrabbiare ancora di più Oliver che stringe la presa sulla sua camicia.
-Oliver- dico cercando di calmarlo
-Oliver, calmati.....amore lascialo, così non risolvi nulla- Oliver allenta la prase su Max per poi lasciarlo andare.
-Sparisci Fuller- mormora con rabbia

Appena Max se ne va Oliver si gira verso di me
-Da quanto tempo ti tormenta?- grugnisce, è ancora arrabbiato -Oliver…- comincio facendo qualche passo indietro.
-Da. Quanto.Tempo?- stringe la mascella con rabbia, stringendomi con forza quasi sovrumana e spingendomi verso il muro.
-Oliver te l'ho detto....ci prova in continuazione ma per me ci sei solo tu. Oliver, non puoi comportarti così ogni volta che un ragazzo ci prova con me…-
-Certo che posso- grugnisce in risposta.
-No non puoi, Oliver- dico alzando leggermente la voce per fargli capire il punto.
-Io voglio solo te, quindi non devi preoccuparti di nessun altro. Amo solo te-
-Sono geloso-
-Oh lo so bene che è geloso dopo quasi quattro anni l'ho capito-


POV OLIVER

-Sei mia, di nuovo, ora- puntualizzo Interrotti da un colpo di tosse.
Mio padre.
-Non volevo interrompere.. .- Felicity rossa in viso, fa finta di non notare il sorriso soddisfatto di mio padre
-Non fa niente. -
-Thea vuole foto ricordo, venite a farle?- senza neanche aspettare la risposta si allontana andando dal resto della famiglia e amici.
Sorrisi prima di sentire le braccia di Felicity circondarmi la vita.
-Oliver, la prossima volta che minacci un ragazzo che flirta con me lascia fare a me....me la so cavare da sola-
- Facciamo in modo che nessun ragazzo si metta a flirtare con te... invece.- Felicity ride, prima di baciarmi
-Sei troppo geloso- sorrido
-Di te, sicuramente- dico prima di baciarla e di trascinarla a fare le foto con Thea

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


POV OLIVER

Le cose con Felicity, da quando siamo tornati ufficialmente insieme, vanno a gonfie vele.
Nessuno dei due parla del matrimonio e così fanno anche i nostri amici, evitiamo l’argomento.
Anche se ormai ho capito che non ho bisogno del matrimonio per essere felice con Felicity, mi basta lei.
Non abbiamo bisogno di ufficializzare niente.

Il mio cellulare inizia a squillare e quando lo prendo dalla tasca noto che è Susan Williams che mi chiama.
-Oliver ho bisogno di parlarti. Dove sei?- chiede seria
-Ciao anche a te Susan. Sono in ufficio-
-Perfetto, tra poco passo li e parliamo - Non mi da neanche il tempo di controbattere che attacca. E lei ora cosa vuole?

Dieci minuti dopo, me la ritrovo nel mio ufficio, mi da un bacio sulla guancia per poi sedersi sul divanetto nero del mio ufficio alla QC.
-Di cosa volevi parlare?- chiedo
-Sono incinta- sussurra imbarazzata al massimo guardandomi negli occhi.
Sono sconcertato.
Terrorizzato.
-Sei...?- chiedo scioccato, sperando di aver capito male
-Si. Incinta, hai capto bene…- dice interrompendomi.
Il mondo mi cade addosso.
Una volta sola l'ho fatto con Susan.
Sesso.
Una volta sola e lei rimane incinta. Felicity mi odierà
-Non l’ho fatto apposta … però ti dico subito e che non sono certa che tu sia il padre. Ho avuto un altro -
Ricomincio a respirare
-Domani ho l’appuntamento con il medico per fare il test del DNA. Fra due settimane sapremo la verità.-
-Okay..- sussurro
Si alza dal divano, avvicinandosi a me
-So che tu e la biondina state di nuovo insieme- mormora con insufficienza, Susan e Felicity non si sono mai piaciute.
Mai.
-Spero che se, si dovesse scoprire che sei tu il padre cosa pensi di fare?-
-Sarò suo padre- dico ancora un po’ sotto shock
-Buona fortuna con la biondina-
Se si dovesse scoprire che non sono il padre di questo bambino, nessuno dovrà sapere che io e Susan ci siamo dati da fare.
Due mesi fa ero ubriaco e lei era lì disponibile, avevo saputo da Sara che Felicity usciva con Max Fuller e mi ero ubriacato. È stato un errore madornale.
E Felicity non deve scoprirlo o ci resterebbe malissimo. Se quel bambino dovesse essere mio, Felicity mi odierà.
A morte.
-Certo- mormoro
-Ti farò sapere- dice dirigendosi verso la porta
-Spero che ci potremmo rivedere- sorride ed esce dal mio ufficio
Aiuto.


POV FELICITY Sono solo le otto di sera ed Oliver non è ancora tornato. Ma dove diavolo è?
Probabilmente avrà incontrato Tommy. Oh sua madre.
Prendo il mio iphone pronta a chiamarlo quando la porta di casa si apre lentamente mostrandomi un Oliver stravolto con una busta tra le mani.
-Tutto bene?- chiedo poggiando il cellulare sul tavolo di fronte al divano e mi volto verso di lui.
-Si- dice levandosi la giacca, allentando la cravatta e sedendosi accanto a me sul divano con ancora la misteriosa busta fra le mani -Ho solo avuto una giornata pesante- -Okay- dico per poi dargli un bacio veloce sulle labbra
-Ti ho comprato il gelato- dice dandomi la busta -Mi hai comprato del gelato?- chiedo perplessa.
-Non del gelato qualsiasi.... gelato alla menta con scaglie di cioccolato. Il tuo preferito. Come vanno i dolori?- chiede premuroso.
Stamattina mi è arrivato il ciclo. Odio profondo, anche perché non mi sono sentita benissimo tutto il giorno
-Quei maledetti farmaci ci stanno impiegando una vita per funzionare- mi lamento
-Stare stesa qui davvero senza fare niente non si addice alla mia personalità- dico mentre Oliver mi si sdraia praticamente addosso.
Appoggiando la sua testa sulla mia pancia e cingendomi la vita
-Vallo a dire al tuo utero, Felicity. Toglie divertimento anche a me- dice facendomi ridere, una delle sue mani si stringe attorno alla mia pancia
-Una settimana senza fare l'amore. È una tortura- mormora
Lo abbraccio calorosamente. -Sono stanco-
-Allora dormi- dico iniziando ad accarezzargli i capelli, molto lentamente.



-Curtis!!-
-Che c'è è una domanda lecita-
-No! È privata-
Sono nel mio ufficio con Curtis che mi sta facendo l'interrogatorio
-Abito accanto a voi. So praticamente tutto della vostra vita privata- dice alzando le mani in segno di difesa
-Si ma questo non ti da il diritto di chiedermi perchè io e Oliver, non stiamo facendo....si dai ha capito- dico chiudendo la porta per evitare che qualcuno ci senta
-Ti ho chiesto semplicemente il motivo per cui tu ed Oliver non state facendo sesso-
-Curtis!!- trillo tirandogli una pacca sulla spalla
-E Felicity, non dire che non è vero. Quando lo fate vi si sente, e anche tanto. E poi spaccate sempre qualcosa- dice iniziando a ridere
-È successo solo una volta- puntualizzo -E poi io ed Oliver non urliamo, non più di tanto- mormoro imbarazzata
-Oh si Oliver...così! Più forte! Non ti fermare- dice imitando la mia voce
-Non faccio così io- dico arrabbiata
-Oh si che fai così sorella.- mi fa l'occhiolino

-Falicity, vi siete mai chiesti perchè in tre anni che abitate li insieme avete cambiato otto vicini?- chiede sorridendo maliziosamente
Ignoro la sua domanda -Ma tu Curtis non hai niente di meglio che ascoltare me ed Oliver?- chiedo senza pazienza
-No, siete diventati la mia soap opera preferita. Tornando al discorso iniziale, perchè non state facendo niente?- chiede curioso.
Sto per parlare ma lui mi interrompe
-Ha fatto qualcosa che non doveva? Avete litigato? È per Susan Williams, è sicuramente per quello. Viene qui troppo spesso quella donna....-
-Susan Williams?- chiedo -Si beh...si io pensavo che aveste litigato...si beh per quelle stupidi voci di corridoio- balbetta Curtis
-Quali voci?- chiedo curiosa e anche abbastanza turbata per il semplice fatto che Oliver mi stia nascondendo qualcosa con la Williams
-Le voci che dicono che Oliver ti stia mettendo le corna, con la super sexy giornalista- rivela tutto d'un fiato
LUI COSA?


Ho appena varcato la soglia dell'ufficio di Oliver, lui è di spalle che guarda fuori dalle grandi vetrate
-Mi stai tradendo?- chiedo arrabbiata
Lui si volta di colpo, mi fissa sbalordito -Scusa, cos'hai detto?- chiede avvicinandosi a me
-Mi stai tradendo? Con la Williams?-
-No! Certo che no. Ma come ti è venuta in mente una roba del genere?- chiede guardandomi strano -Allora perchè pranzate insieme? E perchè non me lo hai detto?- Smetto di guardarlo e abbasso la testa mortificata. In realtà sono più ferita che mortificata.
-Dovevamo chiarire delle cose per un intervista sulla QC. E sinceramente non lo so perchè non te l'ho detto, pensavo che non fosse importante-
-Ah- sussurro mortificata più che mai.
L'ho accusato per niente.
Ho ascoltato le voci di corridoio inutilmente. -Io sono innamorato di te Felicity. Dovresti saperlo ormai-
-Si lo so, scusa e che....io stavo parlando con Curtis del fatto che non ci sente fate sesso da giorni e mi ha detto della Williams....- Oliver mi zittisce facendo congiungere le nostre labbra per un bacio casto.
Sento il suo profumo, il suo calore, le sue mani che pian piano risalgono lungo il corpo, per poter finire sul mio viso ed evitare di separarsi da me. Le mie mani finiscono tra i suoi capelli, assaporando a pieno questa bocca
-Non ti tradirei mai - dice staccandosi da me. Lo guardo per alcuni secondi poi, sono io questa volta a lanciarmi su di lui.



  POV OLIVER
***
 Tre anni fa

Entra di corsa nell’enorme stanza d’albergo che ho prenotato appositamente per lei.
Si guarda intorno e sembra proprio una bambina la mattina di natale.
-Non ci credo! C’è anche la vasca con l’idromassaggio! - La sua voce esce attutita dal bagno nell’angolo, mentre mi appresto a posare le valige ai piedi dell’enorme letto. Saltella fuori con la canottiera attillata e i pantaloncini di cotone che le scoprono le gambe.
Mi viene incontro e mi butta le braccia al collo, alzandosi leggermente per baciarmi.
Mi toglie il cappello e lo butta lontano, sul divano accanto alla porta. -A cosa devo tutto questo? - Mi chiede esitante, quasi sorpresa.
-Vuoi la verità?-
Annuisce mentre i suoi occhi si fanno più timorosi. Come se avesse paura di sentirla. Passo le dita sul suo viso, sfiorandola piano.
-In questi giorni… Sei stata… Distante. Molto distante. -
Arretra di qualche passo con un sorriso tirato sul volto. -Ma figurati Oliver… Che.. -
Prima che possa fare un solo altro passo lontano da me, l’afferro di nuovo per la mano.
-Vedi? Lo stai facendo anche ora. Ho pensato che questo..- mi guardo intorno -Fosse il modo perfetto per cercare di farti parlare definitivamente.- Gira la testa di lato, impedendomi di vedere i suoi occhi.
- Non ho niente da dire. Sul serio. Sono così felice.. di essere qui. -
Le faccio voltare il viso verso di me, l’accarezzo piano, cerco di rassicurarla. - Oliver.. tu. Sei.. perfetto-
Scuoto la testa e si stringe nelle spalle. -E’ così… Dai Oliver, guardami. Sono.. una ragazzina, in confronto a te. Ed è tutto così imbarazzante! Potresti..-
La blocco prima che possa continuare. Le prendo il viso tra le mani.
-No, non dirlo. Non tu. Sono stanco Felicity. Tutti… Fin da quando ero solo un ragazzino, mi hanno sempre idealizzato per il mio aspetto esteriore. Non farlo tu.-
Aggrotta le sopracciglia e spalanca la bocca..
-No! Non è solo questo Oliver! Tu… sei così pieno d’esperienza e pieno di passione, metti tutto te stesso in ogni cosa… E sei stato con così… così tante donne.. Magari anche più grandi… e io..-
Il sangue le sta fluendo sulle guance, facendole diventare adorabilmente rosse.
Non mi sarei mai aspettato una cosa del genere, non da lei. Non dalla ragazza che mi ha ancheggiato davanti, e provocato per così tanto tempo.
-E’ questo il problema? E’… davvero per questo? Per le altre donne? -
Annuisce, e non può distogliere lo sguardo, bloccata tra le mie mani.
- Ok. Ascolta… Non posso cancellare il mio passato. Sono stato davvero poco gentile, ho fatto quello che volevo e mi portavo a letto chi volevo. E’ vero. E.. si, ho avuto relazioni con donne più grandi quando ero solo un ragazzo immaturo. Ma… le cose sono cambiate. Ho fatto le mie esperienze.. ma questo non vuol dire nulla.-
-Si ma…-
Le metto un dito sulle labbra.
-No, fammi finire, così chiariamo le cose una volta per tutte. Con il tuo viso rosso per l’imbarazzo, con il suono della tua risata… con il modo in cui arricci il naso quando sorridi o sei infastidita per qualcosa… E con il modo in cui mi urli conto, con il modo in cui mi guardi o mi sfiori di nascosto… Mi hai completamente rapito. Sei il mio piccolo disastro. E… maledizione Felicity, non posso credere che tu me lo stia facendo dire in questo modo, in quest’occasione… Ma…sono completamente innamorato di te!-
Ha gli occhi spalancati, e la bocca semiaperta.
La porto ancora più vicina a me.
Stringendole le braccia intorno al corpo.
-Dici… davvero?- Mi chiede all’improvviso, con espressione assorta.
-Pensi che potrei mai mentirti su una cosa del genere?- Scuote la testa.
-Sono innamorato di te. Da tempo indefinito. Quindi… Sia chiaro, non permetterò che tu ti allontani da me per… degli stupidi pensieri che ti sei fatta.-
Si alza sulle punte delle scarpe
-Ti amo anche io
***

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


POV OLIVER

Mi muovo nel letto alla ricerca del corpo caldo di Felicity.
Stanotte abbiamo fatto l’amore.
Finalmente gli è finito il ciclo, anche per gioia di Curtis.

Cerco, perché ho voglia di sentirla contro di me,la cerco e non la trovo.
Apro gli occhi, solo per rendermi conto che sono solo nel letto,il suo lato è freddo, lei non è in stanza.
Mi metto seduto, guardandomi intorno confuso.
Dove diavolo è?
Esco dalla camera la cerco, la trovo fuori sul balcone, di soppiatto le arrivo alle spalle, cingendole i fianchi con le braccia.
-Oh Dio.- sussulta spaventata.
-Ciao.- sussurro dolcemente. -Ciao.- dice sorridendomi.
-Stai bene?- chiedo premuroso spostandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio. -Si- risponde guardando avanti a sé
-Cosa fai?- chiedo curioso
-Medito- mormora
-Su cosa mediti?-
-Sul mondo. Sul posto che noi occupiamo. Sul sesso.-
Ride.
-E a che punto sei arrivata?-
-Che forse se ci buttassimo di più, se lo facessimo immediatamente e non aspettassimo millenni per farlo, le cose acquisterebbero un valore più profondo. Spesso mi capita di guardare mio nonno e mia nonna. Ripenso a quello che potrebbe essere stato il loro amore e ne gioisco. E' vero, ora come ora lui è sordo, ma fa finta di non esserlo, e lei, sa che è sordo, ma finge di credergli. Ma non è sempre stato così, una volta erano proprio come noi, giovani e innamorati. Ok, mia nonna un po' meno giovane di me e mio nonno un po' più giovane di te. Si sono amati, hanno avuto il cuore a mille, hanno progettato un futuro, l'hanno cercato. Poi magari non è stato come se lo immaginavano, ma che importa? Ciò che contava seriamente erano loro, erano quei due giovani che si rincorrevano nella notte anche se avevano il coprifuoco, che litigavano se lei metteva le gonne troppo corte, che si scrivevano lettere chilometriche, perchè loro il telefono non ce l'avevano ancora. Poi hanno deciso di buttarsi, hanno preso la decisione di sposarsi e lì sono nati i casini. E' facile rimanere legato ad una persona perchè lo vuoi, un po' meno facile è quando c'è anche un contratto ad importelo!-
-Cosa stai cercando di dirmi Felicity?- chiedo non capendo il motivo di tutto il suo discorso -Voglio dire,che nella vita forse bisognerebbe rischiare- dice sospirando -Rischiare? Di cosa stai parla..-
Non riesco a finire di formulare la domanda perchè mi squilla il cellulare
-Rispondi, forse è importante- dice Felicity girandosi verso di me.
Rispondo al cellulare.
-Papà?-
-Cosa? Come? Arrivo subito- attacco.
-Cosa succede?- chiede Felicity preoccupata
-È successo qualcosa a casa- dico serio


  POV FELICITY

Siamo a casa Queen,in soggiorno circondati da un via vai di poliziotti.
I signori Queen e Thea sono stati aggrediti mentre tornavano a casa.
Non si chi sia stato e soprattutto perchè.
-Chi potrebbe mai fare una cosa del genere?- chiede sconvolto Oliver.
Non l'ho mai visto cosi.
-Qualcuno che c'è l'ha con tuo padre? Qualche nemico in competizione?- Chiede il detective Lance
-No saprei-

Mi alzo e mi avvicino a Thea,il trucco le si è sciolto intorno agli occhi, è scossa e tesa.
-Stai bene?- chiedo premurosa. -Sono cosi contenta che tu stia bene.-
-È colpa mia Felicity- dice piangendo
-Di cosa stai parlando?- chiedo sbalordita
-Credo di sapere chi è stato....il mio vecchio spacciatore nonché anche mio ex ragazzo,prima di Roy, quando gli ho detto che avevo chiuso con tutto,con lui ha detto che me l'avrebbe fatta pagare a me e a tutti quelli che amo...-
La trascino con me sul divanetto. Non so bene come comportarmi. La stringo forte a me e la incito a continuare il racconto.
-Lui conosce un sacco di gente pericolosa potrebbe fare male a qualcuno...è colpa mia- continua
-No Thea,non è colpa tua, se come hai detto è uno spacciatore significa che non ragiona con lucidità....quindi non è colpa tua. Ora raccontiamo a Lance tutto e vedrai che la cosa si risolverà-


POV OLIVER

Siamo a casa controllati dalla polizia,mia sorella a raccontato quello che è successo con il supporto morale di Felicity.
Mia madre si alza dalla sedia sulla quale era seduta e si avvicina a Thea. Si mette con lei sotto il plaid, e l'abbraccia cercando di falla addormentare.
Mio padre è al telefono con Lance mentre io e Felicity siamo seduti anche noi sul divano.
La tiro verso di me facendole poggiare la testa sul mio petto -Dormi Felicity- mormoro dolcemente cercando di cullarla
-No- risponde lei.
Testarda.
-Dormi Felicity- le ordino,sempre dolcemente.
Dopo neanche 5 minuti crolla per la stanchezza. Non ho riposato molto.

Quando apro gli occhi dopo la mia nottata passata a far la guardia, sono ancora sul divano e Felicity è stretta a me.
Sulla soglia del salotto e mi osserva con uno sguardo stanco. -Non hai dormito?- chiedo a voce bassa sperando di non svegliare Felicity.
-Mmm... per niente. Tu figliolo?- chiede avvicinandosi per poi sedersi sul bracciolo del divano.
-Dormiveglia... avevo paura di chiudere gli occhi.- ammetto sincero.
-A chi lo dici. Sono salito 3 volte stanotte per controllare che tua madre e tua sorella fossero ancora in camera.-
-Si risolvera tutto papà-
-Già ma per ora, per la vostra sicurezza sarete accompagnati e sorvegliati da dei poliziotti- dice serio
Annuisco e basta, non ribatto neanche anche perché sono preoccupato per la sicurezza di Felicity perché fa parte delle persone care a Thea..

Questa settimana è stata molto stressante, oltre alla storia di Susan dove si è scoperto che il bambino non è mio ora si aggiunge questa situazione.
Fantastico


 POV FELICITY

Al suono della vibrazione,mi giro immediatamente per andare alla ricerca del cellulare.
La mia mano però non incontrò il comodino ma sfiorò qualcosa di solido e caldo e sospettosamente simile a pelle. Il braccio di Oliver mi trattenne cincendomi la vita.
Mi tirò su di sé, avvolgendomi con entrambe le braccia: in pratica si stava aggrappando a me.
-Altri cinque minuti- dice, parlando nei miei capelli.
-Um. Oliver, devo andare al lavoro-
Apre gli occhi. Mi stringe più forte a se. -Non voglio che tu ci vada- dice serio
-Come scusa?- chiedo alzandomi dal divano su cui abbiamo dormito
-Hai sentito quello che ha detto Thea. Il suo ex si vuole vendicare anche sulle persone a cui Thea tiene. Quindi anche tu.-
-E cosa dovrei fare? Starmene a casa? - chiedo sarcastica
-Esatto- si alza anche lui dal divano,avvicinandosi. -Ma stai scherzando?- chiedo alzando il timbro di voce
-Io ora vado a casa mi faccio una doccia e vado al lavoro, ho una riunione a cui non posso mancare.-
-Feli...-
-No Oliver. Io vado. Ho una vita- dico infilandomi le scarpe
-Sei testarda- dice sbuffando

***
2 anni fa

-Sei una donna dannatamente testarda lo sai?- dice Oliver, con la sua solita calma.
-E tu un coglione!- urlo di rimando, colpendolo ad una spalla con un pugno.
Lui sorrise
 -Ti avevo detto di non invitare mia madre a cena. E tu cosa fai, la chiami. Ma ascolti quando parlo?- chiedo gesticolando furiosa
-Dovresti saperlo che non ti ascolto- dice ridendo sedendosi sul nostro divano e allugandomi una mano.
Prima che se ne possa rendere conto mi siedo sulle sue gambe.
Quando ciò accade, vedo Oliver sorridere.
Con me ancora in braccio, si alza leggermente in modo da mettersi di fianco e poggiare la testa sul mio petto.
Si accoccola su di me come se fosse una spece di koala e chiude gli occhi volendo evidentemente riposare.
Gli dò un bacio sulla fronte e lo stringo a me, accarezzandogli la testa lentamente. -Sei comunque un coglione che non mi ascolta- dico sottovoce.
-Ti amo- dice accarezzandomi la gamba
-Anche io. E comunque cucini tu-
-Ovvio, non voglio morire perchè tu sicuramente non sai cucinare -
-Coglione- dico tirandogli uno schiaffo -Questo coglione lo ami-
-Cerca di riposare.- dico ignorando la sua frecciatina, chiudendo gli occhi insieme a lui appoggiando la testa sulla sua fronte.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


POV FELICITY


-Si, sto bene. No, non è successo nulla di strano-
Sono al telefono con Oliver che continua a tampinarmi di domande 'per la mia sicurezza'.
Sono passati due giorni da quello che è successo a casa Queen e la polizia non è riuscita ancora a trovare l'ex pazzo e vendicativo di Thea quindi per mia 'gioia' ho due poliziotti che mi seguono ovunque io vada.
Ovunque.
-Oliver è la terza volta in un'ora che chiami, sto bene, sto lavorando va tutto bene-
-Volevo esserne sicuro- dice con voce rauca
-Sei un po' troppo possessivo, Queen-
-Non è vero- risponde serio
-Oliver c'è qualcosa che non va?-
-No-
-Oliver....dimmi la verità. Siamo un team ricordi? Io aiuto te tu aiuti me. Dimmi cosa c'è che non va-
-È solo che sono preoccupato- dice sincero -Non voglio che succeda niente alla mia famiglia e a te-
Okay. Adesso mi sciolgo
-Amore stai tranquillo....non mi succederà niente- dico cercando di tranquillizzarlo
-Non lo puoi sapere Felicity- dice sicuro di sé
-Neanche tu- puntualizzo -Oliver ora devo andare ci vediamo stasera a casa-
-Ti chiamo più tardi- mi dice
-Io non ti risponderò, ciao Oliver- e attacco prima che lui mi possa rispondere.


***
Tre anni fa

Ormai sono due giorni che non ricevevo una chiamata da Oliver, non è da lui non telefonare, non è da lui sparire in quel modo.
Sono preoccupata.
All'improvviso il cellulare squilla
-Oliver!- urlo
-Hey piccola! Scusa se non mi sono fatto sentire ma Tommy oltre ad avermi rapito mi ha anche sequestrato il telefono-
-Tommy ti ha rapito? Oliver sei sparito da due giorni! Ti rendi conto di che spavento mi sono presa, ci siamo prese perché anche tua madre e tua sorella sono abbastanza incazzate...-
-Lo so, lo so siamo a Las Vegas stiamo festeggiando i 30 anni di Tommy. Avrei dovuto avvisare ma, come ho già detto ci ha sequestrato- dice colpevole
-Okay, va bene. L'importante che tu stia bene.-
-Sto bene- mormora
-Cerca ti tornare integro. Okay?- supplico
-Tranquilla quando tornerò sarò tutto tuo, ti chiamo domani e ti messaggio-
-Okay. Ah un'ultima cosa, amore, niente spogliarelliste o ti castro- dico facendo la finta arrabbiata -Tranquilla. L'unico spogliarello che voglio vedere è il tuo-
-Ciao piccolo, divertiti-
-Ciao piccola, esercitati per lo spogliarello-
-Cretino- dico prima di attaccare e scoppiare in una fragorosa risata.

***


Sono le sette di sera ho appena finito di lavorare sto lasciando la QC quando il cellulare inizia a squillare.
Senza neanche guardare chi è lo tiro fuori dalla borsa e rispondo.
-Oliver, sto tornando a casa stai tranquillo non mi è successo nulla. E no, non ti faccio lo spogliarello-
-Felicity-
Questa non è la voce di Oliver
-Felicity, sono Dig-
Oh merda
-Dig, scusa pensavo fossi Oliver aspettavo una sua chiamata....e per quella roba dello spogliarello...- cerco di parlare ma mi blocca
-Felicity-
-No, Dig sul serio fai finta di non aver sentito dello spogliarello e una cosa vecchia tra me e Oliver, non che io e Oliver non facciamo più certe 'cose' ma...- okay sto balbettando -ma non credo che a te interessi come io e Oliver ci diamo da fare- sorrido
-Felicity!- urla -È successa una cosa- mormora.
Ora non sorrido più


Corro. Corro. Corro.
Sto per morire, mi sta per venire un infarto.
Mi sento male.
Non può essere successo.
Non può.
-Diggle- sbraito -Cos'è successo? Dov'è??-
-Felicity-
Sta piangendo.
Diggle sta piangendo, lui non piange mai.
-È dentro lo stanno operando- singhiozza.
Inizio a piangere, le gambe mi tremano,cedono, mi appoggio al muro dell'ospedale e piango come una bambina, come se non ci fosse un domani.
Piango, mi dispero.
Non può essere successo veramente.
-Oliver..-


POV OLIVER

Qualche ora prima

-Speedy! Io vado a casa Felicity tra poco torna....Speedy?!-
Sono a casa dei miei genitori, sono stato con loro tutto il giorno mentre Felicity è andata al lavoro seguita da due uomini della polizia.
Sono in salotto con i miei mentre aspetto Thea per salutarla prima di andarmene.
-Oli...ver-
Mi giro e trovo Thea, la mia Speedy, la mia sorellina con una pistola puntata alla testa.
-Thea!- urla mia madre alzandosi dal divano. Mio padre la trattiene con un braccio.
-Lascia andare mia sorella- sbraito contro colui che sta spaventando a morte me e la mia famiglia.
Si avvicina sempre di più fa inginocchiare mia sorella.
Si allontana di nuovo e spara. Spara.
Vedo la scena rallentatore, lui che preme il grilletto ,mia madre che piange, mio padre che urla.
Senza pensarci due volte, spingo fuori dalla traiettoria mia sorella venendo colpito al suo posto al fianco destro.
-Oliver!- il mio nome è l'ultima cosa che sento prima di perdere i sensi..
Mi hanno sparato.


POV FELICITY

Sono passate più di tre ore e nessuno ci dice niente.
Sono circondata dai nostri amici dai nostri familiari, persino mia madre appena ha saputo dell'accaduto ha preso il primo volo per New York.
Sono semplicemente seduta nella sala d'attesa della sala operatoria e aspetto di ricevere notizie su Oliver che a quanto pare ha un'emorragia interna.
Voglio sapere come sta. Voglio vederlo e accarezza il suo viso stringendo la sua mano nella mia per fargli vedere che sono con lui.
Ma anche rimproverarlo, perchè ha fatto una pazzia.
Ma lui è lì dentro e chissà cosa gli stanno facendo.
Sono terrorizzata.
Dopo che Dig mi ha informata dell'accaduto sono scoppiata a piangere in mezzo al corridoio, ho fatto una scenata, non riuscivo a calmarmi ho avuto un attacco di panico

***
3 ore prima

-Felicity- John mi sta continuando a chiamare.
Ma io non lo ascolto, non riesco a sentirlo, non voglio sentirlo.
Sto piangendo, non riesco a respirare, mi manca l'aria.
-Felicity....ti devi calmare- -Io...io..non..non riesco- balbetto non riesco a parlare non riesco a ragionare, non riesco a fare niente.
-Felicity calmati.....respira fai respiri profondi-
Lo guardo, mi guarda.
Guardare John mi aiuta.
-Stai avendo un attacco di panico...devi respirare- mi dice cercando di essere il più dolce possibile
Mi guardo le mani che tremano, le gambe che sono come gelatina e le lacrime continuano a scorrere copiose sul mio viso.
-Felicity, respira con me, respira con me...-
Inizio a fare ciò che ha detto e inizio a calmarsi.

***

È arrivato il detective Lance e ci ha detto che l'ex di Thea, quello che ha sparato è stato arrestato.
Lance si siede accanto a me e mi abbraccia come un padre che abbraccia la propria figlia, come un ragazzo abbraccia la propria ragazza.
Ma io non ho un padre e forse non avrò neanche più un ragazzo.
Passano ore le cose non cambiano 'Stiamo facendo il possibile' continuano a ripetere i medici, io sono ancora stretta nelle braccia di Lance che continua a ripetermi che Oliver ce la farà.
Ho saputo da Moira che mia madre è arrivata all'aeroporto di NY e sta venendo qui.
I miei pensieri si interrompono quando vedo dei medici uscire dalla sala operatoria e trascinando un letto con sopra Oliver privo di sensi.
Ma non morto, anche se la sua pelle è bianca cadaverica.
Scatto in piedi e senza pensarci cerco di avvicinarmi al letto ma i medici mi tengono lontano mentre io fisso le due infermiere che si avvicinano a lui e lo trascinano in una delle stanze di quel corridoio.
Poi arriva finalmente il medico più anziano, quello che lo ha operato e dice le paroline magiche 'Sta bene' allora io ricomincio a respirare, a vivere.
-Abbiamo fermato l'emorragia, ma ci vorrà un altro intervento per estrarre il proiettile. Non lo abbiamo fatto ora perchè ha rischiato molto e non volevamo mettere sotto stress il cuore. È debole e incosciente si sveglierà tra qualche ora. Se volete andare a trovarlo fate pure ma vi chiedo cautela-
-Grazie- dico prima di scoppiare in lacrime di nuovo.
-Dobbiamo solo aspettare che si svegli-

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


POV FELICITY

***
Un anno fa

Salgo al piano di sopra, e percorro il corridoio principale della casa, andando verso la nostra camera.
Arrivo a destinazione, apro la porta lentamente, e silenziosamente la richiudo, mi muovo nella stanza e raggiungo il letto sedendomi sul bordo.
Poso il vassoio sul comodino alla sua destra, e poi mi concentro ad osservarlo mentre dorme a pancia sotto con la bocca leggermente aperta.
Bellissimo
-Buongiorno- sussurro abbassandomi su per lasciargli un bacio sulla guancia. -Svegliati…- dico baciandogli le spalle nude
-Altri cinque minuti..- dice con la voce assonnata.
-Dai Oliver,tirati su o me ne vado...-
Allora apre gli occhi e si gira cosi da mettersi seduto sul letto.
-Buongiorno.- sussurra baciandomi dolcemente le labbra intrecciandomi le mani dietro alla nuca.
-Colazione a letto?- chiede sorridente prendendo la tazza dal vassoio con il caffè.
-Buon compleanno Amore- dico prima di lasciargli un bacio in fronte.
***

Pov Oliver

Mi sento dolorante.
Ho la gola secca.
Mugolo qualcosa di sconnesso, e sento la presa sulla mia mano farsi più insistente.
-Ollie- Qualcuno mi sta chiamando.
Respiro nell’aria l’odore di medicinali, disinfettante
-Ollie-
E’ la voce di Thea Apro gli occhi lentamente, per constatare che mi trovo in ospedale
-Ollie- dice alzandosi da una sedia per incontrare il mio sguardo.
-Come ti senti? Ti abbiamo portata in ospedale ieri sera…. Ollie è colpa mia..- dice Thea mentre i suoi occhi si bagnano di lacrime.
-Hey…. Non piangere. Speedy. Non è colpa tua- dico con la voce rauca.
-Ho avuto cosi paura- si abbassa su di me, cercando in maniera goffa di abbracciarmi, facendomi accennare un sorriso.
-Devo chiamare il medico e devo avvertire gli altri…- dice guardando attraverso la porta di vetro.

Mi giro lentamente, e guardo attraverso la porta di vetro vedo tutti,non riesco a trattenere un sorriso.
Vedo Felicity, avvinghiata a Donna Smoak
Ha i capelli spettinati e gli occhi gonfi.
Avrà pianto anche lei.
Alza lo sguardo e mi vede sveglio.
Apre la porta che ci separa, e con poche falcate mi raggiunge.
Si abbassa su di me, e prima che possa dirgli qualcosa fa incontrare le nostre labbra per un bacio casto.
Ispiro il suo profumo, respirando finalmente qualcosa che mi ricordi casa e che non mi ricordi questo dannato posto infernale.
-Ti prego non farlo più.- dice tra un bacio e un altro. -Mai più , mi hai spaventato a morte.-
Lascia le mie labbra, poggiando poi la fronte contro la mia.
-Mi dispiace….- dico cercando di tranquillizzarla Il medico mi ha detto che dovrò subire un'altro intervento, per estrarre il proiettile.

Mi hanno informato che l'ex di Thea è stato arrestato. Sono ancora debole e mi fa male il fianco,non riesco a muovermi.
Felicity è al mio fianco e mi sta stritolando la mano. Da quando mi sono svegliato non mi ha mollato un secondo.
-Felicity- la chiamo facendole distogliere lo sguardo dalla TV
-Che c'è?-
- Vai a casa, riposati,sei distrutta- dico sicuro di me.
-Non ti lascio- mi stringe più forte la mano
-Allora dormi un po'....sei stata sveglia tutta notte- cerco di farla ragionare.
-È stata una pessima e lunghissima nottata- dice cambiando discorso Mi guarda ancora con gli occhi tristi e gonfi
-Sai prima, cioè ieri sera quando Dig mi ha chiamato per dirmi cosa era successo mi sono precipitata in ospedale . E mi è capitata una cosa che non credevo non sarebbe successa mai più-
Non capisco cosa stia cercando di dire e così la invito a continua
-Dalla paura di perderti, in corridoio qui fuori ho avuto un attacco di panico- dice sincera abbassando lo sguardo
-Un attacco di panico- ripeto
-Si non riuscivo a respirare non riuscivo a fare niente,mi sono accasciata a terra e mi sono messa a piangere come una bambina di due anni. Pensavo di averti perso, mi sentivo morire io...io-
-Felicity sono qui sono vivo sto bene-
-Ma...-
-Niente ma, Felicity, vieni qua- dico dolcemente facendole spazio sul lettino.
Si sdraia accanto a me,delicatamente cercando di non farmi male, appoggia la testa sulla mia spalla e mi abbraccia.
-Oliver,non fare più una cosa del genere o giuro su Dio che poi ti uccido io-


Pov Felicity

*** 2 anni fa

- Felicity! Felicity! - Sento la voce di Barry prima ancora di vederlo, mentre spalanca la porta del mio ufficio.
Salto al volo dalla sedia, notando la sua espressione preoccupata.
-Che succede?- Sposta lo sguardo da me a Curtis al mio fianco, indecisa sul da farsi.
Mi avvicino a lui, e gli tocco il braccio. -Barry,parla. Cosa succede? -
-Si tratta di Ollie…Ha avuto un incidente..-
Passa mezzo secondo, prima che mi renda conto di cosa stia dicendo. Non gli do nemmeno il tempo di spiegare, che cerco di superarlo, ma le sue braccia mi bloccano, insieme a quelle di Curtis.
-Dov’è adesso? Lasciatemi, è Oliver dannazione! Barry dov’è? -
-L’ho lasciato insieme agli altri in sala riunioni. Si stanno prendendo cura di lui. Aspettavano una macchina per portarlo in ospedale e mi hanno mandato qui ad avvisarti.. ma ascolta è meglio se tu..-

Le sue parole mi rincorrono, mentre le mie gambe scattano verso l’uscita. Corro a perdifiato lungo i corridoi, scansando macchinari e schivando persone.
Quando arrivo al piano in cui ci sono le sale riunioni, mi guardo intorno, e noto un folto gruppetto di persone in cerchio.
E sento dei lamenti, forti.
Avanzo tra di loro, tralasciando le parole e le mani che cercano di strattonarmi via con delicatezza.
Mi libero dalle prese, dalle braccia.
Devo vederlo. Devo vedere i suoi occhi.
Quando finalmente arrivo al centro, lo noto, disteso per terra.
La prima cosa che attira la mia attenzione è la gamba sinistra, piegata in modo strano, con il pantalone strappato a metà. Non c’è sangue. E tiro un sospiro di sollievo, prima di concentrarmi sul suo viso.
L’espressione è tesa in una smorfia di dolore, gli occhi sono serrati e i capelli gli scendono sul viso a coprirgli la fronte. Respira affannosamente, contorcendo le braccia. Quando incrocia i miei occhi, gira la testa di scatto.
-Chi l’ha chiamata? Vi avevo chiesto di tenerla lontana da qui!-
Ignoro le sue lamentele e mi inginocchio accanto a lui.
Ha il viso rigato di lacrime secche.
Si morde il labbro inferiore trattenendo un gemito, mentre John, che quando era in esercito a seguito un corso medico, gli inizia a tastare la gamba.
-Non ne sono certo, ma potrebbe essersi strappato il crociato anteriore.. -
Gli prendo la mano e la stringo forte, mentre mi guardo alle spalle, incrociando gli occhi preoccupati dei presenti e di Robert - L’ambulanza è qui! -

Le ore seguenti sono tremende.
Passano lentamente, tra un parere medico e l’altro, senza possibilità di poterlo vedere, perché per lui è diverso. Parlo con Moira e con Thea le rassicuro usando le parole del medico. E’ una cosa comune, non ci saranno ripercussioni gravi, deve solo seguire la terapia dopo l’operazione. Cammino avanti e indietro per i lunghi corridoi bianchi della clinica privata, fino a quando un medico dai capelli rossi e l’aria distinta ci avvisa che possiamo entrare a vederlo. Mi precipito verso la sua stanza senza nemmeno voltarmi indietro.
Lo trovo disteso sul letto, con la schiena appoggiata contro i cuscini, e la gamba fasciata. Mi avvicino velocemente, restando fissa sui suoi occhi azzurri e sul suo sorriso tranquillo.
-Ehi piccola.. - Allunga le braccia e io mi ci fiondo dentro.
Alzo la testa velocemente, per guardarlo negli occhi e assicurarmi che stia realmente bene
Gli sfioro il viso con la mano, scostandogli i capelli. E finalmente, dopo diverse ore, tiro il mio primo respiro di sollievo.
-Come ti senti?- Gli chiedo, alla fine, sedendomi accanto a lui, sul lato destro per non dargli fastidio alla gamba.
- Benissimo, davvero. Penso che mi abbiano somministrato una buona dose di antidolorifico e cose varie…-
- Perché hai urlato che mi tenessero lontana? Non capisco..- mi prende la mano e la stringe piano.
- Non volevo che ti preoccupassi per me. Non volevo che tu mi vedessi a terra, ridotto in quel modo.- Gli blocco il viso, trattenendolo per il mento.
- E invece mi preoccupo. Ho tutto il diritto di farlo. E so gestire certe cose, non sono una bambina che devi continuamente proteggere. Posso prendermi cura di te. Come tu fai con me. Permettimelo.-
Mi prende il viso tra le mani e mi bacia piano le labbra.
-Quindi… Sarai la mia infermiera personale.- Alzo gli occhi al cielo e gli rifilo un pugnetto sulla spalla. - Idiota. Lo sapevo che l’avresti detto!-
-Quando ti ho visto a terra, in quel modo, mi si è gelato il sangue nelle vene. Ti prego, ti prego… Non permetterti più di farmi prendere una paura del genere.-
Mi accarezza i capelli, e poggia il mento sulla mia testa. -Farò il possibile, piccola. Te lo prometto.-

***

Pov Oliver

Felicity si avvicina di nuovo al mio viso, premendo le sue labbra vicino al mio orecchio.
-Dovrai fare l’amore con me tante e tante volte… Per consolarmi.- dico facendola ridere
-Mi dispiace ricordarti che sei momentaneamente fuori uso.-
-E chi lo dice questo?-
-I punti che ti hanno messo non ti faranno muovere normalmente per diverse settimane…Figuriamoci a letto.-
Si avvicina di nuovo a me, toccandomi con la mano la barbetta un po' più lunga del solito. - Nessuno ha detto che dovrò muovermi io...- Dico con fare malizioso.
Mi piego verso di lei ancora di più, per abbracciarla del tutto.
-Deficiente-

Qualche giorno dopo

Stanco, spossato e quasi privo di forze mi lascio scivolare sull’enorme letto al centro della camera.
I muscoli delle braccia mi fanno male, e sento la testa pesante, mentre tutti i suoni risultano ovattati e confusi.
Sento la porta di casa aprirsi e richiudersi.
Qualche attimo dopo lei entra in camera, si avvicina velocemente al letto, e senza nemmeno proferire una parola, mi tasta la fronte con le labbra, sfiorandomi il viso. Delicatamente. Il suo profumo familiare mi fa sorridere nonostante il lancinante dolore alla testa.
-Hai la febbre.- Dichiara, alla fine, quasi come se fosse una sentenza.
Con la voce leggermente incrinata, priva di qualsiasi tenerezza.
E’ preoccupata.
-Sarà solo qualche linea in più, piccola. Il medico aveva detto che dopo l'operazione forse non mi sarei sentito benissimo nei giorni successivi-
Le mie parole cadono nello spazio vuoto che mette tra di noi mentre mi da le spalle,ritorna poco dopo con un bicchiere d’acqua e delle compresse.
Posa tutto sul comodino accanto a me.
E quasi non mi guarda mentre si allontana da letto per avvicinarsi alle ante dell’armadio.
Alza le braccia per raccogliere i capelli in una crocchia arruffata. 
Resto quasi incantato a fissarla. Si sfila la maglietta dalla testa con aria assorta. La luce le sfiora il corpo leggermente abbronzato.
E mentre la guardo spogliarsi mi rendo conto che è passato del tempo dall’ultima volta in cui mi sono goduto questo spettacolo quotidiano.
Chiudo gli occhi per quello che mi sembra un secondo, ma quando li riapro è grazie alle sue labbra di nuovo poggiate sulla mia fronte.
Sono fresche e appena socchiuse. Mi sorride teneramente questa volta, e si siede accanto a me.
Sembra così piccola nel suo pigiama scozzese, ed emana un odore piacevole di bagnoschiuma da doccia appena fatta. Le prendo la mano, per intrecciare le nostre dita e sentire il suo palmo fresco contro il mio più caldo
. -E’ successo qualcosa al lavoro? - Chiedo curioso, preoccupato
. -Niente di cui tu ti debba preoccupare. Davvero.-
Mi stringe di più la mano e poi la lascia del tutto. Le faccio segno di stendersi accanto a me, scostando le coperte dal suo lato del letto. Non se lo fa ripetere due volte. Come una bambina bellissima gattona fino ai cuscini, e si infila sotto le coperte vicino a me.
Si gira sul fianco per guardarmi meglio, e io faccio altrettanto posandomi sul fianco non fasciato,per via della ferita.
-Felicity,lo sai che puoi dirmi tutto-
-Ci sono problemi con i processori. Sono vecchi e costosi. Io dico che bisognerebbe cambiarli ma nessuno del mio reparto mi ascolta. La cosa mi infastidisce.-
-Parla con mio padre,lui ti ascolterà-
-Okay- dice stanca.
Torniamo alla normalità

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


POV FELICITY

-Il medico ha detto anche che rimarrà la cicatrice- dice Felicity
-Sarà brutta e grossa- mormoro
-Così impari a metterti davanti ad una pistola- dice accarezzandomi la fasciatura
-Stava per sparare a Thea-
-Sei stato molto coraggioso- mormora sorridendo
Sorrido anche io
-E comunque sarai un uomo sexy, con una sexy cicatrice-
Scoppio a ridere e così anche lei.
-Cicatrice sexy. Eh?-   -Cicatrice sexy.- conferma prima di cambiare discorso
-Questo sabato è il compleanno di Sara e Laurel ha detto che ci rapisce per stare tutte insieme, organizza qualcosa con i ragazzi tu-
-Mi stai dando il permesso di dare un festino a casa?- chiedo perplesso
-Ho detto che ti puoi vedere con i ragazzi. Non ho detto organizza un party con spogliarelliste Oliver.- puntualizza facendo il broncio
-Okay okay- dico prima di portarla vicina a me e darle un bacio.
Mi sono mancati questi momenti con lei.
Tornare a casa dimenticarci di tutto e tutti e parlare,coccolarci.
Solo io e lei.

POV OLIVER

Sabato

-Una moneta per i tuoi pensieri?- Tommy si avvicina a me con due bicchierini tra le mani porgendomene uno.
Visto che le ragazze si sono organizzate per i fatti loro, andando chissà dove per il compleanno di Sara, noi ragazzi abbiamo deciso di bere qualcosa a casa mia. -Grazie Tommy- dico prendendo il bicchierino con lo scotch che ha portato John.
Tommy si siede accanto a me, poggiando i gomiti sulle cosce. -Come stai?-
Domanda banale. Mi hanno sparato. Sono quasi morto. Felicity mi ha fatto un cazziatone.
-Bene-
-Con Felicity?- domanda curioso
-Bene- rispondo secco
-Ollie,sai che mi puoi dire tutto. Il rapporto con lei è lo stesso di prima della proposta di matrimonio-
-Si- dico scocciato.
Non ne voglio proprio parlare.
Abbiamo ricominciato io e lei e non abbiamo ancora parlato della questione 'matrimonio',siamo stati male per più di 5 mesi per quella stupida proposta di matrimonio. -Sicuro?- continua ad insistere
-No,Tommy. Io la voglio sposare,la amo e voglio fare il passo successivo...ma lei..-
-Non vuole - termina lui.

***
10 mesi fa

Siamo alla cena pre-noziale di Iris e Barry,tutti vestiti eleganti per l'occasione ovviamente.
Ma io ho occhi solo per lei, la mia Felicity, la mia piccola donna. Dopo il discorso del padre di Iris ho capito che non potrei vivere senza di lei e quindi ho deciso di chiederle di sposarmi. Io e lei non ne abbiamo mai parlato veramente, non abbiamo mai parlato del nostro futuro come coppia. Noi pensavamo e pensiamo ancora oggi al presente o come dice lei 'giorno per giorno'.
-Dovremmo farlo anche noi....una cena così intendo-
-Una cena pre-nuziale, perchè vuoi fare una cena pre-nuziale?- chiede con sarcasmo mentre mi sistema la cravatta
-Per prepararci a cosa accadrà il giorno dopo...-
Alza lo sguardo. Mi fissa,non dice niente mi guarda e basta.
-Mi stai chiedendodi sposarti?-
-Felicity Megan Smoak vuoi sposarmi?-
Sorride. Prende fiato. -No-
Cosa? Ho capito male o cosa?
-No- ripeto
-Si- mi risponde in fretta lei
Cos'è mi sta prendendo in giro? Cosa le ha dato da bere Cisco?
-Felicity, potremmo essere felici....- cerco di convincerla
- No,l'unico ad essere felice saresti tu...io io non voglio,non ci credo-
A cosa non crede? In me? Nel matrimonio?
-Ma Felicity...-
-No! Oliver! Non ti voglio sposare!- urla
Tutti si voltano verso di noi, ci guardano. Felicity mi fa una carezza sul viso si gira e se ne va.
Senza voltarsi.

***

POV FELICITY

Suonai il campanello varie volte prima che Sara venisse alla porta. Mi sistemai nuovamente i capelli e, dopo un lungo respiro, Sara aprì e io entrai.
C’erano proprio tutte, Laurel era riuscita a convincere tutte a passare una serata tra donne per festeggiare anche il compleanno di Sara.
-Allora il programma della serata- iniziò pimpante Laurel
-Pizza e giochi!-
-Sul serio?- Laurel zittì Sara con lo sguardo
- Sì! Facciamo il gioco della bottiglia e twister!- trillò Laurel
-Io ho portato gli alcolici- disse Thea -Gli ho presi dal magazzino del Verdant-
-Grande Thea- urlai entusiasta
-Divertiamoci-
Le pizze arrivarono poco dopo.
-Giochiamo!- urlo

La serata proseguì a gonfie vele. Tra penitenze,obblighi e verità. Il momento lesbo ci fu: tra me e Sara.
Dopo ore in quella casa, uscimmo per andare in un pub per 'divertirci veramente' . Iris,Caitlin e Layla però hanno deciso di non venire. Beviamo,beviamo e ci divertiamo,facciamo stupidaggini e domani non ci ricorderemo niente.

POV OLIVER

Sono in salotto con i ragazzi, stiamo bevendo birra,mangiando pizza e parlando. All'improvvisa sentiamo la porta che si apre e ci voltiamo a vedere chi è.
-Shhhh!- dice qualcuno attirando la nostra attenzione
In salotto si manifestano Thea e Laurel.
-Speedy?- chiedo perplesso. Le raggiungiamo per vedere cosa sta succedendo.
-Ollie!- dice Thea alzando entrambe le braccia verso alto come se volesse farsi prendere in braccio. La alzo, e sento subito il suo profumo mischiato all’odore dell’alcool. Intendevano questo per “uscire a festeggiare il compleanno di Sara?” Da quello che mi ha detto Felicity dovevano fare una cosa tranquilla. Roy si avvicina a me, prendendo tra le braccia Thea e portandola sul divano la stessa cosa fa Tommy con Laurel.
-Perché vi siete ridotte cosi?- chiedo confuso accarezzando il viso di mia sorella preoccupato a morte. Ubriachezza fradice tanto che domani non si ricorderanno niente. Perché fare una cosa del genere? Poteva succedere qualcosa.
-Stavamo festeggiando,Sara-. dice con la voce impastata per via dell’alcool.
-Le altre dove sono?- chiede preoccupato Barry
-Iris,Caitlin e Layla sono tornate a casa- risponde Laurel.
-Tommy lo sai che ho fatto a botte con uno....ci stava provando con me- continua lei,ridendo come una matta.
Sono proprio andate
-E Sara e Falicity?- chiede Palmer
Perchè ,sì. Felicity mi ha costretto a invitare Palmer stasera.
-Erano ancora a bere,si stavano divertendo un sacco. Felicity si è divertita.- dice Thea scoppiando a ridere -Ha ballato sul tavolo per tutto il tempo..-
Mi si gela il cuore quando sento queste parole.
Non so dove sia, non so se è al sicuro, non so se qualcuno vuole farle del male…Non so nulla. Mi alzo, visto che ero inginocchiato davanti a mia sorella, seduta sul mio divano e prendo il cellulare dalla tasca volendola chiamare.
Ma prima che possa solo comporre il suo numero eccola che entra dalla porta di casa a braccetto con Sara.
Avanzo verso di lei, superando velocemente tutti altri, per costatare se sta bene se è tutta intera.
Vedo che ha una brutta sbucciatura sul ginocchio e un succhiotto. Chi si è azzardato a toccarla?
-Ciao Amore!-
-Stai bene?- chiedo premuroso cercando di bloccarle il viso con le mani per guardarla negli occhi. -Si,tu? Noi ci siamo divertite un sacco-
-Quanto hai bevuto?-   -Un bel po'- dice
-Ti fa male da qualche parte?- continuo premuroso verso Felicity mettendole una mano sulla schiena per coccolarla
-Sei cosi sexy quando ti preoccupi...- dice dandomi un bacio sul collo
-Forse è meglio andare- interviene Dig.
Dopo qualche minuto siamo soli in casa.
-Andiamo a letto- le dico prendendola in braccio a mo di principessa e portandola al piano di sopra.

***
3 anni fa

Per il nostro primo anniversario avevo fatto le cose in grande.
Avevo portato Felicity a Parigi, la città dell'amore. Era tutto il giorno che andavamo a destra e a sinistra per visitare questa magnifica città. Sono le 11 passate di sera,è buio e incomincia anche a fare freddo
-Dove mi stai portando?- mi sussurra Felicity prendendomi a braccetto -Vedrai.-
-Sono stanca- mormora appoggiando la sua guancia sulla mia spalla
-Tanto?- chiedo premuroso -Abbastanza-
-Possiamo risolvere-
Le faccio segno di aggrapparsi alla mia schiena, e lei non se lo fa ripetere due volte.
Mi sale sulla schiena, con le gambe strette intorno ai miei fianchi, e le mie mani sotto le sue cosce
.Ridacchia nel mio orecchio mentre si sistema e mi avvolge con le braccia.
-Posso partire signorina?- Lei non rispondere ma continua a ridere e io mi beo della sua risata che è la mia melodia preferita..

***

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


POV FELICITY

Sono in bagno a truccarmi, quando Oliver bussa alla porta per chiedermi il permesso di entrare. E’ la vigilia di Natale, e mi sto preparando per andare a villa Queen. -Entra.- dico mettendomi il mascara non curante del fatto che sia mezza nuda indossando solo dell’intimo di pizzo, reggicalze e tacchi alti
 Il vestito rosso che ho scelto di indossare per la serata a villa Queen è appeso ad una gruccia.
Niente di troppo vistoso o esagerato: è lungo, con delle bretelle sottili e uno spacco sulla gonna che quando cammino mi scopre tutta la gamba sinistra.
-Sei pron…- dice entrando bloccandosi però di colpo.
Mi giro verso di Oliver, costatando che Oliver mi sta osservando attentamente con occhi colmi di lussuria.
E io posso fare a stessa cosa con lui visto com’è vestito: indossa uno smoking con un papillon nero, che lo rende davvero irresistibile.
-Cristo.- sussurra chiudendosi subito la porta alle spalle.
-Stai cercando di uccidermi?-
-Stai bene…- dico accondiscendente cambiando discorso. -Tu stai bene.- dice raggiungendomi abbracciandomi da dietro.
-Questo completino è nuovo? Adoro questo colore…- dice toccando il tessuto di pizzo verde. 
-Oliver…che stai facendo?-
-Lo sai bene…-
-Non possiamo.-
-Oh si che possiamo.- sussurra malizioso scostandomi i capelli da una spalla per baciarmi il collo. -Sarà una cosa veloce.. dura e veloce-

Arriviamo villa Queen mezz’ora più tardi.
Sono da poco passate le sette e la festa inizierà tra un’ora circa.
Quando la nostra macchina entra nel vialetto, vedo che tutti gli alberi sono stati ornati di luci bianche che fanno sembrare l’ingresso un giardino incantato.
-Tanti auguri signorino Oliver.-dice Raisa ricevendo da Oliver un bacio sulla guancia.
-Anche a lei signorina.-
-Grazie Raisa.- dico sfilandomi il cappotto per darlo al domestico all’ingresso.
-Mamma, papà… dov’è Thea?- dice Oliver mettendomi una mano dietro alla schiena facendomi capire che è pronto a fare l'annuncio.
-E’ di sopra.. si sta preparando.- dice Moira - si sta facendo bella per l’arrivo di Roy il suo fidanzato.E’ la loro prima uscita in pubblico, ufficiale.-

La serata procede bene. Da quando sono arrivate le ragazze, abbiamo preso posto ad un tavolo, e abbiamo iniziato a chiacchierare.
-Non ti scrolla gli occhi di dosso.- sussurra Caitlin sottovoce seduta alla mia destra.
Mi giro leggermente e incontro lo sguardo di Oliver, sorridendogli dolcemente
. -Puoi dargli torto?- domanda Sara retorica. -Ray Palmer è qui e sta puntando Felicity.-
Iris guarda Sara perplessa, corrucciando lo sguardo
 -E’ un dato di fatto...marcano il territorio, perchè anche Ray vuole conquistare il cuore della nostra Felicity- dice Sara.
-Ancora con questa storia? Non è vero.- puntualizzo.
-Ti guarda come se volesse mangiarti.- fa notare Laurel bevendo un sorso di vino.
-Domanda più importante…sa che tu e Oliver siete tornati insieme?- chiede Caitilin rigirando il coltello nella piaga.
-Si.- dico scrollando le spalle -E poi non mi interessa… non gli devo nessuna spiegazione.-
-Perché ho l’impressione che Ollie voglia ucciderlo? Non lo vedo fare a botte da un po’.- sussurra Sara facendomi preoccupare.
Quei due, da quando si conoscono non si sono mai sopportati.
MAI.

***
4 anni fa

-Chi era quel tipo che ti ha riaccompagnato in azienda ieri dopo la pausa pranzo?- Oliver ed io siamo appena arrivati alla Queen Consolidated, dopo essere andati a prendere, come tutte le mattine, un caffè cosi da iniziare al meglio la giornata.
-Un vecchio amico…. Ray. Ray Palmer.-
- Ray Palmer?- chiede Oliver bloccandomi per un braccio.
-Il Palmer della Palmer Tech?-
-Si- confermo -È un vecchio amico che ho cono al MIT.-
-Amico?- chiede Oliver -Si per me lui è solo un vecchio amico dell'università-
-Lui questo lo sa? Ti stava divorando con lo sguardo- dice Oliver con tono severo.
È geloso?
-Amico e basta-
-Non mi piace- afferma -Ma non lo conosci neanche-

***

-Felicity-
Qualcuno mi sta chiamando, sono sovrapensiero non ho ascoltato l'ultima parte della conversazione con le ragazze.
-Felicity? Sei connessa?-
È Sara che mi sta richiamando
-Si si scusa,stavo pensando- cerco di scusarmi. Noto che siamo rimaste solo io e lei a parlare le altre si sono dileguate
-Oh okay....Comunque ti ho chiesto se hai pensato a quella cosa?-
Quella cosa. Eccome se ci ho pensato, è da giorni che non penso a nient'altro.
-Si- sussurro
-Davvero?- chiede incredula
-Si davvero, ne sono sicura-
-Wow, chi lo avrebbe mai detto. Sono felice per te- dice per poi abbracciarmi calorosamente.
-Ehm....ragazze?-
Io e Sara ci stacchiamo per guardare colui che ha interrotto il nostro momento da super amiche.
-Palmer- dice Sara sorridente
- Felicity possiamo parlare?- chiede ignorando completamente Sara.
-Certo-
-Io vi lascio soli- dice Sara prima di alzarsi e di andare da Nyssa.

Mentre io e Ray ci allontaniamo, uscendo fuori in terrazza.
-Alla fine siete tornati insieme?- chiede schietto
-Si- mormoro
-Perchè?-
-Lo sai perchè Ray. Io lo amo.- rispondo sinceramente
-Anche se non volete le stesse cose? Anche se litigate sempre? Anche se siete completamente diversi? Meriti di meglio di lui-
È strano non è il solito Ray è distaccato, freddo. Non mi ha mai parlato così
-Ray....ti senti bene?- chiedo preoccupata
-Mai stato meglio-
Prima che possa aggiungere altro, mi bacia con forza, leccandomi le labbra ripetutamente per invitarmi ad aprire la bocca.
-Sai sono bravo anche io, ma tu hai sempre avuto occhi per Queen. Perchè lui e non io?- sussurra con voce rauca
-Ray lasciami!- ordino ma lui torna a baciarmi, accarezzandomi con forza le gambe tenendomi stretti i polsi.
Il Ray che conosco non farebbe mai una cosa del genere,non si permetterebbe mai di fare una cosa del genere.
A nessuna.
Mi stacco dalle sue labbra per lasciargli sulla guancia destra un sonoro ceffone.
-Smettila di comportarti così Ray! Ma che hai? - sono scioccata dal suo comportamento.
Non lo lascio parlare, perchè mi volto e rientro dentro casa Queen. Sono sconvolta dal suo comportamento sembrava posseduto.
Oliver non deve venire a conoscenza di ciò che è successo, darebbe di matto e avrebbe un motivo per picchiate Ray. Non per il fatto che abbia cercato,di nuovo, di separarmi da lui dicendo che merito di meglio ma perchè mi ha baciato.
Bacio forzato.

-Ti sei imbambolata?- chiede Oliver attirando la mia attenzione. -Cosa?- chiedo confusa.
-A che stai pensando?- domanda lui curioso. -A niente- sussurro prima di dargli un bacio all'angolo della bocca
Lo sguardo di Oliver si posò su le mie mani, più che altro su i miei polsi.
Oh merda.
Segni rossi, segni che ha lasciato Ray mentre mi tratteneva contro la mia volontà,baciandomi
 -Cos'hai fatto?- chiede preoccupato
-E non dire niente Felicity. Come hai fatto?- mi scruta preoccupato e anche con un po' di curiosità Oddio ora che faccio?
-Felicity. Dimmi la verità- Ora è arrabbiato devo calmarlo.
-Amore....- inizio ma lui mi ferma subito
-Amore un fico secco. Felicity dimmi la verità-
-Non fargli male. Non lo ha fatto apposta stavamo parlando e lui ha stretto un po' troppo la presa su i miei polsi. Non voleva, non sta tanto bene stasera....- inizio a parlare senza prendere fiato
-Lui chi Felicity?-
Deglutisco rumorosamente.
-Ray- mormoro per poi abbracciarlo forte per evitare che parti in quarta in direzione di Ray.
Lo sento sospirare pesantemente per poi ricambiare l'abbraccio.
-Non è successo niente Oliver. Lascia stare Ray. Fai finta di niente, me la vedo io da sola- Lui inizia a dondolarsi un po',cullandomi dolcemente lasciandomi anche dei baci su i capelli.
-Okay. Ma se succede qualcosa dimmelo-
-Certo-
Sospira pesantemente aumentando la presa su di me.
-Sei felice che andiamo ad Aspen?- chiede cambiando discorso.
Certo che sono felice, per le vacanze di Natale io, Oliver e i nostri amici andiamo ad Aspen nella casa di Oliver e Thea per staccare un po' la spina.
Annuisco felice.
-Amore-
-Si?-chiede staccandosi da me per guardarmi negli occhi
-Ti amo-
-Anche io,piccola-

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


-Felicity sei pronta?- mi esorta Sara che è entrata come una furia in camera mia
-Si- rispondo trascinando la valigia
-Mi daresti una mano?- chiedo supplichevole
-Da qua, pappamolle- dice lei sollevando con facilità la mia valigia per dirigersi al piano inferiore del mio loft
-Ragazze ci siete? Vi stanno aspettando tutti giù - dice Oliver che è appena rientrato in casa -Si si ci siamo,è solo che la tua ragazza è molto lenta-
-Non è vero!- mormoro facendo la finta offesa.

Arriviamo in aeroporto e saliamo sull'aereo privata dei Queen diretti ad Aspen.
Ci siamo praticamente tutti: io e Oliver, Sara e Nyssa,Thea e Roy, Laurel e Tommy, Iris e Barry, Caitlin e Robbie, Cisco sono venuti persino Layla e Dig.
Non c'è Ray. Meglio così.
In questi giorni ho cercato di ignorarlo il più possibile anche se lui si è scusato più volte per quello che era successo a casa dei Queen.
Sono seduta vicino al finestrino difronte ho Thea ecitatissima di tornare ad Aspen, mentre accanto ho Oliver che mi tiene forte la mano.
-Felicity- sento sussurrare
-Felicity,svegliati siamo arrivati- una voce dolce mi sveglia.
La voce dolce del mio Oliver. -Ci sei?- chiede dandomi poi un bacio in fronte
-Si,andiamo-
Scendiamo dall'aereo mano nella mano.

Poche ore dopo siamo davanti alla grande casa dei Queen ad Aspen.
-Entriamo? Io sto gelando- chiede Roy In effetti fa un freddo cane, c'è neve, molta neve ma il paesaggio è comunque meraviglioso.
-Ragazzi siete pronti?- chiede entusiasta Caitlin
-Io la calzamaglia non la metto- borbotta Tommy
-Amico che non vuoi morire congelato devi metterla- risponde Oliver dando una pacca sulla spalla a Tommy per poi avvicinarsi a me
-Andiamo- chiedo ansiosa.
Lui annuisce e basta,oggi è particolarmente silenzioso.

Camminiamo per 5 minuti fino a quando non ci ritroviamo sulle piste da scii, scegliamo la pista più semplice visto che Cisco,Barry e Laurel non sanno sciare.
Il pomeriggio passa così tra una sciata e l'altra,quattro chiacchiere, molte foto,molte cadute soprattutto mie e di Thea,molte effusioni tra fidanzatini in pubblico e molte competizioni tra Oliver,Robbie e Roy.
Troppo stanchi per il pomeriggio passato ordiniamo le pizze.
Siamo in salotto,chi sul divano,chi sulle sedie,poi ci sono io che sono tra le braccia di Oliver sul tappeto.
-Domani che volete fare?- chiede Thea azzannando un pezzo di pizza
-Vi prego niente scii- supplica Iris. Poveretta lei è incinta ed è quasi al limite della gravidanza e per sicurezza non ha sciato con noi oggi ma è rimasta seduta a guardare. -Mi sono annoiata a morte a guardarvi- si lamenta
-Ma come non eri tu che ridevi come una matta per le cadute di Barry- dico ragionevole
-Vogliamo parlare delle tue di cadute Felicity?- domanda Robbie -Tutta colpa di Thea- mi giustifico
-Che ne dite di andare a pattinare?- domanda Oliver
-Questo lo puoi fare Iris- puntualizza Barry
-Si va bene-

Sono in camera mia e di Oliver sono sdraiata sul letto, mentre lui si sta cambiando.
-Oliver- lo chiamo
-Che c'è?-
-Stai bene?- chiedo premurosa -Oggi eri strano-
-Sono solo stanco- si sdraia anche lui accanto a me
-Oliver, la verità- so che sta mentendo,la stanchezza non è il motivo per cui si comporta così
-È solo che è qui ad Aspen che mi sono rifugiato dopo che io e te avevamo rotto. Stare qui mi ricorda quel periodo-
-Si è vero. Ma guarda il lato positivo Oliver. Ora siamo qui insieme, di nuovo- dico abbracciandolo appoggiando la mia testa sul suo petto.
-Hai ragione-

Il giorno dopo ci svegliamo presto per via di Iris che non vede l'ora di fare qualcosa che non sia osservare suo marito Barry cadere.
Andiamo a pattinare, non sono mai stata brava a pattinare, ci infilamo i pattini e schizziamo in pista.
Cioè i miei amici io sono attaccata ancora al bordo della pista all'aperto in cui abbiamo deciso di venire.
-Felicity-
Alzo lo sguardo dai pattini e mi ritrovo un Oliver che mi guarda sorridendo e mi tende la mano
-Ti tengo io,piccola-
Subito afferraro la sua mano ritrovandomi schiacciata contro il suo petto.
-Se cado non ridere- dico seria
-Ci proverò- dice dandomi una pacca sul sedere prima mi trascinarmi in mezzo alla pista.

La sera arriva presto e così decidiamo ti tornare a casa.
-Avevi detto che non avresti riso- dico dando uno spintone ad Oliver
-Ma dai Felicity! Non si poteva non ridere a quella caduta- dice Diggle intrommettendosi nel discorso
-Siete degli idioti- dico incrociando le braccia sotto il seno e facendo il broncio
-È stata spettacolare quella caduta- dice Roy volendomi sfottermi per bene -Dovevo fare un video- per risposta gli arriva in faccia un cuscino
Oliver si mette dietro di me e mi abbraccia -Guardate che mi sono fatta male!-
-Immagino, hai dato una culata- dice Sara la quale sta ridendo ancora -Ti uscirà il livido- puntualizza Barry
-Tranquilli ragazzi il mio migliore amico saprà prendersi cura del fondoschiena della sua ragazza- dice Tommy facendo l'occhiolino al diretto interessato il quale mi ha rigirato tra le sue braccia facendo si che io dia le spalle a tutti gli altri, sprofondando dalla vergogna nel suo petto
-Guarda Felicity! Il tuo lato B è più grosso, forse per via della botta si sta confidando- urla a crepapelle Sara facendo ridere tutti persino Oliver, il quale ha allungato le mani verso il mio sedere iniziando ad accarezzarlo.
-Guardate Ollie si è già messo all'opera-
Sara io ti ucciderò,stanne certa.

Quella sera dopo avermi preso in giro ancora un po' abbiamo cenato con qualcosa di leggero e abbiamo deciso di usare la Spa interna nella casa. Che cosa magnifica era quel posto. Sono immersa nell'acqua mentre mi rilasso felicemente. Mi avvicino ad Oliver che continua a guardarmi sorridendo, appoggio la mie mani sulla sua cicatrice.
-Avevo detto che saresti stato sexy anche con questa-
Lui in risposta ride, prendendomi in braccio.
Con le gambe mi lego alla sua vita e appoggio le braccia sulle sue spalle muscolose, mentre lui appoggia la testa nell'incavo del mio collo dandomi ogni tanto dei baci. -Ti devo dire una cosa-
-Okay-
-Non ti arrabbiare...ma Ray oltre ad avermi stretto un po' troppo i polsi....mi ha anche baciato- mormoro Oliver alza la testa e punta i suoi occhi nei miei.
È furioso.
-LUI COSA?- urla facendo girare tutti i nostri amici verso di noi.
Voglio sprofondare.
-Mi ha baciato,ma io l'ho respinto per questo mi stretto....ma io non volevo..io non...-
-Ho capito Felicity- dice lui iniziando a massaggiarmi la schiena
-Perchè non me lo hai detto quella sera?- chiede un po' arrabbiato
-Perchè non volevo che facessi una delle tue scenate di gelosia e che lo prendessi a pugni- dico stringendo di più il nostro abbraccio
-Ma sappi che dovresti essere orgoglioso di me-
-Perchè hai baciato Palmer?- chiede scettico -Ma no, cretino. E che dopo quando mi sono staccata da lui gli ho tirato un ceffone- ammetto iniziando a sorridere
-Hai schiaffeggiato Palmer?- chiede ridendo
-Si-
-Brava la mia ragazza- dice per poi darmi velocissimo bacio
-Quindi evita di sfogare la sua rabbia su di lui. Non credo che stesse benissimo quella sera. Non era lui- chiedo supplichevole
-Cercherò di trattenermi-
-Bravo ragazzo- dico dandogli un bacio.

Dopo esserci rilassati nella piscina interna tutti sono andati a dormire. Sono sul letto a pancia in giù e sto sfogliando una rivista mentre Oliver è in bagno.
Sento la porta che si apre e che si richiude velocemente e Oliver che si sdraia sul fianco vicino a me. Inzia a toccarmi i capelli per poi scendere lungo la schiena fino ad arrivare al mio fondoschiena per fermarsi li.
-Ti fa ancora male?-
-Un po'- dico imbarazzata
-È stata una bella caduta- dice ridendo
Mi giro su un fianco affinché lo possa guardare.
-Smettila. È stato imbarazzante- ammetto
-È stato esilarante-
Gli tiro un colpetto sul braccio -Smettila- ordino seria -Mi uscirà il livido-
-Domani controlliamo- dice per poi darmi un bacio sulla spalla -Mi hai preso in giro. Il mio splendido fondoschiena non lo vedrai per un po' -

I giorni successivi furono sempre più belli e divertenti,noi eravamo come una grande famiglia felice.
-Sara- dissi vedendo la mi amica bionda intenta a cucinare qualcosa -Dimmi-
-Lo faccio oggi- dico decisa
-Cosa?- chiede perplessa -Quella cosa...sai, di cui abbiamo parlato-
-Oggi? Sei sicura?-
-Sicurissima-
-Che fate?- chiede Iris arrivando alle nostre spalle
-Ho fatto una torta!- trilla Sara tutta orgogliosa -Come stai Iris?- chiedo mettendole una mano sul pancione
-Bene anche se sento che sto per scoppiare. Non vedo l'ora che nasca,non ce la faccio più.- dice sbuffando -Poi alla fine avete deciso il nome?- chiede Sara curiosa
- Lo chiameremo Samuel- risponde lei tutta orgogliosa
-Ti aspettiamo tutti con ansia Sammy- dico ridendo.

È sera dopo un'altra giornata siamo rientrati in casa oggi era l'ultimo giorno e per mia gioia siamo andati a pattinare. Magnifico, se non fosse per via delle cadute che ho fatto, di nuovo. E nuovamente tutti mi hanno riso dietro, non metterò mai più dei pattini. Oggi mi avevano sfottuto così tanto che me l'ero presa, ero arrabbiata,tanto che dopo l'ultima presa in giro da parte di Tommy mi ero tolta i pattini ed ero tornata a casa. 'Imbranata colossale che non sa fare nient'altro che aggiustate i computer' mi aveva definito. Il profumo del gelsomino non era troppo forte, ma comunque penetrante.
Mi cullava l’olfatto riempiendo le narici, e l’acqua caldissima ne esaltava le note più fragranti. Oliver era dietro di me e non fiatava. Mi avvicino, immergendo le punte delle dita nell’acqua. La sentì deliziosamente bollente, quasi troppo per la mia pelle fredda. Volevo che il bagno caldo mi disinfettasse dalle cadute e dalle parole offensive dei miei amici,soprattutto quelle di Tommy che ancora mi tormentavano. Mi sfila i vestiti rimanendo in biancheria dando le spalle a Oliver il quale si avvicinò posando una mano sulla spalla per farla voltare, e si inginocchiò di fronte a lei con un sospiro. Fece scorrere le dita sulla gamba nuda, arrivando fin dove c'erano i segni dei lividi,procurati per via delle numerose cadute fatte in questi giorni. Non era un tocco tenero e sensuale, ma piuttosto ispettivo e attento,rabbrividì, a disagio, sembravo una bambina
-Sta’ ferma. Sto controllando.-mi intimò un po’ spazientito.
-Non c’è nulla da controllare.-gli ricordo stizzita.
Lentamente si alza e inizia a spogliarsi anche lui, nessuno dei due fiata, rigorosamente nudo si avvicina a me slacciandomi il reggiseno per poi abbassarsi e sfilarmi le mutandine di pizzo.
E' il primo ad entrare, sedendosi contro la parete della vasca, poi mi aiuta a raggiungerlo e mi fa appoggiare alla sua schiena. Oliver ha pieno accesso al mio collo, infatti inizia a baciarlo lasciando dei baci languidi per poi mordermi il lobo dell’orecchio. Mugolo, rilassandomi completamente contro di lui, godendomi un contatto con il suo corpo.
-Non devi prendertela per quello che dice Tommy. Lui scherza- dice riportandomi alla realtà.
-Non ha tutti i torti,no?- chiedo perplessa.
-Non sei una imbranata che sa solo riparare computer Feliticy- dice lui vago.
-Davvero? Perchè non so fare nient'altro infondo. Non so cucinare, non so stirare non so fare niente, sono solo una ragazzina che non sa fare niente- -Non è vero. - -Sei un bugiardo-
-Sono eccitato.- sussurra maliziosamente nel mio orecchio facendomi fremere.
-Mmm…- dico girandomi verso di lui, mettendomi a cavalcioni sulle sue gambe.
Le sue mani finiscono sui miei glutei, per facilitare la penetrazione, continuo a muovermi, cavalcandolo nella vasca. Mi bastano poche spinte, e dopo un po’ raggiungo l’orgasmo fermandomi solo per alcuni secondi. Ma Oliver non mi da neanche il tempo di riprendermi, che mi mette le mani sul sedere e continua a muovermi su di se poi sfinita incomincio a baciarlo sulle labbra per poi riprendere fiato pian piano.
-Devo parlarti- dico seria, rovinando forse il momento
-Okay-

Non ci separiamo, rimaniamo fermi io a cavalcioni su di lui con il suo amichetto dentro di me e le sue mani su i miei glutei, mentre le mie sono appoggiate al bordo della vasca. Ci fissiamo intensamente negli occhi.
-Ti ricordi quella sera in cui i tuoi e tua sorella sono stati aggrediti dal suo ex?- chiedo timorosa -Si- risponde sospirando.
-Prima che succedesse ciò che è successo...io e te stavamo parlando fuori sulla terrazza in casa nostra...E io stavo facendo pensieri sulla vita e sul mondo...-
-Felicity dove vuoi arrivare?- mi interrompe impaziente
-Stavo pensando ai miei principi,a ciò in cui io credo. Mi sono soffermata a pensare al matrimonio. Io non ti ho mai dato una vera e propria risposta per il mio rifiuto alla tua proposta di sposarci.-
Prendo fiato, lo guardo, lui non dice niente continua a scrutami curioso -Io sinceramente non credo nel matrimonio, non penso ci sia bisogno di un pezzo di carta per mettere in chiaro certe cose, penso che bastino due persone che si amino più di loro stessi.
Ed è quello che provo per te in fin dei conti....Il punto è che,poi quando ti hanno sparato ho pensato che saresti morto e...-
Lacrime silenziose iniziano a scendere lungo il mio viso ripensando a quel momento, Oliver subito me le asciuga sorridendo
-La vita è troppo breve Oliver. La mia più grande paura è quella di perderti e io non voglio.....siamo una coppia e in una coppia si scende a compromessi e io voglio farlo con te. Per te. Perchè non credo in un futuro senza questo, senza un noi, senza te. Quindi se ti fa felice lo farò volentieri-
-Cosa? Felicity io non capisco cos...-
-Oliver Jonas Queen, vuoi sposarmi?-

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


-Vuoi sposarmi?-
Gli ho chiesto veramente di sposarmi? Si lo fatto. Ne stavo parlando per giorni con Sara e lei mi ha dato tutto il supporto morale necessario per farlo. Per fare questa scelta,di cui non mi pentirò mai. Aspettavo solo la risposta di Oliver. Sentii il modo in cui il suo respiro si mozzò, i suoi occhi si chiusero con forza come se stesse cercando di tenere le parole dentro di sé. Io rimasi in silenzio, dandogli tempo, per riprendersi.
Rimasi in silenzio.
Fin quando vidi una lacrima vagante sfuggirgli dall’angolo dell’occhio chiuso, scendere lungo la guancia fino alla barba. Le mani andarono nei suoi capelli mentre gli tiravo la testa nel suo collo, mentre le sue braccia si strinsero completamente intorno alla mia schiena, stringendomi così forte nel suo corpo che lei sentì lenti singhiozzi colpirlo.
Sentii le sue braccia stringermi attorno ancora di più, il collo bagnato dagli occhi di lui, il cui corpo tremava nelle mie braccia. Oliver stava scoppiando, si stava lasciando andare, lo tenni stretto, permettendogli di farlo. Il mio bambino.
Aveva aspettato così tanto. Provai a tirarmi indietro ma le sue braccia si strinsero ancora di più. -Oliver- mormoro dolcemente, il mio cuore che si scioglie per lui, nessun uomo ha mai pianto per me.
-Amore,guardami.-
Non si mosse.
-Per favore.- Si stacca lentamente da me e mi guarda, i capelli spettinati e un po' umidi, gli occhi leggermente arrossati per le lacrime e il sorriso da ebete che ha stampato sul volto.
-Allora? Che dici?-
-Si, certo che ti sposo- dice prima di baciarmi con passione.
All'improvviso sentiamo dei passi e la porta del bagno di spalanca
-Ragazzi la cena è pronta....Oh mio Dio!-
Lo sbraito di Cisco fece immobilizzare Oliver, le sue mani sul mio fondoschiena, le mie guance si infiammarono mentre sprofondavo il viso nell'incavo del collo di Oliver, il quale mi strinse più forte a se per farmi da scudo.
-Scusate io avrei dovuto bussare, ma....ecco si, io ora...- Cisco è lì immobile a fissarci.
No ha mai visto due persone nella vasca? Ma che domande faccio.
-Cisco esci!- sbraita Oliver che cerca di comprirmi dagli occhi curiosi di Cisco
-Si....si certo- velocemente esce e richiude la porta.
Sbatto la testa contro la spalla di Oliver, arrossendo.
-Ci ha appena visto nudi nella vasca, Oliver. Non posso credere che Cisco ci abbia visti. Oh cavolo. Non so se ho coraggio di scendere giù a cenare- mormoro in imbarazzo

Dieci minuti dopo siamo giù a cenare con gli altri. Oliver è accanto a me ed è entusiasta, per vuole dire la grande novità ai nostri amici mentre Cisco continua a fissarmi. -Dobbiamo dirvi una cosa. Nessuno se la immaginava ma è successa, una cosa inaspettata non programmata.- inizia Oliver
-Io e Felicity...-
-Li ho visti nudi,nella vasca mentre si davano da fare. Non sono sicuro che si stessero dando da fare,però beh Felicity era sopra ad Oliver e..- interviene
Cisco pensa che Oliver stia parlando di quello? Oddio no.
-Cisco! No!- dice Oliver alzando il tono di voce
-Io e Felicity ci sposiamo-
-Cosa?- chiedono praticamente tutti -Ci sposiamo- sussurro imbarazzata ancora per quello che ha rivelato Cisco
-Congratulazioni ragazzi-! dice Diggle
Le ragazze si alzano e mi vengono ad abbracciare, sono tutti felici che io abbia cambiato idea.
-Felicity, comunque scusa per prima. Ho esagerato, non ho collegato la bocca con il cervello. Non sai solo riparare Pc-
Tommy Merlyn si sta scusando con me? Non è mai successo in quattro anni, solitamente è Laurel che si scusa per i suoi comportamenti. Dov'è la fregatura?
- Tranquillo Tommy- dico sorridendo sincera
-Non sai solo riparare Pc, sai pure dominare Oliver. Nessuna l'aveva mai cavalcato era sempre lui a fare il lavoro- sbraita ridendo come un matto. Ecco la fragatura. -Tommy!- urlano Oliver e Laurel in contemporanea.
Poco ma sicuro sono diventata bordeaux. Grazie Cisco.
-Oliver si sarà preso cura dei lividi sul fondoschiena di Felicity- dice Roy assecondando Tommy, iniziando a ridere pure lui ma beccandosi una gomitata alle costole da Thea, che ringrazio mentalmente.
-Beh le sue mani erano posizionate proprio lì! - dice Cisco facendo riferimento al fatto che quando è entrato all'improvviso in bagno una delle mani di Oliver era sulla mia schiena mentre l'altra era appoggiata sul mio gluteo.
-E comunque il livido c'è. Bello grosso, sulla natica destra- continua Cisco ridendo insieme a Tommy e a Roy.
Infantili..
-Le hai guardato il culo?- domanda Oliver serio,facendo zittire tutti
-Sei entrato in camera nostra e nel nostro bagno,senza bussare, hai invaso la nostra privacy. Hai rovinato il nostro momento post-proposta. E hai anche guardato il culo di Felicity. La mia ragazza nonché futura moglie. -sibila Oliver evidentemente alterato. Tommy abbassa lo sguardo mentre Roy cerca di nascondersi dalla visuale di Oliver e Cisco, che è praticamente seduto di fronte a noi degludisce rumorosamente.
-A mio discapito posso dire che è un bel culo- dice Cisco cercando di far ridere i presenti.
-Scappa- mormora Oliver che si alza dalla sedia e guarda furioso Cisco
-Scappa o ti uccido- dice nuovamente puntando un dito contro Cisco.
-Oliver!-

POV OLIVER
Siamo tutti in salotto davanti al camino mentre facciamo un gioco da tavolo proposto da mia sorella. Sono sdraiato sul divano con in mezzo alle gambe Felicity che ha la testa appoggiata al mio petto e mi stringe forte. La mia Felicity, mi ha chiesto di sposarmi. Chi l'avrebbe mai detto,lei che non crede nel matrimonio mi ha chiesto di diventare suo marito. Ovviamente non ho potuto rifiutare, è ciò che volevo e ora lo vuole anche lei, non potrei essere l'uomo più felice al mondo. Quando lo dirò ai miei genitori scoppieranno per la gioia, loro amano Felicity e mia sorella Thea ha già iniziato a stressare la mia ragazza sui preparativi del matrimonio. È stato un bel momento, la proposta, se non fosse che Cisco ha interrotto il tutto, balbettando e guardando il bellissimo fondoschiena della mia fidanzata. Se non fosse stato che è un nostro amico lo avrei preso a pugni, ma mi sono trattenuto nel farlo. Il respiro di Felicity inizia a rallentare quando comincio a far scorrere le mani calde su e giù sulla sua schiena.
-Ti stai addormentando?- chiedo. Gli occhi di Felicity si aprirono e scosse la testa leggemente, -No-
-Bugiarda-
-Forse-. si corresse lei assonnata, mormora -Ti amo-
-Anche io piccola,ora dormi-

Sono passate due settimane dalla proposta che Felicity mi ha fatto. Le vacanze sono finite,siamo tornati a New York e abbiamo già ricominciato a lavorare. Siamo sdraiati insime nel nostro letto, ho la testa posata sul petto di Felicity dopo una lunga sessione di sesso sfrenato dopo una lunga e pesante giornata di lavoro.
-A che pensi?- mi chiede iniziando ad accarezzarmi i capelli
-Che sono felice. E che non vedo l'ora di sposarti- dico lasciandole un bacio sotto il seno destro.
-Dovrei dirlo a Curtis, del matrimonio intendo. A lui lo voglio dire- Felicity ha deciso di non dire ancora nulla sul matrimonio, lo sanno solo alcuni nostri amici ,che erano ad Aspen con noi, e i nostri genitori.
-Allora è arrivato il momento per te di portare il meraviglioso anello che ti ho fatto fare attorno al tuo dito e non su una catenina d’argento fra i tuoi seni- dico lasciandole un bacio tra i due seni
-Oliver. Ne abbiamo già parlato- Felicity dice, frustrata, non volendo tornare su una vecchia discussione, una che andava avanti da quando avevano cominciato a frequentarsi.
-No. Tu hai parlato, mentre io sono rimasto ad ascoltare. Stiamo insieme da quattro anni praticamente, tutti in ufficio ormai sanno che non sta con me per i soldi. Sono orgoglioso di essere il tuo fidanzato, e non vedo l’ora che il mondo intero lo sappia-
-Beh dopo quattro anni, nel bagno delle signore alla QC gira ancora voce che sono un'arrampicatrice sociale. Che mette gonne troppo corte. - dice sbuffando rumorosamente
-La devi smettere di ascoltare le voci di corridoio. Quelle persone non sanno niente. E poi a me piacciono le tue gonne, soprattutto quelle corte.- dico sorridendo
-Forse hai ragione- dice rassegnandosi
-Inizierò a metterlo al dito-
-Grazie piccola- mormoro dolcemente

-Ti sposi!-
-Curtis abbassa la voce!-
-Scusa e che....wow, tu che eri quella che era anti-matrimonio ti sposi-
-Già-
-Sono felice per te, Felicity-

-Grazie- Io e Curtis abbiamo aproffittato della pausa per andare a pranzare insieme e così ho deciso di dirgli la novità.
-Avete già deciso quando?- chiede curioso
-Oliver ha detto che posso decidere io-
-Quell'uomo è fantastico- dice Curtis rilassandosi sulla sua sedia -Peccato che sia etero-
Rido.
Perchè Curtis è così, lui mi fa ridere, mi fa sentire bene è un ottimo amico.
-Al mio matrimonio c'erano dei cocktail personalizzati per me e Paul.....sai che ho scoperto che si è messo insieme a un'altro- Curtis e Paul si sono divorziati da poco più un anno. La decisione è stata presa da Paul perchè secondo lui Curtis ama il suo lavoro più di ogni altra cosa.
-Mi dispiace-
-A me no- dice mentendo spudoratamente.
-Se vuoi puoi aiutarmi anche tu con Thea ad organizzarmi il matrimonio- propongo cercando di distrarlo un po'
-Oddio si! Mi farebbe molto piacere-
-Dovremmo decidere una location... dev'essere magnifica. Un castello? O forse meglio ancora un bel matrimonio all'aperto?-


Quando sono arrivata a villa Queen con Curtis nonché mio consulente matrimoniale, sono stata riempita di domande dalla piccola Queen che ovviamente ha deciso che mi organizzerà il matrimonio. Moira e Robert sono fuori a cena mentre Oliver è ancora in ufficio e quindi vi raggiungerà più tardi.
-Thea non credo che sia il caso un matrimonio in un castello non mi sembra una location ideale..-
-C'è l'ho, c'è l'ho. Ho fatto una fatica a convincerlo e dovrete pagare un extra ma ho la data e il luogo- urla Curtis arrivando di corsa in salotto
-Dieci maggio a....rullo di tamburi...Central park-
-Ci sei riuscito?- chiedo scioccata
-Curtis ma come?- pure Thea è rimasta a bocca aperta
-Volevi un matrimonio primaverile no? Nella natura.....ho un amico che ha un amico che conosce un tizio che mi ha fatto avere la location-
-Grazie- mormora incredula -Oddio a maggio? Felicity abbiamo solo 3 mesi per organizzare tutto!- urlo Thea
-Diamoci da fare allora- dice Curtis accomodandosi accanto a me iniziando a sfogliare una rivista per abiti da sposa.
Ho il miglior wedding Planner al mondo.

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


10 Giugno
Thea mi ucciderà se arrivo tardi al nostro appuntamento. Le avevo promesso che sarei arrivata puntuale, ma ho già un quarto d’ora di ritardo. Parcheggio la macchina poco lontano dal negozio nel quale avevamo accordato di incontrarci e cammino velocemente verso l’entrata del locale, maledicendomi per aver deciso di indossare stivali a tacco alto proprio oggi. La mia futura cognatina mi vede arrivare e sospira rassegnata, incrociando le braccia al petto e rivolgendomi uno sguardo quasi assassino.
-Lo so, sono in ritardo. Scusami.-
-Sei sempre la solita. Dovevo aspettarmi che saresti arrivata tardi anche per la prova del tuo abito da sposa.-
-Andiamo Thea! Sono stata trattenuta al lavoro- Entriamo nel negozio di vestiti e vengo quasi abbagliata dal bianco incandescente degli abiti che padroneggiano nell’enorme stanza.
-È arrivata la futura sposa- Una signora sulla quarantina d’anni di bassa statura ci raggiunge
-Mentre aspettavo che arrivassi sono entrata e abbiamo fatto due chiacchere. E ho già preso degli abiti con Patty-mi spiega Thea. Patty che è la commessa del negozio si avvicina offrendoci poi due calici di Champagne e facendoci accomodare sulle poltrone poste vicino al enorme camerino. Mi mostra tre abiti che ha scelto da farmi provare e mi manda poi a indossarli. Mentre li provo sento che sono arrivati Curtis, mio altro consigliere fidato e Sara che mi farà da damigella. Erano tutti e tre seduti in attesa di vedermi con addosso il primo abito. Patty mi aiutò ad indossarlo nel camerino, e poi mi accompagnò fuori. Curtis emise un sospiro deliziato quando salii sul piedistallo.
- Oh, lo adoro! Questo! Prendi questo! Ti sta benissimo!- Feci un piccolo sorriso, ma non ne ero molto convinta. In effetti, neanche le due Sara e Thra lo erano. Quel modello non metteva per niente in risalto le mie forme feci una smorfia contrariata.
- Sul serio,Felicity, devi prendere questo!- insistette
- Sei meravigliosa!-
- Ehm…forse sarebbe il caso di vedere anche gli altri modelli, Curtis…- azzardò Thea
- Perché? Questo è perfetto!- rispose l’altro, perplessa.
- E’ meglio non essere troppo affrettate…- ritentò Thea - Vediamo come ti stanno gli altri!- intervenne Patty facendomi scendere dal piedistallo. Al decimo abito che provai, nessuno fiatò. Indossavo un sensuale abito da sposa stile principessa dove il tulle e le applicazioni floreali ricamate sono decisamentr protagonisti.
Un modello meraviglioso che bilancia perfettamente i volumi, combinando una gonna in tulle a strati e un corpetto effetto nudo con maniche corte in tulle cristallo ricamato e la schiena un po' scoperta.
Meraviglioso.
-Voglio questo- dico decisa
-Felicity, sei fantastica- decreta Sara
Ho trovato il mio abito da sposa.


-Come sono andate le cose oggi?- Chiede Oliver che è in cucina a cucinare, mentre io sono seduta su uno degli sgabelli della cucina ad osservarlo lavorare. E' strano vederlo nelle vesti di amministratore delegato, e nelle vesti di futuro marito.
È dannatamente sexy.
-Bene, ho scelto l'abito- dico sorridendo Lui si gira verso di me sorridendomi
-Davvero? Com'è?- chiede curioso
-Non te lo dico-
-Un indizio?- chiede supplichevole
-È sexy- dico scendendo avvicinandomi a lui abbracciondolo
-Così mi ecciti- dice per poi baciarmi
-Dove ti porta Tommy per il tuo addio al celibato?- chiedo cambiando discorso
-Non lo so. Non mi ha detto niente. Tu invece?- chiede
-Sara non mi ha detto niente-
-Che amici, molto misteriosi che abbiamo-
Mi appoggio completamente a lui. -Ti amo- mormoro


10 Maggio
-No basta ho deciso non lo faccio! - esclamo cercando di sfilare l'abito che aveva indosso. -Non puoi dire sul serio! - esclama Sara
-Non essere sciocca! - mi riprende mia madre seduta sulla poltrona mi guarda incredula.
-Felicity, pensa a quello che stai dicendo, non puoi annulare tutto....- inizia Thea
-Si invece che posso - rispondo incrociando le braccia sotto il seno in segno di sfida, quella era stata un idea stupida. -Non mi abbasserò ancora una volta a fare quello che vuole Oliver, ho detto no e no rimane! Datemi una mano a togliermi questo dannato vestito! -
-Felicity calmati!- urla mia madre
Mi porto le mani al petto perchè non riesco a respirare, mi rendo conto che sto piangendo. Non ce la faccio, io non sono portata per queste cose.
-Felicity ti senti bene?- chiede Sara preoccupata
-Non....non...riesco a respirare...- mormoro senza fiato
-Ti devi dare una calmata- dice mia madre accarezzandomi i capelli Ho un attacco di panico. Di nuovo. Sembra che mi stia per venire un infarto.
-Io...non ci riesco...- piango
Mi sento vuota.
Come se fossi in una bolla, da sola isolata dal resto del mondo. Mi accascio a terra piegandomi sulle ginocchia, mia madre mi segue a ruota. La guardo sta piangendo anche lei e parla, ma io non sento niente, Sara è sparita quando mi sono letteralmente buttata a terra, è corsa via e non è ancora entrata. Noto che al suo posto c'è Curtis che mi guarda con aria preoccupata, sarà corso qui sentendo le mie urla. Chiudo gli occhi,sperando poi di riaprirli per rendermi conto che è tutto un brutto sogno. Chi è che può temere un matrimonio? Semplicemente...io.
Perchè sono la donna più complicata al mondo.

Cerco di regolarizzare il fiato, ma ancora con gli occhi chiusi, stringo tra le mani con forza l'orlo del vestito e urlo. Urlo con tutto il fiato che ho in corpo. Urlocome in preda alla follia, una follia che non so spiegare.
-Felicity-
Sento due mani che mi prendono per le braccia senza farmi male.
Sento quella voce e non urlo più. Non apro gli occhi ma mi fiondo tra le sue braccia piangendo, singhiozzando.
Mi strofino contro la sua camicia, drogandomi del suo profumo e lasciandomi cullare dalla sua premura.
-Sssh- mi dice accarezzandomi i capelli. -Piccola, è tutto ok, è tutto apposto ora.-mi sussurra dolcemente.
Perchè Oliver riesce ad essere la persona più dolce del mondo. Perché di notte, quando crollo lui mi culla tra le sue braccia, mi asciugava le lacrime e mi chiamava dolcemente, mi bacia e mi chiama amore mio, io mi calmo lui sorride e poi mi circonda con le sue braccia fino a quando ne ho bisogno.
-Felicity ehi, basta piangere. Piccola guardami.- dicee Oliver preoccupato.
Lo guardo con gli occhi rossi e inondati di lacrime.
-Respira.- mi ordina.
Torno a respirare un pò più calma.
-Basta piangere.- mi ordina ancora asciugandomi le lacrime. Smetto di piangere. Lui sorrise.
-Non dovresti vedere la sposa prima del matrimonio...porta sfortuna- mormoro
-Se la sposa ha bisogno,io arrivo. E poi non sto guardando il vestito- risponde tenendomi il viso tra le sue mani
-Scusa- dico piano -Ho rovinato tutto. Di nuovo-
-Non è vero Felicity. Non ha rovinato niente. È normale essere ansiosi il giorno del proprio matrimonio-
-C'è differenza tra ansia e attacco di panico psicotico, Oliver- puntualizzo
Lui sorride.
-Cosa vuoi fare?- chiede piano
-Io voglio....voglio...voglio sposarti-
-Sicura?- domanda titubante
Annuisco piano.
-Quindi vado fuori, e ti aspetto- dice dandomi un bacio in fronte
-Non guardarmi. Il vestito, non lo guardare- ordino a bruciapelo
-Okay- soffia sulle mie labbra
-Vado-


Siamo sposati.
Non ci credo.
È stato magnifico.
Tutte le mie paure, le indecisioni si sono annullate quando ho visto Oliver.
La cerimonia è stata semplice e veloce, John Diggle ha avuto l'onore di rendermi la signora Queen sposando me ed Oliver. Sara che mi ha fatto da damigella ha persino pianto, non avevo mai visto piangere Sara Lance. È stato tutto perfetto,unico e non sono neanche caduta e non ho avuto altri attacchi di panico. Alla cerimonia erano presenti solamente i nostri familiari e gli amici più stretti, nessun occhio indiscreto o curioso era presente. Non c'era neanche Ray Palmer per felicità di Oliver, anche perchè io lo avevo invitato ma lui non si è presentato.
Pazienza.

Ora siamo al ricevimento del nostro matrimonio.
Dopo il discorso di Tommy avevamo tagliato la torta ed siamo andati a ballare. Siamo in mezzo alla pista da ballo,ho la testa nascosta nell’incavo del collo di Oliver mentre la sua testa è posata contro la mia. Moira, Robert, Malcolm e Rebecca si muovono lungo la pista da ballo, sorridendo e divertedosi a scambiarsi compagno di ballo insieme ai ragazzi mentre le canzoni cambiavano. John era in una profonda conversazione con Roy,Thea e mia madre. Barry e iragazzi parlottavano tranquilli mentre le mie amiche erano tutte intorno a Iris e al piccolo Samuel di quattro mesi.
-Sei felice?-
-Molto- mormoro con una risatina, mentre ci incontrismo per un dolce bacio, con i corpi tenuti vicini mentre ondeggiamo.
-Ti amo, Felicity- sussurra -Sei il mio tutto.-
-Non riesco neanche ad immaginare di vivere il resto della mia vita senza di te'-
-E non dovrai mai farlo. Staremo insieme per sempre.-
-L’amore della mia vita-dico
-Prima eri la mia migliore amica- bacio -Poi la mia compagna- bacio -Ora mia moglie- bacio

-Ehi! Risparmiate tutte questa smancerie per la luna di miele, non vogliamo assistere a niente. Una volta mi è bastata -grida Cisco dall’altra parte della tendone dove sta bevendo con Barry.
Mi stacco da Oliver e inizio a ridere, lui fa lo stesso anche se lancia una occhiataccia a Cisco.
-Mi dispiace per prima- dico sincera
-Non avrei dovuto dare di matto-
-Tranquilla è tutto passato. E poi l'importante è che tu non sia scappata, sarebbe stato umiliante- dice con un sorriso da ebete stampato sul volto. -Cretino,da te non scappo- prendo il suo viso tra le mani e lo bacio con tutta me stessa
-Ragazzi ci sono dei minori!- urla Cisco di nuovo Mi stacco da Oliver, siamo fronte contro fronte, lo guardo intensamente negli occhi e sorrido.
Sono felice.
-Altre due ore,piccola. E poi sarai tutta mia- Io e Oliver partiremo esattamente tra tre ore dall'aeroporto di New York per andare in luna di miele. Non so dove, ha organizzato tutto Oliver e non mi ha detto niente.
-Dove stiamo andando lo sai, vero?- chiedo retorica cercando di ricavare informazioni da mio marito. Mio marito. Oliver è mio marito. E' una cosa strana da pensare, quasi assurda da dire a voce alta.
-E' una sorpresa.-


Siamo in volo sul jet della Queen Consolidated da ore e ancora vestiti con gli abiti del matrimonio.
-Un suggerimento almeno?- chiedo curiosa.
-No. Ma siamo quasi arrivati-

Dopo 8 ore di volo, siamo arrivati a Positano. Mi ha portato a Positano. Siamo appena arrivati in Hotel e che Hotel, Oliver non ha badato a spese. -Ti piace?- chiede prendendomi per mano e dirigendosi verso l'ascensore. Annuisco, guardandomi intorno. È praticamente notte e nella hall dell'Hotel ci sono poche persone che ci guardano con occhi ammalianti e ci fanno le congratulazioni. Adoro il mio abito ma ho la necessita di toglierlo, mi sento troppo osservata. Sento il campanello dell'ascensore che segna l'arrivo al nostro piano, camminiamo lungo il corridoio mano nella mano fino a quando arriviamo davanti alla nostra stanza. Oliver tira fuori la chiave e apre la porta, ma non entra.
Lo guardo perplessa, lui mi sorride.
Improvvisamente il mondo si capovolse mentre lui mi alzava da terra, caricandomi sulla sua spalla con una mano sul sedere, un urletto scappa dalle mie labbra, mentre lui entra e si richiude la porta alle spalle.
-Oliver! Guarda che non è così che si dovrebbe varcare la porta di casa dopo il matrimonio!- urlo arrabbiata, sentendo il sangue giungermi al viso mentre mi dimeno per scendere. La sua presa però rimane ben salda sul mio fondoschiena, che schiaffeggia.
Oliver mi fa cadere sul letto, saltello sul materasso prima che il corpo di lui mi imprigioni bloccandomi, una delle sue mani porta i polsi sopra la testa, non permettendomi di muovermi.
-Godiamoci la nostra notte di nozze- dice lui prima di baciarmi.

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


POV OLIVER

Felicity porta le mani sul mio petto, levandomi la camicia e sbottonandomi la camicia, bottone dopo bottone, tenendo gli occhi nei miei. Una volta fatto,si solleva leggermente con torso togliendo il vestito, gettandolo da parte, insieme alla mia cravatta. Mette le mani sulla cintura, aprendola lentamente e buttando anch’essa da parte,poi mi sfila i pantaloni. Sposta lentamente le mani sul mio petto e spinge, voltandomi sulla schiena, si toglie le mutandine e si mette a cavalcioni su di me mentre io continuo ad osservarla silenziosamente. Capovolgo la situazione, facendola ristendere sul materasso, lei cerca di bloccarmi intrecciandomi le gambe dietro alla schiena ma io riesco a liberarsi.
-Che stai facendo?- chiede visto che la sto osservando
-Sto guardando Sei bellissima.- sussurro facendola sorridere come una stupida. Prenetrandola con un’unica spinta facendole inarcare la schiena per la sensazione di pienezza che le sto regalando. Le prendo la coscia sinistra e la muovo in modo da farla intrecciare dietro alla mia schiena. Anche la destra poco dopo la raggiunge, lasciandomi libertà assoluta
-Sei bellissima - dico dandole un bacio leggero sulle labbra.
-Neanche tu sei male- sussurra maliziosa muovendo il bacino nella mia direzione. Entro ed esco dolcemente dentro di lei, osservandola bene in faccia per capire cosa stia provando. Ha gli occhi aperti, la bocca leggermente schiusa.. mi guarda come se fossi l’unico uomo sulla faccia della terra. Nei suoi occhi leggo desiderio, lussuria, malizia, eccitazione… fiducia.
Lei si fida di me. Sa che non le farei mai del male. Aumento di poco il ritmo, poggiando i gomiti ai lati della sua testa imprigionandola tra il mio corpo e il materasso. La spingo via da me, facendola stendere di nuovo sul letto e mi stendo in modo tale che la mia testa sia tra le sue gambe, gambe aperte cosi da lasciarmi piena libertà nei movimenti. Cerca di richiuderle, ma io gliele blocco al letto grazie alle braccia che invece raggiungono entrambi i suoi seni. -Sul serio?- chiede con la voce roca. Mi avvicino alla sua intimità, baciandogliela tutta, mordicchiando il clitoride leccando tutta la superficie ovviamente già fradicia dei suoi umori. Felicity inizia a mugolare qualcosa di sconnesso, cerca di chiudere la gambe ma io glielo impedisco bloccandole le cosce con i miei gomiti e contemporaneamente muovo le dita sui suoi capezzoli turgidi.
-Sta ferma- sussurro prima di ritornare a baciarla tutta. Felicity muove in fianchi, forse volendo sentire di più, cosi io lascio andare un seno e velocemente la penetro con due dita facendole emettere un urletto di sorpresa. Muovo le dita dentro di lei, pompandola tutta, mentre la mia mano comincia ad appiccicarsi tutta per via degli umori che il corpo di Felicity non riesce più a controllare. Passa un minuto, e le gambe della biondina sotto di me, si irrigidiscono sintomo che è arrivata al culmine.


Stamattina mi sono svegliato molto presto visto che Felicity ha iniziato ad urtarmi con il suo magnifico fondo schiena avendo voglie di coccole, e di una intensa dose di sesso mattutino.

-Dai, Felicity! Abbi un pò di coraggio!- urlo ridendo. Felicity si trovava su uno scoglio da cui mi ero appena buttato ed era ero in acqua ad aspettare mia moglie.
-Su, Felicity! Fidati di me!- Urlo ancora L'impatto fu forte proprio, si era lanciata quando riemerse la strinsi a me
-Visto che ce l'hai fatta?- sussurro sorridendo. Mi mette le braccia intorno al collo. Le mie mani le accarezzarono la schiena ed usco dall'acqua con lei in braccio.

POV FELICITY

Eravamo in una piccola spiaggia, isolata. C'eravamo solamente io e lui. Mi fece sedere sul mio asciugamano e poi avvolse il mio corpo bagnato con il suo. Era così attento ad ogni mia singola esigenza, parola, sguardo, gesto. Si sedette al mio fianco e osservò il mare, con sguardo pensieroso. Sospirai, appoggiando il viso nella sua spalla e a quel punto lui chiese
-Perché non parli? Sei stranamente silenziosa-
-Sono felice- Sussurro
La sua espressione sembrò rilassarsi mentre la sua mano stringeva dolcemente la mia
-E allora perché non parli?-
-Voglio viverti, Oliver-
-Vuoi... vivermi?- Chiese confuso. Sorrisi
-So benissimo che questo è un sogno. E come tutti i sogni, sarà destinato a finire. Ma io non voglio pensarci ora. Voglio solamente... viverti. Viverti fin quando potrò- I suoi occhi azzurri mi penetrarono. Per un attimo credetti che riuscisse a leggermi dentro, a vedere tutto l'amore che provavo per lui.
-Piccola..- Sussurra, prendendomi ancora fra le sue braccia. Mi sentivo come una bambina. Oliver mi stringe a sé e poggiò le sue labbra sul mio collo.
-Non puoi immaginare cosa io provo in questo momento. Non puoi saperlo... E ti prometto, farò di tutto purché questo sogno non finisca.- Chiusi gli occhi, abbandonandomi contro il suo petto
-Oliver?-
-Si?-
-Ti odio.- Ridacchiò
-Non sei l'unica.-
-Chiedimi il perché.-
-Perché mi odi?-
-Perché mi hai rubato il cuore.-
-Felicity- Sussurra con voce roca
-Ti prego...Ho perso...il filo del discorso...- Risalii con le labbra e sfiorai le sue, non abbandonando il mio sorriso.
-Sta zitto- Mormoro, baciandogli l'angolo della bocca, mentre le mie mani accarezzavano i suoi capelli. Lo volevo... Si, e non mi vergognavo di farglielo capire. Le mie labbra continuarono ad accarezzargli il petto ma lui era piuttosto rigido. Lo guardai negli occhi, confusa, e lui mi baciò. -Sei consapevole del fatto che adesso nessuno mi potrà fermare?- Sussurra sulle mie labbra. Sorrisi e annuii. A quel punto lui cambiò posizione, mettendosi su di me, senza farmi male. Il suo petto era così muscoloso, la sua sagoma così imponente. Alzai appena il viso e lo strinsi a me, accarezzando le sue spalle larghe. Le sue mani iniziarono a scorrere su tutto il mio corpo, fino a fermarsi sulla schiena, dove slacciò il mio costume. Continuò a toccarmi e ad accarezzarmi. Ed io feci lo stesso. Le nostre labbra erano sempre in contatto. Alla fine si liberò della parte di sotto del mio costume e del suo.
Mi fece sua lì, sulla sabbia. I nostri sospiri, i nostri gemiti di piacere... finirono dopo un pò e lui si lasciò cadere al mio fianco, cercando di regolare il respiro. Io invece cercavo di regolare i miei battiti. Quando il mio cervello riprese a funzionare, cercai il mio costume, ma Ian me lo impedii.
-Che fai?- Sorrise
-Vieni qui.- Mi circondò la vita con il braccio, attirandomi al suo petto.
-Cercavo il costume...-
-Stai benissimo così, poi non ti vede nessuno.-
Mi fece l'occhiolino -Solo io.-Ridacchiò.
Trattenni un sorriso, evitando di dargli troppe soddisfazioni, e mi rannicchiai nel suo petto. Lui mi strinse a sé, facendomi sentire protetta e al sicuro. Le sue mani non smisero di accarezzarmi. Mi rilassai sul suo petto, chiudendo gli occhi, quando lui iniziò a sussurrare...
-Sei bellissima, Felicity. Non so che ho fatto per meritarmi una simile creatura.- Sbuffai all'improvviso, Oliver si tolse gli occhiali da sole e mi guardò curioso
-Che succede?-
-Mi annoio- dico, mettendomo a sedere.
-Andiamo a fare un bagno.-
-Sinceramente, preferisco restare qui.-
-Non era una domanda- afferma Oliver iniziando a correre verso il mare. Inizio ad entrare in acqua quando Oliver mi schizza con l'acqua. Continua a farlo, e decido di reagire schizzandolo a mia volta. Prima che me ne possa rendere conto siamo entrambi sott'acqua.

E gli spsi vissero per sempre felici e contenti.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3733497