Guarda come ballo nella mia bolla di sapone

di SparksFly13
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Candido ***
Capitolo 2: *** Bolla di sapone ***
Capitolo 3: *** Questo mi basta ***



Capitolo 1
*** Candido ***


Dalla finestra aspetterò di vedere cadere la neve,
aspetterò di scorgere i tuoi passi nel biancore invernale, 
le tue impronte sulla candida neve.
So che i tuoi piedi ti condurranno da me e che magari cercherai il mio sguardo 
attraverso la  serratura della porta, 
Ma non per questo io ti aprirò.
Resterò, invece, a guardare mentre ti vedo fuggire.
Mi dicono che nella casa accanto alla mia ci sia un fuoco più caldo davanti a cui scaldarsi.
Mi dicono che l’arroganza della vicina conquista i cuori. 
Mi dicono che il candore della neve spesso inganna. 
Tranquillo, non preoccuparti per me. 
E mentre tu bussi alla porta della casa accanto,
io spengo il mio fuoco consapevole che esso si riaccenderà in primavera 
quest’anno come ogni anno 
con la consapevolezza che l’erba del vicino è sempre più verde.  

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Capitolo 2
*** Bolla di sapone ***


Ciao, lettore, mi chiamo Adele, ho 20 anni e sono inerte. 
Inerte come un sassolino che si fa trasportare dal corrente del fiume.
Inerte come un grido soffocato da tempo, a cui non è dato il permesso di uscire.
Vorrei fare della mia vita un’opera d’arte come quei grandi scrittori che hanno costruito opere monumentali divenute intramontabili, come quegli scultori capaci di intrappolare il lato oscuro della loro anima in un blocco di marmo rendendola meravigliosa e così pura  agli occhi di tutti. 
La realtà è che io sono il marmo di me stessa, incapace di emergere dal masso che mi opprime. 
Non sono riuscita a chiudere i mei mostri nel marmo, non sono capace di rinascere dalle ceneri.
Apprezzo la forza di intraprendenza che molti ragazzi della mia età hanno, è lodevole il loro modo di solcare spensieratamente l’onda della loro gioventù.
“È il tuo momento.” Mi sento ripetere da tutti.
Io  non riesco a cogliere  l’attimo, a gettarmi nell’occhio del ciclone.
Dovrei agire ora, nel fiore dei miei 20 anni, fare qualcosa per me e per gli altri, uscire dal nido. 
Vivo però costantemente nella mia isola che non c’è, nella mia infanzia perlata e rarefatta in un mondo di gentilezza e cordialità tutto mio, dove la timidezza è premiata e la sfrontatezza è punita. 
So che è l’ora di uscire, cogliere il mio momento, cercare ciò a cui sono chiamata a rispondere. 
Ma mentre gli altri diventano qualcuno, formano i loro stessi del domani io continuo a danzare nella mia bolla di sapone sperando di non cadere.

In fondo amo stare a guardare mentre vengo cullata dai fantasmi del mio passato. 

 

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Capitolo 3
*** Questo mi basta ***


Ho incontrato una donna col rossetto rosso sulle labbra ed il mare riflesso nei suoi occhi. L’ho vista ridere delle sue sfortune, quando il cielo era grigio e la terra arida.
Una donna che mi parlava della sua adolescenza con l’amarezza di chi guarda il treno fischiare mentre si dirige lontano. La vidi sussultare al ricordo dei balli giovanili quando le gambe danzavano, i fianchi ondeggiavano e la musica suonava lenta. 
Era una donna bella, dal volto perlato, sicura di sé e senza rimpianti. 
“So chi sono, e questo mi basta” mi sussurro l’ultima notte di autunno. 

Ho conosciuto un uomo con rughe profonde sul suo volto. 
Ognuna segnava le illusioni sfumate col tempo, le gioie svanite, le sconfitte subite, gli amori persi e quelli ritrovati. 
Ognuna era la testimonianza del calore di una mano amica, lo sguardo cauto di una madre, i passi lenti di un bambino, il coraggio di un ragazzo, il sapore del dolore quando giunge la vecchiaia. 

Chi saremo noi tra cinquant’anni? Cosa ci porteremo appresso? Siamo continuamente in viaggio verso un porto sconosciuto. 
Conosciamo persone, visitiamo luoghi, balliamo a notte fonda svegliandoci all’alba. 
Cantiamo quando abbiamo voce e voglia di farlo. Cerchiamo il silenzio quando cerchiamo noi stessi. Amiamo correre, ma abbiamo bisogno di rallentare. 
Camminiamo sempre avanti, mai indietro, protendendoci verso una meta lontana, un bagliore all’orizzonte. 
Amate dunque ogni passo verso la vostra meta, assaporata e la bellezza della strada sotto i vostri piedi, rincorrete l’orizzonte lontano a passi lenti e cauti, protendete le mani verso il futuro, ma non arrabbiatevi se non riuscite immediatamente ad afferrarlo, piuttosto cercate in voi la forza per continuare a camminare.
Incontrate persone, abbracciate la vita che vi si presenta davanti, assaporate profumi e sapori di luoghi nuovi e diversi. 
Apprezzate la bellezza del viaggio così come egli è: pieno di insidie, ma ricco di gioie.

Con l’augurio di trovare se stessi in fondo al bivio e di poter urlare al mondo, alla fine del vostro viaggio, “So chi sono, e questo mi basta.”

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