Ritorno a Spinner's End

di GattyP
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il mio primo eroe ***
Capitolo 2: *** La vostra Rita Skeeter ***
Capitolo 3: *** Sono una respingente ***
Capitolo 4: *** Il portale di Serpeverde ***
Capitolo 5: *** Si nota, vero? ***
Capitolo 6: *** 4 galeoni e 16 falci ***
Capitolo 7: *** La confessione di Sev ***
Capitolo 8: *** Invito a MacDonald Castle ***
Capitolo 9: *** Una inquietante conversazione ***
Capitolo 10: *** Un anno di pausa per Rita Skeeter. ***
Capitolo 11: *** Nemici nell'ombra ***
Capitolo 12: *** Den Nathair, la Tana del Serpente ***
Capitolo 13: *** Colpi di scena ***
Capitolo 14: *** Confusione totale ***
Capitolo 15: *** Brusca rottura ***
Capitolo 16: *** La profezia. ***
Capitolo 17: *** Veritaserum ***
Capitolo 18: *** Caraibi ***
Capitolo 19: *** Verso la conclusione ***
Capitolo 20: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Il mio primo eroe ***


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Capitolo 1.

 

Il mio primo eroe

 

Ho conosciuto Severus a scuola nel 1965. Era il mio primo giorno di scuola. Non volevo lasciare la mia casa e mia sorella più piccola, ma mia madre non ha voluto sentito ragione e mi ha accompagnato alla scuola primaria, lasciandomi poco prima dell’inizio delle lezioni, perché doveva andare in fabbrica. Avevo paura e non conoscevo nessuno: tutti i bambini correvano e urlavano ed io ero abituata a stare solo con Betty (la mia migliore amica) ed Elly (mia sorella). Un signore leggeva i nomi dei bambini e, quando ha letto il mio, sono entrata: mi hanno mandato in un’aula, mi sono messa su un banco, in un cantuccio, mentre le altre bambine parlavano eccitate insieme. Una bambina grassa si è seduta vicino a me, ma era occupata a parlare con le sue amichette e non mi ha rivolto una parola. Poi è entrata la maestra e abbiamo disegnato. Io piangevo.

A ricreazione siamo tutti usciti nel giardino. Io non volevo uscire e la maestra mi ha portato fuori dandomi la mano. Mi sono messa sugli scalini della scuola mogia mogia e, poco dopo, è venuto a sedersi un bambino che non conoscevo.

Mentre tutti saltavano e giocavano (e io piangevo in silenzio pensando a mia sorella che era stata mandata da mia zia e sarebbe andata a giocare con Betty in cortile, mentre io ero bloccata in quel luogo), lui è rimasto vicino a me sempre in silenzio. Poi, quando è finita la ricreazione, mi ha semplicemente detto: - Dai, torniamo dentro, non piangere. Tra poco tutto sarà finito e torniamo a casa. - Poi mi ha preso la mano e mi ha accompagnato dentro

Da quel giorno, a ricreazione, stavamo spesso seduti insieme e io gli parlavo continuamente. Si chiamava Severus Piton, aveva sei anni ed era figlio unico. Il padre lavorava in fabbrica (come mia madre), la madre stava in casa (io non ho invece avuto un padre e mia madre doveva lavorare; quando non c’era stavamo con mia zia: la chiamavamo “zia”, ma in realtà era un’amica di mamma). Mi ricordo che, all’inizio, era preso in giro da alcuni suoi compagni di classe, anche per i vestiti troppo grandi che indossava, o perché erano, secondo loro “strani”. Però era molto bravo, più bravo dei suoi compagni, e la maestra lo aveva in grande considerazione. Dopo un po’ l’hanno lasciato stare e, a ricreazione, spesso si sedeva vicino a me ascoltando tutti i miei discorsi (su Elly, Betty, le bambole, il mio canarino e altri argomenti del genere): io non legavo con nessuna delle mie compagne di classe e di solito coloravo il quaderno mentre gli altri bambini correvano nel prato. Parlava molto poco, ma ricordo che ogni tanto mi diceva che presto sarebbe andato via da quel posto in un fantastico collegio in cui aveva fatto gli studi sua madre.

Qualche tempo dopo ci siamo trasferiti a Spinner’s End in una triste casetta grigiastra proprio sotto la fabbrica (che nel frattempo era stata chiusa e mia madre aveva perso il lavoro), lontana da mia zia. Molti operai con le loro famiglie (compresa quella di Betty) si erano trasferiti, le case della squallida via cominciavano a svuotarsi, mia madre, che era stata sfrattata (vivevano con i sussidi forniti dal governo, con qualcosa che ci dava la parrocchia e con i modesti ricavi di qualche lavoretto che faceva) aveva ottenuto quell’abitazione quasi gratis. Cominciai a saltare la scuola per andare ad aiutare ogni tanto mia madre a fare dei lavoretti (lavava, stirava, puliva una casa di gente importante).

Vicino abitavano i Piton. Ora conoscevo i genitori di Severus, Tobias e Eileen, e spesso li sentivo litigare: non erano i soli in quella squallida via che spesso alzavano la voce, ma il fatto che erano i genitori del mio compagno di scuola mi faceva soffrire particolarmente.

Severus vagava spesso per il quartiere, sempre vestito in modo eccentrico: non aveva amici. Quando mi vedeva però era gentile e mi salutava.

Un giorno Tweety, il mio canarino, è volato via: quella sciocca di mia sorella voleva “allenarlo” a volare per casa, ma ha lasciato aperta una finestra e il volatile è subito fuggito. Subito mi sono precipitata fuori con mia sorella per cercarlo e ci siamo subito divise per battere tutte le strade del paese. Avevo nove-dieci anni.  Per strada ho incontrato Severus e subito gli ho detto: “Sev, ti prego, aiutami, ho perso Tweety!”.

Lui stava vagabondando senza una meta precisa. Gentilmente mi ha accompagnato.

Poi l’ho visto. Era sulla finestra di una casa abbandonata e chiusa, in alto…

- Come facciamo per prenderlo? - Ho detto preoccupata.

- Non preoccuparti, Milly, ora lo chiamo. - Mi ha risposto. Poi, con un sibilo di voce: - Tweety, vieni.

Il canarino è effettivamente sceso e si è posato, a terra, davanti a noi. L’ho preso tra le mani ebbra di gioia e l’ho portato subito a casa. Ero felicissima. Non sapevo come fosse riuscito a chiamarlo, ma non mi importava. Sev era il mio eroe.

Ah, scusate, ho dimenticato di dire il mio nome: Milly Anderson, madre di Lily, erede universale del professor Severus Piton.

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Capitolo 2
*** La vostra Rita Skeeter ***


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Capitolo II

 

La vostra Rita Skeeter

 

BASTA CON LA DISINFORMAZIONE!!!

Una presunta nuova fonte sul discusso ex preside di Hoghwards: un falso grossolano del Cavillo?

 

Severus Piton, sicuramente il personaggio più controverso della seconda guerra magica (vds. il mio ultimo lavoro: “Vita e menzogne di Severus Piton”), è al centro di una sedicente confessione di una certa Milly Andersone, una babbana conosciuta da Piton. Il racconto - che si prefigura come la prima parte di una più ampia confessione che sarà pubblicata sui prossimi numeri di quel giornale (sono finite evidentemente le esclusive sui ricciocorni schiattosi e gli unicorni cinerini…) - suscita molte molte molte molte perplessità.

Che una babbana possa aprire nuove prospettive sulla vita dell’ex mangiamorte passato all’Esercito di Silente è discutibile, ma il Cavillo, sotto la geniale guida della fantasiosa Luna “lunatica” Lovegood Scamander, cosalvatrice del mondo magico, da poco subentrata al suo discusso padre nella direzione del più inaffidabile giornale esistente, sembra voler costruire non sappiamo quali avventure su un Severus in calzoncini corti che salva gli uccellini della sua amichetta babbana.

La sottoscritta è allibita e così tutti i lettori con un minimo di intelligenza. Quali sono le fonti di queste farneticazioni? Una sconosciuta babbana? Dov’è la deontologia professionale? Chi ci assicura che queste prime notizie e quelle successive non siano state inventate (la tiratura del Cavillo è in picchiata: non  tutte le riviste possono, del resto, avere al loro servizio, personale competente…). Per fortuna la sottoscritta si prenderà la briga di verificare le notizie che saranno prossimamente pubblicate dal Cavillo: la mia riconosciuta correttezza professionale permetterà ben presto di porre fine all’ennesima stravagante invenzione del Cavillo.

Nell’attesa di aspettare la prossima (purtroppo) imminente puntata, cosa posso dire? Milly Anderson è la madre della strega Lily Anderson, una Corvonero che frequentava Hogward negli anni in cui il ragazzo-che-è-sopravvissuto e i suoi amici si scontravano con lord Voldemort. Eppure di lei nessuno conosce quasi niente. Lily, di cui è ignoto il padre, è una figura sbiaditissima, che evidentemente viveva in disparte, nel più totale anonimato, in quella viva ed effervescente comunità nel quale si formò l’Esercito di Silente: la Anderson non ha partecipato all’ES, alla battaglia di Hoghwards, non ha fatto parte di nessun gruppo di resistenza, come del resto non ha fatto parte dei Mangiamorte né dei gruppi che li hanno fiancheggiati. Inoltre non ha vinto nessun premio, non ha fatto parte di nessuna squadra, non è ricordata per nessun motivo. Era, insomma, una completa inetta, una totale nullità e neanche alcune sue presunte amiche, da me personalmente contattate, hanno voluto fornire informazioni su di lei: evidentemente su una persona così incolore è difficile trovare qualcosa da dire...  E’ vero che è stata dichiarata erede universale da Severus Piton: ignoriamo cosa avesse però in mente il famoso ex (?) mangiamorte quando le ha lasciato quasi tutti i suoi beni: tuttavia molti pensano che tale ultima scelta sia legata ai disturbi mentali di cui soffriva, negli ultimi anni, l’ex preside, da me opportunamente evidenziati nel mio ultimo lavoro (vds. capitoli 7, 8, 9, 10 e 11 di “Vita e menzogne di Severus Piton”). Questa quindi è solo l’ultima di una serie di stranezze che hanno caratterizzato il preside Piton.

Ancora più anonima la madre babbana, Milly Anderson: vive a Spinner’s End (questo è vero), protetta da un formidabile incanto che non permette di entrare in contatto con lei, a meno che non sia lei stessa a contattare qualche esponente del mondo magico (che l’abbiano creato i potenti amici di Lunatica per impedire alla sottoscritta di indagare?). Ho provato in tanti modi di entrare in contatto con lei, coinvolgendo anche i più stimati professionisti del nostro quotidiano, ma nessuno ha avuto successo, e la babbana non ha avuto neanche il coraggio di rispondere alle nostre gentile richieste. Che abbia molto da nascondere? Di cosa può aver paura? Di essere considerata un’impostora?

Con figure così discutibili, sbiadite e insignificanti, sembra francamente impossibile presentare una nuova versione del grande scontro tra bene e male che ha concluso la seconda guerra magica. Qual è l’obiettivo allora del Cavillo? Non bastavano i ricciocorni schiattosi che hanno coperto di ridicolo quella rivista?

Con queste domande, a cui non c’è risposta, concludo l’articolo, sfidando la signora Luna ad un confronto serio su vicende che potrebbero appassionare tanti nostri lettori (sarà un caso che non abbia il coraggio di confrontarsi con una vera giornalista?)

                                  la vostra Rita Skeeter

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Capitolo 3
*** Sono una respingente ***


Capitolo III

 

Sono una “respingente”

 

Ho frequentato Severus per diversi anni, se si può indicare con questo termine l’incontro, più o meno casuale, a distanza anche di mesi, in qualche luogo della città. Generalmente era contento di vedermi e, se ero sola, si fermava generalmente a parlare con me. Ci raccontavamo quello che avevamo fatto e qualche altra informazione sulle nostre famiglie o sulla scuola: lui aveva iniziato a frequentare un collegio privato su al Nord, in una specie di castello, a quanto capivo. Spesso parlavo io e lui ascoltava, interrompendomi solo per qualche gentile commento. Qualche tempo dopo mi sono trasferita a Paisley e, pertanto, nei successivi tre o quattro anni, non l’ho più incontrato. Tuttavia arrivava ogni tanto in famiglia qualche notizia sui vecchi abitanti della zona in cui vivevamo precedentemente e ricordo di aver saputo, non ricordo neanche da chi, della morte del padre di Severus, avvenuta però diverso tempo prima. Non avevo nessuna idea di cosa facesse nel frattempo, o dove fosse.

Ci siamo rivisti diversi anni dopo e quell’incontro, in quel momento, ha dato una svolta alla mia vita. ma conviene cominciare dall’inizio.

Era il 22 dicembre 1977, la vigilia di Natale ed avevo ormai diciassette anni. La neve scendeva copiosa sul paese in cui vivevo, coprendo abbondantemente tutte le strade e le squallide abitazioni e dando la giusta atmosfera alle festività imminenti. Vivevo ormai da sola (anche se formalmente sottoposta alla tutela di una lontana parente, che si disinteressava però completamente di me), mia sorella era partita dalla Scozia,  mia madre era morta: frequentavo una scuola serale a Paisley (con risultati non troppo lusinghieri, a dire il vero) e cercavo di aiutarmi con qualche lavoretto, nelle abitazioni di due o tre vecchiette.

Avrei passato il mio primo Natale da sola (la mia lontana parente non aveva alcuna intenzione di avermi intorno) e, un po’ triste perché mi avvicinavo alle festività senza l’affetto di qualche familiare o parente, mi avviavo lentamente verso casa, cioè verso l’abitazione (due stanze, una cucina, un bagno) che avevo preso in affitto. In strada non c’era nessuno (in effetti la mia abitazione era collocata in una zona poco frequenta di Paisley). Tuttavia, improvvisamente, ho sentito dei rumori sulla sinistra, in un vicolo. Mi sono girata istintivamente e ho visto correre verso di me un paio di ragazze con lunghi abiti scuri e stivali neri. Una delle due, una bella ragazza con lunghi capelli lisci rossi, rivolgendosi alla seconda, una biondina con i capelli corti, la invitava ad affrettarsi: - Mary, forza, seguimi -. In mano tenevano piccole aste di legno (bacchette, ma ancora non sapevo cosa fossero).

- Arrivo, Lily - diceva l’altra. Dietro a loro, improvvisamente, intravvidi due o tre figure al loro inseguimento.

Le ragazze mi superarono senza degnarmi di uno sguardo. L’altro gruppo, appena uscito sulla via in cui mi trovavo, lanciarono quelli che mi sembravano lampi di luce di vario colore e scie di scintille verso le due ragazze che, fermatesi dietro un gruppo di macchine, rispondeva nello stesso modo. Io, paralizzata dal terrore, rimanevo immobile, visibile in mezzo alla strada! Uno degli inseguitori, puntando la bacchetta verso di me, pronunciò alcune parole. Io ancora non avevo realizzato cosa si trattasse e rimasi un attimo perplessa; poi, quando una innocua luce mi colpì, senza alcuna conseguenza, realizzai che poteva trattarsi di qualcosa di pericoloso e cominciai a correre lontano da loro, verso un vicino riparo; appena raggiunto un luogo sicuro, mi buttai a terra, nascondendomi dietro ad un’automobile. Nel frattempo messuno parlava, ma i lampi attraversavano la via, incrociandosi sopra la mia testa.

Improvvisamente alla mia destra apparve un altro personaggio, un ragazzo. Costui, schieratosi con le due ragazze, impegnava vigorosamente gli aggressori (almeno così a me sembrava, ma in realtà non guardavo lo scontro e pensavo solo a raggomitolarmi). Poi questi scomparvero improvvisamente: non fuggirono, si volatilizzarono (un momento c’erano; il momento successivo si erano volatilizzati). Subito il ragazzo andò dalla bionda e dalla rossa, chiedendo se tutto andava bene. Sono a questo punto intervenuta e, alzandomi in piedi, ho detto loro: - Scusate, cosa è successo? Non capisco. Cos’erano quei colori che attraversavano la strada?

La rossa, rivolgendosi ai due compagni: - Non preoccupatevi, ci penso io.

Poi, puntando la bacchetta contro di me, ha pronunciato la formula “Oblivion”. Mi sembrava tutto così strano. Le ho detto: - Come? Non capisco… Cosa hai detto?

I tre si sono guardati sbigottiti. La rossa ha ripetuto nervosamente la parola, sempre puntando contro di me la bacchetta. Poi il ragazzo ha anche lui fatto lo stesso gesto e ripetuto la stessa formula, senza nessun effetto. La situazione mi sembrava del tutto inverosimile. A che gioco stavano giocando? Mi sono ancora avvicinato a loro e ho ripetuto, questa volta con un tono di voce decisamente più seccato:  - Cosa state facendo? Mi volete spiegare cosa sta succedendo?

I tre ora sembravano quasi spaventati: avevano forse più paura adesso di qualche minuto prima, quando erano stati aggrediti. La biondina, a questo punto, puntando la bacchetta pronunciò un “Imperius”. La rossa, intanto cercava di trattenerla: - Aspetta, non farlo! E’ una maledizione senza perdono, non puoi usarla! - Tuttavia non mi accorsi assolutamente di nessuna differenza rispetto ad un attimo prima: ero solo decisamente più seccata, anche perché non capivo cosa stessero combinando: - Insomma, a che gioco state giocando? Mi volete spiegare. Devo chiamare la polizia? - chiesi ai tre, con tono di voce veramente irritato.

- Come è possibile, Sev? - chiese la rossa al ragazzo.

- Non lo so, Lily, la babbana non è condizionabile in nessun modo, è impossibile… - E mi ha lanciato un altro incantesimo, usando un’altra parola (che ora non ricordo). Naturalmente non ha sortito neanche questo alcun effetto.

Io però ho collegato, a quel punto,  il nome, la voce e la figura: “Severus Piton, mi puoi per favore spiegare cosa sta succedendo? Sono Milly Anderson, abitavo vicino a te a Spinner’s End. Eravamo amici. Cosa diavolo state combinando?

Severus mi guardava sbalordito. - Ciao, Milly, non pensavo proprio di incontrarti qui. Hai diritto ad una spiegazione su quanto è successo. Ma non mi so spiegare perché non riusciamo a controllarti…

A questo punto non mi controllai più: - Perché volete controllarmi? Basta! Chiamo la polizia! - strillai, francamente adirata. - Cosa state combinando? Per l’ultima volta, cosa sta succedendo?

- Vieni a casa mia, è qui vicino, ti prego -  disse la biondina, Mary. -Ti spiegheremo tutto.

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Capitolo 4
*** Il portale di Serpeverde ***


Capitolo 4.

 

Il portale di Serpeverde

 

 

Ci recammo quindi a casa della biondina, Mary. Severus mi aveva affiancata e gentilmente si intratteneva con me, chiedendo informazioni sulla mia famiglia e su di me. Mi ero tranquillizzata: erano tanti anni che non lo vedevo ed era diventato un bel ragazzo, con i lunghi capelli neri e gli splendidi occhi grigi. Malgrado la paura  per ciò che era appena successo e la rabbia perché non capivo il senso delle loro azioni, mi dava sicurezza stare al suo fianco e parlare tranquillamente con lui.

Le due ragazze, Mary e Lily, ci precedevano, parlottando tra di loro. Giungemmo in fondo ad una strada ed entrammo dentro un’anonima casetta. Dopo l’ingresso, perfettamente normale, entrati in una porta sulla sinistra, mi trovai in una grande sala, molto più grande di quello che si poteva immaginare osservando la casa dall’esterno. Era decorata con gusto e piena di libri, quadri e oggetti di porcellana. In fondo, sul focolare, un bel fuocherello diffondeva intorno il suo calore. Si intravvedevano anche scale che portavano al piano superiore.

Mary mi spiegò che si appoggiava in quella casa ogni tanto e che era stata comprata anni prima dai suoi genitori, che la utilizzavano saltuariamente (evidentemente erano molto ricchi se avevano abitazioni del  genere). Mi fece quindi accomodare: - Mettiamoci comodi.  - disse - Volete del the?

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Il discorso successivo mi sembrò il più inverosimile che avessi mai sentito. Dapprima i tre si presentarono: conoscevo già Severus, anche se era qualche anno che non lo vedevo. Ora lo trovavo cresciuto, proprio un bel ragazzo; stava seduto vicino alla ragazza con i capelli rossi, che ogni tanto tornava a guardare.

La biondina si chiamava Mary MacDonald e apparteneva ad una delle famiglie più antiche ed importante del “mondo magico” (poi mi spiegarono tutto, ma al momento pensai che avesse un preoccupante disturbo mentale). La rossa, con due splendidi occhi verdi, era Lily Evans, nata da una famiglia “babbana”, cioè non magica (il lessico magico talvolta è molto buffo, almeno per i non maghi). I tre erano compagni di scuola, naturalmente una scuola di magia… In un primo momento ho pensato che mi prendessero in giro, che fosse uno scherzo (tipo candid camera);poi, man mano che mi raccontavano, mi convinsi di avere a che fare con tre pazzi.

Loro, malgrado il mio viso sbigottito, continuarono a raccontarmi di magie,  della scuola di Hogwarts (dalla quale si erano allontanati per le vacanze natalizie), delle bacchette, dei gufi che portavano la corrispondenza. Mi fecero vedere anche foto della loro scuola e dei loro amici. Cominciavo a spaventarmi: credevano veramente a quello che dicevano?.

Poi, per fortuna, per dimostrare che era vero ciò che dicevano, cominciarono a fare piccole magie e a trasformare piccoli oggetti. Severus, ad esempio, trasformò una sedia in un tasso e l’appendiabiti in una cicogna; poi li fece ritornare normali. Ero sbalordita e non sapevo se credere ai miei occhi.. Se era uno scherzo, era stato organizzato maledettamente bene… Non sapevo neanch’io se crederci o no, erano molto convincenti…

Sev quindi, gentilmente, mi disse: - Milly, il mondo magico si è nascosto per secoli dai non magici (che noi, hai capito, chiamiamo “babbani”). Noi ti stiamo spiegando tutto perché abbiamo fiducia in te: è inutile dirti che ti imploriamo di non tradire la nostra fiducia. Tu, poi, hai poteri particolari, dato che tutti i babbani sono facilmente suggestionabili e possono essere assoggettati ad incantesimi di memoria: è prassi infatti far loro dimenticare ciò che hanno visto di magico. Nel tuo caso la situazione però è differente: non riusciamo a capire come mai tu non sia condizionabile, è stranissimo, non è mai successo un caso del genere…

- Sev, - dissi, usando il nome che usavo fino a qualche anno prima - mi sembra tutto così strano. Io, però, non ho nessun potere particolare, sono una persona normalissima. Non so perché, ma quelle cose che facevate prima, quegli incantesimi, non hanno nessun potere su di me…

- Che sia una respingente?, disse Lily.

- Impossibile, - intervenne Mary - non esistono quei personaggi, se non nelle favole…

- E cos’è una respingente? - chiesi incuriosita.

Intervenne Sev: - I respingenti sono personaggi di fantasia dei miti e delle leggende: sono ottusi babbani mezzi cannibali che resistono alla magia, un po’ come i giganti, che però sono creature magiche. I respingenti invece non hanno magia, sono babbani, anche se intoccabili dalle arti magiche. Cosa che spaventa qualsiasi mago che si rispetti. Nella leggenda di Bigonius…

- Chi era Bigonius? Non ne ho mai sentito parlare… - chiesi curiosa.

- Un mago molto potente, vissuto al tempo dei quattro fondatori… - e, dato che il mio sguardo perplesso dimostrava di non conoscere questi quattro personaggi, riprese con calma:

- Circa mille anni fa esistevano, nel nord della Britannia, sette grandi maghi, quattro uomini e tre donne. Quattro di questi, Salazar Serpeverde, Priscilla Corvonero, Tosca Tassorosso e Godric Grifondoro, decisero di creare una scuola di magia, dove educare i loro allievi: nacque così la scuola di Hogwarts. Gli altri tre invece uscirono dalla Britannia andando uno ad ovest (in Irlanda), uno a sud (a Roma), uno ad est (forse fino in Russia) per organizzare in quelle zone comunità magiche. Di questi tre maghi parlano le antiche leggende e, in particolare, Bigonius, il mago che andò in Irlanda, dovette scontrarsi con una  tribù irlandese formata da “respingenti” antropofagi, contro la quale non poteva usare la magia. Il capoclan della leggenda voleva ucciderlo, ma alla fine Bigonius, con uno stratagemma, riuscì a uccidere tutti i respingenti, che erano attratti dall’oro e che desideravano solo che Bigonius lo trasformasse da metalli vili (cosa che, tra l’altro, i maghi non possono fare).

A parte le leggende, e le favole di Beda il Bardo ambientate in Irlanda, però, non ci sono prove dell’esistenza di questi “respingenti”. Esistono molti maghi in Irlanda e non hanno mai avuto problemi ad applicare l’incantesimo di memoria, quando necessario, sui loro conterranei babbani… Tu però oggettivamente riesci a resistere alla magia senza nessuna difficoltà. Sto inoltre cercando di entrare nella tua mente da quando ci siamo visti, ma sei impenetrabile…

- Sì, è vero - confermarono Lily e Mary.

- Leggete nella mente? - gli dissi stupita - Come fate?

- Sì - disse Lily, guardando Sev - Severus è un legilimens molto potente e un grande occlusore…. Il migliore di noi…

- Non mi sembra molto bello leggere i pensieri degli altri - esclamai, francamente perplessa dalle stranezze di quel mondo che si apriva ora davanti a me.

Tuttavia Mary intervenne cambiando discorso: - - Questa stranezza non potrebbe essere collegata alla profezia?

- Profezia? Quale profezia? - chiesi.

- Quella per cui siamo venuti qui: per il Portale di Serpeverde. - continuò Sev.

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Capitolo 5
*** Si nota, vero? ***


Capitolo 5.

 

Ti piace Lily, Sev?

 

Ero effettivamente curiosa. - Cos’è il portale di Serpeverde?

Mi rispose Mary: - Coppius Pittus, un antico mago scozzese, ha scritto un manoscritto sui sette portali magici, di cui ho l’unica copia nella biblioteca del mio castello. I sette maghi costruirono sette portali per potersi incontrare, se necessario, in un posto chiamato Imo nemore“. Dovevano ritrovarsi tutti insieme e avrebbero potuto consultare l’unico dei Libri Sibillini rimasto. I Libri Sibillini erano libri magici, di profezie, che un tempo esistevano a Roma. Secondo i babbani furono dispersi alla fine dell’Impero Romano, ma una copia (o l’originale, non so), era conservata ad Imo nemore. I sette maghi consultarono l’opera diverse volte. Dopo la loro morte nessuno riuscì più a raggiungere quel luogo, per le potenti protezioni che erano state distribuite intorno al luogo e intorno ai portali grazie ai quali, da punti diversi del mondo, si poteva entrare in esso. In realtà i maghi ci riusciranno, secondo un’antica profezia di cui parla Coppius, anch’essa contenuta nei Libri Sibillini, tre maghi: duae puellae et unus puer, in septentrionali insula nati, potentes magi: quae superstitem pariet, quae audiutricem audiuvabit, qui superstitem proteget, cioè “due ragazze e un ragazzo, nati nell’isola del Nord, potenti maghi: quella che partorirà il superstite, quella che aiuterà l’aiutante (audiutricem indica un aiutante di sesso femminile), quello che proteggerà il superstite.  Il resto della profezia, che riporta nel suo libro Coppius Pittus, è ancora meno chiara e parla del superstite che ucciderà colui che pensa di essere il  padrone della morte e libererà il mondo magico (superstes quem mortis dominum esse aestimat necabit e magicum orbem liberabit). Io penso che potremmo essere noi i tre maghi della profezia.

Sev intervenne: - In realtà non lo sappiamo, la profezia non è chiara, le indicazioni sono generiche. Però i Libri Sibillini sono esistiti e sono andati perduti e volevamo dare un’occhiata più da vicino al portale…

- Noi - continuò Lily - pensiamo di sapere dove sia il portale. Ma qualcun altro è interessato allo stesso luogo, ci stava seguendo e, quando ci siamo accorte di essere seguite, ci ha attaccato. Per fortuna è venuto in nostro aiuto Severus...

- Se vi fosse successo qualcosa, non me lo sarei mai perdonato - disse Severus, guardando però la sola Lily. - Vi ho raggiunto appena ho potuto. Avevo paura per voi.

Poi, con uno sguardo tristissimo: - So di avere molto sbagliato in passato, ma spero che possiate perdonarmi…

Sev si rivolgeva ad entrambe, ma continuava a guardare la rossa. Quelle parole e quello sguardo mi facevano male, non sapevo ancora perché.

Tuttavia in quel momento la nostra conversazione improvvisamente si interruppe per l’arrivo di una specie di uccellino verdastro evanescente che, al posto di cinguettare, ripeteva con una voce sottilissima: “James sta arrivando. James sta arrivando”.

Sev sbiancò e, subito alzatosi, presami la mano, disse: “Presto, andiamo”. Poi vidi tutto annebbiato, un gran vuoto allo stomaco e, un momento dopo, io e Sev ci trovavamo in un altro luogo.

- Che è successo, Sev?  Dove siamo? Dove sono Lily e Mary? - chiesi preoccupata.

- Beh, siamo a casa mia, a Spinner’s End, e meriti un’altra spiegazione… Ti andrebbe un’altra tazza di thé?

 

Mi affacciai alla finestra e riconobbi effettivamente il povero e squallido quartiere dove avevo abitato da bambina: la neve comunque ricopriva ogni cosa e lo rendeva, non dico bellissimo, ma almeno suggestivo. Non si vedeva in strada anima viva e solo un debole lampione illuminava le facciate delle case. Né si vedevano luci alle finestre: probabilmente buona parte di quelle abitazioni erano state abbandonate quando era stata chiusa la fabbrica…

Sev era in cucina e potevo  guardare la stanza in cui eravamo: accanto alla stufa, che emanava per fortuna un piacevole tepore, su una mensola, c’era una foto dei genitori di Sev, giovani: sembravano felici. Al loro fianco un giovane Sev. Poco lontano, era collocata un’altra foto, con diversi ragazzi e ragazze felici. Tra queste riconobbi sia Mary sia Lily (Sev mi aveva spiegato l’esistenza di foto speciali, in cui le immagini si muovevano: questa era una di quelle).

Sulle pareti poi, c’erano due  librerie (dove, con precisione maniacale, erano stati collocati centinaia di libri) e vari quadri. Un tavolo e quattro sedie e una piccola vetrinetta completavano quella che doveva essere la sala della piccola abitazione di Sev.

Severus entrò con il the e, vedendomi occupata a guardare la stanza, intuendo i miei pensieri: - Mia madre è morta l’anno scorso. Qui vengo di tanto in tanto. Questa casa è collegata alla mia infanzia, che non è stata piacevole a dire il vero, ma è mia ed è protetta da molti incantesimi, fatti da mio nonno, da mia madre e anche da me. Solo mio padre - sorrise sarcastico - non sopportava la magia e mia madre, quando lo sposò, smise di praticarla. Comunque qui nessuno può entrare, se non viene portato direttamente da me, e per questo è sicura e ci vengo ancora ogni tanto.

Sorrisi. Mi piaceva stare con lui.

- Perché siamo andati via da Paisley? - Gli chiesi poi, seduta al tavolo con davanti una bella e fumante tazza di the (che  tra l’altro era delizioso, mi ricordo ancora).

- Stava arrivando Potter, il fidanzato di Lily. - Gli occhi gli si chiusero, la mascella si irrigidì, il viso perse impercettibilmente colore. - Magari con i suoi amici, un trio di grossi imbecilli. Non li sopporto e non sarebbe stato opportuno se mi avessero trovato lì: sono l’ultima persona che vorrebbero vedere…

Feci una smorfia, che voleva essere un sorriso. Ero ancora più triste e avevo allora improvvisamente capito il motivo.

- Ti piace Lily, vero? - Chiesi a bruciapelo. Sev mi piaceva, ora ne ero consapevole, e volevo sentirmi dire che mi sbagliavo.

Sorrise amaramente. - Si nota, vero?

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Capitolo 6
*** 4 galeoni e 16 falci ***


Capitolo 6.

4 galeoni e 16 falci

 

QUANDO CESSERA’ IL CAVILLO DI INGANNARE IL MONDO MAGICO?

Sempre più deliranti le farneticazioni della sedicente Milly Anderson

 

Lunatica Scamander ne ha fatta un’altra delle sue. Dopo la crociata per la protezione dei ricciocorni schiattosi e la denuncia del complotto planetario (?) sul gerbillo zuavo, che tutti voi ricorderete, ora, per cercare di rimediare all’innegabile constatazione che la tiratura del Cavillo è in picchiata, ha trovato un’altra ridicola storia da propinarci.

La seconda puntata della confessione della sedicente Milly Anderson non ha deluso i tanti (?) suoi fantasiosi lettori. Nella storia, pubblicata nell’ultimo numero dell’inaffidabile rivista, viene ricordato che, nel 1977, tre membri della comunità magica, Lily Evans (non ancora Potter), celebre madre del Ragazzo-che-è sopravvissuto (vds. il mio recente lavoro “E’ tutto oro quel che luccica? La vera storia dei vincitori della seconda guerra magica”, cap. 4), Mary MacDonald, eccentrica maga che vive isolata nel suo remoto castello delle Highlands, e Severus Piton, ex-preside di Hogwarts e presunto protettore del Prescelto, si sono imbattuti appunti nella detta Milly Anderson che, abbiamo scoperto dal suo racconto, è una respingente!

Peccato che i respingenti non esistano!!! Secondo l’ “Enciclopedia magica del mondo magico”, di Lotarius Caramell (fratello del più famoso ex primo ministro), i respingenti sono “personaggi mitologici, presenti soprattutto nel ciclo di Bigonius, del folklore popolare e delle fiabe di Beda il Bardo e Acontius Scottus”. Si tratta generalmente di stupidi babbani (addirittura antropofagi nel ciclo di Bigonius), inattaccabili dalle arti magiche, che tormentano eroici maghi che, ogni volta, riescono comunque ad ingannarli o eliminarli. Chi non conosce la favola di “Clotius e il pentolone magico”? Chi non ha studiato a scuola l’inganno di Klades al mite Bigonius? Chi non è stato mai spaventato dalla propria mamma con la minaccia che, se non avesse mangiato la sua porzione di carne, sarebbe venuto il Respingente a casa? E’ inutile sottolineare che non è stato mai, e sottolineo “mai”,  trovato un respingente… che la sedicente Molly Anderson sia l’ultima sopravvissuta di quella specie? Sperando non sia antropofaga….

Un’altra simpatica storiella introdotta dalla sconcertante fonte rinvenuta da Lunatica è quella relativa ai portali, conservata in un presunto libro di  Coppius Pittus. Peccato che il libro non esista! Sfido la signora  Scamander a presentarlo: se lo facesse, mi impegno a non scrivere sulla Gazzetta per un anno intero! E di portali magici abbiamo un infinito elenco… sempre nei miti e nelle favole! E con questo, basta! Lunatica ha superato ogni limite: è possibile abusare fino a questo punto della credulità popolare? Non dovrebbe intervenire il Wizengamot?

In conclusione, quello che sembrava un caso intrigante (sarà Lily Anderson la figlia segreta di Severus Piton?) sta mostrando il suo lato ridicolo. Pregherei, la prossima volta, i redattori del Cavillo di contattare il San Mungo per fare valutare, da medici competenti, eventuali disturbi psichici di intervistati o intervistatori; oppure, in alternativa, rivolgersi a veri professionisti. Non ci si improvvisa giornalisti, lo si diventa dopo anni di lavoro sul campo, fatto con onestà e senso critico (qualità, se posso dire tra le righe, che non mancano, modestia a parte, a chi vi sta scrivendo, come tutti riconoscono).

Consiglio in conclusione a chi volesse accedere ad una ricostruzione obiettiva sulla vita del discusso ex preside di Hogwarts, l’acquisto del mio volume: “Vita e menzogne di Severus Piton”, in vendita nelle migliori librerie al modico prezzo di 4 galeoni e 16 falci. Vendita anche per corrispondenza inviando apposito gufo alla Gazzetta del Profeta.

La vostra Rita Skeeter

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Capitolo 7
*** La confessione di Sev ***


Capitolo 7.

La confessione di Sev
 
 
Provai una fitta al cuore, ma Sev non se ne accorse e continuò.
- Sì, è vero, mi è sempre piaciuta e non c’è momento della giornata in cui non pensi a lei. Ma i suoi sentimenti nei miei confronti sono molto diversi…
- Non c’è bisogno che mi racconti tutto, Sev - le dissi sorridendogli tristemente: mi faceva una gran pena, e mi facevo pena per quello a cui avevo pensato nell’ultimo quarto d’ora.
- Guarda, Milly, non c’è niente di cui debba vergognarmi, a parte un’azione scellerata che ho fatto due anni fa: di quella non sono scusabile, è stata la maledizione della mia vita e mi ha tolto ogni speranza di felicità. La colpa è tutta mia,  ma considero responsabili anche Potter e Voldemort. Se lui non fosse esistito…
Si fermò, come se si fosse stupito di aver fatto quell’affermazione.
- Potter è il suo fidanzato, non è vero? Ma Voldemort? Chi è? - Gli chiesi
Sospirò, poi, con gli occhi tristi, come chi volesse comunicare ad un altro un grande dolore, Sev cominciò a raccontare: - Ho conosciuto Lily tanti anni fa, in un giardinetto vicino a casa sua, eravamo due bambini. Lei e la sua insopportabile sorella venivano spesso a giocare e, osservandola bene, mi sono accorto che aveva poteri magici, anche se era una babbana. Anche i babbani possono essere maghi e alcuni sono veramente potenti. Lily aveva una grande quantità di magia involontaria, la percepivo. Un giorno le ho parlato e, malgrado l’odiosa sorella che faceva di tutto per allontanarmi da lei, siamo diventati amici.
Lo guardavo fissa. Lui cercava le parole giuste per parlarmi dei suoi sentimenti, cosa di cui non era troppo abituato. Penso che non si fosse mai confidato con nessuno. Non ho ancora capito perché quella sera si è aperto con me: ero solo una compagna d’infanzia, erano tanti anni che non ci vedevamo. Forse perché aveva solo tanto bisogno di sfogarsi
- Eravamo ottimi amici e forse qualcosa di più: io non potevo vivere senza di lei e anche Lily sembrava contenta quando mi vedeva. Insieme abbiamo scoperto il mondo magico, di cui le parlavo sempre, insieme siamo saliti sull’espresso per Hogwarts…
- La vostra scuola? - Gli dissi
- Sì, ma qui siamo stati divisi in due case diverse - E, al mio sguardo interrogativo - le case raggruppano quattro gruppi di studenti di Hogwarts: io sono capitato a Serpeverde, Lily a Grifondoro, insieme a Mary e a un sacco di idioti, tra cui quello che è ora il suo fidanzato…
-  Potter. Ma vi vedevate ancora? - gli chiesi
- Non quanto avrei voluto. Ma siamo rimasti amici, ottimi amici, malgrado i suoi compagni di casa, e anche i miei a dire il vero, cercassero di separarci parlando male l’uno dell’altro, prendendoci in giro, tormentandoci… fino a quando… non l’ho tradita - forse sono sbiancata (non immaginavo che Sev potesse fare del male a qualcuno), poi lui ha continuato - … non in quel senso: l’ho insultata davanti a quell’imbecille di Potter e ai suoi amici, per giunta perché aveva preso le mie difese.
Sev cercava di dominarsi per non piangere. Mi faceva tanto pena. Gli afferrai la mano e gliela strinsi.
- Non sai quante volte ho maledetto quel momento. Ho provato a scusarmi, ad implorare il suo perdono. Mi bastava rimanere suo amico, non volevo nient’altro. L’ho sempre amata, ma mi importava solo quello. Mi ha ignorato per mesi, mentre io, da lontano, cercavo di proteggerla
- Proteggerla? Da chi? - chiesi sbigottita.
- Da quegli imbecilli dei Grinfondoro e anche da me e dai miei “amici”. Molti Serpeverde si sono uniti ad un mago oscuro, Voldemort, che sta cercando di prendere il potere nel mondo magico. Anche io. Milly, non sono buono come pensi. Lily invece lo disprezza: Voldemort ci ha divisi ancora di pià. Io però ho sempre cercato di proteggerla, te lo giuro…
- Lo so, ti credo - gli dissi. Non immaginavo un Sev che non fosse buono. Il nome che mi aveva pronunciato, Voldemort, non mi diceva allora niente -. Ma adesso vi parlate, siete tornati amici…
- Non lo so se posso chiamarla amicizia. Nel frattempo si è innamorata di quel pallone gonfiato di Potter e solo per aiutare Mary, la sua amica, ha accettato che ci fossi anch’io. Tutta la faccenda è segreta e, non so come sia riuscita Mary a convincerla, neanche il fidanzato di Lily, quel maledetto Potter, sa qualcosa… Questa è la prima volta che riesco a rivolgerle la parola, dopo tanti mesi… - Si fermò, cercando di controllarsi. Pensavo che non riuscisse a riprendersi, tanto era triste e sconsolato. Mi faceva tanto pena.
- Come mai ti hanno coinvolto? - gli chiesi.
- E’ per il portale di Serpeverde, uno dei sette portali magici che possono essere utilizzati per accedere ad Imo nemore. Per utilizzarlo bisogna essere di quella casa e Mary, che l’ha individuato, mi ha contattato, sapendo che ho sempre avuto un debole per la sua amica Lily. Io ho accettato purché la cosa restasse segreta (nessuno sa niente ed è meglio che sia così, dato che non mi fido di nessuno, soprattutto dei miei compagni di casa). Ho accettato solo per stare con lei. Ad essere sincero del portale non mi importa niente, e neanche delle profezie della Sibilla… Anche lei è stata coinvolta dalla sua amica, che ha una vera ossessione per il libro di Coppius Pittus e per la profezie. Mary è convinta che potremmo essere noi i tre maghi della profezia, ma, secondo me, si sta sbagliando completamente. Tra l’altro Mary ha detto incautamente qualcosa a quel balordo di suo cugino. Immagino che ci sia lui dietro all’attacco di prima…
Si riprese e mi sorrise: - Ora però basta con i fallimenti della mia vita. Parla un po’ tu. Mi interessa sapere quello che hai fatto. E poi, se devo essere sincero, è un’occasione più unica che rara conoscere una respingente. Pensavo non esistessero. Sono tra le leggende del mondo magico…
Ma, in quel momento, il volatile evanescente che già avevo visto a casa di Mary riapparve ripetendo con la sua vocina: “Mary chiede il permesso di venire”. Sev guardò il volatile un attimo, poi lo toccò. Improvvisamente, vicino alla stufa, si materializzò Mary MacDonald.

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Capitolo 8
*** Invito a MacDonald Castle ***


Capitolo 8.

 

Invito a MacDonald Castle

 

La biondina si diresse verso di noi e disse: - E’ arrivato a prenderla. Domani sera sono però invitati a MacDonald Castle.

Piton non riuscì a trattenere una smorfia. Capii che stava parlando di Lily e di quel Potter.

- Rimango a Spinner’s End fino alla fine delle vacanze di Natale - disse Piton, che poi aggiunse: -  A Milly penso io.

Poi, rivolgendosi a me: - Milly, se vuoi ti riporto a casa. - Si fermò un attimo e poi: - Mi farebbe però piacere rivederti: magari parliamo dei vecchi tempi…

- … sì, lo so - continuai - , e poi vorresti “studiarmi”: se non ho capito male, sono una specie di fenomeno nel mondo magico, mi sbaglio?”

I due sorrisero. Poi la biondina gentilmente: - Aspetta, Piton. - Poi, rivoltasi a me: - Se vuoi, Milly, puoi venire domani sera alla festa, al mio castello. I miei hanno invitato mezza comunità magica. Tranne Piton naturalmente: la sua presenza non è gradita, purtroppo. Tu però sei la benvenuta: ti farò passare per un’amica Maganò che ho conosciuto in questi giorni - Poi, dato che avevo l’espressione perplessa, mi spiegò: - I Maganò sono membri della comunità magica che non hanno però alcun potere e vivono in mezzo ai babbani, anche se talvolta sono inseriti nelle nostre comunità.

Pensai un attimo a quella che chiamavo casa: una piccola squallida stanzetta in un’anonima borgata scozzese; nessuno mi stava aspettando; nessuno mi avrebbe cercata. Mary sembrava molto gentile e la prospettiva di passare una serata in un castello in compagnia di maghi e streghe mi sembrava estremamente intrigante… neanche nei miei più fantasiosi sogni della fanciullezza avrei potuto immaginare una situazione del genere. Ci sarebbe inoltre stata anche Lily con il suo fidanzato. Potevo osservarli, vedere se lo amava, se Sev avrebbe avuto, mio malgrado, qualche possibilità… Mi decisi.

- Ti ringrazio, Mary, sei molto gentile. Però non ho idea di come prepararmi per la serata né come giungere in quel posto…

- Non preoccuparti di questo - intervenne, molto gentilmente, Piton. - Pranzi con me e poi ci penso io; provvedo anche a crearti un’identità fittizia e a materializzarci nei pressi del castello. - Poi, rivolgendosi a Mary: - Milly può essere trasportata con la materializzazione congiunta.

Sorrisi riconoscente. Mary era d’accordo. Mi disse altre parole gentili e che avrebbe poi provveduto lei a riportarmi a casa. Poi, dopo averci salutato, si smaterializzò.

- Wow! Non mi sembra vero. Qualche ora fa facevo pulizie a casa della signora McGregor e ora sono invitata ad una festa magica in un castello scozzese e tu - dissi rivolgendomi a Piton con un sorriso di riconoscenza - mi stai aiutando…

Si avvicinò e mi diede un bacio, sulla fronte: - Ho sempre avuto un’attrazione per le respingenti - mi disse, sorridendo. Sorrisi anch’io: mi sarebbe però piaciuto che non avesse scherzato

 

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Alle 12.00 del giorno successivo, 23 dicembre 1977, ero di nuovo a casa di Sev, che cercava di preparare un buon primo italiano, che non avevo mai mangiato e che, malgrado i sapori completamente diversi da quelli a cui ero abituata, mi piacque molto. Ma forse mi piaceva perché ero in sua compagnia.

Fu gentilissimo e, dopo pranzo, cominciai a prepararmi. Una buona mezz’ora fu impegnata in estenuanti tentativi di trovare qualcosa di adatto, “trasfigurando” i miei abiti. Il guaio era che Sev non era espertissimo di vesti femminili e mi proponeva modelli in stile “segretaria babbana”, molto accollati e poco femminili. Poi riuscii a convincerlo e riuscimmo a focalizzarci su un decente abito da sera. Non sapevo quale fosse la moda dei maghi (che si vestono in modo alquanto bizzarro, almeno secondo i gusti dei non maghi), ma speravo che andasse bene (anche Sev, per quanto poco competente, ne era convinto).

- Sei bellissima - mi disse (ma penso l’abbia detto solo per cortesia).  Tuttavia non riuscì con la magia a sistemarmi i capelli (in effetti respingevo anche quella magia) e dovetti ricorrere ai mezzi tradizionali, o almeno arrangiarmi con quello che Sev aveva a casa (cioè quasi con niente).

Prima di partire mi spiegò come dovevo comportarmi: potevo presentarmi con il mio nome ma non con il cognome: avrei fatto finta di appartenere ad una famiglia dell’East Lindon chiamata Spanning (una famiglia mezza babbana, molto numerosa, di cui nessuno era stato evidentemente invitato). I Maganò, mi spiegò, possono subire gli effetti di tutti gli incantesimi, come i babbani, ma non hanno nessuna possibilità di creare incantesimi. Io dovevo quindi stare tranquilla, fingere di non sentire se mi trovavo nell’area d’azione di un Mufflato (mi spiegò che era un incantesimo che permetteva di creare una bolla sonora, nella quale gli altri non sentono ciò che dici: lui stesso aveva creato quell’incantesimo ed era ormai diventato di dominio pubblico), non preoccuparmi se vedevo qualcosa di strano perché poteva essere un incantesimo di illusione che non mi coinvolgeva (ma sullo “strano” del mondo magico ci sarebbe parecchio da parlare) e godermi la festa. Quando avrei voluto allontanarmi, avrei dovuto rivolgermi a Mary che mi avrebbe portato vicino a casa mia.

- Ci rivediamo, i prossimi giorni? - Gli chiesi, mentre il cuore mi batteva all’impazzata, prima di allontanarci verso MacDonald Castle. E poi, tutta d’un fiato. - Sei impegnato a Natale? Io sono sola…

- Sono solo anch’io, non ho nessun tipo di impegno. Se vuoi, ci facciamo compagnia… - disse, con un sorriso che mi scaldò il cuore. E poi - Ti contatterò presto. Intanto, divertiti.

Lo abbracciai. Quindi mi prese le mani e, in un attimo, con la smaterializzazione congiunta, giungemmo vicino a MacDonald Castle.

 

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Sev si smaterializzò subito, senza neanche salutarmi. In compenso poco lontano, presso un ampio cancello, c’erano diverse persone, tra cui Mary, che mi venne incontro.

- Milly, che piacere rivederti. Sono contenta che tu abbia accettato il mio invito - mi disse -. Vieni, la festa è appena cominciata.

Mi aveva accolto all’ingresso di quello che era il castello di famiglia (ma era buio e io intravvedevo appena la sagoma dell’imponente maniero, variamente illuminata). Poco lontano, sulla porta, due o tre persone controllavano l’entrata dei vari ospiti, che giungevano in vario modo (generalmente materializzandosi a poca distanza dal castello).

- Superiamo il controllo - mi disse. - Un uomo con un impeccabile completo nero mi illuminò con la sua bacchetta, quindi pronunciò qualche formula, ma non successe niente. Mary, rivoltasi a lui, spiegò - E’ la mia amica. E’ tutto a posto. - Poi, rivoltasi a me: - Controllano gli invitati e eliminano la possibilità che qualcuno si infili trasfigurato o in altro modo. Purtroppo questo è un periodo buio, molte persone seguono il Signore Oscuro e dobbiamo stare attenti (Ancora non sapevo che fosse il “Signore Oscuro” né sapevo che era la stessa persona che Sev aveva chiamato Voldemort. Purtroppo poi ebbi varie occasioni di conoscerne il potere).

Presami per mano, mi accompagnò dentro il cortile e poi all’interno del castello. Era ormai buio, ma i luoghi che attraversavamo erano illuminati da innumerevoli luci (alcune sospese) e torce, che davano al castello un aspetto fiabesco. Salimmo lungo un’ampia scalinata e giungemmo in una grande sala illuminata da tante candele sospese a mezz’aria, sopra la nostra testa. C’erano decine di persone che parlavano tra loro, divise in varie parti della sala: chi vicino a delle tavolate coperte da bevande e invitanti tartine o altri cibi, chi sui divanetti, chi in altre parti dell’ampio locale.

- Vieni, ti presento i miei genitori - mi disse Mary.

Tutto era bello e piacevole e mi sembrava di vivere in un sogno. Tuttavia, mentre ci spostavamo verso un lato della stanza vidi, dietro ad un tavolo, un essere ripugnante, piccolo, sgraziato, coperto solo da stracci, muoversi velocemente tra i tavoli. Rabbrividii e non potei fare a meno di mostrare il mio stupore: quella creatura sgraziata e orripilante stonava completamente con l’ambiente raffinato in cui era inserito.

Mary se ne accorse: - Oh, mio Dio. Lo vedi. Non pensavo che ci riuscissi. Avevamo disilluso i nostri elfi domestici …

- Chi sono gli elfi domestici? - chiesi stupita, mentre lo strano essere scompariva dalla mia vista.

- Sono esseri magici al servizio delle famiglie nobili. I nostri appartengono al castello da generazioni - mi spiegò velocemente Mary.

Interrompo il racconto per precisare qualcosa che forse nessuno appartenente alla comunità magica conosce. Io sono una respingente, lo avete capito, l’unica della mia specie, per quanto ne so (a parte mia figlia che ha ereditato anche le mie caratteristiche, insieme ai poteri del padre, come poi vi racconterò). Tuttavia allora ignoravo quali fossero i miei precisi “poteri”. Ora però lo so e lo scoprii, piano piano, da quella serata in poi.

Sono impermeabile alla magia: qualsiasi magia scagliata contro di me non ha alcun effetto. Anche  la maledizione Cruciatus e addirittura l’Avada Kedavra, la peggiore delle maledizioni senza perdono, non mi toccano affatto, come ho scoperto in seguito. Sono naturalmente vulnerabile a qualsiasi inconveniente “babbano”, ma a questo i maghi non pensano e ciò effettivamente mi dà un grande vantaggio.

Non ho nessun altro potere, non posso fare alcun tipo di magia, né posso quindi trasfigurarmi, teletrasportarmi autonomamente, né passare per camini o altre cose del genere, né essere portata con scope o altri oggetti magici: posso in definitiva solo spostarmi con una materializzazione congiunta. Perché questa funziona? Non ne ho idea.

Inoltre sono influenzabile da qualsiasi magia venga fatto (muffliato, illusione, disillusione, ecc.), ma solo se sono deconcentrata. Se presto attenzione ad un oggetto o ad un fenomeno, qualsiasi magia perde per me gli effetti che aveva e posso vedere o sentire la realtà così come è. Questi potere, come ho detto, sono passati anche a mia figlia che, però, ha ereditato, in un mix molto originale, i grandi poteri magici del padre e, pertanto, è riuscita, come spiegherò successivamente, ad utilizzarli in modo particolarmente efficace per proteggere in diverse occasioni, senza che nessuno se ne accorgesse (neanche l’interessato), il Prescelto. Ma non voglio correre troppo e, dopo questa necessaria premessa, riprendo il racconto di quella serata.

 

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Mary mi ha presentato ad mago imponente con un bizzarro ma elegante vestito viola. Era Conan MacDonald, il padre di Mary che sembrava effettivamente l’opposto della figlia (che, come mi sembra di aver già detto, era una biondina magra e non troppo alta).

- Padre - disse Mary, presentandomi - Questa è la mia amica Maganò di cui ti ho parlato.

- E’ un piacere conoscere una nuova amica di mia figlia - disse gentilmente l’uomo. - Mi diceva Mary che appartieni agli Spanning dell’East Linton. A quale ramo?

Ecco, cominciavano le difficoltà e dovevo improvvisare: - A quelli di Dunbar (il primo nome che mi venne in mente, presumendo che una località del genere si trovasse in quella zona),  ma i miei sono morti quando ero piccola e vivo a Paisley in mezzo ai babbani - Mi veniva quasi da ridere usando la terminologia magica. Poi, inserendomi con disinvoltura nella parte: - Purtroppo sono una Maganò e non ho molta pratica con il mondo magico…

- Non preoccuparti, cara - Disse una donna che si era aggiunta al gruppo e che subito dopo si presentò: era Sibylla, madre di Mary. In effetti, assomigliava moltissimo alla figlia: piccola, bionda, elegante. Al suo fianco una bimbetta di cinque-sei anni, che mi scrutava con i suoi occhi curiosi, come se fossi un essere strano: evidentemente non aveva visto molti Maganò. - Questa è Katie, la mia piccola - disse. Le sorrisi e le diedi la mano salutandola gentilmente. La bimba si sciolse in un sorriso.

- Siamo contenti che abbia accettato il nostro invito.- continuò la madre di Mary

- In effetti, cara signorina Spanning - continuò il padre - vorrei, alla prima occasione, parlare con lei. Le anticipo che sto cercando del personale “speciale” per amministrare alcune mie proprietà babbane e mi servirebbe qualcuno, un maganò ad esempio, inserito in quel mondo… ma non voglio tediarla alla festa. Se le interessa il discorso, ci saranno altre occasioni… Si diverta, intanto.

- La ringrazio, lei è gentilissimo - dissi. Sorrisi sulla mia possibile evoluzione sociale avvenuta nell’arco di poche ore: da domestica (ero quello che facevo per guadagnare qualcosa) ad amministratrice di proprietà magiche. Il salto non era male!

Lasciammo la famiglia di Mary e ci gettammo in mezzo ad una folla di maghi e streghe. Ero estasiata e non mi sembrava vero aggirarmi in quell’ambiente. La mia amica mi presentò tante altre persone, tra cui alcuni suoi parenti, un enigmatico suo cugino (era quello a cui si era riferito Sev poche ore prima?), che si chiamava Duncan, e, per ultimo, appena arrivato, il suo fidanzato, John Wayne. Pensavo mi prendesse in giro con il nome dell’attore americano! Anche perché l’accostamento era proprio bizzarro: l’omonimo della famosa star era un piccoletto smilzo, non più alto di Mary, molto impacciato, con un carattere incerto: balbettava e non alzava mai gli occhi: sembrava aver paura di incrociare il mio sguardo! Mi sembrò effettivamente molto strano, e per giunta del tutto diverso da Mary, ragazzina solare e estroversa. Cosa aveva visto Mary in lui? Pensai, senza volerlo, a Sev…

- Milly! Ciao! Che piacere rivederti! - Sentii poco dopo. Era Lily, che si trovava a conversare, su dei divanetti, con un gruppi di ragazzi e ragazze. Ad uno di essi teneva la mano. Era evidentemente quel Potter che Sev detestava.

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Capitolo 9
*** Una inquietante conversazione ***


Capitolo 9

 

Una inquietante conversazione

 

 

Lily mi presentò subito il suo ragazzo e gli altri amici che erano con loro. James Potter era effettivamente un bel ragazzo, alto, muscoloso, con una capigliatura disordinata e un bel sorriso. Fu affabile e particolarmente gentile. Più riservati gli amici, Sirius, alto, moro, poco loquace e Peter, un piccoletto non troppo magro che cercava spasmodicamente di inserirsi nel discorso, non sempre in modo pertinente; le ragazze, Clara e Annah, non sembravano particolarmente espansive, ma si presentarono educatamente.

Rimasi con loro qualche minuto, poi Lily mi disse: - Vieni Milly, mi accompagni in bagno?

Evidentemente voleva dirmi qualcosa. Infatti, allontanateci dalla compagnia, mi disse che non si aspettava di vedermi, anche se era contenta che fossi andata anch’io e mi fece una accorata raccomandazione:  - Scusami, Milly, volevo chiederti di non parlare assolutamente di Sev. James non lo sopporta e non sa che questo pomeriggio l’ho visto. E’ una situazione molto fastidiosa per me e non sono per niente contenta di nascondergli qualcosa, ma non posso fare diversamente. Sa solo che sono stata con Mary. Possiamo dire che ti abbiamo conosciuta oggi in un negozio babbano, o se vuoi qualche giorno fa…

- Non preoccuparti - le dissi, comprensiva. Poi: - Sev, comunque, è una bravissima persona, non so come fa a non piacere a qualcuno.

- Purtroppo non sai tutta la storia, Milly: son diversi anni che non lo frequenti. Sono d’accordo con te, è una bravissima persona ed è stato anche, per tanti anni, il mio migliore amico… - Fece una pausa - Ma ha anche un lato oscuro, Milly. Non fidarti mai completamente di lui, rimarresti delusa. Ora, ti prego, torniamo…

No, non era vero, Sev era la persona più gentile che avessi mai conosciuto. Come si permetteva di parlar male di lui? Tuttavia non le dissi niente di ciò che stavo pensando e tornammo insieme dai suoi amici. Qui, se non sbaglio (sono passati tanti anni) intavolai una lunga discussione con Peter e Sirius che mi fecero alcune domande sulla mia condizione di Maganò (evidentemente avevano ricevuto durante la mia assenza tale informazione) e sulla mia vita (come avevo conosciuto Lily?). Riuscii poi, agevolmente, a far cadere il discorso su loro due e su Hogwarts. Avevo l’impressione che stessero cercando di sondarmi la mente (la privacy non era tra le caratteristiche del mondo magico, lo avevo ormai capito), ma ero anche sicura che non sarebbero riusciti nel loro intento.

Poi venne Mary a mi portò da alcune sue amiche, quindi ci spostammo verso gli antipasti, chiacchierando… Insomma, tutto procedeva benissimo. Il mondo magico era brillante, rassicurante, coinvolgente…. Mi sembrava un bellissimo sogno

Ma avvenne il fatto che mi sconvolse. Mi ero allontanata con Mary, che mi voleva far vedere la biblioteca del castello. Tuttavia, in un corridoio, lei si bloccò. Mi disse che improvvisamente il corridoio era diventato completamente buio e non vedeva assolutamente niente. Il fatto strano era che io, invece, lo vedevo normalmente illuminato. Decidemmo di tornare indietro; la presi per mano e, con un po’ di inquietudine, ci dirigemmo verso la sala. Forse ho sbagliato un corridoio, non so. Tuttavia, ad un certo punto, sento, dietro l’angolo, due persone bisbigliare. Le stringo la mano chiedendole sottovoce di non parlare e ci appiattiamo in una nicchia. Una delle voci mi sembrava di averla già sentita: mi sembrava Wayne, il fidanzato di Mary, ma non ero sicura, anche perché aveva un tono deciso e non balbettava minimamente.

- Erano insieme a Piton - diceva uno dei due - Non erano sotto Imperius. Sono  d’accordo con lui, ne sono sicuro.

- Almeno non vi hanno riconosciuti? - chiedeva la voce che a me sembrava quella di Wayne.

- No, di questo sono sicuro. Eravamo lontani e coperti.

- Maledette… sono arrivate vicino al portale. Mi occuperò personalmente della cosa…

- … Mary usa maledizione senza perdono. Mi ha lanciato, oltre agli Schiantesimi, una Cruciatus. Sono succubi di quello schifoso Serpeverde, ne sono sicuro. Magari le ha plagiate. Ed è più forte di quello che pensavamo.

- Mi occupo io di tutto. Cercate di lasciarmi sola con Lily.  

- Va bene, sta attento, non farti scoprire. Non mi piace neanche la Maganò: non sono riescito a sondarla: è inattaccabile. Potrebbe essere una maga molto potente…

- Penserò anche a lei, non preoccuparti, prima di Lily. Abbiamo quasi raggiunto il nostro obiettivo, sarebbe un peccato dover rinunciare proprio adesso.

- Avviso anche la nostra comune amica. Le dico di stare attenta. Per domani siamo d’accordo: ci vediamo tutti al solito posto alla solita ora. Così ci aggiorniamo …

Si allontanarono. Ero sconvolta. Mary disse che stava tornando la luce (per me non era andata mai via). Mi chiese cosa fosse successo e perché ci eravamo fermate. Lei aveva sentito solo un leggero ronzio. Invece io avevo udito distintamente tutto quello che dicevano. Evidentemente non ero soggetta ai due incantesimi  (quello visivo e quello uditivo) che i due avevano lanciato prima di confidarsi in quella parte del castello.

Raccontai tutto a Mary, che ne fu inorridita. Non le menzionai però i miei sospetti sul suo fidanzato: potevo benissimo essermi sbagliata. Dovevamo subito avvisare Lily e pensare alle contromosse. Il mondo magico si presentava molto più complesso di quello che appariva e la bellezza e l’eleganza del luogo nascondeva la bruttura di chissà quale orribile macchinazione. Rimpiansi, per la prima volta, la mia vita precedente e la mia squallida abitazione.

 

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Ringrazio tutti coloro che hanno letto la FF e quelli che l'hanno inserita tra le seguite, ricordate o preferite. Un ringraziamento particolare a  miss Gold_324 per le sue gentilissime recensioni.

Penso di pubblicare un paio di volte a settimana: martedì/mercoledì e sabato/domenica.
Dovrei completare la FF in 20 capitoli (sto già pensando però ad un seguito). A presto

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Capitolo 10
*** Un anno di pausa per Rita Skeeter. ***


Capitolo 10

 

Un anno di pausa per Rita Skeeter

 

 

UN ANNO di PAUSA PER RITA SKEETER

La nota giornalista sospende la collaborazione con la Gazzetta del Profeta in seguito agli ultimi sviluppi della vicenda Anderson-MacDonald

 

Ieri Rita Skeeter, vicedirettrice della Gazzetta, ha comunicato la sua ferma volontà di interrompere momentaneamente, per un anno solare a partire dalla data odierna, la sua pluriennale collaborazione con il nostro quotidiano in seguito agli sviluppi imprevisti della vicenda Anderson-MacDonald.

Come i lettori ben sapranno, le prime puntate della lunga intervista a Milly Anderson, pubblicate in queste settimane da un giornale concorrente, avevano lasciato perplessa la nostra valida collaboratrice che, nell’ultimo suo editoriale, si impegnava a ritirarsi dall’attività per un anno nel caso in cui fosse stato presentato un leggendario libro di Coppius Pittus dedicato ai sette portali magici che permettevano l’accesso ad un luogo magico chiamato Imo Nemore.

Quattro giorni fa, come abbiamo già comunicato, Mary MacDonald ha invitato, a MacDonald Castle, i principali esponenti sia delle principali testate magiche (tranne Rita Skeeter, verso la quale nutre, non sappiamo per quale preciso motivo, rancori personali) sia dell’Istituto di Storia Magica e Babbana (ISMB). Tra i presenti spiccava Luna Lovegood Scamander, amica personale della MacDonald. In quell’occasione, l’esponente della nobile casata scozzese, che vive isolata da anni nel suo castello delle Highlands, ha presentato al mondo la copia di un antico volume in suo possesso. Si tratta del "De septem portalibus" del leggendario mago scozzese Coppius Pittus, vissute nel XII secolo, che la famiglia MacDonald considera tra i propri antenati. La signora MacDonald, dopo aver fatto alcune precisazioni intorno a Milly Anderson (“Conosco Milly da quando eravamo ragazze; è la persona più onesta e seria che conosco e tutto quello che presenterà nella lunga intervista che ha concesso al Cavillo è avvenuto”) e sui motivi che hanno spinto quella che tutti ora considerano una “respingente” a divulgare a distanza di anni le sue informazioni (“Il vergognoso attacco di quella giornalista da strapazzo, in quel concentrato di bugie che ha appena pubblicato,  alla memoria di Severus, a cui Milly è sempre stata molto legata, l’ha spinta a dire finalmente la verità. Quella specie di giornalista dovrebbe sciacquarsi la bocca ogni volta che pronuncia il nome di Severus Piton, che ho conosciuto personalmente e di cui conservo un meraviglioso ricordo”); ha quindi concluso di sperare che la deontologia professionale della nostra stimata collega Skeeter la spinga a tener fede a ciò che, forse incautamente, aveva promesso nel suo ultimo articolo (“Almeno non sentiremo per dodici mesi le sue cretinate”).

Due giorni fa Donald McGonall, presidente dell’ISMB, ha dichiarato che il volume di Coppius Pittus è autentico; nella stessa giornata il primo ministro, Hermione Granger, ha disposto la realizzazione, a cura dello stesso Istituto, di dodici copie dello stesso da collocare nelle principali biblioteche del mondo magico. La traduzione del "De septem portalibus" dovrebbe essere trasmessa agli organi di stampa e a tutti gli interessati entro pochi giorni: pubblicheremo naturalmente, sulle pagine della Gazzetta, un ampio estratto del volume, appena disponibile.

Il celebre Harry Potter, inoltre, direttore dell’ufficio Auror (nonché salvatore del mondo magico), ha contemporaneamente comunicato, in una conferenza stampa indetta al Ministero, che il suo ufficio era a conoscenza della condizione particolare di Milly Anderson da diversi anni e che la sua condizione di “respingente” è stata certificata della Commissione Magica Internazionale per la Protezione di Esseri Magici Eccezionali, a cui i respingenti sono evidentemente assimilati. La condizione della Anderson era stata tenuta fino ad oggi segreta per ovvie ragioni di riservatezza. Rispondendo ad una nostra precisa domanda, ha inoltre comunicato di conoscere personalmente sia la signora Anderson sia sua figlia e di avere sempre avuto, e di avere tuttora, piena fiducia in loro.

Non sono invece contattabili Milly Anderson né sua figlia Lily Anderson O’Neil: la loro proverbiale riservatezza, che tra l’altro è difficilmente violabile in quanto protetta da incantesimi sconosciuti difficilmente aggirabili, non è stata al momento interrotta.

Dopo aver avuto notizia della sospensione della collaborazione da parte della nostra stimata collega nella giornata di ieri, sia la Direzione sia tutti i redattori, i giornalisti e i collaboratori della nostra testata le hanno assicurato piena solidarietà, ringraziandola per il prezioso lavoro fin qui svolto. Il nostro Direttore le ha infine assicurato che, tra un anno, potrà riprendere il posto che ha sempre avuto nel nostro giornale e nel cuore dei lettori

                                                                                                                                   Tobiah Caramell


 

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Capitolo 11
*** Nemici nell'ombra ***


Capitolo 11.

 

Nemici nell’ombra

 

 

Subito ci precipitammo alla ricerca di Lily, aggirandoci per il castello. Infatti molti degli invitati erano scemati dalla sala grande e si erano indirizzati verso vari luoghi del castello. Qualcuno si era recato a vedere la famosa biblioteca insieme a Conan MacDonald; diverse streghe erano passate a chiacchierare in un piacevole salottino in compagnia di Sibylla, alcuni ragazzi si erano fermati nei corridoi o erano entrati in alcune invitanti stanze, appositamente preparate, dove un bel fuoco scoppiettava allegramente in un caminetto ed alcuni divanetti invitanti spingevano le  giovani coppie a fermarsi. Dei ragazzi giocavano in cortile: i più grandi spostavano con le bacchette grandi quantità di neve costruendo pupazzi o lanciandola verso i compagni; i più piccoli, sorvegliati da qualche adulto, giocavano, come tutti i bambini del mondo, con palle di neve.

Spostandoci velocemente da un luogo all’altro, finalmente li trovammo, in un angolo appartato di una piccola stanza, debolmente illuminata dalla luce del caminetto. I due erano felici, l’uno nelle braccia dell’altro, e mi dispiacque interrompere quel loro momento di intimità. Pensai a Sev, solo a casa sua. Poi tornai alla realtà.

- Scusate il disturbo - disse Mary, con grande disinvoltura e con un grande sorriso. Era evidentemente molto brava a nascondere le sue emozioni: io non ne sarei stata capace - Scusami James,  non cruciarmi. Mi serve assolutamente Lily. Prometto di rimandartela presto… E’ una questione di vita o di morte (naturalmente lo disse con un tono leggere, come per sottolineare che in realtà era una sciocchezzuola, di nessuna importanza).

James, molto sportivamente: - Bene, andrò a cercare i miei amici. Li avete visti?

- Li abbiamo persi, a dire il vero - disse Mary. In effetti non li avevamo visti in nessuno dei luoghi attraversati. E, facendo mente locale, non avevo visto in giro neanche Duncan (il cugino di Mary), né Wayne (il ragazzo di Mary). Effettivamente era strano che Mary non si preoccupasse del suo ragazzo e i due non fossero stati insieme durante la serata. I due si comportavano come se l’altro non esistesse, a differenza di come si comportava Lily… e di ciò che avrei fatto io, se....

- Va bene, andrò a cercarli - disse James. -  L’ultima volta stavano parlando con il tuo ragazzo - si riferiva a Wayne -  vicino alla scalinata… Mi raggiungi poi, appena fatto, Lily?

Mary impallidì impercettibilmente. Lily fece una faccina triste dovendosi allontanare da James, e, alzandosi, si accostò ancora di più a lui, gli diede un leggero bacio sulle labbra e gli sussurrò qualcosa. Poi ci raggiunse: - Eccomi, arrivo. Non vorrai mostrarmi il tuo nuovo vestito, non è vero? - disse in tono leggero e con una punta di polemica nella voce, ma ebbi l’impressione che avesse capito tutto e che stesse fingendo.

Uscimmo e subito Mary disse sottovoce: - Andiamo in camera mia…

Salimmo alcune rampe di scale e giungemmo in un’ala del castello in cui, evidentemente, abitava Mary con la sua famiglia. Un elegante corridoio, adorno di decorazioni natalizie, era riccamente illuminato. In esso si aprivano varie stanze, tra cui quella di Mary, dove entrammo. Una volta dentro, Mary, tirata fuori la bacchetta, pronunciò la formula “Mufflato”: la conversazione sarebbe rimasta riservata.

Diedi velocemente un’occhiata alla camera: alle pareti ritratti magici di animali (alcuni dei quali mai visti prima: il mondo magico continuava a stupirmi), naturalmente in movimento; su delle mensole, vari giocattoli e pupazzetti di stoffa (in questo caso non c’erano differenze con una stanza di una ragazza “babbana”). Sulla scrivania, in un angolo della stanza, una foto di John Wayne, che, come lo avevo già visto, teneva gli occhi bassi e si muoveva in modo scomposto. Era decisamente inquietante il fatto che non riuscivo mai ad incrociare il suo sguardo, né capivo cosa ci trovasse Mary in lui.

Ci sedemmo (io su una sedia, Mary e Lily sul letto) e le raccontammo tutto ciò che ci era capitato: il colloquio, le informazioni, la paura  che avevamo provato.

- Hai idea chi siano i due che stavano parlando? - mi chiese Lily, seriamente preoccupata

- No, però mi sembravano due voci maschili. - dissi -  E hanno menzionato, ad un certo punto, una donna o una ragazza, che chiamavano “la nostra comune amica”. Ma perché sono tanto interessati al portale? Avete sospetti su qualcuno?

Le due si guardarono. Poi Mary rispose.

- In realtà in Imo nemore non ci sono solo i libri sibillini. Ci sono, secondo Coppius, altri oggetti magici e c’è anche un gigantesco tesoro. Qualcuno forse è interessato a quello, più che ai libri … A me interessa solo il libro delle profezie. Nella nostra famiglia, da sempre, se ne parla. Coppius, che è un nostro antenato, dice chiaramente che uno dei tre maghi della profezia è un suo discendente; è una specie di maledizione di famiglia cercare di raggiungere Imo Nemore; mio padre ha studiato il libro per anni, ma non ha ottenuto niente; mio nonno e mio zio avevano la sua stessa ossessione…

- Noi però - aggiunse Lily - abbiamo trovato uno dei portali, quello di Serpeverde: l’hanno individuato ad Hogwarts Sev e Mary, combinando alcuni indizi inseriti in vari testi magici. Ma qualcuno li osservava: Peter Minus, l’amico grassoccio di James. Non mi piace, anche se James lo considera uno dei suoi più grandi amici e metterebbe la mano sul fuoco per lui…

- In effetti - continuò Mary - si trovava in Biblioteca vicino a noi quando abbiamo fatto la scoperto. Abbiamo poi scoperto che ha richiesto, nei giorni successivi, i nostri stessi libri…

- Ma non è il solo. - continuò Lily. - Anche il cugino di Mary, Duncan, secondo Sev, è pericoloso.

- In effetti mio cugino - continuò Mary - non è una bella persona. I MacDonald sono divisi in due rami: io appartengo al ramo principale della famiglia, quello che ha ereditato MacDonald Castle e buona parte dei possedimenti del clan; Duncan e la sorella appartengono al ramo cadetto della famiglia, e i rapporti tra noi non sono stati mai particolarmente buoni. Già mio zio (che è morto da diversi anni) e mio padre erano in pessimi rapporti. Ora i miei due cugini vivono a MacDonald Castle, dove possono alloggiare  tutti gli appartenenti del clan. Io ne avrei fatto volentieri a meno, ma i miei genitori li hanno accolti. Judith questa sera stava male e non è potuta scendere alla festa. Anzi, dovrei andare a trovarla, ad essere sincera. E’ gentile, anche se non sempre sensibile e intelligente; invece il fratello è arrogante, ambiguo, strafottente: è un serpeverde, come Sev, ma del tutto privo della genialità e delle capacità magiche del nostro amico. John più volte mi ha detto di non fidarmi di lui e anche Sev ha dei sospetti.

- Sirius, l’altro amico di James, cerca sempre di inserirsi tra me e Mary, quando parliamo insieme - continuò Lily. - Ha un atteggiamento strano. Non mi convince. Sembra che abbia capito qualcosa e voglia avere conferma. Inoltre sembra che abbia qualcosa da nascondere…

- Ma servono due ragazze per riaprire il portale, mi sbaglio? - Intervenni.

- Sì, è vero. Le due serpi che erano con loro stasera, Clara De Wieth e Annah Richardson, potrebbero essere della partita. Non so niente di loro. So solo che escono con Peter e Remus - poi, dato che non avevo afferrato il nome - Remus Lupin è un amico di James, il quarto della combriccola,  insieme a Peter Minus, Sirius Black e, naturalmente, a James. Si fanno chiamare “i Malandrini” e, ad Hogwarts, sono anche troppo conosciuti. Stasera però non è venuto, non so perché… -

Quanti personaggi su cui appuntare i nostri sospetti: gli amici di James, i cugini di Mary, le due serpentelle… e anche John Wayne, il ragazzo di Mary. Io avevo forti sospetti su di lui. Non mi piaceva, era sfuggente, sembrava infido; inoltre pensavo di aver riconosciuto la sua voce nella conversazione di poco prima (anche se non avevo comunicato la mia impressione a nessuno: potevo sbagliare, e poi le due persone sussurravano).

- Le due ragazze non appartengono a Serpeverde? - chiesi -  Ma Serpeverde e Grifondoro non sono in perenne competizione? - Avevo infatti già afferrato, nei discorsi della serata, questa affermazione più volte ripetuta da più persone.

- Sì, ma solo a livello scolastico. I rapporti sociali o affettivi sono un’altra cosa, anche perché due fratelli possono essere senza problemi smistati in case diverse. Ognuno esce senza problemi con esponenti delle altre casate - spiegò Mary.

- Io, ad esempio, ho avuto come migliore amico per molti anni Sev… - disse Lily - E’ stata una bella amicizia…

- Dai, si vedeva lontano un miglio che era innamorato di te - intervenne Mary - E anche tu…

Lily però la interruppe: - Adesso però dobbiamo decidere cosa fare. Qualcuno ci vuole impedire di entrare nel portale. Noi sappiamo però dove è il portale, sappiamo come entrare, dobbiamo solo contattare Sev e finalmente raggiungere Imo Nemore.

- Come mai fa parte del vostro gruppo anche Sev? - chiesi. - Perché è un mago molto abile? Perché è vostro amico?

- E’ un mago molto potente ed è un serpeverde. - mi spiegò Mary  Solo un serpeverde può permetterci l’accesso ad Imo Nemore, noi Grifondoro da sole non potremmo entrare. Inoltre è innamorato di Lily, te ne sarai accorta, e farebbe qualsiasi cosa per lei; per giunta mi doveva un grande favore e gli ho chiesto di ricambiare. Mi spiace aver coinvolto contemporaneamente Lily e Sev, perché Lily si è trovata nella necessità di mentire a James, ma non potevo fare diversamente. Del resto loro due sono le uniche persone di cui mi fido.

Il mondo magico era molto complicato, e molto meno affascinante di quanto mi era sembrato a prima vista. Però Sev mi piaceva. Cosa stava facendo in quel momento?

- Ora però pensiamo a Milly. Se i nostri nemici ti vogliono contattare, è meglio che non ti trovino. Ti riporto a casa, poi penserò a Lily. - Disse Mary. Poi, rivolgendosi alla rossa: - Non ti lascerò più sola, a meno che non ti imboschi con James, naturalmente…

Lily arrossì. Mary mi disse: -  Poi, nei prossimi giorni, ti contattiamo noi. Va bene, Milly?

- Sì, penso che tu abbia ragione. Penso che sia ora di andare.

Uscimmo (non ci si poteva smaterializzare dentro il castello, mi spiegò Mary) e, sul corridoio, incrociammo Duncan. Guardò duro Mary che le chiese cosa facesse a quell’ora davanti alla sua porta. Rispose, con una certa arroganza, che stava andando nella sua camera e se era proibito passare in quel corridoio. Mary ribatté che poteva passare dove voleva, ma che la sua camera poteva essere più agevolmente raggiunta con altri percorsi. Duncan, senza scomporsi, disse sarcastico che sperava di incrociarla per concludere in bellezza la giornata. Io rabbrividii. Effettivamente il cugino di Mary sembrava pericoloso e capace di  tutto.

Ce ne andammo e, velocemente, ci dirigemmo fuori. Incrociammo James, ancora alla ricerca dei suoi amici, che sembravano scomparsi. Lasciammo Lily con lui e, io e Mary, ci dirigemmo verso il cancello.

- Che fine ha fatto il tuo fidanzato? - Chiese a Mary varcando la soglia del castello. In effetti Wayne, il fidanzato di Mary, era come scomparso.

Mary fece un grande sorriso: - E’ sempre in giro per dei suoi complicati progetti magici. Ma appena lo ritrovo voglio recuperare il tempo perduto… - Mentre Mary parlava, mi chiedevo cosa trovasse in quel ragazzo. Io avrei scelto qualcun altro, più bello, più alto, più deciso, con due splendidi occhi grigi, che conoscevo da sempre…. Ma era innamorato di Lily, che era innamorata di James… Quante speranze avevo?

Eravamo arrivati fuori del cancello. C’erano ancora due guardie a controllare l’entrata. Mary mi prese le mani e, un attimo dopo, ero a Paisley. Salutai Mary e mi avviai verso casa.

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Il giorno dopo era la vigilia di Natale, non avevo scuola né altri impegni. Mi svegliai presto e pensai a tutto quello che era successo nella giornata precedente, e a Sev…  Mi avrebbe contattata. Quando? Quel giorno passò tra una serie di piccole incombenze o di piccole occupazioni: ero rimasta indietro su tutto. Tirai fuori anche il mio piccolo albero di Natale, un abete di plastica mignon con alcune luci colorate che si accendevano ad intermittenza e che tenevo riposto in uno scatolone durante l’anno. La sua luce allegra sembrava scaldare la stanza. Mi piaceva il Natale!

Quella notte, come al solito, andai alla funzione alla Chiesa cattolica (mia madre era irlandese e io avevo sempre frequentato quella comunità, anche se non ero praticamente; la messa di Natale però faceva parte delle tradizioni delle festività fin da quando ero bambina e non ne avrei fatto a meno per nessun motivo).

Salutate le solite persone e fatti i soliti auguri, ritornai verso casa. Era freddo e la neve in parte ancora copriva le strade. Pensavo a mia sorella, di cui era tanto che non avevo notizie. Ero quasi arrivata a casa, quando, uscendo da un vicolo, mi si affiancò una figura conosciuta. Il mio cuore balzò nel petto. Era Sev.

 

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Capitolo 12
*** Den Nathair, la Tana del Serpente ***


Capitolo 12

 

Den Nathair, la “Tana del Serpente”

 

 

Pensai a quella conversazione tutta la mattinata di Natale. A me sembrava una voce maschile, ma evidentemente mi ero sbagliata. Chi era quella ragazza? Una delle due serpentelle che stavano con Potter ed amici? O Judith MacDonald, la cugina di Mary (che tra l’altro per me era una perfetta sconosciuta, dato che non l’avevo vista alla festa)? O un’altra persona di cui non mi ricordavo (mi erano state presentate tante ragazze alla festa…)? E perché per forza una ragazza: non poteva essere una strega adulta o anziana?

Aspettavo con impazienza Sev, anche per comunicargli la mia scoperta. Per fortuna si materializzò puntuale, verso Mezzogiorno. Era elegantissimo, e molto bello.

- Sev, sono contenta di vederti - Ero sincera: non vedevo l’ora che arrivasse. Poi gli raccontai della mia scoperta. Era preoccupato, come lo ero anch’io. Ma, allontanando quei pensieri: - Ora però pensiamo a noi. Non possiamo fare niente senza Mary e Lily e ci vedremo domani. Se ora ti avvicini a me torniamo a Spinner’s End.

Più che avvicinarmi, mi gettai tra le sue braccia. Subito ci trovammo a casa sua, in sala da pranzo. Ero vicino o a lui: un pensiero folle mi attraversò la mente. Potevo baciarlo? Ero vicinissima al suo volto. Poi, per fortuna, riuscii a soffocarlo… Feci male?

Sev aveva preparato un magnifico pranzo natalizio (o così lo ricordo), solo per noi due, con tanto di zuppa e arrosto di tacchino. Dovevamo almeno festeggiare insieme, dato che nessuno dei due aveva amici o parenti con cui condividere quella giornata. Fu il pranzo di Natale più bello della mia vita, almeno fino a quel momento. Sev fu un perfetto padrone di casa e fece di tutto per mettermi a mio agio.

Terminato, ci fermammo a parlare un po’ di me (Sev molto gentilmente si informò dei miei progetti futuri), poi il discorso cadde sulla mia caratteristica di respingente. Purtroppo non potevo aiutare Sev, che era molto interessato alle mie “caratteristiche antimagiche”: del resto non avevo mai conosciuto mio padre né mia madre, prima di morire, mi aveva mai detto niente di lui. In quanto a mia sorella (era anche lei una respingente?), i nostri rapporti si erano interrotti, per un motivo molto serio e molto doloroso che non ho intenzione di ricordare (del resto non è collegato a questa storia), un paio di anni prima. Si era poi trasferita in Australia con i suoi genitori adottivi e non avevo più avuto notizie di lei.

I “poteri” (o “antipoteri”, che dir si voglia) che avevo però erano innegabili. Non sapevo allora se fossero ereditari. Ora ho la certezza che, almeno in parte, possono essere trasmessi ai propri figli: del resto mia figlia Lily è nata con una originale sintesi di mie caratteristiche e di qualità e poteri magici di suo padre… ma riprendo la narrazione di quei fatti.

Sev mi comunicò quindi che, il giorno successivo, lui, Lily e Mary avrebbero cercato di entrare nel portale. Avevano già individuato il luogo: si trovava poco lontano da Paisley, in un luogo che gli antichi manoscritti chiamavano Den Nathair (“la Tana del Serpente”). Avevano anche individuato la formula necessaria per il passaggio (indispensabile). Mi spiegò anche che Salazar Serpeverde aveva previsto una serie di trappole per coloro che tentavano il passaggio senza avere i necessari accessi… non mi disse quali, ma mi lasciò capire che potevano essere letali. Loro avrebbero evitato tutti i pericoli, però, ne era convinto.

Tuttavia, secondo lui, il rischio ci sarebbe stato al loro ritorno: non avrebbero trovato nessuno al di là del portale, ma avrebbero potuto trovare i misteriosi nemici pronti ad aspettarli all’uscita per sottrarre ciò che avevano  trovato (la profezia?) o per conoscere quali fossero le formule necessarie al passaggio..

- Se te la senti, Milly - mi disse a questo punto Sev -, puoi darci una mano anche tu.

Non avrei potuto accompagnarli oltre il portale (né ero una strega, anzi, come respingente, ero la meno indicata ad entrare in un luogo magico), ma avrei potuto avvisarli in caso di pericolo o nel caso vedessi qualcosa di strano. Il mio compito sembrava privo di rischi: dovevo semplicemente fermarmi nelle vicinanze, per giunta coperta con un mantello magico che mi rendeva invisibile a tutti, e sfregare le pietre di due anelli nel caso in cui avessi notato qualcosa di preoccupante.

L’avviso (non so come) sarebbe giunto a Sev, dovunque si fosse trovato: in tal caso lui, Lily e Mary, da Imo Nemore, sarebbero potuti uscire attraverso un altro portale (ce ne erano altri tre in Scozia, uno in Irlanda, uno a Roma e uno in un luogo imprecisato dell’est), eludendo il pericolo: in tal caso mi avrebbero poi raggiunto, appena possibile. Il luogo in cui era collocato il portale non era lontano dal luogo in cui vivevo, e pertanto sarei potuta, in caso di emergenza, coperta sempre dal mantello, tornare a casa tranquillamente. Me la sentivo?

- Mi farebbe piacere darvi una mano - confermai, naturalmente accettando subito.

- Ti ringrazio immensamente, Lily - mi disse Sev. - Per me è importante. Spero di riscattarmi agli occhi di Lily, a cui voglio veramente molto bene…

Era una pugnalata al mio cuore. Tuttavia sorrisi, mentre lui mi stringeva la mano…Avrei comunque fatto qualunque cosa mi avesse chiesto… non mi importava che fosse innamorato di un’altra…

Più tardi uscimmo e passeggiammo per la città, come due ragazzi qualunque. Chi ci guardava avrebbe pensato che eravamo fidanzati? La sera poi mi riaccompagnò a casa e… solito bacio sulla guancia (ci sarebbe mai stato qualcos’altro?). Prima di andare, mi ricordò che sarebbe tornato, il giorno dopo, alle 9.00 per andare al portale, dove aveva appuntamento con le due ragazze.

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Immaginavo il portale come un’imponente entrata, tipo Arco di Trionfo di Parigi, difeso da chissà quale diavoleria magica. Quando Sev mi portò lì vicino, eravamo in aperta campagna. La giornata era uggiosa (era piovuto tutta la notte) e una sporga fanghiglia di pietre e neve si poteva vedere,  qua e là, tra le rocce che caratterizzavano quel luogo. Conoscevo il posto: eravamo nei pressi di una fattoria abbandonata poco fuori Paisley, quella dei Logan, ma non di ricordavo di aver mai visto porte, portali o porticine nelle vicinanze… Mi trovavo in aperta campagna, come detto, poco lontano da un bosco che si inerpicava sul fianco di una collina. Un po’ più in alto ci aspettavano due persone: Mary e Lily.

- Vieni, Milly, raggiungiamole - mi disse Sev. - non possiamo materializzarci più vicino per via di una bolla magica creata per impedire di avvicinarsi troppo a Den Nathair. Ci inerpicammo in uno stretto sentiero tra le rocce, in mezzo alla brughiera, verso il bosco. Dopo qualche minuto giungemmo al luogo in cui ci stavano aspettando le due ragazze. Ci salutammo. Le ragazze sapevano già della mia presenza.

- Hai il mantello e gli anelli? - chiese Sev a Lily.

- Sì, ho chiesto il mantello a James: gli ho detto una piccola bugia, ma dovevo assolutamente avere il migliore. Gli anelli hanno l’incanto trigeminus - rispose tranquilla Lily, porgendo uno degli anelli a Sev.

- Sì, in effetti è vero - disse Sev a malincuore, quasi infastidito di elogiare, seppur indirettamente, quel Potter che tanto disprezzava - E’ un ottimo mantello magico. Diamo gli anelli a Milly e spieghiamogli come funzionano.

Misi gli anelli nelle dita di due mani diverse (in effetti non dovevano entrare in contatto se non in caso di emergenza). Provammo anche il mantello dell’invisibilità: in effetti ero completamente coperta e non si vedeva, dal di fuori, niente di ciò che vi era sotto. Io, da dentro, potevo invece osservare tranquillamente tutto. Effettivamente molto comodo, pensai, per assistere, non visti, a qualcosa di interessante… Poi camminammo ancora qualche minuto e raggiungemmo il fianco della collina. Sev mi disse che sarebbero entrati e che sarei potuto andare ad appostarmi poco lontano, su un poggio da cui si vedeva benissimo tutto il sentiero, dal punto in cui c’eravamo materializzati all’entrata della caverna: c’era solo una strada per raggiungere Den Nathair e non si poteva raggiungere se non per il sentiero, il che rendeva più facile notare la presenza di eventuali estranei. Subito dopo pronunciò una formula e vidi l’apertura di un’ampia caverna. Il portale era all’interno, da qualche parte. Sev e le due ragazze entrarono quindi, dopo avermi salutato, nella “Tana del serpente”.

Mi girai, mi rimisi il mantello, e cominciai a mi avviai verso il poggio. Mi aspettava una noiosa mattinata?

 

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Grazie a tutti quelli che leggono la FF. A presto (martedì)

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Capitolo 13
*** Colpi di scena ***


Capitolo 13.

 

Colpi di scena

 

Mi sistemai, seduta, sempre coperta dal mantello magico, sopra un gruppo di rocce, collocate un po’ più in alto dell’ingresso della Tana del Serpente. Era una giornata fredda, ma per fortuna la neve si era in buona parte sciolta e un pallido sole freddo illuminava la compagna. Ero inoltre completamente coperta, e non solo dal mantello magico: mi ero imbottita con non so quanti capi (maglia, berretto, calzamaglie, cappotto, guanti, sciarpa...). Guardavo tranquilla il panorama (riuscivo a controllare  tutta la zona) e pensavo. A Sev. Ritornavo con la memoria ad ogni suo gesto, ad ogni sua parola: ricordavo quando era piccolo e parlava con me; ripensavo a quello che era successo nei quattro giorni precedenti. Avrei voluto… Persa dietro a queste fantasticherie, persi la cognizione del tempo.

Quanto tempo era passato? Pochi minuti? Che sciocca, non avevo portato l’orologio. Improvvisamente, però, notai un movimento, lontano, sulla destra, grosso modo dove c’eravamo materializzati io e Sev. Subito il mio cuore sobbalzò: c’erano tre individui, tutti coperti con giubbotti e berretti. Non riuscivo ancora a capire se fossero uomini o donne. Si erano improvvisamente materializzati: erano dunque maghi. Si misero lentamente a risalire il sentiero. Il mio cuore cominciò a battere sempre più forte. Erano i misteriosi avversari di cui tanto avevamo parlato nei giorni precedenti?

Le figure procedevano lentamente, si dirigevano verso il luogo in cui c’era la grotta, non c’era dubbio. Si fermavano ogni tanto a controllare le impronte che si intravvedevano sul terreno (il terreno come detto era roccioso e la neve quasi completamente sciolta; tuttavia in qualche punto era rimasta e i tre cercavano di individuare le impronte di noi quattro). Io mi trovavo abbastanza lontano e non rischiavo troppo, ma Sev, Lily e Mary sì. I tre si sarebbero appostati dentro la grotta, o intorno alla grotta, e avrebbero atteso la loro uscita per assalirli, per catturarli… Dovevo avvisarli.

Toccai gli anelli, che avevo su due mani diverse, l’uno con l’altro, più volte. Bene. Erano stati avvisati. Ora potevo allontanarmi in silenzio, cercando di non farmi notare…

Improvvisamente però, altro colpo di scena. Nella stessa zona in cui eravamo apparsi prima io e Sev, poi i primi tre sconosciuti, si materializzarono quattro nuove figure, che subito corsero velocemente verso il gruppo dei tre, ancora a metà sentiero. Presto li raggiunsero e cominciò uno scontro. I tre si dispersero fuggendo in direzioni diverse, abbandonando la zona della grotta: i nuovi arrivati li inseguivano. Non capivo più niente. Cosa stava succedendo? Chi erano i nuovi arrivati?

Una figura si dirigeva verso di me, trascinandosi dietro uno dei quattro inseguitori: gli altri evidentemente si erano dispersi in altre direzioni. Ora potevo distinguere chi fossero: l’inseguito era Wayne, il fidanzato di Mary, l’inseguitore Peter Minus, uno dei compagni di Potter. Quando arrivarono vicino alla mia posizione ripresero lo scontro. Wayne, evidentemente, aveva pensato di difendersi proprio nella zona in cui ero io, tra le rocce che costituivano una specie di fortino.

- Arrenditi! - gridava Minus lanciando incantesimi - Sappiamo  tutto di voi. Se vi arrendete, vi lasciamo andare…

L’altra figura, senza rispondere, lanciava freddamente incantesimi, che Peter bloccava o deviava.

Avrei potuto aiutare uno dei due, che mi erano vicinissimi, lanciando ad esempio una grossa pietra. Ma chi dovevo aiutare? Chi era amico e chi nemico? Che facevano lì Wayne e Minus? Rimasi ferma a guardare.

Ad un certo punto un incantesimo lanciato da Minus rimbalzò su una roccia e colpì Wayne, che cadde pesantemente a terra in mezzo alle rocce.

Minus esultò e si avvicinò al corpo. Poi lo sollevò con la bacchetta magica e, spostandolo davanti a lui collocato a mezz’aria, tornò sui suoi passi verso il punto in cui prima si erano materializzati i due gruppi.

Cosa dovevo fare? Mi conveniva seguirli senza farmi notare. In questo caso avrei capito quali fossero le loro intenzioni e non avrei dato nell’occhio, pensavo.

Mentre i due scendevano lentamente, e io li seguivo da vicino, altro colpo di scena: sulla mia sinistra improvvisamente apparve una delle due serpentelle che avevo conosciuto a MacDonald Castle, la Richardson, che schiantò immediatamente Peter, che non si aspettava un attacco del genere. Cadde goffamente a terra, accompagnato, di lì a poco, dal corpo inanimato di Wayne, che smise di galleggiare a mezz’aria e si schiantò una seconda volta a terra. Tutto era accaduto in un attimo. Ma quel che accadde dopo fu ancora più inaspettato: precipitandosi velocemente verso i due lungo il sentiero, la Richardson, che non mi vedeva, venne a sbattere contro di me e letteralmente mi travolse, prima che io potessi pensare di spostarmi. Caddi malamente in mezzo alle rocce, mentre il mantello mi scivolava via dal corpo.

- E tu chi diavolo sei? - Disse la ragazza, anche lei caduta a terra per l’impatto. Poi, senza neanche attendere la mia risposta, mi lanciò un incantesimo. Dato che non mi aveva fatto alcun effetto, mentre mi rialzavo cercando contemporaneamente a tastoni il mantello, in rapida successione me ne inviò contro non so quanti altri: prima incantesimi non verbali, poi, con il tono della voce sempre più preoccupata, urlandoli contro di me: - Stupeficium! Imperium! Crux!.  - Infine, esasperata perché non facevano effetto, mentre io mi dirigevo verso di lei, a pochissima distanza da me, con un volto rabbioso e una voce irata: - Avada Kedavra!

Fui investita da un luce verde, che naturalmente non ebbe (per fortuna) alcuna conseguenza. Mentre mi avvicinavo verso di lei (avevo in effetto una strana sensazione di onnipotenza e una grande volontà di vendicarmi, anche se generalmente sono, penso, una persona piuttosto mite) la Richardson, terrorizzata, sembrava pietrificata dal terrore. Ora la distanza era minima.

- Idiota - Le dissi. Le presi la bacchetta dalle mani e gliela lanciai lontana, mentre lei, come inebetita, mi guardava. - Va’ a ….. (qui la mandai in un brutto posto, che non ripeto), dandole uno spinta.

La Richardson si voltò, cominciò a darsi alla fuga (o forse voleva solo recuperare la bacchetta), ma fu schiantata dopo pochi passi da James Potter, apparso improvvisamente anche lui, alla mia sinistra.

- Bene, Milly, vedo che qui è tutto a posto - mi disse. - Sì, lo so, sei stupita. So tutto: che eri sotto il mio mantello; che sei una respingente. Quest’ultimo particolare lo so solo io, non i miei compagni: per non suscitare morbose curiosità, ti consiglio di fingere ancora di essere una maganò. Ora andiamo al campo, così ti aggiorno su tutto. Aiutami però a recuperare il mio mantello.

- Ma come sai di me e del mantello? Cosa ci fate qui? - Gli chiesi

- Ogni tua domanda avrà una risposta - E poi: - Non perdiamoci il gran finale…- disse quasi tra sé. Quindi ad alta voce: - Prometto che spiego tutto giù al campo.

Recuperammo finalmente il mantello (non immaginate quanto sia difficile trovare un mantello invisibile quando lo si è perso…). James sollevò quindi da terra il suo amico Minus e anche Wayne, entrambi schiantati. Ma, ulteriore sorpresa, Wayne non era Wayne: era una ragazza che non avevo mai visto! Non credevo ai miei occhi. Che ci faceva la ragazza al posto del fidanzato di Mary? Cosa diavolo stava succedendo?

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Capitolo 14
*** Confusione totale ***


Capitolo 14

 

Confusione totale

 

- Questo non è Wayne…. è una ragazza! - dissi sbigottita vedendo svenuto il corpo che pensavo fosse del fidanzato di Mary.

- Come? Sei sicura? - chiese James - Vedo perfettamente Wayne… Certo, non mi aspettavo di trovarlo qui…

- Come, non la vedi? - risposi - E’ una ragazza! Prima però era Wayne…

- … Aspetta. Ho capito, - disse James -  Pozione Polisucco. La ragazza ha preso le sembianze di Wayne. Come è la ragazza?

- Mora, capelli lunghi, riccia. Carina, un neo sulla guancia destra, una piccola cicatrice vicino alle tempie…

- Beh, dovrebbe essere Judith MacDonald, la cugina di Mary. Sapevo che nutriva del rancore, ma non pensavo fosse capace di colpirla a tradimento.

- Ma prima vedevo Wayne anch’io. Com’è possibile? - chiesi stupita.

- Eri sotto il mantello? - mi domandò James.

- Sì. - Allora capii: il mantello filtrava la realtà esterna e la vedevo, sotto, come la vedevano i maghi, con i cambiamenti provocati da pozioni e incantesimi. Doveva essere molto potente. Senza mantello, riuscivo a vedere le cose come erano nella realtà. Del resto sono una respingente…

- Ma tu e i tuoi amici cosa ci fate qui? - chiesi, cambiando discorso.

- Proteggiamo Lily e Mary, naturalmente. Ma ti spiegherò tutto in tenda…

- Quale tenda? - chiesi

- Quello che Sirius avrà nel frattempo montato a Den Nathair. Raggiungiamoli, forza.

Dopo aver detto queste parole, James fece lievitare i corpi inanimati di Judith/Wayne, di Peter  e della Richardson e scendemmo, con i corpi fluttuanti a mezz’aria. Era una strana processione…

In effetti vicino all’entrata alla Tana del Serpente era ora posizionata una grande tenda bianca, che evidentemente uno dei suoi compagni aveva montato. Entrammo. Il luogo era molto ampio e diviso in più zone, divise da tendaggi. Appena entrati notai Sirius e un altro ragazzo: si voltarono a guardarmi, poi il primo mi salutò: - Ciao, Anderson. Sei stata coinvolta anche tu?

Forse aspettava una mia risposta, che però non ci fu: ero troppo perplessa. Pensò allora di presentarmi il suo amico: - Questo è Remus Lupin, il quarto membro effettivo del nostro gruppo.

Vidi un ragazzo alto, pallido, sofferente, molto diverso da James e Sirius. Aveva comunque un sorriso gentile.

Rivolgendosi poi a James: - Abbiamo catturato Conan, che è schiantato e, secondo me, non rinvenirà fino a domani. Chi hai tu? Ah, la mia bella Annah Richardson e addirittura John Wayne…

- Non è Wayne - disse James -, è sotto effetto della Polisucco. Appena finiranno gli effetti vedremo chi è. Ho sospetti che sia la sorella di Conan…

Ok, cercavo di avere la mente lucida: Conan e la sorella odiavano Mary e volevano impossessarsi dei segreti di Imo Nemore. La Richardson odiava Sev, non sapevo per quale motivo: si erano quindi uniti per assalire i miei tre amici. Ma cosa ci facevano i Malandrini? Avevano seguito Lily per proteggerla, come mi aveva detto James? O erano mossi da altre intenzioni? Chi li aveva avvisati delle nostro mosse e di quelle degli assalitori?

- Ci pensi tu a fare la guatdia alla caverna? - disse Sirius, rivolgendosi a Lupin - Io vedo se riesco a far tornare nel nostro mondo la Richardson e Peter….

- Ok, ci penso io - disse Remus Lupin - Vi avviso se ci sono novità. - Sistemò Wayne (per me Deborah), ancora inanimato (/a) nella stanza vicina, accanto al fratello, anche lui nella stessa condizione, quindi uscì, lasciando soli James, Sirius, me e, naturalmente, i due ragazzi schiantati.

- Lego la Richardson e provvedo a Peter: l’incantesimo è leggero, già si stanno muovendo; presto riprenderanno i sensi - disse Sirius.

Materializzò una corda, che fu stretta intorno alle mani della ragazza schiantata, mentre Peter fu collocato sopra una brandina. Di lì a poco Annah Richardson aprì gli occhi e subito si accorse di essere legata.

- Ciao, Annah - esordì James - Non posso dire che sia un piacere rivederti. Pensavi di tradirci già l’altro ieri, quando stavi appiccicata a Sirius?

- Va’ a farti fottere, Potter, insieme a quegli idioti dei tuoi amici e a quel frogio di Sirius… - fu la risposta, ad essere sincero non troppo educata, della Serpeverde…

- Mi dispiace, ma quella messa in una brutta situazione sei tu: perché volevate assalire la mia ragazza e  tua cugina?

- Volevamo assalire? Ci hai visto assalire qualcuno?

- Eravate qui per una passeggiata in campagna, allora? O eri gelosa di me e mi stavi cercando? - disse sarcasticamente Sirius, intervenendo nella conversazione.

- Schifoso traditore del tuo sangue - disse Annah, arrabbiata -, frequenta pure questa feccia, che presto la punizione del Signore Oscuro cadrà su tutti voi. Sei solo un verme schifoso e mi ha fatto schifo toccarti…

Mi sfuggiva il ruolo del Signore Oscuro nella faccenda, ma evidentemente Sirius e James immaginavano un suo coinvolgimento, dato che non si scomposero più di tanto.

- Sputo su di te e su quel grosso pallone gonfiato di Voldemort - disse James. - Il giorno in cui avrò paura di lui sarà quello in cui vedremo il sole di notte. Lui e i suoi buffoni mascherati verranno ben presto schiacciati e io mi farò grandi risate sul suo cadavere… e tu faresti meglio ad allontanarti da lui, mia bella serpeverde…

La Richardson, al tono beffardo delle parole di James, si arrabbiò ancora di più ed uscì con una serie di insulti che non è necessario riferire. Sirius e James ascoltarono tranquilli e sereni quella serie di epiteti; poi, ad un certo punto, Sirius, tranquillamente, prese una siringa e, malgrado Annah si divincolasse e cercasse di sottrarsi, iniettò il liquido nel suo braccio.

- Cosa le state facendo? - chiesi stupita.

- Non preoccuparti, è Veritaserum, siero della verità.  Lo aveva Conan, da usare su Lily o Mary. Conan è stato schiantato: un incantesimo perfetto, che lo terrà in quello stato fino a domani… Vediamo ora cosa sa questa serpe!

Nel frattempo Annah si era tranquillizzata, aveva chiuso gli occhi e respirava ritmicamente. James allora continuò: - Annah, ti è piaciuto passare la serata con Sirius, l’altro ieri?

Sirius mandò a quel paese l’amico, che cercava qualche informazione per prenderlo in giro.

- Sirius è uno stupido. Però ha un bel… - cominciò la Richardson

- Fa’ la persona seria, James. Non fare il buffone, come fai di solito… - disse con veemenza Sirius a questo punto.

- Ok, va bene. Annah, cosa vuole Voldermort?

Con una voce incolore, la Richardson rispose alla domanda: - Il Signore Oscuro vuole conoscere la profezia. E’ convinto che lo riguardi. Dobbiamo impossessarci della profezia. Non si fida di Piton

- Lo sapevo che Mocciosus doveva entrarci - esclamò James con una nota di disgusto nella voce.

Intervenni: - Non parlate male di Severus. E’ la persona migliore che conosco…

- Toh! - esclamò Sirius con un tono vagamente canzonatorio - La maganò si è innamorata di Mocciosus…

Arrossii, ma continuai: - Metterei la mano sul fuoco su Severus. E’ la persona più buona, più onesta, più generosa che conosco…

- Ehi, di chi sta parlando? - Intervenne a questo punto Peter Minus che, dalla brandina lì vicino, aveva preso da qualche minuto coscienza ed ascoltava attentamente l’interrogatorio. - Non sapevo che i maganò fossero tutti sciroccati! Non mi sarei mai immaginato che qualcuno avrebbe definito così quel buffone di Mocciosus. Chi mi ha schiantato?

- Ciao, Peter. Ti sei fatto fregare da questa pollastrella, che adesso però sta cantando - disse Sirius. Non mi piaceva però il tono che i due usavano e glielo dissi.

- Forse solo tu sei sciroccata - fu la conclusione di Sirius. - Lascia fare a chi sa cosa deve fare e torna a pensare a Mocciosus,

James era stato a sentire lo scambio di battute, poi si era rivolto ad Annah: - Cosa c’entra Piton nella faccenda?

- Il Signore Oscuro gli ha dato l’incarico di spiare Mary e Lily e riportare a lui la profezia. Ma il Signore Oscuro non si fida più di Piton e ha dato l’incarico anche ad altre persone: prima a Dolohov e Mulciber, che però ha richiamato, poi a me, Deborah e Conan. Se riusciamo nell’impresa ha promesso di arruolarci tra i Mangiamorte - rispose, con voce incolore, Annah.

- Voldy ha il cervello sciroccato, se crede alle profezie - intervenne a questo punto Peter -. Solo un idiota può credere che il futuro sia stato stabilito…

- Tipico del personaggio - aggiunse James - sempre più patetico. Sono convinto sempre di più che sia sopravvalutato…

Poi rivolgendosi di nuovo ad Annah: - Qual era il vostro piano?

- Nasconderci e colpire la MacDonald, la Evans e Piton appena usciti dal portale. Costringere la MacDonald con il Veritaserum a rivelarci la profezia e comunicarla al Signore Oscuro.

- Chi sono i tuoi compagni? - chiese a questo punto James.

- Conan e Deborah MacDonald - rispose la Richardson.

- Perché Deborah ha preso l’aspetto di Wayne?

 - Deborah ha preso la Pozione Polisucco per non essere riconosciuta. Pensa di poter continuare a spiare i MacDonald per il Signore Oscuro. Canon ha detto di non averne bisogno: avrebbe obliverato quel pallone gonfiato di Piton, se questo lo avesse visto, e lo stesso avrebbe fatto con le ragazze… Io avrei fatto in modo che Piton non potesse più raccontare niente a nessuno… per sempre.

- Vedete, Severus non c’entra niente. Lui protegge Lily e Mary! - intervenni.

- Perché odi Severus Piton? - chiese, a questo punto, freddamente, James. Capii che non lo faceva solo per informarsi, ma perché disprezzava profondamente Sev e voleva essere spasmodicamente informato su quello che lo riguardava per poterlo colpire… Avrebbe fatto qualsiasi cosa per… allontanarlo da Lily? Era questo il vero motivo.

- Piton mi ha illuso e poi mi ha rifiutata. Io ero disposta a qualunque cosa per lui, ma lui non ha voluto, perché innamorato di quella puttanella della Evans. Mi ha umiliata e ho giurato di vendicarmi. Lo voglio vedere strisciare ai miei piedi, prima di morire - disse Annah.

Un brivido mi percosse la schiena: come si poteva essere così malvagi. Una smorfia di rabbia segnò invece il viso di James. Forse perché infastidito dal fatto che Sev amava Liy?

- Direi che ci ha fornito un quadro preciso - intervenne Minus, che si era nel frattempo alzato dal letto - Ci manca solo di conoscere la profezia…

- Ma voi da che parte state? - dissi - Volete proteggere Lily oppure conoscere la profezia? Perché volete conoscerla? Che cosa volete?

James si fermò un attivo a penare, stava per parlare, ma poi desistette.

- Vado a vedere se Remus ha bisogno di aiuto - disse, evitando il mio sguardo e quello dei suoi due compagni. Quindi, rivolto a Sirius e Peter: - Portate la Richardson con gli altri due. Con calma li oblivereremo…

James uscì e subito Sirius a Peter spostarono Annah nella stanza attigua. Volevano parlare senza che io potessi ascoltare. Abbassarono il passaggio che divideva i due ambienti della tenda e, evidentemente, l’uno o l’altro aveva lanciato un Muffliato, perché cominciarono a parlare senza preoccuparsi che io li ascoltassi, come infatti avvenne. I due infatti non sapevano che ero una respingente e che gli incantesimi del mondo magico non facevano effetto su di me.

- Ha preso la lettera? - chiese Peter.

- Sì. Vedrai che sorpresa avrà Mocciosus! - esclamò Sirius. Avevo capito da un bel pezzo che con quell’epiteto si riferivano a Sev. Mi montò la rabbia, ma rimasi in silenzio, ascoltando quello che si dicevano.

- Sicuro che abbiamo fatto bene? -  chiese Peter

- Fidati di me. Lo facciamo per James. Ma rimanga tra di noi: non so come potrebbe reagire. - concluse Sirius. - E ora, andiamo dalla maganò, altrimenti potrebbe sospettare qualcosa.

Ero francamente allibita. Nel mondo magico le apparenze ingannavano sistematicamente e tutti avevano reconditi fini. Cosa avevano preparato Peter e Sirius? Cosa stavano organizzando contro Sev?

_________________

 

 

 

 

Grazie a tutti quelli che leggono la mia FF! Nei prossimi capitoli ci aspettano una serie di colpi di scena... A martedì.

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Capitolo 15
*** Brusca rottura ***


Capitolo 15.

 

Brusca rottura

 

 

- Ehi, maganò, vuoi venire anche tu? - mi chiese, con un tono francamente odioso, Peter Minus.

- Non ho bisogno del tuo permesso per andare dove mi pare - gli dissi fredda. Non mi piacevano.

Black e Minus si misero a ridacchiare e si avviarono fuori della tenda. Uscii anch’io e li seguii. Potevo stare tranquilla: dalla Tana del Serpente i miei tre amici non sarebbero usciti. Li avevo avvisati con gli anelli e sicuramente avrebbero utilizzato un altro portale…

Mentre pensavo a questo, li vidi. Erano loro! Erano all’aria aperta e i Malandrini si erano subito diretti verso di loro. Perché non erano usciti altrove? Mi affrettai anch’io.

- Che cosa fate voi qui? - disse Sev, appena si accorso della presenza dei quattro. Tirò subito fuori la bacchetta e… con un velocissimo movimento della sua bacchetta Lily disarmò Sev. Ero stupita (cosa stava succedendo?) e lo erano pure Severus e Mary, che guardavano sbigottiti la loro amica con in mano la bacchetta di Sev.

- Scusate, amici - disse Lily. - Non voglio che qualcuno si faccia male.

- Lily, cosa stai combinando? - chiese Mary, mentre Sev, perplesso, non riusciva a pronunciare parola.

- Guardate, Mocciosus ha perso la sua bacchetta e non riesce più a parlare! - esclamò cantilenando Peter, mentre Sirius e James ridacchiavano.

Li odiavo. Presuntuosi, strafottenti, arroganti ragazzini. Come aveva fatto Lily a innamorarsi di Potter? E Lily perché aveva tolto la bacchetta a Sev?

- Calmatevi, ragazzi - disse Lily - Vi chiedo scusa, ma non ve l’ho detto prima… ho informato subito James della missione che ci hai proposto, Mary.

- Ma ti avevo chiesto espressametnedi non dirglielo! - esclamò quest’ultima, stizzita. - Lo sai che non mi fido di loro, lavorano per Silente. Silente vuole il segreto di Imo Nemore, lo sai!

- Ho pensato che fosse sbagliato non dirglielo: è il mio ragazzo. Di lui mi fido, è leale ed onesto. E mi fido anche dei suoi amici, dei miei amici. Il tuo segreto non sarà rivelato a nessuno, né a Silente né al Signore Oscuro. Te lo giuro - disse Lily.

- Vogliono conoscerlo, - dissi, intervenendo - ho sentito Black e Minus parlare tra loro: vogliono conoscere la profezia.

- No, te lo giuro, Lily. - disse James - Vi assicuro che nessuno di noi cercherà di conoscerla.

A questo punto Sev, che ancora non aveva aperto bocca, esplose: - Come vi siete permessi, buffoni, di attaccarci. Lily, dammi la bacchetta!

- Aspetta, Sev. - disse Lily - James e i suoi amici si sono offerti di guardarci le spalle. Qualche giorno fa ci hanno assalito. Io ho avuto paura. Loro ci hanno protetto…

- Infatti, ci siamo sbarazzati dei cugini di Mary e della Robertson, che vi stavano aspettando con una bella dose di Veritaserum - disse Sirius, beffardo. - Volevano consegnare la profezia, appena sfornata, a Voldemort.

- Vedi, Sev. Ci hanno protetto. Mi dispiace non avervelo detto prima, ma né tu, Mary, né tu, Sev, avreste capito. E neanche tu, Milly. - concluse Lily

Collegai: - Ecco perché siete usciti da qui e non in un altro posto: con gli anelli ho avvisato James, non Severus!

- Sì, l’incanto trigeminus collegava i due tuoi anelli con quello di James, non con quello di Severus. Scusatemi, ma non potevo parlarvi liberamente: odiate troppo i Malandrini…

Un silenzio carico di tensione scese sul gruppo. Peter cercò di cambiare discorso, e chiese maldestramente: - Ma la profezia, di cosa parlava?

Nessuno dei tre naturalmente gli rispose.

- Ho però una brutta sorpresa, Lily. - disse James Potter in quel momento. E, rispondendo allo sguardo interrogativo di Lily: - Qualcuno mi ha mandato una lettera anonima in cui mi avvisa che tu te la stati spassando con Severus Piton… e che ti avrei potuto trovare qui a quest’ora. E’ qualcuna che non sapeva, naturalmente, che tu mi avevi già informato, che conosce i tuoi spostamenti, che trama nell’ombra per rompere la nostra relazione.

E le foce vedere un foglio di pergamena in cui una grafia minuta aveva inserito evidentemente quelle informazioni.

- La lettera è anonima, ma, secondo me, è stata scritta dal vigliacco che hai al tuo fianco, che trama nell’ombra, che è incapace di controllare le sue emozioni e le sue passioni: Severus Piton! - esclamò, con un tono un po’ troppo melodrammatico James.

A questo punto Sev intervenne e disse deciso: - Potter, la tua intelligenza non è stata mai elevata, ma ora mi deludi ulteriormente. Lily conosce da tempo i miei sentimenti nei suoi confronti, non li ho mai nascosti, e sa anche quanto poco stimi te e i tuoi amici: siete solo un gruppo di ragazzini viziati e arroganti. Ma non sono così meschino da scrivere lettere anonime: se devo dire qualcosa, lo dico apertamente. Io non ho mai scritto lettere anonime, tanto meno indirizzate a te. E se è anonima, come fai a dire che l’ho scritta io? L’avrete scritta voi. Non permetto a nessuno di mettere in dubbio la mia parola.

James consegnò la lettera a Lily, dicendole: - Purtroppo la lettera ha un incantesimo particolare: solo il destinatario può leggerla: per tutti gli altri è un semplice foglio bianco, come la vedono i miei amici.  E’ una magia ingegnosa, utilissima per la corrispondenza segreta: solo il mittente e il destinatario possono leggere, non gli eventuali curiosi… E’ una magia nuova… solo Severus Piton può averla creata, che è un genio in questo campo. Ti chiedo però di fidarti di me; purtroppo tu non puoi vedere nulla Lily, ma qui c’è scritto…

Lily, impallidendo, disse: - Vedo tutto. Riesco a vedere e a leggere tutto, James.

Poi, rivolgendosi con uno sguardo duro, che non le avevo mai visto, a Severus: - Come hai potuto farlo, Severus Piton? Hai usato il nostro incantesimo Bubo, quello che abbiamo creato insieme…

- Non è vero, Lily, non l’avrei mai fatto - rispose Sev, impallidendo.

- Pensi che sia stupida? - disse Lily - E che non mi ricordi che abbiamo inserito un’eccezione solo per noi due: per questo io riesco a leggerla perfettamente. Mi hai giurato che non l’avresti rivelato a nessuno, era il nostro segreto... Solo due persone lo conoscevano, tu ed io, e io non l’ho detto a nessuno. Tu hai scritto questa lettera per mettermi in cattiva luce con James, ma non volevi che altre persone lo sapessero… Sei perfido e meschino.

Sev era pallido: - Ti giuro che non ho fatto nulla del genere. Non so chi l’abbia scritto e come sia possibile che il nostro incantesimo sia stato conosciuto. Non ne ho idea, ma ti assicuro che non ho divulgato niente e non ho scritto niente...

Lily, durissima: - Pensi che sia proprio stupida? Ti disprezzo, Severus Piton. Sei la persona più meschina che conosco. Ho sbagliato ad imbarcarmi in questa impresa. Non voglio più avere a che fare con te. - E gli lanciò la bacchetta, che lo colpì nel viso. Sev rimase immobile, senza riuscire a ribattere

Non riuscii a non intervenire: - No, Lily, ti stai sbagliando. Conosco Severus da una vita e non farebbe mai niente del genere. Lui ti vuole bene…

- Maganò, perché non stai zitta? - disse Peter, intervenendo ancora una volta a sproposito - Almeno Mocciosus è tutto tuo!

Cominciò a sghignazzare, mentre Lily si era allontanata, infuriata, con James verso la tenda. Anche gli altri Malandrini ci lasciarono davanti all’imboccatura della caverna. Mary non aveva più aperto parola, delusa anche dal comportamento di Lily; io non sapevo come considerare tutte quelle informazioni che mi erano giunte da capo a collo: non riuscivo a fare chiarezza. Severus, forse il più lucido di noi in quella situazione, per lui comunque dolorosissima, immaginai, si riscosse per primo e disse: - Scendiamo, qui non possiamo smaterializzarci. Dobbiamo raggiungere quella piazzuola laggiù. E’ inutile parlare a chi non vuole ascoltare… Faremo il punto lontano da qui.

Si mosse e io e Mary, in silenzio, lo seguimmo.

 

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Ciao a tutti! Un ringraziamento a tutti quelli che leggono la FF. Mi dispiace per Severus, ma non mosso modificare quello che la Rowling ha deciso... Ma sarà veramente colpevole? E cosa contiene la profezia? A sabato... :)

P.S. -5 alla conclusione.

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Capitolo 16
*** La profezia. ***


Capitolo 16.

 

La profezia

 

Giunti in fondo al sentiero, ci smaterializzammo: Sev mi prese le mani e, un attimo dopo, eravamo a Paisley, davanti alla casa di Mary. Entrammo: Sev non aveva più parlato da quando avevamo lasciato Lily e quei quattro odiosi Malandrini: era distrutto. Gli stringevo ancora il braccio, in segno di vicinanza e affetto, ma aveva uno sguardo perso nel vuoto che mi faceva tanto soffrire.

Mary ci fece accomodare nel suo salottino. - Non preoccuparti, Severus, tutto si aggiusterà. Parlerò io con Lily - disse.

- Ti ringrazio, e ringrazio anche te, Milly, per le buone parole, ma so che sarà del tutto inutile. Non mi perdonerà, si è sentita tradita. Lily Evans difficilmente torna indietro- disse tristemente.

- Ma non può essere un incantesimo simile? - provai io - Perché dovrebbe essere proprio il vostro?

- No, ne sono sicuro,  è il nostro. Riuscivo a vedere lo scritto anch’io: qualcuno ha anche imitato bene la mia grafia. Solo io e Lily riusciamo a vederlo… Sì, lo so, anche tu, Milly, ma perché sei una respingente, ma tu sei l’eccezione. Nessun altro può vedere lo scritto… spiegò Sev.

- Per me era solo un foglio bianco - interenne Mary.

- E così è per tutti. L’abbiamo creato insieme anni fa. E’ stato il primo incantesimo importante che abbiamo creato insieme… Mi ricordo che ero tanto felice... Si apriva davanti a noi una strada promettente, che volevamo percorrere insieme. E abbiamo giurato di non comunicarlo a nessuno senza il consenso dell’altro. E’ praticamente perfetto, non può essere confuso con altri incantesimi simili: permette di scrivere liberamente, senza paura che qualcun altro riesca a leggere la propria corrispondenza. Naturalmente, nell’incantesimo, avevamo previsto un’eccezione per me e Lily … Solo noi due possiamo leggere la corrispondenza di  terze persone che usano l’incantesimo… - disse, ripetendo quanto già detto. La sua voce si stava incrinando, ma riuscì a controllarsi.

- Dato che tu non lo hai comunicato a nessuno, e neanche Lily, chi può essersi appropriato del vostro incantesimo? - gli chiesi

- Non lo so, te lo assicuro. Ho agganciato per un attimo la mente di Potter e son sicuro che, secondo lui, l’autore della lettera sono  io. E ora lo pensa anche Lily... - disse stancamente Sev.

Era distrutto. Mi faceva tanto pena. Rimase con noi qualche minuto, poi disse che preferiva andarsene. Cercammo di dissuaderlo, ma fu irremovibile: preferiva restare solo. Ci abbracciò e si smaterializzò. Se ne andò in un attimo. Lo avrei rivisto presto?

Mary gentilmente mi invitò a pranzo, ma declinai l’invito. Prima di andarmene, mi disse tuttavia che voleva parlarmi della profezia e che le avrebbe fatto piacere avermi quella sera a cena (sarebbe giunto di lì a poco Sskarr, uno dei suoi elfi, da MacDonald Castle!). Accettai.

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Quella sera, dopo cena, Mary m parlò di ciò che era successo nella Tana del Serpente. Poco dopo avermi lasciata sull’ingresso, lei, Sev e Lily erano giunti in fondo alla galleria dove, grazie ad una formula magica che Sev aveva individuato in un antico libro, si era materializzato il portale magico che conduceva ad Imo Nemore. Solo i tre maghi della profezia sarebbero potuti passare. Erano loro? Avevano provato a passare, tenendosi per mano (serviva un Serpeverde per il passaggio e loro due erano Grifondoro) e si trovarono dall’altra parte, senza alcun problema.  Imo Nemore era labirintico:  avevano dovuto orientarsi tra diverse gallerie, che conducevano probabilmente in diverse stanze (forse al fantomatico tesoro o agli oggetti magici?), ma, guidati sempre da indizi rinvenuti in vari testi magici, erano infine arrivati in una grande sala illuminata dal sole che penetrava da un ampio foro sul soffitto. Qui c’erano un tavolo e sette sedie: al centro un antico libro, diverso dai nostri: non era infatti rilegato su un lato, come quelli che siamo abituati a vedere, ma consisteva in un antichissimo rotolo di papiro (non era infatti di carta) arrotolato intorno a due bastoncini. Quando i tre si erano avvicinati, il rotolo si era svolto da solo e si era posizionato su una particolare pagina. I tre avevano quindi memorizzato il testo. Mary me lo recitò (era in latino): Ave, magi tres. Post XX annos, nefandus dominus, qui se mortem dominum esse putat et qui orbem magicum dominabitur a primae prole obteretur. Primae proles a duobus amicis et a quartae prole, sed occulte, adiuvabitur.  Secunda et tertius eos protegent. Quartae proles uteatur inferiis. Pax inde dominabitur.

E sotto, vergato con un’altra mano. Prima lilium, secunda princeps, tertius anguis, quarta audiutrix.

Per fortuna, poi me lo tradusse, dato che non conoscevo quella lingua: Salve, tre maghi. Dopo vent’anni il malvagio signore che pensa di essere padrone della morte e che dominerà il mondo magico sarà schiacciato dalla prole della prima. La prole della prima sarà aiutata da due amici e dalla prole della quarta, ma di nascosto. La seconda e il terzo li proteggeranno. La prole della quarta utilizzi le Inferia (le cose più basse?). Poi ci sarà la pace.

Sotto una specie di filastrocca: Prima giglio, seconda principe (o principessa), terzo serpente, quarta aiutante

- Io non ho capito niente - dissi sconsolata.

- In effetti neanch’io sono sicura. Ci sono quattro personaggi, tre femminili (chiamati “prima”, “secunda”, “quarta”) e uno maschile (“tertius”). A me viene in mente il nostro numero: siamo quattro, tre ragazze e un ragazzo, considerando anche te, che ci aspettavi fuori. Non so chi altro potrebbe essere altrimenti la quarta. Il nome Lily in latino è “lilium”, cioè “giglio”; forse la secondo sono io, ma non sono sicura (appartengo ad una famiglia nobile della Scozia, oppure princeps dal nome ebraico “Myriam”, da cui proviene Mary, che indica una “principessa”). Il terzo dovrebbe essere Severus (“anguis” in latino è il nome del serpente), mentre “adiutrix” sta per aiutante, per il tuo ruolo, o forse allude al tuo nome: Milly dal latino “camilla”, cioè, al maschile, colui che aiuta i sacerdoti durante i riti sacri…

- Interessante - esclamai, quasi fulminata dalle deduzioni - Potrebbe essere così…

- Se Severus è il terzo, aiuterà la prole, cioè il figlio, o la figlia, o i figli (“prole” può indicare uno o più figli, di qualsiasi sesso) di uno di noi di nascosto per sconfiggere un malvagio signore del mondo magico. Una di noi tre, forse Lily, sarà la madre di quello o quella o quelli che lo sconfiggeranno e il figlio, o la figlia, o i figli di un’altra (forse di te)  aiuterà il primo, o i primi. Questo, secondo me, è il significato della profezia. E il malvagio padrone del mondo magico potrebbe essere il Signore Oscuro, il cui potere è sempre più preoccupante. O qualcun altro, dato che la profezia si riferisce ad avvenimenti che si realizzeranno tra vent’anni…

- Ma non è pericoloso divulgare la profezia? Questo Voldemort, o chiunque possa essere, non potrebbe prevenire gli eventi e, magari, cercare di bloccarli… con qualsiasi mezzo? - chiesi un po’ preoccupata.

- Sì, è una possibilità. Infatti, prima di uscire, io, Lily e Sev abbiamo ideato una falsa profezia da proporre in caso di necessità.… Tu non hai idea cosa sia la mente umana: un bravo occlumante può nascondere un ricordo in un posto inaccessibile e sostituirlo con un altro costruito appositamente. E noi siamo effettivamente molto bravi in questa branca della magia. Sono sicura che, anche con l’utilizzo del Veritaserum non riuscirebbero a trovarla. Abbiamo quindi ideato, lì per lì, una finta profezia che, all’occorrenza, spacceremo per vera: è innocua e non mette in pericolo nessuno: Post annos CC qui se dominum mortis fore putat a noctis prole obteritur, sed post C annos revertertur et orbem magicum dominabitur, cioè Quello che pensa di aver sconfitto la morte sarà schiacciato dalla prole della notte, ma dopo cento anni ritornerà e dominerà il mondo magico. E’ molto fumosa e non spaventerebbe sicuramente il malvagio padrone del mondo magico, chiunque egli sia, anzi lo rassicurerebbe. Chi sia poi “la prole della notte” neanche noi lo immaginiamo, tantomeno coloro che ascolteranno eventualmente la profezia. Poi si avvererà fra duecento anni…

- Mi sembra un’idea geniale. Provo anch’io a memorizzarla…

Mentre stavamo parlando, Sskarr fece materializzare due sorbetti, a conclusione della buonissima cena. Continuammo a parlare, anche di Sev. Mary mi confidò di essere stata a lungo amica dei due, mi disse che i due, qualche anno prima, erano stati insieme… Era il periodo in cui entrambi erano felici ed avevano una perfetta intesa in campo affettivo ed in campo professionale… lei sperava che potessero di nuovo provare qualcosa l’uno per l’altro… ma si era sbagliata e aveva solo provocato odio, rancore e una separazione, probabilmente definitiva.

- Era piena di vita con Sev. Ora la vedo diversa. Mi sembra più una decisione presa razionalmente che con il cuore. Lei ha deciso che deve amare James…

Io ero preda di sentimenti contrastanti: ero triste per Sev, ma anche infastidita del profondo sentimento che lo legava a Lily. Ma, strano, non provavo nessun  tipo di rancore o antipatia per Lily, anzi la stimavo: era una ragazza buona, bella e solare, né riuscivo a considerarla come una sorte di mia rivale: cosa ero io, in fondo, per Sev? Solo un’amica, proprio come Mary. Sospirai.

Prima di lasciarla per tornare a casa, promisi che sarei passata di nuovo a trovarla nei giorni successivi. Mi spiegò che lei doveva recarsi al di fuori della Scozia, ma avrebbe lasciato a casa Sskarr (opportunamente trasfigurato per non spaventare i vicini! In effetti ora mi ero abituata agli elfi domestico, che sono straordinariamente brutti, almeno per i “babbani”, ma i vicini avrebbero avuto qualche problema ad accettarlo): gli avrebbe detto di farmi materializzare dove avessi voluto, nel caso avessi voluto raggiungerla o fossi voluta andare a trovare Sev. La ringraziai per la sua squisita gentilezza e la pregai di venirmi a trovare appena possibile, se le fosse stato possibile.

Andai quindi a casa pensando a quello che era successo. Poi, dal giorno successivo, impegnata nelle solite faccende quotidiane (ero ritornata nel mondo normale, purtroppo, e dovevo mantenermi…), non vidi né Sev, né Mary, né Lily per due interi giorni (in effetti, non avendo neanche il telefono, i maghi erano tagliati fuori dalla possibilità di contatti quotidiani con un “babbano”, come ero io). Decisi però che il giorno successivo sarei andata a trovare Mary per essere aggiornata sulle novità… avrebbe a avuto qualche notizia di Sev?

La sera del 28 dicembre, tuttavia, mentre ritornavo a casa, mi accorsi che nella saletta c’era qualcuno. Mi precipitai subito, pensando che fosse Mary, oppure (il cuore mi batteva), Sev. Tuttavia, entrata, rimasi esterrefatta: seduti ad aspettarmi c’erano Peter Minus e Sirius Black.

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Capitolo 17
*** Veritaserum ***


Capitolo 17.

 

Veritaserum

 

- Chi diavolo vi ha dato il permesso di entrare a casa mia? - chiesi precipitandomi dentro - Uscite o chiamo la polizia!

- Calma, Anderson - disse Sirius con un sorriso non sapevo se amichevole o sarcastico - vogliamo solo un’informazione e ce ne andiamo.

- Io non vi ho dato il permesso di entrare e non vi dico niente! -  Mi precipitai verso la porta, per uscire e chiedere aiuto, quando Minus si frappose tra me e l’uscita.

Sirius velocissimo, prima che potessi reagire in qualche modo, si avvicinò: - Tranquilla, ci dici una cosa, poi noi ce ne andiamo e tu dimentichi tutto. - In mano aveva una siringa - Non è niente, solo Veritaserum. Poi prometto che ce ne andiamo…

Velocemente mi infilò un ago sulla spalla e mi iniettò quel liquido. Che non mi fece niente: loro non sapevano che qualunque pozione o magia su di me non faceva alcun effetto. Evidentemente coloro che erano a conoscenza della mia condizione di respingente (Mary, Lily, James, oltre a Sev, che però non avrebbe fornito loro alcuna informazione) non gliene avevano parlato. Improvvisamente ebbi un’illuminazione: potevo fingere di essere sotto il loro controllo, avrei potuto raccontare qualcosa di non compromettente e, contemporaneamente, scoprire le loro intenzioni.

Mi comportai quindi come avevo visto comportarsi la Richardson alla Tana del Serpente… Mi calmai (mio Dio, come mi batteva il cuore) e mostrai uno sguardo assente. I due, pensando che il filtro avesse fatto effetto, mi dissero di sedermi, poi Sirius cominciò a porre le domande:

- Perché Piton, Evans e MacDonald ti hanno coinvolto nella spedizione? - mi chiese

Potevo inventare qualcosa senza problemi: - Sono stata chiamata da Severus  - dissi con una voce inespressiva, come mi sembrava che avesse parlato la Richardson - per controllare che nessuno li seguisse.

- Quali sono i rapporti tra te e Severus Piton? - chiese Black.

Dovevo raccontare qualcosa di credibile: non potevo dire loro che ero una respingente e che per caso la mia strada si era incrociata con la loro.

- Conosco Severus Piton da quando ero bambina e ne sono innamorata - non era neanche una bugia, a dire il vero… come era vera l’affermazione successiva: - Farei qualsiasi cosa mi domandasse.

- La Maganò è innamorata! - ridacchiò odiosamente Minus - L’avevo sospettato fin dall’inizio!

- Dove è ora il tuo fidanzato? - mi chiese Black.

- Non è il mio fidanzato. Io sono innamorata, ma lui mi considera solo un’amica, non si confida con me. Si fa vivo lui e non mi dice tutto quello che fa -. dissi. In effetti, purtroppo per me, era tutto vero.

I due confabularono tra loro: - Digli della profezia, magari Mocciosus gliene ha parlato: così possiamo riferire tutto a Silente e chiedere questa balorda missione - disse sottovoce Peter a Sirius.

Dunque i due, probabilmente all’insaputa di James, erano interessati non a salvare Lily ma a conoscere la profezia, la stessa profezia a cui  teneva molto, evidentemente, anche Voldemort.

- Piton ti ha parlato la profezia dei Libri Sibillini? - mi chiese Sirius.

- Sì, me ne ha parlato. Me l’ha ripetuta, ma non l’ho capita. Non conosco il latino…

- Qual è la profezia? - chiese spasmodicamente.

Naturalmente ripetei quella inventata, che avevo memorizzato:-  Post annos CC qui se dominum mortis fore putat a noctis prole obteritur, sed post C annos revertertur et orbem magicum dominabitur.

I due non stavano più nella pelle.

- Perfetto - disse Minus, felice. - Possiamo tornare da Silente.

- Fa’ attenzione - disse Sirius, rivolgendosi al suo amico - non devi farti scoprire da James e da Remus: chiudi l’informazione nella tua mente, rendila impenetrabile, altrimenti non si fideranno più di noi…

- Stai scherzando, Sirius: parli con chi è riuscito a soffiare ad Evans e a Mocciosus quel loro idiota incantesimo Bubo.

- Non dire cretinate: in quella condizione non potevi essere sondato e quei ricordi sono impenetrabili nella tua psiche: questa informazione però può essere percepita da un bravo occlumante! Chiudila con attenzione!

Era così, dunque, Sev era innocente! Minus era riuscito a entrare in possesso dell’incantesimo Bubo: loro quindi potevano aver scritto la lettera a James… facendo ricadere la colpa su Sev, che sarebbe stato screditato completamente agli occhi di Lily. Mi balenò nella mente quanto fosse contorto e sconcertante il mondo magico: sembrava che tutti agissero per secondi fini… Poi in seguito riflettei che anche Sev era entrato nell’impresa solo per riconquistare Lily; e anche io fingevo ciò che non ero (mi balenò improvvisamente questo pensiero): volevo Sev, ma non lo dicevo a nessuno e fingevo di essere solo sua amica…

Come aveva fatto Minus a scoprire l’incantesimo senza che Lily e Sev se ne accorgessero? Su questo punto, buio completo. Ora, a distanza di tanti anni, ho una mia teoria: Minus teneva d’occhio Lily, o Sev, o entrambi, non so per quale motivo: forse per fare un piacere a James, forse con altri obiettivi. Ora so che era un animagus e poteva trasformarsi in topo. In quella condizione sarebbe potuto entrare nel laboratorio di Pozioni, dove i due si recavano spesso, ed acquattarsi in qualche angolo buio, e così scoprire quello che facevano. Ma allora non sapevo che Minus aveva questa possibilità, né lo sapevano Lily e Sev, altrimenti avrebbero preso delle precauzioni maggiori… Non so neanche se questa sia la spiegazione giusta: del resto tutti i personaggi di cui stiamo parlando (Sirius, Peter, Lily e Sev) sono morti e hanno portato il segreto con loro. Tuttavia la ritengo plausibile, anche per il fatto che i ricordi di colui che si è trasformato in animale non possono essere percepiti da un occlumante (come ho capito in seguito): e questo spiega la precedente riflessione di Black. Allora però questa possibilità non mi venne in mente, né a questa pensò poi, come vi racconterò, Lily.

- Adesso possiamo andare. Ricordati di obliare la maganò - disse Minus

- Oblivion! - fece Sirius muovendo la bacchetta. Io mantenni la stessa espressione ebete di prima.

- Andiamo, presto! - disse. E i due velocemente si smaterializzarono.

 

 

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A sabato! :)

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Capitolo 18
*** Caraibi ***


Capitolo 18.

 

Caraibi

 

 

UNA NUOVA AVVENTURA PER RITA SKEETER

 

Intervista alla nostra stimata ex collega, che ha dato una svolta alla sua vita: approfondirà lo studio della vita sociale e sessuale degli zombie haitiani

 

 

Impeccabile, professionale, competente, brillante. Non sappiamo quale di questi aggettivi si addica maggiormente alla nostra ex vicedirettrice Rita Skeeter, che da qualche settimana ha deciso di dare una svolta alla sua vita abbandonando la professione giornalistica, per dedicarsi ad una passione giovanile che in questi anni aveva abbandonato: lo studio dei morti viventi.

In accordo con l’O.S.M.I., l’Organizzazione per gli Scambi Magici Internazionali, Rita Skeeter è in procinto di partire per Haiti per scrivere un saggio sulla vita sociale e sessuale degli zombie dell’isola caraibica.

Prima della partenza abbiamo voluto intervistare l’illustre giornalista che, molto gentilmente, ha risposto a tutte le nostre domande.

 

Carissima collega, Le faccio in primo luogo gli auguri miei e di tutta la redazione per questa splendida, affascinante, nuova avventura. Come mai ha deciso di abbandonare il giornalismo sul campo e dedicarsi ad una ricerca su tale argomento?

- Caro Tobiah, è sempre stato un mio desiderio, fin dai tempi di Hogwarts, dedicarmi alla ricerca pura… Purtroppo i casi della vita mi hanno spinto ad affermarmi in un altro campo professionale, con ottimi risultati, per altro; tuttavia l’invidia delle persone malevole mi hanno distolto da questa attività…

 

Si riferisce a Mary MacDonald che l’ha sfidata pubblicamente a mettere in pratica quello che aveva promesso?

- Assolutamente no! Cosa mi importa delle farneticazioni di una pazza isterica? Tutti conoscono la mia deontologia professionale e i due fatti non sono collegati. Ho finalmente deciso di seguire le mie passioni giovanili…

 

Le malelingue sostengono che il clan MacDonald-Anderson-O’Neil sia pronto a farle causa per diffusione di notizie palesemente infondate e ripetuta violazione della privacy e che il suo allontanamento dall’Inghilterra sia il solo modo che le è rimasto per non essere trascinata in giudizio…

- Che sfacciati! Come si fa a pensare certe cose? I miei rapporti con Mary MacDonald, è vero, non sono buoni, come tutti sanno, e non per colpa mia: purtroppo un vero giornalista deve essere all’occorrenza deciso e non può accontentare tutti… Tuttavia, lo ripeto ancora, è una decisione presa liberamente, senza alcuna costrizione.

 

Ma lei è anche una formidabile esperta del mondo magico britannico: non posso pertanto non farle una domanda su un argomento di stretta attualità. Cosa pensa del memoriale che il Cavillo sta pubblicando e che ha suscitato tanto scalpore? (Approfitto dell’occasione per ricordare che la Gazzetta pubblicherà, ogni giovedì, un approfondimento sulla seconda guerra magica e sulle prospettive che il memoriale di Milly Anderson ha svelato)

- In effetti non c’è nulla di strano: io sospettavo tutto da anni, ma non avevo le prove. Per questo ho pubblicato la biografia di Severus Piton,  per far venire allo scoperto coloro che stavano dietro a lui: parlo delle due Anderson, Milly e Lily. Ho sempre sospettato che qualche strana vicenda avesse una spiegazione diversa da quella che veniva proposta dall’olografia ufficiale…

 

Quindi è stata una sua intelligente mossa la pubblicazione del saggio “Vita e menzogne di Severus Piton”, per far uscire allo scoperto le due donne…

- Certo! Il libro, purtroppo, non ha venduto troppe copie, ma ha ottenuto quello per cui era stato scritto: la confessione della Anderson!

 

In effetti il libro, pubblicato dalla nostra casa editrice, è in gran parte invenduto (se qualcuno fosse interessato, ricordo che è possibile ricevere la copia inviando 2 falci e 12 zellini in redazione, anche tramite gufo). Ma, a quali strane vicende si riferisce…

- Beh, ad esempio, durante la battaglia di Hogwarts, varie categorie di esseri magici, alleati del Signore Oscuro, mancano all’appello: parlo, ad esempio, dei Troll. Sappiamo che erano alleati di Voldemort. Eppure nessuno di questi si presentò in battaglia… Sono inoltre letteralmente scomparsi due o tre importanti maghi oscuri: Nigellon, Osborne, Cassius Blaisy… Nessuno li ha più visti dopo l’attacco e nessuno ricorda di aver combattuto con loro. Cosa può essere successo? Ho il sospetto che Lily Anderson, suo marito o forse alcuni loro imprecisati amici fossero presenti nel castello…

 

Interessante. E nel periodo precedente, ha qualche idea su un possibile contributo di Lily Anderson alla vicenda?

- Beh, non so. Sembrerebbe strano che i Carrow non siano riusciti a piegare la resistenza dell’ES… E’ strano anche che i Mangiamorte non si siano vendicati su Ginny Weasley che, tutti lo dicevano, era ancora legata sentimentalmente al Prescelto… E’ vero che Piton cercava di impedire eccessi, ma non poteva neanche scoprirsi troppo… Forse il lavoro di protezione è stato fatto anche da qualcun altro? E quali sono i rapporti tra le Anderson, la MacDonald e il clan Potter? Per quanto ne so, anche se con discrezione, i vari personaggi si frequentano e anche recentemente il Prescelto ha detto di avere la massima fiducia in Milly Anderson…

 

Vedo che le sue considerazioni, come sempre particolarmente interessanti, sembrano aprire prospettive inedite per la comprensione degli avvenimenti. E’ un peccato che abbia pertanto abbandonato il campo giornalistico… Perché non rimanere in Inghilterra ancora per qualche settimana e rimandare il viaggio ad Haiti?

- Beh, la ricerca, finanziata dall’O.S.M.I., deve essere affrontato prima della prossima sessione della PROCMI (PROtezione delle Creature Magiche Indesiderate), come mi ha spiegato il primo ministro Granger (a cui, tra l’altro sono legata da profondissima amicizia, fin da quando frequentava la scuola di Hogwards), che ha appoggiato con un pubblico finanziamento la mia missione… in effetti la vita sociale (e anche sessuale, dato che ho intenzione di sviluppare anche questo aspetto) degli zombie è quasi sconosciuta in Inghilterra e c’è molto interesse su questo argomento. Senza contare che la mia assenza dalla cara vecchia Gran Bretagna potrebbe spingere qualcun altro a parlare… ormai il pubblico vuole conoscere l’intera verità… Senza niente togliere agli Eroi di Hogwarts, non è forse giunto il momento di conoscere se altri hanno contribuito alla vittoria contro il Signore Oscuro?

 

Con questa domanda aperta, e aspettando una risposta da parte di chi può darla, ad esempio dalla signora Lily Anderson O’Neil (a cui stiamo chiedendo da tempo, inutilmente, un’intervita), chiudiamo l’articolo rinnovando gli auguri di un proficuo lavoro alla nostra stimatissima collega. A presto, Rita!

                                                                 Tobiah Caramell

 

 

 

 

Capitolo dedicato a Rita Skeeter, odioso personaggio che dovevo spedire il più lontano possibile  (in mezzo agli zombi!). Nel prossimo capitolo ci sarà praticamente la conclusione della FF (l’ultimo funge da epilogo e anticipa un eventuale ulteriore racconto, come in parte fa anche questo). Un abbraccio a tutti. :)

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Capitolo 19
*** Verso la conclusione ***


Capitolo 19.

 

Verso la conclusione

 

Subito mi precipitai fuori casa: dovevo parlare con Sev! Ma come arrivare a Spinner’s End? E se poi non l’avessi trovato? Nessuno mi garantiva che Sev si trovasse a casa sua… Potevo chiedere a Mary di aiutarmi a contattarlo… Mi diressi subito a casa sua, quasi correndo. Suonai ripetutamente il campanello e mi venne ad aprire… l’elfo domestico, Sskarr.

Intorno a me c’era gente che passeggiava per la strada, ma nessuno sembrava far caso al mostriciattolo che era apparso sulla soglia della casa di Mary: per fortuna era stato trasfigurato e solo io non lo vedevo nell’aspetto che gli era stato attribuito per le mie caratteristiche di “respingente”.

L’elfo fu servizievole e gentilissimo: mi disse che Mary non era in casa né sarebbe stata rintracciabile per tutta la settimana: parlava di vacanze magiche in Argentina, o qualcosa del genere (il teletrasporto ha un raggio molto limitato, di alcune decine di chilometri al massimo: altri mezzi di trasporto magici possono ricoprire distanze maggiori, ma a me erano preclusi). Era comunque a mia completa disposizione per ogni altra destinazione.

Dovevo parlare con Sev e con Lily: provai con il primo e chiesi all’elfo di portarmi a casa sua. Mi lasciò nei pressi; gli chiesi di aspettarmi (nel casso in cui non ci fosse stato nessuno) e mi precipitati a casa sua. Per quante volte suonassi e battessi nella porta di casa (tanto che i vicini cominciarono ad affacciarsi alle finestre), nessuno mi rispose.

Poi una vecchietta dalla casa vicina: - Signorina - mi disse -, se cerca Severus Piton, è partito per l’Albania due giorni fa e non so quando tornerà… Mi dispiace… Se deve lasciare un messaggio…

Come potevo fare? L’unica soluzione era quella di parlare con Lily. Corsi da Sskarr e gli chiesi se poteva portarmi dalla signorina Lily Evans. Evidentemente conosceva l’indirizzo, dato che subito mi prese le mani e ci materializzammo nei pressi di un’abitazione.

Suonai il campanello. Una voce femminile, sgraziata, mi  rispose aprendo appena la porta. Mi presentai gentilmente e chiesi di Lily. Mi chiuse la porta in faccia e, in modo non troppo gentile, sentii chiamare Lily che, poco dopo, si presentò

- Ciao, Lily. Scusa il disturbo - dissi - . Sono Milly - Ho urgente bisogno di parlarti.

- Entra pure, Milly. - mi disse.

- Un attimo che avviso l’elfo di Mary. Pensi tu dopo a riportarmi a casa o lo faccio aspettare? - le ho chiesto.

- Certo. Avvisalo pure. Ti porto io a casa…

Una volta salutato e ringraziato Sskarr (non sembrava troppo abituato ad atti di gentilezza da parte dei maghi…) ritornati a casa di Milly, che mi fece accomodare in camera sua.

In casa doveva esserci anche la sorella, che si guardò tuttavia bene dal farsi vedere: se ne stava rintanata in cucina a fare non so cosa. Le due, mi sembrò, non andavano particolarmente d’accordo.

La camera di Lily era piccola, ma graziosa. Ci accomodammo alla scrivania.

- Cos’è successo, Milly? - mi chiese

Le raccontai tutto e, in particolare, insistetti sull’ultima affermazione fatta da Minus. Lei mi stette a sentire in silenzio.

- Piton è innocente: non so come, ma Minus è riuscito a conoscere il vostro incantesimo…

- Questo lo escludo - disse Lily -. Abbiamo cosparso il laboratorio di tanti incantesimi rivelatori, che nessuno sarebbe riuscito ad eluderli… Io non metto in discussione che tu possa pensare di avere sentito ciò, ma ti puoi sbagliare: hai frainteso una parola, eri sotto tensione, o Minus si è vantato con Sirius di qualcosa che non ha fatto…

- Ma i due mi hanno bloccata per conoscere la profezia…

- Questo lo potevo immaginare: agiscono per conto di Silente, che vuol sapere ciò che anche Voldemort vuole conoscere… Silente agisce per assicurare pace e giustizia al mondo magico; Voldemort per asservirlo ai suoi voleri, ma i mezzi che i due usano talvolta sono molto simili… Per questo non mi fido completamente di nessuno e anche a James ho rivelato la profezia inventata … Agli altri poi non ho detto niente…

- Ma ti assicuro che Minus ha detto che ha scoperto il tuo segreto. Può avere scritto lui la lettera a James e Sev è innocente… - le dissi tutto d’un fiato

- Ti ho spiegato, Milly, che puoi esserti sbagliata. Mi voglio poi confidare con te. Sono una legimens potente, quasi quanto Severus, e ho sondato anche i compagni di James: è sempre possibile nascondere o camuffare un ricordo, ma è improbabile che ci siano riusciti con me…

- Ma è possibile…

- Voglio farti anche una confidenza… che non ho mai fatto a nessuno, né a Sev, né a James. E’ qualcosa che non si  trova neanche nei libri di occlumanzia… In particolari condizioni è possibile… per una ragazza… penetrare completamente nella mente maschile… in particolari momenti di intimità… In quei momenti puoi vagare nella mente dell’altro, senza che questo se ne accorga… Non è scritto in nessun libro, anche perché gli studiosi di questa branca di magia sono uomini e non donne… e poi perché le donne sanno evidentemente tenere meglio il segreto…  - disse con un sorriso malizioso.

Cosa stava cercando di dirmi. Faceva riferimento… al sesso? Erano questi i momenti di intimità a cui alludeva?

- … beh, ho potuto collegarmi alla mente di Severus… qualche anno fa… e lui ha un lato oscuro che mi preoccupava molto… Ha anche tante buone qualità ed era innamorato di me. Forse lo è anche adesso… ma non lo so di preciso… ma qualche anno fa, quando eravamo fidanzati, l’ho visto completamente, ho conosciuto tutti i suoi pensieri… e alcuni di essi mi hanno spaventato: è attratto dalla magia oscura in modo preoccupante… Non è il solo: anche Mary saprebbe usare, e qualche volta usa, le maledizioni senza perdono, o anche James e i suoi amici. Ma non a livello di Severus, che è capace di tutto per ottenere ciò che vuole… Quando prende una decisione, la porta fino in fondo… questo lato del suo carattere non mi è mai piaciuto.

Non era vero: Severus era buono. Non potevo credere ad un Severus malvagio, che volesse volontariamente fare del male a qualcuno. Sicuramente Lily si sbagliava…

- James invece è ciò che appare. E’ innamorato di me. E’ gentile, sincero, leale, coraggioso. Morirebbe per me e per i suoi amici. E non ha doppi fini né scopi reconditi da perseguire.

In realtà si sbagliava: James era un animagus, come anche i suoi amici. I momenti in cui però era trasformato in animale, evidentemente, non venivano percepiti da un’occlumante, per quanto abile: questa è l’unica spiegazione che mi sono data, dopo tutti quegli anni. Anche James aveva segreti, anche per Lily. Ma forse lei non lo seppe mai…

- Lui no - le dissi -, ma i suoi amici sì. Non mi piacciono, sono pericolosi, hanno violato la mia casa, la mia intimità, volevano scoprire i miei segreti…

- Loro forse non sono perfetti, questo lo so, né riesco ad afferrare completamente ciò che mi nascondono… Del resto non posso andare a letto con tutti per scoprire i loro segreti! - Disse in tono apparentemente scherzoso.

Io però ero preoccupata: - Sev ti vuole bene. Non ha spedito la lettera, ne sono sicura. Lo so.

- Mi dispiace, Milly - mi disse - ho fatto la mia scelta: James. Che tra l’altro odia Sev. Sev è il passato, non farà mai parte della mia vita. Voglio dei figli da James… quando ci saremo sposati, naturalmente… e ho addirittura paura per quello che Sev potrebbe fare loro… Non parlarmi della profezia, di cui ti avrà riempito la testa Mary… Esistono decine di profezie che non si sono mai avverate, da quelle di Merlino a quelle della Sibilla Cimmera… Sono convinto che Severus può aver benissimo spedito lui la lettera, e tu hai capito male, o Minus si è spiegato male, o Minus non conosceva i particolari, o Minus si è vantato di qualcosa che non ha mai fatto… Ci sono decine di spiegazioni possibili. Per Sev è importante raggiungere l’obiettivo, costi quel che costi: metterebbe a rischio anche la sua vita in una situazione pericolosissima per ottenere quello che reputa indispensabile… e ciò mi fa paura.

Beh, aveva ragione. Effettivamente, anni dopo, mise a rischio la sua vita per salvare il figlio di Lily, e morì addirittura nel tentativo di salvarlo, come tutti sanno. E, anche se lui non lo voleva, il suo desiderio di completare la sua missione spinse anche Lily Anderson ad attivarsi per salvare Harry Potter e i suoi amici. Niente era per lui impossibile, quando era convinto di essere nel giusto. E’ stato un uomo meraviglioso e io sono stata fortunata ad averlo incrociato, più volte, nella mia vita e di aver rivestito in qualche occasione una qualche importanza per lui…

Naturalmente allora non sapevo tutto quello che sarebbe successo in futuro. Ed ero anche triste, perché non ero riuscita a convincerla. Non so perché, ma mi dispiaceva. Volevo Sev felice e immaginavo che quelle parole sarebbero state la pietra tombale alla sua felicità… Rimanemmo a parlare ancora un poco del più e del meno, poi Lily si offrì di portarmi a casa. Mi promise anche che avrebbe lanciato alcuni potenti incantesimi per impedire ingressi indesiderati (cosa che poi effettivamente fece, una volta riaccompagnatomi a casa). Tornai quindi insieme a lei, tristemente, a casa.

 

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Peccato! Avrei preferito una conclusione diversa, ma non posso infrangere il Canon. Ora manca solo l'epilogo.

A sabato. :)

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Capitolo 20
*** Epilogo ***


Capitolo 20

 

Epilogo

 

 

Ho rivisto Sev quasi quattro anni dopo. Nel frattempo avevo fatto “carriera” nel mondo magico: il padre di Mary mi aveva affidato l’amministrazione delle sue proprietà “babbane” nella Scozia occidentale e, successivamente anche nelle Highlands. Il lavoro non era particolarmente gravoso: dovevo riscuotere assegni e affitti ed andare, insieme a Sskarr, che era sempre a mia disposizione nella casa di Mary, a depositare il tutto alla Gringott, la banca dei maghi, dove la moneta babbana era scambiata con moneta magica.

Ero rimasta molto legata a Mary, che mi aggiornava sulle vicende del mondo magico: erano tempi cupi e i Mangiamorte sembravano dilagare in ogni dove: c’erano continuamente notizie di omicidi o di scomparse. Sev aveva troncato i rapporti con noi e si diceva che si fosse arruolato tra i Mangiamorte: circolavano tante voci su di lui, ma nessuno era riuscito a trovare prove decisive in un coinvolgimento in qualcosa di malvagio. Un giorno poi seppi che Silente (il nemico acerrimo di Voldemort) gli aveva assegnato una cattedra ad Hogwarts e ciò mi faceva pensare che le voci che circolavano su di lui fossero inventate. Mary provò a contattarlo, ma non ebbe risposta.

Lily nel frattempo si era sposata, con James, e avevano avuto un bambino. Andai a trovarla insieme a Mary e fu contenta di vederci: il piccolo era bellissimo e assomigliava moltissimo al padre (anche se aveva gli occhi verdi della madre). Poi, un  giorno, seppi che erano scomparsi e nessuno sapeva come contattarli.

Severus è venuto a casa mia il 1 novembre 1981: ancora non sapevo della morte di James e Lily, appena avvenuta: me ne parlò lui, cercando di confortare, come era possibile, il mio dolore e la mia angoscia. Era molto diverso dal Sev che avevo conosciuto qualche anno prima: aveva perso ogni gioia nella vita. Mi disse che non si era potuto avvicinare prima sia per gli incantesimi che aveva posto Lily a protezione della mia abitazione (che erano allora scomparsi, dopo la morte della povera ragazza), sia per non mettere a rischio la mia vita o quella di Mary (tante persone lo volevano morto e non avrebbero esitato a uccidere, tra i più atroci tormenti, le persone a cui lui era in qualche modo legato), sia perché gli ricordavamo quello che aveva perso e a cui aveva tenuto tanto.

Mi raccontò della morte di Lily e di tutto quello che aveva fatto in quegli anni. Aveva il bisogno di parlare. Mi raccontò proprio tutto, compreso le azioni meno giustificabili; mi spiegò con precisione che la sua adorata Lily era morta per colpa sua e che avrebbe protetto il suo bambino, costasse quel che costasse, da chiunque e da qualunque pericolo…Mi ritornarono in mente, ma non dissi niente, le parole della profezia che Mary mi aveva comunicato qualche anno prima.

Aveva commesso azioni sbagliate, ma se ne vergognava. Aveva sbagliato, molto sbagliato, ma era profondamente pentito… Aveva bisogno di qualcuno su cui piangere, con cui confidarsi, verso cui provare affetto … io ero sempre stata innamorata di lui…

Volle creare una nuova protezione magica intorno alla mia abitazione, mi promise che sarebbe tornato a trovarmi. Era triste… Lo abbracciai. Mi avvicinai al suo viso. - Se vuoi, puoi fermarti, mi fa piacere… - gli sussurrai.

Non si fermò. Tuttavia poi ritornò, altre volte. Aveva bisogno di parlare, più a se stesso che ad un’altra persona, e aveva bisogno, come ogni essere vivente, di un po’ di affetto… poi un giorno...

Quando nacque nostra figlia decisi di chiamarla Lily, in omaggio alla gentile Lily Evans Potter. Non poteva avere il cognome del padre perché sarebbe stato troppo pericoloso per la piccola… Ci sarebbero stati sempre nemici pronti a colpirla (ora mangiamorte vendicativi che avrebbero gioito nel far soffrire Severus uccidendo i suoi affetti più cari).  Sev continuò a starci vicino e amò tantissimo sua figlia, che veniva a trovare ogni volta che gli era possibile… e voleva bene anche a me, a modo suo. Sapevo che il suo cuore era occupato sempre da Lily, che la amava in un modo diverso e per me irraggiungibile… lui è sempre stato sincero con me, né io ho mai provato ad entrare in competizione con la madre di Harry Potter.

Ho saputo della sua morte da mia figlia, che era anche lei ad Hogwarts. Immaginavo che sarebbe finita in quel modo, e anche lui era consapevole dei rischi che correva. Non parlo di ciò che ho provato in quei momenti: era morta una parte di me, la migliore.

Nel testamento Severus mi ha lasciato la sua casa, con tutti i suoi ricordi; tutto il resto è andato a sua figlia. Ha anche lasciato una dichiarazione magica che specifica la sua condizione e la riconosce come tale: ci ha lasciato però la facoltà di renderla pubblica quando avremmo voluto (cosa che facciamo adesso, d’accordo con tutti gli amici che in questi anni ci hanno aiutato; il Ministero della Magia ne è stato comunque da alcuni anni informato).

Mi sono decisa a scrivere questa mia vicenda per ribattere alle false notizie contenute nel libro di Rita Skeeter, verso la quale provo la più completa disistima e che spero non vedere per il resto della mia vita. Ringrazio invece il primo ministro Hermione Granger, Harry Potter, Mary Mac Donald e la sua famiglia, Luna Lovegood Scamander e i Weasley (l’elenco sarebbe troppo lungo se dovessi menzionarli tutti) per l’amicizia disinteressata e l’assoluta discrezione che hanno manifestato in tutti questi anni, nonché per l’appoggio che hanno sempre dato, sempre con la massima riservatezza, a mia figlia, a mio genero e ai miei nipotini.

Il mio ruolo nella guerra magica, in definitiva, non è stato troppo importante; penso opportuno però che ora sia conosciuto, non per me, ma per ristabilire un po’ di verità per coloro che non ci sono più e che hanno lottato contro il male, e che sono morti.

Molto più importante del mio ruolo, invece, è quello che hanno giocato mia figlia e quello che sarebbe stato suo marito ad Hogwarts, prima e durante la seconda guerra magica. Ma di questo parleranno, eventualmente, un giorno, se lo vorranno, mia figlia, Lily, e mio genero, Peter O’Neil.

Milly Anderson

 

 

Grazie a tutti quelli che mi hanno seguito in questa mia prima FF. E’ stato bello (mi sono divertito), ma anche faticoso (man mano che andavo avanti mi accorgevo di tante piccole incongruenze che avevo disseminato; ho cercato di correggerle, ma qualcosa forse mi è sfuggito). Ho fatto tesoro della lezione (mai pubblicare qualcosa se non è completamente definito l’intero progetto) e, approfittando delle vacanze natalizie, ho già steso il seguito, che potrò riguardare con calma prima della pubblicazione. E’ ambientato diversi anni dopo, nel terzo anno di scuola di Harry, cioè il primo di Lily, e ha con protagonisti Lily Anderson e Peter O’Neil, le cui vicende si intrecciano a quelle del Golden Trio e degli altri personaggi della Saga… cercando di rimanere rigorosamente canon. Penso di pubblicare il primo capitolo sabato prossimo con il titolo: “Lily Anderson: primo anno ad Hogwarts”. Sarei contento se continuaste a leggermi. Un abbraccio a tutti e… a sabato. P.G. :)

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