||Righe|| di l_s (/viewuser.php?uid=38085)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** [Ti perdonerò mai?] ***
Capitolo 2: *** [Torpore] ***
Capitolo 3: *** [Se ti aprissero il tuo cuore] ***
Capitolo 4: *** [Elogio] ***
Capitolo 5: *** [Flagrante reato] ***
Capitolo 6: *** [Plic. Dolore] ***
Capitolo 7: *** [Splendidamente reali] ***
Capitolo 8: *** [Il mio disco si è rotto] ***
Capitolo 9: *** [Lieve sbaglio] ***
Capitolo 10: *** [Quasi per tristezza] ***
Capitolo 11: *** [Taglia!] ***
Capitolo 12: *** [Prevede-schiaccia] ***
Capitolo 13: *** [Assenza] ***
Capitolo 14: *** [Naufragio] ***
Capitolo 15: *** [Ritentar col nero] ***
Capitolo 16: *** [Sconnessi odori] ***
Capitolo 17: *** [Di pugnalarmi il cuore] ***
Capitolo 1 *** [Ti perdonerò mai?] ***
Righe
Rigoglii ridotti a
rachitiche radure senz'anima.
"Compostamente
siedi nei banchi"
dici,
perché sei mia madre,
e vuoi il meglio
per me.
Tirannie violente in
parole occulte.
"Compiutamente
stai nelle righe"
dici,
perché sei mia madre,
e le mie righe non
sono le tue.
Fanciullezze ficcate in
sordide stoltezze.
"Educatamente
indossa quegli abiti"
dici,
perché sei mia madre,
e mi vuoi come loro.
Sospirando acuti
singhiozzi,
salto rigide righe,
rigo dagli occhi,
guardo gente malata,
mi ammalo guardando
gente.
Ti pare poco?
Ti pare niente?
Prospetto futuri
artistici,
avvenire da poeta.
Mi perdonerai mai?
Conoscerai la meta?
Ammiro fatali acidi
da fantasie insonni:
l'Ottocento francese,
gli agognati ricordi.
Riuscirò
nella vita, mamma?
Non lo sai?
Riuscirò
a stare ai margini?
Ti perdonerò mai?
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Capitolo 2 *** [Torpore] ***
Ho deciso di
trasformare ||Righe|| in una raccolta di quelle poesie che non giudico
in grado di "sussistere di per sè", che penso abbiano
bisogno di stare in gruppo per acquisire una dignità.
Troverete forse questa seconda molto diversa dalla prima, molto meno
"futurista", ma, in realtà fanno parte dello stesso "ciclo".
Torpore
Sotto il sole
estivo delle quattro
a
bere birra e Rimbaud nella discarica
con
il cemento che sublima l'atto,
inciampano
lingue senza identità
in
sonnolente poesie di solitudine,
s'offuscano
occhi inquieti
in
mirabili miraggi d'oblio.
Presagisci
il nulla,
col
tedioso passo,
con
il calciatore che
gioca
là in basso.
Ti
volti e sorridi
all'amabile
compagna,
la
Noia, che con fede,
senza
sosta t'accompagna.
La
testa pesa,
la
bocca muore.
Che
ti accolga il suo petto
col
suo latte viziato
ch'assicura
il cupo
trapasso...
|
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Capitolo 3 *** [Se ti aprissero il tuo cuore] ***
Ma se ti aprissero il tuo cuore
con un bisturi di biancore,
cosa credi che faresti?
Ammireresti,
forse,
sorrideresti.
Se ti aprissero il tuo cuore
con un bisturi di calore,
cosa credi che faresti?
Carezzeresti,
forse,
toccheresti.
Se ti aprissero il tuo cuore
con un bisturi di amore,
cosa credi che faresti?
Ameresti,
forse,
ti riempiresti.
Se ti aprissero il tuo cuore
con un bisturi di dolore,
cosa credi che farei?
Allora non potei che
Lucciolare
Lubrici
Lumi
nel buio della
realtà.
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Capitolo 4 *** [Elogio] ***
Avendo
ultimamente poco tempo e una connessione parecchio zoppicante,
approfitto di questo momento rubacchiato per raccomandarvi un altro
piccolo pezzettino di me, una poesia più semplice, ma a cui
sono legata indissolubilmente.
A T.
che, prima fra tutti,
mi ha apprezzata e incoraggiata.
Incorniciato da corvina ebbrezza,
il canto dell'umano:
un soffio, un riso, una carezza;
enormi occhi castano
scorgono quieti il mister profondo,
non temono il guardare.
Teneri, dolci, vagano in fondo,
in fondo al mio celare.
Senza amarezza, infine rivela
del mio male la natura.
Inquieta ti osserva l'anima nera:
ti prego, abbine cura!
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Capitolo 5 *** [Flagrante reato] ***
Flagrante reato
Macigno
grosso e pesante
nello
stomaco
piove
pioggia inquietante,
acido,
arsenico,
strizza
l'occhio gigante con
rabbia,
panico,
riempie
vuoto sfiatante:
pare
un medico
che
ammalato ristora,
avvelena,
soddisfa
un'altr'anima
sola
e,
paziente, riversa
molte
ansie inespresse
su
di un corpo bucato,
ed
infine, colto
in
flagrante reato,
esaspera l'atto,
e
viene attaccato
da
cani in affitto
che
lasciano vuoto.
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Capitolo 6 *** [Plic. Dolore] ***
Plic. Dolore
Nel
buio accartocciata,
traccia
lagrime inquinate
su
dolci gote antiche,
incava
tremuli nasi
ritira
squallide labbra,
disgustosi
denti disumani
colano
bava putrescente
da
gole riarse.
Lagrima tocca terra:
Plic.
D
o
e
stilla dal polso grondante
l
r
nell'eternità nauseante
o
d'un inetto
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Capitolo 7 *** [Splendidamente reali] ***
Ovviamente, è dedicata a Fede, Frida, Luka ed Ele. So che non è abbastanza, ma non lo sarebbe stato in nessun caso, e sentivo il bisogno di ricordarci in qualche modo più tangibile.
Incantevoli creature solitarie
marciano insieme con passi
tranquillamente differenti:
parole scorrono
limpide,
poesie scintillano
fresche,
intelligenze brillano
nella notte.
Tremendamente belli,
splendidamente reali,
si filtrano in movimenti,
espressioni,
atteggiamenti,
si scoprono meticolosi.
Vedono nero scuro,
presenze quasi note,
temono monache
o fuochi
o ratti;
tremendamente inquieti,
splendidamente malati,
percorrono strade ignote
o puntualmente dimenticate.
Ho il cuore gonfio.
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Capitolo 8 *** [Il mio disco si è rotto] ***
Allora
dimmi che vuol dire
deteriorarsi
e stare bene,
non
soffrire, non impazzire
col
progressivo imbruttire.
E gli
altri lo vedono,
che
il tuo fascino è esaurito,
che
il tuo disco si è rotto
o,
semplicemente, è finito,
che
i tuoi sospiri tacciono,
e
no, non ti piacciono,
che
non sai più cantare,
stonare,
stupire,
parlare,
persino!
E
allora provi a raccontare,
ma
la voce è cambiata,
non
appartiene al mare,
ai
brividi, all'estate;
è
quella di tutti,
il
tono consueto
che
non s'alza o abbassa
per
non essere indiscreto,
è
quello di tutti,
da
tutti compreso,
persino
da te che
l'avresti
ripudiato.
E perché goffamente
continui
a lottare?
Che
senso ha il lamento
se
non sai parlare?
Cos'ha
che non va
l'esser
matto o normale?
Cos'hai
da girare
ancora
qui intorno?
E
perché stai morendo
da
tre secoli e un giorno?
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Ho scritto questa
poesia un po' di tempo fa. La sento mia ora più che mai.
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Capitolo 9 *** [Lieve sbaglio] ***
Vuoto
pieno di pieno.
Parole.
Confusione.
Mente profusa
in
immagini
ostinate.
E se...?
Dolore.
Osservo la
Paura
per due ore
prima di
dormire.
E se...?
Sudore.
Coccolo la
vecchia
vergogna
ogni notte
prima di
sognare.
E se...?
Solitudine.
Cerco una nuova
fiducia
ogni giorno
in ogni
parola.
Mi sto
affidando a te.
Lo sai, vero?
Lieve
Lo sai.
conforto
Lo sai.
Sbaglio!
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Capitolo 10 *** [Quasi per tristezza] ***
A Te.
Briciole di rabbia
diluite
in
silenzi
distanti,
e
quello sguardo
di
solitudine,
e
la posa da
burattino
solo;
il
ripetuto:
"Non
ci riesco."
Una
tastiera
per
sopravvivere
e
una tela;
dei
passanti
da
deridere
quasi
per sfida,
quasi
per rabbia,
quasi
per brama,
quasi
per tristezza.
Vuoi
andare
via,
lontano,
solo,
con
un coniglio
bianco,
come
un burattino
stanco,
abbandonato,
con
lo sguardo lungo,
triste,
che
ripete:
"Non
ci riesco"
"Non
ci riesco"
"Non
ci riesco"
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Capitolo 11 *** [Taglia!] ***
A me
stessa e, soprattutto, ai miei capelli.
Giallo
luce
freddo-gelo
interrotto:
ricresce
filo
-spinato!-
nero
da
far
paura.
Specchi
-rotti!-
nelle mie stanze
disperazione
urla:
-Cambio!-
Ansia
celata da
calma
profonda
schizofrenia:
crescita
ESPONENZIALE
più nero
più
nero
più
nero
più
nero
più
Taglia!
Zzz
Zzz
Taglia!
Zzz
Zzz
Più specchi!
Rompere!
Più specchi!
Voglio
essere
ORRENDA.
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Capitolo 12 *** [Prevede-schiaccia] ***
Enfatizzo in
parole stupide
anima
marcita-tiranna
in cruda-crudele
decadenza stanca.
Mi sforzo di partorire e
Urlo!
se il bambino
nasce malato,
come l'infame prospettiva
prevede-schiaccia
Vuota da urlare
pensieri grassi,
sono cresciuta,
cazzo,
Non Lo Accetto!
Getto bambini
aperti con
apriscatole feriti in
bidoni
rivoltanti e
rido-piango,
cupa-sicura,
triste.
Sento il calore
di viaggio
lontano.
Lontano.
Lontano.
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Pare che
sia ora di ringraziare, anche se questa pagina mi fa paura.
Dunque,
molte grazie a chi mi segue in questa raccolta senza capo,
né tantomeno coda.
Un grazie più grosso ai meravigliosi "commentatori", a
partire dalla mia dolcissima Eleonora, dalla criticissima Frida,
dall'incantevole Luka, dal poetico
Eugenio, dalla diversa
BloodyMoon (lasciatemi passare gli aggettivi), fino a quelli che mi
sono meno familiari, quali VampireBerry (fiduciosa, direi), o
AhiUnPoDiLui (a volte enigmatico), o OmbraClandestina (con cui mi
piacerebbe parlare, perché le sue critiche mi risultino
più chiare), o MarilynStar__ (che apprezzo molto come
autrice).
Mi piace come andate e venite, mi stupite, mi trasmettete calore, anche.
Ma non aspettatevi troppo, da me.
Ogni poesia è figlia del momento, non dimenticatelo, ma
è pur sempre figlia mia, e mi suona strano quando mi dite di
riconoscere me o il mio tocco più in alcune parole che in
altre.
Vi auguro di stare bene. Almeno un po'.
Lucretia
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Capitolo 13 *** [Assenza] ***
Scorro
un pensiero.
O due.
Vedo qualcuno.
O due.
Guardare
in alto?
Così tanto da
a
f f o g
a
r e
Ritiro la mano
dal finestrino:
gonfia di polvere.
Mi ero dimenticata di -- guardare in a
l t o
Apro le dita
perché il ragno
cammini.
Non vi sembra che io stia sanguinando?
Assenza
di
Parole
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Capitolo 14 *** [Naufragio] ***
Tacere
Shhh!
M'avete
udita tacere?
Naufrago
in un muto
mare di
ricordi
rimpianti
parole
pensieri
agitazioni
interne
eternità
sbrindellate
Vortico!
M'avete
sentita
tacere?
Frammento
di
mano
aliena
colpisce
il mio
viso:
vola
via!
M'avete
sentita naufragare?
per caso
La
mano!
Torna
la
mano!
Era
la mia!
mano
- braccio - corpo - gamba
corpo
braccio
mano
Vuoto!
Soffio di
polvere
in là! in
là!
pesante
Suolo non v'è
ove stramazzare
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Capitolo 15 *** [Ritentar col nero] ***
Incubi
adolescenziali
distesi
sullo stomaco,
dell'arsenico
in polvere
intrica
la lacrima:
capisco.
Oh,
non hai capito niente di me,
non
hai mai capito niente
di
quell'interiorità alienata
e
confusa e
profondamente
incompatibile:
troppe volte domando
scusa,
è
specificatamente incomprensibile,
scusami non mi ero
accorta che
scusa non mi ero
accorta di sognare ancora.
Depressione
adolescenziale
intreccia
il crine sparso
su
una scarsa terra
dalla
guerra presa
e
da mille carestie.
Oh,
non avete mai capito niente di me,
non
l'avete giudicato vero.
A
me
urlate biologici insulti,
A
me
volgete spastici gesti,
A
me, con
quella voglia di
poeta maledetto
proprio nel polmone
destro,
A
me!
Oh,
non avete capito niente, davvero,
in fede mia, fareste
meglio a
ritentar col nero.
Sogni
adolescenti
per
strazianti turbamenti:
non
ci avevo creduto,
non
avevo davvero creduto
nella
mia incompatibilità.
|
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Capitolo 16 *** [Sconnessi odori] ***
Ad Ivan
Ad I.
Stamattina
v'eran
rumore e musica
e
sole librante dal suolo secco e pallido
sconnessi
aromi,
tanto
per ricordare
i
bei tempi andati.
Quella
pioggia
era
un infuso di luci
e
di semi:
a
guardarla
faceva
quasi paura
per
la schietta naturalità,
i
mille "ti piaccio?" intrinseci
e
coatti nel momento.
E
poi c'eri tu.
Eri
uno sguardo emotivo
e
profondo,
eri
un cane voluttuoso
in
onde verdi,
eri
l'odore evanescente
di
calore
che
mi coglieva la mente
a
metà mattinata,
e
m'abbandonava
per
lontane avventure.
Ma
come vede il mondo
una
farfalla?
come
una nuvola,
e
come il vento?
In
fotografie e particolari
e
meraviglie e battaglie;
cosa
vede del mondo una montagna
slanciata
e solitaria?
Quando
ci riuscirò -sussurro-
quando
guarderò fisso
l'odore
nella testa,
allora,
allora,
forse...
|
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Capitolo 17 *** [Di pugnalarmi il cuore] ***
Di pugnalarmi il cuore
ho tentato
troppo a lungo:
rinchiuso in gabbie
e disidratato, m'è
sfuggito
sempre.
Troppe volte
per ignorarlo
ho giaciuto
in cantucci di cenere,
sottile era l'odore,
mi annebbiava il naso,
l'emotività nevrotica e
malata
che mi coinvolgeva la tempia.
Lo tengo in mano,
il cuore, incurabile
malato cronico,
pulsante sangue
anestetico, sprizzante
emozoni schizofreniche.
Davvero sto vivendo?
Così si conclude Righe.
E' stata la sintesi autentica e naturale di una fase della mia vita, coi suoi alti e bassi, i suoi complessi e i suoi colori. Non nego che già una certa nostalgia mi stuzzica la gola. Ma non smetterò di scrivere poesie; semplicemente, questa raccolta non è più la sede adatta.
Ringrazio tutti coloro che mi hanno seguita, che hanno letto o leggeranno,che hanno commentato o commenteranno, che hanno respirato un po' di me,e l'hanno disprezzato o l'hanno capito.
Mi chiedo se io sia arrivata da qualche parte,se il traguardo sia più avanti della partenza, se io abbia guadagnato qualcosa, e cosa sia. "Ma non importa. La strada è vita." (J. Kerouac, Sulla strada) |
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