Insieme

di Lilylunapotter1
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un'estate molto afosa ***
Capitolo 2: *** La mia futura moglie ***
Capitolo 3: *** Caposcuola ***
Capitolo 4: *** La data ***
Capitolo 5: *** Il primo giorno di scuola peggiore di sempre ***
Capitolo 6: *** Festino illegale ***
Capitolo 7: *** Il fiocco ***
Capitolo 8: *** La pace non è duratura ***
Capitolo 9: *** E' parte di me ***
Capitolo 10: *** Sorprese ***
Capitolo 11: *** La vigilia delle vacanze di Natale ***
Capitolo 12: *** Un Natale molto speciale ***
Capitolo 13: *** Nuovo anno, stesse abitudini ***
Capitolo 14: *** Due giorni di fuoco ***
Capitolo 15: *** Notte di luna piena ***
Capitolo 16: *** Partiamo dal per sempre ***
Capitolo 17: *** Tempo al tempo ***
Capitolo 18: *** Dichiarazioni inaspettate ***
Capitolo 19: *** Scelte ***
Capitolo 20: *** Malandrino per tutta la vita ***
Capitolo 21: *** Vacanze da dimenticare ***
Capitolo 22: *** Fiducia, lente riprese e inviti ***
Capitolo 23: *** Una ragazza per Peter ***
Capitolo 24: *** L'Ordine della Fenice ***
Capitolo 25: *** Per ogni fine c'è un nuovo inizio ***



Capitolo 1
*** Un'estate molto afosa ***


1. Un'estate molto afosa



Estate 1977, Godric’s Hollow.

 

Cara Lily,

come stai?...

 

<< No no, così non va bene… >> disse un ragazzo dai capelli corvini e gli occhiali cancellando in fretta e furia quello che aveva appena scritto.

Faceva un caldo tremendo quel giorno. Talmente caldo che la signora Potter aveva fatto in modo di procurarsi uno di quegli strani aggeggi da Babbani, un ventilatore.

Inutile dire che aveva riscosso la curiosità di tutti gli abitanti della casa.

<< AAARGGGGH >>

<< Per Merlino Sirius, che diavolo ti salta in testa. Non puoi infilarci le dita nel ventilatore >> gridò la signora Potter al piano di sotto.

James si alzò abbandonando la scrittura di una lettera che probabilmente, anzi certamente, sarebbe stata senza alcuna risposta per correre di sotto.

La scena che si presentò agli occhi di James fu senza ombra di dubbio la scena più buffa che avesse mai visto: Sirius steso a terra con le dita sanguinanti e sua madre, Dorea, che lo soccorreva con la bacchetta nelle mani, il tutto condito con il filo della corrente del ventilatore che sembrava aver preso vita propria fra quel groviglio di mani, piedi e urla.

<< Sirius ti prego sta fermo altrimenti come faccio a medicarti!! >> gridava sua madre trattenendo a stento le risate.

<< Ma che Merlino fai Felpato! Ti sei rammollito! Ahahahaah >> gridò James piegato in due dalle risate andando comunque ad aiutare il povero amico e sua madre.

Quando finalmente riuscirono a guarire le dita di Sirius e a spegnere quel ventilatore andarono tutti in cucina dove Dorea aveva appena preparato un buon the per tutti.

<< Quella cosa è una bestia del diavolo, peggio degli inferi!! Senti Dori so che sono un ospite ma quel coso deve sparire, mi fa davvero, davvero, davvero troppa paura >> gridò Sirius verso Dorea col suo solito fare drammatico. In tutta risposta la donna si limitò ad alzare gli occhi al cielo e dirigersi verso l’uscita che dava dalla cucina al giardinetto.

<< Ospite, ospite…ancora con questa storia ma quante volte dovrò dirglielo che per me non crea alcun disturbo, è come un figlio! >> borbottò per poi sparire fuori in giardino.

James e Sirius restarono in cucina per poi scoppiare a ridere insieme.

<< Che facevi comunque, di sopra intendo? Sei silenzioso più del solito ultimamente… >> cominciò Sirius.

L’altro passandosi una mano fra i capelli rispose con noncuranza: << Ma niente…lettera alla Evans, il solito >>.

<< Oh santo Merlino beato e protettore dei maghi, ancora?? Tu sei tutto rammollito mio caro. Quest’anno te lo giuro te la farò fare finita con quella ragazza. Ci saranno, anzi ci sono, un miliardo di ragazze belle che vorrebbero uscire con te e tu ancora fissato con Lily?! >> sbottò Sirius legandosi i capelli lunghi e castani in un codino scomposto.

James era più o meno da tutta la vita innamorato di Lily. Non faceva altro che invitarla ad uscire e sembrava che a ogni suo rifiuto, invece di demoralizzarsi, James si rafforzasse.

<< Almeno a te è concesso chiamarla per nome. Io se solo oso mi ritrovo affatturato… >> borbottò James sconsolato bevendo un sorso del the che aveva in mano.

<< Questo perché non puoi professare giorno e notte di essere innamorato di lei e poi uscire ogni giorno con una ragazza diversa. E comunque Lily è in gamba, o per lo meno le poche volte che abbiamo parlato durante le lezioni di Pozioni quest’anno, mi è sembrata in gamba >> rispose Sirius.

Il professore di Pozioni era Horace Lumacorno, un più o meno anziano signorotto alto e magro, un po’ svampito a detta di Sirius.

Comunque durante il sesto anno lui e Lily si erano ritrovati in coppia insieme per le sue lezioni e si erano trovati abbastanza bene, nonostante lei non tollerasse le sue scorribande con i malandrini.

James sorrise immerso nei suoi pensieri.

<< Quest’anno la conquisto me lo sento… >>

 

Intanto in una piccola villetta vicino Spinner’s End…

<< Un mostro, un mostro!! >> gridava Petunia verso la madre che esasperata neanche le rispondeva più.

Lily dal canto suo era ormai troppo abituata a quelle scenate della sorella che neanche faceva più caso se la sorella la chiamava mostro, squinternata o spostata.

Quella mattina stava aspettando con grande ansia una lettera importante da Marlene, la sua amica di scuola. Marlene era meravigliosa, forse una delle ragazze più belle, e anche intelligenti, della scuola.

Aveva lunghi capelli castani e occhi verdi, nonché un fisico pazzesco.

Proprio in quel moemnto una bellissima civetta picchiettò con il becco alla finestra.

Lily si avvicinò, aprì la finestra e prese la lettera dalla zampa di Ruby, la sua civetta.

La srotolò e lesse:

Cara Lily,

come stai? Qua tutto bene anche se questo caldo comincia ad essere davvero stancante.

Questo sarà il nostro ultimo anno ad Hogwarts, perciò mi aspetto che tu finalmente ti decida ad uscire con Potter, o almeno di provare a tollerarlo. È così tenero quando parla di te!!

Comunque mia madre mi ha detto proprio questa mattina che lei e il papà andranno in vacanza per la fine dell’estate, Michael è in Norvegia a sbaciucchiarsi con i suoi amati draghi e Mitchell a Ilvermorny a prepararsi per l’inizio delle lezioni, sai ora è un professore. Mi chiedevo quindi se tu volessi venire qua quella settimana, così possiamo partire insieme per Hogwarts.

Fammi sapere! Ora vado, un bacio, Marlene!

P.S. mi manchi tanto!!

 

Il viso di Lily si allargò in un sorriso, non ci sarebbe stato bisogno neanche di discutere con la mamma, era felice se Lily se ne andava via prima.

Non che la signora Evans non tenesse alla figlia, ma almeno poteva stare una settimana tranquilla senza dover sentire Petunia che le diceva quanto Lily fosse mostruosa, cosa che lei invece non pensava assolutamente.

 
 

 

Ciao a tutti!! Forse qualcuno di voi si ricorda di me, sono lilylunapotter, autrice di qualche anno fa e ora sono tornata sotto un nome simile, per scrivere di nuovo.

I malandrini e Lily sono stati sempre la mia passione perciò comincerò con lo scrivere questa storiella su di loro e sul loro ultimo anno ad Hogwarts.

Spero di essere migliorata rispetto a sette (oddio sette!) anni fa, in caso contrario siete liberi di cruciarmi.

Buona lettura e a presto con i prossimi capitoli.

 

P.S. consigli e recensioni sono sempre ben accetti!!

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Capitolo 2
*** La mia futura moglie ***


2. La mia futura moglie
 
Lily stava guardando attentamente fuori dalla finestra, in attesa di un segno che indicasse l’arrivo dei genitori di Marlene, venuti a prenderla, prima di partire per le vacanze, per stare da loro.
Sia i suoi genitori, sia quelli della sua amica, avevano infatti stabilito che sarebbe stato molto più prudente se Lily non si fosse spostata da sola.
Quelli erano anni duri, Lord Voldemort seminava il terrore, le scomparse e le morti erano all’ordine del giorno.
Inoltre ormai anche Hogwarts sembrava non essere più un luogo così sicuro; tutti sapevano benissimo da che parte stavano i Serpeverde e in particolare quelli del settimo anno: Mulciber, Avery, Piton…
Piton, il traditore. Piton, quello che l’aveva chiamata mezzosangue.
Era da quella volta che non si parlavano più, eppure era stato proprio lui ad aiutarla quando aveva scoperto di essere una strega.
 
DLIN DLON
Lily corse di sotto, per la prima volta in quell’estate raggiante: finalmente si liberava delle lagne della sorella.
<< Signori Mckinnon!! Prego, prego entrate pure! >> stava dicendo la madre di Lily sulla porta mentre faceva entrare due persone piuttosto strane.
La madre di Marlene indossava un mantello lungo fino alle caviglie di un bel colore verde smeraldo che contrastava perfettamente con i suoi capelli lunghi e corvini. Assomigliava tanto a Marlene anche se aveva il volto un po’ più severo.
Il signor Mckinnon invece indossava anche lui un mantello blu elettrico e aveva in testa uno di quei cappelli che i babbani direbbero alla Charlie Chaplin. Forse era un malriuscito tentativo di mischiarsi fra i babbani.
Si sedettero tutti in cucina per un caffè poi Lily salì per prendere le sue cose e guardare la sua stanza per un’ultima volta.
Quella sarebbe stata con tutta probabilità l’ultima volta che l’avrebbe vista. Dopo la scuola voleva diventare un’auror e avrebbe vissuto fra i maghi, senza dubbio.
Scese di sotto e si avvicinò alla porta pronta per uscire, ma prima si voltò a salutare i genitori.
<< Allora, ci vediamo presto, d’accordo? >> le disse la madre sorridendo, speranzosa.
<< Io…io…certo, si ci vediamo presto! Ciao mamma, ciao papà! >> rispose Lily abbracciandoli per poi voltarsi verso le scale.
Petunia non si era neanche degnata di scendere a salutarla, poco importava, Lily se lo era immaginato.
Uscirono e si diressero per un vialetto, poi voltarono in un vicolo senza sbocco dove poi si sarebbero smaterializzati a casa di Marlene.
 
 
 
 
Un gufo picchiettava fastidiosamente sul vetro della finestra ma James non aveva davvero alcuna voglia di alzarsi per aprirgli.
<< Ma che cavolo… James lo vedi o no questo gufo! Ehi… ha una lettera di Marlene! >> disse Sirius e proprio mentre diceva l’ultima frase, al nome di Marlene, James si era rizzato a sedere sul letto curioso.
Per lui parlare di Marlene voleva dire parlare di Lily.
<< Cari Potter e Black, come state? Io benone anche se questo caldo mi sta uccidendo sul serio. Scommetto cinque galeoni che voi due non avete neanche aperto la lettera che vi ho mandato qualche settimana fa, altrimenti Potter tu mi avresti stressato l’anima fino alla morte. Tua madre Potter vi manderà qui fra cinque giorni così starete una notte qua e poi il giorno dopo potremmo partire tutti insieme per Hogwarts. Dico che Potter mi avrebbe stressato perché oggi arriverà qua anche Lily e pensate un po’ si ferma una settimana. Ora, James Potter mi aspetto che tu non le rompa troppo le pluffe e…e che tu ti muovi a conquistarla! Per me è cotta di te quasi quanto tu di lei! Comunque mia madre ha precisato che vuole la casa integra, perciò niente danni voi due. Detto questo, vi attendo, a Domenica! MM. >> lesse Sirius.
James era rimasto incantato dalle parole dell’amico quando, d’un tratto, si alzò dal letto, strappò la lettera dalle mani dell’amico e corse al piano di sotto.
Sirius lo guardò con gli occhi strabuzzati, quel ragazzo non finiva mai di stupirlo. Poi lo seguì fino al piano inferiore.
<< Dorea Black in Potter! Come cavolo hai potuto non dirmelo! Tu-tu lo sapevi che saremmo andati dai Mckinnon domenica! >> gridò James rivolto alla madre che lo guardava esterrefatta.
<< James Charlus Potter, per Merlino, ti avrò detto almeno cinquanta volte che sareste andati perché io e tuo padre abbiamo da fare con l’ordine. Probabilmente hai il cervello pieno di prosciutto, ma io ve lo avevo detto, ad entrambi! >> rispose la madre alterata guardando prima il figlio poi Sirius.
<< Effettivamente Ramoso, io qualcosa avevo sentito ma non ci avevo dato troppo peso credo… >> borbottò Sirius grattandosi la fronte corrucciata. James in risposta lo guardò prima perplesso, poi scandalizzato.
<< Ma insomma perché ti scaldi tanto? Ora lo sai no? >> continuò poi Dorea.
<< Vedi Dori cara, Marlene è molto amica di…sai…di Lily! >> rispose Sirius sghignazzante.
Il volto di Dorea si illuminò, ora le era tutto molto chiaro.
E mentre lei e Sirius si sganasciavano dalle risate James riuscì solo a dire: << Ridete ridete. Intanto sarà la mia futura moglie! >>
 
 
 
<< Marlene!! >> gridò Lily appena vide l’amica.
<< Oh Lily, mi sei mancata da morire, vieni saliamo! >> le rispose la mora.
<< Allora Lily… mamma ha sistemato qui un letto per te, nella mia camera. Santo Merlino sono così felice che sei qui! Dai raccontami tutto! Che hai fatto questa estate? >> disse Marlene euforica.
Lily si sedette sul letto, poi finalmente iniziò a parlare: << Niente di speciale. Mia sorella acida e scontrosa come al solito, i miei stufi marci di questa situazione, James Potter che mi tartassa con le sue stupide lettere… il solito. >>
<< Quando ti deciderai ad ammettere che ti piace? E poi scusa ma almeno alle lettere potresti rispondere!
<< Rispondere? Marlene le uniche cose che mi scrive sono quanto gli manco, quanto mi ama, bla bla bla. Le solite baggianate da bambino viziato e cocciuto. E poi a me James prendo-sempre-il-boccino Potter non mi piace affatto. No, no. Nada de nada, nicht! Io e Potter, ma figurati, lo affatturerei dopo neanche mezzo secondo di conversazione, forse anche meno… >>
<< Ma su Black ti sei ricreduta, o sbaglio? Anche lui è un Malandrino. E…oh Remus, Remus è amico nostro da sempre! >>
<< Ma è diverso! Remus è un tipo in gamba, bravo a scuola, ligio nelle regole. Sirius è simpatico lo ammetto, ma questo non significa che approvi ciò che fanno. E Potter, Potter è così pieno di sé che neanche se me lo chiedesse Merlino in persona ci uscirei! >>
Marlene ormai la guardava affranta e così decise che era il momento di dare il colpo di grazia all’amica e così disse: << Va bene, comunque, visto che di Potter non ti interessa… penso non ti darà nessuna reazione sapere che fra qualche giorno lui e Black verranno qui a dormire, così il giorno dopo partiremo tutti insieme per la scuola… >>
<< MARLENE MCKINNON IO TI AFFATTUROOOOO!! >>
 
 
I giorni a casa Mckinnon trascorsero tranquilli, Lily tenne il muso all’amica solo per un giorno per poi tranquillizzarsi.
<< Che sarà una notte. Lo dovrò sopportare soltanto per una cena, ce la farò! >> concluse una mattina.
E non sapete quanto si sbagliava. Marlene era molto diversa da lei, Marlene adorava i pigiama party e questo la rossa lo sapeva molto bene.
Finalmente il gran giorno arrivò e quella mattina Lily era piuttosto torva e di malumore, fino a che…
<< Evaaaaans! Futura moglie del mio cuore, sono quiii! >> gridò un James Potter al piano di sotto di casa di Marlene.
Lily strinse i pugni: quelle sarebbero state le ventiquattro ore più intense della sua vita.
 
Note dell’autrice:
Ciao a tutti! Eccomi con il secondo capitolo!
Per prima cosa spero vi piaccia, non so ancora non sono del tutto convinta, ma comunque…
Bhè le cose da dire non sono molte, anticipo solo che nel prossimo capitolo Lily avrà un bel da fare con James.
Per ora vi lascio ringraziando chi ha recensito e chi recensirà lasciando un piccolo commento, e chi seguirà la storia.
Buona lettura!!
Lilyluna

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Capitolo 3
*** Caposcuola ***


3. Caposcuola
 

Ed era davvero così, quelle furono le ventiquattro ore più intense della vita di Lily Evans. A scuola poteva pure evitarlo quel Potter ma fra quelle quattro mura la cosa diventava un po’ più complicata.
Quel pomeriggio, dopo aver chiacchierato e bevuto una burrobirra, Lily era salita in camera per farsi una doccia.
L’acqua calda e i vapori l’avrebbero sicuramente rilassata e riposata dopo quel pomeriggio con Potter. Infatti una volta uscita stava decisamente meglio.
Si avvolse nell’accappatoio e poi aprì la porta del bagno pensando a quanto fosse bello il fatto che Marlene avesse il bagno in camera, così, pensava, si sarebbe risparmiata qualche brutto scherzo di Potter, ma…
“Ciao mia dolce metà!!”  gridò James Potter alzandosi dal letto dove dormiva Lily.
Lei non era semplicemente scocciata, era furente.
“JAMES POTTEEEER! Che diavolo stai facendo. Io ti uccido, io ti picchio violentemente, io ti…ti…”
“Vuoi baciarmi?”
Lily prese la prima cosa che trovò nel mobile alla sua destra e glie la scaraventò addosso, ma James era un cercatore, aveva i riflessi super pronti e la schivò senza troppa difficoltà.
“Ma che modi Lily cara. Allora parliamo di cose serie. Ci vieni a Hogsmeade con me. La prima uscita dovrebbe essere proprio il secondo week end di settembre…” disse prendendo una lettera dalla tasca e leggendola.
Lily si bloccò, respirò a fondo senza staccare gli occhi dalla lettera, poi chiese: “Potter, come cavolo fai a sapere le date delle uscite. Non sarai mica diventato…”
Niente, le cadde praticamente la mascella mentre lui annuiva con il suo solito ghigno beffardo sul volto.
“Non sei felice Lilluccia? Caposcuola come te! Questo significa ronde insieme, organizzazione di eventi insieme…” disse James tutto soddisfatto.
Lily lo prese per un braccio e lo trascino fino a fuori alla porta poi gridò: “Stammi bene a sentire Potter. Io non so cosa si siano bevuti il preside e i professori, forse il cervello, anzi certamente… Ma sappi che io non voglio avere a che fare niente di niente con te! Perciò sparisci dalla mia vista, ORA!”
E con questo chiuse selvaggiamente la porta in faccia al povero James.
 
 
“Ma ti rendi conto o no?” sbottò per la centesima volta Lily all’amica che, in tutta risposta, alzò gli occhi al cielo.
“Lily che ci sarà di male se Potter è caposcuola? È una sottospecie di lavoro, non potrà infastidirti più di tanto… credo” rispose Marlene non del tutto convinta.
James infastidiva Lily dal primo anno e fino a quel momento nulla lo aveva fermato perciò entrambe, sia Lily sia Marlene, dubitavano che l’essere caposcuola l’avrebbe fermato.
Proprio in quel momento entrarono in cucina Sirius e James entrambi sorridenti e allegri.
“Allora che si mangia per cena donne?” domandò Sirius ficcanasando nella cucina.
“Non siamo le tue schiave Sirius! A proposito hai preparato quelle pozioni che ti avevo chiesto? Luma ce le chiederà appena arrivati, prima di cambiare le coppie” rispose Lily.
Gli altri tre neanche a dirlo alzarono gli occhi al cielo. Possibile che Lily non pensasse ad altro se non alla scuola?
“Non ti smentisci mai Lily, comunque si le ho fatte. Ma sappi che le ho fatte solo perché avevo una paura terribile di cosa tu avresti potuto farmi in caso contrario!” rispose Sirius e Lily non poté fare a meno di
ridere.
 Marlene intanto aveva messo in tavola la cena e Lily non poté fare a meno di notare che hai fornelli era davvero bravissima. Aveva preparo un bel pasticcio di rognone e verdure per contorno e il tutto aveva un aspetto delizioso.
Mangiarono fra una chiacchiera e l’altra, poi Lily con un colpo di bacchetta lavò tutti i piatti che si andarono poi a riporre tutti al loro posto.
“Grande Evans, hai un dono, davvero” disse James osservandola.
“Magia…le vostre mamme sono sicuramente più brave di me” rispose Lily.
“La mia non è un granché in cucina in realtà, ma Dorea so che è in gamba James, mia madre lo dice sempre. E la tua Black?” chiese Marlene pentendosene dopo qualche secondo.
“Io veramente come sai ora vivo con la famiglia di James. Mia madre non mi ama molto, anzi per niente…” rispose Sirius con un sorriso davvero molto forzato.
“Oh mi dispiace Sirius, io-io non volevo…ficcare il naso…mannaggia a me” disse Marlene borbottando.
“Figurati… questo indica solo che Lily sa tenere i segreti” rispose ancora sorridendo leggermente a Lily che ricambiò.
Dopo un imbarazzatissimo silenzio che sembrò durare ore finalmente James parlo:“Va bene…forse è il caso di salire a dormire. Domani sarà una luuuuuuunga giornata”.
E così i due malandrini si avviarono per la scale.
“Oh Evans…comunque eri uno schianto in accappatoio oggi pomeriggio! Buonanotte amore mio!” gridò dalle scale lanciandole un bacio con la mano.
Inutile dire che Lily diventò dello stesso colore dei suoi capelli.
 
 
 
“Evans… Evans!” bisbigliò James in piedi di fianco al letto dove Lily dormiva e con il viso praticamente attaccato a quello della ragazza.
Era proprio bella quando dormiva. La pelle era così candida e chiara e i capelli rossi facevano proprio da splendida cornice attorno al suo viso.
E quanto gli piaceva, James era ammaliato da quella ragazza, se solo lei avesse ricambiato…
Poi, d’un tratto, Lily spalancò gli occhi e gridò.
“POTTEEEER! SANTO MERLINO IMBACCUCCATO MA VUOI FARMI VENIRE UN COLPO! Che diavolo vuoi a quest’ora?!?”
“Scusa amore non volevo svegliarti a quest’ora. Sai ero nel mio letto e stavo pensando che oggi pomeriggio non mi hai risposto. Forse eri troppo presa a festeggiare che sono caposcuola anche io come te. Comunque…vieni o no a Hogsmeade con me?” chiese James.
“Ascoltami Potter, sarò chiara e concisa. Io non verrò mai ad Hogsmeade con te…tu-tu sei un essere arrogante e pompato e gasato e io…T-I O-D-I-O”
James parve per un attimo sconsolato ma poi il famoso ghigno alla Potter ricomparve sul viso.
“Ok”
Ok? Tutto qua? Lily non poteva credere che Potter avesse demorso così facilmente. Non era possibile! James non-perdo-mai Potter che, pensate un po’, accettava la sconfitta.
E non solo, mentre nella mente della rossa si facevano spazio tutti questi pensieri lui si era alzato, le aveva dato un buffetto sulla guancia e se ne era andato. Andato!
“Non ci credo che ti sei fatta dare un buffetto sulla guancia da Potter. E non ci credo che ci sei rimasta male che ti abbia risposto solo ok! Lily, questa è l’apocalisse. Fantastico! Finalmente hai capito che lo ami!! Domani dovrò raccontarlo subito a Alice!” disse Marlene dall’altro letto.
Lily si era completamente dimenticata che c’era anche lei e con molta probabilità aveva assistito a tutta la scena.
Comunque rispose con un semplice dito medio per poi ributtarsi fra i cuscini.
 
 
Ma che diavolo mi prende? James Potter finalmente accetta la sconfitta e io ci rimango male? Ma che significa?
E poi…Santissimi Merlino e Morgana, mi ha dato un buffetto sulla guancia e io non ho detto assolutamente niente!
Non sarà che…? No impossibile, io odio Potter. Lo odio a tal punto che lo butterei nel lago nero, anzi lo butterei dalla torre di astronomia.
Potter non mi piace. Chiuso. Finito.
Anche se…NO!
 
 
Note dell’autrice:
Ok, ce l’ho fatta, l’ho scritto!
Ma ci sono riuscita solo perché ce lo avevo già praticamente in testa.
Lily e James iniziano ad avvicinarsi, o almeno Lily inizia a dubitare di se stessa. Ma credetemi ancora dovremo aspettare per la loro storia, eccome se dovremo aspettare.
Nel frattempo vi anticipo solo che dal prossimo capitolo finalmente avremo un po’ più di personaggi di nostra conoscenza.
Per ora vi ringrazio se leggete, recensite, ecc
Ah dimenticavo, l'ultima parte, quella in corsivo, indica un pensiero. In quel tratto è Lily che pensa, spero si capisca..
A presto,
Lilyluna.

 

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Capitolo 4
*** La data ***


4. La data
 
“Ma vi volete muovere o no?” gridò Marlene guardando verso il piano di sopra.
Erano più di dieci minuti che Lily e Marlene aspettavano i due ragazzi davanti alla porta, in fondo alle scale, ma quei due sembrava proprio non volessero saperne di muoversi.
L’espresso per Hogwarts partiva esattamente alle 11 ed erano le 10.
“Lascia ci penso io” borbottò Lily, “James Potter e Sirius Black, avete esattamente cinque secondi per scendere di sotto. Potter lo vuoi capire o no che i caposcuola devono arrivare in stazione in orario. Dobbiamo dare l’esempio!”
“Calma, calma Lily! Eccoci, stavamo solo decidendo la data, su su non ti arrabbiare” rispose James Potter scendendo le scale seguito a ruota dal suo compare.
Lily, talmente era nervosa, neanche si curò di chiedere a quale data si stessero riferendo i due ma se ne uscì fuori dalla casa borbottando solo parole sconnesse.
Marlene tuttavia non poté non accorgersi di nulla e perciò guardò i due di sottecchi , si avvicinò, girò loro un po’ intorno e solo dopo questa breve ma intensa ispezione, decise che forse non era il caso di indagare oltre.
Se lo avesse fatto, indagando, era sicura si sarebbe solo messa nei pasticci con Lily, che era caposcuola, e a cui avrebbe dovuto riferire tutto.
Seguirono tutti la bella rossa in silenzio, afferrarono un vecchio calzino che era la loro passaporta e sparirono con un sonoro POP.
Non fecero in tempo a riaprire gli occhi che, i due malandrini e Marlene, si resero conto che Lily era già sparita fra l’ammasso di studenti di Hogwarts di cui la stazione era strapiena.
“Chissà come farà a sparire così in fretta quella ragazza…” sbottò James appena infastidito dalla cosa.
“Oh Potter, non so per quale motivo ma questa cosa gli riesce bene soprattutto quando ci sei tu nelle vicinanze. Chissà…” ridacchiò Marlene facendo sorridere anche Sirius e sbuffare il povero James.
Tutti e tre poi si incamminarono verso la porta del treno più vicina e si accomodarono solo quando trovarono Remus, Peter, Frank e Alice in uno scompartimento.
“Ma ciao amici!” salutò Marlene abbracciando prima di tutti Alice.
Alice era una ragazza dagli occhi nocciola e i capelli scuri piuttosto corti.
Lei e Frank stavano insieme praticamente dal primo giorno di scuola del primo anno, quando Frank si era praticamente fiondato addosso a lei che gli aveva ritrovato il suo amato rospo.
Lei, Marlene e Lily erano subito diventate amiche anche se erano davvero molto diverse sia esteticamente, sia caratterialmente.
Negli ultimi due anni Marlene non faceva altro che rimarcare tutte le loro differenze,cercando spiegazione al perché le altre due ricevessero sempre tanti inviti dai ragazzi mentre lei pochissimi.
Lily era praticamente una delle ragazze più carine della scuola e Alice, nonostante fosse fidanzata da ben sei anni, continuava ininterrottamente a ricevere inviti.
Inutile dire che le due amiche non facevano altro che dirle che ancora il ragazzo giusto per lei non era arrivato e che non c’era davvero nulla di male in questo.
“Mckinnon sei sorda o cosa?” sbottò Sirius a un centimetro dalla faccia della ragazza che, in un solo istante, diventò di un bel colore rosso acceso.
“Fai paura Mckinnon quando fai così te lo hanno detto mai? Comunque ci stai o no?” chiese il ragazzo serio.
“Ci sto? Ma ci sto a che?”
“Uff Santa Morgana! La data ti va bene o no?”
Marlene ci pensò un attimo e si rese conto che non sapeva minimamente a quale data lui si riferisse. Tuttavia gli sguardi di attesa dei suoi compagni le fecero capire che forse era il caso di annuire e basta, senza fare troppe domande.
‘Già ricevo pochi inviti ad appuntamenti, ci manca solo che si sparga la voce che sono matta e addio vita sentimentale…’  pensò fra sé e sé.
“Perfetto! Allora è tutto apposto” gongolò Sirius battendo le mani e tutto lo scompartimento sembrò riprendere a respirare.
 
 
“Dov’è Potter, Evans?” chiese un ragazzo dai capelli biondi.
Lily era davvero stizzita: Potter non cambiava mai.
Eppure glie lo aveva detto che i caposcuola avrebbero dovuto pattugliare il treno con i prefetti.
“Potter è… in ritardo. Ma iniziamo pure senza di lui. Voi due ultimo vagone, voi penultimo, voi secondo vagone e voi questo. Io intanto cerco Potter” disse Lily indicando coppie di studenti per poi incamminarsi alla ricerca del malandrino.
Quando finalmente lo trovò, con sua gioia trovò anche le sue amiche, si fermò un po’ a chiacchierare poi prese James per un orecchio trascinandolo verso una stanza riservata del treno.
“Wow Evans, allora hai cambiato idea e ti piaccio. Un po’ stretto come posto ma è… intimo!” sghignazzò James.
“Ascoltami bene Potter. Non ripeterò questo discorso un’altra volta, o almeno non con questa tranquillità…” cominciò Lily furiosa.
“Abbiamo davvero due concetti diversi di tranquillità…”
“ZITTO! Dicevo… ora mio malgrado sei caposcuola anche tu, perciò dovremmo collaborare. Quando ti ho detto che avremmo dovuto pattugliare i corridoi del treno, io intendevo proprio QUESTO treno. E quando adesso ti dico che dovremo pattugliare ogni domenica sera i corridoi della scuola, intendo la NOSTRA scuola. Quando ti dico che il tuo compito consiste anche nel dare punizioni, significa che tu DARAI punizioni a chi se le merita e non chiuderai gli occhi, di fronte a nessuno, NESSUNO! E ultimo, ma non meno importante, quando ti dico che un caposcuola non può organizzare festini illegali significa che TU NON PUOI ORGANIZZARE FESTINI ILLEGALI! Chiaro?”
James era rimasto di sasso, a volte quella ragazza sapeva fargli davvero paura.
Aveva scandito ogni parola in modo forte e chiaro e si era terribilmente avvicinata a lui con un minaccioso dito alzato in direzione proprio del suo naso. Era quasi diventato strabico nel guardarlo!
Annuì senza aggiungere nulla, dato che non gli sembrava il caso di disturbare oltre la tranquillità della ragazza.
Poi la rossa si volto e uscì dalla porta e finalmente lui respirò di nuovo, o almeno fino a che la testa di Lily non riapparse dalla porta gridando: “TI MUOVI!?”
 
 
Comunque io non sono del tutto sicuro che Mckinnon mi abbia capito, anzi ne sono certo. O almeno non posso proprio credere che la migliore amica di Lily possa anche solo pensare di organizzare un festino illegale proprio la prima settimana di scuola.
È proprio strana questa ragazza eppure mi incuriosisce e non poco.
Chissà perché in tutti questi anni non le ho mai chiesto di uscire.
Strano, non è da me, non è decisamente da me.
E poi del nostro anno è una delle più carine. O meglio del nostro anno è una delle poche che possiede un interessante equilibrio fisico/cervello.
La maggior parte delle ragazze con cui sono uscito o stato era sicuramente di bella presenza, ma totalmente senza cervello.
Comunque poco importa, non dovevano darmi lezioni di difesa contro le arti oscure!
Vorrei tanto sapere a cosa stava pensando prima che le chiedessi se la data della festa le andava bene. Mi sento un po’ un approfittatore, era evidente che non mi stava ascoltando quando glie l’ho chiesto.
E poi Alice mi sorprende sempre di più, non ha detto assolutamente nulla a Marlene pur sapendo che quando e se questa cosa verrà fuori con Lily lei se le mangerà entrambe vive.
Alice malandrina mancata!
 
 
“Lunastorta, quando sarà il nostro prossimo… ehm… piccolo party peloso?” chiese Sirius bisbigliando all’orecchio dell’amico che gli sedeva di fianco.
“Fra due settimane circa, il 16 dovrebbe essere la serata peggiore…” rispose piano l’altro, ben attento a non farsi sentire da nessuno.
Il suo piccolo problema peloso doveva rimanere assolutamente un segreto fra lui e i malandrini… oh e Lily, certo.
Lily lo aveva scoperto al primo anno, non le sfuggiva assolutamente nulla e Remus sapeva fin dal primo momento che l’aveva vista che quella ragazza era davvero troppo sveglia per essere fregata.
Alla prima luna piena Remus si era risvegliato in infermeria con Lily ai piedi del letto con un viso decisamente troppo incuriosito per osservare uno che conosci da poco tempo.
Non era spaventata, anzi gli aveva chiesto con enorme delicatezza tutti i dettagli della sua situazione e Remus si era semplicemente fidato di lei. E aveva fatto bene.
A distanza di sei anni, Lily non lo aveva raccontato davvero a nessuno e, per rispetto di Remus, solo una volta aveva rinfacciato a Potter il fatto che lei era stata la prima a venirlo a sapere.
Ma Remus sapeva bene quanto ci godeva Lily Evans ad essere un passo avanti a Potter e, proprio perché lo sapeva, gli era ancora più grato di non tirar fuori mai l’argomento.
Finalmente arrivarono alla stazione di Hogwarts e mentre Lily e James indirizzavano i primini verso Hagrid, tutti gli altri si diressero verso i thestral, pronti per iniziare un fantastico e magico anno.
Quell’anno per molti era l’ultimo e nessuno avrebbe mai potuto immaginare quante cose strane sarebbero accadute.
 
 
 
 
Note dell’autrice:
Ciao! Eccomi qui di nuovo.
Ok lo so che questo capitolo si incentra poco su Lily e James, ma ho preferito dare spazio ad altri personaggi che fino ad ora erano stati poco o per niente citati.
Comunque dal prossimo capitolo i due fidanzatini torneranno a prendere pole position nel racconto, e ne vedremo delle belle.
Come avrete intuito c’è una festa in vista ma Lily e Marlene non lo sanno e non potete capire cosa accadrà quando lo verranno a sapere.
Per il momento vi lascio con questo capitolo e spero vi sia piaciuto.
Ringrazio tutti quelli che leggono, che recensiscono, che mettono la storia fra le preferite/ricordate/seguite…
A presto,
Lilyluna.
 
 
 
 

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Capitolo 5
*** Il primo giorno di scuola peggiore di sempre ***


5. Il primo giorno di scuola peggiore di sempre
 
“Buonasera, miei carissimi studenti! Spero abbiate passato una buona estate. Ora, finito lo smistamento, devo darvi alcune informazioni per questo anno scolastico…” cominciò Albus Silente dall’alto del suo leggio a forma di gufo.
“Niente uscite notturne, niente festini illegali, niente alcool…bla bla bla” borbottò Sirius silenziosamente sotto lo sguardo torvo e minaccioso di Lily che sedeva affianco a lui.
“Come ogni anno le regole sono esattamente le stesse: niente uscite notturne, niente festini illegali e, niente whisky incendiario in giro per la scuola. Ma quel che più mi preme dirvi riguarda certamente i numerosi eventi che ci troveremo ad organizzare. Primo fra tutti la professoressa Charity Burbage è riuscita finalmente nel suo intento di organizzare il ballo di fine anno. Tutti gli studenti potranno venire sia in coppia sia soli, ma naturalmente so che i miei ragazzi non avranno alcuna difficoltà ad invitare le belle donzelle di Hogwarts. Secondo evento sarà più scolastico: un duello di difesa contro le arti oscure, gentilmente richiesto dal professor Owlock che quest’anno sarà il vostro nuovo professore. Pertanto ogni casa decreterà quattro dei suoi migliori duellanti che si sfideranno in una finale a squadre. Non è un evento per tutti chiaramente questo, ma rivolto solo agli studenti del sesto e settimo anno. E ora banchettiamo!” finì Silente.
Tra la folla si era alzato un gran brusio dovuto soprattutto al fatto che la gara dei duellanti era rivolta solo agli studenti più grandi ma causato anche da questa notizia del ballo di fine anno.
Un ballo alla babbana, o almeno così stava dicendo la professoressa McGranitt alle spalle di Lily mentre parlava con uno studente del secondo anno.
La professoressa poi si diresse nuovamente al tavolo dei professori e iniziò a parlare in maniera concitata con il preside.
“Evans, ehi Evaaaaans!” chiamò James.
Lily sbuffò sonoramente, ma possibile che quel ragazzino non le dava mai un attimo di pace? Eppure lei era stata sempre tanto chiara su cosa pensava di lui: arrogante, orgoglioso babbuino balbuziente.
“Potter”
“Allora, un ballo…?”
Sirius, che si trovava esattamente in mezzo a Lily e a James, non poté far altro che mettersi le mani fra i capelli perché sapeva benissimo cosa stava per fare James e così si riparò dal forte scappellotto che poi sarebbe arrivato dalla sua destra.
Chissà perché quel ragazzo sembrava proprio non voler capire che Lily non aveva nessunissima intenzione di considerarlo, men che meno per un ballo.
“Lo so. E se stai per chiedermi quello che penso tu voglia…” cominciò Lily prima che il ragazzo la interrompesse
“Vieni al ballo con me?”
“…chiedermi sappi che la risposta è NO, NO, NO E ANCORA NO!”
 
 
 
Secondo me il mio amico Ramoso è matto, anzi lo so che cos’ha che non va: lui è davvero troppo innamorato di Lily.
Non capisco cosa ci trovi di divertente nel fatto che Lily gli abbia appena detto che non andrà mai al ballo con lui… eppure sta sorridendo.
James è strano, io Remus John Lupin qui lo dichiaro a voi: James Potter è strano, quasi masochista quando si parla di Lily Evans.
Ma se c’è una cosa di cui sono convinto, questa è certamente che prima o poi qualcosa tra questi due accadrà, o almeno lo spero.
Spero che Lily abbia un po’ di buon senso da dare almeno una soddisfazione in sette anni a James.
 
 
 
“Ragazzi, per favore adesso basta, mi state davvero infastidendo. Lily non lo acchiapperai stai continuando a dare scappellotti a me…” borbottò Sirius che ormai si trovava nel bel mezzo di una guerra fra la rossa e James.
“Stupido Potter!” disse lei per poi voltarsi e ritornare al suo pollo sempre con uno sbuffo.
James continuava a ridacchiare piano e Sirius era sicuro che se Lily lo avesse sentito quella sera avrebbero dovuto portare qualcuno in infermeria e questo non doveva succedere.
Madama Chips era stata abbastanza chiara sul fatto di non volere Black e Potter in infermeria almeno per un bel pezzo dall’ultima volta e ovviamente la vacanze estive non erano comprese in questo tempo.
Ma non era di certo colpa loro se all’ultima luna piena scolastica di Remus lui non era riuscito a controllarsi del tutto. Certo aveva chiesto scusa ai suoi amici per chissà quanti giorni ma in infermeria erano dovuti comunque andare.
E Madama Chips sembrava volerli uccidere con le sue mani invece che guarirli.
In quel momento Lily si alzò di scatto per raggiungere un ragazzino del primo anno che poco più in là stava facendo saltare in aria qualcosa di indefinito e Sirius trovò che quello era il momento migliore per parlare della festa.
“Comunque ragazzi, la data ce l’abbiamo, ora dobbiamo solo pensare ai volantini da stregare…” ricominciò Sirius prima di venire interrotto.
“Che data?” chiese Marlene cercando di arrivare finalmente a sapere la cosa a cui aveva acconsentito inconsciamente sul treno.
Sirius la guardò con la bocca aperta, un sopracciglio alzato e con la mano destra si grattava la barba sul mento.
“E’ pazza?” chiese ad Alice seduta di fronte a lui rivolgendole uno sguardo esasperato.
“La festa Mckinnon, ma ti vuoi svegliare o no?” disse Sirius mentre sul volto prima tranquillo di Marlene ora si componeva un’ espressione spaventata e infuriata insieme.
“Oh la festa! Festa? Ali ma perché non mi hai informato che stavo per segnare la fine della mia amicizia con Lily. Per Godric Grifondoro, protettore della mia casata, mi ucciderà. Prenderà il mio corpo e lo getterà in pasto agli schiopodi sparacoda di Hagrid…no, no…mi porterà nella foresta proibita e mi abbandonerà incatenata ad un albero aspettando che un qualsiasi bestione peloso mi mangi. Lily Evans mi ucciderààààà!” gridò Marlene all’esasperazione quasi con le lacrime agli occhi mentre tutti la guardavano a metà fra il divertito e il preoccupato.
E poi fu un attimo…BOOOOOM
Nella Sala Grande calò il silenzio, i professori ora erano in piedi e correvano verso il punto da cui era nata l’esplosione.
E fu solo quando il fumo giallo e azzurro si diradò che i malandrini e le ragazze, così come tutta la Sala, videro un ragazzino tutto bruciacchiato e al suo fianco una Lily Evans in altrettante condizioni.
“P-p-professoressa…io-io… volevo aiutarlo e-e…” cominciò Lily sull’orlo di piangere.
Se c’era infatti una cosa che Lily Evans non amava, era quella di essere al centro dell’attenzione.
“Non si preoccupi signorina Evans, è solo una cacca bomba modificata. Ora, lei e il signorino…ehm…il signorini andrete a pulirvi. Non è nulla.” Disse la McGranitt ai due che però non sembravano assolutamente convinti.
Lily si grattò leggermente la testa e poi…
“Aaaaaaarggggh!” un grido, il grido di Lily riempi la stanza. “I miei capelli!!!! Dove sonoo!”
In effetti un osservatore più attento si sarebbe reso conto che proprio dietro la nuca di Lily Evans, lì dove prima ricadevano splendenti i suoi capelli rossi, ora c’era un buco grande come un mandarino dove non c’era alcun capello.
“Ok, molto bene, signorina Evans in infermeria, e tu a pulirti, velocemente.” Continuò la McGranitt indirizzando Lily verso l’uscita.
“La accompagno” puntualizzò James verso la professoressa alzandosi dalla sua panca e seguendo Lily che invece non lo aveva proprio sentito.
 
 
Stavo letteralmente correndo dietro a quella furia dai capelli rossi verso l’infermeria e gridavo pregando che lei si fermasse, ma ciò ovviamente non accadde.
Comunque io sono James Potter, cercatore di Grifondoro e ho un talento innato nell’acchiappare le cose e…le persone.
Presi Lily per un braccio finalmente e lei si voltò.
“Vuoi ridere un po’ di me Potter? Una caposcuola umiliata il primo giorno ad Hogwarts” sbottò Lily guardandomi con quegli occhi verdi che mi tormentavano da anni.
Era davvero bella, anche così colorata di giallo e azzurrino e con i capelli tutti spettinati.
“Voglio solo accompagnarti in infermeria, anche se questo vorrà dire che sentiremo le grida di Madama Chips per mesi…” risposi guardandola.
Lei non disse nulla ma continuò semplicemente a guardarmi per qualche altro secondo poi si voltò di scatto e riprese la sua corsa verso l’infermeria anche se questa volta più lentamente.
Restai in silenzio, probabilmente aveva accettato la mia presenza, e una sola mia parola avrebbe potuto farle cambiare idea.
Quando finalmente arrivammo di fronte alla porta dell’infermeria lei si voltò nuovamente verso di me e disse:”Bene, ora te ne puoi andare Potter…” e fece per entrare.
Io ovviamente feci finta di nulla e la seguii anche all’interno della stanza.
Madama Chips la guardò sconvolta poi guardò me e sbuffò alzando gli occhi al cielo.
“Succede qualcosa ed è sempre Potter a venire qui in infermeria comunque. Che le hai fatto?” mi chiese senza guardarmi, ma prima che io potessi ribattere che non avevo fatto assolutamente nulla a Evans, quest’ultima rispose prima di me.
“Niente Madama, è stato un inconveniente a cena ma Potter non mi ha fatto nulla mi stava solo accompagnando”
“Ah i fidanzati di oggi sempre appiccicati…”mugugnò l’infermiera nonostante Lily stesse protestando, poi si diresse verso il suo ufficio con Lily che le gridava dietro.
“Potter non è assolutamente il mio fidanzato, mai nella vita e…Acciù!”
Uno sbuffetto giallo azzurrino uscì dal suo naso con uno starnuto. Io la guardai, lei mi guardò ed entrambi scoppiammo a ridere piegati in due.
 
 
Ma che sto facendo? Rido di me insieme a James Potter? È praticamente una cosa…una cosa…inaudita e mai vista!
Eppure devo dire che è stato molto gentile ad accompagnarmi fino qua nonostante io sappia quanto James adori il banchetto di inizio anno.
Potter, Potter non James, maledette le mutande di Merlino.
Ora chissà cosa dirà in giro di me questo qua dopo che ho accettato forzatamente la sua compagnia.
E Madama Chips, chissà come le sarà venuto in mente anche solo di pensare che fra me e lui possa esserci qualcosa.
Certo ammetto che accompagnare una ragazza in infermeria, soprattutto se la suddetta ragazza ha sempre odiato il suddetto ragazzo e tutti ne sono a conoscenza, può sembrare strano.
Ma lo capisco, quello che non capisco però è effettivamente perché James lo abbia fatto, accompagnarmi intendo.
Potter non James, maledizione.
Ora glie lo chiedo…
 
 
“Perché mi hai accompagnato Jam…Potter?” chiese Lily seduta sul lettino e trangugiando poi la pozione che Madama Chips le aveva dato.
“Perché? Perché? E secondo te. Avanti Evans lo sai anche tu ormai che mi piaci. Ti ho accompagnato perché mi piaci no?” rispose lui.
Lily restò interdetta un momento, lo sguardo inquisitorio poi continuò: “Comunque ora puoi andare, vorrei riposare. E…sei sicuro che non sei qui per chiedermi qualcosa sperando che il fatto che sei qui con me mi addolcisca?”
“No, no… Comunque fantastica Evans, io ti dichiaro per l’ennesima volta il mio amore e tu mi dici che vuoi riposare e posso andarmene! Grazie!” sbotta lui ma con il solito sorrisino tranquillo sul viso. Si alza poi e si dirige verso l’uscita dove sparisce per poi ricomparire dopo pochi secondi.
“Ma quindi al ballo con me ci vieni?” chiede prima che la tazza che fino a un secondo prima era fra le mani di Lily si fracassò contro il muro a lato della porta.
James si ripara dietro quella e poi rispunta con un sorrisino beffardo: “Ti amo anche io Lily, notte!”
Lily restò sola nella stanza e si trovò a pensare che quello era probabilmente il primo giorno di scuola peggiore di sempre.
 
 
Note dell’autrice:
Buongiorno miei cari lettori! Eccomi con un nuovo capitolo.
Ho deciso che dal prossimo capitolo in poi i testi saranno un po’ più lunghi in modo da farci entrare un po’ più cose e se fino ad ora ho voluto descrivere perfettamente ogni scena, dal prossimo capitolo farò qualche lieve salto temporale. Spero che ciò vi potrà piacere.
In questo capitolo ho voluto inserire anche delle parti narrate dal punto di vista dei personaggi e come già sapete dallo scorso capitolo, Lily sta iniziando ad avere un po’ più simpatia nei confronti di James.
Comunque per il momento non voglio aggiungere molto di più, spero solo che il capitolo vi sia piaciuto.
Vi saluto e a presto, Lilyluna!

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Capitolo 6
*** Festino illegale ***


6. Festino illegale
 
 
Qualche giorno dopo lo spiacevole avvenimento in sala grande, Lily era tornata alla normalità e aveva iniziato a frequentare le lezioni del suo settimo e ultimo anno.
Quella mattina in particolare, si stava recando di sotto, nei sotterranei, per la doppia lezione di pozioni con il professor Lumacorno.
Insieme a lei, poco più indietro, c’erano Alice e Marlene che non avevano smesso di confabulare nemmeno per un secondo durante il tragitto.
“Marlene, devi dirglielo, è proprio questo sabato!” borbottò Alice tenendo l’amica per il polso mentre quella sembrava sull’orlo di una crisi isterica.
Come potevano dire a Lily, caposcuola della loro casa, che avevano acconsentito ad organizzare una festa in sala comune e, per giunta, con l’aiuto dei malandrini?
Lily le avrebbe uccise con le sue mani, senza ombra di dubbio e Merlino solo sa che cos’altro le avrebbe fatto la rossa.
“Senti Ali, facciamo così: io ho paura di Lily e tu pure perciò dovremo dirle questa cosa in un momento in cui non può ucciderci, tipo durante una lezione. Facciamo che glie lo diciamo insieme adesso, a pozioni, che ne dici?” chiese Marlene ad Alice che acconsentì senza fiatare.
Lily non immaginava minimamente quanto quella lezione l’avrebbe segnata a vita.
Entrarono in aula e si sedettero tutte e tre nelle prime file mentre un gruppetto di serpe verde, fra cui Severus, si accomodavano poco distanti da loro.
“Molto bene, ragazzi miei, iniziamo subito la mattinata con belle notizie. Come ogni anno lavorerete in coppia e la coppia che alla fine dell’anno avrà ottenuto più punti riceverà un premio speciale. Come ricorderete lo scorso anno hanno vinto Black e la signorina Evans e hanno ricevuto in premio un po’ di felix felicis. Quest’anno non voglio anticiparvi il premio, ma intanto, formeremo le coppie.” Disse Lumacorno tutto d’un fiato.
Intanto, di fianco a Lily, le sue amiche continuavano a borbottare: “Marlene dobbiamo farlo ora, immaginati se Lily finisce con Piton, fallo ora adesso, veloce!”
“Oh d’accordo…Liluccia?”
Lily si voltò sconcertata verso l’amica alla sua destra che aveva il volto del terrore e stava terribilmente appiccicata a Alice.
Quando si rese conto che Lily la stava osservando da un po’ Marlene riprese: “Non ti arrabbi vero se ti dico che sabato sera, cioè domani, le tue amiche…ehmm… è stato un errore…noi non…”
Proprio nello stesso momento in cui Marlene stava per dire a Lily della festa, accaddero diverse cose nello stesso momento: la porta si spalancò e Lumacorno disse una cosa terrificante.
Dalla porta spuntarono quattro studenti, i malandrini, che come sempre erano in ritardo alla lezione.
“Ci scusi, professore… Black deve aver scordato la sveglia…” cominciò Remus guardando storto Sirius.
“Tranquilli, cari miei, sedetevi. Stavo giusto per comunicare la prima coppia e guarda il caso uno dei due sei tu, Potter…insieme a… Evans!” rispose gioioso il professore.
Da anni ormai gli studenti avevano intuito che Lumacorno trovasse buffo e divertente creare coppie assai bizzarre e improbabili.
Già lo scorso anno aveva accoppiato Lily e Sirius ma, ancor peggio, Remus e Piton, che da sempre si odiavano.
La classe piombò nel silenzio rotto solo dallo sghignazzare di Potter e Black mentre Lily sbuffava furente di rabbia. Come tutti sapevano però, la rossa non avrebbe mai avuto il coraggio di contestare il professore, mai nella vita.
“Cosa mi dicevate voi due? È meglio per voi che sia una cosa allegra quella che state per dirmi…” fece Lily rivolgendo nuovamente lo sguardo alle amiche.
Si fissarono tutte e tre per un tempo che sembrò infinito, poi, finalmente, Alice trovò il coraggio di parlare: “Ma c-certo Liluccia, una cosa super allegra. Ecco, come dire…io e Marlene… per sbaglio ovviamente… è stato un errore… ma sarà divertente. Comunque ci siamo messe ad organizzare una festa per domani sera”
“…”
“In sala comune…”
“…”
“Con i malandrini!”
Lily sbiancò un attimo, poi diventò paonazza, la pelle quasi le si confondeva con i capelli e, se fino ad un attimo prima era rimasta in silenzio, gridò con tutta la sua forza.
“Signorina Evans! Mi rincresce riprenderla durante le mie lezioni! Capisco la sua gioia nel lavorare con il brillante e bel Potter, ma si contenga!” ridacchiò Lumacorno che anche lui sapeva quanto alle studentesse piacesse Potter.
-Ecco, oltre il danno, pure la beffa- pensò Lily.
 
 
 
Il giorno dopo Lily era davvero molto irrequieta.
La storia della festa non le andava davvero giù e per di più erano le sue amiche ad organizzarla e perciò non se la sentiva di togliere loro dei punti, o peggio, di denunciarle a qualche professore.
Aveva però attuato la tecnica della vittima per far sentire almeno un po’ in colpa le sue due amiche, tecnica che non funzionava minimamente però con i malandrini.
Decisero tutte e tre di scendere nel parco quella mattina, Lily per studiare un po’, le amiche per discutere degli ultimi preparativi per la festa della sera.
Trovarono riposo sotto una quercia molto grande che gettava un po’ d’ombra nel prato verdissimo sulla riva del lago Nero.
“Allora: Black si occuperà di incantare le bevande per renderle un po’ più divertenti, Potter si occuperà degli incantesimi per fare in modo che nessuno ci scopra, Remus e Minus addobberanno la sala e io ho già distribuito i volantini incantati…” cominciò Alice.
Lily si rese conto che il volantino che le era capitato sotto tiro quella mattina a colazione doveva essere per forza opera della sua amica. All’apparenza sembrava un volantino normale ma se chi lo teneva in mano era fra la lista degli invitati, gentilmente stilata da Black e Potter, quello si trasformava e dava tutte le informazioni precise per quella sera.
Lily doveva ammetterlo: Alice si era superata incantando quel foglio.
“Ok, bene. Io ho provveduto ai nostri outfit da festa. Ho preparato un abito per tutte e tre” disse Marlene, che era, fra le tre, quella decisamente più portata per la moda.
“E chi vi ha detto che io verrò?” domandò Lily scettica alzando gli occhi dal suo enorme manuale di Pozioni Avanzate.
Le sue due amiche si guardarono un momento sospirando poi Marlene parlò: “Andiamo, Liluccia, una festa in sala comune di Grifondoro. Non puoi non venire, avanti! Che vuoi fare stare in camera quando sotto i tuoi piedi si svolgerà la festa più bella e rumorosa dell’anno? E poi non riusciresti comunque a dormire dal frastuono!”
Lily doveva ammettere che la sua amica aveva ragione e stava quasi per dirglielo quando furono interrotte dall’arrivo dei due abitanti più fastidiosi del castello, o almeno secondo Lily.
“Buongiorno raggi di sole! Siete pronti a scatenarvi? Ormai è praticamente tutto pronto… oh Ali lo sapevi che il tuo amato si sta occupando della musica?” disse James prima rivolto a tutti poi solo ad Alice che annuì sorridente.
Lily sbuffò e tornò a leggere il suo libro.
“Andiamo Lily, anche di sabato a studiare?” chiese Sirius sedendosi accanto a lei in modo scomposto.
Lily non poté non notare come, mentre il malandrino i sedeva, gli occhi della sua amica Marlene se lo stessero letteralmente mangiando, poi rispose: “Sai Sirius, questo è quello che accade quando il professore decide di accoppiarti con l’essere più negato in pozioni della storia. E dico io, almeno uno dei due, dovrà saper fare qualcosa?”
“Andiamo Evans, non sono così malvagio a Pozioni. Non è mica colpa mia se il mio calderone finisce con l’esplodere o evaporare una lezione si e l’altra pure?” rispose James suscitando l’ilarità di tutte tranne che, ovviamente, di Lily.
 
 
La sera Lily, sotto costrizione delle amiche, si era infilata il vestitino nero con le maniche velate che Marlene aveva fatto apposta per lei e si stava guardando allo specchio.
Almeno non mi ha fatto un vestito come il suo o quello di Alice. Ma pensa tu se mi ritrovavo ad andare in giro con un vestito corto come il loro e così scollato. Pensa quante me ne avrebbe dette Potter!
Per fortuna sembra che sia rimasto un po’ di buon senso nella mia amica.
Chissà alla fine come sarà questa festa, già immagino: alcool a fiumi e limoni ovunque.
Comunque penso che raccoglierò i capelli in una bella treccia, almeno qualcuno avrà l’aria angelica se ci dovessero scoprire!
Prese un bel fiocco e lo lego alla fine della lunga treccia rossa che le arrivava quasi all’altezza della fine della schiena.
Per Lily, tagliare i capelli, era una nozione che non esisteva assolutamente nel suo vocabolario. D’altronde, i capelli erano il suo punto forte: rossi, folti e lunghi.
Prese la sua borsetta argento brillantinata e si diresse giù in sala comune dove già la festa era iniziata da un po’.
La sala comune era, Lily doveva ammetterlo, davvero fantastica.
In alto a penzoloni nel corrimano delle scale che portavano ai dormitori c’erano degli striscioni incantati gialli e scarlatti, i divanetti e le poltrone erano stati messi lungo tutto il perimetro della sala eccetto davanti a un palchetto rialzato di fianco all’entrata, dove era posizionato un lettore incantato maneggiato da Frank Paciock e, infine, tutta la sala, ma prevalentemente in basso sul pavimento, una nebbiolina biancastra nascondeva i piedi dei festeggianti.
Lily incrociò subito lo sguardo di Alice che la salutava, così scese le scale e le andò incontro.
“Allora Lily? Che te ne pare?”
“Siete stati bravi, lo devo ammettere. Ma comunque state infrangendo un mucchio di regole e questo…”
“Evans, ancora con queste regole. Ma per favore, le regole sono fatte per essere infrante, senza dubbio” la interruppe James apparendogli da dietro sorridente ed euforico, forse anche per l’alcool.
Lily si versò un po’ di una bevanda sul tavolo affianco a lei che era chiaramente corretta con del whisky incendiario, poi si allontanò dal gruppetto.
“Potter, stasera è la tua occasione, conquistala!!” disse Marlene dando una pacca a James e una spintarella nella direzione in cui era sparita Lily.
 
 
 
Sto correndo proprio dietro alla chioma rossa fino alla finestra che da sul parco quando, finalmente, lei si ferma a guardare fuori.
“Evans, finalmente, che bisogno c’era di fare cinque giri della sala comune senza fermarti se dovevi semplicemente venire qui?” le chiedo con il fiato rotto.
“Forse mi volevo liberare di te? Tu che dici?” sbotta lei con le braccia incrociate.
Questa sera, lo devo ammettere, si è superata, è davvero troppo troppo bella.
Mi avvicino con cautela e lei continua a fissarmi con un sopracciglio alzato, ormai i nostri visi sono a pochi centimetri di distanza quando…
“Che vuoi Potter si può sapere?” sbotta lei.
“Dirti solo che stasera sei bellissima” le rispondo serio mentre vedo palesemente la sua protezione d’orgoglio vacillare.
Ed è proprio in questo frangente che ne approfitto, le passo una mano dietro e le tiro via il fiocco che le tiene legata la treccia, poi mi allontano.
“Potter, ridammelo…” sibila lei verso di me.
E mi rendo conto che, se non voglio trovarmi con sedere a terra, questo è proprio il mo mento giusto per darmela a gambe.
Corro via in direzione dei miei amici, che ovviamente sono vicino ad un tavolo pieno di bevande e Sirius sembra decisamente brillo.
“Jamieeee, cornuto del mio cuoreeeee!” mi grida abbracciandomi.
“Che facevi James, con Lily?” mi chiede Remus con un sopracciglio alzato e io in risposta gli mostro la mano che stringe ancora il fiocco nero appartenente alla rossa.
Remus mi sorride esasperato e intanto Sirius si riempie nuovamente il bicchiere. So già che più tardi dovremo raccogliere i feriti.
Decido di divertirmi un po’ anche io così mi verso un po’ di bevuta nel bicchiere e la mando giù d’un sorso, poi ripeto l’azione altre tre o quattro volte.
 
 
 
Erano ormai le quattro del mattino quando finalmente la sala comune si svuotò e così anche Lily decise di alzare bandiera bianca prima che a qualcuno fosse venuto in mente di chiedere il suo aiuto con  i feriti di guerra.
Salì nel dormitorio e dopo essersi struccata e cambiata si mise a letto dove si addormentò quasi subito.
Ma il suo non era un sonno che sarebbe stato indisturbato a lungo, infatti circa un’oretta e mezzo dopo fu svegliata da un gran trambusto in camera sua.
Accese la punta della bacchetta giusto il tempo per rendersi conto che le sue amiche erano tornate e avevano portato con loro qualcuno: Frank, Sirius, James e Remus.
“Santo il Wizengamot! Che diavolo fate? Io voglio dormire!” sbottò Lily coprendosi il pigiama a pallini con le coperte.
“Peter è salito a dormire e li ha chiusi fuori…”disse semplicemente Alice, come se tutti loro non fossero maghi.
“Alice, credo fosse il primo anno, quando ci hanno insegnato come aprire le porte con la magia…” continuò Lily e tutti, che la stavano ascoltando, si limitarono a fare spallucce.
Alice e Frank dormirono nel letto di Alice, Marlene e Lily nel loro mentre gli altri tre si accomodarono a terra in un letto improvvisato con coperte e cuscini.
“Ora vi prego di tacere, vorrei dormire…” disse Remus mentre James e Sirius al suo fianco stavano bisticciando per una coperta.
“A chi lo dici…Remus. Silenzio!” sbottò Lily e finalmente tutti si zittirono… o quasi.
“Dormite già?”
“…”
“Ragazzi daiii…James il più-figo-della-scuola Potter non può essere ignorato”
“…”
“Ehi ehiiiiii”
“Potter se non taci all’istante giuro che ti faccio diventare i tuoi adorati capelli viola prima ancora che tu possa dire Evans!”
 
Molte ore dopo, verso l’ora di pranzo, finalmente Lily si svegliò ma c’era qualcosa che le bloccava le gambe e le mani, che diavolo…?
“Potter lasciami, ora…”
“Vieni ad Hogsmeade con me sabato prossimo?”
“No”
“Ti prego. Se non mi dai un occasione non saprai mai che siamo destinati!!”
Lily cercò di liberarsi dalla presa di James che però era davvero troppo forte per lei.
“Potter, sappi che alla prima cosa sbagliata che dirai io tornerò al castello, dopo averti fatto molto male ovviamente”
“Affare fatto! Sarò bravissimo promesso! Sono troppo feliceeeeeeeeee!”
“E lo sto facendo solo perché mi stai incatenando” disse Lily ma ormai James non la ascoltava più e stava farneticando già sul prossimo sabato.
Lily ne era certa: quella era la sua condanna.
 
 
 
Note dell’autrice:
eccomi con il sesto capitolo! Spero vi piacerà.
Come vi avevo anticipato il capitolo è un po’ più lungo, spero vi piaccia e non risulti noioso.
Comunque finalmente Lily ha accettato un invito anche se è stata costretta ma tranquilli ci vorrà ancora del tempo per un loro bacio o vero appuntamento.
James non è ancora abbastanza maturo.
Vi lascio così, in attesa di una vostra recensione.
Grazie a tutti e a presto!

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Capitolo 7
*** Il fiocco ***


7. Il fiocco
 
 
Una settimana dopo la fatidica festa, Lily sedeva sotto l’ombra della solita quercia in riva al lago con le sue amiche e i malandrini e Frank avevano deciso di aggregarsi a loro.
James era certamente più radioso del solito: quel pomeriggio finalmente avrebbe portato fuori la bella Lily, o meglio sarebbero andati insieme ad Hogsmeade.
Lily non sembrava tropo nervosa di quell’uscita, aveva avuto una settimana di tempo per abituarsi al fatto che sarebbe uscita con James Potter.
La cosa a cui non si era abituata era agli sguardi assassini di molte studentesse di Hogwarts, che avrebbero pagato per essere al suo posto.
Lily aveva pregato Alice di non mettere in giro la voce della loro uscita e Alice acconsentì anche, tuttavia non resistette all’idea di sguinzagliare la povera Marlene.
Quel giorno James sembrava decisamente meno spaccone del solito, se ne stava semplicemente seduto ad osservare gli amici che chiacchieravano.
“E’ molto teso lo sai?” chiese Sirius a Lily in modo da non farsi sentire dal resto del gruppo.
Lei sembrò non sentirlo neanche ma affondò ancora di più il viso nel libro che leggeva.
Ma Sirius era sicuro che lei lo stava ascoltando, così proseguì: “Non te ne pentirai Lily, davvero. James è innamorato di te dal primo momento che ti ha vista, quando ti sei seduta tra me e lui alla nostra prima sera ad Hogwarts. Non credo potrai trovare qualcuno che ti ama allo stesso modo.”
Lily alla fine alzò lo sguardo su Sirius con le guance leggermente arrossate poi il suo sguardo si spostò su James e accennò un piccolo sorriso leggero.
La ragazza poi si alzò e si diresse verso James.
“Alle tre sarò davanti al ritratto, ti aspetto lì” disse e poi si incamminò verso il castello con due occhi color nocciola puntati sulla schiena.
 
 
Mi dirigo a passo spedito verso il castello con la sensazione che qualcuno sotto la quercia mi stia ancora osservando.
Dopotutto credo che Sirius ha ragione o almeno, oggi James mi sembrava un po’ meno sbruffone del solito.
Comunque fino a prova contraria quello di oggi è un appuntamento quindi farò bene a pranzare in fretta se voglio essere abbastanza carina oggi pomeriggio.
Naturalmente non lo faccio per James Potter, lo faccio assolutamente ed esclusivamente per la mia reputazione.
Forse potrei mettermi il mio vestitino di lana lungo, penso che è abbastanza coprente, sì.
Proprio mentre entro finalmente dentro il castello incrocio la persona che meno mi andrebbe di incontrare: Severus.
Severus il mio vecchio amico…
Severus quello che si sta unendo all’oscuro signore…
Severus quello che mi chiama mezzosangue…
Ci passiamo di fianco senza neanche guardarci poi quando penso che ormai è passato lui mi parla.
“Allora…è vero quello che si dice in giro? È vero che uscirai con Potter oggi?” mi chiede con disgusto.
Mi volto appena in tempo per vedere il suo sguardo gelido ammorbidirsi, non ha mai sopportato i miei occhi, diceva sempre che di fronte a loro i suoi sentimenti erano nudi. Ed era vero.
“Sì, è vero…ho accettato. Ma non vedo come questo possa esser affar tuo, Severus”
“Lo è dal momento che lo hai sempre deriso con me. Sei incoerente forse, Lily?”
Lo guardo con uno sguardo severo e lentamente, molto lentamente mi avvicino a lui.
“Da quando… da quando ti interessa quello che fa una schifosa mezzosangue, è? Cos’è, rimorso o gelosia, quella che vedo nei tuoi occhi Severus? Le mie amiche lo dicevano che non dovevo stare con te… avrei dovuto fidarmi.”
“Con me saresti protetta Lily. Con me non dovrai nasconderti mai, i miei amici, sono amici delle forze oscure. Potremmo diventare grandi insieme, Lily!”
Ora sta esagerando, non solo mi vuole portare dalla sua parte, ma involontariamente sta continuando a darmi della sangue sporco.
Intanto intorno a noi si è creato un piccolo gruppo di studenti che ci osservano.
Lo guardo ancora un po’ schifata, devo decidere se merita risposta da me dopo ormai due anni di offese.
“Severus, io potrò anche essere protetta sotto la tua… ala protettiva… il problema è che i tuoi amici, non saranno mai protetti da me! Perché io te lo giuro, ora qui davanti a tutti che farò qualsiasi cosa in mio potere a costo di fermare Voldemort, fosse l’ultima cosa che faccio!” gli soffio davanti al viso mentre lui resta impassibile.
Le sue labbra sono sigillate e strette quasi da diventare bianche.
“Lily! Tutto bene?” mi chiede Sirius sbucando tra la folla seguito da James ed entrando nel cerchio che si è creato tra me e Severus. Le mie amiche, Frank, Remus e Peter restano invece in disparte ad osservare la scena.
“Va tutto bene, stavo spiegando a Severus alcuni semplici concetti. Andiamo!” rispondo voltandomi di spalle e aspettandomi che invece Sirius e James facciano una delle solite loro stupidate.
Invece, con mio grande stupore, tutti e due mi seguono silenziosi ma sono sicura che almeno un’occhiataccia glie l’hanno lanciata, anche se non li ho potuti vedere.
E per la seconda volta dopo solo dieci minuti mi sento di nuovo addosso degli occhi, ma questa volta occhi piccoli e neri, che mi guardano mentre mi allontano verso la sala grande.
 
 
Nessuno di noi, a pranzo, osò proferire parola di quanto successo poco prima.
Lily è il genere di persona che lava i panni sporchi in casa e nessuno avrebbe osato chiederle nulla.
Ma Lily è la mia migliore amica da quando siamo arrivate in questa scuola, così come Marlene ovviamente.
Come posso lasciarla soffrire in silenzio quando so che cosa prova quando si parla di Piton.
In sette anni mi sono sempre chiesta che cosa Lily ci vedesse in lui, è completamente l’opposto di noi. Certo Lily è una di quelle persone che vede il bene ovunque, che spera che tutti possano cambiare e migliorare, ma in questo caso si è dovuta certo ricredere.
Piton non le voleva così bene come diceva secondo me, se no avrebbe scelto anche lui di stare dalla parte dei buoni e non se ne sarebbe andato a spasso con quei due loschi di Avery e Mulciber.
“Lil… sei sicura che vada tutto bene?” le chiedo gentile mentre risaliamo le scale per tornare in sala comune, “Non hai aperto bocca a pranzo”
Lei si blocca di colpo e io anche tanto che Marlene mi viene a sbattere ma poi, ovviamente, si ferma anche lei.
Lily è un gradino più su rispetto a noi due e ci guarda seria, poche volte l’ho vista così.
“Ali, Marlene, non c’è assolutamente nulla che mi può turbare che riguarda Piton. Ha fatto la sua scelta anni fa. Siamo in due fazioni opposte, non può esserci amicizia questo lo capirebbe anche un muro. Sta a lui decidere se è più importante la mia amicizia, la vera amicizia o… quella falsa e il potere. E se lui preferisce queste ultime due cose… Bhè mi dispiace ma Lily Evans non può tollerarle. Fine del discorso” disse per poi riprendere la marcia verso la sala comune con me e Marlene dietro.
Entriamo in dormitorio e Lily subito inizia a prepararsi, a breve James la aspetta.
Ancora lei non lo sa di certo, ma  io ne sono certa: lei e James sono fatti l’uno per l’altra. E nel profondo anche lei sa che James le piace, altrimenti non ci metterebbe tutta questa cura nel prepararsi!
Sono così felice per James, finalmente è riuscito a farsi dire di sì per una volta. Anche se da come ha raccontato Lily è stata quasi costretta. Fa niente, oggi trascorrerà un bellissimo pomeriggio e poi gli dirà di sì per sempre.
“Ragazze, scendo un po’ in sala comune, Frank mi aspetta per stare un po’ insieme prima di uscire. Ci vediamo giù Lily, fatti bella!” le dico prima di sparire dietro la porta.
Scendo di sotto e Frank non è ancora arrivato, però in una poltrona vicino al camino vedo James, così mi avvicino a lui.
“Allora… finalmente ce l’hai fatta!” dico sorridente. Lui ricambia anche se non l’ho mai visto così teso.
“Andrà tutto bene, fidati!” cerco di incoraggiarlo.
Poi mi volto appena in tempo per vedere Marlene dirigersi verso l’uscita della sala comune, chissà dove andrà?
“Marlene, ehi? Dove vai da sola?” le grido ma lei mi saluta con la mano prima di scappare via. Non cambierà mai.
Nel frattempo torno vicino a James dove ora sono arrivati anche Frank e Sirius.
“Eccoti, mio dolce zuccotto di zucca!” gli dico prima di dargli un bacio a fior di labbra e vedo Sirius di fianco che fa il gesto di vomitare.
“Ce lo vuoi dire o no con chi esci oggi, è Felpato?” chiede James a Sirius scocciato mentre quello scuote la testa ridacchiando.
“Ma guarda… Black, esci con qualcuno allora…” dico ridacchiando.
“Dickens non fa ridere affatto. Io sono bello e popolare e esco sempre con tante ragazze”
“Ragazze di cui di solito ti vanti. Non è che questa ti piace sul serio?” borbotta James guardandomi divertito.
Sirius riesce comunque a salvarsi dall’interrogatorio perché proprio ora Lily sta scendendo le scale e James ormai non ha occhi che per lei.
“Ciao… allora andiamo?” fa a James evidentemente a disagio. Io le sorrido e le alzo i pollici mentre la vedo uscire dal buco del ritratto seguita da James.
 
 
 
Per tutto il tragitto i due Grifondoro restarono in silenzio, troppo imbarazzati per proferire parola.
Finalmente quando uscirono dal castello, dopo il solito controllo di Gazza, Lily ruppe il silenzio.
“Mi ha fatto piacere che siete venuti prima, quando parlavo con Severus…”
“Oh cosa? Ah sì, sì. Figurati, e poi…ti stavi difendendo bene anche da sola”
“Lo so, grazie”
“Figurati”
Restarono in silenzio ancora un po’ ma questa volta fu James a rompere il silenzio.
“Mi dispiace per la vostra amicizia comunque. Cioè mi dispiace se ci soffri”
“Non ne soffro”
“Bene”
“Bene”
E per la terza volta cadde di nuovo in silenzio assordante rotto poi nuovamente da Lily.
“Comunque mi ha fatto piacere che non gli avete fatto qualche scherzo, a Piton intendo”
“Figurati, l’ho fatto per te” disse James guardandola e lei gli sorrise appena.
Finalmente una volta arrivati ad Hogsmeade tutti e due decisero che era il caso di evitare Madama Piediburro e così si diressero verso I Tre Manici di Scopa.
Ordinarono due burrobirre e poi parlarono del più e del meno.
“Che farai a Natale, tornerai a casa?” chiese James sorseggiando la sua bevanda.
Lily scosse la testa.
“Come mai? Se posso chiederlo naturalmente…
“Niente di che. Mia sorella mi odia, mi reputa un mostro per via del mio essere una strega. I miei genitori ne sono entusiasti ma per loro è davvero molto stancante doversi sorbire tutti i giorni i nostri litigi. O meglio i suoi capricci, ormai è come se litigasse da sola…” disse Lily abbassando lo sguardo prima di continuare “Così resterò qua per Natale. Non sarà male, anche Alice e Marlene rimangono, i loro genitori dovranno andare in missione segreta”
“Oh, si anche i miei andranno. Sono Auror, non so se lo sapevi. Comunque io e Sirius torneremo a casa ugualmente, mia madre dice che almeno le feste si devono passare a casa. E poi verranno i miei nonni per qualche giorno, insieme alla cugina di Sirius, Andromeda. Così non potremo fare danni, dice mia madre” disse James ridacchiando e Lily non poté far altrettanto e pensare che la madre di Potter aveva ragione.
Continuarono a chiacchierare e sorseggiare per un’altra oretta, poi decisero di fare una passeggiata visto che le nuvole che prima coprivano il cielo erano sparite e il sole era comparso alto nel cielo.
Camminarono per un po’ fino a che James si bloccò in mezzo alla strada.
“Ma che…?” disse indicando un punto in lontananza e Lily, dopo averlo seguito distinse chiaramente due figure: Sirius e… Marlene!
 
 
Potter era quasi partito verso di loro ma per fortuna ho i riflessi pronti e lo tiro per il polso dietro al muro di un vicoletto.
“Evans questa devi concedermela. Se volevi infrattarti bastava dirlo secoli fa!” sghignazza.
“Potter taci, stai andando quasi bene per ora. Comunque, che volevi fare andarli a disturbare? Se Sirius non ti ha detto nulla come deduco e Marlene non ha detto nulla a me e Alice, è evidente che non vogliono dircelo. Perciò ora noi faremo finta di nulla e torneremo indietro senza voltarci a guardarli, chiaro?” gli dico avvicinandomi pericolosamente al suo viso.
Ha degli occhi davvero belli: color nocciola con delle pagliuzze più chiare e quasi mi viene voglia di appoggiare le mie labbra sulle sue che sono così belle e sembrano così… morbide.
Ma che diavolo mi salta nella testa?
Prima di peggiorare la situazione mi allontano velocemente dal suo viso e lui sembra tornare a respirare dopo tanto tempo che non lo faceva.
Ci incamminiamo verso il castello perché ormai inizia a fare molto freddo e incontriamo per strada Alice e Frank che anche loro stanno risalendo.
Io e Alice camminiamo un po’ più avanti mentre Frank e James restano indietro a parlare di Quidditch.
“Evans, ehi Evans!” sento chiamarmi da lontano e quando mi volto mi trovo di fronte alla scena più imbarazzante della mia vita.
Carol Hopkins, sesto anno, tasso rosso, mi guarda facendo sventolare qualcosa tra le mani.
E poi lo riconosco, quello è il mio fiocco, quello che James mi ha tolto la sera della festa.
Mi avvicino con le guance rosse e guardo prima il mio fiocco e poi James.
Lo strappo dalle mani della Hopkins e mi avvicino poi a Potter.
“Deve averlo lasciato in camera mia ieri sera, ne sono certa” fa la tasso rosso ma io non la ascolto ora devo incenerire Potter.
Lui mi guarda e cerca di dire qualcosa, ma questa volta c’è poco da dire e a pochi passi da me sento Alice incrociare le braccia: stavolta è dalla mia parte.
“Potter… “  inizio cercando di dire le cose più brutte possibili.
Ma nella mia testa riesco solo a vedere come mi sono fatta fregare da Potter. Credevo che era cambiato, oggi ho passato una bellissima giornata e ne avremmo passate altre.
Il mio sguardo cade di nuovo sul mio fiocco che sta sulla mano destra abbassata lungo il mio corpo. E poi accade in un attimo: sento la testa che bolle e gli occhi che iniziano a pizzicarmi fino a farsi pieni di lacrime.
“…Addio” dico prima di correre via verso il castello.
“Questa potevi risparmiartela Potter. E io che mi fidavo di te” sento dire da Alice prima di seguirmi.
 
 
 
Io e Frank restiamo lì, fermi, a guardare le due ragazze correre via.
Poi mi volto verso Carol Hopkins che ora sorride soddisfatta e trionfante.
“Dove cavolo l hai preso, dimmelo!” tuono balzandole di fronte con la bacchetta alla mano puntata proprio sul suo viso.
“I-i-io mi dispiace… non credevo…volevo solo…” borbotta lei ora visibilmente spaventata, ma è quello che si merita.
Come diavolo si è permessa di inventarsi una tale cavolata? Come le è saltato in mente? E poi dove avrà preso il fiocco? Deve essermi caduto certamente prima a pranzo.
Frank mi posa una mano sul braccio e finalmente abbasso la bacchetta e lei scappa via ora meno impaurita.
“Dovrai dare un po’ di spiegazioni amico, ma non credo sia vero quello che ha detto la Hopkins. Non ci credo che ieri sei stato da lei, non sei così stupido…” mi dice Frank e poi tutti e due ci incamminiamo velocemente al castello.
Devo assolutamente trovare Lily e spiegarle che non ho fatto nulla di quello che ha raccontato la Hopkins, nulla. E non lo farei mai.
Non potrei neanche pensare di ferirle, no signore, ora che finalmente ero a un passo dall’averla.
Stupida Hopkins e stupido me che sono disattento.
L’unica cosa positiva è che Lily è scappata via praticamente sul punto di piangere e questo significa che un minimo di interesse nei miei confronti ce l’ha, altrimenti non ci sarebbe rimasta male neanche un po’.
Saliamo su fino alla sala comune dove troviamo finalmente Alice, visibilmente scocciata.
“Alice, ascolta tutto quello che ha detto la Hopkins, è una falsità. Davvero, non potrei mai fare una cosa del genere a Lily, mai davvero!” le dico mentre lei sbuffa. Frank annuisce di fianco a lei cercando di sostenermi e sono sicuro lo farà anche dopo in separata sede con la sua fidanzata.
“Dov’è Lily?” le chiedo.
Lei mi guarda alza le sopracciglia e mi fa: “James, non credo sia il caso. Conosco Lily ha bisogno di un attimo per sbollire. Se vai ora ti ammazzerà”
“Non mi importa io devo vederla ora!”
“Senti Potter. Già è tanto che non ti ho ammazzato io con le mie mani. Non credo ti convenga fare lo spaccone. In ogni caso io sono una delle migliori amiche di Lily e la conosco molto meglio di te. Perciò se ti dico che è meglio se le parlerai domani. Tu le parlerai domani!” sbotta Alice ora furente.
E io non posso far altro che darle ascolto.
 
 
James è così scosso che si è messo a dormire alle nove, ed è sabato.
Quando sono tornato con Marlene, Alice l’ha presa e portata via subito, solo salendo in camera mia ho capito il perché.
James ha avuto la forza di raccontare tutto a me, Remus e Peter una sola volta prima di mettersi in silenzio sotto le coperte.
Mi dispiace molto vederlo così perché si vede che ci sta male.
E in quanto suo amico, devo fare qualcosa.
Inizio a cercare nel mio baule alla ricerca di una cosa ben precisa, chissà dove l’avrò cacciata.
E poi in fondo al baule, sotto un mucchio di vestiti e altre cianfrusaglie, la trovo, una lettera.
Esco dal dormitorio ignorando le voci di Remus e Peter che mi domandano dove sto andando, prendo la mappa del malandrino e la scorro fino a che, finalmente, vedo il puntino di Lily Evans.
Per mia fortuna è da sola, nella torre di astronomia, così mi incammino.
Quando finalmente arrivo, la trovo col naso all’insù a scrutare il cielo e non appena si accorge di non essere più sola, si volta.
“Sirius. Non dovresti essere qui, dovrei toglierti dei punti sei pazzo? E poi come facevi a sapere dove mi trovavo?” mi chiede lei avvicinandosi.
Ha palesemente gli occhi lucidi, gli occhi di chi ha pianto fino a poco fa e i capelli le ricadono flosci lungo la schiena
“Lo so Lily, ma era di vitale importanza che ti trovassi prima di subito. Vorrei darti questa, ma devi leggerla da sola e in tranquillità. E non dirai mai a nessuno, nessuno che te l’ho data, ok?” le dico porgendole la lettera.
Lei mi guarda sconcertata e dubbiosa poi prende la lettera dalla mia mano e se la mette in tasca.
“D’accordo la leggerò più tardi. Ma ora torna nel dormitorio oppure ti dovrò togliere davvero dei punti” mi fa lei e io non me lo faccio ripetere due volte.
Esco dalla torre con lei che ancora mi guarda.
“Sirius?” mi chiama poco prima che esco così mi volto di nuovo a guardarla.
“Sono felice per te e Marlene” mi dice con un sorriso leggero poi mi fa segno di andarmene e così faccio.
Anche io sono tanto felice.
 
 
Note dell’autrice:
Ok lo so sono stata super! Non so come sono riuscita a scrivere anche questo oggi.
Prima che qualcuno mi linci devo specificare che l’idea del fiocco l’ho presa da una scena di un film che tutti conoscerete: Tre metri sopra il cielo.
Mi ricordo che quando lo guardai mi piacque molto quella scena, così l’ho inserita.
Spero che questa cosa non vi crei disturbo.
Lily ormai è quasi cotta ma vi avverto, tutto dipende dall’effetto della lettera il cui contenuto lo scoprirete nel prossimo capitolo. Naturalmente non posso anticiparvi nulla.
In questo capitolo ho cercato di vedere le cose più in prima persona, dal punto di vista dei personaggi piuttosto che in terza persona, e spero che gradirete questa cosa.
Ora vi saluto, a presto!

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Capitolo 8
*** La pace non è duratura ***


 8. La pace non è duratura
 
 
Quella stessa notte, dopo lì incontro con Sirius, Lily aveva proseguito con la sua ronda domenicale che, appena tornata al castello quel pomeriggio, si era fatta cambiare dalla McGranitt.
Non poteva assolutamente tollerare di passare la domenica sera in compagnia di Potter, era così furiosa e… triste.
Decise allora di cercare un posto tranquillo, dove poter leggere quella stramaledettissima lettera che le aveva lasciato Sirius. E quale posto meglio della stanza delle necessità?
Certo si sarebbe dovuta assentare dalla ronda per un po’, ma in fondo si trattava solo di pochi minuti.
Così arrivò davanti al muro e pensò a un luogo caldo dove potersi sedere in tranquillità.
Quando finalmente riaprì gli occhi, vide la porta e la spalancò con grande sorpresa: quella volta la stanza si era davvero superata.
Era una stanza piccola ma calda e accogliente. C’era un camino scoppiettante e al centro una poltrona grossa e di color rosso fiammante. Su un angolo accanto alla poltrona c’era un cestino di vimini dove dentro c’era una coperta morbidissima che Lily prese prima di sedersi.
Tirò fuori la lettera dalla tasca del mantello, la aprì e silenziosamente si mise a leggere:
 
Cara Lily,
So che questa lettera non arriverà mai fra le tue mani e questo, perché sono un gran codardo, anche se fingo il contrario.
Quando ti ho visto la prima volta, ancora non sapevo che cosa saresti diventata per me, ma di certo, non potevo negare di trovarti assolutamente bellissima.
Nonostante tutto, abbiamo passato momenti indimenticabili che non dimenticherò mai, belli e brutti.
Quando al terzo anno mi hai appeso a testa in giù in sala comune dopo che ti avevo alzato la gonna, quando abbiamo litigato a morte al quinto anno, il giorno dei G.U.F.O. a causa dei mie scherzi a Piton.
Se tornassi indietro, lo lascerei in pace, ma solo perché solo ora mi rendo conto di quanto facessi del male a te, con i miei gesti.
E poi finalmente l’anno scorso mi sono reso conto: il mio non era solo piacere nel darti fastidio, ma non era nemmeno una cotta, io mi sono innamorato di te.
E vorrei gridarlo tutti i giorni, tutto il giorno, che sono innamorato di te Lily Evans, se solo tu me lo permettessi…
Vorrei cambiare radicalmente pur di piacerti, ma una volta qualcuno mi ha detto che è impossibile cambiare del tutto. Si possono modificare gli atteggiamenti, smussare gli angoli, ed io ti prometto che ci proverò con tutto me stesso a migliorarmi quest’anno se questo servirà a farti cambiare opinione su di me.
Sei fantastica Lily, a prescindere da tutto e vorrei imparare da te tutte quelle cose di cui spesso parli con le tue amiche: il bene, la pace e l’amore.
Tu riesci a vedere il buono in ogni cosa che ti accade quasi quanto io mi fido dei miei amici, e sai quanto mi fido di loro.
Il mio unico rammarico è che non leggerai mai questa mia dichiarazione di vero amore, perché sarò sempre troppo spaventato di ricevere un tuo rifiuto, per darti in mano queste parole che sono il mio cuore.
Ti amo Lily, e spero che anche tu un giorno potrai ricambiarmi.
James.
 
Lily restò ancora seduta a fissare la lettera, con mille pensieri che le sguazzavano nella testa. Non avrebbe mai creduto possibile che James avesse così tanto sentimento dentro, sapeva che lui era invaghito di lei, ma queste parole erano davvero cariche di emozione e amore.
Lily aveva gli occhi leggermente lucidi, nessuno l’aveva mai fatta sentire così importante.
Prese un fazzoletto dalla tasca e si asciugò gli occhi poi, dopo aver ripreso un po’ di contegno, rimise la lettera in tasca e uscì dalla stanza.
Riprese il suo solito percorso di guardia fino a quando, inconsciamente, si ritrovò di fronte all’ufficio del preside. Si ridestò con un sussulto e cominciò a camminare in direzione opposta all’ufficio quando, alle sue spalle, quello si aprì e udì due voci familiari.
“Dobbiamo avvisarla al più presto, preside!” disse la McGranitt che indossava la camicia da notte blu notte e i capelli le ricadevano sulla schiena.
“Ah, lupus in fabula. Signorina Evans, stavamo cercando proprio lei. La prego di seguirmi nel mio ufficio” disse Silente calmo mentre la McGranitt si teneva una mano sul petto e seguiva il preside.
Lily entrò nell’ufficio che era pieno zeppo di oggetti strani e metallici.
Su un mobiletto da un lato era appoggiato il cappello parlante che sei anni prima l’aveva smistata in quella che ora era la sua seconda famiglia: la casa di Grifondoro.
Lily si stava proprio chiedendo che cosa potesse volere da lei il preside e a quell’ora della notte per giunta, ma non sembrava molto preoccupato.
“Signorina Evans devo darle una brutta e una bella notizia. Preferirei iniziare dalla brutta, via il dente via il dolore” cominciò il preside senza però sorriderle “la brutta notizia è che questa notte c’è stato un attentato alla sua casa, alla casa dei suoi genitori. Loro due e sua sorella non erano in casa e quindi grazie al cielo non si sono fatti nulla. Tuttavia abbiamo ritenuto prudente portare tutti e tre in un luogo sicuro, lontano dal pericolo, in una casa cui io stesso ho fatto incantesimi di protezione.”
Lily trattenne i fiato ma poi quando il preside disse che la sua famiglia stava bene, sembrò rallegrarsi e calmarsi.
“Ma dove sono, preside?” chiese Lily.
“In un posto sicuro che, per il momento, preferirei non rivelarle. Tuttavia, io e la professoressa e i signori Potter che dovresti conoscere, abbiamo reputato più saggio che tu non resti a scuola per le vacanze natalizie. E poiché so che non avevi intenzione di tornare a casa, ho accolto con gentilezza l’invito di Charlus e Dorea, che ti ospiteranno per le vacanze” continuò il preside.
Lily sembrò sconcertata. Le vacanze a casa di Potter, ma erano impazziti tutti? Non potevano mandarla da Alice o da Marlene? E poi finché Silente era al castello nessuno le avrebbe fatto del male, ne era certa.
“Ma signore, perché proprio dai Potter?”
“Signorina Evans, era l’unica dimora possibile. I genitori delle tue amiche saranno in missione con gli auror e io dovrò allontanarmi dal castello per… una missione” continuò Silente mentre la McGranitt osservava entrambi preoccupata.
“E non vanno anche i genitori di Potter in missione?” chiese allora Lily a bruciapelo.
“Sì, sì, andranno anche loro. Ma avranno ospiti durante le vacanze, ospiti che potranno prendersi cura di voi al meglio. Anche la signorina Mckinnon verrà con lei a casa Potter. Con questo è tutto signorina Evans, spero lei potrà capire” terminò il preside e poi con un gesto della mano la congedò.
Lily uscì di fretta dall’ufficio, quella era davvero la serata più strana che le fosse mai capitata, prima la lettera, ora questo.
E poi lei non trovava affatto che il Natale con Potter fosse una buona notizia.
Guardò l’orologio che aveva al polso e segnava ormai le tre del mattino, così si incamminò verso la sala comune, stanca.
Era preoccupata per la sua famiglia, ma allo stesso tempo era così felice che stesero bene, era una vera fortuna che non fossero in casa nel momento dell’attacco.
Certo sarebbe voluta andare a casa per controllare che tutto andasse bene di persona ma comunque tornare a Natale non era nei suoi piani, quindi.
Decise che il giorno dopo avrebbe scritto una lettera ai suoi genitori e l’avrebbe data al professor Silente per consegnargliela lui di persona, se fosse andato da loro.
Quando finalmente arrivò in sala comune, vide Sirius e James addormentati su un divanetto di fronte al camino, si avvicinò e sorrise nel vederli.
Dopotutto gli voleva molto bene, ad entrambi.
E così salì nel dormitorio e si gettò fra le braccia di Morfeo.
 
 
 
 
La domenica è di certo il giorno della settimana che amo di più: ronda con Lily.
È già sera quando mi metto il mantello e scendo le scale del dormitorio fino alla sala comune dove si trovano tutti i miei amici.
Sono tutti seduti davanti al camino, è una sera particolarmente ventosa e dagli spifferi entra un po’ d’aria gelida.
Lily non c’è e questo mi fa pensare che probabilmente è già andata per la ronda senza di me.
“Ehm, ragazzi avete visto Lily? Dobbiamo fare la ronda stasera e di solito mi aspetta qui…” faccio un po’ imbarazzato, credo che Alice e Marlene non abbiano ancora mandato giù la faccenda del fiocco anche se, sia Frank sia Sirius, hanno spiegato loro come sono andate realmente le cose.
“Lily non farà la ronda stasera James. Si è fatta cambiare di turno e l’ha fatta ieri sera” mi risponde Marlene prontamente e allora, dopo un veloce saluto, esco dal buco del ritratto diretto al mio corridoio.
Chissà dove sarà ora la mia Lily, anche se ora non mi vuole più vedere, devo trovare il modo di farmi perdonare.
Buffo che io debba farmi perdonare per qualcosa che non ho fatto, tutta colpa di quella stupida tassorosso.
Continuo a camminare immerso nei miei pensieri quando ad un certo punto, di fronte a me, vedo la cosa più bella del mondo.
È di certo un patronus, e anche molto potente ed è bellissimo, una cerva. Mi avvicino per osservarla meglio e per cercare di capire chi possa averlo evocato, ma quella si allontana.
Mi guarda di nuovo e mi riavvicino ma lei si riallontana: vuole essere chiaramente seguita.
La seguo fino al terzo piano quando, finalmente, si ferma davanti ad una porta prima di scomparire.
Puff, così come era apparsa, la cerva svanisce nel nulla.
Ma io conosco bene quella porta: è la stanza delle necessità.
Apro la porta e dentro trovo una stanza grande con al centro un bel tavolo pieno di dolcetti e una buona cioccolata calda. Da un lato, da un caminetto, arriva il calore.
Faccio qualche passo quando…
“E’ il mio modo di dirti che ti perdono, che so che non è colpa tua” sussurra una voce nell’ombra, una voce inconfondibile per me.
E poi eccola lì, Lily esce dall’ombra e si incammina verso di me con un leggero sorriso sul volto.
Mi do un pizzico ad una gamba, non riesco davvero a credere ai miei occhi.
“Ti va una cioccolata calda? Ce n’è per tutti e due” fa lei e poi si siede su una delle due poltroncine rosse.
Così mi avvicino anche io e mi siedo iniziando a sorseggiare quella cioccolata che devo dirlo, è davvero squisita.
Restiamo un po’ in silenzio, un silenzio immaginariamente rotto dai nostri sguardi che, al contrario delle nostre bocche, stanno facendo un gran baccano.
Indossa un paio di pantaloni morbidi neri e sopra un maglione largo e lungo color panna; non poso far altro che pensare che anche così, un po’ scombinata, è la donna più bella del mondo.
“Allora… ehm… è bella la tua cerva. Lo sai che il mio patronus è un cervo?” le chiedo così tanto per rompere il silenzio e sì, anche per tastare il terreno.
Lei annuisce e continua a guardarmi senza però aprire bocca e la cosa non mi piace molto. Quando Lily non parla, non so, è strano.
“Lily io… mi dispiace per l’altro giorno, davvero. Ma ti giuro che io…”
“Lo so. So che non è colpa tua. Non importa, sei perdonato”
La guardo incuriosito, chissà che cosa può averle fatto cambiare idea in questo modo. Non è da lei.
Aspetto in attesa che aggiunga qualcos’altro ma lei continua a guardarmi senza proferire parola e allora son di nuovo io a rompere il silenzio.
“Posso sapere che cosa ti ha fatto cambiare idea?” le chiedo con grande curiosità, ma lei sembra trovare la mia domanda molto divertente perché inizia a ridere mentre io rimango a osservarla incuriosito.
“Che importa cosa mi ha fatto cambiare idea? L’importante è che l’ho cambiata” mi risponde con tranquillità.
Continuiamo la serata tra una chiacchiera e l’altra fino a che mi rendo conto che io ho una ronda da fare e così inizio ad alzarmi, o meglio, lei mi spinge verso la porta.”La ronda è molto più importante di me Potter, forza. Ah quasi dimenticavo, non so se i tuoi te lo hanno detto” dice mentre ormai siamo fuori nel corridoio “ma passerò le vacanze di Natale a casa tua, con Marlene. I tuoi te lo avranno detto immagino, vero?”
La mia faccia tradisce il fatto che io non so assolutamente nulla di questa faccenda, ma prima che possa chiedere altro, lei è già sparita e sento solo la sua risata allontanarsi.
Bene, sono l’uomo più felice della terra!
 
 
 
Siamo ancora qui in sala comune quando finalmente ritorna Lily con un bel sorriso stampato sul volto.
Io sono seduta accanto a Alice e Sirius e lei si siede di fronte a noi tre, vicino a Remus.
“Allora…che cosa mi sono persa?” chiede lei senza smettere di sorridere neanche per un istante.
Ci sta nascondendo qualcosa, e questo è più che evidente, ma cosa?
“Niente di che Lily. Tu piuttosto sembri davvero molto felice. E non dovresti esserlo. Marlene ha appena ricevuto una lettera dai suoi e pare che voi due andrete a fare le vacanze di Natale dai Potter” dice Alice aspettandosi una reazione folle da parte della rossa che invece continua a sorridere allegra.
“Sì, so già. Me lo ha detto il professor Silente. I mangiamorte hanno provato ad attaccare i miei genitori e quindi sono stati messi in un posto sicuro. I genitori di Potter si sono offerti di ospitarci… “ fa lei e, mentre parla della sua famiglia, il sorriso allegro si spegne un po’.
“Cavolo, hanno attaccato i tuoi Lil!?” chiedo curiosa.
“Stanno bene, per fortuna non erano in casa e nemmeno mia sorella. Però ora sono al sicuro e noi andremo dai Potter a Natale…”
“Ah allora verrete a casa di James. E voi ragazzi invece dove andrete?” chiede Sirius allegramente. La prospettiva di passare le vacanze natalizie insieme a lui rende allegra anche me, molto.
“Io e Frank staremo a casa di sua madre. I miei vanno in missione come sapete..”
“Io starò con i miei, loro non sono auror, saranno a casa per le vacanze. Ehi ma che ne dite di passare un giorno insieme? Potrebbe essere una bella idea!” dice Remus.
“Bella idea Lunastorta. Comunque Lily penso tu non conosci nessuno degli invitati al pranzo di Natale..” comincia Sirius.
“Ehmm, James ha provato a spiegarmi ma, no non conosco nessuno. Però Marlene mi ha detto che i genitori di James sono fantastici…” risponde Lily.
“Fantastici! Sì davvero! Dorea e Charlus sono due angeli e poi per ospitare uno come te Sirius!” dico allegra mentre tutti scoppiano a ridere.
Vorrei che questo momento non finisse mai, vorrei che la guerra non esistesse affatto e invece molto probabilmente usciti da qua dovremmo combattere contro Voldemort.
Lily, James, Alice e Frank sanno già che diventeranno auror mentre io ho preferito qualcosa di più tranquillo e meno in mezzo alla guerra. Certo aiuterò anche io a combattere come posso, ma la medimagia è il mio campo. Voglio curare i malati al San Mungo.
È ormai molto tardi quando finalmente, nel mio letto, presa dai pensieri, riesco ad addormentarmi. Un sonno tranquillo e felice. E sono sicura sarà il primo dei tanti.
 
 
 
“Perciò avete fatto pace?” chiedo a James ce è tornato proprio ora dalla ronda e sembra davvero felice.
“Sì, è venuta lì e… o meglio il suo patronus mi ha portato nella stanza delle necessità e abbiamo parlato un po’.  Abbiamo chiarito l’inconveniente del fiocco ma mi ha fatto capire che per il momento dobbiamo partire dall’essere amici, è giusto. Non vedo l’ora che arrivino le vacanze di Natale! La conquisterò!” mi risponde lui felicissimo mentre seduto sul letto gioca con il suo boccino.
Sono proprio felice per lui, finalmente sembra che James e Lily siano arrivati a un punto di svolta ma la cosa che non capisco è come sia possibile che Lily abbia cambiato idea così, da un momento all’altro.
“James, ma ti ha detto Lily che cosa le ha fatto cambiare idea?” chiedo tranquillo, senza immaginare che di li a pochi minuti avrei scatenato il putiferio generale nel dormitorio.
“Non me l’ha voluto dire, Remus. Ma che importa…” risponde lui proprio nel momento in cui Sirius inizia a tossire in modo molto, molto strano.
Anche James sembra notarlo e inizia a guardarlo di sottecchi, poi si avvicina a lui e lo guarda, in attesa.
È più che chiaro che Sirius sa qualcosa di questa faccenda ma che non voglia dirci nulla, ma non ha fatto i conti con  James, che ottiene sempre quello che vuole.
“D’accordo, d’accordo, te lo dico. Ma giurami che non ti arrabbierai…” inizia sedendosi nel letto. “Ho dato la lettera a Lily”.
SBAM
Silenzio.
James guarda Sirius che ora guarda a terra. Io guardo Sirius con gli occhi spalancati e Peter guarda me sbalordito.
Ecco, questo è l’inizio della fine.
James ha scritto quella lettera finito lo scorso anno scolastico e noi tre l’abbiamo letta e lo abbiamo preso bonariamente in giro tutta l’estate. Ma tutti e tre sapevamo quanto quella lettera fosse privata e soprattutto, quanto James non avesse intenzione di recapitarla a Lily.
“Tu cosa?”
“Ho cercato di aiutarti Ramoso, andiamo. E mi sembra anche che ci sono riuscito”
Sirius mi guarda in cerca di aiuto, ma questa volta non posso proprio difenderlo, o meglio vorrei, ma sono tra due fuochi.
“Bhè, Felpato, forse questa volta non saresti dovuto intervenire. Le cose potevano andare diversamente e Lily avrebbe potuto dare la lettera a chiunque anche se conosco Lily, non lo farebbe mai. Però, Ramoso, ora non ne farei una tragedia, alla fine è andato tutto per il verso giusto…” cerco di tranquillizzare entrambi.
Ma James non sembra per nulla convinto di quello che ho appena detto.
“Non mi interessa! Tu! Tu devi smetterla di intrometterti in questa faccenda. Sono cose che non ti riguardano. Avrei trovato un modo da solo per farmi perdonare da lei. Non ti saresti dovuto intromettere!” sbotta James rosso di rabbia puntando il dito contro Sirius, che invece è allibito.
“Ehi ti si è annodata la bacchetta? Mi pare di averti fatto un favore!”
“Quella lettera era una cosa personale! Dovevi starne fuori!”
“Come tu sei stato fuori dalle mie faccende familiari?”
“Mi pare che ora hai un tetto sopra la testa! Se io non ti avessi accolto a casa mia, probabilmente ora saresti dalla parte di Voldemort!”
La lite sta prendendo decisamente una bruttissima piega ma non so davvero cosa dire e Peter sembra in difficoltà quanto me.
Ma forse James ha davvero esagerato con l’ultima affermazione perché questa volta Sirius non risponde, lo guarda soltanto fisso. Poi prende la mappa del malandrino e esce dalla camera.
“Aspetta Sirius, James non…”comincio a dire cercando di rimediare a questa brutta situazione ma lui è già fuori.
Guardo James sconvolto sperando di vederlo correre dietro a Sirius e invece lui si volta e si infila sotto le coperte, senza dire una parola.
Io e Peter ci guardiamo e subito dopo scendiamo in sala comune sperando che Sirius sia lì, ma come immaginavamo non c’è.
“Si è anche preso la mappa, non possiamo rischiare di cercarlo. Se ci scoprono è la fine” mi dice Peter che come al solito è il più timoroso.
Ma anche io penso sia inutile cercarlo, ma non per le punizioni a cui andremmo incontro, ma perché non abbiamo alcuna speranza di trovarlo senza la mappa.
E poi… Sirius non vuole essere trovato, ha bisogno di sbollire, lo conosco.
Il giorno dopo probabilmente gli sguardi di tutti erano rivolti verso il tavolo di Grifondoro e la sala grande era decisamente più silenziosa del solito.
James sedeva vicino a Frank e Sirius, molto più lontano, vicino a Marlene e Lily. Io e Peter avevamo proclamato la nostra neutralità alla situazione e così ci siamo seduti in mezzo, distanti sia dall’uno che dall’altro.


Note dell'autrice:
Ciao a tutti! Rieccomi con un nuovo capitolo, spero vi piaccia.
Come anticipato, è più lunghino del solito. Lily e Jame fanno pace finalmente ma... la pace ad Hogwarts sembra non essere mai duratura!
Questa volta è un litigio serio, ma non vi allarmate tutto andrà per il meglio!
Spero abbiate gradito e, se vi va, lasciate una recensione!
Baci!!

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Capitolo 9
*** E' parte di me ***


9. E’ parte di me
 
 
“Lily, dobbiamo fare qualcosa!” sbotto arrivando di corsa verso la poltrona dove è seduta Lily che sta leggendo un tomo di almeno mille pagine. Lei alza lo sguardo su di me e sbuffa: ormai lo sa, dove c’è Marlene, non si studia.
“Dimmi Marl, cosa dovremmo fare?” mi chiede scettica facendomi posto nella sua poltrona. E questa, è in assoluto una delle cose che amo Di Hogwarts, queste poltrone. Entrarci in due sedute, bhè, fa sentire magre.
“Adoro queste poltrone! Mi sento sempre magra quando ci stiamo in due!” dico allegra e Lily mi guarda ancora in attesa.
“Ok, ok hai ragione. Dicevo… dobbiamo fare qualcosa per James e Sirius” continuo guardando Lily seria mentre lei inarca vistosamente le sopracciglia.
“Cosa stai dicendo Marl?” mi chiede.
“Lily, James e Sirius hanno litigato a causa tua! Non puoi non voler cercare di rimediare a questa situazione!” sbotto io ma mi rendo conto di aver appena detto una cosa sbagliatissima. Lily, infatti, inizia a diventare di un color rosso porpora sul viso e mi guarda con sguardo truce e assassino.
“Ascoltami Marl.. se Sirius mi ha dato quella stramaledettissima lettera che Potter non voleva io avessi, non vedo come la colpa possa essere anche minimamente mia. Tuttavia… per il bene della scuola, e in quanto caposcuola, ti aiuterò.. “ fa lei e il mio sorriso si allarga del tutto sul viso.
In effetti, da quando James e Sirius hanno litigato, entrambi sono passati alle imboscate reciproche e perciò esplosioni, capelli di altri colori, incantesimi di levitazione per i corridoi, sono all’ordine del giorno.
“Qual è il piano?” mi domanda Lily ora più attenta a non farsi sentire da nessuno in sala comune.
“Allora… apparentemente sembra ci sia poco da fare. Ma poi mi si è accesa una lampadina. Che cosa può unire due nemici e farli combattere fianco a fianco? Un nemico più grande! Dobbiamo solo fare in modo che quei due si alleino per un bello scherzo ai Serpeverde. Vedrai che finito quello, torneranno amici come prima, ne sono certa!” le dico in un sussurro.
Lei mi guarda ancora più furente di poco prima e poi, inaspettatamente sussurra: “Il tuo piano fa davvero schifo Marl. Usare i Serpeverde per i nostri scopi. Comunque sono d’accordo con te che è l’unica mossa possibile perciò… a malincuore ti aiuterò”
Io scatto in piedi festosa mentre Lily scuote il viso e tutta la sala comune mi guarda come se fossi stata colpita da un Gorgosprizzo impazzito.
 
 
*************************
 
 
“Sarà facile, Lily… non appena i Serpeverde ci vedranno nei sotterranei scatteranno furiosi e lì entreranno in gioco James e Sirius che vorranno difendere le loro fidanzate dal nemico crudele e cattivo” mi dice Marl mentre scendiamo le scale verso la sala grande per il pranzo.
Ma dopo pochissimi scalini, il nostro piano sembra non aver più bisogno di un diversivo: in fondo alla scalinata Piton, Avery e Mulciber stanno facendo volare un ragazzino del secondo anno di Grifondoro.
Io scatto subito, sono un caposcuola non posso assolutamente permettere che accadano queste cose.
“Voi tre! Fermatevi subito! Sessanta punti in meno a Serpeverde! Mettetelo giù, subito!” sbotto irata correndo verso il gruppetto con Marlene alle calcagna.
Ma Mulciber, con uno scatto veloce punta la bacchetta verso di me e dice “Stupeficium
L’incantesimo mi colpisce di striscio ma comunque vengo sbalzata a cinque metri di distanza da dove mi trovavo.
“Che diavolo fai               ! Andiamocene!” sento gridare Piton prima di scappare via insieme agli altri due.
“Lily! Lily, stai bene?” mi chiede Marlene mentre mi rialzo massaggiandomi la fronte dolorante.
“Marlene! Che è successo?” sento dire da Sirius che, apparso in quel momento, corre verso di noi e si china alla mia altezza.
“Serpeverde, Lily ha cercato di aiutare quel ragazzino… ehi ma dove è andato?” chiede Marlene sconcertata.
In effetti il ragazzino che stava venendo bullizzato era sparito in tutta fretta non appena la concentrazione delle Serpi si era spostata sulle ragazze, aveva avuto paura.
“Codardo… ed era anche Grifondoro…” continua Marlene sbuffando.
“Vieni Lily, alzati. Ce la fai?” mi chiede Sirius dandomi la mano per alzarmi.
“Che le hai fatto!?” sento poi gridare da una nuova voce.
E questa volta è James che corre verso di noi arrabbiato.
“Non le ho fatto niente, Potter. Serpeverde, sono arrivato troppo tardi..” risponde Sirius serio guardando James e io e Marlene annuiamo.
“Molto bene. Black… ti faccio una proposta. Seppelliamo l’ascia di guerra per qualche ora: questa vendetta è più importante!” dice James con fare solenne e Sirius gli stringe la mano, poi come se nulla fosse, i incamminano parlottando concitatamente.
“Grazie Potter comunque, sto bene!” esclamo indignata ma anche divertita dalla situazione.
“Oh per Merlino, vero! Lily, piccola, come ti senti?” mi chiede sorreggendomi con un braccio e preoccupato.
Io gli sorrido e rispondo: “Sto bene Potter, ora puoi lasciarmi grazie…”
Tutti e quattro scoppiamo a ridere.
 
 
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                                                                                                                                                                                      _­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­
“Bene ragazze, allora il piano è quasi c­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­ompletato. Però abbiamo bisogno del vostro aiuto. L’unica cosa che dovete fare è posizionare dei fuochi d’artificio babbani nella sala comune di Serpeverde” dico concentrato.
“Potter, di grazia, come ha intenzione di entrare nella loro sala comune? E poi, non pensi, che forse vedendoci nella loro sala comune, la cosa possa non fargli piacere?” mi domanda Lily scettica guardandomi a braccia incrociate.
Mi avvicino al mio baule ai piedi del letto e sfilo il mantello dell’invisibilità, poi mi volto verso di lei e Marlene che continuano a osservarlo scetticamente, sopracciglia alzate.
“Potter, non pensi che nascondersi sotto un mantello sia un’idea stupida e che ci vedrebbero comunque? Per nasconderci sotto un mantello ci servirebbe un…” inizia a dire Marlene.
“Un mantello dell’invisibilità! Ma dove cavolo lo hai preso, Potter?” sbotta Lily avvicinandosi a me per esaminare il mantello.
Anche Marlene è stupita e, come Lily, si è avvicinata per osservare meglio.
“Allora… entreremo nella sala comune stasera, durante la cena, così non ci sarà molta gente in giro. Attenderemo nella loro sala comune che ritornino e sistemeremo i fuochi poi noi… bhè lo vedrete. La parola d’ordine è Draco Sanguis… l’ho estorta a un primino” dice Sirius. Le ragazze annuiscono anche se Lily non è così convinta.
“Lily… niente ripensamenti spero. Ti hanno attaccato!” sbotto ma lei con un gesto della mano mi fa capire che è tutto ok.
“E’ solo preoccupata di essere scoperta e… di infrangere le regole!” ridacchia Marlene.
 
 
 
Verso l’ora di cena, tutti e quattro scendiamo le scale verso i sotterranei ben nascosti sotto il mantello, anche se stretti.
“Sirius quello è il mio piede!” dice Lily mentre Marlene si preme un dito sulla bocca per dirle di fare silenzio.
Ormai ci siamo quasi e quando finalmente raggiungiamo l’entrata segreta della sala comune.
“Draco Sanguis” dice Marlene silenziosamente e poi tutti e tre ci intrufoliamo nella sala comune vuota, sistemandoci in un angolo.
Sistemarono quattro oggetti simili a lattine per tutta la sala comune poi, per completare l’opera due caccabombe modificate nei dormitori.
“Appena entreranno ci sarà da ridere. Ma dobbiamo metterci qui in modo che le scintille non ci colpiscano” dico spostando il gruppo sulla destra dell’entrata, riparati dietro un divanetto.
“Dobbiamo solo stare pronti a fuggire a un certo punto e dobbiamo farlo lentamente ma velocemente. Se si accorgono di qualcosa siamo finiti” dice poi Sirius.
Sono davvero felice di confabulare con lui di nuovo, mi è mancato molto. Finita tutta questa faccenda cercherò di chiarire con lui, dopotutto cercava solo di aiutarmi con Lily, dandole la lettera.
E poi, proprio in quel momento, ecco l’entrata aprirsi per lasciare entrare un bel gruppetto di Serpeverde, tra cui Piton, Avery e Mulciber.
Bene, si comincia.
“Che diavolo è questa robaccia?” sbotta Avery raccogliendo da terra una delle fontane.
E poi… SBAM SBEM SBAM
La fontana gli inizia a scoppiare fra le mani e anche le altre tre posizionate iniziano a partire. Prendo la bacchetta e vedo Sirius fare lo stesso. Dico silenziosamente l’incantesimo e poi devo trattenermi dalle risate.
I fuochi stanno iniziando a rincorrere i Serpeverde che si gettano ovunque correndo e cercano di nascondersi dietro ogni angolo.
Poi d’un tratto lo vedo, Mulciber corre dalla nostra parte, vuole nascondersi proprio qui e io e Sirius a questo proprio non avevamo pensato.
Tarantallegra” sento sussurrare da Lily che ora ha anche lei la bacchetta in mano.
Mulciber comincia una specie di ballo per tutta la stanza, rincorso dalle scintille dei fuochi.
Dalle scale dei dormitori, intanto, scendono alcuni studenti che si erano rifugiati li, ignari delle caccabombe modificate.
Ed ora erano completamente colorati di giallo e rosso scarlatto.
Non appena vediamo che la situazione inizia leggermente a calmarsi, tutti e quattro ci avviciniamo all’uscita e in un momento di confusione sgattaioliamo fuori.
Corriamo veloci fino al secondo piano e poi finalmente, stanchi e senza fiato, ci togliamo il mantello e iniziamo a ridere come dei pazzi.
“Davvero, Lily sei stata fantastica, mi hai fatto morire!” dice Sirius tenendosi la pancia.
Mi avvicino a Sirius sorridendo e gli do la mano e poi dico: “Mi dispiace per la lettera, so che volevi aiutarmi, ho esagerato ad arrabbiarmi”
Lui mi guarda un attimo poi mi sorride anche lui e dice: “Dispiace anche a me James, non mi sarei dovuto intromettere nelle tue cose così!”
Ci abbracciamo tutti e due e poi vedo Lily e Marlene scambiarsi occhiolini e sorrisetti vivaci.
“Che avete da ridere voi due?” chiedo incuriosito avvicinandomi.
E poi ci spiegano tutto il loro piano e io e Sirius le abbracciamo allegri: sono due degne malandrine anche loro!
 
 
************************
 
 
Il resto dei giorni trascorsero tranquilli, alla fine Lily e James potevano ormai dire d’essere quasi amici e lui sembrava comportarsi decisamente meno da spaccone negli ultimi periodi.
Settembre lasciò il posto a ottobre e la temperatura si face decisamente più fredda. Il vento gelido soffiava sempre forte e quell’inverno, prometteva d’essere davvero freddo e nevoso.
I prati erano completamente ricoperti di foglie secche e Gazza non faceva altro che spazzarle via dalla sala d’ingresso dove entravano a causa del vento. Ormai si era appostato lì vicino alla porta e ogni volta che qualcuno apriva il portone per entrare lui gli gridava contro e la sua gatta, Mrs Purr, soffiava.
Quel giorno, il 23 ottobre, gli studenti erano tutti elettrizzati perché iniziava il progetto Club del duellante, organizzato dal professor Owlock.
Tutti gli studenti di Grifondoro iscritti al Club erano in un’aula insieme al professore in attesa che quest’ultimo desse loro indicazioni sul da farsi.
“Molto bene ragazzi… come già detto la sfida finale sarà a squadre di quattro. Come sapete ci sono alcuni incantesimi che non possono essere utilizzati, avete già tutti la lista. I duelli per il momento saranno singoli, poi, i primi quattro classificati comporranno una squadra, e così faranno anche i duellanti delle altre case. Molto bene ora, possiamo cominciare. Già da oggi faremo una bella scrematura” disse il professore.
Tutti i ragazzi si misero a coppie e iniziarono a duellare sotto lo sguardo del professore, che girava tra di loro.
Alla fine della lezione molti degli studenti erano già fuori dal torneo e tra questi anche il povero Peter.
“Molto bene ragazzi, per oggi ci fermiamo qui. Grazie a tutti!” disse il professore.
I ragazzi uscirono tutti dall’aula, chi allegro, chi demoralizzato per essere già stato scartato.
“Dai Peter, è solo questione di fortuna. Poi dai, almeno hai perso contro James” disse Sirius tranquillo ma cercando comunque di consolare l’amico.
“Sì, sì…” borbottò Peter non del tutto convinto ma sorridendo comunque alla pacca che gli diede James sulla spalla.
 
 
 
Qualche giorno dopo, ci fu un secondo incontro per il torneo e questa volta fu molto più emozionante.
“Molto bene ragazzi. Siamo rimasti in otto vedo. Lupin, tu contro Evans. Black contro Paciock. Vediamo, sì ecco… Potter contro Mckinnon e Dickens contro Bones” disse il professore.
Le coppie si prepararono tutti in posizione, uno di fronte all’altro i duellanti si guardavano seri.
Dopo la solita stretta di mano i duellanti iniziarono a combattere.
“Potter, preparati a perdere!” sibilò sorridendo Marlene.
Expelliarmus!” gridò James, ma Marlene lo bloccò con un incantesimo di protezione.
Rictusempra!” riattaccò poi lei ma anche James riuscì a bloccarla.
Il loro sembrava decisamente un duello alla pari.
Poco più in là invece Alice e l’altra ragazza non facevano altro che saltare via e alla fine entrambe sembravano non riuscire più a combattere.
“Dickens e Bones fuori gara. Colpo di scena ragazzi! Ciò significa che l’ultima coppia fra queste tre che non avrà battuto l’avversario bhè… resteranno entrambi” disse il professore.
Ciò rese più interessante il combattimento.
Expelliarmus!” grido Lily, e Remus, che fino a quel momento se l’era cavata decisamente bene, non riuscì a far nulla. La sua bacchetta volò per aria e Lily la prese al volo sorridente.
Remus le si avvicinò e molto sportivamente le strinse la mano.
“Molto bene! Abbiamo la nostra prima finalista!” gridò il professore avvicinandosi a Lily per complimentarsi.
Intanto poco più in là anche Sirius aveva battuto Frank che andò subito a controllare come stesse la sua amata.
“Bene ragazzi! Fine del duello. Abbiamo i nostri gloriosi finalisti! Evans, Black, Potter e Mckinnon!” disse il professore estasiato. I quattro si misero vicini e il professore si congratulò con tutti.
“La prima squadra che sfiderete sarà Tassorosso. Ma ora non vi preoccupate, la finalissima sarà il ventitre dicembre, prima delle vacanze perciò avrete tempo per prepararvi al meglio” continuò il professore.
Alla fine uscirono tutti dall’aula e i quattro campioni restarono un po’ indietro a chiacchierare.
“Ma vi immaginate una finale con Serpeverde? Sarebbe fantastico batterli anche li oltre che a Quidditch” disse James allegramente.
“Sono molto scorretti però, non so…” mugugnò Marlene che non si aspettava assolutamente di arrivare alla finalissima.
“Tranquille vi proteggeremo noi donzelle!” esclamò Sirius con un ghigno beffardo sul volto.
In sala comune quella sera non si parlò d’altro se non del duello finale di dicembre e tutti erano elettrizzati.
“Bhè ragazzi, credo proprio che andrò a dormire” disse Marlene sbadigliando e Alice annuì salutando tutti e seguendola.
Dopo qualche minuto praticamente tutti salirono nei dormitori e, all’apparenza, Lily rimase sola davanti al fuoco scoppiettante.
Doveva assolutamente finire di leggere il capitolo di un libro di Storia della magia.
“Che fai Evans?” sbottò James apparendo da dietro la poltrona dove era seduta Lily e lei, sobbalzò dallo spavento.
“Scusa, non volevo spaventarti, mi dispiace” aggiunse poi sedendosi di fronte a lei.
“Storia della magia. E tu?” chiese Lily alzando lo sguardo dal tomo.
“Non ho sonno” rispose lui facendo spallucce.
Restarono in silenzio per un po’, osservandosi ogni tanto timidamente. Era evidente che nessuno dei due sapeva che cosa dire, entrambi erano imbarazzati.
Poi, dopo un tempo infinito, James finalmente decise di parlare.
“Mia madre è molto contenta che vieni da noi per Natale. È molto dispiaciuta di non esserci, ma io e Sirius le abbiamo parlato di te, già le sei simpatica” disse per rompere il ghiaccio.
Lily sorrise e annuì appena.
Silenzio, di nuovo.
Era davvero incredibile come entrambi, famosi per essere logorroici, insieme restassero in silenzio così a lungo, imbarazzati.
“Posso riprenderlo?” chiese James ad un tratto indicando un punto vicino alla spalla di Lily.
Lily si guardò spaesata e poi vide il fiocco, quello che aveva causato una lite fra loro poco tempo prima.
“Dovrai guadagnartelo. Se ti comporterai bene, lo riavrai” disse Lily sorridendo dolcemente e James ricambiò.
Dopo un po’ entrambi decisero che era ora di andare a dormire e così si avvicinarono alle rispettive scalinate per i dormitori.
Ma non appena Lily ebbe messo un piede nel primo gradino James sussurrò: “Comunque, ci tenevo a dirti che sei davvero bella stasera”
 
 
 
Sento le mie guance diventare improvvisamente bollenti e, ci scommetto, ormai sono dello stesso colore dei mie capelli.
Mi volto lentamente e lo vedo in fondo alle scale.
Poi, senza il mio permesso, le mie gambe mi fanno ridiscendere l’unico gradino che avevo fatto e ci troviamo l’uno di fronte all’altro, entrambi imbarazzati.
I nostri occhi sono incatenati, si attraggono, come le calamite e nessuno dei due sembra riuscire a far nulla per spezzare quel legame.
Ha delle labbra bellissime, lo devo ammettere, sono rosee e sembrano così morbide. Mi avvicino ancora. Siamo davvero a pochi centimetri di distanza. Le nostre mani, lungo i fianchi, si sfiorano appena.
Ma nessuno di noi due ha il coraggio di prendere la mano dell’altro.
I nostri nasi si sfiorano appena, anche se io, per essere al suo livello devo stare un po’ sulle punte.
E poi, non so che cosa mi accade dentro, ma sento la voglia irrefrenabile di eliminare quei centimetri che separano le nostre labbra.
Mi avvicino e sento le sue labbra sulle mie, ma è un bacio leggero, piccolo. Piccolo come il sentimento che sta crescendo dentro di me ma che cresce velocemente, lo sento.
E avevo ragione, le sue labbra sono così morbide, così calde e mi fanno sentire come se il resto del mondo non esistesse, come se fossi in mezzo al nulla.
Poi mi allontano leggermente e continuiamo entrambi a fissarci. Nocciola contro verde.
E poi mi volto e scappo via di corsa.
 
 
 
Sono così sconcertato che non me la sento nemmeno di svegliare i miei amici per raccontare loro quello che mi è appena successo.
Lily Evans mi ha baciato, lei ha baciato me e non il contrario!
Certo è stato un momento, un bacio leggero ma pur sempre un bacio. Ed è stato… magico.
Molto di più di quanto mi aspettassi e se prima credevo di essere innamorato di lei ora ne sono certo e so anche che molto probabilmente questo non cambierà la situazione, sono certo che lei vorrà fare tutto con calma.
Ma poi perché è scappata via in quel modo? Si è forse pentita?
No, lo so che ha sentito le stesse cose che ho sentito io. Le sue labbra sono così morbide e… calde. E mi sentivo come se il resto del mondo non esistesse, come se fossi in mezzo al nulla. Sono certo, anche lei lo ha sentito.
Bhè quello che so per certo è che non ho mai provato niente di simile per nessuno. Lei per me è tutto quello che posso desiderare, anzi di più, oltre il desiderabile.
È parte di me.
 
 
 
Note dell’autrice:
Ma ciao miei cari! Eccomi con un nuovo capitolo.
Quello di oggi è davvero dolce, soprattutto nella parte finale ma anche in quella iniziale. Non so mi piaceva il fatto che fossero proprio Lily e Marlene a far fare pace ai due malandrini.
Finalmente abbiamo avuto il primo bacio di Lily e James, ma se pensate che questo indichi l’inizio della relazione, non pensateci.
No, perché mi sono detta: se Lily ha sempre odiato Potter, può cambiare idea in poco tempo? Ovvio che no.
Perciò ho deciso che prima che i due si mettano insieme, ne passeranno tante.
Ma comunque hanno fatto decisamente dei passi avanti rispetto agli anni passati, quando Lily lo odiava incondizionatamente.
E poi c’è da dire anche che James è cambiato molto dagli anni precedenti, sempre malandrino ma un po’ più coscienzioso.
Nel prossimo capitolo vi anticipo ci sarà la finale del duello e anche… una sorpresa inaspettata.
Per ora vi lascio e spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Baci, Lilyluna!

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Capitolo 10
*** Sorprese ***


10. Sorprese
 
 
Le settimane successive trascorsero tranquille ma né Lily né James ebbero il coraggio di proferire parola dell’accaduto con nessuno.
Ormai anche ottobre era passato e, come previsto, novembre si presentò portando con sé un freddo gelido e nevoso.
I primi fiocchi di neve erano caduti verso metà novembre e poi verso la fine del mese il parco e tutto il paesaggio circostante erano ricoperti da fredda e candida neve.
James, tuttavia, continuava imperterrito con gli allenamenti di Quidditch che avvenivano tre volte la settimana dopo le lezioni.
Da quando era diventato capitano l’anno prima, aveva inflitto sulla squadra severi allenamenti che però avevano fruttato. Infatti durante il suo sesto anno a Hogwarts, James aveva portato la squadra alla vittoria della Coppa.
Sirius, pur non essendo nella squadra, ma essendo il migliore amico di James, era costretto ad assistere agli allenamenti.
Quel pomeriggio James avrebbe presentato il nuovo portiere della squadra perché con l’ultima partita quello vecchio era stato costretto al riposo forzato.
Non aveva voluto dire a nessuno chi era la sua grande scoperta, nemmeno a Sirius, ma era davvero elettrizzato.
“Te lo assicuro Felpato, rimarrai sconcertato dal nostro nuovo portiere, sconcertato!” disse James entrando in campo.
“Lo so me lo avrai detto cento volte da ieri sera…” rispose Sirius scocciato avviandosi verso gli spalti da dove avrebbe assistito all’allenamento.
Tutta la squadra seguì James in campo eccetto il nuovo portiere che era ancora negli spogliatoi.
Mark Johnson, Hestia Jones e Greg Becket erano i cacciatori della squadra, Allison Scott e Michael Ridley battitori e James, naturalmente, il cercatore.
“Molto bene ragazzi. Quest’anno dobbiamo vincere la coppa per forza perché è il mio ultimo anno e voglio uscire da questa scuola portando in alto il nome di Grifondoro. Oggi faremo un allenamento più tranquillo, per permettere al nostro nuovo portiere…” cominciò James prima di accorgersi che Lily si era appena seduta accanto a Sirius sugli spalti.
“James… vuoi continuare? E chiudi la bocca se no ti entrano i moscerini!” sbottò la Jones scocciata ma sorridendo appena.
“Si… si, ecco dicevo. Allenamento più tranquillo per il nostro nuovo portiere che fra poco ci raggiungerà qua in campo. Oh eccola sta arrivando, Marleneeeee!” gridò James alzando un braccio.
 
 
 
Mi siedo comodo sugli spalti, stringendomi di più nel cappotto a causa del freddo quando, ad un tratto, vedo arrivare dal castello una macchia rossa indistinta.
Pochi minuti e mi ritrovo seduta di fianco Lily, l’ultima persona che avrei mai immaginato di vedere in un campo da Quidditch.
“Lily! Che fai da queste parti? So che il Quidditch non è il tuo forte. Non è che sei venuta a vedere James?” le chiedo ridacchiando.
Lei mi incenerisce con lo sguardo poi mi risponde: “Sono venuta a vedere il nuovo portiere”
“Su Lily, proprio davanti a James devi venire a vedere il tuo nuovo ragazzo?!” sbotto indignato. E poi non sapevo che Lily si era fidanzata, questa me la sono persa eppure so sempre tutto io.
“A dire il vero non sono qui per un ragazzo. Guarda!” mi dice indicando verso il campo.
Quando mi volto, mi trovo davanti la scena più improbabile della mia vita: Marlene in tenuta da Quidditch che si unisce alla squadra.
Guardo Lily poi riguardo Marlene e mi stropiccio gli occhi senza credere minimamente a ciò che vedo.
“Proprio così. Marlene è il nuovo portiere della squadra. Perciò… preparati Black a passare parecchio tempo in mia compagnia. Non mi posso perdere un allenamento… o almeno così dice Marl” dice Lily ridacchiando.
Io non ci posso davvero credere, da quando Marlene è brava a volare?
Passato lo stupore iniziale l’allenamento comincia sul serio e Marlene si dimostra davvero un’abile portiere, nonostante il suo piccolo corpo.
Io e Lily siamo sempre più infreddoliti e dopo un po’ di silenzio iniziamo a chiacchierare.
“Allora… quanto ti piace Marlene?” mi domanda Lily a bruciapelo guardandomi dritto dritto negli occhi.
Io guardo un po’ nella direzione della mia ragazza e sorrido appena prima di rispondere: “Credo di non aver mai conosciuto una ragazza così, Lily. Mi ha rubato il cuore e non lo avrei creduto possibile. Sono stato con tante ragazze, ma nessuna mi ha mai fatto l’effetto che mi fa lei” rispondo senza guardarla ma sorridendo.
Lei sembra proprio colpita dalle mie parole perché non aggiunge altro se non un sorriso dolce e comprensivo. Però sembra turbata allo stesso tempo: ha lo sguardo pensieroso, la fronte leggermente corrugata e fissa di fronte a sé.
“E tu invece? Che mi dici di te e James? Allora hai cambiato idea?” le chiedo.
Lei d’un tratto cambia espressione e mi guarda con uno sguardo misto tra l’imbarazzato e l’arrabbiato.
“Se pensi che quel bacio… se così può essere definito tanto è stato breve… se pensi che possa aver cambiato repentinamente le cose ti sbagli di grosso! Lo sa che quel bacio non cambia le cose. Io mi devo fidare di lui, devo essere sicura di ciò che provo e ancora non lo so!” sbotta d’un tratto mentre io la guardo sorpreso, davvero sorpreso.
Bacio? Ma quale bacio? Le cose sono due: o Lily si è bevuta il cervello o James non mi ah detto tutto.
Continuo a guardarla sorpreso e in silenzio fino a che lei si rende conto che probabilmente io non sapevo assolutamente nulla.
“Tu-tu… non lo sapevi?” mi chiede ora imbarazzatissima.
Scuoto la testa e stringo leggermente gli occhi.
James l’ha baciata e non mi ha raccontato nulla e anche qui le cose sono due: o non si fida di me, il che sarebbe un buon motivo per ucciderlo, o l’ha baciato lei e lui ha paura che se lo racconta a qualcuno e si sparge la voce lei lo uccide, e questo riporta al punto uno, non si fida di me e io lo uccido.
Comunque non sono arrabbiato. Conosco James come le mie tasche e so che se non mi ha raccontato nulla un motivo ci deve pur essere, e anche valido.
“Sono stata io comunque. A baciarlo intendo. Non so che cosa mi sia preso ma… ne avevo voglia e l’ho fatto” dice Lily risvegliandomi dai miei pensieri.
“Ne avevi voglia e lo hai fatto?” le chiedo alzando le sopracciglia e guardandola accigliato mentre annuisce fragorosamente.
“Ne avevi voglia e lo hai fatto? Lily! Ma che diavolo! Tu non puoi fare quello che ti va di fare così. James è innamorato di te, tu non puoi prenderti gioco dei suoi sentimenti!” sbotto indignato.
Lei mi guarda furente e mi risponde: “ Prendermi gioco dei suoi sentimenti? Sirius se Potter avesse voluto, sarebbe venuto da me a parlare di questo maledetto bacio il giorno dopo che glie lo avevo dato. E invece guarda un po’… è passato più di un mese! Io come pensi che sto? Che quello scemo non ha avuto neanche il coraggio di dirmi nulla al riguardo?! Prendermi gioco dei suoi sentimenti, Merlino!”
“Ascoltami bene Lily i tuoi e i suoi sentimenti sono due cose ben diverse! Lui è innamorato di te dal primo momento che ti ha visto e tu lo sai, se lui ti baciasse per te non è una novità. Se invece sei tu ad averlo baciato, James è in confusione, tu lo hai sempre odiato!” rispondo alzando la voce.
“E alla mia confusione chi ci pensa?” mi abbaia indignata.
“Ma che ne so parlane con le tue amiche, parlane con tua sorella, maledizione io non sono amico tuo, sono amico di James!” rispondo.
E poi mi accorgo di aver decisamente detto la cosa sbagliata. I suoi occhi mi guardano tristemente e apre più volte la bocca per dire qualcosa ma poi si volta e va via senza dire nulla.
Inutile dire che dopo cinque minuti James mi viene incontro.
 
 
 
“Se torniamo al castello e Lily piange io prendo la tua testa e la uso come palla da bowling!” gridò Marlene camminando rapida verso il castello e guardando Sirius di traverso.
Dopo che Sirius ebbe raccontato a lei e James l’accaduto con Lily, l’allenamento era praticamente finito: nessuno dei due riusciva più a concentrarsi.
E adesso tutti e tre stavano correndo verso il castello per cercare Lily, sperando che Sirius non avesse fatto troppi danni.
“E comunque tu potevi anche dirmelo che ti ha baciato!” sbottò Sirius in direzione di James che era davanti a tutti e nemmeno gli rispose.
Quando finalmente arrivarono in sala comune, James prese la mappa del malandrino dalle mani di un ignaro Peter e iniziò a cercare freneticamente il puntino di Lily, trovandolo proprio nel suo dormitorio.
“Che ci fa Lily nel nostro dormitorio?” chiese Peter nel frattempo.
“E’ entrata poco fa dicendo che doveva fare una cosa, l’ho lasciata lì” continuò Peter facendo spallucce mentre tutti e tre lo osservavano a occhi spalancati.
“Lily nel nostro dormitorio e tu non mi vieni a dire nulla!” sbottò James per poi incamminarsi verso la sua stanza.
Sirius partì dietro ma Marlene lo trattenne: “Lascia fare a James, è il momento buono per me”.
James salì le scale in fretta e furia e si precipitò correndo dentro il suo dormitorio inciampando nel mantello e finendo dritto dritto sopra il letto di Sirius che era quello più vicino.
Lily si alzò di colpo, con una mano sul petto, spaventata dal baccano improvviso.
“Merlino Santo Potter, ma ce la fai a non spaventarmi ogni volta che mi vedi?” chiese risedendosi sul letto dove era prima che era quello di James.
Lui la guardò incuriosito e si avvicinò sedendosi accanto a lei, senza staccarle gli occhi di dosso.
“Mi dispiace per quel-…”
“Ha ragione. Sirius ha ragione. Sono stata un’egoista. Ho pensato solo a quello che volevo io, senza pensare che avrei potuto ferirti. Mi dispiace di averti baciato…” lo interruppe lei visibilmente imbarazzata.
James la guardo con la bocca spalancata e gli occhi fuori dalle orbite.
“Ti dispiace di avermi baciato?! Lily, ma scherzi! Non lo devi pensare proprio, neanche per un momento! Quello è stato il giorno più bello della mia vita!” disse lui mettendole una mano sulla spalla e una sotto il mento per alzarle il viso in modo che i loro occhi si scontrassero.
Ed ecco che di nuovo i loro occhi si incatenavano, nocciola contro verde.
Lily sentì di nuovo l’impulso di appoggiare le sue labbra su quelle di James, ma questa volta fu James a prendere coraggio per primo.
Si avvicinò lentamente al viso della rossa, la mano che prima le teneva il mento ora era arrivata ad accarezzarle la guancia.
E le loro labbra si unirono per la seconda volta, sempre con un bacio delicato e piccolo, ma carico di emozioni da togliere il fiato.
Quando si staccarono Lily sembrava più confusa che mai, ma questa volta non scappò via.
“James…” sussurrò appena continuando a sostenere il suo sguardo.
Lui scosse la testa leggermente e le sorrise, poi disse: “ Lo so, Lily. Non vuoi correre e nemmeno io. Dobbiamo abituarci pian piano l’uno della’ltra. Per quanto io so già di essere innamorato cotto di te, voglio che anche tu sia decisa al cento per cento di stare con me. Perciò prendiamola, per il momento, come due persone che si stanno conoscendo”
Lily annuì convinta, gli diede un bacio sulla guancia e si alzò diretta verso la porta.
“Ehm Lily…”
“Si?”
“Però ti prego… non smettiamo di darci fastidio, non voglio essere uno di quelli che da innamorato è sdolcinato senza limite”
“Figurati Potter. Chi ha mai pensato di smettere di infastidirti!” rispose lei infine facendo un occhiolino e uscendo definitivamente dalla stanza.
 
 
********************************
 
 
“Quindi vi siete baciati e tu non ci hai detto niente?” borbotta Remus incredulo.
“Non so il perché non ve l’ho detto…” faccio io steso sul letto mentre lancio il boccino in aria e lo riacchiappo al volo.
“Perché è stupido ecco perché” dice Sirius anche lui steso sul suo letto.
“Tu sei stupido”
“No tu”
“Tu”
“Taci Ramoso o ti salto addosso”
“Taci tu brut- AAARGH!” urlo mentre Sirius si lancia a peso morto sopra il mio stomaco e io per poco non vomito tutta la cena.
Iniziamo una lotta all’ultimo sangue in cui i cuscini volano dappertutto, io sono sopra seduto a cavalcioni sulla schiena di Sirius.
“Ti sbavo… sul… letto” mugugna Sirius iniziando a sputacchiare sul mio cuscino.
Lo lascio subito andare e con i piedi lo spingo fuori dal mio letto dritto sul pavimento mentre lui combatte.
“Ragazzi la smettete. Ragazzi per Merlino, sveglierete tutto il dormitorio” sento dire da Remus che, steso sul letto, legge Storia delle creature della Cornovaglia.
Ma la lotta non può finire, almeno non fino a che non ho vinto la guerra contro il mio migliore amico.
“Forza Felpato, rialzati, combatti!” grida Peter a due centimetri dal volto di Sirius spiaccicato a terra come se stessimo affrontando una lotta babbana.
Poi Sirius riesce a a liberarsi dalla presa delle mie gambe che avvolgevano le sue e si rialza allontanandosi dal letto per poi prendere la rincorsa e saltare come un tuffatore olimpionico esattamente sopra di me.
“Potere del cane vieni a me!” lo sento gridare prima che mi cade addosso.
“Più che del cane, della balenottera direi…” dice Remus.
Alla fine, sotto supplica, chiedo a Sirius gentilmente di alzarsi visto che mi ha appena spaccato gli occhiali.
“Guarda, stupido cane rognoso!” sbotto fingendomi irritato.
Intanto Remus mi ha preso gli occhiali di mano per ripararli poi li alza verso la luce per controllarli e ridacchiando mi dice: “Sei veramente ceco Ramoso”
Gli strappo gli occhiali di mano e mi ristendo sul letto sbuffando mentre loro tre ridono prendendomi in giro.
“Comunque ci siamo baciati di nuovo… io e Lily dico” borbotto.
“Ma sei scemo! E così lo dici?” mi chiede Sirius sedendosi sul mio letto scompostamente.
Tutti e tre mi guardano in attesa che io racconti tutto l’accaduto ma non ho alcuna voglia di spiegare loro tutta la situazione, così mi limito a fare spallucce e dire: “L’ho baciata io questa volta”
“E bravo il mio Ramoso, finalmente…” ridacchia Sirius dandomi una pacca sulla spalla mentre Remus e Peter mi sorridono felici per me.
Poi, accade tutto in un attimo: la porta si spalanca e io mi ritrovo catapultato a terra, gli occhiali spaccati per la seconda volta nel giro di due minuti.
Ricompaio dal lato del letto, ma senza occhiali non vedo assolutamente nulla se non una macchia rossa che viene verso di me gridando parole sconnesse. E riconosco quindi Lily.
“Brutto… schifoso… verme… smidollato! Ma come ti viene in mente?! Pervertito!” sbotta, ad ogni parola mi da una scrollata di spalle.
“Che ti prende Evans? Vuoi altri bacetti?” chiede Sirius ridacchiando mentre lei diventa rossa come un pomodoro e gli lancia un pezzo di carta tutto appallottolato.
Lui lo apre e ridendo legge: “Evans, ti amo perché sei speciale… ma anche perché hai il di dietro più bello di tutta Hogwarts. Firmato JP”
Lily è furente di rabbia mentre tutti e quattro ridiamo a crepapelle.
“Evans, avevi detto che non dovevo smettere di infastidirti!” le dico passandomi una mano tra i capelli e con un ghigno sul volto.
Poi lei prende verso la porta e sparisce via ma sono sicuro, stava sorridendo quando è uscita.
 
 
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“Perciò voi due vi siete baciati e tu non ci hai detto nulla?!” sbotta Marlene guardandomi mentre ad Alice, che è seduta sul letto, va per traverso una cioccorana.
Marlene si avvicina a lei per dalle delle pacche sulla schiena in modo da farla riprendere e aggiunge: “Ecco vedi, stavi per far morire Ali”
“Andiamo ragazze, non ho detto nulla perché… non lo so… mi dispiace!” dico guardandole dispiaciuta.
“E quindi? Come è stato?” mi chiede Alice curiosa che ormai si è completamente ripresa.
“Morbido” rispondo tranquillamente.
Alice e Marlene si guardano, poi guardano di nuovo me e cominciano a blaterare cose senza senso indicandomi e scuotendo la testa.
“Come è stato… morbido”
“pazza… senza speranze”
“Già… già… incommentabile”
“Ragazze io sono ancora qui!!” sbotto indignata mentre loro mi guardano poi riprendo “Morbido nel senso la sua bocca è… è morbida e… e calda, sì. Poi questa sera mi ha baciato lui però!!”
Se prima Alice e Marlene erano sconvolte dalla notiziona del momento, era nulla in confronto ad adesso che si erano lanciate sopra di me felici e allegre.
“Ragazze mi ucciderete così!” dico ridacchiando.
“Sono troppo, troppo felice. Lo giuro! Lily Potter una di noi, una di nooooooi!” grida Marlene con fare solenne battendo le mani sopra la testa con Alice che la segue a ruota.
“Suona anche bene Lily Potter!” aggiunge Alice felice.
“La volete smettere!” grido sovrastando le loro voci e fingendomi scocciata, anche se in realtà anche secondo me Lily Potter suona bene.
Intanto le mie due amiche finalmente si alzano da sopra di me e ritornano alle loro postazioni.
Sono contenta che siano felici di tutto questo ma come ho già spiegato a tutti quanti un sacco di volte, voglio fare le cose senza fretta.
“Lily, questa è per te. Non so perché è nel mio comodino” dice Alice passandomi una busta bianca.
La osservo e sopra c’è scritto proprio il mio nome con una calligrafia disordinata ma comunque molto bella.
La apro e dentro trovo un biglietto bianco con scritto: ‘Evans, ti amo perché sei speciale… ma anche perché hai il di dietro più bello di tutta Hogwarts. Firmato JP’.
Ok, è ufficiale, ora lo ammazzo.
E mentre le mie amiche mi osservano correre fuori dalla stanza sconcertate, da una parte tutto questo mi fa sorridere.
D'altronde l’avevo detto io che dovevamo continuare a darci fastidio io e James!
 
 
 
 
 
Note dell’autrice:
Ciao miei cari lettori!
Lo so che nello scorso capitolo avevo annunciato che avrei raccontato del duello finale in questo capitolo, ma alla fine ho deciso di non fare un salto temporale così lungo e quindi ho messo questo capitolo di transizione diciamo.
La sorpresa che vi dicevo però, l’ho inserita qui ed è naturalmente Marlene che è il nuovo portiere di Grifondoro!
Per il resto non c’è molto da dire se non del fatto che né Lily né James hanno raccontato nulla ai loro amici. Ma è semplicemente perché entrambi sono davvero spaventati da tutta questa situazione.
Lily non si aspettava minimamente di cambiare radicalmente opinione su Potter e lui non si aspettava che lei avrebbe mai cambiato opinione su di lui, perciò sono entrambi spaesati.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che lascerete un commento!
Al prossimo capitolo!

 
 

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Capitolo 11
*** La vigilia delle vacanze di Natale ***


11. La vigilia delle vacanze di Natale
 
 
“Una festa per festeggiare la nostra vincita al Club del Duellante…” disse James con noncuranza seduto scompostamente nella poltrona davanti al camino.
Alcune ragazze da lontano lo guardavano e lo indicavano ridacchiando. Lily, in una poltrona poco lontana, seduta composta, sbuffò contrariata.
Era davvero impossibile riuscire a studiare in sala comune con le sue amiche che organizzavano un’altra festa con i malandrini da una parte e le gallinelle starnazzanti dall’altra.
“Ma, sentite, organizzare questa festa senza ancora aver effettivamente vinto…” cominciò a dire Marlene titubante prima di essere azzitita da Sirius che si premeva un dito sulle labbra.
“Tecnicamente non abbiamo vinto, ma praticamente sì. Siamo troppo bravi, abbiamo una squadra formidabile: tu Marl sei un asso negli incantesimi di difesa, Lily un asso negli incantesimi di attacco, io un asso negli incantesimi di illusione e James, bhè James gioca a Quidditch!” esclamò Sirius come se ogni cosa fosse al suo posto.
“E esattamente Black, come pensi che la bravura di Potter a Quidditch possa aiutarci anche solo minimamente a vincere un duello? Un duello con le bacchette, non su stupidi manici di scopa” borbottò Lily dalla sua poltrona senza alzare lo sguardo dalla sua solita lettura “leggera”.
Sirius e James si guardarono sconcertati e poi il secondo, indignato, sbottò: “Evans, stupidi manici di scopa?! Sul serio!? Non puoi dire così del Quidditch, non davanti a me, nossignore. Devo però ammettere che il Quidditch forse ci sarà poco utile…”
“Bene d’accordo allora sei fuori dalla squadra…” disse Sirius facendo spallucce mentre James gli si lanciava praticamente sopra.
“Voi non state bene. Proprio per niente.” Borbottò Remus che era seduto più vicino a Lily e stava anche lui cercando di studiare.
Dopo diversi minuti di lotta libera sul pavimento e dopo aver fatto ridere tutta la sala comune, finalmente, i due malandrini si alzarono da terra e tornarono ai loro posti originari.
“Comunque, torniamo alla cosa più importante: la festa. Dove la facciamo?” chiese James tornando serio.
“Sala comune?” chiese Marlene entusiasta ma i due scossero la testa definendo il luogo da lei proposto come scontato.
“Casa di Hagrid?” disse Frank e tutti lo guardarono allibiti.
“Thor ha le pulci” borbottò Sirius.
E allora tutti guardarono lui, i malandrini con gli occhi sbarrati.
“Ehm… non mi piacciono le pulci” continuò.
Tutti tornarono a pensare al posto adatto, senza far tropo caso all’uscita stramba di Sirius e ognuno proponeva un posto più improbabile dell’altro.
“Che ne dite dell’ufficio del preside?”
“No, no, ci sono! La sala grande!”
“L’aula di Divinazione! Possiamo usare le sfere di cristallo per fare giochi di luce!”
“Ma la volete piantare tutti! Tralasciando il fatto che qui c’è gente che vuole studiare... ma che razza di posti state proponendo. Potter tu sei il peggiore, sei fuori di melone completamente! Perché non proponi direttamente casa tua!” sbottò Lily ad un certo punto scattando in piedi e iniziando ad andare verso i dormitori.
“Evans…” sibilò James.
Lei si voltò sbuffando con una mano sul fianco: “Che c’è?”
“Sei un genio! Un fottuto genio! Sposamiiiiiii!” sbottò James saltando in piedi e correndo verso di lei. La sollevò da terra nonostante i ripetuti richiami di lei fino a che Lily non gli cominciò a sbattere ripetutamente il tomo che leggeva fino a poco prima sopra la testa.
“James, non credo che Dori sarebbe d’accordo su questa cosa…” cominciò Sirius perplesso, in fondo lui si sentiva sempre ospite a casa Potter.
“No, credetemi è l’idea più bella che possa esistere. La prima sera delle vacanze faremo la festa! Anzi meglio, ne faremo due: una domani e una dopodomani. Lily sei un genio!” gridò James allegro.
“Che fortuna detto da te” sibilò la rossa restando in piedi vicino a lui ma con un bel ghigno sul volto.
Restarono ancora a rimuginare sulla festa, tutti convinti che sarebbe stata la migliore festa dell’anno, cosa che dicevano anche di quella di inizio anno.
Alla fine, verso mezzanotte finalmente andarono tutti nei loro dormitori, il giorno dopo li aspettava il tanto atteso duello.
 
 
                                                                                                          ***************************
 
 
 
“Molto bene ragazzi, molto bene! Minus, niente bacchette incantate in giro!” disse il professor Owlock appellando gli oggetti dalle mani di Peter e poi aggiunse “Siete stati già abbastanza scorretti con la squadra di tassorosso!”
In effetti quello che doveva essere un duello senza rancore alla fine si era trasformato in una specie di guerra e tutti gli studenti capirono come mai Silente non aveva mai accettato questo progetto prima di allora.
La squadra di Tassorosso, infatti, aveva subito un’imboscata proprio quella mattina da parte di ignoti. Ignoti molto simili ai Serpeverde.
Ma comunque non c’era la possibilità che i quattro poveretti gareggiassero e allo stesso tempo non c’era tempo di formare una nuova squadra per la loro casa.
“Molto bene, come prima sfida abbiamo Corvonero contro Serpeverde. Chi vince va alla finalissima contro i Grifondoro, che al momento hanno il punteggio più alto” disse il professore.
Le due case chiamate si misero in posizione e dopo solo cinque minuti già due dei corvonero erano a terra così come uno dei Serpeverde.
Naturalmente, per la squadra verde-argento, si erano classificati i “migliori”: Piton, Avery, Mulciber e una ragazza di nome Alecto Carrow.
Ed era proprio lei ad aver ceduto per prima e mentre i suoi compagni continuavano a combattere un ragazzo la aiutò a rialzarsi e la portò più lontana.
“Quello è Amycus Carrow, il fratello. Dicono che lui si sia già unito a tu-sai-chi e che voglia portar dentro anche la sorella. Anche se lei è solo del sesto anno” borbottò Marlene all’orecchio di Sirius che li guardò.
In quell’istante un altro corvonero era finito a terra senza bacchetta e l’ultimo rimasto, colto di sorpresa dall’amico che cadeva, era stato pietrificato.
“Molto bene! Abbiamo ufficialmente i nostri finalisti! Signorina Carrow riesce per l’ultima sfida?” chiese Owlock mentre i quattro grifondoro salivano sulla pedana.
La ragazza, che intanto si era ripresa, era risalita anche lei al fianco dei suoi compagni di casa senza nemmeno rispondere al professore.
Si strinsero tutti la mano forse un po’ più forte del normale e poi si misero tutti in posizione di combattimento.
E il duello cominciò.
Lampi di luce separavano le due squadre e gli spettatori riuscivano a fatica a capire chi stesse evocando e quali incantesimi.
Levicorpus!” gridò James verso Piton che scattò in aria e Sirius non perse l’occasione e disse: “Ben fatto, James! Stupeficium”.
E Piton finì contro l’altra parte del muro, non era stato abbastanza veloce con l’incantesimo di protezione, tanto era turbato dalla vicinanza di Lily.
Brachium emendo!” urlò Marlene colpendo la giovane Serpeverde su un piede e facendola quindi cadere rovinosamente a terra, le ossa del piede scomparse.
Incarceramus”  strillò Mulciber colpendo Lily i cui polsi vennero  improvvisamente circondati da grandi catene argentate.
Ma lei non si scompose, la bacchetta ancora stretta fra le mani continuò a combattere anche a mani legate.
“Non ti permettere di toccare Evans! Expelliarmus!” gridò James e la bacchetta di Mulciber saltò via dalle mani del proprietario.
Sectumsempra!” strillò Avery colpendo Marlene che cadde a terra con un tonfo secco e schizzi di sangue si sparsero sul pavimento attorno a lei.
Cadde il silenzio mentre Sirius e il professor Owlock correvano verso Marlene stesa a terra e agonizzante.
Lily fece lo stesso, corse e si gettò a terra accnto all’amica.
“Expelliarmus”  gridò James afferrando al volo la bacchetta di Avery che era rimasto completamente immobile.
Il professore iniziò a bisbigliare contro incantesimi puntando la bacchetta su Marlene le cui ferite si stavano pian piano rimarginando. Quando finalmente la ragazza smise di perdere sangue, il professore la prese fra le braccia svenuta e si avviò fuori dall’aula.
“Avery, con me” disse Lily seria guardandolo “Dal professor Silente, adesso”
James la seguì in silenzio con Avery dietro che sembrava il più spaventato. non la poteva lasciare da sola con lui.
 
 
 
                                                                                                                    ****************************
 
 
 
“La signorina Mckinnon si riprenderà perfettamente. Certo, qualche cicatrice potrebbe restare ma almeno è viva. Chi può avergli insegnato quell’incantesimo, preside?” chiese Madama Chips in un sussurro guardando verso il letto di Marlene dove attorno erano seduti i malandrini, Lily, Alice e Frank.
“Non ne ho idea, Chips. Il signor Avery è stato espulso e rimandato a casa immediatamente. Non sono mai dovuto arrivare a tanto con nessuno…” rispose Silente corrucciato con gli occhi preoccupati dietro agli occhiali a mezzaluna.
“Preside, ha fatto ciò che andava fatto. E poi… non credo interessi molto al signor Avery dove si trova, purchè possa servire lei-sa-chi” sbottò la McGranitt alzandosi dalla sedia vicino alla scrivania di Madama Chips e avvicinandosi al preside e all’infermiera.
“Sono tempi bui quelli che arriveranno, Minerva, molto bui…” disse Silente con un rumoroso sospiro che diceva molto di più.
Intanto i ragazzi intorno al letto di Marlene non proferivano parola, ma attendevano con ansia che l’amica si risvegliasse. Le avevano portato una montagna di dolcetti direttamente dalle cucine della scuola  e dalle scorte personali di ognuno.
La festa della sera stessa, nemmeno a dirlo, era stata annullata subito. Nessuno avrebbe festeggiato quella sera e tutti non vedevano l’ora che arrivasse il giorno dopo per tornare finalmente a casa per le vacanze di Natale.
“Che sono quei musi lunghi? Dovremmo festeggiare…” sussurrò Marlene che aveva appena riaperto gli occhi.
“Marl! Come ti senti?”
“Via, via, signor Black, la signorina Mckinnon deve riposare, almeno fino a domani. Ora voi tutti tornate nei vostri dormitori, la professoressa McGranitt ha detto che si parte presto domani mattina. Forza!” sbottò Madama Chips allontanando tutti dal letto di Marlene che li salutò con la mano e un sorriso.
Fuori dall’infermeria i ragazzi si recarono di filato verso la sala comune che trovarono vuota e dove si sistemarono silenziosi.
“Devo salire a fare la valigia e… dovrò fare anche quella di Marlene. Mi aiuti Ali?” chiese Lily guardando l’amica con un sorriso timido.
Le due scomparvero su per i dormitori femminili e poco dopo anche Frank e Peter abbandonarono gli amici per andare a dormire.
“Dite che Silente è preoccupato per l’accaduto? Insomma magia oscura proprio sotto il suo naso, non è solo la bravata di uno studente…” disse James serio.
“Certo che no. Sarà preoccupato, come tutti. Hai visto la faccia di Chips prima in infermeria? Che qualcosa sta accadendo là fuori è certo. Il problema è che il ministro Minchum non sembra assolutamente voler credere a questa cosa. Avete letto la Gazzetta del profeta ultimamente?” chiese Remus veramente preoccupato guardando in volto i suoi due amici.
“Sì, non fanno altro che far uscire articoli sportivi o su altre sciocchezze. Vogliono distrarci…” continuò Sirius guardando il pavimento.
James si alzò e andò verso la finestra e guardò fuori.
“Qualcosa si sta muovendo là fuori. Queste sparizioni, le morti improvvise e inspiegabili di babbani non sono casuali. Dobbiamo essere pronti quando arriverà, io voglio combattere” disse James e gli altri due alzarono lo sguardo per guardarlo con una determinazione e serietà che mai era appartenuta al viso di un malandrino.
 
 
“Marlene si riprenderà, Ali, sta tranquilla” disse Lily asciugando le guance dell’amica con un fazzolettino.
“Ho paura, Lil” sussurrò Alice quasi impercettibilmente.
Erano sedute tutte e due sul letto di Lily con le tendine del baldacchino chiuse, in modo da non essere osservate e Lily aveva prontamente gettato un muffliato su di loro, per non essere ascoltate.
“Lo so Ali, credimi. Anche io ne ho. In fondo, è quelli come me che se la passano male. O quelli come Marlene. La sua famiglia è da sempre considerata traditrice del proprio sangue, come gli Weasley. Conosci Arthur vero?” disse Lily mentre Alice annuiva in silenzio.
“Quel che so Ali, è che finita la scuola io non correrò a nascondermi e basta. Io voglio combattere, per la barba di Merlino, voglio fargli vedere a quegli idioti cosa può fare una Nata Babbana!” esclamò Lily e Alice sembrò riprendersi e entrambe annuirono con decisione, una decisione che mai si era vista prima sul viso delle due amiche.
Lily si alzò e riprese a fare le valige: le vacanze erano alle porte!
Era così emozionata di lasciare il castello e andare in una casa, anche se non la sua, che per tutto il tempo in cui preparò le valigie sorrise.
Andava a fare le vacanze a casa di James il suo… il suo non più nemico storico alias solo James Potter.
James e Sirius per giorni gli avevano raccontato di tutta la famiglia Potter ed erano così entusiasti di presentare a lei e Marlene i loro parenti che quasi erano diventati irritanti.
Lily guardò dalla finestra con mille pensieri che le attraversavano la testa e fu in quel momento che vide qualcosa, qualcosa di scuro al limitare della foresta, qualcosa che somigliava tremendamente a una persona di sua conoscenza: Severus Piton.
 
 
“Potter! James, corri presto! Mi serve il tuo mantello!” esclamò entrando nella camera dei malandrini di corsa.
Solo dopo essersi lanciata sul letto di James si accorse che lui non era li, ma in piedi vicino al bagno, addosso solo dei semplici boxer.
Ma non era il momento di preoccuparsi per questo, doveva assolutamente fare in fretta.
“Lily, che ti prende. Non possiamo andare a spasso per il castello così…” disse Sirius che non aveva ancora colto la serietà della situazione.
“Come se non lo avessi mai fatto!” sbottò Remus che andò verso Lily.
“Remus… Piton… verso la foresta, presto!” disse Lily tutto d’un fiato in modo totalmente incomprensibile ma che i malandrini colsero al volo.
James iniziò a frugare rapidamente nel suo baule e ne tirò fuori una pergamena vecchia e ingiallita, completamente pulita.
I quattro malandrini, sotto lo sguardo perplesso di Lily, avvicinarono le teste per guardare meglio la mappa.
“Giuro solennemente di non avere buone intenzioni” disse Remus toccandola appena con la bacchetta.
E poi, dal nulla, milioni di righe e scritte apparvero sulla carta e andarono a formare quella che, con stupore di Lily, era la mappa di Hogwarts.
“Qui non c’è nessuno Lily. Guarda tu stessa!” disse Remus facendo segno a Lily di avvicinarsi.
Lily scrutò bene tutto il perimetro della foresta proibita con attenzione, Piton non poteva essere uscito dal castello insomma…
“Sono sicura di averlo visto!! Ma, insomma, non può essere uscito dal castello, è impossbile! La mappa sbaglia!” disse Lily continuando a guardare la mappa.
I quattro amici si guardarono velocemente poi Sirius parlò per primo: “Lily, la mappa non sbaglia, credimi…”
“E Piton può essere uscito tranquillamente dal castello. Noi lo abbiamo fatto per anni, davvero. Ci sono miliardi di modi per uscire dai confini di Hogwarts” continuò James.
“La vera domanda è: che cosa diavolo stava facendo Piton?” concluse Remus guardando fuori dalla finestra verso la foresta, come aspettandosi di vedere Piton sbucarne fuori da un momento all’altro.
“Dove avete preso questa roba?” chiese Lily tornando in sé.
Guardò tutti e quattro incuriosita e loro si guardavano tra di loro senza sapere che cosa dire.
“L’abbiamo fatta noi” disse alla fine Peter, trovando un coraggio mai visto prima di quel momento.
Lily lo squadrò stupita per il suo coraggio ma anche per la rivelazione.
“Lily, per favore, questa ci serve. Non consegnarla alla McGranitt…” sussurrò Remus con lo sguardo basso.
“D’accordo. A patto che mi diciate perché ci tenete tanto. Non può essere solo perché la usate per le vostre malefatte…” disse Lily incrociando le braccia al petto e guardando James insistentemente. Lui avrebbe ceduto se lei glie lo avrebbe chiesto.
Ma tutti e quattro continuavano a guardarsi in imbarazzo, senza sapere cosa dire, ed era la prima volta che Lily azzittiva completamente il quartetto.
“E’ una storia molto lunga, Lily. Io… io non credo che tu… che vorresti sentirla” disse a un certo punto Remus.
“Io credo proprio di sì, invece Remus. Direi che me la dovete almeno una spiegazione!” esclamò Lily.
“D’accordo, lo dirò nel modo più semplice che conosco allora. Sai di Remus no? Bhè, la mappa, oltre che per le nostre malefatte, serve anche per permetterci di uscire indisturbati dal castello nelle notti di luna piena per aiutare Remus…” cominciò Sirius guardando attentamente prima Lily poi gli amici.
“E come potete aiutare un lupo mannaro?! Scusa Remus” sbottò Lily mentre Remus faceva un gesto come a dire ‘non fa niente’.
“Ecco noi… noi siamo…” cominciò Peter incapace di continuare.
James allora prese il fiato e lo aiutò dicendo: “Noi siamo animagi!”
 
 
 
 
Note dell’autrice:
SBAM!
Sorpresina! Lily scopre gli ultimi segreti dei Malandrini e nel prossimo capitolo vedrete come la prenderà. Vi ho voluto lasciare un po’ di effetto sorpresa.
Comunque da questo capitolo, lo posso dire ufficialmente, si entra nel vivo della storia. Infatti fino ad ora ho raccontato un po’ in generale le vite dei nostri amici, ma adesso entriamo sempre più nel vivo della guerra. Guerra la cui esistenza, come accadrà all’epoca di Harry, quasi tutti cercheranno di tenere nascosta.
Avery è stato espulso dalla scuola, ormai le sue tendenze sono chiare e l’incantesimo da lui usato è già di nostra conoscenza.
Mi sono presa la libertà di aggiungere questa cosa anche se ovviamente non se ne parla nei siti ufficiali di HP.
Così come mi sono presa l’assoluta libertà (per non dire mi sono inventata) che la famiglia Mckinnon fosse una famiglia di traditori del proprio sangue e ho fatto anche il riferimento ad Arthur e Molly che però, essendo più grandi di loro, non sono più a scuola.
Oltre agli Weasley, ho inserito anche i cari Carrow. Mi è rimasta sempre impressa la scena di Silente che prima di morire dice ad Amycus una cosa del tipo: "Ah vedo che hai portato anche Alecto con te" e ho sempre pensato che fosse inteso come se lei fosse la sorella più piccola e, che so, meno "pronta".
Piton non si sa che sta combinando nella foresta, ma presto lo scopriremo, ve lo assicuro e... non vi piacerà.
Spero che queste piccole cose non disturbino troppo la vostra sensibilità, miei cari lettori.
Per ora vi anticipo solo che il prossimo sarà un capitolo molto… mieloso!
Un abbraccio a tutti e grazie perché mi seguite!
 
P.S. Un ringraziamento speciale va a Mallveollos che mi segue e recensisce dal primo capitolo <3

 
 

 

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Capitolo 12
*** Un Natale molto speciale ***


12. Un Natale molto speciale


“Non ci posso credere! Non ci posso credere che lo avete fatto davvero!” urlò Lily correndo giù per le scale dei dormitori maschili con James e Sirius alle calcagna.
“Vuoi smettere per una volta di pensare sempre solo alle regole!” sbottò James mentre Lily si bloccava in mezzo alla sala comune.
“Regole? Regole, dici!? Santo Merlino se non ci fossi io qui a prendere seriamente in considerazione le regole, questa casa sarebbe rovinata! E comunque non è questo il punto, Potter, non parlavo di regole!” sbottò Lily voltandosi verso di lui furente e puntandogli il dito verso la faccia.
Sirius intanto era rimasto un po’ più indietro, nell’ombra e, guardando Lily, aveva seriamente paura che facesse qualcosa al suo amico.
“Allora che cos’è che ti infastidisce, è?!” domandò James abbassandole il braccio con la mano destra.
“E’ pericoloso! Potevate farvi male seriamente! Ma ci pensate quando fate le cose o dentro quella testa avete solo scarafaggi?!” disse Lily ora con un tono severo.
James la guardò e scosse la testa con un lieve ghigno allontanandosi appena da lei.
“Sai Lily, se tu non fossi sempre così presa da quelle stupide regole, forse ti accorgeresti che ci sono cose molto più importanti. Più importanti anche di correre il rischio di farsi male fisicamente. Noi… lo abbiamo fatto per Remus, per non farlo sentire troppo diverso… per non farlo sentire solo!” disse James calmo guardandola fisso negli occhi.
Lei rimase ferma, aprì la bocca diverse volte prima di riuscire effettivamente a dire qualcosa: “Bhè Potter, magari io sarò una moralista come insinui tu, e su questo ti posso anche dar ragione nei limiti dell’accettabile. Ma non parlarmi di amicizia, non sai assolutamente nulla dei miei rapporti d’amicizia”
Iniziò a salire le scale del dormitorio femminile poi si voltò e aggiunse: “Sirius è un bel gesto quello che fate per Remus. Solo, magari la prossima volta escludete un arrogante viziato dal vostro quartetto. Il tre è il numero perfetto, buonanotte!”.
James guardò Sirius allibito, Lily non era mai stata così tagliente nei suoi confronti o, almeno, non lo era più da parecchio tempo.
“Che ti aspettavi. Ricordati che abbiamo deriso la sua amicizia con Piton per anni” disse Sirius battendogli un colpo sulla spalla.
“Piton è diverso da Remus!” sbottò James indignato mentre Sirius annuiva.
“Ma certo! Però era pur sempre suo amico. E noi non sappiamo assolutamente nulla della loro amicizia” concluse Sirius e poi tutti e due entrarono nel dormitorio dove Remus e Peter chiesero loro di raccontare la conversazione appena avvenuta con Lily.
 
 
 
*****************************
 
 
 
La mattina dopo Marlene stava molto meglio ed era tornata nel dormitorio per prendere le ultime cose e scendere insieme ai suoi amici.
Notò da subito che c’era qualcosa che non andava tra Lily e James ma quando provò a chiedere a Sirius lui fece semplicemente spallucce dicendo che non ne sapeva nulla.
Salirono nella carrozza che li avrebbe portati alla stazione di Hogsmeade e per tutto il tragitto nessuno dei quattro fiatò.
Lo stesso accadde in treno, anche se, per loro fortuna, Sirius e Marlene convinsero Remus e Peter a stare con loro nello scompartimento.
“Lily… dovresti toglierti quel muso dalla faccia. Siamo quasi arrivati, non credo sia carino presentarti così alla mamma di James” sussurrò Marlene nell’orecchio di Lily poco prima di arrivare alla stazione di Londra.
Una volta scesi, trovarono subito la signora Potter che li attendeva da sola alla stazione di King’s Cross.
Abbracciò forte James e Sirius e salutò Marlene molto amichevolmente mentre in tutto questo, Lily si tenne un po’ a distanza, sentendosi quasi un’intrusa.
“Ciao cara! Sono così felice di averti qui con noi, Lily! James mi ha parlato tanto di te ed ero curiosissima di conoscerti. Venite andiamo!” disse la signora Potter facendo strada.
“Le hai parlato anche di che pessima amica sono?” sibilò Lily verso James mentre questo camminava ignorandola completamente, cosa che Lily non apprezzò affatto.
Presero un taxi proprio fuori dalla stazione e Lily si chiese perché usare mezzi babbani per arrivare in una casa di maghi.
Godric’s Hollow si trovava infatti nel Suffolk, a nord rispetto Londra e ci volevano circa due ore e mezza di viaggio per arrivarci in macchina.
“Un taxi per andare nel Suffolk? Come mai questa scelta e non ad esempio… ehm… il treno?” domandò il taxista alla signora Potter.
“Oh… Ehm sa… troppa gente nei treni… “ rispose Dorea abbassando lo sguardo mentre il taxista la guardava dallo specchietto retrovisore alzando un sopracciglio incuriosito.
E non lo si poteva biasimare dopo aver caricato quattro ragazzi e una signora vestita in modo alquanto bizzarro con bauli vecchi e addirittura un gufo dentro una gabbia.
Il viaggio fu piuttosto noioso visto che tutti avevano paura di poter dire qualcosa di sconveniente riguardo al mondo magico così restarono per lo più in silenzio, cosa che, insospettì ancora di più il taxista babbano.
Quando finalmente arrivarono in un viale, Lily dovette aiutare Dorea con i soldi babbani visto che questa non aveva idea di come si usassero.
Il taxista se ne andò via salutando i suoi clienti in modo molto burbero e Lily prese a scrutare le case e il paesaggio attorno a lei.
Camminarono un po’ fino ad arrivare alla strada principale del paese chiamata High Street. Al centro c’era una piazza e poco distante una chiesetta da cui provenivano dei canti natalizi.
Godric’s Hollow era un paese davvero caratteristico e Lily lo trovò da subito ospitale e confortevole.
La casa dei Potter si trovava lì vicino alla piazza ed era una villetta molto bella in stile rustico con un grazioso giardinetto tutto intorno.
“Venite, entrate. James, Sirius fate vedere alle ragazze dove dormiranno. Poi scendete per cena, io questa sera devo partire… abbiamo avuto qualche problema con…” disse prima di bloccarsi rendendosi conto che forse stava rivelando un po’ troppo a quei quattro adolescenti.
Dorea aveva sistemato Lily e Marlene nella camera di Sirius mentre lui e James si erano stretti nella camera degli ospiti.
Quando scesero a cena Lily scoprì che la signora Potter era una cuoca davvero niente male nonché una donna davvero graziosa e gentile.
Con un tocco di bacchetta, dopo cena, i piatti iniziarono a lavarsi da soli dentro al lavandino e lei disse: “Molto bene ragazzi… io devo proprio scappare. James domani arriverà tuo nonno insieme ad Andromeda, Ted e Dora. Per favore, non fate baldoria stanotte, ve ne prego” e poi sparì dentro le fiamme verdi del camino.
I ragazzi si sedettero sul divano in silenzio per un po’ fino a che…
DLIN DLON
“Chi può essere a quest’ora?!” domandò Marlene quasi preoccupata mentre James era già corso alla porta e stava tornando in salotto seguito da circa una quindicina di persone.
“Potter tua madre ha detto niente festa” disse Lily capendo subito le intenzioni del ragazzo che, ignorandola si rivolse agli invitati.
“Scusate ignoratela. Non sa proprio cosa significhi lasciar perdere le regole per un po’!” esclamò e poi accese lo stereo incantato per la musica.
Lily si andò a sedere in un angolo imbronciata, non le piaceva proprio il nuovo modo di fare che Potter aveva nei suoi confronti. Non le era mai piaciuto essere ignorata e tanto meno se a farlo era James Potter.
La festa proseguì allegra e Lily, fu costretta ad alzarsi e ballare, quando venne messa musica babbana, l’unica che lei conoscesse.
“Questi babbani ci sanno fare con la musica però è!” esclamò Potter improvvisando passi di danza davvero improponibili e Lily non poté fare a meno di ridacchiare nel vederlo.
Verso le tre del mattino finalmente tutti gli invitati se ne andarono e Lily e Marlene sistemarono alla bel e meglio il salotto mentre James e Sirius continuavano noncuranti a ballare in mezzo alla stanza.
Finalmente alle quattro del mattino decisero che era ora di andare a letto, il giorno dopo infatti i parenti di James sarebbero arrivati presto.
Ma una volta a letto, Lily si rese conto che ormai non aveva assolutamente più sonno così, guardando Marlene ronfare nel letto accanto, indossò il suo cappotto nero e scese le scale il più silenziosamente possibile fino ad arrivare in cucina da dove uscì nel giardino sul retro.
Si sedette sulla panchina vicino alla porta e si strinse del cappotto ancora di più poiché faceva davvero molto freddo e alzò lo sguardo ad osservare le stelle.
“Non è che vuoi scappare Evans?” disse una voce rompendo il silenzio notturno.
Lily si voltò spaventata e vide James appoggiato allo stipite della porta che beveva dalla bottiglia una birra babbana.
“Non dovresti bere ancora... Oh… è un consiglio non una regola” disse Lily tornando a guardare il cielo.
James sorrise e si andò a sedere vicino a lei mettendosi anche lui ad osservare il cielo stellato: era davvero meraviglioso.
“Mi dispiace per ieri sera. Non volevo esagerare”
“A me dispiace averti dato della moralista… anche se un po’ lo sei”
Si guardarono e sorrisero appena. Era incredibile il loro modo di fare pace ed era stato sempre così fin dal primo anno ad Hogwarts.
Litigavano a morte e, le rare volte in cui facevano pace, entrambi si scusavano, si sorridevano ed era tutto come prima.
Il venticello soffiava leggero quella sera ma era così freddo che più volte Lily si strinse ancora nel cappotto.
“James…” lo chiamò Lily senza guardarlo “Credi che… ehm… ti andrebbe di farmi vedere?”
James la guardò esterrefatto, prima lo sgridava per essere un animagus e ora voleva addirittura vedere in che cosa si trasformava.
Senza dire nulla comunque, si alzò, tolse la giacca e fece alcuni passi lontano dalla panchina.
Pochi istanti dopo, lì dove un attimo prima c’era un James Potter in carne ed ossa, adesso si trovava un bellissimo e maestoso cervo.
Lily si lasciò sfuggire un “Oooh” e poi si avvicinò accarezzandogli il muso con la mano gelata.
Il pelo del cervo era morbidissimo e così caldo che Lily quasi ebbe voglia di stringerlo al collo ma si limitò ad accarezzare il suo muso con entrambe le mani.
Guardava negli occhi quel bellissimo animale, occhi che, erano tali e quali a quelli del James in carne ed ossa.
Pochi istanti dopo, James tornò in forma umana con le mani di Lily che gli accarezzavano le guance calde.
Si avvicinarono sempre di più fino a che le loro labbra si toccarono ma questa volta con un bacio decisamente più grande, più pieno.
James affondò le mani fra i capelli lunghi di Lily che gli teneva la testa con la mano destra e la guancia con l’altra.
Quello fu certamente il loro primo vero bacio.
 
 
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“JAMES POTTEEEER!!”
Un brusco risveglio fu quello della mattina dopo per i quattro ragazzi che dormivano beatamente nei loro letti.
Lily si affacciò alla porta della camera dove dormiva ancora assonnata mentre un James Potter sfrecciava davanti a lei correndo giù per le scale.
“Che diavolo fai ancora a letto!” sbottò una voce che Lily non sconosceva.
“Scusa… nonna… ehm… sono stato poco bene stanotte e dormivo!” rispose James vagamente imbarazzato.
Lily e Marlene misero al vestaglia e, seguite da un Sirius Black che sembrava appena uscito dalla guerra, scesero al piano di sotto.
La nonna di James era una vecchietta dall’aria simpatica che, a detta di Marlene, era identica al padre di James, e indossava un abito dai colori sgargianti.
Seduti sul divano c’erano una signora e un signore che teneva sopra le gambe una bambina dall’aria davvero bizzarra.
La piccola, che doveva avere non più di otto anni, aveva dei capelli color viola scuro  legati in due codini in cima alla testa.
Completamente opposta era la madre, che sedeva elegantemente e con la schiena dritta sul divano. Aveva i capelli scuri e gli occhi scuri e severi, assomigliava tantissimo a Bellatrix Black.
“Ragazze, lei è mia nonna paterna Geraldine, e loro sono Andromeda la cugina di Sirius, Ted Tonks, suo marito e lei è la piccola Ninfadora” disse James mentre tutti si salutavano con la mano.
Solo Andromeda strinse le mani delle ragazze, sorridendo appena.
“Non mi chiamo Ninfadora! Io mi chiamo Teddy!” sbottò la piccola dando un calcio sugli stinchi a James che saltellò per la stanza imprecando silenziosamente.
“Dora suvvia. Scusatela è in quella fase dell’età in cui crede di essere un maschietto” si scusò Ted Tonks afferrando la bimba che si dimenava freneticamente dalla sua presa, mentre i suoi capelli diventarono magicamente di un colore blu elettrico.
Allo sguardo perplesso di Lily, Andromeda aggiunse: “Dora è una metamofomagus. Può cambiare il suo aspetto quando vuole, senza l’ausilio di pozioni o incantesimi…”
La bambina correva per la stanza alla velocità della luce e creava più scompiglio di quanto già non ce ne fosse nel piccolo salotto affollato.
Il pomeriggio la nonna, insieme ad Andromeda cucinarono in vista dei banchetti di Natale e la casa fu pervasa da odori così invitanti che i ragazzi più volte rubarono qualcosa dai piatti sopra il tavolo.
Quando finalmente fu l’ora di cena nessuno dei quattro sembrava avere così tanta fame ma mangiarono per non deludere le aspettative delle due donne.
La piccola Dora invece, sembrava super affamata e trangugiò tutte le sue porzioni senza fiatare, con i capelli che cambiavano colore ogni cinque minuti.
“Allora Lily… so che anche tu vieni da una famiglia di babbani. Come ti trovi nel mondo magico?” domandò il signor Tonks dall’altro capo del tavolo.
“Bene, bene. Direi che ho trovato a pieno il mio posto nel mondo…” rispose Lily sorridendo cordialmente.
“Che cosa ti piacerebbe fare dopo?” domandò Andromeda curiosa.
Lily aveva sempre saputo che cosa avrebbe fatto dopo la scuola, fin dal primo giorno che era entrata nel mondo magico.
“Voglio fare l’auror. Da bambina, prima di scoprire di essere una strega sognavo di entrare in polizia e… bhè un auror è la stessa cosa più o meno” rispose.
Andromeda non le sorrise ma la guardo seria annuendo quasi impercettibilmente.
“Almeno qualcuno ha le idee chiare. Mio nipote cambiava idea un giorno si e l’altro pure. Prima voleva giocare a Quidditch, poi voleva fare il medimago, poi il magizoologo… finalmente adesso anche lui sembra aver deciso di fare l’auror. O almeno non cambia idea dall’estate scorsa” disse Geraldine severamente dando un leggero scappellotto al nipote che in tutta risposta sbuffò sonoramente.
La cena finì piuttosto tardi e nonna Potter spedì tutti e quattro a dormire mentre Ted prendeva in braccio la piccola Dora che si era addormentata sul divano.
“Domani mattina vi voglio svegli presto. Arrivano altri ospiti” disse Geraldine dal basso delle scale.
“E chi manca?” domandò Sirius curioso.
“Arriva mia cugina dalla Scozia, in realtà non è mia cugina è solo una ragazza che nonna guardava da giovane ed ha due anni in più di noi. Adesso fa la magizoologa e ogni volta che torna ci racconta sempre dei suoi lunghi viaggi per il mondo…” rispose James entrando in camera e buttandosi sul letto.
Le ragazze erano entrate anche loro per fare due chiacchiere prima di andare a dormire.
“E’ molto carina Dora, la adoro Sirius!” disse Marlene stendendosi di fianco a Sirius sul letto.
“Sì… Loro sono gli unici parenti che mi restano a parte la mia pazza madre e il mio caro fratellino mangia morte” rispose Sirius serio.
“Comunque… che facevate stamattina presto voi due in giardino?” domandò Marlene curiosa con un ghigno sul volto, indicando James e Lily che arrossì violentemente.
“E quando avete fatto pace?” aggiunse Sirius sghignazzando.
“Non sono affari vostri!” rispose James lanciando loro il suo cuscino e tutti e quattro ridacchiarono.
Dopo poco le ragazze uscirono dalla camera e andarono nella loro, addormentandosi poco dopo.
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“Buongiorno cugino!” gridò una ragazza quando James, seguito dai suoi tre amici, entrò nel salotto.
La ragazza corse ad abbracciarlo e Lily sentì qualcosa muoversi dentro di sé, rabbia forse?
“Ciao, io sono Borea... tu sei?” domandò Borea facendo scattare il braccio in avanti verso Lily.
Lily strinse la mano confusa e osservò meglio la ragazza.
Aveva lunghi capelli nero corvino che teneva sciolti e occhi di un azzurro che Lily non aveva mai visto; era alta e magra, insomma una ragazza per cui ogni uomo avrebbe fatto follie.
“Lily, Lily Evans. Molto piacere” rispose Lily stringendole la mano mentre lei alzava le sopracciglia e si voltava verso James e Sirius.
“Non mi avevate detto che veniva anche la so-tutto-io...” sussurrò appena, in modo che solo i ragazzi e Lily la sentissero.
“Scherza naturalmente, non è vero Bori?” disse James a denti stretti mentre Lily ridacchiava.
La ragazza sorrise verso Lily e si allontanò per salutare la nonna di James con lui che la seguiva sorridente.
“Che ha contro di me, quella?” domandò Lily a Sirius in un sussurro.
“Borea è molto affezionata a James. E sai, gli ha parlato molto di te in questi anni. Borea non è antipatica credimi, deve solo conoscerti…” rispose lui andando verso l’amico e la ragazza.
“Su, su… è ora di aprire i regali venite!” esclamò Geraldine mentre tutti si accomodavano in salotto.
“Lily cara, questi li manda Silente da parte della tua famiglia” disse Geraldine accarezzandole i capelli mentre lei sorrideva ringraziandola.
Alla fine, Lily fu quella che ricevette meno regali di tutti: un libro sui luoghi più magici del mondo da parte di James e Sirius, un biglietto per il concerto delle Sorelle Stravagarie da Marlene, vestiti dai suoi genitori e un paio di vecchi stivaletti smessi da Petunia, orrendi.
“Ecco, aspettate… questo è per te James, questo per Sirius e… ecco il tuo Marlene” disse sorridendo porgendo ai tre dei bei pacchetti grandi.
Tutti e tre scartarono e con loro Borea si era superata: aveva regalato loro i biglietti per la coppa del mondo di Quidditch per la prossima estate, in tribuna d’onore.
“Santo Merlino Borea! Grazie, è fantastico!”
“Sei la cugina migliore del mondo!”
Lily rimase in silenzio timidamente. Era un po’ invidiosa, anche a lei sarebbe piaciuto andare, non aveva mai visto una partita di Quidditch all’infuori di quelle ad Hogwarts.
“Scusa cara, non sapevo che cosa ti piacesse. Ecco questo è per te” disse Geraldine risvegliando Lily dai suoi pensieri mettendole di fronte un pacchetto.
Lily lo aprì e trovò una graziosa collanina con un ciondolo in cui era disegnato il suo patronus, una cerva, e lo trovò bellissimo.
Il cervo si muoveva all’interno del ciondolo e spariva ogni tanto.
“E’ davvero bellissimo, signora Potter… grazie” disse Lily sorridendole.
Il resto della giornata trascorse tranquillo e in un clima totalmente allegro se non per il fatto che Borea sembrava non aver preso per nulla a genio Lily e, anzi, la escludeva da quasi tutte le conversazioni.
Alla fine della cena Lily, dopo una giornata così, dichiarò di essere molto stanca e decise che sarebbe andata a dormire presto, nonostante l’invito di Geraldine e Andromeda a restare un po’ con loro.
Sparì dal salotto e salì di sopra in silenzio.
“Potevi essere più gentile Borea con quella ragazza. Sta passando il Natale con degli sconosciuti praticamente. Dovresti cercare di coinvolgerla, non di farla scappare!” esclamò Geraldine severa ma con un tono pacato.
“Mi dispiace ma non vedo perché dovrei trattare bene una che fino a un mese fa maltrattava mio cugino!” rispose Borea picchiando la mano sul tavolo.
“A me sta simpatica” disse una vocina da in fondo al tavolo e tutti si voltarono.
La piccola Dora sorrideva allegra con i capelli rossi dello stesso colore di Lily.
“Posso portargli il the, zia Geraldine?” chiese poi alzandosi dal tavolo e avvicinandosi alla signora Potter che le sorrise.
“Ma certo piccola. Attenta a non versarlo mi raccomando e… sii gentile” rispose la vecchietta porgendole una tazza.
 
 
 
TOC TOC
Lily aprì la porta e si trovò di fronte la piccola Ninfadora che le porgeva una tazza di the caldo e le si scaldò il cuore.
“Zia Geraldine ha fatto il the, tieni” disse dandole la tazza.
Lily la ringraziò e andò ad appoggiare la tazza sul comodino mentre la piccola entrava nella camera.
“Mi stai simpatica” disse Dora guardandola allegramente e facendo oscillare i piedini che non toccavano per terra dalla sedia. Era una bambina davvero molto piccola per la sua età.
“Oh anche tu sei molto simpatica Dora…” rispose Lily sorridendole allegramente.
“Mmm preferisco Teddy. Ma va bene, tu puoi chiamarmi Dora” replicò la piccola.
Dora continuò a fissarla ancora senza parlare ma facendo strani versi con la bocca.
“Tu sai perché l’altro amico di Jam e Sir non è venuto a trovarci?” chiese poi la piccola che probabilmente fino a quel momento aveva riflettuto se fidarsi o no di Lily.
“Chi, Remus?” domandò Lily curiosa.
La piccola annuì energicamente e disse: “Mi piace Remus. Da grande ci sposeremo e avremo tanti bambini”.
Lily rise di una risata cristallina e anche Dora esplose in un sorriso radioso.
“Oh Remus è con i suoi genitori. Forse verrà a trovarci fra qualche giorno” rispose Lily mentre alla piccola le si spalancavano gli occhi dalla gioia e i capelli diventarono di un bellissimo color smeraldo.
“Mi racconti una storia?” domandò Dora a una Lily che non si aspettava minimamente quella richiesta, ma comunque acconsentì e decise di raccontarle la favola babbana di Alice nel paese delle meraviglie.
A metà storia la piccola era caduta addormentata come un angioletto e proprio quando Lily chiuse il libro entrò James nella camera e Lily gli fece segno di fare piano.
“E’ così piccola… davvero dolce” sussurrò Lily guardandola con James al suo fianco.
“Sì molto anche se è una piccola peste. Vorrei essere spensierata come lei… “ rispose James in un sussurro guardandola anche lui.
Lily sorrise di un sorriso amaro, la guerra non era bella per gli adulti quanto per gli adolescenti e presto anche loro si sarebbero trovati a lottare.
James prese la piccola in braccio e la portò nella camera dove dormiva con i suoi genitori con Lily che lo seguiva.
Gli rimboccò le coperte e le accarezzò la guancia mentre Lily lo osservava attentamente appoggiata allo stipite della porta.
“Sarai un bravo padre, James…” sussurrò Lily sorridendogli dolcemente e andando verso la sua camera.
James rimase dov’era e sorrise fra sé e sé pensando che sarebbero stati buoni genitori l’uno al fianco dell’altra. Ma non disse nulla, non voleva rovinare quel momento così magico.
 
 
 
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“Vuoi?” domandò Sirius porgendo verso Marlene un pacchetto di sigarette babbane aperto.
Lei scosse la testa e disse: “No, grazie. Non ti fa bene nemmeno a te lo sai…”
Lui sorrise amaramente senza guardarla ma fissando un punto indefinito del giardino.
“I vizi non fanno mai stare bene…” disse lui “ma se andrò a combattere questa guerra, ho bisogno di qualche vizio”.
Marlene respirò forte e guardò nello stesso punto dove guardava il suo ragazzo.
“Combatteremo tutti insieme, fianco a fianco…” aggiunse seria con gli occhi leggermente lucidi.
Sirius annuì impercettibilmente.
“Sei una grande donna Marlene, davvero…” le disse sorridendo, non voleva che l’argomento guerra rovinasse quel momento così intimo tra loro.
“E tu un grande uomo Sirius. Non mi ero mai innamorata prima di qualcuno, poi sei entrato nella mia vita senza chiedere minimamente il permesso e hai cambiato la mia vita per sempre” disse continuando a guardare davanti a sé.
Lui respirò forte e la guardò: era la ragazza più bella che avesse mai visto.
“Allora facciamo in modo che il nostro sia un per sempre…” disse lui con un leggero sorriso sul volto.
Poi la prese e avvicinò le sue labbra a quelle di lei per darle il bacio più bello che poteva, voleva farla sentire amata.
E anche se quel Natale praticamente nessuno era stato con la propria famiglia, con i propri genitori, qualcosa di nuovo si era creato.
Qualcosa di così potente che nessuno di loro quattro era in grado di descrivere, di raccontare se non con i piccoli gesti.
Quello era il Natale più bello che avessero mai passato, un Natale che aveva portato alla creazione di legami indistruttibili, legami oltre il tempo e oltre qualsiasi cosa.
“Se il per sempre non esiste… bhè io ti regalerò sempre nuovi inizi” sussurrò Sirius all’orecchio di Marlene.
 
 
 
 
Note dell’autrice:
Ciao miei cari!
Capitolo molto denso di punti interessanti, o almeno spero!
Ora comunque vi spiego tutto in diversi punti:
GODRIC’S HOLLOW
Il fatto che Godric’s Hollow si trovi nel Suffolk è una cosa più o meno vera. Ho letto questa cosa su internet anche se non era un sito del tutto ufficiale quindi, se così non fosse, prendetela come una mia invenzione.
Se ci ho preso ben venga!
GERALDINE POTTER
È, ovviamente, la nonna di James da parte di padre, nome del tutto inventato.
La scelta del nome è ricaduta su Geraldine perché, come saprete, è il nome dell’attrice che interpreta Lily Evans da adulta nei film.
BOREA MCMILLAN
Personaggio del tutto inventato da me. Non è la vera cugina di James anche se lui la considera tale ed è una magizoologa.
La scelta del nome è data dal fatto che Borea era un personaggio mitologico greco personificazione del vento del nord e viene raffigurato con due volti.
Borea, che nel mio caso è femmina, viene infatti dalla Scozia, la parte più a nord per la precisione ed è un personaggio per così dire “bipolare” e più avanti avrete occasione di notare questa cosa.
LA FRASE FINALE
Probabilmente molti di voi l’avranno già sentita, anche se un po’ diversa. Comunque è una frase di Massimo Bisotti che io amo da morire.
NINFADORA TONKS
Naturalmente non so se effettivamente Dora abbia mai conosciuto James e Lily, ma io ho voluto immaginare di sì. Ed ho voluto anche immaginare che Dora, come ogni bambina, si sia affezionata molto a Lily.
Come ho detto, il capitolo è carico di nuovi input e informazioni, nonché sdolcinato.
Perdonatemi se ho esagerato con lo zucchero, ma ogni tanto ci sta.
Lily e James sono troppo carini nell’ultima scena e non sanno quanto diventerà realtà quello che dicono e pensano in quel momento. (lacrimuccia, sigh).
Lo stesso per Marlene e Sirius che sono anche loro adorabili, anche se purtroppo per loro il destino non gli regalerà una vita insieme.
Tutta la parte finale, spero vi piaccia, perché io ne sono profondamente innamorata. Ho voluto regalare una sorta di eternità che nasce proprio da questo Natale. Un Natale che li ha uniti tantissimo, in un modo che a parole non riescono a spiegare neanche loro stessi.
Spero abbiate apprezzato il tutto, nel frattempo vi abbraccio e vi ringrazio.
Un abbraccio, Lilylunapotter.
 
 
P.S. Vi lascio un’immagine di come immagino il personaggio di Borea McMillan, spero apprezzerete.


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Capitolo 13
*** Nuovo anno, stesse abitudini ***


13. Nuovo anno, stesse abitudini
 
 
I ragazzi erano seduti tutti e quattro a un lato del tavolo con Dora vicino, mentre i signori Potter, Geraldine, la famiglia Tonks e Borea dall’altro capo.
I genitori di James erano tornati proprio quel pomeriggio e, dopo cena, avevano detto che dovevano fare un annuncio importante.
Dopo aver sparecchiato si erano quindi tutti seduti intorno al tavolo della cucina e i quattro ragazzi e la piccola guardavano gli adulti in attesa.
“Ragazzi, come ben sapete, questi non sono bei tempi. So quanto volete festeggiare il Capodanno, ma vi voglio solo dire che nessuno sarà in vena di festeggiare. Perciò io e Dori abbiamo deciso che passerete capodanno con noi” annunciò Charlus Potter.
Era un uomo di cinquantacinque anni portati molto bene. Aveva i capelli neri e gli occhi color nocciola: James gli assomigliava tantissimo.
I ragazzi si guardarono allibiti eccetto Lily a cui non interessava minimamente dove avrebbe passato capodanno.
Quando tornava a casa per le vacanze, gli anni passati, non faceva chissà quali cose. Le amiche che aveva prima di entrare ad Hogwarts ormai non le vedeva da tantissimo e quelle poche volte in cui aveva preso parte alle rimpatriate si era trovata proprio fuori luogo.
Dall’altra parte, sua sorella Petunia non la coinvolgeva minimamente e questo a Lily andava benissimo.
“Non possiamo passare capodanno con voi. Insomma, siamo grandi!” sbottò James guardando prima il padre poi la madre, ma i due non sembravano minimamente intenzionati a ritrattare.
“Andiamo, magari potreste lasciarci a casa…” suggerì Sirius un po’ timidamente.
Ma anche questa volta i Potter furono irremovibili: ormai la decisione era presa.
“Io non ci vengo alla vostra stupida festa da vecchi!” sbottò James indignato scattando in piedi mentre Marlene cercava di farlo risedere con una mano.
“James, non ti permetto di rivolgere questo tono a me e tuo padre!” lo sgridò Dorea col dito alzato in direzione del figlio.
“James, cerca di capire. Non possiamo fare altrimenti. Non è sicuro che andiate a fare baldoria in giro. E poi come ti ho detto non ci saranno queste grandi feste” continuò Charlus senza curarsi di riprendere il figlio per il tono che aveva messo su.
“Per me va bene” disse tranquillamente Lily e Dorea si distese e le fece un gran sorriso pieno di approvazione.
“E poi ci saranno anche tanti altri ragazzi di Hogwarts. Le feste al Ministero non sono affatto così male” continuò Andromeda cercando di dare una mano a Dorea e Charlus.
“I mitici rampolli da ministero” sbuffò James alzandosi dalla sedia e uscendo dalla stanza.
“Molto bene, allora è deciso. Vi farò trovare i vostri abiti domani mattina pronti. Mi sono presa il permesso di scegliere per voi ragazze. Poi se ci sarà da fare qualche aggiustamento lo faremo all’ultimo” disse infine Dorea indicando la bacchetta.
 
 
 
Il pomeriggio del giorno dopo Lily e Marlene avevano subito provato i loro vestiti e Dorea si era rivelata una donna di gran gusto.
A Marlene aveva preso un abito rosso lungo molto, molto elegante che la faceva assomigliare tantissimo alla madre. Le dava un’aria fne ed elegante tipica della signora Mckinnon.
Per Lily, invece, aveva scelto un abito color verde smeraldo, lungo come quello di Marlene ma più stretto in vita. Lily lo trovò meraviglioso.
“Ragazze, come vi vanno i vestiti?” domandò Dorea infilando la testa dentro la camera e guardandole.
“A me va bene Dori, grazie è bellissimo! Lily credo abbia bisogno di accorciarlo un po” rispose Marlene per tutte e due.
In effetti Lily, non essendo molto alta, aveva l’abito che strisciava abbondantemente per terra.
Dorea spedì Marlene in bagno dove Andromeda avrebbe pensato all’acconciatura e rimase sola con Lily nella stanza.
“Grazie signora Potter per quello che state facendo per me. Ve ne sarò grata per sempre” disse Lily sorridendole.
“Oh figurati cara e… chiamami pure Dorea” rispose la donna cominciando a muovere la bacchetta accovacciata ai piedi di Lily.
Restarono in silenzio per un po’ mentre Dorea trafficava col vestito della ragazza poi Lily riparlò: “Siete una bellissima famiglia, James è molto fortunato”
“Oh ti prego di dirlo anche a lui! Secondo James siamo troppo severi, baggianate dico io. James è il nostro unico figlio, lo abbiamo avuto tardi e forse lo abbiamo viziato un po’ troppo. Lo dico sempre a Charlus ma… in fondo quando si ama qualcuno si può anche sbagliare. Un giorno capirai…” disse Dorea sorridendole e gesticolando con le mani.
“Ecco fatto, ora dovrebbe andar bene” aggiunse dopo un po’ alzandosi da terra e guardando il riflesso di Lily nello specchio di fronte a loro.
“Sei meravigliosa… ora capisco cosa intendeva James” disse Dorea facendole l’occhiolino e uscendo dalla stanza.
Lily rimase ancora a guardarsi allo specchio, fece due o tre giri sul posto e si sentì come mai prima: bella, libera e, soprattutto, a casa.
Dopo un’ora finalmente tutte le donne erano pronte nel salotto di casa e Andromeda spiegò a Lily e Marlene che era tradizione del ballo di capodanno che i ragazzi trovassero alla festa le loro accompagnatrici.
“Se ce l’hai un accompagnatore. Quest’anno il mio mi ha abbandonato” borbottò Borea che indossava un abito dorato lungo e morbido.
Arrivarono al ministero tramite smaterializzazione e le due ragazze, che non c’erano mai state, rimasero stupefatte.
“Io adoro la magia…” sussurrò Lily impercettibile guardando la grande sala.
In alto erano poste tantissime candele a mezz’aria, c’erano decorazioni natalizi e alberi lungo tutte le mura della sala e dall’alto cadevano piccoli fiocchi di neve incantati che però non bagnavano nessuna superficie quando si posavano e sparivano dopo pochi secondi.
Lily e Marlene andarono in cerca dei loro posti visto che per ogni posto a tavola c’era una piccola stella alpina con su scritto il nome su un petalo.
Si sederono e aspettarono che arrivassero anche James e Sirius e anche Remus che scoprirono essere invitato anche lui.
“Ragazze! Siete bellissime!” disse Remus alle loro spalle correndo ad abbracciarle.
“Remus! Sono così felice di vederti! Sei qui con i tuoi?” domandò Lily alzandosi per abbracciarlo.
“Oh no, i miei non sono invitati. Dorea ha messo gentilmente anche il mio nome nella lista” rispose Remus allegro sedendosi di fronte alle ragazze.
Pochi minuti dopo arrivarono anche James e Sirius che si sedettero vicino a Remus.
“L’unica cosa bella di questa festa è che dopo il cenone si fa quel gioco babbano… come si chiama Sirius?” domandò James allegramente inforcando un pezzo di pasticcio con la forchetta.
“Karaoke mi pare” rispose Sirius con la bocca piena. Quei due quando mangiavano diventavano dei veri animali, altro che animagus.
Mangiarono fino allo sfinimento visto che i loro piatti, proprio come ad Hogwarts, si riempivano magicamente non appena avevano finito quello che c’era prima.
I piatti sparirono magicamente lasciando la tavola completamente pulita e facendo apparire soltanto i calici e lo champagne per il brindisi.
“Molto molto bene! Ora che abbiamo le pance piene, in attesa della mezzanotte, come da tradizione abbiamo il nostro karaoke magico! Le regole sono sempre le stesse, quando il fascio di luce vi colpisce, dovete salire sul palco e cantare!” disse la voce di un uomo di nome Marty Lussus che doveva essere il Capo dell’ufficio per le feste e gli eventi magici.
Il primo ad essere colpito dal fascio di luce bianca fu un ometto seduto al tavolo con i signori Potter che intonò una canzone lamentosa che per poco non fece addormentare tutti gli invitati.
“Ehm… grazie signor Poppin. Proseguiamo” disse Lussus e il fascio di luce riprese a girare per la stanza.
Quello fu il turno di Ted Tonks che cantò una versione più moderna di una canzone delle sorelle stravagarie e James si annotò a mente di dire a Ted che non era proprio tagliato per il canto.
Il fascio di luce bianca riprese a girare per la sala e si fermò proprio sull’unica persona che probabilmente non aveva alcuna voglia di cantare: Lily.
“Forza Lily, non puoi rifiutare!” la spinse Marlene per farla alzare.
Lily si alzò tremante e costrinse Marlene ad accompagnarla fin sotto il palco.
“Cara che cosa vorresti cantare?” domandò Lussus con un sorriso larghissimo che intimorì Lily ancora di più.
“Ehm…”
“Signore la mia amica non conosce nessuna canzone… magica. Potrebbe cantarci qualcosa di babbano?” domandò Marlene mentre Lily non sapeva assolutamente cosa dire.
Da piccola sua madre aveva provato a farle prendere lezioni di canto perché sosteneva che Lily avesse una bellissima voce, ed aveva anche ragione, se non fosse stato che la figlia era davvero troppo timida quando si trattava di cantare in pubblico.
“Oh ma certo! Meraviglioso! Perché non fate un duetto?” domandò allegramente Lussus mentre Marlene sbiancava
“Ehm… io veramente… “
“Ma certo! Marlene può suonare il pianoforte, è bravissima!” disse Lily allegramente.
Lussus non disse niente ma salì sul palco tutto baldanzoso e, puntando la bacchetta sl collo, disse: “Maghi e streghe, questa sera qui per voi un brano inedito, o meglio, babbano!”.
Con un gesto della bacchetta Marlene fece apparire due spartiti della canzone che le aveva suggerito Lily e poi si sedette al pianoforte mentre Lily si portava la bacchetta alla gola per amplificare la sua voce.
Tremante e con gli occhi di tutti puntati addosso, Marlene cominciò a suonare una melodia dolcissima.
Pochi
secondi e Lily cominciò a
cantare: “Heart beats fast/Colors and promises/How to be brave/How can I love when I'm afraid to fall/But watching you stand alone/All of my doubt, suddenly goes away somehow/One step closer”
Tutta la
salaguardava le due ragazze rapite e alcuni dondolavano la testa a destra e sinistra.
James e Sirius, che si erano avvicinati al palco e stavano in piedi prorpio li sotto di lato, le guardavano meravigliati: non avevano idea di questa dote nascosta delle ragazze.
I have died
everyday, waiting for you/Darling, don't be afraid, I have loved you for a thousand years/I'll love you for a thousand more” cantò Lily guardando James negli occhi proprio sotto di lei.
E ancora una volta quella guerra di sguardi provocò un brivido ad entrambi.
Nella sala alcune coppie si erano alzate avevano iniziato un ballo lento e dolce, compresi i signori Potter e Ted e Andromeda. Remus invece, poco più in là, ballava con Ninfadora che aveva i capelli color biondo cenere tenendola fra le braccia.
Alla fine della canzone ci fu un momento di silenzio di pochi secondi e poi tutta la sala scoppiò in un applauso scrosciante e alcuni addirittura gridarono  “Brave!”.
Lily e Marlene si alzarono e, dopo un breve inchino, scesero dal palco.
“Mio Merlino ma voi due siete fantastiche!” disse Sirius abbracciando Marlene alla vita.
James era immobile al suo fianco, sembrava che qualcuno gli avese appena dato una botta in testa e ciò fece ridacchiare Lily sonoramente.
Dopo un’oretta circa, finalmente venne il momento del discorso di fine anno che veniva tenuto, come ogni anno, dal ministro della magia, Harold Minchum.
“Buonasera, signori e signore! Quello che ci lasciamo alle spalle è un anno duro per molti versi ma confido voi sappiate quanti miglioramenti stiamo facendo! Il mondo magico non deve temere, siamo al sicuro e io farò in modo che lo siate per molto. Vorrei salutare l’anno che se ne va e brindare all’anno nuovo che, spero, sarà per tutti un anno meraviglioso!” disse il ministro dal palco alzando in alto il suo calice.
“Baggianate, al sicuro un corno…” sussurrò Charlus Potter alla moglie seduta al fianco alzando anche lui il suo calice.
“sei… cinque.. quattro… tre…” gridarono tutti in coro guardando verso il palco da cui già partivano tantissime scintille.
Allo scattare della mezzanotte Sirius prese Marlene e le diede un bel bacio e James al suo fianco fece lo stesso con Lily che, anche se imbarazzata di farlo davanti a tutti, ricambiò.
E poi la festa continuò fino a tarda notte.
 
 
 
***************************
 
 
“Mi raccomando ragazzi, non cacciatevi nei guai! Ci vediamo presto!” disse Dorea abbracciando i ragazzi che erano pronti per ripartire per la scuola.
Il resto della famiglia, compresa Borea, erano tutti già usciti per il lavoro.
“Oh dimenticavo. Lily cara, vienici a trovare quando vuoi, sei la benvenuta!” aggiunse Dorea gridando dalla porta di casa verso il vialetto mentre i ragazzi andavano alla passaporta in un vicolo lì vicino.
Il ritorno a scuola fu pesante per tutti perché nessuno si era dato così tanto da fare con i compiti durante le vacanze e perciò il pomeriggio dopo il ritorno tutti andarono in biblioteca a studiare.
“James, a che punto sei con il tema di pozioni? Dobbiamo consegnarlo domani. Hai scritto la tua parte così la riguardo?” chiese Lily sbuffando con la testa appoggiata sui gomiti.
Era l’unica tra tutti ad aver finito i compiti delle vacanze e anzi, si era portata avanti e aveva iniziato a studiare il capitolo non ancora spiegato di Difesa contro le Arti Oscure.
“Sì Lily, ecco tieni” rispose James passandole un foglio di pergamena che subito Lily iniziò a scorrere con gli occhi.
“Ragazzi… guardate” sussurrò Marlene seduta accanto a Lily indicando un punto alle spalle di James, Sirius e Remus.
Piton stava parlando piano ma concitatamente con Avery e Mulciber indicando con un dito fuori dalla finestra. James e Sirius si guardarono e con un cenno d’intesa il primo si alzò e sparì dietro una libreria sotto lo sguardo curioso degli altri.
 
 
James era corso dietro la libreria più vicina e si era infilato di fuga il mantello dell’invisibilità.
Aveva percorso il corridoio ed era sbucato proprio vicino a dove i tre stavano parlottando. In silenzio si mise ad a.scoltare
“Dovevate fare da pali! Dovevate controllare che nessuno entrasse nella foresta! Come avete fatto a non vedere quello zoticone di Hagrid che si avvicinava?” disse piano Piton continuando ad indicare la foresta fuori dalla finestra.
“Perché non lo fai tu il palo, Severus? Visto che sei tanto bravo!” rispose Avery scocciato.
Ma Piton non apprezzò affatto la risposta, e James lo vide tirare fuori la bacchetta dalla lunga veste nera e verde della scuola.
La puntò sul petto di Avery che alzò le mani spaventato e guardò Mulciber in cerca d’aiuto.
“Come faccio a farli entrare se ci siete voi due che non mi date una mano?” sbottò Piton.
“Sono solo delle…” cominciò Avery ma James non seppe mai di che cosa stava parlando l’altro perché proprio in quel momento, da uno scaffale, spuntò Madama Pince arrabbiatissima.
“Che diavolo state facendo qui, voi tre?!” sbottò con gli occhiali sulla punta del naso “Fuori subito. Duellare in biblioteca, per Merlino… fuori!”
Piton rimise subito la bacchetta sotto la veste e, insieme agli altri due serpeverde, uscì dalla biblioteca nervosamente.
James non si diede per vinto e li seguì fuori sperando che i tre finissero la loro conversazione in privato.
E fu così ma James non riuscì mai a sapere cosa si dissero perché i tre decisero che il luogo sicuro per parlare era la loro sala comune.
Così tornò di filato in biblioteca dai suoi amici che intanto avevano ripreso a studiare.
“Che cosa hai sentito?” chiese subito Marlene curiosa.
James raccontò loro lo squarcio di conversazione udito poco prima ma nessuno sembrava saper dire che cosa quei tre volessero far entrare nel castello.
“Forse altri mangiamorte?” ipotizzò Lily mordicchiando la sua piuma.
“Impossibile. Temono Silente quanto Voldemort, sarebbe un suicidio per loro” rispose Sirius scuotendo la testa e James fu d’accordo con lui.
“Magari non stavano facendo niente di così grave e stavano organizzando qualche stupido scherzo da serpeverde…” disse allora Marlene alzando le spalle.
Ma anche questa volta i malandrini non furono d’accordo e Remus disse: “Quando i serpeverde parlano in quel modo, stanno facendo qualcosa di davvero losco…”
“Già e poi non sono capaci di organizzare scherzi divertenti quelli” aggiunse James serio pur avendo detto una stupidaggine bella e buona.
Continuarono a immaginare a lungo che cosa stessero organizzando i serpeverde ma niente di quello che ipotizzavano poteva essere plausibile così, alla fine, contro le proteste di Lily e Remus, decisero che a turni, i malandrini avrebbero spiato i nemici per capire che cosa stavano tramando.
Per giorni non riuscirono a cavare nulla dagli squarci di conversazioni origliate dai serpeverde ma finalmente a metà della settimana dopo, Sirius tornò con buone notizie.
Avevano deciso che di questa faccenda era meglio non parlare con tutti e perciò si occuparono delle indagini soltanto i malandrini (eccetto Peter che non sembrava minimamente dispiaciuto), Lily e Marlene.
Sirius entrò trafelato in sala comune e si fiondò verso le poltrone davanti al camino dove si trovavano i suoi collaboratori.
“Buone notizie. Abbiamo qualcosa…” sussurrò piano e tutti si strinsero più vicini a lui per ascoltare meglio “Sono oggetti, quelli che vogliono far entrare a scuola. Non sono persone e questo credo sia un bene da un lato. Ma non so che oggetti siano, non lo hanno detto”
“E non hanno detto come fanno per farli entrare nei confini della scuola?” domandò Lily curiosa e seria.
Sirius scosse la testa e, come la settimana prima, tutti iniziarono a spremere le meningi per capire in che modo un oggetto potesse essere introdotto a scuola senza però allontanarsi troppo da essa.
Avevano infatti appurato che Piton non poteva allontanarsi per molto tempo perché la cosa, pur avendo i suoi fedeli pali, non sarebbe passata di certo inosservata ai professori.
“Ragazzi… io penso che dovremmo dirlo al preside” disse Lily solennemente volgendo le mani verso il fuoco acceso.
“Stai scherzando? E che cosa vuoi dirgli? Scusi preside Piton e i suoi amichetti vogliono portare qualcosa a scuola ma non sappiamo né cos’è né come lo vogliono portare” disse Sirius facendole il verso mentre lei sbuffava. Effettivamente andare dal preside senza prove concrete non era proprio una buona idea.
E, se per caso i serpeverde avessero sospettato che loro cinque stavano indagando sui loro affari, probabilmente la cosa non si sarebbe conclusa bene.
“Potremmo usare il veritaserum e chiederglielo noi stessi…” suggerì Marlene dubbiosa ma naturalmente quella non era una buona idea.
“Bhè qualcosa ci sarebbe ma… è molto rischioso, molto, molto rischioso. Rischiosissimo oserei dire. E se ci becc…” cominciò Lily prima di essere interrotta dallo sbuffo di James.
“Lily vuoi arrivare al punto o no?!” sbottò poi il ragazzo.
“Se ci beccano siamo morti. Comunque c’è la pozione polisucco ma… non so…” continuò Lily senza convinzione.
Tutti si guardarono in silenzio per un momento, i volti che trasmettevano idee contrastanti.
“Non credo sia una buona idea Lily…” disse Remus.
“Ma tu sei un genio Lily!” disse invece Sirius.
“Lily, tu e Remus avete l’incarico di preparare la pozione, se lo facessimo noi verrebbe un disastro. Noi ci occuperemo dei capelli e di mettere fuori gioco Avery e Mulciber il tempo necessario per interrogare Piton” disse Sirius piano per non farsi sentire.
“Sentite… se questa volta ci beccano, ci sbattono fuori” sussurrò Remus preoccupato.
Sirius e James sbuffarono e Lily invece annuì d’accordo con Remus.
“Ramoso credo che la tua ragazza starebbe bene insieme a Remus…” disse Sirius ridacchiando a James che era diventato paonazzo e stava protestando per quello che l’amico aveva appena detto.
 
 
 
La pozione polisucco era, naturalmente, molto complessa da fare e Lily e Remus sapevano che ci sarebbe voluto almeno un mese perché fosse pronta e utilizzabile.
Avevano deciso che l’avrebbero preparata nella stanza delle necessità dove nessuno avrebbe potuto trovarla, anche se inizialmente l’idea era di farla nel bagno del dormitorio dei ragazzi.
Ma Peter e gli elfi domestici avrebbero potuto vederla in qualsiasi momento e la voce poteva spargersi, così alla fine furono tutti d’accordo nel prepararla nella stanza delle necessità.
Lily e Remus si erano dati dei turni per andare a controllarla e per aggiungere gli ingredienti al momento giusto e Marlene si era presa la briga di dar loro una mano, anche se non era bravissima in Pozioni.
Intanto James e Sirius avevano ideato un piano infallibile per mettere ko almeno per un’ora i due bracci destri di Piton.
Il piano consisteva nell’aspettare che i due fossero soli nel corridoio dei sotterranei che portava alla loro sala comune e poi, da sotto il mantello dell’invisibilità James e Sirius li avrebbero schiantati e rinchiusi nello stanzino delle scope.
Naturalmente, sarebbe stato molto difficile riuscire a trovare un momento in cui i due non fossero alla presenza di Piton, e quella era una falla nel piano a cui ancora non avevano trovato risposta.
Ma una sera, pochi giorni prima del 30 gennaio, Sirius sembrò avere l’idea perfetta e la stava proponendo a tutti seduto sul suo letto.
“Lily, devi distrarlo tu. Piton non si insospettirebbe solo se avesse momentaneamente da fare con te. Devi farlo giusto per pochi minuti, il tempo di permetterci di prendere le sembianze di Avery e Mulciber…” disse Sirius mentre Lily scuoteva la testa vigorosamente e protestava.
“Non ho alcuna intenzione di fare questa cosa. Scordatelo Sirius, neanche per idea!” sbottò Lily scocciata guardando James e sperando che lui le desse man forte.
“Sirius magari dovremmo trovare un altro modo. Non possiamo costringere Lily a fare questa cosa… “ disse James all’amico.
“Sentite… il tempo passa e ormai la pozione è quasi pronta. Già abbiamo dovuto aspettare un mese e Merlino solo sa quanti progressi avranno fatto i serpeverde con il loro piano. Non vi va bene la mia idea? d’accordo, ma allora sbrighiamoci a trovare qualcosa che funzioni” ribattè Sirius scocciato ma con serietà.
Iniziarono di nuovo tutti a pensare ad un buon diversivo che allontanasse Piton dai suoi amici ma qualsiasi cosa sembrava troppo banale.
E Piton non era uno stupido, o uno zuccone, come i suoi due amici, anzi era molto sveglio e avrebbe subito sospettato se lo avessero allontanato in un modo troppo scontato.
Il diversivo doveva essere architettato nel modo migliore e meno sospettabile di tutti.
“D’accordo…” disse Lily ad un tratto e tutti la guardarono “E’ l’unico modo. Qualsiasi altra soluzione rischia di farci scoprire. Facciamo che mentre tornano dalla cena io blocco Piton con qualche scusa e voi state pronti a schiantare e prendere il posto di Avery e Mulciber. Ma badate bene a non farvi vedere, se quei due vi riconoscono, quando si risveglieranno diranno tutto a Piton e allora saremo in guai seri”.
“Sei sicura di volerlo fare Lily?” domandò James avvicinandosi a lei che annuì con convinzione.
“Bene, allora è deciso. Per quando sarà pronta la pozione?” domandò Sirius guardando Lily e Remus.
“A metà della prossima settimana penso andrà bene…” rispose Remus.
“Molto bene. Ora scusateci ma io e James abbiamo da organizzare una festa!” disse Marlene scattando in piedi sotto lo sguardo curioso di Sirius e Remus.
“Ancora con questa storia voi due? Davvero, non la voglio una festa, non me ne frega proprio nulla…” sbottò Lily contrariata mentre Sirius e Remus ora capivano di che cosa si stava parlando.
“Lil, ne abiamo già parlato. Diciotto anni sono un traguardo importante nella vita. E tu sei quella che diventa maggiorenne per i babbani per prima fra noi, quindi hai diritto alla festa più fantastica, meravigliosa, megagalattica, di tutta Hogwarts!” esclamò Marlene con il dito puntato verso l’alto ricordando una paladina della giustizia.
Detto ciò, lei e James uscirono dalla camera e anche dalla sala comune.
 

 

 
Note dell’autrice:
Ciao miei cari! Eccomi con il nuovo capitolo, sono stata rapida lo so.
Non voglio dilungarmi troppo, ho poche cose da dire, giuro!
Per prima cosa devo naturalmente dire che il personaggio di Marty Lussus, capo dell’ufficio per le feste e gli eventi magici, è assolutamente di mia fantasia. Così come il ruolo che ricopre.
La scena di Lily che canta la canzone è una specie di “serenata” e ho voluto che fosse lei a farla a lui proprio per sottolineare ancora di più quanto siano una coppia, come dire, fuori dagli schemi.
E la canzone naturalmente è A Thousand Years, di Christina Perri.
Per quanto riguarda invece il nome del ministro della magia, Harold Minchum, è proprio quello ufficiale scritto dalla Rowling, in carica nel 1978.
Spero che tutto il resto sia chiaro e come al solito, se vi va, lasciatemi qualche parere.
Un abbraccio, Lilylunapotter.

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Capitolo 14
*** Due giorni di fuoco ***


14. Due giorni di fuoco
 
 
Lily ancora non ci poteva credere che, alla fine, Marlene era riuscita a mettere su una festa con i fiocchi per il suo diciottesimicompleanno.
Aveva dovuto accettare per forza che lei e James le organizzassero questa festa, anche perché, Marlene non era di certo una che si comprava facilmente.
Quel giorno, il trenta gennaio, era il compleanno di Lily ed era un venerdì soleggiato.
Aveva ricevuto un sacco di regali, cosa mai accaduta prima di quel momento, tra cui: un orologio molto costoso dai suoi genitori, una vecchia coperta da Petunia, un pacco di cioccorane da Hagrid, una copia del volume Tutti i segreti magici per capelli ribelli da Marlene e Alice e un album fotografico magico dai tre malandrini che, al momento, conteneva una sola foto di loro quattro con Lily e una di Lily Marlene e Alice.
James aveva detto a Lily che anche lui le aveva fatto un bel regalo, ma che glie lo avrebbe dato a tempo debito, anche se Lily era convinta che lui non le avesse fatto niente in realtà.
Stava giusto uscendo da sola dalla sala grande dopo la cena per andare a cambiarsi per la festa quando andò a sbattere contro qualcuno di molto grosso e cadde a terra.
Anche all’altro malcapitato non andò bene, infatti cadde a terra pure lui.
Dopo essersi scostata i capelli da davanti alla faccia, guardò il suo assalitore che scoprì essere il povero, grassoccio Peter Minus.
“Peter!” esclamò Lily mentre si rialzava e gli porgeva la mano inutilmente data la stazza del ragazzo.
“”Oh, Lily… ehm che ci fai qui? I-i-io non stavo facendo niente… te lo assicuro. Stavo andando… ehm… in sala comune…” balbettò Peter in maniera poco chiara e confusionaria.
Lily lo osservò con un sopracciglio alzato: Peter non le era mai andato così tanto a genio.
In effetti a scuola nessuno capiva cosa, uno come Peter, potesse avere a che fare con i malandrini.
“Veramente la sala comune è per di là, Peter. Ma comunque… ti senti bene? Sembri pallido” chiese Lily scrutandolo curiosa e avvicinandosi.
Lui la spostò di lato con malo modo e fuggì via gridando solo “Devo scappare”, e lasciando Lily sbigottita.
 
 
 
Marlene si stava guardando allo specchio da dieci minuti girandosi da un lato e dall’altro di tanto in tanto.
Aveva scelto un vestito verde che cadeva morbido senza risaltare troppo le sue forme perché da quando stava con Sirius, il suo abbigliamento era decisamente cambiato.
E questa era una cosa per cui Sirius si lamentava spesso.
Lily entrò nel dormitorio senza dire nulla e appoggiò la borsa sul letto, ancora troppo concentrata sulla conversazione che aveva avuto poco prima con Peter.
“Ma ciao mia bella festeggiata, perché quel muso lungo?” domandò Marlene sedendosi sul letto accanto alla rossa.
“Oh… ho avuto una strana conversazione con Peter. Sembrava come se lo avessi colto in flagrante a fare qualcosa che non avrebbe dovuto fare…” rispose Lily seria.
“Oh ma figurati, Peter… avrà rubato dalle cucine e si sentirà in colpa” ridacchiò Marlene tornando a specchiarsi.
“Oppure avrà preso una T in Difesa contro le Arti Oscure” urlò Alice da sotto la doccia.
Lily non era affatto convinta delle loro spiegazioni ma comunque doveva prepararsi per la festa, non aveva tempo di pensare a Peter Minus.
Alle otto in punto Lily e Alice si diressero verso la stanza delle necessità, ben nascoste sotto al mantello con James e Frank. Marlene era andata al giro prima con Sirius.
“Ancora auguri Lily, non ci posso ancora credere che sei maggiorenne anche per i babbani!” disse Frank che sembrava ancora più estasiato di tutti gli altri.
Lily lo ringraziò e proprio in quel momento arrivarono davanti alla porta della stanza dietro cui sparirono Frank e Alice, lasciando Lily e James fuori sotto il mantello.
“Lily, aspetta. Vorrei darti il mio regalo. Ecco tieni… “ disse James d’un fiato mettendole in mano un sacchetto fiorato con stampati dei gigli.
Lily lo aprì con delicatezza e scoprì che al suo interno erano contenuti tre oggetti: la foto di sua sorella con un uomo, una lettera e un altro pacchetto.
“Ehm… prima la lettera” sussurrò James nervoso.
Lily la aprì e lesse:
Cara Lily,
ci manchi tantissimo. Io e papà abbiamo avuto tanta paura quella notte, ma per fortuna il signor Silente ci ha aiutato.
Ti scriviamo questa lettera per una questione molto importante di cui abbiamo discusso molto a lungo.
Vogliamo che tu ci venga a trovare al più presto e per questo abbiamo chiesto al professor Silente il permesso che, ci è stato accettato!
Il tuo amico James è stato così carino a cercarci per questa tua sorpresa di compleanno, deve essere un ragazzo adorabile!
Proprio per questo, se a lui va, vorremmo invitare anche lui a trascorrere con noi qualche giorno durante le vacanze di Pasqua. Naturalmente con il permesso dei suoi genitori.
Papà ha insistito tanto che ti mandassi anche una foto di tua sorella con il suo nuovo fidanzato, ci tiene che anche tu sia al corrente di questa lieta notizia.
Spero non la prenderai male, ma so che tu vuoi bene a Petunia e in fondo te ne vuole anche li.
Aspettiamo una tua conferma della presenza di James per Pasqua e ti facciamo tanti, tantissimi auguri, di buon compleanno.
Speriamo di averti regalato un sorriso in questa giornata, un abbraccio.
 
Mamma e Papà
 
 
James restò in silenzio per tutto il tempo in cui Lily lesse la lettera, e anche quando lei guardò la foto, poi cominciò a pensare di aver avuto una pessima idea a mettersi in contatto con i genitori di lei.
Lily alzò lo sguardo e lo guardò con un sorriso a metà tra il felice e il malinconico, poi chiese: “Allora, mi accompagnerai ad affrontare mia sorella?”.
James la abbracciò stretta e le diede un bacio fra i capelli, non vedeva l’ora di accompagnarla!
“Vai apri anche l’altro pacchetto…” disse James porgendoglielo e osservandola mentre lei lo scartava.
Gli occhi di Lily si illuminarono di una gioia immensa quando vide la catenina con il ciondolo che James le aveva regalato: una piccola pietra verde che, sul dietro, aveva incisa la frase “Forever, together”.
“E’ bellissima…” sussurrò Lily quasi impercettibilmente prima di dare a James un bacio dolce.
Entrarono nella stanza delle necessità e trovarono tutti gli invitati che ballavano in mezzo alla pista scatenati, così si fiondarono in mezzo alla mischia alla ricerca disperata dei loro amici.
Pochi minuti dopo, trovarono Marlene che trafficava furiosamente con la torta, cercando di farla stare nella giusta posizione per le foto.
“Oh ragazzi siete arrivati. Sirius è già scappato a bere. Mai che mi aiuta. Comunque Lily mettiti qui dietro, facciamo le foto…” disse Marlene sparendo senza dar loro il tempo di parlare.
Lily andò a posizionarsi dove Marlene le aveva indicato e nel frattempo Marlene aveva fatto spegnere la musica e radunato tutti davanti al tavolo.
Scattarono almeno una ventina di foto di cui praticamente soltanto tre Lily conosceva i soggetti, poi, d’un tratto, il caminetto in un lato della stanza si illuminò di fiamme verdastre e ne comparve una figura tutta sporca di fuliggine e annerita.
“Logan?!” strillò Marlene rivolta al ragazzo che si stava pulendo e correndo verso di lui.
Logan Nott era il migliore amico di Marlene e aveva finito la scuola tre anni prima per diventare poi auror.
Era un ragazzo dalla bellezza regale: capelli biondissimi e occhi di un azzurro tendente al grigio e, inutile dirlo, durante i suoi anni a scuola era stato molto ambito tra la popolazione femminile.
Lily stessa aveva avuto una cotta passeggera per lui, così come Marlene anche se Lily, fino a poco tempo prima era convinta che a Marlene piacesse ancora.
“Ciao dolcezza!” gridò Logan abbracciandola forte e dandole un bacio sulla testa. Poco più in là, nascosto nell’ombra, Sirius osservava la scena accigliato.
Lily si avvicinò ai due e salutò Logan cordialmente facendo poi gesto a Marlene che qualcuno la stava osservando attentamente.
“Oh Lily, figurati se Sirius è geloso! Non lo è stato mai fino ad ora!” borbottò Marlene prima di riprendere rivolta a Logan “Vieni, vieni a bere qualcosa sono così felice che sei qui!”.
Tutti gli invitati ripresero i festeggiamenti e Lily andò vicino a James e Remus guardando preoccupata l’amica allontanarsi.
Si fidava di Marlene, certo, ma non era del tutto sicura che rivedere Logan le potesse fare bene in qualche modo.
Poi il suo sguardo si soffermò di nuovo su Sirius che era appoggiato con i gomiti ad un tavolo e guardava la sua ragazza da lontano di sottecchi, sorseggiando qualcosa di molto, molto alcolico.
“Ragazzi, credo che avremo un bel da fare stasera…” annunciò Lily guardando poi Sirius che lasciava la sua postazione dirigendosi verso Marlene e Logan.
 
 
 
“Ciao…” disse Sirius avvicinandosi alla sua ragazza e a quel tipo.
Non gli piaceva proprio per niente, soprattutto non gli piaceva come guardava la sua ragazza.
“Oh Sir! Ti presento Logan. Te lo ricordi gli anni scorsi veniva ad Hogwarts…” disse Marlene abbracciando l’amico e appoggiandogli una mano sul petto.
“E chi se lo dimentica…” rispose Sirius guardando fisso negli occhi il ragazzo e tirando Marlene ad abbracciare lui.
I due si guardarono intensamente per un momento che sembrò interminabile mentre Marlene, poco più in basso rispetto ai loro volti guardava prima l’uno poi l’altro.
“Qual è il tuo problema?” domandò Logan ad un certo punto con un ghigno sul volto.
“Si da il caso che Marlene sia la mia ragazza” rispose Sirius fermo.
“Bhè ti do una notizia Black, è anche la mia migliore amica…” continuò Logan imperterrito mentre nel frattempo si erano avvicinati a loro Lily, James e Remus.
Sirius rise amaramente poi fece per voltarsi e andarsene ma all’ultimo si voltò di nuovo verso Logan e gli lanciò un cazzotto dritto dritto sul naso.
Lily gridò e lo stesso fece Marlene correndo ad aiutare Logan che aveva il naso gocciolante di sangue e se lo stava pulendo con una mano.
Intanto James, Remus e Frank, apparso in quel momento, combattevano per tenere Sirius che non vedeva l’ora di scagliarsi di nuovo contro il biondo.
“Black non so qual è il tuo problema ma fatti curare. Vado a farmi un giro, a dopo Marl…” disse Logan andando via tra la folla che ora assisteva alla scena a bocca aperta.
“Sirius che cavolo ti prende!?” sbottò Marlene guardandolo fisso negli occhi.
Lui si liberò dalla presa dei tre amici e con due falcate arrivò a pochi centimetri dalla faccia di Marlene e le urlò contro: “Che diavolo prende a me?! Che diavolo prende a te! Sei tu che fai la scema con quello li!”.
Marlene non aprì bocca ma lo guardò scioccata dalle parole che aveva appena pronunciato, gli occhi spalancati e le braccia lungo i fianchi.
Poi fece una cosa che nessuno mai si sarebbe aspettato: alzò la mano destra e la stampò ben aperta sulla guancia di Sirius, facendogli voltare la testa da un lato.
La mano del ragazzo scattò a toccarsi la guancia e lei, prima che potesse dire qualcosa, prima di andarsene, aggiunse: “La prossima volta pensa di più alla tua ragazza piuttosto che all’alcool””.
E detto questo sparì dove poco prima era sparito Logan.
“Forza gente… ehm… la festa è finita. Tornate tutti nei vostri dormitori” disse Lily spegnendo la musica con un colpo di bacchetta e spingendo James verso Sirius che era esattamente nella stessa posizione in cui Marlene lo aveva lasciato.
 
 
 
“Sono andati via tutti?” domandò Lily a un Remus piuttosto stanco.
“Sì, ho appena riaccompagnato gli ultimi invitati nei dormitori. Gli altri?” domandò il ragazzo sedendosi su una poltrona accanto a Lily.
“James e Sirius sono praticamente spariti. Marlene è tornata un attimo fa per accompagnare Logan al camino e poi se n’è andata a letto. Frank e Alice saranno a divorarsi da qualche parte e… Peter non ho idea di dove sia” rispose Lily alzandosi in piedi per ricominciare a sistemare la stanza.
“Mi dispiace che alla fine tu debba sistemare il risultato della tua festa…” disse Remus alzandosi anche lui e aiutando la rossa come poteva.
Lily alzò le spalle senza voltarsi.
Restarono in silenzio a pulire ancora un po’, la sala era davvero un disastro e nonostante stessero usando la magia, sembrava che lo sporco, anziché diminuire, aumentasse.
“Sai Remus… a proposito di Peter. Stamattina l’ho trovato strano…” cominciò Lily smettendo di pulire e guardandolo.
Lui in tutta risposta si limitò a guardarla con le sopracciglia alzate.
“Intendo più strano del solito…” aggiunse Lily con un debole sorriso “Ci siamo scontrati e quando mi ha riconosciuta a iniziato a balbettare che non stava facendo nulla di male. Poi mi ha detto che andava in sala comune ma in realtà non era la direzione giusta, la sua”.
Remus la guardò un po’ incuriosito un po’ stranito ma alla fine le disse che probabilmente Peter si era perso e che quella era una cosa molto probabile, già successa centinaia di volte.
Lily fece spallucce e ritornò a pulire senza aggiungere nient’altro sull’argomento Peter anche se, secondo lei, quel ragazzo stava nascondendo qualcosa.
Quando finalmente la stanza fu completamente rimessa a nuovo i due, nascosti sotto il mantello, uscirono e si diressero fino alla sala comune, dove uscirono da sotto il mantello e si salutarono.
“Oh Lily… quasi dimenticavo. Per domani, per… il piano” disse guardandosi intorno furtivo “Io non so come sarà la situazione. Forse è meglio se Marlene non viene. Se quei due iniziano a litigare è finita e Sirius deve venire per forza per diventare Mulciber…”.
Disse tutto questo quasi con imbarazzo, non gli era mai piaciuto dare ordini agli altri e non gli piaceva affatto per così dire, ordinare, a Lily di fare qualcosa.
Tuttavia la rossa annuì con convinzione e Remus seppe di aver detto la cosa giusta.
Salirono tutti e due nei rispettivi dormitori senza sapere che la battaglia tra i loro amici non solo non era finita, ma anzi, non era proprio cominciata.
La mattina dopo infatti tutta la casa di Grifondoro, e probabilmente anche altre parti del castello, furono svegliate dalle urla di Marlene e Sirius in sala comune.
James scese le scale appena in tempo per udire distintamente Marlene lanciare qualcosa verso Sirius, qualcosa che andò in frantumi sulla parete.
“Brava, usa la violenza adesso. A parole non sai fare vero?!” urlò Sirius schivando un secondo oggetto volante.
“Oh oh… proprio tu parli di violenza. Non sono io che ho dato un pugno a Logan ieri sera!” rispose Marlene puntandogli un dito contro.
Lily spuntò sulle scale dietro a James con indosso ancora il pigiama e parlò, facendo sussultare James: “Non mi dire che hanno ricominciato, Santo Merlino”.
Poi si sporse di più e le sue speranze andarono a farsi benedire.
Restarono tutti fermi per altri cinque minuti e ormai le scale erano colme di spettatori incuriositi quando, finalmente, Lily si decise a fare qualcosa.
“Immobilus!” esclamò e i due suoi amici rimasero fermi così come una lampada da comodino che Marlene aveva appena lanciato in direzione del ragazzo, ferma a mezz’aria.
Lily scese le scale e prese la lampada con la mano sinistra mentre con l’altra teneva ancora ben stretta la bacchetta.
“Sentitemi bene voi due. Adesso vi lascio andare ma se vedo anche solo un altro oggetto volare o se sento delle grida disumane, vi giuro che vi tolgo dei punti. Adesso, Sirius tu vai con James e Marlene tu vieni con me” ordinò Lily rilasciando i due che continuarono però a guardarsi in cagnesco da lontano.
“E’ finita!” gridò poi Sirius prima di uscire dalla sala comune dietro a James che lo spingeva con il braccio destro.
Marlene guardò il punto dove era sparito con gli occhi un po’ lucidi dalla rabbia poi, si voltò e salì le scale fino al suo dormitorio, spingendo via i curiosi che ancora sostavano nelle scale.
 
 
 
Mezz’ora dopo  James, Remus e Sirius erano davanti alla sala comune di Serpeverde nascosti sotto il mantello mentre Lily stava per mettere in atto la sua parte di piano.
Si alzò dalla tavola di Grifondoro da sola seguendo Piton e i suoi due amici che stavano uscendo anche loro in quel momento.
Li seguì fino ai sotterranei e al momento giusto entrò in azione: “Severus!”.
Piton, Avery e Mulciber si voltarono di scatto ad osservare la rossa che stava ferma in mezzo al corridoio, e aspettarono che lei parlasse di nuovo.
“Posso parlarti?... ehm… in privato” disse ancora Lily mentre Piton faceva cenno ad Avery e Mulciber che era tutto apposto e diceva loro di andare avanti senza di lui.
Piton si avvicinò a Lily con gli occhi pieni di stupore misto a felicità. Non ci poteva credere che Lily volesse parlare proprio con lui, dopo due anni!
“Lily… io… oh dimmi” sussurrò Piton mentre Lily sentì la sua sicurezza vacillare pericolosamente.
Aveva deciso che avrebbe trattenuto Piton con una stupida scusa da caposcuola ma in quel momento non riusciva a dire nulla.
“Io… Severus… ieri è stato il mio compleanno” borbottò Lily insicura con gli occhi lucidi.
Era il secondo compleanno che passava senza Severus e questa cosa le faceva molto male, soprattutto perché il giorno prima era diventata maggiorenne nel mondo dei maghi.
Quel mondo di cui Severus le aveva parlato tanto prima di arrivare a scuola, prima ancora di ricevere la lettera per Hogwarts.
“Lo so. Lo so Lily. Io… mi manchi tantissimo” rispose Severus guardandola negli occhi.
Lily ricordò i tanti momenti passati insieme, le giornate di sole trascorse nel parco, i pomeriggi in biblioteca a studiare per gli esami. E decise che avrebbe tentato il tutto per tutto, avrebbe tentato l’impossibile.
“Severus, torna dalla parte giusta. Ti imploro di rivedere la tua posizione. Passa dalla parte del bene, passa dalla mia parte!” esclamò Lily prendendogli le mani fra le sue sperando di essere il più convincente possibile.
Il piano alla fine si stava rivelando qualcosa di utile anche per lei, l’ultima occasione per salvare il suo ex migliore amico da un destino nell’oscurità.
“Lily… io non posso. Lo sai bene, ho fatto la mia scelta! Credevo che… credevo che tu fossi qui per dirmi che tu volevi cambiare posizione. Io… sono stato uno sciocco” rispose Severus togliendo le mani da quelle della ragazza che rimase invece immobile con gli occhi lucidi.
“Mi dispiace…” sussurrò poi Lily e scappò via di corsa verso la sua sala comune, lasciando un Piton attonito in mezzo al corridoio.
 
 
 
“James, vuoi smetterla di muoverti, già stiamo stretti!” sibilò Sirius dando per sbaglio una gomitata a Remus invece che a James.
“Quelle erano le mie costole Sirius!” disse Remus sbuffando.
“Ragazzi…”
“Stupido idiota di una cane”
“Ragazzi…”
“Che diavolo vuoi Pete?!” sbottò Remus mentre il più grassoccio dei quattro indicava due figure che si avvicinavano chiacchierando.
In pochi minuti i due Serpeverde vennero schiantati a terra e James e Sirius li trascinarono dentro uno stanzino li accanto.
Strapparono loro alcuni capelli e tornarono sotto il mantello, buttandoli dentro le fiaschette che Remus aveva riempito di Pozione Polisucco.
In pochi secondi le loro facce si deformarono, le viscere si rivoltarono nello stomaco e quelli che prima erano James e Sirius, in un baleno diventarono Avery e Mulciber.
“Andate” sibilò Remus spingendoli fuori da sotto il mantello proprio nel momento in cui Piton voltava l’angolo del corridoio.
“Voi due, che fate?” sbottò Piton furioso.
“Noi… ehm non ci ricordiamo la parola d’ordine” disse incerto Sirius-Mulciber.
“Purosangue!” esclamò Piton arrivato davanti all’entrata e entrando dentro.
Si accomodarono su alcune poltrone, la sala comune, per fortuna, era vuota.
“Allora… ehm… hai trovato il modo di far entrare a scuola gli… gli oggetti?” domandò incerto James-Avery.
Piton li guardò incerto e dubbioso poi, di sorpresa chiese: “Strano che voi due non mi chiedete nulla di cosa voleva la sanguesporco”.
James-Avery strinse i pugni conficcando le unghie nella carne mentre Sirius, più controllato, rispose: “Già… che voleva quella… schifosa?”.
“Non sono fatti vostri, comunque. Per quelle cose… sapete benissimo che non so ancora come farli entrare” rispose Piton serio continuando a guardare strano quelli che dovevano essere i suoi due amici.
“Ma… a che cosa ti serviranno?” azzardò poi James-Avery.
Piton sbuffò contrariato, evidentemente Avery e Mulciber gli avevano già fatto quella domanda.
“Per gli… gli attentati stupidi idioti” sibilò in un soffio.
Sirius-Mulciber spalancò gli occhi mentre James-Avery cercava di contenersi nella sua reazione.
Si guardarono e solo in quel momento James si accorse che i capelli di Sirius stavano piano piano, crescendo facendo sparire i capelli a spazzola di Mulciber.
James sbarrò gli occhi mentre Sirius si toccò la testa spaventato.
“Io… ho ancora fame, torno in sala grande” disse Sirius scattando in piedi e dirigendosi verso l’uscita.
“Sì anche io… “ sbottò James seguendolo e sparendo via insieme all’amico lasciando Piton a gridare contro di loro.
Corsero veloci verso la loro sala comune e si accomodarono davanti al camino in attesa del ritorno degli altri.
 
 
 
Quando finalmente Remus tornò dopo aver fatto rinvenire Avery e Mulciber e dopo averli obliviati, James e Sirius  gli raccontarono il piano di Piton.
“Era molto sospettoso comunque Piton. Sembrava come se si aspettasse una trappola. Ma comunque non ci ha riconosciuto” disse alla fine del discorso James con la fronte corrucciata.
“Lily dov’è? Dovrebbe essere qui già da un pezzo” aggiunse Remus guardandosi intorno nella sala comune vuota.
“Nella mappa dice che è in riva al lago” disse Sirius scrutando la mappa del malandrino, forse anche per vedere dove si trovava Marlene.
In pochi secondi James era corso verso il parco ed era arrivato a sedersi vicino a Lily che aveva gli occhi rigati dalle lacrime.
“Ehi, piccola. Vuoi parlarne?” le domandò James abbracciandola e mettendole una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
Lei scosse il capo e si strinse di più nell’abbraccio di James mentre pian piano le lacrime sul suo volto si asciugavano.



Note dell'autrice:
Ciao ragazzi!
Eccomi con il nuovo capitolo, spero vi piaccia!
non voglio dilungarmi molto, penso non ci sia molto da spiegare.
l'unica cosa che voglio dire è che il personaggio di Logan Nott, naturalmente è completamente inventato.
vi lascio qui una sua foto, magari apprezzerete.
Grazie a tutti voi che leggete, un abbraccio.
Lilylunapotter



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Capitolo 15
*** Notte di luna piena ***



15. Notte di luna piena


Il brutto litigio tra Marlene e Sirius non migliorò di certo nei giorni a seguire.
Da una parte c’era Marlene che passava sempre più tempo in biblioteca per evitare di affrontare il discorso con Lily o Alice, dall’altra Sirius che vagava per i corridoi sempre più rabbuiato con il suo fan club che era tornato all’attacco.
Nella scuola, infatti, si era ormai sparsa la voce del brutto litigio che aveva portato i due ad una sottospecie di rottura, anche se la notizia reale della fine della loro relazione non era stata confermata da nessuno dei due.
Dopo il brutto litigio, pochi, a parte gli amici più vicini, si permettevano anche solo di nominare i loro nomi in presenza di uno dei due.
Quel giorno Lily aveva insistito talmente tanto con Marlene per andare ad Hogsmeade insieme a lei che, alla fine, la poveretta aveva ceduto ma non senza sonori sbuffi.
Alice, aveva rinunciato al suo appuntamento fisso con Frank per una giornata di puro relax tra ragazze, anche lei sbuffando naturalmente.
Ad Hogsmeade, si accomodarono in un tavolo alla Testa di Porco perché Marlene non voleva assolutamente essere soggetto di sguardi indiscreti e così si erano rinchiuse nello squallido pub a bere tre burro birre annacquate.
“Allora ehm… avete fatto il compito di Trasfigurazione?” chiese Lily titubante. Non aveva molti argomenti di cui parlare dato che Sirius era off-limits.
Ma, per sua fortuna, Alice era abbonata al club delle pettegole di Hogwarts e accorse in suo aiuto.
“Oh, ma lo sapete con chi sta Bones? Dai quello biondo del quinto anno di corvonero” cominciò Alice eccitata dal raccontare alle amiche lo scoop.
E mentre Alice continuava a blaterare cose senza senso su quanto, secondo lei, fosse stupido e arrogante Bones, a Lily venne in mente che la settimana dopo sarebbe stato il compleanno di Marlene.
“Marl, che ne dici di organizzare una festa per il tuo compleanno sabato prossimo?” domandò Lily entusiasta ma Marlene scosse subito la testa.
“Come no? Marl ti rendi conto che Lily ti sta proponendo di organizzare una festa. Lily! Lily il prefetto!” esclamò Alice che aveva smesso di parlare di Bones ed era più eccitata di Lily per la festa.
“No, ho già un impegno sabato prossimo” rispose Marlene seria.
Lily e Alice si guardarono intensamente poi guardarono di nuovo Marlene incuriosite. Che impegno poteva avere la loro amica il giorno del suo compleanno ad Hogwarts?
“Mi verrà a trovare Logan, ho già chiesto il permesso al preside. E’ già deciso mi dispiace. Magari possiamo pranzare insieme la domenica” continuò Marlene con un tono che non ammetteva repliche mentre le mascelle di Lily e Alice avevano praticamente sfondato il pavimento.
“Logan? Sul serio?” domandò Lily ricomponendosi.
Marlene annuì con decisione, alzando un sopracciglio. Stava arrivando una tempesta.
“Oh andiamo Marl. Vuoi peggiorare la situazione con Sirius?” sbottò Alice che, dicendo il nome del ragazzo, fece sobbalzare Marlene.
“Si da il caso che Black mi abbia scaricato. Che cosa significa per voi la frase ‘E’ finita?’. Per me significa che ci siamo lasciati dato che lui non si è rimangiato quello che ha detto. Perciò io festeggerò con Logan che vi piaccia o no” sbottò Marlene fucsia in faccia sbattendo i soldi sul tavolino e uscendo dal pub di corsa.
“Non può credere davvero che sia finita…” sussurrò Alice scioccata.
Lily annuì quasi impercettibilmente e alla fine anche loro due optarono per tornare al castello.
 
 
 
“Lily! Lily, ti stavo cercando!” gridò James correndo nel corridoio verso Lily e Alice.
“Tolgo il disturbo, ci vediamo dopo Lil” disse Alice sparendo dietro l’angolo.
“Io, Remus e Sirius abbiamo un nuovo piano. Abbiamo visto Piton più allegro del solito oggi e stamattina Sirius lo ha visto sparire nella foresta… di nuovo. Dobbiamo entrare nella foresta Lily, sono sicuro che ha trovato il modo per…” iniziò James parlando piano ma in modo molto agitato.
“Noi non faremo un bel niente James. Abbiamo infranto le regole abbastanza con questa storia. Quindi, data la pericolosità di quello che quei tre hanno in mente, noi andremo dritti dal preside, cosa che, tra l’altro, avremmo dovuto fare fin dall’inizio” lo interruppe Lily incamminandosi verso la sala comune.
“Lily! Dobbiamo andare fino in fondo non puoi tirarti indietro proprio ora. Per favore… ti giuro che dopo questa smetteremo di fare qualunque cosa e andremo dritti dal preside…” la implorò James guardandola con la faccia da cane bastonato.
Lily si morse un labbro nel riflettere poi alla fine disse un esasperato “E va bene…”, per poi riprendere verso la sala comune.
Quella sera stessa perciò Lily scese dal dormitorio per incontrarsi con i tre malandrini con cui si era alleata e, stretti tutti e quattro sotto il mantello sotto il quale stavano parecchio stretti, si incamminarono silenziosamente verso il parco, giù fino al limitare della foresta, poco lontano dalla capanna di Hagrid che sembrava un gigante nell’oscurità.
Fatti pochi passi verso la coltre di alberi, uscirono da sotto il mantello e con le bacchette sfoderate e illuminate iniziarono a percorrere il sentiero, alla ricerca di qualcosa di sconosciuto.
Dopo diversi minuti di cammino, si arrestarono alla vista di qualcosa di molto grande che stava a pochi metri dal percorso principale.
La cosa somigliava a un grosso blocco di legno squadrato, ma di certo non era un albero.
Si avvicinarono cautamente, con le bacchette sempre ben strette in pugno e osservarono lo strano oggetto.
Sembrava quasi un grande armadio sformato ma, naturalmente, era molto strano si trovasse lì, nel bel mezzo della foresta proibita.
“Io lo so cos’è questo. Questo è un armadio svanitore, ne sono certo. Ne ho visto uno uguale qualche anno fa con i miei genitori… da Magie Sinister.” Disse Sirius avvicinandosi per osservarlo meglio.
“Bhè, se si trova da Magie Sinister magari vogliono mandare degli oggetti dal negozio a qui per gli attentati” disse Lily avvicinandosi anche lei.
“Sono sicuro che è così…” disse James anche lui d’accordo con gli amici.
“Ma bravi, complimenti a voi piccoli grifondoro ficcanaso” disse una voce untuosa apparendo dall’oscurità e mostrando alla luce della luna Severus Piton, completamente solo.
“Piton!” gridò James puntando la bacchetta verso il ragazzo che fece lo stesso a sua volta.
In quel momento, una nuvola che copriva un po’ la luna, la liberò completamente e fu allora che Remus, alzando lo sguardo, si rese conto che era piena.
Tutti si resero conto della stessa cosa e il loro sguardo saettò dalla luna a Remus che, in pochi istanti, si era accasciato a terra e si contorceva dal dolore.
“Accidenti! Remus? Remus, perché non ci hai detto che c’era la luna piena!” sbottò James avvicinandosi all’amico che ormai si teneva la testa dolorante.
La schiena si curvò e il corpo di Remus Lupin cresceva sempre di più a vista d’occhio.
“Lily, Lily! Prendi Piton e scappate al castello, veloce! Scappate!” gridò Sirius mentre Lily indietreggiava spaventata.
Lei e Piton cominciarono a correre disperati verso il parco del castello con le bacchette ancora accese alla mano.
Sirius e James si trasformarono subito nei loro animagi proprio quando ormai Remus era diventato in tutto e per tutto un grosso e forte lupo mannaro.
Il lupo si prese qualche istante per assaporare gli odori umani attorno a lui, poi si voltò verso il sentiero da cui sentiva provenire l’odore umano dei due fuggitivi.
Si gettò in una falcata verso la stradina ma gli altri due gli si pararono davanti e, con le zampe e con le corna, cercarono di bloccarlo il più a lungo possibile.
Ma il lupo, dopo pochi attimi di feroce lotta, si divincolò e prese a correre verso il castello, seguito dai due grossi animali.
Quando arrivarono al limitare della foresta, il lupo vide distintamente due figure umane correre all’interno delle mura e prese a correre anche lui nella loro direzione con il cervo e il cane ancora alle calcagna.
 
 
 
Minerva McGranitt correva a perdifiato per i corridoi con i capelli sciolti dalla solita crocchia che le svolazzavano dietro e il professor Silente che, nonostante l’età avanzata, correva rapido anche lui.
Quando arrivarono all’ingresso videro Lily e Piton correre incontro loro e il preside, una volta che lo ebbero superato entrambi, vide il grosso lupo mannaro varcare la soglia.
L’incantesimo di protezione che i due insegnanti pronunciarono all’unisono fu talmente potente che, quando il lupo ci andò a sbattere contro venne rimbalzato all’indietro e sbattuto a terra con un sonoro tonfo.
La bestia si rialzò a guardare i quattro poi, quasi intuendo l’impossibilità dell’attacco, si volto e corse di nuovo verso la foresta.
Intanto, Sirius e James, dopo aver aspettato che il lupo fosse ben lontano, tornarono alle loro sembianze umane e poi entrarono nell’ingresso correndo come due furie.
“Santo Merlino, state bene?” domandò la McGranitt guardando tutti per assicurarsi che non fossero feriti.
“Nel mio ufficio, tutti, adesso” si limitò a dire Silente arrabbiato in un modo in cui probabilmente non era mai stato.
Tutti e quattro, insieme alla McGranitt lo seguirono silenziosamente, consci del fatto che probabilmente sarebbero stati tutti espulsi dopo quella notte.
L’ufficio del preside era pieno di strani aggeggi rumorosi che però, non appena entrarono, forse intuendo la rabbia del preside, sembrarono zittirsi di colpo.
“Questa notte avete combinato qualcosa di davvero grave. E non capisco, davvero non capisco come voi due” e indicò James e Sirius che si guardavano le scarpe “Abbiate potuto permettere una cosa del genere”.
Silenzio.
“Sono profondamente deluso in egual modo da tutti voi. Ora, se volete spiegarmi che diamine facevate voi tutti fuori dai vostri letti, ve ne sarei grato” finì il preside.
James, che fino a quel momento era rimasto in religioso silenzio alzò lo sguardo.
Quello era decisamente il momento in cui avrebbe dovuto raccontare tutto del piano di Piton, così cominciò a raccontare tutto quello che sapevano, stando ben attento a non menzionare il loro precedente piano.
Il preside e la professoressa ascoltarono in silenzio senza tradire alcuna emozione se non qualche sguardo preoccupato.
“Deduco che se lei, signor Piton, si trovava nella foresta, forse tutta questa storia raccontata dal signor Potter non è una bugia…” disse Silente e Piton rimase in silenzio, conscio del fatto che non aveva alcuna scusa plausibile.
“Molto bene. Ora, voi tre, siete in punizione per aver violato il coprifuoco e aver messo a rischio la vostra vita. Verranno tolti trenta punti ad ognuno di voi grifondoro. Quanto a lei signor Piton, verranno tolti cento punti alla sua casa per il suo assurdo piano, di cui metterò subito al corrente il ministro, ed è prevista la sua espulsione immediata. Ora fuori di qui” finì Silente guardandoli preoccupato e con l’aria stanca da dietro gli occhiali a mezzaluna.
 
 
 
Il giorno dopo tutti si chiedevano come fosse possibile che Grifondoro e Serpeverde potessero aver perso tutti quei punti in una sola notte e quando venne fuori che, fra i Grifondoro colpevoli c’era anche il caposcuola Lily Evans, tutti furono stupiti e amareggiati.
Il vero problema, per i Grifondoro, fu che la McGranitt aveva proibito loro di dire qualsiasi cosa riguardo al piano di Piton agli altri studenti, onde evitare caos inutile e perciò i compagni li guardavano così male che Lily era certa di doversi guardare le spalle.
Remus si era scusato con loro in tutte le lingue per aver sbagliato per la prima volta i suoi calcoli lunari ma nessuno dei tre aveva alcuna voglia di farlo sentire in colpa più di quanto non si sentisse già.
Andarono a pranzo e si accomodarono in disparte, vicino soltanto a Alice e Marlene che sembravano le uniche insieme a Frank e Peter a non avercela con loro.
“Dai ragazzi, recupererete sicuramente punti con la partita di Quidditch contro Corvonero della prossima settimana e nessuno si ricorderà più di questa storia” tentò di dire Alice per riportare un po’ più in alto il morale degli amici.
“Che ci fa lui qui?” domandò James serio guardando dritto alla tavola di Serpeverde dove, un trionfante Piton si sedeva vicino ai suoi amici.
Sirius e James scattarono in piedi e si allontanarono dalla tavola e poi dalla sala diretti all’ufficio del preside per chiedere spiegazioni al riguardo.
Il preside li fece accomodare con il volto ancora visibilmente stanco dalla nottata ma decisamente meno arrabbiato.
“Il signor Piton, mio malgrado, ha il coltello dalla parte del manico. Ha sì ammesso di aver messo in atto il piano di cui mi avete parlato ma, allo stesso tempo, ha detto che se fosse stato espulso, avrebbe rivelato a tutti quanto successo al vostro quinto anno e quanto successo ieri notte. Non ho potuto fare altrimenti” rispose Silente alla loro domanda.
“Ma preside, Piton voleva attentare alla vita di alcuni studenti! Non può permettere che rimanga!” esclamò Sirius indignato.
“Signor Black, permettere che Piton divulghi la situazione del signor Lupin significa che lui verrà cacciato da Hogwarts. Sapete cosa pensa la gente dei lupi mannari. Quanto a Piton, mi assicurerò personalmente che non commetta altri stupidi sbagli. Tanto per cominciare ho optato per vietargli le uscite ad Hogsmeade onde evitare che si metta in contatto con qualcuno all’esterno. Inoltre, sarà sorvegliato sempre da tutti gli insegnati, me compreso. Lo stesso trattamento verrà riservato al signor Mulciber e al signor Avery, suoi ovvi complici” rispose ancora Silente alzandosi dalla sua poltrona per congedarli.
I ragazzi uscirono dalla stanza come cani bastonati ma si fiondarono subito a riferire quanto appreso a Lily e Remus che rimasero anche loro sconvolti dalla notizia.
“E’ una cosa inaudita. Piton potrebbe trovare altri cento modi per portare a termine la sua missione” sbottò Remus.
“Già! Oh a proposito, la McGranitt mi ha detto che dobbiamo fermarci domani sera dopo le lezioni nel suo ufficio per la nostra punizione” disse Lily amaramente.
 
 
 
Note dell’autrice:
Ciao miei cari!
Eccomi con il nuovo capitolo.
Allora, come avevo detto alla fine la storia di Piton si è risolta, ma con riscontri non proprio positivi per i nostri malandrini e Lily.
Alla fine Piton e i suoi, pur essendo stati scoperti, non hanno subito chissà quali punizioni.
Per quanto riguarda Marlene e Sirius, che sono decisamente accantonati in questo capitolo, torneranno ad apparire nel prossimo capitolo però, vi avverto, la pace non è ancora vicina.
Spero che abbiate apprezzato questo capitolo e spero anche che lascerete un qualche parere, ne ho bisogno <3
Intanto vi lascio, a presto!
Lilylunapotter

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Capitolo 16
*** Partiamo dal per sempre ***


16. Partiamo dal per sempre
 
 
I giorni a venire non migliorarono affatto l’umore dei quattro ragazzi che, dopo aver scontato la punizione con la McGranitt, erano rimasti chini a studiare per recuperare i compiti tutta la settimana.
Nessuno parlò più della faccenda di Piton un po’ per rabbia un po’ per delusione.
L’unica che sembrava davvero allegra in quel venerdì mattina era Marlene che canticchiava ovunque andava.
“Posso sapere che cosa ti rende così felice?” domandò Lily sbuffando quando uscirono dall’aula di Incantesimi.
“Oggi è venerdì e domani verrà a trovarmi Logan” rispose Marlene seria facendo bene attenzione ad alzare la voce per farsi sentire da Sirius che camminava poco più avanti con James.
Per fortuna, Lily, aveva avuto la decenza di avvisare Sirius di quanto voleva fare Marlene e perciò, la reazione che lei tanto si aspettava non arrivò.
“Oh, fai come credi Marl. Sai come la penso…” continuò Lily salutandola e superandola per unirsi a James e Sirius.
 
 
 
“Sirius posso rubarti un attimino James. Dobbiamo parlare di una cosa molto, molto, molto importante. Vero James?” disse Lily a denti stretti facendo un sorrisetto amorevole che di amorevole aveva ben poco.
“Ahi ahi amico, che hai combinato?! Bhè ci vediamo dopo!” rispose Sirius andandosene ridacchiando rumorosamente.
James restò fermo a guardare Lily, con le spalle al muro e lo sguardo visibilmente terrorizzato. Quando Lily faceva un sorriso amorevole ben poco amorevole, era un pessimo segno.
“Lily, cara. Dimmi tutto..:” borbottò mentre Lily lo zittiva.
“Dobbiamo intervenire. Domani, per forza” disse Lily pensierosa grattandosi il mento.
“Su cosa?” domandò James senza riflettere e con un sopracciglio alzato.
“Ma come su cosa. Sirius!” esclamò Lily guardandolo negli occhi.
“Andiamo Lily, Sirius ormai è amico tuo. Non puoi volergli fare uno scherzo per la tua gelosia…” disse James ora più tranquillo senza sapere che non aveva capito proprio nulla.
“Gelosa? Ma che stai dicendo?” domandò Lily con la fronte corrucciata.
“Cara, lo so, lo so che passo troppo tempo con Sirius. Ma tu non devi essere gelosa, noi siamo solo amici, te lo assicuro” continuò James prendendole il viso fra le mani.
“Sei un completo idiota! Intendevo un piano per farlo tornare insieme a Marlene!” esclamò Lily liberandosi dalla sua presa e guardandolo disperata.
Sarebbe cambiato mai?
“Eh? Ooh! Ah… ehmm… non penso sia una buona idea Lil. Sirius non ama intromissioni sulle sue cose.
“E chi se ne importa! Dobbiamo fare qualcosa per loro, ci ringrazieranno! E tu mi aiuterai, punto. Al piano ci penso io tu devi solo farti trovare alle sette in sala comune con Sirius domani” disse Lily iniziando ad avviarsi per il corridoio.
“Lil ma a quell’ora si cena!” esclamò James indignato. Per lui la cena era un momento sacro della giornata.
“Alle sette di mattina idiota. Prima che Marlene se ne sia andata” continuò Lily ormai disperata.
“E come lo porto in sala comune alle sette di mattina di sabato?!” esclamò James fermandosi e con le braccia al petto.
“Senti Jam, non posso pensare a tutto io. Sei un malandrino, no? Applicati!” rispose lei scocciata riprendendo a camminare.
James lo sapeva, il giorno successivo qualcuno lo avrebbe ucciso. Non importava chi tra la sua ragazza e il suo migliore amico, ma qualcuno lo avrebbe ucciso.
Per tutto  il giorno, James cercò di essere gentile con Sirius in modo da non farlo arrabbiare troppo a causa del suo piano.
La sera andarono a dormire relativamente presto e James dormì poco a causa del suo imminente “tradimento” all’amico.
 
 
 
Alle sei e quarantacinque del sabato mattina, era in piedi accanto al letto di Sirius per cercare di svegliarlo.
“Sirius” lo chiamò. Niente.
L’amico continuava a dormire e russare profondamente con un braccio a penzoloni fuori dal letto.
“Ehm… Felpato… Sirius diamine svegliati devo dirti una cosa!” esclamò James facendo balzare Sirius a sedere sul letto, visibilmente preoccupato.
“Che vuoi James, non sono nemmeno le sette!” rispose con la voce impastata dal sonno e passandosi le mani sugli occhi.
James era completamente nel pallone, non aveva assolutamente idea di cosa potesse inventarsi per trascinarlo di sotto, non ci aveva pensato.!” Sbottò Sirius spazientito guardandolo negli occhi.
“Mocciosus… di sotto… arriverà presto” farfugliò senza guardare l’amico che, però, parve capire che cosa gli stesse dicendo.
Si alzò dal letto veloce, prese la bacchetta e si vestì il più veloce possibile.
Dopo cinque minuti stavano scendendo le scale per la sala comune.
Ovviamente, di Piton non c’era traccia e la sala comune era completamente vuota, se non per una figura accovacciata su una poltrona davanti al camino. Una figura molto simile a Marlene Mckinnon.
“Che ci fate qui?” domandò Marlene voltandosi di scatto dopo averli sentiti.
“Oh noi…io tolgo il disturbo ciano!” gridò James sparendo di nuovo da dove era venuto e lasciando Sirius li impalato.
Marlene continuava a guardarlo in attesa di una risposta con le sopracciglia alzate.
“James… ha detto che… Piton voleva entrare qui” borbottò Sirius indicando il buco del ritratto chiuso.
“Nessuno può entrare senza parola d’ordine. Ed è cambiata stamattina, non credo Piton la possa già sapere” rispose Marlene accigliata indicando il cartello appeso nella bacheca con scritta la nuova parola d’ordine.
“Io… James deve avermi fregato. Sembra quasi come se sapesse che ti avremmo trovata qui” si scusò Sirius continuando a guardarla.
“Ma certo. Lui e Lily devono aver messo su questo teatrino per farci parlare…” disse allora Marlene più a se stessa che a Sirius passandosi una mano sul mento.
“Bhè… già che ci siamo parliamo, no? Lo so che non hai nulla da dirmi tu però, magari, ascolta. Mi dispiace di averti detto che ti lasciavo, sai quanto non lo pensi in realtà. Mi manchi Marlene ma… bhè… anche tu non ti sei comportata bene” disse Sirius avvicinandosi.
“Sei qui per dirmi che non mi sono comportata bene o per scusarti? Sai fa molta differenza!” esclamò indignata con le braccia incrodiate al petto.
Ma proprio quando Sirius stava per riaprire la bocca per dire che non voleva dire questo, le fiamme nel caminetto diventarono verde smeraldo e una figura vi apparve al centro.
“Logan!” esclamò Marlene abbracciando forte l’amico.
Sirius rimase immobile di fronte a quella scena mentre la rabbia gli saliva dallo stomaco fino al cervello.
E poi cominciò a gridare così ad alta voce che fece sobbalzare Marlene.
“TU! PEZZO DI UN IDIOTA! DEVI LASCIAR STARE MARLENE HAI CAPITO? È LA MIA RAGAZZA!” esclamò puntando la bacchetta al petto di Logan che indietreggiò di parecchio finendo con le spalle al muro.
“Sirius lascialo subito. Io non sono la tua ragazza, non più!” gridò Marlene tirandogli inutilmente il braccio via dal petto di Logan.
“Ma certo. Ora hai trovato qualcun altro che ti faccia sentire completa è! Sei proprio una persona orribile Marlene Mckinnon!” esclamò Sirius lasciando il ragazzo e voltandosi a guardare la ragazza livido di rabbia.
“Io una persona orribile? Io? Dici sul serio? Non sono io quella super gelosa di tutti. Svegliati Black, non sei il centro dell’universo. Avrei dovuto capirlo quando ci siamo iniziati a frequentare. Se non ti vuole neanche  tua madre un motivo ci sarà!” esclamò Marlene più arrabbiata che mai guardando Sirius negli occhi.
Per un momento gli occhi di Sirius vacillarono appena, poi, si riprese e la spinse al muro così forte che alcuni quadri appesi alla parete, caddero violentemente.
“SIRIUS!” gridò una voce familiare acchiappandolo per le spalle e trascinandolo lontano da Marlene che ora si teneva una spalla con Lily che la teneva.
“Lasciami James. SEI SOLO UN’INSULSA RAGAZZINA, NON SAI NIENTE DLLA MIA FAMIGLIA, NIENTE! E VOI DUE, SPERO ABBIATE CAPITO CHE DOVETE STARNE FUORI. TU E LA TUA SACCENTE RAGAZZA. SONO TUFO DI TUTTI VOI!” gridò Sirius divincolandosi dalla presa di James.
Si incamminò verso Logan che era rimasto fermo per tutto il tempo senza neanche capire che cosa stesse accadendo. Restarono a guardarsi per alcuni istanti poi Sirius scappò fuori dalla sala comune.
“Bel piano Lil!” esclamò James seguendo l’amico fuori dalla torre di Grifondoro.
Lily rimase ferma a guardare il punto dove Sirius e James erano appena spariti quando, ad un tratto, la voce di Marlene la richiamò alla realtà.
“Grazie” disse.
Lily la guardò in faccia. Non aveva mai visto Marlene così arrabbiata e delusa.
“Spero sarai contenta del tuo operato Lily. Fammi un favore, da adesso fino alla fine dei miei giorni, stai fuori dalle mie faccende!” esclamò Marlene prendendo poi Logan per mano e uscendo anche lei dalla sala comune.
Lily rimase lì in piedi sconvolta sentendo i brusii di quelli che avevano sentito le grida e si erano precipitati sulle scale.
“Tornatevene nei vostri dormitori!” gridò Lily subito e tutti sparirono silenziosamente così come erano apparsi.
Prese il suo cappotto appoggiato ad una sedia ed uscì dalla sala comune con le lacrime che le pizzicavano le guance.
 
 
Quella giornata, Lily la trascorse praticamente da sola perché James era sparito con Sirius e Marlene con Logan. Alice aveva trascorso il sabato con Frank e non c’era nessuno in giro per la scuola che conoscesse bene.
Si chiuse in un’aula vuota al terzo piano a pensare un po’, con una barretta di cioccolato al latte appoggiata sulle gambe e stava quasi per rialzarsi quando, qualcuno entrò nell’aula.
“Remus, come sapevi che mi avresti trovato qui?” domandò Lily restando seduta.
Remus non rispose subito ma si sedette accanto a lei e le sventolò una pergamena sotto il naso.
“Ho fatto un casino vero?” chiese Lily sospirando rumorosamente.
Remus annuì ma continuò a non aprire bocca e questa era una cosa che Lily adorava di Remus. Lui non ti diceva mai dove sbagliavi ma restava in silenzio ad ascoltarti fino a che tu non ci arrivavi da solo.
“Mi dispiace, non mi sarei dovuta intromettere. Io volevo solo aiutare. E invece ho fatto solo peggio. Marlene ha detto delle cose terribili a Sirius, non avrei mai pensato. Spero solo che entrambi mi perdoneranno. E anche James certo, l’ho messo in mezzo io dopotutto” disse Lily tutto d’un fiato senza guardare Remus direttamente negli occhi.
“La verità Rem, è che io ho sempre cercato di aiutare tutti. Ma ho fallito sempre e anche questa volta… non mi sarei dovuta intromettere. Sono una persona orribile e mi merito tutto questo” continuò Lily con le lacrime che le rigavano silenziosamente le guance.
“Lily, Lily no. Tu non sei una persona orribile, anzi. Sei la persona più buona che io abbia mai conosciuto. Tu sei riuscita a cambiare quasi del tutto James. Non hai mai perso le speranze per Piton e sei stata sempre vicino a Marlene. E oh… Sirius… sei stata la prima ad esserle amica dopo di noi malandrini. Non sei una persona orribile, assolutamente. Non devi pensare questo. Ma ci sono delle volte in cui, forse, è meglio lasciar fare al corso degli eventi. È meglio che il tempo aggiusti le cose da sé, capisci?” disse Remus passandole un braccio attorno alle spalle mentre lei si accovacciava in lacrime sul petto dell’amico.
“Calmati, sono sicuro che gli altri ti capiranno. Davvero…” aggiunse Remus alzandosi e aiutando anche lei ad alzarsi da terra.
Uscirono dall’aula e si diressero verso la sala comune di grifondoro dove, per loro fortuna, non trovarono nessuno. Remus spiegò la mappa del malandrino e osservò fra i puntini dove fossero tutti.
“James è nel suo dormitorio, da solo. Magari potresti parlargli un po’” disse Remus sorridendole incoraggiante.
Lily, senza farselo dire due volte, corse su per la scala e sparì al piano superiore.
 
 
Aprì la porta che era socchiusa e trovò James seduto sul suo letto con la testa fra le mani.
Lily si avvicinò silenziosamente e si sedette alla sua destra e, anche se lui non fece una mossa, era sicura si fosse accorto della sua presenza.
“James… mi dispiace da morire, sono stata una sciocca. Io… Avrei dovuto farmi gli affari miei, questa volta. Ma non era mia intenzione causare tutto questo casino, spero che potrai perdonarmi. Ma… se sei arrabbiato io lo capisco, se vuoi che me ne vada…”
“Non andare, Lil. Non sono arrabbiato con te, non troppo insomma. Lo so che volevi fare del bene. Sei la cosa più bella che mi sia capitata in tutta la mia vita. Mi hai perdonato per tutti gli scherzi fatti a Piton, non vedo come potrei non perdonare il tuo primo errore. Davvero Lily, io sono innamorato di te, non riesco ad arrabbiarmi” disse James alzando il volto per la prima volta.
Lily lo guardò con gli occhi lucidi e si scagliò subito fra le sue braccia.
James la strinse a sé come mai aveva fatto prima e le diede un bacio fra i capelli silenziosamente, e in quel momento si rese conto di amarla più della sua stessa vita.
La allontanò un po’ e le pulì il viso mettendole una ciocca di capelli rossi dietro l’orecchio.
“Vuoi essere la mia fidanzata, Lily?” le domandò guardandola dritto negli occhi.
Lily sorrise timidamente e prese il volto del ragazzo fra le sue mani, poi disse: “Sì…sì. Direi di partire la per sempre”.
E si baciarono ancora una volta, consci che quella sarebbe stata la giornata più bella delle loro vite.
 
 
Note dell’autrice:
Ebbene, miei cari, eccomi tornata.
Scusate per l’attesa ma gli esami universitari si fanno sentire!
Direi che non c’è molto da chiarire di questo capitolo.
Come avevo anticipato, la situazione di Marlene e Sirius non fa che peggiorare e lei, questa volta, c’è andata giù pensate.
Remus è troppo dolce, lo amo, ed è riuscito a consolare Lily con poche semplici parole.
Finalmente James e Lily sono riusciti ad arrivare al punto tanto atteso.
Che si frequentassero si sapeva già, ma non c’era stata ancora la svolta ufficiale e d’ora in avanti tra loro andrà solo migliorando.
Nella parte finale ho voluto mettere un bel “per sempre” proprio per fare una sorta di tributo al loro futuro amore incondizionato ed eterno.
Spero che vi sia piaciuto il capitolo, un abbraccio e grazie a tutti quelli che seguono la storia.
Lilylunapotter

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Capitolo 17
*** Tempo al tempo ***


17. Tempo al tempo
 
 
Il mese dopo ormai, Lily aveva chiarito tutto sia con Sirius sia con Marlene mentre tra loro due si era riuscito ad ottenere solo un dialogo più o meno civile.
A peggiorare la situazione era il fatto che il fan club delle ragazzine urlanti di Sirius era tornato all’attacco e non perdeva occasione per strappargli un appuntamento.
Sirius, da parte sua non faceva proprio caso a loro e non aveva il minimo interesse per nessuna di loro.
Il suo umore era davvero sotto terra da quando si era lasciato con Marlene e anche lei non sembrava stare molto meglio.
Dopo l’uscita del suo compleanno, Marlene aveva rivelato a Lily che Logan come compagno era davvero una piovra e non la lasciava stare un attimo.
Così aveva chiuso con lui, o meglio, aveva stroncato sul nascere quella che avrebbe potuto rovinare una vecchia amicizia.
Quella mattina Marlene si era svegliata molto presto ed era scesa da sola a fare colazione ma, con sua sorpresa, poco dopo qualcuno si accomodò al suo fianco sul tavolo.
“Posso sedermi?” chiese Sirius serio con uno sguardo che Marlene non aveva mai visto sul suo viso.
Lei non rispose ma semplicemente annuì e tornò a guardare il suo succo di zucca.
Era incredibile quanto Sirius le mancasse. Non se ne era nemmeno resa conto per quanto era sicura che la strada giusta per lei fosse con Logan.
E poi, quando aveva capito che con il biondo non avrebbe funzionato, si era resa conto di quanto era stata stupida e che Sirius era l’unico ragazzo che le avesse mai fatto provare qualcosa di diverso, qualcosa di forte.
Tuttavia, nonostante avesse constato che Sirius le mancava da morire, il suo orgoglio non le permetteva assolutamente di ammetterlo ad anima viva. A parte Lily ovviamente, ma Lily capiva sempre tutto da sola.
Nonostante questo non aveva più tentato di intromettersi Lily, memore dell’ultima volta in cui lo aveva fatto. L’ultima disastrosa volta.
Sirius era seduto accanto a lei da un po’ e la osservava quando finalmente si decise a dire qualcosa: “Ti va di fare due passi nel parco, c’è il sole…”.
Marlene continuò a fissare il suo succo per qualche minuto prima di voltarsi e guardarlo negli occhi.
Non si ricordava quanto la facesse sentire protetta quello sguardo di ghaccio. Era incredibile come lui riuscisse ad annullare ogni sua barriera con il solo gesto di guardarla.
“Ti va?” domandò ancora Sirius, ora con lo sguardo un po’ più speranzoso.
“Mi va” rispose infine Marlene.
Continuarono a fare colazione in silenzio senza nemmeno guardarsi quasi. Ma in realtà, ad un occhio attento, non sarebbero sfuggiti gli sguardi intensi che si alternavano inconsciamente.
Quasi dieci minuti dopo, si alzarono insieme e uscirono dalla sala grande fino alla sala d’ingresso e poi giù per il parco.
La giornata era molto soleggiata, la primavera era alle porte e la temperatura si era decisamente alzata.
Camminarono un po’ in silenzio e poi andarono a sedersi sotto l’ombra di un faggio in riva al lago.
“Le penso davvero, le cose che ti ho detto l’ultima volta, prima di urlarti contro. Intendo dire che mi dispiace e che sono stato uno sciocco a lasciarti andare… “ sussurrò Sirius guardando vero il lago stesso sui gomiti.
Marlene lo guardò per un po’, poi anche lei prese a guardare il lago e disse: “Lo so. A me dispiace aver detto delle cose che ti hanno sicuramente ferito. Non volevo, sono stata tremenda”.
Sirius fece una smorfia con la bocca come a dire che non era nulla.
“E mi dispiace anche di aver messo in discussione la nostra storia per Logan” aggiunse Marlene timidamente continuando a fissare un punto in mezzo al lago.
“Lo avrei fatto anche io, forse. Nott è un bel ragazzo, ha finito la scuola, lavora, ha una casa tutta sua. E nessun problema di famiglia, il che è una cosa abbastanza importante. Chiunque avrebbe fatto come te” rispose Sirius ora guardandola.
Ma lei scosse la testa con veemenza e, strappò qualche ciuffetto d’erba con al mano destra.
“No, non chiunque. Sono stata orribile, davvero. Logan non mi ha mai fatto neanche lontanamente sentire come mi fai entire tu. Io… io Sirius credo che… di essere innamorata di te” sussurrò impercettibile con el guance arrossate e guardandolo negli occhi per la prima volta.
Il grigio e il verde si scontrarono dopo molto tempo e quel semplice scontro riportò la pace in un attimo.
Sirius strisciò verso di lei che, essendo seduta, aveva il viso più in alto rispetto al suo.
Prese a giocare con una ciocca di capelli neri ma senza rompere assolutamente quel momento così magico.
“Anche io credo di essere innamorato di te. Ed è una cosa totalmente folle perché tu sei perfetta mentre io… bhè io ho le mie spine diciamo” rispose lui accarezzandole la guancia arrossata.
Restarono così per un po’ fino a quando Marlene decise che era il momento di chiarire il tutto.
È vero che avevano fatto pace, ma i segni di quel mese e mezzo di distanza non si erano cancellati totalmente per nessuno dei due.
“Sirius. Non voglio perderti di nuovo… no aspetta, fammi finire” disse vedendo che lui voleva interromperla. “Non voglio perderti di nuovo perciò, credo sia meglio fare tutto con più calma. Sì insomma, abbiamo corso parecchio dal nostro primo appuntamento. Lasciamo fare al tempo, che ne pensi?” chiese seria.
“D’accordo, tutto quello che vuoi. Anche io non voglio perderti più e sarei disposto a qualsiasi cosa per te.
E poi, inaspettatamente, i loro visi si avvicinarono e le loro labbra si sfiorarono in un bacio carico di sentimento ma soprattutto di dolcezza.
 
 
 
*********************
 
 
 
“Possibile che fossi così ambito prima di stare con te?” sbottò Lily dopo l’ennesimo messaggio minatorio ricevuto quella mattina da qualche ammiratrice di James.
“Smetteranno presto Lil, davvero. Fra qualche giorno nemmeno si ricorderanno che esisto!” esclamò James entusiasta aprendo un altro dei bigliettini che un gufo postino aveva abbandonato sul tavolo.
“Anche un mese fa avevi detto che avrebbero smesso…” replicò Lily scocciata faccendo un mucchietto di cartacce e incendiandole con fiammelle verdi.
James la guardò dispiaciuto, effettivamente Lily riceveva almeno due o tre messaggi al giorno da ragazze dall’istinto assassino.
Da quando loro due avevano ufficializzato la loro relazione, la popolazione femminile del castello sembrava letteralmente impazzita e Lily si trovò ad affrontare scenate imbarazzantissime almeno una volta a settimana.
“Sono stufa James, trova una soluzione a questa cosa perché così è… snervante, davvero” rispose Lily seria alzandosi da tavola e uscendo dalla sala grande.
James restò con la forchetta a mezz’aria e la guardò uscire per poi voltarsi a guardare Remus al suo fianco.
“Ah, non puoi biasimarla Ramoso. Dovresti fare qualcosa tu per mettere in chiaro come stanno le cose…” disse Remus sorseggiando il suo caffelatte.
“Ma che cosa dovrei fare. Penso sia chiaro che stiamo insieme e che io non abbia ingerito un filtro d’amore. Voglio dire, lo sanno anche i muri che le muoio dietro da secoli!” esclamò James turbato mentre Peter si accomodava di fronte a lui proprio in quel momento.
“Che si dice?” chiese Codaliscia iniziando a servirsi di qualsiasi cosa ci fosse sul tavolo.
“James ha problemi col suo fan club. Comunque James, è chiaro a tutti che tu ami Lily, forse dovresti solo fare qualcosa per… ehm non so… metterlo in chiaro a tutte” rispose Remus mentre James sospirava rumorosamente.
“Cosa posso inventarmi?” domandò James che sembrava ormai aver perso le speranze.
“Falle un cartellone” propose Peter con la bocca piena e sputacchiando in ogni dove.
“Troppo banale. Serve una vera dichiarazione che metta a tacere tutte le ragazzine urlanti” ribattè Remus serio.
“Che ne pensate se organizzassimo una festa e le facessi una dichiarazione davanti a tutti?” domandò James.
Peter fece spallucce riempendo il suo piatto per la seconda volta.
“Non è una cattiva idea, anzi. Certo dovrai prepararti un bel discorso che lascerà tutti a bocca aperta ma, se ti impegni puoi farcela” disse Remus allegro.
 
 
 
Per tutto il resto della giornata, James andò in giro con un pezzo di pergamena, scrivendo e cancellando ogni tanto qualche frase o parola così freneticamente che per ben due volte dovette riparare la pergamena per averla bucata.
“James è molto più semplice di quanto pensi. Devi essere semplicemente te stesso. Sei innamorato di Lily da quanto più o meno? Sempre! Nel profondo sai perché lo sei, devi lasciarti andare” sbottò Remus dopo il millesimo sbuffo di James della giornata.
Sirius intanto ridacchiava seduto su una poltrona vicino a loro.
“E tu cosa hai da ridacchiare tanto? Devi dirci qualcosa?” disse James lanciandogli un cuscino dritto in faccia.
“Diciamo solo che ho fatto quello che stai facendo tu, più o meno. Mi sono aperto con Marlene e… bhè abbiamo fatto pace. Ma stavolta vogliamo fare le cose per bene e non ho intenzione di farmela scappare di nuovo” rispose Sirius serio.
In un attimo James gli fu in braccio accarezzandogli la testa e borbottando parole sdolcinate.
Remus riprese a leggere il suo amato libro scuotendo la testa divertito.
Non sarebbero cambiati mai.
 
 
 
 
Note dell’autrice:
Ciao a tutti! So di avervi fatto aspettare molto ma questo capitolo è stato davvero un parto.
Ho dovuto riscriverlo tre volte perché prima il mio computer ha deciso di cancellare tutto, poi una bufera di neve mi ha bloccato a casa nel weekend e ovviamente il mio computer era rimasto nell’altra casa dove faccio l’università.
Grazie Merlino che mi assisti.
Ora, direi che c’è ben poco da spiegare.
Sirius e Marlene hanno finalmente chiarito e hanno capito che forse è il caso di non affrettare troppo le cose ma di lasciare che il tempo faccia il suo corso. Cosa molto positiva per entrambi visti i precedenti.
Lily, come avrete capito, ne ha abbastanza dei messaggi minatori delle oche stranazzanti del fan club del suo fidanzato.
James deve assolutamente mettere in chiaro la sua posizione.
E qui, capite bene cosa vedrete nel prossimo capitolo.
Che altro aggiungere? Spero vi sia piaciuto, fatemi sapere che ne pensate!
A presto, Lilylunapotter <3

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Capitolo 18
*** Dichiarazioni inaspettate ***


18. Dichiarazioni inaspettate
 
 
“Buon compleanno James!”
James camminava per i corridoi pieni di studenti che si accalcavano per andare a fare colazione.
Quello era in assoluto il giorno più felice della sua via: era il suo compleanno, aveva degli amici fantastici e, aveva Lily.
“Auguri capitano!”
Entrò in sala grande con passo rapido e andò a sedersi proprio vicino ai suoi amici.
“Lily è già andata via?” domandò prima di addentare una fetta di pane tostato.
“Sì, poco fa. Lei riesce a svegliarsi anche se fa tardi, a differenza tua” rispose Remus serio e seduto compostamente.
“Lei non ha continuato i festeggiamenti con voi dopo la cena…” rispose James innervosito.
La sera prima, tutti insieme, avevano fatto una cenetta clandestina in dormitorio con tutti gli amici più stretti, per festeggiare il compleanno di James.
“Ancora non vedo l’utilità di questa cena poi. Cavolo è sabato e stasera diamo la festa più bella che Hogwarts abbia mai visto per festeggiare il tuo compleanno che, tra le altre cose, è oggi” borbottò Sirius serio.
James buffò mentre Peter guardava il moro eccitato.
“Perché, perché io sono James Potter. E ho diritto a due feste” rispose James alzando l’indice verso l’alto dove subito andò a guardare Peter.
Sirius alzò gli occhi al cielo e così anche Remus.
“Sentite comunque, stasera deve filare tutto liscio. Devo fare quella cosa, niente deve rovinarla…” continuò il cercatore abbassando il tono di voce per non farsi sentire dai pochi vicino a loro.
“Ancora con questa storia, uff. niente rovinerà la tua dichiarazione d’amore eterno Ramoso, non preoccuparti. Nessuno sano di mente si intrometterebbe, soprattutto se ha care le orecchie” borbottò Sirius sorseggiando il suo succo di zucca.
“Che intendi dire?!” sbottò James indignato.
“Niente, solo che, a volte sei davvero petulante, se provocato” sghignazzò prima che James lo prendesse per il collo.
 
 
 
“Allora, verrai anche tu alla festa di Jamie stasera?” sbottò una ragazza apparendo davanti a Lily di sorpresa mentre entrava in sala comune dal buco del ritratto.
“Santo cielo Wright, avvisa quando appari…” gridò Alice lanciando a terra i libri dallo spavento.
Lily la guardò alzando un sopracciglio e poi, avendo cura di darle una spallata più o meno forte, la sorpassò.
“Ti ho fatto una domanda!” gridò Wright trattenendola per il polso e costringendola a voltarsi.
Ormai tutti in sala comune stavano osservando la scena allibiti e avevano smesso di fare quello che facevano per concentrarsi completamente sulle due ragazze.
“Punto primo: se tu fai una domanda e io non rispondo, evidentemente è perché non voglio rispondere. Punto secondo: mi pare ovvio che verrò alla festa visto che è per il compleanno del mio ragazzo. Punto terzo: gradirei togliessi le tue zampacce da me, grazie” sbottò Lily liberandosi il braccio dalla presa della Wright.
Le due si fissarono ancora con sguardi carichi d’odio fino a quando non vennero interrotte dall’ingresso dei malandrini che tornavano su dopo la colazione.
“Che succede qui?” domandò James facendosi largo tra la folla.
“Niente, è tutto ok. Stavo solo spiegando delle cosucce a Elle” rispose Lily voltandosi e salendo nel suo dormitorio con Alice alle calcagna.
“Non ci crederai Marl, Lily ha appena steso la Wright!” gridò Alice saltando sopra ad una povera e ancora dormiente Marlene.
Tuttavia, la notizia data dall’amica sembrò svegliarla subito, tanto che si rizzò a sedere sul letto con i capelli tutti arruffati.
“L’hai stesa? Davvero? Noooo, non ci credo! Intendi, l’hai schiantata?” domandò Marlene curiosissima guardando Lily che camminava avanti e indietro nella stanza.
“No, anche se Merlino solo sa quanto avrei voluto! Quella, quella… stordita!” esclamò furente.
“Stordita?” domandò Alice alzando un sopracciglio “Di tutti gli insulti che si possono fare ad una ragazza, tu scegli stordita?!”.
Tutte e tre scoppiarono a ridere e, solo dopo essersi riprese, cambiarono totalmente argomento di conversazione.
“Stamattina ho visto i Serpeverde dare di nuovo fastidio alla povera Mary, sapete Mary Macdonald…” disse Alice seduta sul letto accanto a Marlene.
“Per fortuna che Silente diceva di tenerli d’occhio…” sbottò Marlene accigliata ma Alice scosse la testa.
“Non era Piton, e nemmeno Avery o Mulciber” continuò la ragazza.
“Bhè è ovvio che tra i serpeverde dell’ultimo anno quei tre non sono gli unici ad essersi uniti a Voi-Sapete-Chi. E Silente non può proprio controllarli tutti. Ma comunque, chi era che le dava fastidio?” domandò Lily osservando come le guance di Alice si stessero arrossendo velocemente.
“Ve lo dico, ma promettete che non ne farete parola. Con nessuno” sussurrò Alice guardandosi intorno come spaventata che qualcuno potesse inavvertitamente udirla.
“Promesso”
“Ma certo, lo prometto”
“Era Black, Regulus Black” annunciò Alice sospirando.
Lily e Marlene erano rimaste paralizzate, non si aspettavano davvero il nome che l’amica aveva appena pronunciato.
“Ma, ma… Regulus Black ha appena sedici anni. Insomma… voi non credete che…” cominciò Lily con lo sguardo di puro terrore sul volto.
“Che si sia unito a Voi-Sapete-Chi?” sbottò Marlene terminando la frase dell’amica “Lil, se c’è una cosa che so, o meglio, che Sirius mi ha raccontato della sua famiglia, è che sono dei pazzi. E non mi sorprenderebbe affatto se Regulus si fosse già unito a Voldemort”.
Al nome del mago oscuro sia Lily, sia Alice rabbrividirono. Marlene era l’unica a non aver paura di pronunciarlo.
“Andiamo ha solo sedici anni. Cosa se ne fa Voi-Sapete-Chi di un… di un marmocchio insomma. Io credo… credo solo che il fratello di Sirius voglia fare lo spaccone. Non penso possa già essere diventato mangiamorte” annunciò Lily alzandosi dal suo letto.
“Marl… abbiamo promesso ad Ali di non dire nulla a nessuno. E Sirius fa parte di questo nessuno” ricordò Lily guardando Marlene prima di scendere in sala comune.
Alice guardò negli occhi Marlene, seriamente preoccupata.
“Ho promesso, tranquilla!” esclamò Marlene prima di barricarsi in bagno.
 
 
 
**********************
 
 
 
La sera stessa, dopo ore e ore di preparativi, la sala comune era allestita a festa in un modo che non si era mai visto prima di allora.
La musica, che si alternava tra musica babbana e musica magica, era diretta da Frank e Alice, al suo fianco, faceva da vocalist per l’occasione.
Lily scese le scale cercando di dare nell’occhio il meno possibile dato l’abito sconcio che Marlene aveva scelto per lei.
E’ il compleanno del tuo ragazzo, devi essere la più bella!’  le aveva gridato l’amica per tutto il pomeriggio.
E così, a malincuore, Lily aveva indossato il tubino nero super aderente e scollato sulla schiena con gli stivaletti con il tacco che Marlene le aveva ordinato di indossare.
E quell’abito era così stretto, che Lily dovette scendere le scale di lato, vanificando quindi i suoi sforzi di non dare nell’occhio.
“Ma è meravigliosa!”
“Dovrebbe mettersi su più spesso, è davvero magnifica”
James, che stava vicino al tavolo degli alcolici con Sirius, si immobilizzò a guardarla scendere goffamente le scale. Anche così era assolutamente fantastica.
“Ho fatto un buon lavoro vedo!” esclamò Marlene apparendogli davanti con un sorriso larghissimo.
“Ottimo direi. Anche se è un po’ troppo svestita per i miei gusti..” rispose il cercatore serio.
Marlene sbuffò e alzò gli occhi al cielo: “Gelosetto Potter”.
“E tu sei un po’ troppo vestita invece, per i miei gusti” aggiunse Sirius cingendo Marlene alla vita e tirandola verso di sé.
“Giù le mani cagnaccio…” ridacchiò Marlene.
“Attenta ha anche le pulci!” esclamò James scappando via prima che Sirius potesse vendicarsi.
Si avvicinò a Lily da dietro e le sussurrò all’orecchio: “Sei la cosa più bella del mondo”.
Lily si voltò con le guance completamente rosse dall’imbarazzo e diede a James un piccolo bacio sulle labbra.
“Ancora buon compleanno” rispose Lily anche lei in un sussurro.
 
 
 
“Avete visto James? È un po’ che non lo vedo…” disse Lily sedendosi vicino a Sirius e Marlene.
Ma non appena finì di formulare la domanda, la risposta le si parò davanti alla faccia.
James era appena salito sopra ad un tavolo di legno robusto e, con la bacchetta puntata alla gola, cercava di richiamare l’attenzione di tutti.
“Ehm… ecco, sì. Volete stare zitti. Ok, bene. Vorrei dire due parole.
Questo giorno è, naturalmente, il più bello della mia vita e non solo perché compio diciassette anni, non solo perché sono circondato da amici meravigliosi, ma anche perché è quest’anno che una persona meravigliosa è entrata a far parte della mia vita. E questa persona sei tu Lily. Lo so che ti imbarazza stare al centro dell’attenzione ma, io adoro quando sei in imbarazzo e ti vengono fuori quelle fossette sulle guance, quelle guance rosse. E tu sei la cosa più bella che potesse capitarmi perché uno come me, solitamente, si accontenta di una ragazza qualsiasi. Ma quando ti ho visto per la prima volta nella mia vita… io sapevo già… sapevo che dovevo conquistarti. E finalmente ce l’ho fatta, sei la mia ragazza. Dopo anni e anni di litigi e dispetti, ti ho conquistato. E non ti lascio più perchè se il per sempre non esiste bhè… dovremmo ricrederci tutti, perché io e telo stiamo creando!” disse James serio.
Nella stanza era calato il silenzio, la musica era stata abbassata da chissà chi e Lily guardava James con gli occhi sgranati, incapace di realizzare ciò che era appena accaduto.
James le aveva fatto una dichiarazione d’amore in pubblico, davanti a tutti.
Si alzò e rapidamente andò incontro a James che intanto era sceso dal tavolo e, sommersi dai fischi e dalle urla d’approvazione, si strinsero in un bacio.
Il fan club radunato in un angolo della sala era ormai praticamente distrutto: c’erano ragazza in lacrime, ragazze che confortavano altre e Alice molte or dopo giurò di aver sentito che la battaglia era persa e il fan club sciolto.
Finalmente.
 

 
Note dell’autrice:
Ciao cari! Per farmi perdonare dell’attesa dello scorso capitolo ne pubblico uno oggi!
Spero tanto che vi piaccia e che lascerete qualche commentino.
James finalmente ha messo ko una volta per sempre il suo fan club dichiarando l’amore eterno alla sua Lily.
Ho voluto anche introdurre l’argomento Regulus, che sarà ripreso nei prossimi capitoli.
Voglio ringraziare tantissimo la mia lettrice Mallveollos perché mi supporta da sempre!
Un abbraccio, Lilylunapotter

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Capitolo 19
*** Scelte ***


19. Scelte
 
 
Una settimana dopo la fatidica dichiarazione d’amore, la scuola era tornata quasi alla normalità.
Il fan club di James aveva smesso di tormentare Lily e questo la rese molto più pacifica e allegra.
“Potremmo fare una bella gita tutti insieme durante le vacanze di Pasqua. Sapete, vicino casa mia c’è un parco, potremmo fare un picnic se il tempo rimane bello” disse Lily allegramente guardando fuori dalla finestra della sala comune dove il sole splendeva in cielo.
“Penso sia un’ottima idea, sì perché no” rispose James sostenendo la sua fidanzata.
Tutti furono d’accordo a patto che nessuno dovesse incontrare Petunia, la pazza sorella di Lily che odiava qualsiasi cosa del mondo magico.
Questo era decisamente un buon compromesso per tutti infatti nessuno aveva alcuna intenzione di conoscerla, soprattutto dopo la dettagliata descrizione fornita da Marlene.
Dopo la lezione di Pozioni della mattina, Marlene e Lily si rifugiarono sotto l’ombra di un faggio nel parco a studiare per essere poi raggiunte da tutti gli altri che avevano avuto un’ora di Cura delle Creature Magiche.
“Non capisco per quale motivo studiate ancora quella materia, a che vi serve?” domandò Lily scettica.
Lei, dopo i G.U.F.O. aveva lasciato quella materia perché per diventare auror non ne aveva bisogno.
Inoltre, da sempre, non aveva avuto questa grande passione per le creature magiche e il professor Tofty non era di certo uno a cui interessava.
“Allora, avete sentito di Mary? Mary Macdonald dico” disse Frank seduto accanto a Alice.
“Sì, pare sia in infermeria. Ma nessuno sa chi le ha fatto questo brutto scherzo” rispose Sirius mentre nel gruppetto calava il silenzio.
Lily guardò Alice con gli occhi spalancati che, a sua volta,  mangiucchiandosi le unghie dall’ansia guardava Marlene.
L’ultima impassibile ma con un cipiglio nervoso guardava Sirius intensamente.
“Che c’è?” chiese allora il ragazzo alzando le sopracciglia.
“Niente, noi non sappiamo niente!” sbottò Alice alzandosi di scatto e interrompendo quella serie di sguardi che si erano creati.
“Bhè… chiunque sia stato ha un pessimo senso dell’umorismo. Scherzi tra case, ok. Ma qui si è andato oltre. E Silente saprà di certo chi è il responsabile no?  Perché non lo ha espulso?” domandò Remus preoccupato.
“Non ne ho idea. Ma sapete com’è Silente, no? Lui si fida sempre di tutti. Prima di espellere Avery ci ha messo un secolo” sbottò James accarezzando i capelli rossi della sua ragazza.
Sirius intanto continuava a guardare Marlene stranito, sentiva che c’era qualcosa che lei non voleva dirgli, un segreto.
Ma probabilmente era solo una sua impressione, Marlene non gli avrebbe tenuto un segreto.
 
 
La sera stessa Sirius trascinò a forza Marlene sotto il mantello che gli aveva prestato James e la portò nella stanza delle necessità.
Quando entrarono, lui restò di spalle guardando fuori dalla finestra mentre lei sapeva già benissimo perché si trovavano lì.
O almeno lo credeva.
“Sai, oggi al parco ho capito una cosa…” disse Sirius voltandosi a guardarla e avvicinandosi cautamente.
“Sirius, io…” cominciò Marlene come per scusarsi.
Ma c’era qualcosa che non andava, sul suo volto non c’era né rabbia, né delusione o furia.
“Aspetta, fammi finire. Dicevo, ho capito una cosa oggi. Per un attimo ho creduto che tu mi stessi mentendo su qualcosa, ma poi mi sono reso conto di quanto sono stupido. Tu non lo faresti mai a me, dopo quello che abbia passato. Perdonami se ho pensato male, anche solo per un attimo…” disse Sirius afferrandola per i fianchi e avvicinando le sue labbra a quelle di Marlene.
Lei, in risposta sospirò di sollievo e rispose al bacio anche se sentendosi in colpa.
E quel bacio fu meraviglioso, uno di quelli che non ti scordi più. Il profumo di Sirius le entrò nelle narici prepotentemente e i pochi sospiri del ragazzo le entrarono nelle orecchie, annebbiandole completamente il cervello.
Non si ricordava più nulla, non sapeva dove si trovava o perché ci fosse. Sapeva solo che avrebbe voluto far durare quel momento così magico per sempre.
Ma, come accade spesso con tutte le cose belle, anche quel momento finì.
Sirius si staccò da una Marlene ancora nel mondo dei pony e la guardò il suo volto ancora con gli occhi chiusi e il sorriso ebete e poi…
“Per un attimo credevo avessi scoperto di Regulus…” gli sussurrò tra le labbra.
Silenzio.
Sirius aggrottò la fronte perplesso e la prese dai gomiti allontanandola appena, confuso.
“Come scusa?” domandò serio.
Marlene parve risvegliarsi solo in quel momento dal torpore che le aveva provocato il bacio con Sirius e lo guardò spalancando gli occhi terrorizzata.
“Niente” borbottò allontanandosi di scatto da lui che, però, la trattenne per un polso.
“Marlene… dimmi subito cosa sai di mio fratello” ordinò Sirius stringendole così forte il polso da farle male.
“Io… io ho promesso che non avrei detto niente. Non posso…” sussurrò Marlene con lo sguardo dispiaciuto.
Ma Sirius era solo tanto arrabbiato, non con Marlene, una rabbia cosmica, con tutto il mondo perché, dentro di lui, sapeva già cosa aveva fatto suo fratello.
“Bhè non avresti dovuto lasciartelo sfuggire. Avanti, dimmelo” continuò Sirius in un tono che non ammetteva repliche.
“Un mangiamorte. Alice mi ha raccontato che è stato lui ad attaccare la Macdonald. Io… io Sirius credo si sia unito a Voldemort…” sussurrò Marlene mentre Sirius le lasciava andare il polso e, con lo sguardo vuoto, indietreggiava.
“Promettimi che non farai niente di stupido. Promettimi che non andrai da Regulus…” aggiunse Marlene ma Sirius ormai non la stava più ascoltando.
 
 
 
La mattina dopo, per quanto Marlene volesse dire alle sue amiche quel che era successo, se ne vergognò talmente tanto che fece finta di nulla.
Era stata così stupida. Aveva rivelato il segreto in un modo così stupido che si disse di dover imparare a controllare le sue emozioni.
E non solo perché avrebbe potuto rivelare segreti tra adolescenti, ma anche perché questo punto debole avrebbe potuto tradirla in altre circostanze.
Nonostante il silenzio, Lily e Alice, ma anche tutti gli altri, notarono che qualcosa non andava quella mattina.
Né Sirius né Marlene avevano detto più di dieci parole, si erano seduti vicini e mentre lui guardava fisso un punto davanti a sé, Marlene fissava lui come se si aspettasse di vederlo esplodere da un momento all’altro.
“Va-va tutto bene amico?” domandò James incerto ad un Sirius immobile che annuì senza aprir bocca.
Poi, inaspettatamente, qualcosa, o meglio qualcuno, sembrò attirare la sua attenzione.
Un ragazzo si era appena alzato dal tavolo di serpeverde e usciva dalla sala grande.
Sirius lo seguì fuori correndo a perdi fiato e lo bloccò in un corridoio.
“Regulus!” esclamò Sirius mentre il fratello si voltava di scatto spaventato.
“Sirius, che vuoi?” domandò il giovane Black.
“Ti sei unito a lui” continuò Sirius. E non era una domanda, era un affermazione.
Regulus lo guardò esitante per un attimo ma poi, la solita espressione fredda ereditata dalla loro cara madre tornò a risplendergli in viso.
“Non sono affari tuoi” sibilò respirando profondamente.
Si stava agitando, Sirius se ne era accorto. Fin da bambini, per quanto Regulus assomigliasse così tanto alla loro madre, era Sirius ad aver ereditato il dono della fermezza. Regulus, per quanto si sforzasse, veniva sempre sopraffatto dall’ansia.
Anche se Sirius dovette ammettere che era molto migliorato negli ultimi anni.
E poi, inaspettatamente, Sirius si lanciò su di lui gettandolo a terra e cercando di alzargli la manica sinistra della veste.
“Fer-ma-ti… ho detto… la-lasciami!” gridò Regulus sotto al peso del fratello che, finalmente, riesce a tirargli su la manica e ad immobilizzarlo.
E lì, alla luce delle deboli torce del corridoio, sull’avambraccio diafano di Regulus c’era l’oscuro disegno.
Sirius lasciò il braccio del fratello che frettolosamente si ritirò giù la manica guardandolo fisso negli occhi.
Il più grande dei Black era senza parole, non ci credeva. Sapeva che suo fratello era avvezzo alle arti oscure ma che si fosse già unito a Voldemort era un duro colpo.
Un colpo che assolutamente non si aspettava.
Era convinto che sotto quella veste avrebbe trovato la solita pelle chiara che caratterizzava la sua famiglia, era convinto che un minimo di buon senso ci fosse ancora in suo fratello.
Fece alcuni passi indietro e poi, deluso e spaventato, scappò dal corridoio lasciando lì il suo unico vero fratello.
 
 
************************
 
 
Benché nei giorni successivi sia i malandrini sia Marlene provarono a chiedere a Sirius cosa fosse accaduto dopo aver inseguito suo fratello, questo continuava a tergiversare o ad ignorare completamente le loro domande.
Non sapeva nemmeno lui perché non riuscisse a sfogarsi con loro ma sapeva di non voler raccontare al mondo che suo fratello si era unito a Voldemort. Dirlo a qualcuno sarebbe stato come rendere la cosa ancora più reale di quanto non fosse già.
 Qualche giorno dopo i fatti riguardanti Regulus, Sirius, il cui umore era decisamente sprofondato sotto terra, era rinchiuso in un’aula vuota al quarto piano.
Seduto sul davanzale della finestra guardava il parco al tramonto e la sua mente non poté fare a meno di cedere ai ricordi…
 
Due ragazzi correvano allegri in un parchetto di fronte a casa. Grimmauld Place, in quell’estate, era stata colpita da un caldo assolutamente torrido.
I due ragazzi sedettero su una panchina sotto l’ombra di un pino e iniziarono a chiacchierare.
“Quando verrai ad Hogwarts, quest’anno, ti divertirai un mondo! Ti farò conoscere tutti i miei amici. James ti starà simpaticissimo!” esclamò il più grande legandosi i capelli in un codino arruffato.
“Sir, la mamma dice sempre che quel Potter ti ha portato sulla cattiva strada…” rispose incerto l’altro, più giovane.
Sirius alzò gli occhi al cielo e ridacchiò per poi guardare suo fratello con un misto d’affetto e comprensione.
“Andiamo, Reg, non devi credere a tutto quello che la mamma ti dice. Sai come sono loro, noi non siamo così, siamo diversi. E poi ci scommetto che diventerai anche tu un Grifondoro. Pensa la mamma come ci rimarrebbe!” disse ancora il più grande mentre Regulus sorrideva debolmente.
Il più grande sembrò capire i pensieri del fratello più piccolo così si avvicinò un po’ di più a lui.
“Reg, andiamo. Lo so che è difficile andare contro a ciò che per anni hanno cercato di inculcarti nella mente. Ma il mondo non è fatto solo di Purosangue, questo è un fatto. Quando verrai ad Hogwarts te ne accorgerai e poi ci sarò io, ti aiuterò io sempre!” sussurrò il maggiore dando una pacca sulla spalla al fratello.
“Sempre” aggiunse Regulus.
 
Sirius si riscosse dai suoi ricordi, il parco era ormai immerso nell’oscurità della notte.
Quello era il ricordo che lo feriva di più, l’ultimo bel ricordo con suo fratello.
Regulus era diventato un serpeverde e i suoi genitori erano riusciti a plagiarlo facilmente.
Tra i due, lui era sempre stato quello un po’ più debole, quello che di fronte ad una sgridata ingiusta si arrendeva comunque senza batter ciglio.
Non era mai stato ribelle come Sirius.
I pensieri del ragazzo vennero interrotti bruscamente dalla porta dell’aula che si richiudeva.
Alla luce della luna Sirius riconobbe un bel paio di occhi verdi e una cascata di capelli rossi: Lily.
“Che ci fai qui?” domandò Sirius alzandosi di scatto e sistemandosi il mantello.
“Ti cercavo e ti ho trovato. James dovrebbe stare attento a dove lascia le vostre cose…” rispose Lily sventolando la mappa del malandrini trovata abbandonata in sala comune poco prima.
Sirius sorrise debolmente, non era decisamente in vena di scherzare.
“Volevi qualcosa?” domandò poi guardandola.
Lily si avvicinò e lo guardò dritto negli occhi.
“Sono qui perché hai bisogno di parlare. E… so che può risultare presuntuoso da parte mia ma… penso di essere l’unica a capirti fino in fondo. Certo Piton non era mio fratello, ma era il mio migliore amico e perderlo è stato un duro colpo. E poi, bhè come sai io non parlo più da secoli con mia sorella” disse Lily.
Sirius si abbandonò su una sedia a pochi passi da lui, era inutile fingere con Lily. Lei aveva questo dono di capire le cose al volo, di comprendere quando qualcuno non stava bene.
“So che avevo promesso che non mi sarei più intromessa nelle cose che non mi riguardano ma, so come ci si sente in questo genere di cose. E, Sirius, credimi, non serve a nulla chiudersi in se stessi, ti farà solo star peggio” continuò Lily sedendosi poco lontano da lui.
Sirius sospirò forte e, per la prima volta, Lily vide Sirius Black piangere. In silenzio sì, ma piangeva.
“I-io… Regulus è il mio unico fratello, è stato il mio primo migliore amico. Quando siamo diventati un po’ più grandi, prima che lui entrasse ad Hogwarts eravamo così uniti. E adesso… adesso lui… è così diverso” raccontò Sirius in un sussurro.
Lily si avvicinò e si inginocchio davanti a lui.
“Lo vedi diverso perché è cresciuto, Sirius. Quando cresciamo prendiamo sempre delle strade. Strade che, molto spesso, ci allontanano da quelli che prima reputavamo punti focali della nostra vita. Ma è così che va e che deve andare. È completamente inutile piangere sul latte versato. Ci sono persone che si salvano da sole e persone che non possono essere salvate… da nessuno” sussurrò la rossa guardando quegli occhi grigi così tristi.
Sirius la guardò intensamente e poi le chiese: “Dopo quanto tempo hai smesso di soffrire per Piton o tua sorella?”.
Lily sorrise malinconica e, guardandolo dritto negli occhi rispose: “Mai”.
“Ma il dolore si attenua con il tempo. Quando la tua vita è comunque piena di belle persone e di gente che ti vuole bene per quello che sei e non per quello che vorrebbero tu fossi” aggiunse Lily.
Si alzò da terra appoggiando le mani sul pavimento gelato e porse una piccola manina all’amico che la afferrò sorridendo e asciugandosi le lacrime.
Quella notte, steso nel suo letto e circondato dai respiri addormentati dei suoi amici, Sirius non poté non pensare all’amica che lo aveva consolato.
Fino allo scorso anno l’aveva sempre considerata come un’insopportabile petulante so-tutto-io, ma da tempo aveva dovuto ricredersi.
Lily Evans era la persona più profonda e umana che avesse mai conosciuto. Forse perché era riuscita a far maturare James. Forse perché il suo cuore era più pieno di cicatrici di quanto chiunque immaginasse.
E, forse, inspiegabilmente e inconsciamente, loro due si assomigliavano più di quanto pensassero.
Se Sirius nascondeva i suoi sentimenti dietro alle famose malandrinate, Lily li nascondeva dietro a ore e ore di studio e passione per le regole.
Ognuno nasconde i propri dolori più profondi come può.
 
 
Note dell’autrice:
Ma ciao amici!
Il fatto di essere bloccata per la neve porta bene, alla fine (Mallveollos converrà con me).
Eccomi a proporvi un altro capitolo quindi!
Spero ne sarete felici e soprattutto spero vi piacerà!
Ho cercato di renderlo il più reale possibile, sentimentalmente parlando e, spero di esserci riuscita.
Naturalmente, il fatto che Marlene abbia spiattellato il segreto è rimasto in sospeso ma è stata una scelta voluta per mettere più in risalto il dolore di Sirius.
Ovviamente questa “spiata” non resterà inosservata nel prossimo capitolo che vedrà ancora per un po’ protagonisti gli accadimenti familiari di Sirius.
Ho voluto inserire un ricordo riguardante i due fratelli Black e i primi anni di Sirius ad Hogwarts.
Lily è la persona più adatta per consolare Sirius in quanto anche lei ha sofferto di qualcosa di molto simile, se non peggiore.
Che dire, spero che il capitolo vi sia piaciuto, poi come avete notato è anche un po’ più lungo del solito!
Fatemi sapere che ne pensate, un abbraccio.
Lilylunapotter
 

 

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Capitolo 20
*** Malandrino per tutta la vita ***


20. Malandrino per tutta la vita
 
 
“Non avresti dovuto dirgli nulla!” sbottò Alice contrariata guardando a braccia incrociate Marlene che sedeva sul letto affranta.
“Mi dispiace d’accordo? Mi è scappato!” rispose Marlene seriamente dispiaciuta.
“Dai Ali… alla fine non è successo nulla di grave” tentò di dire Lily che fino a quel momento era rimasta in silenzio ad ascoltare le amiche.
“Oh ma certo…Sirius ha solo avuto conferma che il fratello sedicenne ha il marchio nero. Cosa vuoi che accada?!” sbottò Alice arrabbiata.
Lily capì subito dove Alice voleva andare a arare e così la bloccò: “Sono sicura che Sirius sa cosa è meglio fare. In fondo suo fratello ha solo sedici anni, non sa bene quello che fa…”.
“Smettetela. D’ora in avanti Sirius penserà a cosa è meglio fare e noi non ci intrometteremo. Ho fatto bene a dirgli la verità, è giusto che lui la sappia” sbottò Marlene e poi si alzò e uscì dal dormitorio lasciando le altre due in piedi a guardarsi sconcertate.
 
 
********************
 
 
 
“Allora vi aspettiamo lunedì da me. Mi raccomando alle 9:30 e non arrivate a casa mia in modi strani!” esclamò Lily salutando con la mano gli amici.
James le stava dietro, molto più silenzioso del solito.
“Ci aspettano direttamente a casa i miei, quindi dobbiamo smaterializzarci, ecco vieni per di qua” disse Lily accompagnandolo verso un vicolo deserto dove, mano nella mano, sparirono.
Casa Evans era una villetta colorata di rosa antico e aveva un grazioso quanto normale giardinetto sul davanti.
Lily si incamminò verso il vialetto e una volta davanti alla porta si abbassò e prese da sotto lo zerbino una chiave piccola e argentata.
Aprì la porta e si trascinò dentro, seguita da James.
“Lily! Sono così felice di vederti tesoro!” esclamò una donna sulla cinquantina apparendo dalla porta in fondo al corridoio e correndo ad abbracciare la figlia.
“Come se non fossimo stati costretti a nasconderci fino a due giorni fa per causa sua…” borbottò qualcuno dalle scale.
Lily si voltò e vide sua sorella Petunia scendere lentamente i gradini fino a trovarsi di fronte a James.
“Ehm… Io sono James, tanto piacere” disse il cercatore porgendole la mano.
Petunia la guardò con un sopracciglio alzato e poi si voltò per andare in salotto dicendo: “Un altro strambo”.
“Sono desolata, perdonala. Tanto piacere caro, io sono Lilian. Venite, venite!” esclamò la donna.
In cucina trovarono anche il signor Evans che sonnecchiava rumorosamente su una poltrona.
“Alfred! Alfred, sono qui!” esclamò Lilian scuotendolo.
Il padre di Lily aprì gli occhi e guardò attentamente i nuovi arrivati.
“Tesoro mio, bentornata! E tu devi essere James, tanto, tanto piacere!” disse Alfred scattando in piedi e stringendo la figlia.
Sederono a tavola a chiacchierare e, dopo solo mezz’ora dal loro arrivo, i signori Potter diedero loro una brutta notizia.
“Mamma, per favore. Non costringerci a stare a cena di domenica perché Petunia deve presentarci il suo fidanzato? Sai come andrà a finire!” gridò Lily contrariata.
“Senti Vernon verrà qui a presentarsi e tu fai parte di questa famiglia quindi ci sarai! E non ammetto repliche!” sbottò Lilian riprendendo a pulire la cucina.
Dopo quella giornata, alla sera, Lily aveva l’umore davvero sotto terra e, cosa che la innervosiva ancor di più era il fatto che James continuasse a lamentarsi di voler dormire con lei.
“Senti siamo in casa dei miei genitori, non possiamo fare come vogliamo. E comunque non abbiamo dormito mai insieme che ti prende ora?” domandò Lily scocciata chiudendo la porta della sua camera.
“Voglio fare l’amore con te” rispose James serio.
Lily rimase immobile a fissarlo dopo quell’affermazione ma lui non sembrava minimamente preoccupato.
“Sono serio. Io lo vorrei… ti vorrei” continuò James.
“Io… ehm non penso sia il caso. I miei sono di là, lo sai” rispose Lily che non sembrava arrabbiata, ma anzi confusa.
La sera, sotto insistenza dei genitori di Lily, James acconsentì a dormire nella camera della sua ragazza mentre Lily avrebbe dormito nel divano in salotto. La signora Evans servì una cena squisita e durante tutto il pasto il padre di Lily non fece altro che brindare.
“Vorrei fare un brindisi alle mie figlie” e alzò il bicchiere brindando con tutti.
E dopo aver brindato a praticamente qualunque cosa gli venisse in mente, mezzo brillo si congedò e andò a dormire.
Lily e James, che entrambi avevano assecondato Alfred divertiti erano anche loro molto allegri.
Circa mezz’ora dopo anche Petunia e Lilian si congedarono e salirono al piano di sopra.
“Allora… buonanotte” sussurrò Lily dando un bacio sulle labbra a James che stava in piedi di fronte alla porta della camera dove avrebbe dormito.
James non rispose ma si limitò a darle un bacio. Un bacio dolce che poi scese sul collo, fino alle clavicole.
Lily rimase in silenzio, inebriata da quel momento e gli strinse le braccia attorno al collo, accarezzandogli i capelli.
In un attimo James la prese in braccio e la portò dentro la camera.
“Vale ancora la proposta di oggi?” domandò Lily in un sussurro e, anche se erano al buio, James notò le sue guance arrossarsi.
“Ovviamente” rispose il ragazzo riprendendo a baciarla.
 
 
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Se non avesse conosciuto Piton, James avrebbe detto che Vernon Dursley era la persona che più odiava al mondo.
Quando quella domenica il fidanzato di Petunia era arrivato in casa Evans, da subito aveva manifestato il suo pensiero riguardo al mondo magico.
A cena, l’atmosfera non migliorò di certo anche se entrambi i giovani si sforzavano di fingere simpatia.
“Sai James, Vernon ha appena ricevuto una promozione nell’azienda dove lavora, la Grunnings. La conosci?” domandò Alfred allegramente seduto tra Vernon e James a capotavola.
“No signore, non la conosco. In realtà noi facciamo le cose molto più semplicemente. Ma ammetto che il vostro mondo mi affascina” rispose James cordiale mentre Vernon, di fronte, grugniva contrariato.
“Di che cosa si occupano i tuoi genitori caro?” domandò Lilian curiosa.
“I genitori di James sono una specie di… poliziotti direi. Sono auror…” rispose Lily prima del suo ragazzo sorridendo.
“Sì esatto, auror. E io vorrei diventare come loro” rispose James entusiasta.
“Poliziotti magici pff. A che cosa correte dietro? A Maga Magò?” domandò Petunia a voce alta facendo ridacchiare Vernon.
“Petunia!” esclamò Lilian arrabbiata.
“Veramente si da il caso che aiutiamo anche voi…” rispose James scocciato ma mantenendo la calma come aveva promesso a Lily.
Per un po’ l’unico rumore che si udì fu quello delle posate che sbattevano nei piatti, poi, finita la cena, mentre i signori Evans andarono a sistemare la cucina, i ragazzi ripresero a chiacchierare più o meno tranquillamente.
“Quindi non lavori?” domandò Vernon con un ghigno sul volto.
“Vado ancora a scuola, sì” rispose James stringendo il pugno.
“E hai la patente?” domandò Petunia tagliente.
“Che… cosa?” domandò James che non aveva idea di cosa fosse una patente.
“Serve per guidare le automobili e no Petunia, ovvio che non ne ha bisogno” rispose Lily scocciata mentre i due babbani si guardavano ridacchiando.
“Noi guidiamo le scope, voliamo” aggiunse James che sentiva la sua pazienza diminuire sempre di più.
“Oh… loro volano, Tunia cara. E dimmi un po’ vi fanno fare un esame per imparare a parcheggiare?” domandò Vernon scoppiando a ridere.
Ma quella fu la goccia che fece traboccare il vaso: James scattò in piedi con la bacchetta alla mano e i due babbani smisero all’istante di ridere ma guardarono la bacchetta spaventati.
“James, per favore. Mettila giù, ti prego…” sussurrò Lily cercando di abbassargli il braccio, cosa che, dopo alcuni secondi lui fece.
“Lo dicevo io che non è vero niente di ciò che dicono…” sussurrò Vernon a Petunia.
E poi accadde tutto in pochi secondi, Lily chiuse gli occhi per non vedere.
Ma quando li riaprì si ritrovò di fronte una Petunia dai capelli a scopettone e un Vernon dai capelli verdi e bruciacchiati.
“Oh Santo Cielo” gridò la signora Evans prima di svenire e cadere a terra.
 
 
********************
 
 
 
“Non ci posso credere che lo hai fatto James!” esclamò Sirius piegato in due dalle risate sotto lo sguardo severo di Lily.
“Bhè non è stato affatto divertente. Abbiamo dovuto scusarci in cento modi…” sbottò Lily accanto a Marlene e Alice che a stento si stavano trattenendo dal ridere anche loro.
“Questo cara, perché non hai voluto che li obliviassi…” rispose James alzando un dito.
“Ma certo che non ho voluto! Sono la mia famiglia!” sbottò Lily contrariata.
“Tanto meglio almeno se ne ricorderanno!” esclamò Frank che rideva a crepapelle con Sirius.
“Credo sia meglio incamminarsi” disse Marlene prendendo Sirius e allontanandolo dalla furia omicida che si stava scatenando in Lily.
Camminarono per una decina di minuti verso il parco dove avrebbero fatto il picnic e dove Remus li aspettava.
“Ciao ragazzi!” salutò Remus allegramente unendosi alla combriccola.
“Peter non doveva essere con te?” domandò James curioso.
“Oh sì ma mi ha scritto ieri dicendo che aveva un impegno e non sarebbe potuto venire” rispose il licantropo facendo spallucce.
“OH MIO DIO MA CHE BELLO CHE ROBA E’?” gridò James facendo sussultare tutti che si voltarono subito a vedere che cosa stesse indicando.
Proprio nel limitare del parco c’era una grande giostra per bambini tutta illuminata e rallegrata ancor di più da musica per bambini.
“E’ una giostra… per bambini” rispose Alice ridacchiando.
“Santo Merlino mai vista! Ci andiamo?” domandò James guardando Lily supplicante.
“Ma stai scherzando? E’ per bambini ti abbiamo appena detto. E tu hai diciassette anni!” rispose Lily.
“Ti prego” disse James facendo il labbretto  alla sua fidanzata.
Lily lo guardò male senza aggiungere altro e poi, tutti quanti andarono all’area picnic.
Il pranzo trascorse piacevolmente e dopo tutti si divertirono a fare ciò che più gli piaceva.
Alice e Frank naturalmente si erano appartati da qualche parte, Lily e Marlene si riposavano chiacchierando stese sugli asciugamani con Remus che leggeva u libro mentre James e Sirius avevano deciso di fare un giro nei dintorni.
Verso le quattro e trenta finalmente Alice e Frank tornarono.
“Avete visto Sirius e James per caso?” domandò Marlene guardandosi intorno alla ricerca del suo fidanzato.
“No, non sono ancora tornati?” chiese Frank sedendosi accanto a Remus.
Lily scosse la testa e poi aggiunse: “Forse è meglio andare a cercarli Marl, quei due potrebbero fare danni”.
E così si incamminarono verso il sentiero del parco alla ricerca dei due malandrini.
Camminarono per una ventina di minuti buona prima di trovare i due che, naturalmente, stavano combinando guai.
“Statemi bene a sentire voi due. O mi pagate subito, oppure chiamo la polizia!” gridò un tipo ai due.
“Che diavolo succede?” domandò Lily che insieme a Marlene li averva raggiunti.
“Oh siete amiche di questi due.Volete gentilmente spiegargli che non possono pagarmi con le monete dei bambini?!” gridò l’uomo verso le due ragazze e indicando i due malandrini.
“Ehm… che cosa dovrebbero pagarle?” domandò Lily tirando fuori il portafogli con i soldi babbani.
“Otto giri in giostra!” sbottò quello.
Lily sbarrò gli occhi e guardò male il suo ragazzo: sarebbe rimasto un malandrino per tutta la vita!
 
 
Note dell’autrice:
Ciao amici!
Eccomi di ritorno con il nuovo capitolo.
Non voglio dilungarmi troppo, penso ci sia poco da dire su questo capitolo.
A parte James e Lily che finalmente hanno raggiunto un importante traguardo, sentimentalmente parlando c’è poco, lo so.
James ha combinato un bel pasticcio a casa di Lily e questo gli costerà l’essere odiato a vita da Petunia e Vernon. Cosa che sarebbe comunque accaduta.
Scena finale: spero vi sia piaciuta perché io più me la immagino più rido.
Fatemi sapere che ne pensate, un abbraccio!
Lilylunapotter
 

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Capitolo 21
*** Vacanze da dimenticare ***


21. Vacanze da dimenticare
 
 
“Bhè… allora arrivederci signori Evans. Grazie mille per avermi ospitato” disse James allegro.
“Figurati caro, non avevamo ospiti da quando siamo tornati qui dopo quella notte” rispose la signora Evans abbracciando James.
“Oh e, mi scusi ancora per l’inconveniente con sua figlia e Vernon” aggiunse James.
Il signor Evans li vicino alzò la mano come a scacciare una mosca e gli sorrise allegramente.
Lily e James uscirono di casa pochi minuti dopo salutando con la mano i genitori di Lily e poi si avviarono verso un vicolo da cui si sarebbero smaterializzati.
“Ora puoi smettere di fare il serio” ridacchiò Lily prendendogli la mano.
“Lil c’è qualcuno nel vicolo…” sussurrò James bloccandosi e guardando verso la fine della strada.
Effettivamente proprio alla fine della strada qualcuno stava trafficando con degli oggetti.
“Piton” gridò James sfoderando la bacchetta.
Piton si voltò spaventato e anche lui tirò fuori la bacchetta.
I due si guardarono fisso per un momento poi, due lampi di luce provenienti dalle due bacchette si scontrarono a metà strada.
Il lampo dorato di James sembrava sopraffare quello di Piton ma poi il secondo fece qualcosa che Lily non avrebbe dimenticato mai per tutta la vita.
Lasciò il contatto e dopo essersi nascosto dietro ad un bidone della spazzatura ci fu una grossa esplosione.
Lily si rialzò da terra piena di polvere e detriti che erano venuti giù dal crollo di un balconcino sopra di loro.
“James” gridò spostando i detriti e per liberare James che era intrappolato li sotto.
Quando lo trovò James aveva il volto completamente coperto di sangue e aveva perso i sensi.
“Accidenti! James, James mi senti!” gridò Lily in lacrime e poi… un lampo di genio.
Frugò nello zaino fino a trovare uno specchio, ci guardò dentro e gridò “Sirius, Sirius aiuto! Siamo nel vicolo aiutaci!”.
In pochi secondi Sirius si materializzò lì e corse ad inginocchiarsi vicino a James.
“Dobbiamo portarlo al San Mungo, subito” disse Sirius e prendendo le mani di entrambi si materializzò.
 
 
 
“Si rimetterà?” domandò Lily ancora spaventata ad una guaritrice che usciva dalla stanza di James.
“E’ stato molto fortunato ad avere voi due. Lo avete portato giusto in tempo ma sì, si rimetterà” rispose la donna.
Lily sprofondò nella poltroncina accanto a Sirius e scoppiò in un pianto silenzioso.
“Su, su… si rimetterà hai sentito, no?” disse Sirius dandogli degli imbarazzati colpetti sulla spalla.
“Ho a-a-avuto così p-paura. Credevo… credevo che fosse…” singhiozzò Lily.
“Non dirlo nemmeno per scherzo, James è forte!” rispose Sirius.
Non lo faceva vedere ma anche lui si era preoccupato moltissimo. Non aveva mai visto il suo migliore amico in quello stato.
“Fatemi passare, sono del dipartimento auror, spostatevi!” gridò un uomo arrivando di corsa nel corridoio.
Era un uomo davvero spaventoso: pieno di segni e cicatrici.
Dietro di lui, alto e maestoso, Albus Silente.
“Preside!” esclamò Lily scattando in piedi.
“Signorina Evans, con me, adesso!” disse burbero il tipo che era con Silente.
“Alastor, Alastor! Non è adesso il momento!” gridò una terza voce apparendo nel corridoio. La voce di Dorea Potter.
“Un corno non è il momento. Tuo figlio ci ha quasi rimesso le penne e guarda un po’ anche due babbani!” rispose Alastor serio.
Dorea cercò di ricomporsi poi prese Lily e Sirius e li portò dietro di lei e disse: “Non penso tu sia la persona più indicata per dire quello che va detto a Lily. Non puoi farle un interrogatorio adesso!”.
“Dorea, lascia. Ci penso io” annunciò Silente, “Venga con me signorina Evans”.
Lily non stava capendo assolutamente nulla di quello che stava accadendo ma seguì il professor Silente fino ad una stanza stretta e buia che doveva essere una sorta di magazzino dell’ospedale.
“Lily. È increscioso che io debba dirti questa cosa qui e ora, ma hai diritto di sapere. Severus Piton non era in quel vicolo a caso. Era lì per impedire che voi due tornaste indietro…” cominciò il preside.
“Ma perché saremmo dovuti tornare indietro, professore…?” chiese confusa Lily.
“Hanno attaccato di nuovo i tuoi genitori…” continuò Silente posandole una mano sulla spalla.
“Come? Cosa? Stanno bene?” domandò Lily mentre gli occhi cominciavano a pungerle.
Silente abbassò gli occhi e Lily capì tutto.
Piton era in quel vicolo per controllare che lei e James sparissero prima di attaccare i suoi genitori.
Ma ovviamente James lo aveva visto e allora i Mangiamorte di guardia  casa sua, sentendo le esplosioni avevano attaccato.
“Piton è complice… no, io… non ci credo” sussurrò Lily con le lacrime che le rigavano il volto diafano.
“No, questo non è esatto. Siamo del parere che Piton non sapesse per che cosa servisse il diversivo” rispose il preside.
“Ma lui sapeva che i miei genitori abitavano lì… lui lo sapeva!” gridò Lily con quanta più rabbia potesse.
Voleva distruggere tutto, voleva che quel vecchio saggio di Silente la smettesse di vedere il buono in ogni persona, e anche lei voleva smettere di vedere il buono in tutti.
“Siamo riusciti ad arrestare Rosier, Evan Rosier. Si da il caso che volessero attaccare i due auror di guardia a casa tua. Dedalus e Sturgis li avevano praticamente sconfitti ma mentre gli altri se ne andavano Rosier ha appiccato il fuoco alla tua casa. Non c’è stato nulla da fare, mi dispiace…” disse il preside.
Lily restò in silenzio per un po’ poi insieme  al preside uscì dalla stanza e tornarono davanti alla camera di James dove la signora Potter, Sirius e Alastor Moody stavano aspettando.
 
 
 
********************
 
 
 
James sentiva delle voci intorno a lui e distinse perfettamente la voce di sua madre e di Sirius.
“Perché questi toni tristi al mio capezzale?” sussurrò James aprendo gli occhi.
Dorea lo strinse in un abbraccio pieno d’amore e Sirius gli sorrise contento.
“Allora il vecchio Piton continua con il sectumsempra…” aggiunse James inforcando gli occhiali appoggiati sul comodino.
“Se lo prendo giuro che lo faccio fuori stavolta. Sono tre giorni che stiamo qui ad aspettare che ti svegli” disse Sirius legandosi i capelli.
“Accidenti tre giorni?! Ma dov’è Lily, perché non è qui?” domandò James guarda dosi intorno per cercare almeno un segno che Lily fosse stata lì.
Sirius e Dorea si guardarono seri di sfuggita ma James colse subito che qualcosa non andava.
“Che succede?” domandò allora facendosi scuro in viso, “Lily sta bene? Dov’è?”.
Dorea prese una sedia e la avvicinò al letto.
“I genitori di Lily sono morti” disse seria.
James restò a bocca aperta poi guardò Sirius in cerca di rassicurazioni ma l’amico scosse il capo debolmente e si guardò la punta delle scarpe.
“Cosa? Ma… come? Chi?” domandò James spaesato.
“”Rosier. È stato Rosier” rispose la madre incapace di aggiungere altro.
“Lily dov’è, voglio vederla, adesso” sbottò James togliendosi le coperte di dosso.
 
 
Lily stava seduta sulla poltroncina di velluto nero nel corridoio del San Mungo.
Erano praticamente tre giorni che non si alzava di lì se non per andare al bagno.
All’inizio i Guaritori avevano tentato di convincerla ma lei non solo non aveva aperto bocca, ma si era rifiutata categoricamente di alzarsi.
Voleva restare lì seduta e sperava che prima o poi la parete alle sue spalle l’avrebbe inghiottita.
Avrebbe tanto voluto diventare parte della parete, almeno quel dolore soffocante l’avrebbe lasciata per sempre, forse.
“Non mi importa sto bene, voglio andare da lei!” gridò James uscendo dalla sua stanza.
Lily alzò lo sguardo e lo stupore che aveva in volto fu la prima reazione dopo tre giorni.
“Lily, Dio Lily. Vieni qui!” disse James inginocchiandosi davanti a lei e abbracciandola.
E fu in quel momento che lei si lasciò andare totalmente al flusso delle sue emozioni. Restò sulla spalla di James a piangere per quella che sembrò un’eternità.
Poi, sotto insistenza di Dorea tornarono tutti dentro la stanza di James e Lily acconsentì a bere una pozione che l’avrebbe fatta riposare un po’.
 
 
Pochi giorni dopo, finalmente, poterono andare tutti a casa. Lily, che non aveva più nessuno a parte sua sorella Petunia, seguì James e Sirius a casa Potter dove si sarebbero fermati per una notte prima di tornare a scuola.
La primavera ormai era decisamente arrivata, il sole splendeva alto nel cielo e e temperature si alzavano di giorno in giorno.
“Lily, mia mamma vorrebbe parlarti di sotto” disse James bussando leggermente alla porta e affacciandosi con la testa.
“Sì… sì, certo. Scendo subito” rispose Lily asciugandosi gli occhi con la manica della felpa.
“Ehi, piccola. Vieni qua” sussurrò James entrando e prendendola fra le sue braccia.
“Scusami… è che… Non ci posso credere che… Piton” continuò Lily accoccolandosi nella sua spalla.
“Lily, come ha detto Silente, probabilmente Piton non aveva la minima idea di quello che stava facendo. Non sapeva che avrebbero attaccato. Ma adesso non te ne preoccupare, Piton fa parte del tuo passato. Ci sono io a proteggerti e prometto che lo farò per sempre, lo sai” le sussurrò allora James all’orecchio stringendola ancora di più.
Dopo poco scesero le scale fino al salotto dove stavano Dorea e Charlus insieme a Sirius.
“Vieni cara, siediti” disse Charlus facendola accomodare in mezzo a Sirius e James e di fronte a lui e sua moglie.
“Ci abbiamo pensato cara e siamo tutti d’accordo. Ma naturalmente devi esserlo anche tu e quindi è giusto chiedertelo. Ovviamente non hai più un posto dove andare finita la scuola così… abbiamo pensato che magari potresti venire qui da noi. Anche Sirius rimarrà fino a che non avrà trovato una sistemazione..” disse Charlus guardando Lily con affetto.
“Ma non abbiate fretta di trovarla una nuova sistemazione. Finchè siete sotto il nostro stesso tetto siamo tranquilli…” continuò Dorea sorridendole.
“I-io non so cosa dire…” sussurrò Lily guardandosi le mani appoggiate sul tavolo.
“Non devi dire nulla, noi siamo felicissimi di averti qui. Allora siamo d’accordo?” domandò Dorea prendendole la mano.
“D’accordo” rispose Lily.
 
 
 
Note dell’autrice:
Prima che qualcuno di voi mi cruci devo precisare che questo capitolo era sì nella mia scaletta, ma non dovevano accadere adesso questi fatti.
Tuttavia ho preferito inserirlo ora per evitare poi dopo che ad ogni capitolo muoia qualcuno.
Riguardo all’attacco come spiegato Piton non sapeva minimamente che cosa stessero facendo i suoi colleghi mangiamorte ed è per questo che non verrà punito ad Hogwarts.
In effetti l’attacco doveva essere rivolto a Dedalus e Sturgis ma Rosier si è fatto prendere dalla foga di uccidere qualcuno.
Comunque ben presto ci sarà un bel faccia a faccia tra Lily e Severus ma sarà tanto, tanto doloroso e triste.
Intanto vi lascio qui, penso che per il resto ci sia poco da spiegare.
Fatemi sapere cosa ne pensate!

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Capitolo 22
*** Fiducia, lente riprese e inviti ***


22. Fiducia, lente riprese e inviti
 
 
Il preside camminava avanti e indietro nel suo ufficio con grande impazienza.
Sapeva che presto sarebbe arrivato da lui, sapeva che avrebbe chiesto clemenza e questo turbava particolarmente i ritratti attorno a lui che lo guardavano attentamente, alcuni speranzosi, altri decisamente combattuti.
Come previsto, alle sette in punto di sera qualcuno bussò al suo ufficio.
“Avanti” disse sedendosi dietro alla sua scrivania dove erano posati tantissimi strani oggetti e marchingegni.
“Ti aspettavo, Severus” aggiunse facendogli il gesto di accomodarsi ma senza alcun sorriso sul volto.
Piton avanzò tremante e visibilmente scosso, non lo si era mai visto così.
Prese posto di fronte al preside ubbidiente con le mani che tremavano e i capelli che gli coprivano gli occhi neri e piccoli.
“Preside… la prego” sussurrò appena il ragazzo con fare implorante, “Lei deve perdonarmi”.
Silente si alzò dalla poltrona in uno scatto rapido che spaventò Piton che si ritrasse all’indietro.
“Devo, Severus? Io non credo tu sia degno del perdono. Ho chiuso un occhio troppe, troppe volte. Tuttavia devo dirti che stai chiedendo il perdono alla persona sbagliata, dovresti chiederlo a lei” disse Silente in tono calmo, forse anche troppo.
Piton rise amaramente e poi lo guardò beffardo: “Crede che Lily voglia sentirmi? Crede che Lily mi crederà quando le dirò che non sapevo volessero uccidere i suoi genitori?”.
“Sì, io credo che ti crederà. Ma ovviamente questo non significa che riceverai anche il suo perdono. Questo, Severus, credo potrebbe non avvenire mai” rispose il preside camminando avanti e indietro dietro alla sedia dove era seduto il giovane Piton.
“E a che cosa servirà allora, a cosa?” sbuffò Severus impaziente.
“Il rimorso? O non ti farà far pace con Lily, certo. E di certo non riporterà nemmeno in vita i signori Evans. Tuttavia io credo sia di fondamentale importanza che tu chieda il suo perdono, anche se sappiamo entrambi che non ti verrà concesso” disse Silente posizionandosi in piedi di fronte a Piton che lo ascoltava incuriosito, poi continuò “Non cercherò di riportarti dalla parte del bene, Severus, so che Voldemort ti ha marchiato in settembre e una volta marchiati difficilmente si torna indietro. Tuttavia ho un messaggio per il tuo padrone. Puoi riferirgli che continuando così, ben presto tutte le sue spie ad Hogwarts verranno allontanate e portate ad Azkaban. Questa è l’ultima volta in cui sarò clemente… anche con te. Tu e i tuoi compagni avete diritto di terminare gli studi, siete troppo giovani e a mio parere inesperti. Perciò riferisci il mio messaggio a Voldemort e almeno fino al prossimo giugno tu e i tuoi amici sarete a sicuro”.
Piton lo guardava con gli occhi fuori dalle orbite. Non ci poteva davvero credere che Albus Silente gli stesse dando ancora un’occasione, davvero non ci credeva.
Silente fece un gesto di congedo e Piton senza fiatare si incamminò alla porta.
“Perché lo sta facendo, signore? Perché mi da un’alta occasione?” domandò Piton con una mano sulla maniglia.
“Hai ancora una ragione per passare dalla parte del bene, Severus. Ricorda: l’amore vince su tutto” rispose il preside.
 
 
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Lily sedeva sul prato a studiare insieme a Marlene quando il loro inusuale silenzio venne interrotto dal vociare dei ragazzi che, di corsa, si stavano dirigendo proprio dalla loro parte.
“Che diavolo ha nella testa?” gridava Sirius furioso.
“Davvero non lo so, ma spero abbia un bel piano!” esclamò James avanzando con passo furioso.
Arrivato davanti alle ragazze James si sedette subito accanto a Lily e le chiese: “Silente deve averti detto perché permette ancora a Piton di stare a scuola quando sappiamo tutti che è un mangiamorte. E per di più che è coinvolto nell’assassinio dei tuoi genitori!” domandò James senza prendere fiato. Lily non lo aveva mai visto così arrabbiato.
“Ho parlato con il preside questa mattina. Piton è andato da lui appena tornato dalle vacanze, il giorno dopo… dopo l’attacco. Hanno fatto un patto e Silente dice che lui e gli altri serpeverde d’ora in avanti smetteranno di far scherzi o attaccare. Almeno fino a giugno” rispose Lily guardandolo preoccupata.
“Che cosa?! Quindi gli permette di restare a scuola come se nulla fosse!?” sbottò Sirius indignato.
“Il preside avrà le sue ragioni Sirius. Ha molta più esperienza di noi…” ribatté Marlene che era perfettamente d’accordo con Lily riguardo alla fiducia verso il preside.
“Esperienza un corno! Piton si merita di stare ad Azkaban!” disse James furioso cercando disperatamente l’appoggio degli amici.
“Piton è solo un ragazzo che ha fatto scelte e amicizie sbagliate, James. Me se Silente… bhè se Silente crede che tornerà dalla nostra parte prima o poi… io mi fido” disse Remus calmo anche se dal suo tono traspariva comunque un certo dubbio.
“Ma cosa può farlo tornare dalla parte del bene, me lo spiegate?!” sbottò James indignato.
“Il suo amore… per me. Silente dice che tornerà… per me” sussurrò Lily facendosi piccola. Sapeva che la rabbia vista fino ad ora da James era imparagonabile con quella che stava per arrivare.
Invece James, dopo alcuni istanti di stupore, si ricompose e disse: “Molto bene. Molto bene allora. Aspettiamo che Piton consegni qualcuno di noi per accorgersi di stare dalla parte sbagliata. Ma se voi vi bevete questa stronzata sono affari vostri. Piton è un mangiamorte che vi piaccia o no… e se non si fa qualcosa  subito ci consegnerà tutti a Voldemort senza pensarci due volte”.
Lily lo guardò seria con le labbra dischiuse poi deglutì e prima che potesse aggiungere qualcosa James era già su per la strada che portava al castello con i malandrini a parte Remus alle calcagna.
“E’ preoccupato per tutti noi… e soprattutto per te, Lily” disse Remus.
“Lo so” rispose Lily guardando i puntini dei tre amici sparire.
L’argomento Piton, dopo il pomeriggio al parco, non venne più affrontato nei giorni seguenti e questo perché sembrava mandare su di giri un po’ tutti.
Tuttavia James non dimostrava affatto di aver cambiato idea mentre Lily, da parte sua, continuava ad essere certa che Silente aveva i suoi buoni motivi per fidarsi di Piton.
Questo, ovviamente, non significava assolutamente che Lily aveva dimenticato il ruolo che l’ex amico aveva avuto nella morte dei suoi genitori e, un pomeriggio qualche giorno dopo, lo ricordò anche a Piton.
Lily stava camminando immersa ne suoi pensieri verso la sala comune per appoggiare i suoi libri prima di scendere per la cena quando, un rumore la riscosse dai suoi pensieri.
Si voltò con la mano appoggiata alla bacchetta, sotto la veste e si trovò di fronte a pochi metri di distanza Severus.
“Mi dispiace… mi dispiace da morire, puoi… puoi perdonarmi?” sussurrò Severus guardandosi le scarpe con gli occhi umidi.
Lily lo guardò interdetta per un po’, non sapeva cosa fare. Da una parte sentiva l’irrefrenabile impulso di mettergli le mani addosso, dall’altra provava solo tanta pena per lui.
Si avvicinò cautamente e quando fu abbastanza vicina anche lei sussurrando rispose: “Non ti perdonerò mai, Severus, mai. E tu questo lo sai. Ma provo pena per te, tanta. Se Silente si fida di te io non posso dire lo stesso ma mi fido di Silente. Sappi solo che, se altre persone a me care verranno uccise o resteranno ferite dovrai vedertela con me personalmente”.
“Non ho mai voluto farti del male io!” disse Severus alzando un po’ la voce.
“Tu mi hai fatto praticamente solo del male! Mi hai abbandonata per stare con… con quelli. Mi hai chiamata sanguesporco e hai partecipato all’uccisione dei miei genitori, anche se involontariamente! I miei genitori te li ricordi? Che fino a qualche anno fa ti ospitavano in casa loro tutte le volte che ne avevi bisogno tutte le volte che i tuoi litigavano! Sono morti per causa di quelli come te!” esclamò Lily con rabbia ma senza alcuna lacrima.
“Io non lo sapevo…” ribatté Severus ostinato.
“Non mi interessa più, Severus. La nostra amicizia è finita anni fa e per me è totalmente sepolta adesso. Se dovessi combattere contro di te in futuro lo farei, senza esitazione. Non sei altro che un conoscente per me, mettitelo in testa. E adesso per favore vorrei che smettessi di cercarmi o parlarmi. James non apprezzerebbe e… nemmeno io” disse Lily per poi voltarsi e incamminarsi.
“Potter… ti sei fatta comprare anche tu alla fine!” sibilò Severus con cattiveria mista a tanta, tanta invidia.
“Comprare? Comprare?! Io e James ci amiamo e per quanto so che la parola amore per te sia incomprensibile bhè… è quello che io e James proviamo l’uno per l’altra!” gridò Lily furiosa. Già lo stava lasciando stare, si stava fidando di Silente, ma questo non permetteva a Piton di giudicare le sue scelte e la sua vita.
Si guardarono ancora qualche istante poi entrambi ripresero a camminare verso le rispettive destinazioni.
 
 
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Quando tutti i ragazzi si svegliarono la mattina dopo e scesero in sala comune, trovarono ad attenderli una sorpresa.
La professoressa McGranitt, già vestita di tutto punto, li attendeva in piedi al centro della stanza.
“Molto bene, se i prefetti e i caposcuola sono qui inizierei. Potrete avvisare voi gli altri studenti della nostra casa” cominciò la professoressa guardandoli.
“Che succede?” sussurrò James appena sceso con la faccia assonnata ad una Lily sveglissima e attenta.
Lei si limitò ad indicare la professoressa e così anche James si mise ad ascoltare.
“Come annunciato durante il banchetto di inizio anno, quest’anno, alla fine degli esami si terrà il ballo di fine anno. Come sapete l’evento è organizzato interamente dalla professoressa Burbage a cui, ognuno di voi, potrà domandare dubbi e incertezze. Ogni casa è tenuta a partecipare a lezioni aggiuntive, lezioni che si svolgeranno… sì, signor Black?” domandò la McGranitt vedendo la mano di Sirius scattare in alto.
Tutti si voltarono verso la sua direzione e Marlene, al suo fianco lo guardava preoccupata.
“Ehm… professoressa ha detto lezioni aggiuntive ma… lezioni di che cosa?” domandò il ragazzo visibilmente preoccupato.
“Oh bhè… lezioni di danza naturalmente. È questo che si fa ad un ballo e io non tollererò che qualcuno di voi infanghi la nobile casa del Grifondoro. Sì signor Potter, tutti imparerete a danzare. Tutti vi presenterete nella sala grande in coppia quella sera e, naturalmente, in abito da cerimonia. Non ammetto repliche o sabotaggi o qualsiasi altra cosa vi possa venire in mente per rovinare quella serata. L’orario delle lezioni è affisso in bacheca, buona giornata!” finì la professoressa e, con un gesto della bacchetta, sulla bacheca apparve un foglio scritto in bella e ordinata calligrafia.
La professoressa uscì dalla sala comune proprio mentre tutti si accalcavano a vedere l’orario delle nuove lezioni.
“Già abbiamo da studiare per gli esami ci mancavano solo queste stupide lezioni!” borbottò James di fianco a Sirius che annuì perfettamente d’accordo.
“Bhè non è che voi due vi spacchiate di studio, o sbaglio?” ridacchiò Marlene dando una gomitata a Lily che sorrise flebile anche lei.
“Inoltre James ha davvero un gran bisogno di lezioni di ballo, è una frana!” aggiunse Lily ridendo.
“Simpaticoni…” sbuffò James sconsolato facendo ridere tutti.
Lily rise tanto da piegarsi in due insieme agli altri e quando finalmente riuscì a contenersi si rese conto che quella era la prima vera volta che rideva da quando erano morti i suoi genitori.
Anche James sembrò accorgersene perché le sorrise affettuoso e le passò un braccio attorno alle spalle.
“E comunque non sono il solo a dover imparare credo…” aggiunse James con un ghigno.
“Oh puoi dirlo forte amico. Mica ho mai capito come si fa… mi si intrecciano sempre i piedi e finisco col cadere sopra alla mia partner. Non che mi dispiaccia!” disse allora Sirius beccandosi una gomitata nelle costole da Marlene che era affianco a lui.
“E invece c’è chi una compagna deve trovarsela!” esclamò James allegro guardando verso Remus e Peter che si erano appena avvicinati.
“Ne sono perfettamente in grado da solo amico” disse Remus ridendo.
“Oh-oh malandrino precettino, cosa ci nascondi?” domandò Sirius curioso.
In effetti, il fatto che Remus stesse alludendo ad una ragazza misteriosa, suscitò gran curiosità in tutti. Remus non aveva mai avuto una vera e propria ragazza ma solo qualche appuntamento e nulla di più.
L’argomento fidanzate con Remus era praticamente off-limits a causa della condizione di Remus. Era convinto che nessuna donna avrebbe mai voluto uscire con lui dopo aver saputo della sua condizione.
“Sono sicura che Remus ce ne parlerà quando se lo sentirà, vero Rem?” domandò Lily cercando di scioglierlo dall’imbarazzo.
“Giusto e per ora vi assicuro che c’è ben poco da dire” rispose Remus sorridendo grato a Lily di averlo salvato da quella situazione.
“E va bene. Noi scendiamo a colazione voi venite?” domandò Sirius incamminandosi con Marlene verso il buco del ritratto.
Peter e James li seguirono ma quest’ultimo prima di uscire si voltò e vide Lily ferma dov’era: “Non vieni?”.
“Oh ehm… sì, devo fare una cosa tu vai pure intanto. Ti raggiungo” rispose Lily sorridendogli.
Quando fu certa che gli altri fossero usciti, trascinò un Remus vagamente incuriosito in un angolo lontano dai pochi occhi indiscreti-
“E’ Mary Macdonald?” domandò Lily guardandolo dritto negli occhi.
“Cosa…come?” borbottò Remus arrossendo e guardandosi intorno.
“Ho visto come la guardavi quando era vicino a noi. Bhè ci tenevo a dirti che Mary sarebbe felicissima se tu la invitassi. L’ho sentita parlare con le sue amiche Emmeline e Amelia. Dovresti invitarla” disse Lily sorridendogli.
“I-io… sì, lo farò al momento… giusto” rispose Remus sempre più imbarazzato.
“Bhè si da il caso che io sappia che i Grifondoro del sesto anno oggi abbiano le prime due ore libere. Magari potresti trovarla sulla mappa e chiederglielo, no?” chiese Lily.
Remus la guardò interdetto poi si lasciò andare in una risata composta ma allegra che fece aggrottare le sopracciglia a Lily.
“Che c’è?” domandò la rossa incrociando le braccia al petto.
“Niente… niente solo… la vicinanza con James comincia a farsi sentire su di te” rispose il licantropo ridacchiando.
Lily non poté che essere d’accordo con lui e anche lei scoppiò nella sua solita risata allegra.
 
 
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Remus aveva detto ai suoi amici che si sentiva poco bene e che sarebbe andato in infermeria da Madama Chips. O almeno questa era la versione fittizia.
In realtà era appostato da almeno una ventina di minuti dietro alcune rocce ad osservare un gruppetto composto da tre ragazze ma il suo  sguardo era fisso sulla ragazza bionda.
Mary Macdonald aveva i capelli biondi e lunghi che spesso portava sciolti sulla schiena e dei bellissimo occhi azzurro chiarissimo. Nonostante i bei tratti nel complesso il suo viso era molto bambinesco e questa era la caratteristica che l’avrebbe resa praticamente una delle ragazze più ambite della scuola. Tuttavia, Mary non aveva mai dimostrato di avere un interesse per qualche ragazzo o piacere nell’essere corteggiata.
Questo faceva automaticamente di lei una di quelle ragazze belle ma irraggiungibili.
Spesso i ragazzi dicevano di lei che fosse una di quelle che, in un certo senso, se la tirano ma, conoscendola meglio, si sarebbero ricreduti nel constatare quanta umiltà e insicurezza ci fossero in lei.
E proprio queste caratteristiche avevano fatto avvicinare un po’ Remus a lei che, comunque, ci aveva parlato poche volte. Poche ma buone, come si dice.
Remus, nascosto dietro le sue rocce, sperava con tutto il cuore che le sue due amiche se ne andassero presto ma, quando le due effettivamente si alzarono, anche Mary le seguì.
In un attimo di totale non controllo di se stesso, Remus si trovò a correre attraverso il parco e a gridare per richiamare l’attenzione della ragazza che, dopo un po’ si voltò.
“Ciao, Remus” disse Mary guardandolo incuriosita mentre le sue amiche alle sue spalle ridacchiavano rumorosamente.
“C-ciao M-mary. Io non vorrei disturbarti ma… mi chiedevo se… sì insomma m chiedevo se avessi già qualcuno con cui andare al ballo” disse Remus balbettando un po’ per il fiatone della corsa e un po’ per l’imbarazzo.
Emmeline e Amelia si erano zittite di colpo alle sue parole. Se Mary era una ragazza tranquilla e riservata lo stesso non si poteva di certo dire delle sue amiche: Amelia, dai lineamenti duri e i capelli biondo cenere, era la ragazza più pettegola che Hogwarts avesse mai conosciuto mentre Emmeline, dai capelli neri e gli occhi azzurri, era fra le più belle e quindi sempre in mezzo a feste o appuntamenti.
“Oh io… no non mi ha ancora invitato nessuno” rispose Mary imbarazzata e arrossendo nelle guance di botto.
“Ti andrebbe di… venirci con me?” domandò allora Remus trovando coraggio, un coraggio che mai aveva creduto di possedere.
Ci fu un momento di silenzio in cui Remus e Mary si guardarono negli occhi mentre le due ragazze non facevano altro che spostare i loro sguardi curiosi dall’uno all’altra.
“Sì” rispose infine Mary.
Remus spalancò gli occhi incapace di trattenere la sorpresa poi, tossicchiò appena cercando di ricomporsi e aggiunse: “D’accordo allora ehm… ci mettiamo d’accordo più avanti per l’orario e tutto il resto”.
Mary annuì ricambiando il sorriso incerto poi lo salutò con la mano e si allontanò verso il castello con le amiche.
Remus restò immobile incapace di credere a quanto appena accaduto quando, un rumore simile ad applausi proveniente dalla sua tasca lo riscosse.
Frugò tra le tasche e vi trovò uno specchio, lo specchio che usava con i suoi amici per comunicare che aveva preso in prestito a Sirius qualche giorno prima.
“Grande amico!” disse James dallo specchio.
“Siamo fieri di te, siamo commossi!” aggiunse James allegro asciugandosi una lacrima inesistente.
“Come hai fatto a convincere Lily a dirtelo?” domandò Remus con un sorriso guardando lo specchio.
“Oh non me lo ha detto. Hai sempre avuto lo specchio in tasca e quando stamattina ho visto che si attardava in sala comune non ho resistito ad origliare dalla tasca. Ma non dirglielo, potrebbe uccidermi” rispose James mentre la risata incerta di Peter e l’inconfondibile latrato di Sirius echeggiavano attorno a lui.
 
 
Note dell’autrice:
Eccomi qua amici!
Che ne pensate di questo nuovo capitolo?
Intanto negli ultimi due capitoli abbiamo visto la comparsa di alcuni personaggi che diventeranno molto importanti più avanti: Moody, Mary e anche Amelia e Emmeline.
Per quanto riguarda le età delle tre ragazze, nella mia storia sono tutte al sesto anno e sono di Grifondoro, questa è una cosa che non sono riuscita a trovare su internet ma, anche se, se così non fosse, spero apprezzerete comunque la mia scelta narrativa.
E, proprio ora sono felice di annunciarvi che al termine di “Insieme” ci sarà un sequel intitolato “A un mondo migliore” che partirà dalla fine della scuola fino a momento da destinarsi.
In questo capitolo anche Remus comincia ad avvicinarsi al genere femminile e la figura di Mary diventerà fondamentale per lui, questo ve lo anticipo.
Lily piano piano inizia a riprendersi dalla morte dei suoi genitori anche se, naturalmente, è una cosa che non supererà mai.
Piton, per quanto sia un personaggio che amo, devo dire che è sempre stato “aiutato” da Silente e anche in questo caso. Alla fine dei conti è quasi innocente ma non per questo Lily lo perdonerà.
Il prossimo capitolo sarà molto importante ai fini del finale di “Insieme” ma sarà ricorrente soprattutto nel sequel quindi… niente volevo incuriosirvi un po’! ahahahahahah
Fatemi sapere che ne pensate, qualche recensione in più mi farebbe tanto piacere. In caso contrario sono sempre felice di leggere il pensiero della mia cara Mallveollos e più che contenta di scrivere soprattutto per me stessa.
Sono consapevole che c’è molto da migliorare e spero di riuscirci a pieno nel sequel per il quale ho grandi progetti.
Ora vi saluto, un abbraccio!
Lilylunapotter

P.S. Vi allego le foto delle tre nuove ragazze, spero apprezziate!
(In ordine Mary, Emmeline e Amelia)

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Capitolo 23
*** Una ragazza per Peter ***


23. Una ragazza per Peter
 
 
Il mese dopo, maggio aveva dato completamente spazio alla primavera che annunciava che anche quell’estate sarebbe stata torrida.
Il sole splendeva alto nel cielo cosparso di qualche nuvola candida che creava bellissime forme nel cielo.
Gli studenti del settimo anno raramente riuscivano a rinchiudersi in biblioteca o in un’aula a studiare e spesso il gruppetto di Grifondoro si rifugiava all’ombra di qualche albero in riva al lago.
Al solito gruppo ormai inseparabile, spesso si aggregava anche Mary a cui, a volte, si univano anche le sue amiche Emmeline e Amelia.
Remus sembrava sempre più felice di questa vicinanza con la ragazza che, piano piano, si era un po’ più aperta con anche con tutti gli altri.
Quella mattina erano tutti seduti nel parco a studiare sotto la supervisione di Lily e Remus che cercavano di aiutare gli amici come potevano essendo loro due i più bravi del Grifondoro del loro anno.
“Noi dobbiamo salire al castello. Abbiamo la prima lezione con la McGranitt per il ballo. Ci vediamo dopo!” disse Mary alzandosi da terra seguita dalle sue amiche.
Remus restò a fissarla fino a che il suo puntino non sparì dentro la scuola e venne risvegliato dalle sue fantasticherie da Sirius.
“Allora il nostro lupetto ha ceduto all’amore” ridacchiò il moro.
“Non fare lo scemo Felpato. Ancora non c’è assolutamente nulla, ci stiamo conoscendo!” rispose Remus arrossendo.
“Sono proprio felice che tu abbia trovato il coraggio di invitarla. Mi è molto simpatica Mary…”  aggiunse Lily allegramente, seduta accanto a James che seduto sull’erba giocava con il boccino.
“Lo stesso non si può dire della sua amica, Amelia…” borbottò Marlene che aveva fatto caso alle occhiate che la ragazza mandava in direzione del suo fidanzato.
“Sarai mica gelosa Mckinnon?” domandò Sirius ghignando.
In tutta risposta la ragazza gli mollò una scopola sulla nuca che fece ridere tutti quanti.
“Non ci posso ancora credere che fra poco avremo gli esami, sono davvero agitatissima” disse Lily cambiando argomento.
James la guardò e non poté far altro che alzare gli occhi al cielo: quella ragazza era l’ansia fatta a persona quando si trattava della scuola.
“Lil sei la più brava studentessa del nostro anno, sono sicura che i tuoi esami andranno alla grande” disse Remus serio.
“E io sono sicuro che anche i miei andranno benissimo” ridacchiò James alludendo al fatto che Lily lo avrebbe sicuramente aiutato.
“Non credere che ti farò copiare tutti i miei scritti. E anche se fosse agli orali dovrai cavartela da solo!” rispose Lily sbuffando.
Circa un quarto d’ora dopo anche Marlene, Alice e Frank si alzarono per raggiungere il castello dove avrebbero affrontato una lezione di Aritmanzia e così i quattro malandrini e Lily restarono soli.
“Ehm… Remus? Tu hai già… ehm affrontato… l’argomento piccolo problema peloso con Mary?” domandò ad un tratto James e l’atmosfera si fece decisamente più seria.
“Io ehm… no, non ancora. Sto cercando il modo migliore per dirglielo in realtà. Forse , non so dopo il ballo…” borbottò Remus serio e imbarazzato.
“Sono sicura che la prenderà bene Remus, Mary mi sembra una ragazza di larghe vedute” cercò di tirarlo su Lily.
“Ma sì, sì ne sono sicuro anche io…” aggiunse Sirius dandogli una pacca sulla spalla.
“E tu Pete? Hai trovato una ragazza da invitare?” domandò Lily cercando di cambiare argomento.
“Oh in realtà non ancora. Ma io non credo che verrò, no sapete… penso proprio che non verrò” rispose Peter imbarazzato.
Che lui non fosse di questa gran bellezza non era una novità ma tutti, compresi i malandrini erano certi che almeno una ragazza che accettasse il suo invito ci fosse.
“Non dire cazzate Pete, tu ci vieni! Sarà la nostra ultima festa ad Hogwarts, devi venire!” esclamò James estasiato.
“Ci penseremo noi” aggiunse Sirius con fare malandrino.
“Esattamente!” esclamò allora Remus.
“Remus! Anche tu ti fai trascinare da questi due!” lo rimproverò bonariamente Lily ridendo.
“Oh il lupacchiotto è il malandrino peggiore!” rispose Sirius rotolandosi a terra dalle risate.
“Io non credo sia una buona idea…” sussurrò Peter serio e preoccupato.
 
 
 
“Come è andata la prima lezione con la McGranitt?” domandò Remus a Mary quella sera stessa seduti in sala comune.
“Bene, pensavo peggio davvero. Anche se ho dovuto fare le prove con un tizio davvero negato. Spero che tu saprai fare di meglio!” ridacchiò Mary allegramente facendo ridere anche Remus.
“Sono contento che hai accettato il mio invito…” disse allora Remus e, nello stesso istante, le guance dalla pelle chiarissima di Mary si tinsero di un rosa acceso.
“Anche io sono contenta che tu mi abbia invitato” rispose Mary sorridendo dolcemente.
“Scusate spero di non interrompere nulla di troppo sdolcinato. Potrei certamente vomitare! Comunque sono qui in veste speciale di cupido e tu, Mary, sei appena stata eletta nostra aiutante nella missione Trova una topa per Pete!” annunciò James arrivando in gran carriera verso di loro seguito da Sirius.
“Una topa? Questo non lo avevamo accordato!” esclamò Sirius con la fronte corrucciata.
“Ragazzi è davvero… fraintendibile il nome di questa missione” borbottò Remus imbarazzato cercando poi di fare una faccia di scuse a Mary che però sembrava molto divertita.
“Vi aiuterò! Anche Peter merita di passare una bella serata! Avete già qualche idea?” domandò Mary facendo loro segno di sedersi nel divanetto libero li vicino.
“In realtà no. Anche se pensavamo che magari le tue amiche…” buttò lì Sirius grattandosi la nuca.
“Oh Amanda e Emmeline? Ehm… io veramente pensavo a qualcuna un po’ più… ehm alla portata di Peter, no?” rispose Mary imbarazzata. Era certa che nessuna delle sue due amiche avrebbe acconsentito ad andare al ballo con Peter.
“Ma certo ma certo, stai puntando troppo in alto amico. Che ne so qualche ragazzina del quinto anno che non è ancora stata invitata? In fondo mancano solo due settimane al ballo” disse James grattandosi il mento.
“Oh bhè, ci sarebbe una ragazza del quinto anno ma… non so non la conosco così bene. Si chiama Hestia Jones ed è una ragazza molto timida e riservata. È anche abbastanza carina, io credo che potrebbe accettare” disse Mary “Eccola è quella laggiù”.
In effetti la ragazza, a livello estetico, non era certamente al pari delle amiche di Mary o di Lily e Marlene ma era comunque carina e minuta. Aveva i capelli castani a caschetto e un visetto simpatico.
“Direi che per Pete può andare che ne pensi compare?” domandò James a Sirius che guardava ancora la ragazza serio.
“Sì, sì può andare…” annunciò dopo qualche secondo battendo le mani con fare teatrale.
“Ora dobbiamo solo convincere Peter a chiederglielo…” borbottò Mary che ormai era entrata nella parte.
“E sperare che non l’abbia ancora invitata nessuno…” aggiunse Remus.
“Come lo facciamo a convincere?” domandò Sirius serio.
“Pozione polisucco e diventiamo Peter?” propose James.
“Assolutamente no, quello deve essere un momento che deve trascorrere Peter in prima persona!” esclamò Mary seria con l’appoggio di Remus.
“Io dico che se provate a parlargliene glie lo chiederà senza problemi” aggiunse Mary.
“Sì forse hai ragione… in fondo Peter ci ascolta sempre. Andiamo a cercarlo!” disse allora Sirius e nel giro di pochi secondi erano spariti tutti e due verso il dormitorio maschile.
Nello stesso momento Lily scese dal dormitorio e li osservò salire le scale di fretta così, insospettita da quell’atteggiamento che sicuramente non avrebbe portato nulla di buono, si avvicinò a Remus e Mary.
“Che hanno in mente quei due?” domandò Lily con le braccia incrociate al petto e con un tono che non ammetteva alcuna bugia.
“Missione Trova una topa per Pete” rispose Mary ridacchiando mentre Lily spalancava gli occhi sconvolta.
“Che volgarità…” sussurrò prima di sparire ancora allibita e lasciando Remus e Mary a ridacchiare.
 
 
 
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Contro ogni previsione dei malandrini addetti alla missione, Peter accettò di buon grado l’idea di invitare Hestia Jones al ballo.
Il giorno dopo l’inizio della missione, tutti i malandrini, insieme a Mary e Lily erano in attesa del ritorno di Peter che era andato appunto ad invitare la ragazza.
“Speriamo vada tutto bene, sono così ansiosa per lui…” disse Lily circondata da un marasma di libri e pergamene.
“Già, lo spero anche io. Quanto manca all’inizio dei vostri esami?” domandò Mary.
“Inizieranno dopo domani. Sono così ansiosa, Merlino. Dovrei aver ripassato tutto già due volte ma ho il terrore di aver dimenticato qualcosa…” borbottò Lily.
Proprio in quel momento fecero il loro ingresso nella sala comune Peter seguito da Marlene che, una volta vicino alla combriccola, esordì allegramente: “Dovevate esserci ragazzi! Peter è stato grande!”.
“Allora che ha detto?” domandò James curioso mentre tutti aspettavano con impazienza che Peter raccontasse.
“Bene! Ha detto di sì!” rispose Peter allegro come non mai.
“E’ stato così dolce. Davvero Peter non credevo avessi un lato così romantico!” esclamò Marlene che non stava nella pelle per la felicità dell’amico.
“Oh sì, bhè… ho fatto del mio meglio!” aggiunse allora il ragazzo sorridente.
“Lo stesso non si può dire di voi due. Da quanto so nemmeno Lily ha ancora ricevuto il suo invito! E se credete che solo perché siamo le vostre fidanzate non ci sia bisogno di un invito vi sbagliate di grosso!” disse Marlene con un dito alzato mentre Lily annuiva seria facendo ridere tutti.
James e Sirius in tutta risposta si guardarono allibiti: dovevano farsi venire un’idea al più presto.
Poco dopo tutti i ragazzi del settimo anno scesero a secondo piano dove la McGranitt li aspettava per la loro prima lezione aggiuntiva per il ballo.
Quando entrarono trovarono la professoressa agghindata in un abito color smeraldo e svolazzante che si addiceva perfettamente al suo stile solito.
“Forza, prendete posto. Le ragazze di qua i ragazzi di là!” disse la professoressa indicando le panche ai lati opposti della stanza.
Tutti presero posto velocemente e la professoressa cominciò a a camminare avanti e indietro osservandoli uno ad uno.
“Molto bene. Sapete tutti perché siamo qui perciò non ritengo opportuno ripeterlo. Per prima cosa vorrei informarvi che è il primo ballo di fine anno che facciamo e, pertanto, dovrà essere perfetto anche perché la professoressa Burbage ha insistito per invitare un giornalista direttamente dalla Gazzetta del Profeta. Non vi permetterò di infangare questa serata o di mettere in ridicolo la nostra scuola. Ora, se non vi spiace, vorrei che vi prendeste in coppie così… signor Minus, prego le con me” disse la professoressa senza prendere fiato.
“Cosa? I-io… e perché?” domandò Peter spaesato mentre gli amici ridacchiavano.
“La sua accompagnatrice è del quinto anno perciò può provare con me. Oh a proposito, complimenti per il suo romanticismo!” esclamò la professoressa tirandolo in mezzo alla pista tra i fischi dei compagni.
In poco tempo tutti gli studenti erano accoppiati e volteggiavano nella sala sotto le indicazioni della McGranitt.
“Black non sta schiacciando delle formiche, si impegni!” gridò la professoressa.
“Un, due, tre…Un, due, tre…” sussurrava James guardandosi i piedi che si intrecciavano da soli.
“James vuoi smetterla di guardarti i piedi? È imbarazzante ballare con i tuoi capelli e mi stai dando anche un sacco di testate!” sbuffò Lily prendendogli con una mano il mento e sollevandogli il viso.
“Lily…?” disse James incerto guardandola negli occhi.
Lei lo guardò di rimando e annuì come a dirgli di continuare.
“Vuoi venire al ballo con me?” domandò allora il ragazzo serio continuando a volteggiare insieme alla rossa.
Lei sorrise dolcemente e si sciolse alla vista di quegli occhi così dolci che la guardavano innamorati
“ Assolutamente… sì” rispose infine dandogli un leggero bacio a stampo sulle labbra.
 
 
 
Dall’altra parte della sala Sirius e Marlene volteggiavano anche loro ma non senza qualche difficoltà.
“Quello era il mio piede!” esclamò Marlene seccata ma allo stesso tempo divertita.
“Scusami Marl, sono proprio negato!” rispose Sirius dispiaciuto cercando comunque di impegnarsi.
Finalmente dopo qualche tentativo e qualche piede pestato, Sirius sembrò iniziare a capire i ritmo del valzer e si sciolse un po’.
“Ecco bravo, stai andando bene” sussurrò Marlene all’orecchio del moro che rabbrividì appena. Era incredibile come ancora non si fosse  del tutto abituato al fatto di avere Marlene al suo fianco.
“Marl…?” domandò incerto il ragazzo inebriandosi del profumo dei suoi capelli e continuando a danzare.
“Sì, Sirius?” chiese lei di rimando. Era incredibile come ancora la emozionasse sentire il cuore del suo ragazzo palpitare a pochi centimetri dal suo.
“Vuoi accompagnarmi al ballo?” domandò allora il ragazzo in un sussurro.
Marlene gli diede un bacio a fior di labbra che durò pochi secondi poi, tornò al suo orecchio e sussurrò:  “Certo che sì!”.
 
 
Note dell’autrice:
Ho superato me stessa devo dire, sono stata più rapida del previsto!
Voglio iniziare subito dicendovi che dopo questo capitolo, ne seguiranno solo altri due per giungere ufficialmente al termine di “Insieme”.
Come vi ho anticipato la storia non finirà qui, ci sarà un sequel di cui vi ho già detto il titolo.
In questo capitolo i malandrini riescono a trovare una compagna per il ballo anche per Peter e, come avrete notato, la sua accompagnatrice la conosciamo già.
Hestia non faceva parte dell’ordine della fenice originario quindi ho pensato che potesse essere più giovane dei ragazzi.
Per quanto sia un personaggio più o meno rilevante nella mia storia, a parte al ballo, non riapparirà praticamente più.
Ma comunque alla fine vi lascio una foto anche di come mi immagino lei.
James e Sirius pensavano di scamparsela ma anche loro due devono provvedere al loro invito e ho voluto descrivere questo momento come un momento di spontaneità assoluta. Niente di troppo complesso o premeditato.
Il prossimo capitolo (che è già pronto ma che non pubblicherò prima di venerdì muahahahahah) vedrà i ragazzi alle prese con gli esami e in più ci sarà un avvenimento molto molto importante che sarà alla base di “A un mondo migliore”.
Lo so che avevo detto che questo avvenimento/fatto/evento sarebbe stato in questo capitolo ma poi ho deciso che mi sarei allungata un po’ di più.
Sperando che questo capitolo vi sia piaciuto, vi abbraccio e vi saluto!
Lilylunapotter


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Capitolo 24
*** L'Ordine della Fenice ***


24. L’Ordine della Fenice
 
 
Gli esami arrivarono così velocemente che il tempo da dedicare alle prove per il ballo cominciò a stare  stretto un po’ a tutti.
Molti erano quelli che si fingevano malati durante le due ore con la McGranitt e più volte lei aveva dovuto girare per il castello alla ricerca di qualche grifondoro che disertava le sue lezioni per studiare.
Dopo la settimana di punizioni che si beccò uno studente del sesto anno però, nessuno sembrava più avere voglia di tentare la fuga alle sue ore e anzi tutti cercavano di impegnarsi per far si che finissero al più presto.
Gli esami orali erano cominciati da qualche giorno e quel venerdì tutti gli studenti avevano appena affrontato l’ultima prova scritta di Difesa Contro le Arti Oscure.
“Devo dire che mi aspettavo domande molto più difficili. Alla fine quelle due sui lupi mannari erano facili e poi non mi aspettavo proprio quella domanda sugli Obscurus!” disse Sirius allegro uscendo nel parco.
“Non cantare vittoria, secondo me all’orale ci metteranno sotto torchio!” rispose Remus seguendolo.
Le ragazze erano poco davanti a loro e stavano chiacchierando tranquillamente sugli abiti che avrebbero indossato al ballo visto che mancava poco più di una settimana.
“Mia madre mi manderà un abito bellissimo. Lo stesso che ha indossato al matrimonio di una sua amica. Sono così ansiosa di indossarlo!” disse Alice allegra.
“Oh, io credo dovrò farmi spedire qualcosa direttamente da Madama Mcclan, non credo che Petunia acconsentirebbe a cercarmi qualcosa” ridacchiò Lily anche se in fondo era molto triste. Tutti le madri delle sue amiche erano così eccitate di spedire un bell’abito alle figlie e lei non aveva praticamente nessuno che potesse aiutarla. Le mancava così tanto sua madre.
Inoltre la sua posta si era decisamente dimezzata da quando i suoi genitori erano morti le uniche lettere che riceveva erano le copie della Gazzetta del Profeta o. ogni tanto, saluti dalla madre di James o di Marlene.
“Lily lo sai che se vuoi mia madre è felice di spedire qualcosa anche a te!” esclamò Marlene che anche lei non riusciva a contenere la gioia.
“Oh no, figurati davvero” rispose Lily sorridendole gentilmente.
Sedute sotto l’ombra del solito albero Lily si disse che prima spediva la lettera a Madama Mcclan rima l’abito le sarebbe arrivato così tirò fuori una pergamena e buttò giù due righe.
“Vado in guferia a spedire l’ordine, ci vediamo dopo” aggiunse poi prima di sparire.
Le altre ragazze la guardarono risalire il castello e Alice con un sospiro e sedendosi a terra disse: “Mi dispiace tanto per Lily. Si vede che si sente sola e che le manca la sua famiglia…”.
“Già. Il problema è che non ce l’ha praticamente più una famiglia. I suoi nonni sono morti tutti qualche anno fa. Non le rimane nessuno a parte Petunia e… insomma sapete tutti come è Petunia” aggiunse Marlene.
“Siamo noi adesso la sua famiglia…” disse serio James che, insieme agli altri ragazzi, le aveva raggiunte.
 
 
 
La settimana dopo, l’ansia degli esami si ripresentò dopo aver lasciato agli studenti qualche giorno di pausa nel weekend.
Gli esami orali furono organizzati in modo tale da finire per il venerdì mattina così da dare un giorno di riposo prima del gran ballo di fine anno.
Il martedì pomeriggio, finiti gli esami della giornata, la professoressa McGranitt trattenne alcuni studenti nella sala grande.
“Chissà che cosa deve dirci” si chiese Lily guardandosi intorno.
“Non lo so ma secondo me è qualcosa di serio. Insomma, guardatevi intorno, non ci sono serpeverde e… bhè la maggior parte degli studenti sono grifondoro. E siamo tutti del settimo anno” rispose Remus preoccupato.
“Vi prego di seguirmi” annunciò la professoressa incamminandosi con una ventina di studenti al seguito.
Percorsero vari corridoi fino ad arrivare proprio davanti all’ufficio del preside.
“Marshmellow” disse la professoressa e a quelle parole il gargoyle a guardia dell’ufficio si fecero da parte per farli passare.
L’ufficio del preside non era mai stato così pieno di gente. Era così affollato che a stento vi entrarono tutti visto che all’interno c’erano già altre persone.
“Benvenuti ragazzi, benvenuti a tutti. Ora possiamo cominciare” annunciò il preside.
“Mamma?  Che ci fai qui?” domandò James avvicinandosi per abbracciare la madre che, in risposta gli fece cenno di far silenzio e ascoltare.
“Molto bene. Immagino siate curiosi di sapere perché vi ho fatto venire qui stasera. Come sapete, un mago oscuro di nome Voldemort sta portando il nostro mondo a un grave pericolo. Naturalmente le sparizioni e le uccisioni che avvengono tutti i giorni sono opera sua. Il ministero non vorrebbe che vi mettessi al corrente di nulla ma, io come tutti i qui presenti, riteniamo opportuno che voi veniate a conoscenza di tutto quello che potete e volete fare” cominciò il preside guardandoli uno per uno e facendo una pausa.
“Le persone che sono con noi stasera sono membri dell’Ordine della Fenice. L’ordine si occupa di combattere Voldemort ed è un gruppo fuori dal ministero. Ora, io so che molti di voi hanno progetti diversi per la fine della scuola ma, se qualcuno di voi volesse aiutarci e resistere in questa guerra, finita la scuola saremmo lieti di ricevere un po’ d’aiuto” terminò il preside.
“Ma… ma come faremo a combattere Voldemort. Insomma noi siamo solo… studenti” disse una ragazza di Corvonero scettica.
“Noi riteniamo che molti di voi siano più che pronti per iniziare a svolgere qualche piccola mansione. Inoltre molti di voi che sono qui so che vorrebbero diventare auror in settembre” rispose Moody che fino a quel momento era rimasto in silenzio vicino alla signora Potter.
“Naturalmente non siete obbligati a partecipare, sappiamo che siete giovani e entrare nell’ordine… bhè non possiamo dire che non correrete alcun rischio. È per questo che se non ve la sentite siete liberi di andare, nessuno vi giudicherà…” aggiunse la signora Potter.
Alcuni ragazzi sussurrarono parole incomprensibili e dopo qualche istante il gruppo degli studenti fu dimezzato.
Rimasero solo i malandrini, le ragazze, Frank e due ragazze di corvonero.
“Mollacioni…” borbottò Moody serio.
“Andiamo Alastor non potevamo aspettarci molto diversamente. Sono ragazzi per Merlino!” disse un tipo dai capelli rossi.
“Non è il momento di discutere adesso. Sarei lieto che voi tutti vi presentiate ai ragazzi. Naturalmente oggi siamo qui solo in pochi, il resto dell’ordine è in missione” disse Silente proprio quando Moody stava per ribattere.
“Molto piacere, io sono Gideon e lui è mio fratello Fabian” disse il mago che aveva parlato poco prima alzando la mano in cenno di saluto.
“Credo voi tutti conosciate mia sorella, Amelia. Tano piacere io so Edgar, Edgar Bones” aggiunse un ragazzo che doveva avere pochi anni in più dei ragazzi.
“E io sono Dedalus, tanto piacere. Mi rammarico ancora per la morte dei suoi genitori signorina Evans. Porgo le mie più sentite condoglianze anche da parte di Sturgis…” disse l’ultimo sconosciuto rivolgendosi poi a Lily che lo identificò come uno dei due maghi che erano a guardia di casa sua la sera della morte dei suoi genitori.
“Sì, sì ora… mi dispiace interrompere questo bellissimo siparietto ma dobbiamo cominciare a parlare di cose serie…” cominciò Moody con fare pratico.
“Alastor! Eravamo d’accordo che avremmo dato tempo ai ragazzi di pensarci!” esclamò Dorea scandalizzata.
“Pensarci? Dorea fuori c’è una guerra credi che l’Oscuro Signore ci darà tempo per pensare?!” rispose il mago pieno di cicatrici.
“Avevamo stabilito così! E poi devono ancora finire la scuola! Hanno gli esami!” rispose ancora Dorea.
“Ora basta. Lasceremo ai ragazzi il tempo di pensare anche se dubito che la maggior parte di loro si tirerà indietro. Ora… sì Lily?” domandò Albus Silente vedendo la mano Della rossa scattare in aria.
“Professore, preside ehm… se questo gruppo è segreto. Bhè non dobbiamo preoccuparci dei ragazzi che sono appena andati via?” domandò Lily incerta.
“No, no cara. Ci siamo premurati di fare in modo che i vostri compagni, una volta usciti di qui non possano ricordare nulla di quanto avvenuto. Ed è per questo che abbiamo bisogno che voi firmiate questa pergamena, altrimenti anche voi una volta usciti di qui dimenticherete tutto” rispose la professoressa McGranitt porgendo loro una pergamena bianca.
Tutti firmarono in silenzio.
“Molto bene, ora, avete tempo fino alla fine della scuola su che cosa fare. Quando avrete deciso potrete riferirlo a me o alla professoressa McGranitt” aggiunse il preside.
“Signore mi scusi, noi abbiamo già deciso” disse James indicando se stesso e i malandrini.
“Anche noi signore” esclamò allora Marlene con un cenno d’intesa e prendendo la mano di Lily.
James guardò per un momento Lily dritto negli occhi, la paura che le potesse accadere qualcosa dilagava sempre di più.
“Anche noi ci stiamo!” aggiunsero nello stesso tempo i quattro rimasti.
“Molto bene, molto bene. Vi terremo informati sul prossimo incontro allora. Per il momento in bocca al lupo per gli esami!” esclamò il preside strizzando l’occhio a Remus senza arsi vedere.
E detto questo li congedò con un gesto della mano.
Usciti dall’ufficio, le due ragazze di corvonero si presentarono come Dorcas Meadowes e Liz Keller.
 
 
 
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“Per l’esame di Difesa Contro le Arti Oscure entrerete nell’aula a coppie. Un ragazzo e una ragazza. I parametri di valutazione sono: Difesa, Attacco e Lavoro di squadra. Le coppie sono qui affisse, iniziamo subito” disse il mago mandato dal ministero che li avrebbe valutati.
“Lupin Remus e Mckinnon Marlene” chiamò il professore.
I ragazzi si guardarono seri e poi sparirono nell’aula chiudendosi la porta alle spalle.
Quando venne chiamata la seconda coppia fu chiaro che a chi aveva già fatto l’esame non era possibile comunicare con chi ancora non lo aveva fatto e James si maledì per aver lasciato gli specchi gemelli nel suo baule nel dormitorio.
“Stai tranquillo, andremo benissimo!” lo rassicurò Lily che però anche lei era folgorata dall’ansia.
Dopo una mezzora buona finalmente fu il loro turno.
“Potter James e Evans Lily” chiamò il mago.
I due si avviarono e, una volta entrati, chiusero la porta.
Si trovarono di fronte all’aula incantata più strana che avessero mai visto: al posto dei banchi o delle sedie, le pareti erano state incantate e all’interno della stanza si trovava un luogo che richiamava moltissimo la foresta proibita.
Lumos” sussurrarono Lily e James insieme prima di iniziare ad avanzare cautamente.
“Riusciamo a vedere quanto è profondo questo posto?” domandò James illuminato solo dalla luce flebile della bacchetta.
Lumos Maxima” disse Lily e fece come per lanciare qualcosa in avanti. Il getto di luce si staccò dalla sua bacchetta e cadde molto lontano fra gli alberi.
“Lo hanno stregato per bene” aggiunse James.
Avanzarono per un po’ guardandosi intorno quando, da dietro alcuni cespugli apparve una figura incappucciata: un dissennatore.
Expecto Patronum!” gridò Lily mentre una bellissima cerva argentea spuntava dalla sua bacchetta e correva verso il dissennatore che si allontanò all’istante.
“Ben fatto!” disse James prendendola per mano.
E poi accadde qualcosa che li fece voltare di scatto: delle urla umane provenivano da poco lontano.
I due presero a correre nella direzione delle grida fino a raggiungere una radura dove trovarono una porta e proprio da lì venivano le urla.
Alohomora” sussurrò James e subito la porta si spalancò.
Superata la soglia si resero conto di essere dentro una casa molto simile alla stamberga strillante e molto poco illuminata.
Homenum Revelio” disse Lily per accorgersi ce non c’era assolutamente nessuno.
“Andiamo..” sussurrò James prendendola per mano e iniziando a camminare.
“Cosa è stato?” domandò Lily guardandosi indietro dopo un po’ avendo sentito un rumore sospetto.
Un lampo di luce rossa arrivò dritto verso di loro ma Lily, con un incantesimo non verbale lo bloccò.
Una figura scura avanzava verso di loro: un mago dai capelli neri e lunghi, un mago molto simile a…
“Sirius?” domandò James allibito.
Incarceramus” disse Sirius attaccandoli.
“Ma certo! Stupeficium” gridò James colpendo l’amico in pieno petto.
Sirius cadde ma non appena il suo corpo toccò terra sparì lasciando solo una nuvoletta di polvere nell’aria.
D’un tratto tutto intorno a loro divenne bianco e dovettero ripararsi gli occhi con la mano libera dalla bacchetta.
Si trovarono a precipitare verso il suolo velocemente e, quando furono a pochi metri da terra, Lily gridò: “ Arresto Momentum!”.
A pochi centimetri dal pavimento la loro caduta si arrestò e poi rovinarono al suolo molto più gentilmente.
“Molto, molto bene signor Potter e signorina Evans. I vostri colleghi precedenti sono riusciti a superare solo il dissennatore ma non hanno avuto coraggio di superare la porta” disse la voce del mago del ministero.
Quando Lily e James si rialzarono da terra si trovarono di nuovo in un’aula della scuola con il professore di Difesa e il mago del ministero.
“Che cosa vorreste fare dopo la scuola?” domandò il mago seduto dietro ad una scrivania e scribacchiando qualcosa dietro una pergamena.
“Auror” risposero i ragazzi all’unisono per poi guardarsi e sorridere convinti.
“Bhè… l’accademia avrà due validi acquisti a settembre. I risultati arriveranno via gufo la prima settimana di luglio, potete andare!” concluse il professore mentre i due  ragazzi uscivano da una porta sul lato opposto da cui erano entrati.
 
 
 
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“Finalmente possiamo veramente dire di aver finito questi benedetti esami, siamo ufficialmente liberi!” esclamò Sirius allegro quella sera in sala comune dove si erano ritrovati tutti insieme.
“Merlino non ci credo ancora che abbiamo finito la scuola!” disse allora James steso su un divanetto con la testa appoggiata sulle gambe di Lily.
“Ora ci aspetta solo il ballo e poi…” cominciò Marlene facendosi preoccupata.
“Poi si combatte” terminò Lily per lei.
Tutti si guardarono con convinzione e quella sera fu in un certo senso magica per tutti.
Di lì a pochi giorni la loro vita sarebbe cambiata radicalmente avrebbero intrapreso tutti un cammino difficile e pieno zeppo di pericoli.
Ma in quel momento nessuno aveva paura, erano tutti determinati a portare un po’ di luce in quel mondo che, giorno dopo giorno, diventava sempre più buio.
 
 
 
 
Note dell’autrice:
Ciao amici!
Ed ecco anche il penultimo capitolo della nostra FF dove, come vi avevo anticipato, si parla di un tema che sarà fondamentale per il sequel: l’Ordine della Fenice.
Come potete vedere i ragazzi e pochi altri alla fine decidono di unirsi all’ordine per combattere anche se nel capitolo si tratta di una riunione, per così dire, a scopo informativo. Infatti tutti diventeranno ufficialmente membri solo alla fine della scuola, cioè tra pochi giorni.
Il prossimo capitolo, quello conclusivo, sarà incentrato esclusivamente sui rapporti dei ragazzi e sulle riflessioni riguardanti l’ultimo anno trascorso a scuola.
Non voglio comunque annoiarvi troppo, lascio a voi i commenti!
A presto <3

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Capitolo 25
*** Per ogni fine c'è un nuovo inizio ***


Premessa:
Cari amici, ebbene non ho resistito e ho deciso di pubblicare anche il gran finale.
Non voglio dire troppo, vorrei solo che gustiate il capitolo finale a pieno e che possiate vedere un po’ più in là di quello che, secondo me, le semplici parole non possono esprimere.
Ho voluto mettere le note all’inizio perché vorrei che leggiate l’ultimo capitolo e conserviate, alla fine, il sapore che ho conservato io nello scrivere la parola fine.
Ringraziamenti:
A CamillaMoraldi, Elauna, marc1108 e SiverRose per aver messo la storia tra le preferite.
A dandelion10 per averla messa tra le ricordate.

A Always Sil, camilyjj, Darkblu, Fanta Gaia, Laila Inkheart, Lily_Ginny, Marty Evans e Mary Evans per averla messa tra le seguite.
E a Mallveollos che mi ha regalato bellissimo consigli e fatto complimenti senza il quale oggi “Insieme” non sarebbe quello che è.



 
A mia mamma e a mio zio,
senza i quali a otto anni non avrei mai conosciuto
il meraviglioso mondo di Harry Potter.
Alla grandissima J. K. Rowling,
senza la quale non avrei conosciuto un mondo fantastico.
E a Lily e James Potter,
che per sempre saranno per me il più grande esempio d’amore eterno.





25. Per ogni fine c’è un nuovo inizio


Lily camminava avanti e indietro nella stanza completamente fuori di sé e in attesa che qualche sua amica tornasse dal pranzo.
Non poteva credere di essere stata così stupida da non precisare a Madama McClan che aveva bisogno di un abito dal colore più o meno neutro per via dei suoi capelli rossi.
E adesso si ritrovava con un abito rosso fuoco appoggiato sul letto che faceva a pugni con i suoi capelli e per giunta era anche troppo tardi per rimediare visto che il ballo era proprio quella sera.
“Lily, tutto ok?” domandò Marlene entrando nel dormitorio seguita da Alice.
“Ho fatto un casino” rispose Lily guardando le amiche e indicando il letto dove il bellissimo abito rosso era appoggiato.
Di primo acchito le amiche sembrarono non capire poi, entrambe, spalancarono gli occhi e si avvicinarono al letto.
“Farà a pugni con i tuoi capelli!” esclamò Alice con l’abito fra le mani.
“Lo so! Come posso essere stata così stupida da non dire a Madama McClan che ho i capelli rossi. È un disastro non posso venire” rispose Lily sedendosi accanto a loro sull’orlo delle lacrime.
“Aspetta, aspetta forse possiamo fare qualcosa” disse Marlene prendendo l’abito e appendendolo sul pomello dell’armadio.
Borbottò alcune parole incomprensibili e poi ci fu un lampo di luce viola e del fumo dello stesso colore inondò la stanza facendole tossicchiare.
Quando finalmente riuscirono di nuovo a vedere l’abito che prima era rosso, ora era di un color verde acido e aveva l’orlo bruciacchiato.
“Oh per Morgana…” borbottò Alice spalancando gli occhi.
“Non vengo, basta” borbottò Lily gettandosi sul letto e immergendo la faccia tra i cuscini.
“Mi dispiace. Sono sicura che riusciremo a trovare una soluzione, dai proviamo a vedere se tu Ali hai qualcosa nel tuo baule…” borbottò Marlene mentre Alice scuoteva la testa dispiaciuta.
In quello stesso istante un gufo picchiettò alla finestra che una volta aperta gli permise di entrare.
“Deve essere l’abito che mi ha mandato mia madre…” disse Alice avvicinandosi al pacco che il gufo aveva lasciato cadere sul letto di Lily.
Ma quando provò a prenderlo il gufo le beccò un dito arrabbiato.
“Ahi! Ehy aspettate, ma questo pacco non è indirizzato a me. È per te Lily!” esclamò la ragazza e la rossa si rialzò subito guardando le amiche.
Prese il pacco fra le gambe e quando lo aprì non riuscì a trattenere la meraviglia.
All’interno c’era un bellissimo abito da sera blu notte che Lily tirò fuori emozionata.
“Avanti provalo!” esclamò Alice eccitata guardando l’amica sparire i bagno.
Pochi minuti dopo la rossa uscì dal bagno e le amiche non poterono far altro che rimanere a bocca aperta: Lily era veramente meravigliosa.
Guardando le facce dell’amica si voltò verso il lungo specchio dell’armadio e, anche lei, rimase meravigliata.
L’abito era blu notte e lungo fino ai piedi. Tenuto con un corpetto stretto fino ai fianchi, l’abito scendeva poi fino ai piedi in vari strati di tessuto morbido e trasparente.
“Chissà chi lo manda…” borbottò Marlene ancora emozionata guardando verso la scatola vuota.
Lily si avvicinò e prese un biglietto che prima non aveva notato e lo lesse: “ Cara Lily, James mi ha detto quanto ci tenessi al ballo così mi sono presa la briga di mandarti un abito, spero non ti dispiaccia. Sono sicura che sarà perfetto con i tuoi capelli e la tua pelle chiara. A presto, Dorea”.
Lily non era mai stata così felice.
“Non mi stupirei se vedendoti James ti chiedesse in moglie!” ridacchiò Alice facendo ridere anche le amiche.



Qualche ora dopo nel dormitorio maschile regnava il caos più totale. C’erano camice appese ovunque e mentre Sirius girava ancora in mutande, James stava ancora cercando la sua giacca sparita chissà dove nella stanza.
“Ragazzi, volete calmarvi, sono solo le quattro mancano ancora due ore all’inizio del ballo!” disse Remus che, nonostante il caos, cercava di leggere un libro steso sul suo letto.
“Sono peggio delle donne questi due” borbottò Frank quando un calzino scompagnato e volante era finito dritto dritto sopra la sua testa.
“Sentite questa è la sera dell’anno. Dobbiamo fare bella figura. Vi rendete conto che domani ce ne andremo per sempre da questa scuola! Vorrei che per Lily fosse perfetta questa serata” disse James serio.
“Sì sono d’accordo. Comunque James esagera… insomma mica dobbiamo chiedere alle nostre ragazze di sposarci!” esclamò Sirius ridendo sguaiatamente e facendo ridere anche Frank, Remus e Peter.
James li guardò serio e, dopo alcuni minuti, i ragazzi lo ricambiarono.
“Non stai dicendo sul serio, vero?” domandò Sirius preoccupato.
“Di cosa stiamo parlando?” domandò Peter che, come al solito, impiegava più tempo degli altri ad arrivare a capire un discorso.
“Bhè ecco… insomma lo so che è presto ma… insomma ragazzi fuori c’è una guerra e un po’ di amore e festa non basta mai no? E poi glie lo avrei chiesto comunque prima o poi… Lily è la mia metà” rispose James imbarazzato.
I ragazzi restarono interdetti per un momento poi corsero tutti ad abbracciare James e a dargli pacche affettuose sul braccio.
“Dobbiamo brindare!” esclamò Frank staccandosi per un momento dai festeggiamenti e prendendo  una bottiglia di Whisky incendiario dal suo baule.
Riempirono cinque bicchieri e li alzarono in alto e Sirius disse: “A mio fratello e che tu e Lily possiate stare insieme in eterno!”.
“E l’anello? Come hai fatto a procurartelo?” domandò Peter curioso sorseggiando dal suo bicchiere.
“Mia madre mi ha mandato l’anello di fidanzamento che le ha dato papà per il loro fidanzamento. Sono così felici che vada a Lily!” rispose James porgendo loro una scatolina blu notte mostrando il bellissimo anello che stava al suo interno.
Dopo qualche altro brindisi i ragazzi ripresero i preparativi e questa volta tutti e cinque con maggiore serietà mista ad allegria.



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Alle sette meno un quarto i ragazzi erano tutti vestiti a festa e attendevano le rispettive compagne in sala comune. La tensione era decisamente palpabile.
Finalmente fecero il loro ingresso Alice e Marlene vestite di tutto punto e lasciando a bocca aperta i loro fidanzati.
Alice aveva scelto un abito lungo e morbido color prugna mentre Marlene indossava un abito a sirena verde smeraldo con una scollatura mozzafiato.
Pochi minuti dopo anche Mary fece il suo ingresso in sala comune con il suo abito svolazzante rosa antico e, subito dietro di lei, Hestia con un abito nero e lungo.
“Ragazze, sapete Lily dov’è?” domandò James cominciando a preoccuparsi del fatto che la sua dama impiegasse così tanto tempo a scendere.
“Arriva, stava finendo di ritoccare i capelli” rispose Marlene allegra stretta tra le braccia di Sirius che non riusciva a togliergli gli occhi di dosso.
“E fa bene, sarà una serata speciale per lei…” ridacchiò Frank che non riuscì a trattenersi.
“Che intendi dire?” domandò Alice curiosa ma Frank guardò verso le scale dove James stava fissando intensamente la figura di Lily che scendeva.
James non riuscì a dirle nulla neanche quando se la ritrovò davanti, non aveva mai visto niente di così bello.
“Allora? Come sto?” domandò Lily abbassando lo sguardo per guardarsi l’abito.
“Sei la cosa più bella che io abbia mai visto!” rispose James ancora estasiato dalla visione della sua fidanzata.
Scesero tutti di sotto e entrarono nella sala grande che per l’occasione era stata decorata a festa con drappeggi bianchi avorio e tantissime candele fluttuavano nell’aria rendendo l’atmosfera intima e romantica.
Gli elfi domestici avevano allestito alcuni tavoli dove gli studenti poterono accomodarsi per gustare il delizioso buffet pieno zeppo di cibi prelibati. 
Al tavolo degli insegnanti tutti i professori e i collaboratori erano agghindati con abiti più o meno eleganti ma sempre seri.
I ragazzi sederono su un tavolo rotondo tutti insieme e cominciarono a mangiare e bere in allegria.
“Che si aprano le danze!” comunicò il preside un’ora più tardi quando finalmente, tutti furono sazi.
Tutti i ragazzi scesero in pista e ballarono per diverso tempo.
“Lily, devo parlarti, ti va di venire con me?” domandò James all’orecchio della ragazza che lo guardò interrogativa.
“Fidati” aggiunse James sorridendole.
I due si incamminarono verso il parco dove, anche lì erano stati fatti allestimenti mozzafiato. Proprio fuori dall’ingresso erano posizionate diverse panchine messe sotto a piccoli archi di piante intrecciate e tutti intorno delle graziose fate volteggiavano nell’aria.
“Che succede?” domandò Lily sedendosi preoccupata su una di esse.
James restò in piedi di fronte a lei: finalmente era giunto il momento tanto atteso.
“Lily ascolta… io ci ho pensato tanto. No anzi non ci ho pensato tanto perché non ce ne è stato bisogno. Lo sai che dal primo giorno che ti ho vista mi sei entrata dentro e, certo lo ammetto che all’inizio er più una sfida personale ma… ma adesso io non riesco ad immaginarmi una vita senza di te. E so che è una follia per tutto quello che sta succedendo la fuori ma…” cominciò James guardandola negli occhi per poi inginocchiarsi davanti a lei all’altezza del suo viso, “…Sposami!”.
Lily, che fino a quel momento non aveva capito bene dove il ragazzo volesse arrivare, all’ultima parola spalancò gli occhi e guardò intensamente prima lui poi l’anello per diverse volte.
Le lacrime cominciarono a rigarle il volto dalla pelle chiara ma un gran sorriso sostituì la smorfia preoccupata di poco prima.
“Sì!” sussurrò appena ma con convinzione.
James la tirò su e la strinse a sé facendole staccare i piedi da terra e le diede un bacio dolce e commosso.
“Non ci posso credere ancora che sei mia…” sussurrò James vicinissimo alle sue labbra.
“Hai tutta la vita per rendertene conto!” ridacchiò Lily e poi riprese a baciarlo.



Quando rientrarono molti studenti erano già tornati nei rispettivi dormitori e molti erano seduti ai lati della sala stanchi.
Hestia, accompagnata da un insistente Peter, salì insieme a Mary poco dopo lasciando i ragazzi nella sala d’ingresso insieme a tutti gli altri.
Sirius, in piedi poco fuori dal portone d’ingresso scrutava il parco: non gli sembrava vero avrebbe lasciato che quel posto che per anni aveva chiamato casa. Il posto dove aveva conosciuto tanti amici, dove aveva incontrato Marlene.
La ragazza, come a sentirsi nominata si avvicinò silenziosamente e lo prese per mano.
“Non ci credi ancora è?” domandò in un sussurro.
“Adesso cambierà tutto, vero?” domandò James che, tenendo Lily per mano si era avvicinato anche lui e guardava il parco come gli amici.
“Ci sono cose che non cambieranno mai però…” aggiunse allora Remus avvicinandosi anche lui.
“Mai!” sussurrò Alice che insieme a Frank era andata a posizionarsi di fianco a Lily e James.
Albus Silente e Minerva McGranitt li osservavano alle loro spalle poco fuori dalla sala grande con un sorriso quasi commosso sul volto.
“Ci sono legami che non si spezzeranno mai…” disse il preside piano senza farsi sentire per non rovinare quel momento così carico di amicizia e di amore.
“Per l’eterno” asserì la McGranitt continuando a guardare quello strambo gruppo di studenti.
Il 1978 era stato un anno difficile per il mondo magico ma lei, come il preside, era fiera di aver insegnato a quei giovani scalmanati. Era felice che, nonostante tutto, l’amicizia e l’amore non si perdessero nonostante i tempi così bui che correvano.
Quei ragazzi così giovani e così grandi allo stesso tempo non sapevano, non ancora almeno, che gli studenti diplomati nel 1978 non sarebbero mai stati dimenticati. Mai, per l’eternità.



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La mattina dopo i ragazzi erano tutti stipati dentro un unico scompartimento e, anche se stretti, non potevano desiderare un ultimo viaggio migliore di quello.
“E quello cos’è?!” sbottò Marlene spalancando gli occhi verdi e guardando la mano di Lily dove, un bellissimo anello scintillava.
“Oh… bhè io e James abbiamo preso una decisione importante…” rispose Lily sorridendo al ragazzo mentre le ragazze che ancora non sapevano nulla li guardavano attonite.
“Non ci posso credere! Voi due vi sposate?!” sbottò Alice prendendo la mano di ily e guardando l’anello più da vicino.
“Per la barba di Merlino! Sono felicissima per voi! Dobbiamo organizzare tutto, avete già deciso la data?” domandò Marlene allegra e, forse, anche con una punta d’invidia.
“No, ancora no. Ma non vogliamo fare uno di quei matrimoni troppo sfarzosi e impegnativi. Quindi pensavamo per la fine dell’estate…” rispose James che, già si vedeva, non stava più nella pelle.
“Accidenti, così presto?! Pensavamo voleste aspettare l’inizio della prossima estate!” disse Sirius colpito.
“Bhè sì inizialmente l’idea era quella ma poi ne abbiamo discusso un po’ ieri sera e forse non vale la pena aspettare troppo” rispose Lily sorridente.
“Sono pienamente d’accordo con voi, fate benissimo!” aggiunse Alice fra le braccia di Frank.
“Come vi invidio ragazzi! Voi finalmente iniziate una nuova vita e invece a me il pensiero di tornare di nuovo a scuola il prossimo settembre mi tortura!” mugugnò Mary un velo triste.
“Credimi quando questo per te sarà l’ultimo viaggio di ritorno non la penserai allo stesso modo. Pagherei oro per fare almeno altri due o tre anni a Hogwarts!” rispose Lily sorridendole amichevolmente.
Quasi mezz’ora dopo il treno si fermò alla stazione di King’s Cross e i ragazzi scesero per raggiungere le rispettive famiglie.
Lily non poté fare a meno di notare quanto fosse triste sapere di non avere nessuno ad aspettarla ma si sforzò comunque di sorridere e fingere che fosse tutto apposto.
I genitori di Marlene la aspettavano poco distante dai signori Potter mentre i Lupin e la madre di Peter attendevano insieme chiacchierando.
“Ci vediamo prestissimo ragazzi!” disse James salutando i suoi amici e guardando per un istante Remus e Peter allontanarsi.
“Ragazzi! Sono così felice di vedervi!” esclamò Dorea abbracciando James e Sirius e salutando Lily affettuosamente.
“Ho saputo che dovremo organizzare un matrimonio!” esclamò la madre di Marlene avvicinandosi e congratulandosi.
“Dori non stava più nella pelle e lo ha detto a Godric’s Hollow e dintorni!” ridacchiò Charlus Potter allegro mentre Dorea gli dava un buffetto sul gomito.
“Ci vediamo presto allora! Sono così emozionata Lily!” aggiunse la signora Mckinnon.
Si separarono dopo pochi minuti fra abbracci e baci e, prima di superare la barriera Lily, James e Sirius si voltarono un’ultima volta per guardare l’espresso per la scuola.  


 
FINE

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