Lily Anderson: primo anno ad Hogwarts di GattyP (/viewuser.php?uid=1044091)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'incontro ***
Capitolo 2: *** Verso Hogwarts ***
Capitolo 3: *** Smistamento ***
Capitolo 4: *** Torri e sotterranei ***
Capitolo 5: *** La profezia ***
Capitolo 6: *** Caccia al tesoro ***
Capitolo 7: *** Ego nolo Florus esse ***
Capitolo 8: *** Ambulare per tabernas, latitare per popinas ***
Capitolo 9: *** Nello studio di Silente ***
Capitolo 10: *** Culices ***
Capitolo 11: *** Sotto il caprifico ***
Capitolo 12: *** Di nuovo in Presidenza ***
Capitolo 13: *** Serpi all'attacco ***
Capitolo 14: *** I poteri degli anelli ***
Capitolo 15: *** Epilogo ***
Capitolo 1 *** L'incontro ***
Capitolo 1.
L’incontro
Quando è
arrivata la comunicazione, via gufo, della mia ammissione nella scuola di Magia
e Stregoneria di Hogwarts con la data di inizio dell’anno scolastico, 1 settembre
1993, io e i miei genitori siamo stati particolarmente felici. Anche se
appartengo ad una antica famiglia magica irlandese, gli O’Neil, che solo
raramente ha visto i suoi membri uscire dall’isola di smeraldo per motivi di
studio, i miei genitori avevano fatto richiesta di ammissione ad Hogwarts,
sostenendo che mi sarebbe stata concessa una bella opportunità, dato che il
prestigio di quella scuola di magia era enorme anche in Irlanda. Io, in realtà,
ero favorevole anche per un altro motivo: volevo conoscere Harry Potter, il
Ragazzo-che-è-sopravvissuto, il Prescelto, il mago che aveva sconfitta, già due
volte, il più malvagio mago oscuro di tutti i tempi, Voldemort (che gli inglesi
chiamano, con una perifrasi, “Tu-sai-chi” o “Signore Oscuro”, perché temono,
non so per qualche motivo, di pronunciare il suo nome), e che avrebbe
frequentato il suo terzo anno in quella scuola. Va bene, lo confesso, ero a quel
tempo un grande ammiratore di Harry Potter (lo sono anche adesso, ma per altri
motivi e con un’intensità o in modo diversi) e non mi perdevo un articolo
dell’Irish Magic Tribune che lo riguardasse…
Tuttavia,
poco dopo l’arrivo della comunicazione dell’ammissione, si diffuse la notizia
dell’evasione da Azkaban di un pericoloso criminale, Sirius Black, il più
importante alleato del Signore Oscuro (così allora si pensava), e questo
spaventò i miei genitori, che stavano quasi per ritornare sulle loro decisioni…
per fortuna il Ministero della Magia inglese sosteneva che la situazione era
sotto controllo e non c’era nessun rischio, di nessun tipo, che la protezione ad
Hogwarts sarebbe stata rafforzata…
Insomma i
miei genitori alla fine accettarono di iscrivermi e, negli ultimi giorni di
agosto del 1993, salutata Ely (cioè mia sorella Elizabeta, che sarebbe
rimasta in Irlanda con i miei zii) e i miei cugini, con cui ero vissuto fino a
quel momento a Derryclare, in Connemara, partii per Londra insieme ai miei
genitori per comprare gli oggetti magici necessari per la scuola: Diagon Alley,
infatti, era fornita di tutto e solo lì si poteva trovare tutto quello che
veniva richiesto dalla scuola (solo la mia bacchetta magica, come da tradizione,
è di origine irlandese).
- Possiamo
dare un’occhiata a quel negozio? - chiesi a mia madre, dopo che avevamo comprato
tutto l’occorrente (vestiti, pentolone, kit per pozioni, libri…) - Mi piacerebbe
tanto portare un animale…
Mia madre si
stava occupando, insieme a mio padre, di comperare il necessario.
- Va bene,
purché sia un gufo… - disse speranzosa - almeno ci manderai tue notizie…
Sentiva già
la mia mancanza, prima che partissi! Io invece ero eccitato dall’avventura che
mi aspettava: la vita in Irlanda era così tranquilla, non succedeva mai niente!
Correvano leggendarie storie su quel castello e la presenza del mitico Harry
Potter non poteva far altro che accrescerne la fama. Non vedevo l’ora di
iniziare quell’anno scolastico, che si preannunciava fantastico!
“Magic Pet”
era un negozio grandissimo, con animali di tutti i tipi e tutte le dimensioni,
magici e no. Mia madre e mio padre andarono a parlare con una commessa, per
chiederle consiglio, mentre io curiosavo dappertutto. Qui ho incontrato per la
prima volta Lily.
- Ciao. Vai
anche tu ad Hogwarts? - mi ha detto improvvisamente una vocina gentile.
Mi girai e
vidi una bella ragazzina, della mia età, magra, con lunghi capelli neri lisci,
grandi occhi grigi e un bellissimo sorriso.
- Sì. - Poi,
porgendo la mia mano - Peter O’Neil, di Derryclare, nel Connemara. Tu invece
sei…
- Lily
Anderson, di Paisley. Anche mia mamma è irlandese, ma non so di dove. Ora sono
qui con mia zia Mary, che però è scozzese, come me.
- Mi piace
molto la Scozia. Ci sono stato in vacanza l’anno scorso… E’ un piacere
conoscerti. Magari capitiamo nella stessa casa ad Hogwarts. - Poi, cambiando
improvvisamente discorso - Ti piacciono i gufi?
- Li adoro,
ma zia Mary dice che sporcano troppo… Ad Hogwarts vogliono solo gatti, rospi o
gufi, ma io preferirei un coniglietto, anche se dovrò lasciarlo a casa: cosa
dici, ti piace questo? - mi disse.
Tra tanti
conigli presenti nelle scatole, aveva scelto un coniglietto grigiolino che
zoppicava… mi venne da sorridere. Le dissi: - E’ molto grazioso. Io invece
compro un gufo!
- Oh, che
bello! Posso accompagnarti a sceglierlo?
Così
cominciammo a parlare, del più e del meno. Stavamo guardando tutti i gufi (ce ne
erano un trentina) quando ecco arrivare mia madre.
- Peter, hai
fatto amicizia? - chiese subito vedendomi parlare con Lily.
-
Buongiorno, signora - disse Lily, educatamente, quindi si presentò. - Ho
scoperto che anche suo figlio frequenterà la scuola di Hogwarts e stavamo
guardando questi begli animali.
- Sei da
sola, piccola, o con la mamma? - chiese mia madre
- No, sono
con mia zia, che è andata un attimo in banca. Ma, eccola, sta entrando. Zia,
zia! - e subito si sbracciò per chiamarla.
Mia madre
sorrise, quindi si presentò alla signora che si era avvicinata. - Mi ha fatto
piacere conoscere sua nipote. E’ una bambina adorabile, signora….
- MacDonald,
Mary MacDonald. La ringrazio. Sì, è una buona e brava ragazzina… - disse la zia.
Poi, rivolgendosi a Lily: - Hai scelto il tuo animale, allora?
- Certo,
eccolo lì - disse, indicando quello zoppo su cui prima aveva puntato gli occhi.
- Lo
immaginavo…. Volevo comprarle un animale per Hogwarts, ma lei ha trovato una
delle sue bestiole da proteggere…
- Tu hai
scelto il gufo, Peter? - mi chiese mia madre.
- Ancora non
sono sicuro… mi daresti una mano a scegliere, Lily? - dissi.
Mi sorrise:
- Certo!
Un quarto
d’ora dopo uscimmo dal negozio e ci salutammo: ci saremmo visti il giorno dopo a
King’s Cross per prendere l’espresso per Hogwarts… Portavo con me la mia
mascotte, che avevamo chiamato Occhialuto… era l’unico gufo senza un occhio
presente nel negozio.
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Grazie a
tutti per la lettura. Pubblicherò il secondo capitolo sabato prossimo. Ciao :) |
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Capitolo 2 *** Verso Hogwarts ***
Capitolo 2
Verso Hogwarts
- Ehi,
Peter, sono qui! - urlò Lily, con la sua voce squillante, appena mi vide a
King’s Cross. Avevo caricato tutto su un carrello (gufo monocolo compreso), che
mio padre mi aiutava a portare. Subito mi girai verso la voce e la vidi
sbracciarsi da un finestrino del treno. Poco più in basso la zia, che ci fece
un cenno di saluto, con un’altra donna (intuii che fosse la madre di Lily).
Salutai
tutti e salii sul treno, aiutato da mio padre, mentre mia madre e le due donne
facevano conversazione…
- Mi
raccomando, Peter. Sta’ attento a tutto… e facci avere presto tue notizie - mi
disse scompigliandomi i capelli. Poi scese e si unì alla conversazione delle tre
donne.
Entrai, con
il mio baule e la gabbia del gufo, nello scompartimento in cui si era sistemata
Lily. C’era solo lei.
- Ciao, Lily
- dissi timidamente.
- Oh, che
bello averti ritrovato - mi disse Lily - Come sta Occhialuto? Ero preoccupata
non vedendovi …
- Lily,
Peter, affacciatevi, il treno sta per partire - dicevano intanto da fuori.
- Ciao,
mamma, ti scrivo presto. Ciao, Zia. Buongiorno signor O’Neil. Buongiorno, signor
O’Neil! - diceva intanto Lily, tutta contenta.
Ero contento
anch’io e salutai velocemente i miei, specialmente mia madre, che per la
commozione aveva gli occhi lucidi. Mio padre, apparentemente impassibile, mi
fece un breve cenno di saluto. Poi il treno partì e li vedemmo diventare sempre
più piccoli.
- Sono
emozionatissima! Stiamo per andare ad Hogwarts. Mio padre mi ha spiegato che è
un castello spettacolare, con scale che si spostano continuamente, una
bellissima guferia, un meraviglioso lago, dove c’è anche una gigantesca piovra…
- mi disse Lily
- Io ho
saputo - gli dissi - che Harry Potter frequenterà il terzo anno ad Hogwarts…
- Sì, lo so.
E ha avuto un sacco di guai negli anni passati. - Cominciò quindi a parlare
delle avventure di Harry Potter, intorno alle quali era particolarmente
informata… anch’io, che ero un appassionato del personaggio, non conoscevo tante
informazioni su di lui.
- … ed è
sempre insieme a due amici: una si chiama Hermione Granger, ed è la strega più
brillante del suo corso; l’altro è Ron Weasley, un ragazzo con i capelli rossi,
che appartiene ad una famiglia famosa nel mondo magico. Pensa che sono presenti
quest’anno a Hogwarts tre suoi fratelli e una sorella. Harry, Ron ed Hermione e
tutti i Weasley appartengono a Grifondoro …
- Ma scusa,
Lily, come fai a sapere tutte queste cose su Harry Potter? - le chiesi.
- Ne
parliamo spesso a casa: vivo con mia madre, ma viene spesso a trovarci mio
padre… I miei non vivono insieme… e lui è informato su tutto. Poi anche mia zia…
ma lei in realtà non è mia zia, anche se io la chiamo così… spesso ci invita a
casa sua, o nel suo castello… perché ha un castello bellissimo, sempre in
Scozia… e anche lei e Katie sanno tutto di lui… Katie è la sorella di mia zia e
anche lei ha frequentato Hogwarts, ma prima che arrivasse Harry Potter… Ma basta
parlare di me. Mio padre dice che parlo troppo. Tu in che casa vorresti essere
smistato ad Hogwarts?
- Spero
Grifondoro… (sì, va bene, faceva parte della mia fissazione per Harry Potter).
Morirei se il cappello parlante (sì, sapevo già come avveniva lo smistamento) mi
mettesse a Serpeverde… è la casa dei maghi oscuri e anche Voldemort era di
quella casa…
- Secondo me
sono stupidaggini. Mio padre è un Serpeverde ed è la persona più buona e gentile
che esista nel mondo... anche se è un po’ asfissiante e non vuole che esca da
sola... Però mi ha aiutato a controllare la mia magia… e mi ha insegnato alcuni
semplici incantesimi… Bisogna considerare che non tutti i Serperverde erano
seguaci di Voldemort, e non tutti i suoi seguaci erano Serpeverdi, ad esempio
Sirius Black, quello che stanno ricercando in Inghilterra, era un Grifondoro…
Secondo me, non dipende dalla casa, ma dalla persona. Ognuno può scegliere la
sua vita…
- Beh, forse
hai ragione. Però mi sentirei più a mio agio a Grifondoro… Tu in quale casa
vorresti capitare?
- Io a
Corvonero. - disse Lily.
- Perché
Corvonero? - gli chiesi curioso - Ti piace molto studiare?
- Sì e no.
Però penso che sia meglio quella casa per … una serie di motivi. Ma non so se il
Cappello Parlante mi ascolterà!
Il discorso
sembrava un po’ strano: non avevo mai sentito che il Cappello Parlante
ascoltasse le richieste degli alunni. Comunque lasciai cadere l’argomento.
- Sei mai
stata nel Connemara? - Le chiesi
- No. E’
bella?
- E’
meravigliosa: immagina di vedere verde dappertutto, ed acqua, e rocce, e
l’oceano che batte su grandi scogliere. E poi laghi, stagni, ruscelli, colline,
tutto brullo, con pochi alberi, ma con tanto vento e tanto spazio … a Londra mi
sentivo soffocare - dissi.
- Anche a me
piacciono gli spazi aperti, come quelli intorno al castello di zia Mary. Tu con
chi vivi in Irlanda? - mi chiese.
- Con i miei
genitori e mia sorella Elizabeta, che ha un anno meno di me… e naturalmente i
miei zii, i miei cugini di Derryclare. … Viviamo in una specie di villaggio
magico (i non magici, che voi chiamate babbani, però sono nostri buoni vicini e
alcuni miei amici sono non magici) e ci allontaniamo da lì solo raramente. Io
sono il primo della mia generazione a venire a studiare ad Hogwarts…
generalmente noi O’Neil andiamo in una scuola di magia a Cork. Anche i tuoi
genitori sono maghi?
- No, cioè
mio padre è un mago. Mia madre una specie di maganò… però tutta la famiglia di
mia zia Mary è un’importante famiglia magica scozzese…
In quel
momento entrò una ragazzina, un po’ agitata, con una lunga treccia nera, già
vestita con la divisa di Hogwarts (io e Lily ancora non l’avevamo messa), che
spingeva una grossa valigia e una gabbia con un gattone bianco. Occhialuto lo
guardò preoccupato
- Posso
entrare? Gli altri scompartimenti sono occupati… - ci disse incerta.
- Prego, qui
c’è tanto posto. - disse subito Lily. - Che bel gatto hai. Come si chiama?
- Peloso -
disse - Io sono Giorgia Wallestain. E voi…
Ci
presentammo. - Giorgia è un nome italiano, Wallestain invece è tedesco… - dissi.
- Sì, però
io sono inglese: ad essere sincera mia madre è italiana e mio nonno era
olandese. Io però vivo a Londra, dove i miei lavorano, in un ristorante… Non
appartengo ad una famiglia magica… Volete qualcosa da mangiare?
Aveva appena
finito di parlare quando si affacciarono due ragazze del secondo/terzo anno e,
con uno sguardo arrogante, cominciarono a rimproverare Giorgia
- Gli ultimi
sei scompartimenti sono prenotati per i Serpeverde - diceva con la sua voce
odiosa una ragazzona con i capelli scuri, un gran naso e un volto pieno di
brufoli - e i sanguemarcio, per giunta immigrati, devono stare lontani!
- Capito,
deficiente? - poi, rivolgendosi alla compagna, con un tono di voce canzonatorio
- Scusala, Pansy, la poverina non sa ancora le regole; ma ad Hogwarts le
insegneremo l’educazione…
Intervenni,
polemico, dato che non mi piaceva il tono di quelle due ragazze: - Non mi sembra
che ci siano biglietti con le prenotazioni sugli scompartimenti! Chi credete di
essere?
E Lily: - E
voi siete due maleducate. Non si parla in questo modo…
Le due
ragazzacce fecero una sghignazzata, Poi la più grande, quella Pansy, disse,
rivolgendosi a noi tre: - Ehi, primini del c---o, qui le leggi le dettiamo noi!
E se non vi sta bene, potete andare benissimo a farvi f-----e!
A questo
punto, Lily, fermissima e sorridente disse: - Che parole eleganti sai usare!
Cosa penserà Draco? Una vera nobile Serpeverde dovrebbe controllarsi, avere un
atteggiamento sprezzante, glaciale, e non scadere mai in volgarità… Come
Serpeverde siete deludenti… Se vi sentisse Draco rimarrebbe deluso…
Le due si
guardarono, stupite che una ragazzina che non avevano mai visto conoscesse il
nome di quel Draco, alla cui opinione, evidentemente entrambe tenevano. Ci
guardarono in cagnesco per qualche secondo, poi, non sapendo cosa aggiungere, se
ne andarono…
- Grazie,
ragazzi - disse Giorgia - . Quelle due hanno fatto una gran polemica perché mi
ero messa nel loro scompartimento.
- Come hai
fatto a sapere di quel Draco? - chiesi a Lily - E chi è Draco?
- Un
Serpeverede che piace alle due tipe… l’ho saputo per caso… - disse lei rimanendo
sul vago.
____________________________________
Il viaggio
continuò tranquillamente e ci stavamo avvicinando alla Scuola di Magia e
Stregoneria: il paesaggio esterno era cambiato e si estendeva, a perdita
d’occhio, la brughiera. Ci recammo in bagno a cambiarci e a metterci la divisa
di Hogwarts. Tuttavia, eravamo appena rientrati nel nostro scompartimento, che
il treno si fermò.
Provai una
grande sensazione di gelo, di freddo. Fui preso da un’angoscia che non pensavo
di poter mai sentire… pensai a mia nonna che era morta da poco. Divenni
improvvisamente triste. Mi sembrava che non sarei più riuscito ad essere felice.
Volevo urlare. Guardai fuori dal finestrino: tutto era grigio, senza luce. Nel
corridoio qualcuno, o qualcosa, stava camminando. Anche Giorgia era
terrorizzata: mi guardava stupita chiedendo con gli occhi sbarrati cosa fosse,
mentre Occhialuto e Peloso si lamentavano, ciascuno nel proprio linguaggio.
Poi arrivò,
si affacciò sul corridoio una figura nera, alta, imponente, incappucciata,
spaventosa. Gli animali si agitavano impazziti, Giorgia stava strillando dal
terrore, io ero impietrito… ma, a questo punto, velocemente, Lily si diresse
verso la figura, frapponendosi tra noi (Giorgia e me) e l’essere demoniaco. Aprì
quindi le braccia, mentre l’essere si allontanava. L’atmosfera cambiò
completamente e l’angoscia se ne andò. Mi resi conto che il cambiamento era
intervenuto non quando l’essere si era allontanato, ma qualche secondo prima,
quando Lily si era frapposta tra il mostro e noi.
- Che
cos’era? - dissi - E come hai fatto a proteggerci?
- Quello
dovrebbe essere un dissennatore. Fanno la guardia alla prigione di Azkaban e
forse cercano quel Blake che è fuggito. - disse Lily; poi, rispondendo alla mia
seconda domanda: - Ho forse praticato una magia involontaria per allontanarlo…
Mi sembrava che voi steste male…
- A me
sembrava di morire… Come se fossi dovuta rimanere infelice per tutta la vita -
disse Giorgia.
- Anche io -
dissi - Ma, non stavi male anche tu? - chiesi a Lily.
- No… solo
un poco - si corresse Lily.
Se quello
era un dissennatore (ne avevo sentito parlare anch’io), Lily doveva avere enormi
poteri magici, per non sentire la sua influenza… e per proteggerci… anche
considerando che aveva solo undici anni.
Poco dopo la
mostruosa creatura scese, ma nel treno tutti erano preoccupati, e non solo tra
noi primini. Quando giungemmo ad Hogsmeade, vedemmo un biondo, forse del terzo o
del quarto anno, che diceva ad un paio di ragazzi della sua età, in tono
canzonatorio: - Quell’idiota di Potter è svenuto! Il Prescelto è un povero
scemo….
Lily lo
guardò con severità. Il biondo se ne accorse e le si avvicinò: - Qualcosa non
va, nanerottola?
Stavo per
rispondere io (quel tipo non doveva parlare in quel modo alla mia amica), quando
Lily mi precedette: - Perché prendi in giro quel ragazzo? Anche tu hai avuto
paura, molto paura… e volevi fuggire…
Il biondo la
squadrò stupito, forse chiedendosi come facesse la mia amica a sapere quelle
cose (me lo chiesi anch’io: aveva tirato ad indovinare?). Poi fece una risata
sprezzante, scrollò le spalle e se ne andò.
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Prossima
puntata: “Smistamento”. A sabato! :)
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Capitolo 3 *** Smistamento ***
Capitolo 3
Smistamento
Il castello di Hogwarts era veramente imponente, più bello di
come me lo ero immaginato. Si ergeva su uno sperone di roccia in prossimità di
un lago e, con le torri svettanti e le luci accese, nella notte, sembrava
effettivamente - come lo era - un luogo eccezionale e magico.
Un gigantesco, ma gentile, insegnante (poi seppi che era Rubeus
Hagrid, il professore di creature magiche), indirizzava tutti quelli del primo
anno verso una decina di imbarcazioni che ci aspettavano sulle rive del lago. I
bagagli e gli animali sarebbero poi stati portati nelle nostre camere, a parte i
Gufi, che sarebbero stati sistemati in Guferia.
Salutai Occhialuto e, con le mie due amiche, salii su delle
barchette, ognuna delle quali aveva quattro posti: noi tre entrammo in una in
cui era posizionato già un altro ragazzino, timido, con gli occhiali. Ci
presentammo. Si chiamava Adrian Wythe e si vedeva che era preoccupato (aveva
forse paura del viaggio nel lago? Circolavano voci sull’esistenza di una piovra
gigante….) e Lily cercò di metterlo a suo agio parlandogli delle cose che a lei
facevano paura (i tuoni e i temporali)… Wythe si rilassò e cominciò a
chiacchierare con noi. Effettivamente Lily riusciva a mettere chiunque a suo
agio. Poi le barche partirono da sole, dirette verso il castello, controllate
dal professor Hagrid, che ci precedeva su una di quelle imbarcazioni.
Giungemmo, senza nessun assalto di piovre o altri esseri magici,
dopo esser passati in una lunga galleria debolmente illuminata (la cui apertura
sul lago era completamente coperta di edera), nei sotterranei del castello, dove
il prof. Hagrid ci lasciò, affidandoci ad un’altra insegnante: eravamo una
quarantina di ragazzi, notai, facendo un rapido calcolo. Giorgia era
preoccupata; molto più disinvolta Lily, che chiacchierava ancora con Wythe, che
si era lasciato andare: le stava raccontando che aveva un cugino, Theodore, in
Serpeverde…
Ci accolse una professoressa (Pomona Sprite, di Erbologia) e ci
spiegò come funzionava lo smistamento ad Hogwarts (case, punteggi, cappello
parlante, ma già sapevo quasi tutto), poi ci fece entrare nella Sala Comune. Il
cuore mi batteva forte.
Una volta superata la porta, rimasi sbalordito. Dentro la sala,
in alto, si vedeva il cielo, nero e coperto di nuvole: era sicuramente magico,
perché eravamo al coperto, piacevolmente al caldo; sopra le nostre teste, e
sopra le tavolate delle quattro case, galleggiavano centinaia di fiammelle,
sospese a mezz’aria, che illuminavano la stanza. Ricordo ancora la mia emozione
nell’attraversare il passaggio tra i tavoli, dove erano già collocati i ragazzi
dal secondo al settimo anno che ci guardavano curiosi. Avanti a noi gli
insegnanti e il preside Silente (al centro della tavolata: aveva capelli e barba
piuttosto lunghi e occhiali a mezzaluna, come li avevo visti nelle figurine
delle Cioccorane, di cui ero appassionato collezionista), in una posizione più
elevata rispetto al resto della classe, e poco sotto la loro pedana, uno
sgabello con il famoso cappello parlante.
Guardai Lily che, stranamente, si era fermata nel suo
chiacchiericcio: avanzava silenziosa guardando gli insegnanti. Li guardai con
attenzione anch’io. Mi colpì in particolare uno, alla destra del Preside,
completamente vestito di nero: stava guardando nella nostra direzione con una
specie di ghigno nel volto.
Rabbrividii. Quella figura mi metteva inquietudine. E non a me
solo: - Quello è il professor Piton - stava dicendo ad una sua amica una
biondina che stava al mio fianco -, il professore di Pozioni: è disumano, ma ha
una predilezione per Serpeverde! Mia sorella mi ha raccontato che odia Harry
Potter e lo ha umiliato più volte a lezione…
Quell’insegnante mi fu subito antipatico: doveva avere grossi
problemi personali per accanirsi contro il ragazzo che suscitava la simpatia di
tutti… Ma, a proposito, dove era Harry Potter? Guardai velocemente la tavolata
di Grifondoro (tutti i ragazzi si riconoscevano dai contrassegni delle divise),
ma non vidi nessuno che assomigliasse a lui…
Avanti a me Lily, di fianco a Wythe, sembrava a suo agio e non
aveva paura neanche della figura inquietante di Piton e del suo orribile ghigno.
Non so come facesse: io mi stavo già preoccupando, solo avendolo visto, di
averlo come insegnante!
Si girò ancora e sottovoce ci disse: - Non preoccuparti: andrà
tutto bene. Dovunque capiteremo, saremo sempre amici…
Ci fermammo davanti ad un vecchio cappello rattoppato che,
improvvisamente, nel silenzio generale, cominciò una filastrocca:
Care amiche e cari amici
non sappiamo se quest’anno
a far danno proveranno
dei malefici nemici.
Se le case del castello
sempre unite rimarranno
ogni luogo brutto o bello
è al sicuro per quest’anno.
Forza, quindi, Corvonero,
Tassorosso e Grifondoro,
Serpeverde tutto intero,
unitevi in un coro:
esaltiamo l’amicizia,
il lavoro ed il coraggio
amore e pudicizia
e nessun vi farà oltraggio!
Ora via allo smistamento,
e vediamo dove andranno
i ragazzi di quest’anno
e chi poi sarà contento.
Tutti applaudirono la canzoncina, che mi sembrò, a dire il vero,
molto puerile… ma, considerando che era il primo cappello parlante che conoscevo
(i cappelli parlanti sono vendicativi?) e che mi avrebbe letto di lì a poco il
pensiero e smistato in chissà quale casa (avevo il terrore di capitare in
Serpeverde!) … pensai subito intensamente che la canzone era bellissima,
sperando che intercettasse quest’ultima considerazione…
La Sprite lesse quindi, uno dopo l’altro, i nomi degli alunni. La
prima fu naturalmente Lily Anderson: andò sullo sgabello, mise in testa il
cappello e, dopo un mezzo minuto, lo stesso oggetto magico urlò la casa di
appartenenza: - Corvonero!
Lily aveva indovinato: aveva detto in treno che sarebbe voluta
capitare a Corvonero! Gli altri ragazzi di quella casa applaudirono e Lily si
diresse verso di loro, ma passando mi salutò con la mano. Toccò quindi ad altri
ragazzi, smistati nelle varie case: la biondina che prima aveva menzionato il
prof. Piton, Astoria Greengrass, fu smistata a Serpeverde, tra la gioia di tutta
la tavolata delle serpi e di quella che sembrava sua sorella, di un paio d’anni
più grande.
Tra le serpi anche un altro paio di ragazzi e tre/quattro
ragazze, di cui la più decisa (e forse più carina anche della Greengrass)
sembrava una certa Eva Blockade, una moretta che mostrava di avere un
caratterino niente male: spinse infatti in malo modo un ragazzo di Tassorosso
che non si era spostato in tempo mentre lei passava per andare nel tavolo delle
Serpi.
A Corvonero furono smistati altri cinque ragazzi: tre femmine
(Camilla Colin, Floriana Des Essaintes, Betty Miller) e due maschi (Jerry Jordan
e Luke Bell). Venne quindi chiamato il mio nome. Mi diressi molto agitato verso
lo sgabello, dove, una volta sedutomi, la Sprite impose sulla mia testa
l’oggetto parlante:
- Oh, un irlandese del Connemara! Coraggio, amicizia,
intelligenza, volontà: vedo tutto e potrei metterti in ogni casa… - sentii
pensare nella mia testa.
- Non Serpeverde, per favore! - pensai più intensamente possibile
- Non preoccuparti, tu andrai a… CORVONERO! - urlò il cappello
Contentissimo, mi precipitai subito al tavolo dei Corvonero tra
gli applausi dei miei compagni di casa. Lily mi faceva cenni dicendo di sedermi
accanto a lei.
- Immaginavo che saremmo stati insieme - mi disse sorridendo.
Strinsi le mani a non so quanti ragazzi, tra cui un’eccentrica biondina con due
lunghi orecchini a forma di Luna (del resto quello era il suo nome: si trattava
della ora celebre Luna Lovegood Scamander) ed una bizzarra collana fatta con i
tappi di burrobirra, poi ritornai a vedere lo smistamento. Jonathan Osborne, un
ragazzone che mostrava più di undici anni, fu anch’egli smistato nella nostra
casa. La penultima ad essere chiamata fu Giorgia, che capitò a Tassorosso. A
Wythe invece toccò Serpeverde, come il cugino. Da come lanciò un sguardo a Lily,
ebbi l’impressione… ma forse mi sbagliavo… che avrebbe preferito la nostra casa.
_______________________________
Venne per prima a congratularsi con noi il prefetto di Corvonero,
una bella ragazza magra con i lunghi capelli neri e gli occhiali, molto gentile,
Penelope Light, che ci informò che ci avrebbe poi accompagnato, dopo il
banchetto, nelle nostre stanze, situate in una torre di Hogwarts.
Avevo accanto a me Lily, che faceva conoscenza con tutti parlando
allegramente, e la francesina, Floriana, che aveva rinunciato a Beauxbatons
perché aveva vinto una borsa di studio ad Hogwarts. Non era però abituata al
nostro clima e diceva che, in Provenza (da dove lei veniva) era ancora
primavera: da noi invece sentiva “tonto freddo” (e immaginava che l’antico
castello fosse pieno di spifferi!).
Diedi un’occhiata anche ai professori: quell’inquietante Piton
stava ora parlando con una professoressa al suo fianco… Poi guardai anche le
altre tavolate… e improvvisamente lo vidi: stava entrando in sala, insieme a due
amici (evidentemente Hermione Granger e Ron Weasley) Harry Potter, accolto dagli
allegri saluti dei suoi compagni di tavolata e da qualche fischio dei
Serpeverde, che evidentemente non lo apprezzavano particolarmente. Il biondo
antipatico che avevamo visto sparlare di lui una volta scesi dal treno stava
mimando Potter che sveniva, e i suoi compagni sghignazzavano…
Di lì a poco tutti però si zittirono, per il discorso del
Preside, che fu abbastanza preoccupante: ci informò infatti che, in quell’anno,
i dissennatori erano stati posizionati, dal Ministero della Magia, intorno ad
Hogwarts per motivi di sicurezza e che sarebbe stato assolutamente vietato
allontanarsi dalla scuola senza permesso… Pensai all’inutilità di quella
raccomandazione: chi mai si sarebbe sognato di allontanarsi senza autorizzazione
dalla scuola?
Continuò presentando due nuovi insegnanti, il professor Lupin,
che avrebbe insegnato Difesa contro le Arti Oscure (sarebbe stato quindi uno dei
miei insegnanti) e aveva l’aria particolarmente malaticcia, e il gigante che
avevamo già visto appena scesi dal treno, il prof. Hagrid, che sarebbe stato
docente di Cura delle Creature Magiche (una materia che si iniziava nel terzo
anno).
Poi finalmente cominciò il banchetto e fummo tutti presi dai
buonissimi piatti che comparvero improvvisamente davanti a noi.
- Mi avevano parlato della buonissima cucina di Hogwarts - diceva
Jonathan riempiendo il suo piatto - ma non sapevo che gli elfi fossero così
bravi…
Alla fine del banchetto, alzandomi, guardai di nuovo Harry
Potter, che stava parlottando con i suoi amici, e gli insegnanti: il professor
Piton guardava ancora nella nostra direzione, con il solito indecifrabile ghigno
stampato in faccia. Rabbrividii: quell’uomo mi metteva veramente molta
inquietudine.
Quindi cercammo Penelope che, ci aveva detto, ci avrebbe
aspettato nel corridoio. Usciti, la vedemmo avvinghiata ad un ragazzo dai
capelli rossi: i due erano appiccicati e stavano baciandosi appassionatamente in
un angolino buio tra le tende… quando si accorse della nostra presenza i due si
staccarono e, un po’ imbarazzata, Penelope presentò Percy Weasley, il suo
fidanzato.
- Sono stato scelto quest’anno dal preside e dal corpo docenti
per ricoprire la mansione di caposcuola - ci disse con atteggiamento molto
cerimonioso e con un tono un po’ saccente - Ho quindi, tra gli importanti
obblighi che devo svolgere, anche quello di controllare che tutto vada
perfettamente e che non ci sia alcun motivo di tensione tra i nuovi arrivati. Mi
raccomando di tenere un comportamento consono, di non correre, di non fare magie
non autorizzate, di non litigare…
Il discorso, in quel momento, era straordinariamente noioso… e
poi lui stava pomiciando con la sua ragazza in mezzo al corridoio: era quello un
comportamento consono ad Hogwarts?
Quindi ci avviammo, guidati da Penelope Light, verso la nostra
sala, che era situata, ci disse, nella torre ovest del castello.
______________________________
Grazie a tutti
coloro che preferiscono, seguono, ricordano o che semplicemente leggono questa
mia seconda fanfic. Un particolare ringraziamento a Barby_Ettelenie_91 per le
sue sempre graditissime recensioni. Prossima puntata: “Torri e sotterranei”.
Provo a pubblicare due volte a settimana (mercoledì e sabato). A mercoledì! Un
abbraccio. :)
|
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Capitolo 4 *** Torri e sotterranei ***
Capitolo 4. Torri e sotterranei
Venimmo quindi accompagnati da Penelope Light nella nostra sala
comune, situata nella torre occidentale del castello di Hogwarts. Per entrare
Penelope rispose ad un difficilissimo indovinello che un batacchio a forma di
volatile ci propose (Quando sono in piedi loro sono sdraiati, quando sono
sdraiato loro sono in piedi. Chi sono?). Il batacchio rappresentava
un’aquila, ma popolarmente, per noi studenti, era il Corvo di Corvonero. Ed era
inflessibile: Penelope rispose subito all’indovinello (soluzione: i piedi)
e ci spiegò che questa volta era molto facile (a me sembrava difficilissimo!!!),
ma che il volatile ogni volta ce ne avrebbe proposto una diverso; nel caso in
cui non fossimo riusciti a rispondere, non saremmo potuti penetrare nella sala
comune e nelle nostre camere ( Dove sono capitato? - pensai - come mai il
cappello mi ha messo in questa casa di… secchioni superdotati
intellettualmente?... - Già mi vedevo passare notti intere fuori della porta
della torre…)
La sala comune, situata alla base della torre ovest, era
meravigliosa: aveva ampie vetrate e, in alto, il tetto continuava, con
un’illusione, all’interno della stanza, tanto che si potevano vedere, dalle
vetrate e sul tetto, le costellazioni e le stelle nella precisa posizione in cui
si trovavano: era ancora più verosimile di quello che si vedeva nella Sala
Grande. Divanetti, tavoli, piante e librerie arredavano la sala, dove un bel
fuoco acceso, su un camino, rendeva ancora più gradevole l’ambiente. Una porta,
in fondo conducevano agli appartamenti dei piani superiori.
Il prof. Vitious, che ci aveva raggiunto, ci fece un discorsetto
di benvenuto, a cui assistettero anche i compagni più grandi. C’erano, tra i
tanti, Patma Patil (che aveva una gemella in Grifondoro), Michael Corner,
Anthony Goldstein, Lisa Turpin e le sue amiche, che avrei visto quasi sempre
insieme, Marietta Edgecombe e Cho Chang (molto carina quest’ultima). Tutti
furono particolarmente gentili, applaudirono alla fine del discorso del prof.
Vitious e, nei minuti successivi, cercarono di metterci a nostro agio.
Andammo quindi nei nostri alloggi. Tutte le camere erano
posizionate sopra la grande sala: si alternavano sette piani, uno per ogni anno
di corso (il nostro era quello situato più in alto, il più basso era quello
riservato ai ragazzi del settimo anno e ogni anno si cambiava evidentemente
collocazione). Ogni piano era diviso in un corridoio centrale, che conduceva in
una piccola sala, situata al centro del piano, con un camino e divani intorno,
in cui si aprivano due porte: una verso la camera dei ragazzi, una verso quella
delle ragazze. In ognuna di esse, vicino a grandi letti a baldacchino, c’erano
comodini, armadi e, nei pressi, i nostri bagagli e gli animali (a parte i gufi -
compreso Occhialuto - che, mi dissero, erano stati portati già in guferia). La
privacy era comunque assicurata da pesanti cortine che, all’occorrenza, potevano
essere fatte scendere e isolavano i singoli letti. Dai dormitori, una porta
conduceva poi al bagno maschile (e, per simmetria, un’altra parte della torre
era occupata da quello femminile, a cui si accedeva dal dormitorio femminile).
Ci spiegò anche, prima di salutarci ed augurarci la buona notte,
che non era possibile per ragazzi/ze di altri piani accedere nel nostro (e
viceversa) e che la sezione maschile di ogni piano era preclusa a quella
femminile (e viceversa).
Ero stanchissimo. La giornata era stata veramente emozionante.
Salutammo le ragazze e ci ritirammo nella sezione a noi assegnata. Ma non era
ancora finito… venne infatti a trovarci il fantasma di Corvonero, una ragazza
raffinata e molto discreta, Helena Corvonero, la figlia della fondatrice della
casata: molto gentile, si presentò augurandoci buona permanenza ad Hogwarts,
quindi scomparve. E, per fortuna, questa fu l’ultima avventura della giornata:
mi addormentai, immerso in un sonno profondo.
_______________________________
Il giorno dopo ci svegliammo e, con i miei nuovi amici (Jerry,
Luca e Jonathan) ci recammo nella Sala Comune, mentre le ragazze erano ancora
impegnate a vestirsi.
Scesi al piano terra, chiedemmo a Luna Lovegood (che stava
leggendo una rivista… al contrario!) come raggiungere la Sala Comune. Per
fortuna, gentilmente ci accompagnò in questo primo percorso: Hogwarts è
labirintica e, all’inizio, non è facile orizzontarsi.
Giunti in prossimità della Sala, ringraziata Luna, dato che era
ancora presto, mentre Luca e Jonathan erano entrati a prendere i posti, io e
Jerry ci fermammo a leggere le targhe che, nel corridoio, ricordavano antichi
maghi e antiche vicende del castello. Alcune erano in inglese, altre in gaelico
scozzese (lingua che, per fortuna, non è troppo diversa dal gaelico irlandese,
che conoscevo), altre in latino. Una, in particolare, colpì la nostra
attenzione: Amico Bigonio, cuius opera Hogwardensia
fondamenta edificata sunt, gratias agunt Tusca Melesruber et Priscilla
Corvusniger
- Non conoscete il latino, vero? - Ci
disse, vedendoci attenti, una graziosa ragazza con i capelli crespi, che mi
pareva di aver già visto.
- No, purtroppo. - dissi. Poi mi presentai: - Sono Peter O’Neil,
di Corvonero, e questo è il mio amico Jonathan. L’iscrizione parla di Priscilla
Corvonero, non è vero?
- Sì. Io sono Hermione Granger, di Grifondoro - ecco dove l’avevo
vista: il giorno prima, con Harry Potter! - E’ bello vedere due alunni appena
arrivati interessarsi della storia di Hogwarts. L’iscrizione è un ringraziamento
di Priscilla Corvonero e Tosca Tassorosso, le fondatrici delle due case,
all’amico Bigonio, che è un mago famoso di quei tempi, perché ha aiutato a
costruire le fondamenta del castello di Hogwarts - disse Hermione.
- E’ un mago famosissimo dalle mie parti! - esclamai, e poi,
precisando: - Io sono irlandese…
- Sì, sono famose in Irlanda le leggende di Bigonius. Però quasi
nessuno ricorda che contribuì alla costruzione delle fondamenta del castello,
che sono gigantesche e in parte ancora inesplorate…
- Scusa, tu sei l’amica di Harry Potter, non è vero? - chiesi un
po’ sfacciatamente.
Sorrise per il mio interesse fanciullesco, si capiva benissimo,
per il Prescelto: - Sì, e lo vedrai prestissimo… ma, per favore, non trattarlo
diversamente da quello che faresti con un semplice tuo compagno. E’ anche troppo
stressato per l’eccessiva popolarità che lo segue dappertutto…
Stavo per confermare quello che lei voleva, quando vidi arrivare
proprio Harry Potter con il suo amico Ron Weasley. Ci passò vicinissimo e, senza
neanche notarci, le disse: - Ciao, Hermione. Vieni in sala? -
Anche Ron la salutò e le sorrise, a cui lei rispose con un
sorriso più grande.
- Arrivo - disse Hermione. Poi, rivolgendosi a noi: - A presto,
ragazzi. E continuate a studiare la storia di Hogwarts, mi raccomando!
Avevo parlato con Hermione Granger e, quasi, con Harry Potter!
Hogwarts era semplicemente meravigliosa!
____________________________
- Ecco il programma della settimana - disse Penelope dopo la
colazione. Si erano nel frattempo aggiunte le ragazze, che erano scese circa un
quarto d’ora dopo noi: Lily (sempre sorridente), la francesina Floriana Des
Esseintes, Camilla e Betty. Avremmo iniziato, abbinati con i Serpeverde, con
Pozioni, cioè con il terribile prof. Piton!
Mentre, accompagnati da Penelope, ci avviavamo verso l’aula di
Pozioni, comunicai i miei timori a Lily, che camminava al mio fianco: - Iniziamo
con quello che tutti considerano una carogna qua dentro…
Lily, sorridendo, mi disse: - Penso che non sia cattivo come
qualcuno lo descrive. Magari ci farà una buona impressione… In ogni caso, è
inutile preoccuparsi prima del tempo…
Il discorso non mi convinse particolarmente e l’ambiente in cui
stavamo scendendo (i sotterranei del castello) si presentava sempre più lugubre
e inquietante: la luce delle torce illuminava debolmente i nostri passi. Ci
fermammo davanti all’aula e qui Penelope, sbrigativa, ci disse: - Alle 11 dovete
ritornare di sopra, vicino alla Sala Grande; rifate il percorso fin qui fatto,
prendete poi il corridoio a sinistra e, andando sempre dritti, arriverete a una
scalinata: fatene due rampe e vi troverete davanti alla porta di Incantesimi.
Buona giornata.
In effetti avevo intravvisto poco prima il suo fidanzato, il
“caposcuola” Percy Weasley, che cercava di nascondersi dietro una tenda:
probabilmente la fretta di Penelope era legata, pensai, alla voglia di
abbracciarlo …
Entrammo quindi in silenzio nell’aula: il prof. Piton ci stava
aspettando. Il luogo era ancora più inquietante dei corridoi, con alle pareti
grandi armadi di vetro con dentro vasi di diverse dimensioni, alcuni dei quali
avevano, sotto spirito, strane ed orrende creature.
- Oh, ecco la nuova classe Serpeverde-Corvonero - disse in un
silenzio glaciale.
Dopo aver fatto l’appello (eravamo una ventina di ragazzi, dato
che i Serpeverde erano un po’ più numerosi di noi), indugiando un attimo su ogni
nome e scrutando i chiamati con il suo sguardo, che sembrava attraversarti, ci
fece un breve discorso sull’importanza della sua materia e sul suo desiderio che
sentissimo l’importanza e la bellezza della “fusione degli elementi”, che però
era convinto che non avremmo potuto percepire, dato che i ragazzi della nostra
età erano solo “teste dure”, o “teste vuote”.
Non era un insegnante che suscitasse particolare simpatia; subito
ci mise al lavoro affidandoci, sui calderoni, il compito di fare una semplice
tisana contro il raffreddore… Lavoravamo due a due su ogni calderone e mi
trovavo proprio con Lily.
Piton si muoveva tra un calderone e l’altro, consigliando o, più
spesso, criticando. Giunto al nostro, chiese: - Chi ha tagliuzzato in questo
modo le radici di asfodelo? (domanda retorica, perché, ne ero sicuro, ci aveva
osservato a lungo e aveva visto che era stata Lily… e aveva fatto un lavoro
pulito e preciso).
- Sono stata io, professore - disse Lily, guardandolo negli
occhi, con un’espressione serena (io sarei voluto essere mille volte lontano, se
mi avesse interpellato).
- Bene, Anderson, si fermi un momento dopo la lezione. - Disse
con il suo solito tono glaciale, prima di passare ad un altro calderone.
Non era giusto! Cosa aveva fatto la mia amica di sbagliato?
Come Dio volle, quella lezione finì; chiesi a Lily se dovevo
aspettarla e lei mi ringraziò.
Attesi quindi nel laboratorio, mentre tutti se ne erano andati:
Lily era andata nell’ufficio di Piton, che era lì vicino. Poi, una decina di
minuti dopo, uscì sorridendo… cosa era successo?
- Che ti ha fatto? Cosa voleva? - le chiesi
- Mi ha spiegato l’errore che avevo fatto… è stato molto gentile…
- disse ancora sorridendo.
Ero frastornato. Piton “gentile”? Lui che era stato per tutta
l’ora freddo, distante e indisponente! A che gioco stava giocando? Era un
comportamento corretto per un professore rimanere da solo con una studentessa?
Era un professore decisamente strano…
____________________________________________
Conoscemmo ben presto tutti gli insegnanti, ognuno diverso
dall’altro, ma tutti molto esigenti. E tutti ci riempivano di compiti.
Avevamo già incontrato nello smistamento l’insegnante di
Erbologia, la prof.ssa Pomona Sprite, che ci portò nelle serre a lavorare su
innocue piantine, neanche magiche (quelle magiche, velenose e pericolose erano
lasciate ai successivi anni). Filius Vitious, l’insegnante di Incantesimi, era
il direttore della nostra Casa ed era un tipo a posto, anche se la sua materia
era molto difficile. Ancora più difficile era però Trasfigurazione, tenuta
dalla terribile professoressa McGranitt, un’arpia molto severa che ci stupì
trasformandosi in una gatta (era infatti un’animaga).
L’insegnante di Storia della Magia (e antiche lingue magiche), il
prof. Ruf, era un fantasma. La sua materia era molto noiosa (anche per il tono
con cui la presentava), ma per fortuna non troppo difficile.
Ero invece completamente negato nel Volo: la prof.ssa Bumb, dopo
la mia ennesima caduta (che mi costò il mio primo soggiorno in Infermeria), mi
disse crudelmente che avrei fatto meglio ad utilizzare la scopa solo per
spazzare. E questo, per un irlandese (sei volte campioni del mondo di Quiddich
negli ultimi trent’anni), è il peggiore insulto che si possa fare. Però anche in
Irlanda, a dire il vero, volare con una scopa non era il mio forte….
Il mio preferito fu comunque, da subito, l’insegnante di Difesa
contro le Arti Oscure, Remus Lupin. Era molto gentile, ma anche molto capace e
ti faceva capire l’importanza della sua disciplina. Nel primo anno però la
materia è molto teorica e non troppo coinvolgente dal punto di vista emotivo:
bisognava solo studiare i fondamenti della disciplina sui libri (tanto per
cambiare). Ma i ragazzi degli anni successivi dicevano che la materia era
straordinariamente interessante. Inoltre era spesso assente per malattia.
Oltre agli insegnanti, i problemi erano i compagni di corso: non
tanto noi Corvonero, che ben presto diventammo molto affiatati, quanto i
Serpeverde, con cui eravamo abbinati in Pozioni, Incantesimi e Trasfigurazione.
In particolare la dozzina di serpi che erano state assegnati, in quell’anno, a
quella casa, avevano trovato una leader carismatica in Eva Blockade, la
serpentella molto carina che avevo visto il giorno dello Smistamento: aveva
evidentemente del carisma e anche il mite Adrian Wythe, che mi aveva fatto
all’inizio una buona impressione, pendeva ora dalle sue labbra e cercava di
assecondarla in tutto…
Ben presto ci trovammo oberati da tanti compiti, che tutti gli
insegnanti ci affidavano, che la nostra giornata si trasformò in un continuo
correre dalle aule (per seguire le lezioni) alla Biblioteca (dove studiavamo)
alla Sala di Corvonero (dove ancora studiavamo). Anche il sabato e la domenica
erano occupati a studiare e fare compiti (scritti o esercitazioni): era questa
la vita che mi attendeva per i successivi sette lunghi anni? Tra l’altro tutti
davano per scontato che i Corvonero non volessero far altro che studiare… Ma
come mai ero capitato in quella casa? Il tempo che passavo con i miei amici e
con i miei compagni di casa era necessariamente limitato (se non considero
quello impiegato a studiare!). Ogni tanto intravvedevo, soprattutto durante i
pasti nella Sala Comune, Harry Potter con i suoi amici, tra cui Hermione, che,
se si imbatteva in me, mi salutava (i suoi due amici ancora non mi conosceva
invece).
Un giorno, poi, mentre eravamo in Biblioteca, Hermione Granger si
è avvicinata al nostro gruppetto e si è rivolta a me: - Ciao Peter. Tutto bene?
- Sì, grazie. Siamo solo oberati dai compiti… Ma sarà sempre
così?
Già conoseva Jonathan. Le presentai gli altri due che allora
erano con me: Floriana, Lily e Luca.
- Sì, all’inizio è molto difficile… ma per voi Corvonero
scommetto che è un piacere studiare… - disse, mentre io pensavo che il Cappello
Parlante fosse invecchiato e avesse inserito gli alunni a caso nella nostra
Casa: io e i miei amici eravamo tutt’altro che contenti… - Sono qui per
consigliarti una lettura, quando avrai tempo… Dato che ti interessa la storia di
Hogwarts e, in particolare, i suoi sotterranei, ti ho trovato questo… - e mi
face vedere un libro che aveva in mano, di Camillus Scotus, “I sotterranei di
Hogwarts”. - E’ una lettura molto istruttiva, che anch’io ho letto due anni fa:
spiega con precisione come sono strutturati… almeno la parte che conosciamo… e
da chi furono costruiti…
- Ci sono delle parti che non conosciamo? - chiese Lily,
interessata.
- Beh, sì - sorrise Hermione - Ad esempio la Camera della Morte,
in cui viveva il Basilisco che Harry… Harry Potter voglio dire… ha ucciso l’anno
scorso
- Figo… - disse Pietro.
- Non tanto, a dire il vero… c’ero anch’io… Ma il libro è molto
interessante… E quando l’avrai finito ne ho un altro da consigliarti: “Statue,
pietre e mattoni del castello di Hogwarts”, di Dennis Petronius…
- Grazie, Hermione. Lo leggerò sicuramente con molta attenzione -
dissi (anche se dentro di me ero consapevole della mia sfacciata ipocrisia: si
poteva scrivere un libro su questi argomenti? Come se i compiti non bastassero!)
- Bene - disse, allontanandosi - così poi ne parleremo. Buono
studio, intanto!
- Leggiamolo insieme, se lo vuoi - mi disse Lily …
- Non con me - disse Pietro - ne ho anche troppo di libri e di
compiti… Questa sera voglio giocare a sparaschiocco… se riesco a finire questi
maledetti compiti. E guai a chi mi propone di leggere altri libri!
___________________________________
In effetti il libro, che leggemmo non quella sera (in cui
dovevamo finire i compiti, tanto per cambiare), ma qualche giorno dopo, nella
saletta del nostro piano, io e Lily (lei insisteva per leggerlo, gli altri si
erano subito defilati) era davvero interessante. Il castello era stato costruito
dai quattro maghi più potenti della Britannia nel 993 d.C. per farne una scuola,
ma altri tre maghi avevano contribuito alla costruzione: Bigonius aveva
collaborata alla creazione delle fondamenta del castello; Milcon di Avalon aveva
organizzato il giardino; Conan Pendragon la guferia.
Le fondamenta erano occupate dall’aula di Pozione con le sue
dipendenze (compreso l’ufficio del professore), dalle Cucine, dalla sezione
occupata dalla casa di Tassorosso, da quella, vicino al lago, occupata da
Serpeverde, dagli scantinati e dalle segrete, cioè le prigioni, da un lato
abitato dai fantasmi, dall’imbarcadero…
- Perché non esploriamo quegli ambienti - disse Lily, tutta
eccitata
- E’ pericoloso… - dissi. Come faceva a trovare interessanti quei
luoghi tenebrosi? Sarebbe stato meglio fare una bella passeggiata all’aria
aperta…
- Possiamo intanto cercare di raggiungere la cucina… non penso
che sia pericoloso. Ci saranno gli elfi domestici, che, tutti dicono, sono
gentilissimi… - disse Lily.
- Ottima idea. - dissi - Magari ci daranno qualcosa da mangiare…
A sabato
(influenza permettendo) con il prossimo capitolo (“La profezia”). Un saluto a
tutti! :) |
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Capitolo 5 *** La profezia ***
Capitolo 5
La profezia
Avevo una forte simpatia per Lily … era la mia migliore
amica. Era gentile, generosa, attiva. Avevo però anche legato con i miei
compagni di camera: Jonathan era attento a tutto e molto intelligente (molto
più di me, tanto che sistematicamente rispondeva agli indovinelli del
batacchio-corvo e non dovevo allontanarmi da lui quando rientravamo nella
Torre di Corvonero), Luca e Jerry erano simpatici, ma ancora un po’
infantili. Betty e Camilla stavano sempre in coppia e confabulavano tra
loro. Floriana, la francesina, cercava di stare sempre con Jonathan, che
però non si mostrava troppo interessato a lei.
Mi accorsi ben presto però che Lily aveva un comportamento
strano… qualche volta, dopo pranzo, quando passeggiavamo per il castello o
andavamo a rilassarci nella sala comune di Corvonero, lei scompariva… né ci
diceva dopo dove fosse andata, rimanendo molto sul generico. Un giorno,
deciso di annotare tutti i passaggi che conducevano nei sotterranei (compito
che Lily mi aveva assegnato, dato che aveva sempre intenzione di raggiungere
la cucina), mentre osservavo il muro posizionato dietro ad alcuni tendaggi,
la vidi. Stava tranquillamente scendendo verso i sotterranei, verso l’ala
occupata da Pozioni. Non la chiamai, era ormai passata, ma provai a
seguirla… e vidi che si stava dirigendo proprio dentro l’aula di Pozioni.
Qui entrò tranquillamente e si recò nell’ufficio del professor Piton. Cosa
andava a fare lì dentro?
Lily aveva solo undici anni, Piton almeno il triplo… avevano
una relazione? Era un pervertito che irretiva le ragazzine? Dovevo
denunciarlo al Preside?… Ma avrei compromesso la mia amica?
Mi allontanai, non sapendo neanch’io cosa fare… Attesi di
sopra il ritorno di Lily, che però non risaliva (cosa le stava facendo
quell’uomo?). Finalmente, dopo un tempo lunghissimo, ritornò al piano terra,
serena. La chiamai, preoccupato.
- Oh, Peter! - mi disse - Cosa fai lì dietro?
Poi, senza che io avessi parlato: - Ti chiedi quali siano i
miei rapporti con il prof. Piton?
Come aveva fatto a capire quello che volevo chiederle?
Intuito?
- Beh, primo o poi dovevo dirtelo. Tu giurami però il
segreto…
- Non posso, Lily. Se quell’uomo ti importuna, se ti fa del
male, devo denunciarlo…
Mi sorrise: - Mi fido di te, so che non mi tradirai. Nessun
altro deve saperlo…. Severus Piton… è mio padre.
________________________
Riprendemmo la conversazione seduti su un divanetto, poco
lontano. Lily volle lanciare un “Muffliato”, cioè un incantesimo che avrebbe
impedito a chiunque di ascoltare la nostra conversazione (era effettivamente
molto abile negli incantesimi, anche avanzati, anche se mi ero accorto che
tendeva a nascondere la sua abilità). Mi disse che quell’incantesimo era
stato inventato da giovane da suo padre e che glielo aveva insegnato l’anno
prima… Io ero ancora sotto choc per l’affermazione che mi aveva fatto poco
prima e non riuscivo ancora a credere all’idea.
- Sì, sono la figlia di Severus Piton, che però non mi ha
dato il suo cognome e non ha sposato mia madre, per alcuni seri motivi. Ma
mi è sempre stato vicina e mi vuole molto bene. Però è indispensabile che
l’informazione rimanga segreta…
- Te lo giuro, Lily. Ma non sono un occlumante…
- Tranquillo, Peter, nessuno può estrarre l’informazione
dalla tua mente, come nessuno può conoscere qualche particolare su di me…
La guardai interrogativo? Cosa stava dicendo? Non riuscivo a
seguirla…
- Ma cosa stai dicendo: mi ricordo tutto di te: ci siamo
visti nel negozio di Diagon Alley, abbiamo scelto insieme Occhialuto,
abbiamo fatto il viaggio ad Hogwarts insieme… Chiunque può leggere nella
mente con un po’ di pratica: l’ha detto anche ieri la prof.ssa McGranitt…
- Tu puoi ricordarti tutto, ma i ricordi che riguardano me
sono diversamente codificati dalla tua mente… Un legilimens riesce solo a
leggere ricordi umani. Se tu fossi un animagus, il legilimens non potrebbe
leggere i tuoi ricordi quando eri animale, perché sono codificati in modo
diverso. Non so… mi sono spiegata?
- Ma tu non sei un’animaga!
- Giusto… ma mia madre è una “respingente” e io sono, per
metà maga, come mio padre, e per metà respingente: tutto ciò che riguarda
mia madre e me non può essere letto da nessuno, siamo impenetrabili, e anche
i ricordi che altri hanno su ciò che facciamo sono diversamente codificati e
quindi irraggiungibili.
- Ma i respingenti non esistono! - le dissi, dopo quella
rivelazione, non meno sconvolgente della prima.
- Mi dispiace contraddirti, ma mia madre è una respingente, e
io lo sono per metà. E’ l’unica del suo genere, che io sappia. Nemmeno mia
zia, quella vera, lo è. Mia madre però sì. Ed è anche inattaccabile da
incantesimi e maledizioni: è sopravvissuta alle maledizioni senza perdono e
anche all’Avada Kedavra senza avere alcuna conseguenza negativa. Resiste al
Veritaserum. Anch’io dovrei avere, almeno in parte, queste caratteristiche,
ma ad essere sincero non ho mai sperimentato la mia resistenza alle
maledizioni maggiori, a parte l’Imperius, che ha provato a lanciarmi mio
padre quest’anno: ogni tanto ci divertiamo a fare degli esperimenti per
analizzare i miei poteri, ma logicamente non mi ha mai lanciato maledizioni
pericolose, non si sa mai…
- Io stento a crederci… ti ringrazio per esserti fidata di
me, da subito… Ma tu come fai a sapere quello che penso? Come prima… Hai
anticipato la mia domanda… e non è la prima volta! - le dissi.
- Ho una certa abilità a leggere nella mente… Ti chiedo
scusa, ma non posso evitarlo. Un occlumante può impedirmi la lettura, ma tu
e i nostri coetanei non avete nessun idea di quest’arte ed è anche troppo
semplice penetrarvi… Scusami, ma ho visto che sei una bella persona,
gentile, leale, generosa. Ho bisogno di te… e, scusami se te lo dico ora, ho
anche chiesto al Cappello Parlante, se fosse stato possibile, di aiutarmi e
di collocarti nella mia casa, Corvonero.
Quella conversazione mi stupiva ogni momento di più. Non
sapevo cos’altro aspettarmi…
- Hai obbligato il Cappello Parlante a mettermi a Corvonero?
Perché? - le chiesi
- No, gliel’ho chiesto gentilmente… e lui ha capito le mie
ragioni. Perché ho veramente bisogno di una amico che mi aiuti nella mia
missione…
- Missione, quale missione? - Le chiesi allarmato. Non
riuscivo a seguirla…
- Beh, forse non mi crederai, ma cerco di spiegarti tutto. I
miei genitori non lo sanno, ma ho sentito una profezia, l’anno scorso, che
li riguardava e che mi riguardava. Loro ne parlavano, a casa nostra, con zia
Mary e ci ragionavano sopra. Zia Mary voleva che io la sapessi, loro erano
contrari. Ma io stavo a sentire… senza mezzi magici (o senza che facessero
effetto: ti ho spiegato che sono una mezza respingente!). Diciamo che sono
un po’ curiosa e ho origliato - disse con uno sguardo birichino.
- Una profezia? - dissi con uno sguardo sempre più sorpreso.
Cos’altro mi avrebbe detto?
- La profezia è stata recuperata molti anni fa da mia madre,
mio padre e zia Mary in un posto misterioso, insieme ad una loro amica, Lily
Evans, che ora è morta, e che sarebbe poi stata la madre di Harry Potter.
Sì, si chiamava come me perché i miei genitori hanno voluto darmi il suo
nome… Secondo la profezia il figlio di questa amica, cioè Harry Potter, tra
alcuni anni libererà il mondo magico da un grave pericolo, da un “malvagio
signore”. Secondo la profezia io, cioè la figlia di Milly Anderson (che è il
nome di mia madre), lo aiuterò “di nascosto” e devo fare attenzione agli
Inferia.
- A cosa? - le chiesi.
- E’ una parola latina che indica ciò che sta in basso, o ciò
che è morto. “Le cose in basso” o “le cose morte, i morti, gli inferi”. Ho
pensato che si riferisca ai sotterranei…
- Ma tuo padre cosa dice? - le chiesi
- Mio padre non sa niente della mia intenzione. Non credeva
alla profezia, diceva che le profezie non si avverano quasi mai… e non vuole
che io corra alcun tipo di pericolo… Ma se la profezia parla di me, devo
aiutare Harry Potter a salvare il mondo magico dall’Oscuro Signore, che
prenderà il potere tra qualche anno. E devo farlo di nascosto… e devo
studiare i sotterranei… Forse potrò salvare qualcuno… Sei dalla mia parte?
Ho bisogno di aiuto…
Era molto seria e molto dolce… Pensava di dover salvare il
mondo magico… stava forse esagerando? Inoltre era un progetto superiore alle
forze di chiunque… ma era ammirevole.
- Certo. Sono dalla tua parte. - dissi, senza neanche pensare
a quello che stavo affermando - Ma tu leggi davvero tutti i pensieri di una
persona?
- Dipende. Serve un contatto oculare, altrimenti è
impossibile. Poi, se uno ha un minimo di competenze in occlumanzia, no, non
ci riesco. Ma se qualcuno non ha alcuna esperienza e riesco a fissarlo per
qualche secondo…
- Quindi sai tutto quello che penso… e conosci tutti i miei
ricordi… - dissi, distogliendo lo sguardo da lei.
- Sì, non ne posso fare a meno… ma non sono dispiaciuta… -
disse sottovoce
Oddio, a cosa avevo pensato? Dovevo stare attento!
- … e, se vuoi, ti insegno come chiudere la mente. Non è
troppo difficile…
- Sì, grazie. Ne avrei proprio bisogno - conclusi un po’
imbarazzato, guardandola di nuovo.
Poi le feci un’altra domanda: - Scusa, Lily… Perché sei
voluta entrare a Corvonero? - le chiesi. Cos’altro mi avrebbe raccontato?
- Per una favola che mia zia Mary mi raccontava quando ero
piccola e che riguarda Hogwarts e Priscilla Corvonero. Ma anche altri la
conoscono, con qualche variante…
- Che favola è? - le chiesi.
- Più che favola, è un’antica leggenda. Dopo alcuni anni, i
quattro fondatori dei Hogwarts, Salazar Serpeverde, Godric Grifondoro, Tosca
Tassorosso e Priscilla Corvonero ebbero dei contrasti e Serpeverde decise di
andarsene. Priscilla Corvonero, che era la strega più saggia dei suoi tempi,
per impedire a Salazar Serpeverde di portare via i suoi allievi, lo sfidò:
se avesse vinto lui, anche lei sarebbe partita con Salazar, per fondare una
nuova scuola destinata solo ai maghi purosangue; altrimenti i suoi giovani
allievi sarebbero rimasti ad Hogwarts e Salazar si impegnava a non creare
un’altra scuola. La sfida consisteva nel nascondere gli anelli magici di
Priscilla (due anelli che portava, uno per mano), all’interno del castello,
dopo aver fornito un indizio a Salazar, che, fidando della sua intelligenza,
avrebbe dovuto trovarli in una giornata: era infatti una prova di
intelligenza (qualità nella quale i due primeggiavano, mentre Grifondoro
prediligeva il coraggio e Tosca Tassorosso l’amicizia e l’impegno). Alla
fine della giornata però Salazar, malgrado le sue tanto decantate capacità
intellettive, non li aveva individuati e Priscilla stava per svelare dove
fossero, quando Salazar, adirato per la sconfitta (che lo costringeva a
lasciare tutti i suoi allievi ad Hogwarts e gli impediva di fondare un’altra
scuola magica), se ne andò immediatamente, senza voler sapere dove fossero
stati nascosti gli anelli e quale fosse il modo per recuperarli. Così, ai
termini del contratto magico che i due avevano sottoscritto, Priscilla non
poté recuperarli, né comunicare ad altri dove fossero, altrimenti sarebbe
stato liberato dall’impegno che aveva sottoscritto anche Serpeverde. Questa
fu la meschina vendetta di Salazar, che però fece sì che i due anelli, dai
grandi poteri magici, rimanessero nascosti per sempre. Da quel giorno tanti
maghi hanno cercato a lungo gli anelli, ma nessuno li ha mai trovati...
- Che poteri hanno gli anelli? - chiesi.
- Questo non lo so. So solo che erano potenti. Nel Medioevo,
gli anelli magici avevano la stessa funzione delle bacchette… anzi, alcuni
maghi preferivano gli anelli alla bacchetta perché immediatamente
utilizzabili in caso di pericolo (la bacchetta deve essere estratta);
inoltre non potevano essere persi o tolti con facilità, a differenza delle
bacchette… Poi, con l’evoluzione dell’arte delle bacchette, si capì che
l’energia magica è incanalata meglio in questi strumenti e l’uso di anelli
magici fu abbandonato, secoli fa… In ogni caso i due anelli erano molto
potenti.
- A me sembra una favola: forse gli anelli non sono mai
esistiti … E se anche la storia fosse vera e se tanti li hanno cercati, da
Salazar Serpeverde in poi, sicuramente maghi più capaci di due ragazzini di
undici/dodici anni, come riusciremo a trovarli noi? E’ per questo che sei
voluta entrare a Corvonero, vero?
- Beh, sì, anche per questo… - mi disse Lily - Gli anelli… la
mia missione… Per me non è una coincidenza. Dai, pensiamo dove potrebbero
essere…
Ero frastornato. Troppe notizie in una volta: il prof. Piton
era il padre di Lily… la madre era una “respingente” e Lily aveva importanti
poteri magici… una profezia menzionava la mia amica aiutare Harry Potter
contro un Oscuro Signore… Lily voleva esplorare i sotterranei alla ricerca
degli anelli leggendari di Priscilla Corvonero….
- Non preoccuparti, ti ci abituerai - mi disse sorridendo
Lily…
Sì, mi ero scordato, anche questo: poteva leggermi i
pensieri…
In questo
capitolo ho forse messo troppo carne sul fuoco, ma era necessario sia
informarvi su aspetti contenuti nella mia precedente fanfic (che qualcuno
può non aver letto), sia organizzare, intorno ad una vicenda centrale,
questo racconto, che si svolgerà parallelo alle vicende di “Harry Potter e
il prigioniero di Azkaban”. Cosa combineranno nei prossimi capitoli Peter e
Lily?
Un
ringraziamento per le gentili recensioni ad ace995 e a Barbie_Ettelenie_91!
A mercoledì! P.G. :)
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Capitolo 6 *** Caccia al tesoro ***
Capitolo 6
Caccia al tesoro
Lily pensava ossessivamente agli anelli magici e ai sotterranei,
verso cui provava uno smodata (e preoccupante) attrazione; io ero molto più
tiepido, anche perché l’idea di esplorare zone sconosciute, con chissà quali
pericoli, presunti o immaginari, mi lasciava perplesso. Tuttavia, anche se non
troppo convinto che la salvezza del mondo magico dipendesse dalla nostra
conoscenza dei sotterranei (mentre Lily pensava di trovare il senso della sua
vita proprio sotto il pavimento di Hogwarts), la seguivo nei suoi tentativi. Ci
eravamo messi anche a leggere tutto quello che riguardava Hogwarts, ma senza
scoprire nulla di importante: eravamo comunque consapevoli che fossero molto
estesi e straordinariamente articolati (cucina, segrete, reparto di Pozioni,
porticciolo sul Lago, oltre al settore occupato dalla Casa di Tassorosso e da
quella di Serpeverde…).
All’inizio ci eravamo proposti di perlustrare le (innocue)
cucine… ma presto dovemmo desistere, dato che non trovammo alcun indizio su come
raggiungerle… dovevano essere straordinariamente ben nascoste, da chissà quale
originale magia. Provammo a chiedere in giro a qualche ragazzo più grande, ma
non ottenemmo risposte o ricevemmo solo risposte evasive…
Le settimane scorrevano veloci e arrivò presto Halloween: la Sala
Grande era stata riempita con centinaia di zucche illuminate, fluttuanti a
mezz’aria, intorno alle quali si aggiravano stormi di pipistrelli. Il banchetto
fu strepitoso e fu seguito da uno spettacolo di fantasmi, che fecero un numero
tutti insieme, uscendo fuori contemporaneamente dalle pareti. Ero stupito… ma
nessuno si aspettava quello che ci attendeva nel Dormitorio: eravamo appena
arrivati nella Sala di Corvonero quando arrivò tutta trafelata Penelope Light
avvisandoci di recarci in basso abbandonando tutte le nostre cose: ci fecero
tornare nella Sala Grande, dove avremmo anche passato la notte, su dei sacchi a
pelo viola appositamente preparati… Infatti era stato avvistato, dentro Hogwarts,
il famigerato Sirius Black, l’evaso ricercato da tutti gli Auror inglesi, e
anche dai Dissennatori disseminati intorno ad Hogwarts (che nell’occasione non
lo avevano però intercettato) e c’era il pericolo che fosse ancora nel Castello:
pertanto ogni posto doveva essere perlustrato con attenzione!
Nell’occasione io e Lily riuscimmo anche a parlare con Harry
Potter! Il gruppo di Grifondoro del terzo anno si era piazzato non lontano da
noi e Lily cominciò a parlare della storia di Hogwarts con Hermione, che ci
aveva subito riconosciuti. La passione per la storia non era però condivisa da
tutti.
- No, voglio dormire… - disse ad un certo punto Ron con una voce
impastata - Non voglio studiare Storia della Magia…
- Come mai vi interessa tanto la storia di Hogwarts? - chiese a
questo punto Harry Potter, intervenendo nella conversazione.
- Oh, ci è sempre piaciuta… - disse Lily -. Se pensi quante
migliaia di studenti hanno passato sette anni tra queste mura, ti rendi conto
che ogni singolo luogo, ogni singolo mattone è magari stato importante nella
vita di qualcuno, ogni luogo è carico di storia e deve essere amato, curato,
studiato…
- Oh, sì, è vero - disse Hermione estasiata da quell’esaltazione
dello studio - Ogni angolo di Hogwarts, dai giardini alle soffitte, dovrebbe
essere studiato… Ed esistono anche luoghi del Castello poco conosciuti…
- Ti riferisci alla Camera dei Segreti, dove era nascosto il
Basilisco? - chiesi, entrando nella conversazione.
- Beh, sì, anche a quello. Anche se di quella vicenda Harry non
parla volentieri… Ma anche il settore abitato dai fantasmi è poco conosciuto… e
le segrete - disse Hermione
- Voglio dormire… - biascicava, in pieno dormiveglia, Ron Wisley
- Prof. Ruf, non ho studiato storia: non mi interroghi.. - e noi tutti ci
mettemmo a ridere.
Come se lo avessero sentito, le candele si spensero tutte
contemporaneamente, i prefetti dissero a tutti di fare silenzio e l’unico rumore
rimasto fu il fruscio dei fantasmi che fluttuavano nell’aria. Si vedeva in alto
il cielo stellato, o meglio, il soffitto incantato che riproduceva il cielo…
Anche noi, dentro i sacchi a pelo, ci preparammo a dormire. Ero emozionatissimo:
avevo parlato con Harry Potter!
Gli allenamenti di Quiddich ci diedero la possibilità di
effettuare le prime esplorazioni dei sotterranei: durante gli allenamenti il
Castello si svuotava e sembrava che si fossero allontanati anche i fantasmi… Le
nostre prime perlustrazioni riguardavano luoghi tutt’altro che misteriosi,
facilmente raggiungibili (porticciolo sul Lago, sotterranei vicino a Pozioni…),
e logicamente non trovammo niente che riguardasse anelli o Corvonero, anche
perché andavamo alla cieca, mossi solo dal desiderio di Lily di trovare
qualcosa…
In compenso la nostra assenza era stata notata… Betty e Camilla,
le nostre compagne di casa, distribuivano informazioni sui nostri spostamenti e
diffusero la voce che ci stavamo “imboscando” perché innamorati l’uno dell’altro
… noi provammo a dire che non era vero, ma nessuno naturalmente ci credeva,
anche perché non potevamo rispondere a semplici domande (“Perché allora andate
in giro da soli?”)… La cosa era per me, allora (avevo undici anni) decisamente
imbarazzante (non avevo allora nessun interesse per le ragazze!)… non che non
fossi contento di aiutare Lily, che era adorabile, ma …una ragazza, a undici
anni, no! E’ inutile riportare tutte le battutine che circolavano... Inoltre
temevo anche che il prof. Piton venisse a saperlo e mi scuoiasse vivo…e nelle
ore di Pozione, vedevo i suoi occhi puntati ossessivamente su di me.
Oltre alle chiacchierate (effettivamente Lily parlava molto),
agli impegni scolastici (molto gravosi) e a quelli esplorativi (del tutto
infruttuosi), altra nostra preoccupazione erano le lezioni di occlumanzia e
legilimens… Il procedimento per chiudere la mente era effettivamente molto
complicato o ero io che non avevo particolare predisposizione per questa branca
della magia.
- Devi chiudere un ricordo in una scatola immaginaria; devi
pensare di chiudere la scatola a chiave e devi riporre la chiave su una grata
contrassegnata da numeri; non pensare al ricordo ma solo ai numeri per
rintracciarla… Ti è chiaro, Peter? - mi ripeteva Lily.
Beh, mi era chiaro, ma non era facile: o dimenticavo i numeri e
accedevo direttamente al ricordo: in tal caso si apriva una facile via di
penetrazione per Lily che, da brava esaminatrice, mi sondava continuamente.
Senza contare che, talvolta, per ricordi molto importanti, era necessario
ripetere l’operazione più volte (la “chiave” immaginaria per aprire il ricordo
era inserita in un’altra scatola, chiusa a sua volta e collocata in altro luogo…
e l’operazione poteva continuare…). Alla fine cominciavo letteralmente a dare i
numeri… e i ricordi erano carpiti con facilità da Lily, che era abilissima.
Contemporaneamente mi mostrava anche come provare a forzare le
difese degli altri, con scarsissimi risultati (mentre lei riusciva a leggere i
miei pensieri, io non riuscivo mai a leggere i suoi; per consolarmi mi diceva
che, in quanto figlia di una respingente, erano diversamente “codificati”, ma ho
i miei dubbi che questo fosse il vero motivo: in realtà non riuscivo a vedere i
ricordi o i pensieri di nessuno). I progressi ci furono, ma furono molto molto
lenti… Nel frattempo lei sapeva tutto di me… compreso quello che non volevo
farle sapere e di cui poi rideva divertita…
Comunque pian piano riuscii a migliorare in occlumanzia. Riuscii
pertanto a conservare un po’ di privacy… almeno penso, perché effettivamente i
poteri di Lily erano notevoli in questo campo e, sono sicuro che, se lo avesse
voluto, avrebbe potuto aggirare tutte le mie “difese”. O forse l’ha fatto tante
volte, e non mi sono accorto di niente…
______________________________
Nel frattempo passavano le settimane e procedeva anche la nostra
ricerca di qualche indizio nei sotterranei, ma invano. Continuava la lettura di
testi sulla storia di Hogwarts, ma non trovammo niente. A questo punto a Lily
venne un’idea: e se ci fosse stato qualcosa nella sezione proibita della
Bibloteca?
Prelevare quello che ci interessava non fu, ad essere sincero,
troppo difficile: di notte la biblioteca era praticamente aperta, difesa solo da
alcuni allarmi magici… ma Lily era convinta di poterli eludere facilmente e di
non essere rilevata da essi, in quanto figlia di una respingente. Una notte
quindi si alzò, andò in Biblioteca evitando il Custode, Gazza, che con la sua
malefica Gatta perlustrava i corridoi, consultò la sezione proibita e prelevò un
vecchio tomo dal nome interessante, “Arcana Hagwartensia”, di Gondar di
Noviomago, che, per fortuna, a parte il titolo, non era in latino. Leggemmo
avidamente la parte che ci interessava e poi Lily riportò il libro in
biblioteca.
Vi si narrava
anche della leggenda che già Lily mi aveva raccontato, con qualche particolare
in più. In particolare l’indizio di quella specie di caccia al tesoro a cui si
era dedicato Salazar Serpeverde, era, secondo Gondar di Noviomago, il seguente:
ε
eerfog ssoone sullo
- Ma non ha senso! - dissi il giorno dopo, quando ci rifugiammo
in un posto isolato per parlare liberamente - C’è un tre rovesciato… … e poi tre
gruppi di lettere a caso…
- Forse il tre è la chiave per la comprensione della frase
successiva: bisogna prendere una parola ogni tre, e poi leggerle al contrario! -
propose Lily.
Ne uscì una frase senza senso:
ounsoelsosfeleogr. Provammo allora a
fare altri esperimenti e, dopo un po’ di tempo, trovammo la soluzione, mettendo
le lettere in una griglia, la prima lettera al primo posto, la seconda al
quarto, la quanta al settimo, cioè alla distanza di tre l’una dall’altra.
Comparve così qualcosa di interessante,
essesurolfolonoge, che, al contrario, diventava
egonoloflorusesse, cioè, con le dovute pause,
ego nolo florus esse.
- Sono parole di senso compiuto, in latino (conoscevamo i
rudimenti di quella lingua, avendoli studiati in Storia della Magia… e
effettivamente si trattava di parole elementari)! Dovrebbe voler dire: “Io non
voglio essere floro” - disse Lily
- Sì… ma cosa significa? - chiesi
- Non ne ho idea, - mi disse, pensierosa - ma dobbiamo scoprirlo.
_______________________________________
Un
ringraziamento per le sempre gradite recensioni ad ace995 e Barbie_Ettelenie_91!
A sabato con il prossimo capitolo (“Ego nolo Florus esse”)! P.G. :)
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Capitolo 7 *** Ego nolo Florus esse ***
Capitolo 7.
Ego nolo Florus esse
Scoprimmo ben presto il senso dell’indizio fornito da Priscilla
Corvonero a Salazar Serpeverde: ego nolo florus esse. In realtà il merito
dell’interpretazione della enigmatica frase non è nostro, ma di Luna Lovegood,
che avevo visto, da sola, passeggiare in giardino: era andata a cercare non so
quali animali che non avevo mai sentito nominare, tali ricciocorni schiattosi,
nei pressi della foresta proibita.
- Ciao, Luna, Come va? - le dissi.
- Abbastanza bene, se non fosse per un’infezione di gorgosprizzi.
Facevo una passeggiata. Sono stata a cercare ricciocorni vicino alla casa del
professor Hagrid. - mi disse.
Abbandonati subito il discorso su animali magici che non
conoscevo e parlai di Hagrid: - Penso che sia un professore molto simpatico.
Com’è “Cura delle creature magiche”? Interessante?
- Beh, abbastanza, anche se ora Hagrid ha dei problemi con un
ippogrifo e i ricciocorni lo tormentano; così è un po’ preoccupato… Ma tu cosa
fai a quest’ora fuori? E’ quasi ora di tornare al castello...
- Ad essere sincero - le dissi - Ti ho visto e volevo chiederti
se puoi aiutarmi…
- Dimmi, se posso… - rispose gentilmente (mi avevano detto che
era molto brava nelle antiche lingue magiche, i cui tratti fondamentali si
studiano, dal secondo anno, con il prof. Ruf, in Storia della magia).
- Ti dicono niente queste parole Ego nolo florus esse?
- Aspetta… l’ho sentite… ma certo! E’ il primo verso di una breve
poesia composta dall’imperatore romano Adriano, che ha regnato dal 117 al 138
d.C. e che è famoso per lo sviluppa dell’arte alchemica… - e continuò a parlarmi
dell’imperatore per un pezzetto - L’intera poesia è formata da soli quattro
versi che prendono in giro un amico dell’imperatore, che Adriano accusa di
essere un ubriacone e un mangione: Ego nolo Florus esse è il primo verso
che poi continua con: ambulare per tavernas / latitare per popinas / culices
pati rotundos cioè “Io non voglio essere Floro, camminare nelle taverne,
nascondermi nelle cucine, sopportare rotonde zanzare”. Anche se l’ultimo verso è
meno efficace: secondo te, le zanzare sono rotonde?
Luna in effetti era un personaggio sconcertante: non mi chiese
perché mi interessavo dell’imperatore Adriano o di quella sua poesiola, ma mi
diede subito tutte le informazioni che desideravo.
- Tutta la poesia è una risposta di Adriano al suo amico Floro,
che aveva scritto un testo simile in cui affermava che non sarebbe voluto essere
l’imperatore, che doveva spostarsi continuamente per l’impero… - continuò.
- Grazie, Luna, mi hai detto ciò che cercavo. Posso aiutarti in
qualcosa?
- Hai mai visto ricciocorni intorno ai quadrifogli magici del
Connemara? - Mi disse… ma non ho capito se stesse scherzando (tutti sanno che
sono rarissimi e venduti per somme enormi) o lo dicesse convinta.
Andai subito da Lily e le raccontai ciò che avevo scoperto.
- Bravissimo, Peter. Taverne, cucine, zanzare… partiamo da queste
parole.
_______________________
La lezione successiva di pozione fu memorabile: il professor
Piton ci aveva assegnato un esercizio a coppie, mescolando in modo del tutto
arbitrario Corvonero e Serpeverde. Floriana, la nostra amica francese, era
capitata con Astoria Greengras, forse la più gentile delle serpi di quell’anno,
del tutto innocua, anche se un po’ sostenuta, mentre a me era toccato Whyte e
Lily era stata ancor meno fortunata: era stata infatti abbinata con quella
presuntuosa di Eva Blockade.
Dovevamo fare la “Pozione Drizzacapelli”, abbastanza semplice:
Lily era particolarmente precisa ma, quella mattina, Eva voleva irritarla a
tutti i costi e continuava a darle nomignoli per farla irritare:
- Lilina corvettina, perché non hai tagliato bene le codine dei
topini? Hai paura che ti mordano? - diceva in tono canzonatorio suscitando le
risate dei Serpeverdi lì intorno e quelle, imbarazzate, di Wythe, al quale
sembrava necessario stare sempre dalla parte della Blockade.
- Non ridere, sembri un idiota - gli dissi allora, dopo
l’ennesima sghignazzata.
- Irlandese del c---o, stai dicendo qualcosa? Ti preoccupi della
tua amichetta mocciosetta? Mi è sembrato di sentire grugnire dalle tue parti… -
disse a questo punto Eva, che pensava di fare la spiritosa anche su di me. In
effetti anche questa battuta suscitò le solite risate dei Serpeverde lì intorno.
- Beh, tu te ne intendi di maiali… sei caduta in un porcile da
piccola o ti hanno scambiato per uno di quelli quando sei nata? - disse a questo
punto Lily, per difendermi. Generalmente Lily è molto mite, ma se si arrabbia (e
non si arrabbia per qualcosa che capita a lei, ma a qualcuno a cui vuol bene), è
del tutto diversa…
Tuttavia aveva fatto solo una battuta (non diversa da quelle che
faceva la Blockade), ma evidentemente quella Serpe non era abituata ad essere
insultata e scattò subito, da vera viperella che era e, dimenticando il lavoro,
si gettò su Lily tirandole i capelli e gettandola a terra. Subito mi precipitai
per separarle, ma prima che arrivassi era giunto il prof. Piton che, con
malagrazia, aveva preso per il colletto della divisa Eva e la teneva a distanza
di sicurezza.
- Come vi permettete di litigare come due babbane, per giunta
nella mia ora, Blockade ed Anderson?
- Ma, professore, non è colpa mia - disse Eva, con un’aria
lamentosa, sperando di far ricadere la colpa su Lily - Questa Corvonero ha
insultato me e tutti i Serpeverde: ha detto che siamo dei maiali… - Aveva
evidentemente la convinzione che, come spesso faceva (me ne oro accorto
abbondantemente), il prof. Piton avrebbe sostenuto le ragioni degli appartenenti
alla sua Casa.
- E’ vero, signorina Anderson? - disse il prof. Piton.
- In parte, professore. Ho dato del maiale solo alla Blockade, ad
essere sincera, perché lei ha utilizzato lo stesso termine per insultare un mio
amico…
- Non è vero, ho detto che grugniva, non che era un maiale. -
urlò stizzita la Blockade, non accorgendosi che confessava di aver in ogni caso
iniziato la lite anche a parole; del resto non c’era molta differenza tra
attribuire ad uno il verso del suino e chiamarlo maiale, ma questo la Blockade
evidentemente non lo capiva…
Piton però la gelò: - Mi ha molto deluso, signorina Blockade, per
il suo inqualificabile comportamento, che disonora tutti i Serpeverdi, che sono
famosi per l’intelligenza e la correttezza, qualità che evidentemente lei non
ha, non per le provocazioni e le volgarità. Lei ha cominciato ad insultare i
suoi compagni e lei ha iniziato a colpire la Anderson: cinque punti in meno a
Serpeverde per aver insultato una sua compagna; altri cinque per averla
picchiata; e si consideri in punizione tutta la settimana.
- Prof, non è giusto - intervenne Wythe, che era il favorito del
prof. Piton, dato che era una specie di genio in Pozioni - Eva ha solo difeso la
nostra casa…
- E cinque punti in meno anche a lei, Whythe, per aver parlato a
sproposito e senza essere interpellato. E si consideri in punizione anche lei,
così farà compagnia alla Blockade per l’intera settimana - disse il prof. Piton.
Lo avrei abbracciato se non avessi avuto paura della sua
reazione! Era impagabile vedere lo sguardo sbigottito e addolorato dei
Serpeverde che non si spiegavano come mai il loro direttore li avesse così
duramente puniti.
- E ora, Blockade e Wythe, al lavoro insieme: e se alla fine
dell’ora non avrete fatto una Drizzacapelli decente, vi giuro che vi metto una
bella T - disse fermissimo.
- Anderson, lei vada con O’Neil e continuate la posizione che
aveva iniziato con Wythe - disse, rivolgendosi a sua figlia.
- Sì, professore. - disse Lily.
Più tardi ringraziai Lily per avermi difeso e commentammo insieme
la punizione data alle Serpi. E lei mi disse felice: - Non è adorabile mio
padre?
______________________________
Nella prima partita di Quiddich della stagione
(Grifondoro-Serpeverde, che avvenne con un tempo orribile, mentre fuori
infuriava una terribile tempesta) girammo in lungo e largo le cucine (che si
trovavano proprio sotto la Sala Grande), seguiti da una decina di ossequiosi
elfi domestici, che desideravano solo aiutarci in qualche modo… ma non trovammo
nessun indizio di nessun tipo riguardanti passaggi magici, oggetti magici o
altro tipo, legati all’imperatore Adriano, a Floro, a Serpeverde, o a Corvonero
Era una normalissima cucina magica, ben organizzata, con al centro grandi
tavoli (corrispondenti a quelli delle case nella Sala Grande), in cui gli altri
elfi (quelli non impegnati a seguirci e a compiacerci) preparavano le portate
per il pranzo.
Non era stato facile trovarla. Poi, grazie ad una “soffiata” (uno
dei fratelli di Ron Weasley, Fred, era stato visto da Lily con un carico di cibo
che portava dalle cucine nella sala di Grifondoro; davanti allo sguardo triste
di Lily, che spiegava non so per quali improbabili motivi dovesse visitarle, le
aveva svelato come passare), sapemmo dove andare, come entrare (“fare il
solletico” ad una pera in un quadro, che si sarebbe trasformata in maniglia),
cosa poter fare (praticamente tutto, dato che gli elfi si facevano in quattro
per anticipare anche i nostri più piccoli desideri). Ritornammo tuttavia a piano
terra delusi perché non avevamo trovato niente, né gli elfi avevano qualche
idea al riguardo, tuttavia carichi di cibi squisiti che non avevamo potuto
rifiutare… Lasciateli in camera, andammo verso la Sala Grande. Poco dopo
ritornarono gli studenti, completamente bagnati, dalla partita. Non so come
avessero fatto, bagnati e congelati, a seguire quella partita… Io non sarei
uscito per tutto l’oro del mondo!
- Tassorosso ha vinto meritatamente! - diceva Padma Patil ad una
sua compagna di Tassorosso - E Cedric Diggory, oltre ad essere bravo, è proprio
un bel ragazzo…
- E’ vero. Noi tutte lo adoriamo. E poi è sempre così gentile… -
Diceva l’altra - Chissà cosa è successo a Potter? …
- I dissennatori sono stati orribili… Potter è svenuto anche sul
treno… Per fortuna il terreno era molle… - sottolineava Padma
Vedendo entrare Jonathan e Luca, chiesi loro cosa fosse successo
e loro ci informarono dell’arrivo dei dissennatori (che erano stati poi cacciati
da Silente) e dello svenimento di Harry Potter, che ora era in infermeria.
Più tardi, incrociammo Hermione e Ron, che ritornavano verso la
loro Casa. Erano appena usciti dall’Infermeria.
- Ciao, Peter. Ciao, Lily. - ci salutò gentilmente Hermione.
Chiedemmo loro informazioni sulla salute di Harry e ci
tranquillizzarono. Poi, accompagnandoci per un tratto di strada, cambiò discorso
- Come vanno le tue ricerche storiche? (Hermione era convinto che io avessi una
passione per la storia della magia, e di Hogwarts in particolare… ed io non
avevo detto niente per farle capire che non era vero).
- Bene, grazie. - Ebbi improvvisamente un’illuminazione. E se la
disposizione degli ambienti fosse stata diversa al tempo dei fondatori? - Volevo
chiederti una cosa. Tu forse lo sai: l’ala con la Sala Grande e le Cucine è
stata costruita insieme al resto del Castello?
- Certo! - disse sicura Hermione - I fondatori costruirono tutto
il castello… anche se, ad essere sinceri, nel 1327 la Confederazione dei Goblin,
come avete studiato, assaltò Hogwarts e danneggiò tutto quel settore. Che fu
ricostruito dal preside Asting il Generoso, mi sembra anche riorganizzandone gli
spazi…
- Quindi la Sala Grande e le Cucine forse non si trovavano dove
si trovano ora? - chiese eccitata Lily.
- Che bello trovare due ragazzi così giovani appassionati di
storia! - disse Hermione (evidentemente felice per aver trovato qualcun altro
con la stessa sua passione per lo studio) - Ora che ci penso, mi sembra di aver
letto da qualche parte che è stata collocata nell’attuale posizione nel XIV
secolo, quando fu restaurata parzialmente quella parte… Ma non ricordo dove.
Potreste leggere… (e qui cominciò a elencare una serie di volumi riguardanti la
storia di Hogwarts, il cui numero mi terrorizzò: mi vedevo impegnato a studiare
noiosi e polverosi volumi in tutti i momenti liberi…) oppure, perché non
guardate la Mappa di Lionellus Copiacensi? Ha tutti i cartigli che indicano i
singoli luoghi…
- Di chi? - chiesi.
- La mappa di un monaco magico medioevale, elaborata nel 1254,
prima dell’attacco dei Goblin. Una copia è appesa nell’aula di riserva del prof.
Ruf, quella che utilizza con i ragazzi del quarto anno…
La ringraziammo, li salutammo (Ron non era intervenuto nella
conversazione, forse perché non aveva la stessa passione di Hermione per la
storia) e ci dirigemmo subito nelle aule di storia. Non c’era per fortuna
nessuno (i ragazzi preferivano tenersi alla larga dalla zona, che associavano
alle noiosissime lezioni del professore fantasma). Entrammo nella stanza e
notammo subito due gigantesca mappe di Hogwarts su una parete, opera di quel
Lionellus.
Una mostrava Howarts nel 1254, come aveva detto Hermione. La Sala
Grande si trovava sotto la torre occidentale (!), cioè… proprio nel luogo in cui
ora c’era la Sala Comune di Corvonero!
Ma ci aspettava un’altra sorpresa: l’altra mappa rappresentava la
zona di Hogwarts intorno al 900, prima della costruzione del castello… e sul
luogo corrispondente al settore in cui si trovava ora la casa di Tassorosso (che
conoscevamo almeno per posizione, avendola vista un’antica mappa di Hogwarts in
uno dei libri che avevamo letto) c’era una piccola abitazione… e la scritta
Leonii Crudelis Taberna!
La poesia di Adriano recitava ambulare per tabernas…
(camminare nelle taverne) e latitare per popinas (nascondersi nelle
cucine): poteva essere anche una coincidenza… ma perché non controllare ciò che
avevamo avuto sempre sott’occhio, cioè la Sala Comune di Corvonero e quella di
Tassorosso?
- Oh, che bravi, ragazzi! - sentimmo dire da una voce, dietro di
noi. Eravamo così presi dalle nostre scoperte che non avevamo notato
l’apparizione del prof. Ruf, che in effetti non era passato dalla porta, ma da
una parete… - Vi interessate all’antica storia di Hogwarts?
- Sì, professore - rispose con un sorriso dolcissimo e
accattivante Lily - E’ la nostra passione. Abbiamo saputo della presenza di
queste bellissime mappe e volevamo vederle. Ma cos’è questa Leonii Crudelis
Taberna?
- Oh, bravi, bravi, ragazzi. Vi spiegherò tutto…
E cominciò una lunghissima (e noiosissima) spiegazione, che
dovetti sorbirmi con la faccia attenta come se la cosa mi interessasse, sulla
situazione della zona prima della creazione del castello… partendo minimo
dall’Era Glaciale! Dopo alcune decine di minuti, arrivò finalmente a dirci che,
nel luogo in cui sarebbe stato costruito il Castello c’era l’Osteria di un certo
Leonio il Crudele, che, come ci si può immaginare dal nome, attirava i maghi di
passaggio e li uccideva, impossessandosi degli oggetti magici che questi
portavano.
Dopo altre decine di minuti, in cui elencò i numerosi maghi
uccisi da quel Leonio (e tutte le loro azioni, e tutte le loro parentele…),
scoprimmo che il famigerato Leonio era stato ucciso da Godric Grifondoro, che
era entrato in possesso di tutti i suoi beni. Con i suoi amici aveva poi
costruito in quel luogo il castello di Hogwarts, naturalmente distruggendo
l’osteria.
- Grazie mille, professore. Ora andiamo a mangiare. E’ tardi… -
dissi, prendendo Lily per una mano.
- Eh, sì, voi dovete mangiare… Peccato! Era tanto divertente
parlare con ragazzi interessati alla storia… A presto ragazzi! - disse il
fantasma…
Corremmo verso la Sala Grande: era tardissimo e il pranzo stava
per finire.
- Ma dove siete stati, voi due? - ci chiesero Betty Miller e
Corinna Colin.
- Oh, nell’aula di storia a vedere una vecchia mappa e a parlare
con il prof. Ruf… - rispose veloce Lily - Il tempo è volato e non ci siamo
accorti che fosse così tardi…
Le due si guardarono e poi fecero una faccia maliziosa… Non ci
credevano… Da quel giorno si diffuse la voce che io e Lily ci appartavamo
nell’aula di storia per pomiciare…
Grazie a
Barbie_Ettelenie_91 e ace995 per i sempre graditi commenti e consigli e,
naturalmente, a tutti quelli che preferiscono, seguono, ricordano o che
semplicemente leggono la fanfic. A mercoledì con il prossimo capitolo (“Ambulare
per tabernas, latitare per popinas”)! P.G. :)
P.S. La
poesiola esiste veramente e l’ha scritta per davvero l’imperatore romano
Adriano!
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Capitolo 8 *** Ambulare per tabernas, latitare per popinas ***
Capitolo 8.
Ambulare per tabernas, latitare per popinas
Quel pomeriggio cercammo Giorgia e le chiedemmo se potevamo
venire a vedere la Sala comune di Tassorosso che, avevamo scoperto, sorgeva dove
un tempo esisteva la vecchia taverna di Leonio il Crudele. Giorgia, gentilmente,
pensando che fossimo mossi da semplice curiosità, ci accompagnò subito: - Nessun
problema… Venite pure con me, se volete. - ci disse - Noi Tassorosso siamo molto
ospitali e siamo contenti se qualcuno delle altre Case viene a trovarci…
Sarebbe stato facile entrare nella Casa di Tassorosso? Speravo
che non fosse quasi impossibile come entrare nella nostra: io dovevo aspettare,
tante volte, l’aiuto di qualcuno per entrare nella sala comune di Corvonero,
dato che non riuscito a rispondere agli strampalati indovinelli del volatile…
L’ingresso era situato nel corridoio in cui si accedeva anche
alle cucina, corridoio che io e Lily già conoscevamo. Giorgia si diresse verso
un gruppo di botti e batté con le nocche della mano un motivetto sul coperchio
di uno dei barili.
- Una settimana fa ho sbagliato botte - ci disse sorridendo - e
sono stata inondata di aceto. Ora ho imparato a scegliere quella giusta…
Il coperchio si aprì ed entrammo in un cunicolo, illuminato da
torce, che conduceva ad una stanza, che si intravvedeva illuminata dopo un breve
percorso. La stanza aveva in fondo un bel caminetto e tutt’intorno, una decine
di finestre, situate a livello del terreno. Non era però scura come ci si poteva
aspettare, ma molto luminosa, grazie ad una serie di lampade e specchi
disseminati lungo le parete e a diversi lampadari sul soffitto.
Fummo accolti molto gentilmente dal fantasma di Tassorosso, un
simpatico frate chiacchierone, che ci chiese chi eravamo e cosa facevamo:
Giorgia disse naturalmente che eravamo curiosi di vedere la sala e noi elogiammo
il luogo, molto luminoso ed accogliente.
- Eh, sì, cari ragazzi. Tosca Tassorosso amava mettere a proprio
agio i suoi allievi e per questo costruì una “tana” accogliente, calda, luminosa
e, per giunta, vicinissima alle cucine, affinché i ragazzi potessero recarsi dai
gentili elfi domestici e chiedere quello che desideravano… Io non ho più
desiderio di cibo.. purtroppo… ma ricordo che ai miei tempi percorrevo il
passaggio riservato per rifornirmi di cibo almeno una volta al giorno…
In effetti i fantasmi non mangiano, ma il fantasma di Tassorosso
doveva aver fatto in vita la sua parte, dato che era bello grasso e parlava con
tanto amore della cucina…
- Come, un passaggio riservato? - chiese Lily. E’ vero,
ambulare per tabernas! C’era un cammino segreto e forse lì c’era qualche
indicazione.
- Certo! Volete passare anche voi in cucina? E’ molto istruttivo
vedere come lavorano gli elfi domestici, preparando ottimi e succulenti piatti,
che poi i visitatori possono portare via… Io sono convinto che, siccome non
tutti possono permettersi un elfo, una conoscenza di magicculinaria è
indispensabile in ogni famiglia… lo dico sempre ai miei giovani amici… Giorgia,
fa’ vedere il passaggio ai tuoi amici, così potrete prendere anche qualche
stuzzicante spuntino dagli elfi…
Giorgia gentilmente si accostò ad una porta, di fianco al
focolare che, colpita in un certo modo, si aprì improvvisamente, scoprendo un
cunicolo simile a quello che avevamo già percorso.
Ringraziammo il buon frate (che ci era stato utilissimo) e
seguimmo Giorgia verso la cucina. Guardavamo intorno, intanto: il passaggio
sembrava la tana di un animale… e, improvvisamente, la vedemmo: c’era una
scritta in basso, appena percettibile, proprio sotto i nostri piedi.
- Ehi, cos’è questo? - chiesi a Giorgia e a Lily.
- Non ne ho idea. - disse Giorgia - Ci sarà sempre stato. L’avrà
scritto qualche studente di passaggio.
- Lumos - disse Lily, e la sua bacchetta si illuminò: in basso,
appena visibile, c’era la scritta: primus et tertius de quattuor (primo e
terzo di quattro) e, più in basso P.C..
Ci guardammo: era l’indizio che stavamo cercando, di Priscilla
Corvonero? Memorizzammo il messaggio ed andammo avanti.
In cucina ritrovammo i nostri amici elfi che furono contentissimi
di vederci e di regalarci non so quante cose. Promettemmo di tornare a trovarli
e ritornammo nella sala di Tassorosso, dove, nel frattempo si erano radunati
alcuni ragazzi, con cui dividemmo le provviste prese in cucina. Furono tutti
particolarmente contenti… in effetti c’era un clima gioviale e amichevole che
rendeva gradita la permanenza in quella Casa!
Poi giocammo inoltre a scacchi magici (io) e socializzammo con
alcune graziose e ospitali Tassorosso (Lily), curiose di vedere la nostra sede,
che invitammo a visitare il giorno dopo (corvo sul battente permettendo!). Poco
prima della ritirata, salutammo i nostri nuovi amici e ci avviammo verso la
nostra Sala. Il corvaccio fu meno crudele del solito e ci fece un indovinello
facile facile (per Lily, non per me): Mio padre fa il cantante, mia madre è
balbuziente. Il mio vestito è bianco e il mio cuore d’oro. Chi sono?
(Risposta, data naturalmente da Lily: l’uovo). Riuscimmo così ad entrare
senza particolari problemi.
____________________________________________
Una settimana dopo, a mezzanotte, scendemmo nella sala comune di
Corvonero a cercare un altro indizio. Latitare per popinas (nascondersi
nelle cucine) era l’enigmatico verso della poesia di Adriano necessario a
trovare gli anelli di Priscilla Corvonero. Non c’era naturalmente nessuno,
neanche il fantasma di Helena Corvonero che, ogni tanto, di notte, si aggirava
nella Sala.
- Ragioniamo - dissi - se questa era la Sala Grande, sotto di noi
c’era la cucina… Ci deve essere un passaggio tra le due stanze, magari per le
situazioni di emergenza….
Perlustrammo le pareti ma non vedemmo niente di anormale. Ci
dirigemmo nel caminetto, che era allora spento. Era grandissimo e, all’interno
di esso, sui due lati, c’erano dei sedili, sempre in pietra, in cui ci si poteva
sedere (luogo preferito dalle coppiette… in cui io e Lily, ad essere sinceri,
non eravamo mai entrati). Ma non c’era niente di particolare: solo nuda pietra e
molti graffiti di generazioni di studenti. Se ci fosse stato un indizio (magari
un messaggio inciso sulla roccia, come quello che avevamo trovato nel tunnel
nella sala di Tassorosso), centinaia di studenti che ci avevano preceduto
l’avrebbero coperto con delle idiote scritte (Notorius ama Kitty; Ubuldus
TVB, ecc)… Maledetti grafomani! Eravamo delusi, eravamo in un vicolo cieco.
- Proviamo a ripetere la poesia - dissi, con l’intenzione di
ragionarci sopra.
Lily pronunciò a voce alta quei quattro versi, ma, aveva appena
ripetuto il primo (Ego nolo Florus esse) quando, improvvisamente, ci
trovammo… al piano inferiore, dove una volta c’erano le cucine. Il verso era una
specie di parola-magica che permetteva il collegamento tra i due ambienti! Che
fortuna sfacciata!
l luogo era spaventoso: abbandonato da secoli, era coperto di
ragnatele e di sporcizia… Comunque con un semplice incantesimo (Lumos) facemmo
luce e cominciammo a cercare in giro. La stanza aveva una volta un’apertura, che
però era stata murata, così che era rimasto in funzione solo il passaggio di
emergenza da un camino all’altro con la frase che casualmente avevamo
pronunciato… gli unici abitanti erano alcuni topini che corsero a nascondersi
dietro un vecchio bassorilievo in legno tarlato, posto a fianco di quella che
una volta era la porta per uscire dalla cucina: rappresentava due streghe e due
maghi, evidentemente Tosca Tassorosso, Priscilla Corvonero, Salazar Serpeverde e
Gotric Grifondoro, con, sopra, un’iscrizione, facilmente comprensibile anche da
noi, che avevamo solo un’infarinata di Latino: quattuor magi, una schola
(quattro maghi, una scuola).
- Forse dobbiamo toccare il primo e il terzo mago, come c’era
scritto nel messaggio nel corridoio di Tassorosso… primus et tertius de
quattuor! - disse Lily
Toccammo ripetutamente, prima io, poi lei, poi entrambi, poi
provammo con la magia… ma non successe niente. Dopo un (bel) po’ di tempo,
delusi, abbandonammo il bassorilievo e continuammo ad esplorare la stanza,
girandola in lungo e in largo (e spaventando le famigliole di topini e i ragni).
Poi, stanchi e sfiduciati, decidemmo di riprovare in un’altra occasione, anche
perché il giorno successivo, di buon mattino, saremmo dovuti partire per le
vacanze di Natale e ci saremmo visti circa un mese dopo…
Tornammo quindi sul focolare e, ripetendo la poesia/filastrocca,
ci materializzammo al piano superiore, nella Sala di Corvonero.
______________________________
Il giorno successivo, il 15 dicembre, come detto, si partiva per
le vacanze di Natale. Dopo aver salutato gli amici e anche Ron e Harry (che
incrociai lungo i corridoi di Hogwarts: loro sarebbero rimasti nel Castello
anche sotto le festività, insieme ad Hermione e a qualche altro ragazzo) mentre
scendeva la neve, fummo accompagnati al confine della scuola dove ci aspettavano
dei carri coperti per condurci ad Hogsmeade. Qui si poteva prendere l’Espresso e
tornare a Londra (come la maggior parte dei miei compagni fece) o, recandosi
nell’ufficio postale, utilizzare apposite passaporte per tornare a casa.
I professori ci scortavano per paura di attacchi del famigerato
Sirius Black, o anche dei Dissennatori, che stazionavano sempre nelle vicinanze
del Castello (che però non vedemmo). Io, che facevo il viaggio insieme a Lily,
avevo sempre gli occhi addosso del prof. Piton, che faceva parte della scorta
(sapevo che sarebbe rimasto ad Hogwarts per le festività natalizie), e questo mi
metteva un po’ di agitazione.
- Non far lo sciocco, Peter, - disse sommessamente Lily - mio
padre è un uomo moderno e gentile… (non erano proprio gli aggettivi che avrei
utilizzato per definirlo…) …solo un po’ apprensivo
Quando fu il momento di lasciarla (lei usava una passaporta per
raggiungere il castello della zia, io mi sarei smaterializzato all’Ufficio
Postale di Cork, dove mi aspettavano i miei, con un’altra passaporta), Lily mi
diede un bacetto (sulla guancia) per salutami.
- Deve andare, signor O’Neil - disse una voce gelida alle mie
spalle. Era il prof. Piton, che mi guardava con un’espressione che mi sembrava
omicida.
- Ciao, Lily. Buongiorno professore - dissi in fretta. E mi
diressi verso la mia passaporta.
Il resto della giornata, in Irlanda, passò tra festeggiamenti (di
familiari, genitori, parenti vari) e racconti (miei) di ciò che avevo fatto ad
Hogwarts: naturalmente non raccontai né delle ricerche nei sotterranei, né di
Lily… ma stranamente tutti ne erano informati e non mancavano battutine e doppi
sensi sul fatto che mi ero fatto la fidanzata! (oh, no, anche qui!. Il mondo
magico, talvolta, è asfissiante: tutti sanno tutto di tutti… e la mia sorella
impicciona sembrava la più informata di tutti). Provai a dire che eravamo solo
amici, ma neanche lì nessuno ci credeva…
________________________________________
Passai un mesetto sereno a casa immergendomi nelle mie vecchie
attività. Poi arrivò la metà di gennaio e ricominciò la scuola. E tutto
ricominciò come prima: lezioni difficilissime da seguire; compiti a tutto
spiano; dispetti dei Serpeverde, guidati dall’odiosa Blockade; battutine
insopportabili sulla mia cotta per Lily (che non esisteva! Io pensavo più alle
gobbiglie o al quidditch che a lei!)
In compenso, a creare un “simpatico” diversivo, l’ossessionante
ricerca di Lily di un passaggio segreto, o di qualche indicazione, nelle vecchie
cucine: trovato il sistema per accedervi, le perlustrammo palmo a palmo,
utilizzando tutti i mezzi magici o materiali che ci vennero in mente. Non
trovammo niente, se non i soliti simpatici animaletti (topini, ragni) e le
solite ragnatele.
Poi, alla quarta discesa, ritornammo ad analizzare il
bassorilievo ligneo: c’erano, come già detto, le figure di quattro maghi e la
scritta quattuor magi una schola… avevamo provato a pigiare, toccare,
sfiorare, colpire, battere, fare magie di vario tipo alla prima e alla quattro
immagine dei maghi (primus et tertius de quattuor).
Ma quattro… era anche la parola! Forse non avevamo capito:
bisognava colpire non la prima e la terza figura delle quattro, ma la prima e la
terza lettera della parola quattuor!
- Lily. Aspetta. Ho capito… - dissi e colpii leggermente le due
lettere “q” e “a”. Improvvisamente si aprì un’apertura sulla parete, nascosta
dietro ad una colonna (latitare per popinas!): dentro c’era una vecchia
pergamena.
- Bravissimo, Peter - mi disse Lily, abbracciandomi.
La “caccia al tesoro” poteva continuare.
Ho preso spunto
per l’indizio Primus et tertius de quattuor dal Nome della rosa di
Umberto Eco, che presenta, verso la fine, un indizio del genere! Siamo ormai a
metà della fanfic (sono in tutto quindici capitoli, che sto riguardando man mano
che pubblico). Ringrazio tutti, in particolare ace995 e Barbie_Ettelenie_91 per
le sempre gentilissime recensioni, e vi do l’appuntamento per sabato prossimo
per il nuovo capitolo (Nello studio di Silente). Un abbraccio. P.G. :)
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Capitolo 9 *** Nello studio di Silente ***
Capitolo 9.
Nello studio di Silente
Prendemmo la pergamena nascosta nella nicchia della parete.
Presentava una lunga scritta in un alfabeto che non conoscevamo (sembrava
runico) e non comprendevamo… Non sapevamo come comportarci.
- Non possiamo farlo vedere in giro - disse Lily -,
altrimenti mio padre scopre che scorazziamo nei sotterranei e, se va bene,
mi rimanda a casa… E non possiamo neanche farlo vedere a qualche insegnante…
farebbero troppe domande. Ci chiederebbero dove l’abbiamo trovato. Come
possiamo fare?
Mi immaginai il prof. Piton intento a lanciarmi maledizioni
senza perdono perché avevo convinto la sua adorata figlioletta a esplorare
luoghi pericolosi… No, non potevamo!
Come potevamo fare? Escludemmo anche l’idea di rivolgerci ai
miei genitori, ai miei parenti, a sua zia Mary … troppe spiegazioni, uscite
da giustificare… ad un tratto ci venne in mente quella che, paradossalmente,
sembrava l’unica soluzione: dovevamo chiedere a qualcuno di cui potevamo
fidarci, a qualcuno, benevolo, che stava sopra gli altri, che vegliava per
la salute di tutti noi ragazzi… e quest’unica persona era il preside, Albus
Silente, di cui tutti parlavano bene e che ci era parso, le poche volte che
l’avevamo visto, una persona mite e gentilissima.
Non gli avremmo spiegato tutto, pensammo, ma solo una parte
della verità, e lo avremmo pregato di non dire niente ai professori, di cui
avevamo grande timore (così il padre di Lily non avrebbe sospettato
niente….). Dovevamo però raggiungere il suo studio senza che nessuno ci
vedesse, soprattutto Gazza o qualche professore, che avrebbero potuto
parlare con Severus Piton.
Tutto febbraio fu perso in vani tentativi di avvicinare il
Preside: incontravamo di continuo Gazza (il custode della scuola), col suo
odioso gatto-spia, qualche professore (una volta addirittura il prof. Piton
stesso, che ci guardò con occhi sgranati) e, un paio di volte, la coppia
Penelope-Percy, che cercava gli angoli più nascosti per sbaciucchiarsi,
penso… Tutti ci sgridavano dicendo di non appartarci e di tornare con gli
altri, minacciando orribili castighi e sottrazione di punti alla nostra
Casa… Evidentemente anche loro pensavano che cercassimo qualche posto
isolato per fare chissà cosa… (la situazione mi stava sfuggendo di mano: non
avevo intenzione di fare niente… con la mia amica! Avevo dodici anni: bleah,
i baci).
Poi, per fortuna, giunse la partita Grifondoro-Corvonero, al
quale tutti i professori, e lo stesso Preside, sarebbero stati presenti. In
quell’occasione avremmo cercato di avvicinarlo.
Quella mattina la tavolata dei Corvonero era elettrizzata:
tutti speravano che la nostra squadra, che aveva come cercatrice Cho Chang,
riuscisse a polverizzare Grifondoro… se non che, a colazione, questi ultimi
arrivarono in processione con la nuova scopa di Harry Potter, una Firebolt (di cui tutti parlavano benissimo), e molti cominciarono a
preoccuparsi: la questione a noi non interessava più di tanto, ma molti dei
miei compagni erano veramente agitati! Per fortuna poi andammo al Campo. Io
e Lily aspettavamo ogni occasione per parlare con il Preside e, ad un certo
punto, lo vedemmo. Purtroppo era insieme a Severus Piton (che mi guardava
minaccioso… o almeno così a me sembrava) e ad un’altra terribile insegnante,
Minerva McGranitt: non potevamo avvicinarlo assolutamente!
La partita iniziò e tutti furono quindi presi delle
evoluzioni delle due squadre, che io e Lily guardavamo distrattamente.
Ancora nessuna possibilità di contattare Silente. Poi, ad un certo punto,
entrarono improvvisamente dei dissennatori nel campo… In realtà, come
scoprimmo di lì a poco, erano alcuni idioti Serpeverdi travestiti che
volevano spaventare Harry Potter. In effetti la sensazione di angoscia che
li accompagnava non si era presentata questa volta. Comunque in pochissimo
tempo, furono scaraventati a terra da una magia fatta da Harry (una nuvola
biancastra a forma di cervo li avvolse), che contemporaneamente prendeva il
boccino e chiudeva la partita. Urla di disperazione dei miei compagni,
Preside arrabbiato che minacciava fuoco e fiamme, i vari insegnanti (Piton
compreso) che scesero a vedere cosa fosse successo… e il preside Silente era
solo! Mi avvicinai velocemente (Lily preferiva non farsi notare dal padre)
e, mentre tutto arrabbiato guardava cercando di capire cosa stesse
succedendo, lo affiancai e gli dissi: - Preside, scusi, sono Peter O’Neil,
Corvonero, primo anno.
- Dimmi, Peter. Cosa c’è? - disse gentilmente.
- Io e una mia amica vorremmo venire a parlarle, con la
massima discrezione, senza che nessuno lo sappia, specialmente gli
insegnanti…
- E’ una cosa importante? - chiese il Preside, incuriosito
- Penso di sì - risposi.
- Stasera alle 7.30 al primo piano, dietro la tenda vicino a
Babbanologia. Seguite la Fenice - disse in un sussurro.
- Grazie - dissi, e mi staccai velocemente da lui.
_____________________________________
Eludendo i nostri compagni (cosa fin troppo facile, dato che
tutti pensavano sempre che volessimo cercare qualche punto buio per
appartarci), alle 7.30 eravamo nel luogo convenuto. Non c’era nessuno in
vista (a quell’ora, poi, Gazza gravitava già intorno alla Sala Grande per
controllare che i ragazzi non creassero problemi).
Ci mettemmo dietro la lunga tenda e, alle 7.30 precise,
sentimmo uno scatto: si era aperta un porta nella parete ed un bellissimo
uccello, delle dimensioni di un grosso cigno, ci stava aspettando. Era
completamente rosso e giallo e aveva una lunga coda come quella di un
pavone.
- E’ Fanny, la fenice del preside - dissi (ne avevo sentito
parlare, ma non ne avevo ancora mai vista una, se non in un libro che avevo
a casa). - Seguiamola.
Entrammo nel corridoio e, guidati dal bellissimo volatile
(che illuminava la zona circostante, completamente buia), percorremmo un
paio di corridoi, giungendo alla porta. Qui Fanny si posò per terra
aspettando che la aprissi.
Cosa che feci e, tutti e tre, entrammo negli uffici del
Preside. Non c’eravamo mai entrati e ci stupì per la straordinaria quantità
di oggetti magici che riempivano ogni luogo: sembrava quasi più un magazzino
che un ufficio! Sulle pareti ci guardavano severi i ritratti dei vecchi
presidi, scandalizzati che due ragazzini del primo anno avessero voluto
incontrare l’allora preside di Hogwarts. In un lato, vicino a Fanny, che si
era messa sopra un trespolo, vidi, dentro una teca, il Cappello Parlante e,
poco lontano, la mitica Spada di Grifondoro. Al centro, dietro una
scrivania, c’era naturalmente Albus Silente, il mago più importante della
nostra generazione.
- Miei giovani Corvonero - disse gentilmente il Preside. -
Cosa posso fare per voi?
Prese la parola Lily: - Ci scusi, Preside, ma lei è l’unica
persona a cui possiamo rivolgerci. Abbiamo trovato questa - e gli passò il
foglio.
- Oh, interessante - disse Silente dopo averla esaminata in
silenzio per qualche minuto - Dove l’avete trovata?
Dovevamo dire la verità… almeno quasi tutta.
- Nelle vecchie cucine di Hogwarts. Abbiamo trovato il modo
di accedervi… attraverso una passaparola dal camino della Sala Comune di
Corvonero.
- E come facevate a conoscere la parola necessaria… mi sembra
che sia “Finnigam”… - disse parlando più a se stesso che a noi.
Evidentemente c’erano più parole e la nostra era sconosciuta anche al
Preside.
- Per caso. Stavamo parlando e abbiamo pronunciato quella
parola… - improvvisò Lily, mentendo. Essere una mezza respingente aveva dei
vantaggi: nessuno poteva accorgersi che stesse dicendo una bugia…
- E come mai non avete detto a nessuno della vostra scoperta?
- chiese il preside. - Potevate parlarne con Vitious o con un altro
insegnante…
- In realtà… cercavamo un posto dove stare un po’ insieme… -
disse Lily sfacciatamente -. Ma non lo dica alle nostre famiglie… non
sarebbero d’accordo…
Silente sorrise divertito: - Non siete un po’ piccoli? Io a
dodici anni collezionavo figurine di cioccorana e giocavo a gobbiglie…
In effetti anch’io (in più anche a sparaschiocco)! Questa
storia del nostro presunto innamoramento mi stava facendo fare la figura
dell’idiota! La faccenda cominciava a pesarmi: prima gli ammiccamenti e le
battutine dei nostri compagni, poi gli sguardi perplessi dei professori, ora
le allusioni del Preside: e io neanche ci pensavo lontanamente!… Ma questo
naturalmente non lo dissi e rimasi in silenzio …
- Ora non sappiamo se questo foglio è importante… è scritto
in un linguaggio che non conosciamo, ma non vorremmo che gli insegnanti
scoprissero che ci appartiamo… ci sgriderebbero e faremmo perdere dei punti
alla nostra Casa… In particolare abbiamo molto paura del prof. Piton, che è
molto severo… - disse Lily, abbassando gli occhi a terra. Come faceva a
recitare così spudoratamente?
- Oh, non preoccupatevi, ragazzi, terrò il vostro segreto!
Ma, mi raccomando, non allontanatevi in posti non frequentati. Potete
passeggiare insieme in giardino, arrivare fino al Lago… magari quando
arriverà la bella stagione, o stare in biblioteca… Ci sono anche degli
angolini appartati nel corridoio a sinistra della biblioteca - disse
facendoci l’occhiolino (ci mancava solo questo! Anche il preside lo pensava…
ero decisamente finito!)
Poi continuò: - La pagina che avete trovato non è niente
d’importante, penso. Dovrebbe essere un passo di Plinio il Vecchio, il
celebre naturalista romano. Qualcuno, forse per esercitarsi, l’ha trascritta
con l’alfabeto runico, che voi studierete il prossimo anno. Parla di ragni e
zanzare - (culices pati rotundos! Ecco un richiamo alla profezia,
pensai ) -. Se vi interessa potete andare dal prof. Ruf e dirgli che vi
mando io, per un’esercitazione. Oppure da qualche ragazzo del sesto o
settimo anno. Per esempio Penelope Light, della vostra casa, che è veramente
brava in runico…
- Grazie, Preside. E scusi se l’abbiamo disturbata - disse
Lily.
- Nessun problema, mi fa piacere parlare con i miei giovani
allievi. Come vi trovate, ragazzi, ad Hogwarts?
Dopo qualche minuto di conversazione, lasciammo il Preside
che ci disse: - Potete, se volete, rifare lo stesso percorso al contrario.
Arrivati alla porta, fate l’incantesimo Aperianua. Lo conoscete? E…
se volete fermarvi un pochino prima di uscire… nessuno se ne accorgerà… E
non andate troppo spesso in quella vecchia polverosa cucina abbandonata…
Io diventai rosso come un peperone. Ero decisamente finito.
Anche il Preside pensava che non facessimo altro che baciarci….
Il solito
ringraziamento a Barbie_Ettelenie_91 e ad ace95 per gli
apprezzatissimi consigli e commenti nelle recensioni! Appuntamento a
mercoledì per il prossimo capitolo (Culices). Un abbraccio. P.G. :)
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Capitolo 10 *** Culices ***
Capitolo 10
Culices
Poi quella notte avvenne di tutto. Sirius Black riuscì a penetrare nella stanza
di Harry Potter, nella Casa di Grifondoro, eludendo tutte le protezioni magiche
poste intorno al castello. Per fortuna Ron Weasley, l’amico di Harry Potter, lo
scoprì e Black fuggì subito. In realtà, come ora tutti sanno, non cercava Harry,
ma Peter Minus, che, da animagus, si nascondeva in quella camera. Ma quello che
ora è conosciuto da tutti, allora era ignoto e tutti ci spaventammo per
l’incredibile sfrontatezza e pericolosità di quel criminale (come allora
pensavamo). Comunque, appena si diffuse la notizia, tutti noi studenti fummo
svegliati velocemente e radunati in Sala Grande, dove passammo alcune ore
attentamente sorvegliati dagli insegnanti.
Questa volta non avevamo né sacchi a pelo né altre “comodità”, ma ci appoggiammo
alle tavolate per riposarci un po’ e recuperare un po’ del sonno interrotto.
Poi, al mattino, ci diedero il permesso di tornare in camera a vestirci (eravamo
usciti precipitosamente in pigiama e vestaglia) e ci fecero riprendere le
attività della giornata. Ricordo che, in quel giorno, tutti, stanchissimi, si
muovevano come zombie per i corridoi di Hogwarts…
Nei giorni successivi fummo quindi occupati nella “normale” vita scolastica
(compiti, lezioni; compiti, lezioni; compiti, lezioni…), ma poi, per fortuna,
riuscimmo a ritagliarci un po’ di tempo libero e, un pomeriggio, trovammo
Penelope sola in biblioteca (avevamo deciso di rivolgerci a lei, piuttosto che
al prof. Ruf, che era sempre un docente e un collega del padre di Lily) e le
mostrammo il foglio in alfabeto runico. Lei gentilmente lo prese, ci disse che,
secondo lei, era un passo di Plinio il Vecchio (un famoso scienziato romano) e,
senza grandi difficoltà, ce lo tradusse: conteneva alcune informazioni sulla
vita di ragni e altri insetti; l’unico punto in cui comparivano le zanzare (che
a noi interessavano moltissimo perché legate all’indizio che Priscilla Corvonero
aveva fornito a Salazar Serpeverde) era nell’espressione “il caprifico genera le
zanzare” (culices caprificus generat).
- Cos’à il caprifico? - chiesi
- Oh, è una pianta diffusa nel Mediterraneo: si chiama anche fico selvatico e, a
differenza dei fichi domestici, ha dei frutti asciutti e non commestibili. Ne ho
mangiati molti in una mia vacanza in Italia… quelli domestici, naturalmente - ci
disse Penelope.
- Esistono caprifichi in Scozia? - chiese Lily
- No. E’ una pianta tipica del clima mediterraneo… Però ce n’è un esemplare,
antichissimo, nell’antica serra del Castello… Voi frequentate le serre nuove, ma
ce n’è una antica, poco frequentata, tra la torre orientale e la gufiera, che
funge ora da orto botanico. In una sezione vi sono conservate anche piante
mediterranee, tra cui un caprifico.
- Grazie, Penelope. - dissi. Avevamo un po’ di tempo e decidemmo di andare
subito. Avevamo capito dove si trovavano queste serre: le vedevamo quando
imboccavamo una scorciatoia per la gufiera, dove andavamo ogni tanto a trovare
Occhialuto (a Lily piaceva molto quel gufo e gli portava, quando possibile, dei
biscotti gufici che si faceva spedire da casa); avevamo già notato quella
vecchia serra, strapiena di piante addossate l’una all’altra, prossima alla
gufiera, a ridosso delle mura del castello. Il sole era già tramontato, ma era
nel frattempo giunta la primavera, la neve si era sciolta da tempo e la giornata
era, tutto sommato, piacevole.
Ottenuto un fascio di luce dalle bacchette (con un semplice incantesimo Lumos),
cercammo una pianta che assomigliava ad un fico. Non era facile orizzontarsi in
quella boscaglia: una volta doveva essere stata una serra ordinata, ma ora
alcune piante erano cresciute a dismisura e occupavano ampi spazi, anche
invadendo i vialetti che all’inizio attraversavano con regolarità tutta la
struttura. Tutti e due sapevamo come è fatto un fico, con le foglie
caratteristiche… il caprifico doveva essere simile… ma le piante ancora non
avevano rimesso le foglie e non sapevamo come individuarlo. In più tra la fine
della giornata e la presenza di piante ingombranti, era proprio buio…
- Ci dev’essere un sistema per capire qual è la pianta che ci interessa - disse
Lily.
Mi venne in mente un semplice incantesimo che aveva fatto qualche settimana
prima la prof.ssa Sprite nell’altra serra… aveva fatto comparire i nomi delle
piante (in latino e in inglese), in piccoli cartigli alla base di ognuna, con un
semplice incantesimo nomen nominabo… forse potevamo provare anche noi…
- Aspetta, Lily, ho avuto un’idea - dissi, e provai a ripetere gesti e parole.
E, per fortuna, apparvero dei piccoli cartelli, apposti alla base dei tronchi,
ad indicare le varie piante. Ci muovemmo un po’ nella serra e, ad un certo
punto, sotto un albero molto grande, riuscimmo a leggere “ficus carica -
caprifico”.
- Eccolo - dissi - E adesso cosa facciamo?
Provammo a leggere la poesia, prima sottovoce, poi a voce alta… niente! Non
funzionava in quel modo, doveva esserci un altro sistema. C’era una piccola
lastra di marmo per terra, davanti alla pianta, seminascosta nella terra, in
parte inglobata nelle radici della pianta. Doveva essere lì… da secoli, poteva
non essere un caso…
- Proviamo ad appoggiare il foglio su quella pietra e vediamo cosa succede? -
proposi…
In effetti, appoggiato il foglio, con la parte scritta rivolta verso il basso,
sulla piccola lastra, sentimmo subito un rumore secco e notammo che, poco
lontano, si era aperta una fessura non troppo lontano dal tronco della pianta.
Guardammo dentro e intravvedemmo… un cofanetto! Lo tirammo subito fuori.
- Aperio - disse Lily, muovendo velocemente la bacchetta. Sentimmo uno
scatto metallico e alzammo il coperchio: dentro c’erano due anelli! Eravamo
felicissimi: pensavamo di essere arrivati alla fine della ricerca! Gli anelli
magici di Priscilla Corvonero, persi da secoli e cercati da generazioni di
maghi, erano finalmente nostri! Eravamo eccitatissimi!
Lily ne aveva preso in mano uno e lo ammirava quando, improvvisamente, dietro di
me, sentimmo una voce maschile: - Ragazzi, fossi in voi li rimetterei dentro…
quelli sono nostri!
E un’altra voce, femminile: - Niente di personale, sono anni che li cerchiamo…
Gettate le bacchette, se non volete essere schiantati.
Lily rimise l’anello del piccolo cofano, che appoggiò a terra, insieme alle
nostre bacchette. Poi, piano, ci girammo: davanti a noi c’erano, con le
bacchette puntate contro di noi e un atteggiamento minaccioso, due persone che
non ci saremmo mai aspettati di vedere…
---------------------------
Chi saranno i
due personaggi? Ringrazio tutti i lettori e un ringraziamento particolare a
Barbie_Ettelenie_91 e ad ace95, che hanno individuato un grossolano errore da me
commesso nel capitolo 9 (subito corretto)!!! Appuntamento a sabato con l’undicesimo
capitolo (Sotto il caprifico). -5 alla conclusione. Un abbraccio.
P.G. :)
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Capitolo 11 *** Sotto il caprifico ***
Capitolo 11
Sotto il caprifico
Appoggiammo anelli e bacchette a terra e, piano, ci girammo:
davanti a noi c’erano, con le bacchette puntate contro di noi,… il prefetto
Penelope Light e il caposcuola Percy Weasley.
- Mi dispiace, niente di personale. Non farà male… Obliv… - disse
Percy puntando la bacchetta su di noi. Stavamo a guardarlo stupiti: ci volevano
cancellare la memoria! Ma, improvvisamente, la formula fu interrotta
dall’intervento di qualcuno e la bacchetta saltò dalle mani di Percy, seguita da
quella di Penelope: un attimo dopo entrambe erano nelle mani di qualcuno che ci
stava osservando nella penombra, in mezzo alle piante gigantesche della serra.
E, dall’oscurità, uscì davanti a noi quattro stupefatti, il
preside, Albus Silente!
- Preside, non è come può sembrare… - si scusò Percy - Questi
ragazzi ci stavano rubando degli importanti amuleti che avevano nascosto nella
serra.
- Noi non stavamo rubando niente - dissi - Questi sono gli anelli
di Priscilla Corvonero e noi li abbiamo trovati…
- Portami la scatola, Lily, per favore… Così vediamo se sono
proprio quelli… E riprendete le bacchette, intanto - disse Silente. Poi,
rivolgendosi a Penelope e Percy. - E voi fermi. Sarete fortunati se non sarete
espulsi da Hogwarts…
Lily intanto portava il cofanetto con gli anelli al Preside.
- Allora… che delusione, Percy e Penelope. Da quanti anni ci
conosciamo? Siete un prefetto e un caposcuola ad Hogwarts! Eppure non avrei mai
pensato di aver davanti due ladri, capaci di cancellare la memoria a due
ragazzini e di appropriarsi per il loro tornaconto di importanti manufatti
magici. E ora raccontatemi tutto, prima di stabilire quale punizione
infliggervi. Ma voglio tutta la verità! - disse Silente, con un’espressione
durissima, rivolto a Penelope e Percy.
Penelope cominciò a singhiozzare, appoggiandosi alle spalle di
Percy, che subito cominciò a parlare: - E’ solo colpa mia, Preside. Penelope non
c’entra niente e mi ha seguito solo perché gliel’ho chiesto…
- No, Percy, diciamo la verità. Tutta la verità. - Disse
Penelope. Poi continuò: - Era qualche anno che cercavamo gli anelli… Hanno
poteri enormi… e probabilmente anche un valore economico enorme… Noi non siamo
ricchi come i Malfoy o i Blake. Gli anelli avrebbero risolto tutti i nostri
problemi e ci avrebbero permesso una serena vita insieme. Ci vogliamo bene… e
pensavamo al nostro futuro…. E’ diventata una specie di ossessione in questi
anni… in tutti questi anni… e finora non avevamo mai trovato il più piccolo
indizio su dove fossero nascosti… invece questi due ragazzini, casualmente, per
pura fortuna, li hanno trovati… è stato troppo!... E abbiamo abagliato… abbiamo
pensato di prenderceli…
- Sì, è vero. - continuò Percy - E’ un po’ che li seguiamo e
abbiamo capito cosa stavano cercando, anche se non è stato sempre facile capire
le loro mosse…, ma quando oggi hanno fatto vedere a Penelope la pagina con
l’indicazione del caprifico, abbiamo capito che erano arrivati vicino alla
soluzione e li abbiamo seguiti. Questo è forse l’unico caprifico della
Britannia… Non volevamo far loro del male… solo prendere gli anelli, di cui loro
non conoscono il potere… loro non l’avrebbero mai saputo, si sarebbero scordato
tutto e noi avremmo risolto tutti i nostri problemi…
Mi accorsi che Percy era meno pomposo del solito… e che stava
tremando. Evidentemente aveva paura della reazione del Preside e delle
conseguenze delle loro azioni. Solo ora sembravano rendersene conto.
- Mi vergogno di voi - disse, ancora più duro, Silente. -
Pensavate che io non me ne fossi accorto? Volevate rubare questi anelli che sono
proprietà di questi due ragazzi, e di Hogwarts, dato che erano nascosti nel
castello e sono degli antichi fondatori? Pensate che non avrei collegato la
poesia di Adriano e la pianta? Quando, qualche giorno fa, questi ragazzi me
l’hanno fatto vedere, ho subito pensato alla vecchia serra e l’ho tenuta
discretamente d’occhio, anche grazie a Fanny. Oggi, vedendoli dirigersi qui,
Fanny mi ha avvisato e io mi sono subito precipitato per vedere cosa sarebbe
successo! Penelope, Percy, mi avete profondamente deluso. Proporrò la vostra
immediata espulsione con ignominia…Percy, sarà la prima volta nella millenaria
storia di Hogwarts che un caposcuola sarà cacciato…
Improvvisamente, e in modo inaspettato non solo per me, però Lily
esclamò: - No, Preside! La prego! Questi due ragazzi hanno fatto uno sbaglio, ma
non hanno fatto niente di male! Non ci hanno fatto niente! Non può rovinare due
ragazzi che sono stati sempre studiosi e corretti per un piccolo errore… Possono
essere perdonati…
- Ma l’intenzione… - provò il Preside, sorpreso dall’intervento
di Lily.
- Gli anelli a noi non interessano… Li abbiamo trovati per caso e
li regaliamo alla scuola… li affidiamo a Lei, che ne faccia l’uso che crede
opportuno. Noi neanche sappiamo a cosa possono servire, e non li vogliamo.
Purché Lei non prenda provvedimenti contro Penelope e Percy, che sono dei bravi
ragazzi… Tutti possono sbagliare…
Io ero allibito. Lily era buona, lo sapevo, cercava di aiutare
tutti. Ma perché aiutare proprio Penelope e Percy che volevano colpirci alle
spalle, cancellarci la memoria e rubarci gli anelli a cui lei teneva tanto? E
perché ora darli proprio a Silente?
- Lily Anderson, questo discorso ti fa onore. Anche tu sei
d’accordo, Peter? - disse il Preside.
Beh, no, non ero d’accordo. Percy e Penelope dovevano essere
puniti. Volevano impossessarsi degli anelli. Volevano cancellarci la memoria…
Ma, guardando Lily, dissi solamente: - Sì, sono d’accordo con tutto ciò che dice
Lily…
- Percy e Penelope, accolgo la richiesta di Lily e Peter e evito
di far conoscere ciò che avete fatto, lasciandovi a scuola e cancellando
l’espulsione che meritavate… purché non parliate mai, a nessuno, ci quello che è
successo oggi: non voglio essere rimproverato per non aver punito giustamente
due miei alunni che si meritavano l’espulsione…
- Grazie, Preside… grazie Lily… grazie Peter. - Dissero Penelope
e Percy, che ancora non credevano alla loro fortuna.
- E gli anelli… - disse il Preside
- Gli anelli sono di Hogwarts, come abbiamo detto… Ne faccia
l’uso che ritiene opportuno, Preside. Noi non li vogliamo - disse Lily, decisa,
prendendomi la mano e stringendomela forte. Voleva dirmi qualcosa?
- Bene, allora tornate nel Castello. E non parliamo più della
faccenda - disse il Preside - Il cofanetto con gli anelli lo tengo io. Peter,
puoi richiudere l’apertura: prova a togliere la pergamena dalla lastra.
Feci subito come mi aveva detto. In effetti, dopo circa un minuto
da quando l’avevo tolta, l’apertura sul terreno si richiuse. Salutammo il
Preside, tutto preso ad ammirare gli anelli, e ritornammo tranquillamente nel
Castello. Percy, che ora era dietro a noi, si avvicinò: - Non sappiamo come
ringraziarvi. E’ stato un momento di pazzia. Mi vergogno profondamente…
- Vi saremo eternamente riconoscenti - disse Penelope.
- Non preoccupatevi, non c’è nessun problema. - disse Lily. -
Anzi, un piacere potete farlo. Conoscete un posticino tranquillo in cui possiamo
ogni tanto andare, senza che nessuno ci disturbi?
Ma cosa stava dicendo? Noi non ci appartavamo mai! Eravamo in
giro ad esplorare i sotterranei per la “missione” di Lily. Non eravamo
fidanzati, non c’eravamo mai baciati, e non lo avrei fatto! Avevo dodici anni e
non volevo appartarmi con nessuna, tantomeno con la mia amica!
- Certo - disse Penelope, sorridendo.
Era evidentemente molto più distesa. Poi continuò: - Ci sono
degli angoli molto carini e poco conosciuti al terzo piano, nell’ala est. Sono
lontani dalle aule e, generalmente, non ci va nessuno. E’ possibile stare soli a
guardare il bellissimo panorama… Ancora grazie, ragazzi, e perdonateci ancora.
- Nessun problema - disse Lily - Tutti possono sbagliare! - E
abbracciò sia Penelope, sia un imbarazzato Percy, anche lui comunque molto
sollevato.
Poi, quando se ne furono andati. - Peter, cosa dici? - mi disse.
- Facciamo un giro nell’ala est?
- Ma Lily. Non capisco… Come mai…? - provai a dire.
- Aspetta, ne parliamo dopo. Dai, andiamo in quel posto di cui
parlavano… - disse Lily.
Non riuscivo a capire il suo comportamento. Comunque la
assecondai. Andammo, in silenzio, nell’ala est e, arrivati in una nicchia nel
corridoio, in cui erano state sistemate alcune poltrone e un tavolino, vicino ad
una vetrata da cui si vedeva un magnifico panorama delle località intorno al
castello, ci fermammo.
- Deve essere questo il posto di cui parlava Penelope. Aspetta,
lancio un muffliato, non si sa mai - mi disse Lily.
La guardai con uno sguardo interrogativo… Non riuscivo a capire
il suo comportamento.
Lily, una volta fatto l’incantesimo, avvicinatasi a me, mi
sussurrò: - Non so se l’hai capito, ma… non sono quelli gli anelli che
cerchiamo!
_________________
Solito
ringraziamento per i graditissimi commenti ad ace95 e a Barbie_Ettelenie_91.
Ci vediamo mercoledì con il nuovo capitolo (Di nuovo in Presidenza).
- 4 alla conclusione. Un abbraccio a tutti. P.G. :)
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Capitolo 12 *** Di nuovo in Presidenza ***
Capitolo 12
Di nuovo in Presidenza
Lily, avvicinatasi a me, mi aveva sussurrato: - Non sono quelli
gli anelli che cerchiamo.
- Cosa dici, Lily? - dissi, sorpreso, alzando inavvertitamente la
voce. Questa proprio non me la aspettavo.
- Teniamo la voce bassa, non si sa mai - disse. E poi
sussurrando, sempre vicina a me: - Quando li ho presi in mano, non ho sentito
nessun potere magico. Secondo me non hanno niente di magico o sono solo
blandamente magici…
Lily aveva una grande sensibilità per tutto ciò che era magico…
ed era una strega molto potente: di questo mi ero già accorto. Ma… ne era
proprio sicura?
- Bisogna poi considerare un altro elemento: dentro la buca che
si è aperta sotto il caprifico, sul fondo, mezzo coperto dalla terra, sotto il
cofanetto con gli anelli, mi è sembrato di vedere qualcosa… forse un’altra
lastra di marmo, simile a quella su cui abbiamo appoggiato il foglio … secondo
me bisogna appoggiare la pergamena sopra e avremo un altro indizio… oppure
potrebbe addirittura scattare un altro meccanismo e rivelare i veri anelli… ma
hai ancora il foglio di pergamena?
- Certo, Lily, ce l’ho in tasca…. - dissi.
- Gli anelli che abbiamo trovato, secondo me, sono un’esca,
preparata da Priscilla Corvonero per Salazar Serpeverde, nel caso fosse riuscito
ad arrivare fino a quel punto. E non penso che ci sia arrivato... Ma,
mettiamoci nei suoi panni, se ci fosse arrivato, avrebbe trovato le copie degli
anelli… e non poteva non accorgersi che non erano quelli che cercava, ma solo
una loro imitazione… A quel punto sarebbe dovuto ritornare indietro e
considerare altre possibilità che aveva nel frattempo scartato… e il tempo
sarebbe passato. E, in ogni caso, non avrebbe mai immaginato che il successivo
indizio era proprio nella buca in cui c’era il cofanetto… oppure che i veri
anelli fossero nel posto più sicuro, quello in cui aveva già visto, forse
proprio sotto a quelli… Se io fossi stata Priscilla Corvonero, li avrei messi
proprio sotto a quelli falsi… è un posto perfetto, nessuno ci penserebbe mai…
- Ma, se sono delle copie, il Preside se ne accorgerà! - dissi
- Certo, ma gli anelli sono antichi, del tempo dei Fondatori,
forse debolmente magici, e può pensare che abbiano perso i loro poteri con il
tempo. Sono passati quasi mille anni e non tutti gli oggetti magici mantengono
inalterate le loro proprietà… Però non potevo non darglieli: li desiderava
ardentemente, l’ho intuito… o l’ho visto nella sua mente, non so. E’ una persona
molto complessa. Agisce per il bene, per quello che pensa il bene della comunità
magica… ma è capace anche di superare il limite consentito, all’occorrenza… Il
fine giustifica i mezzi, come diceva quel politico italiano di cui mi parlava
mio padre… E non so come avrebbe reagito se glieli avessi negati, se avessi
affermato che erano nostri… è anche un buon obliteratore… e allora ho pensato
bene di regalarglieli, così ora abbiamo la sua completa fiducia e, se troviamo i
veri anelli, possiamo tenerceli. Quegli anelli, quelli veri, ci servono…
- Per salvare il mondo magico? - le dissi sorridendo
- No, per aiutare Harry Potter quando lo salverà, come diceva la
profezia, anche se forse nessuno lo saprà mai. E con il tuo aiuto, se lo vuoi -
mi sussurrò.
- Sei adorabile, Lily. Sei la persona più buona che conosco… -
Era vero, ne ero convinto - Qual è il piano?
- Non dobbiamo avere fretta. Aspettiamo due/tre settimane: non
subito, altrimenti potrebbero insospettirsi, Silente, o Percy e Penelope, o
qualcun altro. Torniamo poi nella vecchia serra, riapriamo la buca e vediamo che
succede appoggiando la pergamena sulla lastra sul fondo. Sei d’accordo? - mi
disse.
Se qualcuno mi avesse detto, qualche mese prima, che sarei andato
di notte in giro per il Castello infrangendo tutte le regole per recuperare
importanti oggetti magici, eludendo i controlli di ragazzi del settimo anno e
addirittura del Preside, lo avrei presi per pazzo.
Ma Lily aveva fatto emergere la mia anima avventurosa… In ogni
caso dissi subito: - Mi sembra un’ottima idea. Non vedo l’ora!
______________________________________
Erano passate due settimane, quando una sera che eravamo nel
nostro posticino… Sì, è vero, non dovevamo andarci per forza… ma era piacevole
stare un po’ a confrontarci su quello che avevamo fatto nella giornata e pensare
a quando fosse il momento opportuno per recuperare i veri anelli…
Improvvisamente vedemmo Fanny (la fenice del Preside) avvicinarsi e guardarci,
come se volesse evidenziare il suo desiderio che fosse seguita da noi.
- Andiamo? - proposi.
- Sì, dai… sperando che non si sia accorto di niente… - risposte
Lily.
Seguimmo Fanny che si diresse dietro ai tendaggi posizionati
vicino a Babbanologia, dove sapevamo che esisteva il passaggio fino alla
Presidenza. Notammo che la porta era già aperta, percorremmo il corridoio e
sbucammo, come la volta precedente, nell’ufficio del Preside.
Silente ci stava aspettando dietro alla scrivania. Fanny si
collocò sul suo trespolo, vicino alla famosa Spada di Grifondoro e alla teca che
conteneva l’altrettanto famoso Cappello Parlante.
- Buonasera, Preside - dissi, seguito da Lily.
- Oh, cari ragazzi. Mi fa piacere rivedervi. Spero di non aver
disturbato. Volevo parlarvi un attivo, Per questo ho mandato Fanny a cercarvi…
- Qualche problema, Preside? - dissi.
- No, nessuno. A parte il prof. Piton, che mi ha pregato di
tenervi d’occhio… non so per quale ragione, ma tiene molto a voi… e pensa che
vogliate mettervi in qualche guaio. Ma io l’ho tranquillizzato spiegandogli che
c’è solo una grande simpatia tra di voi, un amore adolescenziale…
Perfetto, ora anche il padre di Lily, se già non l’aveva capito
da solo, si sarebbe convinto che facevo la corte a sua figlia e mi avrebbe
lanciato qualche maledizione senza perdono appena possibile…
- Siamo molto amici - disse Lily prendendomi la mano. Ma il tono
con cui aveva pronunciato quelle parole poteva essere inteso come “Sono
innamorato di lui e lui è innamorato di me”. Lily sembrava effettivamente molto
convincente. Ero finito, non mi sarei mai liberato da quella situazione…
- Cari ragazzi, è bello vedere due persone, ancora così giovani,
che si vogliono tanto bene. Vi ho per chiamato perché volevo dirvi ciò che ho
scoperto: purtroppo gli anelli che avete trovato nella serra, che sono
effettivamente gli antichi anelli di Priscilla Corvonero, hanno perso la loro
carica magica). Strano, perché dovrebbero essere stati forgiati dai folletti… ma
evidentemente le vecchie leggende non sempre contengono la totale verità.
Comunque li ho analizzati in tutti i modi possibili e non sono utili
praticamente a niente. Hanno una blandissima carica magica… inferiore a quella
che si può trovare in una figurina delle ciocco rane, ne sono sicuro… Allora ho
pensato a voi due: sono oggetti antichi, di un certo valore economico… e a voi
ricordano la vostra amicizia - e calcò la voce sulla parola amicizia, come se
si dovesse intendere un sentimento più impegnativo - Io non potrò utilizzarli in
alcun modo… e sono circondato da antichi oggetti magici, come vedete - in
effetti lo Studio del Preside sembrava, in certi punti, più un magazzino di
antichi oggetti che lo studio del dirigente di una scuola - … se volete, potete
tenerli voi, come ricordo di questo primo anno ad Hogwarts: se voleste metterli
al vostro dito, vi ricorderà un vostro legame; altrimenti è sempre un oggetto
antico, che vi farà piacere conservare... Potete dire che è un regalo del vostro
Preside, che si è commosso per il vostro attaccamento, per la vostra amicizia…
Sono abbastanza sentimentale ed eccentrico e tutti mi crederebbero capaci di un
gesto del genere!
- Grazie, signor Preside - dissi.
- Grazie, signor Preside, li metteremo - disse Lily - e ci
ricorderemo sempre di lei, del suo regalo…. e di ciò che proviamo l’uno per
l’altro…
Silente sorrise divertito. Si vedeva che era un po’ commosso.
- Ora andate, forza: è quasi ora di andare a mangiare… o di
tornare al vostro posticino.
Lo salutammo ed uscimmo. Tornammo al nostro posticino. Lily era
contentissima.
- Mettiamo agli anelli al dito. Diremo a tutti che sono un dono
del Preside che ci ha voluto fare un regalo! Poi, quando avremo i veri anelli,
potremo sostituirli senza problemi, dato che dovrebbero essere identici… se
hanno naturalmente, come pensiamo, un grande potere magico. E nessuno sospetterà
di niente.
- Ma… tutti penseranno che siamo fidanzati! - le dissi,
sconsolato.
- Tanto ormai lo pensano tutti… In fondo non lo siamo. Che ce ne
importa? - mi disse tranquilla.
- Hai ragione - concordai. Va bene, c’erano cose peggiori di
questa, prima o poi la persecuzione sarebbe finita...
Da quel giorno portammo gli anelli al dito. Dicemmo naturalmente
a tutti che ci erano stati regalati dal Preside in persona, dato che gli eravamo
simpatici. Come pensavamo, nessuno ci credeva: per Betty, Camilla, Floriana e
per tutti gli altri ragazzi erano, inequivocabilmente, compromettenti anelli di
fidanzamento…
___________________________
Un saluto a
tutti e solito ringraziamento a Barbie_Ettelenie_91 ed ace95 per le impressioni
e i commenti. Ci vediamo sabato con il nuovo capitolo (Serpi
all’attacco). - 3 alla conclusione. Un abbraccio. P.G. :)
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Capitolo 13 *** Serpi all'attacco ***
Capitolo 13
Serpi all’attacco
Era passato qualche giorno dal nostro incontro con il Preside e
stavamo preparando, nel nostro nuovo posticino (quello che ci avevano indicato
Penelope e Percy), il piano d’azione per la successiva mossa: tornare nella
serra e cercare gli anelli, quelli veri.
Eravamo tutti presi dalla discussione quando sentimmo qualcosa
dietro di noi.
- Toh, ecco dove sono andati i piccioncini - Questa voce
sgradevole ci colpì improvvisamente. Ci girammo. Era la Blockade e la sua banda
di serpeverdi sfigati. C’erano due o tre ragazze e due o tre ragazzi, tra i
quali anche Wythe, che ormai si era convertito allo “stile serpeverde”
(atteggiamento di superbia e arroganza verso tutto e tutti).
- Lasciaci in pace - dissi - Cosa volete da noi?
- Mi date fastidio… perché respirate - disse la Blockade tra le
risate scomposte dei suoi sgherri.
- Andate via, per favore - disse Lily. Poi, rivolgendosi a Wythe:
- Adrian, almeno tu…
- Cosa vuoi dirmi, sporca sanguemarcio? - disse Wythe, tra i
ghigni e le risate dei suoi compagni.
- E’ facile, vero, sette contro due? - dissi mettendo la mano
sulla bacchetta.
- E’ facile con il prof. Piton che vi copre le spalle? - risposte
la Blockade. E poi - Ragazzi, prendeteli, diamo loro una bella lezione.
La Blockade fece saltare la bacchetta dalla mia mano con un
Expelliarmus (era effettivamente abile, quella strega!). Un paio di ragazzi
si gettarono contro di me, colpendomi ripetutamente mentre mi divincolavo.
Alcune ragazze intanto immobilizzavano Lily, che non aveva invece fatto alcuna
resistenza…
- Ora vedrete cosa vi capita: la vostra biancheria intima
sventolerà dalla torre di astronomia… questa notte! - disse la Blockade - E le
bacchette cercatele in gufiera, in mezzo alla cacca dei gufi! Presto ragazzi,
voglio le loro bacchette… e le loro mutande!
Era veramente spregevole la Blockade! Ma non accadde niente.
Sentii la stretta che mi bloccava a terra allentarsi. Mi alzai e vidi apparso
dietro alla Blockade il prof. Severus Piton. I ragazzi e le ragazze che ci
avevano bloccato subito se ne accorsero, mentre la Blockade e Wythe, che davano
le spalle al professore, erano rimasti un attimo perplessi per aver visto i loro
compagni liberarci e noi risollevarci da terra
- Che fate, idioti! Voglio le loro mutande e le loro bacchette! -
ripeteva la Blockade
- Facciamola vedere a quegli schifosi Corvonero chi comanda -
ribatteva Adrian Wythe.
- Siete un branco di idioti - disse la voce gelida del prof.
Severus Piton dietro di loro - Siete il disonore dei Serpeverde.
La Blockade e Wythe si girarono, terrorizzati.
- Lasciate subito quei ragazzi - disse Piton rivolse a quelli che
ci tenevano fermi - E andatevene subito nella Sala di Serpeverde per la
punizione… che sarà peggiore di quello che vi aspettate. Devo mettervi un po’ di
sale in zucca, a costo di farvi portar fuori con le mani tutto il letame che c’è
nella gufiera e a farvi pulire con la lingua tutti i bagni della scuola
I Serpeverde si allontanarono terrorizzati, con la coda tra le
gambe.
- E se vi vedo importunare un’altra volta questi ragazzi, vi
assicuro che proporrò la vostra espulsione da Hogwarts…
Rimasti soli, si voltò verso Lily. - Tutto bene, Anderson?
- Tutto bene. Grazie per l’aiuto, babbo - disse Lily,
sottolineando quest’ultima parola. E poi, indicandomi: - L’ho detto da tempo a
Peter. Non lo dirà a nessuno.
- Sì, lo avevo già immaginato, Lily. - commentò Piton. Poi,
cambiando discorso e riferendosi alle odiosi Serpi - Farò in modo che si
ricordino per sempre di ciò che hanno fatto.
- Grazie. E grazie per esser venuto subito - disse Lily.
- Ciao, Lily, sta’ attenta - disse, avvicinandosi alla mia amica
e facendole una specie di carezza sui capelli
Non potevo crederci! Severus Piton trattava una persona come un
essere umano! Era la figlia, questo lo sapevo anch’io, ma non ero abituato ad
associarlo a (parche) manifestazioni di affetto nei confronti di chicchessia:
era, in effetti, un insegnante sgradevole, tronfio, egocentrico, inflessibile...
Ero letteralmente esterrefatto.
Ma il momento di “tenerezza” durò poco. Infatti, rivoltosi a me,
con l’usuale tono, tutt’altro che amichevole e con lo sguardo tagliente, mi
disse: - Mi raccomando, O’Neil, non farti trovare ancora nei guai! Mi chiedo
perché tu abbia voluto portare Lily in questo posto isolato! Sei un incosciente!
Adesso era colpa mia! Naturalmente non aprii bocca (ero troppo
sbalordito… io praticamente non avevo fatto niente: ero stato sempre trascinato
da Lily, a sua volta spinta dai suoi fantasiosi piani di salvare il mondo
magico… ma questo non potevo però dirglielo) e lui non attese la mia risposta.
Quindi, rivoltosi ad entrambi, con la faccia schifita: - Non è un po’ presto per
portare al dito quei… cosi?
Lily, stranamente, sorrise, come se, al posto di sgridarla, le
avesse manifestato tutto il suo affetto. Il professor Piton non attese risposta
neanche a questa domanda e, in un attimo, scomparve… Come diavolo aveva fatto ad andarsene senza che me ne accorgessi?
- Non ci posso credere! - esclamai - Non sapevo che…
- Naturalmente non dovrai dire a nessuno che, all’occorrenza, posso contattarlo telepaticamente…
- Mi stupisci, Lily. Quanti poteri magici hai? - le dissi.
- Beh, se continui a frequentarmi, li scoprirai tutti… - mi disse
con uno sguardo indecifrabile.
Pubblico anche, di seguito a questo, in data odierna, il capitolo successivo (I
poteri degli anelli).
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Capitolo 14 *** I poteri degli anelli ***
Attenzione: ho pubblicato in data odierna anche il capitolo 13!
Capitolo 14
I poteri degli anelli
Il successivo libro che leggemmo, questa volta in Biblioteca,
dato che non faceva parte della Sezione Proibita, fu la traduzione inglese del
De antinquis magicis anulis (gli antichi anelli magici) di Gothar
Uotanensis. Parlava anche dei leggendari anelli di Corvonero. Scoprimmo così,
prima ancora di averli nelle nostre mani, i poteri dei due anelli che avremmo
presumibilmente trovato sotto il caprifico (ne eravamo convinti, ma non avevamo
ancora la certezza). Facevano parte di uno stock di anelli magici di acciaio
forgiati, milleduecento anni fa, dai folletti di Mons Graupius: ne avevano fatti
in tutto una dozzina, quasi tutti persi nel corso dei secoli (in effetti non è
difficile perdere un anello, pensai).
In origine venivano usati, al posto delle bacchette, per lanciare
incantesimi o maledizioni; secondo Gothar, se venivano utilizzati in
combinazione con una bacchetta, l’intensità degli incantesimi veniva addirittura
raddoppiata; inoltre, sempre secondo Gothar permettevano a chi li aveva di
diventare addirittura invisibile, se l’anello veniva tolto dal dito e posto tra
le labbra (quasi incredibile a credersi! Già pregustavo tutto quello che avrei
potuto fare in giro per Hogwarts, completamente invisibile!).
Gli anelli avevano una loro personalità, sempre secondo il libro,
e riconoscevano il loro proprietario e solo a lui obbedivano. Solo la morte del
proprietario liberava gli anelli dal legame e permetteva loro di adattarsi ad un
nuovo padrone. Avevano anche una piccola pietra nera, apparentemente di nessun
valore, incastonata, che permetteva di rendere inattivi i poteri dell’anello, se
la pietra era posizionata verso il palmo della mano; erano invece pienamente
funzionali se la piccola pietra si trovava sul dorso della mano.
Fantasticammo a lungo, come detto, sui magici poteri dei due
anelli, così simili a quelli che avevamo al dito noi… ma dovevamo tornare a
prenderli. Decidemmo che potevamo riprovare sotto Pasqua: molti ragazzi erano a
casa per qualche giorno di vacanza, altri erano impegnati nei M.A.G.O o nei
G.U.F.O. Noi pertanto, una notte, dopo le undici, quando tutti dormivano,
scivolammo silenziosamente dai letti ed uscimmo di nascosto dalla Sala Comune.
Ci muovemmo con molta cautela per i corridoi di Hogwarts e,
evitando alcuni allarmi posti da Gazza (avevamo studiato il percorso), e,
soprattutto, la sua malefica gatta-spia, giungemmo alla vecchia serra. Entrati,
ci muovemmo quasi al buio, arrivando, infine, sotto il caprifico, di cui
conoscevamo orami la collocazione.. La piccola buca si era richiusa, ma
appoggiando il foglio di pergamena sulla pietra, si aprì di nuovo. In fondo,
effettivamente, si intravvedeva qualcosa: sembrava un’altra pietra simile a
quella esterna.
Con molta attenzione la ripulimmo dalla terra che in parte la
copriva e la mettemmo completamente a nudo. Appoggiamo quindi il foglio di
pergamena sopra e, subito, la lastra si sollevò, svelando una piccola cavità in
cui c’era un cofanetto. Lo prendemmo con delicatezza e lo appoggiammo a terra.
Lily lanciò subito un incantesimo di apertura: c’erano due anelli, perfettamente
identici a quelli che avevamo negli anulari.
- E questi dovrebbero essere i veri anelli di Corvonero - dissi -
Direi di scambiarli e metterli al dito al posto di questi…
- Un attimo, Peter - disse dolcemente Lily - controllo se hanno
qualche maledizione o qualche controindicazione.
Io non mi stupivo più di tutto quello che Lily poteva fare con la
magia. Era decisamente più avanti di me, e di tutti i nostri coetanei, nella
conoscenza di formule e stregonerie varie. Lily dunque li appoggiò sulla terra
e, dopo avermi spiegato che questi incantesimi li aveva letti da un libro di
appunti del padre (che, a quanto ho capito, aveva la mania di scrivere appunti
su ogni testo che consultava), provò a lanciarne alcuni.
- Dovrebbero essere puliti - disse - Non dovrebbero essere
pericolosi. Proverei a scambiarli…
- Aspetta, provo io - E prima che potesse dire qualcosa, tolsi il
vecchio anello dal mio anulare sinistro e infilai quello nuovo: sentii un
piacevole calore, che salì dal dito, alla mano, al braccio e a tutto il corpo.
- Beh, dovrebbero essere proprio questi - dissi e, alzando la
mano sinistra, quella con l’anello: - Lumos. - Subito un fascio di luce uscì
dall’anello: effettivamente funzionava come una bacchetta.
Provai a prendere la bacchetta, che avevo appoggiato a terra, con
la mano sinistra: la luce, uscendo ora dalla punta della bacchetta, aumentò
notevolmente di intensità. Girai la pietra verso il palmo della mano. Il flusso
luminoso diminuì: beh, sembrava che l’anello avesse proprio i poteri descritti
nel libro di Gothar Uotanensis!
Interruppi l’esperimento e tolsi l’anello dalla mano. - Per
provare a metterlo in bocca forse dovremmo prima lavarlo: è rimasto sottoterra
per alcuni secoli… - dissi scherzando.
- Non hanno perso le potenzialità magiche: sono oggetti magici di
primo ordine… Direi di mettere i nostri vecchi anellini nel cofanetto e portare,
d’ora in poi, questi… - disse Lily.
Anche Lily scambiò il suo anello con quello di Priscilla
Corvonero, poi riponemmo le copie nel cofanetto, che posizionammo di nuovo
all’interno della cavità. Ripreso il foglio di pergamena, la lastra si richiuse,
sigillando il tutto. Aspettammo un poco e, dopo qualche minuto, anche la cavità
che si era aperta alla base del caprifico, si richiuse da sola.
Guardammo gli anelli: adattavano perfettamente alla grandezza
delle nostre dita ed erano identici a quelli che avevamo precedentemente.
- Torniamo ora in dormitorio, prima che si accorgano di qualcosa
- mi disse Lily.
Ero molto emozionato. Eravamo finalmente riusciti a trovare i due
anelli magici, quelli che generazioni di maghi avevano cercato ad Hogwarts… e
chissà cosa avremmo potuto fare, anche con l’aiuto dei magici anelli, negli anni
successivi…
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Un saluto a
tutti e solito doveroso ringraziamento ad ace95 per le impressioni e i commenti
che anche questa volta mi ha inviato. Ci vediamo con l’epilogo sabato 10
marzo. Ma non preoccupatevi… ci sarà, senza interruzione della cadenza
settimanale, il seguito, ambientato nell’anno scolastico successivo (quello del
Torneo Tremaghi). Un abbraccio a tutti. GattyP :)
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Capitolo 15 *** Epilogo ***
Capitolo 15
Epilogo
L’ultima parte dell’anno fu molto faticosa (studio, verifiche) e
molto movimentata… ma non per colpa nostra. Provammo comunque a passeggiare per
il castello, completamente invisibili: gli anelli funzionavano perfettamente! Né
riuscivamo a vederci l’un l’altro! Pensai a vari modi di utilizzarli…. ad esser
sincero non proprio corretti (dal seguire i professori per carpire informazioni
sui compiti in classe al visitare i bagni femminili…), ma non feci niente, un
po’ perché avrei dovuto agire senza Lily (che non voleva utilizzarli se non per
obiettivi più che giustificabili), un po’ perché non ne ebbi il tempo, dato che,
generalmente, ero subissato di tanti compiti ed era già tanto se riuscivamo a
ritagliarci dieci minuti per parlare, o per giocare insieme a scacchi magici o a
sparaschiocco. La sera, sfinito, mi gettavo sul letto anelando solo di dormire.
La domenica, poi, con le bella giornate, uscivamo, insieme a
tutti gli alunni di Hogwarts, a passeggiare lungo il lago… La zona era libera da
dissennatori per esplicito divieto del Preside e quindi ci si poteva recare
liberamente… Una volta abbiamo accompagnato Luna Lowegood, carica di panini e
polpette di pesce, in una roccia che si ergeva sul lago, poco distante dal
nostro castello: Luna ci ha spiegato che i panini e le polpette erano per una
sua amica, una creatura graziosa che abitava nel Lago Nero. Così abbiamo fatto
la conoscenza con… la gigantesca piovra che abitava nel Lago! Luna sosteneva che
fosse una bestiola intelligentissima… e, in ogni caso, tra i due era nata una
specie di amicizia: lei lanciava un panino in acqua e la piovra, con un
tentacolo, lo prendeva! In effetti era lo spettacolo più buffo a cui avessi
assistito!
Così ci unimmo anche noi al suo hobby e, qualche volta con lei,
qualche volta da soli, qualche volta con Floriana, Luke o Jerry, andavamo la
domenica sulla rupe a lanciare cibo (che i gentilissimi elfi ci fornivano) alla
piovra.
Come detto, la fine dell’anno scolastico ad Hogwarts fu molto
movimentato. Sirius Black aveva preso di mira la nostra scuola e fu anche
arrestato, dal prof. Piton, mentre cercava di uccidere Harry Potter, come
dicevano, o mentre cercava di uccidere il suo ex amico Peter Minus, come si
seppe anni dopo. Riuscì comunque a fuggire e i dissennatori (che per fortuna io,
ad esser sincero, non avevo mai visto in quell’anno, a parte lo spiacevole
incidente nel treno, all’arrivo) furono allontanati. In quei giorni, ricordo, il
padre di Lily era intrattabile (più del solito!), perciò cercai sempre di starne
prudentemente alla larga, almeno tutte le volte che mi era possibile!
Arrivò presto giugno e fu il momento di lasciare tutti gli amici…
e anche Lily. Quasi tutti prendevano l’Espresso per Londra: non io né Lily, dato
che io, da Hogsmeade, mi sarei trasferito direttamente in Irlanda con una
passaporta e Lily sarebbe rimasta in Scozia. Salutammo tutti i nostri compagni;
anche Harry Potter, Ron ed Hermione vennero a stringerci la mano e ad
abbracciarci. Li avevamo appena conosciuti in quell’anno, ma gli anni successivi
avremmo potuto conoscerli meglio e, magari, collaborare con loro (Lily era
sempre convinta che dovessimo avere un ruolo importante nell’azione positiva che
avrebbe dovuto compiere in futuro Harry Potter).
Eva Blockade e la sua cricca stettero prudentemente alla larga:
in effetti sapere che, all’occorrenza, il prof. Piton sarebbe venuto a darci una
mano era molto tranquillizzante...
Salutammo tutti alla stazione ferroviaria di Hogsmeade e ci
avviammo verso la stazione postale. Ci seguivano alcuni professori, che ci
avevano accompagnati ad Hogsmeade, tra cui il padre di Lily.
- Perché non vieni a trovarmi nel Connemara? Così ti faccio
vedere l’Irlanda e ti faccio conoscere anche mia sorella. E’ un po’
rompiscatole, ma in fondo è simpatica… - dissi a Lily.
- Grazie, Peter. Provo a dirlo ai miei genitori, mi piacerebbe
molto, ma non penso sia possibile: i miei sono iperprotettivi, specialmente mia
madre... Però forse possiamo invitarti noi… Intanto però possiamo scriverci -
disse Lily.
- Sicuro! - dissi. Poi aggiunsi: - Mi mancherà non poter parlare
con te…
- Dai, due mesi passano veloci… e non pensare di esserti
sbarazzata di me. Il prossimo anno vedrai quanto ci divertiremo. Dobbiamo
esplorare tutti i sotterrane e scoprire qualcos’altro di importante… Intanto
cerchiamo di capire le potenzialità degli anelli… Il prossimo anno poi…
Ebbi la fugace impressione che avremmo passato insieme non solo
l’anno successivo…
Eravamo però arrivati all’Ufficio Postale. C’erano già i miei
bagagli, con Occhialuto in gabbia, pronti per la spedizione. Salutai gli
insegnanti che ci avevano accompagnato e mi rivolsi infine a Lily, che attendeva
poco lontano. Mi avvicinai al suo viso e le diedi un piccolo bacio sulla
guancia.
- A presto - le dissi.
- Scrivimi, se puoi - mi disse lei.
Mi girai e mi diressi verso l’ufficio che conteneva la passaporta.
- Forza, sbrigati, O’Neil, è ora di andare! - disse una voce
dietro di me. Era Piton che mi guardava con il suo solito spiacevole ghigno… o
era una specie di sorriso? Lily lo guardò e sorrise.
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Beh, sono
arrivato alla fine di questa seconda fanfic. Ringrazio tutti voi che mi avete
seguito in questa avventura e, in particolare, Barbie_Ettelenie_91 e ad ace95,
che mi hanno sempre aiutato con il loro incoraggiamento, i loro consigli e i
loro commenti. Vi sono veramente riconoscente.
Dato che mi
sono affezionato ai personaggi, ho scritto, come ormai sapete, anche il seguito,
ambientato naturalmente nell’anno scolastico successivo, in parallelo con “Harry
Potter e il Calice di Fuoco” (ho cercato di collegare maggiormente la vicenda
della Rowling e quella che ho inventato, pur rimanendo canon).
Sarei
contento se mi inviaste la vostra opinione sulla storia appena conclusa e,
soprattutto, se mi seguiste nella prossima, il cui primo capitolo uscirà oggi
stesso, di seguito a questo, con il titolo di Protecting Hermione. Avrà
cadenza settimanale, a partire dal prossimo 17 marzo, quando uscirà il secondo
capitolo. Un abbraccio a tutti! GattyP :)
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