Tante piccole storie tristi

di alberodellefarfalle
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 8: *** 8 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


- 1 -


- Mi piace, credo ... cioè, l'ho appena visto, ma mi piace.- confesso.
- Ah!- una sillaba che puó voler dire tutto.
- Che significa?- chiedo allarmata.
- È successo qualcosa, non so bene cosa, ma è successo.- sguardo basso - E lo so che ho rotto con la mia storia di tre anni da appena una settimana. Ma non so cosa è successo, forse un colpo di fulmine, forse una botta in testa, fai tu.- alza le spalle.
Groppo in gola, mi viene da vomitare. La guardo. É mia amica, invece con lui non c'é stato nulla, se non belle conversazioni, di quelle che ti fanno dimenticare tempo e spazio. 
No, lui non è stato nulla per me, mi dico, ma so che, nel profondo, non é proprio cosí.
- Va bene.- dico e vorrei urlare che non va bene nulla - È tutto ok.- annuisco e sento il mio cuore scricchiolare come spezzandosi.

Delusione. Non di lui, non di lei, ma di me stessa. Perché mi sento piccola, in difetto, mai abbastanza.
Delusione, una delle peggiori.

Tratto da una storia vera (purtroppo), almeno questa conversazione, il resto, il futuro è tutto inventato.
Per cose più allegre, se vi va, passate a leggere la mia "Un principe sotto copertura".
Baci
Chiara



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Capitolo 2
*** 2 ***


2.

 
- Non farlo!- Bisbiglio.
- Fare cosa?- Chiede.
- Non guardarmi così!- Brucia.
- Così come? -Tenta.
- So che sai, l’ho capito. La vedi?- indico la mia amica che ride - Anche se sembra avere la pelle dura, non è così. Sono IO quella forte! Lei ha bisogno di te più di chiunque altro in questo momento. Non ti azzardare a farle del male. Vorrei ti ricordassi di me, con gli occhi lucidi e un groppo in gola, mentre ti dico di non farle del male perchè ne faresti a due persone; faresti del male anche a me e io ho già avuto la mia dose per aver rinunciato a te.- Confesso.
- Ma io …- lo interrompo.
- Lascia stare, non parliamone più. È passato.- Mento.
Guardo l’orologio: è mezzanotte.
- Auguri.- un bacio sulla guancia –Va da lei.- una lacrima che non riesco a trattenere.
- Sei speciale- mi lascia un bacio sulla fronte. Si allontana, ma poi torna indietro. – Vorrei dirti una cosa …- annuisco, dando il consenso – Forse un giorno me ne pentirò di non essermene accorto prima. Perdonami, se puoi.- non una sola volta il suo sguardo azzurro lascia il mio.
-Spero non accada.- mormoro a mezza voce.
Annuisce, si volta e in cuor mio gli dico per sempre addio.



L'ho presa proprio bene ahahah ... Come si vede che sono di buon umore.
Per cose più allegre vi rimando nuovamente al mio "Un Principe sotto copertura"


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Capitolo 3
*** 3 ***


3.

 
- Aspetta!- mi supplica.
- Ma cosa?- sguardo duro, il mio.
- Avrei voluto non pentirmene ... Ti ricordi la sera del mio compleanno?- 
Annuisco, non potrei mai dimenticarla.
- Ti ho detto che sei speciale ... e che avrei voluto non pentirmi di essermene accorto tardi.-
Faccio per andare.
- Oggi me ne pento ... me ne sono già pentito ...- supplicante.
- Scegli me, ama me!- lo guardo - Avrei voluto dirti così, urlarti così, non avrei voluto dirti addio quella sera, dirti addio quando ancora tu nemmeno avevi idea, ma tant'è ... Io ti ho detto addio. E non si torna indietro.- Mi volto, un passo, due, mi fermo e ritorno a guardarlo - Perchè oggi?- chiedo.
- Ho realizzato che forse non ti avrei più rivisto.- ammette.
- Mi hai fatto del male troppe volte.-
- Lo so.- 
- Me lo avevi promesso.-
- Lo so.-
- Devo adare.-
- Lo so.-



Non so se questo è un addio a questa storia, forse si, forse no ... vedremo.
Vi lascio sempre il link della mia "Un Principe sotto copertura".
Se vi va, passate a leggerla.


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Capitolo 4
*** 4 ***


4
 
Fisso il calice di vino che tengo tra le mani e le risate delle persone che mi circondano mi rimbombano nelle orecchie. A volte mi sento talmente estranea al momento che sto vivendo, che mi sembra di non essere del tutto nel mio corpo.
- Tutto bene?- una gomitata ben assestata mi riporta alla realtá.
- Si.- sorrido o almeno faccio finta.
- Non sembra.- alza le spalle.
Osservo la mia amica, che ha una mano stretta in quella del suo ragazzo, impegnato a chiacchierare con l'altra mia amica, avvolta tra le braccia del suo nuovo fidanzato. Ho talmente tanto sentito parlare di lui, che, nonostante sia la prima volta che lo incontro, mi sembra di conoscerlo da una vita.
- Avrei bisogno di parlarvi.- ammetto.
Forse é l'unica soluzione al mio malessere.
Annuisce, ma viene distratta da un bacio che le arriva sulla guancia. Arrossisce.
É bello vederla finalmente felice ... é bello vederLE felici.
Ritorno a posare lo sguardo sul mio calice, unico mio compagno.
Mi sento terribilmente sola.



Evidentemente non era arrivato il momento di dire addio a questa assurda pseudo-storia.
Sono senza PC (ancora ... uff) e sto scrivendo con il cellulare ... devo stare proprio male ahahaha.
Sempre per cose piú allegre vi rimando alla mia "UN PRINCIPE SOTTO COPERTURA"

 
Se vi va, passate a leggerla.

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Capitolo 5
*** 5 ***


5
Deglutisco un groppo in gola, caldo, pesante. 
Respiro profondamente.
ANSIA.
- Su, che devi dirci?- mi incita la mia amica. Siamo nella sua stanza, tutte e tre, accampate su di un letto matrimoniale, proprio come ai vecchi tempi.
Le risate e le prese in giro sono scemate dopo pochi minuti dal nostro rientro a casa, a causa della mia faccia da funerale.
- Mi sto preoccupando, con questa faccia che fai.- mi dice l'altra, stringendomi il ginocchio e regalandomi un sorriso incoraggiante.
- Mi ha scritto.- sputo lì, dal nulla.
- Chi?- mi chiede allarmata una e confusa l'altra.
Le guardo, LA guardo e lei capisce.
- Una settimana fa ho ricevuto un suo messaggio. Non avevo nemmeno il suo numero, lo avevo cancellato.- spiego, è la verità.
- E che voleva?- chiede sulla difensiva.
- Si è trasferito, mi ha detto questo.- abbasso gli occhi, il seguito è chiaro.
- E casualmente si è trasferito nella tua città e ti ha contattato.- finisce l'altra mia amica, più coinciliante.
- Già.- mormoro.
- E tu?- la domanda era ovvia.
- Io che?- sollevo lo sguardo e anche se siamo in tre in questa stanza è ovvio che gli occhi che ricerco sono quelli di una sola persona e non rispecchiano felicità e gioia, piuttosto fastidio, rabbia e gelosia.
 
Il Mio "non lo so" continua. 
Non so nemmeno io perchè, dove voglio andare a parare.
Se vi va, finchè esisterà, c'è una long più leggera e diversa, passate a leggerla!


 

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Capitolo 6
*** 6 ***



 
(Passato)

Era appena passata una di quelle giornate estenuanti, una di quelle che pareva non finire mai, eppure era appena finita o, almeno, così speravo quando avevo aperto la porta di casa e un silenzio assordante mi aveva invaso.
A luci spente mi ero diretta in cucina, aperto il frigo, dove l'eco prodotto sottolineava l'urgenza di fare la spesa, e afferrato il mio succo di frutta all'arancia rossa.
Mi ero catapultata sul divano e deciso che per quella sera mi potevo meritare una bella pizza, ma prima di comporre il numero della mia pizzeria di fiducia, avevo scorto una notifica.
"Numero sconosciuto" recitava il messaggio e dopo averlo aperto avevo iniziato a leggere:

<So che è passato del tempo e forse non ho il diritto nemmeno di scriverti. So che mi hai chiesto di non cercarti, so che mi hai detto addio e mi hai chiesto di fare altrettanto. Giuro solennemente di averci provato, non sai nemmeno quanto, ma poi ... eccomi qui a ricevere una email di trasferimento ed è maledettamente naturale pensare a te. Sono tre giorni che mi chiedo se sia giusto o no scriverti, ma solo oggi trovo il coraggio (o forse proprio perchè mi manca il coraggio per lasciarti andare) di farlo.
Dalla prossima settimana vivremo nella stessa città, percorreremo le stesse strade, guarderemo lo stesso cielo, e, come puoi immaginare, lavoreremo nello stesso posto. In fondo, penso che sarebbe stato giusto avvisarti perchè avremmo potuto incontrarci, più consapevolmente so che spero che tu mi chieda di vederti, che mi dica che sei felice di vedermi.
Uno che non ti ha mai dimenticata.>

E quindi no, la giornata non era per niente finita.

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Capitolo 7
*** 7 ***


7

"E tu?"
La domanda aleggia ancora nella stanza, dopo che ho mostrato loro il messaggio incriminato.
- Perché non hai risposto?- mi chiede una.
- Perché non ce lo hai detto prima?- chiede contemporaneamente l'altra.
Le guardo entrambe, poi ritorno a posare lo sguardo su quel maledetto messaggio. Sorrido amara. Non ho dormito quella notte, nonostante fossi esausta, non ho dormito nemmeno la notte dopo e quella dopo ancora.
- Cosa avrei dovuto rispondere?- chiedo retorica ad entrambe.
- Che ne so!- sbuffa la mia amica, rilasciando un po' di rabbia e addolcendo lo sguardo.
Evidentemente la mia domanda non era poi così retorica.
- Dai, calmati. Non è mica colpa sua.- la redarguisce l'altra.
- L'ho sentito ancora.- confessa in un sussurro. - Dopo che abbiamo chiuso, l'ho sentito ancora.- ci tiene a precisare.
"Dopo che abbiamo chiuso" significa tante e troppe cose: significa che quando lui mi ha cercata, prima che partissi, forse sentiva ancora lei; significa che probabilmente ha saputo da lei che avrei cambiato città; significa che lei non lo aveva del tutto dimenticato o che forse era lui a non aver dimenticato lei.
- Io gli ho detto addio. Io ho rinunciato a lui sin dall'inizio.- mi sembra il caso di ribadirlo, di ricordarlo a tutti, anche a me stessa.
- Lo so.- poggia una mano sulla mia e mi sorride grata - Per me è rimasta sempre una cosa "sospesa".- mormora e so che sta pensando al suo nuovo ragazzo e alla sua nuova storia. Immagino che sappia anche lei che questa consapevolezza, questo "inconcluso", renda tutto più fragile. - Però so che tu non hai mai fatto nulla contro di me.- precisa.
Mi abbraccia.

Dopotutto questa non sembra tanto una storia triste.

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Capitolo 8
*** 8 ***


8.

Me ne sto distesa sul letto, un bicchiere di vino, rigorosamente bianco e freddissimo, abbandonato vuoto a terra, il ventilatore puntato addosso.
Sbuffo.
Questo caldo è asfissiante e se ti tocca riprendere il lavoro a metà agosto è ancora più insopportabile.
Ma, in fondo, non vedevo l'ora di tornare qui, tra le mie cose, alla mia routine.
Dopo quella rivelazione, purtroppo, le cose non sono andate come speravo.
Sinceramente, avevo già avuto la sensazione che le cose fossero diverse, ma avevo attribuito tutto alla lontananza, al fatto di essere l'unica single tra noi tre, ma, devo ammettere, non è mai stato questo il problema. Loro due sono sempre state più complici, più unite, più, è dura ammetterlo, amiche. I cambiamenti dell'ultimo anno hanno solo accentuato tutto questo e la confessione di quella sera ha solo messo in luce quanto già sapevo da tempo, ma che mi rifiutavo di ammettere.
Non è mai servito a nulla essere sincera e disponibile.
Non è mai servito a nulla essere me stessa e donare tutta me.
Non è mai servito.

Si ritorna ...
Sono triste.

 

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