1000 miglia in un minuto

di loveorhate
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** ricordi dolorosi ***



Capitolo 1
*** prologo ***


Il mio mondo sta crollando, è passata solo una settimana da quando Nadia è morta, una settimana da quando ho mandato a quel paese mia madre.
Ho la testa piena di pensieri che non se ne vogliono andare, però non c’è l’ha posso fare da sola per questo motivo che mi trovo qui agli ex mercati generali, con lo sguardo cerco il mio migliore amico, è appena lo vedo gli vado incontro, gli tocco la spalla lui si gira sta per salutarmi ma legge nel mio sguardo la voglia di cancellare i brutti ricordi
-Hai voglia di sfogarti vero? - mi chiede sorridendo, io annuisco – aspetta qui, vedo cosa posso fare ok?- conclude, lasciandomi la  bottiglia di birra che aveva in mano , ne bevo un sorso abbondante mentre mi guardo in giro, mi irrigidisco appena noto davanti ad un garage Antonio, Hank e Alvin che discutono con Tej. Mi sento toccare la spalla, mi volto
-tutto a posto, sei dentro- mi dice si avvicina al mio orecchio- la tua macchina è pronta- mi sussurra all'orecchio, per poi darmi un bacio sulla guancia, mi circonda la vita con il suo braccio – ti conosco da quando sei una bambina, so cosa sta succedendo, vedo i tuoi meravigliosi occhi nocciola tristi, mi dici a chi devo spaccare la faccia ?- mi sussurra all'orecchio ci sediamo sulla panchina alla mia destra
-a me devi spaccare la faccia – dico mentre guardo la punta delle scarpe – il mio mondo sta andando a pezzi, non so cosa devo fare per aggiustarlo, per rimettere le cose al loro posto- confesso cercando di non far scendere le lacrime
-scricciolo io sono qui, raccontami tutto- mi dice con tono dolce Brian, mentre mi circonda le spalle e mi fa appoggiare la testa sulla sua spalla, sembro un fiume in piena, gli racconto tutto, prima la sparizione e la morte di Nadia, il mio non voler essere più una poliziotta – ehy scricciolo calma- mi dice mentre cerca di tranquillizzarmi quando gli racconto l'ultima parte le lacrime scendono senza il mio consenso – ehi no Erin, non piangere ascoltami, tu sei una ragazza forte, non ti far piegare da nessuno - mi dice
-grazie Brian- gli dico, guardo l'ora – Brian è il momento- gli dico, ci alziamo e ci dirigiamo verso la mia piccolina, una Ferrari 458 nera, appena apro la portiera, sento una mano prendermi il polso e mi fa girare, sbianco appena vedo la faccia arrabbiata di Jay
-erin che diavolo ci fai qui?- mi chiede arrabbiato si avvicina al mio orecchio senza farsi sentire dalle altre persone – siamo in mezzo ad un indagine, c’è   Voight in giro, sparisci – mi sussurra, mi stacco dalla presa
- non prendo ordini da te Jay- gli dico incrociando le braccia al petto – questo posto è stato sempre la mia casa- dico per poi andare verso Voight, Antonio, Alvin e Tej, consegno a quest’ultimo il libretto della macchina, e ritorno verso Brian,  salgo  in macchina, e guidare fino alla linea di partenza, intanto che si avvicina il mio avversario mi guardo intorno e noto Brian, che mi fa segno di mettermi l'auricolare,
-ehy ho visto tutto prima, stai bene?- mi chiede, lo guardo e annuisco, noto dietro di lui, Voight e Alvin, gli faccio segno di girarsi, prima di staccare l'auricolare e mi concentro sulla gara, qua ne va della mia bambina a 4 ruote arrivo alla linea di partenza, il mio avversario e già in posizione
-PRONTI- urla una ragazza, che si è messa in mezzo alla pista – PARTENZA- l'adrenalina si fa sentire in tutto il mio corpo e spingo l'acceleratore, inizio a sentirmi a casa – VIA- urla la ragazza. Non penso più a niente, guido il più veloce possibile, con la coda dell'occhio vedo che il mio avversario cerca di superarmi “ non puoi battere una che è cresciuta con il rombo dei motori'” penso, mentre continuo ad accelerare, mentre sono persa nei miei pensieri a un metro da me c'è il traguardo, affondo il piede nell'acceleratore e nel giro di due secondi taglio la linea di arrivo. Esco dalla macchina e mi ritrovo tra le braccia di un Brian felice, dietro di lui c’è un Voight arrabbiato, che mi aspetta con le braccia incrociata  

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Capitolo 2
*** ricordi dolorosi ***


-che succede ?-gli chiedo andandogli incontro anche io a braccia incrociate,
-succede che ti avevo proibito di non venire più a gareggiare o mi sbaglio- mi chiede con tono, che non ammette repliche
- esatto mi avevi proibito di non gareggiare quando avevo sedici anni, ma se non mi sbaglio è da una settimana che non sono più una tua sottoposta o sbaglio? Quindi non devo più fare quello che tu ordini  – gli domando guardandolo negli occhi, dietro di lui ci sono Antonio, Alvin e Jay
- tu e Brian vi … - non lo lascio finire
-non mettere di mezzo lui Hank, non mi ha costretto a partecipare, questa è una discussione tra me e te- gli dico mentre sento la mano di Brian sulla  mia spalla, con la coda dell’occhio vedo il viso di Jay indurirsi dalla rabbia
-ok dici che è una questione tra me e te giusto?- mi chiede ironico, io annuisco sempre con le braccia  incrociata – ti ricordi perché ti avevo proibito di continuare a gareggiare?- mi chiede, io annuisco al ricordo di quella sera, sto per parlare ma vengo interrotta 
-perché ti aveva proibito di continuare a gareggiare Erin?- mi chiede Brian
- avevo sedici anni- iniziai a raccontai – ero uscita di nascosto dalla porta sul retro, andai in montagna, mi ricordo che mentre stavo raggiungendo la linea di partenza pensai che se lui- dissi indicando il mio ex sergente – sapesse cosa stavo per fare, di sicuro mi avrebbe ammazzato, giunsi sulla linea della partenza, attesi il mio avversario, quando arrivò iniziarono a fare il countdown, appena ci fecero segno di partire, mi ricordo che premetti l’acceleratore, ero davanti al mio avversario- mi stoppai un secondo per riprendere fiato – non so cosa successe in quel momento, so solo che iniziai a perdere il controllo dell’auto- dissi chiudendo gli occhi – andai a sbattere contro la parete rocciosa, persi i sensi quasi subito, mi risvegliai in un letto d’ospedale due giorni dopo, appena mi svegliai mi trovai lui – lo indico di nuovo- sua moglie e Justin, mi ricordo che mi fecero una ramanzina di mezz’ora, ma nel loro sguardo leggevo qualcosa che non mi avrebbe fatto piacere –dico sto per riprendere il discorso ma vengo interrotta
-cosa avevi letto nei loro occhi Erin?- mi chiese Antonio
-avevo letto la delusione del gesto che avevo fatto e la preoccupazione di qualcosa che non sapevo ancora, però quando stavo per chiedere cosa mi era successo entrò il dottore che mi aveva in cura, mi disse che durante l’impatto una scheggia di metallo si conficcò tra la quarta e la quinta vertebra lombare, il medico disse a me e alla famiglia Voight, che c’era il 90 % di possibilità che non avrei più camminato- mi stoppai, per poi guardare negli occhi il mio vecchio sergente – se ti può interessare è da quando ho ripreso a camminare che non partecipavo ad una gara, fatti qualche domanda perché ho iniziato a gareggiare e perché oggi ho ripreso a guidare, ma non è sicuro che quando avrai la risposta io sia disposta a starti ad ascoltarti- gli dico per poi risalire in macchina dopo aver salutato Brian, parto sgommando sotto gli occhi dei miei ex colleghi, mancano pochi metri al mio porto sicuro, quando sgorgo il cartello “Graceland Cemetery” , parcheggio la macchina e scendo mi incammino con le mani dentro le tasche verso la lapide della mia migliore amica
- ehy ciao Letty- inizio a parlare con la lapide, inizio a raccontarle tutto quello che è successo in questi anni, il perchè non ero riuscita prima a venire, sento qualcosa scorrermi sulle guance, non mi rendo conto di piangere finché nel mio campo visivo non appare un fazzoletto, mi giro di scatto e mi trovo l’ultima persona che pensavo sarebbe venuto –cosa fai qui?- chiedo all’uomo davanti a me 

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