Life's pills

di Anairda_94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 : Will ***
Capitolo 2: *** Capitolo2 : Jonathan ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3: Joyce ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 : Will ***


Essere tornati dal sottosopra era stato strano; ma aver ricevuto una specie di rituale contro una pseudo possessione era peggio. Non che ricordasse molto, in effetti. Will ricordava con chiarezza quando il " mostro ombra" era entrato dentro di lui, ma da lì in poi era come fosse stato tutto un brutto sogno. In più aveva anche scoperto che Bob, l'imbranato e goffo Bob, era morto. Sbranato dai Democani ( come li aveva definiti in maniera entusiasta Dustin). Gli era dispiaciuto più di quanto si aspettasse. In fin dei conti si era affezionato a Bob e anche tanto, anche se per quel suo consiglio, ovvero affrontare il mostro ombra, era diventato un suo burattino ; ma il povero Bob non poteva saperlo, voleva solo essere utile e creare un legame con lui. Tornati a casa dal capanno di Hopper, Will aveva subito chiesto un bagno caldo e mentre lui si crogiolava, finalmente, in quell'attimo di serenità, Jonathan aiutava la madre a smaltire quel dannato Democane che si erano ritrovato nel frigo. Joyce non voleva che Will lo vedesse e, a dirla tutta, probabilmente neanche lei voleva vederlo. Le ricordava uno dei momenti più dolorosi e strazianti della sua intera vita, quindi perché torturarsi così? La vita da lì in poi riprese a scorrere nella maniera più normale che ci si potesse aspettare. Scuola, sala giochi, partite di D&D. E, finalmente, dopo tanto tempo, Will poté conoscere la ragazza che gli aveva salvato la vita e che, nonostante la sua giovane età, aveva salvato il mondo intero. Erano nello scantinato di Mike e stavano cominciando a decidere i propri personaggi, pur sapendo che sarebbero ricaduti nei vecchi, ma era sempre divertente rifarlo. Improvvisamente la madre di Mike aprì la porta e disse con tono scherzoso << Mike, è arrivata Jane, la tua ragazza>>. Will vide il viso dell'amico diventare più rosso del maglione che aveva addosso. << Mamma... >> aveva mugugnato Mike mentre tutti gli altri erano scoppiati a ridere. El scese quei pochi gradini sorridendo, un po' intimidita da tutta quella gente. Mike, ovviamente, le andò in contro e, dopo essersi abbracciati come erano soliti fare, la. Presentò a Will. Lui le porse la mano, come facevano gli adulti. <> le disse. Lei sorrise, scansò la mano e lo abbracciò forte. El non era una ragazza di tante parole, ma se le eri simpatico lo si capiva subito. Tornarono al gioco e all'ideazione dei loro personaggi. << settimana prossima tutti a casa mia, mi raccomando! >> aveva detto Dustin a vice alta, affinché lo sentissero tutti. Will era felice, finalmente, dopo tanto tempo. El si sedette accanto a Max, come ormai era solita fare. Dopo il ballo si erano parlate, avevano chiarito il malinteso ed erano, per la felicità di Max, diventate amiche. Altra cosa successa dopo il ballo fu che Will si era trovato la ragazza. Ebbene si, Zombi boy aveva una ragazza, ma non la invitava alle sedute di D&D o roba simile, per ora. Sarebbe scappata a gambe levate se solo avesse saputo, almeno così credeva Will, anche se non ne era certo. In fin dei conti non la conosceva granché bene. Magari, una volta conosciuta... Oh beh, era presto per pensarci. Adesso Will doveva fare solo una cosa : divertirsi, come un qualsiasi ragazzino di 13 anni.

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Capitolo 2
*** Capitolo2 : Jonathan ***


Jonathan non poteva crederci: Lui è Nancy Wheeler erano una coppia, suo fratello era stato posseduto da un mostro di un’altra dimensione e Bob, il tenero ed imbranato Bob, era morto. Al suo funerale c’era tutta Hokwings, si erano inventati che era stato investito, che fesseria. Era morto da eroe, per salvare tutti loro e nessuno lo avrebbe mai saputo; ma la cosa importante era che a saperlo erano loro. Ciò che turbava di più Jonathan però era la madre. Da quando era morto Bob si stava lasciando andare : saltava il lavoro, stava giorni interi nel letto a piangere e per farla mangiare dovevano supplicarla. Fortunatamente c’era Hopper a dare una mano e prendersi cura di lei. Veniva sempre quando era libero, portandosi dietro Jane. Era una tipa molto strana, ma anche tanto dolce e timida, ne aveva passate davvero tante. Un giorno, però, le cose cambiarono. Jonathan tornò a casa e vide la madre che stava colorando con Will e, udite udite, sorrideva. Ne era rimasto così sconvolto, che su era fermato sull’uscio a guarda la scena. Quella sera stessa Jonathan e Nancy dovevano andare a prendere i rispettivi fratelli e Jane a casa di Dustin. Hopper aveva insistito per badare lui a Joyce e Jonathan non se l’era fatto ripetere due volte; Nancy, d’altro canto, aveva insistito per avviarsi prima. Il fatto era che, l’appuntamento con i ragazzini era alle 23, ma loro erano partiti di casa alle 20. Lui la scrutava nell’abitacolo buio dell’auto, per riuscire a capire dove volesse andare a parare. Quando accostarono lei fece un respiro profondo e disse << ho parlato con Steve >>. Ahi. << gli ho detto di noi >> Doppio ahi. << e mi ha detto che è felice per noi. Siamo due bravi ragazzi ed è contento che ci siamo trovati e che tu mi renda felice più di quanto lui non sarebbe mai riuscito >>. Ah. Questa Jonathan non se l’aspettava. << io però non vorrei escluderlo dalle nostre vite >> “ecco la fregatura”, pensò lui. << non fraintendermi, non voglio tornarci insieme, ma non ha più amici da quando Hangrover lo sta facendo a pezzi. >> “in effetti…” cominciò a pensare Jonathan. Gli stronzi con cui se la faceva prima lo avevano letteralmente abbandonato da quando era arrivato quello schizzato. << quindi, magari, qualche volta potrebbe uscire con noi. Tutto qui. >> Ci pensò un po' su e poi disse << non ho grosse difficoltà, potreste uscire anche da soli. Mi fido di te >>. Bugia grossa quanto una casa, perché si fidava, ma era geloso. Lei gli sorrise maliziosa << ah, quindi non ti importa se esco con Steve da soli? >>. L’enfasi che usò sul da soli e il suo tono, lo divertirono. Lui non rispose e presero a baciarsi e, d’un tratto, Jonathan capì perché tutto questo anticipo e perché si erano fermati in un luogo un pi più intimo ed appartato.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3: Joyce ***


Il dolore che aveva provato nell’ultimo periodo era pari solo alla sua disperazione. Perdere Bob era stato atroce. Nonostante gli altri non lo vedessero adatto a lui, Joyce ne era innamorata. I primi tempi era stata dura, per non parlare di quando, appena tornati dal capanno di Hopper, si erano ritrovati quel COSO nel frigo. Le era quasi venuta una crisi isterica. Da lì in poi era stato solo peggio : turni saltati, giornate buttata nel letto. Se non fosse stato per Jonathan la casa sarebbe marcita , e lei con essa; per non parlare di Hopper. Quando lui era nei paraggi si sentiva protetta. È vero, da ragazzini erano andati a letto assieme, ma era acqua passata. Questa sensazione era diversa. Tra loro c’era rispetto e affetto, null’altro. Almeno era ciò che lei si ripeteva. Un giorno Joyce, svegliatasi dal solito “sonno depresso” , come lo definiva Will, per la sete, si avviò in cucina con la solita vestaglia indosso. Trovò Will, seduto al tavolo della cucina che disegnava. Si avvicinò silenziosa per sbirciare. Le si formò un groppo in gola. Stava disegnando Bob vestito da supereroe. << è così che lo vedi? >>, chiese Joyce facendo sobbalzare il ragazzo che, ancora un po’ intimorito , fece solo cenno di si. A stento tratteneva le lacrime, ma per una volta erano lacrime di gioia. << mamma, scusa. Se ti rende così triste lo butto. Non lo farò più, promesso, però smetti di piangere >> , la supplicò Will. L’unica risposta che fu in grado di dargli fu un abbraccio. Passati pochi istanti, Will disse << mamma, così mi soffochi >>. Joyce rise e disse << che ne dici se la tua vecchia mamma ti da una mano a colorarlo? Magari ci facciamo anche una bella scritta tipo fumetto, eh? >>. Il ragazzo sorrise e annuì. Quella sera stessa, Will era andato a casa di Dustin per giocare a quel gioco che gli piaceva tanto, mentre Jonathan era uscito con Nancy, con la scusa di doverli andare a prendere. Hopper si era offerto di farle compagnia, come ormai succedeva molto spesso. Niente di eclatante : film e popcorn. Finito il film si erano entrambi concessi una sigaretta e si erano sistemati sulla veranda. << sai >> disse Hopper << ho un piccolo dejavù >> e sorrise. Lei capì subito a cosa si riferiva. La sua prima sigaretta : stesso posto, stessa ora, stessa compagnia, ma con una trentina di anni , e anche qualche chilo, in più. << oh Jim, ne è passato di tempo da allora. Siamo così cambiati : entrambi con un divorzio alle spalle ,tu la tua piccola Sarah e ora Jane , e io con due figli >>. << beh, io non ti trovo così diversa: sei sempre la solita, piccola, bellissima e tostissima Joyce >>. Lei rise e, poggiando la tua testa sulla spalla di lui disse << oh, Jim Hopper, sei sempre il solito! >>. Risero entrambi e finirono col guardarsi negli occhi. In quel momento il tempo non era passato: avevano di nuovo 16 anni, ma con meno ormoni a dettare le regole. Si baciarono, mentre i loro corpi abbracciati e avvinghiati si cercavano nella penombra. Quando si fermarono per riprendere fiato, si guardarono negli occhi e si sorrisero. In quel preciso istante dei fari illuminarono la veranda. Erano Jonathan, Will ed El, di ritorno da casa di Dustin. << andiamoci piano >>, disse lei. Lui si limitò ad annuire per poi andare incontro a Jonathan che portava El, che era crollata , in braccio. Joyce si fermò sull’uscio ad ammirare un qualcosa che, forse, sarebbe diventata il suo futuro.

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