Epiphania - Luceombra

di namary
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. ***
Capitolo 2: *** 2. ***
Capitolo 3: *** 3. ***
Capitolo 4: *** 4. ***



Capitolo 1
*** 1. ***


Epiphania - LuceOmbra
 
 
 
1.
 
La porta del Falcon si chiuse davanti a sè, e percepì con sollievo la tensione tra lei e Ben svanire nella Forza.
Il contatto era durato per qualche secondo appena, ma le emozioni che le erano salite a galla in un attimo erano tante, e facevano male.
Era delusa, triste, arrabbiata con lui, ma anche sorpresa di ritrovare un legame che avrebbe dovuto essersi già estinto.
Snoke aveva dichiarato che la loro connessione altro non era che una sua abile opera di manipolazione, ma ora le sorgevano dei dubbi a riguardo.
"Rey, puoi venire di là un secondo? Stiamo decidendo il da farsi"
Finn la riscosse dai suoi pensieri.
Era contenta di avere di nuovo l'amico al suo fianco, le era mancato il suo spirito allegro.
Questo bastò a risollevarle un poco il morale, anche perché ora avevano altre faccende urgenti a cui pensare.
Raggiunsero la sala attigua alla plancia di comando, dove il Generale Organa stava al centro del gruppo di ufficiali della Resistenza, gli ultimi rimasti. Rey percepì il suo sconforto e la stanchezza, ma nonostante ciò anche una profonda determinazione che la faceva rimanere salda nonostante la situazione disperata.
In quel momento la ammirò profondamente, e per un inspiegabile motivo, si trovò a pensare a lei come la madre di Ben.
Colse l'ultima parte della conversazione:
"... al più presto un nascondiglio, se non vogliamo sprecare l'enorme opportunità che ci è stata concessa. Abbiamo già contattato alcuni sistemi amici ma, come avete potuto vedere su Crait, le risposte ancora non arrivano. Se non riceveremo segnali in arrivo entro un quarto d'ora, direi che l'opzione più sicura è dirigerci verso questo piccolo sistema - disse facendo apparire dall'olopad l'immagine di alcuni pianeti nascosti dietro una coppia di stelle binarie - Si tratta di tre pianeti indipendenti, ma molto trafficati, in teoria fuori portata dal Primo Ordine. Ormai siamo un piccolo gruppo di persone, per cui non dovrebbe essere difficile... "
"Confonderci in mezzo alla massa. Una vecchia nave come questa dovrebbe potersi confondere abbastanza facilmente in mezzo al traffico mercantile" concluse Finn.
"Esatto. Ci servono nuove identità,  e un posto dove poterci riorganizzare con calma. Goose, Kelebi, siete certi che i vostri contatti su Yunra siano affidabili?"
Due ufficiali risposero prontamente, e a loro venne affidata perciò la missione di sbarcare in via preventiva e recuperare un attracco sicuro.
Non appena ebbero finito di discutere i dettagli della missione, il Generale Organa  venne da loro.
"Rey, sono felice tu sia qui" disse prendendole le mani con le proprie. "Sapere che Luke ti ha affidato i suoi insegnamenti mi dà ancora speranza... non tutto è perduto"
Prima che potesse rispondere però, si voltò verso Finn. "La signorina Tico?"
"Rose sta bene, è sotto osservazione dei droidi medici. Andrò da lei tra un paio d'ore"
"Bene. Che la Forza ci aiuti... abbiamo un disperato bisogno di... Vita" disse, sospirando.
Rey non sapeva chi fosse Rose, ma era evidente che tante cose dovevano essere accadute durante il suo addestramento su Ahch-To. Avrebbe avuto modo di recuperare.
"Potrei parlarti da sola un attimo, Rey?"
"Certamente" rispose, anche se quell'inaspettata richiesta la fece sentire nervosa.
Le fece cenno di seguirla nella plancia di comando, dove Chube stava sistemando i dispositivi per l'imminente lancio nell'iperspazio.
"Rey, ci sono giunte delle strane voci dopo la tua visita a bordo della Supremacy... pur nella confusione, abbiamo ricevuto la notizia che Snoke è stato ucciso, e che sei stata tu a farlo. Cosa puoi dirmi in proposito?"
Non poteva dire di esserne sorpresa. Su qualcuno doveva pur scaricarla, la patata bollente.
Codardo. Ma la prossima volta non sarebbe stata così gentile con lui da passarci sopra.
Forse perché si trattava di Leia, e perché un angolo non troppo remoto nella sua mente continuava a non vederla più come il Generale Organa, ma semplicemente come la madre di Ben, non riuscì a fingere.
Si lasciò sfuggire un'espressione di esasperazione.
"Non è andata proprio così. Io, pensavo..." ma non le vennero le parole.
Ripensare a quegli attimi fu doloroso. Nel momento in cui ogni tassello avrebbe dovuto andare al proprio posto, quando si era ormai convinta che lui fosse davvero tornato al Lato Chiaro, tutto era precipitato rovinosamente.
"C'entra Ben, non è vero?" chiese lei, togliendole le parole di bocca.
Lei annuì, incapace di dire altro.
"Capisco... in realtà, lo immaginavo, anche se non riesco a capire fino in fondo cosa lo abbia spinto a prendere questa decisione" rispose lei, abbassando lo sguardo per un attimo.
"Non ti chiederò altro, se non vuoi"
Doveva aver percepito la sua riluttanza a parlarne, dopotutto era sempre la sorella di Skywalker.
Si vergognava a non poter dire di più, o meglio a non voler dire di più.
Farlo avrebbe significato ammettere la sua debolezza nell'aver creduto possibile che lui tornasse ad essere semplicemente Ben.
Confermò alla donna ancora in attesa di fronte a lei, che al momento non riusciva a parlare di quanto accaduto sulla Supremacy, e chiese il permesso di ritirarsi.
Doveva trovare il modo di rendersi utile su quella nave... per non pensare alla ferita che portava dentro.
 
 
Ben osservò Rey chiudergli in faccia la porta del Falcon.
Aveva un'espressione disgustata sul suo volto, e ciò lo ferì.
Il contatto tra loro svanì, ma Ben non se ne preoccupò più di tanto. Sapeva bene che sarebbe ritornato, prima o poi. Era come un filo impalpabile, impercettibile, ma in qualche modo vivo.
Se si fosse concentrato appena appena era sicuro che lo avrebbe sentito, avrebbe quasi potuto toccarlo.
Era arrivato a tanto così dalla salvezza... un nuovo ordine, un nuovo mondo tutto per loro, ma lei gli era sfuggita tra le mani per tornare da gente senza futuro che non avrebbe mai capito quanto lei fosse unica.
Ora avrebbe dovuto perdere tempo a cercarla, a stanarli.
Non voleva arrendersi, questo mai. Avrebbe spazzato via ogni traccia della Resistenza, e avrebbe convinto Rey ad unirsi a lui, ne era più che sicuro.
La visione che avevano condiviso era ancora vivida nella sua mente, e ora rappresentava per lui un faro che avrebbe guidato le sue azioni.
Era stato grazie a lei che si era reso conto di quanto fosse debole come apprendista di Snoke.
Aveva intuito il proprio vero potenziale, il loro potenziale, ed era deciso a far sì che il loro destino si compisse.
Il Generale Hux comparve sul suo olopad.
"Leader Supremo, quali sono gli ordini?"
"Stanateli. Fate tutto ciò che è in vostro potere per stanare quell'ammasso di ferraglia, in qualunque parte della Galassia si trovi. Dobbiamo schiacciare definitivamente ciò che è rimasto della Resistenza"
Chiuse le comunicazioni.
Nulla l'avrebbe più fermato.
 
Dall'altra capo della linea, Armitage Hux si passò una mano sul volto, nervoso.
Dispose che fossero velocemente inviati dispacci a tutti i sistemi rintracciabili, intimando a tutte le forze del Primo Ordine sparse per la Galassia di dare la caccia a una vecchia nave mercantile del tipo "Falcon", identificata come unico nucleo sopravvissuto della feccia ribelle.
Dentro di sé aveva il presentimento che sarebbe stata una ricerca infruttuosa.
O meglio, sarebbe stato come cercare un ago in un pagliaio.
"Generale, quali sono gli ordini?"
"Proseguiamo verso la Nebulosa Ilium. Faremo rifornimento su Iliter, poi vedremo il da farsi"
"Generale"
Hux rispose con un cenno del capo, accordando al suo diretto sottoposto il permesso di ritirarsi.
Era preoccupato, molto preoccupato.
Non era un mistero che tra lui e Kylo Ren non corresse buon sangue, tuttavia dalla morte di Snoke troppe cose gli erano parse fuori posto.
Perché Ren era diventato così ossessionato dall'eliminazione della Resistenza?
Ormai erano sconfitti, praticamente rimanevano appena un manipolo di persone allo sbando, e senza più sistemi ad appoggiare la loro causa, come avrebbero potuto rappresentare ancora un pericolo?
Hux era sicuro che, in capo a tre giorni massimo, si sarebbe trovato di fronte i rappresentanti della sempre più minuscola Nuova Repubblica, pronti a negoziare un trattato di annessione.
Ma, anche se avesse lasciato passare queste fissazioni come una delle solite crisi emotive dell'instabile ragazzino, come si spiegava il fatto che una ragazza senza passato, spuntata fuori praticamente dal nulla, avesse potuto uccidere qualcuno come Snoke?
Hux aveva visto soltanto una volta il vecchio Leader dare sfogo a quegli strani poteri... e ne era rimasto impressionato e terrificato.
Che ruolo poteva avere la ragazza, in tutto questo?
Anche posto il fatto che avesse potuto uccidere Snoke cogliendolo di sorpresa... anche ammettendo questa eventualità, come avrebbe fatto da sola, a mandare al tappeto Ren, altro seguace della Forza, e uccidere anche tutte le altre guardie pretoriane?
Un sospetto che, conclusa la battaglia su Crait, si stava facendo strada nella sua mente.
Stava diventando un pensiero solido, ben definito.  
Decise che sarebbe stato meglio controllare. In fondo, al massimo avrebbe soltanto dimostrato che la ragazza era davvero pericolosa, e che Ren sapeva ciò che faceva.
Ma, nel dubbio... meglio andare fino in fondo. 

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Capitolo 2
*** 2. ***


2.
 
Rientrato a bordo della Supremacy, Kylo Ren dovette subito confrontarsi con le responsabilità del suo gesto. Uccidere Snoke era stato in qualche modo semplice, perché aveva percepito che era esattamente ciò che la Forza voleva. Non sarebbe stato facile però occuparsi delle tante, fastidiose incombenze quotidiane che ora gravavano sulle sue spalle.
In una sola mattinata, si ritrovò a gestire una oloriunione con la Lega commerciale Perlemiana, a dare ordini per arginare un'epidemia di febbre viola su Ossus, e a leggere pagine e pagine di rapporti militari sulle varie piccole ribellioni che si scatenavano con regolarità nella fascia dell'Orlo Mediano.
In precedenza, si era occupato di tali questioni soltanto sporadicamente, quando Snoke lo inviava con gli altri Cavalieri di Ren a sedare le rivolte più sanguinose.
Non era abituato a star seduto su un trono, né a manovrare persone come burattini.
Per quanto avesse sempre dichiarato che il suo obiettivo fosse il potere, interiormente si sentiva inadeguato e spaesato.
In ogni situazione cercava di mostrarsi sicuro di sé, ma la verità era che la tensione nel reggere un ruolo che non gli si addiceva, lo stava lentamente logorando.
Nel preciso istante in cui diede ascolto a quella sensazione di sconforto, sentì la Forza muoversi attorno a lui in un modo che ormai gli era familiare.
Rey ora era di fronte a lui, dall'altra parte della scrivania in vetro.
Non appena incrociarono gli sguardi, lei si voltò in modo da dargli le spalle.
Ben sospirò, irritato dall'atteggiamento della ragazza.
"E' inutile che tu finga. Non possiamo scappare da questo, lo sai anche tu"
Lei non gli rispose, ma percepì chiaramente attraverso la Forza la sua frustrazione, la rabbia e la tristezza.
"Attenta Rey, se continui su questa strada potresti cedere al Lato Oscuro" la prese in giro lui.
"Sta' zitto" sbottò lei, sempre continuando a dargli le spalle. "Io non ho più nulla da dirti. Non abbiamo più motivo di continuare a parlarci, ormai"
Ben si alzò e andò da lei, fronteggiandola.
"Hai paura di guardarmi in faccia? Cos'è che temi di vedere?"
Lei finalmente alzò lo sguardo.
"No Ben, è diverso. Non ho più nulla da dirti, se non che sei un codardo, oltre che un assassino e un megalomane. Se sei davvero dominato dal Lato Oscuro... quanta paura hai di mostrarti per quello che sei e ammettere le tue azioni? Giochi a fare il padrone dell'universo, ma in realtà te ne vergogni. Pensi di essere qualcuno solo perché sei il discendente di Vader, ma tu non sei lui. Ci ho pensato sai... a quello che mi hai detto"
Ben continuò a fissarla impietrito, temendo ogni sua parola. Il riferimento a Vader l'aveva fatto infuriare.
"Mi hai detto che non sono nessuno..."
"Ma non per me" ribatté lui con rabbia.
Rey scosse la testa, come per scacciare una mosca fastidiosa.
"Ma anche tu non sei nessuno. Non sei Vader, non sei Han Solo, e chi erano i tuoi genitori o i tuoi parenti non ti rendono migliore di qualcun altro. Questa storia non è tua. Non è solo tua. Chi è veramente Ben Solo?"
"Ti ho già detto che Ben Solo è morto"
"Non mentirmi, Ben. E' di Kylo Ren tutta questa insicurezza?"
Fu un attimo e la rabbia esplose talmente violenta da chiudere il contatto.
 
 
Su Yunra, Rey, Finn e gli altri avevano finalmente trovato un rifugio abbastanza sicuro da poter riorganizzare le loro fila con relativa calma.
Per fortuna era andato tutto come previsto: l'attracco era risultato sicuro e libero da controlli di qualsiasi tipo, e ora erano impegnati a trasportare tutto ciò che rimaneva delle loro apparecchiature tecniche nella nuova base.
Non era rimasto loro molto, ma era comunque qualcosa.
Ora tutti, ed in particolar modo il Generale Organa, si stavano dando da fare per cercare di recuperare denaro, risorse e alleati.
Linfa vitale perché la loro lotta potesse continuare.
Rey non era particolarmente allegra, anche se tenere la mente e il corpo impegnati in attività fisiche e riunioni varie la aiutava molto a non pensare a ciò che la turbava.
Le dispiaceva aver dovuto affrontare ancora una volta Ben, ma si sentiva comunque soddisfatta perché era certa di essere andata a colpire nel segno.
Non sapeva nemmeno se avrebbe fatto bene ad insistere con lui su determinati argomenti, ma in quel momento si sentiva come spaccata in due.
Da un lato era delusa dal fatto che il Lato Oscuro fosse ancora così forte in lui, dalle decisioni terribili che aveva preso a bordo dello Star Destroyer di Snoke, ma dall'altra sentiva che non tutto era perduto.
Continuava a percepire il conflitto in lui, lo percepiva chiaramente così come aveva visto il suo futuro.
Aveva anche paura di sbagliarsi, ma in un certo senso la visione che aveva avuto su di lui era stata talmente limpida che sentiva di non avere altra scelta che lasciarsi guidare da essa.
Era evidente anche a lei che la Forza non voleva saperne di interrompere i contatti tra loro, e un motivo doveva pur esserci.
Aveva appena finito di sistemare la sua stanza.
Non che possedesse chissà cosa: qualche effetto personale, pochi strumenti per la toeletta, e infine gli oggetti che le erano diventati cari nel corso di appena qualche settimana. I testi sacri dei Jedi e la spada laser spezzata del suo maestro.
Aveva riposto questi ultimi in un vano segreto, decisa a custodirli gelosamente.
Nei giorni seguenti riuscì a tirare un sospiro di sollievo, in quanto la connessione con Ben sembrava essersi affievolita, e ciò le consentì di partecipare con più entusiasmo alle attività di gruppo.
Finn la presentò a Rose, una ragazza dai lineamenti tondi e gli occhi a mandorla, che emanava fuoco da tutti i pori. Doveva ancora riprendersi interamente dalle ferite riportate su Crait, ma stava guarendo rapidamente.
"Finn mi ha parlato molto di te"
"Davvero?"
"Sì... per lui sei un'amica coraggiosa e credo tu sia stata anche la prima persona a credere veramente in lui. Come vi siete incontrati?"
Rey si sentì toccata da quelle parole.
"Ci siamo conosciuti per caso. Lui era precipitato su Jakku in seguito a uno scontro con il Primo Ordine... inizialmente mi sono lasciata fuorviare, pensavo volesse uccidermi. Poi però, qualcosa mi ha convinto a fidarmi di lui. Anch'io per la prima volta, mi sono sentita come se dovessi uscire dal mio bozzolo di solitudine e far parte anche di qualcosa di più grande"
"Ti capisco... è la stessa cosa che abbiamo provato io e mia sorella quando abbiamo deciso di unirci alla Resistenza"
Continuarono a chiacchierare per un po', e con il passare dei giorni Rey si acclimatò bene nel nuovo rifugio, abituandosi ai nuovi ritmi e alla presenza di nuove persone, oltre che dei suoi vecchi amici.
Nonostante tutto però, c'era qualcosa che non le quadrava.
Aveva ritrovato Finn, Poe e BB8. Aveva Chube e Leia, la cui sola presenza rassicurava tutti loro, eppure si sentiva di nuovo sola.
Era il colmo: aveva trovato ciò che più somigliava a una famiglia, eppure sentiva la solitudine crescere dentro di lei. Cosa aveva di sbagliato?
Una sera, chiusa nella sua camera, la tristezza divenne più forte di quanto lei potesse sopportare.
Si rannicchiò in un angolo e cominciò a piangere.
Si sentiva sbagliata, si sentiva diversa, come se ci fosse un muro tra lei e tutti gli altri.
Desiderava oltrepassarlo, ma... non ci riusciva.
"Non sei sola"
Una voce familiare la riscosse dai suoi pensieri. Sapeva che sarebbe successo, ma in quel momento non le importava.
"Vattene, lasciami"
Rey nascose il proprio volto tra le ginocchia, coprendosi anche con le braccia.
Voleva chiudersi a lui, desiderava soltanto sfogarsi di quella tristezza, lasciarla scorrere e perdersi nel silenzio come la pioggia nella terra.
All'improvviso, percepì la sua mano sfiorarle il braccio.
Nessuna visione questa volta, soltanto presenza e calore.
Lei alzò gli occhi, per scoprirlo seduto a gambe incrociate di fronte a lei.
Aveva tolto i guanti, e dal loro contatto inspiegabilmente percepiva sollievo.
"Non apparterrai mai a loro, semplicemente perché sei diversa. Ti sentirai sempre distante da tutto questo, anche solo per il fatto che sei sensibile alla Forza, a prescindere dall'uso che vorrai farne. Sei una sciocca se non vuoi ammettere la potenza delle tue emozioni"
"Ben, questo non è il momento. Voglio smetterla di parlare con te, voglio liberarmi di questa... cosa" sputò con disperazione.
Lui assunse un'espressione cupa e sentì il contatto raffreddarsi.
"Vuoi liberarti di me perché non riesci a sopportare il fatto che il Lato Oscuro ti chiama, come ha fatto sull'isola. Ed è per questo che ciò che speri non succederà. Te l'ho detto: quando il momento verrà, sai tu a convertirti"
"Non diventerò mai un mostro come te, privo di emozioni"
Ben si staccò da lei, guardandola freddamente.
"Stai mentendo e lo sai. Se sono ciò che sono, è proprio perché do spazio alle mie emozioni. Se continuerai a ignorare ciò che provi, ti spezzerai. Oppure vuoi chiuderti alla Forza come ha fatto quel pazzo di mio zio?”
Lo guardò, non trovando nulla per ribattere.
Alla fine, si era preso la sua vendetta. Era riuscita a farla soffrire, come lei aveva ferito lui.
Perché erano condannati a vivere quel contatto, se tutto ciò che sapevano fare era ferirsi a vicenda?
No...
Un pensiero luminoso affiorò nella sua mente, oltre il senso di solitudine.
Non siamo solo questo.
Stavolta fu Rey a cercare la sua mano. Ben la prese tra le sue senza esitare, e calore e sollievo tornarono a scorrere tra loro come se fosse una sorgente di energia pura.
Non percepiva oscurità in quel contatto, ma neppure pace.
Improvvisamente, tramite la Forza sentirono il desiderio insopprimibile di chiudere definitivamente la distanza che li separava.
Unirono prima l'altra mano e poi si avvicinarono, esitanti, non sapendo bene cosa aspettarsi.
Nel momento in cui si abbracciarono, Rey sentì di essere a casa.
 
 
Chi era Ben Solo?
Questo nome continuava ormai a tartassare la mente di Kylo Ren notte e giorno.
Come fosse un morto resuscitato miracolosamente dalla tomba, quel nome gli suscitava ansia, orrore e turbamento.
La sola cosa che gli provocava un disgusto maggiore era la faccia piena di boria di Hux che lo aspettava nella plancia di comando.
"Novità?" chiese, cupo.
"Ancora nessuna, Leader Supremo. Le nostre squadre da ricognizione sparse per la Galassia stanno facendo del loro meglio per rintracciare i superstiti di Crait, ma purtroppo non abbiamo ancora ottenuto risultati"
"Raddoppiate gli sforzi"
"Con tutto il rispetto, Leader Supremo... non sarebbe meglio aspettare che escano allo scoperto da soli? Abbiamo informato anche i cacciatori di taglie e messo in stato di sorveglianza ogni canale di co..."
Hux interruppe la frase a metà, sentendosi soffocare.
Kylo Ren lo sollevò in aria senza cerimonie.
"Raddoppiate gli sforzi" disse soltanto, lasciandolo poi stramazzare a terra senza fiato.
Si voltò e uscì dalla sala senza più degnare quell'idiota di uno sguardo, preso com'era dal proprio conflitto interiore.
Ciò che gli rodeva era che Rey aveva ragione: Ben Solo viveva ancora dentro di lui.
Era come un minuscolo seme al centro del proprio cuore, e non tollerava ciò che Rey l'aveva costretto a vedere, smuovendo appena la terra che lo circondava.
L'avrebbe schiacciato, quel seme, ma non ci riusciva... così come non era riuscito premere il grilletto per uccidere definitivamente sua madre.
Proprio lui che le aveva detto di lasciar andare il passato... si sentì malissimo: proprio quando pensava di aver dato il colpo di grazia al suo nemico, questo ritornava dal mondo dei morti e lo perseguitava.
Doveva trovare un modo per arginare questo problema, e in fretta.
 


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Perché Hux va strangolato così, a caso.
Perché avevo bisogno di un momento abbraccioso tra Rey e Ben.
Perché oggi l'angst instrospettivo la fa da padrone.

Al prossimo capitolo!

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Capitolo 3
*** 3. ***


3.
 
Nero e Bianco.
Luce e Ombra.
La sua mente galleggiava nello spazio, tra le stelle... c'era pace, silenzio.
In lontananza, scorse un'ombra avvicinarsi rapidamente a lei.
No... era il contrario.
Volava verso un pianeta spezzato, circondato da due anelli. Era così vicina che presto si sarebbe schiantata su quell'ammasso desolato.
Lo oltrepassò.
C'era una stella poco luminosa, ma sembrava calda e accogliente.
Le sembrò di essere attirata da quel sole dall'aspetto materno, e per un attimo pensò che si sarebbe fusa con esso... poi si accorse di un pianeta talmente piccolo da sembrare una luna.
Orbitava lento attorno alla stella morente, eppure percepì una forza immensa sprigionarsi da quel piccolo rifugio.
Improvvisamente si ritrovò a camminare in mezzo a campi pieni di piccoli fiori gialli e poi in una foresta fatta di alberi verdi e immensi.
Tutto era immerso nella quieta luce del tramonto: nella foresta c'era un fiume tumultuoso.
Seguì le acque, fino ad arrivare al punto dove si gettavano in una voragine.
La Forza la chiamava.
Era in un canyon luminoso e aperto, ma che in un certo modo era anche oscuro, pericoloso nei punti dove le rocce rientravano e le acque scorrevano più veloci.
Entrò in una grotta, e nel suo centro c'era un cristallo enorme, puro e limpido, eppure non avrebbe saputo dire di che colore fosse.
Inizialmente le parve azzurro, poi diventò rosso, giallo, bianco, e infine... nero. I colori sembravano sovrapporsi, giocare tra loro.
Si sentiva attratta da quel cristallo, desiderava scoprire il suo segreto.
Rey...
Non appena lo toccò, tutto svanì e si trovò distesa nel suo letto.
Si girò di fianco, tornando a chiudere gli occhi, in qualche modo delusa di essere stata strappata via da quel posto.
Cercò di dormire ancora un po', ma quando scoprì di non riuscirci, si alzò e prese la sua spada laser.
Osservò desolata le due metà, chiedendosi cosa ne sarebbe stato di lei.
Ma questa, rimaneva una domanda senza risposta.
 
 
Attento a mantenere un atteggiamento di superiore indifferenza, il Generale Hux marciava verso la Centrale di Sorveglianza accompagnato da uno dei funzionari navali.
Teneva ben stretto nel pugno sinistro un piccolo dispositivo di memoria, come se temesse di perderlo.
L'occasione propizia gli si era presentata proprio quella mattina, in occasione dell'ispezione mensile.
Era raro che un funzionario di alto grado partecipasse a un compito di routine, ma quel giorno aveva ritenuto necessario fare un'eccezione alla regola.
Arrivato all'obitorio, aveva chiesto all'equipe medica di consegnargli i referti dell'autopsia eseguita sui corpi dei pretoriani, mentre il suo sottoposto esaminava il registro attività.
Li aveva letti attentamente, ma pur non essendo un esperto aveva capito subito che non avrebbe trovato nulla che potesse essergli d'aiuto.
Tutti i colpi letali erano stati inflitti da una spada laser, e questo era a dir poco ovvio.
Avrebbe potuto scrivere lui stesso un rapporto del genere.
Irritato, aveva chiesto quasi senza speranza se avessero notato qualcos'altro di rilevante.
A quel punto, con sua grande sorpresa un giovane medico si era fatto avanti.
"In realtà c'è qualcosa, Signore..."
Aveva esitato un attimo, ma quando Hux gli aveva fatto cenno di proseguire, si era fatto coraggio.
"Su tutte le armature dei pretoriani sono installati dispositivi di sicurezza all'altezza dell'addome. Abbiamo scoperto che uno di questi era stato attivato, mentre gli altri erano spenti o distrutti"
Gli aveva poi consegnato quello che somigliava stranamente ad un occhio robotico: una sfera rossa, con al centro un'iride nera e una pupilla che emanava una luce lampeggiante.
"Ha idea di cosa sia?"
Il giovane medico rispose negativamente, e Hux quindi si congedò rivolgendo un cenno di apprezzamento all'equipe.
A questo seguì una lunga e noiosa serie di controlli negli altri reparti, tra cui le cucine e il reparto lavanderia, ma Hux era stato addestrato ad avere pazienza.
Ebbe finalmente una risposta quando incontrarono una squadra di tecnici ingegneri.
Quel piccolo occhio era un dispositivo di memoria a breve termine, progettato per contenere registrazioni non superiori ai 3 minuti.
Gli spiegarono però che probabilmente non avrebbe trovato molto lì dentro, perché in genere quei record tendevano a consumarsi in qualche giorno.
Valeva la pena però fare almeno un tentativo.
Finalmente Hux entrò nella centrale e, dopo aver eseguito le formalità amministrative, passò alla questione che gli stava più a cuore.
"Sergente, ho bisogno di accedere al contenuto di questo dispositivo di memoria. In privato" aggiunse.
Seppur perplesso e leggermente nervoso, il sottoufficiale obbedì prontamente e inserì la sfera nel computer centrale.
"Grazie, sergente. Può andare"
Sentiva l'urgenza di rimanere solo. Se quanto sospettava fosse stato vero, avrebbe dovuto essere l'unico a conoscenza di quanto accaduto.
Hux trattenne il fiato, tesissimo.
La registrazione era intatta: le immagini ben definite mostravano tutto ciò che era possibile sapere.
Le sue labbra si incurvarono in un sorriso.
"Sei spacciato, Kylo Ren"
 
 
All'interno della sala d'allenamento, Kylo Ren stava cercando di sfogare tutta la sua frustrazione.
Nessun segno della Resistenza, solo inutili problemi politici di cui avrebbe fatto volentieri a meno.
Ma doveva sopportare queste responsabilità, almeno per il momento, perché presto non ci sarebbe più stata nessuna Resistenza e nemmeno un Primo Ordine.
Non si sarebbe fermato di fronte a nulla: lui era un distruttore, era il caos personificato, e sapeva bene che un nuovo mondo sarebbe potuto sorgere soltanto se quello vecchio fosse caduto in pezzi.
Proprio come aveva detto a Rey.
Lascia morire il passato, uccidilo se devi... ogni cosa doveva essere spazzata via perché tutto potesse essere messo a posto.
Come poteva non capirlo?
Per un momento, si sentì schiacciare dalla consapevolezza che, se lei avesse deciso di proseguire nei suoi intenti non ci sarebbe stato alcun futuro per loro. Avrebbe dovuto ucciderla, lasciarla morire assieme a tutto il resto, e tuttavia sentiva che questo era in qualche modo sbagliato.
Più volte aveva percepito che i loro destini erano collegati, tuttavia la sua parte più oscura, quella tormentata e accecata dal desiderio di potere e dall'orgoglio, gli intimava di andare avanti, di non fermarsi di fronte alle debolezze della ragazza.
Forse il suo conflitto dipendeva anche dal fatto che condividevano le stesse fragilità.
Lei era stata letteralmente abbandonata, ma anche lui si era sempre sentito orfano, nonostante avesse dei familiari in carne ed ossa accanto a sé.
Uccidendo Han Solo non aveva fatto altro che dare voce a una delle tante verità che aveva scoperto a caro prezzo: per lui suo padre era morto da tempo.
Perché avrebbe dovuto importargli di redimere un figlio che conosceva a malapena e che non avrebbe mai potuto comprendere?
Cercò di mettere a tacere quei sentimenti concentrandosi soltanto sui movimenti della spada laser, sulla fatica che percepiva nel corpo e che lo faceva sentire vivo.
Improvvisamente, vide un pianeta di fronte a sé.
Si bloccò, la spada a mezz'aria.
Una visione?
Per la prima volta dopo anni cercò di sgombrare la mente, come gli aveva insegnato molto tempo fa suo zio.
Le immagini si susseguirono veloci nella sua mente, tanto che quasi face fatica ad afferrarle.
Una stella nana. Un pianeta spezzato. Un'antica forza racchiusa in una grotta. Una spada laser color del bronzo...
Il ritorno alla realtà fu brusco e lo lasciò con un senso di vertigine.
Era la prima volta che un posto lo chiamava con così tanta insistenza. Le visioni che aveva sperimentato finora riguardavano sempre persone, mai luoghi.
Cosa c'era di così interessante, in quel pianeta?
D'un tratto percepì Rey al suo fianco e ne fu sollevato.
"Rey, sei stata tu?"
Capì che non era sola dal modo in cui si agitò e cominciò a guardarsi attorno nervosamente.
"Rey, mi vuoi rispondere?"
La ragazza lo guardò malissimo e gli trasmise le proprie emozioni attraverso la Forza.
Era come se stesse dicendo "Pezzo di idiota, lasciami in pace!"
Poi il collegamento si chiuse.
Ben si risentì di quel trattamento, nonostante i rapporti tra loro non fossero stati esattamente pacifici negli ultimi giorni.
Data la sua reazione, quelle immagini non potevano provenire dal loro legame, quello almeno l'aveva chiarito.
Da quando le forze del Primo Ordine avevano cominciato ad invadere Melida/Daan le cose tra loro avevano di nuovo cominciato a degenerare.
Così lei non faceva altro che buttargli in faccia più e più volte la sua mostruosità, mentre lui la accusava di rimando di essere cieca e sorda a quello che era il suo vero destino.
Melida/Daan per lui era solo un nome su una mappa stellare, uno scomodo passo politico da affrontare per poter raggiungere un risultato più soddisfacente. Per lei, era un altro pianeta assoggettato a un regime totalitario e schiavista.
Il risultato di questa tensione tra loro era che anche il legame aveva iniziato a risentirne, ma non nel modo in cui Ben inizialmente si era aspettato.
Aveva immaginato, e un po' temuto, che i contatti sarebbero diventati più brevi e sporadici, e invece le cose avevano preso una piega insolita.
Sì, i loro contatti erano effettivamente diventati più brevi, ma invece di diminuire erano aumentati.
Spesso Ben sentiva la sua presenza mentre camminava per i corridoi, mentre pranzava o era in riunione con altri membri della flotta.
Spesso era capitato di percepirsi anche in momenti più scomodi e privati, e questo non aveva fatto altro che aumentare l'imbarazzo ma anche il senso di intimità tra loro.
Ciò che lo faceva infuriare è che Rey sembrava proprio non volerne saperne di ammettere l'importanza della loro connessione.
Come se ciò che era successo nella Sala del Trono li avesse allontanati per sempre...
Fu il Generale Hux stavolta a riportarlo alla realtà.
Irruppe nella sala con passo spedito.
"Ti avevo chiesto di non importunarmi durante il mio allenamento" ringhiò minaccioso.
"Leader Supremo, siete atteso sulla plancia di comando. I Cavalieri di Ren vi stanno aspettando"



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Crack! Moment:

Le avventure di Sherlock Hux
I pretoriani col Salvavita Beghelli (dovranno pur avercele le telecamere in Star Wars... anni e anni di tecnologie avanzate, e neanche na telecamera! Va' che roba...)
Un passo avanti e due indietro

Vi lascio, se siete psicopatiche e amanti del trash più assoluto come me, questo link su Youtube. E' un video in lingua inglese che mi ha fatto morire dal ridere!!
https://www.youtube.com/watch?v=QGBsfYkmftM

Alla prossima!
 

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Capitolo 4
*** 4. ***


 4.
 
Uscita dalla riunione, Leia si congedò e si diresse subito verso i suoi alloggi.
Una volta all'interno, si lasciò andare ad un sospiro di sollievo e si appoggiò per un attimo alla porta.
Si sentiva provata dai recenti avvenimenti, ma era ancora speranzosa.
Dall'Orlo Esterno erano arrivati finalmente i primi aiuti economici, e anche se non erano sufficienti a coprire tutte le spese necessarie, potevano almeno cominciare i preparativi per la riorganizzazione della resistenza.
Leia sapeva che prima o poi sarebbero stati scoperti, anche su un pianeta relativamente sicuro come Yunra, per cui stava valutando di trasferire il tutto su un altro sistema, magari Handooine, Argonar oppure Rodia.
Tutti e tre i pianeti avevano importanti risorse energetiche, sostenevano la sua causa ed erano anche in posizioni di relativa distanza dal centro del potere politico.
Sapeva di dover rimanere salda, ma cominciava a sentirsi stanca.
Era tutta la vita che lottava: prima contro l'Impero, ora contro il Primo Ordine... aveva avuto pochi momenti veramente felici nella sua vita, e non sapeva se ce ne sarebbero stati altri.
Aveva perso tutti i suoi cari, e questo dolore col passare del tempo diventava sempre più difficile da sopportare.
Soprattutto, il pensiero di Ben la rendeva triste.
Non riusciva a credere fino in fondo alle parole di Luke... anche se dentro di sé sapeva che c'era ancora speranza per suo figlio.
Sentiva che Ben era ancora lì da qualche parte, sepolto sotto l'identità di Kylo Ren, ma lei non aveva più la forza di scavare. Non voleva illudersi, ma le parole di suo fratello avevano risvegliato una debole fiamma che pensava fosse estinta.
Nessuno è mai veramente perduto...
Lasciando scorrere i pensieri, la sua mente la riportò ad una questione che la preoccupava: Rey.
Qualcosa di importante doveva essere accaduto.
Quello che aveva intuito dalle poche frasi che si erano scambiate, era che Ben era coinvolto nell'uccisione di Snoke, e questo le sembrava strano e sconvolgente.
Si chiedeva se ormai suo figlio non fosse altro che una scheggia impazzita, preda di un incontrollabile desiderio di eliminare tutto ciò che si opponeva sul suo cammino.
Eppure sentiva che non tutto era perduto, proprio come aveva detto Luke.
In ogni caso, con il passare dei giorni, Rey la preoccupava sempre di più.
Da quando era ritornata, sembrava tormentata da qualcosa, come se fosse in perenne conflitto con sé stessa.
Si allontanava dal gruppo per stare sola, aveva un'espressione più cupa e triste, senza contare che spesso la vedeva scattare per un nonnulla.  
Facendosi coraggio, Leia aprì di nuovo la porta e andò a cercarla.
Maledetto senso materno, che la portava sempre a prendersi cura di tutti fuorché sé stessa!
Sapeva che non se ne sarebbe mai liberata.
La trovò all'esterno, seduta all'ombra di un alto albero da frutto in posa meditativa.
Cercò di essere discreta, ma lei percepì la sua presenza e riaprì gli occhi.
In quello stesso momento, Leia si accorse della spada laser che giaceva spezzata di fronte alle gambe della ragazza.
"Mi dispiace averti disturbata"
Lei non rispose. Invece, prese in mano le due metà e le guardò, sconsolata.
"Vorrei tanto poterla riparare... mi sento indifesa senza quest'arma, come se mancasse una parte di me"
Leia si sedette su un masso poco distante.
"La Forza ti guiderà, Rey. Non sei sola"
Lei alzò gli occhi, colpita dalle sue parole.
"Neanche tu. Non riesco ad immaginare quanto devi aver sofferto"
Leia si scoprì vulnerabile, e le lacrime affiorarono agli angoli dei suoi occhi.
"E' dura, ma... è la vita ad esserlo, in un certo senso. Cerco di andare avanti finché mi resta ancora un briciolo di speranza" ammise. "E tu, cosa mi dici del tuo dolore?"
Lei sobbalzò.
"Non voglio che tu ti senta costretta a confidarti con me, ma so che c'è qualcosa che ti affligge, e vorrei poterti aiutare"
Lei sembrò combattuta, e per un lungo istante non disse nulla.
"So solo che devo andarmene da qui"
"Ma sei appena tornata"
"Lo so, e mi si spezza il cuore nel prendere questa decisione. Voi siete parte della mia vita adesso, ma c'è qualcosa che devo fare".
Ci fu un altro silenzio, ma Leia non lo disturbò.
"C'è... un sogno ricorrente che faccio ormai da più di una settimana. Sogno un pianeta, dove la Forza mi chiama. Così come tempo fa sognavo l'isola continuamente, ma non sapevo che significava... ora sogno questo pianeta, ma non so dove si trovi"
"Che cosa vedi, in questo sogno?"
"Un pianeta spezzato al centro di una fascia di asteroidi. Oltre questo, una stella morente. E' lì che si trova il pianeta che sogno, lo so"
"Mmm... un pianeta spezzato, dici. Forse ti posso aiutare. Mi sembra di ricordare che un pianeta come quello che hai descritto si trovi ai margini più esterni della Galassia, tra i mondi dell'Orlo Esterno e le Regioni Ignote. Se mi darai qualche giorno, cercherò negli archivi"
Rey sembrava entusiasta e stupefatta.
"Grazie Leia.... ehm, volevo dire Generale Organa"
"Sai, a volte vorrei davvero che le persone mi vedessero più come Leia, che non come un Generale" le confidò lei, sorridendo.
 
 
Rey cominciò i preparativi per la partenza piena di entusiasmo.
Sapeva che questa era la cosa giusta da fare, per cui si dedicò anima e corpo a sistemare il Falcon.
Finn e Poe la stavano aiutando a riparare le parti danneggiate, e si erano prodigati a recuperare pezzi di ricambio nuovi che potessero modernizzare un po' la vecchia nave mercantile.
"Ma si può sapere perché non puoi venire con noi su Handooine?" chiese Finn armeggiando con i generatori di potenza.
"Te l'ho già detto... devo riparare la spada"
"E hai intenzione di andare da sola? Ti rendi conto che Kylo Ren potrebbe trovarti e ucciderti?"
Lei fece una strana smorfia simile a un sorriso triste, poi annuì.
"Lo so, ma nessuno può aiutarmi in questo. Ho imparato un sacco sulla Forza grazie a Luke, e ho capito che ci sono delle cose che si devono per forza superare da soli. Se anche Kylo Ren mi trovasse, saprò difendermi"
"Wow, sembri molto sicura di te"
Rey non lo era per niente, ma cercò di non darlo a vedere.
Finn continuò. "E' solo che non vorrei perderti. Ho trovato qualcosa per cui valga la pena combattere, grazie a te, Rose e Poe... e mi rattrista ogni volta vederti partire"
Rey strinse forte la mano di Finn, grata all'amico per la sua vicinanza.
"Mi sembrava che avessi già trovato una ragazza, Finn! O hai intenzione di portarmele via tutte?" sbottò dalle celle sottostanti la voce canzonatoria di Poe.
I due amici scoppiarono a ridere.
Le sarebbe mancato tutto questo, ma era determinata ad andare fino in fondo.
L'aveva percepito subito, appena era rientrata al servizio della Resistenza, ma ora comprendeva meglio ciò che doveva fare.
Quello non era il posto dove lei doveva essere. Un altro luogo la chiamava con insistenza, e lei voleva scoprire perché.
Ma anche qualcun altro la chiamava senza sosta: qualcuno che continuava come a stuzzicare un nervo dentro di lei. Poteva sentire la tensione interiore accompagnarla per tutto il giorno, eppure aveva imparato a non cedere.
Meditando, distraendo la mente, il contatto tra lei e Ben persisteva, ma era come offuscato, in secondo piano.
Tuttavia, le costava una sofferenza interiore che non credeva di poter provare, non più di quanta ne avesse già provata dopo il loro combattimento sulla Supremacy, quando si era rifiutata di prendere la sua mano.
Se fossero stati soltanto Rey e Ben... quanto semplice sarebbe stato!
Dopo un iniziale riavvicinamento, Rey aveva capito che quella strada le avrebbe portato soltanto dolore.
Sapeva che nessuno dei due era veramente disposto a mettere da parte i propri ideali per seguire l'altro, per cui doveva imparare a controllare quella connessione, se non voleva esserne sopraffatta.
Se fosse veramente caduta preda del Lato Oscuro, sarebbe stata la fine.
Eppure, per qualche strano motivo, con lui si sentiva a casa.
In quel momento, arrivò Rose.
"Ragazzi, l'ordine di evacuazione è per domani appena dopo il tramonto. Come siete messi?"
"Per quanto mi riguarda, abbiamo quasi finito!" disse Poe, emergendo dalle celle di contenimento."Ehi, Rose, sai se c'è ancora del dolce avanzato? Non vorrei andare via di qui senza portarmi via almeno il ricordo di quella delizia"
"Poe Dameron, il pilota più in gamba di tutta la Resistenza... tutto stomaco e niente cervello"
Rose aveva un bel caratterino, e a Rey piaceva.
In quei giorni, avevano trascorso parecchio tempo insieme lei, Rose e Finn. Si erano allenati insieme con il simulatore di volo, avevano fatto a turno delle ronde all'interno della base e aiutato gli ufficiali a sistemare le apparecchiature rovinate.
Quelle risate e l'allegria le erano mancate molto, e anche se non riusciva completamente a sentirsi parte del gruppo, la loro genuinità e semplicità avevano agito come un balsamo sulle sue ferite.
Il resto della giornata trascorse velocemente e in serenità, ma la sera si sentì inspiegabilmente appesantita e con una spiacevole sensazione nel corpo.
La liquidò come semplice malessere, ma fece fatica a dormire.
Il giorno della partenza finalmente arrivò, e nel primo pomeriggio Leia li convocò tutti nella sala principale per ricapitolare il piano di trasferimento su Handooine.
Il malessere di Rey andava tuttavia peggiorando.
Aveva una brutta sensazione, come un presentimento, ma non riusciva a spiegarsi il perché.
La sensazione era vaga, quasi indefinita, ma paradossalmente così reale che il suo corpo ne stava risentendo.
Rey e Finn entrarono con altri soldati, prendendo posto vicino a Rose mentre aspettavano gli ultimi ritardatari.
L'ex stormtrooper la osservò, preoccupato.
"Rey... stai sudando. Va tutto bene?"
In quel momento, si accorse che era vero. Si sentiva stanca come se avesse corso per tutta l'isola di Ahch-To con Luke in spalla.
"Non... non lo so, ho una strana sensazione"
"Può essere... una cosa collegata alla Forza?"
La Forza!
Si diede della stupida per non averci pensato prima.
Ora che ci pensava, la sensazione che provava era quasi minacciosa, come se un pericolo incombente dovesse abbattersi su di loro da un momento all'altro.
"Sì... c'è qualcosa. Come un pericolo, ma..."
"Che cosa? Rey, questo è..."
Proprio in quel momento Leia entrò e tutti rivolsero la loro attenzione verso il Generale.
Il mondo intorno si fece confuso, i suoni ovattati.
Le sembrò di udire Leia cominciare a parlare, e Finn che le diceva "Rey, rispondimi! Come sarebbe a dire che siamo in pericolo?"
Si concentrò sulla sensazione, cercando di individuare la provenienza... se erano davvero in pericolo, doveva agire in fretta.
Quando rispose a Finn, le sembrò di parlargli da una lunga distanza. La sua voce era debole e stanca.
"Non so, è strano... non percepisco nessun pericolo collegato a noi, ma..."
In quel momento, capì.
"No... questo no" disse lei, sentendosi improvvisamente malissimo.
"Cosa? Cosa succede, Rey? Chi...?"
Poi, Rey perse ogni contatto con il mondo reale.
Davanti a lei c'era Ben, accasciato alla parete con una grossa ferita al fianco.
Appena lo vide, urlò di paura e preoccupazione, per poi portarsi la mano alla bocca, stupita della sua reazione.
Cercò di avvicinarsi, ma si scoprì incapace di muovere qualsiasi muscolo.
I loro occhi si allacciarono in un dialogo silenzioso, e tramite la Forza le arrivò un'ondata di sensazioni non sue.
Dolore, paura, rabbia, desiderio di sopravvivere. D'istinto capì che qualcuno ora sapeva la verità, e che la sua vita era in grave pericolo.
Fu una questione di secondi: vide Ben alzare la spada laser e proteggersi da una spada viola, appartenente a un altro guerriero dalla maschera d'acciaio.
Un guerriero che lei aveva già visto nei suoi incubi...
Com'era arrivata, la visione se ne andò e lei si ritrovò in piedi, madida di sudore al centro della sala.
Tutti i presenti avevano gli occhi fissi su di lei, e la guardavano attoniti.
"Rey..." sussurrò Leia, sconvolta. "Cos'è accaduto?"
Lei scosse la testa, in lacrime, e fuggì correndo dalla sala, in preda a un uragano di emozioni.

 

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