The Shadow Of the Day

di TheShadowsOfTheDay
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un Pessimo Inizio ***
Capitolo 2: *** Luka ***
Capitolo 3: *** III Blue. ***



Capitolo 1
*** Un Pessimo Inizio ***


La leggera brezza aveva fatto arrossire le sue guance e le aveva arruffato i capelli. Marinette era affacciata al suo piccolo balconcino, sporgendosi quanto bastava per riuscire ad afferrare un po' di quella frescura. Tikki, il suo kwami, era dolcemente appollaiato nell'incavo del suo collo mentre lo sguardo della padrona si perdeva nel rosso intenso del tramonto.
Non c'era nulla di più magico di Parigi, pensò Marinette, la cosiddetta "città dell'amore". Peccato per lei però, che in amore andava tutto a rotoli. Ogni volta che ripensava a quel sorriso mozzafiato e al verde dei suoi occhi, non poteva fare a meno di rivivere il giorno in cui l'aveva sentito dire "Marinette? Certo, è un'ottima amica!". Ingenuo com'era, non poteva certo sospettare che quelle parole avrebbero potuto ferire qualcuno, ma oltre che ingenuo era pure cieco, pertanto era normale che non si fosse accorto di tutto l'amore che la ragazza provava nei suoi confronti. Non si era neppure presentato per condividere il gelato del signore Andre con le altre coppie, lasciando che la sua serata prendesse una piega decisamente insolita.
Ormai il destino aveva distribuito tutte le sue carte, ma nessuna regina di cuori per la giovane paladina. Marinette si era ormai rassegnata ad amare a senso unico. Sapeva che avrebbe sofferto ogni giorno, sapeva che il cuore sarebbe stato trafitto da troppe spine e sapeva ancor di più, che lui non l'avrebbe mai ricambiata. Ma andava bene così, lei non avrebbe potuto rinunciare al suo amore per Adrien, lo sapeva, ma poteva accantonare l'idea che questo diventasse un giorno il suo ragazzo. Nel frattempo, avrebbe cercato di impegnarsi per rendere Parigi un posto sicuro in cui far vivere il modello. Sospirò pesantemente.

All'improvviso, un fruscio si materializzò alle sue spalle. Non dovette neanche voltarsi per capire chi fosse. ChatNoir ormai veniva a trovarla spesso quando non aveva da fare o quando le sue pene d'amore diventavano particolarmente fastidiose, ignaro di chi fosse realmente la ragazza che si nascondeva dietro la maschera. Da quando quella sera si trovarono stranamente in sintonia, quando lui le mostrò tutto ciò che aveva preparato per l'eroina che non lo degnava di uno sguardo, il suo cuore si sciolse e volle alleviare il suo dolore almeno con la sua compagnia. «Anche oggi pensierosa?» chiese il micio mentre si faceva dare volentieri qualche grattatina sotto al mento. Marinette ridacchiò al suono delle sue fusa. «Tu no?» sapeva già la risposta, il gatto infatti non rispose e andò avanti a bearsi di quei grattini, mentre la coda di cuoio sbatteva pigramente contro il ferro del balconcino. Tikki intanto, avvertendo la presenza dell'altro kwami, battè in ritirata sotto al tavolino da tè. Alcuni pomeriggi li passavano ad oziare osservando Parigi da quel balconcino, in silenzio, altri giorni invece erano densi di discorsi più o meno profondi.
ChatNoir ormai, oltre che a fido compagno, era diventato anche il suo confidente. Si sentiva un po' sporca dato che il fulcro dei suoi problemi era proprio lei, ma all'eroe serviva davvero qualcuno con cui parlarne e Marinette, cercava di dargli le dritte più adatte. Con Adrien non andava certo meglio, ad aggravare il tutto c'era la curiosità del paladino in nero sull'identità del famoso detentore del cuore della sua amica, la quale ormai aveva raggiunto livelli spropositati. Ogni volta cercava di cavargli fuori quel nome con trucchetti o sotterfugi sempre nuovi, purtroppo per lui la ragazza non era affatto stupida. Se era riuscita a tenere nascosta la sua identità a tutti, di certo non sarebbe stato un problema tenere nascosta quella della sua cotta. O almeno ci sperava.
Dopo un'ora che se ne stavano ad oziare sulla piccola veranda, ridacchiando e parlando di tutto e di più, la ragazza dovette rientrare al richiamo dei suoi genitori per la cena. Come sempre, il suo compagno la salutò con un inchino e un bacio alla mano, da vero gentleman. Ogni volta che veniva a trovarla si sentiva più leggera, più spensierata, in fondo quando un fardello è diviso da due persone invece che una, è meno pesante.

Il giorno dopo, svegliandosi in ritardo come al solito, indossò la prima cosa che le capitò sotto mano e corse verso la scuola mentre la campanella annunciava l'inizio di un altro giorno. Appena arrivò, ciò che trovo le fece gelare il sangue nelle vene. Sì, lei ci aveva rinunciato, ma non pensava che Adrien sarebbe diventato preda di qualcun altro. Aveva smesso di preoccuparsi di Chloè quando anche lui aveva capito quanto realmente fosse stupida, ma non credeva certo di ritrovarsi una degna avversaria in campo.
Di fronte a lei, Adrien parlava animatamente con quella che una volta, era stata vittima di un akuma particolarmente pericolosa.

Fioretto in mano e postura fiera, Kagami si ergeva in tutto il suo splendore.

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Capitolo 2
*** Luka ***


Non poteva credere ai suoi occhi. Il suo cuore perse qualche battito e non fece neppure in tempo a contarli. Era come se tutte le sue speranze fossero andate in frantumi, una dopo l'altra, e fu in quel momento che capì davvero quanto potesse essere doloroso un amore a senso unico.
Non covava risentimento nei confronti della ragazza, non era colpa sua. Lo provò invece per se stessa che in tutti quei mesi non era neppure riuscita a spicciare mezza frase completa ad Adrien. Si accorse che quest ultimo le stava facendo segno con la mano e lei, come di consueto, si fece prendere dal panico. Si avvicinò a loro provando a trattenersi dal dire qualsiasi cavolata.
«Questa è Marinette, aveva fatto da giudice alla nostra partita di scherma, come ricorderai. Lei è anche la rappresentate di classe!» disse Adrienne entusiasta di avere in classe qualcuno con cui condividere la sua passione. "Eccome se me lo ricordo" avrebbe voluto rispondere Marinette, riportando alla memoria lo spiacevole discorso che aveva ascoltato per sbaglio quel giorno.  «Certamente.» rispose Kagami sorridendole e porgendole una mano. «Sono felice che tu sia nella nostra stessa scuola. Di qualsiasi cosa tu abbia bisogno, puoi tranquillamente rivolgerti alla rappresentante, cioè, a Marinette, che poi sarei io, e io sarei la rappresentante quindi...Benvenuta!» concluse con troppa enfasi. Kagami ridacchiò alla figura che la ragazza aveva appena fatto, convinta che, in fondo, sarebbero  diventate amiche.
Ben presto furono attorniati da una folla di compagni sorpresi di avere una celebrità simile nella propria classe, tra questi chiaramente svettata Chloè, accompagnata dalla solita tirapiedi. 

All'ingresso della professoressa però, tutti presero posto. Alya guardò preoccupata la sua compagna, capendo perfettamente quale fosse la fonte della sua agitazione. Appena sarebbero cominciate le lezioni, le avrebbe sicuramente parlato lanciandole qualche bigliettino.  Dopo le varie presentazioni, arrivò il momento tanto temuto: l'assegnazione del posto.
Nessuno voleva davvero spostarsi, certo, erano felici di avere una nuova compagna di classe ma a pochi piacevano davvero i cambiamenti. Insomma, dopo qualche mese ti abitui ad avere accanto la stessa persona. 
Lo sguardo della professoressa scivolò languido su ogni studente, riuscendo a far venire i brividi persino a Chloè. Marinette sperò che almeno quella volta, solo ed esclusivamente per quella volta, la sfortuna la smettesse di perseguitarla. Pregò che ciò accadesse in tutte le lingue che conosceva, inventandosene pure di nuove, ma si sa, la fortuna non ha mai girato a favore dell'eroina. 

«Marinette, che ne dici di cedere il posto alla tua compagna? In questo modo potrebbe integrarsi meglio.» chiese la professoressa, ignara del peso che era appena piombato sullo stomaco della ragazza. Di rimando, sorrise forzatamente e raccolse le sue cose andando a sedersi in fondo all'aula da sola. Non solo Kagami rischiava pericolosamente di piacere ad Adrien, ma ora aveva pure il suo posto, letteralmente.

 «Visto Tontonette? Sola e in fondo, quello è il posto che ti spetta» ghignò Chloè con quanta più cattiveria avesse in corpo, facendo scoppiare a ridere l'automa che le sedeva accanto.
«In fondo, forse, da sola non direi» affermò la professoressa riportando l'attenzione su di sè. 
Juleka, accanto a Rose, nonostante fosse sempre stata una ragazza particolarmente tranquilla, si agitò immediatamente. Un cipiglio di confusione andò a formarsi sul volto di Marinette. 

«Sarà qui a momenti» disse svogliatamente l'insegnante, mentre un brusio carico di tensione si era condensato nell'aula. Dopo qualche secondo, infatti, dalla porta fece il suo ingresso un ragazzo che sembrava essere leggermente più grande degli altri. Il fisico asciutto era messo in evidenza dal look decisamente gotico. Portava una giacca nera con varie spille appuntate sul petto e una maglietta verde acido sotto, impossibile da non notare. Vari brandelli di Jeans pendevano da dei pantaloni che sembravano aver avuto giorni decisamente migliori. I lunghi capelli erano tenuti su con appena qualche tocco di gel, fintamente sbarazzini. Qualche ciuffo colorato gli cascava sulla fronte. Esattamente come quelli di Juleka, erano neri come la pece ma colorati sulle punte, in questo caso però erano di un vivace blu elettrico. C'era da ammetterlo, aveva il suo fascino.

«Bene, questo è Luka, il fratello di Juleka. Se vuoi puoi andare ad accomodarti in fondo all'aula, di fianco alla rappresentante di classe.» affermò la professoressa, facendo così il secondo sbaglio della giornata.

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Capitolo 3
*** III Blue. ***


Il ragazzo andò ad accomodarsi all'ultimo banco. La gran parte delle ragazze sembrava già avere gli occhi a cuoricino e poco ci mancava per la bava alla bocca, soprattutto quando questo fece l'occhiolino a Juleka, la quale invece, non sembrava particolarmente entusiasta dell'arrivo del fratello. «Non essere troppo felice per il mio arrivo, mi raccomando» disse Luka notando l'umore a terra della sua nuova compagna di banco, che più che la rappresentante di classe pareva essere la sopravvissuta di un attentato che aveva deciso di colpire solo lei. Marinette, che aveva la testa appoggiata direttamente sul banco mentre rifletteva su quanto in basso potesse cadere ancora, alzò lo sguardo sul suo compagno. Un ghigno sarcastico si dipinse sul suo volto, rendendolo ancora più accattivante, non riuscendo però a provocare quel brivido necessario a smuovere minimamente il cuore della ragazza, il quale era già troppo impegnato per lasciare spazio ad altri possibili disagi o macelli.  Tuttavia non poteva sfogare tutta la sua frustrazione sull'ultimo arrivato, sarebbe stato troppo anche per lei. Forzò un sorriso e gli strinse la mano.  
«Scusami, non volevo essere scortese. Benvenuto nella nostra classe.» disse provando a rimediare. Le sue mani erano stranamente delicate e fredde, troppo fredde. Le baciò lievemente la nocche in un gesto che, nonostante fosse estremamente gentile, a lei era parso come la brutta replica dell'atteggiamento di Chat Noir, e peccato che non fosse stata l'unica in aula ad essersene accorta. Gli occhi del ragazzo non si staccarono dai suoi neppure per un secondo. Erano di un blu profondo ma allo stesso tempo così diverso da quello che animava quelli della ragazza. Quelli di Marinette erano sempre pieni di dolcezza, determinazione e gentilezza, quelli di Luka invece, sembravano pieni di arroganza, sicurezza ed esuberanza. Il nuovo arrivato non si aspettava certo un moto di fastidio da parte della ragazza data la gentilezza che le aveva riservato, non aveva capito però che le sue reali intenzioni si erano subito palesate. Marinette era maldestra, sfortunata e goffa, certo, ma non stupida. Luka si era reso conto dell'ascendete che il suo fascino gli permetteva di avere su tre quarti del genere femminile di quella classe, e il quarto mancante era costituito da sua sorella, la professoressa (sulla quale preferiva non esercitare alcun fascino), la bruna al secondo banco e Marinette. 
Il baciamano voleva solo essere il colpo di grazia per le ragazze che non gli staccavano gli occhi di dosso, era come se fosse un esemplare da divorare con gli occhi e a lui le attenzioni non sembravano certo dar fastidio, anzi, si era praticamente esposto sotto alla luce del sole in una posa trionfante, pronto a farsi contemplare in tutto il suo splendore. Ridicolo, pensò Marinette.
 La prima cosa di cui aveva bisogno era proprio averle tutte alla sua mercè, per il semplice bisogno di soddisfare il suo ego spropositato: non voleva averle davvero, ma aveva bisogno di sapere di poterlo fare. Marinette però, lo aveva ben inquadrato sin dal primo momento. I bisbigli che si erano creati dopo quel gesto andarono scemando, lasciando spazio ad un silenzio denso di tensione. La mano della ragazza era ancora incastrata nella sua, esattamente come il suo sguardo. Si era creata un'elettricità palpabile tra i due e che restava lì, sopita e sospesa nell'aria, pronta a fare scintille da un momento all'altro. 
Quella ragazza, pensò Luka, sarebbe stata decisamente un bel problema. 


SPAZIO AUTRICE---
Preferite capitoli corti (come questi) con aggiornamenti più frequenti o capitoli più lunghi con aggiornamenti più lenti? <3 
Volevo anche avvisarvi che la storia si svolge dopo il nono episodio, pertanto il personaggio di Luka non è stato ancora introdotto, so per certo che sarà presente nella saga di Miraculous ma non ho la più pallida idea di come sia fatto realmente e ho deciso di reinventarlo a modo mio. buona lettura :)

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